Giorni sul set con Naruto & Co.

di Sashaprati
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorno uno ***
Capitolo 2: *** Giorno due ***
Capitolo 3: *** Giorno tre ***
Capitolo 4: *** Giorno quattro ***
Capitolo 5: *** Giorno cinque ***
Capitolo 6: *** Giorno sei ***
Capitolo 7: *** Giorno sette ***
Capitolo 8: *** Giorno otto ***
Capitolo 9: *** Giorno nove ***
Capitolo 10: *** Giorno dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo Speciale - Itachi ***
Capitolo 12: *** Giorno undici ***
Capitolo 13: *** Giorno dodici ***
Capitolo 14: *** Giorno tredici ***
Capitolo 15: *** Giorno quattordici ***
Capitolo 16: *** Giorno quindici ***
Capitolo 17: *** Giorno sedici ***



Capitolo 1
*** Giorno uno ***


La "Supercazzola69Fanfiction"
a cura di
Sashapratitelesette e Lilith Noor Daimon

PRESENTA:

Giorni sul set con Naruto & Co.

Si ringraziano inoltre:

 il Trio Medusa per la canzone
Giovanni Ognibene per l'idea & il suggerimento
e i tre "matti" qua sopra per aver scritto il tutto...

BUON DIVERTIMENTO !!!

Un'auto si fermò davanti a un centro polisportivo, i produttori di "Naruto" avevano dato l'ordine di produrre diversi Spin-Off ispirati dalle idee dei fans e quindi dovevano contattare le superstars del programma.
L'auto si fermò nel parcheggio dell'impianto polisportivo, gli inviati dei produttori avevano un leggero sospetto. Una delle stars del programma, Sasuke Uchiha, aveva la passione per la Boxe e aveva causato una prolungata assenza della star.

Gli inviati della produzione entrarono nella palestra di pugilato, sicuri di trovarlo lì.
Sasuke si allenava al sacco facendolo oscillare sotto l'impeto dei suoi colpi. Sinistro, destro, destro...sinistro.
Ad ogni colpo, il sacco sembrava sul punto di sfondarsi.
Una forte voce femminile lo fermò ammonendolo.

- Quando colpisci tendi sempre a scoprire la guardia tesoro, stai più attento!

Una ragazzina di colore, dai capelli rossi e gli occhi dorati si approssimò alle spalle dell'Uchiha.
L'Uchiha non si accorse, o finse di non accorgersi, dei due inviati della produzione e si girò bruscamente verso Karui baciandola.
Lei lo strinse a se ricambiando il bacio in modo passionale; Passarono lunghi istanti dove i due parevano congelati e incantati in quel bacio, alla fine si girarono verso gli inviati della produzione squadrandoli male e l'Uchiha mormorò

- Cosa succede? Un altro Spin off?

Gli inviati annuirono, i loro volti però erano corrucciati e sembravano nascondere qualcosa che non riuscivano a dire. L'Uchiha si accorse di quella particolarità e domandò.

- C'è altro da dire?

Essi deglutirono e mormorarono la parte più sgradevole per l'Uchiha.

- Lo spin off che deve girare riguarda delle scene con Sakura Haruno, romantiche e oltre!


Gli occhi del giovane Uchiha strabuzzarono, non era possibile che ci fosse ancora un'ennesima sciocchezza con quella donnetta: la trovava particolarmente sgradevole infantile e idiota, a lui le donne piacevano decise e che fossero in grado di ragionare con la propria testa.
Passati diversi secondi Sasuke urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

- ANCORA UN'ALTRA SCENA CON QUELLA SPECIE DI LUCIDALABBRA CON LE GAMBE? MA I FAN NON HANNO UN MINIMO DI INVENTIVA?

Ricordava l'ultima scena, una delle poche nelle quali la produzione aveva dovuto ricorrere all'uso di una controfigura al suo posto, rammentava ancora cosa c'era scritto sul copione.
"Sasuke Uchiha stupra Sakura Haruno per farla allontanare da sé e la mette incinta"...
Sasuke scuotè la testa incredulo sulla logica e sulla plausibilità di quella sceneggiatura, ringhiava rabbioso ripensando alla possibilità che gli ricapitasse una trama simile.
Karui lo fissò negli occhi e gli sussurrò seccamente.

- Non sei stato tu a dirmi che il set è come una specie di ring? Che si sale per recitare bene o male? fai del tuo meglio!

Gli occhi di quella ragazzina erano profondi come il mare e determinati come quelli di una leonessa, quello sguardo aveva il potere di rincuorare Sasuke anche nei momenti di peggiore sconforto.
Si erano conosciuti durante la pausa tra le due stagioni di Naruto e in breve il loro rapporto divenne molto intenso e passionale relativamente alle loro età.
Sasuke si voltò e, rivolgendosi agli inviati, mormorò seccamente.

- Andiamo allora!

Si diresse verso gli spogliatoi per potersi cambiare e lavarsi rendendosi pronto e presentabile per recitare.
Il giovane Uchiha sospirò, fortunatamente non aveva il ruolo che poteva avere Madara o uno Hyuuga con la complicata attrezzatura per simulare il Byakugan.
Dopo diversi minuti uscì con una camicia bianca e dei pantaloni verdi, fece un cenno di saluto alla sua fidanzata e seguì gli inviati della produzione.
Uno di essi, notando che Karui non lo seguì, domandò.

- E lei?

Sasuke sorrise, appunto per quello non sopportava un carattere come quello di Sakura Haruno: Insicura, incapace di progettare la propria scala di valori se non adeguandosi a valori esterni e decise di rispondere completamente ed esaustivamente.

- Ha un incontro per i pesi superleggeri è importante per lei. Adoro le persone che non si perdono in mistiche inutili, le persone decise in buona sostanza. Le faccio un esempio: Karui se impazzissi sarebbe la prima che cercherebbe di riportarmi a casa ma non si farebbe problemi anche ad andarci pesante senza uccidermi se fossi un pericolo per gli altri o me stesso!

Gli occhi di Sasuke si piantarono in quelli dell'inviato mentre l'auto divorava la strada verso il set.

( continua )

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Capitolo 2
*** Giorno due ***


Sul set intanto erano già arrivati alcuni attori ed attrici, come la giovane Hyuga (nauseata dalla solita sceneggiatura, che la ritraeva come una letterale imbranata cronica) la quale stava appunto rammentando che doveva allenarsi a balbettare in modo credibile.
Dopo aver sistemato con cura la propria roba si mise davanti allo specchio, fissandolo come se volesse romperlo con lo sguardo, deglutì diverse volte e iniziò a tentare di balbettare in modo credibile. Il risultato per i primi minuti non era decisamente un granché, con la conseguenza di aumentare ancora di più la sua frustrazione: odiava quegli spin off che la caratterizzavano sempre come una ritardata cronica in grado solo di Balbettare "Naruto-Kun" e di svenire.

***


Sasuke nel frattempo era ormai arrivato sul set e cercava il suo camerino. Non voleva nemmeno vedere Sakura fuori dal set, se non per ragioni lavorative.
Lei era stato il suo primo amore, nella realtà come sul set?
Vero ma, da quel periodo, Sasuke era molto cambiato e si era reso conto che amava molto le donne decise. Non due anime fuse, come diceva la poetica diffusa, ma due anime legate da una corda che sarebbe stato un piacere e un dovere delle due persone mantenere salda ad ogni costo.
Avanzando verso il tavolino, dove solitamente venivano messi i copioni, Sasuke sentì un forte torrente di imprecazioni provenire da un camerino. L'Uchiha sospirò e si voltò verso uno degli addetti, domandando di chi fosse quella voce femminile così rabbiosa.

- Hinata, non sopporta più le parti che i fan le danno - spiegò questi. - Si sa che è una persona riservata, ma le parti da imbranata non le piacciono proprio!

Sasuke annuì. Effettivamente anche lui sapeva cosa voleva dire impersonare un ruolo che non è proprio.
Ai tempi della scrittura e della prima serie di Naruto era poco più che un ragazzino, e l'aspetto sognante di Sakura lo aveva conquistato, ma ormai non era tempo di giochi da bimbi e Sakura non sembrava minimamente maturata. Sasuke ormai riusciva a reggerne a stento la presenza in occasioni che non fossero di lavoro.
Si guardò attorno e una voce femminile mielosa e sdolcinata lo riportò all'amara realtà: Sakura era lì e avrebbe dovuto girare con lui una sequenza di scene di vario tipo.
La Haruno fece per abbracciarlo ma Sasuke si allontanò da lei e rispose seccamente.

- Non ci stiamo più così simpatici Sakura, non affrettiamo i tempi !!!

Sasuke sapeva a cosa si riferiva: Sakura non era una persona esattamente sincera nella vita reale e, proprio a questo riguardo, il regista della seconda stagione regolare di Naruto aveva deciso di girare la scena della falsa dichiarazione di lei a Naruto. Questo fece crollare agli occhi di Sasuke ogni stima di Sakura come persona, fino al punto da provocargli un forte senso di nausea ogni volta che l'aveva a meno di dieci metri di distanza.
Sakura replicò ridacchiando, con una sfumatura piccata, fissando negli occhi l'Uchiha.

- Dovrai farti passare la sensazione di schifo, visto quello che dobbiamo girare assieme!

Sasuke sospirò. Effettivamente sapeva cosa lo attendeva e ne aveva paura.
Immediatamente prese il copione e, dando le spalle a Sakura, si allontanò nervosamente per studiarselo con calma. Subito si sedette calmo e cominciò a studiarselo in santa pace, sperando che Sakura non venisse a disturbarlo.
Nei minuti che trascorsero non successe nulla di particolare: Sakura non disturbò Sasuke e lui logicamente non disturbò lei; Sasuke indossò il suo costume di scena, contenente quella specie di cintura che sembrava fatta da una camera d'aria, e mormorò sottovoce le battute cercando di memorizzarle...
Sasuke pensò con costernazione alla scena che dovevano girare: Sakura avrebbe dovuto rianimare Sasuke con un massaggio cardiaco e... in ogni altro modo che lei avesse ritenuto più opportuno.
Sasuke dovette girare senza l'ausilio della controfigura la scena dove ricevette una violenta botta alla testa per poi essere dolcemente rianimato. Il copione dava infatti a Sakura la facoltà di scegliere qualunque mezzo che volesse per rianimare (a voler citare lo script scritto dai fan) "il suo dolce Sasuke".
Su un fondale che ritraeva un bosco, Sasuke iniziò a correre, fingendo di avere un'espressione affannata. Vedendo un addetto che portava una sorta di pila, indicativa dell'oggetto che avrebbe dovuto colpirlo alla testa, cadde proprio in risposta allo stimolo. Sapeva bene che l'oggetto sarebbe stato messo in post produzione e rimase apparentemente incosciente il tempo necessario. Trascorsi un paio di minuti, Sasuke sentì la mano di Sakura che si era allontanata dal suo petto e, prima che lei potesse fare una respirazione bocca a bocca, aprì gli occhi e mormorò la battuta scritta sul copione.

- Sakura...

Lei lo abbracciò d'impeto e Sasuke cercò di rimanere nella caratterizzazione preferita dai fan: nessuna espressione facciale ma il suo sguardo serio.
L'Uchiha, con un gesto insolitamente delicato, ricambiò l'abbraccio di Sakura e cominciò a mormorare delle parole dolci al suo orecchio.
Appena il regista diede il tanto sospirato "STOP", Sasuke si staccò rapidamente dall'abbraccio di Sakura, felice che quella ragazzina non avesse tentato di baciarlo sfruttando le parti fallaci del copione.
Si allontanò per studiare le scene successive, sperando che fossero meno imbarazzanti di quella, soprattutto che non richiedessero il coinvolgimento di Sakura.

( continua )

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Capitolo 3
*** Giorno tre ***


In un altro camerino una giovane dai capelli lunghi, sciolti sulle spalle si stava preparando alla recitazione di una scena particolare di uno spin off.
La giovane aveva uno sguardo vagamente scocciato: aveva la passione per le armi da fuoco e, per via della chiamata dei produttori, aveva dovuto interrompere la sua consueta sessione di tiro e questo la rendeva tremendamente nervosa.
Poggiò le sue due beretta su un mobiletto del camerino e iniziò a cercare di sistemarsi i capelli in modo da creare quei "codini" che il suo personaggio necessitava.
Tenten era una figura marginale nel mondo di Naruto, ma i fans l'avevano per così dire "accoppiata" con Neji Hyuga.
Questo ragazzo sul set sembrava bellissimo e sicuro di se... Ma in realtà era un talpone, con degli occhiali per correggere un difetto visivo di sei diottrìe.
La ragazza sospirò.
Logicamente sperava che, con quel talpone insicuro, non fosse costretta a ripetere la scena una mezza dozzina di volte.
Il tempo scorreva inesorabile, mancava circa un'ora e Neji Hyuga non si vedeva.
Tenten era sempre più impaziente e nervosa ma non uscì dal camerino; non poteva mostrare preoccupazione per gente come Neji, assunta nel cast di Naruto per la loro aria altera da bel tenebroso.
Una figura occhialuta dai lunghi capelli neri correva affannosamente verso la zona dei camerini.
Era Neji Hyuga il quale aveva sottobraccio due voluminosi volumi di filosofia.
Lo Hyuga entrò senza tanti complimenti nel suo camerino, aveva perso troppo tempo a leggere e adesso non ne aveva per poter indossare con calma il suo costume di scena.
Neji imprecò contro la sua passione per la lettura, si tolse gli occhiali e si sistemò nervosamente davanti allo specchio per poter sistemare i dettagli del suo personaggio.
I vestiti non rappresentavano un problema per lui... Ben altra storia era invece la "doppia lente" che avrebbe dovuto simulare l'uso del Byakugan.
Neji in sostanza si doveva mettere due lenti a contatto, facendole aderire strettamente una sull'altra.
Il giovane Hyuga iniziò ad armeggiare con i contenitori delle lenti a contatto. Non aveva più tempo per prepararsi e dovette quindi cercare di fare il più velocemente possibile. Improvvisamente una voce femminile forte e decisa si fece sentire, era quella di Hinata.


