A Big And Happy Family

di leli sister
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 - Epilogo ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Erano passati più di due mesi dalla notte travolgente di Damon e Rebekah.

In questo periodo Elena aveva capito che l'amore della sua vita era Damon così, dopo aver rischiato di perderlo nella battaglia tra i Salvatore e i Mikaelson contro Finn e Esther, si era dichiarata a lui e si erano fidanzati.

 

Stefan inizialmente era deluso dalla coppia però poi capì che il vero amore non lo si può comprare ed era sollevato nel vedere il fratello così felice dopo il rischio che aveva subito per proteggerlo.

Si era avvicinato a Rebekah e uscivano di tanto in tanto.

 

Il rapporto tra le due famiglie si era alleggerito, non erano rose e fiori ma non si impalavano a vicenda. Damon e Kol avevano instaurato un buon rapporto e Elena e Rebekah non erano più in conflitto.

 

Una mattina di metà luglio Elena si alzò delicatamente per non svegliare il vampiro dagli occhi di ghiaccio e scese per preparare la colazione. Transitò davanti alla stanza di Stefan e vide che era vuota. Scese di sotto ma quando passò davanti all'ingresso sentì bussare e aprì la porta.

 

Elena: Ciao.

Rebekah: Ciao. – scoppiò a piangere.

Elena: Ehi. Che succede? – l'abbracciò. – Vieni. – ed entrarono.

Rebekah: C'è... C'è qualcosa di vivo dentro di me. – e riprese a singhiozzare.

Elena: Cosa!?! – disse sorpresa.

Rebekah: Si... Il problema è che l'ultimo uomo con cui sono stata era... Era Damon.

Elena: O mio Dio.

Rebekah: C'è un cuore dentro di me. Mi... Mi dispiace. – e si abbandonò tra le braccia dell'amica.

Elena: Da quando?

Rebekah: Da sta notte. Appena l’ho sentito sono scappata da casa. Mi dispiace.

Elena: E' un miracolo. – accarezzò il capo dell'amica. – Vado a chiamare Damon.

Rebekah: Ok. – si rannicchiò sulla poltrona ed Elena salì al piano superiore.

 

Elena: Damon. Amore. – gli accarezzò i capelli.

Damon: Mm... Buon giorno amore mio. – e la baciò.

Elena: Ciao amore. – lo ribaciò.

Damon: Cosa succede?

Elena: Devi scendere subito.

Damon: Tu stai bene?

Elena: Si.

Damon: Stefan?

Elena: Non è a casa. Vieni.

Damon: Si vengo.

 

Scesero ed entrarono nel salotto abbracciati trovando Rebekah sulla poltrona.

Damon: Ciao che succede?

Elena: Ascolta. – e seguì il consiglio di Elena.

Damon: Ma che diavolo...

Rebekah: Damon ti sembrerà strano, come per me o forse anche di più ma sei stato l'ultimo uomo con cui sono stata.

Damon: Quando... Quando... Insomma...

Elena: Quasi tre mesi. – sciolse l'abbraccio e si asciugò gli occhi. – Vai da lei. Vado a prendere le mie cose.

Damon: No!

Rebekah: No! Ele non devi. Se fossi veramente incinta sarebbe un miracolo ma sai che noi non ci amiamo. Siamo andati a letto insieme perchè eravamo sotto pressione. Non ti priverò di Damon, non so neanche le sue intenzioni.

Damon: Non è di Stefan?

Rebekah: No, usciamo soltanto. Ci amiamo si ma non fino a quel punto.

Damon: Mi prenderò tutte le responsabilità ma amo e amerò sempre Elena.

Rebekah: Certo. È giusto così. – si alzò e abbracciò l'amica.

Elena: Ti amo tanto Damon. Rebekah ti voglio bene.

Rebekah: Te ne voglio anche io. – e Damon le abbracciò.

Damon: I tuoi fratelli lo sanno?

Rebekah: Appena l’ho sentito sono scappata. Avevo paura.

Damon: Andiamo all'ospedale, soggioghiamo qualcuno per fare l'ecografia, torniamo qui e chiami a casa.

Rebekah: Ok.

Damon: Vado a vestirmi e andiamo. Vieni Ele. – la prese per mano.

 

Entrarono in camera e lei si sedette sul letto.

Damon: Ehi amore. – si sedette vicino a lei e l'abbracciò.

Elena: Probabilmente sarai padre. – e fece un falso sorriso.

Damon: Ehi non fare cavolate. Tu non raccoglierai un bel niente da questa casa.

Elena: Damon avrai un figlio. Un bambino deve crescere con i genitori. Lo sai meglio di me.

Damon: Amore dimentichi un'altra persona.

Elena: Chi?

Damon: Chi non è tornato a casa?

Elena: Stefan.

Damon: Si amano. Quindi adesso ti vesti e vieni con me.

Elena: Sicuro che mi vuoi?

Damon: Assolutamente. Ho bisogno di te.

Elena: Sono qui amore. Sarò per sempre qui.

Si prepararono e uscirono. Arrivarono all'ospedale e si accomodarono nella sala d'attesa dopo aver soggiogato l'infermiera. Dopo alcuni minuti...

 

Infermiera: Mikaelson?

Rebekah: Sono io.

Infermiera: Prego. – Damon e Rebekah si alzarono.

Elena: Io vi aspetto qui.

Rebekah: Non dire cavolate. Vieni. – la prese per mano ed entrarono nello studio.

Dottoressa: Buongiorno. Sono la dottoressa Durance.

Rebekah: Buongiorno dottoressa. Sono Rebekah Mikaelson. Credo di essere incinta.

Dottoressa: E' la prima visita?

Rebekah: Si.

Dottoressa: E' la prima gravidanza?

Rebekah: Si.

Dottoressa: Gli esami del sangue li hai fatti?

Rebekah: Non mi servono gli esami del sangue. – la soggiogò.

Damon: Sii gentile.

Rebekah: Non serve la cartella.

Dottoressa: Se sei incinta dovrai tornare per i controlli.

Elena: Ha ragione.

Rebekah: Ok.

 

Così rispose a tutte le domande per compilare la cartella.

Dottoressa: Prego accomodati sul lettino.

Damon: Dottoressa sa che tutta la conversazione deve dimenticarla?

Dottoressa: Si. Si avvicini.

Damon prese per mano Elena e si avvicinarono al lettino dove Rebekah si era distesa e aveva già sollevato la maglietta. La dottoressa prese il gel e l'ecografo e iniziò a muoverlo sul basso ventre della ragazza osservando il monitor.

Elena: Allora? – disse vicino a Damon.

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Dottoressa:Rebekah sei incinta congratulazioni. – spostò il monitor nella loro direzione. – Sei di circa tre mesi. È nascosto non posso dirvi il sesso.
Rebekah:Non importa. – disse commossa e prese la mano di Damon che la strinse e le sorrise.
Elena:Sta bene? – disse asciugandosi gli occhi.
Dottoressa: Si. Vi faccio sentire il cuoricino. È molto veloce e ben formato. Eccolo.
 
Elena si strinse a Damon che ricambiò tenendola stretta a se, con la mano di Rebekah nella sua.
Dopo alcuni minuti spense il monitor, stampò l'ecografia e fissò un appuntamento per il mese successivo.
Dottoressa: Mi raccomando niente alcool e cibi sani.
Rebekah:Certamente. Arrivederci.
 
Uscirono, Elena e Rebekah si abbracciarono e poi Damon abbracciò tutte e due.
Damon: Vi porto a fare colazione poi andiamo a casa. Ok?
Elena: Si grazie.
Rebekah: Grazie.
 
Dopo aver fatto colazione salirono in macchina per andare a casa.
Rebekah: Damon?
Damon:Si?
Rebekah:Cosa faremo? Lo vuoi?
Damon:E' un miracolo. Io si, anche se sarà difficile. Ero convinto che non sarebbe mai stato possibile. Eppure eccoci qui. Tu?
Rebekah:Non dirlo a me. Certo che lo voglio. Ma ho paura.
Elena: Di cosa?
Rebekah: Di chi!
Elena:Chi?
Rebekah:Stefan.
Damon: Stefan capirà, ti ama.
Rebekah: Lo so però per me è una cosa strana.
Damon: Piccola. – le baciò la mano. – Saremo una strana famiglia.
Rebekah:Si è vero. Poi c'è anche Nick.
Damon: Sei sua sorella. Capirà. C’è Stefan.
Rebekah: Si. Posso... Posso dirglielo da sola?
Damon: Certo. Aspettiamo fuori.
 
Rebekah scese ed entrò in casa.
Stefan: Ciao bellissima!
Rebekah: Ciao bellissimo! – si baciarono. – Devo dirti una cosa.
Stefan:Dimmi tutto.
Rebekah: Ascolta.
Stefan: Ma che diavolo...
Rebekah: Sono incinta.
Stefan:Tu cosa? – disse alzando il tono della voce e si allontanò.
Rebekah: Si non ti arrabbiare. Ti prego vieni qui. – lo abbracciò scoppiando a piangere.
Stefan: Scusa, perdonami. – la cinse. – Perdonami. – la baciò sul capo. – Come... Cioè di chi è?
Rebekah: Non so come sia possibile. Sono di tre mesi.
Stefan: E' di Damon vero?
Rebekah:Si.
Stefan:Sei sicura?
Rebekah:Si è stato l'unico.
Stefan:Quella sera che... Comunque auguri.
Rebekah:Stefan.
Stefan:Elena come l'ha presa?
Rebekah:Tu come l'hai presa?
Stefan:Sono felice per voi, ti amo, voglio la tua e la vostra felicità anche se devo lasciarti andare.
Rebekah:Amore mio l'hai presa come lei.
Stefan:Non capisco.
Rebekah:Io amo te come spero che tu ami me, Ele ama Damon come Damon ama lei.
Stefan:Si ma c'è di mezzo un bambino.
Rebekah:Si, il mio bambino e il bambino di Damon. Non è il nostro. Io e Damon non ci amiamo ma questo miracolo. – prese la mano di Stefan e la posizionò sul ventre. – E’ arrivato. Lo vogliamo entrambi ma con voi due. Mi ami ancora o mi lascerai?
Stefan:Certo che ti amo. Non ti lascerò mai. – la baciò.
Rebekah:Ti amo.
Stefan:Anche io ti amo. Damon vieni!
Damon:Ciao.
Elena:Ciao.
Damon:Stefan non so cosa dire.
Stefan:Niente, non dire niente. Congratulazioni. – e i fratelli si abbracciarono.
Damon:Grazie. Anche a te.
Elena e Rebekah si avvicinarono e lei accese il cellulare.
 
