Le Cronache di Narnia - Il Ritorno

di Clairy93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Clairy ***
Capitolo 2: *** L'armadio ***
Capitolo 3: *** Impossibile... ***
Capitolo 4: *** Narnia ***
Capitolo 5: *** Moglie...di un principe?! ***
Capitolo 6: *** "Tu non sei il mio re!" ***
Capitolo 7: *** Complicazioni ***
Capitolo 8: *** Svolte positive all'orizzonte ***
Capitolo 9: *** Innamorata? Forse... ***
Capitolo 10: *** Il compleanno di Clairy ***
Capitolo 11: *** Una dolce gita al lago ***
Capitolo 12: *** Dubbi, chiarimenti e... ***
Capitolo 13: *** Non posso perderti! ***
Capitolo 14: *** Un' "amica" di Narnia ***
Capitolo 15: *** Romantiche confessioni ***
Capitolo 16: *** Tutto crolla ***
Capitolo 17: *** Partenze ***
Capitolo 18: *** Tempo di guerra ***
Capitolo 19: *** La prima impressione è quella che conta ***
Capitolo 20: *** Mai sottovalutare una donna ***
Capitolo 21: *** Riunioni di famiglia ***
Capitolo 22: *** Preparativi per la guerra ***
Capitolo 23: *** Per Narnia! ***
Capitolo 24: *** La sfida di Clairy ***
Capitolo 25: *** Annunci importanti ***
Capitolo 26: *** Un evento speciale ***
Capitolo 27: *** L'incoronazione ***
Capitolo 28: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Clairy ***


Ciao a tutti! Sono iscritta da poco a questo sito e già lo adoro!
Così, ho deciso di pubblicare il mio lavoro. Ci sto lavorando da parecchio tempo e mi sono tanto appassionata alla mia storia che un pezzetto di me ormai si cela tra le righe del mio racconto.
Spero davvero questa fanfiction possa piacervi e mi auguro di ricevere qualche commento, anche le critiche costruttive sono ben accette! ;)
A presto! :D



“Avete freddo perche siete sola:nessun contatto accende il fuoco che e in voi. Siete malata perché il migliore di tutti i sentimenti, il più nobile, il più dolce vi rimane lontano. Siete sciocca perché per quanto ne soffriate, non gli fate cenno di avvicinarsi, ne muovete un passo per andargli incontro...”

“Si alzi Clarinda! La colazione è pronta da venti minuti!” richiamò aggressiva una voce dall’altra parte della porta della camera.
La ragazza sobbalzò. Era pienamente assorta nella lettura che non si accorse di come il tempo fosse passato così velocemente. La voce di suor Aghata la scaraventò con violenza nel mondo reale e capì che quello non era il momento adatto per dedicarsi alla sua amata lettura. Nascose il libro sotto il cuscino nel caso sorella Aghata fosse entrata e avesse visto la causa del suo ritardo inopportuno. Corse ad aprire la porta e si ritrovò di fronte a sè il volto adirato della suora.
“Clarinda, pensa forse di trovarsi in un albergo? Ci sono delle regole, regole che vanno rispettate e lei è tremendamente in ritardo. Potrei sapere cosa stava facendo?”
“Mi dispiace davvero suor Aghata, mi sono riaddormentata. Non capiterà più glielo assicuro.” rispose la ragazza.
“Lo spero. Le concedo un minuto per sistemarsi e scendere. Sia svelta.” ordinò la suora.
“Grazie sorella.” rispose.
Richiuse la porta ed emise un lungo sospiro.
Clarinda…Clarinda…odiava quel nome. Ovviamente non lo aveva scelto lei. Clarinda era il nome che le suore del collegio le avevano dato quando arrivò una fredda notte di gennaio avvolta in delle coperte e abbandonata sulla soglia del portone. Preferiva chiamarsi Clairy, un abbreviativo semplice e coinciso.
Non aveva mai conosciuto i suoi genitori né sapeva niente di loro. L’unico indizio che molto probabilmente la ricollegava in qualche modo con la sua famiglia era una strana voglia sulla spalla destra ma non le era permesso fare ricerche al riguardo.
Velocemente si pettinò i lunghi capelli castani guardandosi al piccolo specchio appeso alla parete. Un viso magro e alquanto pallido dai grandi occhi castani la guardava sofferente. Quel volto da troppo tempo ormai non dava segno di gioia o di speranza per l’avvenire. La tristezza e la solitudine che la circondavano non le davano respiro e la facevano chiudere in se stessa, ogni giorno di più.
Si girò e guardò per un secondo la sua stanza: scura, dalle pareti spoglie, le finestre piccole e polverose non permettevano alla debole luce del mattino di illuminare la stanza, un misero armadio, un semplicissimo letto e una lampadina da comodino.
Prese da sotto il cuscino il libro che precedentemente aveva nascosto e lo mise nel suo zaino. Stava leggendo Jane Eyre, di Charlotte Brontë. Prendeva spesso in prestito libri dalla biblioteca del collegio. Il suo unico sfogo era la lettura. Fin da quando era una bambina leggeva ogni genere di libro, amava immedesimarsi nei personaggi e sognare che un giorno anche lei avrebbe vissuto una fantastica avventura come i protagonisti dei suoi romanzi.
Clairy scese le scale e si diresse alla mensa. Si sedette al suo solito posto, in un angolo della sala, isolata. A volte non si capacitava del fatto che nessuno desiderasse la sua compagnia. Da quando era una bambina, viveva in solitudine fra i rimproveri delle suore e le cattiverie degli altri ragazzi che, troppo spesso, le rinfacciavano di essere sola e abbandonata. Clairy non rispondeva né replicava, si limitava a far finta di non sentire. Molte volte però queste dolorose parole riaprivano le sue ferite.
Finì in fretta la colazione, in realtà non mangiò molto per poter finire un altro capitolo del libro ma, non volendo fare tardi anche a lezione, lo chiuse e si alzò. Mentre cercò di inserire il libro nella cartella, si scontrò con qualcuno e cadde a terra.
“Vuoi stare attenta?” la rimproverò rabbiosamente una voce femminile.
Clairy alzò lo sguardo e vide una ragazza che la sovrastava. Susan Pevensie.
“Scusa Susan, non ti avevo vista.” si giustificò Clairy distrattamente. Stava cercando il libro ma quando lo avvistò poco lontano da lei, Susan fu più veloce e lo agguantò sfogliando distrattamente le pagine.
“Che noia mortale. Ma come fai a leggere queste cose?” disse Susan e gettò il libro a terra. Clairy lo afferrò immediatamente. Alcune pagine si erano piegate e avrebbe dovuto spiegare il danno alla biblioteca.
“Poveraccia.” disse Susan con superiorità guardano Clairy dall’alto al basso. E si allontanò raggiungendo i suoi fratelli, poco lontani.
Clairy avrebbe voluto piangere. Ma non lo avrebbe fatto. Dopotutto a cosa sarebbe servito? Nessuno l’avrebbe consolata o sostenuta anzi, probabilmente sarebbe stata derisa dai compagni.
Si rialzò, mise il libro nello zaino e uscì dal refettorio. Indossato il giubbotto, si diresse alla scuola che si trovava a pochi passi dal collegio.
Un’altra lunga giornata era cominciata.

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Capitolo 2
*** L'armadio ***


La scuola era un edificio alquanto angusto e ormai in rovina. Le pareti scure e ammuffite non trasmettevano certo un senso di calore e familiarità.
Appena entrò a scuola, Clairy si ricordò all’improvviso che quel giorno ci sarebbe stato un cambiamento nell’orario scolastico. Infatti la lezione di francese, tenuta da Suor Marie, si sarebbe svolta in un’aula diversa dalla solita per motivi di perdite d’acqua.
Essendo in ritardo quella mattina, Clairy non si ricordò di guardare quale fosse l’aula giusta e i pochi alunni che stavano entrando a scuola non erano della sua sezione.
Inizio così a vagare per i silenziosi corridoi ed a aprire le porte delle aule sbirciando se all’interno di una di esse ci fosse Suor Marie con i suoi compagni. Tutto inutile. I minuti passavano e Clairy non trovava altro che aule vuote e la lezione probabilmente stava ormai per iniziare. Sorella Marie non sarebbe stata contenta del suo ritardo.
Aprì l’ennesima porta, ancora vuota, ma quando stette per richiuderla si bloccò. Qualcosa l’aveva colpita. La riaprì lentamente. L’aula era buia e un debole fascio di luce illuminava il pavimento. La stanza era completamente vuota e ciò che la colpì fu un armadio, appoggiato alla parete. Un bellissimo armadio, imponente, con i bordi intagliati e decorati e le maniglie dorate. Clairy non si capacitava di come un mobile così raffinato potesse risiedere in quell’aula buia e inutilizzata.
Clairy era stranamente attratta dall’armadio, come una calamita. La voce…una voce la invitava…la sentiva, la invitava ad avvicinarsi.
Clairy si voltò accertandosi che in corridoio non ci fosse nessuno. Entrò silenziosamente nell’aula accostando la porta. Il cuore le batteva ma non ne capiva il vero motivo. Inspirò. Espirò. Fece un passo verso l’armadio. Un altro, un altro ancora. Si fermò.
Finalmente era di fronte all’armadio. Clairy si soffermò a osservare le incisioni sul legno: cavalli intrecciati da girali di fiori, un castello e poco più in là era rappresentata una grotta che dava su una spiaggia costeggiata dal mare. Le piacquero tantissimo e li sfiorò con le dita fino a che la sua mano toccò la maniglia fredda dell’armadio. Stette per girarla quando una voce alle sue spalle la fece sobbalzare.
“Che cosa sta facendo?!”
Clairy si voltò di scatto spaventata. La voce severa della suora la riportò alla cruda realtà. Si trovava in un’aula probabilmente non accessibile ai ragazzi e per di più era in ritardo per la lezione di Sorella Marie.
“Le lezioni sono incominciate. Vada immediatamente in classe!” urlò severa la donna.
Clairy uscì velocemente dall’aula e si scuso con la suora.
Dopo pochi tentativi trovò l’aula esatta, bussò ed entrò timidamente. Era pronta per i rimproveri di Sorella Marie.
“Buongiorno.” disse Clairy quasi in un sussurro.
La suora si voltò verso Clairy squadrandola con i suoi piccoli occhi.
Bounjour Clarinda. La lezione sarebbe già cominciata, il motivo del suo ritardo signorina?
“Mi dispiace Sorella, non ricordavo in quale aula si tenesse la sua lezione oggi.” rispose Clairy molto imbarazzata. Tutti i suoi compagni la fissarono e ridacchiarono di lei.
Oh bon Dieu ! E’ sempre così terribilmente sbadata signorina.” fece notare Sorella Marie intrecciando le sue dita sottili e scheletriche.
“Mi scusi Sorella. Non capiterà più.” rispose Clairy.
In quel momento entrarono due suoi compagni. Probabilmente anche loro avevano avuto problemi per il cambio dell’aula e si sedettero dopo uno sbrigativo “buongiorno” alla suora.
“Sa benissimo che non accetto questo tipo di scuse.” riprese Sorella Marie “Una cosa che non tollerò è il ritardo. Lo segnalerò sul registro”
”Ma sorella” rispose Clairy cercando di essere il più educata possibile “non capisco perché segnala solo il mio ritardo. Altre due persone sono entrate…”
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Sorella Marie diventò rossa dalla rabbia.
“Non deve provare a giudicare le mie scelte Clarinda” rimproverò duramente la suora “Pour l’amour du ciel!!!"
“Ma…” Clairy tentò di spiegare il malinteso ma Sorella Marie era davvero arrabbiata e non le permise di dire nemmeno una parola.
“Stia zitta! E si sieda immediatamente!” urlò la suora.
La ragazza si diresse al suo banco, in fondo all’aula. Qualche compagno ridacchiò alle sue spalle.
Clairy si sedette e prese i libri. Intanto Sorella Marie appuntò la nota sul registro.
Aprì il libro di francese ma non riuscì a seguire la lezione. Pensava a tutt’altro, a quell’aula, a quell’armadio, a quelle voci.
Si promise che sarebbe ritornata in quella stanza, molto presto.
Chiuse gli occhi e li riaprì di scatto tornando, purtroppo, alla dura realtà.

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Capitolo 3
*** Impossibile... ***


Quella mattina, Clairy era particolarmente assonnata ma non si sarebbe concessa nemmeno un minuto in più. Non avrebbe fatto l’errore della mattina scorsa. Indossò la divisa, prese la cartella e uscì dalla stanza.
La giornata passò come al solito: lezioni monotone, richiami ingiusti dalle suore e commenti poco simpatici dai compagni. Clairy ormai era abituata a non dare troppo peso a ciò che sentiva sul suo conto ma la verità purtroppo era limpida: era sola. Questo le faceva più male di tutte le cattiverie che sentiva.
Concluse le lezioni si diresse all’uscita ma dopo poco si fermò improvvisamente. Era in quel corridoio, poco più avanti si trovava l’aula con il misterioso armadio. Non sapeva perché, fu come se le sue gambe l’avessero portata lì. Voleva tornare ad ammirarlo.
Si guardò alle spalle: una suora aveva appena girato l’angolo. Sorridendo fra sé con il cuore che iniziò a palpitare un po’ più forte, si diresse nell'aula poco lontana. Aprì la porta ed entrò.
Provò le stesse emozioni della volta precedente anche se le sembrò di vivere qualcosa di totalmente nuovo. Il bellissimo armadio la osservava in tutta la sua grandezza. Clairy si avvicinò. Lo fissò nei minimi particolari, le incisioni erano più belle di quanto si ricordasse. Poi decise: poso la mano sulle maniglie fredde, si guardò indietro per accertarsi che nessuno fosse entrato e poi, aprì. Con lentezza girò la maniglia e tirò verso di sé. La prima anta dell’armadio si aprì e di seguito anche la seconda.
Vuoto. Clairy fu abbastanza delusa ma ancora più incuriosita. Era piuttosto strano che un armadio così raffinato fosse conservato in un’aula inutilizzata ma ora, scoprendo che l’armadio misterioso era completamente vuoto, i dubbi accrebbero e affollarono la mente di Clairy. Tutto questo non aveva senso. Clairy, delusa, stava richiudendo l’armadio quando vide qualcosa, un bagliore che svanì immediatamente. Le sembrò uno scherzo della sua bizzarra immaginazione eppure qualcosa la incitò ad approfondire questo mistero.
Per placare la sua curiosità, entrò nell’armadio. Si girò di spalle così da poter guardare la porta dell’aula e il fascio di luce sul pavimento. Iniziò a indietreggiare. Un passo…un altro ancora. Clairy non capì. Si allontanava ma non toccava il fondo dell’armadio e il fascio di luce nell’aula diventata sempre più indefinito. Quando, presa dal panico, provò a voltarsi cadde sulle ginocchia, reggendosi con le mani. Vide della sabbia. “Sabbia in un armadio?” Piuttosto bizzarro, pensò Clairy.
Poi udì lo scrosciare dell'acqua e un odore di…sale.
Aveva paura ad alzare lo sguardo e capire cosa stesse accadendo. Lentamente sollevò il capo. Era in una grotta. Si voltò di scatto e l’armadio non c’era più.
Si rigirò. Non poteva credere a quello che stava guardando. Una spiaggia, ed era decisamente più bella delle illustrazioni nei suoi libri.
Si alzò, come ipnotizzata, e uscì dalla grotta. Il sole caldo la inondò e iniziò a camminare lentamente osservando il mare.
“Impossibile.” fu tutto ciò che Clairy riuscì a dire.
Come era potuta giungere in quella spiaggia? Era sicuramente un sogno, l’armadio non avrebbe potuto condurla fino a lì.
Eppure, le sembrava di essere sveglia. Tutto era così follemente reale.
Annusò l’aria salmastra e guardò l’orizzonte. Come era grande il mondo, e lei ne aveva visto solo una minima parte.
Chiuse gli occhi e si fece trasportare dal rumore delle onde.

 

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Capitolo 4
*** Narnia ***


Ciao a tutti! :)
Spero con tutto il cuore che qualcuno stia seguendo la mia storia e vi invito a lasciare un commento, anche piccolissimo, perchè sono sempre tanto,tanto felice quando li leggo! Grazie davvero! :D
Un bacio e a presto!



Clairy sciolse la treccia e i suoi lunghi capelli ricaddero sulla schiena che la dolce brezza scompigliava.
All’improvviso udì un rumore. Si girò di scatto e spalancò gli occhi dallo stupore. Un uomo la stava fissando con uno sguardo ancora più sorpreso del suo. Era basso, eppure non era un bambino perché il suo viso era totalmente diverso da quello di un tenero fanciullo. Portava una lunga barba rossiccia e indossava un’armatura e, Clairy la notò immediatamente, una spada. Accanto al piccolo uomo Clairy vide un animale. Assomigliava ad un lupo ma le orecchie erano molto più lunghe, simili a quelle di una lince. E la coda. Esageratamente lunga. Digrignava i denti affilati ed era in posizione d’attacco.
Si fissarono per pochi secondi, immobili. E fu un attimo: l’uomo, seguito dall’animale, corse furiosamente e, sguainando la spada, si diresse verso la povera Clairy. Spaventata, indietreggiò, ma inciampò e cadde. Il cuore le batteva all’impazzata proprio quando la spada di quel singolare individuo, puntò minacciosa alla sua gola. Inconsapevolmente Clairy chiuse e riaprì gli occhi ma non riuscì a svegliarsi da quel sogno assurdo.
“Sporca traditrice!” urlò ferocemente l’uomo. “Non hai il diritto di venire quì, infame abitante degli inferi! Cosa sei una spia?”
Troppe domande. Domande senza alcun senso.
Il ringhio cupo del lupo si faceva sempre più aggressivo.
E’ un sogno, si ripeté Clairy, solo un brutto sogno.
Improvvisamente il piccolo uomo si fermò. Il suo volto sbiancò nel giro di pochissimi secondi.
“Aspetta. I tuoi occhi…”
Tutto tacque per un istante che parve infinito.
“Sei…sei una…umana?” domandò l’uomo balbettando.
“Sì.” rispose Clairy in fin di voce.
“Per mille sirene!” imprecò l’uomo e ripose immediatamente la spada.
“Ferma Luna!” l’animale si tranquillizzò.
Il piccolo uomo offrì gentilmente una mano a Clairy per aiutarla ad alzarsi.
“Mi scusi vostra Maestà, la prego di perdonare la mia imprudente avventatezza. Sono uno stupido gnomo. A Narnia non giungono mai umani. Vi prego di accettare le mie più sentite scuse.”
Perfetto, Clairy non aveva capito una parola. Tuttavia si fidò dello sconosciuto e prese la sua mano, tozza e ruvida, e si alzò. Clairy lo sovrastava almeno di un metro.
“Non lasciatevi ingannare dalla mia statura, sono molto più forte di quanto crediate.“ disse l’uomo “Non possiamo perderci in futili chiacchere Maestà, dobbiamo andare. Seguitemi!” ordinò già in marcia, seguito dal lupo, per chissà quale meta sconosciuta.
“Aspetta!” urlò Clairy all’uomo.
L’uomo si girò e guardò perplesso la ragazza.
“Si Maestà?” domandò l’uomo.
“Ecco io…” troppi dubbi le affollavano la mente e non sapeva da dove iniziare. “In realtà, non capisco cosa mi stia succedendo. Dove mi trovo? E tu, cosa dovresti essere? E per favore smettila di chiamarmi Maestà! Non capisco, c’era un armadio, l’ho attraversato e sono sbucata qui e poi…”
“Sii calmi per favore!” la interruppe seccamente l’uomo “Ha ragione ad essere confusa e in parte la colpa è mia. Volevo spiegarvi tutto ma la vostra inaspettata comparsa mi ha fatto dimenticare il mio compito. Io sono uno gnomo.”
“Un cosa?” domandò incredula Clairy.
“Uno gnomo, sì esatto! Non è necessario scandalizzarsi. Sono consapevole di non essere particolarmente attraente.”
“Non intendevo…”
“Non ha importanza.” Interruppe lo gnomo. “E lei è Luna.” disse indicando l’animale che guardava Clairy con un’espressione curiosa. La ragazza fu ammaliata dagli splendidi occhi di Luna, azzurri come il cielo e con qualche sfumatura viola.
“Iniziamo ad avviarci e durante il tragitto potrete espormi i vostri dubbi.” disse lo gnomo.
“Certo, tanto tutto questo è frutto della mia immaginazione.” pensò ad alta voce Clairy.
“Su questo vi sbagliate.” s’intromise lo gnomo. “Mi dispiace contraddirvi ma tutto questo è reale e vi dirò di più, ha anche un nome: Narnia.”
Nel frattempo si erano addentrati in un bosco.
“Narnia?” ripeté Clairy.
“Esatto, Maestà.”
“Per favore, chiamami Clairy.”
“Come volete. Cercate di non allontanarvi se non volete perdervi nel bosco.” avvertì lo gnomo.
Clairy alzò lo sguardò e osservò meravigliata i giochi di luce che il sole creava oltrepassando le fronde degli alberi.
“Come faccio ad essere sicura che non mi abbandonerai in mezzo ai boschi?”
Lo gnomo ridacchiò fra sé. “Clairy, vi dirò una cosa. Coloro di cui non potete fidarvi sono gli abitanti della Terra degli Inferi.”
Clairy ripensò al loro incontro pochi minuti prima.
“Pensavi io fossi una di loro vero? Ma non capisco, perché appena hai visto i miei occhi ti sei fermato?” domandò Clairy.
“I loro occhi sono rossi, come il sangue.” rispose lo gnomo “Tuttavia l’aspetto è piuttosto simile a quello di voi umani.”
Dopo una breve pausa lo gnomo continuò: “Prima erano abitanti di Narnia.”
“Prima di cosa?” domandò incuriosita Clairy.
“Prima che un matto decidesse di creare un popolo che con la magia nera avrebbe distrutto Narnia.”
Per Clairy era complicato capire un discorso di quel genere. Dopotutto ancora faceva fatica a credere a ciò che le stava accadendo.
“Perché mi chiami Maestà?” domandò Clairy.
“Quante domande.” si limitò a rispondere lo gnomo.
“Tu non mi rispondi!” controbatté Clairy.
“Ogni cosa a suo tempo.” rispose lo gnomo, “Ora potete finirla con le domande e risparmiamo fiato per la camminata che ci attende?”
Clairy però, si accorse che ancora non sapeva un particolare molto importante.
“Qual è il tuo nome?”
“Ehm…Trumpkin.” rispose lo gnomo un poco in imbarazzo.
“Grazie di non avermi ucciso Trumpkin.” disse Clairy. 
“E’ stato un piacere.” Clairy riuscì a scorgere un accenno di sorriso sul volto burbero dello gnomo.
Camminarono in silenzio e Clairy non smise un secondo di pensare e pensare perché si trovasse in quel posto e cosa le sarebbe successo. Forse lo gnomo aveva ragione. Forse quello non era un sogno.
 
 
 

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Capitolo 5
*** Moglie...di un principe?! ***


Dopo una lunga ma altrettanto piacevole camminata caratterizzata dal simpatico scricchiolio delle foglie calpestate, Clairy, Trumpkin e l’aggraziata Luna, arrivarono al limite della foresta e raggiunsero una strada a ciottoli.
Fu in quel momento che Clairy intravide in lontananza delle torri di un castello, seminascoste dalle colline.
“Dove stiamo andando Trumpkin?” chiese dubbiosa la ragazza.
“Tra poco lo scoprirete.” rispose enigmatico lo gnomo.
Tutta questa segretezza stava iniziando ad irritare Clairy e ciò di cui aveva bisogno erano risposte, chiarimenti e il perché un semplice armadio era in realtà un passaggio per un mondo di cui nessuno era a conoscenza.
Clairy osservò le prime umili abitazioni di campagna e i vasti campi per il raccolto. A Clairy sembrò di intravedere uno sguardo d’intesa tra Trumpkin e gli abitanti che si affacciavano curiosi sulla soglia delle loro case, fissandola. Potevano forse comunicare con il pensiero? Clairy non se ne sarebbe stupita poi così tanto.
Proseguendo nel tragitto, un vocio si faceva sempre più intenso e dopo poco, giunsero a una cittadina. Clairy osservò sbalordita gli abiti lunghi e i capi coperti delle donne, le case a traliccio ricche di decorazioni e con ampie finestre, i mercati nelle strade e gli schiamazzi allegri dei bambini che si rincorrevano.
Luna non resistette alla tentazione e si unì gioiosa ai ragazzi.
“Trumpkin, mi hai portato a fare un’escursione in un borgo medievale per caso?” domandò Clairy perplessa.
“No.” replicò sbrigativo lo gnomo.
“Quando mi dirai dove mi stai portando?”
E anche se nuovamente Clairy non ricevette risposta, fu qualcos’altro che catturò la sua attenzione: al loro passaggio ogni rumore cessò e gli abitanti s’inchinarono.
Clairy, assolutamente stranita, si avvicinò a Trumpkin:
”Perché si comportano in questo modo?”
“Per voi Clairy.” rispose lo gnomo che continuò imperterrito a camminare.
Clairy cercò di non incrociare lo sguardo insistente delle persone che si inginocchiavano al suo passaggio. Tutto questo la metteva a disagio e in grande imbarazzo.
Superato il villaggio e percorsa una salita piuttosto ardua, soprattutto per Clairy che non era certo abituata, giunsero finalmente al castello. Clairy ne rimase affascinata: le alte torri erano così slanciate che pareva toccassero il cielo, bellissimi stendardi in ogni angolo e centinaia di guardie e cavalieri.
Si arrestarono davanti al ponte levatoio. Alcune guardie fermarono Trumpkin per conferire con lui ma un semplice accenno col capo, bastò perché le guardie si spostassero e lasciassero il passaggio libero.
“Andiamo?” chiese lo gnomo.
Clairy deglutì, indecisa se far finta di svenire o correre via.
”Andiamo.” rispose infine.
Le guardie s’inginocchiarono al suo passaggio e Clairy, non sapendo cosa fare, si limitò ad accennare un sorriso.
Forse era ancora in tempo per scappare. Era veloce a correre. Avrebbe raggiunto la spiaggia e sarebbe entrata nella grotta ritornando così alla sua vita. Tuttavia, non era del tutto sicura di volerci tornare. Valeva la pena scoprire cosa la attendeva.
Superato l’immenso portale d’entrata, Clairy si ritrovò in un meraviglioso cortile, ricco di cespugli e alberi di ogni genere, con al centro un pozzo decorato straordinariamente con tralicci di ferro. Sul cortile si affacciavano le pareti maestose del castello, sorrette da imponenti colonne avvolte da bellissimi rampicanti.
Clairy e Trumpkin si fermarono davanti ad un alto portone di legno.
“Permettetemi di darvi un consiglio Clairy: non parlate a patto che non vi faccia un cenno, sorridete senza esagerare, non inciampate e restate vicino a me. Chiaro?” chiese lo gnomo con tono particolarmente serio.
Clairy annuì perplessa.
Trumpkin riuscì facilmente ad aprire il portone.
Il cuore di Clairy iniziò a battere furiosamente e temeva che se non si fosse calmata le sarebbe uscito dal torace.
La maestosità e la bellezza della sala in cui entrarono, lasciò Clairy estasiata. Il pavimento era di marmo bianco con strane venature azzurre, le vetrate colorate scandivano i possenti muri di pietra e sul soffitto finemente decorato, era rappresentato un magnifico cielo azzurro con alcune figure collocate sulle nuvole.
Di fronte a sé, ai lati di un bellissimo trono d’argento, si trovava un bambina dai bellissimi boccoli biondi, che ricordò a Clairy una bambola di porcellana dai grandi occhi azzurri, e una giovane donna dai lunghissimi capelli. I suoi grandi occhi castani scrutavano con curiosità i due nuovi arrivati.
L’attenzione di Clairy fu richiamata dalla voce di una guardia:
”Accorrete a chiamare il principe!”
“Il principe?” domandò confusa Clairy allo gnomo. Non ci fu il tempo per rispondere perché pochi secondi dopo, da una piccola porta, uscì un uomo che camminò spedito verso il trono. D’accordo, di uomini Clairy non ne aveva conosciuti più di tanti avendo vissuto per anni in un collegio di suore, ma appena lo guardò pensò che quello fosse l’uomo più bello che avesse mai visto.
I bellissimi occhi castani e i capelli leggermente ondulati, incorniciavano il suo viso quasi perfetto, se non fosse stato per la serietà e la freddezza nel suo sguardo.
Il principe si voltò verso Clairy. I loro occhi s’incrociarono per un istante finché l’uomo distolse lo sguardo.
“Mio principe” disse Trumpkin richiamando l’attenzione dei presenti ”Lei è Clairy, la vostra futura moglie.”
“Cosa?” urlarono Clairy e il principe all’unisono guardando sconcertati lo gnomo.
In quel momento a Clairy fu chiaro il comportamento misterioso di Trumpkin: se avesse saputo che il suo compito era sposare uno sconosciuto e diventare regina, sarebbe scappata immediatamente.
Il principe era furioso.
”Trumpkin, come osi mostrarti a me dichiarandomi che mia moglie sarà una…ragazzina!”
“Mio signore, questa ragazza è riuscita a superare il portale!” rispose lo gnomo e, dopo una breve pausa, aggiunse: ”Mio principe, sa meglio di me che LEI sarebbe tornata se ne avesse avuto la possibilità. E’ vano aspettarla. Mi creda, questa donna sarà la regina di Narnia e ci aiuterà a sconfiggere il nemico!”
Il principe si limitò a scrollare il capo in segno di disapprovazione.
“Caspian, non fare il bambino ti prego.” implorò la giovane donna, posandogli dolcemente una mano sulla spalla. Tuttavia il principe si scostò brutalmente.
“Sono stanco di ascoltarti. Sono stanco di ascoltare tutti voi!” il principe si diresse rabbiosamente verso l’uscita e non degnò Clairy di uno sguardo quando le passò accanto.
La bambina bionda rincorse l’uomo. Si fermò un momento di fronte a Clairy e le fece un rapido sorrisetto, decisamente falso. Subito sopraggiunse la donna che incitò la bambina a uscire dalla sala. Prima di seguirla, la donna si voltò verso Clairy e le sorrise comprensiva.
Appena la situazione si calmò, Clairy si rivolse esasperata verso Trumpkin.
“Noi due dobbiamo parlare.”
“Avete ragione. Seguitemi.” rispose lo gnomo. Sul suo volto era evidente la delusione per il comportamento del principe.
Aveva paragonato Clairy ad una “ragazzina”. Quella frase le echeggiava nella mente e le parve una pugnalata dritta nel petto.

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Capitolo 6
*** "Tu non sei il mio re!" ***


“Forse vi conviene cambiare quei vestiti. Con tutto il rispetto credo che non siano molto adatti.” disse Trumpkin appena uscirono dalla sala del trono. “Vi porto a cambiarvi e poi vi racconterò tutto, promesso.”
Clairy, impaziente di ricevere qualche spiegazione, accettò un poco riluttante la proposta dello gnomo.
Entrarono nel castello, ricco di porte, scale, finestre ampie e luminose e lunghi corridoi. Giunti al primo piano Trumpkin guidò la ragazza in una camera.
“Per ora, questa sarà la vostra stanza.”
Quando lo gnomo aprì la porta, Clairy rimase senza parole. Abituata alla stanza scura e malinconica del collegio, al contrario quella camera aveva una grande finestra che dava sul cortile del castello e illuminava piacevolmente la stanza, era ricca di decorazioni, affreschi, perfino il letto aveva un’alta testata arricchita da decorazioni intagliate.
Notando il silenzio prolungato da parte della ragazza, Trumpkin domandò se ne preferisse una più spaziosa.
“Oh no! E’ bellissima!” rispose entusiasta Clairy “In diciassette anni vissuti in collegio, non ho mai avuto una stanza così meravigliosa.”
Prima che i ricordi della sua grigia infanzia potessero prendere il sopravvento, Clairy tornò in sé.
“Cambiamo questi orribili vestiti.“
“Scegliete l’abito che più vi piace dal baule. Attenderò qui fuori.”
Appena lo gnomo uscì dalla stanza, Clairy aprì il baule ai piedi del letto e quasi le mancò il respiro dall’innumerevole quantità di abiti che conteneva. Optò per un abito rosa pallido dalle maniche strette che scendeva morbido fino a terra.
“Vi dona quell’abito.” disse in lieve imbarazzo lo gnomo appena entrò.
Clairy arrossì a sua volta, grata per il complimento.
“Come promesso, saprete ogni cosa.” incominciò Trumpkin “Avete appreso ormai che vi trovate a Narnia. E’ una terra vastissima e mantenere la pace non è sempre facile. Infatti, come vi avevo accennato, gli abitanti della Terra degli Inferi aspirano a conquistare Narnia, anche se dovessero raderla al suolo. Spesso alcuni di loro si possono incontrare nella foresta, vagano indisturbati facendo continue vittime e la guerra sembra l’unica soluzione plausibile.”
Trumpkin fece una breve pausa, forse avvertendo il costante stato di confusione in cui Clairy si trovava.
“Ora, veniamo a Caspian. Il principe è innamorato di una regina di Narnia che riuscì a tornare qui dopo molto anni, Susan. Questo però non condizionò il fatto che Susan dovesse comunque partire. Eppure ancora oggi Caspian attende il suo ritorno.
“E Susan non è più tornata a Narnia?” domandò Clairy.
“No. E probabilmente non tornerà più. Ma ora vi starete chiedendo cosa tutto questo ha che fare con voi.”
 Clairy annuì.
“Siamo giunti alla conclusione che la cosa migliore per Caspian sia sposare una donna che diventerà poi regina di Narnia. E’ necessario che abbia un erede che sarà addestrato al meglio. Dovete sapere che Caspian è un ottimo spadaccino e fortunatamente ciò compensa un poco la sua testardaggine.”
Clairy sorrise.
“La leggenda narra che la prima umana che giungerà a Narnia diventerà la moglie del principe. Caspian ha accettato questa decisione eppure è convinto che Susan ritornerà. E nessuno è mai riuscito a persuaderlo.”
Dopo una breve pausa, Trumpkin continuò.
“Voi siete la prima umana giunta a Narnia e siete destinata ad essere la moglie del principe. Siamo tremendamente egoisti chiedendovi ciò, ma a parer mio se siete riuscita ad arrivare in questa terra, siete realmente destinata ad essere la nostra regina. Ancora il principe non vi conosce, ma appena scoprirà la vostra grandezza d’animo, sono certo che cambierà.”
Clairy arrossì. “Questo è un sistema per convincermi a rimanere?”
“Sono convinto che siete la persona giusta Clairy.” rispose deciso lo gnomo
“Non lo so Trumpkin. Sono molto confusa ora. E’ tutto davvero strano per me. Ho bisogno di tempo per comprendere cosa mi stia accadendo, ma cercherò di fare il possibile per aiutare Narnia.”
“Grazie. Siete molto gentile.”
Clairy gli sorrise per celare la grande confusione che aveva in testa.
Trumpkin lasciò la stanza di Clairy e a quel punto si prospettavano due possibilità: poteva uscire e correre il rischio di incontrare Caspian, oppure poteva rimanere al sicuro in camera. Tuttavia aveva assoluto bisogno di prendere un po’ d’aria e schiarirsi le idee.
Uscì dalla sua stanza, percorse il corridoio, e scese le bellissime scale tenendosi saldamente al corrimano per evitare di inciampare rovinosamente nel vestito.
Clairy raggiunse il cortile ammirando i coloratissimi fiori finché non udì una vocina alle sue spalle.
“Ciao!”
Clairy si voltò ma non vide nessuno.
“Sono qui!” urlò scocciata la voce.
Clairy guardò in basso. Un faccino tondo dalle guance rosate e dai biondi capelli la guardava irritata. Era la bambina che aveva visto poco prima nella sala del trono.
“Scusami non ti avevo vista.” si scusò Clairy.
La bambina la guardò con un finto sorriso.
“Io sono Sophie. E tu dovresti essere Claire.”
“In realtà è Clairy.” la corresse.
“In realtà non mi interessa. Sono qui per darti un consiglio: sarò io la moglie di Caspian e tu non me lo porterai via. Sono stata abbastanza chiara?” domandò Sophie con presunzione.
“Non ti hanno insegnato la buona educazione?” chiese Clairy, allibita dal comportamento sfrontato della bambina.
“Ricorda le mie parole. Caspian è solo mio. Ciao!” e dopo un saluto squillante, Sophie se ne andò trotterellando.
Davvero una strana bambina, pensò Clairy.
Camminando tranquillamente per il cortile, Clairy notò che il portone della sala del trono era leggermente aperto. Diede un’occhiata nei paraggi e non vide nessuno. 
“Forse potrei dare una sbirciata veloce.” Clairy si avvicinò al portone di legno ma, appena tentò di aprirlo, cigolò fastidiosamente. Subito Clairy si scostò temendo di essere scoperta.
Nel frattempo Luna, la lupa dai bellissimi occhi, corse allegramente verso Clairy e si intrufolò all’interno della sala.
“Luna, no!” rimproverò Clairy in un sussurro.
Provò a controllare e fortunatamente la sala del trono era vuota e Luna gironzolava allegra. Sorridendo tra sé, Clairy entrò e accostò il portone che cigolò nuovamente.
I raggi del sole che attraversavano le vetrate colorate, creavano dei giochi di luce spettacolari sulle pareti e sul marmo bianco.
Ciò che catturò l’attenzione di Clairy, fu la moltitudine di statue presenti nella sala. Una in particolare l'affascinò: ritraeva un bellissimo leone di pietra dalla criniera folta e dallo sguardo autoritario. Clairy pose delicatamente la mano sulla pietra fredda, accarezzando il muso e la folta criniera del leone.
“Ti diverti?” una voce maliziosa riecheggiò nella sala.
Clairy si voltò rapidamente ma non vide nessuno. Luna si allontanò da lei e raggiunse la figura nell’oscurità.
“Non dovresti essere qui. E’ proibito.” riprese la voce misteriosa.
Il suo interlocutore fece un passo avanti e un raggio di sole illuminò il suo volto. Caspian.
Clairy colse nel suo sguardo serio un accenno di vittoria. L’aveva scoperta.
La ragazza deglutì.
“Mi dispiace, non volevo. E’ che questa stanza è davvero incantevole.” affascinata dalla bellezza del principe, Clairy non riuscì a trovare una scusa migliore.
“Certo, una ragazzina viziata non riesce a resistere alle tentazioni.”
L’incantesimo si frantumò all’istante. Clairy era sbigottita.
“Ragazzina viziata? Ma come ti permetti!”