- Neji! Guarda che nessuno aspetta i tuoi comodi !!!


Lo Hyuga sbarrò gli occhi. Era stato scoperto e adesso doveva logicamente sbrigarsi a mettere le lenti a contatto, sperando di non sbagliare.


***


Intanto sul set Tenten, con addosso il suo costume di scena, passeggiava nervosamente avanti e indietro domandandosi dove fosse quel cretino di Neji.
Quando lo Hyuga si approssimò all'orizzonte, la voce del regista domandò seccamente se per caso necessitasse ulteriormente di guardare il copione. Tuttavia, con un gesto della mano, Neji fece capire di esserselo studiato a casa.
Tenten sospirò, si sedette e si preparò a recitare la scena che consisteva in un delicato incontro romantico tra i due.
Neji si sedette dall'altro lato del tavolo, attendendo il ciak di inizio della scena; rumore che si udì pochi secondi dopo e Neji sfiorò la mano di Tenten in modo leggero.
Lei lo guardava con uno sguardo il più possibile sognante e mormorò sottovoce.

- Brindiamo al nostro futuro assieme!

Neji cercò di mostrarsi imbarazzato e... Solo allora si rese conto che aveva dimenticato di indossare le lenti da vista.
Dal momento che non poteva interrompere la scena, a rischio di licenziamento, fece correre le dita incerte lungo il bordo del tavolo e cercò di afferrare il bicchiere.
Tenten aveva già alzato il suo, mormorandogli dolcemente all'orecchio con un sorriso ironico dipinto sul volto.

- Avanti, timidone, non ti crucciare!

Neji, obbedendo al copione, sollevò il calice e fece per brindare assieme a Tenten. Non potendo però valutare correttamente la distanza tra i due bicchieri (accidenti a 'sto cavolo di miopìa), riuscì solo a sbattere addosso al volto di Tenten il suo e per giunta colmo di vino.
La voce imperiosa del regista interruppe quel momento, urlando di fermare tutto.
Tenten aveva il vestito completamente zuppo di vino e, con un gesto stizzito, afferrò la testa di Neji e gli gridò rabbiosa.

- Ti sei ricordato di mettere le lenti a contatto, talpa?!?

Dopo questa frase, sbattè la testa dello Hyuga contro il tavolino, e si diresse verso il suo camerino borbottando qualcosa che è meglio non ripetere.
Neji si rialzò intontito dalla botta e, barcollando vistosamente, tornò al suo camerino per indossare le lenti a contatto (averlo fatto prima).
Hinata aveva osservato tutta la scena e, quando Neji passò davanti a lei, borbottò una constatazione lapalissiana.

- I libri non scappano, Neji - esclamò. - Gli appuntamenti si devono rispettare, e tu invece hai fatto la figura del cretino!

La giovanissima Hyuga rammentava che la passione della lettura gliela aveva trasmessa lui... Ma Neji era patologicamente ossessionato dalla lettura, mentre lei aveva ancora un pò di equilibrio.

Neji non rispose, se non farfugliando qualcosa di incomprensibile, e proseguì in direzione del suo camerino... Sperando di arrivarci vivo!

( continua )

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Capitolo 4
*** Giorno quattro ***


Contemporaneamente all'interruzione della scena tra Neji e Tenten, una donna scese da un'auto davanti all'ingresso degli studi. Questa salutò con un gesto dolce i fan appostati oltre la recinzione e si allontanò verso gli studi.
Le sue forme giunoniche non passavano certo inosservate, il nome di questa donna era Mei terumi e interpretava la Mizukage; costei si tolse gli occhiali da sole, rivelando i suoi magnifici occhi color verde smeraldo, e andò a raggiungere il proprio set con passo ancheggiante.
Nel frattempo Neji incontrò una certa difficoltà a trovare il suo camerino (maledetta miopìa!) e doveva sbrigarsi per poter tornare a recitare. Una volta raggiunto il camerino, iniziò dunque ad armeggiare con le lenti a contatto, togliendosi quelle di scena per mettersi quelle da vista e poi rimettersi quelle di scena.
Sul set intanto si stava lavorando alacremente, allo scopo di ripristinare il set per rifare la scena che era stata interrotta alcuni minuti prima. Tenten si era già rivestita con un'altro abito di scena e aspettava nervosamente Neji.
Il giovane Hyuga non si fece attendere, ma era una persona molto diversa rispetto al talpone imbranato di poco prima: sicuro di se, con passo deciso e gli occhi con quel velo ombroso che sembravano far impazzire i fan.
Hinata trattenne a stento una risatina e sussurrò qualcosa all'orecchio di Tenten.

- La scena verrà benissimo, ormai lui si è calato nella parte!

Subito infatti i due si prepararono a recitare di nuovo la scena che avevano malamente interrotto e, contrariamente ai pronostici del regista, venne realizzata così bene che il regista ritenne superfluo provare a rifarla.
Come sentì il segnale di scena finita, Neji si alzò di scatto e tornò nel camerino sotto gli occhi interrogativi di Tenten, la quale si domandava come fosse possibile che due persone completamente diverse potessero coesistere nello stesso corpo.
A dare una spiegazione ai dubbi della ragazza fu la cugina di lui, mormorando un discorso che aveva senso.

- Quando è sul set lui dimentica tutto: miopìa paure e altro... Si sente in ballo e inizia a ballare! Se in un film dovesse usare una pistola poi, non mi stupirei se sparasse quasi meglio di te!

Concluse quell'opinione con una risatina all'indirizzo di Tenten, la quale provò a zittirla con un'occhiataccia. Quel gesto ottenne il risultato di far allontanare Hinata, perchè la giovane Hyuga doveva allenarsi a balbettare in modo sufficientemente credibile.
Improvvisamente un rumore di motore proveniente dall'esterno indicò che era arrivato Naruto, il protagonista della serie, che doveva appunto girare una scena con Hinata Hyuga,
Naruto non era precisamente un "divo" ma aveva tre vizi: le macchine potenti, il Ramen, e i profumi forti. Infatti Hinata, nella serie regolare, aveva cominciato a svenire per il profumo allo Zafferano che portava Naruto... E da quell'evento nacque la leggenda di "Hinata che sviene sempre".
Naruto entrò deciso alla ricerca del suo camerino. Ancora una volta infatti sapeva che avrebbe dovuto sottoporsi ad una interminabile sessione dal parrucchiere, per deformare i suoi capelli nella caratteristica forma "a spina" che aveva il suo personaggio nella serie, anzichè le lunghe ciocche sciolte che portava normalmente.
Come Naruto raggiunse il suo camerino, dove lo attendeva il parrucchiere per il rimettere a posto i capelli, si sedette dunque sulla sedia del parrucchiere confidando che quella tortura non durasse troppo.

( continua )

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Capitolo 5
*** Giorno cinque ***


Le tre ore passarono veloci, mentre tutti gli addetti si affaccendavano a preparare il set esterno per la scena tra Naruto ed Hinata. Sarebbe stata una scenetta romantica tra i due, in occasione della festa di compleanno della giovane Hyuga.
Naruto uscì dal camerino stravolto ma accuratamente "pettinato", con l'aspetto caratteristico che i fan conoscevano di lui, vestito della sua felpa arancione e con i soliti capelli "a spina".
Hinata invece sembrava piuttosto nervosa, in quanto non riusciva a balbettare credibilmente e, ogni tanto emetteva piccoli urli di frustazione quando non era soddisfatta del risultato.
Naruto si diresse verso il tavolino dove erano posizionati i copioni e lesse attentamente la sceneggiatura. L'uzumaki, a differenza del suo alter ego, era una persona molto precisa e pedante; in quanto capiva che, dovendo interpretare un giovane personaggio orfano, avrebbe dovuto essere meglio degli altri per ottenere dei risultati accettabili.
Hinata uscì dal camerino, con le lenti che simulavano il Byakugan perfettamente sistemate negli occhi, e si diresse verso il tavolino. Qui, dopo aver salutato Naruto con un cenno, afferrò il copione e iniziò a leggerlo.
La scena era ambientata in riva a un fiume e descriveva un romantico scherzo compiuto da Naruto ai danni di Hinata, con un bacio dell'Uzumaki sulle labbra della Hyuga. La reazione dei due fu diametralmente opposta: le labbra di Naruto Uzumaki si incresparono in un delicato sorrisetto mentre Hinata, la quale non si accorse subito del sorriso, alzò gli occhi al cielo nauseata.
Naruto, sempre con quel sorriso, rimase lì a studiare il copione nei minimi dettagli esattamente come Hinata; tutto attorno a loro il set veniva progressivamente attrezzato per poter simulare la riva di un fiume.
Hinata dopo diversi istanti si avvicinò a Naruto, ponendosi al suo fianco e gli sibilò acida.

- Togliti quel sorrisetto dalla bocca! 

Dopodiché si allontanò di qualche passo, pronta a girare la scena.
Hinata avrebbe dovuto giungere sul luogo di un appuntamento datole da Naruto e poi essere sorpresa.
La giovane Hyuuga fece come era scritto nel copione, i suoi movimenti erano incerti ed apparentemente tremanti, e cominciò a mormorare qualcosa balbettando in modo magistrale.

- Na... Naruto Kun, d... dove ti trovi?

Hinata si voltava da tutte le parti, simulando in modo magistrale la paura e il disorientamento che doveva avere appunto la "timida" Hinata nella mente dei fans.
Naruto, con passo felpato, scivolò alle spalle di Hinata e gli posò le mani sulle spalle mormorando dolcemente.

- Eccomi, Hinata!

Lei si voltò altrettanto dolcemente.
Il copione riportava scritto chiaramente che, una volta riconosciuta la dolcezza di quel tocco, lei strabuzzasse gli occhi e iniziasse a pigolare.

- Na... Na... Naruto Kun...

La parlata era perfetta. La Hyuga sembrò tuttavia avere appena annusato qualcosa di nauseabondo, visto che il suo volto cominciò sbiancarsi fino a farle perdere i sensi. Naruto dovette sorreggerla, mentre lei stava davvero svenendo per il tanfo insopportabile che giungeva alle sue narici.
Il regista diede l'ordine di fermare le riprese, apparentemente soddisfatto del risultato, ma Hinata continuava ad avere la faccia nauseata da quell'odore.

- Hinata, stai bene?

La povera Hinata, che non sopportava gli odori molto forti, rispose acida con un'altra domanda.

- Che profumo ti sei messo, razza di idiota?

Naruto era sinceramente stupito.
Non capiva che connessione poteva esserci con lo svenimento di Hinata e il suo profumo così soave, perciò rispose con la più candida innocenza possibile.

- Ho voluto riprodurre un profumo degli antichi romani: balsamo, acoro e altre cose...

Hinata lo guardò con rabbia. Quell'imbecille sembrava incapace di comprendere che non tutti sopportavano questi odori così marcati, cosicché gli inveì contro acida.

- Non tutti hanno i filtri nel naso, per sopportare i tuoi virtuosismi di profumi, testa di rapa !!!

Ciò detto si alzò e, poiché avvertiva l'irresistibile bisogno di mettersi a vomitare, corse direttamente in bagno. Naruto si limitò ad accompagnarla, senza dire niente e senza bisogno che lei aggiungesse nulla.
Nel frattempo altri arrivi erano giunti sul set: Madara Uchiha e Asuma Sarutobi. Il primo noto attore di teatro, che interpretava la figura del capostipite del clan Uchiha; il secondo interpretava il ruolo del figlio del terzo Hokage e,dal momento che stava cercando in tutti i modi di smettere di fumare, si mormorava che la sua "morte" nel serial fosse stata decisa in seguito a una disputa con la produzione... In quanto il diretto interessato non voleva più avere una sigaretta in bocca, in nessuna occasione, pena una denuncia piuttosto salata da parte del suo medico curante.
Rapidamente i due, presenti sul set a vedere le "performance" degli altri attori, si ritirarono verso i propri camerini in attesa di cominciare le rispettive riprese.