Rebekah:Ecco!
Damon e Stefan:Cosa?
Rebekah:Elijah, Kol, Nick, Kol, Nick, Nick, Elijah. – lo spense di nuovo. – Posso usare un vostro telefono per chiamare Elijah o Kol?
Damon:Tieni.
Rebekah:Grazie. – compose il numero. – Ciao Kol.
Kol:Ma ciao. Dove sei? Sai che è quasi ora di pranzo?
Rebekah:Sono da Stefan.
Kol:Con il cellulare di Damon?
Rebekah:Si è complicato. Dopo pranzo potete venire qui?
Elijah:Perchè?
Rebekah:Ciao Elijah. Venite qui per favore.
Elijah:Non dobbiamo preoccuparci?
Rebekah:No no. Nick?
Kol:Boh. Sarà a cercarti. A dopo. Ciao.
 
Dopo pranzo arrivarono Elijah e Kol. Ad aprire la porta fu Stefan.
Stefan:Ciao.
Elijah e Kol:Ciao.
Rebekah:Venite su.
Kol:Damon, Elena.
Damon e Elena:Ciao.
Kol:Ciao sorellina.
Rebekah:Ciao! – abbracciò entrambi.
Elijah:Che succede? Perchè sei sparita senza dire nulla?
Rebekah:Non vi arrabbiate perchè non c'è motivo anzi.
Kol:Allora sorellina?
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Rebekah: Ascoltate vostro nipote. – si accarezzò il ventre.

Kol: Sorellina cara non prenderci in giro.

Rebekah: Davvero ascoltate.

Elijah: E' vero Kol.

Kol: Oh scusa… È un miracolo!

Elijah: Di chi...

Damon: Mio. È mio.

Elijah: Congratulazioni.

Kol: Si.

Si complimentarono con tutti e capirono che la loro sorellina li avrebbe lasciati.

Nel tardo pomeriggio bussarono alla porta talmente tanto forte da buttarla giù.

Elena: Arrivo! – e aprì. – Ciao.

Klaus: Dove diavolo sono!

Elena: Calmati. Sono in salotto.

Klaus: Perchè ho dovuto scoprire da un biglietto sul frigo che eravate qui? Dove sei stata tutto il giorno? Sei sparita senza dire niente.

Damon: Era qui.

Kol: Hai il telefono staccato.

Klaus: Perchè sei qui?

Rebekah: Stai calmo.

Klaus: Non dirmi di stare calmo. Perchè sei qui?

Rebekah: Nick…

Klaus: Nick niente. Allora?

Rebekah: Sono incinta. Il bambino è di Damon.

Klaus: Questa è bella! – e si mise a ridere.

Damon: Non ridere.

Klaus: Stai zitto Damon!

Damon: Sta zitto tu! Questa è casa mia e lei è tua sorella. Rispettala.

Klaus: Stai zitto. – lo scaraventò a terra. Stefan corse subito al suo fianco.

Kol: Che ti prende Nick? Sturati le orecchie e ascolta il suo cuore. – così fece.

Klaus: Non è possibile!

Elijah: Evidentemente si invece.

Klaus: Non lo terrai.

Rebekah: Si lo vogliamo entrambi.

Klaus: Ti ho detto di no!

Rebekah: Si invece. È mio figlio!

Klaus: Cosa volete fare? La famiglia felice? Sei andata a letto con un fratello per passa tempo e ami l'altro.

Stefan: Non ti intromettere.

Klaus: Come hai intenzione di crescere un bastardo? Come hanno fatto Esther e Mikael con me?

Tu sei viziata e capricciosa e lui è uno stronzo che ama un'altra e sei innamorata di un pazzo. – Rebekah scoppiò a piangere.

Elijah: Finiscila subito Niklaus!

Klaus: Quando si sarà sbarazzata di quella cosa.

Elena: Quella cosa è un bambino! È tuo nipote!

Klaus: Non ti intromettere. Alzati subito da lì e andiamo a casa.

Rebekah: No!

Damon: Non si muove da qui.

Klaus: Ti ho detto di alzarti.

Kol: La finisci? Hai bevuto sangue andato a male o cosa? È Rebekah. Tua sorella.

Klaus: O con le buone o con le cattive alzati!

Elijah: Basta!

Klaus: Finitela voi. Vi è andato di volta il cervello?

Kol: Finiscila! Non ti voglio più stare a sentire.

Rebekah: Perchè fai così?! – e iniziò a singhiozzare ed Elena si sedette subito al suo fianco.

Klaus: E tu? – indicò Elena.

Elena: E’ figlio di Damon e lo amo, il resto non importa.

Klaus: Siete tutti patetici.

Elijah: Sparisci da questa casa. Lasciala stare.

Klaus: Siete...

Kol: Finiscila! Basta con le minacce. Vuoi ucciderci? È acqua passata. Mi hai sempre odiato perchè Rebekah preferiva me a te. Elijah si è sempre preso cura ti te fino al nostro arrivo. Quando lei ha scelto di stare con Stefan tu cosa hai fatto? Fammi pensare... A si l'hai uccisa e adesso che preferisce suo figlio e vuole la sua vita vuoi toglierlo? Sei egocentrico, vuoi tutto per te. Sei un bastardo. Lasciala stare, non la toccherai anche al costo di farmi uccidere. Non toccherai nessuno dei due. E neanche Elena.

 

Durante la discussione Rebekah non riuscì a calmarsi.

Damon: Puoi accompagnarla di là?

Elena: Si certo. Andiamo.

Rebekah: No. Non voglio.

Stefan: Calmati allora.

Elijah: Chiedigli subito scusa o sparisci e vai a pensare a quello che hai detto.

Klaus fece per avvinarsi furioso ma i Salvatore si frapposero ma li costò.

Rebekah: Vattene! Hai rovinato la giornata più bella della mia esistenza. Vattene!

Klaus: Mi...

Elijah: Vai Klaus. – così uscì.

Rebekah: Kol?

Kol: Si sono qui sorellina. – si sedette al suo fianco e la strinse a se cullandola dolcemente per poi prenderla in braccio.

Rebekah: Grazie.

Kol: Sei la mia sorellina. Vi proteggerò sempre.

Rebekah: Ti voglio bene. Te ne voglio anche a te Elijah.

Elijah: Lo so, te ne voglio anche io.

Damon: Penso che siate del mio parere che lei resti qui.

Kol: Certo.

Elijah: Assolutamente. È fuori di testa quello.

Elena: Vieni Elijah siediti.

Elijah: Grazie. – dopo un paio di minuti Rebekah andò in braccio a Elijah. – Piccola mi dispiace.

Rebekah: Non è colpa tua.

Kol: E' meglio che vai a riposarti un po' prima di cena.

Elijah: Si. È meglio. Appena non sarà a casa ti avverto così vieni a prenderti i vestiti.

Rebekah: Ok. Grazie. – scese da in braccio a Elijah.

Si salutarono e andarono a casa.

 

Stefan: Dormi con me o vuoi una stanza tutta tua.

Rebekah: Mi vuoi con te?

Stefan: Certo che ti voglio.

Rebekah: Ok.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


 
Passarono i mesi durante i quali Rebekah non vide mai Nick, rischiando di incontrarlo un paio di volte a Casa Mikaelson quando andò a prendere i suoi oggetti personali ma prontamente Kol e Elijah impedivano l'incontro. Entrambi erano molto fieri dalla sorella e non vedevano l'ora di vedere il loro nipotino.
Era da poco entrata nel settimo mese e una mattina si preparò per l'ecografia.
Damon:Mi raccomando pulce non farti vedere così fai impazzire la mamma fino alla fine. – accarezzò il ventre della ragazza.
Rebekah:Dai! Piccolo mio non ascoltare papà. Tanto io sono convinta che sei un maschietto, quindi ho bisogno solo la conferma.
Stefan:Ricordaci perchè ne sei convinta.
Rebekah:Voi siete due maschi mentre io sono l'unica femmina, quindi al 90% sarà maschio. Ciao ciao.
Elena:Ci vediamo dopo.
Damon e Stefan: Ciao.
Rebekah:Dimenticavo, quando torniamo sarete a casa vero?
Stefan:Perché?
Rebekah:Dobbiamo iniziare a trasferire.
Stefan:Stai tranquilla, andate.
Rebekah:Ciao ciao. – prese Elena sotto braccetto e uscirono.
Avevano deciso che Stefan e Rebekah si sarebbero trasferiti due stanze dopo quella di Damon ed Elena, così quella intermedia era destinata al bambino in modo che sarebbe stato più facile per i quattro prendersi cura di lui o di lei durante la notte.
 
Elena e Rebekah dopo l’ecografia andarono a pranzo fuori.
Elena:Ascolta suo padre, è molto ubbidiente.
Rebekah:Si fin troppo, sempre con le gambe incrociate.
Elena:L’importante è che stia bene.
Rebekah:Si per avere una madre morta.
Elena:Non iniziare di nuovo. – gli accarezzò il ventre e il piccolo scalciò. – Vedi che lo dice anche lui.
Rebekah:Grazie per quello che fai.
Elena:Che cosa faccio?
Rebekah:Dai!
Elena:Cosa?
Rebekah:Ti prendi cura di noi, ti preoccupi per lui.
Elena:Viviamo insieme, sei la sorella che non ha mai avuto. Ti voglio bene.
Rebekah:Anche io te ne voglio. Devo dirti una cosa.
Elena:Dimmi tutto.
Rebekah:Ho pensato e vorrei chiederti o meglio farti una proposta.
Elena:Si.
Rebekah:Vorrei, se sei d’accordo, che sia tu ad accompagnarmi in sala parto quando sarà ora. Pensaci con calma.
Elena:Cosa? Davvero?
Rebekah:Si perché comunque sia, sarai la sua seconda mamma e ti vorrei con me.
Elena:Certo assolutamente. Grazie è un onore per me. – si abbracciarono.
Rebekah:Ti vogliamo bene. – il piccolo scalciò.
Elena:Si ho sentito, ti voglio bene piccolo.
Rebekah:Dovrei chiederti un favore?
Elena:Spara.
Rebekah:Convinci Damon a scegliere un nome, magari ci riesci.
Elena:Ci ho già provato. La risposta è che si fida di te. Al massimo è disposto a scegliere un’opzione perché non vuole stare a scervellarsi per un nome. 
Rebekah:Ma è suo figlio!
Elena:Si ma si fida di te. Ne hai già pensati?
Rebekah:Non ancora, so solo che non abbiamo ancora niente. Che ne dici di andare domani a fare un giro?
Elena:Ottima idea. Da sole o li portiamo dietro? – e sorrise.
Rebekah:Se li portiamo siamo perfide, quindi ottima idea.
Elena:Bene.  
 
