Our time apart, like knives in my heart

di Telyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 4 - 7 giugno 1998 ***
Capitolo 2: *** 7 ottobre 1998 ***
Capitolo 3: *** 5 febbraio 1999 ***
Capitolo 4: *** 2 gennaio 2000 ***
Capitolo 5: *** 4 novembre 2000 ***
Capitolo 6: *** 12 novembre 2000 ***
Capitolo 7: *** 4 luglio 2001 - parte 1 ***
Capitolo 8: *** 4 luglio 2001 - parte 2 ***
Capitolo 9: *** 20 novembre 2001 ***



Capitolo 1
*** 4 - 7 giugno 1998 ***


Nickname: Telyn su EFP, TelynBia sul forum.
Titolo: Our time apart, like knives in my heart
Personaggi principali: George Weasley, Angelina Johnson
Rating: giallo
Note dell'Autore: Ehm... Dunque, era da un sacco che non pubblicavo una long O.O
questa è stata realizzata per il contest "Colpi di testa - il contest degli Head Canon", al quale si è classificata quarta. In questo contest dovevo sviluppare e motivare l'head canon "George non ha mai sposato Angelina", ed è su questo che si è incentrata la storia. E... boh, niente. Spero che a qualcuno piaccia :)



Our time apart, like knives in my heart



4 giugno 1998
«‎Angie...»
«‎No, no, no...»
«‎Angie...»
«‎No, George, no... Ti prego, dimmi che è uno scherzo, dimmi che non è vero....»
«‎Angie...»
«‎Io lo amavo, capisci? Ci litigavo ed ero continuamente incazzata con lui, ma lo amavo!...»
George si voltò verso di lei, smettendo di tirarla per un braccio. Guardò il suo viso sconvolto, le lacrime che scendevano dai suoi occhi e il suo sguardo disperato.
«‎Vieni,» disse mettendole un braccio intorno alle spalle. «‎In questi casi, l’unico che può combinare qualcosa è il Whiskey Incendiario.»


7 giugno 1998
I due ragazzi che avevano appena ordinato stavano in silenzio.
«‎Allora?» gli chiese lei dopo qualche minuto. Lui alzò il capo per guardarla.
«‎Allora cosa?»
Lei sbuffò. «‎George Weasley, di solito quando la gente scopre che sta per avere un figlio dice qualcosa in proposito, sai?»
Lui alzò le spalle. «Cosa ti devo dire? Evidentemente non ha funzionato bene...» ovvero ero troppo ubriaco per prendere in mano la bacchetta e fare l’incantesimo contracettivo e tu, con più alcol e lacrime nel sangue di me, non te ne sei neanche accorta.
«Fin lì ci arrivavo, sai? Piuttosto, ti stavo chiedendo come ci possiamo comportare ora che il danno è fatto.»
George pensò, come spesso accadeva in quel periodo, a cos’avrebbe fatto Fred se si fosse trovato al suo posto.
Fred amava sul serio Angelina.
Anche se si comportava da deficiente, ci provava con le altre e non si parlavano più un giorno o l’altro l’avrebbe sposata, avrebbe smesso un po’ di fare il cretino e tutti sarebbero vissuti felici e contenti.
Fred però non c’era più, lui dopo aver confermato ad Angelina che il suo ragazzo era morto si era ubriacato con lei, giusto per rendere le cose più semplici ci era andato a letto e ora doveva pagare le conseguenze.
Guardò la ragazza, migliore amica dei vecchi tempi andati. Si mordicchiava le unghie, nervosa come l’aveva vista poche volte.
Era difficile pensare di averla messa incinta, quasi impossibile l’esserci andato a letto. Eppure, dentro il suo ventre un esserino con qualcosa di Angelina e qualcosa di suo aspettava di nascere. Aveva forse il diritto di ucciderlo solo per non prendersi la responsabilità delle sue cazzate? No, certo. Per rispetto di Fred, che con tutta probabilità in un’altra vita sarebbe stato il padre di quel bambino, e per rispetto di Angelina che ne era la madre a tutti gli effetti: quel bambino aveva il diritto di nascere, vivere e avere due genitori. Aveva il diritto di chiamare qualcuno papà e avere qualcuno da chiamare mamma disposto a sorridergli anche nei momenti peggiori.
Lo assalì un dubbio. Doveva sposare Angelina? A lui sarebbe andato bene: un giorno vestito bene mentre tutti gli facevano i complimenti, e poi tutta la vita senza sfiorarla neanche con un dito. Ma Angelina... Angelina non doveva passare tutta la vita in un inferno simile. Fred non l’avrebbe voluto. Lei non lo amava, e sapeva benissimo che se l’avesse sposato non avrebbe mai violato il giuramento, cocciuta com’era. Però... se avessero vissuto come due fratelli finchè il bambino non fosse andato ad Hogwarts... Quando andavano a scuola in fondo erano amici, no? Ci pensò un altro po’. La cosa sembrava fattibile: nessuno avrebbe pensato male, visto che ormai non si sposava quasi nessuno. Il bambino non avrebbe mai notato la differenza, e quando avrebbe cominciato la scuola sarebbero tornati alla loro vita normale, passando insieme solo le vacanze.
«‎Ho trovato la soluzione» disse, proprio mentre il cameriere arrivava con le loro Burrobirre.





