Carry On... [Quanto tu non c'eri.]

di Kindom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buio ***
Capitolo 2: *** Andare avanti ***
Capitolo 3: *** Una nuova vita ***
Capitolo 4: *** Ritorno alla realtà ***



Capitolo 1
*** Buio ***


Buio

Carry On
Quando tu non c'eri...

Quanti erano ormai? Cinque mesi? Si, erano cinque mesi... cinque mesi bui, cinque mesi di dolore, cinque mesi di lacrime trattenute e liberate solo quando era da solo, nel buio della notte, quando non ce la faceva più e si rintanava nella sua cara Impala, quella macchina che aveva condiviso con Lui per tanto tempo. Quando era lì si metteva ad ascoltare la musica che ascoltavano insieme e, alcune volte, metteva le canzoni che piacevano a Lui. Era consapevole che si comportava come una mocciosetta depressa ma non poteva fare altro... dentro quella macchina piena di ricordi, dei suoi sorrisi, delle loro litigate, ricordi delle loro ferite e delle loro battaglie non poteva fare altro che stare lì e pensare a Lui... I primi tempi non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome, e non faceva altro che stare fuori notte e giorno per cercare un modo di riportarlo indietro, ora però andava un po' meglio...
La sua vita ormai andava bene, amava Lisa e aveva stretto un forte legame con Ben, gli voleva bene, li amava dal profondo del cuore ma non riusciva a goderseli appieno senza suo fratello... certo, se ci fosse stato Lui sicuramente non sarebbe rimasto con loro ma, forse, sarebbe rimasto... e anche Sam si sarebbe potuto fare un famiglia, comprarsi una casa e andare al college come aveva sempre desiderato... una vita normale... che si sarebbero potuti godere. Avevano sventato l'Apocalisse, cazzo! Se lo sarebbero meritati! Ma ovviamente a lui non poteva andare tutto bene per una volta, no, non si dovevano aspettare niente di buono dalla vita, perché la vita ce l'aveva con loro... allora lui si rifugiava in se stesso, se ne andava in garage, toglieva il telo da sopra la sua Baby e ci si rinchiudeva dentro. Con Lisa aveva parlato tanto, lei riusciva a capirlo e si sforzava di non fargli notare la sua pietà, era davvero fantastica. Non gli aveva mai messo pressione, non gli metteva fretta, lei gli faceva delle domande sporadiche e lui poteva rispondere quando meglio credeva... alla fine avevano tutto il tempo che volevano, sarebbero stati insieme per la vita, se Dio l'avesse lasciato finalmente in pace. Anche con Ben andava tutto magnificamente, era come un figlio per lui e sperava di essere come un padre per il ragazzo. Da poco aveva cominciato a vestirsi come il patrigno: anfibi, jeans e giaccone di pelle, aveva sviluppato una vera e proprio adorazione. Dean ancora non sapeva se questa era una cosa buona o no, ma di certo sapeva che gli faceva piacere. Dalla prima volta che l'aveva incontrato aveva provato una certa simpatia per il ragazzino che si era dimostrato molto simile a lui. Grazie alla sua Lisa e al suo Ben, Dean riusciva a passare delle ore tranquille ma c'erano delle volte che non riusciva a trattenere quel dolore soffocante che lo attanagliava quando pensava a Sam. Quello era stato un periodo di questi...
Quella mattina si era svegliato con una brutta sensazione addosso, erano esattamente 5 mesi che Sam era.... che Sam era caduto nel buco. Si era alzato e aveva portato del caffè nel letto a Lisa, un'abitudine carina che aveva preso negli ultimi tempi, poi aveva fatto una doccia cercando di scrollarsi di dosso il sonno e quella brutta sensazione. Quando finì, Lisa era in piedi e gli porse un buon caffè, non prima di avergli stampato un ancor più buono bacio sulle labbra, mentre Ben l'aspettava vicino alla macchina, Il Pick-Up di Lisa che ormai guidava Dean. “Ehi” disse il ragazzo, non era molto loquace ma quel suo 'ehi' ogni mattina dava all'uomo una buona spinta. Ora era un po' più su di morale. Portò Ben a scuola poi si diresse verso il garage, da quando aveva lasciato l'attività di famiglia aveva deciso di aiutare Lisa facendo il meccanico, non era certo molto gratificante ma portava abbastanza soldi per poter mantenere la famiglia. Il garage era uno spiazzo abbastanza grande ricoperto, in parte, da una tettoia di metallo, e l'aveva chiamato proprio Garage. Vicino all'entrata c'era una piccola costruzione contenente 2 stanze: una era il suo ufficio dove incontrava i clienti e dove teneva un frigobar con acqua e birra, uno dei pochi vizi rimastogli dalla sua vita precedente, e l'altra, chiusa a chiave, era quella dove aveva parcheggiato la sua Baby. Nessuno entrava lì dentro, solo lui poteva, ogni tanto quando si sentiva solo un po' malinconico si sistemava e la lucidava tutta. Era da un po' che non lo faceva, forse la sera si sarebbe alzato le maniche e