Nel frattempo a Casa Salvatore i fratelli trasferirono tutto da una camera all’altra.
Stefan:Damon?
Damon:Si?
Stefan:Devo chiederti una cosa.
Damon:Spara fratello.
Stefan:Vorrei chiederti il permesso di dare questo a Rebekah. – e gli mostrò l’anello.
Damon:E’ buffo sai.
Stefan:Cosa?
Damon:Chiedermi il permesso e l’anello.
Stefan:E’ la madre di tuo figlio.
Damon:Si, la madre di mio figlio. Le voglio bene e posso amarla perché è la madre di mio figlio, ma non è la mia donna, è la tua, sei diventato un altro uomo. Grazie al bambino hai imparato a controllarti con il sangue. Quindi certo che puoi e devi sposarla. Ti voglio bene fratellino. – e l’abbracciò.
Stefan:Anche io ti voglio bene Damon. – ricambiò. – Ti piace l’anello?
Damon:Beh, direi che somiglia molto a questo. – estrasse un cofanetto della tasca dei pantaloni. – Volevo chiedere a Elena di sposarmi sta sera.
Stefan:Anche io. – sorrisero.
Damon:La porti fuori?
Stefan:No, sta sera prima della buona notte.
Damon:Non ci siamo messi d’accordo vero?
Stefan:Non credo.
Damon:Sono arrivate.
Stefan:Si andiamo.
 
Elena e Rebekah: Ciao!
Damon:Ben tornate. Allora?
Rebekah:Tuo figlio ti ascolta troppo. – si avvicinò a lei.
Damon:Brava pulce. – scalciò. – Si proprio brava. Sta bene?
Rebekah:Si benissimo.
Stefan:Tu?
Rebekah:Sono contenta.
Elena:Domani usciamo tutti e quattro.
Damon:Dove andiamo di bello? – e la baciò.
Elena:Sorpresa.
Damon:Mi piace, va bene.
Stefan:Abbiamo portato via quasi tutto.
Rebekah:Da soli?
Stefan:Certo, chi doveva esserci?
Rebekah:Noi.
Damon:Voi che leggete tutti quei libri, vorremmo sapere una cosa.
Rebekah:Cosa?
Damon:I bambini, cioè i neonati non possono stare soli di notte vero?
Elena:Non è che non possono, non conviene perché devono mangiare anche di notte e così è più comodo. Sai com’è, sono piccoli.
Stefan:Voi siete quelle istruite.
Damon:Perché penso siano necessari due lettini, così può stare anche da noi. Spero non abbiate niente in contrario.
Rebekah:Certo che no, il lavoro sporco tocca anche a voi signori. Vorrei Ele in sala parto con me quando sarà ora.
Stefan:Certo.
Rebekah:Ti dispiace Damon?
Damon:No no figurati.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Angolo della scrittrice!

Salve a tutt! Volevo tutti coloro che leggono. Nel prossimo capitolo nascerà il nuovo Salvatore!
Buona lettura.
A presto
...leli...

 

 

Alla sera andarono a dormire. Entrambe le ragazze si coricarono poggiando il capo sul petto del compagno.

 

In camera Elena chiuse gli occhi.

Damon: Guarda un po’ cosa c’è qui? – aprì gli occhi e si trovò davanti al naso un cofanetto di velluto nero. Elena alzò il capo con gli occhi lucidi.

Elena: Cos’è?

Damon: Aprilo.

Elena: O mio dio!

Damon: Non ti piace?

Elena: E’ bellissimo amore mio!

Damon: Bene. – si alzò e lo tolse dalle sue mani. – Vieni alzati.

Elena: Cosa fai? – e lui si inginocchiò.

Damon: Elena Gilbert, vorresti rendermi l’uomo più felice di questo pianeta diventando mia moglie?

Elena: Me lo chiedi davvero?

Damon: Certo! Allora?

Elena: Assolutamente si! Damon Salvatore ti dirò si per tutta l’eternità. Ti amo.

Damon: Anche io. – gli infilò l’anello e si gettarono uno nelle braccia dell’altro.

 

Mentre con Rebekah.

Rebekah: Notte Ste.

Stefan: Aspetta. – si allungò e aprì il cassetto del comodino.

Rebekah: Cosa cerchi?

Stefan: Questo cofanetto per te.

Rebekah: Cosa?

Stefan: Devo chiederti una cosa, penso che tu abbia capito.

Rebekah: Più o meno.

Stefan: Rebekah Mikaelson vorresti passare l’eternità con me?

Rebekah: O Stefan non saprei, dovrei pensarci. – sorrise. – Certo che si amore mio! – lo baciò e abbracciò.

Stefan: Ehi pulce calma che fai male alla mamma.

Rebekah: E’ contento.

Stefan: Ecco qui il posto giusto per l’anello. – e lo mise.

Rebekah: E’ meraviglioso come te.

Stefan: No come te.

Rebekah: Damon lo sa?

Stefan: Certo.

Rebekah: Bene devo andare subito a dirlo a Ele.

Stefan: Ok ti accompagno.

 

Rebekah: Elena!

Elena: Rebekah!

Elena e Rebekah: O mio dio! – e si abbracciarono.

Rebekah: Eravate d’accordo?

Damon: A dire la verità no. Non li abbiamo neanche comprati insieme.

Elena: Siete stupendi.

Il mese successivo Caroline organizzò una festa per il bambino a Casa Gilbert, una festa a quattro di sole donne mentre a Casa Salvatore gli uomini erano intenti a sistemare la stanzetta.

Kol: Ti aiuto a portare il lettino da te.

Damon: Grazie.

Jeremy: Ma tutti quei vestiti?

Kol: Sono piccolissimi.

Elijah: Credo anche io.

Damon: Dicono che sarà grosso così.

Kol: Se è femmina?

Stefan: Tua sorella crede sia maschio.

 

Le ragazze chiacchierarono tutto il pomeriggio.

Rebekah: Care? Posso chiederti una cosa?

Caroline: Dimmi tutto.

Rebekah: Nick?

Caroline: Conosci tuo fratello più di chiunque altro. Credo che ultimamente stia soffrendo parecchio ma non me ne vuole parlare e io non posso insistere più di tanto. – e Rebekah si mise a piangere.

Elena: Ehi dai non piangere.

Rebekah: E' quasi Natale, tra meno di un mese nascerà e sono cinque mesi che mi ha cancellato dalla sua vita. – si accarezzò il pancione.

Bonnie: Fai preoccupare il piccolo.

Rebekah: Scusami piccolo mio. Non volevo.

Caroline: Dai iniziamo a portare tutta sta roba in macchina.

Rebekah: Grazie ragazze. Siete fantastiche. Vi voglio bene. – e si abbracciarono.

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Era il 14 gennaio, al mattino Rebekah e Elena avevano terminato di preparare i lettini, Damon e Stefan erano usciti subito dopo pranzo. Nel primo pomeriggio...

Rebekah: Ele!

Elena: Si? – si girò. – O mio dio!

Rebekah: Già!

Elena: Vado a prendere il borsone.

Rebekah: Ok. Ti aspetto giù.

Elena: Aspettami. Scendiamo insieme.

Rebekah: Ok.

Elena: Eccomi andiamo.

 

Salirono in macchina e andarono all'ospedale. Appena sistemata nella stanza Elena chiamò Damon.

Damon: Ciao amore.

Elena: Ciao, dove siete?

Damon: Che succede?

Elena: Siamo all'ospedale quindi ovunque siate è meglio che tornate indietro e venite qui.

Elijah: Che succede?

Elena: Era Elijah?

Damon: Si siamo insieme.

Elena: Bene quindi venite il prima possibile. Torno dentro.

Damon: Grazie. Ciao.

Kol: Allora?

Damon: Deve nascere, sono all'ospedale. O mio dio.

 

Alle 16 arrivarono in ospedale tutti e quattro e si diressero in reparto.

Damon: Rebekah Mikaelson?

Infermiera: Stanza 5, la stanno trasferendo in sala parto.

Stefan: Su forza vai, dagli un bacio da parte mia. – lo abbracciò.

Damon: Si. – così andò nella stanza.

Elena: Eccoti.

Damon: Ciao. Come... Come stai?

Rebekah: Male, molto molto male. Anche se sono un vampiro sto male. Tuo figlio mi sta massacrando.

Damon: Ehi. – si avvicinò e si abbassò baciandole il capo e posando la mano sul ventre. – Pensa che tra poco ci sarà la pulce. Stefan ti dà un bacio.

Rebekah: Si hai ragione. Elijah e Kol sono venuti?

Damon: Eravamo insieme.

Infermiera: Ok. Ti portiamo in sala parto.

Rebekah: Ele?

Elena: Si, sono qui. – le strinse la mano.

Rebekah: Aspettaci.

Damon: Certo. Vi aspetterò ma fate presto.

Rebekah: Ti voglio bene.

Damon: Anche io.

 

Così la portarono in sala parto e Damon tornò in sala d'attesa.

Elijah andò a casa per avvertire Nick ma non trovandolo gli lasciò un biglietto sul frigo e tornò all'ospedale. Alle 17.15.

Dottoressa: Eccola qui! – e il pianto risuonò nella stanza.

Elena: E' una bambina!

Rebekah: E' femmina! – dissero in preda all'emozione. La dottoressa tagliò il cordone ombelicale e adagiò la piccola sul petto della madre. – Ciao piccola mia. – la baciò.

Elena: Benvenuta pulce. – le accarezzò la manina.

Rebekah: Gli occhi di Damon.

Elena: Già. Glieli ha rubati al suo papà.

Infermiera: Dobbiamo portarla a fare dei controlli poi te la riportiamo nella stanza.

