L'Esperimento

di Arkuba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stage 0 ***
Capitolo 2: *** Stage 1 ***
Capitolo 3: *** Stage 2 ***
Capitolo 4: *** Stage 3 ***
Capitolo 5: *** Backstage ***
Capitolo 6: *** Stage 4 ***
Capitolo 7: *** Stage 5 ***



Capitolo 1
*** Stage 0 ***


Stage 0

 

Io non sono.

Dire che sono sarebbe come rinchiudere un diamante in un fossile.

Come faccio a saperlo?

Beh, è l'Esperimento.

 

Ha attirato tutti, quel giorno. Gli occhiali tondi, il camice, i capelli bianchi.

"Pensate di valere? Sperimentate!" disse.

Io lo feci. Ci andai.

"Numero 0012: Filiph Yousserwan. Entra.".

Non immaginavo. Non pensavo. La ricompensa era troppo.

Da tempo le mie mani non vomitavano più sentimenti.

Mi sentivo morto. Dopo un passato da musicista, quell'incidente...

Era buio. Non osavo entrare.

Perché l'avrei dovuto fare?

C'erano 12 sedie.

Vuote.

Mi sedetti.

Poi...

Come pagine strappate, strappai il mio passato.

Giunse da me.

Io non sono.

In quel momento però ero Filiph.

Poi feci l'Esperimento.

E questa è la mia storia.

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Capitolo 2
*** Stage 1 ***


Stage 1

 

Io non sono.

Dire che sono sarebbe rinchiudere un diamante in un fossile.

Come faccio a saperlo?

Beh, è l'Esperimento.

 

Sono scomodo.

Scomodamente sdraiato.

E legato. Tanto le gambe non me le sento più, da allora...

Attraverso i suoi occhiali tondi, leggeva.

"... e quindi lei, Filiph Yousserwan, accetta di sottoporsi a questa sperimentazione, in possesso di tutte le sue facoltà mentali...".

La mia attenzione dura poco.

Sono vicino a una finestra.

Fioca luce prorompe.

Un uccellino picchietta sul vetro.

Mi sento toccare.

Mi porta vicino qualcosa con delle luci.

Lo mette vicino alla mia faccia.

Ricordati i soldi,e l'operazione

Gli occhiali tondi mi illuminano del riflesso di quella stessa luce fioca in cui si crogiola l'uccellino.

"Ora cadrai nell'Esperimento. Vivrai 10 situazioni. Al termine di ognuna verrai svegliato. Ricorda: tutto avverrà nella tua mente, se lo credi." dice.

Poi nulla.

Uno sfondo azzurro.

Comincio a sentire qualcosa.

Erba.

Sono sdraiato sull'erba.

Un prato sconfinato.

Fremo, sono in piedi!

C'è una famiglia, laggiù. Felice.

Un rombo.

Aerei.

Il cielo è nero, e cade qualcosa.

Una umana apocalisse.

Il padre è morto. Ha protetto moglie e figlio.

Ora però sono soli, mentre imperversano ancora le bombe.

Improvvisamente compare una macchina a fianco a me.

Il pensiero non corre, e salgo in macchina.

Accendo.

Poi noto un biglietto.

"Se muori termina. Se termina niente soldi."

Il cuore sussulta. Devo salvarli.

Ma le mani e i piedi sono marmo.

Con gli occhi sbarrati li vedo.

Li vedo morire.

Con gli stessi occhi vedo quegli occhiali.

Non mi guardano, però.

"Bravo" dice.

"Perché???" chiedo.

Non risponde.

Ora mi guarda.

"Saresti sopravvissuto.".

Poi di nuovo buio.

Stage 1 complete.

Stage 2 loading...

Solo un pensiero.

Perché 12 sedie?

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Capitolo 3
*** Stage 2 ***


Stage 2

 

Io non sono.

Dire che sono sarebbe come gettare un diamante in un fossile.

Come faccio a saperlo?

Beh, è l'Esperimento.

 

Cado di nuovo nel buio del sonno.

Non ho ancora metabolizzato l'accaduto, che vedo di nuovo luce.

Una luce azzurrina.

Intorno a me ci sono corpi.

Puzza.

Rumore di bolle e cateteri.

Ancora una volta cammino sulle mie gambe.

Come quando si impara...

Mi appoggio ad un letto.

Un vecchio, dorme.

Spensierato.