l'avrebbe coccolata. Tutto lo stabile, comunque, somigliava molto allo sfasciacarrozze di Bobby... già Bobby! Erano 2 mesi che non lo vedeva, anche lui gli mancava, ma almeno sapeva che era vivo e non in un maledettissimo buco all'inferno! Lo aveva sentito la settimana prima ma gli era sembrato un po' strano, come se gli nascondesse qualcosa... Non ci aveva fatto caso, in fin dei conti non era poi da molto che aveva ricominciato a camminare quindi Dean sapeva che doveva sbrigare tutti i suoi fatti, però si erano salutati in modo un po' distaccato come se, insieme a Sam, fosse andato perduto anche il legame che c'era tra i due. Entrò con l'auto dentro lo spiazzo di fronte il piccolo fabbricato e scese, stava per entrare quando, forse per i troppi anni di allerta, si sentì osservato. Una sensazione che, si accorse solo ora, era la stessa della mattina, ma, allora, non era riuscito a capire cos'era. Tutti insieme i suoi muscoli entrarono in tensione dopo mesi di fermo, si disse che era inutile far capire all'osservatore che l'aveva scoperto quindi cominciò a guardarsi intorno mentre si avviava verso la porta, mise la chiave nell'occhiello e...
“Trovato!”
Vide, alla sua destra, fuori dal garage, un luccichio insistente. Continuò a girare la chiave in modo apparentemente normale ma ormai l'aveva visto e già faceva i calcoli della distanza che poteva separarli. Aveva aperto la porta che ancora lo guardava ma ad un tratto, come se l'osservatore si fosse accorto di essere stato scoperto, il luccichio svanì e, dal punto dove arrivava, si vide un movimento veloce di un'ombra che scappa e poi più nulla.
Dean entrò nella sua stanza privata e aprì il cofano dell'Impala, era da ormai 4 mesi che non lo apriva, e si ritrovò ad affrontare una zaffata tanto familiare quanto ormai dimenticata, si dovette appoggiare con la fronte al cofano... pochi secondi e si riprese, aveva gli occhi umidi ma con una maestria ineguagliabile caricò la sua vecchia pistola e se la sistemò sotto la giacca, chiuse quel buco di ricordi spiacevoli e tornò fuori, uscì dal garage e si diresse verso il punto dove aveva visto il luccichio. Era nei pressi della zona quando un'altra zaffata famigliare lo colpì: un cacciatore! Un cacciatore era stato lì e lo spiava! ma.. quell'odore non gli ricordava solo un cacciatore... no, c'era qualcosa in più... era fin troppo famigliare, come se l'avesse sentito da qualche parte e per tanto tempo... mentre rimuginava però gli passo un pensiero per la testa...
“...Lisa!”
Dean corse come non mai e arrivò alla macchina in tempo per vedere il suo amico e collega Cid uscire dall'ufficio.
“Dean dove diavolo vai?”
Dean semplicemente non lo ascoltò, mise in moto e partì. Arrivò a casa in poco più di cinque minuti. Da fuori sembrava tutto apposto ma, lui lo sapeva, nulla è mai come sembra.
“Lisa! Lisa!” Entrò in casa urlando.
“Cos- Dean?! Che succede?”
Lisa era spuntata dalle scale con un'aria mista tra preoccupazione e sorpresa, ma appena vide il viso sconvolto di Dean, nel suo sguardo ci fu posto solo per la paura.
“Dean?”
“Tutto bene? È venuto qualcuno?”
“Cosa? No! Chi dovrebbe essere venuto? Dean che c'è?”
Dean pensava... avevano seguito lui ma niente, Lisa nulla quindi...
“Ben!”
“Ben? Che c'entra Ben?”
“Andiamo!”
Prese Lisa per un braccio e la trascinò verso l'auto senza ascoltare le sue proteste. Mise in moto e partì sparato verso la scuola di Ben. Non gli avrebbero rovinato di nuovo la vita! E non l'avrebbero rovinata a Lisa e Ben!
“Dean vuoi dirmi che succede?” Lisa era agitatissima, Dean la guardò un momento poi le spiegò tutto. Lei sembrò abbastanza perplessa ma non fece domande.
Arrivarono presto a scuola e Lisa scese di corsa precedendo Dean sulla scalinata principale. Arrivati alla segreteria Lisa parlò con un'assistente che mandò subito a chiamare il ragazzino. Passarono due minuti, tre, quattro ma nessuno passava da quella stramaledettissima porta! Dove diavolo era Ben? Perché non arrivava? Passarono altri tre o quattro minuti che a Lisa e Dean parvero un'eternità. Quando si riapri la porta a vetri fece capolino Ben, con lo zaino mezzo aperto e abbastanza sorpreso.
“Oh, Ben..”
Lisa corse subito dal ragazzo mentre Dean rimaneva lì immobile, sia per il sollievo che per la confusione... C'era qualcosa che non andava, un cacciatore, se ti controlla, è solo perché vuole colpirti e, se non riesce a colpire te, colpisce la tua famiglia quindi era molto strano che non  fosse successo nulla... sicuramente aveva, in qualche modo, preceduto il cacciatore, altrimenti non sapeva come spiegarsi quello che stava accadendo... Dean insistette perché Ben tornasse con loro, quindi salirono sull'auto e s'incamminarono, in modo meno violento questa volta, verso casa.