Rebekah: Ok. – appena la prese iniziò a strillare.

Infermiera: Tra poco ritorni dalla tua mamma. Tranquilla.

 

Dopo 10 minuti trasferiamo Rebekah nella stanza. Appena l'infermiera uscì si alzò.

Elena: Dove vai?

Rebekah: Ho bisogno di una doccia.

Elena: Aspetta ti prendo il cambio... Tieni.

Rebekah: Grazie. Per favore aspetta ad andare a chiamarli.

Elena: Certo. Fai attenzione.

Rebekah: Si.

 

Dopo una ventina di minuti, dopo essersi lavata, asciugata e rivestita legò i capelli leggermente umidi e rientrò nella stanza trovando Elena che cullava la piccola.

Elena: Scusa è entrata e me l’ha messa in braccio.

Rebekah: Ci mancherebbe, è anche tua.

Elena: Non è vero.

Rebekah: Si invece, è anche tua. Grazie per esserci stata sempre e che ci sarai sempre per lei. Ti voglio bene.

Elena: Anche io.

Infermiera: Perché in piedi?

Rebekah: Ho fatto una doccia.

Infermiera: Ma...

Rebekah: Niente ma. È tutto a posto, torni più tardi. – e la soggiogò.

Infermiera: Torno più tardi. – uscì.

Rebekah: Dorme? – si sdraiò.

Elena: Si. – si alzò e avvicinò al letto. – Tienila.

Rebekah: Grazie. Ciao amore mio, pensavo che fossi un maschietto e invece sei la nostra meravigliosa bambolina.

Elena: Si è magnifica. Vado a chiamarli.

Rebekah: Si grazie.

 

Damon: Ciao!

Elena: Ciao papà! Siete pronti? – sorrise.

Kol: Certo. Voglio vedere mio nipote.

Damon e Stefan: Stanno bene?

Elena: Si coraggio andiamo. – prese sotto braccetto Damon.

 

Rebekah: Ciao! – Damon notò la copertina rosa.

Damon: E’ una femmina?

Elena: Si. – si avvicinò.

Rebekah: Guarda un po’ papà?

Damon: E’ bellissima! – baciò il capo della neo mamma. – Ti somiglia. – Stefan si mise di fronte al fratello.

Stefan: Assomiglia a te. Ciao bellissima, anzi bellissime. – baciò Rebekah.

Rebekah: Prendila.

Damon: No no.

Rebekah: Si invece. Prendi la bambina. Prendi tua figlia.

Damon: Ok.

Rebekah: Tienile bene la testa.

Damon: Certo. Ma ciao pulce. – Stefan si sedette di fianco a Rebekah mentre Elijah e Kol senza parole guardavano la nipote.

Rebekah: Non mi dite niente?

Elijah: Cosa si può dire davanti a tanta perfezione? – abbracciò la sorella. – Grazie per avermi reso lo zio più felice al mondo.

Kol: No, sono io il più felice. Mi dispiace che somiglia così tanto a te amico.

Damon: Non è vero.

Elijah: Si invece.

Damon: No.

Elena, Stefan, Rebekah: Si!

Damon: Va bene mi arrendo. – si avvicinò al fratello. – Tienila.

Stefan: Grazie.

Kol: Sorellina. – l’abbracciò. – Il nome?

Elijah: Si è vero, come si chiama la mia nipotina?

Rebekah: Si. Damon hai ancora intenzione di riconoscerla?

Damon: Perché non dovrei?

Rebekah: E’ una femmina.

Damon: Guarda che eri tu, tutte e due eravate convinte che fosse un maschio, leggendo i vostri cari libri.

Kol: Posso prenderla?

Stefan: Tieni.

Kol: Grazie. Ciao bella dello zio! Quindi?

Rebekah: Si, avevo pensato a nomi che stavano bene sia con Salvatore che con Mikaelson, quindi abbiamo deciso… – guardò Elena.

Elena: Di chiamarla Elise, se vi piace.

Damon e Stefan: Elise? – si guardarono con gli occhi lucidi.

Rebekah: Non vi piace?

Stefan: No, no. Anzi.

Damon: E’… Era il nome di nostra madre.

Rebekah: Non… Non sapevamo.

Elena: Non mi avete mai detto niente.

Rebekah: Scusate.

Damon: Mi piace. Elise Salvatore.

Stefan: Si suona bene. – le ragazze sorrisero.

Elijah: Allora benvenuta Elise. Vai dalla tua bellissima mamma.

Rebekah: Grazie Elijah.

Elijah: Come ti senti?

Rebekah: Per essere un vampiro, resistente a tutto, malissimo. Sono distrutta, non morderò mai più una donna.

Stefan: L’importante è che stai bene.

Rebekah: No, l’importante è che lei stia bene.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Più tardi fece ingresso nell’ospedale Klaus e si recò al bancone per chiedere informazioni.

Infermiera: Si? Buon pomeriggio.

Klaus: Salve, Rebekah Mikaelson o Salvatore?

Infermiera: Reparto maternità, terzo piano.

Klaus: Grazie. – salì in reparto. – Scusi?

Infermiera: Si?

Klaus: Rebekah Mikaelson o Salvatore?

Infermiera: Stanza 5.

Klaus: Grazie.

Infermiera: Prego.

 

Rebekah: Ele portala via.

Elena: Perché?

Elijah: C’è Klaus.

Rebekah: Prendila ti prego.

Elena: Certo.

Damon: Chiuditi in bagno.

Elena: Si. – Elijah e Kol si pararono davanti alla porta e Damon e Stefan infondo al letto.

Elijah: Che ci fai qui?

Klaus: Non iniziate.

Kol: Cosa diavolo ci fai qui?

Klaus: Ho letto il biglietto, voglio solo…

Kol: Cosa?

Klaus: Mi dispiace tanto. Scusate.

Kol: Niklaus Mikaelson che si scusa? Bisogna festeggiare!

Elijah: Kol. – gli fece cenno di spostarsi.

Klaus: Grazie Elijah. – entrò nella stanza.

Stefan: Se hai brutte intenzioni, sarà meglio che te ne vada.

Klaus: Non ho brutte intenzioni.

Damon: Sarà meglio per te.

Klaus: Rebekah.

Rebekah: Nick! – le guance si rigarono di lacrime. Klaus tolse il cappotto e lo posò in fondo al letto.

Klaus: Perdonami. Perdonatemi tutti. Sono stato così egoista e stronzo, non so neanche il perché. Davanti ad un miracolo. Da due creature morte si è formata una vita. Io… Io… Mi dispiace.

Rebekah: Mi abbracci?

Klaus: Certo sorellina. – disse in lacrime e si sedette per accoglierla nelle sue braccia.

Rebekah: Ti voglio bene stupido che non sei altro.

Klaus: Lo so, anche io ti voglio bene. Sei bellissima.

 

Rimasero abbracciati una decina di minuti, Damon abbracciò il fratello che ricambiò subito, Kol si avvicinò al maggiore che l’ho abbracciò.

Klaus: Come stai?

Rebekah: Adesso che tutti gli uomini della mia vita sono qui, sto benissimo.

Klaus: Come stai davvero?

Rebekah: Sono stanca ma sto bene. Damon puoi chiamare Ele?

Damon: Si vado… Ele mi apri?

Elena: Ciao, guarda un po’ papà? – sorrise.

Damon: Ma…

Elena: Si prendila.

 

Damon tornò nella stanza con il suo fagottino in braccio e le lacrime agli occhi.

Stefan: Cos’hai?

Damon: Guarda.

Stefan: Gli stanno bene i tuoi occhi.

Damon: Vai dalla mamma piccolina.

Rebekah: Grazie. Ciao amore mio, lui è l’altro tuo zio, è zio Nick.

Klaus: E’ uno splendore, assomiglia tutta a Damon.

Damon: Un altro.

Elena: Perchè è vero. – si avvicinò e l’abbracciò.

Klaus: E’ vero ti somiglia. Non ti sei mai visto allo specchio.

Damon: Perché?

Klaus: Perchè Kol potrebbe prestartene uno.

Kol: Piantala. – si avvicinò alla piccola e sussurrò. – Non ascoltare sto stronzo di Klaus.

Klaus: Che simpatico.

Rebekah: Vuoi prenderla?

Klaus: No, non adesso.

Rebekah: Ok, Kol?

Kol: Se vuoi si.

Rebekah: Se voglio? Tieni.

Kol: Grazie, ciao bellissima.

Klaus: Come si chiama?

Rebekah: Elise Salvatore. Senza farlo apposta, si chiama come la nonna. – e guardò i Salvatore che le sorrisero.

Klaus: Elise è un bellissimo nome come lei.

Infermiera: Scusate, ho portato i fogli del riconoscimento, tra poco serviamo la cena. Devo chiedervi di uscire. – ed uscì.

Stefan: Si certo.

Damon: Grazie.

Rebekah: Io voglio andare a casa.

Elena: Non puoi.

Rebekah: Ma sto bene.

Elijah: Si ma la bambina a solo due ore di vita.

Stefan: Sai che deve rimanere.

Damon: Mi fermo qui.

Rebekah: Ma no Damon, non stare a disturbarti c’è la faccio da sola.

Damon: Non dire cavolate, quale disturbo? È mia figlia.

Rebekah: Si, scusa.

Stefan: Tieni le chiavi della macchina. Mi porti a casa Ele?

Elena: Certo.

Elijah: Sei in macchina Nick?

Klaus: Si.

Kol: Bene allora veniamo con te.

Elena: Ciao amore. – lo baciò.

Damon: Ti amo.

Elena: Ciao Rebekah.

Rebekah: Grazie di tutto. Ti voglio bene.

Elena: Anche io, ciao Elise. – e le baciò la manina.

Stefan: Ciao Damon, ciao amore mio ci vediamo domani. – la baciò. – Ciao piccolina.

Damon: Ciao.

Rebekah: Ti amo tanto Stefan.

Stefan: Anche io.

Elijah: Ciao.

 

Dopo un paio di minuti…

Kol: Da chi vuoi andare piccolina?

Infermiera: Ecco la cena.

Rebekah: Grazie.

Kol: Allora da papà. Tieni amico, ciao piccola. – le baciò il nasino.

Damon: Grazie.

Elijah: Ciao sorellina. Ti voglio bene. – l’abbracciò.