Poi apre gli occhi. Sbarrati.

Ride.

Ah, il gusto dolce del riso...

Cado ancora una volta

Come quando...

Ricordo solo quattro ruote.

Ora invece l'ultimo sguardo sono denti marci che ridono.

E occhi dischiusi.

Dischiudo i miei.

Sono sdraiato su un letto.

Vicino al vecchio.

Ci sono ombre attorno a me, hanno una grande "K" sul petto. Parlano, dicono cose.

Poi vanno.

Improvvisamente si alzano tutti.

Ballano sulle loro gambe.

Ridono.

Vecchi marci.

Cantilenano, cantano:

"Bell'è camminare!

Come demoni, saltare!".

Ridono attorno a me.

Poi tra le mie mani sento della carta.

Ma non riesco a muovermi...

Sono sempre più vicini.

L'isteria è diventata il mio ossigeno.

Tra il trambusto staccano le apparecchiature dal mio corpo morente.

Non respiro più.

Ansia.

Ansimo.

Ansare... Sempre più

Sempre

Sempre...

Apro il biglietto.

Vorrei morissero tutti...

Leggo, in apnea.

"Volere è potere".

Alzo lo sguardo.

Davanti a me ci sono solo scheletri crocifissi con le loro stesse braccia.

Morti.

"Sono tutti morti" dice Lui da dietro gli occhialini tondi.

Sono tornato.

"Pronto? Partiamo con il terzo.".

Ancora un perché risuona tra le mie meningi.

Il macchinario ronza.

Sta partendo.

"Ah, un'ultima cosa" dice.

Lo guardo di nuovo.

"Erano appena guariti. Dal cancro.".

 

Stage 2 complete.

Stage 3 loading...

Le sedie...

Perché sono otto, ora?

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Capitolo 4
*** Stage 3 ***


Stage 3

 

Io non sono.

Dire che sono sarebbe come gettare un diamante in un fossile.

Come faccio a saperlo?

Beh, è l'Esperimento.

 

Ancora una volta, cado.

Sprofondo nei fondali dell'inconscio.

Poi vengo ripescato.

Ripescato da una calda luce.

Siamo sette, in tutto.

Seduti sparsi.

C'è un palco davanti a me, sono a teatro.

Austero, si presenta un attore.

Che elegante...

Un inchino, saluta. Gli altri sei hanno taccuini, scrivono.

"Bene signori, ora che anche il gentil Filiph, concorrente 0012, ci ha degnati della sua presenza, possiamo cominciare: regia!" dice.

Si apre una botola. Sul palco compare un grasso uomo, nudo. Legato ad una sedia.

"Ecco a voi, signori, l'Uomo! Il predatore naturale più potente che esista in natura, la macchina pensante più intelligente finora conosciuta. A sostenere queste definizioni ci vengono incontro i dati: infatti riesce ad addentare e trangugiare un sandwich in ben 3.2 secondi! Un record! E, a dimostrare la sua intelligenza, mostreremo la capacità innata che deriva dall'intelletto di questa bestia: l'ubbidienza."

Si sposta.

Prende un telecomando. L'uomo comincia a tremare.

"Vado ad illustrarvi: 'Abbassa il capo' "

Una scarica. Siglata da un urlo.

Non ce la faccio più.

Mi alzo, non mi sembra vero, ma mi alzo.

Improvvisamente sento un bigliettino in tasca, ma la mia voce non si ferma.

"Lasciate andare quell'uomo!" grido.

Potranno anche essere sbagliati, ma sono sempre rimasto attaccato ai miei ideali.

Però... Non fosse stato per quella discussione...

"Oh! Il signor Yousserwan vuole dire la sua! Pare che non abbia sentito il biglietto comparso nella sua tasca." dice l'attore.

Di colpo mi ritrovo a leggere: 'Perché urlare? Stai andando così bene'

"Suvvia, signor Yousserwan. Vuole essere il 5?"

Improvvisamente vedo sei pistole puntate contro di me.

Anzi, sette.

La mia mano sinistra si è mossa da sola.

Mi risiedo.

"E ora che il concorrente 0012 si è calmato, possiamo continuare! Andremo a vedere la più esaltante capacità dell'ominide! La capacità di morire!"

No.

Non sparare.

Sette colpi arrivano al corpo dell'uomo.

Mi risveglio.

