My sweet november

di kessachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Prologo
 
-FRANKKK!!!- erano oramai dieci minuti che lo chiamavo come una pazza.
Era scappato. Un’altra volta. Mi chiedo cosa possa trovare di così speciale in dei semplici piccoli scoiattoli!Appena ne vede uno parte e nessuno lo ferma più.
Stavo correndo per tutte le vie del parco fermandomi qualche volta a chiedere a qualche passante se lo avessero visto ma niente. Per ultimo vidi un signore di mezza età seduto su una panchina che mi guardava come se fosse interessato alla mia situazione, così mi avvicinai.
-Scusi…per caso ha visto un cane passare di qui?!Un pastore tedesco ancora cucciolo…non tanto grande…la prego mi dica che l’ha visto…-chiesi con tutta la dolcezza e simpatia che potevo usare.
-…un cane…si si!Credo di averlo visto correre di qua due minuti fa…-e mi indicò la stradina che si avvicinava al fiumiciattolo verso destra.
Dopo averlo ringraziato mi avviai sulla strada che mi aveva indicato. Non c’era molta gente, di solito quelli che venivano al parco per correre preferivano l’altra strada, qui venivano solo quelle persone che cercavano un po’ di solitudine, era un posto tranquillo.
Mi guardai attorno per un po’ accennando qualche fischio per richiamare Frank, ma data la mia totale incapacità riuscivo si e no a produrre un debole mormorio.
Una delle tante cose a cui aspiro è imparare a fischiare come si deve.
Poi davanti a me, non molto distante da dove mi trovavo, vidi una persona che era inginocchiata per terra che…accarezzava un cane!! Accelerai il passo e quando riconobbi che era un pastore tedesco iniziai a correre e…a gridare:
-Frank!!Stupido che non sei altro!!La devi finire di scappare ogni volta!Sono stufa di inseguirti!Prima o poi ti lascio qui!!-
La persona che un attimo prima era inginocchiata su Frank si alzò di scatto e girandosi mi guardò alquanto stupito e sorpreso.
-Scusa hai qualche problema…??Per caso ci conosciamo?
Capelli neri. Bellissimi occhi verdi. Sigaretta in bocca.
-…O mio dio…!- quelle furono le uniche parole che riuscii a dire.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.
Capitolo 1.
 
-…O mio dio…!- quelle furono le uniche parole che riuscii a dire.
-Si può sapere cosa hai da urlare come una pazza?!Io nemmeno ti conosco e mi urli dietro in questa maniera…credo proprio che tu abbia sbagliato persona…-il ragazzo di fronte a me continuava a fissarmi aspettando una risposta, ma io da cretina non riuscivo a dire niente. Avevo davanti a me Frank Iero il meraviglioso, splendido, bravissimo chitarrista dei My Chemical Romance. Ok se qualcuno anche solo due minuti fa mi avesse detto che lo avrei incontrato gli avrei sicuramente riso in faccia. Devo ammettere però che avrei preferito incontrarlo in maniera diversa, dato che avevo aggiunto una colossale figura di merda alla mia infinita collezione. Vai così Meredith, sei la migliore!
-No…ehm scusa…non ce l’ho con te…-mormorai imbarazzata.
Lui mi guardò ancora più perplesso, forse pensava che non l’avessi riconosciuto.
Così guardai ai suoi piedi indicando il cucciolo di pastore tedesco che ci osservava beatamente scodinzolando, come se niente fosse successo.
-Cioè…vuoi dirmi che questo cane è tuo…e l’hai chiamato Frank?!- ora il suo viso aveva cambiato espressione non diceva più “Ok sei una pazza”, era più sul “Ok sei pazza…e sei pure una mia fan”. Buttò la sigaretta per terra e la spense con la punta delle scarpe, distogliendo per un attimo lo sguardo dal mio viso.
-Si è mio e si, si chiama Frank…ho anche capito che anche tu sei Frank, quel Frank chitarrista dei My Chem…ma non ti preoccupare non sono una tua fan pazza,nel vero senso della parola, che ha tutto di te, in camera ha un altarino con candele e tue foto e chiama il suo cane con il tuo nome…l’ ho chiamato così perché mi piace il nome Frank.- detto questo mi inginocchiai sul Frank a quattro zampe attaccandolo di nuovo al guinzaglio senza averlo prima fulminato con gli occhi. Così mi rialzai e mi trovai davanti il Frank umano che mi guardava quasi sul punto di scoppiare a ridere.
Io abbassai lo sguardo imbarazzatissima.
-Beh…ehm…io devo andare al lavoro…-balbettai sul punto di girarmi e andarmene.
-Dove lavori?!…-mi chiese lui con un sorriso dolcissimo.
Per un secondo rimasi in silenzio a guardarlo, era davvero bellissimo.
-Al bar all’angolo qui vicino…è un bel posto…e poi il personale è ottimo e qualificato!-gli sorrisi facendogli l’occhiolino, poi alzai la mano per salutarlo voltandomi per allontanarmi e correre al lavoro.
-Non mi hai detto il tuo nome!!-mi urlò.
-Meredith!-urlai a mia volta voltandomi ancora per guardarlo.
 
Percorsi il tragitto fino al lavoro sorridendo come un’ebete. Non era normale per me sorridere. Questo periodo era stato un periodo di casini su casini.
Basta, era inutile pensarci. Dovevo andare avanti.
Scrollai la testa come per levare dalla mente quei brutti pensieri e mi strinsi ancora di più nel lungo cappotto che aveva il compito di proteggermi dal freddo pungente dell’autunno di New York. Si ero a New York, la Grande Mela. Mi ero trasferita da Seattle sei mesi fa principalmente per cambiare aria. Fin da quando ero un’adolescente mi dicevo che Seattle non era il posto per me, forse sarà stato perché non mi trovavo bene con la gente che mi circondava o semplicemente perché avevo voglia di cambiare. Di amici ne avevo, pochi, ma buoni e la mia famiglia rientrava pienamente nelle caratteristiche di una normale famiglia americana. Padre divorziato risposato appena quattro mesi dopo che mia madre aveva lasciato la nostra casa e sorellastra a carico, in una sola parola: insopportabile. Dopo il divorzio dei miei i rapporti familiari si erano parecchio incrinati. Mia madre la vedevo di rado, troppo impegnata con il suo lavoro e mio padre…beh con lui non mai avuto chissà quale rapporto. Era tutto normale.
Mentre il semaforo era rosso decisi di accendermi una sigaretta. Cercai il pacchetto delle mie Malboro nella borsa a tracolla nera, quando le trovai tirai fuori l’accendino e una sigaretta.
Inspirai profondamente. Il pesante smog di New York e il fumo omicida della sigaretta metteva a dura prova i miei polmoni. Chissene frega.
Dopo aver portato a casa Frank avevo ricevuto la chiamata del mio capo che mi chiedeva dove fossi finita, come al solito ero in ritardo. La mia casa non era molto distante dal parco però non riuscivo mai ad arrivare puntuale. Per fortuna era un tipo paziente e dopo avergli confermato per l’ennesima che avrei ritirato al più presto la macchina dal meccanico mi disse semplicemente di muovere quel bel culo che mi ritrovavo.
Finalmente il semaforo divenne verde e la marea di gente che aveva affollato il marciapiede attraversò la strada velocemente. Intravidi il bar a pochi metri da me. Era proprio sull’angolo di fronte al parco.
Per no so quale motivo mi voltai verso il verde recintato e sorrisi. La giornata era iniziata bene.
 
Entrai nel locale alle 10 precise. Solo 45 minuti di ritardo.
-Mez finalmente!Lo vedi il casino che c’è?!Vai subito a cambiarti. –esclamò Mark non appena mi vide sulla soglia. Mark era il mio capo, gestiva il locale da 10 anni e gli affari andavano bene. Per fortuna, andando al parco tutti i giorni con Frenk, avevo notato subito l’annuncio per l’assunzione di una nuova cameriera/barista, così presi al volo l’occasione e mi presentai.
Senza farmelo ripetere due volte mi fiondai nel retro del bar dove mi tolsi il cappotto e la tracolla buttandoli sulla prima sedia libera. Mi feci una coda per legare i miei lisci e neri capelli, mi misi il corto grembiule nero appoggiato sul tavolo e presi il telefono dalla borsa. C’era un messaggio.
Era della mia migliore amica Kat, mi ricordava di passare da lei nel suo negozio nel pomeriggio appena finivo di lavorare. Le risposi velocemente e dopo averlo messo nella tasca dei jeans corsi fuori, pronta ad iniziare il turno.
 
La mattinata trascorse veloce, probabilmente perché c’era molta gente di conseguenza non si aveva il tempo di stare fermi. Non so perché ma ogni volta che notavo che entrava qualcuno alzavo gli occhi per vedere chi era. Sono una stupida. Come posso pensare che Frank entri nel bar solo per vedermi. Non ci conosciamo nemmeno. Stupida, stupida sognatrice.
 
****
Eccomi di nuovo qua!!Questo è il primo capitolo…spero che vi piaccia…
Ringrazio di cuore nameless e zizzy94 che mi hanno spronato a continuare^^
Recensiteeee…anche solo per sapere cosa ne pensate…
Baci
kessachan

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.
Capitolo 2.
 