Tella’s note:
Io avevo in mente almeno tre sviluppi, che il mio mitico quartetto ha scelto per votazione. Non è tanto angst, Trick nel suo giudizio -alla fine- l’ha definita “una buona sovrapposizione di grigi"
È una delle cose a cui ho lavorato di più, considerato che gironzola nel mio computer da Ottobre :)
Boh, non so, se vi va’ fatemi sapere che ne pensate. I capitoli sono tutti pronti, quindi chiunque la apprezzi non dovrà aspettare secoli ;)
Ciao ciao
Bi

P.s: Ah, il titolo è una citazione di questa canzone, che non c’entra assolutamente con la storia :)

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Capitolo 2
*** 7 ottobre 1998 ***


7 ottobre 1998
Angelina guardò la sua vecchia compagna di stanza ordinare qualcosa e scherzare con il barista. Durante quell’anno di assenza i lunghi capelli biondi e il sorriso erano rimasti gli stessi, accompagnati però da uno degli ultimi tailleurs in voga al Ministero della Magia e da una di quelle orribili cartelle sempre uguali. Si ricordava bene come si fossero salutate in quella lontana serata di giugno, e con quanto ardore avesse promesso di non fare cavolate mentre l’amica completava i suoi master di Magiurisprudenza a New York.
Abbassò lo sguardo, imbarazzata. L’amica, già carina ai tempi di Hogwarts, sembrava aver aumentato esponenzialmente la sua simpatia e la capacità di ridere anche alle battute scadenti del barista, mentre le uniche cose che era riuscita ad aumentare lei erano la confusione, le responsabilità del suo migliore amico e i mesi di gravidanza.
Come attirata a qualche centimetro da lei dalla sua auto-commiserazione, udì forte e chiara la voce di Alicia Spinnet. «‎Scusi, potrei sedermi insieme a lei? Non ci sono più posti lib... Angelina?»
La sua voce era ancora più aggraziata e dolce di quand’era ragazza, notò lei con un fremito d’invidia. Alzò lo sguardo, tentando un sorriso forzato. «‎’licia, che sorpresa!...»
La ragazza guardò prima il pancione, poi il viso sciupato e la tazza di caffè.
«‎Per prima cosa, via questo: non fa bene al bambino.» disse allontanandole il caffè. «‎Secondo, dimmi all’istante come hai mandato a farsi fottere il proposito di non fare cavolate.»
Angelina attese che l’amica si sedesse, progettando risposte elusive e bugie stratosferiche, ma vedendo la sua faccia determinata si arrese. «‎È stata tutta colpa del Whiskey Incendiario.» cominciò.
L’amica inarcò il sopracciglio. Elegantemente, s’intende. «‎Ero qui, e non me l’aspettavo proprio. Ero da mia zia fino a qualche giorno prima, non vedevo Londra dalla Battaglia di Hogwarts. Insomma, non sapevo con chi stare ed ero venuta qui, visto che bene o male c’è sempre qualcuno e qualche chiacchiera e una camera la si può sempre recuperare. Alla Battaglia io non avevo visto niente, perché George mi aveva impedito di uscire di nuovo dall’Infermieria. Non sapevo esattamente chi era morto, capisci? Sapevo solo che avevamo vinto e che mi si erano rotte un bel po’ di ossa! Li avevano scritti sul Profeta, ma io avevo giurato di non leggerne più neanche una parola, e non volevo assolutamente venir meno a quel che mi ero promessa. Quella sera ho visto lui, l’ho salutato e gli ho chiesto dov’era l’altro, e lui mi ha detto che era...»1 Angelina si accorse di singhiozzare. Alicia le prese delicatamente la mano e le diede un paio di colpetti. «‎Chi?» chiese esitante.
Angelina la guardò come solo chi è stato preso a calci dalla vita può fare. «‎Fred. Non c’era più. Poi abbiamo cominciato a bere, un bicchiere dopo l’altro come facevamo da ragazzini, ed ero di nuovo con lui... Però era solo George...» le lacrime cominciarono a scendere, silenziose, mentre un po’ di dolore tra lo stomaco e quella nuova vita si scioglieva tra i singhiozzi.