Note dell'autrice: E finalmente riesco a metterla sta ff! D: c'ho messo più tempo a pubblicarla che a scriverla! sul serio! ò.ò vabbè ma alla fine la sto pubblicando il 12/12/12, va bene così! *w*
allloora, spieghiamo un pò di cosette: è la mia prima ff, spero voi siate comprensivi! *si ripara dai pomodori* per tutto il periodo che andava dalla fine della scrittura alla pubblicazione ho scartavetrato le.... al mio migliore amico che se non recensisce lo picchio (è.é). Spero non ci siano errori grammaticali di proporzioni angeliche! D: Spero vi piaccia! *w* KissKiss :3
P.S. come dice feeltheromance: recensite che fa bene alla salute! ù.ù

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Capitolo 2
*** Andare avanti ***


Note iniziali: Bene, ecco a voi il secondo capitolo di questa storia molto Angst! x°D
........................................No, vabbè, ho scritto una storia intera  poi non so che scrivere nelle note! D:
Ah, una cosa però devo scrivervela, una cosa che ho dimenticato di scrivere nel capitolo precedente: la mia storia non segue passo passo i fatti raccontati nelle puntate da Kripke, infatti il 'mio' Dean lavora nel Garage mentre nella storia originale lavora in una falegnameria, poi.... cose così, insomma! vabbè adesso vi lascio leggere! ci si sente sotto! ù.ù