“E tu come osi parlarmi in questo modo?” urlò furioso Caspian.
“Sei un principe esatto? Perfetto, pare che io sia una principessa. Direi che siamo sullo stesso livello, perciò posso trattarti come più mi aggrada.” la rabbia ribolliva dentro di lei.
“Non osare!” Caspian sguainò con un rapido gesto la spada che portava al fianco. “Potrei ucciderti, lo sai questo?” Luna iniziò a ringhiare mostrando i lunghi denti affilati.
“Ricorrere alle minacce verso un’indifesa? Non mi pare molto corretto!” lo provocò Clairy.
“Stai zitta!” urlò Caspian carico di rabbia.
“Fermatevi!” l’urlò di Trumpkin riecheggiò potente.
Accorsero alcune guardie e la donna dai lunghi capelli la quale, si diresse immediatamente da Caspian e gli strappò la spada di mano.
“Cosa avevi intenzione di fare?” urlò sconcertata la donna.
“Me lo stavo chiedendo anch’io.” intervenne Trumpkin. “Cosa diavolo vi è saltato in mente?”
“Domandalo a lei.” rispose Caspian in collera. “Non solo entra di nascosto in luoghi in cui è evitato l’accesso, ma non porta il dovuto rispetto al suo re.”
“Tu non sei il mio re!” Clairy scandì con rabbia ogni parola.
“Chiudi quella boc…”
“Basta!!!” urlò Trumpkin.
Caspian guardò Clairy furente un ultima volta prima di uscire dalla sala. Clairy lo seguì con lo sguardo e con tutto il disprezzo e la rabbia che provava in quel momento.
Trumpkin e la donna si scambiarono uno sguardo d’intesa, e quest’ultima seguì Caspian.
“Noi due dobbiamo parlare.” disse Trumpkin rivolgendosi a Clairy.
“No.” rispose Clairy fissando il punto in cui Caspian era uscito. Poi si voltò verso lo gnomo: “Non c’è niente di cui parlare Trumpkin.”
Clairy si voltò e uscì dalla sala del trono seguita da Luna.
“No Luna, resta qui.” ordinò Clairy.
La lupa guaì e abbasso il capo tristemente.
Clairy corse in camera sua, dove sarebbe rimasta per un po’.

 

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Capitolo 7
*** Complicazioni ***


“Clairy vi prego aprite questa porta!” Trumpkin continuava a bussare con insistenza.
Clairy alzò gli occhi al cielo spazientita e aprì, tornando immediatamente a sedersi sul letto. Luna appoggiò delicatamente il muso sulle sue gambe.
“Potreste spiegarmi cosa è successo nella sala del trono?” domandò lo gnomo “Entrare e vedere Caspian che punta una spada verso di voi, non è un’immagine rasserenante.”.
Clairy si voltò verso Trumpkin e raccontò molto brevemente l’accaduto:
“Ero entrata nella sala del trono. Mi ha scoperto e sosteneva che fossi una ragazzina viziata. Io mi sono arrabbiata. Anche lui. Fine. Soddisfatto?”
“Capisco. Caspian può essere molto impulsivo. Però anche voi…”
Clairy lo trafisse con lo sguardo.
“Io? Caspian mi ha insultato. E’ evidente che non mi sopporta.”
“Portate pazienza ve ne prego.” propose lo gnomo.
“E servirà a qualcosa? Guarda la realtà Trumpkin!”
“Lo faccio! E vi assicuro che voi siete la regina ideale.”
Clairy sospirò tristemente.
In quel momento qualcuno bussò e apparve la donna dai lunghi capelli.
“Disturbo?” domandò la donna sorridendo “Volevo parlare con Clairy.”
“Entra pure. Io stavo andando via.” Trumpkin, seguito da Luna, lasciò la stanza e richiuse la porta dietro di sé.
Clairy si alzò velocemente dal letto.
“Ti prego, rimani seduta.” disse dolcemente la donna che si sedette accanto alla ragazza.
Era davvero bellissima, pensò Clairy, nonostante un accenno di stanchezza nel suo sguardo.
“Non ho ancora avuto il piacere di presentarmi. Io sono Alina, la sorella di Caspian.”
La sorella di Caspian? Questa rivelazione lasciò Clairy un poco sorpresa.
“Piacere.” Clairy le porse la mano.
Alina guardò dubbiosa la mano e sorrise a Clairy.
“Devi stringerla. Non si usa qui?”
“Oh no, è curioso.” Alina strinse dolcemente la mano di Clairy, incuriosita da questo gesto per lei insolito.
“In realtà Clairy, sono venuta per scusarmi.”
“Scusarti?”
“Sì, per l’infantile comportamento di mio fratello.”
“Non è colpa tua.” dichiarò Clairy.
“In un certo senso lo è. In qualità di sorella maggiore dovrei assicurarmi che Caspian non faccia niente di stupido o insensato. Spero Clairy riuscirai a perdonarlo.” disse Alina.
Clairy non rispose.
“So che può essere difficile da credere, ma Caspian non è sempre stato così brusco.” riprese Alina “Non lo dico solo per la parentela che mi lega a lui. Mio fratello è una persona ammirevole e coraggiosa. Lo è sempre stato fino a che…”
“Susan non se ne andò da Narnia.” Clairy completò la frase. “Trumpkin mi ha raccontato tutto.“
“Ha fatto molto bene.” rispose Alina sorridendo. “E suppongo già ti abbia spiegato perché sei arrivata qui.”
Clairy annuì.
“Clairy ascoltami.” Alina prese le mani di Clairy tra le sue. “Sono consapevole di quanto quello che ti stiamo chiedendo sia assolutamente inconcepibile. Ti prego però di non giudicare Caspian. Quello che hai visto è solamente il suo guscio Clairy. Se imparerai a scavare nel suo animo conoscerai tutti i pregi di mio fratello. Clairy, ti prego, tu sei la sola che può aiutarci.”
Clairy era così colpita da quanto Alina tenesse a Caspian e come i suoi occhi la implorassero di concedere al fratello una seconda possibilità.
“Ci proverò” rispose infine Clairy sorridendo. Lo sguardo di Alina si illuminò e abbracciò forte Clairy.
“Ora ascoltami, questa giornata non deve essere stata affatto facile per te Clairy. Devi riposare e recuperare le forze. E, per qualunque cosa, non esitare un momento a venire da me.”
“Grazie Alina.” rispose Clairy commossa.
Quando rimase sola, Clairy si sdraiò immediatamente sul letto. Era davvero stanca e abbattuta, tuttavia la conoscenza di Alina era stata sicuramente positiva. Forse aveva ragione, con il tempo tutto si sarebbe aggiustato. Almeno così Clairy sperava.
 
La luce del sole svegliò Clairy. Aveva recuperato le forze tuttavia il costante pensiero di Caspian non le permetteva di stare tranquilla. Aveva bisogno di recarsi nel luogo che più amava al mondo, per sedersi, tranquillizzarsi e pensare. Uscita dalla stanza, domandò alla prima guardia che incontrò, dove fosse una biblioteca.
Seguendo le indicazioni, qualche volta perdendosi, Clairy riuscì a trovarla.
Camminò per gli scaffali, lentamente, godendosi quell’attimo di pace, fino a che un libro in particolare l’attirò: ”I re e le regine di Narnia nei secoli”.
Si sedette, posò sul tavolo l’enorme libro, e lo aprì. Numerose immagini di re e regine con le rispettive descrizioni, caratterizzavano l’intero volume. E improvvisamente si arrestò. Un’immagine aveva catturato la sua attenzione. Vi erano rappresentati in modo particolarmente dettagliato quattro re, due ragazzi e due ragazze, stranamente familiari. Accanto alla figura più piccola, una bambina, si trovava un leone, lo stesso riprodotto nella statua della sala del trono. La didascalia corrispondente era in una lingua incomprensibile. Clairy si alzò e trovò una donna sulla mezza età con un elegante chignon, seduta ad una scrivania, assorta nella lettura. Clairy intravide il titolo del libro che la donna aveva in mano: “Vampiri e altre creature della notte.” 
“Mi scusi.” Clairy cercò di richiamare l’attenzione della donna. Quest’ultima chiuse immediatamente il libro e lo nascose sotto la scrivania.
“In cosa posso aiutarti?” chiese la bibliotecaria, sistemandosi nervosamente i capelli.
“Io non riesco a capire cosa ci sia scritto. Potrebbe gentilmente tradurmelo?” chiese Clairy.
“Dammi il libro.” Clairy consegnò il volume alla donna. Lo guardò e recitò: “Re Peter il Magnifico, a seguire il fratello Edmund, la sorella Susan e la piccola Lucy. Sconfissero la strega Bianca e il suo esercito insieme all’aiuto di Aslan, re supremo di Narnia.”
La donna restituì il libro a Clairy. Mentre si allontanava dalla scrivania, la ragazza guardò attentamente l'immagine. Susan. Susan? Susan! Quella regina Susan! La regina di cui parlavano Trumpkin ed Alina, la regina di cui Caspian era innamorato. Quella Susan che viveva con lei nel collegio. Non potevano essere la stessa persona. Eppure l’immagine era identica.
Caspian attendeva disperato il ritorno di Susan, una ragazza egocentrica, presuntuosa e arrogante. E di questo Caspian era a conoscenza?
Clairy ripose il libro sullo scaffale e corse alla ricerca di colui che le avrebbe dato spiegazioni.
“Trumpkin!” urlò allo gnomo.
“Clairy! E’ accaduto qualcosa? Caspian vi ha infastidito?“
“No! Trumpkin, ho bisogno di sapere una cosa…sulla regina Susan.”
“La regina Susan?” domandò sorpreso lo gnomo.
“Sì! Qual è il suo cognome?”
“Sono quasi certo fosse Pevensie."
Il cognome corrispondeva. Era lei la regina. Questo significava che Susan, insieme ai suoi fratelli, aveva raggiunto Narnia, proprio come Clairy.
“Descrivimela per favore.” chiese Clairy.
“Capelli scuri, occhi…”
“No no! Intendo caratterialmente.”
“Ognuno di noi ricorda la sua immensa dolcezza e bontà d’animo.” rispose lo gnomo. “E non dimentichiamo il suo talento straordinario per il tiro con l’arco.”
Clairy era senza parole.
“Clairy state bene?” domandò preoccupato lo gnomo.
“Trumpkin, io conosco la regina Susan, vive nel collegio, con me!”
Lo gnomo era ammutolito.
“Posso assicurartelo. Trumpkin, lei è cambiata. Non è come la ricordate.”
“Non posso crederci, voi conoscete la regina. Spiegatevi meglio, perché affermate che sia diversa Clairy?” domandò lo gnomo.
“Non è la ragazza dolce e altruista che ricordate, è il contrario. Devi fidarti Trumpkin!
“Mi fido di voi Clairy. Caspian non ne sarà molto felice.” fece notare lo gnomo.
Una voce alle loro spalle li interruppe.
“Di cosa non dovrei essere felice Trumpkin?”
Clairy e lo gnomo si voltarono. Era Caspian.
“Maestà! Che piacere! Ecco, in realtà Clairy potrà spiegarvi.”
Clairy guardò impietrita Trumpkin, in preda al panico.
Si rivolse verso Caspian, timorosa di incrociare il suo sguardo.
Clairy gli raccontò del libro in biblioteca, del comportamento di Susan nei suoi confronti e di quanto fosse diversa da come se la ricordava.
“Non credo a una sola tua parola.” rispose Caspian freddamente. “Se l’intento era farmi cambiare idea, non ci siete riusciti.” E girato l’angolo, sparì.
“Non è andata tanto male.” notò Trumpkin soddisfatto.
Clairy lo guardò accigliata.
“Tu dici?”

Il mattino successivo, appena Clairy si svegliò, percepì una strana sensazione di vuoto allo stomaco: era dal giorno prima che non aveva toccato cibo.
Dopo essersi vestita, si mise alla ricerca della sala da pranzo ma fu costretta a chiedere indicazioni ad un’ancella. Udì in lontananza un vocio fragoroso e il tintinnio di piatti e bicchieri.
Appena Clairy entrò nella sala da pranzo, tutti i presenti si azzittirono e piombò un silenzio imbarazzante.
“Ehm...buongiorno.” salutò Clairy con un sorriso incerto.
Un coro di “Buongiorno Maestà!” si alzò in un unico caloroso vocio.
I tavoli erano imbanditi di frutta, verdura, vari tipi di pane, bevande calde o fredde e alcune pietanze a Clairy sconosciute.
“Buongiorno Clairy! Dormito bene?” Trumpkin la raggiunse con il suo passo un po’ goffo, accompagnato da Luna.
Trumpkin prese un piatto e lo riempì rapidamente di qualsiasi cosa avesse sotto gli occhi. Clairy invece, optò per pane e marmellata e un bicchiere di latte, tra l’altro il più buono che avesse mai bevuto.
Consumata la colazione, Clairy si diresse in camera sua ma delle voci richiamarono la sua attenzione.
“Io non lo farò e non cambierò idea!”
Caspian.
Clairy si nascose dietro una colonna, sperando di non essere scoperta.
“Caspian, sii ragionevole!” disse Alina.
“Ragionevole? Lei è troppo diversa da me, è così giovane. Non è adatta e non lo sarà mai.” rispose Caspian con ostinazione.
“Caspian tu non conosci Clairy, come puoi giudicarla?” rispose la sorella con il suo tono dolce ma deciso.
“Basta Alina! Riesci lontanamente ad immaginare come mi senta?” domandò furioso Caspian.
“Fratello mio ascoltami…”
“No Alina!” Caspian la interruppe immediatamente. “Lei non sarà la regina e né mia moglie. Porterà solo problemi a Narnia.”
Ma ormai Clairy non ascoltava più e scappò via. Caspian la odiava e, ancora una volta, i suoi sentimenti erano stati feriti ma a nessuno importava. Corse e raggiunse il ponte levatoio. Una lacrima le rigò il viso e corse più veloce. 
Clairy non era sicura della strada del ritorno, ma presto avrebbe raggiunto la spiaggia e, entrando nella grotta, sarebbe tornata nel suo mondo. La vera realtà. Era giunto il momento di svegliarsi da quel maledetto sogno.
Clairy entrò nella foresta, la vegetazione scorreva svelta. Gli unici rumori erano le foglie secche calpestate nella sua corsa. Iniziò a rallentare. Doveva calmarsi. Si fermò, il respiro tornò regolare e si asciugò le lacrime. Chiuse gli occhi. Inspirò. Espirò. E li riaprì. Non aveva la più pallida idea di dove fosse.
Il respiro si fece affannoso e Clairy entrò nel panico. Cosa le era saltato in mente? Avventurarsi per la foresta da sola senza conoscere neanche la strada?
Poi un fruscio. Svelto. Clairy si voltò spaventata. Non vide nessuno eccetto gli immensi alberi che la sovrastavano.
Un altro fruscio. Si voltò nuovamente e vide una persona, di spalle, a una trentina di metri da lei. Indossava degli abiti sudici e lacerati e aveva dei lunghi capelli neri con delle ciocche bianche.
Clairy fece un passo in dietro e le foglie scricchiolarono sotto il suo peso.
La figura misteriosa drizzò la schiena e si volse lentamente verso la ragazza.
Un uomo dalle rughe profonde e dal viso coperto da cicatrici sanguinanti la stava fissando ferocemente. Ciò che terrorizzò Clairy, furono gli occhi della creatura, rossi come il sangue.
Fu un attimo. La creatura sparì nel fogliame e comparì proprio di fronte a lei.
Clairy non riuscì a compiere un solo passo poiché la mano ruvida della creatura la afferrò con forza per un polso.
L’uomo le diede un potente schiaffo che la scaraventò a terra.
Un poco stordita, Clairy si portò la mano alla guancia, dove era stata colpita. Sangue.
La creatura incombeva minacciosa su di lei e la fissava con uno sguardo assassino.
“Troveranno il tuo freddo corpicino qui nella foresta, tesoro. Mi spiace ma tutti gli abitanti di Narnia vanno eliminati, anche se sono deliziosi come te.”
Con un gesto fluido e veloce, afferrò un coltello.
Questa è la mia fine, pensò Clairy. Era stata davvero incosciente a scappare, nonostante Trumpkin l’avesse messa in guardia. E sarebbe morta, da sola.
Clairy chiuse gli occhi ma, invece di percepire la lama tagliente penetrarle nel corpo, udì un nitrito che irruppe nel silenzio della foresta.
Clairy aprì gli occhi. Era Caspian. Il principe scese prontamente da cavallo sguainando la spada e, con un solo e rapido gesto, uccise la creatura. Quest’ultima cadde a terra, in una pozza di sangue, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Caspian ripose la spada e si voltò verso Clairy, guardandola severamente.
La ragazza era pronta per i rimproveri. Ma non fu così. Caspian la prese delicatamente, tenendola tra le sue braccia, e la posò sul cavallo. Le diede un fazzoletto di stoffa con il quale Clairy iniziò meccanicamente a tamponarsi la ferita sulla guancia. Caspian salì a sua volta a cavallo e partirono al galoppo.
Clairy si strinse al principe e posò la testa sulla sua schiena.
E fu buio.

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Capitolo 8
*** Svolte positive all'orizzonte ***


Il risveglio non fu facile. Clairy si sentiva indolenzita e con fatica aprì gli occhi, ma vide tutto annebbiato. Li chiuse e li riaprì velocemente, focalizzando la situazione: era nella sua camera. Era a Narnia. Ed era viva.
Il suo pensiero corse immediatamente a Caspian. L’aveva salvata. E se non l’aveva rimproverata prima, facilmente Caspian stava preparando un bel discorso da farle appena l’avesse vista.
Clairy si sedette sul letto e la testa le pulsava.
La porta della stanza si aprì ed entrò un’ancella che s’illuminò appena vide Clairy.
“Maestà!” gridò dalla felicità la donna “Siete sveglia!”.
Clairy sobbalzò dallo spavento. Non era certo uno dei suoi risvegli migliori, pensò.
“Come state? Siete tanto stanca?” chiese allarmata l’ancella “Oh santo cielo eravamo così in pensiero! Fortuna che il principe vi ha trovato. Allora come state?”
“Abbastanza bene, solo un po’ di mal di testa.”
“E’ normale. Vi conviene riposare.”
“No.” replicò Clairy ”Non ce la faccio più a stare letto. Ho bisogno di alzarmi.”
“Come preferite Maestà. Lasciate che vi aiuti a cambiarvi.” rispose l’ancella sorridendo.
“Grazie molte e, ti prego, chiamami Clairy.”
L’ancella sorrise.
“Qual è il tuo nome?” domandò la ragazza.
“Jocelyn.”
Mentre la donna aiutava Clairy a lavarsi e cambiarsi, la ragazza fece conoscenza con Jocelyn. Clairy notò subito l’atteggiamento dolce e materno dell’ancella e la sua gentilezza nel dire o fare qualsiasi cosa.
Dopo le raccomandazioni di Jocelyn, Clairy uscì dalla sua stanza, salutata allegramente da chiunque incontrasse, felici di vederla finalmente in salute.
Clairy intravide Trumpkin, appoggiato con la schiena al muro, insieme a Luna.
Al suo avvicinarsi la lupa drizzò immediatamente le lunghe orecchie e si voltò verso la ragazza, correndole incontro.
Trumpkin non era altrettanto felice. Lo gnomo si avvicinò a Clairy fissandola con uno sguardo particolarmente serio.
“Siete impazzita per caso?” domandò seccamente Trumpkin “Volevate farci morire di paura? Vi avevo espressamente raccomandato di non entrare nella foresta. Se non fosse stato per Caspian, a quest’ora sareste morta. Lo capite?”
Clairy si sentì terribilmente in colpa. Tuttavia lo gnomo si era già accorto di aver esagerato nei rimproveri e si scusò.
“Ci siamo spaventati moltissimo Clairy. Per fortuna Caspian vi ha visto correre e, diciamocelo, è arrivato appena in tempo.
“Allora sarà il caso che vada a parlare con Caspian.” disse Clairy allo gnomo.
Clairy salutò Trumpkin e Luna e raggiunse il cortile ma, appena uscì, vide Caspian proprio davanti a sé, seduto sui gradini.
Clairy sarebbe voluta scappare per il timore di quale potesse essere la sua reazione nel vederla, ma non era il momento di comportarsi da codarda.
“Ciao.” salutò timidamente Clairy.
Caspian si volse verso la ragazza e accennò un sorriso.
“Posso sedermi?” domandò Clairy.
Caspian annuì serio.
Clairy si sedette accanto a Caspian, mantenendo in ogni caso una certa distanza.
“Volevo ringraziarti per avermi salvato la vita. Se non ci fossi stato tu, beh…probabilmente adesso non sarei qui.”
“Esattamente.” precisò freddamente Caspian.
La sua rigidità non permetteva a Clairy di instaurare nessun dialogo, o evidentemente Caspian non ne aveva alcuna intenzione.
“Comunque grazie.” Clairy si alzò e iniziò a risalire i gradini.
”Aspetta!” la chiamò Caspian.
Clairy si voltò perplessa. Accidenti, il temibile momento della predica era arrivato e non c’era modo di sgattaiolare via.
“Siediti.” la invitò il principe.
Clairy si limitò a ubbidire, imbarazzata.
“La colpa è anche mia.” disse Caspian dopo un breve momento di silenzio “Non mi sono comportato…da principe, ecco. Il tuo atteggiamento mi ha sorpreso. Nessuno prima d’ora si era rivolto così in mia presenza.”
Aspetta, ma che predica è mai questa, pensò Clairy sorpresa.
“Quando ti ho visto a terra con quel mostro che ti sovrastava e i tuoi occhi iniettati di terrore, io mi sono sentito responsabile perché il rischio che hai corso è stato per colpa mia.”
Clairy fu piacevolmente sorpresa da questo nuovo aspetto di Caspian che purtroppo le aveva nascosto sino a quel momento.  
“Non importa Caspian. Mi hai salvata, il resto non conta.”
Ripiombò il silenzio. Clairy avrebbe voluto parlargli, spiegargli il perché della sua fuga, cercare di capirlo ma non riuscì a proferire parola. Si alzò e risalì i gradini.
“Clairy!” Caspian la chiamò all'improvviso e i loro sguardi si incrociarono.
“Ci vediamo dopo?”
Il suo sorriso. Finalmente. Ed era meraviglioso. Anzi, era molto di più.
“A dopo Caspian.”
La ragazza ricambiò il sorriso, ma era così affascinata dal dolce sguardo di Caspian, che probabilmente il suo sembrò più un sorriso…da scema. Mentre risalì le scale ed entrò nel castello, confidò nel fatto che Caspian non lo avesse notato.

La giornata fu più serena del solito. Quando Clairy e Caspian si incontravano, anziché ignorarsi o scambiarsi sguardi di odio profondo, si sorridevano e non si percepiva più quella fastidiosa tensione. L’incidente nella foresta a qualche cosa era servito, pensò Clairy.
Si fece sera e tutto era pronto per la cena. I tavoli erano decorati con candele profumate, bouquet di fiori e immense portate di carne, pesce, minestre e dolci a non finire. Un tavolo era riservato a Caspian, sua sorella Alina e i consiglieri e amici più intimi come Trumpkin e Clairy, per sua grande felicità. Alina, come al solito incantevole nel suo bellissimo abito verde scuro, invitò Clairy a sedersi accanto a lei.
Si mangiava, si parlava, si rideva tuttavia Clairy notò che Caspian non partecipava attivamente alla conversazione. La guardava e…sorrideva.
Accidenti alla scollatura! Dall’inizio della serata Clairy aveva il timore che l’abito fosse troppo scollato per cui appoggiava istintivamente la mano sul petto. Dopotutto era abituata alle camicie del collegio, abbottonate strette fino al collo.
Quando i loro occhi si incrociavano, Clairy distoglieva immediatamente lo sguardo, tremendamente in imbarazzo. Anche Trumpkin aveva assistito a quella situazione poiché, per tutta la durata della cena, ridacchiava compiaciuto tra sé.
Conclusa l’abbondante cena, Clairy si diresse su una terrazza con una bellissima vista. La notte era già calata e le stelle punteggiavano allegramente il cielo.
Sentii un guaito. Luna era teneramente accucciata, pronta per le coccole.
Clairy si inginocchiò e iniziò a giocare con la lupa.
“Forza Luna si va a dormire.” Trumpkin le aveva raggiunte.
“Vi accompagno nella vostra stanza?” domandò lo gnomo.
“Grazie Trumpkin, ma resto qui ancora un minuto.”
“D’accordo. Buona notte Clairy.”
Una leggera brezza accarezzò il viso della ragazza che chiuse gli occhi, facendosi trasportare da quel dolce profumo nell’aria. Li riaprì e quando si voltò sussultò. Caspian era proprio accanto a lei.
“Mi hai spaventato.” ammise Clairy.
“Perdonami, non volevo.” Caspian le sorrise dolcemente.
Se continua a sorridermi in quel modo, non so per quanto ancora il mio cuore riuscirà a reggere, pensò Clairy.
“Non importa.” rispose la ragazza “E’ molto bello qui. Da dove vengo io, è raro poter ammirare un cielo come questo.”
“E’ davvero un peccato.” Caspian ammirava il cielo.
Clairy non poté far altro che ammetterlo: Caspian era bellissimo. Si voltò verso Clairy e le sorrise, con i capelli un poco scompigliati dalla brezza.
In realtà non le era chiaro come fosse possibile che Caspian fosse diventato così gentile nei suoi confronti. Probabilmente l’incidente nella foresta lo aveva fatto ragionare. E se fosse stato una sorta di scherzo di cattivo gusto? In ogni caso Clairy aveva timore nel chiedergli una spiegazione.
“Bene io, adesso…vado in camera mia.“ fortunatamente era buio, così Caspian non avrebbe notato il rossore sulle guance di Clairy.
“Allora a domani Clairy. Buona notte.”
“Grazie, buona notte!”
Appena Clairy si distese sul letto, ripensò a quel dolce ed incantevole sorriso e si addormentò, con teneri pensieri che le occupavano la mente.
 
La mattina dopo, Clairy raggiunse la sala da pranzo e, optando nuovamente per pane e marmellata, si diresse verso Trumpkin.
“Clairy!”
Come non riconoscere la sua voce.
“Caspian!” salutò Clairy sorpresa “Buongiorno!”
“Buongiorno a te. Vuoi sederti qui?” le propose Caspian sorridendo.
Caspian le aveva proposto di sedersi insieme a lui: stiamo facendo passi da gigante, pensò Clairy felice.
“Volentieri, grazie.”  
Clairy ebbe l'impressione che tutti nella sala stessero fissando loro e, appena si girò, i presenti si voltarono facendo finta di niente.
“E’ così interessante che io parli con te?” domandò Clairy confusa.
Caspian sorrise.
”E’ un buon segno che la futura regina parli con il principe.”
“Ah, giusto.” Clairy si sentì già in grande imbarazzo.
Caspian guardò confuso il piatto semivuoto di Clairy:
“Non hai molta fame?”
“No, in realtà molti dei vostri cibi per me sono assolutamente nuovi.” rispose Clairy.
“Allora questa è la volta buona per provarli.” propose Caspian con un bellissimo sorriso.
“E cosa mi consigli?”
“Assaggia.“ Caspian le offrì parte del suo dolce.
“Non ha un aspetto invitante.” 
“Non fare storie e provalo!” la incoraggiò Caspian.
Clairy provò un boccone e masticò.
“Bleah! Confermo, non solo non ha un aspetto invitante ma il sapore è orribile!”
Caspian rise di gusto, probabilmente per la smorfia di Clairy.
“Non ridere! Ora ho un sapore tremendo in bocca!”
Ma non le interessava così tanto, essere riuscita a far ridere Caspian e ammirare il suo sorriso era certamente più importante.
 “Dai proviamo qualcos’altro.” propose Clairy.
Caspian le offrì un’altra fetta di una torta, decisamente più invitante.
“Niente scherzi d’accordo?”
“Promesso. Questo ti piacerà.” la incoraggiò Caspian.
Clairy addentò la torta ed era deliziosa.
E mentre la sala da pranzo si svuotava e le ancelle ripulivano i tavoli, Clairy pensò che in tutta la sua vita solo Caspian era riuscito a farla ridere così spensieratamente.
“Con tutto ciò che mi hai fatto mangiare Caspian, credo che sarò sazia fino a domani.”
“Per così poco?” si stupì Caspian divertito.
“Sono certa che neanche ad un matrimonio si mangi così tanto.”
Silenzio. No, no, no! Con tutto quello che poteva dire, perché quella parola, perché proprio quella? Matrimonio...
“Forse non è proprio l’esempio più adatto.” disse imbarazzata.
“Non preoccuparti Clairy. So che non è facile, ma possiamo imparare a conoscerci e vedere come va, senza pressioni. Cosa ne pensi?”
“Mi...mi piacerebbe molto.”  
Caspian le sorrise.
”Ora devo andare. Mi vuoi accompagnare fuori?”
Clairy annuì allegra.
Camminarono uno a fianco all’altro e per un momento le loro dita si sfiorarono tuttavia Clairy ritrasse immediatamente la sua mano imbarazzata. Chissà se Caspian se n’era accorto.
Giunsero nel cortile.
“A dopo Clairy.”
E Caspian si chinò su di lei e le baciò delicatamente la guancia.
Clairy sorrise tra sé, mentre osservava Caspian allontanarsi. Era diventata completamente rossa.

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Capitolo 9
*** Innamorata? Forse... ***


Tuttavia Caspian non si fece vedere per l’intera giornata.
E se Clairy fino a qualche giorno prima non poteva nemmeno sopportare la vista di Caspian, ora sentiva il bisogno della sua compagnia, del suo dolce sorriso e dalla sua risata contagiosa.
Il pomeriggio passò lentamente, davvero troppo lentamente. 
Neppure a cena Caspian si presentò e Clairy, non capendo il motivo di questa sua assenza tanto prolungata, domandò a Trumpkin qualche spiegazione.
“Capisco, ora vi interessate a lui.” rispose maliziosamente lo gnomo.
Clairy lo guardò minacciosa.
“Scusate. In realtà, non saprei dirvi dove è Caspian.”
Ma chiunque avrebbe capito che lo gnomo le stava mentendo.
“E’ chiaro che mi stai nascondendo qualcosa Trumpkin.”
“No…no assolutamente no!”
Lo gnomo entrò subito in difficoltà e, dopo aver ripreso il controllo, disse:
“Caspian tornerà prestissimo. Non è necessario preoccuparsi Clairy. Buona notte!” e corse via, così che Clairy non potesse rivolgergli altre domande.
Clairy salì nella sua stanza, scontenta di non essere riuscita a scoprire qualcosa riguardo l’assenza di Caspian. Tuttavia Clairy pensò tristemente: Caspian era il principe, poteva andare dove voleva senza dover informare nessuno, tanto meno lei.

