Come due fiocchi di neve

di Mimiwitch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Torneo Tremaghi ***
Capitolo 2: *** Orgoglio Grifondoro ***
Capitolo 3: *** Katie=Guai ***
Capitolo 4: *** Un pozzo di segreti ***
Capitolo 5: *** Un segreto svelato ***
Capitolo 6: *** Danze, corse e baci a Natale ***
Capitolo 7: *** Professor Weasley (x2) ***
Capitolo 8: *** Estate, transizione ***
Capitolo 9: *** Pino, Sangue e Amore ***
Capitolo 10: *** Inseguimento a Hogsmeade ***
Capitolo 11: *** Un amore confuso ***
Capitolo 12: *** Materializzazione nel cuore ***
Capitolo 13: *** Fuochi d'artificio al limone ***
Capitolo 14: *** Viaggio nell'Io ***
Capitolo 15: *** Svegliami prima di andare via ***
Capitolo 16: *** La forma dell'amore ***
Capitolo 17: *** Salvataggio in extremis ***
Capitolo 18: *** Katie la spia ***
Capitolo 19: *** Un finto bacio ***
Capitolo 20: *** Agguato a Kensington Garden ***
Capitolo 21: *** Battaglia di Hogwarts I ***
Capitolo 22: *** Sipario di dolore ***
Capitolo 23: *** Battaglia di Hogwarts II ***
Capitolo 24: *** La bussola per il tuo cuore ***
Capitolo 25: *** Un passo alla volta ***
Capitolo 26: *** Raccomandazioni dal passato ***
Capitolo 27: *** L'errore più dolce del mondo ***
Capitolo 28: *** Donna di ghiaccio, Uomo del mistero ***
Capitolo 29: *** Il pensiero più felice ***



Capitolo 1
*** Il Torneo Tremaghi ***


Gli studenti nella Sala Grande avevano occhi solo per il nuovo, grottesco professore di Difesa contro le Arti Oscure. Seduto al tavolo degli insegnanti, lo guardarono scolare qualcosa da una fiaschetta, ignorando ogni persona presente in sala.

Bisbigli scivolavano sui banconi:
“Che ha la sua faccia?”

E la gamba di legno?”
Avete visto il suo occhio blu elettrico?”

Silente riprese il comando.
Come stavo dicendo” disse, sorridendo alla marea di studenti davanti a lui, tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody, “nei prossimi mesi avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. E' con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a Hogwarts.”

Sta SCHERZANDO!” disse Fred Weasley ad alta voce.

Katie Bell scoppiò a ridere, seguita dal resto degli studenti in sala; Fred era riuscito con due sole parole a sciogliere la tensione che l'arrivo di Malocchio aveva creato. Non riuscì a sentire la replica di Silente perché stava cercando di non ridere troppo forte e di non farsi notare. Buttò un'occhiata al ragazzo e lo vide ascoltare Silente concentrato, mentre il sorriso ancora gli aleggiava sulle labbra. Sentì il familiare calore al centro del petto, quel formicolio dolce e fastidioso al tempo stesso.

Leanne si voltò verso di lei.
“E' davvero un idiota!” bisbigliò mentre sorrideva, divertita.

Katie non replicò, si limitò a sorriderle di rimando; sospettava che Leanne sapesse, ma non avrebbe mai, mai confermato i suoi sospetti.
Si conoscevano dal loro primo giorno a Hogwarts.
Si era scontrata con lei sul treno mentre cercava un posto libero a sedere, perdendo ogni cosa contenuta nel suo baule: Leanne l'aveva aiutata a raccogliere; nella traversata sulle barche per raggiungere il castello aveva fatto rollare un po' la barca ed era stata l'altra a fermarla; quando l'aveva raggiunta al tavolo di Grifondoro, dopo essere stata smistata, Leanne le aveva detto che da quel momento in avanti l'avrebbe tenuta d'occhio. Katie le aveva sorriso, grata, capendo di aver trovato una vera amica. Leanne le leggeva dentro e sapeva che doveva essere difficile, nemmeno lei si capiva mai del tutto.

Persa nelle sue riflessioni la giovane si era persa gran parte del discorso: si era accorta solo che le facce di Fred e George erano passate da entusiaste e raggianti, a furibonde e perplesse.
Leanne, al suo fianco, si alzò.

E' ora di andare? Che mi sono persa?”

L'amica la studiò un momento, poi sospirò. "Eri di nuovo persa in fantasticherie?"
Io non mi perdo in fantasticherie!” sbottò punta nel vivo. “Stavo cercando di ricordare una cosa e mi son persa il discorso di Silente.”
Riassunto: Torneo Tremaghi, scuole di Beauxbatons e Durmstrang, un campione per ogni scuola, prove estremamente pericolose, forse mortali. Premio di mille galeoni. Limite di età minimo 17 anni” snocciolò Leanne con fare pratico, mentre uscivano dalla sala Grande e si avvicinavano alle scale con passo rapido.

Stavano cercando di non inciampare negli studenti del primo anno, che avrebbero rallentato loro la strada.

Katie sorrise; Leanne aveva il dono della sintesi: se un discorso impegnava dieci pagine, poteva riassumerlo in dieci righe.
Ah, e i gemelli stanno escogitando qualcosa per entrare nel Torneo, nonostante non abbiano l'età giusta. Ho sentito Fred parlare di pozioni invecchianti” mormorò l'altra guardandola di sottecchi, tenendosi alla balaustra.

Katie inciampò nel gradino e sbatté il ginocchio. Cercò di far finta di nulla e si tirò su.
Me l'aspettavo da loro. Pericolo, fama e galeoni, come potrebbero tenersi alla larga” disse con un sorriso un po' forzato, il ginocchio che pulsava mandandole lampi negli occhi.
Fred e George avrebbero fatto qualunque cosa per stare al centro dell'attenzione e portare scompiglio allo stesso tempo. Katie si domandò che sarebbe successo se uno di loro due fosse stato scelto come campione: che avrebbe fatto l'altro gemello? Loro non erano una sola entità? Di sicuro si sarebbero scambiati di continuo, facendo impazzire i giudici.

Leanne si scansò per far passare un gruppo di ragazzi del settimo anno, due dei quali sorrisero verso loro.
A te non piacerebbe partecipare? Se avessi l'età giusta dico. Sei in gamba!”
Katie la guardò negli occhi per cercare una traccia di ironia, che non trovò.

Stai scherzando? Anche se avessi 17 anni non sarei mai all'altezza, devi essere coraggioso, avere prontezza di riflessi, amare i riflettori. No, non fa per me” dichiarò con forza.

Erano arrivate al ritratto. La signora Grassa le salutò con un dolce sorriso.
Guazzabuglio” disse Leanne sicura, mentre Katie la guardava perplessa.
Beh, che c'è? Non è colpa mia se ho un ottimo udito. Non origlio le conversazioni altrui, le sento e basta!” spiegò l'amica facendo la finta indignata.

Seguì Leanne dietro il buco del ritratto, nella sala comune satura di persone; buttò uno sguardo distratto verso il gruppetto di Harry, Ron, Hermione, Fred e George che si separava per andare nei dormitori. Di nuovo quella capriola nello stomaco.

Si incamminarono su per la scala che portava ai dormitori femminili.
Se davvero i gemelli avessero trovato un modo di partecipare, lei avrebbe avuto il coraggio di andare dietro a loro? Di infrangere le regole? Di stare al centro dell'attenzione cercando di superare prove mortali?
-Ritorna coi piedi per terra, Katie, non sei una ragazza così in gamba! E diciamocelo, non hai nemmeno abbastanza coraggio per fare incantesimi semplici davanti agli amici, figuriamoci davanti alla scuola al completo. Scordatelo, mollacciona!-
Il suo stesso subconscio le remava contro.

Si era fermata di colpo nel bel mezzo della scala, persa nei suoi ragionamenti: alle sue spalle qualcuno la urtò con forza, sbilanciandola in avanti, facendole sbattere nuovamente il ginocchio.
Cercò di non urlare dal dolore e si girò in tempo per vedere Leanne afferrare al volo Hermione per un braccio, prima che cadesse dalle scale.

Perdonami!” urlò contrita Katie, “ero sovrappensiero!”
Hermione scosse la testa, sorridendo.

Ero distratta anche io. Indignata da questo lavoro da schiavi!” sbottò ritornandodi colpo seria.
Augurò loro la buona notte e sparì nel dormitorio del quarto anno.
Si guardarono perplesse.

Il loro dormitorio le accolse con la sua solita aria rassicurante e morbida, calda, avvolgente. Le loro compagne di dormitorio, Aileen, Madeline e Cindra, erano già arrivate e si stavano preparando per dormire.
Katie si infilò subito il pigiama, morbido ed enorme, sciolse i capelli castani e si infilò nel letto.
Era sazia, felice di essere a Hogwarts, di essere con Leanne, di rivedere Fred...
-No! Fred no! Basta cervello, scordatelo! Non fa per te! Pensa ad altro!-

Sono sicura che questo sarà un anno interessante!” esclamò Leanne, infilandosi nel suo letto a baldacchino.
Studenti di altre scuole in visita, prove emozionanti, il ballo. Non potremo annoiarci, no?” continuò l'amica convinta, sprimacciando un cuscino.
Katie annuì.

Sì, ma ricordati che è il nostro quinto anno, Leanne! I G.U.F.O.! Pensiamo a dormire” disse, cercando di soffocare uno sbadiglio.

Il torneo Tremaghi! In effetti sarebbe stata una bella occasione per la scuola, ci sarebbe stato da divertirsi!

Certo, il Quidditch era stato sospeso...niente allenamenti...poche possibilità di vedere Fred...
Si era presa una cotta per lui alla fine dell'anno prima quando, presi dall'euforia per la vincita della coppa di Quidditch, Fred l'aveva stretta forte e le aveva dato persino un bacio sulla guancia. Era rimasta in trance, a sorridere come un'ebete e a cercare di definire quelle strane sensazioni che provava. Aveva sempre pensato che Fred e George fossero simpatici e divertenti, ma non aveva mai pensato a loro come ragazzi.
Da quel momento invece, ogni volta che il pensiero di Fred si era affacciato alla sua mente, aveva sentito quel buffo sfarfallio nello stomaco e il suo viso diventare incandescente.

Il pensiero di non avere la scusa del Quidditch per vederlo la intristì di colpo.
-Cervello! Sei monotematico! Buona notte!-
Con una smorfia decisa si strinse nelle coperte e cercò di dormire, scacciando tutti i sorrisi beffardi che le saltavano alla mente.





Note:

Salve a tutti!

Sono Mimì.

Di Leanne non viene mai detta né la casa né l'anno. Ma nel sesto libro, quando Katie torna dal San Mungo, dice a Harry che Leanne “le stava raccontando di McLaggen e dell'ultima partita”, e lei in quel momento si trovava in sala comune circondata dai suoi amici del settimo anno. Perciò per me Leanne ha la stessa età di Katie ed è una Grifondoro.

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Capitolo 2
*** Orgoglio Grifondoro ***


Il ritorno a Hogwarts per Katie era stato amaro e dolce allo stesso tempo: ritrovare gli amici, scherzare con loro, vivere in certo senso tutti assieme, le procurò molta gioia; d'altra parte però, le lezioni massacranti del quinto anno e la mancanza di Quidditch lasciarono l'amaro in bocca.

Durante le prime settimane ogni professore aveva posto l'accento sugli imminenti esami dei G.U.F.O., esortandoli a studiare con costanza e assiduità, poiché molto del loro futuro dipendeva dall'esito degli esami. Questa frase passava sulla bocca di ogni insegnante: chi la ripeteva con toni severi, chi con toni arcigni, mettendo nel cuore di ogni studente del quinto anno paura e agitazione.

Katie iniziò a studiare da subito, cercando di non lasciare compiti in arretrato, ma dovette ammettere che gli argomenti trattati erano parecchio complessi.
Sei fortunata a non avere gli allenamenti di Quidditch proprio durante il tuo quinto anno! O non saresti riuscita a star dietro a tutto!” mormorò Leanne convinta una sera, mentre studiavano assorte in sala comune.

Alzò lo sguardo dai suoi appunti di Trasfigurazione e la fissò con aria arcigna.
Oh sì, sono proprio fortunata!” ribatté sarcastica.

Katie amava il Quidditch. Non ai livelli da psicopatico di Baston, ma amava davvero sfrecciare sulla scopa e giocare con tutte le sue energie, tesa verso la vittoria; e per quell'anno non avrebbe potuto, grazie al Torneo Tremaghi. Se Baston fosse stato lì, probabilmente avrebbe assalito Silente e tutti gli studenti che avessero osato partecipare al Torneo, brandendo una mazza da battitore, pur di riottenere il Quidditch. E lei dovette ammettere che probabilmente l'avrebbe appoggiato.
Senza il suo sport preferito da praticare, impegnava il suo tempo nello studio, suo malgrado.

Il nuovo professore di Difesa contro le arti oscure, Malocchio Moody, era un uomo bizzarro e allo stesso tempo severo; sembrava un'ottima idea non mettergli mai i bastoni tra le ruote.
Già dalla loro prima lezione, il Giovedì mattina, rimasero ammirati e spaventati: il professore aveva trasfigurato la sua sedia in una grossa Chimera e li aveva incitati a catturarla o stordirla o a difendersi con qualche incantesimo.
La metà della classe si era ritratta sulle sedie, strillando e tremando di paura, davanti alla bestia e a tutte le sue bocche.

Aileen era svenuta, sorretta dall'amica Cindra, che aveva prodotto un eccellente incantesimo scudo, ma che tremava tanto che la bacchetta oscillava freneticamente su e giù. La Chimera ruggiva e correva in ogni dove, mostrando i denti agli studenti terrorizzati; Katie e Leanne erano fianco a fianco, immobili, ma spaventate a morte, cercando di attirare l'attenzione su di loro il meno possibile mentre pensavano a cosa fare. Quando la bestia si lanciò con un balzo su di loro, si strinsero forte temendo il peggio ma, quando la bocca dentata si chiuse sul braccio di Leanne, si accorsero con stupore che la Chimera non era altro che un'illusione.

Passato il panico, il professor Moody spiegò loro che cosa avesse davvero fatto: un incantesimo di ipnosi; aveva fatto credere a tutti loro che la sedia si fosse trasformata in una bestia feroce, con tutte le conseguenze che aveva portato: isteria, perdita della lucidità e dei riflessi.

Se io non avessi fermato l'incantesimo nel momento in cui Leanne Meadowes è stata morsa, lei avrebbe sentito il dolore come se fosse vero e se la bestia l'avesse 'uccisa', lei sarebbe morta sul serio, come conseguenza dell'ipnosi. Perciò dovete fare attenzione! Avere una mente allenata e preparata!” abbaiò loro, squadrandoli tutti con l'occhio normale, mentre l'altro vorticava su e giù.
A Katie sembrava un camaleonte pazzo.
Dopo li mise a studiare gli effetti dell'incantesimo, i modi per contrastarlo ed eseguì l'incantesimo su ognuno di loro, per spiegare con quali metodi accorgersi di un'illusione.

Alla fine della lezione Leanne era ancora un po' scossa, anche se si sforzava stoicamente di non darlo a vedere.
Quel professore è matto! Sarà un Auror, un genio o quel che ti pare, ma è matto!” bisbigliò mentre uscivano dalla classe più in fretta che potevano. I loro compagni mormoravano eccitati alle loro spalle, parlando della lezione.
Katie annuì. Il suo cuore si era fermato dalla paura quando la fila di denti aguzzi si era chiusa sul braccio di Leanne: avrebbe potuto di giurare di aver persino sentito il puzzo della bestia, così vicina a lei.
Leanne stava guardandosi il braccio con fare sospetto, alla ricerca di segni di morsi.

Fa davvero paura, in effetti. Ma è amico del professor Silente, non avrebbe dato il posto ad un matto, no?” rispose, cercando di suonare convincente.
Si guardarono negli occhi e sbuffarono. Silente non aveva scelto proprio dei gran professori negli anni. Lupin a parte, ovviamente.

Si impegnarono il quadruplo del normale nelle lezioni del matto professore, per non essere più impreparate e rischiare un infarto ad ogni lezione.

A Ottobre, Difesa contro le Arti Oscure era la materia più seguita, amata e temuta dell'intera scuola, anche se il professore aveva i suoi detrattori.
Non mi importa se lo reputano un eroe, a me non piace. Lo rispetto, questo è certo, ma non mi piace” ribadì Leanne scuotendo i lunghi capelli neri con stizza, mentre erano in biblioteca a studiare.

Katie non diede segno di averla sentita.

Katie?” chiamò l'amica, schioccando le dita per attirare l'attenzione.
Ero sovrappensiero!” si scusò lei, scuotendo la testa. Leanne si voltò per guardare cosa stesse osservando e sorrise quando vide Fred e George chini su un tavolo della biblioteca poco più in là, le teste che quasi si toccavano.

A cosa stavi pensando?” chiese maliziosa, puntando un dito verso i gemelli.

Katie mantenne un'aria impassibile o almeno credette di esserci riuscita.
Non sono strani?” ribatté, buttando un'occhiata fugace su di loro.
Abbastanza, se vuoi saperlo. Ma sono divertenti” rispose l'amica, con una risatina.
Non in generale!” la rimproverò con un gesto impaziente, “ultimamente dico. In genere stanno al centro dell'attenzione, ovunque si trovino; ma quest'anno si son tenuti in disparte, a confabulare in segreto. Non è da loro, no?”

Leanne fece spallucce, con un'aria perplessa in viso.
Forse son maturati. Hanno deciso che era ora di finirla con gli scherzi e di mettere la testa a posto” tentò poco convinta, scoppiando a ridere per l'assurdità della frase. Madama Pince passò vicino a loro con uno sguardo torvo, intimando il silenzio.
O forse stanno studiando dei piani per il Torneo Tremaghi” bisbigliò Leanne quando la bibliotecaria si fu allontanata, “credo che parteciperebbero davvero se riuscissero ad ingannare i giudici sulla loro età!”
Pensi che stiano progettando davvero di fare la pozione invecchiante?” domandò scettica Katie. “E' una pozione complicatissima, di livello M.A.G.O.!”
Sapeva che Fred e George erano molto intelligenti, ma era altresì conscia del fatto che nessuno dei due si impegnasse molto nel seguire le lezioni.

Non saprei. Ma in tutti i casi son certa che Silente non permetterà che nessuno sotto l'età stabilita partecipi” rispose Leanne convinta.

Katie buttò lo sguardo sui gemelli, che confabulavano, ammirando il viso di Fred, corrucciato e teso. Se fosse diventato il campione di Hogwarts del Torneo, la sua popolarità sarebbe cresciuta a dismisura e avrebbe avuto ragazzine svenevoli infatuate di lui.
Scacciò via la sensazione di fastidio che sentì al solo pensiero di avere così tante rivali, anche se lei non si considerava certo una pretendente. Una pretendente avrebbe cercato di farsi notare, di rivolgergli quotidianamente la parola, di entrare nella cerchia più stretta degli amici per poterlo conquistare. Katie invece non faceva niente, anzi, cercava di risultare il più invisibile possibile; non sapeva niente di conquiste e seduzione e non aveva abbastanza fiducia in sé per potersi buttare.

Fred si voltò e incrociò il suo sguardo. Le sorrise prima di rituffarsi nella discussione col fratello.
Katie arrossì violentemente, ma si coprì dietro un grosso tomo per nasconderlo. Sperò con tutto il cuore che Fred non l'avesse notato.

La sera del 30 Ottobre, gli studenti e i professori aspettarono le delegazioni ospiti sui gradini della scuola, tutti in fila a seconda dell'anno di appartenenza.
La McGranitt passava tra i Grifondoro per controllare gli studenti.
Katie era nella quinta fila, dietro Harry nella quarta e davanti a George che era nella sesta. Leanne, alla sua destra, era davanti a Fred, con grande invidia da parte sua.

Dopo molta attesa, la delegazione di Beauxbatons arrivò su una grossa carrozza volante. La gigantesca preside della scuola francese scese e andò incontro al professor Silente, che la salutò con un elegante baciamano.
Belle ragazze in arrivo!” esclamò Fred puntando il gruppetto di studenti che era sceso dalla carrozza. Katie scacciò la gelosia mentre osservava le ragazze di Beauxbatons che confabulavano tra loro, guardandosi attorno; quelle non imbacuccate nei mantelli erano in effetti molto belle e anche i ragazzi avevano fascino.
Guarda com'è carino il ragazzo biondo vicino alla carrozza” bisbigliò infatti Cindra al suo fianco, rivolta verso l'amica. Bisbigli del genere correvano in ogni fila.

Silente invitò gli ospiti ad entrare nel castello a scaldarsi, mentre loro aspettavano l'altra scuola ospite.
Gli studenti si separarono in due ali per far passare i nuovi ospiti, poi si ricomposero e si misero in attesa.
Tremavano tutti nell'aria gelida. Katie non sentiva più i piedi a causa del gran freddo.

Poi, tra esclamazioni agitate, una grossa nave affiorò dal lago nero e il preside e gli studenti di Durmstrang scesero da una passerella, raggiungendoli vicino al portone. I nuovi arrivati, tra i quali non c'era nemmeno una ragazza, erano imbacuccati in pesanti pellicce.
Un mormorio eccitato serpeggiò intorno, non appena uno degli studenti venne illuminato dalla luce che usciva dalla Sala d'Ingresso. “E' Krum, Victor Krum!” strillarono varie voci emozionate mentre finalmente tutti entravano nel castello, diretti alla Sala Grande.
Katie sapeva chi fosse Krum, da appassionata di Quidditch qual era, ma non si sperticò come molte ragazze per avere un suo autografo; e la maggior parte di quelle che lo fecero non capiva nemmeno la differenza fra Pluffa e Puffola.

Alla fine della sontuosa cena, il professor Silente prese la parola e spiegò le regole del Torneo.
Chi avesse desiderato partecipare avrebbe dovuto mettere il suo nome, e quello della scuola di appartenenza, su un foglietto di carta che avrebbe gettato all'interno del calice di Fuoco, spiegò mostrando il calice in legno ricolmo di fiamme blu e bianche. Il giorno dopo, alla stessa ora, il manufatto magico avrebbe scelto i tre campioni delle scuole, restituendo i foglietti coi nomi. Per far sì che nessuno sotto i diciassette anni tentasse di entrare nel Torneo, il professor Silente avrebbe messo una linea dell'età tutt'intorno al calice. Katie buttò lo sguardo sui volti emozionati e furbi di Fred e George.

Andarono a dormire, tutti piuttosto tesi, chiedendosi chi sarebbe stato il campione di Hogwarts.

La mattina dopo, per colazione, la Sala d'Ingresso era colma di studenti. Cincischiavano lì intorno, mangiucchiando toast o sandwich, guardando il calice posto al centro esatto della sala, su uno sgabello, circondato da una sottile circonferenza dorata: la linea dell'età.

Katie stava scendendo con Leanne quando vide Fred, George e Lee confabulare con Harry, Ron ed Hermione vicino al calice. Guardarono attentamente Fred gettarsi dentro la linea con un foglietto tra le mani e George seguirlo subito, trionfante.
I due si stavano guardando entusiasti, certi di avercela fatta quando, con un forte ronzio, vennero catapultati fuori dal cerchio e scagliati tre metri più in là. Una volta atterrati, con un grosso scoppio, entrambi si ricoprirono di una folta barba bianca: tutta la sala scoppiò a ridere, nemmeno Katie poté trattenersi.

Quella sera scesero presto in sala Grande, per il banchetto di Halloween. Il calice era posato davanti a Silente.
Katie constatò contenta che Fred, e ovviamente anche George, non aveva più la barba bianca.

Alla fine della cena, Silente si alzò e con un colpo di bacchetta spense le candele, lasciando accese solo quelle dentro le zucche. Il calice sputò fuori tre cartoncini, a distanza di qualche minuto uno dall'altro, tra meravigliose fiamme rosse.
Viktor Krum per Durmstrang, Fleur Delacour per Beauxbatons e Cedric Diggory di Tassorosso per Hogwarts, furono sorteggiati come campioni dal calice. I tre campioni erano spariti dietro una porta in fondo alla sala, accompagnati da un grosso applauso, quando il loro nome era stato chiamato.

Silente stava parlando quando accadde: il calice si illuminò di rosso ancora un volta e sputò fuori un altro biglietto. Un silenzio pesante regnava nella Sala Grande.

Katie, intimidita, osservò Silente afferrarlo e chiamare in tono grave Harry Potter.

Tutti gli studenti di Grifondoro aspettarono Harry in sala comune e quando lui risalì dalla stanzetta in fondo alla sala dove aveva raggiunto gli altri campioni, festeggiarono tutta la notte. Si congratularono con lui, gli domandarono come avesse fatto. Per mezz'ora in sala comune non si sentì che baccano e un gran vociare.
Katie osservò Harry intrappolato tra la morsa di Fred mentre Lee gli legava uno stendardo di Grifondoro al collo; c'era un campione della loro casa tra i partecipanti al Torneo.
Si sentiva orgogliosa, pensò con un sorriso.


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Capitolo 3
*** Katie=Guai ***


Da quando gli studenti di Durmstrang e Beauxbatons avevano colonizzato Hogwarts, due settimane prima, Katie vedeva tutto sotto una luce nuova. Forse erano i loro colori sgargianti che le balenavano agli occhi mentre girava la testa di qua e di là, intenta a imburrare il suo toast.

La Sala Grande non le era mai sembrata così piena; sentiva accenti diversi mescolarsi al solito chiacchiericcio, come una musica conosciuta a cui qualcuno aveva aggiunto dei nuovi suoni: non stonava, ma non era più la stessa. Guardò con aria trasognata un ragazzo di Beauxbatons servire cavallerescamente il tè ad una Corvonero: la ragazza era arrossita compiaciuta. Le amiche intorno mandavano gridolini eccitati.

Katie! Ti stai imburrando la divisa!”

Saltò su spaventata dalla voce di Leanne e si accorse che, in effetti, il bordo della sua manica era ricoperto di burro.

A cosa stavi pensando?” le domandò mentre afferrava la manica e la puliva con un colpo di bacchetta. Katie le rivolse un sorriso di ringraziamento.

A nulla. Forse sono solo triste per la mancanza di Quidditch. Mi manca volare. Schivare bolidi. Segnare.”

Se parli così mi sembri Baston. E mi spaventi” mormorò l'altra con un finto sguardo disgustato. In quel momento i gufi irruppero in Sala Grande carichi di lettere e pacchi per i loro padroni. Il bellissimo assiolo di Leanne consegnò una lettera e volò via dopo che Katie gli ebbe dato un pezzo del suo toast, mentre l'amica leggeva.
Le solite raccomandazioni dai miei” sbuffò mentre ripiegava la lettera.

Le ragazze tornarono a concentrarsi sulla colazione.
E così ti manca il Quidditch...eh, già. Volare...segnare...i bolidi... un battitore...” continuò Leanne versandosi le uova strapazzate nel piatto.
Katie riuscì a non dover rispondere né a doverla guardare, dato che aveva il viso coperto dalla coppa di succo di zucca. Ma rischiò seriamente di soffocare col succo.

Leanne finse di non accorgersi che la stesse ignorando di proposito.
Piuttosto mi dici che ti è preso ieri? Durante la lezione di Vitious? Ieri sera hai detto che non stavi bene e ti sei coricata senza dire una parola.”
Katie la guardò di sottecchi, poi finse di interessarsi al piatto.

Nulla, avevo solo lo stomaco un po' sottosopra e sono andata da madama Chips per farmi dare una pozione” mentì imbarazzata mentre infilzava un pomodoro secco con la forchetta.

Il giorno prima...si sentiva male al solo pensiero.

Il giorno prima, nel pomeriggio, era in ritardo per le lezioni, non perché fosse uscita tardi dalla Sala Grande, ma perché, mentre correva in classe, la stringa della sua scarpa si era rotta e quella era volata via tre metri più in là.
Ovviamente avrebbe potuto cadere lì in silenzio, senza molti problemi e nessuno se ne sarebbe accorto; invece, oltre ad essere seguita nel suo volo da due o tre persone nel corridoio, andò a schiantarsi sulla schiena di un inconfondibile ragazzo dai capelli rossi. Il giovane era trasalito mentre il suo gemello, che aveva visto tutto, lo guardava con aria divertita.

George si girò stupefatto e guardò prima la ragazza che si reggeva su un piede solo a fatica e poi la scarpa che giaceva ai suoi piedi. Si voltò verso Fred ed entrambi scoppiarono a ridere. Katie cercò di non arrossire e si avvicinò saltellando ai due per farsi ridare la scarpa.

Il ragazzo si chinò tra le risate per prenderla.
La sua scarpetta, principessa” scherzò George porgendola con un finto inchino. Katie gliela strappò da mano, forse con un po' troppa forza.
Grazie, scusa, è stato un'incidente” si scusò cercando di non guardare Fred negli occhi. Non era certa di non riuscire a non arrossire.
Si infilò la scarpa e riparò la stringa con un colpo veloce di bacchetta.
Ma voi due perché non siete a lezione? Sono iniziate da...cinque minuti” domandò perplessa dopo un momento di silenzio.

Fred e George fecero un po' i vaghi.
Abbiamo deciso di saltare la lezione” sussurrò Fred facendosi vicino, “ma tu non farai la spia vero?”
Katie sentì il suo cuore diventare improvvisamente rumoroso e pesante.
-Silenzio cuore! Non fare rumore, ti scoprirà! Ti uccido!-
No, sarà un segreto! Promesso!” proferì con la voce un po' strozzata.
Li osservò attentamente e si accorse di aver interrotto qualche discorso serio con la sua gaffe della scarpa.

“Che cosa vi prende ultimamente? Non mi sembrate tanto in forma. Siete un po' mogi, senza la solita verve. E' successo qualcosa?” domandò, cercando di togliersi il dubbio sull'atteggiamento strano dei gemelli.

George non rispose, si tirò indietro e non disse nulla. Fred invece scoppiò in una risata forzata.

Scherzi? Andiamo alla grande! Certo non siamo riusciti ad entrare nel Torneo, ma ormai l'abbiamo superato. Anche se ancora, devo ammettere, qualche pelo bianco spunta in posti impensabili.”

Katie scoppiò a ridere, seguita dai gemelli sollevati per averla sviata dalle sue domande.
Tornò di colpo seria.

Siete sicuri? Non avete problemi con delle invenzioni? Qualcosa tipo delle caramelle che allungano la lingua? O simili?” chiese perspicace.
Poteva essere sbadata, distratta, un po' tra le righe, ma gli amici li capiva al volo.

Fred smise di sorridere. Le fece cenno di tacere e la trascinò in una stanza vuota lì vicino, seguito da George.
Tu...come sai? Voglio dire, cosa sai?” chiede perplesso una volta al sicuro da orecchie indiscrete.
Tutti sanno che avete allungato la lingua del cugino babbano di Harry. Credo che sia stato Harry stesso a dirlo, o forse Ron. Comunque non volete confidarvi con un' amica?” insisté Katie.

Dopo qualche momento di silenzio, Fred parlò: "Non c'è molto da dire. Abbiamo delle invenzioni che vorremmo poter mettere in commercio, ma a parte gli effetti su di noi non sappiamo che facciano. Siamo un po'...”
...sfiduciati” finì George.

Katie li guardò un momento e poi chiese candida:Perché non le fate provare anche ad altre persone?”
I gemelli rimasero un attimo basiti.

Certo che vogliamo che altre persone le provino!” sbottò Fred cercando di non far suonare la sua voce troppo critica, “ma chi credi che vorrebbe? Non sappiamo che reazione potrebbe dare! Nessuno le proverà gratis!”
Io posso provarle per voi!” propose decisa.
"No, Katie, non sono convinto."

Potrebbe essere pericoloso” aggiunse George.
Katie adorava quando Fred pronunciava il suo nome, sentiva un brivido piacevole per la schiena.

Sciocchezze! A voi non succede nulla no? Datemi una delle vostre caramelle” protestò allungando una mano.
Fred e George erano ammutoliti. Si guardavano, provavano a protestare, ma Katie irremovibile continuava a tenere la mano tesa verso di loro.

Alla fine George tirò fuori una piccola caramella gialla e arancione da una tasca e gliela porse, titubante.
Stava per poggiarla sul palmo, ma all'ultimo ritrasse la mano.

No, senti, non penso sia saggio. Meglio che tu non faccia da cavia” osservò il ragazzo.
Katie si spazientì, strappò la caramella dalla sua mano e la inghiottì in un attimo davanti alle loro facce inorridite.

Passarono alcuni momenti mentre i due continuarono a fissarla.

Allora?” domandò infine Fred. “Come ti senti? Ti senti strana? Hai qualche reazione?”
Katie valutò le sue impressioni: il cuore le batteva forte, ma quello era per colpa di Fred, quindi in realtà non sentiva nulla di strano.

No, sto bene. Non sento nulla di diverso” confessò alla fine.
I due si guardarono delusi e demoralizzati.

Ma...ma stasera ne proverò delle altre! Promesso! Magari questa era difettosa!” cercò di incoraggiarli.
Lo sguardo dei due le rivelò che non le credevano affatto.

Adesso scappo a lezione, ma vi prometto che vi aiuterò!” disse mentre correva via dalla stanza.
Fred e George la salutarono, con aria più mogia di quella che avevano quando li aveva incontrati.

Entrò con foga nella classe degli incantesimi, con ben quindici minuti di ritardo.
“Professore, perdoni il ritardo!” biascicò veloce mentre prendeva posto.

Signorina Bell non abbiamo ancora iniziato, è davvero fortunata” squittì il minuscolo insegnante. Era davvero impossibile vedere il professor Vitious arrabbiato o spazientito.

Ma dove eri finita? Sono uscita dalla sala grande cinque minuti prima di te!” la interrogò Leanne dal banco al fianco al suo.
Katie cercava ancora di prendere fiato.

Sono...sono inciampata sulla scala e ho dovuto raccogliere le mie cose sparse per venti metri” mentì mentre cercava la piuma nella cartella.

La lezione incominciò e così poté sfuggire ai rimproveri di Leanne sulle sue 'fantasticherie'.
Le lezioni di Vitious erano sempre divertenti, perché il piccolo professore riusciva a trascinare e a coinvolgere gli studenti nelle spiegazioni. Ma quella giornata qualcosa, per Katie, non andava.
La classe era insolitamente calda, tanto per cominciare: sentiva il sudore scenderle giù per la schiena. Nessuno dei suoi compagni, però, sembrava dare segni di fastidio o sembrava avere caldo; si tolse il mantello dalle spalle e lo poggiò sulla sedia, pensando che forse la sua folle corsa l'avesse surriscaldata.
Poi, dopo una decina di minuti, si accorse che non tutte le parole che il professore pronunciava avevano un senso.

Se muoviamo la bacchetta con fare deciso, noteremo che non sfasideimo parlare” spiegò Vitious dall'alto della sua torre di libri.

-Eh? Sfasideimo?-

Cominciando a provare perplessità per quello che succedeva, Katie cercò di concentrarsi sulla lezione, con molta difficoltà.
Dopo altri dieci minuti iniziò a pruderle con forza la zona tra le scapole, un prurito indescrivibile; torcendo un braccio all'indietro cercò di grattarsi senza dare nell'occhio, ma non ci sarebbe riuscita senza sembrare in preda all'epilessia.
Si muoveva a scatti sulla sedia, sempre più nervosa. Poi il prurito si manifestò sul braccio.
Si grattò piano, ma il prurito si fece più intenso; allora grattò con forza crescente, finché non sollevò la manica nella foga e vide qualcosa di violetto.
Si bloccò di scatto, terrorizzata; guardò intorno a sé per accertarsi se qualcuno avesse notato qualcosa o meno, ma erano tutti presi dal professor Vitious alle prese con l'incantesimo della danza dell'attaccapanni. Il tango dell'attaccapanni.

Tirò su l'altro braccio e farfugliò:Professore, non mi sento bene, posso andare in infermeria?”

Leanne la studiò, sospettosa.

Certo, signorina Bell. Se si sente meglio prima della fine della lezione torni pure.”
Scappò prima che l'amica riuscisse ad acchiapparla e farle domande.

Uscì dall'aula e iniziò a correre, col fiato corto, le gambe pesanti. Su per scale, i suoi passi rimbombavano lungo corridoi deserti, finché non arrivò alla stanza che cercava e spalancò la porta con forza.

Fred e George, chini su dei fogli, saltarono dalle sedie spaventati.

Katie era piegata in due e riprendeva fiato.
Spe...speravo di trovarvi ancora qua” ansimò stremata, “non avrei saputo dove cercarvi.”
I gemelli la osservavano in silenzio, con sguardo perplesso.

C'è qualcosa che non va, Katie?” domandò infine Fred.
Questo!” rispose sollevando la manica della divisa e mostrando il braccio destro ricoperto di pelosi ricci viola.
I due saltarono in piedi e si avvicinarono a lei, trascinandola nella stanza e chiudendo la porta.

Cosa è successo?” George cercava di restare serio, ma la peluria viola di Katie lo faceva sorridere.
Katie elencò loro con ordine tutto quello che le era successo mentre i ragazzi si guardavano un po' preoccupati.
Fred si avvicinò alla sua schiena.

Perdonami” disse scostando il colletto e sbirciando dentro la sua divisa. La ragazza strillò, arrossendo di vergogna.
Oh sì, guarda qui, George” sospirò con voce calma.

Il fratello si avvicinò un po' titubante e sbirciò la schiena di Katie.

Oh, le ali pelose viola e nere. Pensavo avessimo superato quella fase” commentò preoccupato e divertito al tempo stesso.

Avevamo trovato il giusto rapporto tra piume di Fooper e appendici di Murtlap, ne sono certo. Forse erano troppo vecchi ed erano ormai scaduti” suggerì Fred.

Forse nelle ragazze l'effetto permane. Su di noi dopo un po' aveva smesso di comparire” provò George.

Sì, ma guarda questa sfumatura e la forma! A noi non erano venute fuori così” sbottò Fred, continuando a buttare l'occhio sulle ali di Katie.

Continuo a dirti che probabilmente sulle donne fa un effetto diverso. Sono donne, sono diverse!” insisté George, con voce crescente.

Lo so anche io che sono diverse, genio!” replicò Fred, stizzito.

Se non vi dispiace, dato che sapete le differenze, volete smettere di guardarmi nella divisa?” strillò Katie al limite della sopportazione.

Era rossa, completamente. Fred lasciò andare il colletto della divisa e insieme al gemello assunse un'aria contrita, anche se non era affatto turbato.
Scusaci” mormorò George in imbarazzo, “comunque una reazione simile era comparsa anche su me e Fred all'inizio. Possiamo fartele scomparire.”
Katie si ricompose e annuì con la testa.

Ti fidi ancora di noi?” domandò perplesso Fred.

Certo che sì. Datemi questo antidoto o comunque si chiami.”
Andiamo a prendertelo! Aspettaci qui!” urlarono fiondandosi fuori dall'aula, il rumore dei loro passi pesanti che si affievoliva.

Katie rimase sola ad aspettare, nell'aula vuota. Continuava a tirare su la manica e a guardare i peli viola. Cercava di non pensare alla faccia di Leanne se li avesse visti, però l'idea del suo viso inorridito la fece scoppiare a ridere. Si tappò la bocca con le mani per non farsi sentire.
Era lì, ricoperta di pelo viola, a ridere da sola? Forse era un effetto collaterale anche quello. Fred e George ci stavano mettendo parecchio... e lei era curiosa di vedere le sue ali pelose; l'idea la fece scoppiare a ridere di nuovo. Sì, era un effetto collaterale. 

Dopo averci pensato un po', saltò giù dal banco dove si era seduta e prese la bacchetta dalla tasca.
Fece apparire un grande specchio e, sempre tenendo le orecchie tese, si sfilò veloce la divisa: aveva due buffe, piccole alucce a cuore ricoperte di pelo viola, con minuscole striscioline nere. La zona della schiena intorno si stava ricoprendo di folto pelo violetto.
Non resistette, le mosse su e giù o meglio, desiderò che si muovessero in quella maniera e lo fecero. Con una risatina emozionata continuò a sbattere su e giù le ali.

Si sentiva una grande, bizzarra ape. Viola.
Scoppiò a ridere più forte di prima, talmente forte che ormai le gambe non la sorressero e cascò giù, rotolando tra le risate.
Rise e rise finché non le scesero le lacrime. Sentì passi concitati avvicinarsi e si infilò in fretta la divisa prima che Fred e George entrassero, ma non riuscì a smettere di ridere.
Era ormai completamente fuori controllo.

I gemelli le corsero incontro con le facce scure.

Lo stadio isterico? Non è presto per lo stadio isterico?” urlò George sopra le sue risate, guardando la ragazza torcersi per terra.
Credi che io sappia qualcosa più di te? Sembra che con Katie tutto funzioni in maniera assurda! Spero che l'antidoto funzioni!”
La ragazza non sembrava dell'idea di prendere nulla: alle loro parole era saltata in piedi e si era messa a correre per la stanza, sempre ridendo come una matta; Fred e George si guardarono rassegnati poi le andarono dietro. Ma mentre Katie era agile e sottile, i due gemelli erano alti e ben piazzati e lei riusciva sempre a divincolarsi. Continuava a correre e a farli cozzare dappertutto.

Dopo venti minuti di inseguimenti, Fred si spazientì.
Katie! Fermati o ti affatturo!” urlò alla giovane.
Lei rise più forte e scappò con più veemenza. Fred, al limite della sopportazione, sollevò la bacchetta,prendendo la mira; George lo bloccò.

Ma sei impazzito? La vuoi schiantare?” domandò incredulo, tenendo il braccio del gemello.

Con te è stato l'unico modo per fermarti” rispose l'altro candidamente.
Sì, ma io sono grosso quanto te ed eri da solo. Noi siamo in due e lei è piccola, riusciremo a prenderla!”
Ehi, adesso dov'è sparita?” sbottò meravigliato, girandosi ad affrontare la ragazza.

Katie, che poco prima si trovava di fronte a loro, si era dileguata mentre parlavano.
Apparve all'improvviso alle spalle di Fred, saltò su e lo afferrò per il collo; lui, preso alla sprovvista, cercò di divincolarsi, ma Katie si tenne stretta e si mise a ridere mentre veniva sballottata di qua e di là; George si gettò verso il fratello certo di averla ormai messa in trappola, ma all'ultimo lei si scostò, mandando i due a gambe all'aria.

Sempre dell'idea di non schiantarla?” chiese scettico Fred, schiacciato dal fratello.

Ancora per poco” ammise tra i denti George, scansandosi.

La risata di Katie arrivò dall'alto: rideva di loro mentre ciondolava sul lampadario.
I due gemelli, piccati, si tirarono su; Katie schivò il tentativo di Fred di afferrarla per i piedi e si gettò al di sopra atterrando due metri più
in là.

George non si lasciò sfuggire l'occasione, si lanciò verso di lei deciso e riuscì ad atterrarla.
Presa!” sbraitò trionfante, cercando di tenerla contro il pavimento, “dammi la fiala, Fred!”
Riuscì con forza a farle bere il disgustoso intruglio verde contenuto nella fiala; Katie continuava a divincolarsi, sempre scossa dalle risa, ma pian piano le sue spalle si rilassarono, smise di agitarsi e il riso si smorzò sulle sue labbra.
Quando l'ultima risata si era ormai spenta, guardò prima George che ancora la teneva braccata a terra, poi Fred che torreggiava su loro due. Erano sfiniti dalla caccia a Katie.
Si ricordò di cosa aveva fatto e si sentì morire.

Scusatemi ragazzi...io non so che mi sia preso” mormorò contrita e impacciata,sapevo che facevo ma non riuscivo a fermarmi.”
Non scusarti Katie, è colpa della nostra caramella” ansimò Fred riprendendo fiato.

Katie diede un'occhiata a George, che la osservò di rimando senza capire.
Mi lasci andare adesso? Sei pesante” spiegò, visto che non si era mosso.
Lui si tirò su e la aiutò ad alzarsi.

E' tutto a posto?” chiese il ragazzo.
Sembra di sì. Non ho più prurito” tirò su la manica della divisa, “e sono scomparsi i peli viola!”

Fred si avvicinò di nuovo, deciso.
Perdonami ancora” disse scostando il colletto di Katie, “le ali sono scomparse!”
Sono contenta” sussurrò lei, scansandosi.

Le nostre invenzioni sono ancora in alto mare e pensare che questa pensavamo di averla già terminata” sospirò Fred, sedendosi su una sedia.

Katie si sentì triste; non era stata colpa sua, ma invece che aiutarli li aveva demoralizzati.
Io sono certa che vi riuscirà e poi non è stato meglio scoprire ora il problema, invece che nel futuro? Adesso potrete cercare la soluzione in modo da renderla perfetta” esclamò fiduciosa.

Dopo quello che hai passato nell'ultima mezz'ora, che per inciso era un concentrato di quello che a noi si è manifestato in tre mesi di prove, dovresti dissuaderci. O almeno essere contraria alla cosa” sbottò George scettico.

No ragazzi, io credo che qualsiasi cosa vi mettiate in testa, voi possiate farla. Siete straordinari. Un piccolo intoppo vi ha mai fermato?”
I gemelli si guardarono in viso, più fiduciosi.

Visto? E' questione di tempo e pazienza. Io proverò la vostra caramella finché non sarà perfetta!”

In quel momento le loro espressioni erano terrorizzate. Katie scoppiò a ridere, seguita a ruota dai gemelli.
Avevano continuato per tutto il resto della serata a ridere e fare congetture, dimenticandosi di tutto il resto.

Katie tornò alla realtà, la mano di Leanne che la scuoteva.

Allora? Che cosa è successo ieri?” le chiese impaziente.

Guardò di sottecchi verso Fred e George e sorrise.

Niente, assolutamente niente."





Note:

Il Fooper e il Murtlap sono due animali magici descritti nel libro: “Gli animali Fantastici: dove trovarli; il primo se ascoltato troppo a lungo provoca follia, il secondo produce delle appendici che se consumate in maniera eccessiva provocano peluria viola.
Ve li immaginate Fred e George con delle pelose alucce nella schiena? :D Fantastici!

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Capitolo 4
*** Un pozzo di segreti ***


Guarda, è Krum” squittì la voce della ragazzina dietro di lei, rivolta all'amica visibilmente annoiata. Krum stava passando nel corridoio, col suo solito sguardo arcigno, seguito dal solito stuolo di ragazze adoranti.

Katie stava camminando diretta alla classe di erbologia. Aveva sonno. Dato che quell'anno avrebbe affrontato i G.U.F.O., continuava a studiare fino a tardi. Sognava formule e ingredienti e incantesimi tutte le notti. Si stropicciò gli occhi e guardò verso l'esterno.
Il cielo grigio e la neve fioccante che intravvide fuori dalla finestra la fecero tremare dal freddo; si strinse più forte nel mantello: ci sarebbe stato da battere i denti alla serra.

Era ormai Dicembre inoltrato e ancora nella scuola aleggiava il ricordo della prima prova del Torneo, che aveva avuto luogo ben tre settimane prima. Krum aveva guadagnato ancora più ammiratrici.
Vedere dei draghi così da vicino aveva scosso tutti e guardare Harry, nonostante la giovane età, superare la prova con classe, aveva fatto sì che tutti iniziassero a vederlo sotto una luce nuova. Katie era contenta, sapere che erano in molti ora a sostenerlo la faceva sentire felice.

Leanne la raggiunse trafelata.
Eccomi. Sono riuscita a chiedere al professor Vitious se questa sera posso partecipare anche io alla classe extra di incantesimi” ansimò, aggiustando il suo passo per stare al fianco di Katie.
Leanne era brava in incantesimi, ma la settimana prima era stata a letto con l'influenza, perdendosi due lezioni con Vitious e dato che detestava rimanere indietro e vedere i suoi voti abbassarsi, aveva deciso di optare per le lezioni extra.

Chi credi che inviterà al Ballo? Una ragazza di Hogwarts?” sentirono chiedere alla ragazzina.

Ormai l'unico argomento di conversazione dentro e fuori Hogwarts era l'imminente Ballo del Ceppo. Ogni ragazza si chiedeva isterica se il ragazzo dei propri sogni l'avrebbe invitata o meno, i ragazzi si trovavano impacciati a chiederlo alla ragazza designata, davanti a tutti. Alcune ragazze temerarie osavano andare a invitare di persona i ragazzi.
Katie non la viveva in nessun modo particolare, non c'erano speranze che Fred decidesse di invitarla. Era perfettamente conscia del fatto che fosse popolare: bello, divertente, sicuro di sé, fantastico nel Quidditch, aveva un sacco di ragazze che morivano segretamente per lui. Lei inclusa. E di certo non avrebbe mai avuto il coraggio di andare ad invitarlo: e se le avesse riso in faccia?

Più il Ballo si avvicina, più le ragazze diventano patetiche” sbottò Leanne scoccando un'occhiataccia alle ragazzine.
Devi cercare di capirle! Non capita tutti i giorni un ballo elegante a scuola e tutte sognano di andare col ragazzo per cui hanno una cotta” le difese Katie.
E tu con chi vorresti andarci?” domandò l'amica con un sorrisino ironico.
Katie irrigidì lievemente la mascella.
Non ho nessuno in mente di particolare. Potrei benissimo andare da sola!” commentò, un po' rigida.
In realtà una microscopica parte di lei sperava ancora che Fred si facesse avanti: mancavano meno di due settimane al Ballo e lui non aveva ancora invitato nessuna.
Poteva sperare che per un mistico e strano destino Fred la invitasse?

Nelle ultime settimane Katie e i gemelli si erano avvicinati moltissimo.

Lei provava le loro caramelle e i due cercavano i rimedi alle sue reazioni. Si erano incontrati due o tre volte la settimana, nella stanza non utilizzata, e dopo che lei aveva provato le loro invenzioni, avevano atteso per scoprire eventuali imperfezioni. Si ricordò di quando i suoi capelli si erano trasformati in serpenti e Fred era stato morso o di quando la sua pelle aveva cambiato colore diventando verde acido; fortuna che i gemelli riuscivano sempre a tenere le situazioni sotto controllo.

Molte delle loro caramelle ormai erano completate. E Katie era contenta, era stato anche un po' merito suo.
La prima volta che si era trasformata in canarino, senza avere nessun'altra reazione allergica, i due l'avevano abbracciata di gioia, poi l'avevano alzata in trionfo, prima di rimetterla giù in fretta dato che aveva sbattuto la testa contro il lampadario. I gemelli le avevano dato pacche sulla testa, mortificati.
Ma da quello a essere invitata al Ballo c'era un sacco di differenza. Fred si era sempre mostrato affettuoso, ma solo come amico, non c'era stato nemmeno il minimo accenno da parte sua di un vago, lontano o remoto interesse per lei.
-Come dargli torto? Lui è uno dei ragazzi più famosi della scuola! Tu non sei nulla!-

Il vento gelido le assalì con violenza una volta uscite dal portone, i grossi fiocchi che schiaffeggiavano i loro visi.

Katie smise di fantasticare per concentrarsi sul tragitto; la neve si attaccava alle scarpe rendendole più pesanti e bagnava l'orlo del suo mantello facendole venire freddo.

Una volta dentro alla serra non ebbe il tempo di pensare a Fred o al Ballo: la professoressa Sprite li mise in guardia dai morsi del geranio zannuto, perciò vi dedicò tutte le sue attenzioni.



Era arrivata l'ultima settimana del trimestre prima delle vacanze invernali.

Katie e Leanne stavano terminando un compito per pozioni, sommerse sotto una montagna di libri in sala comune; il cielo serale fuori dalla finestra era scuro, ma limpido. Katie si era appena bloccata con la piuma a mezz'aria a guardare l'amica.
Ci vai con Sam? Sul serio? Quando ti ha invitata?” domandò a una Leanne per nulla imbarazzata.

L'amica le fece cenno di abbassare la voce guardandosi attorno, la sala era piena di gente e Sam, Samuel, il ragazzo coi capelli neri del settimo anno, era a portata d'orecchio.
Katie guardò alla sua destra Ron Weasley costruire un castello di carte molto attentamente, temendo che scoppiasse da un momento all'altro.

Mi ha fermata dopo difesa contro le arti oscure e mi ha invitata” sussurrò Leanne.

Non è come credi tu” aggiunse, notando lo sguardo emozionato di Katie, “gli ho detto che andremo solo da amici e lui si è detto d'accordo.”

Leanne poteva sembrare cinica e distante, ma Katie sapeva che la sua era solo una posa: era una ragazza dolcissima sotto la scorza dura; il suo atteggiamento distaccato tuttavia, non le dava soddisfazione quando la punzecchiava.

Fred e George le superarono confabulando; li seguì con lo sguardo finché non raggiunsero il tavolo dove c'era Ron, che aveva appena perso le sopracciglia allo scoppio del castello di carte. Li osservò ridacchiare del fratello. Chissà se Fred aveva già invitato qualcuna.

Oh, aspetta” si girò di scatto verso Leanne, “se vai al Ballo con un ragazzo voglio darti una cosa!”
Scattò su e corse verso le scale diretta al suo dormitorio.
Frugò nel baule con foga, cercando una scatolina piatta e verde. Intravide il fiocchetto sotto l'orlo del suo abito da sera; tolse fuori quest'ultimo con garbo, lo guardò un attimo con aria trasognata, poi l'appoggio sul suo letto. Ormai non sperava più di andare con Fred, ma non le importava. Si era detta che probabilmente non faceva differenza, che sarebbe stata bene anche da sola; aveva rifiutato gli inviti che aveva ricevuto non perché sperasse che Fred la invitasse, ma per non illudere nessuno. E credeva fermamente che ad andare senza accompagnatore non ci fosse niente di sbagliato.

Prese la scatolina e fece un sorriso.

Quando scese giù, l'aria era decisamente diversa, le ragazze si scambiavano risolini eccitati e chiacchieravano concitate.
Voglio che tu indossi questa” disse porgendole il pacchetto, cercando di non pensarci.
Alla sua destra Angelina e Alicia mormoravano tra loro, sorridendo emozionate.
Mentre Leanne apriva la scatola con aria un po' imbarazzata, Katie domandò: “mi sono persa qualcosa?”
La ragazza si bloccò col coperchio aperto a metà e sollevò lentamente lo sguardo su di lei.

Respirò profondamente valutando le parole da dire.

Fred ha... appena...invitato Angelina al Ballo” sospirò infine l'amica.

Katie sentì qualcosa di indefinito tra lo stomaco e la gola incrinarsi.
Riuscì incredibilmente a tenere su il sorriso, ma d'un tratto la sala comune non le sembrò più accogliente e calda, era stretta e soffocante e voleva uscire da lì.
Sentì la voce di Leanne da lontano che cercava di distrarla, dicendole quanto fosse bella la collana che le aveva prestato, che era onorata e chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.

Il suo cervello vagava: vedeva il sorriso allegro di Angelina, palesemente contenta di andare al ballo con Fred.
-Che sciocca Katie, come puoi anche solo aver pensato di poter arrivare al livello di Angie?-

Continuò a farfugliare risposte vaghe a Leanne, poi saltò su di botto.
"Non ho preso il compito di erbologia dalla biblioteca! L'ho lasciato tra le pagine del libro! Devo consegnarlo domani, se vado ora sono ancora in tempo!” snocciolò tutto di un fiato, uscendo come un tornado dal buco del ritratto.

Leanne rimase interdetta e la guardò uscire, con uno sguardo preoccupato.

Katie corse via, non era nemmeno preoccupata di scegliere una destinazione.
Sperava di essere stata abbastanza naturale con Leanne, ma sapeva quanto fosse perspicace.
Dopo qualche minuto smise di correre e si limitò a camminare per corridoi deserti, cercando di evitare fantasmi e sperando di non incontrare Pix o Gazza.

Fred e Angie...aveva senso. Erano perfetti. Belli, atletici, bravi, sicuri.
Perfino lei parteggiava per loro; eppure quel dolore al petto le faceva male. Doveva togliersi quella pesantezza dal cuore, voleva parlare con qualcuno, sfogarsi.
Ma non aveva mai detto a nessuno di avere una cotta per Fred, nemmeno a Leanne; le voleva bene, ma si sentiva bloccata.
Non riusciva semplicemente a dirglielo.
Forse perché dirlo ad alta voce avrebbe reso la cotta più seria.

Per quanto avrebbe vagato prima di sentirsi meglio? Senza accorgersene si trovò davanti al portone d'ingresso e notò che non era chiuso; lo spalancò con tutte le sue forze, uscendo fuori dal castello, all'aperto.
L'aria fredda le sferzò il viso dandole sollievo; le era sembrato di non aver respirato nell'ultima mezz'ora.
Inspirò a pieni polmoni, lasciando che l'ossigeno le riempisse la testa e il cuore, cercando di raffreddare il dolore.

Guardò il cielo limpido trapunto di stelle, lontane, scintillanti, incuranti. Voleva volare, quanto le mancava volare. Lassù tra le stelle e le nuvole tutto sarebbe sembrato piccolo, insignificante. Fu tentata di andare al campo di Quidditch e prendere una delle scope della scuola. Avrebbe dovuto superare la carrozza di Beauxbatons e la nave di Durmstrang per arrivare al campo; non le sembrò una buona idea.

Voleva un modo per sfogarsi, per buttare via il suo dolore.
Poi un'idea le balenò alla mente: il pozzo dei segreti.

C'era, a Hogwarts, un pozzo magico, in un punto imprecisato della foresta, più a sud della capanna di Hagrid; ormai era stato completamente dimenticato dalla memoria degli studenti. Katie ricordò di averlo sentito da sua nonna, ma ricordava di aver sempre pensato fosse un'invenzione della strana vecchina.
Se avessi confessato al pozzo i tuoi segreti, le tue paure o il tuo dolore, per magia ogni cosa sarebbe scomparsa; questo le aveva raccontato sua nonna.

Era solo una leggenda, Katie lo sapeva, ma non vedeva nulla da perdere a provare a cercarlo. Con rapidi passi si diresse verso il limitare della foresta, facendo attenzione a cancellare le sue impronte dietro di sé.
Oltrepassò la capanna di Hagrid in silenzio, a piccoli passi, e si inoltrò nella foresta: appena ebbe superato i primi alberi i suoi occhi furono attorniati dall'oscurità; strinse decisa la bacchetta nella mano poiché sapeva, o perlomeno sospettava, che genere di creature abitassero lì dentro.
Non trovò comunque sicuro accenderla vicino alla capanna e così camminò piano al buio, seguendo una leggera luminescenza bluastra in lontananza, emozionata.

La sua luce blu ha il potere di calmarti” le diceva sua nonna quando le raccontava del pozzo.

Quello si delineò pian piano davanti a lei: era circondato da un muro in pietra che si apriva con un elaborato cancello in ferro.
Il pozzo era piccolo, sormontato da un arco argenteo illuminato dal bagliore bluastro che esso stesso emanava.

Katie si avvicino cauta, un po' timorosa; aprì il cancello lentamente e lo richiuse una volta entrata.
Dentro al muro che circondava il pozzo il freddo era scomparso, l'aria era tiepida e profumata. Si sentiva bene, leggera.
Si fece avanti, era quasi arrivata a toccare il pozzo, quando una voce la fermò.

...voglio che spariscano. Queste sensazioni, questo senso di inadeguatezza, devono sparire!” urlò una voce distorta al di là del pozzo.

Katie si accorse che qualcuno stava già usando i poteri del posto e si sentì a disagio. Voleva andare via, ma si sentiva bloccata, imbarazzata.

Mi detesto, detesto questo mettermi sempre a confronto, il senso di inferiorità che provo verso di lui. Perché devo sentirmi così inutile? Perché mettermi in competizione con mio fratello?”

Non voleva origliare, voleva andare via, lasciare che quell'ignoto studente si sfogasse nella solitudine senza essere spiato. Katie non avrebbe voluto che qualcuno l'ascoltasse. Ma per quanto provasse non riusciva ad andare via, che fosse magia o il dolore che sentiva in quella voce a bloccarla, era incollata in quel luogo.
La ragazza pensò: un ragazzo afflitto dal confronto col fratello...Ron?
Era lui il ragazzo al di la del pozzo?
Ma poi ci ragionò su: Ron si sentiva inadeguato nel confronto con tutti i suoi fratelli, non solo con uno.

Mi sento sporco, odio quando la gente ci chiama con un unico nome: Fred e George, fredegeorge, sembra che non possiamo esistere scissi. Sembra che agli occhi della gente non abbiamo due caratteri distinti. Siamo un unica entità, sono solo l'appendice di Fred.”

Katie portò le mani alla bocca per soffocare un'esclamazione sorpresa.
Era George!
Non poteva crederci: lo studente inadeguato e arrabbiato con sé stesso, dall'altra parte del pozzo, era George Weasley! Il ragazzo simpatico, divertente e allegro che con suo fratello faceva divertire tutti.
Non aveva mai nemmeno sospettato che George potesse pensare quelle cose, che si sentisse inadeguato, che non avesse fiducia in sé stesso. Come riusciva ad apparire sempre sereno e allegro se pensava quelle cose? George indossava una maschera da Fred?

Allora, pozzo? Vuoi portarti via questo dolore? Puoi darmi un po' di pace, puoi farmi stare meglio?” disse infine il ragazzo.

Adesso la sua voce non suonava arrabbiata, solo triste, angosciata.
Katie era commossa, sentiva il cuore gonfio di dolore a pensare a George, rannicchiato sul bordo di quel pozzo a rovesciare giù la sua tristezza.

Si tirò indietro piano per scappare via, ma calpestò un ramo, spezzandolo. Lo schiocco della rottura risuonò nel silenzio come un colpo di fucile. Katie imprecò sottovoce per il tempismo e la fortuna.
Vide con terrore la figura indistinta di George trasalire al suono e tirarsi su circospetta.

Chi c'è? So che c'è qualcuno!” urlò forte nella sua direzione.

Katie si fece avanti e si sporse oltre il bordo del pozzo.

Io...io ti chiedo scusa. Sono venuta al pozzo e non pensavo di trovarci qualcuno. Non volevo origliare” esclamò sincera.
George rimase in silenzio per interminabili istanti.

Tu, quanto hai sentito?” domandò infine cauto.

Katie vide che si sporgeva sospettoso verso di lei.

Sono appena arrivata” mentì decisa. Non voleva mentire, ma sarebbe morta piuttosto che mettere a disagio George. Il ragazzo stette in silenzio e sembrò valutarla, vide la sua figura muoversi di qua e di la, soppesando le sue parole.

Se non le avesse creduto? Se si fosse avvicinato e avesse capito che era lei? Avrebbe perso la sua amicizia?

D'accordo, sceglierò di crederti” mormorò lui con voce debole. La giovane sembrò aver ripreso a respirare.

Io vado via. Scusami ancora” suggerì Katie voltandosi.

No aspetta!” l'esclamazione di George la bloccò, “rimani. Andrò via io.”

Ma no, non è giusto. Tu eri qui da prima e il mio problema è una sciocchezza” protestò con veemenza lei.

Come può essere una sciocchezza se ti ha spinto a uscire nel cuore della notte e ad inoltrarti nella foresta proibita?” domandò l'altro, perspicace.

Sul serio, non è nulla di interessante, una fesseria, non dovevo nemmeno venire qua” continuò lei cercando di sfuggire da quella situazione assurda.

Su, di al pozzo il tuo problema. Puoi anche dirlo a me se vuoi, non so chi tu sia quindi non posso fare la spia” mormorò George.

-Dire a George che era innamorata non corrisposta di suo fratello? Ma nemmeno per sogno!-
Però si sentiva in colpa per aver origliato la sua confessione.
Dopo una silenziosa lotta interiore, si sedette sul sedile in pietra vicino al pozzo e appoggiò le braccia sul bordo. Inspirò un paio di volte, per darsi coraggio.

Il ragazzo che mi piace ha invitato un'altra ragazza al Ballo del Ceppo. Vivo un amore non corrisposto. Tutto qua” confessò tutto d'un fiato Katie.

Oh beh, non mi sembra una fesseria. Immagino che un amore non corrisposto faccia male.”

Immagini? Tu vivi un amore ricambiato?” chiese curiosa.

George aveva una ragazza? Non ci aveva fatto caso; e la sua ragazza sapeva della sua tristezza?

No. E' che non mi piace nessuno, non sono innamorato” ammise George sinceramente.

Mai stato innamorato?” chiese scettica. Ripensandoci non aveva mai visto Fred o George con delle ragazze; sembravano sempre troppo impegnati a creare scherzi per avere tempo di dedicarsi all'altro sesso.

Mi piaceva una ragazza, a dire il vero. Prima di capire che in realtà stavo solo cercando di mettermi in competizione con una persona per averla” confessò il ragazzo.

Oh” esclamò Katie senza sapere come controbattere.

Quindi che farai ora?” le domandò lui, forse per sviare dall'argomento amore.

In che senso? Per il mio amore non corrisposto? Nulla” rispose sorpresa.

Rimarrai ad ammirarlo da lontano? Senza dirgli nulla? Senza nemmeno provarci?” la interrogò incredulo.

Sì, sì e sì. E' mio amico e la ragazza che ha invitato è una mia cara amica, una ragazza fantastica. Sono felice per loro. Anche se remotamente avessi delle speranze non mi metterei mai tra loro!”

I due rimasero in silenzio dopo l'affermazione di Katie.
Lei si sentiva in imbarazzo.
Dire cose del genere ad alta voce, di notte, a George.

Era protetta dalla magia del pozzo, era solo per quello. Non si sentiva spiata o giudicata, poteva dire tutto ciò che voleva e sapeva che nessuno avrebbe mai saputo fosse stata lei a dirlo. D'un tratto si sentì leggera, come se buttando fuori quelle parole il suo dolore venisse attenuato. La magia del pozzo stava funzionando, si disse guardandosi intorno.

La luce che si spandeva dall'interno del pozzo illuminava debolmente tutto ciò che la circondava, le rivelava la sagoma sfocata di George seduto di fronte a lei, il muretto in pietra, i piccoli ciuffi d'erba e i minuscoli pulviscoli che turbinavano intorno a loro.

Allora con chi andrai?” la voce di lui la destò dai suoi pensieri.

Da sola, non bisogna necessariamente andare in coppia” asserì decisa.

Ehi, vuoi venire al Ballo con me?” gridò George di rimando.

Katie scoppiò a ridere.
Mi ridi in faccia? Sei crudele!” esclamò offeso George, “vacci da sola, donna di ghiaccio!”
“Scusa, ehm...grazie dell'offerta, ma devo rifiutare” replicò lei seria.

Donna crudele, sei una donna crudele! Hai spezzato il mio cuore, non mi resta che buttarmi giù dal pozzo” esclamò lui melodrammatico, facendo sospiri esagerati e finti singhiozzi.

Katie faticava a smettere di ridere.
Oh andiamo! Potrei essere davvero brutta, sai? Un mostro!” commentò sorridendo.
E allora? L'aspetto non è tutto. Se una ragazza è bella è una cosa in più, non la cosa basilare. In questo io e mio fratello siamo completamente opposti” si lasciò sfuggire lui.
Tuo fratello pensa che la bellezza sia tutto?” domandò incredula.

Non sapeva che Fred fosse un tipo superficiale.

No, aspetta, detto in questo modo sembra una persona superficiale” protestò lui esprimendo il suo pensiero ad alta voce, “di una ragazza guarda il carattere, la simpatia, l'intelligenza. Però deve essere anche bellissima per attirare la sua attenzione.”
Quindi Fred puntava sempre al meglio: o la donna perfetta o nulla.
E l'aveva ottenuta: Angelina.

Ritornò seria, decisa a non pensare più a loro due insieme.

D'accordo, tu che mi dici? Vuoi parlarmi del tuo problema?” chiese dolcemente.
No” rispose deciso George.

Katie si sentì di colpo sciocca. La risposta di George l'aveva messa a disagio.
Il silenzio li attorniò pesante.

Se vuoi sapere il problema che mi affligge, devi dirmi che verrai con me al ballo” proferì drammatico George rompendo il silenzio.

Katie si sentì più sciocca di prima per essere caduta nel suo tranello.

Non verrei al ballo con te nemmeno se il problema che ti affligge fosse l'essere troppo bello!”

George rise al suo tono arrabbiato. Poi l'eco delle sue risate si spense.

Io...sono un ragazzo represso, vivo all'ombra del mio fantasmagorico fratello e mi sento inutile senza di lui. Cerco di stargli dietro, di comportarmi come penso lui vorrebbe che facessi, ma a volte mi sento scoppiare. Mi sento una copia, sbiadita, non definita dell'originale. Da solo non sono nulla” confessò a disagio George.

Non sono d'accordo” ribatté seria e secca Katie, di getto.

Come puoi dirlo?” chiese il ragazzo colpito dalla velocità e dalla determinazione della sua risposta.

Qui siamo solo io e te, giusto? Non hai tuo fratello nascosto da qualche parte che ti suggerisce cosa dire o cosa fare” continuò lei sicura, “eppure non mi sembra che tu sia noioso, o non abbia un carattere tuo. Mi sembri spigliato e divertente.”

George sembrò colpito dalla sua frase.

Anzi ti dirò di più: da quando mi sono seduta a parlare con te ho completamente dimenticato il mio problema, mi hai fatto stare meglio. Sei davvero una bella persona” aggiunse con convinzione.

Katie vide la figura sfocata tirare su le spalle, come se fosse sollevato.

Grazie!” esclamò George felice. “Parlami di te: per chi fai il tifo nel torneo Tremaghi?”

Si trovò spiazzata dalla domanda che non aveva nulla a che fare con il loro discorso.

Io...Harry Potter. Tifo per Harry” ammise infine.

Uhm, dall'inizio o solo dopo la prima prova?” insinuò George maligno.

Dall'inizio. Dalla sera della scelta dei campioni!” sbottò Katie per nulla impressionata.

Anche io, fin da quella sera! E scommetto che Harry può vincere” disse certo.

Katie lo sapeva bene, c'era anche lei in sala comune mentre lui, suo fratello e Lee facevano le feste a Harry e schiamazzavano emozionati. Ed era d'accordo su Harry!
Il tono gioioso che sentì nella voce di George la rincuorò molto; si era davvero allarmata nel sentire quel tono depresso e arrabbiato nella sua voce, mentre si faceva del male gettandosi addosso solo cattiverie.

Prossima domanda: hai una squadra di Quidditch del cuore?” incalzò ancora il ragazzo.

Sembrava trovare divertente quel doppio interrogatorio con partner ignoto.

Appleby Arrows” rispose fiera Katie, “quest'anno siamo saliti alla grande in classifica! L'anno prossimo vinceremo!”

Oh, una vera appassionata di Quidditch!” esclamò sorpreso lui.
In famiglia si tifa da secoli per i Cannoni di Chudley” mormorò sconsolato George. “Ma io tifo in gran segreto per i Falmouth Falcons. Non dirlo a nessuno mi raccomando!” sussurrò con fare circospetto. Katie rise ancora e ancora.

Uhm, allora vediamo, andiamo sul personale: che anno frequenti?”

Si era aspettata una domanda simile. Poteva mentire per sviare i sospetti da lei, ma prima che potesse pensare ad una scusa si sentì rispondere sincera: “quinto anno.”
George fece un buffo suono che poteva essere un espressione di disgusto o una risata soffocata.

L'anno dei G.U.F.O.? Ragazza mia è stato un piacere conoscerti, non credo che ci vedremo ancora!” dichiarò deciso a Katie.

Lei non riusciva a capire, la prendeva in giro?

Il quinto anno è terribile” spiegò George intuendo che lei non capiva, “l'anno scorso alcune persone del quinto anno insieme a me hanno avuto un esaurimento nervoso. Gente che sveniva, altri che non dormivano la notte. Una ragazza è stata ricoverata delirante. Se sei interessato ai voti, il quinto anno è un incubo!”

Katie non resisté, sapeva la risposta, ma volle chiederlo lo stesso.

Tu quanti G.U.F.O. hai preso?” domandò innocente.

George trattenne un attimo il fiato.
Tre” ammise candidamente poco dopo, “ma devo ammettere che non mi importa molto dei voti.”

E cosa conti di fare una volta uscito da Hogwarts?”

Ancora è un progetto, ma vorrei aprire un attività in proprio” rispose vago.

In bocca al lupo” replicò lei, sapendo bene che tipo di attività avesse in mente George.

Ok allora adesso ti chiedo..”

Ti concedo un'ultima domanda!” lo interruppe Katie.

L'ultima? Aah, e va bene.”

Vuoi venire al Ballo con me?” chiese dopo un attimo di silenzio.

Katie rise alla sua domanda.

No, mi spiace. Uomo misterioso, potresti essere tu quello brutto” rimbeccò divertita.

Ehi! Io sono un bel ragazzo. Nella top five della scuola! Ti pentirai di avermi detto di no, un giorno!”

Sai una cosa,” disse George quando lei smise di ridere “questa non è la prima volta che vengo qui al pozzo. Ma è la prima volta che funziona. Forse è questa la vera magia del pozzo. Due persone si incontrano, non si vedono, non sentono le vere voci e si possono confidare senza timore. E andare via sollevate.”

Katie non parlò, ma era d'accordo. Guardò distrattamente l'orologio al suo polso. Mancava un quarto a mezzanotte!

E' tardissimo! Devo andare via. Se mi trovano fuori dal dormitorio passerò guai colossali.”

Si alzò di scatto e fece per andarsene.
Io...grazie, uomo del mistero. Mi sono divertita molto stasera, incontrarti è stato un vero piacere. Mi sento meglio” sussurrò sincera, la mano sul cancello. Poi aggiunse:
Mi darai un vantaggio di dieci minuti?”

Anche quindici, tranquilla. Il piacere è stato tutto mio. Buona notte, donna di ghiaccio. Stai attenta nella strada del ritorno” disse dolcemente George.

Katie scappò via dal rassicurante cerchio di pietra con riluttanza; appena fuori il freddo si fece pungente, si strinse nel mantello e corse verso il castello.
Riuscì a scivolare dentro senza essere vista; corse fino al settimo piano, spalancò il ritratto e salì velocemente su per la scala per il dormitorio delle ragazze.
Davanti alla porta del dormitorio del quinto anno si bloccò indecisa, poi con uno sbuffo risoluto scese un paio di gradini e si sporse, in attesa.

Dieci minuti dopo il ritratto si scostò e George entrò nella sala comune; Katie lo vide scrollare la neve dalle scarpe mentre fischiettava.
Poi lo guardò avvicinarsi alla bacheca e affiggere qualcosa con un gran sorriso; prima che lui si girasse per andare al dormitorio Katie salì i due gradini, aprì la porta piano ed entrò nella stanza.
Si infilò nel letto in silenzio per non svegliare le amiche e andò a dormire senza pensare nemmeno una volta a Fred e Angie.

La mattina dopo, la Sala Grande brulicava di pettegolezzi.

Hai sentito? il messaggio era anche nella sala dei Grifondoro!” sentì dire ad una piccola Corvonero che passava accanto a loro.

Mentre scendeva a fare colazione con Leanne, Katie era stata chiamata alla bacheca della sala comune da Alicia.

Katie, guarda! Ne parlano tutti giù in Sala Grande!” aveva detto con un sorriso emozionato.

Nella bacheca troneggiava un pezzo di pergamena gialla, molto visibile, con un messaggio, in viola:

"Alla donna di ghiaccio: 
mi incontrerai ancora? 
Al solito posto, alla solita ora. Ti aspetterò.
                             uomo del mistero
p.s.: terrò alla larga gli intrusi!"

Katie aveva riletto il foglio tre o quattro volte, benché avesse capito il messaggio già alla prima lettura.

-Idiota di un George!-

A quanto pare lo stesso identico foglio era apparso nella sala di Corvonero e di Tassorosso. Nella sala di Serpeverde non ce n'era traccia.
Tutte le ragazze sparlavano e facevano congetture: chi erano i due amanti misteriosi? Dove si sarebbero incontrati? A che ora? Erano di due case rivali? Il loro amore doveva restare segreto?

Katie infilzò i suoi funghi con insolita violenza.

-Stupido George! Oh, ma non ci sarebbe andata!-
-Cosa si era messo in testa? E...se si fosse innamorato della donna di ghiaccio?- si chiese allarmata. -No! Lei innamorata di Fred e riamata da George? Terribile!-

Il soggetto dei suoi pensieri si sedette con Fred di fronte a lei e Leanne.
Due ragazze del terzo anno stavano parlando dei misteriosi amanti accanto a George. Katie pensò di fulminarle con lo sguardo.
O di affatturarle con la bacchetta sotto il tavolo.

George sembrò non accorgersene o fece finta di nulla, nonostante fosse stato lui a mettere il foglio in bacheca non ne era minimamente imbarazzato. Lei non voleva guardarlo in viso, non era sicura della faccia che avrebbe fatto.

-Stupido George! Che bisogno c'era! Stasera aspetterai invano!-

Angelina si sedette vicino a Fred, rivolgendogli un dolcissimo sorriso.
Katie ignorò quel morso doloroso al petto.

Hai sentito dei misteriosi amanti? Non è romantico?” chiese a bruciapelo sporgendosi verso di lei.

La ragazza si sentì per un attimo aggredita. Che Angie sapesse?
Fece per rispondere, ma George la interruppe.

Perché danno tutti per scontato che siano amanti? Non potrebbero essere solo amici?” sbottò deciso, guardando Angie.

Katie si sentì sollevata. George voleva solo parlare ancora con la misteriosa ragazza che l'aveva consolato la sera prima, niente di romantico.
Angie si strinse nelle spalle.

Potrebbe ma perché tutto questo mistero?” chiese perplessa.

Katie non rispose, George non rispose. Incrociò lo sguardo di lei e le sorrise.
Forse quella sera non l'avrebbe fatto aspettare da solo.


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Capitolo 5
*** Un segreto svelato ***


Il mantello le frusciava pesante intorno alle caviglie, la neve cadeva fiocamente dal cielo scuro.

Scivolò furtiva dietro gli alberi, silenziosa. Il bagliore del pozzo si faceva sempre più intenso.
-Sei proprio matta, Katie Bell!
Vedrai che ti scopriranno, quanto pensi di essere fortunata?-

Era la quinta sera di seguito che andava al pozzo. Stava sfidando la buona sorte da troppo tempo e la sua fortuna sarebbe esaurita presto.
La sera prima, al rientro dal pozzo, aveva incontrato Pix al quarto piano.
L'aveva rincorsa per due piani gridando e sbattendo giù le armature prima che Katie riuscisse a seminarlo.
Presto sarebbe stata scoperta, lo sapeva.
-No, sul serio! Dovresti essere china sui libri! A studiare Difesa contro le Arti Oscure. Non dovresti scappare via di nascosto per incontri segreti, non è da te! Sei una ragazzaccia!-

Le sue sparizioni notturne non erano nemmeno passate inosservate: l'acuta Leanne aveva chiesto spiegazioni proprio la mattina prima.
Era rimasta con le braccia conserte a fissarla, torva, finché Katie non le aveva detto tutto.

Sono in punizione con Madama Pince” mentì spudoratamente dopo alcuni secondi, “ho rotto le copertine di alcuni libri e devo fare l'inventario per alcune sere con lei.”
Leanne credette alla sua storia, o fece finta di crederle e non le fece più domande. Si era sentita sporca a mentire così alla sua migliore amica, ma non avrebbe potuto dire la verità o Leanne le avrebbe impedito di uscire ancora. E in quel caso avrebbe lasciato George ad aspettare la donna di ghiaccio, senza sapere come mai fosse scomparsa. Non se la sentiva. 
O forse voleva solo andare a quel pozzo, infrangendo le regole.

Eppure si era sempre definita una ragazza assennata; a volte anche troppo. Non era mai stata avventata o una testa calda, non aveva mai avuto il coraggio di andare contro le regole o di rischiare, se non era sicura di riuscire. Leanne una volta le aveva detto di essere fiera di lei per aver fatto le selezioni per il ruolo di cacciatrice, per non aver ceduto alla paura. Ma Katie di paura non ne aveva avuta; sapeva che avrebbe potuto farcela, perché non c'era cosa che le piacesse di più che volare. Solo sulla scopa riusciva ad essere una persona sicura; coi piedi per terra era impacciata e goffa.

Si era chiesta più e più volte cosa la spingesse ad andare a quegli appuntamenti, ma non sapeva rispondersi; sapeva solo che passava la giornata a pregare che il tempo passasse velocemente per far sì che la sera arrivasse presto. Voleva andare al pozzo, voleva incontrare George e parlare con lui, ascoltare quello che le avrebbe raccontato; voleva ridere e sentirlo ridere.

Il ragazzo era già li ad aspettarla, come la sera prima, come ogni sera. La sua figura curva le apparve illuminata dal bagliore del pozzo.
Buona sera donna di ghiaccio. Tutto a posto?” domandò George, senza nemmeno alzare la testa.

Sentiva sempre il momento in cui si avvicinava, non riusciva a coglierlo di sorpresa. Katie si sfilò i guanti e si sedette sul sedile in pietra.

Ieri sera Pix mi ha quasi presa. Ho corso come una folle per tutto il castello. E sono stata quasi schiacciata dalle armature che mi lanciava addosso.”
George scoppiò a ridere rischiando di cadere dentro il pozzo.

Io non l'ho trovato divertente! Ero terrorizzata” sibilò risentita.
Dovette ammettere che tolta la paura di essere scoperta la scena era piuttosto comica.

Mi...mi dispiace” annaspò George, cercando di riprendere fiato.
"A me non è successo nulla, sul serio. Forse Pix era stremato dal vostro inseguimento” continuò cercando senza successo di frenare le risa.

Iniziarono a chiacchierare, del più del meno, di cose frivole, di cose serie, come avevano fatto ad ogni appuntamento.
Katie aveva scoperto un George completamente nuovo. Durante quegli incontri aveva ammesso a sé stessa che in effetti anche lei lo aveva sempre considerato la spalla di Fred.
Fred spiccava tra i due, era il trascinatore, la testa calda, l'elemento dominante.
Sicuro, sbruffone e carismatico.
George, aveva scoperto, era più riflessivo. Era sensibile e insicuro, costantemente schiacciato dalla presenza del gemello.
Ma era anche divertente, premuroso e dolce.

Un piccolo fiocco di neve cadde dal cappuccio, finendo sulla sua mano. Lo guardò sciogliersi al contatto del calore della sua pelle.
Così era George, un delicato fiocco di neve. Anzi no, non solo lui. Anche Fred lo era. Fred e George erano come due fiocchi di neve.
Erano identici all'apparenza, ma visti da vicino si scoprivano le differenze, le sfaccettature. E tutti sapevano che non esistevano fiocchi di neve uguali in tutto e per tutto.
Katie si riscosse da quei pensieri, dandosi della sciocca. Poi si ricordò una cosa.

Potresti per favore non mettere più messaggi in bacheca? Mi sento a disagio ogni volta che li vedo! E se qualcuno scoprisse tutto?” esclamò terrorizzata alla sola idea.

George aveva continuato ad affiggere messaggi per lei, non più per chiederle un appuntamento, dato che si mettevano d'accordo lì al pozzo, ma per lasciarle messaggi che richiamavano una battuta o che le auguravano buona giornata o che le consigliavano il tipo di pettinatura. Katie li leggeva ogni giorno sempre più imbarazzata, ma sapeva che George stava solo continuando a prendere in giro l'intera scuola con la storia dei due amanti.

Non facciamo nulla di male. A parte uscire dal castello di notte da soli...ma quello non è male” scherzò lui con tono leggero.
Ma come fai a metterli in tutte le bacheche?” domandò Katie curiosa. Nella loro sala comune poteva provvedere da solo ma sapeva che anche nelle altre appariva il messaggio: come poteva George entrare nella sala di Tassorosso e Corvonero?
Ho chiesto agli elfi domestici di affiggerli di notte!”
Katie rimase ammutolita nel pensare a quanto si fosse ingegnato per tutta quella storia.

A proposito del messaggio di stamattina, cosa mi rispondi?” incalzò il ragazzo.
Quella mattina, oltre ad una lista delle cose che amava sentirsi dire, tra cui “magnifico”, “eccelso” e “prestante”, c'era un p.p.s.:
"Allora, vieni al Ballo con me?"

Gliel'aveva chiesto ogni sera, alcune sere anche due o tre volte. Katie continuava a rifiutare. Sentiva che George lo faceva perché provava pena per lei e non voleva.
No, mi spiace, e credo che sia ora che tu inviti una ragazza. O andrai al Ballo da solo”
D'accordo, andrò solo. Poi mi basterà cercare una ragazza sola e saprò che sei tu. Ah, vedrai come ti smaschererò!”
Katie rise di gusto immaginando la faccia di George.

Non riesco a credere che nessuno ti abbia invitata al ballo. Voglio dire, sei una ragazza così simpatica, divertente.”
Katie si imbarazzò per i complimenti e si sentì arrossire.

In realtà...ho ricevuto tre inviti, ma non me la sono sentita di accettare” balbettò imbarazzata. Un ragazzo del suo anno, uno del quinto di Tassorosso e uno del settimo di Grifondoro, sicuramente a causa della sua fama come cacciatrice.
Tre? Senza contare il mio?” domandò sgomento George.
Katie annuì.

