Tra occhiate feroci, tenere carezze ed imprecazioni.

di Talk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra occhiate feroci, tenere carezze ed imprecazioni. ***
Capitolo 2: *** Critica. (non fa parte della storia, è solo il giudizio ottenuto al concorso) ***



Capitolo 1
*** Tra occhiate feroci, tenere carezze ed imprecazioni. ***


AUTORE EFP: Talk
AUTORE FORUM: Lil2012
TITOLO: Tra occ
hiate feroci, tenere carezze ed imprecazioni.
P
ACCHETTO: Pesca/Carol ovvero L'ultima notte al mondo - Ted/Victoire 
INTRODUZIONE: Non sempre l'amore trova tutte le porte aperte, talvolta deve armarsi di spranga ed aprirsele da se, altre, invece, deve sedersi comodo ed aspettare.  -La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce-
GENERE: One-shot, raiting verde.


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La neve cadeva, cadeva a piccoli fiocchi, piccoli, soffici fiocchi. Ed io li osservavo silenzioso. Troppi pensieri mi vorticavano in testa per concentrarmi realmente su qualcosa. E poi, tutta quella neve. Adoravo la neve, ma adesso, adesso mi sconvolgeva.
 

«Teddy! Teddy, io penso, penso che dovremmo parlare.»
Mi disse. Aveva il fiato corto, continuava a boccheggiare in cerca d'aria, d'aria e di parole. Gli occhi le brillavano come mai prima d'ora e le gote erano imperlate di un tenero rosso acceso. Era così bella da sconvolgermi.
«Certo Toire, dimmi tutto.»
Risposi inconsapevole. Inconsapevole di tutto quello che stava per accadere. E forse fu proprio per quello che incoraggiai la mia migliore amica sorridendole dolcemente. Notai subito i suoi occhioni azzurri scrutarmi imbarazzati. Non era da lei. Lei era l'estroversa tra i due. Era quella che sorrideva nonostante tutto. Adesso invece era irrimediabilmente seria, con quell'aria un pò affannata, i capelli scombinati che le ricoprivano il viso e la bocca semiaperta, pronta ad enunciare velocemente tutti i suoi pensieri.
«Sai, dovremmo smetterla.»
«Smetterla di far cosa?»
«Smetterla di fare tutto questo! Di guardarci come se fossimo irraggiungibili e sfiorarci come se fosse irreale, di parlare di banalità, quando in realtà vorremmo urlarci contro tutt'altro. Noi ci amiamo Teddy, so che è così. So che mi ami. Lo vedo da come mi guardi, dalle attenzioni che mi riservi e dalla dolcezza con cui mi tratti. Me ne accorgo perché hai il mio stesso atteggiamento, perché sei irrimediabilmente fra le nuvole quando comincio a parlare con quell'odioso accento francese che tu ritieni adorabile, perché rimani ad osservarmi incantato, quando comincio a ridere come una scema, perc-»
«Ma cosa stai dicendo?»
«Dico che dovremmo iniziare ad accettare i nostri sentimenti, a prenderli così, come ci vengono dati. Dico che continuare a fare i vigliacchi, nascondendoci dietro l'evidenza dei fatti non cambierà le cose. Dico che sono stufa di fingere quest'assurda amicizia, perché io sono innamorata di te Teddy e no-»
«Vic smettila. Smettila di fare la stupida. Non sai quello che stai dicendo, non hai idea di quello che realmente stai dicendo. Noi siamo solo amici, non c'è nulla di sottinteso, non ci sono righe fra le quali leggere, non c'è niente. Non c'è assolutamente niente! Tu sei la mia migliore amica, sei quella che mi capisce al volo quando qualcosa non va, sempre pronta a tirarmi su il morale. Sei quella con la quale amo parlare di ogni cosa, anche la più banale, perché con te nessun discorso è mai scontato. Ma non sei assolutamente la ragazza della quale m'innamorerei, tu sei Vic, la mia Vic. La mia migliore amica. Ma tra noi, tra noi non c'è altro. Tra noi non c'è storia.»
«Ti sbagli Ted, non sono io quella stupida. Perché per quanto tu ti possa sforzare indifferente nei miei confronti, il tuo corpo ti tradirà sempre.»
Così dicendo mi voltò le spalle, lasciandomi la mano. La mano che io stesso, inconsciamente, le stavo stringendo. Ed io rimasi lì, improvvisamente svuotato. 