 Andare Avanti


Erano passate due settimane da quel giorno e, nonostante le varie insistenze di Dean, Lisa non accettò assolutamente di trasferirsi perché non vedeva alcun pericolo in giro. Dean non riusciva a credere che lei fosse così cocciuta quindi dovette accontentarsi di tenerli al sicuro dentro casa. L'uomo ancora non riusciva a collegare tutto quello che era successo e non riusciva a trovare nessuna spiegazione all'accaduto, l'unica cosa che sapeva era che doveva proteggere la sua famiglia e promise al cielo che nessuno gli avrebbe torto un capello, altrimenti se la sarebbero dovuta vedere con Dean Winchester! Dopo due settimane di reclusione forzata, però, Lisa decise che era ora di parlare con Dean, perché così non potevano andare avanti.
Avevano da poco finito di mangiare, Ben era nella sua camera e Dean era nel salotto davanti ad una finestra. Lisa gli si avvicinò.
“Dean, posso parlarti?”
Preso un po' alla sprovvista rispose:
“uh? Si, ok. Cosa c'è?”
Lisa stava cercando le parole adatte per esprimersi senza ferirlo ma lui disse:
“Aspetta, allontaniamoci dalla finestra.”
E lei non ci vide più.
“Ecco di cosa ti voglio parlare! Dean, non c'è niente lì fuori, ok? Nulla da cui ci devi proteggere, nulla per cui devi costringere Ben a stare rinchiuso in casa.”
“Lisa, tu non conosci quella gente, ti assicuro che non è molto amichevole”
“Dean sono due settimane che continui a ripetere la stessa cosa ma nessuno ancora è entrato qui dentro con i fucili per ucciderci.”
“Vorresti dirmi che non mi credi?”
“Non dico questo, solo che potresti aver sbagliato, potresti aver visto male...”
Dean spalancò gli occhi, non gli credeva!
“So quello che ho visto e non permetterò a nessuno di farvi del male, nemmeno a te!Nessuno si muoverà di qui! E senza obiezioni!”
“Senza obiezioni? Bene allora lasciami fare solo un commento: non credi di stare esagerando adesso? A me sembra che dopo 5 mesi di blocco tu stia impazzendo”
“Cos-? Lisa io lo faccio perché voglio proteggervi!”
“E da chi esattamente? O da cosa? Da un cacciatore che hai riconosciuto da un luccichio di binocolo? Ti prego Dean, cerca di ragionare! Domani mattina io esco e porto Ben a scuola, che tu lo voglia o no, e senza obiezioni! Adesso, se non ti dispiace, vado a dormire. Buonanotte Dean,”
Lisa si diresse quasi correndo verso le scale e Dean non poté far altro che restarsene lì impalato...
L'aveva fatta proprio incazzare... lui era sicuro di quello che aveva visto, era sicuro, sicurissimo... già... era sicurissimo? Ormai non più... In fin dei conti si era basato su un luccichio e su degli odori... Lisa aveva ragione, era troppo tempo ormai che non cacciava e non era abituato a stare fermo. Vedeva male ovunque, soprattutto dove non c'era... L'uomo, distrutto per tutta la stanchezza di quei giorni, si alzò dalla sedia, prese delle birre, e si avviò verso le scale che portavano nel sotterraneo, lo usavano come piccolo garage. Ci aveva portato l'impala per avere a portata di mano tutto ciò che gli poteva servire. La sua Baby... la loro Baby... si avvicinò allo sportello del guidatore e l'aprì, quell'odore di pelle, quel profumo di ricordi e di quel suo fratellino ribelle a cui aveva voluto tanto bene... quel profumo! Era uguale a quello che aveva creduto di sentire quel giorno! Quell'odore tanto famigliare quanto... impossibile!
Dean aprì la birra, si mise comodo e inserì una cassetta dei Metallica nello stereo. Non poteva certo essere Sam quello che lo spiava, ne era consapevole, ma quella sensazione non smetteva di perseguitarlo... Adesso cominciava a rendersi conto che tutta quella storia poteva essere solo un frutto della sua immaginazione. Quanto gli mancava Sam... ma così tanto da fargli immaginare le cose? A quanto pareva era proprio così... finì la prima canzone e, insieme, Dean finì la prima birra. Pensò a Lisa, non gli piaceva litigare con lei, era l'unica con cui si era aperto sul serio ed era l'unica che l'aveva capito e mai giudicato. Anche quando le aveva raccontato dell'inferno, quando le aveva detto che ad un certo punto non ce l'aveva più fatta e che aveva cominciato a torturare quelle povere anime, lei non aveva battuto ciglio dicendogli, semplicemente, che era umano e non poteva rimproverarsi di aver ceduto, molti non avrebbero mai resistito quanto lui. Ovviamente non si era sentito meglio ma gli aveva fatto piacere sapere che lei la pensava così. A pensarci bene era da tempo che non litigavano, da quando lui era tornato a casa ubriaco dopo un viaggio di kilometri in cui aveva riposto tutte le sue speranze per portare indietro Sam, ma che non aveva dato frutti. Lei lo aveva dovuto raccogliere dall'ingresso e l'aveva dovuto mettere sotto il getto d'acqua gelata, per fortuna Ben dormiva. Da quel giorno aveva smesso di cercare una soluzione e si era arreso... Sam, ormai, era perso... non l'avrebbe mai più visto o riabbracciato...
All'interno della sua Baby, Dean, colui che aveva salvato il mondo dall'Apocalisse, versò una lacrima, subito seguita da un'altra e da un'altra... E, mentre la sua canzone preferita risuonava intorno al lui, Dean si lasciò andare, ancora una volta, al pensiero di suo fratello...
La mattina dopo Lisa si svegliò presto, anche perché non aveva dormito granché. Aveva pensato a Dean e a cosa si erano detti, si sentiva in colpa per essere stata così dura. Sapeva che non stava bene ma non poteva permettergli di tenerli rinchiusi un giorno di più. Si girò nel letto ma lui non c'era, se l'era immaginato ma chissà dov'era finito... si alzò e scese le scale, all'ultimo gradino si accorse di una musica che veniva dal sotterraneo. Aprì la porta del garage e trovò Dean nell'Impala, addormentato contro il finestrino e una musica martellante che proveniva dall'abitacolo. Si avvicinò dalla parte dell'uomo e bussò sul finestrino, ma nulla, sembrava in coma. Lisa spostò lo sguardo verso il sedile del passeggero e contò una dozzina di birre vuote. L'aveva fatto di nuovo! Questa volta però non se lo sarebbe caricato ancora sulle spalle!
“Dean!”
Lisa sbatté più forte la mano contro il finestrino. L'uomo trasalì e si girò verso di lei, aveva gli occhi lucidi e rossi e guardò Lisa in un misto di sonno e confusione. Lei si accorse subito che aveva passato una nottataccia ma non intendeva desistere. Era davvero incazzata ora!
“Sei di nuovo ubriaco, vero?!”
“Cos-? No... No, davvero!”
Rispose l'uomo con la voce ancora impastata, poi si passò una mano sul volto e uscì dall'auto, era più alto e massiccio quindi lei dovette fare un passo indietro per guardarlo negli occhi. Erano gonfi ma non sembrava nello stesso stato di quella volta.
“Lisa, erano solo un paio di birre, il mio fegato è abituato a molto altro. Tranquilla sto bene.”
“Mm... allora spegni questa musica assordante e va a farti una doccia, anche se non sei ubriaco puzzi come uno di loro!”
“Ok”
Lisa si avviò verso casa e, dopo aver spento la musica e buttato tutte le bottiglie nel bidone Dean la seguì. Dopo la doccia sentì aprire e chiudere la porta, si precipitò giù dalle scale, aprì la porta e vide Lisa e Ben che si avviavano alla macchina.
“Ehi!”
Si girarono e Lisa disse:
“Cosa c'è ora, Dean?”
“Aspettate! Aspetta! Non andate da soli, ok? Solo questo, vengo con voi, prendo le chiavi e arrivo!”
Lisa ci pensò un attimo su, non sembrava convinta, e se avesse detto di no? A Dean non sarebbe rimasto altro da fare che seguirli di nascosto...
“....... Ok.. ma muoviti.”
“Bene! Solo un attimo!”
Dean si era già girato quando:
“Ah, solo una cosa, forse dovresti indossare una maglietta...”
“Eh?”
L'uomo abbassò lo sguardo e si accorse di essere a petto nudo, guardò Lisa ma non riuscì a guardarla negli occhi perché lei li abbassò a guardare l'erbetta del prato. Era imbarazzata! Era tenerissima, pensò Dean. Passò la porta di slancio, prese una maglietta qualunque, la pistola e le chiavi di casa, uscì e prese il posto del guidatore. Con un po' di preoccupazione lasciò Ben a scuola e Lisa da un'amica con cui aveva appuntamento; il cuore gli diceva di fare la spola da lì alla scuola e poi di nuovo lì, ma sapeva che se l'avesse fatto si sarebbe dimostrato solo pazzo, quindi mise in moto e si avviò al garage.