Ma allora devi essere bellissima! E popolare! Sono tentato di scavalcare il pozzo e venire a vederti” disse lui, alzandosi in piedi.
Lei gridò allarmata: “se ti avvicini ti schianto! Giuro!”

George si risedette, ridendo.
Scherzavo, scherzavo!” disse alzando le braccia “ma sul serio, cos'ha di speciale questo ragazzo da renderti così innamorata da farti stare sola?”

Katie guardò imbarazzata la punta delle sue scarpe. Lui non poteva vederla, ma lei si vergognava comunque a tenere il viso su mentre parlava.
Lui rende tutto più luminoso. Riesce a trasformare ogni giornata triste in una splendida giornata. Non puoi evitare di notare la sua presenza, è carismatico, è sicuro, un vero uragano. Tutto il contrario di me” ammise sottovoce.

Mi ricorda mio fratello. Sei innamorata di mio fratello?” domandò George.
Katie si gelò lì dov'era...le generazioni future avrebbero trovato la sua statua con scritto: un'idiota scoperta per la sua bocca troppo grande. Si ricompose in fretta.

Non so che dire, potresti essere chiunque, tuo fratello potrebbe essere chiunque.”

-Katie Bell morditi la lingua la prossima volta!-

Sai che ti dico? Se non ti ha notata è un'idiota. Dimenticalo e passa a qualcuno che ricambi. Io sono libero. Vuoi venire al Ballo con me?”
Katie sorrise, George aveva appena dato dell'idiota a suo fratello!

Per la centesima volta, no!”
Ma sei proprio cinica. Crudele. Acida. Insensibile. Senza cuore” elencò George con voce stentorea. “Ti vedo bene come strega cattiva delle favole! Cattiva, perfida, senza cuooooooooore” cantilenò verso di lei.
Le tue offese non mi toccano minimamente!” reagì tranquilla Katie.
E' perché hai il cuore di ghiaccio, donna di ghiaccio!”
Vuoi restare lì a offendermi per tutta la sera o vogliamo parlare d'altro?” tagliò corto la ragazza.
E va bene” sospirò George in maniera teatrale, “dimmi: nel tempo libero che fai? Si insomma, quando non studi o fuggi dal castello per incontrarti con me.”

Katie sorrise pensando che, in effetti, erano ormai le sole cose che facesse.
Qua a Hogwarts non ho molto tempo libero. A casa passo molto tempo a volare, adoro volare. Sono capace di stare su ore e ore sulla mia Comet” mormorò sognante.
D'un tratto si ricordò: George sapeva che aveva una Comet! Non era più semplice dirgli direttamente: ciao, sono Katie Bell!?

Lui sembrò non averlo notato.
Volare piace anche a me. Soprattutto quando spingi la scopa al massimo e senti le orecchie fischiare!” commentò entusiasta.
Katie conosceva quella sensazione, d'un tratto smettevi di essere una strega sulla scopa e diventavi vento.

Conosco poche ragazze a cui piace volare” mormorò lui colpito.
Dimmi una cosa” esordì lei curiosa, “non c'è davvero nessuna ragazza che vorresti invitare? Non per forza una di cui sei innamorato, anche solo che trovi simpatica.”
Immagino di dovermi limitare a quelle che non hanno ancora un accompagnatore, giusto?” replicò lui pensieroso, “sono poche.”
Lei ancora non aveva un accompagnatore, ma a George evidentemente non era nemmeno balzata alla mente.
-Tale e quale a tuo fratello!-

Allora dimmi se ce n'è una che avresti voluto invitare anche se ormai è già stata invitata!” accordò lei.
Avrebbe descritto Alicia o magari Angelina? Che sarebbe successo se avesse scoperto che George era innamorato di Angie, ma si era tirato da parte per Fred? Scenari degni di romanzi rosa si affollavano nella sua mente. Li scacciò via scrollando la testa, inorridita.

C'è una ragazza che vorrei invitare a dire il vero” dichiarò George, dopo qualche attimo di riflessione. “Siamo buoni amici e lei è davvero carina. Solo che” abbassò il tono di voce quasi avesse paura di essere ascoltato, “gira voce che odi gli uomini. Pare che abbia ricevuto parecchi inviti, ma che abbia rifiutato tutti senza battere ciglio. Non ha ancora un accompagnatore. Molti vorrebbero invitarla, ma hanno paura di essere scartati. Non so se me la sento.”

Di chi stava parlando? Non conosceva nessuna ragazza che corrispondesse alla descrizione, ma forse non era una Grifondoro.
Fa parte della tua casa?” domandò, cercando di suonare casuale, incuriosita dalla descrizione.
Sì, un anno dietro a me. E' simpatica e divertente e ha un bel sorriso. E vedessi come vola bene sul campo da Quidditch!” aveva raccontato lui, entusiasta.

Katie arrossì nell'oscurità. Stava parlando di lei! Si vergognò moltissimo, soprattutto della descrizione da donna di ghiaccio che girava tra i ragazzi.
Forse dovresti lasciarla perdere” disse con voce strozzata, “sono sicura che ce ne sarà qualcuna più simpatica.”
L'ultima cosa che voleva era convincere George ad invitarla al ballo.

Non so. Io dico che ne vale la pena. Domani credo che la inviterò, visto che tu mi rifiuti sempre. E se accetta le chiedo anche di uscire insieme!” sbottò lui deciso.

Trasalì inorridita. Non stava dicendo sul serio!
Avrebbe evitato George Weasley come Piton evitava lo shampoo, da quel momento in poi.

Non è meglio invitare una ragazza di un'altra casa?” domandò per cercare di convincerlo a desistere.
Tu di che casa fai parte? Non vuoi dirmelo?” tentò furbo George.

-Certo che no! Scordatelo proprio, George Weasley!-

Riusciresti a scoprire chi sono se lo facessi e tutto il senso di questi incontri ignoti andrebbe in fumo” rispose gentile Katie.
E' per questo che non vuoi venire con me al Ballo?” chiese per l'ennesima volta.
Credo di sì. Non pensi che se ci incontrassimo tutto sarebbe diverso? Pensa se per esempio noi già ci conoscessimo, l'imbarazzo sarebbe così grande che non riusciremmo più a parlarci.”
O forse avremmo solo scoperto una grande amicizia. Una vera amicizia, ci siamo detti i nostri segreti più profondi, cosa potrebbe cambiare se ci vedessimo?”

-Che tu, sapendo che sono Katie, faresti due più due e capiresti che parlo sempre di tuo fratello!-
Lasciamo tutto così, amico del mistero” sussurrò dolce.

*

Era la sera prima del ballo.
Tutti erano andati a letto presto, con volti tesi, volti eccitati, in attesa di ciò che sarebbe avvenuto l'indomani.

Katie era arrivata al cancello del pozzo. Non aveva mancato una sera, ogni giorno alla stessa ora si era presentata all'appuntamento e aveva chiacchierato a lungo con George, si era confidata, sfogata, aveva riso, si era arrabbiata.

Mentre stava per chiudere il cancello alle sue spalle un bagliore argenteo sul bordo del pozzo colpì la sua attenzione. Katie si precipitò a vedere cosa fosse.
Una piccola rosa bianca era appoggiata sul bordo: la prese tra le mani e la annusò dubbiosa. Non scoppiò, non spruzzò liquidi strani e non cercò di morderla.
George sembrava aver intuito la sua perplessità.

E' una rosa! Non ti può far del male.”
E a cosa devo il regalo?” chiese colpita, dato che aveva appurato non fosse uno scherzo.
Sono diventato malinconico all'idea che oggi sarà l'ultima volta che posso chiederti se vuoi venire al Ballo con me” mugolò George, la voce triste.
Katie sorrise dietro la rosa.

E sarà l'ultima sera che potrò rifiutare!” dichiarò con voce teatrale. George rise della risposta sullo stesso tono di lei.

Oggi mi stavo chiedendo: tuo fratello non ti ha detto nulla anche se andrai al ballo da solo?”
Era curiosa, non credeva che Fred non avrebbe tediato George all'infinito per trovare una ragazza per il ballo.

Mio fratello non lo sa” ammise candido.
Cosa significa?” domando, fortemente perplessa. Come poteva il suo gemello, dal quale non si separava mai, non sapere che non aveva invitato nessuna?
Che gli ho mentito. Continuava a dirmi di trovarmi una ragazza da invitare, una carina, così gli ho detto che avevo già una compagna e che era uno schianto! Ma che non volevo rovinargli la sorpresa.”
Ma domani scoprirà che non è vero! Come te la caverai?” strillò scettica lei.
Posso dire che all'improvviso si è sentita male. Oppure puoi salvarmi e venire con me al Ballo!” insisté ancora il ragazzo.

-Si certo George, voglio sapere come farai a giustificare il tuo “da schianto” quando ti presenterai con me!-

Per l'ultim...”

Una voce cavernosa li interruppe.
Chi c'è? Studenti nella foresta?” urlò la voce, facendoli sussultare.
Hagrid!

Hai chiuso il cancello quando sei entrata?” chiese George in fretta.
No! Distratta dalla rosa l'aveva scordato!
Il potere del pozzo impediva che le voci e la presenza delle persone all'interno potessero essere percepite se i due cancelli, uno a nord e uno a sud, erano entrambi chiusi.

George non attese la risposta di Katie, i passi di Hagrid si facevano sempre più vicini; separò la distanza tra loro con due falcate, l'afferrò per la mano e la trascinò via attraverso l'altro cancello, verso la foresta proibita.
Katie era stordita e impaurita, non si era mai addentrata così a fondo nella foresta e non riusciva a vedere nulla. George, invece, sembrava che sapesse dove stesse andando, perché riusciva a evitare gli alberi anche senza accendere la bacchetta; la guidava sicura attraverso un percorso che lei non conosceva. La mano grande e calma dell'amico era l'unico punto fermo in quel momento.
Il ragazzo faceva da apripista deviando i rami del sottobosco col suo corpo massiccio ed evitando che sbattessero in faccia a Katie. Lei non si accorse nemmeno della sua premura, ma inciampò un paio di volte in qualche radice o su dei sassi e la sua caduta venne sempre fermata dal braccio di lui.

Corsero per almeno dieci minuti, mentre sentivano le urla di Hagrid alle loro spalle e il tonfo sordo dei suoi passi pesanti che si mescolavano ai loro respiri affannati.
Katie era terrorizzata all'idea di quello che sarebbero state le voci l'indomani se Hagrid li avesse presi.
La faccia di Leanne, le risatine degli studenti, l'espressione beffarda di Fred.

George si bloccò di colpo facendola sbattere contro la sua schiena, la punta della sua bacchetta si accese per un attimo illuminandogli debolmente il viso concentrato. Poi la luce si staccò dalla bacchetta, si scisse in due e Katie guardò curiosa le minuscole luci scivolare via in due direzioni opposte, illuminando lievemente il percorso che facevano.
Sembravano due incantesimi Lumos, come se due persone si fossero separate prendendo strade diverse.

George la trascinò via, lontana dalle luci. Arrivati ad un grosso albero la fece appoggiare alla corteccia, poi si nascose anche lui avvicinandosi a lei. Katie cercò di riprendere fiato senza far troppo rumore.
Cos...” esordì, ma la mano di George le coprì la bocca, un braccio appoggiato all'albero poco sopra la sua spalla.
Sssshh!” sibilò piano lui.

Hagrid passò vicino a loro due facendo tremare il terreno, Katie vide la luce della lampada del guardacaccia illuminare il sottobosco. Guardando in su vide gli occhi azzurri di George, concentrati su Hagrid, scintillare appena.

Scommetto che siete i gemelli! Se vi piglio vedete che punizione!” lo sentirono sbraitare. Si diresse verso una delle due luci. Il bagliore tremulo della lampada che si allontanò.

Katie era a disagio. George era troppo vicino, sentiva la presenza del suo corpo, il tocco delle sue mani e aveva il suo viso vicino al suo. Ed era tutto identico a Fred. Solo il suo profumo era diverso, ricordandole che si trovava con lui e non con Fred. Il suo respiro caldo le solleticava la fronte. Il suo cuore iniziò a battere forte, -traditore!-, e Katie sperò che George non lo sentisse o che, perlomeno, pensasse che fosse per la corsa.
-Non devi battere così per George! Traditore! Stupido cuore!-

Quando fu sicuro che Hagrid fosse lontano, forse dopo un secondo o forse dopo parecchi minuti, il ragazzo si allontanò da lei. Prese la sua mano nel buio e si incamminò di nuovo verso il pozzo. Katie lo seguì docile. Cosa sarebbe accaduto adesso?
George la guidò al sicuro dentro il cerchio del pozzo e richiuse il cancello dietro di sé. Lei si sedette sul sedile in pietra, mentre lo guardava andare a chiudere l'altro cancello, quello che lei scioccamente aveva lasciato socchiuso. Quando tornò indietro andò a sedersi al fianco di Katie. Lei si irrigidì.
Lo guardò di sottecchi. Aveva sempre tenuto il cappuccio sul viso e non poteva averla riconosciuta.
Vide il viso debolmente illuminato di George girarsi a guardarla.

Te lo chiederò un'ultima volta. So che non sono Fred, ma vorresti venire al Ballo con me, Katie?” chiese dolcemente, con la voce profonda che lei conosceva. Scioccata, tirò su la bacchetta e la accese. Il sorriso di George la colpì in pieno.
Ci mise un attimo a capire.

Tu...da quando sapevi che ero io?” lo aggredì lei.
Dal primissimo giorno” ammise l'amico continuando a sorridere. 
Il primo giorno! Tutte quelle domande! Katie non aveva pensato che lui stesse cercando di capire chi fosse! Allora, quando aveva messo quel biglietto per rivedersi,quando aveva difeso i 'due amanti' al tavolo con Angie, tutte le volte che lo aveva incontrato e aveva parlato con lui cercando di non far trapelare nulla, quando l'aveva descritta dicendo che voleva chiederle di uscire, lui sapeva che era lei?

George continuò a guardarla, visibilmente allegro nell'averla scioccata. Katie sentì la gola secca, indecisa se schiantarlo o picchiarlo a mani nude.
D'un tratto si sgonfiò, la rabbia svanita. Anche lei sapeva che era lui l'uomo del mistero e aveva fatto finta di nulla, perciò non si erano comportati entrambi allo stesso modo?
Rannicchiò le gambe contro il petto, pensierosa.

Come...come mai sei così insicuro? Tutti pensano che tu e Fred abbiate lo stesso carattere sicuro e spavaldo, come mai invece tu soffri in questo modo?” chiese, poggiando il mento sulle ginocchia.

Voleva fare quella domanda dal primo giorno, ma avrebbe capito che lei sapeva chi fosse; adesso che si erano svelati, poteva finalmente avere una risposta.
Sentì George respirare profondamente mentre ripescava tra i suoi ricordi.

E' iniziato tutto a tre anni credo. Prima di allora io e Fred eravamo davvero identici, terribilmente identici, anche se lui era sempre un po' più scavezzacollo. Poi successe una cosa che non ho mai più dimenticato” iniziò a raccontare George con voce calma.

Katie si girò a guardarlo, per fargli capire che aveva la sua totale attenzione.

Eravamo andati a casa di uno zio a giocare e avevo trovato nel giardino un sasso a forma di cuore. Molto rozzo, ma comunque bello. Tornai a casa felicissimo, intenzionato a darlo alla mamma; perché lo sai per un bambino non c'è amore più grande al mondo che quello per sua madre. E' tutto il tuo mondo a quell'età, è una sorta di divinità che ti ama e ti protegge a prescindere da tutto e io volevo dimostrarle il mio amore con quell'oggetto. Arrivai in casa per primo e mi fiondai verso di lei, con la pietra in mano. Lei la guardò commossa e disse: 'Sei sempre così carino, Fred. La mamma ti vuole molto bene!' Io le dissi che ero George e lei rise, dicendo che non ci era cascata, che sapeva fossi Fred. Mi sentii defraudato della mia identità, senza nemmeno sapere cosa fosse” raccontò ancora il ragazzo, una lieve incrinatura della voce a far capire il dolore che quell'episodio avesse inferto nella sua psiche di bambino.
Ma tua madre non l'ha fatto apposta. Non vuol certo dire che voglia più bene a Fred che a te!” esclamò Katie, inorridita che lui potesse anche solo averlo pensato.
Lo so. Ma da quel momento ho iniziato a chiedermi, chi era Fred e chi George? E se la mamma, confusa, avesse continuato a chiamarci Fred e George alternativamente, finché non abbiamo imparato quello che più ci piaceva senza sapere quale fosse il nostro? Se fossi Fred?” chiese buttando fuori anni di pensieri sulla sua identità.

A prescindere dal tuo nome, tu sei tu. Non vedi che hai già un carattere tuo? Che è diverso da quello del tuo gemello? Pensi che lui si sarebbe fatto queste domande? Se anche il tuo nome fosse Fred, che importanza avrebbe? In quel caso non saresti comunque insicuro verso George?” replicò Katie cercando di farlo riflettere.

Lui rimase silenzioso per un po', meditando sulle parole dell'amica.
Sei straordinario così come sei. Non c'è bisogno che tu sia Fred. Sei un George perfetto! 

Le sorrise, davvero rincuorato dalle sue parole.
Allora com'è che ti sei innamorata di Fred e non di me?” fece il ragazzo con un sorrisetto furbo.

-In effetti, perché?- si chiese Katie. Erano identici dal punto di vista fisico e apparentemente anche dal punto caratteriale, anche se adesso lei sapeva che non era vero. Allora perché si era presa una cotta per Fred, ma non aveva mai preso in considerazione George?

So che è sciocco. Ma credo sia per via dell'abbraccio post partita dell'anno scorso, prima non vi avevo mai visto come ragazzi, ma come amici” mormorò cercando di arrampicarsi sugli specchi. Il vero perché? Perché Fred era più spigliato e le faceva battere il cuore, ma non poteva dirlo a George, già così insicuro.

Se ti avessi abbracciato io saresti innamorata di me?” incalzò ancora George, divertito dalla sua espressione di panico.
Io...io...non lo so! Come posso risponderti? Non lo so!” sbottò prima allarmata, poi arrabbiata quando lo sentì ridere.
Scherzavo, stavo scherzando!” esclamò preoccupato quando vide il volto di lei arcigno e furioso.

Tu ti sei confidato con me anche se sapevi che ero io e che avevo una cotta per Fred. Perché?” domandò Katie fissando un punto davanti a sé.
Perché no? Mi fido di te. Sei un'ottima amica” rispose sinceramente George.

Rimasero un istante in silenzio.
Allora? Saremo due amici che vanno al Ballo assieme?” incalzò il ragazzo.
Amici? Andremo da amici?”
Certo! Da ottimi amici” ribatté lui contento.
D'accordo, sarò la tua compagna domani” mormorò Katie.
George sorrise soddisfatto.
Andiamo, ti accompagno alla sala comune” disse porgendole la mano.
Su, donna di ghiaccio, non farti pregare” aggiunse vedendo che titubava.
Katie afferrò la mano di George e lo seguì nella strada di ritorno al castello.
Nessuno dei due parlò.
Davanti al ritratto lasciarono andare le mani e, una volta nella sala comune, andarono a dormire senza bisogno di dire nulla.


Note:
Scusatemi, mi sono accorta di averlo postato senza un pezzo a causa di un discorso dentro le freccette e non le virgole! Adesso è completo! Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite! ^__^

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Capitolo 6
*** Danze, corse e baci a Natale ***


Katie si sporse sulla balaustra, guardando in giù, verso la sala comune gremita; tutti gli studenti che andavano al ballo erano stipati lì in abito da cerimonia, impegnati a chiacchierare, o a scambiarsi consigli.
Vide Fred e George confabulare tra loro. I loro abiti erano identici a parte il colore: quello di Fred era blu notte, quello di George, nero; aspettavano le loro compagne vicino al camino, ridendosela tra loro per qualcosa che di sicuro nessun altro aveva sentito grazie al brusio della sala.
Si ritrasse indietro e rientrò nel suo dormitorio. Leanne si stava aggiustando il corpetto del suo abito verde scuro e non notò la sua faccia tesa.
Katie respirò un paio di volte e si sedette sul suo letto.
Non poteva! Scendere giù e andare sottobraccio a George al Ballo? Era di sicuro impazzita, già solo per aver accettato di andare con lui. In più aveva passato più di un'ora a prepararsi con agitazione crescente, quasi volesse impressionarlo. Si sentiva male. Sentiva un nodo doloroso alla bocca dello stomaco; per tutto il giorno non aveva visto né lui né Fred, dato che erano fuori a giocare a palle di neve con Harry, Ron e Hermione, e adesso non sapeva come comportarsi.

Leanne aveva reagito in maniera insolita al suo annuncio che sarebbe andata al Ballo con George: non aveva domandato come l'avesse invitata, aveva solo proferito un 'così si fa!', sorridendo. Sapeva essere strana quando voleva.
Katie lisciò una piega invisibile del suo abito. Era rosso intenso, aderente, ma non troppo, con una gonna scampanata che finiva sopra il ginocchio, morbidamente. Quando sua madre l'aveva portato a casa, si era detta contraria a indossarlo: era troppo sgargiante, troppo visibile! Ma poi sua madre le fece notare come quel colore facesse risaltare il colore della sua pelle e dei capelli castani, come la rendesse raggiante e attraente. Ed era riuscita a convincerla, ancora non sapeva come.

Leanne si girò verso di lei.
E' ora di andare” disse, guardandola ammirata.
L'amica le aveva acconciato i capelli in vaporosi boccoli semi raccolti sulla nuca e aveva insistito per truccarla. Non era riuscita a sfuggire alle sue grinfie; adesso la stava guardando con uno sguardo dolce e soddisfatto.

Sei bellissima!” le disse sinceramente.
Katie non si sentiva affatto così, in confronto a Leanne le pareva di essere uno spaventapasseri coi boccoli. Nel suo lungo abito che faceva risaltare i suoi occhi, la sua migliore amica sembrava una principessa celtica. Katie sentiva di non arrivare a un decimo di quella bellezza.
Mentre scendevano le scale, parecchie persone si girarono a guardarle; Leanne aveva attirato l'attenzione.
Vide George e Fred voltarsi a guardarle con un'espressione compiaciuta.

L'amico  le sorrise, la squadrò da sotto a su (indugiando un po' troppo a lungo sulle sue gambe scoperte, si disse Katie) e poi fece l'occhiolino verso di lei.
-Stupido George, non mi farò mettere in imbarazzo da te!-
Angelina, fasciata in un meraviglioso abito color champagne, le corse incontro radiosa, alla fine della scala.
-Ma non è un reato essere così bella? Guarda com'è magnifica! Il suo aspetto, il portamento; ti ha battuta 10 a 0 Katie Bell!-

Sei bellissima, Angie” sospirò sincera. La ragazza le sorrise, splendente: “Grazie, stai bene anche tu.”

Katie vide il suo cavaliere dare di gomito al fratello.
Allora?” chiese lui con un sorriso sornione.
Ok, lo ammetto. E' uno schianto!” ammise Fred, guardandola.
Katie si sentì morire. Il suo cuore si gonfiò del doppio della sua misura e sembrò voler scoppiare fuori dal petto. Si morse l'interno della guancia per non ridere come un'idiota.
Si avvicinò a George e lo prese sottobraccio. Lui si sporse verso di lei. “Ha ragione, sei uno schianto!” mormorò, strappandole un sorriso.

Lei, il suo accompagnatore, Fred e Angelina scesero assieme fino alla Sala d'Ingresso, stipata di tutti gli studenti di Hogwarts partecipanti al Ballo.
Le ragazze erano splendide nei loro abiti eleganti, di ogni genere e colore. I ragazzi le avvicinavano impacciati e facevano complimenti sottovoce per via dell'imbarazzo. 
Attesero con gli altri studenti che il portone della Sala Grande si aprisse. Lee si avvicinò in quel momento, tenendo sottobraccio Alicia.
-Oh bene, mancano Harry e Oliver e qui c'è la squadra di Quidditch di Grifondoro al completo! Più il cronista.-
Alicia era affascinate, aveva un abito nero che faceva risaltare i suoi capelli biondi raccolti in un elegante chignon. Al suo bel viso però mancava un po' di radiosità. Katie sapeva bene con chi sarebbe voluta andare Alicia ad un ballo simile, ma anche se fosse stato lì, dubitava che lui avrebbe afferrato l'occasione.

Seguì attenta l'entrata della delegazione di Durmstrang: Krum aveva lo sguardo meno arcigno del solito e la ragazza al suo fianco era davvero carina. Si sporse verso George.
Tu hai mai visto quella ragazza? Ha un non so che di familiare” mormorò al suo orecchio.
Il ragazzo si girò verso di lei, sorridendo.
Non dirmi che non l'hai riconosciuta!?” le chiese punzecchiandola.
Katie la guardò attentamente e...
Hermione? E' bellissima!” sbottò ammirata. La guardò seguire sottobraccio a Krum le altre coppie di campioni, verso un lato della Sala d'Ingresso, per permettere a loro di entrare nella Sala Grande per primi.

George le offrì il braccio e la guidò all'interno.
La Sala Grande, oltre ai dodici alberi riccamente decorati e splendenti, era ricoperta di brina scintillante e dal soffitto pendevano ghirlande di vischio e edera.
Meravigliose statue di ghiaccio scintillavano agli angoli, assorbendo al luce e rifrangendola in splendidi colori.
Al posto dei quattro tavoli delle case c'erano centinaia di tavoli più piccoli, con tovaglie d'argento e lanterne soffuse. George le scostò la sedia per farla sedere poi si sedette alla sua destra.
Al fianco di George sedeva Angelina, poi veniva Fred, Alicia, al suo fianco Lee, poi Padma, Ron, Ginny, Neville, una ragazza mora che Katie non conosceva e il suo cavaliere, un ragazzo dello stesso anno dei gemelli.

I campioni entraono nella sala e tutti fecero un grosso applauso, a cui si unì anche lei guardandoli scivolare verso il tavolo in fondo alla sala dove sedevano Silente, Karkaroff, Ludo Bagman, Madame Maxime e...
George, non è Percy?” sussurrò stupefatta richiamando l'attenzione del suo cavaliere.
Il ragazzo fece una smorfia, guardando il suo pomposo fratello accogliere Harry, comportandosi come se fosse il Ministro della magia in persona, e si voltò verso il gemello.
Fred gli restituì lo stesso identico sguardo poi sibilò:
Che ci fa qui Weatherby?”

La cena si svolse senza troppi problemi, le pietanze ordinate direttamente dalla carta erano favolose e Neville riuscì a rovesciare il suo calice solo due volte.
Katie cercava in tutti i modi di evitare di girarsi alla sua destra e di vedere così Fred e Angelina che parlavano e ridevano tra loro; peccato che con la coda dell'occhio riuscisse sempre a vedere il ragazzo sorridere.
Il suo cuore era un altalena di emozioni e dolore: cercava davvero di godersi la serata e di non pensare troppo, ma come poteva se si trovava allo stesso tavolo con loro?
Aveva seguito con interesse tutti i discorsi fatti, ma era rimasta silenziosa per tutta la cena; George sembrò farci caso visto che cercava di farla intromettere facendole domande. Lei aveva dovuto sgridarlo un paio di volte perché le rubava le pietanze dal piatto, facendola girare con delle scuse. Lui continuò comunque a spiluccare il suo cibo, con un sorrisetto di sfida. Katie aveva buttato un paio di volte lo sguardo in direzione del tavolo in cui sedeva Leanne e l'aveva vista intenta a scherzare con Sam su qualcosa che non poteva sapere. Era contenta che si stesse divertendo.

Quando la cena terminò, Silente allontanò i tavoli ai lati della sala e fece apparire l'orchestra; Katie osservò le quattro copie di campioni prendere il posto al centro della sala illuminati dalle lanterne. Harry sembrava a disagio perché, notò, era rigido e Calì lo dirigeva di qua e di là con energia.
Neville, davanti a lei, porse la mano a Ginny e la portò al centro della pista a ballare. Ron, che durante tutta la sera aveva tenuto lo sguardo fisso sul tavolo dei campioni, ignorando Padma, adesso si era seduto con lo sguardo arcigno degno di Krum, fissando proprio il campione Bulgaro ed Hermione che ballavano.
Lee e Alicia erano già in pista seguiti a ruota da Fred e Angelina.

Katie stava al bordo e non riusciva a staccare gli occhi dalla fantastica coppia.
Fred e Angelina sembravano nati per stare assieme, i loro passi erano coordinati come se non avessero fatto altro nella vita che ballare.
La canzone cambiò, un ritmo scatenato riempì la sala. I due magnifici ballerini si scatenarono in un ballo forsennato.
George si avvicinò.

Vuoi ballare?” le sussurrò nell'orecchio, dato che la musica era troppo forte.
Ma io non so ballare!” urlò lei cercando di farsi sentire.
George non aveva capito. La guardava stranito e si indicava la testa. Lei avvicinò la bocca al suo orecchio.

Io non so ballare.”
George rise, divertito.

Nemmeno io ho mai detto di saperlo fare!”

La portò al centro della pista e la trascinò in un ballo assurdo. Se Fred era sciolto e coordinato nei movimenti, George sembrava più uno schiopodo sui pattini. E a quanto pare si divertiva ad esserlo.
Katie non la smetteva più di ridere; l'amico aveva calpestato i piedi a tutti nel raggio di dieci metri e lei stessa aveva ricevuto quattro calpestamenti. Fred si era avvicinato ballando e gli aveva urlato: “Così si fa fratello! Schiacciali tutti!”
Durante il quarto assurdo ballo, Fred li raggiunse, evitando di farsi schiacciare i piedi, e chiese a Katie:

Posso rubarti un momento il cavaliere?”
-In genere si ruba la dama, ma va bene, non ci ho mica sperato, Fred Weasley!-
Katie annuì col capo e i due si allontanarono confabulando diretti verso Ludo Bagman.

Lei si avvicinò con i piedi doloranti al tavolo dove sedeva Angelina, si sedette nella sedia accanto e accettò di buon grado la Burrobirra che l'altra le offrì. Bevve un lungo sorso dissetante. Si sventolò un po' con la mano, cercando di rinfrescarsi. Lee e Alicia passarono davanti a lei ballando in maniera entusiasta.
Ti stai divertendo?” le chiese Angelina sopra il frastuono. Katie le sorrise.
Moltissimo! Non c'è nemmeno bisogno che ti chieda se tu ti stai divertendo!”
Angelina era infatti accaldata dal ballo e sorrideva raggiante.

Allora” iniziò la ragazza guardandola di sottecchi, “tu e George. Da quanto va avanti?”

Katie si strozzò con la Burrobirra.
Io e George non stiamo insieme!” sbottò decisa dopo aver smesso di tossire. Angelina la guardò dubbiosa. Venne distratta un attimo da Ginny e Neville che passarono pericolosamente vicino a lei.
Mi era sembrato, sai, l'affiatamento, le vostre risate dopo esservi guardati negli occhi, i bisbigli alle orecchie” insinuò, per nulla convinta dal suo diniego. Katie non poteva crederci: era questo che sembravano agli occhi degli altri? Una coppia?
Forse perché George è un grande amico, il mio migliore amico” proferì fiera.
Che pensassero quello che volevano, che persino Fred lo pensasse, non le importava. Non avrebbe perso l'amicizia con George per nulla al mondo.

Non ci sarebbe nulla di male se vi metteste assieme; George è un bel ragazzo, simpatico e intelligente. E state benissimo insieme” osservò Angelina sincera.
Katie rimase così scioccata che non trovò nulla per ribattere. Si guardò intorno cercando un pretesto per far cadere l'argomento.
Notò Leanne seduta all'altro lato della sala.

Facendosi largo tra la folla danzante riuscì a raggiungerla e a sedersi al suo fianco.
Come sta andando la serata?” chiese l'amica curiosa.
Splendidamente! E la tua?” ribatté Katie.
Bene, Sam è un bravo ballerino. A differenza di qualcuno che mi ha pestato i piedi! E non era nemmeno il mio cavaliere!” sbottò Leanne facendola ridere.
George sarebbe stato ricordato per anni. Neville per lo meno si era limitato a schiacciare i piedi solo a Ginny.

Come va con George?” domandò Leanne. Katie sapeva che non stava insinuando nulla con quella frase, voleva solo sinceramente sapere se si stesse divertendo con lui alla festa.
Bene!” ammise, “come ballerino è un disastro, ma ci facciamo grandi risate. E' davvero un amico fenomenale!”
Leanne le sorrise compiaciuta.

Sono contenta! Ma per carità non farlo più ballare questa sera! Non potrei sopportarlo!” rincarò con una buffa smorfia.
Le due amiche risero assieme, poi tornarono a guardare le coppie che ballavano in pista, commentando le doti da ballerini degli amici.
Sam si avvicinò a loro e chiese a Leanne di ballare, l'amica lo seguì sulla pista facendole un lieve cenno che voleva dire: “ci vediamo dopo!”
Katie rimase seduta a guardarla ballare splendidamente con Sam. Quei due, chissà, pensò.

Tutti gli invitati sembravano divertirsi moltissimo, vedeva visi eccitati e stanchi dappertutto, ma anche felici, sorridenti, entusiasti.

Le canzoni si susseguivano una dietro l'altra, senza interruzioni; le sorelle stravagarie stavano dando il massimo, tra effetti di luminosi e pirotecnici.
D'un tratto, Katie si accorse di Fred e Angelina di nuovo sulla pista a ballare con passione e distolse lo sguardo cercando di non pensare a quanto le facesse male il cuore. Era un amore impossibile, lo sapeva dall'inizio, però il sorriso di Fred aveva il potere di farle battere il cuore. Non aveva mai avuto nessuna speranza di essere notata da lui; non era bella, sicura, affascinante e matura come Angelina, era solo una ragazzina.
E quella era solo una cotta, si disse cercando di convincersi. Avrebbe concentrato tutte le sue energie in qualcos'altro e l'avrebbe dimenticato. Si augurò che il futuro ragazzo che avrebbe amato, fosse qualcuno che si rendesse conto della sua presenza. Che non facesse altro che cercarla tra la folla, per stare con lei.

Persa nelle sue riflessioni aveva seguito gli eleganti volteggi di Silente e della McGranitt finché una mano non le aveva battuto sulla spalla.
George torreggiava su di lei.

Ti ho cercata dappertutto” mormorò chinandosi per raggiungere il suo orecchio. Vide di sfuggita Angelina girarsi verso di loro e sorridere.
-Pensa quello che vuoi!-

Sono venuta a salutare Leanne, poi è andata a ballare col suo cavaliere” si scusò Katie.
Vuoi ballare?” domandò lui, vedendo che seguiva i balli sulla pista.
Sei matto?” saltò su lei, “mi hai pestato i piedi per i prossimi dieci anni!”
George rise con lei.

Allora mi segui in un altro posto?” chiese allusivo. Lei mise su una faccia dubbiosa.
Su! Non mordo mica!” insisté.
Katie prese la mano che le porgeva e lo seguì nella Sala d'Ingresso e poi oltre il portone del castello.
Se Angelina e Fred avessero guardato in quel momento, avrebbero frainteso di sicuro, pensò lei.

Il giardino era stato trasformato in una grotta piena di luci fatate, sciami di fatine adornavano i cespugli di rose che creavano un delizioso labirinto.
Katie si domandò se la stesse portando lì. Un giardino nascosto e romantico?
-Che cosa hai in mente, George Weasley? Hai frainteso anche tu?-
Ma il ragazzo appena uscito dal castello girò a sinistra, costeggiò la grotta romantica creata magicamente (Katie sentì rumori di sbaciucchiamenti qua e la), e la guidò verso la foresta proibita. Katie capi immediatamente dove stessero andando. La familiare luce bluastra del pozzo li accolse amichevole quando entrarono nel cancello, insieme al tepore.
Lei lasciò la mano di George, si tolse le scarpe coi tacchi che la stavano uccidendo e si sedette sul sedile in pietra, rannicchiando le gambe al corpo.

George si appoggiò al bordo del pozzo.
Non è stata una bella serata?” chiese stiracchiandosi. Katie annuì, soddisfatta.
Sì, non mi aspettavo così tanto dal ballo! E' stato spassoso, dovrebbe esserci tutti gli anni!” esclamò contenta.
Meglio di no. Poi sai le crisi di Ron per trovare una ragazza ogni anno?”
Risero entrambi.

Pensa per te, George! Hai invitato una sconosciuta donna di ghiaccio, pur di non andare da solo!” lo punzecchiò lei.
Ero disperato” annunciò lui melodrammatico, “e lei sembrava una ragazza a posto! Non un mostro senz'anima!”
Katie scoppiò a ridere e George la guardò, contento.

Se non avessi capito che ero io quella sera mi avresti invitato lo stesso?” chiese curiosa Katie.
Credo di sì. La donna di ghiaccio è un'amica eccezionale. Mi ha ascoltato con interesse, mi ha consolato, mi ha dato fiducia e comprensione. Si è mostrata una bella persona” ammise lui senza imbarazzo.

Lei sembrò colpita da quelle parole.
L'uomo del mistero mi ha fatto sempre ridere, ha cercato di farmi dimenticare il dolore che provavo. E' stato gentile e premuroso” ribatté sincera.
Tu avevi capito che ero io, vero?” intuì lui, chinando la testa per guardarla.
Per dirti la verità ti avevo sentito parlare quella notte, prima che tu capissi che ero lì, ma non volevo metterti in imbarazzo e ho fatto finta di nulla. Scusami” mormorò lei sottovoce.
George non rispose.

E' stato davvero difficile rimanere tranquilla quando ci incontravamo e parlavamo, nei corridoi, in sala comune o in Sala Grande. Mi sentivo sempre esposta, credevo che avresti capito che ero io e mi avresti urlato contro!”
Sì, in effetti me n'ero accorto. Eri rigida e poco naturale. E' stato abbastanza divertente, devo ammettere che facevo apposta a comparirti davanti all'improvviso” ridacchiò lui.

Katie mise su una faccia indignata.
Non posso crederci! Sei un essere spregevole! Se penso a quanto mi sentissi in colpa perché io sapevo chi fossi e tu no!” esplose lei.
Lui rideva contento.

Su, donna di ghiaccio. Se ti scaldi ti sciogli!” cinguettò George sempre sorridendo.
Avrebbe potuto sentirmi chiunque quella sera, sono contento che sia stata tu” sussurrò serio poco dopo.
Rimase colpita dalla sua voce calma.

Io sono contenta di aver potuto guardare dentro il tuo cuore e di aver scoperto quanto diversi siate tu e Fred! Devo scusarmi per non essermene mai accorta, per averti sempre omologato con lui. Scusa” iniziò lei, “ma penso che non avrei potuto desiderare un cavaliere migliore per questo ballo!”
Sul serio, ti sei divertita? Non sei stata male?” chiese un po' preoccupato.
Katie capì che lui voleva chiederle se era stata male a vedere Fred e Angelina assieme.

E' tutto a posto. Grazie a te non ci ho quasi pensato. E mi pare giunto il momento di abbandonare questo amore unilaterale” ammise un po' triste.
Io ti devo dire grazie. Mi hai fatto capire che io sono George, solo George, e devo comportarmi come voglio. Non è una cosa che posso fare dall'oggi al domani, ma mi hai dato un po' di fiducia in me stesso” proferì lui serio.

Immagino che questa sia l'ultima sera che la donna di ghiaccio e l'uomo del mistero si incontrano al pozzo, vero?” domandò malinconica Katie.
George non rispose, ma Katie sapeva che era d'accordo con lei.

Potremo continuare a parlare come facevamo qui? Essendo sempre sinceri? Dicendoci tutto, ma faccia a faccia?” chiese dubbiosa.
Certo. Se avrai bisogno di parlare, di qualsiasi cosa, devi solo cercarmi.”

Entrambi tacquero, seguendo con gli occhi i pulviscoli che turbinavano nella luce bluastra.
La donna di ghiaccio vuole ballare un lento con l'uomo del mistero?” chiese lui poco dopo, spezzando il silenzio.
Mi schiaccerai i piedi?” gemette indicandosi le estremità scalze.
No, promesso! Parola di Weasley” sorrise lui.
Katie passò le braccia attorno al collo di George e i due ballarono stretti su una melodia che non esisteva.

George si schiarì la gola.
Katie?”
Mh?”
Posso chiederti una cosa?”
Dimmi.”
Vuoi venire al Ballo con me?” chiese lui, facendola ridere.
Scusa, non ho resistito, dovevo chiedertelo l'ultima volta!”
Risero abbracciati dondolando ancora al ritmo del lento fantasma; quando alla fine si separarono Katie ammise di essere un po' riluttante.

Sarà meglio andare, la festa starà terminando” disse George.
Katie si girò a osservare ancora una volta quel luogo magico, con affetto.

Prima di andare, c'è qualcosa che voglio fare” disse voltandosi a guardarlo, seria.Credo che ti bacerò George” ammise, avvicinandosi al suo viso.
Lui la guardò esterrefatto; ormai erano vicinissimi, sentiva il respiro di lei sulla labbra e chiuse gli occhi, seguendo un
impulso sconosciuto.
Dopo qualche istante di silenzio li riaprì e vide Katie sgattaiolare fuori dal cancello, con passo furtivo.
George capì che lo aveva preso in giro.

Ehi! Mi devi un bacio, Katie Bell!” sbottò lui, mezzo arrabbiato mezzo ironico. La ragazza saltò su spaventata, presa in flagrante.
Solo se mi prendi, George Weasley!” strillò scappando via a piedi nudi.
Lui si buttò all'inseguimento, divertito.

La Sala d'Ingresso era colma di studenti che si avviavano ai loro dormitori, i volti stanchi, le sofisticate acconciature sfatte e i vestiti spiegazzati. La festa era finita e le coppie chiacchieravano ancora un po' prima di separarsi, soprattutto se le loro sale comuni erano diverse.
D'un tratto un bagliore rosso entrò dal portone facendo voltare i presenti.
Katie sfrecciava come un razzo: il vestito le ondulava intorno al corpo, i capelli erano scesi e rideva mentre correva su per le scale, a piedi nudi, facendo la gimcana tra gli studenti. Poi videro George, il volto teso per lo sforzo, sfrecciare come un fulmine nero e rosso dietro di lei, le scarpe di Katie in mano. Non si erano nemmeno accorti di aver superato Fred e Angelina esterrefatti.

Fermati, Katie, imbrogliona!” urlò lui qualche metro dietro a lei.
Lei rispose con una risata.

Travolsero due Corvonero e tre Grifondoro nella loro folle corsa; George riuscì ad acchiapparla solo davanti al ritratto della Signora Grassa, mentre lei diceva la parola d'ordine, annaspando per respirare.

Adesso, devi mantenere la promessa” ansimò distrutto.
Katie era piegata in due mentre riprendeva fiato.
Il quadro si era scostato rivelando l'ingresso alla Sala Comune.

Ma era uno scherzo per vendicarmi. Perché mi hai presa in giro sapendo chi fossi per tutto il tempo!” annaspò lei cercando di capire se fosse serio.
Sentirono la Signora Grassa dire:
Cosa aspetti cara? Lo bacio io per te! Ho sempre sognato di baciare un Weasley!”
I risolini suoi e dell'amica Vi riempirono il corridoio.

Sentito? Una promessa va rispettata!” disse George implacabile.
Ok! Chiudi gli occhi!” tagliò corto Katie.
Non ci casco!” ribatté, tenendola d'occhio.
Katie si avvicinò piano, gli passò le braccia attorno al collo, avvicinò il viso; di nuovo il respiro caldo sulle labbra, quel calore ignoto al centro del petto; lei chiuse gli occhi, si alzò sulla punta dei piedi...e gli baciò la punta del naso.

Prima che lui potesse reagire era sgattaiolata nella sala comune.

George si riscosse e la seguì, ma lei era già a metà scala per i dormitori delle ragazze. Avvicinò le mani a coppa vicino alla bocca.
Sei un'imbrogliona, Katie Bell! Hai sentito? Un'imbrogliona!” urlò.
La risata divertita della ragazza lo raggiunse di sotto.
Rise anche lui.

Lo sguardo di George venne attirato da Lee, seduto sulla poltrona vicino al fuoco, con un sorriso ironico in faccia. Aveva assistito a tutta la scena, probabilmente da quando avevano aperto il ritratto.
Oooh, tu e Katie. La ragazza è indomabile?” domandò Lee divertito.

Affari miei, Lee. Fred?”
Ancora in giro con Angelina” rispose l'amico allusivo.
Non lo aspetterò alzato. Notte” disse asciutto, salendo le scale.
Prima di coricarti, togliti il rossetto dal naso!” ribatté Lee con una risata.

Katie si buttò sul letto, il suo dormitorio era ancora vuoto. Ripensò alla serata, al viso di George un minuto prima e si mise a ridere abbracciando il cuscino.
Passò dal riso al sonno senza nemmeno accorgersene e si svegliò solo l'indomani, con ancora il vestito addosso, coperta dal copriletto di Leanne.





Note:

Un capitolo di Natale proprio il giorno di Natale, nemmeno l'avessi fatto apposta. Buone feste! ^_____^

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Capitolo 7
*** Professor Weasley (x2) ***


Dicembre era scomparso in un soffio, inghiottito dalle vacanze e dalle risate; anche l'eccitazione del Ballo era andata scemando, a partire dal giorno dopo Natale. George aveva mantenuto un finto broncio con Katie per tutte le vacanze, girando lo sguardo offeso se lei provava a rivolgergli la parola; solo all'inizio del nuovo semestre aveva smesso di farlo, troppo impegnato a scrivere qualcosa di segreto insieme a Fred.

Gennaio, sovraccarico di compiti ed esercitazioni, aveva velocemente ceduto il posto ad un febbraio uggioso e freddo. E la seconda prova del torneo Tremaghi aveva avuto finalmente luogo.
Gli spettatori erano rimasti ammutoliti nel vedere i quattro campioni sparire uno dopo l'altro negli abissi del lago; i Serpeverde avevano schiamazzato un po' vedendo Harry indeciso, immerso a metà, ma quando anche lui si era tuffato, stringendosi le mani al collo, il silenzio era calato sugli spalti.

Pensi che stesse bene?” aveva chiesto Katie a Leanne, preoccupata.

L'amica si era limitata ad alzare le spalle, anche lei con la faccia scura. Non potevano saperlo, era impossibile seguire i percorsi dei quattro sotto il lago. Gli studenti bisbigliavano, cercando di immaginare che cosa stesse accadendo, che tipo di creature stessero affrontando e scommettendo su quale dei campioni sarebbe affiorato per primo.
Katie non parlò per tutto il tempo, stringeva la fine della sciarpa con forza, troppo preoccupata persino per accorgersi di Fred a poca distanza da lei.
La tensione di non sapere era snervante e quando infine le teste di Cedric e di Cho affiorarono dal lago, molti tirarono un sospiro di sollievo. Esclamazioni di gioia e incitamento esplosero lungo gli spalti.

La giovane Grifondoro iniziò a respirare di nuovo vedendo riaffiorare anche Krum e Hermione, ma poi iniziò a preoccuparsi per il ritardo degli altri concorrenti. D'improvviso Fleur emerse dall'acqua, graffiata e con la veste strappata, da sola.
Era allarmata e isterica e cercò di rituffarsi, ma venne bloccata da Madame Maxime. La guardarono lottare con la gigantesca preside, furiosa e fiera.

Harry non tornava! Tutti i Grifondoro trattenevano il fiato, scrutando l'acqua liscia in cerca di un qualsiasi segno dell'amico.

Quando l'ora era ormai stata superata da un pezzo, finalmente le teste di Harry, Ron e di una bambina dalla chioma splendente infransero la superficie del lago. Tutti esultarono, Fred e George saltarono su e giù dalla contentezza; Katie abbracciò Leanne senza nemmeno accorgersene.
I Grifondoro entusiasti festeggiarono per giorni, aleggiava nella sala comune un'aria di allegria, di vittoria: Harry era al primo posto con Cedric e tutti loro lo sostenevano come meglio potevano.

Katie però sentiva una morsa alla bocca dello stomaco: gli esami si stavano avvicinando e lei era sempre più nervosa.

Quando il ventoso Marzo scomparve sostituito da un Aprile nuvoloso, non poté più far finta di nulla: erano iniziati i colloqui di orientamento professionale.

Il suo colloquio avrebbe avuto luogo il lunedì mattina, alla seconda ora.
Passò la domenica a letto, troppo preoccupata per l'indomani. Non che i suoi voti non fossero buoni, ma per il genere di carriera che voleva intraprendere fuori da Hogwarts avrebbe dovuto avere il massimo del massimo. Si girò inquieta nel letto, fissando il baldacchino.

-Forse punti davvero troppo in alto, Katie.-

L'insicurezza era sempre stato il più grande dei suoi difetti, sentiva di non essere all'altezza delle situazioni. Niente di ciò che faceva le sembrava mai abbastanza, ecco perché si era svenata per studiare ogni notte fino a tardi, per raggiungere il sogno che si era prefissata, anche se era troppo difficile.

L'indomani, a colazione, si sentiva nervosa, aveva paura di quello che le avrebbe detto la McGranitt.

Su, Katie. Vedrai che andrà bene” la rincuorò Leanne, versandole delle salsicce nel piatto.

Lei annuì poco convinta, ma riuscì a mandare giù solo del succo di zucca. Arrivò all'ufficio della McGranitt con cinque minuti di anticipo e attese con ansia.
La voce imperiosa della professoressa la invitò ad entrare.


Camminava per il corridoio, pensierosa; aveva lasciato lo studio della professoressa da dieci minuti, ma non riusciva a tornare alla sala comune.
Si soffermò ad una finestra guardando il cielo denso di nubi, assorta. Qualche lampo in lontananza catturò il suo sguardo, mettendola in allerta.

-Non è andata troppo male, ma nemmeno come speravo.-

Il cielo scomparve dietro due grandi mani.
Se indovini chi sono, potrai dirmi i tuoi problemi” cantilenò una voce alle sue spalle.
Il cuore mancò un battito.

-Ehi, cuore, hai saltato perché pensi sia Fred o George? O perché la loro voce è identica? Ti tengo d'occhio, sai?-

Katie non ci cascò, potevano anche sembrare identici, perfino nella voce, ma aveva imparato a distinguere quella lieve sfumatura tra i due.
Sei George-piedi-di-piombo!” esclamò sicura, afferrando le sue mani. Si girò, scoprendo Fred sghignazzare al fianco del fratello.
Ehi! Avevi giurato che non mi avresti chiamato così di fronte a Fred!” sibilò risentito George.
Katie arrossì, non aveva pensato che Fred fosse lì con loro. La guardava con un gran sorriso in volto.
-Non arrossire, non arrossire!-

Cosa fai, tutta sola e triste a guardare fuori da una finestra grigia?” le chiese, passandole un braccio attorno alle spalle.
Il suo corpo subì all'istante una mutazione. Le gambe persero la sensibilità e sarebbero rimaste pietrificate per sempre. Le sue braccia formicolavano, sentiva la pelle sotto il braccio di Fred bruciare. Le guance stavano avvampando, poteva sentire il vapore sollevarsi dalla sua pelle; l'orecchio dove il fiato di Fred le arrivava, stava fremendo in preda ai brividi.
Il cuore sembrava deciso a pompare tutto il sangue del suo corpo ad un ritmo vertiginoso. Lo avrebbe percepito. -Fermati cuore!-

Katie era combattuta. Le sarebbe piaciuto parlare con George, ma davanti a Fred? Si sarebbe sentita impacciata.
I due la fissarono come per dire: “Non abbiamo tutto il giorno! Butta fuori ragazza!”

Sono appena stata al colloquio di orientamento” mormorò Katie guardandosi i piedi, che evidentemente c'erano ancora, anche se lei ormai non li sentiva.

Oooh, ricordi il nostro colloquio, George?” intervenne il ragazzo. “Avevamo chiesto alla McGranitt se potesse farci un colloquio unico invece che separati. Io avevo detto di essere George e lui di essere Fred e abbiamo passato un'ora a dirle che non ci sopportavamo. Io le ho detto che volevo diventare Ministro della Magia per poter buttare Fred ad Azkaban” le raccontò divertito.

Katie scoppiò in una gran risata.
Quando se n'è accorta ci ha dato una settimana di punizione!” ricordò George sorridendo.
Allora, cosa è andato storto al tuo?” domandò Fred.
Nulla. La McGranitt è stata molto gentile e disponibile. Sono i miei voti il problema” ammise lei sempre guardando in basso.
Qual è il lavoro che vuoi fare, Katie?” chiese George con un tono accusatorio.

Sembrava arrabbiato con lei per non averglielo mai detto, ma non ce n'era stata l'occasione. Non poteva andare da lui e dirgli senza motivo: “Sai George, il mio sogno è diventare una...”
Guaritrice” mormorò piano, forse alla sua divisa.
Fred, che la circondava ancora col braccio, riuscì a sentirla. Le lanciò uno sguardo tra l'ammirazione e il disgusto.

Ma ci vogliono dei voti altissimi per fare la Guaritrice!” sbottò incredulo.
Oltre ogni previsione in: Pozioni, Erbologia, Trasfigurazione, Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure” elencò lei mogia.
E i tuoi voti fanno schifo?” azzardò George.
No, non esattamente. Supero la 'O' in tutto tranne che in trasfigurazione e in Pozioni. La McGranitt dice che con un po' di impegno posso trasformare la mia 'A' in 'O' nella sua materia, ma in Pozioni il mio voto migliore è stato 'A'. L'anno scorso! E non credo che Piton dia ripetizioni” sospirò lei, affranta.
I due gemelli emisero un fischio che avrebbe potuto essere di ammirazione per i bei voti o di preoccupazione per il recupero del voto.
Katie si sentiva peggio di prima.

I due si scambiarono un'occhiata.
Katie, forse tu sai già che io e il mio gemello qui” indicò George con uno svolazzo della mano, “abbiamo preso tre G.U.F.O. a testa l'anno scorso!”
Ma quello che nessuno sa è che in Pozioni non siamo riusciti a prenderlo solo perché Piton esige la 'E' e noi, che non ci siamo impegnati molto, lo ammetto, abbiamo preso solo una 'O' ” rivelò Fred con aria solenne.

Katie passò dubbiosa lo sguardo da un gemello all'altro. Fred e George? Un “Oltre previsione”? In Pozioni?
I due annuirono soddisfatti.

E possiamo, anzi vogliamo” intervenne George, “darti lezioni private! Prendilo come un ringraziamento per il tuo aiuto con le nostre invenzioni!”

Lezioni private con Fred? Il suo cuore palpitò.

Ma io...ma voi” balbettò incerta.
George la bloccò.

Su Katie, fatti ringraziare. A noi non costa nulla!” ribadì l'amico.
Non trovò modo di ribattere davanti alle loro facce aperte in due sorrisi quasi identici.
Katie era grata agli amici, ma passare così tanto tempo con Fred...non si sarebbe tradita?


Tu con Fred e George CHE COSA?” aveva urlato Leanne nel bel mezzo del cortile.
Katie le fece segno di abbassare la voce e si guardò intorno per vedere se gli altri studenti in pausa avessero sentito.
Poche teste si erano girate a guardarle, con facce sorprese. Katie pregò che nessuno avesse sentito la frase ambigua.

Scusa. Fred e George ti daranno lezioni di Pozioni?” ripeté in un bisbiglio appena udibile, incredula.
Katie annuì.
Aveva raccontato a Leanne del colloquio con la McGranitt, dell'incontro con i gemelli e della proposta dei due di farle da insegnanti.

Non lo so” mormorò l'amica, dubbiosa, guardando su il cielo nuvoloso, “credo che tu ti stia cacciando in un bel guaio.”
Katie non riuscì a capire cosa Leanne intendesse, Fred e George erano a posto. Chissà che avrebbe detto se avesse saputo che si era vista da sola con George, nella foresta, di notte. Molte volte. La frase suonò ambigua anche nella sua testa.

Leanne, devo rischiare il tutto per tutto! Voglio diventare Guaritrice e se dovessi studiare anche con dieci Piton per riuscirci, io voglio provare!”
L'amica non disse più nulla, ma le chiese di non far danni.

La prima lezione, il giorno dopo, si trovò da sola con Fred.
Katie si era presentata all'appuntamento, davanti alla statua della strega orba al terzo piano, convinta di trovare entrambi i gemelli; invece, con batticuore e terrore, si era trovata davanti solo un sorridente Fred.
Lui le fece cenno di seguirlo in silenzio e la guidò su fino al quinto piano.

Si fermò davanti ad una fila ordinata di vecchie armature scricchiolanti e, messosi davanti alla terza contando da destra, bussò tre volte sull'elmo.
Dall'interno dell'armatura risposero due colpi, lui diede altri tre colpi, poi la celata dell'elmo si alzò; Fred la richiuse e la parete dietro l'armatura si spostò, rivelando un antro grande abbastanza per ospitare quattro persone. Il ragazzo la fece entrare e il muro si richiuse dietro di loro.

Katie era troppo meravigliata per accorgersi che lei e Fred si trovavano soli in uno spazio angusto. L'antro era illuminato da torce che lui accese con un colpo di bacchetta. Un vecchio calderone si trovava al centro della stanza; addossati alle pareti tre sedie e un tavolo ingombro di fogli e appunti. Un piccolo armadietto completava l'arredamento.
Girando per dare un'occhiata a tutto finì per sbattere contro Fred, che la guardò in attesa.

Si rese conto della vicinanza del corpo di lui e fece un passo indietro, sbattendo contro il calderone. Fred non se ne accorse. Katie iniziò a pensare con orrore che avrebbero fatto Angelina o le ragazze invaghite di Fred se avessero saputo che lei si trovava in una stanza segreta, da sola con lui.

Questo è il luogo dove io e George lavoriamo alle nostre invenzioni qui a Hogwarts” annunciò guardandosi soddisfatto intorno, “e nessuno sa che esiste. A parte noi due. E Lee. E adesso tu. Ah, e Harry.” Si zittì preoccupato, forse pensando che un po' troppa gente conoscesse quel luogo.
Katie era tesa e emozionata. Il ragazzo le spiegò come preparare la Bevanda della Pace. Rispetto a quando l'aveva appreso a Pozioni con Piton, Katie trovò la lezione di Fred molto più coinvolgente e semplice. Le spiegava i passaggi facendola ridere, lavorava con lei al calderone e la correggeva in un attimo se faceva uno sbaglio.
L'unico problema era che lei era troppo emozionata e si impacciava nei movimenti, combinando un disastro dietro l'altro. Il suo cuore non smise mai di correre a briglia sciolta mentre, stretta vicino a Fred, gomito contro gomito, lavoravano allegri e concentrati sullo stesso calderone.
Katie ignorò quella capriola che sentiva nel cuore, nelle due ore seguenti.

Ritornò in sala comune con un gran sorriso, da orecchio a orecchio.
Credo che sia andata bene” cinguettò Leanne, guardando la sua espressione soddisfatta. Katie arrossì lievemente.
Oh sì, son riuscita a fare una decente pozione della pace!” sospirò lei, che alla pozione non stava pensando minimamente. Cercò lo sguardo di Fred nella sala comune stracolma, lui le rivolse un enorme sorriso e le fece l'occhiolino. E il suo cuore scoppiò d'emozione.

La seconda lezione, la settimana successiva, si era presentò davanti alle armature sapendo che avrebbe fatto lezione con George. Il ragazzo le aveva spiegato che fare lezione uno per volta le consentiva di non avere troppe distrazioni. Inoltre con loro due insieme, alti e grossi, lo spazio a disposizione sarebbe stato ridotto; le raccontò che lui e Fred si erano sbattuti la testa un centinaio di volte.

Aprì la parete dell'antro e si trovò di fronte George, travestito da Piton; avvolto in un lungo mantello nero l'accolse con uno sguardo arcigno.
Signorina Bell, hai un bel coraggio a prendere lezioni extra con me! Io non insegno alle teste vuote! Farai bene a seguire le mie lezioni propriamente, se non vuoi che io ti metta una “T” nel prossimo compito” proferì serio, facendo svolazzare il mantello qua e là, imitando perfettamente Piton.

Katie non riuscì a smettere di ridere per tutta la sera.
George, al suo fianco, le insegnò a preparare il Distillato di Confusione sempre tenendo su la parrucca nera e il finto naso adunco. Si era sentita in pace, rilassata e allegra. Era stato diverso dalla lezione con Fred. George riusciva a togliere ogni traccia di nervosismo dal suo corpo; sentiva, quando stava con lui, un senso di leggerezza al petto.
Katie lo guardò di sottecchi, intento a togliersi i capelli finti dalla faccia, e pensò che, in effetti, non c'era nessuno che la facesse sentire come George.


Le settimane si susseguirono veloci, come le lezioni con i due Weasley.
Lezioni con Fred: tensione, nervosismo; aria emozionata.
Lezioni con George: risate, scherzi; aria rilassata.

Katie viveva gli attimi in attesa con gioia mista ad agitazione.
Novità? Progressi?” aveva chiesto Leanne una sera, in sala comune.
Sto migliorando velocemente. La Bevanda della Pace ormai non ha più segreti, i Distillati Svianti mi stanno uscendo bene! Non ho mai fatto tanti progressi in così poco tempo” esclamò entusiasta Katie. Il suo sogno di diventare Guaritrice si faceva via via più vicino.

E dimmi” continuò Leanne curiosa, “come va coi gemelli?”
Katie sorrise timidamente e guardò nella direzione di Fred e George, intenti a confabulare con Lee ad una scrivania; loro se ne accorsero e le sorrisero.

Sono due persone straordinarie.”

Pochi giorni dopo, Leanne trovò Katie in sala comune intenta a sfogliare un libro in maniera febbrile, la scrivania davanti a lei ingombra di libri mezzo aperti buttati a casaccio. Leggeva in maniera talmente veloce che le sue pupille non sembravano nemmeno a fuoco. Mormorava tra sé e ogni tanto saltava su e prendeva un altro libro, gettando quello precedente nella pila.

Katie, va tutto bene?” mormorò piano all'amica, un po' nervosa.
La ragazza sollevò lo sguardo dal libro piantandolo come una folle su Leanne.

Non ce la farò! Verrò bocciata, non prenderò nemmeno un G.U.F.O.! E tutto finito! Finito!” urlò alla giovane, agitata.

Parecchi studenti si girarono a guardarla, in piedi col volto paonazzo, in preda ad una crisi di nervi.
Leanne si avvicinò, appoggiandole una mano sulla spalla in un tentativo di calmarla.

Cosa stai dicendo? Sei bravissima! Hai dei buoni voti!” le disse convinta.
Buoni voti? Buoni voti?” sbraitò indignata Katie come se l'avesse appena insultata. “Oggi ho preso 'A' in Pozioni! 'A'! Non sono migliorata per niente! Non passerò! Tutto il mio futuro è rovinato! Ho buttato via cinque anni di istruzione.”

George e Fred si avvicinarono cauti alle ragazze; avevano seguito la discussione, così come tutti nella stanza, molto attentamente.
Cosa succede?” mormorò allegro George. “Cosa sono questi visi gioiosi?”
Katie lo fulminò con lo sguardo, pronta a scagliarsi anche su di lui. Prima che potesse aprire la bocca per insultarlo, lui le strinse forte il naso tra le dita.

Dasciami addare, Gioj Widlei!” strillò arrabbiata, col naso stretto nella sua morsa. Leanne e Fred scoppiarono a ridere alla vista di lei che si dibatteva e cercava di staccare le dita di lui mentre la sua voce suonava nasale.

George rimase serio, anche se gli occhi gli brillarono furbi.
Qual è il tuo problema?” le chiese tenendo la voce tranquilla.
Guesto!” ribatté lei incapace di liberarsi. Gli sventolò il compito di pozioni sotto il naso, una A rossa in calce. George afferrò il foglio con la mano libera e lo esaminò.
Dod supererò i gufo! Bi bocceraddo!” gemette triste Katie. I due continuavano a ridere.
No che non ti bocceranno! E' solo un compito! Puoi recuperarlo in fretta” rispose lui pratico.
Dod succederà bai! Bi bocceraddo! E' tutto fidito!” gridò la giovane, arrabbiata e infastidita dalle risatine degli amici.
Ti ho detto di piantarla. Chi è il tuo maestro di Pozioni?”
Pitod!” rispose Katie, seccata dalla domanda sciocca.
Ripeto la domanda: chi è il tuo maestro di Pozioni?” chiese il ragazzo, mandando lampi dagli occhi.
Tu” rispose capendo d'un tratto. “E Fred.”
Perfetto. Allora adesso mi segui e andiamo di corsa a fare una nuova lezione e ti assicuro che non lascerai l'aula finché non riuscirai a fare un Distillato di Confusione talmente perfetto, che dovrò dimenticare perché siamo lì!”

Anticipando qualsiasi protesta della ragazza, la tirò forte per il naso e la trascinò lungo tutta la sala comune, fino a sparire entrambi oltre il buco del ritratto. Sentirono le grida di Katie e le risate di George provenire ovattate da fuori.
Fred continuava a ridacchiare.

Le trovano tutte pur di stare da soli” mormorò a Leanne, con un sorriso furbo.
Già. Stanno bene insieme, vero?” rispose lei guardando ancora verso il ritratto dove i due erano scomparsi.
Sì” ammise Fred poco dopo.



Il treno rosso macinava chilometri su chilometri da ore ormai. Katie guardava fuori dal finestrino i paesaggi rincorrersi, sfumando uno nell'altro.

I G.U.F.O. sembravano distanti anni luce, eppure era passata poco più una settimana dal suo ultimo esame. L'esito della terza prova aveva spazzato via qualsiasi altro pensiero dalle vite di tutti, ogni altra cosa ora sembrava insignificante.
Harry aveva vinto, ma era ritornato da un mortale incontro aggrappato al corpo senza vita di Cedric. L'immagine del giovane, riverso senza vita, con gli occhi spalancati su un cielo che non poteva vedere, continuava a tormentare le notti di tutti.

Voldemort era tornato e aveva strappato già la sua prima vita.

Katie chiuse gli occhi appoggiando la fronte al finestrino, sarebbe stato tutto difficile da quel momento in avanti. Stavano andando di sicuro incontro a un periodo di guerra e morte. Leanne sedeva di fronte e, anche lei assorta, guardava fuori dal finestrino.
Non ti abbattere, Katie. Qualsiasi cosa succederà d'ora in poi, l'importante è rimanere uniti, come dice Silente. Se i nostri cuori batteranno all'unisono supereremo ogni problema” mormorò fiduciosa, guardandola mentre staccava la testa dal vetro.
Si scambiarono un sorriso. Leanne sapeva sempre come farla sentire meglio.

Samuel apparve nello scompartimento, un po' imbarazzato; i capelli neri scarmigliati, forse perché continuava a passarci la mano, nervoso.
Arrivo subito, dammi un minuto” sentì dire all'amica. Il ragazzo scomparve con un cenno della mano.
Tu e Samuel?” intervenne Katie, meravigliata.
Leanne guardò il soffitto, un po' tesa. “E' successo due settimane fa, mi ha detto che mi vede come qualcosa più di un'amica e mi ha chiesto se volessi uscire con lui” sibilò in un sussurro.

Katie sentì un gran calore al centro del petto. Sorrise all'amica e la abbracciò.
Corri da lui” le disse con convinzione. Rimase a guardare Leanne sfrecciare via, per raggiungere il suo ragazzo.
'L'amore riesce a cancellare qualsiasi dolore', pensò ritornando a guardare fuori dal finestrino. Chissà perché, le sembrava qualcosa che sarebbe potuta uscire dalla bocca di Silente.

Il binario 9 e ¾ era ingombro di famiglie che abbracciavano i loro figli e li tempestavano di domande, di ragazzi che si salutavano prima di separarsi per l'estate, di gufi ululanti.
Katie era scesa col suo baule e il suo gufo e aveva già salutato Leanne, che andava via coi genitori. Due figure alte e rosse le si pararono ai lati. George alla sua destra teneva un sacchetto tra le mani.

Devo ancora ringraziarvi per bene, se passerò il mio G.U.F.O. in pozioni lo dovrò solo a voi” mormorò lei grata.
In quel caso ci aspettiamo un regalo” esclamò Fred.
Già! Un bel regalo!” ribatté George.
Qualunque cosa!” replicò la ragazza seria.
I gemelli si chinarono e le stamparono ognuno un bacio su una guancia. Katie sentì il cuore scoppiare, la faccia in fiamme.

Passa una buona estate, donna di ghiaccio” sussurrò George al suo orecchio, prima di risollevarsi.
Ci vediamo l'anno prossimo” aveva urlato Fred mentre si allontanavano.
Katie rimase imbambolata a guardarli andare via, le guance brucianti e il cuore in tumulto, con un gran sorriso imbarazzato in viso.



Note:
Vi ricordo il sistema di valutazione di Hogwarts:

E” Eccezionale

O” Oltre ogni previsione

A” Accettabile

In questo modo non dovrete andare a controllare i libri nel caso in cui non lo ricordiate.

Voglio ringraziare le persone che hanno messo la storia tra le seguite e addirittura tra le preferite. Vi invito a lasciarmi dei commenti, per farmi sapere che cosa ne pensate finora. Vi sta piacendo? Avete dei dubbi? Fatemelo sapere! Anche le critiche costruttive sono ben accette.
Non penso di postare altri capitoli prima di Capodanno, perciò: Buon 2013!

Ci vedremo nel nuovo anno!

(E' quasi più lunga la nota del capitolo! ^___^)

Mimì

* Mi sono accorta che una frase era stata mangiata dalle freccette in fase html, adesso è a posto. Se vi accorgete che manca una frase, o che un discorso sembra interrotto, per favore ditemelo. A me spesso sfuggono. Grazie

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Capitolo 8
*** Estate, transizione ***


La teiera fischiava nervosa sul fornello. La ragazza, troppo concentrata sul giornale davanti a sé, non se ne accorse. Sfogliava le pagine della Gazzetta del Profeta sempre più furiosamente, con indignazione crescente. Arrivata alla fine della rivista la accartocciò e la scagliò lontano, con rabbia.
Erano settimane ormai che la Gazzetta scriveva stupidaggini su Harry e Silente, ma ogni giorno si sentiva furiosa per le cattiverie che era costretta a leggere, e a cui tutti sembravano credere. Katie era assolutamente sicura che Harry avesse detto la verità, lo conosceva personalmente e non era un bugiardo. Se assicurava di aver visto il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato, non aveva motivo di dubitare di lui; ma a sorpresa, la Gazzetta e il Ministero cercavano di far sembrare lui un pazzo esibizionista e Silente un vecchio rimbecillito.

Percorse la stanza a grandi passi per sbollire un po' di indignazione, finché il fischio arrabbiato della teiera la riscosse. Versando il liquido bollente nelle tazze, cominciò a pensare a Harry.
Come si sentiva? Solo nel mondo dei babbani a sopportare le ingiurie che il mondo magico gli riversava addosso? Non doveva essere una buona estate per lui; avrebbe voluto fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di fargli sapere che c'era chi gli credeva.
Sperò fortemente che Ron e Hermione fossero con lui. E anche Fred e George.

Un sorriso le balenò sulle labbra.

Avvicinandosi al lavello per riporre la teiera, sbirciò distrattamente dalla finestra della cucina. Il sole caldo di luglio ardeva l'erba del giardino facendole prendere un opaco colore giallognolo, l'afa era incontenibile. Katie girava per casa in canottiera e pantaloncini, a piedi scalzi. Si sarebbe gettata in una fontana se ne avesse avuto una.
Si accorse d'un tratto di due allochi che scendevano in picchiata verso la sua casa, incuranti del sole battente; saltò su agitata.

Leanne! La colazione è pronta! E ci sono i gufi della scuola!” strillò emozionata.
L'amica apparve in cucina talmente in fretta che sembrò quasi essersi materializzata. I capelli arruffati, la maglietta al contrario, anche lei scalza, il viso trafelato e impaziente. Poteva essere matura e posata, ma in quel momento l'eccitazione per sapere l'esito degli esami aveva avuto il sopravvento.
Leanne si trovava a casa di Katie da una settimana ormai, invitata dall'amica che sentiva nostalgia di lei e si annoiava un po', dato che era figlia unica. Ogni giorno avevano atteso i gufi col naso incollato alla finestra, ma fino a quel momento non erano state fortunate; incredibilmente, l'unica mattina in cui si erano alzate tardi era la mattina giusta.

I due allocchi si adagiarono con grazia sul davanzale, in attesa; gli occhi ambrati posati su di loro. Le due ragazze si scambiarono un occhiata tesa, poi in silenzio si avvicinarono a staccare le lettere legate alle loro zampe.
Katie aprì la sua, tremante, poi scorse le materie e i voti.

-Incantesimi...passato! Difesa contro le arti oscure...passato! Erbologia...passato!-

Arrivò a pozioni...e una meravigliosa 'E' balenò davanti ai suoi occhi. Incredula e colma di felicità abbracciò Leanne, stropicciando la lettera nelle sue mani. Avrebbe potuto continuare a coltivare il suo sogno! Tutti gli sforzi fatti le sembrarono leggeri e facili in quel momento, ogni notte insonne e ogni preoccupazione, una stupidaggine.

Non vedeva l'ora di dirlo a George e Fred.
Leanne le fece capire con un mugolio che la stava strozzando.

Passati?” chiese al colmo della curiosità all'amica, dopo averla lasciata andare. Leanne le sorrise, annuendo.

Evviva! Possiamo andare avanti! Evviva” saltellò su e giù emozionata.

La signora Bell entrò in cucina, un carico di biancheria da stendere che galleggiava pigramente un metro dietro a lei, seguendola. Guardò le lettere nelle loro mani e i loro enormi sorrisi.
E' andata bene o sbaglio?”
Oh sì, mamma! Ho superato i 'terrificanti 5'!” strillò entusiasta la giovane.

Elisabeth Bell guardò le due giovani con sguardo dolce.
Allora che ne dite di festeggiare? Stasera faremo una cena fantastica e inviteremo anche la tua famiglia, Leanne!”

Le ragazze, al colmo della contentezza, trangugiarono la colazione in un soffio e sparirono fuori casa con le scope sulle spalle.
Volarono per ore sulla campagna intorno casa Bell. Continuavano a parlare e rincorrersi nel cielo splendido di luglio Leanne tratteneva il fiato quando Katie si gettava in picchiata o faceva capriole e avvitamenti in aria; lei rideva dei suoi rimproveri.

Virando per sorprendere l'amica, Katie si trovò il sole in faccia e così non si accorse del gufo che stava volando, sbandando di qua e di là.
Lo travolse; il gufo le sbatté in faccia con un pigro frullio d'ali e un debole stridio. La sua scopa perse quota per qualche metro finché, con un movimento brusco, riuscì a raddrizzarla in volo. Con una mano staccò il vecchio gufo dalla sua faccia e lo guardò perplessa.

Tornata a terra. col malcapitato sottobraccio, lo vide accasciarsi, come se stesse guardando un pallone sgonfiarsi di colpo.
La grafia sulla busta era tondeggiante e sghemba: 'Donna di ghiaccio'. Un sorriso le curvò le labbra, improvviso.

Chi ti scrive?” domandò Leanne con aria divertita, appena atterrata a pochi passi.
Hm...George. Vorrà sapere come sono andati i G.U.F.O.” rispose lei guardando i ciuffi d'erba ai suoi piedi. Chissà perché poi, si chiese.

Afferrò il gufo con delicatezza e si alzò in piedi.
Io vado a dargli dell'acqua e qualcosa da mangiare!” sbottò correndo via, verso casa. Leanne rimase a guardarla allontanarsi, con uno sguardo enigmatico.

Si assicurò che il vecchio volatile stesse bevendo, ancora mezzo accasciato, poi scartò la lettera con urgenza.

Salve Katie-donna di ghiaccio,
come stai? Spero vada tutto bene. Scusa se rispondo solo ora, ma ci siamo trasferiti per l'estate e non abbiamo avuto molto tempo libero.”

Katie aveva spedito una lettera a George col suo gufo due settimane prima; ma quello era ritornato indietro con un bigliettino scritto di fretta: “Non posso risponderti per ora. Ti scriverò tra qualche settimana”. Katie ammise a sé stessa che c'era rimasta un po' male. Continuò a leggere la lettera.

Il luogo dove ci troviamo ora sembra sia stato disabitato da secoli e troviamo ogni giorno cose raccapriccianti e assurde, quindi non ci annoiamo per nulla.
Io e Fred stiamo andando avanti con le nostre invenzioni, tra l'altro adesso che possiamo usare la magia anche fuori Hogwarts ci divertiamo a fare ammattire la mamma. Solo che, per punizione, ci ha sequestrato la nostra ultima invenzione, le orecchie oblunghe; sono riuscito a salvarne un paio nascondendole tra i capelli di Hermione. No scherzo, erano nei calzini di Ron.”

Allora anche Hermione si trovava con loro! Provando allegria e invidia nel saperli tutti insieme sotto lo stesso tetto corse a rileggere quella parola assurda, -orecchie oblunghe?-  Pregò fortemente che Fred e George non avessero inventato un qualche tipo di pozione che facesse crescere le orecchie a dismisura. Ricordava ancora bene i loro esperimenti insieme.

Sono certo che i tuoi gufo siano andati bene, anche in pozioni, d'altronde sono stato io il tuo insegnante; comunque, quando saprai con certezza i voti, non aspettare e scrivimi. Dopo questa lettera io non ti potrò più rispondere. Sai bene come è la situazione adesso lì fuori e noi siamo più o meno nascosti, perciò passa una buona estate. Ci vediamo a Settembre.
Ti allego una foto mia e di Fred, casomai sentissi la sua mancanza; non la stropicciare e non stampargli troppi baci. Il mio doppio cartaceo potrebbe sentirsi male.
Adesso ti saluto
a presto
George (uomo del mistero)

p.s.: Sul serio! Non stampare troppi baci su Fred! E non confonderlo con me! Non sei autorizzata a baciarmi nemmeno per sbaglio. Ah, e spero che Errol ce la faccia a consegnarti la lettera.”

Katie la lesse in un soffio, perciò la iniziò un'altra volta da capo, sorridendo negli stessi identici punti in cui aveva riso prima. Frugò nella busta e trovò la foto dei gemelli. Fred e George la guardavano sorridenti. Si spintonavo, la salutavano, saltavano su e giù.
Il George della foto le fece l'occhiolino.
Rimase qualche minuto a osservarli, assorta. Non aveva alcuna intenzione di dare baci alla foto di Fred. Aveva scoperto, immediatamente dopo essere tornata a casa, che non provava più niente per lui; persino vederlo in foto non gli aveva suscitato nessuna emozione.

Fred era affascinante e carismatico e aveva avuto una cotta per lui. E adesso, senza nessun motivo apparente, aveva smesso di piacerle. Non era nemmeno sicura di come fosse accaduto, aveva iniziato a pensarlo sempre di meno finché, d'improvviso, si era resa conto di non pensarlo più affatto, ma soprattutto di non provare quel misto di gioia, dolore, esaltazione e angoscia ogni volta che lo pensava o vedeva.

Chissà che nel nuovo anno non potesse trovare un ragazzo meraviglioso, che l'amasse follemente. Buttò un'altra occhiata distratta alla foto, i due piccoli gemelli cercavano di attirare l'attenzione.
Non provo più niente per te!” disse al piccolo Fred, che si portò una mano al cuore e fece finta di star male, barcollando di qua e di là. Il piccolo George lo prese in giro, divertito. Katie si mise a ridere.

Scrisse una lettera di risposta, raccontandogli dell'estate con Leanne, del risultato dei G.U.F.O., persino dello schianto con Errol, avvenuto poco prima. Infilò una sua foto nella busta, con un post scriptum: “non sei autorizzato a baciarmi nemmeno tu!”

La consegnò a Vega, il suo gufo bruno, che guardava con pigro interesse il suo ospite, adagiato al suo fianco.
Dai una mano a Errol nel viaggio di ritorno, per favore” gli disse, dandogli un bacio sulla testolina. Il piccolo gufo fece finta di arrabbiarsi per le piume arruffate, ma i suoi occhi luccicavano. Errol si tirò su con un stridio speranzoso; Katie rise sottovoce, poi diede un bacetto anche a lui.
Sei stato davvero bravo, Errol, grazie.” Il vecchio gufo si gonfiò un po' d'orgoglio.
Li guardò andare via insieme, finché non riuscì a percepirli più nel sole accecante.

Hai finito di mandare lettere d'amore al tuo fidanzato, Katiewow?” chiese la voce di Leanne dalla porta.
George e io non stiamo insieme” rispose calma, voltandosi verso l'amica. Leanne aveva l'abitudine di darle nomignoli strani quando voleva punzecchiarla.
Oh, io e Fred ne eravamo certi” fece spallucce.
E da quando tu e Fred siete così amici? Devo parlarne con Sam, Loveanne?”

Leanne arrossì lievemente; lei e Samuel si erano mandati lettere ogni giorno, il ragazzo oramai aveva preso i suoi M.A.G.O. e stava per iniziare una specializzazione in Magisprudenza.
Da quando tu e George passate molto tempo assieme. Con qualcuno dovrò pur chiacchierare!” ribatté Leanne dopo qualche attimo.
Io e George siamo solo amici!” ripeté per la centesima volta Katie. “Adesso torniamo in giardino, abbiamo un volo in sospeso.”

Continuarono a volare per tutta la sera, poi si prepararono per cenare. La famiglia Meadowes al completo venne a cena: i genitori di Leanne, una distinta coppia sulla cinquantina; sua sorella maggiore Careen, che lavorava al Ministero all'ufficio per la cooperazione internazionale magica, e suo fratello maggiore Marcus, portiere nella squadra di Quidditch le 'Vespe di Winbourne'.

La serata fu piacevole, tutti si congratularono con le ragazze per i loro voti e il loro duro lavoro. Sua madre aveva preparato portate fantastiche per stupirle, c'erano tutti i loro piatti preferiti, e la torta di mele, che Katie adorava. Katie passò il tempo a battibeccare con Marcus sul Quidditch: c'era un accesa rivalità tra le 'Appleby Arrows' e le 'Vespe di Winbourne'. Si arrese solo quando Marcus le propose di andare fuori a fare due tiri al chiaro di luna. Indignata per le risatine dei presenti, gli disse che avrebbero gareggiato un altro giorno, rossa in viso. Leanne continuò a punzecchiarla fino a che non si addormentò, quella notte.

Vega ritornò verso le due del mattino, senza nessuna lettera né bigliettino, constatò un po' triste.

L'estate scorse via molto più velocemente da quel momento in poi: senza la preoccupazione dei G.U.F.O., le ragazze si divertivano dalla mattina a sera come matte. Leanne andò via alla fine di Luglio e Katie passò due giorni un po' triste, prima che l'amica la invitasse per due settimane da lei.

Dovette resistere alle richieste insistenti di Marcus per una rivincita, dopo che lei gli fece gol tra i suoi 'anelli' di rami, un pomeriggio in cui si erano fronteggiati nella campagna dei Meadowes. Certo, Marcus si era trovato svantaggiato in quel momento, dato che si trovava col sole in faccia, ma Katie non lo ammise. Quando veniva a cenare la seguiva dappertutto; dovette persino sbatterlo fuori dal bagno. Leanne rideva fino alle lacrime e le diceva che Marcus aveva una cotta per lei.
Lei fece sapere all'uomo che Leanne aveva un fidanzato, cosa che mandò il fratello fuori dai gangheri: non lasciò andare la sorella finché non gli disse nome, cognome e perfino numero di scarpe del povero Samuel.

L'ultima settimana di Agosto le due famiglie si recarono a Diagon Alley, per comprare i nuovi libri del sesto anno, nuove divise e gli ingredienti per pozioni. Incontrarono Alicia, al ghirigoro a prendere i libri per il suo ultimo anno, Dean Thomas alla farmacia e Cho Chang con i suoi genitori, molto mogia, mentre si comprava una divisa nuova. Katie le sorrise comprensiva. Perdere il fidanzato, la persona che si ama, non riusciva nemmeno immaginare quanto potesse far male. Pregò solo che niente del genere le capitasse nella vita, mai.

Durante il loro errare tra negozi si guardò intorno, cercando dei capelli rossi, ma non fu fortunata. Non ebbe modo di incontrare i Weasley.

La sera prima della partenza, infagottata nel suo letto, con il baule già pronto e Vega nella sua gabbia, Katie si mise a pensare con eccitazione al giorno seguente.

Il suo sesto anno! Avrebbe imparato la materializzazione! E sicuramente avrebbero ripreso le normali partite di Quidditch; si chiese chi sarebbe stato il capitano per quell'anno. Col volto sorridente e pieno d'attesa si addormentò.



Note:

Avevo detto che non avrei postato, e invece...eccomi qua.

Questo è un capitolo di “transizione”, cioè è corto e vi accadono poche cose, ma serve per introdurre i prossimi capitoli, più “ricchi”, diciamo.

Auguri a tutti! Di un buon, felice, magico 2013!