Tella's Note:
Ecco qui il secondo capitolo :)
Spero che piaccia a qualcuno, e non solo alla mia magnificherrima mogliA... Che ne direste di lasciarmi un parere? Non mi offendo, anzi...

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Capitolo 3
*** 5 febbraio 1999 ***


5 febbraio 1999
«‎Si chiama Fred, vero?»
George assentì. Il suo sguardo, fisso, era diretto alle infermiere Babbane, in quel momento occupate a poggiare delicatamente quello scricciolo violaceo nella culla.
«‎Beh, è un bel bambino»
George annuì di nuovo. Ora le infermiere avevano preso una strisciolina celeste, l’avevano allacciata con massima cura attorno a quel polso minuscolo e coperto suo figlio - suo figlio! - con un lenzuolino.
«‎Perché non sei entrato in sala operatoria?» insistette l’amica.
Fece spallucce. Troppo complicato dirle che Angelina aveva bisogno di Fred, e che lui avrebbe potuto solo peggiorare le cose. Finché si trattava di farla sorridere e di abbracciarla, era compito che poteva - che doveva - svolgere lui, ma assistere alla nascita di suo figlio era una cosa troppo complicata. Era una cosa che doveva fare Fred, non George.
Scosse la testa. A volte si scopriva a pensare come a quel bambino come il figlio di qualcun altro, un bambino a cui doveva fare da padre in sostituzione a Fred. Troppo complicato da spiegare ad Alicia.
La sentì sospirare.
«‎George, Angelina si è svegliata. Anche se continui a non rispondermi, dovresti andare da lei.»
Doveva? Fred l’avrebbe fatto. George detestava il suo compito: sostenere moralmente la sua migliore amica sapendo di essere la persona meno adatta a farlo e di averle rovinato la vita. Chi avrebbe voluto convivere con un uomo uguale in tutto e per tutto a quello amato, se la vita, il destino - e quel bastardo di Rookwood - l’aveva seppellito sotto un cumulo di macerie? George sapeva di aver fatto un casino, e aveva il dovere di sostituire, nel bene, suo fratello. Nel male no, visto che aveva combinato abbastanza casini con la sua stupidità senza bisogno di aggiungere quella di suo fratello. Fred  andato da Angelina, da vivo? Nessun problema: l’avrebbe fatto lui. In realtà, Fred avrebbe anche risposto qualcosa alle domande di Alicia, ma per quello ormai era un po’ tardi.
Si voltò verso di lei, abbozzò un sorriso e mormorò un “grazie”. Poi uscì dalla stanza, e dopo aver chiesto all’infermiera il numero della stanza abbassò la maniglia. Angelina, visibilmente stremata, aveva gli occhi chiusi in un’espressione di pace. Malgrado tutto sorrise, vedendo la dolcezza della... Come li definiva lei? Compagni, giusto.
Lei alzò lo sguardo verso di lui, e George Weasley fu certo di aver fatto un’altra cazzata: si era appena reso conto di amare la madre di suo figlio.

Tella's Note:
Tatatataaaaaaaan! E ora che succederà? *si accorge di essere sola* Ahem, scusate.
coooooomunque, che ne dite? A me farebbe piacere ricevere un parere, sul serio :)
Al prossimo aggiornamento
Bi

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Capitolo 4
*** 2 gennaio 2000 ***


2 gennaio 2000

« ‎Allora, come va?»

«‎Benino, grazie. A Fred stanno passando le coliche, io e George stiamo cominciando a comprendere il significato di “dormire di notte”»

Alicia sorrise. «‎È davvero così terribile, quel bambino?»

«‎Considerando chi è il padre, in effetti, potrebbe essere molto peggio.» disse Angelina facendo ridere l’amica.

Bevvero entrambe un sorso di tè.

«‎Ti trovo bene.» disse dopo un po’ Alicia. «Come va con George?»

Angelina ci pensò un attimo. « Bene. Ti ricordi quando da ragazze sognavamo di andare a vivere tutte insieme?» Alicia annuì. «Ecco, vivere con George è come vivere con il proprio migliore amico. Sai...‎» Si interruppe, come per cercare le parole giuste. «‎A volte mi sembra di stare con Fred.»

Alicia corrugò la fronte. «‎Cioè?»

«‎Cioè... Sto bene. Sì, George mi fa stare bene. Anzi: con lui sto bene tanto quanto stavo bene con Fred.» Alicia la guardò attentamente.