"Allora, simpatico il concorrente numero 007?" dice, dagli occhialini tondi.

"Ma io... Ho parlato solo con l'attore..." dico, senza forze.

"Non ricordi? Eppure l'hai protetto così strenuamente..."

 

Stage 3 complete.

Stage 4 loading...

Ora le sedie sono sette...

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Capitolo 5
*** Backstage ***


Io non sono.

Dire che sono sarebbe come gettare un diamante in un fossile.

Come faccio a saperlo?

Beh, è l'Esperimento.

 

Mi sveglio.

Non sono sdraiato.

Galleggio.

Appena riacquisisco conoscenza, cado.

Il liquido pian piano si svuota.

Sento dei cavi.

Si apre una parete nel loculo in cui mi trovo.

D'istinto cerco di alzarmi.

Non ci riesco.

Non sto sognando, dunque.

Mi sporgo strisciando su un terreno metallico.

Sopra di me non c'è il cielo.

Terra fredda.

Arranco qualche metro.

I cavi mi seguono. Sembrano intelligenti.

Vedo altri loculi a fianco al mio.

In tutto sono dodici.

Ma, trascinandomi con fatica immane, noto che cinque hanno delle croci rosse sopra.

E si riesce a vedere al loro interno.

Dentro ci sono cadaveri.

Vomito.

È un po' strano, ma sembra che il mio conato sia proprio andato a formare la parola "Vomito".

E i cavi, dietro di me, sono le lettere della parola "Strisciare", intrecciati tra loro.

E la croce rossa in realtà è una serie di parole "eliminato" accostate una sull'altra.

Guardo meglio uno dei loculi eliminati.

È un bambino.

QUEL bambino.

Quello morto sotto il bombardamento.

Cosa sta accadendo?

Ad un tratto si accendono un sacco di luci.

Luci sopra di me.

Luci di fronte a me.

È realtà, è finzione?

Macchine.

O sono uomini?

Parlano strano.

Mi prendono come un gattino salito sul divano sbagliato.

Sinceramente non so cosa è successo poi.

Prima di cadere nel buio, ho visto solo che sul mio loculo c'è il mio nome.

E c'è scritto che ho ucciso cinque persone.

Se ho gridato?

A cosa sarebbe servito?

Qui dentro sono il loro giocattolo.

E ancora non me ne rendo conto

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Capitolo 6
*** Stage 4 ***


Stage 4

 

Io non sono.

Dire che sono sarebbe come gettare un diamante in un fossile.

Come faccio a saperlo?

Beh, è l'Esperimento.

 

Sono un curioso giocattolo sul suo bancone.

Penso sia passata una notte dall'ultima situazione.

Ma non c'è nulla a confermarlo.

Solo il Sole potrebbe, ma...

Ma se ne sta lì, muto. Neanche lui può attestare.

Guarda e viene guardato.

Gli occhialini tondi ritornano.

"Pronto?".

No.

Ma tanto non importa.

Quanta gente dovrò veder morire questa volta?

Chi?

Morire in sogno. Per vivere da svegli.

Un'altra volta il tunnel.

Sono in una città.

Ma è bagnato per terra.

Tubature rosse, o semplicemente rotte?

A terra ci sono persone.

Morte. O dormono?

Qualcuno ride.

Lo scorgo con la coda dell'occhio.

Passi.

Corro anch'io.

Improvvisamente tutti si alzano.

Per un attimo riesco a scorgere chi rideva.

Lui.

Adam.

Non può essere.

Non mi muovo.

Le persone mi impediscono anche un solo passo.

Lui si allontana.

Loro non esistono per lui.

La voce prende il suo corso.

Poche lettere.

Non sente.

Non ha mai sentito.

Smette di sorridere.

O è una mia impressione?

Gli altri ridono.

Come i vecchi.

Come lo scienziato.

Anzi.

Mi accorgo.

Loro sono lo scienziato.

La sua faccia aquilina ride.

Davanti a me.

La mia mano si muove da sola.

Come la scorsa situazione.

Uno sparo.

Un viso muore.

Poi uno ancora

Un altro.

Al quarto compare un biglietto tra il grilletto e il mio dito.

Estraggo il piccolo papiro.

"Divertiti! Buona partita!" vi è scritto.

Altri cento ne cadono.

Sembra che il mio corpo sia nato per questo.

La strada è libera.

Adam è lì, fermo.

