Neverends

di hazzaslady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ogni posto è migliore se non ci sei tu. ***
Capitolo 2: *** Affare fatto. ***



Capitolo 1
*** Ogni posto è migliore se non ci sei tu. ***


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1. Ogni posto è migliore se non ci sei tu.

 

«Zayn Jawaad Malik, esci immediatamente da questo bagno per l’amor di Dio. Sto aspettando da più di venti minuti e la mia pazienza è ormai giunta al limite!» urlo spazientita, bussando per la millesima volta alla porta del bagno con insistenza.
Tutte le mattine è sempre la stessa storia. Zayn sabota la mia sveglia in modo da farla suonare un quarto d’ora dopo così lui ha strada libera per il bagno e si chiude lì dentro a vita. 
«Zayn ti prego, devo prepararmi per andare a scuola.»
Lui e la sua fissazione per i capelli, è peggio di una ragazza delle volte.
La porta finalmente si apre. «La smetti di essere così rompi palle per favore?» sbuffa posando il tubetto del dentifricio.
Mi trattengo dalla voglia di saltargli addosso, - e premetto, non perché è un bel ragazzo, ma per riempire di sberle quel suo bel faccino - solo perché ha usato le due paroline magiche. Quasi mi commuovo, insomma non capita molto spesso che le dice.
Lo sfrattono via dal bagno proprio nel momento in cui sta per portare lo spazzolino alla bocca, di conseguenza il sottile strato di dentifricio cade per terra scansando per qualche centimetro le sue scarpe preferite. Mi incenerisce con lo sguardo ma prima che possa replicare o urlarmi qualche insulto del tipo “Ma sei proprio una stronza!” oppure “Come facciamo ad essere imparentati noi due? Sicura di non essere stata adottata? Non possiamo essere imparentati.” gli chiudo la porta in faccia.


L’odore forte della lacca di Zayn mi entra nelle narici facendomi storcere il naso, comincio a tossire, come quando qualcuno ti fuma allegramente accanto facendoti arrivare tutto il fumo addosso senza nessun problema, se ne fregano proprio. 
Sistemo un po’ il casino che ha fatto sul lavandino e mentre apro il getto d’acqua calda della doccia per riscaldare l’acqua.
Mi tolgo il pigiama con una mossa veloce ed entro dentro, cominciando a riflettere su come vendicarmi per la sveglia.
Cosa posso combinargli? Oh, ho sempre desiderato svegliarlo facendo rumore con le padelle.


«Milena!» urla mio fratello dal corridoio bussando alla porta.
Non dargli retta e rimani incazzata, infondo è colpa sua se sei in ritardo.
«Milena!» urla ancora più forte.
Non dargli retta e continua a rimanere incazzata con lui.
«Milena!!»
Perdo completamente la pazienza e chiudo il getto dell’acqua, esco dalla doccia e afferro l’asciugamano avvolgendomelo addosso. 
Apro la porta e guardo Zayn infastidita. «Che cazzo vuoi?» gli dico incrociando le braccia al petto.
Sghignazza divertito. «Siamo in ritardo e ti volevo dire di sbrigarti o vai a piedi stamattina.» indossa la giacca.
Alzo un sopracciglio e lo guardo con sguardo furente. «Sei uno stronzo, tu mi hai fatta uscire dalla doccia velocemente per dirmi questo? Ti rendi conto che è solamente colpa tua se sono ancora in ritardo? Che razza di fratello che ho.»
«Un fratello fighissimo.» dice indicandosi. «Cioè guardami! Tutte a scuola, e non, vorrebbero avere un fratello come me che gironzola per la casa. Sono la perfezione agli occhi altrui sorellina adorata.» annuisce convinto.
Scuoto la testa. «Dopo un giorno in tua compagnia cambierebbero casa, nazione, nome e cognome, fidati mio caro.»
«Che sorella affettiva che mi ritrovo.»
«Se non ti dispiace mi dovrei cambiare, puoi anche andartene, io vado a piedi con Adele.» richiudo la porta.
Mi asciugo i capelli e li sistemo in uno chignon, afferro i vestiti e li indosso.
Dopo aver messo un velo di trucco esco dal bagno e mi dirigo in camera per prendere la giacca, la sciarpa e lo zaino.

«Zayn?!» lo chiamo a gran voce ma non risponde.
Apro la porta di camera sua ma non lo trovo ad aspettarmi.
Scendo le scale e passo per la cucina dove trovo mia madre e mio padre intendi a guardare il tg del mattino.
«Giorno famiglia!» esclamo. «Dov’è mio fratello?»
Mia madre si versa il caffè in una tazza. «E’ uscito di casa qualche minuto fa, non lo sapevi?»
Quel coglione se n’è andato veramente? Io dicevo per dire.
Un fratello affettivo avrebbe capito che stavo scherzando e mi avrebbe aspettata.
«Ah.» dico prendendo un biscotto e mangiandolo velocemente.
«Ti conviene andare o arriverai in ritardo.» mi dice mio padre.
«Pà, - mi volto verso di lui con sguardo irritato - mi tocca andarmene a piedi renditi conto.»
«Se magari la sera vai a dormire prima non hai problemi a svegliarti.»
Lo guardo male. «Scusami se tuo figlio sabota la mia sveglia ogni mattina!»
«Non dare la colpa a Zayn come sempre.» dice mia madre.
«Oh, ma per favore.» li saluto. «Io me ne vado a scuola che è meglio.»
«Passa una buona giornata.» mi dicono prima che chiudo la porta di casa.
Come faccio a passare una buona giornata a scuola?

