A year apart.

di ashelia_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The end of a magical summer ***
Capitolo 2: *** Departures are always sad ***
Capitolo 3: *** Dear Hermione.. ***
Capitolo 4: *** Ops, I forgot your birthday! ***
Capitolo 5: *** Get off your hands from my girlfriend! ***
Capitolo 6: *** Trick or treat? ***



Capitolo 1
*** The end of a magical summer ***


25 Agosto 1998, La Tana.
 


La prima estate  senza la paura di morire da un giorno all'altro, passò velocemente per gli abitanti della Tana. Tutti ormai avevano tirato un sospiro di sollievo; potevano finalmente godersi  la vita senza preoccuparsi di nulla. 
Il primo Settembre si avvicinava velocemente e, per alcuni abitanti di quella casa, stava per arrivare il momento di partire per l'ultimo anno ad Hogwarts. Ginevra, la figlia minore, sarebbe dovuta partire in ogni caso, ma ciò non valeva per Hermione Granger: fu proposto a lei, a Ron ed a Harry  di recuperare , ma solo lei aveva accettato.  Ronald avrebbe lavorato per George al suo negozio di scherzi - aveva bisogno di una mano, viste le condizioni in cui era-  invece Harry avrebbe iniziato direttamente il corso di formazione per diventare un Auror. 
Dispiaceva a tutti e tre doversi dividere per un anno intero, sopratutto per Ron ed Hermione: finalmente, dopo sette lunghi anni di attesa, si erano dichiarati ed ora stavano insieme da circa due mesi.  Si erano finalmente confessati i sentimenti che provavano l'uno per l'altra, circa un mese dopo quel fatidico bacio. Molti diranno che fossero troppo lenti di comprendonio, ma per loro due tutto ciò era naturale. 
Anche tutta la famiglia Weasley era contenta per i due; il vederli litigare ogni giorno per ogni piccola cosa, aveva fatto capire loro quale fosse il vero motivo di tutto quello: era , a modo loro, una specie di corteggiamento.  Ogni volta che li beccavano in piccole e tenere effusioni -dei leggeri baci oppure semplicemente tenersi per mano- tutti si scioglievano in un sorriso. 
Tutti tranne George: qualche settimana prima, i due stavano facendo  colazione  e, proprio mentre si stavano dando un bacio di sfuggita, il fratello entrò iniziando subito a prenderli in giro.  
"Uhuh, eccoli i piccioncini. Ronnino bello, non dirmi che hai tradito zia Muriel!"
 Di solito Ronald avrebbe perso subito le staffe , ma vedere George tornare a scherzare come un tempo - o così si sperava-  era davvero incoraggiante.  Da allora in poi, però, i duei non si fecero più beccare da nessuno; volevano, in poche parole, la loro privacy.
Passarono così la loro prima estate insieme, nascondendosi da occhi troppo indiscreti ed invadenti. Purtroppo però, l'imminente partenza di Hermione per Hogwarts rovinava tutto: non si sarebbero visti per molto tempo,  solo in occasione delle rare uscite ad Hogsmeade,  poi avrebbero dovuto arrangiarsi con le lettere via Gufo. Ronald, ovviamente, non voleva mostrare nessun segno di tristezza; non voleva far sentire in colpa la sua ragazza- gli faceva sempre uno strano effetto appellare Hermione, proprio quella Hermione , come la "sua ragazza". 
Ormai trascorrevano tutto il loro tempo insieme, quel poco che mancava al fatidico giorno, andandosi a rifugiare in vari posti. 
Come gli altri giorni, quel 25 Agosto i due giovani si trovavano, come al solito,  in un angolo remoto del giardino della Tana, la casa dei genitori di Ron.  Per non essere beccati da qualcuno - specialmente George- andarono a rifugarsi sotto una grande quercia. Molti si chiedevano dove fossero e, sopratutto, cosa facessero per tutto quel tempo da soli: semplicemente, stavano seduti abbracciati l'uno all'altra a contemplare il paesaggio campagnolo che si stagliava davanti a loro, oppure parlavano del più e del meno - inframmezzato da qualche bacio rubato, ovviamente- cercando di evitare l'argomento "partenza per Hogwarts". 
Ma quel giorno fu diverso dagli altri, quella volta la giovane Grifondoro volle parlare di quell'argomento.  Inclinò la testa di lato, un modo come un altro per potere fissare gli occhi di quel ragazza di cui era stata segretamente innamorata per sette lunghissimi anni e che ora era pienamente consapevole che lui fosse "suo". 
" Mi mancherete molto, tu ed Harry, lo sapete? Mi sentirò un po' sola, sapendo che gli unici due amici che abbia mai avuto ," fece una piccola pausa, permettendosi di sospirare tristemente, " saranno lontani da me; non potranno più rendere le mie giornate un po' meno monotone. "  
Era raro che Hermione parlasse chiaramente delle sensazioni che aveva provato negli anni precedenti, dei suoi rapporti con gli altri compagni di casa. Era risaputo che , sin da quando era entrata nella scuola di Magia,  la giovane Granger aveva come soli amici Harry e Ronald. 
Ron non aveva molte idee su come consolare la propria ragazza; non era mai stato un gran consolatore, ecco.  Allora, timidamente, prese Hermione in braccio e la fece accomodare sulle sue gambe. 
" Dai, ti manderò tante lettere, e poi ci potremo vedere ad ogni gita ad Hogsmeade! Potremo passare tante giornate insieme, come una volta; che ne dici? " 
Prese le piccole mani  della sua fidanzata, sorridendo in modo incoraggiante.  In cuor suo nutriva le sue stesse paure, ma non era il caso, in quel momento,  di farle vedere  ciò che stesse provando; non voleva farla sentire in colpa. 
" E poi per una volta tanto non avrai Harry e me che ti assilliamo per correggerci - o meglio, farci- i temi di tutti le materie. "
 Due risate spensierate riecheggiarono in aria, memori di tutte quelle piccole avventure che avevano vissuto negli anni precedenti.  
" Grazie, Ronald - disse-  dopotutto non sei un ragazzo con la varietà d'emozioni di un cucchiaino da tè, devo ammetterlo. "
 Iniziò ad accarezzare lentamente quella testa fulva. Negli anni, durante i suoi sogni ad occhi aperti, si era chiesta spesso come sarebbe stato accarezzare i capelli di Ron e, ora che ne aveva l'occasione, sapeva che i suoi sogni erano niente in confronto alla realtà.  Quei capelli erano così morbidi che non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto a meno di accarezzarli per tutto quel tempo. 
" Ehi, senti chi parla! " Disse il rosso, punto sul vivo. " Sbaglio, o non eri tu la famosa So-tutto-io di Hogwarts? "
 Rise sotto i baffi, ricordando i primi giorni di scuola del suo primo anno: Hermione era una vera tortura, sia per i compagni, sia per i professori, ma era stato il suo essere così saccente ad averli salvati più volte; le doveva molto.  Improvvisamente, però,  gli arrivò uno schiaffo sulla testa, come quelli che la madre gli rifilava quando era alto quanto un soldo di cacio. 
" Mi sbagliavo, sei il solito cucchiaino, Ronald. " 
 Hermione scosse la testa, ormai rassegnata dal modo di fare insensibile, rozzo e chi più ne ha, più ne metta, del suo ragazzo. Il rosso però , ormai remore da tante piccole liti con la giovane Grifondoro, allontanò la testa mettendo le braccia davanti , nella sua solita "posizione di difesa". 
"Scusa, scusa, scusa, Hermione! Non lo faccio più, lo giuro!"
 Disse con una vocina piccola piccola, sperando che il buon cuore della ragazza desistesse nell'intento di picchiarlo.
La riccia non poté non guardarlo con uno sguardo intenerito; era sempre il solito bambinone un po' cresciuto. Gli era mancato quando , nei primi tempi dopo la morte di Fred, era diventato  un'altra persona, che non aveva nulla a che fare con il Ron che aveva davanti. 
" Ehi, dai, togli quelle mani da quel bel  visino lentigginoso, bambinone."
 Ridacchiò piano, togliendo  le mani dal volto di Ronald. Subito, i suoi occhi si fissarono a quelli azzuro-mare di lui: ogni volta che si soffermava a guardarli, riusciva a  leggervi tutte le emozioni che il rosso provava ed ora, in quel momento, esprimevano una grande innocenza.
" Mi perdoni, Hermione? " Chiese con un tono di voce basso, fievole; gli occhi e il viso mutati in un'espressione da cucciolo bastonato. La riccia parve pensarci un po', come se stesse decidendo quale punizione fosse la migliore per quell'occasione. 
" Penso che questo ti faccia capire tutto, Ron.." 
Sussurrò piano, eliminando le distanze che li separavano.  Ogni volta che le loro labbra si sfioravano, era come se tutti e due avessero preso un generoso sorso di Felix Felicis, si sentivano veramente bene. 
Speravano solo che quell'anno passasse il più in fretta possibile; ne avrebbero visto delle belle.  




N.d.A.

...Buonasera a tutti! Questo è uno dei miei tanti tentativi di scrivere una Long che sia un po' decente. Se avete letto tutto, mi congratulo con voi,  non mi pare che sia questo granché! Tra una settimana circa, aggiornerò con un nuovo capitolo.
A presto, 

- Ash.

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Capitolo 2
*** Departures are always sad ***


1 Settembre 1998, La Tana - Stazione di King's Cross

 


Era arrivato. Il giorno della partenza - ovvero l'1 Settembre- era arrivato. Il giovane Ronald aveva dormito poco e niente; i suoi pensieri erano focalizzati al momento così tanto temuto da lui: la partenza di Hermione per Hogwarts.

 Nei giorni passati si era maledetto svariate volte per non avere accettato la richiesta della professoressa McGranitt, ora preside della millenaria scuola di magia.  A quanto ne sapeva, dopo la battaglia , la neo dirigente aveva preso in mano la situazione e, dopo un primo momento di esitazione, aveva intrapreso le opere di ristrutturazione del Castello che aveva riportato gravi danni durante i combattimenti. Ora , secondo i giornalisti del Profeta, la scuola era tornata al suo "vecchio aspetto", come se quella guerra non avesse provocato nessun effetto ad essa. 

Era sì felice per come fossero andate le cose ad Hogwarts - aveva passato lì sei anni della sua vita e rappresentava la parte spensierata della sua adolescenza, dopotutto- però non riusciva a credere che il luogo che gli aveva fatto conoscere la sua attuale ragazza gliela portasse via per un lungo anno.  L'idea di vedere Hermione, sola in quell'immensa struttura, magari con qualche ragazzo  come McLaggen che la infastidisse, gli faceva ribollire il sangue dalla gelosia; come avrebbe potuto resistere?No, decisamente no, non voleva assolutamente che Hermione tornasse ad Hogwarts.
Per non contare, poi, che alla stazione vi sarebbero stati i genitori della sua ragazza. Avevano acconsentito , dopo che l'incantesimo della memoria che la figlia aveva fatto loro fu sciolto, alla sua permanenza per quell'estate alla Tana, ma non volevano rinunciare a salutare la figlia il giorno della partenza. Ovviamente non sapevano mica che la loro tenera bambina ora aveva un ragazzo - cioè lui- e non sapeva cosa fare in loro presenza; Lavanda, l'unica ragazza che aveva avuto prima di lei ,non l'aveva nemmeno presentato ai suoi genitori. 

Passò così quella notte , girandosi nel letto ripetutamente, come se avesse la sua vecchia copia de " Il libro Mostro dei Mostri" attaccato alle sue spalle. Harry era lì, sdraiato nel letto accanto al suo, che ronfava tranquillo.

<< Come Miseriaccia fa ad essere così tranquillo?! In fondo anche Ginny sta per partire, e non la vedrà mica tutti i giorni!>>

Pensò stranito, non senza lanciare uno sguardo di pura invidia in direzione dell'amico; riusciva sempre a rimanere più tranquillo di lui, anche in quelle situazioni.  Per l'ennesima volta si girò, le lenzuola erano ormai attorcigliate intorno alle sue gambe, mettendosi in posizione supina. Quei pensieri tornarono ad affollare la sua mente, rendendolo più triste di prima. Voleva solo dormire un po', anche se non mancava molto all'alba; non voleva che Hermione lo vedesse con delle grandi occhiaie la mattina dopo.  Si girò per l'ennesima volta, questa volta a pancia sotto, tirò un grosso sospiro e, finalmente, riuscì ad addormentarsi. 


