Hope.

di Akane92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who Are You? ***
Capitolo 2: *** Welcome Back Home ***
Capitolo 3: *** First Meet ***
Capitolo 4: *** Revelations ***
Capitolo 5: *** Kopa ***
Capitolo 6: *** Twins ***
Capitolo 7: *** Amor Vincit Omnia ***
Capitolo 8: *** Twilight ? ***
Capitolo 9: *** Pre - Party ***
Capitolo 10: *** The Party ***
Capitolo 11: *** Drunk ***
Capitolo 12: *** What happens? ***
Capitolo 13: *** Confused ***
Capitolo 14: *** Hunters ***
Capitolo 15: *** Wounded ***
Capitolo 16: *** Changes ***
Capitolo 17: *** You're mine, now. ***
Capitolo 18: *** My Girl. ***
Capitolo 19: *** Threat ***
Capitolo 20: *** Deucalion ***
Capitolo 21: *** Approach ***
Capitolo 22: *** New Home ***
Capitolo 23: *** Preparation ***
Capitolo 24: *** Hi, Dad. ***
Capitolo 25: *** Halloween. ***
Capitolo 26: *** Disappearance ***
Capitolo 27: *** Pain. ***
Capitolo 28: *** Fight ***
Capitolo 29: *** I Love You ***
Capitolo 30: *** Condom ***
Capitolo 31: *** Resistance ***
Capitolo 32: *** School ***
Capitolo 33: *** The True First Time ***
Capitolo 34: *** Wake Up ***
Capitolo 35: *** Witches ***
Capitolo 36: *** Bowling ***
Capitolo 37: *** Christmas ***
Capitolo 38: *** Request ***
Capitolo 39: *** Decision ***
Capitolo 40: *** Empty ***
Capitolo 41: *** Back To You ***
Capitolo 42: *** You're my life, now. ***
Capitolo 43: *** Forever. ***



Capitolo 1
*** Who Are You? ***


Who Are you?




Negli ultimi tempi erano successe tante, troppe cose nella vita di Derek Hale.
Era finalmente riuscito a scoprire chi aveva appiccato l’incendio a casa sua uccidendo tutta la sua famiglia, ed era anche riuscito a diventare un Alpha. La sua vita era profondamente cambiata. Aveva un branco formato da tre ragazzi, aveva due nuovi … amici? No, lui non gli avrebbe mai ritenuti tali. Conoscenti, forse. Compagni. Colore che lo avevano aiutato durante quei mesi pieni di nuovi e a volte spaventosi eventi.  Scott e Stiles.  Erano proprio loro che Derek cercava, all’uscita della loro scuola a Beacon Hills.
Sapeva che nuovi branchi e nuovi Alpha si stavano avvicinando a loro, e aveva bisogno di preparare sia il suo branco sia Scott e Stiles.
Scrutava gli adolescenti che si ritrovavano nel parcheggio della scuola, sorridenti e privi di pensieri, non curanti del fatto che chissà quanti lupi mannari sarebbero arrivati a terrorizzare la città.
Fu lì che successe, in quel momento, seduto comodamente ad aspettare nella sua macchina, ignaro di tutto ciò che a breve gli sarebbe capitato da quel momento in avanti.
Due occhi grandi e verdi incrociarono il suo sguardo per qualche secondo. Un occhiata veloce che per il lupo fu fatale.
Qualcosa dentro di lui si mosse, all’improvviso. Non ebbe neanche il tempo di capire. I suoi battiti aumentarono, le sue mani tremavano, e i suoi occhi non potevano fare a meno di continuare a seguire quegli occhi magnetici. Strinse ancora più forte il volante della sua auto con i muscoli del corpo tutti tesi. Era una ragazza. Una ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi come il sangue. Sorrideva, mostrando i denti che per Derek in quel momento erano perfetti, insieme a tutto il resto. Era una strega, forse?
Si concentrò sul ragazzo che era abbracciato a lei. Stiles. E poi accanto a lui Scott, Lydia ed Allison. La conoscevano? Chi era?
Era sicuro di non averla mai vista. Era sicuro che non gliene sarebbe dovuto importare nulla. E allora perché non riusciva a toglierle gli occhi di dosso? 
Fu solo quando Stiles lo indicò, cercando di salutarlo, che l’Alpha tornò in sé e fece marcia indietro con la macchina, sparendo dalla loro vista. Cosa stava succedendo? Perché continuava a pensare a quei occhi? Perché aveva ancora il petto in fiamme e il cuore che non riusciva a calmarsi? Era una cosa normale?
Pensò di stare per sentirsi male, visto che altra spiegazione non poteva esserci,  e la prima cosa che gli venne in mente fu quella di andare dal veterinario, il Dottor Deaton, che conosceva la sua storia e il suo essere un lupo mannaro.
Entrò nello studio spalancando la porta.
<< Buongiorno anche a te, Derek >> disse il dottore, mentre non toglieva gli occhi di dosso dal gatto a cui stava facendo un’iniezione.
<< Cosa ho? >> chiese il lupo, quasi ansimando.
Il veterinario alzò gli occhi su Derek << A parte il fatto che ti vedo abbastanza sudato, mi sembra che tu stia bene >>
<< Non sto bene! >>
<< Cosa ti senti, allora? >>
<< Il cuore mi batte come se avessi combattuto per tre ore di fila, mi tremano le mani e mi fa male lo stomaco >>
<< E’ successo qualcosa? >> chiese, mentre metteva il gatto nella sua gabbietta.
<< Ero in macchina ad aspettare Scott … >>
<< E… ? >>
<< Ho visto una ragazza. I suoi occhi, più che altro. E mi è successo questo. Ho pensato possa essere una strega >>
La risposta del veterinario fu una grossa risata.
<< Non c’è niente da ridere! >> urlò il lupo, mostrando i denti.
<< Calmati ora >>
<< Sa cos’ho? >>
<< Non con precisione. So solo che, ogni tanto, voi lupi avete queste reazioni quando … bè, quando vedete qualcuno che potrebbe essere la vostra compagna, mettiamola così >>
Derek si aspettava tutto, meno che quella risposta.
<< Cosa?! >>
<< Ti sarà semplicemente piaciuto quella ragazza, Derek. E non credo tu possa farci niente >>
Un ringhio pervase tutto lo studio del dottore, mentre il lupo andava via più arrabbiato che mai.
Piacermi una ragazza. Certo. Non ho tempo per queste cose, dottore. Sono un’Alpha e devo pensare solo a questo. Non alle robe da ragazzini.
Pensava questo, il lupo, eppure quei due occhi continuava a essere presenti nella sua testa … 

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Capitolo 2
*** Welcome Back Home ***


Welcome Back Home



Era mattina presto quando la ragazza dagli occhi verdi scese dal taxi che dall’aeroporto l’aveva riportata a casa sua. Finalmente, sentiva di nuovo l’odore di casa. L’odore dei boschi, delle piante, di tutta la natura che circondava la sua Beacon Hills. E finalmente poté rivedere suo padre e suo fratello, che correva verso di lei a braccia spalancate.
<< Sorellina! >>
<< Stiles! >>
Il ragazzo la abbracciava come non aveva potuto fare negli ultimi due anni.
<< Non respiro! Stiles! Perché non dai il benvenuto a Kopa? >> chiese la ragazza, liberandosi della stretta del fratello.
<< Chi è Kopa? >>
La ragazza sorrise, aprendo lo sportello del taxi.
<< Un cane! >> un dalmata corse fra le braccia della sua padroncina, ignorando del tutto Stiles.
<< Ehi, perché lei può avere un cane e io no? >>
<< Perché lei è più responsabile di te >> disse una voce dietro le spalle della ragazza.
<< Papà! >> fu lei questa volta a spalancare le braccia verso il padre, più contenta che mai.
<< Ciao piccolina >>
<< Tu sapevi che lei aveva un cane e non me l’hai mai detto? >>
<< Esatto, altrimenti ne avresti voluto uno tu >>
<< Ora è anche tuo, Stiles >> sorride lei, non lasciando ancora l’abbraccio del padre.
<< Oh, ma grazie. Mi avete solo mentito, per quanto, due anni? >>
<< Ha meno di un anno. E ora mi aiuteresti con le valigie? >>
<< Wow! >> esclamò non appena vide le tre valigie nel bagagliaio del taxi << Ti sei portata tutta New York City? >>
<< Ci sono dei regali per te, lì dentro >>
<< Allora tutto a posto. Dopo ti porto a scuola! Ho una jeep, ora! >>
<< Lo so, Stiles. Non posso credere che torneremo ad andare insieme a scuola … Mi devi raccontare tutto! Cos’è successo in questi ultimi tempi? >>
<< Ehm, niente di che >> tentò di essere sincero, fingendo noncuranza.
<< Andiamo dentro, devo dirti io cos’è successo in questi tempi >> disse l’agente di polizia, nonché padre dei due ragazzi.
<< Devo preoccuparmi? >>
<< Forse >>
Non appena furono a casa, la ragazza vide consegnarsi uno strano regalo di bentornato.
<< Uno spray al peperoncino? >> chiese, dubbiosa.
<< Ultimamente ci sono stati degli incidenti, con dei leoni di montagna >>
<< Oh. E tu credi che questo potrà proteggermi? >>
<< In effetti, papà, non credo che quel coso potrebbe fare qualcosa contro una bestia del genere >> si intromise Stiles, che la sapeva più lunga di suo padre.
<< Cosa devo darle secondo te?! Una pistola? >>
Con dei proiettili d’argento, magari.Pensò il ragazzo, facendo spallucce al padre.
<< Va bene, va bene. Lo terrò, contento? >> sorrise la ragazza, cercando di parere il più calma possibile.
<< Grazie. Stiles, farete tardi già il primo giorno di scuola? >>
<< Ti aspetto in macchina >> disse il ragazzo alla sorella, facendole l’occhiolino.
<< Preparo la borsa >>
<< Sì >> annuì il padre << E bentornata a casa, Hope. >>
 
 
<< Allora, vuoi spiegarmi cos’è questa storia dei leoni di montagna? >> chiese Hope mentre ormai erano quasi arrivati a scuola.
<< Te l’ha già detto papà >>
<< Stiles, avanti, lo sai che non puoi mentirmi. Ti conosco >>
<< Ci sono solo stati degli omicidi, tutto qui >>
<< Omicidi? Non erano stati i leoni? >>
<< Ho .. ho detto omicidi? Mi sono sbagliato, scusami. Uccisioni. Solo uccisioni. >>
<< Una volta non mi mentivi >>
<< Non ti mento >> più o meno.
<< Mi prometti che mi spiegherai? >> gli chiese, quando erano arrivati nel parcheggio della scuola.
<< Sì, ti spiegherò tutto >> la abbracciò di nuovo << Mi sei mancata tanto >>
<< Anche tu, tantissimo >>
<< Sei mancata molto anche a Scott, a quanto pare. Sta correndo qui >>
La ragazza si voltò verso il finestrino e scese dalla macchina per correre anche lei verso il suo migliore amico, che non vedeva da troppo tempo.
<< Hope! Hope! Hope! >>
<< Ciao Scott! >>
<< Sei tornata! >>
<< Pochi minuti fa! >>
<< Perché non mi hai detto che tornava oggi? >> si rivolse a Stiles, questa volta.
<< Sorpresa! >> alzò le braccia al cielo, aggiungendosi al loro abbraccio.
<< Mi sono mancati tanto questi abbracci >> confessò la ragazza, nascondendo una lacrima.
<< Tu sei mancata a noi! >>
<< Ciao Scott >> una ragazza alta e mora interruppe il loro momento.
<< Ciao Allison >>
Non appena fu abbastanza lontana per non sentire, Hope si rivolse al suo amico << Chi era? Non me la ricordo >>
<< E’ la ex di Scott >>
<< Ex?! Hai avuto una ragazza? >>
<< Sì, ehm … è complicato >>
<< Voi due dovete spiegarmi un po’ di cose >>
<< Dopo scuola a casa nostra, ti va, Scott? >>
<< Come i vecchi tempi, certo >> sorrise il ragazzo.
 
Hope passò la mattinata ad incontrare vecchi amici e a conoscerne di nuovi. Rivide Lydia, la ragazza che suo fratello amava fin dalle elementari. Durante l’ora di pranzo conobbe Isaac e Boyd, due nuovi amici di Scott e Stiles, anche se ogni tanto notò che si guardavano in cagnesco. Alla fine, riuscì a conoscere anche Allison durante l’ora di storia.
Era passato tanto tempo da quando non frequentava quella scuola, la sua scuola. Si sentiva finalmente a casa, con i suoi amici e suo fratello, eppure sentiva che qualcosa era cambiato, qualcosa che non le sembrava nulla di positivo.
 
<< Allora, andiamo a casa? >> Stiles cinse la spalla della sorella con un braccio.
<< Certo >> sorrise lei.
<< Ehi, Scott, ma quello non è Derek? Ciao Derek! >> urlò il ragazzo verso una macchina che ormai era troppo lontana per sentirlo.
<< Chi è Derek? >>
<< Un amico >> tentò di giustificarsi Scott, lanciando un’occhiataccia a Stiles.
<< Come mai è andato via così in fretta? >> chiese ingenuamente la ragazza, ignara del fatto che fosse stata proprio lei a causare quella reazione al giovane Alpha.

















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Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia ff fra le seguite, lo apprezzo molto :)
Premetto che mi è stato difficile scrivere questo capitolo, sono abituata a scrivere in prima persona e penso che dal prossimo scriverò dal punto di vista di Hope, e chissà più in là anche di quello di Derek ;)
Alla prossima <3

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Capitolo 3
*** First Meet ***


First Meet



POV Derek

C’erano parecchie cose in quel momento che mi stavano facendo diventare una vera e propria bestia. Non che io non lo sia già. Ma quel giorno avevo particolarmente i nervi a fior di pelle. Per prima cosa, sembrava che nessuno tranne me si preoccupasse del fatto che nuovi lupi, nuovi Alpha stessero arrivando in città, magari inseguiti da chissà quanti cacciatori.
Seconda cosa, il veterinario. Quel semi-veterinario o dottore o chicchessia, visto che la sua identità non mi era ancora del tutto chiara, mi aveva fatto letteralmente impazzire con la sua stupida “diagnosi” da quattro soldi. La mia mente si annebbia e il mio corpo decide di fare quello che vuole e lui mi dice che ho solo visto una ragazzina che potrebbe piacermi?! O essere la mia compagna?! Ma per favore.
Terza cosa, nonostante tutto, quei maledetti occhi continuava a ronzarmi in testa.
Mi misi alla ricerca di Scott e seguii il suo odore. Tentai prima a casa sua, ma era completamente vuota. Poi cercai dagli Argent, tenendomi a distanza da quella casa di cacciatori, anche se ultimamente non erano più così tanto impegnati nella caccia, o meglio, non lo erano proprio. Comunque, Scott non si trovava neanche lì. Finii coll’arrivare a casa di Stiles, purtroppo.
Quando mi avvicinai cominciai a sentire i loro discorsi. Non erano soli. E comunque, come avevo ben ipotizzato, stavano parlando di tutto, meno che dei nuovi Alpha in arrivo.
Bussai, sentendo che qualcuno si stava avvicinando per aprirmi la porta.
Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmela davanti, così, all’improvviso. Quella ragazza, quella ragazza che mi aveva fatto impazzire poco tempo prima, era di fronte a me.
I suoi occhi mi colpirono ancora. Grandi, verdi, profondi, forse stregati. Cominciai a scrutarla, a studiarla, mentre la sua espressione del viso cambiava. Non capiva cosa volessi, né sapeva chi fossi. Aveva aggrottato le sopraciglia, aspettando una qualche mia frase.
<< Ciao >> dissi, infine, cercando di sembrare il più normale possibile.
La sua espressione cambiò di nuovo. Fece un mezzo sorriso, quasi imbarazzata, e si sistemò una coccia di capelli rossi e lisci dietro l’orecchio.
<< Ci conosciamo? >> mi chiese, mentre probabilmente cercava di ricordare dove diavolo mi avesse visto.
<< No >> continuavo a fissarla, cercando di capire cosa avesse o facesse per farmi stare così. Nel frattempo, il cuore cominciò a battere più forte del dovuto. Strinsi i pugni, cercando di non farci caso.
<< Stai bene? >> fu la sua domanda. La sua stupida domanda. No che non stavo bene. Stavo impazzendo, a causa sua. E non sapevo il perché.
<< Chi sei? >> le chiesi, mentre cercavo di distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Era vestita come tutte le ragazze della sua età, ragazzine. Pantaloncini corti e maglietta, con in mano il cellulare e con i buchi alle orecchie. Una ragazza normalissima. Almeno credevo.
<< Stiles! >> urlò lei, girandosi verso l’interno della casa. Forse l’avevo spaventata.
Vidi Stiles arrivare dalle scale. << Derek! Che ci fai qui? >>
Mi concentrai finalmente su altro e solo allora mi resi conto che un cane, un dalmata, mi stava abbaiando contro. Mi bastò uno sguardo per farlo smettere. << Cercavo Scott >>
<< E’ di sopra >>
<< Lo so >>
La ragazza aggrottò di nuovo le sopraciglia. In effetti, dal suo punto di vista non avrei mai potuto sapere che Scott era di sopra in camera di Stiles, e che stava origliando tutto.
<< Ah. Ehm, posso presentarti mia sorella? >> si avvicinò a lei, cingendole la vita. Le mie vene cominciarono a pulsare anche troppo.
<< Sorella? >>
<< Gemelli, non siamo uguali? >>
<< Per niente >> Lui continuava a sorridere, mentre la ragazza mi guardava dubbiosa, forse anche lei mi studiava, in qualche modo.
<< Già, dizigoti. Comunque, lei è Hope. Hope, lui è Derek >>
Mentre era ancora stretta dal fratello, mi tese una mano, cercando di sorridermi. << Piacere >>
Non risposi. Mi limitai a stringerle la mano, solo per pochi secondi. Avrei preferito non farlo. Il mio corpo ormai non rispondeva più al mio cervello, e il mio cervello non era neanche nelle migliori condizioni in quel momento.
<< Ti trema la mano >> osservò lei, e aveva pienamente ragione.
<< Da quanto sei qui? >>
Non fu lei a rispondermi << E’ tornata stamattina. E’ stata due anni a New York per frequentare un corso di scrittura >> mi disse Stiles.
Mi limitai ad annuire.
Come al solito, Stiles interruppe il silenzio. << Quindi, cercavi Scott? >>
<< Vorrei parlarvi, in privato >>
La ragazza, Hope, alzò un sopraciglio, incredula o forse sbalordita della mia sfacciataggine.
<< Va bene, Sali >> mi indicò le scale, facendo un mezzo inchino.
Mentre salivo, sentii le loro voci.
<< Scusalo, è un tipo strano >>
<< Ho notato >>
<< Facciamo subito >> e sentii il preciso rumore di un bacio.
Persi momentaneamente il controllo del mio corpo. Di nuovo.

 
POV Hope

Un ragazzo, o forse un uomo, era apparso sulla porta di casa mia.
Uno strano, alto, moro, bellissimo, ragazzo/uomo.
Che mi aveva letteralmente scrutato dalla testa ai piedi. Che mi aveva letteralmente spaventata al punto che dovetti chiamare mio fratello.
E in più, Kopa, il mio cane, il mio dolcissimo e sociale cane, non aveva smesso un attimo di abbaiargli contro, e lui sembrava ignorarlo del tutto, fino a quando con un solo, rapido, sguardo non lo aveva fatto tacere.
Derek. Il Derek che a scuola era partito come un razzo con la sua auto. Il Derek che mi aveva studiato come se fossi chissà chi. Il Derek che sembrava stare male tanto da sudare e tremare. Il Derek che ora era in casa mia a parlare con mio fratello e il mio migliore amico di chissà che cosa, in privato, come aveva ben sottolineato lui.
Ripensai alla breve conversazione quasi senza senso che avevamo avuto poco prima. Alla sua voce ferma e forte. Ai suoi occhi che non si erano staccati un attimo dai miei fin quando non si accorse di Kopa e mio fratello. Era davvero, davvero un tipo strano.
Ero seduta sulla poltrona immersa nei pensieri quando sentii dei passi che scendevano le scale. Mi girai e lo rividi. Era davvero alto. E muscoloso. Almeno così mi sembrava. Anche lui mi stava guardando, di nuovo.
Decisi di non abbassare lo sguardo, ma sentii le mie guance che cominciavano a diventare calde. Aspettai che facesse o dicesse qualcosa ma ricevetti solo un veloce e freddo << Ciao >> prima che sparisse dalla mia vista e dalla mia casa.
Mi diressi verso camera di Stiles, e trovai lui e Scott sul letto intenti ad avere una conservazione che interruppero non appena mi videro.
<< Voi due mi nascondete qualcosa >>
Si guardarono a vicenda, senza rispondermi.
<< Avanti, ci siamo sempre detti tutto, noi tre >>
Ed era vero. Ci dicevamo sempre tutto, qualsiasi cosa, fin dall’età di cinque anni. Eravamo inseparabili, fratelli, tutti e tre. E ora che ero tornata in città dopo il mio corso ( al quale, tra l’altro, mi iscrissero loro a mia insaputa ) sembrava che non volessero dirmi qualcosa di davvero molto importante, e non riuscivo a sopportarlo.
<< E’ meglio che ti siedi, sorellina >>
Obbedii, sedendomi accanto a mio fratello, aspettando le loro parole.











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Ringrazio immesamente coloro che hanno commentato e messo la mia ff fra le seguite e le preferite, G r a z i e <3
Spero vi piaccia anche questo capitolo :) alla prossima!

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Capitolo 4
*** Revelations ***


Revelations

 

POV Derek

Quando entrai in camera di Stiles trovai Scott seduto sulla sedia della scrivania e con il computer acceso, pensai che probabilmente prima del mio arrivo stessero facendo i compiti. Spostò il suo sguardo dallo schermo a me.
<< Ciao, Derek >> il suo tono era normale, non di benvenuto, ma normale.
<< Ciao Scott >> tentai di nuovo di essere il più normale possibile mentre il mio corpo si stabilizzava. Non mi sedetti, mi appoggiai al muro aspettando che parlasse lui.
<< Come stai? >> da quando tempo non mi faceva una domanda del genere? Me l’aveva mai fatta?
<< Me la cavo. E tu? >>
<< Me la cavo >> mi rispose a tono.
<< A me non sembra che tu abbia una bella cera >> s’intromise Stiles, ovviamente.
Lo guardai solo per un istante, senza rispondergli.
<< Cosa c’è? >> mi chiese Scott.
<< Avete visto niente di sospetto? >>
<< Riguardo gli Alpha? >> mi chiese Stiles. Quanto poteva essere idiota?
<< Secondo te? >>
<< Non abbiamo visto nulla, né sentito. E tu? >>
<< Sono vicini, molto >> ripensai al segnale che avevano lasciato sulla porta di casa mia, che provava il fatto che ormai erano a Beacon Hills. << Qualsiasi cosa vediate o sentite che possa essere collegata a loro, dovete dirmela. Non so cosa vogliono >>
<< Sicuro che Erica e Boyd non sappiano nulla? >>
<< Ho sentito i loro battiti mentre mi parlavano. Non mentivano. Sono stati solo attaccati, non hanno neanche visto chi fossero. Era un avviso >>
<< Starò attento >> suonava come una promessa quella frase di Scott.
<< Anche io! >> e quella di Stiles come una falsa promessa.
<< Abbiamo bisogno di essere uniti in questo caso, lo sai >> mi rivolsi a Scott, che mi aveva fatto capire abbastanza bene che non aveva alcuna intenzione di essere parte del mio branco.
<< Lo saremo, ma non come branco >>
Annuii, accettando le condizioni.
<< Posso chiamare mia sorella, ora? >>
Stiles mi fece ritornare in mente la ragazza. Sentivo il suo cuore, il suo battito regolare proprio sotto di noi. << Non ditele niente >>
<< Cosa?! >> furono entrambi questa volta a rispondermi, all’unisono. La loro reazione mi  lasciò confuso.
<< Non riuscite a trattenere un segreto? >>
<< Senti, Derek, è mia sorella. Forse non puoi capire ma tra noi c’è un legame fortissimo! >> tentava di spiegarmi, gesticolando.
<< Ho avuto anche io una sorella, se ben ricordi >>
<< Non possiamo non dirglielo. Secondo me ha già capito che le nascondiamo qualcosa, ci siamo sempre detti tutto >> mi spiegò meglio Scott.
<< E poi io voglio proteggerla! Almeno saprà cosa sta succedendo … non voglio che qualche lupo mannaro assetato di sangue le faccia del male! E poi, ascolta … >>
Mentre Stiles continuava a parlare, spiegandomi le mille ragioni per le quali sua sorella avrebbe assolutamente dovuto sapere tutto, i suoi occhi mi ritornarono in mente. Questa volta però erano freddi e fissi, privi di qualsiasi espressione o emozione, morti. E morto era il suo corpo. Bianco come quello dei cadaveri e rosso come il sangue per le ferite. Massacrato da chissà quale lupo. Morta. E non so perché non riuscivo ad accettarlo.
<< Derek! >> Scott riuscì a far smettere Stiles di parlare e a riportare me sulla terra ferma. Si era accorto del mio battito accelerato, delle mie vene e  della mia agitazione improvvisa, lo vedevo da come mi guardava.
Mi voltai verso Stiles << Va bene, diteglielo >>
<< Davvero? >>
<< Sì, ditele tutto. Ora devo andare >> lasciai la stanza più in fretta che potevo.
Scesi le scale, ed eccola di nuovo. Viva, con la pelle rosea, con gli occhi che mi fissavano curiosi, di rosso erano rimasti solo i suoi capelli. Fui come sollevato nel vederla. Pensai anche che probabilmente dopo quella volta mi avrebbe visto con uno sguardo diverso …
Prima di perdere di nuovo il controllo, le rivolsi un saluto veloce e corsi verso la mia auto, senza aspettare la sua risposta. Non andai lontano, ma restai abbastanza vicino per sentirla ancora. Sentire i suoi passi verso la camera di suo fratello, sentire la sua voce mentre chiedeva a Stiles e Scott di rivelarle cosa nascondessero, e sentire la sua reazione quando scoprì la verità.


POV Hope

Ascoltai tutta la storia senza fiatare.
Ammetto che all’inizio, visto che mio fratello era subito partito col dirmi che Scott, Derek e altri ragazzi erano lupi mannari, non riuscii a trattenere una risata. Ma guardando i loro visi seri, quasi preoccupati e privi di qualsiasi piccolo particolare che avrebbe potuto rivelare il loro ipotetico scherzo, mi misi ad ascoltare in silenzio.
Era tutto iniziato con un cadavere trovato nel bosco, la sorella di Derek. E poi il morso. E Allison. L’incontro con Derek e i cacciatori, la famiglia di Allison e sua zia Kate, Jackson, Lydia immune al morso, la storia dell’Alpha, Peter Hale. I vari ostacoli che avevano dovuto superare per arrivare alla verità. Derek che diventa l’Alpha e trasforma ragazzini in lupi mannari. Il Kanima, Matt, le varie fasi della storia fra Allison e Scott, l’arrivo di Gerard e il ritorno di Peter, l’uccisione del Kanima e la sua trasformazione in lupo mannaro. E infine, una nuova minaccia. Un branco di Alpha in arrivo in città.
<< Quindi … tu, tu puoi trasformarti? >> chiesi a Scott, in preda alla paura e alla curiosità nello stesso tempo.
<< Sì >>
<< E riesci a controllarlo? >>
<< Ora sì. Vuoi la prova? >> mi chiese con un mezzo sorriso.
Annuii, mentre Stiles mi cingeva le spalle << Tieniti forte >>
E lo vidi. Vidi il mio migliore amico, il mio Scott, che piano piano cominciava a cambiare. La prima cosa furono gli occhi, e poi le orecchie, i denti e tutti i suoi lineamenti. Era cambiato, eppure era lui.
<< Visto? >> ebbi un sussulto quando sentii la sua voce.
<< Wow. Allora è vero >>
Lo feci ridere. << Benvenuta nel nostro mondo >> mi disse, mentre tornava umano.
<< Incredibile. E anche quel ragazzo di prima diventa così? >> chiesi, mentre tentai di immaginarmi la sua faccia “ da lupo “.
<< Più o meno, lui ha dei grandi occhi rossi! >> mi rispose mio fratello.
<< E che vi ha detto quando era qui? >>
<< Ci ha avvertito riguardo il branco in arrivo e poi ha detto di dirti tutto >>
<< Dirmi tutto? Non dovreste trattenere il segreto? >>
<< Sì, ma gli abbiamo spiegato che era quasi impossibile con te. E almeno sai cosa sta succedendo, è un modo per proteggerti. E’ stato strano però, non che sia normale, anzi. Solo che inizialmente non voleva e poi all’improvviso ha cambiato idea >>
<< Il suo battito è accelerato all’improvviso, quando Stiles parlava di te >>
<< Il suo cuore? >> chiesi, sbalordita.
<< Sì, ehm, posso sentire i battiti del cuore. Il tuo, ad esempio, ora batte davvero veloce. Forse per tutte queste … novità >> mi sorrise, e io feci lo stesso.
Passammo un altro po’ di tempo a parlare di lupi e della loro storia, più che altro ero io a fare domande.
Non sapevo ancora che Derek Hale era non molto distante da me e che stava sentendo tutto, compreso il battito del mio cuore, e che di lì a poco l’avrei incontrato di nuovo. Questa volta, però, sarei stata sola.

















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Ciao! :) Eccovi il nuovo capitolo, spero davvero che vi piaccia! Presto vedremo finalmente Hope e Derek insieme ** 
Ringrazio ancora chi ha recensito, messo la ff fra preferite e seguite! Vorrei sapere il vostro parere sulla storia, ne sarei felice :)) 
A presto! <3

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Capitolo 5
*** Kopa ***


Kopa

 

POV Hope

Rimasi a casa da sola, visto che Scott e Stiles erano andati al primo allenamento di lacrosse dell’inizio dell’anno scolastico. Una delle tante cose che erano cambiate da quando me ne andai a New York, fu proprio il fatto che ormai erano titolari e Scott era diventato capitano della squadra. Promisi ad entrambi che sarei stata presente ad ogni loro partita, e non vedevo l’ora di farlo. Passai quasi tutto il pomeriggio sui libri e sul pc, in parte studiando, in parte cercando notizia sui lupi mannari, quasi vergognandomi di me stessa. Sapevo benissimo che se avessi voluto sapere altro a riguardo, non avrei dovuto fare altro che chiedere a Scott o a mio fratello, ma la curiosità era troppo forte. Non trovai molto, a parte le solite leggende e qualche riferimento a vari libri e film che trattavano di lupi mannari e licantropi. L’unico che quel pomeriggio mi fece un po’ di compagnia fu il mio Kopa, che fin da quando era cucciolo aveva l’abitudine di accoccolarsi sulle mie gambe ogni volta che mi vedeva al pc, mentre ora che era diventato più grande si accontentava di sdraiarsi con la testa sui miei piedi. Rimase buono fino a quando non arrivo il momento della sua passeggiata e cominciò a cercare di attirare la mia attenzione in tutti i modi possibili.
<< Ho capito che vuoi andare, aspetta solo un attimo >>
Mi misi un giubbotto e mi infilai le scarpe, mentre ormai Kopa era accanto alla porta con il suo guinzaglio in bocca. Mandai un messaggio a Stiles per avvisarlo, nel caso in cui non mi avesse trovata a casa al suo ritorno. << Andiamo piccolino >> gli misi il guinzaglio e uscimmo insieme dalla porta, cominciando a passeggiare mentre ormai il sole stava tramontando.
Fui guidata da Kopa, che sembrava essere davvero contento di aver lasciato le strade e i parchi artificiali di New York per dei veri e propri boschi naturali. Fu lì che ci ritrovammo, nella Radura di Beacon Hills, che il mio cane sembrava adorare visto che salterellava di qua e di là alla ricerca di chissà cosa. Anche io un tempo adoravo quel posto visto che io, Stiles e Scott ci andavamo quasi ogni giorno da piccoli, per giocare, per fare i compiti all’aperto, o anche solo per raccontarci qualcosa. Ora invece, non mi sembrava più come un tempo. Era più oscuro, o forse ero solo io che mi stavo facendo condizionare dalle varie storie di lupi mannari, anche se quelle storie erano vere.
Ero immersa nei miei pensieri, quando sentii un rumore provenire dagli alberi dietro di me e Kopa cominciò a ringhiare nella direzione opposta alla mia.
<< Che c’è piccolo? >> tentai di accarezzarlo, ma lui continuò a ringhiare. Mi girai nella direzione in cui stava ringhiando, ma non c’era nulla.
<< Kopa, non è niente >> il suo improvviso abbaiare mi fece sussultare. Mi girai di nuovo, e a meno di un metro da me c’era quel ragazzo, quel Derek. Il lupo. O meglio, l’Alpha, come mi aveva Scott.
<< Ti ho spaventata? >> mi chiese, quasi preoccupato, mentre cercavo di trattenere Kopa dal guinzaglio che continuava ad abbaiargli contro, cosa che non mi era mai successa prima. Il ragazzo spostò il suo sguardo da me al mio cane e in un attimo Kopa aveva smesso di abbaiare, sdraiandosi accanto a me.
<< Ehi! >> urlai, arrabbiata.
Tornò a guardarmi, accigliato. << Cosa? >>
<< Smettila! >>
<< Di fare cosa? >>
<< Di manipolarlo! Lo hai fatto anche a casa mia, smettila! >>
<< Era il tuo cane che stava abbaiando contro di me >>
<< Gli starai antipatico >>
Si accigliò, di nuovo. << Dovevo lasciare che continuasse secondo te? >>
<< Devi conquistartela la sua fiducia, non devi imporgliela >>  
<< Non voglio la sua fiducia, voglio solo che non faccia casino >>
Antipatico. << Ma ti senti bene? >> gli chiesi, visto che sembrava stesse sudando come se fossimo piena estate ai Caraibi. Notai anche che era vestito così come si era presentato a casa mia, jeans e maglietta nera, troppo stretta. Notai i suoi muscoli, tutti tesi. Beh, nonostante fosse antipatico, dovetti ammettere che era davvero un bel ragazzo. Strinse i pugni, non spostando il suo sguardo dal mio.
<< Che ci fai qui? >> mi chiese, senza rispondere alla mia domanda.
La risposta mi sembrava più che ovvia, ma gliela detti comunque. << Porto a spasso il mio cane >>
 << Questo lo vedo. Intendevo qui >> e indicò il suolo.
<< Non posso portare il cane qui? >>
Alzò gli occhi al cielo, innervosito. << Scott e Stiles non ti hanno detto nulla? >>
<< Oh, sì. Mi hanno detto tutto in realtà >> ripensai alla loro storia e a Derek. Alla sua famiglia, sua sorella, suo zio, il suo branco che gli si rivolta contro, e provai come un senso di dispiacere.
<< E non ti hanno detto di non venire qui? >>
<< No … >> e in effetti no, non me l’avevano detto.
Stavolta abbassò la testa, scocciato e ancora innervosito. << Qui potrebbe esserci il branco di Alpha che è arrivato in città e loro non ti dicono nulla?! >>
<< Mi hanno detto del branco e di stare attenta >>
<< E tu non hai pensato che questo potrebbe essere un luogo pericoloso? >>
<< Ehi, io fino a poche ora fa non sapevo nulla. E, sempre fino a poche ora fa, questo era solo il posto in cui giovano a nascondino con i miei amici! Non il luogo di ristoro di un branco di lupi mannari! >>
Mi guardò, quasi studiandomi, e sbuffò. << Vieni >> si girò e cominciò a camminare verso la parte più scura del bosco.
Non mi mossi. << Dove, scusa? >>
<< A casa mia >>
<< E perché dovrei? >>
Si girò di nuovo verso di me. << Senti, voglio solo accompagnare te e il tuo cane a casa. La mia auto si trova a casa mia e casa mia e in quella direzione >>
<< Kopa >>
Alzò le sopracciglia << Cosa? >>
<< Il suo nome è Kopa >> dissi, accarezzando la testa del mio dalmata.
<< Lo chiamo come voglio >>
<< Allora io ti chiamo lupo >>
Chiuse gli occhi, facendo un respiro profondo. << Posso accompagnare te e Kopa a casa? >> sottolineò molto bene il suo nome.
Gli feci un sorriso. << Certo, grazie >>
Lo seguii in silenzio mentre andavamo verso casa sua. Se quella può chiamarsi casa.
<< Tu vivi qui? >> chiesi, non appena la vidi.
<< Sì >>
Pensai che era lì il luogo in cui ci fu l’incendio. Di nuovo provai dispiacere per lui.
<< Non puoi, ehm .. ristrutturarla? O magari trasferirti? >>
<< No >>
Dalle sue risposte capii che non aveva per niente voglia di parlare di casa sua e mi limitai a seguirlo verso la sua auto.
<< Il cane va’ nel bagagliaio >> mi ordinò.
<< Chi? >>
Ennesimo sbuffo. << Kopa >>
Sorrisi, vedendo una luce nuova nei suoi occhi verdi, o almeno credevo.
Dopo aver sistemato Kopa dove mi aveva ordinato, mi sedetti in macchina accanto a lui.
Ci furono un paio di minuti di silenzio imbarazzante.
<< Quindi, tu saresti tipo il capo dei lupi? >>
Intravidi con la coda dell’occhio un mezzo sorriso sul suo viso duro. << Più o meno >>
<< Ma Scott mi ha detto che lui non fa parte del tuo branco >>
<< Non l’ho morso io >>
<< Oh già, è vero >> dovevo ancora assimilare meglio la storia << E tu invece? >>
<< Io cosa? >>
<< Chi ti ha, ehm, morso? >>
Di nuovo un piccolissimo mezzo sorriso passò sul suo viso. << Sono sempre stato così >>
<< Oh, capisco >>
Di nuovo un minuto buono di silenzio, ormai eravamo quasi a casa. Cercai di studiarlo, anche se nella posizione in cui mi trovavo non potevo osservarlo al meglio. Notai i suoi occhi, puntati verso la strada, verdi e profondi. Il suo viso, i suoi capelli neri, il suo corpo. Il corpo non era davvero male …
<< Sei a disagio? >> mi chiese inaspettatamente lui.
<< Devo ancora abituarmi a tutto questo, ma no, non lo sono. Perché? >>
<< I tuoi battiti hanno accelerato >>
<< Oh, davvero? Non so … >> già, perché il mio cuore cominciò a battere di più?
Mentre me lo chiedevo, Derek aveva parcheggiato la macchina di fronte a casa mia.
<< Beh, grazie >> gli dissi, sorridendo. << Posso solo chiederti perché l’hai fatto? >>
La mia domanda lo lasciò sorpreso. Mi guardò, nel modo in cui solo lui fino a quel momento della mia vita mi aveva guardato. Studiandomi, cercando di capirmi, non lasciando il mio sguardo. Notai di nuovo i suoi muscoli tesi.
<< Io … io non lo so >>
<< Ah >> bella risposta.
<< Non volevo ti accadesse nulla, tutto qui. >>
<< Ah, ok. Grazie ancora, allora >> gli sorrisi di nuovo, uscendo dalla macchina e facendo uscire anche Kopa dal bagagliaio.
<< Ciao >> lo salutai, mentre aspettavo che partisse.
<< Va’ dentro casa, Hope >> mi ordinò. Aveva detto il mio nome per la prima volta, e suonava così bene con la sua voce ... 
<< Ehi, sono nel mio giardino >>
Non mi rispose, si limitò ad indicare casa mia con un movimento della testa.
<< Va bene >>
Mi girai e andai verso la porta. Chiudendola, notai che era ancora lì a guardarmi. Solo quando fu totalmente chiusa, sentii la sua auto ripartire.
Cominciai ad accarezzare Kopa, ringraziandolo per avermi fatto rincontrare Derek Hale.
 






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Ringrazio ancora chi ha recensito la mia ff e chi l'ha inserita fra le seguite e le preferite! Grazie, grazie, grazie **
Sono contentissima! Spero che il capitolo vi piaccia come gli altri, o magari di più :)) a presto! <3

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Capitolo 6
*** Twins ***


Twins



POV Hope

Era passata una settimana dal mio incontro con Derek e durante quei sette giorni non era successo praticamente nulla. La mia ordinaria vita trascorse come se niente fosse, o forse ero io che mi aspettavo succedesse chissà che cosa visto tutto quello che avevo saputo.
Passai quelle giornate andando a scuola, facendo i compiti, e dividendo i miei pomeriggi fra Scott, Stiles e Lydia, che io consideravo una delle mie migliori amiche. Lei mi raccontò meglio alcune cose su Jackson ed Allison, visto che Scott non aveva alcuna intenzione di parlare di lei, glielo leggevo in viso ogni volta che cercavo di aprire l’argomento o quando la incontravamo a scuola. Comunque, Lydia mi raccontò di come Jackson era diventato prima il Kanima e poi un licantropo, di come lei riuscì a non farsi attaccare dal Kanima grazie alla chiave di casa di Jackson. Pensai che era davvero una storia straordinaria la loro. Durante i nostri anni di amicizia cercai in tutti i modi di far venire qualche interesse a Lydia nei confronti di mio fratello, ma vedevo benissimo quanto lei era innamorata di Jackson, e quanto lo era ancora, nonostante lui se ne fosse andato da Beacon Hills “per un po’ di tempo”. Mi raccontò anche di Allison, di come fu manipolata prima da sua zia e poi da suo nonno, di come aveva cercato di uccidere Derek e il suo branco, di come era impazzita insomma. Infine, mi raccontò del suo morso, del suo “rapporto” con Peter Hale e del fatto che nessuno ancora sapeva il perché della sua immunità al morso.
Ovviamente non passai tutti i miei pomeriggi a parlare di licantropi, Kanima e mostri vari. Lydia mi portò per ben due volte in giro a fare shopping, avvisandomi che il prossimo sabato dopo la partita di lacrosse avrebbe dato una festa a casa sua e quindi avevamo assolutamente bisogno di vestiti nuovi, e mi accompagnò anche a vedere gli allenamenti di Scott e Stiles, dove c’erano anche Isaac e Boyd. Mi sembravano dei ragazzi normali, a parte la loro incredibile abilità nel giocare a lacrosse, ed erano diventati sicuramente più affascinanti di prima. Mai quanto Erica, però. La ragazza timida e impacciata che mi ricordavo io si era trasformata in una lupa bellissima e sicura di sé, senza attacchi di epilessia. Derek aveva fatto un buon lavoro, almeno.
Ecco, passai le mie giornate anche a pensare a Derek. Lo sognai, perfino!
Non lo vedevo da giorni ormai e così anche Stiles e Scott. Mi chiedevo cosa facesse tutto il giorno da solo in quella casa. Magari aveva la compagnia del suo branco, pensai. Eppure continuai a domandarmi il perché non si faceva vivo … Comunque, non portai più Kopa a spasso nella radura, mi limitai a passeggiare ai confini della stessa, con grande dispiacere del mio cane. Non volevo che Derek mi rimproverasse di nuovo, né che pensasse che andavo lì per lui, cosa del tutto falsa, più o meno.
Comunque, esattamente una settimana dopo il mio ultimo incontro con l’Alpha, qualcosa successe.
Io, Scott e Stiles eravamo a scuola, durante la noiosissima lezione di storia, quando tre persone entrarono dalla porta dell’aula. Uno era il vicepreside e dietro di lui c’erano due ragazzi, due gemelli praticamente uguali. Alti, capelli castani e occhi marroni, con due spalle gigantesche, muscolosi e belli. Sembrava che tutte le ragazze avessero appena visto passare Brad Pitt o Johnny Depp dall’aula. Erano belli, sì, lo erano. Ma la loro era una bellezza strana, quasi magnetica, in effetti. Un po’ come Erica, che attirava l’attenzione di tutti i ragazzi ogni volta che passava.
<< Buongiorno, ragazzi. Vi presento due nuovi studenti, Ethan e Aiden. Trattateli bene >>
Il vicepreside lasciò l’aula, mentre i due ragazzi sorrisero. Un sorriso abbagliante. Si sedettero dall’altra parta dell’aula rispetto a noi che eravamo vicino alla finestra.
Guardai mio fratello, che era seduto accanto a me, mentre lui guardò Scott che si trovava dietro di me.
<< Scott, non credi che …? >> cominciò mio fratello, ma fu zittito subito da Scott.
Pensavano forse che loro potevano essere i nuovi Alpha? A quanto pare, sì. E se pensavano così non potevamo di certo parlare, altrimenti ci avrebbero potuti sentire. Decisi di prendere il cellulare e mandare lo stesso messaggio ad entrambi.
“ Credete siano loro? “
Il primo a rispondermi fu mio fratello con un sicuro “ Sì! “ mentre Scott mi rispose solo che era probabile, ma non poteva saperlo con esattezza.
“ Che facciamo? “ chiesi di nuovo ad entrambi.
“ Ho detto a Scott di mandare un messaggio a Derek e di farlo venire all’uscita di scuola, forse lui può riconoscerli “
Derek a scuola, perfetto, pensai. L’avrei rivisto, almeno. Ma perché stavo pensando a questo?!
Poco dopo mi arrivò anche l’sms di Scott “ Non facciamo nulla, ho avvisato Derek. Voi comportatevi normalmente, potrebbero anche essere dei ragazzi normali, anche se ho una brutta sensazione .. “
Non risposi più. Mi comportai normalmente, come aveva detto lui.
Alla fine della lezione, i due gemelli uscirono dall’aula così velocemente che potei intravedere solo la testa del secondo andare verso il corridoio.
Non li vedemmo più, continuavamo ad aggiornarci via sms temendo che potessero sentirci ma nessuno li aveva ritrovati in aula.
Avevo perso le speranze di rivederli, finchè a pranzo, appena mi girai per raggiungere al tavolo mio fratello e Scott, dopo avere fatto la fila per riempire il mio vassoio, me ne ritrovai uno davanti. Mi spaventai e feci scivolare la bottiglia d’acqua che prontamente fu presa da quel ragazzo, che mi stava sorridendo.
<< Ciao. Ti ho spaventata? >> è un’abitudine dei lupi fare questa domanda?
Stavo per rispondere di no ma mi ricordai che, se fosse stato davvero lui l’Alpha, avrebbe potuto avvertire le mie bugie. << Sì, in effetti. Non ti avevo visto, scusami >> cercai di sorridere.
<< Scusami tu, non volevo spaventarti >> lui sorrise di più, i suoi denti erano perfetti.
Non risposi, fu lui a continuare a parlare. << Eri a lezione di storia, vero? >>
<< Già! Benvenuto, a proposito >>
<< Grazie >>
<< E, ehm, tuo fratello? >>
<< Oh, è andato a parlare con il professore di economia, il coach di lacrosse. Vorrebbe entrare in squadra >>
Oh, perfetto. La squadra di lacrosse di Beacon Hills stava diventando una squadra di lupi mannari! << Anche mio fratello ci gioca >>
Mi sorrise, di nuovo. << Ti va di pranzare con me? Mi scoccerebbe stare solo .. >>
Dovevo comportarmi normalmente, me lo stavo ripetendo dall’inizio della nostra conversazione. << Certo, andiamo >>
Mentre andavamo verso il tavolo, vidi Scott e Stiles che mi guardavano con la bocca aperta e gli occhi sbarrati. Alla faccia del comportamento normale.
<< Comunque, io sono Ethan >> mi tese la mano, non appena ci sedemmo uno di fronte all’altra.
Gliela strinsi << Hope >>
<< Hope, che bel nome >> sorrisi, imbarazzata << Sei di qui tu? >>
<< Sì, sono nata qui. Sono tornata pochi giorni fa dopo due anni a New York, però >>
<< Come mai? >>
<< Ho seguito un corso di scrittura >>
<< Scrivi? >> mi chiese. Sembrava davvero  interessato a conoscermi. A differenza di Derek, che sicuramente non mi avrebbe mai fatto quella domanda.
<< Sì, mi piace molto >>
<< Allora un giorno mi farai leggere qualcosa di tuo >>
<< Ehm, certo >>
Restammo per un po’ in silenzio, a mangiare. Vidi di nuovo Scott e Stiles che ci fissavano, sicuramente stavano sentendo la nostra conservazione.
<< Senti, Hope .. >>
<< Sì? >>
<< Ho sentito che c’è una festa sabato >>
<< Sì, dopo la partita. E’ a casa di una mia amica >>
<< Ti va di andarci con me? >>
Per poco non mi strozzai. Comportati normalmente. Un ragazzo carino mi stava chiedendo di andare con lui ad una festa, probabilmente perché non c’era nessun’altra a cui chiederlo. Notai Stiles dietro di lui che mi stava facendo dei segni strani, quasi incomprensibili.
<< Sì, va bene >> gli sorrisi.
<< Perfetto. Allora ti passo a prendere, tanto ci vediamo qui, in questi giorni >>
<< Certo >>
<< Vado a raggiungere mio fratello. E’ stato un piacere, Hope >> e mi mostrò di nuovo i suoi denti perfettamente bianchi.
<< Anche per me, Ethan >>
Appena fu abbastanza lontano, Scott e mio fratello mi raggiunsero al tavolo.
<< Sei pazza?! Quel tipo potrebbe essere chi sai bene, e tu ci esci insieme?! >> mi urlò contro Stiles.
<< Vuoi abbassare la voce? E comunque, sì, ci esco. Ho pensato che se dovesse essere davvero lui può essere un modo per scoprirlo, conoscendolo. E se non dovesse essere lui, passerò la serata con un bel ragazzo >>
<< In effetti, è un’idea >> disse mio fratello, cambiando espressione.
<< Che pensi Scott? >> gli chiesi, vedendo la sua faccia piena di dubbi.
<< Penso che può essere una buona idea. Ma penso anche che Derek si infurierà >>
E in effetti non aveva tutti i torti.
 

POV Derek

Ero di fronte all’entrata della loro scuola e scrutavo il volto di qualsiasi ragazzino mi passasse davanti, ma non avevo visto nessuna coppia di gemelli. Finalmente vidi Scott, Hope e Stiles venire verso di me. Mi concentrai al massimo per non perdere il controllo del mio corpo non appena vidi Hope. Indossava un vestito verde, una giacca e degli stivali bassi, aveva raccolto i capelli. Mi piacevano di più lasciati liberi … Ma a che diavolo stavo pensando?!
<< Gli hai visti? >> mi chiese Scott non appena fu accanto a me.
<< No >>
<< Non saranno ancora usciti allora >> s’intromise Stiles.
Hope non aveva ancora detto una parola, né mi aveva guardato.
Aspettammo in silenzio, finchè non uscirono anche loro. << Eccoli, quei due >> Scott me li indicò. Due ragazzi uguali, due ragazzi che avrebbero potuto tranquillamente essere dei licantropi, dato il loro aspetto fisico.
<< Allora? >>
<< Non ne sono sicuro. Potrebbero, ma se non si trasformano almeno un po’ non posso avere alcuna certezza >>
<< E il loro odore? >> continuò a chiedermi Stiles.
<< Può essere totalmente diverso dal loro odore da lupi. Ci avete parlato? >>
<< Hope sì >>
Spostai il mio sguardo verso di lei, che finalmente mi guardò. I suoi occhi. Gli rividi di nuovo puntati verso di me. Verdi, grandi, ma diversi, questa volta.
<< Che ti hanno detto? >>
<< Nulla. Ho parlato solo con uno di loro. Mi ha chiesto di pranzare insieme e abbiamo parlato. Poi mi ha chiesto di andare insieme alla festa di Lydia e io ho detto di sì e … >>
<< Tu cosa?! >> fu come un ringhio, il mio, che la fece sussultare. Sentii il sangue ribollirmi dentro le vene.
<< Ho detto di si! Che altro avrei potuto fare? >>
<< Dire di no, ad esempio! >> strinsi i pugni. Come poteva essere così ingenua?
Mi guardava con occhi di sfida. << Senti, prima di tutto, tu non sei nessuno per dirmi con chi posso o non posso uscire >>
<< Non è questa la questione, Hope! Ti rendi conto di chi è? >>
<< Hai detto di non esserne sicuro! >>
<< Potrebbe esserlo! >>
<< L’ho fatto perché almeno è un modo per conoscerlo, posso arrivare a capire chi è davvero! >>
<< Certo, così magari una volta scoperto ti ammazza! >> mi rivolsi a Stiles << Tu vuoi lasciare che tua sorella vada alla festa con uno di quelli? >>
<< Senti, ci sarò anche io alla festa, e anche Scott. Puoi venire anche tu. Sarà al sicuro, nel caso dovesse succedere qualcosa >>
<< Tu sei pazza! >> mi rivolsi di nuovo a lei, che mi guardava con le braccia conserte e con gli occhi pieni di dubbi.
<< Lo so, grazie! >>
<< Ehi, basta urlare! >> s’intromise Scott << Andrà tutto bene. Ci saremo tutti per proteggerla nell’eventualità che lui sia davvero quello che crediamo. Tu ci vieni, allora? >> mi chiese. Non lo guardai, continuai a guardare gli occhi di Hope, e lei continuava a guardare me. Strinsi i pugni, immaginandola avvinghiata a quel ragazzino pieno di ormoni in festa. Dovevo calmarmi, dovevo andarmene, o sarei corso da quei due gemelli all’istante. << Derek? >>
<< Sì, ci vengo >> Hope sospirò, facendo cadere le braccia lungo il suo corpo. << Ma comunque non mi sembra una buona idea >>
<< Non posso dirgli di no, ormai >>
<< Va bene. Ci vediamo >> la guardai per l’ultima volta. Mi resi conto che avevo di nuovo cominciato a sudare, che il mio cuore batteva più forte del dovuto e che avevo i muscoli tesi per la rabbia. Corsi verso la mia auto, partendo più veloce che potevo.








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Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, sono troppo contenta che la mia ff vi piaccia e le vostre bellissime recensioni mi fanno venire voglia di scrivere e aggiornare sempre più velocemente **
Ringrazio anche chi ha inserito la storia fra seguite e preferite, ovviamente :)) Spero che il capitolo vi piaccia!
I gemelli di cui parlo ci sono davvero nella terza stagione, se cercate su internet potrete vederli per avere un'idea del loro aspetto :)
Alla prossima! <3

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Capitolo 7
*** Amor Vincit Omnia ***


Amor Vincit Omnia

 

POV Hope

La mattina dopo, a scuola, incontrai Ethan solo durante la lezione di francese. Si limitò a salutarmi con un sorriso mentre si sedeva accanto a me, ma non parlammo. Per due volte durante quell’ora mi ero girata verso la finestra e per ben due volte avevo intravisto due puntini rossi fra gli alberi, puntati verso di me. Poteva essere qualunque cosa, o qualunque Apha, eppure pensai a Derek. Cacciai subito via il suo volto dalla mia testa, visto che il nostro ultimo incontro non era stato dei migliori. A fine lezione, Ethan mi sorrise ancora lasciandomi un bigliettino sul banco e scomparendo dalla mia vista. Sul bigliettino c’era scritto il suo numero di cellulare, con un invito a mandargli un sms così avrebbe potuto salvarsi il mio numero, e il tutto finiva con una faccina sorridente. La giornata poi procedette normalmente, mentre Scott e Stiles restarono a scuola per gli allenamenti, io tornai a casa da Kopa e mi ricordai che avrei dovuto fare la babysitter alla piccola Melanie, la figlia di due anni e mezzo dei nostri vicini di casa, come mi aveva chiesto mio padre la mattina stessa. Poco dopo che tornai a casa, la signora Fillis portò la sua bambina bionda e paffuta a casa mia e dopo avermi fatto mille raccomandazioni, avermi dato mille consigli e avermi detto che sarebbe tornata per l’ora di cena, ci lasciò sole.
Verso le sette la bimba, che era piccola ma comunque qualche parola riusciva a dirla, mi chiese di vedere “L’incantesimo del lago”, il suo cartone preferito ed io, da grande amante dei cartoni animati, le misi il dvd nel lettore e ci mettemmo insieme sul divano, con Kopa si nostri piedi, a vedere la storia della principessa Odette e del suo principe Derek. Ma non potevano dare un altro nome al principe?
Il cartone era iniziato da neanche dieci minuti, e i due protagonisti stavano ancora cantando la canzone iniziale, quando qualcuno bussò alla porta di casa e Kopa cominciò a ringhiare.
<< Oh, no >> c’era solo una persona contro cui Kopa ringhiava ed ero sicura che era proprio lui dietro la mia porta. Lasciai la bimba a vedere il cartone mentre andavo ad aprire seguita dal mio dalmata.
<< Ciao, Derek >> dissi, non appena aprii la porta.
Era confuso. Indossava il solito paio di jeans, una maglietta grigia, una giacca di pelle nera ed uno sguardo accigliato. << Come sapevi che ero io? >>
Mi spostai, permettendogli di vedere Kopa che ringhiava. << Oh, ho capito >> lo guardò, ma il cane continuò a ringhiare.
<< Beh? Niente manipolazioni? >>
Tornò a guardare me << Avevi detto che dovevo conquistarmi la sua fiducia, ma se vuoi .. >>
<< No, no! Va bene. Comunque Stiles e Scott non sono qui, dovresti andare a scuola >>
<< Lo so che non sono qui, non volevo vedere loro >>
<< Ah >> fui io questa volta ad accigliarmi. Non sapevo che dire.
<< Volevo parlare con te >> mi spiegò lui, tutto d’un fiato.
<< Capisco. Solo che io sto facendo la babysitter quindi … >>
<< Babysitter? >>
<< Sì. Comunque, entra pure >> mi spostai, andando di nuovo verso il divano. Melanie non si era mossa neanche di un millimetro, aveva gli occhi spalancati verso la tv e un dito in bocca, era di una tenerezza incredibile.
<< Melanie, lui è Derek, starà qui con noi un po’ >> le spiegai, mentre girò lo sguardo per vedere Derek, che si limitò a fare un minuscolo sorriso e un cenno con la mano.
<< Sei il principe? >> gli chiese lei.
Dovetti trattenere una risata, sicuramente lui non si aspettava quella domanda.
<< Il principe? >> chiese lui, prima guardando la bambina e poi me, cercando spiegazioni.
<< No, piccolina. Lui purtroppo non è il principe, è un altro Derek >> il licantropo.
Non appena ebbe questa risposta, la bimba tornò sulla tv.
Derek mi guardava ancora pieno di dubbi.
<< Il principe di questo cartone si chiama Derek >>
<< Non sono venuto qui per parlare di cartoni >>
<< Solo che è molto più gentile, educato, simpatico e bello di te! Siediti >> mi sedetti accanto alla bambina, lui invece si mise sulla poltrona, mentre Kopa continuava a ringhiargli contro.
<< Quando smetterà? >> mi chiese sbuffando.
<< Mai se continui a stare sulle tue. Vieni qui >> gli dissi, indicando il posto libero sul divano accanto a me.
Lui spalancò gli occhi << Perché? >>
<< Che c’è, hai paura? >>
Il suo sguardo cambiò di nuovo, sembrava volesse ringhiarmi contro. Non rispose, si alzò e si mise seduto accanto a me, con Kopa che lo seguiva.
<< Ma bravo Derek. Qui, Kopa >> indicai le mie gambe con una mano e Kopa ci poggiò la testa, in attesa delle carezze. Mi rivolsi di nuovo a Derek << Accarezzalo >>
<< Mi morderà se lo faccio >>
<< Provaci, almeno >>
Provò ad allungare una mano, ma la risposta del mio cane fu un ringhio, sebbene meno spaventoso degli altri. Derek mi guardò, sembrava stesse dicendomi “ Te l’avevo detto “.
<< No, Kopa >> cominciai ad accarezzargli la testa << Lui è Derek, è buono … più o meno. Non ti farà del male, e neanche a me. Vero, Derek? >>
Mi stava guardando come se fossi pazza. << Stai parlando con un cane >>
<< Sto parlando anche con lupo, se è per questo. Ora riprova >>
<< Potrebbe mordere anche te >>
<< Non lo farebbe mai >> continuava ad accarezzarlo, mentre si calmava << Avanti >>
Derek mosse di nuovo la mano e questa volta riuscì ad arrivare alla testa del mio cane. << Non stare fermo! Accarezzalo >> fece come gli avevo detto, e ci ritrovammo tutti e due ad accarezzare Kopa, che finalmente non ringhiava più. << Bravo Kopa! >>
Non so come successe, fu a caso, all’improvviso. Mentre accarezzavamo il mio dalmata, la mano di Derek si posò sulla mia. Era calda, forte, e devo dire anche sudata. Guardai prima le nostre mani e poi passai a Derek, che mi stava già fissando. Aveva gli occhi ben puntati sui miei, e non si muoveva. Faceva solo dei respiri profondi ed era tremendamente sudato. Stavo per parlare, quando Melanie poggiò la testa sulla mia spalla e mi fece quasi sussultare, facendomi anche spostare la mano da dov’era. Anche Derek si spostò, cercando di allontanarsi da me.
<< Hope, è vero che Odette tornerà da Derek? >> mi chiese la bimba, con gli occhi grandi e pieni di speranza.
<< Certo. L’amore vince sempre >> le dissi, accarezzandole i lunghi capelli biondi.
Notai che Derek aveva fatto un mezzo sorriso, quasi divertito. << Che c’è? >>
<< L’amore non vince sempre >>
<< Ti sbagli >> non mi rispose, abbassò lo sguardo, ricordando chissà che cosa << Perché dici questo? >>
Mi guardò di nuovo. Nei suoi occhi intravidi un dolore lontano ma non ancora passato. << Io non credo in niente e nessuno, come potrei credere a quella frase? L’amore fa male >>
La sua risposta mi fece fare una risatina isterica. << Beh, Derek, notizia dell’ultima ora: l’amore non fa male. Perdere qualcuno fa male. La solitudine e il rifiuto fanno male. Forse confondi queste cose con l’amore ma, fidati, l’amore è l’unica cosa che in questo schifo di mondo riesce a coprire tutti i dolori e a farci sentire felici >>
Lo lasciai di stucco, lo vidi dal suo sguardo confuso e accigliato mentre parlavo. Come al solito, non mi rispose. << Sai qual è la mia favola preferita? >> gli chiesi, sorridendogli.
Alzò le spalle << Quale? >>
<< La Bella e la Bestia, e sai perché? >> fece di no con la testa, aspettando la mia risposta << Perché quella favola fa capire come l’amore può vincere contro tutto. Belle riesce a combattere contro la paura per una bestia, comincia a conoscerla, comincia ad amarla nonostante il suo aspetto e la sua corazza esteriore perché sa che in lui c’è qualcosa di buono, arriverà anche a combattere per lui! La Bestia invece comincia a eliminare tutte quelle difese inutili che si era costruito attorno a lui per evitare di provare qualsiasi tipo di sentimento a parte l’odio e la rabbia, e comincia a capire che l’amore per Belle è l’unica cosa che potrà salvarlo, impara ad amare e a lasciarsi amare, fino alla fine, quando muore fra le braccia della ragazza che ama eppure si sente felice, perché è riuscito a vedere il suo viso un’ultima volta. Capisci, Derek? L’amore non può fare male. Può fare solo del bene >>
Ripresi fiato, dopo quel lungo mio lungo monologo.
<< Hope? >> mi girai verso di lui, sperando di avergli fatto cambiare idea e sperando di sentire una qualche sua frase di approvazione rispetto a tutto quello che gli avevo detto, e invece …  << La bambina si è addormentata >>
Mi girai verso Melanie, che dormiva con la testa poggiata sulla mia spalla. << Oh >> Mi alzai, prendendo in braccia la bambina per sistemarla meglio, facendola sdraiare e mettendole una coperta addosso.
<< Mettile questo sotto la testa >> mi bisbigliò Derek, mentre mi passava un cuscino.
Mi fece sorridere. << Ci sai fare coi bambini, eh? >>
<< Ho avuto dei cuginetti, un tempo … >>
Ero stata un’idiota. Una ingenua. Nell’incendio aveva perso tutta la famiglia e io gli parlo di bambini. << Scusami, io non … >>
<< Lo so. Lascia stare. Posso parlarti, adesso? >>
<< Sì, vieni in cucina >>
Mi seguii in cucina e ci sedemmo sul tavolo, uno di fronte all’altra. Prima che potesse cominciare a parlare però, mi arrivò un sms.
“ Ciao Hope, ti stavo pensando. Non vedo l’ora di sabato! Un bacio ;) “. Era Ethan.
<< Chi è? >> mi chiese Derek, forse il mio cuore aveva accelerato anche troppo …
<< Ethan >>
Spalancò gli occhi. Mi fece quasi paura. << Ha il tuo numero? >>
<< Sì. Oggi lui mi ha dato il suo e mi ha chiesto di mandargli un messaggio per salvarsi il mio .. e ora mi ha mandato un sms >>
<< Ma non avete parlato oggi >>
<< No, non abbiamo … Aspetta, non era una domanda! Eri tu! Quegli occhi rossi fra gli alberi! >>
<< Ero io >> ammise annuendo.
<< Che fai, mi spii adesso? >>
<< Non te! Loro >> disse indicando il mio cellulare << Cosa ha detto? >>
Esitai, in fondo era un messaggio personale … << Hope? >>
Sospirai. << Ha detto che mi sta pensando e che non vede l’ora di sabato >>
Chiuse gli occhi e cominciò a fare dei respiri profondi. << Ma che … >>
<< Carino >> dissi io.
<< Carino? Carino?! >> strinse i pugni. << Ma ti rendi conto? >>
<< E’ solo un messaggio >>
<< O magari un modo per conquistarti per poi farti chissà cosa >>
<< Scommetto che sei venuto qui per parlarmi di lui >>
<< Loro, Hope. Sono due >>
<< Quindi è così! >>
<< Sì. Vorrei che tu andassi alla festa ma non con lui >>
<< No! >>
<< Perché sei così ingenua? >>
<< E tu da quando ti preoccupi per me? Non sono nessuno per te! >>
La sua espressione cambiò. Possibile che ci fosse rimasto male?
<< Scusami >>
<< No, hai ragione. Non dovrei preoccuparmi per te, no? >> sembrava più che la domanda se la stesse facendo a se stesso.
<< No, no. Scusami. Sei gentile … >>
<< Non sono gentile >>
<< … a preoccuparti per me. Davvero. Ma voglio andarci con lui. Posso aiutarti a scoprire chi è davvero >>
<< Rischiando la tua vita? >>
<< Se ci sarai tu non rischierò niente, giusto? >>
Sospirò, tornando a guardarmi senza rabbia negli occhi. Annuì. << Sì. Ci saranno anche Scott e Stiles. Farò venire anche Boyd, Isaac ed Erica >>
<< Povera Lydia, avrà la casa piena di lupi >>
Lo feci sorridere. Ovviamente era uno dei suoi piccoli, minuscoli, sorrisi. Ma meglio di niente. Mentre sorridevo anche io grazie al mini sorriso di Derek, il telefono di casa cominciò a squillare. << Pronto? >>
<< Piccola sono io >> mio padre << Resto a lavoro. Tu e Stiles ordinate una pizza? >>
<< Sì, certo >>
<< Tutto ok con la bambina? >>
<< E’ in salotto che dorme >>
<< Va bene, ci vediamo domani mattina >>
<< Stai attento, a domani >>
Quando mi girai, Derek non era più lì. Lo cercai con lo sguardo, avvicinandomi all’ingresso.  A quanto pare, non avevo sentito il campanello suonare. Derek era di fronte alla porta con Melanie che continuava a dormire fra le sue braccia, e lui sorrideva. Ma era un sorriso vero, questa volta. Era bellissimo.
<< Sono un amico di Hope, lei è in cucina al telefono >> disse, mentre metteva la bimba fra le braccia della madre.
<< E’ stata buona? >> sentii la voce della signora Fillis. Non volevo intervenire, era una scena troppo bella.
<< Sì, Hope le ha fatto vedere un cartone e si è addormentata >>
<< Ringraziala da parte mia. Grazie anche a te >>
<< Di nulla >> sorrise ancora e poi si girò verso di me. Il sorriso era svanito per lasciare spazio ad uno sguardo dubbioso << Che c’è? >>
Niente, mi hai solo fatto vedere per una volta il tuo lato tenero. << Nulla >>
<< Derek?! >> Stiles comparse sulla porta << Che ci fai qui? >>
<< Voleva parlare con me >>
<< Oh, ciao Hope >> mi sorrise, quasi sollevato << Scusa è che Derek di solito non porta buone notizie >>
Mi fece ridere << Papà ha detto che rimane in centrale, ordiniamo una pizza >>
<< Sì, fallo tu però. Io ho bisogno di un divano e subito >> disse, correndo verso il salotto e buttandosi sul divano. << Oh, credo di amarlo >>
Mentre mio fratello continuava a fare dichiarazioni d’amore al divano, Derek nel frattempo stava già uscendo dalla porta.
<< Ehi, che fai? >> gli chiesi, raggiungendolo.
<< Vado a casa >> mi rispose, come se la risposta fosse ovvia.
<< Resta >>
Si accigliò. << Perché? >>
Perché non voglio che tu vada a rinchiudermi da solo in quella casa abbandonata.
<< Ordiniamo la pizza. Non ti va una pizza? >> non mi rispose, mi guardava e basta << E poi magari vediamo un film. Chiamo anche Scott e Lydia, magari. Dai, ci divertiamo. >>
Sospirò, probabilmente cercando il modo più gentile per declinare l’invito.








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Ciao a tutti! ** 
Migliaia di grazie a chi ha recensito la mia storia e a chi l'ha messa fra le seguite e le preferite! :D
Questo è un capitolo un pò di "passaggio", diciamo. Spero vi piaccia ugualmente, fatemelo sapere magari ^^
Bisogna anche vedere se Derek accetterà o meno l'invito di Hope ;)
A presto! <3

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Capitolo 8
*** Twilight ? ***


Twilight ?




POV Derek
 
<< Resta >>. Quella parola, quella richiesta, insieme a quegli occhi mi fecero impazzire.
<< Perché? >> le chiesi, cercando di capire da solo il motivo per il quale sarei dovuto rimanere a casa sua.
<< Ordiniamo la pizza. Non ti va una pizza? >> non risposi. Non mi aspettavo un simile invito. Una pizza. Io mi stavo preparando per affrontare un branco di Alpha e lei mi chiedeva di mangiare una pizza?  << E poi magari vediamo un film. Chiamo anche Scott e Lydia, magari. Dai, ci divertiamo >> continuò a spiegarmi lei.
I suoi battiti aumentarono, ma mai quanto i miei. Mi concentrai per mantenere la calma e non accettare l’invito, ma fu inutile. La mia testa era già dentro quella casa e il mio corpo fremeva dalla voglia di stare ancora con lei. Perché?! Non poteva accadere. Non di nuovo.
Strinsi i pugni, mentre mi rimproveravo da solo per la mia reazione a quello stupido invito, e guardai i suoi occhi. Quegli occhi. Quei maledetti occhi mi fottevano sempre.
Sospirai. << Va bene >> dissi arrendendomi al mio corpo.
Mi sorrise, incredula e felice. << Davvero? >>
<< Già >> Di nuovo sentii i suoi battiti aumentare, era davvero così importante per lei che io rimanessi lì?
<< Perfetto! Vieni >>
La seguii dentro casa, notando che Stiles non si era ancora mosso dal divano.
<< Io chiamo Lydia e Scott. Tu mettiti comodo >> indicò la poltrona, visto che il divano era tutto occupato da suo fratello. Lei sparì in cucina, mentre io mi sedetti sulla poltrona e chiusi gli occhi, cercando di calmarmi.
<< Hai caldo? >> mi chiese Stiles, facendomi riaprire gli occhi << Sei tutto sudato >>
<< Sto bene >>
<< Non sembra. Dovresti toglierti la giacca se ti fa così caldo >>
Per evitare di sentire ancora la sua voce feci come mi aveva detto. << Contento? >>
<< Non stai meglio? >>
No, idiota. << A me sembra che tu non stia bene >>
<< Mi hanno distrutto a lacrosse. C’era l’altro gemello, Aiden >> mi spiegò, mentre si metteva seduto.
<< Ha fatto qualcosa? >>
<< No. Era solo bravo, infatti è entrato in squadra. Né io né Scott abbiamo notato nulla. Potrebbero non essere loro … >>
<< O essere molto bravi a nasconderlo. Era solo? >>
<< Sì. Il fratello non c’era >>
Avrei tanto voluto sapere dove si trovavano, così avrei potuto sistemare tutto prima di quella stupida festa. << Che avete fatto voi? >>
<< Come? >>
<< Tu e Hope >>
<< Abbiamo solo parlato >> dissi, come per giustificarmi. Solo parlato. Non esattamente di quello per cui ero venuto qui, ma abbiamo parlato. << E come mai Kopa non ringhia più contro di te? Gli hai di nuovo fatto quella cosa? >> continuò a chiedermi il ragazzino logorroico.
<< No. Tua sorella me l’ha fatto accarezzare >>
Ripensai a quel momento. Alla mia mano sulla sua. Non l’avevo neanche fatto di proposito. Era capitato all’improvviso. E all’improvviso mi ero sentito come … felice. Forse troppo vista la mia reazione, la mia ormai solita reazione. In quel momento non mi è neanche passato per la mente di spostare la mano, né lo ha fatto lei. Stavo bene, e volevo restare così. Quando mi ha guardato i suoi occhi erano pieni di domande, forse anche un po’ impauriti, eppure ha lasciato la sua mano dov’era, proprio sotto la mia. Perché? Perché era successo? Perché non mi ero spostato? Perché stavo così?!
<< Stai pensando ai gemelli? >>
Stiles mi fece ritornare dov’ero, con una delle sue solite domande. Lo guardai, e non servì dirgli nulla per avere una spiegazione. << Hai stretto i pugni e hai teso tutti i muscoli. Stavi pensando a loro, no? >>
<< Sì, a loro >> dissi annuendo e mentendo spudoratamente. Almeno Stiles non poteva accorgersene.
Hope arrivò in quel momento in salotto << Lydia e Scott stanno arrivando. Che pizza volete voi due? >>
<< Io col salame >> rispose subito Stiles.
<< Per me è uguale >>
<< Oh, avanti. Non hai una pizza preferita? >> mi chiese lei, come il fatto di avere una pizza preferita fosse una cosa obbligatoria.
Alzai le spalle. << No >>
<< Sei strano >>
A me sembrava lei quella strana << Mi va bene tutto >>
<< Va bene >> si allontanò di nuovo verso la cucina.
Sentii arrivare una macchina e infatti poco dopo suonò il campanello. Guardai Stiles e anche lui si mise a fissarmi. << Non apri? >>
<< Vuoi davvero farmi alzare? Sono tutto un dolore! >>
Sbuffai, alzandomi per andare ad aprire la porta.
<< Tu? >> chiese Scott, non appena mi vide.
<< Che ci fai qui? >> lo seguì Lydia.
<< Ciao anche a voi >>
<< L’ho invitato io >> s’intromise Hope << Entrate >>
Mentre tornavo in salotto seguito da Scott, sentii le parole di Lydia e Hope.
<>
<< E’ venuto qui per parlami prima, e mi dispiaceva farlo tornare da solo in quella casa >>
Io stavo benissimo a casa mia, e non sarei stato solo. Ci sarebbe stato mio zio, credo.
<< Capisco, sarà strano >>
<< Non avete mai passato del tempo con lui? >>
<< Io no >>
Sentii i loro passi avvicinarsi a dove eravamo noi << Davvero voi non avete passato mai del tempo insieme? Almeno voi tre? >> chiese Hope, guardando prima me e poi Scott e suo fratello.
<< Non del tempo normale >> rispose Stiles, mentre sia Hope che Lydia si sedevano fra di lui.
<< Dopo tutto quello che avete passato? >>
<< Non c’è stata mai l’occasione, no? >> rispose Scott, guardandomi.
<< Già >>
<< Comunque, ho portato il film da vedere! >> esclamò Lydia, facendo uscire dalla borsa un qualcosa intitolato “ Twilight “
All’improvviso, i battiti di Hope aumentarono. << Twilight! Brava! Volevo rivederlo! >>
<< Oh, perfetto >> disse Stiles, mettendosi una mano sugli occhi. Anche Scott non sembrava contento. << Non potevamo deciderlo insieme il film da vedere? >>
<< No, decido io! >> disse Lydia alzandosi e andando verso il lettore dvd.
<< Non ci posso credere … >> disse Scott, sbuffando.
<< Oh, avanti, è bellissimo! >> Hope sembrava davvero contenta della scelta di Lydia.
<< Ehi, non pensate a Derek? Magari l’ha già visto! >> Stiles mi indicò, cercando una via di fuga.
<< Chi è che non ha visto Twilight? Lo rivediamo perché è bello! >> disse Lydia tornando a sedersi con in mano il telecomando.
<< Veramente non so neanche di cosa state parlando >> ammisi io.
Quattro sguardi accigliati si rivolsero verso di me, sembrava che avessi detto chissà che cosa.
<< Non hai mai visto Twlight? >> mi chiese prima Lydia.
<< Non sai la storia di Edward e Bella? >> poi Hope.
<< Non ne hai mai sentito parlare? >> Scott.
<< Ma in che secolo vivi? >> Stiles.
<< Non so voi ma io ultimamente non ho avuto tutto questo tempo per vedere film per ragazzini >>
<< Veramente è uscito un po’ di tempo fa, ormai è uscito anche l’ultimo >> mi spiegò Lydia, credendo che fossi interessato alla cosa.
<< Parla anche di lupi >> mi disse Hope, cercando di farmi venire un qualche interesse.
<< Lupi? >>
<< Sì, e sono anche molto carini. Anche se preferisco i vampiri >>
<< Vampiri? >>
<< Edward Cullen. Il vampiro più bello e dolce del mondo >>
<< E’ bellissimo! >> Lydia guardava la copertina del dvd come se fosse chissà chi.
<< E’ una storia d’amore. Una ragazza si innamora di un vampiro, e un licantropo si innamora della ragazza. E’ bellissima! >> mi spiegò ancora Hope. Quella ragazza era davvero fissata con l’amore, anche troppo.
Suonò il campanello. << Pizza! >> Stiles si alzò in un attimo.
<< Ora ti senti meglio? >> gli chiese sua sorella, alzandosi anche lei mentre tirava l’orecchio a Stiles.
<< Lo sai che sto sempre bene quando si tratta di cibo! >> con un gesto riuscì a liberarsi dalla presa e far barcollare Hope. D’istinto allungai il braccio per non farla cadere. Non appena i suoi occhi si posarono su di me, ritrassi il braccio.
<< Grazie >> mi sorrise, mentre io mi limitai ad annuire.
Non potevo neanche credere a quello che avevo fatto ma non ebbi molto tempo per pensarci visto che Hope mi posò sulle gambe un cartone. << Questa è la tua >> il suo sorriso era strano stavolta, un misto fra il divertimento e la malignità. Lo capii solo quando aprii il cartone.
<< Che diavolo è questa cosa? >>
Sentii Hope ridere, mentre Stiles si avvicinava per vedere. << Oh, mamma! Sembra un mostro >>
Alzai lo sguardo verso Hope che rideva, io non ero affatto divertito.
<< Non fare quella faccia! Hai detto che ti andava bene tutto e visto che non conosco i tuoi gusti ti ho fatto mettere tutti i condimenti >> la sua spiegazione fece cominciare a ridere tutti. In un altro momento avrei preso la pizza e l’avrei sbattuta da qualche parte, andandomene. Ma quel sorriso e quegli occhi divertiti riuscirono a calmarmi, almeno sotto l’aspetto della rabbia visto che persi di nuovo il controllo sui miei battiti cardiaci. Sperai che Scott fosse troppo occupato a ridere per accorgersene.
<< Sono convinta che ti piacerà >> mi disse ancora Hope, cercando di trattenere una risata. Mi piaceva il suo modo di ridere. Per evitare di pensare a lei, mi buttai su quella sottospecie di pizza con ogni tipo di salume, formaggio e condimento sopra.
<< Posso mettere il film adesso? >> chiese Lydia. Tutti tranne me annuirono, e dovetti vedere quel film che le ragazze a quanto pare adoravano.
Non potevo credere che avessero fatto un film così stupido. Una ragazza, a mio parere di dubbia bellezza, che si innamora di un vampiro che le dice chiaramente di poterla uccidere, e lei nonostante tutto continua ad amarlo incondizionatamente. A quanto pare era proprio questo ciò che piaceva a Lydia e ad Hope, che continuavano a guardare quell’Edward con occhi sognanti, sospirando ogni volta che veniva detta una frase sull’amore. Mi innervosii anche troppo per le sue reazioni di fronte a quel ragazzo. Per non parlare di quel ragazzino che doveva essere un licantropo.
<< Io sono dalla parte di Edward! >> spiegò Hope mentre continuava a fissare lo schermo << Jacob non mi piace, non mi piacciono i lupi, sono più brutti e puzzano >>
Mi fece quasi ridere, forse si era dimenticata che in quella stanza c’erano due licantropi.
La cosa che invece mi mandò quasi in bestia fu che, quando quei due ragazzini nello schermo stavano ballando e si stavano promettendo amore eterno, il cuore di Hope ebbe uno sbalzo che non era dovuto al film. Notai che prese il cellulare, e notai anche un mezzo sorriso.
<< E’ lui? >> chiesi, sapendo già la risposta.
<< Sì, ehm … >> non parlai, sapeva benissimo che volevo sapere cosa le avesse scritto << Mi ha chiesto se sto bene, visto che prima non gli ho risposto >>
<< E tu rispondi? >>
<< Certo, Derek. Ricordati che può anche non essere un licantropo >>
<< Sì, certo … >> in quello stesso istante fu il mio di cellulare a squillare.
<< Che vuoi? >> chiesi, vedendo che era mio zio a chiamarmi.
<< Ci sono i cacciatori qui, non sono gli Argent. Ho bisogno di te >>
Mi alzai subito << Arrivo >>
<< Cosa c’è? >> mi chiese Scott.
<< Cacciatori. Vieni con me? >>
<< Sì >>
<< Stiles, porta Lydia a casa. E tu >> mi rivolsi ad Hope, che mi guardava spaventata << vai con loro >>
<< Ma … >>
<< Non restare sola. Per favore >>
Annuì, non capendo cosa stesse succedendo.
Andai verso la porta seguito da Scott, ero stato un idiota a passare del tempo lì quando sapevo i pericoli che ormai c’erano a Beacon Hills.
<< Ehi! >> urlò Hope, mentre ormai io ero in macchina. << Stai attento >> mi disse in un sussurro, sapendo che potevo sentirla. Annuii, partendo verso casa mia insieme  a Scott.








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Grazie, grazie, grazie, mille grazie a chi ha recensito! ** Sono contentissima che la storia vi piaccia, davvero! Le vostre recensioni mi fanno venire sempre più voglia di scrivere e aggiornare subito!
Spero che anche questo capitolo "di passaggio" vi piaccia. Secondo me non è dei migliori ma mi serviva anche per farvi capire il POV di Derek, comunque a breve arriverà la festa :)
Premetto che adoro Twilight, anche se qui l'ho preso un pò in giro, ma in fondo era Derek che parlava xD
A presto! :* <3

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Capitolo 9
*** Pre - Party ***


Pre - Party
 

POV Derek

Quello dei cacciatori non fu un vero e proprio attacco, ma un avviso. Un modo per dirci che erano a Beacon Hills e che sapevano di noi, un modo per dirci di stare attenti a tutto ciò che facevamo. Mio zio non era ancora abbastanza forte per affrontare dei cacciatori e riuscì a scappare prendendosi solo una freccia nella gamba, mentre io e Scott arrivammo nel momento in cui i cacciatori avevano lasciato casa mia. Quando entrammo notai che era ancora più distrutta di come l’avevo lasciata, forse erano alla ricerca di qualcosa ma a quanto pare erano rimasti delusi. Comunque, come aveva detto mio zio, non erano stati gli Argent. Avvisai subito Isaac, Boyd ed Erica dicendo loro di stare attenti anche a scuola, e chiesi a Scott di avvisare anche Stiles e Hope, loro più di tutti dovevano stare attenti, visto che erano umani.
Non tornai a casa di Hope quel giorno, né gli altri giorni. La mattina però la vedevo a scuola mentre cercavo un qualcosa che mi facesse capire se i gemelli fossero o meno degli Alpha, ma fu tutto inutile. Quei ragazzini sembravano essere davvero normali, ma non volevo arrendermi. Guardavo spesso Hope e il gemello che avrebbe dovuto portarla alla festa parlare e sorridersi, come due normali adolescenti alla loro prima stupida cotta. La lasciai in pace, visto che era libera di fare ciò che voleva, anche se più di una volta avevo avuto l’istinto di entrare a scuola e spaccare la faccia a quel ragazzino, soprattutto quando la toccava.
Comunque, era ormai arrivato il giorno della partita di lacrosse e della festa, purtroppo. Guardai la partita nascosto fra gli alberi, ma il gemello che era entrato in squadra non fece nulla di così speciale da attirare la mia attenzione. Avevo avvisato anche Boyd ed Isaac di tenerlo d’occhio e notai che anche Scott e Stiles erano concentrati più su di lui che sulla partita. Hope invece faceva il tifo seduta fra Lydia e il gemello che non le toglieva per un attimo gli occhi di dosso. Alla fine della partita, sentii le loro voci.
<< Ti passo a prendere dopo, allora >>
<< Certo, ti aspetto >> gli stava sorridendo, ma non fu questa la cosa che mi fece impazzire. Mentre si alzava, quel ragazzino molto bravo a fingere di essere un essere umano normale le dette un bacio sulla guancia, mentre lei continuava a sorridere imbarazzata. Non so chi o cosa riuscì a trattenermi ad andare lì. Sentii i miei occhi cambiare colore, sentii il sangue pulsarmi nelle vene a causa di quello stupido e  insignificante bacio. Mi allontanai più in fretta che potei verso casa mia, dove tentai di mantenere la calma.
Mi ero ripromesso di non andare a casa sua, ma esattamente un’ora dopo la partita ero lì, davanti a quella dannata porta a suonare quel dannato campanello. Fu Stiles ad aprirmi, vestito di tutto punto e profumato come poche volte.
<< Derek? Ciao >> era sorpreso di vedermi, in effetti avevo detto a Scott che sarei andato direttamente alla festa.
<< Hai fatto il bagno nel profumo? >>
<< Ne ho messo solo un po’! E’ il tuo naso da lupo che sente troppo bene. Tu piuttosto non potevi conciarti meglio? >> disse indicando i miei vestiti.
Ero vestito come sempre, non mi sembrava un evento così importante da indossare chissà che cosa. << E’ solo una festa >>
<< Tenterei di spiegarti il perché alle feste ci si veste meglio ma penso sarebbero parole sprecate vero? >>
<< Già >>
<< Perfetto! Che c’è? >>
<< Devo parlare con Hope >>
<< E’ di sopra a prepararsi. Hope! >> urlò verso le scale.
<< Un attimo solo! >> fu il suo urlo di risposta dalla sua stanza. Nel frattempo vidi spuntare il suo cane che mentre scendeva le scale abbaiò un paio di volte verso di me, ma almeno non ringhiò.
Poi vidi lei, e il mio cuore impazzì. Rivolse un piccolo sorriso verso me e Stiles prima di cominciare a scendere le scale, concentrandosi su ogni gradino per evitare di cadere. Indossava un vestito verde scuro senza maniche che le arrivava poco sopra le ginocchia e avevo messo delle scarpe coi tacchi, anche se non molto alti. Notai anche che i suoi capelli non erano più lisci ma mossi e che si era truccata gli occhi e la bocca, sebbene non in modo esagerato. Era … era davvero bella.
<< Ciao >> mi sorrise ancora.
<< Ciao >>
<< Vi piace il vestito? L’ho comprato con Lydia >> disse, mentre girava su se stessa.
<< Sei bellissima >> disse Stiles, quasi leggendo la mia mente.
<< Grazie >> disse Hope, mentre si rivolgeva a me aspettando il mio parere.
<< Stai bene >> le dissi, mentre notai il suo sguardo dispiacersi.
<< Grazie. Anche tu stai … >> il suo sguardo andò dalla mia testa ai miei piedi, per poi tornare sui miei occhi << … Come sempre >>
<< Davvero voi due pensate che dovrei cambiarmi per una stupida festa? >>
Si guardarono, complici, e poi guardarono me, annuendo.
<< Scordatevelo >>
Hope arricciò il naso, voltandosi verso Stiles. << Ma hai finito il profumo di papà? >>
<< Oh, e va bene! Vado a cercare di togliermi un po’ di profumo! >> disse, alzando le braccia al cielo mentre andava verso le scale.
Sua sorella mi guardò con sguardo interrogativo.
<< Gliel’ho fatto notare anche io >> le spiegai.
<< Oh, ecco perché >> sorrise, voltandosi verso le scale.
<< Hope dobbiamo parlare >>
<< Possiamo farlo in bagno? Devo sistemare il trucco >>
Alzai gli occhi al cielo << Non serve. Lascia stare >>
<< Va bene … Dimmi >>
<< Se dovessi notare qualcosa, qualsiasi cosa, come una zanna, un solo artiglio, un piccolo cambiamento negli occhi che io non ho notato, tu … >>
<< Devo dirtelo, lo so >>
<< Cercherò comunque di accorgermi di tutto >>
<< Ciò significa che avrò i tuoi occhi puntati addosso tutta la sera? >>
<< Non solo i miei >>
<< Si prospetta davvero una serata meravigliosa >>
Non volli rispondere al suo sarcasmo. << Un’altra cosa. Cerca di non stare troppo sola con lui >>
Si accigliò. << Come? >>
Sbuffai. << Stai in posti con gente.  Non andare in bagno da sola o non appartarti con lui in qualche camera >>
<< Oddio, mi sembri mio padre >>
<< Lo sto dicendo per te! >>
<< Sei identico a mio padre! >> disse, indicandomi e sorridendo.
<< Hope! >> mi fece urlare. Come poteva non capire?
<< Stai tranquillo! Non ho intenzione di perdere la verginità stasera >>
Questa volta, fui io ad accigliarmi per quella frase.
<< Che c’è? >>
<< Nulla. E’ che … sei davvero piccola >>
Incrociò le braccia e alzò un sopracciglio, sembrava volesse attaccarmi. << Piccola? Se per piccola intendi non fare l’amore col primo che capita, allora sì, sono piccola! >>
Mi stava stupendo ad ogni frase. Non aveva detto sesso, non aveva usato alcun termine volgare o inappropriato, aveva detto fare l’amore. E lei non lo aveva ancora fatto … << Non intendevo questo >>
<< So cosa intendevi >>
<< Perché urlate? >> s’intromise Stiles, mentre scendeva le scale.
<< Niente >> disse Hope, mentre cercava di non guardarmi.
<< Se la gente urla un motivo ci sarà >>
<< Se ti ho detto niente un motivo ci sarà >>
Sentii una macchina avvicinarsi verso casa loro. << Sta arrivando >> cercai di sentire meglio << Non è solo >>
<< Come non è solo? >> mi chiese Hope, quasi preoccupata. Finalmente cominciava a capire!
<< Sento due battiti. Ci sono entrambi, e sono arrivati >>
<< Allora vado >>
<< Hope, ascolta >> le dissi, prendendole il braccio per non farla uscire.
<< Non toccarmi! >> urlò lei, cercando di liberarsi.
Feci come mi aveva detto, meravigliandomi della sua reazione. << Volevo solo dirti di stare attenta >>
Continuava a non guardarmi, mentre i suoi battiti aumentavano.  << Lo so. A dopo >>
Uscì dalla porta senza dire o fare altro. Cercavo di sentire il suo cuore e le sue parole.
<< Si può sapere che le hai detto? >>
<< Sta’ zitto >> gli ordinai, sentendo la sportello della macchina aprirsi.
<< Stai cercando di sentirla, vero? >>
Presi Stiles dal colletto della sua camicia, avvicinando il mio viso al suo. << Se continui a parlare ti apro la testa in due, chiaro?! >>
Mi concentrai di nuovo sulla macchina che stava partendo, ma riuscii a sentire poco.
<< Sei bellissima, dico sul serio >>
<< Grazie >>
<< Scusate se vi ho rovinato la serata, ma non mi andava di andare alla festa a piedi >>
<< Tranquillo >>
<< Comunque, anche per me stai molto bene >>
<< Ti ringrazio >> sentii il suo cuore, e sapevo che stava sorridendo.
Non riuscii a sentire altro, l’auto era ormai troppo lontana. Liberai Stiles, che ovviamente cominciò di nuovo a fare domande.
<< Allora? >>
<< Non ho sentito niente di importante >>
<< Non volevo sapere questo >>
Ripensai alla stupida domanda che mi aveva fatto quando sua sorella era uscita di casa << Non le ho detto niente! >>
<< Quindi ha cambiato umore all’improvviso, senza motivo? Come no. Ci sai fare con le ragazze >>
Mi venne una voglia indescrivibile di prenderlo e sbatterlo contro la porta, e in effetti lo feci. << Sta’ zitto! >>
<< Ahia. Sto zitto, sto zitto, ok >>
Lo lasciai andare, cercando di calmarmi, inutilmente visto che quel ragazzino non riesce a stare zitto neanche sotto minaccia << Posso chiederti una cosa sola? >>
Alzai gli occhi al cielo e respirai profondamente, sentendo le mie unghie che ormai stavano diventando artigli.
<< Ehi, non c’è bisogno di arrabbiarsi! Si può sapere che hai? Perché sei così nervoso? >>
<< Perché sì >>
La mia voce stava cambiando, i miei occhi stavano cambiando.
<< E’ per Hope? Sei preoccupato? >>
<< Sto bene >>
<< Non oso immaginare quando stai male, allora >> Lo guardai << Oh, perfetto. Hai già gli occhi rossi >>
<< Se continui a parlare vedrai anche le mie zanne conficcate nella tua gola >>
<< Bene. Ho capito. Non nomino più Hope. >>
Respirai ancora, ritirando gli artigli e sentendo i miei occhi che tornavano normali. << Dov’è Scott? >>
<< Devo passarlo a prendere >>
<< Andiamo allora >>
<< Con la tua macchina? >>
<< Con la mia macchina, il più velocemente possibile. Perché se quando arriviamo alla festa vedo quel ragazzino avvinghiato a tua sorella, ammazzo prima lui e dopo passo a te, capito? >>
<< Siamo in vena di minacce >>
<< Stiles! >>
<< Ok! Calma! Andiamo >>








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Eccomi qui! :D Grazie mille a chi ha recensito, adoro leggere le recensioni! ** Grazie a chi ha inserito la storia fra le seguite e le preferite :)
Siamo arrivati alla festa, o quasi. Ho deciso di dividerla in due parti, o forse tre, non so ancora xD Spero che il capitolo vi piaccia **
A presto! <3

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Capitolo 10
*** The Party ***


The Party

 

POV Hope

Quella sottospecie di lupo mi stava facendo impazzire!
Per prima cosa, dopo aver detto che dei cacciatori erano arrivati a casa sua, non si era fatto più vivo né quella sera né per tutti i giorni successivi. Dovetti chiedere spiegazioni a Scott che mi disse solamente che erano arrivati troppo tardi e che, a detta di Derek, io e mio fratello dovevamo stare più attenti di tutti riguardo sia ai nuovi lupi sia ai nuovi cacciatori. Non ebbi sue notizie per giorni, neanche Scott o Stiles sapevano nulla e di certo non avrei chiesto niente ai miei compagni di scuola, il suo branco. Seconda cosa, sapevo benissimo che stava spiando Ethan e Aiden a scuola perché vedevo i suoi occhi rossi puntati su di me ogni volta che ero con uno di loro, sebbene il più delle volte si trattasse di Ethan, e nonostante questo non si era degnato di farsi vedere. Avevo praticamente perso ogni speranza di rivederlo prima della festa, cercando di convincere me stessa del fatto che lui aveva altre cose molto più importanti di me a cui pensare. Ne ero davvero convinta, fin quando non sentii la sua voce a casa mia, poco prima che Ethan mi passasse a prendere. Confesso che, nonostante tutto, fui come sollevata nel sentirlo e mi sorpresi a sorridere da sola davanti allo specchio, sentendomi un’idiota. Quando lo vidi non riuscii a trattenere un altro sorriso imbarazzato e sentii i miei battiti aumentare, pregando che lui non se ne accorgesse. Speravo davvero di ricevere un qualche complimento da lui per il mio vestito, un “ sei bella “, “ sei carina “, mi sarei accontentata persino di un “ sei graziosa “, e invece no. Ricevetti uno stupido, insignificante e privo di qualsiasi emozione  “ stai bene “, e il mio cuore cominciò a decelerare. Per non parlare del fatto che si era finalmente fatto vivo solo per parlarmi di Ethan e per farmi un discorso che sembrava fatto da mio padre. “ Non stare troppo sola con lui “, e l’avrei anche fatto se non avessi visto la sua faccia quando gli avevo confessato, senza neanche farlo di proposito, di essere ancora vergine. Era come shockato. E poi quella sua risposta. Per lui ero piccola. Piccola perché non lo avevo ancora fatto! Incredibile. Doveva soltanto ringraziare di non avermi trovata particolarmente nervosa o magari nel mio periodo del mese altrimenti l’avrei fatto nero, Alpha o non Alpha! Stupido lupo. Mi aveva perfino fatto rispondere male a mio fratello, cosa che odiavo fare. Ma me l’avrebbe pagata, presto.
Quando entrai in macchina di Ethan notai che seduto dietro di me c’era suo fratello, che mi sorrideva, ma non come mi stava sorridendo Ethan. Sembrava davvero che gli piacessi.
<< Sei bellissima, dico sul serio >> ecco, Derek, era tanto difficile?!
<< Grazie >> risposi, chiudendo lo sportello dell’auto.
Notai che anche lui si era vestito meglio per la festa, indossava dei pantaloni scuri e una camicia che gli calzava a pennello, perfetta per far intravedere il suo fisico che non era affatto da poco. Ripensai a Derek e a come invece lui si era presentato a casa mia, vestito con i soliti jeans, la solita maglietta stretta e mal stirata ( o per niente stirata) a maniche lunghe e la solita giacca di pelle. Mi rimproverai da sola, dovevo smetterla di pensare a lui.
<< Scusate se vi ho rovinato la serata >> disse Aiden, facendomi distrarre dai miei pensieri << ma non mi andava di andare alla festa a piedi >>
<< Tranquillo >>
<< Comunque, anche per me stai molto bene >>
<< Ti ringrazio >> sorrisi di nuovo, questa volta guardando lui, notando che era vestito come suo fratello, sebbene i colori della camicia fossero diversi.
<< Ci si diverte di solito alle feste della tua amica? >> mi chiese Ethan.
<< Sì, sono quelle più belle >>
<< Si balla? >>
<< Oh, sì. Ci sarà sicuramente un dj >>
<< Ballerai con me? >> mi chiese, rivolgendomi uno sguardo al tempo stesso malizioso e divertito.
<< Certo >> e non vedevo l’ora di farlo, ma non per il motivo per il quale lo voleva Ethan.
Arrivammo in poco tempo da Lydia, che mi accolse abbracciandomi.
<< Sei bellissima! >> le dissi, ricambiando l’abbraccio. Lei indossava un vestito blu, con una manica lunga e l’altra corta, la lunghezza era come quella del mio vestito, e alla vita aveva aggiunto una cintura beige per abbinarla alle zeppe dello stesso colore.
<< Anche tu! Ti avevo detto che ti starebbe stato bene questo vestito! Ciao, ragazzi >> salutò i gemelli che erano dietro di me << Accomodatevi >>
<< Sono arrivati Scott e Stiles? >> le chiesi sussurrando.
<< No, ma ci sono Isaac, Erica e Boyd. Prima di te è arrivata anche Allison >> mi disse, indicandomi quest’ultima. La salutai con un gesto della mano, e lei fece lo stesso. Non avevo avuto modo di parlarle se non per le poche volte che la incrociavo a scuola, e ogni volta mi sembrava davvero tanto sola. Sapevo che aveva avuto il suo momento di “ pazzia “ e che aveva provato ad uccidere Derek e il suo branco, eppure non riuscivo ad odiarla o a non farmela piacere. Aveva reso felice Scott, almeno.
<< Io faccio un giro >> disse Aiden, lasciando me e Ethan soli.
Mi guardai intorno, casa di Lydia era già piena di gente e sentivo la musica già a tutto volume << Vieni >> dissi al mio accompagnatore, mentre mi seguiva verso la piscina, dove si era posizionato il dj con tutti i suoi strumenti del mestiere e dove Lydia aveva allestito dei tavoli che erano pieni di cibi vari e bevande, sicuramente quasi tutte alcoliche.
<< Vuoi bere qualcosa? >> mi chiese Ethan, sembrava come imbarazzato. Pensai che mi sembrava un ragazzo normale, come me, non un lupo burbero e antipatico. Ma pensai anche che Isaac e Boyd mi sembravano dei ragazzi normali, quindi …
<< Sì, magari niente di alcolico >>
<< Non bevi? >>
<< Non l’ho mai fatto. Non ho l’età, e neanche tu >>
<< Non sapevo di aver trovato una ragazza così per bene >> mi sorrise, mentre mi versava da bere.
<< Siamo rimaste in poche, ma ci siamo. Grazie >> gli sorrisi anche io, bevendo il mio cocktail alla frutta analcolico.
<< Ti dispiace se io bevo, invece? >>
<< Basta che rimani abbastanza lucido per riportarmi a casa >>
<< Ti riporterò a casa sana e salva >> mi promise, facendomi l’occhiolino mentre ora versava da bere a lui.
<< Ci conto >> mentre gli rispondevo, notai che Isaac ci stava fissando e alzai gli occhi.
<< Senti, ti volevo chiedere una cosa … >> Ethan mi mise una mano sulla spalla nuda, nel modo più delicato possibile, facendomi girare verso di lui << … quella ragazza che hai salutato prima, era Allison Argent? >>
I suoi occhi mi guardavano alla ricerca di qualche informazione. << Sì, perché? >>
<< Oh, niente. Ho solo sentito un po’ di voci in giro su sua zia, mi chiedevo se fossero vere >>
Già, la pazza zia di Allison. << Non ne so molto >> mentii.
<< Davvero? >> mi guardò ancora, con occhi che cercavano dentro ai miei verità nascoste. Mi resi conto che se fosse stato un lupo avrebbe tranquillamente potuto capire che stavo mentendo, così cercai un modo per uscirne. << Sì, sono qui da poco come ti ho detto. Ho conosciuto Allison pochi giorni prima di aver conosciuto te e tutte quelle cose che riguardano sua zia sono successe quando io ero a New York, quindi … >> alzai le spalle, controllando i miei battiti per quel che potevo.
<< Capisco. Ero solo curioso >>
Gli sorrisi, guardando altrove, e proprio in quel momento vidi Lydia che faceva strada a  Scott, Stiles e Derek verso la piscina.
<< Ti va di conoscere mio fratello? >> chiesi ad Ethan, indicando Stiles.
<< Tuo fratello è quello alto e grosso? >> i suoi occhi semi-terrorizzati parlavano da soli mentre guardava Derek.
<< No, tranquillo. Mio fratello è il più innocuo dei tre >> nel vero senso della parola. Gli presi la mano, andando verso di loro.
<< Hope, sei qui! >> mi disse mio fratello, con un tono abbastanza falso visto che sapevo che mi aveva visto non appena era arrivato.
<< Stiles, questo è Ethan >>
<< Ciao >> disse lui mentre gli porgeva la mano.
<< Ciao, io conosco tuo fratello! Gioca con me e Scott a lacrosse >>
<< Lui è Scott, il mio migliore amico >> m’intromisi io sorridendo verso di lui, che ricambiò mentre stringeva ad Ethan la mano.
Poi passai a Derek, guardandolo per la prima volta negli occhi << Lui invece è Derek, un loro amico >>. Cercai di sottolineare bene che lui fosse un loro amico, e non mio, mentre vedevo l’Alpha irrigidirsi e spostare il suo sguardo severo da me a Ethan, che gli porse la mano facendogli un piccolissimo sorriso di cortesia. La reazione di Derek mi lasciò quasi stupita, stava sorridendo! Ma non era un sorriso sincero, questo era chiaro. Era più un sorriso da malvagio, il tipico ghigno dei cattivi delle favole … mi ricordò Scar, il leone cattivo del “ Re Leone “.
<< Piacere, Ethan >> disse, mentre vedevo la sua mano stringere anche troppo quella di Ethan che però fece finta di niente.
<< Piacere mio >>
<< Ooook, che ne dite se andiamo a mangiare, eh? Scott? >> chiese mio fratello, notando la tensione che si era appena creata.
<< Certo! Vieni, Derek? >> chiese Scott, guardando Derek che però era ancora concentrato sul mio accompagnatore.
<< Sì, andiamo >> finalmente il lupo spostò lo sguardo da Ethan, lanciando una rapida occhiata verso di me che sembrava dirmi “ Ti tengo d’occhio! “, mentre si allontanava seguendo Scott e Stiles.
<< Ma che ha quello lì? >> mi chiese Ethan, quando furono abbastanza lontani.
<< Chi, Derek? Lui è solo, ehm … >> cosa potevo dire? Asociale? Burbero? Antipatico? << … timido >>
<< Timido?! Sembrava volesse mangiarmi >> disse, massaggiandosi la mano.
<< Ti ha fatto male? >> gliela presi, cercando di vedere se avesse o meno qualche ferita. Quel lupo era capace di tutto.
<< Ora va già meglio >> mi sorrise, stringendomi la mano.
Gli sorrisi imbarazzata, non mi aspettavo quella risposta. Notai che molti ragazzi stavano già ballando a bordo piscina, così decisi che era arrivata l’ora della mia vendetta. << Ti va di ballare? >>
<< E me lo chiedi? >> mi sorrise, portandomi verso gli altri ragazzi.
Onestamente, non amo ballare, soprattutto i balli movimentati, ma quella volta avrei dato tutta me stessa. Per farlo, però, avrei dovuto fare una cosa.
<< Sai che ti dico? Penso che stasera smetterò di fare la brava ragazza >> dissi, avvicinandomi al tavolo delle bevande. << Secondo te, qual è la più alcolica? >>
Ethan mi stava guardando come se fossi pazza. << Sei sicura? >>
<< Voglio solo divertirmi, e poi sarai tu a guidare, non io. Allora, quale? >>
Mi versò nel bicchiere un qualcosa di trasparente come l’acqua, forse vodka? Feci un respiro profondo, buttando giù tutto il bicchiere. Forse non avrei dovuto farlo.
<< Tutto bene? >> mi chiese lui preoccupato.
Strizzai gli occhi, mi sentivo in fiamme. << Benissimo. Andiamo >>  
Inizialmente ballammo senza sfiorarci neanche, notai che anche Ethan era intimidito. Mi guardai intorno, Erica e Boyd stavano ballando non molto lontani da noi, Isaac era a bordo piscina a fissarci e mio fratello era insieme all’Alpha. Notai che stava come cercando di distrarlo, mentre Derek continuava a non muovere un muscolo né a spostare il suo sguardo da me e Ethan. Non aspettavo altro. Mi avvicinai a Ethan, accarezzandogli i capelli e il collo, vedendo il suo sguardo sorpreso ma al tempo stesso complice e sentendo la sua mano scivolare sulla mia schiena. In fondo, mi stavo divertendo. Continuammo a ballare così per un po’, fin quando la musica non cambiò e il dj annunciò un ballo lento per tutti gli innamorati.
<< Vuoi ballare ancora? >> mi chiese Ethan, sorridendomi come non lo aveva mai fatto. Era davvero un bel ragazzo, e mi sembrava anche sincero, seriamente interessato a me.
<< Certo >>
Mi avvicinai a lui mettendo le mani dietro la sua testa mentre lui mi cingeva la vita. Dietro di lui, vidi Stiles che si metteva una mano sulla fronte e Derek nella stessa identica posizione di prima, solo che il suo viso era sempre più duro e i suoi occhi sempre più arrabbiati. Mi avvicinai ancora ad Ethan, appoggiando la testa sulla sua spalla.
<< Vorrei che questa canzone non finisse mai >> mi disse lui, baciandomi i capelli. Sorrisi, ma lui non poteva vedermi, mi aveva appena detto una frase bellissima. Come poteva un ragazzo così carino essere un Alpha pericoloso e cattivo? Sentii le sue mani stringermi ancora di più, forse troppo di più, ma cercai di non farci caso, anche se sembrava non volesse lasciarmi davvero più. Sentii il suo respiro aumentare e dalla posizione in cui mi trovavo riuscivo anche a sentire il suo cuore che ormai stava battendo all’impazzata. Confesso che in quel momento mi spaventai un po’, al punto di sussultare quando una terza mano mi prese per il braccio, facendomi allontanare da Ethan.
Era mio fratello. << Stiles? >>
<< Che vuoi? >> chiese Ethan, con tono irritato. Fino a quel momento non lo avevo mai visto così.
<< Nulla. Volevo solo parlare con mia sorella, te la rubo solo un attimo, ok? >>
<< Torno subito >> lo rassicurai, sorridendogli.
<< Vado a cercare mio fratello >> mi disse lui, voltandosi dalla parte opposta alla mia.
Mi girai verso Stiles. << Che c’è? >>
<< C’è che sono stato appena minacciato di morte, di nuovo, ecco che c’è! >>
<< Come? >>
<< Vieni >>
Mi condusse verso l’interno di casa di Lydia, in cucina. << Và dentro >> mi disse, lasciandomi il braccio e allontanandosi di nuovo verso la piscina.
Quando entrai, vidi Derek seduto su una sedia con le braccia conserte e i muscoli del suo corpo tutti tesi, cosa che si notava ancora di più grazie alla sua maglietta stretta. Mi concentrai su altro, sentendo già il mio cuore che perdeva il controllo. Aveva gli occhi chiusi e aspettavo che li aprisse, immaginandomi i suoi occhi rossi che non avevo mai visto da vicino, ma mi trovai davanti ai suoi normali, e devo dire anche bellissimi, occhi verdi.
<< Vuoi dirmi qualcosa o devo stare qui a guardarti? >>
Lui si alzò e venne verso di me. Ritrovai di nuovo lo sguardo che aveva quando venne per la prima volta a casa mia, mi stava studiando. << Puzzi >> mi disse, a poco meno di mezzo metro da me.
Mi accigliai << Come sei gentile >>
Si avvicinò a me. Era davvero troppo, troppo vicino, e mi stava odorando.
<< Di alcool >> specificò.
<< Ho bevuto solo un bicchiere di … >> di non so cosa.
<< Ti ha fatto anche bere? >>
<< Non mi ha fatto bere lui. Ho bevuto io >>
<< Hai almeno mangiato qualcosa? >>
<< No >> confessai.
Lui strinse i pugni. << Che c’è? Qualche problema? >> gli chiesi, incrociando le braccia.
<< Molti >>
<< Vuoi spiegarti? >>
<< No. Spiegami tu cosa stavi facendo >>
Avevo colpito il segno. << Stavo solo ballando >>
<< Hope, smettila di fare la finta tonta. Perché sento benissimo la tua voce che trema e il tuo cuore che accelera quando dici “solo” >>
<< Non so di cosa tu stia parlando >>
Alzò gli occhi al cielo << Ma ti rendi conto che posso sentire quando menti?! >>
Ok, magari dovevo smetterla. << Me ne rendo conto >>
<< Quindi? >>
<< Quindi cosa?! Non ho fatto nulla! Mi chiedevo piuttosto il motivo per il quale tu mi stessi fissando come uno stalker! >>
Rimase a bocca aperta << Io stavo fissando lui, non te! >>
<< E chi controllava Aiden, eh? E perchè Erica e Boyd erano quasi attaccati a me e Ethan? E perché vedevo che ti arrabbiavi sempre di più ogni volta che mi avvicinavo di più a lui? >>
<< Scott controllava Aiden, Erica e Boyd controllavano Ethan >>
<< Perché non rispondi all’ultima domanda? >>
<< Non intendo farlo. E abbassa la voce, lo sai che potrebbero sentirci >>
Sbuffai, andandomi a sedere dove poco prima era seduto lui, cominciando ad avvertire un lieve ma continuo mal di testa << Io non ti capisco >>
<< Neanche io mi capisco, ultimamente >> il suo tono era cambiato, si era come tranquillizzato. Venne di nuovo verso di me e si mise proprio di fronte a me, appoggiando un braccio sul tavolo in modo da guardarmi perfettamente negli occhi. << Sono solo preoccupato per te. Non hai notato come i suoi battiti sono aumentati quando ti … quando … >>
Sembrava come se non riuscisse a dirlo. Chiuse di nuovo gli occhi, respirando profondamente. << Quando mi stringeva? >>
Li riaprii << Sì >>
<< Pensavi si stesse trasformando? >>
<< Sì, quei battiti erano davvero troppo forti. E io non potevo farci niente, e tu continuavi a dargli corda >> strinse i pugni, spostando il suo sguardo dal mio.
Ripensai a quello che avevo fatto, rischiando davvero di mettere in serio pericolo la mia vita per far ingelosire un ragazzo che invece cercava di proteggermi, sebbene non mi fosse ancora chiaro il motivo. Sentii una morsa allo stomaco.
<< Hope? >> non risposi, il mio stomaco si stava rivoltando << Stai bene? >>
Mi mise una mano sulla spalla e di nuovo ritrovai il suo tocco caldo e forte su di me. Un brivido mi percorse la schiena, non so se fu per colpa sua o per colpa del mio stomaco, o di entrambi. << Hope, rispondimi! >> guardai i suoi occhi, erano preoccupati, davvero molto preoccupati e come impotenti.
<< Io .. io devo .. andare in bagno >> tentai di alzarmi, ma barcollai, per colpa anche dei tacchi. Derek mi guardava spaventato, e io cominciai a vederlo in modo sfocato. Ormai non riuscivo a vedere quasi niente, sentivo solo la mia testa battere come se qualcuno mi stesse colpendo con un martello e il mio stomaco che continuava a rivoltarsi. Chiusi gli occhi, e due braccia forti e possenti evitarono di farmi cadere.
 