( continua )

Spazio Autori:

Innanzitutto grazie a tutti coloro che, nonostante tante piccole seccature e idiozìe varie, sono tuttora qui e ci seguono con affetto e stima sincera.
La "Supercazzola69Fanfiction" continuerà a sfornare fior di cazzate, per la gioia dei suoi lettori (oltre che grande soddisfazione personale), e cercherà sempre di divertirvi con lo stesso humour e la stessa vivacità...
Grazie e arrivederci alla prossima!

GLI AUTORI DEMENTI

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Capitolo 6
*** Giorno sei ***


- WARNING -
I personaggi di questa fanfiction fanno cose discutibili:
- dire parolacce
- fumare
- bere
- drogarsi
- eccetera...
NON PROVATE A FARE COME LORO
Le fanfiction sono frutto dell'immaginazione
LA VITA E' UN'ALTRA COSA !!!

Gli Autori

Una ragazza dall'andatura incerta cercava di entrare negli studi. I suoi occhi, visibilmente arrossati denotavano l'abuso di qualche sostanza o qualche farmaco, oppure il fatto che si fosse svegliata da poco.
Il nome della donna era Kurenai Yuhi e anche lei era stata convocata d'urgenza per quello spin off di Naruto dedicato alle singole coppie dei fans.
Kurenai Yuhi era stata messa assieme con quell'integralista puritano di Asuma Sarutobi, ex consumatore di tabacco divenuto un salutista integralista.
Lei entrò in modo brusco nel camerino, insolitamente nervosa e a dir poco frustrata.
La Yuhi era una buona attrice ma emotiva e anche piuttosto sensibile; ultimamente sembrava essere in difficoltà a recitare di fronte a una telecamera, mentre in un teatro dava il meglio di sé, era per questo lo sceneggiatore non aveva fatto comparire molto il personaggio nella serie.
I movimenti di Kurenai erano contrassegnati da un fortissimo nervosismo, perchè lei era impaurita dalla prospettiva di dover di nuovo recitare davanti alla telecamera. Non riusciva nemmeno ad applicarsi le classiche fasciature alle braccia e, come reazione nevrotica, non riuscì a fare altro che scagliare una bottiglia addosso al muro.
Tirò fuori dalla borsetta una cartina e un sacchettino contenente erbe poco legali di vario genere, preparandosi una canna di quelle forti.
Lei aveva bisogno di qualunque cosa che potesse farla calmare e non aveva trovato nulla di meglio di questo. Subito trasse lunghe e avide boccate di fumo da quella fattispecie di sigaretta, mentre la sua mente si annebbiava in un mondo del tutto personale.
Asuma Sarutobi invece era seduto al camerino, vestito e preparato di tutto punto, e sorseggiava un succo di frutta mentre tirava fuori dal taschino delle finte sigarette di cioccolato. Per fortuna aveva ottenuto la garanzia che l'effetto della sigaretta accesa, se necessario, sarebbe stato inserito solamente in post produzione.
Intanto sul set Hinata si era del tutto "depurata" dall'odore nauseabondo che aveva inspirato da Naruto. Quest'ultimo era andato a lavarsi abbondantemente, per cancellare il più possibile ogni minima traccia di quel profumo.
Qualche minuto dopo Naruto uscì dalla doccia e, dopo essersi rivestito, si ripresentò davanti ad Hinata rivolgendole la parola in tono amichevole.

- Stai meglio?

Hinata annusò il profumo di Naruto e, per sua fortuna, lo trovò anche particolarmente gradevole.

- Ma cosa è successo? - chiese stupita. - Miracolo: ti sei messo un profumo decente!

Naruto sorrise.
Hinata era una ragazza che lo attraeva particolarmente, a differenza di quanto poteva non sembrare sul set. E visto che, lavorando assieme, entrambi avevano ancora tante scene da girare, non gli sarebbe parso il vero di poter uscire con lei una volta finite le riprese.

- Ho solo diluito il profumo che mi ero messo prima - spegò. - Ti andrebbe di vederci fuori dal set, sempre se non ti secca, Hinata?

Lui la fissò negli occhi, per poi continuare nella sua proposta con una battuta fatta per stemperare l'ambiente.

- Magari ti faccio vedere che i profumi forti non sono poi così male!

Hinata lo fissò per un istante, stupita e anche lusingata dalla proposta, ma la sua risposta non fu quella che il giovane Uzumaki si aspettava.

- Scusa, Naruto, ma devo rifiutare la tua proposta - esclamò in tono piatto. - Sei un ragazzo cortese, uno di quelli che non si montano troppo la testa, ma io ho due diversi problemi: non voglio mischiare lavoro & sentimento; inoltre a me piacciono le persone decise... e soprattutto che non usino dei gas asfissianti come profumi, non so se mi spiego!

Malgrado il tono apparententemente indifferente, la giovane Hyuga, si sentiva alquanto dispiaciuta di rifiutare la gentile offerta del ragazzo. Tuttavia non conosceva a sufficienza Naruto e, a prima vista, lui sembrava avere un carattere troppo mansueto per una come lei.

( continua )

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Capitolo 7
*** Giorno sette ***


Dal suo camerino, Asuma finì di sorseggiare il suo succo e si alzò in piedi per dirigersi verso il set con passo militare. Concentrato e compito, il giovane Sarutobi non voleva affatto disonorare il nome di esperti attori teatrali della sua famiglia (Alla faccia di Gassman e De Filippo).
Con fare quasi marziale giunse al tavolino dove erano i singoli copioni e, dopo averne prese uno, se lo studiò a fondo per ripassare la parte nei minimi dettagli. La scena consisteva nella dichiarazione di Asuma a Kurenai, dove il Sarutobi per il nervosismo non avrebbe fumato nemmeno una sigaretta.
Non fece nemmeno in tempo a rallegrarsi per questa notizia positiva che, con un rumore assordante di una sedia buttata a terra, la troupe si accorse della presenza di una Kurenai "leggermente" sotto effetto di sostanze psicotrope illegali... e tutto sommato, anche parecchio incazzata.
Pochi minuti prima, Kurenai credeva di aver sentito l'ordine di andare in scena (cosa che non era avvenuta in realtà) e con l'andatura resa incerta dal suo stato (per non dire che era fumata di brutto) si accingeva dunque a presentarsi sul set... come se ne fosse capace, in quelle condizioni.
Tutti si accorsero dello stato di Kurenai, per primo Asuma che la conosceva molto bene e sapeva del suo forte nervosismo; il regista era già sul punto di chiamare la produzione, ma Sarutobi lo interruppe, posandogli una mano sulla spalla, e gli intimò di non prendere alcun tipo di provvedimento.

- Non si azzardi a chiamare nessuno - esclamò. - La nostra scena può essere rinviata e sostituita con qualche altra: domani, le assicuro, Kurenai sarà perfettamente preparata e pronta; ovviamente suggerirei di usare le "telecamere nascoste" per riprendere la mia collega... Sulla scena, è chiaro; vedere le telecamere "fisse" sul set, la rende un tantino nervosa!

Asuma non attese la risposta del regista e fece per seguire Kurenai, mentre il regista diede un ordine secco per non perdere altro tempo.

- OKAY, PREPARIAMO LA SCENA TRA NARUTO E SASUKE !!!

I due giovani attori, sentendosi nominati, sbiancarono atterriti dalla notizia. Non sapevano infatti cosa aspettarsi dalla fantasia dei fans e si allontanarono, seguiti dalle risatine malcelate del resto del cast (dal momento che tutti loro sapevano invece che genere di scena avrebbero dovuto girare). Mentre si dirigevano verso i camerini, ignaro sui dettagli del copione, Sasuke grugnì una domanda a Naruto.

- Tu hai difficoltà a trovare una controfigura... o hai veramente strane tendenze nei miei confronti ?!?

La frecciata di Sasuke nei confronti di Naruto, essendo questi legato a quella adorabile leonessa di Hinata, era piuttosto pesante. Di rimando, Naruto sibilò a Sasuke una risposta altrettanto pungente.

- Cos'è, non vuoi farti prendere a pugni da Karui ? Chi porta i pantaloni tra voi due?

Sasuke si irrigidì, la sua mano si chiuse a pugno. Il sorriso sul volto di Naruto, segno che stava ironizzando, era fin troppo evidente tuttavia non poteva permettersi di essere preso in giro così.

- E tu invece te ne intendi di gonnelline, vero Naruto?

L'Uchiha sibilò quel commento in modo acido. Fortunatamente Naruto, assai meno suscettibile del suo bruno compagno, cercò subito di buttarla sulla solita insopportabile ironia.

- Cerco solo di immedesimarmi in quello che pensano i nostri fans, se così si possono chiamare, e in fin dei conti è anche divertente... Finché non pretendono che qualcuno te lo butti dentro sul serio, questo è chiaro!

Sasuke lo fissò con uno sguardo interrogativo. Lo conosceva fin troppo bene, per capire che da lui poteva aspettarsi di tutto; come quando da ragazzi, durante la puntata dove dovevano baciarsi, Naruto volle provare a baciarlo ben cinque volte, per avere (a suo dire) la giusta "intesa" con Sasuke.
I due si ritirarono verso i loro camerini, onde potersi rassettare e abbigliare al meglio per la scena che avrebbero dovuto recitare. Tanta era la paura che non ebbero il coraggio nemmeno di dare un'occhiata ai copioni... Fu Sakura ad avvisarli, piegata in due dalle risate come una matta.

- Sono proprio curiosa di vedere come balli il tango, Sasuke - esclamò, asciugandosi le lacrime dal gran ridere. - E tu Naruto, con la gonna da ballerina, sono sicura che sarai molto carino!

La reazione di entrambi fu la medesima: bianchi in volto come cadaveri, ebbero un momento dove vacillarono salvo poi recuperare una sufficiente lucidità mentale per "realizzare" il tutto; apparentemente indifferenti alla notizia, proseguirono dunque verso i loro camerini come due Robocop sotto effetto della famigerata "Direttiva 4".
Nel frattempo un ragazzo elegantemente vestito, con i capelli acconciati in modo da ricordare un ananas, entrò senza essere notato negli studi e si diresse verso i camerini. Il suo nome era Shikamaru Nara ed era giunto in anticipo perchè aveva appunto una scena da recitare di lì a poco.
Intanto sul set, gli attori e le comparse dovevano sforzarsi (invano) di trattenere le risate, alla vista di Naruto vestito da ballerina di tango e di Sasuke in frac e cravattino a farfalla.
Naruto era abbigliato con una gonna rossa, lunga poco sotto il ginocchio, e si muoveva in modo piuttosto impacciato; tuttavia doveva riuscire ad abituarcisi, per rimanere il meno tempo possibile con quelle ridicole vesti addosso.
Lo sfondo di quella scena era quello di un Alternative Universe: Naruto e Sasuke erano di fronte allo stesso fondale del remake di "Scent of a Woman", ed entrambi avrebbero dovuto ballare lì, in mezzo al ritmo della stessa musica.
Sasuke sulle sue scarpe e Naruto sui tacchi, insieme si sistemarono al centro della scena. La musica partì lentamente e i due ragazzi iniziarono a ballare, seguendo il lussurioso ritmo del Tango.
Nonostante il divieto di fare rumore durante le riprese, praticamente tutti i membri della troupe lì presenti rischiavano di sentirsi male per le convulsioni. La stessa Sakura, per non esplodere in una vera e propria risata isterica, si dovette allontanare di corsa dal set assieme ad altri due assistenti della produzione.
Il ballo tra i due si svolse per lunghissimi istanti di riprese, tra le risatine soffocate dello staff: la telecamera che doveva inquadrare la scena, fissa sui loro volti concentrati e sui loro movimenti, tremava assieme al cameraman che non riusciva a smettere di sghignazzare; entrambi gli attori si impegnarono tuttavia al massimo, cercando di far passare alla svelta quel tremendo momento di assoluto imbarazzo.
Sia per Naruto che per Sasuke, lo STOP del regista fu una vera e propria liberazione...
E
ntrambi si allontanarono alla svelta, diretti verso i rispettivi camerini, senza emettere un fiato.
Circa a metà del corridoio, Naruto fu costretto a togliersi le scarpe con il tacco, lanciando mille accidenti alla produzione e alle menti malate che avevano scritto quella scena allucinante. Segni fin troppo evidenti del suo stato d'animo erano la rigidità della mascella e le mani chiuse a pugno.

( continua )

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Capitolo 8
*** Giorno otto ***


Due mesi prima

I frati francescani di solito dovrebbero avere un andatura da penitenti, ma quello che si stava dirigendo verso la produzione di NARUTO probabilmente era un'eccezione.
Alto, glabro, avvolto nel saio, i suoi movimenti erano palesemente tarantolati.
Entrò come un tornado, aprendo la porta con entrambe due mani e dirigendosi verso gli uffici del produttore (il tipico comportamento cristiano ed umile).
Tirando fuori dal suo saio un foglio piegato in quattro parti, costui lo aprì e lo sventolò davanti al volto del dirigente.

- Che storia è questa? - sentenziò il frate irato, la vena gonfia e in evidenza sul suo cranio glabro.

Il produttore non sembrava minimamente turbato, ruotò la sua poltrona e fissò il frate negli occhi.