«‎Angie... tu non stavi bene con Fred » disse, cauta.

«‎No» rispose di getto l’amica. «‎Stavamo bene insieme, perchè... Perchè mi faceva ridere, perchè eravamo andati...» un vecchio ricordo, sepolto da chissà dove, le fece rimangiare quello che stava dicendo. All’epoca aveva pensato che avrebbe ricordato quella mattina di gennaio fino alla morte, mentre chissà come era riemerso solo in quel momento. Il Ballo del Ceppo e il loro bacio era passato solo da un mese, durante il quale Angelina e Fred si erano scambiati un paio di lettere. Angelina, ormai, pensava di poter dire con certezza che Fred le piaceva, e quando lui le aveva chiesto di uscire con lei aveva pensato che la cosa poteva andare per il verso giusto. E invece a quell’appuntamento si era portato dietro Lee e George, che avevano passato tutto il tempo a tirarsi palle di neve con Fred. Ricordava che era tornata ad Hogwarts piangendo e certa che loro non l'avessero neanche sentita.

Angelina fissò la sua tazzina. «‎L’avevo... dimenticato.» Restarono in silenzio per qualche minuto. «E se mi sento così con George, però... Non mi sto innamorando di lui, vero?»

Alicia non le rispose.

Note:
guarda, lo sto pubblicando solo per te, Ginny, anima santa xD si vede che ho un rapporto combattuto con le long? xD
sperando che piaccia a qualcuno, poi...
Bi

 

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Capitolo 5
*** 4 novembre 2000 ***


4 novembre 2000

Angelina uscì sorridente dallo spogliatoio, guardandosi intorno in cerca di qualcuno. Un ragazzo dai capelli rossi le sorrise, e lei gli corse incontro per lanciargli le braccia al collo.

«Mi hanno presa, George, mi hanno presa!‎»

Il ragazzo ricambiò l’abbraccio. Quel provino era stata la loro prima causa di litigio. Ginny aveva informato Angelina davanti ad una tazza di caffè, in una delle tante sere dove i loro terremoti guadagnavano la reciproca stima.

Le Holyhead avevano bisogno di una Cacciatrice. I provini erano aperti praticamente a tutti, ma Ginny diceva che se la loro allenatrice aveva puntato gli occhi su Angelina ai tempi di Hogwarts con tutta probabilità non aveva ancora cambiato idea. Angelina ci aveva pensato su da sola per un po’, poi un giorno gli aveva comunicato la cosa con immensa nonchalance. George non era d’accordo: Fred jr aveva bisogno di continue attenzioni, e vista la mole di galeoni che portava a casa George non serviva certo un aiuto economico.

«‎Non è questo il punto,» replicava furibonda Angelina. «‎è il concetto, capisci? A me il Quidditch piace tanto quanto stare con Fred jr, ma non posso vivere facendo solo una delle due cose!»

Lee, l’unico che insieme ad un bel po’ di alcool e quel dannato oste di Abeforth Silente gli avesse scucito la verità, gli aveva fatto cambiare idea dopo un paio di giorni.

«‎Tu dici di non essere innamorato, e io normalmente posso anche finta di crederci. Ma se in coscienza la ami davvero, per coerenza verso te stesso e verso la scelta di non sposarla devi farle scegliere quello che vuole. Potrei aggiungere che non è sicura la sua assunzione nella squadra, ma non ho voglia di dire cazzate troppo grosse.»

Come dargli torto, pensò George tornando alla realtà e rendendosi conto che la sua mano stava accarezzando le treccine di lei. Si staccò immediatamente.

«‎Che si fa, dunque?» chiese, per distrarla. In quei due anni aveva evitato come la peste ogni gesto che potesse farle intuire i suoi reali sentimenti. Stupido come un Serpeverde, secondo Abeforth, ma che ne sapeva lui di cosa voleva dire amare una donna che viveva con lui solo per non far sparlare la gente e soffrire il figlio?

«Fred è dai nonni fino a domani, al negozio c’è Ron... Propongo di spassarcela‎»

Si sorrisero, preparati ad una giornata da amici. George aveva tutta l’intenzione di trattarla da amica, ma dopo un paio d’ore si era fatto trasportare. Angelina non avrebbe saputo ricordare esattamente il momento in cui George le aveva preso la mano, e non avrebbe saputo dire perchè al Paiolo Magico aveva poggiato la testa sulla sua spalla di fronte ad una sorridente Hannah Abbott. Aveva, però, la granitica certezza che le labbra che stava baciando e le mani che correvano per la sua schiena senza l’impiccio del maglione fossero di George.


11 novembre 2000


George diede un pugno al muro.