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Era una mattina  abbastanza mite per il clima abituale inglese, l'orologio  Babbano che si trovava appeso ad una parete della stanza semibuia segnava le nove e Ron dormiva beato: aveva la borca semi-aperta, un braccio penzolava fuori dal bordo del letto e il suo subconscio gli faceva sognare la sua ragazza. 

Ad un tratto il sonno del giovane rosso venne interrotto da qualcosa che  stava sfiorando la sua guancia, andando poi a finire , inevitabilmente sulle sue labbra.

" Mmm.. Hermione... Non partire, voglio che tu continui a baciarmi..."
 
Mugugnò  confuso dai fumi del sonno. Tese le labbra verso di lei, andando a toccare del pelo al posto delle labbra della sua ragazza. 


<< Ma che cosa..? >
 
Aprì  di scatto gli occhi, trovandosi  davanti non la chioma riccia e gli occhi castani della Grifondoro, ma dei piccoli occhietti...  

"AIUTOOOOOOO!" 

Quel grido riecheggiò per tutta la casa, facendo svegliare chi ancora  era nel mondo dei sogni. Ron balzò dal letto, come se davanti a lui vi fossero degli Schiopodi Sparacoda davanti a lui, facendolo finire a terra tremante per lo spavento appena preso. Il sedere gli faceva un male assurdo, ma la sua attenzione fu attirata da delle  risate vicino a lui: George , Ginny e Harry - si era svegliato con quel grido - stavano ridendo per l'espressione che aveva fatto. 

" Ahahahahahah, Ron, fratellino caro,  hai paura di una Puffola Pigmea?" 
 
Chiese la sua amabile " sorellina" con le lacrime agli occhi. Ron fulminò con lo sguardo la rossa davanti a lui, per poi scrutare cosa ci fosse sul suo letto: Arnold, la Puffola Pigmea di Ginny , giaceva sul materasso, non consepevole dello spavento che gli aveva fatto prendere.

" Ma sentitelo! 'Hermione, non andare, voglio continuare a baciarti!' Che sogni fai, eh, Ronnie?  " 
 Harry  scoppiò nuovamente a ridere, non senza ricevere un'occhiata di rimprovero da parte del migliore amico. 

" Però George ha ragione. Ron, capisco che tu ed Hermione vi siate messi finalmente insieme dopo 7 anni, ma potresti conte-..."

" Che succede qui?" 

Tutti e quattro si ghiacciarono  sul posto, girandosi lentamente verso quella voce. Hermione era poggiata sullo stipite della porta, vestita di tutto punto, con l'aria di chi  era pronta ad affrontare un lungo e pericoloso viaggio. 

Non appena vide Ron a terra e Arnold sul letto del suo ragazzo, capì a cosa fossero dovute le urla del rosso. Sospirò rassegnata: ormai era un'abitudine quasi quotidiana quella di sentire le grida di Ronald  riecheggiare per tutta la Tana per gli scherzi scemi che faceva George; povero Ron.  Abbozzò un sorriso intenerito, notando l'espressione di totale paura nei suoi occhi, poi gli si avvicinò e l'aiutò ad alzarsi. Avendo capito che aria tirasse, Harry, Ginny e George decisero di togliere il disturbo, ma prima di andarsene, il ragazzo dall'orecchio mancante ghignò in modo derisorio. 

" Attento, Ronnino, ricordati cosa stava per dire Harry!" 

E, con la sua tipica risata marchio Weasley, lasciò i due soli. Hermione guardò il suo ragazzo confusa.

"Cos'ha detto Harry?"
 
Chiese, mentre i due andavano a sedersi sul bordo del letto. Il giovane Weasley arrossì di botto, pensando a qualsiasi modo per sviare quel discorso imbarazzante. 

"Ehm.. Le solite prese in giro, sai com'è... Oggi parti e non ci vedremo per un bel po'," sospirò triste. "Hanno quindi pensato di... Farmi uno scherzo, ecco." 

Non ci voleva un genio per capire quanto avesse dovuto dormire Ron: quei cerchi scuri sotto agli occhi erano la chiara prova di ciò che pensasse. Le dispiaceva molto lasciarlo da solo, sopratutto ora che si stava riprendendo dalla perdita subita in battaglia, ma si era ripromessa che se fossero rimasti in vita, lei avrebbe finito i suoi studi. Hermione Granger voleva dimostrare che , a discapito di ciò che i così detti "Purosangue" sostenessero, una Nata Babbana potesse veramente cambiare le carte in tavola nella comunità magica: voleva lottare per coloro che erano esclusi dalla società perché diversi, per coloro che venivano trattati come se fossero degli schiavi. Ottenere un buon voto ai M.A.G.O., quindi, era un primo passo verso il suo obiettivo. 

"I-io... Ron, mi dispiace che tu sia triste..Credimi, non voglio che tu stia in questo stato.." 

Una mano della ragazza andò a sfiorare con le dita quelle occhiaie, come se con quel gesto potesse farle sparire con un sol tocco.

Non ricevette nessuna risposta dal rosso, lo sentì soltanto avvicinarsi verso di lei, con quello sguardo sperduto tipico dei bambini che si erano persi. Ron le  si buttò tra le braccia, nascondendo la testa fulva nell'incavo tra spalla e collo, un modo come un altro per sentirsi confortato. Hermione non sapeva proprio cosa dire: vedere il suo ragazzo in quelle condizioni, proprio come nei giorni succesivi alla grande battaglia ad Hogwarts, la faceva sentire a disagio; che lui fosse tornato quello di un tempo grazie a lei? Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dall'appena udibile voce di Ron, che aveva finalmente deciso di esprimersi. 

"Scriverai ogni giorno? Ci vedremo per le gite ad Hogsmeade? E... A Natale verrai qui alla Tana... Vero?"

 Quel tono così incerto e speranzoso, quei profondi occhi azzurro-mare che la fissavano in attesa di una risposta, le fecero capire quale risposta avrebbe dato: nonostante avesse promesso di passare le vacanze natalizie insieme ai suoi genitori, Ron aveva bisogno di lei e non voleva deluderlo. 

" Certo che ci scriveremo, Ronald,  anche per quanto riguarda le uscite ad Hogsmeade e per le vacanze, sai che starò con te..." 

Accennò un piccolo sorriso, nella speranza che il suo rosso si tirasse su di morale e ci riuscì: ora Ron sembrava di nuovo il ragazzo spensierato di sempre, con quel sorriso infantile che lo caratterizzava tanto.

 L'ex-Grifondoro si fiondò tra le braccia della sua ragazza con un tale impeto da farla cadere sul letto. Le labbra di Ron erano sulle sue e il cervello si sconnesse da qualsiasi pensiero razionale. Aveva baciato soltanto un'altra persona, Viktor Krum, ma non aveva mai provato così tante emozioni nel baciare un ragazzo. I suoni erano ovattati, non chiari, come se si fossero chiusi nella loro piccola "bolla" di felicità, il loro piccolo mondo. Aveva sognato quei momenti per sette lunghi anni e, ora che li stava vivendo, non le pareva vero; finalmente quell'odioso ragazzino che aveva dello sporco sul naso, aveva capito ciò che provava per lui. 

Quando il rosso si scostò dalle labbra della sua fidanzata, si accorse in che posizione fossero: lui sopra di lei sul suo letto; se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe sicuramente frainteso. Entrambi arrossirono fino alla punta dei capelli - per Ron era facile, i capelli li aveva rossi già di suo- proprio come negli anni precedenti: ogni volta che si sfioravano, anche il più leggero e involontario tocco, immediamente le loro gote si coloravano di un bel rosso corallo pieni d'imbarazzo. Erano proprio come dei ragazzini alle prese con la prima cotta - il paragone era molto appropriato, visto la loro storia- che arrossivano al minimo contatto con l'altro.

" Ehm.. F-forse dovremmo scendere, o faremo tardi.." 

Disse Ron, il viso e le orecchie completamente in fiamme. Inciampando diverse volte, il giovane Weasley andò a prendere i vestiti da mettere, sgattaiolando dalla stanza in completo imbarazzo; la giornata non poteva iniziare meglio.
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La stazione ferroviara di King's Cross era -come sempre- affollata. Uomini e donne che correvano indaffarati per non arrivare tardi e di conseguenza perdere il treno. Ogni anno, durante alcuni giorni, le ferrovie si riempivano di gente  molto strana che trainavano dei carrelli con bauli e gabbie di gufi, uccelli rari da vedere durante il giorno. Nessuno di loro sapevano che, all'incrocio tra il binario 9  e 10, vi  era l'accesso per un binario abbastanza speciale, denominato 9 e 3/4. 
Come ogni primo di Settembre, anche la numerosa famiglia Weasley, con l'aggiunta di Harry Potter ed Hermione Granger - erano ormai considerati parte integrante della famiglia- si recavano alla stazione per accompagnare la propria prole all'espresso che li avrebbe condotti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Quell'anno era un po' speciale, sia perché era il primo anno scolastico in cui mancava Fred a salutare i propri fratelli, ma anche perché quello sarebbe stato l'ultimo primo di Settembre in cui avrebbero dovuto accompagnare uno dei sette fratelli Weasley: Ginny era ormai all'ultimo anno e sarebbe passato molto tempo prima che un altro componente della loro famiglia sarebbe dovuto andare ad Hogwarts. 

La maggior parte degli adulti era andata avanti, ma Harry, Hermione e Ron erano fermi a contemplare l'enorme treno rosso - L'Espresso per Hogwarts-  che già sbuffava enormi quantità di fumo, pronto per l'imminente partenza. 

"Non ti sembra strano, Harry? Non dovremo salire su quel treno."

 Chiese il rosso al suo migliore amico, tenendo ben stretta al mano della sua ragazza con la sua. 

" Beh, amico, vedila così: non avremo più nessun compito da fare, nessun professore che ci perseguita e, sopratutto, nessun pericolo mortale." 

Il giovane "Salvatore" sorrise in modo ironico, un modo come un altro per spezzare la tensione. 
 
" Sentite, voi due, dovrei essere io quella felice di non avervi tra i piedi a scuola. Non dovrò più farvi copiare perché ho degli amici e il mio ragazzo, " Lo sguardo si fermò, timido, verso Ron " che sono così pigroni da non riuscire a scrivere nemmeno una pergamena! "

  Quella piccola  affermazione  fece ridere il Trio, facendo venire a galla i ricordi di quei 6 anni passati insieme  a combattere qualcosa più grande di loro. 

" Ehi, non è vero , io non  sono pigro!"

 Ron incrociò le braccia indispettito, facendo un adorabile broncio; era un vero e proprio bambinone troppo cresciuto.  

" Dai, su, Re Weasley, è quasi arrivata l'ora di lasciar salire la tua giovane pulzella sulla sua bella carozza e farla tornare al suo castello."

 L'allusione ad una fiaba Babbana era palese, ma non per Ronald Weasley.  Con uno sguardo più che confuso, seguì il suo migliore amico e la sua ragazza verso il fondo del treno, dove il resto della famiglia stava salutando Ginny. 
Tutti i loro compagni di Casa erano lì, che si ritrovavano dopo un lungo periodo di pausa. C'erano tutti: Neville, Dean, Seamus, Calì, Luna e... Lavanda. Improvvisamente la stretta della mano di Hermione si fece più salda, come a marcare il territorio, facendo capire a quella oca giuliva che Ron Weasley ora era il SUO ragazzo.  Dopo un primo momento fatto di saluti, abbracci e le solite chiacchere, gli studenti iniziarono a salire sul treno, lasciando Ron ed Hermione da soli. 

" Allora, mi scriverai al più presto, vero? Voglio sapere tutto, anche se quella piovra di McLaggen prova a metterti le mani addosso. "

 Non lo dava a vedere, ma il giovane rosso aveva una gran paura che qualcuno ci provasse con la sua ragazza quando lui era lontano chilometri e chilometri da lei. 

"Non ti preoccupare, Ronald, ci rivedremo presto, molto presto; la gita ad Hogsmeade non è così lontana, dopotutto. " 

La riccia sorrise, mentre accarezzava  gli dolcemente il dorso della mano con il pollice. Ron sperava che fosse così, già sentiva la mancanza della sua So-tutto-io preferita. 

" Beh, allora a presto, miss 'è leviòsa, non leviosà'. " 

Le loro labbra si unirono, tagliando fuori il resto del mondo. Quel bacio era dolce ma allo stesso triste, consapevoli del fatto che non ce ne sarebbero stati per molto tempo.  Ad un tratto, un coro di fischi d'apprezzamento li interruppe, facendoli voltare verso uno dei finestrini vicini a loro. 