- Padre Jiraya, ricordi il contratto e le varie clausole... Se vuole, gliele ricordo io!

Il frate alzò gli occhi, leggendo le clausole e una in particolare.

- "L'attore ingaggiato con questo contratto è tenuto a partecipare anche alle iniziative collegate all'opera in se, pena il pagamento di una penale ammontante 100 volte il suo ingaggio"...

Jiraya alzò lo sguardo, ricordando quella clausola, e sospirò amaro mentre il produttore sibilò ironico.

- Non penso che lei sia così milionario - fece con un sogghigno. - Credo proprio che dovrà domandare un permesso al suo Padre Superiore, naturalmente le metteremo a disposizione un alloggio...

Il frate francescano emise un altro sospiro, stavolta di rassegnazione, e mormorò amaramente.

- Non ho scelta!

Il produttore annuì e il frate uscì, a passo misurato da penitente carmelitano scalzo, tornando in strada e ricordando i vecchi tempi.
Jiraya iniziò a ricordare i vecchi tempi, quando recitava nella stessa compagnia teatrale con Madara Uchiha.
Lui era stato letteralmente il maestro di recitazione del giovane Madara Uchiha e si ricordava quanto era intimorito dalla scena di "resurrezione" del suo personaggio.
Nel cast di NARUTO ricordava le lamentele dell'attore che interpretava Orochimaru, ci litigava spesso infatti, e Jiraya lo prendeva in giro.
Il ricordo delle lamentele di Orochimaru, a causa delle tre ore di sala trucco per dare la pelle bianca tipica del personaggio, strappò una risata al frate mentre si dirigeva verso il suo convento per prepararsi le valigie, mormorando qualcosa sottovoce tra sé e sé.

- Signore perdonami, per i peccati che sto per fare, ma non posso permettere quello che capiterà!

Ricordava che, schifato dalla vita lascìva e priva di alcun controllo morale che conduceva da attore, si era presentato alla porta di un convento lasciandosi tutto dietro le spalle... ed ora invece era costretto a ricominciare quella triste esistenza da peccatore
.

***


Intanto nei camerini, Sasuke stava cercando di rivestirsi in modo qualificabile (da essere umano cioé), rinunciando ad essere l'imitazione giapponese di Al Pacino in "Scent of a Woman".
Madara gli passò dietro le spalle, mormorando a bassa voce e con un'intonazione da vecchio maestro.

- Il lavoro di attore non è molto diverso dal lavoro di un marzialista, anzi sotto molti aspetti è più difficile: bisogna un controllo perfetto del proprio corpo e del proprio spirito!

Finita questa piccola "Perla di Saggezza", Madara tornò lentamente nel suo camerino.
Nel frattempo Jiraya, avvolto nel suo saio, entrava negli studi cercando il suo camerino.
Appena entrato, chiuse a chiave la porta, appese il suo rosario allo schienale della sedia e si inginocchiò iniziando a pregare.


Intanto Tsunade stava arrivando agli studi a bordo della sua Harley Davidson.
Curiosa di vedere l'esibizione della persona di cui si era invaghita, entrò quasi correndo negli studi e si diresse verso l'area del personale tecnico, sospirando di sollievo nel constatare che aveva ancora un paio d'ore di pausa.
Di conseguenza lei, senza esitazioni, si diresse verso i camerini bussando a uno di essi.

- Sorpresa, tesoro - esclamò lei. - Mi hanno chiamato...

Tsunade si fiondò dentro, come per abbracciare qualcuno, ed entrò con un sorriso birichino sulle labbra.

 

( continua )

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Capitolo 9
*** Giorno nove ***


Madara Uchiha interpretava due personaggi: Madara e Tobi. Lui doveva fare un grosso cambiamento nell'abbigliamento del personaggio: come Madara Uchiha, doveva abbigliarsi con una pesante armatura atta ad aumentare le sue dimensioni e la stazza; Tobi invece rispecchiava perfettamente la vera corporatura dell'attore.
Mei Terumi uscì dal suo camerino, vestita in modo perfettamente adatto al suo personaggio, ed emise un sospiro di piacere. A un occhio maggiormente attento si poteva notare come un sottile velo di sudore le ricopriva la pelle; a passi misurati, si recò dunque a prendere il copione e a leggere cosa avrebbe dovuto fare.
L'attrice rimase a dir poco traumatizzata: la scena che avrebbe dovuto fare non riscontrava i suoi gusti, in quanto si sarebbe dovuta "appartare" con Madara uchiha durante un rapimento.
Alle spalle di Mei, Madara si avvicinò serio e compito, e le mormorò qualcosa all'orecchio sinceramente dispiaciuto.

- Non piace nemmeno a me - ammise. - Ma dobbiamo farlo!

Dopo che Madara, vestito come il personaggio di Tobi, sussurrò quella specie di "incoraggiamento" alla giovane attrice, si allontanò in direzione del set per cominciare la propria scena.
Il set, preparato apposta per la scena "hot" tra i due attori, necessitava di un'ambientazione particolare: una stanza che doveva simulare un carcere, del mobilio molto spartano e un letto con una catena che avrebbe dovuto legare la caviglia di Mei al letto.
Madara passò accanto al set, senza nemmeno dargli molta importanza. Mei Terumi invece rimase in contemplazione quasi allucinata del set, osservando ogni particolare con sguardo allucinato. Dopo lunghi istanti, tirando il fiato con rassegnazione, si preparò a recitare.
L'attore che interpretava Madara si diresse verso il regista e sospirò. Nemmeno a lui piaceva particolarmente interpretare scene di quel tipo ma doveva farlo, il regista tuttavia anticipò la sua obiezione.

- Non ci sarà nessuno che guarderà, sarete solamente voi due!

Madara si voltò e si allontanò a passi misurati, pensando a come evitare l'imbarazzo che provava al solo pensiero di girare quella maledetta scena per due motivi: Il primo era che lui non poteva "sporcare" la sua reputazione con una scena come quella; il secondo era che Madara, essendo fondamentalmente composto e compìto nei suoi atteggiamenti, non sarebbe risultato credibile nel ruolo di un maniaco stupratore.
L'attore deglutì diverse volte nel tentativo di calmarsi, mentre la giovane attrice prendeva posto all'interno della camera. Come compromesso, una volta piazzate le telecamere a inquadratura fissa, nessun operatore sarebbe rimasto in scena; e tutto era stato strutturato in modo tale che Mei e Tobi/Madara potessero prendere posto tranquillamente per potersi dedicare a "Piacevoli attività".
Mei si era già incatenata la gamba sinistra al letto (avrebbe dovuto fare un grosso sforzo di fantasia per poter sinceramente godere di un rapporto con un tipo come Madara); la giovane attrice non apprezzava gli uomini dal comportamento compito e pudico come Madara, oltretutto era convinta che l'attore fosse uno sparalesto capace di schizzarla inavvertitamente.
Dovette rammentare il suo unico amore, per poter fingere in modo i gridolini di piacere che quella scena richiedeva.
I fan si erano inventati una violenza carnale compiuta da Tobi nei confronti di Mei, pretendendo che quest'ultima avesse anche modo di trovarla molto piacevole (ovvero follìa pura!).
Dopo i "preliminari" di rito, iniziò il rapporto vero e proprio. Mei non sembrava particolarmente convincente ma improvvisamente chiuse gli occhi ed iniziò ad immaginare i particolari fisici del suo amore: i suoi capelli biondi, così morbidi e sensuali al tocco; la rude gentilezza che traspariva da ogni suo gesto; la voce brutale e, allo stesso tempo, così dolce e musicale che le faceva perdere la testa...
Il rapporto sessuale che consumò con Madara fu in qualche modo coinvolgente (e non certo per merito di Madara). Mei si era talmente autoconvinta di consumare un rapporto sessuale con il suo vero amore che era riuscita a simulare un incredibile orgasmo.
Dopo che Madara, letteralmente sfinito e spompato, si tirò via dal letto con l'aria di un ergastolano graziato costretto, l'attrice si liberò della catena alla caviglia sinistra e si rivestì del giusto accappatoio. Nell'allontanarsi dal set, ancora "fumante" al pensiero di quanto il ricordo del suo amore riusciva ad eccitarla, passò accanto a Madara e finse di complimentarsi con lui per pura cortesia e carità umana.

- Sei stato realistica... Cioé, volevo dire: realistico!

E mentre lei si allontanava in direzione dei camerini, trattenendo a stento una risatina divertita, Madara si diresse verso la Sala Regia per poter discutere di diverse cose con quelli della produzione.
Ansimando e tossendo, a causa dello sforzo di poco prima, iniziò a camminare verso gli uffici. In pochi minuti raggiunse la porta che cercava e, entrando garbatamente, si lasciò andare ad un leggero moto di irritazione.

- Posso sapere da quale pianeta provengono i fan hanno ideato una sciocchezza del genere?

Il produttore si alzò, dando le spalle a Madara, e con un fare calmo e rilassato si diresse verso un armadietto prendendo in mano una cartelletta e la lanciò con noncuranza sul tavolino.

- Leggila pure - esclamò.

Madara si sedette con tutta calma davanti al tavolino e iniziò a leggerla. La cartella conteneva un rapporto economico e commerciale COMPLETO, riguardante il prodotto editoriale "Naruto" in ogni sua espansione: Manga, Anime, Merchandise... insomma, ogni prodotto connesso.
L'attore iniziò a leggere, saltando le parti più strettamente economiche, e nell'apprendere i particolari dei documenti rimase fortemente traumatizzato.
Il rapporto indicava diverse cose: I fan non erano attratti dalla trama ma dovevano identificarsi con alcuni personaggi di essa; l'autore, conscio di questo, aveva logicamente inserito tantissimi riferimenti alle cosiddette "coppiette" e all'identificazione pseudoromantica...
L'attore lasciò cadere il rapporto sulla scrivania, assumendo un'espressione scandalizzata sul volto, e il produttore pensò bene di chiarire ogni suo dubbio.

- I ragazzi di oggi non vogliono più saperne di pensare, bensì cercano qualcosa con la quale identificarsi in ogni modo per loro più "congeniale" - spiegò. - Sono abbeverati di concetti come: l'amore supremo o altre stupidaggini e cavolatine varie... Tutte cose totalmente insensate che però "rendono", in quanto fanno presa sulle menti semplici, e perciò il mercato DEVE andare incontro ai gusti del suo pubblico! Se non facessimo così, il prodotto perde interesse; se il prodotto perde interesse, non si trovano finanziatori e se non si trovano finanziatori... Siamo tutti nella cacca, Madara mio, tutti sprofondati fino agli occhi in un fiume di merda!

Madara scorreva quelle righe con lo sguardo, rimanendo sempre più scioccato.
Possibile che i fan non volessero guardare neanche un minimo di trama? Davvero il pubblico erano così infantile da pretendere che lui, consumato attore di teatro, fosse costretto a recitare dei ruoli squallidi solo per il gusto di sembrare quantomeno figo?
Il produttore continuò, prevenendo l'obiezione di Madara Uchiha.

- Sì, il prodotto Naruto è etichettato principalmente per i ragazzini, dai dieci ai quattordici anni, come target preciso; il vantaggio che consente a Kishimoto di avere moltissimi fan internazionali è dovuto a due motivi: il primo è che i Ninja non sono un argomento molto conosciuto in occidente...

Madara alzò lo sguardo angosciato.
Prima d'ora non aveva mai voluto interessarsi di Marketing, e adesso purtroppo iniziava a pentirsene.

- Il secondo è che esiste una idolatrìa attualmente ingiustificata del Giappone, causata dallo sviluppo economico a debito degli anni settanta e ottanta, perciò diciamo che quasi ogni prodotto giapponese ha di partenza un credito che non è difficile da sfruttare... Non devo certo dirti che la mentalità giapponese, sotto quasi tutti gli aspetti, sia totalmente diversa dal modo di pensare occidentale; pensa solo che certi generi in occidente sono regolarmente accusati di essere un prodotto osceno; di conseguenza, in un paese sessuofobo, la fantasia ci mette poco a scatenarsi e a partorire questi capolavori che tu e i tuoi colleghi amate così tanto!

L'attore di teatro era davvero sotto shock e non riuscì a replicare alcunché. Il produttore invece, conscio di avere colto nel segno, continuò imperterrito nella sua esposizione dei fatti.

- Tempo fa l'autore mi ha citato un passaggio del film "ELIZABETH" che diceva: "Dio mi aiuti a sostenere questa suprema libertà"... Ebbene i ragazzi occidentali vogliono sempre qualche regola da rispettare, in quanto non sanno più reggere la libertà, e il desiderio di violarle fa parte della propria affermazione di se stessi; ma è più facile e più... vigliacco sì, si può dire così, seguire delle regole imposte da qualcun altro... Puoi leggerti tranquillamente il documento, se preferisci, ne ho qui una copia!

Madara annuì, ancora sorpreso da quella novità assoluta per lui. Si alzò e decise di allontanarsi alla ricerca di un luogo tranquillo dove poter leggere il documento e metabolizzare il ragionamento, a suo parere molto sensato, del produttore.