La mattina successiva, a colazione, Clairy lo vide seduto insieme ad Alina.
Non era certa però di sedersi con lui quella mattina e volontariamente, cercò di non guardarlo né passargli accanto.
Clairy si sedette a un tavolo assieme a Trumpkin che le lanciava occhiate perplesse e inoltre, percepiva lo sguardo fisso di Caspian su di sé.
Appena Trumpkin si alzò, Caspian corse da loro e si sedette di fronte Clairy.
“Clairy rimane qui con me Trumpkin.” Clairy non poteva ribattere davanti a quel sorriso incantevole.
Trumpkin guardò Clairy compiaciuto e la ragazza lo ammonì con lo sguardo.
”Sei arrabbiata, ho indovinato?” domandò Caspian, appena rimasero da soli al tavolo.
“Sei davvero perspicace.” rispose Clairy sarcastica.
“E tu sei davvero fastidiosa.”
Clairy non colse l’ironia nella sua voce e si alzò dalla sedia per andarsene.
“Dai scherzavo Clairy!” Caspian non le permise di compiere nemmeno un passo bloccandola per un polso “Siediti ti prego. So che sei arrabbiata per la mia scomparsa di ieri.”

Clairy continuò a guardarlo accigliata.
“Non sono arrabbiata.” Clairy si sedette al suo posto “Ero solo…curiosa di sapere dove fossi stato per tutta la giornata. Anzi sai che ti dico? Non mi interessa!”
D’accordo, in realtà per Clairy era esattamente il contrario, ma Caspian non doveva capirlo. Tuttavia il suo piano non andò a buon fine poiché Caspian rise per il broncio di Clairy.
“Non posso dirti cosa ho fatto ieri.” disse Caspian chinandosi verso di lei. “Non ancora almeno. Non ho voluto parlartene solo per proteggerti.”
Sembrava sincero, pensò Clairy, e in ogni caso non ce l’avrebbe fatta a rimanere arrabbiata ancora per molto se Caspian insisteva a osservarla in quel modo.
“D’accordo, perdonami ho esagerato.” disse Clairy.
Caspian le sorrise.
“Mi onora sapere che ti preoccupi per me.”
Clairy arrossì rapidamente.
“Non montarti la testa principe!”
Caspian rise.
“Per farmi perdonare, voglio portarti in un posto. Cosa ne pensi?” propose Caspian con fare misterioso.
“Quale posto?” domandò curiosa Clairy.
“Lo scoprirai.” Caspian le porse gentilmente la mano e Clairy l’accettò sorridendo.
Allontanandosi dal castello, si inoltrarono in un sentiero alberato. Caspian la guardava sorridendo ma Clairy non riusciva a fare altrettanto per più di pochi secondi senza che le sue gambe iniziassero a tremare.
“Siamo arrivati.” Caspian spostò un ramo e Clairy non credette ai suoi occhi. Un’immensa radura con un’erba verdissima, fiori colorati e grandi alberi, si estendeva proprio davanti ai loro.
“Vieni.” la incoraggiò Caspian facendole strada. Scesero una piccola altura piuttosto ripida, senza alcun appiglio. E infatti, Clairy scivolò, tentando di aggrapparsi a qualcosa, ma Caspian fu più svelto. Afferrò Clairy per la vita, tirandola a sé, e la ragazza si ritrovò così tra le braccia di Caspian.
“Il senso dell’equilibrio non è il tuo forte vero Clairy?” disse Caspian ridacchiando.
Una ciocca di capelli le ricadde sul viso. Caspian sorrise dolcemente e gliela scostò delicatamente dal volto. Il suo sguardo si spostò dai capelli agli occhi, e indugiò sulla sua bocca.
“In effetti, non è il mio forte.” rispose Clairy, salda a Caspian.
Caspian le era così vicino, poteva sentire il suo respiro, il suo profumo. Era così buono.
No! Clairy si allontanò svelta da Caspian e si sistemò nervosamente i capelli e l’abito, fingendo di ammirare interessata il paesaggio circostante.
Caspian le sorrise, prendendole la mano, e la aiutò a superare la discesa.
Al centro della radura, fu avvolta da uno spettacolo incantevole. Gli alberi danzavano al ritmo del vento e il cielo era limpido. La brezza le scompigliava i capelli e il vestito e sistemò dietro l’orecchio una ciocca di capelli, che svolazzava ribelle.
“Questo posto è meraviglioso.” disse Clairy, rivolgendosi a Caspian.
“Sei la seconda persona che lo vede.” rispose Caspian.
“La seconda?” domandò preoccupata Clairy, pensando istintivamente a Susan.
“Sì. La prima è Luna.” rispose Caspian sorridendo, notando la preoccupazione nella voce di Clairy.
Si sedettero sull’erba e Caspian posò la spada accanto a sé.
“Stavo pensando, da quando sono qui, ho perso completamente la cognizione del tempo.“
“La sequenza dei giorni è come nel tuo mondo.” le spiegò Caspian “Ma le stagioni e ovviamente gli anni non coincidono.”.
“Oggi quindi che giorno dovrebbe essere?” domandò Clairy.
“E’ il 27 luglio.” rispose Caspian ammirando il cielo.
“Caspian!” sobbalzò Clairy dalla sorpresa “Domani sarà il mio compleanno!”
“Il tuo compleanno?” Caspian era anche più sorpreso di lei “Allora organizzeremo una festa in tuo onore questa sera.“"
"Oh no no! Non sopporto le feste.”

In realtà Clairy non aveva mai partecipato a una festa e ai rari incontri organizzati in collegio prima delle vacanze, la sua presenza non era ben accetta. Proprio per questo motivo, odiava le feste.
“E invece ti piacerà e ti prometto che non sarà niente di troppo sofisticato.”
“Lo prometti?”
“Hai la mia parola.” promise Caspian e le diede un bacio sulla fronte “Domani sarà un giorno importante per te, è giusto che tu lo passi nel miglior modo possibile.”
Clairy gli sorrise e per un attimo chiuse gli occhi, assaporando quel momento, da sola con Caspian.
E fu davvero breve. Appena riaprì gli occhi, Clairy vide Caspian di spalle, in piedi davanti a lei.
“Caspian.” lo chiamò Clairy, ma non rispose. La ragazza si alzò e lo raggiunse.
“Andiamo via.” l’afferrò per un polso e ritornarono nel sentiero alberato. Caspian la trascinava con forza e Clairy riusciva a mantenere con fatica il passo di Caspian.
“Si può sapere cosa succ…”
Ma Caspian la spinse a terra e si nascosero dietro una grande roccia incavata.
Clairy si ritrovò di nuovo tra le braccia protettive di Caspian e tentò di liberarsi dalla sua stretta.
“Possibile che oggi trovi sempre una scusa per stringermi?”
Ma Caspian l’azzittì immediatamente, proprio quando si udirono dei passi. Clairy guardò spaventata Caspian che le fece segno di non fare rumore.
Caspian afferrò la sua spada.
“Resta qui.” le ordinò severo.
“Dove vai?” sussurrò Clairy allarmata.
Tuttavia Caspian se ne era già andato e Clairy rimase immobile, impietrita per la paura.
Dopo qualche secondo, grida atroci squarciarono il silenzio della foresta. Clairy si chiuse istantaneamente la bocca con la mano per evitare di gridare.
Cadde il silenzio. Clairy era terrorizzata, temeva che persino il suo respiro fosse troppo rumoroso. Sentì un tocco sulla spalla e le sfuggì un grido ma, appena si voltò, vide Caspian. E stava bene.
“Cosa…cosa è successo?” Clairy tremava.
Caspian la aiutò a rialzarsi e le mise un braccio sulla spalla, guidandola rapidamente fuori dalla foresta. Ciò nonostante, Clairy riuscì a intravedere le due figure, immobili, stese in una pozza di sangue. Abitanti degli Inferi. Clairy trasalì spaventata e Caspian la strinse a sé.
Per la durata del tragitto, essendo sull’orlo delle lacrime, Clairy non riuscì a pronunciare una parola.
Clairy si liberò dalla presa di Caspian.
“Che cosa hai?” domandò confuso Caspian.
“Non…non devi farlo.”
“Fare che cosa?” chiese Caspian con un sorriso innocente, avvicinandosi a lei.
“Questo!” rispose Clairy allontanandosi “Lo hai detto tu, imparare a conoscerci senza pressioni.”
“Ti sto facendo pressioni?” domandò Caspian avvilito.
Clairy non riuscì a formulare una risposta. Era confusa, ancora scossa per la pericolosa situazione passata e con fatica trattenne le lacrime.
Clairy si voltò per asciugarsi una lacrima e calmarsi senza che Caspian la vedesse.
“Ti sei spaventata prima?” Caspian era alle sue spalle.
“Sì.” Clairy si voltò verso di lui ”Ho avuto paura. Per te. Perché torneranno a cercarti e per quanto tu sia bravo e coraggioso, non…non potrai…”
Clairy non riuscì a finire la frase e abbassò lo sguardo, mentre le lacrime sgorgavano senza alcun controllo.
“Clairy.” Caspian le si avvicinò ma Clairy sfuggì affranta al suo tocco.
“Perdonami. Sono stanca e ho bisogno di riposare. Torniamo al castello per favore.”
Caspian annuì tristemente.
Non appena arrivarono, tutti li accolsero sollevati e preoccupati per la lunga assenza. Clairy si allontanò rapidamente dalla folla.
“Clairy!” la chiamò Caspian.
La ragazza si voltò e notò l’espressione stanca di Caspian. Clairy gli sorrise tristemente, si voltò ed entrò nel castello, diretta nella sua stanza.
Si era preoccupata tanto per Caspian, così tanto da non riuscire ad ammetterlo. E quando la teneva stretta a sé e la faceva ridere, si sentiva così bene come mai era stata nella sua vita.
Ma in quel momento ebbe paura di aver rovinato tutto, di aver sprecato la sua ultima possibilità. E temeva di essersi innamorata.

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Capitolo 10
*** Il compleanno di Clairy ***


Sembrò un pomeriggio interminabile. Clairy volle rimanere da sola e, almeno per il momento, stare lontano da Caspian.
Sentiva il bisogno di riordinare le idee e per farlo, doveva allontanarsi momentaneamente da lui. E non fu facile.
Giunta la sera, Clairy era molto nervosa per la festa che Caspian voleva organizzarle. Eppure, la cena si svolse come al solito e ognuno si ritirò nei propri ambienti.
Caspian se ne era dimenticato e Clairy non comprese se fosse sollevata oppure no.
Tornò rapidamente nella sua stanza e quando si sdraiò sul letto, la notte la avvolse e si addormentò.
 
Il pomeriggio successivo, Clairy era nella sua camera quando Jocelyn entrò.
“Tutto bene Clairy?” domandò preoccupata l’ancella.
Clairy annuì col capo ma mentì. Ancora non aveva rivolto una parola a Caspian e lui, non aveva tentato di avvicinarsi a Clairy per parlarle.
“Eppure qualcosa vi rattrista, non è vero?”
Clairy si limitò a sospirare tristemente.
“Non dovete esserlo!” rispose gioiosa Jocelyn “Qualcuno mi ha detto che oggi è il vostro compleanno.”
Caspian, ovviamente, pensò Clairy.
“E questa sera ci sarà una splendida festa in vostro onore e vi aiuterò a prepararvi. Vedrete sarà tutto bellissimo!”
Tuttavia Clairy interruppe l’entusiasmo della donna.
“Io non verrò.”
Jocelyn si sedette accanto a Clairy e la guardò dolcemente.
“Perché non mi raccontate cosa vi disturba? Vi prometto che questa conversazione non uscirà da queste pareti.”
“Promesso?”
“Certo che sì.” assicurò Jocelyn.
“D’accordo. Allora, immaginiamo che, solo per ipotesi ovviamente, io mi sia…come dire…innamorata di Caspian. Cosa diresti?” chiese imbarazzata Clairy.
“Direi che sono felicissima per voi ma è chiaro che qualcosa vi turba.”
“Ed è così Jocelyn!” rispose Clairy “Ho paura che tutto questo possa finire da un momento all’altro e dovrò tornare alla mia vita. E non voglio, perché amo questo posto e tutti voi siete così gentili con me. E Caspian mi fa sentire…bene.”
Jocelyn le sorrise.
“Voglio dirvi una cosa.” disse l’ancella “Scappare da Caspian e dai vostri sentimenti non vi aiuterà a capire cosa volete veramente. Parlatene con Caspian e chiarite. E’ convinto di essersi comportato male nei vostri confronti e ci tiene che questa sera possiate vedere ciò che lui ha organizzato con tanta premura. Solo per voi Clairy.”
“E cosa dovrei dirgli?” chiese abbattuta Clairy.
“Quando verrà il momento, lo saprete.”
Clairy non trovò molto utile quel consiglio ma in ogni caso era grata a Jocelyn per averla ascoltata.
“Coraggio, dobbiamo prepararci per la festa Clairy!”
Con l’aiuto di altre due ancelle, Jocelyn portò una grossa vasca di rame, seguite subito dopo da altre due che reggevano ognuna due secchi colmi d’acqua che versarono all’interno della vasca fino a riempirla completamente.
Clairy si immerse nell’acqua calda che era stata profumata con delle essenze e ciò riuscì a calmarla temporaneamente. In seguito Jocelyn le passò degli olii profumati sulla pelle, le acconciò i capelli e le fece indossare l’abito.
“E’ perfetto.” dichiarò Jocelyn a lavoro ultimato. Avvicinò Clairy allo specchio per potersi guardare.
La prima impressione di Clairy nel vedere il suo riflesso fu di estremo stupore.
Non posso essere io.
I lunghi capelli castani ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle e lungo la schiena, e dei piccoli fiori erano intrecciati tra i capelli.
L’abito era meraviglioso, rosso e con gli orli dorati. Le lasciava scoperte le spalle, era stretto in vita con dei lacci e dai fianchi cadeva morbido in una moltitudine di pieghe fino a terra.
“Vi piace?” domandò impaziente Jocelyn.
Clairy era ancora senza parole per l’incantevole risultato ottenuto, e le sorrise,
“Jocelyn grazie, mi piace tantissimo.”
L’ancella sorrise compiaciuta.
In quel momento si udì bussare alla porta.
Chiunque ma non Caspian, pensò Clairy, ti prego tutti ma non Caspian.
“Devo assolutamente vedere quanto è bella la nostra principessa.”
Scampato pericolo, era Alina. Entrò leggiadra nella stanza e appena vide Clairy si illuminò.
“Clairy, ma sei una favola!” dichiarò Alina con entusiasmo.
Tuttavia appena Clairy vide quanto Alina fosse bella, avrebbe voluto scomparire. I lunghi capelli erano raccolti in un elegante chignon e indossava un bellissimo abito dalle maniche molto larghe.
“Ma cosa dici Alina! Tu sei bellissima.”
“Non ha importanza! Tu mia cara questa sera farai una strage, e sai cosa intendo.” Alina le fece un occhiolino.
“Jocelyn sei stata straordinaria come al solito! La missione far cadere Caspian a piedi di Clairy procede perfettamente.”
“Missione cosa?” ripeté Clairy fingendosi stupita. Ed entrambe risero.
“Mie care la festa sta per iniziare.“ annunciò Jocelyn.
“Di già?” Il cuore di Clairy iniziò a battere più forte “Sono agitatissima.”
“Clairy non preoccuparti! Goditi la tua festa e divertiti.” disse dolcemente Alina.
Tuttavia Clairy non si sentiva pronta ad affrontare Caspian. Cosa gli avrebbe detto? Come doveva comportarsi? Purtroppo non ne aveva la minima idea.
Uscì accompagnata da Alina e da Jocelyn. Clairy si sentiva così imbarazzata percependo lo sguardo fisso di tutti coloro che incontrava. Alina se ne accorse e la prese sotto braccio.
Incontrarono Trumpkin e Luna che attendevano fuori da una porta.
Luna corse incontro a Clairy ma aveva il presentimento che se le fosse saltata addosso, sarebbe caduta rovinosamente a terra.
“Ferma lì peste!” fortunatamente Jocelyn fermò Luna appena in tempo.
Trumpkin si rivolse a Clairy e rimase un attimo senza parole. ”Siete davvero incantevole.”
Clairy sorrise in imbarazzo. Tutti quei complimenti, tutti gli occhi puntati su di lei. Sarebbe stata una serata difficile, pensò.
“Noi entriamo. Clairy voi restate qui.”
“Cosa?” urlò Clairy in preda al panico.
“Tranquilla Clairy, aspetta un minuto qui fuori va bene?” aggiunse Alina.
“D’accordo ma…”
Entrarono nella stanza e scomparirono dietro la porta.
Clairy era rimasta sola. E aveva già un’idea di cosa, o meglio chi, avrebbe dovuto aspettare.
Iniziò a giocherellare nervosamente con l’anello che portava al dito quando udì dei passi dietro di sé.
Il cuore iniziò a batterle a un ritmo troppo accelerato. Clairy si voltò e Caspian era davanti a lei.
Indossava una giacca nera lunga fino alle ginocchia sopra un’elegante camicia bianca, dei pantaloni scuri e degli stivali.
“Buon compleanno.”
Caspian le sorrise e si avvicinò a Clairy che abbassò istintivamente lo sguardo, ringraziandolo.
“Sei bellissima. Voglio dire, sei sempre bella ma questa sera, particolarmente.” disse Caspian.
“Grazie.” Clairy si sentì avvampare.
“Entriamo?” le propose Caspian, porgendole la mano.
Clairy la prese e percepì subito la sua stretta forte e sicura.
Caspian aprì il portone e insieme entrarono.
Abituata alla luce del crepuscolo, Clairy dovette abituarsi alla forte luminosità all’interno della stanza ma ciò che vide, le tolse il fiato.
Una sala enorme, con un immenso lampadario al centro e colma di gente dagli abiti elegantissimi. I tavoli erano imbanditi di cibo e bevande, decorazioni colorate e ghirlande di fiori erano appese sulle pareti della sala.
“Sbaglio o mi avevi assicurato niente di troppo sofisticato?”
“Non ricordo me lo avessi detto.” rispose Caspian sorridendo maliziosamente.
Clairy scosse il capo esasperata ma in realtà era felice che Caspian avesse organizzato una festa solo per lei.
“Anche questa me la pagherai principe.”
Caspian rise. La sua risata, la sua dolce e meravigliosa risata, quanto le era mancata.
Giunti al centro della sala, i presenti applaudirono e le sorrisero.
“Grazie a tutti, grazie per la meravigliosa sorpresa e grazie per il vostro affetto. Per me è davvero importante.”
Gli invitati applaudirono e Clairy si chiese se avessero capito qualche parola del suo discorso alquanto scadente.
Una dolce melodia riempì la sala e molti dei presenti iniziarono a danzare, altri invece si diressero verso il ricco buffet chiaccherando animatamente.
Una voce dietro di lei la face sobbalzare.
“Bellissimo discorso.”
Clairy si voltò e fulminò con lo sguardo Caspian.
“Se mi avessi avvisato, ne avrei preparato uno sicuramente migliore.”
“Non te la devi prendere.” dichiarò Caspian “Se te lo avessi detto, saresti entrata nel panico e mi sembrava tu fossi già in procinto di scappare via. Hai fatto un bel discorso, breve ma efficace.”
“Grazie.” disse Clairy sorridendogli.
Nel frattempo Caspian, si inchinò davanti a lei.
“Mi concederesti questo ballo?” domandò Caspian.
Clairy annuì e afferrò la sua mano. Dopotutto, come avrebbe potuto dirgli di no.
Caspian la condusse al centro della sala, dove altre coppie stavano danzando. Mise una mano sul fianco di Clairy e l’altra la intrecciò con la sua.
Clairy era così incantata dallo sguardo di Caspian che quasi si dimenticò un dettaglio di estrema importanza.
“Caspian, io non so ballare.” bisbigliò Clairy.
Caspian sorrise e le sussurrò all’orecchio: ”Ti guiderò io.”
Clairy ebbe un brivido lungo la schiena. Volteggiarono leggeri, come se nella sala ci fossero solo loro due.
“Hai dei bellissimi occhi sai?” disse Caspian, interrompendo il silenzio tra loro.
Clairy non rispose e abbassò imbarazzata lo sguardo.
“Caspian, ho bisogno di parlarti. Io… io sento qualcosa…per te ma sono confusa e ho sempre avuto problemi a…fidarmi delle persone. E poi non so ancora spiegarmi tutto questo, perché sia arrivata a Narnia. E’ davvero complicato per me.”
Clairy guardò Caspian, temendo di leggere disapprovazione nei suoi occhi per le sue parole ma non fu così. Le sorrise comprensivo.
“Sai cosa penso? Se tu sei felice, poco importa come sei arrivata a Narnia. Potresti…dimenticare la tua vita di prima e iniziarne una nuova. Qui. ”
“Ma è accaduto tutto troppo in fretta Caspian. Ho paura che finirà con la stessa velocità. Fino a qualche giorno fa ero chiusa in un collegio e oggi potrei essere prossima a diventare una regina.” Clairy abbassò lo sguardo tristemente.
Caspian prese delicatamente il mento di Clairy tra le sua dita e alzò il suo viso per poterla guardare dritta negli occhi.
“Perché sostieni che un giorno tutto finirà? Se desideri restare qui allora non devi preoccuparti. Io ci sarò se avrai bisogno, solo per te. Puoi fidarti di me Clairy.”
“Grazie Caspian. Mi preoccupo sempre e mi sento un po’ sciocca.”
“Non sei affatto sciocca, piccola Clairy.” Caspian le sorrise.
Arrivò il momento dei regali. Ricevette da alcune bambine, tra cui anche Sophie, una cesta con delle bellissime rose rosse. Le bambine erano adorabili nei loro abitini rosa. Prima di tornare al suo posto, Sophie si voltò facendo una linguaccia a Clairy e si diresse trotterellando da Caspian che le accarezzò i boccoli biondi.
Tuttavia tra tutti i regali, quello che preferì fu da parte di Caspian: un bellissimo fermacapelli, a forma di farfalla, con incastonate delle pietre luminose. Caspian le infilò delicatamente il fermaglio nei capelli.
Dopo aver ricevuto tutti i regali, ripresero le danze e Clairy si ritrovò nuovamente fra le braccia accoglienti di Caspian.
E mentre ballavano, Clairy pensò che nessuno al collegio si sarebbe mai disturbato a prepararle una festa.
Forse Caspian aveva ragione, forse era giunto il momento di dimenticare la sua triste vita e iniziarne una nuova, a Narnia.
Ma era pronta per questo?

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Capitolo 11
*** Una dolce gita al lago ***


La timida luce del mattino invase la stanza e illuminò l’abito rosso posto su una sedia.
Allora non è stato un sogno, pensò Clairy sollevata, ripensando allo splendido compleanno passato. 
Si sistemò e dopo di che si diresse alla sala da pranzo, affamata. La sera prima infatti, si era sentita così nervosa e allo stesso tempo contenta che non era riuscita a mangiare molto.
Mentre Clairy afferrava qualche pietanza dal tavolo, udì una voce alle sue spalle che la fece sobbalzare.
“Siamo affamante questa mattina?”
“Caspian!” lo salutò Clairy, percependo un sensazione di caldo improvviso ripensando alle sue braccia attorno a lei mentre danzavano.
“Oggi voglio portarti in un posto.” disse Caspian, appena si sedettero al tavolo.
Clairy alzò curiosa lo sguardo dalla sua tazza.
“E dove andiamo?”
“E’ una sorpresa.” rispose Caspian.
“E’ sempre tutto un mistero con te!”
“Lo faccio volutamente perché sei troppo curiosa.” Clairy sbuffò ed entrambi risero.
Caspian le mostrò un pacchetto chiuso da due lacci di cuoio.
“Prima di andare voglio darti questo.” dichiarò Caspian porgendoglielo.
“Per me?” domandò meravigliata Clairy “Non dovevi.”
“Se non puoi accettarlo…”
“No no!” lo interruppe immediatamente Clairy “Lo accettò molto volentieri.”
Caspian rise alla sua risposta e Clairy prese il pacchetto. Sciolse i lacci e all’interno, con sua dolce sorpresa, trovò un libro.
“Grazie Caspian. Come facevi a sapere che mi piacciono i libri?”
“Non lo sapevo. L’ho immaginato.”
“Beh...sei stato molto bravo.”
“E’ un libro noto a Narnia. E’ una raccolta di storie. E ti insegnerò la nostra scrittura se ne avrai voglia.”
Clairy sfogliò delicatamente le pagine del libro che, in effetti, erano ricche di simboli a lei sconosciuti.
“Grazie davvero Caspian. Sono molto contenta.”
E Clairy lo era davvero. Non solo per il libro e per la festa, ma per la felicità e l’energia che provava ogni volta che Caspian le sorrideva ed era in sua compagnia.
Dopo di che, uscirono dalla sala da pranzo, mano nella mano.
 
“Siamo arrivati!” annunciò Caspian, dopo pochi minuti di cammino.
Lo spettacolo che si presentò loro davanti era incantevole: c’era un lago con l’acqua più trasparente e cristallina che Clairy avesse mai visto, illuminata dai raggi del sole. La riva era cosparsa da numerosi alberi dalle sfumature e dimensioni differenti e in lontananza, colline verdeggianti si innalzavano imponenti.
“Ti piace?” le domandò Caspian.
“E’ stupendo. Come fai a conoscere tutti questi posti meravigliosi?”
“Se te lo dicessi, come farei a sorprenderti?”
Ma tu mi sorprendi ogni minuto che passa, pensò Clairy.
Caspian le prese la mano e la portò vicino alla riva, dove era ormeggiata una barca.
“Ti va di fare un giro?”
Caspian tuttavia notò immediatamente l’espressione dubbiosa apparsa sul volto di Clairy.
“Hai paura?”
“Paura? Io? Ma no, certo che no...”
Caspian la osservava insistentemente con un sorrisetto compiaciuto.
“Sì va bene non sono mai salita su una barca! Non mi dà l’impressione di grande stabilità.”
“I laghi sono infestati da enormi pericoli Clairy, sei sicura di farcela?” le domandò Caspian con tono ironico.
“Sei davvero antipatico!” Clairy mise il broncio e Caspian scoppiò a ridere.
“Sai che ti dico? Salgo sulla barca ma ricorda, se succede qualcosa tu dovrai proteggermi!”
“Sarà un piacere.” rispose Caspian sorridendole.
Caspian si tolse la casacca appoggiandola su un ramo e il tessuto leggero della maglia lasciava intravedere i suoi muscoli.
“Continuerai ha fissarmi per molto?” domandò Caspian divertito.
Clairy si sentì avvampare.
“Io sto…sto controllando attentamente che tu stia adottando tutte le precauzioni necessarie per andare in barca.”
Caspian sorrise tra sé e Clairy cercò di tornare al suo colorito naturale.
Caspian la aiutò a salire sulla barca e si sedettero uno di fronte all’altra.
Caspian iniziò a remare e Clairy, non potè non scorgere nuovamente i suoi muscoli tesi sotto la maglietta.
Dacci un taglio, si ammonì Clairy distogliendo lo sguardo e cercando di ammirare il paesaggio circostante.
Eppure Clairy non si sentiva tranquilla mentre la barca continuava ad ondeggiare e si aggrappò con forza ai bordi dell’imbarcazione.
“Attenta a non romperla. Altrimenti come torniamo poi a riva?”
“Oggi sei davvero simpatico Caspian. E comunque mi sto abituando e…non è poi così male.”
Bugia.
“Mi fa piacere saperlo.” rispose Caspian divertito “Perché non mi racconti qualcosa di te, del tuo mondo. E’ un modo per distrarti.”
“Ho paura di annoiarti.”
“Non pensarci nemmeno.” la ammonì dolcemente Caspian.
“D’accordo. Allora…partiamo dal principio. Sono stata abbandonata poco dopo la mia nascita. Quando le suore mi trovarono, decisero di prendermi con loro e mi chiamarono Clarinda.”
“Clarinda?” ripeté perplesso Caspian trattenendo una risata.
“Sì. E non ridere, antipatico!” lo ammonì scherzosamente Clairy.
“Tuttavia, ho ovviato a questo piccolo problema facendomi chiamare Clairy. Ad ogni modo, la mia infanzia non è stata fantastica. Le suore erano tanto severe con me e gli altri ragazzi mi escludevano sempre. Non sai quante volte ho pianto nella mia camera. Crescendo ho capito che piangere non sarebbe servito a molto e cercavo di sopportare, trovando un piccolo rifugio nella lettura. Ti sto annoiando non è vero?”
Caspian scosse la testa sorridendole.
“Continua, ti prego.”
“Siamo in ogni caso quasi giunti alla fine della mia storia perché arriviamo al giorno in cui ho scoperto il passaggio per Narnia. E non dimenticherò mai quel momento Caspian. Davanti a me avevo la possibilità di ricominciare, di vivere davvero. E qualunque cosa accadrà, sono contenta di aver avuto il coraggio di rimanere e aver trovato la forza di…credere, in qualcosa. E in qualcuno.”
Caspian le sorrise.
“Non è stato un caso che proprio tu Clairy sia arrivata a Narnia, e ora lo capisco fino in fondo. Sei coraggiosa, forte e umile.”
“Proprio come una regina?” domandò Clairy sorridendo.
“Molto meglio di una regina.”

Clairy si sentiva ancora un po’ scombussolata per la conversazione avuta poco prima con Caspian. Non aveva mai raccontato a nessuno la sua vita e come si sentisse al riguardo, non le era mai capitato di aprirsi così liberamente con qualcuno.
Ma qualcosa nell’acqua catturò la sua attenzione.
Non è possibile..
“Caspian, ma quelle sono…”
Non riuscì a terminare la domanda che all’improvviso due ragazze apparvero dall’acqua.
Sirene!
Ridacchiando tra loro mentre guardavano rapite Caspian, le due sirene si appoggiarono al bordo della barca agitando le lunghe code.
“Salve, mio principe.” salutò la sirena.
“Salve.” rispose Caspian.
“Una tranquilla navigata nel lago, Maestà?” fu l’altra sirena a parlare.
Caspian annuì sorridendo.
“Mio principe, voi siete la luce per i nostri occhi.” disse la prima sirena, con aria sognante.
“Finiscila imbranata! Non vedi che il principe è in dolce compagnia?” dichiarò l’altra sirena.
La prima sirena alzò il capo imbronciata e scomparve in acqua, seguita dall’amica.
“Non avevi mai visto le sirene?” domandò Caspian, notando lo sguardo incredulo di Clairy.
“Diciamo che da dove vengo io, puoi trovarle solo raffigurate nei libri.” affermò Clairy “E...direi che sono pazze per il loro amato principe.”
“Non sarai gelosa, vero principessa?”
“Assolutamente no.” mentì Clairy “E poi non credo che le sirene siano il tuo tipo.”
“E quale sarebbe il mio tipo?” chiese curioso Caspian.
“Non so...” rispose Clairy arrossendo “E smettila di farmi queste domande!”.
“Quali domande?” domandò Caspian con occhi innocenti.
Clairy distolse lo sguardo e sorrise tra sé, mentre vide le torri del castello spiccare alte da dietro una collina.
Quando Clairy si voltò, notò che Caspian non remava più e aveva un’aria pensierosa.
“E’ successo qualcosa?”.
“Credo che la barca abbia qualche problema.” le rispose.
“Cosa dobbiamo fare?” domandò Clairy allarmata.
“Tu niente. Stai calma. Qualche roccia o foglia deve aver ostruito il percorso. Entro in acqua e controllo.”
Clairy non riuscì a replicare che Caspian si era già tuffato in acqua, scomparendo. Clairy si affacciò dal bordo della barca ma appena iniziò a traballare ritornò immobile al suo posto, attendendo che Caspian tornasse in superficie.
Pochi secondi dopo, riemerse dall’acqua prendendo fiato e scuotendo i capelli. In mano aveva un mucchio di alghe.
“Problema risolto.” esultò.
“Ottimo.” disse Clairy senza alcun entusiasmo, ansiosa di tornare presto sulla terra ferma.
“Ora risali sulla barca. Adesso sei completamente fradicio!” lo ammonì Clairy.
Caspian la guardò con il suo sorriso meraviglioso.
“E non guardarmi così!” Clairy distolse lo sguardo “Ti aiuto a salire. Non credo vorrai restare a mollo ancora per molto.”
Clairy gli porse la mano ma appena afferrò la mano bagnata di Caspian lui la strinse più forte, tirandola verso di sé e Clairy cadde in acqua.
Clairy tornò immediatamente in superficie e cercò di aggrapparsi a qualcosa. Non sapeva nuotare e per di più la gonna del suo abito le impediva di muovere liberamente le gambe. Si aggrappò con forza alle spalle di Caspian, per restare a galla.
“Caspian…” sibilò tra i denti Clairy, furiosa.
Caspian rideva fragorosamente.
“Caspian! Sono bagnata fradicia e non so nuotare.”
“Non potevo saperlo Clairy, mi dispiace. Vedi il lato positivo: hai fatto un bel bagno.”
Clairy lo fulminò con lo sguardo.
Caspian rise ancora, divertito da quella scena.
“Dovrò aggiungere anche questo nella lista delle cose da cui dovrai farti perdonare.”
“Tieni ancora il conto?”
“Ovviamente!”
Fu in quel momento che Clairy realizzò di essere totalmente avvinghiata con le braccia e con le gambe a Caspian e lui la teneva stretta a sé. Clairy era così vicina al suo viso da poter ammirare i suoi occhi, contornati dalle ciglia bagnate, e i suoi capelli umidi che gli incorniciavano il viso. Riusciva a sentire i suoi muscoli attraverso la camicia bagnata e Caspian le cingeva i fianchi. Nessuno l’aveva toccata in quel modo prima d’ora.
Percepì il viso di Caspian sempre più vicino al suo.
Perché l’allarme nella mia testa non suona?
Il suo respiro.
Perché non suoni, allarme maledetto?
Clairy abbassò lo sguardo sulle labbra di Caspian, sempre più vicine alle sue.
Forse non voglio che suoni. Forse voglio lui, voglio Caspian.
”Clairy!!!” urlò una voce. “Caspian!!!”
Era Jocelyn.
Clairy si destò e si voltò verso il castello, da dove la voce proveniva.
Si girò nuovamente verso Caspian che la guardava sorridendo tristemente.
“Sarà meglio andare.” propose.
Clairy annuì, ancora un poco scossa, mentre Caspian la aiutò a risalire sulla barca.
Il vestito era zuppo e istintivamente Clairy cercò di coprirsi il più possibile con le braccia e i capelli bagnati.
“Credo che Jocelyn mi ucciderà.” disse Caspian scherzosamente.
“Perché dovrebbe?”
“Ci siamo allontanati dal castello da parecchie ore ormai.”
Clairy non si era neppure accorta che il sole stava già iniziando a calare.
Raggiunta la terra ferma ("Finalmente! " pensò Clairy), corsero rapidamente verso il castello.
Erano completamente fradici e Clairy sentì freddo. Caspian se ne accorse e la strinse a sé cercando in qualche modo di scaldarla. Clairy provò subito un certo tepore tra le sue braccia.
All’entrata del castello Jocelyn li stava aspettando, adirata.
“Tieniti pronta.” le sussurrò Caspian.
“Eccovi finalmente!” urlò Jocelyn “Ma dove siete stati per tutto questo tempo? Allontanarsi senza avvisare nessuno per di più! Con i tempi che corrono...”
Clairy e Caspian si voltarono per un attimo, scambiandosi uno sguardo d’intesa.
“E poi guardatevi! Siete completamente fradici. Clairy venite subito con me o vi prenderete una polmonite. E va a cambiarti anche tu Caspian.” ordinò la donna.
“Certo Jocelyn. Scusa la mia incoscienza.”
Jocelyn accennò un sorriso.
“Scuse accettate. Ora corri a toglierti quei vestiti bagnati!”
Jocelyn mise un braccio attorno alla spalla di Clairy per riscaldarla e si diressero all’interno del castello.
Clairy si voltò verso Caspian, sorridendogli, e lui ricambiò sillabando un “ci vediamo dopo”.
Clairy annuì felicemente.
Salì con Jocelyn in camera sua, completamente bagnata ma felice.