 
Quanto ripresi conoscenza, non aprii subito gli occhi. Mi rigirai nel letto, che cigolò. Non ricordavo che il mio letto fosse rotto. Sentii uno strano odore, come di sporco, e sentivo una strana corrente arrivare dal lato che non era quello della mia finestra. Cercai di aprire gli occhi ma li richiusi non appena la luce del sole li colpì. Tentai di nuovo e mi resi conto di non essere nel mio letto, ma in un letto praticamente quasi rotto, mi resi conto di non essere neanche in camera mia, ma in una camera che cadeva a pezzi, in una casa abbandonata. Infine, mi resi conto che gli occhi che mi stavano fissando non erano quelli di mio padre o di mio fratello, ma i due bellissimi occhi verdi dell’Alpha. 











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Ciao a tutti, rieccomi **
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma sono iniziate le lezioni all'università e sono stanca morta T_T In più verso fine marzo ho due esami che mi fanno abbastanza paura >.<
Comunque, vi ringrazio tantissimo per le vostre recensioni! Mi fanno sempre più felice :D Spero davvero che il capitolo sulla festa vi sia piaciuto, vorrei sapere le vostre opinioni ^^
A presto! :** <3

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Capitolo 11
*** Drunk ***


Drunk

 
POV Derek

Quando io, Scott e Stiles arrivammo a casa di Lydia, sperai con tutto me stesso di non vederla come me la stavo immaginando durante tutto il tragitto, avvinghiata a quel ragazzino. La notai subito non appena entrai, tirando un sospiro di sollievo, stavano solo parlando. Stavo per ordinare a Stiles di andare verso di loro, quando sentii Hope chiedere ad Ethan se avesse voglia di conoscere suo fratello, mi venne da sorridere quando il ragazzino chiese se “quello alto e grosso” fosse suo fratello. Forse non ero suo fratello, ma avrebbe comunque dovuto avere paura di me. Hope mi guardò solo quando mi presentò il suo accompagnatore, sottolineando che ero un amico di Scott e Stiles, non suo, facendomi innervosire anche troppo. Ce l’aveva ancora con me?
Comunque, mi concentrai su Ethan, stringendoli la mano in modo tale che capisse che doveva tenerle a posto. Seguii Scott e Stiles lontano da loro, mentre continuavo a sentire la voce di Hope. Strinsi i pugni quando prese  la mano del ragazzino, preoccupata del fatto che io avessi potuto fargli male, ma riuscii a sopportarlo. La cosa che mi mandò quasi in bestia fu vederli ballare. All’inizio sembrava come se fosse tutto tranquillo, visto che si limitano a guardarsi e a sorridersi, ma Hope all’improvviso si avvicinò a quel ragazzino e cominciò ad accarezzargli il collo e i capelli, mentre lui cominciava a toccarla, a sfiorarle tutta la schiena, mentre i loro cuori battevano sempre più in fretta. Stiles, che non mi lasciava da solo neanche un attimo, preoccupato per la mia reazione, mi chiese se stessi bene. No che non stavo bene! Quella sottospecie di ragazzino in preda agli ormoni stava toccando sua sorella e lui se ne stava lì tranquillo, preoccupato solo per me! Maledetti il dj quando mise un lento, permettendo ad Hope e Ethan di continuare a ballare sempre più vicini. Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi, ma fu tutto inutile. Sentii il ragazzino dire ad Hope che avrebbe voluto che la canzone non finisse mai, sentii il preciso rumore di un bacio, ma soprattutto sentii il suo cuore. Il suo cuore, i suoi battiti, stavano impazzendo. Non era il battito che un ragazzo ha quando è molto felice, era molto di più, troppo di più. Fui io questa volta a preoccuparmi. Aprii gli occhi e vidi Hope ancora abbracciata a lui, con la testa appoggiata sulla sua spalla, e le mani di lui che continuavano a stringerla più forte. << Derek? Derek, i tuoi occhi! >> Stiles mi indicò spaventato. Sapevo che i miei occhi stavano cambiando colore, sapevo che i miei denti e le mie unghie stavano diventando zanne e artigli, ma non riuscivo a calmarmi. << Derek! >> mi spinse via, evitando così che qualcuno potesse vedermi.
<< Porta via tua sorella da quel tipo >> li ordinai.
<< Cosa? E come faccio a …? >>
<< Stiles! Fallo o ti taglio la gola >> mi bastò questa frase per farlo obbedire.
<< A volte ti detesto! >> mi disse, andando verso sua sorella.
Io invece andai in cucina, sedendomi e chiudendo gli occhi. Sentii che Stiles era riuscito a portare via Hope dalla presa di quell’essere, sentii i loro passi verso di me, sentii l’odore di Hope quando arrivò in cucina, sentivo il suo cuore. Riuscii a calmarmi, finalmente.
<< Vuoi dirmi qualcosa o devo stare qui a guardarti? >> mi chiese lei, arrabbiata.
Mi alzai e andai verso di lei, facendole notare che puzzava di alcool. Quel ragazzino l’aveva anche fatta bere! Davvero un gentiluomo. Lei si accorse del mio nervosismo, si accorse di come strinsi i pugni cercando di non impazzire di nuovo.
 << Che c’è? Qualche problema? >>
Respirai profondamente. << Molti >>
Le chiesi di spiegarmi cosa diavolo stesse facendo, ma lei mi disse che stava solo ballando. Solo ballando diceva la sua voce, il suo cuore invece non era d’accordo.
<< Hope, smettila di fare la finta tonta. Perché sento benissimo la tua voce che trema e il tuo cuore che accelera quando dici “solo” >>
<< Non so di cosa tu stia parlando >> continuava a mentirmi, nonostante tutto.
Alzai gli occhi al cielo << Ma ti rendi conto che posso sentire quando menti?! >>
<< Me ne rendo conto >> mi stava facendo impazzire!
<< Quindi? >>
<< Quindi cosa?! Non ho fatto nulla! Mi chiedevo piuttosto il motivo per il quale tu mi stessi fissando come uno stalker! >>
Rimasi a bocca aperta, mi aveva paragonato ad uno stalker! Ero diventato come Matt, adesso?!  << Io stavo fissando lui, non te! >>
<< E chi controllava Aiden, eh? E perchè Erica e Boyd erano quasi attaccati a me e Ethan? E perché vedevo che ti arrabbiavi sempre di più ogni volta che mi avvicinavo di più a lui? >> l’ultima domanda mi lasciò spiazzato, se n’era accorta. Non risposi, ovviamente, almeno non all’ultima domanda.
Lei si spostò, andandosi a sedere. << Io non ti capisco >>
<< Neanche io mi capisco, ultimamente >> andai verso di lei, appoggiandomi al tavolo per guardarla ancora negli occhi. Quegli occhi che al tempo stesso mi facevano impazzire e mi facevano stare bene, mi facevano calmare. << Sono solo preoccupato per te. Non hai notato come i suoi battiti sono aumentati quando ti … quando … >> Chiusi di nuovo gli occhi, respirando profondamente. Immaginai di nuovo le mani di quell’essere stringerla e la mia mente cominciò a viaggiare anche troppo. Cominciai ad immaginarla mentre urlava di dolore stretta fra gli artigli di un ragazzino che si era appena trasformato in un licantropo assetato di sangue …
<< Quando mi stringeva? >> continuò lei, facendomi riaprire gli occhi. Le spiegai che quei battiti che avevo sentivo erano troppo forti, e che pensavo si stesse trasformando. Notai che si mise una mano sullo stomaco, mentre cominciava ad agitarsi.
<< Hope? Stai bene? >>
Non mi rispose. Cominciò a tremare. << Hope, rispondimi! >>
<< Io .. io devo .. andare in bagno >> fu l’unica cosa che riuscii a dirmi, mentre cercava di alzarsi. Appena mise tutti e due i piedi a terra, barcollò, e sarebbe caduta se non l’avessi presa in braccio. << Hope? >>
<< Devo vomitare >> riuscii a dirmi, con gli occhi chiusi.
La portai verso il bagno, o meglio direttamente verso il wc, maledicendo ancora una volta quel ragazzo che le aveva permesso di bere. Mi inginocchiai accanto a lei che, come mi aveva annunciato poco prima, cominciò a vomitare, mentre io le tenevo i capelli. Con l’altra mano presi il cellulare e chiamai Stiles << Vieni in bagno, ora! >>
Arrivò pochi secondi dopo, mentre la sorella continuava a vomitare. << Oh mio Dio! Ma lo sai che sono sensibile a queste cose? >>
<< Non mi dire che ti metti a vomitare anche tu! >>
<< Non ti assicuro niente >> disse, avvicinandosi alla sorella. << Ma che diavolo ha mangiato? >>
<< Bevuto, al massimo >>
<< Ha bevuto? Non l’aveva mai fatto >> si meravigliò il fratello.
Alzai gli occhi al cielo, ecco spiegato il motivo di quella reazione del suo corpo.
Sentii un lamento provenire da Hope e la spostai, prendendole la testa. << Come stai? >> le chiesi.
Lei prima corrugò le sopracciglia e poi mi sorrise. << Chi sei? >> puzzava di alcool più di prima e la sua voce sembrava quella di una deficiente. << Lo sai che sei proprio un bel ragazzo? >> mi disse, prendendomi una guancia e stringendomela. Sospirai, voltandomi verso Stiles che tratteneva una risata.
<< E’ ubriaca >> mi disse.
<< Ma davvero? >> mi alzai continuando ad avere Hope fra le braccia.
<< Wow, sei anche forte! >> mi disse lei, accarezzandomi il braccio.
<< Cerchiamo Scott >> dissi a Stiles, che continuava a ridacchiare.
Non appena arrivammo a bordo piscina vidi Ethan, il ragazzino che era la causa di tutto questo.
<< Hope! >> urlò correndo verso di me.
<< Stiles và a cercare Scott >>
<< Cos’ha? >> mi chiese il ragazzino, mentre Stiles si allontanava.
<< E tu chi sei? >> chiese Hope guardandolo.
<< Secondo te? L’hai fatta ubriacare! >>
<< Era lei che voleva bere! >>
<< E tu avevi paura ti facesse del male nel caso in cui gliel’avessi impedito? >>
<< Dammela, la porto a casa >> disse, allungando le braccia verso di lei.
<< Toccala e ti spezzo le braccia >>
<< Ehi! Tu non eri solo un amico del fratello? Che t’importa di lei? >> mi chiese, mentre sentivo il suo cuore che cominciava ad agitarsi.
<< Sicuramente mi importa più di te, visto che non sono stato io a ridurla così >> urlai, guardando Hope che nel frattempo si era addormentata.
<< Io l’ho portata qui, io la riporto a casa >>
<< La riporto io a casa! >> dissi, girandomi dalla parte opposta alla sua. Quando sentii il braccio di lui sulla mia spalla, i miei riflessi mi fecero girare in tempo per dargli un calcio che lo fece finire a terra. Quando il ragazzino puntò gli occhi su di me, ebbi la conferma di quello che avevo pensato fino a quel momento. I suoi occhi erano diventati rossi, era uo degli Alpha e aveva tutta l’intenzione di combattere contro di me, lo vedevo da come mi guardava. Dietro di me, sentii la voce di Stiles << E’ lui! >> e sentivo chiaramente anche il respiro di Scott, anche loro avevano visto tutto. Il ragazzino con gli occhi rossi si alzò, pronto ad attaccarmi, ma un improvviso ululato lo fece girare dalla direzione opposto e quando tornò a guardarmi, i suoi occhi erano tornati normali. In un lampo, sparì dalla nostra vista.
<< Stiles, prendi Hope e portala a casa! Scott, andiamo >> dissi, girandomi verso di loro e cercando di mettere Hope fra le braccia del fratello.
<< No, aspetta! Non posso portarla a casa così! Mio padre la rimanderebbe a New York, ma in un convento stavolta! >>
Alzai gli occhi al cielo << Va bene. Lasciala a Lydia, tu nel frattempo va’ a prenderle dei vestiti e cambiala, poi portala a casa mia e resta lì fino al mio ritorno, capito? Non ti muovere da lì, non lasciarla sola! >> dissi, mettendo Hope fra le sue braccia.
<< Ho capito! Cosa faccio con tuo zio? >>
<< Spiegali tutto e non lasciarlo solo con lei. Tornerò il prima possibile. Andiamo >> rivolsi un ultimo sguardo ad Hope che continuava a dormire in braccio al fratello, sperando che non le succedesse nulla di grave, e poi mi diressi con Scott e il mio branco verso la direzione dell’ululato.
Come l’altra volta per i cacciatori, anche questa volta arrivammo troppo tardi. Ci dividemmo e cercammo in quasi tutta la radura di Beacon Hills ma non c’era traccia di lupi né sentimmo altri ululati. Io e Scott incontrammo solo gli Argent, cioè Allison e suo padre, che erano stati attirati dall’ululato come lo eravamo stati noi, ma non avevano trovato nulla. Dopo quasi due ore di ricerca decisi di tornare a casa, ma uno strano odore attrasse me e Scott verso una parte della radura, uno strano odore di sangue. Non ci sbagliammo.
<< No! >> esclamò Scott, quando vedemmo una ragazza ricoperta di sangue lasciata in mezzo al fango e al terreno. Si avvicinò a lei, forse sperando che fosse ancora viva, ma sapevo che anche lui sentiva che il suo cuore non batteva più.
<< Non toccarla >> gli ordinai << Potrebbero trovare le tue impronte >>
<< Perché l’hanno fatto? >>
<< Non sono stati i lupi, ma i cacciatori. Era una di loro >> gli dissi, notando che le ferite erano o di proiettili o di frecce.
<< Cosa facciamo? >>
<< Chiama Allison e diglielo. Chiameranno solo la polizia >>
<< E la lasciamo qui? >> mi chiese, indicandomi la ragazza.
<< Cosa vuoi fare, eh? Non possiamo farci più niente >>
Abbassò lo sguardo, rassegnandosi. << Va bene >>
 
Arrivai a casa notando la jeep di Stiles parcheggiata di fronte alla porta. Quando entrai, mio zio si trovava sul divano ad aspettarmi.
<< Chi è quella ragazza? >> mi chiese subito.
<< La sorella di Stiles >>
<< Questo me l’ha detto anche lui. Che ci fa qui? >>
<< Cosa vuoi sapere in realtà? Perché per quanto è logorroico Stiles, sicuramente ti avrà detto il motivo per il quale non ha potuto portarla a casa sua >>
<< In effetti, me l’ha detto. Volevo solo sapere cosa significasse per te, vuoi per caso darle il morso? >>
<< No >>
<< E allora perché l’hai fatta portare qui? >>
<< Per la ragione che ti ha detto suo fratello. Ora vado di sopra, e non farti venire altre idee strane su di lei. Non diventerà come noi >> gli dissi, andando verso la mia stanza.
Trovai Stiles seduto su una sedia accanto al letto, mentre stringeva la mano di sua sorella. Si era addormentato. Anche Hope dormiva serena, la luce della luna le donava. Non aveva più indosso il vestito della festa ma una maglietta a maniche corte verde e dei jeans stretti mentre ai piedi del letto c’erano delle sneakers nere. Era bella anche così.
<< Stiles? >> sussurrai, scuotendolo un po’.
<< D-Derek? >>
<< Svegliati >>
Si alzò di scatto, quasi spaventato << Oh! Scusa, non volevo addormentarmi! >>
<< Abbassa la voce! >>
<< Scusami >> finalmente stava sussurrando.
<< Tranquillo >> lo rassicurai.
<< Avete trovato niente? >>
<< Purtroppo solo una ragazza morta >> gli spiegai, mentre lui spalancava gli occhi << Era una del branco, è stata uccisa dai cacciatori >>
<< Ma i cacciatori non avevano un codice?! >>
<< Non sappiamo cos’hanno fatto per farsi cacciare in questo modo. Comunque, ora va’ a casa e dormi >>
<< Dopo questa notizia non riuscirò a dormire >>
<< Ci penseremo domani. Cos’hai detto a tuo padre? >>
<< Dormiva. Domani mattina gli spiegherò che Hope ha dormito da Lydia per darle una mano a ripulire >>
Annuii, la scusa sembrava buona. << Grazie per averla portata qui sana e salva >> gli dissi, mentre guardavo Hope che continuava a dormire tranquilla e ignara di tutto.
<< Sono suo fratello >> disse lui, alzando le spalle.
<< Sei un bravo fratello >>
<< Grazie >> mi sorrise, contento e stupito allo stesso tempo << Lì c’è il suo borsone con le sue cose, mi fai chiamare appena si sveglia? >>
<< Lo farò >>
<< Allora … Buonanotte, sta’ attento >>
<< Buonanotte >> gli risposi, mentre andava verso la porta.
Mi sedetti dove prima si trovava lui, continuando a non spostare lo sguardo dalla ragazza che dormiva nel mio letto. Quante altre persone avevano dormito lì tranne me? Forse nessuna. Pensai che eravamo soli, tralasciando il fatto che mio zio si trovasse al piano di sotto. Il mio cuore non cominciò a battere velocemente ma anzi, era calmo. E lo ero anche io nel vederla al sicuro nella mia stanza mentre dormiva e sognava. Si mosse un paio di volte nel sonno e quando i suoi capelli le andavano sul viso io glieli spostavo per continuare e guardarla, accarezzandole il viso mentre sorrideva al mio tocco. Mi sorpresi a sorridere anche io ogni volta che era lei a farlo per prima, anche se nel sonno.
Rimasi sveglio tutta la notte a guardarla, senza stancarmi. Quando si svegliò era giorno da po’ di ore ormai, si rigirò nel letto senza aprire gli occhi, confusa e forse ancora un po’ frastornata. Poi aprii finalmente gli occhi, e quando incrociai il suo sguardo vidi tutto ciò che avevo cercato.
 
 
 
 
 
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Ciao a tutti **
Vi ringrazio per la millessima volta per le vostre recensioni, non smetterò mai di farlo! :)
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, ho voluto far vedere il POV di Derek e farvi capire cos'è successo dopo che Hope ha perso i sensi, la prossima volta la troveremo alle prese con l'Alpha :) Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto <3

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Capitolo 12
*** What happens? ***


What happens?



POV Hope

Quegli occhi verdi continuava a fissarmi mentre io ancora non capivo dove mi trovavo e il motivo per il quale mi trovavo in quel luogo sconosciuto con lui. Mi stropicciai gli occhi e mi misi seduta, poggiandomi sulla testiera del letto che cigolò. Perché non mi ricordavo nulla? Perché ero lì e non a casa mia? Cominciai ad avvertire di nuovo il mal di testa martellante che ricordavo di aver avuto la sera prima .. Ecco! L’ultima cosa che ricordavo era di avere avuto un gran mal di testa insieme ad un rivoltamento di stomaco, e poi il buio totale.
<< Derek? >> chiesi mentre lui continuava a guardarmi seduto su una sedia accanto al letto dove mi trovavo, con le braccia conserte e vestito esattamente come la sera prima. Ricordai che lui fu l’ultima persona che vidi. << Ma che ..? >>
Lui alzò un braccio, come per bloccarmi. << Prima che tu cominci a farmi milioni di domande, dimmi prima come ti senti >>
Mi misi una mano sulla fronte, sperando che il mal di testa diminuisse. << Ho un gran mal di testa >>
Lui annuì. << E lo stomaco? >>
Mi guardai, notando che non avevo più indosso il vestito della sera precedente ma una maglietta e dei jeans, chi diavolo mi aveva cambiato? << Ho solo fame >>
Lui cambiò espressione, ora sembrava come rilassato.
<< Ora posso cominciare con le domande? >>
Lui annuì di nuovo, facendo uno dei suoi mini, bellissimi ed enigmatici sorrisi. Cercai di controllare il mio cuore. << Dove sono? Perché ci sei anche tu? Che è successo ieri? >>
<< Forse è meglio se ti racconto tutto io >>
Annuii, aspettando le sue spiegazioni. << Sei a casa mia, hai dormito qui perché … >>
<< E’ mattina?! >>
<< Se mi interrompi prima ancora di farmi iniziare non credo capirai >>
<< No, no! Che ore sono? Dimmelo, ti prego! >>
Lui corrugò le sopracciglia, confuso. Prese dalla tasca dei suoi jeans il cellulare vedendo l’ora. << Sono le dieci passate >>
<< Ti prego, prestami il tuo cellulare! Non so dove sia il mio >> dissi mentre cercavo nelle mie tasche che però erano vuote.
Lui, ancora confuso, mi passò il suo cellulare e io composi il numero.
<< Derek? >> sentii la voce assonnata di mio fratello dall’altra parte del telefono.
<< Stiles! >>
<< Hope? >>
<< Kopa! Dov’è Kopa? Sta bene? >>
<< Sì, sta bene ma … >>
<< Ha mangiato? Lo hai portato a fare una passeggiata? Lo hai spazzolato? >> chiesi tutto d’un fiato pensando che il mio cagnolino aveva dormito senza di me.
<< L’ho portato a passeggio e l’ho fatto mangiare, ma non l’ho spazzolato. Comunque sì, grazie, anche io sto bene >>
Tirai un sospiro di sollievo. << Scusami, ma non ha mai dormito senza di me >>
<< In effetti all’inizio non sembrava molto contento ma sono riuscito a tranquillizzarlo >>
<< Grazie >>
<< Tu come stai? >>
<< Sto bene, ma perché me lo chiedete tutti? >> chiesi, guardando anche Derek che ascoltava la mia telefonata.
<< Non ti ha detto nulla? >>
<< Mi sono appena svegliata. Dirmi cosa? >>
<< Ti spiegherà Derek. Sappi solo che papà non è qui quindi vi pregherei di venirmi a fare compagnia, grazie >>
Non ci stavo capendo nulla. << Perché papà non è lì? >>
<< Niente di preoccupante, credo …  Ora lasciami dormire, non ho chiuso quasi per nulla gli occhi per tutta la notte aspettando la tua telefonata >>
Mi sentii quasi in colpa. << Va bene. A dopo, allora >>
<< Buonanotte >> mi disse, sbadigliando.
Chiusi la telefonata, ridando il cellulare a Derek. << Grazie >>
<< Eri preoccupata per il cane? >> mi chiese, quasi sorpreso.
<< Kopa >> lo corressi, facendogli alzare gli occhi al cielo << E sì, lo ero.  Non era mai stato tutta la notte senza di me. Ora puoi raccontarmi cos’è successo >>
<< Cosa ti ricordi di ieri sera? >>
<< Mi ricordo che stavamo parlando e che avevo mal di testa e mal di stomaco, tutto qui >>
<< Già, e poi stavi cadendo a terra. Io ti ho preso e visto che le tue ultime parole sensate sono state “Devo vomitare” ti ho portata in bagno >>
Spalancai gli occhi << Ho vomitato? >>
<< Sì >>
<< Tanto? >>
<< Abbastanza >>
<< Davanti a te? >>
<< Veramente io ti tenevo la testa e i capelli >>
Volevo sprofondare nel sottosuolo per quanto mi stavo vergognando. << E poi non ti ricordavi chi fossi >> disse lui, sorridendo divertito.
<< Come? >>
<< Eri ubriaca >> mi spiegò, continuando a sorridere.
Mi misi una mano sulla fronte, cercando di nascondermi e di conservare quel poco di dignità che mi era rimasta. << Che altro ho fatto? >>
<< Hai detto un paio di cose, ma niente di che >> si stava davvero divertendo. Non l’avevo mai visto così.
<< Se sei così divertito un motivo ci sarà. Dimmelo >>
<< Hai detto che ero un bel ragazzo e che ero forte, visto che ti ho dovuta prendere in braccio per portarti via dal bagno >>
Avrei tanto desiderato avere il potere del teletrasporto o dell’invisibilità per nascondere il mio viso pieno di vergogna. Avevo detto a Derek che era un bel ragazzo. Lui mi aveva presa in braccio! E io non mi ricordavo nulla. Chissà com’era stato … << Scusami >>
<< Non fa niente >>
<< Vorrei tanto che tu mi ammazzassi così smetterei di vergognarmi a morte >>
Lo feci sorridere ancora. << Eri ubriaca, è normale dire o fare cose strane >>
<< Ti prego, va’ avanti. Mi vergogno già abbastanza >>
Lui sospirò, tornando serio. << Abbiamo incontrato Ethan, e non ti ricordavi neanche di lui, poi ti sei definitivamente addormentata  >>
Ethan! Mi ero dimenticata di lui. Chissà cosa aveva pensato vedendomi così, ubriaca fra le braccia di uno amico di mio fratello .. Davvero un gran primo appuntamento, Hope.
<< Voleva portarti lui a casa, ma gliel’ho impedito >>
Corrugai le sopracciglia, domandandomi il motivo del suo comportamento. << In fondo era stata colpa sua >> si giustificò, spostando lo sguardo dai miei occhi alle sue mani << Comunque, ha cercato di farmi girare verso di lui con la forza e gli ho dato un calcio .. >>
<< Derek! >>
Tornò a guardarmi, arrabbiato. << Era lui, Hope! Quando mi ha guardato di nuovo, i suoi occhi erano rossi e aveva intenzione di combattere con me >>
Rimasi spiazzata. << E’ lui? L’Alpha? >>
Derek annuì. << Uno del branco. Comunque, un ululato proveniente dalla radura lo ha distratto ed è scappato. Poi ti ho lasciata a tuo fratello e sono andato con Scott e il branco verso la direzione dell’ululato. Dopo un paio d’ore, io e Scott abbiamo trovato una ragazza, una lupa del branco, uccisa dai cacciatori. Non abbiamo potuto fare niente >>
Ancora una volta rimasi spiazzata. Prima Ethan, e adesso questo. Come poteva quel ragazzo essere un lupo mannaro? Come dovevo comportarmi ora con lui? Il suo sentimento era sincero? E perché i cacciatori avevano ucciso quella ragazza? Cosa avevano fatto i lupi? Cercavano anche Derek e Scott? Mille domande e neanche una risposta. Il mal di testa aumentò.
<< E io perché sono qui? >> chiesi, visto che forse quella era l’unica domanda a cui potevo avere una risposta.
<< Tuo fratello ha detto che se ti avesse riportata a casa nelle condizioni in cui eri, tuo padre ti avrebbe rimandato a New York, ma in un convento >>
Sorrisi, era proprio un pensiero degno di mio fratello. << Così ha detto a tuo padre che rimanevi da Lydia per aiutarla. Io gli ho detto di cambiarti e di portarti qui, almeno saresti stata al sicuro >>
<< Sia dai lupi che da mio padre >>
<< Esatto >> mi fece di nuovo un minuscolo sorriso mentre pensavo che sotto quel muso duro e arrabbiato si celava un animo buono e gentile.
<< Ho dormito tutto il tempo? >>
Lui annuì. << E tu non hai dormito? >>
<< No >> disse, abbassando lo sguardo. Era rimasto tutta la notte a vegliare su di me? Il mio cuore ebbe uno sbalzo che non riuscii a controllare, sentii anche che le mie guancie stavano diventando rosse. Era stato davvero carino.
<< Grazie >> sorrisi, mentre lui tornava a guardarmi alzando le spalle. << Quindi, questa è casa tua? >> dissi guardandomi intorno, cadeva tutto a pezzi. Lui annuì di nuovo, senza rispondermi. << Davvero riesci a vivere qui? >>
<< Non riesco a lasciarla >> mi confessò.
<< Ma c’è almeno l’elettricità? >> fece di no con la testa << Niente luce? >>
<< No >>
<< Niente acqua calda o gas? >>
<< No >>
Spalancai gli occhi, chiedendomi come diavolo facesse a vivere così. Mi alzai dal letto che ovviamente cigolò, ritrovandomi di fronte a lui.
<< Derek, ora tu vieni a casa con me e ti faccio vedere cosa significa avere l’elettricità! >>
<< Ricordo cosa significa avere l’elettricità >>
<< Bene. Ma tu e io abbiamo bisogno di una bella doccia calda e la faremo a casa mia! >>
Alzò le sopracciglia, facendomi rendere conto dell’ambiguità della mia frase. << No, che hai capito! Non insieme! Oh, basta, vado a sotterrarmi! >> dissi, cercando di allontanarmi da lui, che però non me lo permise. Mi afferrò una mano, guardandomi con sguardo divertito << Non c’è bisogno. Avevo capito >>
Non lasciai la sua mano, non avevo alcuna intenzione di farlo. E non lo fece neanche lui. << Poi magari ti fai una bella dormita nel mio letto che al contrario di questo è caldo e non cigola, mentre io cucino a te e Stiles qualcosa di sano >>
Il suo sguardo cambiò facendosi di nuovo serio. << In realtà, dovrei indagare su cosa è successo ieri >>
<< E devi farlo proprio oggi? >> lo stavo implorando con lo sguardo.
Lui alzò l’altra mano. << Solo per oggi >>
Sorrisi, vittoriosa. << Sì! Oh, immagino tu non abbia neanche una lavatrice >> dissi, notando che la sua maglietta non era affatto pulita.
<< Sono andato  in giro per la radura ieri sera >> cercò di giustificarsi.
Lasciai la sua mano, andando verso il cassettone che si trovava vicino al letto. << Quindi se dovessi aprire questo troverei tutti i tuoi vestiti puliti e stirati? >>
Lui sbuffò. << No >>
Ebbi la conferma della sua risposta quando aprii i cassetti che erano pieni di vestiti buttati qua e là, stropicciati e mal puliti. << Bene. Prendi un borsone e metti dentro tutta questa roba .. credo che dovrò fare due lavatrici >>
<< Non c’è bisogno >>
<< Oh, fidati, ce n’è proprio bisogno. Non vorrai ritrovarti con le pulci? >>
 
Derek fece come gli avevo detto, riempì ben due borsoni con i suoi vestiti. Dopo, andammo a casa mia con la sua auto che parcheggiò nel vialetto. Quando entrai fui letteralmente assalita da Kopa che era felicissimo di vedermi tornare a casa e anche io lo abbracciai riempiendolo di carezze. Poi fu il turno di Derek, che però gli dette solo un paio di carezze.
<< Io vado a farmi una doccia, tu se vuoi vai in camera mia a riposare >> gli dissi << E lascia a me i borsoni >> glieli presi dalle mani, poggiandoli a terra visto che erano abbastanza pesanti. Lui annuì, andando verso camera mia. Prima di andare in bagno, andai in camera di Stiles e lo trovai sul letto disteso a pancia di giù. Mi sedetti accanto a lui per poi abbracciarlo.
<< Sei tornata >> mi sorrise, ancora con gli occhi chiusi.
<< Sì. Anche Derek è qui, io ora vado a farmi una doccia e poi vi cucino qualcosa, va bene? >>
<< Va bene. Buonanotte >> gli baciai la guancia, andando verso il bagno.
 
Quella doccia calda e rigenerante mi era davvero servita, non solo per togliermi di dosso tutta la vergogna che ancora provavo per la sera prima, ma soprattutto per pensare a tutto quello che era successo, anche con Derek. Quando tornai in camera lo ritrovai disteso sul mio letto a pancia in su e con gli occhi chiusi, stava dormendo.
Mi avvicinai per guardarlo meglio, notando che anche nel sonno non abbandonava la sua faccia da duro. Era davvero, davvero bello. I suoi lineamenti del viso, la sua bocca, i suoi capelli, era tutto perfetto. Mi venne l’impulso di accarezzargli il viso, per scoprire com’era. Quando però le mie dita toccarono la sua guancia, i suoi occhi si aprirono all’istante facendomi sussultare. << Hope? >> era confuso.
<< Scusa! Avevi una ciglia sulla guancia! >> mentii.
<< Ma davvero? >> sorrise, sicuramente sentendo il mio cuore che confessava per me.
<< E poi non stavi dormendo? Mi hai spaventata! >>
<< Stavo solo riposando gli occhi >> mi spiegò, cercando ancora una volta di studiarmi con i suoi occhi.
<< Ah. Senti ti ho preso una maglietta di Stiles, è in bagno. Puoi andarti a fare la doccia, se vuoi. I pantaloni di mio fratello non credo ti vadano quindi dovrai aspettare che la lavatrice finisca e che la roba si asciughi! Vado a cucinare >> dissi tutto d’un fiato, sparendo dalla sua vista.
 
Dopo aver riempito la lavatrice col primo carico di vestiti, andai in cucina e cercai qualcosa nel frigo da cucinare. Trovai delle verdure e della carne, così decisi di fare della pasta e anche la carne, sperando che a Derek piacessero. Fui raggiunta prima da mio fratello che mi dette una mano ad apparecchiare la tavola e a sistemare le ultime cose.
<< Come mai hai invitato Derek? >>
<< Mi dispiaceva lasciarlo solo in quella casa senza acqua calda e cibo >> dissi, mentre scolavo la pasta.
<< E’ stato buono con te? >> mi chiese, mentre io corrugavo le sopracciglia << No perché a me minaccia quasi sempre di morte! >>
<< Perché tu te le tiri le minacce >> disse il bell’Alpha, entrando in cucina.
<< Ciao, Derek >>
<< Stiles >> disse lui, sorridendogli con un non so che di malignità.
<< Sedetevi >> ordinai, mentre mettevo i piatti a tavola.
<< Tuo padre ti ha detto niente della ragazza? >> chiese Derek a mio fratello.
<< No, ovviamente. Me ne parlerà quando tornerà, forse >>
<< Possiamo evitare di parlare di omicidi a tavola? Grazie. Buon appetito >> dissi, cominciando a mangiare. Notai che Derek era come a disagio.
<< Che c’è? Non ti piace la pasta? >> gli chiesi, preoccupata.
<< No, no, mi piace. Stavo solo pensando che non la mangiavo da un po’ .. >>
<< E da quanto non mangiavi seduto davanti ad una tavola apparecchiata? >> chiese Stiles, con la bocca piena.
<< Da un po’ >>
<< Cosa mangi di solito? >> chiesi, mentre anche lui cominciava a mangiare.
<< Roba di fast food, cibo da asporto … >>
<< Oh, quindi volevi diventare un licantropo obeso e diabetico? >> chiese mio fratello, mentre Derek cominciava a guardarlo come se volesse mangiare lui.
<< Stiles, mangia e sta’ zitto >> dissi, evitando che ricevesse un’ennesima minaccia.
Quando finimmo di mangiare notai che sia mio fratello che Derek avevano gli occhi ancora assonnati, così dissi loro di andare a riposarsi. Mentre mio fratello rispose subito di sì e dopo avermi abbracciata corse verso la sua stanza, Derek mi chiese se volessi una mano per i piatti.
<< No, tranquillo. Va’ a riposare, non hai dormito neanche un po’ >>
Mi sorrise, andando verso la mia stanza.
Quando finii di mettere tutto a posto andai verso la mia stanza seguita da Kopa. Derek era di nuovo disteso sul mio letto con gli occhi chiusi ma stavolta decisi di non avvicinarmi, sebbene la voglia ci fosse. Mi sedetti sulla sedia della scrivania e cominciai a cercare di fare qualche compito al pc, ma più leggevo e scrivevo, più sbadigliavo.
<< Hai sonno? >> la voce di Derek mi fece girare verso di lui, che aveva riaperto gli occhi.
<< Un po’, ma io ho dormito stanotte, al contrario di qualcun altro che dovrebbe farlo ora >>
Lui mi sorrise, poi notai che il suo sguardo cambiò, il suo viso si fece dubbioso e i suoi occhi sembravano avere timore di chissà cosa. << Vuoi venire qui? >> mi chiese, sembrava che la sua voce tremasse.
Confesso che anche io cominciai quasi a tremare. << E’ un letto singolo >> gli feci notare.
Lui si spostò verso il lato del letto, alzando un braccio. << Ehm .. magari così va bene >>
<< Sei sicuro? >> il mio cuore ormai stava galoppando e sicuramente lui lo aveva notato, ma io non riuscivo a farci niente. Mi stava chiedendo di dormire con lui?
<< E’ casa tua >> mi disse, sorridendo imbarazzato.
Mi alzai e andai verso il mio letto, sedendomi accanto a lui. << Non ti darò fastidio? >>
<< Stanotte ho notato che non russi né ti muovi molto, quindi non penso >>
Abbassai lo sguardo, cercando in tutti i modi di calmarmi. << Va bene >>
Feci un lungo e profondo respiro, sdraiandomi accanto a lui, cercando di  non toccarlo neanche un po’.
<< Così cadrai >> mi fece notare lui. In effetti a breve sarei potuta finire a terra. Alzò di nuovo il braccio. << Vieni >> ora sentii chiaramente la sua voce tremare e vidi anche i suoi muscoli tesi e il suo sguardo impaurito.
Feci comunque come mi aveva detto, appoggiando la testa sul suo petto mentre lui mi cingeva col suo braccio. Ero forse in paradiso? Forse stavo sognando. Sentivo il suo cuore batteva velocemente quasi quanto il mio e il suo respiro farsi sempre più agitato.
<< Stai bene? >> gli chiesi.
<< Sono solo … niente. Dormi >>
Non chiesi altro, avevo capito che non aveva voglia di spiegarmi né di parlare. Chiusi gli occhi, continuando a sentire il suo cuore che con calma riusciva a rilassarmi insieme ai muscoli del suo corpo. Dopo un po’, riuscii ad addormentarmi al caldo e al sicuro fra le sue braccia. Dormimmo attaccati l’una all’altro, come una cosa sola che divisa smette di esistere.



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Ciao **
Ecco a voi il nuovo capitolo! :)
Grazie mille per le vostre recensioni, davvero *__*
Fatemi sapere se questo capitolo dove finalmente l'Alpha riesce a sciogliersi un pò vi sia piaciuto ^^
A presto! <3

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Capitolo 13
*** Confused ***


Confused

 

POV Derek

Quella ragazza mi sorprendeva sempre di più. La prima cosa che aveva fatto non appena si era svegliata era stata chiamare suo fratello per chiedere come stesse il suo cane, come se fosse la cosa più importante da sapere in quel momento. In effetti per lei lo era.
Dopo averle raccontato tutto quello che era successo la sera prima, facendola vergognare del fatto che si fosse ubriacata e avesse detto cose senza senso, mi chiese di casa mia e rimase sorpresa del fatto che non ci fosse l’elettricità.
All’improvviso si alzò dal mio letto, mettendosi di fronte a me, e guardandomi in modo deciso. << Derek, ora tu vieni a casa con me e ti faccio vedere cosa significa avere l’elettricità! >>
Mi aveva preso per un uomo delle caverne?  << Ricordo cosa significa avere l’elettricità >>
<< Bene. Ma tu e io abbiamo bisogno di una bella doccia calda e la faremo a casa mia! >>
Alzai le sopracciglia, sorpreso per quella frase talmente ambigua da farmi pensare a noi due sotto una doccia calda. Talmente ambigua da farmi pensare a lei, al suo corpo nudo, alla sua pelle morbida e profumata mentre si insapona sotto l’acqua calda e io che mi godo lo spettacolo. Cominciai a sentire qualcosa che non sentivo da tempo, una strana sensazione di calore e di eccitazione che dovevo assolutamente controllare, altrimenti sarebbe finita male. Probabilmente il mio sguardo stava parlando per me, visto che lei volle subito giustificarsi. << No, che hai capito! Non insieme! Oh, basta, vado a sotterrarmi! >> disse, cercando di allontanarsi da me. Le presi la mano, riportandola dov’era e guardandola divertito. << Non c’è bisogno. Avevo capito >>
Abbassò lo sguardo << Poi magari ti fai una bella dormita nel mio letto che al contrario di questo è caldo e non cigola, mentre io cucino a te e Stiles qualcosa di sano >>
L’idea mi allettava, ad essere sincero. Non dormivo in un letto decente da un po’, e non mangiavo qualcosa di sano da un tempo che mi sembrava indeterminabile, ma avevo altro a cui pensare. Tornai serio, cercando con tutte le forze di non farmi abbindolare. << In realtà, dovrei indagare su cosa è successo ieri >>
<< E devi farlo proprio oggi? >> ecco, proprio quello che temevo. I suoi occhi. I suoi bellissimi e magnetici occhi mi stavano letteralmente implorando di andare a casa sua e passare la giornata con lei. Quei maledetti occhi! << Solo per oggi >> mi arresi.
Sorrise, vittoriosa. << Sì! Oh, immagino tu non abbia neanche una lavatrice >> disse mentre guardava la mia maglietta.
<< Sono andato  in giro per la radura ieri sera >> mi giustificai.  
Lasciò la mia mano, purtroppo, andando verso il mio cassettone dove tenevo i vestiti.  << Quindi se dovessi aprire questo troverei tutti i tuoi vestiti puliti e stirati? >> mi chiese, con le mani già pronte ad aprire il primo cassetto.
Sbuffai, arrendendomi di nuovo. << No >>
<< Bene. Prendi un borsone e metti dentro tutta questa roba .. credo che dovrò fare due lavatrici >>
<< Non c’è bisogno >>
<< Oh, fidati, ce n’è proprio bisogno. Non vorrai ritrovarti con le pulci? >>
Era inutile cercare di averla vinta con una ragazza del genere. Mi alzai, facendo quello che mi aveva appena detto e riempiendo due borsoni con i miei vestiti. Ringraziai il cielo del fatto che mio zio non si trovasse in casa, visto che non avevo alcuna voglia che Hope lo conoscesse.
Quando arrivammo a casa sua, Hope fu travolta dal suo cane che sembrava non la vedesse da anni. Si buttò a terra con lui continuando ad accarezzarlo e ad abbracciarlo, facendomelo poi accarezzare. Questa volta non abbaiò neanche. Mi disse poi che potevo andare in camera sua mentre lei si faceva una doccia, prendendo i miei borsoni. Salii le scale, sentendo il respiro di Stiles che probabilmente stava dormendo e arrivai in camera sua. Il colore che dominava la stanza erano il verde, sembrava di essere in un prato. Al centro della camera c’era un letto singolo con due comodini, un armadio e un cassettone, uno specchio, un paio di librerie stracolme di libri e cd, una scrivania con un pc portatile, anche questa piena di libri e quaderni, mensole su mensole con peluche vari, ma soprattutto foto. Ce n’erano ovunque, sui comodini, sul cassettone, sulle mensole e anche attaccate ai muri qua e là. Ne vidi alcune, notando che molte erano di lei, Stiles e Scott fin da quando erano dei bambini, poi Hope e Lydia, Hope e Kopa, solo Kopa, e foto di famiglia. Notai che su ciascun comodino c’erano due foto: su quello di destra c’erano Hope e Stiles da bambini in una, e un cucciolo di dalmata, Kopa nell’altra; sul comodino di sinistra c’era lo sceriffo sorridente con in braccio due bambini piccolissimi e nell’altra una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi che poteva essere la fotocopia di Hope. Probabilmente era sua madre, io non avevo neanche una foto di mia madre, almeno non una foto che non fosse bruciata … Mi concentrai su altro, spostando lo sguardo da quella foto al modellino della Torre Eiffel che si trovava sul cassettone e notai che qua e là per la stanza c’erano simboli o immagini di Parigi. Quella stanza mi fece conoscere meglio Hope.
Mi sdraiai sul suo letto, chiudendo gli occhi e cercando di riposare. Non riuscii ad addormentarmi, continuando a sentire gli spostamenti di Hope in tutta la casa, fin quando non la sentii arrivare in camera sua. Non aprii gli occhi, mentre sentivo che ormai si trovava accanto a me, il suo respiro si faceva più agitato. Aprii gli occhi solo quando sentii le sue dita sfiorarmi la guancia, e vidi Hope sussultare.
<< Hope? >>
<< Scusa! Avevi una ciglia sulla guancia! >> mentì lei, sapendo di mentire.
<< Ma davvero? >> sorrisi, sapendo perfettamente che non era così.
<< E poi non stavi dormendo? Mi hai spaventata! >>
<< Stavo solo riposando gli occhi >> le spiegai, continuando a guardarla mentre forse cercava di calmare i suoi battiti, inutilmente.  
<< Ah. Senti ti ho preso una maglietta di Stiles, è in bagno. Puoi andarti a fare la doccia, se vuoi. I pantaloni di mio fratello non credo ti vadano quindi dovrai aspettare che la lavatrice finisca e che la roba si asciughi! Vado a cucinare >> disse tutto d’un fiato, sparendo poi dalla mia vista. Mi fece sorridere, mentre andavo verso il bagno dove finalmente avrei potuto farmi una doccia calda. Il bagno era ancora caldo e lo specchio ancora appannato, Hope doveva aver finito da poco. Sentivo il suo odore, sentivo il suo profumo in quella piccola stanza. Anche quando entrai in doccia continuavo a sentirlo, sentivo l’odore della sua pelle profumata, sentivo l’odore dei suoi capelli appena lavati .. sotto l’acqua, mi ritrovai a pensare di nuovo a lei che poco prima era lì dentro, senza vestiti e tutta bagnata. Non potevo credere a quello che stava succedendo al mio corpo. Mi sentivo accaldato, e non era solo grazie al calore dell’acqua. Sentivo il mio respiro farsi più profondo, sentivo il mio cuore che ormai stava galoppando a cause del mio cervello che ormai non pensava ad altro che ad Hope. Quando mi accorsi di quello che stava accadendo, spalancai gli occhi. Stavo avendo un erezione, dovuta ad una ragazza. Non mi succedeva da una vita, non in quel modo almeno. Non mi succedeva da quando credevo di essere innamorato di una stronza che mi usò per bruciare viva la mia famiglia! Fu quel pensiero a farmi tornare coi piedi per terra, a farmi respirare affannosamente per la rabbia e non per l’eccitazione. Uscii dalla doccia e rimisi i miei pantaloni, indossando la maglietta nera e troppo stretta di Stiles. Quando uscii dal bagno sentii la sua voce e quella di sua sorella al piano di sotto, mentre preparavano da mangiare.
<< Come mai hai invitato Derek? >> chiese il ragazzino logorroico.
<< Mi dispiaceva lasciarlo solo in quella casa senza acqua calda e cibo >> ecco di nuovo l’uomo delle caverne.
<< E’ stato buono con te? No perché a me minaccia quasi sempre di morte! >>
<< Perché tu te le tiri le minacce >> dissi entrando in cucina, facendolo quasi spaventare.
<< Ciao, Derek >>
<< Stiles >>
<< Sedetevi >> ordinò Hope, mentre metteva dei piatti di pasta a tavola.
<< Tuo padre ti ha detto niente della ragazza? >> chiesi a Stiles, sperando in qualche novità.
<< No, ovviamente. Me ne parlerà quando tornerà, forse >>
<< Possiamo evitare di parlare di omicidi a tavola? Grazie. Buon appetito >> ci disse Hope, cominciando a mangiare. Guardai il piatto di pasta con le verdure, l’odore era invitante e anche l’aspetto, non vedevo un piatto così da troppo tempo.
<< Che c’è? Non ti piace la pasta? >> mi chiese Hope, preoccupata.
<< No, no, mi piace. Stavo solo pensando che non la mangiavo da un po’ .. >> da un bel po’.
<< E da quanto non mangiavi seduto davanti ad una tavola apparecchiata? >> mi chiese suo fratello, mangiando come se non mangiasse da secoli.
<< Da un po’ >>
<< Cosa mangi di solito? >> mi chiese invece Hope, mentre mettevo la prima forchettata in bocca. La ragazza sapeva anche cucinare bene.
<< Roba di fast food, cibo da asporto … >> o niente, magari.
<< Oh, quindi volevi diventare un licantropo obeso e diabetico? >> mi chiese il ragazzino che a breve si sarebbe ritrovato con una forchetta nel collo.
<< Stiles, mangia e sta’ zitto >> s’intromise Hope. La ringraziai con lo sguardo, mentre finivo il mio piatto di pasta.
Il pranzo fu ottimo e mi mise addosso un senso di pienezza e stanchezza insieme, tant’è che quando vidi Stiles sbadigliare, lo feci anche io. Hope ci disse che non aveva bisogno di una mano per mettere a posto, provai ad insistere ma mi rispose dicendomi che dovevo riposare visto che non l’avevo fatto. Andai di nuovo verso la sua camera, sdraiandomi sul letto, questa volta con tutta l’intenzione di addormentarmi. Sentii i passi di Hope e Kopa arrivare verso di me, ma questa volta lei si tenne a distanza. La guardai mentre mi dava le spalle seduta alla scrivania, mentre probabilmente cercava di fare i compiti.
<< Hai sonno? >> le chiesi, visto che stava sbadigliando sempre di più.
Lei si girò, ancora con la mano sulla bocca per coprire l’ultimo sbadiglio. << Un po’, ma io ho dormito stanotte, al contrario di qualcun altro che dovrebbe farlo ora >>
Le sorrisi, cominciando a pensare che era stata davvero gentile con me, alla fine per lei potevo essere un mezzo sconosciuto che aveva incasinato la vita del suo migliore amico e di suo fratello, non mi doveva nulla. Pensai che mentre lei mi aveva offerto una doccia calda, un letto comodo, dei vestiti puliti e un buon pasto, io le stavo praticamente impedendo di riposarsi sul  suo letto. Mi venne in mente che su quel letto potevamo benissimo starci entrambi, magari stringendoci un po’, così mi feci forza e glielo chiesi, sebbene la mia voce stesse quasi tremando.  << Vuoi venire qui? >>
Il suo sguardo cambiò, sorpreso e impaurito allo stesso tempo. << E’ un letto singolo >>
Questo lo sapevo anche io, perché doveva rendere tutto più difficile di quanto già lo fosse? Mi spostai verso il lato sinistro del letto, alzando un braccio verso il cuscino. << Ehm .. magari così va bene >>
<< Sei sicuro? >> il suo cuore stava andando più velocemente di sempre, non lo avevo mai sentito così … non che il mio fosse in condizioni migliori.  
<< E’ casa tua >> le dissi, sperando che la smettesse di continuare a mettermi in difficoltà.
Finalmente si alzò e venne a sedersi accanto a me. << Non ti darò fastidio? >>
<< Stanotte ho notato che non russi né ti muovi molto, quindi non penso >>
Abbassò lo sguardo, imbarazzata. << Va bene >> E facendo un lungo e profondo respiro si sdraiò accanto a me, o meglio si sdraiò sul bordo destro del letto, non mi sfiorava neanche.
Mi feci di nuovo coraggio. << Così cadrai. Vieni >> alzai di nuovo il braccio, mentre i miei muscoli erano più tesi che mai.
Fece come le avevo detto, appoggiando la sua testa sul mio petto, mentre io la cingevo col mio braccio cercando di non stringerla troppo e di non farle male. Il mio cuore stava volando, e sapevo che in quella posizione lei poteva sentirlo perfettamente.
<< Stai bene? >> mi chiese.
<< Sono solo … >> confuso! Dannatamente confuso e non riesco a capire come tu possa farmi stare così semplicemente guardandomi! << … niente. Dormi >>
Non mi chiese né mi disse altro. Vidi i suoi occhi chiudersi e sentii dopo un po’ il suo respiro e i suoi battiti farsi più regolari. Quando fui sicuro che si fosse addormentata, riuscii a rilassarmi del tutto anche io. Mi sorpresi ad accarezzarle i capelli morbidi e profumati, addormentandomi anche io e dormendo sereno come non accadeva da anni.
 
Quando mi svegliai, lei non era più accanto a me. Aprii gli occhi e la vidi seduta al bordo del letto, mentre si metteva le scarpe, e notai anche che ormai era sera. Mi misi a sedere, e il mio movimento la fece girare verso di me.
<< Buongiorno bell’addormentato! >> mi sorrise, mentre si alzava in piedi.
<< Che fai? >> le chiesi, con la voce ancora assonnata.
<< Porto la cena a mio padre, è ancora in centrale, poverino >> mi spiegò, mentre andava di qua e di là riempiendo la sua borsa. << Poi vado da Lydia >>
<< Da sola? >>
<< Con Kopa! >> mi rispose, sorridendo.
<< Perché da Lydia? >>
<< Mi ha mandato un messaggio, vuole che vado da lei a raccontarle tutto >>
<< Ti accompagno >> le dissi, alzandomi anche io.
Alzò gli occhi al cielo. << Non c’è bisogno. Voglio fare una passeggiata >>
<< Ti accompagno >> dissi di nuovo, sperando che non obbiettasse ancora.
Si mise di fronte a me, con le braccia conserte. << Derek, non ho due anni, posso andare in giro da sola >>
<< Quante altre volte dovrò ripeterti che ti accompagno? >>
<< Nessuna, visto che ci vado da sola >>
<< Tanto devo comunque andare a casa >>
<< No, non ci vai >>
La guardai confuso. << No? >>
<< Resta qui e cena con mio fratello, è da solo >>
<< Mi prendi in giro, vero? >>
Mi prese una mano, implorandomi con lo sguardo. << Ti prego >> mi stava di nuovo facendo rimbambire.
Quegli occhi, quei maledetti occhi! << Va bene. Ma dopo vado a casa >>
<< Grazie! >> mi sorrise, non lasciando la mia mano e tirandomi verso le scale.
Mi condusse in cucina, dove c’era già suo fratello che metteva dentro dei barattoli di plastica della carne appena cucinata. << Vuoi portargli altro? >>
<< No, ha detto che vuole restare leggero >> disse lei, mentre si metteva in borsa la cena per suo padre. << Tu dividi la carne che è rimasta con Derek, mangia qui con te >>
<< Cosa?! >> Stiles spalancò la bocca e le braccia, enfatizzando anche troppo.
<< Fidati, neanche io sono contento >> gli dissi, mentre tornavo a guardare Hope.
<< Oh, ma insomma! Almeno vi fate un po’ di compagnia. Quindi zitti! Derek, ho messo i tuoi vestiti fuori ad asciugare, prima di andartene magari vedi se qualcuno è asciutto, ok? >>
Annuii << Grazie >>
Lei mi sorrise, andando verso il fratello << Stiles, fa’ il bravo, ok? >>
<< Mi hai preso un cane? >> lei lo guardò severa, senza dirgli nulla. << Farò il bravo, ma dovresti dirlo anche a lui >> disse, indicandomi.
<< Farai il bravo, Derek? >>
<< Tenterò >> sorrisi, guardando Stiles che invece cominciava ad avere paura.
<< Hai visto? Mi minaccia! >>
<< Non ti ha detto nulla >> disse, baciandogli la guancia. << A dopo >>
Venne verso di me, e alzandosi sulle punte dei piedi riuscii ad arrivare alla mia guancia, baciandola e lasciandomi quasi senza fiato. << Ci vediamo >> mi disse, sorridendomi. Mi limitai ad annuire, mentre la vedevo uscire di casa con Kopa.
<< Bene. Vuoi restare lì e continuare a pensare a mia sorella o magari mi dai una mano ad apparecchiare? >>
Mi voltai verso Stiles, guardandolo serio. << Più parli, più rischi >>
<< Sto zitto >>
E stranamente, lo fece. Almeno fino a quando non terminò di mangiare e decise di dare di nuova aria alla bocca.
<< Quindi … da quant’è che sei innamorato di Hope? >>
Per poco quel ragazzino non mi fece strozzare, dovetti bere un sorso d’acqua per riprendermi.
<< Non sono innamorato di Hope >>
<< Quanto vorrei sentire il tuo cuore che mente >> continuò lui, poggiando la testa sulle mani.
Strinsi i pugni. << Sta’ zitto >>
<< Oh, avanti! Smettila. Ti vedo, sai. Vedo come la guardi, sai chi mi ricordi? Scott! Scott ed Allison. Smettila di guardarmi così! Non mi fai paura … più o meno. E comunque, ho visto come ci sei rimasto quando ti ha dato quel bacio, ho visto anche come avete dormito >>
Maledetto ragazzino troppo curioso e logorroico, lo ammazzerei. << Sta’ zitto, te lo ripeto per l’ultima volta e poi tua sorella si ritroverà figlia unica >>
Mi indicò, sorridendo << Lo vedi! Continui a nominarla! >>
Cercai con tutte le mie forze di evitare di dare ascolto al mio istinto di saltargli addosso e farlo a pezzi.
<< Senti, puoi anche non chiamarlo amore se vuoi, se la parola ti sembra troppo grossa o troppo piccola per mettere fine a tutte quelle resistenze che attanagliano il tuo corpo, ma sai, l’amore va oltre i corpi >>
Non era come diceva lui, non era assolutamente come diceva lui .. o si?
<< Ora ti stai chiedendo se ho ragione o meno. Sai credo di aver letto da qualche parte che quando ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta >>
Non ce la facevo più. Mi mossi verso di lui e lo presi dal collo della sua maglietta, avvicinando il suo viso al suo.
<< Non sono affari tuoi >>
<< E’ mia sorella, è un affare anche mio! >>
<< Vuoi che ti taglio la gola? >>
<< Voglio solo che tu la tratti bene e che non la faccia soffrire, tutto qui! >>
Allentai la presa, pensando alle parole che mi aveva appena detto. << Non lo farò perché non è come dici tu >>
<< Sì, come no. Voglio solo questo, e magari anche che mi lasci andare >>
Lasciai la sua maglietta, continuando a guardarlo arrabbiato. Quel ragazzo aveva la capacità di farmi diventare una belva. << Non riaprire mai più l’argomento e non dirle nulla di questa conservazione >>
<< Va bene, e tu trattala bene >>
<< Va bene. Ora sparecchia >> gli dissi, alzandomi e andando a vedere se qualcuno dei miei vestiti fosse asciutto, mentre continuavano a rimbombarmi in testa le parole di Stiles … “ Quando ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta. “ 







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Ciao a tutti! :)
Avrei tanto voluto finire di scrivere e pubblicare ieri il capitolo, ma per me è stata una giornata orribile e se l'avessi fatto anche il capitolo non sarebbe venuto un granchè! Comunque, spero che vi piaccia ^^ fatemelo sapere, io non penso sia dei migliori xD
Grazie ancore per tutte le vostre bellissime recensioni, ieri sono state le uniche cose positive :) **
A presto! <3


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Capitolo 14
*** Hunters ***


Hunters
 

 
POV Hope

Fu bellissimo riaprire gli occhi e vedere che ero ancora al sicuro fra le sue braccia, che non era stato tutto un sogno. Non mi mossi neanche un po’, volendomi godere ancora il momento. Sentivo ancora il suo cuore calmo e il suo respiro regolare sui miei capelli, mentre continuava a dormire stringendomi a lui. Spostai con tutta la delicatezza che potei la testa e lo guardai, il suo viso si era come rilassato, sembrava perfino che gli angoli della sua bocca si stessero alzando per sorridere. Mi spostai ancora, liberandomi dalla presa e mettendomi in piedi mentre il bell’Alpha continuava a dormire e ogni tanto a russare. Presi il cellulare, notando che Lydia mi aveva mandato tre messaggi e aveva anche provato a chiamarmi, voleva sapere cosa fosse successo dopo la festa e mi chiedeva di andare da lei. Le risposi che sarei stata lì dopo cena, visto che volevo andare da mio padre, anche perché avrei potuto scoprire qualcosa sulla morte di quella ragazza, o lupa insomma. Andai prima a riempire la seconda lavatrice coi vestiti di Derek, mettendo ad asciugare gli altri, e poi in cucina a preparare la cena sia per lui che per mio fratello e mio padre. Quando risalii in camera mia, il lupo dormiva ancora. Mi sedetti al bordo del letto mentre mi mettevo le scarpe, e sentii il letto muoversi. Mi girai verso di lui, che aveva appena aperto gli occhi ancora rossi a causa del sonno.
<< Buongiorno bell’addormentato! >>
<< Che fai? >> mi chiese, con la voce ancora assonnata.
<< Porto la cena a mio padre, è ancora in centrale, poverino. Poi vado da Lydia >> li spiegai, non fermandomi visto che dovevo riempire la borsa.
<< Da sola? >>
<< Con Kopa! >>
<< Perché da Lydia? >> era arrivata l’ora dell’interrogatorio?
<< Mi ha mandato un messaggio, vuole che vado da lei a raccontarle tutto >>
<< Ti accompagno >> mi disse alzandosi in piedi.
Alzai gli occhi al cielo, pensando che avevo già un padre poliziotto e che non mi serviva anche un lupo iper-protettivo. << Non c’è bisogno. Voglio fare una passeggiata >>
<< Ti accompagno >>
Mi misi di fronte a lui con le braccia conserte e decisa di non dargliela vinta. << Derek, non ho due anni, posso andare in giro da sola >>
<< Quante altre volte dovrò ripeterti che ti accompagno? >>
<< Nessuna, visto che ci vado da sola >>
<< Tanto devo comunque andare a casa >>
<< No, non ci vai >>
Mi guardò aggrottando le sopracciglia, confuso. << No? >>
<< Resta qui e cena con mio fratello, è da solo >>
I suoi occhi si spalancarono. << Mi prendi in giro, vero? >>
Presi la sua mano, cercando di fare uno sguardo dolce e supplichevole. << Ti prego >>
 << Va bene. Ma dopo vado a casa >> quello sguardo era imbattibile!
<< Grazie! >>
Lo portai in cucina, dove Stiles mi stava aiutando con la cena per mio padre. Quando gli dissi che avrebbero cenato insieme, non fu molto contento, ma in effetti neanche Derek lo era. Salutai prima mio fratello, baciandogli la guancia, e quando fu il turno di Derek non riuscii a resistere e alzandomi in punta di piedi baciai anche lui, quel ragazzo era davvero alto! Dovetti scappare per evitare di far vedere le mie guance diventare rosse come due pomodori e di far sentire il mio cuore in festa, baciare la guancia ruvida e calda di Derek mi era piaciuto troppo.
Arrivata in centrale con Kopa, mio padre mi accolse abbracciandomi e ringraziandomi per la cena. Inizialmente parlammo del più e del meno, ovviamente evitai di dirgli che avevo ospitato a casa nostra un licantropo burbero e asociale e gli avevo anche lavato i vestiti. Quando ormai avevamo finito di cenare, decisi che era il momento di chiedergli della ragazza.
<< Allora … hai scoperto qualcosa riguardo quella ragazza? >>
Lui mi guardò alzando le sopracciglia << Curiosa come tuo fratello, eh? >>
Alzai le spalle, sperando che mi dicesse qualcosa.
<< Non molto. Solo che i proiettili  non sono i soliti, contengono delle sostanze che non abbiamo mai trovato, infatti le abbiamo mandate ad analizzare. E poi le frecce … Davvero non capisco chi ancora le usi >>
<< Ma non sapete chi è? >>
<< No. Non aveva documenti e nessuno è venuto a chiedere di lei. Non era di Beacon Hills, non sappiamo neanche perché si trovasse nella radura … >>
<< Capisco … >>
<< Comunque, non dovrei parlartene >>
<< Oh, non dirò niente >> sorrisi, facendogli l’occhiolino. << Ora vado da Lydia >>
<< Vuoi che ti accompagni? >>
Ma perché tutti volevamo accompagnarmi?! << No, non preoccuparti >> mi alzai e lo abbracciai << Farai tardi? >>
<< Purtroppo. Tu invece torna presto a casa, non mi piace che vai in giro da sola, soprattutto dopo quello che è successo >>
<< Non sono sola, c’è Kopa >> dissi, mentre mettevo il guinzaglio al mio dalmata.
Mio padre alzò gli occhi al cielo. << Stai attenta. Ci vediamo domani mattina >>
<< Buonanotte >> sorrisi ancora, mentre uscivo.
Arrivai da Lydia in poco tempo, e appena entrai in casa mi chiese subito di raccontarle tutto, e così feci. Rimase sorpresa anche lei, soprattutto quando le detti la notizia di Ethan e della ragazza, ma più che altro rimase sorpresa per il fatto che il tenebroso Derek Hale si era dimostrato gentile e premuroso, visto che fino a quel momento le era sembrato solo un ragazzo sulle sue e poco socievole. In effetti, non aveva tutti i torti. Non le dissi niente della giornata che avevo appena passato, come se volessi tenerla per me e solo per me. Decisi di non disobbedire a mio padre e di tornare presto a casa, dove trovai mio fratello sdraiato sul divano a guardare un film e dopo aver liberato Kopa, mi sedetti accanto a lui.
<< Tutto ok? >> mi chiese.
Annuii. << Papà farà tardi. Non hanno trovato praticamente niente sulla ragazza >>
<< Immagino. Lydia sta bene? >>
<< E’ rimasta sorpresa per le novità ma sì, sta bene >>
<< Le hai anche detto che sei riuscita a trasformare il pericolo Alpha in un cuccioletto che arrossisce per un bacetto? >>
<< E’ arrossito? >> gli chiesi, sorpresa. Ero davvero riuscita a farlo arrossire?
Lui mi sorrise divertito. << Quanto siete carini >>
Lo spinsi via con un braccio, mentre lui cominciava a ridere. << Smettila >>
<< Io l’ho detto a Scott >> mi confessò, come se la cosa fosse normale.
<< Stiles! >>
<< Che c’è? Mi ha chiesto come stessi e cosa avessimo fatto >>
<< E tu non potevi farti gli affari tuoi, vero? >>
<< Tu sei affar mio >>
<< Oooh, tenerone >> gli presi una guancia e gliela strinsi, mentre lui cominciava a fare una delle sue solite facce strane. << Comunque, tutto bene con lui? >>
<< A parte le solite minacce di morte? Sì, ha detto che domani sarà fuori da scuola per tenere d’occhio i gemelli e che avviserà anche gli altri di farlo >>
Ah, già. Il giorno dopo sarei dovuta andare a scuola e avrei incontrato Ethan, il lupo Ethan.
<< Cosa gli dico? Non posso mentirgli >>
<< Derek ha detto che devi fare finta di niente. Tu dormivi quando l’abbiamo visto >>
<< Ma secondo te è così stupido da non pensare che voi me l’abbiate detto? >>
<< Tu provaci >>
Feci un lungo respiro, cominciando già a preoccuparmi. << Va bene >>
Non aprimmo più l’argomento ed entrambi ci addormentammo sul divano.
Fummo svegliati alle quattro di mattina da nostro padre che era appena tornato, e che ci aiutò ad arrivare alle nostre camere e a dormire nei nostri letti.
Quando arrivammo a scuola, ero piena di ansia. Volevo vedere Derek, volevo parlargli prima di dover affrontare Ethan e suo fratello, ma lui non si fece vedere. Sapevo però che era lì, sapevo che mi stava seguendo coi suoi occhi da lupo fino all’aula della lezione di storia dove io, Scott e mio fratello avremmo rivisto i gemelli.
Arrivarono poco dopo di noi e fui io per prima a girarmi verso Ethan e a sorridergli, cercando di non perdere la calma. Lui mi rivolse un sorriso preoccupato e forzato, mentre pochi minuti dopo mi arrivò un suo sms.
“ Posso parlarti dopo la lezione? “
“ Certo “ gli risposi, avvisando poi sia Stiles sia Scott e temendo da quel momento la fine dell’ora.
Quando suonò la campanella ero un fascio di nervi. Guardai prima Scott e poi mio fratello, i loro sguardi mi dicevano di stare calma. Raggiunsi Ethan fuori dall’aula e gli rivolsi un altro sorriso. << Ciao, tutto bene? >> gli chiesi ripetendo a me stesso di non pensare a quello che era successo. Io non dovevo sapere nulla.
Lui non mi sorrise, sembrava davvero preoccupato. << Sto bene. Ero preoccupato per te >>
<< Sì, hai ragione. Scusami tanto davvero, ho rovinato tutto bevendo quella stupida cosa alcolica, non so cosa mi sia preso. Quando mi sono svegliata ero nel mio letto e mio fratello mi ha detto che mi hanno dovuto portare a casa perché sono stata molto male >>
<< Eri ubriaca, non ti ricordavi chi fossi >>
Fingiti sorpresa, tu non sai niente. << Davvero? Mio Dio, scusami. Ti sarò sembrata un’idiota >> gli dissi, facendo una risata finta e poco credibile perfino per me.
<< Volevo portarti a casa, ma quel ragazzo.. quell’amico di tuo fratello non me l’ha permesso >>
<< Derek? >>
<< Già. Ti avevo lui in braccio quando ti ho ritrovata >>
<< Ah, sì? Non mi ricordo niente >> seconda risata falsissima.
<< Non ti hanno detto nulla? Tuo fratello o quel ragazzo? >>
<< No. Dovevano dirmi qualcosa? >>
Lui questa volta mi sorrise, poggiando un braccio sul muro e mettendomi alle strette.
<< Sei una brava bugiarda, sai? >> mi fece quasi paura. La sua voce era cambiata così come i suoi occhi.
<< Non capisco >>
<< Va bene. Faccio finta di niente solo perché mi piaci davvero, spero che il tuo respiro sia accelerato perché ti piaccio anche io e non perché mi stai mentendo da quando abbiamo iniziato a parlare >>
Mi stavo ripetendo di stare calma, dovevo restare calma! Se fosse successo qualcosa non sarei stata in pericolo, ero circondata da lupi mannari che erano dalla mia parte. << Continuo a non capire. Mi stai spaventando >>
<< Fidati, posso fare molto peggio. Comunque, lascia stare. Ti va di uscire venerdì sera? Possiamo andare al cinema >>
Ma certo, prima mi minacci e poi mi chiedi di uscire. Bella tattica. << Va bene. Mi passi a prendere tu? >>
<< Certo. Ci vediamo, Hope >>
<< Ciao, Ethan >>
Fui come sollevata nel vederlo allontanarsi da me e quando girò l’angolo riuscii finalmente a tornare a respirare regolarmente. Scott aveva sentito tutto e quando tornai da lui e da Stiles non ebbi bisogno di raccontargli tutto. La giornata poi procedette normalmente, rividi Ethan e Aiden solo a pranzo ma entrambi restarono alla larga da noi, poi non li vedemmo più. Non vedevo l’ora che la giornata finisse perché ero davvero convinta che avrei visto Derek fuori da scuola, che avrei potuto rivedere i suoi bellissimi occhi puntati su di me e che avrei potuto sentire ancora la sua voce, ma rimasi delusa. Lui non c’era. Continuai a sperare fino all’ora di andare a dormire di vederlo, di sentire la sua auto arrivare nel vialetto di casa mia e di aprire la porta e trovarmelo davanti, bello come sempre e coi vestiti puliti e profumati. Ma rimasi delusa ancora. Non si fece vivo per tutto il giorno. Prima di addormentarmi, decisi che mi sarei fatta viva io.
 
Mi alzai presto, mi preparai il più veloce che potei e presi i vestiti di Derek che erano rimasti a casa mia, notando anche che mio padre era già uscito. Lasciai un biglietto a Stiles per avvisarlo di andare a scuola da solo, magari Derek mi avrebbe accompagnata o comunque sarei potuta andarci a piedi. Uscii con Kopa e dopo essere andata al bar vicino casa andai verso la radura, sperando di ricordarmi la strada di casa del bell’Alpha. Dopo una decina di minuti di camminata rividi la casa bruciata e semi-abbandonata, andando verso la porta.  Non appena bussai, un uomo alto e dagli occhi celesti mi aprì, sorridendomi. Kopa cominciò a ringhiare di nuovo, ma l’uomo riuscì a farlo smettere con un solo sguardo. Decisi di fare finta di non averci fatto caso.
<< Tu devi essere Hope >>
Pensai subito che fosse lo zio di Derek, Peter Hale, l’ex Alpha responsabile della trasformazione del mio migliore amico in licantropo.
<< Lei deve essere Peter Hale >>
<< Sono contento di conoscerti. Vuoi entrare? >> mi chiese, spostandosi.
<< Cercavo Derek >>
Lui notò la busta che avevo in mano e mi sorrise ancora. Il suo sorriso non era affatto rassicurante. << Che buon profumo di cornetti appena sfornati. Ci hai portato la colazione? >>
<< Non credo sia per te >> sentii finalmente la sua voce. Alzai lo sguardo e vidi il mio Alpha sulle scale, con i pugni stretti e la sua solita faccia dura.
<< Capisco, è un cosa intima. Stavo uscendo, in effetti >> disse rivolto verso di me, mentre usciva dalla porta. << E’ stato davvero un piacere vederti non addormentata, Hope. Hai due occhi bellissimi >>
<< Grazie >> gli rivolsi un sorriso di cortesia, mentre finalmente si allontanava da me.
Quando mi girai verso le scale, Derek fece un salto umanamente impossibile che lo fece arrivare proprio di fronte a me. << Che fai qui? >> voleva fare il duro, come al solito. Dov’era il ragazzo che mi stringeva a sé mentre dormiva?
<< Buongiorno anche a te! Ti ho portato i vestiti e la colazione! >> dissi, indicando con lo sguardo il borsone e alzando la mano che stringeva la busta del bar.
<< Colazione? >> mi chiese sorpreso.
<< Sì, ma non la avrai finchè non la smetti di fare quella faccia. Non mi hai neanche salutata! >>
Lui si arrese, rilassando il viso e sorridendomi anche con gli occhi. << Buongiorno >>
<< C’è anche Kopa >>
<< Ciao, Kopa >> alzò gli occhi al cielo, rivolgendosi al mio dalmata e accarezzandolo. Confesso che lo invidiai. << Prendo io questo. Grazie >> disse mentre prendeva il suo borsone pieno di vestiti.
<< In questa casa c’è un tavolo dove poter fare colazione? >>
<< Vieni >> si girò e io lo seguii verso quella che un tempo era sicuramente una cucina bella ed accogliente ma che ora era solo una stanza con un tavola e delle sedie mal ridotte.
Mi sedetti su una di quella sedie cigolanti, sperando di non ritrovarmi a terra. Lui si sedette di fronte a me. << Come mai la colazione? >>
Alzai le spalle. << Non la vuoi? >>
<< Non ho detto che non la voglio >>
<< Allora zitto e mangia >> dissi, mentre aprivo la busta e mettevo dei fazzoletti su quel tavolo pieno di polvere. << Crema o cioccolato? >>
<< Tu quale vuoi? >> mi chiese, poggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle sue mani. Quanto era bello.
<< Cioccolato >>
<< Allora crema >> mi sorrise, facendomi sobbalzare il cuore. Cercando di non tremare, gli porsi il cornetto che mi aveva detto mentre lui continuava a sorridermi.
<< Grazie >>
<< Di niente >>
<< Non dovresti andare a scuola? >> mi chiese, mentre addentava il suo cornetto.
<< Ci vado dopo la colazione >>
<< Ti accompagno >>
<< Grazie >> gli dissi, mentre cercavo di non sporcarmi con la cioccolata.
Alzò le sopracciglia, sorpreso. << Non hai obiettato! >>
Mi fece sorridere, e il mio sorriso si trasformò in riso quando vidi il viso del pericoloso lupo tutto sporco di zucchero a velo.
<< Che c’è? >>
<< Sei tutto sporco >> cercavo di trattenermi ma la sua barba diventata bianca era indescrivibile.
<< Dove? Di che? >> mi chiese, tentando di pulirsi con le mani.
Mi alzai un po’ dalla sedia per avvicinarmi a lui, pulendogli la barba con la mano e continuando a ridere. << Dovresti vederti >>
<< Non ridere >>
<< Ma da quanto tempo non ti fai la barba? Mi sto raschiando le mani per pulirti >>
<< Non vorrai anche farmi la barba adesso? >> mi chiese divertito, mentre io avevo finito di pulirlo. Lo guardai corrugando le sopracciglia, pensando che non fosse affatto una brutta idea. << Hope, no! Stavo scherzando >>
<< Ti farò la barba >> dissi, tornandomi a sedere.
<< Hope >> fu come una supplica.
<< Ormai ho deciso >>
<< Devo imparare a stare zitto >>
<< Stai anche troppo zitto >>
Mi sorrise ancora, inclinando la testa di lato. << Sei sporca anche tu >>
Spalancai gli occhi, vergognandomi e cercando di coprirmi la bocca con la mano << Dove? >>
Lo vidi muoversi verso di me, mentre si alzava dalla sedia e allungava il braccio. << Ferma >> mi ordinò, e io obbedii. I suoi occhi erano rivolti verso la mia bocca e sentii la sua mano su di me, sulla mia bocca, mentre il mio cuore cominciava a galoppare di nuovo. E poi, giusto per farmi avvicinare ancora di più all’infarto, dopo avermi pulito l’angolo della bocca dal cioccolato, si guardò il dito sporco e se lo mise in bocca, non accorgendosi di quanto quel gesto fosse dannatamente sexy. Pregai di non avere una faccia da idiota.
<< Ora va meglio >> mi disse, tornando a sedersi.
Ripresi fiato, tornando sulla terra. << Allora, dov’è il bagno dove posso farti la barba? >>
<< Hope, ti prego >>
Mi alzai, andando verso di lui e prendendogli la mano. << Muoviti o farò tardi >>
Lo feci alzare, guardando i suoi occhi che mi supplicavano di non farlo ma che allo stesso tempo erano divertiti. Mi condusse al piano di sopra, in una piccola stanzetta dove c’erano tutti i sanitari, sebbene mal ridotti. Mi avvicinai al lavandino che si trovava vicino alla finestra e di fronte ad uno specchio scheggiato, mentre lui prendeva un rasoio vecchissimo dall’unica mensola rimasta intatta. << Dimmi che non lo farai >>
<< Aiutami a sedermi qui >> dissi, indicandogli il lavandino.
<< Sul lavandino? >>
<< Non ci arrivo alla tua faccia così, sei troppo alto >>
<< O tu sei troppo bassa >> ormai era a pochi centimetri da me. Poggiò il rasoio sul davanzale della finestra e mi prese i fianchi, sollevandomi in un nano secondo e facendomi sedere. << Sei una piuma >> mi disse, non lasciandomi i fianchi.
Non risposi, mi girai verso il rubinetto e cominciai a far uscire l’acqua. << E’ gelida! >> dissi, mettendo una mano sotto il getto. << Non hai la schiuma, vero? >>
<< No >> mi disse, mentre cominciavo a bagnarli la faccia.
<< Bene. Sei attrezzato >>
<< Ho altro a cui pensare >>
<< Dammi il rasoio. Io e te dobbiamo andare a fare una bella spesa, caro lupetto >>
Alzò gli occhi al cielo, mentre mi passava il rasoio e tornava a cingermi i fianchi con entrambe le mani.
<< L’hai mai fatto? >> mi chiese poco prima che la lama toccasse il suo viso.
<< No. Zitto e fermo >> gli ordinai, mentre cominciavo a passare il rasoio sul suo viso.
I suoi occhi erano puntati su di me, mentre io cercavo in tutti i modi di non fargli male e di essere il più delicata possibile. Riuscii a finire la prima parte del suo viso senza tagliarlo e senza perdere la concentrazione ma quando spostai il mio sguardo sul suo mi sentii come quando ero fra le sue braccia, in paradiso. Sentivo il suo respiro su di me, le sue mani forti sui miei fianchi, i suoi occhi puntati sui miei. Cercai di resistere alle mille tentazioni che mi stavano ronzando in testa e sciacquai il rasoio, ponendolo di nuovo sul suo viso. Forse fu il suo respiro che si fece irregolare, forse la sua vena del collo che pulsava sempre di più, forse le sue mani che mi stringevano sempre più forte, non lo so. So solo che mi distrassi solo per un attimo, e lo tagliai. Una piccola espressione di dolore gli pervase il viso.
<< Scusa! >> dissi, mentre cercavo di rimediare al sangue che stava già uscendo.
<< Non fa niente, guarda >> mi disse, spostando il viso. In pochi secondi il sangue era sparito e il taglio si era rimarginato. Lo guardai a bocca aperta, mentre lui sorrideva.
<< Guarisco in fretta >>
<< Wow … Lo fate tutti? >>
Annuì, guardandosi allo specchio. << Manca un pezzo >> mi disse, indicando la parte di viso ancora ricoperta di peli.
Tornai a concentrarmi su di lui, mentre finivo di fargli la barba.
<< Ho finito. Ora sembri un adolescente >> gli dissi, mentre mi faceva scendere. Si guardò allo specchio, toccandosi il viso da entrambe le parti.
<< Brava >> tornò a guardarmi e a sorridermi. Per l’ennesima volta pensai che era bellissimo.
<< Fai sentire >> dissi, allungando la mano verso il suo viso e cominciando ad accarezzargli la guancia. Era liscio liscio.
Lui tornò serio, mettendo la sua mano sulla mia che si trovava ancora sulla sua guancia. Mi stava guardando di nuovo per studiarmi, timoroso della mia reazione al suo tocco. Non poteva sapere che io sarei rimasta in quella posizione anche per sempre. Notai di nuovo la sua vena del collo che pulsava velocemente e i suoi muscoli irrigidirsi mentre avvicinava il suo viso al mio. Lui stava avvicinando il suo viso al mio. Lui! Forse stavo sognando. Eppure sentivo benissimo il calore della sua mano sulla mia e il suo respiro farsi sempre più vicino a me. Ero immobile, non riuscivo a muovere neanche un muscolo per la paura e per l’eccitazione. Stava davvero succedendo? O mi stava solo per dare una testata? No, forse stava succedendo. Mi voleva baciare? Lui? Me? Baciare?
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio e la mia testa continuava ad essere invasa da questi pensieri, quando una pallottola e una freccia arrivarono sul corpo di Derek.










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Ciao a tutti :)
Sono stanca morta e domani mattina dovrò svegliarmi alle sei, ma dovevo assolutamente finire di scrivere il capitolo e pubblicarlo! 
Non so, ultimamente sono molto critica e anche questo capitolo non mi fa impazzire XD
Spero invece che a voi piaccia, fatemelo sapere :))
Vi ringrazio ancora una volta per le recensioni meravigliose, davvero! G R A Z I E *___*
A presto! <3

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Capitolo 15
*** Wounded ***


Wounded

 

POV Derek

Ancora una volta, Hope riuscì a sorprendermi.
Mi fece innervosire davvero troppo a causa della sua conversazione con Ethan a scuola, dove anche io riuscivo a sentire benissimo che stava mentendo, figuriamoci lui che se la trovava a pochi centimetri di distanza. Ma non fu questo a farmi decidere di andare via prima che impazzissi del tutto, no, riuscivo benissimo ad accettare che lei parlasse con lui. Fu la sua risposta, la sua stupida risposta alla domanda di quel ragazzino che mi fece imbestialire. Sapeva benissimo che lui era un lupo mannaro, sapeva che poteva essere in pericolo e nonostante tutto aveva accettato di uscire di nuovo con lui, da soli! Incredibile. Me ne andai verso casa, comunque sapendo che sarebbe stata al sicuro grazie alla presenza di Scott, Isaac, Boyd ed Erica. Continuavo a ripetere a me stesso che lei era liberissima di fare ciò che riteneva più opportuno, che era libera di decidere e di non considerarmi neanche un po’. In fondo, io continuavo a non essere quasi nessuno per lei. Mi ero illuso, di nuovo, a causa di un bel faccino e di un po’ di gentilezza. Non ero innamorato, non potevo esserlo.
Quando la mattina dopo sentii chiaramente il suo cuore, il suo respiro e i suoi passi accompagnati da quelli del suo onnipresente cane dalmata, mi giurai di non lasciarmi abbindolare. Non dovevo cascarci, non di nuovo. Quando però sentii che stavo parlando con mio zio, fui costretto ad intervenire.
La vidi di nuovo. Era lì, sulla porta di casa, ed era lì per me.
<< Cercavo Derek >> aveva detto. Era venuta fino a casa mia, rischiando di essere trovata dagli Alpha e dai cacciatori, solo per me. E per cosa, poi? Per riportarmi i vestiti e per fare colazione con me. Mi aveva portato un cornetto, senza motivo, solo perché voleva stare con me. Quando mi ritrovai davanti a lei, mi scordai di tutto il nervoso e di tutta la rabbia che avevo provato fino a quel momento, e non riuscivo a pensare ad altro se non al fatto che fosse bellissima.
Facemmo colazione insieme, arrivando al punto di pulirci a vicenda a causa dello zucchero a velo o del cioccolato, finchè non le venne la strana idea di farmi la barba. Sapendo che sarebbe stato totalmente inutile cercare di farle cambiare idea, la assecondai accompagnandola nell’unico piccolo bagno ancora intatto, o quasi, di casa mia. La aiutai a salire sul lavandino, non lasciando la presa sui suoi fianchi neanche per un secondo. Dopo avermi ordinato di stare zitto e fermo, iniziò a passare il rasoio su di me, concentrata al massimo. Per me fu un occasione straordinaria per studiare il suo viso, i suoi lineamenti, i suoi occhi concentrati e decisi che mi fissavano le guancie e la mascella, la sua bocca piccola e perfetta. Ero talmente incantato nel guardarla, che mi fece quasi sussultare quando sentii la lametta che mi tagliava. Il suo sguardo cambiò, si sentiva in colpa e rimase sorpresa di come io riuscissi a guarire così in fretta. Quando finì, la aiutai a scendere e lei volle testare il suo lavoro appena fatto, accarezzando la guancia destra e sorridendomi. Quel suo tocco, quella sua mano su di me, fece impazzire me e il mio cuore più del dovuto, e io non pensavo ad altro che alle sue labbra. Le volevo. Volevo che fossero mie e soltanto mie. Volevo che lei fosse mia, solo mia. Misi la mia mano sulla sua, avvicinandomi a lei deciso e pronto ad affrontare quello che stavo per fare, finchè non sentii un dolore lancinante al petto e alla spalla, mentre Hope mi guardava impaurita e in preda al panico. Qualcuno mi aveva colpito, ed io ero stato così distratto da non accorgermi di niente. Caddi in avanti, cercando di evitare Hope che allungò le braccia verso di me per attutire la caduta.
 

POV Hope

<< Derek! >> urlai spaventata mentre cercavo di non fargli battere la testa mentre cadeva. Lui era ormai sdraiato a pancia in giù accanto a me, con una freccia conficcata nella spalla sinistra e una pallottola in pieno petto, e stavo cominciando a sanguinare.
<< Hope, vedi chi sono! >> mi ordinò.
<< Ma .. >>
<< Hope! >> urlò, facendomi fare come voleva. Mi alzai e mi affacciai alla finestra, vedendo due uomini e una donna che mi stava sorridendo. Erano armati di pistole e balestre, e quando mi videro salirono sui loro quad e sparirono fra gli alberi. Tornai da Derek che cominciò a tossire.
<< Perché non guarisci? >> chiesi spaventata.
<< Chi erano? >> mi chiese lui, mentre il suo sguardo tornò sul mio. I suoi occhi erano cambiati, sembrava non dormisse da giorni. Anche il suo colorito cambiò, diventando biancastro.
<< Non lo so! Io chiamo Stiles >>  dissi, prendendo dalla tasca il cellulare e pregando che mio fratello rispondesse.
<< Pronto? >> sentii la sua voce ancora assonnata dall’altra parte del telefono.
<< Stiles! Derek è stato colpito e non guarisce! Vieni qui, subito! >>
<< Cosa?! Dove sei?! >>
<< Digli di portare anche Scott >> mi disse Derek, ancora disteso a pancia in giù.
<< Sono a casa di Derek! E’ stato colpito all’improvviso da delle persone e non so che fare, non sta guarendo! Passa a prendere Scott e vieni qui! Dobbiamo fare qualcosa >>
<< Il dottor Deaton, lui può aiutarmi >> disse di nuovo Derek. In effetti Scott e Stiles mi avevano raccontato del veterinario che non era solo un veterinario e che sapeva tutto sui licantropi.
<< Arrivo! >> mi disse mio fratello, chiudendo la chiamata.
Rimisi il cellulare in tasca, tornando a Derek. Vederlo così, sdraiato e sanguinante mi dette una morsa allo stomaco. Era stata tutta colpa mia.
<< Ehi, sto bene >> tentò di rassicurarmi lui, ma sapevo benissimo che stava mentendo. << Ascolta, devi fare una cosa per me, ok? >>
Annuii, sempre più spaventata.
<< La vedi quella freccia? Devi toglierla da lì, altrimenti non riuscirò a guarire >>
<< Cosa? No, no, no >>
<< Hope, ti prego! Io non ci arrivo! >>
<< Ti farò male >>
<< Mi farà più male se rimane lì. Puoi farcela! Prendila e tirala verso l’alto! Non aveva paura di farmi male >>
I suoi occhi ormai ricoperti da occhiaie violastre mi stavano supplicando. Cominciai a tremare, cominciai a sentire i miei occhi bagnati dalle lacrime. Mi feci forza e facendo un lungo respiro afferrai la freccia e quando Derek mi disse << Ora! >> la tirai fuori dal suo corpo facendolo urlare dal dolore.
<< Scusa, scusa, scusa! >> dissi, buttando la freccia a terra e accarezzandogli la faccia.
<< No. Sei stata brava >> disse ansimando << Aiutami ad alzarmi >>
Feci come mi aveva detto, cingendoli la spalla con un braccio. << Andiamo giù, Stiles starà arrivando >> gli dissi, aiutandolo a scendere le scale e ad arrivare alla porta. La sua maglietta era tutta sporca di sangue, il suo viso ormai era bianco e i suoi occhi sembrava stessero per spegnersi. Mentre aspettavamo, Kopa leccò la mano di Derek.
<< Kopa è preoccupato per me >> disse, cercando di abbozzare un sorriso.
<< Lo siamo entrambi >> confessai, mentre sentivo le lacrime che mi rigavano il viso.
<< Non piangere >>
<< Perché non guarisci? >>
<< Non lo so >>
<< Allora piango quanto mi pare >>
Vidi la jeep di Stiles arrivare in tutta velocità verso di noi e quando furono lì, sia mio fratello che Scott scesero dalla macchina e presero Derek, facendolo sdraiare sui sedili posteriori. Dopo aver fatto entrare Kopa nel bagagliaio, mi misi anche io dietro e poggiai la testa di Derek sulle mie gambe, cominciando ad accarezzargli i capelli.
<< Chi erano? >> chiese Scott, mentre andavamo verso il veterinario.
<< Non lo so! Due uomini e una donna! Non so chi siano >>
<< Sono i nuovi cacciatori >> spiegò Derek, continuando ad ansimare.
<< E cosa vogliono da te? >> chiesi, ma la risposta la sapevo già.
<< Sono un’ Alpha anche io >>
<< Maledette robe da lupi mannari! >>
 
Grazie alla guida veloce di mio fratello, riuscimmo ad arrivare alla clinica veterinaria in pochissimo tempo. Scott e Stiles presero Derek mentre io feci uscire Kopa che mi seguiva preoccupato anche lui, non capendo cosa stesse succedendo.
<< Ragazzi! >> il veterinario ci accolse con uno sguardo spaventato come il nostro. << Cosa è successo? >>
<< Dei cacciatori gli hanno sparato! >> dissi subito, mentre Scott poggiava Derek sul tavolo metallico dello studio del dottore.
<< Toglili la maglietta >> ordinò a Scott, che obbedì subito strappandogliela di dosso.
Mi copri la bocca con una mano, trattenendo un urlo e sentendo che i miei occhi non riuscivano a smettere di lacrimare. Cominciai a tremare di nuovo. Il corpo di Derek, il suo perfetto e bellissimo petto, era ricoperto di sangue e le vene intorno al proiettile erano diventate tutte nere. Vidi anche i suoi occhi spaventati a quella vista.
<< E’ troppo vicino al cuore, dobbiamo toglierlo subito >> disse il veterinario, voltandosi verso uno dei suoi cassetti e prendendo degli strumenti che mi sembravano di tortura.
<< Scott, tu trattienilo! Stiles, porta fuori tua sorella >>
Spalancai gli occhi << Cosa? NO! >> urlai. Non potevo lasciare Derek.
<< Hope, non sarà una bella scena >> mi disse il veterinario, mentre Stiles mi cingeva le spalle. Come poteva quell’uomo ricordarsi di me? Non mi vedeva da anni.
<< Andiamo, Hope >> disse mio fratello cercando di farmi girare.
<< NO! >> urlai di nuovo. Io dovevo restare lì con lui.
<< Hope, ti prego, va’ fuori >> fu Derek questa volta a chiedermelo, mentre continuava a soffrire, glielo leggevo in faccia.
<< Ma io non voglio lasciarti >> dissi, mentre cominciavo a frignare come una bambina di due anni.
<< Non voglio che tu veda. Ti prego >> mi stava di nuovo supplicando con gli occhi. I suoi occhi che ora sembravano quelli di un cadavere.
Annuii, mentre mio fratello mi portava fuori. Lo abbracciai e lui ricambiò, baciandomi i capelli. Dopo pochi secondi, cominciammo a sentire le urla di dolore di Derek. Non avevo mai sentito delle urla del genere, sembrava che a volte stesse anche ringhiando. Mi strinsi ancora di più a mio fratello, cercando in tutti i modi di pensare ad altro, ma quelle urla mi penetravano direttamente nel cuore. Non so per quanto tempo durò quella tortura, se per cinque minuti, cinque ore o cinque giorni, so solo che quando finalmente Derek smise di urlare, tirando un profondo respiro di sollievo e liberai mio Stiles dalla presa.
Il dottor Deaton e Scott ci raggiunsero fuori.
<< Allora? >> chiesi, non appena li vidi.
<< E’ svenuto. Ma si riprenderà >>
<< Guarirà? >> chiese mio fratello, preoccupato quasi quanto me.
<< Sì, ma non in fretta come al solito. Sarà meglio non lasciarlo solo >>
<< Può tenerlo qui? >> chiese Scott.
<< No, non posso. Potrebbero vederlo o peggio, potrebbero arrivare questi nuovi cacciatori. Neanche io so chi siano >>
<< Può stare da noi >> dissi io, poi rivolgendomi a mio fratello << Vero? >>
<< Sì. Dobbiamo solo nasconderlo a papà >>
<< Starà in camera mia >> dissi ancora, rivolta al veterinario.
<< Hope .. Non ti vedevo da anni >> mi sorrise, e io feci lo stesso.
<< Grazie per averlo guarito >>
<< Dovere. Ora portatelo a casa, ha bisogno di riposare. E state attenti … questi nuovi proiettili sono micidiali >> ci avvertì, mentre sia mio fratello che Scott  presero di nuovo Derek e lo riportavano in macchina.
 
Una volta a casa, misero Derek sul mio letto e Stiles gli mise una delle sue magliette, visto che la sua era andata in pezzi.
<< Stai bene? >> mi chiese Scott
<< Ora sì. Scusatemi >>
<< Di cosa? >>
<< Di tutto questo casino >>
<< Non è colpa tua >> mi disse il mio migliore amico, abbracciandomi. << Io devo andare a scuola, se mia madre scopre che non ci sono andato mi ammazza >>
<< Va bene. Stiles, va’ anche tu. Io resto >>
<< Sei sicura? >>
<< Sì. Ci vediamo dopo >>
Mentre mio fratello e Scott andarono a scuola, io rimasi in camera mia, seduta accanto al mio letto, a guardare il mio Alpha riposare dopo aver sofferto chissà quanto. Non riuscii a smettere di piangere, ripensando alle urla di dolore che avevo sentito poco prima.
<< Non piangere >> sentii di nuovo la sua voce, la sua bellissima voce parlarmi mentre i suoi occhi erano ancora chiusi << Ti sento >>
<< Derek? Sei sveglio? >>
Lui aprì gli occhi, che erano tornati verdi e profondi come sempre. Tirai un respiro di sollievo, mettendomi una mano sul cuore. << Come stai? >>
<< Molto meglio >> mi stava anche sorridendo. Dio, quant’era bello.
<< Derek, scusami >>
<< Sssh >>
<< E’ stata colpa mia! Ti ho fatto distrarre e non hai sentito il loro arrivo >>
<< Non piangere >> mi ripetè ancora, allungando una mano verso di me per asciugarmi le lacrime. Gliela presi, stringendola più che potevo.
<< Hai sofferto tanto? >>
<< Non ci pensare >>
<< Dimmelo >>
Lui sospirò. << Un po’ >>
<< Scusami >>
<< Smettila >>
<< Ho sentito le tue urla! Non hai sofferto solo un po’ … E’ stata colpa mia >>
<< Mi avrebbero attaccato comunque, con o senza di te. Almeno eri lì per aiutarmi, sei stata brava con quella freccia >> mi sorrise ancora, accarezzandomi la guancia.
<< Non tentare di farmi sentire meglio >>
<< E’ la verità >> disse, mettendomi a sedere mentre un’espressione di dolore pervase il suo viso.
<< Ti fa ancora male? >>
Alzò gli occhi al cielo. << Quindi resto qui per un po’? >>
<< Sì, il veterinario ha detto che non devi stare solo >>
<< Ti occuperai tu di me? >> mi chiese con un’espressione divertita.
<< Vorrei ricordarti che ti ho già offerto cibo sano e vestiti puliti >>
<< Hai ragione >> mi stava sorridendo ancora ed io per evitare di rimanere imbambolata, mi voltai e vidi la mia immagine riflessa nello specchio. Ero un mostro! Coi capelli spettinati e il trucco sbavato a causa delle lacrime.
<< Oh, porca miseria! >> dissi coprendomi il viso con le mani << Vado a darmi una sistemata >>
Lui prontamente mi fermò mentre cercavo di alzarmi, prendendomi una mano e facendomi sedere accanto a lui sul mio letto. << Non c’è bisogno >> mi disse, mentre il suo sorriso mi stava facendo sciogliere.
<< Ma mi hai visto? Sembro una della famiglia Addams >>
<< A me piaceva la famiglia Addams >>
<< Derek! >>
<< Voglio solo fare una cosa >>
Alzai le sopracciglia, domandandomi cosa diavolo avesse intenzione di fare.
<< Voglio solo finire quello che ho iniziato >>
<< Vuoi darmi una testata? >>
Lo feci ridere, mentre mi guardava come se fossi pazza. << Hai davvero pensato che volessi darti una testata? >>
<< Confesso che per un momento l’ho pensato >>
Lui inclinò la testa di lato, divertito. << Non volevo fare quello >>
Il mio cuore, il mio povero cuore stava per rischiare un altro infarto. Lui era bellissimo, lui era perfetto, e stava di nuovo avvicinando il suo viso al mio, mentre con una mano mi accarezzava la guancia. << Ah, no? >> chiesi, con un filo di voce a ormai pochi centimetri da lui.
<< Zitta, Hope >> mi ordinò in un sussurro, e finalmente accadde.
Lui mi baciò. Lui.
Le sue labbra si muovevano sicure e curiose sulle mie, mentre sentivo che il mio cuore era ormai in estasi insieme a tutto il resto del mio corpo.
Quello era il genere di bacio che non avrei mai potuto raccontare alle mie amiche. Era il genera di bacio che mi faceva capire che non ero mai stata così felice in tutta la mia vita. 