- Fattene una ragione, amico mio - esclamò dunque il produttore, versandosi due bei bicchieri di scotch e offrendone uno a Madara. - Viviamo in una società "programmata", non possiamo farci niente, dobbiamo solo fare buon viso a cattivo gioco... Salute!

 

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Capitolo 10
*** Giorno dieci ***


Il frate Francescano Jiraya, dopo aver pregato ossessivamente e domandato perdono al Signore dei futuri peccati che sarebbe stato "costretto" a commettere con Tsunade, uscì intabarrato nel suo vestito di scena comprensa l'enorme parrucca bianca.
Con passo tipico da penitente, si diresse dunque sul set. Ormai lui non era più il "Pirotecnico tombeur de femmes" dei bei tempi andati del teatro, assieme a Madara e Fugaku Uchiha, bensì un uomo completamente diverso. L'attore pervertito per antonomasia era divenuto un uomo pio e devoto, preoccupato per la salvezza della propria anima e terrorizzato dalla possibilità di commettere ulteriori peccati sulla via terrena che lo separava dal Regno dei Cieli.
Camminando in modo leggermente impacciato, in quanto non era più in grado di muoversi agevolmente su quei grossi sandali così scomodi, durante il suo lento incedere incontrò Tsunade che usciva da un camerino; i due incrociarono un lungo sguardo, anche se entrambi sapevano bene che non era più possibile un'intesa umana e sentimentale tra loro (come invece doveva apparire nella serie di Naruto).
Subito dopo si misero a camminare fianco a fianco verso il set, quasi fossero due persone che si conoscevano appena, e proseguirono così senza dirsi una parola e senza apparentemente accorgersi l'uno della presenza dell'altra.
Sul set intanto si decise per un diverso ordine delle scene: la prima consisteva infatti in un piccolo momento di "intimità" tra i due cugini Hyuga, ovvero Hinata e Neji.
La sceneggiatura prevedeva un momento delicato e intimo tra i due, creato da una coppia di fan meno perversa del solito, dove Neji doveva consegnare un regalo per il compleanno di Hinata risultando cortese anche se inespressivo come suo solito.
Jiraya e Tsunade arrivarono dunque sul set, giusto in tempo per sentire il cambiamento dell'ordine del giorno. Tsunade sorrise e lanciò una sagace frecciatina nei confronti del frate.

- Carissimo, posso offrirti un caffè oppure è contrario ai tuoi voti?

Di fronte alle risatine di Tsunade, Jiraya arrossì vistosamente e borbottò delle parole di assenso per poi allontanarsi con Tsunade. Quella donna in passato, oltre ad averlo profondamente turbato, era stata anche in parte la causa della sua conversione.
Intanto sul set, Hinata entrò in scena con passo deciso e sicuro di sé e si appostò tranquilla sotto un albero, pronta alla scena da interpretare con suo cugino Neji.
Neji avanzò verso il set, con un passo aggraziato ma meno deciso, afferrò il pacchetto contenente il finto regalo per Hinata e si preparò a calarsi nella parte.
La voce del regista segnò l'inizio della scena: Hinata era seduta in riva a un fiumiciattolo, con l'aria depressa e abbattuta; Neji si avvicinò a lei, con passo deciso ma non brusco, e con un gesto delicato le fece passare il pacchetto davanti agli occhi, mormorandole qualcosa con voce ferma ma sottile. 

- Buon compleanno!

Hinata sorrise. Neji non era più l'imbranato cronico di poco fa ma era invece entrato perfettamente nel suo personaggio. Per tutta risposta, la ragazza si alzò e lo abbracciò con energia.

- Grazie Neji, grazie!

Nella trama scritta e suggerita dai fan, Hinata doveva ritirarsi in un luogo appartato (a causa del comportamento insensibile del padre) e Neji doveva venire a "consolarla"...
La ragazza trovava questa trama un po' demenziale, in quanto era in totale contrasto con la sua reale personalità: se suo padre si fosse comportato veramente in quel modo con lei, sarebbe stato mandato al diavolo senza tanti complimenti.
Tuttavia Hinata tenne la presa ancora per qualche secondo, rimanendo abbracciata nella stretta vigorosa e delicata del cugino, per poi staccarsi e attendere il ciak conclusivo del regista.
All'esterno del set intanto, il fratello di Sasuke era impegnato in altre faccende.
Seduto su una panchina e con un cellulare in mano, Itachi stava appunto effettuando un'importante operazione di Trading (un'attività che aveva in comune con suo fratello Sasuke).
Itachi Uchiha, a differenza del fratello, aveva un fenomenale intuito per le operazioni finanziarie ma non riusciva ad accedere ai dati che Sasuke riusciva ad acquisire.

- Vendi quelle obbligazioni a 102 - esclamò Itachi, spulciando via via le quotazioni riportate sul suo taccuino. - E acquista per coperture delle francesi legate all'oro!

Il tono di voce del fratello maggiore del giovane Uchiha sembrava allarmato, probabilmente qualcosa negli investimenti non era andata per il verso giusto. sembrava così concentrato in quello che stava facendo, che non si sarebbe distratto dalle sue transazioni per nessun motivo.
Intanto, in una stanza poco lontana, Kurenai era distesa su un lettino con Asuma che gli stava accanto cercando di farla riprendere dall'abuso di erbe illegali.

- Non sei ancora riuscita a vincere la tua paura delle telecamere, giusto? - le sussurrò il giovane Sarutobi, accarezzandole la mano con dolcezza.

Kurenai sembrava davvero intontita, affetta com'era  da un terribile mal di testa e con gli occhi spenti a causa dell'intossicazione, ma si sentiva ancora sufficientemente cosciente per replicare.

- Sai... Quando vedo una telecamera, mi sembra sempre di vedere tutte le persone che vi stanno dietro... E' più forte di me!

Asuma annuì, ricordando perfettamente da cosa era causata quella sua paura invereconda verso le telecamere e gli operatori addetti alle riprese.
Durante una ripresa della seconda stagione di Naruto, il set era crollato imprigionando Kurenai per diverse ore sola e con la telecamera accesa. Dopo quel tragico incidente, anche se i soccorsi l'avevano estratta indenne dalle macerie, la ragazza sembrava aver subito un forte trauma: lo chock infatti le aveva provocato un vero e proprio terrore per le telecamere, rendendole praticamente impossibile la prosecuzione del lavoro in condizioni normali.

Asuma gli posò una mano sulla fronte, cercando di rassicurarla e confortarla per quanto possibile. Ovviamente era preoccupato per lei, anche perchè la giudicava un'attrice con un potenziale stratosferico, e non riusciva ad accettare che la sua carriera potesse essere compromessa per quella fobìa.

( continua )

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Capitolo 11
*** Capitolo Speciale - Itachi ***


Itachi stava cercando di compensare una eventuale perdita azionaria con l'acquisto di obbligazioni, ma deglutì ripensando al suo segreto che gli era costato moltissimo; infatti lui era stato cacciato dalla sua famiglia per quello che gli era accaduto e per quello che era.
La famiglia Uchiha non era, se vogliamo usare un eufemismo, "liberale" bensì estremamente oppressiva e con delle regole e consuetidini precise.
Itachi era stato cacciato dalla sua amata famiglia all'età di circa 11 anni, e mandato in un collegio particolare, senza poter aver nessun contatto con la propria famiglia o con suo fratello Sasuke (con il quale era gentile ma non sincero come invece avrebbe desiderato).
Finita quella telefonata, si sistemò qualcosa che sembrava aderire perfettamente alla sua gola per poi dirigersi in sala di produzione.
Avrebbe dovuto recitare una scena con Sasuke e non era il modo migliore per iniziare, visto tutto quello che aveva passato con la sua famiglia. La sua mente tuttavia iniziò a perdersi nei ricordi del passato.
Aveva messo al corrente la produzione del suo segreto e questa, tenendo conto della delicatezza dell'argomento e dello scandalo che si sarebbe abbattuto su di loro, aveva concesso a Itachi un'importanza notevole nella storia accompagnata da poche comparsate. Anche quando recitò la scena del duello, assieme a Naruto e a Killer bee contro Nagato (in realtà una specie di robot con la tecnologia degli effetti speciali di Stan Winston), non si era dovuto muovere in modo tale da rendere visibile il suo... segreto.
Itachi entrò nel suo camerino, scorrendo il copione della scena che avrebbe dovuto girare con Sasuke, e dentro di sé pensò malinconicamente che non si erano mai abbracciati come quella scena richiedeva.

- Quanto si illudono i fan!

Abbassò delicatamente il pacco di fogli, guardando lo stato delle sue unghie, e ritenne fosse giunto il momento di rivelare la verità a Sasuke su di lui e sulla sua famiglia.
Con un elegante movimento della mano, posò il copione sulla scrivania dopodiché uscì con passo elegante e si diresse di fronte al camerino di Sasuke bussando.

- Chi è? - domandò l'Uchiha più giovane con voce secca e autoritaria.
- Sono io - mormorò Itachi in risposta con tono di voce basso.

Sasuke non capiva cosa c'era che non andava: la voce del fratello non sembrava avere la solita intonazione ma sembrava più musicale, più gradevole, quasi più... strana in effetti, tuttavia era incontestabilmente la sua. Sasuke socchiuse la porta e lo guardò severamente.

- Cosa vuoi?


Itachi lo guardava con occhi davvero dolci, quelli tipici di un consanguineo, colmi di fiducia e di dolcezza.
Sasuke, nonostante la tremenda lontananza che aveva da quella figura, lo fece entrare tranquillamente senza attendere la sua risposta.
Prima di iniziare a parlare, Itachi chiuse le finestre e disinserì qualunque interfono o trasmittente per poi voltarsi in direzione di Sasuke fissandolo negli occhi.

- Ho bisogno di spiegarti alcune cose!

Sasuke strinse il pugno.
Voleva assalirlo e scaricare addosso a quella figura tutta la solitudine che aveva patito, con una madre piuttosto distante e un padre completamente assente, ma si trattenne e dalla sua bocca uscì solo un sibilo che pareva una minaccia.

- Parla!

Itachi sospirò e iniziò a raccontare, con una freddezza e un tono monocorde che avrebbero sorpreso chiunque.

- La nostra famiglia, per voler usare un eufemismo, ha una mentalità che definirla ancorata agli anni 20 è dire poco; in pratica, secondo questa concezione, i nostri non hanno mai bene approvato l'idea che io e te svolgessimo lo stesso... mestiere, mi segui?

Sasuke annuì.
I
n effetti aveva sempre trovato davvero molto strano come mai lui e suo fratello Itachi non avessero mai avuto grandi rapporti al di fuori dal set.

- Tu hai iniziato a recitare a 2 anni, con alcune scene tagliate in post produzione; per il mio ruolo invece hanno fatto diverse selezioni sui nostri parenti, ma nessuno andava bene per il ruolo di "tuo fratello"...

Itachi iniziò a deglutire nervosamente, e non era poi tanto strano, visto che si stava avvicinando il punto maggiormente delicato e più traumatizzante per Sasuke.
Con un semplice e calcolato movimento della mano, l'Uchiha più anziano si staccò un pezzo di plastica che era attaccato alla sua gola e lo posò con noncuranza sul tavolino.

- Che cos'è? - domandò Sasuke, senza capire ancora ovviamente.

Inizialmente Itachi non rispose, provocando prima stupore poi irritazione nel giovane.

- E' un laringofono miniaturizzato - spiegò. - Serve ad alterare il tono della voce!

Sasuke strabuzzò gli occhi, non per la risposta in sé ma per la voce femminile che gliela diede, e guardò in faccia colui che aveva sempre chiamato "fratello" con un'espressione instupidita.

- Hanno rifiutato anche nostro cugino Shisui per quella parte, troppo inespressivo e inaffidabile... Così ero rimasta solo io!

Sasuke era talmente traumatizzato dalla notizia che non aveva la forza di rispondere. Come a volergli dare ulteriore prova delle sue parole, "Itachi" si tolse la maglia rivelando una specie di busto aderente che gli stringeva il seno.

- Non potevo fare una parte femminile così attiva perchè, secondo la concezione attuale dei fans, un'eroina o una cattiva di grande potere sono visti come personaggi anomali, assurdi o addirittura forzati... Per la produzione c'era l'altissimo rischio che il mio personaggio, in quanto fondamentale alla trama, non avrebbe avuto lo stesso successo (anche se io ero estremamente dotata, sia dal punto di vista recitativo che telegenico); di conseguenza ho dovuto sottostare ad un compromesso!


Alla fine del discorso, "Itachi" si sfilò il busto rivelando dei seni non prosperosi ma comunque più che dignitosi (una terza misura abbondante, tanto per intenderci). Il giovane Uchiha non ebbe una reazione precisamente calma e controllata... bensì sentiva di essere sul punto di urlare con tutto il fiato che aveva in corpo. Solo una constatazione improvvisa lo fermò: quello che aveva detto suo... sua sorella era esatto (suo padre e sua madre erano di mentalità molto chiusa, per non dire che erano dei perfetti imbecilli), cosicché invece di urlare Sasuke pose una domanda molto calma.