Erano esattamente le 6:00pm quando lasciai il bar avendo finito il turno. Era stata una giornata incasinata. Per tutto il pomeriggio il locale era rimasto pieno.
Un sacco di gente aveva varcato la soglia. Ma non la persona che volevo io.
Appena attraversai la strada per andare a casa presi una sigaretta e la fumai tranquillamente. Poi presi il telefono dalla tasca dei jeans e composi il numero della mia migliore amica.
-Ehi Kat!Sono appena uscita dal bar, passo a prendere Frank e poi vengo da te…-dissi alla mia amica, già pronta ad insultarmi per il mio ritardo.
-Ok tesoro…tanto ora non ho più clienti. Mangi da me stasera?!
Ci pensai un attimo prima di rispondere.
-Sisi va bene…Devo raccontarti una cosa…-aggiunsi, lasciando la frase incompiuta.
-Cosa devi dirmi?!-chiese lei quasi urlando.
-A dopo Kat…-dissi chiudendo la conversazione.
Dopo un paio di secondi arrivò un messaggio:
“Ti odio quando fai così…=P a dopo”
Sorrisi. Che scema.
 
Il lungo viale di casa mia era costituito da due file di case, una a destra una a sinistra, praticamente tutte uguali. La fantasia Newyorkese.
Feci le scale dell’ingresso velocemente; aprendo la porta verde scuro subito mi si presentò davanti Frank, che scodinzolando era venuto ad accogliermi sulla soglia di casa.
Per un attimo rimasi a guardalo imbambolata, pensando a quello che era successo ore prima. Avevo incontrato Frank Iero. La situazione era particolarmente strana, perché la giornata era trascorsa tranquillamente anche se quell’incontro mi aveva sconvolta. Non capita tutti i giorni di incontrare una star della musica. Eppure non capivo perché non avevo chiamato subito Kat per raccontarle tutto nei minimi particolari. Io adoro i My chemical Romance, ho tutti i cd e sono andata pure a qualche concerto e stando sotto il palco davanti a loro cantavo, urlavo le loro canzoni. Ed ora eccomi qui. A guardare il mio cane che scodinzola. Forse in quel momento li vedevo solo come sogni irraggiungibili lontani miglia e miglia da me, come un gruppo che suona splendide canzoni. E forse, poche ore fa, io non ho visto Frank Iero, il chitarrista dei My Chem, ma semplicemente Frank, un ragazzo dagli occhi dolcissimi.
 
Ero in macchina con Kat da un paio di minuti. Ci stavamo dirigendo a casa sua.
Appena arrivata al suo negozio le ho raccontato del mio incontro con Frank e lei non ha fatto che urlare come una pazza, dicendo che ero una stupida a non aver chiesto almeno un’ autografo.
Io e Kat siamo amiche dalle scuole medie. Lei è l’unica vera amica che mi è rimasta dopo il mio trasferimento a New York. Quando le dissi che avevo intenzione di andarmene non mi rise in faccia come fece gran parte della gente, anzi, lei mi sorrise e disse solamente: “Vengo con te”. Aveva trovato lavoro come parrucchiera e estetista tuttofare in un piccolo negozio. Non era molto conosciuto, ma i clienti c’erano ed erano abbastanza per guadagnare qualcosa. Noi due siamo molto simili, anche se forse le invidio il fatto di essere una pazza scatenata molto espansiva che fa amicizia subito, per questo qui a New York lei aveva il doppio di amici rispetto a me. Non che io fossi una tipa timida e rompiscatole, solo non ero molto pratica nel costruire relazioni a lungo termine. Kat era la mia eccezione. Per un certo periodo qui a New York ero riuscita anche a frequentare un ragazzo. Era stato un bel mese, uscivamo e ci divertivamo, solo che poi lui mi ha mollata perché voleva qualcosa di serio, e io beh…non ero pronta. Ho una ferita aperta, che ancora sanguina e fa maledettamente male.
Sulle note di “Crazy” degli Aerosmith arrivammo a casa sua. Non abitavamo insieme perché eravamo riuscite a trovare due appartamenti non molto distanti da dove lavoravamo a pochi soldi, e poi, era bello vivere da sole.
Parcheggiò la macchina di fronte al grande palazzo dove c’era pure il suo appartamento. Feci scendere Frank dalla macchina, tenendolo al guinzaglio.
 
La serata trascorse tranquilla. Abbiamo mangiato cinese e guardato un film, dato che alla tv non davano niente di bello da vedere. Per l’ennesima volta abbiamo guardato il Moulin Rouge. E ovviamente abbiamo pianto alla morte di Satine. Troppo triste quel film.
Gentilmente mi ha riaccompagnato a casa dato che se no dovevo farmi tutta quella strada a piedi, e girare per New York di sera da sole non è il massimo della sicurezza.
Appena arrivata a casa mi sono buttata sul divano e Frank mi ha subito raggiunto. Guardandomi con occhi dolcissimi come per invitarmi a fare qualcosa. Aveva fame.
Mi alzai dirigendomi in cucina per preparargli da mangiare.
Così mentre lui si abbuffava andai al piano di sopra verso la camera da letto.
Mi spogliai e subito mi misi il pesante e caldo pigiama pronta per buttarmi sotto le coperte. Abbassai il bottoncino della radiosveglia azionando così il meccanismo che l’indomani mi avrebbe svegliato. Dopo pochi minuti arrivò pure Frank, che con un agile salto salì sul letto in fondo ai piedi.
Dopo aver spento la luce che era ancora accesa sul comodino accanto al letto, chiusi gli occhi.
Il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi fu rivolto all’incontro avvenuto la mattina. Frank.
 
***
Salve^^!!
Forse          questi primi capitoli sono un po’ noiosi, ma servono ad introdurre per bene la storia. I prossimi dovrebbero essere più interessanti.
Ringrazio per i commenti: FrancyIero93, Zizzy94 e Punkie Vampire
Grazie davvero^^
Baci
Kessachan

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.
Capitolo 3.
 
-Buon giorno New York!!Sono le appena le sette e si prospetta un’ottima giornata di freddo autunnale. Oggi è il 3 novembre, godetevi le hit di quest’anno sulla nostra Radio…-
Il dj non fece in tempo a finire la frase che subito la radiosveglia fu spenta da un colpo della mia mano che con poca delicatezza disinseriva l’odioso suono.
Era già mattina. Mi tolsi le coperte dal viso, e iniziai a sbadigliare.
Feci per mettermi seduta, ma la voglia di restare ancora un po’ a dormire vinse il dovere di alzarsi, così caddi di nuovo sul letto. Mi sistemai di nuovo sotto le coperte, ma una strana sensazione mi fece aprire di nuovo gli occhi, mi sentivo osservata.
-Frank!-mormorai in preda ad uno sbadiglio più lungo degli altri.
Infatti il cucciolo di pastore tedesco era seduto sul letto e con i suoi occhioni dolcissimi mi guardava.
-Ok ok mi alzo- dissi rivolta al cane alzandomi finalmente dal letto.
Andai in cucina a prepararmi la colazione, latte e cornflakes, e dopo aver mangiato sul divano guardando un po’ ti sana tv corsi a prepararmi.
Presi dall’armadio le prime cose che mi capitarono in mano: un paio di jeans a sigaretta, un maglioncino blu e una maglietta dalle maniche corte da mettere sotto il maglione.
 