 

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Capitolo 12
*** Dubbi, chiarimenti e... ***


“Allora raccontatemi, dove vi ha portato Caspian oggi?” domandò Jocelyn mentre frizionava i capelli di Clairy.
“Non sei arrabbiata?” chiese immediatamente la ragazza. Non aveva avuto il coraggio di parlare temendo i rimproveri di Jocelyn.
“Ma no tesoro, ero solo preoccupata. Coraggio, ditemi dove siete andati.”
“Caspian mi ha portata al lago. Siamo saliti su una barca e abbiamo parlato. Ho anche visto le sirene! Poi la barca ha avuto un problema e Caspian si è buttato in acqua per risolverlo. Mentre stavo per aiutarlo a risalire sull’imbarcazione sono scivolata in acqua. E questo spiega il perché dei nostri abiti fradici.”
Clairy evitò di raccontare esattamente come la scena si era svolta ma Jocelyn non poté non notare il rossore che colorò improvvisamente le sue guance.
“Voi mi state nascondendo qualcosa. Siete diventata tutta rossa.“
“Non riesco a nasconderlo!” Clairy si coprì imbarazzata il volto con le mani.
“Vi ha baciato?” domandò trepidante Jocelyn.
“Jocelyn!!!”
“Ho indovinato non è vero?”
“No, non mi ha baciato…stava per farlo.”
A Jocelyn sfuggì un gridolino di felicità.
“A ripensarci mi sento così in imbarazzo ma…”
Jocelyn guardò impaziente Clairy, in attesa che finisse la frase, e ammettesse ciò che per l’ancella era già evidente.
Clairy si sentì avvampare e iniziò a passeggiare e saltellare per la stanza.
“...Ma vorrei tornare a quel momento e averlo baciato. Ecco l’ho detto!”

Il giorno successivo, all’ora di pranzo, Clairy si sedette ad un tavolo insieme a Trumpkin, quando poco dopo li raggiunsero Caspian e Alina.
Caspian si sedette accanto a Clairy e si sorrisero.

La sua mano cercò quella di Clairy finché non la intrecciò alla sua, in una presa piacevole e rassicurante.
Dopo pranzo, si allontanarono dalla sala per godersi una passeggiata nell’immenso giardino del castello che Clairy aveva potuto ammirare solo in parte.
Tuttavia Alina li raggiunse.
“Non starete per caso fuggendo in qualche luogo romantico senza dirmi niente, vero?”
Da quando Caspian aveva cambiato atteggiamento nei confronti di Clairy, Alina era estremamente felice e speranzosa.
“Mia cara sorella evita le tue idee stravaganti. Facciamo una semplice passeggiata.” le rispose Caspian.
“Sei adorabile quando fai finta di non capire fratellino.”
Clairy si chiese se Caspian avesse raccontato ad Alina della loro gita al lago…addentrandosi nei minimi particolari.
Caspian sorrise alla sorella e spinse Clairy il più rapidamente possibile.
“Al tuo ritorno mi racconterai ogni cosa, vero Clairy?” domandò Alina con un sorriso.
“Certamente Alina.”
Caspian afferrò la mano di Clairy e si avviarono verso il giardino.
“Non dicevi sul serio ad Alina, vero?” chiese Caspian, preoccupato.
“Ovviamente no.”

Mentre camminarono tra i sentieri tranquilli del giardino, Clairy non poté non considerare come il rapporto tra lei e Caspian fosse chiaramente migliorato dal giorno in cui l’aveva salvata nella foresta. Voleva comprendere il perché di quel cambiamento improvviso, così prese coraggio e rivelò a Caspian il suo dubbio.
Lui la guardò e sorrise tra sé.
“Immaginavo me lo avresti chiesto. Ma per rispondere alla tua domanda, dovrò tornare indietro di parecchi anni, quando mia madre era ancora viva. Un mattino andò imprudentemente nella foresta per una passeggiata. Ma la lontananza di mia madre iniziò ad apparire sospetta e andammo a cercarla. La trovammo nella foresta, in una pozza di sangue, pugnalata. E da quel momento, non sono più riuscito a cancellare quell’immagine dalla mia mente, il terrore che lessi nei suoi occhi.
Quando ti ho visto nella foresta Clairy, quel mostro pronto ad ucciderti, io ho rivisto mia madre. Non potevo permettere che ti accadesse lo stesso.”

Clairy non seppe cosa dire dopo la triste rivelazione di Caspian. Qualsiasi frase consolatoria le sembrò vana e inopportuna e non avrebbe espresso nemmeno lontanamente quanto Clairy si sentisse dispiaciuta. Così posò una mano sulla spalla di Caspian.
“Se mi fossi comportato diversamente nei tuoi confronti, non avresti corso quel pericolo nella foresta.”
Caspian prese la mano di Clairy stringendola tra le sue.
“E ti ringrazio per essere rimasta, per avermi dato una seconda occasione nonostante tutto quello che ti ho detto.”
Non commuoverti Clairy, niente lacrime.
Clairy si avvicinò a Caspian e lo abbracciò.
“Come sarei potuta andarmene? Mi ha salvato.”
Caspian le accarezzò dolcemente i capelli.
Clairy sciolse l’abbraccio, temendo che Caspian potesse percepire il battito accelerato del suo cuore.
“Sai Clairy, troppi innocenti sono morti per le barbarie degli abitanti degli Inferi. Dobbiamo affrontare questa guerra, non posso permettere che muoiano altre persone.”
Parla proprio come un re, pensò Clairy, fiera di lui.
“Sono certa che il tuo popolo ti seguirà qualunque sia la tua scelta, sei un uomo di grande valore.”
Caspian le sorrise.
“Grazie Clairy.”

All’ora di cena Clairy si avviò verso la sala da pranzo e Caspian, in compagnia di Alina, la aspettava.
La piccola Sophie li aveva raggiunti e si aggrappò al principe, fissando Clairy con aria di sfida.
“Quella bambina è una piccola sanguisuga.” sussurrò Alina a Clairy.
“Sophie, tesoro, perché non ti siedi accanto a me a cena?” domandò dolcemente Alina.
“Io voglio stare vicino a Caspian.” rispose Sophie con un grande sorriso.
“Ma ti divertirai molto di più accanto a me.” disse Alina, tentando di persuadere la piccola. Tutto inutile. Sophie scosse la testa e strinse più forte il braccio di Caspian. Quest’ultimo sospirò, guardando sconsolato la sorella e Clairy.
La cena fu pronta, e Clairy si sedette tra Alina e Trumpkin.
Improvvisamente lo gnomo si avvicinò a Clairy e le sussurrò:
“Mi chiedo per quale motivo continuate a fissare costantemente Caspian. Non mi starete nascondendo qualcosa, vero?”
Clairy stava bevendo e quasi le andò di traverso l’acqua.
Per l’intera durata della cena, Trumpkin continuò a farle domande su Caspian. Provava un certo imbarazzo a parlare dell’argomento con Trumpkin. Lo gnomo si era rivelato davvero curioso e per Clairy fu difficile ignorarlo.
Occupata nell’interrogatorio con Trumpkin, Clairy non notò subito la scomparsa improvvisa di Caspian. Con la scusa di un lieve giramento di testa, scappò dalle domande insistenti di Trumpkin, è uscì dalla sala alla ricerca di Caspian.

La piacevole brezza serale era accompagnata dal simpatico canto dei grilli.
Clairy notò Sophie, poco lontano da lei, nascosta dietro un muro, incuriosita da qualcosa.

Clairy le si avvicinò e domandò cosa stesse guardando con tanto interesse.
Sophie sobbalzò spaventata e appena vide Clairy, le ordinò di fare silenzio.
“Non dobbiamo disturbarlo.” sussurrò la bambina e tornò nella sua posizione di vedetta.
Clairy la seguì e si sporse oltre al muro e, con sorpresa, vide Caspian intento ad allenarsi con la spada, veloce e aggraziato nei suoi movimenti.
“Tu sei sicura di poter restare qui a guardare Caspian?” domandò Clairy.
“Non mi sembra che io abbia chiesto il tuo permesso. E se non sei interessata, va via o ci farai scoprire!”
“Sono venuta per parlare con Caspian, si è allontanato senza dire una parola. Lo aspetterò.”
“Carissima Clairy, se Caspian è andato via di nascosto, probabilmente non ha molta voglia di vederti, non trovi?” constatò la bambina sfoggiando un sorrisetto antipatico.
“Sei una bambina strana. Nessuno ti ha insegnato le buone maniere?” domandò spazientita Clairy.
“E nessuno ti ha insegnato a farti gli affari tuoi?” bisbigliò Sophie.
“Potresti spiegarmi cosa hai contro di me?” chiese Clairy esasperata.
“Abbassa la voce! O ci scoprirà!”
“Vi ho già scoperte!” dichiarò Caspian.
Clairy e Sophie si fissarono per un momento, Caspian ovviamente aveva udito il loro brusio.
Sophie prese la mano di Clairy e uscirono allo scoperto, sfoggiando un bel sorriso, per scaldare l’atmosfera imbarazzante.
“Sophie, è tardi. Cosa fai qui? Corri in camera tua.” ordinò Caspian.
Clairy guardò Sophie con un’espressione da finta dispiaciuta, giusto per innervosire la bambina. Sophie mise il broncio, lanciando uno sguardo di odio a Clairy, prima di voltarsi e dirigersi nella sua stanza.
Clairy pensò fosse meglio seguire la bambina e sgattaiolare via ma Caspian non le diede il tempo di muovere nemmeno un passo.
“Clairy, tu resta qui.”
A Sophie si presentò così la perfetta occasione per ottenere la rivalsa su Clairy, sfoggiando con orgoglio un sorrisetto compiaciuto per aver scampato la predica. Clairy la guardò accigliata.
“Mi vuoi spiegare cosa stavate facendo?” domandò Caspian, appena Sophie corse via.
“Ero venuta a cercarti. Sei andato via improvvisamente e volevo assicurarmi che andasse tutto bene.”
“Come puoi vedere va tutto meravigliosamente.” le rispose freddamente.
“Si può sapere cosa ti prende Caspian?” domandò Clairy irritata.
Caspian abbassò lo sguardo, sospirando.
“Perdonami. Ora va a dormire, si sta facendo tardi.”
“E pensi che me ne andrò così? Cosa ti preoccupa Caspian?”
“…Tu mi preoccupi Clairy.”
“Ah, quindi è colpa mia?”
“No Clairy, voglio che tu non assista ai miei allenamenti e non voglio per nessun motivo che tu sia coinvolta.”
“Caspian, è vero ti ho visto uccidere ma ciò non toglie che non possa più vederti combattere.”
“Clairy, capisci che non voglio che tu abbia a che fare con tutto questo? Devo tenerti al sicuro.”
“Ma lo sono Caspian. E non credi che forse…sia il caso che io sappia maneggiare…un’arma?”
Caspian la fissò allibito per un momento.
“Spero tu abbia voglia di scherzare.”
“Pensi che non ne sia capace?”
“Clairy non dire stupidaggini. Credevo di essere stato abbastanza chiaro. Tu non toccherai armi, né ora né mai.”
“Perché non potrei?”
“Perché chiunque sarebbe pronto a rischiare la vita per te!”
“Ed è proprio questo che vorrei evitare!”
“Clairy, proteggerti è nostro compito. Come il tuo è quello di tenerti lontana il più possibile dai guai, cosa che chiaramente tu non stai facendo.”
“Forse perché voglio rendermi utile! Lo hai detto tu stesso, dobbiamo prepararci ad un attacco imminente.”
“Quel noi non era riferito a te Clairy!” urlò Caspian.
“Tu vorrai anche proteggermi Caspian, ma io sono stanca di essere sopravvalutata.”
“Smettila Clairy!”
“No smettila tu! Non vuoi insegnarmi perché sei convinto che io sia solo di impiccio e non sarò mai brava quanto te!”
“Finiscila Clairy, non fare la bambina!” urlò Caspian.
Ciò fece azzittire Clairy. Cadde un silenzio carico di tensione.
“D’accordo. Vieni e vediamo come te la cavi.” la esortò Caspian.
“Così potrai ripetermi un’altra volta che tu hai sempre ragione?”
“Certo, ma sono anche curioso di vedere quanto sei brava.” disse Caspian ironico.
“Non fare lo spiritoso.” Clairy gli lanciò un’occhiataccia e si avvicinò.
“Prendi la spada e cerca di tenerla davanti a te.”
Clairy pensava la prendesse in giro. Non capiva quale sforzo sovrumano necessitasse per tenere in mano una semplice spada.
Clairy afferrò l’arma per il manico ma il suo peso fu tale, che la lama si infilzò nel terreno.
D’accordo, forse non era poi così semplice, pensò Clairy.
“Smettila di ridere e aiutami Caspian!” lo rimproverò.
Caspian le insegnò la corretta impugnatura della spada e la giusta posizione con le prime mosse elementari.
“Ammetto che non sei poi così male come avevo immaginato.” dichiarò Caspian stuzzicandola.
“Ma come siamo simpatici...” rispose Clairy con una finta risata ma quel momento di distrazione le fece perdere l’equilibrio. Caspian l’afferrò rapido da dietro, evitandole una rovinosa caduta e Clairy si ritrovò tra le sue braccia.
“Ti farò rimangiare tutto ciò che mi hai detto…magari tra qualche giorno.“ disse Clairy.
Con sua grande sorpresa, Caspian l’abbracciò e la strinse a sé.
“Ora puoi lasciarmi andare.”
“Assolutamente no.” rispose dolcemente Caspian.
Clairy sorrise fra sé.
“Scusami Caspian, non volevo essere così fastidiosa.”
“Lo so, sei proprio irritante ma ti perdonerò.”
“Caspian!!!” lo rimproverò Clairy.
“Sto scherzando, mi scuso anch’io. E non ti sottovaluterei mai Clairy, sappilo.”
“Grazie…Caspian?”
“Dimmi.”
“Promettimi che non ti succederà niente.”
“Te lo prometto.”
“…Caspian?”
“Cosa c’è?”
“Grazie per non avermi fatta cadere.”
“E’ stato un piacere.”

 

 

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Capitolo 13
*** Non posso perderti! ***


La mattina successiva, Clairy si stupì non vedendo né Caspian né Trumpkin a colazione. Le fu subito chiaro che qualcosa non andava e i volti preoccupati delle persone che incrociava, non erano certo un segnale rassicurante.
Più le ore scorrevano, più la preoccupazione aumentava. La misteriosa scomparsa di Caspian non poteva certo essere casuale.
Tuttavia nessuno aveva intenzione di colmare i dubbi e rispondere alle sue domande, nemmeno Alina, e non ricevere risposte sicure era per Clairy il dolore peggiore.
L’ansia la assalì violentemente. Raggiunse il cortile, bisognosa di stare all’aria aperta, e seduta sui gradini vide Sophie, con la testa tra le mani e lo sguardo fisso nel vuoto.
Clairy si sedette accanto a Sophie la quale si voltò verso di lei, abbassando poi il capo tristemente, nascosto dai boccoli biondi.
“Clairy, sai benissimo che non posso dirti niente. Mi dispiace.”
“Perché non potresti?“
“L’ho giurato.” rispose la bambina.
“E chi te l’ha chiesto?”
“L’ho promesso e basta.”
Se Caspian aveva chiesto a Sophie di mantenere il segreto, la bambina non le avrebbe detto niente, pensò Clairy delusa.
“...Ti piace molto Caspian, vero?”
Sophie si irrigidì per quella domanda inaspettata.
“Io…sì…sì certo che mi piace.”
Le guanciotte della piccola Sophie diventarono subito rosse e stropicciò imbarazzata l’orlo del suo abitino.
“Non devi vergognarti.” disse Clairy dolcemente.
“Non mi sto vergognando! Tuttavia ho capito che non posso competere con te Clairy. Ma tra qualche anno, quando sarò più grande, Caspian capirà quanto stiamo bene insieme. Ti consiglio di guardarti le spalle...“ dichiarò Sophie, in segno di sfida.
“Guarda che se non fai la brava, andrai all’inferno...Cosa pensi di fare?” le chiese Clairy.
“Farò attenzione a non bruciarmi.” rispose prontamente Sophie, sfoggiando il suo sorrisetto fiero.  
Clairy rise per la risposta della bambina, felice di aver potuto conoscere meglio la piccola Sophie e aver messo da parte le rivalità, almeno per il momento.
Sophie entrò nel castello e Clairy rimase sola, seduta sui gradini, entrando in uno stato di agitazione.
Aveva bisogno di sapere cosa stesse accadendo, perché Caspian e Trumpkin ancora non si facevano vedere.
E se fosse capitato qualcosa? …Qualcosa di grave?
“Clairy!” Alina la riportò alla realtà, ponendo fine a quel vortice di domande senza risposta.
“Cosa fai qui da sola? Non hai nemmeno pranzato...”
“Non ho fame Alina.”
Alina sospirò e si sedette accanto a Clairy.
“Clairy, posso comprendere come ti senti. Ma rimanere qui al freddo non cambierà niente.”
“Perché ti sei rifiutata di raccontarmi cosa sta succedendo?” domandò Clairy dispiaciuta.
“Non è semplice come pensi Clairy...”
“Alina ti prego! Non posso credere che anche tu voglia tenermi all’oscuro!”
“E’ solo per proteggerti...”
“Continuate a ripeterlo, e sono stufa! Vorrei solo sapere dov’è Caspian ed essere certa che stia bene.”
Clairy si voltò verso Alina, fissandola insistentemente in attesa di una risposta. Tuttavia Alina abbassò lo sguardo tristemente.
...Non avrebbe parlato.
Clairy si alzò.
“Clairy aspetta!” la chiamò Alina.
“Ho capito Alina, non puoi dirmelo. Non posso costringerti.”
Clairy corse in camera sua, lacrime di frustrazione e di dolore le rigarono il volto.
Imperterrita, Clairy non smise un secondo di fissare la finestra, fiduciosa di vedere Caspian attraversare il cortile.
Tuttavia le sue speranze sfumarono lentamente mentre scendeva la sera.
Quella notte gli incubi e la paura la tormentarono, temeva che nel riaddormentarsi comparissero nella sua mente immagini atroci e spaventose.
…Caspian, ma dove sei?

Quando Clairy raggiunse con passo stanco e pesante la sala da pranzo, le sue ultime speranze si sgretolarono in mille pezzi. Caspian non c’era. Tuttavia, la ragazza si illuminò appena intravide Trumpkin poco lontano.
Clairy corse dallo gnomo, pronta a esigere delle spiegazioni.
Non appena Clairy lo salutò, rimase allibita osservando lo sguardo stanco e affaticato di Trumpkin.
“Trumpkin...ma cos’è ti è successo?”
“Sono solo stanco. Avete saputo?”
“Cosa dovrei sapere?” chiese preoccupata Clairy.
“Voi non…Nessuno questa mattina ve lo ha detto?”
“Trumpkin, cosa è successo? Dov’è Caspian?”
Trumpkin fissò il vuoto per qualche istante, finché non guardò abbattuto Clairy.
“Ti prego parla Trumpkin, cos’è accaduto?”
“Clairy, mi dispiace. Abbiamo cercato di proteggerlo!”
Il respiro si fece pesante…
“Ci siamo recati nel covo degli abitanti degli Inferi. Hanno voluto parlare da soli con Caspian.”
Temeva che le ginocchia non la reggessero…
“Abbiamo cercato di convincerlo del pericolo che stava correndo. Ma è entrato comunque e quei vigliacchi…”
Clairy non ascoltava più. Corse su per le scale, veloce, temendo di inciampare per le forze che lente sembravano abbandonarla.
Caspian…
Le lacrime le offuscarono la vista.
La stanza di Caspian si trovava al primo piano, in fondo ad un lungo corridoio.
Non bussò né chiese il permesso di entrare.
Attorno al letto, alcuni uomini discutevano tra loro, fissando tristemente la figura distesa sotto le coperte.
La testa di Caspian era fasciata con delle bende e molte altre, inzuppate di sangue, erano sparse sul letto e sul pavimento.  
Clairy ebbe l’impulso di correre da lui ma una mano l’afferrò con forza per il braccio, trattenendola.
“Lasciatemi! Voglio vederlo!” urlò Clairy.
Le grida attirarono l’attenzione dei presenti che immediatamente si avvicinarono per trattenere Clairy e per farla tacere, date le gravi condizioni del principe.
Clairy si divincolò con forza finché una voce irruppe nel frastuono.
“Lasciatela avvicinare! E’ la principessa e se vuole vedere il principe, non possiamo che accontentarla.”
Una figura si distinse dal gruppo, un uomo giovane con una veste viola.
Clairy raggiunse immediatamente Caspian, inginocchiandosi.
Un’altra ondata di lacrime la travolse, seguita da spasmi e singhiozzi con fatica trattenuti.
Caspian era così pallido. Clairy allungò una mano per intrecciare le dita con quelle di Caspian, ma lui non reagì.
Forza apri gli occhi…
“Vostra Maestà. Lasciate che mi presenti, sono Danag, il medico del principe.” disse l’uomo che poco prima aveva permesso a Clairy di avvicinarsi a Caspian.
La ragazza cercò di accennare un sorriso mentre l’uomo le offrì un fazzoletto.
“Dovete essere forte. Le condizioni del principe purtroppo non sono delle migliori ma si rimetterà. Posso assicurarvelo. Tuttavia devo chiedervi di uscire, il principe dovrebbe rimanere in assoluta tranquillità.” ordinò cortesemente il medico.
Clairy si voltò nuovamente verso Caspian, immobile.
Svuotata di tutte le sue forze, Clairy si alzò con fatica e con passo pesante raggiunse la porta, rifiutandosi di guardare ancora Caspian prima di uscire dalla stanza.
Appena la porta si richiuse, gli occhi le si riempirono di lacrime e i singhiozzi divennero incontrollabili. Si accasciò a terra, debole e con le ginocchia che tremavano, come se mille spine invisibili la lacerassero furiosamente.
“Clairy.”
La ragazza alzò lo sguardo e vide Alina di fronte a lei, pallida e stanca.
Alina la raggiunse e si abbracciarono, piangendo e scambiandosi parole di conforto.
“Alina mi dispiace.” disse Clairy tra i singhiozzi.
“E per cosa?”
“Non volevo trattarti male ieri. Scusami...”
Alina le accarezzò i capelli.
“Non preoccuparti Clairy, stai tranquilla. Vedrai Caspian guarirà, dobbiamo avere speranza...”
Clairy e Alina camminarono insieme tra i corridoi del castello, cercando inutilmente di pensare ad altro.
“Alina non ce la faccio. Ho bisogno di vederlo.”
“Ti accompagno.” rispose Alina, accennando un debole sorriso.
Bussarono alla porta della stanza di Caspian e il medico aprì, affacciandosi.
“Vostre Altezze!” salutò cordialmente Danag “In cosa posso esservi utile?”
Osservandolo attentamente, Clairy notò l’insolito pallore dell’uomo che risaltava maggiormente i suoi occhi scurissimi.
“Sono venuta per vedere Caspian.”
Danag la invitò ad entrare.
Clairy si voltò verso Alina per salutarla e le fu evidente lo sguardo ostile che indirizzò al medico.
Era chiaro che non solo Clairy, anche Alina aveva notato qualcosa di strano in Danag.
“A presto, Maestà.” salutò il medico tuttavia Alina non rispose, si limitò a fissarlo avversa.
Clairy si avvicinò al letto. Nessun cambiamento, Caspian era immobile, gli occhi ancora serrati.
“Non è migliorato?” domandò Clairy fissando il suo petto che si alzava e abbassava,con estrema lentezza.
“La situazione è stazionaria Maestà. Ha perso molto sangue.”
Clairy fece qualche passo verso Caspian.
“Vi lascio sola.”
“Grazie.” disse Clairy in fin di voce, mentre Danag uscì dalla stanza.
Raggiunse Caspian, inginocchiandosi accanto a lui e accarezzando i suoi capelli.
“Caspian, rispondimi ti prego. Svegliati...Ho bisogno di te. Devi lottare e vincere questa battaglia. Mi manchi così tanto...”
Le lacrime le offuscarono la vista e si portò al volto la mano inerte di Caspian. 
“Svegliati Caspian.” proseguì Clairy tra i singhiozzi “Svegliati! Ho bisogno di te. Io ti amo…”
Eppure non era cambiato niente, Caspian non si mosse.
Clairy si alzò e accarezzò delicatamente il suo viso inespressivo.
Appena girò il pomello della porta, essa si aprì e Danag entrò.
“Perdonatemi Maestà, devo chiedervi di andare. Devo visitare il principe.”
“Certamente. Stavo giusto andando via.”
Uscì senza guardare negli occhi il medico nonostante percepisse il suo sguardo insistente.
Prima di svoltare l’angolo, Clairy si girò fissando ancora per un momento la porta chiusa della stanza di Caspian, desiderando di poter tornare indietro e stargli accanto.
Clairy raggiunse la sua camera. Si sdraiò sul letto, distrutta, ma quella notte non avrebbe dormito.
Quando non ebbe più la forza neppure per piangere, l’oscurità l’avvolse soffocante.

 
 
 

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Capitolo 14
*** Un' "amica" di Narnia ***


Non ci credo!
Sono tornata.
Sono a Narnia.
Avevo perso le speranze oramai, ero riuscita a farmene una ragione e invece…eccomi qui!
Non mi farò scappare questa opportunità. Finalmente avrò quello che ho sempre desiderato, dovessi giocare carte false.
...Mmh...chissà come mi stanno i capelli? Speriamo siano in ordine...

Oh, mi chiamano i miei fratelli!
Ritorno con i piedi per terra.
Sarà meglio mettersi subito in cammino, la strada è lunga e non voglio perdere nemmeno un secondo.

Così mi dirigo fiera verso il mio futuro...e chissà, magari anche verso un matrimonio…





Angolino dell’autrice:
Approfitto del capitolo piuttosto breve per ringraziare con tutto il cuore la mia carissima Serena VdW e il sostegno che mi trasmette ogni volta con i suoi dolcissimi commenti.
Grazie grazie grazie! Cosa farei senza di te? :)

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Capitolo 15
*** Romantiche confessioni ***


Fortunatamente il giorno dopo ci fu un miglioramento.
Danag constatò dei progressi nelle condizioni di salute di Caspian nonostante ancora non si fosse svegliato. E durante la visita, Clairy notò lieta un leggero colorito sulle guance e sulle sue labbra: Caspian stava guarendo.
Eppure ciò che lasciò Clairy perplessa quella mattina, fu l’atteggiamento troppo confidenziale di Danag nei suoi confronti.
“Tutto bene Altezza?” domandò il medico, appena Clairy uscì dalla stanza di Caspian.
“Sì…grazie.”
“State tranquilla. Vi ho dato la mia parola che si rimetterà.”
Clairy annuì sorridendo, impaziente di allontanarsi da Danag.
“E comunque Maestà...”
Clairy lo guardò, in attesa che continuasse la frase, mentre le si avvicinava.
“Non ci sarà sempre Caspian a proteggervi…”
Fortunatamente giunse Alina, che pose fine a quella conversazione inquietante.
Quelle parole non fecero altro che aumentare i suoi sospetti sul medico. Tuttavia se Caspian stava migliorando il merito era di Danag, doveva perciò fidarsi.
Eppure, ad ampliare i suoi dubbi sul medico, contribuì anche la piccola Sophie quando le domandò se fosse andata a trovare Caspian.
“In effetti no.” rispose la bambina “In realtà, il dottore permette solamente a te Clairy di poter vedere Caspian.”
“Anche Alina può entrare.“ fece notare Clairy.
“E’ ovvio. Lei è la sorella del principe. Pare che il medico provi una certa simpatia nei tuoi confronti...”
Clairy arricciò il naso.
“Tutti si sono accorti che ti guarda come se…volesse mangiarti!”
“Molto divertente Sophie, davvero...”

Clairy si svegliò di soprassalto, con un gran mal di testa.
Posò gli occhi sul fermaglio che Caspian le aveva regalato al suo compleanno. Aveva bisogno di buone notizie, di nuove speranze, di Caspian accanto a lei.
Raggiunse la camera del principe notando sulla soglia Danag che la fissava accennando un sorriso. Clairy cercò di non incrociare il suo sguardo opprimente.
“Ho buone notizie!“ annunciò il medico “Caspian mi ha pregato di dirvi che avrebbe piacere di vedervi.”
Clairy temeva di esplodere dalla felicità e dall’emozione.
“Si è svegliato!”
“Sì Altezza.” continuò Danag “Caspian è ancora debole perciò vi chiedo solo di non trattenervi per molto. Preferirei che il principe non si stancasse più del dovuto.”
Dopo tali raccomandazioni, Clairy entrò nella stanza aspettando che Danag richiudesse la porta dietro di sé.
Appena vide Caspian appoggiato allo schienale del letto, Clairy scoppiò a piangere.
“Clairy!” la salutò dolcemente Caspian, sorridendole.
Corse da lui, lacrime di felicità le inumidirono il volto, e lo abbracciò forte.
…Forse troppo forte. Caspian emise un gemito di dolore e Clairy si allontanò immediatamente.
“Scusami. Non volevo farti male.” si scusò Clairy, non riuscendo a smettere di sorridere e piangere.
“Sono ancora un poco dolorante.” disse Caspian ridendo. “Perché piangi Clairy.”
Clairy si asciugò rapidamente le lacrime.
“Sono troppo felice!”
“Anche io sono felice, adesso.” rispose Caspian.
Caspian avvicinò la sua mano a quella di Clairy, intrecciando le dita con le sue.
“Non sai quanto ero preoccupata. E poi vuoi spiegarmi perché hai avuto la splendida idea di assicurarti che io non sapessi dove saresti andato? E non rispondere per proteggermi perché hai usato
questa scusa già troppe volte!”
“E lo ripeterò ancora…volevo proteggerti Clairy. Se lo avessi saputo, avresti fatto qualcosa di avventato. O mi sbaglio?”
Non fu necessario rispondere. Era ovvio, se Caspian fosse stato in pericolo, Clairy sapeva che lo avrebbe seguito anche in capo al mondo.
“Sai...è successo qualcosa di molto bizzarro nei giorni passati.”
Clairy lo guardò incuriosita.
“Nonostante dormissi, riesco a ricordare le voci e le conversazioni. Non lo trovi strano?”
“Quando dici questo, intendi proprio ogni parola?” domandò Clairy preoccupata.
“Sì, ogni parola.”
Accidenti, aveva dichiarato apertamente i suoi sentimenti mentre Caspian era incosciente e adesso…
“Qualcosa di turba Clairy?” domandò Caspian.
“No no, tutto a posto.”
“Io credo di saperlo.”
Clairy lo guardò in attesa, nervosa.
“Clairy, devi sapere che durante la convalescenza nella mia mente vi era un unico pensiero che mi ha aiutato a lottare e mi ha accompagnato in questi giorni di buio. Quel pensiero eri tu. Mi sento legato a te, per te farei qualsiasi cosa. E sento che ho bisogno che tu rimanga nella mia vita Clairy.”
Oh. Santo. Cielo.
Clairy temeva di morire…morire però di felicità.
…Sarebbe possibile? Si potrebbe davvero raggiungere uno stato tale di gioia ed euforia da temere di perdere i sensi?
Sì, decisamente…
“Caspian…io, io sono troppo felice. Pensò che sverrò a momenti.”
“Un malato basta e avanza, io ho bisogno di te in salute.”
Clairy gli sorrise raggiante, felice come mai si era sentita.
Qualcuno bussò e Danag si affacciò, esortando Clairy a lasciare la stanza.
Quando il medico richiuse la porta, Clairy abbracciò forte Caspian e lui ricambiò la stretta, baciandole teneramente i capelli.
“Vorrei tu potessi rimanere.” disse Caspian.
“Devi riposare Caspian. Io tornerò più tardi.”
Sul volto di Caspian comparve un’espressione preoccupata.
“Cosa succede?”
“Vorrei non ti avvicinassi a Danag.”
“E no anche tu con questa storia!” replicò Clairy esasperata.
Caspian la guardò perplesso.
“Anche Alina e Sophie mi hanno fatto notare lo strano comportamento di Danag.” sussurrò Clairy, temendo che Danag potesse udire la conversazione fuori dalla porta.
“Motivo in più per stargli lontano!”
“Caspian so difendermi.”
“Clairy, sarei più tranquillo se per questa volta facessi come ti ho chiesto. Non mi piace come ti guarda o come si rivolge a te.”
“Hai proprio sentito tutto mentre eri incosciente!”
Tuttavia Caspian rimase serio.
“Tranquillo, non gli ho dato mai retta fino ad ora, di certo non lo farò adesso. Devi pensare solo a guarire d’accordo?”
“Lo farò, per te.” le sorrise.
Clairy lo salutò e appena aprì la porta, sobbalzò trovandosi Danag proprio di fronte a lei. Il suo sorriso e i suoi occhi tenebrosi incutevano timore ogni volta che Clairy li osservava, per di più la sera stava calando e il suo pallore sembrava ancora più cadaverico.
Si voltò un’ultima volta per salutare Caspian, notando la tensione tra lui e il medico.
Clairy uscì dalla stanza per dirigersi in camera sua.
“Buona notte Principessa.” la salutò Danag.
Clairy lo ignorò, continuando a camminare.
“Principessa!” la chiamò l’uomo.
Clairy si fermò e si voltò lentamente.
“Buona notte.” le ripeté Danag sorridendole.
Clairy ricambiò turbata e raggiunse svelta la sua stanza.
Si accertò che nessuno la seguisse e si chiuse in camera, questa volta a chiave.

