Non sono abbastanza brava, scusa.

di ammhazzathazza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


“Non sono abbastanza brava, scusa.”

"Il momento in cui ho capito che la mia vita stava cominciando non è stato solo quando i nostri occhi si sono incontrati, ma anche quando mi sono lasciata trasportare dal senso del ritmo e dal suo respiro sulla mia pelle."
 
PROLOGO
 
Hopey Dason, soprannominata Hope, è una ragazza solare, educata, forse fin troppo, spesso è sbadata, ma questo non rovina il suo altore e il suo splendore.
Ha molta pazienza, subisce tanto stress fin da piccola da quando i suoi genitori si sono separati, (anche per questo avrà spesso delle crisi emotive) proprio perché entrambi sono proprietari di due alberghi, quello di sua madre Cassie, “The house of sunshine”, si trova a Los Angeles, mentre quello di suo padre Jake, dove la protagonista passa più tempo, è “The gate of heaven”, a Las Vegas.
Hopey non ha mai capito cosa vuol dire fidarsi di qualcuno, legarsi a qualcuno che sia vicino a lei, apparte Alice (Elis), che è un’eccezione, lei è sempre stata come una sorella da quando si sono conosciute alle porte dell’hotel di Las Vegas.
Hopey non è mai andata in una vera scuola, ha sempre studiato con Elisa, la sua insegnante ventisettenne, l’ha sempre considerata anche come un’amica, ma non si è mai legata troppo a lei perché la riteneva semplicemente superiore, come se quella ragazza fosse, oltre a sua insegnante, la donna perfetta, una parola grossa, ma che Hope trovava fosse adatta per Elisa, in ogni senso.
Hopey è talmente genuina, che non conosce nemmeno l’invidia, piuttosto ha sempre ammirato Elisa per il suo portamento, il suo fisico, il modo di parlare e tutto il resto.
La strana ingenuità della protagonista, che di origine ce l'ha di suo, deriva soprattutto dal fatto di non conoscere il brutale mondo che c'è là fuori, pieno di invidia e tradimenti, ma che grazie ad un incontro inaspettato, lo conoscerà bene.
Tornando alla sua migliore amica, Alice, è una ragazza italiana che è stata adottata da una famiglia di alti livelli di Las Vegas, non a caso ha conosciuto Hopey nell’hotel più prestigioso di tutta la città.
Alice abita nella stessa via dell’albergo, ma passa gran parte delle giornate nell’hotel insieme alla sua migliore amica, godendo di tutte le comodità e studiando in alcune lezioni di Elisa con Hope, visto che i genitori delle due ‘’sorelle’’ andavano molto d’accordo e avevano deciso gli stessi indirizzi di studio per le proprie figlie.
Ma nonostante tutte queste comodità, entrambe le ragazze non si montano la testa, hanno un’infinito desiderio di vivere, non di stare sempre ad ammirare le splendide luci di Las Vegas dalle lussuose finestre delle suite.
Hopey ha sempre spiato Elisa mentre ballava nella sua stanza, da sola, infatti era residente nello stesso hotel in modo da essere disponibile tutto il giorno per la sua allieva.
Hope ha sempre pensato che se avesse provato a farsi insegnare anche a ballare, si sarebbe sfogata, dato che trovava la sua vita piuttosto noiosa, ma ha sempre avuto timore di chiederlo a Elisa, che non poteva subire anche tutto lo stress di insegnare a una principiante come si alza una gamba tenendo tese entrambe, con la schiena dritta e il sedere in dentro, fin troppe cose a cui Hopey sarebbe riuscita a pensare contemporaneamente.
Ma dopo tutto questo che fu confidato ad Alice, Hopey si promise che almeno entro i vent’anni, li avrebbe compiuti l’anno dopo, avrebbe dovuto trovare uno sport, un hobby, o qualcosa che le facesse pensare ad altro oltre che alla vita studiosa e piena di lussi.
 