Fu quella l'ultima volta che parlai con Victoire. L'ultima immagine era di lei che se ne andava via, con sguardo alto e passo sicuro. Ma sapevo bene come fosse realmente scossa, sapevo che il suo viso, nascosto tra quei suoi lunghi capelli biondi, era rigato dalle lacrime.
Sapevo che non ero solo io, quello svuotato, immaginavo come lei si sentisse spezzata. E, nonostante ciò, la lasciai andare.
Perché io non ero come lei, io ero come la neve. Il mio coraggio si era sciolto a mano a mano che le sue parole aumentavano di valore.

Poi arrivarono le vacanze di Natale e l'abisso che si era creato tra noi due si marcò ancor di più.
E per la prima volta, dopo sei anni di scuola, me ne tornai a casa per le vacanze di Natale. La nonna fu sorpresa di vedermi lì, ma la felicità era di più, quindi non fece poi molte domande.
Io però non ero lo stesso, per quanto fossi introverso e silenzioso normalmente, in quel periodo ero fin troppo pensieroso ed anche lei non riuscì a sottostare all'evidenza dei fatti. Spesso mi riempieva di domande e quando capì che non avrei mai risposto, cominciò a porle indirettamente.
Arrivai alla conclusione che non potevo continuare a far scorrere i giorni senza viverli realmente. E che dovevo smetterla di far preoccupare inutilmente la nonna.
Così scrissi una lettera a Victoire. Eravamo sempre stati due inguaribili romantici noi. Eppure era sempre stata lei l'audace, io ero fin troppo timido per riuscire ad esprimere quello che realmente pensavo. E forse, proprio per quello, la lettera d'amore che dovevo scriverle, divenne una banale dichiarazione, neanche tanto chiara in fin dei conti.

Cara Vic,
non capisco come tu faccia ad avere sempre ragione.
P.S. Mi manchi.
Teddy.

Ed ora me ne stavo lì, con le spalle poggiate al tronco di un albero, in giardino, a guardare verso l'alto.
Nevicava, soffici fiocchi di neve cadevano silenziosamente ai miei piedi.
Rimasi fermo talmente a lungo che la neve cominciò ad appoggiarsi anche su di me, ma non importava. Sarei comunque rimasto lì, lì ad aspettare una risposta che molto probabilmente non sarebbe arrivata. Di sicuro non dopo il messaggio striminzito che avevo inviato.
Infatti, dopo vari minuti, il mio gufo tornò a zampe vuote e, senza neanche guardarmi, volò in casa infreddolito.Mi lasciai scivolare a terra, sedendomi su quell'insopportabile gelo che faceva da tappeto alla comune erba fresca.
Chiusi gli occhi e sospirai tristemente, ero distrutto, ma era quello che mi meritavo.
Quando li riaprii, però, il mio cuore perse un battito, rischiando di lasciarmi eternamente sotto quell'abete.

«C'est con! Tu est impossible!
La tua dolcezza è paragonabile alla tranquillità di uno Schiopodo e sei sveglio quasi quanto quell'idiota di Goyle. E poi, si può sapere che diamine hai fatto ai capelli? Credo che un colore più destabilizzante non potessi sceglierlo.
Per non parlare poi del tuo tempismo, destabilizzante sarebbe un eufemismo.
Sono stata giorni ad aspettare una tua risposta, giorni. Per poi cosa ricevere? Questa!»
Victoire era comparsa in tutta la sua tenacia, aveva lasciato cadere a terra il suo manico di scopa e si avvicinava a me agitando convulsamente la lettera che gli avevo spedito, via gufo, qualche ora prima. Sapevo che non era un granché, come lettera, ma da quello a mandarla in escandescenza ce ne passava.
«Appena l'ho letta non ho potuto far a meno di montare immediatamente sul mio manico di scopa e venirti a cercare.
Mon Dieu! Quante volte ti ho detto che devi fidarti di me? Avevi bisogno di un'illuminazione divina per credermi?»
Non riuscii ad emettere nessun suono, in risposta alle sue parole enunciai un serie di versi sconnessi, per poi rinunciare a parlare e limitarmi a sorriderle come un ebete.

 Ho incontrato il tuo sorriso dolce,
con questa neve bianca adesso mi sconvolge,
la neve cade e cade pure il mondo
anche se non è freddo adesso quello che sento.