Il clima di Londra a quest’ora è abbastanza freddo e mi fa rabbrividire.
«Ehi Miley!» 
Solo un gruppo di persone mi chiama in questo modo.

Alzo lo sguardo e nel vedere la mia migliore amica sorrido. «Adele!»
«Gentile tuo fratello che ci accompagna a scuola stamattina, proprio non ne ce la potevo fare ad andare a piedi.»
«Gentilissimo...» sorrido sarcasticamente.
La vedo guardarsi intorno. «Ehi, ma dov’è Zayn?»
«Ecco, sì beh...» mi mordo il labbro inferiore. «Mio fratello se n’è già andato.»
«Cosa?!» esordisce.
«Non è colpa mia!» dico alzando le mani.
«Ti ha di nuovo sabotato la sveglia?» mi domanda.
Annuisco. «Me la pagherà presto.»
«Mi sento onorata ad essere figlia unica a questo punto.» ride.
«Tu ci ridi, io ti invidio da morire.»
«A me piacerebbe avere un fratello come Zayn sinceramente..»        
Le do un colpetto sul braccio. «Non fare pensieri poco carini su di lui.»
Scoppia a ridere. «Scherzavo!» sorride. «Quindi come andiamo a scuola?»
«Siamo ancora in tempo a prendere l’autobus, o quello o a piedi.» rispondo.
«Preferisco in assoluto l’autobus a questo punto.» dice sospirando.
Ci incamminiamo verso la fermata e attendiamo l’arrivo dell’autobus.

***
 
Scendiamo dall’autobus e mi soffermo a guardare l’orario, siamo ancora in tempo per fortuna.
«La prossima volta non dire a tuo fratello di andarsene, sai che non capisce quando una persona scherza o meno.» 
Faccio spallucce mentre lo cerco con lo sguardo nel cortile.
Non appena lo trovo cammino verso di lui a grandi passi puntandogli il dito contro.
«Tu! Stronzo di un fratello.» sbotto rossa di rabbia in volto.
Zayn mi guarda. «Sorellina devi cercare di calmarti, la mattina con questo comportamento scontroso non andrai proprio da nessuna parte.»
Gli alzo il dito medio sorridendogli. «Almeno così tu da qualche parte ci andrai.»
Abbozza una risata. «Divertente, davvero... chissà da chi hai preso.»
Mi stringo nella giacca. «Di certo non da te, per fortuna.»
«Comunque me l’hai detto tu che potevo anche andarmene.» dice.
«E tu mi dai anche retta? Andiamo, nessuno da retta a quello che dico.»
«Miley, capisco che la mattina ce l’hai con il mondo intero ma potresti anche salutarmi non pensi?» qualcuno mi picchietta sulla spalla.
Mi giro lentamente fino ad incontrare gli occhi color nocciola di Liam James Payne, migliore amico di mio fratello. E’ dall’età di sei anni che lo vedo gironzolare per casa nostra e ormai è diventato come un secondo fratello per me, c’è sempre nei momenti in cui ho bisogno di sfogarmi o semplicemente per parlare, è sempre molto disponibile.
«Scusami Liam.» gli schiocco un sonoro bacio sulla guancia.
«Che ha combinato stamattina Zayn?» mi domanda ridacchiando.
«Questo stronzo, mi ha sabotato la sveglia, è stato trentacinque minuti chiuso nel bagno e non mi ha nemmeno aspettato per un passaggio.»
«Trentacinque minuti?!» esclama Adele spalancando la bocca.
«Renditi conto! Trentacinque minuti.» gli do colpi sul braccio.
«Ahia!» dice Zayn strofinando la mano sul braccio. «Mi fai male.»
«Ben ti sta, coglione.»
«Se non vi dispiace io vorrei entrare a scuola. Qua fuori fa freddo.» dice Adele saltellando sul posto.
Annuiamo ed entriamo dentro il grande edificio in mattoni gialli.
«Ma perché si deve andare di mattina a scuola? Perché?» comincia a lamentarsi Zayn sbadigliando. «Anzi, perché hanno inventato la scuola?» 
«Sono le domande che ci facciamo tutti.» dice Liam scuotendo la testa.
«Io vado a prendere i libri per le prossime due ore, prima che suona la campanella e poi devo correre per i corridoi.» indico il mio armadietto.
«Adele noi due ci vediamo direttamente in classe alla terza ora per la lezione di chimica.» le dico salutandola con la mano.
Lei annuisce per poi allontanarsi verso l’aula di geografia.
«Che hai alla prima ora?» mi domanda Liam.
«Francese, se la mia mente mi fa ricordare bene.» rispondo.
Annuisce. «Io ho matematica, ci vediamo a mensa.»
«Mi raccomando comportati bene sorellina.» mi dice Zayn.
Gli sorrido. «Lo stai dicendo a me che sono una santa? Pensa per te.»  
«Io devo prendermi cura della mia sorellina sennò che fratello sarei?» 
Ah, ora fa la parte del fratello amabile e protettivo certo.
Gli faccio un segno d’approvazione e mi avvio verso il mio armadietto.
 