“Hope! Hope? Alzati voglio andare alla festa! Sveglia cogliona!” Da quel momento Hopey si pentì amaramente di aver dato le chiavi della sua suite ad Alice, che era entrata senza preavviso interrompendo il suo riposino post-studio.
“Perché dovremmo andare a un party alle quattro e mezza del pomeriggio?” Chiese Hope scombussolata alzandosi senza esitazioni.
“Non è esattamente un party, ma sento della musica che viene da qui sotto quindi probabilmente c’è qualcosa! E poi possiamo sempre fare l’aperitivo! Non fare la noiosa.” Spiegò Alice tirando fuori dall’armadio dell’amica dei jeans cortissimi e una canottiera accesa abbinata a delle zeppe alte 8 cm.
“Hai intenzione di metterti i miei vestiti anche oggi?” Commentò Hopey sistemandosi il trucco e pettinandosi i capelli dorati.
“Placati, te li sto solo preparando visto che sei così lenta, come la neve quando si scioglie.”
“Oh che poetica, però la neve mi piace.” Disse mentre si preparava dentifricio e spazzolino.
“A me no.”
“Ma se neanche l'hai toccata.”
“Sì ma so che è come il ghiaccio, fredda e bagnata, brr.”
 
“Muoviti, sei ancora lì?” Continuò Alice assillando l’amica mentre si infilava le alte zeppe ai piedi.
“Sono pronta, devo solo mettermi il profumo e guardarmi allo specchio!”
“E spicciati, appunto!”
“Avvirgola!” Sdrammatizzò Hopey con una battuta squallida.
“Forse ti sei spruzzata il profumo in bocca, andiamo.”
 
Salve a tutte bellezze, lettrici nuove e vecchie, avete appena letto solo un'anteprima di questa fanfiction che metterò, e spero di non avervi annoiate in questo inizio dove ho dovuto descrivere la situazione della protagonista, ma allo stesso tempo spero anche di non avervi deluse, dato che ci tengo molto a questa nuova storia.
Accetto recensioni di tutti i tipi, anche critiche, se non vi piace qualcosa vi chiedo di dirmelo subito, ho bisogno delle considerazioni altrui, e vi ringrazio per aver essere arrivate fino alla fine.
Questo è solo l'inizio, ma spero di avervi catturate anche se non me lo aspetto.
Vi chiedo gentilmente di recensire, in modo che quando posterò il primo capitolo vi avviserò personalmente per messaggio.
Grazie ancora, a presto c:
-E xx

