'Io che vivevo nei sogni'

di NoemiSognatrice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"L'aereo 21524 con direzione Buenos Aires sta per partire al Gate 22"

Da qui inizia la mia storia.
Mi chiamo Noemi.
E stava per iniziare il mio sogno,
Io che fino a quel giorno avevo vissuto nei miei sogni.
Lo desidero da quando ho 14 anni, da quando quelle voci mi avevano strappato il cuore e se lo erano portate via.
Sono 4 anni che non desidero che incontrare quelle persone che mi avevano cambiato la vita, tutto il cast di Casi Angeles, i Teen Angels e soprattutto lui, Peter.
Provavo qualcosa di speciale per lui.
Era qualcosa di più di amore.

Con la valigia in una mano e il biglietto nell'altra.
Avevo appena abbracciato mamma e papà e i miei fratelli.
Voglio la mia indipendenza.
Voglio sentirmi libera, cosa che questa nazione non mi permette, mi sto opprimendo senza i miei idoli.

Con me c'è Bea e Angela ci siamo conosciute attraverso i nostri idoli.
Volevo incontrare loro e incontrare i miei idoli.
Così ho deciso di mettere le cose assieme.
Partiremo insieme e vivremo per un pò a Buenos Aires.
Siamo maggiorenni.
Ora possiamo volare dai nostri sogni.

Io che vivevo nei sogni.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Eravamo su quell'aereo.
Lanciai un'ultimo sguardo prima di partire.
Quella terra non mi trasmetteva nulla.
Mi sembrava una distesa scura.
Erano le 18.
Passarono altre 22 ore prima che le mie gambe potessero toccare terra.
In quell'aereo successe di tutto.
Non mi annoiai.
Io Bea e Angela parlammo della nostra vita, 
di ciò che c'eravamo perse della nostra vita.
La vita ci aveva donato quell'amicizia ma ci aveva lasciate lontane. Quei cuori avevano sempre desiderato poter volare insieme, poter essere vicine.
Passavamo momenti a fare foto stupide tra di noi e a tutti quelli che erano testimoni del nostro viaggio.
Ho ancora la foto che fece Angela ha un biondo che trovava interessante
- Non è male- mi disse- Ma il mio idolo ha qualcosa in più.
Bea invece continua a fissare le nubi.
Misi la mia testa sulla sua spalla e osservai il suo stesso punto di vista.
- Prima o poi i nostri cuori sarebbero volati sopra le nubi, avevo ragione.
- Sì, quelle vaporose distese di soffice cotone, che vediamo tutti i giorni e non capiamo quanto siano indispensabili.
-Come gli amici, quelli vicino a noi?
- Sì come quelli. 
Ci addormentammo.
Le nuvole ci avevano cullato. 

Al nostro risveglio ci aspettava Angela che stava mangiando in modo osceno la sua cioccolata.
-è buona- disse con la bocca piena.
Angela e Bea erano tutto ciò di cui avevo bisogno.
Assieme ai miei idoli.
Io e Angela stavamo sperimentando nuove faccie con la macchina fotografica.
Bea aveva i Teen nel suo iPod e io li sentivo.
Erano il sottofondo della mia vita.
Eravamo alla fine.
Quell'attesa sarebbe finita tra pochi minuti.
Quella terra dove tutto sapeva di loro stava per apparire sotto i miei piedi.
Erano le 12.
Una tiepida folata di vento aveva accarezzato i miei capelli.
C'era il sole in alto. Mi stava dando il buongiorno e il benvenuto in questa nuova terra.
Così alza le braccia al cielo e gli diedi il mio saluto, il mio umile grazie.