Lei mi sorrise di rimando, senza scostare minimamente il suo sguardo dal mio.
Il calore che riusciva a mandarti con una sola occhiata era spiazzante.Senza tentennare ulteriormente, lasciai la mia postazione per andarle incontro e stringerla.
Mi era mancata talmente tanto d'aver quasi dimenticato la tenacia dei suoi abbracci. Riusciva a provocarmi brividi al minimo tocco, figuriamoci con un braccio che stringeva possessivamente il mio collo.
E forse fu proprio per quelle scosse elettromagnetiche che tentai d'allontanarmi, ma ovviamente lei me lo permise per breve tempo, bloccando il mio volto a breve distanza dal suo, con il naso che sfiorava il mio e quegli enormi occhi azzurri persi nei miei.
Poi sospirò lentamente, quasi scoraggiata. E forse fu proprio il suo respiro, a contatto con la mia pelle, che mi provocò ulteriori brividi.

«Non mi scapperai di nuovo, Lupin.»




||Pubblicando il testo, ho apportato varie correzioni che mi erano state segnalate dalle giudici del contest "Di sere nere, perdono e... Tiziano Ferro!"||

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Capitolo 2
*** Critica. (non fa parte della storia, è solo il giudizio ottenuto al concorso) ***


QUARTA CLASSIFICATA
Tra occhiate feroci, tenere carezze ed imprecazioni di Talk

-        Errore di battitura: 0,02

-        Errore di punteggiatura: 0,03

-        Errore di ortografia: 0,05

 

GRAMMATICA: 7,37/10

Nella grammatica sei andata abbastanza bene: si vede che hai delle basi buonissime, hai raggiunto questo punteggio solo perché hai fatto degli errori abbastanza “stupidi” che la prossime volte, sono sicura, riuscirai benissimo ad evitare =)

Di punteggiatura ecco gli errori che ho trovato:

  • . Ed io li osservavo silenzioso  Di norma è meglio non iniziare una frase con una congiunzione –0,03
  • io penso, penso che dovremmo parlare  La ripetizione del verbo “penso” era voluta, ma stonava nel contesto -0,03
  • Dico che continuare a fare i vigliacchi, nascondendoci dietro l'evidenza dei fatti non cambierà le cose  Tra “fatti” e “non” avresti dovuto mettere una virgola, per rendere il discorso più scorrevole -0,03
  • io sono innamorata di te Teddy  Essendo “Teddy” un vocativo, avresti dovuto separarlo da “te” con una virgola -0,03
  • Vic smettila  Anche “Vic” è un nominativo, quindi andava una virgola tra le  due parole -0,03
  • Sapevo che non ero solo io, quello svuotato  Non era necessaria la virgola, anzi, rende la lettura più difficoltosa -0,03
  • E nonostante ciò la lasciai andare  Avresti dovuto separare “nonostante ciò” dal resto della frase con delle virgole -0,03
  • . E per la prima volta  Come ti ho già detto, è meglio non iniziare la frase con una congiunzione -0,03
  • . E che dovevo smetterla  Stessa storia di sopra -0,03
  • Rimasi fermo talmente a lungo, che la neve  Non andava messa la virgola tra “lungo” e “che” -0,03
  • La tua dolcezza è paragonabile alla tranquillità di uno Schiopodo, e sei sveglio Non va messa la virgola prima di “e” -0,03

Allora, in ortografia hai fatto degli errori così sciocchi che verrei, dovunque tu ti trova, a strangolarti XD

  • con quell'aria un po affannata  “po” va con l’apostrofo! -0,05
  • non sei assolutamente la ragazza del quale m'innamorerei “della quale”, è femminile -0,05
  • la neve cominciò ad appoggiarsi anche a me  Non puoi usare un complimento di termine, ma un moto a luogo, quindi “su di me” -0,05
  • Sarei comunque rimasto li  “li” va con accentato -0,05
  • li ad aspettare una risposta  Stessa storia di sopra -0,05
  • aveva lasciato cadere in terra “A terra” non “in” -0,05