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Capitolo 2
*** 1 ***


Capitolo uno
 
Le ragazze, pronte per “quello che doveva solo essere il party per l’aperitivo”, presero l’ascensore che in quattro minuti circa le portò finalmente al piano terra, dove il volume della musica era più alto del previsto.
Mentre Alice si lanciò subito sul primo drink che si trovava davanti, Hope percorse l’intero atrio dell’hotel perquisendo attentamente con lo sguardo la folla impazzita di gente, colma di banconote verdi fra le mani che cercava di entrare disordinatamente dalle porte girevoli, come se ci fosse qualcosa in quel posto che avrebbe cambiato la vita a tutti loro e che non si dovevano assolutamente perdere.
Ad un tratto la musica si fermò e si sentì provenire, dall’ultimo piano in cima all’albergo, la voce allegra di un presentatore.
Quella voce scatenò ancora di più tutta la gente, che si precipitò verso le porte dell’ascensore seguite da Hopey incuriosita. La folla era talmente rumorosa e impaziente che rischiava di rompere qualcosa, infatti venne in soccorso un barista per buttare fuori la gente che era entrata nell’ascensore e facendoci rientrare solo venti persone alla volta, anche se le restanti avrebbero dovuto attendere parecchio dato che i piani erano ventiquattro.
“Kay, si può sapere cosa diamine sta succedendo?” Domandò Hopey tra le spinte dei clienti al cameriere.
“Vai al terrazzo dell’ultimo piano dove c’è la piscina e vedrai!” Fece un occhiolino il moro mentre le porse una mano per aiutarla ad entrare nell’ascensore.
Durante l’attesa in quella minuscola camera che andava su e giù Hope rimase scandalizzata da tutte le ragazze che, già pronte in costume da bagno, squittivano come delle ochette all’idea di partecipare all’evento che si stava tenendo in quel momento all’ultimo piano, qualunque cosa fosse.
Tutti erano così eccitati e l’incomprensione di Hopey sembrava totalmente fuori luogo, ma nessuno se ne era accorto. Appena le porte si aprirono la ragazza si accorse di essere in cima a tutta Las Vegas, si poteva vedere tutto da lassù, anche se non c’erano luci artificiali accese nelle strade dato che era ancora giorno.
Senza perdere tempo Hopey si unì alla gente che applaudiva e udì una musica allegra accompagnata da due coppie di ballerini che sculettavano su un palco davanti alla piscina a ritmo di quella canzone facendo un tipo di danza impressionante, uno spettacolo che Hopey non aveva mai visto prima davanti ai suoi occhi.
“Vi diamo il benvenuto con la… Salsa!” Gridò il presentatore mentre dava spazio ai ballerini.
Hopey osservò con attenzione la coppia a sinistra che sembrava la più vistosa, probabilmente per la sicurezza che la coppia di ballerini aveva in sé. La donna girava e ballava velocemente facendo sempre la stessa base lasciandosi guidare dal proprio ballerino, che con un sedere fantastico illuminava tutti gli occhi delle ragazze che lo guardavano, era molto bello, e i suoi occhi azzurri sembravano riferirsi al mare che formava delle onde nei suoi capelli color castano chiaro.
L’altra coppia di ballerini a destra era formata da una ragazza bionda con un vestito corto arancione che ballava attorno ad uno splendido ragazzone dai capelli ricci e gli occhi chiari che facevano sbavare ogni ragazza.
L’osservazione accurata di Hopey venne interrotta da suo padre che si trovava in prima fila tra il pubblico e stava richiamando con le braccia sua figlia facendole capire che doveva raggiungerlo.
Così Hopey fece una corsa per andare vicino a suo padre, avendo la possibilità di vedere i ballerini che si esibivano da più vicino.
“Papà! Chi sono questi fenomeni? Che ci fanno qui?” Gridò Hopey felicemente esaltata.
“Sono bravi vero? Ho trovato questo gruppo di ballerini, fanno parte di una scuola di ballo in questa città e dato che sono disponibili a fare esibizioni ho deciso di farli venire ad intrattenere i clienti tre volte a settimana.” Spiegò Jake mettendo un braccio sulla spalla della figlia.
“Ma è fantastico! Sono bravissimi.” Commentò Hope con una luce negli occhi applaudendo con foga.
Lo spettacolo durò mezz’ora e un’ora dopo lo avrebbero ripetuto facendo altri tipi di balli.
Passavano dalla danza moderna al freestyle, dall’hip hop al tango e Hopey continuava ad ammirare tutti affascinata senza perdersi un applauso.
Più tardi ella si ricordò di Alice e cominciò a preoccuparsi dato che non la vedeva da un’ora e probabilmente aveva combinato uno dei soliti pasticci al bar.
Così Hopey prese le scale e corse al piano seminterrato dove c’era un’altra piscina, un piano bar e un po’ di musica non altissima.
In due sgabelli davanti al bancone erano seduti i due ballerini di salsa di prima e stavano bevendo un drink.
Il riccio boccoloso indossava la stessa camicia bianca di prima, sbottonata abbastanza da mostrare la cravatta nera sgualcita in tinta con i pantaloni.
L’altro invece aveva cambiato la camicia con una maglietta a righe rosse e stava fissando ardentemente Hopey come un’artista osserva il suo quadro preferito.
Lei si sentiva osservata così cominciò a guardare con disinvoltura la parete nera a specchio ondulato alla sua sinistra, muovendo la testa e osservando il suo riflesso che si deformava.
 
Istintivamente il riccio esclamò: “Louis, smetti di fissarla, ti sto parlando.”
“Dici quella ragazza laggiù infondo? No, assolutamente, stavo… Guardando la porta dietro di lei.. E’ così.. Di vetro e.. Trasparente…” Cercò di trovare una scusa portandosi la cannuccia alla bocca.
“Stavo dicendo, come pensi di fare adesso che Chantal è incinta?”
“Harry, non lo so, non è affare mio, di certo Chantal è sempre la mia ballerina ma cosa dovrei fare io?”
“Di certo non basterà tenerle i capelli ogni volta che si sentirà male durante le esibizioni.”
“Vedrò cosa posso fare, tanto rimarrete tu e Meg come coppia di ballo, no?”
“Io scommetto una figura di merda che riuscirai ad insegnare a ballare a quella ragazza che stavi guardando prima, magari se sarà brava facciamo in modo che sostituisca Chantal.”
Louis dovette portare una mano davanti alla bocca per non sputare il suo drink.
“Stai dicendo che se io insegno a ballare a quel bocconcino ti posso scegliere la figura di merda del secolo e tu la farai?” Disse Louis con un sorriso eccitante.
“Sì. Quindi ci stai?”
 
Hope, ormai stufa di rimanere ferma, si girò nuovamente verso i due ragazzi che la stavano ancora fissando, così lei aumentò involontariamente la sua percentuale di sbadataggine.
Cominciò a camminare all’indietro fino a quando andò a sbattere, “Oh mi scusi” gridò con una voce stridula voltandosi per poi accorgersi che aveva semplicemente urtato un divanetto, così si girò un’altra volta verso i ragazzi, e quando notò che si stavano trattenendo da una fragorosa risata, corse verso la parete nascondendosi dalla loro vista.
 