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Ciao a tutti! **
Vi ripeto per la millesima volta G R A Z I E per le vostre bellssime recensioni! *___*
Spero davvero che questo capitolo vi piaccia, voglio sapere le vostre opinioni! :)) Finalmente è successo ahahah XD
A presto <3

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Capitolo 16
*** Changes ***


Changes

 

POV Derek

Confesso che, nonostante stessi cercando di non darlo a vedere, mi spaventai anche io. Non fu la freccia, al cui dolore ero ormai quasi abituato, a spaventarmi, ma quel proiettile. Quando mi colpì, pensai che doveva essere uno dei proiettili come quelli degli Argent, per i quali una volta stavo per farmi amputare un braccio da un ragazzino, ma questo era diverso. Era più potente, più veloce ad espandersi e poi chiunque mi aveva colpito lo aveva fatto in modo tale da non colpire subito il cuore ma una parte vicino ad esso, procurandomi una morte non troppo lento ma sicuramente dolorosa. Sentivo il mio petto in fiamme, sentivo il mio corpo che non riusciva a guarire e lentamente si indeboliva, eppure dovevo cercare di non spaventare Hope più di quanto già lo era. Il suo viso era pieno di terrore e spavento mentre chiamava suo fratello in cerca d’aiuto, la sua voce era rotta e i suoi occhi stavano cominciando a cedere alle lacrime. Ma nonostante questo, fu abbastanza forte da riuscire a togliermi la freccia dalla spalla e ad aiutarmi ad arrivare alla porta. Perfino il suo cane mi fece capire di essere preoccupato per me leccandomi la mano!
Una volta arrivati alla clinica veterinaria, vidi anche gli occhi del Dottor Deaton spaventati alla vista del mio petto pieno di sangue e nero a causa del proiettile. In quel momento, mi spaventai anche io. Pregai Hope di uscire e di non vedere cosa stava per succedere, perché sapevo che il veterinario avrebbe dovuto estrarmi il proiettile dal petto e sapevo che per lei sarebbe stato troppo. O comunque, lo sarebbe stato per me.
Quando fui sicuro che fosse fuori insieme a Stiles, dissi al dottore di cominciare e mentre Scott mi teneva fermo, cominciai a sentire il freddo della pinza con cui mi avrebbe estratto il proiettile sul petto, ma quello fu solo l’inizio. Il proiettile continuava ad espandere il suo veleno dentro di me e il veterinario doveva fare in fretta affinchè non arrivasse al cuore, e così fece. Non fu piacevole, neanche un po’. Non avevo mai provato un dolore così e non riuscii a trattenermi. Urlai, ringhiai, sperando che quella tortura finisse. Non so neanche quanto dovetti sopportare tutto quel dolore ma quando finalmente il dottore estrasse il proiettile e mise una sostanza, che probabilmente era una sottospecie di antidoto, nella ferita, cacciai un ultimo urlo e abbandonai il mio corpo, chiudendo gli occhi, libero da quel fuoco che fino a poco prima ardeva dentro il mio petto.
Quando mi risvegliai, sapevo di non essere più in clinica. Sentivo l’odore di casa di Hope, sentivo l’odore della sua stanza, sentivo il profumo dei suoi capelli e sentivo anche i suoi singhiozzi.  << Non piangere. Ti sento >>
Sentii di nuovo la sua voce rotta dal pianto. << Derek? Sei sveglio? >>
Aprii gli occhi e la rividi, mentre si metteva una mano sul cuore e tirava un respiro di sollievo. I suoi occhi erano rossi come i suoi capelli, ricoperti dal nero del trucco sbavato.  << Come stai? >> mi chiese, continuando a piangere.
<< Molto meglio >> le sorrisi, sperando che anche lei facesse lo stesso.
<< Derek, scusami >>
<< Sssh >>
<< E’ stata colpa mia! Ti ho fatto distrarre e non hai sentito il loro arrivo >> non aveva tutti i torti, ma non mi interessava. Era stata colpa mia, ero io che mi ero perso ancora nei suoi occhi mentre il desiderio di baciarla era più forte di tutti, lei non aveva fatto altro che guardarmi.
<< Non piangere >> la pregai ancora, allungando una mano verso la sua guancia per cercare di asciugarle le lacrime. Lei la prese e la strinse a sé.
<< Hai sofferto tanto? >>
Come mai in vita mia. << Non ci pensare >>
<< Dimmelo >>
Sospirai. << Un po’ >>
<< Scusami >>
<< Smettila >> non riuscivo più a sopportare che si desse la colpa di tutto.
<< Ho sentito le tue urla! Non hai sofferto solo un po’ … E’ stata colpa mia >> mi aveva sentito, mi aveva sentito mentre provavo quel dolore lancinante. La immaginai mentre piangeva per me, mentre si sentiva in colpa, e ebbi una stretta al cuore.
<< Mi avrebbero attaccato comunque, con o senza di te. Almeno eri lì per aiutarmi, sei stata brava con quella freccia >> le accarezzai la guancia, sperando nel suo sorriso.
<< Non tentare di farmi sentire meglio >>
<< E’ la verità >> Mi misi a sedere, provando ancora un po’ di dolore al petto. Sentivo la garza e il cerotto stringermi.
<< Ti fa ancora male? >> mi chiese di nuovo, di certo non avrei risposto.
Mi guardai intorno. << Quindi resto qui per un po’? >>
<< Sì, il veterinario ha detto che non devi stare solo >>
<< Ti occuperai tu di me? >>
Finalmente, rividi il suo meraviglioso sorriso. << Vorrei ricordarti che ti ho già offerto cibo sano e vestiti puliti >>
<< Hai ragione >>
Lei si voltò verso lo specchio, spalancando gli occhi, come se la sua immagina riflessa l’avesse spaventata.
<< Oh, porca miseria! >> disse coprendosi il viso con le mani << Vado a darmi una sistemata >>
Non era nelle migliori condizioni, era vero. Ma non mi importava. La volevo lì con me. La fermai, prendendola una mano e tirandola delicatamente verso di me per farla sedere.
 << Non c’è bisogno >> le dissi, mentre i suoi erano sorpresi dalla mia reazione.
<< Ma mi hai visto? Sembro una della famiglia Addams >>
<< A me piaceva la famiglia Addams >>
<< Derek! >> fu come un rimprovero il mio nome.
Ma ancora una volta, non mi importava. << Voglio solo fare una cosa >>
Si stava chiedendo cosa volessi fare, glielo leggevo in viso.
Ripensai a quello che non ero riuscito a fare prima di quell’attacco, al suo viso vicino al mio, al suo respiro accelerato e alle sue labbra piccole e invitanti << Voglio solo finire quello che ho iniziato >>
<< Vuoi darmi una testata? >>
Quella ragazza era matta. << Hai davvero pensato che volessi darti una testata? >>
<< Confesso che per un momento l’ho pensato >>
<< Non volevo fare quello >> confessai, mentre poggiavo di nuovo la mia mano sulla sua guancia, avvicinando il mio viso al suo.
<< Ah, no? >> mi chiese con un filo di voce, mentre ormai i nostri nasi si sfioravano.
<< Zitta, Hope >> le ordinai sussurrando, prima di arrivare finalmente alle sue labbra.
Non provavo quella sensazione da anni, forse non la avevo mai provata così a fondo. Pensavo solo a lei. Muovevo le mie labbra sulle sue, assaporandole, bagnate e salate a causa delle lacrime da poco versate. La baciai con tutta la delicatezza che potei, mentre lei seguiva i miei movimenti più sicuri. Non avrei mai smesso di baciarla. Mai. Ma ricordai che avevo bisogno anche di respirare, così come ne aveva bisogno lei.
Allontanai le mie labbra dalle sue, già desideroso di riprovare quella sensazione, ma allo stesso tempo timoroso della sua reazione. Riaprii gli occhi, vedendo i suoi che mi sorridevano insieme alla sua bocca.
<< E comunque >> le dissi << Venerdì non vai da nessuna parte >>
Lei alzò gli occhi al cielo, mentre notai che le sue guancie erano diventate rosse quasi quanto i suoi capelli spettinati.
<< Perché l’hai fatto? >> mi chiese senza allontanarsi da me.
<< Perché hai il potere di farmi sentire vivo e felice >> e perché mi fai impazzire ogni volta che ti vedo.
Mi sorrise << Posso andare in bagno ora? >>
<< Solo se non ci metti troppo >>
<< Se non torno fra due minuti, vuol dire che sono svenuta >>
Annuii, ricambiando il sorriso e sdraiandomi di nuovo sul suo letto mentre lei andava verso il bagno. Restai a sentire i suoi passi e il suo cuore, aspettando il suo ritorno che avvenne poco dopo. Si era pettinata e struccata, e mi sembrava bellissima ugualmente.
<< Posso? >> mi chiese, indicando il suo letto.
<< Hope, sei a casa tua! >> le feci notare.
<< Non ti faccio male, vero? >>
Alzai gli occhi al cielo, spostandomi e facendole spazio. La riebbi fra le mie braccia, con la testa sul mio petto e il suo corpo appoggiato al mio. Sospirai, ricordandomi cosa un tempo mia madre mi raccontava … Diceva che, prima o poi, avrei trovato la mia compagna e l’avrei saputo dal primo momento in cui avrei visto i suoi occhi, il mio cuore me l’avrebbe fatto capire. Ripensai a Kate, a come ero convinto che fosse lei ad essere la mia compagna, a come rimasi quando scoprii tutto, a quanta sofferenza e quanta rabbia provai. Ripensai alle promesse che mi ero fatto. Mai fidarti di nessuno, mai affezionarti a nessuno, ero solo io, l’unica cosa a cui pensare era il potere. E poi ripensai a quando vidi per la prima volta Hope, alla reazione del mio corpo e del mio cuore alla vista dei suoi occhi. Al mio cuore, che forse voleva proprio farmi capire che era lei, che era finalmente arrivata, che era arrivato il momento per me di riprovare la felicità e la forza che derivano dall’amore.
<< A che pensi? >> mi chiese Hope, facendomi tornare lì.
<< A quando mi ero promesso che non avrei mai dovuto riprovare tutto questo >>
Lei spostò il viso, alzandolo in modo tale da riuscire a guardarmi negli occhi.
<< Sai cosa succede quando non si è più abituati a ricevere affetto e amore? >> mi chiese, mentre io la guardavo stregato. << Succede che non ti fidi più, che preferisci stare solo. Succede che quando qualcuno ti confessa che tiene a te, tu pensi “ Come no “. E quando trovi qualcuno che davvero ti ha a cuore, muori di paura >>
Rimasi sorpreso dalle sue parole. Mi aveva praticamente descritto. Aveva descritto il mio stato d’animo degli ultimi anni. Aveva descritto il Derek solitario e frustrato che ero stato fino a quel momento.
<< Io ci tengo a te >> mi disse poi, continuando a guardarmi negli occhi. << Davvero >>
<< Lo so >> le risposi, fidandomi di lei, fidandomi di una persona dopo anni. << Anche io >>
<< Lo so >> mi sorrise, imitandomi. << Ora, dormi >>
<< Agli ordini >> dissi, poggiando la testa sul cuscino.
<< Hai bisogno di qualcosa? >>
<< Solo te >> dissi stringendola ancora di più e sentendo il suo sorriso, mentre poggiava di nuovo la testa sul mio petto.
 
Non mi risvegliai spontaneamente. Sentivo che Hope mi stava tirando l’orecchio, o almeno così credevo. Aprii gli occhi e mi ritrovai suo fratello sdraiato accanto a me, mentre continuava a tirarmi l’orecchio con la bocca semi aperta.
<< Stiles! >> urlai, allontanandomi da lui e facendolo sussultare.
<< Ciao, cognatino >> l’idiota mi stava sorridendo sul bordo del letto.
<< Come? >> chiesi, pensando che stesse dando i numeri più del solito.
<< Hope mi ha detto tutto. Mi ha anche detto di non svegliarti ed ero qui in attesa che tu riaprissi gli occhi >> mi spiegò, continuando a sorridere.
<< Mi stavi tirando l’orecchio! >>
<< Sembravi in coma, volevo controllare che i tuoi riflessi funzionassero! >>
Feci un respiro profondo, cominciando a sentire gli artigli. << Come diavolo mi hai chiamato? >>
<< Oh, avanti. Non fare il timido! So che vi siete baciati, teneroni! Hope me l’ha detto quando sono tornato, e io l’ho detto a Scott e Lydia che sono di sotto con Hope ad aiutarla a cucinare >> mi spiegò gesticolando.
<< Non dovreste essere a scuola? >>
<< Eravamo preoccupati per lei, e per te >>
<< Capisco >>
<< Allora, dillo >> mi disse, incrociando le braccia.
<< Dirti cosa? >>
<< Che avevo ragione. Sei innamorato di mia sorella, cognatino >>
Il mio livello di sopportazione era arrivato al limite. Mi spostai verso di lui e misi i miei artigli intorno al suo collo. << Chiamami un’altra volta così, e giuro che ti squarcio la gola >>
<< Aspetto il matrimonio? >>
Strinsi ancora, sperando che la smettesse.
<< Ok, ok! La smetto! >>
Rilasciai la presa, mettendomi a sedere e chiudendo gli occhi, cercando di rilassarmi. Con quel ragazzino era praticamente impossibile.
<< Puoi almeno dire che avevo ragione? >>
<< Stiles, te lo dico un’ultima volta con calma, perché se continui ti darò un pugno così forte che ti ritroverai fuori dalla finestra. Stai zitto >>
<< Ma io volevo solo … >>
Mi alzai in piedi, esasperato. << Porca miseria, Stiles! Sì, avevi ragione! Ora stai zitto! >>
<< Ma perché urlate? >> chiese Hope che era sulla porta di camera sua. Spostò il suo sguardo su di me, notando gli artigli. << Lo hai fatto arrabbiare, vero? >> chiese a suo fratello, che si alzò e andò verso di lei.
<< E’ lui, non posso mai dire nulla! >> le spiegò, indicandomi.
<< Vai giù dagli altri. Noi ora arriviamo >> disse, spingendolo fuori dalla stanza e chiudendo la porta.
<< Scusa >> mi disse, una volta di fronte a me.
Sospirai, ritirando gli artigli, contento di averla di nuovo al mio fianco. Le cinsi la vita con un braccio, facendola spostare per stringerla.
<< Non fa niente >> le baciai la fronte, sentendo di nuovo il profumo dei suoi capelli.
<< Non dovevo dirglielo? >> mi chiese, mentre sentivo il suo cuore agitarsi.
<< Puoi dirlo a tutti. Non m’importa >> spiegai. L’unica che contava era lei.
<< Magari non a mio padre, eh? >>
Spostò la testa per guardarmi, mi fece ridere. << Magari no >>
<< Hai fame? >> mi chiese, sorridendomi.
Annuii, accarezzandole i capelli. << Hai cucinato? >>
<< Sì. Vieni >> mi prese la mano, portandomi verso la porta.
<< Comunque, se tuo fratello continua a stuzzicarmi, l’ammazzo >>
Ebbi una risata per risposta, una sua bellissima risata.









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Ciao **
Eccovi il nuovo capitolo! :D E' un capitolo di transizione, almeno io lo vedo così xD Spero che vi piaccia ugualmente! :))
Grazie ancora per le vostre meravigliose recensioni, siete troppo gentili *___*
A presto! <3
 

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Capitolo 17
*** You're mine, now. ***


You’re mine, now.



POV Hope

Non riuscii a dormire molto, ero troppo eccitata e felice per quello che era appena successo. Non ci potevo credere ancora. Il Derek che mio fratello e Scott mi avevano descritto, e che anche io avevo avuto modo di conoscere, non era il Derek che ora mi stringeva a sé dormendo sereno. Pensai che forse era diventato il lupo burbero e asociale che tutti conoscevano dopo che ci fu l’incendio a casa sua, dopo che scoprii che Kate era la responsabile di tutto. Chissà come si era sentito, chissà cosa aveva provato. Anche io avevo sofferto per amore, ma di certo non potevo paragonarmi a lui, non potevo paragonare il mio dolore al suo. E io ero davvero riuscita a far tornare in vita quel lato buono e gentile del suo carattere? Quella parte di lui restata nascosta per anni? Mi sentii troppo piccola e insignificante per averlo davvero fatto. Forse si era solo accorto che è inutile fuggire dall’amore, perché quando decide di bussare alla tua porta anche se non vuoi aprirgli, troverà il modo di entrare, rubando i tuoi pensieri e le tue emozioni, facendo battere il tuo cuore a mille, senza darti via di scampo. Forse aveva capito questo. Ripensai alla sua frase << Perché hai il potere di farmi sentire vivo e felice >> e mi sciolsi di nuovo, sorridendo da sola. Rimasi ancora fra le sue braccia, continuando a farmi mille domande, fin quando verso l’ora di pranzo non sentii la porta aprirsi. Mi allontanai da Derek in modo da non farlo svegliare, sperando che non fosse mio padre. Fui sollevata nel vedere che Kopa stava accogliendo in casa mio fratello, Lydia e Scott.
Scesi le scale, andando verso di loro e domandandogli cosa ci facessero qui. Lydia fu la prima a rispondermi, venendomi incontro e abbracciandomi. << Eravamo preoccupati per te! Mi hanno detto tutto >>
<< Oh, Lydia >> risposi al suo abbraccio, pentendomi di non averle ancora detto nulla di Derek e non vedendo l’ora di farlo. << Sto bene, ero di sopra con Derek >>
<< Lui come sta? >> mi chiese Scott.
<< Sta dormendo >>
<< Ancora?! >> chiese mio fratello.
<< Si è svegliato ma poi si è rimesso a dormire. A proposito, Stiles vieni con me >> dissi, prendendogli la mano << Ragazzi voi andate in cucina >>
<< Cosa vuoi da me? >> mi chiese Stiles, mentre lo trascinavo su per le scale.
<< C’è un ragno in camera mia! >> mentii << Ora mi aiuti ad ammazzarlo così poi torniamo giù e cuciniamo qualcosa, ok? >> chiesi, sperando che non obiettasse ancora.
Una volta al piano di sopra, lo fermai prima che entrasse in camera.
<< Devo dirti una cosa .. >> lui mi guardava confuso << .. riguarda Derek >>
<< E’ morto? >>
<< Stiles! No, ovviamente >>
<< E cosa? >>
<< Prometti di non dirlo a nessuno, almeno non per ora? >>
<< Hope, dimmelo e basta >>
<< Ok … >> feci un respiro profondo, chiudendo gli occhi << Mi ha baciata >>
Mio fratello spalancò la bocca e gli occhi. << Lui? >> chiese, indicando camera mia.
Annuii. << Già >>
<< Il mostro che dorme sul tuo letto? >>
<< Non è un mostro! >>
<< Sei sicura che ti abbia baciata? Cioè, magari voleva morderti e l’hai scambiato per un bacio … >>
<< Sono sicura >> gli dissi, sorridendo.
<< Sono sconvolto >> disse, mettendosi una mano sulla fronte.
<< Io sono felice >>
<< Lo vedo, ti mancano solo gli occhi a cuoricino! Ma perché non vuoi dirlo agli altri? >>
<< Io vorrei, non so se lui lo vuole >>
<< Oh, capisco … Beh, io vado a vedere come sta >> disse, mentre cercava di voltarsi verso la mia stanza.
Lo bloccai, tirandolo dalla manica della maglietta. << Non svegliarlo >>
<< Stai tranquilla >> mi fece l’occhiolino e andò in camera mia, mentre io tornavo giù da Scott e Lydia.
<< Vi va di aiutarmi col pranzo? >> chiesi, mentre entrambi mi sorrisero annuendo.
<< Allora … >> aprii il frigo, cominciando ad uscire il necessario << Scott, tu pulisci le carote, Lydia tu pela le patate così possiamo farle al forno .. io mi occupo delle zucchine per la pasta >>
<< Da quando mangi tutte queste verdure? >> mi chiese Scott.
<< Si chiama mangiar sano, dovresti imparare a farlo >>
<< A me piacciono le verdure >> disse Lydia mentre cominciava a pelare le patate.
Prima ancora che Scott iniziasse a fare quello che gli avevo chiesto, prese il cellulare dopo aver sentito la suoneria per gli sms e rimase sorpreso nel leggere quel messaggio.
Si voltò verso di me, con gli occhi spalancati e sorpresi. << Derek ti ha baciato? >>
Maledetto Stiles! Ora cominciavo a capire perché Derek volesse ammazzarlo di continuo.
<< Derek ti ha baciato? >> mi chiese anche Lydia, sorpresa quanto Scott.
<< E’ Stiles, vero? >> chiesi a Scott, avvicinandomi a lui. Annuì, mentre io gli prendevo il cellulare e scrivevo il messaggio di risposta per mio fratello.
“ Se non ti ammazza Derek, lo farò io “
<< E’ vero? >> mi chiese ancora Lydia.
<< Sì, è vero >> le sorrisi, e lei fece lo stesso.
<< Davvero?! Derek?! >> Scott non sorrideva, sembrava fosse preoccupato.
<< Ma perché vi sembra così strano? >>
<< Perché è Derek! >> rispose Scott, mentre leggeva un altro sms << Stiles dice che ti vuole bene >>
Alzai gli occhi al cielo. << Non riesce proprio a star zitto >>
<< Com’è stato? >> mi chiese Lydia, prendendomi le mani e continuando a sorridermi, almeno lei mi capiva.
<< Bellissimo! >>
<< Ti ha fatto male? >> chiese Scott.
<< Certo che no! E’ stato tanto gentile, abbiamo anche dormito insieme >>
<< Solo dormito? >> mi chiese la mia migliore amica, alzando un sopracciglio e facendo un sorriso che faceva intendere tutto.
<< Lydia! >> dicemmo insieme sia io che Scott.
<< Perché reagisci così? >>
<< Perché è Derek! E’ un lupo! >>
<< Anche tu lo sei e anche tu sei stato con una ragazza! >>
<< Ma è Derek! >> non riusciva a smettere di dirlo.
<< Senti, per me è solo un ragazzo, così come lo sei tu. Mi ha fatto sentire felice, non puoi esserlo anche tu per me? >> gli chiesi, guardandolo con occhi supplichevoli.
Lui sbuffò. << Va bene >>
<< Grazie >>
Preparammo da mangiare mentre Lydia ci raccontava di un nuovo ragazzo che le interessava, e quando finimmo risalii le scale per avvertire mio fratello e Derek.
Sentii le loro voci, stavano urlando. Non mi aspettavo certo di ritrovarmi con Stiles sdraiato sul mio letto e Derek in piedi con gli artigli al posto delle unghie.
<< Ma perché urlate? >> si girarono entrambi << Lo hai fatto arrabbiare, vero? >> chiesi a mio fratello, che si alzò e venne verso di me, iniziando già a gesticolare.
<< E’ lui, non posso mai dire nulla! >> mi spiegò, indicando Derek. Sicuramente gli aveva detto che sapeva tutto, maledetto!
<< Vai giù dagli altri. Noi ora arriviamo >> dissi, spingendolo verso la porta e andando verso l’Alpha.  << Scusa >>
Sospirò, allungando un braccio per cingermi la vita e stringermi di nuovo.
<< Non fa niente >> disse, baciandomi la fronte.
<< Non dovevo dirglielo? >> gli chiesi, timorosa.
<< Puoi dirlo a tutti. Non m’importa >>
Mi fece sorridere, come potevano dire che non era gentile? << Magari non a mio padre, eh? >>
Lo feci ridere. << Magari no >>
<< Hai fame? >>
Annuì, accarezzandomi i capelli. << Hai cucinato? >>
<< Sì. Vieni >> gli presi la mano, portandolo verso la porta.
<< Comunque, se tuo fratello continua a stuzzicarmi, l’ammazzo >>
Risi anche io, mentre andavamo verso la cucina dove tutti ci stavano aspettando. Non appena arrivammo, mano nella mano, tutti si voltarono verso di noi. Lydia sorrideva, Stiles ci rivolse una rapida occhiata per poi tornare al cellulare e Scott si fissò sulle nostre mani.
<< Ciao ragazzi >> disse Derek per primo.
<< Ciao Derek! >> disse Lydia continuando a sorridere.
<< Ciao >> rispose freddo Scott.
<< Sedetevi, faccio io i piatti >> dissi, lasciando la mano di Derek e mettendo la padella con la mia pasta e zucchine sulla tavola. Stiles si mise a capo tavola e accanto a lui si sedette Scott, e poi Lydia. Derek si sedette di fronte a Lydia, lasciandomi sedere accanto a mio fratello e di fronte a Scott. Cominciai a riempire i piatti e quando finii potei sedermi anche io. << Buon appetito! >> dissi, mentre cominciammo tutti a mangiare.
<< Hope, la prof di inglese ha chiesto di te >> mi disse mio fratello, mentre trangugiava il suo piatto.
<< Perché? >>
<< Vuole che entri a far parte del giornalino della scuola >> mi spiegò.
Sorrisi, entusiasta all’idea. << Davvero? >>
<< Sì, ma ha detto che ne parlerà meglio con te. Solo che, purtroppo, Ethan era in classe con me e ha sentito tutto, chiedendo se anche lui potesse farne parte >>
Derek smise di mangiare, poggiando la forchetta sul tavolo e facendomi quasi spaventare.
<< Oh, già! Ethan mi ha chiesto di te >> disse Lydia, guardandomi. Le feci uno sguardo che probabilmente lei non capì, avrei tanto voluto che tacesse.
<< Cosa gli hai detto? >> chiese Derek, mentre stringeva i pugni.
<< Nulla, che non sapevo il perché non fossi venuta a scuola >> spiegò lei, non capendo la reazione mia e di Derek.
<< Ha chiesto anche a me, ma gli ho detto che non sapevo nulla >> disse Scott, guardando me e Derek.
<< Già, e poi è arrivato a me. Mi ha chiesto perché non fossi a scuola e io gli ho detto che stavi male … Probabilmente avrà sentito che stavo mentendo perché sembrava volesse sbranarmi ma grazie al cielo il corridoio era pieno di gente e sono potuto andare via >>
Misi una mano sul pugno stretto di Derek. << Magari era solo preoccupato >>
<< Deve preoccuparsi per altro >> disse Derek, quasi ringhiando.
<< E com’è andata il resto della giornata? >> chiesi, sperando che qualcuno cambiasse argomento.
<< Ho parlato con Allison >> confessò Scott << Mi ha chiesto se noi sapessimo qualcosa sulla ragazza >>
<< Loro sanno niente? >> chiese Derek, mentre cominciava a rilassarsi.
<< No, perciò ha chiesto a me. Mi ha detto che non appena saprà qualcosa me lo dirà >>
<< Possibile che non conoscano questi nuovi cacciatori? >> chiesi io.
Lui alzò le spalle. << A proposito, descriviceli. Almeno possiamo riconoscerli >>
Ricordai quella scena, quei loro volti che fuggivano da casa di Derek dopo averlo ferito. << La donna è di colore, abbastanza alta e coi capelli e gli occhi neri. Gli uomini sono molto simili, hanno i capelli castani e gli occhi chiari .. Non avranno più di trent’anni, al massimo trentacinque >>
<< Non possiamo chiedere direttamente ai gemelli? >> chiese Scott rivolto verso Derek.
<< Ci stavo pensando anche io >>
<< Possiamo parlare d’altro, per favore? Queste cose mi mettono i brividi! >> chiese Lydia, e così facemmo.
Quando finimmo di mangiare dissi ai ragazzi di andare in salotto a vedere qualcosa in tv, mentre io e Lydia restammo in cucina a sistemare.
<< Sai, io non conosco bene Derek, ma si vede che ci tiene a te >> mi disse lei, mentre stava asciugando i piatti che io lavavo.
<< Davvero? >> mi fece sorridere, mentre pensavo a lui.
<< Sì. Si vede da come ti guarda, non ti lascia neanche per un secondo. Mi sembra come se fosse pronto a morire per te >>
<< Non esagerare ora >>
<< Fidati. I suoi occhi parlano per lui >>
<< A me piace molto >> confessai, arrossendo.
<< Si vede anche questo >> mi sorrise, mentre finalmente finimmo anche coi piatti. << Andiamo, prima che il tuo innamorato impazzisca senza di te >>
In salotto, Scott si era messo sulla poltrona mentre ai lati del divano c’erano Derek e mio fratello, tutti e tre erano in silenzio mentre guardavano il telefilm “How I met your mother”.
<< Quanto vorrei diventare come Barney! >> disse Stiles non appena io e Lydia ci sedemmo, lei accanto a mio fratello e io accanto al mio lupo.
<< Vuoi diventare uno stronzo che usa le donne solo per portarsele a letto? >> chiesi, mentre Derek mi cingeva le spalle con un braccio e mi faceva appoggiare a lui.
Stiles aprì le braccia << Quale uomo non vorrebbe questo? >>
<< Spero tanti >> rispose Lydia << Altrimenti fate tutti schifo >>
Sentii il sorriso di Derek sui miei capelli. In quel momento il mio cellulare vibrò dentro la mia tasca e lo presi per leggere l’sms. Purtroppo era Ethan e, purtroppo, Derek nella posizione in cui si trovava poteva benissimo leggere il messaggio.
“ Tuo fratello mi ha detto che non sei venuta a scuola perché stavi male. Ti va se nel pomeriggio passo da te così magari riesco a guarirti? ;) “
<< Oh, sì, fallo venire. Così poi dovrà preoccuparsi di guarire lui! >> sentii di nuovo i suoi pugni stringersi e il suo respiro farsi irregolare.
<< Non dire stupidaggini >> dissi, mentre rispondevo al messaggio. “ Non c’è bisogno, c’è qui mio fratello. Ci vediamo domani a scuola “ risposi, evitando di fare qualsiasi smile che facesse innervosire Derek ancora di più. Grazie al cielo, fui salvata dalla suoneria del telefono di mio fratello. << Oh, perfetto! E’ papà … Pronto? >> disse, mettendosi una mano sugli occhi.
<< Sì, lo so … No, Hope non è andata a scuola perché Kopa non si sentiva bene e l’ha portato dal veterinario, io sono solo venuto ad aiutarla! … Ah, non sapevo che anche Scott non fosse a scuola … Dico sul serio! … Quando torni? … Ok, ok … A dopo >> chiuse la chiamata, tirando un respiro di sollievo. << Torna stasera per cena. Mi sa che Derek mangerà da solo in camera tua >>
<< Posso anche andarmene >> disse lui, rivolto a mio fratello.
<< No, resti qui almeno fino a domani mattina >> gli ordinai, guardandolo negli occhi.
<< Va bene >> disse, tornando sereno.
Restammo a guardare la tv per un po’, poi Scott e Lydia tornarono a casa e Stiles andò in camera sua, mentre io e Derek andammo nella mia.
Non ebbi neanche il tempo di chiudere la porta, che lui mi fece girare e mi baciò di nuovo, sollevandomi e portandomi sul letto. Questo bacio era totalmente diverso dal primo. Mi baciò con foga e passione, accarezzandomi la guancia, i capelli, le spalle e il bacino. Mi sentii anche troppo accaldata mentre lui ormai era sopra di me e continuava a baciarmi. Gli presi i capelli, rispondendo a quel bacio come meglio potevo.
<< Scusami >> mi disse quando allontanò le sue labbra dalle mie per riprendere fiato << Non ce la facevo più >>
<< Puoi baciarmi anche davanti agli altri >>
<< Mi sento un po’ osservato >> confessò, sorridendomi.
<< Hai ragione. Scusa >>
<< Non è colpa tua >> mi disse, mentre si sdraiava accanto a me.
<< Si abitueranno. Comunque, tornando ad Ethan … >>
Non mi dette neanche il tempo di finire. << Venerdì non vai da nessuna parte e se vuoi sarò io stesso a dirglielo domani a scuola >>
<< … Volevo solo dirti che non c’è bisogno che tu ti innervosisca >>
<< Non riesco a non farlo. Tu sei mia, adesso >>
Quella frase mi fece impazzire. Il modo in cui lo disse, la sua voce forte e decisa ma al tempo stesso dolce e premurosa, i suoi occhi profondi e sicuri. Fui io questa volta a baciarlo, cercando di imitare al meglio il suo bacio di prima. Lui mi prese i fianchi e mi fece arrivare sopra di lui, mentre rispondeva al mio bacio. Sentivo il suo sorriso mentre riprendeva fiato, per poi continuare a baciarmi e ad accarezzarmi. Quando sentii le sue mani sotto la mia maglietta, un brivido mi pervase la schiena e il mio cuore sembrava non essere ancora pronto a quel tipo di contatto. Lui se ne accorse, riportando le mani sui miei fianchi e guardandomi spaventato. << Scusami! Non volevo … >>
Gli misi un dito sulla bocca << Non fa niente. Ora però devo fare i compiti >>
<< Posso aiutarti? >> mi chiese ancora preoccupato.
<< Sei bravo in matematica? >>
<< Me la cavavo >> mi sorrise, tornando ad accarezzarmi i capelli.
Mi spostai, alzandomi e andando verso la scrivania. << Allora ho decisamente bisogno del tuo aiuto >>
















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Ciao :)
Eccovi il nuovo capitolo, spero davvero che vi piaccia come gli altri! ^^ Fatemelo sapere!
Vi ringrazio per le recensioni, mi fate sempre più felice! G R A Z I E *____*
A presto! <3

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Capitolo 18
*** My Girl. ***


My Girl.

 

POV Derek

Fare i compiti con Hope non fu affatto semplice. Non perché la materia fosse difficile, anzi, me la ricordavo anche abbastanza bene. Ma perché, proprio prima che io mi sedessi accanto a lei che stava già scrivendo sulla sua scrivania, mi disse << Solo i compiti. Niente distrazioni >>. In poche parole, non potevo neanche toccarla. Questa fu appunto la parte più difficile. La guardavo mentre scriveva numeri e lettere dell’alfabeto sul suo quaderno e volevo solo stringerla a me e baciarla mentre lei era concentrata al massimo nel fare le espressioni e i problemi e non mi calcolava neanche un po’. Mi chiese di aiutarla un paio di volte ed io feci del mio meglio per ricordare quello che avevo imparato a scuola. Quando mi disse che con matematica aveva finito e che sarebbe dovuta passare a letteratura inglese, mi feci da parte sapendo che non aveva alcun bisogno di aiuto.
<< Aspetta >> mi disse mentre mi stavo alzando << Vieni >> mi sorrise, prendendomi per la maglietta e facendomi avvicinare a lei, per poi finalmente baciarmi. Fu come tornare a respirare. << Grazie dell’aiuto >>
Le sorrisi anche io e lei mi lasciò andare, tornando sul pc. Mi guardai intorno, cercando qualcosa da fare, e andai di fronte alle sue librerie, piene di libri e film d’amore. Su uno scaffale, uno dei più alti, c’erano quaderni di tutte le dimensioni e colori e dei diari che sembrava stessero per esplodere. Ne presi uno, tutto giallo e con una scritta rosa sulla copertina “ Hope’s Diary n.1 “, la scrittura sembrava quella di una bambina che aveva appena iniziato a scrivere.
Stavo per aprirlo, quando un suo << Ehi! >> mi fece voltare verso di lei, che veniva verso di me con uno sguardo allo stesso tempo imbarazzato e arrabbiato. << Queste cose non si toccano! >> mi disse, cercando di togliermi quel diario dalle mani.
Lo alzai in aria, in modo che lei non ci arrivasse << Non posso leggere? >>
<< Non quelle cose! Ci sono un mucchio di libri e tu vai a scegliere proprio quelli? >> mi chiese, saltellando per cercare di arrivare al suo diario.
<< Ma questi li hai scritti tu, vero? >>
<< Sì e sono cose personali. Ti spiace ridarmelo? >>
<< Sì, mi spiace >> dissi, andando verso il suo letto e sedendomi sopra, ancora con il diario fra le mani.
Lei sbuffò, raggiungendomi. << Perché sei così interessato a leggere il diario di una bambina di otto anni? >>
Alzai le spalle. << Mi interessi >>
Lei mi guardò, sedendosi accanto a me e sbuffando ancora << Che la vergogna abbia inizio >>
Aprii il diario e notai subito i mille disegni che c’erano alle prime pagine e che continuavano fino a metà diario. Animali, Hope, Stiles, i suoi genitori, Lydia e Scott, disegni di una bambina, ovviamente, ma comunque bellissimi e contornati da mille scritte che spiegavano tutto. Spesso c’era sua madre in quei disegni, insieme a suo padre, lei e suo fratello. << Ero convinta che mia madre sarebbe tornata dal cielo >> mi spiegò lei, mentre sentivo il suo cuore che cominciava a battere più velocemente.
Girai ancora una volta pagina, e mi ritrovai davanti “ Il suo principe “, un disegno di un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli scuri  con dietro di lui un cavallo nero, contornato da mille cuori rossi e rosa. << Il tuo principe? >> chiesi, mentre lei si copriva gli occhi e cominciava ad arrossire.
<< Avevo otto anni >>
<< Sognavi già il principe? >> le chiesi, continuando a guardare quel disegno.
<< Vedevo sempre Cenerentola e Biancaneve, tu che dici? >>
<< E doveva essere così? >> le chiesi, indicando il ragazzo da lei disegnato anni fa.
Lei guardò prima il disegno e poi me << Ti assomiglia >> disse sorridendomi.
In effetti, gli occhi e i capelli erano quelli. Aveva disegnato anche due spalle giganti e delle gambe lunghissime.
<< Sapevo già che eri tu >> mi disse ancora, mentre il suo cuore continuava a battere forte.
Io, un principe? Chiusi il diario, alzandomi e mettendolo dov’era.
<< Non sono un principe >> dissi, girandomi verso di lei che mi guardava aggrottando le sopracciglia. Si alzò, venendo davanti a me e accarezzandomi la guancia.
<< Non ancora >> mi disse.
Alzai le sopracciglia, domandandomi che cosa intendesse.
<< Sei ancora la Bestia, ma diventerai il principe >>
Alzai gli occhi al cielo. << Ancora con quella favola? >>
<< Già. Ci sei dentro >>
<< E cosa ti fa pensare che diventerò un principe? >>
<< I tuoi occhi. I tuoi occhi ancora incatenati in un mondo pieno di dolore e rabbia e privo di amore e amicizia dove hai vissuto per tanti anni e dal quale non vedi l’ora di uscire >>
Come diavolo faceva a dire delle cose così giuste e perfette? Aveva descritto ancora una volta il mio essere, il mio stato d’animo. Pensai ancora una volta che fosse una strega.
<< Comunque, non mi stai facendo fare i compiti >>
<< Scusami >>
<< Perché non leggi qualcosa di diverso dai miei diari? >>
<< Qui ci sono solo libri che parlano d’amore >> le feci notare << Sei davvero fissata >>
<< Vuoi fare altro? >> mi chiese, facendomi venire in mente cosa davvero volevo fare in quel momento.
Alzai un sopracciglio, sorridendole e avvicinando il mio viso al suo, che passò da un’espressione confusa ad una che aveva ben capito cosa avessi intenzione di fare.
<< Derek, non .. >> ma non la feci finire. Tornai su quelle bellissime, meravigliose labbra e mentre lei tentava ancora di parlarmi, la presi per i fianchi e la sollevai, poggiandola sul letto senza lasciarle le labbra neanche per un secondo. Finalmente, cedette anche lei e cominciò a rispondere al mio bacio, mentre mi accarezzava i capelli. Quando arrivò al mio petto, facendomi quasi impazzire per il suo tocco, allontanò il viso dal mio.
<< Derek, hai ancora la garza di stamattina! Dobbiamo cambiarla >>
Alzai gli occhi al cielo << Possiamo farlo dopo? >>
<< No! >> disse, spingendomi via da lei e tornando in piedi. << Vieni in bagno >>
La seguii a malincuore, e una volta in bagno lei prese il necessario per mettermi una nuova garza e prese anche del disinfettante.
<< Sarò guarito >> le dissi << Non servirà il disinfettante >>
<< Vedremo. Ehm .. devi togliere la .. >> mi disse, indicando la maglietta di suo fratello che avevo indosso io.
<< La maglietta? >> la aiutai a finire, mentre ancora una volta sentivo i suoi battiti accelerare.
Lei annuì, mentre io mi toglievo la maglietta e la poggiavo sul lavandino. << Che c’è? >> le chiesi, mentre lei mi guardava con gli occhi spalancati e le guancie rosse.
<< Ti prego, sai benissimo che c’è >> mi disse, avvicinandosi a me e cominciando a togliermi la garza.
Le presi la mano che era sul mio petto, mentre lei spostava il suo sguardo sul mio. << No, non lo so >>
Sbuffò. << Sei bellissimo >> mi disse, tornando sulla garza.
Mi fece sorridere, non me l’aveva mai detto. Le piacevo, le piaceva il mio fisico .. Mi sentii come soddisfatto mentre lei continuava ad essere imbarazzata. Chissà quando avrei potuto vedere io il suo petto nudo …
<< Hai un tatuaggio? >> mi chiese, liberandomi dai pensieri poco puri che stavo facendo su di lei.
<< Sì. Le tre spirali significano Alpha, Beta ed Omega, ma possono avere vari significati >> le spiegai, mentre lei finiva di togliermi la garza.
<< Bello >> mi disse sorridendo, ma la sua espressione cambiò di nuovo all’improvviso mentre guardava la mia ferita. Abbassai lo sguardo anche io, e rimasi quasi shockato. Non ero ancora guarito! Le vene non erano più nere e il sangue era sparito, ma la ferita non era ancora del tutto chiusa.
<< Assurdo >> dissi, mentre lei prendeva il disinfettante.
<< Questo brucerà >> mi avviso, mettendomelo sulla ferita.
Bruciava anche troppo.
<< Oh, dai! E’ solo un po’ di disinfettante >>
Sopportai il dolore, che ovviamente era niente paragonato a quello che avevo sentito quando il proiettile era ancora dentro di me. Hope mi stava mettendo la garza pulita, quando sentii i passi di suo fratello arrivare verso di noi.
<< Ehi, che diavolo ci fate in bagno?! >> chiese appena entrato.
<< Secondo te? >> chiese sua sorella.
<< Beh, non lo so! Mia sorella è in bagno con un ragazzo a petto nudo, che dovrei pensare? >> mi chiese, indicando il mio petto.
Vidi Hope sorridere, mentre fissava la garza. << Ho solo cambiato la garza >>
<< Ceeerto. Non sei ancora guarito? >> mi chiese, mentre mi rimettevo la sua maglietta.
<< No >>
<< E non sei leggermente preoccupato? >>
Quante domande idiote poteva fare? Era ovvio che fossi preoccupato! Non risposi, alzando gli occhi al cielo e superandolo per tornare in camera di Hope. Fui comunque attento a sentire la loro conservazione.
<< Hai visto come fa con me? >> chiese Stiles. << Un attimo prima ti sta sorridendo e l’attimo dopo arrivo io e torna il suo sguardo da lupo >>
<< Non lo saprai prendere >>
<< Oh, capisco. Devo fargli gli occhi dolci come fai tu? Ahia! >>
Sorrisi, pensando che Hope probabilmente gli aveva appena tirato un pugno.
<< Chiama papà e fatti dire con precisione a che ora torna. Devo ancora finire i compiti e poi dovrò anche cucinare >>
<< Derek mangia con noi? >>
<< Così facciamo venire un colpo a papà? No. Mangerà in camera mia >>
<< Va bene >> sentii i passi di entrambi che andavano però in direzioni diverse.
Vidi Hope tornare in camera sua, mentre io ero in piedi davanti al letto.
<< Che fai? >> mi chiese, io alzai le spalle. Aggrottò le sopracciglia << Ora devo davvero finire i compiti >>
Annuii << Ti aspetto >> mi sedetti sul letto, mentre lei andava verso la sua libreria e dopo aver preso un libro tornava da me.
<< Questo non è un libro d’amore >> disse, poggiandolo accanto a me.
Vidi il titolo e poi tornai a lei << Dovrei leggere un libro per bambini che sognano di diventare maghi? >>
Sbuffò << Harry Potter non è un libro per bambini, e comunque io sogno ancora di diventare una strega! >> mi disse, accarezzandomi i capelli << Ora leggi e non distrarmi >> mi disse, tornando verso la sua scrivania. Non sapeva che un po’ strega lo era, visto che più di una volta avevo pensato che lo fosse e che io fossi stato stregato da lei. Cominciai a leggere quel libro, ne avevo sentito parlare ma non avevo né voglia né tempo di capire di cosa trattasse. Onestamente, non lo lessi neanche con tanto interesse, ero più interessato ad osservare Hope. Mi piaceva guardarla, mi piaceva vedere come si concentrava mentre scriveva al computer o sul suo quaderno, mentre si metteva i lunghi capelli dietro le orecchie, mentre aggrottava le sopracciglia cercando di ricordare qualcosa e mentre mordicchiava la penna o la matita. Quando finalmente finii di scrivere, non ero arrivato neanche a pagina venti del libro. Lei si girò verso di me, notando che la stavo guardando.
<< Non vuoi proprio leggere eh? >>
Sorrisi, chiudendo il libro. << Ora che devi fare? >>
Venne di nuovo verso di me, togliendomi il libro dalle mani e mettendolo a posto.
<< Cucinare. Mi dai una mano? >>
Cucinammo insieme sia per me che per lei, suo fratello e suo padre, che sarebbe arrivato di lì a poco. La aiutai con la pasta e la carne, passandole tutto quello che mi chiedeva e rimanendo ancora una volta a guardarla concentrata in quello che faceva.
<< Tuo padre sta arrivando >>  la avvisai, quando sentii una macchina arrivare verso casa sua. Lei si agitò, dandomi fra le mani due piatti, uno con la pasta e uno con la carne.
<< Prendi questi. Aspetta >> mi disse, mettendo nei piatti le posate e prendendo dal frigo una bottiglietta d’acqua. Mi guardò, cercando il posto dove metterla e all’improvviso mi aprì il bottone dei pantaloni e infilò la bottiglietta dentro. Quel gesto fu indescrivibile. Mi fece sussultare, divertire ed eccitare allo stesso tempo.
<< Scusa! >> disse, notando la mia espressione. Anche lei era arrossita << Vai in camera mia e se mio padre dovesse salire nasconditi nell’armadio, o sotto il letto, o dove vuoi >> mi dette un bacio veloce alzandosi sulle punte e poi mi spinse verso le scale.
<< Stiles! >> urlò, mentre salivo le scale.
Suo fratello uscì dalla sua stanza e venne verso di me. Quando mi guardò, scoppiò a ridere.
<< Che ci fai con quella bottiglia lì? >>
Lo guardai come se volessi ficcargliela so io dove. << Taci, Stiles >>
Lui rise di nuovo, raggiungendo Hope in cucina.
Mentre io mi misi a mangiare sulla scrivania di Hope, sentii suo padre arrivare. Appena si sedette a tavola chiese subito ad Hope di spiegargli il motivo per il quale non era andata a scuola. Il suo cuore batté velocemente mentre raccontava di come Kopa si fosse sentito male per dell’erba mangiata vicino alla radura e di come lei l’avesse poi portato dal veterinario e di come Stiles poi l’abbia aiutata. Il padre non fece obiezioni, credendo sua figlia. Per il resto della cena parlarono di cose normali, di cose che si dicono a cena con la famiglia. La scuola, il lavoro, il lacrosse, il giornalino della scuola. Quando finirono, sentii Hope dire al padre di andare sul divano a rilassarsi mentre lei metteva a posto insieme a suo fratello. Quando finì, sentii i suoi passi farsi sempre più vicini a me. Andò prima in bagno, dove probabilmente si stava lavando e cambiando, e finalmente poi la vidi entrare in camera sua e chiudere la porta, sorridendomi.
<< Era buono? >> mi chiese. Io annuii, alzandomi e andando verso di lei. Era in pigiama e aveva qualcosa in mano. << E’ il pigiama di mio fratello. Non so se ti va >> mi disse, mentre io ormai ero di fronte a lei.
Presi il pigiama celeste e bianco di Stiles, pensando che non l’avrei mai indossato.
<< Io non metto questo >>
<< Immaginavo. Come dormi di solito, scusa? >> mi chiese.
Alzai le spalle << Maglietta e mutande >>
Spalancò gli occhi. << Ah >>
Sorrisi, prendendo il pigiama e poggiandolo sulla sedia della sua scrivania.
<< Dormirai in mutande .. con me? >> chiese, indicando prima me e poi se stessa.
<< Ti da fastidio? >>
<< No, no >> disse, andando verso il suo letto e togliendo la coperta. Sentii il suo cuore che accelerava. Si coprì gli occhi con le mani. << Togliti i pantaloni e vieni qui >>
Sorrisi, guardandola << Puoi guardare >>
<< Fidati. E’ meglio di no >>
<< Perché? >> le chiesi, mentre cominciavo a togliermi i pantaloni.
<< Perché potrei assalirti >> mi disse, soffocando una risata.
<< Non mi dispiacerebbe >> poggiai i pantaloni sulla sedia e andai verso il suo letto.
<< Sono troppo stanca. Hai finito? >> mi chiese, sentendomi mentre alzavo la coperta e mi mettevo affianco a lei. La abbracciai, mentre lei aveva ancora gli occhi coperti dalle mani.
<< Sì >> le sussurrai, mentre il suo cuore continuava a battere sempre più velocemente. Si tolse le mani dagli occhi, tornando a guardarmi.
<< Tu mi vuoi morta >> mi disse, baciandomi piano le labbra.
<< Dormi ora o sarò io ad assalirti >>
<< Lupo cattivo >> mi baciò di nuovo le labbra, mordendomi. Cominciai a risentire la stessa sensazione che provai sotto la doccia. Mi concentrai al massimo per non assalirla davvero, mentre rispondendo al suo bacio e le accarezzavo i fianchi.
<< Dormi, Hope >>
Lei sbuffò. << Domani prima di andare a scuola ti accompagniamo a casa >>
<< No, vengo con voi. Resto fuori >>
<< E’ per Ethan, vero? >>
<< Esatto. Voglio solo controllare >> e staccargli il collo nel caso esageri.
<< Va bene. Buonanotte >>
Mise di nuovo la testa sul mio petto, accarezzandolo fin quando non si addormentò fra le mie braccia. Mi addormentai baciandole i capelli, e mi svegliai grazie ai suoi baci. Aprii gli occhi e vidi i suoi, truccati e felici.
<< Buongiorno >> mi disse lei, già vestita e profumata. << Alzati, dormiglione! >>
<< Sei già pronta? >> le chiesi, mettendomi a sedere.
<< Già, e anche Stiles. Manchi solo tu >>
Mi rimisi i pantaloni e andai in bagno a rinfrescarmi, mentre Hope portava Kopa a fare la sua passeggiata. Quando tornò, ero pronto. Prima di andarcene insieme a suo fratello, lei mi dette dei biscotti da mangiare in auto.
<< Ti lascio le chiavi? >> mi chiese Stiles, una volta arrivati nel parcheggio della scuola.
<< Sì, resto qui >> gli dissi, mentre me le dava. Scese prima lui, e poi Hope.
<< Non ti annoierai? >> mi chiese, sporgendosi verso di me per baciarmi.
<< Tranquilla. Buona scuola >>
Mi sorrise, raggiungendo suo fratello.
La giornata passò normalmente, io ero attento al respiro e ai battiti di Hope, ai suoi passi e alle sue parole. Non successe nulla, fino a quando la sua professoressa di inglese non la condusse nell’aula del giornalino della scuola, dove sentii il cuore di Hope fare un balzo e la sua voce salutare Ethan. E in più, la professoressa li lasciò soli, chiedendo ad Ethan di mostrare ad Hope l’aula e tutto il resto.
<< Come stai? >> chiese Hope.
<< Bene. Ero solo preoccupato per te. Sei bellissima oggi >>
Aveva già iniziato male, ed io ero già sceso dalla jeep di Stiles.
<< Grazie .. Senti, volevo dirti una cosa a proposito di venerdì >>
<< Anche io non vedo l’ora! >> Povero idiota.
<< No, ehm .. Io non posso più venire >> sentivo il cuore di Hope che cominciava ad accelerare, stava cominciando ad avere paura.
<< Perché? >> chiese lui, cambiando tono.
<< Ho un impegno >>
<< Possiamo fare un altro giorno >>
<< Non credo di potere >>
<< Hope, Hope .. Sai, io sono solito ottenere ciò che voglio. E ora voglio te, come posso convincerti? >>
<< Ethan, davvero, non posso >>
<< Magari baciandoti? >>
Ora basta. Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene mentre correvo il più veloce che potevo verso quell’aula. Spalancai la porta, cercando di non sfoderare gli artigli alla vista di Ethan troppo vicino ad Hope che era con le spalle al muro.
<< Allontanati >> ordinai.
<< Derek, è tutto a posto >> mi disse Hope, cercando inutilmente di calmarmi.
<< Tu non sei quello che ha portato via Hope dalla festa? >> mi chiese il ragazzino, indicandomi e corrugando le sopracciglia.
<< Già >> dissi, avvicinandomi a lui. Eravamo uno di fronte all’altro, Hope tra di noi.
<< E che vuoi ora? Stavamo parlando >>
<< Lei non verrà da nessuna parte con te. Mai. Sono stato chiaro? >>
<< Scusami? E chi saresti tu, eh? Il suo ragazzo? >>
Il suo ragazzo. Quelle parole mi fecero agitare. Sentii anche che il respiro di Hope diventò irregolare. La guardai, mentre lei mi osservava spaventata.
<< Oooh, capisco. Lei ti piace >> si voltò verso Hope << Allora? Sei la sua ragazza? >>
<< Io, ehm.. io..  >> non sapeva che dire. Anche io mi ritrovai senza parole.
Lo sguardo di Ethan tornò su di me << Beh, si da il caso che piaccia anche a me. Quindi se non è la tua ragazza ti pregherei di toglierti dai piedi >>
Strinsi i pugni, respirando profondamente. << Lei è la mia ragazza >>
Con la coda dell’occhio vidi Hope sorprendersi, insieme al suo cuore.
<< Come, scusa? >> mi chiese il ragazzino che a breve si sarebbe ritrovato con la testa nel muro.
<< Hai capito bene. Lei è mia. Quindi ti consiglio di allontanarti da lei e di non toccarla >>
<< Può essere anche tua, ma non puoi impedirmi di parlarle e toccarla, sai >>
<< Posso strapparti la lingua e tagliarti le mani, che dici? >>
Si avvicinò ancora a me, ormai eravamo a pochi centimetri di distanza. << Ma sai con chi stai parlando? >> mi chiese, credendo di farmi paura.
<< E tu? >> gli chiesi, sentendo che i miei occhi stavano diventando rossi.
Lui spalancò gli occhi, sorpreso << Quindi sei tu. Sei Derek Hale. Come ho fatto a non capirlo subito … >>
<< Cosa? >>
<< Deucalion mi ha parlato di te >>
<< Deucalion? >> chi diavolo era? Il loro capo? E perché aveva parlato di me?
<< Ehi, lei chi è? >> chiese una voce alle mie spalle. Feci tornare i miei occhi normali, girandomi e vedendo una donna, probabilmente la loro professoressa, che mi guardava. << Non è troppo grande per questa scuola? >>
<< Mi scusi. Stavo solo avvertendo questo ragazzo di una cosa, ma me ne stavo andando >> dissi, andando verso la porta, stringendo ancora i pugni.
Sentii una mano sulla mia spalla << Derek? >> Mi girai e vidi Hope, preoccupata e agitata.
Cercai di sorriderle, ma ero ancora troppo arrabbiato e confuso. << Sto bene. Ti aspetto fuori >>
Lei non mi sorrise << Va bene >>
Mi girai di nuovo verso la porta e tornai alla jeep di Stiles, facendomi mille domande.











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Ciao a tutti! **
Chiedo scusa per il ritardo, ma è stato un weekend pienissimo! Ho dovuto organizzare la festa di compleanno alla mia migliore amica e preparare tutto, e lo studio non aiutava! Spero mi perdoniate! ^^
Spero anche che questo nuovo capitolo vi piaccia! Grazie ancora per le vostre bellissime recensioni, grazie grazie G R A Z I E! *____*
A presto! <3

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Capitolo 19
*** Threat ***


Threat

 

POV Hope

Dormire con Derek fu ancora una volta meraviglioso. Imbarazzante, visto che sentivo benissimo le sue gambe nude, ma meraviglioso. Dovetti ammettere di nuovo a me stessa che il ragazzo che mi trovavo affianco e che dormiva accanto a me era bellissimo, per non dire perfetto. Cosa diamine poteva trovare uno come lui in me? Chissà quante ragazze avrebbero pagato anche solo per sfiorarlo, e lui aveva scelto me. Perché?
Ammetto che, nonostante cercassi di nasconderlo, ero davvero attratta da lui. Fisicamente attratta da lui. Adoravo le sue carezze, adoravo i suoi baci e non voleva smettesse mai.
Per la prima volta, avevo davvero il desiderio di essere sua, in quel senso insomma. Sognai anche il suo corpo, il suo bellissimo torso nudo sudato. Era una sensazione indescrivibile, mi svegliai anche tutta sudata! Cercai comunque di non pensarci e quando mi svegliai lasciai che l’Alpha dormisse ancora, svegliandolo solo quando era ormai tardi.
Disse che sarebbe restato in auto, ma comunque sapevo che mi avrebbe tenuta d’occhio tutto il giorno. La giornata procedette normalmente, fino a quando il mio cuore non sobbalzò quando vidi Ethan nell’aula del giornalino della scuola. La professoressa ci lasciò soli, e io temevo di non farcela.
<< Come stai? >> chiesi, mentre lui mi sorrideva e veniva verso di me.
<< Bene. Ero solo preoccupato per te. Sei bellissima oggi >> mi sorrise ancora, questa volta in modo più sfacciato.
Dovevo dirglielo. << Grazie .. Senti, volevo dirti una cosa a proposito di venerdì >>
<< Anche io non vedo l’ora! >> mi interruppe lui. Davvero voleva stare con me? Cominciai ad agitarmi anche troppo e pensai a Derek, che sicuramente sentiva il mio cuore nel panico.
<< No, ehm .. Io non posso più venire >> confessai, cercando di non mentire.
<< Perché? >> mi chiese cambiando improvvisamente tono di voce e avvicinandosi ancora, mettendomi con le spalle al muro, letteralmente.
Dovevo calmarmi. In fondo non poteva farmi nulla, no? << Ho un impegno >> mentii, e lui lo sapeva.
<< Possiamo fare un altro giorno >>
<< Non credo di potere >> mentii ancora, vedendo gli occhi di Ethan farsi più duri.
<< Hope, Hope .. Sai, io sono solito ottenere ciò che voglio. E ora voglio te, come posso convincerti? >>
Pregavo che Derek non stesse sentendo nulla, ma sapevo benissimo che lo stava facendo. Cosa diavolo potevo dirgli? Scusami ma se esco con te Derek ti ammazza? Certo, davvero perfetto. << Ethan, davvero, non posso >>
<< Magari baciandoti? >>
Spalancai gli occhi, non sapendo che dire. Era così sfacciato? Dopo pochi secondi da quella domanda, la porta dell’aula fu spalancata da Derek facendomi spaventare. Quando lo vidi in parte fui sollevata, ma il ragazzo che era in quell’aula non era lo stesso che si trovava con me quella mattina, ora era l’Alpha. Notai i suoi occhi duri e cattivi, arrabbiati, e i suoi muscoli tesi. Sembrava volesse sbranarlo.
<< Allontanati >> ordinò ad Ethan, che lo guardava confuso.
<< Derek, è tutto a posto >> dissi, cercando di calmarlo. Ovviamente fu inutile.
<< Tu non sei quello che ha portato via Hope dalla festa? >> chiese Etha, indicandolo.
<< Già >> rispose Derek, avvicinandosi a lui fino ad averlo di fronte.
<< E che vuoi ora? Stavamo parlando >> sicuramente quel tono di voce non sarebbe piaciuto a Derek neanche un po’.
<< Lei non verrà da nessuna parte con te. Mai. Sono stato chiaro? >> la sua voce era ferma e decisa, così come i suoi occhi.
<< Scusami? E chi saresti tu, eh? Il suo ragazzo? >>
Oh. Mio. Dio. Perché? Perché aveva detto così? Il suo ragazzo. Lo era? Vidi Derek cambiare espressione, senza però abbandonare del tutto quella da duro con la quale era entrato. Mi guardò, forse sperando che dicessi io qualcosa.
<< Oooh, capisco. Lei ti piace >> Ethan tornò a guardare me << Allora? Sei la sua ragazza? >>
Oh, mamma. << Io, ehm.. io..  >> non sapevo che dire, non ne avevamo neanche parlato! Lo ero? Non lo ero? Lui lo era? Avevo un ragazzo? Lui voleva che io fossi la sua ragazza? Non riuscivo a darmi neanche una risposta.
Lo sguardo di Ethan tornò su Derek << Beh, si da il caso che piaccia anche a me. Quindi se non è la tua ragazza ti pregherei di toglierti dai piedi >>
Io piacevo ad Ethan. Questo più o meno l’avevo capito, e sapevo che anche Derek ne era a conoscenza, ma sicuramente quelle parole lo fecero arrabbiare ancora di più. Strinse i pugni, respirando profondamente e tornando a guardare Ethan come se fosse pronto ad attaccarlo da un momento all’altro.  << Lei è la mia ragazza >> sottolineò molto bene il mia. Il mio cuore stava galoppando. Lo aveva detto davvero! Io ero la sua ragazza! Arrossii, continuando ad avere paura che potesse succedere qualcosa di brutto.
<< Come, scusa? >> chiese di nuovo Ethan.
<< Hai capito bene. Lei è mia. Quindi ti consiglio di allontanarti da lei e di non toccarla >> credevo di non farcela. Aveva detto che ero sua, di nuovo. Ebbi come l’impulso di buttarmi su di lui e baciarlo, ma ero ancora troppo spaventata e sorpresa.
<< Può essere anche tua, ma non puoi impedirmi di parlarle e toccarla, sai >>
<< Posso strapparti la lingua e tagliarti le mani, che dici? >> disse Derek, minacciandolo anche con lo sguardo. Ethan si avvicinò ancora a lui, ormai erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
 << Ma sai con chi stai parlando? >> chiese Ethan.
<< E tu? >>
E poi li vidi. I suoi occhi rossi, per la prima volta. Mi sorpresi della mia reazione. Avrei dovuto provare paura, forse. E invece quegli occhi, sebbene non fossero puntati su di me, mi fecero sentire protetta e sicura. Per me, quegli occhi rossi erano stupendi.
Ethan spalancò gli occhi, sorpreso << Quindi sei tu. Sei Derek Hale. Come ho fatto a non capirlo subito … >>
<< Cosa? >> ora era Derek quello sopreso.
<< Deucalion mi ha parlato di te >>
<< Deucalion? >>
E ora chi diavolo era quest’altro?!
Vidi la professoressa rientrare in aula, corrugando le sopracciglia. << Ehi, lei chi è? >> gli occhi di Derek tornarono verdi, prima che lui si girasse per risponderle << Non è troppo grande per questa scuola? >>
<< Mi scusi. Stavo solo avvertendo questo ragazzo di una cosa, ma me ne stavo andando >> spiegò, andando verso la porta con i pugni ancora stretti.
Andai verso di lui, mettendogli una mano sulla spalla. << Derek? >>
Quando si girò, mi fece un sorriso forzato. Non era il sorriso che volevo. << Sto bene. Ti aspetto fuori >>
<< Va bene >> dissi, mentre lo vedevo allontanarsi.
<< Chi era quel ragazzo, signorina Stilinski? >> mi chiese la professoressa, facendomi voltare di nuovo verso di lei.
<< Lui era .. >> ero in difficoltà, di nuovo. Dovevo davvero dirle chi era? Così poi lo avrebbe detto a mio padre?
Ethan notò il mio stato d’animo e rispose lui per me << Un mio amico, professoressa. Mi scusi >>
<< Non possono entrare ragazzi che non sono studenti, soprattutto di questi tempi. Hai spiegato tutto ad Hope? >>
Queste volta, era lui quello in difficoltà. << Sì, tutto >> risposi io.
<< Bene. Tornate alle vostre lezioni, allora >>
Annuimmo entrambi, uscendo dall’aula.
<< Prometto che la prossima volta ti spiego tutto >> mi disse Ethan.
<< Va bene >>
<< Quindi .. il tuo ragazzo? >>
<< Già >> dissi, ma non avevo ancora assimilato la cosa.
<< Perché non me l’hai detto? >>
Alzai le spalle << E’ successo tutto all’improvviso >>
<< Capisco. E sai dei lupi, vero? >> annuii << E sai di me? >>
Annuii di nuovo, senza dire nulla. << E il tuo Alpha ha un branco? >>
<< Se stai cercando di ottenere informazioni, non dirò nulla >>
Lui mi sorrise << Sei furba. Saresti una brava Beta >>
Io, una Beta? Un lupo? No, io no. Non risposi di nuovo.
<< Quindi non posso toccarti né parlarti? >> mi chiese, sorridendomi ancora.
<< Puoi parlarmi, ma meglio che non lo fai innervosire >>
<< Oh, tanto sarebbe uno scontro alla pari. Ci vediamo, Hope >> mi fece l’occhiolino, allontanandosi.
Non vedevo l’ora che finissero le lezioni per poter rivedere Derek. A pranzo raccontai tutto a mio fratello, Scott e Lydia, tralasciando il fatto del “mio ragazzo”. Stiles ovviamente si stava già facendo mille domande su chi poteva essere questo Deucalion e su cosa potesse volere da Derek, mentre Scott si preoccupò.
Quando finalmente suonò l’ultima campanella corsi verso l’uscita e cominciai a scrutare il  parcheggio, ma lui non c’era. Andai verso la jeep di Stiles, trovando le chiavi inserite e il finestrino aperto, senza Derek dentro. Quando arrivò mio fratello, mi disse che Derek gli aveva mandato un messaggio dicendo che sarebbe tornato a casa sua perché aveva delle cose da fare, chiedendogli di dirmi di stare tranquilla. Come potevo esserlo?! Arriva all’improvviso, minaccia Ethan, dice che sono la sua ragazza, e poi sparisce. Certo, potevo stare davvero tranquilla!
Sperai con tutto il cuore che si facesse vivo almeno quella sera, ma niente. Era sparito.
E anche la mattina dopo, niente. Non venne a casa mia, né era nel parcheggio della scuola. Stavo cominciando a preoccuparmi, poteva essergli successo qualcosa. Tentai di non pensarci, ma ogni cinque minuti guardavo fuori dalla finestra sperando di vedere i suoi occhi verdi fissi nei miei, ma tutto quello che vedevo erano auto e alberi. Non vidi neanche Ethan quella mattina.
Poco prima di arrivare in sala mensa, ancora immersa in mille pensieri e ancora preoccupata per quel dannato lupo, sentii degli artigli sulla mia schiena in corridoio. Mi spaventai, mentre sentivo gli artigli nella mia pelle. Cercai di non urlare.
<< Ciao, Hope >> una voce femminile mi stava parlando da dietro le spalle.  << Fai finta che io ti stia semplicemente mettendo una mano sulla spalla e vai verso quell’aula >> continuò a dirmi quella voce, sussurrando e cominciando a spingermi verso l’aula indicata. Una volta dentro, sentii la porta chiudersi e finalmente gli artigli si allontanarono dal mio corpo, facendomi girare.
<< Erica?! >> era lei, la bellissima lupa dai capelli biondi che mi aveva appena conficcato i suoi artigli nella spalla.  << Perché l’hai fatto? >> chiesi, vedendo la mia maglietta che cominciava a diventare rossa.
<< Oh, tu sai perché >> mi disse, sorridendomi con malignità.
Avevo già abbastanza problemi, ora dovevo anche essere minacciata da una ragazza? Non ce la facevo più. Ero spaventata, non sapevo cosa volesse e sapevo che non ci sarebbe stato modo di scappare. << No, non lo so >>
Lei si avvicinò a me, mentre io indietreggiavo. Continuava a sorridermi, mentre vidi i suoi occhi diventare come quelli che avevo visto di Scott. Arrivai con le spalle al muro, e in quel momento ritrovai i suoi artigli sul mio collo. << Cosa vuoi? >> chiesi con calma, sperando che anche lei si calmasse.
<< Sai, ho sentito la piccola chiacchierata che Derek ha fatto con Ethan ieri >> mi spiegò, non lasciandomi il collo << Così, sei la sua ragazza? >>
Respirai profondamente, spaventata più che mai << Erica, io non .. >> sentii i suoi artigli spingere contro il mio collo.
<< So che lo sei, l’ho sentito. Ed è proprio questo che mi da fastidio, sai? Cosa può trovare in te, quando ha me? >>
Questa domanda era più che giusta, ma magari poteva farmela senza puntarmi contro gli artigli. << Non lo so >>
<< Già, neanche io. Che strano, una volta mi ha perfino baciata … Chissà come mai ora voglia stare con te >> ebbi uno sbalzo al cuore non dovuto allo spavento. Derek aveva baciato Erica? Quando?  << Oh, non lo sapevi? Non te l’ha detto. Magari vuole provare qualcosa di diverso, chissà … Comunque, ti consiglio di stargli alla larga. Io sono parte del suo branco, io sono come lui e io devo stare con lui. Chiaro? Oh, e ovviamente non dirai niente a nessuno di questa conversazione, capito? >> mi disse, mentre sentivo i suoi artigli dentro di me.
Annuii, sperando che quella tortura finisse. Lei mi sorrise ancora, facendo tornare i suoi occhi normali e liberandomi dalla sua presa. << Ciao ciao, Hope >> mi disse, salutandomi con la mano prima di sparire dall’aula. Corsi verso il mio armadietto, prendendo la giacca e il foulard e correndo in bagno, cercando di pulirmi il collo e la spalla. Non andai a pranzo, mandando un sms a mio fratello spiegandogli che ero nell’aula del giornalino. Rimasi lì per un po’, ancora spaventata per quello che era successo. Se Derek fosse stato lì, non avrebbe permesso ad Erica di farmi male, ma a quanto pare aveva altre cose a cui pensare più importanti di me. Decisi di restare all’allenamento di lacrosse, non volendo tornare a casa da sola. Quando finì, anche Scott tornò a casa con mio fratello e me visto che sua madre aveva il turno di notte.
<< Hope, che hai? >> mi chiese Stiles, notando sicuramente la mia faccia per niente allegra. << Non hai detto nulla da quando siamo usciti da scuola >>
<< Sto bene >> mentii, sorridendogli.
Quando mio fratello aprì la porta di casa e accese la luce, tutti e tre ci spaventammo alla vista di Derek seduto sulle scale con Kopa affianco a lui. Era vivo, allora.
<< Ma diamine! Non potevi avvisare?! >> chiese Stiles.
Io evitavo il suo sguardo. << Devo parlarvi. Ho incontrato il capo del branco >> disse lui, alzandosi in piedi.
<< Davvero? >> chiese Scott.
<< Io devo fare i compiti >> dissi, cominciando a salire le scale.
Quando fui accanto a lui, sentii la sua mano sulla mia. << Vorrei che ascoltassi anche tu >> mi disse Derek, cercando di incrociare il mio sguardo.
<< Ho da fare. Andiamo, Kopa >> continuai a salire le scale, seguita dal mio cane fino in camera mia, dove mi chiusi e  finalmente mi cambiai, nascondendo la maglietta sporca di sangue sotto al letto e non togliendomi il foulard che copriva il mio collo. Mi misi davvero a studiare, cercando di concentrarmi su altro e non sul fatto che Derek si fosse fatto vivo dopo un giorno e solo per avvisarci di chissà cosa sul nuovo branco. Purtroppo, non riuscii a distrarmi per molto tempo. Sentii qualcuno bussare la porta, e alzai gli occhi al cielo.
<< Non ci sono >> dissi, ma ormai la porta si stava già aprendo.
Con la coda dell’occhio vidi Derek. << Posso entrare? >>
<< Sto studiando >> dissi, senza distogliere lo sguardo dal mio pc.
<< Non ti do fastidio >>
Alzai le spalle << Fa’ come vuoi >>
Lo vidi mentre si sedeva sul mio letto. Mi rimisi a leggere la ricerca di scienze, ma non riusciva a non pensare al fatto che lui fosse dietro di me. Sentivo il suo sguardo, sapevo che mi stava fissando. Sbuffai, girandomi ancora seduta sulla sedia. << Che c’è? >> chiesi, guardandolo per la prima volta. Era in jeans e maglietta nera e sembrava davvero stanco, oltre che confuso.
<< Volevo vederti >>
<< Ah >> dissi, abbassando lo sguardo.
<< Cosa c’è? >> mi chiese, aggrottando le sopracciglia.
<< Nulla >> dissi, incrociando le braccia.
<< Hope, so che menti >>
Respirai profondamente << Bene! Vuoi sapere che c’è? Sei sparito! >>
<< Ho avuto da fare >>
<< Ma davvero? Anche io ho da fare, Derek, ma non sparisco così! Dopo quella scenata davanti ad Ethan, dopo aver detto a me e a lui che io sono tua, dopo aver detto … >> di nuovo non riuscii a pronunciare subito quella parola, ma mi feci forza << .. dopo aver detto che sono la tua ragazza, sparisci! Senza dire nulla! Hai idea di come mi sia preoccupata? Io non pretendo che tu mi stia sempre appiccicato ma almeno mandami un messaggio e dimmi che sei vivo, porca miseria! >>
Lui mi guardava con gli occhi spalancati, ancora più confuso di prima. Si alzò, venendo verso di me e guardandomi con quei suoi occhi verdi bellissimi e profondi. << Non farmi quello sguardo! >> dissi, facendogli fare un mini sorriso.
<< Hai ragione. Ma ho avuto davvero da fare, ho incontrato Deucalion >>
<< Derek, non m’importa di cosa tu abbia fatto! Puoi fare quello che ti pare, ma almeno avvisami che sei vivo e che non ti hanno ammazzato! >> dissi, alzandomi in piedi e gesticolando, sembravo mio fratello!
<< Eri davvero preoccupata? >> mi chiese, continuando a guardarmi come se fosse un cucciolotto indifeso. Ma perché non riuscivo a fare la parte dell’arrabbiata?!
<< Ovvio! >>
Mi prese una mano e sicuramente sentì il mio cuore che cominciava a battere più velocemente del normale. << Scusami >>
<< Non farlo mai più >> Lui annuì, accarezzandomi con la mano libera la guancia. << Non dovrei neanche permettermi di toccarmi! >> dissi, allontanandomi da lui e andando verso il mio letto per sedermi sopra.
<< Hope, ti ho chiesto scusa >> disse lui, alzando gli occhi al cielo e venendo a sedersi accanto a me.
E’ vero, lo aveva fatto. E comunque lui era libero di fare ciò che voleva, alla fine. Avrei solo voluto sapere che diavolo di fine avesse fatto, e soprattutto se era serio quando parlava con Ethan.
<< Sei stata bene, a parte questo? >> mi chiese, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Ero stata bene? No. Mi ricordai di Erica, di come mi aveva minacciata e di come mi aveva fatto del male. << Che c’è? >> chiese lui, con tono preoccupato. Il mio cuore si era agitato troppo.
<< Cosa? >> chiesi, facendo finta di nulla.
Vidi il suo naso arricciarsi, mentre si avvicinava a me. << Perché hai il foulard? >> mi chiese, tornandomi a guardare serio.
<< Mi piace >> ma lui sapeva che stavo mentendo.
Lui si guardò intorno, annusando. Abbassò lo sguardo, piegandosi e mettendo una mano sotto il letto. Mi agitai tantissimo, sapendo che stava per trovare la mia maglietta sporca di sangue. E ora cosa gli avrei detto?
<< Hope, cos’è questa?! >> mi chiese, con in mano la maglietta.
Lo guardai spaventata, i suoi occhi erano pieni di rabbia. Non risposi, e lui con un gesto rapidissimo mi tolse il foulard dal collo. Vidi i suoi spalancarsi, il suo viso farsi duro, i suoi muscoli tesi.
<< Derek, non è niente >>
Ci alzammo entrambi, mentre io gli prendevo le mani. Lui non distoglieva lo sguardo dal mio collo ferito. << Chi è stato? >> mi chiese piano, respirando profondamente.
<< Derek, non … >>
<< Chi è stato?! >> questa volta urlò, facendomi spaventare.
Vidi di nuovo i suoi occhi diventare rossi. << Sto bene >> dissi, andando verso lo specchio e guardandomi il collo. In effetti, facevo un po’ impressione.
Derek si girò verso di me. << Hope, dimmi chi è stato prima che io impazzisca del tutto >>
Erica mi aveva detto di non dire nulla, come potevo farlo?
L’Alpha venne di nuovo verso di me e poi mi toccò la ferita. << Sono artigli >> si disse da solo. << Chi è stato? >>
Non potevo. << Non posso dirtelo >>
<< Hope! >> urlò ancora, e in quel momento entrarono in camera mio fratello e Scott, rimanendo entrambi sorpresi dalla scena.
<< Che stai facendo?! >> chiese Scott, spingendo Derek via da me.
<< Che ti ha fatto? >> mi chiese Stiles, venendo verso di me e guardandomi il collo.
<< Io non ho fatto niente! >> ringhiò Derek, tornando vicino a me.
<< Lui non ha fatto niente >> dissi io, rivolta verso Scott che aveva già gli occhi gialli.
<< Chi è stato? >> mi chiese Stiles, mentre Derek continuava a guardarmi coi suoi occhi rossi.
Era inutile continuare quel teatrino, prima o poi avrei dovuto dirlo. << Erica. Lei è venuta da me e mi ha detto di stare lontana da te, perché lei è del tuo branco ed è come te e quindi deve stare con te. Mi ha anche detto che vi siete baciati, una volta … >> dissi, guardando Derek negli occhi.
Lui abbassò lo sguardo, mentre vedevo i suoi artigli crescere al posto delle unghie, poi tornò a guardarmi. << Resta qui. Torno dopo >> disse, sfrecciando verso la porta.
<< No, Derek! >> ma ormai era troppo lontano << Scott, ti prego, seguilo! Non voglio che le faccia male >> dissi, mentre il mio migliore amico annuiva e fece come gli avevo chiesto.
Rimanemmo solo io e Stiles. Lui mi portò in bagno per disinfettarmi le ferite, e prima di lasciarmi da sola, mi disse << Comunque, Derek non ha mai avuto nessun interesse per Erica >>
<< Perché allora l’ha baciata? >>
Lui alzò le spalle. << Non lo so. Ma, fidati, non ha mai guardato Erica come guarda te >>
Annuii, ringraziandolo. << Ora cerca di riposare, papà tornerà tardi >> mi disse, accarezzandomi i capelli.
Mi misi nel letto, con Kopa ai miei piedi, ma non riuscii a dormire. Pensavo a Derek, e ad Erica. Cosa le avrebbe fatto? O detto? Era tutta colpa mia. Da quando ero tornata a Beacon Hills non avevo combinato altro che guai. Ero sdraiata dal lato opposto della finestra, e sentii uno spostamento d’aria non dovuto al vento. Kopa alzò la testa, mentre sentivo qualcuno alzare la coperta e mettersi sdraiato accanto a me.
<< Derek? >>
Sentii il suo respiro sui miei capelli, le sue braccia attorno al mio corpo, il suo bacio sul mio collo ferito. << Sono qui >>
<< Cosa è successo? Che le hai fatto? >>
Lui sospirò. << Nulla, Scott è riuscito a trattenermi, e a farmi ragionare. Le ho solo parlato, più o meno >>
<< Più o meno? >>
Sbuffò. << Sono arrivato prima di Scott, e sono solo riuscito a darle un calcio >>
Chiusi gli occhi, immaginandomi la scena. << Non c’era bisogno >>
<< Ti ha ferita >>
<< Sto bene >>
<< Smettila di dire che stai bene perché so che non è così. Ti ha fatto del male, senza alcun motivo valido >>
<< Cosa le hai detto? >>
<< Di farsi gli affari suoi e di non fare mai più una cosa del genere >> disse, stringendomi più forte e baciandomi la spalla. << Ti fa male? >>
<< Non più >>
<< Mi dispiace >> sussurrò.
<< E’ tutto ok >> mentii, sentendolo sospirare.
<< Non mentirmi. Le hai creduto, quando ti ha detto del bacio? >>
<< Sì >>
<< Fu lei a baciarmi, mentre stavo insegnando loro a combattere, tempo fa. Le dissi di non provarci mai più >>
<< E’ tutto ok >> mentii ancora.
<< Mi farò perdonare >>
Sorrisi, ma lui non poteva vedermi. Mi baciò di nuovo, prima i capelli, poi il collo. Girai la testa verso di lui, facendo di nuovo incontrare le nostre labbra. Nonostante non fossi nelle condizioni migliori, nonostante tutto quello che era successo, quel bacio mi fece stare meglio. Rividi i suoi occhi nei miei, il suo meraviglioso sorriso che spesso riservava solo a me. << Tu sei l’unica. Non c’è nessun’altro per me >>
Sorrisi, elettrizzata da quelle parole. Mi baciò la fronte. << Dormi ora. Io resto qui >>
<< Davvero? >>
<< Finchè tu lo vorrai >> allora resterai con me sempre, caro Alpha.
<< Non sparirai? >>
<< Mai più >> con quelle parole, riuscii finalmente ad addormentarmi, avvolta fra le sue braccia.







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Ciao a tutti! :)
Scusate ancora per il ritardo, lo studio mi uccide T___T
Comunque, fatemi sapere se questo nuovo capitolo vi piace! ^^
Vi ringrazio ancora ( e lo farò sempre ) per le vostre stupende, merevigliose, incredibili recensioni! *____*
A presto! <3

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Capitolo 20
*** Deucalion ***


Deucalion

 

POV Derek

Dopo quella “chiacchierata” con Ethan, non avevo che un pensiero in testa: Deucalion. Chi era? Una sorta di capo per il nuovo branco? Che aspetto aveva? Era un ragazzino anche lui? Lo avevo mai visto da umano? Lui aveva visto me? Cosa voleva?
Tutte queste domande mi stavano fondendo il cervello e non riuscii ad aspettare la fine delle lezioni, decidendo di tornare a casa mia e di avvisare Hope e Stiles con un messaggio. Non potevo perdere tempo, dovevo sapere.
<< Conosci un certo Deucalion? >> chiesi a mio zio Peter, non appena aprii la porta di casa.
<< Bentornato, nipote >>
Lui era in salotto, seduto sull’unico divano rimasto intatto della casa, con il suo portatile sulle ginocchia. Lo raggiunsi. << Che stai facendo? >>
<< Guardo un film, secondo te come dovrei impiegare il tempo? >>
Alzai gli occhi al cielo << Allora? >>
<< Non conosco nessun Deucalion >> disse, mettendo pausa a quel dannato film << Cosa sai di lui? >>
<< Praticamente nulla. Uno dei nuovi Alpha mi ha detto che ha parlato di me >>
<< Ci avranno spiato >>
<< Voglio trovarlo. Voglio sapere cosa vuole >> spiegai.
<< Pensi che sia saggio? >>
<< Prima o poi deve accadere >>
<< Potrebbe essere più forte di te, lo sai >>
Alzai le spalle << Vedremo >> dissi, voltandomi di nuovo verso la porta.
<< Cosa fai? >>
<< Vado a cercarlo >> dissi, non sperando neanche nel suo aiuto.
Mi lasciai di nuovo casa mia alle spalle, cominciando a cercare in ogni parte della radura. Ma non trovai nulla. Stessi odori, stessi posti, nessun cambiamento, neanche uno piccolo. Nessun segno, nessun indizio. Come potevano essere così bravi nel nascondersi o nel non farsi trovare? Tornai a casa che era già notte fonda, frustato e arrabbiato. Io dovevo sapere!
<< Scommetto che non hai trovato nulla >> mi disse mio zio non appena mi vide.
<< No infatti >>
<< Sono furbi, Derek. Non si faranno trovare facilmente >>
Non risposi. Strinsi i pugni e andai in camera mia, fredda e sporca, sdraiandomi sul mio letto rotto, vecchio, pieno di polvere e cigolante. Forse, dovevo davvero cambiare casa … Feci andare via subito quel pensiero dalla mia testa, e mi misi a guardare fuori dalla finestra. Due stelle molto vicine fra loro mi fecero ricordare gli occhi di Hope. Chissà cosa stava facendo in quel momento … Era al sicuro, almeno. Pensai che era troppo tardi per mandare un messaggio e decisi di lasciarla in pace, tornando a pensare a come trovare Deucalion. Non dormii molto, ma appena fui sveglio ripresi le ricerche.
Mi aggiravo nella radura tastando il terreno, gli alberi, le piante, stando attento a qualsiasi piccolo rumore, a qualsiasi odore diverso. Ma niente, di nuovo. Ero ormai in giro da ore, quando decisi che se io non fossi stato in grado di trovare lui, lui avrebbe trovato me.
Tornai nei pressi di casa mia, pronto a mettere in atto il mio piano. Mi trasformai e dopo aver preso tutto il fiato che potei, ululai. E ululai ancora e ancora, sperando che i cacciatori fossero lontani. Dopodiché, mi appoggiai ad un albero, aspettando che Deucalion rispondesse al mio richiamo, e non dovetti attendere molto. Poco dopo il mio ultimo ululato, sentii finalmente un odore diverso avvicinarsi a me, seguito subito da dei passi lenti e pesanti. Mi alzai in piedi e lo vidi. Era un uomo che poteva avere l’età di mio zio, con capelli scuri e occhi marroni, con un sorriso maligno in volto. Non mi faceva paura.
<< Finalmente ci incontriamo, Derek >> mi disse, a pochi metri di distanza da me. Sentii i miei occhi che stavano cambiando colore, sentii le mie zanne. << Oh, no, no. Non c’è bisogno di arrabbiarsi o trasformarsi. Io non voglio combattere, non ancora >>
Mi sorprese, facendomi tornare normale << Cosa vuoi, allora? >>
<< Te >> mi stava ancora sorridendo mentre continuava a venire verso di me. si fermò a circa tre metri da me << E il tuo branco. Ce l’hai un branco, non è vero? >>
Questa domanda me la facevo spesso anche io. Avevo Peter, avevo Isaac, Boyd ed Erica, e chi altro? Scott, anche se più di una volta mi aveva ribadito di non voler far parte del mio branco. Eppure ultimamente, lo sentivo più vicino, anche grazia ad Hope. Avevo anche lei, avevo Stiles, avevo il Dottor Deaton. Avevo un branco strano, diverso, ma sì, avevo un branco. << Sì. Perché vuoi me? >>
Lui aprì le braccia, come se la risposta fosse ovvia << Perché voglio il potere. Voglio creare un branco forte, più forte di tutti gli altri. Voglio il vero potere. Voglio eliminare chiunque si metti sul mio cammino. E per farlo, mi servi anche tu. Mi piace molto anche quel ragazzino, come si chiama? … Scott! >>
<< Ci hai spiati? >>
Annuì << Da mesi, ormai. So anche che hai degli amichetti umani, vero? Lei è molto carina >> sapeva anche di Hope.
Strinsi i pugni. << Cosa c’entra, ora? >>
<< Oh, nulla! Esprimevo solo la mia opinione. So che hai avuto una piccola discussione con Ethan >>
<< Già >>
<< Posso capirti. Ripeto, è davvero molto carina. Comunque, non devi rispondermi ora >>
Corrugai le sopracciglia, confuso << Come? >>
<< Hai tempo per pensare alla mia proposta di unirti al mio branco >> mi stava continuando a sorridere, come se mi stesse invitando a cena.
<< E se decidessi di non farne parte? Né io né il mio branco? >>
<< Oh, beh, allora credo proprio che dovrò uccidervi >> disse, facendo una risata colma di pazzia e cattiveria.
<< Ti sembra divertente? >>
<< Molto! Visto che so che il tuo branco di ragazzini non può competere con il mio di Alpha! Quindi diciamo che non hai molta scelta … Ma comunque, hai tempo. Non ho fretta, per ora. Oh, ti chiedo scusa per i cacciatori che ci siamo portati dietro, ma non ho avuto modo di evitarlo >>
<< Il tuo branco non è abbastanza potente da eliminarli? >> chiesi, sfidandolo.
Lui rise ancora, unendo le mani come per farmi un minuscolo applauso. << Mi piaci, Derek Hale. Non vedo l’ora che tu sia mio >>
<< Non sperarci >>
<< Tu pensaci. Ci vediamo >> mi disse, girandosi verso la direzione dalla quale era venuto e sparendo dalla mia vista.
Era un folle se sperava davvero che io o gli altri diventassimo parte del suo branco. Ero diventato un’Alpha per essere io al comando e non per essere sottomesso da un pazzo con manie di protagonismo. Dovevo avvisare tutti, e il primo sarebbe stato Scott. Andai di nuovo verso il liceo di Beacon Hills, dove sentii Stiles invitare Scott a casa sua dopo gli allenamenti di lacrosse. Vidi anche Hope in aula intenta a scrivere qualcosa, era bella anche quel giorno. Non volli disturbare, così decisi che mi avrebbero trovato a casa loro.
Entrai dalla finestra della camera di Stiles, lasciata aperta per metà. Kopa mi raggiunse subito, salutandomi scodinzolando. Decisi di aspettare sulle scale e il dalmata si mise accanto a me, come per farmi compagnia.
 
Era ormai buio quando finalmente sentii il motore della jeep di Stiles arrivare verso casa sua. Quando aprì la porta e accese la luce, la mia vista fece spaventare tutti e tre.
<< Ma diamine! Non potevi avvisare?! >> mi chiese Stiles, gesticolando come suo solito.
Mentre sia lui che Scott mi guardavano confusi, Hope aveva lo sguardo basso. << Devo parlarvi. Ho incontrato il capo del branco >> spiegai alzandomi in piedi e sgranchendomi le gambe.
<< Davvero? >> chiese Scott.
<< Io devo fare i compiti >> disse Hope, venendo verso di me, o meglio, verso le scale.
Quando fu accanto a me, le presi la mano. << Vorrei che ascoltassi anche tu >> le dissi, sperando che finalmente mi guardasse negli occhi.
Si liberò dalla mia presa, continuando a guardare in giù. << Ho da fare. Andiamo, Kopa >> disse, e fu subito seguita dal suo cane fino alla sua stanza. Sospirai, non capendo il motivo del suo comportamento.
<< Allora? >> mi chiese Scott.
<< Si chiama Deucalion >> dissi, scendendo le scale e seguendo Stiles in cucina, dove si mise a farsi un panino. Mentre lo guardavo, il mio stomaco brontolò. << Vuole noi >> spiegai ancora, sedendomi, mentre sentivo ancora la morsa della fame. Da quanto tempo non mangiavo?
<< E tu vuoi un panino >> m’interruppe Stiles << Mangia questo, io me ne faccio un altro >> mi disse, allungando la mano con il panino verso di me.
<< Non preoccuparti >>
<< Senti, non avrò il vostro super udito da lupi ma sento benissimo il tuo stomaco che brontola! Mangia e basta >>
Guardai prima l’invitante e stracolmo panino che si era appena fatto il ragazzino e poi guardai lui. << Grazie >> dissi, prendendolo e addentandolo. Mi sentii già molto meglio.
<< In che senso vuole noi? >> mi chiese Scott.
<< Vuole me e te, e il branco. Ha detto che vuole creare un branco fortissimo in modo da avere il vero potere. E’ un folle >>
<< E scommetto che non la prenderà bene quando non vi unirete a lui, giusto? >>
<< Ha detto che in quel caso dovrà ucciderci >> spiegai, continuando a mangiare.
<< Perfetto >> disse Scott.
<< Beh, era da un po’ che non avevamo problemi. Cominciavo a sentirmi strano, in effetti >> disse Stiles, che aveva appena finito di farsi un altro panino.
<< Che facciamo? >> mi chiese Scott, preoccupato.
<< Aspettiamo, e ci alleniamo. Dobbiamo essere pronti a tutto >> dissi, finendo il mio panino.
<< Bene. Vogliono fare del male a qualcuno? >> chiese ancora Scott.
<< Chiunque si metta sul suo cammino, così ha detto >>
<< Un tipo pacifico, insomma >> disse Stiles con la bocca piena.
<< Devo allenare Isaac, Boyd ed Erica. Non sono pronti per uno scontro >>
<< Ti aiuterò >> mi disse deciso Scott.
<< Davvero? >>
<< Non voglio essere un Omega, non in queste situazioni. Sarò con te e il tuo branco >>
Mi sorprese, ma ne fui contento. << Grazie >>
Lui annuì, alzandosi e andando verso il frigo.
Abbassai lo sguardo, concentrandomi nel cercare di sentire il cuore di Hope. Non batteva particolarmente veloce, ma non era neanche regolare. Dovevo vederla, avevo bisogno di lei, dei suoi occhi, della sua voce. << Vado ad avvisare Hope >> dissi, alzandomi. Stiles mi salutò con la mano, mentre io andavo verso la camera di sua sorella.
Bussai alla porta, ma come risposta ebbi un suo << Non ci sono >>
Aprii ugualmente la porta << Posso entrare? >> chiesi. Era seduta davanti alla sua scrivania e al suo pc. Aveva dei pantaloncini di jeans, delle calze nere leggere che mi facevano intravedere le sue gambe, una maglietta a maniche corte rossa e un foulard. I capelli erano sciolti, come piacevano a me. Non potei ancora vedere i suoi occhi, non si girò verso di me.
<< Sto studiando >> mi disse fredda.
<< Non ti do fastidio >>
Alzò le spalle << Fa’ come vuoi >>
Mi misi seduto al bordo del suo letto, osservandola. Stava leggendo qualcosa sul pc, ma sentivo il suo cuore troppo irregolare perché fosse davvero concentrata sullo studio. Sbuffò, girandosi finalmente verso di me, sebbene ancora seduta. I suoi occhi, finalmente. Sebbene fossero duri e fermi, mi fecero comunque sentire meglio, come rilassato, come in pace, come se non avessi problemi. << Che c’è? >> mi chiese, scrutandomi.
<< Volevo vederti >> le spiegai, sperando che il suo sguardo si addolcisse almeno un po’.
<< Ah >> abbassò lo sguardo.
<< Cosa c’è? >> le chiesi, confuso.
<< Nulla >> incrociò le braccia, mentre sentivo che stava mentendo.
<< Hope, so che menti >> le ricordai. Lei fece un respiro profondo, preparandosi a parlare.
<< Bene! Vuoi sapere che c’è? Sei sparito! >>
<< Ho avuto da fare >> dissi, ancora confuso.
<< Ma davvero? Anche io ho da fare, Derek, ma non sparisco così! Dopo quella scenata davanti ad Ethan, dopo aver detto a me e a lui che io sono tua, dopo aver detto … >> fece una pausa, come se si stesse facendo coraggio << .. dopo aver detto che sono la tua ragazza, sparisci! Senza dire nulla! Hai idea di come mi sia preoccupata? Io non pretendo che tu mi stia sempre appiccicato ma almeno mandami un messaggio e dimmi che sei vivo, porca miseria! >>
La guardavo sorpreso, stupito, e ancora più confuso. Aveva ragione. Ero sparito. Fino a quella mattina la cosa più importante per me era stata trovare Deucalion e scoprire cosa volesse, pensando a lei solo di rado. Mi chiesi come avessi fatto, come avessi fatto a stare senza di lei per tutto quel tempo. Ero davvero così cattivo? O egoista? Mi alzai, andando verso di me e guardandola. << Non farmi quello sguardo! >> mi disse, facendomi sorridere.
<< Hai ragione. Ma ho avuto davvero da fare, ho incontrato Deucalion >>
<< Derek, non m’importa di cosa tu abbia fatto! Puoi fare quello che ti pare, ma almeno avvisami che sei vivo e che non ti hanno ammazzato! >> disse, alzandosi in piedi, con gli occhi fissi nei miei e gesticolando come suo fratello.
<< Eri davvero preoccupata? >> le chiesi, sentendomi in colpa per il mio comportamento.
<< Ovvio! >>
Ebbi uno sbalzo al cuore. Le presi una mano << Scusami >>
<< Non farlo mai più >> mi ordinò, e io annuii. I suoi occhi mi stavano ipnotizzando di nuovo, mentre le accarezzavo la guancia morbida. << Non dovrei neanche permettermi di toccarmi! >> mi disse, allontanandosi da me e andandosi a sedere sul suo letto.
Alzai gli occhi al cielo, raggiungendola. << Hope, ti ho chiesto scusa >> lei mi guardò senza dire nulla. << Sei stata bene, a parte questo? >> le chiesi, spostandole una ciocca di capelli che le copriva il viso e mettendogliela dietro l’orecchio. Sentii il suo cuore agitarsi, il suo respiro farsi troppo irregolare. Era successo qualcosa, non poteva agitarsi così senza motivo.  << Che c’è? >> le chiesi, mentre cominciavo a cercare indizi, odorando in giro.
<< Cosa? >> domandò lei.
Arricciai il naso, sperando che l’odore che stavo cominciando a sentire non fosse davvero quello che pensavo. << Perché hai il foulard? >> le chiesi serio. Faceva caldo e quel foulard non c’entrava nulla con gli abiti che indossava.
<< Mi piace >> mentiva.
Mi guardai intorno, continuando ad annusare. Lo sentii ancora. Sangue. Sotto di me. mi abbassai e misi una mano sotto il letto, trovando una maglietta gialla sporca di sangue in alto, all’altezza della spalla. La maglietta era di Hope.
<< Hope, cos’è questa?! >>
Mi guardava spaventata, forse a causa dei miei occhi. Non potevo crederci. Di lì a poco sarei sicuramente impazzito. Quel sangue era suo, e non si trovava solo su quella maglietta. Mentre lei non mi rispondeva, le tolsi il foulard dal collo e vidi una ferita ancora aperta. Spalancai gli occhi, sperando di non perdere del tutto il controllo. Chi aveva osato toccarla? O solo sfiorarla?
<< Derek, non è niente >> disse lei, la sua voce tremava.
Ci alzammo entrambi e lei mi prese entrambe le mani. Io non distoglievo lo sguardo dal suo collo ferito << Chi è stato? >> le chiesi, cercando di essere il più calmo possibile, respirando profondamente.
<< Derek, non … >>
<< Chi è stato?! >> urlai, facendola spaventare. Non volevo farlo, ma non ci vedevo più, letteralmente. I miei occhi stavano diventando rossi a causa della rabbia che stava attanagliando il mio corpo e la mia mente. Dovevo sapere! Perché chiunque avesse osato toccarla, l’avrebbe pagata!
<< Sto bene >> Hope andò verso lo specchio, osservandosi il collo.
<< Hope, dimmi chi è stato prima che io impazzisca del tutto >> la stavo pregando, mentre tornavo da lei. Le toccai la ferita, e capii. << Sono artigli. Chi è stato? >> il primo che mi venne in mente fu Ethan, ovviamente. Quel piccolo bastardo si sarebbe ritrovato presto con le mie zanne nel suo collo!
Il cuore di Hope sembrava essere impazzito. << Non posso dirtelo >>
<< Hope! >> urlai ancora, mentre la porta della sua stanza veniva spalancata da suo fratello e Scott che chiendomi << Che stai facendo?! >> mi spinse via, allontanandomi da Hope.
<< Che ti ha fatto? >> chiese Stiles a sua sorella, guardandole il collo spaventato.
<< Io non ho fatto niente! >> ringhiai, avvicinandomi di nuovo a lei.
<< Lui non ha fatto niente >> confermò Hope.
<< Chi è stato? >> chiese suo fratello.
Finalmente, cedette. << Erica. Lei è venuta da me e mi ha detto di stare lontana da te, perché lei è del tuo branco ed è come te e quindi deve stare con te. Mi ha anche detto che vi siete baciati, una volta … >> spiegò, guardandomi negli occhi.
Abbassai lo sguardo, mentre sentivo crescermi le zanne e gli artigli. Erica. Non la avevo mai vista sotto questo aspetto, e avrebbe dovuto pagare. Guardai di nuovo Hope, spaventata << Resta qui. Torno dopo >> le dissi, sparendo da quella stanza.
Sapevo che Erica era a casa sua, sapevo che i suoi genitori lavoravano fino a tardi. Era perfetto. Nessuno doveva toccare Hope, nessuno! Neanche un membro del mio branco. Neanche una ragazza. Ero ormai totalmente trasformato quando arrivai a casa sua. Notai che una finestra del secondo piano era aperta e con un balzo fui dentro: era camera sua.
<< Derek?! >> Erica mi guardava confusa e spaventata, mentre veniva verso di me.
Ringhiai, dandole un calcio con tutta la forza che avevo in corpo e facendola arrivare fino alla porta. << Come hai osato? >> urlai, ringhiando ancora.
Lei era distesa a terra, e sanguinava a causa della botta. Quasi sicuramente, aveva anche qualcosa di rotto. Ma per me, in quel momento, non era abbastanza. << Derek, scusami >> mi implorava, mentre io andavo di nuovo verso di lei. Sentii due braccia forti prendermi da dietro le spalle, cercando di trattenermi << Derek, basta! >> era Scott, trasformato come me. Cercai di divincolarmi per infliggere ad Erica la punizione che meritava, ma non ci riuscii. Scott era diventato forte, ma non quanto me. Cominciai ad usare tutta la forza che avevo in corpo, ma alle sue parole << Hope ha detto che non vuole che tu le faccia del male! >> smisi di opporre resistenza. Io ero la Bestia, per lei. Lo ero ancora, e avrei continuato ad esserlo facendo del male ad un membro del mio stesso branco. Mi aveva detto che dovevo diventare un principe, che dovevo uscire da quel mondo di rabbia in cui vivevo. Avrei potuto farlo solo con il suo aiuto. Ritirai zanne e artigli, tornando normale. << Sto bene >> dissi a Scott, che mi liberò.
Erica era ancora a terra. << Non ti immischiare negli affari che non ti riguardano >> le dissi, senza aiutarla. Sapevo che sarebbe guarita da sola in poco tempo.
<< Mi dispiace, Derek >>
<< Ti rendi conto che hai fatto del male ad una persona innocente senza alcun motivo? >>
Lei abbassò lo sguardo. << Lo so >>
<< Non farlo mai più. Con nessuno. Sono stato chiaro? >>
Lei annuì, tornando a guardarmi. Non le dissi nulla, girandomi verso Scott. << Grazie >>
<< Di nulla >> mi disse, mentre mi seguiva fuori da quella casa.
<< Stai meglio? >> mi chiese, una volta fuori.
<< Sì. Vado da lei >>
Annuì. << Trattala bene >>
<< Sempre >>
<< Devo andare a casa ora. Quando vuoi, cominciamo a prepararci >>
<< Sì. Ci vediamo, Scott >>
 
Entrai dalla finestra di Hope, questa volta. Lei si trovava nel suo letto, girata verso la porta, con Kopa ai suoi piedi che alzò la testa non appena mi vide. Sollevai la coperta, sdraiandomi accanto a lei.
<< Derek? >>
Avvolsi le mie braccia intorno a lei e le baciai il collo. << Sono qui >>
<< Cosa è successo? Che le hai fatto? >> il suo cuore si agitò ancora, sebbene non in modo eccessivo come era successo poco prima.
Sospirai. << Nulla, Scott è riuscito a trattenermi, e a farmi ragionare. Le ho solo parlato, più o meno >>
<< Più o meno? >>
Sbuffai. << Sono arrivato prima di Scott, e sono solo riuscito a darle un calcio >> le spiegai.
<< Non c’era bisogno >>
<< Ti ha ferita >>
<< Sto bene >> il suo cuore mi faceva capire che stava mentendo.
<< Smettila di dire che stai bene perché so che non è così. Ti ha fatto del male, senza alcun motivo valido >>
<< Cosa le hai detto? >>
<< Di farsi gli affari suoi e di non fare mai più una cosa del genere >> la strinsi ancora di più, baciandole le spalla ferita. Sentivo ancora l’odore di sangue, e anche di disinfettante << Ti fa male? >>
<< Non più >>
<< Mi dispiace >> sussurrai. Era stata tutta colpa mia. Se non fosse stato per Deucalion, io sarei stato lì, e avrei potuto evitare tutto questo. Avrei potuto evitare che soffrisse a causa mia, che si ritrovasse con delle ferite che rovinavano il suo meraviglioso corpo.
<< E’ tutto ok >> mentì ancora.
<< Non mentirmi. Le hai creduto, quando ti ha detto del bacio? >>
<< Sì >>
<< Fu lei a baciarmi, mentre stavo insegnando loro a combattere, tempo fa. Le dissi di non provarci mai più >> le spiegai, sperando che mi comprendesse.
<< E’ tutto ok >> non ce la facevo più a sentire quelle bugie. Non era tutto ok, e la colpa era mia, solo mia.
<< Mi farò perdonare >> le giurai, e l’avrei fatto.
La sentii sorridere. La baciai ancora, prima i capelli, poi il collo. Girò la testa verso di me, e finalmente potei baciarla di nuovo. Le sue labbra erano il paradiso. Mi sentii di nuovo felice, rilassato, vivo. Accadeva solo quando ero con lei. Le sorrisi, sentendo di doverglielo confessare << Tu sei l’unica. Non c’è nessun’altro per me >>
Lei mi sorrise, non lo faceva da tempo. Le baciai la fronte, mentre il mio cuore stava impazzendo di gioia << Dormi ora. Io resto qui >>
<< Davvero? >>  mi chiese, piena di speranza.
<< Finchè tu lo vorrai >>
<< Non sparirai? >>
<< Mai più >>
Sentii il suo respiro farsi più regolare, vidi i suoi occhi chiudersi, e capii che si era addormentata.
Lo capii solo in quell’istante, quando mi sentivo l’uomo più felice al mondo solo perché avevo lei fra le mie braccia. Mi ero innamorato di lei fin dal primo momento. Non so spiegare il perché, ma a volte succede. I suoi occhi quel giorno non si erano limitati a guardarmi, mi avevano letteralmente assorbito, mi avevano fatto suo e avevano fatto lei mia. Non sarei sparito più, non sarei andato da nessuna parte perché lei era la mia occasione. Lei mi rendeva migliore, mi faceva venire voglia di imparare, di crescere, di essere bravo. Mi faceva venire voglia di amare e di essere amato.