La mattina successiva Clairy si alzò all’alba.
Non riusciva più a stare a letto, era troppo contenta e si girava e rigirava tra le coperte ogni volta che ripensava alle parole di Caspian. Voleva vederlo, doveva assicurarsi che fosse tutto vero.
Con suo grande sollievo, Clairy non vide Danag sull’uscio della stanza di Caspian. Velocizzò il passo, bussò alla porta e la voce suadente del principe la invitò ad entrare.
Clairy spalancò gli occhi. Caspian era in piedi, appoggiato allo stipite della finestra, con un bellissimo sorriso sul volto.
“Sorpresa?” domandò Caspian ridendo.
Clairy gli corse incontro abbracciandolo.
L’equilibrio ancora non era dei migliori ma si reggeva in piedi e riusciva anche a camminare.
Clairy si scostò leggermente, quanto le bastò per poterlo guardare negli occhi.
“Oh è meraviglioso Caspian! Ma dovrai stare comunque a riposo quindi che non ti passi per la mente di fare qualcosa di temerario.”
“Ai vostri ordini! Ma tu dovrai prenderti cura di questo principe acciaccato.”
“Molto volentieri...”
Clairy appoggiò il capo sul suo petto e Caspian la strinse a sé.
Eppure in quel momento così romantico, Clairy non poté non pensare a un problema piuttosto urgente che la turbava.
“Caspian?”
“Sì?”
“…Ora caccerai Danag?”
“Ovviamente. Così sarò certo che non ti importuni.”
E anche io sarò più tranquilla che non ti capiti niente.
Uscirono dalla stanza, mano nella mano, in attesa dell’arrivo di Danag che non si fece attendere per molto.
…L’aria divenne improvvisamente più fredda.
Danag li salutò, posando i suoi occhi su Clairy e ostentando un sorriso quasi opprimente.
Fortunatamente per Clairy, Caspian notò lo sguardo insistente del medico e richiamò la sua attenzione.
“Danag, vi ringrazio per le vostre cure ma il vostro lavoro qui è concluso. Voglio che ve ne andiate subito.”
Danag non rispose. Fissò in silenzio Caspian, poi Clairy e di nuovo Caspian.
“A vostri ordini, Maestà.” rispose Danag, accennando un inchino.
“Spero ci rincontreremo Vostra Altezza.”
Ma spero proprio di no!  pensò Clairy.
Danag si chinò e sorrise a Clairy.
Caspian la tirò immediatamente verso di sé.
Mentre Danag si allontanava, Clairy si voltò verso Caspian, notando la preoccupazione nei suoi occhi.
Caspian percepì lo sguardo preoccupato di Clairy e le sorrise.
“Se n’è andato per sempre Clairy.”
“Allora perché sei spaventato?”
Caspian abbassò lo sguardo.
“Temo sempre per la tua incolumità. Tu non allontanarti dal castello, capito?”
“Lo so Caspian. Ma Danag non sembrava molto contento…se volesse vendicarsi?”
Caspian le diede un bacio sulla fronte.
“Ci sarò io a proteggerti.”

Vedere Caspian in salute restituì una nuova forza a Clairy.
E ora che Danag era scomparso, Caspian era evidentemente più sereno.
Clairy approfittò della convalescenza di Caspian per imparare con il suo aiuto la lingua di Narnia utilizzando il libro che le aveva regalato tempo prima. E Clairy raccontava a Caspian dell’innovazioni del suo mondo e delle copiose differenze con Narnia.
Il giorno successivo, Caspian propose di fare una passeggiata nei dintorni del castello data la splendida giornata di sole.
“Non dovresti riposare?” domandò Clairy apprensiva.
“In questi giorni direi che ho dormito abbastanza, non trovi?”
Clairy non era molto convinta. D’accordo Caspian era guarito ma non riusciva a non preoccuparsi per lui.
Le prese la mano e la guardò dolcemente.
“Tranquilla principessa, non accadrà niente per un’innocua passeggiata.”
La ragazza gli sorrise arrendevole.
Si incamminarono lungo un sentiero alberato e Clairy osservò la sua mano intrecciata a quella di Caspian che ondeggiava avanti e indietro.
“Non ti piacerebbe conoscere i tuoi genitori?” le chiese all’improvviso.
In quante occasioni si era posta quella stessa domanda, milioni e milioni di volte, senza riuscire mai a darsi una risposta.
“Credo di sì…Non lo so in realtà. Non saprei nemmeno come comportarmi.”
“Hai mai pensato che forse non ti hanno abbandonato? Se fossero stati costretti?”
”Ad esempio da cosa?”
“Non so, per qualsiasi motivo.”
“Mi sono fatta così tante teorie nella mia testa Caspian…Sì forse mi piacerebbe conoscerli ma sarebbe diffic…”
“Caspian?!”
Una voce alle loro spalle, fermò Clairy e Caspian. Un poco confusi, si voltarono immediatamente per capire di chi fosse la voce.
Clairy sentì crollare la terra sotto di sé. E precipitò...

 
 

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Capitolo 16
*** Tutto crolla ***


“Caspian! Sei proprio tu!” la ragazza gettò le braccia intorno al collo di Caspian, ancora immobile e confuso.
Clairy sapeva perfettamente chi fosse quella ragazza, e il fatto che indossasse la divisa del suo collegio poté confermarglielo.
”Susan?!” Caspian era evidentemente smarrito.
“Certo che sono io sciocchino!” rispose Susan con voce squillante.
“Non riesco a capire…come hai fatto a tornare?”
“Non lo so…Ma cosa importa! Ora siamo insieme! Come sono felice di vederti Caspian, mi sei mancato tantissimo...”
Susan lo baciò.
Clairy strabuzzò gli occhi e ciò che più la nauseò fu Caspian che non si allontanò da Susan, mentre il bacio diveniva sempre più intenso.
Avrebbe voluto avere la forza per staccarli ma si sentì sprofondare così in basso che aveva paura di non riuscire a trovare il coraggio per rialzarsi.
“Ora finalmente staremo insieme, per sempre. E adesso, andiamo al castello.”
Susan si voltò verso Clairy con un fare oltremodo altezzoso.
“Serva, scortaci fino al castello!”
Clairy si sentì avvampare dalla rabbia.
“Serva? Come ti permetti?! Tu non sai chi sono io...”
Si voltò così verso Caspian, sicura che avrebbe spiegato e risolto quella situazione assurda e rivelato che Clairy era destinata a diventare regina di Narnia.
Non fu così. Caspian la fissò per un attimo ma distolse lo sguardo e intanto Susan osservava divertita la scena.

Ero un ripiego...Solo uno stupido ripiego in attesa che Susan tornasse…

“Aspetta un momento…” dichiarò Susan esaminando attentamente Clairy “Ma io so perfettamente chi sei! Clairy! Tu…a Narnia? Questo è davvero curioso…”
Clairy la fissò furente.
”Vedi Clairy.” continuò Susan “Come posso dirtelo per non offenderti…La tua vita è destinata a essere eclissata da me! Ma non è colpa tua tesoro, può capitare. Basta farsene una ragione.”
Per un momento la mente di Clairy fu offuscata dalla rabbia e dal dolore e si scagliò istintivamente verso Susan.
Tuttavia Caspian fu più svelto e la fermò afferrandola per un braccio.
“Lasciami!” urlò Clairy tendando di divincolarsi dalla presa vigorosa di Caspian.
Susan ridacchiava fra sé.
“Susan, non voglio che ti rivolga a Clairy in quel modo.” la rimproverò Caspian.
Susan cambiò subito espressione mostrando uno sguardo innocente e sbattendo le palpebre.
Falsa.
Con forza, Clairy si liberò dalla presa di Caspian e lo fissò per un momento, trasmettendo tutto il disprezzo e la delusione che provava nei suoi confronti.
Clairy si voltò, notando i fratelli di Susan che chiaramente avevano assistito alla scena.
Una mano l’afferrò per il polso.
“Clairy aspetta, lasciami spiegare.”
Clairy sospirò e si voltò.
“No, non devi spiegarmi proprio niente Caspian. Hai ottenuto ciò che volevi?! Ora lasciami andare!”
Corse veloce, lontano da quella realtà che le era piombata addosso così dolorosamente.
Caspian era un ipocrita. Un vigliacco. Un bugiardo. E lei ci era cascata in pieno.
Clairy raggiunse il castello ed entrò a passo svelto nel cortile. Vide Trumpkin insieme a Luna.
“Clairy cosa succede?” chiese preoccupato lo gnomo, notando lo sguardo torvo di Clairy e l’assenza di Caspian.
“Chiedilo al tuo principe…”
Trumpkin la chiamò più volte ma lei non si voltò ed entrò nel castello ma non salì immediatamente in camera sua. Rimase dietro il portone, in attesa che Caspian arrivasse.
Giunse poco dopo, accompagnato a braccetto da Susan.
Sul volto dei presenti comparve un’espressione alquanto sorpresa. Nessuno si aspettava la ricomparsa di Susan...
Fu Trumpkin ad interrompere quel silenzio.
“Mio Principe, cosa significa tutto ciò?”
Caspian non riuscì nemmeno ad aprire bocca che Susan si intromise con fare arrogante e presuntuoso.
“Non c’è molto da spiegare. Sono riuscita a tornare a Narnia e sono pronta a rivestire ancora una volta il mio compito di sovrana, insieme al mio Caspian ovviamente!”
“...Altezza, ma Clairy?”
“Non voglio sentire nominare il suo nome, gnomo!” rispose Susan.
“Mi perdoni Maestà, ma io mi stavo rivolgendo al principe.” dichiarò Trumpkin.
Caspian fissò lo gnomo, poi guardò Susan che lo tirava insistentemente dalla maglia, trepidante.
“Sono…d’accordo con Susan.” disse infine Caspian.
Trumpkin non poté nemmeno ribattere che Susan urlò dalla felicità e si avvinghiò a Caspian.
E come polvere, tutte le sue speranze di disintegrarono.
Clairy si diresse veloce in camera sua e quando aprì la porta della sua stanza, trovò Jocelyn.
L’ancella guardò Clairy tristemente. Aveva assistito alla scena dalla finestra della camera...
Clairy non riuscì più a trattenere le lacrime e si lanciò fra le braccia di Jocelyn, scossa dai singhiozzi. L’ancella le accarezzò i capelli dolcemente e la strinse a sé.
“Non posso crederci...” affermò l’ancella. “Shhh...State tranquilla Clairy, tutto si risolverà.”
“No, l’ho perso. Anzi, in realtà non è mai stato mio. Mi ha illusa tutto il tempo Jocelyn!”
“Sono certa ci sia una spiegazione.”
No, non c’erano spiegazioni. Susan era tornata e Caspian aveva scelto senza indugi lei.
“Voglio andarmene da qui Jocelyn. Devo andare via…”
Clairy si allontanò dalla donna e aprì l’armadio alla ricerca della sua divisa del collegio ma le girava tremendamente la testa e la vista era offuscata per le lacrime che imperterrite continuavano a scendere.
“Ma come faremo senza di voi? Vi prego Clairy ripensateci!”
“Il mio compito era quello di diventare regina. Ma ora non c’è più bisogno della mia presenza.”
“All’inizio era così, ma adesso ci siamo tutti affezionati a voi!”
“Jocelyn ti prego, non rendermi tutto più difficile…La cosa migliore è tornare alla mia vita.”
“Ma non potete partire adesso. Il sole sta tramontando, è pericoloso!”
Jocelyn aveva ragione, ma il solo pensiero di restare e incontrare Caspian o Susan la tormentava.
“Partirò domani mattina. Ti chiedo di non farne parola con nessuno. Tu sarai l’unica ad esserne a conoscenza.”
Jocelyn promise e con uno sguardo addolorato lasciò la stanza.
Clairy non voleva farla soffrire, dopotutto era stata come una madre.
Clairy si diresse alla finestra e non poteva avere visione peggiore. Caspian insieme a Susan. Lei non smetteva un momento di sorridere e accarezzare e baciare insistentemente Caspian. Lui aveva un’espressione assente e quando Susan richiamava la sua attenzione sembrava destarsi da un sogno.
Si allontanò dalla finestra, pensando a come sarebbe stata la sua vita appena sarebbe ritornata al collegio.
Quei pensieri non l’avevano più perseguitata ma ora riaffioravano uno ad uno. E doveva pensare ad una scusa convincente per giustificare la sua lunga assenza...

Bussarono alla porta.
“Ciao Clairy!”
Alina.
“Vieni a mangiare qualcosa.”
“Non ho molta fame...”
Alina si avvicinò e l’abbracciò forte.
“Oh Clairy, mi dispiace così tanto e mi rattrista sapere che te ne andrai.”
E tanti saluti al mantenere segreta la sua partenza…
“Mio fratello è davvero uno stupido. Non so cosa gli salti in mente. Ho provato anche a parlargli.”
“Immagino non ti abbia detto molto.”
“Al contrario! Ha incominciato ad inventarsi scuse su scuse incomprensibili. Il fatto è che tutta questa situazione è incomprensibile! Dal nulla è arrivata quella ragazza che pare abbia fatto una sorta di incantesimo a Caspian tanto che lui l’ha accettata come sposa!!!”
“Oppure Caspian è semplicemente ancora innamorato di Susan…”
“No Clairy, non è così. Conosco mio fratello e non potrebbe amare ancora una donna simile. Per quanto forse ti sia difficile da credere in questo momento, lui ti ama moltissimo. Forse l’arrivo di Susan lo ha scosso e finché lei gli rimarrà appiccicata, Caspian non avrà la possibilità di ragionare e rendersi conto del suo errore.”
“Così confuso da non ammettere davanti alla sua amata che io sarei dovuta essere sua moglie? O da accettare la proposta di Susan di essere la sua regina? No Alina, era tutto programmato. Io ero solo un’alternativa...”
Clairy trattenne con forza una nuova ondata di lacrime.
“Alina, ormai quello che è fatto è fatto. Se Caspian è felice, va bene così.”
“No Clairy, non va bene! Se te ne andrai la situazione degenererà e mi ritroverò una cognata che non farà altro che riempire di sciocchezze la testa di Caspian! Senza di te saremo perduti. Ti prego rimani.”
“Alina ho già deciso, la risposta è sempre la stessa. Non cambierò idea...”
“Questo mi rattrista molto...” disse Alina amareggiata “In ogni caso, non puoi saltare la cena. Su vieni con me.”
Alina le prese la mano e Clairy la seguì riluttante.
Entrando nella sala da pranzo, incrociò il suo sguardo con quello di Caspian, seduto accanto a Susan che pareva l’unica dei presenti con un sorriso raggiante sul volto.
Si sedettero ad un tavolo assieme a Trumpkin.
Clairy aveva lo stomaco chiuso e il solo pensare di ingerire un boccone le causava una sgradevole sensazione di nausea.
“Avevate ragione Clairy…”
Clairy guardò perplessa Trumpkin.
“Riguardo a Susan...”
“Non è esattamente come ve la ricordavate, giusto?”
“Pare un’altra persona, non riesco a rivedere in lei la regina che era una volta.”
“E’ difficile credere che una persona possa cambiare così radicalmente.” intervenne Alina.
Dopo quello che mi ha fatto Caspian, non me ne stupisco più di tanto

Uscita dalla sala pranzo, Sophie raggiunse Clairy.
“Ciao Sophie!”
“Ho saputo che partirai…”
Clairy annuì tristemente.
“Sai…mi mancherai Clairy.”
“Davvero?” domandò sorpresa.
“Ma certo! Anche se ti tratto male non vuol dire che non ti voglia bene. E poi…siamo oneste, in confronto a Susan anche una puntura di insetto sarebbe più simpatica.”
“Mi mancherai anche tu Sophie. E partirò sollevata sapendo che dopotutto non mi odi così tanto.”
“Aspetta, non concretizziamo troppo Clairy.”
Risero entrambe.
“Ops! Susan a ore quattro.” avvertì la bambina “Buona fortuna Clairy, io taglio la corda!”
Sophie corse via e Susan la raggiunse.
“Ciao Clairy!”
Clairy alzò gli occhi al cielo, spazientita. Si voltò ostentando un finto sorriso.
“Strano...non sei con Caspian? Cos’è successo, si è già stufato di te?”
“Ti piacerebbe vero? No, doveva andare a sbrigare alcune faccende. Non riesce a starmi lontano più di un minuto!!! Siamo proprio una coppia favolosa, non trovi Clairy?”
“Sì…certo.”
“E’ inutile che ti prendi gioco di me sciocchina. Sono molto più furba di te e infatti, ora Caspian è mio e tu sei stata messa da parte in un cassetto dimenticato. Povera Clairy…sei destinata a perdere!”
“Sei il tuo intento è quello di scoraggiarmi ti avviso che non ti sta riuscendo molto bene Susan. Sarai anche più furba, ma non abbastanza. E presto tutti si accorgeranno che il tuo unico interesse è diventare regina.”
“Sto tremando di paura! Ti prego Clairy, lascia perdere! E’ un consiglio da amica.”
“Non. Sono. Tua. Amica.”
“Peggio per te. Sei tu quella che ci rimette.”
Alina sopraggiunse, percependo la tensione tra Clairy e Susan.
“Il tuo non è un comportamento da regina, dovresti iniziare a comportarti come tale Susan.” affermò Alina.
“E tu Alina, dovresti farti gli affari tuoi e portare rispetto alla tua futura sovrana...”
Alina la guardò furente.
“Sapete cosa vi dico? Sono stufa di parlare con voi. Credo che raggiungerò Caspian… sarà meglio che controlli se è riuscito a resistere senza di me!”
Clairy e Alina si scambiarono uno sguardo eloquente, indignate per il comportamento assunto da Susan.
Salirono le scale e si diressero verso la stanza di Clairy. Stava attraversando il corridoio quando scorse l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
Clairy si fermò immediatamente e girò subito su se stessa tornando indietro.
“Clairy, aspetta!” urlò Caspian.
“Parla con lui...” le propose Alina e si allontanò, sparendo dietro l’angolo.
“Clairy...” Caspian posò una mano sulla sua spalla ma Clairy la allontanò, voltandosi verso di lui.
“Cosa vuoi?”
“Clairy, devo parlarti…”
Clairy lo guardò ma sostenere il suo sguardo fu davvero difficile.
“Mi dispiace per quello che sta accadendo.”
“Ti dispiace?!” ripeté Clairy sbalordita “Mi stai prendendo in giro per caso?”
“No Clairy!”
“Eppure mi pare che tu non stia facendo altro da quando sono arrivata in questo maledetto posto!”
“Clairy devi ascoltarmi. E’ complicato, io sono confuso e…”
“Caspian smettila di mentire!!! La verità è che non te n’è mai importato niente di me e mentre aspettavi il momento adatto per scaricarmi, mi ha riempito la testa di stupidaggini! E sai cosa ti dico? Sono contenta che sia tornata Susan, perché ho capito che razza di persona sei e che sbaglio avrei commesso nel legarmi a te…”
Clairy non riuscì a continuare per il nodo in gola che le impediva di parlare e per concentrarsi a trattenere con forza le lacrime e non piangere davanti a Caspian.
“Clairy non è come pensi…” Caspian le si avvicinò e le prese la mano ma Clairy la ritrasse.
“Non toccarmi…”
Si chiuse in camera sua e scoppiò a piangere, lacrime e lacrime di dolore e frustrazione.
E così tutto sarebbe finito? Ogni cosa sarebbe tornata alla grigia normalità?
…E Caspian? Non vi era altra soluzione, doveva dimenticarlo…

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Capitolo 17
*** Partenze ***


Appena aprì con fatica gli occhi, Clairy si sentì debole e stremata. Possibile fosse già mattina?
Si sedette incrociando le gambe e strofinandosi gli occhi assonnati. Il sole stava per sorgere, ma le sembrava di non essersi mai addormentata. Aveva pianto, sì quello lo ricordava perfettamente. Lacrime incessanti per ore che le parvero infinite. Chissà se aveva dormito almeno un poco…Non ricordava.
Dopotutto fu sollevata di essersi svegliata così presto, avrebbe evitato che qualcuno la vedesse allontanarsi dal castello.
Prima di lasciare la sua stanza, si voltò e per un’ultima volta la osservò in ogni suo minimo particolare.
Percorse i corridoi silenziosi e raggiunse il cortile.  
L’aria frizzante del mattino la fece rabbrividire e velocizzò il passo.
Due sentinelle abbassarono il ponte levatoio appena la videro. Le guardie si inginocchiarono al suo passaggio e Clairy ricambiò con un debole sorriso.
E appena udì il ponte levatoio richiudersi alle sue spalle, così svaniva anche la sua ultima, debole speranza.
Si addentrò nella foresta sapendo perfettamente il rischio che correva. Ma quella volta non avrebbe sbagliato la strada.
La luce del sole la invase, forte e calda. Ecco la spiaggia, dove tutto aveva avuto inizio. E dove tutto sarebbe finito.
La brezza scompigliò i lunghi capelli di Clairy. Si fermò e fissò il mare. Sarebbe stato difficile rivederlo di nuovo.
Si voltò e intravide la grotta, il passaggio che le aveva permesso di raggiungere Narnia. Una volta superato si sarebbe ritrovata magicamente nell’armadio e ogni cosa avrebbe ripreso il suo normale svolgimento.
Le lacrime ripresero a scendere. Clairy sospirò. Chiuse gli occhi, cercando di non piangere. Espirò e li riaprì.
Era inutile aspettare ancora e mentire a se stessa. Caspian non sarebbe arrivato. Eppure ancora sperava che comparisse accanto a lei…quasi le parve di sentire la sua voce.
“Clairy!”
Si immobilizzò.
O sono completamente impazzita oppure qualcuno mi sta chiamando per davvero…
“Clairy!!!”
La sua voce…
Clairy si voltò e il cuore iniziò a battere impetuosamente.
Caspian la raggiunse, con il respiro affaticato e uno sguardo preoccupato.
“Clairy...Temevo di non riuscire a raggiungerti….”
“Cosa ci fai qui?” domandò Clairy, confusa.
“Sono venuto per implorarti di restare…e tornare da me.”
“C…cosa?!”
“Mi dispiace Clairy. Sono stato un mostro. Ma posso giurarti che io non ti ho mai illuso…perché ti amo.”
Clairy! Respira…
“L’arrivo di Susan mi ha…confuso! Io non la amo più ma quando l’ho rivista, ho pensato che quella sarebbe stata l’occasione perché tu tornassi alla tua vita, alla normalità. Lontano dai pericoli, dai doveri di una sovrana e da un matrimonio combinato. Ma questa scelta è stata ciò di più doloroso e stupido che io abbia mai fatto. Dammi dell’egoista, ma non ho intenzione di lasciarti andare…“
“Caspian…non so cosa dirti…”
Caspian le prese il volto tra le mani, avvicinandosi a lei.
“Che vuoi tornare con me Clairy.”
“Non è così semplice…Pensi che mi sia piaciuto vederti con Susan costantemente appiccicata?!”
“Ti prego Clairy, perdonami. Volevo solo proteggerti. Ma così ho rischiato di perdere l’unica ragione della mia vita…Mi ami Clairy?”
“Sì…”
“Allora fidati di me.” le sussurrò Caspian e posò dolcemente le sue labbra su quelle di Clairy.
E come poteva allontanarsi…
Clairy passò le sue mani tra i capelli di Caspian e lui la strinse a sé, cingendole i fianchi.
…Aspetta, perché ero arrabbiata?
Clairy allontanò un poco le sue labbra, sfiorando quelle di Caspian.
“Chiederò mille volte il tuo perdono se è necessario. Ma ti prego torna da me...”
“Non sarà necessario Caspian. Non riesco ad andarmene, ho bisogno di te…” rispose Clairy sorridendogli.
Caspian le diede un rapido bacio sulle labbra e sulla fronte.
“Non so come abbia solo potuto pensare di lasciarti andare Clairy.”
“Sei arrivato giusto in tempo, mio principe.”
“Aspetta…hai attraversato la foresta da sola?! Clairy quante volte ti ho detto di non…”
“Chiudi il becco Caspian!” Clairy lo zittì e lo baciò.
“Ti adoro principessa…”
“Anche io. E ora torniamo al castello…”
“E dirò a Susan di andarsene…”
Susan! QUASI l’avevo dimenticata...
Giunti in prossimità del castello, intravidero Susan che correva di qua e di là in preda al panico.
“Caspian!!!” urlò Susan appena si avvicinarono “Ma dove accidenti ti eri cacciato?”
Con una gomitata spinse Clairy da parte, rivolgendole un’occhiata maligna.
Si avvicinò a Caspian per baciarlo tuttavia la allontanò da sé.
Susan lo osservò divertita, quasi per lei fosse una provocazione.
“Non fare lo sciocco Caspian…” Susan tentò di riavvicinarsi ma Caspian la fermò.
“No Susan, ora basta!”
Caspian raggiunse Clairy e le strinse la mano.
“Mi dispiace di averti ingannato Susan, ma io amo Clairy e la sposerò.”
Susan trattenne una risata.
“Caspian, sei così divertente! Come posso pensare che tu preferisca stare con quella…ragazzina piuttosto che con me?!”
“Te l’ho già detto Susan, non rivolgerti a Clairy in quel modo!”
“Tu mi stai prendendo in giro non è vero?!”
“No Susan, e infatti, ti ordino di andartene da Narnia e non tornare.”
“Ma come osi Caspian?! Come puoi amare Clairy e non me?”
“Smettila di comportarti in modo così infantile Susan! Non hai fatto altro da quando sei tornata a Narnia. E’ giunto il momento che tu torni a casa.”
“Non permetterti di parlarmi in questa maniera…” Gli occhi di Susan parevano due piccole fessure che scrutavano con disprezzo Caspian e Clairy.
“Susan, vattene…ora.”
Susan si ricompose e fissò Caspian inviperita.
“D’accordo Caspian. Come vuoi…” disse con voce tremante, ormai sull’orlo delle lacrime, e si allontanò.
Clairy guardò Caspian che le sorrise, accarezzandole una guancia.
Ma in un attimo, l’espressione di Caspian cambiò e si allontanò allarmato. Appena Clairy si voltò, vide Susan che sfilò dalla cintura della sua gonna un pugnale, puntandolo verso di lei.
Caspian immobilizzò Susan proprio mentre i fratelli della ragazza la raggiunsero, strappandole il pugnale dalla mano.
“Sei impazzita?! Cosa pensavi di fare?!“ l’ammonì il maggiore.
“E’ totalmente esaurita…” affermò l’altro fratello.
“Lasciatemi!!! Io voglio ucciderla!!!” urlò Susan, dimenandosi con forza e scoppiando in un pianto isterico.
Caspian si avvicinò a Clairy, incredula che Susan sarebbe arrivata a quel punto.
“E’ meglio che ve ne andiate da qui.” ordinò Caspian ai fratelli Pevensie. “Attraversate il passaggio da cui siete venuti e tornate a casa.”
“Lo faremo Caspian. Perdonaci...” si scusò il fratello minore.
“Non preoccupatevi. Ora andate.”
I fratelli trascinarono Susan, mentre sopraggiunse la più piccola che cercò di tranquillizzare la sorella maggiore.
Quando le urla di Susan e i suoi fratelli furono lontani, Caspian sospirò.
“Mi dispiace.” disse rivolgendosi a Clairy.
“Non è colpa tua.”
“Fortunatamente ora è tutto sistemato.” rispose Caspian sorridendole.
La abbracciò e le diede un bacio sui capelli.
“Qualcosa mi dice che saranno sollevati sapendo della scomparsa di Susan.”
“Mmh…Tu credi?”
Superato il ponte levatoio, giunsero mano nella mano nel cortile dove i presenti attendevano trepidanti di conoscere i nuovi sviluppi.
“Ascoltate! Voglio scusarmi per il mio comportamento vergognoso. Susan ha lasciato Narnia assieme alla sua famiglia…”
Si sollevò un respiro di sollievo.
“E Clairy…” riprese Caspian “Sarà la nuova regina di Narnia. E mia moglie!”
La folla esplose in un coro felice ed entusiasta, tra applausi, sorrisi e congratulazioni.
“Direi che l’hanno presa bene…” notò Clairy.
“Non avevo dubbi…”
Caspian l’attirò a sé e la baciò.
Le urla di gioia si fecero più vivaci.
Risero felici, Clairy un poco imbarazzata ma poteva sopportarlo.
Si voltarono verso la folla esultante.
Clairy era pronta per partire verso la sua nuova avventura.



No, non è la fine della storia!
…Pensavate di sbarazzarvi di me, non è vero? Ci sono ancora un po’ di cosine da risolvere e di cui parlare e bla bla bla! 
;)
Ne approfitto per ringraziare in modo speciale le mie dolcissime Serena VdW e La Nonnina, per il vostro sostegno e i vostri commenti! Grazie con tutto il cuore!  :D

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Capitolo 18
*** Tempo di guerra ***


…Due settimane dopo…
 
Era un tiepido pomeriggio. Caspian aveva da poco raggiunto Clairy per godersi una passeggiata nei giardini del castello, da soli.
Era sempre più difficile trovare momenti da passare insieme.
Caspian aveva mille pensieri e preoccupazioni, la guerra, le tattiche di combattimento, le armi. Eppure trovava sempre qualche breve momento per stare con Clairy, nonostante fosse evidente l’inquietudine presente nel suo sguardo.
Per la questione “matrimonio”, sarebbe stato rinviato alla fine della guerra.
“Voglio che tutto sia perfetto e che non ci siano preoccupazioni.” le aveva detto Caspian.
Anche se tentava di non pensarci ed era nota la bravura e la capacità di Caspian sul campo di battaglia, non poteva non considerare che potesse accadergli qualcosa. E ciò la terrorizzava…
“Mi vuoi dire a cosa stai pensando così intensamente in quella testolina?”
Caspian la riportò con i piedi per terra.
“Scusami…solo brutti pensieri.”
Caspian l’afferrò dai fianchi e la fece scendere dal muretto sul quale Clairy stava camminando.
“E non vuoi parlarmene?”
“Non è importante...”
“Accidenti, allora è qualcosa di grave!”
O sono io che faccio schifo a mentire oppure mi conosce già troppo bene…
“Ho detto che non è niente di importante. Non preoccuparti, hai già tanto a cui pensare.”
“Clairy, tu vieni prima di tutto. E non voglio ripetertelo più.”
Clairy gli sorrise e gli scoccò un bacio sulla guancia.
Caspian l’afferrò per la vita e la strinse da dietro, affondando nel suo collo e riempendolo di baci. Clairy rise e tentò di allontanarsi mentre Caspian la stuzzicava.
A interromperli fu Trumpkin che svelto corse verso di loro.
“Altezze! Scusate il disturbo…” disse lo gnomo assai preoccupato “Dovete venire immediatamente!”
Senza esitare, Caspian e Clairy seguirono Trumpkin verso il cortile principale del castello dove trovarono riunita una folla di volti impauriti.
Trumpkin consegnò una pergamena arrotolata a Caspian. Lui la afferrò rapidamente e la lesse con estrema attenzione. Appena terminò la lettura, fissò immobile per un attimo la pagina prima di rivolgersi verso Trumpkin.
“Quando è arrivata?”
“Non sappiamo. La guardia l’ha trovata poco fa all’entrata del castello e assicura di non aver visto né udito nessuno.”
Clairy si avvicinò a Caspian, guardandolo in attesa di spiegazioni.
Caspian sospirò tristemente.
“Gli abitanti degli Inferi. Hanno dichiarato guerra. Lo scontro avverrà tra quattordici giorni…”
Un brivido freddo la percorse per tutto il corpo.
“Popolo!” Caspian richiamò l’attenzione dei presenti “Ascoltate! In fondo era prevedibile, attendavamo questa mossa. Ma non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla paura! Siamo preparati e se rimarremmo uniti, ce la faremo! I soldati vengano con me nella sala del trono!”
Gli uomini si allontanarono dalla folla, avviandosi verso la sala.
“Clairy…” si voltò verso Caspian “Torno tra poco.”
Clairy annuì.
Caspian la baciò sulla fronte e scomparve con gli altri uomini, dietro il portone di legno.
La guerra non era una soluzione valida. Uomini sarebbero morti abbandonando la proprie famiglie.
E non avrebbe potuto sopportare la perdita di Caspian.
Clairy passeggiò per il cortile inquieta. Poi si sedette. Ma le sembrò peggio. Camminò ancora. E ancora…

Al tramonto finalmente la porta della sala del trono si aprì.
Erano passate ore da quando Caspian e i suoi soldati si erano ritirati.
Questa guerra lo avrebbe tenuto molto occupato. Clairy si sedette nuovamente sul muretto, portando le ginocchia al petto.
“Ti prenderai un raffreddore se rimarrai qui fuori…“
Clairy alzò lo sguardo.
Finalmente…
Lo abbracciò e Caspian la strinse dolcemente a sé.
“Ma sei gelata! Non dirmi che sei stata al freddo per tutte queste ore?”
“Sentivo caldo…”
Caspian alzò gli occhi al cielo, divertito.
“Sarà pronta la cena. Andiamo, così potrai riscaldarti.”
Dopo un piacevole pasto caldo, Clairy e Caspian si ritirarono nella loro camera. Da quando si erano fidanzati Clairy dormiva insieme a Caspian, nella sua stanza.
Caspian chiuse la porta e si diresse verso Clairy, attirandola a sé.
“Finalmente soli…”
Clairy gli sorrise e lo baciò.
La sua mano si muoveva sicura tra i capelli di Clairy e non poté fare a meno di sciogliersi a quel contatto, tanto da far cedere il suo corpo contro quello di Caspian, che la accolse stringendola contro il suo petto.
“E’ ora di andare a dormire principessa.” le sussurrò Caspian a pochi centimetri dalle sue labbra.
Era stanco ed era evidente. I giorni successivi sarebbero stati davvero impegnativi e Clairy voleva che riposasse.
Clairy si sedette sul fondo del letto osservando le decorazioni del baldacchino, ma fu ben altro ad attirare la sua attenzione. Caspian si tolse la maglia rimanendo a torso nudo e si lavò il volto nel catino.
Caspian si voltò verso di lei, percependo il suo sguardo un poco insistente.
”Perché mi guardi così?” chiese divertito.
“…Perché mi piaci. E sei bellissimo…”
Caspian si avvicinò e si chinò su di lei, appoggiando le mani sul letto per tenersi in equilibrio.
“Anche tu sei bellissima…”
Caspian appoggiò le labbra su quelle di Clairy, baciandola con intensità. Spinta dal desiderio, Clairy appoggiò le sue mani sul suo petto, per poi risalire sulle spalle.
“Caspian?”
“Dimmi...” mormorò Caspian, cercando desideroso le labbra di Clairy.
“Posso…partecipare alla guerra?”
Caspian si allontanò immediatamente e la fissò severo.
Pose il suo indice sulla fronte di Clairy.
“Assolutamente no!” e con il dito la spinse leggermente indietro.
“Caspian!!!” Clairy si alzò in fretta e lo raggiunse, sbarrandogli la strada.
“Caspian, perché no?”
“Clairy per favore…Ne avevamo già parlato. Non voglio che tu sia coinvolta. E poi ragiona, se tu partecipassi alla guerra dovrei stare attento che non ti capiti niente e questo andrà a nostro svantaggio!!! Ti chiedo di non ritornare sull’argomento.”
Caspian stava per aggirarla ma Clairy lo fermò.
“Clairy…”
”D’accordo magari partecipare alla guerra è un’idea azzardata, ma ho bisogno di sapere che tu stia bene!”
“E a quel punto cosa farai? Ti butterai nella mischia per farti ammazzare?!”
Clairy si abbassò lo sguardo amareggiata.
Caspian le si avvicinò e le accarezzò una guancia.
“Non volevo essere così duro. Ma Clairy io combatto da una vita!
So difendermi.”
“E questo lo so perfettamente! Il fatto è…che vorrei solo che tu non fossi sempre così esposto al pericolo Caspian…”
Caspian la abbracciò, accarezzandole i capelli.
“Lo so tesoro, ma non devi angosciarti. Farò in modo che tu possa vedere la battaglia, ma non vi parteciperai.”
“D’accordo…” rispose Clairy.
Caspian si scostò da Clairy.
“Ora preparati. Domani ci attende una giornata impegnativa.”
“Perché?”
“Ricominceremo gli allenamenti. Cosa ne pensi?”
Clairy gli sorrise radiosa.
“Non vedo l’ora!”
Caspian le baciò la punta del naso.
“Andiamo a dormire…”
Clairy lo seguì sotto le coperte e gli si raggomitolò vicino.
Infine la stanchezza giunse. Gli occhi si chiusero e prima di addormentarsi senti il dolce tocco di Caspian e la sua voce che le augurava la buona notte.
 