Non mi guarda.

Perché ho insistito, quella volta?

Forse sarebbe ancora vivo, adesso.

Lo raggiungo.

Non mi guarda, indica.

Dietro di me, l'impensabile.

Le mie vittime si rialzano, una dopo l'altra.

La vita è un gioco, allora?

Ma quelle nuove domande vengono interrotte.

Si è girato.

Ride.

Ride guardandomi negli occhi.

Poi pian piano, noto.

Il suo volto cambia.

Diventa il mio.

Con una pistola in mano.

Uno sparo.

In fronte.

Più veloce di quel che pensassi.

La mia mano...

Un tempo artista, ora assassino.

Il volto di Adam cambia ancora.

Ma non conosco quel viso.

Mi balena un ricordo.

Poi, un'ombra.

Una ragazza.

Si torce su di me, e mi inietta nel collo qualcosa.

Cado.

Di nuovo gli occhiali.

Ridacchia.

"Hai battuto il record!"

Al prezzo di una moneta.

 

Stage 4 complete.

Stage 5 loading...

Sei sedie.

Una donna...

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Capitolo 7
*** Stage 5 ***


Stage 5
 
Io non sono
Dire che sono sarebbe come gettare un diamante in un fossile.
Come faccio a saperlo?
Beh, è l'Esperimento.
 
Cado nelle scale del buio con più facilità, questa volta.
Donna.
Una donna mi ha iniettato qualcosa.
Lui non sembra essersene accorto.
Possibile che rientrasse nei suoi piani?
Atterro su un pavimento nero, questa volta.
C'è un gran caos, attorno a me.
Gente che urla dal dolore.
Ma non riesco a vederla.
Mi alzo, sono tra una massa di gente.
Un concerto.
In un hangar.
Dalle casse esce musica metal.
Di quella che piaceva ad Adam...
Mi riprendo, e noto che gli strumenti suonano da soli.
Non ci sono musicisti.
Eppure sembra che nessuno se ne accorga.
Poi, il silenzio.
Di tomba.
Ma tutti continuano a ballare, pogare, bere e ridere senza accorgersi di nulla.
Poi noto.
Un bicchiere pieno di birra è in realtà la tela di un quadro messa in modo tale che potesse contenere liquidi.
Inciampo in un agglomerato di tovaglioli insieme a qualcosa di umido.
Cade un altro tovagliolo.
C'è scritto qualcosa: "Amor c'ha nullo amato..."
È una pagina della Divina Commedia Dantesca.
Riesco finalmente a districarmi e a uscire dalla bolgia.
Nel silenzio, essa pare ancora più sporca, marcia.
C'è qualcuno dietro di me.
Mi tocca la spalla.
Non ha volto, è coperto da una maschera nera.
D'istinto mi tiro indietro.
Schivo il colpo.
Girandomi, corro.
Sembra che anche lui abbia difficoltà in mezzo al gruppone.
Devo trovare un'arma con cui difendermi.
Improvvisamente sento la tasca della giacca pù pesante.
Estraggo una pistola.
Di scatto mi volto e sparo.
Non lo prendo, si è sacrificato uno della massa.
Di colpo, tutti cadono.
Ma non sono più uomini
Sono strumenti musicali.
Rotti.
Mi ritorna alla mente ancora quella volta...
Aveva rotto una mia chitarra, per la rabbia...
Mi sono distratto.
Con un colpo mi fa gettare la pistola a terra.
Poi un altro alla nuca mi fa cadere.
Nella foga raccolgo una chitarra rotta e infliggo un bel colpo allo stinco destro.
Crolla anche lui.
Con una corda, finisco.
Il collo cede in poco tempo.
Subito gli strumenti a terra si aggiustano da soli.
Ma non mi fermo.
Devo vedere chi è.
La donna?
No.
Un'altra faccia.
Mi balena di nuovo lo stesso ricordo dell'ultima situazione. Il teatro.
Intanto gli strumenti assumono una forma umana.
Si alzano su gambe di legno.
Ballano.
Scendono manifesti, alle pareti.
Luci.
La musica torna.
Sui manifesti c'è scritto: "L'arte è solo strumento"
Scorgo un'ombra ma...
Torno.
Ma non ci sono gli occhiali.
Ho male alle gambe.
 
Stage 5 complete.
Stage 6 loading...
Occhiali...
Quante sedie sono rimaste?

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