Note finali dell'autrice: Sei arrivato/a fino a qui? *-* ma che bella cosa! ahah :DDD
Vabbè, le cose importanti le ho già dette sopra quindi adesso mi dileguo in una cortina di fumo! ù.ù alla prossima gente! *w*
*PUFF*
*RI-PUFF*
P.S. ho visto la 8x09... :Q________________________... e ho detto tutto! ù.ù
*RI-RI-PUFF*

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Capitolo 3
*** Una nuova vita ***


Note: Bene, ecco a voi il terzo capitolo! *_* dovete scusarmi per il ritardo ma durante le vacanze non ho avuto un attimo di pace per postare! sorry! é_é Anyway, ecco a voi il penultimo capitolo dellamia storiella *-* è un pò lunghetto, spero non vi dispiaccia xD personalmente adoro questo capitolo... è il mio preferito nella storia! ** chissà se piacerà anche a voi? *o* Vi lascio alle mie righe, buona lettura! ^^

Una nuova vita



Il giorno dopo che aveva lasciato Cid da solo, l'aveva chiamato e si era inventato una scusa per la sua prossima assenza, così come aveva fatto per la scuola di Ben. Era davvero ora di ritornare, Cid non era granché come meccanico e, sicuramente, in quelle due settimane aveva fatto un macello dopo l'altro, senza consegnare nemmeno un'auto e confondendosi con i vari componenti di un cofano. Guidò con calma perché voleva godersi un po' d'aria fresca dopo la reclusione e dopo la nottataccia. Arrivato nello spiazzo parcheggiò e scese. Si stava avviando verso la casupola quando vide la porta dell'ufficio aprirsi di botto. Una loro cliente abituale, che sembrava rompesse la sua auto da milioni di dollari solo per vedere Dean, uscì sbraitando:
“Basta! Io ti chiedo espressamente del Sig. Dean e tu non fai altro che dirmi 'non c'è, è a casa malato, non è ancora tornato'! Sai che ti dico? Chiamami quando tornerà, solo allora porterò la mia auto! Perché solo lui può mettere le mani su di lei!”
“Ma signorina, non so quando riuscirà a tornare, se mi fa dare solo un'occhiata vedrò di aiutarla...”
“No! Ho detto no! Basta!”
Mentre i due battibeccavano Dean ebbe la prontezza di nascondersi e sfuggire alla donna, non l'aveva mai sopportata e, come se stesse per affrontare il peggior vampiro, si appiattì contro il muro della casupola tenendola d'occhio.
“Questo è il numero del mio agente! La prego di chiamarmi quando il suo principale sarà di nuovo disponibile!”
Detto questo sbatté la portella della costosa (e rosa) auto e se ne andò. Cid rimase con il bigliettino in mano e un'espressione inebetita fino a ché Dean non gli appoggiò la mano sulla spalla dicendo:
“Ecco perché quando arriva io scappo!”
Trasalendo Cid si voltò e, come se avesse di fronte un'allucinazione, disse:
“Oh, sei tornato! Grazie a Dio! Da solo non ce la facevo più!”
Senza fare caso al 'Grazie a Dio', Dean disse:
“E' andata così male?”
“No, dai, non sono così scarso... solo che nessun essere umano normale può portare avanti tanto lavoro da solo! Ma adesso che sei qui tutto si sistema!”
Era raggiante!
“Allora, dimmi, come stai? Tutto apposto con l'operazione?”
Ah, già... la scusa che si era inventato era un'appendicite. Anche se fosse stato vero non ci sarebbero volute due settimane di convalescenza...
“Si, ora è tutto apposto.”
“Proprio tutto? Sembri uno straccio... hai gli occhi gonfi e rossi e sei pallido...”
Si, la notte prima non era stata una delle migliori della sua vita...
“Non ti preoccupare, sono apposto! Adesso mettiamoci al lavoro che sono stanco di starmene fermo!”
La giornata,tra un'auto distrutta e l'altra, passò veloce anche se il suo pensiero era sempre a Ben e Lisa, ogni 5 minuti guardava lo schermo del cellulare con la paura di trovare una chiamata o un messaggio d'allarme. Nulla, solo una chiamata arrivò da parte di Lisa che rubò un battito a Dean, ma voleva solo avvisarlo che tornava a casa. Arrivò l'ora di chiusura, le 18:00, Dean lasciò il lavoro a metà, si alzò e disse a Cid di chiudere tutto. Si mise in macchina e si precipitò a casa, era preoccupato. Arrivato vide tutte le luci accese e si rincuorò un po' ma entrò lo stesso di corsa. Quando aprì la porta si ritrovo faccia a faccia con Ben che indietreggiò in tempo per non essere preso in pieno dalla porta.
“Dove vai?”
Quasi aggredì il ragazzo.
“Oggi ho allenamento...”
“Cosa?”
“Basket,Dean!”
“Ah,giusto, ok... ehm... sta attento.”
“Si, ok, ora posso uscire?”
Il ragazzo era piuttosto freddo ma l'uomo si spostò per farlo passare.
“A dopo”
Ben si chiuse la porta alle spalle e Dean andò in cucina. Aveva sete e voleva vedere Lisa. La trovò seduta al tavolo che leggeva un giornale, quando lui entrò alzò lo sguardo e lo mantenne piantato nei suoi occhi. Dean prese la bottiglia d'acqua dal frigo, poi il bicchiere e lo riempì, bevve e lo riempì di nuovo, era certo che lei volesse parlare, anche perché non gli staccava gli occhi di dosso... bevve un terzo bicchiere d'acqua e poi disse:
“Ok, dimmi.”
“Cosa dovrei dirti? Che ti stai scolando tutta la provvista d'acqua di due settimane?”
L'uomo non capiva, non era incazzata?
“Eh?”
“Bé, tra un po' finisce...”
Dean posò bottiglia e bicchiere e si avvicinò al tavolo. Lisa lo stava ancora squadrando, le sembrava davvero stanco, dopo la notte prima quella giornata di lavoro non ci voleva...