Entrai nel grande cancello nero del parco con la speranza di incontrare Frank. Prima di andare a fare il solito giro decisi di dirigermi alla piccola caffetteria situata proprio al centro dell’enorme parco, stavo per dare soldi alla concorrenza, ma non era un problema.
In realtà non era un locale, bensì un carrello dove un uomo sulla cinquantina preparava caffè per tutti oltre a cioccolata e cappuccino.
Erano ancora le otto, dunque ero in orario e potevo, forse, arrivare al lavoro puntuale.
Quando iniziai a vedere il carrello in lontananza, notai che un ragazzo non molto alto stava aspettando il suo caffè.
Accelerai il passo sperando che fosse Frank, capelli neri, sigaretta in mano. Non poteva che essere lui.
Quando però lo vidi bene. No, non era per niente Frank.
Dai cavolo come potevo sperare di incontrarlo ancora! Che stupida che sono!
Se uno in quel momento mi guardava bene poteva leggere sul mio viso solo una cosa: delusione.
Dopo aver ordinato il mio doppio caffè decisi di sedermi su una panchina lì vicino.
Frank era seduto accanto alla panchina e si guardava intorno cercando qualche cosa di interessante da guardare.
-Scusa, posso sedermi?!- una voce alle mie spalle mi fece voltare distogliendo lo sguardo da Frank.
E beh…la persona che mi si presentò davanti causò un forte imbarazzo…Frank! Ok era lui!Non c’erano dubbi. Cavolo aveva chiesto se poteva sedersi. Rimasi bloccata un attimo a fissarlo. Era di nuovo davanti a me! Non ci potevo credere. Frank Iero mi aveva appena chiesto se poteva sedersi vicino a me. Mentalmente stavo facendo la danza della gioia e dell'allegria, cioè non so se veramente esiste perché ho sentito solo parlare di danza della pioggia, del sole o cose così, comunque è semplice, basta agitare in alto le mani e fare qualche salto girando su se stessi, magari ridendo come pazzi e cantando qualche allegra canzoncina.Mi è sembrato di vederla interpretata in qualche cartone animato giapponese. Ne hanno di fantasia quelli! Peccato che di recente non mi sia capitato spesso di immaginarmi tutta allegra a ballare la danza della gioia e dell'allegria.
-Si si certo!-aggiunsi imbarazzata per la mancata veloce risposta. Lui sorrise sedendosi accanto a me. Subito il Frank a quattro zampe si avvicinò a lui iniziando a scodinzolare per pretendere un po’ di coccole.
-Ma ciao Frank!Oddio mi sembra di parlare a me stesso in terza persona…-disse ridacchiando, senza smettere di coccolare il cane.
Sorrisi e decisi di accendermi una sigaretta.
-Alla fine ieri sei arrivata in tempo al lavoro?!-mi chiese guardandomi negli occhi.
-Sisi..il mio capo mi ha chiamato per chiedermi dove diavolo ero finita, dato che come al solito ero in ritardo…-dissi, cercando il pacchetto di sigarette nella borsa.
-Mi dispiace se sei arrivata in ritardo…in fondo è anche colpa mia...
Lo guardai un attimo negli occhi prima di rispondere, sembrava quasi imbarazzato.
 -Ma no no…Te l’ho detto…sono una perenne ritardataria…e poi sono io che mi sono lasciata scappare Frank…il cane ovviamente.- finalmente trovai il sospirato pacchetto.
-Già…comunque vero non sei una di quelle pazze maniache che si vedono nei film?!Cioè ovviamente non è per offenderti…ma sai com’è…dovrei iniziare a girare con la scorta…-mormorò lui avvicinandosi al mio viso.
-Ho la faccia da pazza omicida?!-chiesi mostrando tutta la dolcezza che possedevo, sfoderando due occhi da piccola figlia di Bambi indifesa.
Lui per tutta risposta si mise a ridere.
-Grazie sai?!Io che cerco di dimostrarti che non sono una pazza e tu mi ridi in faccia?!...Potrei aizzarti contro Frank per questo!Guarda che se morde non molla la preda finchè non è agonizzante in un lago di sangue…attento caro mio…-lui mi guardò con una faccia perplessa, poi guardò Frank che era comodamente sdraiato ai nostri piedi. Lo accarezzò e lui, che non perde mai l’occasione di ricevere un po’ di carezze, era già ai suoi piedi scodinzolante.
Così trionfante alzò lo sguardo e aggiunse:
-E questo sarebbe il cane che dovrebbe farmi morire dissanguato?!Naaa…non credo proprio.
-Frank brutto ingrato!!-dissi rivolta al cane.
Feci per alzarmi per portare il cane a fare un altro giro, tanto avevo tempo.
-Dove vai?!-chiese lui.
-Devo portare Frank a fare un giro…vieni con me?!- okay gliel’ho chiesto, ora sta a lui decidere.
-Sisi nessun problema…-rispose subito. Altra danza della gioia. E siamo a due! Che bella giornata.
 
All’inizio abbiamo camminato un po’ in silenzio scambiando di tanto in tanto qualche parola. C’è da dire che l’imbarazzo era tanto, però non appena il discorso prese una piega interessante la conversazione andò avanti senza problemi, come se fossimo due amici che non si vedono da tanto tempo e avessimo un casino di cose da raccontarci.
Lui mi chiese di raccontarmi qualcosa su di me, la mia vita e quello che faccio. Così gli raccontai del mio trasloco da Seattle, tralasciando il motivo principale della mia decisione di cambiare, del lavoro trovato per pura fortuna, persino di Frank.
Lui, mentre parlavo, mi ascoltava interessato, aggiungendo qualche commento quando era il momento giusto e rimanendo in silenzio quando era necessario. Poi venne il suo turno.
-Come mai vieni qui la mattina?!-chiesi quando ebbi finito di parlare.
-Beh..non dovrebbe sorprenderti molto, insomma sono anche io una persona normale, che qualche volta ha bisogno dei suoi spazi…-alla mia domanda non sembrò né irritato né offeso, forse non era stata la prima volta che qualcuno gli rivolgeva una domanda simile.
-No non sono sorpresa, è che credevo, data la tua diciamo…popolarità, che non avessi più tempo per queste cose…-precisai sorridendo.
-In effetti è da poco che prendo la macchina e vado via da casa…sarà il periodo incasinato o tutto lo stress che accumulo tra interviste e apparizioni in programmi tv, che mi ha costretto a prendermi qualche momento di relax.- quando ha parlato del “periodo incasinato” subito ho pensato a quello che avevo letto qualche giorno fa, che lui e la sua ragazza, Jamia, erano in crisi.
-Beh immagino…io non resisterei molto sempre sotto i riflettori…
-In un certo senso nemmeno io sopporto molto questa cosa…preferisco di gran lunga il periodo dei concerti...quelli si che sono la vera essenza di un gruppo…
-Quando cominciate il tour?!
-Tra due settimane…Giriamo per l’America per tutto novembre e i primi di dicembre,poi ci prendiamo una pausa e in primavera andremo in Europa…
-Ah si che andate in Europa…sarà fantastico!-gli sorrisi.
-Si non vedo l’ora di partire…ho bisogno di staccare un po’ la spina da New York e tutto il caos che la circonda.
Per un attimo calò il silenzio interrotto solo dal suono del mio cellulare.
-Chi diavolo è a quest’ora?!- mormorai, cercando il telefono nella borsa dopo essermi fermata. Anche Frank si fermò.
-Pronto?!- risposi senza nemmeno guardare chi era.
-Mez!- riconobbi subito la sua voce - ti ho chiamato per ricordarti che mancano 10 minuti all’inizio del tuo turno…dunque ti pregherei di venire puntuale per una buona volta.
Bene, questa volta mi avrebbe ucciso, meglio non farglielo sapere subito però.
-Sisi Mark non ti preoccupare…sono già per strada…tra poco sono lì!- grandissima balla inventata al momento. Beh dovevo decidermi a trovare una soluzione, non potevo ogni mattina fare avanti e indietro. Maledetta macchina!
Così dopo avergli raccontato questa balla, a fin di bene, chiusi la conversazione, ed esasperata sbuffai.
-Che c’è?!-chiese Frank.
-Era il mio capo…devo andare subito al lavoro, o questa volta mi fa davvero il culo…devo sbrigarmi se voglio arrivare in tempo…- dissi mettendo via il telefono e iniziando a camminare verso l’uscita del parco.
-Se vuoi ti posso portare io…-chiese lui gentilmente.
-Ma no non ti disturbare…se mi sbrigo posso farcela…e poi avrai sicuramente altro da fare…
-No…questa mattina non ho niente…e poi non è un disturbo, anzi. Poi ho la macchina qui fuori.
Ci pensai un attimo prima di rispondere. Una parte di me voleva andare con lui, l’altra…in effetti anche l’altra!Dunque perché non accettare?!
-Ma no dovresti fare avanti e indietro fino a casa mia e poi di nuovo qui…-dissi cercando di capire quanto teneva ad accompagnarmi.
Lui mi sorrise e disse per l’ennesima volta che non era un problema.
-…E poi devo accertarmi l’efficienza di cui mi hai parlato ieri del personale del bar…-aggiunse senza smettere di sorridermi.
In due parole. Semplicemente adorabile.
 
***
Salve a tutti!Eccomi qui con questo nuovo capitolo…finalmente i due si sono incontrati ancora…come vi sembra questo chappy?!Spero vi sia piaciuto…^^
Ringrazio moltissimo:
FrancyIero93
OOgloOO
Zizzy94
Elyrock
Punkie Vampire
CenereInafferrabile
MiKeYwAy4EvEr (chiedo scusa per l’errore ^^” )
Vi ringrazio davvero moltissimo per le recensioni che avete lasciato…spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Un bacione
kessa

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.
Capitolo 4.
 