«‎Possibile» urlò al silenzio del suo ufficio «‎che due volte andiamo a letto e due volte aspettiamo un bambino??»



Note:
Come promesso, sto pubblicando u.u Ginny mi spiace che tu non lo possa leggere subito, però ho visto il messaggio a tarda notte e dubitavo che sarebbe cambiato qualcosa :(
Per gli altri lettori (pitcher *_*), big changes, isnt'it? :D
Ehehe, mi sto divertendo... Va bene, pubblico... uhm... quand'è che potrei pubblicare? facciamo... Mah, non lo so O.O mi sa sabato o lunedì, ok? Attendo commenti :)
Bi

 

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Capitolo 6
*** 12 novembre 2000 ***


12 novembre 2000

«‎E ora che farete?»

La ragazza fece spallucce.

«Penso che faremo come l’altra volta.‎» disse Angelina guardando altrove.

«‎Ma ti dispiace.» affermò Alicia. Angelina si morse il labbro. «‎Pensavo... Pensavo che avremmo risolto tutto, sai? Che stupida. Chi altro è capace di vedere in una scopata la panacea di tutti i mali?»

Alicia sospirò. «Dichiararti no, eh?‎» Vedendo lo sconcerto dell’amica, aggiunse: «‎Scusa, lo chiedevo solo perché solitamente tra le persone che aspettano un bambino è una cosa normale e già fatta!»

Angelina approfittò del cliente davanti a se per non replicare replicare subito. Dopo l’entrata di Ron in Accademia Auror, i Tiri Vispi erano a corto di personale, e in attesa di assumere qualcun altro Angelina si era offerta di tappare i buchi ad Hogsmeade. Alicia, fedele confessore, le teneva compagnia nelle pause pranzo.

«Non penso che servirebbe a molto, no? Quando è nato Fred ero ancora innamorata di... Fred il vecchio, e George sa anche che quella notte ero convinta di essere andata a letto con Fred...» sbuffò. «Il prossimo che proverà a chiamare un figlio come lo zio dovrà passare sul mio corpo. Comunque, se gli dicessi la verità potrebbe pensare che li sto confondendo. »

«E perché dovrebbe pensare una cosa simile?»

«Perché fa finta di stare con me solo per Fred, e se sapesse di esser diventato qualcosa di più di un migliore amico gli verrebbero i sensi di colpa. »

«‎ Sta con te perchè sei la ex di tuo fratello? Ah, certo. Ron dovrebbe vergognarsi, non ha ancora lasciato Hermione per fidanzarsi con Penelope Light. »

Angelina sbuffò. « Penelope non ha mai avuto un figlio da Ron. »

« Angelina, voi vi tenete per mano, voi uscite insieme, voi ridete insieme - anche se potrebbe essere poco rilevante - e in generale avete quell’attegiamento da carie tipo delle coppiette: mi spieghi perché dovrebbe farlo se non fosse innamorato di te? »

Lei ci pensò un attimo.

« Forse pensa che amo ancora Fred, e allora mi prende la mano per non farmi rimpiangere il fatto che non può tenermela lui. »

Alicia sospirò, drammatica, e scosse la testa.

« La mia pausa pranzo è terminata, ma sappi che il giorno in cui ti spaccherò il bancone a forza di testate rimpiangerai di non aver detto qualcosa di più intelligente, Johnson. »

Note:
Io continuo ad essere un essere sempre peggiore: mi sarei totalmente dimenticata di pubblicare, se quella santa di Ginny non me l'avesse ricordato (tanto ammmore a lei <3) Per il resto... beh, a me sembra di parlar per due, in tutta onestà, ma mi sento piuttosto soddisfatta di questa long, in effetti avrei dovuto pubblicarla anche prima :)
E... niente. As always, se commentate son contenta :) a presto
Bi

 

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Capitolo 7
*** 4 luglio 2001 - parte 1 ***


4 luglio 2001, ore 10:00

«Lei è il signor Weasley?»

George, ancora trafelato dalla corsa, si limitò a muovere la testa in segno di assenso. «Sua moglie è già in sala operatoria, mi segua.»

Non si occupò di correggere il Babbano. C’era qualcosa che non quadrava. Angelina gli aveva detto che quando sarebbe nata la bambina si sarebbe occupata di tutto Alicia, e non capiva perché ad avvisarlo con quell’infernale e ridicolo aggeggio Babbano - il feletonino - fosse stata l’asettica voce di un infermiera Babbana. « Mi scusi » chiese al Babbano dall’aria decisamente gay che in quel momento stava delirando di gioie, infanti e amore. «Con mia... moglie, c’è la signorina Spinnet?... »

Il Babbano pazzo scosse la testa prima di riprendere il suo dirompente discorso, totalmente ignaro di quel che era costato a quello strano ragazzo senza un orecchio dai capelli rossi pronunciare quella parola.