Proprio quando mi serve il libro di francese non lo trovo.
«Ehi, Elena
Come non riconoscere questa voce così irritante e insopportabile?
«Tomlinson, il mio nome è Milena, te lo devo scrivere su una lavagnetta o me lo scrivo sulla fronte con un pennarello indelebile?» 
Non è la prima volta che sbaglia il mio nome, ma almeno questa volta ci è andato vicino quindi mi ritengo fortunata.
Dopo aver trovato il libro di francese lo prendo, sperando con tutto il cuore che Tomlinson se ne sia andato.
«Sì, fa lo stesso.» risponde facendo un gesto con la mano come a volermi zittire.
«Hai fatto i compiti di francese?» si appoggia all’armadietto accanto al mio.
Come non detto. Proprio lui ci si deve mettere stamattina?
«Sì, ma te lo sogni che te li faccio copiare.» gli rispondo chiudendo bruscamente l’anta dell’armadietto.
Ma chi si crede di essere questo ragazzo?
Prima sbaglia il mio nome per tipo la centesima volta e dopo spera che gli faccio copiare il mio duro lavoro?
Eh no mio caro Louis, neanche per sogno.
«Andiamo Malik.» mi supplica inginocchiandosi quasi per terra, cosa che ovviamente alla fine non fa.
Che peccato, mi sarebbe piaciuto vederlo.
«Ti chiami Louis, un nome francese e di francese non ne capisci una mazza.»
«Sei impossibile! E sappi che se mi succede qualcosa la prossima ora, scatenerò la mia ira su di te, Elena, comincia a prepararti.» Mi avverte.
«Che paura.» commento facendo finta di tremare per poi scoppiargli in faccia.
«Mai mettersi contro di Louis, Elena
E basta, è così difficile il mio nome? «Milena.» preciso a denti stretti.
«Fa lo stesso.» risponde gesticolando con la mano e allontanandosi da me.
Sospiro e mi avvicino verso la macchinetta del caffè, prendo le monete da dentro la tasca destra degli jeans e li inserisco dentro, prendendomi un caffé. Mi chino per prendere il bicchiere e comincio a berlo lentamente.
«Miley
Mi giro verso la voce - che conosco molto bene - sorridendo teneramente.
«La vuoi raccontata una battuta?» mi domanda elettrizzato come non mai.
«Niall, sei l’unico contento in tutto il corridoio!» esclamo ridendo.
«Dai, devo dirtela, prima che la dimentico.» dice battendo le mani.
«Dai, dimmi questa battuta.» lo incito a parlare.
«Budino! Povero, Dino si è spaventato!» comincia a ridere come un idiota.
Lo guardo male inarcando un sopracciglio. «Che c’entra il budino ora?»
Scuote la testa. «Budino!» ripete di nuovo.
Lo guardo ancora più confusa di prima, ha sbattuto la testa per caso?
«No, non penso ci sia il budino oggi a mensa, è giovedì quindi ci sarà hamburger e patatine.»
«No, non hai capito... e comunque oggi c’è la pizza.» dice pensandoci bene.
Scuoto la testa. «No, c’è hamburger e patatine.» dico con sicurezza.
«Vado a domandarlo a Madison, quella della mensa.»
«Okay, ma prima spiegami la cosa del budino, che c’entra? E poi non dovevi dirmi una battuta? L’hai dimenticata alla fine, vero?»
Gli domando scuotendo la testa e buttando il bicchierino di carta nel cestino posto accanto alla macchinetta. 
«Budino.» ripete lui.
«Grazie, fino a qui ci sono arrivata anche io.»
«Buh-Dino, povero si è spaventato! Dai non è difficile da capire, Milly!» 
«Odio quando mi chiami Milly, Nilly
«Odio quando mi chiami Nilly, Milly!» ribatte.
Ci guardiamo male per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.
«Che hai a prima ora?» gli chiedo.
«Matematica, sono in classe con Liam. Tu francese, giusto?»
Annuisco sbuffando. «Sfortunatamente. Non ne posso più.»
«Resisti ancora per un po’, - mi abbraccia - sta per suonare la campanella, non voglio fare tardi, la prof è scorbutica. Ci vediamo a mensa.»
Proprio in quel momento suona la campanella. «Maledetta!» 
Niall ride per poi darmi un colpetto sul braccio. «A dopo allora, Miley.»
«A dopo Niall, la battuta comunque era pessima, cercane una migliore.»