“Com'è andata oggi a lavoro? Cid come se l'è cavata senza di te?”
“Meglio di quanto credessi in realtà...”
“Bene”
Calò un silenzio imbarazzante, non sapendo cos'altro dire Dean domando:
“Ehm... Sono stupito, niente 'conversazione allegra' su ieri sera e stanotte?”
Lisa non avrebbe mai pensato che Dean fosse così diretto, era come se... volesse parlare...
“Bé, certo hai sbagliato ma, alla fine lo facevi perché ti preoccupavi per noi, non sono tanto arrabbiata, quindi niente discussione allegra”
Era davvero sollevato... Sedette anche lui al tavolo, di fronte a lei.
“Bene... meglio così”
”Ma... perché non sei venuto a dormire con me, stanotte? Ti ho aspettato ma nulla, e poi stamattina ti ritrovo quasi ubriaco e addormentato in macchina...”
“Bé io... vedi, stanotte ho pensato molto... A come mi sono comportato, a quello che credo di aver visto... e...”
Dean fece un respiro profondo
“Mi dispiace...”
Lei parve davvero sorpresa.
“Non avrei mai immaginato di sentirtelo dire!”
“Già, segna sul calendario perché non credo si ripeterà.”
Lisa rise, quanto era bella... Ogni giorno che Dean passava con lei si innamorava sempre di più.
“Sei uno stupido... Sai che sono curiosa, a cosa hai pensato?”
Dean non rispose subito... non sapeva cosa dirle... di certo non che aveva piagnucolato come una ragazzina tutta la notte!
“Ho pensato a noi, a come mi sono comportato in questi giorni. Ho pensato che sicuramente mi sono immaginato tutto e che è stato perché è troppo tempo che non vado a caccia e sono... come dire, in astinenza! Poi mi sono detto che non potevo continuare così, sia per me che per voi e mi sono ripromesso che questa cosa non si ripeterà più...
Lei lo guardò profondamente, non sapeva che dire. Era ironico, lui si apriva e lei non sapeva che dirgli... Dean continuò:
“Poi ho pensato ad altro... a Bobby e tutto quello che abbiamo passato, al fatto che adesso si regge sulle gambe, sono davvero contento per lui... e poi... poi ho pensato a Sam...dev'essere stato in quel momento che mi sono alzato a pendere tutte le birre che ho trovato in frigo...”
L'uomo aveva gli occhi velati e cercava di nasconderli con il suo solito umorismo ma la donna se ne accorse lo stesso e, dentro di se, non voleva fare altro che abbracciarlo e donargli un po' di forza di cui, si vedeva, aveva davvero bisogno. Ma non si muoveva dalla sua sedia, sapeva che a Dean non piacevano tutte quelle smancerie come gli abbracci o le coccole, quindi attese, guardando dritto dentro quei due pozzi di dolore color smeraldo, che lui si lasciasse andare.
“Sai cosa mi sono immaginato il giorno in cui credevo di aver visto il cacciatore?”
“Cosa?”
L'uomo si sistemò meglio sulla sedia.
“Ho immaginato di sentire un odore famigliare che solo ieri sera sono riuscito a identificare... Penso di essermi immaginato l'odore di Sam... come se fosse stato lui a spiarmi, quel giorno, come se da un momento all'altro saltasse fuori dicendo 'allora l'avevi capito', come... se non fosse morto...”
Era la prima volta che lo diceva ad alta voce, era come se adesso fosse vero sul serio, come se adesso non ci fosse più speranza... Lisa continuò a guardare quegli occhi lucidi mentre venivano inondati da lacrime amare, vide esattamente il momento in cui una di loro tradì l'uomo e scivolò sulla sua guancia e vide anche come rotolò giù fino al tavolo. Dean girò la testa e lo sguardo verso la sua destra, dove c'era la finestra, mentre cercava di domare le emozioni che lo stavano assalendo, Lisa invece non cercò affatto di domare le sue, si disse 'Non fa niente se mi respingerà, io almeno ci avrò provato' quindi si alzò e di getto lo abbracciò da dietro. L'uomo rimase sorpreso ma non la allontanò, l'unico cosa che fece fu portarsi il pugno alla bocca nel suo gesto consueto.
“Dean, lo so che senza Sam fa tutto più male e che lo vorresti qui con te, so anche che io non posso fare nulla per lenire il tuo dolore se non dirti che noi, io e Ben, siamo qui per starti accanto e per farti provare le gioie di una famiglia e di una vita normali. Noi saremo sempre qui, che tu vada a lavoro o che vada a fare la spesa, noi saremo qui. Nessuno ci porterà via da te, ricordalo.”
Dean ascoltò le sue parole e capì di essere, per una volta, l'uomo più fortunato del mondo ad aver trovato una donna come lei che lo vuole al suo fianco. Si girò e la guardò negli occhi:
“Ti Amo”
Adesso anche lei era emozionata, piano si abbassò e posò le sue labbra su quelle dell'uomo, si scambiarono un bacio dolce e passionale che durò tanto eppure sempre troppo poco. Un bacio con cui si scambiavano tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra, un bacio bagnato e delicato, pieno di tutta la loro intimità. Quando si staccarono si guardarono ancora negli occhi così vicini da sentire il respiro dell'altro sul proprio viso. Dopo un po' lui le cinse la vita e posò la fronte contro la pancia di lei che rimase in piedi davanti all'uomo che amava come nessun altro, passandogli le mani nei capelli e sulle spalle mentre lui la stringeva singhiozzante.