Riguardo alla sintassi ci sono alcuni errori che ti portano a -1,5

  • Troppi pensieri mi vorticavano in testa per concentrarmi realmente su qualcosa. E poi, tutta quella neve. Adoravo la neve, ma adesso, adesso mi sconvolge Avresti dovuto mettere “sconvolgeva”
  • E forse fu proprio per quello che incoraggiai, la mia migliore amica  Non devi separare “incoraggiare” da “la mia migliore amica”, non vanno separati verbo e complemento oggetto!
  • sapevo che il suo viso, nascosto tra quei suoi lunghi capelli biondi, fosse rigato dalle lacrime.  Dovresti mettere “era rigato”
  • Spesso mi riempì di domande e quando capì che non avrei mai risposto  Avresti dovuto mettere “riempiva”, perché è un’azione che continua nel tempo
  • E forse fu proprio per quelle scosse elettromagnetiche che tentai d'allontanarmi, ma ovviamente lei me lo permise per breve tempo. Bloccando il mio volto a breve distanza dal suo, con il naso che sfiorava il mio e quegli enormi occhi azzurri persi nei miei.  Non andava il punto prima di “bloccando”, ma una virgola: altrimenti la seconda frase non avrebbe una principale

Per quanto riguarda la coerenza e chiarezza ti ho messo -0,5 perché in generale la storia era chiara e coerente.

LESSICO E STILE: 7,5/10

  • LESSICO: hai davvero un buon lessico semplice e adatto alla diverse situazioni. Forse però ti manca ancora un po’ di varietà nelle parole che usi, non so se mi sono fatta capire XD

Quindi 4/5

  • STILE: hai uno stile scorrevole, ma non particolarmente elaborato: per farti un esempio, mi sembra che siano mancata le figure retoriche, che di solito colpiscono favorevolmente chi legge. In ogni caso mi è piaciuto, l’ho trovato allegro, come una bella ventata di aria fresca =)

Quindi 3,5/5

USO DEL PACCHETTO: 5/5

Uso del pacchetto perfetto, complimenti! La canzone di Tiziano Ferro era assolutamente adatta alla situazione, mi è piaciuto tantissimo il fatto la neve sconvolga Ted, come nel testo della canzone.

Per quanto riguarda all’attinenza ai personaggi, niente da dire se non perfetta. Entrambi avevano un ruolo centrale, hai saputo equilibrare molto bene la narrazione tra i due.

IC COPPIA: 8/10

Penso che tu sia stata davvero brava nel caratterizzare, soprattutto il personaggio di Victoire. La maggiore Weasley non è la solita bionda gelida, con la puzza sotto il naso e l’aria altera: no, lei è diversa, e per questo io l’ho semplicemente adorata *_* Hai fatto davvero un buon lavoro sfatando i clichè su di lei, ma rendendola comunque così credibile e viva!

Anche Ted mi è piaciuto, anche se di meno rispetto a Victoire: dai suoi discorsi e azioni, lasci capire che è un ragazzo calmo e riservato.

C’è una cosa che però non capisco: Ted all’inizio dice di non essere innamorata di Vic, ma non si capisce il perché, non si capisce perché la respinga. Forse avresti dovuto spiegarlo in qualche modo.

Questa è l’unica pecca, io però lo ripeto: bravissima! =)

GRADIMENTO PERSONALE: 8,5/10

  • GRADIMENTO ELIZHA 8,5/10

La tua storia mi è piaciuta, hai una narrazione semplice, ma che riesce a coinvolgere: ho sofferto con Ted e tifato per quella tosta di Victoire! XD

È una storia che non si scorda facilmente, penso che mi rimarranno a lungo in mente questi due ragazzini che faticano a capire di essere fatti uno per l’altro. Mi raccomando, scrivi ancora su di loro e porta onore al pairing Ted/Victoire! =))

  • GRADIMENTO PEPPA PIG: 8,5/10

Una storia scorrevole, simpatica e - , da non sottovalutare, - con un lieto fine. I personaggi si fanno subito conoscere: Victoire è una tosta, decisa e, col suo caratterino, attira subito le nostre simpatie; Teddy è timido, insicuro, incerto, il suo esatto opposto, ma, ovviamente, quale coppia migliore? All’interno della lettura, che scorre  piacevole e chiara lascia, però, perplessi il rifiuto di Ted, perché, sì, lo sappiamo che è timido, indeciso, insicuro, ma non è chiaro cosa stia pensando, cosa lo trattenga, cosa lo spinga, infine, ad inviare quella lettera a Victoire. Quella lettera d’amore che - , tutt’altro che banale e poco chiara, - in due righe riesce a condensare meravigliosamente una storia intera.

TOTALE: 36,37/45

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