***
 
Mi dirigo verso la classe e non appena arrivo davanti alla porta vado a sbattere contro qualcuno e finisco per terra.
«Non ti avevo vista! Scusa.»
Mi porto una mano sul punto dove ho il suo braccio mi ha colpita.
«Insomma guarda dove vai, non si è più al sicuro nemmeno in classe.»
Si mette a ridere e mi tende la mano. «Dai, non è stata mica mia intenzione.»
Scanso la sua mano e alzo lo sguardo. «Harry?!» domando confusa.
«Oh, Milena, anche tu hai a prima ora francese?» mi chiede.
«Io sono sempre stata qui a prima ora, tu come mai sei qui?» 
«Ho cambiato, invece di fare francese a seconda ora la faccio alla prima.»
E’ una decisione abbastanza stupida, ma sto parlando con Harry Styles quindi.
Una risata mi fa ancora di più innervosire. «Malik, non mi dire, sei caduta?»
Proprio nel momento meno opportuno è sempre in mezzo? 
«No, il pavimento si sentiva solo e quindi avevo voglia di abbracciarlo. Sai, lui ha dei sentimenti... al contrario di te.» 
Ruota gli occhi. «Allora? Ti alzi o vuoi rimanere qui a terra per tutta l’ora? Io dovrei passare se non ti dispiace.» 
«Sì, mi dispiace, la tua presenza mi infastidisce abbastanza.»
«La cosa è reciproca.» ribatte sorridendo sarcasticamente.
Mi alzo da terra pulendomi gli jeans. «Almeno un sentimento per me lo provi, che onore.»
«L’odio è un sentimento?» domanda.
Scuoto la testa. «Per te l’intelligenza è un optional vero?»
Sta per ribattere ma viene interrotto dall’entrata della prof.
«Tomlinson, Malik, volete prendere posto o vi metto una nota?»
Sbuffiamo. «No signora.» rispondiamo insieme per poi andarci a sedere.
Harry mi picchietta sulla spalla. «Il tuo libro di francese.» me lo porge.
Gli sorrido, facendogli un cenno di ringraziamento con il capo.
Stranamente mi sembra più gentile di prima, insomma, l’ultima volta che abbiamo avuto una specie di conversazione è stato...
Bah, meglio non pensarci... non mi va di ricordare quello che è successo un anno fa.
«Bene, correggiamo i compiti.» esclama la prof aprendo il libro.
Tomlinson si gira in mia direzione incenerendomi con lo sguardo.
Gli sorrido in modo sarcastico.
«Erano a pagina 67 e 68, se non sbaglio, giusto?» chiede la Moreau.
«Esatto professoressa.» rispondo alzando la mano e sorridendole.
«Grazie, Malik, sempre molto disponibile.»
Riguardo Louis che mi sta maledicendo in tutte le lingue del mondo, tranne in francese perché sono sicura che non saprebbe cosa dire. La Moreau posa il dito sul registro e prende un nome a caso.
«Tomlinson.» lo chiama.
Louis si irrigidisce sul posto e comincia a sudare freddo.
«Louis? Inizia a correggere il primo esercizio dai.»
Lo vedo che cerca aiuto da altri compagni ma non gli rispondono.
«Ecco... professoressa... vede io... non li ho fatti.» dice a bassa voce.
«Come scusa?» 
Louis prende un respiro. «Non ho fatto gli esercizi.» dice velocemente.
La Moreau si alza diventando rossa in viso. «Tu non hai fatto gli esercizi?! Tomlinson, questo è troppo! Non li fai mai, sono stufa di te. Ora, vieni interrogato e se rispondi male a quello che ti chiedo ti mando fuori per tutta l’ora e anche dal preside.»
«Ma prof io...» cerca di giustificarsi.
«Niente scuse, Tomlinson!»
Comincio a ridere coprendomi la bocca con la mano.
«Signorina Malik, ha qualche motivo logico per ridere?» mi chiede.
«La stupidità di Tomlinson è un motivo logico?» Chiedo.
«Mi hai appena dato dello stupido?» mi domanda Louis alzandosi.
«Beh, ma è la verità!» alzo le mani.
«Se avete dei problemi siete pregati di risolverli al di fuori di questa classe. Non voglio tenzioni durante le mie lezioni.»
«Quindi io sarei uno stupido?» mi ridomanda Louis.
«Lo sanno tutti, pensavo che lo sapevi anche tu.» rispondo.
«Parli proprio tu?»
«Che vorresti insinuare?» gli vado incontro.
«Basta! - esclama la Moreau dividendoci - Fuori da questa classe, ora!»
Ci giriamo verso di lei. «Ma prof!» esclamiamo.
«Niente ma, fuori! Ringraziate che non vi metto una nota.»
Sbuffo. «Cammina idiota.» spingo Louis fuori dalla classe.
Chiudo la porta della classe sbuffando.
Il corridoio è vuoto, ci siamo solo noi.
Dannazione a te, Louis! 
«Spero che sarai contento adesso.» batto le mani per congratularmi in modo sarcastico.
Sorride soddisfatto. «Devo dire la verità? Abbastanza, te lo sei meritato e ti avevo anche avvisata.»
«Io?!» esclamo puntandogli un dito contro. «Io sto sempre attenta alle lezioni, beh, la maggior parte di volte lo sono... e ho dei voti abbastanza buoni e tu che mi fai fare? Mi fai incazzare con te in modo che la Moreau mi sbatte fuori dalla classe!» 
«Shh.» mi invita a fare silenzio con il dito. «Lì dentro stanno facendo lezione, porta rispetto alla professoressa no?» 
«Vaffanculo Louis!» esclamo cominciando a camminare per il corridoio.
«Dove vai?» mi domanda.
«Lontano da te.»
«Ma non c’è bello se non ci sono io.» dice.
«Ogni posto è migliore se non ci sei tu, Louis.» 