" Dean, mi devi 10 Galeoni! Weasley si è finalmente messo con la Granger! " 

Gridò Seamus, con un sorriso trionfante che sapeva molto di 'ce ne avete messo di tempo'. Anche Lavanda stava osservando la scena, livida di rabbia. Ron non poté fare a meno di distogliere lo sguardo, a disagio per quella situazione, mentre Hermione sorrise trionfante; finalmente quella stupida oca aveva avuto ciò che si meritava. 

"Ora vado, Ron, ci vediamo. "

Disse Hermione, sciogliendo con riluttanza le dita intrecciate a quelle del ragazzo e, per un'ultima volta, dandogli un veloce bacio. 

<< Forse, dopotutto, non passerà molto, prima che io riveda di nuovo quell'insopportabile secchiona.  >> 
Pensò il rosso, mentre il treno si allontanava velocemente dalla stazione. Hermione gli sarebbe mancata veramente tanto. 






N.D.A

Secondo capitolo, con particolari avvenimenti: la partenza di Hermione. Credo che a tutti sembri strano , come è capitato a me, di vedere salire sull'Espresso per Hogwarts solo una dei nostri tre eroi, e con quel piccolo spezzone tra i tre aveva proprio l'intenzione di enfatizzare questo punto.  Spero che piaccia a voi quanto piaccia a me. :) 

Alla settimana prossima!

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Capitolo 3
*** Dear Hermione.. ***


Erano passate circa due settimane dalla partenza di Hermione per Hogwarts e sia Harry, che Ron, avevano iniziato i loro rispettivi impieghi: il primo come apprendista all'Accademia Auror, il secondo come braccio destro di George al negozio di scherzi "Tiri Vispi Weasley".

Dopo la fine della guerra, l'affluenza di clienti nella loro attività era aumentata vertiginosamente. Infatti, non solo giovani streghe e maghi si rifornivano di alcuni oggetti magici molto utili per l'inizio dell'anno scolastico - le Merendine Marinare andavano ancora di moda-  ma anche persone adulte erano interessati ai gadget messi in vendita. Ron , durante i primi giorni di lavoro, dovette imparare in pochissimo tempo tutti i nomi e gli effetti dei loro prodotti; più volte si era chiesto come avessero fatto a creare tali prodigi di tecnologia magica. Era anche curioso vedere quegli appassionati di oggettistica Babbana strabuzzare gli occhi per ogni singolo articolo che avevano esposto, gli ricordavano suo padre, in qualche modo.

Aveva avuto delle giornate veramente piene, così tanto da distrarlo da quel pensiero fisso che aveva: Hermione. Contrariamente a ciò che gli aveva promesso, la sua ragazza non si era fatta sentire nemmeno una volta via gufo, nonostante le avesse affidato il suo Leotordo. Il loro accordo era quello che, appena arrivata al Castello, avrebbe rimandato il suo gufetto indietro insieme ad una sua missiva. Tutto quello era stato ideato in via teorica, ma purtroppo non aveva avuto nessuna notizia da parte sua. Sapeva bene che avrebbe passato la maggior parte del suo tempo a studiare in Biblioteca - era un tipico comportamento di Hermione Granger- ma non avrebbe mai pensato che lei si sarebbe rinchiusa nel suo guscio da secchiona So-tutto-io. Forse doveva chiedere notizie di Hermione a sua sorella Ginny, così avrebbe potuto sapere qualcosa sulla sua vita ad Hogwarts. Passava le giornate a pensare cosa stesse facendo, se stesse studiando oppure si stesse prendendo una piccola pausa prima di tornare "all'attacco". Poco importava, sapeva che , prima o poi, lei sarebbe tornata a riempire tutti i momenti della sua giornata con quella sua fastidiosa voce da secchiona saputella.

Così, dopo due settimane di completo silenzio, decise di agire. Quel Sabato sera, tornato alla Tana dopo un'estenuante giornata di lavoro, si era rimpinzato come al solito di ogni leccornia che la signora Weasley aveva cucinato, ma la testa era da un'altra parte: la curiosità di sapere come stesse Hermione lo stava corrodendo. Decise di agire. Infatti, appena ebbe finito di cenare, salì in camera sua. Durante il tragitto però, passò dalla stanza che fino a qualche settimana prima era occupata dalla sua ragazza; la mancanza si faceva proprio sentire. Scosse la testa, ripetendosi mentalmente come un mantra che poteva resistere, poi proseguì verso la propria destinazione. Arrivò in camera poco dopo e, facendo lo slaloom tra tutto quel disordine, raggiunse la sua scrivania mentre appellava con un semplice " Accio" tutto l'occorrente: penna,calamaio e pergamena. Ecco, ora era tutto pronto per potere scrivere una lettera con i fiocchi ma...

" Merlino, cosa le scrivo? Miseriaccia , ho pensato tanto a trovare il tempo per scriverle e ora che l'ho trovato non so che fare!"

Sussurrò tra sé e sé disperato.  Bisognava essere veramente stupidi per avere un completo vuoto di memoria in un momento come quello.

<>
 
Sì, esatto, poteva scrivere qualcosa di decente e sensato per la sua ragazza... Forse. Si morse il labbro inferiore, cercando le parole giuste per iniziare. Finalmente, dopo minuti e minuti passati a spremersi le meningi, qualcosa gli venne in mente.


Cara Hermione,

So  che questa lettera è un po' inaspettata, sopratutto da uno come me che non ama scrivere, ma avevo veramente bisogno di sapere come stai.  Probabilmente sarai molto impegnata nel diventare la più grande secchiona che Hogwarts abbia mai visto, ma sai, anche il tuo bellissimo ragazzo vorrebbe avere tue notizie.  


Ehi, ora non pensare che io sia un tipo apprensivo - potresti averlo pensato; ti conosco troppo bene ormai- ma non è così, o almeno lo spero. E' che.. Sì, sai com'è..  Abbiamo dovuto aspettare sette lunghissimi anni per  metterci insieme e non voglio assolutamente perdere un'altra persona così importante per me. Sai a chi mi riferisco.  

Ma comunque... Come si sta ad Hogwarts? Ci sono sempre i soliti prof rompiscatole che si divertono ad assegnare temi impossibili? Beh, per te sarà lo stesso, visto il  gran cervello da saputella che ti ritrovi.  Sai una cosa? Proprio stamattina, vedendo George che lavorava ad un nuovo scherzo contro i secchioni come te, mi è venuto in mente quell'episodio del giorno di Halloween del nostro anno. Durante una delle prime lezioni d'incantesimi, il professor Vitious aveva appena spiegato come si eseguisse l'incantesimo di librazione e tu già sapevi come funzionasse. Le esercitazioni furono un disastro, sopratutto per me: con la tua fastidiosa voce saccente mi corresse la pronuncia errata della formula : " Per di più sbagli pronuncia. E' Leviòsa, non Leviosà." Pensai che non esistesse al mondo una persona più irritante di te, ma proprio per questo ti ho ferita e ti ho fatto  rischiare la vita con quel Troll di montagna; menomale che Harry ed io siamo arrivati in tempo.  Da lì, però, tutto è iniziato: abbiamo passato sette anni a litigare, in un certo modo - o almeno, così penso- a corteggiarci. C'è tanto che vorrei dirti, Hermione, di tutti questi anni passati a lanciarti silenziosi sguardi che cercavano di trasmettere ciò che abbiamo sempre provato, ma che per dello stupido orgoglio non ci siamo mai detti.

Non vedo l'ora di farlo, quando questa lunga tortura di 9 mesi sia finita  e che sia di nuovo estate.... Oh, Miseriaccia! Ho riempito quasi una pergamena con i miei deliri di solitudine! Si vede  quanto tu sei stata una cattiva influenza su di me - o forse è il contrario?-  e ora sto diventando un secchione sentimentalista che scrive quasi più di te.  


Meglio finire qui la lettera e lasciarti in pace. Con la speranza che tu legga questa cosa che molti chiamano "lettera" , che tu mi risponda presto e che tu mi faccia sapere se sei viva o meno tra tutti quei libri,

ti aspetto,

Tuo Ron.


P.S.  Come ben saprai tra due settimane circa - finalmente! - ci sarà la prima uscita ad Hogsmeade, o almeno, così dice Ginny. Insomma, volevo dirti che , ovviamente, ci vedremo lì, a costo che io salga fino al castello e ti faccia uscire dalla Biblioteca a forza.



Quando il giovane Weasley ebbe finito il suo "capolavoro", un sorriso sornione era stampato sul suo viso pieno di lentiggini; la lettera era venuta veramente bene. Soddisfatto per il risultato ottenuto, chiamò il nuovo gufo di casa Weasley, Errol II: il loro vecchio volatile era passato a miglior vita qualche settimana dopo l'inizio delle vacanze estive, così il Signor e la Signora Weasley avevano deciso di sostituirlo con una bella civetta delle nevi, molto simile alla cara Edvige di Harry.  Errol II non impiegò molto a raggiungere uno dei tanti padroni e, con qualche piccola moina e qualche biscotto  visto l'ora tarda - anche i gufi ne avevano bisogno; chi voleva fare un lungo viaggio di notte?- riuscì a legare la sua lettera ad una delle zampette della creatura.

" Bene, Errol, devi consegnare questa lettera ad Hermione Granger che si trova ad Hogwarts. E' importante, fa' in fretta. "

Aprì la finestra della sua camera, lasciando poi libero l'uccello volare nel cielo buio della notte; sperava proprio che arrivasse in fretta.

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La scuola era iniziata, e con essa anche il carico di compiti assegnatole. A dire il vero le era mancato in quell'ultimo anno quella frenesia tipica di studenti che non avevano studiato per il giorno seguente, anche se non era mai stato il suo caso: sin da quando era entrata in quel castello, non aveva mai avuto nessun problema di tipo scolastico. Hermione Granger era quindi una ragazza molto apprezzata dal corpo docente e, da come aveva notato negli ultimi giorni, anche da alcuni alunni.

Poco le importava, i suoi pensieri, quando non era impegnata nello studio sia quello normale che quello extra, erano rivolti ad un rosso di sua conoscenza.  Nonostante avesse promesso ad un più che speranzoso Ron che gli avrebbe scritto, in quelle ultime due settimane non aveva avuto nemmeno il tempo per prendersi una piccola pausa. Tutti gli insegnanti, a partire da Lumacorno, avevano stretto la cinghia con gli alunni del settimo anno: erano molti quelli che dovevano recuperare l'anno perso e non avevano molto tempo. Contrariamente a tutti i suoi compagni di Casa, Hermione era già ad un buon punto del programma di quell'anno, tutto merito di quegli intensi pomeriggi di studio fatti in Biblioteca.

Quel giorno, avendo notato che la sua attenzione per i libri che aveva danti era molto scarsa, decise di tornare in Sala Comune. Senza Harry e Ron, le giornate passavano lentamente ; sembrava quasi che tutte quelle piccole avventure quotidiane fossero andate via insieme alla guerra. Le mancavano quei due fanfaroni che cercavano sempre di copiare i compiti da lei: Harry era un buon interlocutore, mentre Ron.. Beh, era semplicemente Ron. Tutte quei piccoli battibecchi tipici del loro rapporto, tutte quelle risate spontanee causate dalla goffagine del suo rosso preferito avevano riempito la sua vita di gioia nei anni addietro. Anche i professori facevano fatica a credere che il famoso Trio Potter- Granger-Weasley si fosse sciolto: più volte aveva visto la McGranitt- aveva insistito per continuare ad essere professoressa di Trasfigurazione, oltre che preside- con uno sguardo pieno di compassione. Era vero, senza i suoi due migliori amici lei era rimasta sola, menomale che c'erano Ginny , Neville e Luna con lei a tenerle un po' di compagnia.

La giovane Granger tornò in fretta nella Sala di ritrovo dei Grifondoro che, come sempre del resto, era piena di studenti di tutte le età. Notò lo sguardo di fuoco che Lavanda le stava lanciando, non senza nascondere un'espressione soddisfatta; finalemnte aveva messo a tacere quella stupida oca. Accanto a lei, però vi erano Dean, Seamus, Neville e Ginny che chiaccheravano allegramente.

" Oh-ohhh! Finalmente sei uscita fuori dalla tua tana, Hermione?"

Chiese Seamus, con un'evidente nota canzonatoria  nella voce. La giovane Granger sapeva bene come fosse fatto il suo amico, quindi non se la prese più di tanto.