- Papà ti ha cacciato di casa per non turbare la resa sul set?

"Itachi" annuì, triste e anche un pò sconsolata, dunque si voltò per andarsene.
Ormai il segreto non era più tale e, dal momento che difficilmente Sasuke poteva capire e comprendere le sue ragioni, non c'era motivo per lei di restare oltre. Tuttavia la voce di Sasuke la fermò inaspettatamente.

- Non mi hai ancora detto una cosa - esclamò Sasuke. - Come... Come ti chiami in realtà?

"Itachi" si voltò, leggermente sollevata del fatto che Sasuke non l'avesse cacciata via in malo modo (a causa del trauma per una simile scoperta), e rispose serenamente.

- Natsumi - esclamò.

Sasuke si avvicinò comprensivo. Lei non aveva certo nessuna colpa, se la mente dei loro genitori era ancorata al seicento inglese (dove nessuna donna può avere il diritto di recitare), cosicché la prese per mano e le sorrise dolcemente.

- Andiamo, Natsumi... Abbiamo una serie da girare insieme, credo!

Così dicendo fece per trascinarla fuori dal camerino, per poi fermarsi in quanto la sorella aveva da "rivestirsi" per assumere nuovamente l'aspetto del rude e burbero fratello maggiore di Sasuke Uchiha.
Poco dopo entrambi arrivarono sul set fianco a fianco, quasi avessero in parte recuperato la complicità che gli era stata sottratta fin dall'infanzia, e si prepararono a recitare la scena ispirata al racconto di un fan.

 

( continua )

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Capitolo 12
*** Giorno undici ***


Vicino al set, Natsumi e Sasuke dovettero dividersi per prepararsi a recitare quella scena.
Un fan aveva immaginato uno svolgimento diverso di una scena dell'opera originale, più dolce fino a sconfinare nel melenso.
Essa consisteva in un "appuntamento" tra Sasuke e Itachi, dove si sarebbero detti dove e quando si sarebbero battuti.
Un particolare del copione suscitava l'ilarità di entrambi: la descrizione del loro abbraccio "franco e virile", che si sarebbero dovuti scambiare alla fine, come ultimo canto del cigno del loro affetto fraterno.
Natsumi si sedette ad un lato del tavolo, pronta ad accogliere suo fratello che avrebbe dovuto giurargli odio eterno, rimanendo con il solito sguardo monoespressivo tipico della parte di Itachi Uchiha.
Sasuke si presentò in quella che doveva essere una bettola, con un passo denotante un estremo nervosismo e odio puro, per poi apostrofare "Itachi" con la stessa frase con la quale lo aveva accolto poco fa... salvo poi aggiungerci qualcosa.

- Che vuoi? Cosa pensi che mi impedirebbe di attaccarti in questo luogo?

Natsumi sorrise, ripensando a come avevano reso saccente il suo omologo maschile nelle opere dei fans, e fissò Sasuke con uno sguardo gelido.

- Considerazioni di ordine tattico: tu sei sopra una lastra di legno e io no... Inoltre non sarebbe nel tuo stile, fratellino!

La sorella di Sasuke dentro di se rideva, a causa del paradosso di quella scena, ma era troppo professionale per turbare la sua prestazione a causa di ciò. Intanto sulle labbra di sasuke si formò un sorriso amaro e si preparò a replicare.

- Esatto... Ora cosa vuoi?

Natsumi dovette fare un enorme sforzo dal non mettersi a sghignazzare, a causa della melensaggine di quella richiesta che, secondo copione, doveva fare a suo fratello.

- Un ultimo abbraccio, solo questo... Dopo dovremo ucciderci e non sarà più possibile!

Sasuke dovette fingere assoluto stupore (cosa che non gli riusciva tanto difficile, ineffetti) ed abbracciare Natsumi, con grande "franchezza e virilità", come nei desideri dei fans.
Il regista fermò la scena, semplicemente nauseato, e si allontanò seccato.
Dopo pochi istanti di abbraccio, Sasuke trascinò Natsumi nel suo camerino di lui e, una volta entrati, fece vedere alla sorella gli "indici di gradimento" delle diverse categorie di fans verso il personaggio di Itachi Uchiha.

- Sapevi che sei il sogno erotico di legioni di ragazzine? Vedono i tuoi pettorali scolpiti ed altro, e pensano che sei più virile di quella specie di "quarterback" che fa la parte del raikage da giovane!

Natsumi lo fissò, strabuzzando gli occhi. Il suo sguardo ballava dal foglio al volto del fratello, senza riuscire a crederci, e la sua risposta fu assolutamente spontanea.

- Non pensavo che ci fossero tante lesbiche potenziali... Voglio dire: ragazze che apprezzano una donna che recita una parte da maschio; io ho all'incirca le stesse misure di Lady Oscar, e poi...

Fece un ampio movimento scostando indietro i capelli, sospirando dell'assurdità di quella situazione, per poi proseguire.

- I segni che ho sul volto me li faccio con un pò di trucco... Secondo te, basta questo a rendermi un campione di virilità? Al massimo potrei essere un ragazzino di dodici anni, ma non certo un uomo!

Sasuke non potè trattenere un sorriso, di fronte al comprensibilissimo imbarazzo di sua sorella maggiore di fronte a quelle notizie, ma non disse niente.

 

***


Intanto sul set si sentirono tre rombi di moto.
I tre attori che recitavano la parte dei due Raikage di Kumo erano giunti: tre uomini di corporatura veramente possente, tutti ingaggiati per quel motivo (e ovviamente per risparmiare su eventuali trucchi di scena).
Entrarono come un reparto militare, Il terzo a fianco del quarto raikage, e l'attore che interpretava il Raikage da giovane dietro di loro. Il giovane, figlio dell'attore che recitava il ruolo del quarto, aveva appena avuto un contratto presso gli Arizona Falcons di Football, nel ruolo di quarterback appunto.
Le mostrine dei due elementi più anziani, indicanti la loro permanenza nel corpo dei Marines, ballavano sui loro petti. L'attore che faceva il Terzo Raikage era stato un commilitone di John Mc Cain nella guerra del vietnam, con il nome di battaglia di "Turbina" per il fatto che era veramente instancabile.
Intanto il produttore, controllando i dati di produzione delle scene, si accorse che ne mancavano davvero molto poche.
Per problemi di spazio e di richieste ricevute, avrebbero fatto diversi "doppioni" di altre coppie, quindi avrebbero richiesto ancora sei o al massimo nove giorni di riprese.
Natsumi e Sasuke nel frattempo si diressero al bar accanto e, non appena videro gli Yotsuki, Sasuke sussurrò alla sorella.

- Ti giudicano più virile di loro!

Natsumi sbuffò.
Cconosceva benissimo il più giovane dei tre Yotsuki e, dopo averlo salutato con un cenno della mano, invitò il giovane a seguire lei e il fratello verso il bar.

 

Sul set intanto fervevano i preparativi.
Tra poco infatti, si sarebbe dovuta girare una scena con protagonisti Shikamaru Nara ed Temari.
Nel suo camerino Shikamaru si stava preparando fisicamente alla recitazione, con decine e decine di flessioni per poter avere un aspetto che sembrasse sudato a sufficienza.
La fanfiction accettata dalla produzione non era giapponese e consisteva in un momento di assoluta dolcezza tra i due.
Shikamaru avrebbe dovuto fingere di essere affaticato, a causa di un trasloco, e Temari avrebbe dovuto "intercettarlo" durante il trasloco.
Il giovane attore, noto per la sua intraprendenza e per la sua inattività, si preparò immediatamente sollevando una cassa ed iniziando a procedere lungo una strada costruita apposta sul set. Improvvisamente una voce femminile autoritaria lo apostrofò.

- Oooh, non ci posso credere Crybaby, tu che fai qualcosa? E' forse l'inizio della fine del mondo?

Il volto del giovane Nara si voltò, con un'espressione vagamente seccata dipinta sul volto, e appoggiò la cassa per terra.
Non appena mise giù la pesante cassa di legno, Temari spinse Shikamaru contro il muro (con molta poca finezza) e cominciò a baciarlo con estrema passionalità. Le mani di lei ne massaggiavano i pettorali che, contrariamente a come doveva essere il personaggio, erano molto allenati anche se non ipertrofici.
Le loro labbra di staccarono e Il ciak del regista segnò la fine della scena, mentre Temari (nella realtà un'esperta Judoka) ribaltò a terra il povero Nara con una proiezione avvicinandosi alla sua bocca per baciarlo di nuovo. Shikamaru d'altro canto (appassionato di "grappling"), applicò immediatamente una presa al braccio della ragazza senza smettere di baciarla.

- Sei sempre la solita, eh?

Shikamaru staccò le labbra da lei, mormorandole quella frase con malcelata ironia. Entrambi si conoscevano bene e non si erano mai dimenticati.
I due erano stati anche fidanzati finchè Temari, a causa di un'offerta di lavoro come naturalista, non era dovuta trasferirsi nel SudAmerica lasciando solo il povero Nara.

- Nemmeno tu sei cambiato,
tesoro!

Entrambi sembravano una coppia perfetta e, ripensando al passato, non potevano fare a meno di sorridere per il modo quantomeno "originale" con il quale si erano conosciuti. Shikamaru all'inizio era effettivamente pigro ma, per una scommessa persa, aveva seguito Temari in un corso di lezioni di autodifesa rimanendone affascinato.
Dopo lunghissimi istanti, i due si liberarono dalle rispettive prese e si rimisero in piedi per allontanarsi dal set mano nella mano.

( continua )

ATTENZIONE - leggere attentamente il foglietto illustrativo:

- alle bambine ricordiamo che è pericoloso giocare con i coltelli
- alle signorine ricordiamo che è pericoloso giocare con i tacchi
- e in generale ricordiamo che è pericoloso giocare a fare gli adulti... specie quando si hanno meno di cinque o sei anni nel cervello.
Buon Proseguimento e Buona Vita!

Gli Autori Ringraziano
^__^

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Capitolo 13
*** Giorno dodici ***


All'esterno Karui aveva raggiunto il set di Naruto, in quanto era stata chiamata per una piccola particina che doveva rappresentare la "giusta rivincita" di Sakura nei confronti di Karui. Quest'ultima "colpevole", a detta dei fan, di non tenere in alcun conto i sentimenti di Sakura nei confronti di Sasuke.
La giovane ragazza, per tenersi in allenamento, in vista del suo incontro che si sarebbe tenuto solo 48 ore dopo, stava procedendo di corsa verso gli studi di registrazione di quegli episodi di Naruto.
Contemporaneamente Natsumi si avvicinò verso l'intellettuale del gruppo degli attori: Neji Hyuuga il quale stava prendendo degli appunti riguardanti una notizia che si trovava sul giornale.

- Posso sedermi? - Domandò tranquillamente l'attrice che interpretava la parte maschile di Itachi Uchiha.

Costei voleva rimanere tranquilla e, poiché pareva che Neji fosse la persona più adatta allo scopo, si sedette al cenno di assenso dello Hyuuga.
Due tavoli più in là Tsunade e Jiraya stavano parlando, con lei particolarmente allegra e lui logicamente in preda a un visibile disagio, in quanto lei era stata un fattore determinante per la decisione di prendere i voti.
L'evento scatenante, o per meglio dire la goccia che fece traboccare il vaso, della decisione di Jiraya fu solo e semplicemente questo: lui era sempre stato innamorato di Tsunade, ma l'aveva spesso spiata come se fosse una donna qualsiasi anziché la donna della sua vita, e da ciò aveva dedotto che la sua vita era su una strada completamente sbagliata... da qui dunque, la decisione di farsi frate e tutto quello che ne era conseguito.
L'attrice che faceva Tsunade si stava divertendo a punzecchiarlo e, dopo un lungo discorso piuttosto imbarazzante per il frate, alzò un bicchiere pieno di vodka e, facendolo oscillare davanti agli occhi di Jiraya decise di punzecchiarlo un'altra volta con un sorrisetto che le increspava le labbra.

- Mi dica, padre Jiraya, posso offrirle dell'ottima vodka o va contro i suoi voti?

Jiraya la fissò con gli occhi sbarrati ma non emise fiato, in quanto evidentemente imbarazzato.
A concentrare l'attenzione di tutti ci pensò Karui che, con passo nervoso e arrabbiato, entrò in direzione del set.
Karui lesse il copione della scena per la quale era stata contattata e si mise le mani nei capelli: avrebbe dovuto subire una sorta di "rivincita" da parte di Sakura, in quanto non aveva avuto il necessario rispetto dei sentimenti di Sakura per Sasuke.
Non era per niente convinta in quanto, in linea teorica, il suo personaggio aveva tutti i motivi di essere bellamente incavolata con Sasuke (non fosse altro che per l'omicidio del suo maestro) ma ormai aveva capito che le fans esacerbate non erano persone normali.
Karui raggiunse rapidamente Sakura, cercando di chiarire con lei la dinamica dell'azione: i pugni che avrebbe dovuto darle sul volto dovevano essere QUANTOMENO credibili, non dei rallenting sfacciatamente sonnacchiosi che qualunque ritardato avrebbe potuto tranquillamente parare anche dormendo.
Sakura sorrise a Karui e la rassicurò, mettendole un braccio sulla spalla.