***

 
«E quindi sei finita fuori dalla classe per colpa di Louis?» Mi chiede Adele.
Annuisco. «Lo odio! Lo odio con tutto il mio cuore, non avevo fatto nulla di male, ero preparata e tutto.»
«Chi è un coglione? Chi odi? Andiamoci piano, sono così dolce con te.» dice Zayn sedendosi al tavolo.
«Ma tu sei sempre in mezzo? E comunque non parlavo di te.» gli rispondo infastidita.
«Sono tuo fratello.» risponde alzando un sopracciglio.
«No, ma dici per davvero?» faccio la faccia da finta sorpresa.
«Seriamente. Sei finita fuori dalla classe per colpa di Louis? Uh, mia sorella che finisce fuori, che ribelle.» mi domanda.
Annuisco sospirando. «Sì, sono finita fuori dalla classe per colpa sua.»
«Sei finita fuori dalla classe per colpa di chi?» domandano Niall e Liam venendoci incontro con i loro vassoi in mano e sedendosi al tavolo.
Mi porto la mano alla fronte, chi me lo fa fare? «Ma siete deficienti o cosa?»
«No, sono il tuo migliore amico, e tra migliori amici si ci racconta tutto quindi devo saperlo.» dice Niall.
«Lo ripeterò per l’ultima volta quindi state tutti attenti.»
Tutti si avvicinano con espressione molto concentrata.
«Sono finita fuori dalla classe di francese per colpa di Louis perché abbiamo avuto una specie di discussione in classe dato che prima non gli ho fatto copiare i compiti, e non solo! Harry Styles, mi ha rivolto di nuovo la parola dopo.. insomma lo sapete.» dico gesticolando nervosamente.
Sono più confusi di prima. «Styles? Quel Styles?» domanda Adele.
«No Adele, l’altro.» 
Strabuzza gli occhi. «C’è un altro Styles in questa scuola?»
Scuoto la testa, delle volte mi sento così sola... il mio cervello si sente solo.
«Ecco, tu saresti la ragazza perfetta per Louis.» le dico.
Si strozza con la sua stessa saliva. «Ti drogi per caso? Io ti ho sempre detto che non devi accettare mai la droga da tuo fratello.» 
Zayn sbuffa. «Ancora con questa storia. Io non mi drogo! Sono un bravo ragazzo.»
«La convinzione fotte fratello mio caro.» gli do una pacca sulla schiena.
«E comunque non mettere in mezzo questa cosa perché sai benissimo che tu...» 
La interrompo. 
«Adele ho detto che non voglio più parlare di quello che è successo.»
Zayn cerca di cambiare discorso. «Non è la fine del mondo se per una volta ti sbattono fuori dalla classe, capita a tutti, sta tranquilla.»
«A tutti ovvero, a te?» alzo un sopracciglio.
«Io detengo il record di tutto l’istituto.» dice vantandosi.
Liam alza le mani. «Ritornando seri, non iniziare ad avere di nuovo sintonia ne con Harry Styles ne con, soprattutto con, Louis Tomlinson, sai che non mi convingono più dopo quello che hanno fatto e mi dispiace se prima eravamo legati.»
«Liam nemmeno a me stanno più molto simpatici ma penso che Harry sia cambiato, penso che è ritornato uno come noi.» dico.
«No! Non pensarlo nemmeno.» esclama Niall.
«Lui, insieme al suo amichetto ci hanno fatto passare un anno da schifo! Soprattutto a te, mia cara Milena. Non pensare che è ritornato il vecchio ragazzo di una volta perché non lo è più.»
«Niall a volte gli errori si possono perdonare.» dico.
«Quindi mi perdoni per la sveglia?» mi domanda Zayn speranzoso.
Lo guardo male. «No, vaffanculo, prima o poi mi vendico per questa storia.»
«Ma hai appena detto che..»
Lo blocco. «Ti ho detto che non devi dare retta a quello che dico.»
 
«Milena?» 
Mi giro e mi ritrovo due iridi color smeraldo che mi guardano.
«Se il tuo amico si aspetta delle scuse da parte mia se le può sognare, io non mi scuserò mai.» dico alzando una mano.
Harry scuote la testa sorridendo, mostrando le fossette. «No, non sono quì per questo.»
«Allora dimmi tutto.» lo invito a parlare.
«Hai dimenticato questo in classe.» mi porge il diario.
Lo prendo. «Grazie, ultimamente non so perché ma dimentico tutto.»
«Non preoccuparti.» sorride per poi allontanarsi verso il tavolo di Louis.
Lo guardo incuriosita. Perché si comporta in modo gentile con me?
Insomma Niall non ha tutti i torti, ci hanno fatto passare un anno da schifo.
Soprattutto a me, mi hanno trattato malissimo... mi hanno ferita, Louis mi ha ferita.
«Le persone cambiano e adesso ne ho la prova.» dice Zayn tossendo. «Peccato che Louis non cambierà più secondo me, non ritornerà come prima, eravamo dei grandi amici e devo ammettere che mi mancano le sue pazzie.»
Guardo verso il loro tavolo.
Non mi convince molto questa situazione.
 

 



Ri-ciao a tutti!
Sono di nuovo qui a intasare questo fandom di fan fiction.

Ho deciso di pubblicare questa storia perché ormai è da un anno che sto su efp
e oltre alla mia altra storia e alla mia os non ho pubblicato un bel niente, quindi era ora di darmi una mossa.
Cosa ne pensate di questa storia? Questo primo capitolo è a vostro piacimento?
Spero di sì, anche perché ho molte idee per questa storia.
Mi piacciono le storie con protagonista Louis, sono molto comiche e belle allo stesso tempo.
Spero davvero che come capitolo vi sia piaciuto. 
Per farmelo sapere lasciatemi una recensione almeno mi date la carica di continuare con il secondo capitolo!
Ricordatevi sempre che vi amo, amo tutti voi che leggete le mie fanfiction.