" Potrei dire lo stesso di te, Seamus. Hai idea di come sia fatto un libro? "

Ecco, quella era una bella risposta a tono Made-in-Granger. Hermione sorrise trionfante, seguendo l'esempio di coloro che avevano appena assistito al botta e risposta dei due. Lavanda non rideva affatto, anzi, le mandò un'occhiata ancor più truce di quella precedente. Hermione la ignorò.

" Seamus, finiscila, non sei divertente," intervenne Ginny, prendendo subito le difese dell'amica. Non prestando ascolto all'esclamazione non molto educata dell'amico, la rossa estrasse dalla tasca della divisa quella che aveva tutta l'aria di essere una lettera.

"Tieni, è da parte di Ron. Dev'essere molto in ansia, visto che non ha aspettato la tua risposta e ha mandato Errol II per recapitartela!"

La Grifondoro sorrise, per poi porgere alla propria migliore amica la lettera che il fratello le aveva mandato; era bello vedere quei due finalmente insieme, era da tanto che si aspettava un finale del genere.

Gli occhi di Hermione si illuminarono subito al sentire il nome "Ron" e un po' si sentì in colpa per non avere potuto fargli avere sue notizie; aveva proprio bisogno di una pausa. Salutati frettolosamente i compagni di Casa e ignorando nuovamente le occhiate di puro odio della ex del suo ragazzo- Lavanda ormai era evidentemente su  tutte le furie per quella lettera- salì nel proprio Dormitorio, per avere un po' di calma per potere leggere e rispondere alla missiva del suo fidanzato.  Come previsto,  nella camerata non vi era nessuno, quindi aveva il via libera.

Freneticamente - da quando era diventata come una di quelle ragazzine innamorate?- aprì la la busta e , nel giro di pochi secondi, finì la lettura della lettera. Molte emozioni aveva provato in quei momenti: dalla semplice tenerezza che provava nei confronti di quel ragazzo apprensivo, ad un leggero fastidio per quell'appellativo con il quale tutt'ora l'apostrofava; lei non era una secchiona!

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Pensò stizzita la Granger che, sorridendo già per la sua piccola vendetta - il suo fidanzato avrebbe sicuramente passato qualche minuto di paura; lo conosceva troppo bene- andò subito alla sua scrivania per potere una risposta di tutto riguardo.

Ronald Bilius Weasley,
Come diamine ti sei permesso di dire che IO, proprio IO, sono una secchiona?  Questa - come tu ti ostini sempre  a ripetere- "insopportabile So-tutto-io" ha salvato TE e il tuo amichetto Potter da una valanga di brutti voti! E non starò mica ad elencare cos'ho fatto IO e cosa tu NON hai fatto! E poi, per dirla tutta, non si dice quanto tu sei stata una cattiva influenza - cosa non vera, tra l'altro- ma quanto tu SIA STATA una cattiva influenza. Grammatica, Ronald; ne hai mai sentito parlare?
.....Bene, ora che ho finito il mio piccolo sfogo, posso parlarti seriamente. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da questa lettera; devo ammetterlo, Ronald, non mi sarei mai aspettata un tale gesto da parte tua. Forse dovrei darti la promozione a semplice cucchiaio e non cucchiaino da tè. Che ne dici?  
Qui sento molto la mancanza tua e quella di Harry : è strano camminare per i corridoi, oppure frequentare le lezioni senza quei due pigroni dei miei due migliori amici che non sanno far altro che chiedermi se posso aiutarli a scrivere temi vari. E' vero, ci sono Ginny, Luna, Neville è tutti gli altri, ma senza di voi non è lo stesso.
E poi ora che finalmente sto con te, dobbiamo rimanere lontani l'uno dall'altra per troppo , troppo tempo. Ogni sera, prima di andare a dormire, fantastico su come sarebbe stato avere te ed Harry qui ad Hogwarts. Sarebbe stato un po' strano sia per te e me, ma anche per tutti gli altri, vederci in atteggiamenti poco consoni alla figura di Prefetti - diciamo pure che sarebbe strano vedere chi per anni si è scannato, proprio come noi due, vedere che ora vanno d'amore e d'accordo.
Beh, forse è stato meglio così : io ad Hogwarts e tu a casa tua.  Ah, a proposito di questo.. Lo sai che quella sciocca di Lavanda non riesce a non guardarmi con odio? E' da quando  ha visto che ci baciavamo che non  fa altro che lanciarmi occhiate di puro odio; ho il sospetto che lei provi ancora qualcosa per te. Attento, Ronald, se oserai fare qualcosa di sbagliato, pregherai che ti lanci addosso uno sciame di canarini e non altro.
Beh, ora devo andare; una bella cena mi aspetta. A presto,
Tua Hermione
P.S. Ginny ti ha informato bene, tra due settimane esatte ci sarà la gita ad Hogsmeade. Ci vedremo, non preoccuparti; ho voglia di passare una giornata insieme al mio ragazzo.
P.P.S. Ehi, non è vero che io studio sempre! Non quando ho pochi compiti, ecco..

Ecco, aveva finito. Una cosa le parve strana, però: Ron non aveva fatto nessun accenno al  suo compleanno che, di lì a  qualche giorno, sarebbe arrivato. Un po' l'aveva amareggiata; Harry e Ron ricordavano sempre il giorno del suo compleanno ed erano i primi e quasi gli unici a farle gli auguri. Che si fosse dimenticato di tutto? Conoscendo Ronald Weasley, vi erano grandi probabilità che lui avesse scordato quando compiva gli anni.
Sospirando tristemente, fece avvicinare sia Errol II che il piccolo Leo per farli tornare entrambi a casa del padrone. Legò la lettera alla zampetta del gufetto che fu regalato a Ron da parte di Sirius e, accompagnandoli verso la finestra, disse loro :

" Tornate da Ronald e, mi raccomando, state attenti... Tutti e due."

Disse, con una piccola nota di ammonimento per Leo che, a distanza di anni, non riusciva a smettere di combinare pasticci.  Le due bestiole capirono le direttive della giovane Granger e, gracchiando in sua direzione per "salutarla", volarono via attraverso l'enorme valle su cui era situato il castello di Hogwarts.

"Mi manchi tanto, Ron..."

 Disse piano, osservando l'orizzonte sicura che lui non sarebbe mai venuto a conoscenza del proprio umore. L'orologio accanto a suo letto iniziò a suonare, segnalando alla padrona che erano appena le sei del pomeriggio; forse sarebbe stato meglio se fosse andata a riposarsi un po'. Sì, un po' di ristoro le avrebbe fatto più che bene.





N.d.A.

Sì, lo so, avrei dovuto aggiornare settimane fa! Scusate, ma la scuola mi sta distruggendo, quindi non ho avuto l'opportunità di scriviere e portarmi avanti, come di solito faccio.
Spero che questo capitolo vi piaccia, ci ho impiegato un bel po' per farlo uscire fuori!
A Presto :)

- Ash.





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Capitolo 4
*** Ops, I forgot your birthday! ***


3rd chapter
19 Settembre 1998, Hogwarts




Quant'è importante una data per una persona? Sicuramente tanto, sopratutto se si parla di compleanni. Il famoso Trio dei Miracoli tenevano molto a quella ricorrenza annuale e, ad ogni compleanno di uno di loro, non mancavano mai gli auguri con qualche piccolo pensierino come regalo: Spioscopi, libri, o semplicemente un abbraccio; per loro importava più il gesto che l'oggetto materiale.

Per Hermione Granger quelle piccole cose avevano una grande importanza: sin da quando era entrata a far parte del Mondo Magico, non aveva avuto grandi rapporti sociali - non che prima ne avesse di più- e sapere che  Harry e Ron  le facessero anche solo gli auguri, la faceva sentire felice, importante per qualcuno. Poi quell'anno sarebbe stato speciale, dopotutto Ron ora era il suo ragazzo; quasi sicuramente avrebbe fatto qualcosa di speciale per lei - condizioni economiche permettendo. Il rosso , durante quei loro mesi di relazione, si era dimostrato una persona diversa da quello che lei pensava, anche se doveva ancora migliorare e, sopratutto, evolversi da semplice cucchiaino da tè ad altre posate/oggetti  da cucina - quei paragoni calzavano sempre a pennello.
Era normale, quindi, che il suo più che sbadato fidanzato si ricordasse, quell'anno più che mai, che il 19 settembre fosse il suo compleanno. Ma, come tutti ben sanno, Ron Weasley era una continua fonte di sorprese, talvolta persino negative.


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I giorni avanzavano e con essi , il tempo diventava sempre più lugubre, clima tipico delle Isole Britanniche. Nei precedenti giorni quell'incessante pioggia aveva messo a dura prova la pazienza di tutta la popolazione studentesca di Hogwarts - soprattutto i giocatori di Quidditch- ma, finalmente, quella giornata fece eccezione: infatti, sin dalle prime luci dell'alba, un sole caldo di fine Settembre irradiava con i suoi tiepidi raggi tutto il Castello di Hogwarts.


Hermione Granger, contrariamente alle sue abitudini, quel giorno restò sotto il tepore delle calde coperte del suo letto più del solito. La sera prima era andata a dormire piuttosto tardi - doveva finire un tema supplementare per la professoressa McGranitt-  quindi, visto che di sabato non aveva nessuna lezione, poteva permettersi qualche minuto in più di riposo.  Avrebbe continuato pure a dormire un altro po' - stare con Ron le aveva fatto male, sicuramente- se non fosse stato per un improvviso urlo che riecheggiò per la camera e del conseguente peso che si trovava addosso: Ginny Weasley.


" Auguri, Hermione! 19 Settembre, 19 anni! "

Purtroppo l'allegria che stava dimostrando la giovane rossa, non poté essere condivisa dall'amica che, in quel momento, la stava fulminando con uno sguardo omicida.

" Avrei preferito essere svegliata da un Troll di montagna, piuttosto. "

 Sbuffò la Granger, mentre faceva spostare la compagna di Dormitorio da sopra di lei.

" Chi, quell'idiota di mio fratello? " Chiese la giovane Grifona dai capelli fulvi, ben sapendo che quello l'avrebbe fatta arrabbiare. " Mi sa che Ron ti stia portando sulla cattiva strada, Hermione. "

La risposta che ricevette fu immediata: dopo pochi secondi, Ginny si ritrovò con la bocca piena di piume e il cuscino della compagna in grembo.  La risata che Hermione fece, fece arrabbiare la giovane Weasley che, di tutta risposta, rilanciò indietro il cuscino.  Inutile dire che, per vari minuti,  per il Dormitorio del Settimo anno di Grifondoro, riecheggiarono le urla divertite delle ragazze, non senza la disapprovazione delle altre, svegliate da tutto quel rumore.

"O..Ok, ok, basta! Mi arrendo!"

Disse la festeggiata, il petto che si alzava ritmicamente per il fiatone che quella piccola battaglia le aveva fatto venire.  Non voleva ammetterlo, ma era felice di quel piccolo momento spensierato; le faceva sentire meno la mancanza di quello stupido rosso di nome Ronald Weasley.

" A proposito di quel buzzurro, ti ha fatto gli auguri? "

Ecco, era la domanda che sperava non le facesse: Ron non aveva più risposto alla sua lettera, figurarsi farle gli auguri - non era arrivato nessun gufo durante la notte-  e stava cominciando a preoccuparsi; forse gli era successo qualcosa, forse si era dimenticato che oggi era il suo compleanno, forse..

" Non ho sue notizie  da giorni." Sospirò tristemente, mentre incrociava le gambe , come i Babbani erano soliti dire, all'indiana. " Ma sicuramente si farà sentire oggi! Non può essersi dimenticato del mio compleanno; mi ha sempre fatto gli auguri, quando eravamo a scuola!"

" Dai, Ron non è così cretino, sicuramente te li farà più tardi"

La rossa era sicura: Ron non poteva essere così deficiente da dimenticarsi del compleanno della sua ragazza.
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Non una lettera, non un singolo pezzo di pergamena con su scritto : "Auguri, Hermione." Niente di niente. Né da parte di quel cretino, né dal suo migliore amico.  Con il trascorrere delle ore, il malumore della giovane Granger  crebbe in maniera smisurata. Com'era possibile che proprio loro due, le persone che le erano più care al mondo - esclusi i suoi genitori, ovviamente- si fossero dimenticati che in quel giorno compieva diciannove anni? Persino la McGranitt, dopo aver finito la colazione, la fermò per augurarle buon compleanno. E anche Hagrid , quando lei era andata a trovarlo per  il solito tè, la strinse stretta in un abbraccio spacca-ossa che faceva invidia alla Signora Weasley e le disse:

"Auguri, Hermione! Sembra che è passato troppo tempo ! Eri piccola come uno Snaso, quando ti ho conosciuto!"