Dopo essersi liberato di quell’essere lezioso, - parente della Umbridge, sicuro - George perse tre minuti buoni cercando di capire come infilarsi il canice 2e quell’assurda cuffietta, poi, dopo aver sedato le proteste di una Babbana pazza, entrò in sala operatoria. Angelina aveva tutta l’aria di soffrire le pene dell’inferno.  

« George » disse, tentando di sorridere. « Angie, dov’è Alicia? »

« È al Ministero e non può muoversi, dato che due imbecilli hanno avuto la bella idea di metter in una pasticceria Babbana le tue dannatissime Crostatine Canarine. C’è bisogno di tutti gli Obliviatori disponibili, e a lei sono state revocate le ferie... »

Crostatine Canarine in una pasticceria. Voleva conoscere di persona il responsabile: prima gli avrebbe stretto la mano per l’idea, poi gli avrebbe dato un ceffone per averla messa in pratica esattamente quel giorno.

«Scusi, ma lei chi è?» l’infermiera pazza stava perdendo la pazienza. « È mio marito, signora... » intervenne Angelina, il volto reso ormai irriconoscibile dalle smorfie di dolore. « Ah, sì? » disse squadrandolo. Lui scambiò un’occhiata con Angelina, poi annuì. « Bene, signor... »

« Weasley »

«Ecco, si renda utile e dia una mano a sua moglie. Se invece deve stare a guardarsi intorno come un ebete può farlo anche fuori.»

George fece come gli era stato detto. Angelina gli prese la mano, stringendola forte.

«Fred?» le chiese. «Ho fatto telefonare Ginny, è a casa Potter.» rispose lei a fatica. George annuì, e strinse più saldamente la sua mano fradicia.

Note:
*giocherella indifferente con una ciocca di capelli*
Ahem, salve. Ehy, ehy!!!! Calma, una Cruciatus non è un batuffolo di neve!
Allora, ho avuto un po' di cambiamenti, dal 1 maggio (data in cui avrei voluto aggiornare). Non tutti brutti (anzi), ma sempre di imprevisti si è trattato e non ho potuto aggiornare. Fine, tutto qua :)
Questo capitolo... Uhm, la fine di questo capitolo fa schifo, ma non sapevo dove sbattere la testa per pubblicarlo: il senso logico mi diceva di pubblicare questo insieme al seguito, ma l'impaginazione si stava indignando e allora ho fatto un compromesso: separati, ma giuro che sabato appena torno da pranzo pubblico anche l'altro (così scongiuro il finale di cacca, tiè!)
E.... niente, la mia lista di recensori continua ad allungarsi, sono veramente lusingata :3 spero che vi piaccia anche questa schifezza qua (anche se professo la sanità mentale nel mondo non c'è niente che non si farebbe per un paio di complimenti u.u)
A presto :D
Bi

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Capitolo 8
*** 4 luglio 2001 - parte 2 ***


4 luglio 2001, ore 13:30

«Posso?» chiese George affacciandosi alla porta. « Mi avevano detto che eri da sola, visto che non è orario di visite...» disse, vedendo Alicia parlare con Angelina. « Ti hanno detto bene, visto che io mi sono appena Smaterializzata nel corridoio. Ah, ho una direttiva del Ministero: devi modificare tutti i tuoi prodotti commestibili perché non abbiano effetto sui Babbani. »

George alzò un sopracciglio. « E come posso riuscirci io se neanche loro hanno trovato una differenza tra l’organismo dei Babbani e quello dei Maghi? »

« Problema tuo. Comunque, io devo tornare al lavoro. Auguri per la piccolina, ciao! »

George sospirò. Angelina, dopo aver salutato Alicia, gli rivolse uno sguardo omicida.

«Non provare neanche a dirmi che avrai lavoro straordinario e dovrai passare le nottate fuori, chiaro?»

Lui alzò gli occhi al cielo. « E come faccio, allora?» Lei fece spallucce. « Non mi sembra che ti abbiano dato un tempo, no? »

« Giusto. Aspetta, ma... » disse George, avendo intravisto qualcosa nella coperta. Angelina sorrise.

« Esatto, signor papà » disse imitando una vocina infantile e porgendogli il fagottino. « Io ho la pelle più chiara di quella belva nera di mio fratello, e a giudicare dalla mia testolina pelata dovrei avere anche i capelli rossi! »

George la prese in braccio con la massima delicatezza, poi scostò il lenzuolo dal viso della bimba. Era bellissima, come ogni bimbo che si rispetti, ma quella era sua figlia.