Ella.

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Capitolo 2
*** Affare fatto. ***


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2. Affare fatto.

 

«Oh, dannazione!» esclama Adele infuriata. «È il giorno delle coppiette felici oggi?» 
Picchietto i piedi per terra. «Sei una ragazza troppo problematica.» 
L’ennesima coppietta si ferma dietro di noi per guardare il tabellone con le specialità.
«Basta, questo è decisamente troppo. Voglio un ragazzo, ora!»
Mi giro verso di lei allargando le braccia. «Ma basta lamentarsi del fatto di essere single, abbiamo problemi maggiori qui! Come, ad esempio, perché McDonald’s non serve la colazione dopo le 10:30? L’avevo detto io di andare da Starbucks.» 
«La cosa è diversa, io ti avevo detto di entrare a scuola stamattina ma tu hai continuato a dire di no, che dovevamo fare le bad girls per almeno un giorno.» ruota gli occhi.
«Adele, stai zitta!» le faccio segno con la mano. «L’avessi detto a Zayn almeno...»
«Infatti, noi due sole che cosa facciamo per tutta la mattinata?» 
«Prima di tutto devo avere la mia colazione, è un fatto personale ora.»
La coppietta davanti a noi riceve le loro ordinazioni e così passiamo davanti.
«Buongiorno.» ci saluta la cassiera. «Cosa volete ordinare?»
«La colazione.» dico annuendo convinta.
«Scusa ma sono le 10:40 e a quest’ora non serviamo più la colazione qui.»
«Ma che significa?! Se io voglio la colazione tu mi devi dare la mia colazione!»
«Con calma signorina.»
«Ma quale calma!» sbatto una mano sul bancone. «Datemi la colazione, ora.»
«Ti ho detto che dopo le 10:30 non serviamo più la colazione, quindi se vuoi ordinare qualcosai prendi un hamburger e fai veloce, stai bloccando la fila.» indica la fila dietro.
«Milena non ha tutti i torti, stanno iniziando a lamentarsi...» mi sussurra Adele.
«Ma non è giusto! Se qualcuno vuole la colazione, devono darle la colazione.» 
«Signorina vuoi ordinare qualcosa sì o no?» insiste la cassiera.
«Sai cosa ti dico? Me ne vado da Starbucks che là non si creano tutti questi problemi.»
La cassiera mi guarda con sguardo sconvolto. «Che maleducazione.»
«Voi che non mi date la mia colazione!» le punto un dito. «Vergognatevi.»
Adele mi afferra per un braccio e mi trascina verso l’uscita. «Andiamo che è meglio.»
«Ah e voglio anche dirvi che le vostre uniformi di lavoro fanno schifo!»
Adele mi spinge fuori e si scusa del mio comportamento.
«Ahia!» mi accarezzo il polso. «Mi hai fatto un male cane, sei impazzita?»
Mi guarda male con le braccia incrociate al petto. «Io? Casomai tu sei impazzita.»
«Mi fanno incazzare. Dov’è finito il detto -il cliente ha sempre ragione-?» 
«Ti sei sentita? Abbiamo fatto una figura di merda enorme.»
Mi mordo il labbro. «Scusami, mi sono comportata da idiota.»
«Ti perdono.» mi sorride. «Andiamo da Starbucks dai, così facciamo colazione.»
«Una colazione decente almeno.»

***


Mi pulisco le labbra e guardo l’orologio sorridendo soddisfatta.
«Ahh quei dementi sono nella classe di matematica a quest’ora.» le urlo.
«Non mi urlare nell’orecchio, dannazione!» esclama.
Rido e bevo un sorso di frappuccino. «Te lo dico che sei problematica.»
«Ma fottiti non sono affatto problematica io.» dice mordendo un croissant.
«Aw. La mia migliore amica è così dolce.»
«Scherzi a parte, dobbiamo parlare seriamente noi due.» ritorna seria.
«Di cosa dobbiamo parlare?» domando innocentemente.
Lei alza gli occhi. «Oh, non saprei... di Louis William Tomlinson?»
Abbasso lo sguardo. «Non voglio parlarne e poi non c’è nessun motivo.»
«Non mi convince per niente, il modo in cui si comporta.»
«Ho detto che non voglio parlare di Louis! Io lo odio, lui mi odia. Caso chiuso.»
«Non è un caso chiuso, Milena. Sono passati tre giorni e lui quando ti vede bisbiglia sempre qualcosa ad Harry, che poi anche lui non mi convince tanto.» dice.
«A te non convince nessuno. Mi fido di Harry.»
«Come puoi fidarti di lui? Di noi ti puoi fidare, non di lui!» 
«Non lo so, ma io sento di potermi fidare di lui, non è facile da spiegare.»
Porta le mani alla fronte. «No, no, tu stai completamente impazzendo.»
«Fatemi fare qualche errore ogni tanto, no? Da questi si impara.»
«Non voglio che il tuo cuore si spezzi un’altra volta. Vederti piangere ci fa male, e ci fa ancora più male sapere che non possiamo fare nulla per aiutarti.» dice.
«Non devi preoccuparti Adele, non soffrirò di nuovo, stai tranquilla.» le sorrido.
Sospira. «Come dici tu.»
«Che ne dici? Paghiamo e andiamo in giro per negozi?» le propongo.
Lei annuisce entusiasta. «Tu mi leggi nel pensiero mia cara.»