Ma se la giovane Caposcuola di Grifondoro  non voleva più avere a che fare né con Ronald Weasley, né con Harry Potter, la sua amica Ginny non era dello stesso avviso: doveva farla pagare a quel troglodita di  suo fratello e quel cretino del suo ragazzo e lo avrebbe fatto.  Hermione si era chiusa in Biblioteca da quando le lezioni erano finite e, quasi sicuramente, avrebbe saltato la cena.  Aveva quindi tempo per scrivere una lettera piuttosto "speciale".  

Si diresse nel Dormitorio - aveva bisogno di essere completamente sola - che in quel momento della giornata era quasi sempre vuoto, ma appena varcò la soglia, trovò lei, Lavanda: si stava truccando, più del solito; probabilmente aveva un qualche appuntamento con qualche ragazzo (s)fortunato.

" Lavanda, esci. Devo fare una cosa importante e devo rimanere sola. "

Disse la rossa con il suo solito modo di fare, diretto e senza peli sulla lingua. Ovviamente, la biondina non fu contenta di dover uscire in anticipo,  e lo fece, ma non prima di averle detto stizzita:

"Va bene, va bene, ma non c'era bisogno di usare questi modi maleducati! Se vuoi comunicare segretamente con il tuo ragazzo, potevi dirlo!"

<< Che oca! Pensa solo ad una cosa! >> 

Pensò la rossa, contenta di non essere un tipo come lei e che non aveva un ragazzo idiota. Anzi, idiota lo era, ma non senza cervello.  La giovane Weasley scosse la testa, appellando poi una pergamena e una busta da lettera interamente rosse.

" Ora vedrete, idioti."

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<< Che giornata! >> Pensò una testa rossa insieme al suo migliore amico mentre stava varcando la soglia di casa sua, subito accolto dal solito sorriso caloroso di sua madre. Aveva passato una giornata come poche e non aveva smesso per un singolo minuto di rimpiangere di non essere tornato ad Hogwarts.
 
Quella mattina, non appena ebbe varcato la soglia del negozio di George, si sentì un enorme botto: suo fratello aveva appena sbagliato un incantesimo nel laboratorio dove venivano creati tutti gli scherzi Made in Weasley, scatenando così una reazione a catena con tutti i propotipi che avevano in negozio.  Fortuna che Harry quel giorno avesse un giorno di riposo dall'accademia Auror, così aveva potuto dar loro una mano. Ma anche con l'aiuto di Harry - che non era poi un granché- avevano finito tardi; solo verso le undici e mezza potettero tornare a casa ed avere un po' di quell'agognato riposo.

Il giovane Weasley ed Harry mangiarono la cena -la Signora Weasley l'aveva tenuta in caldo per loro e per il Signor Weasley che ancora non era rincasato-  poi, troppo stanchi per aspettare il capofamiglia, andarono i camera loro. Non parlarono molto in quei minuti; la testa di tutti e due giovani uomini: entrambi sentivano di aver dimenticato qualcosa, ma non sapeva cosa. Mentre finivano di mettersi i propri pigiami - quello di Ron era , ovviamente, dei Cannoni di Chudley- si lanciarono uno sguardo d'intesa, come se avessero capito l'uno i pensieri dell'altro.

"Va beh, a domani, amico."

Disse il Salvatore del Mondo Magico, buttandosi poi sul letto a peso morto.

<<  Domani cercherò di ricordare, sì. >> Pensò il rosso, ma non sapeva che qualcuno glielo avrebbe fatto ricordare in un modo molto.... Plateale.


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La notte trascorse velocemente e, in quel momento, stava lasciando il posto al sole albeggiante. Ron Weasley dormiva placidamente abbracciato al suo cuscino, completamente immerso in un sogno che aveva come protagonista Hermione - come sempre, del resto. Ma sembrava che esso non dovesse durare a lungo: improvvisamente, la sua guancia venne pizzicata da un continuo beccare; sicuramente era Errol II che gli portava notizie da Hogwarts. Ancora intontito dal sonno, prese in mano la lettera che il gufetto gli stava porgendo, non notando ancora il colore della busta.

"Grazie, Errol II.."

Mugugnò  a mo' di ringraziamento all'animale che, stizzito per non aver ricevuto nemmeno un biscotto gufico, lo morse  ad un dito.
"Ahi! Errol, ma che ho fatto?"

Con quell'urlo svegliò anche Harry che, di colpo , sbiancò non appena vide cosa il suo migliore amico stesse tenendo in mano.

"R-ron, hai ricevuto una.. U-una Strillettera!"

Disse il ragazzo Sopravvissuto alla Guerra, ma che non sarebbe mai Sopravvissuto ad una Strillettera da parte della sua fidanzata- era sicuramente di Hermione; ci avrebbe scommesso la bacchetta.

Il rosso, ormai fin troppo sveglio, declutì impaurito: chi avrebbe mai potuto mandargliela? Hermione? Ma perché? Scosse la testa, mentre apriva con dita tremanti la busta color porpora. Subito, non appena ebbe rotto il sigillo, la busta levitò, come se avesse preso vita.

" TU, RONALD WEASLEY!"

I due ex- Grifondoro saltarono sul posto, sentendo la voce furiosa, maledettamente simile alla Signora Weasley, di Ginevra Molly Weasley.

" SONO VERAMENTE DISGUSTATA - frase che ricordava ad entrambi il loro Secondo Anno- COME AVETE POTUTO, TU E QUEL CRETINO DEL MIO RAGAZZO, DIMENTICARE IL COMPLEANNO DI HERMIONE?"

<< Ecco che cosa avevo dimenticato: ieri era il compleanno di Hermione!>>

 Pensò il rosso a metà tra il sollevato per aver scoperto cosa aveva dimenticato e l'impaurito .

" SONO SICURA CHE LEI NON AVRA' INTENZIONE DI VEDERTI PIU', RONALD, E FAREBBE ANCHE BENE, VISTO L'IDIOTA CHE SI RITROVA COME FIDANZATO. CERCATE , TU ED HARRY, DI RIMEDIARE, PERCHE' QUESTA E' LA VOLTA BUONA CHE VI AFFATTURO!"  

La lettera, così come si era animata, appena ebbe finito il suo discorso, si strappò in mille pezzettini sotto lo sguardo attonito dei due giovani.

"D-devo scrivere ad Hermione, subito."

Il povero Ron, ancora scosso dall'idea di aver dimenticato un giorno così importante come il compleanno della sua ragazza, si precipitò subito allo scrittoio davanti il suo letto, afferrando piuma e pergamena.

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Quella notte non aveva dormito per nulla: aveva passato ore ed ore a piangere lì, nascosta agli occhi del mondo grazie alle spesse tende del suo baldacchino, come spesso aveva fatto negli anni passati, e sempre per lo stesso motivo. Harry e Ron erano gli unici amici che aveva  ed il fatto che loro si fossero dimenticati di lei- sopratutto Ronald, che era il suo "fidanzato"- la fecero sentire più sola che mai.

 A colazione, tutti furono stupiti degli evidenti cerchi scuri che la Granger aveva, tranne Lavanda Brown: era come se avesse capito tutto; non faceva altro che lanciare sguardi soddisfatti verso la ragazza che gli aveva  rubato il suo RonRon. Ma ad Hermione non importava nulla se l'intera scuola, compresi gli insegnanti, la sguardassero attoniti; era troppo triste per potere interessarsi alle apparenze.

Le ore  mattutine di libertà passarono così in fretta - probabilmente perché lei fu durante quelle ore era stata completamente distratta- e, per evitare tutta quella folla, saltò il pranzo, tornando nel suo Dormitorio per potersi sfogare di nuovo.  Ma arrivata lì, trovò una sgradevole sorpresa: Errol II stava picchiettando con il suo piccolo becco il vetro della finestra accanto al suo letto, con un'evidente lettera da  chi sapeva lei. Prese la lettera, non che le interessassero le scuse di Ron, ma era proprio curiosa.


Cara Hermione,
Sì, lo so, mi sono dimostrato peggio di un cucchiaino da tè, mi sono dimenticato del  tuo compleanno.  E' imperdonabile da parte del tuo ragazzo, e non è la prima volta che, durante tutti questi anni che ci conosciamo, faccio qualcosa di stupido che ti faccia perdere la fiducia in me.
Non ho scuse, né io, né Harry, però voglio dirti  perché ci è passato tutto di mente: George ha fatto esplodere un suo prototipo e, io ed Harry, abbiamo passato l'intera giornata a togliere tutti i residui di Amortentia lì in negozio - sono esplose molte cose, credimi- fino alle 11 di sera. Eravamo troppo stanchi quando siamo ritornati alla Tana, ma sapevamo entrambi che ci stavamo dimenticando qualcosa d'importante, ma non ricordavamo cosa. Solo stamattina, grazie alla Strillettera di Ginny - era quasi identica a quella che mamma mi aveva scritto quando eravamo al Secondo Anno-  ho ricordato che ieri compivi 19 anni e non mi sono mai sentito così stupido in vita mia, nemmeno quando me ne sono andato l'anno scorso durante la caccia agli Horcrux.
Ti prego, Hermione, credimi, non l'ho fatto apposta..  Mi permetti di spiegarti tutto e farmi perdonare alla gita ad Hogsmeade di sabato? Farò qualsiasi cosa, giuro, qualsiasi cosa per far perdonare questo stupido cucchiaino da tè.
Sperando che tu capisca,
Ti aspetto sabato.
Ron

Un incidente ai Tiri Vispi Weasley: poteva essere vero? Non riusciva a perdonarlo, non quella volta.

"C-credo che sia tardi, R-ron.."

Sussurrò mentre impiastricciava la pergamena di calde lacrime, come se Ron potesse veramente sentirlo. Non osava pensare a cosa sarebbe successo ad Hogsmeade; sarebbe stato un completo disastro.




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Ok, so che sono in un ritardo pazzesco, ma con compiti a non finire, imminente partenza a Londra, non ho avuto il tempo necessario per continuare! Spero che vi piaccia, non che sia un granché! A presto,

-Ash

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Capitolo 5
*** Get off your hands from my girlfriend! ***


26 Settembre 1998, Hogsmeade

 

Era passata una settimana dal suo compleanno e ancora Hermione Granger era arrabbiata e delusa nei confronti del suo ragazzo, Ron Weasley. Per lei era stato inaccettabile,  a tal punto che non volle rispondere alla lettera di scuse che il giovane Weasley le aveva inviato il giorno dopo, sostenne che " non aveva la minima intenzione di volerne sapere di quell'idiota maleducato".

 La tristezza della Granger era ben presto tramutata in una grande rabbia, che purtroppo fu riversata sui fogli di pergamena per i compiti e, sopratutto, sugli studenti: mai , nella sua del tutto invidiabile carriera scolastica, aveva punito ingiustamente qualche alunno un po' movimentato, anzi, di solito era fin troppo buona con alcuni elementi. Aveva messo in punizione  e, ovviamente sottratto loro una gran somma di punti , alunni di tutte le età e di tutte le case. L'intero corpo docente era scioccato dal repentino aumento delle punizioni durante l'arco di quella settimana; mai avevano assistito a dei castighi di massa.
Per la gioia di tutta la popolazione di Hogwarts - dal terzo anno in su, ovviamente- l'attesissimo sabato della prima uscita ad Hogsmeade era arrivato: per i corridoi del Castello si riusciva ad udire l'incessante mormorio eccitato dei giovani maghi; chi aveva un appuntamento importante con il proprio ragazzo - Madama Piediburro era quindi una tappa obbligatoria; oppure chi usciva con gli amici per andare a bere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa.
Hermione, al contrario del resto della scuola, quella volta non aveva proprio voglia di allontanarsi troppo dai confini di Hogwarts; c'era una grossa probabilità, anzi, era proprio sicuro che Ron avrebbe tentato in tutti i modi di farsi perdonare e lei non era ancora pronta per affrontarlo "faccia a faccia". Conosceva sé stessa, e conosceva anche il suo ragazzo: avrebbe finito per perdonarlo subito, su due piedi, senza fargli capire quanto le avesse fatto male quella semplice dimenticanza. Era proprio decisa a rimanere a scuola, nonostante tutte le insistenze di Ginny: secondo lei avrebbe dovuto uscire e cercare di dimenticare cosa le avesse fatto suo fratello. Purtroppo per lei, la giovane Ginevra Weasley era molto testarda a tal punto che, appena tutte le ragazze del loro Dormitorio furono uscite, le lanciò un Levicorpus non-verbale facendo così levitare la Granger sopra il suo letto.