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Capitolo 9
*** Pino, Sangue e Amore ***


Con un fischio sonoro il treno si era allontanato dalla banchina, sferragliando.
Katie aveva guardato i suoi genitori diventare due minuscoli puntini, poi si era allontanata dal finestrino, per andare in cerca di Leanne e di un posto libero.

Aveva fatto appena in tempo a salire; nonostante avesse preparato i bagagli dal giorno prima, era riuscita a fare tardi. Prima si era infilata i vestiti al rovescio, poi a colazione si era buttata addosso la tazza di tè, quindi era dovuta andare di corsa a cambiarsi. Quando si trovavano già a metà strada, si era ricordata di aver lasciato la scopa sul letto, perciò dovettero tornare indietro a prenderla.

Era salita sull'espresso rosso che ormai mancava un minuto alla partenza, con tutti gli studenti già affacciati che la guardavano correre trafelata.
Ringraziando il rinnovato permesso ad utilizzare la magia, incantò il proprio baule per seguirla lungo i corridoi del treno. Guardava distrattamente dentro gli scomparti, scansando gli studenti che correvano da un vagone all'altro o che si fermavano a salutare gli amici. Arrivata a metà treno ancora non aveva visto traccia di Leanne, ma incappò nello scompartimento di alcuni Serpeverde.

I ragazzi iniziarono a sfotterla, ma Katie li ignorò, tirando avanti. Uno di loro la rincorse nel corridoio, dandole fastidio.
Dato che Katie non gli prestava nessuna attenzione, sfoderò la bacchetta e la fece inciampare: la bacchetta le sfuggì di mano rotolando due metri più avanti e il suo stesso baule le crollò addosso, schiacciandola. Il ragazzo dei Serpeverde corse via sghignazzando a chiamare i suoi amici.
Katie voleva chiedere aiuto, ma il corridoio sembrava essersi svuotato all'improvviso; provò a dibattersi un po', cercando di sollevare il baule senza successo. Provò ad artigliare il pavimento per tirarsi via da lì sotto, ma non si mosse di un millimetro.

Ehilà, bella tartaruga, serve una mano?” chiese una voce profonda, divertita.
Quella stessa voce qualche mese prima avrebbe fatto battere il suo cuore fino a scoppiare, adesso le diede solo sollievo. Il suo baule si sollevò, permettendole di voltare la testa e vedere Fred Weasley che guardava giù verso di lei, sorridente. Katie si rese conto della situazione assurda.
Fred le tese una mano e l'aiutò ad alzarsi.

Che è successo?” domandò, restituendole la bacchetta.
Warrington, quell'idiota! Mi ha attaccato alle spalle, il vigliacco!” sbottò, riprendendo a far levitar il baule con la magia.
E dov'è andato adesso il grosso idiota?” chiese Fred con un lampo furbo negli occhi.
Credo che sia andato a chiamare i suoi amici, le sue risate non si sono spente finché non è uscito dal vagone” sibilò lei, scuotendosi gli abiti con la mano. Fred l'aiutò, togliendole della polvere dalla spalla.
George e Lee apparvero dietro Fred.

Ehi, voi due, che state facendo?” chiese George malizioso, guardando il gemello e Katie vicini a chiacchierare, lei ancora paonazza in viso, lui ancora con la mano sulla spalla di lei.
Warrington ha attaccato Katie alle spalle. L'ho trovata qui da sola a rantolare” spiegò Fred. Lei si sentì un po' in imbarazzo per la descrizione che aveva dato, anche se la trovò calzante. I gemelli si scambiarono un'occhiata furba.
Vai pure, Katie. Se dovessimo incappare in Warrington, ci premuniremo di fargliela pagare da parte tua” mormorò tranquillo George, accompagnandola fuori dal vagone, verso il fondo. Lei notò il modo in cui aveva enfatizzato il dovessimo.
Provò a protestare, a dirgli che non ce n'era bisogno e di non mettersi nei guai, ma il ragazzo non la fece parlare; la spinse gentilmente oltre la porta che separava i vagoni e le sorrise attraverso il vetro. Guardò i gemelli e Lee confabulare, mentre risalivano il treno andando verso le prime carrozze. Era certa che stessero andando a cercare Warrington.

Sperando che non si mettessero nei guai continuò la ricerca di Leanne. Scoprì che l'amica si trovava in una delle carrozze in fondo e che anche lei la stava cercando, preoccupata. Katie le raccontò del suo ritardo e dell'incidente con Warrington; Leanne furiosa si alzò per andare anche lei dietro a Fred, George e Lee, ma la trattenne per la divisa cercando di calmarla. Passarono le ore a chiacchierare, giocare a sparaschiocco e a scambiare novità con i compagni ritrovati dopo le vacanze. Angelina, apparsa dietro alla signora col carrello dei dolciumi, le annunciò contenta di essere diventata capitano e Katie si congratulò sinceramente con lei.

Mentre scendevano dall'espresso alla stazione di Hogsmeade, Katie e Leanne passarono davanti allo scompartimento dei Serpeverde: Warrington e due suoi compari, tra i quali lei riconobbe Montague, stavano accasciati a terra ricoperti di bolle e peli viola. Gli altri amici li scuotevano e cercavano di farli stare in piedi. Superarono lo scompartimento, ridendo a crepapelle; Katie vide Fred, George e Lee su una carrozza già in movimento per Hogwarts: George si voltò un attimo prima di superare una curva, si accorse di lei e le sorrise con una strizzatina d'occhi.
Katie rispose al suo saluto, ma il ragazzo era già scomparso dalla vista.


La lezione di Pozioni del martedì mattina fu stancante e strana.
Dato che il professor Piton ammetteva solo studenti che avessero ottenuto una 'E', erano davvero in pochi nelle tetre segrete. A parte lei e Leanne, c'erano due Corvonero, un Tassorosso e un Serpeverde. E nessuno di loro osava fiatare. Piton li fulminò con lo sguardo, tranne il ragazzo Serpeverde, come se provasse disprezzo verso ognuno di loro dubitando, evidentemente, che fossero abbastanza qualificati per stare lì dentro.
Per comprovare la loro abilità decise di sottoporli ad una prova: la preparazione dell'Amortentia. Una pozione difficilissima e avanzata. Chi non fosse riuscito a prepararla in maniera corretta avrebbe lasciato il corso, li minacciò Piton con un ghigno, pregustando la loro sconfitta.

Katie sudò freddo, mentre scorreva gli occhi sulle difficili istruzioni della pozione; Leanne al tavolo alla sua sinistra le sorrise un po' rigida, lasciandole l'impressione che anche lei fosse preoccupata. Respirando a fondo e lasciando che gli insegnamenti di Fred e George le infondessero fiducia, iniziò a tagliare gli ingredienti. Il crepitio del fuoco sotto i calderoni e il suono delle lame che affettavano febbrilmente riempivano l'aria, altrimenti silenziosa.

Due lunghissime ore dopo, Piton ordinò loro di allontanarsi di un passo dal proprio calderone; li squadrava torvo da dietro la scrivania, forse timoroso di inalare il fumo delle loro pozioni d'amore.
Katie, asciugandosi una goccia di sudore, si guardò intorno: gli altri studenti erano altrettanto tesi e sudati, la preparazione della pozione aveva prosciugato ogni loro energia e concentrazione e adesso attendevano con ansia l'esito. Leanne le sorrise debolmente, ma molto più rilassata di prima.

Se la vostra pozione al momento non sta producendo del vapore che sale verso l'alto in spirali, iniziate a sgombrare la postazione” ringhiò l'arcigno professore.
Guardò verso il suo calderone, preoccupata. La pozione ribolliva di una luminescenza perlacea e del denso fumo saliva in grandi spirali; respirò di nuovo in maniera normale.

Imbottigliatene un po' e scriveteci sopra il vostro nome. Sapremo la prossima lezione chi verrà buttato fuori e chi resterà. Per giovedì voglio cinquanta centimetri di pergamena sugli effetti dell'Amortentia, controindicazioni e sulla maniera per riconoscerla all'istante: colore, odore e sensazioni” ordinò Piton, congedandoli.

Dopo aver lasciato i sotterranei le due amiche si diressero verso la sala Grande, affamate.
Che tipo di profumi hai sentito con l'Amortentia?” domandò curiosa a Leanne. L'amica, col pensiero del pranzo in testa, sembrò recepire in differita la domanda. La vide concentrarsi un po' sul ricordo di poco prima.
Son certa di aver sentito odore di libri nuovi, lavanda e...cocco” mormorò Leanne un po' in imbarazzo.
Cocco?” chiese perplessa.
E' l'odore del bagnoschiuma di Sam” rivelò con un sussurro.
OOoooooOOH” cantilenò allusiva Katie.

L'amica divenne completamente rossa.
Loveanne maliziosa!” continuò a punzecchiarla divertita, con un sorrisetto.
Tu sei maliziosa!” sbottò Leanne, imbarazzata da morire. “Sentiamo, tu che cosa hai sentito?” Varcarono la porta della Sala Grande e i deliziosi profumi delle vivande la distrassero un attimo. Sentiva odore di patate al bacon nell'aria.

Allora? Dimmi, sono curiosa” incalzò la giovane, sedendosi con lei al tavolo dei Grifondoro.
Se la mia pozione era corretta, io ho sentito odore di lucido per manico di scopa” iniziò ad elencare, mentre Leanne scuoteva la testa incredula, “torta di mele e....”
Concentrò la sua mente, cercando di ricordare il terzo odore che aveva percepito; era speziato o pungente, ma non era rimasto impresso a lungo nella sua mente. Si accorse dello sguardo d'attesa di Leanne.

Non riesco a decifrare il terzo!” si scusò, versandosi patate e pollo nel piatto. Mentre iniziava ad attaccare il suo pranzo, un soffio di quel profumo la investì. Chiuse gli occhi un attimo, respirandolo appieno, sentendo la mente leggera e felice.
Pino” esclamò piantando gli occhi in quelli di Leanne. L'amica rischiò di strozzarsi con le verdure che aveva appena ingoiato, per la sorpresa.
Il terzo odore: Pino!” annunciò trionfante alla giovane che beveva, cercando di liberare la trachea. Battendole appena sulla schiena, Katie ragionò su: chi era passato, dietro lei, che aveva quel profumo? Si guardò attorno, ma i tavoli erano pieni e nessuno si stava per sedere. Chiunque fosse, sedeva al tavolo di Grifondoro o Corvonero...ma poi che importava? Lei non era interessata a nessuno, quel profumo non era certo riconducibile a qualcuno, proprio così.



Venerdì pomeriggio, Katie passò le due ore più lunghe della sua vita china su quello stupido libro, in silenzio. Buttava di tanto in tanto una frettolosa occhiata di pena a Leanne, che le rispondeva con uno sguardo afflitto. La vecchia megera in cardigan rosa, la Umbridge, nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, sorrideva leziosa dalla scrivania, intenta a squadrarli con attenzione. Non potevano nemmeno provare ad alzare la testa dal libro o la professoressa si sarebbe precipitata al fianco del malcapitato a chiedere spiegazioni. Alla fine delle ore si allontanò veloce, cercando di mettere più metri possibili tra lei e la classe. La lezione non era finita nemmeno da un minuto e lei si era precipitata fuori, cercando di materializzarsi lontano da lì.

Io non riesco a crederci! Cosa...come dovrebbe essere classificata questa 'lezione'? Come osano anche solo chiamarla lezione?” sibilò furiosa a Leanne. L'amica non apriva bocca, ma annuiva convinta.
Cosa impareremo quest'anno? Come supereremo gli esami?” chiese ancora, afflitta. Leanne non sapeva che dire, era troppo arrabbiata.
Percorsero la strada fino alla sala comune in silenzio, afflitte e tristi.

Due ore più tardi, Katie si recò al campo di Quidditch, per il provino per il nuovo portiere.
Entrò in campo con la scopa in spalla, eccitata all'idea di poter nuovamente giocare, anche se una pioggerellina sottile cadeva giù. Trovò Angelina, Alicia, Fred e George già in tenuta da allenamento, allineati di fronte ai sette aspiranti portieri; Katie si accorse del ciuffo rosso di uno di loro.

Non è Ron?” chiese insinuandosi tra i due gemelli, indicando il giovane allampanato che in quel momento stringeva la scopa convulsamente e aveva un colorito verdognolo.
No, ti sbagli!” sbottò Fred negando con forza.
Quello non è Ron e di sicuro non è nostro fratello” continuò George.

Katie tirò loro due buffetti di rimprovero sulle spalle. Inforcò la scopa e si lanciò in aria per riscaldarsi un po'.
Le gocce fresche sul viso sciolsero la tensione della prima settimana di scuola; salì ancora più in alto, poi puntò la scopa in basso in una picchiata vertiginosa. Si sentiva viva, leggera, libera. Si accorse che anche Fred e George erano decollati quando provarono a superarla; i tre si lanciarono in una gara di velocità e volteggi finché un fischio non li richiamò all'ordine. Fece appena in tempo a sterzare prima di sbattere contro Fred, che si era fermato a mezz'aria.

Voi tre, lassù! Avete finito di giocare?” sbraitò Angelina dal basso.

La squadra ricevette istruzioni precise: Alicia, Katie e Angelina dovevano passarsi la Pluffa in volo avvicinandosi alla porta e dovevano cercare di segnare. George e Fred avrebbero liberato un Bolide e volato intorno alle Cacciatrici e gli anelli come elemento di disturbo.
I primi due ragazzi che esaminarono erano entrambi del secondo anno e non riuscirono nemmeno a stare decentemente sulla scopa; il primo si sbilanciò e sbatté il naso contro il manico, sanguinando; il secondo riuscì a parare un tiro con la faccia, dato che si era ribaltato a testa in giù, per sbaglio. Katie gli infilò due Pluffe di seguito senza nemmeno sforzarsi.
La terza, Vicky Frobisher, volò benissimo nel giro di prova e parò con destrezza molti dei loro tiri. Angelina era molto contenta, poi però parlarono un po' tra loro e il capitano non sembrò più molto soddisfatta.
Il quarto, sapeva solo che il cognome fosse Bragge, volò abbastanza bene, ma non riuscì a parare nemmeno una volta, nemmeno coi tiri più facili.

Il quinto era Ron, che aveva guardato i provini fino a quel momento col volto cinereo: montò sulla scopa teso e si slanciò un po' troppo forte, andando qualche metro più su degli anelli. Katie sentì Fred e George mugugnare forte. Alicia le passò la palla, lei scansò un Bolide poi la rilanciò ad Alicia che tirò. Ron, un po' rigido sulla scopa, si allungò un poco, ma la Pluffa entrò. Lo vide arrossire e diventare ancora più teso. George, che sfrecciava qualche metro sopra di lei, imprecò. Al secondo tiro, Ron schivò in maniera perfetta il Bolide che uno dei suoi fratelli gli tirò contro, ma si distrasse e la Pluffa entrò di nuovo.
Forza! Concentrazione!” urlò Angelina.
Quando riuscì a parare il terzo, Katie lo vide sollevato e più carico. Riuscì a parare altri due tiri, ma sbagliò l'ultimo che la ragazza gli tirò. Lo vide scendere giù negli spalti insieme agli altri, demoralizzato e nervoso.

Geoffrey Hooper, del quarto anno, volò davvero bene. Poi però cominciò a lamentarsi dei tiri di Alicia e di Katie, dicendo che erano troppo forti e improvvisi. Si lagnò del volo dei gemelli che lo distraeva ed ebbe da ridire perfino sulle gocce di pioggia, che gli davano fastidio.
Katie vide Angelina passarsi le mani tra le treccine, furiosa.
L'ultimo ragazzo, Michael Dearborn, non fu niente di eccezionale. Volò discretamente e parò un paio di tiri.

Scesero tutti giù, incontro ai sette che aspettavano tesi.

Vi ringrazio tutti in anticipo per aver sostenuto i provini, e a quelli che non ce l'hanno fatta voglio dire comunque che hanno fatto un buon lavoro” cominciò Angelina seria. Katie vide Ron guardare verso i suoi piedi scoraggiato, quasi sentisse di essere uno degli esclusi.
Il nostro nuovo portiere è Ron Weasley!” annunciò il capitano tutto d'un fiato, quasi volesse togliersi il pensiero in fretta. Il ragazzo, al sentire il suo nome, tirò su la faccia incredula, con le orecchie in fiamme. Continuava a spostare lo sguardo su ognuno di loro come se stesse cercando di capire se fosse uno scherzo, poi sorrise da orecchio a orecchio. Gli altri andarono via un po' delusi.
Domani alle due, allenamento con tutta la squadra!” ordinò Angelina mentre rompevano la fila.

Adesso avete vostro fratello in squadra. Impressioni?” chiese Katie ai gemelli mentre si incamminavano verso il castello.
E' un caso di omonimia!Quello non è nostro fratello!” insisté Fred, tetro.
Già! Non dirlo in giro, Katie! Potrebbero crederti!” mugugnò George, serio.
Su! Andiamo a festeggiare in sala comune, musoni!” strillò lei colpendoli sul fondo schiena con la scopa. George la inseguì arrabbiato fino al portone, sotto la pioggia battente.


Il giorno dopo, durante l'allenamento, Katie prese la pallonata più forte che avesse mai ricevuto in vita sua, dritta sul naso. Sentì un cupo scricchiolio in mezzo alla faccia, centinaia di punti gialli corsero verso lei e poi il sangue caldo colò giù. Vide Ron volare verso di lei per scusarsi, interrotto da Angelina, arrabbiata. Gli schiamazzi dei Serpeverde, giù dagli spalti, le giunsero ovattati, stordita com'era dal colpo. Fred e George erano accorsi verso di lei. Fred si frugò in tasca, poi le diede una caramella piccola e viola.
Ecco, prendi questo, sistemerà tutto in un attimo” le disse facendole un occhiolino.
Katie si ricordò di colpo delle caramelle che aveva provato per loro l'anno prima; sorrise ingoiando la caramella, dolce e gommosa.

Iniziarono l'allenamento vero e proprio, Katie scartava il Bolide, i compagni di squadra, passava e tirava, come sempre. Di tanto in tanto però si sentiva intontita e scuoteva la testa come se stesse cercando di far uscire l'acqua dalle orecchie. Si accorse di un liquido caldo sulla bocca e si passò la manica, che si riempì all'istante di sangue.
Perché invece di fermarsi sembrava sanguinare più forte? Continuò a volare ancora per un po', stordita, finché il fischio di Angelina li interruppe. La sentì sgridare Ron, poi si voltò a gridarle qualcosa per il suo naso.

Sta peggiorando!” esclamò lei confusa, cercando di tamponare i fiotti di sangue.
Ripresero a volare e iniziò a sentirsi davvero male. Si accorse d'un tratto che i suoni andavano e venivano, come se stesse ascoltando da una radio rotta e che la vista le si stava annebbiando. Continuò a scuotere la testa cercando di schiarirsi le idee.
Cominciò a respirare velocemente, in preda all'ansia mentre sentiva i sensi deboli, il sangue che sgorgava ininterrotto dal suo naso, le mani strette al manico che perdevano la presa. Non si accorse nemmeno del fischio di Angelina. Sentiva solo che la scopa stava perdendo lentamente quota, la testa leggera e ovattata.

Sentì due braccia robuste afferrarla e passare sotto le sue. Le voci di Angelina e di Fred le arrivarono fioche.
Deve andare in infermeria” sentì dire all'amica.
Ce la portiamo noi. Deve...ehm...aver mangiato per sbaglio una vescicola sanguinolenta...” sentì balbettare Fred.
-L'ho mangiata per sbaglio? Bugiardo di un Weasley!-

I due gemelli la sorressero in mezzo a loro, mentre volavano fino al limitare del campo. Abbandonate le scope la tennero sollevata, mentre correvano verso il castello, cercando di non sballottarla troppo. Katie sentiva il sangue continuare ad uscire, di tanto in tanto la bruma gialla che le offuscava la vista si diradava e vedeva stralci di paesaggio. Vide alcune facce di studenti nei prati che la guardavano inorriditi.
Fred continuava a parlarle.

Come ti senti, Katie? Cerca di parlare, dimmi che sei cosciente!” ansimò alla sua sinistra.
Penso che tu sia un idiota” mormorò lei piano.
Fred rise sollevato.

Siamo quasi arrivati! Resisti!” disse il giovane cercando di darle fiducia.

La sua testa era vuota e piena allo stesso tempo, sentiva di non pensare più a nulla, ma era satura di un fastidioso ronzio. George non parlò affatto lungo il tragitto. Arrivati alle scale i due ragazzi si fermarono. Sarebbe stato complesso portarla sospesa in mezzo a loro, su per le scale. Avrebbero sbandato di qua e di là come un granchio bizzarro e impazzito, dando fastidio a Katie.

Possiamo farle l'incantesimo di librazione” suggerì Fred, prendendo la bacchetta.
Sì, quello con cui abbiamo rovesciato il calderone e con cui abbiamo buttato giù Ginny dalle scale?” replicò George.
Prendila in braccio Fred e portala su” sentì ordinare al fratello. Katie si staccò con forza dai due, cercando di fare in gradini. Le ginocchia le traballavano.
Smettila, Katie! Lo sappiamo che sei forte! Fatti portare su!” gridò George con voce furiosa.

Non voleva. Aveva capito il gioco dell'amico: avrebbe fatto in modo che Fred la portasse come una principessa e poi rimanesse al suo capezzale, pieno di rimorso e commosso.
-Beh, non reciterò in questa favola, George Weasley!-
Scansò barcollante un secondo tentativo di Fred di prenderla, poi le sue ginocchia cedettero e sbatterono contro le scale. Non sentì nemmeno il dolore, tutto divenne bianco accecante, mentre il suo corpo si accasciava senza volontà.
Sentì un ringhio in lontananza e due braccia afferrala, decise. Sbatté la testa contro un torace e percepì intensamente l'odore di pino; poi, cullata dal dondolio e dal battito di un cuore impazzito, Katie non seppe dire se fosse svenuta o se si fosse addormentata.


Non avevano mai visto Madama Chips così allarmata, eppure avevano visitato l'infermeria parecchie volte. La severa donna li sbatté fuori dopo che ebbero adagiato Katie nel letto, mentre correva preoccupata a cercare delle pozioni.
Fred e George rimasero in silenzio a guardare la porta dell'infermeria, in attesa.

Venti minuti dopo Madama Chips li fece entrare, dicendo che Katie era fuori pericolo, ma ancora incosciente. Gli disse che se fossero arrivati un minuto dopo sarebbe stata spacciata, perciò domandò loro cosa fosse successo.
Un bolide in pieno viso” rispose Fred in fretta. George lo guardò in tralice e Madama Chips mise su una faccia poco convinta.
Deve rimanere qui un paio di giorni e prendere la pozione rimpolpasangue ogni due ore. Non trattenetevi troppo!” borbottò allontanandosi verso il suo ufficio.
I due rimasero a osservare Katie. Era ancora pallida e delle occhiaie verdognole contornavano i suoi occhi, ma il viso era più rilassato; Madama Chips le aveva aggiustato il naso e tolto il sangue, mentre la sua divisa insanguinata giaceva appoggiata sul bracciolo di una sedia.
Fred si sedette vicino al suo letto e le afferrò una mano gelata, preoccupato.


Katie aprì piano gli occhi, su un viso rosso e lentigginoso. Con un dolce sorriso. George? Il suo cuore accelerò, contento. Ma che ci faceva George nel suo dormitorio?
Ben svegliata, principessa!” mormorò Fred allegro.

Alzò appena la testa e si guardò intorno, lentamente. Si trovava in infermeria. Pian piano il ricordo dell'incidente riaffiorò alla memoria, il colpo, la caramella, il sangue,lo svenimento. Guardò Fred cercando di capire se fosse stato lui a portarla su. Quel cuore impazzito che aveva sentito mentre sveniva, era quello di Fred? Preoccupato per l'incidente che aveva creato? Si accorse anche di Angelina e Alicia, senza più la divisa, ai piedi del suo letto.
Come stai?” chiesero tutte e due in coro, preoccupate.
Bene! Un po' debole, ma sto bene” disse lei convinta.
Mi dispiace di non essermi accorta che stessi così male” si scusò Angelina contrita. “E' che questo compito di fare il capitano è molto difficile e devo...”
Angie” la interruppe Katie, con un sorriso, “è tutto a posto! Non ti devi scusare di nulla!”

Le due amiche, sollevate, rimasero a chiacchierare un po', soprattutto dell'idiozia di Ron e Fred, poi tornarono in sala comune promettendole di passare l'indomani. Katie si accorse dell'occhiata complice tra Fred e Angelina, mentre l'amica usciva.
Io...mi dispiace davvero, Katie. Non volevo farti del male” sussurrò piano Fred quando rimasero da soli. Katie si girò a guardarlo, scoprendo che era davvero dispiaciuto.
Ma di cosa stai parlando? Lo so anche io che è stato un'incidente. Non proveresti ad ammazzarmi di proposito, a meno che io non ti minacci di rivelare gli ingredienti di alcune tue invenzioni” scherzò lei. Fred sorrise sollevato.
Rimase per un po' a farle compagnia finché Madama Chips balzò fuori dal suo ufficio e lo cacciò fuori.

Che fine ha fatto George? Non era con noi?” chiese lei velocemente, mentre Fred veniva sbattuto di peso fuori, dato che aveva opposto resistenza.
Sì, ma si è arrabbiato con me per averti quasi uccisa. Prima mi ha strattonato di qua e di là in preda alla furia, poi se n'è andato via depresso quando mi son seduto al tuo capezzale e ti ho preso la mano” gridò, cercando di contrastare l'incantesimo di allontanamento di Madama Chips. La porta si richiuse dietro di lui.
Non è un tenerone?” chiese con un sorriso furbo, mettendo dentro la testa un secondo e sparendo prima che l'infermiera scagliasse un altro incantesimo. Katie sorrise imbarazzata.

Venne forzata a bere la densa e vischiosa pozione rimpolpasangue, che sapeva di ferro liquido, poi si adagiò sui cuscini mentre Madama Chips ritornava al suo ufficio.
George si era arrabbiato per il suo incidente. Ma allora, forse, era innamorato di lei? Perché il pensiero che potesse amarla le faceva battere il cuore così forte? Non aveva smesso da qualche mese di interessarsi a Fred? Si era forse innamorata di George?

-Sciocchezze! No, che non sono innamorata! Lui è il mio migliore amico.-
Ma poi pensò, lo sguardo che vagava dal lampadario alle tende bianche, non aveva atteso una sua risposta con ansia quell'estate? Non aveva tenuto la foto vicino al letto per guardare il minuscolo George sorriderle, di tanto in tanto? Non aveva ripensato spesso ai loro incontri al pozzo e ai loro discorsi, prima di dormire?
Si era innamorata davvero di lui! Portando le mani al viso tirò un gran sospiro.
Forse perché lui e Fred erano identici?

-No! Perché sono diversi!-
Il cuore di George l'aveva stregata. Aveva finito per innamorarsi dell'uomo del mistero al di la del pozzo, con le sue insicurezze, i suoi dubbi, la sua dolcezza.
Come era successo? Quando era successo? E come doveva comportarsi?
Innamorarsi del fratello gemello del ragazzo che le piaceva prima, che sapeva della sua ex cotta, e in più era il suo migliore amico.
-Oh, santo Godric, Katie! Perché la vita tranquilla non ti piace? Perché devi sempre complicarti le cose?-
Rimase sveglia per ore, a guardare il soffitto illuminato dai raggi di luna che entravano dalle finestre, pensierosa.

La porta cigolò piano, distraendola dai suoi pensieri; lo spicchio di luce che entrava da fuori illuminò il giovane Weasley, che si intrufolò furtivo. George si avvicinò piano al suo letto. Con un leggero batticuore chiuse gli occhi, facendo finta di dormire.

Lo so che sei sveglia, donna di ghiaccio! Nessuno riuscirebbe a dormire così. Ho visto delle scope meno rigide!” sbottò lui piano vicino al suo orecchio. Katie aprì gli occhi, presa in castagna. George era ancora in divisa, osservò nervosa mentre lui si sedeva al suo fianco.
Che cosa ci fai qui?” sibilò emozionata, ma cercando di suonare indignata.
Sono andato a fare un volo e ho perso la cognizione del tempo. Ma volevo lo stesso vederti” sussurrò lui calmo. A quelle parole Katie sentì il cuore accelerare vertiginosamente.
-Sta calmo, cuore! Non c'è molto sangue da pompare, vuoi che svenga di nuovo?-

Non dovevi disturbarti” mormorò, la voce soffocata.
Nessun disturbo. Fred si è scusato con te?” chiese lui, trattenendo la voce calma.
Sì, ma non ce n'era alcun bisogno. E' stato un incidente” rispose lei sincera. George rispose con un basso ringhio che assomigliava a: “tanto sapevo che l'avresti perdonato, l'idiota!”
Katie si sentì tesa. George, ovviamente, non sapeva che lei non era più innamorata di Fred e sembrava l'occasione giusta per dirglielo. Ma non trovava le parole giuste.

George la osservò, mentre lei lo fissava, assorta su come confessare i suoi sentimenti.
La tua scopa ce l'ho io, non preoccuparti. L'ho recuperata poco prima di andare a volare” rispose lui, a una domanda che a lei non era nemmeno saltata in mente.
Katie si sgonfiò, delusa.
D'un tratto si accorse di una macchia scura sulla maglia di lui e trattenne il respiro. Quella macchia sembrava proprio...

Sei stato tu a portarmi in braccio?” domandò vaga, il cuore che rimbalzava in attesa nella sua gola; ma George si era accorto dello sguardo. Guardò in giù e passò una mano sulla macchia di sangue, che si era rappresa all'altezza del suo cuore quando la testa di Katie si era appoggiata.
Sì, scusa, ma ho dovuto! Non dovresti ingaggiare una lotta quando sei a un passo dalla morte! E poi ti avrebbe portato Fred! Perché ti sei ribellata?” la ammonì  incredulo.

Katie non aveva sentito nulla dopo il sì. La sua immaginazione la trascinò lontano, facendole vedere George che la prendeva in braccio, la testa appoggiata sul suo petto; il battito del cuore di lui impazzito, il viso teso mentre correva per strapparla alla morte. E poi fronteggiava Fred per averla quasi uccisa, arrabbiato e preoccupato. Si premette le mani sul viso mentre tratteneva il respiro, il cuore in tumulto.

George si accorse della strana reazione di lei.
Stai bene?” chiese avvicinandosi e prendendole la mano, spaventato.
Sto bene!” trillò emozionata, tirandosi su di scatto per dimostrare la veridicità delle sue parole e per non stare troppo vicina a George. Sentì l'ormai familiare ronzio alle orecchie e si senti mancare e cadere in avanti. La mano di George fermò la sua caduta e la risospinse sui cuscini; la schiaffeggiò piano finché non tornò in sé.

Non strafare! Il tuo sangue deve rigenerarsi! Sei debole” strillò chino su di lei, per non farsi sentire da Madama Chips. Sentì le guance diventare calde sotto le mani di lui.
Era vicino, tanto vicino. Il suo profumo le riempì le narici. Era suo l'odore di pino che sentiva con l'Amortentia.
Per quanto rimasero a guardarsi negli occhi? Katie non ne era certa, ma le sembrò troppo e poco allo stesso tempo. George si riscosse e le pizzicò il naso.

Vado via, adesso. Cerca di non stancarti” consigliò teso, alzandosi.
Lo vide aprire piano la porta, si girò solo un attimo per lanciarle un ultimo sguardo, poi lo vide sorridere e scomparire oltre.
Il battito del suo cuore non la fece dormire molto quella notte e nemmeno la testa, a dire il vero: le faceva vedere solo George, con ogni espressione, con ogni sorriso in cui si era persa.

Note:

Eccoci nel quinto libro, il sesto anno di Katie.

Volevo dividere il capitolo in due, perché mi pare davvero lunghissimo. Rischio di imbottirvi di troppe informazioni tutte assieme. Ma proprio non ci son riuscita.

Credo che tutte queste cose debbano rimanere concatenate.

A tutti quelli che stanno seguendo la storia: grazie.

Ogni commento è ben accetto, vorrei proprio sapere cosa ne pensate finora.

A presto!

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Capitolo 10
*** Inseguimento a Hogsmeade ***


Hai un aspetto terribile! Com'è possibile che tu stia peggio di ieri?” sbottò incredulo George, appena arrivato. Le occhiaie di Katie erano violacee con venature verdognole, la sua faccia persino più pallida del giorno prima.
La notte insonne non aveva giovato alla sua salute. Fred lo guardò di sottecchi.

Ed esattamente quand'è che l'avresti vista tu, ieri? Io son stato l'ultimo a lasciare l' infermeria” lo pungolò scambiando un'occhiatina con Leanne. La ragazza si aprì in un sorriso poi sembrò ripensarci e saltò su arrabbiata.
Tu!” urlò seria puntando la bacchetta contro Fred, che si ritrasse, incredulo. “Me l'hai quasi ammazzata! E' meglio che ti controlli le spalle, perché ti tengo d'occhio!” Scintille blu scuro sprizzarono dalla punta della bacchetta.
Continuò a sgridarlo per mezz'ora, dopo di che arrivò Madama Chips che li buttò fuori senza molte cerimonie.

L'amica si era precipitata in infermeria quella mattina, dopo colazione. Col volto teso, e pallido come il suo, le aveva raccontato di aver saputo dell'incidente solo la sera prima all'ora di cena quando, accortasi che non c'era, aveva sentito Angelina raccontare alle sue amiche dell'incidente. Ma dato che l'orario di visite era passato, era rimasta a rigirarsi nel letto aspettando l'ora per andare a trovarla. L'aveva riempita di abbracci, le aveva proibito di alzarsi e aveva inveito contro l'idiozia di Fred, finché lui e il fratello non erano apparsi in infermeria per trovarla, poco prima di pranzo.

Rimasta sola a bere la sua disgustosa pozione, Katie riuscì a respirare normalmente. L'arrivo di George l'aveva gettata nuovamente in confusione, come se la notte insonne non l'avesse già fiaccata abbastanza.
Era contenta che George non sapesse leggere la mente perché non aveva fatto altro che pensare a lui, fissandolo come un'ebete, bevendosi ogni parola e ogni risata che usciva dalla sua bocca come se fosse un nettare della felicità.
Santa Pluffa! Era rincretinita! Completamente! Si afferrò la testa e la scosse con forza cercando di tornare in sé. La stanza vorticò davanti ai suoi occhi.

-Questa non sei tu, Katie Bell! Questa stucchevole dolcezza da dove viene fuori? Non sei mai stata una ragazza rose, fiori e cuori!-
Perché adesso si comportava come una ragazzina idiota in preda all'amore e agli ormoni?
-Perché sei una ragazzina idiota in preda all'amore e agli ormoni, Katie!-

D'un tratto si accorse di Madama Chips che la fissava incredula dalla porta del suo ufficio.
Se hai finito di sbatacchiarti la testa, Bell, ti consiglio di riposare. So che non hai dormito stanotte!” la rimproverò severa con sguardo inflessibile.
Katie si tirò le coperte sul viso paonazzo e provò a dormire.

Madama Chips la fece uscire dall'infermeria solo il lunedì mattina, ma le diede altri due giorni di pozione rimpolpasangue e le raccomandò di non allenarsi per lo stesso periodo di tempo. E di smettere di sbatacchiarsi la testa.


Il tempo passò veloce, come se fosse volato via su una Firebolt.
Un mese, otto allenamenti e sedici ore di lezione con la Umbridge dopo, Katie era distrutta.

Stare dietro alla mole di compiti era stato abbastanza duro, soprattutto a causa degli incantesimi non verbali, ma grazie all'aiuto di Leanne unito ad un po' di organizzazione, era riuscita a non rimanere indietro.
Le ore con la Umbridge, invece, non avevano soluzione: erano inutili, tediose e silenziose. Katie dovette resistere più di una volta all'impulso di affatturare quel sorriso molle che li squadrava dall'alto della cattedra. Non ricordava di aver mai odiato nessuno in vita sua, ma sentiva di poter odiare la bassa megera in rosa.
E non era l'unica a pensarla in quel modo: in sala comune, uno dei luoghi più sicuri dove inveirle contro, i più lanciavano improperi e parolacce contro le sue lezioni e consigliavano posti alternativi su dove potesse infilare la sua 'sicurezza'.

Ma nulla l'aveva fiaccata e allarmata più degli allenamenti di Quidditch. Volare con George intorno si era rivelato difficile e pericoloso.
Cercava di resistere, ma non riusciva a non guardarlo. I suoi occhi saettavano senza controllo su di lui, sul suo sorriso furbo, i suoi occhi giocosi o su quella lieve increspatura del sopracciglio che faceva quando era teso.
Le sue continue distrazioni avevano influito sul suo volo e avevano rischiato di farla finire ripetutamente in infermeria, in seguito a collisioni o scontri con i bolidi. Ringraziava mentalmente Ron alla fine di ogni allenamento: dato che era lui di solito a creare più danni e a prendere più rimproveri, gli altri non si accorgevano del basso rendimento di Katie.

Si era soffermata a pensare che non era mai successo quando aveva avuto una cotta per Fred. Quello che provava per George era più intenso e allo stesso tempo nuovo.
Più ci pensava, meno sapeva come comportarsi; il fatto che fossero amici complicava di molto le cose. Che sarebbe successo se lei si fosse dichiarata e lui l'avesse rifiutata? La loro amicizia sarebbe rimasta la stessa o si sarebbero allontanati? Katie non voleva perdere il suo meraviglioso rapporto con George. Alcune sere si incontravano in sala comune, quando gli altri erano ormai andati a dormire e parlavano tra loro, come avevano fatto al pozzo l'anno prima, vicini e complici. Adorava quelle sere, le sembrava che al mondo non ci fossero che loro due. I suoi dubbi e le sue speranze andavano e venivano a seconda dell'umore e degli incontri.

E ancora una cosa era successa quel mese: una sera Hermione aveva chiamato lei, Angelina e Alicia e aveva chiesto loro che cosa ne pensassero delle lezioni della Umbridge. Quando le tre ebbero espresso il loro disgusto per la vecchia rospa, Hermione aveva dato un appuntamento per il primo fine settimana a Hogsmeade, promettendo loro delle piacevoli novità.


L'appuntamento a cui Katie partecipò, a metà Ottobre, era più una riunione che un incontro intimo come si era aspettata. Oltre a lei altre 24 persone si erano presentate quella mattina al pub Testa di Porco, davanti allo sguardo incredulo di Harry, affiancato da Hermione e Ron.
Era scesa al villaggio con Leanne, ma poi l'amica le aveva evitato di trovare una scusa, dicendole che aveva un appuntamento con Samuel ai Tre Manici di Scopa. Lei si era quindi accodata a Angelina e Alicia ed erano state poi raggiunte da Fred, Lee e -Katie era euforica- George, pieni di mercanzia di Zonko.
Durante l'incontro Hermione aveva proposto un gruppo segreto di Difesa Contro le Arti Oscure con Harry come insegnante. Dopo che la pergamena firmata da tutti scomparve all'interno della borsa di Hermione, il gruppo si sciolse e ognuno prese una direzione diversa.

Katie era rimasta da sola.

Non sapeva perché, ma aveva visto confabulare Angelina e Alicia emozionate, come se stessero parlando di un qualche segreto e non se l'era sentita di unirsi a loro. Vagò per Hogsmeade illuminata dal pigro sole che non scaldava, guardando le vetrine con aria distratta. Entrò da Mielandia e comprò un sacchetto di api frizzole, caramelle tutti i gusti+1 e una tavoletta di cioccolato all'arancia. Mangiando le caramelle continuò il suo errare per le stradine.

Davanti alla porta dei Tre Manici di Scopa si fermò, indecisa se entrare o meno. Non le andava di sedersi da sola a sorseggiare Burrobirra e di certo non voleva che Leanne si sentisse obbligata a invitarla a stare al tavolo con lei e Samuel. Decisa, voltò le spalle al locale e sbatté contro George che la prese sottobraccio. Sembrava contento di vederla; lei si massaggiò il naso ammaccato dalla botta contro il torace di lui.
Katie! Cosa fai tutta sola? Vieni a bere una Burrobirra con noi!” esclamò trascinandola dentro.
Lui e Fred avevano ancora più buste che durante l'incontro alla Testa di porco. Ignorando le proteste di Katie, rossa quasi quanto i capelli di lui, George la fece sedere al tavolo con loro e ordinò tre Burrobirre. Leanne, che aveva assistito perplessa al suo ingresso forzato, la salutò con la mano insieme a Sam. I gemelli si accorsero dello scambio di saluti.

Allora è questo il motivo per cui vai in giro da sola!” commentò Fred bevendo un sorso, guardando Leanne e Sam parlottare complici tra loro.
Ehm... sì, stanno insieme da questa estate e non si vedono molto, perciò approfittano delle uscite a Hogsmeade” rivelò lei.
Chi l'avrebbe detto. Non credevo che Leanne fosse una ragazza interessata all'amore. E' sempre stata un po' cinica, come me” continuò Fred.
La sua è una maschera. E' una ragazza dolcissima, con un grande cuore”.
E tu? Hai qualcuno che ti piace dietro quella maschera da dura?” chiese allusivo Fred.

La guardava con l'aria di saperla lunga.
Katie tossì, sputando un po' di Burrobirra. Guardò i gemelli di fronte a lei, con la stessa identica espressione di attesa. George la incoraggiava a farsi avanti con Fred e Fred a farsi avanti con George.
-Quand'è' che mi sono messa in questa situazione? E come?- Tirò un gran sospiro, passando lo sguardo da uno all'altro.


Sì, c'è un ragazzo che mi interessa! E non ho nessuna maschera da dura!” ribatté lei tranquilla.
George le sorrise incoraggiante.
-Sto parlando di te, idiota!-

Ma sì che ce l'hai! Quell'atteggiamento un po' sostenuto, del tipo: io non mostro i miei sentimenti in pubblico e mi comporto goffamente e da maschiaccio.”

Era vero che non faceva la civetta e che le piaceva volare e parlare di Quidditch ma non credeva di avere l'aria da dura o scostante! Lo pensava anche George?
Sì, beh, non sono un oca o una ragazza interessata a parlare solo di ragazzi. Mi piace il Quidditch e sono un po' sportiva. Ed è vero che sono goffa. Ma un cuore ce l'ho anche io.”
E noi conosciamo chi ti ha rapito il cuore?” incalzò ancora Fred, che evidentemente si stava divertendo a metterla in difficoltà. George trattenne il respiro.

-Sei subdolo e cattivo, Fred!-
Sì, lo conoscete. Ma non dirò nulla di più!” lo interruppe, visto che lui aveva già aperto bocca per farle altre domande. Fred sembrava intenzionato a continuare, ma uno sguardo omicida di Katie gli fece cambiare idea.
A proposito di relazioni, io vi lascio, ragazzi. Ho un appuntamento. Lee è scomparso con una ragazza, perciò tienigli compagnia tu, Katie” fece George, prendendo parola per la prima volta da quando erano entrati al bar. Ebbe persino la faccia tosta di far loro un occhiolino.

Katie pensò tremante di aver capito male. Le sembrava che George avesse detto di avere un appuntamento. UN APPUNTAMENTO. Con una ragazza? Con chi si vedeva? E perché era così contento?
Lo guardò incredula e ferita lasciare il pub con un gran sorriso. George era innamorato di un'altra ragazza! E non le aveva detto nulla! Sentì una certa ansia salirle bruciante dallo stomaco.

Fred continuava a sorseggiare la Burrobirra, osservandola assorto.
Ti interessa sapere con chi esce George?” la punzecchiò dopo un po'.
Con chi esce?” saltò su lei incapace di trattenersi.
Fred sorrise sornione.

Lo sapevo. A te piace George! Troppo semplice da capire” gongolò lui. Katie voleva alzarsi e innaffiare con la sua Burrobirra quel sorriso soddisfatto.
Con chi esce?” continuò, ignorando i suoi commenti.
Non lo so. Non me l'ha detto. E io son troppo gentiluomo per chiederlo” replicò Fred. Katie gli buttò addosso uno sguardo incredulo.
Ma possiamo scoprirlo” aggiunse con un ghigno divertito.

A Katie non piaceva quello che stavano facendo. Dopo aver pagato, Fred l'aveva trascinata fuori dal pub e convinta a dare un'occhiata 'innocente' all'appuntamento di George. Ossia spiarlo.
Letteralmente portata di peso, avevano vagato per Hogsmeade cercando traccia del gemello. Fred si divertiva, Katie molto meno. Temeva sempre di veder apparire George sottobraccio ad una ragazza, mentre le rivolgeva parole dolci o sorrisi o peggio, mentre si baciavano. Il suo cuore sprofondò sotto i suoi piedi, oltre il suo corpo fisico, più giù del centro della terra, al solo pensiero.

Lui la strattonò attirando l'attenzione. “Eccolo! E' con...”
Alicia?” continuò lei incredula. Svoltato l'angolo videro subito il giovane svettare tra gli altri studenti in giro grazie alla capigliatura rosso fuoco e al fisico prestante. Al suo fianco la dolce Alicia gli sorrideva divertita.
Ma lei non è innamorata di...”
Aspetta guarda! C'è anche Angelina!” la interruppe Fred con voce allarmata. All'altro lato di George c'era infatti il nuovissimo capitano, anche lei sorridente e impegnata nella discussione.
Ma allora non è un appuntamento! A meno che non sia un appuntamento a tre e in questo caso vado a prendere a pugni mio fratello!” sbottò Fred a voce alta.

Parecchi studenti, già insospettiti dal loro atteggiamento ambiguo, si voltarono a fissarli.
Abbassa la voce!” lo rimproverò lei tirandolo dietro il muro.
Continuarono a seguirli lungo le strade. Quando i tre si fermavano a guardare le vetrine, si tenevano vicini abbastanza per poterli seguire senza però essere visti. Se qualcuno un anno prima le avesse detto che un giorno avrebbe giocato all'investigatrice insieme a Fred per le strade di Hogsmeade, lei di certo l'avrebbe fatto internare al San Mungo.
E invece eccola lì, sottobraccio al ragazzo per cui aveva avuto una cotta, a scambiarsi bisbigli mentre seguivano George, Alicia e Angelina. Si piegavano dietro muri, si infilavano in pertugi e cercavano di mimetizzarsi con l'ambiente.
Dopo essere usciti dalla filiale di Accessori da Quidditch di qualità, Alicia si staccò dal resto del gruppo e si avviò verso il castello, lasciando George e Angelina da soli.

L'atmosfera tra Katie e Fred divenne tesa.
George e Angelina passeggiarono un po', vicini, complici, con un aria molto intima tra loro. Poi si sedettero su una panchina. La ragazza sembrava un po' imbarazzata.
Katie sentì l'amico ringhiare qualcosa.

Ehm...Fred. Tu e Angie, non state insieme?” chiese cauta, vista la situazione. Lui continuava a tenere lo sguardo sui due, concentrato.
Non esattamente. Io non sono...pronto ad avere una ragazza. Non posso dedicare tutto il mio tempo a lei, vivendo ogni secondo in modalità due cuori una capanna! Ho delle ambizioni, lo sai” rivelò lui teso.Noi due ci piacciamo e ci frequentiamo, ci vediamo, sai...insomma non devo spiegarti tutto. E' come una relazione ma non è costrittiva.”

E allora perché Angelina era lì a guardare il suo George?
Lei non può averlo scambiato per te, vero?” chiese speranzosa Katie.
-Sì, è tutto un equivoco! L'ha scambiato per Fred!-

No! Voglio dire, spero proprio di no. Penso che debba almeno distinguermi da mio fratello. E se pensasse di stare con me a quest'ora sarebbero molto più intimi, credimi.”
Quella era una cosa che sperava non accadesse. Che Angelina si fosse stufata di aspettare che Fred maturasse e le dedicasse più attenzioni e avesse deciso di interessarsi a George? Che avesse deciso di preferire il sensibile allo sbruffone? O forse gli stava solo chiedendo consigli sul fratello.
-Questo è quello che speri tu, Katie.-

Rimasero lì, pieni di dubbi e domande, a guardare le persone amate confabulare contente tra loro. Katie vide George d'un tratto diventare teso e prendere a gesticolare forte, poi Angelina sorridere dolce mentre gli posava una mano sul braccio.
Non seppe dire se fosse stata lei a trattenere Fred o lui a trattenere lei, ma entrambi ebbero l'impulso violento di interrompere l'appuntamento affatturando George e Angelina. Quando il sole era quasi tramontato del tutto i due sospetti piccioncini si diressero al castello, seguiti a distanza dai due spioni di malumore. Katie era depressa. L'anno prima aveva rinunciato a Fred senza lottare per Angelina, avrebbe dovuto rinunciare anche a George in favore dell'amica?

Che cosa faresti se fosse vero? Se davvero loro due si frequentassero?” chiese Fred con la voce roca dando vita al suo pensiero. Stavano varcando il portone del castello.
Non rinuncio a George. Non senza lottare” rispose fiera, più a se stessa che a Fred. Quello che provava per George non poteva nemmeno dirsi cotta, era proprio...amore. Non avrebbe lasciato che qualcosa si mettesse tra lei e il ragazzo che amava.
Fred le sorrise compiaciuto.

Così mi piaci!”


Ritornati in sala comune avevano trovato George ad attenderli.
Siete rimasti tutto il giorno assieme? Com'è andata la vostra giornata?” chiese con un sorriso un po' teso. Fred le passò il braccio intorno alle spalle.
Benissimo! Ci siamo divertiti tantissimo, vero Katie?” sorrise Fred, guardandola.
Oh sì! Proprio una giornata emozionante” rispose lei, mettendosi su una faccia entusiasta.
Avrebbero fatto credere di non averli visti, ma li avrebbero tenuti d'occhio. Quando si separarono per andare nei rispettivi dormitori si scambiarono una strizzatina d'occhi, complici.
La domenica non successe nulla, lei e Fred tennero d'occhio George e Angelina, ma i due sembravano essere tornati amici come sempre. Fred voleva andare a chiedere direttamente spiegazioni a George per quello che avevano visto, ma Katie non si era detta d'accordo.

Così capirà che l'abbiamo seguito!” protestò lei il lunedì pomeriggio a bassa voce. Si erano incontrati in biblioteca e Madama Pince li teneva d'occhio. Soprattutto a causa di Fred, che era solito creare scompiglio lì dentro.
Chissenefrega!” sbottò lui tutto d'un fiato. “E' mio fratello ed era ad un appuntamento con la mia ragazza. Quasi ragazza.”
Madama Pince li fulminò con lo sguardo.

E se ti dicesse di punto in bianco che si amano? Cosa faresti?”
Lo prendo a pugni finché non mi assomiglierà più!”

Katie scosse la testa, rassegnata. Capiva come si sentisse Fred. Aveva dormito sì e no due ore nelle ultime tre notti, rimuginando su quell'incontro, sul palpabile imbarazzo che in due occasioni si era creato tra George e Angelina. Di cosa avevano parlato?
Era lei stessa molto tesa e nervosa e dato che sapeva dell'impulsività di Fred, cercò di riportarlo alla calma.

Non traiamo conclusioni affrettate. Controlliamoli ancora un giorno! Se non veniamo a capo di niente allora li affronteremo!” disse lei decisa. Notò lo sguardo omicida di Fred.
Io George e tu Angelina. Così non c'è il rischio che lo ammazzi” aggiunse per precauzione.

Il giorno dopo, a causa di una forte pioggia, gli studenti avevano trovato riparo in un'aula vuota. Katie, seduta accanto a Leanne, teneva d'occhio George, che parlottava allegro con Lee e Fred. Quest'ultimo la cercò con lo sguardo e tirò su con le spalle. Angelina era sparita dieci minuti prima, dopo aver dato l'annuncio a Harry che la squadra di Quidditch era riformata e alle sette c'era l'allenamento. Niente, non avevano scoperto nulla. Katie gli fece dei segni con le mani.
Stasera. Dopo l'allenamento. Confronto finale”
Fred fece ok col pollice.

Katie distratta dal suo messaggiare in codice, non si era accorta di Pix lì vicino. Si rese conto solo quando una bolla di inchiostro, soffiata dal poltergeist, le scoppiò nell'orecchio, tappandolo e sporcandole la guancia. Tutta la rabbia repressa in quei giorni esplose. Si tirò su furiosa e cominciò a lanciare ogni oggetto che aveva davanti: calamai, libri, pergamene, traendone gusto. Leanne al suo fianco faceva pigramente apparire oggetti che poi passava a Katie. Coppe, mazzi di carte, un set di scacchi, stivali e vasi di fiori. Due minuti dopo Pix le vuotò il calamaio in testa. Katie, incredula, si voltò verso l'amica, la furia raffreddata, i rivoli di inchiostro che le scendevano sulla faccia.
Stai bene coi capelli neri, sai?” mormorò divertita Leanne. “Ci farei un pensiero fossi in te.”

Quella sera la pioggia incessante non li risparmiò, l'allenamento fu uno dei più zuppi e inutili che avessero mai fatto. Ritornati negli spogliatoi, grondanti di pioggia, Katie diede il segnale a Fred mentre si asciugava i capelli, tornati del loro colore naturale. Uscirono dallo spogliatoio imbacuccati nei mantelli. Lei si affiancò a George, mentre Fred scivolò avanti verso Angelina.
George, perché stai camminando...così?” chiese perplessa. Non era la domanda che voleva fare, ma le era sorta spontanea. Il ragazzo incedeva a gambe aperte, trattenendo di tanto in tanto delle smorfie.
Lascia perdere. Non è una cosa che voglio dire ad una ragazza.”
Nemmeno se la ragazza sono io?” sbottò lei incredula. Era la sua migliore amica!
Soprattutto” rispose lui. Un silenzio imbarazzato cadde dopo la risposta.
Ehm, sai, sabato ti ho visto insieme ad Angelina. Era con lei che avevi l'appuntamento?” domandò, cercando di suonare vaga.
George sembrò irrigidirsi per un momento.

Come hai fatto a...quando ci hai visti?” chiese teso.
Oh, io...ero scappata un secondo da Mielandia a prendere il...portamonete che avevo dimenticato e vi ho visti chiacchierare su una panchina. Con aria un po' imbarazzata.”
George era proprio nervoso. I suoi occhi saettarono di qua e di là, tesi.

Ok, te lo dico. Angelina...lei...è venuta a chiedermi un consiglio” mormorò con aria colpevole. “Su Fred” aggiunse velocemente.

-Oh! George era ancora convinto che lei amasse Fred! E non voleva ferirla.-
Loro hanno una specie di relazione ma Fred è abbastanza....Fred. Perciò Angelina ogni tanto va nel pallone, e viene a chiedermi consigli” rivelò lui piano. Allora era questo! Cercò di tenere la sua faccia normale e di non saltare dalla gioia.

George la guardava preoccupato.

E' tutto ok! Non sono più interessata a Fred, l'ho dimenticato” confessò lei col batticuore.
Lui la guardò scettico.
Sul serio?” sibilò poco convinto.
E definitivamente” aggiunse lei, felice. Lui sembrò reputare la notizia troppo assurda per essere vera, perciò si limitò a sorriderle perplesso.

Il mercoledì mattina lei e il suo complice si incontrarono in gran segreto in biblioteca.
Quindi è a causa mia? Angelina va a confidarsi con George?” domandò incredulo Fred, nascosto dietro un grosso libro.
A quanto pare. Non che non la capisca. Insomma” cominciò lei cauta guardando gli occhi di lui lampeggiare dal bordo del libro, “una ragazza vuole chiarezza. E vuole sentirsi importante. Devi trattarla come merita!”

Fred mise il broncio e rimase in silenzio. Katie era felice ed euforica. Il malinteso era stato chiarito. George e Angelina non stavano assieme né avevano intenzione di starci.

C'è dell'altro” iniziò Fred piano, evitando di guardarla in viso.
Angelina mi ha detto che...” si bloccò cercando le parole giuste. Sembrava stesse lottando con se stesso.
Che?” incalzò lei, un nodo in gola. Da quando Fred era diventato così considerato?
Che...George è innamorato di una sua amica e voleva dei consigli da lei.”
Le parole di Fred entrarono nelle sue orecchie trasformandosi in orrore, un orrore che consumò lentamente ogni cosa al suo interno. Si accorse vagamente di Fred che la cingeva consolatore, troppo insensibile a qualsiasi cosa che non fosse il suo petto che bruciava di dolore.



Note:

Ciao a tutti!

Sono tornata con un nuovo capitolo. Personalmente questo è uno di quelli che adoro, perché mi fa ridere pensare a Fred e Katie investigatori.

Due appunti: Ricordate vero che dopo l'incontro alla testa di porco la Umbridge aveva proibito le associazioni, squadre etc. e quindi Angelina dovette chiederle di riformare la squadra? C'è un accenno senza entrare nei dettagli.

E George cammina a gambe larghe a causa dell'effetto collaterale dei fondenti febbricitanti, che facevano uscire pustole, lì dove non batte il sole. :)

Così chi non lo ricordava, non si perde leggendo.

Spero vi sia piaciuto! :)

Grazie ancora per avermi seguita fin qui, rimanete ancora se vi sta piacendo.

A presto Mimì

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Capitolo 11
*** Un amore confuso ***


La foto ben salda tra le sue mani, lo sguardo assorto. Katie si trovava nel suo dormitorio, da sola.
Era salita prima dal pranzo, senza aver toccato nulla. Guardava il minuscolo George nella foto sorriderle, arrabbiata. Si sentiva tradita.
George aveva qualcuno nel cuore. Si era innamorato e non gliel'aveva detto. Ma poi che cosa sarebbe cambiato? Se lui fosse andato ad annunciarle di essersi innamorato, le avesse parlato della ragazza e le avesse chiesto consigli, lei di sicuro sarebbe morta di dolore.
Era stata una sciocca, non aveva pensato che lui potesse innamorarsi, l'anno prima aveva parlato dell'amore come se non fosse interessato.

-Sì, però il ragazzo ha 17 anni! Vuoi che siano anche gli ormoni, è normale che si interessi ad una ragazza!-

Sospirò, scoraggiata. Cosa doveva fare? Come si conquistava un ragazzo? Avrebbe dovuto chiedergli di chi si fosse innamorato e studiare la rivale? Aveva già tenuto d'occhio le amiche di Angelina, a pranzo, ipotizzando chi potesse essere. Angelina aveva molte amiche, anche nelle altre case, ma non era certa che George le conoscesse tutte. Si era concentrata perciò sulla cerchia di amiche più strette, che comprendeva due ragazze del loro stesso anno: la mora Vivian e la studiosa Felicia. Katie era rimasta ad osservare George, per capire se guardasse in direzione di una di loro, ma il ragazzo si era limitato a parlare un po' di malumore col fratello.
Non aveva escluso nemmeno Alicia: era bella, talentuosa, dolce e divertente; e il fatto che fosse già innamorata non significava molto. Anzi! George, consapevole che lei vivesse un amore impossibile, poteva aver chiesto aiuto a Angelina per far sì che si dimenticasse del suo vecchio amore e si innamorasse di lui.

Sei stato ingiusto. Avresti dovuto innamorarti di me” sussurrò triste alla foto. George arrossì imbarazzato, poi lei gli stampò un bacio. Il ragazzo barcollò emozionato, si girò incredulo verso il minuscolo Fred che sorrideva e sgomitava per averne uno pure lui. George lo spintonò via, poi a metà tra l'arrabbiato e l'incredulo lasciò la foto. Fred guardò Katie perplesso, poi seguì il fratello. Adesso aveva una cornice vuota.
Il mini George cartaceo si era arrabbiato e indignato del suo amore. L'avrebbe fatto anche il vero George?

Qualcuno bussò alla porta del dormitorio distraendola dalle sue riflessioni. Fece sparire la foto nel cassetto del suo comodino. Angelina entrò dopo che lei ebbe risposto. Katie si irrigidì un po' sul letto.
Ti stavo cercando giù in Sala Grande!” esordì l'amica.Ho annullato l'allenamento di Quidditch! Non avrebbe avuto molto senso visto il tempo.”
Katie si girò verso la finestra, notando per la prima volta il temporale che spazzava il cielo. Nuvole nere, pioggia fitta e spessa e lampi abbaglianti seguiti da roboanti tuoni. Come aveva potuto non accorgersene? Almeno il tempo era in sintonia col suo umore, pensò crogiolandosi nel suo dolore.

Angelina era ancora lì a fissarla.
Grazie, Angie. Ne approfitterò per studiare” replicò nervosa guardando l'amica. Aveva l'impulso di alzarsi, afferrala per le spalle e costringerla a dirle di chi fosse innamorato George.
Non credo ne avrai il tempo. Harry mi ha incaricata di dirti che il gruppo di difesa si incontrerà stasera alle otto, al settimo piano, davanti all'arazzo di Barnaba il babbeo bastonato dai troll” aggiunse Angelina.
Dopo che lei l'ebbe ringraziata per il disturbo, l'amica si girò per uscire.

Angelina!” chiamò Katie a gran voce prima di aver persino formulato un pensiero. La giovane si fermò sulla porta, sorpresa dal tono urgente di Katie.
Lei rimase lì, sollevata a metà sul letto, tentando di pronunciare quella domanda. Inspirò, col cuore pesante, cercando di trasformare quelle scariche di agitazione che le correvano nelle vene, in coraggio.
-Non è difficile, Katie. Apri la bocca e ripeti dopo di me: “Di chi è innamorato George?” Su, ripeti-

Sentendosi un'idiota, squadrata dalla perplessa Angelina, le chiese:Ehm, tu e Alicia andrete assieme? Posso venire con voi?”
-Stupida Katie! Vigliacca, vigliacca!- L'amica le sorrise dolce.

Certo. Ci troviamo in sala comune alle otto meno dieci!” mormorò uscendo.

Ricadde sul letto, delusa e sfinita. Angelina sapeva di chi fosse innamorato George, ma non era giusto fare delle pressioni su di lei. Doveva affrontarlo, voleva sentirlo dire dalle sue labbra, anche se in questo modo le avrebbe fatto più male.

Quella sera, dopo aver detto a Leanne che si recava ad una riunione extra di Quidditch, si era diretta con Angelina e Alicia all'appuntamento.
Non era certa del perché avesse mentito all'amica. Non aveva paura che l'amica non approvasse, ma sentiva che a coinvolgerla l'avrebbe danneggiata. Suo padre e sua sorella lavoravano entrambi al ministero e Katie non voleva in alcun modo arrecare danni alla famiglia Meadowes.
Aperta la lucida porta apparsa per magia davanti all'arazzo di Barnaba, entrarono in un luogo spettacolare: enorme, illuminato da torce fiammeggianti, tappezzato di librerie stracolme di libri e di oggetti magici per la difesa. Soffici cuscini di seta giacevano sul pavimento. Erano ammutolite per lo stupore.

Dopo aver eletto il capo, Harry, e aver deciso il nome, ES, esercitazioni segrete/esercito di Silente, si divisero in coppie per esercitarsi con l'incantesimo di Disarmo. Katie si mise in coppia con Dean Thomas, dato che entrambi erano lì da soli, senza i loro migliori amici.
Al via di Harry, lei e Dean, che non si erano messi d'accordo, provarono a disarmarsi contemporaneamente. Furono sbalzati entrambi all'indietro mentre le loro bacchette volarono ognuna in una direzione diversa. Dean si tirò su svelto e recuperò le loro bacchette, poi le tese la sua sorridendo.

La prossima volta facciamo a turno!” scherzò lui. Katie gli sorrise impacciata.
Impegnata nelle esercitazioni ebbe modo di non pensare troppo a George, anche se ogni tanto buttava lo sguardo nella direzione in cui lui e il fratello si allenavano. I due si divertivano a fare scherzi a Zacharias Smith alle sue spalle. Sicuramente accortosi dello sguardo di lei, George si girò una volta a guardarla, ma rigirò subito lo sguardo offeso.

-E' offeso? LUI è offeso con me? Perché? Dovrei essere io l'offesa!-
Rimuginò a lungo mentre ritornava in sala comune alla fine dell'incontro. Perché mai George aveva girato lo sguardo mandandole un'occhiata offesa? Che cosa aveva fatto per meritarsi la sua indifferenza?
-Io dovrei essere arrabbiata tanto da non guardarlo, dato che si è innamorato ma non mi ha detto nulla. Forse la nostra amicizia non è importante per lui quanto lo è per me.-

Nel mese che seguì, le riunioni dell'ES si tennero regolarmente, anche se mai negli stessi giorni o orari, dati gli impegni di Quidditch dei membri. Katie si sentiva bene, la concentrazione e gli sforzi tenevano il suo cervello impegnato abbastanza da non star troppo male. Durante gli allenamenti invece, era più complesso non essere angosciata, perché erano solo sette in squadra e non c'era modo che lei e George si potessero evitare.
Aveva ricominciato a parlare tranquillamente con lei, anche se Katie si accorse di una certa freddezza; non si erano più incontrati in sala comune da soli, di notte.
Cercava di trovarlo da solo per chiedergli quale fosse il problema, ma non le si presentò mai l'occasione; quasi se ne fosse accorto, il ragazzo girava sempre con il fratello o Lee, più del solito per lo meno. Fred, impietosito, qualche volta passava del tempo con lei cercando di tirarle su il morale, ma nemmeno lui sapeva che avesse il fratello.

Quel pomeriggio era seduta in cortile a guardare Fred e George che trasfiguravano la testa di Bletchey in ananas, per punirlo di aver lanciato un incantesimo parruccone su Alicia. Ormai era certa che George fosse interessato all'amica, la sua vendetta su Bletchey era stata fulminea non appena aveva saputo dell'affronto.
Stai guardando il gemello sbagliato. Quello è George, non Fred” la punzecchiò Leanne, sedendosi accanto a lei.
No, è quello giusto invece” mormorò girandosi verso l'amica sbalordita, che si aspettava una replica in tono.
Le raccontò tutto, della sua cotta per Fred, l'incontro al pozzo con George, i loro appuntamenti segreti, la loro amicizia nata per caso, il suo amore non previsto per George e l'innamoramento di costui per Alicia. Una volta iniziato a parlare non si fermò e tirò fuori ogni più piccolo segreto. Leanne ascoltò attenta l'amica.

Sapevo quasi tutto, tranne la storia del pozzo” rivelò ad una sbigottita Katie. “Sapevo che vi incontraste, ma non sapevo dove. Non era difficile, tu andavi da Madama Pince in castigo e George spariva lasciando Fred e Lee da soli? Era chiaro che vi vedeste da qualche parte. Ma avevo pensato fosse la Torre di Astronomia!”
Ma...ma perché non mi hai mai fatto capire nulla?” chiese perplessa.
Perché tu non mi hai mai detto nulla. Ho sempre saputo che hai un carattere insicuro e schivo, e non volevo farti chiudere a riccio. Sapevo che un giorno saresti stata tu ad aprirmi il tuo cuore, senza bisogno di forzarlo” dichiarò dolce Leanne guardandola negli occhi.
Katie si lasciò andare e l'abbraccio forte, commossa. Leanne era la migliore delle amiche e lei era stata una sciocca.

Ora, cerchiamo di far capire a quello zuccone che meravigliosa persona tu sia, Katie. Torna ad essere te stessa e non questa musona e triste copia di te. Non potrà resisterti!” le sussurrò Leanne all'orecchio, convinta. Katie non disse nulla, ma la strinse più forte.


La prima partita di Quidditch della stagione, Grifondoro contro Serpeverde, arrivò in fretta. Katie aveva seguito il consiglio di Leanne e smessa l'autocommiserazione, era tornata allegra come un tempo. Le bastava distogliere lo sguardo ogni volta che George e Alicia parlavano e far finta che non le importasse niente, come quella mattina nello spogliatoio del campo da Quidditch, quando i due si erano lanciati un sorriso pre-partita.
Anche se il cuore le si contraeva ferito.


Successe tutto molto in fretta, Katie stava abbracciando Harry insieme ad Alicia alla fine della partita, per congratularsi della cattura del Boccino. Poi Malfoy aveva iniziato ad insultare i Weasley, e Angelina aveva trattenuto Fred per un braccio. Harry trattenne George, mentre lei e Alicia diedero una mano per tenere a freno Fred.

Un attimo dopo, mentre con le sue compagne contrastava il giovane furioso, Katie vide Harry e George gettarsi su Malfoy e iniziare a colpirlo con furia, i volti due maschere di rabbia. Sentì Alicia e Angelina urlare il nome di Harry. Lei si accorse solo di aver gridato “GEORGE! NO!” con tutta la sua forza.
Ma George non aveva sentito o non aveva ascoltato. Continuò a colpire Malfoy, il volto contratto dalla rabbia, come lei non lo aveva mai visto, imprecando a ogni pugno che colpiva il ragazzo. Era come guardare un innocuo micino trasformarsi in tigre davanti ai propri occhi; era aggressivo e pericoloso, il pugno chiuso che guizzava senza sosta, mentre Malfoy piagnucolava steso al suolo.

Fermati da Madama Bumb con un incantesimo di Ostacolo, Harry e George si ritrassero ansanti e paonazzi; George aveva un labbro gonfio. Katie li guardò andare verso il castello, verso l'ufficio della McGranitt, mentre ancora tratteneva Fred che si dibatteva, insieme alle amiche.
Ritornarono in sala comune tesi, in silenzio. Fred era ancora arrabbiato e sfogò la sua frustrazione sul mobilio della sala comune. Quando George e Harry tornarono, ancora in tenuta da Quidditch, tutti loro scoprirono la verità: niente più cercatore, né battitori. Squalificati a tempo indeterminato e le loro scope confiscate.
Seduta in gruppo vicino al fuoco, la squadra incredula discuteva sul torto subito. Se ne andarono nei dormitori in breve tempo, infelici.

Katie rimase immobile sul letto a fissare il suo baldacchino, triste. Avevano vinto, ma non avrebbe più giocato con Fred, George e Harry. Si sentiva depressa. Amava la sua squadra. Come Baston l'aveva definita tempo prima, era 'la migliore squadra di Quidditch che Grifondoro avesse avuto in molti anni'. E adesso era sciolta, smembrata.
Incapace di rimanere lì a crogiolarsi nell'angoscia un minuto di più, decise di scendere giù in sala comune; avrebbe passeggiato o avrebbe sbattuto la testa al muro, era indecisa.

Scendendo le scale strinse forte la cintura della vestaglia. La sala comune era deserta come si era aspettata. Si diresse verso una poltrona posizionata di fronte al fuoco e, arrivata al bracciolo, si lasciò scivolare sopra senza nemmeno guardare. Avrebbe fissato il fuoco fino a che gli occhi non le sarebbero caduti, brucianti.
Si ritrovò seduta in grembo a George. Il ragazzo aveva lanciato una esclamazione sorpresa quando gli era piombata addosso. Si guardarono in silenzio e imbarazzati per alcuni minuti, entrambi troppo nervosi per sapere cosa dirsi.
Katie infine si riscosse dalla trance e si tirò su mormorando una scusa, diretta alle scale. La mano di George le afferrò il polso, trattenendola.

Rimani!” Fu l'unica parola che pronunciò, ma Katie non seppe resistere. Spostò una poltrona vicina a quella di George e si sedette, in silenzio.
Nessuno dei due sembrava voler dire molto, ma rimasero comunque uno a fianco all'altro, con lo sguardo attento sul fuoco. Katie osservò di sottecchi George.
Il volto era serio e teso, gli occhi fissi illuminati dalle fiamme guizzanti. Il labbro si era un po' sgonfiato, ma aveva un ematoma rosso proprio sul bordo. Distolse lo sguardo col batticuore. Aveva avuto l'impeto di annullare la distanza e baciare quelle labbra fino a che non avessero avuto tutte lo stesso colore.
Era completamente impazzita. Avere quel tipo di pensieri in una situazione del genere? Chiuse gli occhi respirando profondamente.
-Smettila, smettila!-

Forse era perché non si trovava da sola con George da moltissimo tempo, non era più abituata. Lui l'aveva evitata per così tanto tempo che lei non sapeva più come comportarsi. Quell'attimo lì da soli era proprio l'occasione che aveva cercato da tanto tempo; l'occasione per sapere, per confessare. Ma il volto triste di George le disse che non era il momento giusto.
E, si disse, non era poi così importante. Non davvero. Riuscire a tirare su George e potergli stare accanto erano le sue priorità.

Vuoi parlarne?” chiese cauta nel silenzio.
No” rispose calmo. La legna nel fuoco crepitò, facendo sentire anche la sua opinione.
Se ti può far star meglio giocare senza di te non sarà lo stesso” sussurrò sincera. Lui abbozzò un timido sorriso.
Senza me, Fred e Harry vuoi dire.”
-No, solo senza di te.-

Possiamo sempre far fuori la Umbridge” esclamò cercando di tirargli su il morale.
Un ombra di cattiveria gli attraversò lo sguardo.

Non istigarmi. L'ho già torturata mille volte nella mia mente” rispose cupo.

Non trovarono nient'altro da dirsi, ma non ne sentirono il bisogno. Rimasero uno accanto all'altro forse per un'ora. Poi, sempre in silenzio, si alzarono incamminandosi verso i dormitori; lui la trattenne un momento, sembrò valutare qualcosa col volto serio poi, con un sospiro, la strinse inaspettatamente in un abbraccio prima di sparire su per le scale.
Katie rimase turbata e emozionata. Forse era per il loro essere inglesi, e quindi schivi, ma gli abbracci rientravano poco nello schema degli affetti. Era inusuale abbracciare, soprattutto in pubblico. Eppure George l'aveva appena abbracciata, stretta a lui con forza e allo stesso tempo gentilezza. Lei aveva respirato il suo profumo in trance, poi pochi secondi dopo veniva strappata da quelle braccia che aveva agognato. Non era riuscita nemmeno a guardarlo dall'emozione.

-Non è giusto. Così mi innamorerò ancora e ancora.-

Sentì dei passi fuori dal ritratto, qualche studente in 'libera uscita' non autorizzata ritornava alla base. Corse sulle scale e sparì dentro al suo dormitorio mentre sentiva uno scalpiccio fievole nella sala comune.
Per qualche ora rimase sveglia a pensare. Perché era tutto così complesso e confuso? Perché non potevano essere chiari? Cosa bloccava tutto? Cosa provava George per lei? Affetto? Amore? Attrazione? Non capiva più niente. Era confuso, tutto confuso.

La squadra si allenò senza Harry e i gemelli per tutto Dicembre, finché Angelina non riuscì a trovare dei sostituti. Ma l'aria era nervosa e tesa, non funzionavano come avrebbero dovuto. Il morale era sotto le scarpe; Angelina resisteva stoicamente, ma si percepiva la sua ansia.

All'ultima riunione dell'ES prima delle vacanze natalizie, Katie portò anche Leanne.

Le aveva raccontato ogni cosa e l'amica, dapprima incredula, l'aveva sgridata per non averglielo detto prima. L'aveva raggiunta nella Stanza delle Necessità rimanendo senza parole. Katie, che era già arrivata, le sorrise contenta. Sapeva che Leanne sarebbe ammutolita davanti all'organizzazione e allo splendore della stanza.
Quella sera il gruppo fece un ripasso collettivo degli incantesimi imparati, che permise a Leanne di apprendere tutto ciò che era stato fatto. Dean aveva acconsentito cavallerescamente ad allenarsi in tre, poi andò ad allenarsi un po' con Neville che era rimasto spaiato. Andarono via dopo un'ora con la promessa che nel nuovo trimestre avrebbero lavorato anche sui patronus.
Leanne era davvero contenta di essere andata alla lezione, non finiva più di parlare di ciò che aveva fatto e le fece promettere di allenarsi un po' con lei durante le vacanze.
Katie ascoltò a metà, George era passato al suo fianco lanciandole un sorriso. Lo guardò innamorata camminare nel corridoio fino a raggiungere Alicia e Angelina, insieme a Fred. Il suo cuore ripiombò dov'era prima, un po' triste.
Andò a dormire confusa, triste e emozionata. Ormai aveva smesso di cercare di capirsi.

Si svegliò il giorno dopo per scoprire con dolore che George era sparito. Insieme a Fred, Harry, Ron e Ginny, era scomparso nella notte. Partì per casa due giorni dopo, insieme a Leanne.
Durante le vacanze scoprì il motivo dell'improvvisa sparizione dei Weasley:  il loro padre, Arthur, aveva avuto un incidente sul lavoro e si erano precipitati all'ospedale. Il signor Meadowes, la loro fonte di informazione, assicurò che era fuori pericolo e in via di guarigione. Trassero un gran sospiro di sollievo.

Il natale passò lento. Desiderando che volasse via per tornare a Hogwarts, non riuscì a non pensare all'anno prima, al Ballo, al quasi bacio.
Se avesse potuto tornare indietro nel tempo, quel bacio sarebbe stato vero.
Se avesse potuto tornare indietro nel tempo, avrebbe cercato di far innamorare George di sé, con tutte le sue forze.



Note:

Ben ritrovati!

Innanzitutto vorrei dire un sentitissimo grazie a Sidan, che mi ha lasciato delle chilometriche recensioni che mi hanno fatto davvero piacere. Sapere ciò che ne pensi mi rende felice, grazie.

Ovviamente vorrei sentire anche voi altre che leggete!

Katie è ormai presa nella spirale “sono innamorata del mio migliore amico e non so che fare”....riuscirà a sbloccare la situazione? O meglio, mi deciderò a dare un po' di pace a questa ragazza? La risposta è no!

Continuate a seguire! Le recensioni son sempre gradite

A presto!

Mimì


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Capitolo 12
*** Materializzazione nel cuore ***


Il primo giorno del nuovo trimestre li aveva accolti in maniera emozionante: l'annuncio delle lezioni di Materializzazione, per chi avesse compiuto diciassette anni entro il 31 Agosto, era affisso in bacheca.
Katie e Leanne avevano aspettato quel momento con ansia da una vita. Imparare a materializzarsi era davvero essenziale per una strega o un mago. Katie avrebbe compiuto diciassette anni a Febbraio, Leanne ad Agosto. Firmarono senza pensarci due volte.

L'eccitazione svanì il giorno dopo, quando Leanne passò a Katie la sua copia della Gazzetta del Profeta: dieci pericolosi Mangiamorte erano evasi da Azkaban, la notte prima. Le ragazze si fissarono inorridite, ma erano tra le poche a leggere il giornale e a preoccuparsi quindi della cosa.
Pochi giorni dopo la notizia si era ormai diffusa in tutta la scuola e gli studenti non facevano altro che tirare fuori congetture e buttare fuoco sulle paure. Leanne, la cui zia Dorcas Meadowes era stata uccisa nella prima guerra da Colui-che-non-deve-essere-nominato, veniva tampinata e bersagliata di domande fastidiose e poco gentili.
Katie dovette trattenerla dall'affatturare alcuni ragazzi del quarto anno, più volte.

Nelle nuove lezioni dell'ES la concentrazione e la serietà erano palpabili, non c'era tempo per gli scherzi: tutti si impegnavano con forza, quasi che con la fuga dei Mangiamorte avessero fatto un tacito accordo per mettercela tutta.

Arrivato Febbraio, lei e Leanne dovettero affrontare l'ennesimo impegno: oltre le difficili lezioni, gli allenamenti di Quidditch, le riunioni dell'ES, era arrivato il sospirato momento delle lezioni di Materializzazione.
La prima lezione si tenne il primo fine settimana, nel cortile della scuola. Il sabato mattina, dopo aver fatto colazione in fretta e nervosamente, raggiunsero gli altri studenti nel freddo cortile. Almeno non pioveva, pensò Katie.

L'istruttore mandato dal ministero, il signor Twycross, ondeggiava lievemente ad ogni filo di vento. Gli studenti lo fissavano perplessi, chiedendosi se un tipo così inconsistente potesse davvero insegnar loro qualcosa. O perlomeno esistere sul serio.

Passarono un'ora a cercare di materializzarsi nel cerchio davanti a loro, cercando di focalizzarsi sulle tre 'D' descritte dall'istruttore. Katie, che si era sempre pensata entusiasta all'idea di sparire e riapparire, dovette convenire che forse non era abbastanza 'Determinata'.
Respirava a fondo cercando di focalizzarsi in quel dannatissimo cerchio, la sua 'Destinazione'. Ma dopo aver turbinato su sé stessa, si ritrovava sempre nello stesso punto, solo un po' stordita. Forse nei suoi movimenti non c'era abbastanza 'Decisione', pensò frustrata.
Non fu l'unica a provare frustrazione, comunque; nessuno era riuscito a smaterializzarsi.  L'istruttore li incoraggiò dando loro appuntamento al sabato successivo.

Febbraio passò perciò molto in fretta, con poco tempo libero a disposizione. Angelina insisté perfino a farli allenare il 14 di Febbraio che, oltre ad essere San Valentino, era il primo giorno di uscita a Hogsmeade del nuovo anno. Katie si era aspettata che la ragazza tenesse il giorno libero per passarlo insieme a Fred, soli da qualche parte. Invece, con una vena maniacale negli occhi che le fece rimpiangere Baston, annunciò alla squadra che niente avrebbe fermato gli allenamenti.

Il quattordici, mentre tutti si incamminavano verso Hogsmeade, emozionati e a coppie, Katie seguì Ginny diretta al campo. Aveva salutato Leanne sul portone cinque minuti prima, anche lei tesa nel rivedere Sam.
L'allenamento cominciò nel solito modo: con urla. Angelina sbraitava a destra e sinistra, nervosa per lo scarso rendimento; iniziò a piovere quasi subito e tutto fu doppiamente difficile e insoddisfacente.

Katie cercava di dare il meglio di sé, per tirare su il capitano, ma volare si rivelò davvero difficile. Dopo una virata azzardata e spettacolare, che però Angelina non aveva visto, Katie riguardò perplessa verso il basso. Mentre si trovava a testa in giù le era parso di aver visto due figure strette nei mantelli, che guardavano verso di loro. All'inizio aveva pensato a spie di altre squadre, ma poi riconobbe la statura e la corporatura dei gemelli; li vide fissare su e confabulare tra loro. Guardandosi attorno si rese conto di essere l'unica ad averli visti. Rimasero immobili sotto la pioggia per tutto l'allenamento.

Che fossero venuti per Angelina e Alicia? Arrabbiati o delusi per non poter stare con loro, le avevano guardate allenarsi?
Scosse la testa scacciando ogni pensiero che riguardasse George e Alicia, concentrandosi sulla pluffa. Quando la squadra si incamminò infangata e fradicia verso gli spogliatoi i due gemelli incappucciati erano scomparsi. Katie si disse che non era affar suo e non disse nulla quando li rivide la sera, in sala comune.

Passò il giorno del suo diciassettesimo compleanno a lezione, dato che era un giorno scolastico normale, poi la sera, Leanne le fece una sorpresa in sala comune, con una bella torta e dei festoni. Commossa dal gesto dell'amica, era stata riempita di auguri da tutti gli studenti Grifondoro presenti in sala. George non c'era e la cosa le dispiacque molto. Desiderava i suoi auguri più di chiunque altro.


La partita Grifondoro-Tassorosso la prima settimana di Marzo, fu disastrosa. Durò poco, ma fu molto sofferta.

Katie meditò di obliviarsi il ricordo dalla mente, mentre notava che l'acqua calda della doccia non sortiva nessun effetto benefico in lei. Avevano perso di soli dieci punti, ma era stata l'umiliazione di aver giocato così male la vera sconfitta. Non riuscì a tornare su in sala comune che a notte fonda, trovando ovunque un'aria di depressione. Si chiese se per qualche assurdo miracolo potessero ancora vincere la coppa; ma non trovò una risposta soddisfacente.
Andò a dormire col morale sotto i piedi, stanca e avvilita.

La domenica mattina si alzò col pensiero di volare, volare e volare. Era l'unica cosa che desiderasse fare per tutta la giornata.
Già dopo la prima mezz'ora di volo si sentì decisamente meglio. Il campo era deserto, la maggior parte degli studenti stava chiusa nella propria sala comune, al calduccio davanti ai camini, a mettersi in pari coi compiti o a giocare.

A Katie non importava. Non importavano i compiti al momento, né il freddo pungente che le mordeva la pelle esposta. Quando stava su, nulla aveva davvero importanza. Solo volteggiare, vorticare, scendere in picchiata e risalire erano le cose importanti. Le sue mani avevano ormai perso sensibilità quando decise di scendere. I guanti rendevano la presa sul manico particolarmente difficile, perciò né in allenamento né in partita li aveva mai usati.
Mentre abbassava la scopa per scendere, lo notò: George la osservava da bordo campo, stretto nel mantello. Era lui, non c'era dubbio.

Perché continuavano a incontrarsi? Perché non potevano semplicemente stare lontani? Così da non essere attratta ogni volta da quegli occhi dolci e ridenti? Perplessa, atterrò a pochi metri da lui. Tenendo la scopa sotto braccio strofinò le mani tra loro, soffiandoci un po' sopra.
George le si fece incontro, afferrandole le mani, cercando di riscaldarle con le sue inguantate.