Louis.

 
 
La campanella che segna la fine della quarta ora suona e i miei compagni di classe ci impiegano meno di due secondi a sparire dall’aula. «Salutare no, mi raccomando!»
La Moreau oggi mi sembra più incazzata del solito, chissà che le prende.
Harry sta per uscire dalla classe ma si ferma e si volta in mia direzione.
«Louis ci vediamo a fine scuola, devo portare questo libro in biblioteca.» 
Sventola un libro abbastanza vecchiotto.
«Un libro? Da quando ti sei messo a leggere i libri?» gli domando sorpreso.
Lui ridacchia. «Era per un compito di letteratura.»
«Oh, capisco.» mi alzo dal banco. «Allora ci vediamo dopo amico.»
Si sistema i ricci con una mossa veloce e sparisce dalla classe.
Prendo le mie cose e mi avvio verso la porta.
«Tomlinson.» mi chiama la Moreau. «Ti puoi trattenere per alcuni minuti?»
Mi giro verso di lei sbuffando. «Perché?»
«Ti devo dire una cosa molto importante.»
«Mi scusi ma io avrei la lezione di inglese ora e-»
Mi interrompe. «Oh andiamo, so che non ti interessa di arrivare puntuale.»
Un punto per la Moreau, zero punti per me.
Sospiro. «Mi dica.» le dico appoggiandomi al banco.
«Louis i tuoi voti sono così brutti che mi viene la depressione a scriverli sulle verifiche.»
«Non sono poi così male...»
Si toglie gli occhiali da vista. «Vogliamo parlare della verifica precedente? Una F.»
Touché. «No, meglio non ritornare più su questo discorso.»
«Esattamente. Non so più cosa fare con te... sei un completo disastro!» dice.
«Mi dispiace, cercherò di migliorare.»
«Ed è per questo che ti assegnerò una compagna di studio.»
Sbarro gli occhi. «Una che?!» 
«Nella prossima verifica devi prendere una sufficienza piena altrimenti verrai bocciato
 nella mia materia e dovrai fare i corsi di recupero estivi, e tu non vuoi farli, vero?»
«No, assolutamente no!» esclamo.
Solo al pensiero di rimanere a scuola durante l’estate impazzisco.
«Ed è per questo che ti serve aiuto nello studio.»
«E da chi mi dovrei fare aiutare?» le domando.
«Dalla più brava della classe, mi sembra ovvio.»
«Elena?» chiedo.
Lei ha i voti più alti della classe.
«Milena, Tomlinson... si chiama Milena.»
Adesso anche la Moreau mi corregge! Ottimo.
«Fa lo stesso.» dico poco interessato.
«Sono sicura che accetterà volentieri di darti alcune lezioni.»
«Ne sarà entusiasta.» dico sarcasticamente.
«Esattamente! Quindi adesso devi solo parlarne con lei.»     
«Glielo chiederò, adesso posso andare?» le chiedo.
«Certamente. Dì che sei arrivato in ritardo alla lezione a causa mia.»
Annuisco per poi uscire dalla classe.
E quindi devo farmi dare lezioni da Milena?
Posso approfittare di questa situazione...
Prendo il cellulare dalla tasca e mando un messaggio ad Harry.
 
A: Harry
Cambio di programma. Non aspettarmi dopo scuola, ho un impegno.
Mi è anche venuto in mente un piano fantastico. 
Ti spiegherò dopo tutti i dettagli. Louis x

 

Milena.

 
 
«Sei fortunata che mamma e papà non sono a casa, se scoprivano che hai saltato scuola oggi ti mettevano in punizione per alcuni giorni. E ringrazia di avere uno fratello come me che non fa la spia. Anche se non è giusto! Potevi pur sempre avvisarci, vi facevamo compagnia. Ah, stavo pensando di ordinare la pizza stasera dato che siamo solo noi due.»
Sto ferma a fissare un punto del soggiorno, avvolta nei miei pensieri.
«Mi stai ascoltando?!» mi domanda Zayn schioccandomi le dita davanti al viso.
Scuoto la testa ritornando sul pianeta terra. «Certamente...»
«Va beh.» fa spallucce. «Comunque che ne dici?»
«Oh io... hai pienamente ragione in tutto quello che hai detto.»
Scuote la testa ridacchiando. «Milena, cosa stai dicendo?»
«Scusa ma non mi hai chiesto se...»
Mi interrompe. «Se?»
«Insomma, quella cosa...»
«Milena, io ti stavo dicendo che forse è meglio se ordiniamo pizza stasera dato che i nostri genitori non ci sono. Non pensare ad altre cose e prestami attenzione!» si lamenta.
«Scusami.» mi mordo il labbro inferiore. «Comunque sì, per me va bene.»
«Allora che pizza sia.»
«Sempre meglio la pizza che qualcosa cucinata da te.»
«Simpatica.» fa un mezzo sorriso finto. «Io sono bravissimo per tua informazione.»
«Sì, bravissimo a far venire un blocco intestinale a tutti.»
Mi fa la linguaccia. «Come sei divertente. Comunque, a cosa pensavi prima?»
«Oh, a...» mi  blocco, non posso dirgli "ma sai Zayn, pensavo a Louis", «a nessuno.»
«Oh, quindi pensavi a qualcuno!»
«No, non pensavo a nessuno Zayn, smettila di essere così invadente.»
Inclina la testa. «Sono tuo fratello, è un obbligo.»
Abbasso lo sguardo. «Sai a cosa stavo pensando...»
Si inumidisce le labbra. «Milena, senti, io non voglio che tu stia vicina ad Harry, non mi convince ancora tanto, e te lo ripeto per la millesima volta, non avvicinarti a Louis.»
«Non preoccuparti Zayn, però vorrei provare a fidarmi di Harry.»
Vedo dalla sua espressione che non è d’accordo. «Ne sei sicura?»
Gli sorrido. «Sicura.»
«Beh, rispetto le tue scelte, ma stai attenta.» mi lascia un bacio sulla guancia e si alza.
Lo guardo incuriosita. «Dove stai andando?» gli domando.
«Devo uscire, ci vediamo stasera. Porto direttamente io le pizze.»
«Mi raccomando prendi la mia preferita.»
«Ovvero la margherita?» ridacchia.
«Esatto, ho gusti abbastanza semplici io.»
Ride mettendosi la giacca. «A stasera scema.» 
Sventolo la mano in aria e lui esce di casa.
Approfitterò del silenzio per finire i compiti di domani.
 