Io che vivevo nei sogni.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Volevo divorare letteralmente quel pezzo di terra.
Volevo visitare ogni centimetro di quel paese,
Di quella terra dove era nato il mio cuore.
I palazzi erano alti, tutto mi sembrava enorme.
Prendemmo il pullman e andammo in albergo.
- Prego- mi disse la signorina della Reception
- Avevo prenotato una camera per tre, il mio nome è Noemi xxxx
- A eccoti, ecco le vostre chiavi.
Anche quelle chiavi erano l'inizio di questa avventura.
Capì in quel momento che tutto stava succedendo veramente.
Andammo in camera.
Eravamo tutte distrutte per il lunghissimo viaggio e
il fuso orario.
Così arrivammo in camera e sprofondammo tutte nel letto matrimoniale.
Dormimmo. 
Non so quanto abbiamo dormito.
Quando sono riuscita ad aprire le mie palpabre mi sono alzata, ho messo una maglia leggera, un paio di shorts bianchi. Facendo attenzione a non svegliare Bea e Angiuu.
Sembravano e sono convinta sono i miei angeli custodi.
Ho anche una foto di loro che dormono.
Presi la borsa e mi diressi in quelle strade.
Visitai qualche negozietto, ma ciò che mi colpiva era il cielo e che ero finalmente a Buenos Aires.
Mi ero informata su dove viveva Peter.
Con la cartina in mano girovagavo per poter trovare la sua casa.
Per poter vedere quella casa così perfetta.
La trovai. Non ebbi il coraggio nemmeno di passarci davanti.
La scrutai da lontano e nella mia mente i miei viaggi mentali partirono.
La voce di Peter mi sveglio.
Sì la sua voce in una sua canzone che io avevo impostato sul mio cellulare.
- Dove sei? - Disse Angela 
- A fare un giro- risposi - Dai corri che andiamo tutte a farci un giro insieme - Tra dieci minuti davanti all'hotel ok? - Ok - mi disse.

Io che vivevo nei sogni.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Ritornai davanti a quell'hotel passando tra quelle viuzze che sapevano di me. 
Arrivai davanti all'hotel con il fiatone.
- Finalmente, ecco la fuggitiva- disse Angiuu
- Vi siete svegliate dormiglione- dissi con il poco fiato che mi rimase
- Eccoci vive e vegete- disse Bea
- Ho fame- disse Angiuu
- E ti pareva!- dissi
- è troppo tempo che non tocco cibo
- Ok andiamo in un ristorantino.
Trovammo un piccolo ristorantino
'Italia' così diceva il cartellone viola esposto fuori.
mangiammo un pizza.
Se quella cosa sì può definire pizza.
Uscimmo e andammo a fare un giro tra le viette.
Lo vidi, sì lo vidi.
Quel cartellone, sì quello verde con quei 5 ragazzi e quella scritta Gialla. 
'Teen Angels Gran Rex'
c'erano scritte in spagnolo, che tradotte volevano dirci
- Venerdì 17 Giugno concerto a Buenos Aires. Tre fortunate passeranno la serata con i Teen Angels.
Affrettatevi a comprare le prevendite e un numero di Telefono.-
Rimasi imbambolata con la luce negli occhi, perfettamente immobile, mentre Bea e Angiuu continuavano ad avanzare. A quel punto mi usci un'acuto.
Tutti si girarono verso di me. Ecco la mia prima figuraccia anche qui.
- Bea! Angiuu! Leggete! posso morire felice.
- Dobbiamo assolutamente andarci, è giovedì prossimo.
- Telefonagli tu Bea, sei quella che parla meglio- facemmo gli occhioni dolci a Bea e lei non potè rifiutare
- E va bene, ma solo perchè siete voi- 
Gli telefono e dopo un pò di discussione staccò
- Allora?- dissi
- Seconda fila- 
avrei voluto tirare un'altro urlo ma non mi parve il caso, dopo la bellissima figura che avevo fatto prima
Avevo la luce negli occhi e un sogno.
Quel sogno era al 25%.
'Sto sorpassando il confine dei miei sogni' dissi fiera
- Grazie ragazze- dissi con il miglior sorriso della mia vita, mentre guardavo quell'azzurro, quell'azzurro che mi riempiva di loro.