Certo, anche Fred era suo figlio, ma Roxanne lo era in modo speciale; Fred era nato in una notte disperata, quando dopo essersi riincontrati si erano aggrappati l’uno a l’altra come due naufraghi nella tempesta, mentre Roxanne era nata nell’unica notte in cui aveva avuto il coraggio di amarne la madre.

Sospirò. Eppure, la settimana prima di quelle analisi andava tutto a gonfie vele: uscivano, pranzavano insieme, davano insieme il biberon a Fred, erano “compagni di lotta agli omogeneizzati”... andava tutto bene, prima che quelle analisi mediche per l’attività sportiva professionale rovinassero tutto. Eppure mentre guardava quel broncio, così simile a quello della ragazza, non riusciva proprio a sentirsi triste.

«Grazie.»

Si voltò verso Angelina. «E perché? Non ho fatto niente...» Lei scosse la testa.

«No, quello che hai fatto è tutt’altro che niente»

Note:
Oh, ditemi che non sembrano solo a me fluff allo stato puro :3
Sì, gente, sono riuscita ad aggiornare di mattina :D E mi sono passata per biologia! *YEEEEEEEEEEEEEEEEE!*
ahahha, comunque, spero che vi piaccia anche questo :) lo so che sia questo che l'altro sono corti, ma come vi ho detto in linea logica dovrebbero essere un unico capitolo (per questo c'è scritto parte 1 e 2)
BTW, spero di sentirvi presto, e... AH! il prossimo è l'ultimo capitolo... Beh, non è che potessi tirarla tanto per le lunghe, ormai, ma spero che l'epilogo vi piaccia :)
A... uhm, quand'è che potrei aggiornare... Argh, prima di giovedì mi viene veramente male D: spero che non sia un problema aspettare così tanto, ma davvero non posso fare altrimenti :/ dunque, a giovedì :D
Bi

 

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Capitolo 9
*** 20 novembre 2001 ***


20 novembre 2001

«Allora, Ab, che succede?» chiese George. Abeforth per un momento lo guardò storto. Gli diede le spalle e stiracchiò la schiena, cominciando a camminare; infilò una mano nella tasca del grembiule e ne trasse fuori una pipa. La sfiorò borbottando con la bacchetta e la cavità cominciò a fumare lievemente. Chiuse gli occhi e ne aspirò una lunga boccata.

«Che succede, casomai, te lo devo dire io.» disse al ragazzo, che per tutto il tempo se ne era stato a guardare la rude tranquillità di quei piccoli gesti.

George aggrottò la fronte, cominciando a camminare dietro all’uomo. «Io non lo so che c’hai tu, però ti vedo nervoso... Sei sulle spine, ragazzo, e non dirmi che è solo per il lavoro perché ti affatturo.» George sospirò.

«Ci hai preso, Ab. Il problema è che non so cosa fare con Angelina.»

Il vecchio tirò una boccata. «Sai che gran notizia, Weasley. Vai al sodo.»

«Penso... Potrei essermi innamorato di lei. In questi giorni è tutto... strano, sì. Non facciamo niente di strano, però a volte mi viene da sorriderle come se fosse l’unica cosa importante al mondo, e potrei giurare che lei fa lo stesso. Non è una cosa normale, capisci? Non abbiamo mai giurato che non ci saremmo mai innamorati, però era abbastanza improbabile che succedesse...»

«Il fatto che le cose possano essere impossibili o improbabili non ha ancora impedito loro di accadere, mi sembra.»

«Vero.» Rimasero un paio di secondi in silenzio. «Weasley, vuota il sacco.»

«Uff... Va bene, hai ragione tu! Le cose improbabili possono sempre accadere. E se così fosse non avrei mai comprato questo.» disse George, estraendo una scatolina di velluto. Abeforth mise una mano sopra la sua prima che riuscisse ad aprirla. «So ancora cosa c’è in quei cosi, grazie.»

George sorrise. «Non si sa mai, Ab... Sai, i Babbani sono arrivati a dimostrare che il rincitrullimento dei vecchi è quasi matematico...»

«I Babbani sono arrivati a dimostrare anche che la magia non esiste, Weasley. Piantala di fare battutine inutili e spiega: che vuoi fare con quel coso?»

«Chiedere ad Angelina di sposarmi.»

« Eccellente, Weasley. Vedi che quando ti impegni sei capace pure di essere conciso? » Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, nascondendovi un piccolo sorriso. Non l’avrebbe mai detto a nessuno, però parlare con quell’oste gli piaceva un bel po’.