- Tranquilla - rispose. - Non ti preoccupare, tanto guarderanno solamente il loro beniamino e non avranno la logica concentrazione mentale per rendersi conto di altro: certe cose sono importanti per uno spettatore che non si fa imbambolare, ma i fan al 90% si fanno imbambolare senza neanche rendersene conto!

La frase di Sakura era cinica ma indubbiamente reale, viste le "congreghe" di fans schierati per una o per l'altra parte, che sottolineava come fossero tristemente noti certi livelli di idiozia mai raggiunti prima.
Karui, che non era un'attrice ma una boxeur professionista, fece per rispondere ma Sakura prevenne la sua risposta.

- E il restante 10%, per paura di essere "emarginato" dagli altri fan di Naruto, non muoverà foglia e continuerà e seguirci come pecore: basta che pensi alla frase che hanno fatto dire a me e a Hinata, quando siamo andate alla guerra; fossimo state soldati, se l'avessimo detta in un qualunque esercito, saremmo state defenestrate!

Karui fece spallucce e alla fine sentenziò con decisione.
Non amava quel modo di pensare ma lo trovava logico.

- D'accordo, però dobbiamo allenarci e rendere questa scena perlomeno credibile!

Entrambe si ritirarono in una stanza più appartata, pronte ad allenarsi per poter recitare la scena dei pugni in modo decente. Karui tendeva ad essere brutalmente sincera, e non poteva tollerare l'idea di recitare male o ad un livello inferiore alle sue reali capacità interpretative.

( continua )

 

P.S.
Cogliendo l'occasione per mettere i puntini sulle "i", e sottolineare dunque un aspetto importante e inconfutabile sul contenuto satirico di questa storia, vorrei dire semplicemente:

"non è l'opera ad essere al servizio delle fanfiction, sono le fanfiction ad essere al servizio dell'opera"...
Non dimentichiamolo questo!

Cordialmente

Sashaprati

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Capitolo 14
*** Giorno tredici ***


Entrarono rapidamente in una stanza appartata.
Sakura sembrava piuttosto decisa a fare bene, e anche ad imparare qualcosa anche oltre il puro mestiere di attrice.
Karui istintivamente si mise di fronte a lei, dandole le spalle. Sakura si preparò a fare quello che, agli occhi degli spettatori, sarebbe dovuto apparire come una sorta di "rivincita" di Sakura nei confronti di Karui.
Immediatamente Sakura, con passo deciso, avanzò verso Karui caricando immediatamente un pugno con un ampio movimento della spalla: da quella boxeur esperta come Karui rise sotto i baffi e, con un unico movimento armonico, si spostò di lato; Sakura dovette stare attenta a non cadere, sbilanciata com'era dallo slancio.

- In una rissa i pugni vengono sferrati senza controllo - spiegò Karui, guardandola con sufficienza. - Se vuoi andare a segno, all'inizio devi cercare di disorientare l'avversario, quindi colpire con velocità e precisione nei punti dove fa più male!

Sakura iniziò ad avanzare, cercando così di ridurre la distanza. Non era un'impresa facile, per una "ragazzina acqua e sapone" come lei, ma iniziava a capire come mai Sasuke l'amasse veramente (non quell'amore stereotipato che c'era sul set) e rimpianse non aver ascoltato gli ammonimenti di Itachi (lei non lo sapeva mica che era una ragazza di nome Natsumi) che Sasuke non amava le serpi né le crocerossine, bensì apprezzava le leonesse.
I successivi tentativi ebbero risultati sempre più apprezzabili: Karui dovette stare attenta ai colpi che Sakura le dava, anziché schivarli istintivamente, evitando allo stesso tempo di contrattaccare (cosa istintiva per un pugile), e le ci volle un po' per abituarsi a subire il... "pestaggio".
Quella che Sasuke definiva, nei momenti di rabbia, "Lucidalabbra rosa con le gambe" andò avanti per alcuni minuti. Ormai lei e Karui avevano raggiunto un'intesa più che accettabile.

- Ormai possiamo smettere - esclamò la maestra all'allieva. - Non dovrebbero esserci problemi, credo!

Karui sorrise. Sarebbe stata una pugile più che discreta, se non avesse dato la precedenza ad altre cose che lei considerava poco più che sciocchezze puerili.

 - Sì - osservò Sakura. - Lo penso pure io...

***

Intanto sul set era l'ora di due attori che si conoscevano da lungo tempo: Padre Jiraya e Tsunade.
Gli attori erano quasi pronti, unica fonte di problemi fu la gigantesca Parrucca che il frate doveva indossare. Fortunatamente la scena non era così "urticante", per i valori del frate, e lui si apprestò a farla anche con un certo piacere.
La scena consisteva nella dichiarazione di Jiraya a Tsunade ma fatta in un modo "decente" e senza intermezzi comici a guastare il pathos della scena.
Mentre contemplava la scena, Jiraya si era quasi estraniato dal resto delle persone che erano lì e stava analizzando bene ogni parola del copione.
La scena consisteva in un'interazione tra i due che era ambientata in un angolo appartato in cima a una montagna: Jiraya doveva essere seduto sul bordo di un precipizio, mentre pensava alla morte del suo compagno di squadra Orochimaru; Tsunade si sarebbe dovuta avvicinare a lui e posare una mano sulla sua spalla, per poi rivolgerglisi con tono sinceramente dispiaciuto

- Lui era morto molto tempo fa, non adesso!

Jiraya doveva sorridere, voltarsi ad abbracciarla, e risponderle con tono eccezionalmente serio: "Io ti amo", e poi stringerla tra le braccia e baciarla appassionatamente. Il frate pensò che non c'era nulla di troppo sconveniente, e che quindi poteva recitarla senza farsi troppi problemi.
L'esito della scena fu ottimo.
Padre Jiraya sembrò metterci quasi una passione particolare, nell'interagire di nuovo con Tsunade. Quest'ultima si allontanò velocemente, dopo aver dato un bacio sulla guancia al frate; costui invece, allontanandosi dal set, fu protagonista di un incidente piuttosto comico: La parrucca che, a causa del sudore, non era più perfettamente fissata alla sua testa cadde mostrando il cranio glabro del frate.
Tsunade non potè assistere alla scena, solo perchè si era allontanata per telefonare.
Intanto l'attrice che interpretava Ino Yamanaka, che aveva adoperato i soldi guadagnati per aprire un'agenzia di pompe funebri e per i suoi studi universitari, stava avvicinandosi al set al set e... casualmente sentì un pezzetto della conversazione di Tsunade.

- Tesoro, cosa pensi? che mi innamori di qualche bel nerboruto cameraman? No per me esisti solo tu, ci vediamo stasera, angelo del mio cuore!

Ino era leggermente stupefatta.
Abitava a poche centinaia di metri dalla casa dell'attrice, e non aveva avuto alcun indizio di una relazione così "profonda", ma non poteva certo "approfondire" ulteriormente la cosa. Cosicché si allontanò prima che Tsunade potesse notarla e, più confusa che altro, affrettò il passo per recarsi sul set della sua prossima scena.

( continua )

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Capitolo 15
*** Giorno quattordici ***


Come Ino entrò nel suo camerino si tolse via il pesante indumento per rimanere col suo completo sportivo viola che indossava sotto. Lavorando alla serie, avuto la fortuna di poter negoziare un accordo vantaggioso per la produzione e, con i soldi rimanenti, aveva potuto ristrutturare il negozio di fiori dei suoi genitori e aprire un negozio di pompe funebri, più redditizie degli articoli sportivi (rendono di più degli articoli sportivi infatti, visto che dei prodotti mortuari c'è sempre larga richiesta); di conseguenza non voleva minimamente perdere i soldi ricavati a causa della penale.
Ino Yamanaka era una fanatica sportiva, e alla fine aveva anche avuto il tempo di prendere il diploma di fisioterapista. Ormai lei non aveva avuto più il tempo di poter "ricordare" come si recita in modo quantomeno presentabile e che non facesse urlare al sacrilegio.
Intanto sul set Sakura e Karui iniziarono a prendere confidenza con l'ambientazione.
La sceneggiatura diceva che quello era uno scambio di colpi, non un pestaggio, e le due attrici dovevano studiare larghezza e caratteristiche della scenografia.

- Quattro passi, prima di cambiare direzione in modo sicuro - sancì Karui, valutando la coreografia.

Sakura non poté fare altro che annuire, nonostante la differenza d'altezza le facesse guardare dall'alto in basso la giovane fidanzata di Sasuke, e di fatto provò a permettersi una piccola frecciatina.

- Per me sono tre passi...

Karui si voltò a fissarla, con un sorrisetto che voleva dire: "forse sarai più alta ma a boxe non è un vantaggio decisivo". Tuttavia non volle replicare e semplicemente iniziò quasi a fare gli esercizi di riscaldamento per prepararsi alla scena.
Ino aveva ormai finito di prepararsi ed era pronta ad andare sul set. Uscendo incontrò un suo vecchio amico, Shikamaru Nara.
Lui borbottò qualcosa di indefinibile.
Shikamaru era simpatico, anche se un pò iperattivo, ma non avrebbe mai pensato di incontrarlo lì. Lei lo salutò con vivida sorpresa, abbracciandolo con un certo trasporto.

- Ciao, carissimo!

Shikamaru ricambiò l'abbraccio cercando di non spingersi troppo oltre, intimorito dalla gelosia di Temari, in quanto erano stati fidanzati.

- Ciao Ino!

Rapidamente entrambi si sciolsero da un abbraccio, che rischiava di diventare troppo imbarazzante, e poi si diressero sul set entrambi pronti a recitare.
Intanto, in un sacchettificio, una telefonata venne presa dal direttore dello stabilimento.

- Pronto, signor Senju?

L'uomo, vestito elegantemente e con i capelli lunghi e ben curati, rispose al telefono con un tono di voce risoluto e tranquillo.

- Si, arrivo!

Sul set intanto Karui e Sakura stavano recitando.
La scena consisteva in una cosa molto semplice.
Sakura, all'interno di un bar, si sarebbe precipitata all'interno per prendere a pugni Karui.
La scena andò perfino meglio del previsto: Sakura partì con dei colpi al petto che colpirono Karui, anche se non in modo violento, più che altro per disorientarla e farla barcollare all'indietro.
La scena era semplice e Karui, dopo un brevissimo scambio di colpi, cadde su un tavolo in modo molto realistico.
Per come era venuta, il regista scosse la testa come per dire che non c'era bisogno di altre repliche.
Sakura, che aveva imparato a rispettare la giovane ragazza, gli offrì la mano per rialzarsi e disse candidamente.

- Mi sono davvero divertita ad imparare un pò di Boxe con te!

Karui la fissò.
Sembrava sincera, e forse lo era, così ricambiò con una frase conciliante, sebbene la sua voce fosse molto secca.

- Davvero niente male, per una novellina... Mi hai dato proprio un bel pugno!

Dopo essersi fissate per qualche istante, sorridendo amichevolmente, le due ragazze si misero a ridacchiare. Ormai avevano trovato un'armonia insospettabile e di fatto si allontanarono insieme dal set, con l'aria di due amiche per la pelle.

( continua )

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Capitolo 16
*** Giorno quindici ***


Ino yamanaka era nel suo camerino e sembrava comportarsi in modo davvero strano, ad una prima occhiata almeno.
Si spogliò rapidamente ed entrò nella doccia, con una specie di shampoo molto particolare nella mano sinistra, e iniziò a passare la schiuma sulla sua lunga capigliatura; rivelando così che la ragazza non aveva dei capelli biondo cenere, come sembrava in apparenza, ma di un biondo molto acceso.
Dopo qualche minuto uscì dalla spartana doccia, un di quelle che la produzione aveva fatto mettere in ogni camerino, e rovistò nel suo zaino cercando qualcosa di preciso... una tinta di capelli Nero mogano in quanto non sopportava i fans e il loro "belare" vociante.
Ino era assorta in questi pensieri quando un rumore secco di una mano che bussava si diffuse nella stanza e una voce secca domandò

- Ino, tutto bene?

La voce apparteneva  a Gai Maito, sottotenente della polizia di Tokyo e con partecipazioni azionarie in tante piccole attività; il quale mostrava un'evidente insofferenza per quelle che considerava delle vere e proprie sciocchezze da ragazzini; odiava i lati totalmente comici del suo personaggio e soprattutto l'assurdo trucco a cui era sottoposto.
Ino replicò con voce secca e decisa.

- Nessun problema, arrivo tra poco!

Il Militare , alla pari di padre Jiraya, poco sopportava queste sciocchezze; e si sarebbe fatto volentieri espiantare due denti senza anestesia, da un dentista tossicodipendente ed ubriaco di Tokyo, piuttosto che girare quelle scene così assurde da bambini ritardati. In fondo lo Shonen era fino ai 18 anni ma, soprattutto per sciocchezze come Dragon Ball o appunto Naruto, sperava che le perversioni dei fan fossero di gente al massimo 15 enne.
L'impresaria di Pompe funebri uscì dal camerino e fissò Gai Maito, il quale notò così la confezione di tinta per capelli che aveva in mano. Non era sicuro ma volle domandarle, con il suo modo schietto, informazioni su quella stranezza.