 

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Capitolo 19
*** La prima impressione è quella che conta ***


“Cosa stai cercando?” domandò Clairy incuriosita.
“Presto lo saprai…” rispose Caspian misterioso.
Quella mattina avrebbero ricominciato gli allenamenti, come da Caspian proposto. Raggiunsero così l’armeria e la moltitudine di scudi, archi, armature, spade di vario genere e dimensione le tolsero il fiato ma allo stesso tempo le trasmetterono una strana sensazione di sconforto.
Caspian ricomparve dopo poco.
“Poiché abbiamo riscontrato qualche difficoltà nel maneggiare la spada, credo che…un arco sia perfetto per te.”
Caspian glielo consegnò assieme alla faretra con le frecce.
“Tu credi che riuscirò ad imparare?” domandò Clairy incerta.
“Ora lo scopriremo…”
Clairy allungò il passo per raggiungere Caspian.
Raggiunsero uno spiazzo dell’immenso giardino nel quale erano sistemati numerosi bersagli per il tiro con l’arco e fantocci, un poco sinistri, per esercitarsi con la spada.
“Allora…Il tiro con l’arco può in qualche modo risultare semplice, in realtà è un tecnica molto particolare che va studiata nei minimi dettagli per essere appresa correttamente. Richiede una grande concentrazione e capacità nel focalizzare al meglio l’obiettivo...”
Si mise in posizione, pronto per scagliare una freccia che colpì precisamente il centro del bersaglio.
Clairy rimase a bocca aperta.
Dannazione, in cosa non è bravo?
“Complimenti!” gioì Clairy.
“Potrai riuscirci anche tu quando avrei appreso ciò che devi sapere e ovviamente, quando avrai fatto abbastanza pratica.”
“E se fossi così brava da non averne bisogno?” domandò Clairy con un sorrisetto scaltro.
Caspian le si avvicinò e la strinse a sé.
“Potrò vantarmi di sposare una principessa guerriera.” e la baciò dolcemente.
“Grazie per esserti offerto di aiutarmi Caspian...”
“E’ un piacere Clairy. Ora prova tu!”
Clairy non trovò particolari difficoltà nel maneggiare l’arco. Problemi giunsero appena dovette scagliare le sue prime frecce. Doveva valutare parecchi elementi prima di scoccare il colpo, le frecce finivano dappertutto tranne che sul bersaglio.
Tuttavia dopo qualche errore, con sua grande sorpresa, Clairy riuscì a scagliare dei colpi precisi e ogni bersaglio centrato la riempiva di gioia.
Magari Caspian avrebbe rivalutato la possibilità di farla partecipare alla guerra…
Con quella piccola distrazione la freccia non colpì il bersaglio bensì una povera rondine che passò indisturbata proprio in quel momento.
Clairy si spaventò e guardò Caspian allarmata. Ma entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
No, direi che se partecipassi alla guerra sarebbe…una rovina!


“Clairy è tardi, andiamo a dormire!” disse Caspian.
La notte era calata eppure Clairy era così presa dal tiro con l’arco che avrebbe voluto allenarsi ancora. Tuttavia la stanchezza di parecchie ore di allenamento si faceva sentire.
“Tre minuti e arrivo Caspian!”
“D’accordo. Ti aspetto in camera…” le diede un rapido bacio ed entrò nel castello.
Il cortile era deserto ma quell’atmosfera calma e silenziosa la aiutava a concentrarsi.
Due tiri e centrò il bersaglio. Si preparò a scagliare la terza freccia ma un rumore catturò la sua attenzione. Abbassò l’arco e si diresse verso il brusio.
Camminò cauta per il cortile fino a che non notò l’ombra di due figure. Si nascose immediatamente dietro una parete, sporgendosi leggermente, e la scena non fu certo rassicurante: le sentinelle del castello giacevano a terra, immobili, mentre alcuni abitanti degli Inferi si stavano intrufolando silenziosi.
Clairy trasalì. Non poteva perdere nemmeno un secondo.
Scattò rapida verso l’entrata del castello più vicina.
“Ci stanno attaccando!!!”
I nemici la fissarono allarmati e urlarono qualcosa che Clairy non riuscì a comprendere poiché all'improvviso percepì un dolore lancinante al braccio destro. Una freccia nemica l’aveva sfiorata.
Scorte di uomini armati uscirono da ogni angolo, pronti per respingere i nemici misteriosamente introdottisi nel castello.
“Clairy!!!”
Caspian corse verso di lei.
“Entra subito nel castello!”
Caspian notò preoccupato la ferita sanguinante al braccio.
“Sto bene Caspian. Ora vai!”
“Fai come ti ho detto Clairy! Subito!!!” le urlò Caspian prima di scomparire tra il mucchio si scudi, spade e corpi che rapidamente si afflosciavano. 
Clairy però si arrestò appena vide Trumpkin tra la folla.
Combatteva con un abitante degli Inferi ma un soldato nemico era alle spalle dello gnomo, pronto per colpirlo con un’ascia.
Clairy afferrò rapida una freccia e, nonostante il dolore al braccio, prese la mira e scagliò il colpo.
La freccia trafisse il soldato che cadde a terra.
Trumpkin notò l’uomo e la freccia conficcata nel suo petto. Si voltò immediatamente verso Clairy con un’espressione poco rassicurante.
“Clairy!!!” gridarono all’unisono Trumpkin e Caspian, richiamando la sua attenzione.
Clairy si voltò e notò Caspian tra la folla per un breve istante prima di sentirsi sollevare da terra.
“Portala via di qui, sbrigati!” dichiarò una voce roca.
“No!!!” l’urlò furioso di Caspian echeggiò.
Clairy tentò di divincolarsi in tutti modi ma la presa era irremovibile e intanto Caspian scomparì tra la calca.
Clairy scalciò e urlò.
“Sta ferma!!!” l’ammonì l’uomo.
“Mettimi giù!!!”
L’uomo si fermò e la buttò letteralmente a terra.
L’oscurità circondava ogni cosa, il buio era troppo fitto per capire in che parte del giardino l’avessero portata.
La luce di una lanterna la colpì in viso ed ebbe bisogno di qualche secondo per abituarsi a quel bagliore.
Riuscì finalmente a vedere il volto dei rapitori: un abitante degli Inferi con i suoi tipici occhi rossi e un sorriso poco amichevole sul volto, e un uomo robusto e tarchiato con una profonda cicatrice sulla guancia.
Clairy indietreggiò spaventata ma picchiò la schiena contro una superficie fredda e liscia.
I due rapitori sghignazzarono.
“Ma che cosa volete da me?!” domandò Clairy terrorizzata.
“Noi da te non vogliamo niente...” rispose l’uomo con la cicatrice.
“Anche se…” l’abitante degli Inferi si avvicinò rapido a Clairy, afferrandola per un braccio “Finché non arriva il capo potremmo divertirci anche noi…”
“Basta!” una voce nell’oscurità spaventò l’abitante degli Inferi che istantaneamente lasciò Clairy, fuggendo insieme all’altro rapitore.
Clairy rimase immobile, anche il semplice respirare le parve difficile tanto era terrorizzata. Non voleva voltarsi. Non ne aveva il coraggio.
Senti dei passi e dopo poco, il volto della figura misteriosa fu illuminato dal chiarore della luna.
“Danag!!! Siete voi! Siete venuto a…salvarmi…“ ma le parole gli morirono sulle labbra.
Danag, il medico che si era dedicato alle cure di Caspian, le era sembrato pericoloso fin dal primo momento e chissà perché, aveva il presentimento che non fosse lì per salvarla.
“Clairy…E’ un piacere rivedervi!” disse Danag, mostrando dei canini particolarmente…lunghi e appuntiti.
“Cosa volete?”
Danag si inginocchiò di fronte a lei.
“Niente che io già non abbia principessa. Mi sembrate sorpresa nel vedermi…Dopotutto mi pareva fosse chiaro che sarei tornato e che sareste diventata mia...”
“Voi siete pazzo…” dichiarò Clairy sconvolta.
“Avete ragione, sono pazzo di voi Clairy. A quanto pare, Caspian ha fatto male i suoi conti…”
E in quel momento a Clairy tutto apparve chiaro. Caspian le aveva nascosto un particolare fondamentale sulla storia di Danag: perché con i numerosi medici del castello, Caspian avrebbe dovuto scegliere proprio Danag?
“Siete stato voi…Avete ridotto voi Caspian in quello stato!”
Il sorriso assassino che comparve sul volto di Danag fu sufficiente.
“Perché lo avete fatto?”
“Lasciate che vi spieghi principessa... Come sapete Caspian si era addentrato nel nostro territorio e io avuto il piacere di fargliela pagare. Ma poi capì, avrei potuto usarlo a mio vantaggio e, con il permesso del mio signore, sono venuto qui e mi sono fatto spacciare per un medico. Caspian aveva intuito cosa fossi e capì che se mi avesse cacciato nessuno avrebbe curato le sue ferite. Aveva assoluto bisogno di me. E devo proprio ammettere che venire qui è stata la scelta migliore che potessi fare perché ho potuto incontrare voi, la bellissima principessa, la futura regina di Narnia. Il mio piano era eliminare Caspian ma voi…voi avete piacevolmente scombussolato i miei piani. E questa notte, consegnerò Caspian al mio padrone e finalmente potrò saziare la mia sete.”
“…Che cosa siete?” domandò Clairy in fin di voce.
“Sono certo che già sappiate la risposta…dopotutto avete dubitato di me fin dall’inizio…”
La sua carnagione pallida, i canini, i suoi occhi…
Non può essere un…
La mente di Clairy incominciò ad annebbiarsi per la paura e le forze che parevano abbandonarla.
Se avesse dato ascolto a Caspian…se fosse rientrata nel castello…Quanto avrebbe voluto che arrivasse per salvarla…
“Perché puoi rimanere alla luce del sole?” domandò Clairy, cercando in qualche modo di rimandare l’inevitabile.
“Ottima osservazione!” dichiarò Danag. “Devi sapere che alcuni di noi dopo secoli, riescono in parte ad abituarsi alla luce del sole senza tramutarsi in cenere. Dopo la tua trasformazione non potrai più vedere la luce del sole, ma ti abituerai…Hai l’eternità davanti a te…”
Danag le prese il mento tra le dita.
“Non mi toccare!” Clairy provò a liberarsi da quella stretta così forte e appena tentò di gridare aiuto, Danag la baciò.
Clairy cercò invano di divincolarsi e allontanarsi da quelle labbra che la baciavano e la esploravano furiosamente.
In quel momento Clairy percepì una fitta dietro la schiena: il suo arco. Portò una mano dietro di sé cercando di afferrare una freccia dalla faretra.
Pronta per trafiggere Danag, lui le bloccò il polso fermando il colpo a mezz’aria e lo strinse finché Clairy dovette lasciare cadere la freccia per il dolore della sua stretta.
“Cosa pensi di fare piccola Clairy?” domandò divertito Danag.
Riprese a baciarla frenetico e percepì le sue mani fredde tra i capelli, sul collo, sui fianchi, sulla schiena.
Era inutile, non avrebbe potuto contrastare Danag e la sua forza.
Clairy rimase immobile, sperando che tutto finisse presto. Purtroppo morire in quell’occasione avrebbe significato risvegliarsi e vivere un’eternità di bramosia di sangue.
Le lacrime le bagnarono le guance e i capelli.
“Non piangere…” le sussurrò Danag “A quanto vedo, Caspian ti tratta con i guanti…Ma non bisogna essere troppo permissivi…”
Danag le diede uno schiaffo che la scaraventò a terra.
Il dolore alla spalla ferita e al viso le offuscarono la vista ma Clairy tentò comunque di rialzarsi, cercando disperatamente di allontanarsi.
Danag fu immediatamente accanto a lei, afferrandola. Il suo sguardo bramoso si posò sulla ferita al braccio.
“Non posso resistere ancora…”
Danag spostò con particolare delicatezza la testa di Clairy così da esporre completamente il suo collo.
Appena percepì le sue labbra sulla pelle, cercò con tutta la forza che le rimaneva di allontanare il suo volto con la mano. Ma Danag le circondò il collo in una presa inflessibile che le tolse il respiro.
E non appena Danag ridusse la forza della sua stretta, Clairy percepì i canini appuntiti penetrarle lentamente nel collo.
Ma in un attimo il dolore si sostituì alla fitta che sentì al braccio ferito quando Danag la lasciò e lei cadde a terra.
Clairy intravide Danag, trafitto da alcune frecce, che si dimenava mentre veniva accerchiato ed immobilizzato dai soldati che lo gettarono in un fuoco ardente. Ben presto le urla di dolore  cessarono e il vampiro si tramutò in cenere.
Clairy si sentì sollevare delicatamente da terra e si ritrovò nel petto accogliente di Caspian, finalmente protetta e al sicuro.
“Clairy…” sussurrò Caspian.
Clairy iniziò a piangere nervosamente, scossa da singhiozzi violenti.
Caspian la portò all’interno del castello, adagiandola su una sedia.
Jocelyn le corse incontro spaventatissima.
“Clairy! Santo cielo ma cos’è successo?!”
“E’ stata morsa…” rispose Caspian preoccupato.
Jocelyn sbarrò gli occhi allarmata.
“Clairy!”
La ragazza cercò di focalizzare Jocelyn e prestare attenzione alle sue parole.
“Clairy ascoltami…Ti ha costretto a bere il suo sangue?“
“No…no.” Clairy scosse la testa meccanicamente.
“Arrivo subito...Intanto tamponale questo sul collo!” Jocelyn tese a Caspian un fazzoletto e corse via.
Caspian si inginocchiò accanto a Clairy e le appoggiò delicatamente la pezzuola sul collo insaguinato.
“Sei ferito...” Caspian aveva un graffio sulla guancia sinistra.
“Non preoccuparti…” Caspian intrecciò la sua mano con quella di Clairy. Era davvero preoccupato.
Jocelyn ritornò con alcuni flaconi e bende.
Prima di tutto strappò la manica dell’abito di Clairy per disinfettare la ferità al braccio. Le spalmò un unguento che la fece sobbalzare per il bruciore a contatto con la pelle.
“Lo so tesoro ti darà un po’ fastidio…” disse Jocelyn.
Caspian strinse ancora di più le sue mani tra le sue.
“E’ morto vero?” domandò Jocelyn rivolta a Caspian.
Lui annuì.
Clairy fu scossa da un brivido.
Jocelyn fasciò la ferita al braccio e al collo.
“Ecco fatto! Hai perso parecchio sangue Clairy, ma ti basterà un po’ di riposo e ti rimetterai. Come ti senti tesoro?”
“Stanca...”
“Lo credo. Prendi questa, ti farà stare meglio…” Jocelyn le porse una fiala di vetro e Clairy bevve il liquido all’interno.
Caspian la aiutò ad alzarsi e sostenendola, raggiunsero la loro stanza.
Adagiò Clairy sul letto.
Finalmente qualcosa di familiare…
“Ora riposa amore mio…” le disse Caspian accarezzandole la guancia. Aveva gli occhi lucidi.
“Avrei dovuto darti ascolto. Mi dispiace tanto…” sussurrò Clairy.
“Clairy, ti prego, l’importante è che tu stia bene…”
Le baciò la fronte. 
“Mi assento per un attimo Clairy. Sarò di ritorno tra pochissimo.”
Clairy annuì tristemente, non trovando la forza di opporsi.
Rimase immobile e chiuse gli occhi.
Il bacio di Caspian era così delicato…così dolce. Percepì una sensazione insopportabile di gelo attorno a lei, il buio opprimente e macchie rosse, sparse ovunque. Clairy riaprì gli occhi spaventata e rabbrividì.
Provò ad alzarsi e si diresse barcollando allo specchio poco lontano e osservandosi, notò quanto il suo viso fosse stanco e pallido, i suoi occhi cerchiati, i capelli scompigliati in una massa disordinata. Clairy si toccò istintivamente il collo bendato, macchiato di rosso. Le parve di vedere Danag riflesso nello specchio, accanto a lei, con il suo sguardo famelico.
Clairy sussultò terrorizzata e la vista si oscurò improvvisamente. Tentò di raggiungere il letto ma le gambe cedettero e cadde sul pavimento.
E ancora una volta si ritrovò tra le braccia accoglienti e sicure di Caspian che la sollevarono e la fecero sdraiare sul letto.
Il dolore alla testa era insopportabile.
Caspian le sollevò la testa e le porse un bicchiere. Clairy tentò di allontanarsi.
“Clairy bevi!“ le ordinò Caspian avvicinandola al bicchiere.
Clairy bevve il liquido che le provocò un violento conato per quando fosse amaro.
Caspian le accarezzò i capelli e il respiro tornò normale e la nausea passò. Anche i dolori alla testa sembravano gradualmente diminuire.
Fu pervasa da un opprimente senso di stanchezza. Tentò di tenere gli occhi aperti ma le palpebre si fecero estremamente pesanti.
Percepì il calore di Caspian e la sua stretta intorno alla sua mano. Ma il buio la inghiottì…e non sentì più nulla.
 

 

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Capitolo 20
*** Mai sottovalutare una donna ***


Finalmente Clairy aprì gli occhi, dopo una notte di incubi che le era parsa infinita.
I dolori erano scomparsi, rimaneva tuttavia un estenuante senso di pesantezza.
“Clairy!”
Caspian si alzò dalla sedia per accomodarsi sul letto accanto a lei.
Nel vedere il suo volto stanco, Clairy si sentì ancora peggio. Era viva solo grazie a Caspian. E ancora una volta, era riuscita a dimostrare la sua innata capacità di essere d'intralcio.
“Come stai Clairy?” domandò Caspian.
“Molto meglio. Anche se ho una brutta sensaz…”
Clairy trattenne un conato e Caspian le passò svelto una bacinella.
“D’accordo, non guardarmi faccio troppo schifo…”
“Non dire sciocchezze Clairy…” Caspian le asciugò la bocca e il mento con un fazzoletto.
“Jocelyn ha detto che è normale. Ora come ti senti?”
“Bene…Grazie. Anche se non posso dire lo stesso di te…” dichiarò Clairy, notando le occhiaie attorno agli occhi di Caspian “Ma sei rimasto sveglio tutta la notte?”
“Come avrei potuto dormire...”
Clairy abbassò lo sguardo. Sul comodino vide degli stracci bagnati, alcuni insanguinati, una bacinella d’acqua e fiale di vetro. Alzò la manica dell’abito e la ferità al braccio era fasciata. Si sfiorò istintivamente il collo, distinguendo due piccoli forellini.
“Mi dispiace Clairy, sono stato davvero uno stupido…”
La ragazza si voltò allibita.
“Caspian! Mi hai salvato la vita! Come potrebbe essere colpa tua?!”
Caspian sospirò tristemente intrecciando le sue dita con quelle di Clairy.
“Voglio uscire e prendere una boccata d’aria.” Clairy gli prese il volto tra le mani “Facciamo una passeggiata, ti va?”
Caspian le sorrise e le baciò la punta del naso.
L’aiutò ad alzarsi e a scendere le scale.
“Ti senti di mangiare qualcosa?” domandò Caspian, procedendo davanti alla sala da pranzo.
“Magari più tardi...”
E in quel momento una fiumana di gente si fiondò lesta su Clairy per sapere come stava, se si fosse ripresa, cosa fosse accaduto la scorsa notte.
Ad ogni persona doveva ribadire la medesima frase:
“Sì ora mi sento molto meglio grazie…”
E quella dopo uguale, e quella dopo ancora lo stesso, come se nel giro di pochi secondi la sua salute avesse riportato modifiche così rilevanti.  
Caspian capì la sofferenza che fu per Clairy nel rispondere a quelle domande incessanti e rivivere il dramma della notte passata, così la strinse con fare protettivo e con garbo, si allontanarono dalla folla curiosa.
“Ti ringrazio. La testa aveva iniziato a girare…”
“Lo avevo notato. Cerca di capirli, la paura che potesse capitarti qualcosa è stata forte.” 
“Mi dispiace di aver creato ancora problemi…”
Caspian la strinse a sé e tra le sue braccia forti e accoglienti si sentì protetta, al sicuro, percependo un dolce tepore che la pervase.
“Non dirlo mai più Clairy. Sei stata davvero coraggiosa sai? Hai salvato Trumpkin e hai dimostrato il tuo valore e la tua tenacia. E ovviamente anche la tua immancabile cocciutaggine…” 
Clairy si finse offesa e gli diede un pizzicotto sulla guancia.
Caspian le afferrò la mano e le baciò il palmo.
“Sei così gentile Caspian…ti amo tanto.”
“Tesoro anch’io ti amo tanto. Credevo davvero di morire dal dolore tanto il pensiero di perderti mi ha terrorizzato. Avrei dovuto raccontarti ogni cosa fin dall’inizio…”
“E perché hai voluto nascondermi la vera identità di Danag?”
Clairy percepì uno spiacevole brivido lungo la schiena.
“Doveva rimanere un segreto. Non volevo che nessuno fosse coinvolto…soprattutto tu e Alina.”
“Come hai fatto a scoprire che non era un vero medico?”
“Non l’ho scoperto. Me lo ha rivelato lui, il giorno in cui mi sono svegliato. Mi ha costretto a non cacciarlo via. Essendo stato Danag a ridurmi in quello stato, solo lui poteva sapere come guarire quelle ferite. Non ho avuto scelta…”
“E Alina non ti ha detto niente?”
“Alina già lo sapeva.”
“Quindi le hai raccontato tutto?!”
“No affatto! Alina aveva molti dubbi, ma non ho mai confermato le sue supposizioni. Se le avessi rivelato la verità, l’avrei messa in pericolo e anche tu saresti stata coinvolta…”
“…Ti aspettavi un suo ritorno?”
“La verità? Sì purtroppo, ma speravo fosse una battaglia solo tra lui e me…Invece ha voluto trascinarti in questa storia così da colpire il mio punto debole. Ancora non capisco come abbia fatto il suo esercito ad entrare…abbiamo rinforzato ogni entrata con decine di guardie!”
Un pensiero fulmineo.
“La signora della biblioteca!!!”
Caspian la guardò sbalordito.
“Ma sì certo! Le avevo chiesto di tradurmi una frase di un volume…”
“Clairy…”
“E quando l’ho interrotta ha nascosto immediatamente il libro e sembrava nervosa!”
“Clairy…”
“Stava leggendo un libro su…vampiri o…creature della notte qualcosa del genere. Ne sono certa! Caspian sto tentando di raccontarti cosa ho visto! Perché continui a interrompermi?”
“Perché la bibliotecaria è scomparsa da questa mattina. Nessuno sa dove sia.”
“Non può essere sparita nel nulla…”
“Se è stata lei a permettere a Danag di entrare nel castello, lui deve averle promesso qualcosa in cambio. Probabilmente si è diretta nel covo degli Inferi…”
E non fu necessario terminare la frase, la conclusione era ovvia.
“Ho una riunione tra pochissimo. Riferiremo anche questo inconveniente.”
“Quindi posso partecipare?” domandò Clairy sorpresa.
“Ovviamente, è giunto il momento di occuparsi dei primi incarichi da sovrana.”
“Da brava regina quale sono, giusto?” rispose Clairy, sfoggiando un bel sorriso.
Caspian la baciò e insieme si diressero alla sala del trono all’interno della quale attendevano i consiglieri del principe, posti attorno ad un tavolo di pietra ricoperto di pergamene.
Non appena notarono Clairy, la ragazza avvertì il loro sguardo opprimente, come se quello non fosse un posto adatto ad una… donna.
“Signori, oggi Clairy parteciperà al nostro incontro e confido nel fatto che voi tutti siate d’accordo.”
Ignorando spontaneamente le espressioni poco convinte dei consiglieri, Caspian spiegò il ruolo svolto dalla bibliotecaria nell’attacco improvviso della scorsa notte.
“Mio signore…” un uomo interruppe Caspian e si alzò con estrema lentezza dalla sedia.
“Ditemi, Lord Gregoire.”
“Pensate sia realmente opportuno che partecipi anche lei alla nostra riunione?”
“Questa lei ha un nome ed è proprio qui!” replicò Clairy indignata. Da quando aveva messo piede nella sala, i piacevolissimi consiglieri di Caspian non avevano fatto altro che indirizzarle persistenti occhiate dubbiose.
“Lord Gregoire, questa sua considerazione mi basisce!” rispose Caspian “E’ stata proprio Clairy a scoprire il doppiogioco della bibliotecaria.”
“Non volevo certo mancare di rispetto verso la nostra regina. Suggerivo soltanto che forse questo non è un posto adatto ad una…fanciulla.”
“Vi dico io cosa non è adatto, il modo in cui mi state classificando!” affermò Clairy con rabbia.
“Questo non è un linguaggio adatto a una sovrana...” rispose Lord Gregoire, ostentando uno sorriso orgoglioso.
Caspian tentò di riportare l’ordine ma Clairy fu più rapida.
“E il vostro vi sembra un comportamento corretto? In un momento come questo? Voglio solo rendermi utile, aiutare se posso. Mi dispiace avervi dato una cattiva impressione Lord Gregoire…”
Calò il silenzio.
Ho esagerato…e ho messo Caspian in difficoltà…
“Se la regina Susan fosse qui, saprebbe certamente come agire…” mormorò Lord Gregoire.
“Come osate affermare una cosa del genere?!” tuonò Caspian “Ritirate subito le vostre parole!”
Tuttavia Lord Gregoire non rispose, si limitò a sostenere fiero lo sguardo del suo sovrano.
“Uscite da questa stanza. Immediatamente!!!”
Lord Gregoire si indirizzò lento verso l’uscita senza proferire parola e richiuse la porta dietro di sé.
Ecco spiegato il motivo del suo pregiudizio verso Clairy, purtroppo pienamente ragionevole. Perché fidarsi di un’estranea quando al paragone vi era una regina da sempre rinomata per le sue gesta ammirevoli?
“Non devi dare ascolto alle sue parole Clairy...” le sussurrò Caspian.
“Sua altezza ha ragione!” si intromise educatamente un consigliere “Conosciamo tutti l’atteggiamento brusco di Lord Gregoire. Siamo tutti convinti che il vostro punto di vista si rivelerà indubbiamente utile, principessa.”
Si sollevò un vocio di approvazione.  
Clairy accettò, nonostante la frase di Lord Gregoire continuasse a riecheggiare nella sua mente.
E infatti, conclusa la riunione, Clairy domandò a Caspian.
“Forse Susan sarebbe stata davvero capace di gestire meglio questa situazione…”
Caspian l’ammonì con lo sguardo.
“Questo non lo so, ma certamente non avrebbe avuto l’audacia che tu hai dimostrato di fronte a Lord Gregoire, mia impavida principessa...”
“Non potevo rimanere in silenzio! Dovevo difendermi in qualche modo!”
“E hai fatto benissimo. Però amore…”
“Dimmi Caspian.”

“Per piacere non farlo più…”


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Capitolo 21
*** Riunioni di famiglia ***


Il tintinnio delle posate e il mormorio dei presenti nella sala da pranzo, si arrestò improvvisamente non appena una guardia entrò allarmata e con voce potente dichiarò.
“Il re degli Inferi!!! Sta arrivando!”
“Da solo?” domandò prontamente Caspian.
“No mio signore, scortato da un contingente!”

Caspian si accigliò e dopo un attimo di silenzio carico di tensione, fece un cenno a Trumpkin e afferrò la mano di Clairy.
“Perché il re degli Inferi dovrebbe venire qui?” domandò lei, mentre si avviarono verso il cortile.
“Non ne ho idea Clairy. Dovrà discutere con me di qualche dettaglio per la battaglia, solo che non è molto gradito da queste parti…”
“Oppure vuole seppellire l’ascia da guerra…”
“Arrendersi? Non lo farebbe mai.”

Caspian impartiva svelto ordini e direttive alle guardie incontrate lungo i corridoi. Trumpkin li raggiunse rapido e consegnò a Caspian la sua spada.

Giunti nel cortile, si diressero al ponte levatoio che si stava abbassando lentamente.
“Resta dietro di me Clairy. E se dovesse succedere qualcosa…entra immediatamente nel castello. Chiaro?”

Clairy annuì, preoccupata.

Calò il silenzio. Si udì in lontananza il cadenzato crepitio degli zoccoli che procedeva pressoché in simbiosi con il battito accelerato e inquieto di Clairy.
Il trambusto si fece sempre più rimbombante fino a che un cavallo imponente e completamente nero, oltrepassò il ponte levatoio seguito da un corteo.
Caspian cercò di nascondere Clairy dietro di sé. Tuttavia la ragazza si sporse leggermente e vide un uomo in groppa all’animale.

Egli tirò con violenza le redini, tanto che il cavallo si lamentò, e scese dall’animale.  

“Buon pomeriggio!” salutò l’uomo con fare teatrale e fissando Caspian dritto negli occhi.
“Spero la mia visita vi abbia rallegrato, principe Caspian.”

“Se devo essere sincero Eknath, non è molto gradita la vostra presenza. Cosa volete?” domandò Caspian con freddezza, sostenendo lo sguardo del re degli Inferi.
“Ma come? Non posso nemmeno fare un augurio
per la battaglia al mio nemico?” chiese maliziosamente Eknath.

“Ve lo ripeto Eknath, che cosa volete?”
Il re degli Inferi non rispose. Si limitò a schioccare le dita e prontamente due scagnozzi corsero verso un carro.
“I miei uomini hanno trovato qualcosa nella foresta e oserei scommettere sia di vostra proprietà…”
Caspian si irrigidì e Clairy dovette tapparsi la bocca per non gridare.
I due scagnozzi sollevarono e gettarono violentemente a terra un corpo esanime e insanguinato.
La bibliotecaria…
“Come avete potuto?!” tuonò Caspian, stringendo con forza l’impugnatura della sua spada.
“Si trovava nel nostro territorio…”
“Ma siete stato voi a persuadere questa donna a tradire il suo re e il suo popolo! E l’avete uccisa!”
“Vi sbagliate, non l’ho mai vista in vita mia.”
“…State mentendo.”
“No, assolutamente.” fece una pausa “Aspettate…voi non sapete!”
“...Sapere che cosa?”
“Non posso crederci, avete mantenuto il segreto fino ad ora?” Eknath inaspettatamente si rivolse verso la folla.
Clairy seguì intimorita lo sguardo dell’uomo e non appena scorse la persona in questione, le ginocchia sembrarono cedere.
“Alina?!” Caspian guardò sconcertato la sorella la quale abbassò lo sguardo afflitta.
“No…non ci credo. Non puoi essere stata tu…”
“E’ stata un’aiutante validissima.” infierì Eknath, sfoggiando un ghigno compiaciuto. “Una spia eccezionale…”
“Alina, ti prego...” Caspian compì qualche passo verso la sorella “Guardami negli occhi e dimmi che non hai niente a che fare con tutto questo…”
Alina guardò dolorosamente il fratello, cercando di trattenere le lacrime.
“Mi dispiace Caspian…” rispose in un debole sussurro.
Caspian si passò nervosamente una mano tra i capelli e scosse la testa, incredulo di fronte a quella circostanza assurda.
“Alina non posso pensare che tu abbia fatto questo al tuo popolo! A tuo fratello!!!” l’urlo di Caspian riecheggiò violento.
Alina abbassò lo sguardo.
“Perché non dici niente Alina, maledizione!!!”
Clairy raggiunse Caspian, ma appena lo sfiorò lui si ritrasse bruscamente. Quando si voltò e notò l’espressione angosciata di Clairy, le strinse la mano e l’avvicinò a sé.
“Alina." la chiamò Clairy "Sono sicura che ci sia dell’altro, non faresti mai una cosa del genere. Ti prego spiegati, così potremo aiutarti…”
“Emily?!” fu Eknath a parlare.
“Che cosa?” domandò Caspian confuso.
Il suo ghigno scomparve. Il suo sguardo si soffermò su…Clairy e la osservò come impietrito.

Caspian e Clairy si guardarono esasperati e intimoriti.
Eknath tornò in sé e osservò esitante Clairy.

“Questa è davvero una sorpresa…bizzarra. Come vi chiamate, principessa?”
“Clairy…”
“Che nome incantevole…E ditemi Clairy, da dove venite?”
Caspian tentò di interrompere quella strana conversazione tuttavia Clairy lo fermò, rivolgendogli uno sguardo d’intesa.
“Non sono di qui. Sono giunta a Narnia attraverso un passaggio.”
Eknath abbassò lo sguardo e sorrise sospettoso tra sé.
“Lo trovate divertente?” domandò Clairy.
“No…anzi. E’ incredibile. Non pensavo vi avrei rincontrato…”
Clairy lo guardò, estremamente confusa.
“Sono certa che abbiate sbagliato persona…”
“Eccezionalmente sbaglio, mia cara.” rispose prontamente Eknath “Clairy, avete mai notato una macchia sulla vostra spalla destra?”
Clairy trasalì. Come poteva sapere della sua voglia?
“Prenderò il vostro silenzio come un sì.”
“Io non…non capisco. Come fate a saperlo? Mi avete spiato?”
“Ma certo che no!” rispose Eknath in una risata da brividi “Io ho una macchia proprio uguale alla vostra. Se dubitate delle mie parole, posso mostrarvela…”
Senza il bisogno di ricevere una risposta, un servo aiutò svelto Eknath a sfilare la casacca. L’uomo abbassò la maglia per scoprire la spalla destra e, come volevasi dimostrare, Clairy vide la macchia, identica alla sua.