“Ci sto.” Confermò Louis.
 
Ma che razza di figura ho fatto disse Hope nei suoi pensieri, poi cominciò a parlare a bassa voce da sola facendosi un auto rimprovero alzando sempre di più il tono della voce fino a quando “AAAH” Il ragazzo con i capelli ricci le saltò incontro dal retro della parete, spaventandola.
“Oh scusami, oh ma tu sei il ballerino di salsa che ho visto poco fa, complimenti siete stati fantastici!”
“Sì e ci vedrai spesso visto che verremo molte volte, tu sei la figlia del proprietario giusto? Ora vieni con me, ti mostro una cosa.”
Hope lasciò che il ragazzo le prendesse una mano e lo seguì nelle scale che portavano ad una stanza che probabilmente era riservata agli animatori dell’hotel, quindi, ai ballerini.
“Comunque, sono Harry.”
“Hopey.” Rispose ricambiando il sorriso.
“Aspetta ma dove mi stai portando? Io non ci posso entrare lì! Non centro nulla!” Si lamentò la ragazza quando vide dalla porta trasparente cosa si stava svolgendo in quella stanza.
“Tranquilla, penseranno che lavori qui, tu tieni questi.” Disse il riccio porgendole dei portamicrofono.
Appena entrarono la faccia di Hope era scandalizzata, e non solo la faccia, era totalmente scioccata.
La stanza era piena di ballerini che divisi in coppie, ballavano a ritmo di musica, appiccicati strusciando i loro corpi come sanguisughe, sembrava la danza del sesso, ogni ragazzo faceva ballare sensualmente la sua donna senza vergogna e con una totale semplicità che Hopey ne era rimasta letteralmente sconvolta, ma si sarebbe abituata forse a tutto questo.
“Voglio uscire da qui.” Commentò spaventata.
“Aspetta te li presento!” La obbligò Harry.
“Ehi lei non dovrebbe stare qui!” Spuntò Louis.
“Ho portato il portamicrofono.” Disse istintivamente Hopey per poi accorgersi di aver detto una frase alquanto stupida.
Ho portato il portamicrofono, che cazzata, come se fosse una buona scusapensò Hopey arrossendo.
“Sì, ha… Portato quel… E’ venuta per aiutare.” Aggiunse Harry.

Eccomi qua bellezze, avete appena letto il primo capitolo, ditemi cosa ne pensate, ripeto, mi vanno bene anche critiche, purtroppo sono solo una scrittrice in erba ma spero di non avervi fatto sprecare del tempo.
Man mano che aumentano i capitoli entreranno in scena tutti i mebri dei ragazzi, quindi sappiate che ci saranno molte altre sorprese!! E recensite, per favore.