Rebekah: Anche io Elijah. Grazie di tutto.

Elijah: Figurati. Ciao Damon. – accarezzò il volto della nipote.

Damon: Ciao.

Kol: Ciao bellissima, mangia e riposati.

Rebekah: Si Kol, ti voglio bene. – la strinse forte.

Kol: Ciao Damon.

Damon: Ciao Kol.

Rebekah: Nick?

Klaus: Dimmi. – la baciò sulla fronte.

Rebekah: Grazie che sei venuto. Ti voglio bene.

Klaus: Anche io, scusami ancora. Ciao.

Rebekah: Ciao.

Klaus: Ciao Damon. – si avvicinò e osservò la nipote.

Damon: Ciao Klaus. – uscirono e avvicinò il tavolino a Rebekah. – Mangia qualcosa.

Rebekah: Si. Grazie Damon.

Damon: Basta ringraziare. – spostò una sedia vicino al letto e si sedette con la piccola.

 

Finì di mangiare, compilarono i fogli e la piccola iniziò a piangere.

Damon: Che c’è? Non piangere. – provò a cullarla.

Infermiera: Tutto bene?

Rebekah: A dire la verità non so.

Infermiera: Potrebbe aver fame. Hai provato ad allattarla?

Rebekah: No… Non…

Infermiera: Ti aiuto, mettiti comoda. Papà ci serve la bambina.

Damon: Certo, ecco.

Infermiera: Bene, avvicinatela così, sollevale leggermente la testa. Perfetto.

Rebekah: Grazie.

Infermiera: Appena ha finito deve fare il ruttino e bisogna tenerla in posizione verticale per alcuni minuti, se volete metterla nella culla, vado a prenderla.

Damon: Grazie.dopo un paio di minuti tornò.

Infermiera: Ecco qui. Culla e un paio di pannolini. Se avete bisogno chiamate.

Rebekah: Grazie mille. – poi finì di mangiare.

Damon: Vuoi darla a me?

Rebekah: Fai tu.

Damon: Si, se vuoi.

Rebekah: Certo tieni.

Damon: Ciao principessa. – dopo una mezz’ora si addormentò. – Dovrei metterla giù?

Rebekah: Come vuoi.

Damon: Forse è meglio così sta tranquilla. Eccoti. – la baciò sulla fronte e la coprì.

Rebekah: Sei bravissimo.

Damon: Non esageriamo.

Rebekah: Si invece. È vero.

Damon: Come stai?

Rebekah: Stanca. Vieni vicino a me?

Damon: Certo. Così va bene?

Rebekah: Si grazie. – appoggiò il capo al suo petto.

Damon: Grazie per questa meraviglia. – la baciò sul capo.

Rebekah: Grazie a te. – dopo pochi minuti si addormentò.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Due giorni dopo.

Era ora di tornare a casa, la sera prima Damon quando era andato a dare il cambio a Stefan aveva portato dietro il seggiolino. Appena finita la poppata entrò l’infermiera con i fogli delle dimissioni.

Rebekah: Meno male che andiamo a casa. – disse mentre faceva fare il ruttino alla bimba e poi l’adagiò nella culla. – Vado a prendere le mie cose.

Damon: Ehi. Fai con calma, non ti corre dietro nessuno. Tranquilla.

Rebekah: Si, hai ragione. Ok allora mi faccio una doccia per togliermi la puzza di ospedale di dosso.

Damon: Si, ma tranquilla ok?

Rebekah: Si. La guardi tu?

Damon: Certo.

Rebekah: Ok vado.

 

Dopo mezz’ora tornò e trovò Damon che cambiava la bambina.

Damon: Ma sei tutta profumata.

Rebekah: Si, ieri ci hanno insegnato a lavarla, ti insegno domani.

Damon: Bene.

Rebekah: Tieni puoi metterle questa? È un regalo di Caroline. – Damon rimase a bocca aperta, sulla tutina color crema c’era scritto “I My Dad, Damon”.

Damon: Anche io ti amo piccola mia. È bellissima.

 

Dopo averla vestita e aver messo il tutone, l’adagiarono nel seggiolino e si recarono alla macchina. Dopo venti minuti di viaggio arrivarono a casa.

Rebekah: Casa dolce casa.

Damon: Si. – si incamminarono verso casa ed entrarono.

Nel salotto c’erano tutti, Stefan si avvicinò subito e la baciò, Elena, Jeremy, Bonnie, Caroline, Klaus, Elijah e Kol.

Rebekah: Ciao a tutti!

Elijah: Ciao. – Rebekah si sedette in braccio a Stefan e la piccola iniziò subito a piangere.

Damon: E’ colpa di questo coso, adesso lo togliamo.

Rebekah: Vengo?

Damon: No stai lì ci penso io. – la tolse dal seggiolino e andarono su.

Elena: Vado su.

 

Damon adagiò la figlia sul fasciatoio e iniziò ad abbassare la zip.

Elena: Ciao amore.

Damon: Ciao amore mio. – la baciò.

Elena: Come stai?

Damon: Io bene, con te al mio fianco ancora meglio. Tu?

Elena: Direi che vale lo stesso per me. – sorrise e sfilò il berretto alla bambina.

Damon: Dammi questa bellissima manina e siamo a posto. Perfetto. – la sollevò è sfilò anche le gambette.

Elena: Ma che bella tutina! Anche io amo il tuo papà Elise. – le grattò il pancino e smise di piangere.

Damon: Anche io ti amo tanto. – la baciò e le cinse la vita. – La vuoi?

Elena: Mi piacerebbe.

Damon: Tieni allora.

Elena: Grazie.

 

Dopo alcuni minuti scesero.

Kol: Finalmente! – si alzò e si avvicinò ad Elena.

Elena: Tieni Kol.

Kol: No figurati tienila tu, voi donne siete bellissime con lei in braccio.

Damon: Non ci provare con lei!

Kol: Non lo farei mai. È una donna impegnata.

Elena: Su tieni la tua nipotina.

Kol: Grazie carissima. Ciao Elise, splendore dello zio. Era comodo il fasciatoio che abbiamo montato io e lo zio Jeremy? – dopo un paio di minuti provò le braccia di zio Jeremy.

Jeremy: Grazie.

Rebekah: Nick non vuoi prenderla?

Klaus: No, cioè non sarebbe giusto.

Elijah: Posso?

Jeremy: Ma certo, tieni.

Elijah: Grazie Jer.

Rebekah: Perché?

Klaus: Potrei farle del male e non voglio.

Rebekah: Perché?

Klaus: Per tutto quello che ho fatto non è giusto nei loro confronti che ti sono stati accanto.

Rebekah: Sei suo zio, ormai sei qui. Ma non voglio forzarti.

Klaus: Non so neanche come si fa.

Kol: A prendere la bambina?

Klaus: Si.

Kol: Ma non dirne più.

Rebekah e Elijah: Basta! – e scoppiarono a ridere.

Kol: Comunque, si usano le braccia, perché si dice prendere in braccio.

Klaus: Non l’avrei mai detto sai?

Jeremy: Siete tremendi. Kol sei una bomba.

Kol: Lo so, grazie.

Elijah: Kol?

Kol: Che c’è? Che ho fatto?

Elijah: Niente prendila.

Kol: Scusa. Grazie. Nick!

Klaus: Cosa?

Kol: Alzati e vieni qui.

Klaus: Calma ragazzo. – si avvicinò.

Kol: Elise, adesso vai in braccio a sto… A Nick. Su muoviti, prendila. Ecco.

Klaus: Ciao bella.

Rebekah: Efficacie come sempre Kol, grazie.

Kol: Prego. – gli fece l’occhiolino.

 

Dopo un paio di minuti iniziò a strillare.

Klaus: Cosa c’è che non va?

Elijah: Sembri un palo Nick.

Stefan: Prova a cullarla.

Klaus: No no, tieni Kol.

Kol: Vieni. Ecco brava.

Damon: Ecco il baby sitter perfetto!

Elena: Damon! – gli diede una gomitata.

Kol: No no, ha ragione. Mi candido.

 

Alla sera…

Stefan: Chi la tiene? – baciò Rebekah sul capo che sbadigliò.

Elena: Che ne dici se la teniamo noi, così Rebekah si riposa?

Damon: Per me va benissimo. Sei d’accordo?

Rebekah: Si, se non ti disturba.

Elena: Quale disturbo?

Rebekah: Non avete altri programmi?

Damon: Anche se ne avessimo, non disturba per tre o quattro ore. Anche se non faremo niente.

Elena: Per mangiare sta note?

Rebekah: E’ vero?

Damon: Te la portiamo.

Rebekah: Però.

Elena: Sono due passi tranquilla.

Rebekah: Va bene. – iniziò a piangere. – Vieni piccola facciamo la pappa e poi vai a fare la nanna da papà.

 

Dopo aver mangiato e fatto il ruttino si salutarono tutti e quattro. Stefan cambiò il pannolino e la consegnò al fratello.

Damon: Ok, buona notte.

Rebekah: Anche a voi.

 

Damon l’adagiò sul letto, si prepararono per la notte, sistemò il lettino dalla sua parte. Infine la prese in braccio e iniziò a cullarla per farla addormentare. La baciò sulla fronte e l’adagiò nel lettino, la coprì per poi sistemarsi al fianco di Elena.

Elena: Sta notte inizierà un lungo periodo papà.

Damon: Già ma tu sarai al mio fianco.

Elena: Certo, lo sarò per sempre.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


Il giorno di San Valentino, dopo un mese esatto dalla nascita di Elise, i quattro giovani andarono in Municipio e decisero di sposarsi, senza cerimonia in grande stile perché bastava il loro amore.

 

Una piovosa sera di fine aprile, Elena telefonò a Damon per avvertire che avrebbe tardato perché aveva bucato.

Elena: Ciao amore. Ho bucato, tarderò un po’.

Damon: Dove sei? Vengo ad aiutarti.

Elena: Ma no amore tranquillo. Sono sul Wickery Bridge.

Damon: Vengo.

Elena: No… Vai via… Via…

Damon: Che succede?

Elena: C’è un animale.

Damon: Sali in macchina.

Elena: Non posso non… – e cadde la linea.

Damon prese la giacca e corse sul ponte. Quando arrivò rimase sconvolto. Elena giaceva a terra in una pozza di sangue.