«Andiamo avanti. Perché la vuoi sposare?»

George lo guardò come se fosse diventato pazzo all’improvviso. « Perché la amo, forse? »

Ad Abeforth cadde la pipa per terra, e George si affrettò a raccoglierla.

«Non hai capito un fico secco, Weasley!» Disse Abeforth, strappandogli la pipa dalle mani. «Ci sono persone che hanno ucciso perché amavano. Perché la vuoi sposare e non, per esempio, trasformarle i calzini in conigli?»

«Mmh...» disse George.

«Mmh.» gli fece il verso l’altro mentre, appogiato ad un muretto, riaccendeva la pipa.

George fece un sorrisetto, ed evitò deliberatamente di dire all’oste che Fred, quando facevano il quinto anno, aveva trasformato sul serio i calzini di Angelina in conigli.

«La voglio sposare per essere certo che lei sarà sempre solo mia. » disse dopo un po’. L’oste annuì. «Ti ama?»

«Non lo so.»

«Bene, Weasley.» disse alzandosi dal muretto e cominciando ad incamminarsi verso casa. «Continuando di questo passo, finirai per rovinarti. Tu vuoi sposarla, alla fine dei conti, perché sei geloso.» George annuì.

«Considerato che se ti ama non vedrà mai nessun altro che te e che, ha senso fare una cosa del genere?»

«No.»

«Esatto. Considerato, ora, che se le chiedi di sposarti e non ti ama avrai comunque speso galeoni per niente, c’è un qualche senso nella tua idea?»

«No.»

«Ovvio. Dunque, l’unica cosa veramente utile è chiederle se ti ama. E sappi, giovanotto, che è buona educazione essere sinceri quando si chiede agli altri di fare altrettanto. Quindi...»

«...Mi devo dichiarare. E l’anello? » Abeforth soffiò un paio di anelli di fumo, poi gli chiese di vederlo. Era piccolo, con un piccolo diamante. Una di quelle robe di classe che ci sarebbero piaciute ad Albus, pensò. «Mah, non lo so. Potresti darlo a me: ho sempre sognato di dare una di quelle cosette ad una capra.»

Note:
E... finita.
Parlando di questo capitolo, potreste dire che non ha tanto senso la sua conclusione, tenete conto che l'ho scritta per un contest in cui l'obbligo era proprio non far sposare George e Angelina, e in un certo senso ho sfruttato malamente Abeforth xD
E... niente. Sono contentissima che vi sia piaciuta, davvero. Non è particolarmente elaborata, come trama, non è stata scritta dalla Row sotto imperio e non ho particolari pretese, ma spero davvero che a qualcuno piaccia. E a qualcuno è già piaciuta.
Quindi, davvero, grazie di cuore.
Vi lascio col giudizio di
Trick (ecco, bravi, entrate all’istante in quella pagina, ne va della vostra incolumità), giudicia straordiniaria e autrice inarrivabile. Ancora grazie di cuore, spero di ri-incontrarvi tutte :)
 

QUARTA CLASSIFICATA

I'll go wherever you will go Our time apart, like knives in my heart
di TelynBia

 

Head Canon: George Weasley non ha mai sposato Angelina Johnson.

 

Accuratezza del lessico, dell'ortografia, della punteggiatura e della grammatica: 7/10

Nella sua semplicità, è particolarmente funzionale. A volte i periodi risultano appesantiti da qualche ripetizione, ma nell'insieme è una lettura piacevole. Il tono schietto e diretto si adatta molto bene alla situazione e al personaggio di George. Molto buono.

La cosa più importante da fare, però, è sistemare quel paio di doppi punti interrogativi che ti sono scappati. Per enfatizzare un'esclamazione ?? è sbagliato.

IC e caratterizzazione dei personaggi: 7,5/10

Hai reso una delle coppie della Next-Gen estremamente angst senza scivolare nel banale. Mi spiego: aggiungere componenti reali, angoscianti – come questa tua storia – nel contesto dopo l'epilogo è davvero difficile, perché J.K. ha voluto dipingere questo teatro da tutti felici e contenti. Infilare in quest'aurea dorata una situazione spinosa come questa è rischioso, ma tu ti sei giostrata fra i toni di grigio in modo molto efficace.

Attinenza agli obblighi e credibilità dell'Head-Canon: 7,5/10

Gli obblighi sono stati assolutamente rispettati. L'Head-Canon è rispettato ed evidentemente curato fino in fondo, ma la fine mi ha lasciato uno strano retrogusto di incompletezza, come se fossi ancora in attesa della scena conclusiva.

 

Punteggio finale → 7,3/10

 


 

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