Io che vivevo nei sogni.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Da quella chiamata passarono 5 giorni.
Tutte le mattine io di nascosto andavo a dare il buongiorno a modo mio a Peter.
Mi nascondevo dietro un muretto e ammiravo la sua casa.
Amavo quella casa, quella casa che era diventata realtà davanti ai miei occhi.
Poi andavo con le mie amiche in giro per questa città.
La stavo vivendo al milletrecentododici percento.
La notte in giro per locali. Dormire fino a tardi. Girare la città senza meta. Ecco il nostro semplice programma.
Erano il 17 giugno. Un brivido di emozione passava sulla mia schiena, mentre facevo la doccia.
Il solo pensiero che stava diventando realtà mi faceva vivere ancora più intensamente. 
Andai in camera scelsi con cura quello che mi dovevo mettere. Una canottiera bianca tutta scritta, un paio di leggins di pelle, delle scarpe altissime.
Mi truccai, mi misi un pò di mascara, di matita e un velo di lip gloss. Volevo far capire che non ero più una bambina.
Anche Bea e Angiuu non scherzavano.
Erano semplicemente stupende.
Presi la borsa che conteneva la mia felicità.
Il biglietto per quel concerto.
Arrivammo davanti al concerto.
Ci piazzammo in seconda fila mentre aspettavamo quel concerto.
La tensione cresceva e i brividi facevano da padrone.
Quando entrarono dissi a Bea:
-dammi un pizzicotto- lei mi diede un pizzicotto e in quel momento capii che non era uno dei miei sogni... era la realtà.
Quando vidi Peter non riuscii più a togliere lo sguardo dai suoi occhi verdi.
I miei occhi color nocciola osservavano ogni piccolo movimento di quei occhi color smeraldo.
In un momento, ne sono sicura, si girò verso di me.
Io spostai lo sguardo per pochi secondi, e quando mi rigirai c'era lui che mi fissava e sorrideva.
Gli mandai anche io uno sorriso. In quel momento la mia pelle era rossa. Sentivo che un fuoco stava travolgendo la mia pelle. Il concerto fu così, Io e Lui. Mille sguardi.
In sottofondo c'erano loro. I Teen che cantavano.
Lali, Rochi, Gas, Nico e Peter. Quando finì l'ultima canzone iniziammo a dirigerci verso il Backstage.
Volevo quell'autografo. 4 anni e questo viaggio erano un prezzo che poteva valere quell'autografo.
Passò Peter, si mise a firmare vari autografi.
Arrivò il mio turno, mi lanciò un occhiolino.
Mi venne un groppo in gola.
Presi quel pezzo di carta su cui c'era scritto:
- Domani mattina, davanti a casa mia. Devo parlarti.
e sotto la sua firma.
Sto sognando, Noemi, svegliati.
mi diedi mille pizzicotti,il mio braccio aveva una piccola macchia viola. 
Non era un sogno.
Passarono tutti i Teen e poi noi c'è ne andammo.
Arrivammo in albergo, buttai quelle scarpe che mi stavano distruggendo i piedi.
- Non potreste mai capire- dissi -Peter mi ha chiesto di andare davanti a casa sua domani.
- Che?- disse Angela 
-Leggete- le porsi il biglietto poi mi misi con la testa sul cuscino
- Ahhahahah- urlarono
- Non è un sogno? ditemi che non sto sognando.
Mi saltarono addosso. Io ero in lacrime.
Lacrime di gioia.

Io che vivevo nei sogni.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quella notte sembrava non passare più.
Mi giravo e rigiravo in quel letto.
Provai a mettere della musica leggera nel mio iPod ma niente, non riuscivo a dormire.
Mi immaginavo ancora i suoi occhi guardare il mio corpo.
Cazzo io mi perdevo nei suoi occhi, pensavo solo a quelli il suo viso areeggiava nella mia mente. Alle 7 non c'è la facevo più, mi alzai. Andai in bagno e mi feci una doccia fredda. Faceva troppo caldo e l'acqua scivolava sul mio corpo e donava un pò di freddo alla mia pelle.
Feci tutto con calma, avevo tanto tempo.
Andai in camera e trovai i trucchi di Bea. Glieli rubai e andai in bagno, e iniziai a truccare gli occhi, misi un verde e lo sfumai molto. Misi un pò di matita e un mezzo kilo di lip gloss, continuavo a mettere strati e strati di lip gloss alla fragola. Misi anche un pò di mascara per allungare lo sguardo per far vedere i miei occhi color Cacca. Sì lui gli aveva color smeraldo, io color cacca. 
Sentii degli strani rumori in camera e quando mi diressi in camera vidi Bea e Angela che frugavano nell'armadio in cerca di qualcosa confabulando 
'Questo, no questo, meglio questo, questo sta bene con quello....' non seguivo i loro ragionamenti. Mi misi sul letto e spruzzai sul mio corpo in lingerie del profumo.
- Che vuoi fare? - mi rimproverò Bea 
- Perchè? - dissi sbigottita
-Ora devi provare tutti questi- disse compiaciuta mostrandomi una quantità enorme di vestiti.
Provai vari vestiti, alcuni che non mi piacevano per niente. Alla fine scelsi un paio di shorts di jeans, una canotta bianca e una giacchetta verde. Ai piedi missi un paio di sandali verdi decisamente esagerati. se ve lo foste chieste sì ho la fissa per le scarpe alte mezzo metro. 
Prisi la borsa e scendemmo in strada ci fermammo a fare colazione. Erano le 9 e io non c'è la facevo più. Presi la borsa e mi diressi davanti a quella casa. 
Lo aspettai fuori da casa sua seduta su un muretto,
osservavo il cielo e continuavo a darmi pizzicotti e a messaggiare con le pazze. 
Poi d'improvviso sentii un rumore metallico, sicuramente quel cancello. Uscii lui con una maglietta bianca e un paio di pantaloncini neri. Me ne usci con un 'Ciao' 
Lui mi fa un sorriso. Continuava a guardarmi con gli occhi di ieri sera -Allora?- dissi con il cuore in gola -Allora non hai capito che mi piaci?- con una faccia paralizzata lo guardai - mma mi pigli per i fondelli? -dissi con la bocca impastata
- se ti piglio per i fondelli perchè ti sto facendo questo? - disse mentre le sue labbra si avvicinavano sempre di più alle mie labbra. Sembrava che le nostre labbra fossero due calamite, lui stava scrutando ogni minimo millimetro della mia bocca. Brividi passavano su tutta la mia pelle.
Poi mi staccai
- Che fai?- dissi infastidita
- Non ti piaccio?- disse lui 
- Sì ma non sono una ragazza che va trattata così. Non sono usa e getta, capiscimi Peter.
- Dammi il tuo numero e ti farò capire che non sono il tipo di uomo che credi
- Ok - dissi.
Ci scambiammo i numeri e me ne andai.