“Posso controllare Clairy?” domandò Caspian, con una nota di panico nella voce.

Clairy annuì, impotente. Caspian le scostò i capelli dal collo e sentì la sua mano sfiorarle proprio il punto in cui si trovava la voglia.

“La macchia è la stessa…” dichiarò Caspian tristemente.

Clairy lo guardò scoraggiata, mentre mille pensieri presero a vorticare veloci nella sua mente.

“Deve esserci per forza un errore…”
“Nessun errore, mia cara.”
“No, è solo una coincidenza… Io sono cresciuta in un collegio, i miei genitori mi hanno abbandonato…”
“Vostra madre vi ha abbandonato! Io non ho contribuito ad alimentare le sue follie.”
“...Prima avete nominato una certa Emily. Chi è?”
“E’ vostra madre. Ed era…esattamente come voi.”
“Cosa le è successo?”
“L’ho uccisa.” rispose Eknath, senza il minimo risentimento “Vi ha portata via da me. Non è stata una moglie fedele…E ha ripagato per il suo comportamento.”
“Perché invece penso che mia madre stesse scappando da voi e abbia provato a salvarmi dalla vostra pazzia?”
“Clairy, ha veramente importanza riflettere sul passato? Il destino ha voluto che ci ritrovassimo. Unitevi al mio popolo e saremo nuovamente una famiglia, figlia mia.”
“Non chiamatemi in quel modo…”
“Non dovreste essere così riluttante Clairy. Siamo dello stesso sangue, noi siamo uguali.”

“Vi sbagliate, io non sono affatto come voi e mai vorrei diventarlo.”

“Fare l’eroina non vi porterà lontano…Se invece vi unirete a me, avrete potere e autorevolezza.”

“Preferirei morire, piuttosto che unirmi a voi.”

“Ciò mi ferisce. Pensavo voleste ricomporre la famiglia, pensavo che almeno mia figlia avesse ereditato da me! Ma a quanto vedo, siete la copia di vostra madre…ingenua e orgogliosa. Ed è davvero patetico…”

“Sapete cosa è patetico? Il vostro comportamento, bisognoso di amore. Ma non capite che nessuno è disposto a concedervelo perché siete un assassino. Io difenderò la mia famiglia e non permetterò che ne distruggiate altre.”
Caspian le cinse la vita.

“Molto commovente…” Eknath applaudì con poco entusiasmo “Tuttavia il vostro orgoglio non basta. Per quanto vogliate sembrare una paladina, non potreste mai uccidere vostro padre…”

“Andate via. Immediatamente.” ordinò Clairy, sostenendo il suo sguardo.

“Sapete Clairy, dovreste prendere come esempio la vostra amica…” disse Eknath, afferrando il braccio di Alina “Capire da che parte stare. E voi, mia cara, avete chiaramente scelto quella sbagliata.”
Eknath fece un cenno ad un suo uomo che afferrò Alina.
“Lasciatela andare!” intervenne Caspian.
“E perdermi tutto il divertimento? No principe, credo che ormai vostra sorella sia di mia proprietà.”
Caspian sguainò con un rapido gesto la spada, seguito da alcuni dei suoi uomini.
“Mi occuperò io di stabilire la condanna adatta. Lasciatela andare!”
“Caspian, vostra sorella vi ha ingannato. Ha tramato contro di voi e il vostro regno. Riponete la spada e richiamate i vostri uomini. Sappiamo entrambi cosa stabiliscono le leggi supreme di Narnia contro i traditori. Provate a vederla in questo modo, con me vostra sorella perlomeno…sopravvivrà.” 
Eknath si voltò verso Alina.
“Portatela via…”
Alina rivolse un ultimo sguardo a Caspian e a Clairy, mentre un uomo la costrinse a salire su un cavallo.
Eknath montò il suo destriero, osservando Clairy accanto a Caspian.
“Risparmiate le forze per la battaglia principe, ne avrete bisogno…” Eknath partì al galoppo, seguito dai suoi uomini.

Quando i nemici si allontanarono, Clairy si rivolse impaurita verso Caspian.
“Cosa succederà ad Alina?”
La voce di Clairy lo riscosse dal suo torpore. Caspian l’abbracciò, immergendo il viso tra i suoi capelli.
“Non lo so Clairy. Non lo so…”


 

 

 

 


 

 

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Capitolo 22
*** Preparativi per la guerra ***


“Perdonate vostra altezza!” intervenne un consigliere “Scusate la domanda, eppure mi pare doverosa. Ora che conosciamo la parentela che vi lega al re degli Inferi, ciò potrebbe in qualche modo condizionarvi?”
Clairy guardò turbata Caspian il quale le sorrise e la incoraggiò a rispondere. 
“No, assolutamente. E’ nostro nemico e va sconfitto.”
“Questo lo sappiamo tutti, tuttavia è vostro padre. Come potete assicurarci che non abbiate intenzione di schierarvi dalla sua parte?”
“Non farei ma niente del genere!” replicò indignata Clairy.

“Lord Connor ha ragione…” con suo enorme sgomento, fu Caspian a parlare “Potresti tradirci, proprio come Alina!”
“Caspian!!! Ma cosa dici?!”
“Mio signore, potrei azzardare che Clairy e vostra sorella siano complici! Tutto ciò che ci ha raccontato sulle sue origini potrebbe essere una menzogna per introdursi nel castello e sedurvi.”
“Ma siete impazziti?!” domandò Clairy sconvolta.
“Ma è ovvio! Dopotutto Clairy, se sei figlia del re degli Inferi… non potrai essere tanto diversa da lui.” dichiarò Caspian con sguardo crudele.
“No!!! Io non sono come lui!”
“Sì invece. Traditrice!”

 
“Clairy!!!”
Caspian la chiamò e Clairy trasalì tanto era assorta nei suoi pensieri. Accennò un sorriso e si resse la testa con la mano.
“A cosa pensavi?”
Clairy provò a elaborare una risposta ma non riuscì. Troppe domande, preoccupazioni e dubbi le affollarono furiosamente la mente.
Strinse i pugni per la tensione e nascose scoraggiata il volto tra le mani.
Caspian si sedette accanto a lei e mise un braccio attorno alle sue spalle, stringendola a sé.
“Dobbiamo essere forti Clairy.” Caspian le diede un bacio sui capelli.
“Non ci riesco Caspian! Tra due giorni ci sarà la battaglia, Alina ci ha tradito per il re degli Inferi il quale, se ciò non fosse già abbastanza, è mio padre!”
Clairy strinse i pugni e digrignò i denti dalla rabbia.
“Mio padre…capisci? Con tutti gli uomini proprio il nostro peggior nemico! Ed è naturale che adesso mi osservino con sospetto! Sono la figlia di un pazzo…”
Clairy scoppiò in un pianto nervoso e Caspian la abbracciò protettivo.
“Clairy…nessuno potrebbe giudicarti. Ascolta…” le prese il volto tra le mani e la guardò con intensità.
“Tu non sei cresciuta qui. Non hai mai visto o avuto niente a che fare con Eknath fino a ieri. Sarà anche tuo padre, ma la fiducia e la stima devono essere guadagnate e lui non potrà mai pensare di ottenerle da te, all'infuori che tu sia o meno sua figlia.”
Clairy annuì un poco sollevata.
“Per tutta la vita, ho immaginato decine e decine di volte il momento in cui avrei visto i miei genitori. E ci credi che nessuna si avvicinava lontanamente all’incontro di ieri?”
Caspian sorrise teneramente e le accarezzò una guancia.
“Per Alina abbiamo qualche novità?” domandò Clairy.
Ancora non poté, o meglio non volle credere che fosse Alina la spia. La conosceva, non avrebbe mai tradito la sua famiglia. Mai. L’aspirazione al potere può essere tale da cambiare le persone? O la paura può spingere a compiere azioni che mai avresti pensato di attuare?
Eppure qualsiasi supposizione considerasse, Clairy tornava sempre allo stesso punto di partenza: era di Alina che si stava parlando.
“No purtroppo. Come sai abbiamo spedito una pergamena questa mattina a Eknath ma non abbiamo ricevuto risposta. E temo che non ne avremo…”
Caspian sospirò tristemente. Era pallido e affaticato. La notte scorsa non aveva chiuso occhio. Clairy era riuscita a scorgere nel buio il suo sguardo fisso nel vuoto mentre rifletteva e valutava qualche espediente per riavere Alina. Sorta l’alba Caspian non perse un secondo e indisse una riunione con i suoi consiglieri.
“Deve esserci per forza una spiegazione Caspian! Sono sicura che Alina sia stata costretta o minacciata, probabilmente dallo stesso Eknath!”
Caspian non rispose, guardava fisso il pavimento con aria affranta.
“Non credi all’innocenza di Alina?” domandò Clairy.
“Non lo so Clairy…” Caspian sospirò “Non so nemmeno io cosa pensare…”

Insieme si diressero alla sala del trono per discutere con i consiglieri sui dettagli della guerra.
“Donne, bambini e anziani rimarranno al sicuro nel castello.” iniziò Caspian “Evacueremo il villaggio e gli abitanti potranno rifugiarsi qui. Vorrei sapere come state procedendo negli incarichi che vi ho affidato.”
“I carri con le provviste sono quasi pronti, mio signore.” dichiarò un consigliere.
“Le riserve e ricambi per armamenti o corazze sono preparate, Vostra altezza.” disse un altro lord.
“Avete messo a conoscenza tutti i miei soldati delle tattiche e schemi per la battaglia?” domandò Caspian.
“Sì mio signore!” fu Lord Gregoire a rispondere “Poco fa ho richiamato il vostro esercito ricordando loro le strategie da voi saggiamente proposte e posso assicurarvi che i vostri uomini sono pronti.”
“Non avevo dubbi.”
“Se posso permettermi vostra Maestà…vorrei usufruire di questo momento per porgere le mie più sentite scuse alla principessa.”
Clairy si riscosse dai suoi pensieri e guardò un poco smarrita il suo interlocutore.
“Sono mortificato per come mi sono comportato qualche giorno fa in vostra presenza. La paura per questa guerra è intensa e mi dispiace aver dubitato di voi che avete sempre dimostrato un immenso coraggio. Spero possiate perdonarmi.”
“Lord Gregoire, nemmeno io sono stata gentile nei vostri confronti. Io capisco che siate spaventato, ma lo siamo tutti. E proprio per questo dobbiamo mettere da parte i rancori e sostenerci.”
“Mi rallegra vedervi porgere le dovute scuse alla vostra regina, Lord Gregoire.” dichiarò Caspian “Tuttavia signori dobbiamo procedere. Il viaggio: impegnerà una mezza giornata ma la traversata è piuttosto agevole.  Giunti nel luogo dello scontro, ci organizzeremo nel rifugio, definendo le ultime strategie e valutando il campo di battaglia."
Caspian illustrò e spiegò al meglio le ultime predisposizioni.
Conclusa la riunione, i consiglieri lasciarono la sala.
Caspian invece, esamino ancora una volta le carte sparse sul tavolo. Clairy osservò il suo sguardo concentrato e un poco accigliato, i capelli che ricadevano ai lati del volto.
Se lo perdessi…io cosa farei?
Clairy si alzò dalla sedia e raggiunse Caspian. Lui alzò lo sguardo appena percepì il suo tocco sulla spalla.
Caspian le sorrise e intrecciò la sua mano con quella di Clairy.
Se lo perdessi…lo seguirei…
 
Dopo una cena estremamente inquieta e silenziosa, Clairy e Caspian si ritirarono nella loro stanza.
Finalmente sotto le coperte, Caspian la strinse a sé e Clairy si raggomitolò subito al sicuro tra le sue braccia.
“In questi momenti mi sembra quasi non ci sia nessuna guerra da combattere. Solo io e te, mia dolce principessa.”
“E se rimanessimo così per i prossimi due giorni?”
Caspian rise e il suo sospiro le solleticò il collo.
“Potrebbero annullare la guerra. E tu non saresti in pericolo.”
Caspian le sollevò delicatamente il volto, sfiorandole con un dito il labbro inferiore, e la baciò.
“Sono il re, sono la loro guida e devo affrontare i pericoli e le minacce per proteggere chi amo. E ricorda, ora ho una ragione in più che mi esorta a vincere. Proteggerti e vivere con te il resto della mia vita.”
“…Vorrei solo essere certa che non ti capiti niente.” Clairy si sedette a gambe incrociate, guardando verso l’alto per trattenere le lacrime “Eknath e i suoi uomini non mi sembrano così…onesti. E’ ovvio, vogliono vincere e qualcosa mi dice che architetteranno qualsiasi espediente per riuscirci. E tu sei il loro obiettivo. E se tu morissi…”
Clairy si prese la testa tra le mani e strinse gli occhi.
Li riaprì quando percepì il tocco di Caspian sui suoi capelli e scorse il suo volto a pochi centimetri dal suo.   
“Non accadrà Clairy.”
“Come fai ad esserne così sicuro?”
Caspian sospirò e le prese il viso tra le mani.
“Ne sono certo. Devi fidarti.”
Clairy appoggiò la testa sul suo petto.
“Andrà tutto bene amore mio…” le sussurrò “Andrà tutto bene…”

Due giorni dopo, la mattina della partenza, tutti nel castello erano in uno stato di tensione e agitazione.
Clairy indossò l’armatura che Jocelyn aveva preparato per lei, un abito rosso scuro che sfiorava il pavimento completo di maglia di ferro e bustino di cuoio che strinse con l’aiuto di Caspian. Dopo di che prese un nastro e legò in una coda bassa i suoi lunghi capelli.
Caspian la raggiunse dopo aver indossato la sua armatura e le passò l’arco con le frecce.
Le accarezzò una guancia e le sorrise.
“Andiamo.”
Clairy annuì angosciata e mise a tracolla la faretra.
Uscirono dalla stanza e scesero le scale incontrando Trumpkin.
Dopo aver salutato Jocelyn tra lacrime e singhiozzi, Caspian ordinò a Clairy di salire sul cavallo e dirigersi in testa al gruppo.
La ragazza ubbidì, seguita dopo poco da Trumpkin.
Il numero dei soldati era impressionante, uomini, centauri, fauni e creature leggendarie provviste di armi e armature.
Caspian fu al suo fianco, in sella al suo cavallo.
Guardò Clairy, poi Trumpkin accanto a lei e infine si rivolse al suo esercito, pronto per partire.
“In marcia!!!”


Angolino dell'autrice: Scusate l'assenza prolungata ma ammettiamolo, le feste rendono piuttosto pigri! xD
Approfitto per augurarvi un felice anno nuovo e spero con tutto il cuore che questo 2013 sia sereno e gioioso e tutti i vostri buoni propositi si realizzino (alla faccia dei Maya!).
Grazie per il vostro sostegno! Un bacio e un abbraccio!

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Capitolo 23
*** Per Narnia! ***


Un cielo nuvoloso e malinconico accompagnò Clairy e l’esercito per l’intera durata del viaggio. Nessuno proferì parola, si udì unicamente il crepitio degli zoccoli sul terreno e il tintinnio delle armature.
“Non manca molto.” le disse Caspian.
Clairy annuì sollevata. Un viaggio di parecchie ore in groppa a un cavallo non poteva certo definirsi comodo.
Raggiunsero una radura sconfinata nella quale ammirarono la costruzione di pietra di cui Caspian aveva accennato la presenza.
“Ci siamo!” l’urlò di Caspian echeggiò.
Il campo di battaglia. All’apparenza un luogo calmo e silenzioso, pensò Clairy. Tuttavia il solo pensiero delle poche ore mancanti prima che quest’ultimo si macchiasse del sangue dei soldati la scoraggiò.
“Tutto bene?”
Clairy sussultò.
“Sì…tutto bene.”
Giunti al rifugio, alcuni uomini appesero alle pareti svariate torce e la luce emanata dalle fiamme illuminò l’intera struttura di pietra, creando dei particolari giochi di luce sul soffitto.
L’aria all’interno era spiacevolmente umida e Clairy fu scossa da un brivido fastidioso.
Quella sensazione poco gradevole svanì non appena Caspian si avvicinò a lei, stringendo la sua mano infreddolita.   
Salirono una massiccia scala di pietra giungendo in un’ampia terrazza illuminata da qualche timido raggio di sole.
Clairy si avvicinò alla recinzione che delimitava l’intera superficie della terrazza, ammirando la vastità dalla radura.
“Come promesso, potrai assistere alla battaglia domani.” le disse Caspian avvicinandosi.
“Da qui?” chiese Clairy.
Caspian annuì.
“Se non sei convinta Clairy, puoi sempre rimanere al sicuro all’interno del rifugio…”
“Non cambierò idea Caspian.”
“Già, volevo fare un ultimo tentativo.” Caspian le accarezzò una guancia, sorridendole tristemente.
“Non preoccuparti Caspian, non può capitarmi niente. Avrò il mio arco e non mi muoverò né farò niente di pericoloso o avventato.”
“Perché questo non mi tranquillizza?” domandò Caspian con un pizzico d’ironia.
“Antipatico!”
Il broncio scomparve non appena Caspian la strinse a sé.
“Sai che mi fido di te Clairy. Ma ho paura…”
Clairy nascose il volto nel suo petto, inspirando a fondo il suo profumo.
“Anche io ho tanta paura…”

La notte calò e dopo aver ingerito finalmente qualcosa di caldo, giunse il momento di riposarsi.
Furono distribuite diverse coperte e ognuno si arrangiò come poté nel trovare una posizione abbastanza comoda per la notte. Tuttavia il clima umido presente nella grotta si percepiva nonostante la coperta.
“Fa freddo…” dichiarò Clairy.
Caspian la attrasse a sé accarezzandole dolcemente i capelli e Clairy, avvertendo il suo calore, si raggomitolò più vicino.
“Cerca di dormire adesso…”
“Non so se ci riesco Caspian. E se fossero…le nostre ultime ore insieme?” domandò Clairy, trattenendo a stento le lacrime.
“Ti prometto che non saranno le ultime.” le sussurrò “Voglio tornare al castello, sposarti il prima possibile e vivere con te.”
“E avere dei bambini...” aggiunse Clairy, sfiorando la maglia di Caspian e avvertendo il profilo dei muscoli.
“Certo tesoro. E saranno bellissimi."
Clairy sorrise tra sé mentre le palpebre si fecero più pesanti. Caspian le scostò dal volto alcune ciocche di capelli.
“Caspian…ti amo.” sussurrò prima di arrendersi definitivamente alla stanchezza.
Caspian le baciò la fronte.
“Anche io ti amo principessa, più della mia vita.”
 
Fu la scomodità e il freddo della roccia che risvegliarono bruscamente Clairy il mattino successivo.
Tuttavia Caspian non era accanto a lei e allarmata, provò ad alzarsi ignorando il dolore alla schiena.
Percepì sulla spalla il suo tocco familiare.
Clairy gli lanciò le braccia al collo e Caspian l’abbracciò.
Il momento era giunto e il destino che li attendeva pareva tutt’altro che limpido.
Clairy e Caspian si scambiarono uno sguardo d’intesa, afferrarono le loro armi e raggiunsero la terrazza sopra il rifugio.
Clairy sospirò tristemente e si voltò verso Caspian.
Lui le sfiorò la guancia con il dorso della mano ma Clairy chinò lo sguardo, incapace di trattenere ancora per molto le lacrime.
“Clairy…”
“Vai Caspian, ti stanno aspettando.” mormorò Clairy, notando a sua volta gli occhi lucidi e arrossati di Caspian.
Clairy gli passò una mano tra i capelli e Caspian l’afferrò tra le sue.
Un ultimo sguardo prima che Clairy percepisse le dita di Caspian che lentamente scivolarono dalla sua presa.
Lui si voltò, incamminandosi verso le scale.
Ma nel medesimo istante in cui Caspian si voltò repentinamente, Clairy corse rapida verso di lui.
Caspian la strinse a sé e le loro labbra si unirono disperate nel timore, nella paura e nella speranza, inumidite da lacrime di sconforto.
Caspian posò la fronte su quella di Clairy e i loro respiri si unirono.
“Non sarà il nostro ultimo bacio amore mio, te lo prometto.” le sussurrò Caspian.
“Torna presto allora. E stai attento.”
Caspian la abbracciò.
“Lo sarò Clairy. E tu rimani nascosta.”
Caspian si allontanò e dopo essersi scambiati un ultimo sguardo, scese le scale e sparì.
Mentre Clairy si avvicinò al parapetto udì un rumore singolare, di passi pesanti e cadenzati.
L’angoscia salì rapidamente quando dalla boscaglia centinaia di abitanti degli Inferi irruppero caoticamente nella radura, capitanati da Eknath.
In groppa al suo cavallo, Caspian sguainò la spada seguito dai soldati che elevarono le loro armi, pronti a combattere.
“State pronti!” urlò Caspian.
I loro sguardi s’incrociarono per un momento prima che Caspian abbassasse la visiera dell’elmo.
Dall’esercito nemico si levò un grido unanime incoraggiato da Eknath che esibiva fiero un ghigno beffardo.
L’armata avversaria avanzò imponente e minacciosa.
“Per Narnia!!!” Caspian incitò il suo cavallo che partì rapido al galoppo, seguito dai soldati.
Gli eserciti invasero la radura in una corsa disperata di uomini e cavalli.
Gli schieramenti si avvicinarono pericolosamente e Clairy poté solo avvertire il battito opprimente del suo cuore.
La ragazza trasalì nell’udire il potente fragore provocato dalla collisione improvvisa tra l’esercito di Caspian e quello di Eknath.
Lo sferragliare delle lame e le prime urla strazianti squarciarono l’aria. I due schieramenti si fusero in un unico, caotico ammasso di uomini e fu complicato decretare chi fosse effettivamente in vantaggio.
Clairy non distolse un momento lo sguardo da Caspian. Affrontò i suoi primi avversari che rapidamente caddero a terra e procedette verso il suo obiettivo, Eknath.
Clairy trattenne un grido di orrore quando Eknath trafisse brutalmente un centauro che crollò rovinosamente a terra.
Sul volto del re degli Inferi comparve un sorriso spietato non appena notò Caspian, pronto ad attaccarlo.
Le loro spade si intrecciarono in un duello rapido e senza pietà.
Clairy sussultò spaventata. Eknath scagliò un pugno che centrò Caspian in pieno volto e tanta fu la violenza del colpo che Caspian perse l’elmo. Un poco vacillante, riprese il combattimento e con una mossa veloce riuscì a torcere il braccio di Eknath che gridò per il dolore.
Clairy considerò la possibilità di scagliare una delle sue frecce ma la possibilità di ferire accidentalmente Caspian era elevata.
All'improvviso udì dei passi, proprio dietro di lei. Strinse forte il suo arco e si voltò rapida afferrando una freccia dalla sua faretra, pronta a colpire.
Ma non appena riconobbe la figura di fronte a lei impallidì.
“Alina?!”

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Capitolo 24
*** La sfida di Clairy ***


Clairy rimase lì, immobile, con la freccia posta sulla corda tesa del suo arco, pronta per essere scagliata.
“Clairy, sai che non ti farei del male.” disse Alina.
I lunghi capelli erano raccolti in una crocchia disordinata ed evidenti erano le occhiaie attorno al suo sguardo stanco e affaticato.
“Come hai fatto a raggiungere il rifugio?” domandò Clairy abbassando cauta il suo arco.
“Sono scappata. Sapevo che ti avrei trovato qui, non saresti rimasta al castello nemmeno se ti avessero imprigionato con la forza.”
Clairy sorrise tristemente.
“Mi conosci bene. Purtroppo io non posso dire lo stesso di te.”
“Clairy, mi feriscono le tue parole.”
“E hai per caso considerato cosa noi abbiamo passato? Cosa ha provato Caspian? Lo hai tradito Alina! E sta rischiando di morire per uccidere l’uomo con il quale ti sei alleata!”
“Non ho avuto scelta Clairy!”
“Caspian ti avrebbe protetto. Chiunque lo avrebbe fatto!”
“Mi avrebbero ucciso se non avessi eseguito le loro istruzioni…” Alina abbassò lo sguardo, stringendo i pugni lungo i fianchi. “Non potevo parlarne con Caspian né con nessun altro. Poco fa temevo di essere scoperta eppure dovevo raggiungerti Clairy e spiegarti cosa è realmente accaduto. Ho bisogno del tuo perdono…”
Clairy si avvicinò e pose la mano sulla spalla di Alina.
“Quali erano queste istruzioni?”
“Avrei dovuto distrarre le guardie.” rispose Alina asciugandosi la guancia con la manica dell’abito “In questo modo sarebbe stato semplice per gli uomini di Eknath introdursi nel castello.”
Clairy fu pervasa da un tremore ricordando quella fatidica notte, durante la quale il fantomatico medico di Caspian, Danag, aveva tentato di trasformarla.
“Clairy mi dispiace tanto.” disse Alina, scorgendo la paura apparsa negli occhi di Clairy nel rivivere quella spiacevole circostanza.
“Non sapevo che Danag facesse parte dell’esercito di Eknath. Tuttavia ciò non giustifica affatto il mio comportamento. Avevo il terrore che mi uccidessero Clairy e sono stata così codarda da porre la mia vita sopra la tua, quella di Caspian e del nostro popolo.”
Per Clairy fu difficile formulare una frase rassicurante o consolatoria. La confessione di Alina, di colei che aveva ritenuto un’amica fidata e una sorella, fu ardua da sopportare.
“E se ciò non bastasse, per colpa mia è morta un’innocente.”
“…La bibliotecaria?” chiese Clairy.
Alina nascose umiliata il volto tra le mani.
“Credeva di essere considerata responsabile?”
Alina annuì tristemente, scostando alcune ciocche dal viso.
“Io l’ho convinta, approfittando del suo innocuo interesse per la magia e le creature leggendarie. Temevo di essere scoperta, così ho persuaso la bibliotecaria a fuggire…ma io non volevo che morisse! Per questo sono venuta da te Clairy. Nonostante io sia una traditrice ed essendo consapevole che Caspian mi disprezzerà, voglio aiutarvi. Conosco il piano di Eknath.”
Clairy la guardò incuriosita.
“Vuole abbattere questo rifugio, eliminando le provviste, le armi e ovviamente chiunque sia all’interno.”
La mente di Clairy iniziò a vorticare mentre prese rapidamente coscienza dell’imminente pericolo di fronte al qualche si trovava.
“Se fossi veramente una traditrice Alina, non avresti rischiato di morire per mettermi al corrente del piano di Eknath.”
“Purtroppo Clairy rimarrò una codarda.” dichiarò Alina “Tuttavia posso aiutarvi e sperare ancora nel tuo perdono.”
Clairy la abbracciò infondendole il suo affetto e la sua comprensione, come avrebbe fatto una sorella.
“Dobbiamo allontanarci da qui. Non ho intenzione di morire sepolta dalle macerie.”
Clairy si avvicinò alla recinzione della terrazza, inorridita dalla distesa di corpi riversi a terra e dal tono rossastro assunto dal prato.
Caspian, impegnato ad affrontare svariati nemici, iniziò a rivelare qualche cenno di stanchezza.
Clairy raggiunse Alina e scesero svelte le scale.
Si arrestarono improvvisamente non appena avvertirono un brusio sospetto.
Sporgendosi leggermente, Clairy scorse quattro soldati degli Inferi intenti a curiosare nelle riserve dell’esercito di Caspian e accaparrando tutto ciò che poterono trasportare.
Clairy indicò silenziosa una spada poco lontana che Alina avrebbe potuto ghermire per difendersi.
Scambiatosi uno sguardo d’intesa, Alina raccolse svelta l’arma mentre Clairy scagliò rapida un paio di frecce trafiggendo due nemici che caddero a terra.
L’attenzione di Clairy fu richiamata dallo sferragliare delle lame di Alina e del soldato che si incrociarono veloci e senza pietà.
Alina si abbassò e nel momento in cui la freccia scagliata da Clairy penetrò nel petto del nemico, Alina si voltò e con gesto repentino trafisse l’ultimo soldato che si accosciò a terra.
“Siamo state brave.” dichiarò Alina, avvicinandosi a Clairy.
Quest’ultima annuì, un poco scossa per la prontezza con la quale erano riuscite ad eliminare gli avversari.
“Sei pronta?” domandò Alina indicando l’uscita del rifugio.
Clairy strabuzzò gli occhi disorientata.
“Stai scherzando? Ci faremo ammazzare!”
“Ascoltami Clairy…” Alina pose le mani sulle sue spalle “E’ un rischio che possiamo affrontare insieme. Caspian non resisterà per sempre e l’esercito è affaticato. Dobbiamo avvicinarci a Eknath e mentre ti guarderò le spalle tu lo colpirai con una tua freccia.”
Clairy non riuscì a celare un poco di incertezza nell’udire il piano di Alina.
Irrompere nella battaglia? Esattamente ciò che Caspian le aveva proibito. Eppure…
“Questa volta non sarò codarda. Ti proteggerò a qualunque costo Clairy, te lo prometto. Puoi fidarti di me…”
Clairy annuì.
“Poniamo fine a questa maledetta guerra.”
Alina afferrò la mano di Clairy e raggiunsero l’uscita del rifugio.
La luce del sole invase Clairy facendola vacillare per un istante. Alina partì in una corsa folle stringendo la mano di Clairy che non poté opporsi.
Non appena Alina allentò la presa, Clairy fu scagliata nel delirio.
Uomini e creature dagli occhi vitrei giacevano immobili sul terreno, martoriati e calpestati furiosamente dai soldati pronti a tutto per sottrarsi ad una morte brutale.
“Clairy!”
La voce di Alina richiamò la sua attenzione.
La donna trafisse una creatura degli Inferi e avvicinandosi, incitò Clairy a voltarsi.
Pochi metri la separavano da Eknath. Il re degli Inferi parve non avvertire la stanchezza dello scontro sebbene avesse ripreso un violento duello contro Caspian.
Clairy afferrò svelta una freccia dalla faretra disponendola sull’arco mentre avanzò tra la calca.
All'improvviso un soldato degli Inferi si fiondò violento su di lei. Clairy si scostò rapida e tentò disperatamente di colpirlo con la freccia nonostante la distanza ravvicinata.
Inaspettatamente il ghigno sul volto dell’uomo fu sostituito da un’espressione vacua. Si accosciò lentamente rivelando il suo uccisore: Trumpkin.
Clairy gli sorrise grata. Tuttavia lo gnomo le indirizzò uno occhiata severa prima di dileguarsi nuovamente tra la folla.  
Alina fu accanto a lei.
“Clairy stai bene?”
La ragazza annuì seria, incrociando lo sguardo gelido di Eknath tra la calca.
Clairy scorse l’espressione sconvolta comparsa sul volto di Caspian il quale sfruttò la distrazione del re degli Inferi per riprendere più agguerrito il conflitto.
“Clairy. Un colpo, non puoi sbagliare.”
Alina la fissò intensamente con uno sguardo stremato e impaurito.
Clairy annuì decisa prima che Alina riprendesse a combattere.
Sollevò il suo arco, pronta per scagliare la freccia.
Un colpo. Uno soltanto.
Ciò avrebbe ferito e distratto Eknath e Caspian lo avrebbe ucciso.
Scrutò attenta ogni singolo movimento del re nemico, attendendo l'occasione più opportuna per scagliare la freccia senza colpire Caspian.
Ma in quel momento, udì una voce lontana nella sua testa.
“Riuscirai a ucciderlo Clairy?”
Clairy scosse la testa per scacciare quei pensieri, concentrandosi esclusivamente sul bersaglio.
“E’ il solo parente che ti è rimasto. Non hai nemmeno provato a conoscerlo…”
Clairy allentò la presa sull’arco, osservando la punta della freccia che avrebbe dovuto condannare per sempre Eknath.
L’attenzione di Clairy fu attratta da un colpo violento sferrato dal re degli Inferi. Caspian lo schivò appena in tempo chinandosi a terra e colpendo con forza il ginocchio di Eknath che, dal dolore, lasciò cadere la spada.
Eknath era indifeso, nessuno attorno lui. L'occasione perfetta.
“Sei consapevole delle conseguenze? E’ comunque tuo padre…”
“No, non è mio padre.” e scagliò la freccia che colpì Eknath al petto.
Caspian sferrò l’attacco decisivo ma Clairy fu gettata violentemente a terra da un soldato degli Inferi che la sovrastava imponente.
Eppure non fu necessario fuggire poiché l’avversario si tramutò inspiegabilmente...in cenere.
Clairy si voltò sbalordita, osservando l’espressione sconvolta dei soldati nemici che rapidamente si disintegrarono.
Un silenzio carico di tensione calò sul campo di battaglia. I sopravvissuti, assai turbati dall’accaduto, attesero istruzioni dal loro sovrano.
Caspian parve quasi destarsi da un’allucinazione. Incrociò lo sguardo con quello di Clairy, indicandole con un cenno il corpo esanime di Eknath.
Il principe osservò la sua spada imbrattata di sangue e terra e la innalzò al cielo, sfoggiando un sorriso raggiante.
Un grido esultante e gioioso si sollevò unanime dai soldati stremati.
Caspian le si avvicinò, fissandola severo e serrando le labbra.
“Non mi aiuti ad alzarmi?” domandò Clairy con sguardo innocente e tendendogli un braccio.
Caspian sospirò esasperato e la aiutò a sollevarsi da terra stringendola così forte che lei ebbe paura volesse soffocarla.
“Clairy, tu sei completamente matta…”
“Ti amo anch’io.” Clairy sorrise radiosa, quasi annegando in un vortice di emozioni irrefrenabili e contrastanti.
“Sei un’eroina. Una straordinaria eroina. Nonostante tu non abbia rispettato il nostro accordo.”
“Eknath avrebbe distrutto il rifugio Caspian! Sarei morta se Alina non mi avesse avvertito!”
“Alina?!”
Clairy sciolse l’abbraccio voltandosi in cerca della donna.
Alina compì pochi passi verso di loro tuttavia si arrestò chinando il capo afflitta.
Clairy incoraggiò Caspian il quale raggiunse la sorella.
“Pensi la perdonerà?” domandò Clairy non appena Trumpkin le si avvicinò.
“Non ho dubbi. Tuttavia Alina ha compiuto un grave reato e sarà difficile che rimanga impunito.”
Clairy chinò il volto turbata eppure si rallegrò nel momento in cui ammirò Alina e suo fratello abbracciati.
Caspian esortò Clairy ad avvicinarsi e Alina la strinse a sé.
“A questo punto cosa accadrà?” domandò Clairy.
“Alina tornerà al castello.” rispose Caspian “Ma dovrà trascorrere un periodo nelle prigioni di Narnia come attestano le leggi.”
“In prigione?!”
“Non devi preoccuparti Clairy.” la tranquillizzò Alina “Ho commesso i miei errori ed è giusto che io assuma le mie responsabilità. Ho ottenuto il vostro perdono e ciò mi aiuterà.”
Clairy accennò un sorriso, celando l’immenso rammarico nei confronti di Alina la quale sarebbe di conseguenza mancata al suo matrimonio. “
“Eppure non capisco…perché i soldati si sono trasformarti in cenere non appena hai ucciso Eknath?”
“Magia nera.” spiegò Caspian “Eknath ha creato un esercito demoniaco sfruttando e distruggendo l’equilibrio armonico dell’universo. Poter fronteggiare forze tanto potenti implica sacrifici altrettanto elevati…”
E così, furono seppelliti i soldati caduti in battaglia, sgombrato il rifugio e bruciato il corpo di Eknath, anche se Clairy preferì non assistervi.
“Come stai?” le chiese Caspian.
“Ancora un po’ scossa.  Ma è tutto finito e sono felice.”
“Sei pronta per tornare a casa?” domandò Caspian, aiutandola a salire in groppa al cavallo.
“Non vedo l’ora, mio principe.”