 

Damon: Amore! Elena rispondimi! – il suo cuore batteva in modo irregolare ed era molto debole. A fatica aprì gli occhi.

Elena: Damon.

Damon: Si sono qui con te, è tutto a posto. – la sollevò leggermente, si morse il polso e lo avvicinò alle sue labbra. – Bevi amore, bevi. Così brava. – appena si staccò sorrise al marito, perse i sensi e il cuore cessò di battere. – No! Non puoi, non lasciarmi! Dannazione non lasciarmi. – iniziò a premere sul cuore della ragazza. Continuò fino a quando non sentì scricchiolare le costole. – Deve aver fatto effetto il mio sangue, deve. Dannazione non puoi lasciarmi. – la prese e tornarono a casa.

 

Entrò senza trovare né Stefan né Rebekah che erano usciti e la piccola era dagli zii. Si avvicinò al camino acceso e si sedette a terra e rimase fino all’arrivo del fratello.

Stefan: Ciao! – ed entrarono in salotto.

Rebekah: Che diavolo è successo? – si precipitò vicino al cognato. – Damon?

Damon: Non… Non lo so. Ha chiamato per dire che tardava, ha detto che c’era un animale ed è caduta la linea. Sono corso sul ponte e l’ho trovata a terra, sono riuscito a darle del sangue ma… Non so se ha fatto effetto. – si abbandonò alle lacrime, Stefan si avvicinò e si accucciò vicino al fratello e lo abbracciò.

Rebekah: Dammela.

Damon: No!

Rebekah: Dammela. Non può stare con i vestiti fradici. – gliela tolse dalle braccia e andò nella sua stanza. L’adagiò nella vasca e iniziò a spogliarla, aprì l’acqua calda e iniziò a scaldarla e a pulire il sangue. Notò che le ferite si erano rimarginate. Stefan aveva convinto Damon ad andare ad asciugarsi. Una volta rivestito uscì dal bagno.

Damon: Devo… Devo chiamare Jeremy.

Stefan: Aspettiamo. Ha bevuto il tuo sangue. Aspettiamo. – l’abbracciò.

Damon: Ho paura.

Stefan: Dai. – entrò Rebekah con Elena in braccio e l’adagiò sul letto.

Damon: Grazie.

Rebekah: La ferita si è rimarginata, gli hai rotto almeno una costola che si è già saldata, quindi aspettiamo, ok? – disse mentre la sistemava e Damon si limitò ad annuire. – Vado a chiamare Kol. – lo baciò sul capo e poi baciò Stefan.

Stefan: Si, resto io.

 

Rebekah: Ciao.

Kol: Ciao! Tutto a posto, ha mangiato, è pulita, adesso dorme. È un angioletto. Voi andate a festeggiare?

Rebekah: No, ascolta potete tenere la bambina qualche giorno?

Kol: Certo. Che succede? Sei strana.

Rebekah: Elena è stata attaccata da un animale.

Kol: Come sta?

Rebekah: Adesso è morta, speriamo che il sangue di Damon abbia funzionato. Torno da loro. Grazie ti voglio bene, ciao.

Kol: Figurati anche io ti voglio bene. Fammi sapere ciao. – appena terminata la chiamata scese ad avvertire i fratelli.

Klaus: Che succede?

Elijah: Kol? Perché quella faccia?

Kol: Elena… Elena è morta a causa di un attacco animale e sperano che il sangue di Damon sia entrato in circolo.

Elijah: Vado.

Kol: No, stai qui, ci fanno sapere.

Elijah: Ok.

 

Passarono un paio d’ore e la situazione era sempre la stessa. Verso le 5 del mattino Damon fece per uscire dalla stanza quando sentì un sospiro e si precipitò al fianco della sua amata. Attesero un’altra oretta e si svegliò mentre i fratelli non erano in camera.

Elena: Ciao.

Rebekah: Ciao. – e le accarezzo il capo. – Damon!

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Damon: Si. – entrò nella stanza. – Amore mio! – la baciò in lacrime.

Elena: Cos’è successo? Ero al telefono con te e poi... – si sedette.

Damon: Sei stata ferita dall’animale, sono corso da te, hai bevuto il mio sangue e sei… Sei morta.

Elena: Cosa?

Stefan: Sei in transizione. Come ti senti?

Elena: Io... – scoppiò a piangere.

Damon: Ehi…

Elena: Mi abbracci?

Damon: Certo. – la cinse con delicatezza. – Ti ho rotto una costola, perdonami.

Elena: Se sono qui è grazie a te.

Stefan: Mi hai fatto preoccupare.

Elena: Perché?

Stefan: Ho avuto paura che non volessi completare la transizione.

Elena: Certo che no, solo che non volevo ancora trasformarmi e non volevo morire così.

Rebekah: O tesoro. – l’abbracciò per poi andare a chiudere le tende.

Stefan: Vado a prenderti il sangue.

Elena: Grazie.

Dopo alcuni minuti…

Elena: Cos’è?

Rebekah: Sta arrivando Stefan con il sangue.

Stefan: Ecco qui.

Rebekah: Vieni in bagno.

Elena: Ok. – Stefan versò il sangue in una tazza e andò in bagno.

Rebekah: Tranquilla, mi raccomando. – disse mentre la stringeva a sé e i fratelli varcarono la soglia, la sentì irrigidirsi. – Rilassati e respira ok?

Elena: Si.

Damon: Pronta amore?

Elena: Si. – si mise vicino a lei.

Stefan: Tieni.

Elena: Grazie Ste.

Stefan: Prego.

Elena: Damon?

Damon: Si sono qui.

Elena: Mi abbracci?

Damon: Certo. – la cinse da dietro e la baciò sul collo.

Elena si portò la tazza alle labbra e iniziò a sorseggiare il liquido rosso, gli occhi diventarono rossi e i canini spuntarono.

Elena: Fa male!

Damon: Respira e rilassati… Brava. – seguendo i consigli del marito il suo viso tornò alla normalità.

Elena: Ti amo.

Damon: Anche io piccola mia.

 

Verso le 8.

Stefan: Vado da Jeremy per avvisarlo e dico a Bonnie di venire.

Elena: Grazie Stefan. – si abbracciarono.

Stefan: Figurati ciao. Ciao amore, Damon.

Rebekah: Ciao amore. – lo baciò.

Damon: Ciao.

Rebekah: Io vado dalla bambina a vedere come sta e porto qualcosa là.

Elena: No. Non puoi.

Rebekah: Cosa?

Elena: Non posso far stare lontana la bambina per colpa mia… Devo andare via io.

Damon: Non dire cavolate.

Elena: Non posso togliervi la bambina.

Rebekah: Secondo me basteranno in paio di giorni.

Damon: E’ vero, ti sei bevuta solo una tazza di sangue, non ti sei accorta di quel bicchiere pieno sul tavolo.

Rebekah: Quindi vieni su con me a preparare qualcosa per Elise. – la prese sotto braccetto e salirono.

 

Dopo una decina di minuti suonarono e Damon andò ad aprire.

Damon: Ciao!

Jeremy: Ciao. Dov’è?

Damon: E’ su con Rebekah.

Bonnie: Come sta?

Damon: Penso abbastanza bene. Venite.

 

Dopo che il borsone fu pronto.

Rebekah: Hai sentito?

Elena: Cosa?

Rebekah: Jeremy e Bonnie.

Elena: No.

Rebekah: Ok, allora concentrati e ascolta… Li senti?

Elena: Si, adesso si. – sorrise.

Rebekah: Vieni. – e scesero.

 

Jeremy: Ele! – si avvicinò.

Elena: No Jer, non posso. – si nascose dietro a Rebekah.

Jeremy: Io non ho paura. – le sorrise. – Non devi averne neanche tu. – e la sorella si tuffo tra le sue braccia e scoppiò a piangere.

Rebekah: Io vado.

Damon: Ok, se a loro non dispiace puoi dirgli che passo sta sera?

Rebekah: Certo. Ciao. – uscì.

 

Damon: Mio fratello?

Bonnie: E’ andato a prendere del sangue.

Damon: Ok.

Bonnie: Ele. – abbracciò l’amica. – Caroline è fuori città, ma l’ho chiamata. Le dispiace tanto.

Elena: Grazie.

Bonnie: Se mi dai l’anello faccio l’incantesimo così apriamo le tende.

Elena: Si certo. Tieni. – le consegnò l’anello di fidanzamento e iniziò l’incantesimo.

Bonnie: Ecco qui.

Elena: Grazie. – Damon aprì le tende. Jeremy si avvicinò al tavolo, prese un coltello e si preparò per ferirsi.

Damon: Cosa stai facendo Jeremy?

Jeremy: Dici che si controlla. Proviamo.

Elena: No! Non farlo!

Jeremy: C’è Damon, Bonnie. Di te mi sono sempre fidato, fallo per Elise. – si tagliò il polso.

Elena: Ok. Ok. – si avvicinò e portò il polso del fratello alle labbra e affondò i canini, si staccò quasi subito.

Bonnie: E’ bravissima. – disse a Damon.

Damon: Si.

Elena: Damon, dagli il sangue.

Damon: Daglielo pure tu.

Elena: Ok. – così si morse il polso, fece bere il fratello e poi si accomodò sul divano sempre abbracciata a lui. – Ti ho fatto male? Stai bene?

Jeremy: Tutto a posto. Hai mai visto qualcuno comportarsi così bene?

Damon: No. Nessuno ma c’è sempre una prima volta.

 

Trascorsero la giornata serenamente, alla sera Damon si preparò per andare a Casa Mikaelson da sua figlia.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Damon: Io vado, non sei sola ma se hai bisogno chiamami ok?

Elena: Si tranquillo. Sono in buona compagnia. Stai tutto il tempo che vuoi con Elise e dalle un bacione da parte mia.

Damon: Certo. – si baciarono. – Vado ciao.

Rebekah: Ciao. – e uscì.

Stefan: Perché non sei andata anche tu?

Rebekah: Sono andata sta mattina, sono stata tutto il giorno. È giusto che vada da solo e poi voglio stare con mio marito e mia cognata.

 

Damon parcheggiò davanti a Casa Mikaelson e andò a suonare e sentì la bimba piangere.

Kol: Ciao Damon, vieni entra.

Damon: Ciao grazie. Che succede?

Kol: E’ in braccio a Nick, deve mangiare. – e smise. – Era in braccio a Nick.