" Che cos-.." Sussurrò Hermione , il pigiama leggero  le copriva interamente la faccia, facendo sì che il tono di voce risultasse attutito. " Ginny, fammi scendere. ORA."

"Dovevo pur svegliarti in qualche modo, cara. Oggi si va ad Hogsmeade!" La rossa fece la finta tonta, ignorando bellamente l'ordine della sua migliore amica; le serviva una bella scossa. " Sai una cosa? Stai diventando una dormigliona come mio fra-..."

" Io non verrò ad Hosmeade, Gin! E ora, per piacere, fammi scendere."

Disse Hermione, incrociando le braccia al petto. Stava iniziando a perdere veramente la pazienza e quando Hermione Jean Granger si arrabbiava sul serio, tutti correvano al riparo.

"Ah, va bene! "

Sorrise Ginny e puntò di nuovo la punta della sua bacchetta verso l'amica.

" Liberacorpus! "

 Un sonoro tonfo - come la caduta di alcuni sacchi di patate- si diffuse per tutto il Dormitorio del Settimo anno di Grifondoro; menomale che non c'era nessuno a parte loro. Hermione Granger era seduta a terra, mentre la Weasley se la rideva di gusto.

"Bene, ridi quanto vuoi, tanto non ci vengo; ho troppo da studiare, non voglio andare male ai.. A-ai M.A.G.O.!"

Il tono della mora era deciso, deciso  a non voler cedere all'ordine non velato della sua migliore amica.


<<  Ammettilo, però, non vuoi andarci perché hai paura d'incontrare Ron,  e chissà poi cosa vi direte! >>

Pensò arrossendo in un modo veramente simile a  quello del suo fidanzato.

" Certo, la scusa dello studio non vale. Hai paura d'incontrare quell'idiota di mio fratello, vero? No, mia cara Hermione, tu ora ti vestira e verrai con me ad Hogsmeade. Niente scuse."

Ginny aveva appena messo le mani sui fianchi, tipica posa delle donne Weasley che avevano intenzione d'intimidire qualcuno.

 " Sai, amica mia, Lumacorno aprezza moltissimo la mia destrezza nella Fattura Orcovolante; non farti affatturare e farti portare ad Hogsmeade con la forza! Puoi anche divertirti una volta, sai?"

Sapeva che quello era un tasto dolente per chiunque non volesse ritrovarsi in infermeria per colpa di certe fatture, e anche Hermione non deluse le sue aspettative. 

" ...Oh, e va bene! Ma se mi annoio, torniamo subito; va bene? "

Disse la ragazza dai capelli ricci, per poi farle un cenno di passarle alcuni vestiti riposti nell'armadio condiviso che avevano; se proprio voleva allontanarsi da Hogwarts, anche se per poche ore, era meglio divertirsi un po'. Ginny aveva ragione.

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In tempo record - solo 20 minuti-  Hermione era andata in bagno, si era vestita, ed era pure riuscita a rendere i suoi indomabili capelli ricci presentabili. Ginny, invece,  era scesa in Sala Grande a prendere qualcosa da sgranocchiare durante il  tragitto per Hogsmeade; era più per lei, che per Hermione. Finito di prepararsi, la giovane Grifondoro raggiunse la sua migliore amica che l'aspettava, carica di dolci, proprio nella Sala d'Ingresso.Era curioso il modo in cui qualsiasi studente dotato di un'intelligenza evitasse accuratamente di guardare il Caposcuola Granger: essendo che quella era la prima uscita al famoso villaggio Magico, nessun alunno aveva intenzione di rovinarsi la giornata, o peggio, la possibilità di uscire ogni tanto dal Castello.

Durante il tragitto, le due ragazze parlarono del più e del meno, come se in quei giorni non fosse successo nulla di grave, ma  ad un certo punto entrambe si fermarono: davanti a loro, ignorando il fatto che qualcuno potesse vederli in atteggiamenti per così dire "intimi", vi erano Seamus e Calì. Sia Hermione, che Ginny, in un primo tempo diventarono così rosse in viso da potere fare invidia al Weasley con i capelli più fulvi.

"C-che facciamo , Gin? "

Sussurrò la mora all'amica, mentre il suo sguardo slittava dai due ragazzi -che per fortuna non le avevano ancora notate- alla rossa. Era una situazione alquanto imbarazzante e inoltre, le ricordava troppo quando anche lei, con il suo ragazzo..

<<  No, non devo pensarci. Non se lo merita! >>

Scosse la testa, la giovane Hermione, rimproverandosi mentalmente per aver pensato ad una cosa del genere.

"Cerca di fare meno rumore possibile e andiamo avanti!"

Le due giovani sembravano proprio come due di quelle ladre Babbane che si vedevano spesso nel film: con un'espressione ansiosa stampata nel volto di entrambe, quatte quatte, continuarono a camminare dritto e, fortunatamente, Seamus e Calì non si accorsero di nulla. Quando furono abbastanza lontane dai loro compagni, Ginny ed Hermione poterono tirare un sospiro di sollievo.

" E chi l'avrebbe mai detto: Seamus e Calì che... "

La rossa si lasciò andare in una risata liberatoria, mentre varcavano l'entrata del villaggio di Hogsmeade. 

Nonostante fossero passati  6 mesi dalla fine della Guerra Magica, la piccola cittadina completamente magica non era stata del tutto ricostruita: qua e là torreggiavano case ancora semi-distrutte, alcuni negozi di articoli magici erano in ristrutturazione e in tutto il paesino non si odorava più quell'aria di spensieratezza, di allegria; ecco a cosa portava una Guerra, ecco a cosa portava la pazzia di un uomo con l'odio verso il genere umano. 

" Sì, inf-..."

Hermione avrebbe continuato la frase, se non avesse scorso la persona che, in quel momento, era l'ultima persona al mondo che volesse vedere.
Ron si trovava davanti alle due ragazze, con un 'espressione che fece stringere il cuore ad Hermione: della barba rossiccia spuntava dalle sue guance e sembrava molto più esile da quando l'aveva visto circa 3 settimane prima. Aveva voglia di corrergli incontro, abbracciarlo, baciarlo, ma il ricordo di quello che era successo qualche giorno prima le fece bruciare l'orgoglio ferito, ferito dalla mancanza di tatto del suo ragazzo.  Ginny, accanto a lei , guardava nervosa  e furiosa  il fratello, ma sapeva bene che quelli non erano affari suoi.

" H-hermione - disse , con la voce roca di chi aveva parlato poco negli ultimi giorni -  i-io..." 

Il rosso provò ad avvicinarsi, ma si fermò subito non appena vide la sua ragazza camminare speditamente verso di lui. Dall'ultima esperienza, Ron aveva imparato quanto la rabbia di Hermione Granger poteva essere pericolosa, quindi,  chiuse gli occhi e mise le mani davanti, come per farsi scudo.

" Relascio!"

Improvvisamente, sentì il proprio corpo  sollevarsi e andare a cozzare contro il tronco di un albero lì vicino. Dopo un po' di secondi, passati a lamentarsi per la botta, il rosso tornò a guardare davanti a sé. Hermione , con Ginny che la seguiva e allo stesso tempo gli lanciava degli  sguardi , gli passò davanti, la testa ritta , e s'inoltrarono per le strade semi-distrutte di Hogsmeade; la giornata non poteva iniziare in una maniera peggiore.

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Hermione Granger era seduta  a braccia conserte su una gelida panchina davanti il negozio di scherzi di Zonko. Ginny era entrata un attimo per comprare qualcosa - aveva chiesto più volte cosa volesse prendere, ma non le aveva detto nulla- e lei, in attesa che l'amica uscisse, rimuginava su ciò che era successo poco prima: Ron sembrava veramente dispiaciuto, più di quanto lo fosse stato qualche mese addietro quando era tornato da lei ed Harry, quando aveva affrontato le sue paure per distruggere un Horcrux.

<<  Ciò non significa che lui possa dimenticarsi di me quando gli capita!  >>

 Le dita della ragazza si strinsero attorno al tessuto consumato dei vecchi jeans Babbani che indossava, mentre la rabbia repressa nei giorni scorsi stava riaffiorando. Era offesa, arrabbiata e delusa nei confronti del suo ragazzo; un cocktail veramente pericoloso, sopratutto se si parlava di Hermione Granger.  Alzò gli occhi nocciola verso il cielo cupo di quella giornata di fine Settembre, ma la rabbia non scemava affatto; tutta colpa di Ron!

Ma come ben si sa, la troppa calma anticipava sempre i momenti di tempesta, e così accadde. All'improvviso, qualcuno le si sedette accanto e, pensando che fosse Ginny, alzò subito lo sguardo rivolgendole un sorriso.

" Buongiorno, Granger! Che ci fai tutta sola qui? " 

Quella voce le fece ghiacciare il sangue nelle vene. Cormac McLaggen, in tutta la sua spavalderia, la stava fissando con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Nonostante fosse ben noto a tutta Hogwarts che lei e Ron stessero insieme, McLaggen non demordeva; cercava spesso di appoliparsi a lei, come la Piovra Gigante del Lago Nero.

"O-oh, buongiorno, Cormac! Tu..Tutto bene?"

La voce della Granger era tentennante, nervosa, e il ragazzo lo capì. Ma nonostante ciò, voleva provarci:era da sola e non in compagnia con quel Weasley o sua sorella.

" Per caso Weasley ti ha lasciata ? "

 Disse McLaggen, che intanto si era fatto un po' più vicino, con la reazione instantanea  di Hermione, che si ritrasse fino - panca permettendo.

" C-chi, Ron? Certo che NO!"

Cercò di sottolineare il fatto che lei fosse ancora impegnata con Ron- nonostante lei ancora non lo avesse perdonato- ma quello non era necessario che Cormac lo sapesse.

" Mh. Sai, Granger, io credo che tu ed io," come una cozza che si attacca ad uno scoglio, così McLaggen posò con non molta delicatezza, la sua mano su una gamba della Grifondoro. " Beh,  si potrebbe fare qualcosa, senza che quello sciocco di Weasley lo venga.. A sapere.."

Ormai il rivoltante viso dell'appiccicoso Grifone era talmente vicino, che poteva sentire già il suo alito, nauseante anch'esso, ma non riusciva minimamente ad allontanarsi da lui.

<<  Ma dove Miseriaccia è andata a finire Ginny?! Per l'amor del cielo, questo qui mi vuole baciare! >>

Hermione non lo dava a vedere, ma era molto spaventata : aveva paura che potesse succedere qualcosa che, se fosse stata vista  da  Ron, avrebbe fatto finire tutto. Nonostante lei fosse ancora infuriata con il rosso, non voleva vendicarsi, non in quel modo.

" Ehi, tu, McLaggen, stai lontano dalla mia ragazza."

Quella voce fece trasalire entrambi i due giovani: Hermione arrossì, mentre Cormac si allontanò leggermente dalla Granger, pur mantenendo quella sua solita aria presuntuosa  e arrogante. Ron, invece, era livido in volto; addirittura il rossore delle sue gote, superavano di gran lunga quello dei suoi capelli rosso-fiamma.

Con poche falcate, piuttosto rigide rispetto alla normale andatura del rosso, raggiunse i due e, scoccando uno sguardo veramente terrificante allo pseudo-biondo, prese per mano la sua fidanzata facendola alzare subito dopo.

" La prossima volta che ti vedo troppo "vicino" a lei, ti schianto seduta stante, McLaggen. "

Il tono del giovane Weasley era freddo, più formale di qualsiasi altra volta; era abbastanza inquietante. 

Tra i due giovani era calato un silenzio innaturale, carico di tensione, mentre Ron continuava a strascinarla per tutto il villaggio di Hogsmeade, sicuramente per trovare un posto abbastanza isolato per una delle sue tipiche sfuriate alla "Weasley". Da quando Fred era morto, Ron era diventato decisamente più irascibile, per quanto riguardava certi argomenti che, secondo lui, potevano essere considerati pericolosi.  La sua grandissima gelosia nei confronti di Hermione, era una di queste: più volte, durante le vacanze estive, lui e Ginny avevano litigato perché lei lo stuzzicava in argomento " storia con Hermione".