***
 
«E il nostro corpo è composto dal 70% di acqua...»
Vengo interrotta dal suono del campanello.
Possibile che nei momenti meno opportuni devo sempre aprire io?
Una cosa è certa, insegnerò a Boris ad aprire le porte.
«Boris, perché non sai aprire una porta?» domando al cane sbuffando.
Abbandono il libro sul letto e mi precipito giù per le scale, verso la porta.
«Malik.»
Rimango di stucco trovandomi la faccia da cane bastonato di Louis Tomlinson.
«Che vuoi?» domando con tono acido.
«C’è tuo fratello in casa?» domanda come se nulla fosse, sbirciando all’interno.
«Non ho idea di dove sia, non ho mai dato così importanza su dove va mio fratello in questi miei diciassette anni. E poi a te che interessa di mio fratello? Se non ti dispiace dovrei studiare biologia per domani.» rispondo sbattendogli la porta in faccia.
Perché diavolo Louis Tomlinson è venuto a casa mia?
E poi perché mi domanda di Zayn se nemmeno gli da più importanza?
Mi avvicino verso le scale quando il campanello ritorna a suonare. 
Vado ad aprire infuriata come non mai.
«Louis che cazzo vuoi? Io devo studiare, smettila!» gli urlo in faccia.
«Bambolina calmati, ero venuto a chiederti una cosa importantissima.» dice infilandosi le mani nelle tasche degli jeans. «E poi non sei carina quando ti arrabbi.»
«Oh, lo prendo come un complimento da te. Se sei venuto a dirmi che due più due fa quattro, bravo, hai scoperto l’acqua calda.» 
Lui scuote la testa da destra a sinistra ridacchiando per poi ritornare serio.
«La Moreau mi ha dato un’ultima possibilità, e quindi mi servi tu per arrivare almeno ad una bella sufficienza piena alla prossima verifica.» risponde sbuffando. 
Ah, tu sbuffi Tomlinson? 
Ti prenderei a pugni in faccia, razza di idiota.
«Io?!» esclamo. «E perché mai dovrei aiutarti?»
«Perché la Moreau mi ha affidato a te.» risponde.
«No, mi oppongo, io non ti aiuterò mai e poi mai.»
«Devi. Non vorrai disubbidire alla Moreau.»
Umm, non posso fare un torto alla professoressa...
«Per questa settimana dovrei darti lezioni?» gli domando.
«Sì.»
«Solo questa settimana?»
«Sì.»
Mi pento di quello che sto per dire.
Zayn mi ucciderà.
«Affare fatto
Sorride soddisfatto. «Benissimo, quando iniziamo quindi?» mi domanda.
«Io direi...»
Mi interrompe. «Iniziamo ora?» 
«No, Zayn potrebbe arrivare e non sarebbe felice se ti vedesse a casa nostra.» gli dico.
«Ah... quindi quando iniziamo? Devo prendere questa sufficienza.»
«Domani?» gli domando.
«Domani è perfetto. Vieni a casa mia.» dice.
«A-a casa tua? No, io non...»
«Non credo che io posso venire qui tranquillamente.»
Mi mordo il labbro inferiore. «No, infatti...»
«Allora ci vediamo domani dopo la scuola, andiamo insieme.»
«Emm... okay?!»
«Ciao, Elena.» fa un cenno con il capo.
Tossisco. «Ti do lezioni ad un patto.»
«Che genere di patto?» mi domanda confuso.
«Devi almeno dire il mio nome giusto.»
Ridacchia scuotendo la testa. «Scusa, Milena
«O almeno chiamami Lena.»
«Lena mi sta bene.» dice. «Ora vado, a domani.»
«Ciao Louis...» chiudo la porta.
Che ho combinato?

 
 



Finalmente sono riuscita ad aggiornare, sono fiera di me stessa.
Scusate il ritardo ma ho avuto un sacco di impegni e non ho potuto scrivere.
Non è lungo come il primo capitolo, ma spero che vi piaccia lo stesso.
Allora, come vi sembra questa storia? 
Scommetto che ancora non avete scoperto un piccolo particolare...
Ma non preoccupatevi... ci arriveremo molto presto.
Lasciate alcune recensioni dai, datemi la forza di continuare!
Love u.


Ella.

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