Che cosa fai qua?” chiese con voce emozionata. Sapeva di avere un aspetto terribile: i capelli scarmigliati, il viso rosso dal freddo, le labbra screpolate. Lui osservò tutti quei dettagli un po' troppo a lungo.
“Ti osservavo volare. Ti ho mai detto che sei spettacolare?” esclamò colpito. Ringraziò di essere già rossa dal gelo, così non si sarebbe accorto che era arrossita. Sentì molto calore salirle dal centro del petto, riscaldandola. George la guardava con ammirazione mista a nostalgia.
“Vuoi volare?” gli chiese d'impulso, offrendogli la sua scopa. Lui la osservò incredulo, poi si aprì in un sorriso.

Lo osservò volare, le mani infilate nei guanti grandi di lui, ancora pieni del suo tepore. Atterrò vicino a lei dopo mezz'ora, ma non scese dalla scopa.
“Sali!” le disse senza molti preamboli. Katie indietreggiò incredula, ma lui la afferrò costringendola a salire dietro di lui. Prese le sue mani facendole appoggiare sul suo petto, facendola aderire contro la sua schiena, poi spiccò il salto.
Katie si ripeteva che era tutto un sogno. Fu un sogno volare stretta a lui sentendo il suo cuore battere emozionato sotto la mano. Fu un sogno sentire il vento gelido scompigliarle i capelli mentre poggiava la testa sulla sua schiena. Fu un sogno ridere e scherzare, loro due soli, nel vento. E sperò di non svegliarsi mai.

Anche se in ritardo, buon compleanno!” mormorò George ad un certo punto, buttandosi in una picchiata spettacolare. Katie strillò e rise insieme, mentre lui riportava la scopa in posizione, con un gran sorriso. Atterrarono poco prima di pranzo, felici e silenziosi.
“Grazie” fu l'unica parola che mormorò George mentre si dirigevano al castello.
“Non c'è di che. Puoi volare con me ogni volta che vuoi. Voglio dire...con la mia scopa.” George sorrise grato.
-Ma c'è limite all'amore?-


Le lezioni di Materializzazione procedevano bene e sia Katie che Leanne erano riuscite a sparire e riapparire all'interno del loro cerchio.
Katie non aveva gradito molto il senso di oppressione che aveva provato, di costrizione fisica. Ma cercò di abituarsi, prendendo soprattutto un bel respiro prima di sparire. Almeno a lei non era successo di spaccarsi come avevano fatto un paio di studenti: aveva provato tanto dolore al solo guardarli.

Si incamminò decisa verso Hogsmeade, quella mattina, verso la nuova lezione all'aperto. Tutti gli studenti che avessero compiuto diciassette anni entro il 21 di Aprile erano autorizzati a seguire delle lezioni extra nel villaggio.

Leanne, che non li avrebbe compiuti fino ad Agosto, aveva approfittato della giornata per incontrarsi con Sam. I due la salutarono fiduciosi, mentre si dirigevano verso Mielandia, mano nella mano. Ricambiò il saluto, notando tre secondi dopo, con orrore, George che usciva dal suddetto negozio con Alicia. I visi sorridenti, persi l'uno nello sguardo dell'altra, mangiavano caramelle da un unico sacchetto. Una stilettata al cuore la costrinse a voltarsi prima di essere vista.

La voce flebile dell'istruttore Twycross la riportò dove doveva restare: focalizzata sulla Materializzazione.

Guardò gli altri studenti smaterializzarsi dal punto in cui si trovavano per riapparire cinque metri più avanti, vicino ai tre manici di scopa. Alcuni furono davvero bravi, e riapparvero nel punto esatto tutti interi. Un paio di studenti sbagliarono di qualche metro, ma tutto sommato erano andati bene.

-Chissà se George e Alicia sono ancora insieme al momento.- 
L'ultimo studente era riapparso senza un orecchio.

-Magari da Madama Pièdiburro, mano nella mano.-  
Una sua compagna era riapparsa con grazia nel punto esatto.

-Ecco perché lui era così di buon umore ultimamente.-
Si accorse d'un tratto che l'istruttore la guardava in attesa. Toccava a lei.
Si avvicinò nervosa.
“Ricorda, Destinazione, Determinazione e Decisione. Fai un bel respiro e quando ti senti pronta smaterializzati” le disse incoraggiante con la sua voce flebile.

Katie cercò di svuotare la testa da qualsiasi altro pensiero che non fosse la Materializzazione. Respirò a fondo, un paio di volte, per sicurezza; poi, con la bacchetta stretta nella mano, girò su sé stessa, decisa.

Alla fine dell'opprimente viaggio si accorse subito che qualcosa non era andato per il verso giusto: non c'era terra sotto i suoi piedi. Strillò sorpresa. Aprendo gli occhi vide il cielo azzurro, vicino, mentre precipitava.
Sentì delle urla sotto di sé, la testa nel panico che non riusciva a pensare razionalmente e in fretta ad una soluzione.

Chiuse gli occhi, aspettando l'impatto con terrore. Ma furono due braccia ad attutire la sua caduta. Col cuore ancora in tumulto, aprì gli occhi sul viso mezzo allarmato, mezzo sorridente di Fred.

Piovono ragazze, alleluia! Non sai proprio starmi lontana!” scherzò per sciogliere la tensione, notando il viso pallido di lei.

Katie aveva ancora la gola secca dallo spavento, le risultava difficile persino respirare normalmente. Fred l'adagiò a terra sorreggendola, le gambe ancora tremanti. George li guardava immobile. Allora non era con Alicia, era con suo fratello.
“Materializzazione sbagliata?” azzardò Fred.
Katie si limitò ad annuire, temendo di vomitare se avesse aperto bocca.
“Sei stata fortunata. Ci siamo solo io e George in questa stradina. Avresti potuto spiaccicarti se non fossimo stati qui.”

Non era stato un caso, senza rendersene conto aveva pensato a George prima di smaterializzarsi, finendo per apparire nelle sue vicinanze. Che sciocca, aveva rischiato di morire perché non riusciva a non pensare a lui insieme ad Alicia. George, accertatosi che stesse bene e non si fosse spaccata, si offrì di andare ad avvisare l'istruttore, dicendole di sedersi per far passare il tremore alle gambe.

Lei e Fred, seduti su una panchina, lo guardarono allontanarsi spedito.
Non riesco ancora a capire perché non sia rimasto lui e ci abbia lasciati da soli. Non si è accorto di come lo guardi?” mormorò Fred.
Katie sospirò, rassegnata.

Perché avevo una cotta per te, l'anno scorso. E George lo sapeva. E crede che tu mi piaccia ancora” rivelò lei per nulla imbarazzata.
Fred rimase un attimo spiazzato.

E ti piace lui adesso? Che caduta di stile, ragazza.” Katie lo colpì al braccio. Lui la guardò doppiamente offeso.

Quello che io non capisco è perché si ostini a farlo sapendo che tu stai con Angelina” osservò perplessa.
Io e Angelina ci siamo lasciati. Quattro mesi fa” rivelò Fred con voce insolitamente triste. Katie non seppe che cosa dire.
Non siamo pronti. Io non lo sono. Forse tra un paio d'anni, ma non posso legarla a me senza avere le idee chiare” continuò, cercando di spiegargli la situazione.
Lei si limitò a sorridergli dolcemente mentre gli poggiava una mano sul braccio, consolatrice. Le sembrava la stessa scena che avevano visto entrambi, quando spiavano George e Angelina.

Tornando al tuo problema” disse Fred schiarendosi la voce, “come può non aver capito che sei innamorata di lui? E' abbastanza palese.”
E' solo insicuro. Non crede di poter piacere ad una ragazza per ciò che è e non perché assomiglia a te” confessò Katie, lo sguardo perso nel punto dov'era scomparso.
Lo so” sentì dire a Fred, sottovoce. Lei si voltò a guardarlo incredula.
Cos'è quello sguardo? Sono suo fratello gemello! Non c'è nessuno al mondo che conosca George meglio di me!” sbottò scocciato. Sembrò raccogliere i suoi pensieri un attimo, prima di parlare.

Fin da quando eravamo piccoli sono sempre stato io a metterci nei guai. George continuava a dirmi che non dovevamo, che la mamma ci avrebbe sgridati, che la punizione sarebbe stata terribile. Ma io non ascoltavo mai. Guardavo quel volto identico al mio e gli dicevo: 'su, George, sarà divertente!' E lui cedeva sempre, mi seguiva in qualsiasi impresa. Non poteva farci niente. Sono sempre stato così, impulsivo; mi piace buttarmi nelle cose con entusiasmo, come se non avessi un domani, mentre George ha sempre avuto più giudizio. Ma mi vuole troppo bene e molte volte è rimasto al mio fianco solo per amore fraterno.”

Katie ascoltava stupita.
Pensava a quante probabilità ci fossero che una persona potesse guardare nel cuore di quei due gemelli, così simili e così diversi. Minime probabilmente, eppure a lei quel prodigio stava succedendo. Aveva visto l'anima di George due anni prima, stava guardando quella di Fred in quel momento. Si sentiva insolitamente baciata dalla fortuna, come se le fosse stato concesso un miracolo. Hogsmeade sembrava sparire, mentre seguiva rapita le confessioni della voce così simile a quella del fratello.

Ma non sono stupido, mi sono accorto che lui cerca di rivaleggiare con me o che si sente inferiore a volte. Si mette in competizione” continuò Fred catturando ancora la sua attenzione.
Ho cercato di fargli capire che non ce n'è bisogno, invano. E poi mi accorsi che mi emulava o cercava di compiacermi comportandosi come me. Capiamoci, lui è come me. Il suo carattere e il mio sono molto simili: socievoli, buffoni, allegri e divertenti. Ma io sono sbruffone, insolente, più cinico. George è più cauto, introspettivo e sensibile. Quando lo guardo, e lo vedo identico a me eppure diverso, posso sperare anche io di essere come lui, un giorno. E' sempre stato la mia coscienza, la parte migliore di me.”

Non avrebbe mai creduto che Fred sapesse o pensasse tutte quelle cose di George. Sorrise felice, alla fine Fred e George erano davvero una cosa sola; entrambi sapevano i pregi e i difetti dell'altro e si volevano bene per ciò che l'altro era, che ad ognuno di loro mancava. Erano complementari, più di chiunque altro, pensò con una punta di gelosia.

Ti sei re-innamorata di me?” cantilenò beffardo. Doveva sentirsi in imbarazzo per ciò che aveva detto.
Hmmm...no” ribatté dopo aver fatto finta di pensarci su.
Dai, lo so che preferisci me. Fai solo fatica ad ammetterlo” la pungolò con un dito nella guancia.
Oh si! Mi hai scoperta! Vi amo entrambi!” proferì lei drammatica. Fred smise di punzecchiarla.
Che sia ben chiaro! Non permetterò che nessuna ragazza di dubbie qualità gli metta le zampe addosso; per George o il meglio o nulla!” sbottò squadrandola, improvvisamente cinico. Adesso si comportava come una mamma gelosa che esaminava la futura nuora.
Tu vai bene!” acconsentì dopo un po'. “Sembri innamorata davvero, e non perché ha un bel faccino!”

Katie sorrise imbarazzata. Tra l'altro Fred si era appena detto da solo di essere un bel ragazzo.
Ma ti prego, smettila di mangiarlo con gli occhi! Sei indecente! E mi fai vergognare di avere la stessa faccia!”
Avvampò di vergogna. Era così palese? Se n'erano accorti tutti tranne George? Fred si godette l'effetto delle sue parole. Gli piaceva metterla in imbarazzo, se avesse avuto del pubblico sarebbe stato anche meglio.

A proposito di stessa faccia: c'è una cosa che volevo chiederti. Come fai a riconoscerci? Come fai a guardarlo sempre a colpo sicuro? Una volta ho fatto in modo di essere identico al millimetro! Ogni singolo capello sulla testa era pettinato nella stessa identica maniera. Ma tu non gli hai staccato gli occhi di dosso. Non hai esitato un momento e non mi hai scambiato mai per lui! Come diamine fai?” La sua voce era davvero curiosa.
Così Fred passava le giornate a cercare di assomigliare a George il più possibile per trarla in inganno?
-Bel passatempo.-

Questa volta fu Katie a sorridere, sicura.

Voi non siete identici come pensate. Cioè sì, lo siete” aggiunse guardando l'espressione incredula di lui, “ma già da quando avevo una cotta per te mi accorsi di lievi differenze e quando mi sono innamorata di George, mi son resa conto che non lo eravate al 100%. Il vostro sorriso ad esempio. Tu hai un sorriso più aperto, più sicuro, George tende a sollevare più il lato sinistro della bocca del destro. Tu hai un solco tra le sopracciglia quando sei in vena di scherzare, lui una lieve increspatura sul sopracciglio quando è teso. Tu gesticoli di più, George tende a inclinare la testa di lato mentre pensa. Quando siete perplessi, tu alzi il sopracciglio destro, lui il sinistro. La sua voce è leggermente più bassa della tua, che è più roca. E in generale il vostro modo di camminare non è lo stesso” sciorinò tutto d'un fiato.

Fred aveva ascoltato con stupore e indignazione crescente.

Tu mi fai paura! Sul serio, sono terrorizzato! E scandalizzato! Cosa fai? Ci spii mentre dormiamo? Credo che ti terrò d'occhio d'ora in poi! Pazza stalker di bei ragazzi!”
Katie non poté trattenersi dal ridere. Fred fece finta di allontanarsi sulla panchina, spaventato. Lei aspettò che la finisse con la sua commedia.

Se ami una persona che ha un gemello, devi essere certa di non confonderlo! Altrimenti che amore è?”
Ooooh! Mi amavi così tanto? Sono commosso.”
Sto parlando di George!”
Sul serio non capisco come tu abbia potuto preferire lui a me. Io sono più bello!” aggiunse poco dopo, facendola sorridere. Poi lo pizzicò sul braccio.
Videro George arrivare proprio in quel momento, mentre erano intenti a ridere.

Comunque vuoi una mano?” chiese Fred velocemente, prima che si avvicinasse.
No, grazie. Ho già abbastanza problemi così. Insomma, pensa se lui mi aiuta con te e tu mi aiuti con lui. Un gran casino” bisbigliò lei in fretta.
Digli che non ti interesso più! E' così semplice!”
Ci ho provato, ma forse non mi ha creduto . E' scemo e pure testardo!”
“Sì, già. In quello non ci assomigliamo.”
“Lasciaci da soli per qualche minuto, appena puoi” riuscì a dire prima che si fermasse davanti a loro.
“E' tutto a posto. Ho raccontato del tuo volo non previsto. L'istruttore voleva sapere se ti fossi spaccata. Gli ho assicurato che stavi bene, anche se eri ovviamente scossa. Dice che per oggi la lezione è finita, vi vedrete sabato prossimo” spiegò George guardandosi i piedi. Fred le fece di gomito.

Amici, devo abbandonarvi. Un impegno improvviso con una ragazza” esclamò sfacciatamente tirandosi su. Katie sapeva benissimo che non c'era nessuna ragazza.
Prima che George potesse dire qualcosa aggiunse: “Accompagna Katie al castello, fratellino. E' ancora molto scossa. Ci vediamo più tardi!”
E scomparve con uno svolazzo del mantello davanti alle loro facce allibite. Le uscite di scena teatrali erano perfette per Fred.
Rimasero alcuni istanti in silenzio.

Ti accompagno. Ce la fai ad alzarti?” mormorò poco dopo George. Alla risposta affermativa si avviarono al castello, attraversando un pezzo di villaggio.
“Vi siete divertiti tu e Fred?” chiese allusivo, le mani affossate nelle tasche del mantello. Il suo tono le parve quasi maligno.
Non rispose. La domanda non meritava nemmeno di essere considerata.
“George?” sussurrò, invece.
“Che c'è?” sbottò brusco.
“Smettila di lasciarmi da sola con Fred. Non mi interessa più, te l'ho detto” rispose calma ignorando l'evidente acidità del giovane.
“Questo è quello che dici tu” sbuffò lui sottovoce. Ma Katie lo sentì.

Certo che lo dico io! Chi vuoi che lo sappia meglio di me?” urlò iniziando ad alterarsi. L'atteggiamento di George la stava facendo arrabbiare.
“Sì, ma dici una cosa e poi ne fai un'altra! Credi che non mi sia accorto che sei ancora innamorata? Trovo sempre il tuo sguardo puntato su di noi! Non sono cieco!” gridò lui, lasciando sfogare la rabbia.
-Ma stupido sì! Guardo te, idiota!-

Erano arrivati al cancello e alcuni studenti che li avevano superati si erano girati al sentire le loro voci crescenti.

Ti ripeto che non sono innamorata di lui!”
“Di chi allora? Sentiamo!” incalzò ancora George. Katie arrossì alla domanda. Avrebbe dovuto aprire la bocca e dire semplicemente 'di te'. Ma non ci riuscì. Erano uno di fronte all'altro, arrabbiati, circondati da alcuni studenti curiosi.

Perché ti interessa così tanto?” chiese invece, sapendo già che si sarebbe pentita della domanda.
“Perché sono stufo di vederti sempre triste mentre ti trascini di qua e di là. Sempre musona e di malumore. E di doverti consolare” ribatte cattivo lui.

Katie si sentì ferita. Era diventata un peso per George? Le stava dicendo di smetterla di assillarlo?

Non devi preoccuparti di questo! Non è più affar tuo cosa faccio o chi mi piace. Stammi alla larga!” strillò rossa in viso.
Sentì George urlarle un: “con molto piacere”, mentre risaliva il prato, ignorando i sussurri degli studenti presenti. Non doveva piangere, non in quel momento; si infilò le unghie nei palmi delle mani fino a farli sanguinare pur di riuscire a trattenere le lacrime.
Passò il resto della giornata chiusa in camera, le tende del baldacchino tirate, singhiozzando piano nel cuscino; rimase nascosta finché Leanne non la venne a cercare a sera inoltrata, trovandola addormentata col viso bagnato di lacrime.

Marzo sfumò lentamente in Aprile e Katie non aveva più rivolto la parola a George dopo quella mattina. Non che le risultasse difficile. Lui la ignorava completamente. Leanne, a cui aveva raccontato tutto il giorno dopo, cercava di affatturarlo alle spalle ogni volta che poteva.
Fred, che si era accorto della tensione tra i due, si era avvicinato un pomeriggio a parlare con lei, suscitando in George un moto d'ira che lo costrinse a uscire dalla sala comune imprecando.

Secondo me è geloso” disse Leanne una sera mentre studiavano davanti al fuoco. Katie smise di leggere per piantare gli occhi increduli e arrabbiati in quelli dell'amica.
“Sul serio!” continuò, per nulla intimidita dallo sguardo di lei, che doveva essere minaccioso.
“Anche Fred è d'accordo con me. Dice che George è innamorato di te, ma è un testone timido e reagisce così per insicurezza.”

La giovane continuò a fissare l'amica, per nulla convinta. George era innamorato di lei e geloso di Fred...ma in che universo? A George interessava Alicia e lei era solo una ragazzina fastidiosa che non sopportava più.
“Leanne, non costringermi a scrivere a Samuel per dirgli che accampi teorie assurde insieme ad un bel ragazzo” replicò pigramente, rimettendosi a leggere.
Non ascoltò tutti i rimproveri che Leanne le rivolse, troppo impegnata a fantasticare dolorosamente su un mondo parallelo, in cui George l'amasse sul serio.



Note:

Salve a tutti.

Un punto da chiarire: Katie vede Fred e George che spiano l'allenamento il giorno di S. Valentino. Nel libro i due si avvicinano a Harry dicendogli che hanno visto l'allenamento e che sono penosi senza di loro. Ho fatto solo in modo che Katie li vedesse e si facesse le sue paturnie mentali.

Fred che si confida, lo adoro. Credo che lui più di tutti conosca le differenze che ha con George.

A presto con un nuovo capitolo!

(Non so perché, ma un pezzo ha la scritta più grande! Mistero del hmtl!)

Mimì


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Capitolo 13
*** Fuochi d'artificio al limone ***


Alle lezioni dell'ES avevano iniziato a lavorare sui Patronus e Katie si ritrovò ad essere una delle poche a non riuscire ancora a produrlo.

George c'era riuscito due lezioni prima, ma lei non si era girata a guardarlo. Aveva letto che i Patronus potevano prendere la forma di quello della persona amata, se il sentimento era forte, e voleva evitare che assomigliasse al suo facendola scoprire. Aveva sentito i miagolii emozionati delle ragazze quando lo avevano visto, ma aveva resistito con tutte le sue forze per non guardarlo. Quando Leanne aprì la bocca per dirglielo la zittì con un incantesimo Tacitante.
L'amica aveva prodotto un meraviglioso Gufo argentato, quello di Fred era un bellissimo Corsac, un tipo di volpe.

Quella sera, l'ultima lezione prima delle vacanze di primavera, finalmente l'informe nuvoletta perlacea che usciva dalla bacchetta di Katie si condensò in un piccolo volatile, sotto i suoi occhi meravigliati.
Ammirò estasiata il minuscolo colibrì d'argento che sbatteva le ali freneticamente, con grazia. Andava avanti e indietro, su e giù con leggerezza e rapidità. Ricordava di aver letto che i colibrì erano gli unici volatili non magici a poter volare all'indietro e a poter rimanere sospesi in aria sbattendo le ali formando un 8 rovesciato, il simbolo dell'infinito. Le piaceva.

Harry, contento, si era fermato a guardarlo, attirando l'attenzione su Katie.
Complimenti! E' il più piccolo patronus che io abbia mai visto. Sembra quasi un boccino” commentò guardandolo sfrecciare per la sala. Era quasi difficile seguirlo con gli occhi. Katie lo osservò passare vicino a George che seguiva il suo volo, affascinato.
C'è qualche problema se è così piccolo?” chiese, distogliendo l'attenzione dal giovane. Le si stringeva il cuore a immaginare il suo minuscolo patronus costretto a fronteggiare degli enormi Dissennatori. Molti altri studenti seguivano il discorso.
No, non credo. E' l'incantesimo che conta non la dimensione” assicurò Harry, arrossendo poco dopo accortosi del doppio senso.
Alcuni ridacchiarono. Tossì cercando di riportare l'attenzione sui patronus.

Comunque evocarne uno qui, in sicurezza e alla luce del giorno, è ben diverso che evocarlo di fronte ad un Dissennatore” li ammonì severo.
Katie ritornò a guardare il suo piccolo colibrì, con affetto.

Dieci minuti dopo stava correndo con tutte le sue forze, insieme a Leanne e ai suoi compagni, il fiato corto e le gambe doloranti. La Umbridge aveva scoperto dell'ES e stava venendo a prenderli. Con la testa nel pallone sentì la mano dell'amica afferrare la sua, decisa, e guidarla fino al bagno delle ragazze, alla loro destra. Spalancarono la porta, certe di essere in salvo, scoprendo con orrore che Clarisse Dixon, Serpeverde del 6° anno, stava aspettando chiunque si fosse infilato lì per sfuggire alla cattura. Come loro due.
La schiantarono velocemente e in sincronia perfetta, nemmeno l'avessero premeditato. Rimasero nascoste per mezz'ora poi, caute, si diressero verso la sala comune, le bacchette pronte.

Trovarono gli altri compagni, stretti in cerchio vicino al fuoco. Mancava solo Harry all'appello. Vide il sollievo negli occhi di George.
-Forse davvero lui mi...-
Nemmeno nel suo pensiero riuscì a finire la frase.
Harry arrivò mezz'ora dopo, con una terribile notizia: Silente aveva lasciato la scuola.


Un altro fuoco d'artificio passò sibilando davanti alla finestra, il rumore attutito dal vetro comunque ben udibile; scoppiò con un gran fragore illuminando la stanza.
Katie tirò la tenda per non svegliare le compagne addormentate. Voleva continuare a guardare i fuochi, ma avrebbe dato fastidio; dopo un attimo sgattaiolò fuori dalla porta, diretta alla sala comune: li avrebbe ammirati dalla grande finestra.
Non riusciva a credere che li avessero inventati Fred e George! A scuola era scoppiato un putiferio all'apparizione dei meravigliosi e pericolosi fuochi, ma la Umbridge si meritava tutto quel casino. Anche di più.

Si era insediata a Hogwarts come preside, poche ore dopo la fuga di Silente. I gemelli non avevano aspettato nemmeno un minuto e avevano deciso di rendere la vita complicata alla vecchia rospa. Per tutto il giorno l'avevano osservata correre trafelata e stanca per il castello, per cercare di sedare senza fortuna i Forsennati Fuochi d'artificio Weasley.
Voleva guardarli, anche tutta la notte; forse avrebbe sentito George più vicino.

Spalancò la grande finestra e l'aria frizzante la investì con forza assieme al boato dei fuochi. Rimase a guardare un dragone che volava pigro nel cielo, scoppiettando di tanto in tanto. Seguì le evoluzioni di girandole, fontane, draghi, scoppiettanti e vorticanti; esplodevano in mille colori mischiandosi gli uni agli altri, con fischi e botti. Le mani erano già gelide, ma non ci fece caso.

Non sapeva quanto a lungo li avesse guardati, quando arrivò. Sembrava che ci fosse un magnete che li attirava nello stesso luogo. Quando George apparve, con uno sguardo stupito, alla fine della scala per i dormitori maschili, lei non poté dirsi davvero sorpresa. Si attiravano e si repellevano con la stessa intensità.

George si avvicinò cauto e si appoggiò alla finestra, affianco a lei. Non si erano più parlati dal loro litigio di ritorno da Hogsmeade. Erano entrambi in pigiama e vestaglia, tesi e impacciati. Katie tenne lo sguardo davanti a sé, fissando il cielo.
Lui la osservò di soppiatto, soffermandosi a guardare come i colori dei fuochi d'artificio le illuminassero il viso.

D'un tratto un fuoco d'artificio esplose poco sopra di loro, scrivendo nel cielo la parola 'cacca'. Non riuscirono a trattenersi, entrambi scoppiarono a ridere e accortisi che l'avevano fatto in contemporanea risero ancora più forte. Quando smisero, si guardarono negli occhi.
Mi dispiace...” iniziarono all'unisono.
Prima io!” risposero insieme.
Risero ancora, non erano importanti le parole. Rimasero vicini, a guardare fuori.

Ti piacciono?” chiese George indicando il cielo, fiero.
Da morire! Se posso sbilanciarmi, credo che sia la vostra invenzione più strepitosa. Bella e fastidiosa al tempo stesso!” dichiarò lei ridendo. George osservò i suoi fuochi come se li vedesse per la prima volta; li trovò bellissimi, mentre scoppiavano riflessi negli occhi di Katie.
Lei si girò a guardarlo, mentre la fissava imbambolato.

Occhi negli occhi, sembravano attrarsi sempre più. Non poterono fare a meno di ridurre la distanza tra loro, piano, temendo che un movimento troppo brusco potesse spezzare la magia che teneva i loro sguardi incollati. Il respiro che si faceva via via più veloce, il cuore che batteva all'impazzata, nessuno dei due sapeva che anche l'altro provasse le stesse sensazioni.

Credo che ti bacerò, George” ammise lei avvicinandosi, la voce tremante e seria. Lui non ci cascò, si ricordava bene della stessa identica scena due natali prima, quando lei gli aveva baciato il naso.
Katie gli passò le mani attorno al collo, avvicinò il viso al suo con gli occhi chiusi; sentì il fiato sul collo, coi brividi, poi lei si alzò in punta di piedi e lo percepì caldo sulle labbra. Non si mosse, era certo che si sarebbe ritratta da un momento all'altro.

Invece lei premette con passione le labbra contro le sue. Percepì la lingua calda di lei insinuarsi con leggerezza tra le sue labbra.
Fu un secondo e chiudendo gli occhi rispose al bacio.
Passò le mani sulla sua schiena, facendo aderire il corpo al suo. Una mano era risalita tra i capelli di Katie e premeva sul suo collo. Il cuore in tumulto avrebbe potuto essere il suo o forse era quello di lei che gli rimbombava dentro.

Le mani di Katie scivolarono dalle spalle alla schiena, passionali, bramose. Una si aggrappò con forza ai suoi capelli, appena sopra la nuca.
Una scarica di piacere le correva dalla testa spargendosi per tutto il corpo; era ubriaca di felicità. Le loro lingue si esploravano, si ritiravano, si cercavano e rincorrevano.

Labbra che morsicavano labbra, baci delicati, baci bramosi. Ansimavano, ma non smettevano, Katie sentì George fremere d'eccitazione e si lasciò sfuggire un mugolio di piacere. A quel suono lui perse la testa e iniziò a baciarle il collo, a cercare le sue curve con le mani. Un fuoco d'artificio esplose con forza alle loro spalle, riportandoli alla realtà. Si guardarono, ansanti; le labbra tumide e lucide, le guance rosse, i corpi frementi, gli occhi azzurri e castani carichi di desiderio.

George si staccò da lei, brusco, e andò a sedersi su una poltrona vicino al fuoco, la testa tra le mani. Cercava di regolare il suo respiro, di rallentare il suo cuore, di frenare l'eccitazione.
Katie lo guardò tesa, incorniciata dalla finestra. Passarono istanti di puro silenzio, gli unici rumori i loro respiri via via più regolari e la legna che scricchiolava, consumata dal fuoco.
George alzò la testa e posò gli occhi in quelli di lei. Vi lesse dolore.

E' tutto sbagliato, Katie. Questo bacio è stato uno sbaglio” disse con la voce ancora roca dall'eccitazione. A lei sembrò di aver ricevuto uno schiaffo. Lo guardò ferita, ma sostenne il suo sguardo.

Non è stato uno sbaglio, l'abbiamo voluto entrambi, George!” ribatté fiera lei.
Lui saltò su arrabbiato al sentire il suo nome.

Sì che è sbagliato. Io non sono Fred! Non puoi baciarmi pensando a lui!” sbottò col viso rosso quanto i suoi capelli. George pensava che lei l'avesse baciato pensando al suo gemello?
Possiamo anche essere uguali esteriormente, ma io non sono lui. Non lo posso sostituire! Non lo voglio sostituire!” urlò al colmo della collera.

Katie capì che i suoi problemi di insicurezza verso il fratello stavano trovando sfogo in quel bacio. Lo guardò, arrabbiato, insicuro, sbraitare contro di lei nella sala comune, in pigiama e scalzo. Sentiva di amarlo sempre di più.
Io non ti ho baciato pensando a Fred!” rispose piano, cercando di riportarlo alla calma, “ti ho baciato perché sei George. E io ti amo, George!”

L'aveva detto, finalmente. Lui rimase in silenzio al sentire quelle parole. Lei attese, nervosa; George la guardò negli occhi, incredulo.
Tu mi ami? Adesso, tu mi ami?” gridò con voce dura.
Come mai non era ancora sceso nessuno attirato dalle loro urla? Che il rumore dei fuochi coprisse le loro voci considerevolmente alte?

Tu credi di amarmi! Solo perché sono uguale a Fred! Hai spostato i tuoi sentimenti da lui a me? Hai scelto il fratello meno difficile?” esplose con voce velenosa.

Non riusciva a credere che quelle parole venissero fuori dalla bocca di George, che il meraviglioso ragazzo che amava potesse pensare quelle cose di lei. Tremante di rabbia e di dolore si avvicinò a lui. Il ragazzo si ritrasse sdegnato, quasi temesse che l'avrebbe baciato di nuovo.
Katie alzò una mano e la calò con forza sulla guancia di lui. Il rumore dello schiaffo, più del dolore, sembrò calmarlo. O forse la freddezza di lei.

Il dolore pulsante alla mano le diede soddisfazione, sapendo che con quel gesto aveva trasmesso un forte segnale a George. Perché l'aveva colpito con le proprie mani e non con la magia. Il segno rosso delle cinque dita apparve sul volto di lui.

Lo guardò con occhi duri, anche se umidi.
Io so benissimo chi sei tu, George. Forse non c'è nessuno che ti conosca come ti conosco io, che ha letto il tuo cuore come ho fatto io. Tra noi due quello che non riesce a distinguere George da Fred, sei tu” replicò fiera.

Sostenne lo sguardo ferito di lui, senza battere le palpebre, perché sapeva che in quel caso sarebbero apparse le lacrime che stava trattenendo a fatica.
Io so bene per chi batte il mio cuore e sei tu, anche se non lo vuoi” sussurrò sincera.

Si voltò e salì le scale, calma, senza far trasparire il dolore che George con le sue parole, più che col suo rifiuto, le aveva inflitto. Non guardò nemmeno se lui fosse ancora lì o se fosse andato via. Si abbandonò sul letto e strinse forte il cuscino sulla testa, non voleva sentire più il rumore dei fuochi d'artificio. Dieci minuti prima si era trovata stretta tra le braccia di George, felice come mai era stata prima, cinque minuti dopo sentiva il cuore esplodere, sola, rifiutata. Forse pianse nel sonno, quando finalmente riuscì ad addormentarsi; non lo ricordava, ma di sicuro il cuscino raccolse tutte le sue lacrime.


La sala Grande illuminata da un tiepido sole le procurava mal di testa. Katie teneva lo sguardo chino nel piatto, abbagliata e confusa.
Non ricordava quanto avesse dormito, né se in effetti avesse dormito; era tutto piuttosto nebbioso nella sua mente.
La testa le scoppiava da morire, sentiva le vene pulsarle dolorosamente dietro gli occhi.
Leanne si girò preoccupata a guardare le sue occhiaie viola e profonde, la carnagione pallida. D'un tratto la vide ondeggiare e l'afferrò. Katie si voltò a guadarla come se facesse fatica a metterla a fuoco.

Ma tu scotti!” urlò l'amica toccandole la fronte. La alzò di peso e la portò su in infermeria.
Non è nulla di grave” mormorò tranquilla Madama Chips visitando Katie, “solo un po' di stanchezza. Lo stress debilita il corpo come una malattia!”
Le diede una pozione gialla e le disse di riposare per tutta la giornata.

Depressa si avviò alla torre, diretta al suo dormitorio. Evitò di guardare i pochi studenti presenti e si fiondò su in camera, godendo del contatto col letto morbido. Bevve tutto d'un fiato la pozione, poi si lasciò andare sui cuscini.
-Un bell'Oblivion, ecco cosa mi servirebbe. Oppure devo inventare una pozione che cancella il dolore. O l'amore.-
In pochi secondi si addormentò, senza pensare più a nulla.

Le vacanze di Pasqua le diedero modo di riposare ancora, ma allo stesso tempo mettevano a dura prova i suoi nervi. Dato che le lezioni erano sospese si trovava George tra i piedi molto più spesso del solito. Il gioco “evita George con ogni mezzo possibile” stava davvero diventando difficile. E patetico. Si rifugiava spesso in biblioteca, sapendo che il ragazzo ci andava poco.
Accolse la fine delle vacanze con gioia. Più ci rifletteva su, più le risultava difficile sperare che avrebbero potuto anche solo ritornare a parlarsi. Le cose erano andate troppo avanti, i sentimenti erano stati fraintesi, parole pesanti erano state dette e ascoltate. Ricucire una parvenza di rapporto era ormai pura utopia.
Soffriva da morire, le sembrava che niente potesse più farle passare quella morsa continua che sentiva al cuore. O quel bruciore allo stomaco.

L'ultimo giorno di vacanza venne avvicinata da Fred, cauto.
Devo parlarti” annunciò serio in sala comune, mentre lei sedeva con Leanne intenta a ripassare. Alzò lo sguardo da trasfigurazione volume sesto e lo guardò perplessa, senza muoversi.
Su forza! Non ho mica tutto il giorno!” sbottò, alzandola di peso e trascinandola per la sala comune sotto gli occhi di tutti, aprendo il buco del ritratto.
Fate con calma!” urlò Leanne divertita mentre continuava a girare le pagine del suo libro.

Fred la portò fino in biblioteca, nell'angolo più remoto e meno frequentato, il reparto libri maledetti, e la fece sedere al tavolino contro la parete.
Allora, sputa fuori. Cosa è successo?” chiese senza molti giri di parole. Katie lo fissò infastidita.
Non capisco di cosa stai parlando! Che cosa ti prende?”
Mi prende che George è di umore pessimo! Ha sfondato il baule a calci, ha spaccato lo specchio in camera e ha cercato di affatturare Lee per una battuta che non ha gradito! E chissà perché, credo che tu sappia cosa gli accade” replicò stizzito.

Lo guardò incredula.
Perché dovrei saperlo?” domandò facendo la vaga. Sperò che Fred non si accorgesse del suo nervosismo.
Perché centri sempre quando George è arrabbiato. E quelle cinque dita che aveva stampate in faccia sembravano proprio le tue. Sputa fuori, Katie!” ripeté deciso e minaccioso. Sembrava che fosse davvero preoccupato.
Perché non vai a chiederlo al tuo adorato fratellino?” saltò lei sulla difensiva, avvicinandosi intimidatoria. Con che diritto Fred l'aggrediva in quel modo? Era lei la parte lesa, e doveva sorbirsi un interrogatorio perché George aveva deciso di dare di matto.
Ci ho provato. Ho ricevuto un'occhiataccia, un ringhio e ho evitato un pugno. Con te sono più tranquillo!”

-Non ne sarei così sicuro!-

Continuò a fissarla, in attesa, le braccia incrociate sul petto, le sopracciglia torve.
Ho baciato George! In sala comune! La notte dei fuochi d'artificio!” esplose di botto gettando ogni remora, guardando la mascella di lui abbassarsi incredula. Evidentemente non si era aspettato niente del genere, perché per qualche secondo non riuscì a trovare niente da dire.
Oh!” riuscì ad esclamare poco dopo.

Continuava a fissarla meravigliato.
Io...non so che dire. Complimenti per l'iniziativa!” commentò colpito stringendole la mano. Lei assunse un'aria accigliata.
Ma capisco ancora meno la situazione. L'hai baciato e poi schiaffeggiato?” aggiunse tornando perplesso.
Con un gran sospiro Katie si risedette, fissando lo sguardo sulle fughe delle mattonelle.

All'inizio George ha risposto al bacio con...passione? Entusiasmo? Sorpresa? Poco dopo si è arrabbiato, mi ha urlato contro che era sbagliato, che non potevo baciarlo pensando a te o perché assomigliasse a te. Gli ho detto che l'ho baciato perché l'amavo. E lì è esploso” confessò strusciando un piede avanti e indietro, a disagio.

Prese il respiro un paio di volte, cercando di scacciare il dolore che prepotente le serrava lo stomaco.
Ha gridato che non era possibile che l'amassi. Che credevo di amarlo perché ti assomiglia e che avevo spostato i miei sentimenti per te verso di lui, insinuando che avessi scelto di provarci col fratello 'meno difficile'. L'ho schiaffeggiato e me ne sono andata. Da quel giorno non ci siamo più parlati.”

Non guardava Fred quindi non poteva sapere che faccia avesse ma lo sentì respirare brusco in un paio di passaggi. Soprattutto alla notizia delle parole di George.
Va bene. Vado a parlare con George, allora. Chiariamo questa situazione” annunciò Fred facendola trasalire. Era già quasi arrivato alla fine dell'angolino riparato in cui si erano rifugiati, quando lei lo afferrò per il braccio, costringendolo a fermarsi.

No! No, Fred! Non metterti in mezzo!” strillò torva puntandogli un dito contro.
Lui fece per parlare, ma lei lo zittì.

Stanne fuori. L'ultima cosa che voglio è che possiate litigare a causa mia. Sono seria, Fred. Lascia perdere” tagliò corto.
La premura di Fred le aveva fatto piacere, ma non avrebbe permesso che venisse invischiato in quella situazione rischiando di compromettere il bellissimo rapporto con suo fratello. Il giovane sembrò combattere un attimo con sé stesso perché lo sentì agitarsi.

Ti prego. Va bene così” mormorò con voce rotta, ormai sull'orlo delle lacrime, aggrappandosi ancora al suo braccio.

Lui sospirò sconfitto.
Farò finta di nulla, promesso. Vieni qua” sussurrò, abbracciandola comprensivo.
Quelle braccia erano così simili a quelle di George da farle male, ma mancava quel calore che la faceva impazzire di gioia; una mano le accarezzava consolatrice la schiena. Singhiozzò debolmente sulla divisa di Fred, grata, un po' di dolore che scivolava via piano con le lacrime.

D'un tratto lo sentì irrigidirsi, la mano si bloccò agitata sulla schiena. Si scostò un poco e lo guardò in volto, scoprendolo fisso in un punto alle sue spalle, teso. Voltò la testa lentamente per scoprire George, ritto vicino ad una scaffalatura, che la guardava con una brutta espressione in viso. Un misto tra trionfo e rabbia.

Non guardava Fred, era con lei che ce l'aveva. Vederla lì, tra le braccia del fratello, sembrò aver dato conferma a tutto ciò che aveva detto e pensato. La fulminò con lo sguardo, poi con disprezzo voltò le spalle e andò via.
Fred la lasciò per seguirlo, ma lei lo fermò ancora.

Lascia stare. Va bene così” dichiarò asciugandosi decisa le lacrime.
Non aveva più rilevanza; il cuore, ferito e intorpidito, le disse che niente aveva più importanza.


Guardò la scena in prima fila, incredula.

Aveva spintonato via parecchi studenti per superare la calca e raggiungerli. Fred e George, accerchiati e presi in flagrante.
La Umbridge li sovrastava con faccia trionfante, pregustandosi la punizione; venne raggiunta da Gazza, eccitato e felice.

Avvenne tutto così in fretta: vide i gemelli, per nulla intimiditi, scambiarsi due sorrisi quasi identici, poi, dopo aver alzato le bacchette, montarono sulle loro scope arrivate di corsa. Dalla scopalinda di George pendeva una grossa catena che terminava con un piolo in ferro. Ebbe la malsana idea di afferrarlo e impedire quello che già sapeva sarebbe successo.
Schizzarono su in volo, la catena oscillò minacciosa sulla folla sottostante, incredula ed emozionata. Le sembrava di vedere tutto al fotogramma, col cuore che scandiva i cambi di scena coi suoi battiti.
Fred li guardò tutti sorridente, sentì il suo sguardo su di sé. George, invece, non si accorse nemmeno di lei, impegnato a istigare la folla contro la Umbridge.

Senza poter fare nulla, nemmeno gridare, lo guardò volare fuori dal portone, insieme a suo fratello, per non rivederlo mai più.

Mentre la folla urlava, strepitava, rideva e saltava su e giù seguendo il volo dei due giovani, ignorando le grida isteriche della Umbridge che aveva perso delle prede, Katie si sentì vuota. Girandosi intorno attonita, tra tutti quei visi felici, euforici e meravigliati, trovò due occhi che condividevano il suo stesso stupore. Fendendo la folla raggiunse Angelina e la abbracciò, senza dire niente.
L'amica ricambiò, grata, senza fare domande; entrambe trovarono conforto nel muto abbraccio.

Il resto dell'anno passò in fretta, brumoso, poco definito; o perlomeno nei suoi ricordi futuri non ricordò mai nulla di così eccitante da essere menzionato. Le cose avevano perso importanza, colore, sapore, emozione.
Passò l'esame di materializzazione al primo colpo, senza sbagliare; probabilmente non avere più un cuore l'aiutava a sparire e riapparire con facilità.

A Maggio, durante l'ultima partita di stagione, aveva segnato con precisione e velocità, la mente occupata solo dal Quidditch, con uno spirito competitivo da fare invidia a Baston. Ma la vittoria non le aveva dato la gioia sperata. Fu solo contenta che Ron avesse guadagnato fiducia in sé stesso e avesse portato in trionfo la coppa, euforico.

Una mattina aveva notato Errol, con stupore; il vecchio gufo aveva planato goffamente davanti ad Angelina; dopo che l'amica ebbe preso la lettera, con molta calma e sforzo si era tirato su stridente e aveva raggiunto Katie per ricevere una coccola. Dopo aver ricevuto carezze e un pezzo di toast, si alzò in aria per svolazzare via, sghembo. Aveva visto l'amica leggere sempre più emozionata la lettera, poi cercare il suo sguardo, raggiante. Si era sforzata di sorriderle. Fred aveva scritto ad Angelina, ne era certa.

Per non pensare a nulla si era buttata sui libri e concentrata sullo studio con così tanto zelo, che arrivò agli esami lucida e preparata, aspettandosi di averli superati tutti con una “E”.
A Giugno, Harry aveva fatto un incursione al Ministero, rivelando finalmente al mondo le prove del ritorno di Voldemort. Il primo ministro in persona aveva ammesso di averlo visto e nella comunità magica era scattato un nuovo stato di allerta: erano in guerra.

Arrivò la fine della scuola e sull'Espresso che la riportava verso casa sonnecchiò un po', sfinita. Non aveva dormito molto dopo la fuga di George, rimaneva sempre sveglia per qualche ora prima che il sonno riuscisse a domarla.
Leanne cercava di distrarla, di tirarle su il morale, di motivarla. Katie le era grata; la sua amicizia vera e costante le aveva dato così tanto conforto che se non era caduta in uno stato depressivo era solo merito suo.

Scendendo dal treno, lo vide.
George, vicino a Fred , attorniato dalla famiglia e alcuni amici, -il professor Moody e il professor Lupin?-, sereno, in attesa di Ron, Ginny e Harry.
Una scarica elettrica partì dal suo cuore paralizzandole gli arti, rendendo il respiro difficoltoso. Le sembrò di provare nuovamente delle sensazioni dopo molto tempo, come se si svegliasse da un lungo sonno.
Non si era aspettata di rivederlo, men che meno così, all'improvviso. Salutò Leanne, un po' rigida, confusa. I suoi genitori la strinsero in un grande abbraccio, felici di rivederla, poi la guidarono verso l'uscita.

Passò vicino ai Weasley, mentre Fred mostrava a Ron i nuovi giubbotti verde livido che lui e suo fratello indossavano. Guardò dritta, non osò nemmeno battere le palpebre mentre li sorpassava; qualcuno la seguì con lo sguardo, ma non era sicura che fosse George.
Prima di seguire sua madre oltre il muro della stazione si girò un'ultima volta a guardarlo. Gli parve che si fosse appena girato ma, si disse mentre spariva tra i mattoni, era stata di sicuro la sua immaginazione.






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Capitolo 14
*** Viaggio nell'Io ***


Leanne strinse forte il mantello, rabbrividendo.
Per essere metà Ottobre, il tempo era decisamente terribile. Il vento turbinava con forza e la pioggia batteva incessantemente; ma Hogsmeade era ormai a pochi passi.
Gettò un'occhiata a Katie, al suo fianco: l'amica continuava a guardare dritta davanti a sé, senza nemmeno prestare attenzione al tempo, in un mondo tutto suo. Leanne sospirò afflitta; se dalla fine della scuola era diventato raro vederla sorridere, dopo il viaggio a Diagon Alley fu praticamente impossibile.

L'ultimo giorno delle vacanze estive, i coniugi Meadowes, i coniugi Bell, Leanne e Katie si erano recati tutti insieme a far compere per il settimo anno delle ragazze. Diagon Alley era diventato cupo e squallido; le vetrine spoglie e ricoperte di cartelloni del ministero, i negozi sprangati e gli ambigui banchetti per la strada lasciarono davvero una brutta impressione su tutti loro. Ma Katie si poteva dire ancora serena.
L'ultimo sorriso che Leanne le vide fare, fu davanti ai cartelloni del negozio di Fred e George 'Tiri Vispi Weasley'; un fugace stiramento di labbra davanti al messaggio di 'occlusione che stringe la nazione' poi più nulla. Katie aveva fissato imbambolata la vetrina oltre la quale George, felice, in un completo magenta, serviva orde di clienti; poi l'aveva guardato sparire nel retro dietro una deliziosa ragazza bionda, anche lei in completo da lavoro. Rifiutatasi di entrare era rimasta ad aspettarli da Madama McClan, dove aveva comprato delle nuove divise.

Il tepore dei tre manici di scopa le investì benevolo al solo aprire la porta. Chiusero il furioso vento fuori e si diressero ad un tavolo, ordinando delle burrobirre.
Sei sicura che non devi vedere Samuel?” domandò Katie dopo aver bevuto un sorso riscaldante.
Leanne cercò di rispondere mentre ancora beveva, rischiando di soffocare. “Sicurissima. Per Sam è un momento molto importante, i suoi esami di magisprudenza si stanno facendo sempre più complessi e deve dedicare tutto il suo tempo allo studio” rispose ancora un po' tossicchiante.

Non era vero nulla. Cioè sì, gli esami di Sam erano effettivamente diventati più difficili, ma era stata lei a dire al ragazzo di non vedersi quel fine settimana; aveva deciso di rimanere con Katie, per non lasciarla da sola in dormitorio a crogiolarsi nella depressione. Era stata sempre lei a convincere l'amica a uscire, nonostante il tempo fosse tutt'altro che buono. Katie si limitò a fare una buffa alzata di spalle.
Mandagli il mio in bocca al lupo” disse sincera. “Appena prenderemo i M.A.G.O. potrai vederlo spesso. Potreste persino andare a vivere assieme” aggiunse dopo un po'.
Leanne arrossì violentemente. Katie accennò un fugace sorriso alla reazione dell'amica.

Ma cosa stai dicendo?” sbottò piccata la giovane. “Vuoi rimangiarti la promessa di andare a vivere assieme, io e te, dopo aver preso finito gli studi?”
Certo che no. Dico solo che non ci sarebbe nulla di male se Sam diventasse nostro co-inquilino. Può dividere la tua camera” insinuò, in vena di punzecchiarla. Le urla indignate di Leanne la seguirono durante tutto il tragitto fino al bagno, divertendola un po'.

Aprì la porta del bagno e la sua mente si ritrovò improvvisamente a galleggiare. Ogni pensiero negativo o doloroso che l'aveva oppressa nel profondo fino a poco prima era svanito, sostituito da una vaga tranquillità.
Una voce femminile le ordinò di prendere il pacchetto marrone appoggiato sul lavandino di fronte a sé; Katie allungò le mani e lo afferrò, decisa.

La voce continuò, ordinandole di portarlo a Silente, su al castello.
-Aspetta un po', perché dovrei?- Disse una vocina risvegliatasi dal profondo.

Ti piace questa sensazione di pace?” Aveva chiesto la voce femminile.
-Si, mi piace.-

Vuoi non provare più ansia o dolore?” Continuò subdola.
-Mi piacerebbe molto. Dimenticare.-

Porta il pacco a Silente. E potrai rimanere in pace per sempre. Dallo solo a lui, nessun altro deve toccarlo. O sapere dove lo hai preso.”

Annuendo, aprì la porta del bagno e ritornò da Leanne, il pacchetto stretto in mano.

Hai fatto presto. Cos'hai lì?” domandò l'amica perplessa, sicura che Katie non avesse nulla in mano quando era andata via.
Una sorpresa speciale per qualcuno” sussurrò l'altra stranita mentre si infilava i guanti e schizzava via in fretta. Leanne, attonita, ci mise qualche secondo per scrollarsi lo stupore di dosso e gettarsi all'inseguimento.
Ripeti un po': cos'è quel pacchetto?” urlò fuori dal pub per sovrastare il ruggito del vento, una volta raggiunta l'amica.
E' una consegna speciale. Una sorpresa che devo consegnare a qualcuno a Hogwarts!” sorrise stupidamente nella sua direzione. Il vento le frustava i lunghi capelli sul viso, ma lei sembrava non accorgersene.

Non puoi portare a scuola qualcosa di cui non conosciamo la provenienza. Da chi l'hai avuto?”
Che cosa importa?” rispose Katie con voce leggera.
Non fare la stupida. Chi ti ha dato quel pacchetto?” insisté ancora, accalorata.
Non sono affari tuoi, Leanne” sbottò l'amica, scocciata.
Sì che lo sono. Non mi sembra saggio accettare oggetti sconosciuti o da persone ignote!” strillò ancora più arrabbiata.
Faccio quello che voglio. E accetto quello che voglio da chi voglio.”

Leanne si gettò verso di lei per strapparle il pacchetto da mano, ma Katie se ne accorse e riusci con uno strattone ad evitare che la sua mano guantata si chiudesse del tutto su di esso, stringendolo a sé. Un flebile suono di carta strappata le raggiunse oltre il frastuono del vento.
Il pacchetto cadde con un tonfo sordo. Katie sentì la testa e il corpo leggero e chiuse gli occhi, pesanti.

Un dolore lancinante la trafisse in ogni centimetro, come mille aghi infilati sotto pelle. Sentì le viscere bruciare e liquefarsi con dolore e poi li vide: suo padre, sua madre, Leanne, Angelina, George, tutti i suoi cari e amici la afferravano maligni strappandole brani di carne dal corpo. I loro corpi imputridivano sotto il suo sguardo mentre vermi e animali li consumavano lentamente. Cercava di scappare in preda al terrore e al dolore, piangendo e urlando, ma loro la stringevano più forte, torturandola con più cattiveria.
Dopo un tempo incalcolabile, quando infine si era arresa senza più combattere, tutti loro sparirono uno a uno e si ritrovò d'un tratto a galleggiare nel niente, singhiozzante e dolorante, da sola.
Il dolore, all'inizio incontenibile, scemava pian piano. Le sembrava di avere il corpo immerso nel ghiaccio e di star perdendo via via sensibilità.

Il tempo non aveva senso, il pensiero non aveva senso. Non era certa nemmeno più di esistere, semplicemente galleggiava. Di tanto in tanto fiochi suoni rompevano il silenzio che premeva intorno, stralci di conversazioni concitate, parole che non comprendeva, voci che non riconosceva. Andavano e venivano all'improvviso, giusto il tempo di spezzare il tempo, di agitarla un po'.

Ciao, Katiewow” mormorò piano qualcuno, con affetto, all'improvviso. Le parole vennero ripetute in un'eco infinita, la voce sempre più amplificata. Chi era Katiewow? La conosceva? Che nome buffo aveva...e chi la chiamava con così tanto amore?

Qualcosa si formò nel nulla da cui era cullata. Un viso a cuore, occhi verde chiaro e capelli neri; l'immagine galleggiò sfocata davanti a ciò che doveva essere il suo viso, aperta in un sorriso.
-Leanne?- Pensò incerta, formulando il primo vero pensiero. Lei era Katie, Katiewow!
Riuscì improvvisamente a sentire tutto ciò che l'amica le diceva.

... ho strepitato, mi sono imputata e ho tenuto duro finché non me l'hanno concesso. Mi conosci. Ma appena son riuscita a parlare con Silente non c'è stato bisogno di discutere. Ha detto subito di sì. Ho un permesso firmato di suo pugno, posso venire un fine settimana al mese” disse Leanne fiera.

Katie voleva risponderle, voleva gridare, chiedere, sapere, ma non aveva bocca.

Sono già passati due mesi, sai? Mi è quasi parso di impazzire. Non so nemmeno come sia passato tutto questo tempo, né se sia davvero passato; le cose sono strane senza di te.”
-Due mesi da che cosa? Cosa stava succedendo? Perché non riusciva a vedere o a parlare con Leanne? Perché non riusciva a muovere il suo corpo, se aveva un corpo?-

Non so quanto tu senta. Ma io continuerò a venire e parlarti. Non smetterò finché non aprirai gli occhi e mi dirai di stare zitta” scherzò l'amica, con voce triste.
I Guaritori dicono che sei stata fortunata. Ma che ancora non sei fuori pericolo. Ti sto perdendo, Katiewow. Stupida incosciente” singhiozzò forte ormai fuori controllo.

La voce di Leanne si allontanò, ributtandola nel nulla.

Stava morendo? Come? Quando era successo? E dove si trovava? Cercò di muoversi, ma non aveva corpo; di parlare, ma non aveva bocca; di vedere, ma non aveva occhi.
Con crescente dolore cercò di urlare, ma non poté.

-Leanne, Leanne, Leanne!- pensava intensamente. L'unico nome che ricordasse, l'unica persona che volesse vedere. La ragazza apparve dal nulla, illuminando intensamente il buio, con un meraviglioso sorriso.
Sembrava fosse apparso il sole in piena notte, luminoso e rassicurante. Riusciva a sentire il calore che emanava riscaldarla lentamente, risvegliando il suo corpo.

Mi hai chiamato?” domandò allegra, avvolta in una tunica bianca, di foggia greca.
Rischiarata dalla luce che l'amica spandeva attorno riuscì a vedersi, per la prima volta da tempo. Poggiava su una lucida superficie nera, che rimandava i riflessi dell'amica e del suo corpo.

Stese le braccia davanti a sé, rendendosi conto per la prima volta di come fossero belle. Non le sue in particolare, ma le braccia in sé; aprì e chiuse le mani davanti alla faccia, felice. Si tastò il viso, controllò il resto del corpo, mosse le gambe. Le piccole dita dei piedi sfarfallavano felici. Era scalza e indossava anche lei una tunica come quella di Leanne, ma nera.
Si alzò sulle gambe malferme, si avvicino all'amica e d'istinto la abbracciò, ma le sue braccia si chiusero sul vuoto. Leanne era lì, ma lei le passava attraverso.

Non sono davvero qui, Katie. Devi trovarmi” proferì la giovane continuando a sorridere.
Trovarti?” ripeté incredula. Sentì la sua stessa voce riempire il vuoto, con la solita eco. Leanne era lì davanti a lei, come poteva trovarla? Dove? Che cosa significava?
Sì, Katie. Cercami” incalzò l'amica svanendo pian piano, portando via con sé la luce. Il suo viso, l'ultima parte a sparire fluttuò sorridente e rassicurante nel nulla, poi sparì rilanciandola nel buio.

La giovane barcollò di qua e di là spaventata, chiamando l'amica ripetutamente, ma inutilmente. Per quanto camminasse e tendesse le braccia non percepiva nulla attorno a sé. Un ostacolo all'altezza della vita le intralciò il cammino facendola inciampare. Tastò foglie, rami e spine. Ritrasse le mani ferite. Era una...siepe. Poggiando cauta la mano destra sulla superficie modellata in maniera piatta, iniziò a seguire quella sorta di muretto in foglie per trovare un'uscita.
La mano, dopo aver percepito foglie, foglie e rametti e foglie per parecchi chilometri, all'improvviso cadde nel vuoto; si voltò verso l'apertura nella siepe e con un gran sospiro, senza sapere cosa avrebbe trovato, varcò l'ignoto.

Katie Bell!” chiamò una voce severa, nel buio. Il suo desiderio di vedere fece brillare il suo corpo come aveva fatto Leanne prima, illuminando la scena.

Vide sé stessa, undici anni e agitata, barcollare timorosa verso uno sgabello, alla fine di una grande sala illuminata da candele fluttuanti e colma di persone. La donna al suo fianco, non ricordava il suo nome, ma ricordava una certa severità, le poggiò un lacero cappello sulla testa; vide il suo sguardo terrorizzato cercare qualcuno nella folla di fronte a sé prima di sparire sotto il cappello. Si girò verso il resto della sala e vide lo sguardo che la piccola Katie aveva cercato: la piccola Leanne guardava tesa e fiera il momento del suo smistamento.

Guardò sé stessa emozionata andare dubbiosa verso il tavolo dei Grifondoro a cui era appena stata smistata; gli altri studenti applaudivano per il suo sorteggio ma lei, imbarazzata, era sprofondata sulla panca vicino ad un ragazzino coi capelli rossi che le diede una forte pacca sulla schiena, per farla stare dritta nel suo momento di gloria. Il suo gemello spuntò dietro le spalle dandole anche lui una pacca. Si sedette vicino alla piccola Katie e guardò il resto dello smistamento. Si ricordava quei momenti: l'ansia di non sapere dove sarebbe finita; la gioia e lo stupore nel sapere di essere finita a Grifondoro, come sua madre; il timore di non essere abbastanza brava da stare lì; il forte desiderio che Leanne, la prima persona con cui avesse stretto amicizia in quel nuovo mondo, fosse nella sua stessa casa.

Osservò la giovane amica dirigersi decisa verso lo sgabello, sforzandosi di sembrare calma. La piccola Katie vicino a sé si strizzava le mani nervosa, senza staccare gli occhi dallo Smistamento. Quando il cappello parlante urlò “Grifondoro”, si alzò in piedi sulla panca strillando più forte di chiunque altro, scioccando i suoi nuovi compagni che l'avevano etichettata erroneamente come una bambina tranquilla.
Si alzò per guardare le due piccole nuove amiche confabulare tra loro contente. La luce emanata dal suo corpo si affievolì un'istante e quando ritornò della stessa intensità la scena era cambiata: si trovava alla stessa sera del suo smistamento, ma alla fine della cena.

Il prefetto richiamò lei e i suoi compagni del primo anno per illustrare la strada per raggiungere la propria casa. Si accodò ai piccoli, e ascoltò il loro chiacchiericcio emozionato. Leanne e Madeline stavano confabulando tra loro. Si avvicinò per sentire.

...sul serio! Come fai a sopportarla? E' una tale imbranata!” disse cattiva Madeline, scostando i lunghi capelli biondi dalla spalla.
Faccio finta! Santo cielo, se non la controllassi credo che finirebbe male. Ma può tornarmi utile la sua amicizia!” ribatté Leanne maligna, scoccando uno sguardo verso la piccola Katie, poco distante da loro.

Katie, inorridita, ascoltò le due piccole vipere parlare male di lei. Della sua goffaggine, della sua stupidità, della sua troppa fiducia negli altri. La testa iniziò a scoppiarle, mentre vedeva le figure distorcersi, vorticare su sé stesse e sciogliersi in un tripudio di colori. Ripiombò nel buio, confusa e ferita.

Com'era possibile che Leanne avesse detto quelle cose di lei? E se la loro amicizia non fosse stata altro che una bugia? E, pensando pure che al tempo potesse averle dette, adesso le pensava ancora? Continuò a farsi domande su domande, abbandonata lì nell'oscurità. Pensò a tutte le parole di fiducia che Leanne le aveva rivolto negli anni, tutti i suoi sorrisi sinceri, le sue espressioni preoccupate e gli abbracci consolatori che riservava solo a lei.
Non aveva motivo di dubitare di Leanne.

Sì, forse si fidava troppo degli altri, ma non avrebbe permesso a nulla di distruggere la sua fiducia nell'amica; e se, alla fine, quelle parole si fossero rivelate vere, il sentimento che lei provava per Leanne era sempre stato sincero, quindi non avrebbe avuto nulla da rimproverarsi. Si tirò su, decisa a continuare a cercare un'uscita, uno sbocco o perlomeno un senso a tutto quello.

Ciao, Katiewow! Sono tornata! Che bel colorito hai!” chiocciò felice la voce di Leanne, facendo vibrare le pareti del suo essere. Si sedette ad ascoltare l'amica, venuta a trovarla. 
Era passato un altro mese.

I Guaritori dicono che sono a buon punto. Sono stati molto fiduciosi. Dicono che in breve tempo troveranno una cura! E tu ti risveglierai e io ti abbraccerò fino a soffocarti!” strillò entusiasta la giovane, scaldandole il cuore.

Leanne in tunica bianca apparve al suo fianco, seduta come lei ad ascoltare, luminosa.
Siamo già a Gennaio e la scuola è un supplizio. Tutti continuano a studiare, fare fesserie, ma si sente la tua mancanza. Oh, non ti ho ancora raccontato l'ultima!” continuò l'amica. Restò li ad ascoltarla, per ore, ridendo ai suoi aneddoti, mentre l'altra Leanne, in silenzio accanto a lei, spandeva i suoi raggi pulsanti. Quando l'amica si congedò, anche la sua Leanne scomparve.
Capendo che la sua ricerca non era ancora finita, si incamminò ancora più fiduciosa e agguerrita nei meandri della sua mente. Vagò ancora nell'ignoto, il pensiero dell'amica che le faceva da scudo contro la negatività.

Continuò a camminare, contando i passi per spezzare la noia. Al duecentocinquantesimo passo si accorse che sotto al suo piede si stava delineando una luminosa mattonella gialla, seguita da molte altre mattonelle dello stesso colore, che scorrevano davanti a sé.
Le seguì dubbiosa per molto tempo, finché quelle non si interruppero nel bel mezzo del nulla, e quando guardò indietro per ritornare sui suoi passi, si accorse che anche le altre erano scomparse.

Hai sentito? Hanno preso Katie Bell come cacciatrice! Non è nemmeno così brava, è solo una mocciosa!” sentì dire a qualcuno nell'oscurità. La scena che le si parò davanti era la sala comune di sera, con gli studenti assiepati intorno ai tavoli intenti a fare i compiti.
Il ragazzino che aveva parlato al suo gruppetto di amici continuò.

Io sono stato più bravo, ma quello sciocco di Baston ha scelto lei, forse perché così non avrebbe frignato” esclamò con un ghigno ai suoi amici, che risero.

Katie riconobbe nel gruppetto Simon, Leonard e Daniel, il ragazzo che aveva parlato male, tutti due anni avanti a lei ad Hogwarts. E che lei aveva sempre pensato fossero suoi amici.

Avete visto come vola? Patetica!”
Ed è anche brutta!”
Io ho sentito dire che sua madre paga perché le vengano concessi dei privilegi. Voglio dire, è così stupida che da sola non potrebbe nemmeno passare l'anno!” insinuò Simon.
Io invece ho sentito dire che molta gente deve dei favori a suo padre ed è così che è riuscita ad entrare in squadra.”
E' davvero una ragazzina inutile e patetica. Quanto la detesto!” sentì dire in coro al gruppetto. Molte teste nella sala comune si girarono annuendo, prima che la scena si gonfiasse e implodesse su sé stessa, schizzando frammenti di colori e facendo ripiombare tutto nell'oscurità.
Tremante, si portò le mani alla testa.

Quanto avrebbe dovuto credere di ciò che aveva sentito? Forse i suoi compagni di casa pensavano davvero quelle cose di lei, non era mai stata molto intelligente o divertente o espansiva. Si era sempre sentita sfiduciata e insicura e sentire quelle malignità su di lei non fece che accrescere le sue paure.
Provò a scappare via, ma non riuscì a staccare i piedi dal terreno; si trovò ancorata lì. Le voci cattive continuavano a rimbombarle nella mente: era una stupida, una fallita, una buona a nulla, l'aveva sempre saputo.

Però...però...si era sempre sentita brava a Quidditch. Era l'unica cosa in cui sapeva, sentiva, di essere brava davvero. Baston l'aveva persino abbracciata alla fine della sua prova, dicendole che era davvero formidabile.

Sì, ne era certa, era brava! Tirò con forza, cercando di staccare i piedi e quelli, d'un tratto, si sollevarono senza sforzo facendola inciampare e ruzzolare. Si sollevò, benedicendo il fatto di non provare dolore fisico.

Come mi sei mancata, Katiewow!” strillò Leanne all'improvviso. Era passato un altro mese.
Ascoltò attenta tutto ciò che le raccontava mentre la sua omonima apparve come sempre al suo fianco; sentì un gran dolore al pensiero di come tutto quello le mancasse, ma non sapeva come fare a tornare alla sua vita.

Sai che la squadra sta passando un brutto momento senza di te? Ti hanno rimpiazzata con Dean ed è bravino, sul serio, ma Harry sembra davvero preoccupato. La tua bravura manca!” rivelò l'amica seria.

Sorrise a quell'affermazione, era proprio in gamba. Quando Leanne andò via sentì un gran vuoto. Voleva svegliarsi, aprire gli occhi e parlare con lei, abbracciarla. E invece ancora una volta si trovava in quella sorta di limbo, dannata a vagare senza spiegazioni né consigli.

Mamma, la neve! La neve!” chiocciò d'un tratto una vocina felice, nel buio, distraendola dal suo dolore. Il suo corpo emanò luce, rivelando la scena.
Una donna coi capelli castani come i suoi correva dietro una vispa bambina non più grande di cinque anni, con la cuffietta talmente calata sulla testa che le orecchie sembravano a sventola. Rideva e scappava, inciampando nella neve e rotolandocisi dentro contenta.
Si trovavano nel giardino innevato di una bella casa di campagna.

Katie si sedette, senza percepire affatto il freddo che attorniava le due figure giocose.

Un uomo dagli occhi nocciola come i suoi si avvicinò alla bambina per sollevarla ma si ritrovò con una grossa palla di neve spiaccicata in faccia. La piccola saltò su strillando e corse via dalle grinfie dell'uomo, ridendo. I due adulti la rincorsero, contenti. Poi scomparvero, tutto d'un tratto, lasciando la bambina sola, a piangere in mezzo alla neve.
Ma suo padre e sua madre non l'avrebbero mai fatto. D'un tratto il pavimento sotto di sé crollò e si senti cadere.
Cadde e cadde, dapprima spaventata, poi incredula, infine rassegnata. Atterrò su qualcosa di confortevole, con un suono morbido.

Tastando intorno riconobbe la consistenza e la dimensione di un letto. Desiderò poter vedere e d'improvviso il suo corpo emanò una flebile luce, che illuminò fiocamente il suo corpo sdraiato sul letto mentre lei, appollaiata ai piedi, lo guardava incredula.
La camera si riempì di luce e la scena fu chiara: sua madre e suo padre stavano chini sul suo corpo, assorti.

Non riesco a crederci” sibilò la donna, guardando il corpo di Katie che giaceva fragile e pallido nel letto. Katie voleva muoversi verso di lei, parlarle, dirle che si trovava lì, ma non riuscì a fare nulla di tutto ciò. Poteva solo rimanere lì, a guardare i suoi genitori struggersi di dolore per lei.
Lo so, Beth” sussurrò John Bell comprensivo, abbracciando la donna.
Katie sentì le lacrime pungerle gli occhi.

Non posso credere quanto stupida possa essere” proferì la donna con voce maligna.

-EH?-

Sempre detto che sarebbe stato meglio avere un figlio maschio!” sbottò l'uomo lasciando la moglie e guardandola come se la ritenesse colpevole di tutto.

La giovane rimase inorridita a guardarli, senza credere alle sue orecchie. Erano i suoi genitori? Erano davvero la sua meravigliosa madre e il suo benevolo padre quelli che parlavano?
Oh andiamo! Sempre a dare le colpe a me! Non ti dicevo abbandoniamola e facciamone un altro?” urlò la donna arrabbiata.
Oh sì, certo! Facciamo, abbandoniamo, poi però le cose sporche dovevo farle solo io! E ci ho provato tanto per la cronaca! Ma lei è tornata indietro!” si lamentò lui, piccato.
I due continuarono a urlare, rinfacciare, parlare male di lei. Le rinfacciarono di essere troppo stupida per la carriera scelta, di essere inutile, di non volerle bene affatto. Ascoltò tutto sempre più incredula, il viso inondato di lacrime. Avrebbe voluto tapparsi le orecchie, ma le braccia giacevano inanimate ai suoi fianchi.

Sua madre si voltò verso di lei, il volto una maschera maligna; non verso il suo corpo che giaceva inerme, ma verso il suo spirito che la guardava con orrore. Anche suo padre la fissò, cattivo e irriconoscibile.
Hai capito benissimo. Non ti vogliamo! Chi ti vorrebbe?” rivelò velenosa sua madre.
Facci un favore. Non ti svegliare mai più!” sbraitò pieno d'odio suo padre. L'attorniarono ripetendole cattiverie, facendosi sempre più vicini, i visi che le alitavano addosso.

Impotente continuò a piangere, cercando la forza di reagire, con rabbia crescente.
Non sono inutile! Sono in gamba! Voi mi amate!” singhiozzò d'un tratto al colmo dell'ira. I suoi genitori ammutolirono e una forte luce investì la stanza abbagliandola; quando gli occhi riuscirono a mettere a fuoco, si trovò di fronte a Leanne, bella e splendente. La scena che la circondava era ferma, come se il tempo si fosse ghiacciato.

Tese un braccio per toccare l'amica, ma questo le passò ancora attraverso.

Ciao, Katiewow!” cantilenò serena.
Leanne. Cosa succede, ti prego, dimmelo. Credo di impazzire. Tutti mi criticano, parlano male di me! Perfino i miei genitori mi hanno buttato addosso malignità e odio. Non capisco cosa succede!” scoppiò la giovane confusa indicando i due, immobili.
Tu che cosa credi?” continuò la ragazza col suo tono musicale.
Non lo so. Io...io credo di essere pazza. O in un sogno. O all'inferno. Non posso credere che mia madre e mio padre pensino quelle cose di me!” proferì insicura e tormentata.
Cosa pensi, tu, di te?” domandò enigmatica l'amica. Che razza di domanda era? E che importanza aveva al momento?
Leanne si limitò a guardarla incoraggiante. Sembrava volere che lei arrivasse alla verità da sola. Cosa pensava di sé stessa? Si era sempre sentita inadeguata, insicura, incerta sulle sue qualità. Puntava in alto, ma le sembrava sempre tutto fuori dalle sue potenzialità. Tranne il volo, naturalmente. Lì sapeva di essere brava. Ma a parte quella piccola virtù, aveva sempre avuto paura di deludere tutti, di deludere i suoi.

E così capì. Guardò Leanne emozionata.

Loro...loro...non sono reali” balbettò agitata, continuando a indicare suo padre e sua madre, “sono proiezioni delle mie paure. Delle mie insicurezze!”
Leanne annui contenta mentre la scena sfocava lentamente, finché non scomparve del tutto.

Brava. Tu non ti sei mai sentita sicura. Non hai mai avuto fiducia nelle tue capacità, temendo il giudizio della gente. Cosa hai imparato adesso?” chiese la giovane, il viso serio.
Che...che solo io posso giudicarmi. Ma che devo credere in me stessa” proferì decisa guardando l'amica. Si accorse con meraviglia di emanare un po' più di luce, un po' più di tepore.
Molto bene, sono davvero fiera di te. Hai fatto un gran passo in...”
Una profonda voce maschile interruppe Leanne, che si fermò ad ascoltare emozionata. La sua luce brillò più intensa, pulsante, ferendo gli occhi.

Ciao, donna di ghiaccio. Sono venuto a trovarti” sussurrò la voce scivolando attorno, perdendosi nelle profondità della sua mente.



Note:

Ci troviamo catapultati all'improvviso al settimo anno di Katie, al momento in cui viene maledetta. Probabilmente JK la detesta a morte.

Io l'adoro invece, e spero di averla resa simpatica anche a voi.

In questo capitolo ci son riferimenti al Mago di Oz e ad Alice nel paese delle meraviglie! ;)

Il coma di Katie avrà conseguenze? Si? No?

Rimanete per scoprirlo! :)

Mimì

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Capitolo 15
*** Svegliami prima di andare via ***


Ciao, donna di ghiaccio. Sono venuto a trovarti” sussurrò la voce maschile scivolando attorno, perdendosi nelle profondità della sua mente. Leanne le dedicava tutte le attenzioni, trepidante. Katie non capiva che ci fosse di così interessante. Forse era Leanne la donna di ghiaccio.

Io...non so perché son venuto. O lo so, ma non volevo ammetterlo. Per questo mi è servito tanto tempo per trovare il coraggio di venire da te” mormorò l'uomo. Leanne arrossì violentemente, sorridente e gioiosa. Si voltò verso di lei e rimase basita al notare l'indifferenza sul suo viso.
So che Leanne viene a trovarti ogni mese” aggiunse ancora, “è davvero una buona amica.”
Quei complimenti sembrarono non suscitare nessuna reazione nella ragazza al suo fianco, attenta a percepire ogni parola della voce, ogni pausa, ogni sfumatura.

Ci crederesti? Fred credeva che io già sapessi del tuo incidente quando me l'ha detto, a Gennaio. Da quel momento non ho fatto altro che pensare e pensare. Sono stato sul punto di venire centinaia di volte, ma alla fine mi è sempre mancato il coraggio. Per come è finita tra noi, per quello che ci siamo detti. Che io ti ho detto” continuò ancora la voce, molto triste.

Tu...tu non sai di chi sia questa voce?” domandò incredula Leanne, emozionata. Katie scosse la testa, perplessa. Non suscitava nessuna emozione, non destava nessun ricordo. Il nome Fred invece le solleticò la mente e l'immagine di un viso allegro ricoperto di lentiggini apparve dal nulla. Con ridenti occhi azzurri e capelli rosso fiamma; decisamente un bel giovane.
La visione di quel viso le diede fastidio; all'inizio l'aveva trovato bello e divertente, ma guardandolo più a fondo le suscitava un fastidioso dolore al centro del petto.
Scacciò via quell'immagine, seccata.

Ho continuato a chiedere informazioni sul tuo stato di salute ad un amico qui al S. Mungo, pregando ogni giorno che nella lettera ci fosse scritto che ti eri risvegliata. Ma ancora non è successo. Io non riesco a crederci, sei di nuovo scampata alla morte, per un soffio. Mi viene rabbia. Perché tu, Katie? Perché stai lì immobile? Perché non ti svegli e mi dici che sono un cretino? Svegliati, per favore. Svegliati!” urlò l'uomo concitato.

Leanne piangeva. L'uomo ignoto stava parlando con lei, Katie, come se si conoscessero. Allora perché lei non ricordava nessun nome, nessun viso, nessuna emozione?

Non mi importa se urlerai, se mi caccerai o se mi dirai di non volermi più vedere, voglio solo che tu apra questi dannatissimi occhi. Non arrenderti.”
A Katie sembrò che l'uomo fosse davvero addolorato, che ci fosse dell'affetto nella sua voce. Affetto per lei. Affondando le mani nella testa sforzò la sua mente di ricordare, di afferrare anche un frammento di memoria che riguardasse l'uomo; ma per quanto dolorosamente provasse, non ci fu nessun ricordo.
Eppure doveva riuscirci. Quella voce sembrava sinceramente preoccupata per lei, come poteva non significare nulla?

Leanne si accorse delle sue tribolazioni, si avvicinò e l'abbracciò; per un breve attimo riuscì a sentire le braccia di lei circondarla, calde, amorevoli, prima di tornare evanescenti e incorporee.

Un gran calore bruciò dolorosamente al centro del suo petto; l'immagine dell'uomo dai capelli rossi di prima riapparve nel nulla, alto e sorridente. Fissandola con crescente dolore e calore, si accorse di un dettaglio che prima aveva attribuito al fastidio: il sorriso che all'inizio era aperto e gioviale era tirato più da un lato. Affascinata dal cambiamento si avvicinò a scrutare meglio il viso: una lieve increspatura nel sopracciglio la fece sorridere.
Esaminò i ridenti occhi azzurri, che stranamente non erano più beffardi: la guardavano dolci e insicuri. L'immagine inclinò la testa di lato pensierosa, suscitandole un buffo sobbalzo al cuore. E tremante, emozionata e incredula si avvicinò ancora fino a sfiorarla con la mano, facendola svanire. Ogni ricordò affiorò alla mente, ogni sentimento che aveva provato per lui le invase il cuore.

George? GEORGE!” il nome rimbombò squillante in ogni dove, portando suono dove non c'era che silenzio. Come aveva potuto scordarlo? La voce che sentiva, era di George! Era venuto a parlarle.
Le sue mani tremavano emozionate mentre artigliavano il petto, in attesa di sentirlo ancora parlare. Ma fu Leanne a rivolgersi a lei.

Dovrai aspettare ancora un po'. C'è ancora una cosa da fare” annunciò sollevando un braccio. La terra sotto di lei tremò e si squarciò, inghiottendola.

No, Leanne! Dannazione! Non puoi farmi questo! Voglio ascoltare George!” urlò mentre cadeva giù.

Atterrò elegantemente su un tappetto rosso, che si srotolò davanti ai suoi piedi. Arrabbiata con Leanne e triste per non poter sentire ancora l'uomo che amava parlare al suo capezzale, seguì la sua nuova strada improvvisata.
I palazzi di Hogsmeade si delinearono attorno, in una calda giornata primaverile. Sbirciò di qua e di là, finché non intravvide George che spuntava tra le teste degli studenti. Gli corse incontro, euforica, ma i suoi passi si interruppero quando lo vide stringere tra le braccia Alicia. I due visi felici si avvicinarono fino a baciarsi.

Con la bocca spalancata in un urlo muto, Katie sentì un dolore pesante attanagliarla. Sapeva che lui non l'amava, sapeva che aveva sempre provato qualcosa per Alicia o forse persino per Angelina, ma non per lei.
I due continuarono a pomiciare passionali davanti a lei, senza che potesse fermarli o distogliere lo sguardo. Poi, con suo sommo orrore, arrivò Angelina e si insinuò tra i due, baciando anche lei il ragazzo. Era disgustata e paralizzata dal raccapriccio che provava.
George non si sarebbe mai comportato così. Era un ragazzo serio e dolce, non avrebbe mai giocato così con le ragazze; era solo la sua paura di non poterlo avere a farle vedere quelle cose.

Ripeté la frase dentro di sé come un mantra: “è solo la tua paura di non essere ricambiata, è solo la tua paura di non essere ricambiata”, finché l'immagine non sparì davanti ai suoi occhi. Tirando un gran sospiro di sollievo, cercò di calmare i battiti del suo cuore, scuotendo la testa per scacciare quelle orribili immagini dalla memoria, poi continuò a seguire il tappeto rosso, timorosa, ma determinata.
Una nuova scena si formò tutt'attorno.

Questa volta si trovò in un giardino illuminato e addobbato a festa, con grandi gazebo color ametista e sedie argentate lungo una navata drappeggiata col tappetto rosso, che lei stessa calpestava. Deglutì nervosa, sapendo già cosa aspettarsi, l'ansia che la divorava lentamente.
In fondo alla navata, George e Alicia si scambiavano le promesse di matrimonio, uno di fronte all'altra, splendidi negli abiti da cerimonia; percorse la distanza che la separava da loro, fermandosi a osservarli, abbattuta. Cercò di non ascoltare, ma le fu impossibile. Era un incubo, una visione del futuro.

Prometto di amarti, come ho sempre fatto, e di rispettarti e di renderti felice per sempre. Come tu rendi felice me. Ti amo” mormorò George, guardando Alicia con amore.
Non riusciva a respirare dal magone che le serrava la gola. Non voleva vedere quell'amore tra i due, non voleva sentire quelle parole uscire dalla sua bocca se non erano rivolte a lei. Eppure fu costretta a guardare, mentre si baciavano, mentre si infilavano gli anelli, mentre venivano festeggiati da tutti, mentre ballavano stretti uno all'altra. E nonostante il dolore le spezzasse il fiato e il cuore, riuscì ad ammettere che vedere George così felice rendeva un po' felice anche lei.

Perché ti amo, George, e voglio solo il meglio per te” mormorò alla figura in abito da cerimonia, che ballava sulla pista scintillante insieme ad Alicia. Lui la sentì e le rivolse un sorriso poi, lasciando andare sua moglie, si avvicinò a lei. Tutto il resto della scena scomparve come se fosse sabbia spazzata via dal vento, lasciando solo loro due, illuminati dallo spirito di lei.
Dove sono io, George? In questo futuro?” domandò perdendosi in quegli occhi che le mancavano così tanto. L'uomo le tese una mano e quando lei l'afferrò, attorno a loro si formò un nuovo scenario. Tanti alberi, verde e silenzio. Si trovavano davanti ad una tomba bianca con una fine scritta nera, circondata di dalie multicolori.

La sua tomba. Una scritta sotto la data di nascita e morte. “Sono vento”.

Guardò molta gente farle visita: i suoi genitori che piangevano e si accasciavano sulla lapide, Leanne che la sgridava per essere morta e averla lasciata sola; Angelina e Fred, George e Alicia con dei marmocchi, insieme ad altri amici che l'avevano conosciuta, tutti sposati, tutti adulti. E d'un tratto una terribile verità la colpì.

Io...io sono morta. Vero?” chiese conferma a George. Lui non rispose, ma si limitò ad abbassare lo sguardo.
Sono morta e tutto quello che ho visto e sentito fin ora non è stato altro che un viaggio della mia anima, attraverso le mie paure. Non mi sono mai risvegliata. Niente era vero, nemmeno le visite di Leanne o la tua. Forse sono addirittura già passati anni da quando sono morta. E' così?” continuò a insistere, la voce che era salita di un'ottava per l'agitazione.

Rispondimi! Sono morta?” urlò quando lui non rispose. George continuò a tenere gli occhi bassi, quasi si trovasse in presenza di un defunto.

Se sono davvero morta io voglio andare oltre, nell'aldilà o paradiso o comunque si chiami e dimenticare ciò che ho lasciato indietro. Ma se sono ancora viva, se c'è anche solo una possibilità di vita, se sono in bilico, allora voglio tornare. Ci sono delle cose che devo fare ancora, delle parole che devo dire” esclamò decisa, facendo infine voltare il suo interlocutore, che si decise a guardarla negli occhi, il viso sereno. George svanì lentamente ricomponendosi nella figura di Leanne.
Se tornassi in vita, cosa faresti con George?” chiese l'amica, con la sua voce musicale.
Io sarei felice per lui se trovasse il vero amore. Anche se non fossi io. Soffrirei, ma sarei lo stesso felice, perché merita tutto l'amore possibile” sussurrò convinta, benché le costasse fatica ammetterlo.

Leanne l'abbracciò e lei riuscì davvero a sentire le sue braccia circondarla, cariche d'affetto. Singhiozzò sulla sua spalla senza riuscire a trattenere un sorriso. Quando si staccò da lei, meravigliata, si trovò a guardare sé stessa, nella tunica bianca, con un sorriso sicuro che mai aveva visto sul proprio viso.
E capì che Leanne era stata la figura che la sua mente aveva dato alla sua parte più preziosa e soffocata: la fiducia in sé stessa. Aveva penato per trovarla, nascosta tra le sue paure e debolezze, ma ogni volta era riuscita a crederci.