Io che vivevo nei sogni.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Non feci in tempo ad arrivare all'hotel che mi scrisse 
- Salve principessa-
quella dolcezza non l'avevo mai ricevuta da nessuno, nessuno si era mai nemmeno degnato di farmi innamorare.
lui lo faceva da 4 anni, inconsapevolmente.
Fissavo le mie labbra e provavo il desiderio di sentire di nuovo la sua bocca sulla mia. Quel misto di tabacco e caffè mi aveva svegliata. 
pensai a cosa rispondergli e finì con un banale e freddo 
-ciao-
-stasera vuoi uscire con me? ti porterò in un posto... -
le sue proposte mi incuriosivano sempre e risposi nuovamente freddamente con un -sì-
Io non riuscivo ad essere dolce e carina quando non mi riuscivo a fidare più di un uomo. 
Ero delusa dall'amore.
 
Lo so era presto e affrettato dire ciò ma era così.
Non credevo nel colpo di fulmine, aspettavo qualcuno a farmi cambiare idea.
 
La sera mi preparai, un vestitino nero e un paio di sandali argentati. misi una semplicissima riga di eyeliner sugli occhi e una passata di mascara.
Verso le nove mi recai davanti al suo portone, aspettai ed uscì lui con una camicetta blu e un paio di pantaloni bianchi.
mi salutò e mi aprì la portiera della macchina, mi fece salire e partimmo.
 
Ci ritrovammo all'interno di un piccolo boschetto. Entrammo e la vista era meravigliosa, era un tripudio di colori, anche se era sera era tutto così meraviglioso. 
Mi tese la mano e io mi avvicinai a lui. Era la dolcezza in persona, e se lo avevo inizialmente "rifiutato" era stato anche perchè volevo capire che cosa c'era sotto quel ragazzo sexy un pò donnaiolo.
- ci sediamo?- 
tra tutti quei colori non mi ero accorta di un piccolo tavolino con una tovaglia bianca.
mi sedetti e insieme mangiammo un'ottima cena sorseggiando dello champagne. Era vero? Era un sogno?
se lo era speravo di non svegliarmi più.
La cena era stata tutto un susseguirsi di occhiate e di attrazione. I nostri corpi richiedevano l'uno il bisogno dell'altro. A fine cena mi alzai ed andai sulle sue ginocchia.
- Oh la principessa si è avvicinata al lupo cattivo- mi sussurrò in orecchio.
- La principessa chiede scusa, avevo paura che tu mi avresti usato, invece tu sei la persona più dolce al mondo.-
Lo baciai e le nostre labbra non chiedevano altro, era una danza dolce e soave e anche se mi mancava l'ossigeno non avrei mai voluto staccarmi da lui.
 
Io che vivevo nei sogni.

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