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Ciao a tutti! **
G R A Z I E per la 10000000 volta per le vostre recensioni, come sempre siete tanto gentili! *____*
Spero che vi piaccia anche questo capitolo :)
A presto <3

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Capitolo 21
*** Approach ***


 

Ciao a tutti! **
Scrivo prima per avvisarvi che forse il rating di questo capitolo sarà un pò rosso, almeno credo xD io comunque avverto, non si sa mai! :) Spero davvero che vi piaccia, fatemelo sapere! ^^
G R A Z I E ancora per le vostre recensioni, mi fate sempre tanto felice *___*
Buona lettura! A presto <3 

Approach

 

POV Hope

Mi svegliai e mi seri conto che era ancora buio, e che non mi ero svegliata spontaneamente. Il letto si era mosso, la coperta si era sollevata e un brivido di freddo percosse il mio corpo. Per un istante, pensai si trattasse di Kopa, ma quando mi girai vidi Derek in piedi, allarmato. << Tuo padre è arrivato, sta per venire qui >> mi spiegò, tutto d’un fiato.
<< Nell’armadio! >> glielo indicai, mentre lui annuiva e si nascondeva dentro.
Appoggiai di nuovo la testa sul cuscino, chiudendo gli occhi. Pochi secondi dopo, sentii la porta aprirsi. Mi concentrai su tutti i rumori, sentendo i passi di mio padre che prima si diressero verso la finestra, chiudendola, e poi verso il mio letto. Sentii la sua carezza sul mio viso e poi lo sentii sospirare, indugiando ancora qualche secondo accanto a me. Poi i suoi passi tornarono verso la porta, e lui la richiuse. Riaprii gli occhi, vedendo Derek uscire dall’armadio. << Ma che stava facendo? >> chiesi io.
<< Stava guardando la foto di tua madre >> mi spiegò.
Mia madre. Mi girai verso la foto e pensai a quanto potesse mancare a mio padre. Aveva affrontato tutto da solo, aveva affrontato da solo la morte della persona che amava. Aveva cresciuto due bambini da solo, prendendosi cura di tutto e senza farci mancare mai niente. Mi chiesi con quale forza era riuscito a sopportare tutto questo.
<< Come facevi a sapere che fosse mia madre? >>
<< Ti assomiglia. Poi il cuore di tuo padre ha accelerato molto quando l’ha vista >> immaginavo il motivo.
<< Che ore sono? >>
<< Mezzanotte passata >>
<< Non dormivi? >> chiesi confusa.
Lui alzò le spalle << Sapevo che tuo padre sarebbe tornato, prima o poi. E onestamente non mi piace dormire vestito >>
In effetti, era ancora in jeans e maglietta. << Hai ragione, toglili >> dissi, indicando i suoi jeans. Guardandolo meglio, notai che i vestiti che aveva indosso erano tutti sporchi << Forse è meglio che ti togli anche la maglietta >> lui mi guardò confuso, ormai senza pantaloni. << E’ sporca >> spiegai, mentre lui con un rapido gesto si tolse anche quella.
Non potevo essere davanti ad un essere umano, o ad un lupo, insomma. Quel ragazzo che avevo di fronte a me e che mi stava sorridendo sicuramente per la mia reazione alla vista del suo petto nudo, doveva essere una di quelle bellissime divinità greche. Una scultura, un David di Michelangelo, un Brad Pitt fatto meglio! Si sdraiò di nuovo accanto a me, sbadigliando << Tutto ok? >> mi chiese, quasi sicuramente a causa del mio cuore che era in fibrillazione insieme ad ogni singolo muscolo del mio corpo. Annuii, mentre mi giravo dall’altra parte per lasciar riposare quell’essere cresciuto anche troppo bene, altrimenti non avrei potuto contenere i miei ormoni. Sentii il suo bacio sul mio collo, le sue braccia forti intorno al mio corpo, il suo petto premuto sulla mia schiena, le sue gambe attorcigliate alle mie. Stavo impazzendo. Lo sentii mentre si addormentava e così decisi di calmarmi anche io, addormentandomi a mia volta.
 
Mi svegliai nella stessa posizione in cui mi ero addormentata, solo che ero tremendamente sudata, e sapevo bene il perché. Avevo, di nuovo, sognato Derek! Questa volta però, non avevo sognato solo il suo perfetto corpo nudo dinanzi a me, ma avevo sognato il suo perfetto corpo nudo sopra di me! E si muoveva, mi toccava, e io toccavo lui. Insomma, quella notte feci il mio primo sogno erotico.
Mi girai verso Derek, ancora addormentato. Era mattina ormai, e la luce del sole illuminava il suo viso facendolo diventare ancora più bello. Gli accarezzai i capelli, mentre con l’altra mano accarezzavo per la prima volta il suo petto, i suoi addominali scolpiti ed ebbi l’irrefrenabile voglia di baciarlo. Iniziai dalla sua fronte, per poi continuare a scendere fino al naso, le guancie e infine su quelle labbra invitanti e provocatorie perfino nel sonno. All’improvviso, sentii che anche le sue labbra cominciavano a muoversi sulle mie. Rispondevano al mio bacio prima in modo dolce e calmo, per poi continuare in modo più accentuato. Sentii le mani di Derek sul mio corpo, e in pochi secondi fu sopra di me, esattamente come nel mio sogno! Cominciò a baciarmi sempre con più foga e passione e io non desideravo altro che continuasse a farlo. Gli morsi il labbro, mentre lui continuava a stringermi i fianchi sempre più forte. Sentii come se i vestiti che avevo indosso stessero cominciando a starmi stretti << Toglimela >> dissi, liberandomi per un attimo dal bacio del mio lupo. Lui mi guardò, confuso e ansimante << Cosa? >> mi chiese, facendomi sorridere. << La maglietta >> alzai le braccia, mentre lui alzava un sopracciglio e con un gesto rapido mi tolse la maglietta, facendola volare in chissà quale parte della mia stanza mentre io rimasi in reggiseno. Quella piccola concessione lo fece scatenare. Mi baciava come non mi aveva mai baciata prima, come nessuno lo aveva fatto mai, arrivando al mio collo, toccandomi e stringendomi ogni parte libera del mio corpo. Con un gesto altrettanto rapido, riuscì a togliermi i pantaloni del pigiama e io sperai con tutto il cuore di indossare dell’intimo decente! Non ebbi tempo di pensarci troppo, visto che sentii chiaramente la sua erezione spingere contro il mio corpo mentre lui tornava sulle mie labbra. Mi sentii accaldata, eccitata come mai prima di quel momento, e il mio cervello mandava nuovi messaggi al mio corpo, che ordinò subito. Mentre con una mano accarezzavo la schiena muscolosa dell’Alpha, con l’altra spostai i suoi boxer e arrivai al suo membro, facendolo sussultare. Mi guardò ancora, confuso e felice allo stesso tempo, per poi tornare a baciarmi il collo, mentre con una mano mi accarezzava il seno ancora coperto dall’intimo, e con l’altra arrivava oltre i miei slip. Questa volta fui io a sussultare, sentendo le sue dita dentro di me. Sentivo i suoi gemiti e i miei, pregando che nessuno ci sentisse, pregando che nessuno ci fermasse. Desideravo con tutta me stessa che Derek non smettesse mai di toccarmi, di baciarmi, di farmi sentire come solo lui in quel preciso momento mi stava facendo sentire. Ma purtroppo, ogni incanto ha la sua fine. Sentii Derek fermarsi all’improvviso << Sssh >> ansimò insieme a me, mentre tendeva l’orecchio verso la porta. Lo sentii allontanarsi dal mio corpo, e anche io lasciai libero il suo. << Tuo fratello sta per entrare qui >> e in quello stesso istante la porta fu spalancata. Sebbene fossimo coperti dal lenzuolo, la vista di Derek mezzo nudo su di me in reggiseno di certo non fu piacevole per Stiles. Spalancò gli occhi, chiudendo subito la porta dietro di lui << Ma siete impazziti? Oh Dio, dovrò andare in terapia >>
Risi, mentre mio fratello si copriva gli occhi con la mano e Derek, sorridendo imbarazzato, si spostava accanto a me, tirando il lenzuolo di modo che ci coprisse fino al collo.
<< Papà è ancora qui, cosa vi è saltato in testa? >> chiese ancora mio fratello.
Alzai le spalle << Cosa c’è? >>
Sbuffò, liberando gli occhi << Ero venuto a chiederti cosa volessi per colazione, ma a quanto pare non ti interessa >>
<< Perché non andiamo al bar qui vicino? Così puoi venire anche tu >> dissi, rivolta verso Derek, ancora visibilmente imbarazzato.
<< Per me va bene ma muovetevi, sto morendo di fame >> disse mio fratello, uscendo dalla mi stanza.
<< Ti va la colazione? >> chiesi al lupo, che mi guardò facendo un suo mini sorriso. Annuì, alzandosi dal letto e cominciando a mettersi i vestiti << Ti farei andare in bagno, ma non si sa mai … >>
<< Tranquilla >> mi disse, infilandosi la maglietta.
Mi alzai anche io, ancora mezza nuda. << Che hai? >>
Lui guardò prima il soffitto, inclinando leggermente la testa indietro, e poi tornò a me. << Tuo fratello ha visto tutto >>
Aggrottai le sopracciglia << Che intendi? >>
<< Avrà capito >>
<< Non devi vergognarti. E’ una cosa normale, no? >> chiesi, temendo la sua reazione e cominciando a guardarmi in giro alla ricerca del mio pigiama.
Lui mi prese le mani << Normale e bellissimo. Ma la prossima volta che tuo fratello entra in camera tua senza bussare, lo spezzo in due >>
Sorrisi, alzandomi sulle punte per arrivare alle sue labbra << Esci dalla finestra. Fra dieci minuti siamo lì >>
 
Quando io e Stiles arrivammo al bar, Derek era seduto ad un tavolo mentre leggeva il giornale, aveva già ordinato ciambelle e caffè. Io mi sedetti di fianco a lui, mentre Stiles di fronte. << Hai già preso tu? >> chiesi io.
<< Sì. Ti piacciono le ciambelle? >>. Annuii, prendendone una.
<< Hai pagato tu? >> chiese Stiles, come sorpreso.
Derek spostò lo sguardo dal giornale a mio fratello << Sì >> disse solamente, come se stesse ringhiando.
<< Ma dove li prendi i soldi? >> chiese mio fratello, mentre cominciava a mangiare.
<< Stiles! >> lo rimproverai.
<< Scusa, ma non ha un lavoro e ha una casa, sebbene distrutta, e una macchina che io potrò vedere solo nei miei sogni! >>
<< Assicurazione e investimenti. Per ora posso anche lavorare, ho altro a cui pensare >> spiegò Derek.
<< Oh, sì. Ho visto poco fa a che pensi tu >>
<< Stiles! >> voleva essere sbranato?
<< Ormai ogni volta che vi vedrò penserò quella scena! >>
Vidi lo sguardo di Derek farsi più duro, insieme al suo viso. Mi sembrò ancora una volta che volesse azzannarlo. << Non puoi ringraziarmi e mangiare stando zitto? >>
<< Ok, ok. Grazie Derek! Le ciambelle sono ottime >>
<< Cosa leggi? >> chiesi io, cambiando argomento.
Lui spostò il giornale in modo da farmelo leggere << Stanno vendendo un loft, qui vicino. Non sembra male, anche se dicono che alcune cose bisogna ristrutturarle >>
<< Non chiedono neanche molto >> dissi, notando il prezzo.
<< Vuoi trasferirti? >> chiese Stiles a bocca piena.
<< Ne parlerò con mio zio e si vedrà >>
Solo il fatto che Derek stesse pensando di trasferirsi mi fece sentire meglio. Avrebbe finalmente avuto acqua calda, luce, gas e magari una lavatrice! Finimmo di fare colazione e Derek disse che sarebbe venuto con noi a scuola, restando nella jeep.
<< Ok, io vado. Non voglio assistere ai vostri sbaciucchiamenti >> disse mio fratello, correndo verso l’entrata della scuola una volta vista la reazione di Derek a quella frase.
<< Io prima o poi lo ammazzo >>
<< Calma. Lo sai che è così >>
Sbuffò, guardandomi e accarezzandomi i capelli << Stai attenta >>
<< Sarò solo a scuola >>
<< L’ultima volta che ti ho lasciata andare a scuola senza di me, ti ho ritrovata ferita >> mi fece notare, guardando il mio foulard che copriva ancora i segni degli artigli di Erica.
<< Non accadrà più >>
<< Ti chiedo solo di stare attenta >>
<< Perché sei sempre così preoccupato che possa accadermi qualcosa? >>
<< Perché non voglio che tu ti faccia male … >> disse, abbassando lo sguardo e sospirando << Sai, quel giorno lì, quel giorno in cui ti ho conosciuta, non l’avevo capito >>
<< Capito cosa? >>
I suoi occhi verdi tornarono nei miei << Non l’avevo capito che da quel giorno avrei fatto i conti ogni istante con la paura di perderti >> mi confessò, quasi sussurrando.
Gli presi le guance, buttandomi su di lui per baciarlo. Era stato così dolce nel dirmi quella frase, che non mi capacitavo di come potesse poi diventare così cattivo e crudele, a volte.
<< Ecco uno dei motivi per cui mi preoccupo >> disse poi, mentre i suoi occhi erano rivolti dietro di me. Mi girai e vidi i gemelli che ci fissavano, mentre entrarono a scuola, ma mentre Aiden era serio, Ethan sorrideva come divertito.
<< Non faranno niente >>
<< Lo spero per loro. Ascolta >> mi fece girare di nuovo verso di lui << Deucalion è il loro capo, e vuole noi. Me, Scott, il resto del branco e ha anche mostrato un certo interesse per te e tuo fratello. Se dovessi parlare con loro, non dire niente su nessuno di noi >>
<< Lo so. Ma perché vuole voi? >>
<< Vuole il potere, tutto qui >>
Ma perché Derek, mio fratello e i miei amici dovevano essere sempre minacciati da qualcosa?! Prima l’Alpha alias Peter Hale, poi il Kanima e Gerard, e ora questo!
<< Chi sono gli altri? >> chiesi, ipotizzando che questo Deucalion  non poteva contare solo su due ragazzi.
<< Non ne ho idea >>
<< Posso chiedere ad Ethan >>
<< Non ti dirà nulla, è furbo >>
<< Ci provo lo stesso >> affermai, convinta di poter riuscire a fargli confessare qualcosa.
<< Allora stai attenta. Lui è un’Alpha, potrebbe anche morderti >>
<< Non starò sola con lui. Ora devo andare >> dissi, sentendo la prima campanella.
Dopo che Derek mi baciò la fronte, corsi verso l’aula di storia dove sapevo che avrei incontrato Ethan e Aiden. Appena entrai, col fiatone, Ethan mi sorrise e mi fece segno di sedermi accanto a lui. Suo fratello non c’era. Era perfetto. Scott e Stiles erano seduti in fondo, lontano da noi.
Mi sedetti accanto al lupo, aprendo il libro e facendo finta di nulla.
<< Ti dona quel foulard >> mi disse lui. Forse non l’avrebbe detto che avesse saputo il vero motivo per cui lo stavo indossando. Sorrisi, continuando a non dargli importanza. << Sei bellissima >> mi disse ancora. Questa volta mi girai verso di lui, incontrando i suoi occhi marroni.
<< Ti ringrazio >>
<< Lui te lo dice mai? >> mi chiese, continuando a sorridere divertito da se stesso.
Alzai gli occhi al cielo << Perché vuoi farlo arrabbiare? >>
Alzò le spalle << So che ha parlato con Deucalion >> mi disse, e io presi la palla al balzo.
<< Perché vuole lui e il branco? >>
<< Potere >>
<< Combatterete, vero? >>
<< Se non vorranno unirsi a noi, sì >>
<< Io non voglio che vi facciate del male >> confessai, guardandolo negli occhi.
<< Che t’importa di me? >>
<< Io so che non sei cattivo, non quanto Deucalion. Sei stato tanto carino con me, non puoi essere cattivo. Perché lo segui? >>
Alzò di nuovo le spalle << Siamo un branco, lui è il mio capo >>
<< Quanti siete? >> chiesi, sperando mi rispondesse.
<< Vuoi saperlo per avvisare Derek? >>
<< Voglio saperlo perché non voglio che tu ti faccia male. Non voglio che mio fratello, il mio migliore amico e i miei amici si facciano male >> non nominai Derek, sapendo che probabilmente gli avrebbe dato fastidio.
Lui sospirò << Siamo cinque Alpha. Deucalion, io e mio fratello, Ennis, un bestione, e Kali, una donna. Abbiamo anche un paio di Beta >> mi spiegò.
<< Grazie >> gli sorrisi, mentre il professore entrava in aula.
Non parlai più con lui, limitandomi a salutarlo prima che uscisse dall’aula. Fui subito raggiunta da mio fratello e Scott.
<< Sei stata grande! >> mi disse mio fratello, mentre andavano in corridoio.
<< Come hai fatto? >> chiese Scott.
<< Gentilezza e sguardi dolci >> dissi, sorridendo ad entrambi << Ci vediamo dopo >>
La giornata passò normalmente e io non vedevo l’ora che arrivasse il momento di andare nell’aula di chimica perché sapevo che avrei incontrato Erica. Non avevo paura, volevo scusarmi con lei. Quando entrai in aula seguita da Lydia, Stiles e Scott vidi Erice seduta vicino alla finestra, da sola, mentre Boyd ed Isaac erano due banchi dietro di lei. << Io vado lì >> dissi a Lydia, che andò a sedersi accanto ad Allison.
Mi sedetti accanto ad Erica, che mi guardò confusa e in parte spaventata.
<< Che c’è? >> mi chiese.
<< Volevo scusarmi con te >> confessai, facendole un sorriso imbarazzato.
<< Come? >>
<< E’ colpa mia se Derek ti ha fatto male >> abbassai lo sguardo, sentendo la sua risata.
<< Veramente, è colpa mia >> la guardai di nuovo << Mi dispiace. Non avevo alcun diritto di farti del male .. So che non potrò mai avere Derek, so anche che non lo desidero davvero. Io volevo solo proteggerlo >>
<< Non fa niente >>
<< Non dovevo farti del male, ti chiedo scusa >> le sorrisi, mentre lei continuava a parlare << Derek ci tiene davvero a te. Si è calmato solo quando Scott gli ha detto che tu non volevi mi facesse del male … Solo grazie a te è riuscito a controllarsi >>
Spalancai gli occhi, sorpresa << Davvero? >>
Annuì. << Quando pensa a te, quando ti guarda, i suoi occhi cambiano. Non lo avevo mai visto così >>
<< Sai chi altro cambia sguardo? >> le chiesi << Boyd quando guarda te >> entrambe ci girammo verso Boyd dietro di noi, che ovviamente stava fissando Erica e che distolse lo sguardo appena noi guardammo lui.
Erica sorrise << Davvero? >>
Annuii << Sembra che gli piaci >>
Lei sorrise ancora e notai il suo viso farsi più rosso << Anche a me piace lui. Mi fa sentire protetta >> mi confessò.
<< Stareste bene insieme >>
Lei mi sorrise ancora << Grazie, Hope >>
A pranzo ci ritrovammo seduti tutti insieme allo stesso tavolo. Io, Stiles, Scott, Lydia, Isaac, Boyd, Erica e perfino Allison, invitata da Lydia. Tutti avremmo voluto parlare del nuovo branco, ma nessuno fiatò visto che i due gemelli erano seduti poco distanti da noi. Parlammo dei compiti, della scuola, della tv, della musica, come un normale gruppo di adolescenti. L’unico che era un po’ sulle sue era Scott, sicuramente a causa della presenza di Allison, ma comunque riuscì a rilassarci insieme a noi altri.
Alla fine delle lezioni, raggiunsi finalmente Derek alla jeep.
<< Sei stata brava >> mi disse, non appena fui davanti a lui, accarezzandomi i capelli << Gentilezza e sguardo dolce? >> chiese, alzando un sopracciglio.
Annuii << Dovresti imparare anche tu ad usarli >> mi misi di nuovo sulle punte per arrivare alle sua labbra, calde e confortanti.
Arrivati a casa, lasciai Derek nella mia stanza mentre io andai in bagno per farmi una doccia e disinfettarmi ancora le ferite. Quando tornai in camera, Derek era seduto sul bordo del mio letto, con in mano un libro e una fotografia. Lo raggiunsi e notai che aveva in mano la foto del mio ex ragazzo, Ian. Mi sedetti, sospirando. << Scommetto che il libro è Sweeney Todd >> mentre mi ricordavo che avevo inserito quella foto in quel libro.
<< Chi è? >> mi chiese, indicando la foto.
<< Il mio ex ragazzo >> confessai.
Lui mi guardò confuso << Perché hai messo la foto qui dentro? >>
<< Perché volevo sgozzarlo >> confessai, imbarazzata. << Conosci più o meno la storia? >>
<< Stavo leggendo .. Insomma questo barbiere sgozzava i suoi clienti per poi farne dei pasticci >> disse, guardando ancora la foto.
<< Già, più o meno. Perché hai preso quel libro? >>
<< Perché è uno dei pochi libri che non parla d’amore >>
Non risposi, sospirando alla vista di quella foto.
<< Il tuo cuore accelera >> mi disse lui. << Perché la tieni ancora? >>
<< Per ricordarmi di quanto i ragazzi possano farti male senza neanche sfiorarti >> confessai, abbassando lo sguardo.
<< Raccontami che ti ha fatto >> fu come un ordine, sebbene fatto con voce calma e dolce.
<< L’ho conosciuto a New York, frequentava il mio stesso corso. A me piacque subito e dovetti pazientare un po’ prima di farmi notare … comunque, sai come succede … Mi innamorai, credendo che lui fosse il ragazzo perfetto e tutto il resto. Siamo stati insieme per qualche mese, ci avvicinammo anche dal punto di vista fisico e lui mi aveva anche convinto che era l’ora di fare l’amore, perché lui mi amava >> mi venne da ridere al pensiero << ma poi scoprii che lui nel frattempo si era fatto quasi tutte le ragazze del corso, compresa una con cui dividevo la stanza >> il pensiero mi fece sussultare il cuore. Quando lo scoprii, fui devastata. Mi ero innamorata del tipico ragazzino playboy che mentre sta con te e dice di amarti, ti mette le corna con qualunque essere femminile che respiri. Derek rimise la foto nel libro, poggiandolo sul letto. Tentava di guardarmi, mentre mi prendeva le mani, ma il mio sguardo era rivolto verso il basso.
<< Mi spiace >> disse lui.
<< Sto bene >>
<< Mi spiace di non conoscerlo altrimenti gli avrei fracassato il cranio >>
Mi fece sorridere, e tornai a guardarlo. << Perché? >>
<< Primo, perché ti ha fatto stare male e lo sento dal tuo cuore. E poi perché ha osato toccarti dove solo a me è concesso >> mi spiegò, guardandomi serio eppure facendo uno dei suoi piccoli sorrisi enigmatici.
<< I ragazzi sono così >> dissi, alzando le spalle.
<< Io non voglio farti stare male >> confessò.
<< Lo so. Neanche io >> accarezzai i suoi capelli, mentre continuavo a guardarlo sempre più incantata. Era davvero troppo, troppo bello. << Che vuoi fare? >> chiesi.
<< Pensavo di andare dal Dottor Deaton per chiedere alcune cose, ma prima mi piacerebbe vedere quel loft >>
<< Hai davvero intenzione di trasferirti? >>
<< Per ora lo vediamo >> disse, alzandosi in piedi e facendo alzare anche me.
<< Facciamo venire anche Stiles? >>
Alzò gli occhi al cielo << Va bene. Ma non risponderò delle mie azioni >> confessò, sorridendomi ancora. 



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Capitolo 22
*** New Home ***


New Home

 

POV Derek

Sentii la macchina della polizia arrivare nel vialetto di casa di Hope, mentre lei era accanto a me addormentata. Sentii i passi di suo padre sulle scale, cominciando a liberarle dal mio abbraccio e spostandomi, mentre lo sceriffo andava in camera di Stiles. I miei movimenti la fecero svegliare, si girò verso di me con gli occhi ancora mezzi chiusi.
<< Tuo padre è arrivato, sta per venire qui >> le spiegai in un lampo.
Lei spalancò gli occhi << Nell’armadio! >> mi ordinò indicandolo, mentre io andavo a nascondermi dentro. Pochi secondi dopo, suo padre entrò in camera e io misi una mano sulla mia bocca per evitare che si sentisse il mio respiro. Andò prima verso  la finestra, chiudendola, e poi verso Hope, accarezzandola e soffermandosi a guardare la foto della madre, di sua moglie. Il cuore accelerò molto, prima di uscire dalla stanza. Anche Hope si era accorta che suo padre si era soffermato troppo, e mi chiese il motivo, chiedendomi anche l’ora e il perché io non stessi dormendo.
<< Sapevo che tuo padre sarebbe tornato, prima o poi. E onestamente non mi piace dormire vestito >>
Lei mi guardò  << Hai ragione, toglili .. Forse è meglio che ti togli anche la maglietta >> la guardai confuso, ormai senza pantaloni << E’ sporca >> mi spiegò. Per me fu sufficiente, non piaceva neanche a me dormire con una maglietta sporca. Me la tolsi, sdraiandomi di nuovo accanto a lei sotto le coperte.
<< Tutto ok? >> le chiesi, visto che il suo cuore stava accelerando in maniera esagerata. Lei annuì, girandosi dall’altra parte mentre io le cingevo il corpo, stringendola e baciandole il collo. Finalmente, mi addormentai anche io.
Mi svegliai grazie ai suoi baci, e ammetto che non avrei potuto desiderare risveglio migliore. Sentivo le sue labbra piccole e calde muoversi sulle mie, e anche io, sebbene ancora mezzo addormentato, cominciai a rispondere al suo bacio. In poco, pochissimo tempo, mi ritrovai su di lei. Le sue mani,  le sue carezze, i suoi baci mi stavano facendo impazzire. Il mio corpo non desiderava altro che possederla, e si vedeva e sentiva bene. << Toglimela >> mi disse lei ansimando, facendomi restare stupito. << Cosa? >> le chiesi, mentre lei mi sorrideva << La maglietta >> mi disse. Mi correggo, fu in quel momento che impazzii totalmente. Ero eccitato come non mai e con un paio di gesti riuscii a toglierle prima la maglietta e poi i pantaloni, buttandoli chissà dove. Non mi sentivo così da un tempo che per me sembrava indefinibile, forse non mi ero mai davvero sentito così. La volevo, e lei voleva me. Mentre le baciavo il collo, sentii la sua mano spostare i miei boxer e arrivare lì, dove desideravo andasse. Mi lasciò spiazzato, mentre le sorridevo felice e confuso. Stava accadendo, stava per essere mia, nel vero senso della parola. Sentivo i nostri cuori battere alla velocità della luce, mentre anche io arrivai oltre i suoi slip, facendola gemere una volta che le mie dita erano arrivate dentro di lei. Sentivo i nostri respiri sempre più irregolari, i nostri gemiti, pregando che non finissimo mai. Ma, purtroppo, quel maledetto ragazzino doveva arrivare sempre nel momento meno opportuno. Mi fermai, allontanandomi dalle labbra di Hope e dal suo corpo, con mio grande dispiacere. << Sssh >> feci io, mentre ascoltavo i passi di Stiles sempre più vicini alla porta. Hope lasciò andare il mio corpo mentre le spiegavo che suo fratello stava per arrivare e infatti, subito dopo la porta fu spalancata. Dio, quanto avrei voluto saltargli addosso e sbatterlo fuori per poi ritornare su Hope!
<< Ma siete impazziti? Oh Dio, dovrò andare in terapia >> disse il ragazzino, spalancando gli occhi.
Mentre guardavo Hope ridere, sorrisi anche io, imbarazzato, mettendomi accanto a lei e tirando il lenzuolo in modo che la coprisse. Sapevo benissimo che Stiles era suo fratello, ma quel corpo era mio, mio soltanto.
Il ragazzino guastafeste disse che era entrato in camera per chiedere ad Hope della colazione, ma si può?!
<< Perché non andiamo al bar qui vicino? Così puoi venire anche tu >> propose Hope, voltandosi verso di me.
<< Per me va bene ma muovetevi, sto morendo di fame >> disse Stiles, finalmente uscendo dalla stanza.
<< Ti va la colazione? >> mi chiese Hope, mentre io mi stavo alzando per vestirmi << Ti farei andare in bagno, ma non si sa mai … >>
<< Tranquilla >> dissi, infilandomi la maglietta.
Si alzò anche lei, ancora in slip e reggiseno, provocando un’ennesima erezione. Respirai profondamente, cercando di guardarle solo gli occhi << Che hai? >>
Inclinai la testa all’indietro, tornando poi a lei. << Tuo fratello ha visto tutto >> e vorrei tanto ammazzarlo!
<< Che intendi? >>
<< Avrà capito >>
<< Non devi vergognarti. E’ una cosa normale, no? >> chiese, agitata.
Le presi le mani, temendo che fosse agitata per la mia reazione << Normale e bellissimo. Ma la prossima volta che tuo fratello entra in camera tua senza bussare, lo spezzo in due >>
 Si alzò sulla punta dei piedi, per baciarmi. << Esci dalla finestra. Fra dieci minuti siamo lì >>
Feci come mi disse, assicurandomi che nessuno mi vedesse. Una volta arrivato al bar, presi caffè e ciambelle per me, Hope e suo fratello, sedendomi ad un tavolo e leggendo il giornale. Non c’era niente di nuovo, niente che attirasse la mia attenzione. Fino a che non vidi le case in vendita, che mi sembravano tutte uguali. Ma poi, vidi l’annuncio della vendita di un loft da ristrutturare, che per me non sarebbe stato affatto male. Non avevo mai pensato seriamente di trasferirmi fino a quel momento, la casa dove vivevo era uno dei pochi ricordi che mi erano rimasti della mia famiglia, sebbene fosse anche il luogo in cui morirono tutti. Quella casa, fino a poco tempo fa, per me era tutto. E poi è arrivata Hope. Lei, insieme alla sua bellezza, alla sua gentilezza, ai suoi sorrisi, era riuscita a farmi cambiare, a farmi capire che non potevo restare attaccato al passato per sempre, che dovevo andare avanti, che potevo restare legato alla mia famiglia anche se in una casa diversa. Mi aveva fatto capire anche quanto fosse importante avere l’elettricità, e quell’annuncio mi sembrò perfetto per cominciare a cambiare davvero. Quando Stiles e Hope arrivarono, le feci vedere subito l’annuncio, dopo che suo fratello ovviamente mi aveva fatto innervosire di nuovo, chiedendomi da dove provenissero i miei soldi. Hope sembrò quasi sollevata all’idea che io volessi trasferirmi.
Una volta a scuola, Stiles lasciò me ed Hope da soli e dopo che desiderai ancora di ammazzarlo a causa delle sue battute per me poco divertenti, baciai i capelli di Hope pregandola di stare attenta.
<< Sarò solo a scuola >> disse lei, alzando gli occhi al cielo.
<< L’ultima volta che ti ho lasciata andare a scuola senza di me, ti ho ritrovata ferita >> le feci notare, guardando il suo foulard.
<< Non accadrà più >>
<< Ti chiedo solo di stare attenta >> la pregai ancora.
<< Perché sei sempre così preoccupato che possa accadermi qualcosa? >>
<< Perché non voglio che tu ti faccia male … >> confessai, abbassando lo sguardo e sospirando. Ma non era solo questo. Dentro di me sapevo perfettamente che se l’avessi persa, sarei stato perso anche io. Sarei stato devastato, sarei ritornato ad essere la Bestia che ero quando ancora non avevo incontrato Hope, sarei tornato ad essere privo di sentimenti ed emozioni, un cadavere che parla e cammina senza avere neanche un vero e proprio obiettivo, se non quello di non farsi ammazzare. Ora, invece, avevo ben altro da difendere. Avevo lei. << Sai, quel giorno lì, quel giorno in cui ti ho conosciuta, non l’avevo capito >>
<< Capito cosa? >> mi chiese, corrugando le sopracciglia.
Tornai a guardare i suoi occhi che mi stregavano ogni giorni di più << Non l’avevo capito che da quel giorno avrei fatto i conti ogni istante con la paura di perderti >> confessai, sussurrando. Sembrava come se volessi che solo lei sentisse, che nessuno fosse a conoscendo di quanto forte fosse il mio sentimento per lei. Lei lo sapeva, e questo mi bastava. Mi prese entrambe le guance con le mani, baciandomi. Quando riaprii gli occhi, vidi i gemelli. << Ecco uno dei motivi per cui mi preoccupo >> dissi, mentre anche lei si girava per vederli. Ethan sorrideva come un idiota, e sapevo bene come avrei potuto togliermi quel sorrisetto dal viso.
<< Non faranno niente >>
<< Lo spero per loro. Ascolta, Deucalion è il loro capo, e vuole noi. Me, Scott, il resto del branco e ha anche mostrato un certo interesse per te e tuo fratello. Se dovessi parlare con loro, non dire niente su nessuno di noi >> le spiegai, visto che lei non era ancora a conoscenza di nulla.
<< Lo so. Ma perché vuole voi? >>
<< Vuole il potere, tutto qui >>
<< Chi sono gli altri? >>
<< Non ne ho idea >> dissi, guardandomi intorno.
<< Posso chiedere ad Ethan >>
<< Non ti dirà nulla, è furbo >>
<< Ci provo lo stesso >> affermò, convinta.
<< Allora stai attenta. Lui è un’Alpha, potrebbe anche morderti >> eliminai subito quella scena dalla mia testa, sperando non accadesse mai una cosa del genere.
<< Non starò sola con lui. Ora devo andare >> aveva sentito la campanella, e capii che doveva correre in aula. Le baciai la fronte, lasciandola andare.
Quella ragazza mi stupiva sempre di più. Ero restato a sentire la conversazione che aveva avuto con Ethan, restando stupito del fatto che fosse riuscita a scoprire chi altro faceva parte del branco utilizzando << Gentilezza e sguardi dolci >> come aveva detto a lei. Sentii anche la conservazione con Erica, sorprendendomi di come fosse stata Hope a scusarsi con lei, nonostante non avesse nulla per cui scusarsi. Si erano parlate pacificamente, e sentivo entrambe sorridere mentre parlavano di come Boyd guardare Erica. Sentii anche la conversazione tipica di adolescenti che ebbero all’ora di pranzo, capendo che non stavano parlando dei gemelli perché avrebbero potuto tranquillamente sentirli. Alla fine delle lezioni, Hope mi raggiunse alla jeep e io mi complimentai con lei che mi consigliò di usare la sua tattica delle gentilezza accompagnata dai suoi sguardi dolci. Quando tornammo a casa sua, mi disse di aspettarla in camera mentre andava in bagno a farsi una doccia e a disinfettarsi le ferita. Mi misi a curiosare di nuovo, cercando qualcosa da leggere che non fosse un romanzo d’amore. Il titolo a la copertina di un libro attirarono la mia attenzione: “ Sweeney Todd “ di un autore anonimo, con copertina nera e il ritratto di un uomo sporco di sangue con una lama in mano, perfetto. Quando lo tirai fuori dalla libreria stracolma, uscì una foto dalle prime pagine e mi cadde sui piedi. La raccolsi, notando che si trattava di un ragazzo dagli occhi chiari e i capelli castani, che sorrideva. Mi misi seduto sul letto, chiedendomi chi fosse e cosa ci facesse dentro quel libro, mentre cominciavo a leggere di cosa trattasse la storia a grandi linee. Sentii Hope uscire dal bagno, e poco dopo fu in camera. Si sedette accanto a me, sospirando alla vista della foto.
<< Scommetto che il libro è Sweeney Todd >>
<< Chi è? >> chiesi, indicando il ragazzo in foto.
<< Il mio ex ragazzo >> mi confessò. In effetti, potevo arrivarci da solo.
La guardai confuso. << Perché hai messo la foto qui dentro? >>
<< Perché volevo sgozzarlo >> era imbarazzata nel dirlo, ma potevo comprenderla benissimo. << Conosci più o meno la storia? >> mi chiese, probabilmente cercando di cambiare argomento.
<< Stavo leggendo .. Insomma questo barbiere sgozzava i suoi clienti per poi farne dei pasticci >>
<< Già, più o meno. Perché hai preso quel libro? >>
<< Perché è uno dei pochi libri che non parla d’amore >>
Non mi rispose, continuando a sospirare guardando la foto di quel ragazzo. Il suo cuore cominciò ad accelerare, e la cosa non mi piaceva.
<< Il tuo cuore accelera. Perché la tieni ancora? >> le chiesi, curioso.
<< Per ricordarmi di quanto i ragazzi possano farti male senza neanche sfiorarti >>  abbassò lo sguardo, ricordando chissà cosa.
<< Raccontami che ti ha fatto >> le chiesi, con voce calma. Volevo sapere il motivo per il quale il suo cuore continuava a battere in modo irregolare.
<< L’ho conosciuto a New York, frequentava il mio stesso corso. A me piacque subito e dovetti pazientare un po’ prima di farmi notare … comunque, sai come succede … Mi innamorai, credendo che lui fosse il ragazzo perfetto e tutto il resto. Siamo stati insieme per qualche mese, ci avvicinammo anche dal punto di vista fisico e lui mi aveva anche convinto che era l’ora di fare l’amore, perché lui mi amava >> rise, quasi in modo isterico << ma poi scoprii che lui nel frattempo si era fatto quasi tutte le ragazze del corso, compresa una con cui dividevo la stanza >> sentii il cuore sussultare. Immaginai il suo dolore, immaginai come fosse stato scoprire tutto. Eppure sentivo una leggera rabbia scorrermi in corpo, immaginando quel ragazzo sul corpo di Hope. Rimisi la foto nel libro, poggiandolo sul letto e prendendo le mani di Hope.
<< Mi spiace >> le dissi.
<< Sto bene >> era vero, non mentiva.
<< Mi spiace di non conoscerlo altrimenti gli avrei fracassato il cranio >> finii di dire.
La feci sorridere. << Perché? >>
<< Primo, perché ti ha fatto stare male e lo sento dal tuo cuore. E poi perché ha osato toccarti dove solo a me è concesso >> le spiegai, serio ma cercando di sorriderle.
<< I ragazzi sono così >> alzò le spalle.
Io no. << Io non voglio farti stare male >>
<< Lo so. Neanche io. Che vuoi fare? >> chiese, accarezzandomi i capelli e guardandomi con quegli occhi verde smeraldo che mi facevano sentire come libero da ogni altro pensiero.
<< Pensavo di andare dal Dottor Deaton per chiedere alcune cose, ma prima mi piacerebbe vedere quel loft >>
<< Hai davvero intenzione di trasferirti? >> mi chiese, alzando le sopracciglia, sorpresa.
<< Per ora lo vediamo >> dissi, alzandomi in piedi e facendo alzare anche lei.
<< Facciamo venire anche Stiles? >> mi chiese.
Alzai gli occhi al cielo, sperando che il ragazzino non mi facesse innervosire ancora. << Va bene. Ma non risponderò delle mie azioni >> le dissi, facendola sorridere ancora. 
Hope chiamò il numero che si trovava nell’annuncio sul giornale e il proprietario, che poi mi disse fosse donna, disse che sarebbe stata al loft in venti minuti, così io, Hope e Stiles ci dirigemmo all’indirizzo indicato. Il posto era buono, si trovava ai confini, molto vicino alla radura e anche la casa affianco era in vendita e ciò mi avrebbe evitato vicini curiosi. Da fuori, non era male. Erano due piani però, non uno. Un piccolo giardinetto di fronte, con un garage dove avrei potuto mettere la macchina. La ex proprietaria era una donna sui cinquant’anni, coi capelli biondi e gli occhi castani, vestita di tutto punto e sorridente. Le dissi che ero io l’interessato all’acquisto, e ci fece strada dentro. Era un vero e proprio loft, poiché ci trovammo davanti ad una stanza senza alcuna parete e solo con due porte, che la donna ci disse erano il bagno e il ripostiglio. Le pareti erano da pitturare, i cavi e i tubi per la cucina e il bagno da rivedere, ma per il resto, a me andava benissimo. Vicino alla porta d’ingresso, sulla destra, si trovava una piccola scala a chiocciola che portava al piano di sopra, dove si trovava un’altra stanza più piccola di quella del piano inferiore, con un altro bagno. La donna ci fece vedere anche il giardino sul retro, più grande di quello di fronte al loft. Quando finimmo di vederla, ci lasciò soli, dandomi tempo per pensare, così aveva detto.
<< E’ adatta a te. Sporca, quasi distrutta .. Assomiglia molto alla tua >> disse Stiles.
<< Si ristruttura, non è vero? >> mi chiese Hope, sorridendomi.
Annuii. << Non è male >>
<< Potresti farla scendere di prezzo >>
<< E come? Sentiamo >> dissi rivolto al ragazzino.
<< Sfoderando il tuo sorrisone e la tua faccia da bronzo che usasti quella volta per ammaliare la poliziotta per farmi passare in centrale, ricordi? >>
Hope corrugò le sopracciglia e incrociò le braccia al petto << Ammaliare chi? >> mi chiese.
<< Storia vecchia. Lascia stare >>
<< Però funzionò >>
<< Chiede già poco, il prezzo è giusto >> dissi, mentre il ragazzino alzava le braccia in aria come per arrendersi.
<< Vuoi prenderla, allora? >> mi chiese Hope.
Mi guardai intorno, mentre chiedevo a me stesso se ero davvero pronto a fare un passo del genere. Ma dovevo farlo, per il mio bene e anche per quello di chi mi stava vicino, anche per Hope. Magari avremmo potuto avere un luogo per noi, senza quel rompiscatole del fratello. O magari avremmo potuto riunirci lì, io e il mio branco. Mi sembrava un loft perfetto alle mie esigenze, e comunque non avrei mai venduto la mia vecchia casa.
<< Sì. La prendo >> dissi, facendo sorridere Hope e anche suo fratello.
Raggiunsi la proprietaria e mi misi d’accordo con lei per quanto riguardava il pagamento e tutto il resto. L’indomani, la casa sarebbe stata mia. Fu come togliersi un gran peso da sopra le spalle.
<< Non sei contento? >> mi chiese Hope, una volta nella jeep.
Prima di entrare, decisi che dovevo andare da mio zio e dirgli tutto. << Sì >> le sorrisi << Ma ora devo andare da mio zio. Voi tornate a casa, appena torno andiamo dal Dottor Deaton >>
<< Vuoi che avvisi Scott? >> chiese Stiles.
<< Sì. Ci vediamo dopo >> dissi, rivolto ad entrambi.
<< Potete baciarvi, io non guardo, giuro! >> disse il ragazzino logorroico, coprendosi gli occhi e girandosi dall’altra parte.
Alzai gli occhi al cielo, mentre Hope sorrideva divertita e si spostava verso di me. << Sono contenta anche io >> mi confessò.
La baciai << Ci vediamo fra un po’ >>
 
Arrivato a casa, perché per me quella sarebbe sempre e comunque stata casa mia, raggiunsi mio zio Peter che ovviamente era sul divano col suo portatile.
<< Ciao, nipote. Ormai hai deciso di abbandonarmi, eh? >>
<< Devo dirti una cosa >>
Mi guardò confuso << Come mai così preoccupato? >>
<< Non sono convinto che tu sarai d’accordo con quello che ho appena fatto >>
<< Ma in realtà non t’importa molto perché l’hai fatto comunque, no? >>
Annuii, mentre lui chiudeva il portatile e lo poggiava di fianco a lui. << Bene, sentiamo >>
<< Ho comprato un loft, ai confini della radura. E’ un bel posto, potremo riavere l’elettricità e stare più comodi >>
Lui spalancò gli occhi << Aspetta, aspetta. Cosa? >>
<< Hai sentito >>
<< Ma perché? Ti sei rimbambito? Prima ti rifugiavi nei vecchi autobus e ora questo? Vuoi lasciare casa nostra? >>
<< Non la venderò mai. Sarà sempre nostra, sarà sempre mia. Ma non possiamo continuare a vivere così, almeno non io. Se vorrai, potrai seguirmi >>
<< E’ anche per lei, non è vero? >>
Abbassai lo sguardo. << Anche, ma non solo >>
<< Ti ha cambiato, lo sai questo? Sembri essere tornato adolescente >>
<< E’ così male? >> chiesi, tornando a guardarlo e stringendo i pugni.
<< No, non ho detto questo. E’ solo che non capisco … cioè, in parte sì >>
<< Cosa non capisci? >> chiesi, mentre cominciavo a perdere la pazienza.
<< Il legame che c’è tra voi. Credevo che ormai tu non fossi più in grado di amare o di farti amare, e invece eccoti qui. I tuoi occhi hanno una luce nuova, sembra come se ogni volta che la si nomini tu sia felice >>
<< Non riesco a descriverti a parole il nostro legame >> confessai. Perché il nostro legame, quello fra me e Hope, non era nelle parole. Era nel corpo, nel contatto, nelle sensazioni sottopelle, nelle emozioni, negli sguardi.
<< Il tuo cuore parla per te, fidati >>
<< Verrai con me? >> chiesi, non volendo continuare a parlare di Hope davanti a lui.
<< Non ancora, io non sono pronto come lo sei tu. Devo trovare anche io la mia ancora di salvezza >> disse, tornando a riprendere il pc. La mia ancora di salvezza … Era questo per me Hope. << Ma tu vai pure, sei libero. Non dimenticarti solo che abbiamo degli Alpha da affrontare >>
<< Stavo giusto per andare dal Dottor Deaton. Vieni con me? >> gli chiesi, mentre i suoi occhi chiari tornavano su di me.
<< E andiamo >> disse, alzandosi e seguendomi verso la mia auto. 








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Ciao a tutti! **
Continuo a ringraziarvi per le vostre bellissime recensioni, non smetterò mai di farlo! G R A Z I E *____*
Spero che questo capitolo " di transizione " vi piaccia e scusate per il ritardo :)
A presto! <3

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Capitolo 23
*** Preparation ***


 

Preparation

 

POV Hope

Quando sentimmo il clacson della camaro di Derek, io e mio fratello, impegnati a guardare su MTV la serie tv “Buffy” ( giusto perché non ne avevamo abbastanza di sovrannaturale ), ci dirigemmo subito verso la porta. Misi il guinzaglio a Kopa che non appena uscì cominciò a ringhiare. Voltai lo sguardo verso l’auto, e ovviamente capii il mio motivo: c’era anche Peter, lo zio strambo di Derek. Anche Stiles sembrava sorpreso di vederlo, mentre Derek era girato verso suo zio per dirgli chissà cosa. Andammo verso l’auto, con Kopa ancora agitato, e quando Derek rivolse il viso verso il mio, ebbi uno sbalzo al cuore. Come faceva ad essere ogni volta dannatamente bello? Aveva anche indossato degli occhiali da sole e una giacca di pelle nera, mentre mi rivolgeva uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
<< Vieni anche Kopa? >> mi chiese.
<< Sì, lo metto nel portabagagli >> dissi, ricordandomi dell’ultima volta che io e il mio dalmata eravamo stati in macchina con lui.
<< Può stare dietro con voi >> sorrisi a quelle parole, felice di non dover rinchiudere il mio Kopa. Derek uscì dall’auto per farci salire e quando fui accanto a lui con un rapido ma dolcissimo gesto mi accarezzò la mano, senza fare altro, probabilmente perché in soggezione a causa dello zio. Quanto mi sedetti, Peter mi rivolse un sorriso che sembrava sincero. << Ciao, Hope >>
<< Salve >> salutai, non guardandolo se non per pochi secondi mentre Kopa entrava in macchina e si metteva in braccio a me, ancora agitato a causa di Peter.
<< Viene anche lo zio psicopatico? >> chiese Stiles, entrando in auto.
Vidi Peter alzare gli occhi al cielo << Non sono psicopatico >>
<< Hai solo tentato di ucciderci tutti >> disse Stiles, sistemandosi.
<< Anche Derek minaccia di ucciderti, spesso >> affermò Peter.
<< Derek è meno psicopatico di te >>
<< Oh, grazie Stiles >> disse Derek rientrando in auto.
<< Perché il tuo cane ce l’ha con me? >> mi chiese lo zio.
Alzai le spalle << Lo faceva anche con Derek. Si chiama Kopa, comunque >>
<< Ciao Kopa >> tentò di sorridere al mio cane, ma non cambiò molto.
Derek mise in moto l’auto, dirigendosi verso l’ambulatorio veterinario.
<< Hai avvisato Scott? >> chiese a Stiles.
<< E’ già lì >>
<< Posso provare ad accarezzarlo? >> mi chiese ancora Peter, tornando a guardarmi.
<< Potrebbe morderti >> dissi io.
<< Oh, magari! >> disse mio fratello, mentre Peter lo guardava male.
L’ex Alpha allungò una mano verso il mio cane, che ovviamente ringhiò mostrando i denti. << Oh, avanti, non sono cattivo >>
Stiles cominciò a ridere, mentre Peter riprovava ad avvicinare la mano a Kopa, ma anche questa volta ricevette un ringhio come risposta.
<< Mi sa che non vuole >> dissi io, sperando la smettesse.
<< Va bene, un’altra volta >>
<< Siamo arrivati >> disse Derek, parcheggiando l’auto.
Peter fece scendere me e Kopa, mentre Stiles uscì dalla parte di Derek. Tutti e quattro ci dirigemmo verso la porta, che fu aperta prima ancora che bussassimo.
<< Ciao >> disse Scott, sorridendo verso me e Stiles. << Entrate >>
Ci condusse verso la stanza dove qualche tempo prima avevo visto Derek insanguinato e con le vene nere a causa del proiettile, rivedendo quella scena nella mia testa non potei fare a meno che tremare. << Che c’è? >> mi chiese Derek, sentendo il mio cuore.
Lo guardai, mentre i suoi occhi preoccupati erano puntati nei miei. << Nulla, ricordavo di quando sei stato male qui >>
Lui sembrò sollevato nel sentire quella risposta, mentre il Dottor Deaton entrò nella stanza. << Buonasera a tutti >> ci salutò, fermandosi davanti a me e Kopa << E questo bellissimo cane chi è? >> chiese, inginocchiandosi per accarezzarlo.
<< Kopa, è il mio dalmata >> dissi, sorridendo alla vista del mio cane che leccava la mano del dottore.
<< Perché con me non fa così? >> chiese Peter a Derek.
<< Perché i cani sono molto più intelligenti di voi lupi, senza offesa Scott >> rispose il veterinario, mentre sia Derek che suo zio alzavano gli occhi al cielo. << Quindi, di cosa volete parlarmi? >> chiese, tornando in piedi.
<< Ho incontrato Deucalion >> esordì Derek.
<< Lo so, Scott mi ha detto tutto. Questo Deucalion non sembra un tipo socievole >>
<< Vogliamo combattere >> continuò Derek.
<< Immaginavo, vi aiuterò come meglio posso >>
<< Cioè? >> chiese Peter.
<< Ancora non lo so. Non so neanche quanto preparato sia il tuo branco di ragazzini, Derek >>
Lo vidi innervosirsi, mentre stringeva i pugni. << Posso allenarli >>
<< Devi. Altrimenti non avrete molte possibilità con un branco del genere >>
<< Quindi io starò a guardare mentre Derek e Scott allenano gli altri e non potrò fare quasi nulla come al solito? >> chiese mio fratello, gesticolando.
<< No, Stiles. Loro saranno la forza, voi sarete il cervello >>
<< Voi? >> chiesi io, mentre il veterinario voltò lo sguardo verso il mio, sorridendomi.
<< Anche tu, Hope. Appena scopriremo altro, appena capirò cosa si può fare, sarete tu e tuo fratello ad aiutarmi. Se ci saranno possibilità di raggirarli, confonderli … >> in realtà, ero entusiasta all’idea! Sapevo benissimo di non poter competere con dei lupi mannari, ma anche io volevo fare la mia parte per aiutare Derek e i miei amici e mentre il dottore parlava io mi esaltavo sempre di più, se non fosse che il burbero Alpha lo interruppe subito. << Lei non combatterà >> disse, ancora coi pugni stretti e lo sguardo duro.
<< Non ho detto che combatterà >>
<< Comunque non ci sarà. Sarà al sicuro lontano dal luogo in cui combatteremo >>
<< Assolutamente no! >> dissi io, facendolo voltare verso di me.
Lui alzò gli occhi al cielo, girandosi in modo tale da essere di fronte a me. << Hope, ascolta … >> cominciò a parlare, ma non volevo ascoltarlo.
<< No! Ascolta tu! Non voglio restare a casa mentre so che voi state combattendo e state rischiando la vita! Voglio aiutare anche io >>
<< Non puoi affrontare un branco di Alpha! >> mi disse, quasi sorridendo come se la cosa fosse più che ovvia.
<< Vuoi vedere come ti stendo con un solo colpo? >> chiesi, incrociando le braccia e avvicinandomi ancora a lui, che continuava a sorridere divertito mentre alzava le sopracciglia.
<< Mi piace la tua ragazza >> sentii Peter dire dietro di me.
<< Non voglio farti male >> disse Derek, ancora divertito.
<< Vuoi vedere? >> chiesi ancora.
<< Vediamo >>
Non aspettavo altro. Alza un ginocchio, in modo tale da colpirlo proprio . Vidi i suoi occhi e il suo viso passare da un’espressione divertita ad una prima sorpresa e poi dolorante, mentre si sdraiava a terra e si massaggiava dove l’avevo colpito. << Oh, Dio! >> disse, ancora con un’espressione di dolore in viso. Sentii le risate di tutti, compreso Peter. Tutti ridevano o cercavano di trattenere una risata mentre vedevano Derek a terra. Mi inginocchiai, in modo da essere alla sua altezza.
<< Posso partecipare alla battaglia? >>
Lui sbuffò. << Facciamo che ne riparliamo, anche perché non è corretto >>
<< Non capisco perché voi uomini non vi colpiate mai lì >> dissi, alzandomi.
<< Perché sappiamo quanto fa male >> mi disse Stiles, ridendo ancora.
Derek si alzò, con la sua solita espressione severa in viso.
<< Devi ammettere che è brava >> gli disse il veterinario.
Lui alzò gli occhi al cielo. << Lo so, non è questo il punto. Comunque, quanto tempo pensi mi occorra per allenarli? >>
<< Due, tre mesi per essere quasi sicuri di riuscire ad essere loro pari >>
<< Oh, bene. Siamo nella cacca, insomma >> disse mio fratello.
<< Lei non ha niente da darci per combatterli? >> chiese Scott.
<< Posso organizzarmi. Vi farò sapere appena avrò tutto >>
Derek annuì, così come Scott.
<< Nient’altro? >> chiese Peter.
<< No. Solo allenatevi e non sottovalutateli >> disse il dottore, unendo le mani quasi come per pregarci di ascoltarlo.
<< Lo faremo. Ci vediamo >> disse Derek, andando verso la porta seguito da Peter.
<< Io resto qui, devo finire di lavorare >> disse Scott << Voi andate con loro? >>
Annuii << Ci vediamo a scuola >> dissi, sorridendogli.
<< Ciao ragazzi >> ci salutò il dottore << Ciao Kopa >>
Sorrisi, mentre seguivo Stiles verso l’auto di Derek.
Durante il tragitto di ritorno, Derek non disse una parola, almeno fino a quando non arrivammo davanti al loft e fermò l’auto. << E’ questo qui >> disse.
Peter aprì lo sportello e scese dall’auto per guardare meglio << Oh >>
<< Non ti piace >> disse Derek, mettendosi una mano sulla testa.
<< No, no. E’ .. carino >>
<< Devo ristrutturarlo >>
<< Ovviamente. Comunque, va bene >> disse, ritornando a sedersi. << Come ti ho già detto, per me non è ancora momento >>
Io e Stiles ci guardammo, confusi. Chissà cosa intendeva.
Derek riaccese l’auto, andando verso casa sua, o meglio la sua ex casa.
<< Quando torni? >> chiese Peter, iniziando a scendere una volta arrivati.
<< Non lo so >>
<< Va bene. Ci vediamo, ragazzi >> ci salutò lo zio, sorridendoci e andando verso casa sua. Un po’ provavo tristezza per lui. Sapevo che era un po’ impazzito, che era risorto dalla morte e tutto il resto, ma ora vederlo rientrare da solo in quella casa abbandonata mi fece pensare a come poteva sentirsi solo, a come poteva sentirsi triste. Mi venne anche l’idea di invitarlo a cena, ma era già abbastanza nascondere Derek e non credo sarei riuscita a nascondere anche suo zio.
<< Hope, vieni avanti >> mi disse Derek, quasi come se fosse un ordine. Io obbedii, lasciando Kopa a mio fratello.
Restammo in silenzio fino a quando non arrivammo a casa mia. Scesi dall’auto, facendo scendere anche Stiles e il mio cane. << Tu non vieni? >> chiesi a Derek che non si era mosso dalla posizione di guida né aveva spento l’auto.
<< Parcheggio più in fondo, tuo padre potrebbe vedere l’auto. Andate dentro >> ordinò di nuovo, partendo.
Una volta dentro, liberai Kopa e mentre mio fratello si mise subito davanti alla tv in salotto per giocare a chissà quale videogame, andai in camera mia. Quando aprii la porta, Derek era già dentro.
<< Come hai fatto? >>
Non mi rispose, indicandomi con un piccolo movimento della testa la finestra aperta. << Oh >> dissi, andando verso di lui che continuava a guardarmi serio. << Che c’è? >>
<< Lo sai che c’è >>
<< Derek, non m’importa >>
<< A me importa di te >>
<< E a me di te! E di mio fratello, e del mio migliore amico! >>
Alzò gli occhi al cielo << Mi farai stare male >> confessò, mentre i suoi occhi cominciavano ad addolcirsi.
<< E tu farai stare male me se non mi permetterai di aiutare >>
<< Ma non capisci con chi abbiamo a che fare? Non hai neanche mai visto un Alpha completamento trasformato! >>
<< Comunque non cambierei idea >>
<< Tu sei debole, lo capisci? >>
<< Ti ho steso a terra prima, o sbaglio? >> chiesi, sorridendo.
<< Sai che intendo. Se io dovessi essere ferito, se nessuno potesse aiutarti e uno di quegli Alpha ti attaccasse, non avresti scampo >> mi spiegò, come se le parole facessero male anche a lui.
<< Non è detto >> presi la sua mano, stringendola. << Non ce la faccio. So già che se non mi darai la possibilità di venire, io lo farei lo stesso >>
<< Non voglio che ti faccia male. Non lo sopporterei >>
Ricordai la sua faccia quando scoprì le mie ferite sul collo e sulla spalla, e sapevo che stava dicendo il vero.
<< Non mi farò male. Neanche tu. Vinceremo >> dissi, sorridendo e sperando di avere ragione. Neanche io avrei sopportato di vedere Derek ferito, una volta mi era bastata.
Lui alzò un sopracciglio, ricambiando il sorriso << Ah, sì? >>
<< Sì! Posso stenderli tutti, come hai visto! >>
<< Quella ginocchiata non ti basterà, non avevo neanche i riflessi pronti >>
<< Però ti ho fatto male >>
<< Già. E a proposito di questo .. >> mi lasciò la mano, andando verso la porta e chiudendola, per poi girarsi di nuovo verso di me, sfoderando un sorriso quasi maligno seppure divertito. << .. di solito la faccio pagare a chi mi fa del male >>
<< Vuoi farmela pagare? >>
Lui annuì, prendendomi di nuovo la mano e sedendosi sul letto, per poi tirarmi verso di lui. Ci ritrovammo sdraiati una sopra l’altro, di nuovo, ma questo volta ero io sopra di lui. << Questa sarebbe la mia punizione? Devo farti male più spesso >>
<< Ssssh >>
Cominciò a baciarmi, e solo io sapevo quanto avevo desiderato che le sue labbra tornassero sulle mie. Come al solito, all’inizio sembrava uno di quei baci da film, dolce, lento, romantico, per poi trasformarsi un bacio passionale e pieno di desiderio. Sentii di nuovo  le sue carezze sul mio corpo, le sue mani curiose e calde su di me. Anche io potei tornare ad accarezzare il suo corpo da scultura, ma non mi bastava. Gli misi le mani sotto la maglietta, sperando che capisse, e infatti alzò le braccia in modo tale che io gliela sfilassi e ammirassi di nuovo il suo petto nudo e perfetto. Sembrava che avessi appena scartato il più bel regalo mai ricevuto. Dopo poco, anche io mi ritrovai senza maglietta. Non so per quanto tempo continuammo, ma nessuno dei due aveva intenzione di smettere. Sentivo e sapevo benissimo che aveva voglia di me, così come io avevo voglia di lui, del suo corpo, dei suoi baci, di essere sua e soltanto sua, ma non poteva ancora accadere.
<< Derek .. >> dissi, mentre lui mi baciava il collo. << Devo studiare >> dissi.
Lui si fermò, voltando lo sguardo verso di me. << Non è vero >>
Sospirai << Lo so. Ma so anche che non possiamo continuare >>
<< Perché? >>
<< Non siamo soli. E’ già una fortuna che mio fratello non sia entrato fino ad ora >>
Sbuffò << Va bene >> disse, allungando una mano verso il pavimento per prendere la mia maglietta.
<< Grazie >> dissi, rivestendomi. << Ti va un film? >>

Il resto della giornata passò come sempre. Dopo il film che vedemmo insieme a Stiles, Derek sentì mio padre tornare e così dopo cena portai la carne che avevo appositamente cucinato per lui, fingendo di averne fatta troppa. Dopo averlo visto mangiare, ci accoccolammo di nuovo sotto le coperte fino a quando non ci addormentammo l’uno nelle braccia dell’altra.
Il giorno dopo, il loft divenne effettivamente di Derek e la sera stessa convocò tutto il branco per il primo allenamento. Il loft era ancora mezzo distrutto e vuoto, così poterono darsi alla pazza gioia … più o meno. Non avevo mai assistito a niente del genere. Erano velocissimi, fortissimi, pieni di zanne e artigli e occhi che cambiavano colore e io e Stiles guardavamo tutto come ipnotizzati. Derek poteva diventare davvero cattivo, a volte. La maggior parte delle ossa degli altri furono spezzate da lui, che continuava a volervi vedere rialzarsi. Scott era più buono, sebbene comunque aiutò Derek ad allenare gli altri. Peter non si allenò molto, Stiles mi spiegò che era ancora troppo debole. Comunque, dopo tre ore erano tutti distrutti, persino Derek. Quando tornammo a casa, mio padre dormiva già. Stiles andò subito a dormire mentre Derek divorò prima un piattone di pasta che gli feci al momento e poi lo feci andare in bagno, controllando che mio padre non si svegliasse mentre l’Alpha si faceva una doccia. Quella notte non riuscì neanche ad accarezzarmi un po’, cadde addormentato poco dopo essersi sdraiato sul letto. Era bellissimo anche quando dormiva. Quando si risvegliò era ormai mattina, sebbene fosse ancora presto, e sentii le sue braccia stringersi a me. << Sei sveglia? >> sussurrò.
<< Sì >>
<< Scusami. Non volevo addormentarmi subito >>
<< Eri stanco >> dissi, mentre mi giravo verso di lui per guardare i suoi bellissimi occhi verdi. << Vi allenerete anche oggi? >>
<< Parlerò con gli altri >> disse, sbadigliando.
<< Dormi >>
<< E’ mattina >>
<< Mio padre è già andato via, puoi dormire quanto vuoi e venire a scuola quando ti riprendi >> dissi, mentre i suoi occhi mi guardavano ancora assonnati.
<< Sei sicura? >>
<< Sopravvivrò >>
<< Grazie >> disse, prima di addormentarsi di nuovo, sereno e sorridente.
Le nostre giornate passavano così. La mattina eravamo a scuola mentre Derek o ristrutturava il suo loft o era nella jeep di Stiles ad aspettarmi. Una domenica mi capitò di andare con Stiles a casa sua per portargli il pranzo e lo ritrovammo in canottiera bianca e jeans stretti, sporco di pittura mentre cercava di sistemare, sudato e stanco. La mia reazione fu incredibile, non lo avevo mai visto in modo così sexy. Se non ci fosse stato mio fratello, non so se sarei riuscita a trattenermi. A scuola andò tutto bene, sebbene Ethan continuasse a farmi complimenti ogni qual volta che mi rivolgeva la parola, facendo innervosire Derek che ogni volta minacciava di fargli di tutto.
Comunque, i pomeriggi studiavo o aiutavo Derek con il loft, mentre quasi ogni sera seguivo gli allenamenti del branco, che migliorava a vista d’occhio. La notte era per me e Derek, e continuavamo a farci coccole e carezze fino a quando lui non si addormentava, stanco di tutte le fatiche che stava facendo in quei giorni. Erano delle belle giornate, dopotutto. Tranquille, serene e bellissime grazie a Derek. Tutto stava andando bene, fino a che non arrivò Halloween …








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Ciao a tutti! :)
Vi chiedo scusa per il ritardo e per questo capitolo, è corto rispetto agli altri e probabilmente vi farà schifo >.< Fra una settimana circa ho uno dei due esami che devo dare, e sta iniziando il peridio di crisi/ansia quindi chiedo perdono :(
Vi ringrazio per le vostre recensioni, almeno voi mi fate felice dopo tante ore di studio matto e disperato xD Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, insultatemi pure! XD
A Presto <3

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Capitolo 24
*** Hi, Dad. ***


Hi, Dad.

 

POV Derek

Prima di arrivare da Hope dissi a mio zio di comportarsi bene, e quando vidi Kopa uscire dalla porta gli ordinai di non fargli niente, sapendo che ad Hope avrebbe dato fastidio.
La chiacchierata con Deaton non fu di aiuto come credevo, perché lui stesso non sapeva ancora come aiutarci ma almeno promise di farlo. La cosa che mi lasciò sorpreso e soprattutto dolorante fu la ginocchiata di Hope, quella ragazza era incredibile! Nessuna aveva mai osato fare una cosa del genere ed io ero talmente sicuro di me che non ero neanche riuscito ad usare i miei riflessi per schivare il colpo, sentendo un dolore che non sentivo da tempo, sebbene meno forte di altri dolori che avevo provato in vita mia. Se fosse stata un’altra persona, chiunque, si sarebbe ritrovata con qualche ferita e qualche ossa rotta, se non peggio. Ma era Hope la persona che mi aveva colpito e non mi passò per la mente neanche per un secondo di farle del male o di rispondere a quel gesto, che aveva fatto per dimostrarmi quanto poteva essere forte. Avevo scoperto un altro lato del suo carattere: era combattiva. E voleva combattere per me e per suo fratello, per i suoi amici. Il Dottor Deaton aveva detto che lei e Stiles sarebbero stati il cervello del combattimento contro il branco di Deucalion, ma a me questa cosa non andava per niente bene.
Comunque, dovetti cedere ad Hope che mi dimostrò quanto tenesse ad aiutare e a far parte di noi anche quando ne parlammo a casa sua, nella sua stanza. Odiavo ammetterlo, anche a me stesso, ma sapevo benissimo che in quel momento il branco di Alpha era più forte e astuto del  mio, e il pensiero di Hope ferita da uno di quei dannati lupi mi mandava in bestia. Non l’avrei sopportato, non avrei sopportato neanche vedere un graffio sulla sua pelle perfetta, figuriamoci delle vere e proprie ferite. Decisi comunque di lasciar perdere il discorso, sapendo che sarebbe stato inutile continuare ad obiettare vista la testardaggine di quella ragazza. Decisi anche di fargliela pagare per la ginocchiata gratuita ricevuta poco prima, sebbene a modo mio. Finalmente, ci ritrovammo di nuovo una sopra l’altro, mentre cominciavamo ad accarezzarci e baciarci, sempre più desiderosi e vogliosi di essere una cosa sola. Eppure, anche quella volta fui interrotto. Hope mi fece notare che non eravamo soli, che Stiles sarebbe potuto entrata da un momento all’altro e io pensai che in quel caso avrei potuto dargli un cazzotto e farlo volare fino in salotto ma sapevo benissimo che Hope aveva ragione. Non potevamo continuare in quel modo, e io dovevo farmi bastare le sue carezze e i suoi baci, almeno finchè il mio loft non sarebbe stato pronto. Nei giorni successivi cominciai ad allenarmi insieme al branco quasi ogni sera con Hope e suo fratello che ci guardavano e ogni sera tornavo a casa di Hope sempre più distrutto, addormentandomi sempre prima di lei mentre la avvolgevo con le mie braccia. Di giorno cercavo di ristrutturare il loft, pitturando le pareti e aggiustando tubi e cavi, e spesso venivo aiutato da Stiles, Scott ed Hope. Un pomeriggio il ragazzino logorroico cominciò a sporcare sua sorella di vernice e tutti e tre nel giro di pochi minuti finirono inzuppati di vernice, coinvolgendo poi anche me, facendomi perfino divertire. Mi era strano ammetterlo, ma quando ero con Hope mi sembrava normale fare tutte le cose normali che le normali persone, le normali coppie, fanno. Anche sporcarsi di vernice solo per ridere un po’. Nel giro di un mesetto, il loft era pronto, più o meno. Aveva un aspetto migliore, con le pareti e tutti i tubi e cavi apposto. Mancavano i mobili ed Hope volle subito andare in un negozio per aiutarmi a decidere quali comprare.
<< Se continuiamo ad allenarci lì dovrò prendere mobili resistenti >> dissi, mentre cercavamo dei divani in un negozio nella zona industriale della città.
<< Non potreste continuare nella tua vecchia casa? Non vorrei che distruggiate tutto >> disse lei, mentre si sedeva su uno dei divani in esposizione << Questo è comodo >>
<< Non è una brutta idea >> confessai. Anche io volevo una casa che non fosse distrutta da nessuno.
<< Il divano o l’allenarsi altrove? >> guardai il divano, sorridendole.
<< Entrambe >>
In un paio d’ore, avevamo scelto quasi tutti i mobili per l’ingresso/salone e la cucina. Quando arrivammo ai letti, mi diressi verso uno matrimoniale che attirò la mia attenzione.
<< Che dici? >> chiesi, mentre lei mi sorrideva alzando un sopraciglio.
<< Matrimoniale? >>
<< Non ti piace? >>
<< No, mi piace. Mi chiedevo perché matrimoniale >>
Alzai gli occhi al cielo << Mi piace stare comodo >>
<< Ceeerto >> si sedette sul letto, guardandosi intorno << Mi piace. Ci staremo comodi sopra >> aggiunse, continuando a sorridermi maliziosa.
<< Staremo? >> chiesi, ma sapevo benissimo cosa intendeva lei.
<< Con tutte le volte che hai dormito nel mio letto non vuoi farmi dormire nel tuo? >>
<< Hai ragione, potrai dormirci quanto vuoi sopra >>
<< Solo dormirci? >> chiese ancora, iniziando a farmi fantasticare.
<< Potrai farci tutto quello che vuoi >>
<< Anche con te? >>
Mi avvicinai a lei, accarezzandole la guancia << Solo con me >> le sussurrai, sentendo il suo cuore accelerare. Quando terminammo anche di vedere i mobili per la camera da letto e il bagno era ormai sera, così lei propose di andare a mangiare in un fast food vicino casa sua, ma forse avrei fatto meglio a non accettare. Quando ci sedemmo per cominciare a mangiare, vedemmo la macchina della polizia fermarsi proprio nel parcheggio del fast food e il padre di Hope si diresse verso l’entrata insieme ad un suo collega. Non potevamo far nulla.
<< Merda >> disse Hope, abbassandosi cercando di nascondersi in qualche modo. Ma era tutto inutile. Confesso che anche io cominciai ad agitarmi alla vista di suo padre, sperando che non ci vedesse. Ma subito dopo aver ordinato, si girò verso di noi e corrugò le sopracciglia. << Hope? >> lei si girò verso di lui, facendo un sorriso falso e agitato e lasciando il suo panino nel piatto, mentre suo padre era ormai accanto a noi.
<< Che ci fai qui? >> chiese, per poi voltarsi verso di me << Ciao, Derek >>
<< Salve >> dissi, mentre sentivo il cuore di Hope agitato più che mai.
<< Hope? >>
<< Avevo fame e sono venuta qui per prendere una cosa al volo e ho incontrato lui >> mentì, indicandomi.
<< Lo conosci? >> chiese lo sceriffo.
<< Sì. Ehm .. me l’ha presentato Stiles >>
<< Ah. Dove? >>
<< Ehm … >> mi guardò, probabilmente sperando che riuscissi ad inventarmi qualcosa io.
<< Al supermercato >> dissi io, guardando il supermercato che si trovava di fronte al fast food dove ci trovavamo.
<< Capisco >>
<< Tu che fai qui? >> chiese Hope, spostando l’attenzione su di lui.
<< Mangio anche io una cosa e torno a lavoro. La accompagni tu a casa? >> mi chiese, ed io annuii << Beh, buon proseguimento allora >> disse, tornando alla sua auto.
Le guance di Hope erano diventate rosse quasi quanto i suoi capelli e lo diventarono anche il giorno dopo quando per ironia della sorte, o semplice sfortuna, incontrammo di nuovo lo sceriffo Stilinski proprio al supermercato. Hope decise che era il momento anche per me di fare la spesa e comprare tutto il necessario per il loft, ma sono sicuro che se ne pentì quando vide suo padre di fronte a lei.
<< Papà >> disse, come per salutarlo mentre il suo cuore ebbe uno sbalzo improvviso, insieme al mio.
<< Hope? Derek? >>
<< Salve >> salutai, sperando che non iniziasse di nuovo con l’interrogatorio.
<< Che fate qui? >>
<< La spesa >> disse Hope, indicando il carrello mezzo pieno che tenevo io. << Stavo prendendo qualcosa per casa e ho incontrato Derek, così ho deciso di aiutarlo. Sembrava confuso >> disse, sorridendo verso di me.
<< Anche io compravo qualcosa per casa >> ammise il padre, alzando la busta che aveva in mano.
<< Che coincidenza >> disse Hope, continuando a sorridere.
<< Già … Ci vediamo a casa, allora >> disse lo sceriffo, lasciandoci di nuovo soli.
<< Credi ci stia spiando? >> chiese Hope.
<< No, penso sia davvero coincidenza >> ammisi. Se ci fosse stato troppo dietro, me ne sarei accorto.
<< Chiamala pure sfiga >>
Quando finimmo di prendere le cose che avrei potuto conservare al loft ancora sprovvisto di frigo, ce ne tornammo a casa di Hope e io speravo che sarei riuscito a stare da solo con lei, ma la cosa ovviamente fu impossibile. Il cellulare di Hope squillò non appena mettemmo piedi in casa sua, mentre Kopa correva a salutarci e Stiles era addormentato sul divano. << E’ mio padre … Pronto? >>
Utilizzai il mio udito da lupo per sentire la telefonata. << Hope, tutto bene? >>
<< Sì, perché? E’ successo qualcosa? >>
<< No, no. Stavo pensando ad una cosa … >>
<< Dimmi >> fece Hope, mentre andava a sedersi sul divano nel poco spazio che suo fratello aveva lasciato libero. Io mi misi di fronte a lei, per ascoltare meglio.
<< Quel ragazzo, quel Derek Hale … >> sentii il cuore di Hope sobbalzare, e anche il mio << Sta bene? Cioè, ha degli amici? >>
<< Ehm … Sì, credo. Conosce Scott, Stiles e me … >>
<< Mi domandavo se volessi invitarlo a cena >> gli occhi di Hope si spalancarono.
<< Ma … ma magari ha da fare >>
<< Hope, conosco la storia di quel ragazzo. Non ha famiglia e vive in una casa quasi distrutta, non credi che desidererebbe un po’ di compagnia? >>
Da quando allo sceriffo importava di me?! Forse da quando mi aveva visto per ben due volte in giro con sua figlia …
Hope deglutì prima di rispondere << Va bene, lo invito >>
<< Ci vediamo a cena >> disse lo sceriffo prima di chiudere la telefonata.
<< Hai sentito? >> mi chiese poi.
<< Già >>
Lei si girò verso suo fratello, cominciando a scuoterlo.  << Stiles, svegliati! >> ma niente da fare, come risposta ebbe un sottospecie di grugnito << Uffa! >>
<< Ci provo io >> dissi, inginocchiandomi di fronte al viso di Stiles.
<< Non fargli male >> disse Hope, mentre i miei occhi cambiavano colore.
<< Tranquilla >> i miei artigli cominciarono a sfiorare il collo di suo fratello e quando spinsi più forte gli occhi di Stiles si aprirono per poi spalancarsi alla vista dei miei occhi.
<< Aaaah! >> urlò, spostandosi e mettendosi in piedi sul divano << Che diavolo, Derek! >> mi fece sorridere la sua reazione << Cosa sorrisi, stupido lupo?! Mi hai fatto prendere un colpo! Hope, non gli dici niente? >> chiese, gesticolando verso la sorella ancora seduta.
<< Dormivi come un ghiro e abbiamo bisogno di te >>
<< Non sarei servito a molto visto che stavo per avere un infarto! >> si sedette anche lui, lanciandomi un’occhiataccia << Che c’è? >>
<< Tuo padre mi ha invitato a cena >>
<< Cosa? >>
<< Hai sentito >> dissi, mentre ritiravo gli artigli e sentivo i miei occhi che cambiavano colore.
<< No! Mi piacciono i tuoi occhi rossi! >>esclamò Hope, sorridendomi.
<< Davvero? >> chiesi io, non mi aveva mai detto una cosa del genere. Come poteva piacerle qualcosa che avrebbe dovuto spaventarla invece?
Lei annuì, rilassando anche il suo cuore.
<< Ok, quando finite di sorridervi e guardarvi come due baccalà, vi andrebbe di dirmi cosa succede? >> chiese il fratello rompiscatole.
<< Papà ha incontrato me e Derek ieri sera al fast food e prima al supermercato. Quando siamo tornati a casa mi ha chiamato e ha detto di invitare Derek a cena >>
<< Oh, bene. Beh, pensavo peggio >>
<< Scusami, hai sentito? Derek a cena con papà presente! >>
<< Di cosa hai paura? Che capisca qualcosa? >>
<< Precisamente! >>
<< Vi basterà non guardarvi troppo negli occhi >> disse Stiles, guardando me << Soprattutto tu, Derek >>
<< Come? Che c’entrano gli occhi? >> chiesi, confuso.
<< Si vede lontano un miglio cosa provate quando vi guardate. E poi le tue pupille si dilatano ogni volta che la vedi >> spiegò, indicando sua sorella.
<< E questo significherebbe qualcosa? >> chiese lei.
<< Oh, sì. Ma non voglio dirlo perché mi sentirei abbastanza strano >>
<< Stiles! Avanti >> lo incitò Hope.
Lui sbuffò << Quando le pupille di una persona si dilatano mentre guardano un’altra, significa che c’è desiderio sessuale. Contenta ora? >>
Il cuore di Hope sobbalzò ancora, e il mio non era nelle sue perfette condizioni. Sapevo benissimo che provavo desiderio sessuale nei confronti di Hope, ma sentirlo dire da suo fratello mi provocò una reazione strana.
<< Ah >> fu l’unica cosa che riuscì a dire Hope, mentre io rimasi zitto.
<< Quindi evitate di guardarvi troppo e tutto andrà bene >>
Sentivo il nervosismo e l’agitazione di Hope anche a distanza, perfino mentre cucinava e preparava tutto. Andai da lei in cucina, stanco di sentire il suo cuore in preda al panico, facendola fermare e prendendole le mani.
<< Andrà tutto bene >> le dissi.
<< Non sei agitato? >>
<< Un po’ >> confessai.
<< Mio padre mi fa più paura di Deucalion e il branco, credi sia normale? >>
Le sorrisi, baciandole la fronte << Può essere >>
Quando suo padre arrivò a casa, rimase sorpreso dal fatto che io mi trovavo già lì a guardare la tv con i suoi figli. << Derek, già qui? >>
<< Mi trovavo nei paraggi. Grazie dell’invito >> dissi, mentre sia io sia Hope cominciammo ad avere il respiro irregolare.
<< Ma figurati. Mangiamo? >>
Dopotutto, la cena non fu male. Io ero seduto al fianco di Stiles e lo sceriffo era di fronte a me, mentre Hope era di fronte a suo fratello. Cercai con tutte le mie forze di seguire il consiglio di Stiles e di non guardare troppo Hope, ma era terribilmente difficile. Sentivo i miei occhi come ipnotizzati, dovevo guardarla, dovevo seguirla con lo sguardo anche solo per essere sicuro che non si scottasse con le cose appena cucinate. Spesso ricevetti da Stiles dei calci sulla gamba, che mi facevano tornare a guardare altrove. Lo sceriffo non fece molte domande su di me, almeno non troppo personali. Mi chiese di come andava nella mia casa e io gli parlai del loft appena comprato, lui sembrava davvero contento di quella notizia. Era un uomo simpatico, dopotutto. Parlarono della scuola, del lacrosse, del football, del baseball e del giornalino della scuola, di cose normali insomma. Hope all’inizio era molto agitata, tant’è che stava quasi per rovesciare il mio piatto di pasta, ma lo presi in tempo. Con il passare del tempo anche lei si tranquillizzò, cominciando a sorridere come piaceva a me. Quando arrivammo al gelato, dissi che era ora di andare, ringraziando ancora per la cena e salutando tutti. Mi ero messo d’accordo con Hope che sarei entrato in camera sua dalla finestra, aspettandola, e mentre lo feci sentii le loro conversazioni. Stiles andò in camera sua e anche lo sceriffo andò prima in bagno, per poi tornare da Hope.
<< Vuoi una mano? >> le chiese, tornato in cucina.
<< Ho quasi finito >>
<< Allora .. è stata una buona cena? >>
<< Sì.. perché? >>
<< Sembravi agitata, all’inizio >>
Quella frase la fece agitare di nuovo. << No, sto bene >>
<< Hope, non mentire >>
<< Cosa? >>
<< Quel ragazzo ti piace >>
Oh. Dio. << Papà! >>
<< Che c’è? Non possiamo parlare di queste cose? >>
<< Certo che possiamo, ma non è vero quello che dici >> sentivo il cuore di Hope mentire e la sua voce tremare.
<< Puoi dirmelo >>
<< Papà, no >>
<< E’ solo che credo sia un po’ troppo grande per te … >>
<< Ha solo qualche anno più di me e.. ehi, no! Non è come dici >>
<< Hope … >>
<< Oh, e va bene! Mi piace, sì. Contento? >>
<< E …? >>
<< E niente. Non stiamo insieme >> la sua voce e il suo cuore tremarono ancora.
<< Capisco. Volevo solo sapere questo >>
<< Bene >>
<< Mi chiedevo se dovessi farti quel discorso, sai … >>
<< Oh Dio, papà! No! Assolutamente no! >>
<< D’accordo, d’accordo! Chiedevo >>
<< Stai tranquillo. Ti ho detto che non stiamo insieme >>
<< E a lui piaci tu? >>
<< Cosa ne posso sapere io? Possiamo smetterla di parlarne? >>
<< Secondo me gli piaci >>
<< Va bene, basta. Io ho finito con i piatti e ora vado a dormire, buonanotte papà che non mi chiederà mai più niente a riguardo! >>
Sentii la risata del padre e il rumore di un bacio << Buonanotte Hope >>
Lei salì le scale per andare in bagno e poi venne in camera sua.
<< Hai sentito? >>
Annuì, mentre lei mi raggiungeva sul letto. << Che vergogna >>
<< E’ andata bene, dopotutto >> dissi io, mentre la tiravo verso di me per farla sdraiare.
<< Sì, poteva andare peggio >> mi disse, scrutando i miei occhi fissi nei suoi.
<< Che c’è? >> chiesi io.
<< Sto vedendo se le tue pupille si dilatano o meno >>
Risi, dandole un bacio << Dormi, prima che tuo padre mi senta dar sfogo al mio desiderio sessuale >>
 
Non incontrammo più il padre di Hope in giro, neanche a casa sua, né lui chiese più niente a riguardo. Un’altra novità però stava per arrivare, almeno per me.
<< Cosa sono? >> chiesi ad Hope quando uscì da scuola e venne verso di me sventolando due biglietti di fronte alla mia faccia.
<< Biglietti per la festa di Halloween della scuola! >> mi spiegò, sorridendo e saltellando.
<< Beh? >> non capivo la sua felicità, onestamente.
<< E’ fra due settimane, ho preso i biglietti >> disse, smettendo di saltellare.
<< Lo vedo >>
<< Fammi indovinare, non vuoi venire >>
<< Ad un ballo della scuola in maschera? No che non mi va di venire >>
Lei sbuffò, mettendo i biglietti in borsa e non dicendo altro, entrando nella jeep di Stiles che ormai ci stava raggiungendo. Non disse niente fino a quando non arrivammo a casa sua.
<< So che molto probabilmente dovrò farmi i fatti miei, ma si può sapere che avete voi due? >> chiese suo fratello, chiudendo la porta di casa.
<< Io non ho niente >> dissi, mentre Hope sbuffava.
<< Non vuole venire al ballo di Halloween >> spiegò lei al fratello.
<< Aaaah. Beh, io ti consiglierei di andare con lei >>
<< Perché? >> chiesi.
<< Perché ho visto il vestito che si è comprata per il ballo e fidati ogni ragazzo vorrà ballare anche con lei, o solo avvicinarsi a lei con intenzioni non del tutto pure >>
Ero ancora più confuso << Che vestito? >> chiesi ad Hope, che aveva incrociato le braccia.
<< Non lo saprai fino al ballo. E comunque non è questo il punto. Non voglio andarci da sola e visto che il mio ragazzo non vuole venire, troverò qualcun altro >>
<< Non puoi andarci con Scott? >> le chiesi.
<< Scott va con Allison >>
<< Con lui? >> chiesi indicando Stiles.
<< Io non ci vado con mio fratello! >> stava quasi urlando.
<< E io potrei avere degli impegni, sai >> s’intromise suo fratello.
<< Io volevo andarci con te! Ma di certo non posso costringerti quindi va bene, ma non ti aspettare che ci vada da sola. Vado a studiare e ti pregherei di non seguirmi! >> disse, cominciando a salire le scale seguita dal suo fedele dalmata.
La sua reazione non mi era piaciuta, era solo una stupida festa! Non volli darle corda, così decisi di andare al loft, sbattendo la porta di casa sua e sentendo il << Perfetto >> sarcastico di Stiles non appena uscii.
Quella sera, Hope non venne neanche agli allenamenti con il resto del branco. Tutti mi chiesero il perché lei non fosse venuta, ma rispondevo sempre che non lo sapevo anche se potevo ipotizzare. Non mi concentrai al massimo, finì molte volte a terra perché pensavo più ad Hope che ad allenare gli altri. Finimmo prima e io rimasi da solo con Stiles, che si mise seduto a terra accanto a me. << Allora, non vuoi chiedermi niente? >>
<< Non voglio parlarne >>
<< Sì che lo vuoi. Sei stato tutto il tempo a pensare a lei, non negarlo >>
Sbuffai. << E’ solo una stupida festa >>
<< Per lei no. Ti dico solo che si è messa a piangere quando sei andato via >>
Rimasi sorpreso, e dispiaciuto. Aveva pianto a causa mia, era stata male a causa mia … << Davvero? >>
<< Sì. Lei ci tiene, lo sai. Sarebbe stata la vostra prima festa insieme, no? Per le ragazze queste cose sono importanti >> Sospirai, continuando a pensare al fatto che ero stato talmente egoista al punto di far piangere Hope. << Domani vieni a scuola e sentirai quante proposte avrà per la festa >> continuò Stiles.
<< Non voglio che vada con qualcun altro >>
<< Perché non lo dici a lei? >>
<< Non lo so >>
<< Beh, io quello che volevo dirti te l’ho detto. Sta a te decidere >> disse alzandosi << Ci vediamo domani >> mi salutò, mentre io restavo solo e continuavo a pensare alla lacrime di Hope.
Il giorno dopo andai a scuola, restando a distanza per evitare che Hope o qualcun altro mi vedesse. Stiles aveva ragione: nel giro di poche ora sua sorella aveva avuto tantissime proposte da parte di ragazzi, perfino da quel bastardo di Ethan! Lei rispondeva sempre in modo vago, e quando alcuni di loro insistevano e cercavano di convincerla mi facevano saltare i nervi. Dovetti resistere, dovetti trattenermi altrimenti avrei fatto una strage. Lei era mia, solo mia. E se questo significava andare con lei ad uno stupido ballo in maschera, l’avrei fatto. Decisi di andare a casa sua e aspettarla lì, ma la sua finestra era chiusa. Riuscii ad entrare da quella di Stiles, ringraziando mentalmente quel ragazzino logorroico eppure molto saggio.
Sentii i passi di Hope fare le scale e finalmente aprire la porta di camera sua. Sussultò quando mi vide << Che fai qui? >> mi chiese, in modo freddo. Ma sentivo che il suo cuore era felice di vedermi, così come il mio. Mi alzai e andai verso di lei, guardandola negli occhi.
<< Non volevo farti piangere >> le confessai.
<< Stiles deve imparare a stare zitto! >>
<< Vengo con te al ballo >> dissi tutto d’un fiato, mentre vedevo il suo viso cambiare espressione, finalmente mi sorrideva.
<< Davvero? >> i suoi occhi cominciarono quasi a brillare mentre annuivo, e lei mi si butto addosso abbracciandomi. << Oh, grazie Derek! >>
<< Ci tieni davvero che io venga con te? >>
<< Certo che ci tengo, che domande sono? >> mi chiese, tornando a guardarmi.
Le sorrisi, felice di vederla di nuovo come sempre << Ma non pensare di farmi vestire da qualcosa o qualcuno >>
<< A me basta che vieni. Sei già un lupo, non occorre travestirti >>
<< Oggi ho sentito i ragazzi che ti chiedevano di andare con loro … >> confessai ancora, abbassando lo sguardo.
<< Eri a scuola? >> annuii << Non sarei mai andato con loro, con nessuno di loro >>
<< Davvero? >>
Lei annuì << Forse non ci sarei andata proprio se tu non fossi venuto con me >>
Quella frasi mi fece sentire meglio, fu come se mi stesse riempiendo il cuore. Anche lei voleva solo me.
<< Quindi dovrò aspettare la festa per vedere il vestito? >>
<< Precisamente! Sarà una sorpresa! >> mi sorrise, baciandomi e portandomi verso il letto, dove finalmente potei carezzare e baciare ogni centimetro della sua meravigliosa pelle.
 
La sera della festa andai a prenderla io, parcheggiando l’auto e bussando alla sua porta. Mi ero vestito normalmente, sebbene più elegante del solito. Fu Stiles ad aprirmi la porta, e quando lo vidi alzai le sopraciglia, trattenendomi dal ridere in faccia.
<< E tu chi saresti? >>
Lui aprì le braccia e fece un giro intorno a se stesso << Sono Jack Sparrow! >> esclamò lui.
<< Oh … >>
<< Alle ragazze piacciono i pirati! >>
<< Non sei molto credibile .. soprattutto con quella barbetta finta >>
<< Vedrai che cadranno tutte ai miei piedi! >> disse, mentre sentivo la porta di camera di Hope aprirsi. Finalmente il mistero fu svelato e la vidi, più bella che mai.
Mi ricordai di quando scese le scale per andare a casa di Lydia, quando bruciavo dentro al pensiero che ci sarebbe andava con Ethan. Adesso invece era mia, mia e basta.
Si era vestita da Cappuccetto Rosso, ma non era la solita bambina con il cestino e tutto il resto. Il cappuccio e la mantella rosse c’erano insieme alla magliettina bianca e rossa troppo stretta che le faceva risaltare il seno, ma non ricordavo che la gonna di Cappuccetto Rosso fosse così corta e così a palloncino, e non ricordavo neanche che indossasse tacchi neri e fosse senza calze e truccata con matita nera e rossetto rosso.
La mia reazione fu più che normale e pregai che i miei pantaloni coprissero la mia erezione. Le sorrisi quando fu davanti a me e fece una piroetta facendo alzare fin troppo la gonna. << Ti piace? >>
<< Sei bellissima >> le dissi. Mi uscì direttamente dal cuore quella frase.
<< Grazie! Vuoi essere il mio lupo cattivo? >> mi chiese, mettendomi le braccia intorno al collo.
<< Assolutamente >>  risposi baciandola e stringendola a me.
<< Potete cercare di contenervi almeno fino alla fine della festa? >> chiese Stiles, poi voltandosi verso di me << Ora capisci perché volevo che la accompagnassi tu? >>
<< Oh, lo capisco bene >> dissi, tornando a baciare la mia Cappuccetto Rosso.








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Ciao a tutti! :)
Eccovi il nuovo capitolo, più lungo! Spero tanto che vi piaccia :D
G R A Z I E ancora per le recensioni, siete tanti gentili *___*
A Presto! <3

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Capitolo 25
*** Halloween. ***


Halloween

 

POV Hope

Incontrare mio padre prima al fast food e poi al supermercato con Derek fu alquanto imbarazzante. Avrei voluto sotterrarmi, sparire, aveva il mantello dell’invisibilità o il potere del teletrasporto! Invece mi ritrovavo sempre davanti a mio padre a sorridere come una scema cercando di non fargli notare quanto fossi nervosa nel trovare scuse e nel far capire che io e Derek eravamo lì  per puro caso. Arrivai a pensare che ci stesse spiando, ma in quel caso Derek se ne sarebbe accorto e mi tranquillizzai, almeno fino alla sua telefonata dove mi chiedeva di invitare Derek a cena! Ero in preda al panico, e in più mio fratello si mise a parlare di pupille che si dilatano e di desiderio sessuale, solo lui poteva essere a conoscenza di queste cose! Ero tanto agitata che tremavo mentre cucinavo e quando la cena iniziò stavo per far volare il piatto di pasta addosso a Derek, che prontamente riuscì ad aiutarmi. Pregai con tutto il cuore che mio padre non facesse il terzo grado all’Alpha e infatti, con mia grande sorpresa, non lo fece. Si mostrò a Derek per la persona che era, gentile e buona, realmente preoccupata per la sua “situazione”, visto che non sapeva che Derek da un po’ di tempo non era affatto solo e che dormiva sotto il suo stesso tetto. Comunque, il terzo grado arrivò a me quando la cena era ormai finita e stavo finendo di lavare i piatti.
<< Vuoi una mano? >> mi chiese una volta tornato in cucina.
<< Ho quasi finito >>
<< Allora .. è stata una buona cena? >> sapevo che quella domanda aveva un secondo fine, e infatti …
<< Sì.. perché? >>
<< Sembravi agitata, all’inizio >>
Fu quella frase a farmi agitare di più. Mi ripetevo di stare calma, stavo solo chiacchierando con mio padre. << No, sto bene >>
<< Hope, non mentire >>
<< Cosa? >> chiesi, facendo finta di nulla.
<< Quel ragazzo ti piace >> ecco, proprio quello che volevo evitare!
Mi girai verso di lui, spalancando gli occhi << Papà! >>
Aprì le braccia << Che c’è? Non possiamo parlare di queste cose? >>
<< Certo che possiamo, ma non è vero quello che dici >> sapevo che Derek stava sentendo la conversazione che stavo avendo con mio padre, sebbene sperassi che non fosse così visto che il mio cuore era agitatissimo.
<< Puoi dirmelo >> continuò ancora mio padre.
<< Papà, no >>
<< E’ solo che credo sia un po’ troppo grande per te … >>
Ed ecco il punto della situazione! Anche se in realtà era un tranello per farmi parlare, e io ci cascai in pieno. << Ha solo qualche anno più di me e.. ehi, no! Non è come dici >>
<< Hope … >>
Era inutile continuare così. Decisi di dirgli almeno una parte della verità. << Oh, e va bene! Mi piace, sì. Contento? >>
<< E …? >>
<< E niente. Non stiamo insieme >> la mia voce tremò, ma sperai che mio padre non se ne accorgesse.
<< Capisco. Volevo solo sapere questo >>
<< Bene >> dissi, sperando fosse finita mentre asciugavo l’ultimo piatto.
<< Mi chiedevo se dovessi farti quel discorso, sai … >>
Spalancai di nuovo gli occhi. No, quel discorso no! Non avevo mai avuto occasione di parlarne con nessun adulto, ma sapevo da un bel po’ di anni ormai come nascevano i bambini! << Oh Dio, papà! No! Assolutamente no! >>
Lui alzò le braccia, come per difendersi davanti alla mia reazione << D’accordo, d’accordo! Chiedevo >>
<< Stai tranquillo. Ti ho detto che non stiamo insieme >>
<< E a lui piaci tu? >> ma che domande sono?
<< Cosa ne posso sapere io? Possiamo smetterla di parlarne? >>
<< Secondo me gli piaci >> continuò lui, ma io avevo decisi che sarebbe finita lì.
<< Va bene, basta. Io ho finito con i piatti e ora vado a dormire, buonanotte papà che non mi chiederà mai più niente a riguardo! >>
Rise, mentre mi avvicinavo a lui per baciargli la guancia. << Buonanotte Hope >>
Quando tornai in camera vidi Derek già sdraiato sul mio letto e già senza pantaloni, quel ragazzo doveva smetterla di provocarmi in quel modo! Aveva sentito tutto, ovviamente, ma mi tranquillizzò e dopo aver scrutato i suoi per capire se la teoria di mio fratello sulle pupille dilatate fosse vera, mi addormentai fra le sue braccia.
In quei giorni avevo altro a cui pensare, visto che sapevo che ci sarebbe stata una festa a scuola, il ballo di Halloween! Avevo sempre amato quella festa e mi piaceva vestirmi e festeggiarla coi miei amici, ma questa volta ero ancora più entusiasta perché Derek sarebbe stato con me! Sarebbe stata la nostra prima vera e propria uscita in pubblico. Mi chiedevo da quanto tempo lui non andasse ad una festa in maschera, se ci fosse mai andato … in fondo anche lui era stato adolescente! Comunque, appena saputo la notizia della festa Lydia mi rapì per un pomeriggio intero alla ricerca dei vestiti e scrissi a Derek un sms dicendogli che sarei stata da lei per studiare, evitando così di fare sentire la mia voce e il mio cuore che mentivano. In poco tempo, riuscimmo a trovare i vestiti adatti: Lydia sarebbe stata Cleopatra, sebbene in versione più sexy, mentre io sarei stata sexy Cappuccetto Rosso e mi sembrava perfetto visto che mi avrebbe accompagnata un vero lupo! Una volta comprati i vestiti invitati Lydia a casa mia e, ancora eccitate all’idea, ce li riprovammo in camera mia << Farai impazzire Derek con quel vestito! >> esclamò Lydia mentre entrambe ci guardavamo allo specchio coi nostri vestiti nuovi.
<< Dici? >> chiesi, girando su me stessa.
<< Sicuramente. Dopo la festa andate al suo loft? >>
Aggrottai le sopracciglia << Perché dovremmo? >>
<< Beh, sai che succede dopo le feste … >> lasciò la frase in sospeso, ma io continuavo a non capire. Alzò gli occhi al cielo << Sesso, Hope, sesso >>
<< Oh, sesso … >> non ci avevo minimamente pensato a quella possibilità.
<< No! Non lo avete ancora fatto? >> mi chiese lei, con gli occhi spalancati.
<< No. Siamo sempre qui, c’è sempre mio fratello o comunque la possibilità che arrivi mio padre … >>
<< Perciò ti ho chiesto del loft. Tuo padre non si aspetterà mica che torni presto, no? >>
In effetti, non aveva torto. Quella possibilità c’era, visto che ora il loft di Derek aveva anche i mobili, tra cui il letto matrimoniale che avevamo scelto insieme. Cominciai a fantasticare su come poteva essere, su come Derek si sarebbe comportato, sarebbe stato dolce o passionale? Romantico o no? Mi ritrovai a sorridere da sola, pensando alla scena.
<< Stai arrossendo >> mi fece notare Lydia, tornando vicina a me. << Te lo stai immaginando, vero? >>
<< Già >> sorrisi ancora. << Ma … ehm.. >> un’altra immagine mi passò per la mente, ma non sapevo come domandarlo a Lydia.
<< Che c’è? >> mi chiese lei.
<< Volevo sapere, visto che sarebbe la prima volta … Fa male? >> chiesi, quasi sottovoce, vergognandomi.
<< Oh, no! Cioè, sì, però passa subito. Il bello viene dopo >> mi disse, mettendomi una mano sulla spalla << Sta’ tranquilla. Spero solo che Derek non sia così brutale come quando è un lupo altrimenti ti ritroverò piena di lividi! >> scherzò lei, facendomi ridere e arrossire ancora di più.
In quel momento, la porta di camera mia fu spalancata da mio fratello, che ci guardava con espressione sorpresa e confusa. << Vestiti per Halloween? >> chiese.
<< Già! Ti piacciono? >>
Lui annuì, avvicinandosi << Sareste Cleopatra e Cappuccetto Rosso? >>
Annuimmo entrambe, sorridendogli. << Non credete di essere un po’ troppo … scosciate? >> chiese ancora, fissando le gambe di entrambe ma concentrandosi soprattutto su quelle di Lydia, che alzò gli occhi al cielo.
 << Andremo ad una festa, non in un convento! Oh, a proposito, tu verrai con me >> annunciò lei.
<< Come? >> sapevo che mio fratello non si aspettava una richiesta del genere.
<< Ho bisogno di un amico che mi accompagni visto che non riesco a scegliere fra i vari ragazzi che me l’hanno chiesto >>
<< Quindi verrai con me ma ballerai con altri mille ragazzi? >>
<< E’ probabile. Non ti va di andarci come amici? >>
Vidi mio fratello rassegnarsi all’idea. << Va bene, ti accompagno >>
<< Grazie >> disse Lydia, battendo le mani.
<< Non dire niente a Derek del vestito! >> dissi io.
<< Non lo farò. Lo farai impazzire, lo sai? >>
<< Perché? >>
<< Perché con quel vestito tutti i ragazzi vorranno starti intorno e a lui non penso farà piacere >>
<< L’importante è che piace a lui, no? >> sorrisi, mentre mio fratello annuiva rassegnandosi un’altra volta.
Qualche giorno dopo a scuola comprai due biglietti per me e Derek, sempre più eccitata all’idea visto che la festa si stava avvicinando. Corsi verso Derek che si trovava vicino alla jeep di mio fratello ad aspettarmi e sventolai i biglietti davanti al suo viso.
<< Cosa sono? >> mi chiese, confuso.
<< Biglietti per la festa di Halloween della scuola! >> ero tanto felice all’idea che saltellavo come un’idiota, eppure non riuscivo a smettere, almeno finchè non vidi la sua reazione.
<< Beh? >>
<< E’ fra due settimane, ho preso i biglietti >> dissi, smettendo di saltellare.
<< Lo vedo >> di certo non mi aspettavo quella reazione. Forse avevo fantasticato troppo.
Sospirai, capendo cosa intendesse con quel viso privo di ogni minimo accenno di felicità o sorpresa << Fammi indovinare, non vuoi venire >>
<< Ad un ballo della scuola in maschera? No che non mi va di venire >> ecco appunto. Sbuffai, mettendo i biglietti in borsa e entrando nella jeep senza dire una parola. Quel lupo era insopportabile a volte.
<< So che molto probabilmente dovrò farmi i fatti miei, ma si può sapere che avete voi due? >> chiese Stiles, una volta arrivati a casa.
<< Io non ho niente >> disse il lupo burbero.
<< Non vuole venire al ballo di Halloween >> spiegai a mio fratello.
<< Aaaah. Beh, io ti consiglierei di andare con lei >>
<< Perché? >> chiese il lupo, aggrottando le sopracciglia e con le mani nella tasca del giubbotto.
<< Perché ho visto il vestito che si è comprata per il ballo e fidati ogni ragazzo vorrà ballare anche con lei, o solo avvicinarsi a lei con intenzioni non del tutto pure >>
<< Che vestito? >> chiese rivolto a me. Di certo non gliel’avrei detto solo per fargli cambiare idea. Se voleva venire con me sarebbe venuto a prescindere dal vestito.
<< Non lo saprai fino al ballo. E comunque non è questo il punto. Non voglio andarci da sola e visto che il mio ragazzo non vuole venire, troverò qualcun altro >> dissi, in preda alla rabbia. Dentro di me sapevo che non sarei riuscita ad andarci con nessun altro.
<< Non puoi andarci con Scott? >>
Mi stava facendo imbestialire! << Scott va con Allison >>
<< Con lui? >> mi chiese, indicando Stiles. Secondo lui sarei dovuta andare con mio fratello?! Santo cielo, avrei voluto strozzarlo.
<< Io non ci vado con mio fratello! >> dissi, cercando di non urlare.
<< E io potrei avere degli impegni, sai >> s’intromise Stiles, giustamente.
<< Io volevo andarci con te! Ma di certo non posso costringerti quindi va bene, ma non ti aspettare che ci vada da sola. Vado a studiare e ti pregherei di non seguirmi! >> spiegai, cominciando a salire le scale mentre sentivo Kopa che mi seguiva. Mi chiusi in camera, sentendo la porta sbattuta da Derek. Come diavolo c’era di male in una festa in maschera? Non credevo di avere chiesto chissà che cosa. Forse dovevo aspettarmelo, forse Derek non voleva che mi vedessero con lui, forse non era del tutto sincero … Il mio cervello stava impazzendo e mi ritrovai a piangere da sola sul mio letto, mentre Kopa mi leccava la mano. Mi sentivo rifiutata, mi sentivo come se il mio ragazzo non volesse stare con me, e non era una bella sensazione. Dov’era finito il Derek che mi coccolava sotto le coperte? Aveva lasciato spazio al lupo burbero e asociale, alla Bestia che era in lui. Avevo preso il vestito inutilmente, avevo preso i biglietti inutilmente e mi ero eccitata per tutti quei giorni inutilmente. Non so per quanto tempo rimasi lì, da sola, a piangermi addosso ma sentire la voce di mio fratello fu come un sollievo << Posso entrare? >> chiese, affacciandosi in camera mia. Annuii, e lui venne vicino a me e senza dire niente mi abbracciò e mi cullò fra le sua braccia.
<< Non piangere >>
<< E’ cattivo >>
<< Un po’ lo è >> ammise lui.
<< Perché ha fatto così? >>
<< Secondo me non si è neanche accorto della grande cavolata che ha fatto. Dai, è Derek! Non era a contatto con una ragazza da anni, forse si è pure scordato come dovete essere trattate. E poi diciamo anche che è un po’ stressato, no? Il nuovo branco, gli allenamenti … >>
<< Io non ci vengo stasera all’allenamento >> annunciai, ancora in lacrime.
<< Va bene, lo capisco. Allora prima che vado vuoi venire giù ad abbuffarti di gelato al cioccolato con me? >> mi chiese, guardandomi per la prima volta negli occhi.
Solo lui poteva sapere quanto io avessi bisogno di cioccolato in quel momento!
 