Hai toccato una collana che ha fatto entrare nel tuo corpo un'antica maledizione che avrebbe dovuto ucciderti all'istante, relegando la tua anima a dannarsi eternamente tra le paure. Ma tu sei stata fortunata, perché il contatto è stato minimo e capaci persone sono accorse prontamente in tuo aiuto, con pozioni e incantesimi. Quindi la dannazione si è trasformata in un percorso di 'redenzione': mentre i Guaritori si davano da fare per curare il tuo corpo, la parte più forte e dimenticata di te ti ha impartito delle prove, per curare la tua anima e renderla migliore” le raccontò la Katie in bianco, indicando sé stessa senza un minimo di imbarazzo o di modestia.

Quindi adesso posso risvegliarmi?” domandò speranzosa, il sangue che correva veloce.
Manca davvero poco. Giusto un paio di cose ancora” confidò l'altra sé. Katie si sentiva emozionata e confusa; non sapeva come comportarsi una volta sveglia, era passato così tanto tempo. Qualcuno avrebbe creduto al suo racconto sul suo sogno-viaggio nella mente?

L'altra Katie le sorrise benevola.
Adesso però c'è qualcosa che devi assolutamente fare, giusto? Vai!”
E tu dove andrai? Ti nasconderai ancora?” le chiese con la faccia preoccupata, temendo di dover affrontare altre prove, paure e insicurezze.
Io sono te e tu sei me. Sarò dentro di te, dove è giusto che stia. Prima di andare mi permetti di chiederti una cosa?”
Certo!” rispose, un po' perplessa dalla domanda. Ma sembrava che l'altra Katie avesse fatto apposta quella pausa, per creare suspance, per mettere uno spazio che preannunciava una domanda essenziale.
Che faresti, se lui amasse te?” chiese la Katie in bianco, un attimo prima di sparire, fondendosi con lei.

Tutto intorno lo scenario cambiò e si trovò al pozzo dei segreti, gentilmente illuminato.
Sono un vigliacco, lo so, perché sono scappato da te” sentì dire a George, fuori dal suo corpo. Era ancora lì, che le parlava! Dovevano essere passati solo pochi minuti, mentre a lei erano parse ore intere e aveva temuto che lui ormai fosse andato via.

Ma sono ancora più vigliacco perché non sono riuscito a dirti che ti amo, Katie” mormorò con un grosso sospiro sofferto.

Incredula, si portò le mani alla bocca mentre tutto sembrava più colorato, più vivo. George aveva detto che l'amava, non era un'altra allucinazione? Non era solo il desiderio di volerlo sentire a farle credere che lui l'avesse detto? Si sentì risucchiare lontana e si ritrovò a galleggiare sul suo corpo, disteso nel letto al S. Mungo, pallido e sciupato, i capelli molto più lunghi adagiati elegantemente sul cuscino. Il comodino accanto al suo letto era ingombro di fiori e regali, ognuno con un cartoncino di auguri di guarigione; dei palloncini fluttuavano vicino alla finestra, ancorati alla maniglia di uno dei cassetti.

George, col volto teso e angosciato sedeva vicino al suo letto, tenendo la sua piccola mano tra le sue. Lo guardò ipnotizzata parlare ancora al suo corpo, il cuore impazzito.
E sono triplamente vigliacco perché te lo sto dicendo in questo momento, in cui tu forse non puoi sentirmi, sperando che questo ti faccia risvegliare. Svegliati, Katie, per favore” supplicò, premendo la sua mano contro le labbra.
Non riuscì a trattenere le lacrime, affranta. Le stava confessando il suo amore e non poteva far nulla se non galleggiare pateticamente come un fantasma di infimo livello, dato che lui non riusciva nemmeno a vederla.

Svegliati, svegliati, svegliati!” urlò al suo corpo, furiosa. Provò a toccarlo, a sdraiarsi nella stessa posizione per ricongiungersi con esso, ma non funzionò. Con frustrazione si accorse di non potersi risvegliare. George si asciugò una lacrima solitaria col dorso della mano mentre le sue evanescevano appena cadevano oltre il suo mento.

Non mi sarà più permesso di venire a trovarti. Se ci son riuscito questa volta è solo grazie al mio amico, ma sei costantemente monitorata e le tue visite vengono controllate” rivelò il ragazzo con gli occhi chiusi, riordinando i pensieri. Doveva essergli costato molto coraggio presentarsi lì da lei e aprire il suo cuore in quel modo.
Perciò, fa che questo non sia un addio. Dammi la possibilità di dirti queste cose ancora una volta, mentre tu puoi sentirmi e rispondermi. Risvegliati, Katie” mormorò alzandosi, ma continuando a tenerle la mano stretta nella sua. Percepì un intenso calore alla mano, segno che c'era una connessione col suo corpo.
Il giovane sembrò un attimo titubare mentre fissava assorto il suo viso, poi si chinò su di lei e le sfiorò le labbra, in un casto bacio, che lei riuscì davvero a sentire. “Mi manchi, Katie” sussurrò sulle sue labbra. Lei, felice e disperata, lo guardò andare via dopo senza aver guardato ancora una volta il suo corpo inerme.

Si sentì risucchiare all'interno della sua mente, nella scena del pozzo dei segreti. Cercò di forzare il cancello per uscire, per ricongiungersi col suo corpo, per svegliarsi e raggiungere George. Ma per quanto tirasse o spingesse non le fu possibile aprirlo; quello traballava sui cardini con cupi cigolii, ma non cedeva di un millimetro.

Leanne! No, me stessa! Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di una mano!” gridò verso l'alto, senza un motivo apparente, quasi si stesse rivolgendo ad una sorta di divinità.
Cosa desideri?” chiese la sua stessa voce da una direzione imprecisata, echeggiando lieve.
Voglio risvegliarmi! E' tempo che io torni in vita!” esclamò risoluta verso il cielo. Non avrebbe nemmeno dovuto chiederlo.
No!” rispose secca la voce.
Come no? Questo è il mio corpo, io sono la mia anima o coscienza o consapevolezza e voglio, esigo vivere!”
C'è ancora da fare, prima di uscire” cantilenò la voce beffarda. La sua stessa anima o mente la sbeffeggiava?

Puoi rinunciare e rimanere qua, pare anche che tu abbia visite” chiocciò la voce disincarnata.
Ciao, dolce Katie! Come stai? Meglio vedo!” trillò felice la voce di Leanne.
Era già la fine di Marzo.

I Guaritori dicono che ormai sei in via di completa guarigione, pare che negli ultimi giorni tu abbia fatto dei grandi progressi, inspiegabilmente!” le narrò l'amica.

-Da quando George è stato qui e ha detto di amarmi, probabilmente.-

Vuoi rimanere qui ad ascoltare Leanne o vuoi seguire quel tunnel?” le chiese la voce mentre il ferro del cancello si fondeva assieme, creando l'imboccatura di una galleria oscura.
Scelgo il tunnel!” replicò tutto d'un fiato.
Allora avrai bisogno di questa!” proferì la voce mentre la sua bacchetta appariva luminosa sul bordo del pozzo. La afferrò, contenta di poter stringere ancora nella mano la sua arma, il suo talismano, il veicolo della sua magia.
Se sei pronta a ciò che troverai, vai.”
Sono pronta!” ribatté imboccando il tunnel, inghiottita ancora dall'oscurità, stringendo saldamente la bacchetta.
Buona fortuna. Ti giochi il tutto per tutto” rivelò la voce, enigmatica.

Vagò con la mano sinistra sulla parete, mentre con l'altra teneva la bacchetta dritta davanti a sé. Sentiva molto freddo e anche molto dolore. Mani che non vedeva cercavano di artigliarle le caviglie per trattenerla. Inciampò molte volte mentre ancora provavano a bloccare il suo cammino.
Un incantesimo le saltò alla mente prima che potesse fermarlo e il minuscolo colibrì d'argento sbocciò dalla sua bacchetta, illuminando un po' dell'ambiente, scacciando via gli oscuri assalitori e tenendole compagnia.

Il patronus saettò felice davanti al viso mentre le sue impercettibili alucce sfarfallavano, poi volò a spirale intorno al suo corpo per manifestare la gioia di vederla. Dentro si sé, dove la sua magia dimorava, il patronus era come un essere vivo, dotato di volontà. Molto più sicura e rilassata continuò a camminare col suo nuovo compagno lungo la galleria, imperterrita.
Cercò di ignorare le immagini delle sue paure che le apparivano all'improvviso, nitide e dolorose: i suoi genitori che la disprezzavano, George che moriva tra le sue braccia, Leanne che veniva torturata; le loro grida e i loro visi le offuscavano la vista, ma il piccolo volatile scacciava prodigiosamente ogni paura, ogni dubbio, liberandole la strada.

Una flebile luce apparve in lontananza, mettendole una gran eccitazione in corpo. Iniziò a correre mentre il colibrì scomparve; fugaci visioni scorrevano verso di lei: George la stringeva con amore; sé stessa più grande che prendeva la laurea in Guarigione; in una scena George la cingeva, vestito in abito da cerimonia, e lei, in un meraviglioso abito da sposa color avorio, lo abbracciava felice, con amore; in un'altra erano attorniati da tanti bambini attorno al camino.

Quelle immagini la attraevano così tanto che rallentò un po' la corsa, desiderosa di perdercisi dentro; il bambino che George teneva in braccio, coi suoi stessi capelli castani e gli occhi azzurri di lui, la fece fermare completamente. Rimase immobile a fissare quel miraggio che si espanse occupando tutto il suo campo visivo, domandandosi vagamente se una cosa del genere sarebbe mai potuta anche lontanamente succedere: George giocava con il loro figlio, le dava un bacio amorevole mentre lei faceva addormentare una neonata dai capelli rossi e poi tutti e quattro stavano davanti alle guizzanti fiamme di un camino, a chiacchierare, a ridere.
Si perse a guardare ogni dettaglio, dal golfino fatto a mano del bambino al viso adulto di George, ai ninnoli sparsi intorno a loro, al modo in cui la sé stessa adulta e George si guardavano.
Si era pietrificata ad osservare quelle paradisiache immagini, col cuore gonfio di pace, di felicità. Sarebbe rimasta lì a guardarli in eterno, non avrebbe mai più staccato gli occhi da quel sogno.

Passarono minuti o forse delle ore, senza che muovesse nemmeno un muscolo. Probabilmente sarebbe rimasta intrappolata nella sua mente per sempre, se il 'ti amo' del George nella visione, indirizzato all'adulta Katie non l'avesse riscossa. Se voleva fare in modo che quel futuro potesse accadere, doveva smettere di sognarlo e uscire a vivere ancora.
Contemplando ancora una volta il volto di George, Katie si avvicinò e allungò una mano verso la visione, che passò attraverso il torace di lui. L'immagine svanì e un arco di un'intensa luce apparve al suo posto; con due rapidi passi attraversò il velo luminoso, scomparendo.

Aprì gli occhi, doloranti per l'improvvisa luce, su uno sconosciuto con la barba e gli occhiali, che le sorrise soddisfatto, il camice verde acido del S. Mungo ben visibile. Allarmata si tirò lentamente su e vide sua madre e suo padre vicino al suo letto, con le lacrime che scorrevano sui visi, mentre si abbracciavano.
Cosa succede?” chiese perplessa, con la voce un po' rauca.


Stava mangiando un budino alla vaniglia, semi sdraiata sui cuscini, cercando di raccogliere i pensieri. Era sveglia da un giorno appena e aveva ricevuto visite su visite, che l'avevano sfinita non poco.
Il suo Guaritore aveva insistito per farle tutte i controlli di routine per accertarsi delle sue condizioni di salute; le aveva anche chiesto se ricordasse qualcosa del coma, se avesse sognato o fatto esperienze extra sensoriali, ma Katie aveva dovuto deluderlo: non ricordava nulla, si sentiva come se si fosse risvegliata da un sonno normale, senza avere idea se avesse sognato o meno.
Sua madre e suo padre non avevano voluto lasciarla sola un attimo, raccontandole della maledizione e del suo coma, durato sei mesi. Per quanto sforzasse la mente, lei non riusciva a ricordare nulla dopo che ebbe aperto la porta del bagno dei tre manici di scopa, quella lontana mattina di Ottobre.

L'aveva raccontato anche al professor Silente il giorno prima, quando era apparso all'improvviso con un mazzo di crochi canterini. Il fatto che il preside fosse venuto a trovarla l'aveva stupita e imbarazzata non poco, ma era lecito, visto che era stata maledetta a scuola o perlomeno mentre era sotto la giurisdizione scolastica.
Dopo averle domandato gentilmente come stesse, le aveva rivolto delle domande su ciò che ricordava e poi le aveva chiesto se avesse potuto prelevare i suoi ricordi con la bacchetta. Era andato via facendole i suoi auguri e dicendole che era attesa ad Hogwarts al più presto. A suon di Blues, grazie ai fiori.

Un lieve bussare la distolse dalle sue riflessioni. Daniel O'Connor entrò timidamente, nascondendo a fatica un mazzo di fiori dietro la schiena, lasciando la porta socchiusa.
Fortemente perplessa, Katie appoggiò il suo budino non finito sul comodino e lo invitò a sedersi; non vedeva Daniel da almeno due anni, da quando si era diplomato. Che ci faceva li?

Ciao, Katie. Come stai?” chiese titubante il biondo una volta che le ebbe dato il mazzo di tulipani e si fu seduto. Katie fece apparire un vaso pieno d'acqua e ci sistemò dentro i fiori, poggiandoli poi accanto a quelli di Silente, che canticchiavano un delizioso motivetto romantico.
Cominciarono a chiacchierare un po', tra molti silenzi imbarazzati. Non riusciva a sentirsi a suo agio, non aveva mai parlato molto con Daniel e il fatto di aver rifiutato il suo invito al Ballo del Ceppo le tornava in mente mettendola ancora più in imbarazzo.

Io...io son venuto perché...ero preoccupato per te!” mormorò d'un tratto l'uomo, prendendo coraggio. “Quando ho saputo quello che ti era successo mi son reso conto che la cotta che provavo per te a scuola non era passata, ma si era intensificata. Tu mi piaci, Katie!” sciorinò tutto d'un fiato guardandola negli occhi.
Non seppe che dire, la confessione di Daniel l'aveva scioccata. Continuò a guardarlo senza riuscire ad articolare nemmeno un suono.

Non devi...rispondermi subito. Vorrei solo che tu accettassi di uscire con me” continuò, visto che lei non rispondeva.

Katie non voleva illudere Daniel, dato che era innamorata di George, ma che speranze aveva con quest'ultimo? Perché anche dopo il coma aveva scoperto di pensare ancora a lui. Nonostante non l'avesse più visto dopo quella fugace visita a Diagon Alley, il suo pensiero non l'aveva abbandonata un secondo da quando si era risvegliata.
Si sentiva strana, come se dovesse dirgli qualcosa, come se ci fosse qualcosa in sospeso tra loro. Ma non sarebbe stato meglio dimenticarlo? Andare oltre e cercare di innamorarsi di nuovo? Non era possibile costruire una relazione con George, doveva rinunciare. E Daniel era un bravo ragazzo, lo sapeva.

Uscirò con te” acconsentì guardandolo negli occhi, di un bel castano chiaro.
L'uomo esultò, tirandosi su. Avvicinò il viso e le scoccò un dolce, lieve bacio sulla guancia. Niente di troppo intimo.

Quando si scostò da lei, vide inorridita George sulla porta che li guardava attonito, una mano bloccata a mezz'aria nel gesto di bussare. I fiori canterini scelsero quel momento per esibirsi in una musica cupa e vibrante, quasi d'attesa.
Lo sguardo di George vagò da lei protesa, a lui chino e viceversa, come se stesse seguendo una partita di tennis; si scrutarono in silenzio per alcuni instanti; poi lanciò un mazzo di rose bianche sul suo letto mentre si voltava per andare via.

Auguri, per tutto!” lo sentì dire.

I crochi di Silente iniziarono a cantare “wake me up before you go go”, evidentemente non consci della situazione nervosa.

Tu e Weasley...” insinuò Daniel teso, quando l'eco dei passi di lui era scomparso.
No! Non c'è niente tra noi! Non c'è mai stato niente” ammise un po' risentita.

Perché George era andato a trovarla? Dopo un anno esatto in cui non si erano visti, o parlati; dopo quelle parole che le aveva detto durante il loro ultimo incontro.
Si sentì triste per non aver parlato con lui, per non avergli chiesto quelle cose di persona ma, si disse mentre Simon riprendeva a chiacchierare e lei prendeva mentalmente nota di far sparire i crochi che continuavano a canticchiare il motivetto, era meglio così. Non c'era alcun futuro per loro e non aveva bisogno della pietà di George o non l'avrebbe mai dimenticato.

Uscì dal S. Mungo pochi giorni dopo, tra le braccia dei suoi genitori, decisa a tornare a Hogwarts quello stesso mese, anche se i suoi non sembravano d'accordo. Dovette combattere un po' nella settimana seguente, perché suo padre non voleva farla tornare a scuola, dove era stata aggredita da un assalitore ancora ignoto.
Ogni giorno gli esponeva le sue argomentazioni fino all'esaurimento, ma l'uomo era irremovibile; una sera si decise a scrivere una lettera al professor Silente, chiedendogli una mano. Ma la risposta arrivò dritta a suo padre che la lesse, serio, sprofondato nella sua poltrona.
Non le disse che cosa ci fosse scritto; alzò solo la testa dalla lettera e piantò gli occhi nei suoi.

Fila a preparare il tuo baule, prima che cambi idea. Chiamare in causa il preside...sei senza ritegno!” la canzonò mentre lei correva su felice.

Gli ultimi mesi furono belli e strani, ma anche dolorosi. Non aveva detto nulla a Leanne e l'aveva sorpresa apparendole davanti in sala comune: l'amica l'aveva strizzata in un abbraccio spezza ossa, euforica, in lacrime. Studiò come una matta, giorno e notte per recuperare le lezioni perse e, insolitamente, la professoressa McGranitt fu davvero buona con lei, aiutandola molto.
Ritornò nella squadra tra l'euforia generale e riuscirono a vincere la coppa, stracciando i Corvonero nell'ultima partita in cui aveva assunto il ruolo di sostituto capitano, dato che Harry era stato sospeso.
Assistette al bacio inaspettato tra Harry e Ginny in sala comune, appena dopo la partita, e lei e Leanne applaudirono forte scambiandosi degli occhiolini compiaciuti.

E poi una notte, tra grida, duelli e odore di morte, Katie uscì dal dormitorio allarmata e con la bacchetta tesa, seguita da Leanne e praticamente tutta la sua casa. Seguirono altri studenti di tutte le case fino nel parco fuori dal castello, mentre sussurri e paure serpeggiavano malevoli. E lì, tutti loro ammutolirono inorriditi, davanti al corpo senza vita di Silente, che riluceva sinistro alla luce delle loro bacchette.


Trattenne le lacrime a fatica mentre Leanne singhiozzava sulla sua spalla. Tutta la scuola rese onore a Silente, infagottato tra le braccia di Hagrid che non riusciva a trattenere i grossi lacrimoni. Non riusciva a credere che potesse essere morto, che la sua splendida persona non esistesse più, che tutto ciò che rimaneva era quel fragile corpo poggiato sulla lastra bianca.

Ascoltarono il piccolo mago che declamava grandi parole, ma non sapeva trasmettere quella raggianza che il vecchio professore emanava.

Quando fu tutto finito, quando lei e Leanne ancora per mano guardavano fuori dal treno in corsa verso Londra, Katie ancora pensava a ciò che la circondava con occhi nuovi. Gliel'aveva detto anche l'amica, pochi giorni prima: era cambiata; in qualche modo si era risvegliata dal coma più sicura, più matura. Non sapeva per quale motivo fosse cambiata, ma c'era un guerra lì fuori.
E lei era pronta, come non lo era mai stata.




Note:

Sì, lo so, mi odio anche io. Lui dice che la ama e lei non lo ricorda.

E accetta la corte di un altro per dimenticarlo.

I forconi per maltrattarmi sono alla vostra destra, fate pure.

Non potevo proprio rendere le cose facili, mi spiace.

I crochi sono dei piccoli fiori che personalmente apprezzo molto.

La canzone “wake me up before you go go” degli Wham, è allegra e ritmata e in quel momento ovviamente stona, il titolo del capitolo è la traduzione del titolo della canzone.

Grazie di cuore a tutti voi che seguite, preferite e recensite.

Sono cose che mi rendono felice! ^__________________________^

Mimì

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Capitolo 16
*** La forma dell'amore ***


Katie e Leanne ricevettero le lettere con gli esiti dei M.A.G.O. il giorno dopo il loro ritorno a casa; appurato con contentezza che avevano superato tutto a pieni voti, Katie poté sostenere l'esame di ammissione per Guarigione e Leanne iscriversi a Magisprudenza.

Le lezioni al San Mungo si rivelarono pesanti e difficili, ma teneva duro; in una situazione di pericolo come quella in cui si trovavano, era ancora più importante imparare a guarire, a curare, a salvare vite.
Luglio scivolò via tra grossi tomi da studiare, ronde tra i pazienti alla coda di Guaritori professionisti ed esami a sorpresa. Leanne non era più fortunata: le lezioni sulle leggi magiche erano massacranti e complesse.

La sera le due amiche crollavano nel divano del loro appartamento o con la testa poggiata sul tavolo, la bava che si spandeva sulle pergamene. Leanne aveva trovato un delizioso appartamento grazie ad alcune conoscenze di Sam; vicino al San Mungo, arredato con gusto, spazioso per entrambe e alla portata delle loro tasche, l'avevano preso praticamente al volo.
Il trasloco era stato lungo e sfinente, ma l'eccitazione di vivere finalmente insieme a Leanne, loro due sole senza genitori, la ripagò della fatica. Sua madre aveva pianto un pochino al vederla andare via, anche a causa della guerra e delle morti improvvise che accadevano troppo frequentemente, ma assicurandole che avrebbe scritto spesso e che sarebbe tornata nei fine settimana, era riuscita a sgusciare via dal suo abbraccio soffocante.

Tuttavia, quando il Ministero avviò il censimento dei Nati Babbani, una mattina di inizio Agosto, suo padre la chiamò a casa.
In piedi nel salotto, percorrendo a grandi passi la stanza mentre le due donne lo guardavano tese dal divano, annunciò che sarebbe scappato. Sua moglie si tirò su e gli afferrò il braccio, preoccupata.

E' per il vostro bene, Beth. Questa storia non è pulita; è chiaro che si tratta di una mossa del ministero per incarcerare o uccidere i nati babbani!” scoppiò John Bell, guardando sua moglie con sguardo incandescente.

Katie si torceva le mani abbandonate sulle ginocchia, con un gran peso nel cuore. Guardava suo padre e sua madre fissarsi tesi, senza sapere se intervenire o meno.
Dove andrai? Cosa farai?” chiese sua madre mentre tratteneva a stento le lacrime.
Non posso dirvelo. Verranno sicuramente a cercarmi quando non mi presenterò al Ministero e vi interrogheranno; devo modificarvi la memoria” rivelò l'uomo, passandosi una mano tra i capelli, nervoso.
No, John!” esclamò la donna, tenendo la testa alta.
Sì, Beth! Se sospetteranno qualcosa vi tortureranno, vi faranno del male. Ti instillerò un falso ricordo, crederai che ci siamo separati un mese fa e che io me ne sia andato allora da casa!” dichiarò deciso, col viso stanco.

Elisabeth Bell scoppiò a piangere, ma suo marito evitò di abbracciarla, stringendo i pugni contro i fianchi. Katie si alzò e circondò la madre in un abbraccio consolatore.
E per me, papà?” chiese, mantenendo tranquilla la voce. Suo padre la guardò, lievemente colpito dalla calma che stava dimostrando.
Non ci sarà bisogno di modificare la tua. Tu dirai di non aver saputo nulla della separazione, perché vivevi fuori casa. Dovrò solo cancellarti il ricordo di questa conversazione. Ti lascerò una lettera, che ti arriverà al momento giusto, in cui ti spiego tutto, nel caso in cui mi succedesse qualcosa” mormorò suo padre. Elisabeth singhiozzò più forte sulla spalla della figlia.
D'accordo. Ti voglio bene, papà, non scordarlo tu che puoi ricordare questa conversazione” disse fiera, fissandolo negli occhi identici ai suoi.

John Bell commosso abbracciò le sue due donne.
Vi amo tanto anche io. Stai attenta alla mamma” sussurrò sulle loro teste. Suo padre sparì quella notte stessa, dopo aver praticato gli incantesimi per le loro memorie, ma Katie ovviamente non lo sapeva. Da quel giorno, ogni volta che le arrivava una lettera di sua madre, sentiva sempre un cerchio alla testa, senza capire perché. Una mattina un incaricato del ministero piombò a casa sua e la interrogò sulla sparizione del padre; dopo alcune ore di interrogatorio, l'uomo tarchiato capì che lei non sapeva nulla e sparì senza nemmeno salutare. Katie si struggeva dalla preoccupazione per suo padre ma in fondo al cuore sentiva che stava bene, che suo padre aveva programmato tutto.


L'ultimo giorno di Agosto, stanca e assonnata, si recò al tirocinio, come al solito a piedi, passeggiando nella Londra babbana che la faceva sempre sorridere. Persa nell'osservare un ragazzino che girava in skateboard, non notò l'uomo che la affiancò deciso finché non la prese sottobraccio.
Allarmata, strinse più forte la mano sulla bacchetta che teneva in tasca, da brava ex membro dell'ES; si voltò a fronteggiare l'uomo trovandosi di fronte un sorridente, lentigginoso Fred, vestito da babbano come lei.
L'uomo la guardava, contento.

Buon giorno, Katie. Un po' prestino per uscire di casa, ti pare?” chiese affabile, come se stesse parlando del tempo.
Sto andando al tirocinio, Fred. Tu che ci fai qui?” sbottò incredula. Voleva aggiungere 'in mezzo ai babbani', ma non era una parola da usare in pubblico. Soprattutto quando la maggior parte delle donne lì intorno scoccava sguardi interessati a Fred che, ovviamente conscio, si pavoneggiava lusingato. Pensando che affatturandolo lì in pubblico non avrebbe ottenuto granché, a parte un richiamo ufficiale del Wizengamot e forse la confisca della bacchetta, continuò a camminare veloce strappandolo dalle sue ammiratrici.

Non sono Fred!” esclamò lui offeso.
Sì che lo sei. Sai che non mi inganni. E so che George ha perso un orecchio, il tuo scherzetto non funziona più!” ribatté lei convinta, riuscendo a far suonare la sua voce atona nel pronunciare il nome del fratello e del suo incidente.
Ah, e io che speravo ti emozionassi al pensiero di George che ti veniva a trovare. Stupido lobo solitario!”
Che cosa vuoi, Fred?” tagliò corto mentre ancora camminava veloce, senza una ragione.
Sono venuto per vederti. Hai da fare stasera?” propose lui deciso.

Katie frenò la sua camminata galoppante in maniera brusca, mandando Fred a sbattere contro un vecchio signore, che cadde. Il giovane si scusò e lo aiutò a raccogliere la sua busta, che era ruzzolata nello scontro; quando si girò per parlare a Katie, si accorse che era andata avanti senza aspettarlo.

-No, non è possibile. E' l'immaginazione, la stanchezza. Fred non è venuto a chiederti un appuntamento, non lo farebbe mai.-

Il giovane l'affiancò di nuovo, insinuandosi tra due uomini che andavano nella stessa direzione, sorridente.
Allora sei libera?” chiese tranquillo, come se lei non fosse appena scappata.
E poi ci arrivò.

Tu non sei Fred! Sei un Mangiamorte che ha preso le sue sembianze!” sibilò facendosi vicina, in modo che solo lui la sentisse. La Londra Babbana le parve minacciosa e fredda, d'un tratto.
Ho la bacchetta puntata su di te! Niente mosse false. Posso sempre schiantarti e dire ai Babbani che sei svenuto, attento!” continuò, minacciosa e decisa.

Fred, o il mangiamorte trasformato in lui, rimase un attimo spiazzato poi scoppiò a ridere. Imitava davvero bene l'amico, chiunque fosse.
Sono io, Katie, te lo giuro” ribadì tra le risa.
Non ci credo. Il vero Fred non verrebbe qui a chiedermi un appuntamento. Il vero Fred sa che....”
Che sei innamorata di quell'idiota di mio fratello? Che prima avevi una cotta per me? Che vi siete baciati in sala comune la notte dei fuochi? Che non vi siete più parlati da allora?” rivelò lui nel suo orecchio, facendola arrossire.
Tu...tu...non sono più innamorata di George!”
Ah, strano, io non ho fatto il suo nome!” cinguettò lui, stuzzicandola ancora.

Non c'era alcun dubbio, era davvero lui, solo Fred riusciva a imbarazzarla e a farle perdere le staffe in quel modo.
Cosa vuoi?” strillò offesa e agitata. Il giovane ritornò un attimo serio.
Contrariamente a quanto credi, non sono venuto a chiederti un appuntamento. Ho bisogno che tu venga con me, in un posto. C'è qualcuno che vuole parlarti.”
Milioni di domande le affollarono la testa, chi voleva parlarle? Perché? Cosa stava succedendo e perché Fred era così misterioso? Rimase a fissarlo negli occhi per alcuni istanti, in quegli occhi che erano così dolorosamente identici a quelli di George, dimenticandosi dei Babbani che li superavano e ai quali intralciavano la strada.

Stacco alle sette. Aspettami davanti alla vetrina del San Mungo” annunciò alla fine, sospirando. Qualsiasi cosa la misteriosa persona volesse da lei, l'avrebbe scoperta solo andando a quell'assurdo incontro.
Fred le sorrise entusiasta poi, con la promessa di esserci, sparì in fretta nella folla.

Fu difficile per Katie concentrarsi sul lavoro, con il pensiero dell'incontro nella testa; ogni cosa sembrò non riuscire a mantenere la sua concentrazione abbastanza a lungo, persa com'era in ipotesi. Il suo insegnante dovette colpirla con la cartelletta sulla testa per impedire che trasfigurasse il paziente, il signor Turper, in una moffetta per distrazione.

Alle sette, messo il suo camice nell'armadietto e salutati i colleghi, Katie si diresse all'ingresso, attraversando il freddo vetro. Fuori il sole era ancora alto, come c'era da aspettarsi dall'afosa giornata estiva; Fred l'attendeva come promesso, sorridente.

-C'è un momento in cui non l'ho visto sorridere? Non mi pare.-

Salutandola entusiasta, la afferrò per la mano, trascinandola in fondo al vicolo, lontano dalla strada principale.
Aspetta, Fred! Dove stiamo andando? Non sarebbe meglio dirmelo?” protestò lei, completamente trascinata dalla forza dell'amico.
E' inutile” dichiarò il ragazzo, “non conosci il posto. Smaterializzerò entrambi. Fidati di me, sono un asso. Prendi un bel respiro!”
La fastidiosa compressione le spezzò il respiro, improvvisa e odiosa. Quando infine il senso di costrizione si attenuò e riusci a respirare, si trovò di fronte ad una assurda costruzione sbilenca, l'aria piena del profumo di erba e pini che le ricordavano George.

Benvenuta alla tana, Katie” annunciò Fred alla sua destra, fiero.

Si trovò nel salotto di casa Weasley senza nemmeno accorgersene: le venne presentato il capofamiglia, simpatico e mezzo calvo; la moglie, amorevole e dolce;  Bill, il figlio maggiore; Kingsley Shakelbolt, Auror; Tonks Lupin, giovane Auror dai capelli rosa.
Fleur, il professor Lupin, Fred e George, quest'ultimo evitò di guardarlo in viso, li conosceva già.

Aveva già sobbalzato, sorpresa al vederlo nella stanza, dopo più di anno senza avere sue notizie, se si evitava di pensare alla sua fugace apparizione al S. Mungo poco dopo il suo risveglio. E lei evitava sempre di pensarci.
Aveva cercato di non guardare l'orecchio mancante; quando l'aveva saputo era stata così male, che non era riuscita a dormire per giorni dalla preoccupazione. Il giovane aveva una faccia tranquilla.

-Dannazione a te, George!-

Venne invitata a sedersi e la signora Weasley le offrì una tazza di tè, che non poté rifiutare. Respirando a fondo, tesa sul motivo dell'incontro, sorseggiò la bevanda ostentando una sicurezza che era ben lungi dall'avere.

Fu il professor Lupin a parlare.
Buona sera, Bell, innanzitutto grazie per essere venuta qui stasera. Immagino tu ti stia chiedendo il motivo della tua convocazione.” Lei annuì piano, dedicando tutte le attenzioni su di lui. Il professore, sebbene fosse più vecchio e provato, emanava sempre una certa aura di tranquillità.
Noi siamo l'Ordine della Fenice, un gruppo di maghi fondato da Silente” mormorò serio, sottovoce. Nessuno nella stanza pareva intenzionato a fare il benché minimo rumore.
Cerchiamo di contrastare i Mangiamorte, mettiamo la gente allerta, aiutiamo chi ha bisogno di protezione e cerchiamo altri che vogliano combattere” spiegò ancora, calmo.

A Katie parve tutto subito molto chiaro. Sorrise incoraggiandolo a continuare.
Abbiamo saputo da Fred e George” -lei evitò di guardare nella loro direzione,- “che stai seguendo la carriera di Guaritrice. E' vero?”
Sì, ho appena iniziato il tirocinio al San Mungo. Ma ci vogliono altri tre anni prima che io sia Guaritrice” replicò mettendo le cose in chiaro.
Non è importante. Quello che importa è che tu stia imparando a guarire la gente e non sai quanto questo potrebbe esserci utile. Non abbiamo Guaritori tra noi e non abbiamo nessuno al San Mungo che tenga le orecchie aperte, che ci aiuti. Fred ci ha detto che sei in gamba, voti eccezionali e prontezza di spirito, e questi sono altri punti a tuo favore” commentò Lupin, guardandola serio.

Lei si voltò verso Fred che le strizzò l'occhio, incitandola.
Quindi voi volete che io entri a far parte dell'Ordine? Che raccolga informazioni in ospedale, che guarisca eventuali membri malati o feriti e che cerchi altre persone che si uniscano alla lotta contro Colui-che-non-deve-essere-nominato, giusto?” riassunse Katie guardandoli uno a uno, perfino George.

Kingsley parlò con la sua voce profonda.
Buone capacità di riassunto, anche. Sì, signorina Bell. E' rischioso lo sappiamo, ma cosa non lo è di questi tempi?”
Sappiamo che sei giovane e c'è chi si oppone all'arruolamento dei giovani” insisté Lupin, scoccando uno sguardo verso la signora Weasley, “ma ora più che mai abbiamo bisogno di forze. Dobbiamo prepararci.”

Katie prese un grosso respiro, prima di rispondere.
Sono dei vostri” sbottò risoluta. Furono tutti molto sollevati, e contenti.
Per prima cosa vorrei chiederti...” iniziò Lupin, ma venne interrotto.
No, aspetta, Remus. Prima c'è una cosa che voglio chiederle io,” si intromise Molly Weasley, girandosi a guardarla seria e preoccupata, “potresti per favore dare un'occhiata all'orecchio di George? Ho fatto il possibile e so che non c'è rimedio. Ma io non ho studiato magie da Guaritrice. Puoi vedere se puoi fare qualcosa?”

Se l'era aspettato, nel fondo del suo cuore si era aspettata che quella richiesta sarebbe saltata fuori prima o poi. E quello iniziò a pulsare dolorosamente contro la sua cassa toracica, di nuovo.
George saltò su dalla poltrona in cui era seduto, il volto teso.

Mamma! Ti ho già detto che non c'è ne bisogno. Mi sta bene così com'è!” scoppiò, in direzione della donna.
Ma George, caro, che male può fare un controllo? Se si può fare qualcosa bene, se non si può, abbiamo almeno provato” mormorò supplicante Molly.
Katie rimase a guardarli battibeccare, ma era chiaro chi avrebbe vinto, George non poteva vincere contro la caparbietà e l'amore materno. Il giovane si risedette sconfitto, e lei si alzò per controllarlo, ancora più sconfitta.

Si avvicinò a George, rigida, gli arti di piombo, cercando di rimanere calma, gli occhi di tutti puntati addosso.
Lui fissava dritto davanti a sé, scuro in volto. Si chinò su di lui, mise una mano sotto il mento per fargli inclinare la testa e lo vide chiudere gli occhi al contatto; sotto le dita sentì la ruvidezza della barba che spuntava. Il profumo le invase la testa, speziato, come lo ricordava.

Vista da vicino, la ferita era ancora peggio; scostò con delicatezza i capelli dal foro che prima era stato il suo orecchio, cercando di non far tremare la mano. La carne intorno era più scura, in alcuni punti annerita, tirata e lucida. Passò il dito intorno al condotto auricolare, sentendo George trattenere il respiro per la sorpresa del tocco; non aprì gli occhi nemmeno un secondo. Sentiva il cuore di lui pulsare nella sua mano, impazzito, all'altezza del pomo d'Adamo e lasciò andare il mento, nervosa.

Persino il suo cuore batteva così, dall'emozione di vederlo e toccarlo, e al ricordo dell'ultima volta in cui l'aveva fatto, da quel bacio nella torre. Prese la bacchetta dalla tasca e la puntò contro il foro, pensò alcune formule imparate al tirocinio, una delle quali utile a capire la gravità che un incantesimo o una maledizione aveva sul corpo. Un lieve fumo viola circondò il foro auricolare di George, poi diventando nero si dissolse. Si tirò su nel silenzio della stanza.
Non c'è nulla da fare, mi spiace. A questo genere di maledizioni non c'è ancora rimedio. Forse preso all'istante si poteva far cicatrizzare meglio la ferita, ma ormai rimarrà così per sempre. Ha comunque fatto un buon lavoro” sentenziò guardando verso la signora Weasley.
Lei annuì un po' delusa, George invece non si mosse minimamente, intuendo che lei non si era rivolta a lui.

D'accordo, signorina Bell, grazie. Continuiamo con le spiegazioni. Noi dell'Ordine usiamo i Patronus per comunicare tra di noi. Grazie ad un incantesimo riusciamo a farli parlare. Sono utili per scambiarci messaggi senza poter essere intercettati” intervenne il signor Weasley, tranquillo.

Far parlare i Patronus? Era pura fantasia!
Tu sai produrne uno, giusto?” chiese Lupin intromettendosi.
Katie, con terrore crescente, annuì.

Il patronus di Katie è un colibrì! Così piccolo credo che non ne abbiate mai visto!” esclamò Fred entusiasta.

E le venne chiesto di farlo apparire, lì, davanti a tutti, per insegnargli a comunicare i suoi messaggi. Deglutendo nervosamente, Katie si sentì in trappola e cercava una scappatoia. Si guardava intorno cercando un'illuminazione, un'idea, qualsiasi cosa che l'aiutasse, ma che non avvenne. Lupin si accorse del suo nervosismo.
Prenditi il tuo tempo. Sappiamo che è un incantesimo difficile” mormorò comprensivo nella sua direzione. Gli occhi di lei saettavano di qua e di là, frenetici, finché non incontrarono quelli di Fred. Il giovane la fissò per alcuni istanti, pensieroso, poi senza preavviso saltò su dalla poltrona, attirando l'attenzione su di sé.
Sembra una cosa un po' lunga. Se non vi dispiace vado a mangiare qualcosa in cucina. Vieni, George?” disse con voce annoiata. George sembrò pensarci un attimo su, poi di malavoglia seguì il fratello ed entrambi sparirono chiacchierando nell'altra stanza. Katie si sentì un po' meno nervosa.

Quando la porta si chiuse, Lupin la incoraggiò con una mano a eseguire l'incantesimo. Pensando al suo ricordo più felice, che ironicamente era anche il più doloroso, fece apparire la densa nuvoletta argentata che si condensò ai suoi piedi: un delizioso Fennec sedeva aggraziato, con le orecchie lunghe e il musino furbo.
Lupin squadrò il cucciolo a quattro zampe, perplesso.

Per essere un colibrì è bello pesante. E non ha le ali” scherzò il professore.
Ha cambiato forma da poco. Il mese scorso” precisò lei, fissando una lampada oltre la spalla di lui.

Curioso. E' un Fennec, come quello di George!” rivelò Arthur prima di capire. Due secondi dopo arrossì. Insieme a Katie e a tutti gli altri, nervosi. La signora Weasley, Tonks e Fleur la guardavano con un misto di compassione e dolcezza.
Un silenzio palpabile riempì la stanza.
Lo sapeva. Non aveva mai visto il Patronus di George, ma quando aveva visto il piccolo Fennec spuntare dalla bacchetta al posto del suo consueto colibrì, non aveva avuto dubbi; il suo Patronus aveva preso la forma di quello di lui. Come? Non lo sapeva, ma coincidenza volle che se ne accorse il giorno dopo aver saputo del suo ferimento, mentre eseguiva un Patronus per scacciare quel freddo innaturale, da Dissenatori.
Il Fennec era spuntato dalla punta della bacchetta, aveva ruzzolato giù goffamente, e saltellando agile e curioso le era corso incontro. E lei seppe senza nessun dubbio di essere ancora fortemente innamorata di lui. Per quel motivo aveva deciso di rompere con Daniel.

I volti dei presenti la squadravano con aria compassionevole, non a caso erano persone intelligenti. Tonks sembrava comunicarle con lo sguardo la sua simpatia. Sentendosi in imbarazzo, si schiarì la gola. Decise di guardare i suoi piedi.
Sì, una vera coincidenza. Ora per favore, l'incantesimo di comunicazione?” incalzò con voce tremante, al limite.

Un quarto d'ora dopo Katie padroneggiava l'incantesimo appieno, anche se sentire il Fennec parlare con la sua voce la lasciò parecchio sorpresa. Lupin le raccomandò di usarlo solo per cose urgenti e importanti, le fece vedere i loro Patronus e le concesse di mandare il suo solo alle persone presenti nella stanza, per non creare equivoci. Katie sorrise, grata.
Tonks la fermò poco prima che uscissero dalla stanza.

Non mollare. Anche io ho dovuto penare, sai? Ma alla fine l'ho sposato!” bisbigliò all'orecchio di Katie, indicando Lupin. Lei farfugliò qualcosa come: 'avete travisato', che non convinse Tonks.

In cucina, trovarono i gemelli intenti in una discussione che interruppero, a giudicare dalle espressioni imbarazzate dei due fratelli. Il tavolo era ingombro di tazze di succo di zucca e sandwich al pollo. Fred si alzò per andar loro incontro, George tuffò il viso nella tazza davanti a sé.
Allora? Come vi è sembrato il Patronus? Interessante?” chiese Fred, curioso.
Interessante è la definizione giusta” disse Bill, evitando di guardare George. Il signor Weasley aveva ancora le orecchie rosse. Sua moglie fece un buffo risolino imbarazzato.

Molly insisté perché si fermasse a cena con tutti loro, dicendole che Ginny, di ritorno da casa Lovegood, sarebbe stata felice. Katie rifiutò con ogni diniego inventato alle continue richieste della donna.
La ringrazio ancora, ma Leanne mi aspetta, tocca a lei oggi cucinare” borbottò alla fine non sapendo più che inventare.
La signora Weasley cedette, mogia.

Leanne!” ripeté Katie, all'improvviso. Il gruppo la guardò, perplesso.
E' una mia amica, sta studiando Magisprudenza. E' in gamba e leale! Lei potrebbe esservi più utile di me, suo padre e sua sorella lavorano al Ministero!” rivelò lei a Lupin.
Sì, molto utile. E ci si può fidare? Qual è il suo cognome?” domandò scettico l'uomo.
Le affiderei la mia vita. Leanne Meadowes, suo padre, Dolphin Meadowes, lavora al dipartimento delle catastrofi e degli incidenti magici.”

Quel Dolphin Meadowes? Fratello di Dorcas Meadowes, assassinata durante la prima guerra magica? Membro del primo ordine?” esclamò concitato Lupin, tra l'incredulità generale. Al cenno di assenso di Katie, l'uomo sorrise felice.
Perfetto! Reclutiamo anche lei allora! Domani stessa ora, porta Leanne qui da noi!” propose l'uomo.
Al vedere lo sguardo smarrito di Katie, Tonks si intromise.

Meglio di no. Domani andrò io a casa delle ragazze, daremo meno nell'occhio. Sembrerà un incontro tra amiche. Alle sette davanti al San Mungo, ok?” suggerì la giovane donna, prendendola per le spalle. Sorridendole sollevata e grata, Katie salutò tutti, evitò per la millesima volta di guardare George, e uscì dalla casa, stremata.

Evitò una gallina invadente che voleva beccarle il piede e seguì per pochi istanti con lo sguardo uno gnomo da giardino che si tuffava dentro un cespuglio. Il giardino di casa Weasley era davvero interessante. Quando ormai aveva raggiunto il limite oltre il quale avrebbe potuto smaterializzarsi venne raggiunta da Fred.
E' stato bello rivederti” ammise lui, sincero. “Angelina mi ha detto di darti i suoi saluti.” Katie lo guardò incredula, un sorriso sornione che faticava a trattenere. Fred se ne accorse.
Sono ansioso di ricevere un messaggio dal tuo Fennec” cinguettò pungente con un sorriso soddisfatto.

Un cieco terrore la invase. Afferrò Fred per il bavero della maglietta avvicinandosi a lui.
Avete origliato? George l'ha visto? Ha sentito? Gliel'hai detto?” farfugliò spaventata. Fred le staccò le mani dalla maglietta e le tenne bloccate con una sola delle sue.
Rilassati, respira. Le risposte sono no, no, no e no. Non sono stupido, Katie. Ho letto il tuo panico e ho portato fuori George con una scusa! Perché poi avrei dovuto dirglielo? Il tuo Patronus ha preso la forma del suo. E allora? Che c'è di male?” sussurrò calmo.
C'è di male che nemmeno lui è stupido. Se lo venisse a sapere capirebbe. E non voglio che sappia che sono ancora innamorata di lui. Sono stata rifiutata già una volta!” esclamò arrabbiata, più con sé stessa che con Fred. Perché era ancora innamorata di George e non avrebbe dovuto. Liberò le mani dalla presa di lui e si incamminò a grandi passi verso la fine del cortile.
Se voi due parlaste vi rendereste conto di essere due idioti. Santo cielo, mi state facendo impazzire” sbottò il giovane trottandole dietro.

Katie si fermò oltre il cancello e lo guardò, ferita.
Io gli ho già detto tutto quello che avevo da dire. Gli ho detto che l'amavo e lui mi ha rovesciato addosso solo cattiveria, poi è scappato, senza dire altro. Se George ha qualcosa da dirmi sa dove trovarmi, ma non so se l'ascolterò” dichiarò risentita Katie, preparandosi a smaterializzarsi.
Le parve di sentire Fred mormorare: “se solo vi ascoltaste a vicenda” prima di sparire da lì.




Note:

Eccoci alla vita fuori da Hogwarts di Katie.

Dato che il golden trio ha campeggiato per tutto il libro, io mi son potuta sbizzarrire, libera dalle costrizioni della trama.

Ed eccola arruolata nell'Ordine. Ho sempre creduto che dopo essersi diplomati gli amici più stretti di Fred e George si siano arruolati.

Il Patronus di George è un Fennec, vi è piaciuto? Ho sempre pensato che lui e Fred avessero due Patronus della stessa famiglia, le volpi, ma diversi. Un Corsac e un Fennec. Adooooro i Fennec.

Lo so, sono una persona orribile: il gioco di parole Dorcas-Dolphin è agghiacciante, ma quando ho dovuto scegliere il nome del padre di Leanne, qui fratello di Dorcas, non mi è venuto in mente nient'altro. D-orcas. Sono una persona orribile!

Nello scorso capitolo ho battuto il mio record di recensioni! E ne sono felice.

Grazie, davvero, a tutte.

Un abbraccione, buona domenica!

Mimì

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Capitolo 17
*** Salvataggio in extremis ***


Da quando degli intrusi si erano infiltrati al Ministero, il secondo giorno di settembre, e avevano liberato tutti i Nati Babbani presenti al censimento aggredendo nel contempo parecchi funzionari, la sorveglianza si era intensificata ovunque.
E il San Mungo non faceva eccezione.
Alcuni membri del Ministero erano piombati in ospedale il giorno dopo, arrestando tutti i Nati Babbani e impedendo ai Guaritori e al personale di prestare assistenza alla feccia, come li chiamarono.

Katie assisté impotente, come tutti i suoi colleghi tirocinanti e i Guaritori laureati; si ficcò le unghie nei palmi per impedirsi di schiantare quei luridi bastardi che portavano via ammalati e feriti con malagrazia. L'avrebbe fatto se l'Ordine non avesse avuto bisogno di lei, se non fosse stata l'unica a poter tenere gli occhi aperti lì al San Mungo. Un amico di George e Fred, che aveva iniziato il tirocinio due anni prima di lei, aveva dovuto darsi alla fuga a causa del suo stato di sangue, insieme a molti altri conoscenti; perciò nessuno a parte lei poteva aiutarli.
Se lo ripeteva dentro come un mantra ogni volta che vedeva soprusi da parte dei funzionari o che questi le alitavano sul collo facendole domande.

Tutto il personale era stato interrogato, più e più volte, per cercare di capire se fra di loro ci fossero membri dell'Ordine o Nati Babbani che mentivano sullo stato di sangue.
Katie era stata istruita da Lupin su come dovesse comportarsi: atteggiamento accondiscendente, tranquillo e servizievole. Nonostante avesse risposto con sincerità e guardandoli fisso negli occhi, come Kingsley le aveva raccomandato, continuavano a richiamarla quasi ogni giorno, nel loro studio improvvisato in una stanza sequestrata all'ospedale, al primo piano.

Quella mattina, come ogni mattina nelle ultime due settimane, stava guardando Rowle, il grosso Mangiamorte biondo e Jugson, il suo degno compare con la fronte sporgente da cavernicolo, seduti di fronte a lei con sguardo, a loro dire, minaccioso. Katie era sempre tentata di offrire loro delle banane.

Come mai sono stata convocata ancora?” chiese gentilmente, guardandoli a turno negli occhi e mantenendo un tono di voce neutro.
Rowle si alzò e la squadrò torvo dall'alto.

Ragazzina, abbiamo saputo molte nuove informazioni sul tuo conto!” sbottò l'uomo con un lampo di trionfo negli acquosi occhi azzurri. Katie mantenne il volto impassibile anche se sentirsi chiamare sempre 'ragazzina' dai Mangiamorte le dava molto sui nervi. Non aveva nome e cognome per loro, era solo la ragazzina mezzosangue.

Jugson fece apparire un grosso fascicolo sul tavolo con un pigro colpo di bacchetta, proprio di fronte a lei, col suo nome in copertina.
Aprì il fascicolo e trovò le sue informazioni personali spiattellate lì, una dopo l'altra. Sotto seguivano il suo stato di sangue, con una grossa linea che segnava la parola 'Mezzosangue' e la frase 'padre Nato Babbano in fuga' cerchiata di rosso. Non potevano chiedergli nulla su quello, aveva risposto fino alla nausea alle domande su suo padre e sulla sua sparizione.

Girò la pagina e trovò con sorpresa foto sue e di Harry a cavallo di scope mentre giocavano a Quidditch. In una erano sul campo da gioco e si abbracciavano a fine partita.
Jugson sbatté una mano sul tavolo.

Spiegaci il significato di quelle foto, ragazzina! Che rapporti hai con Harry Potter?” domandò rude.
Nessuno in particolare. Giocavamo a Quidditch nella squadra della nostra casa, ma non ho mai parlato con lui fuori dalle partite” rispose tranquilla, continuando a fissarli. Non era vero, naturalmente; se pensava soltanto alle riunioni dell'ES, aveva parlato e passato molto tempo con Harry fuori dagli allenamenti e le partite; ma non aveva problemi a mentire.

Lupin l'aveva tenuta un'ora in più all'ultima riunione dell'Ordine, per insegnarle a visualizzare delle immagini innocue nella sua mente quando veniva interrogata. E quelle immagini adesso scorrevano nella sua mente; anche se i due Mangiamorte avessero usato l'Incantesimo Legilimens avrebbero visto immagini di lei e Harry che si allenavano o giocavano una partita, ma nessun altro tipo di rapporto più di un banale ciao al di fuori di quello.
Rowle strizzò gli occhi riducendoli a fessure, continuando a studiarla. I due si scambiarono un'occhiata complice, poi Jugson fece apparire una brocca di succo di zucca e un calice, invitandola a bere. Seguì con lo sguardo il tragitto del calice dal tavolo fino alla sua bocca e sorrise quando lei deglutì la bevanda.

Quindi Potter non è un tuo amico? Non sai dove sia al momento?” incalzò l'uomo sporgendosi trionfante, sicuro di averla in pugno. Katie sbatté le palpebre con fare innocente.
Certo che no! Non ho più avuto sue notizie dopo aver finito gli studi! E perché poi dovrei saperlo? Ci conosciamo appena!” ribatté tranquillamente.
Il sorriso che il Mangiamorte aveva sul viso si sciolse insieme alle sue prospettive di vittoria. La fissò interdetto, poi si ricompose in una posa austera. Con un gesto della mano la invitò a continuare a guardare il fascicolo.

Quando la pagina si fu posata, si trovò di fronte decine di foto di lei insieme a Fred e George. Più con George in effetti. Ce n'era una del Ballo del Ceppo in cima al mucchio: ridevano occhi negli occhi mentre ballavano. Non poté evitare un tuffo al cuore. I due Mangiamorte studiavano le sue reazioni, perciò non permise al suo viso di tradire la benché minima emozione.

-Sciogliti pure, cuore! Ma non farmi scoprire o ti caverò con le mie stesse mani!-

Jugson la invitò a bere ancora il suo succo di zucca.
Quali sono i tuoi rapporti con la famiglia Weasley? E non dire che non vi conoscete perché non ci crediamo!” esclamò Rowle picchiettando il dito sulla foto di lei e George, abbracciati e felici. Come potevano quelle foto essere in mano a loro? Da chi le avevano avute?
Ho frequentato sei anni scolastici insieme ai gemelli Weasley, certo che li conosco. E sì, eravamo amici!” ribatté senza titubare alle illazioni dell'uomo.
Amici? Questa dice ben altro!” scattò Rowle, prendendo una foto da sotto il mucchio e sbattendogliela sotto al naso: lei e George, mano nella mano, lasciavano il Ballo e sparivano inghiottiti dal romantico giardino fuori dal portone.

Ancora una volta si chiese chi avesse passato la sera a fotografarli assieme e con quale scopo. C'erano almeno cinquanta foto di loro due al Ballo e lei non si era nemmeno accorta di essere stata fotografata.
Quella foto non dice nulla di più di un 'piacevole' dopo Ballo. Era una festa scolastica! Che vi aspettavate? Con qualcuno dovevo pur andare.”
Jugson si tirò su e prese a camminare per la stanzetta avanti e indietro per metterle agitazione.

Ci risulta che tu abbia rifiutato ben tre inviti, ma che poi ti sia presentata alla festa con uno dei gemelli Weasley. Perché quel qualcuno era lui? Neghi che foste più che amici?” contestò il Mangiamorte. Ancora informazioni che potevano provenire solo da qualcuno che aveva frequentato Hogwarts con lei, ma chi?
Senza nessun motivo. Lui è stato l'ultimo a chiedermelo prima del Ballo e dato che ormai non avevo altre prospettive, ho accettato!”

Sentite” continuò pochi secondi dopo, interrompendo la successiva domanda che le stavano per fare, “ho frequentato i gemelli Weasley, è vero. Ed eravamo molto amici, ma non ho più parlato con loro dopo che hanno lasciato Hogwarts due anni fa. E se volete saperlo, non ci siamo lasciati nemmeno in buoni rapporti!”
Come mai?” chiese allora Rowle, scettico.
Divergenza di opinioni! Di quelle che spezzano qualunque tipo di rapporto!” rispose Katie sincera.
-Io l'amavo e lui no, più divergenza di così.-

I due Mangiamorte si scambiavano messaggi con gli occhi, apparentemente tesi e delusi dalle sue risposte.
Un colpo secco li fece trasalire, si voltarono tutti verso la porta mentre Rowle andava ad aprire. Dopo aver guardato a destra e a sinistra ritirò la testa dentro e richiuse perplesso. Alzò le spalle allo sguardo interrogativo di Jugson ed entrambi tornarono ad occuparsi di Katie.

La giovane si alzò su decisa, afferrando la propria borsa dalla sedia al suo fianco.
Se non vi dispiace io devo andare, il mio tirocinio è iniziato da dieci minuti” asserì dirigendosi verso la porta. Rowle sembrò intenzionato a fermarla, ma Jugson lo bloccò con un braccio.
Vai pure, ragazzina. Ma rimani nei paraggi, potrebbe venirci voglia di farti un altro paio di domande” rispose Jugson piantandole i suoi occhi viscidi addosso. Chiuse la porta dietro di sé mentre Rowle diceva: “Ma se nemmeno col siero della verità ha detto nulla di importante! Perché interrogarla ancora?”
Ringraziò mentalmente Lupin che l'aveva convinta a bere ogni mattina una dose di anti-Veritaserum, per precauzione.

Katie si allontanò di qualche metro poi si appoggiò distrutta al muro, chiudendo gli occhi. Come, come avevano saputo tutte quelle cose? Qualcuno a Hogwarts l'aveva pedinata, fotografata. Un forte senso di nausea l'assalì all'idea di aver avuto uno Stalker dietro per...per quanto tempo? Rabbrividì lievemente. Poi una viscida voce la fece trasalire e tutte le sue domande trovarono risposte.

Come va, Bell? Giornata dura?” chiese la voce, schernendola.
Si girò lentamente e piantò gli occhi gelidi in quelli di Montague, Edward Montague. Lui le sorrise in un modo che sicuramente reputava affascinante, ma che lo faceva sembrare in preda ad un attacco di mal di pancia.

Montague, scommetto che ci sei tu dietro quelle informazioni 'improvvise'.”
Lui continuò a sorridere beffardo.


Qual è il tuo tornaconto? Cosa ci hai guadagnato?” chiese rizzandosi in tutta la sua altezza, minacciosa.
L'entrata nelle schiere del Signore Oscuro! C'è altro che si può desiderare?”
Hai ben poche ambizioni, come sempre!”
Io so bene da che parte conviene stare e quali amici frequentare, Bell! E' ora che lo impari anche tu!” rispose lui facendosi più vicino.
Sì, belle convinzioni da uno che ha passato la sera del Ballo a fare foto agli altri!” rimbeccò Katie senza arretrare, per nulla intimidita.
Anche al Ballo avresti dovuto scegliere meglio la tua compagnia” sussurrò Montague piantandole un dito sotto il mento, allusivo. Il disgusto le fece venire la pelle d'oca. Lo sfidò ancora con lo sguardo, poi si allontanò a grandi passi.
Non hai idea di quanto tu abbia ragione” rispose in tono ben udibile.

Mentre stava per girare l'angolo si scontrò col Direttore del San Mungo, il Primago Guaritore Galenus Fawley. L'uomo teneva stretta al petto una grossa valigetta e sembrò trasalire al vederla lì. I suoi occhi blu scuro le parvero vitrei mentre si ricomponeva in silenzio. Senza nemmeno scusarsi passò oltre, e sparì dentro la stanza da cui lei era uscita prima, seguito da Montague.


Katie si sfilò le scarpe, sollevata, posò la borsa sul divano e si fiondò direttamente sotto la doccia. Anche se l'acqua calda riusciva a lavare via la stanchezza del tirocinio, non poteva portarsi via lo stress mentale che Montague esercitava su di lei, giorno dopo giorno.
Da quell'incontro di due settimane prima, non era più riuscita a toglierselo dai piedi: appariva all'improvviso alle sue spalle, mentre seguiva alcuni pazienti o mentre scendeva alla mensa dei dipendenti, oppure mentre entrava nello spogliatoio dei tirocinanti. La subissava di domande, faceva velate allusioni che la nauseavano e le ricordava che la teneva costantemente d'occhio.
Come se non se ne fosse accorta.

Uscì dalla doccia spossata, stanca dalla giornata, ma facendosi forza si vestì con un delizioso vestito rosso e si mise perfino un po' di profumo, decisa ad essere al meglio. Sua madre veniva a farle visita una volta a settimana e lei cercava di dimostrarle ogni volta che stava bene, che tutto andava per il meglio. Una volta in cucina aprì il libro di ricette che le aveva regalato Leanne e con pochi colpi di bacchetta, si trovò ad ammirare un profumato arrosto che cuoceva lentamente nel forno, insieme ad un contorno di patate e peperoni; una zuppa di cipolle che sobbolliva dolcemente nella sua pentola e una torta alle mele che raffreddava sul ripiano della cucina. Elisabeth arrivò alle otto, puntuale come sempre, bella e dolce come sempre.

L'abbracciò forte, respirando il delicato profumo di lavanda che emanavano i suoi capelli. Sua madre la guardò estasiata.
Ma come sei elegante! L'hai fatto per me?” chiese, dando un'occhiata all'abitino che indossava, che ne esaltava la bellezza. Katie arrossì sorridendo. La invitò a sedersi sul divano.
Ho sempre pensato che il rosso ti donasse. Ti valorizza! Indossalo tutti i giorni e vedrai quanti corteggiatori avrai!” esclamò sua madre allusiva.
Ti posso offrire una Burrobirra, mamma? La cena sarà pronta tra dieci minuti, più o meno” chiese, cercando di cambiare argomento di conversazione.
Una Burrobirra andrà bene, prima di cena!”
Si diresse in cucina e acchiappò due bibite fresche che versò in due calici.

Come va il tirocinio?”
Benissimo! E' stancante, ma da molte soddisfazioni” rispose mentre le offriva il calice e si sedeva al suo fianco, sul divano. Non le raccontò delle continue vessazioni da parte dei Mangiamorte o dei pedinamenti di Montague, per lo stesso motivo per cui non le aveva detto nulla del suo inserimento nell'Ordine: meno cose sua madre sapeva, più a lungo sarebbe stata al sicuro.

Sorseggiando la Burrobirra osservò il suo volto assorto: anche se sempre bello, Katie vi lesse ansia, stanchezza. Anche sua madre stava sopportando molto dolore, da sola.
Allora, dimmi: ti vedi con qualcuno?” domandò sua madre voltandosi all'improvviso verso di lei.
Katie rovesciò qualche goccia di bevanda dalla sorpresa.

Leanne è in ritardo! Si perderà la cena” strillò nervosa, guardando l'orologio sulla parete. Elisabeth continuò a fissarla, imperterrita.
Non c'è nulla di male se hai un ragazzo!” insisté la donna guardandola con tenerezza.
Non c'è nessun ragazzo, mamma! Te lo posso assicurare” ribatté convinta, pensando a quanto quella conversazione la stesse innervosendo. Perché non era mai riuscita a nascondere nulla a sua madre, quando decideva di farle domande; era troppo esperta e riusciva sempre a farsi dire la verità.

Elisabeth guardò la figlia negli occhi, anche se le ricordavano suo marito.
Kathrine, non prendermi in giro. So che sei innamorata. Ti si legge in faccia! E non può essere Daniel, visto che l'hai scaricato.”
Katie si disperò con sé stessa.
Mentre apriva la bocca per negare con ogni fibra del suo essere, successe.

Un Patronus d'argento entrò dalla finestra del soggiorno e corse verso di loro. Sua madre urlò e si ritrasse sul divano quando si fermò ai loro piedi. Katie lo guardò attenta assumere la forma di un lupo.
Feriti gravi. Servono pozioni e incantesimi, alla Tana. Non farti seguire” mormorò l'animale, con la voce di Lupin. Si dissolse nell'aria sotto lo sguardo atterrito di sua madre.
Saltò su senza pensarci due volte, afferrò la borsa e si diresse a grandi passi verso il bagno. Sua madre la raggiunse mentre trasferiva decine di pozioni dall'armadietto del bagno all'interno della borsa.

Che cosa sta succedendo, Katie? Cos'era quello?” gridò la donna indicando il punto del tappetto in cui l'animale si era posato ed era sparito.
Un Patronus!” rispose lei senza prestarle molta attenzione. Pazienti gravi voleva dire che stavano lottando con la morte ed era praticamente solo colpa sua se fossero morti. Non aveva nemmeno il tempo di cambiarsi. Corse verso camera sua e infilò anche una cartella rossa insieme alle pozioni. Chiuse la borsa con un movimento secco.
Lo so questo! Ma ha parlato! Cosa mi nascondi?” strillò alterata sua madre mentre la seguiva in salotto. Katie afferrò la bacchetta e si girò a fronteggiarla.
Non ho tempo adesso, mamma! Qualcuno sta morendo e io sono l'unica che ha qualche speranza di salvarlo, mi capisci?” ribatté guardandola dritta negli occhi.

Leanne entrò in quel momento, sorpresa nel trovare madre e figlia fissarsi in silenzio, tese.
Katie le si fece incontro, sollevata.

Leanne, devo andare. L'Ordine” aggiunse vedendo che l'amica non capiva.Tieni compagnia a mia madre, farò presto!”
Gettò un ultimo sguardo verso sua madre confusa, poi con una giravolta scomparve.

Il profumo di pini fu la prima cosa che percepì, come sempre. Molly le corse incontro, preoccupata.
Katie! Come sono contenta di vederti!”
“Buona sera, signora Weasley. Cos'è successo?” chiese mentre correva dietro a lei verso la casa, le boccettine nella sua borsa che tintinnavano ad ogni passo.

Arthur, Lupin, Bill, Fred e George hanno soccorso la famiglia di una Nata Babbana da una squadra di Ghermidori. Sono riusciti a portarli in salvo, ma ci sono dei feriti” raccontò la donna affannata. La portò in salotto dove trovò, oltre ai membri dell'Ordine citati dalla signora Weasley, anche i feriti: una bambina di neanche otto anni stava sdraiata sulla schiena e respirava affannosamente mentre si contorceva di dolore, il volto pallido; sua sorella, che doveva essere la Nata Babbana, stava urlando dal dolore mentre il suo braccio destro giaceva immobile a qualche centimetro da lei, di certo in seguito ad una Materializzazione prematura; il loro padre era adagiato incosciente al suo fianco, ricoperto di sangue, la loro madre, atterrita e sconvolta, non sapeva che fare, piangeva e si teneva rannicchiata in un angolo, ma era illesa a parte qualche contusione e graffio.

I mobili erano stati addossati alle pareti, per lasciare spazio ai feriti. Gettando la borsa tra le braccia di Molly, Katie corse per prima verso la bambina più piccola. Esaminò gli occhi che vorticavano, con crescente panico.
Una bacchetta, presto!” ordinò, cercando di sovrastare le grida e i pianti. Gli altri la guardavano come se fosse impazzita.
Hai la tua al tuo fianco, Katie!” esclamò Lupin facendosi avanti.
Le nostre bacchette vengono controllate giornalmente per scoprire se curiamo Babbani o Nati Babbani fuori dal lavoro! Dammi una bacchetta!” esclamò urgente, guardando Lupin negli occhi.
L'uomo le tese la sua e indietreggiò di un passo. Tutti volevano aiutare, ma non sapevano che fare.

Katie puntò la bacchetta verso la bambina, facendole fare dei giri e degli svolazzi mentre recitava degli incantesimi non verbali e fiotti di luce colorati si susseguivano l'un l'altro. Nessuno osava fiatare. La Nata Babbana guardava sua sorella inorridita e spaventata, le grida più forti.
Sta morendo per un'emorragia interna” spiegò dopo dieci minuti agli altri mentre continuava a far roteare la bacchetta, “esistono alcuni incantesimi che possono recidere una vena, un vaso sanguigno o un'aorta senza danneggiare la pelle. Puoi morire lentamente e dolorosamente senza che nessuno ne sospetti la causa.” La bambina smise di rantolare e lamentarsi e riprese lentamente a respirare con regolarità.
Fece cenno a Molly di avvicinarsi con la borsa. Prese una paio di boccette e le diede alla donna.

Le faccia bere la pozione viola e la rimpolpa sangue, torno tra due minuti” disse mentre si alzava. 

Si avvicinò alla Nata Babbana terrorizzata e si inginocchiò al suo fianco. Afferrò il suo braccio e con pochi tocchi di bacchetta lo riattaccò al resto del corpo. La ragazzina, di nemmeno dodici anni, fece muovere il braccio incerta, gli occhi pieni di lacrime e di terrore.
Salverai la mia famiglia? E' colpa mia, tutta colpa mia. Non farli morire” singhiozzò disperata. Katie le strinse forte la mano.
Controllò nuovamente la sorella e con sollievo si accorse di aver fermato in tempo la perdita di sangue e di aver riparato con successo le vene tagliate; la rimpolpasangue stava facendo effetto e adesso dormiva, fuori pericolo. Katie non prestava attenzione alle altre persone in sala, sapeva che George era lì e la guardava, ma non aveva importanza.
La sua priorità al momento era far in modo che quella bambina, che non aveva alcuna colpa se non quella di non essere Purosangue durante quell'assurda guerra, potesse riabbracciare tutta la sua famiglia.

Molly diede un distillato calmante preso dalla borsa di Katie alla madre Babbana, che la trangugiò con mani tremanti; all'istante smise di singhiozzare e si accasciò dolcemente contro il muro, con un vacuo sorriso.
Katie intanto si era accucciata accanto all'uomo ricoperto di sangue e scostava la camicia per esaminare il taglio. Appellò l'essenza di dittamo dalla borsa e ne versò una generosa dose sul torace, attraversato da uno squarcio profondo: il Sectusempra.
Un denso fumo si levò dalla ferita. Iniziò a mormorare delle formule, come una nenia, mentre la bacchetta svolazzava di qua e di là.
La ragazzina tirò su col naso, ipnotizzata.
Dopo quindici minuti si tirò su, sfinita, ma sorridente.

Finito. Sono...sono tutti salvi!” esclamò incredula e trionfante. Si era trovata a fare magie ben oltre le sue possibilità, in una situazione di agitazione e panico. E ce l'aveva fatta.

La ragazzina si alzò dal fianco della sorella e le corse incontro, abbracciandola. Katie la strinse mentre quella urlava ringraziamenti e le piangeva addosso. Prima di trasferirli in una camera della Tana, Katie aveva assicurato alla ragazzina, che si era presentata come Eleanor, che avrebbero cancellato il ricordo di quell'orrenda sera dalle loro memorie.
Eleanor l'aveva guardata seria, dopo aver gettato uno sguardo verso la sua famiglia.

No, io voglio ricordare quello che è successo” proferì decisa.
Perché?” fu tutto quello che riuscì a chiedere. Per quale motivo avrebbe dovuto desiderare ricordare, rischiando di addossarsi la colpa per quello che la sua famiglia aveva dovuto passare a causa sua?
Se dimenticassi questa sera, come potrei ricordarmi che voglio diventare Guaritrice? Grazie a ciò che hai fatto?” rispose semplicemente la ragazzina. Il suo cuore si strinse di commozione. Eleanor la strinse ancora in un abbraccio, poi seguì Molly e Arthur che trasportavano la sua famiglia al piano di sopra.

Si gettò sul divano, esausta. Il suo corpo era libero di tremare adesso che il pericolo era passato. Lupin si sedette al suo fianco, dandole una pacca gioiosa sulla spalla.
Sei stata in gamba! Un lavoro eccellente!” commentò convinto.

Ero terrorizzata! Magie di quel livello sono difficili già per un Guaritore laureato. Noi tirocinanti le sappiamo solo a livello teorico. Ho avuto paura di fallire” confessò Katie respirando a fondo.
Sei stata fenomenale!” continuò l'uomo guardandosi intorno per cercare approvazione.
La sua bacchetta” mormorò contrita, tendendola verso Lupin, “grazie. E mi scusi se ho urlato! E se le ho dato del tu!”
Lupin scoppiò a ridere, incredulo.

Ne avevi tutto il motivo e va bene darmi del tu. Chiamami Remus, Fred e George lo fanno già” rispose l'uomo con genuinità. Poi di colpo tornò serio.

Quindi le vostre bacchette vengono controllate. Terribile, non ne sapevamo nulla” continuò grave pensando alle implicazioni della mossa.
Ogni giorno. Se qualcuno ha eseguito un incantesimo di guarigione fuori dal San Mungo, viene portato via e interrogato. Non parlo ovviamente di incantesimi banali come un Epismendo, ma di incantesimi complessi come quelli che ho fatto stasera. Se sei sospettato di aver aiutato i Nati Babbani vieni tagliato fuori e spedito ad Azkaban” raccontò Katie mentre Molly e Arthur, di ritorno, prendevano posto sulle poltrone. Molly fece apparire una tazza di tè nelle mani di tutti, calda, fumante e rilassante.

Ma da quando c'è questa politica?” chiese il signor Weasley preoccupato.
Una settimana fa il Direttore in persona l'ha comunicato a tutto il personale.” I coniugi Weasley si mossero sorpresi sulle poltrone.
Il Guaritore Fawley? Impossibile! E' sempre stato dalla parte dei Babbani” sbottò Arthur scettico.
Al momento essere apertamente pro-Babbani non è esattamente consigliato, Arthur” rispose Lupin, realista. “Credi che possa essere sotto la maledizione Imperius?” chiese a Katie, voltandosi a fissarla.

Lei ripensò a quel bagliore vitreo che aveva notato nel suo sguardo.
Potrebbe. Di certo so che ha avuto un incontro con dei Mangiamorte poche settimane fa. Non so di cosa abbiano parlato, ma Fawley aveva una grossa borsa quando è andato da loro” raccontò mentre Lupin e Arthur si scambiavano un'occhiata tesa.
Devi tenerlo d'occhio per noi, Katie” mormorò Lupin poggiandosi stanco contro lo schienale del divano.

Lei scosse piano la testa, mentre poggiava la tazzina sul tavolino di fianco a sé. Frugò nella borsa e porse a Lupin la cartellina rossa che aveva preso dalla sua camera.
Sono controllata. Mi hanno somministrato il Veritaserum e domandato del mio rapporto con Harry e con la famiglia Weasley” disse mentre il fascicolo che aveva copiato passava tra gli altri membri. Non era stato difficile far sembrare che qualcuno avesse bussato, con la bacchetta sotto il tavolo, e copiare il fascicolo con l'incantesimo Geminio mentre erano distratti. Guardò la faccia stupita di Fred e George mentre esaminavano le foto in cui era insieme a loro.
Queste sono foto di te e George al Ballo! Chi ve le ha scattate? Da chi le hanno avute?” domandò Fred arrabbiato. Il fratello continuava a fissarle una ad una incredulo.
Montague” rispose Katie con disprezzo. I due gemelli ringhiarono all'unisono.

Edward Montague, Serpeverde, era del mio stesso anno. Ha passato informazioni circa la mia amicizia con Harry, Fred e George per entrare nella schiera di voi sapete chi, credo come lacchè. Continua a tenermi d'occhio e in maniera piuttosto invadente” raccontò agli altri con un brivido disgustato. 
Oh, non dirmelo! Montague ci sta provando con te?” strillò Fred con raccapriccio.
Sì” ammise Katie a denti stretti, portandosi le mani al viso. Aveva la nausea al solo pensarci. Sentì ancora il basso ringhio, ma non seppe dire se fosse stato Fred o George.
Sentì invece l'assurda frase di Lupin.

Sfrutteremo questa sua debolezza!” esclamò l'uomo entusiasta.
No! Mi..mi stai chiedendo di...” un conato di vomito le bloccò la frase, ma riuscì a trattenerlo.
Di accettare la corte di Montague” continuò Lupin per lei.



Note:

Ma ciao! ^_________^

Felicissima di avervi qui.

Voglio innanzitutto ringraziarvi, Marianne, Sidan, Quella che ama i Beatles, Ali-smile, Fawkes, Blazingliquirice: le vostre recensioni mi hanno resa felicissima! ^______________^

Sentire le vostre voci, quello che pensate della mia storia, in bene o in male, mi piace!

Mi piace interagire con voi, parlare con voi, perciò: grazie!

Grazie a tutte voi che seguite, che preferite, che ricordate!

In questo capitolo: Katie si sta dando da fare, spero di non avervela resa troppo mary sue! DDDDD: odio le mary sue! Ditemi che non lo è!

In realtà, è maturata, ha perso molte delle sue paure e adesso combatte e dà il suo supporto alla guerra.

Il Primago (Primario-mago) è una mia invenzione...mi piace inventare parole nuove in stile JKR, anche nella vita reale.

Vi piace l'entrata in scena di Montague? No? Beh, credo che dovrete per lo meno sopportarlo, perché rimarrà con noi molto a lungo.

A presto

Vi mando un abbraccio affettuosissimo (sì, sono di buon'umore!)

Mimì

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Capitolo 18
*** Katie la spia ***


Ripetimelo con calma, magari la seconda volta avrà più senso!” esclamò Leanne perplessa, versando le uova e il bacon sfrigolanti nei piatti da colazione. Katie bevve un grosso sorso di tè caldo, sciogliendo il nodo alla gola che la stanchezza e l'agitazione le avevano creato.
Raccontò ancora ciò che era successo la notte prima; i feriti, il sangue, gli incantesimi gettati uno dietro l'altro mentre cercava di non cedere all'ansia, il discorso con Lupin.

E sul serio ti ha chiesto di flirtare con Montague? Con che coraggio?” strillò l'amica indignata, battendo una mano sul tavolo e facendo tintinnare le posate contro i piatti. Katie si era chinata per frugare febbrilmente nella borsa, gettata per terra la sera prima.
“In realtà vorrebbe che io mi avvicinassi abbastanza per fargli bere questa!” disse, poggiando un flacone di vetro rosso sul tavolo.
Leanne lo fissò ammutolita, con stupore e timore, quasi temendo che il tappo scoppiasse via all'improvviso.
“A...Amortentia?” chiese titubante.

Katie finì di masticare il bacon e bevve ancora un po' prima di rispondere.
“No, molto peggio” iniziò a raccontare, “l'Amortentia fa perdere la testa per una persona per un periodo limitato, ventiquattro ore al massimo.” Fece un gran sospiro rassegnato.
“Questa pozione è una versione potenziata, Amortentia Capulet. Chi la beve si innamora perdutamente dell'altra persona per un anno almeno, senza possibilità di eliminarne gli effetti” concluse, disgustata alla sola idea di avere Montague dietro per tutto quel tempo.
“Ma...perché? Che cosa spera di ottenere Lupin?” domandò l'amica confusa.
“Vuole che io manovri Montague. A suo dire, anche se è solo un tirapiedi, potrebbe avere accesso a informazioni che possono esserci utili” rispose chiedendosi se davvero sarebbe stata all'altezza della sua missione.

Leanne stette per un momento in silenzio, forse preoccupandosi anche lei per il suo ruolo in quella storia. Katie si alzò per riporre i piatti e le tazze nel lavello.
“Qual è stata la reazione di George quando ha sentito del piano di Lupin?” chiese la voce di Leanne alle sue spalle, facendole battere il cuore.
Quando Remus aveva proposto che accettasse la corte di Montague era successo un pandemonio: Fred aveva urlato un 'ma stai scherzando, Remus?'; Molly si era portata la mano al cuore e aveva lanciato uno strillo sconvolto; Arthur era arrossito fin sulla fronte. Anche la pelata era diventata rossa.
Remus aveva spiegato a tutti il suo piano e aveva chiesto a lei se se la sentisse. Non era costretta a farlo, ma avrebbe aiutato l'ordine col suo sacrificio.
Lei aveva respirato a fondo, valutando le sue alternative, ma sapeva già quel che doveva fare; guardò Lupin e annuì convinta, senza far caso alle proteste dei suoi amici.
Andò via dalla tana un po' tesa, dopo aver rifornito Molly di pozioni e distillati, pensando che probabilmente Fred, che stava guardando Remus col viso arrabbiato, avrebbe continuato a dar battaglia una volta che lei fosse scomparsa.
”Nessuna. Che reazione avrebbe dovuto avere?” rispose tranquilla tornando a guardare Leanne. L'amica tirò su le spalle, pensierosa, lasciando perdere l'argomento.
Entrambe corsero a prepararsi per uscire di casa.

Alcune ore dopo scivolava per un corridoio dell'Ospedale, diretta verso la mensa, quando apparve l'orrenda figura che aveva terrorizzato il suo sonno la notte prima. Montague bloccò il suo cammino con fare arrogante.
“Buon giorno, Bell. Come va?” chiese appoggiandosi al muro con la spalla.
Katie ripassò mentalmente le istruzioni di Lupin: attirarlo senza essere troppo accondiscendente. Era uno scimmione idiota, ma poteva mangiare la foglia. Cosa che Katie sospettava già facesse, data appunto la somiglianza con uno scimmione.
“Bene, grazie” rispose secca, come faceva sempre.

Sto andando a pranzo ora, se non ti spiace” continuò superandolo, ma scoccandogli una mezza occhiata allusiva. Si fece schifo da sola, non aveva mai sedotto un ragazzo e l'idea di cominciare con Montague la scuoteva nel profondo dell'anima. L'uomo alzò un sopracciglio interessato e la seguì nel corridoio.
“Mi unisco a te, Bell, ti spiace?” chiese vedendo lo sguardo teso della giovane. Katie esultò interiormente senza lasciar trasparire nulla.
Dovette sorbirsi la disgustosa vista di Montague che mangiava di malagrazia infilandosi il cibo in bocca e masticando a bocca aperta. La mensa era piena di Guaritori e tirocinanti e molti guardavano verso di loro perplessi, impedendole di attuare il suo piano.

Strinse lievemente la presa sulla bacchetta nella sua tasca e un forte botto riempì l'aria: la porta della mensa era saltata via con un gran fragore, sollevando un nuvolone denso di polvere. Mentre alcuni si alzavano per controllare e rimediare, Katie agì; per fortuna era riuscita a piazzare un paio di Detonatori esplosivi vicino alla porta quando era entrata e con un incantesimo li aveva azionati a distanza.
Ritornata la calma in mensa, grazie a pochi semplici incantesimi del personale di servizio, Montague si rigirò a mangiare come un maiale. Dopo dieci minuti di masticamento e grugniti, l'uomo prese il calice di Burrobirra e lo portò alle labbra; Katie, col batticuore, lo guardò tracannare a grandi sorsi la bevanda, gettandosene la maggior parte addosso, in attesa. Già nel momento in cui posò il calice qualcosa era cambiato.

Montague scostò il piatto davanti a sé con un sospiro sofferto, piantando gli occhi innamorati nei suoi, il viso illuminato.
Era fatta, non poteva più tornare indietro.
“Dimmi, Katie, posso chiamarti Katie?” cominciò Montague con la voce soffocata dall'emozione, “vuoi venire a cena con me questa sera?”
Iniziò a contare mentalmente fino a dieci, per non dire quello che davvero avrebbe voluto.
“Con molto piacere” rispose invece a malincuore.

Per un mese era uscita ogni sera con Montague: erano andati al cinema, ai concerti, ai ristoranti di lusso e aveva dovuto cercare con ogni mezzo di evitare le sue avances, ma nel contempo non rifiutarlo troppo per tenerlo buono.
Lui le faceva centinaia di regali e le mandava ogni giorno due dozzine di rose. Ogni sera si faceva una doccia di almeno due ore per lavare via la sensazione di disgusto che quegli appuntamenti le lasciavano.
Durante le ronde al San Mungo la trattava con gentilezza, ma continuava a seguirla ovunque declamandole il suo amore imperituro.

Katie gli aveva consigliato di non dire a nessuno che stavano uscendo assieme, perché la sua condizione di mezzosangue avrebbe potuto frenare la carriera di lui nelle schiere del Signore Oscuro. Montague si era alterato, dicendole che nessuno avrebbe trovato da ridire sul suo amore, ma alla vista dello sguardo afflitto di lei si era sciolto in un sorriso e l'aveva abbracciata dicendole che avrebbe mantenuto il segreto. Katie riuscì a sopportare quel contatto solo pensando intensamente a George.

Accolse Remus nel suo appartamento con un sorriso stanco, quella sera. L'uomo aveva acconsentito a vederla anche senza molto preavviso ed era stato gentile, dato che erano le undici di sera.
Gli fece cenno di accomodarsi sul divano, poi gli porse una Burrobirra.
“Come stai, Katie?” chiese Lupin, guardando le occhiaie sotto al suo viso. Katie ricambiò l'occhiata guardando il volto stanco e sfatto del suo ex-professore.
“Meglio di te, a quanto pare” scherzò per sciogliere un po' di tensione. Si sistemò nella poltrona rossa a destra del divano, rannicchiando le gambe.

Lupin sorrise debolmente, ben sapendo che il suo aspetto non fosse migliore di quello di lei.
“So che ti ho chiesto molto...” iniziò a scusarsi, ma la mano di Katie lo interruppe.
“No, Remus, non scusarti. Ho scelto io di accettare e ne sono fiera, se serve anche solo in parte a salvare qualcuno. E' difficile, ma...non mi lamento” spiegò la giovane spostando lo sguardo sul fuoco che ardeva nel camino. L'uomo la guardò perdersi in pensieri propri mentre gli occhi vagavano tra le fiamme.