Trascorse tutta la mattina al bar.
Si era appropriato di un tavolino nell’angolo vicino alla grande vetrata, e non si era mosso nemmeno un secondo.
Per fortuna quella mattina New York fu gentile con me e non ci fu tutto il caos del giorno prima.
Ed ero perfino riuscita ad arrivare puntuale. Incredibile.
Non appena Mark mi aveva visto sulla soglia del bar rimase interdetto per alcuni minuti, pensando che mai sarebbe potuta accadere una cosa del genere.
Dissi a Frank di scegliersi un posto che io arrivavo subito dato che dovevo andare a prepararmi. Lui annuì sorridendo e scelse appunto il tavolino nell’angolo. Dio quanto adoro il suo sorriso, non smetterei mai di guardarlo.
Corsi nel retro del bar e dopo essermi sistemata, iniziai il turno.
Mi diressi subito da Frank, che aveva in mano il cellulare e probabilmente stava scrivendo un messaggio, ma non appena mi vide lo mise nella tasca interna della giacca.
Mi guardò lavorare per i ¾ della mattina, il restante del tempo lo passava con me a parlare. Non appena vedevo che i clienti erano a posto mi catapultavo da lui anche per scambiare due parole. Il bello è che non sembrò mai annoiato. Quando gli dissi che se voleva e aveva altro da fare poteva benissimo andare mi rispose semplicemente che “Non c’era nessun problema e che stava benissimo lì dov’era”.
-Ma una star di fama internazionale come te non dovrebbe essere tutti i giorni in studi televisivi a rilasciare qualche intervista o a registrare nuove canzoni?Cosa ci trovi di divertente a stare in un bar a far niente?- secondo tentativo per capire se si era stufato.
-Beh sono una star di fama internazionale, come dici tu, ma posso stare benissimo in un bar a far niente senza pensare a interviste o nuove canzoni. E poi non è che non sto facendo niente, ti guardo mentre lavori. Ed è interessante!
-Cosa è interessante?- chiesi giusto per aggiungere uno dei tanti lati positivi che ci sono nel lavorare in bar. Potrei sembrare un tantino sarcastica, ma non è così. Io non  disprezzo il mio lavoro anzi, mi salva il culo, dato che devo pagare ogni mese l’affitto di casa.
-Beh intanto mi guardo intorno e vedo solo uomini che non appena ti volti prendono l’occasione di guardarti per bene il culo…
-Non è vero!!!-protestai senza lasciargli finire la frase.
-Verissimo!!Per esempio…hai appena portato da mangiare a quel ragazzo laggiù e mentre venivi qui da me invece di preoccuparsi di quello che gli avevi portato era impegnato ad alzare gli occhi…
Lo guardai bene per capire se scherzava o cosa.
-Scusa e vedere che ci sono degli uomini che mi guardano il culo è interessante per te?!
-Ovvio!Così almeno so se devo essere geloso quando vai al lavoro…
Questa sua affermazione arrivò come una secchiata d’acqua gelata che ebbe l’effetto di farmi rimanere in silenzio a guardarlo per un po’. E lui guardava me. Con il suo sguardo sembrava che mi spogliasse di tutte le mie difese, riuscisse a capire ogni minima parte della me stessa che forse nemmeno io comprendevo a fondo. Come è possibile sentirsi così indifesi e …vulnerabili con qualcuno che conosci da così poco tempo?! Mi sentivo una completa e inspiegabile stupida.
-Dai stupido…-mormorai buttandola sul ridere.
 
Dato che non c’era molta gente chiesi a Mark se potevo staccare prima, tanto poi dopo la pausa pranzo sarei dovuta ritornare comunque.
Lui mi guardò in maniera strana e senza togliersi dalla faccia un sorrisetto malizioso disse:
-Oh si non ti preoccupare…immagino che tu voglia stare con il tuo ragazzo!Sei stata ingiusta a non presentarmelo prima comunque…dovrei ritenermi offeso!-
Per tutta risposta spalancai la bocca stupita.
-Ma non dire idiozie!Non è il mio ragazzo…è una specie di amico…-
-Sisi certo tesoro…comunque vai tranquilla, ti basta andare via tra una mezz’oretta giusto il tempo di sistemare un attimo o vuoi andare via subito?-
-Mi basta una mezz’ora…Grazie!!-
Grandissimo Mark!
Senza farmelo ripetere due volte andai al tavolo di Frank per avvisarlo che tra poco finivo il turno, ed erano circa le 11.
-Ehi buona notizia…finisco tra una mezz’oretta. Dopo la pausa pranzo devo tornare comunque tipo per le tre.
-Perfetto!Allora mangiamo insieme ti va?- in pratica gli avevo già buttato lì io il discorso di mangiare fuori, ma sentirselo chiedere da lui sicuramente fa un altro effetto.
-Sisi va benissimo!Così almeno posso ripagarti di essere stato tutta la mattina qui…
-Non è stato un problema, comunque dove mangi di solito?!
-Di solito mangio qualcosa di veloce a casa mia…se vuoi possiamo andare lì…- io e lui a casa mia da soli. Okay tecnicamente non eravamo da soli perché c’era Frank. Ma…wow!
 
Alle 11:35 uscimmo dal bar per dirigerci verso la sua macchina. Era già la terza volta che ci salivo in un giorno, e sinceramente speravo che non fosse l’ultima.
Stare seduta nel posto accanto a lui e vederlo guidare non so perché ma mi fece sorridere.
-Perché sorridi?- chiese dopo avermi lanciato un veloce sguardo.
-No niente…pensavo…- dissi lasciando cadere il discorso.
Presi l’iniziativa di accendere la radio giusto per far sentire un po’ di musica.
-Se vuoi dei cd sono lì dentro…-disse indicando davanti a me.
-No no preferisco la radio…per scoprire che musica ascolti c’è tempo…
-Io parto avvantaggiato…so già che ti piacciono i My Chemical Romance…- disse sorridendo.
-Vero…li adoro…sono pazzamente innamorata del chitarrista…è un gran figo…
-Ah si?L’ho sentito dire che non è niente male…
-Ah ed è anche molto modesto…-lo guardai mentre rideva alla mia risposta.
Si girò verso di me, dato che il semaforo davanti a noi era rosso eravamo fermi in coda. Per quell’ora New York era un po’ trafficata. Beh quando mai c’è poca gente che va in macchina nella Grande Mela.
-Questo chitarrista ti piace così tanto?
-Uhm…si molto, mi piace tutto di lui…ma preferisco Gerard, il cantante!
-Potrei farti scendere dalla macchina per questo!- mi guardava come se fosse veramente offeso.
-Non oseresti mai lasciarmi a piedi in mezzo a questo casino…-cercai di sfoderare i miei occhi dolci, ma non ottenni il risultato sperato.
-Ah cara mia è tutto inutile…i tuoi occhi dolci con me non funzionano! Hai detto che Gee è più figo di me…Non è corretto…- stavo per ribattere ma lui continuò- anche se devo ammettere che mi hai fatto vacillare…-allungò la mano verso di me per accarezzarmi la guancia. La sua mano era calda e al contatto con il mio viso avevo sentito un brivido che mi percorse tutta la schiena.
Non so cosa sarebbe successo se in quel momento il semaforo non fosse diventato verde, obbligandoci di conseguenza a ripartire.
 
Parcheggiò proprio davanti a casa mia. Mentre scendevo dalla macchina non potevo fare a meno di pensare alla sua mano che mi toccava.
-In teoria non dovrebbe esserci tanto casino…-dissi aprendo la porta di casa.
-Figurati, a casa mia…lì si che c’è casino…
Subito ci si presentò davanti la figura di un Frank scodinzolante che desideroso di coccole si buttò ai nostri piedi. Lo salutai con qualche coccola poi mi guardai intorno sperando di non trovare qualcosa fuori posto. Tutto sommato era sistemata.
Anche Frank si fermò ad accarezzare il Frank a quattro zampe.
-Fai come se fossi a casa tua ovviamente…-dissi appendendo la giacca. Lui fece lo stesso e si diresse nella stanza accanto all’entrata, la sala.
Si fermò a guardare le foto appese alla parete. Quasi tutte ritraevano me e i miei amici di Seattle quando ancora ero al liceo.
-Ti mancano?!- chiese sapendo che lo stavo guardando.
-Si…ma per fortuna ci teniamo in contatto, qualche volta vengono a trovarmi venendo a fare un giro nella Grande Mela…- si fermò a guardare una foto mia e di Kat, eravamo al mio diciottesimo compleanno, lo si poteva capire dal fatto che avevo in testa una specie di coroncina con il numero 18 di un color rosa tendente al fucsia, dello stesso colore del boa di piume che avevo al collo. Festa a sorpresa organizzata da lei e dal mio ragazzo del tempo. Lui in quel momento stava scattando la foto.
-Cosa hai in mente di preparare da mangiare fan numero 1° di Gerard Way?!- chiese voltandosi.
-Ancora con questa storia?!- dissi dirigendomi verso la cucina, la stanza di fronte alla sala. Si avvicinò a me seguendomi per prendermi da dietro per abbracciarmi.
-Stai tentando di farmi cambiare idea?- aggiunsi. Mi ero fermata non appena avevo sentito le sue braccia stringermi. Meravigliosa sensazione.
-Ci sto riuscendo?!-mormorò lui.
Rimasi in silenzio un attimo per godermi il suo respiro sul mio collo.
-…No…per niente…-dissi allontanandomi dal suo abbraccio per aprire il frigo.
-Sei dannatamente crudele…
-Ma daiiii….non te la sei presa vero?!- dissi voltandomi verso di lui, che si era seduto su uno sgabello vicino al tavolo. Aveva appoggiato il gomito e si reggeva il viso con la mano senza togliermi gli occhi di dosso.
-Certo!!Non dovrei forse?!- chiese facendo il finto arrabbiato. O almeno credo che non fosse arrabbiato. Mi avvicinai a lui lentamente. Gli sorrisi prima di stampargli un bacio sulla guancia. Quando feci per allontanarmi lui mi prese la mano, non voleva che lo lasciassi. Così lo abbracciai. Rimase seduto immobile, rispondendo al mio abbraccio. Non so di preciso per quanto tempo siamo rimasti così.
 
*****
Eccomi qua, finalmente ho aggiornato!!Spero che questo capitolo vi piaccia e come sempre ringrazio:
FrancyIero93
Punkie Vampire
Zizzy94
Elyrock
Ovviamente ringrazio anche chi legge!
Baci
Kchan
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.
Capitolo 5.
 