Il giorno dopo Derek non si fece vivo, perlomeno non a scuola. Nonostante fossi ancora arrabbiata e delusa della sua reazione, cercai i suoi in tutto il parcheggio, ma non erano lì. Fin dalla prima ora molti ragazzi mi chiesero di andare con loro al ballo, ma io rispondevo sempre in modo vago o con dei “forse”, anche a coloro che insistevano. Ethan fu uno di questi. A pranzo, mi prese per il braccio e mi fece voltare verso di lui.
<< Ciao, bellissima >> mi sorrise. Ormai non faceva altro che chiamarmi così, e la cosa sicuramente non dava fastidio solo a me.
<< Ciao Ethan >>
<< Allora, ci vai con il tuo Alpha al ballo? >>
Alzai gli occhi al cielo << Non lo so con chi ci vado >> dissi, sperando mi lasciasse in pace almeno lui.
<< Quindi non ci vuole venire >> non risposi, andando verso il tavolo dove erano già seduti Lydia, Scott e Stiles ma lui continuava a seguirmi << Vieni con me? >>
<< Non credo sia giusto >>
<< Invece è giusto che lui ti lasci sola? >> in effetti non lo era. Ma non mi importava … Io volevo andarci con Derek, solo con Derek. Non risposi di nuovo. << Ok, ho capito. Allora se cambi idea mi fai sapere? >>
<< Va bene >> dissi, ma sapevo benissimo che non avrei mai cambiato idea.
Tornai a casa da sola visto che Stiles sarebbe dovuto rimanere per gli allenamenti di lacrosse insieme a Scott e quando arrivai in camera mia di certo non mi aspettavo di ritrovarmi Derek seduto sulla sedia della scrivania ad aspettarmi. Perché ero felice di vederlo nonostante tutto quello che era successo? << Che fai qui? >> chiesi, in modo freddo. Si alzò e venne verso di me, in modo da guardarmi bene negli occhi.
<< Non volevo farti piangere >> mi confessò lui. Sembrava essere tornato il lupo che avevo conosciuto io …
<< Stiles deve imparare a stare zitto! >> dissi, immaginando che la sera prima avesse parlato con Derek e gli avesse detto come ero stata a causa sua.
<< Vengo con te al ballo >> mi disse lui, tutto d’un fiato. Forse avevo sentito male, aveva detto che sarebbe venuto al ballo con me? Lui? Davvero?
<< Davvero? >> sicuramente dovevo avere una faccia da idiota mentre lo guardavo piena di speranza. Lui annuì, riempiendomi il cuore di felicità! Lo abbracciai << Oh, grazie Derek! >>
<< Ci tieni davvero che io venga con te? >> mi chiese, mentre continuavo a stringerlo.
<< Certo che ci tengo, che domande sono? >>
Tornammo a guardarci negli occhi e rividi finalmente il suo sorriso << Ma non pensare di farmi vestire da qualcosa o qualcuno >>
<< A me basta che vieni. Sei già un lupo, non occorre travestirti >> gli feci notare.
<< Oggi ho sentito i ragazzi che ti chiedevano di andare con loro … >> confessò ancora, abbassando lo sguardo.
<< Eri a scuola? >> chiesi, spalancando gli occhi. E io che ero stata a cercarlo senza vederlo, convinta che non fosse venuto. Lui annuì << Non sarei mai andato con loro, con nessuno di loro >> ammisi.
<< Davvero? >> sembrava quasi sorpreso, ma sollevato.
Annuii << Forse non ci sarei andata proprio se tu non fossi venuto con me >>
Vidi anche i suoi occhi sorridere. << Quindi dovrò aspettare la festa per vedere il vestito? >>
<< Precisamente! Sarà una sorpresa! >> lo baciai, spingendolo verso il letto dove finalmente ci ritrovammo.
 
Alla fine, arrivò la sera della festa. Mi preparai tempo prima, ero in preda all’ansia e all’agitazione. Speravo che a Derek sarebbe piaciuto il vestito, speravo che gli piacessi io, speravo che la serata andasse per il meglio, e speravo che dopo saremmo andati davvero insieme al suo loft … Sentii mio fratello aprire la porta e la sua voce insieme a quella di Derek, era ora ormai! Mi guardai ancora una volta allo specchio, alzando il cappuccio rosso e controllando che fossi in ordine e poi aprii la porta. Quando lo vidi, mi si illuminarono gli occhi. Non si era travestito da nulla, ma indossava una camicia bianca stretta che faceva intravedere il suo fisico perfetto e dei pantaloni perfettamente stirati. Derek Hale era lì solo per me, in camicia bianca e mi stava sorridendo! Cosa potevo chiedere di più?
<< Ti piace? >> chiesi, facendo una piroetta in modo da fargli vedere meglio il vestito.
<< Sei bellissima >> mi disse lui. Il mio cuore stava rischiando un ennesimo infarto. Mi aveva detto che ero bellissima! Era la prima volta che mi faceva un complimento del genere, il vestito aveva fatto colpo!
<< Grazie! Vuoi essere il mio lupo cattivo? >> gli chiesi, mettendogli le braccia intorno al collo. Lo vedevo dai suoi occhi che era felice di vedermi, che pensava davvero che io fossi bellissima, e lo sentivo anche dai suoi pantaloni. La possibilità del loft era sempre più vicina.
<< Assolutamente >>  mi rispose, baciandomi e stringendomi a lui.
<< Potete cercare di contenervi almeno fino alla fine della festa? >> s’intromise mio fratello, Jack Sparrow, poi rivolgendosi a Derek. << Ora capisci perché volevo che la accompagnassi tu? >>
<< Oh, lo capisco bene >> e tornò a baciarmi. Desiderai che non smettesse mai.
Seguimmo la jeep di mio fratello fino a casa di Lydia, che uscì in tutto il suo splendore vestita da Cleopatra e salutandoci, e poi ci dirigemmo insieme a scuola.
Una volta arrivati, fummo circondati da persone in maschera. Il primo a raggiungerci fu Scott, travestito da scheletro, insieme ad Allison travestita da Lara Croft. Anche loro erano andati al ballo “da amici”, ma i loro sguardi non mentivano: quei due si volevano ancora.
Prima di entrare, Derek mi prese inaspettatamente la mano provocandomi un ennesima reazione felice. La palestra era arredata bene, piena di zucche, scheletri, fantasmi, pipistrelli e ragni finti e il dj stava già suonando. Al centro era tutto libero e alcuni erano già in pista mentre ai lati c’erano tutti i tavoli rotondi e sulla destra dei tavoli con cibo e bevande. Lydia costrinse subito Stiles a portarla al centro della palestra in modo che tutti potessero vederla, mentre io, Derek, Scott ed Allison ci sedemmo ad un tavolo. Notai che Allison non era a suo agio insieme a Derek, sebbene avesse saputo il motivo per il quale lui aveva morso sua madre.
<< Tutto bene? >> chiesi a Derek, mentre lui non lasciava la mia mano.
<< Sì. E tu? >>
Annuii, vedendo che Lydia e Stiles stavano già ballando. Forse sarebbe stato troppo pretendere che Derek mi invitasse a ballare, ma una piccola speranza ce l’avevo.
<< Vuoi bere qualcosa? >> mi chiese lui.
<< Sì >> gli sorrisi, mentre lui mi aiutava ad alzarmi e mi portava verso il tavolo con le bevande.
<< Magari niente di alcolico >> disse lui, sorridendo.
<< Non credo ci sia niente di alcolico, siamo a scuola >>
Lui alzò le sopracciglia << Credi davvero che non abbiano versato dell’alcool in questa specie di bevanda? >> chiese, versandosi nel bicchiere qualcosa e assaggiandola << Questa è alcolica >> annunciò, lasciando il bicchiere.
<< Non versi da bere neanche alla tua ragazza? Che maleducato >> sentii dire dietro di noi. Ci girammo entrambi, era Ethan. << Ciao bellissima >> mi salutò, sorridendomi.
Derek strinse la mia mano più forte. << Stavo solo cercando qualcosa di analcolico, visto come l’hai fatta stare all’ultima festa in cui l’hai portata >>
<< Stai benissimo, Hope! Non avevo mai visto una Cappuccetto Rosso così bella >> continuò Ethan, senza guardare Derek neanche un attimo.
<< Grazie >> dissi, sperando che Derek non si innervosisse.
<< Già >> Derek mi fece avvicinare a sé, cingendomi le spalle con un braccio << E tu chi saresti? >> chiese il mio lupo.
Ethan guardò Derek per la prima volta, aprendo le braccia << Edward Cullen! So che piace molto >>
<< Un licantropo travestito da vampiro … Che idiozia >> rispose Derek.
<< Invece tu sei troppo grande per vestirti per Halloween? >>
<< Se andiamo fuori ti farò vedere volentieri il mio vestito >> lo minacciò.
<< No, grazie. So già che non mi piace >>
<< Dov’è tuo fratello? >>
<< In giro con Deucalion, abbiamo avuto dei problemini >>
<< Che problemi? >> chiese Derek, corrugando le sopracciglia.
Sperai davvero che almeno per quella sera non ci fossero problemi. << Cacciatori, ci stanno alla calcagna >> spiegò Ethan.
<< E tu non sei con loro? >>
<< No, Deucalion ha detto che potevo venire. Speravo di poter ballare con Cappuccetto Rosso >> disse, tornando a sorridermi.
<< Ballerà solo con me >> sembrava che Derek fosse pronto a ringhiargli contro.
<< Ma davvero? La farai ballare? >>
Il dj passò da una canzone movimentata ad un lento, sembrava fosse fatto apposta << Già, proprio ora >> disse Derek, prendendomi di nuovo la mano e conducendomi verso il centro della palestra, proprio a fianco di Lydia e Stiles, che ci guardò sorpreso.
Derek si fermò, mettendomi le mani intorno alla vita mentre io misi le mie intorno al suo collo. << Non devi farlo per forza .. >> dissi io.
Lui mi guardò. << Non lo faccio per forza >>
<< Né per far ingelosire Ethan >>
Lui alzò lo sguardo e mi voltai anche io, Ethan ci fissava.
<< Giusto un pochino >> ammise lui, tornando a guardare a me.
<< Non pensare a lui >>
<< Penso a te? >> mi chiese, sorridendomi.
<< Esatto >> dissi, appoggiando la testa sul suo petto, vicino al suo collo profumato.
Il mio cuore era in estasi, e anche quello di Derek batteva molto velocemente. Era perfetto, lui, la situazione, la canzone “Flightless bird” degli American Mouth, tutto. Sentivo le sue mani stringersi sul mio corpo, il suo respiro sui miei capelli, il suo cuore che batteva quasi simultaneamente al mio .. Sarei rimasta lì per ore e ore, per l’intera serata fino al mattino dopo. Alzai un attimo lo sguardo, notando che Ethan non era più lì, e poi tornai agli occhi di Derek. << Te l’ho detto che anche tu sei bellissimo? >>
Lui sorrise, abbassando lo sguardo come imbarazzato. << Grazie >>
Tornai con la testa sulla sua spalla.
<< Hope … >> mi chiamò lui, con voce tremante.
<< Che c’è? >> sembrava stesse per sentirsi male, sembrava stesse lottando con se stesso. Cominciarono a tremargli anche le mani, e a sudare. << Derek? Stai bene? >>
<< Sì,sì. Io volevo dirti una cosa >>
<< Dimmi >>
<< Io .. >> fece un respiro profondo << Io … io ti .. >> ma non seppi mai la fine di quella frase. Un ululato forte, lungo, pauroso pervase tutta la palestra, facendo spaventare tutti. Derek alzò lo sguardo e cominciò a guardarsi intorno.
<< Cos’è stato? >>
I ragazzi intorno a noi cominciarono a ridere, pensando fosse uno scherzo di Halloween, ma dal viso di Derek intuii che non era affatto così.
<< Era un ululato di uno di loro. Dove diavolo è tuo fratello?! >> mi prese la mano, facendomi correre insieme a lui finchè non trovo mio fratello insieme a Lydia.
<< Stiles! >> lo chiamò, si trovava all’entrata della palestra.
<< Derek! Che succede? Cos’era quello? >>
<< Devo andare! Porta a casa Hope e Lydia! >> ordinò.
<< Cosa? Io non voglio andare a casa! >> dissi, cominciando ad avere paura notando gli occhi di Derek, confusi. Lui mi mise le mani sulle spalle.
<< Hope, ti prego! Io devo andare e ho bisogno che tu sia al sicuro, ok? Ti prego! >>  mi stava supplicando, letteralmente.
<< Va bene >> gli dissi, mentre anche Scott e Isaac ci raggiungevano.
<< Andiamo! >> disse Scott, guardando Derek che annuiva.
Si rivolse di nuovo a me << Stai tranquilla, ci vediamo dopo! >> disse, baciandomi velocemente la fronte e scomparendo insieme a Scott e Isaac.
Stiles accompagnò Lydia a casa e poi tornammo insieme alla nostra, mentre io ero in preda alla tristezza e all’agitazione.
<< Stai tranquilla, sanno cosa fanno >>
<< E se succedesse qualcosa? >>
<< Non preoccuparti. Vedrai che torneranno qui fra poco >>
Sospirai << Vado a cambiarmi >>
Confesso che quando mi tolsi le scarpe e mi guardai allo specchio, mi venne da piangere. Stava andando tutto bene, era tutto meraviglioso e degli stupidi lupi dovevano rovinare tutto! Sospirai ancora, mentre sentivo una folata di vento freddo arrivare dalla finestra. Non ebbi il tempo di girarmi per chiuderla perché due mani mi misero una specie di fazzoletto bagnato sulla bocca, impedendomi anche di urlare. In pochi secondi, sentii le mie palpebre appesantirsi, il mio corpo lasciarsi andare e l’ultima cosa che vidi fu il pavimento della mia stanza mentre mi accasciavo a terra, addormentata. 








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Ciao a tutti! **
Eccovi il nuovo capitolo dedicato ad Halloween, spero davvero vi sia piaciuto! :) 
Non so più come ringraziarvi ormai per le vostre meravigliose recensioni, siete sempre tanto gentili a recensire e a spendere parte del vostro tempo per me! 
Grazie, grazie, G R A Z I E! *____________*
A presto! <3

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Capitolo 26
*** Disappearance ***


Disappearance

 

POV Derek

Non andavo ad un ballo in maschera, o ad un semplice ballo, da anni. Mi ero dimenticato di come arredavano la palestra, di come tutti i ragazzi fossero eccitati all’idea di travestirsi e di poter fare i matti per una sera. Quando ci affacciammo alla palestra, fummo circondati un ragazzini vestiti da ogni cosa possibile e immaginabile! I ragazzi erano vestiti da ogni cosa, da ogni tipo di essere, mentre la maggior parte delle ragazze avevano scelto vestiti praticamente inesistenti, non riuscii neanche a contare quante erano vestite da gatte!
La cosa che notai, purtroppo, è che Hope vestita in quel modo attirava l’attenzione di quasi tutti i ragazzi che incrociavano il suo sguardo, così le presi la mano, sperando capissero che lei era impegnata, e anche molto. Lydia, vestita da Cleopatra, invitò Stiles a ballare non appena entrammo, conducendolo verso il centro della palestra. Io e Hope, seguiti da Scott e Allison ( uno scheletro mal riuscito e Lara Croft ), andammo verso uno dei pochi tavoli rotondi pieni di candele, zucche e ragnatele finte ancora vuoti e ci sedemmo, mentre io non le lasciavo la mano. Era incredibile, i ragazzi sembravano non importarsene nulla del fatto che lei fosse con me o che loro fossero con altre ragazze, la guardavano comunque mangiandola con gli occhi. Cercai in tutti i modi di non notarlo, sapendo che non aveva alcuna importanza, ma confesso che mi innervosii comunque. In più, sentivo che Allison era a disagio a causa della mia presenza e i suoi occhi curiosi e attenti non mi facevano certo stare meglio.
<< Tutto bene? >> mi chiese Hope, probabilmente notando il mio stato d’animo.
<< Sì. E tu? >>
Lei annuì, girandosi verso la direzione dove Stiles e Lydia stavano ballando. Avrei dovuto chiederle di ballare? Lo avrei fatto, se la cosa non mi avesse spaventato. Non lo avevo mai fatto, mai. Neanche con Kate. Il nostro rapporto era essenzialmente basato sul fatto di portarmi a letto e di riempirmi di bugie, tutto qui. Con Hope era diverso. Sapevo che con lei potevo comportarmi come un ragazzo normale che si trova al ballo con la sua ragazza normale e che le chiede di ballare normalmente, ma forse dovevo ancora abituarmi alla cosa.
<< Vuoi bere qualcosa? >> le chiesi, facendola tornare a me.
<< Sì >> mi sorrise, mentre la aiutavo ad alzarsi, quei tacchi di certo non erano facili da portare, ma la rendevano dannatamente sexy e ancora più bella del normale. Spostai lo sguardo dalle sua gambe, cercando di contenere il mio corpo, e la portai verso il tavolo delle bevande, cominciandone a cercare una per lei.
<< Magari niente di alcolico >> affermai.
<< Non credo ci sia niente di alcolico, siamo a scuola >>
A volte poteva essere davvero ingenua. << Credi davvero che non abbiano versato dell’alcool in questa specie di bevanda? >> chiesi, versandomi nel bicchiere una delle tante bevande e assaggiandola << Questa è alcolica >> annunciai, lasciando il bicchiere.
Qualcuno era dietro di noi, qualcuno che io non volevo neanche vedere. Sapevo che era lui, sentivo il suo schifoso odore.
<< Non versi da bere neanche alla tua ragazza? Che maleducato >> ci girammo insieme e vedemmo Ethan, mentre sorrideva verso Hope << Ciao bellissima >>
Aveva già iniziato col piede sbagliato. Strinsi i pugni e di conseguenza anche la mano di Hope. << Stavo solo cercando qualcosa di analcolico, visto come l’hai fatta stare all’ultima festa in cui l’hai portata >>
<< Stai benissimo, Hope! Non avevo mai visto una Cappuccetto Rosso così bella >> continuò Ethan, praticamente ignorandomi. Quanto avrei voluto saltargli addosso!
<< Grazie >> rispose lei, mentre il suo cuore si agitava.
<< Già >> dissi, tirandola dolcemente verso di me e cingendole le spalle con un braccio << E tu chi saresti? >> chiesi poi, notando che il ragazzino non aveva alcun vestito se non una pettinatura diversa e dei vestiti nuovi.
Mi guardò per la prima volta, aprendo le braccia << Edward Cullen! So che piace molto >>
<< Un licantropo travestito da vampiro … Che idiozia >> risposi, trattenendomi dal ridergli in faccia.
<< Invece tu sei troppo grande per vestirti per Halloween? >>
Mi stava stancando. << Se andiamo fuori ti farò vedere volentieri il mio vestito >>
<< No, grazie. So già che non mi piace >>
<< Dov’è tuo fratello? >> chiesi, notando che non era nei paraggi.
<< In giro con Deucalion, abbiamo avuto dei problemini >>
Altri problemi?! << Che problemi? >>
<< Cacciatori, ci stanno alla calcagna >> spiegò Ethan.
<< E tu non sei con loro? >>
<< No, Deucalion ha detto che potevo venire. Speravo di poter ballare con Cappuccetto Rosso >> disse, tornando a sorridere ad Hope.
Sentivo che il mio corpo stava cominciando a voler reagire a quelle provocazioni, ma dovetti trattenermi ancora una volta, sebbene la mia voce fu più forte e dura quando gli risposi << Ballerà solo con me >>
Lui sembrava sorpreso. << Ma davvero? La farai ballare? >>
In quel momento, arrivò una canzone lenta adatta per dimostrare e quel ragazzino travestito da vampiro che ero in grado di comportarmi come lui, come un ragazzo normale che balla con la sua ragazza. << Già, proprio ora >> annunciai, prendendo di nuovo la mano di Hope e conducendola verso il centro della palestra, proprio a fianco di Lydia e Stiles, che ci guardò sorpreso. Feci finta di nulla, fermandomi al centro della palestra e mettendo le mani intorno alla vita di Hope, mentre lei metteva le sue intorno al mio collo.
<< Non devi farlo per forza .. >> mi disse lei, con un filo di voce.
La guardai perplesso. << Non lo faccio per forza >>
<< Né per far ingelosire Ethan >> aggiunse.
Alzai lo sguardo e notai che Ethan ci stava fissando e sentii il suo cuore fremere. Mi sentii come felice, questa volta era lui a bruciare dentro nel vedermi insieme ad Hope.
<< Giusto un pochino >> confessai, tornando negli occhi di Hope, magnetici e bellissimi come sempre, valorizzati ancora di più grazie al trucco.
<< Non pensare a lui >> fu come un ordine.
<< Penso a te? >> le sorrisi, mentre lei annuiva.
<< Esatto >> poggiò la testa sul mio petto e io la strinsi di più a me, sentendo il suo magnifico odore, il profumo dei suoi capelli, il profumo del suo corpo.
Non conoscevo la canzone sulla quale stavamo ballando, né stavo sentendo le parole perché ero troppo impegnato ad ascoltare il cuore di Hope, ma la melodia, il ritmo, mi sembravano perfetti. Notai che molte coppie che stavano ballando vicino a noi ci stavano guardando, quasi sorpresi. Stiles, Lydia, Erica, Boyd .. praticamente tutti. Mi sentii quasi a disagio, ma Hope mosse la testa e tornò a guardarmi, facendomi distrarre.
<< Te l’ho detto che anche tu sei bellissimo? >> mi chiese, con gli occhi che le brillavano.
Fu un colpo al cuore. Pensava fossi bello, le piacevo come lei piaceva a me. << Grazie >> risposi, sorridendo, mentre sentivo uno strano calore sulle guancie. Io stavo arrossendo? Io? Era incredibile, quella ragazza mi stava facendo provare emozioni che non provavo da anni. Tornò con la testa sulla mia spalla e io la strinsi ancora, assaporando il momento.
Il suo cuore batteva molto velocemente, e anche mio era in preda a mille emozioni. Ansia di non essere all’altezza. Agitazione a causa dei mille sguardi su di noi. Paura di stringerla troppo fino a farle male. Felicità per avere qualcuno a cui importi di me, che mi aveva fatto capire mille cose. Amore. Amore per lei, per noi.
Sembrava che la gente intorno a noi fosse improvvisamente sparita, si fosse volatilizzata mentre io continuavo a pensare a quanto fosse meraviglioso stringerla e ballare con lei. Il mio cuore stava impazzendo, la mia testa era concentrata solo su di lei. Non avrei mai voluto lasciarla, neanche per un secondo avrei voluto allentare la stretta su di lei. Lei era la mia Hope, la persona che mi aveva fatto aprire, che mi aveva fatto allontanare da un mondo di rabbia e dolore, che mi voleva bene, o che forse mi amava. Non sapevo se lei mi amasse, sebbene il suo cuore sembrava come se me lo stesse dicendo, ma in quel momento io capii che la mia vita non avrebbe avuto senso senza di lei, senza il suo sorriso, senza i suoi occhi che fin dal primo momento mi aveva catturato e fatto suo. Io la amavo. La amavo come non avevo mai amato nessuno, come non mi era capitato mai. Sentivo di doverglielo dire, sentivo il mio corpo tremare all’idea, ma dovevo farlo.
<< Hope … >> la chiamai, sentendo la mia voce tremare.
<< Che c’è? >> chiese lei, guardandomi negli occhi. La vidi preoccupata. << Derek? Stai bene? >> mi chiese ancora, notando il mio corpo in preda alla paura.
<< Sì,sì. Io volevo dirti una cosa >> confessai.
<< Dimmi >>
<< Io .. >> avevo paura. In vita mia avevo affrontato mille difficoltà che sicuramente erano molto più difficile del dire una semplice frase, tre semplici parole, eppure stavo letteralmente tremando di paura. Feci un respiro profondo. << Io … io ti .. >> ma non riuscii comunque a confessarle quello che provavo. Un ululato forte, lungo e spaventoso pervase tutta la palestra, facendo sussultare anche me.
<< Cos’è stato? >> mi chiese Hope, confusa e impaurita.
Cominciai a guardarmi intorno, cercando Stiles, ma vedevo solo ragazzi che ridevano pensando che fosse uno stupido scherzo di Halloween. Non sapevano quanto si stavano sbagliando, quanto pericoloso fosse in realtà quell’ululato.
<< Era un ululato di uno di loro. Dove diavolo è tuo fratello?! >> le presi la mano, correndo verso l’uscita della palestra dove avevo intravisto suo fratello.
<< Stiles! >> lo chiamai, facendolo girare verso di me insieme a Lydia, visibilmente spaventata.
<< Derek! Che succede? Cos’era quello? >>
<< Devo andare! Porta a casa Hope e Lydia! >> ordinai, sperando che mi ascoltassero.
<< Cosa? Io non voglio andare a casa! >> annunciò Hope, ma io non volevo affatto che rimanesse lì.
Le misi le mani sulle spalle, supplicandola << Hope, ti prego! Io devo andare e ho bisogno che tu sia al sicuro, ok? Ti prego! >> 
Vidi i suoi occhi rassegnarsi alla mia richiesta << Va bene >>
<< Andiamo! >> disse Scott, raggiungendomi insieme ad Isaac.
Mi rivolsi di nuovo ad Hope << Stai tranquilla, ci vediamo dopo! >> dissi, baciandole velocemente la fronte e iniziando a correre verso la radura seguito da Isaac e Scott.
Quell’ululato doveva avere un significato, uno scopo, e io dovevo scoprirlo!
<< Dove sono Erica e Boyd? >> chiesi ad Isaac, ancora correndo verso la radura.
<< Sono restati al ballo, nel caso succedesse qualcosa >> mi rispose.
<< Non appena entriamo nella radura, trasformatevi. Dobbiamo avere i sensi al massimo >> entrambi annuirono, mentre ormai eravamo quasi arrivati.
<< Chi credi possa essere? >> mi chiese Scott.
<< Non era uno di noi, questo è certo. Quindi doveva essere uno di loro, dobbiamo solo scoprire cosa vogliono >> spigai, mettendo finalmente piede nella radura.
Mi trasformai, sentendo le zanne, gli artigli, e i miei occhi che cambiavano colore. Avevo i sensi al massimo delle mie possibilità, ma non riuscivo a vedere o a sentire niente di sospetto.
<< Anche Allison ha avvisato suo padre >> mi disse Scott, con la sua voce da lupo.
Annuì, ma la cosa non mi interessava. Quei lupi erano abbastanza furbi da non farsi trovare da quei cacciatori, se fossero venuti a cercarli.
Continuammo a cercare per la radura, stando attenti a tutto, ma sembrava come se non fosse successo nulla, finchè non cominciai a sentire un odore a me familiare.
<< Fermatevi >> ordinai a Scott e Isaac, mentre dei passi si avvicinavano verso di noi.
<< Chi è? >> chiese Isaac, cominciando a sentire anche lui.
<< Deucalion >> risposi, mentre lui appariva sorridente di fronte a noi, insieme ad Aiden e ad un altro lupo, che ipotizzai si trattasse di Ennis. Era molto più grosso e muscoloso di tutti noi, calvo e con gli occhi scuri. Non erano trasformati, non avevano neanche gli occhi rossi, ma sorridevano. Sia Deucalion che Ennis avevano un sorriso pieno, a denti scoperti, quasi agghiacciante, mentre Aiden sorrideva appena.
<< Ciao Derek, hai portato i tuoi amici, vedo >> cominciò Deucalion, ormai a pochi metri da noi.
Nessuno di noi tre rispose.
 << Come mai tre lupi sono in giro per i boschi? >> chiese poi, sempre fiancheggiato dai suoi lupi.
<< Abbiamo sentito l’ululato >> risposi, provocandogli una leggera risata che mi dette ai nervi.
<< Oh, quello! Puoi anche ritirare gli artigli allora, non era niente >> sembrava che la cosa lo divertisse.
<< Come non era niente? Era un ululato! >> disse Scott << Non eravate voi? >>
<< No, piccolo Scott >>
<< Chi era, allora?! >> chiesi, quasi ringhiando.
<< Calma, Derek. Ho detto che puoi ritirare gli artigli. Quello era un ululato falso, fatto da un marchingegno dei cacciatori che ci stanno alla calcagna per trarci in inganno. Sfortunatamente per loro, noi lo sappiamo. E’ stata una fortuna che vi abbiamo trovato >>
<< Ah, sì? >> chiesi, visto che non mi sembrava affatto una fortuna incontrare quel branco.
<< Sì. Perché se vi foste addentrati ancora di più nella radura probabilmente vi avrebbero trovato >> mi spiegò il capo del branco, continuando a sorridere con malignità.
<< Cosa vogliono da voi? >>
<< Quello che gli Argent volevano da voi. Vogliono ucciderci e ora che hanno scoperto che ci siete anche voi, vi vogliono morti >>
<< Ma non abbiamo fatto niente >> affermai, visto che i cacciatori di solito uccidevano quando erano a conoscenza del fatto che noi lupi avevamo fatto del male ad esseri umani innocenti.
<< Se stai alludendo al codice che dovrebbero seguire, non lo seguono. Sono spietati, ne ho persi molti a causa loro … Vogliono eliminare ognuno di noi. Questo è uno dei motivi per cui vi ho proposto di unirvi a me >>  mi spiegò ancora.
<< Capisco >> non volevo iniziare quel discorso, non eravamo ancora pronti per una battaglia con quel branco. Ci serviva più tempo.
<< Siete davvero belli, tutti e tre, da lupi. Dove sono gli altri ragazzi? >>
<< Sono rimasti a scuola, per controllare >> rispose Isaac, facendosi coraggio.
<< Oh già, la festa! Ethan mi aveva chiesto di andarci, sperava di ballare con la tua Hope >> odiavo sentire il suo nome pronunciato da quell’essere.
Strinsi i pugni << Non ci è riuscito >> dissi, quasi ringhiando.
<< Sei possessivo, mi piaci sempre di più >> ammise lui, ridendo. << Comunque, potete tornare alla festa. Ci vediamo presto, ragazzi >> disse ancora, girandosi e scomparendo insieme ai sue due lupi. Nessuno di noi lo fermò o disse altro, mentre tornavamo normali.
<< Che facciamo? >> chiese Isaac.
<< A quanto pare dobbiamo stare solo attenti ai cacciatori, per ora. Andiamo via di qui >>  dissi, cominciando ad incamminarmi fuori da quella radura.
<< Io torno da Allison, penso sia ancora alla festa >> disse Scott, mentre in quel momento il mio cellulare cominciò a squillare.
Era Stiles. << Che c’è? >>
<< Derek! Hope è con te? >> la sua voce tremava.
<< No. Non l’hai riportata a casa?! >> chiesi, sperando di ricevere una risposta affermativa.
<< Sì, ovvio! Siamo arrivati qui e lei è andata in camera sua a cambiarsi, ma non è più qui! La finestra è spalancata, ho pensato fosse venuta da te, era in pensiero >> mi spiegò, mentre io cominciavo ad agitarmi e sia Isaac sia Scott mi guardavano preoccupati.
<< Non è con me, Stiles. Non potevi tenerla d’occhio? >>
<< Cosa ne posso sapere io! Era qui, ci sono anche le sue scarpe! >>
<< Resta lì, arrivo! >> chiusi la telefonata, rivolgendomi a Scott. << Hope non è a casa sua. Voi ritornate a scuola e se la trovate avvisatemi subito! Io vado a casa sua, capito? >>
<< Perché è andata via? >> chiese Scott, visibilmente agitato.
<< Era in pensiero per me … >>
Scott sospirò << Va bene, a dopo >> disse, mentre andava verso la scuola con Isaac.
Mi ricordai che avevo l’auto a scuola, così anche io andai verso quella direzione e mi fiondai dentro l’auto, partendo a tutta velocità e stando attento ad ogni angolo della strada, sperando di vederla. Pregai che fosse tornata a scuola, pregai che Scott la ritrovasse, pregai che a causa mia non le stesse succedendo nulla.
Stiles mi stava aspettando con la porta di casa sua spalancata e la testa fuori. Parcheggiai in fretta e corsi verso di lui, che mi aprì la porta.
<< Derek! L’hai trovata? >> non risposi. Con un solo salto riuscii a passare la scale e andai in camera sua dove Kopa si trovava sul letto, sembrava stesse piangendo dai versi che faceva. Camera sua era la stessa, solo le scarpe che indossava alla festa si trovavano di fronte allo specchio e la finestra era spalancata. Kopa mi venne incontro, probabilmente cercando conforto, ma io ero troppo impegnato a cercare il suo odore.
<< Derek! Che senti? >> mi chiese Stiles col fiatone, una volta arrivato in camera di Hope.
<< Cerco di sentire il suo odore >> e lo sentivo. Poco tempo prima Hope si trovava proprio lì, di fronte al suo specchio. L’odore era forte anche sul pavimento della stanza e poi verso la finestra. Mi affacciai, ma sentii subito che qualcosa non andava. Arricciai il naso, mi sporsi ancora cercando di percepire il suo odore come lo percepivo in camera sua, ma non ci riuscivo.
<< Derek ti prego parlarmi, sto impazzendo! >> mi supplicò Stiles, inginocchiato vicino a Kopa mentre lo accarezzava.
<< C’è qualcosa che non va >>
<< Cosa? >>
Non risposi, sentendo la vibrazione del mio cellulare in tasca.
Era Scott << Allora? >>
<< Non è qui. Ho cercato in tutta la scuola e Isaac nei dintorni, non c’è >>
<< Sei sicuro? >> chiesi ancora, mentre sentivo che la rabbia, la paura, l’ansia cominciavano a farsi spazio nel mio corpo, nelle mie vene, nella mia testa, nel mio cuore.
<< Sì che lo sono. Che facciamo? >>
<< Ti chiamo dopo >> dissi, chiudendo la chiamata e cercando di non distruggere il cellulare. Mi affacciai di nuovo alla finestra, sperando di sentire il suo odore ma niente, era come mutato, come se non fosse il suo.
<< Qualcuno ha fatto in modo che non sentissi il suo odore >> spiegai a Stiles.
<< Come? Qualcuno?! Vuoi dire che qualcuno l’ha portata via? >>
<< Non lo so! Ne so quanto te! >>
Stavo impazzendo, di nuovo. Ma questa volta non era per una cosa positiva. Hope era stata portata via da qualcuno, non avrebbe di certo potuto saltare dalla finestra senza farsi male. E poi, per quanto cocciuta era a volte, se fosse voluta venire a cercarmi l’avrebbe fatto attraversando la porta anche se doveva affrontare suo fratello. Non l’avrebbe fermata.
<< Porca puttana! Che facciamo? Dov’è? >> Stiles cominciò a gesticolare, mettendosi le mani in testa. Sentivo la disperazione nella sua voce.
<< Non lo so! So solo che ti avevo chiesto di portarla qui al sicuro ed è sparita! >> gli urlai contro, mentre sentivo ancora la rabbia crescere.
Chi aveva potuto fare una cosa del genere? Chi aveva osato portarmi via Hope?
<< Io l’ho portata qui! Sono stato via solo per cinque minuti! >>
<< Non importa ora! Devo trovarla >> annunciai, andando verso la finestra.
<< E cosa ti aspetti che io faccia? >>
<< Resta qui! Non muoverti da qui fino a quando non te lo dico io, chiaro? >>
<< Va bene, va bene! Dove vai? >> mi chiese, mentre io mi ero già girato verso la finestra.
<< Da quel bastardo di Ethan >> dissi, uscendo da quella casa.
Era la prima persona che mi era venuta in mente. Non era con Deucalion nella  radura, e sapevo quanto fosse geloso di me e Hope, lo vedevo lo sentivo. Tornai a scuola, cercando di sentire il suo odore e quando lo trovai, lo seguii fino ad una casa non molto distante.
Sentivo il suo cuore, sentivo il suo respiro! Entrai da una finestra aperta con un solo salto e me lo ritrovai davanti, mentre corrugava la sopracciglia, confuso. Non ci vidi più, o meglio, cominciai a vederci rosso. Gli saltai addosso, mettendogli le mani intorno al collo e facendolo sbattere contro il muro, sollevandolo da terra.
<< Dov’è Hope?! >> ringhiai, mentre lui continuava a non capire.
<< Cosa? Che ne posso sapere io? L’hai persa?>>
<< E’ scomparsa, bastardo! E non mentirmi! >> ringhia ancora, mentre vedevo che anche lui cominciava a trasformarsi.
<< Non sto mentendo, idiota! Senti il mio cuore! Non so dove sia! >>
Era vero, non mentiva. Lo lasciai andare, indietreggiando mentre lui si massaggiava il collo, con gli occhi rossi. << In che senso è scomparsa? >> mi chiese poi.
<< Non la trovo! Non so dove sia! Qualcuno l’ha portata via da casa sua! >>
<< E hai pensato a me, no? Anche io ci tengo a lei! >>
<< Sta’ zitto! >>
<< Vuoi che avvisi Deucalion? >>
<< No! Non dirgli nulla! E’ affar mio, mio e basta! >> urlai, mentre uscivo anche da quella casa, sconfitto.
Tornai correndo verso casa di Hope, sotto la sua finestra, ma il suo odore non c’era più. Non poteva essere sparita nel nulla, maledizione! Di nuovo fui in casa sua, e vidi Stiles sul letto di sua sorella insieme a Kopa, sembrava volesse piangere.
Avrei tanto voluto farlo anche io.
<< Hai trovato niente? >> mi chiese, mettendosi in piedi.
<< No, non è stato Ethan >>
Stiles si mise di nuovo una mano fra i capelli, sempre più disperato.
<< Dimmi che non le è successo niente >>
Abbassai lo sguardo e strinsi i pugni << Io non lo so! Non sento il suo odore oltre questa finestra >>
<< Dobbiamo fare qualcosa! Potrebbe essere ovunque! E se .. no, no … >>
<< Non farlo! Non pensare neanche per un secondo che sia morta, chiaro?! >> urlai, alzando di nuovo gli occhi verso Stiles che si era seduto a terra ai piedi del letto di Hope, con la testa fra le mani. Stava tremando in maniera esagerata. << Stiles? >> ma lui non rispose né si mosse.
Mi avvicinai a lui, inginocchiando << Stiles, ascoltami! Guardami, dannazione! >>
Lui alzò piano la testa, liberandola dalla sua stessa stretta. Rimasi sorpreso a guardarlo, stava piangendo << Io non posso perderla Derek, non posso >> mi confessò con un filo di voce, mentre un’altra lacrime scendeva sul suo viso.
Gli misi una mano sulla spalla, mentre un misto di tristezza e tenerezza stavano offuscando tutta la rabbia e la paura che avevo in corpo << Neanche io, e non la perderemo ok? Non lo permetterò >>
<< Lei è la mia famiglia. Cosa dirò a mio padre, eh? >> la sua voce tremava insieme al suo corpo.
<< Non gli dirai nulla. La troveremo stanotte stessa >>
<< Come fai a saperlo? >>
<< Lo so e basta. Ora smettila di farti prendere dal panico e alzati >> lo presi dalle braccia e lo alzai di peso.
Fece un respiro profondo << Che facciamo? >> mi chiese, mentre tentava di asciugarsi le lacrime con la manica del suo vestito da Jack Sparrow.
<< Andiamo da Deaton, forse può aiutarci. Chiama Scott e gli altri, abbiamo bisogno anche di loro >> dissi, mentre vedevo che cominciava a tranquillizzarsi, per quanto tranquillo poteva essere in quel momento. Neanche io lo ero.
Sua sorella, la mia Hope, la ragazza che amavo, era sparita. E forse era tutta colpa mia. Dovevo trovarla ad ogni costo. Dovevo rivedere il suo sorriso, i suoi occhi. Dovevo rivedere la Hope che mi aveva salvato in mille modi. Dovevo riaverla, a costo della vita.
 
 






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Ciao a tutti! **
Eccovi il nuovo capitolo, appena finito di scrivere per non lasciarvi troppo in attesa! XD 
Spero davvero che vi piaccia, fatemelo sapere :)
Vi ringrazio ( come sempre farò ) delle vostre bellississime recensioni che mi fanno tanto felice! E grazie anche a chi ha inserito la mia storia fra le seguite, ricordate o preferite! G R A Z I E *_______________*
A presto! <3

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Capitolo 27
*** Pain. ***


Ciao a tutti! **
Allora scrivo prima perchè anche questo capitolo forse è un pò rosso, a causa di alcune scene violente! Vi ho avvisato xD
Ringrazio tantissimo chi continua a recensire la mia storia, sono troppo felice che continui a piacervi! G R A Z I E *_______*
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, buona lettura! A presto! <3


Pain

 

POV Hope

Quando riapri gli occhi, mi resi conto di non essere più in camera mia. Un’unica luce era puntata su di me, facendomi socchiudere gli occhi per quanto era forte. La testa mi pulsava così cercai di portarmi una mano sui capelli, ma non ci riuscii. Mi spaventai, notando che ero seduta su una sedia di legno, con i polsi legati dietro di me e anche con le caviglia legate. Mi facevano male sia le una che le altre, da quanto tempo ero lì? Il primo istinto fu quello di cercare di liberarmi da quelle corde, ma erano strette davvero troppo e mi impedivano di fare qualsiasi movimento, stringendomi ancora di più anche quando mi spostavo di poco. Mi guardai intorno, ma non vedevo niente. La luce era solo su di me, il resto era buio. Sentii dei passi, come se qualcuno mi stesse girando intorno, e sussultai.
<< Chi è? >> chiesi, sempre più spaventata e quasi ansimando dall’agitazione.
Chi poteva fare una cosa del genere? E soprattutto perché? Ero finita nelle mani di uno dei nuovi licantropi?
<< Ethan? >> chiesi, visto che fu il primo che mi venne in mente, sebbene sperassi che non fosse talmente matto da rapirmi e legarmi. Non ricevetti risposta, i passi continuavano a girarmi intorno ed erano sempre più forti.
<< D-Deucalion? >> chiesi, tremando. Non avevo mai visto il capo degli Alpha, non conoscevo il suo aspetto né la sua personalità. Forse era talmente fuori di sé da farmi questo, sebbene non capissi il motivo. Questa volta come risposta ricevetti una risata, una risata malefica e femminile. Ethan mi aveva parlato di una donna Alpha del branco, così pensai si trattasse di lei.
<< Kali? >> chiesi ancora.
Di nuovo quella risata, mi faceva rabbrividire mentre la testa continuava a pulsarmi e sentivo i polsi e le caviglie infiammati a causa di quelle corde.
<< Sei proprio fissata coi lupi, eh, Cappuccetto Rosso? >>
Una donna finalmente mi rispose, ma a quanto pare non si trattava di Kali, né di un lupo. Alluse al fatto che io fossi vestita ancora da Cappuccetto Rosso, e mi ricordai di quando persi i sensi in camera mia, mentre mi stavo togliendo le scarpe e dopo aver sentito un vento freddo su di me e un fazzoletto bagnato sulla mia bocca. Cosa mi aveva fatto?
<< Chi sei? >> chiesi, mentre la luce mi impediva di vedere perfino le ombre.
<< Oh, piccola Hope. Noi ci siamo già viste, una volta >>
Ci eravamo già viste? Quando? Dove? Quella voce non mi era per niente familiare.
<< Dimmi chi sei! >> cercai di sembrare forte nel pronunciare quelle parole, ma la paura prevalse sulla mia voce. Aveva preso solo me? O anche mio fratello era in pericolo? E Derek dov’era? Quell’ululato di chi era?
<< Non sono un lupo, questo è certo. Invece i tuoi amichetti lo sono, vero? >> mi chiese, mentre sentivo ancora i suoi passi girarmi intorno.
<< Fatti vedere! >>
<< Sei curiosa … E va bene >>
All’improvviso la luce su di me si spense, e tutta la stanza in cui mi trovavo fu illuminata da un’altra, meno forte di quella di prima, che mi permise finalmente di vedere la faccia della persona che mi aveva ridotto in quello stato. Era la cacciatrice, la donna dagli occhi scuri che qualche tempo prima aveva sparato a Derek, la donna che mi sorrise quando mi affacciai e la vidi. La donna che mi stava sorridendo anche in quel momento.
<< Sei tu! >>
<< Sorpresa! >> mi disse, continuando a sorridermi. Quel sorriso mi fece rabbrividire. Mi guardai intorno, notando che mi trovavo in una stanza vuota, con al centro la sedia su cui mi trovavo. Non c’erano neanche finestre, solo una porta alle spalle della cacciatrice. << Ti chiederai perché ti ho portata qui, no? >> mi chiese lei, avvicinandosi a me. La guardai meglio: era vestita tutta di nero ed era piena di armi, coltelli e pugnali di tutte le dimensioni, pistole piene di chissà quali proiettili.
<< Tu mi hai portata qui? >>
<< Sì, ero io quella nella tua stanza >>
<< Voi non dovreste cacciare i lupi? >>
Lei rise, ormai di fronte a me. << Oh, è per questo che sei qui >>
<< Cosa? >>
<< Vogliamo Derek Hale e il suo branco, cioè il tuo ragazzo e i tuoi amichetti. Oh, a proposito, siete tanto carini insieme >>
Se avessi potuto, avrei stretto i pugni, ma non appena cercai di muovermi sentii i polsi bruciare. << Cosa c’entro io? >> chiesi, cercando di temporeggiare. Derek era sicuramente già alla mia ricerca, no?
<< Ti vogliono bene e gli attirerai tutti qui. Non subito, però, visto che ho fatto in modo che il tuo odore si confondesse con il resto dell’ambiente in modo da darci il tempo di fare una chiacchierata >>
<< Come pretendi che mi trovino se non sentono il mio odore? >>
<< Oh, Derek ti troverò. Voi siete legati da qualcosa di forte, e lui da lupo saprà come trovarti. E poi, sentiranno le tue urla >>
Spalancai gli occhi, impaurita da quella frase. << Urla? >>
Lei annuì, e con un movimento veloce estrasse uno dei suoi coltelli dai pantaloni che indossava e me lo conficcò nella gamba destra, poco sopra il ginocchio. Il dolore che sentii fu indescrivibile, sentivo la lama dentro di me, come un fuoco che ardeva e che non poteva essere spento. Lei estrasse la lama, mentre io urlavo con tutto il fiato che avevo in gola a causa del dolore lancinante che sentivo ancora nella gamba. La guardai, ormai rossa e aperta, piena di sangue che cominciava a colare a terra. << Sì, intendevo proprio queste urla >> disse, ridendo e cercando di pulire il coltello che aveva appena usato con un fazzoletto. Il dolore non passava, ma anzi sembrava che ogni secondo che passava aumentasse sempre di più. Le lacrime uscirono da sole dai miei occhi, mentre stringevo i denti e cercavo di calmarmi, sebbene fosse quasi impossibile. << Questo era un piccolo assaggio, signorina. Ora, vogliamo parlare di Derek? O di Scott? >>
Tornai a guardarla, mentre il suo viso non abbandonava ancora quel ghigno divertito.
<< Non ti dirò niente, né su Derek né su Scott >>
<< Davvero? >>
Si avvicinò ancora, inginocchiandosi davanti a me. << So che ti piace scrivere, vero? >> mi chiese, prendendomi il polso sinistro << Sarai mancina? >>
Non risposi ma sì, ero mancina. La donna mi strinse il polso << Allora, facciamo che se continui a non dirmi nulla, ti rompo il polso. Che ne dici? >>
Avevo paura, paura come non avevo mai provato in vita mia. Ma non avrei mai tradito i miei amici, per nessuna ragione al mondo. << Non dirò nulla >> dissi, mentre continuavo a nascondere il dolore che stavo provando per la ferita alla gamba.
<< Oh, che carina. Vuoi proteggere i tuoi amici. E va bene >> e fece come aveva detto, rompendomi il polso.
In vita mia non mi ero mai rotta neanche un osso, mai. Ma ora stavo provando cosa significava e il dolore sembrava essere ancora più forte di quello precedente. Urlai ancora, sentendo mille bruciori nel mio corpo, mille dolori diversi e ugualmente intensi lacerarmi dentro. Le lacrime uscivano da sole, bruciandomi anche gli occhi.
<< Non potrai scrivere per un po’, a quanto pare >> disse lei, tornando in piedi. << Allora, vuoi dirmi qualcosa? >>
Oh sì, volevo dirle qualcosa. << Vaffanculo >>
Lei fu quasi sorpresa dalla mia risposta. << Bene, bene. Lotti ancora. Devi tenerci davvero tanto a Derek e ai tuoi amici >>
<< Tanto da non dirti nulla su di loro >>
<< Vorrà dire che le tue urla gli faranno venire qui e moriranno cercando di salvarti, poverini. Allora, da dove continuo? >> si chiese da sola, inclinando il viso e sorridendomi ancora. Non m’importava quanto dolore avrei dovuto sopportare, non m’importava se questo significava morire davanti ad una sconosciuta che mi torturava. Non avrei mai parlato di Derek, di Scott o degli altri davanti a lei. Mai.
 

POV Derek

Guidai più veloce che potei verso l’ambulatorio veterinario, con Stiles accanto a me. I nostri cuori erano in preda all’agitazione, ed entrambi eravamo spaventati da quello che sarebbe potuto accadere ad Hope. Una volta parcheggiata l’auto entrambi scendemmo e Stiles spalancò la porta dell’ambulatorio, chiamando a gran voce il dottore.
<< Ragazzi! Che succede? >> chiese lui, uscendo dalla stanza in cui tempo prima mi aveva estratto il proiettile e in cui avevamo parlato del nuovo branco. << Problemi con il branco? >> chiese ancora, alzando le sopracciglia.
<< Mia sorella è sparita! >> spiegò Stiles, mentre io ero talmente preoccupato che sentivo la mia voce spezzarsi in gola.
<< Hope è sparita? Quando? Da dove? >>
<< Da casa mia! Eravamo tornati dalla festa di Halloween, è salita in camera sua e quando sono andato a chiamarla non c’era più! >>
<< Il suo odore dove porta? >> chiese il dottore, rivolto a me. << Derek? >>
<< Il suo odore è confuso. Oltre la finestra della sua stanza non riesco a sentirlo >> spiegai, stringendo i pugni. Credeva davvero che se avessi potuto sentire il suo odore sarei andato da lui invece che da Hope?
<< C’è una sostanza che può alterarlo, ma è temporanea. Non sapete chi è stato? >>
<< No! >> urlai << Crede che saremmo qui se lo sapessimo? >>
In quel momento sentii due macchine arrivare nel parcheggio dell’ambulatorio e Scott, Isaac, Erica e Boyd entrarono. << Novità? >> chiese Scott, quasi ansimando.
<< No, niente >> rispose Stiles, cominciandosi a mordere le unghie, sempre più agitato.
<< Può essere stato il nuovo branco, secondo te? >> mi chiese il veterinario.
<< No. Sono andato da Ethan, lui non è stato. Non credo sia stato neanche Deucalion >>
<< Perché? >>
<< E’ molto legato al suo branco. Non farebbe una cosa del genere senza avvisare anche Ethan >>
<< Sei sicuro che non lo stesse proteggendo? >>
<< Ho sentito il suo cuore, non mentiva >> spiegai, mentre il dottore si metteva le mani dietro la testa, pensieroso.
<< Capisco >>
<< Bene, perché io non ci capisco nulla! >> s’intromise Stiles << Chi può aver fatto una cosa del genere? Lei non è un lupo o un altro mostro come voi! >>
Non aveva tutti i torti. Chi l’aveva catturata, aveva uno scopo ben preciso.
<< Gerard però catturò anche te, insieme a noi >> disse Erica, indicando anche Boyd << E neanche tu sei un lupo >>
<< Cosa c’entra? Gerard sapeva che io avevo a che fare con voi! >>
Quando Stiles pronunciò quella frase, quasi tutti alzammo gli occhi, capendo probabilmente il piano di chi aveva rapito Hope. << Oh, merda >> disse Stiles, realizzando anche lui.
<< Sanno che è la mia migliore amica >>> disse Scott.
<< Sanno che è anche mia amica >> continuò Erica.
<< Sanno che conosce Ethan e Aiden >> e poi Isaac.
Tutti guardarono me, e sapevo benissimo cosa dovevo dire. << Sanno che è la mia ragazza … >> Mi sentii tremendamente in colpa. Tutto questo stava accadendo soprattutto per causa mia e io non ero riuscito a proteggere l’unica persona che era mai riuscita a farmi sentire amato sul serio.
<< L’ululato! I cacciatori! >> disse Scott, spalancando gli occhi.
Capii cosa voleva dire. << Ci hanno distratto per rapire Hope >> continuai io.
<< I cacciatori? Gli Argent? >> chiese Boyd.
<< No, quelli che hanno sparato a Derek >> rispose il dottor Deaton.
<< Bastardi maledetti >> sibilai io, a denti stretti. Se me li fossi trovati davanti, li avrei uccisi uno per uno.
<< Quanti erano? >> chiese Isaac.
<< Tre, ma potrebbero essere di più >> risposi, mentre cominciavo a pensare a come dar sfogo alla mia rabbia su di loro. Se avessero fatto del male ad Hope, non ci avrei visto più niente.
<< Credi che le abbiano fatto qualcosa? >> chiese Stiles al dottor Deaton.
<< Non lo so. Non so come agiscono >>
<< Deucalion ha detto che sono spietati, che non seguono il codice >> spiegò Scott.
<< Bene. Mentre stiamo qui a parlare mia sorella sta passando chissà cosa! Facciamo qualcosa, vi prego! >> supplicò Stiles e sentivo che il panico si stava di nuovo impossessando di lui.
<< Dovete trovarli >> ci disse il dottore, sempre pensieroso.
<< Non sappiamo dove sono! Non sento l’odore di Hope! >> ringhiai verso il dottore, ormai quasi fuori di me.
Lui mi guardò, mettendosi un dito sulla bocca << Derek, vieni con me. Dobbiamo parlare >>
<< Non ho tempo di parlare! >>
<< Vieni. Con. Me. >> mi ordinò, entrando nell’altra stanza.
Feci come mi aveva detto, chiudendo la porta alle mie spalle. << Cosa c’è? >>
<< Ascoltami, devi calmarti >>
<< Come posso calmarmi?! Come?! >> dissi, mentre sentivo i miei occhi cambiare colore.
<< Tu puoi trovare Hope, tu puoi sentirla >>
<< Quante volte ancora dovrò dirle che non sento il suo odore?! >>
<< Devi calmarti. Io so che puoi farlo. Sei legato a lei da qualcosa che va ben oltre l’amore umano, è qualcosa di più forte >>
<< Che intende dire? >>
<< Tu la ami, vero? >>
Quella domanda mi fece sussultare, e lui lo notò. << Derek! >>
<< Sì, sì! >> ammisi, abbassando la testa.
<< Bene. E non è il genere di amore che provavi per Kate, vero? >>
<< Sì. Vuole arrivare al punto? >>
<< Ti ricordi la volta in cui sei venuto qui chiedendomi che cosa stesse succedendo al tuo corpo? Quando hai visto per la prima volta Hope? Ricordi cosa ti dissi? >>
Alzai di nuovo gli occhi verso di lui, ricordandomi perfettamente quel giorno. << Che mi era piaciuta >>
<< E …? >>
<< Che forse avevo trovato la mia compagna >> continuai.
<< Esatto! Voi lupi ne avete solo una e il vostro corpo ve lo fa capire in vari modi, in varie occasioni. Il vostro cuore batte come non era mai battuto prima, anche per un semplice sguardo. Hai provato questo? >>
Annuii, visto che stava descrivendo perfettamente come mi sentivo da quando Hope era con me. << Bene. Allora puoi sentirla >>
<< Come? >> chiesi, quasi disperato. Mentre ero lì, Hope era chissà dove e stava subendo chissà che cosa, senza me al suo fianco.
<< Torna sotto la sua finestra e pensa a lei. Pensa a tutto quello che aveva passato, ai bei momenti, a come ti senti adesso non sapendo dove si trova, e la sentirai >>
<< E se non funziona? >>
<< Funzionerà, devi solo crederci >>
<< Cosa facciamo con i cacciatori? >> chiesi, anche se io sapevo benissimo cosa volevo fare con loro.
<< Cercate di non fargli a pezzi. Ma se oppongono troppa resistenza, non sono io a doverti dire cosa fare, no? >>
Annuii ancora. << Grazie >> sussurrai, chinando la testa.
<< Figurati. Vai a salvarla >> mi disse, sorridendomi.
Mi voltai verso la porta, aprendola e trovandomi davanti il mio branco, pronto ad aiutarmi.
<< Allora? >> chiesero insieme Scott e Stiles.
<< Andiamo sotto la finestra di Hope, forse posso sentirla >> annunciai.
 
Una volta arrivati, mi misi esattamente sotto la sua stanza, dove il suo odore veniva confuso da chissà che altro odore. Chiusi gli occhi, facendo dei profondi respiri e immaginandomi gli occhi di Hope …
<< Che stai facendo? >> chiese Stiles, interrompendomi.
Riaprii gli occhi, fulminandolo con lo sguardo. << Sto cercando di sentire l’odore di tua sorella! State zitti, tutti >> ordinai, poi richiudendo gli occhi.
Ricominciai a vedere i suoi occhi nella mia testa, il suo sorriso. Ricordai la prima volta che la vidi, la reazione del mio corpo. Ricordai quando me la ritrovai di fronte a casa sua, quando la incontrai nella radura da sola con Kopa. Ricordai di come odiavo vederla con Ethan, di come avevo odiato il fatto che lui la dovesse portare alla festa di Lydia. Ricordai la festa, la mia rabbia quando li vidi ballare insieme e ricordai Hope ubriaca fra le mie braccia. Quel pensiero mi fece sorridere. Ricordai di quando mi parlò della sua favola preferita, di come credeva che io fossi la Bestia che doveva trasformarsi in principe, di come era stata gentile con me offrendomi vestiti puliti, cibo sano e un letto caldo. Ricordai quando dormimmo insieme per la prima volta, dopo che fui ferito dai cacciatori. Ricordai il nostro primo bacio, le prime nostre carezza più intime. Ricordai il ballo di qualche ora prima, di come mi ero sentito bene nello stringerla fra le mie braccia, di come avevo capito quanto lei ha fatto per me, quanto io la amavo. E la sentii.
<< La sento! >> annunciai, riaprendo gli occhi e sorridendo.
<< Davvero? >> chiesero all’unisono tutti.
<< Sì! Venite >> dissi, correndo e seguendo ancora l’odore di Hope, l’odore che mi avrebbe permesso di salvarla e di riaverla fra le braccia.
Arrivammo alla periferia della città, in una zona industriale. L’odore portava verso un edifico ad un piano solo, con qualche finestra e una porta che sembrava essere blindata, e sorvegliata da uno dei cacciatori armato di fucile e pieno di altre armi addosso. Ci nascondemmo dietro un altro edificio, e tutti, all’improvviso, sentimmo un urlo forte, acuto, lungo e dolorante. Era Hope. Ringhiai, sperando che quel cacciatore non mi sentisse.
<< Era Hope! Oh, Dio, era Hope! >> disse Stiles, mettendomi di nuovo le mani in testa.
Mi girai verso di lui << Niente panico, ok? Ora andiamo a salvarla >>
<< Che facciamo con quel cacciatore? >> mi chiese Scott.
<< Prendiamolo di sorpresa. Tu e io dall’alto, Isaac da destra e voi due da sinistra >> spiegai, indicando poi Erica e Boyd. << Una volta entrati, io vado da Hope e nel caso dovessero esserci altri cacciatori, sapete cosa fare >>
<< E io che faccio? >> chiese Stiles.
<< Tu aspetti qui >>
<< Io non aspetto qui! >>
Alzai gli occhi al cielo, ma capii il suo stato d’animo << Bene. Allora quando quel cacciatore sarà a terra, prendi un’arma e vieni dentro con noi. Chiaro? >>
Lui annuì, spaventato ma pronto a fare quello che gli avevo detto. << Andiamo >>
Quando fummo tutti nelle posizioni in cui avevo detto, saltammo addosso al cacciatore che non ebbe tempo di difendersi né di urlare, mentre noi lo mettevamo fuori dal gioco. Eravamo tutti trasformati, e Stile ci raggiunse << Wow! Siete stati grandi! >> disse.
<< Prendi un’arma >> gli dissi, sentendo la mia voce da lupo.
Lui si chinò tremando verso il cacciatore che si trovava a terra e prese una pistola << Non ho mai tenuto un’arma >> annunciò.
<< Buona prima volta >> gli dissi. Toccai la porta, cercando di aprirla, ma sembrava essere forzata. << Cerchiamo di sfondarla tutti insieme >> ordinai, mentre tutti ci allontanavamo in modo da prendere la rincorsa. Sentimmo un altro urlo pieno di dolore, e alla prima spinta la porta si spalancò. Fummo circondati da cacciatori, ma tutti gli stavano fronteggiando bene, perfino Stiles che però si limitava a schivarli, forse non ancora pronto per sparare a qualcuno. << Derek, va’ da Hope! >> mi urlò Scott e io cercai di farmi strada fra i cacciatori, guidato dall’odore e dalle urla di Hope.
Mi ritrovai davanti ad una porta che non sembrava forzata come quella di prima e con un solo calcio riuscii a buttarla giù. E poi la vidi. La mia Hope. Distesa a terra, ansimante. Piena di ferite, di sangue, in quasi ogni parte del suo corpo. Sentivo il suo cuore in preda alla paura, al panico, all’agitazione e al dolore. Stava soffrendo tantissimo, glielo leggevo in viso. Girò piano il viso verso di me, come se fosse uno sforzo incredibile, e inizialmente spalancò gli occhi. Pensai che quella era la prima volta che mi vedeva da licantropo. Poi mi fece un piccolo, leggerissimo sorriso, sussurrando il mio nome << Derek .. >>
Una donna mi si parò davanti << Oh, benvenuto Derek. Vuoi unirti alla festa? >>
Era stata lei! Era stata lei a ridurre Hope in quello stato, a farle del male, a ferirla, a farla soffrire, ed era anche colpa mia. Non ci vidi più, e mi avventai su di lei. 

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Capitolo 28
*** Fight ***


Fight

 

POV Hope

Non sapevo da quanto tempo mi trovavo in quella situazione. La cacciatrice sembrava non stancarsi mai, ma anzi sembrava divertita, e voleva assolutamente avere informazioni su Derek e il suo branco, soprattutto su Scott. Ad un certo punto, dopo il mio ennesimo silenzio dopo una sua domanda, mi slegò le mani e con un solo calcio mi fece cadere dalla sedia, ancora con le caviglie legate. Mi si avvicinò di nuovo e notando quanto il polso rotto mi faceva male, mi minacciò di rompermi l’intero braccio, ma a me non importava. Non mi interessava per quanto tempo sarei dovuta restare ancora lì, alle sue torture. Io non avrei detto una solo parola. Il dolore era talmente forte e costante che mi ci stavo quasi abituando. La cosa che più mi faceva soffrire era il bruciore causato da tutte le ferite sulle mie braccia e sulle gambe lasciate nude dal mio vestito ormai tutto sporco di sangue.
<< Allora, non parli? >> mi chiese ancora, sollevandomi il braccio sinistro.
Non risposi, limitandomi a guardarla con gli occhi in fiamme. << Bene >> e con una sola rapida e studiata mossa riuscì a rompermi anche il braccio, causandomi un altro dolore lancinante che mi fece urlare di nuovo, che mi fece desiderare di svenire, o peggio.
<< Sei un mostro >> sibilai, mentre lei tornava in piedi e mi lasciava il braccio che cadde sul mio petto. Non provai neanche a muoverlo un po’, sapendo che non avrei fatto altro che causarmi altre sofferenze.
<< Io no, Hope. E’ questo che tu e tuo fratello non capite! Siete totalmente accecati dall’amicizia e dall’amore da non rendervi conto che andate in giro con dei mostri! >>
<< Loro non ci hanno mai fatto del male >>
<< Davvero? E cosa sono quei piccoli segni di artigli che intravedo sul tuo collo? >> mi chiese, tornando per un attimo seria.
<< Un malinteso. Erica cercava di proteggere Derek >> spiegai, notando che la mia voce era sempre più rotta e bassa e anche un piccolo movimento della mia bocca mi causava dolore in tutto il corpo.
<< I Beta proteggono sempre i loro Alpha, è un loro istinto >>
<< Lei.. Lei mi ha chiesto scusa >> stava cominciando a mancarmi anche il respiro. Attorno a me sentivo solo odore di sangue, del mio sangue.
<< Oh, quindi se ti chiedo scusa mi perdoni per tutto questo? >>
<< Lei voleva proteggere Derek, tu vuoi ucciderlo. E non credo che due graffietti siano paragonabili a tutto questo >> dissi, ansimando.
La cacciatrice aprì la bocca per rispondermi ma fu distratto da un forte rumore che proveniva da fuori, seguito poi da altri vari rumori forti e diversi, fra cui degli spari.
<< I tuoi amici sono arrivati >> annunciò, mentre sul suo viso tornava il ghigno divertito. Dai suoi pantaloni pieni di armi estrasse una specie di bastone e spinse un bottone che lo fece allungare, all’estremità aveva una specie di tubo di vetro, non capivo cosa fosse. << Oh, adoro quest’aggeggio! >> disse, mentre i rumori erano sempre più vicini.
<< Cos’è? >> domandai, sperando che nessuno si facesse male a causa mia.
<< Un piccolo strumento che dà scosse elettriche. Se lo usassi su di te moriresti subito, mentre mette fuori gioco i lupi per qualche minuto >>
Appena terminò di spiegarmi cosa fosse quell’affare, la porta dietro di lei fu buttata giù. I miei occhi si spalancarono alla vista di Derek, perché non era il Derek che ero abituata a vedere io. Aveva gli occhi rossi, gli occhi rossi che mi piacevano tanto, le zanne, gli artigli, e il suo viso era totalmente cambiato, ma in lui continuavo a vedere il mio Alpha. Era in piedi, il suo respiro era irregolare, aveva i pugni stretti e i suoi occhi furono subito su di me, spaventati. Dovevo avere proprio un aspetto orribile. Fu un sollievo vederlo, non aveva ferite e non sanguinava, era solo tremendamente spaventato. Ma stava bene, e per me contava solo quello. Gli sorrisi, sussurrando il suo nome e sperando che quella non fosse l’ultima volta che potevo vedere il suo viso, visto che ormai era faticoso perfino respirare normalmente. La cacciatrice si parà dinanzi a lui, sempre con quello strumento di tortura fra le mani << Oh, benvenuto Derek. Vuoi unirti alla festa? >> gli chiese, mentre gli occhi rossi del lupo furono attraversati da un lampo di rabbia. Ringhiò, avventandosi su di lei e riuscendo a schivare quell’aggeggio. Finirono contro il muro, mentre Derek continuava a ringhiare. Le colpì il fianco con gli artigli, ma la cacciatrice era furba e riuscì a colpirlo, facendolo cascare a terra. Vidi il suo viso contrarsi, mentre si metteva le mani sulla pancia dove la scossa lo aveva colpito. La cacciatrice rise, guardandosi la ferita sul fianco. << Oh, credi davvero di riuscire a vincere contro questo? Sei già a terra >>
Derek, disteso a terra non molto lontano da me, voltò il viso verso il mio e sembrò realizzare solo in quel momento quanto fossi ridotta male. I suoi occhi si spalancarono, dispiaciuti, impauriti, e quando tornarono alla cacciatrice furono di nuovo sommersi dalla rabbia e un ringhio pervase l’intera stanza. << Come hai potuto farle questo? Lei non c’entra niente >>
<< Certo che c’entra. E’ soprattutto colpa tua se ora si trova in quello stato. La senti? Non riesce quasi a respirare >>
<< Sta’ zitta >>
<< Poverina, solo perché si è innamorata di uno stupido mostro ora sta rischiando la vita. E non mi ha detto niente su te, sai? Sarebbe una brava Beta >>
<< Taci >> ringhiò di nuovo Derek, mentre tentava di alzarsi con le mani ancora sulla pancia. Mi faceva male vederlo così, privo di difese e sofferente. Le lacrime continuavano a scendere sul mio viso ma ora la causa non era più solo il dolore.
<< Se tu non fossi entrato nella sua vita, ora lei sarebbe al sicuro. Probabilmente al suo posto avremmo preso Stiles, ma tanto a te non m’importa >>
Derek finalmente riuscì ad alzarsi << Mi importa di tutti, specialmente di lei >> disse, ringhiando e avventandosi di nuovo verso la cacciatrice. Li vidi lottare, vidi Derek affondare i suoi artigli nel corpo di lei, che prese un coltello più piccolo e lo conficco nel braccio del lupo facendolo urlare di dolore. Derek si ritrovò con le spalle al muro, mentre la cacciatrice sempre più spietata lo colpì ancora con quel maledetto strumento, facendolo urlava ancora e poi gli prese il collo fra le mani, cominciandolo a stringere mentre Derek non riusciva a muoversi. Lo stava soffocando!
<< Basta! >> tentai di gridare, ma dalla mia gola uscì solo un lieve sussurro mentre cercavo di muovermi verso di loro, inutilmente. All’improvviso sentii il rumore di uno sparo e la cacciatrice cadde a terra, urlando e lasciando il collo di Derek, che rimase in piedi seppur dolorante e con gli occhi spalancati verso la porta. Mi girai anche io verso quella direzione e vidi mio fratello con una pistola fra le mani, spaventato dal suo stesso gesto. Aveva colpito la cacciatrice alla gamba. << Oh, mio Dio >> disse, facendo cadere la pistola a terra e poi voltandosi verso di me << Hope! >> corse da me, inginocchiandosi.
<< Stiles >> sussurrai, felice che stesse bene, mentre lui mi guardava con gli occhi spalancati, impauriti ed agitati. Sembrava avesse paura perfino di sfiorarmi.
<< Hope .. Mio Dio >> vidi i suoi occhi farsi più rossi a causa delle lacrime che stavano per uscirgli.
Voltai piano la testa verso Derek, che aveva ripreso ad usare il suo corpo e che ora si trovava in piedi di fronte alla cacciatrice, pronto ad ucciderla. << No! Derek >> la mia voce fu un po’ più alta, ma comunque non riuscii ad urlare. L’Alpha si voltò verso di me, guardandomi confuso. << Non la uccidere >> lo pregai. Non volevo la uccidesse, ormai era ferita e stava soffrendo, non poteva muoversi.
<< Sei matta? Guarda cosa ti ha fatto! >>
<< Non fare la Bestia >> lo supplicai, mentre lui alzò le sopracciglia, sorpreso dalla mia reazione.
<< Hope, io non .. >>
<< Ti prego. Non c’è bisogno >>
Lui guardò di nuovo la cacciatrice, distesa a terra, sanguinante e immobile. Sospirò, stringendo i pugni e spostandosi. << Muoviti e sei morta >> la minacciò.
Sorrisi, contenta che avesse preso la giusta decisione e vedendolo arrivare verso di me. Si inginocchiò anche lui, mentre vedevo il suo viso tornare normale. << Hope >>. Fu meraviglioso sentire il mio nome pronunciato dalla sua voce. Mise una mano sul mio braccio sano, e sembrava che anche lui avesse paura di toccarmi.
<< Dobbiamo portarla in ospedale >> disse Stiles, mentre dei passi raggiungevano quella stanza. Alzai lo sguardo, vedendo altri quattro lupi attorno a me. Anche loro stavano bene.
Scott si mise accanto a mio fratello << Hope! >>
<< Ciao Scott >> lo salutai, cercando di sorridergli.
<< Mio Dio … >> riuscì solo a dire, mentre tutti mi guardavano spaventati.
<< Ho un aspetto orribile, vero? In effetti, mi sento uno schifo >>
<< Non parlare >> mi ordinò Derek, con voce dolce e preoccupata. Mi voltai di nuovo verso di lui e i suoi occhi verdi mi riempirono il cuore di gioia.
<< Sto bene >> sussurrai, mentre lui mi accarezzava i capelli.
<< Menti >>
<< Lo so >> affermai, facendogli fare un piccolissimo sorriso. Lui all’improvviso si mosse verso di me e mi baciò piano le labbra, incurante degli sguardi di tutti puntati su di noi. Fu come tornare a respirare normalmente, fu come non sentire più il dolore e il bruciore che pervadevano il mio corpo. Ma quel perfetto momento fu interrotto dal rumore di uno sparo, e Derek si allontanò da me. Mi girai e vidi Erica cadere sulle ginocchia, mentre Boyd cercava di prenderla. La cacciatrice era di nuovo in piedi dietro di lei, e le aveva appena sparato ad una gamba.
<< Ora basta >> ringhiò Derek, mentre i suoi occhi tornarono rosso. Lui, Scott e Isaac si avventarono su di lei, e l’Alpha mise fine alla situazione, squarciandole la gola. Avevo pregato di non ucciderla, ma quello probabilmente fu troppo per Derek, e in parte lo capii. Il corpo della cacciatrice cadde senza vita sul pavimento e i lupi tornarono a guardare me ed Erica, ferite e piene di sangue.
<< Boyd, porta subito Erica da Deaton e spiegagli tutto. Isaac, a un paio di isolati da qui c’è un telefono pubblico, chiama l’ospedale e dì di aver sentito spari e urla qui, non dire chi sei e chiudi. Poi va’ alla mia vecchia casa e avvisa mio zio, ok? >>
Tutti e tre i lupi annuirono agli ordini del loro Alpha, uscendo da quella stanza.
<< La lasciamo qui mentre l’ambulanza arriva? >> chiese Stiles, ancora accanto a me.
<< Non possiamo farci trovare qui! Pensi che io voglia lasciarla sola? Appena sentiamo l’ambulanza, ce ne andiamo. Lei sarà al sicuro con loro, e quando tuo padre ti chiamerà andremo in ospedale >> spiegò, rivolto anche verso Scott.
<< Sei un bravo Alpha >> sussurrai, sorridendogli.
Lui si inginocchiò di nuovo accanto a me, riprendendo ad accarezzarmi i capelli con la mano non sporca di sangue. << Hope, tu dovrai dire di essere svenuta e di non ricordarti nulla. Lo so che sarà difficile … >>
<< No, capisco. Non dirò nulla >> dissi, capendo i motivi e volendo proteggere Derek, mio fratello e i miei amici. << Siete davvero un bel branco >> continuai, sentendo dolore anche alla gola ormai e iniziando a tossire.
<< Non parlare. Ti prego, Hope, non parlare >> mi supplicò mio fratello, ancora con le lacrime agli occhi. Gli sorrisi, allungando la mano verso di lui, che la prese e se la portò piano alla bocca, baciandomela.
<< Sei stato bravo anche tu, Stiles. Sei stato coraggioso >> gli disse Derek, guardandolo negli occhi.
<< Davvero? >>
Il lupo annuì << Mi hai salvato la vita. Grazie >>
Anche Stiles fece un piccolo sorriso. << Non avrei mai pensato che sarei arrivato a sparare ad una persona … >>
<< Lo hai fatto per salvare tua sorella. Poi, l’hai solo ferita >>
<< Già, ma non ti ci abituare >>
Poco prima che arrivasse l’ambulanza, Derek mi baciò piano la fronte e mi sussurrò che ci saremmo rivisti in ospedale, mentre Scott faceva a pezzi la pistola che aveva usato mio fratello, in modo che la polizia non trovasse le sue impronte. Gli infermieri mi portarono subito sull’ambulanza e cominciarono a medicarmi, dopo aver avvertito anche la polizia. Una volta in ospedale, la prima persona che vidi fu Melissa, la mamma di Scott, che si spaventò a guardarmi e che mi raggiunse nella stanza dove mi avevano portato, aiutando gli altri medici e infermieri con le medicazioni. Mi bruciava tutto, qualsiasi parte del mio corpo e il braccio sinistro insieme al polso si erano gonfiati molto ed avevano uno strano colore, sul violaceo. Melissa mi avvertì che aveva avvisato mio padre e che stava venendo lì,  mi avvertì anche che a breve mi avrebbero somministrato qualcosa che mi avrebbe fatto calmare e probabilmente addormentare, perché dovevano medicarmi al meglio tutte le ferite e dovevano ingessarmi il braccio. Nel frattempo, io riuscivo a pensare solo a Derek, a Stiles, Scott e gli altri e a come erano stati coraggiosi e buoni nei miei confronti, a come avevano rischiato la vita solo per salvarmi. Mi addormentai sorridendo.
Sognai Derek. Sognai di essere a casa mia, nel mio letto, insieme a lui. Sognai i suoi baci, le sue carezza, il suo sorriso che riservava spesso solo a me, i suoi occhi. Sentivo il mio nome sussurrato dalla sua voce e quando mi risvegliai, la prima cosa che vidi furono i suoi bellissimi occhi verdi. Ma lui non era accanto a me. Era al di là del vetro della mia stanza in ospedale, e mi osservava preoccupato con una mano poggiava sul vetro, come se volesse accarezzarmi. Accanto a lui c’erano Stiles, Scott e Lydia, che mi sorrisero non appena mi videro sveglia. Io ricambiai quei sorrisi, alzando piano la mano per salutargli.
<< Hope! >> una voce mi chiamò, e quando mi girai vidi mio padre con gli occhi lucidi sorridermi e muoversi verso di me, abbracciandomi con tutta la delicatezza che poté. << Piccola mia, piccola mia … >>
<< Ciao papà >> lo salutai, ricambiando con un solo braccio quella leggera ma confortante stretta.
Lui tornò a guardarmi, mentre una lacrima gli rigava il viso. << Oh, non piangere papà >>
<< Come ti senti? >>
Come mi sentivo? Il bruciore c’era ancora, ma era molto più lieve. Anche il braccio non mi faceva più tanto male, ma quando provai a muovermi per mettermi seduta dovetti ricredermi. << Non ti muovere! >> mi ordinò mio padre.
<< Sto meglio >> risposi, guardandomi le braccia. Una era ingessata e l’altra era ricoperta da bende. Non potei vedermi le gambe, coperte dal lenzuolo bianco.
<< Non so come abbiano potuto ridurti così! >>
<< Non ricordo >> mentii. Odiavo mentirgli, ma dovevo. Non poteva sapere la verità, non era ancora pronto ad affrontare tutto questo.
<< Chi erano quelle persone? >>
<< Non mi ricordo neanche i loro volti, papà >> e invece ricordavo perfettamente tutto, soprattutto il ghigno divertito della cacciatrice quando mi faceva del male.
<< Sono morti tutti, comunque >>
<< Davvero? >> la mia incredulità finta funzionò.
<< Sì. Non hai visto chi sia stato? >>
<< No. Te l’ho detto, non ricordo nulla >> mentii ancora, abbassando lo sguardo.
<< Va bene, basta così. Scusami, è solo che è un mistero >>
<< Non fa niente. Per quanto ho dormito? >> chiesi, notando che non era più notte.
<< E’ quasi ora di pranzo. Ti hanno portata qui quando il sole non era ancora sorto … Mi sono preoccupato tantissimo >>
<< Scusami >>
<< Non devi scusarti, non è colpa tua. E’ che … vederti qui, su un letto d’ospedale, con gli occhi chiusi .. Mi hai ricordato .. >> si mise una mano sulla bocca, quasi non riuscendo a parlare. Ma io sapevo cosa intendesse.
<< La mamma? >> chiesi, mentre un’altra lacrima scendeva sul suo viso.
<< Sì. Ho già perso lei, non posso perdere anche te, o tuo fratello. Non posso >>
<< Io sono qui, e anche Stiles. Non andiamo da nessuna parte >> avrei voluto raccontargli di quanto Stiles fosse stato coraggioso nel cercare di salvarmi, ma non potevo.
Mio padre si asciugò le lacrime e si schiarì la voce << Lo so. Anche Stiles era molto preoccupato, anche Scott e Lydia. Sono stati qui tutta la mattina aspettando che ti risvegliassi >>
<< Mi dispiace avervi fatto stare in pensiero … >>
<< Non importa. Sai .. anche Derek Hale è venuto con loro. È stato qui anche lui >>
<< Davvero? >> chiesi, ma sapevo bene che non poteva essere altrimenti.
<< Sì. Sembrava davvero molto preoccupato, voleva vederti ad ogni costo. Subito >>
<< Oh, ehm … >> non sapevo neanche cosa dire. Sapevo che Derek era preoccupato, ma mio padre non poteva capire.
<<  Sembra che ci tenga davvero a te. Mi ha supplicato di poter restare >>
<< Supplicato? >>
<< Sai, quando sono arrivato non ero al settimo cielo anzi .. ero fuori di me. Quando tuo fratello è arrivato l’ho fatto passare subito, insieme a Scott e Lydia, ma non capivo cosa diavolo volesse quel Derek da te, così ho detto che non poteva passare. Ma lui ha insistito e mi ha supplicato di poter restare, mi ha giurato che sarebbe rimasto fuori e che non ti avrebbe disturbata. Voleva solo vederti >>
Il mio cuore batté forte mentre mio padre mi spiegava tutto quello che era successo.
<< Sì, beh.. è gentile >> dissi, sentendo le mie guance più calde.
<< Ti piace molto, ho capito >> mi fece sorridere quella sua frase. << So che non volevi che te ne parlassi più, ma quel ragazzo sembra pronto a fare qualsiasi cosa per te e questo mi spaventa >>
<< Ti spaventa? >> domandai, confusa.
Alzò le spalle << Mi chiedo se riuscirà a portarti via da me >> mi confessò, abbassando lo sguardo. Provai tanta tenerezza nei confronti di mio padre e avrei tanto voluto muovermi verso di lui e stringerlo fra le mie braccia, ma il mio corpo me lo impediva.
<< Ti ho detto che non vado da nessuna parte. Starò con te ancora per un bel po’, anche se ci sarà Derek >>
Lui mi sorrise << Vuoi che lo faccia entrare? Sembra che voglia oltrepassare il vetro >> disse, guardando dietro le mie spalle. Mi girai anche io e rividi Derek che mi fissava, curioso e attento. Quasi sicuramente stava sentendo la nostra conversazione.
<< Sì, grazie >> risposi a mio padre, che dopo avermi baciato la guancia uscì e fece entrare Derek, che si sedette dove poco prima c’era mio padre.
<< Ciao >> lo salutai, sorridendogli << Stavi sentendo, vero? >>
<< Già >> confessò, abbassando lo sguardo.
<< Che c’è? >> chiesi, facendolo tornare nei miei occhi.
<< E’ colpa mia se sei ridotta così >>
<< Ti prego, non dirlo >> lo supplicai.
<< Hope, lo sai che è così >>
<< Ti prego, ti prego, ti prego, smettila >>
<< Hope … >>
<< Derek, non m’importa niente di avere un braccio rotto e qualche ferita .. >>
<< Qualche ferita?! >> cercò di interrompermi lui.
<< .. a me basta che tu e gli altri stiate bene, che non sia successo nulla di grave e che io ora possa rivedere i tuoi occhi >>
<< Non sono riuscito ad evitare che ti facessero del male, non sono riuscito a proteggerti >>
<< Mi hai salvato la vita, insieme agli altri. Ti rendi conto? >>
<< E tu ti rendi conto di come mi sono sentito quando ti ho vista distesa a terra, ferita, piena di sangue? Mi sono sentito perso. Mi sono sentito un idiota che non riesce neanche a proteggere la persona a cui tiene di più >> mi confessò, facendomi battere forte il cuore. Aveva detto la persona a cui tiene di più. << Che c’è? >> mi chiese, notando lo sbalzo del mio cuore.
Gli sorrisi << Hai detto che sono la persona a cui tieni di più >>
Finalmente, sorrise anche lui. Ed era bellissimo. << Non lo sapevi? >>
<< Non me l’avevi mai detto >>
<< No, hai ragione. Non ti ho detto tante cose >>
<< Grazie >> sussurrai, allungando una mano verso di lui.
Derek la prese, guardandomi confuso. << Per cosa? >>
<< Per tutto. Per essere parte della mia vita, per avermi salvata, per rendermi felice >>
<< E per averti ridotta così? >>
Alzai gli occhi al cielo << Basta. Vorrà dire che mi aiuterai a guarire >>
<< Questo era ovvio >>
<< Sei gentile >> gli dissi, stringendogli la mano come meglio potevo.
<< Mi hai reso tu così >> confessò in un sussurro.
<< Sono stata brava! >> scherzai, facendolo ridere. << Cos’altro non mi hai detto? >> domandai, sperando mi rispondesse. Il suo sguardo si fece più agitato, e la sua mano cominciò a tremare lievemente. << Derek? >>
<< Io .. io stavo cercando di dirtelo alla festa, mentre ballavamo >> fece un respiro profondo << Deaton mi ha detto che siamo legati da qualcosa che è più forte dell’amore umano, e ora comincio a capire. Ho capito che .. che senza di te non posso vivere. Ho capito che il mio mondo d’ora in poi non avrà senso senza di te. Io .. io ti amo, Hope. >> disse, sospirando e facendo di nuovo un respiro profondo << Ti amo >> ripeté ancora, mentre il mio cuore era in estasi. Lui mi amava, mi amava davvero, e me l’aveva appena confessato. La sua voce, i suoi occhi, il suo sorriso mi fecero capire che tutto quello che stava dicendo era vero, che lui davvero pensava quelle cose.
<< Non so che dire .. >> anche io mi ritrovai senza fiato, mentre lui continuava a sorridermi, imbarazzato << Vorrei dirti tante di quelle cose, solo che ora il mio cervello è in tilt, davvero. Mi fai anche questo effetto! Sembra banale se ti rispondo che ti amo anche io? >>
<< No, per niente >>
<< Ti amo anche io, Derek. Ti amo tantissimo >> confessai finalmente anche io, sorridendogli. << Mi baci, adesso? >> chiesi, non desiderando altro.
<< Ci stanno guardando tutti, anche tuo padre >> disse, guardando dietro di me.
<< Non m’importa >>
<< Vuoi che lo sappia? >>
<< Può saperlo il mondo intero >>
Lui fece un sorriso che non aveva mai fatto prima. Era felice, lo capivo bene dai suoi occhi che brillavano. Si avvicinò a me, accarezzandomi la guancia, e le sue labbra furono di nuovo sulle mie, calde e dolci. Di nuovo, il suo bacio mi fece dimenticare tutti i dolori e tutte le sofferenze che avevo subito e stavo subendo. Mi fece pensare che non potevo essere più felice di così, con il mio lupo che mi baciava e che mi amava come lo amavo io. Quello fu il bacio più bello della mia vita. 