Ti ho chiamato perché Montague si è fatto sfuggire qualcosa a proposito dell'incontro tra il Guaritore Fawley e i Mangiamorte Rowle e Jugson, di quella mattina di un mese e mezzo fa” continuò girandosi a guardarlo.
Lupin si sporse verso di lei, interessato.
“Fawley ha firmato un contratto con loro, li rifornisce di pozioni e ha dato loro delle dritte su dove avrebbero potuto trovare alcuni nati babbani che lavoravano al San Mungo.”

La faccia inorridita di Remus doveva essere identica a quella che aveva fatto lei quando Montague le aveva rivelato la cosa; Fawley le era sempre piaciuto, era bonario e dolce, oltre che competente, o almeno era quello che aveva sempre pensato. Fissò l'uomo assorto, che rifletteva ad occhi chiusi, forse digerendo la notizia.
Lupin si riscosse all'improvviso e la guardò con una strana luce negli occhi.
“Ora, avresti tutto il diritto di schiantarmi Katie, ma devo proprio metterti al corrente del mio piano. E tu sei la protagonista principale” proferì l'uomo con fare misterioso.

Pensando che dovesse essere impazzita o peggio che Lupin la stesse probabilmente manipolando con un Imperius o che forse era ammaliata dal fascino da uomo maturo e vissuto che emanava, visto che non riusciva a negargli nulla, Katie si diresse circospetta verso la sua meta. Stava serpeggiando silenziosa nei corridoi del primo piano, nella corsia opposta a quella dove pernottavano i pazienti: gli uffici del Direttore.
Stando bene attenta a rimanere sotto il mantello dell'invisibilità che Lupin le aveva consegnato due sere prima, cercava di trattenere il fiato e di non far stridere le scarpe ortopediche da ospedale, non sapendo quanto gli altri potessero percepire di lei lì sotto.

Molti Guaritori uscivano dalle stanze nel corridoio venendole incontro, perciò cercava di tenersi raso muro per non rischiare di sbattersi. Con sollievo arrivò alla grossa porta di quercia lucida sulla quale la targhetta dorata citava:

'Primago Guaritore Galenus Fawley
Direttore responsabile dell'Ospedale San Mungo'

Guardandosi intorno con agitazione, per accettarsi che non ci fosse nessuno, abbassò la maniglia ed entrò nell'ufficio.  Lo studio era grande e ingombro di libri e pergamene in ogni dove; con un rantolo, preoccupandosi su dove avrebbe potuto trovare qualcosa in quella confusione, Katie richiuse la porta dietro di sé.
Alcune voci improvvise la fecero trasalire.
“Chi è là?” chiese una donna da qualche parte di fronte a lei.
“Chi è entrato?” domandò un uomo.
“Effrazione!” squillò un'altra voce alterata.

Katie alzò lo sguardo sulla parete di fronte, sui ritratti dei direttori che avevano guidato il San Mungo nel passato. Erano tutti vigili e in allerta, sicuramente risvegliati dal cigolio della porta e preoccupati per non aver visto nessuno entrare. Bisbigliavano forte tra loro, impedendole quasi di pensare. Non si era aspettata di trovare un intoppo del genere, perciò non sapeva in che modo avrebbe potuto frugare nell'ufficio del direttore in cerca di informazioni, senza che le persone nei ritratti corressero di qua e di là in cerca di una guardia.
E lei che si era perfino presa la briga di chiedere a Montague di trattenere il direttore con una scusa, dicendogli che doveva assentarsi per mezz'ora perché stava poco bene e non voleva che l'uomo se ne accorgesse.
Sentì dei passi farsi rapidi e vicini nel corridoio e dimenticandosi di essere nascosta sotto il mantello, si tuffò oltre la scrivania nascondendocisi sotto.

La porta si aprì, facendole sentire due uomini confabulare.
“..li avrà assolutamente entro domani” sentì dire a Fawley. Stupido Montague, non era nemmeno riuscito a fare una cosa così semplice e perfino un troll ci sarebbe riuscito.

Deglutendo nervosamente ascoltò l'uomo che gli rispose.
“Faresti bene a non dimenticartene. L'ultima volta le tue informazioni non erano esatte. Ci sono scappati per un soffio!” esclamò arrabbiato Jugson battendo una mano sulla scrivania. Il suono sordo le echeggiò nelle orecchie.

Dei piedi apparvero al suo fianco, scostando la sedia, costringendola a rannicchiarsi sul fondo del suo nascondiglio, tremante. Stava morendo di paura e contemporaneamente malediceva Remus per averla infilata in quella situazione assurda. Se l'avessero scoperta l'avrebbero interrogata fino a ridurla in fin di vita, ma quel che era peggio, avrebbero scoperto ogni cosa che sapeva dell'Ordine.
Trattenendo un brivido alla sola idea, cercò una soluzione, alla svelta. Fawley si sedette alla scrivania, le gambe a pochi centimetri da lei.
-Oh ti prego, non allungare le gambe, non allungare le gambe!-

Ascoltò i due uomini confabulare ancora di uno scambio di informazioni, una grossa scorta di Veritaserum che avrebbe consegnato entro la fine della settimana e una visita a domicilio ad una vecchia signora Purosangue imparentata con Jugson. Nel mentre seguiva ipnotizzata il piede di Fawley che tamburellava con agitazione. Dopo dieci minuti Fawley si alzò in piedi e i due uomini si avviarono verso la porta. Quando sentì i passi ovattati che si allontanavano tirò un grosso sospiro di sollievo.

Mentre stava per scivolare fuori dal nascondiglio i direttori nei ritratti iniziarono a parlare tutti assieme.
“C'è un intruso Fawley!”
“La porta si è aperta poco prima che tu entrassi, ma non abbiamo visto nessuno!”
“Continuo a dire: Effrazione!”
Il Guaritore Fawley non se n'era andato! Aveva solo accompagnato alla porta Jugson, pensò Katie con orrore.

Grazie Conan, Rudyard e Jean” disse Fawley tranquillo. “Signorina Bell, vuole venire fuori?” continuò con la solita voce calma. Era stata scoperta. Come? In quale momento? E come se la sarebbe cavata?
Con un groppo alla gola e gli occhi sbarrati, Katie apparve dal suo nascondiglio, tirandosi via il mantello dalla testa. Il volto sorridente e stanco di Fawley la fissava accanto alla porta.
Tenendo la bacchetta puntata su di lui, attese.

I direttori iniziarono ad aggredirla, intimandole di abbassare la bacchetta, dicendole che si comportava in maniera vergognosa e minacciando di andare a chiamare soccorsi. Fawley li zittì con un gesto della mano, come se avesse la situazione sotto controllo.
“Come ci è capitata nel mio ufficio? Sotto la mia scrivania?” domandò l'uomo avvicinandosi piano e senza movimenti bruschi vicino alla poltrona più vicina, dove si sedette.
Sembrava sorpreso per averla trovata lì, ma anche divertito. Katie seguiva ogni movimento con gli occhi e con la bacchetta, inquieta.

Immagino che dirle che sono arrivata qui per caso mentre vagavo per i corridoi non la convincerebbe. Come mi ha scoperta?” ribatté cercando di mostrarsi fredda.
“Profumo di Frangipani. Jugson potrà anche aver pensato che fosse il profumo per ambienti per il mio ufficio, ma io so che lei è l'unica qui al San Mungo ad usare questa fragranza” spiegò l'uomo con sufficienza, come se fosse una cosa ovvia. Tradita dal suo profumo, come una stupida. Decisamente non era tagliata per fare la spia.

Cosa ha intenzione di fare?” chiese mentre scivolava con cautela da dietro la scrivania, creandosi una possibilità di fuga.
Fawley sorrise.
“Niente!”
“E pretende che le creda? Lei è in combutta con i Mangiamorte!” lo aggredì Katie arrabbiata.
Uno dei direttori strillò: “come ti permetti?”, ma lei lo ignorò.

Fawley si accasciò un poco sulla poltrona, stanco.
“Io devo essere dalla parte dei Mangiamorte o questo ospedale cadrebbe completamente nelle mani di Colui-che-non-deve-essere-nominato” sospirò l'uomo, stanco. Katie non capiva che cosa volesse dire. Se collaborava coi mangiamorte non era già alle dipendenze del Signore Oscuro?
Il Guaritore lesse sul suo viso la sua perplessità.
“Signorina Bell. Katie” iniziò a spiegare l'uomo dandole del tu, “sei una ragazza intelligente e credo tu sappia meglio di me cosa sta succedendo là fuori. Tu-sai-chi si è preso il Ministero, mettendo un fantoccio assoggettato alla sua volontà al comando. E così ha fatto a Hogwarts con Piton. Pensi che non ci abbia provato anche qui? Il San Mungo è un'altra pedina molto importante nella conquista del mondo magico!”

Katie ascoltava rapita, la mente che lavorava febbrile, creando collegamenti.
“Ho pensato che fosse meglio assecondare le loro richieste e fargli credere di essere dalla loro parte, per proteggere il mio ospedale e i miei pazienti” continuò l'uomo cercando di spiegarle.
“Allora perché gli ha consegnato i Nati Babbani? Come pretende che le possa credere?” controbatté Katie, per nulla convinta.
“Io non gli ho consegnato nessuno. Tutte le informazioni che passo loro sono false. Nessun Nato Babbano è stato preso a causa mia. Puoi controllare” rivelò Fawley facendo apparire un fascicolo blu sulla scrivania, con un leggero tocco di bacchetta. Katie si avvicinò cauta e, sempre con la bacchetta tesa verso l'uomo, iniziò a sfogliare. Tutti i direttori nei ritratti seguivano tesi la scena, senza fare nemmeno un rumore.

Più girava le pagine più si accorgeva che era tutto vero. Le informazioni collimavano alla perfezione con ciò che sapeva grazie all'Ordine.
Fawley organizzava con dei Guaritori Nati Babbani delle finte retate: fingeva di venderli ai Mangiamorte, poi loro sparivano dal luogo in cui dovevano essere pochi minuti prima che le squadre di Ghermidori arrivassero, per non far scoprire il direttore e permettergli di continuare ad occuparsi del San Mungo e dei pazienti. Katie crollò incredula sulla sedia, abbassando la bacchetta.
“Allora lei è dalla nostra parte!” esclamò infine, sollevata.

Fawley la bloccò con un cenno della mano.
“Non voglio sapere nulla, Katie! Meno so, meno danni potrò fare” asserì l'uomo alzandosi e raggiungendo la libreria che occupava il lato destro della stanza. Tirò fuori la bacchetta e picchiettò due volte sul dorso del libro 'Il Mago di Oz' aprendo una nicchia nel muro; prese alcune pergamene, richiuse la nicchia e si avvicinò con urgenza.
“Questi saranno molto più utili a te. Fanne buon uso” sussurrò il Guaritore con un viso fiducioso. Katie infilò i documenti nella borsa, incredula.
Fawley si sedette sulla poltrona dietro alla sua scrivania, che lei aveva lasciata libera.
“Adesso vai. Ma prima Schiantami e cancella la memoria di questa discussione” disse semplicemente, guardandola serio in volto.
Katie non seppe che dire se non un “grazie” mentre lasciava l'uomo schiantato sulla scrivania e spariva oltre la porta, nascosta dal mantello dell'invisibilità.

Consegnò a Lupin i documenti quella stessa sera, alla Tana. Scoprirono che contenevano informazioni su molti Nati Babbani dispersi e sulle loro famiglie; se fossero cadute in mano ai Mangiamorte, decine di persone innocenti sarebbero state catturate o uccise.
Raccontò al suo ex-professore, a Kingsley, Arthur, Molly e Tonks quello che aveva scoperto su Fawley, rincuorandoli tutti. Arthur si sperticò in lodi per il coraggio e il sangue freddo del Guaritore, che metteva in gioco la sua vita per non abbandonare l'ospedale.

Adesso posso smettere di dover stare con Montague?” domandò speranzosa a Lupin, che era ormai diventato una sorta di mentore. Tonks si era innervosita e passava le mani sul ventre, ritmicamente. Anche se incinta, Lupin non riusciva a farla desistere dal partecipare alle riunioni. La donna aveva rifilato una bella ramanzina al marito, quando aveva saputo cosa avesse chiesto a Katie di fare.
Lupin scosse il capo, dispiaciuto.
“Ci serve ancora. Scusami” mormorò con tono grave.
“D'accordo, allora. E' la mia missione” minimizzò Katie con tono leggero.

Si congedò dalla casa mezz'ora dopo, ma Tonks la bloccò sulla porta.
“C'è qualcosa che dovremmo sapere?” le chiese sottovoce nel cortile della tana. Katie si strinse forte nel mantello, rabbrividendo alla gelida aria di inizio Novembre.
“No, Tonks, va tutto bene” rispose decisa, ignara delle profonde occhiaie che rivelavano il contrario. Tonks la fissò per nulla convinta, con un cipiglio serio.
“Katie, da donna a donna: va davvero tutto bene?” insisté, afferrandole gentilmente un braccio.

Katie avrebbe voluto dirle che niente andava bene, che aveva dovuto cancellare la memoria di sua madre per non farle ricordare che militava nell'Ordine, che aveva paura, che non si sentiva all'altezza, che tenere a freno Montague si stava rivelando ogni giorno più difficile, ma non lo fece.
Sorrise a Tonks, incinta e radiosa coi suoi capelli viola e annuì con convinzione.
“Mi sembri un po' tesa ultimamente” incalzò ancora la donna. Ma lei continuò a negare e sorridere.
“Se è per la tua missione con Montague e George che...”
“Niente del genere. Tutto a posto, George non è affar mio, te l'ho già detto” tagliò corto, forse un po' troppo bruscamente.
Salutò velocemente e correndo oltre il cortile si smaterializzò.

Andò a dormire un'ora più tardi con un profondo senso di spossatezza, pensierosa. Che piega stava prendendo la sua vita?
Per quanto avrebbe potuto giocare a fare Mata Hari senza essere scoperta e uccisa? Fino a che punto avrebbe dovuti spingersi per la sua missione? Per quanto avrebbe potuto tenere a freno Montague? Che sarebbe accaduto se lui gli si fosse gettato addosso e lei non fosse riuscita a difendersi, dato che era alto e grosso almeno il doppio di lei?
Non riusciva a trovare una risposta, nemmeno una piccola, a tutte quelle domande.
Rabbrividì pensando alla prospettiva di dover passare tutta la vita con Montague. Con un doloroso bruciore allo stomaco, riuscì a dormire solo quando il sole si alzava ormai ad est, incurante dei suoi problemi.


Note:

Salve a tutti quanti! *___________________* E bello ritrovarvi!

Un paio di spiegazioni: l'amortentia capulet non esiste, ma mi serviva una versione potenziata per questa storia e le ho dato il nome Capulet perché...Montague/Capulet, ovvero Montecchi e Capuleti in inglese. L'ho trovato romantico. Anche se Montague è uno scimmione e quanto di più lontano da Romeo.

I nomi di Conan, Rudyard e Jean vengono da tre scrittori che adoro: Arthur Conan Doyle, Rudyard Kipling e Jean Webster.

Katie la spia...come la vedete?

Grazie davvero, di cuore, per seguire la storia.

Sono contenta che vi appassioni, che vi piaccia e di sentire quello che ne pensate!

Adoro leggere le vostre recensioni.

Grazie! ^_________^

Vorrei abbracciarvi una ad una, ma, non potendo, vi mando un abbraccione stritolante!

Mimì







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Capitolo 19
*** Un finto bacio ***


Novembre corse via portandosi dietro solo cattive notizie, altre morti, altre sparizioni.

Kingsley era sfuggito per un soffio all'aggressione di un gruppo di Mangiamorte, apparsi dal nulla; aveva iniziato a vivere in clandestinità, come i Nati Babbani. L'Ordine era così riuscito a scoprire come facessero i loro nemici a trovarli all'improvviso, come era successo a molti membri: il nome dell'Oscuro Signore era stato reso tabù grazie ad un incantesimo e chiunque l'avesse pronunciato sarebbe stato accerchiato all'istante da Ghermidori e Mangiamorte.
Grazie a Lee Jordan riuscirono a diffondere la notizia a tutti gli alleati: il giovane aveva fondato una propria radio privata, che avrebbe trasmesso vere notizie su cosa stesse davvero succedendo e non quello che Voldemort voleva far sapere: la neonata Radio Potter.

Purtroppo una delle prime notizie diffuse fu l'arresto del Guaritore Fawley, accusato di aver aiutato i Nati Babbani e di aver osato fare il doppio gioco con l'Oscuro Signore; venne sbattuto ad Azkaban tra indicibili sofferenze. Katie aveva incassato la notizia stoicamente, cercando di non far trasparire la preoccupazione che provava per la sorte dell'uomo. Il San Mungo venne affidato al Guaritore Pollux Burke, Purosangue dedito alla causa di Voldemort, non si seppe se spontaneamente o sotto la maledizione Imperius.

A causa dei controlli sempre più serrati e della fuga di Kingsley, tutte le riunioni dell'Ordine vennero sospese e i membri rimasero in contatto tramite Patronus e solo per emergenze. Di conseguenza, Katie e Leanne si trovarono improvvisamente tagliate fuori, senza sapere come stessero gli altri e senza possibilità di chiedere in nessun modo informazioni; l'unico spiraglio di conoscenza e speranza arrivava dagli appuntamenti settimanali con Radio Potter, ormai diventati un'abitudine.
Le ragazze e Samuel sedevano nel salotto, la radiolina poggiata sul tavolo, e ascoltavano con avidità tutto ciò che Lee raccontava: il ritrovamento di vittime dei Mangiamorte, il salvataggio di alcuni fuggiaschi, le ultime notizie sulle manovre del Ministero.
Lupin faceva una breve apparizione nella trasmissione dando a tutti gli ascoltatori consigli e dritte per evitare la cattura e per aiutare il più possibile l'Ordine. Katie ascoltava ogni volta con ansia mista a speranza, indecisa se volesse sentire o meno il nome di suo padre; il fatto che non venisse menzionato poteva anche voler dire che stesse bene, che era riuscito a scappare all'estero o a nascondersi in maniera eccelsa, ma desiderava così tanto avere sue notizie che la preoccupazione le arrecava dolore fisico.

Col pensiero che ormai avrebbe dovuto convivere con la gastrite per sempre, aveva continuato a vedere Montague, dato che non aveva ricevuto nessun ordine che dicesse il contrario. Il giovane aveva continuato a farle una corte spietata, cercando di convincerla a portare la loro relazione ad un livello successivo, e Katie ormai non sapeva più dove sbattere la testa. Desiderava ardentemente poterlo schiantare per un anno o due, magari anche cinque, giusto per stare tranquilla. Presto avrebbe dovuto farsi crescere due paia di braccia in più per poter tenere a freno quelle dell'uomo.

A rendere tutto ancora più complesso aveva trascorso il natale a litigare furiosamente con sua madre. Elisabeth, preoccupata per come le cose stessero andando al San Mungo e distrutta dentro dalla fine della relazione con suo padre e dalla sparizione di lui, durante la loro intima cena natalizia aveva proposto a Katie di partire per l'America, dove una zia di sua madre si era trasferita agli inizi degli anni cinquanta.
Aveva spiegato entusiasta che avrebbero potuto iniziare tutto da capo, lontani da tutta quella violenza, dalla guerra. Katie avrebbe voluto assecondare sua madre, anche solo per poter togliere quella finta maschera tranquilla che la donna indossava, per lei. Ma il suo posto era con l'Ordine, per Harry, per la loro giusta causa.
Sua madre aveva gridato, urlato e ordinato, ma quando niente era riuscito a smuoverla si era accasciata piangente, per la prima volta da mesi. Katie si era accucciata al suo fianco e l'aveva stretta con amore mentre la donna singhiozzava senza controllo, per ore.
Infine l'aveva schiantata.

Così, alla fine dell'anno, diede un bacio a sua madre, che giaceva incosciente tra le braccia di suo zio, diretta in America, lontano da tutto, lontano da lei. La giovane si costrinse a non piangere mentre i due sparivano con una Passaporta, ma quando Leanne al suo fianco le strinse la mano commossa, i singhiozzi ruppero il suo cuore, invadendole la gola e anche lei pianse, per la prima volta da mesi, per tutto il dolore accumulato.
I suoi genitori erano entrambi lontani da lei, ormai.


Katie uscì dal ristorante maledicendosi per il vestito troppo leggero che aveva indossato quella sera. Che a dirla tutta non trovava nemmeno indicato per una serata con quello zotico di Montague. Ma l'uomo le aveva chiesto di essere elegantissima per quell'occasione, perché l'avrebbe portata in un posto speciale, e così era stato. Avevano cenato al 'Pavone d'Oro', il ristorante più costoso e più In di tutto il mondo magico, contro la volontà di Katie; nonostante lei avesse piagnucolato e protestato, Montague aveva insistito per passare il San Valentino con lei in quel ristorante e alla fine l'aveva spuntata.
Le erano stati presentati molti 'affabili e squisiti' neo-Mangiamorte e si era chiesta, mentre cercava di capire con quale posata avrebbe fatto più male a Montague tirandogliela, che sarebbe successo se qualcuno lì dentro avesse scoperto chi fosse lei davvero.
La cena era stata eccellente ma, data la compagnia e l'ambiente, non riuscì a gustarla come avrebbe dovuto e quando infine erano usciti aveva tirato un sospiro di sollievo, anche se il vento le mordeva le pelle. Il piccolo mantello da sera non era sufficientemente pesante.

Arrivati sotto l'appartamento di Katie, Montague sferrò il suo attacco.
Cosa ne dici di un bacio della buona notte, Katie?” chiese l'uomo avvicinandosi con sguardo lascivo. La pelle d'oca che le correva per la schiena all'improvviso non fu solo per il freddo. Tirandosi indietro, Katie cercò un modo per rifiutare senza farlo arrabbiare.
Ma Edward, non mi sembra il caso, qua in strada, davanti a tutti!” sbottò allarmata sapendo che in realtà la strada fosse, purtroppo, deserta. I lampioni illuminavano solo loro due, le serrande abbassate dei negozi, le macchine parcheggiate ricoperte di brina e i grigi e deserti marciapiedi.
Per te non è mai il momento giusto! Perché non mi fai salire a casa tua allora?” insisté afferrandole la vita e avvicinandola a sé, con un gesto deciso. Katie, ormai nel panico, indietreggiò ancora, ma trovò solo il gelido muro a bloccarle la fuga; Montague la stringeva così forte che ormai non riusciva nemmeno ad afferrare la bacchetta dalla borsetta al suo fianco.
Ma no, non vivo da sola, lo sai” strillò piantando le mani sul suo torace per tenerlo alla larga. Provò a calciarlo, ma era di molto più alto di lei e riusciva a colpirlo solo sugli stinchi, cosa che non sembrava infastidirlo.

Montague sembrava deciso a non desistere; stringendola ancora con tutta la sua forza, costrinse la testa di lei a piegarsi all'indietro, bloccandola, e si avvicinò al suo viso. Katie tremante e inorridita guardò le sue labbra farsi sempre più vicine e chiudendo gli occhi pregò solo che finisse presto.
L'idea di morderlo le balenò alla mente.
D'un tratto la presa ferrea dell'uomo si sciolse e il suo corpo le cadde addosso, molle; il peso improvviso la schiacciò piegandole le gambe e facendole sbattere le ginocchia contro il marciapiede umido e ghiacciato.

Il corpo di Montague venne sollevato e scaraventato di malagrazia al suo fianco e Katie poté così guardare il suo salvatore: George torreggiava su di lei tendendole una mano, l'altra stringeva con forza la bacchetta.
Stai bene?” chiese dopo che l'ebbe aiutata a tirarsi su. Sembrava piuttosto calmo per essere uno che aveva appena schiantato Montague senza motivo. Non che in effetti servisse un motivo.
Katie si ritrovò a fissarlo senza sapere che dire, la mano ancora nella sua, incredula; non poteva essere vero, come, perché George si trovava lì?

Tu come...perché...cosa ci fai qui?” farfugliò non sapendo bene con quale domanda iniziare.
Ti seguo per conto dell'Ordine” rispose George tranquillo, staccando la sua mano da quella gelida di lei. Si tolse il mantello e lo poggiò sulle spalle di Katie, che assorbì il calore e il profumo di lui in estasi.
Io sono seguita? Da quando? Da chi?” chiese con la voce rauca, colpita da quella rivelazione.
Dagli inizi di Novembre, da me. Tonks mi ha chiesto di tenerti d'occhio, era preoccupata per te. Non le è mai andato a genio il piano di Remus” rivelò il giovane lasciandola esterrefatta.

George l'aveva seguita e tenuta d'occhio per tre mesi senza che lei sospettasse nulla, che ne avvertisse la presenza. Perché Tonks, che sapeva del suo amore, aveva affidato il compito proprio a lui? Rimasero a fissarsi per alcuni minuti, nervosi e straniti. Non si erano parlati per anni e all'improvviso si trovavano da soli, di notte, a scambiarsi informazioni persi l'uno nello sguardo dell'altra.
Lo sguardo di George che le era mancato così tanto, che le ricordava il cielo limpido di Luglio. Si riscosse con un gran sospiro, ricordandosi quanto male quegli occhi e il loro proprietario le avessero arrecato.

Cosa facciamo con...” chiese puntando il dito contro Montague accasciato al suolo.
Diamo un po' nell'occhio in effetti con un uomo svenuto in mezzo alla strada” constatò George, facendola sorridere.

Entrarono nell'appartamento seguiti dal corpo di Montague che librava a mezz'aria; George lo lasciò schiantare pesantemente sul pavimento del salotto mentre dava un'occhiata alla casa. Studiò le foto di lei appese alle pareti, gli oggetti sparsi per la stanza e gli elementi di arredo che le due amiche avevano comprato assieme per rendere accogliente la casa.

Katie lo invitò a sedersi e gli offrì da bere, nervosa; mentre George sedeva rigido sulla poltrona che lei era solita usare, ne approfittò per andare in camera a cambiarsi. Con un comodo pantalone e un caldo maglione si ripresentò in salotto mentre George accendeva il fuoco nel camino con un tocco di bacchetta. Si sedettero all'unisono, uno sul divano, l'altra sulla poltrona, ben distanti. Katie si fece raccontare le ultime novità sull'Ordine, dato che George aveva di sicuro accesso a molte informazioni alla Tana.
Scoprì che Luna era stata rapita dall'espresso di Hogwarts; che lei, Ginny e Neville erano stati puniti per aver cercato di rubare la spada di Grifondoro dall'ufficio del Preside; della morte di due membri dell'Ordine e della sparizione di un terzo.

Sempre belle notizie, quindi” mormorò cupa quando George ebbe finito di raccontare. Il giovane annuì tristemente.
Voi come state? Nessuno è ferito, vero?” chiese, ricordando quale fosse il suo ruolo all'interno dell'Ordine.
Stiamo tutti bene. Stanchi, braccati, ma illesi. Tonks ormai non esce più di casa, visto che manca poco al parto, ma Remus dice che tenerla buona è quasi impossibile” raccontò George. Sorrise al pensiero della impavida donna, che pur incinta di sette mesi lottava per partecipare attivamente alla guerra.
Sono contenta. Notizie di Kingsley?”
Ci ha fatto sapere che sta bene, anche se ovviamente non ci ha detto dove si trova. Se ci trovassimo nei guai ci ha assicurato che tornerà in un lampo. E si può contare sulla parola di Kingsley” replicò George sicuro.

Le fece uno strano effetto trovarsi lì, da sola, a chiacchierare tranquillamente con George, come facevano una volta, come se tra loro niente si fosse rovinato.
Ascoltare la sua voce profonda le dava i brividi e la tranquillizzava. Un rantolo vicino all'ingresso li fece trasalire, Montague si girò lentamente sul fianco.
Si erano completamente scordati della sua presenza.
George lo colpì con uno Schiantesimo, stendendolo ancora una volta sul pavimento.

Cosa faccio di Montague?” chiese Katie, riportando la conversazione sul reale motivo per cui fossero lì.
Dobbiamo instillargli un finto ricordo del vostro...” spiegò George evitando di dire 'bacio'. Si alzò e si avvicinò al corpo senza conoscenza del grosso ex-Serpeverde. Katie arrossì lievemente, ben sapendo quali ricordi quella parola portasse alle loro menti.
Oh. E' necessario?” esclamò disgustata, non volendo che lui pensasse di averla baciata nemmeno per finta.
A meno che tu non voglia baciarlo sul serio!” rispose il giovane un po' seccato, dato che stava cercando di concentrarsi.
Non mi metto a baciare chicchessia, nemmeno se me lo chiedesse Silente in persona” ribatté Katie piccata. George si voltò un momento, osservandola assorto.
Silenzio. Devo concentrarmi per creare un ricordo vivido” tagliò corto riportando l'attenzione su Montague.

Lo guardò chiudere gli occhi e muovere la bacchetta deciso, come una stoccata. Katie si chiese se stesse usando il ricordo del loro bacio per far credere a Montague di averla baciata.
Tutto fatto” disse George distogliendola dalle sue pericolose riflessioni. Il giovane fece levitare Montague e gli afferrò un braccio, dicendole che avrebbe pensato lui a riportarlo a casa.
Tu continuerai a tenermi, no, tenerci d'occhio?” chiese Katie titubante, desiderando che dicesse sì e no. Perché sapere di avere George intorno l'avrebbe resa felice, ma allo stesso tempo avrebbe messo in pericolo sia la missione di lei, sia la vita di lui.
Sì, se non vuoi che Montague riesca davvero a baciarti la prossima volta. O peggio” replicò George tradendo un po' di ribrezzo nella voce.
Ma non trovo giusto che tu sacrifichi il tuo tempo in questo modo, a causa mia!”
Io non trovo giusto che tu sacrifichi te stessa in questo modo, per tutti noi” esclamò il giovane con voce irata. La stava fissando con occhi incandescenti.

Leanne aprì la porta in quel momento, costringendo i due a distogliere lo sguardo l'uno dall'altra, imbarazzati. La giovane fissò perplessa George, poi Montague svenuto che galleggiava al suo fianco e infine Katie con il viso rosso. Trattenendo un sorriso e qualsiasi battutina le passasse alla mente, si fiondò nella sua camera senza dire una parola.
Buona notte, George. Grazie” mormorò Katie riportando l'attenzione su di sè.
Buona notte.”
George sparì con una piroetta, trascinandosi dietro Montague.
Katie corse in camera prima che Leanne uscisse fuori dalla sua per farle delle domande. Si gettò sul letto e si accorse d'improvviso che il mantello di George era ancora lì, poggiato sul materasso; d'istinto lo afferrò e inalò il profumo di pino che emanava. Ripensò ad ogni singolo momento di quella assurda sera e finì con l'addormentarsi stretta al mantello.


Katie corse a perdifiato, con le gambe che protestavano per il dolore. Arrivata alla fine del corridoio si infilò nel ripostiglio alla sua sinistra, sbattendosi dietro la porta con urgenza.
Cercando di riprendere fiato fece apparire il suo Patronus, senza preoccuparsi delle conseguenze. Non era importante che fosse in pieno giorno, che si trovasse al San Mungo, che potesse essere vista da qualcuno: era una questione di vitale importanza.

Il suo piccolo Fennec la guardò incuriosito, agitando le lunghe orecchie, in attesa.
Vai alla Tana. Messaggio per Arthur: Riunione d'emergenza! Membri più fidati, tra mezz'ora. Discrezione! E' importante!” disse al suo Patronus, puntandogli la bacchetta per dargli l'ordine di parlare; il cucciolo scrollò la testa e sparì in uno sbuffo di fumo argentato.
Katie si recò cauta allo spogliatoio dei tirocinanti e dopo aver recuperato le sue cose andò dal Guaritore responsabile per chiedergli una giornata di permesso, per motivi familiari. Firmò un paio di moduli per il permesso poi lasciò l'ospedale.

Si Materializzò sul primo gradino della Tana ed entrò svelta. Sebbene fosse in anticipo di dieci minuti trovò tutti ad attenderla: Lupin, Arthur, Molly, Fred, George, Bill, Fleur e perfino Kingsley. Tutti pigiati sul divano, le poltrone e le poltroncine.
Non appena apparve incorniciata dalla porta tutti i sussurri si spensero e tutti gli occhi la assalirono.

C'è una spia nell'Ordine!” rivelò Katie con voce grave, guardando Lupin. Molly strillò incredula, Kingsley disse che era una grossa insinuazione, Arthur balbettava opposizioni. Lupin riportò la calma con un colpo di bacchetta, dalla quale scaturirono delle scintille rosse.
Spiegaci, Katie” disse non appena gli altri si furono zittiti. Katie si lasciò andare sulla sedia più vicina, la testa fra le mani.
L'ho sentito per caso. Montague mi stava seguendo come sempre e così mi ero nascosta nel mio armadietto aspettando che andasse via; ma prima che potesse farlo è arrivato Jugson, ha dato uno sguardo intorno e si è chiuso la porta dietro. Ha detto a Montague che aspettava il rientro del loro contatto e che fra due giorni avrebbe avuto di sicuro nuove informazioni da dargli” raccontò la giovane ricordando la scena a cui aveva assistito. La risata viscida di Jugson le strisciava ancora sottopelle, facendola tremare.

Ha detto che era stata proprio una buona idea fare in modo che uno dei loro prendesse il posto di un membro dell'Ordine, perché stavano catturando molti Nati Babbani e traditori. E' così che hanno preso Fawley” continuò, pensando che era stata soltanto colpa sua se l'uomo era stato portato via. Lupin respirò bruscamente, costringendola ad alzare lo sguardo. Era serio, teso come non lo aveva mai visto.
Nel salotto di casa Weasley era sceso un silenzio innaturale e gli occhi di tutti saettavano di qua e di là, agitati, dubbiosi.
Lupin e Kingsley si tirarono su all'unisono, puntandosi contro le bacchette reciprocamente. Dopo essersi scambiati delle frasi che solo loro potevano conoscere si rilassarono.
Arthur interrogò Molly su cose private e viceversa. Bill interrogò Fleur e viceversa. Fred e George fecero lo stesso, anche se vide che lo facevano di malavoglia, sapendo che fosse inutile tra di loro.

Non è tra di noi” sussurrò Molly sollevata, portandosi una mano sul cuore. Katie non aveva mai dubitato di nessuno di loro, per quello aveva chiesto solo la loro presenza. Ma Lupin si alzò e si piazzò di fronte a lei, con la bacchetta tesa.
Potresti essere tu la spia” esclamò l'uomo fissandola torvo. Molly strillò e si tirò su.
Ma Remus! Se è stata lei a dirci che c'è una spia, come potrebbe esserlo?” domandò affiancandosi a lui e aggrappandosi al suo braccio.
Potrebbe essere una trappola. Per metterci uno contro l'altro, per sviare le attenzioni dalla persona che potrebbe essere davvero la spia” ribatté Remus continuando a fissarla.

Katie sostenne il suo sguardo, per nulla intimidita. Il sospetto di Lupin era lecito e il suo mentore l'aveva avvisata di diffidare anche degli amici, in quel periodo di guerra.
Ci serve qualcosa che solo la vera Katie conosce. Un informazione che nemmeno sotto tortura potrebbero averle strappato” mormorò Lupin pensieroso, il viso concentrato. D'un tratto venne spinto via insieme a Molly da George, che si incuneò tra i due, la bacchetta puntata sulla gola di lei. Katie vide i volti degli altri membri sfocati, in secondo piano, che fissavano la scena con ansietà. Fred era ipnotizzato dalla mossa del fratello. Sentiva la punta della bacchetta sfiorarle la pelle, dove il battito del cuore era più forte.

Qual è stata l'ultima cosa che mi hai detto la notte dei fuochi, nella sala comune?” chiese George fissandola, ignorando Fred che aveva respirato bruscamente alla sua domanda. Ogni persona in quella stanza stava aspettando la sua risposta.
Katie non distolse nemmeno per un attimo i suoi occhi da quelli di George, rivivendo per l'ennesima volta quel bacio nella torre. Ricordò la passione, l'estasi, la felicità e poi la disperazione. Lo schiaffo.
Respirò a fondo e deglutì il groppo che le serrava la gola.

Io so bene per chi batte il mio cuore e sei tu, anche se non lo vuoi” ripeté a distanza di anni, eppure con lo stesso sentimento nel cuore. Non tradì alcuna emozione, non lasciò che la sua voce tremasse. George respirò a fondo poi abbassò la bacchetta.
E' la vera Katie” mormorò nel silenzio.
L'aria nella stanza era nervosa, inquieta. Le persone presenti sapevano, avevano capito, che tipo di tensione ci fosse tra loro e si sentivano in imbarazzo per aver assistito alla scena. George tornò a sedersi vicino a Fred, che gli diede una pacca sonora sul collo, in un muto rimprovero per la domanda scelta.

Lupin si schiarì la voce, cercando di sciogliere la tensione insieme alla gola.
Ci sono decine di nuovi membri, per lo più giovani. Angelina” iniziò a elencare, facendo trasalire Fred all'idea che la sua ragazza potesse essere stata sostituita, “Alicia, Lee, Oliver, Simon, Janette. E molti altri. Come facciamo a sapere chi è la spia?” Kingsley propose di cercarli uno per uno e interrogarli personalmente, ma molti erano in clandestinità e contattarli tutti avrebbe reso la ricerca un compito lungo. E prima l'avessero scoperto, meglio sarebbe stato per tutti.

Dopo alcune proposte, tutte bocciate una dietro l'altra, Katie si alzò in piedi.
Io ho un'idea. Sarà pericolosa, ma non è che abbiamo molte alternative” disse ai suoi amici, tutti concentrati su di lei. Spiegò la sua idea mentre il volto di Lupin si apriva pian piano in un sorriso.
Katie, non finisci mai di stupirmi!”



Note:

Tadan!

Eccomi qua! Ma ciao! ^___^

Dunque: il nostro impavido George salva la nostra donzella in difficoltà...troppo cliché, vero? Però dai, lei non gli si è buttata tra le braccia offrendosi di portare in grembo i suoi figli per ringraziarlo, quindi potete perdonarmi? :D

C'è una spia nell'ordine!!! Come la scopriranno?

La stupidità di George nel chiedere proprio quella frase è assoluta, fesso-George!

L'ultima frase di Lupin serve ad esprimere la sua sorpresa nel constatare come Katie si sia fatta più sicura e coraggiosa. Quando ha insegnato a Hogwarts si era accorto della sua insicurezza, perciò vederla così attiva e temeraria nell'Ordine lo impressiona positivamente.

Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, mille grazie, un miliardo di grazie, per seguire la storia e per le recensioni! Mi illuminano la giornata!

Quando le leggo la mia faccia diventa così:

^________________________________________________________________^

A presto carissimi!

Mimì




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Capitolo 20
*** Agguato a Kensington Garden ***


Nascosta tra le fronde, Katie strizzava gli occhi per riuscire a mettere a fuoco il piccolo spiazzo immerso nella nebbia, il cuore che batteva nervoso. Tirò un grosso sospiro inquieto. Un rumore dietro di sé la costrinse a tirarsi indietro, scocciata.

Per la quinta volta! Smettila di fare rumore!” soffiò al giovane alla sua sinistra. Fred assunse un'aria lievemente contrita.
Mi si era addormentato il sedere” si lagnò senza il minimo imbarazzo. George accucciato alla destra della ragazza sbuffò divertito.

Katie li squadrò entrambi, seccata. Sedevano dietro un grosso cespuglio in Kensington Gardens, attorno alla statua di Peter Pan; attendevano che scoccasse l'ora prefissata.
Era una particolare sera di metà Marzo: una fine nebbia avvolgeva ogni cosa, rendendo la situazione già tesa praticamente insostenibile.

Se cercassimo di ingannare il tempo non penserei al sedere che mi formicola” continuò il giovane imperterrito. Katie lo fulminò con lo sguardo. Nemmeno in una situazione del genere Fred perdeva la voglia di dare fastidio.
Lo ignorò e si sporse nuovamente per dare un'occhiata intorno, rassegnata. Non riusciva a percepire molto, perciò pregò con tutte le sue forze che gli altri fossero ancora ai loro posti, nascosti come loro nelle vicinanze della statua. Controllò l'orologio, mancava un quarto d'ora a mezzanotte.
Respirò nervosa.
Si chiese se non fosse stata una stupidaggine, se il suo piano non fosse in fondo una grossa sciocchezza; Lupin le aveva dato la sua approvazione, ma adesso la sua sicurezza stava iniziando a vacillare.

Ripercorse il piano mentalmente per cercare delle falle.
Con la collaborazione di Lee avevano diffuso su Radio Potter un finto messaggio per la spia all'interno dell'Ordine: un appuntamento con i nati babbani e le loro famiglie ancora in fuga nei pressi di Londra, per quella sera, presso la statua di Peter Pan. Sapevano che sarebbe stata una ghiotta esca per i Mangiamorte e che avrebbe attirato loro e la spia nella loro trappola.

Fred si agitò ancora inquieto, incapace di stare fermo. Katie si girò verso di lui puntandogli la bacchetta sul naso.
Un altro movimento non necessario e ti trasfiguro in una sedia, te lo giuro” sibilò minacciosa. Il giovane incrociò gli occhi per tenere d'occhio la stecca magica.
Ma che bisogno c'era di arrivare qui con un'ora di anticipo? Sono quarantacinque minuti che stiamo rannicchiati dietro questo cespuglio in silenzio e credimi, non è la mia massima aspirazione” si lamentò, spostando con un gesto deciso la bacchetta di lei dalla faccia.
Tanto per cominciare, voi due non dovreste essere qui” replicò Katie, squadrandoli a turno, torva. 
Era vero, Fred e George non erano compresi nel piano iniziale, dato che poteva rivelarsi un attacco suicida per chiunque avesse partecipato; lei era dentro solo perché era l'ideatrice e perché le sue conoscenze di quasi Guaritrice sarebbero potute servire. Ma i gemelli si erano impuntati testardamente finché Remus non aveva ceduto, affidandoli alla supervisione di Katie, che costituiva una sorta di retrovia.

Siamo più grandi di te! Se tu sei dentro perché noi non dovremmo?” replicò Fred piccato, prendendo la cosa come un fatto personale. Katie sospirò e invece di rispondere, controllò ancora l'orologio: meno dieci minuti.

Toglimi una curiosità: che ne è di Montague, stasera?” chiese il giovane per spezzare il silenzio e attirare l'attenzione di lei. Gli occhi di George brillarono nell'oscurità.
Montague starà fuori combattimento per un po'” rispose enigmatica, ma Fred vide un sorrisino furbo sul suo viso.
Si girò a guardarlo.

Distillato della Morte vivente, dormirà per qualche giorno” confessò, ridendosela sotto i baffi. Schiantarlo le avrebbe dato più soddisfazione, ma anche vederlo accasciarsi dopo aver bevuto la pozione le aveva dato gioia: per un po' non lo avrebbe avuto tra i piedi.
I gemelli risero piano, erano stati loro ad insegnarle a prepararla.

Spero davvero che tu non abbia fatto cose strane con lui” commentò Fred con ribrezzo, tremolando appena al solo pensiero.
No, grazie anche al mio angelo custode” mormorò Katie girandosi a guardare George, che ricambiò lo sguardo lievemente imbarazzato, “ma credimi, c'è mancato poco, molte volte.”
E George era sempre stato lì a darle una mano schiantando Montague, si era chiesta se il giovane ci stesse prendendo gusto, e modificandogli la memoria.

Fred osservò il loro scambio di sguardi con un sorrisetto malefico.
Cosa c'è tra di voi? Vi siete riappacificati?” chiese a bruciapelo. Katie e George si girarono all'unisono verso Fred, nervosi.
Non c'è nessun noi!” rispose lei con la voce strozzata.
Non c'è assolutamente niente” ribatté George all'unisono.

Fred sorrideva della loro agitazione, contento di aver trovato il modo di ammazzare il tempo.
Mi era parso. Voglio dire, guardate come siete affiatati e carini e premurosi uno verso l'altra” incalzò ancora facendo arrossire Katie e costringendo George a fulminarlo con lo sguardo. D'un tratto, mentre Katie minacciava silenziosamente Fred con un alfabeto muto, sentirono un fruscio e uno scalpiccio frettoloso.
Tutti e tre si sporsero un pochino per dare un'occhiata, stretti dietro il cespuglio; un gruppetto informe si avvicinò alla statua, fermandosi proprio d'innanzi a essa; videro le loro figure distorte dalla nebbia girare le teste a destra e a sinistra, nervose. Potevano essere nati babbani accorsi in cerca di aiuto o potevano essere Mangiamorte o Ghermidori travestiti per sorprenderli.

Percepirono la minaccia prima ancora di vederla coi loro occhi, tutto intorno a loro la temperatura scese di colpo, facendoli tremare; un grido proveniente dal gruppetto gelò il sangue nelle vene, spingendoli ad alzarsi.
Due figure nere scivolavano verso il manipolo di persone in attesa, risucchiando ogni sentimento positivo nel tragitto; una delle persone era svenuta sotto il loro potere.
Ignorando le istruzioni di Lupin di stare tranquilli fino al segnale, lei, George e Fred, si gettarono in una corsa folle per raggiungere il gruppo; i Dissennatori erano un fuori programma che non avevano previsto e che potevano in un attimo mettere in serio pericolo le vite di quelle ignare persone.
Raggiunsero il gruppo e riuscirono finalmente a distinguere i componenti: una famiglia composta da padre, madre, figlio e figlia, difficile dire chi fosse Babbano o Nato Babbano; una ragazza lentigginosa di quindici anni, un ragazzo moro di sedici circa e un uomo canuto di mezz'età.
La persona svenuta era la ragazzina, attualmente sorretta dal ragazzo moro.

I Dissennatori stesero le loro mani putride verso di loro, affamati. Fred e George arrivarono prima ed evocarono i loro Patronus, che corsero verso le figure incappucciate scacciandole lontane, lasciandosi dietro una scia argentea. Katie corse verso le persone riunite, controllò che stessero bene poi chiese loro di seguirla: mentre le portava verso un angolo riparato e sicuro si trovò all'improvviso accerchiata, in trappola.
Undici persone apparvero dal nulla, le bacchette puntate su di loro. Quattro avevano un cappuccio sul volto che nascondeva le loro identità, rivelando però la loro natura di Mangiamorte o neo affiliati; gli altri a viso scoperto non potevano che essere Ghermidori.
Tenne la bacchetta puntata su di loro, mentre cercava di mettersi tra la loro linea di tiro e i Nati Babbani, ma sapeva che era come puntare una fionda su una fila di cannoni.

Con un grido roco i membri dell'Ordine apparvero alle loro spalle scagliando incantesimi, costringendoli a voltarsi per rispondere; in un attimo l'aria si riempì di anatemi e incantesimi, con guizzi di colore che accendevano la nebbia, rendendola surreale.
Katie, libera di muoversi, portò il gruppo lontano da lì, tutti piegati in due per evitare fatture vaganti. Li fece fermare a duecento metri circa dalla statua, nei pressi di un albero; con la raccomandazione di tenersi accucciati lì e di aspettare che ritornasse, scappò via per dare una mano a suoi compagni.
Superò Lupin e Kingsley che lottavano con accanimento contro tre Mangiamorte e vide di sfuggita Arthur che lottava contro due Ghermidori. Non riconobbe le altre figure nella nebbia, ma sapeva che Bill e suo fratello Charlie stavano lottando anche loro, lì attorno.

Vide due figure scagliare anatemi verso una terza, che si difendeva strenuamente; al principio pensò che fossero i gemelli contro uno degli aggressori, ma avvicinandosi vide Fred contro due di loro, da solo. Il giovane si accorse di Katie e le sorrise beffardo.
Lei alzò la bacchetta e ne colpì uno alle spalle con un Espelliarmus, sbalzandolo via di tre metri e facendogli perdere la bacchetta; il suo alleato si girò verso di lei per colpirla, ma si ritrovò schiantato da Fred in un istante.

Erano i miei!” sbottò, mentre lei correva verso il Ghermidore che si rimetteva in piedi e lo intrappolava con delle funi.
Non è una gara!” ribatté lei un po' ansimante, spezzando la bacchetta dell'aggressore sotto il piede, per precauzione.
Lo vedremo alla fine!” la sbeffeggiò il giovane gettandosi nella nebbia.

L'aria era satura di magia e voci concitate; Katie si girò intorno per cercare altri nemici da fronteggiare e schivò per miracolo un fiotto di luce giallo che passò accanto a lei, dandole i brividi.
Si girò verso un Ghermidore alto e scarmigliato, col viso butterato da qualche malattia; l'uomo le sorrise arcigno e le scagliò contro una fattura, dalla quale si difese con un Sortilegio Scudo che resisté appena. Lo attaccò con uno Schiantesimo, ma l'uomo parò il colpo con facilità, per nulla impressionato; quando contrattaccò con un gesto fulmineo, invece che difendersi, Katie si tuffò alla destra per evitarlo.

L'uomo le si fece vicino, continuando ad attaccarla, ma si tirò su continuando a difendersi tra le risate divertite del suo nemico; quando la vide puntare la bacchetta in alto invece che contro di lui, la sua risata divenne sguaiata.
Confringo!” urlò Katie mentre il sorriso dell'uomo si fermava sul suo volto. Il basamento della statua esplose in polvere e detriti, mandando il Peter Pan bronzeo a schiantarsi sull'uomo.
Un grosso pezzo di roccia la colpì alla tempia mandandole una scarica di dolore alla testa e facendola barcollare; cadde appena sulle ginocchia, stordita, la vista offuscata; scosse la testa con forza, scacciando via il dolore e il ronzio alle orecchie e tirandosi su, si avvicinò all'uomo svenuto sotto la statua: legò anche lui e fece fare alla sua bacchetta la stessa fine dell'altra.
Si asciugò il sangue che le scendeva lento sull'occhio, ostruendole la vista.

Grida acute e spaventate echeggiarono nella fosca notte, facendole voltare il capo preoccupata per cercare di capirne la fonte. Con orrore si accorse che le voci provenivano dal luogo in cui aveva nascosto il gruppo, vicino all'Italian Garden. Corse verso di loro, allarmata, e percepì di nuovo quel freddo innaturale, quell'angoscia che premeva sul petto; cercando di respirare a fondo si avvicinò più veloce che poté.
Erano quattro i Dissennatori che scivolavano verso loro, veloci, portando disperazione.

Katie sapeva che era meglio non rischiare con George in giro, ma chiamò lo stesso il suo Patronus: sporadici sbuffi argentati scaturirono dalla sua bacchetta, ma nulla di più.
Si fermò, cercando di concentrarsi, ma con orrore si accorse di non riuscire a visualizzare il suo pensiero felice: un forte senso di ansia la pervadeva. I Dissennatori sembrarono percepirlo perché interruppero la loro corsa e si diressero invece verso di lei.
Katie barcollò agitata, guardando le figure avvicinarsi.
Le immagini di sua madre singhiozzante le invadevano la testa, mentre la supplicava di andare via con lei, di non rischiare la sua vita lì. Il pensiero di suo padre, sperduto, solo, forse ferito mortalmente le balenò alla mente, paralizzandola.

Continuava a vedere quelle immagini mentre il terrore le invadeva il corpo, che si era accasciato impotente: singhiozzò, mentre una mano viscida e piena di croste le afferrava il viso costringendola a guardare su, verso la figura incappucciata.
Mentre la vista si oscurava completamente, Katie iniziò a percepire un intenso calore, qualcosa di così potente e luminoso da scacciare via il dolore che l'aveva riempita fino a quel momento, sostituendolo con la speranza. La vista si snebbiò, consentendole di vedere i quattro Dissennatori scappare via nella notte inseguiti da uno scintillante Patronus, che diede loro la caccia finché non furono spariti. Katie lo vide tornare indietro, luminoso e buffo: il Fennec le si fece incontro e si fermò d'innanzi a lei, scrollando la testa. Si accorse che era leggermente più grande del suo e che a una delle orecchie mancava un pezzo; allungò una mano per toccarlo, ma quello svanì in uno sbuffo di fumo argenteo.

Si voltò e incrociò lo sguardo di George, qualche metro più in là: l'aveva salvata ancora. Stava diventando un'abitudine. Gli sorrise grata e si tirò su per andare dai Nati Babbani.
Li visitò uno ad uno per capire se fossero stati attaccati, ma con sommo sollievo constatò che nessuno di loro era stato ferito o avesse ricevuto il bacio dai Dissennatori.
Venne raggiunta dagli altri membri mentre finiva di somministrare una pozione calmante alla ragazza con le lentiggini, che si era ripresa.

Remus e Arthur erano illesi, a parte qualche graffio superficiale. Bill arrivò sostenendo Charlie,che sembrava incosciente, ma non ferito in maniera grave. Kingsley si avvicinò tenendo cinque uomini svenuti e legati sospesi dietro di sé, nei quali Katie riconobbe i due che aveva schiantato; Fred e George parlottavano tra loro decidendo chi di loro avesse dato il meglio nello scontro.
Ne ho colpito quattro” si vantò Fred facendosi vicino.
Io due” rispose George, “ e quattro Dissennatori!”
I Dissennatori non valgono!” ribatté Fred con sufficienza.
Ridimmelo dopo che ti avranno dato un bacio, babbeo!”
Che ne è degli altri?” chiese Arthur, mettendo fine alla conversazione tra i gemelli.
Sono scappati via quando si sono accorti di non riuscire a Smaterializzarsi nei confini del giardino; io e Remus ne abbiamo inseguiti un paio, ma son scomparsi una volta fuori di qui” rispose Kingsley col suo tono calmo e profondo.

Scoprirono i tre incappucciati svenuti, rivelando con orrore il volto di Dedalus sotto uno dei cappucci. Trattennero tutti il fiato, tesi.
Non può essere il vero Dedalus” asserì Remus, scuotendo la testa.
Aspettiamo ancora un po' e lo sapremo” disse Kingsley con un grosso sospiro. Mentre aspettavano che il tempo passasse, Katie si dedicò a curare Charlie, che era stato colpito da una fattura; puntò la bacchetta su di lui incanalando la magia e gli incantesimi in un fiotto ininterrotto.
Non ti scopriranno al lavoro? Se usi incantesimi di Guarigione?” domandò Fred perplesso.
Non è la mia bacchetta. E' quella di mia madre” rispose in un sussurro, mentre continuava a guarire il fratello. Non aggiunse nulla e Fred non chiese nulla, ma scambiò uno sguardo preoccupato con George.

Lupin e Arthur si erano allontanati per riparare la statua che Katie aveva rotto e gli altri danni che la lotta aveva arrecato al giardino; i babbani avrebbero potuto accorgersi dei profondi squarci e degli alberi accasciati al suolo la mattina dopo.
All'una meno un minuto sotto il loro sguardo attonito, il viso di Dedalus Lux iniziò a liquefarsi, ringiovanendo; sulla testa pelata iniziarono a crescere folti capelli castani, lunghi fino al collo, il naso divenne a patata, il mento pronunciato; il corpo si allungò di qualche centimetro. Si trovarono di fronte uno sconosciuto, di non più di trentanni.

Che ne è del vero Dedalus?” chiese preoccupato Arthur, fissando il giovane impostore.
Non lo so, ma lo scopriremo presto” proferì Remus. Lui e Kingsley sciolsero l'incantesimo antismaterializzazione e salutandoli scomparvero insieme agli ostaggi, per interrogarli in un luogo sicuro.

Charlie si era ripreso e stava aiutando Katie a rassicurare i Nati Babbani.
Vi manderemo in Francia con una passaporta” stava spiegando la giovane al gruppo, mostrando loro un vecchio ombrello mezzo rotto, che aveva preso dalla sua borsa, recuperata da dietro il cespuglio; “là troverete aiuto da alcuni nostri alleati, che vi aiuteranno a nascondervi. Sarete al sicuro!”
La famiglia si strinse contenta mentre il figlio piccolo, che doveva essere il mago, spiegava cosa fosse una passaporta; la ragazza buttò le braccia al collo del moro, che ricambiò confuso e allegro allo stesso tempo. L'arzillo uomo di mezza età esultò con un urlo euforico.
Dopo aver ringraziato, aver stretto le mani a tutti e aver salutato, il gruppo si aggrappò all'ombrello, in cerchio; quello si illuminò d'azzurro e dopo qualche secondo scomparve trascinandoli via con sé, al sicuro.

Katie sospirò contenta. Era finita! Erano riusciti a non rimanere uccisi e avevano scoperto chi fosse l'infiltrato. E con un po' di fortuna sarebbero riusciti persino a scoprire qualcosa su di loro, sui loro piani.
Barcollò appena, forse dalla stanchezza. Charlie la sorresse e le premette la dita sulla fronte, facendola gridare dal dolore.

Guarda qua! Probabilmente hai una commozione celebrale e te ne vai in giro a guarire la gente; siediti” esclamò l'uomo gentilmente, scuotendo la testa. Katie non era una persona remissiva, ma non se la sentì di contraddire Charlie: le ricordava George. Era infatti, tra tutti i Weasley, quello che assomigliava di più ai gemelli e non le faceva piacere: le sembrava di guardare George da adulto. Più adulto. Perciò tenne gli occhi bassi mentre Charlie, accucciato davanti a lei, le guariva la ferita alla fronte e le faceva bere un po' di ossofast che rischiò di sputargli addosso.
Grazie” mormorò, tastandosi la fronte per cercare tracce della ferita senza trovarne, “te la cavi come guaritore!”
Charlie le sorrise, facendo brillare gli occhi castani.

In genere curo cuccioli di Drago o animali feriti dai Draghi. Perciò se dovessero spuntarti delle scaglie in posti strani non preoccuparti troppo” scherzò l'uomo aiutandola a tirarsi su.
Ehi, Charlie! Caschi male! La ragazza è già presa!” urlò Fred sperticandosi, indicando George che li guardava impassibile. George se ne accorse e spintonò via Fred, che lo rispintonò via a sua volta. Katie si ritrovò a ridere del litigio dei fratelli insieme a Bill, Arthur e Charlie.

Bill si congedò poco dopo per raggiungere Fleur a casa; saluto con una mano prima di scomparire. Charlie e Arthur salutarono Katie e scomparvero anche loro in uno svolazzo. Lei e i gemelli rimasero da soli.
Va bene, io vado. Accompagna Katie a casa, George” disse Fred deciso mentre si preparava a piroettare via.
NO!” strillò Katie facendolo sbandare dalla sorpresa e bloccandogli così la Smaterializzazione.
No che cosa? Non penserai che rimanga qui a sorbirmi il vostro dramma d'amore?” ribatté stizzito Fred. “Oh beh potrei, ho tempo” aggiunse subito dopo, malizioso.
Non c'è nessun dramma d'amore!” esplosero contemporaneamente.
Perché siete due idioti! Oh, ma andiamo. Vi siete anche baciati, che cosa vi serve? Una dichiarazione scritta?” esclamò gongolante.
Si stava divertendo un mondo.

George si girò a guardare Katie, chiedendole con lo sguardo incandescente perché Fred sapesse del bacio. Lei si tirò indietro, presa in flagrante. Quello stupido di Fred non imparava mai a chiudere la boccaccia. Notando lo sguardo omicida di Katie, il giovane si smaterializzò con un ghigno maligno.
George la fissò un attimo, titubante; poi con un “ciao” frettoloso sparì dietro al fratello.

Fissò il punto in cui era scomparso, delusa. Che cosa si era aspettata? Una dichiarazione d'amore? Un abbraccio? Una pacca sulla testa?
Lei e George avevano ripreso a parlarsi, ma non c'era nessun segno che avrebbero fatto mai più di quello, lo sapeva. Però le reazioni di lui avevano il potere di ferirla.

Si incamminò verso l'uscita del giardino, diretta verso casa. Avrebbe potuto Smaterializzarsi, ma d'improvviso aveva voglia di camminare, per schiarirsi le idee.
La serata era stata ad alto contenuto di adrenalina e adesso che l'agitazione della battaglia era scemata, sentiva il corpo molle e stanco; tuttavia la soddisfazione dell'esito la teneva vigile e euforica. Ancora non si capacitava di come avessero potuto, in otto, fronteggiare undici aggressori e quattro Dissennatori. 
Sorrise mentre camminava tra la nebbia, pensierosa.
Il Fennec di George era corso in suo aiuto, pensò con un sorriso compiaciuto; era così simile al suo, solo appena più grosso. Forse, si disse, il suo era una femmina. Avrebbe avuto senso.

Arrivata all'entrata del giardino, pensò al lungo tragitto che avrebbe dovuto fare a piedi per raggiungere l'appartamento e guardò l'orologio: le due meno venti del mattino. Con un sospiro rassegnato al pensiero di dormire poco, girò su se stessa diretta a casa. Apparve davanti al portone, con l'intenzione di tuffarsi dentro al letto immediatamente.
Ma dove diamine eri finita? Mi stavo preoccupando!” sbottò una voce alle sue spalle facendola trasalire.
George si ritrovò la bacchetta puntata addosso prima ancora di aver finito di parlare.
Katie la abbassò due secondi dopo, guardando stranita il giovane appoggiato al lampione che illuminava la nebbia intorno a loro, rendendola ovattata.

Non apparirmi alle spalle all'improvviso! Soprattutto dopo quello che è successo stanotte!A meno che tu non voglia trovarti le articolazioni delle ginocchia girate al contrario!” lo avvertì minacciosa. In realtà era sollevata che fosse lui, si era aspettata un'altra lotta fuori programma. George la fissò un po' imbarazzato per non averci pensato.

Rimasero a fissarsi in silenzio.
Cosa...cosa ci fai qui?” chiese timorosa dopo qualche minuto. George si passò la mano dietro la testa, nervoso.
Volevo dirti di avvisarmi quando Montague tornerà in circolazione. Per ritornare a controllarti. Volevo dire difenderti” mormorò, visibilmente in imbarazzo per la scelta infelice delle parole.
Oh, va bene” esclamò Katie, un po' delusa.Grazie” aggiunse pochi secondi dopo, pensando di sembrare poco grata per quello che lui faceva.
George scosse la mano come per dire che non ce n'era bisogno.

Allora...se è tutto” esordì lei dopo l'ennesimo istante di imbarazzante silenzio, “buona notte, George.”

Si voltò per aprire il portone.
Non è tutto, no” dichiarò George facendola voltare di nuovo, sorpresa. Aveva la testa inclinata da un lato e un'increspatura sul sopracciglio.
Volevo chiederti se....” sembrò tirare le parole fuori da qualche parte nel profondo di sé, dove gli costava fatica frugare, “se ti va di prendere un tè con me la settimana prossima, per parlare.”
Katie lo fissò incredula, cercando di far mantenere al suo viso un'espressione normale.
George le aveva chiesto un appuntamento? 

Io...sì, sì, va bene” rispose con voce atona, troppo scioccata per poter esprimere appieno il turbamento che provava. Dopo essersi concordati molto rigidi sul giorno e l'ora, Katie rientrò a casa, stanca, euforica, elettrizzata.
Provò a dormire, ma per quanto facesse non riusciva a non pensare di avere un appuntamento con George di lì a sette giorni, il cuore che martellava incredulo e ansioso. Che cosa le avrebbe detto? Che cosa si sarebbero detti? Provò mille e più discorsi nella sua testa, uno più surreale dell'altro. Come quello in cui George le diceva di aver capito di aver sbagliato e le dichiarava il suo amore imperituro. Troppo assurdo, pensò mentre cedeva finalmente al sonno.

Attese con ansia crescente, il giorno dell'appuntamento, incurante del vento che le scarmigliava i capelli. Aveva anche schiantato Montague perché non la seguisse.
Aveva tutto il pomeriggio libero, perciò col batticuore e un senso di ansietà continuò a guardare a destra e a sinistra, ferma davanti alla sala da tè 'il cucchiaio emozionato', cercando il volto familiare e amato.

Le quattro arrivarono e passarono.
Alle quattro e un quarto si disse che era solo in ritardo.
Alle quattro e mezza che forse aveva avuto un problema in negozio.
Alle cinque meno un quarto che sicuramente stava arrivando.
Alle cinque iniziò un po' a preoccuparsi.
Alle cinque e mezza si diede della stupida e se ne andò via, ferita.

George non era venuto, l'aveva presa in giro.
Mentre trovava gli insulti più pesanti che le venissero alla mente per autodefinirsi e per definire lui, sdraiata nel suo letto, il bagliore di un Patronus illuminò la stanza. Katie si tirò su e guardò il Fennec posarsi lieve accanto a lei, acciambellandosi sul suo cuscino, con le orecchie abbassate. Non voleva sentire le scuse di George, non aveva scuse.
Ma quello parlò e lei non riuscì a non ascoltare la profonda voce di lui che le spiegava che i Mangiamorte avevano scoperto il trucco di Ron, costringendo tutta la famiglia Weasley a nascondersi. Le raccontò che avevano dovuto trasferirsi a casa di una loro zia e che non era permesso a nessuno uscire, per nessun motivo, dato che ormai erano ricercati vivi o morti. Le chiese scusa per aver mancato il loro incontro e le promise che presto, quando tutto sarebbe finito, avrebbero parlato.

Perciò abbi cura di te, donna di ghiaccio” disse il Patronus dolcemente, usando il nomignolo che George le aveva dato al pozzo, “non potrò essere lì a proteggerti d'ora in avanti.”
Katie guardò il Fennec dissolversi nell'aria, col cuore gonfio di tristezza.

Starò bene, George” mormorò a voce alta, “sono una donna forte!”
Ma a dispetto delle sue parole scoppiò a piangere, pensando a come tutte le persone che amava stessero lentamente scomparendo dalla sua vita, lasciandola ad affrontare tutto da sola.



Note:

Che felicità rivedervi!

Oggi per prima cosa voglio condividere con voi questo:

http://www.youtube.com/watch?v=jun5Q8QhaMY&feature=youtu.be

SilverKiria ha creato un video ispirato alla mia ff e vi invito a vederlo.

Il suo gesto mi ha molto colpita e lusingata e il video mi piace!

Grazie davvero Silver! ^___________^

Allora, la spia è stata scoperta! Dedalus era stato sostituito con un nuovo Mangiamorte; fortuna che Dedalus era in missione per proteggere i Dursley e aveva accesso a poche informazioni.

Ed ecco che, quando i nostri protagonisti finalmente si muovono uno verso l'altra, e soprattutto George si da una svegliata, il destino avverso continua a rimandare la loro unione.

Quanto adoro Katie, povera stella.

Posso dirvi che adoro anche voi? Vi adorooo! Che aumentate sempre più tra i preferiti, i seguiti, nelle recensioni! *___________*

Vi mando un abbraccio e a malincuore vi saluto!

A domani!

Mimì

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Capitolo 21
*** Battaglia di Hogwarts I ***


Aprile passò lentamente per Katie, costretta a dover tenere a freno l'impetuosità di Montague da sola. Lo schiantava tre o quattro volte al giorno, provando una malsana gioia ogni volta che l'uomo si accasciava svenuto ai suoi piedi. Stava sfogando la sua frustrazione su di lui, pensando che la potesse far stare meglio.
E invece si sentiva uno schifo.
Le sere rimaneva da sola a casa a cenare, in silenzio.
Leanne non sapeva nulla, non l'aveva informata. Perché non avrebbe sopportato il suo sguardo compassionevole o che lasciasse Sam da solo per stare con lei. O peggio che i due decidessero di passare le sere con lei, facendola sentire il terzo incomodo.

Quella sera di fine mese aveva finito di mandare giù la sua misera cena poi si era adagiata sul divano, a studiare senza molta voglia i libri di Medimagia avanzata. Lesse e rilesse i capitoli tre o quattro volte ognuno, finché gli occhi non le bruciarono dalla stanchezza così, poggiando i libri sul tavolino, si trascinò in camera da letto.
Dopo aver infilato il pigiama si affacciò un attimo alla finestra, guardando la strada deserta, assorta nei suoi pensieri. Si sentiva così sola, così abbandonata. Le mancavano tutti i suoi amici, i suoi genitori, i membri dell'Ordine, George.
Dalla sera del loro mancato appuntamento, in cui forse tra loro sarebbe potuto tornare tutto come prima, se non essere addirittura meglio, sentiva la mancanza di lui con così tanta forza da percepire un costante bruciore in mezzo al petto, come se il cuore stesse consumandosi tra le fiamme.
Come lo sentiva in quel momento.

Sospirando, si diresse verso il letto, infilandocisi dentro sfinita e spegnendo la candela. Chiuse gli occhi, aspettando che il sonno la vincesse.
Correva in una fosca nebbia con tutte le sue forze, ma Montague non le dava tregua, rimanendo sempre dietro a lei. Il suono cupo dei suoi passi la terrorizzavano, ma non aveva il coraggio di voltarsi, per non vederlo in faccia; si tastò con urgenza le tasche alla ricerca della bacchetta, ma erano vuote. Andò a sbattere contro un freddo muro, il panico crescente. Quando due braccia la afferrarono con forza strillò, col cuore.

Si svegliò allarmata, una forte luce che invadeva la stanza e le feriva gli occhi.
Si tirò su e mise pian piano a fuoco il Corsac di Fred, seduto sul suo tappetto rosso, che la fissava. La grossa volpe parlò con la voce dell'amico.
Katie ascoltò il messaggio, incredula, spaventata, ma anche euforica. Si gettò fuori dal letto mentre il Patronus svaniva.
Aprì uno dei cassetti del suo comodino e frugò fra i suoi calzini, cercando qualcosa.
Il galeone dell'ES era caldo nella sua mano, quando lo trovò. Guardò le incisioni sul bordo e lesse ad alta voce.

Adunata ad Hogwarts! Harry è qui e combatteremo. Materializzatevi alla Testa di Porco e chiedete ad Aberforth!”
Lo rilesse ancora un paio di volte, con voce crescente, infine con una risata nervosa e elettrizzata corse a prepararsi, gettando le cose alla rinfusa, cercando di far ordine nella sua testa.
Si cambiò in fretta, prese la borsa e strinse forte la bacchetta. Il finto galeone scivolò sul fondo della tasca. Dopo aver mandato un messaggio a Leanne tramite Patronus e aver dato un ultimo sguardo al loro appartamento, che non sapeva se avrebbe mai rivisto, Katie si Smaterializzò con un grosso sospiro ansioso.

Quando aprì gli occhi, dopo aver smesso di vorticare, si trovò soffocata in un grosso abbraccio biondo scuro. Le pozioni nella borsa tintinnarono rumorosamente. Alicia la stava stritolando e le gridava felice nell'orecchio; Katie la strinse a sua volta, assaporando l'affetto che l'amica le trasmetteva.
Baston apparve nel suo raggio visivo, sorridente e felice di vederla. Quando Alicia la lasciò andare, il grosso omone la strinse in un veloce abbraccio, un po' impacciato.

Oliver, tu come hai fatto a sapere del raduno?” domandò ancora stretta nei braccioni del suo ex-capitano.
Era con me quando è arrivato il messaggio” sentì dire ad Alicia. Sorrise emozionata, contenta che i due non potessero vederla.
Avete finito con i convenevoli o volete che vi abbracci pure io?” gracchiò una voce burbera dietro di lei.

Aberforth li squadrava torvi.
Non so proprio cosa sia venuto in mente a Paciock. Il mio pub trattato come una stazione, gente che arriva e..” il rumore di una Materializzazione interruppe lo sproloquio del vecchio oste.
Angelina smise di vorticare e le guardò attonita. Katie e Alicia si slanciarono verso la loro amica all'unisono e le tre finirono in un abbraccio collettivo, in una babele di suoni, domande e risposte.

Volete anche un tè? Non siete attesi?” domandò Aberforth riportandole alla realtà. Mostrò loro il passaggio verso la scuola, e i quattro, dopo essersi issati sulla mensola, vennero inghiottiti dal tunnel.

Allora come state?” chiese Baston mentre risalivano il percorso in pietra levigata.
Ti piacerà saperlo, Oliver, sono entrata nelle riserve delle Holyhead Harpies” esclamò Angelina ad un euforico ex capitano.
Hai fatto le selezioni? O ti hanno presa subito? In quanti eravate? Cosa ti hanno fatto fare?” 
Angelina sorrise alle domande sparate in rapida successione.

Gwenog Jones è stata molto gentile e mi ha ricevuto in privato. Ha detto che ho del potenziale. E' stata una bellissima giornata quella” raccontò la giovane sognante, mentre Oliver sorrideva euforico.
Io sono portiere di riserva nei Puddlemere United. Aspetterò con ansia il giorno in cui giocheremo uno contro l'altra” annunciò l'uomo con una strizzatina d'occhi.

Ok, ok, le farai un altro milione di domande più tardi, Oliver. Cosa ne è stato di te, Katie? E' più di un anno che non ci vediamo.” Katie valutò come rispondere, era inutile tediare gli amici con un racconto dettagliato delle sue disavventure, delle sue paturnie, dei suoi dolori. Strinse le spalle.
Tutto bene, niente di interessante da raccontare” disse semplicemente. Notò lo sguardo torvo di Angelina, mentre passavano sotto una lampada che illuminava la galleria.
Oh sì, certo. Fai la spia per l'Ordine, curi di nascosto i Nati Babbani e aspetta, non stai con Montague?” domandò sarcastica l'amica. Oliver sbarrò gli occhi e Alicia strillò.
Stai con Montague?” urlarono i due all'unisono. Le loro voci echeggiarono nel tunnel.
Non sto con Montague” spiegò, fulminando Angelina con lo sguardo, “è una missione dell'Ordine. E lui lo crede, ma non è successo nulla.” Vide Alicia e Oliver scambiarsi uno sguardo preoccupato, ma fece finta di nulla.

Svoltarono l'angolo e videro l'uscita del tunnel a pochi metri da loro, alla fine di una piccola, ma ripida, scalinata. Katie varcò la soglia dietro ad Angelina e prima che potesse avere una vaga idea di dove si trovasse, sentì l'amica urlare “Fred!” e varie persone gridare i loro nomi e correre loro incontro. Varie domande si sovrapposero rendendo difficile capire chi avesse parlato o cosa avesse chiesto.
Lasciò Baston in mezzo ad un gruppo di ragazzi del quinto anno, che lo assillavano di domande, e si diresse verso Neville, lacero e malconcio, ma fiero come non lo aveva mai visto.

Dov'è Harry?” chiese scorrendo ancora una volta la sala con gli occhi cercando senza successo una traccia dell'amico. Incrociò lo sguardo di George e il cuore mancò un battito, dolorosamente. Lo mangiò con gli occhi, imprimendosi ogni dettaglio nella mente.
E' andato con Luna alla sala dei Corvonero. Tornerà tra poco” rispose il giovane sorridente, facendo tendere la pelle lesa.
Siediti un momento, Neville” mormorò dolcemente Katie frugando nella borsa. Spalmò una densa pasta rossa al profumo di menta sul viso del ragazzo, che si contrasse in una smorfia. Molti dei tagli si cicatrizzarono all'istante e l'occhio si sgonfiò permettendogli di battere la palpebra e di vedere meglio. Neville si alzò, grato, scuotendole il braccio talmente forte che tutto il suo corpo vibrò.

In due minuti si trovò accerchiata da studenti ribelli laceri e feriti, bisognosi di cure. Si stava occupando di Seamus, il più malconcio nella sala, sotto gli occhi preoccupati del suo migliore amico, quando la porta del tunnel si aprì e Lupin, Kingsley, Molly, Arthur, Bill e Fleur scivolarono dentro meravigliati. Sorrise a tutti loro, mentre i gemelli e Ginny si avvicinavano ai loro familiari. Pochi minuti dopo, quando le ferite di tutti si erano cicatrizzate, Katie si avvicinò al gruppo.
Katie! Come stai?” chiese Lupin con un sorriso stanco.
Mentre apriva bocca per rispondere la porta della sala si aprì e Harry e Luna caracollarono giù dalla scala; Lupin si fece loro incontro e chiese spiegazioni.

Voldemort sta arrivando, stanno barricando la scuola...Piton è fuggito...cosa ci fate qui? Come avete fatto a saperlo?”
Abbiamo mandato dei messaggi al resto dell'Esercito di Silente” spiegò Fred. “Non potevano perdersi il divertimento, Harry, e l'Es l'ha fatto sapere all'Ordine della Fenice, e c'è stato un po' di effetto valanga.”
Che si fa Harry?” gridò George. “Cosa succede?”
Stanno facendo evacuare i ragazzi più piccoli, l'appuntamento è in Sala Grande per organizzarsi” rispose Harry. “Si combatte.”

Con un ultimo sguardo a George, Katie seguì la folla euforica al di là della stanza delle Necessità, diretta verso la Sala Grande. Nei corridoi e giù per le scale si imbatterono negli studenti delle varie case, stretti nelle vestaglie o nei mantelli, tutti molto spaventati e curiosi.
Spiegarono più e più volte la situazione, ogni volta che un nuovo studente si univa alla folla e chiedeva cosa stesse succedendo. Quando arrivarono nella sala aveva sentito venti volte la spiegazione, alcune volte anche in maniera distorta, come la teoria secondo la quale Piton, che era in realtà un vampiro, era scappato dalla scuola trasformato in pipistrello.
Si allinearono tutti lungo i quattro tavoli, aspettando, mormorando. I professori erano riuniti alla tavolata in fondo alla sala e parlavano concitatamente.

Katie sedeva sulla panca, attorniata da mormorii e chiacchiere. Fred, George, Bill, Fleur e Percy entrarono in Sala, dirigendosi verso il tavolo dei Grifondoro.
George si sedette al suo fianco.

Tutto bene?” mormorò il giovane guardando dritto di fronte a sé. Sembrava non volesse incontrare il suo sguardo, non quando erano così vicini.
Sì” sussurrò lei, felice di averlo accanto a sé. Rimasero spalla contro spalla a guardare la sala gremita e quelli che arrivavano.
Leanne entrò nella sala seguita da Samuel, suo fratello Marcus e sua sorella Careen. Dietro di loro venivano Lupin e i signori Weasley.

La professoressa McGranitt si mise a parlare alla folla, zittendo la sala intera. Spiegò seriamente la loro situazione, l'imminente battaglia, il pericolo in cui si trovavano. Organizzò l'evacuazione per i più giovani e per tutti quelli che non volevano combattere. La severa donna rispondeva a tutte le domande che fioccavano dai vari tavoli, decisa, sicura. Mentre spiegava agli studenti come dovessero comportarsi, una acuta voce rimbombò nel castello, facendo serpeggiare la paura.
Katie tremò appena, ma la mano di George coprì la sua sulla panca, cercando di infonderle coraggio.
Voldemort li ammonì, scoraggiandoli dal combattere, dato che non avevano possibilità di vittoria. Chiese che gli venisse consegnato Harry Potter, entro mezzanotte, di lì a mezz'ora.
La sua voce si spense, ma lasciò il freddo dietro di sé. Un freddo chiamato paura. Pansy Parkinson si tirò su strillando e puntando Harry, in piedi vicino al tavolo dei Grifondoro.
Katie si alzò insieme ai suoi compagni di casa, seguiti poi dai Tassorosso e dai Corvonero, tutti rivolti verso Pansy, le bacchette levate.
La McGranitt congedò lei e la sua casa, invitandoli ad andare verso il punto di fuga. Con un gran tramestio di panche e scalpiccio di piedi i Serpeverde lasciarono la Sala Grande, seguiti dai minorenni di Corvonero e Tassorosso. Katie seguì con lo sguardo la professoressa che cercava di convincere alcuni degli studenti più giovani a lasciare il castello.

Kingsley salì sulla pedana richiamando l'attenzione di quelli che erano rimasti, che si avvicinarono per ascoltare con attenzione. Spiegò la divisione dei gruppi di combattenti, designando i capi. Lupin le sorrise, scegliendola per il suo gruppo all'esterno insieme, tra gli altri, a Leanne e Samuel.
George guidava uno dei gruppi che controllava i passaggi segreti e Katie poté solo guardarlo preoccupata mentre seguiva Remus insieme ai suoi compagni.
Uscirono nella ferma notte, fuori dal castello, chiudendo il portone alle loro spalle. Tirò su lo sguardo, fissando le baluginanti stelle, luminose, ma fredde.

Tutto bene?” si sentì chiedere per la seconda volta, questa volta da Leanne. Piantò i suoi occhi in quelli verdi dell'amica, illuminati da un sorriso.
Sì” rispose sincera.

Lupin spiegò a tutti loro come avrebbero dovuto comportarsi e Katie vide Ernie Macmillan annuire a tutto ciò che l'uomo diceva. Attesero in silenzio, nascosti dietro alcune barricate mimetiche create da Lupin.
Mancavano ormai solo cinque minuti alla battaglia. L'aria era immobile, come tutti loro. C'erano di sicuro gli stessi pensieri taciuti nelle loro menti, la stessa paura nei loro cuori e lo stesso coraggio sotto pelle, erano una cosa sola, erano combattenti, compagni nella stessa causa.
Non c'erano case diverse o anni diversi: erano tutti alleati.

D'un tratto il terreno iniziò a tremare sotto i loro piedi e con la coda dell'occhio videro una grossa figura avvicinarsi dal limitare della foresta, a grossi balzi. Tutte le bacchette saettarono verso l'ignoto personaggio, ma Lupin li rassicurò.
E' Hagrid!” urlò ai ragazzi.
Il Guardiacaccia venne lanciato dal suo gigantesco fratello dentro Hogwarts, con un gran fragore di vetri infranti, proprio mentre alcune fatture esplosero intorno a loro.
Si ritrovarono nel bel mezzo della battaglia, senza preavviso.

Decine di figure incappucciate scivolavano nel parco, scagliando ovunque anatemi e fatture. Nascosti dietro le muraglie Katie e i suoi amici lanciavano incantesimi e maledizioni, mirando agli aggressori. L'adrenalina scorreva nelle loro vene, la testa piena di incantesimi. Katie respirava a fondo, tenendo la mente lucida, lottando non solo contro i Mangiamorte, ma anche contro la paura.
Dopo che parecchi fiotti di luce viola l'ebbero colpito facendolo tremare, il loro nascondiglio esplose in mille pezzi.
Lei, Ernie e Lavanda si tuffarono, schivando altri anatemi. Il parco venne invaso da Mangiamorte, Dissennatori e ragni giganti; Katie corse via mentre Grop lottava contro i giganteschi aracnidi, che faceva volare via.

Schiantò un Mangiamorte che puntava la bacchetta alla schiena di Leanne, poco distante. Ma venne disarmata immediatamente.
Si voltò lentamente, per scoprire Montague che la teneva sotto mira. L'uomo la fissava con uno sguardo maligno, mentre teneva la sua bacchetta stretta nella mano. Ogni traccia di amore ossessivo era sparito dai suoi occhi.

Ciao, dolce Katie” sussurrò malignamente, con la bacchetta puntata verso il suo petto. Le esplosioni li circondavano, le luci degli incantesimi illuminavano l'oscuro parco.
Sei tornato in te, Montague” constatò cercando di sembrare fredda, mentre pensava a come agire.
Abbiamo degli abili pozionisti tra i Mangiamorte, molto abili, e si sono accorti dei continui vuoti di memoria” rispose l'uomo continuando a tenerla d'occhio.
Katie deglutì nervosamente, sapendo che stava per attaccare.

Dato che ti piacciono i baci, ho degli amici che vorrebbero dartene uno” esclamò Montague, mentre due Dissennatori si avvicinavano. Katie resistette con tutte le sue forze al panico e al dolore che lottavano per impadronirsi della sua mente, mentre le stelle e le lotte intorno scomparivano.

Un buio oblio la invase, pieno di timori. Un cinghiale d'argento apparve dal nulla facendo scappare i Dissennatori verso la Foresta, facendo ritornare la stellata e caotica notte.
Montague venne pietrificato, irrigidendosi e cascando come un masso di faccia sul terreno. Katie sfrecciò a recuperare la bacchetta dalla sua mano e ringraziò velocemente Ernie, che l'aveva aiutata.
Rivoltò l'uomo col piede, così che i suoi occhi vigili potessero vederla.

E' stata tutta una messinscena, Montague, e tanto per la cronaca non ti ho mai baciato, viscidone!” strillò verso di lui mentre col piede gli schiacciava la bacchetta. Corse via, andando ad aiutare Leanne alle prese con un Mangiamorte grosso e veloce. Insieme riuscirono a schiantarlo, ma non poterono gioirne, assorbite dalla battaglia. Katie le strinse appena la mano, in un muto gesto d'affetto.
Leanne corse verso Samuel che cercava di far indietreggiare dei ragni, Katie parò un anatema che un Mangiamorte le scagliò; ma prima che potesse attaccare, l'uomo venne atterrato da un attacco dall'alto. Alzò lo sguardo e vide insegnanti e studenti che lanciavano incantesimi contro i nemici dalle finestre del castello.
Le urla echeggiavano in ogni dove, miste a scoppi, grida concitate, ordini impartiti chissà da chi.