Dopo aver mangiato mi accompagnò al lavoro. Si fermò davanti al bar.
-Verrei volentieri, ma devo andare dagli altri…la vita da star internazionale mi aspetta…-disse accennando un leggero sorriso. Mi era persino sembrato che proprio non aveva la minima voglia di andarsene.
-Ma si tranquillo…oggi ti ho avuto già abbastanza tra i piedi.- dissi scherzando.
-Guarda che se non mi vuoi…-non gli feci nemmeno finire la frase che gli diedi un bacio sulle labbra. Non so per quale motivo lo feci. Ma una spaventosa voglia di sentire le sue labbra sulle mie riuscì a farmi compiere questo gesto alquanto avventato. Lui all’inizio sembrò sorpreso, poi rispose al bacio con ugual trasporto e passione che io avevo. Non seppi nemmeno descrivere la miriade di sensazioni che in quel momento provai. Semplicemente meraviglioso.
Quando le nostre labbra si staccarono lo vidi sorridere.
-Visto che non è un problema averti tra i piedi?!-mormorai.
-Ho iniziato a dubitarne da quando mi hai detto che preferisci Gerard…
-Beh sbagliavi…
-L’ho immaginato…-disse prima di appropriarsi di nuovo delle mie labbra, sempre desiderose di lui.
-Devo andare…- si allontanò da me di malavoglia.
-Ti va se stasera passo a prenderti e andiamo da qualche parte?!-chiese mentre prendevo la borsa lasciata sul sedile posteriore dell’auto.
-Certo…alle nove?
-Okay…dovrei finire in tempo…sperando di non metterci troppo con gli altri…
-Va bene allora…vado che se no Mark mi uccide…-dissi avvicinandomi a lui.
-Guarda che se ti prendo non ti lascio più scendere…-sorrisi, poi però velocemente gli diedi un bacio.
-A stasera….-disse mentre scendevo dalla macchina.
 
Non appena andai nel retro del bar chiamai Kat e le raccontai tutto quello che era successo. Urlò per tutta la durata della conversazione. Sembrava come impazzita. Beh diciamo pure che lei coglieva in pieno tutta la gioia che provavo dentro.
Mi era stata data una possibilità per ricominciare.
Il pomeriggio al bar fu relativamente tranquillo, non ebbi molto tempo per pensare all’incontro di stasera perché c’era parecchia gente e dovetti muovermi molto, ma non appena mi fermavo un attimo guardavo nella direzione del tavolino nell’angolo, quello occupato da Frank.
-E dopo mi vieni a dire che non è il tuo ragazzo!!-disse Mark per prendermi in giro, dato che aveva notato il mio continuo fissare il tavolino.
-No non è il mio ragazzo…-risposi decisa- è un amico…
-Siiiii certo!!...Vuoi finire prima pure questa sera?!
-No no c’è gente, non ti lascio da solo…
-Che gentile da parte tua…Beh basta che non arrivi in ritardo dal tuo ragazzo per colpa mia…Non vorrei prendermi le parole!
-Ah ah simpatico!!- la nostra conversazione fu interrotta dall’arrivo di un cliente che doveva pagare il conto.
In quel momento la radio accesa che diffondeva un po’ di musica nel bar stava mandando una canzone dei My Chem, “ I don’t love you”, e non potei fare a meno di canticchiarla mentre pulivo il bancone.
 
Dopo aver portato Frank a fare un giro mi buttai subito sotto la doccia. Erano le 8, mancava esattamente un’ora al suo arrivo e non avevo la più pallida idea di cosa mettere. Per salvarmi decisi di chiamare Kat.
-Immagino che ti serva il mio aiuto perché non sai cosa mettere…-disse non appena rispose alla chiamata.
-Aiutami…-confermai semplicemente.
Ero in accappatoio davanti all’armadio aperto, i capelli gocciolavano sul pavimento così optai per ritornare in bagno a prendere un asciugamano e raccogliere i capelli tipo turbante, intanto Kat stava pensando a cosa potevo mettere.
-Dove andate?!
-Bo…ha semplicemente detto che andavamo da qualche parte…odio i luoghi così generici…
-Beh dato che si congela andrete in qualche bar immagino…-disse più rivolta a se stessa che a me.- sei abbastanza coraggiosa da metterti una gonna?!
-Con questo freddo…?Uff…-
-Ok perfetto…metti quella nera che abbiamo comprato insieme, e che si e no avrai messo due volte…- ovviamente aveva compreso il mio “uff” come un “si okay”.
-Kat…- mormorai dopo essermi buttata sul letto.
-Non va bene?!-chiese lei, credendo che mi riferissi alla gonna.
-No…non si tratta di quello…
-Nono non ci devi nemmeno pensare…tu meriti di uscire con qualcuno…-disse avendo capito i miei pensieri.
-E se poi va male…se poi lui scopre che io non sono quella che…-non mi fece nemmeno finire la frase.
-Tu non pensare ai se lui, se poi, se voi…vivi la tua vita, sul presente e sui fatti, non su congetture o brutti pensieri…ha passato l’intera mattina al bar solo per passare un po’ di tempo con te…- ricordare questa cosa mi fece sorridere.
-Forse hai ragione…-mormorai.
-Certo che ho ragione!!Non sono tutti degli imbecilli a questo mondo…e poi te lo ripeto…te lo meriti…-
Non appena la conversazione fu interrotta mi diressi in bagno ad asciugarmi i capelli.
Alla fine avevamo deciso per la gonna nera e un maglioncino attillato dello stesso colore, collo a V leggermente scollato. Semplice ma diretto.
 Quando fui realmente pronta erano le 8:55. Perfetta.
Decisi di scendere di sotto e guardare un po’ di tv giusto per rilassarmi e aspettare tranquillamente. Mi avviai in sala lasciando sulla poltrona la borsa e sedendomi sul divano.
Alla tv non facevano niente di interessante, così spensi l’aggeggio buttando il telecomando sul divano. Guardai l’orologio. Erano le 9:15.
Okay dovrebbe essere già arrivato, ma si avrà trovato traffico…New York è imprevedibile.
Il campanello suonò. Corsi subito all’entrata e lui era lì.
Rimase un attimo in silenzio a guardarmi.
-Ehi…scusa il ritardo…c’è un casino di gente in giro !- disse guardandomi negli occhi, grattandosi la testa imbarazzato. Gli sorrisi e lo feci entrare. Frank corse subito a salutarlo.
-Ma ciao bel cane!
Adoravo vederli giocare insieme. Prendendo l’occasione di guardarlo mentre lui era impegnato ad accarezzare il cane lo scrutai attentamente. Indossava un paio di jeans che sembravano cuciti apposta per lui e dalla giacca nera usciva il cappuccio di una felpa. Dannatamente perfetto.
Mi guardai un attimo allo specchio. Okay non ero né troppo elegante né troppo normale. Il giusto.
-Arrivo subito…-dissi andando a prendere la giacca e la borsa.
Quando ritornai dai due, lui mi fermò prendendomi per la vita avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
-Non ti ho salutato come si deve…-mormorò avvicinandosi lentamente.
-Si sei stato cattivo…-riuscii a dire prima di trovare le sue labbra sulle mie, unite in un meraviglioso bacio.
 
****
Eccomi di nuovo qui con questo chappy fresco fresco!!^^
Beh intanto: BUON ANNO A TUTTI!!!(sperando che sia un meraviglioso 2008 *___*)
Ecco beh, spero che questo chappy sia stato di vostro gradimento e ringrazio chi ha recensito *___* e anche chi ha letto.
A presto!!!Baciiiii^___^
Kchan

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.
Capitolo 6.
 