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Ciao a tutti! **
Continuo a ringraziarvi  per le vostre bellissime e stupende recensioni! G R A Z I E *______* Siete troppo gentili! (:
Eccovi il capitolo, finalmente le cose si sono risolte xD Spero davvero che vi sia piaciuto, nel prossimo ci sarà il POV di Derek ^^
A presto! <3

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Capitolo 29
*** I Love You ***


I Love You

 

POV Derek

Vedere Hope in quello stato mi aveva riempito di rabbia e di adrenalina ma nonostante questo, la lotta con la cacciatrice non fu semplice, per niente. Quando mi fece cadere a terra a causa della prima scossa elettrica, anche le sue parole mi trafissero il cuore. Diceva che era colpa mia, che se non fossi entrato nella sua vita e lei non si fosse innamorata di me, non sarebbe successo nulla ma lei sarebbe stata al sicuro. Mi rivelò che Hope non aveva detto nulla su di me o sugli altri, dicendomi che sarebbe stata una brava Beta. Non potei sopportare altro e mi avventai su di lei una seconda volta, ma fu inutile. Mi ritrovai con le spalle al muro e una seconda scossa mi colpì di nuovo, mentre la cacciatrice cercava di soffocarmi con le mani sul mio collo. Sentivo i sussurri di Hope che imploravano la cacciatrice di smetterla, sentivo il mio corpo incapace di reagire, le sue mani sempre più strette, i suoi occhi felici dentro i miei. E poi uno sparo. Vedere Stiles con in mano una pistola, vedere Stiles sparare ad una persona anche se solo per ferirla, mi sorprese. Mi aveva salvato la vita, di nuovo. Mentre cercavo di riprendere le forze lui buttò la pistola, correndo verso sua sorella e inginocchiandosi accanto a lei. La cacciatrice era a terra proprio di fronte a me, ed io non desideravo altro che la vendetta, non desideravo altro che ucciderla e fargliela pagare per tutto quello che aveva fatto. Stavo per trafiggerle il collo, quando un sussurro di Hope arrivò alle mie orecchie. << No! Derek. Non ucciderla >> mi voltai verso di lei, ancora trasformato, e la guardai confuso.
<< Sei matta? Guarda cosa ti ha fatto! >>
<< Non fare la Bestia >> alzai le sopracciglia, di nuovo tremendamente confuso. Sapevo che Hope non si riferiva solo alla favola di cui avevamo parlato, ma si riferiva alla Bestia che faceva parte di me, alla parte di me che da quando ero con lei riuscivo a controllare.
<< Hope, io non .. >> non ce la faccio. Non ce la faccio a lasciar vivere qualcuno che ti ha fatto del male in questo modo, avrei voluto dirle.
<< Ti prego. Non c’è bisogno >> mi supplicò ancora, sempre sussurrando. I suoi occhi mi imploravano di ascoltarla, di non dar spazio al lupo ma di fare l’uomo. E così feci.
Guardai di nuovo la cacciatrice, distesa a terra, sanguinante e immobile e sospirai, stringendo i pugni. << Muoviti e sei morta >> la minacciai, spostandomi da lei e andando verso Hope, mentre sentivo il mio viso tornare normale. Il lupo, la Bestia, era andata via. Mi inginocchiai, mettendole una mano sul braccio destro, mentre guardavo l’altro rotto, mentre guardavo tutto le sue ferite.
<< Dobbiamo portarla in ospedale >> affermò Stiles, mentre sentivo che anche gli altri ci stavano raggiungendo. Alzai lo sguardo e vidi che anche se avevano qualche ferita, stavano bene. Era finita. Anche Hope guardò tutti, sospirando, anche lei felice che stessero bene.
Scott sembrava il più scosso di tutti. << Hope! >> la chiamò, inginocchiandosi anche lui.
<< Ciao Scott >> rispose Hope, sorridendo lievemente. Sentivo il suo cuore che faticava a battere.
<< Ho un aspetto orribile, vero? In effetti, mi sento uno schifo >> continuò Hope.
<< Non parlare >> le ordinai, sentendo la sua voce spezzarsi sempre di più. Si voltò piano verso di me, sussurrandomi che stava bene, mentre io le accarezzavo i capelli e sentivo il suo cuore che mentiva.
<< Menti >>
<< Lo so >> ammise lei, sorridendo ancora.
Quanto poteva essere bella, anche in quel momento? Riusciva a sorridere nonostante avesse le ossa rotte e fosse ricoperta di ferite e sangue. Era forte, lo era tanto, forse più di tutti noi. Desiderai di baciarla con tutto me stesso e mi avvicinai a lei, facendo di nuovo incontrare le nostre labbra, incurante del fatto che tutti ci stessero guardando. La baciai piano, sperando di non farle male neanche per un secondo, e il suo cuore accelerò, come se stesse cominciando a star meglio. Un rumore di sparo mi fece allontanare da lei, e vidi Erica cadere a terra. Dietro di lei, la cacciatrice sorrideva con la pistola in mano.
<< Ora basta >> sibilai, alzandomi e vedendo che anche Scott e Isaac si stavano avventando verso di lei. Non potevo sopportare altro. Aveva fatto male ad Hope, non poteva fare del male anche al mio branco. Mentre Scott e Isaac la immobilizzarono, con un solo gesto le squarciai la gola e finalmente quel mostro cadde a terra, priva di vita. Mi voltai di nuovo, guardando sia Erica sia Hope, ferite e deboli.
<< Boyd, porta subito Erica da Deaton e spiegagli tutto. Isaac, a un paio di isolati da qui c’è un telefono pubblico, chiama l’ospedale e dì di aver sentito spari e urla qui, non dire chi sei e chiudi. Poi va’ alla mia vecchia casa e avvisa mio zio, ok? >> ordinai, mentre tutti e tre annuivano a sparivano da quella stanza.
<< La lasciamo qui mentre l’ambulanza arriva? >> chiese Stiles, ancora accanto a sua sorella.
<< Non possiamo farci trovare qui! Pensi che io voglia lasciarla sola? Appena sentiamo l’ambulanza, ce ne andiamo. Lei sarà al sicuro con loro, e quando tuo padre ti chiamerà andremo in ospedale >> spiegai sia a lui che a Scott.
<< Sei un bravo Alpha >> mi sussurrò Hope, sorridendomi. Era incredibile quanto lei potesse farmi stare bene con poche semplici parole. Non mi ero mai considerato un bravo Alpha, dopo tutto le cose che erano successe con il Kanima, Matt e Gerard. Ma in quell’occasione forse, spinto da sentimenti prima a me quasi sconosciuti, lo ero stato.
Mi inginocchiai ancora accanto a lei, riprendendo ad accarezzarle i capelli << Hope, tu dovrai dire di essere svenuta e di non ricordarti nulla. Lo so che sarà difficile … >>
Lei mi fermò. << No, capisco. Non dirò nulla. Siete davvero un bel branco >> disse, guardando anche suo fratello e cominciando a tossire, troppo debole perfino per parlare.
<< Non parlare. Ti prego, Hope, non parlare >> la supplicò Stiles, con le lacrime agli occhi. Lei allungò una mano verso di lui, che la strinse e la baciò. Pensai che anche lui fosse stato forte e sorprendente, come sua sorella.
<< Sei stato bravo anche tu, Stiles. Sei stato coraggioso >>  gli dissi, mentre lui spalancava gli occhi verso di me.
<< Davvero? >>
Annuii << Mi hai salvato la vita. Grazie >>
Intravidi un suo piccolo sorriso. << Non avrei mai pensato che sarei arrivato a sparare ad una persona … >>
<< Lo hai fatto per salvare tua sorella. Poi, l’hai solo ferita >> gli feci notare, sperando di tranquillizzarlo.
<< Già, ma non ti ci abituare >>
Quando sentii la sirena dell’ambulanza ordinai a Scott di distruggere la pistola che aveva usato Stiles, in modo da non trovare le sue impronte e dissi ad Hope che ci saremmo rivisti in ospedale, baciandole la fronte. Stiles lasciò a malincuore la mano di sua sorella. Per tutti e tre fu difficile lasciarla lì da sola, ma non andammo lontano. Vedemmo i paramedici e gli infermieri entrare nell’edificio ed uscire con Hope sulla barella, caricandola nell’ambulanza. Decidemmo di andare a casa di Stiles per cambiarci e toglierci quei vestiti sporchi e pieni di sangue, mentre non aspettavamo altro che la chiamata dello sceriffo.
Stiles decise di avvisare anche Lydia e quando finalmente lo sceriffo chiamò suo figlio per avvisarlo di andare subito in ospedale, prendemmo la mia auto e in pochi minuti guidai prima verso casa di Lydia e poi verso l’ospedale. Finalmente avrei rivisto Hope.
Quando entrammo, Stiles si fiondò verso suo padre che aveva appena finito di urlare al telefono e lo fece voltare, mentre anche noi lo raggiungevamo. Lo sceriffo abbracciò Stiles.
<< Che è successo? >> gli chiese Stiles.
<< Tua sorella non è in buone condizioni, è piena di ferite! >>
<< Cosa? Chi è stato? >> il figlio dello sceriffo sapeva fare la parte di chi non era a conoscenza di nulla molto bene.
<< Non so chi siano, nessuno lo sa! Stiles .. >> lo sceriffo sembrava stesse per crollare. Il suo cuore batteva molto velocemente, il suo viso era rosso e i suoi occhi anche, gli tremava persino la voce.
<< Posso vederla? Possiamo vederla? >> chiese, indicando anche noi.
Suo padre annuì << Ultima stanza a sinistra, andate >> disse, mentre Stiles cominciava a camminare nella direzione indicata. Lo sceriffo fece passare Scott e Lydia, ma quando fu il mio turno mi mise una mano sul petto, guardandomi serio. << Tu no >>
<< Cosa? >>
<< Solo famiglia e amici >>
<< Io sono suo amico! >> dissi, spalancando gli occhi. Mi sembrò strano pronunciare la parola amico, visto che pensavo di essere molto di più. Capivo lo stato d’animo del padre, ma non potevo restare lì senza vedere Hope, non ce l’avrei fatta.
<< Davvero? >>
<< Sì! Senta, voglio solo vederla >>
<< Perché? >>
Ma che razza di domande erano? << Perché voglio vedere come sta! La prego, non la disturberò! Resterò fuori dalla stanza fino a quando non lo vorrà, voglio solo vederla. Lo giuro >>
Lo sceriffo cambiò espressione, addolcendola, mentre comunque cercava di capire il motivo del mio atteggiamento e della mia richiesta. Ma non poteva capire.
<< Va bene, ma resta fuori >>
Io annuii, mentre lui mi faceva passare.
La madre di Scott, Melissa, fu sorpresa di vedermi lì. Aveva appena finito di parlare con suo figlio e mi passò accanto senza guardarmi, mentre io raggiungevo Stiles e Lydia che guardavano dentro la stanza di Hope. Lei dormiva, ricoperta di bende e con il braccio sinistro ingessato completamente fino alla mano. Respirava normalmente, ma il suo viso era bianco e i suoi occhi erano contornati da occhiaie violacee.
<< Mia madre ha detto che ha perso molto sangue >> esordì Scott, una volta accanto a noi << Ma si riprenderà >>
<< Cos’altro ha detto? >> chiesi, non muovendo i miei occhi da Hope.
<< Le ferite guariranno, e anche il braccio, ma ci vorrà tempo. Starà qui un paio di giorni e poi potrà tornare a casa. Ha detto che anche le caviglie sono ridotte male ma non sono rotte, zoppicherà un po’ >> spiegò, sospirando.
<< Come hanno potuto ridurla così? >> chiese Lydia, anche lei guardando l’amica.
<< Sono dei mostri. O almeno lo erano >> rispose Stiles che aveva spiegato tutto a Lydia mentre andavamo in ospedale.
<< Come starà Erica? >> mi chiese Scott, facendomela tornare in mente.
<< Puoi chiamare Boyd ed Isaac? >> gli chiesi io, non sapendo rispondere alla sua domanda.
<< Sì. Vado in bagno, qui potrebbero sentirmi >> disse, andando verso il corridoio.
Pochi secondi dopo sentii i passi dello sceriffo arrivare da noi.
<< Papà! Novità? >>
<< No, deve solo riposare. Voi potete andare, se volete >> disse una volta accanto a noi, con la mano sulla maniglia della porta della stanza in cui si trovava Hope, pronto a raggiungere sua figlia.
<< Io resto >> annunciò Stiles.
<< Anche io >> disse anche Lydia.
<< Io non me ne vado >> affermai, mentre lo sceriffo annuiva ed apriva la porta. Lo vidi sedersi accanto al letto di Hope e mettere le sue mani sul corpo della figlia, mentre qualche lacrima cominciò a farsi spazio sul suo viso.
Scott tornò da noi poco dopo. << Erica sta bene, è da Deaton a riposare e con lei c’è Boyd. Isaac è Peter. Hanno chiesto tutti di Hope .. >>
Annuii, tornando a guardarla mentre dormiva.
Nessuno di noi si mosse da dove ci trovavamo. Tutti e quattro restammo a guardare Hope e suo padre, senza stancarmi. Vedemmo sorgere il sole e arrivare fino alla parte più alta del cielo, mentre ogni tanto qualcuno di noi si sedeva, camminava avanti e indietro o cominciare a cedere al sonno. La madre di Scott venne da noi a portarci dei panini fatti da lei, e rimasi sorpreso dal fatto che ne porse uno anche a me.
<< Dovresti mangiare >> mi disse, quando vide che lo poggiai accanto a me.
<< Magari dopo >>
<< Si sveglierà. Puoi mangiare sereno >> cercò di tranquillizzarmi, riprendendo il panino e porgendomelo di nuovo.
<< Grazie >> dissi, prendendolo e scartandolo.
Solo quando detti il primo morso mi resi conto di quanta fame avessi, di quanto il mio corpo richiedeva forze.
Hope non si era ancora svegliata e cominciando davvero a preoccuparmi, nonostante le rassicurazioni. Tutti eravamo di fronte al vetro, aspettando un qualche suo movimento. Sentivo i cuori e i respiri di tutti in preda all’agitazione, compreso il mio. Desideravo soltanto rivedere i suoi occhi aperti, tutto qui. Poggiai una mano sul vetro che mi separava da lei, desiderando di poterle accarezzare il viso. << Hope .. >> sussurrai, come se lei potesse sentirmi. All’improvviso, non appena finii di sussurrare il suo nome, i suoi occhi si riaprirono e incontrarono subito i miei. Rimasi shockato, confuso e sorpreso, tanto da non riuscire neanche a sorriderle mentre lei alzava la mano per salutare tutti noi. Forse il nostro era davvero un legame forte, più forte di quanto immaginassi.
<< E’ sveglia! >> urlò Stiles, abbracciando Scott e saltellando insieme a lui. Anche Lydia era contenta, mi mise anche a battere le mani. Io invece rimasi lì, imbambolato a guardarla mentre si girava verso suo padre.
<< Derek! E’ sveglia! >> mi disse Stiles, dandomi una pacca sulla spalla. Mi voltai verso di lui, limitandomi a sorridergli lievemente per poi tornare su Hope e cercare di sentire cosa stesse dicendo a suo padre.
Lo sceriffo le chiese subito come stesse e lei rispose che stava meglio, ma io sentivo benissimo che stava mentendo. Si vedeva anche da come non riusciva a muoversi, ancora sofferente per le ferite e il braccio rotto. Provai pena e tristezza per suo padre quando le confessò che vederla in quello stato gli aveva ricordato sua madre. Doveva essere stato molto difficile per lui perdere la donna che amava, non potevo immaginare quanto avesse sofferto. Hope chiese per quanto avesse dormito, scusandomi per averci fatto preoccupare tutti e dicendo di non ricordare nulla di quello che era successo, mentendo.
All’improvviso, lo sceriffo parlò di me.
<< Sai, quando sono arrivato non ero al settimo cielo anzi .. ero fuori di me. Quando tuo fratello è arrivato l’ho fatto passare subito, insieme a Scott e Lydia, ma non capivo cosa diavolo volesse quel Derek da te, così ho detto che non poteva passare. Ma lui ha insistito e mi ha supplicato di poter restare, mi ha giurato che sarebbe rimasto fuori e che non ti avrebbe disturbata. Voleva solo vederti >> le spiegò, mentre il cuore di Hope batteva forte.
<< Sì, beh.. è gentile >> rispose lei.
<< Ti piace molto, ho capito. So che non volevi che te ne parlassi più, ma quel ragazzo sembra pronto a fare qualsiasi cosa per te e questo mi spaventa >> continuò suo padre, lasciando confusi sia me che Hope.
<< Ti spaventa? >>
Alzò le spalle << Mi chiedo se riuscirà a portarti via da me >> confessò, abbassando lo sguardo. Vidi Hope sorridergli e guardarlo con tenerezza.
<< Ti ho detto che non vado da nessuna parte. Starò con te ancora per un bel po’, anche se ci sarà Derek >>
<< Vuoi che lo faccia entrare? Sembra che voglia oltrepassare il vetro >> disse il padre, guardandomi e facendomi allontanare, seppure di poco, dal vetro. Anche Hope si girò verso di me e mi vide, mentre io cominciai a sentirmi in imbarazzo.
<< Sì, grazie >> rispose a suo padre, che le baciò la guancia e si alzò, venendo verso di me.
<< Cosa ha detto? >> chiese Stiles, non appena il padre fu fuori.
<< Vuole vedere te, Derek >> mi disse, lasciandomi la porta aperta. Io annuii, abbassando lo sguardo ed entrando nella stanza. Mi sedetti dove poco prima c’era lo sceriffo.
<< Ciao. Stavi sentendo, vero? >>
<< Già >> confessai.
<< Che c’è? >> mi chiese lei, notando il mio stato d’animo.
<< E’ colpa mia se sei ridotta così >>
<< Ti prego, non dirlo >> mi supplicò.
<< Hope, lo sai che è così >>
<< Ti prego, ti prego, ti prego, smettila >>
<< Hope … >>
<< Derek, non m’importa niente di avere un braccio rotto e qualche ferita .. >>
<< Qualche ferita?! >> quella ragazza davvero non capiva a cosa era andata incontro!
<< .. a me basta che tu e gli altri stiate bene, che non sia successo nulla di grave e che io ora possa rivedere i tuoi occhi >> continuò poi.
<< Non sono riuscito ad evitare che ti facessero del male, non sono riuscito a proteggerti >> dissi, abbassando lo sguardo e sentendomi inutile.
<< Mi hai salvato la vita, insieme agli altri. Ti rendi conto? >>
<< E tu ti rendi conto di come mi sono sentito quando ti ho vista distesa a terra, ferita, piena di sangue? Mi sono sentito perso. Mi sono sentito un idiota che non riesce neanche a proteggere la persona a cui tiene di più >> le spiegai, mentre il suo cuore ebbe uno sbalzo. << Che c’è? >> le chiesi.
Lei mi sorrise, con le guance rosse. Finalmente il suo viso prendeva un po’ di colore. << Hai detto che sono la persona a cui tieni di più >>
Le sorrisi anche io, intimidito. << Non lo sapevi? >>
<< Non me l’avevi mai detto >>
<< No, hai ragione. Non ti ho detto tante cose >>
<< Grazie >> mi sussurrò, allungando una mano verso di me.
Gliela presi, confuso. << Per cosa? >>
<< Per tutto. Per essere parte della mia vita, per avermi salvata, per rendermi felice >>
<< E per averti ridotta così? >> continuai io, facendole alzare gli occhi al cielo.
<< Basta. Vorrà dire che mi aiuterai a guarire >>
<< Questo era ovvio >> risposi. Non l’avrei mai lasciata sola, soprattutto in quei giorni.
<< Sei gentile >> mi disse, stringendomi la mano.
<< Mi hai reso tu così >> confessai in un sussurro.
<< Sono stata brava! >> scherzò, facendomi inaspettatamente ridere. << Cos’altro non mi hai detto? >> mi domandò, facendomi agitare anche troppo. << Derek? >>
<< Io .. io stavo cercando di dirtelo alla festa, mentre ballavamo >> feci un respiro profondo, dovevo dirglielo! << Deaton mi ha detto che siamo legati da qualcosa che è più forte dell’amore umano, e ora comincio a capire. Ho capito che .. che senza di te non posso vivere. Ho capito che il mio mondo d’ora in poi non avrà senso senza di te. Io .. io ti amo, Hope. >> le confessai finalmente, sospirando e prendendo fiato. << Ti amo >> ripetei ancora, mentre ero in preda a troppe emozioni. Sentivo che l’amavo davvero, sentivo la felicità nel vederla finalmente sorridermi, sentivo la paura e l’agitazione mentre attendevo la sua risposta.
<< Non so che dire .. Vorrei dirti tante di quelle cose, solo che ora il mio cervello è in tilt, davvero. Mi fai anche questo effetto! Sembra banale se ti rispondo che ti amo anche io? >>
<< No, per niente >>
<< Ti amo anche io, Derek. Ti amo tantissimo >> mi disse, facendomi battere il cuore come mai aveva battuto prima. Avevo già detto “Ti amo” nella mia vita, credendo di conoscere cosa significasse, sbagliando. Solo in quel momento capii come fosse bello dirlo, come fosse meraviglioso sentirsi così solo grazie ad un sorriso, a tre parole perfette. Nessuno mi aveva mai detto di amarmi, nessuno, neanche Kate, l’unica persona a cui dissi “ti amo” prima di Hope, mi rispose mai. Sentirselo dire, sentire il cuore di una persona pieno di amore per me, sembrava essere la cosa più bella al mondo.
 << Mi baci, adesso? >> mi chiese Hope.
<< Ci stanno guardando tutti, anche tuo padre >> le dissi, guardando dietro di lei.
<< Non m’importa >>
<< Vuoi che lo sappia? >> le chiesi, confuso.
<< Può saperlo il mondo intero >> mi rispose, mentre i nostri cuori erano in estasi. Sinceramente, non importò più neanche a me. Volevo solo accontentarla e baciarla, incurante di nuovo degli sguardi su di noi. Forse la baciai come non avevo mai fatto prima, e anche lei sembrò baciarmi con più desiderio, voglia e passione di prima. Io non mi ero mai sentito così prima d’ora.
Quando smisi di baciarla, sorridevamo entrambi, mentre io le carezzavo la guancia.
<< Ora lo sanno tutti >> disse lei.
<< Credi che tuo padre mi ucciderà? >>
<< Forse >>
<< Bel modo di rassicurarmi >> le dissi, facendola ridere. Mentre rideva, sentii anche il suo stomaco brontolare. << Hai fame? >>
Lei si mise una mano sulla pancia, annuendo << Molta >>
<< Vado a prenderti qualcosa >>
<< Aspetta! Devi chiedere una cosa a mio padre >>
<< Cioè? >>
<< Kopa! E’ da solo, poverino. Non può venire qui? >>
<< Non credo che i cani possano entrare in ospedale >>
<< Puoi provare a chiedere? Lo vorrei tanto vedere >> mi supplicò.
<< Va bene, ci vediamo dopo >> le dissi, accarezzandole i capelli ed alzandomi.
Quando uscii dalla stanza chiudendo la porta alle mie spalle, tutti mi stavano fissando con gli occhi spalancati. << Ehm .. Ha fame >>
<< Ha fame? >> mi chiese lo sceriffo.
<< Sì. Mi ha chiesto anche se Kopa può venire qui >> spiegai, sperando che finissi presto di essere al centro dell’attenzione.
<< Kopa? >>
Annuii << Vuole vederlo >>
Lo sceriffo mi guardò confuso e poi si girò verso suo figlio. << Stiles, va’ dentro con Hope. Io e Derek torniamo subito >> disse, venendo verso di me e mettendomi una mano sulla spalla, facendomi girare verso il corridoio e camminando con me.
<< Così, hai baciato mia figlia >> cominciò lo sceriffo, facendomi sussultare.
<< Ehm … >>
<< Ti ho visto, lo sai. Non voglio farti la parentale, so che lei ci tiene a te >>
<< Anche io a lei >> confessai, mentre ormai eravamo all’ingresso dell’ospedale.
<< So anche questo. Ti ho visto mentre la guardavi e ho visto lei mentre guardava te. Non mi sei neanche antipatico anzi mi dispiace per la tua situazione e sono felice che tu stia cercando di ricominciare >>
<< Grazie >> risposi, sperando fosse finita lì.
<< Ma se fai soffrire la mia bambina, se la fai anche solo piangere, io non risponderò più delle mie azioni >>
Mi aveva appena minacciato, insomma. << Non voglio farla soffrire >>
<< Lo spero >> mi disse, dandomi una pacca sulla spalla. << Tu valle a prendere qualcosa da mangiare, io vado a prendere Kopa >>
<< Va bene >> risposi, felice di essere uscito vivo da quella conversazione.
Quando tornai, feci in tempo a vedere il padre di Hope con Kopa in braccio che andava verso la sua stanza. Stiles era ancora con Hope e quando Kopa la vide attraverso il vetro, cominciò ad agitarsi, contento di rivedere la sua padrona. Lo sceriffo fece in tempo ad entrare nella stanza e Kopa saltò addosso ad Hope, leccandola ovunque mentre lei lo abbracciava e lo accarezzava, dicendogli mille parole dolci. Lo sceriffo era preoccupato del fatto che Kopa potesse farle male visto che era praticamente su Hope, ma lei sorrideva felice senza accorgersene. Dopo le feste iniziali, Kopa si posizionò accanto ad Hope e non si mosse più, mentre lei continuava ad accarezzarlo. Fu una scena che fece sorridere e ridere tutti. Lo sceriffo fece entrare anche me, Scott e Lydia e tutti ci ritrovammo in quella stanza, sorridenti e felici di vedere che Hope stava bene.
Nei due giorni successivi in cui Hope doveva restare in ospedale, io praticamente vivevo lì insieme a Stiles. Lui, Scott e Lydia non andarono a scuola, ma questi ultimi dovevano tornare a casa loro a dormire ogni notte sebbene poi tornassero la mattina con la colazione per Hope. Anche Isaac, Boyd, Erica e il dottor Deaton vennero a trovarla, e noi approfittammo del fatto che lo sceriffo si era momentaneamente assentato per spiegargli tutto. Perfino mio zio voleva venire a trovarla, ma avevamo paura della reazione di Melissa così si limitò a chiamare Hope e a chiederle come stesse. Hope era felice di averci tutti con lei, ma comunque continuava a soffrire a causa delle ferite. La prima volta che provò ad alzarsi dovetti prenderla al volo, le sue caviglie le facevano troppo male. Quando doveva andare in bagno, Lydia o suo fratello la accompagnavo reggendola, visto che zoppicava. Ogni giorno, per due o tre volte, ci facevano uscire dalla stanza e le controllavano le ferite e il braccio, cambiandole le bende e facendole delle siringhe per diminuire il dolore, lei odiava quel momento. Eravamo sempre tutti seduti intorno a lei, con Kopa sul letto e parlavamo, parlavamo e ridevamo. Sembrava come se non fosse successo niente, se ci stessimo vedendo solo per il gusto di farlo. Mi sembrava strano essere circondato da tutte quelle persone che mi chiedevano anche come stessi, che mi chiedevano di partecipare alla conversazione e di ridere con loro. Mi sembrava come se fossi tornato ad avere una famiglia … Solo in un’occasione ero riuscito a star solo con Hope, ovvero quando suo fratello si era addormentato sulla sedia prima di me l’ultima sera che Hope avrebbe passato in ospedale.
<< Sei pronta per tornare a casa? >> le chiesi, mentre lei mi stringeva la mano.
<< Non vedo l’ora! Anche se mi piace avervi tutti qui >>
<< Ci saremo anche a casa >>
<< Vi riunirete attorno al mio letto anche lì? >> mi chiese, sorridendo.
<< Non credo, però ci saremo >>
<< Spero di riuscire a camminare, piuttosto. Devo andare a scuola! >>
<< Ti aiuterò io, o tuo fratello >> dissi, guardando Stiles addormentato.
<< Grazie per essere stato qui. Magari non ti sei sentito proprio a tuo agio, però … >>
<< Sono stato bene >> le confessai.
<< Davvero? >>
Annuii << Mi sono ricordato di quando io e la mia famiglia ci riunivamo in salotto o in cucina, raccontandoci le nostre giornate .. >>
<< Oh, Derek … >>
<< No, è stato bello. Davvero >>
Lei mi sorride. << Sono contenta allora >>
<< Anche io. Dormi ora >>
<< Domani sera dormirai di nuovo nel mio letto con me? >> mi chiese, speranzosa.
<< Se lo vorrai >> le risposi, avvicinandomi al suo viso e baciandole piano le labbra. << Buonanotte >>
<< Buonanotte Derek >>








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Ciao a tutti! **
Scusate il ritardo, gli esami sono vicini >.< 
Spero tanto che il capitolo vi piaccia, fatemelo sapere! :D 
G R A Z I E a tutti coloro che recensiscono la storia, mi fate sempre più felice! E grazie a chi l'ha inserita fra preferite e seguite *_____*
A presto! <3

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Capitolo 30
*** Condom ***


Condom

 

POV Hope

Odiavo gli ospedali fin da bambina. Mi ricordavano sempre dolore e sofferenza. Non ci ero stata molte volte, grazie al cielo, ma le poche volte che ci ero stata non furono affatto belle. La prima volta fu quando io e mio fratello avevamo il morbillo e la febbre alta e mio padre spaventato ci portò lì, e i medici ci fecero restare per tre giorni. La seconda volta fu quando mio fratello si ruppe la gamba per saltare da un albero e le altre volte mio padre ci portò per vaccinazioni. Odiavo soprattutto le siringhe! Un’altra cosa che mi faceva odiare gli ospedali era che sapevo che mia madre era morta lì, su un letto d’ospedale. Non l’avevo vista, ma conoscevo la storia. Anche quella volta provai dolore a causa delle ferite, del braccio rotto e delle varie punture e medicazioni che mi facevano le infermiere, ma fu diverso perché ero circondata dalle persone a cui tenevo di più, che mi tenevano compagnia e riuscivano a farmi sorridere nonostante tutto. Derek e Stiles si erano praticamente trasferiti in ospedale! Mangiavano il cibo delle macchinette o quello che gli portava mio padre e dormivano sulle sedie accanto a me, non lasciandomi sola neanche un attimo. Avevo detto loro che potevano tornare a casa e dormire in letti comodi, ma nessuno dei due mi ascoltò. La mattina venivamo raggiunti da Lydia e Scott che ci portavano la colazione e nel pomeriggio anche Isaac, Erica e Boyd si univano a noi e mio padre mi portava Kopa, che si posizionava sempre accanto a me sul letto. Quelli erano i momenti che preferivo: tutti erano seduti attorno a me e parlavano, ridevano e si prendevano in giro! Inizialmente Derek non era a suo agio, e io lo notai subito. Gli presi la mano, accarezzandola e cercando di fargli capire che era tutto apposto, che potevamo stare sereni senza pensare a lupi, cacciatori e altri mostri. Fu anche spronato da tutti a parlare e a partecipare, così pian piano riuscì a calmarsi e a godersi i pomeriggi con noi, mostrando sorrisi che gli altri non avevano mai visto. Perfino io rimasi sorpresa! Per un’oretta venne anche a trovarmi il dottor Deaton, felice di vedere che stessi bene, e gli altri gli spiegarono cosa era successo e cosa avevamo fatto. Ricevetti anche una telefonata da parte dello zio di Derek, Peter, che mi spiegò che non poteva venire in ospedale ma che era felice che io non mi fossi fatta niente di grave, dicendomi anche che ero stata coraggiosa insieme a mio fratello. Fu una telefonata un po’ imbarazzante, almeno per me, ma comunque fui contenta di riceverla. I momenti che più detestavo e che purtroppo accadevano per due, tre volte al giorno, erano quelli in cui i medici e gli infermieri entravano nella mia stanza, facendo uscire tutti, per controllarmi i braccio e cambiarmi le bende. Odiavo le siringhe, sebbene diminuissero in parte il dolore, e odiavo tutte quelle creme e quei liquidi che mi mettevano sulle ferite per disinfettarle e velocizzare la guarigione. Inoltre, non riuscivo neanche a camminare bene. Anche le caviglie erano ferite e c’erano ancora i segni della corda che me la aveva strette per troppo tempo, il solo poggiarle a terra mi faceva sentire un dolore lancinante. La prima volta che provai a camminare fui presa al volo da Derek, altrimenti sarei finita per terra. Mi rassegnai a restare a letto e ogni volta che dovevo andare in bagno mio fratello o Lydia mi aiutavano, facendomi sentire non poco in imbarazzo. Comunque, non fu male stare in ospedale, ma solo perché sapevo che ci sarei rimasta per poco tempo e perché erano tutti lì con me. L’ultima sera mio fratello si addormentò sulla sedia prima di Derek, permettendoci di passare un piccolo momento da soli.
<< Sei pronta per tornare a casa? >> mi chiese lui, mentre gli stringevo la mano.
<< Non vedo l’ora! Anche se mi piace avervi tutti qui >> confessai.
<< Ci saremo anche a casa >>
<< Vi riunirete attorno al mio letto anche lì? >> chiesi, sapendo che non sarebbe mai accaduto.
<< Non credo, però ci saremo >>
<< Spero di riuscire a camminare, piuttosto. Devo andare a scuola! >> non volevo restare a casa ferma sul letto. Dovevo assolutamente camminare e andare a scuola.
<< Ti aiuterò io, o tuo fratello >> disse lui, guardando Stiles che dormiva a bocca aperta.
<< Grazie per essere stato qui. Magari non ti sei sentito proprio a tuo agio, però … >> lui non mi fece continuare a parlare confessando che era stato bene.
<< Mi sono ricordato di quando io e la mia famiglia ci riunivamo in salotto o in cucina, raccontandoci le nostre giornate .. >> mi spiegò, abbassando lo sguardo.
<< Oh, Derek … >> non sapevo se quella fosse una cosa brutta o una cosa belle, o una via di mezzo. Sicuramente ricordare la sua famiglia gli faceva provare dolore, ma almeno il fatto di averne una nuova poteva farlo sentire meglio.
<< No, è stato bello. Davvero >> mi confessò, tornando a guardarmi con i suoi occhi verdi e bellissimi.
<< Sono contenta allora >>
<< Anche io. Dormi ora >> disse, accarezzandomi i capelli.
<< Domani sera dormirai di nuovo nel mio letto con me? >>
<< Se lo vorrai >> rispose, avvicinandosi a me e baciandomi piano le labbra. Sembrava come se avesse ancora paura di farmi male.  << Buonanotte >>
<< Buonanotte Derek >>
Ci addormentammo mano nella mano.
 
La mattina dopo fummo svegliati tutti e tre da mio padre, che ci aveva portato la colazione. Quella mattina Scott e Lydia erano tornati a scuola, e io in parte gli invidiavo.
<< Buongiorno piccola >> mi salutò mio padre, dopo aver svegliato anche Derek, che aveva subito lasciato la mia mano, e mio fratello. << Qui ci sono cornetti e caffè >> disse poi, poggiandoli sul comodino accanto a me.
<< Grazie >> risposi << Quando posso andarmene? >>
<< Fra un po’ verranno i medici per l’ultimo controllo e poi potrai tornare a casa. Io devo andare in centrale, stiamo ancora indagando su questa questione.. >> sospirò.
<< Ci sono novità? >> chiesi, ma sapevo già la risposta.
<< No, niente. Hope, so che non vuoi parlarne ma te lo chiedo per l’ultima volta, sei sicura di non ricordare nulla? >>
Sentii gli sguardi di tutti su di me, mio fratello spalancò anche gli occhi. << No, non ricordo nulla. Scusami >> risposi, mentendo ancora all’uomo a cui non avrei mai voluto mentire. Ma in fondo era anche per il suo bene.
<< Non fa niente, forse è meglio se non ricordi … Derek, puoi accompagnare tu Hope a casa e Stiles a scuola? >>
<< Stiles a scuola?! Ma dico, sei matto? >>  s’intromise mio fratello, gesticolando.
<< Perché non dovresti andare a scuola? >> chiese mio padre, esasperato.
<< Perché non vedo l’ora di riabbracciare il mio letto! Sono due notti che dormo su delle sedie non molto comode, come pretendi che possa passare una giornata a scuola?! >>
<< Non ho tempo di discutere con te quindi va bene, ma domani torni a scuola! >>
<< Posso tornare anche io domani? >> chiesi, sperando in una risposta positiva.
<< Dipende da come stai >>
<< Sto bene! Ti prego! >>
Lui sospirò ancora << Voi due siete davvero cocciuti! >> e quella era la risposta positiva, sarei potuta tornare a scuola! << Io vado, ci vediamo stasera >> disse, baciandomi la fronte e uscendo dalla stanza.
<< Non credo che tu debba andare a scuola domani >> mi disse Derek.
<< Non voglio stare ferma a casa! Mi porterò il pc così potrò scrivere su quello >> dissi, guardandomi la mano sinistra ingessata. Non avrei potuto scrivere a mano per almeno un mese.
<< Come farai a camminare? >> mi chiese il lupo.
<< Ci riuscirò. Zoppicherò un po’, ma fa nulla >>
Lui alzò gli occhi al cielo, sapendo che sarebbe stato inutile controbattere.
Facemmo colazione e poco dopo un medico e un’infermiera ci raggiunsero in stanza, e lui aveva fra le mani una stampella.
<< Allora, signorina Stilinski, come andiamo? >> mi chiese il medico che mi aveva curato fin dal momento in cui ero arrivata.
<< Mi sento meglio >> risposi, notando che l’infermiera aveva gli occhi puntati su Derek e non su di me.
<< E come cammina? >>
<< Ehm … Non benissimo >> confessai, sapendo di non poter mentire sull’evidenza.
<< Vogliamo provare? >> mi chiese, avvicinandosi a me e porgendomi una mano. Io gliela presi e mi spostai, poggiando delicatamente i piedi a terra. Alzai lo sguardo e vidi Derek guardarmi attento, pronto a prendermi nel caso cadessi. << Ora prova ad alzarti >> mi disse il medico e io feci come mi aveva chiesto. Provai di nuovo un dolore incredibile, le caviglie mi pulsavano e mi facevano male come se attorno a loro ci fosse ancora la corda stretta. Almeno non caddi, ma la mia faccia faceva ben capire cosa stavo provando. << Fa male, eh? >> chiese il medico.
<< Abbastanza >>
<< Prova a fare un passo in avanti >>
Respirai a fondo e feci come mi aveva detto, zoppicando. << Brava, ancora >> misi in avanti l’altro piede, ma tanto fu il dolore che persi l’equilibrio e vidi di nuovo le braccia di Derek prendermi al volo, impedendomi di finire con la faccia a terra.
<< Grazie >> gli dissi, abbassando lo sguardo.
<< Ok, Hope. Credo proprio che dovrai usare questa >> mi disse il medico, indicandomi la stampella.
<< Credo anche io >> risposi, rimettendomi in piedi.
<< Dovrai cambiarti le bende ogni giorno, disinfettando le ferite fino a quando non si saranno chiuse del tutto. Quando accadrà dovrai metterci sopra una pomata che ho dato a tuo padre, ok? >>
<< Ok. E il braccio? >>
<< Fra un mese ci rivediamo e ti potrò togliere il gesso. Se dovessi sentire qualsiasi dolore sospetto, non esitare a tornare qui >>
Come avevo ipotizzato, dovevo tenere il gesso per un mese. << Va bene >> dissi, sbuffando.
<< Vuoi provare a camminare un po’ con la stampella? >>
<< Ehm … >> no che non volevo. Le caviglie mi facevano ancora male.
<< Credo che abbia già provato abbastanza dolore >> s’intromise Derek, lasciando stupito il dottore.
<< Ma dovrà imparare >>
<< Imparerà dopo >> rispose ancora Derek.
<< Magari la aiutiamo ad abituarsi a casa >> disse Stiles.
<< Come volete. Puoi andare, Hope, mi raccomando >> disse il medico, sorridendomi.
<< Grazie >> gli dissi, ricambiando il sorriso.
Il medico lasciò la stampella a mio fratello e poi insieme all’infermiera, che aveva lanciato lanciato un’ultima occhiata a Derek, uscì dalla stanza.
<< In effetti, la stampella mi serve >> dissi, pensando che in qualche modo sarei dovuta uscire da lì.
<< Perché? >> chiese Derek, confuso.
<< Come ci arrivo alla tua auto? >>
Lui alzò gli occhi al cielo e con un gesto sia rapido che delicato mi prese fra le sue braccia. << Oh, capisco >> dissi, mentre lui stava già uscendo dalla stanza seguito da mio fratello.
Mentre camminavamo per l’ospedale notai tutti gli sguardi puntati su di noi, soprattutto delle infermiere che in quei giorni non avevano fatto altro che fissare Derek, e mi sentii in imbarazzo, ma allo stesso tempo felice di essere fra le braccia del mio Alpha.
<< Stiles, prendi le chiavi dell’auto dalla mia tasca >> ordinò Derek una volta fuori dall’ospedale.
<< Mi fai guidare la tua auto? Oh, Dio, non ci posso credere! >> esultò mio fratello, prendendo le chiavi dalla tasca dei pantaloni di Derek, che nel frattempo lo stava fulminando con lo sguardo.
<< Devi solo aprirla, io ho le mani occupate >> spiegò lui.
<< Oh, avanti! Posso guidarla io mentre tu stai attento ad Hope >>
<< Posso fare entrambe le cose. Apri l’auto >>
Stiles aprì la camaro di Derek, ma non voleva mollare. << E dai, sono bravo! >>
<< Stiles, ho detto di no. Va’ dietro >> rispose Derek mentre mi adagiava sul sedile anteriore e mi metteva la cintura.
<< Ma, ascolta … >> cercò di controbattere ancora mio fratello, inutilmente.
<< Stiles! Vuoi tornare in ospedale? Non ci metto niente a lasciarti qui con le ossa rotte! >>
<< Ti odio davvero a volte, sai? >> rispose mio fratello alla minaccia, mettendosi sul sedile posteriore.
Una volta arrivati a casa, Derek mi riprese in braccio e ordinò a Stiles di chiudere l’auto. Quando entrammo, Kopa fece le feste a tutti e tre, contento di non essere più solo. Derek mi portò in camera mia, sul letto, e Stiles mi lasciò la stampella e la borsa che avevo in ospedale vicino. << Bene, io ora vado finalmente a dormire nel mio amato letto. Che facciamo a pranzo? >>
<< Di certo tua sorella non può cucinare >> rispose Derek, sedendosi accanto a me.
<< Posso dirti come fare, però >> dissi io.
<< Perfetto, moriremo avvelenati! A dopo >> ci salutò Stiles, andando verso la sua camera.
<< Come vorrei ucciderlo a volte >> disse Derek, facendomi ridere.
<< Lo so che non è vero >>
<< Oh, no. E’ proprio vero >>
<< Ti importa anche di lui >> dissi, avendolo sentito dire da lui stesso alla cacciatrice.
<< Ma vorrei comunque ucciderlo >> rispose, ma sapevo che teneva a mio fratello più di quanto lui stesso sapesse. << Hai bisogno di qualcosa? >> mi chiese poi.
<< Vieni qui >> dissi mettendomi seduta e tirandolo verso di me dal collo della maglietta che indossava. Avevo bisogno di lui, solo di lui.
Lo baciai con tutta la passione che avevo avuto dentro in quei giorni e che non avevo potuto esprimere perché qualcuno era sempre lì che ci osservava. Ora eravamo finalmente soli. Lui rispose al mio bacio, accarezzandomi la guancia, ma dopo poco, davvero poco tempo si allontanò da me, sorridendomi. << Tuo fratello è qui >>
<< Starà già dormendo >> dissi, tirandolo di nuovo verso di me e tornando sulle sue labbra.
<< Hope … >>
<< Sta’ zitto >>
<< Hope, potrei non controllarmi >> mi confessò, baciandomi il collo.
<< Non farlo >> gli risposi, e lui mi guardò divertito per poi tornare a baciarmi con più passione e voglia di prima, facendomi sentire accaldata più del solito. Visto che non potevo muovere un braccio, con l’altro gli accarezzai i capelli e scesi verso il suo collo e la sua maglietta, non desiderando altro che il suo corpo sul mio. Sentii finalmente le sue mani su di me, e lui fu attentissimo a non sfiorarmi nessuna ferita, accarezzandomi i fianchi e mettendo le mani sotto la maglietta. Rabbrividii al suo tocco, imitando il suo gesto e accarezzando il suo perfetto petto. Pian piano mi feci scivolare sul letto, sdraiandomi e vedendo Derek seguirmi, ritrovandolo poi su di me. Con una mano si reggeva, per evitare di toccarmi le ferite, e con l’altra continuava ad accarezzarmi fino ad arrivare al seno. Io ormai ero in estasi e con l’unica mano libera arrivai ai suoi pantaloni e ai suoi boxer, accarezzando il membro del lupo. Sentii un suo piccolo gemito mentre anche lui arrivò ai miei slip, dentro di me. Anche io mi lasciai andare ad un piccolo gemito, e lui si fermò, guardandomi spaventato.
<< Non era dolore >> gli dissi, ansimando insieme a lui.
<< Se ti faccio male, devi dirmelo >> mi rispose e io annuii, tornando a baciarlo e ad accarezzarlo.
Anche se provavo dolore nel muovere il braccio perché le ferite mi tiravano la pelle, non credevo di essere mai stata meglio. Accarezzare Derek, baciarlo, sentire le sue carezza, la sua mano dentro di me mi provocava sensazioni indescrivibili. Lui voleva me e io volevo lui, e non smettevamo più di baciarmi e toccarci, finchè …
<< Hope, basta! >> disse Derek all’improvviso, rimuovendo la mano da me e spostando la mia dal suo corpo. Lo guardai confusa, gli avevo forse fatto male? Avevo sbagliato qualcosa? Lui chiuse gli occhi, come per concentrarsi.
<< Che c’è? >> chiesi, preoccupata. << Ti ho fatto male? >>
Lui sorrise, ancora con gli occhi chiusi. << No, mi stavi facendo troppo bene >>
<< Oh >> risposi, mentre lui riapriva gli occhi e si spostava, mettendosi seduto affianco a me.
<< Pensavi di avermi fatto male? >>
Anche io mi rimisi seduta, spostandomi con il braccio libero e con il quale prima stavo toccando il corpo del mio amato Alpha. << Non capivo perché ti fossi fermato e mi avessi fermato >>
Lui abbassò lo sguardo, quasi imbarazzato, e poi tornò su di me. << Avrei combinato un casino >> confessò, mentre vedevo il suo viso più colorito del solito.
<< Ah, capisco. Scusami >> risposi, sentendo anche che il mio viso diventava rosso.
<< Non devi scusarti >> mi disse, baciandomi la fronte.
Sorrisi, ma dentro di me ero triste perché sapevo che non avremmo potuto continuare. Avremmo potuto, se solo fossimo meglio organizzati. << Sai, ehm .. tu non hai i .. ehm, sai i .. quelli per … >> cercavo davvero di chiedergli se avesse dei preservativi, ma la voce mi si spezzava.
Lui alzò le sopracciglia, non capendo. << Cosa? >>
Feci un respiro profondo. << Preservativi >> dissi tutto d’un fiato, mentre Derek spalancava gli occhi.
<< Oh, quelli. No, non ce li ho >> rispose, imbarazzato << Perché, volevi …? >> non completò la frase, lasciando intendere il significato.
<< No, no! Cioè, sì, ma non ora. Pensavo solo che se li avessi avuti avremmo potuto continuare e tu saresti potuto .. insomma .. non avresti combinato un casino! >> risposi, gesticolando.
<< Giusto .. Devo prenderli? >> mi chiese con un filo di voce.
<< Se vuoi >> risposi, sperando che le mie guance smettessero di essere così calde.
<< Tu vuoi? >> mi chiese, prendendomi la mano.
<< Pensi che non voglia? >>
<< No. Ma non voglio costringerti >>
<< Sono stata io ad insistere e a saltarti addosso prima, ricordi? >>
Lui mi sorrise. << Intendo altro. Per te sarebbe la prima volta, no? >>
<< Sì >> risposi solamente, ricordandomi che lui era già a conoscenza del fatto che io fossi vergine.
Rimase per un po’ in silenzio a fissarmi, a studiarmi come a volte faceva. << Perché io? >> mi chiese poi.
<< Che intendi? >>
<< Perché con me e non con qualcun altro? >>
Io alzai le spalle, la risposta mi sembrava semplicissima << Perché ti amo >>
Lui mi sorrise di nuovo, sciogliendomi il cuore. << Anche io >>
<< Ecco, questo è l’altro motivo >> risposi, accarezzandoli la guancia.
<< Li comprerò >>
<< Bravo >> risposi, avvicinandomi piano a lui per baciarlo ancora. << Quindi, ti va un film? >>
<< Che film? >>
<< Si chiama Rapunzel! >>
<< Hai detto film, non cartone animato >>
<< Dai, sono sicura ti piacerà >>
Lui alzò gli occhi al cielo, rassegnato << Scommetto che parla d’amore >>
<< Anche >>
<< Va bene >> acconsentì, alzandosi e prendendomi di nuovo fra le sue forti braccia.
Mi mise sul divano ed inserì il dvd nel lettore, mettendomi poi accanto a me e cingendomi le spalle con un braccio. Io adoravo quel cartone animato, adoravo Rapunzel, Pascal, Maximus e Flynn! Sentii Derek ridere quando il ladro scappava dal cavallo segugio e quando Rapunzel gli teneva testa con una sola padella, e lui mi strinse di più a sé quando ci fu la meravigliosa scena delle lanterne. Rimase di stucco quando Flynn tagliò i capelli a Rapunzel, non aspettandosi che finisse così.
<< Ehi, potevate avvisarmi che vedevate Rapunzel! >> esordì mio fratello raggiungendoci in salotto, quando ormai Rapunzel aveva ritrovato i suoi genitori.
<< Dormivi >> gli risposi, mentre lui si sedeva accanto a me e finiva di vedere il film con noi.
<< Ho fame >> annunciò ancora Stiles, alla fine del film.
<< Andiamo in cucina, io vi guido e voi cucinate >>
Stiles e Derek si guardarono, preoccupati, ma poi fecero come gli avevo detto.
Fu divertente vederli in cucina alle prese con pentole, coltelli, pasta e condimenti, ma furono dei bravi cuochi e seguirono alla lettera ciò che dicevo e alla fine mangiammo un buon pranzo. Nel pomeriggio chiesi loro di aiutarmi a camminare con la stampella, provando ancora molto dolore alle caviglie. La prima volta finii quasi a terra, ma pian piano riuscii ad abituarmi e a fare qualche passo senza provare troppo dolore ma anzi mi accorsi che la stampella lo attutiva di molto. Passammo il pomeriggio fra stampelle e film, stavolta scelto da Stiles: The Avengers.
Papà chiamò mio fratello dicendo che avrebbe fatto tardi e Stiles lo rassicurò dicendo che stavamo bene e che avremmo ordinato la pizza per cena. Lydia mi chiamò chiedendomi come stessi e se il giorno dopo sarei andata a scuola, e fu felice della mia risposta affermativa. Derek tentò di persuadermi ancora dal non andare a scuola, ma fu inutile, ormai avevo deciso e comunque riuscivo a camminare con la stampella, o meglio zoppicare. Dopo aver ordinato e mangiato la pizza, io e il mio Alpha tornammo in camera e ci sdraiammo sul letto, ma lui notò che anche solo sfiorandomi il braccio mi faceva male e si alzò, avvicinando la sedia della mia scrivania al letto.
<< Non puoi dormire ancora su una sedia! >> gli dissi, mentre lui ormai era accanto a me.
<< Sì che posso >>
<< Derek … >>
<< Devo comunque restare sveglio e controllare quando arriva tuo padre >>
Sbuffai, prendendogli la mano. << Starai scomodo >>
<< Sto bene >>
<< Bugiardo >>
Lui mi sorrise, baciandomi piano le labbra. << Dormi Hope, ne ha bisogno >>
<< Domani verrai a scuola con me? >>
Lui annuì << Resterò vicino alla jeep >>
<< Quando dormirai? >>
<< Dopo che arriverà tuo padre, comodamente seduto su questa sedia. Ora dormi >>
<< Ti odio >> dissi, facendo il broncio.
Lui alzò le sopraciglia << Il tuo cuore dice che menti >>
<< Lo so >>
<< Buonanotte Hope >>
<< Cerca di dormire anche tu, buonanotte >>
Mi addormentai con la mano nella sua, sentendo le sue carezza sui miei capelli.








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Ciao a tutti! :)
Eccovi il nuovo capitolo, spero davvero che vi piaccia! L'ultimo forse non era dei migliori, spero che questo sia migliore! Nel prossimo ci sarà il POV di Derek, come sempre ^^
Grazie tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente, siete tanto buoni e gentili, mi fate sorridere sempre! (:
A presto! <3

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Capitolo 31
*** Resistance ***


Resistance

 

POV Derek

Vedere che Hope non riusciva a camminare per me era uno strazio. Il solo poggiare i piedi a terra le provocava dolore, e appena faceva un passo zoppicava o perdeva l’equilibrio. Non potevo sopportarlo. Il medico che l’aveva controllata prima di lasciarla andare le aveva portato una stampella con la quale avrebbe dovuto camminare, ma io non ce la facevo a sentire il suo cuore in preda al dolore così decisi di prenderla in braccio e portarla alla mia auto, mentre tutti ci guardavano e lei cominciava ad arrossire. Avrebbe potuto esercitarsi a camminare con la stampella a casa sua, con più calma, anche se speravo davvero che non ci riuscisse e che non andasse a scuola per qualche giorno, così sarei potuto prendermi cura di lei per tutto il tempo. Ma Hope era testarda e aveva deciso che sarebbe tornata a scuola, anche se zoppicando. Una volta a casa, Stiles andò subito in camera sua e io adagiai Hope sul letto, mettendomi seduto accanto a lei. Odiavo vederla con il gesso, sapendo quanto per lei fosse importante scrivere, e odiavo vederla ricoperta di bende che coprivano ferite che rovinavano il suo bellissimo corpo e che le facevano male ad ogni singolo movimento. Lei non lo ammetteva, ma io sapevo che era così, glielo leggevo in viso e lo sentivo grazie al suo respiro.
<< Hai bisogno di qualcosa? >> le chiesi, dopo aver ancora una volta minacciato di morte suo fratello che non smetteva mai di farmi innervosire.
<< Vieni qui >> mi rispose, mettendosi seduta e tirandomi verso di lei dal collo della mia maglietta. Voleva baciarmi, ed io ovviamente acconsentii, ma non mi aspettavo il bacio passionale e pieno di desiderio che ricevetti. Le carezzai la guancia, cominciando a capire cosa intendesse fare. Mi allontanai dalle sue labbra << Tuo fratello è qui >> le feci notare, ma lei alzò il sopracciglio e mi sorrise.
<< Starà già dormendo >> disse, tirandomi di nuovo verso di lei e tornando sulle mie labbra.
<< Hope … >> mi trovavo davvero in una situazione ambigua. Io, il predatore, il lupo che perdeva il controllo del suo corpo alla sola vista di quella ragazza, stavo tentando di fermarla dal baciarmi.
<< Sta’ zitto >> un brivido mi percorse la schiena quando sentii quelle parole, ma non provai freddo, anzi cominciai ad avere caldo e a sudare, sentendo il mio sangue arrivare nei miei boxer, facendomi avere subito un’erezione.
<< Hope, potrei non controllarmi >> le confessai, baciandole il collo profumato.
<< Non farlo >> mi rispose lei. Quella ragazza stava stuzzicando la persona sbagliata. Decisi di accontentarla, più che altro perché ormai il mio corpo non desiderava altro che il suo e le mie labbra fremevano dalla voglia di tornare sulle sue. Le sorrisi, baciandola con più voglia di prima mentre lei con la mano libera mi accarezzava i capelli, scendendo poi verso il collo, la schiena, arrivando fino alla mia maglietta, sollevandola e accarezzandomi la pelle. Il suo tocco mi faceva perdere il controllo sempre di più. La volevo con tutto me stesso e le mie mani andarono verso il suo corpo, i suoi fianchi, sotto la sua maglietta, arrivando fino al suo meraviglioso seno. La sentii rabbrividire mentre faceva scivolare il suo corpo fino a sdraiarsi sul letto. Riaprii gli occhi e vidi i suoi nei miei, sorridenti e desiderosi. Mi sdraiai anche io e con una mano reggevo il peso del mio corpo, evitando così anche solo di sfiorarle le ferite, sapendo quanto poi avrebbe sofferto. Sentii la mano di Hope scivolare fino ai miei pantaloni, slacciandomeli, e poi fino ai miei boxer, superandoli per arrivare alla mia erezione. Gemetti quando sentii la sua mano lì, dove desideravo che fosse, e anche io andai oltre i suoi slip con la mano libera, arrivando dentro di lei. Sentii un suo piccolo gemito e riaprii gli occhi, spaventato di averle potuto farle male.
<< Non era dolore >> mi disse lei, ansimando.
<< Se ti faccio male, devi dirmelo >> le ordinai, sperando che mi ascoltasse. Lei annuì, sorridendomi mentre tornavamo a baciarci e ad accarezzarci. Solo in quei momenti mi resi conto di quanto mi era mancato in quei giorni poter accarezzare il suo corpo, poterla vedere come solo a me era concesso, e quanto mi erano mancate le sue carezze, i suoi tocchi, i suoi baci. La mia testa non faceva altro che pensare a quello che stavamo facendo, mentre sentivo Hope continuare a gemere, mentre provavo un piacere che non provavo da anni. Mi ero scordato quella sensazione, mi ero scordato che anche il mio corpo aveva dei bisogni e che Hope sapeva soddisfarli in modo perfetto. Mi stavo sentendo bene, fin troppo bene, lasciando che il mio corpo prevalesse sulla mia testa e desse sfogo a ciò che desiderava. Era incredibile quanto quella ragazza riusciva a farmi sentire in estasi con una sola mano! Forse, ero troppo in estasi, o almeno lo sarei stato. Sentii chiaramente che stavo per venire e solo in quel momento il mio cervello mi dette un segnale, un piccolo segnale, dicendomi che non potevo continuare. Dovetti togliere la mia mano dal corpo di Hope per spostare la sua dal mio.
<< Hope, basta! >> le dissi, chiudendo gli occhi e concentrandomi, cercando di contenere dentro di me tutto il piacere che stavo provando in quel momento.
<< Che c’è? Ti ho fatto male? >> mi chiese, con voce preoccupata e ancora un po’ ansimante. Pensava di avermi fatto male … Si sottovalutava davvero troppo.
Sorrisi, ancora con gli occhi chiusi.  << No, mi stavi facendo troppo bene >>
<< Oh >>
Riaprii gli occhi, mettendomi seduto accanto a lei e riallacciandomi i pantaloni. << Pensavi di avermi fatto male? >>
<< Non capivo perché ti fossi fermato e mi avessi fermato >> mi rispose, mettendosi anche lei seduta.
E ora come glielo spiegavo?  << Avrei combinato un casino >> confessai, imbarazzato, anche perché sentivo che anche il mio viso era più accaldato del solito.
<< Ah, capisco. Scusami >>
<< Non devi scusarti >> le baciai la fronte, mentre lei mi sorrideva e si faceva più seria, corrugando le sopracciglia e poi guardandomi con occhi quasi impauriti.
<< Sai, ehm .. tu non hai i .. ehm, sai i .. quelli per … >> sentivo la sua voce spezzarsi mentre cercava di parlare, ma io non capivo cosa stesse cercando di dirmi.
<< Cosa? >> le chiesi, alzando le sopracciglia.
Fece un respiro profondo e poi << Preservativi >> disse tutto d’un fiato, mentre io spalancavo gli occhi, sorpreso da quella risposta.
No che non avevo preservativi. Io non avevo mai comprato preservativi in vita mia, e di certo non negli ultimi anni. Quando dovetti usarli, fu Kate a darmeli e perfino a mettermeli, visto che per lei ero troppo lento e imbarazzato. Rimossi subito quel ricordo dalla mia testa, tornando ad Hope. << Oh, quelli. No, non ce li ho >> confessai, sempre più imbarazzato. Non avevo minimamente pensavo di prenderli, ma in effetti avrei dovuto farlo. << Perché, volevi …? >> non completai la frase, sperando che capisse. Se mi aveva chiesto dei preservativi, un motivo doveva pur esserci.
<< No, no! Cioè, sì, ma non ora. Pensavo solo che se li avessi avuti avremmo potuto continuare e tu saresti potuto .. insomma .. non avresti combinato un casino! >> mi rispose, gesticolando e con il cuore a mille.
<< Giusto .. Devo prenderli? >> chiesi, con un filo di voce.
<< Se vuoi >>
Stava davvero pensando che io non volessi comprare quei cosi? Sapevo qual’era la conseguenza del comprare dei preservativi, anche se non li utilizzavo da anni. E sì che volevo comprarli, perché desideravo che Hope fosse mia in ogni senso. Le presi la mano, ricordandomi che lei non l’aveva ancora mai fatto. << Tu vuoi? >>
<< Pensi che non voglia? >> mi chiese, preoccupata.
<< No. Ma non voglio costringerti >>
<< Sono stata io ad insistere e a saltarti addosso prima, ricordi? >>
Mi fece sorridere. << Intendo altro. Per te sarebbe la prima volta, no? >>
<< Sì >> rispose solamente.
La fissai, domandandomi cosa la spingesse a volerlo fare con me, per la prima volta. Per me forse la prima volta non era stata granché, anzi, per me la prima volta fu terribile. Ho desiderato per anni di rimuovere quei ricordi dalla mia testa, di tornare indietro nel tempo e non commettere quell’enorme sbaglio, ma ormai era andata così, e mi sarei maledetto in eterno. Ora però capivo cosa significasse dare il proprio corpo alla persona che ami e che ti ama a sua volta, e volevo che lei fosse davvero sicura di quello che stava per fare. << Perché io? >>
<< Che intendi? >>
<< Perché con me e non con qualcun altro? >>
Lei alzò le spalle, rispondendomi subito. << Perché ti amo >>
Il mio cuore aveva uno sbalzo ogni volta che le sentivo pronunciare quelle parole. Era una delle sensazioni e delle emozioni più belle che potei riscoprire e riprovare grazie a lei. << Anche io >>
<< Ecco, questo è l’altro motivo >> rispose, accarezzandomi la guancia.
<< Li comprerò >> annunciai, già programmando come fare.
<< Bravo >> si avvicinò di nuovo a me per baciarmi ancora. << Quindi, ti va un film? >>
<< Che film? >>
<< Si chiama Rapunzel! >>
<< Hai detto film, non cartone animato >>
<< Dai, sono sicura ti piacerà >>
Alzai gli occhi al cielo, rassegnato, ormai sapevo che quando Hope decideva una cosa, non potevo fare altrimenti. << Scommetto che parla d’amore >>
<< Anche >>
<< Va bene >> acconsentii, alzandomi e prendendola di nuovo in braccio.
Nonostante fosse un cartone animato, mi piacque. Hope lo sapeva praticamente a memoria e ogni volta mi avvisava di stare attento e di non perdermi la scena. Fummo raggiunti da Stiles quando il film stava ormai finendo e subito dopo annunciò che aveva fame. Hope disse che ci avrebbe guidati nel cucinare e anche in quell’occasione desiderai più volte di squarciare il collo di Stiles, visto che non mancava mai dal fare battute poco adatte, ma alla fine riuscimmo a cucinare qualcosa di commestibile. Subito dopo pranzo, Hope volle esercitarsi con la stampella e sia io che suo fratello la aiutammo. All’inizio rischiava quasi sempre di cadere e si ritrovava sempre con le mie braccia attorno a lei, ma col passare del tempo riuscii ad abituarsi e a zoppicare senza cadere o perdere l’equilibrio, contenta di poter andare davvero a scuola. Tentai di persuaderla, anche dopo aver sentito la sua conversazione al telefono con Lydia ma ovviamente fu tutto inutile. Mentre guardavamo un altro film, stavolta scelto da Stiles, lo sceriffo avvisò che sarebbe tornato tardi. Ordinammo la pizza e dopo averla mangiata io e Stiles ci ritrovammo di nuovo davanti alla cucina per lavare ed asciugare i piatti, ed Hope si alzò con l’aiuto della stampella.
<< Voglio provare a salire le scale >> annunciò sorridente.
<< No >> le risposi solamente, senza neanche guardarla.
<< Derek, devo provare >>
<< Aspetta che finisco e poi potrai provare con me >> dissi, con le mani ancora zuppe di acqua e sapone per piatti.
<< Voglio provare da sola! >>
<< Puoi cadere >>
<< Non cadrò >> rispose, avvicinandosi a me e facendo una faccia che mi fece ridere. Aveva  spostato il labbro inferiore in avanti, sbattendo le ciglia con gli occhi spalancati e speranzosi. << Ti preeeego! >>
<< Fa’ come vuoi >> alzai gli occhi al cielo, tornando poi ai piatti.
La vidi uscire zoppicando dalla cucina, e visto che ero rimasto da solo con suo fratello approfittai della situazione. << Stiles, i preservativi si comprano in farmacia, vero? >>
Sentii il cuore di Stiles sussultare e le sue mani fecero cascare nel lavandino il piatto che stava asciugando, scheggiandolo e provocando un rumore assurdo.
<< Stiles! >>
<< Che succede? >> chiese Hope dall’ingresso.
<< Nulla! Tutto apposto >> risposi io, mentre Stiles mi guardava con gli occhi spalancati.
<< Ti prego, dimmi che ho sentito male >>
Alzai gli occhi al cielo. << Va bene, fa niente >> dissi, sperando che la conversazione sarebbe finita lì. Speranza inutile, ovviamente.
<< Tu vuoi fare sesso con mia sorella?! Dio, sto per sentirmi male >>
<< Oh mio Dio Stiles! Ti ho solo chiesto dove si comprano! >>
<< Certo, perché poi vuoi farci dei palloncini, vero? >>
<< Non sono affari tuoi >>
<< Certo che lo sono! Potresti avere qualche malattia! >>
<< Io? Malattie? >>
<< La rogna, ad esempio >>
Respirai profondamente, pentendomi con tutto me stesso di aver iniziato quella discussione. << Fa’ finta che io non ti abbia chiesto nulla >>
<< Oh sì, ti pare facile? Non voglio diventare zio, non ancora! >>
Estrassi la mano dall’acqua, arrivando fino al suo collo e spingendolo con le spalle al muro << E secondo te a cosa servono quei cosi?! >>
<< Ok, ok. Calmati ora, hai ragione. Sei saggio a pensare di dover usare un preservativo. Ora ti rimetti a cuccia o devo chiamare mia sorella? >>
Dio, quanto avrei voluto ammazzarlo! Lo liberai dalla presa, asciugandomi le mani con uno strofinaccio. << La vuoi finire con le battute sui cani, eh? >>
<< La smetto. Comunque, sì >>
<< Mh? >>
Lui sbuffò << Puoi comprarli in farmacia. Ci sono anche le macchinette fuori >>
<< Davvero? >>
<< Sì, non lo sapevi? >>
<< Qui vicino c’è una farmacia, vero? >>
<< Vuoi andare adesso?! >>
Alzai le spalle, annuendo.
<< Oh, Dio! Sì, qui vicino. Ma come giustifichi il fatto di uscire e tornare? >>
<< Ora vedrai. Ah, grazie >> dissi, andando verso l’ingresso e vedendo Hope che era ancora al terzo scalino. << Hope, vado a parcheggiare la macchina più lontano. Torno subito >>
<< Va bene >> mi rispose, non girandosi neanche, concentrata nel salire l’altro scalino.
Uscii velocemente da casa sua e mi misi in macchina, arrivando poi di fronte alla farmacia ormai chiusa. La macchinetta era illuminata e non avrei mai pensato di ritrovarmi di fronte a milioni di scritte: normali, ritardanti, extra large, sottili, ultra sottili, al cioccolato, alla fragola, ai frutti tropicali … Ma quanti ne esistevano? Decisi di puntare sui “normali” e dopo aver inserito i soldi e preso il pacchetto ritornai in macchina e decisi di lasciarli lì. Quando entrai di nuovo a casa di Hope, lei era ancora a poco più di metà scala.
<< Derek, ti prego, prendimi in braccio! >> mi implorò, e io lo feci subito portandola in camera sua e mettendola sul letto. << Grazie, non ce la facevo più! >>
<< Ti fanno male? >> chiesi, indicandole le caviglie.
<< Non molto. Mi passeresti il pigiama? E’ nell’ultimo cassetto lì >> mi chiese, indicandomi il cassettone. Feci come mi aveva chiesto, dandole il pigiama rosa con sopra dei gatti.
<< Vuoi una mano? >>
<< No, girati! >> mi ordinò lei.
<< Girarmi? >>
<< Non puoi ancora vedermi nuda >>
<< Oh, capisco >> mi girai, mentre sentivo i suoi movimenti dietro di me e immaginavo il suo corpo nudo. Dovetti resistere ancora una volta, contendendo la mia erezione.
<< Ho finito >> annunciò e quando mi rigirai indossava il pigiama ed era sotto le coperte << Vieni >> mi invitò, sorridendo.
Provai a sdraiarmi accanto a lei come ero abituato a fare, ma in quel caso non riuscivo a non sfiorarle le gambe e le braccia piene di ferite, sentendola trattenere dei versetti di dolore. << Mi sa che siamo troppo stretti >> annunciai, rialzandomi.
<< A me piace stare stretta con te >>
<< Ti faccio male, non negarlo >> dissi, prendendo la sedia della sua scrivania e avvicinandola al suo letto.
<< Non puoi dormire ancora su una sedia! >>
<< Sì che posso >> affermai, sedendomi.
<< Derek … >>
<< Devo comunque restare sveglio e controllare quando arriva tuo padre >>
Hope sbuffò, prendendomi la mano. << Starai scomodo >>
<< Sto bene >>
<< Bugiardo >> disse, facendo il broncio.
Le sorrisi, avvicinandomi a lei per baciarla. << Dormi Hope, ne hai bisogno >>
<< Domani verrai a scuola con me? >>
Annuii << Resterò vicino alla jeep >>
<< Quando dormirai? >>
<< Dopo che arriverà tuo padre, comodamente seduto su questa sedia. Ora dormi >>
<< Ti odio >> affermò, facendo ancora il broncio.
Alzai le sopraciglia << Il tuo cuore dice che menti >>
<< Lo so >>
<< Buonanotte Hope >>
<< Cerca di dormire anche tu, buonanotte >>
La vidi addormentarsi mentre le carezzavo i capelli, con la mano nella mia. Non dormivo bene da un po’, ma vederla lì, sdraiata finalmente nel suo letto e non in quello dell’ospedale, serena, mi fece sentire benissimo. Mi piaceva guardarla dormire, mi piaceva sentire il suo respiro. Dopo un paio d’ore sentii la macchina del padre arrivare e lasciai la mano di Hope, andandomi a nascondere nell’armadio come era successo altre volte. Lo sceriffo entrò nella stanza della figlia, avvicinandosi a lei e assicurandosi che stesse bene e dopo averle baciato la fronte uscì, lasciandoci di nuovo soli.
Ritornai dove ero prima, riprendendo la mano di Hope e poggiando la testa sul letto, sperando di prendere sonno. Dopo un po’, altri rumori arrivarono al mio udito oltre quello del respiro regolare di Hope. Dei passi verso casa sua. Mi alzai, sentendo un odore a me ormai familiare e mi affacciai alla finestra. Deucalion era lì, a pochi metri da casa di Hope, da solo, o almeno così mi sembrava.
<< Mi spii, adesso? >> chiesi a bassa voce, sapendo che lui poteva sentirmi così come io potei sentire la sua risposta.
<< No. Volevo congratularmi con te e il tuo branco, siete stati bravi a far fuori i cacciatori! >> mi rispose, sorridendomi con il suo solito ghigno agghiacciante.
<< Avevano preso qualcuno a cui tenevo >> sibilai, stringendo i pugni.
<< Oh, lo so. Poverina, come sta la piccola umana? >>
<< Stava meglio prima >>
<< Capisco, posso solo immaginare le torture che ha subito >>
<< Già >> sperai davvero che prima o poi lui fosse sottoposto allo stesso dolore, magari grazie a me.
<< Quindi, hai pensato alla mia proposta? >>
<< Non ne ho avuto tempo, come ben sai >>
<< Derek, io sono un uomo paziente, ma anche la pazienza ha dei limiti. Non vorrai che la piccola Hope subisca altre torture? >>
<< Non oserai! >> gli ringhiai contro, sentendo il sangue ribollirmi nelle vene. Dietro di me, sentii Hope muoversi nel letto.
<< Sssh, non vorrai svegliarla >>
<< Se la tocchi … >> cominciai, ma lui mi fermò mettendosi un indice di fronte alla bocca.
<< Lo so, lo so. Ma ti ho già detto che io ottengo sempre tutto ciò che voglio, Derek, ad ogni costo. Ti concedo ancora un po’ di tempo, ma la mia pazienza poi finirà. Chiaro? >> non risposi e lui sorrise ancora << Buonanotte, salutami l’umana >> disse, voltandosi verso la direzione della radura. Rimasi lì finchè non fui davvero sicuro che se ne fosse andato, e poi tornai da Hope, ancora addormentata. Non avrei mai permesso che le facessero ancora del male! Il mio branco era forte, ne avevo avuto la prova, ora mancava solo l’occasione giusta per affrontare Deucalion e il suo branco e tutto si sarebbe risolto. Nessuno avrebbe mai potuto allontanare Hope da me. Mai. 








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Ciao a tutti! **
Eccovi fresco fresco il capitolo con il POV di Derek, spero tanto che vi piaccia! :D
G R A Z I E per le stupende recensioni, spero di non deludervi mai!
Nel prossimo capitolo ci sarà il ritorno a scuola e quindi il ritorno di Ethan, e Derek aiuterà ancora Hope a guarire! (:
A presto! <3

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Capitolo 32
*** School ***


School

 

POV Hope

Quella notte non dormii benissimo, sentivo il bruciore delle ferite perfino nel sonno. Ad un certo punto, per uno stupido movimento il dolore fu tale da farmi svegliare e aprire per un attimo gli occhi. Vidi Derek in piedi davanti alla finestra e sentii anche la sua voce accompagnata da un ringhio, ma non capii cosa stesse dicendo. Pensai che fosse un sogno e richiusi gli occhi, addormentandomi di nuovo.
Quando mi risvegliai sul serio, era mattina. Riaprendo gli occhi vidi Derek ancora seduto sulla sedia accanto a me con la testa e il busto poggiati sul letto e la sua mano sopra la mia, i suoi occhi erano ancora chiusi. Spostai delicatamente la mano, sperando di non svegliarlo. Mi misi seduta, muovendo la gamba in direzione del pavimento e spostando il braccio per prendere la stampella << Hope! >> ma sussultai, sentendo la voce di Derek.
Mi voltai di nuovo verso di lui, ormai seduto con gli occhi aperti.
<< Buongiorno >> lo salutai, sorridendo. Aveva gli occhi stanchi e assonnati e sembrava anche preoccupato nel guardarmi.
<< Dove vai? >>
<< A cambiarmi le bende >> spiegai alzando le spalle. << Perché non torni a dormire? >>
<< Ti aiuto >> annunciò, alzandosi subito.
<< No, dai. Sei stanco, lo vedo >>
<< Ti aiuto >> ripetè, mettendo la sedia a posto.
<< Derek, posso farlo da sola >> dissi io mettendomi poggiando i piedi a terra, ancora seduta sul letto.
<< Non insistere >> ordinò, ormai di fronte a me << Hai dormito bene? >> mi chiese, prendendomi la mano e aiutandomi a mettermi in piedi
<< Non molto. Tu almeno hai dormito? >>
Lui alzò gli occhi al cielo, chinandosi per baciarmi la fronte << Come mai? >>
<< Perché io devo rispondere alle tue domande e tu no alle mie? >>
<< Ho dormito >>
<< Sì, lo vedo dalle tue occhiaie >>
<< Ora rispondimi tu >> disse, passandomi la stampella.
<< Mi bruciavano un po’ le ferite. Ti ho anche sognato >>
<< Davvero? >>
Annuii << Eri in piedi di fronte alla mia finestra, e parlavi …  >> mentre spiegavo, vidi i suoi occhi spalancarsi << … non stavo sognando, vero? >>
<< Era Deucalion >> solo il sentire quel nome mi fece rabbrividire, che diavolo voleva quel lupo in piena notte?
<< Perché era qui? >>
<< Ha detto che voleva congratularsi con me, per via dei cacciatori, e ha detto che mi concede ancora un po’ di tempo. Appena saremo pronti, attaccheremo >>
<< Non potete risolvere la questione senza combattere? >> chiesi, sapendo già la risposta.
<< No >>
<< Potresti farti del male! Potrebbe farsi del male chiunque! >>
<< L’importante è che tu sarai al sicuro e una volta eliminati lo saremo tutti >>
<< Io parteciperò! >>
<< No >> si allontanò da me, mentre quella risposta mi fece innervosire. Anche lui sembrava essere come arrabbiato.
<< Ne avevamo già discusso! Deaton ha detto .. >>
<< Non m’interessa cos’ha detto Deaton! Ti rendi conto di come sei ridotta? Ti rendi conto di come mi senta nel vederti così? Non permetterò che ti succeda nient’altro! Niente! >> non urlava, ma sembrava lo stesse facendo. Abbassò lo sguardo, sospirando << Vieni in bagno, prima che tuo padre si svegli >> aggiunse, aspettando che mi muovessi io. Cominciai a zoppicare con la stampella, andando verso il bagno seguita da Derek che poi chiuse la porta alle nostre spalle. Non mi era piaciuto il modo in cui mi aveva risposto. Potevo capire che se le motivazioni erano buone, ma non me ne sarei stata ferma a guardare loro mentre rischiano la vita per degli stupidi lupi con manie di protagonismo! Mi avvicinai all’armadietto prendendo le bende e Derek mi fu accanto, prendendo l’acqua ossigenata. << Posso fare da sola >>
Non lo guardai, ma lo sentii sospirare ancora.  << Tu non capisci >>
<< Io capisco! Capisco come ti senti perché anche io mi sentirei così se fossi tu quello ferito >> mi voltai, ritrovando i suoi occhi nei miei.
<< Io non voglio che tu soffra più >> mi confessò con un filo di voce.
<< Se mai combatterete, soffrirei di più stando qui a non far nulla! Non è meglio sapere che sono al sicuro vicino a te piuttosto che qui, dove qualsiasi lupo può trovarmi? >>  gli chiesi, mettendo una mano sul suo viso.
L’Alpha non rispose subito ma mi guardò come faceva un tempo, studiandomi. << Ci organizzeremo in modo che tu non corra alcun rischio, pur stando vicino a noi >>
<< Va bene >> risposi, alzandomi sulla punta dei piedi e arrivando alle sue labbra, mentre lui mi cingeva il corpo con le sue forti braccia, ricambiando il mio bacio come solo lui sapeva fare. Sentii il mio cuore accelerare mentre continuavamo a baciarci, mentre lui mi stringeva sempre di più a sé. Dio, quanto lo amo, pensai, mentre facevo scivolare la mano verso il suo collo e il suo petto. A volte era burbero e voleva controllarmi troppo, ma era il mio bellissimo Alpha e lo desideravo con tutta me stessa. Di nuovo, feci scendere la mia mano verso i suoi pantaloni, sentendo chiaramente la sua erezione. Lui spostò le labbra dalla mie, poggiando la testa sulla mia spalla << Hope .. >>
<< Sssh >> arrivai alla sua erezione, cominciando ad accarezzarlo e a sentire dei suoi leggeri gemiti, mentre con una mano cercava di andare oltre il pantalone del mio pigiama << Fermo tu >> gli ordinai e lui obbedì subito, tornando ad accarezzarmi i fianchi e il seno, baciandomi il collo mentre sentivo ancora qualche gemito che cercava di nascondere. Continuai ad accarezzarlo e a baciarlo ma dopo un po’ lui mi prese la mano, fermandola e respirando affannosamente la tirò fuori dai suoi boxer, tornandomi a guardare negli occhi << Tu vuoi farmi morire >> disse solamente, baciandomi piano le labbra.
Sorrisi, contenta di avergli fatto tornare il buon umore.
<< Siediti >> mi ordinò lui stavolta e io mi sedetti ai bordi della vasca da bagno, cominciando a togliermi le bende che avevo sul braccio destro. Le ferite non erano ancora chiuse del tutto, e con mio grande dispiacere capii che dovevo metterci sopra l’acqua ossigenata per disinfettarla. Mentre finivo di scoprirmi le ferite, Derek si sistemò i pantaloni e poi si inginocchiò di fronte a me, con l’acqua ossigenata fra le mani << Posso? >> mi chiesi, come per prepararmi.
Annuii e lui cominciò a sciacquarmi le ferite, mentre io cominciavo a sentire il bruciore lancinante che solo quel dannato disinfettante poteva provocarmi! Strinsi i denti, buttando la testa indietro e sperando finisse subito. Sentii le mani di Derek sulle mie gambe mentre mi toglieva le bende, quel contatto mi piacque più del dovuto. Ma poi arrivò di nuovo il bruciore lancinante che mi faceva desiderare di gridare, prima su una gamba e poi sull’altra. << Basta >> sussurrai.
<< Ho quasi finito >> disse il lupo, mentre sentivo che mi disinfettava le ferite che si trovavano sulle caviglie. << Dammi le bende >> mi disse, e io gli porsi le bende rimettendo la testa in avanti, ancora con i denti stretti a causa del bruciore che non passava, sebbene fosse in parte diminuito. Derek mi prese delicatamente il braccio e cominciò ad avvolgermi le ferite una ad una, fino a quando l’intero braccio non fu coperto. Poi tornò alle gambe, corrugando le sopracciglia alla vista della ferita che avevo sopra il ginocchio destro, la prima ferita che la cacciatrice mi aveva fatto. << Questa è più profonda >> disse lui, avvicinandosi ancora.
<< E’ stata la prima >> confessai, facendogli alzare gli occhi verso di me. Sembrava triste, e poi all’improvviso deciso, pronto a fare chissà cosa.
<< Hope, ora sta’ ferma, posso farti sentire meno dolore >> annunciò, poggiando la sua mano sulla ferita.
<< Cosa fai? >> chiesi, non capendo cosa diavolo potesse fare con la mano sopra quella ferita. Lui non mi rispose, era concentrato al massimo sulla sua mano, che all’improvviso fu cosparsa da vene nere, facendomi spalancare gli occhi, incredula e sorpresa allo stesso tempo. Non appena vidi quelle vene, il bruciore diminuì. << Cosa fai? >> chiesi ancora.
<< Prendo un po’ del tuo dolore >> rispose lui, continuando a fissare la sua mano. Il bruciore era diminuito ancora, ormai non sentivo quasi più niente. Che altro erano in grado di fare i lupi mannari?!
<< Come va? >> mi chiese poi, allontanando la mano dalla ferita. Le vene nere erano sparite.
<< Molto meglio. Ma come hai fatto? >>
Lui alzò le spalle << Sono un lupo >>
<< Wow … Grazie >> risposi, ancora sorpreso di quello che avevo appena visto e sentito.
<< Hope? Sei in bagno? >> sentii la voce di mio padre chiamarmi e sia io sia l’Alpha sussultammo.
<< Sì! Ho quasi finito! >> risposi, sperando non mi chiedesse di entrare.
<< Vuoi una mano? >> chiese ancora mio padre da fuori.
<< No, no! Tutto bene! >>
<< Va bene >> rispose mio padre, mentre sentivo che si allontanava.
<< Non l’hai sentito? >> chiesi a Derek, che mi guardava ancora spaventato.
<< No, ero troppo concentrato >> mi spiegò.
<< Senti, finisco io qui. Tu vai a casa tua e cambiati, poi torna e andiamo insieme a scuola, ok? >>
Lui annuì << Vuoi la colazione? >>
<< Non devi disturbarti >>
<< Non è un disturbo >> rispose, alzando gli occhi al cielo.
<< Beh, mi faresti felice con un cornetto al cioccolato! >>
Lui mi sorrise, facendomi sciogliere il cuore, e si chinò per baciarmi di nuovo. << A dopo >> mi salutò, uscendo dalla finestra del bagno.
Finii di sistemarmi le bende alle gambe e poi mi lavai come meglio potei, tornando in camera mia per vestirmi. Misi un paio di jeans lunghi e a causa del gesso fui costretta a mettermi una maglietta a maniche corte ma avrei indossato una giacca per evitare che si vedessero le bende. Mio fratello entrò in camera, ovviamente senza bussare, mentre preparavo la borsa << Ti porti il pc a scuola? >>
<< Almeno potrò scrivere >> risposi, mentre lui mi raggiungeva per aiutarmi.
<< Come stai? >>
<< Meglio. E tu? >>
<< Ho finalmente dormito nel mio letto! >> rispose, come se stesse esultando. << Dov’è Mr. Simpatia? >>
<< E’ andato a casa sua a cambiarsi, lo sto aspettando qui >> risposi, mentre il campanello di casa suonava.
<< Vado io! >> annunciò mio padre, mentre sia io che Stiles andavamo verso la scale, ovviamente io ci arrivai zoppicando un po’ con la mia stampella. Mio padre aprì la porta e sono sicura che spalancò agli occhi alla vista di Derek Hale sorridente e con una busta piena in mano che emanava odore di cornetti caldi appena sfornati. Anche Stiles rimase a bocca aperta. << Dio, ma che gli hai fatto? >> mi chiese sussurrando.
<< Buongiorno >> salutò Derek.
<< Ciao Derek >> rispose mio padre con voce incredula.
<< Ehm .. Ho portato la colazione >> annunciò il lupo, mostrando la busta.
<< Oh, ti ringrazio! Entra, entra >> mio padre si spostò facendolo passare, mentre il mio bellissimo lupo in jeans e maglietta stretta alzava gli occhi verso me e Stiles, facendo un cenno col capo.
<< Ciao Derek >> lo salutai, cominciando a scendere piano le scale.
<< Già. Ciao, Derek! >> lo salutò anche mio fratello, superandomi e buttandosi sulla busta di Derek, togliendola dalle mani. << Hai pensato anche a me, vero? >> chiese Stiles, aprendola. Se avesse potuto ci avrebbe ficcato l’intera testa dentro.
<< Stiles! Invece di pensare alla colazione che ne dici di aiutare tua sorella? >> chiese mio padre.
<< Faccio io. Comunque, ci sono per tutti >> rispose Derek, salendo le scale verso di me ed aiutandomi a scenderle più velocemente cingendomi la vita.
Mio padre tolse la busta dalle mani di Stiles << Grazie Derek. Venite >> disse, andando verso la cucina. Credevo che Derek sarebbe entrato dalla finestra di camera mia per portarmi il cornetto e invece ora era seduto a tavola con noi a fare colazione!
<< Io lo mangio al volo, devo scappare in centrale >> annunciò mio padre, prendendo un cornetto dalla busta << Stiles, bada ad Hope a scuola, chiaro? >>
Mio fratello alzò gli occhi al cielo << Sì, papà >>
<< Mi raccomando. Ci vediamo stasera. Ci vediamo, Derek >>
<< Arrivederci >> rispose Derek, mentre mio padre mi accarezzava la guancia e poi usciva di casa, lasciando solo noi tre. Stiles allungò la mano verso la busta dei cornetti, ma Derek lo fermò. << Aspetta >> la prese lui, prendendo un cornetto e dandolo a Stiles e poi dando quello al cioccolato a me.
<< Grazie >> gli dissi, e lui sorrise.
<< Ehi! Perché a lei con il cioccolato e a me con la marmellata?! >> protestò mio fratello.
<< Perché tuo padre si è preso quello alla crema e Hope vuole quello al cioccolato >> rispose Derek, prendendo il suo.
<< Quando entrerò anche io fra le tue grazie? Così almeno avrò anche io un cornetto al cioccolato! >>
<< Se non lo vuoi, puoi lasciarlo >>
<< No. Grazie >> rispose, cominciando a mangiare.
Quando finimmo andammo tutti e tre nella jeep di Stiles e ci dirigemmo a scuola. Una volta arrivati, sia Derek sia Stiles si poggiarono alla jeep, mentre il mio lupo mi cingeva la vita. << Scott sarà qui a momenti >> disse Stiles.
<< Già, ma purtroppo arriva qualcun altro >> annunciò Derek, fissando qualcosa alle mie spalle. Mi girai e vidi Ethan correre verso la nostra direzione. Derek mi strinse di più a sé.
<< Hope! Oh, Dio! Come sei ridotta … >> disse l’altro lupo non appena fu di fronte a noi.
<< Ciao Ethan >>
<< Come stai? Cos’hai? >> mi chiese.
<< Secondo te cos’ha?! Le piace camminare con una stampella? >> chiese mio fratello, gesticolando.
<< Non sapevo ti avessero ridotta così >> continuò Ethan, non badando né a Stiles né a Derek.
<< Deucalion non te l’ha detto? >> chiese Derek.
<< No. Perché, lo sa? >>
<< Ieri notte è venuto da me e sembrava sapesse tutto >>
Ethan abbassò lo sguardo, incredulo. << No, non mi ha detto nulla >>
<< Bel capo che avete, davvero >> s’intromise ancora Stiles.
<< Vuoi che ti accompagni dentro? >> chiese Ethan allungando un braccio verso di me, ma fu prontamente fermato da Derek, che lo spinse via con una sola mano.
<< Toccala e ti taglio la gola >> lo minacciò, mentre io mi voltavo verso di lui.
<< Derek, non c’è bisogno >>
<< Voglio solo aiutarla! >>
<< Ci sono io per aiutarla ad andare dentro, grazie! >> disse mio fratello, sembrava non avesse affatto paura di rispondere ad un licantropo.
<< Che succede? >> chiese Scott, appena arrivato.
<< Nulla. Ci vediamo dentro Hope >> rispose Ethan, cercando di sorridermi.
<< Non c’era bisogno di essere cattivi con lui! Ciao Scott >> dissi, salutando con un abbraccio il mio migliore amico.
<< E’ anche colpa sua se quei cacciatori erano arrivati qui! >> disse Stiles.
Alzai gli occhi al cielo << Come volete >> mi arresi, sapendo di non poter vincere quella conversazione. Fummo raggiunti anche da Lydia e abbracciai anche lei, mentre Derek non lasciava i miei fianchi. << Ti accompagno io dentro. Sicuramente tutti ti guarderanno visto che le notizie girano ma ti aiuterò io! >> annunciò la mia amica, facendoli l’occhiolino.
Mi girai verso Derek << Resti qui? >>
Annuì << Ci vediamo quando finisci. Sta’ attenta >>
<< E tu stai calmo >> risposi, baciandolo. << A dopo >>
Come aveva ben preannunciato Lydia, tutti, ma proprio tutti, non appena misi piede a scuola mi fissarono. Fissavano me, la mia stampella, il mio modo di camminare, il mio gesso … Fu terribile, ma essere circondata dai miei amici mi aiutò.
Anche durante le varie ore di lezioni mi fissavano tutti, facendomi sentire non poco in imbarazzo. Ma comunque, ero sempre con qualcuno che mi aiutava. Prima Lydia, poi Stiles, Scott, Erica ... Durante l’ora di inglese, Allison mi vide e si sedette accanto a me, sorridendomi. << Ciao Hope! >> mi salutò.
<< Ciao Allison, tutto bene? >>
<< Sì.. Senti, so cosa è successo. Mi dispiace tanto, davvero. Anche per quello che stai passando qui >>
<< Grazie, ma non importa. Sopravvivrò >> le risposi, sorridendole.
<< So che sono stati i cacciatori a farti del male. Volevo solo dirti che io non sono così … >>
Sembrava come se fosse stata lei a farmi del male e ora si stesse scusando << Lo so! Non c’era bisogno che me lo dicessi >>
<< Va bene. Se hai bisogno di una mano, chiedi pure >>
<< Certo, grazie >> le risposi, mentre il prof entrava in aula.
Mio fratello mi mandava in continuazione sms per sapere come stessi e io gli rispondevo sempre allo stesso modo “ Sto bene! “ ma lui continuava a chiedere. L’ultima ora prima di andare a pranzo era quella di storia e io riuscivo a vedere Derek dalla finestra dell’aula e gli mandai un sms. “ Non ti annoi tutto il tempo lì? “
“ E’ interessante sentire le tue conversazioni “
“ Spione! “
Dalla finestra lo vidi sorridere ed alzare lo sguardo verso di me, poi il suo volto si fece più duro e lo capii voltandomi. Ethan si era appena seduto accanto a me. << Ciao Hope >> mi salutò di nuovo.
<< Ehi >> risposi solamente.
<< E’ andata bene? >>
<< Sì, grazie >>
Lui si sporse un po’ verso la finestra << Il tuo Alpha non ti perde d’occhio neanche un attimo, eh? >>
Sorrisi, guardando anche io Derek << E’ molto premuroso >>
<< Stai bene con lui? >> mi chiese, facendomi voltare verso di lui sfiorandomi la spalla.
<< Sì, molto. Perché? >>
<< Curiosità. Ti tratta bene? >>
<< Ovviamente >>
<< Anche con me sei stata bene, vero? >>
<< Sì, ma è diverso >>
<< Secondo me, sarei meglio io di lui >>
Alzai gli occhi al cielo << Ethan .. >>
<< E’ solo un dato di fatto, tutto qui >>
<< Lo vuoi fare innervosire, vero? >>
<< No, voglio solo farti capire che non esiste solo lui. Io sarei riuscito a proteggerti >>
<< Lui mi ha salvato la vita, Ethan. Ha rischiato di morire per me >> gli spiegai, sperando che il discorso finisse. Derek sicuramente non era più di buon umore.
<< Come vuoi … >> disse, allungando la mano verso di me per mettermi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si sporse ancora verso la finestra e anche io mi girai, vedendo la bocca di Derek muoversi.
<< Cosa ha detto? >> chiesi.
<< Che se ti tocca ancora viene qui dentro e mi stacca la testa dal collo >>
<< Ti consiglio di ascoltarlo >>
Non mi rispose e non mi rivolse più la parola, limitandosi a salutarmi con un sorriso quando le lezione finì. Derek lo aveva spaventato davvero?
Comunque, finalmente andai in mensa e fui di nuovo con Stiles e i miei amici. Non parlammo di niente che riguardasse lupi o cacciatori ma solo di lacrosse, musica e telefilm. Fu un vero sollievo. Quando finalmente le lezioni finirono potei tornare da Derek, cercando di zoppicare il più velocemente possibile. Probabilmente facevo ridere visto che Derek mi sorrideva divertito mentre mi buttavo fra le sue braccia. << Mi sei mancato >> confessai, mentre lui mi stringeva, levandomi la stampella e sorreggendomi lui stesso.
<< Anche tu >> rispose, baciandomi la fronte.
<< Tutto bene? >>
<< A parte il ragazzino lupo che tenta di rubarmi la ragazza dicendo frasi a dir poco scontate e facendomi venire voglia di ammazzarlo? Sì, tutto bene >>
<< Stai cominciando ad assomigliare a Stiles, sai? >>
<< Oh, devo smetterla >> disse più a se stesso che a me.
<< Senti, ti va di vedere l’allenamento di lacrosse? Lydia ha detto che dopo potremmo andare a casa sua per un film e una pizza >> chiesi, mentre il mio bellissimo Alpha dagli occhi verdi continuava a stringermi a sé.
<< Va bene >>
<< Davvero? Non sei costretto >>
Alzò le spalle << Per me va bene >>
<< Grazie >> risposi, tornando sulle sue meravigliose, calde e invitanti labbra. 








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Ciao a tutti! **
Scusate il ritardo, ma domani pomeriggio ho l'esame e sono in preda al panico, all'ansia, al mal di testa e al mal di schiena! Per le stesse motivazioni mi scuso per questo capitolo di transizione, non mi piace granchè! Comunque, nel prossimo capitolo ( foooorse ) ci sarà la " first time " di Hope e Derek, e ho detto tutto u.u 
G R A Z I E ancora a chi recensisce e continua a seguire la mia storia, siete meravigliosi! Spero di non avervi deluso!
A presto! <3

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Capitolo 33
*** The True First Time ***


The True First Time

 

POV Hope

Dopo una settimana potei finalmente fare a meno della stampella e ritornai a camminare normalmente, grazie al fatto che le caviglie non mi facevano più male. Fu un sollievo e anche a scuola le persone sembravano notarmi di meno. Per due settimane ogni mattina io e Derek ci intrufolavamo in bagno e lui mi aiutava a disinfettare le ferite e a cambiare le bende, sebbene poi finissimo per fare tutt’altro. A me piaceva chiamarle “coccole”, ma sapevo benissimo che il termine non era molto appropriato. Ogni volta che lo pronunciavo però facevo sorridere Derek, che invece aveva sempre il viso serio e duro quando ogni mattina veniva con me e mio fratello a scuola, restando vicino alla jeep a sentire ogni mio passo e conservazione. Ovviamente la persona che più lo infastidiva era Ethan, ma lui sembrava proprio non importarsene nulla. Mi stava quasi sempre vicino, quando poteva ovviamente. A lezione si sedeva sempre accanto a me e anche quando lavoravamo per il giornalino della scuola non faceva altro che starmi accanto facendomi mille domande e soprattutto complimenti, facendo imbestialire Derek sempre di più. Io invece cercavo di calmarlo con dei messaggi carini e quando uscivo da scuola lo riempivo di parole dolci, sperando capisse che le attenzioni di Ethan per me erano niente in confronto alle sue. Comunque, il resto del pomeriggio lo passavo insieme a Derek e quasi ogni sera andavamo con Stiles alla sua vecchia casa, dove suo zio abitava ancora, perché il branco aveva cominciato di nuovo ad allenarsi in vista della battaglia con Deucalion, alla quale a quanto pare mancava sempre meno tempo. Tutti erano diventati molto più forti, veloci e resistenti mentre io e mio fratello ci limitavamo a guardarli mentre combattevano e volavano da una parte all’altra della casa, perfino lo zio Peter cominciò a combattere di più sebbene notai che con lui gli altri fossero più clementi. Dopo l’allenamento andavamo tutti al nuovo loft di Derek e il più delle volte ordinavamo delle pizze, mentre altre volte io, Lydia ed Erica ci divertivamo a cucinare per i maschietti. Dopo mangiato o chiacchieravamo o guardavamo dei film che ognuno di noi portava, sembravamo un normale gruppo di amici e non delle persone e dei lupi che poco prima combattevano fra di loro. Erano delle belle serate e adoravo vedere Derek sereno accanto a me e in compagnia di tutti gli altri. Le ferite cominciavano a guarire sempre di più fino a chiudersi del tutto così finalmente potei smetterla di provare bruciore a causa del disinfettante e cominciai a mettere la crema che mi aveva dato il medico, in modo tale che anche le cicatrici passassero in fretta, sperando di poter tornare presto ad indossare gonne e maglietta a maniche corte senza giubbotto da sopra. Derek comunque continuava ad aiutarmi perfino a mettere quella crema anche se ormai avevamo entrambi capito che il stare da soli in bagno non portava ad altro che alle “ coccole “ mentre si avvicinava sempre di più il giorno in cui finalmente avrei potuto liberarmi di quel gesso che mi intrappolava l’intero braccio sinistro e avrei potuto ricominciare a scrivere, a vestirmi normalmente, a mangiare normalmente, e ad accarezzare il mio amato lupo con entrambe le mani. In quei giorni sembrava che una strana quiete fosse in giro, visto che non accadevano cose strane. Quella quiete però fu interrotta un pomeriggio, quello prima del giorno in cui mi sarei tolta il gesso. Eravamo tutti alla vecchia casa Hale e il branco si stava allenando quando Derek all’improvviso alzò il braccio e chiese a tutti di fare silenzio.
<< Cosa c’è? >> chiese Erica, che si era appena fermata mentre stava per sferrare un calcio ad Isaac.
Guardai il viso di Derek indurirsi. << Abbiamo visite >> annunciò, stringendo i pugni e respirando profondamente, come se volesse per un attimo mantenere la calma. Mi agitai a quella sua frase, visto che non sembravano essere delle belle visite. Mi alzai insieme a mio fratello, seguendo Derek verso la porta di casa sua, in realtà fu seguito praticamente da tutti.
<< Derek, chi è? >> gli chiesi, ormai di fronte alla porta. Lui non si voltò, era immobile, ancora con i pugni stretti.
<< Il tuo amichetto >> rispose ringhiando.
Amichetto?
<< E’ Ethan >> disse Scott, arrivando al mio fianco proprio dietro Derek.
<< Ethan? >> chiesi, ma non ricevetti altra risposta.
Derek all’improvviso aprì la porta e tutti ci trovammo di fronte ad Ethan con il braccio alzato, probabilmente stava per bussare, e con gli occhi spalancati, sorpreso nel vederci tutti davanti a lui. << Che vuoi? >> chiese Derek, ancora in un ringhio.
<< Cercavo Hope >> rispose l’altro Alpha, serio.
<< Ovviamente >>
<< Ciao Ethan >> lo salutai, andando accanto a Derek. Riuscivo a sentire i suoi respiri profondi accanto a me, e mi voltai verso di lui. I suoi occhi erano rossi. Era davvero tanto arrabbiato?
<< Ciao Hope >> mi salutò anche lui, rivolgendomi un sorriso.
<< Che vuoi? >> chiese ancora il mio Alpha.
<< Mi chiedevo dove fosse Hope. Non rispondevi al cellulare >> spiegò, poi rivolgendosi a me.
<< Oh, sì! Scusa, è nella borsa e non avrò sentito la vibrazione >>
<< E comunque dove si trova non è affar tuo >> continuò Derek, sempre più innervosito.
<< Mi stavo preoccupando visto gli ultimi avvenimenti. Così ho seguito il suo odore >> spiegò Ethan, guardando Derek dritto negli occhi.
<< Ma che bravo >>
<< Non c’è bisogno di infastidirsi, sai >>
<< Perché mi cercavi? >> chiesi, cercando di calmare le acque.
<< Mi chiedevo se volessi una mano per il progetto di scienze. Visto che hai il braccio rotto, magari ne hai bisogno di un altro >> mi spiegò sorridendomi e mostrandomi le braccia muscolose.
Sentii ancora Derek respirare profondamente. << L’ho aiutata io >>
<< Tu? Davvero? >> chiese Ethan, sorpreso.
Non feci rispondere Derek. << Sì, mi ha aiutato insieme a mio fratello. Domani toglierò il gesso, quindi non mi servirà più aiuto. Grazie del pensiero, comunque >>
<< Ma figurati, per te questo ed altro >>
Dio, ma voleva essere sbranato vivo? << Magari ora dovresti andartene >> gli suggerii con un filo di voce, sapendo che comunque tutti potevano sentirmi.
<< Perché, non sono il benvenuto? >>
<< Non mi piacciono gli estranei a casa mia >> ringhiò Derek.
<< Questa è casa tua? Dio! Ma non puoi ristrutturarla, fare qualcosa insomma? Hope, a casa mia saresti molto meglio >>
<< Ethan, vattene >> ringhiò più forte Derek, facendo sussultare me e Scott, ancora accanto a lui. Non vidi gli altri dietro di noi, ma sicuramente anche loro non erano al settimo cielo a causa della scenetta a cui stavano assistendo.
<< Ethan, davvero, è meglio che tu vada >> gli dissi, sperando che mi ascoltasse.
<< Vuoi venire con me? Potremmo andare al cinema! >> mi chiese lui.
Spalancai gli occhi, sperando di aver sentito male. Ma no, avevo sentito benissimo e purtroppo anche Derek. Ethan era sfacciato a scuola, durante le lezioni, ma sapevo che in quei casi era al sicuro da Derek, ma ora erano uno di fronte all’altro e Derek sembrava davvero intenzionato a saltargli addosso da un momento all’altro.
<< Va’ via, ragazzino >> il suo ringhio stavolta era più forte e spaventoso.
<< Sennò? Che mi fai? >>
<< Vuoi vedere? >>
<< Der .. >> cercai di accarezzare il braccio teso di Derek, ma la risposta di Ethan << Vediamo! >> lo fece scattare, e nessuno riuscì a fermarla. Prese Ethan dal colletto della sua camicia e lo scaraventò dentro casa, con gli sguardi attoniti e confusi di tutti, che si erano scansati in modo da evitare il corpo del lupo e da far passare quello del loro Alpha, che correva in direzione di Ethan. << Derek, no! >> urlai, ma lui era già arrivato a destinazione. Sia lui che Ethan avevano gli occhi rossi, gli artigli e le zanne, e io cominciai a temere il peggio. Ethan evitò Derek dandogli un calcio in piena pancia e facendolo arrivare a terra, ma lui fu pronto ad alzarsi e a rispondere colpendo Ethan in pieno volto con un pugno. << Scott, fermalo! >> urlai al mio amico, che subito si avventò verso Derek cercando di immobilizzarlo. Ma Derek ormai era troppo furioso, stava scatenando tutta la rabbia che aveva tenuto dentro nei giorni in cui aveva sentito Ethan vicino a me. Combatterono ancora più veloci e io riuscii solo a vedere il braccio di Derek sanguinare e Ethan cascare a terra a causa di un altro colpo di Derek. In quel momento, Boyd e Isaac cercarono di trattenere Ethan dalle braccia, ma fu tutto inutile. Il lupo si liberò e torno da Derek, mentre entrambi cercavano di colpirsi e di evitare i colpi dell’altro. Mi avvicinai a loro << Basta! >> urlai, mentre ancora una volta Scott e Peter presero le braccia di Derek mentre Boyd, Isaac ed Erica presero quelle di Ethan, finalmente immobilizzandoli. << Smettetela! >> urlai ancora, mettendomi in mezzo a ben sette lupi perfettamente trasformati. << Ethan, ti prego va’ via >>
Lui mi guardò per la prima volta da lupo, con gli occhi rossi, respirando faticosamente.
<< Hope, mi dispiace, io non .. >>
<< Va’ via >> gli ordinai ancora, mentre vedevo il suo viso tornare normale. Gli altri lupi lo lasciarono, mentre lui mi faceva un piccolo cenno di assenso e dopo aver guardato per un’ultima volta Derek, sparì da quella casa. Mi voltai anche io verso Derek, ancora trasformato, ma libero dalla presa di suo zio e Scott.
<< Derek, ascolta .. >>
<< No >> ringhiò << Gli allenamenti per oggi sono finiti. Andate a casa >>
Mi avvicinai al lupo, che mi guardava serio. << Derek, non capisci che .. >>
<< Ci vediamo domani sera qui, per gli allenamenti. Vai a casa >>
<< Ma .. >>
<< Vai a casa! Andate tutti a casa! Ho bisogno di stare solo >> disse, voltando le spalle e sparendo dalla mia vista, dalla vista di tutti.
Stiles mi mise una mano sulla spalla << Andiamo >> e io lo seguii mentre sentivo il mio cuore che piano piano cadeva a pezzi. Cosa avevo fatto? Perché Derek aveva reagito così?
Quella notte, Derek non venne a casa mia. Restai affacciata alla finestra fino a tardi, ma di lui neanche l’ombra. Dormire senza di lui, senza le sue forti braccia intorno a me, senza i suoi baci e le sue carezze, fu terribile, soprattutto per il modo in cui ci eravamo lasciati poche ore prima. Mille pensieri erano nella mia testa, negativi ovviamente, che mi fecero arrivare a piangere per come mi ero comportata. Forse aveva pensato che volessi stare con Ethan? Non riuscivo a capire eppure sentivo che la sua reazione era dovuta a me. La mattina dopo dovetti medicarmi da sola e andare a scuola solo con Stiles, che notò il mio stato d’animo e mi disse di stare tranquilla perché sicuramente Derek si sarebbe fatto vivo in mattinata. Ma non fu così. Più di una volta mi ero affacciata da qualche finestra sperando di vederlo nel parcheggio e di poter correre da lui, ma niente. Dopo la scuola mio fratello mi accompagnò in ospedale e finalmente i medici mi liberarono il braccio, facendomelo muovere piano e pulendolo, dicendomi che potevo tornare tranquillamente ad usarlo. Ero felice, ma non come lo sarei stata se anche Derek fosse stato lì con me. L’ultima speranza era rivederlo all’allenamento e così fu. Arrivai a casa Hale insieme a Stiles e Scott e fummo accolti da Peter, mentre Derek stava già combattendo contro Boyd. Sapevo che poteva sentire il mio arrivo, ma non mi rivolse un singolo sguardo fino a quando non finì con Boyd. Mi guardò per pochissimi istanti. << Ciao >> salutò tutti e tre poi. << Scott, va’ con Erica >> ordinò l’Alpha, tornando a fissare i suoi Beta allenarsi e guardandomi solo pochissime volte, senza rivolgermi la parola. Mandai un sms a mio padre avvisandolo del fatto che avrei dormito da Lydia e avvisai anche lei e mio fratello. Volevo stare con Derek e parlargli, non sarei tornata a casa senza averlo fatto.
Quando gli allenamenti finirono Derek ordinò di nuovo a tutti di tornare a casa.
<< Sicura che non vuoi venire? >> mi chiese mio fratello, attirando subito lo sguardo di Derek su di noi.
<< Sì, tranquillo >> risposi, vedendo l’Alpha avvicinarsi a noi.
<< Chiama se hai bisogno, ok? >>
<< Mi raccomando a Kopa >> risposi annuendo.
<< Che fai? >> mi chiese Derek, parlandomi finalmente.
<< Posso tornare a casa con te? >> gli chiesi, con un filo di voce.
Lui mi guardò sorpreso e confuso, ma dopo qualche secondo di silenzio annuì col capo, facendomi sorridere mentre esultavo dentro di me. Salutai tutti e seguii Derek verso la sua auto in silenzio, e in silenzio restammo anche durante tutto il tragitto. Una volta al loft, l’Alpha parlò di nuovo. << Vado a farmi una doccia e cambiarmi >>
<< Vuoi che ti preparo qualcosa? >>
<< Non ho fame >> disse, salendo le scale. Già, neanche io avevo molta fame. Mi misi seduta sul divano e una decina di minuti dopo rividi il mio lupo scendere le scale e tornare da me, senza dire una parola.
Sospirai << Derek, perché non mi parli? Ho fatto qualcosa? Sei arrabbiato? >>
Lui alzò gli occhi al cielo, facendo un respiro profondo prima di rispondermi. << Sì, sono arrabbiato, ma non con te >>
Corrugai le sopracciglia, non capendo << Come? >>
Lui venne a sedersi accanto a me << Sono arrabbiato con me stesso. Odio quel ragazzino! Lo odio così tanto da lottare con lui per delle stupide frasi che ha pronunciato! E lo odio perché so che ha ragione >>
<< Ha ragione? Su cosa? >>
Lui mi guardò negli occhi e finalmente potei rivedere i suoi meravigliosi occhi verdi nei miei << Tu potresti stare meglio con lui! Lui ha la tua età, andate a scuola insieme, ha una casa normale … >>
<< Anche tu hai una casa normale >>
<< .. solo grazie a te! Lui potrebbe darti qualcosa che io non riesco a darti e questo mi .. mi distrugge. Non lo sopporto >>
<< Derek, stai dicendo fesserie >>
<< Come fai a saperlo? Con lui ti trovavi bene, avresti potuto stare con lui anzi che con me, magari non ti saresti neanche ridotta così! >>
Mi avvicinai ancora a lui, prendendogli il viso con entrambe le mani << Derek, a me non importa degli altri, ok? Io voglio te, te e basta. Sei tu il mio ragazzo, sei tu il mio Alpha >> lo feci finalmente sorridere e il mio cuore cominciò a battere di nuovo allegro. << Non m’importa di come sarei potuta stare con Ethan. Non m’importa di niente e di nessuno. Magari se Johnny Depp venisse a suonare alla mia porta potrei cominciare ad avere qualche dubbio … >> alzò gli occhi al cielo << ma per il resto, per me esisti solo tu. Io ti amo >> confessai ancora una volta, mentre lui alzava un braccio per accarezzare la mia mano che era ancora sul suo viso e sospirò.
<< Anche io >>
<< Avevi dubbi? >>
Lui alzò le spalle << Mi chiedo come tu possa amare una bestia come me >>
<< Io so che dentro di te non c’è solo la bestia. C’è il mio Principe, il mio Alpha pronto a proteggermi a costo della sua vita e che mi ama come io amo lui >>
<< Hope, io .. io .. Scusami >> disse, abbassando lo sguardo << Non volevo farti piangere. Mi sono odiato ancora di più in quel momento >>
<< Mi hai sentito? >> chiesi sorpresa << Ma io non ti ho visto! >>
<< Credi che non sia in grado di non farmi notare da te? >>
<< Già, poteri da lupo >>
Lui annuì.
<< Posso abbracciarti, ora? >>
Sorrise, allungando le braccia e prendendomi in modo tale da farmi sedere sopra di lui, stringendomi poi a sé mentre io arrivavo alle sue labbra.
<< Sono contento che ti sei tolta il gesso >>
<< Anche io! >> risposi, continuando a baciarlo e ad accarezzargli i capelli mentre sentivo le sue mani sul mio corpo.
<< Quindi, dormi qui? >>
<< Sì, e non mi hai ancora fatto provare il tuo letto >>
<< Vuoi andare di sopra? >>
Annuii e lui mi sollevò, portandomi nella sua stanza e poggiandomi poi sul letto. << E’ comodo >> dissi, mentre lui si sdraiava accanto a me.
<< Stiamo più larghi, almeno >>
<< Devo comprare anche io un letto matrimoniale >> dissi, girandomi e mettendomi sotto le coperte. Vidi Derek sorridermi e raggiungermi, mentre di nuovo fui fra le sue braccia.
<< Non pensare mai più le cose che hai pensato prima, ok? Io non vado da nessuna parte, non ti libererai di me! >>
<< Me lo prometti? >> mi chiese sussurrando. Dio, quegli occhi erano perfetti.
<< Promesso >> risposi e lui mi strinse più forte, mettendosi sopra di me e cominciando a baciarmi con più passione e foga. Io non aspettavo altro, lo baciai con tutto il desiderio che avevo in corpo, accarezzandoli il collo, le schiena e arrivando sotto la sua maglietta, sui suoi perfetti pettorali. Anche lui arrivò oltre la mia maglietta e il mio reggiseno, accarezzandomi il seno come solo lui sapeva fare. Alzai le braccia e lui mi tolse subito la maglietta, buttandola chissà dove, e poi fece lo stesso con la sua. Potei di nuovo ammirare il suo perfetto corpo e tornai ad accarezzarlo, scendendo sempre di più e sentendo la sua erezione spingere contro il mio corpo, accaldato e pronto ad essere suo. Mentre lui andava oltre i miei slip, facendo scivolare le sue dita dentro di me, facendomi gemere e baciandomi il collo, io andai oltre i suoi boxer e arrivai al suo membro, accarezzandolo.
<< Toglili >> dissi ansimando e lui mi guardò sorpreso, ma non se lo fece ripetere due volte e si liberò dei pantaloni, tornando poi a me. Anche io con la  mano libera cercai di sfilarmi i pantaloni e fui aiutata dal mio lupo. In quel momento mi resi conto che probabilmente stava per accadere, stavo davvero per essere sua e il mio corpo reagì accaldandosi ed eccitandosi ancora di più, insieme al suo. Derek tornò al mio seno, domandandomi << Posso? >> annuii e lui mi tolse con delicatezza il reggiseno, vedendo per la prima volta il mio petto nudo. Mi vergognai un po’ e lui mi sorrise, sussurrandomi nell’orecchio << Sei bellissima >>. Lo baciai ancora, non togliendo la mia mano dal suo membro mentre anche lui non toglieva la sua da me. Lo volevo come non l’avevo voluto mai, desideravo solo che accadesse.
<< Hope? >>
<< Mmmh? >>
<< Sei sicura? >> mi chiese lui, capendo le mie intenzioni.
Io annuii, sebbene un po’ di paura cominciò ad impossessarsi del mio corpo.
Lui spostò il suo corpo dal mio, arrivando al comodino e aprendo il primo cassetto, estraendo una scatola e dalla scatola un preservativo. Mi agitai ancora. << Ehi >> lui si avvicinò ancora a me << Che c’è? >>
<< Nulla, nulla. Voglio farlo, davvero. Ho solo un po’ di paura >> confessai sussurrando.
<< Non ti farò male >> mi assicurò.
Annuii ancora mentre lui si metteva il preservativo e poi mi sfilava con delicatezza gli slip. Stava per succedere davvero, ora. Dio mio, ero agitatissima ma allo stesso tempo eccitata. Ero in uno stato d’animo mai provato in vita mia fino a quel momento. Derek tornò su di me, guardandomi negli occhi << Pronta? >>
<< Sì >>
E poi lo sentii. Derek era dentro di me, lo sentivo benissimo. Ammetto che un piccolissimo dolore lo sentii, ma fu subito sostituito dalla sensazione di piacere che mi fece gemere.
<< Ti ho fatto male? >> chiese il mio Alpha preoccupato.
Feci di no con la testa, tornando a baciarlo. Lui cominciò a muoversi dentro di me, provocandomi un piacere nuovo e bellissimo. Era fatta, era successo. Era mio ed io ero sua. Derek e Hope. Eravamo una cosa sola in quel momento, uniti più che mai. I movimenti di Derek cominciavano a farsi più veloci, mentre le sue mani accarezzavano ogni parte del mio corpo facendomi gemere sempre di più, arrivando a farmi urlare dal piacere che provavo. Era incredibile, era bellissimo. Il mio cuore era in estasi insieme a tutto il mio corpo. Anche Derek si lasciò andare ad gemito più forte e profondo quando venne dentro di me e poi uscì, lasciandosi cadere accanto a me. Entrambi stavamo ansimando, ma sorridevamo. Tutti dicono che la prima volta fa schifo, che non senti niente, che senti solo dolore e che magari non riesci neanche a concludere. Beh, mi dispiace per loro. La mia prima volta fu bellissima ed unica.
 

POV Derek

Hope era riuscita a farmi passare la rabbia e l’odio che avevo nei miei confronti solo con poche parole e qualche sorriso, e ovviamente con i suoi occhi. Quegli occhi che mi facevano impazzire dal giorno in cui l’avevo vista per la prima volta. Era stato terribile stare lontano da lei e sentirla piangere, ma ora stringerla e baciarla fu come tornare a vivere. Non riuscivo a stare lontano da lei, era più forte di me. Era la mia compagna, era il mio mondo, era la mia vita. Quando venne al mio loft quella sera, non mi sarei mai aspettavo di finire con il fare l’amore con lei. Già, l’amore, non il sesso. Capii la differenza solo quella notte, solo quando vidi Hope decisa e pronta a concedersi per la prima volta a me. Era sicura, e io le promisi che non le avrei fatto male. Come sempre, le sue carezza e i suoi baci mi mandavano in estasi, vedere il suo corpo nudo sotto il mio mi facevano sentire in paradiso, ma l’emozione più grande, l’emozione più grande di tutta la mia vita, fu l’essere dentro di lei e sentirla finalmente mia e solo mia. Eravamo uniti, una cosa sola. Mi sentii finalmente amato sul serio e sentii quanto il mio cuore impazziva per lei. L’accarezzavo piano, cercando di imparare a memoria il suo corpo. Desideravo assorbirla e andare in giro, fino alla morte, con lei dentro la mia pelle, dentro di me. Quando fui fuori da lei, restai disteso ad assaporare la sensazione del suo corpo nudo vicino al mio, sperando che quella notte, la notte più bella della mia vita, la notte in cui avevo vissuto la mia vera prima volta, non finisse mai. 