Damon: Bene. – sorrise e appese la giacca.

Kol: Vieni. Elena? – entrarono in salotto.

Damon: Ciao a tutti. Sta bene, è sorprendente. Ha bevuto una tazza di sangue per completare la transizione, c’era un bicchiere sul tavolo e non se né accorta, sono arrivati Jeremy e Bonnie e non ha avuto problemi. Jeremy l’ha messa alla prova tagliandosi e l’ha appena assaggiato.

Elijah: Magari, visto che aveva intenzione di trasformarsi e vive in casa con tre vampiri sa i pregi e i difetti.

Klaus: Come l’ha presa?

Damon: A parte che è morta per via di un animale, l’ha presa bene perché tanto voleva trasformarsi. Ha subito pensato alla bambina che non è a casa ed è lontana.

Klaus: Dieci minuti di macchina.

Elijah: Ecco qui piccola, con la pancia piena. Vai dal tuo papà.

Damon: Grazie. Ciao principessa. – e la baciò sul capo. – Che bravi zii che hai. Sei brava con loro?

Klaus: Con loro si. Con me mica tanto.

Damon: Si ho sentito. È stata brava sta notte?

Kol: Un angioletto come sempre. Sta sera tocca a Elijah.

Klaus: E’ meglio che la tenete voi, mi odia.

Kol: Hai paura solo a guardarla.

Klaus: Io vado.

Elijah: Dove?

Kol: Esce con Caroline.

Klaus: Kol!

Elijah: Che male c’è se esci e se c’è lo dici?

Klaus: La privacy.

Elijah: Va bene, ciao privacy. Saluta Caroline.

Klaus: Sarà fatto. Ciao Damon.

Damon: Ciao. – e uscì.

 

Kol: Che roba tuo fratello.

Elijah: Guarda che è anche tuo. Ti diverti da matti a stuzzicarlo.

Kol: Mi conosci!

Damon: Voi non uscite?

Elijah: Ho conosciuto una ragazza ma non l’ho più richiamata.

Damon: Bravo! Perché?

Elijah: Se la chiamavo subito sembrava che ero disperato.

Damon: Tecniche originali però.

Elijah: Esatto.

Damon: Kol?

Kol: Non ne sento il bisogno, cioè al contrario loro che comunque hanno vissuto, io sono stato in una bara per quasi un secolo. Voglio godermi la vita, sono giovane e bello. L’unica cosa che voglio adesso è fare lo zio di questo esserino e voglio essere lo zio preferito alla faccia loro. – fece l’occhiolino al fratello. – Vero topolina dello zio. – e le grattò il pancino. – Si brava. Che bel sorriso che mi hai fatto. Se vorrò qualcuna mi porterò lei dietro per rimorchiare. Sempre se il tuo papà me lo lascia fare, per mamma non ci sono problemi perché mi vuole bene, ma il papà è il papà.

Damon: Se è per rimorchiare certo. L’avrei fatto anche io.

Kol: Ecco. Affare fatto. Hai un papà mitico.

Damon: Grazie.

Elijah: Vi assomigliate un sacco voi due.

Kol: Certo siamo gemelli separati alla nascita.

Elijah: Certo avete pochi secoli di differenza. – scoppiarono a ridere e la piccola sbadigliò.

Damon: Tesoro, vuoi fare la nanna. – iniziò a cullarla mentre lei stringeva la manina alla sua camicia.

 

Si addormentò e dopo un’oretta di chiacchiere si erano fatte le 23.30.

Damon: Devo cambiarla, dove vado?

Elijah: Se vuoi faccio io.

Damon: Vorrei metterla io a letto e poi vado.

Elijah: Ok, vieni. – andarono su, la cambiò e si svegliò iniziando ad agitare le braccia. Così la prese.

Damon: Piccola fai tanta nanna, ci vediamo domani. – l’adagiò nel lettino, la baciò e la coprì.

Scesero di sotto e si salutarono.

 

Arrivò a casa a mezzanotte e trovò Elena addormentata sul divano e un biglietto sul tavolino e lesse: “Ciao. Tutto a posto. Ha preso un bicchiere si sangue. Lei e Rebekah sono uscite un po’ e nessun problema. Buona notte”, buttò il biglietto, si avvicinò e prese la moglie in braccio.

Elena: Ciao. Che ora è?

Damon: Ciao amore mio. È mezzanotte. Potevi andare a dormire.

Elena: Volevo aspettarti ma...

Damon: Non importa. – l’adagio sul letto e si stese al suo fianco.

Elena: Ti amo tanto. Elise? – appoggiò il capo sul suo petto.

Damon: Anche io ti amo. Sta bene, non voleva dormire, mi stringeva la camicia.

Elena: Così? – e iniziò a sbottonargli la camicia.

Damon: Non proprio così.

Elena: Ti voglio Damon. – iniziò a baciarlo con foga.

Damon: Prendimi allora. – sorrise malizioso.

Così i vestiti si sparpagliarono sul pavimento e iniziarono a fare l’amore.

 

La piccola Elise, dopo una settimana era tornata a casa. Elena si controllava perfettamente e così se la spupazzò tutta la giornata.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


La piccola Elise aveva compiuto 10 mesi. Un pomeriggio lei e la mamma erano rimaste a casa da sole, Elena era con Jeremy, Stefan era uscito e Damon era andato a prendere i pannolini.

Rebekah era comodamente seduta sul divano che giocava con la figlia e si fece l’ora della merenda.

Rebekah: Vieni piccola andiamo a fare la pappa così quando torna papà giochi con lui. – la prese e la portò in cucina, l’adagiò nel seggiolone, le mise il bavaglino ed aprì il frigo per scegliere l’omogeneizzato.

Damon: Ciao porto le borse su e arrivo.

Rebekah: Ciao siamo in cucina. – prese il barattolo, lo aprì e prese il cucchiaino.

Elise: Papa! – si voltò subito.

Rebekah: Cosa?

Elise: Papa! – e sorrise.

Rebekah: Bambina mia. – la baciò sul capo.

Elise: Papa!

Rebekah: Si tesoro la pappa.

Elise: Papa! – le avvicinò il cucchiaino alla bocca ma girò la testolina.

Rebekah: Damon vieni per favore?

Damon: Eccomi, che c’è? Ciao principessa. – le accarezzò una guancia. – Ma chi ti ha fatto i codini? – e lei sorrise.

Rebekah: Elise vuoi papà o la pappa?

Damon: Ma che fai?

Elise: Papa! – e iniziò a sbracciarsi dal seggiolone, Rebekah la sganciò e la prese in braccio per avvicinarla a Damon che era rimasto immobile.

Rebekah: Vuoi papà, eccoci vicino a papà. Damon? – gli accarezzò le guance per asciugargli le lacrime che scendevano dai suoi occhi di ghiaccio.

Damon: Scusa. Solo che... – e l’abbracciò.

Rebekah: Sei la sua prima parola.

Damon: Già.

Elise: Papa!

Damon: Si principessa, vieni da papà. – la prese in braccio e lei poggiò la testolina al suo collo. – O amore mio. Ha mangiato?

Rebekah: No, non ancora. Si è svegliata, abbiamo giocato con i pupazzi e poi sei arrivato. – le massaggiò la schiena e si alzò.

Damon: Allora mangiamo e poi andiamo a giocare. – la sistemò nel seggiolone e iniziò ad imboccarla. – Ma che brava che sei.

Rebekah: Mi dici mamma?

Elise: Papa!

Rebekah: Va bene, imparerai. – suonò il cellulare. – Ciao.

Stefan: Ciao volevo chiederti una cosa? Sta sera visto che Elise dorme con Damon, hai voglia di uscire?

Rebekah: Si certo.

Elise: Papa!

Stefan: Cos’era?

Rebekah: Elise ha imparato a dire papà.

Stefan: E’ meraviglioso.

Rebekah: Si infatti. Perché non sei ancora a casa?

Stefan: Perché ti sto preparando una sorpresa.

Rebekah: Stefan… Devo vestirmi elegante?

Stefan: Non troppo, vengo a prenderti per le 20. Ti amo. Ciao.

Rebekah: A dopo, ti amo ciao. – agganciò. – Io vado.

Damon: Certo, non stare a perdere troppo tempo nel prepararti.

Rebekah: Tu sai?

Damon: Si so tutto.

Rebekah: Dammi un indizio.

Damon: No!

Rebekah: Ti prego!

Damon: Non stare a sistemarti troppo.

Rebekah: Ok. – andò su a farsi un bel bagno caldo e rilassante.

Damon: Vieni piccola andiamo a giocare un po’. – la prese in braccio, presero alcuni pupazzi e andarono nel letto. Sistemò i cuscini e la fece sedere, tolse le scarpe e si posizionò di fronte alla figlia.

 

Dopo mezz’ora la bimba poggiò la schiena ai cuscini e iniziò a strofinarsi gli occhietti, Elena entrò nella stanza cercando di non fare rumore, per fare una sorpresa al marito.

Damon: Guarda che ti sento.

Elena: Uffa! Ciao amore. – lo baciò per poi baciare la piccola che sbadigliò. – Sei stanca tesoro. – si sdraiò al suo fianco.

Damon: Mi ha chiamato papà.

Elena: Brava. – iniziò ad accarezzargli i capelli.

Elise: Papa.

Elena: Si Elise papà è qui con noi. – strinse la manina sulla sua maglia e si addormentò.

 

Dopo un’ora tornò Rebekah.

Rebekah: Allora?

Elena: Fin troppo per un uscita tranquilla.

Damon: Direi che non arriverete neanche al dolce.

Rebekah: Dici?

Damon: Si.

Rebekah: Cosa sai?

Damon: Niente di preciso, so solo che non dormirete a casa.

Rebekah: Va bene, ti credo. Perché ti voglio bene, sei il padre della mia bambina, sei mio cognato e il mio migliore amico.

Damon: Che grande onore, ti voglio bene perché sei la madre della mia bambina, sei mia cognata e la mia migliore amica.

Rebekah: Non vale copiare quello che dico io. Tra poco dovrebbe arrivare Stefan. Oggi è una giornata fatta di ritardi, mangerà tardi e dormirà tardi.

Elena: Non importa.

Damon: Vado a prendere due pizze. Ti va?

Elena: Qualsiasi cosa.

Damon: Bene, vado e torno. Buona serata.