Quando mi svegliai e molto lentamente misi a fuoco la figura davanti a me non potei fare a meno di sorridere. Ero tra le sue braccia. Lui era a pancia in su e con una mano mi cingeva la vita, l’altra era poggiata sul suo petto nudo.
Quando dormiva sembrava così tranquillo, come se quello che succedeva al di fuori di quella stanza non fosse affar suo. Chissà, magari in quel momento stava sognando. Oppure poteva essere un sonno senza sogni. Anche se secondo me dormire senza sognare non ha senso. Sognare è la parte più bella del dormire, almeno lì nessuno può giudicarti. Il posto più sicuro al mondo sono i nostri sogni.
Mi alzai lentamente dal letto, cercando di limitare i movimenti al minimo indispensabile, cercando così di non svegliarlo. Ovviamente i suoi occhi rimasero chiusi.
Presi una tuta che avevo lasciato su una sedia vicino al letto e dopo essermi vestita mi diressi in bagno per lavarmi il viso. Avevo tutti i capelli spettinati che mi ricadevano sulle spalle. Feci una coda bassa giusto per legarli insieme, poi scesi dalle scale diretta in cucina per farmi un caffé. Frank si era posizionato ai piedi delle scale e non appena mi vide si mise a scodinzolare per darmi il buon giorno.
Ero scalza, e sentire sui piedi il freddo del pavimento ebbe il potere di risvegliarmi un po’ da quel coma profondo di “appena svegliata” della mattina presto. Era domenica dunque non lavoravo, e per un attimo mi balenò nella mente l’idea di tornarmene a letto sotto le calde coperte per dormire ancora un po’, ma molto probabilmente avrei svegliato Frank, e non mi sembrava il caso. Non volevo parlargli.
Non posso crederci come sia entrato a far parte della mia vita in così poco tempo ma soprattutto così a fondo. Parlare con lui è come parlare con uno che conosco da una vita. E non mi era mai capitata una cosa simile. Ed eravamo andati a letto insieme. Sono sicura però che quello che è successo ieri sera non era una di quelle cose che dimentichi la mattina dopo. E se devo essere sincera la cosa mi spaventa parecchio. Sentivo che questa era la mia occasione, l’occasione per ricominciare, e non valeva la pena lasciarsela scappare.
Cosa sarebbe successo ora?
Ero così presa da tutti questi pensieri che nemmeno mi accorsi che era entrato in cucina.
-Ehi…-la sua voce assonnata mi riportò alla realtà e, senza voltarmi, risposi al saluto. Troppo intenta a bere il mio caffé caldo.
-Cos’hai?-disse semplicemente lui, avvicinandosi. Sentivo che era vicino, infatti mi prese la vita e mi accarezzò la pancia insinuandosi sotto la tuta. Mi baciò delicatamente il collo per poi posare il mento sulla mia spalla.
-Sonno…-mormorai bevendo a piccoli sorsi il caffé.
-Dai torniamo a letto…tanto oggi non devi andare al lavoro no?!- parlava a bassa voce, come se avesse paura che qualcuno potesse sentirci.
Mi girai per guardarlo in faccia. Aveva gli occhi ancora semichiusi dal sonno, infastidito dalla luce del giorno. Gli sorrisi e feci cenno di si, lasciando la tazza con ancora del caffè sul tavolo. Mi trascinò su per le scale tenendomi per mano, come se quel percorso lo facesse ogni mattina. Si buttò sulla parte sinistra del letto rimanendo a pancia in su, grattandosi la testa senza smettere di sbadigliare. Non mi tolsi nemmeno la tuta, e velocemente mi misi sotto lo coperte.
Si girò verso di me mettendosi su un fianco. Mi guardò come per cercare di capire cosa mi passasse per la testa in quel momento. Per evitare eventuali discorsi mi girai su un fianco dandogli le spalle, avvicinandomi però al suo petto. Lui, capendo le mie intenzioni, mi circondò con un braccio prendendomi le mani che erano sul cuscino vicino al mio viso.
-Oggi pomeriggio devo andare dagli altri! Vieni con me?!- mormorò.
Mi girai per guardarlo in faccia ma aveva gli occhi chiusi, come se si fosse già addormentato. Poi però mi sorrise e lentamente aprì di nuovo quei meravigliosi occhi.
-Certo…-dissi semplicemente. Mi guardò un attimo poi mi diede un dolce bacio sulle labbra.
 
Questa volta fui io quella che si svegliò da sola, però sul cuscino trovai un biglietto.
Sono fuori con il mio omonimo, torniamo con il pranzo.
A dopo”
 
Era uscito con Frank! Non ci potevo credere, sorrisi al solo pensiero di loro due fuori a prendere il pranzo. Perché tutto doveva essere così perfetto? Io adesso ero felice, lui mi faceva sentire felice, come mai successo con nessun’altro. Perché però dovevo sentirmi allo stesso tempo così triste? Mi faccio troppi problemi. Non vale la pena spaccarsi la testa per questioni che fanno solo perdere tempo e fanno star male, quando tutto quello che vuoi è vivere la tua vita in pace, possibilmente cancellando il passato. Ma si sa…puoi sforzarti quanto vuoi, ma il passato è impossibile da cancellare.
Li aspettai a letto, troppo stanca per alzarmi. Quando dormo tanto, appena sveglia mi sento ancora più stanca di prima.
Quando arrivarono in camera Frank cane saltò sul letto mentre l’altro teneva in mano due sacchetti, probabilmente con il nostro cibo dentro.
-Buon giorno…-disse sedendosi accanto a me stampandomi un bacio sulle labbra.
-‘Giorno.- dissi alzando le braccia ancora intorpidite. Dopo essermi stiracchiata un po’ iniziai a sondare i sacchetti.
-Cosa hai preso?!-
-Visto che non sapevo cosa poteva piacerti ho preso un po’ di roba…prima siamo passati al cinese, poi al messicano e infine al giapponese.- disse tutto raggiante per la spesa fatta.
-Ti adoro…- mi alzai lentamente per ringraziarlo come si deve. Non mi sarei mai stancata di sentire le sue labbra sulle mie.
-Devo portarti giù sulle spalle o riesci a fare le scale?!- disse scherzando.
Per curiosità guardai l’ora sull’orologio sul comodino. Erano le una e mezza, l’ora perfetta per mangiare qualcosa.
-No no mi alzo…anche se non sarebbe male farsi portare…- si avvicinò a me per abbracciarmi, mi mise le mani sulle guance, erano calde. Chiusi gli occhi giusto per godermi quella sensazione di pace e tranquillità che provavo stando vicino a lui.
Mi baciò di nuovo.
Però in quel momento suonò il suo telefono. Odiosi marchingegni che suonano quando meno dovrebbero.
-Che palle…-disse staccandosi per prendere il cellulare e rispondere.
-Si Mikey dimmi….-aggiunse dopo aver letto il nome sul display.- siiii lo so che oggi ci si trova da Gee…Non sono mica stupido…Gentile come al solito eh…Okay…Si viene anche lei…siiii…okay…a dopo…- in teoria quel “lei” dovevo essere io. Come faceva Mikey a sapere di me?!
Chiuse la conversazione sbuffando.
-Cosa c’è in programma oggi pomeriggio?- chiesi curiosa.
-Ci si trova tutti da Gee…-rispose.
-Ma quando hai detto “lei” intendevi me?
-Si ovvio e chi se no?
-Ma scusa…cosa sa Mikey di me?!- chiesi lanciandogli un’occhiata divertita.
-Beh…gli ho raccontato dell’incontro che ho avuto con una fan pazza che chiama il suo cane come me…e non vede l’ora di conoscerti!- disse ridendo.
-Coooosa?!Gli hai detto che sono pazza?Perfetto!!- dissi allontanandomi facendo la finta arrabbiata.
-Ma nooo…dai che scherzo…-disse ritornando vicino a me, mi prese da dietro e mi baciò delicatamente il collo.
-Lo sai che ti odio vero?
-Sisi certo…- mormorò prima di appropriarsi di nuovo delle mie labbra, per l’ennesima volta.
 
****
Buon pomeriggio XD
Eccoci qui con questo nuovo chappy…spero vi sia piaciuto perché a questo un pochino ci tengo X3
Ovviamente ringrazio:
Punkie Vampire
OOgloOO
Elyrock
alice94 (non ti preoccupare che tra un po’ la cara Jamia ritorna XD)
Bacione *____*
Hola

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


Capitolo 7.
Capitolo 7.
 
Quel pomeriggio avrei conosciuto gli altri ragazzi del gruppo. Dire che ero emozionata è poco.
Alle tre e mezza Frank decise di partire, considerando che per andare a casa di Gee ci avremmo messo un bel po’, dato che era dall’altra parte della città.
Appena entrai in macchina accesi subito la radio.
-Guarda che puoi prendere i cd…-disse per l’ennesima volta.
-Naaaa…preferisco la radio…- la sintonizzai su un canale a caso, ma dato che in quel momento stavano facendo sentire i Guns era sicuramente una buona stazione.
-Sei pronta a conoscere Gerard?!- chiese lui. Molto probabilmente si stava riferendo al discorso sul mio componente preferito.
-La prima cosa che farò sarà saltargli addosso…-riposi ridacchiando.
Lui si girò un attimo a guardarmi. Però non sono riuscita a capire se era uno sguardo omicida o semplicemente voleva vedere se stavo scherzando o meno.
-Bene allora quando me ne andrò so che posso lasciarti là a casa sua…
-Dai scemo…-mentre lo ammonivo, dolcemente gli strinsi la mano che era appoggiata sulla sua gamba.
Lui prima guardò la mia mano sulla sua poi ritornò a guardarmi negli occhi.
-E brava la mia fan preferita…-sussurrò prima di darmi un veloce bacio sulle labbra.
Per tutto il resto del tragitto non lasciò mai la mia mano.
 
Arrivammo a casa di Gee e Mikey intorno alle quattro e un quarto.
Appena entrati fummo accolti da Bob e Ray.
Troppo fuori quei due. Li adoro.
Dopo essere entrati trovammo Mikey e Gee comodamente sdraiati sul divano che giocavano alla Play.
-Ehi ciao, finalmente ti conosco!- questa fu la prima cosa che mi disse Mikey. Ovviamente non potei fare a meno di lanciare uno sguardo omicida a Frank, che invece si era goduto la scena ridendo come uno scemo. Poi però non appena vide il mio sguardo e lesse il mio labbiale “Me la pagherai” smise di ridere.
Devo ammettere che quel pomeriggio è stato uno dei più belli della mia vita. Mi sono divertita un casino. I ragazzi sono semplicemente meravigliosi, e fare amicizia con loro è semplice.
Abbiamo passato tutto il pomeriggio a dire cazzate e a ridere come matti. Era da parecchio che non mi divertivo così.
Bob e Mikey erano intenti a sfidarsi a Guitar Hero mentre io Frank, Gee e Ray eravamo sul divano a bere una birra, quando suonò il campanello.
-Questa è Alicia…Qualcuno apre?!- disse Mikey senza togliere gli occhi di dosso allo schermo della tv. Stavano suonando “One” dei Metallica e lui ci teneva troppo a vincere.
Si alzò Ray che si diresse, con la birra in mano, alla porta.
-Ehi, sempre a far casino voi?!-disse la ragazza entrando in sala.
Si avvicinò a Mikey stampandogli un bacio sulla guancia.
-Ciao amore- disse vago lui, finendo di suonare. Poi non appena la canzone finì si girò per darle un bacio sulle labbra.
Poi lei si buttò sul divano vicino a Gee, notandomi.
-Perché nessuno mi presenta?...Io sono Alicia, tu dovresti essere Meredith!- disse avvicinandosi a me.
-Scommetto che è stato Mikey a parlarti di me…- dissi sperando che la mia supposizione fosse falsa, invano.
-Si devo ammettere che Frank gli ha parlato di te, ma non ti preoccupare non ha detto niente di male, anzi!-.
Devo ammettere che è una ragazza davvero speciale. Ci credo che Mikey non se la lasci scappare.
In pratica siamo entrate subito in sintonia, e dato che i ragazzi erano intenti a giocare alla Play lei decise di spostarsi in cucina.
-Va bene se ordiniamo la pizza per stasera?!- disse lei rivolta agli altri, alzandosi.
-Ovvio!- risposero loro praticamente in coro. Feci per alzarmi anch’io ma la mano di Frank mi bloccò.
-Dove vai?!- mormorò.
-Andiamo di là…-dissi dandogli un bacio sulle labbra.
-Noi donne andiamo a parlare in cucina, così ordiniamo pure la pizza…-aggiunse lei, prendendomi per mano, per trascinarmi nell’altra stanza.
 