Ron condusse la sua ragazza nei pressi della Stamberga Strillante, che si sapeva che non fosse esattamente un posto molto frequentato. Lì, il ragazzo dai capelli rossi, potette finalmente porle quella domanda che gli frullava in testa da quando aveva visto quella scena così raccapricciante per lui:

" Tu e McLaggen... Vi..S-siete già baciati..? "

La sua espressione mutò in un instante: da estremamente rabbiosa, ad estremamente preoccupata ed ansiosa. Si vedeva come Ron avesse paura che lei si fosse vendicata di lui per quello che aveva fatto qualche giorno prima.  Per un attimo, per uno soltanto, rivide quell'espressione smarrita di qualche mese fa, prima che loro avessero definito completamente il loro rapporto, con il conseguente secondo bacio.

" Cos-..? Certo che no -disse; ma per chi mi hai preso? "

Esclamò scandalizzata Hermione, con la bocca semi-aperta in segno di sdegno alla sola idea di lei e McLaggen..

<<  Non pensarci. Non pensarci assolutamente, Hermione! >>

Si rimproverò mentalmente  la riccia, mentre scuoteva la testa per levarsi quell'immagine disgustosa dalla mente. Ron, nel frattempo, le si era avvicinato e dal suo sorriso appena accennato, si poteva evincere un senso di sollevamento, tipico di chi aveva una tremenda paura di essere beccato impreparato ad un'interrogazione della  materia che si odia di più.

" Comunque, io..Io volevo dirti che mi dispiace, Hermione. Insomma, mi ero pure segnato sul calendario dei Cannoni che Sabato scorso era il tuo compleanno, ma con tutto quello che è successo al negozio, mi .. Mi è passato di mente!" 

Quelle parole colpirono la giovane Granger: Ron , essendo di natura sbadata, per un colpo di sfortuna, si era semplicemente dimenticato di farle gli auguri. Avrebbe potuto pensarci prima, ma solo in quel momento capì ciò che non aveva potuto vedere e comprendere perché accecata dalla rabbia che provava nei confronti del ragazzo davanti a lui.  Però quella volta non avrebbe sbagliato, quella volta non si sarebbe lasciata trascinare da quell'irrazionale sentimento, ma avrebbe agito.
Lo prese per la collottola della giacca semi-nuova che il rosso indossava e, con dolcezza ma decisione, fece combaciare le proprie labbra su quelle sue.  Erano settimane che non si vedevano, che non si abbracciavano, che non si baciavano, e quel momento si sentì in colpa per essersi lasciata trasportare dall'ira, invece di potere passare quelle poche ore che venivano concesse loro una volta al mese. Ron, dopo un primo momento di sorpresa - non si aspettava infatti un gesto come quello, non dopo quel doloroso incontro che avevano avuto poco prima-  ma subitò dopo rispose al bacio.
 Rimasero così, abbracciati e con le labbra incollate a quelle dell'altro per un tempo che a loro parse indefinito; potevano essere minuti, secondi , o addirittura ore, non lo sapevano con precisione.

" Che ne diresti, Ron, di trascorrere quello che resta di questa giornata con me? In fondo mi devi ancora una festa di compleanno."

La riccia sorrise, così come fece il suo ragazzo: bastava così poco per fare pace.






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N.d.A.

Buona domenica a tutti! Ecco il nuovo capitolo che, come sempre, non mi soddisfa particolarmente - sarà che son troppo pignola io, oppure mi faccio troppi problemi. Comunque, come avrete letto, se siete arrivati fino a questo punto, Hermione , dopo un momento di crisi, ha lasciato uscire la sua rabbia a discapito di Ron e tutta Hogwarts.
"Relascio" è l'incantesimo opposto ad "Accio", quindi , se pronunciato con molta fermezza - come ha fatto la nostra Herm- può far allontanare violentemente il malcapitato.  Alla fine però, i due hanno fatto pace - non potevo farla durare per molto xD-  e continueranno ad andare d'amore e d'accordo, per ora.
Detto questo, vi saluto, e vi aspetto al prossimo aggiornamento!

- Ash

P.S. Le recensioni sarebbero gratite, positive o negative che siano;  mi servono per migliorare ciò che non va bene!

 

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Capitolo 6
*** Trick or treat? ***


6th chapter

 

Hogwarts, 31 Ottobre 1998

 
Come ogni anno, Hogwarts cambiava aspetto ogni volta che lo richiedesse e si arricchiva  sempre di curiose e fastose decorazioni: vischio, alberi pieni di ogni tipo di palline colorate prima delle vacanze natalizie; uova, coniglietti saltellanti che mettevano in allegria tutti gli studenti dei primi due anni a Pasqua.  Ma ad Halloween, festa di origine celtica e con alcune radici cristiane, l'immenso castello millenario assumeva un'aria tetra che lo faceva apparire, agli occhi dei più paurosi, una casa - come si vedevano  nei film Babbani- infestata dai fantasmi e spiriti maligni: ragnatele ad ogni angolo, zucche intagliate e con facce terrificanti che fluttuavano per aria, migliaia e migliaia di candele che sostituivano la solita illuminazione della Sala Grande,  la semi-oscurità in cui era avvolto tutto l'intero edificio e, cosa più agghiacciante di tutte, il raduno di tutti i fantasmi del castello per festeggiare il complemorte di Nick Quasi-senza-testa. 
 
Durante gli anni della sua permanenza ad Hogwarts, Hermione aveva vissuto esperienze tutt'altro che ordinarie durante quel giorno: al primo anno aveva rischiato di essere schiacciata da un Troll di montagna nel bagno delle ragazze, al secondo dovettero passare la gran parte della serata al 500° complemorte di Sir Nicholas. Insomma, ogni anno avevano sempre qualche motivo per correre qualche pericolo mortale ad Halloween. Ma quello era un anno speciale: finalmente la fonte di ogni minaccia era morto, quindi non avrebbe dovuto avere problemi quel giorno; Harry e Ron dopotutto non erano con lei. 

Purtroppo però, la giovane Hermione aveva fatto male i suoi calcoli. Quell'anno il giorno di Halloween era di sabato, quindi poteva permettersi di dormire un po' di più, rispetto agli altri giorni. E lo avrebbe fatto, se un fastidioso beccare sul vetro della finestra accanto al suo letto non l'avesse svegliata.

<< Per l'amor del cielo, chi è che manda la posta la mattina prima della colazione?  >>

 Da qualche giorno, Hermione riceveva lettere misteriose da un altrettanto misterioso 'ammiratore'. Lettere più o meno lunghe in cui c'era scritto 'sei bellissima', 'vorrei essere l'unico a baciarti', 'voglio diventare il tuo ragazzo'; quel ragazzo era proprio innamorato di lei. La cosa strana era che lei non aveva mai avuto un vero ammiratore: Krum aveva provato dell'interesse verso di lei, ma non come questo ragazzo - sempre che non si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto- e nemmeno McLaggen era mai stato così interessato a lei. 

Durante quella settimana, aveva ricevuto due lettere al giorno; una la mattina, una la sera prima di andare a dormire -sapeva anche a che orario solitamente andava a dormire. Inizialmente aveva seriamente pensato che quello fosse tutto uno scherzo, e così la pensava pure Ginny, quando lesse il contenuto delle missiva, ma con il passare dei giorni iniziò a preoccuparsi: e se fosse qualcuno che voleva trarla in inganno e creare problemi tra lei e Ron, ora che avevano fatto di nuovo pace?  C'era forse lo zampino di quell'arpia di Lavanda, che cercava sempre di farle dubitare di Ron ogni volta che ne aveva la possibilità, con l'aiuto di Calì?  Quell'opzione era forse una di quelle più probabili, e se fosse stato così, quelle due l'avrebbero pagata; quella situazione doveva assolutamente finire. Così, di malavoglia, Hermione si alzò dal letto - intanto il beccare sul vetro si era fatto più forte- e, aprendo la finestra, fece entrare dentro il dormitorio un intrizzito Barbagianni che non aveva mai visto prima ad ora. Il volatile teneva stretto nel becco una lettera, che fu subito presa dalla Grifondoro. Aperta la busta, notò subito la 'familiare' scrittura di quella persona sconosciuta. 
 

Credo che tu voglia sapere chi sono, e ti accontenterò, mia cara Hermione. Incontriamoci stasera alla Stanza delle Necessità dopo cena. Non ti preoccupare, non ci saranno sorprese terrificanti, voglio solo vederti di presenza. 
il tuo ammiratore segreto.
 

Un appuntamento con un completo sconosciuto - sempre se di sconosciuto si stava parlando.  Un ammiratore segreto per di più. La curiosità di vedere di chi si trattasse la convinse quasi  ad andare al luogo prestabilito, così da potere vedere con i suoi occhi quel ragazzo che l'aveva riempita di moine. Ma poi subito si riscosse: lei stava con Ron.  Era... innamorata di Ron da sempre; non poteva permettersi nulla del genere. E nonostante lui non si stesse facendo sentire da una settimana, lei continuava a nutrire  il segreto desiderio che potesse essere lui colui che continuava a mandarle quelle lettere anonime. Purtroppo ciò non era possibile: il suo ragazzo non era il tipo che faceva delle sorprese come quelle, e poi non gli sarebbe mai stato concesso potere entrare ad Hogwarts, ora che non era più uno studente. 

" Hermione? Un'altra lettera da  quel tizio?" 

La voce di Ginny  ovattata dalle coperte la richiamò riportandola alla realtà; come al solito si era lasciata andare nelle sue riflessioni.

" Purtroppo sì, e questa volta c'è una novità," disse, prendendo un grosso sospiro, " ha detto che vuole vedermi, questa sera dopo la cena nella Stanza delle Necessità".  

La giovane Granger scoccò uno sguardo preoccupato e titubante alla rossa, che ancora era mezzo-addormentata e non aveva ben capito.

" E tu vuoi andarci?" 

Ginevra alzò un sopracciglio scettica, ormai completamente sveglia, poi fece un cenno all'amica di passarle la lettera. Riluttante, Hermione le passò la missiva; la conosceva fin troppo bene e sapeva quale sarebbe stata la sua opinione su quel fatto. Gli occhi castani di Ginny si muovevano febbrilmente lungo quel piccolo pezzo di pergamena, fino a che non arrivò alla fine, poi alzò di nuovo lo sguardo verso la sua amica. 

" Quell'idiota di mio fratello sa qualcosa? Potrebbe arrabbiarsi molto se lo venisse a sapere, " nel  tono di voce della Weasley c'era una vaga nota d'ammonimento," ti ricordi la sua reazione quando al matrimonio di Bill, Krum stava per chiederti di ballare con lui? " 

 Hermione sapeva bene cosa Ginny volesse dire: Ron era veramente geloso di lei - l'aveva dimostrato più volte, molto prima che si mettessero insieme- e poteva accadere qualcosa di spiacevole se fosse venuto a sapere di quel tizio sconosciuto che le stava facendo la corte da poco più di una settimana. 

"No, e non deve saperlo. Se scoprisse che vengo sommersa di lettere da parte di un 'ammiratore segreto', sai bene cosa potrebbe succedere. Devo scoprire chi è che mi perseguita, e spero che non sia McLaggen."  

Il nome di quest'ultimo risultò poco chiaro; Hermione , che già si era alzata, aveva appena indossato uno dei maglioni Made in Molly Weasley regalatole due anni prima per Natale.  Ginny non era per niente d'accordo, ma sapeva fin troppo bene che Hermione Granger, dopo aver preso una decisione, difficilmente cambiava idea su di essa. 

" Va bene, fa' come vuoi; poi non dire che ti avevo avvertita, però! "

 Sbuffò la rossa un po' spazientita, sia perché disapprovava la decisione dell'amica, sia perché era stata svegliata così bruscamente per un motivo 'futile' - niente Mangiamorte, niente Signori Oscuri risorti, ecco. 

 " Comunque, io ritorno a dormire. Spero solo che QUALCUNO non i svegli di nuovo, sai com'è ." 

E, scoccandole uno di quei sguardi che ricordavano molto quelli della madre, la più piccola dei fratelli Weasley si rituffò tra le coperte rosse che infondevano calore e accoglienza solo a guardarle.  Ginny Weasley poteva risultare molto pericolosa, se svegliata prima del previsto.  Hermione questo lo sapeva, quindi decise di non disturbarla più con le sue congetture, ma forse sarebbe stato meglio scendere in Sala Grande e fare colazione; magari lì avrebbe potuto scorgere qualcuno dall'aria sospetta che la fissava insistentemente. 