Grazie a tutte bellissime, un bacio
-E

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Capitolo 3
*** 2 ***


Capitolo due
 
Louis annuì.
“Ehm, okay, non vi ho ancora presentati?” Li incitò Harry.
“Sono Louis.” Accennò un sorriso allungando la mano.
“Hopey. Ora mi dite cosa diamine ci faccio qui?” Arrossì la ragazza desiderando di andarsene, ma qualcosa la bloccava, la bloccava a scappare da quella stanza, era sicuramente lo sguardo pungente di Louis.
Hopey non aveva mai visto da vicino degli occhi così belli, così azzurri e pieni di vita, erano gli occhi di un eroe, il tipico eroe delle favole che tutte volevano, ma che solo la più degna sarebbe riuscita a conquistare.
Magari la favola era appena cominciata.
“E’ molto semplice, vogliamo mostrarti il nostro gruppo e divertirci, vuoi divertirti con noi?”
Hope non fece tempo a rispondere che Harry si era già allontanato per andare da Meg, la sua ballerina, cominciando a ballare attorno a lei con movimenti leggeri per poi ciondolare attaccato a lei.
“Sai ballare?” Louis si avvicinò a Hope abbastanza da farla pietrificare.
“Ehm, no, in realtà non ci ho mai provato.”
“C’è sempre una prima volta.”
“Aspetta ma..”
Il viso di Hope si avvicinò al color prugna mentre Louis unì il suo bacino con quello della teenager facendola muovere scattosamente avanti e indietro.
“Non sono capace non so come si fa” Mormorò Hope, ma lui la zittì con un verso e le portò la schiena all’indietro.
“Così mi si stacca la spina dorsale” Rise lei appena tornò diritta.
Lui fece una risata forzata per poi avvicinarsi all’orecchio sinistro di Hope, e dopo averle scostato una ciocca di capelli, sussurrò “Ora ascolta la musica e lasciati andare”.
I due giovani si unirono alla stessa atmosfera che stavano creando gli altri, senza pensare a nulla, tanto, tutti avevano occhi solo per il proprio partner.
Mentre le altre coppie erano formate dalla donna che con stanchezza e scioltezza teneva la testa appoggiata sul collo del ragazzo, Hopey diversamente rimaneva tinca a fissare gli occhi del castano, che di ricambio continuava a osservarla, insieme formando una conversazione silenziosa composta solamente da sguardi.
Ma la scena tanto rodente si placò quando Chantal, la ballerina di Louis, entrò nella stanza sbattendo la porta, provocando quindi un boato abbastanza forte, che nello stesso istante fece cessare la musica.
E mentre tutto il gruppo si riuniva in un forte applauso Hopey corse il più lontano possibile da quella stanza, tornando alla piscina e rendendosi conto che il sogno era durato troppo poco.
Percorse gli interminabili corridoi dell’albergo senza sapere dove stesse andando, era tutto troppo grande. Continuava a correre e correre senza pensare, quando “Auuugh! Alice!” Urlò di dolore quando l’amica le andò in contro pestandole volontariamente il piede con forza.
“Stronza, mi hai lasciata da solaa ahahha!” Cercò di ribattere l’amica, ma finì per fare una risata isterica, aveva bevuto troppo.
“Ma dove diavolo è il tuo cervello?! Stasera non potrai mangiare…. Quanti cazzo di drink hai bevuto?”
“Prima uno, poi me ne ha passato un altro…….Poi un altro anc….” Rise accasciandosi a terra per poi essere sorretta da Hope.
“Stupida.” Rispose trasportandola tra le braccia in cerca di un ascensore.
“Ti voglio bene amica mia, un giorno ci sposiamo.” La abbracciò Alice sparando frasi una dopo l’altra.
“Brutta stronza porca puttana troia lasciami in pace ma chi ti vuoleee” Urlò di nuovo passando da un’emozione all’altra, cominciando a piangere.
“Oddio, ti serve proprio una doccia fredda.” Mormorò Hopey mentre le porte dell’ascensore si aprivano.
 