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Capitolo 25
*** Annunci importanti ***


E finalmente, in lontananza apparvero le torri slanciate del castello che si stagliarono nel cielo limpido di Narnia.
Clairy era raggiante e contenere la gioia per l’esito della guerra fu difficile. Il sorriso radioso che sfoggiò per l’intera durata del viaggio poté confermarlo.
Al suo passaggio l’esercito fu inneggiato dagli abitanti che si allontanarono dalle proprie dimore, acclamando entusiasti i sovrani e lanciando petali e fiori.
Clairy si voltò e incrociò lo sguardo di Caspian che le sorrise dolcemente. La ragazza spostò una mano dalle redini per intrecciarla con quella di Caspian.
La stanchezza nei suoi occhi era evidente, tuttavia la conclusione positiva dello scontro lo aveva pervaso di una nuova vitalità che parve rinvigorirlo.
Non appena varcarono il ponte levatoio, gli schiamazzi allegri e festosi si elevarono in un unico piacevole coro.
Clairy smontò da cavallo ma Caspian fu più svelto. L’afferrò per i fianchi e l’appoggio delicatamente a terra.
I loro volti così vicini, rischiarati dalla luce del sole, bramavano uno le labbra dell’altra...
Una massa di boccoli ribelli però s’intromise tra loro.
“Caspian! Sei tornato!”
La piccola Sophie perse il suo cappellino tanta fu l'eccitazione nel rivedere Caspian.
Lui la strinse tra le braccia riempiendola di baci.
“Mi fai il solletico con la barba!”
Clairy raccolse il cappello e lo posò sul capo della bambina. Sophie si voltò e sfoggiò un sorrisino innocente prima di abbracciarla.
Lasciandosi sfuggire un gridolino di gioia, Jocelyn pose le mani sulle guance di Clairy schioccandole un bacio sulla fronte per poi arruffare i capelli di Caspian.
I consiglieri del principe si avvicinarono accogliendo il loro sovrano con riverenze e congratulazioni.
“Vostre Altezza, bentornate!” dichiarò Lord Gregoire, chinando il capo “Finalmente il popolo di Narnia potrà riposare serenamente grazie alla vostra vittoria.“
“Perdonate Maestà!” intervenne Lord Connor “Vogliate concordare che la pace non potrà essere tale se vostra sorella rimarrà qui. Con tutto il dovuto rispetto mio Signore, ma rimane una traditrice e dovrà essere punita come le leggi supreme dichiarano.”
“Alina è comunque mia sorella, Lord Connor.” rispose Caspian “E’ consapevole di aver commesso un grave errore ed è pronta a pagarne le conseguenze. Tuttavia, questa notte Alina sosterà al castello per celebrare la vittoria poiché senza il suo contributo l’esito della battaglia non sarebbe stato questo.”
“Alina mi ha salvato la vita, Lord Connor!” aggiunse Clairy “E ha rischiato di morire per aiutarci. Merita di avere una seconda possibilità.”
“Ma vi ha ingannato vostre Maestà! Ha imbrogliato tutti noi!”
“Lord Connor vi prego, basta!” Jocelyn interruppe indignata il consigliere “Non dovreste avere dubbi sulle decisioni dei nostri sovrani. Abbiamo perso molti uomini per questa spaventosa guerra, evitiamo di ripiombare nell’oblio per discussioni inutili.”
Lord Connor chinò lo sguardo mortificato.
Jocelyn si voltò e raggiunse Alina, abbracciandola.
“Questo è un giorno di festa e di un’importante vittoria!” la voce di Caspian riecheggiò e richiamò l’attenzione dei presenti “Perciò riponente i pregiudizi e celebriamo insieme il trionfo e la pace che ora regna sovrana su Narnia!”
I sudditi inneggiarono allegri i loro sovrani elevando le mani al cielo.
Caspian posò una mano sul fianco di Clairy avvicinandola a sé.
“E se scappassimo per un po’ solo noi due?” le bisbigliò Caspian all’orecchio.
“Speravo me lo proponessi…”

Mano nella mano, Clairy e Caspian si allontanarono dal castello avendo precedentemente avvertito Alina e Jocelyn che ebbero così l'occasione di parlare tranquillamente.
La sensazione provata nel passeggiare senza il timore di imbattersi in un abitante degli Inferi fu meravigliosa.
E il tutto fu abbellito dai colori infuocati di un tramonto incantevole, uno dei più belli che Clairy avesse mai ammirato. Eppure, qualsiasi cosa accanto a Caspian assumeva una propria bellezza...
Il percorso nella foresta le parve familiare e infatti, raggiunsero la radura.
Mille, indimenticabili ricordi affiorarono dolcemente nella mente di Clairy nel tornare in quel luogo.
Clairy si voltò raggiante verso Caspian, pervasa da un’improvvisa energia.
Corse a perdifiato accarezzata del vento che le scompigliò i capelli e raggiunse il centro della radura sollevando le braccia al cielo, libera.
Caspian la raggiunse e le imprigionò le braccia da dietro cingendole con le proprie e sollevandola da terra.
Caddero sull’erba ridendo come due bambini.
Clairy si appoggiò sul petto di Caspian ammirando il suo sorriso.
Lui le prese il volto tra le mani e la baciò intensamente, sussurrandole parole d’amore.
“Vuoi sposarmi Clairy?”
Clairy sobbalzò.
“Sai che ti amo." riprese Caspian "Voglio vivere con te il resto della mia vita e renderti felice.”
Clairy si sollevò e si sedette sull’erba, non riuscendo a pronunciare nemmeno una parola. Temeva che il cuore potesse scoppiarle da un momento all’altro.
“Ti ho sconvolta?” domandò Caspian sorridendo.
“…La verità? Sì Caspian, tu hai sconvolto tutta la mia vita. E ti amo, ti amo da morire e…sì, voglio sposarti!”
Caspian si illuminò e l’abbracciò.
“Perché piangi tesoro?”
“Di solito si piange in queste occasioni...” rispose Clairy tra i singhiozzi e asciugando le guance “E poi queste sono lacrime di felicità.”
“Allora farai piangere anche a me…” disse Caspian dandole un bacio sulla fronte e stringendola a sé.
“Torniamo al castello prima che faccia buio.”
Caspian le mise un braccio sulla spalla e si avviarono sulla strada del ritorno.

La cena fu squisita e accompagnata da uno spettacolo di danze e musica che allietò la serata.
Terminata l’esibizione, Caspian si alzò e sorridendo prese la mano di Clairy dirigendosi al centro della sala.
“Voglio terminare questa splendida serata con un annuncio importante.” dichiarò Caspian “Sono felice di farvi sapere che Clairy ed io ci sposeremo.”
La notizia suscitò un’esplosione di gioia nella sala.
Clairy guardò raggiante Caspian che ricambiò il sorriso sfiorandole la guancia con il dorso della mano.
Ricevettero felicitazioni, abbracci e auguri per un matrimonio sereno e duraturo.
“Questa è la notizia più bella che potessi ricevere prima della mia partenza.” disse Alina abbracciando Clairy e suo fratello.
“Mi dispiace solo di non poterci essere…”
Clairy sospirò tristemente e Caspian poggiò una mano sulla spalla della sorella.
“Sarà un’occasione per venirmi a trovare. Dovrete raccontarmi ogni singolo particolare. La festa, l’abito…Aspetta! Dov’è Jocelyn?!”
La donna li raggiunse subito dopo, congratulandosi con Clairy e Caspian.
“Cercavo proprio te Jocelyn!” affermò Alina “Tu mia cara, avrai il compito di rendere la nostra Clairy la sposa più incantevole che si sia mai vista a Narnia.”
“E credi che io non abbia già qualche idea?” rispose Jocelyn allegra “Realizzerò un abito senza paragoni.”
“Clairy sarà bellissima, qualsiasi cosa indosserà.” ribadì Caspian.
“Come sei dolce fratellino! Ma questo lo sappiamo anche noi. Si tratta del vostro matrimonio. E Clairy dovrà risplendere!”
“D’accordo, inizio a sentirmi decisamente in imbarazzo...” dichiarò Clairy percependo un rossore tingergli le gote.
Tutti risero e Caspian le baciò una guancia.
“E’ stata una giornata densa. Dovremo riposare.” affermò Caspian e Clairy annuì.
Salutarono Alina e Jocelyn e raggiunsero l’uscita.
Prima di dirigersi in camera, Caspian e Clairy si voltarono e quest’ultima strabuzzò gli occhi per la sorpresa.
I presenti si inginocchiarono e chinarono solenni il capo ai loro sovrani.
Clairy sfoggiò un sorriso imbarazzato voltandosi lentamente verso Caspian e mostrando la sua espressione confusa.
Caspian le sorrise e le sussurrò:
“Dovrai farci l’abitudine tesoro.”

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Capitolo 26
*** Un evento speciale ***


Seduta accanto al tavolino provvisto di una meravigliosa specchiera, Clairy si frizionò lentamente i capelli dopo un rilassante bagno caldo.
Nella camera da letto regnava la quiete e Clairy ebbe così la possibilità di riflettere tranquillamente, tentando con scarsi risultati di non farsi prendere dal panico.
Il gran giorno era arrivato, il matrimonio si sarebbe celebrato tra poche ore nei giardini del castello. E l’agitazione era ingestibile.
Nonostante il nervosismo, Clairy era felice, come mai si era sentita nella sua vita.
L’ultimo mese fu dedicato ai preparativi per il matrimonio e per l’incoronazione.
Nonostante la fatica e la quantità di ordini e disposizioni che ogni giorno dovevano essere eseguite, ognuno dimostrò grande impegno e svolse in maniera impeccabile le proprie mansioni.
La conclusione della guerra, permise a Caspian di trascorrere più tempo accanto a Clairy e organizzare insieme il matrimonio.
Caspian le insegnò le formule e i gesti da eseguire durante la cerimonia. E non passò giorno che Clairy non li recitasse, temendo di scordare le parole dall’emozione.
Jocelyn creò un abito meraviglioso. Clairy seguì l’intera procedura di realizzazione esponendo le sue preferenze e definendo i dettagli.
E in quei momenti di gioia e spensieratezza il suo pensiero si volgeva ad Alina con la quale non avrebbe potuto condividere la sua felicità.
Insieme a Caspian, Clairy poté recarsi da Alina solo due volte nell’ultimo mese.
Clairy si stupì non appena scoprì che la prigione non era la classica cella buia ed angusta. Era una dimora estremamente ampia ed imponente tuttavia isolata e sottratta da qualsiasi contatto con l’esterno. Alina viveva completamente sola, controllata ininterrottamente da numerose guardie alle quali era proibito proferire anche una sola parola con la prigioniera. Alina era reclusa in casa, nessun libro né una pergamena su cui scrivere, mentre le giornate trascorrevano lente.  
“Temo che prima o poi impazzirò…” le aveva rivelato Alina durante la loro ultima visita.
Un debole bussare alla porta destò Clairy dai suoi pensieri.
“Non dovresti guardare la sposa prima del matrimonio!” affermò Clairy accigliata.
“Se preferisci, me ne vado.” rispose Caspian sorridendo.
“Non ho detto questo…” Clairy lo invitò ad avvicinarsi. Qualsiasi preoccupazione o timore pareva affievolirsi non appena Caspian le era accanto.
Caspian la raggiunse e le spostò dolcemente i capelli umidi per sfiorarle il collo con le labbra.
“Chi ha ideato quest’assurdità per cui la sposa non può essere ammirata dal proprio marito prima del matrimonio?”
“Non lo so, ma è davvero una sciocchezza…”
Clairy chiuse gli occhi, rabbrividendo al tocco delle sue labbra.
I loro sguardi s’incrociarono riflessi nella specchiera ed entrambi arrossirono considerando le poche ore che li separavano dalla loro prima notte di nozze.
“Ti ho mai detto che non vedo l’ora tu diventi mia moglie?”
“Forse lo hai accennato un paio di volte…”
Caspian la baciò e la strinse forte tra le sue braccia.
“Anche io non vedo l’ora di sposarti...” disse Clairy intrecciando le mani tra i suoi capelli “Ma ciò non accadrà se Jocelyn ti troverà qui.”
“Vorrei quasi sfidare la sorte…”
“Lo vorrei anche io...” Clairy gli prese il volto tra le mani e gli diede un rapido bacio “Adesso vai a prepararti!”
“Ai suoi ordini!” Caspian si diresse all’uscita.
Prima di chiudere la porta dietro di sé, Caspian si affacciò con un sorrisetto malizioso sul volto.
“Se cambi idea, posso aiutarti io con il vestito…”
Clairy spalancò gli occhi fingendosi irritata e agguantò la spazzola come per scaraventarla in direzione della porta. 
“Lo prendo come un no…”

“E’ perfetto! Cosa ne pensi Clairy?” le domandò Jocelyn trattenendo a stento l'eccitazione.
Dopo ore interminabili di preparazione, Clairy esaminò meravigliata il suo riflesso allo specchio.
Jocelyn le aveva intrecciato i capelli in un’acconciatura complicata ed elegante dietro la nuca dalla quale sfuggivano alcune ciocche. 
L’abito bianco e finemente ricamato sottolineava la sua figura longilinea. Le maniche lunghe e velate celavano le sue braccia esili e la gonna scendeva morbida sino al pavimento creando numerose pieghe.
“Oh per mille folletti! Non posso piangere ora!” Jocelyn si voltò nascondendo gli occhi lucidi.
Clairy la raggiunse e l’abbracciò.
“Jocelyn è bellissimo, grazie. Le lacrime le conserviamo per dopo d’accordo?”
Jocelyn annuì sorridendo.
“Sei bellissima Clairy, uno splendore.”
Clairy tornò dinanzi allo specchio e un’ondata di panico la travolse.
“E se mi dimenticassi qualcosa Jocelyn? Se scordassi le parole dall’emozione?”
“Tesoro andrà tutto bene!” la rassicurò la donna “Sii serena e goditi questa magnifica giornata accanto a tuo marito.”
“Hai ragione...” Clairy aprì il cassetto della specchiera e afferrò il fermacapelli che Caspian le aveva regalato il giorno del suo compleanno.
“Puoi aiutarmi ad indossarlo?”
Jocelyn si avvicinò e infilò il fermaglio tra i suoi capelli.
Ora sono pronta.
La donna la osservò entusiasta e con un sorriso raggiante.
Clairy emise un lungo sospiro, chiuse gli occhi e li riaprì.
“Andiamo.”
Jocelyn la prese per mano e uscirono dalla stanza.
Giunte al portone si fermarono. Jocelyn le porse una custodia decorata con girali dorati al cui interno si trovava la fede nuziale.
Clairy e Jocelyn si scambiarono un rapido sguardo e varcarono la soglia mentre la luce del sole le invase.
Clairy avanzò accompagnata da Jocelyn nel varco delimitato dalle sedie che conduceva all’altare, sovrastato da un arco con un grazioso rampicante di fiori. E ad aspettarla c’era Caspian, incredibilmente affascinante nel suo completo elegante.
Caspian le sorrise trepidante e Clairy strinse più forte il braccio di Jocelyn temendo che le gambe potessero cederle.
I presenti si volsero raggianti al suo passaggio applaudendo e sorridendole allegri.
Sophie, nel suo abitino rosa confetto con cappellino annesso, precedeva la sposa e Jocelyn lanciando petali di rosa dal suo cestino di vimini, saltellando gioiosa.
Clairy udì una voce bisbigliare il suo nome. La ragazza si voltò e con immensa sorpresa, scorse Alina tra gli invitati.
“Sei una favola Clairy!”
La ragazza la fissò confusa.
“Ti racconto dopo!” sillabò Alina, incitandola a proseguire.
“Tu sapevi che Alina sarebbe venuta?” sussurrò Clairy.
“Oh sì, era una sorpresa per te. Caspian ha fatto di tutto per permettere ad Alina di partecipare al matrimonio.”
Clairy sorrise tra sé.
Non appena Jocelyn si allontanò, Caspian prese la mano di Clairy tra le sue.
“Sei bellissima.” le sussurrò all’orecchio.
“Anche tu sei stupendo.” rispose Clairy, felice di avvertire il suo calore pervaderla e tranquillizzarla.
Di fronte a loro il sacerdote, dall'aspetto simpatico con un lungo pizzetto e folte sopracciglia, iniziò la cerimonia.
Caspian non smise un momento di volgere il capo verso Clairy che tentò di ammonirlo con lo sguardo. Tuttavia non parve convincente poiché riuscì a trattenere a stento una risata.
Il sacerdote immerse la mano in un contenitore bagnando la fronte di Caspian e in seguito di Clairy per poi pronunciare la formula del giuramento e destinare la sua benedizione agli sposi.
Si scambiarono le fedi che suggellarono ufficialmente la loro unione.
“Io vi dichiaro marito e moglie. Potete baciare la sposa, mio signore.” annunciò felicemente il sacerdote, rivolgendosi al suo sovrano.
Caspian si chinò e pose le sue labbra su quelle di Clairy. Quel singolo gesto sigillò per sempre il loro amore.
Clairy fu invasa dal profumo inconfondibile di Caspian e avvertì il tocco delicato della sua mano sulla sua guancia.
Il pubblicò si alzò applaudendo e inneggiando i novelli sposi.
Clairy si voltò verso suo marito che la strinse dolcemente a sé.
“Sei meravigliosa. E ti amo da impazzire.” le sussurrò Caspian.
“Anche io marito mio.” rispose Clairy, scoccandogli un bacio sulla guancia.
Mentre ricevette felicitazioni dai presenti, percepì un tocco sulle spalle e non appena si voltò abbracciò forte Alina.
“Non sai quanto sono felice di vederti!”
“Non potevo perdermi il vostro matrimonio. E devo ringraziare il mio amato fratellino se sono qui.”
Alina abbracciò Caspian e gli diede un bacio sulla guancia.
“Quanto puoi restare con noi?” domandò Clairy.
“Rimarrò per l’intera giornata. Poi mi riaccompagneranno alla prigione. Ma adesso correte, vi stanno aspettando!”
Caspian e Clairy salutarono Alina e raggiunsero la sala del trono seguiti dal corteo di invitati, pronti per assistere all’incoronazione.
E quando Caspian intrecciò le sue dita con quelle di Clairy, entrarono nella sala del trono che accolse solenne i suoi futuri sovrani.

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Capitolo 27
*** L'incoronazione ***


Una schiera di fauni suonò una marcia trionfale per accogliere i futuri sovrani mentre la folla si accomodò per assistere all’incoronazione.
Gli sposi attraversarono la sala scortati da alcune guardie raggiungendo la breve scalinata sopra la quale si ergevano i due troni imponenti.
Clairy emise un lungo sospiro tendando di frenare la tensione.
“Non preoccuparti…” le sussurrò Caspian stringendo più forte la sua mano e portandola alle labbra “Se ti dimenticassi qualcosa posso sempre suggerirtelo io.”
Clairy gli sorrise.
“E se inciampassi nella gonna dell’abito?”
“Ti afferrerei immediatamente. E poi scoppierei a ridere.”
Clairy lo spintonò leggermente ma Caspian le mise un braccio attorno alle spalle avvicinandola a sé e baciandola sulla tempia.
L’anziano sacerdote sopraggiunse con passo svelto per celebrare l’incoronazione ma inciampò nella lunga tunica evitando per poco una rovinosa caduta.
“Non preoccupatevi, sto benissimo!“ dichiarò l’uomo mostrando un sorriso divertito, prima che chiunque potesse offrirgli il proprio aiuto.
Il sacerdote salì sul primo gradino della scalinata invitando Clairy e Caspian ad avvicinarsi.
“In questo giorno, Narnia accoglierà con gioia i suoi due nuovi sovrani.”
La voce dell’uomo risuonò tra le pareti della sala richiamando l’attenzione dei presenti.
“Caspian, inginocchiatevi.”
Caspian obbedì e appoggiò un ginocchio a terra chinando il capo.
Il sacerdote procedette con la promessa e Caspian giurò di adempiere saggiamente ai suoi doveri da sovrano.
“Per il potere conferitomi, io ti nomino Re di Narnia!”
Il sacerdote afferrò la corona che Trumpkin gli porse e la pose sul capo del re. 
“Ora alzatevi, Re Caspian X.” annunciò il sacerdote, voltandosi verso la folla esultante.
“Questo è la pietra dei re.” dichiarò il sacerdote, esibendo un anello con una pietra scura incastonata “Come vostro padre lo portò durante il suo regno, adesso apparterà a voi mio signore.”
Il sacerdote baciò la pietra dell’anello prima di infilarlo nell’indice di Caspian che posò a sua volta le labbra sulla gemma.  
Il sacerdote si avvicinò a Clairy.
“Caspian svolgerà la vostra incoronazione, Maestà. E sono certo sarete un’ottima regina.”
Clairy gli sorrise raggiante.

Non poté fare a meno di considerare come la sua vita fosse cambiata in pochi mesi e quanto fosse straordinaria e un poco insolita la situazione che stava vivendo.
Lei, segnata da un’esistenza grigia e solitaria privata di qualsiasi forma di affetto, sarebbe diventata regina di Narnia, del mondo che le aveva permesso di vivere l’avventura che da sempre aveva sognato. Ma soprattutto, di innamorarsi ed essere a sua volta amata ed accettata.

Caspian le fu dinanzi e le sorrise dolcemente.
Clairy si inginocchiò con estrema accortezza evitando di rovinare l’abito.
“Clairy, giuri di adempiere al tuo ruolo di regina in modo giusto e saggio?”
“Lo giuro.” rispose con un lieve tremolio nella voce.
“Giuri di proteggere Narnia e i suoi abitanti dalle forze del male e mantenere la pace in queste terre?”
“Giuro.”
“Giuri di essere una regina a cui il popolo potrà chiedere consiglio e fidarsi? Giuri inoltre di volere sempre il meglio per la nostra gente e di eseguire con onestà la parola di Aslan e ciò che afferma?”
“Lo giuro.”
Trumpkin si avvicinò porgendo il diadema a Caspian che lo pose sul capo di Clairy.
“In nome di Aslan io ti nomino regina di Narnia, Clairy la Coraggiosa.”
Clairy alzò lo sguardo sorridendo a Trumpkin mentre Caspian l’aiutò a rialzarsi.
Il sacerdote consegnò la spada al suo re che la estrasse dal fodero. Caspian esortò Clairy a posare la mano sull’impugnatura dell’arma, come segno del loro impegno nel proteggere il popolo.
“Salutiamo i nostri nuovi sovrani! Possa la vostra saggezza illuminarci finché le stelle non cadranno dal cielo” annunciò il sacerdote.
Grida entusiaste si elevarono dalla folla accompagnate da lacrime di gioia, in particolare dalla prima fila dove Jocelyn nascose commossa il volto in un fazzoletto.
La mano di Clairy si intrecciò con quella di Caspian in una presa rassicurante.
Salirono i gradini della scalinata e si sedettero sui troni mentre Narnia accolse benevola i suoi sovrani.

I festeggiamenti furono meravigliosi.
Clairy si divertì assaporando ogni attimo di quella splendida serata. Le danze tra le braccia di Caspian, le risate e la gioia condivisa con Alina e le persone a cui voleva più bene.
A notte ormai inoltrata, dopo le ultime felicitazioni, Clairy si diresse insieme a suo marito verso la loro stanza.
Prima di raggiungere l’entrata della camera, Clairy si sentì sollevare da terra ritrovandosi tra le braccia di Caspian.
“Che cosa fai?” chiese divertita Clairy, circondandogli il collo con le braccia.
“Scorto la mia bellissima moglie nella nostra stanza.” rispose sfoggiando un sorriso raggiante.
Richiudendo la porta, Caspian posò a terra Clairy la quale lo abbracciò intrecciando le dita tra i suoi capelli.
“Ammetto che ero impaziente di passare del tempo da sola con te.”
“E pensi che io non desiderassi lo stesso? Non hai fatto altro che ammiccarmi per tutta la serata.”
“Direi che è stato proprio il contrario poiché tu non smettevi di guardarmi e inviarmi sguardi provocanti.”
“E come potevo non guardarti Clairy, sei splendida.”
Clairy si sollevò in punta di piedi trovando le labbra di suo marito. Caspian la baciò in un desiderio travolgente di fondere le loro labbra in un tutt'uno e la spinse dolcemente verso il letto.
Clairy percepì il fremito delle sue mani attraverso il tessuto che si posarono sui fianchi per poi risalire su per la schiena, allentando i lacci dell’abito.
“Ehi, tutto bene?” le domandò apprensivo Caspian, avvertendo l’improvvisa rigidità della moglie.
“Sì, certo.” Clairy gli sorrise cercando di ignorare la tensione. Attirò Caspian a sé cercando le sue labbra ma lui si scostò guardandola intensamente negli occhi.
“Cosa succede tesoro?”
“Niente Caspian, va tutto bene.”
“Non sei brava a mentire.”
Clairy abbassò lo sguardo.
“E’ colpa mia non è vero? Non volevo spaventarti Clairy. Sai che non voglio in nessun modo costringerti.”
“No Caspian, come potresti spaventarmi.”
“Allora possiamo aspettare. Non dobbiamo fare nulla per forza questa notte.”
“No, non è per questo…” Clairy percepì le guance arrossire e nascose il volto tra le mani emettendo un gemito soffocato.
”Il problema è che non ho…nessuna esperienza e…non voglio rovinare tutto…”
Clairy alzò lo sguardo scoraggiata. Tuttavia Caspian le sorrise dolcemente e le diede un bacio sulla fronte.
“Ma come puoi solo pensare una cosa del genere amore mio? E poi credi davvero che io abbia tutta l’esperienza che tu mi attribuisci?” Caspian arrossì.
Clairy lo guardò felicemente sorpresa.
“Sarebbe la prima volta per entrambi. Ma cosa importa? Io ti amo e poter vivere questo momento con mia moglie è meraviglioso. Possiamo compiere questo passo insieme, oppure aspettare. Non abbiamo fretta, giusto?”
Clairy lo baciò intensamente circondandogli il collo con le braccia.
“Voglio che questo sia il nostro momento…e ora ne sono sicura.” le sussurrò “Mi fido di te…”
Caspian le cinse la vita e le loro labbra si unirono un poco tremanti ma ebbre di passione.
Caspian adagiò Clairy sul letto sfilandole l’abito e liberandosi così anche dei suoi timori mentre i loro respiri e i loro corpi si fusero dolcemente.

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Capitolo 28
*** Epilogo ***




 

Quattro anni trascorsero, i più belli e spensierati che Clairy ebbe mai vissuto.
Continuò e finì gli studi, imparò insieme a Caspian tutto il necessario su come governare il regno e affrontare le diverse situazioni. Fu un periodo di pace e di grande prosperità per Narnia.
E infine, Clairy rimase incinta. Era giovane, forse un poco inesperta, ma si sentiva pronta a compiere quel passo. Caspian le fu accanto in ogni momento della gravidanza, spesso tralasciando i suoi impegni da sovrano, per sostenere sua moglie e infonderle coraggio.
E così nacque Rilian.
L’arrivo del bambino suscitò una nuova ondata di allegria nel castello, arricchita anche dal lieto ritorno di Alina.
Rilian cresceva sano e forte. Era un bambino buono e molto vivace.
Sophie in particolare si affezionò a lui, trascorrendo con Rilian gran parte delle giornate. Sophie era cresciuta e maturata sebbene il suo caratterino capriccioso tendesse spesso a risaltare.

Clairy guardò fuori dalla finestra della stanza. Il suo piccolo Rilian, dalle guance rosate e dagli occhi dolci come quelli di suo padre, giocava insieme a Sophie con la sua spada di legno.
Caspian entrò di soppiatto e raggiunse Clairy alla finestra, cingendole i fianchi con le braccia.
“Rilian vorrebbe che la sua mamma scenda a vedere quanto è bravo con la spada.”
Clairy sorrise avvertendo le labbra di Caspian sul collo.
“A cosa pensi mia regina?”
Clairy si voltò e appoggiò le mani sul petto di Caspian.
“Pensavo a quanto ti amo. E a Rilian che è il dono più bello che potessimo ricevere.”
Caspian la baciò dolcemente, indugiando sulle sue labbra.
“Pensavo…è da un po’ che non ci godiamo una serata intima. Questa notte ho proposto a Jocelyn di occuparsi di Rilian per passare del tempo solo tu ed io.”
“Un invito davvero allettante…come posso rifiutare?”
“Infatti non puoi amore mio, perchè ho già fatto preparare tutto per questa sera.”
Caspian le baciò la fronte.
“Nonostante non attenda altro che la nostra serata romantica, sarà meglio raggiungere nostro figlio.”
Caspian annuì e le cinse la vita con un braccio.
Raggiunsero i giardini dove Rilian giocava con Alina.
Non appena Clairy e Caspian uscirono dal portone, i bellissimi occhi di Rilian si illuminarono.
“Mamma!”
Il bambino corse felice da Clairy che si chinò scoccando un bacio sulla guancia del figlio.
“Mamma guarda!”.
Rilian si allontanò, afferrò la sua piccola spada di legno muovendosi e girando in movimenti buffi.
“Mi ricorda qualcuno…” affermò Clairy, voltandosi verso Caspian.
Il marito la guardò divertito, fingendo di non notare la somiglianza.
“Rilian è la tua versione in miniatura Caspian! Non smetterò mai di ripetertelo.” dichiarò Alina, avvicinandosi alla coppia.
“E’ proprio ciò che gli stavo facendo notare.” disse Clairy.
“Tuttavia Rilian ha quella grazia ed avvenenza che è decisamente della sua mamma.” affermò Alina, con un sorriso raggiante.
Rilian raggiunse i suoi genitori stringendo con le manine la gonna della madre.
“Sono stato bravo?”
“Bravissimo Rilian! Sei un cavaliere straordinario.”
“Mi ha insegnato papà.” Rilian si volse verso Caspian che gli scompigliò i capelli.
“A proposito…” intervenne Alina con sguardo curioso “Mi è stato riferito che il nostro re organizzerà una serata molto romantica per la sua regina…”
“Noto che le notizie circolano sempre con rapidità. Soprattutto quelle private e che Jocelyn non dovrebbe rivelare.” rispose Caspian con un sorriso ironico “E per favore Alina non parlarne davanti al bambino.”
“Parlare di cosa papà?”
“E’ furbo il nostro piccolo Rilian!” Alina baciò il nipote sulla fronte “Proprio come il suo papà…” la donna strizzò l’occhio al fratello assai divertita.
Salutò Clairy augurandole una buona serata e si allontanò.
“Rilian va a giocare con Sophie. Ti sta aspettando.”
Il bambino si rallegrò e corse gioioso dalla ragazza.
“Sei il suo idolo Caspian, ti adora.” disse Clairy, osservando il dolce sorriso di suo figlio. 
“Non so se è positivo. Vorrei non dovesse combattere, vorrei tenerlo al sicuro e non educarlo a uccidere.“
“Ma è il suo destino Caspian. E ha un padre straordinario che lo preparerà e gli insegnerà. Se potessi, vorrei che nemmeno tu combattessi. Ma so quanto importante sia per te e quali sono le responsabilità di un sovrano.”
Caspian la strinse a sé e le baciò i capelli.
“Spero di non deluderlo.”
“E come potresti? Rilian sarà un principe eccezionale, proprio come suo padre.” disse Clairy posando una mano sulla guancia di Caspian.
“E meraviglioso come la sua bellissima madre.” Caspian le prese la mano e la portò alle labbra.
Rilian si avvicinò attirando l’attenzione dei genitori.
Caspian lo acciuffò rapido e posizionò il figlio sulle sue spalle. Rilian rise felice agitando le piccole braccia.
Clairy raggiunse la sua amata famiglia e tutto sembrò perfetto.
Il futuro l’aveva sempre intimorita tuttavia in quel momento un nuovo vigore la invase, il più potente di tutti, l’amore e la dolcezza di suo marito e di suo figlio.

Clairy passeggiò serenamente in compagnia del piccolo Rilian e di Caspian per i corridoi del castello quando si trovarono in prossimità della stanza occupata da Clairy non appena giunse a Narnia anni fa.
“Vorrei andare nella camera per un momento. Sono anni che non ci entro.”
Clairy aprì la porta un poco cigolante e noto che ogni cosa era rimasta esattamente come se la ricordava, nonostante un cospicuo strato di polvere sui mobili.
“Quanti ricordi... Dormivo qui appena arrivai a Narnia.”
“E sono trascorsi già quattro splendidi anni.”
Clairy posò il capo sulla spalla di Caspian che le accarezzò i capelli.
“Cosa c’è qui dentro?” domandò Rilian, incuriosito da un baule vicino al letto.
Clairy raggiunse il figlio e s’inginocchiò aprendo la cassa.
Vi trovò alcuni dei suoi abiti e, con enorme stupore, la sua divisa del collegio un poco sgualcita.
Caspian si chinò, appoggiando una mano sulla spalla del figlio e incrociò lo sguardo sorpreso della moglie.
“Che cos’è mamma?” domandò Rilian, stringendo curioso tra le manine la divisa.
“Questa tesoro, è l’inizio della mia storia…”


  
                                                                                                             



Angolino dell'autrice: E con questo capitolo, si conclude la mia fanfiction (e ammetto che sono un po' triste... xD ).
Io non posso che ringraziare con tutto il cuore chi mi ha seguito e chi ha lasciato dei commenti e vi ringrazio per tutto il sostegno che mi avete trasmesso.
In particolar modo, devo ringraziare la mia fantastica Serena VdW e la mia dolcissima thea23 per la vostra presenza costante e il vostro affetto. :)
Grazie e un abbraccio a tutti!

 

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