Jugson apparve dal nulla, ghignando verso di lei.
Katie iniziò una lotta a colpi di incantesimi, concentrata come forse non era mai stata, sapendo che non era un'esercitazione, perché quei tempi erano finiti da parecchio, sapendo che era in gioco la sua vita. Il Mangiamorte lanciava fatture con veloci schiocchi di bacchetta, fulminei, precisi. Katie parava, contrattaccava, assorbita completamente dalla sua lotta. Le grida intorno erano ovattate, le luci flebili come fiammelle.

Ragazzina, sei finita. Una punizione per tutte le balle che ci hai raccontato” grugnì soddisfatto lanciandole un Incantesimo di Esplosione.
Confringo!” urlò il Mangiamorte, vittorioso.
Stupeficium!” gridò Katie contemporaneamente, cercando di schivare il colpo. Jugson venne colpito dal fiotto di luce rossa e cadde all'indietro, inerme, mentre Katie era riuscita a schivare la fattura dell'uomo, che passò a pochi millimetri dal suo corpo.

Una parete del castello dietro di lei esplose alzando un gran polverone e detriti, investendo chiunque fosse vicino. Katie venne sbalzata via, e atterrò dolorosamente sul terreno umido.
Dopo qualche istante di vuoto, con gli occhi chiusi e la testa che ronzava cercò di valutare i danni: sentiva ogni articolazione cigolare, ogni muscolo bruciare, ogni osso stridere, ma non sembrava ferita in maniera grave, perciò facendosi forza si tirò su, ansimante, sentendo le costole scricchiolare nell'operazione.
Si controllò alla ricerca di tagli profondi, ma con sommo sollievo trovò solo graffi e contusioni.
Il parco era pieno di battaglie, grida, scontri. Era impossibile riuscire a sentire il proprio cervello pensare o il proprio battito del cuore, impazzito. Ma c'era, era ancora viva.

I giganti erano scesi in campo, martoriando il castello già provato. Grop si lanciò verso uno di loro, agguerrito, indomito.
Katie scagliò incantesimi contro i Mangiamorte, contro i ragni, contro i giganti, prestando aiuto dove poteva, con un Sortilegio Scudo su un amico in difficoltà, con un veloce colpo di bacchetta se qualcuno era ferito, per una prima cura. Non sapeva dove fosse Leanne o Samuel o Lupin o George, né nessuno dei suoi amici più stretti, ma cercava di non pensare a quanti erano riversi a terra, cercando di concentrarsi sulla lotta, di aiutare quando poteva.

Corse verso un corpo riverso pochi metri più in là, scoprendo Padma e un altra ragazza ferite, mentre un gruppo di Dissennatori si facevano vicini.
Il piccolo Fennec germogliò dalla bacchetta e corse verso le oscure figure, rincorrendole nella notte. Il suo Patronus venne aiutato da un altro, che non riconobbe; solo quando i due ritornarono e corsero entrambi verso l'uomo vicino all'ingresso, Katie riconobbe un altro Fennec.
George guardò i due Patronus meravigliato, poi seguì quello più piccolo con lo sguardo, mentre tornava da lei. I loro sguardi si incrociarono, mentre i loro Fennec svanivano.

Rimasero a fissarsi nel bel mezzo del campo, imprudentemente. George divorò la distanza tra loro e afferrandola con passione, la baciò.
Katie ricambiò con trasporto, drogata dall'adrenalina della battaglia, gioendo del piacere che il bacio le procurava, che George le procurava. Non le importava il perché del bacio, né la situazione in cui si trovavano; era tra le braccia di George in quel momento e niente avrebbe potuto farle male.
Si staccarono l'uno dall'altra con riluttanza, fissandosi magneticamente negli occhi. Non si dissero nulla, si diedero solo un fugace bacio sulle labbra, prima di separarsi.
Dopo la battaglia avrebbero parlato, anche del bacio.

Katie aiutò Michael Corner a schiantare un grosso ragno che cercava di entrare dallo squarcio nel castello, poi si gettò in una lotta contro un mangiamorte incappucciato, riuscendo dopo un estenuante sequela di incantesimi ad atterrarlo, grazie a Seamus che l'aveva urtato, passando lì vicino con Ernie. Venne raggiunta da Leanne, un po' lacera, ma illesa, da Marcus e Samuel e i quattro decisero di provare a schiantare il gigante che continuava a colpire il castello, facendo cadere pezzi di mura sui combattenti.
Per quanto facessero non riuscirono nemmeno a scalfirlo e quello continuava ad accanirsi su Hogwarts, deturpato dalla battaglia, e sui loro compagni.

Charlie Weasley apparve da chissà dove, unendosi a loro.
Sono come i draghi! Refrattari alla magia! Mirate agli occhi!” urlò l'uomo, cercando di sovrastare le urla e gli scoppi. Levarono tutti la bacchetta verso l'alto, puntando al viso. Cinque fiotti identici spuntarono dalle loro bacchette, perdendosi nel cielo sopra di loro. Il gigante lanciò un grido di dolore e prese ad agitarsi con più forza, come un invasato.
Cercarono di scansarsi, ma Leanne venne colpita dal grosso piede e sbatté violentemente contro il muro del castello, accasciandosi poi come un pupazzo sul terreno. Charlie continuò a scagliare anatemi contro il gigante mentre Katie allarmata correva verso l'amica, seguita da Samuel e Marcus.
Si accucciò vicino a lei, rigirandola piano, per evitare danni. Era terrorizzata da morire e voleva solo piangere in quel momento, ma bloccò il tremore alle mani e controllò la sua migliore amica, dirigendo gli incantesimi verso di lei.

Era svenuta, aveva tre costole incrinate e una gamba rotta, ma era viva.
Andate voi due!” disse seria ai due uomini che seguivano tutti i suoi movimenti, preoccupati.
Curerò Leanne, ma voi tornate a combattere. Non possiamo ritirarci così dalla battaglia, è da vigliacchi!” urlò per evitare qualsiasi loro protesta. Marcus si tirò su e con un ultimo sguardo alla sorella si gettò nuovamente nella mischia. Samuel invece sembrava non volersi staccare dalla mano inerme di Leanne.
Sam, è in buone mani. Non avere paura. Vai!” esclamò Katie fissando gli occhi grigi dell'uomo, che non abbandonavano il corpo della fidanzata.
Con un gesto risoluto si allontanò, senza voltarsi indietro.

Katie trascinò cautamente Leanne verso un punto riparato, lontano dal centro delle battaglie. Puntò la bacchetta verso l'amica, incanalando la sua magia, guarendo, riparando.
Dopo dieci minuti mormorò “Innerva!” mentre puntava la bacchetta verso il petto di Leanne che aprì gli occhi lentamente, cercando di capire cosa ci facesse lì.

Stai giù, Leanne. Hai delle fratture fresche, non devi muoverti” ordinò Katie, presa nel suo ruolo di Guaritrice.
Ma io devo raggiungere Samuel!” gridò l'amica tirandosi su e urlando contemporaneamente di dolore, portandosi la mano sulle costole.
Non costringermi a pietrificarti! Sta buona! Samuel sa cavarsela.”
Non voglio rimanere qui sdraiata al sicuro mentre i miei amici combattono, rischiando la morte” piagnucolò Leanne, la voce alterata dalla preoccupazione.
Nessuno è al sicuro, stanotte” mormorò Katie con voce grave, riportando l'amica alla realtà.

La fredda voce di Voldemort echeggiò, dentro il castello, fuori, a Hogsmeade, nelle loro teste, ovunque. Si complimentò con loro per la lotta, proponendo una tregua di un'ora, per curare i feriti, per piangere i morti.
Se Harry si fosse consegnato in quel lasso di tempo, continuò la voce, la battaglia sarebbe cessata. In caso contrario giurò di uccidere tutti coloro che si erano opposti a lui.
Katie osservò i nemici ritirarsi, lasciando il parco ingombro di corpi.
Ignorando le urla di Leanne corse verso il castello, per cercare Madama Chips, decisa a salvare più vite possibili.



Note:

Salve a tutti!

Eccoci alla battaglia, improvvisa come una vera guerra si è impadronita della storia, trascinando i nostri.

E' molto veloce perché volevo trasmettervi il senso di ansietà che provano, il tempo non ha senso quando combatti e temi per la tua vita e quella degli altri, le cose si susseguono una dietro l'altra.

Nel libro vediamo tutto dal punto di vista di Harry e perciò vediamo pochissimo, e sembra quasi una fesseria. Salvo poi andare in sala Grande e scoprire che sono morte 50 persone!

Spero che vi sia piaciuto perché è uno dei capitoli che ho più ponderato prima di scrivere.

Il pezzo in corsivo è preso pari pari da HP e i doni della morte.

Vi mando un abbraccio in questi tempi di guerra Harrypotteriana!

A presto!

Mimì

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Capitolo 22
*** Sipario di dolore ***


Bell, mi serve l'Ossofast, presto!” tuonò Madama Chips, con la mano tesa verso di lei.
Katie frugò dentro il baule portato giù dall'infermeria, passando la bottiglietta bianca nelle capaci mani.

Madama Chips non era sembrata convinta quando lei si era offerta di aiutarla a guarire i feriti, forse memore di tutte le volte che Katie era finita in infermeria, soprattutto per la sua sbadataggine. Ma poi si era aperta in un sorriso fiducioso e aveva acconsentito. Insieme avevano allestito uno spazio in fondo alla Sala Grande, per i feriti che venivano portati da chi era illeso, dagli angoli più disparati del castello.
Aiutò l'infermiera a dare la pozione a Lavanda, che aveva una gamba rotta. La ragazza era stata anche morsa da un lupo mannaro, ma dato che non c'era la luna piena non avrebbe avuto conseguenze nefaste. Solo che la cicatrice, che correva dalla sua gola fino al braccio, non sarebbe mai scomparsa del tutto. Calì singhiozzava al suo fianco, mentre teneva una mano a sua sorella, incosciente, ma fuori pericolo.

C'erano decine di feriti, che urlavano dal dolore, o svenuti, o sotto shock. Lei, Madama Chips e Leanne, che aveva recuperato le forze con l'Ossofast, correvano da uno all'altro, senza pensare al dolore o alla fatica, ma cercando con ogni briciolo di magia di aiutarli.
Asciugandosi il sudore dalla fronte, Katie si voltò un attimo verso il resto della sala, constatando che il numero dei corpi aumentava a dismisura. Baston e Neville recuperavano i corpi del parco e li adagiavano al centro della sala, sgombra dai tavoli delle quattro case. Altri recuperavano quelli sparsi per il castello, portandoli lì perché i sopravvissuti potessero sapere la loro sorte, perché potessero piangerli e onorarli. Cercando di non cedere al dolore che minacciava di travolgerla, guardò i corpi di molti che conosceva, con cui aveva parlato, riso, giacere immobili. Cindra, la sua amica di dormitorio, era stesa accanto agli altri corpi, come loro spazzata via per sempre dal mondo.

Soffocando un rantolo di orrore si voltò verso i feriti, prestando le cure a Dean, che era stato schiantato da tre incantesimi insieme.
Innerva” mormorò puntando la bacchetta verso la gola del ragazzo, che aprì gli occhi bruni su di lei, confuso. Gli fece bere una fumante pozione violetta e lo costrinse a rimanere sdraiato, anche se lui insisteva per alzarsi a cercare gli amici. Seamus, solo un po' contuso, ma illeso, si avvicinò all'amico e gli raccontò sommariamente cosa fosse successo, dando a Katie la possibilità di alzarsi per curare gli altri.

Baston arrivò nella sala correndo, sorreggendo Alicia svenuta tra le braccia, allarmato.
Lo aiutò ad appoggiarla con delicatezza, poi lo mandò fuori, per continuare ad aiutare Neville, rassicurandolo che Madama Chips aveva tutto sotto controllo. La severa infermiera non era mai stata così impegnata, ma nemmeno così gentile; andava da un paziente all'altro, mormorando incoraggiamenti, dando pacche comprensive o regalando un sorriso dove c'era bisogno. Sgridò una lacera professoressa McGranitt, perché non si lasciava curare dato che voleva andare a controllare gli altri feriti e sapere chi fosse morto.
Alicia riaprì gli occhi, e così Ernie, che aveva un braccio rotto, e Hannah, e Padma, Aileen e Cho.

Katie non sapeva dove fossero George o Fred o Lupin o Angelina o tutti gli altri. Pregava con tutte le forze che stessero bene, che stessero per arrivare, che nessuno di loro fosse...
Scosse la testa, scacciando via quegli orribili pensieri, quell'angoscia che la riempiva. Leanne la chiamò per farsi aiutare con una bendatura. Mentre era china con lei su Anthony Goldstein, uno scalpiccio e un lamento attirarono la sua attenzione.

Voltò il capo verso la porta, lentamente.
Lee e Percy sorreggevano un corpo inanimato tra loro e Katie osservò sconvolta i suoi capelli rossi dondolare ad ogni movimento. Non riusciva a capire se fosse George o Fred, ma entrambe le ipotesi la inorridirono. Ogni rumore si spense, assorbito dal dolore: il cicaleccio, i lamenti, c'era solo un orrido e confuso silenzio nella sua testa.
Scattò prima che ogni pensiero razionale potesse anche solo sfiorare il suo cervello; qualcuno la trattenne, ma con uno strattone deciso si liberò della morsa, incurante del dolore fisico.

Il volto di Lee era solcato da lacrime silenziose, le spalle di Percy erano scosse da un pianto irrefrenabile. Quando i due uomini posarono il corpo a terra, al centro della Sala Grande, Katie era già arrivata vicino a loro: Fred osservava il soffitto con i suoi occhi vitrei, una risata congelata dalla morte sulle sue labbra.
Si rese conto di piangere solo quando vide una delle sue lacrime cadere sulla tunica di Fred; quella piccola goccia di sé spazzò via ogni barriera che aveva eretto e singhiozzò.
Non poteva crederci, Fred era morto. Guardava il suo corpo immobile e non riusciva a pensare a niente, sentendo un enorme vuoto. Fred, dalla risata calda e contagiosa, che sapeva far ridere anche nei momenti più cupi, che aiutava sempre e comunque gli amici, che aveva più vitalità in corpo di chiunque altro...Come poteva essere morto? Non poteva, non era vero! Lui e George erano immuni a...

Dov'era George? Stava bene? O avrebbe guardato lo stesso volto, questa volta quello amato, rimanere impassibile e senza vita? Un angoscia profonda si unì al dolore, eliminando completamente ogni raziocinio, rendendo i singhiozzi più forti.
Due braccia la circondarono con affetto, amorevoli. Leanne le batté delle pacche sulla schiena, allontanandola lentamente da lì. Altri morti vennero adagiati nella sala, Katie vide Lupin, il suo mentore, e Tonks, che non sapeva nemmeno fosse lì, venire adagiati vicini, mano nella mano, uniti nella morte.
E il dolore diventava sempre più profondo, invece di attenuarsi.

Mentre Leanne le serviva un distillato calmante, un grido di orrore echeggiò nella sala, straziante, angosciante.

George, apparso sulla porta trafelato, corse con tutte le sue forze verso il suo gemello e si lasciò cadere incredulo vicino al suo corpo; rimase a fissarlo col viso sconvolto, le mani tremanti. Lo scosse per le spalle, chiamò il suo nome, afferrò il suo viso fra le mani, ma quando niente smosse suo fratello, la verità, cruda, lo investì.
Il ruggito di dolore che uscì dalla sua gola riempì tutto il castello e arrivò nel profondo di ognuno di loro.
Katie iniziò a tremare, portandosi le mani alla bocca per non lasciare che il grido che lottava per uscire si unisse a quello di George; Leanne al suo fianco singhiozzava senza vergogna, guardando il giovane disperarsi.

C'era un silenzio innaturale nella sala, sembrava che tutti fossero troppo sconvolti dal dolore di George per pensare ad altro; rimasero a fissare i membri della famiglia Weasley entrare nella sala e rimanere sconvolti, unirsi al dolore, nell'incredulità. Molly singhiozzava sul petto del figlio, che non avrebbe mai più potuto salutare, né abbracciare, che giaceva inerme incurante delle sue lacrime.
Katie pianse senza ritegno, che cosa importava ormai? Quando le persone amate ci lasciano cosa importa della vita? Che senso aveva respirare? O dormire? O mangiare, quando si è già morti dentro? Come avrebbe potuto vivere George quando la sua metà perfetta era appena morta? Il suo migliore amico? Suo fratello?
Era rannicchiato vicino alla testa di Fred e nessuno dei suoi familiari era riuscito a smuoverlo. Scacciò le mani e gli abbracci di tutti, desideroso solo di stare lì, aggrappato a quel corpo, a guardare il viso di suo fratello, identico al suo, sorridergli nella morte, quasi invitandolo a raggiungerlo.

Katie voleva correre da lui e strapparlo dal corpo di Fred, abbracciarlo e assorbire il suo dolore. Confortarlo, consolarlo. Ma come avrebbe potuto? Il dolore che George stava provando era qualcosa che nessuno di loro avrebbe potuto capire o condividere. Il dolore di qualcuno a cui era stata strappata via con la forza un pezzo di anima. Per sempre.
Mentre si voltava per aiutare Madama Chips, le lacrime ormai un fiume in piena, il cuore arido, vide Angelina entrare nella sala e portarsi le mani alla bocca, in lacrime. Si gettò vicino al corpo, anche lei scossa dai singhiozzi, anche lei che chiamava il nome di Fred. E George, gli occhi rossi e il volto una maschera di dolore, si voltò verso di lei e l'abbracciò. Rimasero stretti, piangendo uno tra le braccia dell'altro, condividendo un dolore se non identico, perlomeno simile.

Katie li guardò, il cuore stretto in una morsa, pensando che solo Angelina potesse capire George, che forse solo lei sarebbe riuscita col tempo ad aiutarlo.
Ignorando il tremolio alle mani, si voltò verso i suoi pazienti, cercando di non pensare a quanto dolore le procurasse affidare George ad Angelina, forse per sempre.



Note:

Salve a tutte, niente faccine allegre oggi.

E' un capitolo corto, sofferto, senza fronzoli.

Vi confesso che l'ho scritto piangendo, dalla prima riga all'ultima, la vista completamente annebbiata di lacrime. Perciò non so nemmeno come risulterà per voi.

Uniamoci nel dolore! ç_____ç

Una tristissima Mimì


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Capitolo 23
*** Battaglia di Hogwarts II ***


Nella Sala Grande echeggiavano lamenti sommessi, incoraggiamenti mormorati col cuore, sottovoce. I piccoli gruppetti di sopravvissuti restavano vicino agli amici o ai familiari caduti, confortandosi a vicenda.

Katie, che aveva finito di curare i feriti gravi insieme a Leanne e Madama Chips, girò tra di loro per curare le ferite superficiali.
Kingsley, che girava incitando e motivando, aveva un occhio gonfio che non riusciva a chiudere. Dovette rincorrerlo per un po' prima di riuscire a convincerlo a lasciarsi curare, facendolo sedere su una sedia che fece apparire dal nulla.

Come stai?” chiese Kingsley con la sua voce profonda. Katie curò il suo occhio con alcuni incantesimi e la pomata al profumo di menta.
Bene, grazie” mentì continuando a dedicarsi alla ferita, evitando lo sguardo indagatore dell'uomo.
Ed era vero, almeno fisicamente, stava meglio di molti altri. Solo, dentro si sentiva distrutta, lacerata per sempre. Evitò per la millesima volta di guardare verso i corpi degli amici, verso coloro che li piangevano, sapendo che le lacrime erano sempre in agguato. Trasse dei profondi respiri, provando a scacciare l'angoscia.

Cosa ci aspetta? Come finirà?” chiese scioccamente, con una flebile voce.

Kingsley percepì il suo dolore, nascosto sotto l'aria composta che cercava di mostrare; afferrò la mano di Katie che passava la pomata sopra la sua palpebra.
Combatteremo, ancora e ancora. Anche se pochi contro molti, anche se sarà difficile. L'importante è non arrendersi, lo dobbiamo a tutti gli amici che sono morti, anche per noi” sussurrò gentilmente, stringendo la piccola mano con affetto.
Katie posò lo sguardo sui corpi di Lupin, Tonks e Fred, e poi su George e Angelina, e Molly e Arthur e tutti i Weasley. Annuì piano, asciugandosi una lacrima solitaria.

Continuò a girare per la sala, dedicandosi al suo compito.
Fu Madama Chips a occuparsi dei Weasley, facendo loro le condoglianze. Katie non riusciva ad avvicinarsi, non aveva il coraggio di affrontare il loro dolore; si sentiva impotente, perché non sapeva che cosa fare per poter essere loro di aiuto.

La voce magicamente amplificata di Voldemort rimbombò ovunque, suscitando strilli allarmati nella sala .
Harry Potter è morto. E' stato ucciso. Stava fuggendo, per mettersi in salvo mentre voi davate la vita per lui. Vi portiamo il suo corpo a dimostrazione che il vostro eroe è caduto.”

Katie si portò le mani alla bocca, incredula. Molti avevano gridato, di incredulità, di dolore. Ron aveva abbracciato Hermione, che era diventata pallida.
Voldemort aveva continuato a parlare, annunciando la sua vittoria, chiedendo la loro resa. Ora permeava un silenzio ovattato.
Tutti corsero fuori dalla Sala Grande, attraversarono la sala d'Ingresso e si assieparono oltre il portone spalancato, sui gradini. Da fuori giunse l'urlo straziato della McGranitt, la prima ad essere accorsa alla voce di Voldemort.

I Mangiamorte stavano in fila di fronte al portone e tra le enormi braccia di Hagrid, scosso dai singhiozzi, stava il corpo molle e senza vita di Harry. Voldemort stava davanti a loro, vicino ad un enorme serpente, beandosi della sua vittoria.
Ron, Hermione e Ginny urlarono, chiamando il nome di Harry. Katie e tutti gli altri iniziarono a gridare, a rovesciare ingiurie sui nemici, a minacciarli.
Un colpo di bacchetta di Voldemort li zittì con un incantesimo. Poi con un altro incantesimo costrinse Hagrid a poggiare Harry sull'erba, davanti a lui. Gli occhi di tutti erano puntati sull'Oscuro signore, che camminando avanti e indietro continuava a parlare, a sminuire Harry, a denigrarlo.

Ti ha sconfitto!” urlò Ron e d'improvviso l'incantesimo fu spezzato. Ripresero a urlare più forte di prima, con più passione finché Voldemort non li zittì ancora.

Mentre Voldemort continuava coi suoi sproloqui, Katie vide Neville lasciare il gruppo e farsi avanti verso i mangiamorte, la bacchetta tesa. Voldemort lo disarmò in un secondo, lasciandolo per terra, inerme.
E chi è costui?” domandò, con il suo morbido sibilo di serpente. Bellatrix rise, spiegando che si trattava di Paciock, il figlio dei due Auror che lei aveva torturato fino alla pazzia.
Neville si tirò su, a pugni chiusi, sfidando con la sua sola presenza Voldemort.

Mostri spirito e ardimento, e discendi da una nobile stirpe. Sarai un mangiamorte molto prezioso. Abbiamo bisogno di gente come te, Neville Paciock.”
Mi unirò a te quando l'inferno gelerà” ribatté Neville. “Esercito di Silente!”
Tutti loro risposero con grida di approvazione, che si unirono in un grosso boato che Voldemort non riuscì a Tacitare. Il serpentesco uomo agitò la bacchetta e dopo pochi istanti qualcosa volò giù dal castello, atterrando nella sua mano. Il cappello parlante.
Pietrificò Neville e glielo  ficcò in testa, poi, sotto gli occhi atterriti dei difensori di Hogwarts, diede fuoco al cappello con una magia. 

Mentre tutti cercavano di intervenire, un gran frastuono risuonò dai confini del parco; centinaia di persone, richiamate da amici, corsero verso il castello, con grida di guerra.
Grop si slanciò all'attacco, caricato dai giganti dei Mangiamorte, iniziando con loro una lotta pantagruelica. I centauri apparvero brandendo gli archi, facendo cadere una pioggia di frecce sui mangiamorte, sorpresi.

Neville, ancora in piedi sotto il cappello in fiamme, si mosse con un gesto morbido, liberandosi dell'Incantesimo che lo pietrificava; il cappello cadde e lui ne estrasse una lucente spada tempestata di rubini. Potevano vedere lo sfavillio rosso persino dai gradini del castello, nei primi raggi dell'alba.
E lo guardarono, esterrefatti, correre verso il serpente e con un solo gesto fluido mozzargli la testa, che roteò nell'aria immobile, mentre il corpo si afflosciava. Voldemort spalancò la bocca in un urlo che nessuno di loro udì, tra il clamore degli scontri dei giganti, i ruggiti, gli zoccoli dei centauri.

Katie e tutti gli altri assistettero agli scontri, cercando di prestare aiuto, tirando via un amico prima che venisse calpestato da un gigante o riparandolo da un anatema con un sortilegio scudo. Furono risospinti dentro il castello dalle persone in fuga, da chi cercava riparo da quella guerra, sia Mangiamorte che alleati. Aiutò Alicia a proteggere un paio di ragazze travolte dalla folla e svenute, che rischiavano di essere schiacciate. Nella sala d'Ingresso infuriavano battaglie, gli elfi delle cucine irruppero come un esplosione, dando la loro mano nella lotta, attaccando alle gambe i nemici.
Tutti ripiegarono verso la sala Grande, continuando a duellare: gente di Hogwarts, di Hogsmeade, Centauri, Elfi.
Lasciando Alicia e Baston con le ragazze, Katie si slanciò verso la sala, nel cuore della lotta. George e Lee avevano appena sconfitto Yaxley, altri Mangiamorte caddero per mano di amici e alleati.

Solo Voldemort e Bellatrix continuavano a lottare, ognuno di loro contro tre avversari: Voldemort contro Lumacorno, la McGranitt e Kingsley; Bellatrix contro Luna, Ginny e Hermione. Molly Weasley scacciò via le tre ragazze, subentrando come opponente alla perfida Bellatrix, che rise.
Angelina, Leanne e Dean si fecero avanti, per darle una mano, ma la signora li tenne indietro, rivendicando il diritto di combatterla da sola. Si appiattirono lungo i muri, osservando impotenti i due duelli, pregando con tutte le loro forze.
Molly alla fine colpì Bellatrix in pieno petto e la donna, con un ultima risata stridula, cadde per terra, morta. Tutti loro esultarono, guardando il corpo della più crudele Mangiamorte giacere inanimato.
Voldemort urlò, incredulo, capendo ormai di essere solo.

I suoi tre opponenti vennero scagliati via, dalla sua furia, mentre lui puntava la bacchetta su Molly Weasley. Un ignoto Sortilegio Scudo si frappose tra lui e Molly e Harry apparve tra l'incredulità generale.

Harry e Voldemort iniziarono a studiarsi, mentre si spostavano di lato, in un invisibile cerchio perfetto. Parlavano tra di loro, di cose che la maggior parte di loro non sapeva, non capiva. Trattenevano il respiro, seguendo i loro discorsi, aspettando il momento della lotta.
D'un tratto Harry parlò del Patronus di Piton.

Il Patronus di Piton era una cerva” disse Harry, “come quello di mia madre, perché lui l'ha amata per tutta la vita, da quando erano bambini.”

Quelle parole colpirono il cuore di Katie che si voltò nella folla, a cercare gli occhi di George, fissi come quelli di tutti sui due combattenti. Ma George non ricambiò il suo sguardo, gli occhi velati di dolore e desiderio di rivincita.
Harry e Voldemort continuavano a parlare, a rivelarsi verità.
Un bagliore rosso divampò all'improvviso dal soffitto incantato sopra di loro e uno spicchio di luce avvampante apparve sul davanzale della finestra più vicina.
I due combattenti scattarono all'unisono, scagliando due incantesimi diversi.

Avada Kedavra!”
Expelliarmus!”
I due incantesimi si scontrarono al centro del cerchio, poi la bacchetta di Voldemort venne scagliata via dalla sua mano, volando fino ad Harry, mentre l'uomo si accasciava pateticamente a terra, colpito dal suo stesso anatema rimbalzato indietro.

Dopo un secondo di stupore, la folla esultò con un unico ruggito, poi si slanciò verso Harry. Lo abbracciarono, gridarono, esultarono e piansero tra le risate. Per moltissimo tempo.

Sgombrarono la sala dai corpi dei nemici, allontanandoli da quelli degli amici; risistemarono i quattro tavoli e servirono cibo e bevande per gli affamati e stremati combattenti.
Da tutto il paese arrivavano notizie, sempre più gioiose; l'impero di Voldemort era caduto, per sempre, i suoi ultimi seguaci venivano catturati, Azkaban rilasciava i prigionieri incarcerati ingiustamente e feste di celebrazione venivano allestite in tutta l'Inghilterra.

Katie sedette con Leanne, vicino alla famiglia di lei accorsa nella seconda parte della battaglia insieme a molte altre famiglie, insieme alla gente di Hogsmeade; i Meadowes la abbracciarono, offrendole il conforto di una vera famiglia. Marcus aveva riportato delle serie ferite e perciò era stato trasferito al San Mungo insieme ad altri, subito dopo la caduta di Voldemort.

Dopo molte ore la sala iniziò a svuotarsi; le famiglie si accomiatarono e portarono via figli, amici. In molti casi un familiare deceduto, per potergli dare una degna sepoltura. Katie li guardò scomparire oltre la soglia della Sala Grande, uno a uno. Lei si era offerta di restare a Hogwarts con Madama Chips, per occuparsi dei feriti che non potevano essere spostati, come Fiorenzo.
La famiglia Weasley si preparava ad andare, salutando gli ultimi rimasti, prendendo accordi con Kingsley. Katie li guardava dal fondo della sala, combattuta.

Perché non vai a parlarci?” chiese Leanne posandole una mano sulla spalla, incoraggiante.
Perché non saprei cosa dire, mi sento inutile. In questo momento sento che qualsiasi cosa io possa dire suonerebbe vuota.”
Allora non farai nulla? Rimarrai a guardarlo andare via?” Katie si voltò verso Leanne, per non guardare George e Angelina che si tenevano per mano, ancorati uno all'altro nel dolore.
Non posso ridargli ciò che ha perso. E non sono capace di alleviare il suo dolore. Forse Angelina potrà, un giorno” mormorò tra sé e sé.
Ma sei stupida? Come puoi anche solo pensare che loro possano confortarsi a vicenda? Che riescano a costruire una relazione che non sia una banale compensazione di ciò che hanno perso? Non capisci, Katie? Non possono costruire una relazione stabile!” urlò Leanne scuotendola per farla ragionare.

Katie era confusa, intontita. Non sapeva più che pensare, la battaglia aveva mischiato i sentimenti, i normali processi della mente.
Si erano baciati in mezzo alla guerra, ma non era stato più una disperata conferma della vita? Con l'adrenalina che scorreva nelle vene e il pensiero che forse sarebbero morti di lì a qualche momento? Non poteva prendere sul serio quel bacio, per lei era stato il paradiso, per George forse solo un attimo di paura.
E poi, ormai, cosa importava?
George aveva perso metà della sua vita e adesso doveva impegnarsi a ricostruire quello che rimaneva.

Scosse la testa, scacciando tutte le parole che Leanne le gettava addosso per cercare di convincerla. Girò le spalle alla porta e andò verso la pedana, a versare un bicchiere d'acqua a Fiorenzo, evitando così di salutare George, che andò via con la sua famiglia, in silenzio.



Note:

Salve carissime!

La guerra è finita! Harry ha vinto! Ma io ho lo stesso paura delle vostre reazioni...non avete più i forconi, vero?

Anche qui ho scelto una narrazione veloce, succedono tante cose una dietro l'altra; sono felice che la guerra sia finita, avrei potuto descriverla in cinque-sei capitoli, ma ho preferito una cosa breve e intensa.

Pensate sia finita? Vi annuncio che siamo a meno 6 capitoli dalla fine, quindi ancora qualcosa accadrà.

A presto

E grazie, grazie, con tutto il cuore, per seguire la mia storia! A chi l'ha messa tra le preferite, tra le ricordate, tra le seguite, e a voi speciali che commentate! ^___^

A domani!

Mimì


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Capitolo 24
*** La bussola per il tuo cuore ***


A poco più di un anno dalla fine della seconda guerra magica molte cose erano tornate a posto.
Il Ministero della Magia stava conoscendo un'epoca di assoluto splendore: Kingsley era un primo ministro eccellente. La Umbridge era finita ad Azkaban insieme ai pochi Mangiamorte sopravvissuti; accusata di crimini contro la vita e la dignità umana, non avrebbe lasciato la prigione mai più.
Molti Nati Babbani che si erano dati alla fuga erano riusciti a tornare illesi; John Bell era tornato sei mesi prima, lacero e sciupato, ma vivo: sua madre si era gettata tra le sue braccia, singhiozzante e felice.

Katie stava camminando nei corridoi del San Mungo diretta all'atrio, era stata chiamata per ritirare delle pozioni da Grace Portman, che lavorava nel settore pozioni per l'ospedale. La giovane, che stava per andare a casa, evidentemente alla fine del suo turno, le porse una borsa che tintinnò quando lei la prese e la salutò con cortesia; Katie si allontanò diretta al suo piano, quando una chioma rosso fuoco agli angoli della vista la fece sussultare.
Si girò lentamente e si trovò a poca distanza da Harry, Ginny, Ron e Hermione.

I quattro la guardarono sorpresi.
Katie! Sei una Guaritrice? Complimenti!” disse infine Hermione dopo un minuto di silenzio, notando la sua veste verde acido col simbolo del San Mungo.
Sono ancora in tirocinio. Ancora poco e lo sarò a tutti gli effetti! Ma voi che fate qui? Qualcuno sta male?” chiese cercando di non far tremare la voce.

-Non dite quel nome, non quel nome, non quel nome- ripeté dentro di sé come un mantra. Non lo aveva dimenticato, non passava giorno che non pensasse a lui. Le due coppie si scambiarono occhiate preoccupate.
Siamo qui per George, è stato ricoverato una settimana fa” mormorò Ron in tono grave.
George; l'eco del nome rimbombò dentro di lei, George, George, George. GEORGE! Non poté impedirsi di tremare.

Che cosa è successo? Sta bene?” urlò allarmata, il cuore in subbuglio.

Hermione si accorse della sua agitazione.
Si diresse verso le sedie disposte lungo il lato del corridoio e le fece cenno di avvicinarsi. Katie si sedette al suo fianco, la borsa stretta al corpo, seguita da Harry, Ginny e Ron.

A livello fisico sì. E' solo che...dopo la morte di Fred, non è più stato lo stesso” sussurrò triste Hermione.
Ha iniziato col rompere gli specchi, li frantumava tutti coi pugni. Per qualche tempo era anche tornato a vivere alla tana, perché la signora Weasley non se la sentiva di lasciarlo da solo. Ma una sera dopo aver distrutto la sua camera è scappato smaterializzandosi” raccontò affranta.

Non ne sapeva nulla. Non aveva mai saputo che George stesse così male. Dov'era Angelina? Perché non gli era rimasta accanto?
Otto mesi fa ha abbandonato il lavoro, adesso sono Ron e Lee a occuparsene. Da allora rimase chiuso in casa e non mangiava né dormiva.”
Katie faticava a respirare, aveva un groppo in gola.

Perché...dov'è Angie? Perché non ha cercato di aiutarlo?” chiese con voce risentita.
L'aveva lasciato nelle sue mani, sicura che l'avrebbe aiutato, che avrebbe guarito il suo cuore. Si era fatta da parte per far sì che entrambi i suoi amici potessero trovare uno spiraglio di felicità. Ma lui stava cadendo in un baratro senza fine, inghiottito dal suo odio e dal dolore.

Fu Ginny a rispondere.
Angelina ha peggiorato la situazione. All'inizio passavano molto tempo assieme e lui sembrava stesse abbastanza bene. Non meglio, ma nemmeno peggio. Poi una sera abbiamo assistito a una scena terribile” iniziò a raccontare.
Dalla camera di George alla Tana abbiamo sentito delle grida strazianti. Siamo accorsi spaventati e abbiamo trovato Angelina in lacrime in un angolo mentre George spaccava tutto quello che gli capitava sotto mano. Abbiamo provato a calmarlo, ma non ci è stato possibile; continuava a ripetere che doveva morire lui, che voleva essere morto lui, che meritava di morire al posto suo. E' stato bruttissimo. E' successo poco prima che scappasse.”

-No, Angie! Perché? Perché non sei riuscita a capire il suo dolore? L'essere sopravvissuto al suo fantastico gemello, la persona che lui idolatrava e amava più di tutte. Il fratello che gli assomigliava tanto, ma che non era lui; non hai capito il suo senso di inadeguatezza, il suo odio per non essere come lui, ma anche per non essere diverso. Hai cercato di trovare Fred in George, ma non è possibile. George è solo George.-

Cosa è successo dopo?” chiese timorosa. Non voleva sentire, ascoltare del dolore di George la faceva sentire male e in colpa. Sentiva di averlo abbandonato, avrebbe dovuto correre verso di lui quel giorno, strapparlo dal corpo senza vita del fratello e abbracciarlo, e non lasciarlo mai più. Ma doveva sapere, anche se faceva male.
Io e Lee abbiamo preso in gestione il negozio di scherzi, ma ci serviva comunque la sua consulenza. Andavamo ogni settimana a trovarlo” intervenne Ron, “ma quando ci vedeva aveva violenti scatti d'ira, lanciava tutto dappertutto. Si feriva da solo nelle sue sfuriate violente. Quella sera è stato peggio degli altri giorni, ha picchiato Lee, continuava a colpirlo e a ripetere che il suo nome era Fred, non George. Mamma e Papà hanno deciso che era meglio mandarlo al San Mungo. L'alternativa sarebbe stata l'incantesimo di cancellazione.”

Katie aveva ascoltato tutto inorridita, sentiva gli angoli degli occhi bruciare. Harry stava abbracciando Ginny.
La mamma non fa altro che piangere” mormorò trattenendo le sue lacrime la ragazza.
Posso andare a trovarlo?” chiese speranzosa.
Adesso non te lo consiglio” mormorò Harry, “siamo dovuti andare via a causa di un altro scatto di rabbia. Stava lanciando sedie contro i Guaritori. Come ogni giorno.” Katie insisté per avere il numero della stanza, lasciò la borsa alla stregaccoglienza e la videro sfrecciare via, correndo per i corridoi senza nemmeno salutare.
Dopo qualche attimo Ron sbottò.
E' impazzita anche lei?”
Ron, continui ad avere la varietà di emozioni di un cucchiaino, lo sai?” rispose Hermione.


Il Guaritore fuori dalla stanza di George la squadrò da sotto a su.

Non puoi entrare. In questo momento nessuno non autorizzato può. E' pericoloso” dichiarò serio. Katie sentiva grida, rumori di colluttazione ed esclamazioni di dolore dall'interno della stanza.
Mi faccia passare! Io lo devo vedere! Si sposti!” urlò con forza. Il Guaritore alzò la bacchetta intuendo la sua agitazione.
La giovane fu più veloce e sfoderando la sua con un gesto fluido, lo pietrificò in un lampo.

Mi perdoni, ma io ho fatto parte dell'ES!” dichiarò fiera all'uomo steso sul pavimento.

Spalancò la porta e rimase scioccata. Al centro della stanza George, che le dava le spalle, aveva afferrato una sedia e la faceva ondeggiare a destra e a sinistra tenendo alla larga tre Guaritori. Questi con le bacchette sguainate cercavano di riportarlo alla calma usando incantesimi minori che lui intercettava col suo strano scudo. I frammenti di altre due sedie giacevano disordinati sul pavimento.
Uno dei Guaritori aveva un labbro spaccato, un altro si teneva il braccio.

Katie non seppe che cosa la spinse a farlo, nemmeno quando ci ritornò su col pensiero anni dopo, non ricordò mai il motivo che la spinse a comportarsi in quel modo. Ricordava solo che infischiandosene della bacchetta nella sua mano, in un attimo si era sfilata la scarpa e l'aveva lanciata con forza verso di lui. I Guaritori ammutoliti seguirono il suo volo e la guardarono schiantarsi contro la schiena del mago e poi cadere a terra con un tonfo sordo.
George si bloccò. Lasciò cadere la sedia con un gran fracasso e si girò lentamente.

I suoi capelli erano lunghi e incolti e aveva la barba lunga. Katie trattenne appena le lacrime davanti al suo volto incavato, ai suoi occhi spiritati e cerchiati. Il corpo, un tempo atletico e possente, era magro e scavato, la pelle tesa su ossa e muscoli.
Lui la osservò, in equilibro precario su un piede solo, poi guardò la scarpa abbandonata ai suoi piedi.
I Guaritori erano troppo sconvolti per poter anche solo pensare di reagire.

Lui si chinò a raccogliere la scarpa, minuscola tra le sue grandi mani. La guardò e l'ombra di un sorriso sembrò attraversare le sue labbra. Lei si era avvicinata saltellando, per via della scarpa sola.
Si guardarono negli occhi, Katie non tratteneva più le lacrime, scendevano giù libere.

Katie” sussurrò con voce rauca e incerta, come fosse un nome a lungo assopito, dimenticato. Rimasero fermi per interminabili minuti, tesi, nervosi. Nessuno nella stanza osava muovere un muscolo, perfino i respiri erano rapidi, brevi e leggeri, quasi che un rumore troppo forte potesse scatenare una tragedia.
George non staccava gli occhi da Katie, lei vedeva le pupille velate di dolore squadrare il suo viso, seguire le sue lacrime, cercando nella mente tutti i ricordi assieme.

Poi in un attimo, George scattò in avanti e l'abbracciò. Non se l'era aspettato lei, non l'avrebbero mai immaginato i Guaritori, di certo non lo aveva pensato nemmeno lui. La strinse con forza contro il suo petto, sembrava aver paura che fosse un sogno, che sparisse. Katie senti la tunica di lui inumidirsi sotto le sue lacrime.
La stringeva forte e continuava a ripetere il suo nome.

Sono io, George” singhiozzò dolce. Al suono della sua voce qualcosa si infranse dentro di lui, scoppiò in un urlo di dolore e finalmente pianse.
Katie sentì le lacrime calde di George bagnarle la fronte, facendosi strada tra la barba ispida. Scesero sulle sue guance e si mescolarono alle sue lacrime. Si aggrappò a lui, con tutta la forza che aveva. Il corpo di George era scosso dai singhiozzi, il cuore batteva come se si fosse risvegliato da un lungo sonno. Lo strinse forte, non lo avrebbe mai più lasciato, sarebbe rimasta lì a sostenerlo e abbracciarlo per sempre.

Sono qui, uomo del mistero” mormorò lei tra le lacrime, “non andrò più via da te.”


George non volle più lasciarla andare. Sempre tenendola a fianco a sé acconsentì a mangiare e a farsi radere.
Katie fu costretta a stare ogni secondo con lui e finì con l'addormentarsi con la testa ciondolante sulla spalla, su una poltrona accanto al letto di lui. George aveva resistito con tutte le sue forze al sonno, aveva continuato a fissarla mentre lei gli parlava. Temeva che chiudendo gli occhi sarebbe scomparsa. Ma alla fine aveva ceduto.

Quando aprì gli occhi, la mattina dopo, la prima cosa che vide fu George che la fissava, sempre tenendole la mano, con occhi vigili. Il collo scricchiolò quando si tirò su piano, piena di acciacchi.
Sono qui” assicurò passandogli una mano tra i capelli appena tagliati. George le sorrise appena.
Sbarbato e riposato era quasi tornato ad essere il ragazzo che conosceva, se non fosse stato per quegli occhi spiritati e pieni di dolore.
Durante la mattina, nelle poche volte in cui lei era uscita, per usare il bagno o farsi la doccia, George si era irrigidito contro lo schienale del letto e aveva atteso nervoso fissando la porta. Katie capì che guarire il suo cuore sarebbe stato un percorso lungo e faticoso, ma non le importava; l'avrebbe recuperato anche dall'abisso più nero di disperazione e gliel'avrebbe ridato.

All'ora di pranzo venne chiamata per occuparsi di un paziente che seguiva da due settimane e che sarebbe stato dimesso a breve. Un po' ansiosa assicurò a George che sarebbe tornata presto. Il giovane le rispose con uno sguardo ferito, con un velo di panico sotto l'iride azzurra.

Katie corse via dalla stanza prima che lui potesse cambiare idea e fuori dalla porta si scontrò con un muro compatto di Weasley. Richiamati per il miglioramento di George, erano accorsi tutti: il calvo signor Weasley e sua moglie; Bill con sottobraccio una Fleur radiosa; Percy, ritto come un manico di scopa; Ron, Hermione; Harry che teneva per mano Ginny. Mancava solo Charlie all'appello.
Erano tutti ansiosi e emozionati.

Katie si scusò in fretta per averli travolti e corse via mentre loro aprivano la porta per la stanza di George.
Il signor Ogden, il suo paziente, era guarito quasi del tutto. I tentacoli che aveva fatto apparire al posto delle braccia erano scomparsi e aveva quasi smesso del tutto di sputare inchiostro. Gli sorrise soddisfatta, assicurandogli che nel giro di due giorni sarebbe potuto uscire e riprendere la vita di sempre. Ma non doveva andare al mare per almeno due anni.
Mentre controllava la cartella coi dati del paziente, la porta si aprì e il Primago Fawley in persona apparve, l'afferrò per il polso e la trascinò via di peso senza una parola sotto lo sguardo attonito del paziente. Il signor Ogden nervoso sputò un po' di inchiostro.

Katie si impuntò con forza alla presa del Primago, chiedendo spiegazioni.
George Weasley” disse semplicemente lui. Katie non attese che aggiungesse altro, si liberò del Guaritore e si buttò letteralmente su per le scale per raggiungere il piano giusto, seguita dall'uomo.

Spalancò la porta con urgenza e lo trovò rannicchiato sul letto che si premeva le mani con forza sulle orecchie e urlava. La signora Weasley era seduta ai piedi del letto sull'orlo delle lacrime. Gli altri erano pietrificati dal panico. Quando il giovane si accorse che era entrata smise di gridare, balzò giù dal letto e si aggrappò a lei, come se fosse una boa in mezzo ad un oceano in tempesta; Katie rischiò di cadere sotto il peso del suo corpo. Prese ad accarezzare la schiena di George per calmarlo, era teso e nervoso.
Si trovò al centro dell'attenzione, a disagio.
La signora Weasley tirava su col naso guardandoli, sull'orlo di piangere; Katie la osservò attraverso le braccia di George. Il Guaritore Fawley arrivò in quel momento.

Signora Weasley, mi racconta che cosa è successo?”
Il Primago ci ha mandato un gufo, diceva che George stava dando segni di miglioramento. Così stamattina siamo accorsi qui, ci siamo incontrati sulla porta, ricordi?” iniziò a raccontare torcendosi le mani.

Katie annuì, per quanto la morsa di George lo permettesse.
Quando siamo entrati era tranquillo, molto più sereno di quanto lo abbiamo visto nell'ultimo anno. Non ha parlato, ma seguiva con interesse quello che gli dicevamo. Ma quando gli ho chiesto se volesse tornare a casa con noi ha iniziato a urlare e ritrarsi indietro” singhiozzò affranta la donna.
Katie sentì George rafforzare la presa, rischiava di soffocare da un momento all'altro. Aveva capito cosa era successo, George aveva avuto paura di perdere i contatti con lei. Aveva paura di tornare a casa, piena dei ricordi di lui e Fred assieme.
Sempre accarezzandogli la schiena riuscì a farlo sedere sul bordo del letto poco distante da sua madre. Gli tenne la mano.

Nessuno degli ospiti presenti riusciva a fiatare. Katie vide di sfuggita Percy guardare il fratello con il volto cinereo, teso. Il signor Weasley teneva una mano sulla spalla della moglie per dargli conforto. Fleur era seduta su una sedia, con Bill alle spalle. Harry, Ron, Hermione e Ginny stavano in silenzio in un angolo della stanza, i volti seri.

Katie rivolse un sorriso fiducioso a George, poi pregò la signora Weasley di continuare a parlargli.
Georgie, ci manchi molto” sussurrò piano rivolta al figlio, “vorremmo che tu stessi con noi, che tornassi con noi a casa.”
George abbracciò Katie per la vita e affondò il viso nella sua pancia, ignorando la madre. La ragazza sentì le mani di lui artigliarle la schiena, quasi volesse penetrare nella sua carne e rimanere ancorato a lei per sempre.

Gli accarezzò i capelli rossi, parlandogli dolcemente. Gli occhi di tutti erano su di lei.
George, stare accanto alla tua famiglia è una cosa bellissima. Tutte le persone che sono qui ti amano moltissimo. Io non ti abbandonerò, verrò a trovarti spesso, anche troppo. Alla fine mi caccerai via perché non ne potrai più di me!” scherzò Katie.
George non si mosse, come se non avesse sentito. Ma la strinse più forte.
Lei sospirò.

La signora Weasley guardò il figlio, poi lei.
Katie, ti posso chiedere un favore?” chiese piano alla giovane donna. Lei annuì.
Vorrei che ti prendessi cura di George!” annunciò la donna guardandola seria.

A quelle parole il figlio girò il viso verso sua madre, sempre attaccato a lei. La signora Weasley si sentì rincuorata da quel gesto e continuò.
Vorrei che tu stessi con lui ogni giorno, che lo accudissi. Vorrei che tu prendessi George come tuo unico paziente.”
Katie guardò la signora Weasley sorpresa, le stava chiedendo di restare 24 ore su 24 con George? Di diventare il suo sostegno? Di essere la bussola per il ritrovamento del suo cuore?
Guardò il Guaritore Fawley ancora sulla porta per chiedere consiglio; l'uomo annuì.

Katie sorrise dolcemente alla signora Weasley facendole un cenno d'assenso.
Georgie,” proseguì quest'ultima guardando il figlio con sguardo dolce, “lascerai che Katie guarisca il tuo cuore? Lotterai per tornare il ragazzo sereno di un tempo se lei starà al tuo fianco?”
George si staccò dal corpo di Katie e abbracciò la madre.

Grazie” mormorò con voce roca. La signora Weasley, piccola tra le grandi braccia di suo figlio, sembrò rimpicciolire ancora, mentre scoppiava a piangere stringendolo forte.
Katie, commossa, stava per iniziare la missione più rischiosa e importante della sua vita.



Note:

Buon giorno a tutti!

Eccoci alla svolta, più o meno!

Pensavate che avrei lasciato George con Angelina? Sul serio? Io odio quella coppia, è così sbagliata che non saprei nemmeno da dove cominciare per smontarla; mi limiterò a dirvi che ho fondato il Comitato Anti GeorgexAngelina: C.A.G.A., penso che questo dica tutto.

Ovviamente so che la situazione in cui George si trova è molto drammatica, alcuni direbbero inverosimile, ma volevo appunto far capire quanto la relazione suddetta fosse sbagliata e come George non ne fosse minimamente aiutato. Mi perdonerete? *inserire occhioni dolci*

Grace Portman è un personaggio della ff “Half a world away” di BogartBagal, mia carissima amica, che mi sopporta e legge ciò che scrivo in anteprima. Qui il link per la storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1322272

La scena della scarpa...la ricordate? ;)

A domani ^__________^

Mimì

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Capitolo 25
*** Un passo alla volta ***


Sei sicura di quello che stai facendo?” domandò Leanne cauta mentre lei preparava i bagagli. Era tornata all'appartamento che divideva con l'amica e mentre svuotava gli armadi e riempiva le valigie, le raccontò quello che era successo.

Sarebbe andata a vivere in un'ala speciale del San Mungo insieme a George. Lei e la Signora Weasley ne avevano discusso ed erano d'accordo che fosse prematuro per lui tornare a vivere alla tana o nel suo appartamento sopra il negozio; entrambi erano posti pieni di ricordi di lui e Fred, e George non era ancora pronto.
Sarebbero rimasti al San Mungo, anche per essere pronti in caso di ricadute di George; avevano un mini appartamento, se così si poteva chiamare: due camere con bagno, un salotto, una stanza da pranzo-cucina; in un ala speciale e privata. Katie aveva saputo che la degenza di lui era offerta dal Ministero alla famiglia Weasley come ringraziamento per la loro lotta nella seconda guerra magica. Kingsley era molto affezionato ai Weasley.

Certo! Se George ha permesso a me sola di entrare nella bolla che si è creato attorno, io ho il dovere di restarci e cercare di farla scoppiare!”
Non fraintendermi. Io voglio che George torni quello di un tempo. Ma è per te che mi preoccupo” rivelò l'amica tesa.
Io starò bene. Non sarà una cosa facile, lo so. Ma non posso non provarci.”
Leanne la osservò, con quello sguardo materno che riservava solo a lei.

Anche se il prezzo sarà la rottura del tuo cuore, ancora e ancora per mano di George? So che sei ancora innamorata di lui. Guarda la forma del tuo patronus! Qualsiasi pseudo relazione che hai intrapreso negli anni è fallita dopo pochi appuntamenti. Perché hai pensato sempre e solo a George.”

Katie si girò a guardarla, interrompendo la preparazione dei bagagli. Aveva una pozione in una mano e un libro di medicina magica nell'altra.
Sì, Leanne. Amo George, l'ho sempre amato e non posso farci niente. Ma anche se così non fosse, non posso stare a guardarlo distruggersi. Se l'unica speranza di recuperare il suo cuore sono io, non mi tirerò indietro, qualunque sia il costo” dichiarò fiera.
Leanne l'abbracciò forte.

Io sarò sempre qui. Se avrai bisogno di qualunque cosa io ci sarò.”

Il Guaritore Fawley volle vederla appena arrivata. Le spiegò la sua situazione. Da quel momento in avanti il suo tirocinio era sospeso, per permetterle di dedicarsi a George. Sarebbe stata aiutata nel suo compito da alcuni Guaritori specializzati; una volta ristabilito completamente il paziente, lei avrebbe ripreso i suoi vecchi compiti. Il Primago la informò che aveva fiducia nel suo lavoro e nella sua condotta morale.

George le sorrise scioccamente quando lei entrò nella stanza con i bagagli che si libravano dietro. L'aiutò a disfare i bagagli nella cameretta comunicante con la sua, allegro.
Katie lo guardò, in silenzio: era diventato come un bambino. Da quando lei era tornata nella sua vita si era chiuso in un mondo tutto suo, escludendo la dolorosa realtà,.
-Aspetta, George! Recupereremo anche il più piccolo frammento di te e tornerai più forte di prima.-

L'inizio fu faticoso.
George rifiutava ogni contatto con la gente e sembrava volesse averla presente ogni secondo. Katie cercò di ristabilire per prima cosa i normali cicli biologici. Mentre prima  dormiva solo quando era troppo sfinito e mangiava quando ormai era a un passo dalla denutrizione, lei lo rieducò ad un normale bioritmo. Lo svegliava presto, lo costringeva a lavarsi, poi facevano colazione.
Poi lo portava nel cortile a passeggiare o lo invogliava a giocare a scacchi o gli leggeva qualcosa.

Parlava e parlava in continuazione mentre George l'ascoltava in silenzio, senza perdersi una parola; gli raccontava aneddoti di quando era piccola o buffe storielle o di cose che erano successe durante il tirocinio. Lui sorrideva debolmente, di tanto in tanto, bevendosi ogni sua parola.
La sera, dopo che l'aveva impegnato e fatto stancare per tutto il giorno,riusciva a dormire naturalmente, senza bisogno di pozioni, anche se in genere doveva aspettare che si fosse addormentato. Poi poteva sgattaiolare nella sua camera.
La prima mattina si era svegliata trovando George con lei nel letto, tranquillo. Cercando di capire il motivo lo aveva tenuto d'occhio scoprendo che le notti soffriva di incubi terribili. Si svegliava in preda a convulsioni tremende, madido di sudore e con lo sguardo terrorizzato. Dopo l'ennesimo incubo si vide costretta a dormire nella stessa camera.

Le giornate passavano uguali, tranquille, solo lei e George, come un tempo aveva desiderato; ma in questo futuro George era un involucro che conteneva dolore e disperazione e lei si era ritrovata a lottare per aiutarlo, contro i suoi fantasmi.
Nemmeno lei era immune ai suoi scatti d'ira, se provava a forzarlo, se non rispettava i tempi, il giovane andava su tutte le furie, costringendola a ritirarsi finché non andava lui a cercarla, abbracciandola per farle capire che era tutto a posto. Katie voleva solo piangere, perché lottava contro le sue stesse insicurezze in quella battaglia, ma non avrebbe permesso che queste vincessero portando giù con sé anche George; perciò teneva duro, e lottava.

Quando George ebbe riacquistato cinque chili e un po' di tono muscolare grazie ad alcuni esercizi, Katie decise che era arrivato il momento di eliminare il suo comportamento infantile.
Iniziò a lasciarlo per poco tempo da solo in cortile. Si assentava con scuse lasciandolo sulla panchina a leggere.
Il primo giorno alzò la testa dal libro dopo due minuti, cercandola con lo sguardo allarmato e quando era ricomparsa dopo il tempo esatto in cui gli aveva detto sarebbe stata via, per far sì che acquistasse fiducia, lui l'aveva abbracciata, sollevato. Via via che i giorni passavano i minuti divennero tre, cinque, dieci.

Non era sempre facile, alcuni giorni George sembrava ci provasse davvero con tutte le sue forze, altri sembrava non volersi smuovere dal guscio che lo circondava, tagliando fuori tutto. Le persone lo infastidivano e non voleva che nessuno dei suoi familiari o amici venisse a trovarlo. In quei casi ritornava a essere violento o si nascondeva dietro a Katie finché non andavano via. Nell'ospedale aveva i suoi posti preferiti, stava volentieri solo nell'ala privata in cui soggiornavano o in un angolo riparato del cortile, sotto un albero di Magnolia, dove nessuno poteva vederlo leggere e dove rimaneva a guardare i fiori, incantato.

A fine Luglio, George riuscì a rimanere ore intere da solo, a leggere o a osservare il cortile, senza nessun atteggiamento o sguardo da bambino impaurito, Katie sentì che era pronto alla fase successiva.
Perciò ritornò a dormire nella sua camera da letto.

Sapendo che niente lo avrebbe fermato, gettò un incantesimo sulla porta. George, senza la bacchetta, non avrebbe potuto aprirla. Si coricò nel suo letto, mezzo allarmata; era andata via dopo che lui si era addormentato e sperava che non si accorgesse della sua “fuga”.
Anche se non era una vera fuga, stava solo cercando di aiutare George, si disse cercando di scacciare il senso di colpa che la attanagliava. Mentre sentiva il sonno conquistarla, ormai stava già quasi sognando, un raspare violento alla porta la fece trasalire. La maniglia traballava furiosa.

Torna a dormire, George! Ci vediamo domani mattina!” disse cercando di tenere la voce ferma e tranquilla. In realtà sentiva il terrore scorrerle nelle vene. Non perché avesse paura per sé, ma per lui, perché temeva potesse farsi male o stare male.
George prese a picchiare i pugni sulla porta.

Apri! Apri!” gridava a pieni polmoni, in preda al terrore. Katie strinse le coperte con le mani tremanti e inghiottì il groppo che aveva in gola, insieme alle lacrime. La distruggeva sentire la voce spaventata di George dall'altra parte, ma doveva restare ferma nella sua decisione.
Non aprirò. Sono sempre qui. Domani mattina staremo ancora assieme” esclamò decisa.

George smise di battere i pugni sulla porta con un ultimo suono di strisciata. Katie, rincuorata, tirò un sospiro di sollievo. Poi un singhiozzo le ghiacciò le vene.
Ti prego, Katie. Non abbandonarmi. Ho bisogno di te, non voglio stare senza di te. Non lasciarmi ad affrontare tutto da solo. Non posso andare avanti se non sei con me” singhiozzò con voce rotta dal pianto.
Non allontanarti da me” ripeté in un sussurro.

Si era preparata al fatto che lui piangesse, che urlasse, che picchiasse la porta o distruggesse qualche oggetto, ma non si era aspettata che parlasse. George non parlava da più di un anno, così le avevano raccontato i Weasley. Di tanto in tanto diceva una o due parole, ma mai frasi intere o discorsi.
Si rifiutava di parlare. Perché credeva di avere la voce come Fred, pensava lei. O forse perché non aveva niente da dire se lui non poteva ascoltarlo.
E adesso era dall'altra parte della porta, a esprimerle il suo dolore e le sue paure, a chiederle di non abbandonarlo.

Lo trovò rannicchiato, in lacrime, quando aprì la porta. Inginocchiandosi accanto a lui lo strinse in un abbraccio, la testa rossa sul suo seno.
Non dire sciocchezze. Certo che non ti abbandono. Sono sempre qui, sarò sempre qui. Ma tu lotta con tutte le tue forze, George. E parlami ancora” sussurrò dolce. I singhiozzi si fecero più tenui e dopo poco si placarono del tutto.
Torna a dormire con me, per favore. Solo per questa notte” propose lui più tranquillo. La sua voce profonda e calda le era mancata, pensò con un brivido. Era solo un po' roca a causa del silenzio forzato.
Katie, sentendosi debole e sciocca, acconsentì.

Lui la portò nella sua camera, scostò le coperte e dopo essersi sdraiato la chiamò a sé a braccia aperte. Katie, un po' nervosa, si sdraiò tra le sue braccia. Era come se fosse un peluche gigante, per George. Stretta nel suo abbraccio, la testa poggiata sul petto e il respiro di lui sulla nuca, respirava appena; il cuore ormai suonava come una batteria in una canzone Heavy metal.
Questa è l'ultima volta. Che sia chiaro” mormorò, cercando invano di suonare minacciosa.
D'accordo” sussurrò lui.

Non ti ho mai davvero ringraziato per quello che fai, Katie” continuò dopo qualche minuto. Lei trattenne una risata. Sentiva la voce di lui da un orecchio mentre con l'altro la sentiva rimbombare bassa nel suo petto. Sembrava un grosso gatto che faceva le fusa.
Ti sto ringraziando! Cosa c'è di divertente?” chiese un po' offeso. Questa volta lei scoppiò a ridere.
Oh no, George, non è quello...è che...che il tuo petto...la tua voce...”
Ridendo, gli spiegò il problema del rimbombo.
George continuò a parlare tutta la notte facendola ridere. Gli era sempre piaciuta la risata di Katie, era un suono limpido che spazzava via i pensieri negativi e riempiva di serenità; su George aveva sempre avuto quell'effetto, ecco perché aveva sempre amato farla ridere.
Si addormentarono tra lacrime e sorrisi, stretti in un abbraccio.

Dopo quella notte George mantenne la promessa. Non cercò più di intrufolarsi nella camera di Katie e non le chiese di dormire più con lui, anche se alcune sere si addormentavano insieme sul divano. Si sedeva dietro Katie mentre leggevano assieme, a volte la stringeva in un abbraccio per farle sentire “le fusa”, come le chiamava lei, e finivano con l'addormentarsi lì. Salvo poi svegliarsi alle tre di notte entrambi col torcicollo per andare nei rispettivi letti, ripromettendosi ogni volta di non farlo più.


Molly Weasley era incredula.
Quel giorno di metà agosto era venuta a fargli visita in seguito ad una richiesta di Katie. George era florido, riposato, calmo e lucido. Katie si aspettava moltissimo da quell'incontro. E già sorrideva.
Quando il figlio l'accolse tranquillo e sostenne una conversazione intera con lei, la donna trattenne a stento le lacrime. Continuava a fargli domande e rideva quando lui rispondeva senza esitare, contento di vederla. Evitò l'argomento casa e Fred come le aveva raccomandato Katie. La giovane ad un certo punto si era defilata, lasciandoli da soli.

Quando la salutò prima che andasse via, la donna l'abbracciò talmente forte che qualche vertebra scricchiolò impaurita. Molly Weasley si lasciò andare e pianse sulla sua spalla. Katie rispose al suo abbraccio, commossa.
Quella donna dimostrava una notevole forza d'animo.
Aveva visto un figlio morire e un altro scivolare pian piano via, impotente. E aveva comunque sostenuto una famiglia sulle spalle, motivandola, consolandola, mostrandosi forte. Non conosceva nessuna donna come Molly Weasley, forte, sicura, con un grande cuore. Era anche per lei che ce la metteva tutta.
Non ebbero bisogno di parlare, le due donne si compresero perfettamente, grazie alle loro lacrime. La signora Weasley le sorrise goffamente mentre andava via.

In un ventoso Settembre, quando Katie pensò che fosse il momento di recuperare un'altra parte di George, iniziarono i veri problemi. Voleva fare in modo che George si specchiasse. Ci aveva già provato, nel primo mese di terapia, ma lui aveva reagito come sempre. Dopo aver visto lo specchio ci si era scagliato contro frantumandolo arrabbiato. E poi le aveva tenuto il broncio per un giorno.
Katie sapeva che era rischioso, ma non poteva rimandare per sempre.

Questa volta lo preparò prima a ciò che voleva fare.
George, oggi vorrei che tu provassi a specchiarti” aveva detto calma. Lui era saltato su dalla sedia spaventato.
No. Non voglio! Non voglio!”
Dopo che lei l'ebbe calmato, fece apparire un grande specchio con un tocco di bacchetta, in fondo al salottino. George si agitò e cercò di allontanarsi, ma lei afferrò decisa la sua mano.

Respira lentamente. Grandi respiri. Ci avvicineremo di un passo” sussurrò calma. La grande mano di George tremava nella sua.
Fecero un passo verso lo specchio. Poi lui si fermò, deciso a non proseguire.

D'accordo. Per oggi va bene così. Sei stato bravo” osservò Katie facendo apparire un drappo blu sullo specchio, nascondendolo.
Un passo alla volta” mormorò abbracciandolo.

Ogni giorno, dopo pranzo, ripetevano la scena dello specchio; a volte George riusciva a fare due o tre passi, altre non si muoveva nemmeno di un millimetro. Katie pazientava, senza forzarlo, incoraggiandolo senza sosta. Era una lotta di pazienza la sua, e d'amore.
In una sera di fine Ottobre, George era riuscito ad arrivare a tre passi dallo specchio. Guardava la superficie lucida con ansia, attendendo il terribile momento. Lo specchio che aveva evocato Katie non mostrava il riflesso di una persona a meno che non ci si trovasse ad un passo da esso.

Katie era raggiante.
I progressi che George aveva fatto erano impressionanti per lei. Riusciva a chiacchierare normalmente con lui, come facevano quando erano ragazzi. Era più maturo e tranquillo, dimostrando di aver riacquistato il senno. Aveva cominciato ad uscire dalla sua stanza per chiacchierare con altri pazienti, poteva lasciarlo da solo per molte ore e riusciva a sopportare due o tre membri della famiglia in visita.
Ma il pensiero di guardare il suo riflesso lo terrorizzava ancora.

Il giorno seguente, ritto davanti allo specchio, avrebbe dovuto fare solo due passi. Katie al suo fianco attendeva in silenzio. Con un sonoro respiro George alzò un piede avanzando di un passo.
Il cuore gli batteva impazzito, la paura che gli scorreva sotto pelle. Strinse i pugni, forte, finché le mani non diventarono livide. Katie gli afferrò una mano aprendola e mettendoci la sua, intrecciando le loro dita.
George si rilassò un poco, trattenne il respiro e, prima che potesse ripensarci, separò la distanza tra lui e lo specchio.

Non appena si fermò, quello gli rimandò il suo riflesso. Rimase pietrificato a guardarsi.
Era un anno e mezzo che non vedeva il suo aspetto. Il suo viso era più adulto, con la mascella più decisa. I capelli erano di nuovo un po' lunghi sul collo. Passò una mano distratta nel punto dove un tempo c'era stato il suo orecchio, guardando il suo doppio fare lo stesso, speculare. Era più alto e più in forma di quanto si ricordasse.
Era diventato un uomo, quello che Fred non aveva avuto occasione di diventare. Fred, che gli mancava, il suo sorriso, i suoi occhi, il suo viso, tutto era identico a lui.
Arrabbiato col riflesso che avrebbe voluto fosse suo fratello, alzò il pugno per frantumarlo, ma colpì Katie alla spalla, che si era gettata per fermarlo.
Si fermò, impaurito per averla colpita.

La giovane guardò George con sguardo fiducioso e tenendosi la spalla si mise al suo fianco. Il riflesso di lei apparve al fianco del suo doppio.
Guardati. Non distogliere lo sguardo. Guarda l'uomo che sei diventato. Non devi arrabbiarti per come sei o per come appari.” La piccola Katie nello specchio muoveva le labbra in sincrono, ma non aveva voce.
Era questo che percepiva George, come se Fred fosse intrappolato nello specchio, ma lui non potesse sentire le sue parole. Come se non potesse più toccarlo.

Ogni volta che mi guardo vedo Fred! Io sono quello che Fred non può essere! Come posso specchiarmi se ogni volta è lui a rimandarmi lo sguardo!” urlò il giovane arrabbiato. Aveva preso a riempirsi di pugni la gamba.

Era la prima volta che pronunciava il nome del gemello da quando si erano incontrati, quasi credendo che non nominandolo il dolore non sarebbe apparso.
Lo vedrai sempre. Perché Fred vive in te. Ma anche se tu non ti specchiassi più, la gente coglierebbe frammenti di lui in te. Non puoi evitarlo e non dovresti farlo. Quando sentirai la sua mancanza, potrai specchiarti e ritrovarlo lì. Se tu sorriderai, lui sorriderà. Se tu piangerai, lui piangerà” mormorò lei tranquilla.
George guardava il suo riflesso col viso bagnato di lacrime, il suo doppio piangeva. Provò a sorridere e il suo riflesso sorrise tra le lacrime.
Rimase lì, a piangere e sorridere nello stesso momento, cercando suo fratello in sé, scoprendo per la prima volta che quello dall'altra parte assomigliava a Fred meno di quanto pensasse.
Iniziò a non aver più paura dello specchio, anche se non ci si specchiava mai molto.


Katie continuava a ricevere settimanalmente lettere di Ginny, della signora Weasley e di Hermione, per parlare, tra le altre cose, dei progressi di George. Le donne infatti erano diventate molto amiche e parlavano spesso e volentieri di cose personali. Era rimasta perplessa quando le erano arrivate le lettere di Percy, però. A quanto le aveva raccontato Hermione, Percy si sentiva in colpa per la morte di Fred e per l'auto-distruzione di George e le chiedeva dei continui progressi, sollevato. Katie cercò di fargli capire che non aveva motivo di colpevolizzarsi.
Poi c'erano sporadiche lettere di Ron che chiedeva a Katie di chiedere a George, senza farsi scoprire, alcune cose sul negozio. Infine aveva una corrispondenza quotidiana con Leanne, alla quale scriveva tutto.

Perciò era abituata che due o tre gufi atterrassero ogni mattina nella sua camera; ormai li conosceva bene e teneva per loro cereali per rifocillarli. Quella mattina tuttavia, mentre George era sotto la doccia, un gufo screziato che non conosceva atterrò vicino a Leo, il gufetto tubante di Ron. Il bel gufo le tese una lettera, che prese dopo aver congedato Leo che saltellava come un matto, e poi volò via senza accettare i cereali.
Incuriosita aprì la lettera:

Cara Katie,
sono Lee Jordan. Spero che tu stia bene. Ho saputo da Ron del 'miracolo della scarpa' come lo chiamiamo in negozio. Sono stupefatto. E contento. Pare che tu stia riportando George ad essere un uomo completo. I progressi di George, che Ron mi racconta giorno dopo giorno, mi rendono felice.

Mi sono fatto coraggio a scriverti, anche se tra noi non c'è mai stata molta confidenza, perché vorrei sapere se fosse possibile far visita a George. Mi manca. Non mi vergogno a dirtelo. Ho perso un amico per sempre, non voglio perderne un altro per stupido orgoglio.
Quando credi che sia pronto a vedermi ti prego di avvisarmi subito. Io aspetterò.

Ti ringrazio in anticipo.
E voglio aggiungere un grazie per ciò che stai facendo
Spero a presto

Lee”

Katie arrivò alla fine della lettera, commossa.

Immaginava il coraggio che era occorso a Lee per scriverla. L'ultimo ricordo che aveva di George era della sera in cui l'aveva picchiato in preda all'ira. Sentendo che a George avrebbe fatto bene, scrisse una risposta positiva, chiedendogli di presentarsi l'indomani al San Mungo alle nove, nell'atrio.
Decise di non dire nulla, per sfruttare la sorpresa come piccolo shock.

Il giorno dopo, Lee entrò nell'atrio puntuale e da come si strofinava le mani, sembrava che avesse atteso fuori al freddo per ore.
Era diventato più alto.
I Dread che portava lunghi a scuola c'erano ancora, ma non arrivavano alle spalle. Il volto più maturo, le mani più grandi, anche Lee era ormai diventato un uomo. Un bell'uomo a giudicare dalle occhiate che molte colleghe e donne nell'atrio gli mandavano ammaliate. Una donna a cui erano spuntati sei occhi ne strizzò tre al giovane.

Nei suoi occhi scuri  vide eccitazione e timore. Lui la riconobbe alla seconda occhiata, i capelli corti ingannavano tutti. Le venne incontro spedito poi si fermò impacciato e in imbarazzo.
Ciao, Katie” mormorò debole. Entrambi non sapevano come salutarsi; si conoscevano a Hogwarts, ma non erano mai stati grandi amici, si erano scambiati giusto qualche battuta o i saluti. Katie, impacciata quanto lui, gli tese la mano per tagliare corto. Lui la strinse grato.
E' un piacere vederti, Lee” esclamò sincera.

In silenzio, cosa molto inusuale per Lee, lo accompagnò all'ala privata. Aprì la porta che dava nel salottino e trovò George seduto, lo sguardo alzato dal libro che stava leggendo. Prima le rivolse un sorriso, poi si accorse dell'uomo che la seguiva e sembrò adombrarsi, forse per il ricordo del loro ultimo incontro. Si alzò lentamente dalla sedia mentre Lee entrava nella stanza.
Katie si mise in disparte, sentendo di essere di troppo.
I due si fissarono a lungo, sembrava stessero comunicando col pensiero, perché i loro visi cambiavano espressione di continuo. Lee era entrato con un'espressione speranzosa, che si era trasformata in un ghigno teso. George aveva una gamma di emozioni sul viso che non si riusciva nemmeno a cogliere.

Poi, inaspettatamente, si aprì in un meraviglioso sorriso. Lee, incredulo, si ritrovò a rimandarne uno identico.
George divorò la distanza che li separava e lo abbracciò.

Scusami, amico. Scusami” mormorò dandogli pacche sulla schiena. Lee rideva estatico, dando anche lui pacche a George. Katie, allegra, uscì piano dalla porta.

Lee si congedò tre ore dopo, con la promessa di tornare ogni tre giorni a fargli visita. Katie lo accompagnò all'atrio, più per cortesia che per reale necessità.
Come ti vanno le cose?” aveva chiesto a Lee.
Bene, grazie. Il negozio procede bene e Ron è un buon co-gestore. Penso di andarmene però, quando George tornerà. Tornerà vero?” domandò perplesso.
Sì, non c'è da dubitarne. Già dal prossimo anno” mormorò lei sicura.
E' un miracolo, sai? Che tu abbia saputo ritrasformare George in sé stesso da ciò che era prima. Ci ho provato anche io, non sai quanto ci ho provato. Ma continuavo a scontrarmi contro un muro. E poi sai in che modo è finita” raccontò tetro.
Mi hanno raccontato l'episodio, sì. George è sempre stato insicuro verso Fred, e non pensava potesse morire. Perché Fred era speciale ai suoi occhi e niente poteva ferirlo. Secondo il suo punto di vista sarebbe dovuto morire lui.”
Sono stata fortunata, credo. George non si aspettava di vedermi e ha abbassato la guardia permettendomi di entrare in quel muro. Ma non è ancora tornato se stesso, non del tutto” continuò seria.
Fortuna?” sorrise enigmatico lui.

Rimasero in silenzio fino a che non arrivarono all'atrio.
Ho un messaggio di Angelina” disse Lee prima di sparire oltre il vetro.
Katie spalancò gli occhi, perplessa. Angelina le avrebbe chiesto di vedere George? Che avrebbe fatto? E se avesse vanificato ogni progresso?

Mi ha detto di dirti grazie. E di dare a George tutta la felicità che merita. E di lasciare che ti dia quella che meriti.” Darle felicità? Angelina aveva capito male, lei era la sua infermiera, non la sua ragazza.
Prima che potesse replicare, Lee l'aveva stretta in un veloce abbraccio. Lasciandola andare attonita e imbarazzata, dato che tutto l'atrio si era voltato a guardare il bel ragazzo abbracciarla, sparì oltre il vetro con un “a presto!”

Tornando da George seguita dai fischi dei colleghi che la prendevano in giro, Katie pensava assorta a come tutti stessero fraintendendo la loro relazione. Nelle lettere Ginny le diceva le stesse cose. Hermione faceva alcune velate considerazioni. E Leanne le diceva di non approfittare della situazione.
-Siamo solo amici! Io lo amo, ma ciò non toglie che siamo solo amici. Purtroppo.-
George l'accolse con un abbraccio e un sorriso che la scaldò fin nel profondo.
Leanne aveva ragione. Alla fine il suo cuore si sarebbe rotto.



Note:

Ehilà! ^__^

Dunque...cosa ho da dirvi su questo capitolo...mmmh...credo nulla. Se non che il recupero non viene spiegato nel dettaglio, con capitoloni strappalacrime e pieni di dialoghi introspettivi perché altrimenti sarebbero diventati una ventina e non credo che la cosa sarebbe stata tollerabile.

Scommetto che avete pensato male quando si sono infilati nel letto! Ammettetelo...

Voglio dirvi sempre e ancora grazie per l'affetto per la storia che traspare dai vostri commenti, mi fa un piacere immenso. ^_____________________^

A domani

Mimì




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Capitolo 26
*** Raccomandazioni dal passato ***


Natale era ormai vicino, come annunciava il freddo gelido che li attorniava nel cortile, e nella lettera che la signora Weasley aveva mandato a Katie, disse che sarebbe stata molto felice se suo figlio avesse potuto partecipare al pranzo natalizio alla Tana. L'invito era ovviamente esteso anche a lei, diceva la pergamena.
Katie la mise nella tasca della veste, pensierosa.

Le sarebbe piaciuto che George passasse il natale in famiglia, ma era pronto? A stare in mezzo ai suoi cari, nel luogo in cui era cresciuto con Fred, dove ogni cosa era impregnata dei loro ricordi?
Per ricostruire un altro po' di George, capì che doveva prepararlo anche a quello.

Un pomeriggio mise la foto di lui e Fred, che era il suo tesoro, nelle sue mani. I minuscoli George e Fred di diciassette anni gli sorrisero. Il suo doppio si toccò l'orecchio, incredulo che il suo reale non l'avesse più, Fred gli mandò un sorriso da orecchio a orecchio.
La foto tremò nelle sue mani poi, con un singhiozzo, scoppiò a piangere. I gemelli cartacei si ripararono dalla pioggia di lacrime con le braccia. Fred lo guardò commosso poi abbracciò George. Sembrava che il suo gemello nella foto volesse fargli capire che gli voleva bene, che era con lui. Anche il George della foto piangeva abbracciando il fratello.

Lui continuava a guardarli e a singhiozzare, a strofinare la foto con la mano, quasi desiderando di essere assorbito dentro, di potersi ricongiungere a Fred in qualche modo.
Ricordi quando mi inviasti quella foto?” domandò Katie sedendosi al suo fianco sul divano. George rimase assorto sulla foto.
Era l'estate del '95. Credevi che avrei riempito Fred di baci, ma non gliene diedi mai nemmeno uno” continuò a raccontare, un po' imbarazzata. George alzò lo sguardo e la guardò, sorpreso.
Oh sì, e ricordo che lo dissi al Fred della foto” disse Katie puntando il minuscolo gemello, “e lui fece finta di offendersi mentre il piccolo George lo prendeva in giro. Come avreste fatto voi due, dal vero.”

Fred e George seguivano i loro discorsi e iniziarono a spintonarsi per attirare l'attenzione di Katie; vedendo che la cosa sembrava divertire George, i due presero a saltare e fare gli idioti come a volergli tirare su il morale. E un sorriso balenò tra le lacrime. Per aiutarlo a tirare fuori il dolore, ogni giorno visionavano insieme una delle foto che la signora Weasley le aveva mandato, e George raccontava tutte le storie che gli ricordavano. Piangeva, ma singhiozzando riusciva comunque a raccontare tutto e a volte sorrideva dei pasticci che lui e Fred combinavano.

A quattro anni provammo a fare una pozione per far diventare Percy divertente. Solo che era troppo cauto e non volle bere, così la facemmo bere a Ron. Diventò completamente giallo, poi iniziò a ridere e correre per la stanza come un matto. Noi ci rotolammo in terra dalle risate, ma la mamma non fu così divertita. Fred disse che sarebbe stato bellissimo se fosse stato Percy a fare il matto. L'ha sempre trovato troppo serio.”
“A otto anni Fred aveva pienamente capito che la mamma non riusciva a distinguerci e lo trovava fantastico. Continuavamo a scambiarci facendola uscire di testa; è stato per questo che la mamma ha iniziato a mettere le lettere sui nostri maglioni di natale. Ma noi ci scambiavamo anche i vestiti perciò non aveva molto senso” rivelò mostrandole una foto di lui e Fred a otto anni. Sorridenti vicino ad un albero di natale, entrambi senza i denti di sopra, indicavano i maglioni con una G e una F. Solo che la F l'aveva George e la G, Fred. Avevano già quelle loro piccole differenze nei comportamenti a otto anni.

A 11 anni arrivò la nostra lettera da Hogwarts e potemmo avere le nostre prime bacchette. La prima cosa che facemmo fu sfidarci a colpi di incantesimi; solo che ovviamente non sapevamo ancora controllare la magia e alla fine ci nascondemmo dalla mamma, io con il naso a grappolo d'uva e Fred con le orecchie come orologi a cucù.”

Più raccontava dei suoi ricordi più sorrideva. Alla fine scoppiò in una risata. Una risata roca e rugginosa, ma col cuore. Era la prima vera risata che emetteva da tempo. La prima senza Fred.
Sembrò rabbuiarsi, come se si sentisse in colpa. Sbatté le foto sul tavolo lì vicino e si chiuse in camera sua. Katie lo trovò rannicchiato davanti allo specchio. Si accucciò accanto, cauta.

George, non c'è nulla di male a ridere. Fred vorrebbe che tu ridessi.”
Non ho il diritto di essere felice. Non ho il diritto di ridere se lui non c'è più. Lui non può farlo! E' morto!” esplose tirandosi su e iniziando a spaccare gli oggetti che gli capitavano sottomano. Un soprammobile frantumò il vetro di una cornice lanciando le schegge in aria. Le lenzuola e il materasso vennero scagliati lontano, cadendo disordinatamente sul pavimento. Strappò le cornici dai muri spaccandoli con forza a terra. Rovesciò i tavolini, gettò i libri di qua e di là facendoli schiantare contro le pareti.
Sembrava che non ci fossero stati progressi, che quei sei mesi fossero stati vani.

Katie rimase in piedi, ferma a fronteggiare la sua furia e quando uno dei libri lanciati la colpì in viso non si scansò e non disse nulla. George si accorse del rivolo di sangue che le scendeva dalla fronte, ferita dalla punta del libro, e si bloccò. Lei lo guardava dritto negli occhi.
Sai una cosa? E' un bene che Fred non possa sentirti infamarlo in questo modo! Stai dicendo che non puoi essere felice perché lui non lo vorrebbe? Fred ti amava più di ogni altra persona al mondo e tu lo stai uccidendo davvero parlandone così” esplose furiosa senza più trattenersi. George, con gli occhi lucidi, stava fermo ad ascoltarla.

Una volta mi confidò che lui sapeva della tua insicurezza e delle vostre differenze caratteriali. Credi che non vorrebbe che tu fossi felice? Che non desidererebbe che la tua vita fosse magnifica, piena d'amore e di risate? Per come io ho conosciuto Fred sono sicura che per ogni lacrima che versi, lui ne versa un'altra ovunque si trovi” continuò accorata.
Continuava a osservarla in silenzio, rapito dalle sue parole, pensieroso.

Se fosse stato il contrario...se Fred ti fosse sopravvissuto, tu avresti voluto che si distruggesse nel dolore come fai tu o che continuasse a ridere e far ridere la gente?”
George, asciugandosi le lacrime, fissò il suo riflesso nello specchio. Quello gli restituì lo sguardo addolorato e perso.

Non avrei mai voluto che Fred sopportasse questo dolore. Non avrei sopportato che il suo sorriso si spegnesse.”
Ed è quello che di sicuro pensava anche lui. Il vostro affetto era reciproco, eravate l'uno la metà perfetta dell'altro.”

Lui tornò a rannicchiarsi mogio vicino allo specchio, scheggiatosi nella furia. Le fece segno di avvicinarsi. Quando si fu adagiata al suo fianco le asciugò il sangue che colava dalla fronte con la manica.
Scusami. Non volevo ferirti. E' solo che questo dolore è incontenibile, mi corrode da dentro. Sento un buco nero al posto del cuore.”
Ti fa male perché sei vivo. Perché il tuo cuore sta lottando per amare ancora. Finché batterà saprai che potrai sempre rialzarti, potrai provare ancora gioia, amore, dolore, tristezza, rabbia e felicità. Io credo che anche per Fred tu dovresti sforzarti di vivere alla grande. Cosa pensi che ti dirà se lo raggiungerai vivendo una vita di dolore e lacrime fino a consumarti?”
Di sicuro mi darebbe dell'idiota.”
E se invece tu vivessi una vita piena, in cui ogni secondo ha avuto un significato, amato, amando, ridendo e gioendo della vita, lui non credi che ti ringrazierebbe? Per aver vissuto anche un po' per lui?”