-Vuoi una birra?!- chiese lei aprendo il frigo.
-Sisi grazie…- e ne prese una anche per se.
Oramai stavamo parlando da più di un’ora e mi era venuta una certa sete. Ci siamo sedute sugli sgabelli intorno al tavolo e abbiamo parlato del più e del meno, conoscendoci meglio.
Dopo aver preso le birre era calato un attimo il silenzio, poi ad un tratto sentimmo le urla dei ragazzi nell’altra stanza, e dopo esserci guardate siamo scoppiate a ridere, e poi lei disse:
-Sai io ero amica di Jamia…- rimasi in silenzio a guardarla, come per aspettare che continuasse la frase, ma rimase in silenzio. Ogni singola fan dei My Chemical Romance non poteva fare a meno di conoscere chi era Jamia e io, dato che sono una di loro, non ero da meno.
-Ah si?!- dissi semplicemente sorseggiando la mia birra. Sinceramente quelle parole mi misero un po’ in agitazione, prevedendo magari qualche scenata del tipo “sei una stronza perché le hai fregato il ragazzo” e cose così. Ma per fortuna la mia fantasia aveva viaggiato troppo, come al solito.
-Si…Ma era un periodo che si comportava un po’ da stronza, e non solo con Frank…Quando l’ha mollato devo ammettere che lui ci è rimasto davvero male.-
-Quando è stato?!- io da semplice fan avevo solo sentito di un’aria di crisi tra i due e sinceramente non mi era nemmeno venuto in mente di chiedere spiegazioni a Frank, fidandomi del fatto che se usciva con me con lei doveva aver chiuso da un pezzo. E dato che il giorno prima eravamo andati a letto insieme, doveva aver proprio chiuso.
-Circa due settimane fa…ma le cose andavano male da un bel pò…- alla sua risposta rimasi un attimo in silenzio a pensare. Due settimane non erano poi così poche per tirarsi fuori da una relazione durata anni. E pensare che avevo pure sentito che si sarebbero sposati. Dio mio perché proprio ora mi venivano in mente tutte quelle cose! Perché non mi ero mai chiesta se avesse la ragazza o meno? Dannatamente stupida.
-Ehi non ti ho detto questo per preoccuparti…anzi….-aggiunse lei notando il mio silenzio.
-No è che con lui non ho mai parlato di questo argomento, perché sinceramente non mi era nemmeno venuto in mente…ma è davvero una storia chiusa?- chiesi.
-Si te lo posso giurare…si sono mollati un po’ male ma oramai era già scritto che finisse…-. Sorrisi come per ritenere il discorso chiuso, e in quel momento entrò Frank.
In mano aveva delle bottiglie vuote di birra.
-Stavate parlando di me?!- chiese lui scherzando.
-Beh devi sapere che non sei sempre al centro dei nostri pensieri…-risposi io.
-Uff…peccato…-disse aprendo la porta del frigo prendendo altre tre bottiglie di birra, quel frigo sembrava uno di quei pub irlandesi dove la birra non manca mai.
Era dietro di me. Mi aspettavo che facesse qualcosa infatti quel qualcosa accadde. Posò la mano libera sul mio fianco avvicinandosi al mio viso per darmi un dolce bacio sulla guancia.
-Secondo me sei venuto per sentire i nostri discorsi, per proteggerti nel caso dicessi qualcosa di inopportuno.- aggiunse Alicia. In effetti sarebbe stato meglio se fosse entrato pochi istanti prima, interrompendo così una conversazione che aveva preso una brutta piega.
-Beh spero che tu non abbia detto niente di cattivo sul mio conto…-disse allontanandosi.
-Nono…anzi…-disse lei. Io rimasi zitta sperando che non si girasse per guardarmi di nuovo, ma ovviamente non appena Alicia rispose con un “nono” poco convincente si voltò per osservare il mio viso. Gli sorrisi leggermente, sperando di fargli capire che era tutto apposto. Lui mi sorrise a sua volta, anche se qualcosa non lo convinceva, e si voltò di nuovo tornando nell’altra stanza dagli altri.
 
***
Salve!!^^
7 recensioni, me commossa *____*
Grazie davvero a tutti quelli che hanno recensito!!^^
Beh questo capitolo vi piace?!Finalmente sono entrati in scena anche gli altri del gruppo, più Alicia!!
Il prossimo capitolo devo ancora iniziarlo perché sono leggermente indecisa su un paio di cose, ma non disperate!!^__^
Baci
Kchan alias Ste
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


Capitolo 8.
Capitolo 8.
 
Eravamo appena saliti in macchina. Saranno state le 3 di mattina e avevamo passato da Gee tutta la sera. Era stata davvero una bella serata, anche se la conversazione su Frank e Jamia mi aveva leggermente preoccupata. Okay devo ammettere che sono stata una stupida a non chiedere a Frank di lei, ma questi giorni sono stati intensi e sinceramente non mi era venuto nemmeno in mente. Forse le cose erano andate troppo avanti e troppo in fretta. Sempre se c’era davvero qualcosa. Oh sono una che si fa troppi problemi.
-Che hai?!- chiese lui prendendo la mia mano.
-Uhm?...Niente, niente!- dissi cercando di sfoggiare uno dei miei sorrisi più convincenti, ma evidentemente aveva avuto lo stesso effetto di quello in cucina a casa di Gee.
-Di cosa avete parlato tu e Alicia?!- perché doveva centrare subito l’argomento?!
-Di tante cose…- mi teneva ancora la mano, sfiorandomi le dita.
-…E?!
-E cosa?!Dai davvero, non ho niente!!Sono solo un po’ stanca dato che domani mi toccherà andare al lavoro…-dissi sperando di sviare il discorso.
-Se eri stanca potevi dirmelo che andavamo via prima…-
-Ma non figurati!!Davvero mi sono divertita!- lo guardai per sorridergli. E dato che eravamo fermi ad un semaforo si avvicinò per stamparmi un bacio sulle labbra. Lui era sempre capace di sorprendermi, farmi stare bene anche dopo aver fatto solo anche una piccola cosa, come quel veloce ma dolcissimo bacio.
Riprese a guidare tranquillo, lanciandomi qualche occhiata ogni tanto.
 
Appena arrivati sotto casa mia, parcheggiò e spense la macchina, indeciso sul da farsi.
Lo guardai aspettando che dicesse qualcosa. Ma rimase in silenzio, così decisi di parlare io per prima.
-Vieni su?!- chiesi. Mi sembrò quasi sollevato alla mia domanda. Sorrise e fece cenno di si con la testa.
Appena entrati fummo accolti da un Frank scodinzolante.
Appoggiando le chiavi sul mobile all’entrata notai che c’era un biglietto lasciato da Kat.
“ Ho già portato fuori Frank…
Sono passata a prendere una maglia che ti avevo prestato.
Baci, Kat
P.S. Ci sono due messaggi in segreteria e uno credo sia per la Tedesca
 