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Ciao a tutti! **
Eccovi il capitolo, finalmente è successo! Spero tanto che vi sia piaciuto e di aver descritto al meglio la scena :D
G R A Z I E ancora per le vostre bellissime recensioni e per i vari "in bocca al lupo", siete unici! *_________________*
A presto! <3

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Capitolo 34
*** Wake Up ***


Wake Up

 

POV Hope

Mi addormentai contemplando il suo sorriso e i suoi occhi verdi, ancora accaldata e felice per quello che era appena successo, e anche un po’ stanca.
Mi risvegliai grazie alle sue carezze ed ai suoi baci delicati sul collo e riaprendo gli occhi rividi le ultime cose che avevo visto prima di addormentarmi: il sorriso e gli splendidi occhi del mio Alpha.
<< Svegliati Hope, è mattina >> mi sussurrò. Eravamo ancora nudi, distesi uno affianco all’altra, e il braccio del lupo mi cingeva la vita.
<< Buongiorno >> lo salutai, avvicinando le mie labbra alle sue e notando che la luce del sole illuminava perfettamente il suo viso facendolo sembrare ancora più bello.
<< Buongiorno >> mi rispose sorridendomi, ma era un sorriso più divertito che altro.
<< Che c’è? >> chiesi.
<< Sembri … rilassata >>
Alzai le sopracciglia << Lo sono, anche grazie a te >>
<< Anche? >>
<< E’ anche merito del letto, ho dormito benissimo! >>
<< Capisco. Prima che tu ti alzi, visto che devi andare a scuola .. >> cominciò lui, ma io sbuffai interrompendolo.
<< Non voglio andare a scuola! >>
<< … ci andrai. Stavo dicendo, volevo chiederti una cosa e vorrei che tu fossi sincera >>
<< Tanto puoi sentire se mento >> gli feci notare.
<< Già >> mi guardò con occhi seri e decisi << Ti ho fatto male ieri notte? >>
Alzai gli occhi al cielo << Derek .. >>
<< Sinceramente. Perché ho tentato di non farti sentire dolore perfino quando ti toccavo solamente ma non sono sicuro di esserci riuscito. Io non ho il .. il pieno controllo del mio corpo in quelle situazioni >> confessò, abbassando lo sguardo intimidito per poi rialzarlo verso di me, aspettando la risposta.
Gli accarezzai il viso << Ho sentito un piccolo, minuscolo dolorino quando … beh, quando è successo. Ma penso sia normale, no? Non ho sentito altro, se non quello che penso tu abbia capito. Sei stato perfetto, perché dovresti avere dubbi? Sono io quella che si deve fare mille problemi in questo caso! >>
<< Perché io non dovrei avere dubbi e tu si? >>
<< Beh, tu l’avevi già fatto. Sapevi più o meno cosa aspettarti >>
<< Credimi, non è così >>
<< Perché? >> chiesi, confusa.
<< Perché io avrò pure fatto del sesso qualche anno fa, ma non avevo mai fatto l’amore. Non era mai, mai stato così >>
Il mio cuore sussultò a quelle parole << Davvero? >>
Derek annuì, mentre la sua mano cominciò ad accarezzarmi la schiena nuda. << Non ho mai provato niente del genere. Prima di te, io non avevo neanche mai dormito con una ragazza, fatta eccezione per mia sorella >>
<< Ma, tu e Kate .. >>
<< Appena finivamo andava via, o faceva andare via me. Comunque, non voglio parlare di lei. Sentiamo, perché dovresti farti dei problemi? >>
<< Perché era la prima volta! Perché non so se ti aspettavi altro, se ti aspettavi di trovarti davanti al corpo di una supermodella, se ho fatto qualcosa di sbagliato >>
Questa volta fu lui ad alzare gli occhi al cielo << Ti fai troppi problemi >>
<< Perché, tu no? >>
Ancora una volta i suoi occhi furono rivolti al cielo per poi tornare a me. << Non hai fatto nulla di sbagliato e non mi aspettavo altro che questo. Anzi, visto quello che avevo passato fino a ieri in questo campo, direi che le aspettative sono state superate >> mi rispose, facendomi sentire meglio << E poi, se il tuo corpo non mi piacesse credi che il mio reagirebbe così? >>
<< Così come? >>
<< Lo puoi vedere da sola >> rispose ed io automaticamente abbassai lo sguardo, finendo a guardare la sua erezione.
Arrossì, sorridendo imbarazzata insieme a lui << Oh, capisco >>
<< Ora alzati, devi andare a scuola >> mi ordinò, ma un’altra idea arrivò al mio cervello ormai concentrato sul perfetto corpo nudo del mio ragazzo lupo.
<< Aspetta un attimo >> lo pregai, sorridendogli maliziosamente.
<< Perché fai quella faccia? >>
<< Beh, ehm … è presto, per andare a scuola >>
Lui mi guardò prima confuso, ma poi realizzò cosa avevo in mente << Aaah, giusto >>
<< Quindi potremmo restare ancora un po’ qui >> continuai io.
<< Certo >> rispose, mettendosi sopra di me.
<< Se tu sei d’accordo, ovviamente >>
<< Sono pienamente d’accordo >> con quella sua affermazione terminammo di parlare, investiti ancora una volta dalla passione e dalla voglia di possederci e di essere uno dentro l’altra. Ed eravamo di nuovo lì, Derek e Hope, con i nostri baci, le nostre carezze, fino a quelle più intime. Vidi di nuovo Derek prendere in fretta il preservativo e metterselo per poi essere di nuovo dentro di me. Questa volta non sentii alcun dolore, non avevo neanche paura, provai sempre più piacere e ormai in preda agli ormoni mi ritrovai ad essere io sopra il lupo, ad avere io il controllo della situazione e a cominciare a muovermi su di lui. Fui contenta nel vedere che a Derek piaceva, che gemeva e ansimava ad ogni mio movimento mentre lui mi stringeva i fianchi. Con una solo spinta poi il lupo ritornò su di me e cominciò a muoversi sempre più velocemente, sempre più forte, fino a quando non gememmo insieme e lui si accasciò di nuovo accanto a me, ansimando. Derek si liberò del preservativo ormai pieno e tornò da me, abbracciandomi con il respiro ancora affannato.
<< Direi che per oggi può bastare >> annunciò, baciandomi la fronte.
<< Dici? >>
<< Sì, devi vestirti per andare a scuola >>
<< Lo farei se trovassi i miei slip e il mio reggiseno, per incominciare >>
Derek si mise seduto, allungando un braccio verso il pavimento e porgendomi i miei slip << Ecco a te >>
<< Grazie >> risposi, mettendomeli << Ora trovi tutti gli altri miei vestiti che hai gettato all’aria? >> gli chiesi sorridendo.
Anche lui mi sorrise divertito, ma poi sbarrò gli occhi. << Il tuo cellulare squilla >>
<< Oh, Dio! >> mi alzai dal letto e corsi al piano di sotto, con indosso solo gli slip, e andai verso il divano dove c’era ancora la mia borsa e cercai il mio cellulare che continuava a squillare fino a quando finalmente non lo trovai.
<< Pronto?? >>
<< Hope, sono io. Come mai hai l’affanno? >> era Stiles, grazie al cielo.
<< Ho corso fino alla borsa dov’era il cellulare >>
<< Perché, dov’eri? >>
<< Lascia stare. Kopa sta bene? >>
<< Sta benone, tranquilla. Hai risolto con il lupo, immagino >>
<< Sì, tutto bene >> molto, davvero molto bene.
<< Senti, Lydia mi ha chiesto di passarla a prendere, vuoi che passi anche da voi? Così papà non potrà sospettare di nulla nel caso ci vedesse >>
<< Sì, mi faresti un grande favore! Grazie! Ma devi darmi almeno venti minuti >>
<< Va bene. Ci vediamo dopo >> mi salutò e io rimisi il cellulare in borsa.
Quando mi voltai Derek era a pochi metri da me, vicino alle scale, con in mano tutti i miei vestiti. Lui era in boxer. Solo in boxer. Una visione divina, insomma.
<< Ho trovato i vestiti, anche se per me potresti restare così >> mi disse, avvicinandosi a me mentre io mi coprivo il seno come meglio potevo.
<< Grazie, ma non mi servono. Ho il cambio in borsa >> annunciai << Posso andare a farmi una doccia? >>
<< Certo >> rispose ormai di fronte a me, poggiando i miei vestiti sul divano.
<< Stiles viene a prenderci fra poco >>
<< Ho sentito >>
<< Giusto. E io che pensavo di avere un po’ di privacy >> scherzai, facendolo ridere.
<< Fatti la doccia qui, io vado sopra a cambiarmi. Che vuoi per colazione? >> mi chiese, prendendo la mia borsa e mettendomela in mano, in modo tale che io non mi scoprissi.
<< Fai tu, va bene tutto >> risposi alzandomi sulle punte per baciargli le labbra e poi scappando in bagno.
Nella doccia, pensai a quello che era appena successo. Mentre accarezzavo il mio corpo sentivo ancora le carezze e i baci di Derek, rabbrividendo. Ero diventata una donna, forse? Risi al pensiero, ricordando di come mio padre mi disse che ero diventata una donna a dodici anni, quando mi venne per la prima volta il ciclo. Lui in preda al panico non sapeva come spiegarmi cosa stava succedendo al mio corpo e iniziò il discorso dicendomi << Hope, sei diventata una donna ora! >> per poi calmarsi e spiegarmi meglio cosa stava succedendo mentre io ero in lacrime per il dolore. In quel momento avrei tanto desiderato che la mamma fosse lì con me, e sono sicura che anche papà desiderava lo stesso visto che per lui non fu affatto semplice spiegare una cosa che lui non poteva conoscere e capire fino in fondo. Ed ora ero lì, a diciassettenne anni a chiedermi se il fare l’amore per la prima volta mi avesse in qualche modo trasformata, facendomi diventare in qualche modo più grande. Desiderai mia madre come la desiderai a dodici anni. L’unica con cui potevo parlare di queste cose era sempre stata solo Lydia, e non vedevo l’ora di potermi sfogare con la mia migliore amica. Dopo la doccia indossai intimo e vestiti puliti, indossando jeans stretti e una maglietta a maniche lunghe, temendo ancora che le mie cicatrici potessero vedersi e mi asciugai i capelli, tornando poi da Derek che mi aspettava in jeans e maglietta a manica corta, rigorosamente scura, in cucina con dei cereali e del latte di fronte a lui.
<< Tutto bene? >> mi chiese quando mi sedetti accanto a lui.
<< Sì, perché? >>
<< Il tuo cuore batteva forte >>
Era incredibile il modo in cui mi controllava. << Oh .. Sì, pensavo a mia madre >> gli spiegai sorridendogli. Lui non mi chiese altro, intuendo che non avevo voglia di dire più nulla al riguardo. Dopo la colazione, sentimmo il clacson della jeep di Stiles.
Mio fratello era in macchina con Lydia accanto a lui che mi salutava sorridendo. Mi avvicinai alla jeep con Derek che non lasciava la mia mano e Lydia uscì dall’auto per farci salire. Entrando, salutai mio fratello con un bacio sulla guancia << Dormito bene senza di me nell’altra stanza? >>
<< Ero solo preoccupato che il sourwolf ti rispedisse a casa >> disse, mentre Derek alzava gli occhi al cielo e cercava di entrare in auto, ma Lydia gli mise una mano sul petto.
<< No, no, tu l’hai avuta tutta la notte! Ora tocca a me >> annunciò e ridendo si mise dietro accanto a me facendo sbuffare Derek che si mise accanto a mio fratello.
<< Papà sospetta qualcosa? >>
<< No, stava ancora dormendo quando sono uscito >>
<< E’ tornato di nuovo tardi? >>
<< Già >>
<< Smettila di preoccuparti per tuo padre e raccontami tutto, piuttosto! >> mi disse Lydia prendendomi le mani.
<< Lydia! Dopo >> le sussurrai ridendo imbarazzata.
<< Dopo cosa? Raccontarti cosa? >> chiese Stiles, guardandoci dallo specchietto retrovisore.
<< Nulla, pensa a guidare tu! >> rispose Lydia.
Arrivati a scuola scendemmo tutti e quattro dall’auto, mentre mio fratello ormai aveva una sola cosa in mente. << Allora, che devi dire a Lydia? >>
Alzai gli occhi al cielo << Niente! >> risposi, mentre Derek appoggiato alla jeep mi stringeva a sé.
<< Non è vero! Hai detto “dopo” >>
<< La campanella sta suonando >> dissi, voltandomi verso Derek per baciarlo << Resti qui? >>
<< Certo. Ci vediamo dopo >> mi salutò con un sorriso.
Quando entrammo a scuola Lydia mi prese subito sotto braccio, portandomi nel bagno delle ragazze. << Allora? >> mi chiese subito.
<< Beh … >>
<< Avanti, Hope! Com’è stato? >>
<< Meraviglioso! >>
<< Lo sapevo! Hai visto? Ti ha fatto male? >>
<< No, solo un pochino la prima volta >>
<< Quindi c’è già stata la seconda? Complimenti! >>
<< Lydia! >>
<< Cosa? Sono felice per te! >> mi disse abbracciandomi << Siete così carini insieme! >>
<< Grazie >>
<< Ora però tuo fratello impazzirà fin quando non glielo dirai >>
<< Lo so, purtroppo >>
La conversazione non durò molto visto che entrambe dovevamo andare alle rispettive lezioni. Durante la lezione di storia sapevo che avrei incontrato Ethan, ed infatti lui venne a sedersi subito accanto a me.
<< Oggi odori particolarmente del tuo Alpha >> mi disse, arricciando il naso.
<< Devo prenderlo come un insulto? >>
<< No, una constatazione >> notai il suo viso farsi più serio, duro e cupo << Oh, ora capisco >>
<< Cosa? >>
<< Capisco perché odori così tanto di lui >> disse, stringendo i pugni.
<< Oh … >> non sapevo che rispondere.
<< E’ così, non è vero? >> mi chiese ancora, con gli occhi pieni di rabbia.
<< Non so cosa intendi >> mentii.
<< Lo sai benissimo, Hope! >>
<< Non sono affari tuoi, comunque. Non devi arrabbiarti così >> dissi, allungando una mano verso di lui e cercando di mettergliela sulla spalla, ma lui si scostò.
<< Mi arrabbio quanto mi pare! Dimmi la verità, è così? >>
<< Sì .. >> sussurrai, vedendo Ethan sempre più furente. Si alzò in piedi all’improvviso << Che fai? >> chiesi, spaventata dalla sua reazione.
<< Mi allontano dal tuo odore! >> mi rispose, lasciando l’aula.
Avevo paura che andasse da Derek e che combattessero di nuovo, così gli scrissi velocemente un sms “ Derek, Ethan è arrabbiato! Non so cosa gli sia preso “ e aspettai la sua risposta che arrivò dopo due minuti di agitazione. “ E’ andato nella radura, non mi ha neanche visto. Calmati ora “ e mi calmai, sebbene non fossi felice della reazione del lupo.
All’ora di pranzo io e Lydia fummo raggiunte al tavolo da Scott e mio fratello che non appena si sedette di fronte a me mi chiese << Allora? Che le hai raccontato? >>
Alzai gli occhi al cielo, di nuovo, ma fu Lydia a rispondergli << Stiles, sono cose da donne >>
<< Cose da donne? Che significa cose da donne?! >>
<< Significa che sono cose che si dicono fra donne! >> risposi io, mentre Scott arricciava il naso.
<< Dio, Hope. Oggi odori tantissimo di Derek >>
Mio fratello spalancò gli occhi, arrivando ad intuire cosa era accaduto grazie a quella frase del nostro migliore amico. << Ora ho capito! I preservativi! E poi eravate mano nella mano! E stamattina avevi l’affanno! E ... Oh, mio Dio! >> gesticolava come un matto, e poi si mise una mano sulla fronte.
<< I preservativi?! >> chiesi, non capendo cosa intendesse.
<< Il tuo lupo qualche tempo fa mi ha chiesto dove si comprano >>
Spalancai gli occhi << Davvero? >>
<< Sì! Oh, Dio! L’avete fatto, vero? Oh, santo cielo! Mia sorella l’ha fatto prima di me >>
<< E’ questo il tuo problema? >>
<< No, cioè, non solo! Lydia, devi trovarmi una ragazza >>
<< Stiles! >> lo sgridai.
<< Cosa?! Ho appena saputo che hai fatto sesso con un lupo mannaro, posso essere un attimo sconvolto? E poi quel lupo mannaro! >>
<< Stiles, abbassa la voce! >>
<< Va bene, va bene, scusami. Mi calmo, mi calmo >> disse facendo un respiro profondo mentre Scott mi guardava corrugando le sopracciglia.
<< E’ vero? L’avete fatto? >> mi chiese con calma.
<< Sì >> risposi solamente.
<< Ti ha fatto male? >>
<< Ovviamente no. Sentite, è stato bellissimo, proprio come dovrebbe essere. Non c’è bisogno che vi preoccupiate o che impazziate! Capito, Stiles? >>
<< Sì, scusami. Sicura che vada tutto bene? >>
<< Va tutto benissimo! Solo che ora l’avrai fatto innervosire >> risposi, prendendo il cellulare e mandando un altro sms a Derek “ Se stai sentendo, scusa “
“ Non è colpa tua. Dì a tuo fratello di finirla altrimenti sa cosa gli faccio “
<< Ha detto Derek di finirla >>
<< Altrimenti mi squarcia la gola? >>
<< Penso di sì >>
Lui sbuffò << Immaginavo. A me basta che tu stia bene e che sia felice, tutto qui >>
<< Sto bene >> gli sorrisi, e lui fece lo stesso.
<< Bene, ora dobbiamo trovarmi una ragazza! Forza, pensate >>
Derek l’aveva presa meglio di quanto pensassi, limitandosi a fare un’occhiataccia a Stiles quando uscimmo da scuola. Ci dirigemmo tutti e tre a casa mia e Stiles propose di vedere insieme l’ultimo film di Spider-man. Mentre vedevamo il film sbadigliai, ero stanca e avrei tanto voluto essere nel mio letto con Derek in quel momento, e lui probabilmente lo intuii.
<< Vuoi che ti porti sopra? >> mi chiese.
<< Ehi, voi due non andate da nessuna parte, soprattutto in camera da letto! >> s’intromise Stiles.
<< Voglio solo riposare! >>
<< Ceeeerto, si comincia sempre col riposo >>
<< E tu che ne sai? >> chiese Derek, alzando le sopracciglia e facendo rimanere sorpreso mio fratello.
<< Beh, lo so e basta! >>
<< Comunque non possiamo salire, tuo padre è arrivato >> annunciò l’Alpha, allontanandosi un po’ da me. Come aveva appunto preannunciato, pochi secondi dopo la porta fu aperta da mio padre.
<< Ciao ragazzi! Oh, ciao Derek >>
<< Ciao pa’ >>
<< Ciao papà >>
<< Salve signore >> lo salutammo tutti e tre.
Mio padre si mise sulla poltrona accanto a noi, sospirando. << Ragazzi, devo dirvi una cosa >> affermò.
<< E’ successo qualcosa? >> chiesi preoccupata.
<< No, non ancora almeno >>
<< Cioè? >>
<< Ecco .. Mi ha chiamato vostra zia Marge e … >>
<< No! >> urlammo insieme io e mio fratello.
<< Ragazzi, non ho potuto farci nulla! >>
<< Papà, ti prego, dimmi che non passerà qui il Natale! >> lo pregò Stiles.
<< Non posso >>
<< No, papà! Non puoi! Dì che dobbiamo partire! >> lo pregai anche io.
<< Dì che ho la varicella! >> disse Stiles.
Derek accanto a me, non ci stava capendo nulla.
<< Sentite, ormai non posso farci nulla. Pensate che io sia felice? Ha insistito lei e ha detto che passerà le vacanze qui, con Beth ovviamente. Si sistemeranno nell’hotel qui vicino e dopo le feste andranno via >>
<< Che brutto Natale … >> disse mio fratello sbuffando.
<< Ti starai chiedendo di chi stiamo parlando, vero? >> chiesi a Derek, che mi guardava confuso.
<< In effetti sì >>
<< Zia Marge è la zia più odiosa che ci potesse capitare! E’ la sorella di nostra madre e non ci ha mai sopportato, però fa la finta zia carina! Per non parlare di sua figlia, nostra cugina Beth … >> spiegai a Derek.
<< Avanti, non spaventarlo >> s’intromise mio padre.
<< Spaventarlo? Papà io non ho mai conosciuto due mostri simili! Lo sai come ci trattano! Lo sai come Beth odia Hope! >> disse mio fratello gesticolando.
<< A Natale si è tutti più buoni, no? >>
<< Loro no, e lo sai!
<< Sentite, ormai è fatta, a Natale saranno qui con noi >>
Sbuffai al pensiero. Fin da piccoli io e mio fratello avevamo odiato zia Marge e Beth. Mia zia era una quarantenne divorziata che viveva grazie ai soldi del mio ex-zio, un brav’uomo da quel che ricordo. Non parlava mai di mia madre e se ne parla non lo fa bene. Diceva sempre cose cattive sebbene mascherate da frasi che sembravano dolci a me e Stiles e ai nostri compleanni fingeva sempre di dimenticarsi dei regali o se li faceva erano calzini, sempre calzini. Diceva ad entrambi che eravamo troppo magri, troppo bianchi di carnagione, troppo quello e troppo quell’altro, mentre sua figlia era perfetta. Beth, nostra cugina, era sempre stata una bambina viziata che mi copiava in qualsiasi cosa, giocattoli, vestiti, capelli, tutto! Mio padre diceva che era gelosa di me perché purtroppo mia zia le aveva trasmesso la gelosia che aveva nei confronti di mia madre, ma io sapevo che non era solo quello. Mi odiava davvero e io di certo non la sopportavo, così come mio fratello.
<< Comunque, a proposito di Natale .. >> mio padre mi fece tornare sulla terra ferma << … Derek, mi chiedevo se volessi passarlo qui con noi, se non hai altro da fare >>
Oh, Dio! Io, Stiles e Derek spalancammo gli occhi, sorpresi dalla proposta di mio padre. Aveva battuto la testa? Era impazzito?
<< Beh, no, in effetti non ho niente da fare .. >> rispose Derek.
<< Sei da solo giusto? >>
<< In realtà dovrebbe arrivare mio zio >>
<< Tuo zio? >> mio padre si accigliò, mentre io e mio fratello eravamo ancora imbambolati e increduli.
<< Sì, è l’unico parente che mi rimane >> ovviamente si riferiva a Peter.
<< Scusa se te lo chiedo .. ma non era nell’incendio? >>
<< No, lavorava fuori, e anche ora >> spiegò Derek, mentendo.
<< Oh, capisco. Beh, invita anche lui. Più siamo, meglio è >>
<< Grazie >> rispose ancora il lupo, facendo uno dei suoi piccoli sorrisi rivolto a mio padre.
<< Più siamo, più possiamo combattere zia Marge e Beth! >> disse Stiles.
<< Stiles, smettila! Vado a preparare la cena >> annunciò mio padre lasciandoci soli.
<< Così oltre alle due streghe avremo anche due lupi a Natale! >> disse ancora mio fratello, ridendo.
<< Sei sicuro che va bene? >> chiesi a Derek, che tornò a guardarmi e sorrise.
<< Sì. Non festeggio il Natale da un po’, sarà diverso >>
<< E potrai aiutarci a combattere le streghe! >> urlò Stiles, in segno di vittoria alzò le braccia.
<< Sono così terribili? >>
<< Non sai quanto! Hai presente quando tuo zio Peter era un Alpha e voleva ammazzarci tutti? Ecco, quello non è niente! >>
Mio fratello fece ridere sia me che Derek, che mi prese la mano e la strinse. << Vi aiuterò, allora >>
<< Sono contenta che sarai con me >> confessai a Derek, e lo ero davvero. Doveva essere stato triste per lui non festeggiare il Natale, e capii il motivo visto che era senza una famiglia. Ma ora, aveva me. Aveva noi, e sarebbe stato un Natale bellissimo! Nonostante la presenza delle streghe …
<< Anche io >> mi rispose, portandosi la mia mano alla bocca e baciandomela.
<< Già, sarà proprio un gran bel Natale! >> affermò in modo sarcastico Stiles.








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Ciao a tutti! **
Inizio col ringraziarvi ancora per le vostre stupende recensioni, mi fate sempre tanto tanto felice! *________________* oggi è stata una brutta giornata per me ma leggere le recensioni e scrivere un altro capitolo per voi mi ha tirato un pò su il morale :)
Spero che anche questo capitolo di transizione vi piaccia, il prossimo sarà sul Natale :D
Colgo l'occasione per augurarvi Buona Pasqua, mangiate tanta cioccolata! XD
A presto! <3

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Capitolo 35
*** Witches ***


 Witches

 

 

POV Derek

Rimasi davvero, davvero sorpreso dell’invito dello sceriffo Stilinski per il Natale. L’ultimo ricordo che avevo del Natale era l’ultimo che avevo passato insieme a tutta la mia famiglia, nella mia vecchia casa, tanti anni fa. Dopo la loro morte, dopo l’incendio, io e Laura non festeggiavamo più nulla. Niente regali, niente decorazioni, niente cena, niente. E rimase così anche quando morì mia sorella. Per me ormai il Natale non esisteva più, almeno fino a quel momento. Non mi ero neanche reso conto che ormai era arrivato dicembre e che fra due settimane ci sarebbero state le feste e poi la fine dell’anno! Comunque, avevo accettato l’invito e avevo perfino nominato mio zio e lo sceriffo invitò anche lui, chiedendomi dell’incendio, così dovetti inventarmi che lavorava fuori. Hope era davvero contenta, sebbene sorpresa anche lei, che suo padre mi avesse invitato a casa sua per il Natale e riuscì a trasmettermi la sua felicità. In fondo, i ricordi che avevo delle feste natalizie erano bei ricordi e in qualche modo avrei potuto riviverli, anche se senza la mia famiglia. Sarei stato vicino ad Hope e alla sua famiglia, sperando che tutto andasse per il meglio. La sera dopo, Hope mi costrinse ad andare con lei e suo fratello alla mia vecchia casa prima dell’orario stabilito per l’allenamento, in modo tale da parlare a mio zio dell’invito a Natale. Non ero entusiasta all’idea, ma comunque prima o poi avrei dovuto parlargliene e se ci fosse stata Hope avrei evitato di rispondergli male, o peggio.
Mio zio ci aprì la porta sorridente << Ciao, ragazzi. Vi aspettato più tardi >> ci salutò, spostandosi in modo da farci passare.
<< Dobbiamo dirti una cosa >> annunciai, facendogli aggrottare le sopracciglia.
<< Ditemi >>
Feci per parlare, ma Hope mi interruppe << Ecco, mio padre ha invitato Derek a passare il Natale con noi .. >>
<< Davvero? >> si accigliò mio zio.
<< Sì, è impazzito >> s’intromise Stiles.
<< .. e Derek ha parlato di te, così ha invitato anche te, sempre se vuoi venire >> continuò Hope, mentre mio zio si rivolgeva di nuovo a me.
<< Hai parlato di me? >> mi chiese, facendomi alzare gli occhi al cielo.
<< Suo padre mi ha chiesto se avessi altro da fare, così ho detto che saresti arrivato tu, che sei l’unico parente che mi rimane, purtroppo >>
<< Arrivato? >>
<< Non potevo di certo dire che sei già qui! Ho dovuto dire che lavori fuori e che non eri presente all’incendio, altrimenti si sarebbe insospettito >> spiegai.
<< Oh, giusto >> non capii a pieno il motivo, ma il suo viso si fece più triste mentre ritornava a guardare Hope << Beh, non so che dire .. Noi non festeggiamo il Natale da tanto tempo >>
<< Potete ricominciare! Di solito noi ci divertiamo a Natale! >> rispose Hope.
<< Già, ma quest’anno ci sono le streghe … >> continuò suo fratello.
<< Streghe? >> chiese mio zio.
<< Nostra zia e nostra cugina, non sono delle streghe vere ma si avvicinano molto >> spiegò Stiles << Ma comunque a voi due non daranno problemi, si concentreranno come al solito su me e Hope >>
<< Quindi, vuoi venire? >> chiese infine Hope mentre io continuavo ad assistere alla scenetta senza fiatare.
<< Mi piacerebbe, sì >> rispose sorridendo di nuovo. Anche Hope sorrise, per poi tornare a guardarmi. Mi sforzai di sorriderle anche io, sebbene cominciai ad essere agitato all’idea di passare le feste natalizie tutti insieme.
<< Perfetto! Due lupi e due streghe, confermato! >> scherzò di nuovo Stiles.
<< Dobbiamo solo decidere cosa raccontare. Mio padre non credo farà domande, ma mia zia sì >> spiegò ancora Hope.
<< Potrei dire che lavoro come avvocato nello stato di New York, che ne dite? A te va bene, Derek? >> chiese rivolto a me e tutti e tre mi guardavano aspettando la mia risposta. Mi limitai ad annuire mentre sentivo una macchina arrivare verso di noi. << Arrivano gli altri. Iniziamo >> annunciai, e la conservazione finì lì, almeno per il momento. Durante l’allenamento, mentre Stiles e Hope parlavano con Scott delle due “streghe” che a quanto pare conosceva anche lui, e mentre Boyd, Isaac e Erica combattevano, io andai verso mio zio, mettendomi accanto a lui. << Cosa c’è? >> mi chiese << So che vuoi parlarmi >> Sospirai, guardando Hope mentre parlava con Scott e rideva. Pensai ancora una volta che era bellissima. << Riguarda lei, vero? >> mi chiese ancora.
<< Riguarda lei e la sua famiglia >>
<< Fammi indovinare! Stai per dirmi di comportarmi bene alla cena di Natale, vero? >>
Sbuffai << Sì. So che sarà difficile, ma .. >>
<< No che non lo sarà! Sei tu a farla difficile, nipote. E’ solo una cena, cosa potrei fare di male? >> mi chiese, mentre io sbuffavo ancora.
<< Ti sto solo chiedendo di non dire cose strane, di non fare allusioni, di non innervosirti >>
<< Sei tu quello con poca pazienza, non io >>
E infatti la stavo perdendo! Mi misi di fronte a lui, il mio viso era a pochi centimetri dal suo << Senti, io ci tengo a lei! >> ringhiai.
<< Lo so! Lo vedo! Sei diventato una persona migliore e un Alpha migliore grazie a lei, Derek! Perché credi che io voglia rovinare questo? E poi, è stata così gentile ad invitarmi >>
<< Ti ha invitato suo padre >> precisai, cercando di calmarmi. Aveva ragione.
<< Ma lei me lo ha riferito, poteva anche far finta di nulla. Invece sembra che sia felice che ci sarò anche io, cosa che a quanto pare a te non interessa >>
<< Non ho detto questo! >>
<< Allora calmati! Andrà tutto bene >>
Feci un respiro profondo, allontanandomi da lui << Speriamo >>
<< Farò il bravo zio, magari ti faccio anche un regalo >>
Alzai gli occhi al cielo << Non voglio regali >>
<< E non lo farai ad Hope? >>
Mi accigliai, non ci avevo neanche pensato tanto mi ero abituato a non festeggiare quelle feste. << Penso di sì >> Hope meritava tutti i regali del mondo, sebbene ancora non sapessi cosa potessi regalarle di preciso. Quando tornammo a casa sua approfittai dei dieci minuti di tempo che avevo mentre lei faceva la doccia per andare da suo fratello e chiedergli qualche consiglio su un possibile regalo, sperando che non facesse e soprattutto dicesse idiozie. Entrai in camera sua senza bussare, spalancando la porta. Lui si spaventò e mi guardò con gli occhi spalancati, mentre era sul suo letto con un fumetto fra le mani << Ehi, non usi bussare?! >>
<< Ti devo chiedere una cosa >> spiegai, avvicinandomi a lui.
<< Se è qualcosa che riguarda la tua intimità, risparmiami, te ne prego! >>
Alzai gli occhi al cielo << Stiles, parla solo quanto ti interpello altrimenti farò in modo che tu non possa mai più emettere alcun suono da quella tua maledetta bocca! Ok? >> lui annuì, finalmente a bocca chiusa. << Visto che si avvicina il Natale, mi chiedevo se sapessi cosa potrei regalare a tua sorella. Ora puoi parlare >>
<< Oh, ma grazie! Comunque ad Hope piacciono i libri, lo sai >>
<< Ce li ha praticamente tutti in camera sua! >>
<< Lo so, e non opterei neanche per un film, ha molti DVD >>
<< Tu cosa le regali? >>
<< Ehi, non mi faccio fregare l’idea da te! >> mi rispose gesticolando.
<< Stiles! >> urlai, sperando che Hope non sentisse.
<< E va bene! Pensavo di regalarle un nuovo portatile, il suo ormai è quasi senza vita! Lo sai che ormai scrive anche con quello >>
<< Già, hai ragione! E io cosa potrei prenderle? >> chiesi ancora, mentre cercavo di pensare a cosa altro piacesse ad Hope. Libri e film ne aveva a migliaia, dei vestiti non le era mai importato molto, un cane lo aveva …
<< Ancora?! Non lo so! E’ già abbastanza difficile pensare ad un regalo, figuriamoci a due! Alle ragazze piacciono i gioielli, comunque >>
<< Gioielli? >>
<< Sì! Hai presente, no? Collane, orecchini, anelli … >>
<< So cosa sono i gioielli! Ma lei non gli indossa quasi mai. Ha sempre e solo gli orecchini, sempre gli stessi >>
<< Sì, erano di mamma. Papà glieli dette quando era piccola, al nostro decimo compleanno >> mi spiegò lui.
<< Ah. Quindi, pensi che potrei prenderli un gioiello? >>
<< Già. Comunque so che vuole andare in giro in cerca di regali, potresti andare con lei e vedere se le piace qualcosa in qualche negozio >>
Finalmente mi stava dicendo qualcosa di utile! << Hai ragione! Grazie >>
<< Figurati >> rispose, mentre io voltavo le spalle e uscivo dalla sua stanza per tornare in quella di Hope.
Come aveva preannunciato Stiles, il sabato mattina successivo Hope mi portò al centro commerciale con lei, era alla ricerca dei regali per tutti: suo fratello, Scott, suo padre, Lydia, Erica, Isaac, Boyd, tutti! Il centro commerciale era pieno di addobbi, alberi, e persone, tante, tantissime persone. Hope però sembrava essere felice nel vedere tutte quelle luci e decorazioni, sembrava volesse saltellare mentre avevo la sua mano nella mia. Mi portò subito in una gioielleria, dove aveva visto un braccialetto per Lydia.
<< Ti piace? >>  mi chiese, indicandomi il braccialetto in argento che voleva comprare.
<< Sì, è carino. Quelli là invece non ti piacciono? >> chiesi, indicando gli altri vicino a quello.
<< Oh, a me i braccialetti non fanno impazzire. Ma Lydia ha visto questo qui e le è piaciuto subito! Vado a chiamare la commessa, torno subito >> mi spiegò, lasciando la mia mano e andando verso la cassa. Sbuffai, sempre più disperato. Decisi di fare un giro nella gioielleria, cercando qualcosa che potesse piacerle, ma erano tutte cose uguali. Non guardai neanche gli orecchini perché sapevo che non si sarebbe mai tolta i suoi, o meglio quelli di sua madre, né volevo sostituirli perché le stavano benissimo. Non guardai i braccialetti visto che non le piacevano quindi mi concentrai sugli anelli inizialmente, sebbene Hope non li indossasse mai, probabilmente perché le sua dita erano troppo sottili ed era difficile trovare la misura adatta. Puntai sulle collane, ma nessuna mi faceva impazzire né mi colpiva in modo particolare, finchè un ciondolo non attirò la mia attenzione. Era un lupo, un piccolo lupo che ululava a testa alta, in oro bianco, così almeno c’era scritto. Non vidi il prezzo visto che non sarebbe stato un problema, ma cominciai a chiedermi se davvero ad Hope sarebbe potuta piacere una cosa del genere, e comunque dovevo abbinarci una catenina. Sentii i passi di Hope avvicinarsi e subito mi voltai, sperando non capisse cosa stavo guardando. << Fatto? >> chiesi e lei mi sventolò il pacchettino di fronte agli occhi, sorridendomi. Dopo mi portò in un negozio di videogames e ne prese tre a Scott, mentre comprò una nuova console a suo fratello, in quel caso dovetti aiutarla a trasportare i regali. Andammo poi in un negozio di cravatte e ne scelse una di seta per il padre, spiegandomi che sarebbe stato un regalo anche da parte di Stiles. Infine, mi portò in un negozio di abbigliamento, dove prima scelse un vestito per Erica e poi era impegnata a scegliere delle magliette per Boyd ed Isaac.
<< Credi che anche io debba fare dei regali? >> le chiesi, mentre lei prendeva fra le mani una maglietta rossa.
<< In che senso? A chi? >>
<< Beh, pensavo di farne uno a tuo fratello, visto che ci sarà anche lui >>
Lei mi guardò sorpresa, ma sorridente << E’ una bella idea! Puoi prendergli una maglietta! Te l’ho detto che ci sarà anche Scott? >>
<< Scott? >>
<< Sì, sua madre andrà in vacanza con delle amiche e lui starà con noi! E’ una fortuna, altrimenti avremmo dovuto spiegare a Melissa di tuo zio e penso sarebbe stato troppo per lei >> mi spiegò Hope, ricordandomi del fatto che la madre di Scott conosceva mio zio e che ora sapeva tutto di noi.
<< Già, meglio così. Quindi credi che dovrei prendere qualcosa anche a lui? >>
<< Sarebbe gentile da parte tua >>
Sospirai << E va bene >>
Quel sabato sera Hope non mi permise di restare a dormire a casa sua, non mi dette neanche una spiegazione e mi lasciò sorpreso, ma potei capire tutto la domenica mattina. Erano le nove di mattina quando sentii la jeep di Stiles arrivare al mio loft e quando aprii la porta Kopa, che aveva sulla testa delle strane corna da renna rosse, mi saltò addosso, leccandomi le mani mentre io guardavo oltre di lui. Stiles ed Hope stavano scaricando dalla jeep uno dei due alberi che c’erano sopra. << Ma che …? >> corsi verso di loro, aiutandoli << Ma che diavolo ci fate qui con questi cosi? >> chiesi, caricandomi sulla spalla uno dei due enormi alberi.
<< Devi pur fare un albero di Natale a casa tua, no? Buongiorno, comunque! >> mi rispose Hope, alzandosi sulle punte dei piedi per baciarmi le labbra.
<< Albero di Natale? >> chiesi, mentre lei e Stiles scaricavano dalla jeep due scatoloni stracolmi.
<< Ci siamo alzati presto per prendere tutte le decorazioni, anche per te! >> mi rispose Hope, mentre Stiles ritornava dentro la jeep.
<< Per me?! >> chiesi, ma non ebbi risposta.
<< Ci vediamo a casa, guarda che non inizio senza di te! >> disse Stiles.
<< Non devi iniziare senza di te! A dopo >> lo salutò Hope, mentre io ero ancora fermo e incredulo con un albero sopra la mia spalla.
<< Portalo dentro casa! Io prendo questi >> esclamò Hope prendendo gli scatoloni, seguita dal suo fedele cane.
Una volta in casa, poggiai l’albero e mi voltai di nuovo verso Hope, che era già intenta a svuotare gli scatoloni. << Vuoi spiegarmi? >> le chiesi, prendendole la mano e facendola girare verso di me.
<< Non puoi non avere un albero di Natale e qualche decorazione! >>
<< Chi ha pagato tutta questa roba? >>
<< Io! Consideralo un piccolo regalo anticipato >>
<< Piccolo? >>
<< Sì, piccolo. Ora, metti meglio l’albero! Magari vicino a quella finestra >> alzai gli occhi al cielo, ma ero divertito. Non avrei mai immaginato di fare l’albero di Natale a casa mia, ma con Hope rimanevo sempre sorpreso, per ogni cosa. Sistemai l’albero come mi aveva detto e poi lei mi raggiunse con le luci, cominciando a girare intorno all’albero.
<< Vuoi una mano? >> le chiesi, mentre sorridevo a guardarla concentrata.
<< Da quanto tempo non fai un albero di Natale? >>
<< Da un bel po’ >>
<< Allora alle luci ci penso io! Tu magari comincia ad uscire le altre decorazioni >> mi ordinò, mentre io andavo verso gli scatoloni seguito da Kopa, curioso quanto me. La cosa che mi lasciò stupito fu la calza rossa che mi trovai davanti.
<< Hai fatto fare una calza con il mio nome sopra? >> chiesi, mentre la mia ragazza venica verso di me sorridendomi.
<< Ti piace? >>
<< Sì, ma non penso che verrà Babbo Natale a riempirla >>
<< Ehi, non dirlo neanche per scherzo! >> mi tolse la calza dalle mani, prese dalla scatola un chiodo e il martello e andò verso la finestra vicino all’albero << La metto qui, così Babbo Natale la vedrà! >>
<< Ti rendi conto che ieri hai preso i regali per i tuoi amici e non è stato Babbo Natale, vero? >> le chiesi, sempre più divertito mentre lei appendeva la calza.
<< Lo so! Gli do solo una mano, sai a quanti bambini deve portare i doni? >>
<< Oh, capisco >>
<< Vuoi darmi una mano con le palline o resti lì a guardarmi? >>
In poco più di un’ora finimmo l’albero con le palline e altre decorazioni, mentre Hope ogni tanto mi rimproverava perché non le mettevo al posto giusto. Poi mise delle candele natalizie sul tavolo della cucina e su una mensola un Babbo Natale in ceramica, infine una ghirlanda sulla porta. << Ora sì che c’è aria di Natale! >> esclamò soddisfatta quando terminò. Notai che nella scatola c’era ancora una piccola cosa e la presi in mano, capendo di cosa si trattasse << Vischio? >> le chiesi, mentre lei venne saltellando verso di me. Era fantastico vederla così, felice, mentre camminava senza dolore alcuno. Ero contento che non sentisse più nessun bruciore e che le cicatrici ormai stessero sparendo.
<< Sì! Puoi appenderlo dove vuoi >> mi rispose, ormai di fronte a me. Le sorrisi, alzando il vischio sopra di noi.
<< Qui andrebbe bene >> annunciai.
<< Dici? >>
Annuii, mentre abbassavo un po’ la testa per arrivare a baciarla. Lei mi mise le braccia intorno al collo e sentii chiaramente il suo sorriso sulle mie labbra. Poggiai il vischio, prendendole i fianchi e sollevandola mentre lei attorcigliava le gambe intorno al mio corpo, rispondendo al mio bacio in modo da farmi impazzire, da farmi eccitare e diventare caldo e voglioso di lei, ancora una volta. Non riuscii a trattenere il mio corpo e con pochi, veloci passi la portai in camera mia, poggiandola sul letto e mettendomi sopra di lei, senza mai lasciare le sue meravigliose labbra. Fu bellissimo e incredibile. In poco tempo fummo di nuovo senza vestiti e sotto le coperte, e io potei ammirare ancora il suo corpo che ormai avevo cominciato a conoscere e ad imparare, ma che comunque non mi stancava mai. L’essere dentro di lei ancora una volta mi fece sentire meravigliosamente bene. Essere in lei, sentirla davvero mia e sentirmi davvero suo, per me ormai era fonte di vita e felicità, e non potevo farne a meno. Quando finimmo restammo così, abbracciati e nudi a guardarci negli occhi. << Ti amo >> le sussurrai, senza smettere di guardare i suoi occhi verdi e profondi che riuscivano da soli a farmi felici. Quegli occhi di cui non potevo stare senza.
<< Ti amo anche io >> mi rispose, accarezzandomi la guancia e baciandomi le labbra. Non sapeva quanto quelle parole per me erano importanti, quanto significato avesse per me il sentire il suo cuore essere sincero.
Quando tornammo a casa sua Stiles ci stava aspettando e mentre io lo aiutavo a fare l’albero di Natale, Hope si occupava delle altre decorazioni che spargeva per tutta casa, sgridandoci quando ci sentiva battibeccare. Quando arrivò lo sceriffo chiese a me e suo figlio di aiutarlo con le luci fuori di casa e così facemmo, mentre Hope preparava il pranzo per tutti. La loro casa sembrava ormai la casa di Babbo Natale, piena di luci, decorazioni, candele e con Kopa che continuava ad indossare corna di renna.
Ogni mattina andavo con Hope e suo fratello a scuola e fui contento nel vedere che Ethan non si avvicinava più molto alla mia ragazza, soprattutto quando mi vedeva. Ma ovviamente, dovette farmi innervosire proprio l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. Era da poco suonata l’ultima campanella e tutti i ragazzi cominciarono ad uscire da scuola e tutti si salutavano. Vidi Stiles, Scott e Hope uscire e venire subito verso di me, ma tutti e tre furono all’improvviso fermati da Ethan, che voleva far loro gli auguri. Si limitò a stringere la mano a Stiles e Scott, ma quando fu il turno di Hope lo vidi avvicinarsi troppo a lei, fino a stringerla in un abbraccio e a farla girare, in modo tale che lui potesse guardarmi negli occhi e sorridermi mentre stringeva la persona a cui più tenevo al mondo fra le sue luride braccia da ragazzino arrapato. Strinsi i pugni, sperando che non andasse oltre, ma quando vidi la mano di quel ragazzino scendere troppo non ce la feci più e andai verso di lui, mentre Hope si liberava dalla sua stretta e si voltava verso di me. Scott mi fermò in tempo, a meno di un metro dall’altro Alpha.
<< Lasciami! >> ringhiai, ma lui non mi ascoltò.
<< Derek, sto bene! Non è successo nulla! >> mi disse Hope, con gli occhi spaventati.
<< Che c’è, non posso neanche abbracciarla per farle gli auguri? >>
<< Devi tenere quelle tue sudice mani a posto! Non toccarla! Quante altre volte dovrò dirtelo? >>
Ethan alzò gli occhi al cielo << Sei davvero troppo geloso e possessivo, lei potrebbe tranquillamente stancarsi di te, sai? Buon Natale, comunque >> disse, dirigendosi verso suo fratello Aiden che aveva osservato tutta la scena. Scott mi lasciò ed Hope si mise di fronte a me, guardandomi ancora spaventata.
<< Derek, lo sai che non è così >>
Non risposi, mentre guardavo i due gemelli allontanarsi. << Derek? >> Hope mi prese il viso fra le mani costringendomi a guardarla negli occhi. << Non è così >>
Sospirai, annuendo. Ma sapevo benissimo che il bastardo aveva ragione.
Comunque più si avvicinava il Natale e più Hope e suo fratello erano nervosi per l’arrivo delle “streghe”, mentre io ero curioso di sapere se erano davvero così terribili come dicevano. Il loro arrivo era previsto per la mattina della vigilia così la sera prima eravamo tutti e tre seduti sul divano, con Kopa ai nostri piedi, a vedere un telefilm che Hope adorava “ The Big Bang Theory “ e aspettavamo lo sceriffo.
All’improvviso, sentii la sua macchina arrivare, ma non era solo.
<< Vostra zia arriva domani, vero? >> chiesi, mentre Hope alzava la testa verso di me, visto che era sdraiata con la testa poggiata sulle mie gambe.
<< Sì, perché? >>
<< Vostro padre sta arrivando, ma sento altri due battiti >> spiegai.
Vidi Hope spalancare gli occhi e guardare Stiles che era seduto in poltrona e senza neanche dire una parola, si alzarono e corsero verso le scale, facendo anche abbaiare Kopa.
<< Ehi, ma che fate? >> chiesi, alzandomi anche io.
<< Sali! >> mi ordinò Hope.
Seguii i due fratelli che in quel momento mi erano sembrati dei matti fino in bagno, dove entrambi erano andati << Ma che state facendo? >> chiesi ancora, mentre vedevo Stiles impegnato a profumarsi con il dopo barba di suo padre ed Hope truccarsi. << Pronto?! >>
<< Ci sistemiamo! Così magari zia Marge se ne sta zitta una buona volta! >> mi spiegò Stiles, mentre Hope aveva appena finito di truccarsi gli occhi con mascara e matita nera ed ora era passata alle labbra, mettendosi del lucidalabbra rosso chiaro. In effetti, oltre che matta mi sembrò ancora più bella del solito.
<< Oh, Derek! Contieniti! >> esclamò Stiles, guardandomi i pantaloni.
<< Tu devi guardare proprio lì?! >> chiesi, girandomi e cercando di sistemarmi i pantaloni. Sentii la risata di Hope, ma anche dei passi arrivare alla porta << Stanno entrando >>  annunciai, e infatti la porta fu subito aperta.
<< Ragazzi, sono tornato! >> annunciò il padre dei due gemelli che ora tentavano di sistemarsi i capelli dividendosi lo specchio.
<< Arriviamo! >> rispose Hope e sia lei che suo fratello sospirarono. << Pronto? >> chiese lei guardandolo.
<< Pronto. Ce la faremo >>
<< Sì, ce la faremo >>
<< Io sono qui >> disse, prendendole la mano.
<< Anche io >>
<< Voi due state esagerando! >> esclamai, trattenendo una risata.
<< Vedrai che non è così >> rispose Hope, sospirando ancora e uscendo dal bagno ancora mano nella mano con il fratello, mentre io li seguivo.
Arrivati alla cima della scala, il padre ci vide << Oh, ci sei anche tu Derek! Ciao >>
<< Salve >> salutai, mentre due donne mi guardavano e mi sorridevano.
La più anziana era sicuramente zia Marge: aveva capelli corti e scuri, occhi piccoli e marroni e portava gli occhiali. Non era magra, ma non potevo definirla neanche una persona in carne. Portava una maglietta bianca stretta ed una minigonna in jeans con delle calze nere e degli stivali dello stesso colore, al suo fianco due valigie firmate e una ragazza, la cugina Beth. Al contrario della madre, lei potevo definirla una persona abbastanza in carne. Era più alta della madre anche grazie ai tacchi rossi vertiginosi che indossava, insieme a dei jeans stretti ed una maglietta blu. Aveva più o meno lo stesso viso della madre, con il piercing al naso e occhi marroni e piccoli, mentre i capelli erano alla radice marroni per poi cominciare ad essere rosso/arancioni. Sperai di sbagliarmi, ma sembrò davvero che mi stesse facendo l’occhiolino.
<< Ciao zia >> salutarono i gemelli affianco a me.
<< Ciao ragazzi! Beh, venite ad abbracciarmi! Mi siete mancati! >> sentii la sua voce mentire mentre seguivo insieme a Kopa i due fratelli con il cuore a mille, in preda all’agitazione. La zia Marge spalancò le braccia ed abbracciò insieme sia Hope che Stiles << Ragazzi, come mai siete così pallidi? >> chiese.
<< Non abbiamo preso molto sole >> rispose Stiles, poi girandosi verso sua cugina << Ciao, Beth >>
<< Ciao cuginetto! >> rispose lei, con una voce alquanto stridula mentre lo abbracciava. Anche Hope si rivolse a lei << Ciao Beth >>
La ragazza le fece un minuscolo sorriso << Ciao Hope >> e non la abbracciò.
<< Hai cambiato colore di capelli? >> chiese Hope, probabilmente non sapendo cosa dire.
<< Sì, sono rossi! Ti piacciono? >> rispose la cugina, toccandosi i capelli.
<< Sì, ehm.. ti stanno bene >> mentii Hope << Ehi! >> urlò poi, perché sua cugina aveva appena allontanato Kopa con un calcetto. << Ti stava solo odorando! >> continuò Hope, inginocchiandosi per accarezzare il suo cane. Neanche a me piacque quel gesto, ma strinsi i pugni e i denti, restando zitto e fermo.
<< Non voglio che mi odori, e poi da quando hai un cane?! >>
<< Da un po’ e si chiama Kopa! >> rispose Hope, tornando in piedi. Ora il suo cuore non batteva più a mille per l’agitazione, ma per la rabbia.
<< E tu, bel ragazzo, chi saresti? >> chiese la donna, la zia, rivolta a me.
<< Oh, ehm, Marge lui è Derek >> rispose lo sceriffo mentre io mi avvicinavo a lei e le porgevo la mano.
<< Piacere >>
<< Il piacere è tutto mio >>
<< E’ un tuo amico, Stiles? >> chiese Beth, con Hope affianco a lei.
<< Anche, ma più che altro è il ragazzo di Hope! Bello, eh? >> rispose Stiles, dandomi una pacca sulla spalla e facendomi alzare gli occhi al cielo. Sapevo che il suo intendo era quello di far ingelosire Beth, ma così non ci sarebbe riuscito bene.
<< Io sono Beth, piacere >> disse, allungando la sua mano con delle unghie esageratamente lunghe verso di me. La presi, rispondendolo << Derek, piacere >> mentre lei non lasciava la mia mano, sorridendomi in modo abbastanza ambiguo.
<< Quindi, il ragazzo di Hope? >>
Annuii, guardando Hope arrossire per l’imbarazzo misto alla rabbia.
<< Come mai? >>
<< Cosa? >> che domande era?!
<< Dico, come mai stai con Hope? Cioè, guardala! >> mi rispose, facendomi accigliare.
<< Ok, basta con le presentazioni! >> s’intromise lo sceriffo << La zia e Beth sono venute solo per salutare, ora vi porto in hotel, sarete stanche! >>
<< In realtà, zio, io non lo sono! Mi portate da qualche parte, stasera? >> chiese Beth, rivolta a me. Guardai Hope, aveva anche gli occhi rossi.
<< Dopo ti passiamo a prendere, Beth. Andremo da qualche parte, ti va? >> chiese Stiles, notando anche lui Hope.
<< Va bene. Tu vieni, Derek? >>
<< Se viene Hope, io ci sono >> risposi, ma non riuscii a migliorare lo stato d’animo di Hope.
<< Bene, allora andiamo >> disse lo sceriffo prendendo le valigie e riaprendo la porta.
<< Ci vediamo, ragazzi >> salutò la zia.
<< A dopo >> salutò Beth, facendomi l’ennesimo occhiolino.
Non appena la porta si chiuse, Hope corse verso la sua stanza e dopo che fu entrato anche Kopa chiuse la porta alle sue spalle.
<< Visto? >> mi chiese Stiles << Sarà meglio che tu vada sopra. Io organizzo qualcosa con Scott e Lydia, magari chiamo anche gli altri >> spiegò poi, prendendo il cellulare.
Salii le scale verso la camera di Hope, sentendola piangere. Ogni suo singhiozzo mi faceva stare male, ma sperai di riuscire a tirarle su il morale.








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Ciao a tutti! **
Allora chiedo subito scusa per il ritardo, chiedo perdono! Sono stata fuori di casa durante i giorni di Pasqua e pasquetta e non ho avuto tempo di scrivere mentre da ieri oltre a riniziare a studiare ho avuto dei problemi ehm "da donne" che spero passino presto! >.< comunque, spero che voi abbiate passato delle belle vacanze e che questo capitolo vi piaccia e mi possiate perdonare :D avevo detto che sarebbe stato questo qui sul Natale, ma a quanto pare sarà il prossimo! XD G R A Z I E per le recensioni, siete meravigliosi! *________________*
A presto! <3

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Capitolo 36
*** Bowling ***


Bowling


 

POV Hope

Io e Stiles odiavamo passare del tempo con le streghe, soprattutto durante le feste. Ma visto che il loro arrivo era inevitabile e che non volevamo lasciare nostro padre da solo con quelle due, non ci restava altro da fare se non prepararci psicologicamente al loro arrivo che sarebbe arrivato la mattina della Vigilia di Natale. Ci eravamo detti che questa volta nessuno dei due si sarebbe fatto buttar giù dalle loro parole, che nessuno dei due si sarebbe innervosito e che eravamo grandi abbastanza per affrontarle senza abbassare la testa. Ma ovviamente non ci riuscimmo. Eravamo tranquilli a guardare un telefilm con Derek, la sera prima della Vigilia, quando all’improvviso quest’ultimo ci avvisò che mio padre stava arrivando ma che non era solo, che altri due battiti erano insieme al suo. Io e mio fratello ci guardammo con gli occhi spalancati e senza dirci una parola ma capendoci con i nostri soli sguardi, ci alzammo dal divano e corremmo verso il bagno, con Derek dietro di noi che non capiva cosa stesse succedendo. Una volta in bagno, mio fratello cominciò a profumarsi con il dopo barba di papà ed io cominciai a truccarmi, entrambi speravamo che in questo modo saremmo stati più “ carini “ agli occhi di zia Marge. Ricordai di quando al nostro dodicesimo compleanno disse a mio padre, davanti a noi, che avrebbe potuto conciarci meglio perché sembravamo due idioti fuori moda, e ovviamente poi confessò di aver dimenticato i regali per entrambi, mentre mia cugina Beth rideva sotto i baffi vestita di tutto punto. << Ma che state facendo? >> chiese Derek, ma nessuno di noi due rispose <<
 Pronto?! >>
<< Ci sistemiamo! Così magari zia Marge se ne sta zitta una buona volta! >> spiegò Stiles, mentre io avevo appena finito di truccarmi gli occhi e stavo passando alle labbra.
<< Oh, Derek! Contieniti! >> esclamò Stiles, e notai dallo specchio che stava guardando i pantaloni di Derek.
<< Tu devi guardare proprio lì?! >> chiese Derek, girandosi e sistemandosi mentre io ridevo per la sua reazione << Stanno entrando >>  annunciò poi, mentre tutti e tre sentivamo la porta aprirsi. Il mio cuore cominciò a battere forte, e sicuramente anche mio fratello non era in ottime condizioni. Quelle donne ci avevano traumatizzato troppo la vita.
<< Ragazzi, sono tornato! >> disse papà mentre entrambi ci sistemavamo i capelli, o tentavamo di farlo.
<< Arriviamo! >> risposi, sospirando. << Pronto? >> chiesi poi a Stiles.
<< Pronto. Ce la faremo >>
<< Sì, ce la faremo >>
<< Io sono qui >> disse, prendendomi la mano.
<< Anche io >>
<< Voi due state esagerando! >> esclamò Derek, che ci guardava divertito.
<< Vedrai che non è così >> risposi, sospirando ancora e facendomi coraggio. Uscii dal bagno con la mano di Stiles ancora nella mia e con Derek che ci seguiva.
<< Oh, ci sei anche tu Derek! Ciao >> lo salutò mio padre e Derek rispose, ma io ormai ero concentrata sulle altre due terribili presenze nel mio ingresso. Zia Marge indossava come al solito una minigonna che ormai non poteva più permettersi e si girò verso di noi facendoci un sorriso falsissimo, insieme a quello di Beth che ovviamente indossava vestiti stretti e tacchi che io non sarei mai riuscita ad indossare per quanto erano alti.
<< Ciao zia >> salutammo io e Stiles.
<< Ciao ragazzi! Beh, venite ad abbracciarmi! Mi siete mancati! >>  cominciammo tutti, anche Kopa, a scendere le scale mentre zia Marge spalancò le braccia ed abbracciò insieme sia me che Stiles << Ragazzi, come mai siete così pallidi? >> chiese, ovviamente. Neanche il tempo di salutarci che già aveva iniziato.
<< Non abbiamo preso molto sole >> rispose pronto Stiles, poi girandosi verso nostra cugina << Ciao, Beth >>
<< Ciao cuginetto! >> rispose lei, abbracciandolo. Perfino Stiles restò sorpreso.
Anche io mi rivolsi a lei << Ciao Beth >>
<< Ciao Hope >> ovviamente non mi abbracciò, limitandosi a farmi un minuscolo sorriso di cortesia.
<< Hai cambiato colore di capelli? >> chiesi, cercando di parlare di qualcosa che non avrebbe avuto a che fare con me o mio fratello.
<< Sì, sono rossi! Ti piacciono? >> rispose lei, toccandosi i capelli come fossero oro.
No che non mi piacevano! Non mi piaceva il colore perché era un arancione spento con le radici dei capelli marroni e poi sapevo benissimo il motivo per cui se l’era fatto. Come al solito, voleva imitarmi. Tentai di restare calma, mentre vedevo Kopa avvicinarsi a lei per annusarla, lui non l’aveva mai vista.  << Sì, ehm.. ti stanno bene >> mentii, mentre quella strega dava un calcetto con quei maledetti tacchi al mio cane. << Ehi! Ti stava solo odorando! >> urlai, inginocchiandomi per accarezzare il mio cane che nel frattempo aveva mugugnato per il dolore. Dio, avrei volute darle io un calcio! Nessuno aveva mai osato fare del male al mio cane, e nessuno doveva farlo!
<< Non voglio che mi odori, e poi da quando hai un cane?! >> chiese la strega odia animali.
<< Da un po’ e si chiama Kopa! >> risposi ancora con il tono della voce più alto, tornando in piedi e non riuscendo più a guardare mia cugina con la calma che avevo prima e che mi ero ripromessa di avere.
<< E tu, bel ragazzo, chi saresti? >> chiese mia zia, rivolta a Derek. Notai che aveva stretto i pugni, forse anche a lui non era piaciuto il gesto di Beth.
<< Oh, ehm, Marge lui è Derek >> rispose mio padre, mentre Derek tendeva una mano verso mia zia.
<< Piacere >>
<< Il piacere è tutto mio >>
<< E’ un tuo amico, Stiles? >> chiese Beth.
<< Anche, ma più che altro è il ragazzo di Hope! Bello, eh? >> rispose Stiles, dando una pacca sulla spalla a Derek, che alzò gli occhi al cielo. Non capii bene il motivo, ero troppo concentrata su Beth che stava cominciando a fare la civetta con il mio ragazzo!
<< Io sono Beth, piacere >>
<< Derek, piacere >> lui le strinse la mano, ma quella stretta a mio parere durò anche troppo. Era ovvio! Aveva appena saputo che Derek era il mio ragazzo, e visto che lei doveva avere qualsiasi cosa fosse mia, ora doveva avere Derek! Fui io questa volta a stringere i pugni, mentre sentivo il mio viso farsi più caldo.
<< Quindi, il ragazzo di Hope? >> chiese lei.
Derek annuì, guardandomi.
<< Come mai? >>
<< Cosa? >> non si aspettava quella domanda, e neanche io. Ma sapevo dove voleva andare a parare, e strinsi anche i denti.
<< Dico, come mai stai con Hope? Cioè, guardala! >> rispose l’adorabile cuginetta, mentre Derek rimase accigliato. Ecco, aveva iniziato! Mi aveva appena umiliata di fronte a lui, a Stiles e a mio padre, senza fregarsene di nulla, come ormai faceva da anni. Aveva imparato molto bene dalla madre, ma il suo tipo di umiliazione era più sottile e crudele.
<< Ok, basta con le presentazioni! >> s’intromise mio padre, guardandomi e capendomi << La zia e Beth sono venute solo per salutare, ora vi porto in hotel, sarete stanche! >>
<< In realtà, zio, io non lo sono! Mi portate da qualche parte, stasera? >> chiese Beth, rivolta più a Derek che a noi altri.
<< Dopo ti passiamo a prendere, Beth. Andremo da qualche parte, ti va? >> rispose Stiles. Se avessi risposto io, non sarei stata così cortese.
<< Va bene. Tu vieni, Derek? >>
<< Se viene Hope, io ci sono >> rispose il lupo.
<< Bene, allora andiamo >> disse mio padre, prendendo le valigie e aprendo la porta.
<< Ci vediamo, ragazzi >> salutò zia Marge.
<< A dopo >> salutò Beth, facendo occhiolino a Derek. Era troppo, era davvero troppo, ed era appena arrivata! Non appena la porta si chiuse, mi voltai verso le scale e le risalii il più velocemente che potei e mi chiusi in camera con Kopa, buttandomi sul letto a pancia in giù seguita dal mio cane che si sdraiò accanto a me. << Ti ha fatto male piccolino? >> chiesi con un singhiozzo al mio cane, che mi leccò la mano. La odiavo! E non la odiavo solo per quello che dovevo sentirmi dire, la odiavo perché mi faceva piangere per lei! Erano lacrime di rabbia, non di tristezza, lacrime che odiavo versare per una persona così.
Sentii la porta aprirsi e senza girarmi sapevo benissimo che si trattava di Derek. Né io né lui dicemmo nulla, sentii solo il suo corpo accanto al mio, si era seduto affianco a me.
<< Hope, ti prego, non piangere >> sussurrò, accarezzandomi la schiena.
<< Hai visto cos’ha fatto? Ora credi ancora che stavamo esagerando?! >> chiesi singhiozzando, senza riuscire a fermarmi. << Ha dato un calcio a Kopa! Senza motivo! Per non parlare di come si è comportata! >>
Derek mise entrambe le mani sul mio corpo, facendomi girare. Sicuramente avevo un aspetto orribile a causa del trucco sciolto dalle lacrime, ma lui sembrava non notarlo. Mi misi seduta e Kopa poggiò la testa sulle mie gambe, mentre il mio lupo continuava a guardarmi e a studiarmi, asciugandomi una lacrima che stava rigando il mio viso con la sua mano. << Non serve piangere >>
<< Ah, no? >>
<< No >> rispose, baciandomi delicatamente le labbra << Sei salata >>
<< Sono le lacrime. E comunque non hai risposto >>
Lui sospirò << Anche a me non è piaciuto il fatto che abbia fatto male a Kopa, ma cosa potevo fare? Azzannarla? >>
<< Magari! >> dissi, in preda alla rabbia, rendendomi conto solo dopo di quello che avevo detto << No, no! Ho detto una cavolata >>
<< Non ci perdo niente ad azzannarla, sai? >> rispose lui, sorridendo.
<< Non la voglio morta. E’ solo che non capisco! Come può una persona della mia famiglia trattarmi così? Come può mia zia essere stata gelosa di mia madre e averle trasmesso tutto questo odio? >>
<< Ogni famiglia ha i suoi drammi. Mio zio qualche tempo fa ha cercato di uccidermi e poi io ho ucciso lui >> mi spiegò, alzando le spalle.
<< Ma lui è cambiato! Sembra davvero che voglia avere con te il rapporto che ci deve essere fra zio e nipote, lui ti vuole bene! Credi che quelle due vogliano bene a me o a Stiles? >>
<< No, non ve ne vogliono >> rispose Derek deciso.
<< Appunto, non capisco! Noi non abbiamo fatto nulla! E poi hai visto come ti guardava Beth? Ti ha fatto anche l’occhiolino! Che nervi! >> dissi, stringendo i pugni ancora una volta.
<< Me ne ha fatto più di uno, ma non m’importa >>
<< Più di uno?! Oh, Dio! >>
<< Ti ho detto che non m’importa >>
<< Importa a me! Hai sentito cos’ha detto? “ Cioè, guardala! “ , ma dai! Capisco di non essere Angelina Jolie o Megan Fox o comunque una persona da qualificare come bella però non è una cosa da dire! Non davanti a me e soprattutto a te! >> stavo quasi urlando e gesticolando come mio fratello.
Derek mi prese entrambe le mani, stringendole << Hope, stai dicendo un mucchio di fesserie. Non sarai quelle persone che hai detto, ma per me tu sei bellissima >> la mia rabbia diminuì grazie a quelle parole e al sorriso del mio Alpha.
Sospirai, pensando che se c’era qualcuno di bellissimo, quello era lui. Era perfetto. Il suo viso, i suoi lineamenti, i suoi occhi che riuscivano a penetrare nei miei e a farmi innamorare ogni giorno di più, il suo sorriso che avevo scoperto tempo fa e che avevo imparato ad amare, il suo corpo che conoscevo sempre meglio e che mi faceva impazzire.
<< Tu potresti avere di meglio >>
Derek alzò gli occhi al cielo << Io voglio te, te e basta >>
<< Credi che Beth sia bella? >> chiesi con un filo di voce.
<< Hope, non l’ho vista neanche per un secondo sotto quell’aspetto. L’ho vista solo come una persona che ti fa stare male e che non sopporto. Credimi, sei tu l’unica persona che io abbia mai ritenuto davvero bella, e lo sai che non intendo solo il tuo aspetto fisico. Devo continuare? >>
Abbassai lo sguardo, imbarazzata << No, scusami >>
Lui sospirò, abbracciandomi << Spero solo che non ti farà piangere più >>
<< Molto improbabile >> risposi, mentre la porta della mia stanza si apriva un’altra volta.
<< Ehi, tutto bene? >> chiese mio fratello.
<< Sto meglio >> risposi sorridendogli.
<< Non piangere per quella, lo sai com’è! È solo gelosia! Sa che non potrà mai avere Derek >> disse mio fratello, e aveva pienamente ragione.
<< Che c’entro io? >> chiese Derek, non capendo.
<< Lei vuole tutto ciò che è mio. Mio padre una volta riuscì a comprarmi per Natale una bambola che era in edizione limitata e quando lei scoprì che non poteva averla e che potevo averla solo io, la ruppe >>spiegai, sperando che comprendesse.
<< Oh. Beh, almeno non può rompermi >> rispose, ancora incredulo.
<< No, ma può farmi impazzire facendo come ha fatto prima >>
<< Sai, occhiolini, sguardi languidi, toccatine qua e là >> continuò a spiegare mio fratello.
<< Sì, ho capito. Non attirerà la mia attenzione, starò con te >> rispose il mio lupo guardandomi come solo lui sapeva fare.
<< Hope, se non vuoi venire fa nulla >> mi disse mio fratello.
<< Non ti lascio da solo con lei. Dove andiamo? >>
<< Ho pensato al bowling, e poi magari andiamo a mangiare qualcosa. Vi va? >>
Io annuii e anche Derek lo fece dopo aver visto la mia risposta. << Vengono Scott, Lydia e gli altri. Hope tu vai a toglierti quel trucco e non metterne altro! >> continuò Stiles.
<< Perché? >> chiesi.
<< Stai bene anche senza. So che Derek prima ha avuto una reazione che potrebbe far pensare il contrario, ma è così. Vero Derek? >>
L’Alpha alzò gli occhi al cielo, mentre io trattenevo una risata.
<< Oh, dai! Ti stava quasi per uscire dai pantaloni, ammettilo! >> continuò mio fratello, provocando ancora di più il lupo che lo guardò serio.
<< Corri, Stiles >>
<< Come? >>
<< Ho detto corri >>
<< Oh, dai, io .. Oddio! >> mio fratello cominciò a correre non appena Derek si alzò in piedi.
<< Non fargli male! >> urlai rivolta al lupo. Mi misi a ridere vedendo Derek rincorrerlo, e poi sentii solo rumori vari e poi un rumore più forte ed un << Ahia! >> di mio fratello. Seppi solo dopo che Derek lo aveva rincorso lungo le scale fino in cucina dove gli aveva fatto sbattere la testa contro il muro. Quando finii di sistemarmi scesi da loro e in quello stesso istante arrivò mio padre che ci raggiunse con una faccia sconsolata.
<< Ragazzi, scusate. Mi hanno chiamato quando sono atterrate a Beacon Hills, anche io pensavo arrivassero domani >> disse, e poi si rivolse a me << Stai bene? >>
Gli sorrisi << Sì. Tranquillo >>
<< Davvero dovete uscirci? >>
<< Purtroppo, ma abbiamo chiamato i rinforzi >> rispose Stiles.
<< Capisco. Derek, come ti sono sembrate? >> chiese all’Alpha che non sapeva come rispondere.
<< Ehm, beh .. >>
<< Sinceramente >>
<< Terribili >> confessò il lupo, facendo sorridere mio padre.
<< Già, lo sono davvero. Tuo zio è arrivato? >>
<< No, vado a prenderlo dopo dall’aeroporto >> mentì Derek.
<< Ok. Beh, allora buon divertimento. Cercate di non, ehm .. >>
<< Farla a pezzi? >> continuò mio fratello.
<< Sì, più o meno. A domani >> ci salutò, e noi uscimmo di casa, pronti ad affrontare Beth, o quasi. Decidemmo di prendere solo la jeep di Stiles sebbene saremmo stati in sei, visto che dovevamo passare a prendere anche Lydia e Scott, che ovviamente sapevano cos’era successo grazie alla bocca larga di mio fratello. Lydia entrò in macchina dicendo << Io odio quella stronza! >> e Scott invece << Ma dobbiamo proprio andarla a prendere?! >>. Entrambi conoscevano zia Marge e Beth perché erano stati presenti ai nostri compleanni e quando capitava che Beth era con noi, io e Stiles chiamavamo sempre i rinforzi per affrontarla meglio, ma lei non si faceva scrupoli con nessuno. Quando arrivammo all’hotel io mi sedetti sopra le gambe di Derek e Lydia si sedette di fianco a noi, mentre Scott scese dalla macchina in modo da far salire la strega, che si era cambiata mettendosi sempre tacchi vertiginosi, jeans stretti e magliettina quasi inesistente, nonostante non fosse un figurino. << Ciao Scott! >> lo salutò, abbracciandolo. << Ciao Beth. Prego entra >> rispose lui, facendola passare. Lei sorrise rivolta verso Derek, con un sorriso alquanto malizioso, nonostante io fossi sulle sue gambe! << Ciao Lydia >> salutò, mettendosi di fianco a lei. Sia io che mio fratello notammo che oltre alla borsa, aveva un borsone. << Come mai il borsone? >> chiese Stiles, mentre Scott si metteva di fianco a lui.
<< Oh, mia madre ha detto di dormire da voi così non la sveglio >> Entrambi spalancammo gli occhi, e anche gli altri non ebbero una bella reazione. << Dormo in camera tua, Hope >> continuò lei, senza chiedere.
<< In camera mia dorme anche Kopa >>
<< Ok, Beth tu dormi in camera mia. Io posso dormire sul divano >> rispose mio fratello, guardandomi dallo specchietto retrovisore.
<< Tu dormi con me in camera >> gli dissi, visto che non volevo che passasse la notte sul divano a causa di Beth. Derek strinse i pugni, sicuramente non era contento del fatto che quella notte non saremmo potuti stare insieme.
<< Basta che quel cane non si avvicini. Comunque, dove andiamo? >> chiese la strega.
<< Bowling e fast food >> rispose Stiles accendendo l’auto. << Ci raggiungeranno altri nostri amici >>
<< Oh, bene. Lydia! Che bella gonna! >> disse poi, facendo accigliare sia Lydia che me. Beth era capace di fare un complimento sincero?!
<< Davvero? Cioè, grazie >> rispose lei.
<< Anche io ne avevo una così! L’anno scorso andava molto di moda >> ed ecco spiegato il motivo del complimento. Voleva far sentire Lydia fuori moda, cosa che lei odiava.
<< A ma piace quella gonna! >> dissi, mentre Lydia mi sorrideva.
<< Beh, non che tu sia vestita meglio … >> continuò mia cugina, cominciando a farmi innervosire. Derek lo notò e mi strinse subito la mano. Nessuno parlò più fino a quando non arrivammo al bowling, dove Erica, Isaac e Boyd ci stavano già aspettando. Ci salutammo tutti e mio fratello presentò nostra cugina che ovviamente non perse occasione di fare sorrisetti anche ad Isaac e Boyd, facendo innervosire Erica, che poco dopo mi sussurrò << Ti prego, posso azzannarla? >> facendo sorridere sia me che l’Alpha. Con quei tacchi Beth era molto  più alta di me ed arrivava perfettamente al viso di Derek infatti prima di entrare gli si parò davanti, sebbene lui fosse mano nella mano con me. << Derek! Mi sono dimenticata di salutarti >> disse, avvicinando il suo viso a quello del lupo per baciargli la guancia. Derek si voltò e lei poté arrivare solo vicino al suo orecchio, mentre Derek poi fece un passo indietro << Sì, ciao >> disse, superandolo ed entrando. Dio, quanto lo amai in quel momento e quanto odiai quella strega! Tutti prendemmo le scarpe per giocare e finalmente Beth si tolse quei tacchi per tornare sulla terra e ad essere alta poco più di me, mentre Stiles annunciò che ci saremmo dovuti dividere in due squadre. << Io voglio stare con Derek! >> annunciò Beth, prendendo il braccio di Derek che avevo lasciato distante da me solo per un attimo. Vidi l’Alpha alzare gli occhi al cielo e liberarsi dalla presa mentre io mi avvicinavo a loro << Anche io sto con voi >> Beth sbuffò, mentre Derek mi cinse le spalle con un braccio. << Vengo anche io con voi >>  annunciò Lydia che poi fu seguita da Stiles.
<< Bene, noi cinque contro voi quattro. Va bene? >> chiese rivolto verso Scott e gli altri, che annuirono. Loro erano tutti lupi, e sicuramente grazie ai loro super sensi potevano giocare meglio di noi. << Chi perde paga per tutti! Cominciamo! >> annunciò mio fratello.
<< Da quanto non giochi a bowling? >> chiesi a Derek, sedendomi accanto a lui.
<< Da un bel po’ >> rispose il lupo. La scena a cui assistemmo dopo ci fece sorridere, visto che Lydia corse verso Derek per sedersi accanto a lui, impedendo così a Beth di farlo, ma lei non si perse d’animo e prese una palla, voltandosi poi di nuovo verso l’Alpha.
<< Derek, mi aiuti? Non ricordo bene come si fa >>
<< Non gioco da anni, neanche io mi ricordo >> rispose lui, restando seduto.
<< Se vuoi ti aiuto io >> disse mio fratello ma lei sbuffò e lanciò la palla, ovviamente senza prendere neanche un birillo.
Subito dopo di lei Lydia fece strike, mentre io presi quasi tutti i birilli ma senza fargli cadere tutti. Stiles ne fece cadere la metà, e invece Derek fece strike, lasciandoci tutti sorpresi. << Meno male che non giocavi da anni >> gli dissi mentre lui tornava a sedersi accanto a me << Bravo! >>
<< Grazie >> mi baciò le labbra, poi sussurrandomi << Poteri da lupo >>
Beth continuò a non prendere quasi mai neanche un birillo, sembrava più impegnata a fare una sfilata quando camminava verso la pista e quando si piegava per far vedere il suo fondoschiena a Derek. A causa sua, perdemmo, visto che l’altra squadra di lupi non faceva altro che fare strike. Ma comunque ci divertimmo lo stesso, soprattutto grazie a Stiles e alle sue mosse strane. Quando finimmo andammo a riprendere le scarpe e ci dirigemmo di nuovo alle auto, per poi andare al fast food non molto lontano da casa mia. Noi, la squadra perdente, avremmo dovuto pagare per tutti ma quando entrammo Derek annunciò << Pago io >>
<< No, Derek! >> risposi, ma lui mi zittì.
<< Vai a sederti >> mi baciò la fronte.
<< Paghi anche per me? Come sei dolce! >> disse Beth, accarezzandoli il braccio mentre lui si scostava ancora una volta.
<< Stiles, dammi una mano >> ordinò il lupo e mio fratello obbedì, chiamando anche Scott. Noi altri unimmo due tavoli e ci sedemmo, anche Isaac mi sussurrò << Ma come fate a sopportarla? >>
Io alzai le spalle << Non lo so >> risposi sorridendogli. Poco dopo Derek, Stiles e Scott tornarono con panini e bibite e tutti cominciammo a mangiare. Beth ovviamente si era seduta di fronte a Derek ed accanto a Boyd, poteva avere tutto ciò che voleva insomma.
<< Isaac, dove passi il Natale? >> chiese Scott, preoccupato del fatto che Isaac fosse senza famiglia.
<< Boyd mi ha invitato da lui >> rispose il Beta, sorridendo a Scott.
<< Altrimenti potevi venire da noi >> disse mio fratello, mentre trangugiava il suo maxi cheeseburger.
<< Comunque dobbiamo vederci per i regali! >> annunciai io.
<< Già! Hope ti ho preso una cosa che ti farà impazzire! >> mi disse Erica.
<< I miei regali saranno i più belli! >> disse mio fratello.
<< Ma davvero? >> chiesi.
<< Vedremo, lo sapete che sono imbattibile in certe cose >> disse Lydia.
Continuammo a parlare di Natale e dei regali, finché notai che Derek aveva preso il cellulare e stava scrivendo un sms, che poi mi fece leggere “ Tua cugina mi sta accarezzando le gambe con il suo piede! “ io guardai Beth mentre sentivo il mio viso farsi più caldo dalla rabbia. Lei mi sorrideva. << Baciami >> sussurrai a Derek, che non se lo fece ripetere due volte. Mi cinse le spalle con il braccio e mi avvicinò a sé, baciandomi con più passione e facendo incontrare le nostre lingue. Io risposi a dovere, accarezzando i capelli del mio Alpha e sorridendo mentre riprendevo fiato.
<< Oh, Hope ti prego! Ci sono io qui! >> disse mio fratello, mentre allontanavo le mie labbra da Derek. Beth mi stava guardando come se volesse mangiarmi. Mi sentii un po’ meglio, visto che a quanto pare finì di fare il piedino al mio ragazzo.
Quando finimmo di mangiare ci salutammo tutti e ci demmo appuntamento per il Natale. Accompagnammo prima Lydia a casa e poi Scott, che avremmo visto poi a pranzo. Arrivati a casa fummo subito accolti da Kopa che ci venne incontro felice, mentre Beth si spostava come disgustata. << Beh, a domani Derek >> lo salutò Stiles << Io vado di sopra, altrimenti voi due restate in bagno per ore! >> si rivolse anche a me, ma sapevo benissimo che il messaggio era per Beth.
<< Ciao Stiles >> rispose Derek.
<< A domani, Derek >> disse Beth, avvicinandosi di nuovo al mio lupo come se volesse baciarlo. Lui si scostò, non permettendoglielo << A domani Beth >>
<< Verrai presto? Non vedo l’ora! >>
<< Non lo so. Ci lasci un po’ soli? >> chiese l’Alpha, facendo accigliare Beth.
<< Certo. Buonanotte >> rispose lei, cominciando a salire le scale.
Mi misi di fronte a Derek e lui mi strinse a sè mettendomi le braccia intorno alla vita.
<< Mi spiace per stanotte >> dissi.
<< Non fa niente. Tanto sarei comunque dovuto tornare a casa per mio zio e i regali >>
<< Regali? Al plurale? >>
Lui alzò le spalle << Ne ho presi un po’, ma non sono tutti per te >>
<< Mannaggia! >> risposi, facendolo sorridere. << Mi mancherai >>
<< Anche tu. Spero che tuo fratello non russi >>
<< Un po’ russa, ma non fa nulla >>
<< Buonanotte allora, cerca di resistere >>
<< Lo farò, buonanotte >> mi alzai sulle punte dei piedi e baciai il mio bellissimo Alpha che continuava a stringermi a sé, mentre io sentivo qualcosa, nelle sue parti basse, spingere contro il mio corpo. Lui mi sorrise, quasi imbarazzato, e io lo baciai ancora, per poi lasciarlo andare. Sospirai chiudendo la porta e salii anche io insieme a Kopa. Quando fui nel letto con mio fratello, lui mi abbracciò.
<< Era tanto che non dormivamo insieme >> disse lui.
<< Già, ma non buttarmi giù dal letto! Domattina devo alzarmi presto per cucinare e preparare >>
<< Farò il possibile. Comunque è andato bene, no? Cioè, poteva andare peggio >>
<< Già, poteva andare peggio >>
<< Manca poco, ce la faremo >>
<< Lo so >> strinsi mio fratello << Buonanotte >>
<< Notte notte >>
Nonostante il russare di mio fratello, riuscii a dormire un bel po’ e mi svegliai grazie alla sveglia del cellulare. Mi alzai mentre mio fratello mugugnava qualcosa del tipo << Dopo ti do una mano >> e uscii dalla stanza seguita da Kopa, scendendo le scale verso la cucina. Beth e mio padre dormivano ancora e io notai un sms di Derek “ Chiamami appena ti svegli “ e così feci.
<< Buongiorno >> mi rispose il  lupo, con voce assonnata.
<< Ti ho svegliato? >> chiesi dispiaciuta.
<< Tranquilla. Sei riuscita a dormire ho visto >>
<< Come visto? Sei rimasto a guardare? >>
<< E a sentire. Solo un po’, finchè non ti sei addormentata >> confessò il lupo << Vuoi che venga a darti una mano? >>
<< No, voglio che dormi. Ci vediamo a pranzo >>
<< Tutto ok? >>
<< Sì, sto bene. Dormi >>
<< Va bene. A dopo, ah, e buona Vigilia >>
<< Buona Vigilia, a dopo >> chiusi la chiamata e cominciai a preparare tutto, non vedendo l’ora che Derek tornasse da me e sperando di passare un Natale tranquillo e bellissimo.







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Ciao a tutti! **
Chiedo umilmente scusa per il ritardo, questi giorni sono stata malissimo come mai in vita mia e sono stata solo al letto :( Ora sto un pò meglio e prima di rimettermi a studiare ho scritto il capitolo! Spero davvero che vi piaccia, giuro che nel prossimo arriva il Natale ahahah magari vi sto annoiando! Comunque dopo il Natale non dovrebbe mancare moltissimo alla fine ( magari 10 capitoli, non so ) :)
Vi ringrazio ancora per le recensioni, siete gentilissimi e meravigliosi! A presto <3

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Capitolo 37
*** Christmas ***


Christmas

 

POV Derek
 
Sebbene l’intento di Beth era quello di farsi notare da me e di avere la mia attenzione, tutti i suoi atteggiamenti e le sue parole non fecero altro che innervosirmi fin dal primo momento, quando aveva annunciato che avrebbe dormito da Hope, impedendomi quindi passare la notte insieme a lei. In macchina aveva anche criticato il modo di vestire di Hope e Lydia, per poi scendere e fare sorrisi strani a Boyd, provocando l’ira e la gelosia di Erica. Forse se avesse saputo che la ragazza di Boyd era una lupa si sarebbe comportata diversamente, ma ovviamente non poteva saperlo. Nonostante continuasse a fare sorrisi e occhiate a Boyd, prima di entrare nella sala da bowling si era parata davanti a me e mi stava quasi per baciare la guancia, o angolo della bocca, se io non mi fossi spostato e non l’avessi fatta arrivare solo vicino al mio orecchio. Quel bacio per me fu più disgustoso che altro, e anche il suo braccio intorno al mio poco dopo non fece altro che aumentare il mio nervoso, soprattutto perché sapevo quanto ad Hope dava fastidio. Non la aiutai quando mentendomi mi disse di non ricordare come si giocava e risi quando Lydia le impedì di sedersi accanto a me, da brava amica di Hope. Comunque, durante la partita riuscii a divertirmi anche se poi perdemmo a causa di Beth, che ovviamente non smise di farmi occhiatine strane mentre io non lasciavo Hope neanche per un attimo, sperando che almeno con la sua presenza le sue attenzioni assurde finissero. Ovviamente non fu così perché mentre tutti mangiavamo seduti al fast food e mentre chiacchieravamo del Natale e dei regali, la cugina di Hope cominciò a toccarmi con il piede sotto il tavolo. Inizialmente feci finta di nulla, guardandola corrugando le sopracciglia mentre lei mi sorrideva e mi faceva venir voglia di ringhiarle contro ma più io spostavo le gambe, più lei continuava. Decidi di dirlo ad Hope il cui cuore cominciò a battere forte dalla rabbia e che decise di rispondere alla provocazione baciandomi e accarezzandomi mentre io la stringevo a me, non curante del fatto che non fossimo soli. Stiles ci interruppe ma finalmente Beth aveva smesso di toccarmi, lasciandomi in pace fino all’arrivo a casa di Hope. Stiles mi salutò correndo in bagno, mentre Beth venne di nuovo verso di me.
<< A domani, Derek >> mi salutò, avvicinandosi di nuovo a me come se volesse provare di nuovo a baciarmi. Per un attimo pensai di voler affondare le mie zanne nella sua gola, ma mi limitai a scostarmi e a replicare freddamente al saluto.
<< Verrai presto? Non vedo l’ora! >> chiese lei, sorridendomi e facendo finta che Hope non fosse lì.
<< Non lo so. Ci lasci un po’ soli? >> chiesi io, vedendola accigliarsi.
<< Certo. Buonanotte >> rispose lei, cominciando a salire le scale, finalmente!
Hope si mise di fronte a me e io la strinsi, mettendo le mie braccia intorno alla sua vita.
<< Mi spiace per stanotte >> disse lei.
<< Non fa niente. Tanto sarei comunque dovuto tornare a casa per mio zio e i regali >>
Spalancò gli occhi, sorridendo.<< Regali? Al plurale? >>
Alzai le spalle << Ne ho presi un po’, ma non sono tutti per te >>
<< Mannaggia! Mi mancherai >>
Lei mi sarebbe mancata di più, molto di più. << Anche tu. Spero che tuo fratello non russi >>
<< Un po’ russa, ma non fa nulla >>
<< Buonanotte allora, cerca di resistere >>
<< Lo farò, buonanotte >> si alzò sulle punte dei piedi e mi baciò, mentre entrambi sentivamo quanto il mio corpo desiderava il suo, quanto io desiderassi lei. Sorrisi imbarazzato e lei mi baciò ancora, per poi lasciarmi andare. Decisi di restare ancora un po’ lì vicino, arrampicandomi su di un albero che mi permetteva di intravedere la stanza di Hope. La sentii andare in bagno e poi in camera, dove Stiles la stava già aspettando e dove i due gemelli chiacchierarono un po’ per poi abbracciarsi mentre si davano la buonanotte. Il primo ad addormentarsi fu Stiles e poco dopo anche Hope crollò, così potei scendere e andare verso il mio loft. Guardare i due fratelli dormire insieme mi ricordò di quando, soprattutto da piccoli, io e Laura lo facevamo, di quanto mi mancava avere una sorella che mi stringesse e mi augurasse la buonanotte. Sapevo che non avrei mai potuto rivivere a pieno quella sensazione, almeno non da fratello, eppure dormire con Hope mi ricordava spesso quelle notti passate con Laura a stringerci e a raccontarci tutto, mentre dormire da solo mi ricordava soltanto le notti dopo la sua morte, quando mi sentii solo come mai in vita mia. Prima di dormire mandai un sms ad Hope chiedendole di chiamarmi non appena si svegliasse e così fece, chiamandomi la mattina presto.
<< Buongiorno >> risposi al telefono, ancora sdraiato sul letto e ancora assonnato.
<< Ti ho svegliato? >> chiese dispiaciuta.
<< Tranquilla. Sei riuscita a dormire ho visto >>
<< Come visto? Sei rimasto a guardare? >>
<< E a sentire. Solo un po’, finchè non ti sei addormentata. Vuoi che venga a darti una mano? >> chiesi, visto che sapevo che doveva organizzare tutto per la cena.
<< No, voglio che dormi. Ci vediamo a pranzo >>
<< Tutto ok? >> chiesi, sperando che Beth non l’avesse infastidita.
<< Sì, sto bene. Dormi >>
<< Va bene. A dopo, ah, e buona Vigilia >>
<< Buona Vigilia, a dopo >> 
Mi riaddormentai poco dopo, svegliandomi poi a causa del sole che entrava dalla finestra e colpiva in pieno il mio viso. Era quasi ora di pranzo e decisi di chiamare mio zio prima di andare da Hope.
<< Buona Vigilia! >> mi rispose lui, con voce allegra.
<< Buona Vigilia. Senti, io vado a pranzo da Hope e poi vengo a prenderti prima di cena, va bene? >>
<< Ok! Tutto apposto? >>
<< Sì, ma avremo davvero a che fare con due streghe >> risposi, cercando di prepararlo.
<< Le hai conosciute? Come sono? >>
<< Due persone terribili >>
<< Magari poi mi racconti meglio >>
<< Come vuoi. A dopo all … >> stavo per terminare la frase e salutarlo, ma lui mi interruppe.
<< Senti, qui a casa ho trovato una cosa che forse potrei regalare ad Hope, sai, per ringraziarla .. >>
<< Che cosa? >> chiesi, non capendo cosa potesse trovare in una casa a pezzi.
<< Te lo faccio vedere dopo >>
<< Va bene. A dopo >>
<< A dopo Derek >> mi salutò. Mi preparai il più in fretta che potei e mi diressi a casa di Hope, parcheggiando l’auto lì vicino e notando che suo padre era ancora in casa, così come Beth. Quando suonai il campanello sentivo già il profumo di cibo delizioso e di altri aromi che mi fecero brontolare lo stomaco, visto che non avevo fatto colazione. Hope mi aprì la porta e vederla con addosso il grembiule tutto sporco mi fece sorridere, mentre lei metteva le braccia intorno al mio collo, cercando di non sporcarmi la maglietta.
<< Buona Vigilia >> mi sussurrò, baciandomi le labbra.
 