<< Scoprirò chi sei, senza che Ron lo venga a sapere.  >>

Sussurrò tra sé e sé la Grifondoro Caposcuola, mentre appellava un libro di Rune Antiche ; portarsi avanti un po' con il programma, anche mentre si faceva colazione, era una cosa molto utile. 
 
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Il giorno di Halloween  il tetto della Sala Grande del castello di Hogwarts assumeva un aspetto a dir poco terrificante -sopratutto la sera, per non parlare del cibo e degli addobbi appesi alle pareti; facevano venire gli incubi ai più piccoli. 

Quell'anno, per far tornare tutto alla normalità dopo la Guerra, i professori avevano deciso di indossare anche loro qualche gadget a tema "Halloweenesco": si poteva vedere una prof.ssa McGranitt con delle ragnatele pendenti dal suo cappello da strega,  un professor Vitious con gli occhi contornati da una polvere nera e il faccino bianco; insomma, facevano più paura loro che erano vivi, che i fantasmi che erano morti.  Quasi tutti gli studenti, appena furono entrati dall'enorme portone in quercia e videro come si erano conciati i loro professori, sempre così ligi alle regole, non poterono fare a meno di trattenere una risata divertita per quella visione così fuori dal comune.

Ma se tutti erano stati contaggiati da quell'aria spaventosamente comica, vi era una ragazza dell'ultimo anno, Caposcuola dai capelli cespugliosi, che si guardava intorno con circospezione, come se stesse cercando d'inviduare qualcuno che stesse infrangendo le regole. Ma il Caposcuola di Ferro Granger , almeno per quella volta, era distratta da questioni personali: per tutta la giornata, non aveva smesso nemmeno per un momento di cercare tra i visi degli studenti maschi - anche femmine, alcune volte- uno che potesse assomigliare all'immagine del suo ammiratore segreto che aveva creato nella sua testa. Certo, spesso anche McLaggen l'aveva fissata con quel suo sguardo pseudo-sexy da ' so che ti piaccio, Granger', ma non voleva pensare che fosse proprio LUI; non avrebbe sopportato di esser di nuovo importunata da quella specie di pianta Tentaculum. 
Sedutasi al tavolo dei Grifondoro, tutti i suoi compagni si accorsero che c'era qualcosa che non andava in Hermione in quel momento e, proprio per quello, decisero un po' di approfittarsene per divertirsi un po'. 

"Ehilà, Herm! Come mai così pensierosa? Non mi dire che hai preso una 'O'!"

 Sorrise Seamus, mentre si stava servendo con della bistecca al sangue accompagnata da un contorno di color arancione non meglio identificato. Negli anni, non aveva perso la sua sempre innata ironia, cosa che divertiva molto la sua ormai ragazza Calì e la sua amichetta Lavanda. Non a caso, entrambe si misero a ridere. Ginny, che sedeva proprio accanto alla migliore amica, non poté non alzare gli occhi al cielo esasperata. 

"Secondo me ha ricevuto una qualche brutta notizia dal suo Weasley!" 

Lavanda, che fino a quel momento aveva solo riso con quella sua vocina da oca starnazzante, decise in quel momento per mettere del suo per prendere in giro la ragazza che invidiava così tanto: a distanza di quasi due anni, ancora non le andava giù che il suo Ron-Ron l'aveva lasciata perché innamorato di una secchiona come quella. 

" ...Strano che tu lo chiami 'Weasley', quando due anni fa non era altro che il tuo Ron-Ron, cara Lavanda. "

La giovane Granger dovette trattenersi dal continuare ad infierire su quel punto; sarebbe potuta passare come quella cattiva, quella che ruba i ragazzi altrui. Purtroppo però, non potette ignorare quel senso di pura soddisfazione che provava ogni volta che quell'ochetta la guardava con invidia: era qualcosa che aveva desiderato così tanto che potesse succedere, e ora che era realtà, stava avendo la sua vendetta. 

Con un sorrisetto trionfante per aver fatto zittire la Brown, Hermione si servì con un po' di puré di patate e avvicinò verso di lei una generosa razione di pudding, pietanze che vennero mangiate in men che non si dica. Tutti i suoi compagni allora la guardarono come se videro spuntare dalla sua schiena una coda di uno Schiopodo: quello che mangiava molto e velocemente era Ron, non lei. La ragazza, accortasi che mezzo tavolo di Grifondoro la stesse fissando, decise che era meglio iniziare ad avviarsi verso l'appuntamento con il suo 'ammiratore segreto'. 

" Io vado, Ginny. Ti faccio sapere tutto. "

Sorrise gentilmente alla sua amica dai capelli rossi e, dopo aver raccolto la sua brosa piena di libri rifornita proprio quel pomeriggio dalla Biblioteca, si alzò da suo posto iniziando ad incamminarsi verso l'uscita della Sala Grande. La sua assenza non fu notata da molti, nemmeno dai professori; erano troppo impegnati a deliziarsi con i manicaretti cucinati con tanto amore dagli Elfi Domestici, che dopo molte sue proteste avevano ottenuto un piccolo salario. 

I corridoi di Hogwarts erano letteralmente deserti, di tanto in tanto però si sentivano dei tetri ululati in lontananza ;  il complemorte stava riscuotendo, come sempre del resto, un gran successo tra i fantasmi del Castello.  Hermione camminò speditamente verso il settimo piano, esattamente presso l'arazzo di Barnaba il Babbeo, dove si trovava nascosta la Stanza delle Necessità. Non voleva darlo a vedere, ma in quel momento aveva un po' paura di arrivare a destinazione: temeva che tutto quel tran tran fosse stato opera di qualcuno che aveva voglia di farle uno scherzo di cattivo gusto, solo per metterla in cattiva luce di fronte a tutti. 
Ed eccola lì, con  i suoi occhi castani che fissavano la porta spuntata dopo esserle passata per tre volte  davanti. 

<<  Dai, Hermione. Devi scoprire tutto.  >> 

Sospirò piano, mentre una mano spingeva l'enorme portone di quercia intarsiato e, non appena mise a fuoco l'ambiente venutosi a creare, ma sopratutto la persona che vi stava dentro, non poté non spalancare la bocca dalla sorpresa.

"R-ron?"
 
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Non erano da lui gesti così incredibilmente romantici, ma la voglia di vedere quell'insopportabile So-tutto-io il prima possibile fu più che irresistibile. E quale momento migliore vi poteva essere se non quello di Halloween?  8 anni prima l'aveva apostrofata come una gran secchiona, invece ora stava insieme a lei; i casi della vita. Voelva farle quella piccola sorpresa e, insieme ad Harry, avevano iniziato a riempirla di lettere allegate a gufi diversi, un po' per farla confondere e non farle pensare che si trattasse proprio di lui.  Più volte lui ed il suo migliore amico avevano riso sulle probabili reazioni a quelle lettere così lusighiere da parte di Hermione e, quasi sicuramente, le ricerche assidue in Biblioteca per potere scoprire chi fosse il suo "ammiratore segreto". 
E ora se la ritrovava proprio lì, davanti a lui, dopo ben 30 giorni che non la vedeva e riuscì a pensare solo a quanto gli fosse mancato quel suo tono di voce così irritante da prima donna secchiona, ma che , in fondo, adorava da impazzire. 

"Ehi, Hermione! Passavo di qua e avevo bisogno di un tuo a-... AHIA!  Non mi picchiare!" 
Ebbene sì, il suo saluto dopo giorni e giorni che non si vedevano fu proprio un gran bello schiaffio sulla guancia, seguito da qualche pugnetto furioso. Hermione non aveva mai perso quella sua attutudine nel picchiare il proprio ragazzo in certe occasioni. 

" Sei un gran cretino! Mi hai fatta preoccupare tantissimo! 'Ammiratore segreto', mpf; potevi evitare questa pagliacciata! " 

Ringhiò rabbiosa come una gattina dal pelo arruffato a cui era stata appena sottratta la preda cacciata, ed aveva appena uscito le unghia per potersi difendere. 

<< E' peggio del suo gattaccio!  >>  

Pensò Ron mentre cercava di difendersi dagli attacchi di quella che , in teoria, era la sua ragazza.  Dopo qualche altro secondo di sfogo, Hermione si calmò, fermandosi un attimo a riflettere su tutto: l'indomani ci sarebbe stata la visita mensile ad Hogsmeade, quindi avrebbero  potuto vedersi lo stesso; ma perché aveva insistito per mettere in scena quel teatrino da quattro soldi? Egli pensò subito a risponderle, come se avesse letto nei suoi pensieri:

" Spero che nessuno si chieda dove tu ti sia cacciata; magari pensano che tu sia andata ad uccidere un altro Troll di montagna! Sai che cosa: 'Caposcuola secchiona schiacciata da un Troll'; suona bene, no?"

Il ragazzo dai capelli rossi e il viso pieno di lentiggini sorrise ironicamente, cercando di nascondere tutto il sollievo provato per aver evitato una fattura sicura; forse con il tempo stava iniziando ad ammorbidirsi dopo tutto.

" Che idiota. "

 Hermione aveva capito il motivo che aveva spinto Ron a farlo venire fin lì, e proprio per quello gli si avvicinò circondandogli le braccia al collo.  Non riusciva ancora credere che quel cucchiaino da tè avesse fatto così tanto solo per farsi perdonare per una cosa successa quando erano dei primini e si odiavano a vicenda, eppure lo aveva fatto , riuscendo nel suo intento per giunta. 

Ron la stava guardando con quel suo sguardo da pesce lesso che , prima di ogni bacio, faceva, riuscendo a farla ridere di gusto tra sé e sé. Decise di non farlo aspettare ancora di più - avrebbe potuto veramente fare qualcosa di stupido, conoscendolo- e fece congiungere le proprie labbra con quelle del suo ragazzo.  Quanto amava baciare Ron Weasley, così diverso da Viktor Krum in tutto e per tutto: così impacciato, cercava sempre di non fare cose che avrebbero potuto darle fastidio e, anche durante le prime settimane in cui stavano insieme, alcune volte doveva prendere l'inziativa lei per lui baciandolo, avrebbe potuto aspettare secoli perché lui si decidesse a fare la prima mossa. E, come di consueto, dopo un primo momento di tentennamento,  il ragazzo dai capelli fulvi si lasciò andare, rispondendo al bacio, rincorrendo la lingua di Hermione con la sua, in piena sicurezza, nel modo che in cui aveva sempre fatto con lei. Era così dolce, che non poteva fare a meno di pensare a quanto lui e Krum, l'unico altro ragazzo che aveva avuto al (s)fortuna di baciare, fossero come due poli differenti: positivo e negativo. 

Anche quando le loro labbra si separarono, Ron aveva quel piccolo sorrisetto beato e ebete che aveva impresso nel viso quando vide per la prima volta la delegazione femminile di Beuxbatons per la prima volta. Che riuscisse a fargli quello stesso effetto?

"Devo ammettere che stai facendo molti progressi: da cucchiaino da tè, ora stai diventando un cucchiaio da portata!" 
 
La  Hermione si umettò le labbra, in quel suo consueto tic che le era venuto sin da quando lo aveva baciato per la prima volta; pareva quasi che fosse incredula di fronte all'inevitabile verità: lei e Ron stavano insieme. 

"Oh, ma davvero? E invece tu che mi racconti? Stai ammuffando come uno dei tuoi libri a forza di stare in Biblioteca, oppure ti hanno dato il titolo come 'Regina dei secchioni?"

Il rosso la prese per mano, correndo anche il rischio di essere nuovamente picchiato dalla sua ragazza, e la condusse verso uno di quei divanetti rosso-fuoco -ricordavano molto quelli della Sala Comune- sedendocisi poi sopra.

"Molto divertente, Weasley. Comununque, lo sai che la McGranitt e tutti gli altri professori poco fa erano vestiti a tema?" 
 
Hermione sorrise e, incoraggiata dallo sguardo curioso del proprio fidanzato, continuò nel suo racconto delle sue piccole avventure ad Hogwarts, ricordando anche qualche piccolo episodio comico degli anni passati, per non farlo sentire escluso dalla conversazione. Continuarono per ore e ore a parlare, scambiandosi di tanto in tanto qualche piccolo bacio di sfuggita, poi, non seppero neanche loro quando, caddero addormentati, l'uno stretto all'altra. 
 





N.D.A.

Il mio imperdonabile ritardo è imperdonabile quasi quanto la qualità di questo capitolo: è più corto rispetto agli altri e non così ben elaborato. Spero che a voi piaccia ; 
alla prossima! 

-Ash

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