Lui annuì piano.
Allora, George, vivi una, due, cinque, cento vite. Dai un valore ad ogni secondo. Fallo rivivere ancora.”
Il sorriso di George, molto più uguale a quello di Fred di quanto fosse mai stato, balenò sulle sue labbra.


La mattina di Natale si materializzarono nel cortile della Tana. Non aveva avvisato nessuno, così al rumore della Materializzazione, i visi di tutti apparvero alla finestra. Le facce gioiose e incredule scomparvero in un lampo e con un rumore fragoroso la porta venne sbattuta con forza, mentre la famiglia al completo si precipitava fuori. Rimasero tutti in attesa, i respiri che si condensavano in bianche nuvolette aspettando un cenno, una parola.
Buon Natale” sbottò George, sorridente, allargando le braccia.

I Weasley si tuffarono ad abbracciarlo, diventando un ammasso unico di capelli rossi. Un chiacchiericcio intenso, singhiozzi e risate salivano dal centro dell'abbraccio. Katie notò che, come lei, anche Fleur, Hermione e Harry si erano tenuti in disparte, commossi. Fleur forse per paura che le schiacciassero il vistoso pancione. Una donna affascinante, che le venne presentata come Andromeda Tonks, stava sull'uscio tenendo in braccio un bimbo coi capelli azzurri, Teddy, il figlio di Remus e Tonks.

La signora Weasley riemerse dal mucchio e la strinse in un abbraccio mozzafiato.
Grazie” le singhiozzò all'orecchio. Katie ricambiò il suo abbraccio, dandole delle pacche sulla schiena. George intervenne a salvarla.
Mamma! La stai strozzando! Su, andiamo dentro che qui si gela” mormorò staccandola piano da Katie e precedendo tutti in casa con la madre sottobraccio. Katie veniva dietro ed esaminava le sue reazioni. George era calmo e non sembrava mostrare reazioni negative alla vista della sua casa.
Lo vide perdersi in pensieri suoi mentre vagava con lo sguardo di qua e di là. Si soffermò un secondo su un orologio bizzarro le cui lancette avevano i nomi dei Weasley; la lancetta con George era puntata su “casa”, quella con Fred su “perduto”.
Si sedettero nella rustica cucina e fecero onore al pranzo della Signora Weasley. Questa stava seduta vicina a George e gli riempiva il piatto di continuo, commossa.

Fu una grande festa, a cui Katie non era abituata.
Essendo figlia unica, non aveva mai percepito quel calore così intenso a Natale, di piccole cose che ti fanno sorridere. Risate diverse che si mescolano una con l'altra, voci che si sovrastano, decine di portate, giochi in compagnia e migliaia di regali. La signora Weasley, che fino all'ultimo aveva creduto nel loro arrivo, le aveva preparato un maglione alla Weasley, rosso intenso. George, che ne indossava uno blu, glielo infilò a forza, ridendo, dato che la faceva sembrare un grosso pomodoro.
Lei lo trovò molto natalizio.

A fine sera si sedette con la Signora Weasley, Hermione, Fleur, Ginny e la signora Tonks a prendere una tazza di cioccolata. Harry, Percy, e il signor Weasley erano seduti nel divano a discutere di politica o affari del ministero. Ron e Bill confabulavano di Quidditch con George, Charlie mostrava un modellino di drago al piccolo Teddy Lupin che si era fatto spuntare i capelli rossi come i Weasley.
Kingsley, il primo ministro Kingsley, apparve prima di mezzanotte tra l'euforia generale.

Katie dovette sopportare le battutine di Ginny e le occhiate furbe e sornione che Hermione le lanciava quando si voltava a guardare verso George.
Lei si era informata della gravidanza di Fleur.

Nascierà a Masgio!” squillò contenta la donna. Era, se possibile, ancora più bella del solito.
Sapete già il sesso?” chiese contenta. I bambini sapevano portare un sacco d'amore.
Non. Ma Bill disce che non importa. Sarà una sorpresa per tuti!”

La Signora Weasley continuava a chiederle se sarebbero rimasti a dormire.
Se George se la sente di restare lui può rimanere. Io devo rifiutare, mi spiace” rispose decisa. Non se la sentiva di rimanere in quell'ambiente famigliare di cui non faceva parte. Fleur era sposata con Bill e incinta del loro primo figlio. Hermione era la fidanzata di Ron. Harry il fidanzato di Ginny. Lei era l'infermiera di George, nient'altro. Non poteva illudersi che sarebbe entrata a far parte di quella meravigliosa famiglia.

Cos'è che ti spiace?” chiese George apparendole alle spalle.
Le rubò la tazza di cioccolata dalle mani e ne bevve un grosso sorso, prima di ridargliela dato che lei gli tirò l'orecchio. Hermione fece di nuovo quella faccia.
Molly Weasley prese la palla al balzo.

Stavo dicendo a Katie che sarebbe bello se restaste a dormire qui” disse speranzosa.

Katie era certa che George avrebbe risposto di no, che non se la sentiva.
Certo che rimaniamo qui a dormire” replicò lui, tranquillo.
Vuoi dire che tu rimani! Io davvero non posso” ribatté lei veloce, spegnendo il sorriso sul viso di Molly.
Tu non puoi lasciarmi solo!” proferì lui, ferito.
Non sei da solo! Sei qui con la tua famiglia, una dozzina di persone staranno con te!” replicò decisa Katie, fissandolo negli occhi.

Non puoi abbandonarmi! Ho bisogno di te!” protestò George alterato. Sembrava non gli importasse che le donne in cucina, e adesso anche gli uomini in salotto, ascoltassero quelle parole. Non aveva tentennato un attimo a dirle, non ne era minimamente imbarazzato. Katie evitò di guardare verso Hermione e Ginny perché già con la coda dell'occhio le vide scambiarsi un sorriso emozionato.
Se tu non rimani io non rimango. Mamma dovrà farsene una ragione” mormorò cupo. Molly Weasley seguiva la scena tesa e la vide intristirsi alle ultime parole del figlio.
Stava usando la carta dei sensi di colpa! Subdolo e manipolatore George.

Respirando a fondo, acconsentì a rimanere. George l'abbracciò felice per le spalle, Molly Weasley sorrise.
È deciso. Aggiungo una branda in camera di Ginny” saltò su emozionata.
No, mamma. Katie dorme con me” la corresse George, trattenendola nel suo abbraccio. Katie assunse una intensa colorazione rossa, in tinta col suo maglione.
La signora Weasley si girò incredula e mezzo arrabbiata.

Spero tu stia scherzando, George” lo fulminò con una tipica occhiata alla Molly.
No. Io e Katie abbiamo già dormito assieme” rivelò innocentemente lui.

A quelle parole Ginny saltò su a dare pacche sulla spalla alla sua “futura cognata”, Hermione nascose il viso dentro la tazza con un sorrisetto imbarazzato, Fleur mormorò un: “c'est l'amour”, la signora Tonks guardò il lampadario visibilmente interessata e Molly Weasley arrossì e squadrò sbigottita prima George sorridente poi lei ormai col viso a fuoco.
No, signora Weasley, non si faccia idee sbagliate. Non è quello che pensa” balbettò mettendo le mani avanti. Dopo che ebbe sgridato George e furono riusciti a convincerla che non c'era stato niente tra loro se non un rapporto puramente medico, e che George l'ebbe praticamente supplicata facendola sentire in colpa, la donna acconsentì a farli dormire in camera insieme, anche se ancora un po' dubbiosa.
Katie era certa che si sarebbe precipitata ogni cinque minuti in camera con delle scuse.
Ron, saputolo, ebbe la mezza idea di chiederle di poter dormire con Hermione, ma quest'ultima, che aveva capito il suo pensiero, lo colpì in testa col cucchiaino.

La camera che era stata dei gemelli era piccola, ma ospitale, con due letti, due comodini, una scrivania e una piccola cassettiera. George entrò dentro senza esitare, studiando la sua vecchia camera con un sorriso malinconico. Lei rimase sulla porta, sentendo che quello era un luogo caro per lui.
-Ecco perché non volevo rimanere.-

George la tirò dentro e le indicò il suo letto. Lei lo buttò fuori per cambiarsi. Sdraiata dentro il letto caldo e morbido, con il pigiama prestatole da Ginny, Katie faticava un po' ad addormentarsi.
George? Posso dirti una cosa?” domandò nel silenzio della casa.
Lui rispose con un mugugno alla sua destra, dall'altro letto.

Non sono a posto a dormire nel letto di tuo fratello.” Si sentiva a disagio a pensare di dormire nel letto di Fred, di profanare il suo spazio col suo corpo.
No” mormorò George. “Quello è il mio. Questo era di Fred.”

Katie si strinse nelle coperte, imbarazzata al pensiero di dormire nel letto dove George aveva sognato notte dopo notte tutta la sua vita. Perché George l'aveva fatta dormire nel suo letto e non in quello di Fred? Che non volesse metterla a disagio? O forse non voleva che nessuno, a parte lui, toccasse le cose del fratello. George parve accorgersi dal suo mutismo dei pensieri di lei. Lo vide puntellarsi sul gomito per sollevarsi e guardarla, anche se era buio.

Ti ho fatto dormire nel mio letto perché non volevo che tu pensassi di essere una sorta di sostituta di Fred” rivelò sottovoce.
Eh? Che cosa significa?”
Tu mi stai sempre accanto, e ho iniziato a pensare che forse tu pensi di essere per me una sorta di surrogato di Fred. Una persona al quale attaccarmi in mancanza di mio fratello. Ma non è così. Ho pensato che se ti avessi fatto dormire qui, nel letto di Fred, questa convinzione si sarebbe rafforzata e così ti ho dato il mio letto.”
Il ragionamento di George la spiazzò. Era parecchio contorto.

Io non ho mai pensato di star sostituendo Fred. Nessuno potrebbe farlo. Non avrei mai la presunzione di pensarlo.”
Oh” disse lui, sentendosi sciocco, “volevo solo che fosse chiaro. Tu sei Katie e stai con me come Katie.”

Lei si sentì imbarazzata da morire. Cosa le stava dicendo nell'oscurità notturna, nella sua vecchia camera?
Stavo pensando che tutto questo mi ricorda molto i nostri incontri al pozzo dei segreti. Quando ci confidavamo i nostri segreti, senza vederci in viso. Sembrano passati secoli” confessò George nell'oscurità.
Sono passati secoli, avevamo 15 e 16 anni, eravamo piccoli e insicuri.”
Donna di ghiaccio?” mormorò poco dopo.
Dimmi, uomo del mistero.”
Grazie.”
Non c'è nulla di cui ringraziarmi.”
Vuoi venire al Ballo con me?” aggiunse lui subito dopo. La risata di Katie venne interrotta da Molly che entrò a sorpresa spalancando la porta, dicendo di voler offrire loro un cioccolatino della buona notte.

Katie venne costretta a restare per tutte le vacanze natalizie, da un subdolo George e da un'insistente Molly Weasley. Dopo un breve viaggio al San Mungo per prendere dei vestiti e avvisare il Guaritore Fawley, non le venne più data occasione per lasciare la Tana.
Con Ginny chiacchierava di Quidditch. Hermione era davvero interessata alla sua carriera da Guaritrice, sapendo quanto sforzo e studio ci fosse dietro. George si divertiva a darle fastidio e a metterla in imbarazzo davanti alle altre donne, visto che si era accorto delle loro occhiatine. Molly la intratteneva di continuo con le sue chiacchiere e aveva insistito per insegnarle a lavorare a maglia.

Stava proprio cercando di capire il punto rovescio che la donna cercava di spiegarle, mentre sedevano placidamente in salotto insieme a Fleur, Hermione e la signora Tonks, quando George venne a cercarla, portando un po' di neve e di freddo con sé. Le disse che erano tutti risaliti fino alla collina per una partita a Quidditch e aspettavano solo lei. Gli fece notare che era già impegnata.
Non essere sciocca, Katie. Vai fuori a divertirti. Possiamo lavorare a maglia questa sera” esclamò convinta Molly. Grata dello svago, appoggiò il suo lavoro su un tavolino e si fiondò su in camera a prendere cappotto e sciarpa.

Mentre cercava in giro per la camera, George aveva il vizio di spargere vestiti e oggetti tutti alla rinfusa, il suo sguardo venne attirato ancora una volta da Fred, che saltava su e giù nella cornice per farsi notare.
Era una grossa foto dei gemelli quando avevano undici anni, aveva stimato. Avevano entrambi la divisa di Hogwarts e brandivano fieri le loro bacchette, con un buffo taglio a caschetto. Da quando aveva messo piede in quella stanza aveva notato che Fred cercava di attirare la sua attenzione con ogni mezzo possibile, come aveva appena fatto; George invece, imbarazzato dal fatto che lei e il vero George dormissero assieme, si nascondeva sempre dietro la cornice.
Si avvicinò per guardarlo in viso; doveva alzare la testa. Fred, contento che lei gli desse attenzione, le sorrise. Era proprio carino, già da piccolo.

Che cosa c'è, Fred?” chiese alla foto. Sapeva di essere pazza a parlare con una foto, ma Fred sembrava davvero intenzionato a volerle dire qualcosa. Si indicò poi girò su sé stesso mostrandole la schiena.
Katie pensò che volesse solo farle qualche scherzo. Rigirandosi deluso, vide che lei non aveva capito. Continuò a ripetere la scenetta tre o quattro volte senza successo. Lo vide portarsi le mani alla testa, esasperato.
George apparve da dietro la cornice per dargli una mano, rosso in volto e teso. Indicò prima sé stesso poi Katie, poi afferrò Fred e lo voltò di spalle. Avendo capito il messaggio, emozionata, staccò la cornice sotto lo sguardo attento dei gemellini, la voltò e trovò una lettera attaccata sul retro, che staccò con mani tremanti. Fred e George si strinsero la mano, soddisfatti.

Il vero George spalancò la porta in quel preciso momento.
Ti sei persa? Cosa stai...” Notò la cornice poggiata per terra e Katie che lo guardava agitata, con la lettera in mano. Gliela tese, la mano ancora malferma.
L'intestazione diceva: “Per Forge, da Gred”
George la fissò attonito per alcuni istanti, poi con un gesto deciso l'aprì.
Lo osservò mentre gli occhi scorrevano sulla lettera, tristi, umidi, sempre più emozionati, ogni tanto illuminati da un sorriso. Quando finì di leggere stava piangendo e ridendo. Le passò la lettera e lei, un po' titubante, ci si tuffò dentro.

Caro George,
perché stai leggendo questa lettera? Smettila immediatamente! Quante volte ti ho detto di non prendere le mie cose? E i vestiti, i fumetti, la mia bellezza...

Sei ancora qui a leggere? Allora credo proprio di essere morto, non si spiega altrimenti come mai tu non sia ancora caduto a terra, fulminato dall'incantesimo anti spioni che ci ho gettato sopra...niente fumo né scariche elettriche? Sono morto.
Son sicuro che stai pensano a quanto poco da me sia scriverti una lettera post-mortem e hai perfettamente ragione. Non ho nulla da dirti di quanto tu già non sappia.
O almeno così credevo, fino a oggi.

E' successo qualcosa oggi che mi ha spinto a prendere piuma e carta e scrivere questa sorta di testamento mentre tu dormi ancora un po' sottosopra.
Ho rischiato di perderti, George. Hai perso solo un orecchio, ma sarebbe bastato così poco per dirti addio definitivamente. E la cosa mi ha sinceramente sconvolto. Unita alla tua pessima battuta sul romano.
Come sai non ho paura della morte, so bene che prima o poi toccherà anche a me. Ma non mi ero mai soffermato a pensare che tu potessi morire, George, e lasciarmi da solo. Son stati solo pochi attimi, ma ho davvero assaporato il terrore, per la prima volta.

Il pensiero successivo è stato: e se morissi lasciando George da solo? Sappiamo tutti e due che io sono quello più duro e coraggioso, oltre che più bello, e che quindi tu senza di me entreresti in uno stato larvatico e depressivo. Ecco cosa mi ha spinto a scriverti: motivarti. Perché non posso farlo di persona.
Sono di sicuro morto da eroe, probabilmente mentre uccidevo Voldemort in persona trafitto però allo stesso tempo dal suo incantesimo, vittorioso e martire. Bello e tragico. Vero? Eh, lo so. Spero tu mi abbia fatto costruire una statua in giardino, la pretendo. Trenta metri, di oro puro. Puoi sciogliere le spillette di Percy per farla.

Ovviamente ogni cosa che possiedo è tua e mi auguro che tu non abbia dato fuoco al negozio o alla casa nella tua follia. Tornerò dall'aldilà se hai osato.
Desidero solo poche cose da te: promettimi che non cadrai in depressione auto distruggendoti e arrivando qui all'improvviso dopo aver vissuto da schifo; ti prenderò a calci se lo farai. E sappi che nell'aldilà avrò stivali in ferro. Non piangere troppo, le lacrime rovinano il nostro viso e dato che sei rimasto l'unico a poter sfoggiare tanta bellezza hai il dovere di sorridere.

Voglio che tu rida sempre e ancora, è un ordine. E devi creare gli scherzi più meravigliosi mai inventati, devo riuscire a sentire le risate fin qui. Poi voglio che tu ti trovi una donna in gamba e ti sposi, beh non subito, non ho idea di quanti anni tu abbia al momento. Insomma goditi la vita, poi sposati e fammi un favore, chiama il tuo primo figlio maschio come me, raccontagli delle nostre avventure e crescilo con la passione degli scherzi. Sarà adorabile, anche se mai come me.
Vediamo che altro: ah sì, ti autorizzo a farti passare per me se mai finirai ad Azkaban o se dovrai dare dei soldi a qualcuno. Sarà bello avere la fedina penale sporca anche dopo morto.

Dai sempre fastidio a Percy, quando quell'idiota tornerà a casa. Oh tornerà, e potrai prenderlo in giro. Ho sempre amato infastidire Percy, è così semplice.
Di' a mamma e papà che li amo, ma che non sono minimamente dispiaciuto per averli sempre fatti arrabbiare. Nemmeno un po'. Mi dispiace di essermi fatto scoprire tutte le volte.
A tutti i nostri amici e familiari che voglio loro un gran bene.
E ad Angelina...no, non dirle nulla. Lo sa già.

Ti avevo detto poche cose? Mentivo! Sono morto e tu devi assecondare le mie ultime volontà.
Ti voglio bene, George; credo che l'ultima volta che te l'ho detto fosse a undici anni, quando avevamo paura di finire in case diverse e ci siamo ripromessi di essere sempre amici. Prima ancora che fratelli. Anche se l'idea di scambiarci le case ti giuro ancora mi solletica la fantasia. Sarebbe stato fantastico e avrebbe mandato la McGranitt fuori dai gangheri.

Sei la parte migliore di me, George. Se vivrai appieno io vivrò ancora, attraverso te. Ah, stai russando, hai rovinato il mio unico momento sdolcinato. Grazie mille.
Un ultima cosa: raggiungimi solo dopo aver goduto della vita. A cento trent'anni circa. Così tu sarai un vecchio bacucco e io sempre il più bello.
A non tanto presto,
con infinito affetto,

Tuo, bellissimo e fantasmagorico, Fred”

Katie singhiozzò piano, sorridendo tra le lacrime. George piangeva quietamente.
E' così da Fred. Farti ridere mentre stai piangendo” mormorò lei guardandolo negli occhi. Si abbracciarono. Rimasero aggrappati l'uno all'altro singhiozzando piano e ridendo.
George? Katie? Harry e Ginny sono venuti a cercar....cosa state facendo?” urlò Molly salita per chiamarli, fissandoli mentre si abbracciavano in atteggiamento intimo, da soli, in camera. Impiegarono mezz'ora per spiegarle la situazione visto che continuava a interromperli per sgridarli e altre due ore per farla smettere di piangere dopo che le ebbero parlato della lettera di Fred.
Quella notte guardò verso il quadro dei gemelli prima di addormentarsi e vide Fred sorriderle grato, prima di sparire oltre la cornice, dietro a George.



Note:

Ciao!

Siamo vicinissimi alla fine.

Cosa ne pensate della lettera di Fred? Certo che nasconderla dietro alla cornice...ho pensato che i piccoli gemelli nella foto fossero i custodi e che abbiano cercato di attirare l'attenzione di George quando stava alla Tana, ma che lui non vi avesse fatto caso, perché troppo depresso.

Vi lascio nuovamente il link del video che ha creato SilverKiria:

http://www.youtube.com/watch?v=jun5Q8QhaMY&feature=youtu.be Grazie ancora.

Un abbraccio a tutti

Mimì

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Capitolo 27
*** L'errore più dolce del mondo ***


Tornarono al San Mungo ad anno nuovo già iniziato. Molly strinse forte il figlio riempiendolo di baci, restia a lasciarlo andare.
Gennaio fu un mese molto frenetico; Katie si impegnava a rimettere a posto anche la magia di George. Sotto la sua sorveglianza avevano acconsentito a dargli la sua bacchetta per qualche ora al giorno, per riprendere a far pratica. A causa del grosso shock e del lungo periodo senza usare la bacchetta, la sua magia era discontinua. Dandogli fiducia e insistendo per provare, Katie rimase entusiasta dai progressi di George.
Ed era decisa a fargli una sorpresa per premiarlo.

Tirocinante Guaritrice Bell, te lo proibisco! Non sappiamo come il paziente possa reagire!”
Era andata a chiedere il permesso al Guaritore responsabile Marwood, il suo superiore, più per formalità che altro, ma lui, con sua enorme sorpresa, si era detto contrario. Si tirò su arrabbiata.

George è ormai completamente guarito! Manca davvero poco perché sia dimesso! E la famiglia Weasley mi ha dato carta bianca. Sono venuta ad avvisarla solo perché non si preoccupasse” sbottò decisa.
Ma una cosa del genere non è consigliabile. Che succederebbe se lui avesse un'altra crisi? Da soli come potresti fermarlo? Tu hai la bacchetta, ma lui è ritornato in forze e non ci metterebbe molto a contrastarti. E' troppo pericoloso!”
Katie uscì dall'ufficio sbattendo la porta.

Tornata nella stanza trovò George intento a specchiarsi, silenzioso. Le si strinse il cuore, stava dimostrando giorno dopo giorno una volontà ferrea; voleva tornare a vivere e si stava sforzando al massimo. E Katie dovette ammettere che ogni giorno che passava, amava quell'uomo sempre di più.
George, ho una sorpresa. Vuoi venire con me?” domandò distraendolo dallo specchio. La osservò emozionato e spaventato allo stesso tempo.
Il Guaritore poteva dire quello che voleva, non avrebbe privato George del suo regalo, pensò ribelle.
Gli tese la mano, lui l'afferrò fiducioso e lei smaterializzò entrambi.

Si materializzarono nella campagna della famiglia Bell, spazzata dal vento. Katie gli tese il mantello che aveva afferrato prima della smaterializzazione.
George ammirò estasiato il mondo che da troppo tempo non osservava davvero. Il sole che illuminava la neve, gli alberi spogli ammantati e ricoperti di scintillanti ghiaccioli, il cielo terso e freddo, un prematuro bucaneve che faceva capolino ai suoi piedi, timido. Si accorse che Katie aveva abbandonato il suo fianco solo quando la vide scendere da un colle con una scopa in spalla. La sua vecchia Comet.
Senza dire nulla montò sulla scopa e gli fece segno di salire. George nervoso e rigido esitò un attimo poi sali dietro di Katie, afferrandola delicatamente per la vita.

Al momento dello slancio entrambi avevano il cuore in gola, come quando si manca un gradino. Poi iniziarono a volare nel cielo.
Katie non aveva perso lo smalto, dirigeva il volo con maestria e precisione. George sentì un enorme calore al centro del petto, una sensazione di pace che non provava da tempo o forse non aveva mai provato prima.
La voce di lei gli arrivò indietro sospinta dal vento.

George?”
Dimmi.”
Vuoi diventare vento?” chiese lei estatica.

George strinse la presa più forte, facendo combaciare il loro corpi, la testa che spuntava da sopra la sua spalla. Katie lo prese per un sì; spronò la scopa al massimo, saettando nell'aria, le orecchie che fischiavano mentre gli occhi le lacrimavano. La guancia di George che appoggiava sulla sua era bagnata di lacrime.
Tornarono a terra dopo un'ora di volo, gelati ma sereni. In silenzio, dopo aver rimesso la scopa nel capanno, si smaterializzarono.

Katie si beccò una colossale ramanzina dal Guaritore Marwood che li aspettava nella loro stanza da pranzo. Le inveì contro dandole della sciocca, dell'incosciente e mille altri improperi che gli saltarono alla mente al momento. Lei si difese per nulla intimidita.
Fu George ad interrompere il loro litigio.

Guaritore, io mi dimetto dall'ospedale” annunciò calmo, frapponendosi tra loro.
I due lo guardarono allibiti.

E' giunto il momento di fare un altro passo avanti e uscire da qui. Con Katie, ovviamente.”

Il giorno seguente George tornò a vivere all'appartamento sopra il negozio di scherzi, portandosi Katie. Ancora una volta le diede la sua camera mentre tenne quella di Fred per sé. Tornò gradualmente a occuparsi del suo negozio, insieme a Ron e Lee.
Piccole cose per iniziare, ma Katie lo vedeva tornare la sera all'appartamento molto contento. Lei poté riprendere alcuni compiti al San Mungo, dato che era libera per parecchie ore.

Anche il recupero della magia stava procedendo bene e velocemente. A fine Gennaio l'unico incantesimo che George non era riuscito a produrre era l'incanto patronus.
Katie era fiduciosa che un giorno avrebbe avuto un pensiero abbastanza felice da cancellare completamente il dolore.
Vivere con lui la rendeva felice e in cuor suo desiderava che non finisse mai quella convivenza; anche se il solo desiderarlo la faceva sentire in colpa.

Il primo di Febbraio tornarono dalla Tana, dove avevano cenato, a mezzanotte passata. Si sedettero nel divano, distrutti.
Molly aveva continuato a fare domande, chiedendo perché vivessero assieme, se c'era qualcosa tra loro, che intenzioni avessero. Katie non riusciva a farle capire che tra loro non c'era nulla, erano solo amici. Le battute e le frecciatine di tutti non aiutavano.
Aveva paura soprattutto di Ginny.
Era una sorta di concentrato dei gemelli, tendente di più al Fred. Continuava a far sì che stessero soli in stanze deserte, la faceva inciampare in modo che cadesse tra le braccia di George, faceva allusioni molto esplicite e la metteva in imbarazzo con domande dirette.

Seduti in silenzio, Katie chiuse gli occhi poggiando la testa stanca sulla testata del divano. George era rimasto inquieto per la maggior parte del giorno. Katie aveva dato la colpa al suo compleanno in avvicinamento. Lo sentiva agitarsi al suo fianco.
Che c'è, George? Se c'è qualche problema, parliamone.”
Lui la guardò stranito.

Sai che mi è arrivata una lettera di Baston?” le chiese perplesso.
Sul serio? E ti ha detto..?”
Oh, sì! Non posso crederci” urlò George interrompendola.
A me l'ha detto Alicia! Sono saltata dalla gioia. Quella ragazza ha dovuto davvero penare a causa di quel maniaco del Quidditch” esclamò lei entusiasta.
Non dirmelo! Mi si stringeva il cuore tutte le volte che la vedevo guardarlo di nascosto o che sopportava quegli allenamenti stoicamente pur di stargli affianco” rivelò lui ricordando gli anni a Hogwarts.

Katie sentì un fastidio al cuore.
Allora è per questo che sei irrequieto? Tu eri innamorato di Alicia come sospettavo?” mormorò un dopo un po'.
Lui la fissò sorpreso, aprendo e chiudendo la bocca.

Cosa? No! Mi commuoveva come l'amasse nonostante fosse un grosso idiota che non si accorgeva di lei! Sono irrequieto al pensiero che si sposino. Lei ha la mia età e si sposa!” confessò senza vergogna.
Quando sospettavi che io fossi innamorato di lei?” aggiunse perplesso poco dopo.
Al mio sesto anno, quando mi ero innamorata di te. Tu giravi sempre con lei o prendevi le sue difese, ed eravate così carini insieme. Lei è sempre stata bellissima. E io morivo di gelosia. Senza speranza.”

Ma cosa stava dicendo? Si tirò su imbarazzata per andare a dormire. George la bloccò per il braccio, ritirandola sul divano.
Tu...eri davvero innamorata di me?” domandò lui incuriosito e impacciato, guardando nel vuoto.
Sì. Come ti dissi quella notte. Dopo il bacio.”
La sua gola si era fatta asciutta, nervosa.

Ma tu eri innamorata di Fred! Non era strano che poi fossi passata ad amare me?” sbottò George alterato, con la voce alta per l'agitazione.

La sua insicurezza era ancora lì, anni dopo quella sera. Anni dopo i loro discorsi, il loro bacio.
Io avevo una cotta per Fred. Che poi durante quell'estate era sparita. E poi nel nuovo anno mi accorsi di essermi innamorata di te, della tua insicurezza, della tua sensibilità, della tua dolcezza, del modo in cui sorridevi...” si interruppe, sentiva di aver detto anche troppo.
George si schiarì la gola.

E adesso?” chiese nervoso nel silenzio del salotto.

Adesso cosa? Le stava chiedendo se fosse ancora innamorata di lui? Non stava succedendo sul serio.
Adesso cosa provi per me?” incalzò girandosi a guardarla negli occhi.
Doveva mentire.
Dire a George che era ancora innamorata di lui non avrebbe portato a nulla di buono. Lui era ancora vulnerabile, desideroso di amore e facilmente influenzabile.
E lei era stata il suo punto fermo per tutto quel tempo. Si sarebbe buttato tra le sue braccia in una relazione morbosa. E non era quello che Katie desiderava per George. Lo amava troppo per tenerlo legato a sé per sempre.

Ti voglio molto bene...da amica” mentì lei, fissando un punto in mezzo alle sue sopracciglia. Non poteva guardarlo negli occhi senza confessargli i propri sentimenti.
George le prese il viso tra le mani, costringendola a guardarlo dritto negli occhi. I loro nasi si sfiorarono in un bacio eschimese. Lei avrebbe potuto contare ogni singola lentiggine. Fu costretta a guardare tutto quell'azzurro.

Dimmelo ancora una volta. Cosa provi per me?” continuò insistente, a un passo dalle sue labbra.
Il cuore le batteva forte, le pulsava ai lati del collo dove le mani di George la toccavano. Non poteva non essersene accorto.

Io...ti...”

Non finì mai la frase. La bocca di George coprì la sua, in un bacio appassionato. La sua testa si riempì di piacere, il suo corpo di brividi. Non se ne accorse nemmeno e lui la sospinse sotto di sé, sul divano.
Non riusciva a pensare razionalmente: perché se l'avesse fatto, razionalmente lei avrebbe dovuto fermare quella follia. Avrebbe dovuto fermare quelle mani che cercavano il contatto con bramosia, quei corpi che si strusciavano l'un l'altro cercando e dando piacere, quegli scontri di labbra e lingue appassionati.
Razionalmente sapeva che era sbagliato.

Ma non ci riuscì.

Voleva quelle sensazioni, voleva che George l'amasse, che avesse bisogno di lei. Ogni pensiero logico si era spento nel momento in cui lui l'aveva toccata e a Katie non importava niente. Il futuro non esisteva, tutto era fermo a quel momento. Solo lei e George contavano qualcosa. Lui la sollevò e la portò nella camera dove pernottava lei, che un tempo era stata la sua. Non smisero mai di baciarsi, quasi che ciò che li sostenesse in vita fosse quel contatto di labbra.
Quando i loro vestiti furono scomparsi, con molto impaccio da parte di entrambi, lei tornò un attimo in sé. Guardò George, col respiro affannato. Lui le restituì lo sguardo, desideroso e spaventato. Lo sentiva fremere nel suo abbraccio. Erano lì impauriti, stretti uno tra le braccia dell'altra.
Nascose il viso nell'incavo della sua spalla.

Sono ancora vergine” mormorò contro la sua pelle, dandogli i brividi. Si sentì di colpo sciocca, terrorizzata. Tornare indietro era ormai impossibile, ma come avrebbe reagito lui? George la baciò dietro l'orecchio.
Anche io” ammise leggero, “mi perdonerai se non sarà fantastico come immagini?”
Lei staccò il viso e lo guardò intensamente. Lo sguardo onesto di lui le disse che non mentiva.

Stai qui con me e sarà fantastico” sussurrò emozionata ritornando a baciarlo.
Ormai toccarsi non era più abbastanza, volevano perdersi ognuno nell'altro.


Katie dormiva beata, abbracciando il cuscino. La luce del sole che entrava fioca dalla finestra non le diede fastidio, fu il tramestio che veniva dalla cucina a svegliarla. Ancora mezzo stordita dal sonno, aprì gli occhi lentamente, poi sentendosi nuda sotto le coperte ricordò arrossendo quello che era successo la sera prima.
Aveva fatto l'amore con George. Poi aveva dormito tra le sue braccia, felice, mentre lui le baciava la nuca. Trattenendo strilli di gioia si tirò a sedere mentre la porta si apriva, rivelando George che entrava con un vassoio in mano.

Sorpresa e imbarazzata si tirò le coperte fin sulle orecchie avvolgendocisi a mo' di bozzolo. I suoi capelli erano tutti arruffati.
Non puoi nascondere nulla che io non abbia visto ieri notte” esclamò lui appoggiando il vassoio accanto a lei.
Katie riemerse dalle coperte, il viso in fiamme. George la guardava, indicandole la colazione che aveva portato per entrambi. Stando bene attenta che le coperte non scivolassero scoprendola, Katie attaccò la colazione insieme a lui.

Credo di sentirmi pronto a vivere da solo ormai” annunciò d'un tratto, serio.
Il toast che Katie stava mangiando sembrò essere diventato di gomma. Lo deglutì a fatica. George le stava dicendo senza molti preamboli di andarsene. Katie un po' allarmata si chiese se fosse a causa di ciò che era successo la notte prima, o forse semplicemente lui sentiva di non avere più bisogno di lei. Nessun bisogno.

Quella sera stessa ritornò con tutte le sue cose al suo appartamento vuoto, Leanne ormai si era trasferita da Sam. Non ci entrava da otto mesi. Lo trovò grande e silenzioso. Anonimo.
Rimase insonne nel letto, con una paura feroce che le attanagliava il cuore. George l'aveva salutata con un veloce abbraccio quando era andata via. Solo un abbraccio.

Non si fece più vivo, dopo quel giorno.

Lei riprese completamente il suo tirocinio, dal punto in cui l'aveva interrotto. Il San Mungo le era parso un po' cambiato, spento, ogni cosa ripetitiva. Il Primago le aveva fatto notare che la sua verve e il senso di passione che trasmetteva prima se n'erano andati. Leanne invece la sgridava preoccupata della sua improvvisa perdita di peso e per le occhiaie.
Katie non si era sorpresa. Ormai dormiva solo poche ore a notte e non mangiava quasi niente. Le sembrava di essere un fantasma. Non aveva passione, non aveva desideri. Sarebbe stata un guscio vuoto se il dolore non l'avesse riempita. Rimaneva sveglia tutte le notti, a tormentarsi. Ripensava a quella sera, a quei baci, quella passione.
George l'aveva guardata come se non ci fosse nulla al mondo che desiderasse più di lei; e aveva sempre sognato che lui la guardasse così.

Aveva sbagliato tutto. George aveva avuto paura e se n'era andato. Aveva capito che era stato tutto un errore, che non sarebbe mai dovuto accadere e non sapendo come gestire la cosa, aveva deciso di allontanarsi da lei.
L'aveva perso per sempre. 
Non aveva avuto il suo amore, aveva perso la sua amicizia. Bagnando il cuscino di lacrime, notte dopo notte, continuava a maledirsi.

Molly mandava settimanalmente le sue lettere, raccontandole aneddoti; della gravidanza di Fleur e di come presto sarebbe diventata nonna; di quanto fosse contenta della guarigione di George e di come fosse tornato alla direzione del negozio insieme a Ron; di quanto le mancasse la sua compagnia; terminava sempre invitandola a cena.
Katie trovava così tanto affetto genuino in quelle lettere che le rileggeva di continuo. Trovando sempre nuove scuse, il lavoro, un'improvviso raffreddore o una riunione con la sua famiglia, riuscì a rifiutare gli inviti senza offendere la gentile donna.

La sua vita non si sarebbe scontrata più con quella di George o con la sua famiglia. La sua missione era finita in maniera eccelsa; George era ritornato una persona in salute, con coscienza di sé e amore per la vita. Sarebbe tornato a vivere, a sorridere, inventare e amare. Presto avrebbe conosciuto una donna speciale, si sarebbe sposato e avrebbe avuto tanti figli, dagli splendidi capelli rossi, ridenti occhi azzurri e cascate di lentiggini.
E lei sarebbe morta di dolore e solitudine. E lacrime.

La sera del trentuno di Marzo, mentre si spogliava distrutta per mettersi il pigiama, preparandosi ad un'altra notte insonne, un debole ticchettio alla finestra la fece sobbalzare. Una lettera giaceva abbandonata sul davanzale.
La aprì con mani tremanti.

Domani è un giorno importante. Vediamoci.” Seguivano il posto e l'ora.
Katie si abbandonò sul letto, la lettera stretta al petto, indecisa sul da farsi.




Note:

Salve!
Vi parlo dal mio bunker anti fatture, forconi e torce.
E' pura precauzione!

Devo confessarvi che la scena dove....sì, insomma...quella, mi imbarazza parecchio. Non sono tipa che scrive certe cose e infatti mi son tenuta sul leggero, sono cose loro private! Non facciamo le guardone! Poi però lui non si fa più sentire!
Ecco perché sono nel mio bunker, temo le vostre ritorsioni! Ma abbiate fiducia! Siamo a meno due! C'è ancora tempo!
A domani!
Mimì


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Capitolo 28
*** Donna di ghiaccio, Uomo del mistero ***


Il primo di Aprile si era recata davanti ai tre manici di scopa come diceva la lettera. Alle dieci in punto. Non aveva dormito tutta la notte, ma non era una cosa nuova per lei.
Si era data della stupida, aveva deciso mille volte di non andare, ma altre mille aveva cambiato idea.
Sapendo che sarebbe caduta ancora più giù nella disperazione, si era vestita con ansia e alle dieci meno un minuto si era smaterializzata.

Il familiare profilo di Hogsmeade in primavera le riempì gli occhi. L'aria era più calda, le vetrine dei negozi rilucevano sotto il sole, gli studenti in libera uscita ridacchiavano contenti. George era lì ad attenderla, davanti al familiare pub, senza notare le occhiatine ammirate delle studentesse. Seguite da ridolini.
Era bello, più bello di come lo ricordasse. I capelli accesi dal sole, il bel profilo, la presenza statuaria.
-Maledizione! Non devi essere così bello!-

La notò a pochi passi da sé. La sua bocca si aprì allarmata e stupita. Katie se l'era aspettato. Lei non diventava più bella giorno dopo giorno come lui.
George osservò il suo volto scavato, le occhiaie profonde, il suo fisico che prima era femminile e ben tornito ridotto quasi pelle e ossa.
Incredulo e spaventato le corse incontro per abbracciarla. Katie sentì risatine qua e là mentre assaporava masochisticamente quell'abbraccio. Sentì alcune chiedersi perché abbracciasse una racchia come lei.

Perché sei ridotta in questo stato?” domandò alterato, senza tanti preamboli.
-Per colpa tua. No, per colpa mia che ti amo.-

Son stata poco bene ultimamente. Ho preso la Chiropterite Magnus due settimane fa” mentì lei.

George la osservò fisso negli occhi cercando la menzogna. Sembrava non crederci, ma Katie non era stupida. Aveva scelto la malattia che rendeva le persone nello stesso stato in cui era lei. Anche se queste ultime non avevano anche il cuore spezzato, al contrario di Katie.
E perché io non ne ho saputo nulla?” chiese sempre più sospettoso.
-Perché non ti fai vivo da due mesi. Da quando abbiamo fatto l'amore!-

Ho preferito non dirlo a tua madre, tua sorella, Hermione e via dicendo per non allarmarle senza motivo. Ora sto bene” continuò a mentire.

George non ribatté, ma mentre si avviavano fianco a fianco continuò a guardarla di tanto in tanto in tralice. Forse aveva paura che un soffio di vento potesse spazzarla via.
Katie non chiese nulla del perché si fosse fatto rivedere dopo due mesi come se nulla fosse; aveva deciso che, a seconda di come sarebbe andato l'incontro e di cosa lui avesse detto, sarebbe scoppiata in recriminazioni solo alla fine. Adesso che si erano rincontrati avrebbe preteso risposte e le avrebbe avute.

George la condusse verso Hogwarts. Il castello, che non vedeva dalla battaglia, era ritornato all'antico splendore. La McGranitt, che dopo la guerra era stata nominata Preside temporanea, aveva ricostruito le parti cadute dalla violenza degli scontri e, se possibile, il castello le sembrò più bello che mai.
Forse perché era il contenitore di milioni di ricordi, dolci, amari, felici e tristi della sua adolescenza. Si perse dentro quei ricordi, sognante.

Ho chiesto al Preside il permesso per oggi. Ha risposto con uno squittio entusiasta” disse lui mentre oltrepassavano i prati e si avvicinavano al portone.
-Squittio?-
George osservò il suo viso confuso trattenendo un sorriso.

Non sai chi è adesso il Preside? Vitious!” rispose facendola sorridere.
Il piccolo, saltellate, sempre allegro Vitious, Preside. Trovò l'idea buffa, anche se pensò che fosse perfetto.

Una volta entrati dentro ritornarono silenziosi. Katie lo seguì su per le rampe di scale, sapendo già dove stessero andando. Arrivati al corridoio del settimo piano, George fece ancora qualche passo verso un angolo riparato, vicino alle finestre.

Rimase a fissare un punto per terra, respirando pesantemente. Katie lo raggiunse e gli prese la mano, tremante. Erano nel punto dove era morto Fred, entrambi ricoperti di lacrime.
Harry mi ha raccontato tutto. Che è morto ridendo, che Percy ha cercato di proteggerlo. Mentirei se dicessi che non l'ho odiato per non essere morto al posto suo, quando odiavo me stesso più di chiunque altro per essergli sopravvissuto” raccontò tranquillo nonostante le lacrime.
Non ero mai venuto qui. Io non c'ero. Ho sempre creduto che se fossi stato con lui quel giorno non sarebbe accaduto nulla. Io e lui ci portavamo fortuna a vicenda. Non so nemmeno quando e perché ci siamo separati, non l'avremmo mai fatto coscientemente.”
Katie non riusciva a trattenere i singhiozzi. Sapeva che George non aveva mai detto quelle cose a nessuno. Perché voleva dirle a Fred. Era come se si stesse scusando con lui.

Fred!” esclamò a voce alta. La sua voce echeggiò nel corridoio deserto.
Tanti auguri! E' il nostro ventiduesimo compleanno. Ti voglio bene Fred...ma io andrò oltre. Tu ti sei portato via una parte di me, io ne tengo qui una di te. Quando ci incontreremo avrò talmente tante cose da raccontarti che riderai per anni. Ho intenzione di far ridere il mondo fino a scuoterlo. Aspettami Fred, ma non troppo presto. L'attesa renderà più epico il momento!”
Katie sapeva di essere sciocca, ma le sembrò che un soffio di aria calda le avesse attraversato il cuore. La stessa sensazione che provava anni prima al sentire la risata di Fred.

Si diressero con calma verso il portone, asciugando piano le lacrime. Quello era il vero dolore, si disse Katie. Lei si stava solo auto-commiserando e distruggendo per capriccio. Il dolore che provava non era nemmeno un decimo di ciò che George aveva provato a perdere Fred, pensò dandosi della stupida.
-Andrò avanti anche io. L'ho amato per sei anni. E' ora di dimenticarlo.-
Pix il poltergeist volò pigro sopra di loro, in sala d'Ingresso. Alla vista di Katie sembrò volerle tirare uno scherzo mancino, con un ghigno perfido. Poi notò George al suo fianco e, inaspettatamente, rimase rigido in segno di saluto finché non sparirono oltre il portone.

Katie iniziò a dirigersi verso i cancelli, ma George la trattenne, tirandola invece verso la foresta.
C'è ancora un posto che voglio vedere con te, dato che siamo qui>> mormorò con la voce ancora roca dal pianto.
Katie sapeva dove volesse andare e sapeva che rivedere quel posto le avrebbe fatto male.
-Ma forse, sarà il gradino che mi permetterà di dimenticarlo.-
La capanna di Hagrid era silenziosa, ma uno sbuffo di fumo usciva dal comignolo.

Il familiare profilo del pozzo sembrò correre loro incontro felice. Katie non lo vedeva da anni, ma ricordava ogni pietra, ogni ciuffo d'erba. Sembrava che non fosse stato minimamente scalfito dalla battaglia di Hogwarts, come se si fosse auto difeso, nascondendosi agli occhi di tutti.

Alla luce del sole che filtrava tra gli alberi era diverso. La luce blu era tenue e delicata e riusciva a illuminare solo l'arco sopra di esso. Katie notò un particolare nuovo: una pianta di rose era cresciuta abbarbicata all'arco, avvolgendolo con le sue foglie verde scuro e i primi timidi boccioli bianchi.
Chiudendo il cancello alle sue spalle George lasciò andare la sua mano.

Katie si sedette sul basso sedile in pietra. Lo ricordava più grande, quanto era alta a quindici anni?
George si sedette sul suo, dall'altra parte del pozzo. Katie lo vedeva perfetto e nitido.

Si è rotto?” mormorò allarmata.
George rise.

Il pozzo funziona solo di notte. Di giorno è un pozzo normale. Credevo lo sapessi!”
No. Io non ero nemmeno certa che esistesse. Credevo fosse una leggenda” confessò Katie.
E hai comunque cercato di trovarlo? Di notte, da sola?”

Lei tirò su le spalle. Ripensandoci in quel momento si diede della stupida, ma a quindici anni era sembrata l'idea migliore di tutte.
Sono sempre più convinto che fosse destino. E' stato quello a guidare i nostri passi” sussurrò piano lui.
-Sì, destino! Destinata ad amarti senza speranza.-
Lui la guardava negli occhi.

Mi dispiace, Katie” esclamò dopo, serio.
Per cosa?”
Per averti ridotto in questo stato. Non sono stupido!” aggiunse, interrompendola dato che lei aveva aperto bocca per controbattere.
Mi vergogno di quello che ho fatto, ma ho dovuto” continuò imperterrito.
Katie si alzò in piedi.

Non voleva ascoltare, non voleva stare lì, al pozzo dove si era innamorata di George ad ascoltarlo mentre gli diceva che amarlo era stato uno sbaglio. Mentre etichettava la notte più bella della sua vita come un errore.
George si alzò di riflesso. Circumnavigando il pozzo le andò accanto e la spinse di nuovo sul sedile in pietra. Con la mano sulla spalla la teneva seduta.

"Sono sparito dopo quella notte per un milione di motivi. E anche se ti sei ridotta in questo stato a causa della mia sparizione, non me ne pento. Anche se non avresti dovuto!” sbottò fulminandola con lo sguardo.

Katie si chiese dove volesse andare a parare.
-Sii chiaro una buona volta!-
Continuava ad ascoltarlo senza interrompere, voleva proprio sentire il suo milione di buoni motivi.
-Uno è che non ti ama! AH!-

Si sedette nel sedile al suo fianco.
Quella notte, mentre tu dormivi tra le mie braccia, io son rimasto tutta la notte sveglio, a pensare. Pensai che anche se era stato bello, anche se l'avevo desiderato, era sbagliato” confessò tutto d'un fiato.
Katie trattenne le lacrime. L'aveva pensato, l'aveva immaginato, ma sentirlo dalla voce di George faceva male.

Tu eri la donna che mi aveva aiutato a ritrovare me stesso. Eri l'amica che ogni volta c'era per consolarmi, aiutarmi o spronarmi. Tu eri il mio punto fermo, ogni cosa iniziava e finiva con te. E io ti sono saltando addosso inquinando ciò che c'era.”

Voleva gridare, diventare sorda o svenire, ma non voleva continuare ad ascoltare. Era persino peggio della sparizione di lui. Faceva così male che il respiro le si bloccò in gola con dolore mentre cercava di trattenere le lacrime.
Quella notte decisi che sarei sparito, che avrei vissuto senza vederti, senza sentirti, per dimostrarmi e dimostrarti una cosa: che sono capace di vivere senza te. Che non avevo bisogno di te per continuare a vivere.”
Katie non restò seduta un minuto di più. Saltò su, picchiettando la mano che la tratteneva sulla spalla, con la bacchetta, che si ritrasse per il calore. Piangendo silenziosamente corse verso il cancello e fece per aprirlo, ma non si mosse. Gli puntò contro la bacchetta pensando una sfilza di incantesimi, ma rimase chiuso. Lo scosse con forza nella disperazione, ma quello cigolò senza aprirsi.

E' chiuso per magia” mormorò George alle sue spalle, “resterai qui a sentire tutto quello che ho da dire.”

Si abbandonò distrutta sul cancello, continuando a non guardarlo. Quello non era George, quell'uomo crudele non era affatto il suo George.
Ho continuato a vivere tranquillamente, come una persona normale. Ormai grazie a te avevo recuperato tutto di me. Ma qualcosa non andava. Tu e quella notte.” aggiunse, ignorando il fatto che lei non lo guardasse in faccia.
Le mani di Katie tremarono, strette all'inferriata del cancello. Divennero bianche, poi livide.
Che cosa pretendeva? Che sparisse dalla faccia della terra? Che chiedesse scusa? Che si obliviasse eternamente per dimenticare quella notte?

Giorno dopo giorno la mia teoria, che aveva preso corpo in me in quelle ore, trovò conferma: scoprii che potevo vivere senza di te, ma che non volevo. Perché da quel giorno al pozzo di quasi sei anni fa, ti ho amato con ogni centimetro di me” sussurrò dolce.
Katie si girò incredula ad osservarlo. George era pochi passi dietro di lei sorridente. Rimase rigida e immobile a fissarlo, il labbro tremolante trattenuto tra i denti.

Se mi ami...perché hai detto che quella notte è stata uno sbaglio?”
Lui la trasse a sé vicino al pozzo. Lei continuò ad evitare che l'abbracciasse.
-E' tutta una scusa per buttarmi giù!-

E' stata uno sbaglio. Perché non ti ho detto che ti amavo, perché sembrava che ci fossimo buttati uno nelle braccia dell'altro per disperazione, per bisogno di affetto morboso. Se quella sera ti avessi detto che ti amavo, che ti avevo sempre amato, sarebbe stato diverso. Ma avevo paura di ammetterlo. Amare ancora vuol dire pensare un giorno di perdere ancora e io avevo già perso tutto una volta.”
Katie piangeva incredula. Voleva crederci, ma sembrava troppo bello. Troppo bello per essere reale.

Ma questi due mesi senza di te son stati un tormento. Non c'è stato un minuto in cui non ti abbia pensata. In cui tu non mi sia mancata.”
Quindi quella notte...tu mi amavi?” chiese incapace di trattenersi ancora. Voleva sentire ripeterglielo altre mille volte, anche se non fosse stato vero. Aveva un suono così dolce che non le importava fosse una bugia.
George la prese tra le braccia e la trattenne mentre lei si divincolava, piccola, fragile e impaurita. Era stato un idiota a lasciare che si riducesse così.
La strinse forte al petto.

Quella notte. E tutte le notti prima di quella. Da quando hai varcato questo cancello, io non ho fatto altro che amarti. Ma tu volevi mio fratello e io soffrivo in silenzio. Il giorno del ballo eri tutta per me, ed ero felice! E volevo quel bacio! Ti ho visto crescere e maturare, prendere i tuoi G.U.F.O.! Sei tornata dall'estate più bella che mai e io non potevo averti. Pensavo che amassi ancora Fred. Chiesi ad Angelina dei consigli, ma non potevo seguirli, non riuscivo a dichiararmi. Quando mi dicesti che Fred non ti interessava più, toccai il cielo con un dito. Quella notte non chiusi nemmeno occhio. Mi dissi che avrei aspettato un po', che tu fossi certa di non trasferire i tuoi sentimenti su di me e poi mi sarei fatto avanti” iniziò a raccontare sincero.

Il rimbombo della sua voce nel petto non le suscitava risa, la teneva ipnoticamente incollata a lui.
Ma la mattina dopo vidi te e Fred in biblioteca, da soli, sospetti. Tu eri triste e lui ti consolava. Ero così arrabbiato. Che mi avessi mentito. Che l'amassi ancora. Decisi di non volerti più vedere.”
Katie si ricordò della prima riunione dell'ES, in cui lui aveva girato la faccia offeso.

No! Fred mi stava consolando perché aveva saputo da Angelina che tu eri innamorato di una sua amica. E io ero a pezzi!” sbottò al sicuro nelle sue braccia.
Quella stretta dolorosa al petto si stava sciogliendo, ma il suo naturale cinismo le diceva di non gioire ancora.

Eri tu quell'amica, ma a lei non avevo detto il nome. Non avevo confidenza con Leanne, non potevo chiederlo a lei. Anche se col senno di poi mi accorgo che forse sarebbe stato meglio. Abbiamo sprecato anni a causa di malintesi. E tutto ha molto senso ora. I tuoi incontri con Fred, il nervosismo quando ci incontravamo, il fatto che mi fissassi. Credevo mi scambiassi con Fred e mi faceva ancora più infuriare.”

Allora è per quello che ti sei arrabbiato dopo il bacio. Io non vi ho mai confusi!” si difese Katie, pensando che la cosa fosse ovvia.
Mentre ci baciavamo ero felicissimo, ma d'improvviso mi sentii morire, credendo che tu ti stessi accontentando, dato che non potevi avere Fred.”
Ti ho già dato dello stupido per quello, vero?” chiese Katie facendolo ridere, mentre si gustava la sua confessione, incredula.
Oh, sì. Il marchio della tua mano è rimasto impresso per una settimana sulla mia guancia” continuò George, mezzo arrabbiato mezzo divertito mentre lei rideva.

Poi sono scappato via da Hogwarts e credevo che sarei riuscito a dimenticarti, in qualche modo. Con la lontananza, col tempo.” La strinse più forte nel suo abbraccio, per comprovare che fosse davvero lì, tra le sue braccia.
E ci siamo rivisti dopo più di un anno dopo quel momento, alla Tana” ricordò Katie, ricambiando l'abbraccio.
Lui si irrigidì un poco.

No, in effetti. Io ti ho rivista prima” raccontò George, lasciando lei basita.Sono venuto a trovarti in ospedale, quando sei stata maledetta dalla collana.”
Katie si staccò da lui, gli occhi ormai asciutti aperti per la sorpresa.

Tu...sei venuto da me? Quando?” domandò agitata.
A marzo. Ti dissi che ti amavo mentre eri ancora incosciente e poi dopo nemmeno una settimana ti eri risvegliata, e io credevo che forse mi avessi sentito, che ti fossi svegliata per me. Invece ti trovai a baciare Daniel. Una gran bella sorpresa.”
Il suo tono di voce era alterato, iroso.

Lei capì in quel momento perché lui era andato via, quel giorno.
Io non ho nessun ricordo di quando ero in coma. Niente, sono sei mesi di vuoto per me. E in mia difesa ti posso dire che ho accettato la corte di Daniel perché, appunto, io non ti vedevo da più di un anno, e non ci eravamo lasciati in buoni rapporti. Io volevo dimenticarti” esclamò Katie tremando appena. Voleva che George capisse, che non la giudicasse male, non quando erano ad un passo dal costruire qualcosa.
Lui la osservò con sguardo cinico, pensieroso. Poi aprendosi in un sorriso tornò ad abbracciarla.

Come sei impegnativa. Guarda come mi hai fatto dannare in questi anni!”
Come abbiamo fatto a cadere in questa trappola di equivoci? E' così assurdo!” sospirò Katie stupefatta.
L'insicurezza. Eravamo entrambi molto insicuri, molto spaventati. E' facile che le cose non siano chiare se l'insicurezza ti blocca. Se io non fossi stato insicuro a causa di mio fratello ti avrei detto subito che ti amavo. Se tu non fossi stata insicura delle tue qualità saresti venuta a dirmi che mi amavi, e non avremmo perso nemmeno un minuto.”
Rimasero abbracciati a pensare a tutte le volte che avevano sofferto per un sorriso fugace dell'altro, pensando che non fosse rivolto a loro. Ai sospiri che non credevano fossero suscitati dai reciproci pensieri. Alle volte che erano stati soli, sul punto di dichiararsi e nessuno dei due l'aveva fatto.

Me lo dici ancora una volta?” sussurrò lei imbarazzata.
Ti amo, Katie. E sono convinto che non dovremmo sprecare più nemmeno un minuto.”
Vuoi dire che staremo insieme, da adesso in poi?” chiese temendo e bramando una risposta con la stessa dolorosa intensità.
Tu non mi hai detto che mi ami!” protestò lui offeso.

Katie rise tirando su piano col naso.
Ti amo, George. Da quella notte qui al pozzo.”
Lui la lasciò quel tanto che le permettesse di guardarlo. Si baciarono intensamente. Nel loro luogo preferito, nel posto dove si era innamorati e tutto era incominciato. Quando le loro labbra si staccarono lui la strinse ancora forte, incapace di lasciarla andare.

Donna di ghiaccio?”
Dimmi uomo del mistero.” Le avrebbe chiesto ancora di ballare?
Vuoi sposarmi?”

Katie spalancò gli occhi e alzò la testa incredula slogandosi nel procedimento tre o quattro nervi. Lo stomaco contratto dall'agitazione. Gli occhi azzurri di George la fissavano dolci, in attesa. Un mezzo sorriso speranzoso sulla bocca.
Ma un paio di mesi fa eri terrorizzato all'idea che Alicia si sposasse, dato che ha la tua età! E adesso ti vuoi sposare?” controbatté incredula e spaventata.
Perché sposa Baston. Qualsiasi età è sbagliata per sposare quell'idiota maniaco di Quidditch! E per farci dei figli maniaci di Quidditch!” strillò George mezzo serio, prima di scoppiare a ridere insieme a lei.

Mi vuoi sposare?” chiese ancora, fissandola intensamente, iniziando a sentirsi a disagio. Forse temeva che lei gli avrebbe risposto di no.
Katie trasse un profondo, grande respiro. Il primo vero ossigeno che avesse mai attraversato il suo corpo o il suo cuore. Sorrise estatica.

Sì che lo voglio, Uomo del mistero! Certo che lo voglio!”

Quella sera, dopo che ebbero passato il tempo insieme recuperando un po' di quello perso, che si furono confidati i mille e più tormenti che li avevano attanagliati, che ebbero riso, pianto, che si furono amati con tutto il cuore, George la portò alla Tana, alla cena per il suo compleanno.
La signora Weasley l'aveva sgridata per la sua magrezza riempiendole il piatto cento volte almeno. Ginny e Hermione l'avevano abbracciata, scioccandola un po'. Tutti l'avevano accolta come un familiare perso, che ritrovavano con gioia. Si sentì così amata che scoppiò a piangere, nella confusione generale.
Nel bel mezzo della cena George annunciò il loro matrimonio, il mese dopo. Un'esplosione di voci si levò dal tavolo gremito, incredule, felici, emozionate, miste a risate, pianti, fischi.

George e Katie si trovarono stretti in un abbraccio così grande che non erano certi di quali mani fossero di chi. La signora Weasley commossa iniziò già a fare progetti, sotto gli sguardi allarmati di tutti.
Katie rideva, tra le lacrime, la mano nella mano di George, anche lui emozionato.

Perché così presto? C'è un bimbo in arrivo?” chiese Ron secco, con pura innocenza.
Hermione lo colpì col dorso del coltello sulla mano. La signora Weasley arrossendo sputò il tè che stava bevendo con gli occhi tondi come galeoni.
La domanda seguì il silenzio più eclatante che Katie ebbe mai modo di sentire.

Gli sguardi di tutti erano su loro due. George sorrise beffardo. A Katie ricordò vagamente Fred.
Chissà. Vi diciamo solo che non possiamo più aspettare!” dichiarò alla famiglia incredula.

Scoppiò il putiferio.
Molly ormai dello stesso colore dei suoi capelli saltò su a fare la ramanzina a George, che scappò ridendo dalla cucina. Ron applaudiva il fratello, un piede sul tavolo. Hermione troppo felice si dimenticò persino di sgridare Ron. Fleur e Ginny assediarono Katie con mille domande e complimenti. Il signor Weasley in preda ad un quasi malore beveva un goccio di Whisky per festeggiare. Percy si aprì in un sorriso guardando la scena. Bill esultava per il cuginetto per suo figlio e per il fatto di diventare zio. Charlie cercava di tenersi alla larga da sua madre che lo prendeva come esempio di virtù e rettitudine. Harry, incredulo, cercava di sopravvivere alla serata.

Ore e ore dopo, quando gli animi si furono placati, dopo che Katie ebbe sgridato George, che ebbero assicurato in ogni lingua conosciuta, perfino in troll, che lei non fosse incinta, che la signora Weasley si fu ripresa dallo svenimento, finalmente si prepararono ad andare. George era felice.
-Di aver portato scompiglio sicuramente.-

La signora Weasley li salutò ancora emozionata e arrabbiata, sulla porta della Tana, sotto una notte stellata. Dopo averla abbracciata con affetto le squadrò la pancia sospettosa.
Per la centesima volta. Non sono incinta, signora Weasley” sussurrò stanca.
Ma rimedieremo stasera, nonna!” urlò George un attimo prima della smaterializzazione.
Evitò uno stivale di gomma per un soffio.
Katie dormì tra le braccia di George quella notte, felice, tranquilla, amata.
Sicura per la prima volta in vita sua.



Note:

Eccoci qui, da quando aspettavamo questo momento? Finalmente stanno assieme, ho richiesto cori di voci angeliche e di alleluja!
Alla fine sappiamo anche cosa George ha pensato nel corso degli anni e il motivo di molti comportamenti assurdi. Che dite, lo perdoniamo?
Domani c'è l'ultimo capitolo, vado a prepararmi psicologicamente!
Vi mando un abbraccio
Mimì


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Capitolo 29
*** Il pensiero più felice ***


Molly Weasley, nata Prewett, aveva perso molte persone amate nella sua vita, ma non aveva mai smesso di cercare la felicità. Perché lei era certa: la felicità sopravviveva anche al dolore più grande.

Guardò attraverso la tendina, cercando qualcosa nel cortile con lo sguardo, emozionata.
Sono arrivati, Katie! Trattienilo su per qualche minuto poi portalo qui! E' nella sua stanza!” sussurrò la donna sottovoce.
Katie salì le scale lentamente, erano così ripide e poco omogenee che ebbe paura di inciamparci. Arrivò davanti alla stanza di George e bussò.
Nessuna risposta arrivò da dentro.
Aprì piano la porta, un po' timorosa, col batticuore; ma di lui non c'era proprio traccia.

George?” chiamò titubante. Fece qualche passò incerta verso il centro della stanza. Non c'erano nascondigli, a meno che non fosse sotto ad uno dei due letti. Ma non ce lo vedeva George grande e grosso nascondersi lì sotto. O forse si?

Due mani apparvero dal nulla alle sue spalle e la afferrarono. Una voce profonda urlò: “L'ho presa capitano! E' la balena bianca!”
Katie pizzicò il braccio di George, offesa. Il mantello dell'invisibilità, non ci aveva pensato. Lui se lo tolse apparendo completamente, alto, in forma.
Aveva compiuto 27 anni, quel giorno.
Il volto radioso e sorridente si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla fronte.

Sai che scherzo, signora Weasley!” si scusò passando una mano sul ventre di lei, incinta di cinque mesi. “Sei una bellissima balena bianca!” aggiunse ridendo.
Katie sospirò rassegnata, ormai si era abituata.

Che cosa fai qui?” chiese guardandola con un lampo negli occhi.
Sei venuta a irretirmi?” continuò, avvicinandosi a lei, “vuoi costringermi a saltarti addosso nella mia vecchia camera da letto? Depravata!” Ormai l'aveva presa tra le braccia e adagiata sul letto.
Katie smise di ridere.
La baciò con passione, facendo attenzione al suo pancione. Quando riuscì a tenerlo alla larga abbastanza a lungo, Katie gli gridò:

A cuccia, George! Mi ha mandato tua madre a chiamarti! Non vorrai che salga a controllare e ci trovi nudi nel tuo letto?”
George parve afflosciarsi di colpo.

D'accordo,” mormorò lui mogio, “ma stasera riprendiamo da questo punto!”

Si diressero in cucina, George davanti per afferrarla se fosse caduta, e non appena entrarono si sentì un gran boato.
Sorpresa!” urlarono varie voci.
Un esplosione di fuochi d'artificio azzurri esplose nella stanza. Tutti i Weasley erano riuniti, sorridenti.

Bill teneva in braccio la piccola Dominique mentre Victoire faceva capolino dietro le sue gambe. Fleur, bellissima come sempre, era accanto a loro. Percy, teneva impettito un braccio attorno alla moglie, Audrey, con in braccio la piccola Molly; Charlie stava accanto a loro, sempre più segnato dalla vita all'aria aperta. Ron teneva in braccio un bambino coi capelli castani e gli occhi azzurri, sui quattro anni. Hermione al suo fianco aveva stretta al petto una bambina di poco più grande di un anno, rossa di capelli e con gli occhi castani.
Harry teneva per mano Teddy Lupin, coi capelli rosso Weasley quel giorno. Ginny teneva il piccolo James tra le braccia, radiosa. Il signor Weasley alle spalle di sua moglie era ancora più calvo.

Il piccolo tra le braccia di Ron scappò giù e si buttò tra le braccia di George.
Papà! Ti abbiamo fatto una sorpresa!” annunciò radioso, gesticolando. George gli baciò il collo facendolo ridere.
Sei stato bravissimo, Fred! Hai mantenuto il segreto!” lo adulò Katie andando a prendere la piccola dalle braccia di Hermione.
La figlia si aggrappò ai suoi capelli con forza.

Grazie per esservi presi cura di Fred e Joanne. La visita è durata più del previsto” si scusò con i cognati.

Allora? Di che sesso è questo?” chiese Hermione curiosa.
Katie buttò uno sguardo obliquo al marito.

E' un segreto” mormorò con sguardo furbo.
Dai George, diccelo!” insisté Ron. L'uomo lo fissò divertito, schivando le manine di Fred, che attirava la sua attenzione.
Non lo so nemmeno io, non me l'ha voluto dire” si scusò lui, “ma sono aperte le scommesse! Io dico maschio!”

Questo è l'ultimo, vero?” chiese dubbiosa Ginny, guardando l'enorme pancione della cognata.
Dovresti chiederlo a tuo fratello! Pare abbia intenzione di mettere su una squadra di Quidditch al completo!” sbottò Katie.
Allora farai sette figli come ho fatto io!” esclamò contenta Molly.
In realtà, ho cambiato idea” annunciò George serio. “Meglio quattordici, due squadre complete. Io farò l'arbitro!”
Katie ebbe l'impressione che non stesse scherzando.

Qualche bolide deve averti colpito forte durante la crescita, George Weasley!”

George le cinse le spalle e le baciò la punta del naso. Il piccolo Fred tra le sue braccia baciò il nasino di Joanne.
Su Katie, il procedimento è divertente, no?” la punzecchiò.
Katie arrossì.

Molly Weasley tirò l'orecchio sano del figlio.
Non mettere in imbarazzo Katie! E non dire certe cose davanti ai bambini, nella mia cucina!” lo sgridò la donnina, che doveva alzarsi in punta di piedi per arrivare alla testa del figlio.
Ahi, mamma! Così mi si staccherà anche questo! Sarò buono, promesso!” mugolò lui in protesta.
Il piccolo Fred prese a tirare l'orecchio del padre come aveva fatto la nonna.

Papà! Non dire imbarazzo ai bambini in cucina!” sbottò imitando Molly.

Scoppiarono tutti a ridere davanti alla faccia seria del bambino. George fece una finta faccia pentita.
Sarò buono, Fred, perdonami!” si lamentò l'uomo facendo la voce triste. Fred si sporse e gli stampò un grosso bacio appiccicoso sulla guancia.

Il pranzo di Molly fu sublime come sempre. La torta di compleanno era enorme, ricoperta di glassa blu.
Dopo il sontuoso pranzo uscirono tutti nel cortile, improvvisando una partita di Quidditch.
In realtà 'gli adulti' continuavano a dare fastidio ai bambini, con la scusa di insegnar loro a giocare. Fred, svolacchiando di qua e di là sulla sua scopa giocattolo, tirò più volte la pluffa in faccia a Ron, per sbaglio diceva lui. Katie lo vide prendere ogni volta la mira col visino concentrato per non mancare la faccia dello zio.
Joanne provava incerta e per la prima volta la sua scopa, tenuta per mano da George, rincorrendo l'altra pluffa in gioco.

Seduta sulla panchina vicina alla porta, Katie sorseggiava un tè. La sua gravidanza le impediva di partecipare. Ma non è che si sentisse la mancanza della Cacciatrice Bell: lì in cortile c'erano un Portiere, due Cercatori, un Battitore, e una Cercatrice-Cacciatrice di Grifondoro. Si sarebbe stupita se i suoi figli non fossero cresciuti col Quidditch nelle vene.

Osservando estasiata la scena, con troppa felicità nel cuore, ricordò quella stessa giornata di cinque anni prima, in cui tutta la sua vita era cambiata.
Un piccolo calcetto dentro la pancia la riportò alla realtà. Strofinando con amore il ventre ritornò a guardare la famiglia giocare in cortile.

Perché piangi? Ti senti male?” domandò allarmato George, avvicinandosi con Joanne. Katie alzò una mano e si toccò una guancia, umida.
Non seppe se avesse pianto ricordando il passato o per i calcetti.

Si sentono dei calci, George!” annunciò felice ed emozionata. Il marito si accucciò vicino a lei poi appoggiò l'orecchio sano alla pancia. Dopo pochi attimi dei piccoli calcini gli bersagliarono il viso. Ridendo a crepapelle chiamò il piccolo Fred e Joanne per sentire il fratellino o la sorellina muoversi.
Fred, che era troppo piccolo quando era incinta di Joanne saltò su emozionato, chiamando tutti per sentire i calci.
Katie si trovò al centro dell'attenzione, bersagliata di domande e congetture con mani che le poggiavano caute sulla pancia. Ron si teneva in disparte, rosso. Sembrava volesse sentire, come durante le altre gravidanze, ma che si vergognasse.
Molly intervenne a riportare la pace. Avendo avuto sei gravidanze sapeva bene che tutte quelle attenzioni e quelle mani invadenti, anche se affettuose, potevano dar fastidio.

E' ora di andare, chiudetevi bene nei cappotti. E portate le sciarpe. Tu, vieni qui a soffiare il nasino!” strillò a Fred che scappò via tirando su col naso.

La famiglia al completo scese giù in paese, chiacchierando e ridendo. Il piccolo Fred camminava mano nella mano con George, Joanne stava in braccio a Molly e Katie si reggeva sottobraccio al marito. Arrivarono al cimitero di Ottery St. Catchpole bagnato dal sole. Era un piccolo e suggestivo cimitero di campagna, con molto verde e molti alberi che ombreggiavano le tombe. I primi fiori spuntavano tra l'erba e i rami dando tocchi di colore. Arrivarono alla lapide in fondo, bianca, circondata da meravigliosi girasoli. Sulla lapide era scritto in nero:

Fred Weasley

Figlio e fratello amato

01/04/78-02/05/98

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”

Rimasero tutti in piedi a chiacchierare quietamente davanti alla tomba di Fred, mettendo regali, cambiando fiori. Molly Weasley aveva un maglione alla Weasley con una F come ogni anno. La rimpiccioliva con la magia e la appoggiava insieme alle altre, in un piccolo scrigno sotto i fiori. Dopo mezz'ora il gruppo ritornò silenziosamente al cancello.
George rimase indietro, per chiacchierare con Fred da solo. Katie dava la mano al piccolo Fred e con l'altra teneva Joanne, in braccio.
Lasciando un attimo il figlio sistemò meglio la bambina tra le braccia: il suo mega pancione non l'aiutava. Quando fece per ridare la mano a Fred trovò il vuoto.

Suo figlio era sparito. Sapendo benissimo dove cercarlo percorse la strada al contrario, dopo aver avvisato gli altri di incamminarsi.

Fred aveva manifestato, già dall'anno prima, curiosità per il fantomatico zio Fred che andavano a visitare al compleanno del suo papà. Ovviamente non capiva molto di quello che gli veniva detto, perciò continuava a fare sempre più domande. Arrivata in fondo un po' affannata, trovò l'uomo coi capelli rossi e il bimbo coi capelli castani seduti davanti alla tomba intenti a chiacchierare.
A volte lei stessa trovava che suo figlio sembrasse un piccolo Fred in miniatura, nel sorriso, nei gesti, nella camminata, ma mai come quel momento.

Qui dorme tuo zio. Mio fratello gemello” sentì George che spiegava calmo al figlio. La voce profonda scivolava nel cimitero senza turbare l'atmosfera.
Cos'è un gemello, papà?” chiese Fred guardandolo con occhi identici a quelli di suo padre. E di suo zio.
Gemello vuol dire che siamo nati lo stesso giorno e che eravamo identici. Io e Fred eravamo uguali in tutto” raccontò ancora al figlio curioso.
Anche lui non ha un orecchio?” chiese sbarrando gli occhi, incredulo.

Fred era sempre stato molto interessato alle diverse orecchie di George. Da quando aveva capito che lui, come tutti, aveva due orecchie, si era fissato con le orecchie asimmetriche del padre
George sorrise.

No. Zio Fred aveva tutte e due le orecchie.”
Tu vuoi bene a zio Fred, papà? Vieni a parlare sempre con lui.” Fred, come tutti i bambini, mischiava il passato e il presente, forse pensando anche che il grande Fred fosse ancora vivo.
Sì. Gli voglio un gran bene. Gli racconto tutte le cose che mi succedono e che non è qui per vedere.”

Il piccolo Fred con un faccino deciso si alzò in piedi, si avvicinò alla tomba e poggiò le manine sulla lapide.
Zio Fred, sono Fred. Papà è un bravo papà, e mi dice sempre le storie di te e di lui quando facevate gli scherzi. Io voglio diventare come te, fare scherzi per far ridere la gente e per far ridere papà. A volte lui è triste quando parla di te e piange. Io voglio che papà ride e basta” raccontò risoluto il bimbo.
George, sorpreso, aveva le lacrime agli occhi. Katie, alle loro spalle, aveva ascoltato tutto senza riuscire a trattenere le sue. Singhiozzò piano, ma George si accorse di lei; si voltò e le sorrise emozionato. Prendendole la bimba dalle braccia la fece avvicinare.

Per Katie era la prima volta che si trovava alla tomba di Fred con George. Era in genere un suo momento privato e non ci si era mai intromessa.
Lui si sedette per terra con Joanne, poi aiuto Katie a sedersi piano accanto a loro.

Mamma, tu conosci lo zio Fred?” chiese l'insaziabile girandola di domande.
Io e lo zio Fred siamo amici, grandi amici. Mi piace pensare che sia merito suo se io e tuo padre ci siamo sposati. Ehi zio Fred!” continuò diretta verso la tomba, “ce l'ho fatta alla fine! Ho sposato tuo fratello!”
George la guardò sorridente e innamorato.

Come puoi vedere, Fred, ci stiamo allargando. Questi sono i nostri figli e presto ne avremo un altro!” esclamò entusiasta l'uomo guardando i suoi tesori.

Katie deglutì nervosa. Quello era un buon momento.
Ne avremo due” mormorò fiocamente.
George la guardò incredulo, emozionato e sorpreso nello stesso istante.

Guardò prima il viso di lei, poi la pancia, poi ancora il viso, la tomba di Fred poi di nuovo la pancia. Saltò su con un ruggito di gioia, alcuni visitatori si girarono increduli a guardarli, poi sollevò Katie piano e l'abbracciò, Joanne in mezzo a loro che ridacchiava.
Due gemelli.
Era rimasta sorpresa anche lei quando la Guaritrice gliel'aveva detto, ma non c'erano dubbi. Due cuori e due battiti. Il sesso era sconosciuto. Fred saltellava su e giù anche se non aveva capito nulla, strillando.

La Guaritrice dice che c'è una percentuale molto bassa che siano gemelli identici come voi due. Quello è in genere un fattore ereditario nel ceppo femminile. Non è escluso che possano essere diversi tra loro e di sesso diverso” si scusò lei. Ma George non ascoltava, non importava. Avrebbe avuto due gemelli. Due figli in un colpo solo, da amare. Amava sempre di più Katie.
Mi è sembrato giusto dirlo a te e Fred insieme, prima di tutti gli altri” continuò lei.
Rimasero lì a chiacchierare per un po', scegliendo i nomi, immaginando le possibili combinazioni, l'aspetto.
Tutto sotto lo sguardo amorevole dello zio Fred che era, ed era sempre stato, un elemento chiave di quella famiglia. Era nel loro cuore, sempre.

Arrivarono alla Tana che il sole era già tramontato e finalmente diedero la notizia alla famiglia. Molly si commosse davvero tanto e non riuscirono a farla smettere di singhiozzare per tutta la sera; George l'abbracciava e le dava pacche affettuose sulla schiena.
Katie prese la mano di Ron e gli fece sentire i calcini dei suoi nipoti.; il giovane, con le orecchie rosse, sorrise quando sentì i colpetti, prima nervoso e poi entusiasta. Passò la sera a raccontarlo a Hermione. La giovane le disse che se Ron voleva un figlio subito era tutta colpa sua. Poi l'abbracciò grata.

Quattro mesi dopo, in Agosto, nacquero il piccolo Gideon e la piccola Felicia; il maschietto era identico a George, nei colori e nel viso, la femmina aveva i capelli e gli occhi castani come la madre.
George li strinse a sé felice quella sera di fine Novembre, appena tornato dal lavoro extra, poi li mise nei lettini, dando loro un bacio della buona notte. Raggiunse Katie, addormentata profondamente nel loro letto, sfinita dai gemelli. Si infilò sotto il lenzuolo e si accoccolò vicino a lei, cercando di non svegliarla, ma il suo istinto di mamma ormai la faceva sobbalzare per qualsiasi cosa.
Si tirò su allarmata.

E' tutto a posto. Dormono tutti, ritorna a dormire pure tu” sussurrò stringendola in un abbraccio rassicurante, mentre le strofinava la schiena.
Oh, George, ti prego moltiplicami” blaterò Katie assonnata, infilando il viso nell'incavo della spalla di lui, inalando il suo profumo.
Credevo l'avessimo già fatto” ridacchiò lui, alludendo ai figli.
Intendevo dire sdoppiami, triplicami. Sono sfinita” lo rimproverò senza molta convinzione.
Oh, mi piacerebbe. Un Harem di Katie. Allettante!”
Katie lo pizzicò piano sul braccio mentre lui le dava un bacio sulla fronte.

Sei un idiota, George!”
Ti amo anche io” ribatté l'uomo divertito. “I gemelli ti hanno fatto dannare?”
Non molto. A parte il fatto che se piange uno piange anche l'altro son molto buoni, sul serio. Se non fosse per Fred!” raccontò Katie. “Ha trovato la bacchetta di Zio Fred nel cassetto del tuo comodino e ha colorato i capelli di Gideon di castano e i suoi di rosso!”
Non c'è nulla da ridere!” disse, visto che George era scoppiato in una gran risata.
Scusami. Vuoi che ci parli?” domandò l'uomo cercando di contenere le risa.
No, l'ho già fatto io. Gli ho detto che non deve essere geloso dei suoi fratellini, perché io e te li amiamo tutti alla stessa maniera. Pare che si sia accorto che dedichi molte attenzioni ai gemelli.”

George sospirò nell'oscurità della camera, riflettendo.
Domani sera uscirò prima dal negozio e passerò un po' di tempo con Fred” concluse, contento della soluzione. Il piccolo entrò nella loro camera in quel momento, facendo entrare la luce del corridoio dallo spiraglio della porta.
I suoi capelli erano di nuovo castani, per merito di Katie.

Mamma? Posso dormire con voi?” domandò piano mentre stava ai piedi del letto, torcendo un angolo del suo pigiamino.
Katie si puntellò sui gomiti, per guardare il figlio.

Hai avuto un incubo?” chiese, mentre Fred già si infilava nel letto senza aspettare una risposta.
Sì. C'erano tanti cani zombie che mi inseguivano” raccontò infilandosi a forza tra loro due.
Hai guardato di nuovo i programmi della televisione che ti ho proibito?” domandò Katie con rimprovero.

La televisione, parte del bagaglio culturale di suo nonno, nato babbano, gli era stata regalata da poco dai bisnonni materni e Fred continuava a guardarla anche quando gli era proibito.
Un pochino, mamma. Ma ti giuro che non lo farò più!” mugugnò Fred che aveva percepito lo sguardo arrabbiato della madre anche al buio.
Sai cosa, Fred? Conosco una magia che ti proteggerà, se tornerai a dormire nel tuo letto” rivelò George punzecchiando il fianco del figlio, che si era voltato verso di lui.
Davvero?” strillò Fred, emozionato.
Amava la magia e amava che suo padre facesse magie per lui.

George afferrò la bacchetta dal comodino vicino al letto, poi con un colpo fece apparire un luminoso, argentato Fennec, che illuminò la stanza. Il piccolo vulpide si sedette sul letto e li guardò scrollando le orecchie, sotto gli occhi meravigliati di Katie e quelli emozionati di Fred.
Il piccolo saltò giù dal letto, rincorso dal Fennec, e corse verso la sua camera, senza nemmeno augurar loro la buona notte.
Ritornati al buio, George si ricoricò, soddisfatto.

George? Quello era il tuo patronus” strillò Katie avvicinandosi a lui. “Sei riuscito a produrre un patronus!”
Lo strinse a sé, felice.
George era un uomo completo ormai.

Non vuoi sapere qual è il mio pensiero felice?” domandò lui, visto che lei era rimasta in silenzio.
No. Mi basta sapere che ne hai uno” mormorò la donna, ricevendo per le sue parole baci e abbracci.
Siete voi. Tu sei stata il mio primo pensiero felice e poi me ne ha dato molti altri. Ti amo.”
Ti amo anch'io, George.”
Si baciarono, con amore.

La porta si spalancò per la seconda volta e Fred entrò nella camera col Fennec d'argento dietro, tenendo per mano Joanne.
Io voio” strillò la piccola indicando il Fennec. Fred era andato dalla sorella a vantarsi della magia, svegliandola in piena notte.
Katie e George li fecero coricare con loro nel letto, poi presero anche i gemelli e la donna fece apparire anche il suo Fennec.
Il lettone era pieno da scoppiare, sotto la luce amorevole dei due patroni, simili ma non identici, come due fiocchi di neve.

Come si fa a non essere felici?” sussurrò George nel suo orecchio, prima di addormentarsi.




Note:

The End!
Finito, ma nel migliore dei modi. George è tornato felice e completamente sereno, ha sposato la nostra Katie che lo ama per ciò che è, non come un pallido sostituto, e hanno dei deliziosi bambini.
Il piccolo Fred non sembra il nostro grande Fred? Si sarà reincarnato?

Vi ringrazio tutte per avermi seguito fino alla fine.
E' la prima storia che io abbia mai scritto e vedere la vostra partecipazione mi ha fatto enormemente piacere.
Grazie a tutti voi che avete recensito, regalandomi sorrisi in momenti inaspettati, a voi che avete seguito silenziosamente e magari almeno oggi, dato che è finito, volete farmi sapere cosa ne avete pensato; grazie a chi ha messo la storia nelle preferite, facendomi credere in me stessa.

Mi mancherete!
Al momento sto partecipando ad alcuni contest e ho tre o quattro storie per la testa...alcune di George e Katie. Li sopporterete ancora? :p
Di sicuro Fred e George scalpitano per tornare, dato che Fred pare abbia riscosso parecchio successo e pare che non voglia rinunciare alla ribalta tanto presto!
Questa storia è nata grazie alla mia Katiewow, alla quale è dedicata, che sento ormai poco perché studia Medimagia seriamente. In bocca al lupo!
Un ringraziamento speciale a Alice, amica specialissima, che ha sopportato la mia storia in anteprima, mi ha corretta, mi ha motivata quando ero sfiduciata e mi ha spinto a proseguire. Grazie dolcina! Senza di lei la storia non vi sarebbe piaciuta, credetemi!

Un abbraccio fortissimo a tutti! Spero a presto!
Con molto affetto
Mimì <3



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