Note finali dell'autrice: prima di tutto, auguri passati! :DDD spero che abbiate passato buone vacanze! :3
Poi... Siete arrivati alla fine di questo terzo capitolo... spero vi sia piaciuto e spero voi leggerete l'ultimo capitolo! *_*
cosa posso dire adesso?
Ringrazio tutti i gentilissimi che hanno recensito e dico grazie a coloro che mi hanno aggiunta tra le varie liste! *_*
ok,siccome sono una frana con le note io vi lascio nella speranza di trovare tante piccole recensioni! *_* mi fareste davvero tanto felice! *_*
Ciao Ciao! al prossimo Capitolo! x3

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Capitolo 4
*** Ritorno alla realtà ***


Note iniziali: Lo so, lo so! sono in ritardo! D: tra la scuola e tutte le altre cose non ho avuto un quarto d'ora per aggiornare! D...x sorry... ç_ç
Anyway, eccoci giunti alla fine, dunque. Questo è l'ultimo capitolo della mia prima e breve FF... Che posso dire? grazie a tutti coloro che hanno recensito e che hanno seguito questa storia, siete stati fantastici! *^* Mi ha fatto davvero piacere ricevere le vostre recensioni! grazie! <3
Questo è il capitolo conclusivo e, ancora una volta, spero vi piaccia. Adesso vi lascio alla storia, ci si legge più giù! :3 P.S. le recensioni fanno bene alla mia salute, quindi miraccomando! :3