Frank era dietro di me e leggendo il biglietto mi chiese:
-Scusa ma chi è la tedesca?!E perché questa Kat porta fuori Frank?!-
-Kat è la mia migliore amica e dato che Frank l’abbiamo preso insieme è anche suo, e anche se sta con me qualche volta ci diamo dei turni per portarlo in giro…-
-Ma è venuta con te da Seattle?!
-Si…
-E perché non vivete insieme?!
-Perchè siamo venute qui in cerca di indipendenza…Spero che ti basti come risposta…
-Uhm…si…
-Ecco bravo, anche perché se vivessi con lei tu non saresti qui…
-Giusta osservazione!!...Ehi ma non mi hai detto chi è la tedesca!!- disse vedendo che mi allontanavo verso la cucina.
Mi avvicinai speranzosa al telefono e subito notai la spia dei messaggi che lampeggiava. Appena premuto il bottone la solita vocina mi confermò che c’erano due messaggi.
“Primo messaggio:
Salve, sono il meccanico dell’officina dove lei ha lasciato qualche giorno fa la sua auto, una Golf. Se vuole domani può venire a prenderla. Siamo aperti la mattina dalle 9 a mezzogiorno e poi nel pomeriggio riapriamo alle 3 fino alle 7 e mezza. Grazie e arrivederci.”
- La Tedesca è pronta!!!- urlai.
- La tedesca è la tua macchina?!
-Si!!- dissi sorridendo – e finalmente è pronta! Poverina si era rotta qualcosa, non so di preciso cosa perché sono leggermente ignorante sull’argomento, e allora era da un po’ dal meccanico. Per questo andavo al lavoro a piedi!!
- Dunque ora posso fare a meno di farti da tassista, puoi benissimo andare in macchina!- sicuramente stava scherzando, però per evitare una mia eventuale incazzatura si avvicinò lentamente al mio viso, sfiorandomi la guancia con la mano calda.
- Guarda che nessuno ti ha chiesto niente! Ora per esempio puoi anche andartene!
- Ti sbagli, perché sei stata proprio tu a chiedermi di venire…
- Dunque posso anche benissimo mandarti fuori a calci nel culo.- dissi senza fargli finire la frase.
- Oh secondo me non ne saresti capace…
-Non provocarmi più!- sorrisi, stampandogli un veloce bacio sulle labbra, poi mi avvicinai al telefono per ascoltare il secondo messaggio.
Era semplicemente mia madre.
Diceva di farsi sentire ogni tanto e che magari potevo passare a trovarla. Si, aspetta e spera! Cancellai subito il messaggio, interrompendo a metà il discorso, non volendo nemmeno sapere cosa diceva.
-Tutto ok?!- mormorò Frank dietro di me, notando che ero rimasta imbambolata davanti al telefono in silenzio.
-Oh sisi!- risposi subito- stavo pensando di mandare un messaggio a Kat per chiederle di portarmi dal meccanico domani mattina.
-Ma no scema, ti porto io!
-Non eri stufo di farmi da tassista?!
-Non ho mai detto questo…però voglio essere ripagato come di deve!- pericolosamente si avvicinò al mio viso, iniziando a baciarmi con passione.
 
*****
Ok devo ammettere che scrivere questo mini capitolo mi è costato un casino dato il mio lungo periodo di assenza da efp O.O ma tra studio e lavoro ero super impegnata T.T
Comunque eccomi qua finalmente!!XD
Ringrazio le care persone che hanno commentato il vecchio capitoloXD sperando di ritrovarle di nuovo con questo!!
Spero di aggiornare presto!!^^
Baci
Kchan
 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


Capitolo 9.
 
-Siiiii! La mia cara macchinina! Finalmente tra le mie braccia!- dissi accarezzando dolcemente il tettuccio della mia Golf.
-Tutto questo casino per una macchina del genere?- borbottò Frank divertito.
-Ehi ehi! Ti può sentire! Hai mai visto Herbie il maggiolino? O Transformers? Le macchine hanno sentimenti!
-Se permetti in Transformers le auto non hanno sentimenti.. ma sono alieni venuti per conquistare la Terra!- rispose lui, trattenendo le risate.
-Ok ok! Però la mia auto ha sicuramente dei sentimenti! Anche se ripararla mi è costata un occhio della testa!- mormorai pensando ai miei 200 dollari lasciati ad un meccanico più che felice di riceverli.
-Bene! Ora è giunto il momento di andare al lavoro.. Dovrò pur guadagnarmi da vivere!- aggiunsi controvoglia.
Lui si avvicinò dolcemente e mi stampò un bacio sulle labbra.
-Ci vediamo stasera?- chiese lui, senza allontanarsi troppo dal mio viso. Potevo sentire il suo alito caldo sulle guance. Quanto avrei voluto non dover andare al lavoro.
-Certo!- dissi, sorridendo.
Frank stava per darmi un altro bacio quando il suo telefono iniziò a squillare.
-E che cavolo!- mormorò scocciato. Stavo per allontanarmi ma lui mi fermò e mi baciò, con passione.
-Dai dai devi rispondere! Magari è importante!- dissi, spingendolo via. Ecco ora penserete che sia una pazza sclerotica ad allontanare LUI da me, però dai devo mantenere un certo contegno. Anche perché se andava avanti così avrei mollato il lavoro per chiudermi in casa per stare tutto il giorno tra le sue braccia. E sì magari era una pure chiamata importante.
-E’ Gee.- borbottò ancora più scocciato, però alla fine rispose.
-Ciao Gerard, dimmi…No tranquillo non mi hai disturbato- mentre lo diceva aveva iniziato a roteare gli occhi. Poi si fermò e mi guardò.
-Sì aspetta che le chiedo… Ti va di andare ad una festa domani? Inaugurazione di un bar. Gli altri vanno. Ci uniamo?- chiese, rivolto a me.
-Sì sì va bene!- risposi subito. Party Rock! Ok sono malata.
O meglio. Ero felice. Ed era tutto merito di Frank.
 
Al lavoro la giornata trascorse tranquilla, tanti clienti ma ben diluiti nel corso del turno. Riuscii anche ad ottenere delle buone mance, ovviamente non ero neanche lontanamente vicina ai 200 dollari sborsati stamattina ma prima o poi li avrei recuperati.
Quando finalmente arrivarono le 6 pm guardai Mark che annuì.
-Sì puoi andare!- disse tranquillo.
-Grazie, sei un tesoro!- gli stampai una bacio sulla guancia.
-Adesso che la tua adorata macchina è tornata non farai più tardi, vero mia adorata dipendente licenziabile?- aveva chiaramente un tono ironico, però io gli risposi il più seria possibile.
-Tranquillo Mark, te lo prometto! Non potrei mai abbandonarti!
-Meno male! Dai su ora vai! C’è Frank che ti aspetta!- mi fece l’occhiolino.
-Sì, il mio tesoro vorrà fare un giretto per il parco!
-Io ovviamente mi riferivo al Frank a due zampe!
Lo guardai male senza smettere di sorridere.
-Si vede che quel ragazzo ti rende felice. Te lo meriti!- disse sincero.
-Grazie, Mark!- gli diedi un altro bacio e poi, dopo aver lasciato il grembiule e preso borsa e giacca, lo salutai uscendo dal bar.
 
Arrivata a casa, senza nemmeno togliermi la giacca, misi il collare a Frank e lo portai fuori a fare il solito giretto serale.
Dalla tasca dei jeans presi il mio cellulare perché aveva iniziato a suonare. Ovviamente la suoneria non poteva che essere “Mama” dei My Chem. Oddio forse era il caso di cambiarla dato che uscivo con Frank Iero? Potrei sembrare la classica fan/pazza omicida che crea degli altarini con candele e foto dei propri idoli. Ci avrei pensato in un altro momento dato che la persona che mi stava chiamando non era altri che lui, Frank.
-Ehi!- dissi io.
-Ciao Mez! Come è andata al lavoro?
-Bene dai, ho raccolto un po’ di mance! Il mio portafoglio non piange più!
-Sarebbero veramente dei clienti stupidi se non ti lasciassero mance. Dovrò passare anch’io uno di questi giorni. Potrei lasciarti una bella mancia, sempre se te la meriti.
-Metti in dubbio le mie capacità di cameriera?- chiesi, fingendomi offesa.
-No, anzi! Ho avuto il piacere di essere servito da te non molto tempo fa. Diciamo che verrei solo per marcare il territorio.- disse ridendo.
-Che carino sei proprio come il mio altro Frank! Siete in simbiosi!
-Mi manca! Voglio vederlo!
-Ah solo lui ti manca?
-No, anche la padrona. Ovvio!
-Ah ecco! E meno male! Sono fuori con lui proprio adesso!
-Hai mangiato?
-No, appena sono arrivata a casa sono uscita con Frank.
-Bene allora ti porto la cena. Giappo va bene?
-Siii ne ho proprio voglia!
-Perfetto! Per le 8/8:30 sono da te! Non vedo l’ora di vederti..
-Anch’io, a dopo Frankie!
Dopo aver chiuso la conversazione appoggiai il telefono al petto, sentendo il cuore che batteva all’impazzata. Ero proprio cotta. Chissà tutto questo dove mi avrebbe portata. Erano pochi giorni che lo conoscevo e già non potevo stare più di tanto senza di lui.
Cavolo! Mi ero completamente dimenticata! Tra meno di due settimane sarebbe partito per il tour con gli altri del gruppo! Che ne sarebbe stato di noi?
Con questi, e altri mille pensieri feci il giro dell’isolato per poi tornare verso casa.
Giunsi alla conclusione che forse avremmo dovuto parlarne prima o poi. Definire la nostra relazione. Magari fosse così facile come scegliere il proprio stato su Facebook. “Single”. “Impegnata”. “Relazione complicata”. “Relazione aperta”.
Odio non avere le cose sotto controllo. Sì sì avremmo dovuto parlarne!
 
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Buongiorno a tutti!
Oddio! Sono ben 4 anni che non aggiorno questa ff!
Ultimamente sono tornata nel mondo di EFP e mi è tornata la voglia di finire ciò che stupidamente non ho mai concluso. Questo capitolo segna il mio ritorno e purtroppo mi è riuscito un po’ corto però comunque spero che vi piaccia!
Ho la seria intenzione di concludere questa fanfic, anche perché la mia passione per i My Chem non si è mai spenta quindi, detto questo, vi auguro una buona lettura!
A presto!
Kessachan

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