Qualche ora dopo…
 
“Voglio tornare di sotto.” Disse Alice abbracciando il cuscino di Hopey mentre era stesa sul letto.
“Diciamo che sei ancora un po’ brilla, e in ogni caso sei in pigiama, fra poco ti addormenterai, hai mangiato come un ippopotamo.”
“Stasera rimani qui?”
“Sei nella mia stanza Alice, sei tu che devi rimanere qui. Adesso ti guardi un film, rimango qui con te un po’, poi quando ti addormenti scendo di sotto, voglio vedere i ballerini.”
“Aspetta aspetta aspetta. Ballerini? Sono belli? IO VENGO!” Strillò Alice alzandosi velocemente dal letto, poi cadendo a peso morto in avanti. Aveva perso ogni forza.
“Sì certo amica mia, sogni d’oro.”
Hope adagiò la sua amica sul letto, e scese al piano da pranzo dove avrebbe dovuto cenare insieme a dei colleghi di suo padre, come al solito, oppure con qualcuno che facesse parte delle compagnie dell’hotel.
Ma non fu una delle solite cene, perché in quel lungo tavolo ci sarebbero stati i posti per tutti i ballerini che avevano intrattenuto i clienti durante la giornata.
Ma Hopey, ancora non lo sapeva.
Arrivò nel salottino privato a passi tranquilli, quando notò appunto che il tavolo era apparecchiato per almeno venti persone.
Giustificò questo pensando Magari papà ha invitato altri amici
Si sedette nel suo solito posto, salutando educatamente suo padre e stringendo la mano al signore in giacca e cravatta che giaceva al suo fianco.
“Aspettiamo qualcuno?” Chiese Hopey rivolgendosi al tavolo vuoto, mentre masticava un grissino.
“In realtà, non dobbiamo più aspettare, sono qui.” Rispose sorridente il signore mentre indicava il gruppo di ballerini che si facevano strada verso il loro tavolo.
Quando Hopey vide i ragazzi con cui aveva parlato quache ora prima sedersi di fronte a lei, cominciò a tossire fancendo andare di traverso il grissino.
Continuò a tossire rumorosamente per poi mettersi il tovagliolo in faccia dalla vergogna.
“Stai bene stellina?” Chiese suo padre Jake accarezzandole la schiena.
“Una meraviglia, mi è solo, andato di traverso qualcosa.” Rispose velocemente portandosi un bicchiere d’acqua alla bocca.
I ragazzi la fissavano un po’ straniti, ma poi le sorrisero.
“Ci conosciamo?” Disse il riccio rivolto alla ragazza alzando il mento.
“Non esattamente. Ci siamo solo presentati insomma.” Balbettò Hopey rivolta a suo padre.
“Sicura che stai bene?” Chiese Jake notando l’agitazione della figlia.
“Non molto, credo che non mangerò stasera, con permesso.” Fece per alzarsi, ma venne bloccata dal signor Cooper, il presentatore dei ballerini : “Oh ma insomma signorina, è un onore essere qui a lavorare per voi, perché non si unisce a noi qui stasera? Non vorrà abbandonarci.” Sorrise.
Hopey arrossì e fu costretta ad annuire sedendosi di nuovo.
“Ma certo, sono dei vostri.”
Quando vennero distribuiti gli spaghetti all’italiana, Hopey cominciò ad ingozzarsene in fretta in modo da riempirsi e poter correre nella sua suite, ma quando il suo sguardo si incrociò con quello di Louis che la stava osservando a bocca aperta, dovette rallentare il suo modo di masticare, sembrava che non mangiasse da giorni.
“Mi farà molto piacere avervi tutti qui ogni settimana, se volete sarò disponibile anche a concedervi una sala da ballo in modo che potrete fare le prove prima degli spettacoli, che ve ne pare?” Propose Jake ai ballerini.
“Mi sembra un’ottima idea.” Commentò Louis appoggiandosi un tovagliolo alle labbra.
“Perché stai tenendo il tovagliolo in quel modo?” Sussurrò Harry a Louis attirando l’attenzione di Hope.
“Perché è di classe.” Affermò il suo amico con espressione seria.
Hopey rise senza far notare ai due ragazzi che li stava ascoltando.
“Allora dimmi quale forchetta devo usare, quella grande o quella piccola?”
“Non lo so non sono così istruito!” Disse Louis dando una pacca sulla spalla al riccio, ovviamente convinto che la ragazza non lo stesse guardando.
Quando venne distribuita anche una tazza di brodo di pollo senza pasta a tutti i presenti, il riccio con disinvoltura cominciò a ficcare le mani dentro alla tazza.
“Ma che cosa credi di fare?”
“Ah scotta!” Strillò il riccio con voce acuta provocando una risata folle da parte di Hope.
“Ma sarai intelligente? Non siamo a una cena di galà! Quello è solo brodo non ti ci devi lavare le mani!” Rise Louis dandogli uno schiaffo.
“Scusalo è un po’ demente, non ha mai affrontato certe situazioni.” Spiegò Louis a Hope che sedeva di fronte a lui.
“Mia figlia sarà molto curiosa di assistere a tutte le vostre prove, anzi vi assicuro che sarà disponibile a tutti i ballerini per qualunque cosa e più tardi gli farà fare un giro turistico dell’intero albergo!”
Cambiò argomento Jake mettendo nei guai la figlia.
“Io? Tutto l’albergo?” Disse Hopey dopo aver delicatamente sputato la pasta nel tovagliolo.
“Certo, perché no.”
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Salve bellezze :*
Prima di tutto vi chiedo perdono perchè ho aggiornato in ritardo, comunque questo è solo l'inizio della storia, ho avuto poco tempo per scrivere infatti questo capitolo l'ho scritto a pezzetti, è venuto male lo so.
Spero comunque che non sia stata una perdita di tempo averlo letto, e che recensirete.
Non so come ringraziare tutte voi che leggete, senza di voi mi passerebbe la voglia di stare qui.
In secondo luogo vi dico anche questo: come ho poco tempo per scrivere, ne ho poco anche per leggere, non voglio sembrare egoista ma al momento davvero non riesco a leggere tutte le vostre storie, vi chiedo gentilmente di non lasciarmi i link ogni volta perchè non posso promettervi niente, ho pochissimo tempo sul serio e mi dispiace da morire, anche voi meritate delle vere lettrici.
Grazie ancora, alla prossima xx
-E
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