Rebekah: Anche a voi, ciao. – Damon uscì e Rebekah decise di scendere.

Elena: Vengo con te. – prese la piccola in braccio per scendere. – La cambio e arrivo.

Rebekah: Dai faccio io.

Elena: Ci mancherebbe.

Rebekah: Allora ti aspetto. – adagiò la bimba sul fasciatoio, la cambiò e le infilò i pantaloni del pigiamino e si svegliò.

Elena: Ecco qui, siamo a posto, andiamo ad accompagnare la mamma e aspettiamo papà. – scesero.

Stefan: Ciao. Pronta?

Rebekah: Ciao assolutamente. Ciao Ele, ciao tesoro mio.

Elena: Ciao buona serata.

Stefan: Grazie ciao.

 

Dopo una decina di minuti arrivò Damon, entrò in cucina con le pizze e il dolce. Trovò Elena vicino ai fornelli con la bambina in braccio che scaldava la minestra.

Elise: Papa! – e sorrise al padre.

Damon: Ciao amori miei.

Elena: Ciao papà.

Damon: Siediti, finisco io.

Elena: Va bene. – mise Elise nel seggiolone con il bavaglino.

Damon: Ecco qui principessa.

 

Dopo aver mangiato, Damon riordinò la cucina per poi recarsi sul divano trovando Elena che giocava con la bambina.

Elena: Ecco qui il nostro uomo preferito che si siede vicino a noi.

Damon: Cosa facciamo di bello?

Elena: Inizia a prenderla e poi mi abbracci.

Damon: Assolutamente, saliamo dopo?

Elena: Ottima idea, saliamo così siamo più comodi.

Damon: Ai suoi ordini. – salirono e prepararono la piccola per la notte. Damon le pettinò i morbidi capelli biondi e si sistemarono sul letto. Elise si addormentò facilmente sul petto del suo papà cullata dal ritmo dei sui respiri. Elena invece era appoggiata alla spalla del marito avvolta nel suo abbraccio e accarezzava la schiena e i capelli della bambina.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 - Epilogo ***


Angolo della autrice
Salve a tutti!
Eccoci qui con il capitolo finale.
Grazie a tutti quelli che ha recensito o semplicemente chi letto la storia.
Grazie ancora. A presto...

La vita proseguiva tranquilla, la piccola Elise andava all’asilo. Ormai aveva 5 anni, cresceva sana e forte. Elena e Stefan erano come dei genitori per lei, li chiamava mami e papi. Una mattina la mamma le stava legando i bellissimi capelli biondi in una treccia.

Elise: Mamma mi viene a prendere zio Kol oggi vero?

Rebekah: Si tesoro viene lui. Adesso ti porta papà, vai a fare merenda dagli zii e poi ti veniamo a prenderti prima della nanna.

Elise: Va bene. Aspetta devo fare cena io!

Rebekah: Già. Hai proprio ragione. Aspetta sei sicura? Se no questa pancia. – la sdraiò e iniziò a farle le pernacchie sulla pancia.

Elise: Mamma. Mamma!

Damon: Cosa succede alla mia principessa?

Elise: Papà salvami! La mamma non mi lascia e mi fa il solletico.

Damon: Alla tua età Rebekah! Vieni qui piccola. – la prese.

Rebekah: Sta zitto. – gli diede un buffetto sulla nuca. – Dai aggiustiamo la treccia e poi colazione.

Damon: Vi aspetto giù.

Elise: Si.

 

Dopo alcuni minuti scesero.

Elise: Ciao papi. Bacio?

Stefan: Ciao principessa, tutti i baci che vuoi. – la prese in braccio ed entrarono in cucina.

Elena: Ciao bellissima!

Elise: Mami mi prendi.

Elena: Certo vieni. – si stinse forte. – Ma che bei codini che ha la treccia, azzurri come gli occhi.

Elise: Me li ha fatti mamma.

Elena: Lo so.

Damon: Mangiamo così poi andiamo.

Elise: Si poi vado dallo zio.

Damon: Mica preferisci Kol a me?

Elise: Ma no! Tu sei il mio papà! Lui è il mio zio preferito. – lo abbracciò.

 

Passò la giornata e poi fu il momento di zio Kol.

Kol: La mia ragazza! – la sollevò.

Elise: Zio sono piccola!

Kol: Sei la mia bambina. Sai cosa facciamo per merenda?

Elise: Cosa? – chiese curiosa.

Kol: Sorpresa!

Elise: Dai! – fece gli occhi dolci.

Kol: Non fare quegli occhi principessa. Con me non attacca, non sono tuo padre. Andiamo.

Elise: Si zio.

 

Dopo merenda, Kol preparò le crepes alla nutella tanto amate dalla nipote, arrivarono Rebekah ed Elena e poi andarono a casa.

Elise: Papà e papi?

Elena: Sono usciti, escono con gli zii.

Elise: Va bene. Posso chiedervi una cosa?

Rebekah: Certo amore. Dicci tutto. Sediamoci.

Elise: Ok però lasciatemi parlare.

Elena: Certo, silenzio silenzio.

Elise: Allora. Mami zio Jer è il tuo fratellino, mamma sei la sorellina di zio Elijah, Kol e Nick, papà e papi sono fratelli. Milly, la mai amichetta ha un fratellone e tra un po’ arriva un fratellino. Io invece non ho niente. Quindi per Natale, nella letterina per Babbo Natale scrivete che voglio un fratellino?

Rebekah: Piccola mia per Natale è impossibile anche volendo. Vorresti un fratellino da me o da papà? – e guardò Elena.

Elise: Voglio da tutti e due! Uno da te e uno da mami.

Elena: Elise è un po’ difficile.

Elise: Non mi vuoi fare un fratellino mami? – e si mise in braccio a lei.

Elena: Tesoro non è così, devi parlare con papà perché due insieme è difficile.

Rebekah: Poi maschi.

Elise: Per piacere!

Rebekah: Parla con papà, però il problema è che non siamo normali.

Elise: Lo so, siete vampiri.

Rebekah: A parte quello. Non siamo la classica famiglia con mamma e papà.

Elise: Lo so. È bello! Due mamme e due papà, quindi due fratellini. Io sono contenta così. Alcuni bambini hanno mamma e papà che non si vogliono più bene e vivono lontano. Io ho voi che vi volete bene. Vero?

Elena: Si piccola è vero.

Rebekah: Parla con papà sta sera. – annuì.

 

I mesi passarono e la piccola aveva compiuto da poco 6 anni. Era il pomeriggio del 13 febbraio quando…

Elise: Mami che cos’è?

Elena: Vai a chiamare papà.

Elise: Perchè sei bagnata? Mami è il fratellino?

Elena: Si.

Elise: Vado subito da papà. – corse giù. – Papà il fratellino! Corri da mami.

Damon: Ma dai principessa.

Elena: Damon! – urlò dal piano di sopra.

 

Alle 6 del 14 febbraio venne alla luce Lee Salvatore.

 

Alle 14, durante l’orario delle visite Kol portò Elise.

Elise: Papà! Mami! – si avvicinò al letto.

Kol: Però amico una meraviglia. Ciao bellissima. – baciò Elena sul capo.

Elena: Grazie Kol.

Elise: Zio mi alzi?

Kol: Certo. Guarda il fratellino.

Elise: Papà i nostri occhi! Grazie.

Damon: Prego. Come mai è con te?

Kol: Non hai visto il messaggio?

Damon: No, si è scaricato il telefono. Che succede?

Kol: Rebekah è in sala parto.

Elena: Cosa?

Elise: Si. I miei fratellini nascono insieme. – e sorrise.

Kol: E’ dentro dalle 12. Stefan è con lei.

Elise: Lee ti voglio già bene. Grazie Mami ti voglio bene.

Elena: O piccola mia. Ti voglio tantissimo bene. – Kol l’avvicinò e così Elena la baciò sul capo, le passò un braccio intorno alla vita.

Elise: Posso toccarlo?

Elena: Ma certo.

Elise: E’ morbido. – gli accarezzò una guancia. – Cresce vero?

Damon: Certo che cresce, ci vorrà del tempo ma cresce.

Elise: Parla e cammina anche?

Elena: Ma certo. Con il tempo farà tutto quello che fai tu.

Elise: Anche Ryan?

Damon: Certo anche Ryan.

Elise: Zio farai le crepes anche per loro?

Kol: Quando sarà ora si. I miei nipotini mangeranno tutte le crepes che vorranno.

Elise: Va bene.

Elena: Vorresti prenderlo?

Elise: Davvero?

Elena: Si.

Elise: Va bene.

Damon: Vieni da me un attimino però.

Elise: Ma certo papà.

Kol: Eccoti. – andò dal padre.

Elena: Lo vuoi?

Kol: Mi piacerebbe.

Elena: Vai dallo zio piccolo mio.

Kol: Grazie infinite.

Elise: Tanto sei suo zio. Sono sicura che sei anche il suo zio preferito, come me.

Damon: Ne sono sicuro anche io. Zio Kol è molto ma molto bravo.

Kol: Grazie Damon, sai quanto conta per me.

Damon: Lo so, per questo se sei d’accordo vorremmo che tu e Jer foste i suoi padrini.

Kol: Cosa?

Elena: Si.

Kol: Stefan?

Damon: Siamo d’accordo.

Elena: Loro chiederanno ai tuoi fratelli per Ryan. Allora?

Kol: Ne sono onorato. Grazie. – baciò nuovamente Elena, per poi abbracciare Damon e baciare Lee sulla fronte.

Damon: Siediti piccola che lo zio ti da il fratellino.

Kol: Eccolo qui, tienilo così e non muoverlo.

Elise: Grazie zio. È leggero. Ti voglio già tanto bene Lee.

Damon si avvicinò alla moglie, la baciò e abbracciò.

 

Damon: Grazie amore mio. Ti amo.

Elena: Grazie a te amore. E grazie alla luna piena che è qui.

Damon: Già. Meno male che esiste la luna. Ti darei la luna per renderti felice.

Elena: E come se me l’avessi data. Guarda che meraviglie su quella poltrona.

Damon: Si hai ragione.

 

Esattamente 12 ore dopo a Lee nacque Ryan.

 

Dopo alcuni giorni tornarono finalmente a casa così la piccola Elise iniziò a prendersi cura dei fratellini insieme ai suoi meravigliosi genitori. Per l’eternità.

 

 


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