Ritorno alla realtà


Nei mesi che seguirono la loro vita andò avanti normalmente, anche se per un paio di volte Dean aveva riprovato quella sensazione di essere osservato da lontano e non aveva potuto fare a meno di guardarsi intorno. Qualche volta ancora si era rintanato nella sua Baby ma, rispetto a prima, succedeva sempre meno spesso, almeno ora riusciva ad accettare la morte del fratello e questo grazie a Lisa che gli stava accanto e lo appoggiava. Possiamo dire che l'uomo che aveva sempre sacrificato tutto per suo fratello e per la sua famiglia, finalmente, stava vivendo una sua vita normale.
Passò il tempo, passò un anno, Dean aveva ampliato il garage e ormai gli affari andavano bene, Ben passava molti pomeriggi con lui ad aggiustare macchine, ormai era diventato bravo! Ne sapeva quanto Cid. Dean, da un paio di mesi, usciva il venerdì o il sabato e si faceva qualche birra con il collega. Parlavano di football, macchine, cose da maschi insomma! E si faceva qualche risata. Una sera, ricordava Dean, Cid era arrivato alla sesta birra e non era proprio in sé, ad un certo punto cominciò a parlare della sua famiglia, di sua moglie e di quello che aveva passato quando sua madre era morta per un cancro. Poi chiese a Dean:
“E tu? Cioè, la tua famiglia? È incasinata come la mia? Sai con me puoi parlare perché io sono amico tuo e sono un brav'uomo...”
“E sei anche ubriaco”
“mmm... Si... direi di si!”
“Già, quindi paghiamo e andiamocene.”
Stava per alzarsi ma il collega gli prese un braccio e lo costrinse a stare seduto.
“No, stavolta no! Stavolta non ti farò cambiare discorso! Me ne sono accorto, sai? Ogni volta che si tocca l'argomento famiglia tu scappi, ma stavolta no! Dai, siediti qui e dì a Zio Cid cosa ti affligge!”
Ovviamente non poteva dirgli tutta la verità, però avrebbe potuto raccontargli le cose senza il condimento di mostri, demoni e angeli. Si sistemò sullo sgabello del bancone e disse:
“Se ci tieni tanto... cosa vuoi sapere esattamente?”
“Non so, dimmi di tua madre, tuo padre... Dove sei nato? Non so davvero nulla di te...”
Disse, come se se ne accorgesse solo allora. Dean gli spiegò un po' la sua vita, che sua madre era morta quando lui aveva sei anni. Gli disse che la madre era morta in un incendio, che alla fine non era proprio falso, e che vivevano in Kansas, in una casetta normale, quando successe la disgrazia. Gli raccontò di molti i suoi viaggi, dei vari cambi di scuola e delle varie ragazze che aveva preso e lasciato dopo due giorni. Poi gli raccontò di come il padre era morto dopo un attacco di cuore, e, infine:
“Ho un fratello... o almeno, l'avevo...”
“In che senso? Avete litigato?”
Le solite domande stupide degli ubriachi! Sarebbe stato bello se avessero solo litigato.
“No... è morto.”
“In pratica sei rimasto da solo.”
A Dean quelle parole parvero uno schiaffo in piena faccia, rimase un attimo impietrito... Come se solo in quel momento si fosse accorto di aver detto una cattiveria, Cid poggiò piano il bicchiere e balbettò:
“Io... mi dispiace, Dean, non avrei dovuto dirlo... Scusami...”
Dean si riscosse e cercò di apparire tranquillo anche se dentro non lo era affatto...
“Non preoccuparti, ne ero consapevole, cosa credi? Comunque è successo un anno fa quindi ho quasi del tutto superato”
Quanto non era vero...
“Dean certe cose non si superano in un anno... io non riesco ancora a superare la morte di mia madre! E lei è morta 25 anni fa!”
“Bé, ho detto che l'ho 'quasi' superato...”
Rise amaramente... Cid fece due conti sulle dita:
“Aspetta, un anno fa...? Quindi quando ti sei trasferito qui.”
“Si, diciamo che ho voluto cambiare vita...”
Dean bevve tutta la birra che era rimasta nel suo bicchiere in un sorso. Aveva bisogno di qualcosa di più forte... fece cenno al barista e ordinò un Whisky, anche Cid stava per ordinarne uno per se ma lui lo fermò, era già troppo ubriaco.
“E dai, Dean! È sabato sera!”
“Si, e tua moglie ti sta aspettando a casa, ora che torni ti manderà a dormire sul divano!”
“Mi sa di si!”
Cid scoppiò a ridere come se l'aspettativa del divano gli facesse piacere. Dean bevve un sorso dal bicchiere e quando il Whisky scese bruciò tutto, proprio quello che gli ci voleva. Un buon liquore, doveva ricordarsi di chiedere al barista come si chiamava.
Alla fine scolò tutto l'alcool e si alzò dichiarando:
“Cid, è ora di tornare a casa!”
L'amico, con lo sguardo appannato, accennò un'espressione triste
“Per forza? Vorrei godermi un'altra bella birra...”
“No Cid, bastano quelle che ti sei già goduto”
Detto ciò pagò il barista e s'incamminò verso la porta, seguito dal passo sbilenco di Cid. Dean accompagnò l'amico a casa, anche se Cid aveva protestato di essere in grado di guidare, poi prese la pistola dalla macchina “sempre meglio non rischiare” pensò, e si avviò verso il centro città. Voleva fare una passeggiata per godere dell'aria fresca e per digerire un po' le patatine crude che gli avevano propinato al bar come aperitivo. Camminò a lungo quella notte, quel giorno erano esattamente 12 mesi che Sam era morto... in 12 mesi erano successe tante cose e Dean si era fatto una famiglia, una bella famiglia, e viveva tranquillamente, finalmente come un uomo normale.
Andava tutto bene…
Ma poi sentì un urlo di donna..........

Note finali dell'autrice: eccoci qui! La fine... <3 vi è piaciuta la mia storia? ** per il seguito guardate la 6x01 di Supernatural! puahaha! xD

Mi scuso con chi sperava in un lieto fine ma io ho scritto dei Missing Moment quindi ero obbligata a riallacciarmi alla storia originale, sorry x°D
Niente, ancora una volta vi ringrazio per le recensioni e... e basta! ahahah xD ancora una volta non so che scrivere! #helpme x°°°D
Qualche spoiler? ok! sto scrivendo un'altra ff (come se interessasse a qualcuno u.u') spero di riuscire a completarla entro i prossimi 20 anni! x°°°D attendete impazienti (?) *^*
Ah! le recensioni fanno bene alla mia salute, perciò ditemi che ne pensate, così io sto bene e posso continuare a scrivere! ù.ù anche un solo "Brutta" o "Bella" *^*
Grazie ancora e alla prossima! :3

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