-
Come mai la tinta per capelli?

Ino lo fissò con lo sguardo che si riserva alle persone buone ma un pò ottuse, in quanto lui non avrebbe mai potuto capire cosa succedeva.

-
Per trasformarti nella bestia verde di Konoha, tu hai bisogno di quasi 5 ore in sala trucco: devi metterti quelle ridicole sopracciglia e quella specie di insalatiera in testa, e nessun bimbetto ti riconoscerebbe; io invece sono completamente naturale, e non ho una parte importantissima come Sasuke, rischierei di non avere una vita privata!

Ino si allontanò a passi lenti e compassati, proprio come se fosse diretta verso il patibolo.

-
Uno dei miei film preferiti è "Il Silenzio degli Innocenti", e appunto vorrei essere libera, come lo è Jodie Foster: se per esempio volessi mettermi assieme ad Itachi, o se volessi stare invece con quella specie di biblioteca ambulante che è Neji, vorrei essere libera di farlo senza avere degli obblighi verso i fan e/o rimanere nel personaggio... IO SONO UNA PERSONA, NON IL PERSONAGGIO CHE FACCIO!!!

Gai la osservò meditabondo ed annuì.
Il ragionamento della ragazza aveva molto senso e non sapeva come replicare, ma Ino non aveva ancora finito il suo discorso e riprese a parlare ad un tono di voce sempre crescente.

-
Mi viene in mente la storiellina tra i protagonisti di Twilight, e ho trovato i fans della coppia tra gli attori reali, come se fossero elementi di un romanzo di fantasia dei cosidetti "pairing", ma siamo persone vere in carne ed ossa...  E LA COSA SCONCERTANTE E' CHE SE NE MONTA UN CASO GIORNALISTICO, con il rischio che attori ed attrici compromettano le loro carriere per sempre!

Dopo che aveva sbottato, incapace di reprimere tutta quella rabbia che aveva dentro, Ino accellerò il passo verso la zona delle riprese.
Shikamaru stava corricchiando sul posto e, con un vago accenno sarcastico, cominciò subito a punzecchiare ino riguardo la sua scarsa puntualità.

-
Che succede, eri troppo impegnata a flirtare con Gai Maito?

Ino lo fulminò con lo sguardo.
Quello da solo era più eloquente di ogni parola, ciononostante si diresse pronta a recitare la scena scritta nel copione: questa consisteva in un ballo lento, tremendamente romantico e smielato, tra Shikamaru e Ino Yamanaka... con quest'ultima che doveva persuaderlo a ballare.
La scena iniziò con Ino che cercava di provocare sensualmente il Nara per farlo alzare in piedi e ballare con lei; il suo collega attore conosceva la parte, in quanto estremamente scrupoloso e preciso, e sapeva come adeguarsi di conseguenza.

-
Dai pigrone, non ti farà male se ti prendi un minimo di relax, tranquillo!

Ino stava ridendo, anche se in modo forzato, per provocare il ragazzo. Questi, sbuffando, rispose e si alzò in piedi annuendo.
Entrambi si misero a ballare un lento che ispirava solo passione; la scena si concluse con Ino abbandonata sulla spalla di Shikamaru. Al suono del ciak però, la ragazza si allontanò seccata in direzione dei camerini imprecando sottovoce.
Possibile che l'immagine stereotipata della civettina rimbecillita della prima serie permanesse ancora?
Possibile che nessuno si accorgesse del suo personaggio?
Evidentemente no e lei, per sfogarsi, emise un urlo con tutta la sua potenza vocale.
In risposta a ciò, una porta si aprì e la figura autorevole di Madara Uchiha la fissò, senza nessuna espressione di rimprovero nonostante la poca eleganza dello sfogo.

-
Penso di aver capito il motivo della tua tensione... Vieni dentro, che ne parliamo!

Quelle parole avevano una calma, un carisma ed una capacità di persuasione, che Ino entrò nella stanza.
Sapeva benissimo che Madara, dalla morte della moglie, non aveva più avuto alcuna relazione. Fattore non secondario inoltre, era troppo onorevole per comportarsi da vecchio schifoso e depravato.

-
Sai, nel caso di un'opera come Naruto, per molti personaggi si creano delle impronte ineliminabili... e questo perchè?

Madara versò immediatamente dell'acqua in un bicchiere, porgendolo a Ino con estrema cortesia, per poi riprendere a parlare.

-
Si fa prima ad adeguarsi a dei patetici stereotipi, basta che guardi l'assente cura della trama e delle recitazioni in opere recenti, del resto questa generazione non è interessata minimamente a una storia da raccontare ma alla cosidetta "figaggine del personaggio"; e l'autore di Naruto deve cambiare la storia in corsa, per poter vendere ancora... Vuoi del tè? E' buono e rilassante!

Ino annuì.
Madara versò dunque il contenuto di un termos in un paio di tazze e continuò intanto a parlare.

-
Attualmente in un'opera non conta affatto che tu dia la minima spiegazione, in quanto l'importante è che se ne parli, quindi si accentueranno spasmodicamente le discussioni tra coppie e coppiettine ed altre sciocchezze!

Ino volle aggiungere una frase, citandola da Oscar Wilde, che sembrava perfettamente adatta al discorso dell'altro.

-
Bene o Male, purchè se ne parli...

Madara la fissò e sorrise, portandosi la tazza alle labbra, per poi proseguire in tono monocorde.

-
Esatto! Lo sai che, se ti sentissero, molti tuoi fan direbbero che stai uscendo dal tuo personaggio? Ma riprendendo un discorso serio, questi patetici letterati del fine settimana hanno dimenticato che Oscar Wilde operava in un contesto molto diverso da quello attuale: dove tutte le opere dovevano avere un messaggio, e di conseguenza il suo modo di pensare era quanto di più schierato esistesse; mentre in un'epoca come quella attuale il pubblico è un ammasso di persone, che guardano un libro dalla copertina senza saper cogliere il contenuto... oppure si adegua alla massa, in quanto è cosa più facile e meno problematica!

Ino era sinceramente stupita.
Quanta disillusione coglieva, in quell'attore che lei aveva spesso rispettato e perfino ammirato. Non era più tanto sicura di voler continuare la carriera di attrice. Del resto lei aveva la sua impresa di Pompe funebri, che rendeva piuttosto bene, e tutto sommato la sua carriera di attrice non era fondamentale.
Ripensando poi all'intervista di Jodie Foster, un sorriso le si manifestò in volto.
Ripensava a Sasuke e Sakura e a Naruto e Hinata; ex fidanzati i primi, appena conoscenti i secondi.
Entrambe le coppie avrebbero dovuto fingere grandemente di essere dei teneri fidanzatini, da tempo immemore. 
Nel frattempo però si era fatta ora di andare di nuovo sul set e, nel suo caso, anche di travestirsi.

-
La ringrazio signore, è stato molto illuminante parlare con lei!

Madara sorrise e fece un lieve cenno di assenso col capo.
Era una brava attrice, ma un pò troppo incantata dalle illusioni del mestiere di attore.

-
In tv non mi piace recitare, ma a teatro è molto diverso: abbiamo delle audizioni per le parti di alcune opere, se fossi interessata!

La mano di Madara porse un biglietto da visita a Ino, la quale fece appena un cenno di ringraziamento e uscì, lusingata dall'offerta dell'anziano attore.

 

( continua )

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Capitolo 17
*** Giorno sedici ***


Un'auto lussuosa si avvicinò al complesso  della produzione. A bordo era presente uno dei produttori , nonchè attore nella parte del Primo Hokage , della serie Naruto. L'uomo di nome Hashirama Senju era divenuto uno dei bersagli preferiti degli ambientalisti Giapponesi; gruppo non particolarmente presente in giappone, per cause diverse dal nucleare, ma molto organizzato e capace di essere una seccatura.

- E dopo quelli che si fanno i punti d'onore ti piazzano i picchetti,  ma sono peggio di quelli che vogliono combattere - borbottò fra sé.

Si rendeva conto che non erano poche le probabilità di trovarsi di fronte ad un picchetto, davanti agli studi della produzione di Naruto. Hashirama, come presenza fisica. Queste contestazioni, da parte di gruppi ecologisti, avevano costretto lo sceneggiatore di Naruto a cancellare una presenza di Hashirama per non ritardare troppo i tempi: lui sarebbe dovuto comparire quando Tenzo/Yamato veniva catturato nella parte del "clone di se stesso", ma non era stato possibile pertanto si dovette ripiegare su una specie di "scultura" ritraente le fattezze del primo Hokage.

Intanto l'attore che faceva Madara da Giovane era rientrato dalla sua solita seduta dal parrucchiere. Il suo gruppo preferito erano gli Europe e  adorava i capelli di Joey Tempest al punto da imitarli. Entrando nel suo camerino trovò suo padre che, per puro amore della recitazione, aveva accettato alcuni camei nel ruolo di "Madara Anziano". Il giovane chiuse la porta e si rivolse al padre con un certo affetto, anche se con modi quasi formali.

-
Padre, tutto bene?

Lui non si permetteva grandi manifestazioni d'affetto, al di  fuori dalla sua abitazione, perchè erano sensazioni private e dovevano rimanere private. Il padre non rispose subito ma teneva nella mano destra una coppia di fogli con una "fanfiction". Questa era ispirata alla conoscenza tra Madara e Obito e conteneva degli elementi a dir poco inaccettabili per un gentiluomo come lui. Il padre sapeva che non potevano forzarlo a recitare in quella scena, poichè non aveva sottoscritto un contratto per apparizioni "regolari" o "ricorrenti" ma solo pochi contratti per apparizioni singole.

-
Non ti preoccupare, non c'è alcun problema: tuo cugino Izuna mi ha detto che hanno proposto una scena a lui, una scena non indegna!

Il figlio decise di accendere il vecchio grammofono del padre, il quale subito iniziò ad emettere le note soavi di Beethoven. Dopo aver fatto questo, Madara aprì il piccolo frigorifero e si versò due bicchieri di latte porgendone uno al padre.

-
Allora, non è meglio un pò di latte migliorato con aggiunta di calcio, con sottofondo il buon Ludovico Van?

Il padre colse il significato di quella frase.
Era il massimo dell'affetto che una persona dotata di buonsenso potesse concedersi in quell'ambiente lavorativo.
Con una mano prese il bicchiere e se lo portò alle labbra.

Hashirama per fortuna non trovò il solito picchetto d'onore ecologista ad attenderlo ed entrò velocemente, sebbene con movenze sempre molto eleganti, nel suo camerino e si preparò a divenire il "Primo Hokage" per poter girare una fanfiction con il giovane Madara.
In un impianto di pattinaggio sul ghiaccio, un giovane si stava esibendo in una figura piuttosto difficile: un Triplo Toe Loop... ma venne fermato da una voce che gli ricordava il suo ruolo di attore nella serie di Naruto.

- Rock lee !!!

Lui abbassò lo sguardo e si avvicinò al bordo dell'area ghiacciata.
Sapeva cosa significava quella convocazione, e un pò non la voleva.
La scena che si apprestava a girare era molto semplice, e molto meno "ambigua" di quella che era stata scritta dalla fan della coppia Madara-Hashirama. Madara doveva essere convocato dal primo Hokage, per una questione di stato: un possibile "matrimonio politico", tra lui e una donna del clan Yotsuki di Kumo, ma doveva essere concepita per dare l'idea di un'attrazione tra i due.
Madara entrò con passo deciso ed adatto al suo personaggio e si pose davanti al Primo Hokage, mostrandogli il dovuto rispetto. Hashirama arrivò subito al punto della questione.

-
Kumo è l'unico villaggio che possa rivaleggiare con Konoha, del resto ha forze militari sufficienti a sottomettere senza problemi di stabilità ben due cercoteri; e volevo domandarti di recarti assieme a un elemento del tuo clan a Kumo per conoscere la figlia del Primo Raikage!

Madara portò le dita sotto il mento, valutando la questione e possibili obiezioni da porre ma non ne trovò a parte una sola.

-
Solo conoscerla, nessun matrimonio combinato?

Hashirama annuì.
Madara tese la mano verso di lui, per una stretta di mano che suggellasse un'intesa da amici e non da subordinato verso il capo. La regia riprese gli sguardi che, sebbene con difficoltà, si dimostrarono stranamente dolci l'uno verso l'altro e "avidi" di ogni centimetro del corpo dell'altro.

Dopo il ciak si allontanarono velocemente e Hashirama volle invitare Madara alla sua fabbrica di materie plastiche.
Madara acconsentì senza problemi, del resto Madara poteva sapere da Hashirama il perchè di certe scelte.
Allontanandosi dalla zona delle riprese, diretti ai loro camerini, poterono intravedere la preparazione dei singoli "corpi" di Pain...
Probabilmente sarebbe arrivato anche quel ragazzo da lì a poco.

 

( continua )

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