 
POV Hope

Dopo la telefonata a Derek andai in bagno e sapendo che sarei stata impegnata fino al tardo pomeriggio coi preparativi decidi di indossare una maglietta e i pantaloni della tuta, e una volta in cucina il mio amato grembiule rosso a pois bianchi. Feci prima una piccola colazione e feci mangiare Kopa, così mentre finiva potei cominciare a preparare i panini per il pranzo. Dopo aver portato il mio dalmata a fare una passeggiata tornai a casa e finii con i panini per il pranzo, potendo poi cominciare a preparare per la cena. Il primo a svegliarsi, verso le undici del mattino, fu mio padre.
<< Grandi preparativi? >> mi chiese, entrando in cucina e baciandomi i capelli.
Alzai le spalle << Siamo tanti quest’anno. Buona Vigilia >>
<< Anche a te. Vuoi una mano? >>
<< Per ora no, ma non sporcare niente facendo colazione! >>
<< Agli ordini! Com’è andata ieri? >> i miei occhi gli dettero la risposta << Capisco, è stata come sempre? >>
<< Come sempre, e ci ha anche provato spudoratamente con Derek >>
<< Oh. Cos’ha fatto? >>
Stavo per cominciare a dirgli che innanzitutto aveva impedito a me e a Derek di dormire insieme, ma poi mi resi conto che stavo parlando con mio padre. << Sai che ha dormito qui? >>
Lui spalancò gli occhi << Qui? Dove? >>
<< In camera di Stiles. Lui ha dormito con me e Kopa >>
<< Ah, no, non lo sapevo >>
<< Ecco. Poi ha sempre cercato un contatto con Derek, e gli ha fatto il piedino! >> questa volta mio padre rise << Non c’è niente da ridere! >> lo rimproverai.
<< No, hai ragione. Solo che mi ha ricordato tua zia, incredibile come si assomiglino >>
<< Cosa? Perché? >>
<< Sai, i primi tempi che uscivo con tua madre tua zia non faceva altro che provarci con me e cercava di attirare la mia attenzione in tutti i modi possibili, ma poi capì che per me esisteva solo sua sorella e mi lasciò perdere >>
<< Oh, Dio >>
<< Lo so. Vedrai che passerà, e comunque sono solo due giorni >>
<< Speriamo bene >> risposi, mentre continuavo a preparare la pasta per la sera.
Mio padre mi aiutò un po’ e poi andò in bagno a prepararsi perché sarebbe comunque dovuto andare in centrale fino al pomeriggio, e verso l’ora di pranzo sentii il campanello e finalmente potei rivedere il mio Alpha, sorridente e divertito dal mio grembiule tutto sporco. Lo strinsi a me, cercando di non sporcarlo, e baciandogli le labbra gli augurai ancora una volta una buona Vigilia, e lui mi baciò ancora.
<< Tutto bene? >> mi chiese poi.
<< Beth dorme ancora, quindi sì! >> risposi, e in quell’istante sentimmo un urlo di terrore provenire dalla stanza di Stiles, seguito poi da un grido di mia cugina.
<< Stiles, sei un deficiente! >> e poi vedemmo Stiles, ancora in pigiama e con i capelli scompigliati, all’inizio delle scale, che ci guardava spaventato.
<< Che hai fatto? >> chiesi.
<< Che ho fatto!? Io?! Lei! >> cominciò a scendere le scale e arrivò vicino a noi << Oh, ciao Derek! >>
Derek rispose con un piccolo cenno, aveva le sopracciglia alzate non capendo cosa stesse succedendo. << Allora? >> chiesi ancora.
<< Sono andato in camera per prendere i vestiti e mi sono avvicinato al comodino vicino al letto per prendere le mutande e ho visto Beth! Senza trucco! Spettinata! Hope, non puoi neanche immaginare il suo aspetto, credo che sarà presente nei miei peggiori incubi! >> mi spiegò mio fratello, facendomi ridere mentre anche Derek tratteneva una risata.
<< Stiles! Perché diavolo hai urlato? >> chiese mio padre, mentre scendeva le scale in divisa. << Ciao Derek >>
<< Salve >> lo salutò il lupo, mentre Stiles cominciava a gesticolare e a spiegare cos’era successo anche a mio padre, che tentava di non ridere.
<< Cercate di trattarla bene, io ora devo andare. Ci vediamo nel pomeriggio >> dopo essere andato in cucina per prendere un panino, ci salutò ed uscì.
<< Io vado in bagno prima che ci entri lei! >> esclamò mio fratello, risalendo le scale.
Derek mi seguì in cucina, dove ammirò tutto quello che stavo preparando e tutto il macello che c’era in giro e che avrei dovuto ripulire una volta finito. Pochi minuti dopo Stiles tornò da noi per avvisarci che stava andando a prendere Scott e che tornava subito.
<< Hai dormito bene? >> chiesi a Derek.
<< Non come con te >> mi rispose, accarezzandomi la schiena a facendomi rabbrividire per il suo tocco. Mi girai verso di lui, buttandomi letteralmente sulle sue labbra e baciandolo come potevo baciarlo solo quando eravamo soli, ed in quel momento lo eravamo.
<< Sai, Stiles tornerà fra un po’ .. >> dissi, mentre lui mi sorrideva.
<< Già >> fu la sua risposta mentre con entrambe le mani mi prendeva per i fianchi e mi poggiava sul poco spazio libero rimasto sul tavolo della cucina. Cominciò a baciarmi il collo e io misi entrambe le mani sotto la sua maglietta, accarezzando i perfetti addominali del mio Alpha mentre lui mi stringeva sempre di più a sé. Lo strinsi anche io, tornando sulle sue labbra più desiderosa che mai. Avrei tanto voluto che su quel tavolo non ci fosse nulla così avremmo potuto tranquillamente sdraiarci, e avrei tanto voluto non sentire il rumore di tacchi che scendevano le scale e che fecero sbuffare entrambi. << Non siamo soli >> affermai, mentre Derek annuiva scocciato e mi faceva scendere dal tavolo, baciandomi un’ultima volta.
<< Ciao Derek! >> salutò Beth appena entrata in cucina, e non mi aspettai un saluto anche per me. L’Alpha non rispose, facendo un piccolo cenno col capo. << Come mai sei sporco di farina? >> sia io che Derek abbassammo lo sguardo sulla sua maglietta, sporca a causa del mio grembiule.
<< Ho aiutato Hope >> rispose pronto il lupo.
<< Vuoi vedere un film di là? Tanto Hope può fare da sola! >>
<< No, preferisco aiutarla >> rispose ancora il mio lupo, facendomi sorridere.
<< Potresti aiutarmi anche tu >> provai a dirle.
<< Io non so cucinare >>
<< Nulla ti vieta di imparare >>
<< No, mi metto qui a farmi una manicure >> rispose, prendendo una sedia e estraendo dalla tasca dei suoi jeans stretti una limetta per unghie.
Io e Derek non dicemmo altro e una decina di minuti dopo arrivarono Scott e Stiles, che ci salutarono. << Derek, sei tutto sporco! >> disse Stiles, ridendo.
<< Lo so, grazie >> rispose il lupo, mentre continuava ad aiutarmi.
<< Pranziamo? Ho fatto dei panini >> chiesi a tutti.
<< Solo panini? Io ho fame! >>
<< Non puoi abbuffarti a pranzo con tutto quello che c’è per stasera! >>
<< Vaaaa bene, ma penso che oggi pomeriggio ruberò qualcosa di buono! >> esclamò mio fratello, prendendo uno dei panini e dirigendosi in salotto. Pranzammo lì, davanti alla tv mentre Beth ovviamente si era seduta accanto a Derek sul divano, cercando di attirare in mille modi la sua attenzione senza però avere successo. Dopo mangiato anche Scott e Stiles mi dettero una mano con i preparativi e chiesi loro di prendere dalla cantina il tavolo che ad ogni festa mettevamo in salotto per mangiare, così aiutati da Derek fecero come gli avevo chiesto. Mentre preparavo dei biscotti chiesi a mio fratello la farina e lui prontamente la prese, esclamando << Al volo, Derek! >> e lanciando la farina a Derek che grazie ai suoi istinti la prese subito, solo che la strinse troppo forte e il pacco gli scoppiò fra le mani, riempiendolo di farina e sporcando anche il pavimento. Tutti scoppiammo a ridere, eccetto Derek, che aveva lo sguardo fisso verso il pacco frantumato fra la sue mani ormai bianche. << Oh, scusa >> disse Stiles, ridendo ancora.
Derek alzò lo sguardo serio e omicida verso mio fratello che smise subito di ridere, capendo cosa stava per succedere. << No, dai, non l’ho fatto apposta! Sei tu che l’hai .. perché continui a guardarmi così? Hope, digli qualcosa! >>
Io continuavo a ridere, mentre Derek poggiava il pacco di farina sul tavolo.
<< Derek, che vuoi fare? Oh, devo correre, vero? >>
<< No, resta lì, così posso prenderti subito! >> ma Stiles ovviamente non resto lì fermo, cominciando a correre verso il corridoio e le scale, seguito da Derek che ovviamente lo raggiunse. Io, Beth e Scott sentimmo un ennesimo rumore e un << Ahia! >> di Stiles, ovviamente. Derek tornò in cucina, come soddisfatto << Devo pulire il pavimento >> annunciò e io ancora ridendo gli dissi dove poteva trovare quello che occorreva, mentre mio fratello tornava in cucina con la mano sulla testa.
<< Devi addomesticarlo >> disse poi.
<< E tu non devi stuzzicarlo. Aiutalo a pulire >>
Fino a tardo pomeriggio tutti, eccetto Beth, preparammo la cena e infine la tavola, e finalmente era tutto pronto per il Natale.
<< Io devo andare a cambiarmi >> disse Derek, prendendomi per i fianchi, non curante dello sguardo di Beth su di noi.
<< Direi proprio di sì >> risposi << Anche io devo cambiarmi! >>
Derek corrugò la fronte << Sì? >>
<< Già! Ho preso un bel vestito. Vai a prendere tuo zio? >>
Annuì << Sì, e i regali >>
<< Non vedo l’ora di darti il mio! In privato, però >>
Il lupo inclinò la testa di lato, non capendo.
<< Non farti strane idee, non farò uno spogliarello! >> rise alle mie parole << E’ solo che voglio dartelo quando saremo soli >>
<< Allora anche io farò lo stesso >>
Gli sorrisi, baciandolo << Allora a dopo, non fare tardi! >>
<< Farò il prima possibile. Ci vediamo >> mi salutò il lupo, senza degnare di uno sguardo mia cugina che mi guardò male e che sbuffò. Decisi di non darle importanza e detti un ultimo sguardo al salotto e alla tavola, notando che tutto era perfetto. Andai in camera a presi tutti i regali che avevo preso, posizionandoli poi sotto l’albero. Decisi poi di farmi una doccia e sentii mio padre tornare insieme a mia zia, che andai a salutare quando uscii dal bagno, ancora in asciugamano.
<< Ciao Hope! >> mi abbracciò lei << Oh, piccola, ma questi capelli sono tutti messi male! >> disse poi, toccandoli ancora bagnati.
<< Sì, ehm, cercherò di rimediare >>
<< Tutto bene con i preparativi? >> mi chiese mio padre.
<< Sì. Scott è con Stiles e a breve arriverà Derek con suo zio >>
<< E’ bello come il nipote? >> chiese mia zia, e io stavo per risponderle che era un bell’uomo ma mi ricordai che io non dovevo conoscerlo in realtà, così alzai le spalle e dissi che non lo sapevo, tornando in camera mia per sistemarmi. Cercai di sistemare al meglio i miei capelli per evitare che mia zia mi criticasse ancora e poi mi truccai, limitandomi però a mascara, matita nera e rossetto rosso. Pochi giorni prima, in un pomeriggio di shopping con Lydia, mi ero comprata un vestito rosso, che mi sembrava molto natalizio, senza spalline e con la gonna a palloncino che mi faceva impazzire e lo indossai quella sera, sperando di piacere al mio Alpha. Finii il tutto mettendomi dei tacchi neri e poi mi guardai allo specchio, contenta che le cicatrici non si vedessero quasi per nulla. Quella era la prima volta che indossavo qualcosa di così scoperto dopo l’incidente con i cacciatori …
Quando sentii suonare il campanello cominciai a sentire l’ansia che aumentava dentro di me e sperai con tutto il cuore che la serata andasse bene. Mi guardai ancora una volta allo specchio e poi uscii dalla camera seguita da Kopa a cui avevo messo delle orecchie da renna. Quando arrivai alle scale vidi mio padre aprire la porta e poi il mio Alpha con Peter, entrambi sorridenti e con dei pacchi fra le mani. Scesi le scale il più velocemente che potei e vidi che anche Stiles e Scott erano dietro di me, anche loro si erano cambiati mettendosi della camicie. << E’ un piacere conoscerla >> sentii dire mio padre a Peter, mentre gli dava la mano. Mi misi accanto a lui e restai incantata alla vista di Derek sorridente e bellissimo come sempre, con indosso dei pantaloni scuri, una camicia bianca e una giacca dello stesso colore dei pantaloni, che lo faceva sembrare sempre più bello. Sentii i miei occhi illuminarsi e vidi che anche lui mi sorrise guardandomi, notando un po’ di sorpresa nei suoi occhi. << Ciao Derek >> lo salutai.
<< Ciao Hope. Ti presento mio zio Peter >>
<< Piacere >> dissi, allungando una mano verso Peter che la strinse, stando al gioco.
 << Piacere mio, Hope. Sei bellissima >>
Sentii le mia guancie più calde << Grazie >>
Anche Peter stava molto belle in giacca, camicia e cravatta. Gli Hale erano davvero degli uomini belli. Mio padre ed io facemmo strada a Derek e Peter che si presentò anche a Scott e Stiles, e subito fummo raggiunti da zia Marge e Beth, che si era cambiata mettendosi un vestito blu troppo aderente e troppo corto, ma ormai avevo capito che si vestiva così.
<< Peter, ti presento mia cognata Marge e mia nipote Beth >> disse mio padre, mentre mia zia porgeva la mano a Peter.
<< Ora capisco da chi ha preso suo nipote >> disse lei.
<< Oh, grazie. Ma se posso, Derek ha preso molto da sua madre >> rispose Peter sorridendo. Vidi anche Derek accennare un piccolo sorriso e abbassare lo sguardo, ricordando chissà cosa.
<< Mi piacerebbe conoscerla! >> disse mia zia, non capendo cosa quella sua frase aveva appena provocato. Tutti noi, tranne Peter e Derek, spalancammo gli occhi, mentre Derek abbassò lo sguardo e strinse i pugni. Mi avvicinai a lui, accarezzandogli il braccio, ma lui non alzò la testa. Peter si schiarì la voce, tornando a guardare mia zia << Purtroppo non è possibile. Ehm … >> ancora una volta si schiarì la voce, come se non riuscisse a spiegarle cosa era successo.
<< Marge, la famiglia di Derek e Peter non c’è più. Sai, quell’incendio di tanti anni fa .. >> spiegò mio padre.
<< Oh, sì! Chiedo scusa, non sapevo fosse la vostra famiglia >>
<< Non fa niente >> disse Peter, sospirando << Ho portato del vino! >> annunciò poi, tornando sorridente, sebbene quel sorriso mi sembrasse molto finto.
<< Vieni, vieni >> fece strada mio padre a Peter, che fu seguito da zia Marge e Beth.
<< Derek? Stai bene? >> chiesi al mio Alpha, che finalmente alzò lo sguardo e mi guardò, cercando di sorridermi.
<< Sì. Sei bellissima >>
<< Grazie >> risposi sorridendo, ma ancora preoccupata.
Lui mi baciò la fronte << Mi aiuti a mettere i regali sotto l’albero? >> mi chiese poi.
<< Certo >>
Lo aiutai a sistemare i pacchi che aveva portato e ne notai uno più grande e a quanto pare più pesante degli altri, ma non chiesi nulla. Derek mi disse che andava in camera mia a lasciare la giacca e non lo seguii, mentre vedevo gli altri che si stavano già sedendo a tavola. Una volta che anche Derek scese ci sedemmo tutti e otto: mia zia si era seduta di fronte a Peter e accanto a lei c’era Beth, seduta di fronte a Derek, e poi mio padre e Stiles, seduti di fronte e me e Scott. Ci facemmo gli auguri ed io scoprii gli antipasti che avevamo preparato, mio padre e Peter mi fecero i complimenti al primo assaggio. Stranamente, mia zia e Beth erano talmente concentrate su Derek e Peter che sembrava si fossero dimenticate di me e Stiles e questo ovviamente ci piaceva! Anche mio padre parlò molto con Peter << Sono contento che Derek abbia te >> gli disse durante la prima portata << Peccato che tu abiti lontano >>
<< Beh, in realtà pensavo di trasferirmi qui a Beacon Hills >>
<< Davvero? >> chiesi mia zia felicissima.
<< Posso vedere se ci sono case in giro in vendita >> disse mio padre, e Peter lo ringraziò.
<< La casa accanto al mio loft è in vendita >> disse Derek, rivolto a suo zio.
<< Vuoi che venga a vivere vicino a te? >> chiese Peter, come sorpreso ma felice allo stesso tempo.
Derek alzò le spalle << Perché no? >>
Era bellissimo vedere come loro due stavano diventando sempre più una famiglia unita, sebbene ogni tanto lottavano fra di loro. Tutto stava andando per il verso giusto nonostante le varie occhiate e i sorrisini di mia cugina a Derek e mi sembrava come un sogno, finché ovviamente mia zia, mentre servivo insieme a mio fratello la seconda portata a tutti, non prese a criticarmi. << Hope, ma quel vestito te lo sei comprata tu? >> mi chiese, mentre posavo l’ultimo piatto di carne di fronte a me.
<< Sì, pochi giorni fa >>
<< Oh >> fece una smorfia << Non ti sta bene >>
Di certo non mi aspettavo un complimento, ma comunque quella frase mi fece male. << A ma piaceva >> risposi.
<< No, non ti sta bene. Il rosso non sta bene con i tuoi capelli che sono rossi, ma più scuri. E poi sopra è troppo stretto, sei troppo magra per portarlo. Inoltre, ho notato che hai delle cicatrici, si vedono sulle gambe perché la gonna è troppo corta >> ecco, era appena partito il monologo di mia zia su “ Perché Hope è brutta “. Strinsi i denti, continuando ad ascoltare le sua parole.
<< Secondo me sta bene >> disse mio padre e io gli sorrisi, ma sapevo che quella frase non avrebbe fermato mia zia, né il sorriso maligno di Beth.
<< Tu sei di parte! E poi, piccolina, lo sai che dovresti prendere un po’ di sole. Sei in California, su! O almeno dovresti truccarti di più! Per non parlare dei capelli, ti ho già detto prima che sono messi male! E poi, cara … >> stava continuando, ma in quel momento Derek, che stava bevendo dell’acqua dal bicchiere di vetro rosso natalizio, lo frantumo con la sua stessa mano e tutti lo guardammo, mentre lui nascondeva velocemente la mano sotto al tavolo. Notai che aveva l’altra mano stretta in un pugno e che era tutto teso, probabilmente non gli piaceva vedermi sotto la tirannia di mia zia. << Scusate >> disse poi.
<< Ti sei tagliato? >> chiese mio padre allarmato, mentre io gli avevo già preso la mano, ancora sotto il tavolo, che aveva dei taglietti che stavano già scomparendo. Iniziai a sentire il mio cuore in preda all’agitazione.
<< No, no. Sto bene, devo solo asciugarmi ora >> rispose Derek, alzandosi e nascondendosi i tagli con l’altra mano.
<< Ti accompagno >> dissi, alzandomi anche io e seguendolo lungo le scale fino in bagno, dove mise la mano ancora un po’ rossa e insanguinata sotto l’acqua.
<< Derek! Perché l’hai fatto? >>
<< Non l’ho fatto apposta, non me ne sono neanche accorto >>
<< E’ per mia zia? >> chiesi, mentre vedevo che finalmente i tagli si stavano chiudendo.
<< Ovviamente >>
<< Beh, almeno era il bicchiere e non il suo collo >>
Lo feci sorridere << Già, ma ci è andata vicina >>
<< Tranquillo, sono abituata >>
<< Io no. E odio sentire il tuo cuore pieno di tristezza quando senti le sue parole senza senso e piene di gelosia >>
<< Non fa niente >> dissi, mentre lui si asciugò la mano ormai sana e si mise di fronte a me.
<< Per me sei bellissima >>
<< Appunto, mi basta questo >>
Mi sorrise, baciandomi con delicatezza le labbra per poi seguirmi di nuovo in salotto.
<< Tutto apposto? >> chiese mio padre, mentre Stiles tornava in salotto dopo aver buttato il bicchiere rotto.
<< Sì, niente tagli. Scusate ancora >> rispose Derek sedendosi.
<< Figurati. Sono i bicchieri troppo fragili! >>
Finalmente arrivammo al dolce e non ci furono altri discorsi che fecero innervosire Derek, che mi aiutò a sparecchiare insieme a mio fratello e Scott. Dopo la cena accendemmo la tv e ci mettemmo a giocare a carte, aspettando la mezzanotte per aprire i regali tanto attesi. Mio padre, zia Marge e Peter si misero a vedere la tv e mentre noi altri continuavamo a giocare ( a Monopoli, a causa di Stiles ) ci avvertirono che era arrivata la mezzanotte e tutti ci facemmo gli auguri di Natale, mentre mio fratello si catapultava sui regali. Mio padre ci regalò dei buoni da spendere rispettivamente in libreria e in un negozio di videogames mentre noi gli demmo la sua cravatta di seta da parte di entrambi. Fui felicissima del regalo di mio fratello, un meraviglioso pc nuovo, e di quello di Scott ovvero una stampante nuova e super tecnologica! Anche loro furono contenti dei miei regali e poi passammo a dare a Beth e zia Marge i loro, ovvero una maglietta e un vestito che avevamo comprato qualche giorno prima, mentre noi ovviamente ricevemmo dei calzini rosa e azzurri. Ringraziammo, ma ovviamente quei calzini sarebbero andati in beneficenza il giorno dopo!
<< Tu ci hai preso dei regali?! >> chiese Stiles rivolto a Derek, mentre aveva in mano due pacchi per lui e Scott.
<< Se non li volete, posso portargli indietro >> rispose il lupo alzando le spalle, mentre Scott e mio fratello aprirono i loro regali: due magliette a maniche corte che a quanto pare gradirono. Ringraziarono Derek, sebbene a distanza, e si scusarono di non aver un regalo per lui. << Rimedierò, lo giuro! >> disse Stiles.
<< A me basta che tu chiuda quello bocca >> gli disse Derek.
Vidi Peter avvicinarsi a me con il pacco grande e pesante che avevo notato prima di cena e lo poggiò sul tavolo, dicendomi << Questo è per te >>
<< Oh, grazie! Ma non dovevi … >>
<< Non ho comprato nulla. L’ho trovata a casa nostra >> mi spiegò << Aprila, su >>
Cominciai a scartare il pacco e poi spalancai gli occhi, incredula. Era una vecchia, vecchissima macchina da scrivere, di quelle che di questi tempi costano tantissimo e che sono rarissime da trovare. << Oh, Dio! E’ bellissima! >>
Sentii Derek accanto a me << Era di mio zio Walt, fratello di Peter >>
<< Ma io non posso accettarla! E’ un vostro ricordo >> dissi ad entrambi.
<< No, no! E’ un regalo, anche per ringraziarti. E sai bene che non intendo solo per stasera. E poi, io e Derek non scriviamo mica >> mi disse Peter, facendomi poi l’occhiolino. Era incredibile aver ricevuto una cosa del genere e andai verso lo zio di Derek per abbracciarlo, felice come poche volte  in vita mia. Lui sembrava sorpreso dal mio abbraccio, ma lo ricambiò. Poco dopo, mentre tutti ancora erano alle prese con i regali presi la mano di Derek ed in silenzio lo portai in camera mia, chiudendo la porta dietro di noi.
<< Sei pronto per il tuo regalo? >> chiesi.
<< Pronto >> rispose, sedendosi sul bordo del mio letto mentre io prendevo il suo regalo, nascosto nell’armadio, e glielo porsi, sedendomi accanto a lui.
<< Buon Natale! >>
Lui scartò il regalo e si trovò di fronte ad un libro, un libro con in copertina la nostra foto, una delle pochissime foto che avevamo e che risaliva ad Halloween, che ci aveva fatto mio fratello prima di andare alla festa a scuola: Derek mi stringeva a sé ed entrambi sorridevamo guardandoci negli occhi. La copertina era verde e con la nostra foto al centro, il titolo era in oro ed era “ Derek ed Hope “.
<< Ma che hai fatto? >> mi chiese Derek sorridendo ed aprendo il libro.
<< Ho scritto la nostra storia. Ho raccontato tutto, di come ci siamo conosciuti, di come abbiamo imparato a conoscerci meglio, della radura e della festa di Lydia, della prima uscita, il primo bacio, il ballo, i cacciatori, Deucalion, e poi la nostra prima volta, il tuo loft, tutto! Poi sono andata un po’ oltre, ma devi leggerlo per sapere come finisce. Poi l’ho stampato e fatto fare proprio come un libro! >> spiegai, mentre lui continuava a sfogliarlo << Ti piace? Non sapevo cosa regalarti. Tu puoi avere tutto! E così, sai, ho pensato che ti sarebbe piaciuto però se non ti piace puoi buttarlo, bruciarlo o farlo in mille pezzi! >>
Lui mi fece smettere di parlare con un bacio, mentre mi accarezzava la guancia << Pensi che non mi piaccia? >>
Alzai le spalle, non sapendo come rispondere.
<< E’ la cosa più bella che abbia mai ricevuto. Grazie >> mi disse e io lo abbracciai, felice delle parole che mi aveva appena detto. << Come hai fatto a scrivere tutto? >>
<< Mi sono impegnata >>
<< Ci avrai messo tantissimo >>
<< Mi è piaciuto scrivere su di noi >>
Lui mi sorrise ancora, ed io pensai che stavo passando un momento meraviglioso della mia vita insieme a lui, che mi prese la mano e me la baciò, alzandosi. << Ora tocca al tuo >> disse, andando verso la sua giacca ed estraendo dalla tasca una piccola scatolina. Tornò a sedersi accanto a me e mi porse la scatolina blu ed io già immaginai di cosa potesse trattarsi. << Oh, Dio, Derek. Quanto hai ..? >>
<< Aprila >> mi ordinò.
Obbedii e restai a bocca aperta nel vedere cosa si trovava dentro la scatolina: era una collana, un collana formata da una catenina e da un ciondolo, un lupo che ululava, e mi sembrava tutto in oro bianco. << E’ bellissima >> dissi, non distogliendo lo sguardo dal piccolo lupo e prendendolo per osservarlo meglio.
<< Ti piace? >>
<< Tantissimo! >>
<< Così potrai avermi sempre con te >> mi disse, facendomi emozionare più di quanto io stessa mi aspettassi. << Ehi, perché hai gli occhi lucidi? >> chiese lui, quasi preoccupato.
<< Non lo so! Sei così dolce >>
<< Grazie a te >> rispose, baciandomi la fronte. << Dai, ti aiuto a metterla >> ci alzammo entrambi andando di fronte allo specchio e vidi Derek mettermi la collana che mi calzava a pennello. Pensai che non l’avrei mai più tolta. << Ti sta benissimo >>
Mi girai verso Derek, abbracciandolo. << Grazie >>
<< Ti amo >> mi sussurrò dopo un po’, facendomi avere uno sbalzo al cuore.
<< Anche io, tantissimo >>
Restammo lì  abbracciati per un tempo che per me poteva durare per sempre perché era lì che mi sentivo amata, sicura, protetta, fra le sue forti braccia. Sentimmo entrambi dei passi arrivare fino in camera e poi Scott e Stiles bussarono alla porta << Avanti >> dissi, sciogliendo l’abbraccio.
<< Ehilà! Volete restare qui tutta la notte? Dobbiamo vederci con gli altri! >> ci disse Stiles.
<< Bella collana! >> disse Scott, notandola al mio collo e facendo avvicinare anche mio fratello.
<< Wow! Derek, ne hai di soldi eh? >> mio fratello ricevette un pugno sulla testa per quella frase.
Peter e Derek salutarono mio padre che disse che gli aspettava per il pranzo del giorno dopo e poi salutarono anche mia zia e mia cugina, sebbene in modo più distaccato. Anche io e Stiles salutammo mio padre che ci disse di non far tardi e poi ci dirigemmo verso il loft di Derek dove ci saremmo incontrati tutti. Lydia ed Erica mi fecero i complimenti per la collana e poi tutti ci scambiammo i regali. Lydia mi dette un buono, per me troppo alto di prezzo, sa spendere nel mio negozio preferito di vestiti e fu contenta nel ricevere il braccialetto che tanto desiderava. Ricevetti un film da Isaac ed un libro da Boyd dando loro le magliette da parte mia e di Stiles, mentre Erica mi lasciò stupita quando mi dette il suo regalo: una maglietta rosa con scritta nera sul davanti “Alpha’s Girl” e con sulla schiena la triskele, proprio come il tatuaggio di Derek. Era una maglietta unica!
Passammo un paio d’ore a giocare mentre ormai la stanchezza e il sonno cominciavano ad impadronirsi del mio corpo, così mi sdraiai accanto a Derek sul suo divano, e lui cominciò ad accarezzarmi i capelli. << Dormi, ti porto io a casa >> mi sussurrò.
<< Grazie >> gli risposi, chiudendo gli occhi e sentendomi ancora una volta protetta e felice fra le sue braccia.
Nonostante avessi passato una giornata meravigliosa, quella notte feci un incubo che riguardava me, Derek e Deucalion, sebbene quest’ultimo lo sognai in forma di lupo, non avendolo mai visto. Quello era il tipico sogno premonitore …








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Ciao a tutti! **
Allora inizio col ringraziarvi per le vostre recesensioni, mi fate sempre più felice! ** G R A Z I E !
Spero che questo capitolo sul Natale vi sia piaciuto, ora le cose si complicheranno un pò! Non può andare sempre tutto bene, soprattutto quando ci sono i lupi mannari di mezzo xD Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, anche se vi ha fatto schifo u.u
A presto! <3

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Capitolo 38
*** Request ***


Avvertimento: raiting rosso!

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POV Derek

Durante la cena di Natale avevo avuto modo di conoscere a pieno i caratteri della zia e della cugina di Hope e Stiles: erano davvero terribili e cattive, e potevo paragonarle a Kate e suo padre Gerard, sebbene loro non combattessero, grazie al cielo, visto che ne avevamo già troppi di problemi. Il mio stato d’animo fu messo subito alla prova grazie al fatto che la zia Marge disse di voler conoscere mia madre e lo sceriffo dovette spiegare loro il perché questo era impossibile. Senza volerlo, mi ritrovai a pensare a lei, a quanto avevo imparato da lei e a quanto davvero le assomigliassi, come aveva detto mio zio poco prima. Ma comunque riuscii a calmarmi, in fondo pensare a lei non era una cosa negativa, ma solo dolorosa. La cena stava andando abbastanza bene nonostante le mille domande che le due parenti della famiglia Stilinski stavano facendo a me e soprattutto a mio zio, finché la zia non iniziò a criticare Hope, attaccandola lì, davanti a tutti noi, umiliandola senza alcun rispetto. << No, non ti sta bene. Il rosso non sta bene con i tuoi capelli che sono rossi, ma più scuri. E poi sopra è troppo stretto, sei troppo magra per portarlo. Inoltre, ho notato che hai delle cicatrici, si vedono sulle gambe perché la gonna è troppo corta >> aveva cominciato così, mentre io stringevo i pugni e sentivo il cuore di Hope che accelerava mentre sua zia continuava << E poi, piccolina, lo sai che dovresti prendere un po’ di sole. Sei in California, su! O almeno dovresti truccarti di più! Per non parlare dei capelli, ti ho già detto prima che sono messi male! E poi, cara … >> e avrebbe continuato ancora se non fosse stato per me. Ero talmente nervoso e arrabbiato a causa delle sue parole che non mi ero neanche accorto di quanto stavo stringendo il mio bicchiere di vetro pieno d’acqua e senza volerlo lo frantumai nella mia stessa mano, provocandomi dei piccoli tagli e facendo voltare tutti verso di me. Nascosi la mano sotto al tavolo e Hope la prese subito per esaminarla, mentre suo padre mi chiedeva se mi fossi tagliato. Ovviamente non potevo mostrar loro i tagli altrimenti si sarebbero chiesti il perché guarissi così in fretta, e mi alzai andando verso il bagno seguito da Hope, allarmata e agitata, che mi chiese il perché della mia azione. << Non l’ho fatto apposta, non me ne sono neanche accorto >> spiegai io, mettendo la mano sotto l’acqua e vedendo il sangue scorrere mentre le minuscole ferite scomparivano.
<< E’ per mia zia? >> chiese, guardando anche lei la mia mano che guariva.
<< Ovviamente >>
<< Beh, almeno era il bicchiere e non il suo collo >> scherzò, facendomi sorridere per un attimo.
<< Già, ma ci è andata vicina >>
<< Tranquillo, sono abituata >> con quella frase sicuramente stava tentando di rassicurarmi, ma io non feci altro che sentirmi triste per lei, pensando a chissà quali e quante torture psicologiche aveva subìto durante tutta la sua vita a causa di due persone che fingevano di volerle bene e che invece non facevano altro che umiliarla.
<< Io no. E odio sentire il tuo cuore pieno di tristezza quando senti le sue parole senza senso e piene di gelosia >> risposi, asciugandomi la mano ormai del tutto guarita.
<< Non fa niente >>
<< Per me sei bellissima >> le ripetei, visto che gliel’avevo già detto quando arrivai a casa sua, ma sentii il bisogno di ridirglielo. Quando l’avevo vista in quel vestito il mio cuore aveva sussultato e il mio corpo aveva fremuto dalla voglia di toccare il suo. Nonostante tutto quello che aveva appena sentito da sua zia, quel vestito rosso le stava benissimo e la prova ero io, oltre alla mia ennesima erezione che dovevo contenere.
<< Appunto, mi basta questo >>  mi rispose lei, sorridendomi. La baciai con tutta la delicatezza che potei, altrimenti non saremmo tornati in salotto se non dopo un po’ di tempo. Il resto della cena passò tranquillamente e fui contento nel rivedere Hope serena e le due parenti mute, almeno per quanto riguardava l’argomento Hope. Quando arrivò la mezzanotte, dopo un paio d’ore di giochi dove ovviamente avevo desiderato di avventarmi sul collo di Stiles a causa delle mille battute e frasi a doppio senso, arrivò il momento degli auguri di Natale e dei regali. Quando fu il turno di Beth sembrava volesse farmi gli auguri saltandomi addosso per arrivare alle mie labbra, ma fui abbastanza svelto nel schivarla grazie ai miei istinti e mi limitai a darle la mano e a farle un minuscolo sorriso, e feci lo stesso con sua madre. Hope venne verso di me e mi baciò, senza pensare a tutte le persone, compreso suo padre, intorno a noi. Vidi poi Hope felicissima grazie ai regali di Stiles e Scott ed anche loro furono contenti dei loro, e sorpresi dei miei. In effetti, un po’ sorpreso lo ero anche io, ma lo vedevo più che altro come un modo per ringraziare entrambi, di tutto. Anche Hope rimase sorpresa del regalo di mio zio, una vecchia macchina da scrivere che usava spesso suo fratello, una delle poche cose rimaste intatte in casa nostra, e la vidi sorridere felice ancora una volta, mentre abbracciava mio zio incredulo ma contento di averle fatto un regalo che le era piaciuto tanto. Poco dopo, io e Hope andammo in camera sua per scambiarci i regali.
<< Sei pronto per il tuo regalo? >> chiese lei, mentre io mi sedevo ai bordi del suo letto.
<< Pronto >>. La vidi andare verso il suo armadio e chinarsi per prendere un pacco di piccole dimensioni che poi mi porse, sorridendomi.
<< Buon Natale! >>
Scartai il mio regalo, curioso e non riuscendo ad immaginare cosa potesse essere, e vidi un libro, un libro con una copertina verde e al centro una nostra foto, la foto di Halloween dove entrambi sorridevamo guardandoci. Il titolo invece era dorato: “ Derek e Hope “. Era un libro su di noi. << Ma che hai fatto? >> chiesi, aprendolo e leggendo la prima frase: “ C’era una volta un piccolo principe che viveva in un castello con tutta la sua famiglia formata da altri principi, principesse, re e regine, in felicità ed armonia. “ Il piccolo principe ero io. Aveva cominciato dall’inizio, dal vero inizio.
<< Ho scritto la nostra storia. Ho raccontato tutto, di come ci siamo conosciuti, di come abbiamo imparato a conoscerci meglio, della radura e della festa di Lydia, della prima uscita, il primo bacio, il ballo, i cacciatori, Deucalion, e poi la nostra prima volta, il tuo loft, tutto! Poi sono andata un po’ oltre, ma devi leggerlo per sapere come finisce. Poi l’ho stampato e fatto fare proprio come un libro! >> mi spiegò lei, mentre io continuavo a sfogliarlo e a leggere i vari titoli dei capitoli: il primo incontro, il ballo, i cacciatori … << Ti piace? Non sapevo cosa regalarti. Tu puoi avere tutto! E così, sai, ho pensato che ti sarebbe piaciuto però se non ti piace puoi buttarlo, bruciarlo o farlo in mille pezzi! >> continuò Hope, e dovetti fermarla baciandola e accarezzandole la guancia.
<< Pensi che non mi piaccia? >> lei alzò le spalle << E’ la cosa più bella che abbia mai ricevuto. Grazie >> le dissi, mentre lei mi rivolse un grande sorriso e mi abbracciava << Come hai fatto a scrivere tutto? >> le chiesi, pensando a quanto tempo e quanto impegno ci aveva messo per scriverlo e per farlo diventare un vero libro.
<< Mi sono impegnata >>
<< Ci avrai messo tantissimo >>
<< Mi è piaciuto scrivere su di noi >>
Le sorrisi, non riuscendo a spiegarle a parole quello che mi stava facendo provare in quel momento. Era un regalo fatto col cuore e con l’anima ed io non potevo desiderare altro.
<< Ora tocca al tuo >> annunciai, andando verso la mia giacca e prendendo dalla tasca la piccola scatolina blu. Andai verso di lei sperando che il mio regalo le piacesse, sperando di vederla felice come lo era stata per gli altri regali.
<< Oh, Dio, Derek. Quanto hai ..? >> cominciò a chiedermi lei, sicuramente intuendo cosa ci fosse lì dentro, ma io la bloccai.
<< Aprila >>
Lei obbedii e io vidi il suo viso illuminarsi una volta visto il contenuto della scatolina. << E’ bellissima >> mi disse, non distogliendo lo sguardo dal piccolo lupo in oro bianco che ululava.
<< Ti piace? >>
<< Tantissimo! >> fui contento nel sentire il suo cuore sincero e pieno di felicità.
<< Così potrai avermi sempre con te. Ehi, perché hai gli occhi lucidi? >> chiesi, preoccupato di quella reazione improvvisa.
<< Non lo so! Sei così dolce >>
<< Grazie a te >> risposi, baciandole la fronte. << Dai, ti aiuto a metterla >> ci alzammo entrambi andando di fronte allo specchio di Hope ed io mi misi dietro di lei, mettendole piano la collana intorno al collo e poi guardandola << Ti sta benissimo >>
Hope sorrise guardandoci allo specchio e poi si rivolse di nuovo verso di me, abbracciandomi. << Grazie >>
Era meraviglioso averla fra le braccia e sentire quanto fosse felice, sincera, fedele e sicura. Non l’avrei lasciata mai, non avrei voluto mai farlo. << Ti amo >> sussurrai, mentre entrambi i nostri cuori impazzivano.
<< Anche io, tantissimo >>
Restammo abbracciati per qualche minuto, mentre io assaporavo il suo odore che ormai conoscevo bene e la stringevo a me come per proteggerla finchè non sentimmo dei passi arrivare fino in camera e poi Scott e Stiles bussare alla porta << Avanti >> disse Hope, sciogliendo l’abbraccio.
<< Ehilà! Volete restare qui tutta la notte? Dobbiamo vederci con gli altri! >> ci disse Stiles.
<< Bella collana! >> disse Scott, mentre entrambi si avvicinavo e la guardavano meglio.
<< Wow! Derek, ne hai di soldi eh? >> alzai gli occhi al cielo, rispondendo all’ennesima provocazione di Stiles dandogli una botta in testa.
Dopo essere riusciti a salutare tutti e soprattutto a schivare altri baci da Beth, uscimmo da casa Stilinski per andare al mio loft dove ci saremmo incontrati con gli altri del branco e di nuovo fu il momento di auguri e regali e Hope fu contenta di tutti, ma soprattutto della maglietta con la scritta “Alpha’s Girl” che aveva ricevuto da Erica, maglietta che fece sorridere anche me. Dopo un’oretta di giochi Hope era talmente stanca che mi raggiunse sul divano, sdraiandosi accanto a me mentre io presi ad accarezzarle i capelli. << Dormi, ti porto io a casa >> le sussurrai e lei mi ringraziò, addormentandosi poco dopo. Era molto tardi quando gli altri decisero di tornare alle rispettive case, così presi Hope in braccio sperando di non svegliarla e mi diressi verso la porta, dove Stiles e mio zio mi aspettavano.
<< Domani ti passo a prendere prima di pranzo >> dissi a mio zio, che annuì. Quella notte sarei stato con Hope, finalmente.
<< Sinceramente, come ti sono sembrate? >> chiese Stiles.
<< Terribili come avevate detto >> rispose mio zio, mentre tutti e tre uscivamo dal mio loft e ci salutavamo.
Lo sceriffo dormiva profondamente quando noi arrivammo a casa sua così potei entrare dalla porta e arrivare in camera di Hope attraverso le scale, seguito da Stiles.
<< Vuoi che le metta io il pigiama? >> mi chiese quando poggiai sua sorella sul letto.
Io alzai le spalle << Come vuoi >>
<< Faccio io. Tu puoi, ehm, girarti? >>
Alzai gli occhi al cielo ma mi girai, capendo la sua posizione di fratello e sentendo i vari movimenti che faceva nel svestire e rivestire Hope. << Fatto >>
<< Bene. A domani, allora >> gli dissi, vedendo Hope in pigiama e ancora addormentata.
<< Buonanotte >>
<< ‘Notte >>
Mi tolsi i pantaloni e spostai la coperta, mettendo Hope al caldo e sdraiandomi poi accanto a lei, cingendole il corpo con le braccia e baciandole il collo. Dopo che sentii che anche Stiles si era addormentato potei rilassarmi sul serio e lasciarmi andare al sonno. Riuscii a dormire abbastanza bene, ma il risveglio che avvenne un’oretta dopo non fu piacevole.
<< Derek! >> l’urlo di Hope mi fece svegliare e sussultai, aprendo gli occhi e vedendo Hope con il fiato corto e gli occhi spalancati e terrorizzati, mentre il suo cuore batteva forte. Mi guardai intorno, ma tutto era normale.
<< Hope, cosa c’è? >> le chiesi, continuando a sentire i rumori attorno a noi. Non c’era nulla o nessuno, e Stiles e lo sceriffo dormivano ancora.
Lei voltò il viso verso di me per poi abbracciarmi e stringermi con tutta la forza che aveva. Ricambiai l’abbraccio, continuando a non capire. << Che è successo? >>
<< Ho fatto un incubo terribile >> mi spiegò lei, non smettendo di stringermi.
<< Calmati ora >>
Lei si allontanò da me e riuscii a guardarla negli occhi, ancora spaventati. << C’eri tu! E un lupo che ti faceva del male perché tentavi di proteggermi da lui, lo chiamavi Deucalion! >>
<< Era solo un sogno >>
<< Sembrava vero. Ho avuto paura. Per colpa mia tu stavi … >> non terminò la frase, non ci riuscì.
<< Morendo? >> lei annuì << Era solo un sogno. Sono qui >>
<< Ti ho svegliato, scusami >>
<< Non fa niente. Calmati e torna a dormire, ormai non manca molto al mattino >>
<< Già, ed io devo cucinare >>
Le sorrisi, sentendo i suoi battiti tornare regolari. << Appunto. Dormi >>
<< Buonanotte >>
<< Buonanotte piccola >> la baciai e tornai a cingerle il corpo mentre sentivo che si addormentava un’altra volta, più serena, ed io la seguii subito, non appena chiusi gli occhi.
Quando mi svegliai al posto di Hope trovai un suo biglietto. “ Sono giù in cucina. Tu continua a dormire fin quando vuoi. Sul comodino ti ho lasciato del succo di frutta e dei biscotti. Se non dovessi salire ci vediamo a pranzo “ e poi aveva disegnato un cuore. Mi misi seduto e mangiai i biscotti, pensando a quanto Hope era premurosa nei miei confronti. Mi rivestii e vidi che ormai era quasi ora di pranzo, così uscii dalla finestra e mi diressi al loft per lavarmi e cambiarmi, per poi andare a prendere mio zio ed andare di nuovo a casa di Hope, dove tutti ci aspettavano già.
<< Scusate il ritardo >> disse mio zio non appena entrammo.
<< Ma figurati! >> gli rispose lo sceriffo, invitandoci ad entrare. << Hope è in cucina, Derek >>
Annuii andando verso la cucina dove vidi Hope mettere la pasta nell’acqua bollente e Stiles e Scott farcire dei piccoli tramezzini. << Buongiorno >> salutai.
<< Ehi, Derek! >> mi salutò Stiles e anche Scott mi rivolse un piccolo saluto, troppo impegnato nella preparazione degli antipasti.
<< Buongiorno! >> mi sorrise Hope.
<< Grazie per la colazione >> le dissi, baciandole la fronte.
<< Di niente >>
<< Ciao Derek! >> mi salutò Beth appena entrata in cucina.
<< Ciao >> risposi, mettendomi dietro ad Hope e sperando che sua cugina non si avvicinasse.
<< Dormito bene? Sai, ti ho sognato! >>
<< Davvero? >>
<< Già! Eri nella mia città, con me >>
<< Anche io l’ho sognato, sai >> disse Hope, mentre girava l’acqua con la pasta.
<< Capisco. Allora, è pronto? >> chiese Beth come spazientita.
<< Sì, potete andare a sedervi >> rispose Hope, mentre Stiles e Scott portavano gli antipasti in salotto. La aiutai con gli ultimi vassoi e salutai la zia, già seduta a tavola e già con gli occhi puntati su mio zio. Il pranzo andò bene, e stranamente non ci furono altre conversazioni umilianti su Hope o Stiles, cosa che mi fece sentire davvero bene. Criticarono solo alcuni piatti che Hope aveva preparato ma lei sembrava non farci caso, continuando a sorridere. Terminato il pranzo con una torta al cioccolato restammo lì a parlare per un po’, finché lo sceriffo non si alzò annunciando che purtroppo la zia Marge e Beth avevano un aereo da prendere e che quindi dovevano andare.
<< Potrei tornare più spesso qui >> disse Beth prima di salutarci, ed io riuscii a sentire Stiles sussurrare a sua sorella << Oh, no, ti prego! >>
Marge e Beth salutarono Stiles ed Hope con dei piccoli abbracci e poi arrivarono da me e mio zio, salutandoci con abbracci ben più lunghi e stretti che entrambi non potemmo evitare. << Ci vediamo al vostro compleanno, ragazzi >> disse la zia.
<< O magari prima >> continuò Beth facendomi l’occhiolino. Quando finalmente uscirono Hope e Stiles si misero a spiare dalla finestra e quando la macchina dello sceriffo scomparì entrambi si misero a saltare, urlando << Le streghe cattive se ne sono andate! >> e ricordandomi tanto due personaggi delle favole, facendo sorridere me, Scott e mio zio.
Le giornate successive al Natale furono tranquille e bellissime, visto che ero sempre con Hope, anche quando mi obbligava a stare fermo e zitto perché aveva dei compiti da fare e degli articoli da scrivere per la scuola. Ma quando finalmente finiva potevo tornare a stringerla e a sentirla solo mia, soprattutto quando eravamo da soli al loft. Passammo proprio lì la sera dell’ultimo giorno dell’anno, su proposta di Stiles, ed io aiutai Hope a cucinare e a preparare tutto quanto. Gli invitati erano i membri del branco, ovviamente, e la serata passò come una delle tante serate che ormai eravamo abituati a passare insieme dopo gli allenamenti, solo che questa volta non c’era la pizza ma una vera e propria cena e che dopo continuammo a giocare con i tipici giochi natalizi fino a tarda ora. Anche in quell’occasione Hope aveva comprato un vestito nuovo dal negozio dove poteva spendere il buono che le aveva regalato Lydia, e questa volta aveva optato per un vestito stretto e verde, colore che le donava particolarmente e che ovviamente faceva impazzire me. Quando la vidi, oltre a trovarla bellissima, le chiesi come mai non indossasse un vestito rosso e lei, sapendo di contribuire in maniera esagerata alla mia erezione anche solo con delle semplici parole, mi rispose << Ho qualcos’altro di rosso, che non si vede >>.
Terminata la cena ed i giochi fummo di nuovo soli, lei poteva dormire da me visto che aveva detto a suo padre che dormiva da Lydia. Curioso ed eccitato, non resistetti a lungo prima di chiederle ancora del rosso. << Che dicevi prima a proposito del rosso? >>
Lei alzò un sopracciglio, capendo dove volevo arrivare. << Che ho qualcosa di rosso, che però così non puoi vedere >>
<< Posso vederlo? >>
Lei alzò le spalle << Chissà >> si girò, andando verso le scale. << Forse se andiamo in camera c’è una possibilità in più >>
Non me lo feci ripetere due volte e la seguii, mentre mi stavo già togliendo la cintura. Lei si sedette sul letto, levandosi i tacchi e poi sdraiandosi. << Vieni >>. Obbedii subito, sdraiandomi accanto a lei. Lei si mise sopra di me, sorridendomi e cominciando a sbottonarmi la camicia. << Secondo te cos’è? >>
<< Non ne ho idea >> risposi, cominciando ad accarezzarla, ma lei mi bloccò.
<< Fermo. E comunque, è una cosa che non avevo mai messo >> continuo a spiegarmi lei, togliendomi la camicia e cominciando a baciami il collo, le spalle, il petto … Mi slacciò i pantaloni e tolse anche quelli, restando poi seduta mentre io continuavo ad ammirarla e a volerla mia. << No, ho detto fermo! >> mi bloccò ancora, facendomi sorridere e sbuffare allo stesso tempo. << Voglio provare una cosa >> mi sussurrò, mentre sentivo il mio corpo fremere. Di nuovo sentii la sua bocca sul mio collo, e pian piano scendeva, mentre con la mano arrivava fino ai miei boxer, levandomeli mentre sentivo i suoi baci scendere sempre di più. Ebbi un sussulto quando arrivò proprio , ma di certo non la bloccai. Continuò a baciarmi senza fermarsi, mentre io ero diventato incapace di controllare il mio corpo. Quando sentii di non farcela più, mi spostai facendo spostare anche lei che mi sorrideva divertita << Hai gli occhi rossi >> mi fece notare, io non me ero neanche accorto, troppo impegnato a concentrarmi.
<< Perché mi stai facendo impazzire >> le dissi, facendola sdraiare per poi essere sopra di lei, mentre finalmente potevo tornare a baciarla e ad accarezzarle ogni parte del corpo. Quando le tolsi il vestito restai sorpreso e felice nel vedere il perizoma rosso che indossava. << Ti piace? >> chiese lei ridendo.
<< Non sai quanto >> furono le ultime parole che riuscii a dire, prima di strapparle di dosso anche quel piccolo pezzo di stoffa. La baciai con tutto il desiderio che avevo e poi presi il preservativo dal comodino, non riuscendo più a resistere. Quando entrai dentro di lei gememmo entrambi, e continuammo a farlo mentre mi muovevo sempre con più forza e più velocemente, fino a quando non la sentii urlare e mi lasciai andare anche io, venendo e poi uscendo da quel meraviglioso corpo. Mi sdraiai accanto a lei mentre entrambi ansimavamo. << Sai, dicono che se si fa a Capodanno si fa tutto l’anno >> disse Hope, facendomi sorridere.
<< Lo spero davvero >>
Entrambi poi facemmo una doccia, insieme, ma senza andare oltre a baci e carezze, troppo sfiniti per la giornata e per come si era conclusa. Tornammo a letto e ci mettemmo sotto le coperte, abbracciati e nudi, e soprattutto felici. Adoravo averla fra le mia braccia, adoravo sentire il suo cuore battere per me, adoravo sentirla dire che mi amava. Volevo che le cose restassero così, per sempre. Nulla e nessuno mi avrebbe portato via Hope, nessuno ci avrebbe divisi, mai.
 
 
POV Hope

Il ritorno a scuola fu bello ma allo stesso tempo traumatico, visto che ero abituata ormai a passare intere giornate con Derek. Inoltre quel giorno decise di non venire a scuola con me e mio fratello perché aveva delle faccende da sbrigare con Deaton e suo zio riguardo all’imminente battaglia e quindi quel pomeriggio tornai a casa da sola, visto che Stiles rimase per gli allenamenti di lacrosse. Fui accolta subito da Kopa che mi fece le feste e che mi seguii verso le scale fino alla porta della mia stanza, dove improvvisamente cambiò umore, ringhiando. Lo guardai confusa << Kopa, che c’è? >>. Il mio dalmata continuava a ringhiare verso la porta, mettendomi anche paura. Mi feci coraggio e la aprii, entrando in camera mia e sussultando alla vista di un uomo seduto sulla sedia della mia scrivania, che mi sorrideva. << Ciao Hope >> disse, mentre per un solo secondo spostò lo sguardo su Kopa, che smise subito di ringhiare e si accovacciò a terra. Mi agitai, pensando di scappare.
<< Oh, tranquilla. Non voglio farti nulla >> continuò a dirmi l’uomo, alzandosi in piedi e facendomi fare un passo indietro. << Non agitarti. Voglio solo parlare >>
<< Chi sei? >> chiesi, con la voce che mi tremava.
<< Oh, hai ragione. Ti chiedo scusa, mi presento subito. Sono Deucalion >>
Sussultai di nuovo nel sentire quel nome. Era lui, il capo degli Alpha, ed era lì, in camera mia. << Cosa vuoi? >>
<< Solo parlare, non volevo spaventarti. Sei davvero bella come dice Ethan, sai >>
<< Ethan ti ha parlato di me? >>
<< Spesso, gli piaci molto >> mi rispose, avvicinandosi ancora.
<< Derek può trovarmi >> dissi tutto d’un fiato << E anche Scott e gli altri! >>
<< Oh, piccolina, non voglio farti nulla >>
<< Perché? >>
<< Perché se ti uccidessi o ti ferissi otterrei proprio ciò che non voglio, la rabbia di Derek. Non voglio che si arrabbi e poi venga a cercarmi per combattere >>
<< Non vuoi combattere con lui? >>
<< No, non voglio. Sai, so che vi state preparando da un po’ per combattere contro il mio branco, ma so anche che è tutto inutile, e lo sai anche tu >>
<< Il branco è forte >> risposi decisa.
<< Non quanto il mio. Sarebbe una battaglia inutile e ci sarebbero perdite davvero brutte. Voglio Derek vivo, non morto, insieme ai suoi cuccioli >>
<< Derek non accetterà mai di unirsi a te >>
<< Lo so, non ancora almeno >>
<< Cosa? >>
Lui sorrise ancora, facendomi rabbrividire. << Io osservo Derek e il suo branco da tempo e sai cosa ho notato? Prima del tuo arrivo erano divisi, deboli, non si fidavano l’uno dell’altro, non erano neanche un vero branco a mio pare. E poi, arrivi tu! Tu che con quel bel visino sei riuscita a cambiare Derek, a farlo innamorare di te, a fargli avere qualcuno per cui combattere! Sei riuscita a farlo diventare un bravissimo Alpha e a far unire il branco più di quanto lo era mai stato >>
<< Quindi vuoi uccidermi per questo? >>
<< Sei proprio testarda, eh? Non mi interessa ucciderti. In quel caso la battaglia ci sarebbe comunque, non credi? No, da te voglio altro. Voglio farti una richiesta >>
<< Richiesta? >>
<< Richiesta, proposta, ma penso lo vedrai come unica scelta >> all’improvviso mi fu di fronte, a pochi centimetri da me, facendomi quasi urlare << Voglio che tu lasci Derek >>
<< Cosa?! >>
<< Se tu lascerai Derek, se gli dirai che non lo ami più, lui si sentirà solo come prima. Non avrà forza di combattere o di allenare ancora il suo branco di ragazzini. Sarà debole, fragile, solo, appunto. E allora andrò di nuovo da lui per chiedergli di unirsi a me, e la vedrà come l’unica scelta giusta per ritornare ad essere forte e potente come lo era quando c’eri tu >>
<< Tu sei pazzo! >>
<< Un pochino lo sono >>
<< Io non lascerò Derek, mai! >> urlai, sebbene sapessi il pericolo che stavo correndo. Deucalion mi sorrise di nuovo.
<< Immaginavo una tua risposta del genere. Mettiamola così: se non lasci Derek, se non sparisci totalmente dalla sua vita, lo ucciderò. E credimi, non sarà difficile >>
<< Derek è forte! >>
<< Non forte quanto il mio branco, neanche se fosse aiutato dai suoi piccoli cuccioli, i tuoi amici. Va bene, allora se davvero credi che Derek potrà sopravvivere, ucciderò tuo fratello >>
Fu  un colpo al cuore sentire quelle parole, e lui lo notò.
<< O magari tuo padre, o magari tutti e due. Che ne dici? >>
<< Sei un mostro! >>
<< Sì, lo sono. E sono disposto a tutto per avere Derek e il suo branco con me. Tu invece sei disposta a tutto per salvare il tuo amato Alpha e la tua famiglia? Oppure vuoi vederli morire uno dopo l’altro, mh? >>
Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, la rabbia, l’agitazione e la paura invadere il mio corpo. << Non c’è bisogno che mi rispondi. Vi terrò d’occhio, ma sappi che non ti do molto tempo. Facciamo due giorni >> disse, allungando una mano verso di me e accarezzandomi il viso << Sei davvero bella. Magari quando lascerai Derek potrai provarci con Ethan >>
Si allontanò da me, andando verso la finestra. << Ci vediamo, piccolina >> mi sorrise un’ultima volta, facendomi rabbrividire ancora, e poi sparì. Mi accasciai a terra, prendendo il mio viso fra le mani e cominciando a sentire mancarmi l’aria. Cominciai a piangere, ripensando a tutte le parole che quel lupo mi aveva appena detto. Se non avessi fatto come diceva, avrebbe ucciso tutti quelli che amavo: Derek, Stiles, mio padre. Amavo tutti e tre, tutti e tre facevano parte della mia vita ed io non potevo fare a meno di loro. Non mi sarei mai perdonata di essere la causa della loro morte, mai. Continuai a piangere e a pensare per non so quanto tempo, mentre Kopa si mise affianco a me per consolarmi. Presi la mia decisione, mettendomi in piedi e prendendo il cellulare.
<< Papà, devo parlarti >>. 








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Ciao a tutti! **
Eccovi il nuovo capitolo, spero che vi piaccia! Vi ho avvisato prima del raiting rosso, non si sa mai xD Le cose si sono complicate un pò, vedremo come andrà a finire. Voi fatemi sapere che ne pensate ^^
G R A Z I E per la 1000000000000000000000000 volta per le stupende recensioni! A presto! <3

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Capitolo 39
*** Decision ***


Decision

 

POV Hope

Era stato terribile parlare con mio padre, terribile mentirgli ancora una volta. Sentivo il senso di colpa premere in tutto il corpo, ogni parola era come se fosse un pugnale dentro di me e cercavo con tutte le mie forze di non piangere e di non far sembrare la mia voce triste e disperata come lo ero io. Quando finalmente salutai mio padre, incredulo e dispiaciuto, potei ricominciare a piangere e a sfogarmi. Stavo passando la giornata più brutta della mia vita e sicuramente avevo appena preso una delle decisioni più difficile che avrei mai preso, se non la più difficile, ma dovevo farlo. Sarei morta per salvare Derek e la mia famiglia, ma non avrei mai permesso che loro morissero per me, per colpa mia. L’unico modo per salvarmi era sparire e l’avrei fatto subito, sebbene sapessi che sarebbe stato difficile e duro.
Ero ancora sul mio letto a stringere il mio cuscino con Kopa di fianco a me quando sentii dei passi pesanti arrivare verso la mia stanza. Mio fratello spalancò la porta, urlandomi contro << Sei impazzita?! Quando diavolo hai deciso di partire, eh? Quando avevi intenzione di dirmelo?! >> le sue urla mi colpivano direttamente il cuore, mentre stringevo ancora di più il mio cuscino nascondendo il mio viso e non avendo il coraggio di guardare mio fratello negli occhi. Per un momento, desiderai che la cacciatrice mi avesse uccisa invece di torturarmi. << Hope! >> urlò ancora, strappandomi il cuscino dalle mani. Alzai lo sguardo e lo vidi con la bocca e gli occhi spalancati, ma anche pieni di rabbia. << Perché diavolo piangi? >>
<< Stiles, ti prego, va’ via >> lo pregai sussurrando, ma fu inutile.
<< Io non vado da nessuna parte! Ti rendi conto di quello che hai detto a papà? Ti rendi conto di quanto ci è rimasto male?! Sei impazzita all’improvviso?! >>
<< Non puoi capire >>
<< Smettila! Si può sapere che ti è preso?! Stamattina ti sei alzata ed hai deciso di tornare a New York senza motivo?! Non hai pensato a papà? Come hai potuto dirgli che qui non stai bene?! Da quanto la vita a Beacon Hills non ti piace più? Da quanto mi stai prendendo in giro?! >> stava continuando ad urlare, fuori di sé, mentre io lo guardavo gesticolare senza potergli rispondere << Non hai pensato a me, vero? Ma sì, lasciamo Stiles qui da solo, chi se ne frega! >>
<< Io non voglio lasciarti solo >>
<< E’ proprio quello che stai facendo! Mi stai lasciando, di nuovo! La prima volta l’ho capito, ti ho iscritta io a quel corso ed ero contento che tu fossi lì per vivere un tuo piccolo sogno ma sapevo che saresti tornata! Ogni giorno io non vedevo l’ora del tuo ritorno! Ed ora? Torni lì, senza motivo, senza dire se o quando tornerai! Non ci credevo quando papà me l’ha detto! Sembrava volesse piangere al telefono! >> ebbi un ennesimo colpo al cuore, pensando a mio padre e a quanto gli stavo facendo male. << Non hai pensato a noi vero? Vuoi solo tornare lì. Non hai pensato a me, papà, Scott, Lydia .. Derek! L’hai detto a Derek?! >>
<< Non ancora >>
<< Perfetto, perché ne sarà devastato! Hai detto a papà che vuoi lasciarlo e lui stesso è rimasto sorpreso ed incredulo, ci credi? Cosa è successo? Fino a ieri eri innamorata di lui e sembrava che avresti fatto tutto per lui e ora lo lasci qui da solo? Senza un cavolo di motivo?! Voglio una spiegazione! Smettila di piangere, dannazione! >>
Sospirai, asciugandomi un po’ il viso e tornando a guardare mio fratello << Ho dovuto farlo >>
<< Hai dovuto farlo!? Certo. Ti hanno costretto a lasciarci qui, vero? Ti hanno minacciata?! >>
Rabbrividii a quelle parole, ripensando al sorriso agghiacciante di Deucalion, e quando mio fratello incrociò il mio sguardo spalancò la bocca << Ti hanno minacciata >> questa volta non urlò, venendosi a sedere accanto a me << Chi è stato? >>
<< Stiles, non posso >>
<< Puoi invece! Se si può fare qualcosa .. >>
<< Non si può fare nulla! E’ troppo pericoloso, ormai ho deciso >>
<< Troppo pericoloso? >>
<< Sì. Non voglio che nessuno muoia e l’unico modo per evitarlo è andarmene >>
<< Voglio sapere chi è stato >> mi disse, prendendomi le mani.
<< Non posso dirtelo >>
<< Non dirò niente a nessuno. Posso aiutarti, non puoi fare tutto da sola >>
I suoi occhi non mi guardavano più con rabbia, ora erano pieni di speranza e di voglia di sapere. << Se te lo dico, nessuno dovrà saperlo. Né Scott, né Derek, soprattutto lui >>
<< Non dirò niente. Ti aiuterò >>
Feci un respiro profondo, pronta a raccontargli tutto e felice di poter dividere quell’enorme peso con lui. << Quando sono tornata da scuola, Deucalion era qui. Ho pensato che mi volesse uccidere o fare del male, ma lui ha detto che non aveva intenzione di farlo. Sa che se mai dovesse farlo non farebbe altro che scatenare la rabbia di Derek e lui non vuole questo, non vuole neanche combattere perché sa che sarebbe inutile, che il nostro branco non può arrivare a sconfiggere il suo. Lui vuole che Derek si senta solo, che si senta così solo da accettare di unirsi a lui insieme a tutti gli altri >>
<< Quindi vuole che lo lasci, che vai via >>
<< Non mi ha detto di andare via. Mi ha detto di lasciarlo, di sparire dalla sua vita, ma io non riuscirei a restare qui. So che farei ancora più male a lui. Mi ha detto che se entro due giorni non lo farò, lo ucciderà. E ha detto che sarebbe disposto a tutto per averlo .. anche ad uccidere te, o papà >> spiegai, mentre mio fratello deglutiva il nulla, iniziando ad essere spaventato << Ora capisci? Non posso restare. Non voglio che voi moriate per me >>
<< Vengo con te >>
<< No! Tu devi restare qui con papà. Devi tenere d’occhio Derek, devi dirmi cosa succede >>
<< Ma io non voglio lasciarti >> mi sussurrò, e notai che i suoi occhi si fecero più lucidi.
<< Pensi che io lo voglia? >> lo abbracciai, ricominciando a piangere mentre lui mi stringeva forte.
<< Mi dispiace di averti detto quelle cose prima >>
<< Io mi sarei detta cose molto peggiori >>
<< Papà ti ha già prenotato l’aereo per dopodomani mattina >>
Sciolsi l’abbraccio, cercando di sorridere a mio fratello mentre sentivo il mio cuore che piano piano cominciava a spezzarsi dentro il mio petto.
<< Allora mi aiuterai con la valigia >>
Lui annuì, senza sorridere.
<< Prima però devo chiamare Derek >>
<< Glielo dirai al telefono? >>
<< Non riuscirei a dirglielo di persona, non riuscirei a guardarlo negli occhi. E poi, sentirebbe che sto mentendo >>
<< Giusto >>
<< Devo solo cercare di non piangere >>
Feci un respiro profondo e mi asciugai le lacrime rimaste con la maglietta, prendendo il cellulare. Prima di chiamarlo, chiusi gli occhi e mi concentrai al massimo per calmarmi ed avere una voce ferma e decisa, senza esitazioni. Lo stavo facendo per lui, per farlo vivere e per sapere che nonostante tutto lui era ancora vivo, anche se sarei stata lontana da lui. Mi bastava saperlo vivo, mi bastava sapere che stava bene. Composi il numero, mentre mio fratello mi stringeva la mano.
 
 
POV Derek

Quel pomeriggio non potei stare con Hope, almeno non da subito. Io e mio zio avevamo detto a Deaton che saremmo passati da lui per prepararci per la battaglia contro il branco degli Alpha, che sentivo essere sempre più vicina. Lui ci spiegò varie cose, come potergli prendere di sorpresa, come attaccargli, i loro possibili punti deboli e ci disse anche di aver fabbricato delle piccole bombe che avrebbero potuto usare Stiles ed Hope, simili a quelle che usammo contro mio zio tempo fa. Quando terminammo, salutammo il veterinario ed io ero felice di poter andare da Hope, che non vedevo da troppe ore. Lasciai mio zio alla nostra vecchi casa, dicendogli che ci saremmo rivisti la sera stessa per gli allenamenti e poi ritornai al mio loft per cambiarmi. Una volta arrivato, il mio cellulare cominciò a squillare e fui contento nel vedere che era Hope a chiamarmi.
<< Ciao. Ho finito da Deaton, fra poco sono da te >> le dissi.
<< No >> rispose lei.
Non capii la sua risposta. << Vuoi venire tu qui? >>
<< No, no. Derek, ascolta, devo dirti una cosa >>
<< Non puoi dirmela da te? >>
<< No. Io non voglio che vieni qui >>
Mi accigliai, continuando a non capire. << Cosa? >>
<< Non voglio che tu venga qui. Non ti voglio. Non ti voglio più >> quelle parole mi fecero sobbalzare il cuore, che cominciò a battere sempre più velocemente mentre io speravo di stare sentendo male o che quello fosse uno scherzo di pessimo gusto.
<< Hope non capisco. Vengo da te e parliamo >>
<< No, Derek! >> urlò lei << Ascoltami, e non mi interrompere per favore >>
<< Dimmi >>
<< Io … Io ci stavo pensando da un po’. Quello che c’è tra noi .. non può funzionare. Io sono un’umana e tu sei un lupo, non puoi stare sempre con me, hai altro a cui pensare ed anche io non mi sento a mio agio con tutte queste faccende di cacciatori, Alpha e battaglie. Non ce la faccio più >>
La testa cominciò a farmi male, il cuore stava impazzendo e sentivo le gambe deboli, come se non riuscissero più a reggere il peso del mio corpo. Mi sedetti sul bordo del divano, continuando ad ascoltare Hope. << Ci ho pensato e .. me ne vado. Dopodomani parto per New York >>
<< Cosa?! >>
<< Hai sentito, e lasciami finire >>
<< No! Non puoi andartene! Che significa che torni a New York?! Non puoi! >>
<< Non urlare >>
Feci un respiro profondo, tentando di calmarmi inutilmente. << Hope, non puoi lasciarmi >>
<< E’ quello che sto cercando di fare >>
<< Cosa? >>
<< Non sto bene qui a Beacon Hills. Non sto bene .. con te >> la sentii sospirare. << Tu puoi avere di meglio, puoi avere un’Alpha >>
Le sue parole mi facevano sempre più male. Non avrei mai, mai pensato che lei mi avrebbe mai detto così. << Io non voglio nessuno! Io voglio te >>
<< Io no >>
Sentii il mio cuore scoppiare letteralmente dentro di me. << Tu no? >>
<< No >>
Chiusi gli occhi, cercando con tutte le mie forze di non impazzire. Non poteva essere vero, non poteva davvero pensare quelle cose. << Hope, dimmi che non è vero >>
<< Mi spiace >>
<< Io ti amo >> le dissi, ancora con gli occhi chiusi, sperando di star facendo un brutto sogno.
La sentii sospirare ancora. << Io non più. Mi dispiace. Ascoltami, tu sei un bravissimo Alpha, un ragazzo dolce, gentile, buono, io lo so. Ma non siamo fatti per stare insieme. Ci abbiamo provato >>
<< Io sono così solo grazie a te >>
<< Troverai qualcun’altra che ti darà l’amore che meriti >>
<< Io voglio te >>
<< Derek, basta >>
<< Vengo da te >>
<< No! >> urlò lei, facendomi sussultare << Non venire qui! Ti prego. Ho da fare, devo fare la valigia e preparare tutto quanto. Per favore, non venire qui, neanche per spiarmi. Non voglio vederti >>
Non poteva essere vero, non potevo sopportarlo. << Parti davvero? >>
<< Dopodomani >>
<< Voglio vederti >>
<< Io no. Ti ho detto quello che dovevo dirti, non c’è bisogno di vederci >>
<< Io ho bisogno di vederti! Non capisco, perché fai così? >>
<< Perché ho capito che non posso stare con te. Vado a New York e non puoi farci niente. Ora basta, ti prego >>
<< No >>
<< Derek, ora chiudo la telefonata. Sappi solo  che .. >>
<< Cosa? >>
<< Nulla. Sei un bravo Alpha. Ti prego, non venire qui, davvero >> non risposi, sentendo dall’altra parte del telefono il suo respiro farsi più corto << Va bene. Addio >>
<< No, Hope! >> ma lei non mi sentì, non più. Ricomposi il suo numero, ma il cellulare era spento. Non poteva finire così. Non poteva essere arrivata a pensare tutte quelle cose che mi aveva detto. Non poteva davvero non amarmi più. O forse sì. Forse non potevo essere amato davvero da nessuno, non per molto tempo. Ma continuavo a non volerci credere. Nonostante lei mi avesse chiesto di non andare da lei, non la ascoltai. Corsi verso casa sua il più velocemente che potei, arrampicandomi poi sull’albero da cui potevo vedere la sua stanza. Ebbi un colpo al cuore quando vidi un’enorme valigia sul suo letto, mentre lei e suo fratello svuotavano l’armadio. Era vero, stava per partire. Stava per lasciare Beacon Hills, stava per lasciare me. Mi sentii improvvisamente vuoto, come se il suo amore che fino a poco prima riempiva il mio cuore mi avesse lasciato, fosse volato via. Continuai ad osservare i due gemelli riempire la valigia e poi un’altra ancora, questa volta con altri oggetti sparsi qua e là per la stanza. Stiles abbracciò sua sorella, che rimase sola. Desideravo con tutto il mio cuore correre da lei ed entrare dalla finestra per stringerla di nuovo fra le mie braccia, per pregarla di non lasciarmi solo. La vidi cominciare a togliere tutte le foto che aveva sparse per camera sua, che pian piano diventava sempre più vuota, come il mio cuore. Si stava portando via tutto, ogni pezzo di lei, ogni pezzo di noi. Restai a guardarla ancora, mentre chiudeva anche l’altra valigia e si metteva sul letto abbracciando il suo cane. Kopa, il dalmata che mi aveva permesso di avvicinarmi a lei la prima volta.
<< Non voglio che tu venga qui. Non ti voglio. Non ti voglio più >> le sue parole mi rimbombavano nella testa, facendomi impazzire sempre di più mentre lei continuava a stare sdraiata sul suo letto. Continuavo a non voler credere a tutto quello che mi aveva detto mentre continuavo ad osservarla. Quando arrivò suo padre si alzò per andare da lui, così dovetti spostarmi anche io ed avvicinarmi alla casa per guardare il salotto, dove Hope stava abbracciando suo padre. Mi concentrai al massimo, sentendo i miei occhi che cambiavano colore in modo da sentire cosa stessero dicendo.
<< Sei sicura? >>
<< Sì >>
<< Io pensavo ti trovassi bene qui … >>
<< Starò meglio a New York. Voi potrete venire a trovarmi quando volete >>
<< Lo so. Hai parlato con Derek? >>
Sussultai sentendo il mio nome pronunciato dallo sceriffo.
<< Sì, l’ho lasciato >>
<< Capisco. Pensavo che, sai ..  ci tenessi a lui >>
<< Ci tenevo tanto, ma non posso restare. Non ce la faccio>>
Quella fu la conferma di quello che mi aveva detto lei stessa. Non voleva restare a Beacon Hills, non voleva me, perché non ce la faceva. Fu abbastanza anche per me. Corsi di nuovo, questa volta verso la radura, correndo come mai in vita mia, cercando di liberarmi dai mille pensieri che mi annebbiavano la mente e che mi stavano facendo perdere il controllo. Ero io, era colpa mia. Ero un lupo, un Alpha che non poteva essere amato. Ormai pensavo di non dover stare mai più solo, di poter avere Hope sempre con me, di poterla amare per sempre, di avere una famiglia formata da lei, da suo fratello e suo padre, da mio zio e dal branco. Pensavo di poter essere felice, pensavo di essere talmente forte e potente da poter sconfiggere Deucalion e vivere in tranquillità con Hope fino alla fine, creando con lei una nuova famiglia. Ma a quanto pare mi ero sbagliato. Ero solo, come lo ero sempre stato. Corsi per molto tempo, fino a finire stremato ai confini della radura, dove potevo vedere Beacon Hills dall’alto. Le forze mi avevano abbandonato, sentivo il peso del mio corpo spingere e non riuscivo neanche ad alzarmi. Sentivo il petto vuoto, sentivo il mio cuore fermo e freddo, privo di qualsiasi emozioni se non solitudine e tristezza. Amavo Hope più della mia stessa vita, e in quel momento, realizzando che lei non era più mia, desiderai di morire.
 
 
POV Hope

Avrei voluto dire a Derek che lo aveva amato con tutta me stessa, che lo amavo ancora, che me ne andavo per proteggere lui e il branco, che me ne andavo per non farlo morire a causa mia, che me ne andavo sapendo che sarebbe sopravvissuto, che saremmo comunque stati sotto lo stesso cielo, che avrei pensato a lui ogni secondo della mia vita, che non avrei mai smesso di amarlo, che l’avrei portato sempre nel mio cuore, che per me non ci sarebbe stato nessun altro, ma non potevo. Derek non era stupido, avrebbe capito tutto non appena avrebbe sentito una mia piccola debolezza, perciò dovevo mostrarmi forte e sicura, decisa nel dirgli che non lo amavo più. Fu straziante sentire la sua voce spezzarsi mentre mi parlava, straziante sentirgli dire che mi amava senza potergli dire la verità. Mentre gli parlavo, mi ripetevo sempre che lo stavo facendo per lui, per il suo bene e per il bene di tutti. Ce l’avevo fatta, avevo terminato la telefonata restando ferma e decisa, nonostante dentro sentissi un dolore che non potevo paragonare a niente. Avrei preferito morire, essere torturata a vita piuttosto che far soffrire il ragazzo che amavo, ma dovevo farlo, e mi sarei portata quel peso per sempre. Non avrei mai dimenticato l’Alpha che mi aveva fatto innamorare, la Bestia che si era trasformata in un Principe, il mio primo ed unico vero amore. Quella notte non dormii neanche un po’, e mi alzai solo perché vidi il sole sorgere. Decisi di non andare a scuola, temendo che Derek fosse lì, chiedendo a Stiles di spiegare lui a Scott, Lydia e gli altri il motivo, falso, della mia decisione. Mio padre quella mattina mi abbracciò prima di andare a lavoro, stringendomi più forte che mai, mentre io facevo lo stesso. Era terribile pensare che non l’avrei visto per un bel po’, che sarei stata di nuovo sola in una città enorme senza di lui, senza Stiles, senza i miei amici, senza Derek.
Restai tutto il giorno a casa, sistemando le ultime cose e preparando anche la gabbia su cui avrei dovuto imbarcare Kopa, che sarebbe venuto con me. Almeno avrei avuto lui al mio fianco. Quella sera mio padre cenò a casa insieme a me e mio fratello, cercando di farci sorridere, ma fu quasi inutile. Non volevo mostrarmi triste o debole, ma lo ero, e nasconderlo stava diventando difficilissimo. Mio padre mi disse che voleva accompagnarmi in aeroporto, ma io dissi che sarei andata con un taxi, volendo andarmene molto prima in modo da abituarmi alla partenza. Dopo un po’ acconsentì, stringendomi ancora prima della buonanotte. Una volta in camera, mio fratello mi raggiunse.
<< Posso dormire con te? >>
<< Certo >>
Riaccesi per un attimo il telefono e vidi quante persone avevano tentato di chiamarmi: Derek, Lydia, Scott, Erica … Mandai un sms a questi ultimi tre, scrivendo “ Spero che un giorno mi perdonerete. Vi voglio bene. Mi mancherete tantissimo “ e pensai di mandare un messaggio anche a Derek, ma preferii non farlo. Spensi di nuovo il cellulare, addormentandomi fra le braccia di mio fratello, e nascondendo qualche lacrima.








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Ciao a tutti! **
Eccovi il capitolo, non uccidetemi! XD E'stato terribile per me scriverlo, povero Derel T_T E povera anche Hope! Spero comunque che vi sia piaciuto, fatemelo sapere :) G R A Z I E ancora per le recensioni e per chi continua ad inserire la storia fra seguite, preferite e ricordate! :**
A presto! <3

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Capitolo 40
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POV Derek

<< Derek, Derek! Svegliati! >> quei richiami, quelle urla, mi fecero riaprire gli occhi. Mio zio era inginocchiato accanto a me e mi guardava preoccupato. Ero ancora lì, a terra nella radura, sporco, sudato, e con il cuore a pezzi mentre alzavo lo sguardo e vedevo anche Scott, Isaac, Erica e Boyd fissarmi agitati. << Bentornato >> mi disse mio zio << Forza, alzati >>. Era ancora buio notai mentre cercavo di mettermi in piedi aiutato da mio zio, sentendomi ancora privo di forze. << Come stai? >> mi chiese poi. Quella era proprio la domanda a cui non volevo rispondere.
<< Che volete? >> chiesi, togliendomi il terreno dai vestiti.
<< Non eri al loft e neanche da Peter, ci siamo preoccupati >> mi rispose per prima Erica.
<< Ti abbiamo cercato ovunque. Ho dovuto anche chiamare Deaton e Stiles per chiedere se sapessero qualcosa >> mi spiegò Scott, facendomi sussultare dentro mentre sentivo pronunciare il nome del suo amico.
<< Stiles? Perché hai chiamato Stiles?! >> ringhiai, facendo accigliare Scott.
<< Ho pensato che saresti potuto essere lì con lui e Hope >> mi rispose come se la cosa fosse ovvia. Per me ormai non lo era, non più. Sentire il suo nome mi fece rabbrividire, e tutti lo notarono. Strinsi i pugni, sentendo i muscoli tesi e sentendo il mio corpo che cominciava ad impazzire proprio come le prime volte, quando il solo vedere Hope mi faceva annebbiare la mente e perdere il controllo di tutto. << Che c’è? >> chiese poi il Beta.
<< Niente. Vado a casa >> risposi, ma non intendevo tornare al loft. Sarei tornato a casa mia, a casa Hale, non nella casa che fin dal primo momento avevo diviso con lei.
<< Non ci alleniamo? >> chiese Isaac.
<< No. Non ci alleniamo più >> risposi, voltandomi.
<< Cosa? No! >> urlò Erica, facendomi di nuovo voltare verso tutti loro. << Perché non ci alleniamo più? >>
<< La battaglia è vicina, non puoi fare così! >> disse anche Boyd.
<< Siete ancora troppo deboli per affrontare un branco di Alpha. Vi consiglio di non farvi trovare da loro, così resterete vivi >> spiegai, mentre tutti quanti mi guardavano con gli occhi spalancati ed increduli.
<< Non puoi dire questo! Siamo forti, molto più di prima! >> continuò Isaac.
<< Non quanto loro! Ora basta! Non ci alleniamo e non vi voglio fra i piedi! Andate via >> ringhiai, voltandomi verso la direzione di casa mia, sentendo ancora alcune parole dietro di me.
<< Ma cos’ha? E’ impazzito? >>
<< Forse ha ragione >>
<< No! Lasciatelo stare, si calmerà. Combatteremo, e ce la faremo >> quest’ultimo era Scott, che cercava di incoraggiare gli altri. Ormai io avevo perso ogni speranza, e di certo non avevo voglia di combattere contro degli Alpha e vedere i miei Beta morire dopo pochi minuti. Era vero, era diventati forti, agili, veloci, ma in quel momento non mi sembrava abbastanza. Mi sembrava tutto inutile, tutto quanto. Deucalion voleva me e prima o poi sarebbe venuto a prendermi, vivo o morto. Quando fui lontano da loro sentii dei passi dietro i miei, e poco dopo mio zio posò la sua mano sulla mia spalla.
<< Derek .. >>
Mi girai subito, allontanandolo con un calcio e facendolo finire a terra.
<< Io. Non. Voglio. Parlare >> scandii ogni parole piano e con attenzione, sperando che il messaggio gli fosse arrivato mentre lui mi guardava sempre più preoccupato.
Di nuovo, mi voltai verso casa mia e sentii ancora i passi di mio zio dietro di me, ma stavolta rimase a distanza e non disse neanche una parola. Arrivato a casa andai nella mia vecchia stanza, sul mio vecchio letto, sdraiandomi e guardando il soffitto sporco e mal ridotto, sperando che prima o poi mi cadesse addosso e mi seppellisse lì. Non avevo né la voglia né la forza di alzarmi, volevo solo restare lì, guardare la notte lasciare spazio al giorno e concentrarmi al massimo per sentire ancora l’odore di Hope su di me, nonostante fosse ormai ben nascosto. Però c’era, ed era l’unica cosa che mi teneva ancora legato a lei. Chiusi gli occhi, cercando di concentrare tutte le mie forze, le poche che mi restavano, sull’olfatto. Il suo odore era la cosa che mi faceva venir voglia di continuare a respirare, solo perché le mie narici venivano riempite da lei. Quell’odore mi ricordava lei, mi ricordava il profumo dei suoi capelli rossi, il profumo del suo corpo nudo e bellissimo, il profumo delle sue mani forti e delicate, il profumo del lucidalabbra che adorava mettere sul suo meraviglioso sorriso. E i suoi occhi. Restai sdraiato lì a pensare a lei per molto tempo, anche quando il sole entrò dalla finestra mi colpì in viso, fino a quando non sentii il suo odore consumarsi su di me e lasciar spazio a quello del terreno, del sudore e di casa mia. Anche il suo odore stava andando via da me, come ogni altra cosa.
Non so quanto tempo dopo sentii di nuovo dei passi arrivare nella mia stanza, che mi costrinsero ad aprire gli occhi.
Mio zio era di nuovo di fronte a me. << Buongiorno >> mi salutò, ma io non risposi. Sospirò, facendo un passo in avanti. << Derek, Scott mi ha chiamato >>
<< Non ho intenzione di allenare nessuno, né oggi, né domani, né mai >>
<< Non si tratta di questo >>
<< Cosa, allora? >>
<< Mi ha detto di Hope >>
Di nuovo il suo nome. Di nuovo brividi e sudore.
<< Mi ha detto che non era a scuola. Stiles gli ha spiegato tutto, lo ha spiegato a tutti. Anche Scott non voleva crederci >>
Probabilmente si aspettava una qualche mia risposta, ma io restai zitto e immobile.
<< Davvero ti ha lasciato? >>
<< Già >>
<< All’improvviso? Non credi che ci sia sotto qualcosa? Non è possibile che ti abbia lasciato da un giorno all’altro >>
<< Ha solo capito che non può stare con me, cosa che io già sapevo >>
<< Come? >>
<< Io non sono fatto per essere …  Io non sono fatto per le relazioni. Sono un lupo che ha altro a cui pensare, così ha detto >>
<< Anche Scott è un lupo eppure ha avuto Allison >>
<< Io sono sempre stato così! Lui no. E sai benissimo anche tu che la mia unica salvezza è la rabbia >>
<< Non è vero! Te lo dissi io stesso! Hope è la tua ancora! E’ stata lei a farti capire quanto l’amore sia importante, quanto riesca a farti sentire vivo. Sei diventato di nuovo il ragazzo che eri un tempo grazie a lei, perché dovresti rovinare tutto? Lei non vorrebbe vederti così >>
<< Lei non vuole proprio vedermi >>
<< Derek, io non credo che lei ti abbia voluto lasciare sul serio. E comunque, non puoi abbandonare il tuo branco, non ora, non quando c’è una battaglia alle porte! >>
<< Non ci sarà nessuna battaglia. E ora vai via, prima che ti costringa a farlo >>
<< Perché non vai da lei? Sono sicuro che Hope .. >> di nuovo quel nome. Non ce la feci più, mi misi in piedi e andai verso di lui, sentendo i miei occhi cambiare colore, sentendo le zanne, gli artigli, sentendo il mio cuore pieno di rabbia.
<< Smettila di nominarla! Smettila! Non voglio più ascoltarti! Da quando ti preoccupi per me, eh? >> ringhiai a pochi centimetri dal suo viso, mentre lui cercava di rimanere calmo e fermo.
<< Sono parte del tuo branco, Derek. Sono tuo zio e tu sei mio nipote. Siamo una famiglia >>
<< Ma davvero? Da quando? Da quando hai tentato di uccidermi? O da quando ti ho squarciato la gola? O magari da quando hai ingannato Lydia e mi hai fatto trascinare fin qui privo di forze per tornare in vita?! Non sei niente, chiaro?! Niente! >>
Lui mi guardava come se gli avessi appena pugnalato il cuore, come se glielo avessi appena strappato dal petto mentre io continuavo a ringhiargli contro, in preda alla furia.
<< Vado di sotto. Sai dove trovarmi >> mi rispose solamente, con un filo di voce, voltandosi e lasciandomi di nuovo solo. Ringhiai ancora, urlando ormai fuori di me, prendendo a calci e pugni qualsiasi cosa avessi di fronte, provocandomi tagli su tutte le mani a causa del legno e delle schegge che mi perforavano la pelle, fin quando tutto intorno a me fu in mille pezzi. Mi inginocchiai sul pavimento, con l’affanno e sentendo che il mio corpo stava tornando normale, per poi cadere a terra, di nuovo sentendo il mio corpo privo di forze e volendo essere inghiottito dalla stessa casa che tempo fa aveva inghiottito tutta la mia famiglia lasciandomi solo. Volevo morire, morire e basta.
Non mi alzai per tutto il giorno restando sdraiato fra i mille pezzi di mobili sparsi intorno a me, continuando a pensare ai mille modi in cui avrei potuto farla finita. Forse sarei potuto andare via anche io, lontano da Beacon Hills e dalle mille sofferenze che mi aveva portato quella stupida, piccola città. Ma ovunque sarei potuto andare mi sarei portato con me tutto quel dolore, tutti quei ricordi, fino in capo al mondo. Eppure, non riuscivo a sentirmi totalmente arrabbiato e distrutto. Avevo avuto Hope, dopotutto. Per qualche mese avevo ricominciato a vivere, a sentirmi vivo, avevo ricominciato a provare emozioni che avevo dimenticato e che mai avrei pensato di poter risentire dentro di me. La gelosia, la timidezza, l’imbarazzo, l’amore. Sentire di nuovo l’amore fu straordinario ed unico, perché era un amore che non avevo mai provato e che mi aveva totalmente invaso fino a farmi credere davvero di poter continuare così per sempre, di poter finalmente sentirmi amato per tutta la vita e di poter ricostruire una famiglia insieme alla ragazza che era riuscita a farmi tornare come un tempo, a farmi mettere da parte il lupo, la rabbia, la paura, e a farmi riscoprire i mille aspetti della vita che avevo dimenticato. Ma la mia storia non poteva avere un lieto fine, non lo avevo mai avuto. Né con la mia famiglia, né con mia sorella, né con Kate, né con il mio branco ed ora neanche con Hope. Dovevo solo farmene una ragione, o magari lasciarmi morire così tutto quel dolore sarebbe sparito, finalmente. I passi di mio zio mi fecero ritornare alla realtà, e mi resi conto che ormai era di nuovo sera.
<< Tieni >> disse, poggiando a terra un piatto con un panino. << Non hai mangiato tutto il giorno >>
Mi limitai ad annuire, senza neanche voltarmi verso di lui.
<< So che hai detto quelle cose per la rabbia, so che non lo pensi davvero. Non so quanto tempo ci vorrà per fartelo capire, ma io penso che lei ti ami ancora. E non lo dico per farti sentire meglio. Solo che domattina lei non sarà più qui, quindi hai poco tempo, non credi? >>
Respirai profondamente. << Sbaglio o avevo detto che non volevo più ascoltarti? >>
Lui sospirò, arrendendosi. << Va bene, almeno mangia. Buonanotte >> voltai lo sguardo verso di lui, guardandolo sparire. Mi avventai direttamente su quel panino, mangiando con foga e sentendo i morsi della fame dentro il mio stomaco. Mi alzai andando verso la finestra e guardando la luna, che era ormai quasi piena. Pensai che forse, non molto distante da dove ero io, anche lei la stava guardando. Forse. Quella era l’ultima notte che lei avrebbe trascorso a Beacon Hills, l’ultima notte che avrebbe trascorso a casa sua, nel letto in cui avevamo condiviso tutto, ogni parte di noi. L’ultima notte che avrei potuto vederla. Spinto da quella voglia, oltrepassai la finestra della mia stanza ormai distrutta e corsi verso casa sua, salendo sull’albero dove potei rivederla. Camera sua era ormai quasi vuota e lei era in pigiama, mentre si stava sdraiando sul letto. Era bellissima. Vidi Stiles raggiungerla e mettersi nel letto insieme a lei, abbracciandola come un tempo facevo io.
Sembrava come se quello fosse il loro ultimo saluto ed io desiderai con tutto me stesso essere al posto di Stiles e stringere Hope come mai avevo fatto per ringraziarla di tutto. Sentii di nuovo una strana sensazione di vuoto mentre ero lì, al freddo su quell’albero ad osservare la ragazza che continuavo ad amare e che non poteva più essere mia. Fu troppo, e scesi correndo verso casa mia, mentre il mio cuore veniva fatto ancora una volta a pezzi.
Fui accolto da mio zio, ovviamente. << Sei andato da lei? >>
Annuii, cominciando a salire le scale.
<< Le hai parlato? >>
<< No. L’ho solo vista >>
<< Perché no? >>
<< Basta >> risposi, tornando nella mia stanza.
Mi misi di nuovo a terra, visto che ormai non avevo più un letto e mi addormentai pensando che probabilmente al mio risveglio lei sarebbe stata già lontanissima da me. Dormii solo perché il mio corpo aveva bisogno di recuperare un po’ di forze e mi svegliai al sorgere del sole, restando sdraiato e fermo, consapevole che ormai l’avevo persa del tutto, che ormai l’avevo persa davvero, per sempre. Dei vari e molteplici suoni e rumori attirarono la mia attenzione, facendomi concentrare di più. Erano passi, di più persone che arrivavano verso casa mia. Erano almeno in cinque, e sentendo meglio capii di chi si trattava. Stavano venendo a prendermi.
<< Derek! Sono qui! >> urlò mio zio una volta entrato nella mia stanza, mentre io mi mettevo in piedi.
<< Lo so, ho sentito >>
<< Andiamo via, subito >>
<< Io resto >> annunciai, sentendoli sempre più vicini.
<< Non puoi combattere da solo! >>
<< Io non combatterò >>
<< Ti uccideranno! >>
<< Probabilmente >>
<< Hai perso completamente la testa?! Vieni con me! >>
<< No! >> ringhiai, facendolo arretrare.
<< Bene, resta qui. Io vado ad avvisare gli altri >>
<< Non farlo! >> urlai ancora.
<< Senti, visto che hai momentaneamente perso il lume della ragione non ascolterò i tuoi ordini! Avviserò gli altri e verremo qui a combattere, chiaro?! Cerca solo di non farti ammazzare nel frattempo >> urlò anche lui, deciso e sicuro. Uscì dalla finestra, correndo verso chissà dove. Aspettai l’arrivo di Deucalion e del suo branco, sentendo bene anche l’odore di Ethan. Quando arrivarono, il loro capo mi chiamò << Derek! So che sei lì dentro, perché non vieni qui così chiacchieriamo un po’? >>
Feci un respiro profondo, scendendo le scale senza fretta e poi chiudendo la porta d’ingresso dietro di me. Erano in cinque, come avevo sospettavo. Deucalion mi sorrideva al centro di tutti, accanto a lui c’era Kali, la sua donna, e accanto a lei Ennis. Infine i gemelli dall’altra parte. << Ciao Derek >>
<< Che vuoi? >>
<< Te, come sempre >>
<< Lasciami indovinare, hai finito la pazienza >>
<< Precisamente. Allora, ho saputo che tu e il tuo branco vi stavate allenando ultimamente. Per caso volete combattere? >>
<< No >> risposi, facendolo sorridere. Mostrò perfino i denti questa volta, sembrando davvero felice.
<< Quindi, vuoi unirti a noi? >>
<< No >> questa volta la mia risposta gli tolse il sorriso, facendolo accigliare.
<< Non capisco, Derek. Pensi che ti lascerò vivere se tu non ti unirai a me? >>
<< Il mio branco non combatterà con il tuo. Ed io non voglio unirmi a te e al tuo branco >>
<< Dov’è il tuo branco? Tuo zio? I due umani? Oh, dov’è la bella Hope? >>
Strinsi i pugni, non volendo sentire il suo nome pronunciato da quell’essere. Vidi Ethan abbassare lo sguardo e il suo cuore aveva accelerato.
<< Non sono qui, e non deve importati dove sono >>
<< Ho saputo che la tua piccola umana ti ha lasciato, non è vero, Ethan? >> entrambi ci voltammo verso il ragazzino, che annuì. << Ha sentito Stiles raccontarlo a scuola ieri. E’ partita oggi, non è vero? >>
<< Non sono affari tuoi >>
<< Avanti, Derek. Ammettilo, sei solo, di nuovo. Non c’è neanche il tuo branco di ragazzini. Perché non vuoi unirti a me, mh? >>
<< Vuoi continuare a parlare o vuoi uccidermi? >> chiesi, sentendo le zanne e gli artigli cominciare a farsi avanti.
Deucalion sospirò << Che immenso spreco. E va bene, Aiden >> chiamò l’altro gemello, che gli porse una borsa. << Sai che sono queste? >> mi chiese, estraendo dalla borsa delle siringhe.
<< Vuoi farmi una puntura? >>
Sia lui che Ennis risero, mentre Kali si limitò a sorridere. << Sono piene di strozzalupo. Ho imparato un po’ di cose dai cacciatori che tu hai ucciso facendomi un grande favore, sai? Con una sola di queste riuscirei a metterti a terra per un bel po’, mentre tu saresti incapace di muoverti >>
<< Se riesci a prendermi >>
<< Vogliamo provare? >>
<< Sono qui >> risposi, aprendo le braccia mentre tre di loro cominciarono a correre verso di me.
 
 
POV Hope

La notte prima della partenza dormii pochissimo, e anche mio fratello continuava a muoversi senza riuscire a stare fermo per più di dieci minuti.
<< Hope, sei sveglia? >> sussurrò.
<< Sì >>
<< Sai, ieri notte mi ha chiamato Scott. Non te l’ho detto perché poi la cosa si è risolta .. >>
<< Che cosa? >>
<< Mi ha chiesto se Derek era qui con noi, perché non riuscivano a trovarlo >>
<< Dov’era?! >> chiesi, preoccupata.
<< Nella radura, ai confini. Lo hanno trovato due ore dopo, e poi mi ha detto che mi avrebbe spiegato oggi a scuola >>
<< Cosa gli è successo? >>
<< Beh, io gli ho detto che tu saresti partita e lui ha capito che probabilmente Derek era impazzito per quello >>
<< In che senso impazzito? >>
<< Lo hanno trovato ai confini della radura, a terra, pieno di terreno, sudato e svenuto. ha detto che sembrava privo di forze. Quando lo hanno risvegliato ha detto che non si sarebbero allenati più, che erano troppo deboli. Sia lui che Isaac mi hanno detto che sembrava essere tornato come un tempo. Sai, prima del tuo arrivo >>
Sospirai, immaginandomi la scena. Di sicuro Derek stava male, così come stavo male io, ma non avrei mai pensato che sarebbe arrivato a quel punto. << Sta bene ora? >>
<< Non l’hanno più visto >>
<< Spero stia bene .. >>
<< Beh, tanto bene non può stare >>
<< Mi prometti di stargli vicino quando sarò via? >>
<< Non credo che vorrà vedermi, sai. Tornerà ad odiarmi >>
<< Ti vuole bene, anche se non lo ammetterà mai >>
<< Sarà, ma senza di te sarà diverso >>
<< Ve la caverete, vedrai >>
<< Speriamo. Comunque, Lydia ha detto che verrà a trovarti almeno un weekend al mese, penso che la seguirò anche io >>
<< Potete venire da me quando volete >> risposi, sorridendo per la prima volta. Almeno, in qualche modo, avrei continuato ad avere vicini i miei amici.
<< Domani salutami, prima di andare via >>
<< Lo farò. Buonanotte >>
<< ‘Notte Hope >>
Ma non riuscii a dormire comunque. Pensai a Derek per tutta la notte, pensavo a quanto male gli avevo fatto e a quanto stava soffrendo per causa mia. Sicuramente sarebbe arrivato ad odiarmi, ma almeno sarebbe restato vivo. Quando vidi il sole sorgere restai ancora un po’ nel letto insieme a Stiles, stringendolo e cominciando a piangere in silenzio, da sola. Lui mi sarebbe mancato quanto Derek.
Mi alzai e preparai tutto, portando al piano di sotto le due valigie e la gabbia di Kopa, che mi seguii. Sembrava avesse capito tutto, visto che il suo sguardo era triste.
<< Dai piccolino, torniamo a New York! Non sei contento? >> no che non lo era. Qui aveva prati, alberi, la radura, aveva mille persone che lo riempivano di carezze e coccole, mentre a New York aveva solo me e strade affollate.
Quando fui pronta, andai a svegliare mio fratello.
<< Sei già pronta?! >>
<< Vado prima in aeroporto, così mi abituo >>
<< Oh, quindi dobbiamo salutarci >> disse, mettendosi seduto e stropicciandosi gli occhi.
<< Ci vedremo ogni mese, lo sai >>
<< Ogni mese è ben diverso da ogni giorno >>
<< Lo so >> lo abbracciai, e lui ricambiò. Di nuovo, sentii i miei occhi riempirsi di lacrime << Mi mancherai tantissimo >>
<< Tu di più >> sentii la voce di Stiles spezzarsi e quando sciolsi l’abbraccio, vidi anche lui con gli occhi bagnati e con due lacrime che gli rigavano il viso.
<< Non piangere! >> gli dissi, mentre anche Kopa saliva sul letto per leccare mio fratello.
<< Anche tu mi mancherai >> disse Stiles, abbracciando anche il mio, ormai il nostro, dalmata.
<< Hope, il taxi è arrivato >> annunciò mio padre affacciandosi in camera mia e guardando tutti e tre.
<< Arrivo >> mi alzai, seguita da Kopa << Mi raccomando >>
Mio fratello annuì, tirando su col naso. Sorridemmo entrambi, sebbene avessimo ancora le lacrime sul viso. Scesi insieme a mio padre, che mi aiutò a caricare le valigie e Kopa nell’auto. << Chiamami quando arrivi, ok? >>
<< Certo >> abbracciai anche lui.
<< Stai attenta >>
<< Anche tu >>
Mio padre mi strinse ancora, per poi lasciarmi andare.
Quando il taxi arrivò vicino alla radura, mi voltai a guardarla e a domandarmi dove si potesse trovare Derek, cosa stesse facendo, cosa stesse pensando … << Addio Derek  >> sussurrai, sperando che in qualche modo lui potesse sentire il mio ultimo saluto.
Arrivai davvero troppo presto in aeroporto, e decisi di non imbarcare subito le valigie e Kopa, aspettando che chiamassero il mio aereo. Mezz’ora prima della partenza, mi misi in fila per imbarcare le valigie e fare il check-in, mentre il mio cellulare squillò dentro la tasca dei miei pantaloni. Era mio fratello. << Non credi sia passato troppo poco tempo per chiamarmi già? >>
<< Hope, devi tornare subito qui! >> urlò lui, sembrava essere davvero agitato.
Mi accigliai << Stiles, ma che .. ? >>
<< Hope, Derek sta morendo! >> 








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Ciao a tutti! **
Io non so più come fare a ringraziarvi per tutte le recensioni, per tutte le bellissime parole che mi dite! Sono davvero tanto contenta che questa storia continui a piacervi, spero che anche questo capitolo vi piaccia! E comunque, G R A Z I E !
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, anche questo è stato difficile da scrivere T_T La fine è sempre più vicina! 
A presto! <3

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Capitolo 41
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Back To You

 

POV Derek

Quella mattina mi ero reso conto che nonostante fossi forte, agile e veloce, non lo ero abbastanza senza il mio branco, non lo ero abbastanza contro un intero branco di Alpha. In fondo ne ero già a conoscenza, ma avevo voluto provare a resistere ai loro attacchi almeno per un po’. Sapevo che non avrei potuto farcela contro tutti loro, e non m’importava nulla. Non avevo nulla da perdere ormai, avevo già perso tutto. Avevo perso Hope, il mio tutto, la mia vita, ora non restava altro che farmi uccidere da uno di loro, non mi interessava da chi. Kali, Ennis ed Aiden si erano avventati su di me e in pochi minuti, ma di più di quanto mi aspettassi, erano riusciti ad immobilizzarmi, bloccandomi le braccia e la gambe, senza farmi muovere neanche un muscolo. Deucalion venne verso di me, continuando a sorridermi divertito e felice, con la siringa piena di strozzalupo. << Allora, per caso hai cambiato idea? >> mi chiese, ma la mia risposta fu un ringhio in cui mostrai le zanne. << Peccato >> disse poi, inserendo l’ago nel mio braccio. Urlai dal dolore, sentendo quel liquido penetrarmi nelle vene e farsi pian piano spazio in tutto il braccio fino a propagarsi in tutto il mio corpo. I tre Alpha mi lasciarono ed io caddi a terra, incapace di muovermi, tornando normale. Mi ricordai la sensazione che avevo provato un paio di volte quando era stato Jackson, il Kanima, ad immobilizzarmi. Solo che questa volta stavo anche sentendo un dolore paragonabile a quello che sentii quando furono i cacciatori a spararmi. Sembrava come se il mio braccio stesse prendendo fuoco, mentre Deucalion ed Ennis ridevano divertiti. << Allora, vediamo se riusciamo a farti ragionare, eh? >> esclamò il loro capo, e da quel momento cominciarono a torturarmi. In poco, pochissimo tempo mi avevano riempito di ferite e fratture, ed io non riuscivo a guarire velocemente a causa dello strozzalupo che continuava ad essere presente dentro di me. Dopo ogni ferita, morso, taglio, o osso rotto Deucalion mi chiedeva se avessi cambiato idea, ma la mia risposta non cambiava. Ormai sentivo che il mio corpo stava cominciando a cedere sul serio, ed io non mi stavo neanche impegnando per evitare che questo accadesse, ma anzi, non vedevo l’ora di esalare l’ultimo respiro, così magari avrei smesso di sentire tutto quel dolore. Non mi importava nulla del dolore fisico, sebbene non avessi mai urlato e ringhiato dal dolore come quella volta, ma ciò che più mi devastava era il dolore che continuava a spezzarmi il cuore ogni volta che rivedevo il suo viso, i suoi occhi. Almeno sarebbe finito tutto.
<< Ma guarda un po’ chi sta venendo a trovarci >> disse Deucalion, dopo prima di infilzarmi ancora una volta con i suoi artigli. << Arrivano i tuoi Beta >> annunciò.
<< C-cosa? >> cercai di chiedere, ma la mia voce si spezzava. Mi faceva male perfino respirare.
<< Non senti? Avanti, sforzati un po’ >>
Dovetti davvero sforzarmi per arrivare a sentire il rumore della jeep di Stiles, il suo cuore, quello di Lydia, i passi velocissimi di Scott, mio zio e gli altri che arrivavano verso casa mia. << No >> sussurrai, sapendo che stavano venendo per salvarmi e per combattere. Non volevo vederli morire, non volevo che si facessero del male. Io dovevo morire, solo io. E forse tutto si sarebbe sistemato. Voltai il viso e vidi tutti loro, schierati come un esercito, pronti all’attacco. Rimasero sorpresi e spaventati nel vederli lì a terra ricoperto di ferite e sangue, sicuramente non era un bello spettacolo.
<< Derek! >> urlò Stiles, non riuscendo poi a dire altro.
<< Andate via >> sussurrai ancora, sapendo che la maggior parte di loro poteva sentirmi.
<< Non andiamo da nessuna parte! >> disse mio zio.
<< Deucalion, lascialo stare! >> urlò Scott, ringhiando.
<< Siete davvero dei fedeli Beta, sapete? Siete qui anche se il vostro Alpha vi ha espressamente detto di andare via. I miei complimenti >> disse Deucalion, non abbandonando il suo ghigno.
<< Non lo lasceremo morire! >> ringhiò Erica.
<< Veramente, sembra proprio che lui voglia morire. Non fa resistenza, non cerca di guarire .. >> spiegò il capo del branco, lasciando stupito il mio.
<< Derek, ascoltami! Non è vero quello che ti ha detto Hope! Lei ti ama! Sta venendo qui! >> urlò Stiles. Di nuovo, il nome di sua sorella mi fece sussultare il cuore. Ero troppo debole per concentrarmi per sentire il suo cuore, così pensai che probabilmente stava dicendo quelle cose per farmi reagire e per farmi sentire meglio, per non farmi morire. L’unica cosa che riuscivo a sentire era che lui odorava ancora di lei, solo un po’, ma a me bastava. Sarei morto pensando a lei, sentendola.
<< Zitto, ragazzino! >> ordinò con un ringhio Deucalion.
<< Zitto tu, stupido licantropo! Derek, ascoltami! Non ti sto mentendo! Lei sta arrivando! Ti ha lasciato perché Deucalion .. >>
<< Ho detto zitto! >> ringhiò ancora Deucalion, facendo un passo in avanti e mostrando le zanne.
Scott si mise davanti a Stiles, come per proteggerlo. << Derek, Stiles non sta mentendo, sento il suo cuore! >> urlò Scott. Ma io ormai avevo deciso, e credevo solo alle parole che avevo sentito da Hope.
<< Andate via >> ripetei, con voce più alta.
<< Perché non ascoltate il vostro Alpha e vi togliete dai piedi? >> chiese Deucalion.
<< E’ arrivata >> sussurrò mio zio, attirando la mia attenzione. Chi era arrivata?
<< Hope è qui >> sussurrò questa volta Scott rivolto a Stiles, che si girò verso gli alberi. Era vero? Hope stava arrivando? Era arrivata? Era lì? Tutto il mi branco si voltò verso la radura, verso gli alberi, e anche Deucalion ed i suoi Alpha sembravano essere concentrati sullo stesso punto. Cercai di concentrarmi con le poche forze che mi erano rimaste, sperando di sentire anche io un qualche rumore, un qualche suono, qualcosa che mi dicesse che lei era davvero lì. << Hope! >> la chiamò Scott, come per guidarla.
Poi la vidi, ed il mio cuore cominciò a battere di nuovo. Apparse all’improvviso fra gli alberi, correndo, con l’affanno, sudata, bellissima. Si fermò solo per un istante accanto a suo fratello e Scott, ansimando, senza dire niente, e poi mi vide anche lei. Sembrava shockata. Ricominciò a correre, liberandosi della presa di suo fratello, e superando lo spazio che divideva i due branchi, buttandosi a terra, inginocchiandosi accanto a me.
L’emozione che provai fu indescrivibile. Sembrava un angelo, il mio angelo, tornata per salvarmi. Mentre io sorridevo alla sua vista, lei mi guardava con la bocca aperta e gli occhi spaventati, che cominciarono a diventare lucidi e presto rossi. Pianse, e sentii ogni sua lacrima che cadeva sul mio corpo, mentre sembrava che avesse perfino paura a sfiorarmi.
<< Derek >> sussurrò il nome, che non mi era mai sembrato così bello.
Era meravigliosa, era bellissima. Sentire il suo cuore che batteva forte mi fece venir voglia di continuare a respirare, e fece battere il mio cuore sempre più velocemente. Era davvero tornata per me? Era davvero lì? Per un attimo pensai di stare sognando, oppure di essere morto e di essere finito, stranamente, in paradiso, accanto al mio bellissimo angelo.
 
 
POV Hope

<< Hope, Derek sta morendo! >>
Quelle parole mi fecero sentire male.
<< Cosa?! >>
<< Hai sentito! Devi tornare qui, subito! >>
<< Ma come lo sai? >> chiesi, mentre sentivo il mio cuore che batteva sempre di più forte. Cominciai ad avvertire una strana sensazione anche allo stomaco, come se stessi per vomitare il nulla. Derek non poteva morire, Derek non doveva morire!
<< Peter ci ha appena avvisato! Il branco di Deucalion è andato a casa loro e di certo non era una visita di cortesia! Stiamo andando da Deaton a prendere quello che ci ha preparato ed ora anche Erica, Boyd ed Isaac sentono che si sta indebolendo! >> mi spiegò Stiles, mentre io mi allontanavo dalla fila per il check-in e liberavo Kopa dalla gabbia.
<< No, non può essere! Deucalion aveva detto .. >>
<< Hope, ora non importa quello che ti aveva detto quel pazzo! Devi tornare qui, o Derek morirà! >>
<< Come faccio? Non ho la macchina! >> mi si stava annebbiando il cervello, stava andando in fumo! Riuscivo a pensare solo a Derek, magari ferito, vicino alla morte. Non poteva succedere, non poteva morire. Se fosse successo davvero, non sarei sopravvissuta neanche io.
<< Fuori dall’aeroporto ci saranno sicuramente le macchine da noleggiare! Prendine una e vieni a casa di Derek e Peter, più in fretta che puoi! >>
<< Dì tutto a Derek, digli la verità! >>
<< Va bene, ma sbrigati >>
<< Arrivo! >>. Rimisi il cellulare in tasca, prendendo le valigie con entrambe le mani << Vieni Kopa! >> e seguita dal mio dalmata uscii dall’aeroporto.
Pregai l’uomo che si occupava delle macchine da noleggiare di fare il più in fretta possibile, e poco dopo ero già in macchina con valigie e Kopa, diretta verso la mia città, verso il mio Derek. Non guidavo spesso, né ero abituata a farlo come lo era mio fratello, visto che la jeep era sua, ma quella volta guidai il più velocemente che potei, facendo sorpassi che non potevo fare e suonando continuamente il clacson, sperando di non fare nessun incidente e pensando che molto probabilmente avrei avuto un miliardo di multe. Quando finalmente vidi il cartello “ Benvenuti a Beacon Hills “ mi sentii un po’ più sollevata, perché sapevo che ormai ero vicina a lui. Guidai fino all’inizio della radura e poi fermai la macchina, senza parcheggiarla da nessuna parte e lasciando Kopa dentro << Resta qui, torno subito! >> gli dissi, accarezzandolo. Non volevo portarlo con me, non volevo che si potesse fare male.
Scesi dall’auto e cominciai a correre dentro la radura, superando i mille ostacoli della natura e cercando di non inciampare da nessuna parte. Non ero una tipa sportiva, così poco dopo cominciai ad avere l’affanno e a sentire un dolore tremendo alla milza, ma non potevo fermarmi. Corsi sempre più velocemente, sperando che non fosse ormai troppo tardi. Quando fui vicina a casa Hale, sentii la voce di Scott chiamare il mio nome e poi lo vidi, accanto a mio fratello, a Peter, Lydia, e a tutti gli altri. Erano tutti rivolti verso di me, ed io mi fermai fra Stiles e Scott, capendo poi cosa stava succedendo. Il branco di Deucalion era rivolto verso di me, mi fissava, e accanto al capo degli Alpha, a terra, c’era Derek. Sembrava un cadavere, totalmente bianco in viso, ricoperto di lividi, graffi, tagli e ferite di ogni genere su tutto il corpo privo di maglietta e con i jeans ormai strappati ovunque. Feci un passo in avanti e sentii la mano di mio fratello prendere il mio braccio, ma io dovevo andare da lui! Mi liberai della presa e corsi ancora, senza accorgermi del fatto che stavo correndo verso cinque licantropi che probabilmente mi avrebbero ucciso.
Mi inginocchiai accanto a Derek, facendomi anche male alle ginocchia per il modo in cui mi buttai a terra. Vederlo così mi provocò una stretta al cuore. Ma ero vivo, e mi sorrideva. Mi venne da piangere a vederlo così, privo di forze e pieno di sangue. Le lacrime cominciarono a cadere su di lui ed io non avevo la forza di toccarlo, temendo di fargli male.
<< Derek >> lo chiamai con un sussurro, mentre lui continuava a sorridermi.
<< Hope. Sei … >> fece un respiro profondo, come se non riuscisse neanche a parlare << Sei tornata >>
<< Certo che sono tornata! Non potevo lasciare che .. >> che morissi. Non riuscivo neanche a pronunciarla quella terribile parola.
<< Pensavo che non ti avrei mai più rivista >> continuò lui, cercando di alzare un braccio. Gli presi la mano, portandomela vicino alla bocca e baciandogliela. Sentii l’odore del sangue, fortissimo.
<< Hai creduto davvero alle mie parole? Sono bastate solo quelle? ...  Perché ti hanno fatto questo? Perché non hai reagito? >>
Lui alzò le spalle, stringendomi la mano << Senza di te, non avrebbe avuto senso continuare a vivere >>
Quelle parole mi avevano colpito il cuore, lo avevano attraversato come se fossero dei pugnali, delle frecce. Derek voleva davvero morire, solo a causa mia.
<< Non era vera neanche una parola! Deucalion ha detto che se non ti avessi lasciato, ti avrebbe ucciso! Avrebbe ucciso anche Stiles e mio padre! >> gli spiegai, continuando a piangere.
Lui sembrò sorpreso << Non era vero niente? >>
<< No, certo che no! Io ti amo, ti amo tantissimo. Non volevo lasciarti, ho dovuto farlo! Non doveva andare così, tu saresti dovuto essere al sicuro >>
<< Hai .. hai ancora la mia collana >> disse lui, notandola al mio collo.
<< Sì. Dio, come ti hanno ridotto … >>
<< Mi sento già molto meglio >>
Stavo per rispondere anche io al suo sorriso, ma sentii una mano prendermi per la maglietta e tirarmi via da lui, sollevandomi da terra. << Ciao, Hope! Non dovevi essere su un maledetto aereo?! >> mi chiese Deucalion, tenendomi ancora per la maglietta.
<< Lasciala! >> gridarono all’unisono quasi tutti, compreso Derek, che però non riuscì ad urlare forte come gli altri. Mi sembrò di aver sentito anche la voce di Ethan.
<< Sai, mi hai davvero scocciato, signorina! >> continuò il capo del branco, allungando un braccio come se stesse per colpirmi.
Successe tutto in pochissimi secondi. Scott, Peter e Isaac si avventarono su Deucalion, che mi lasciò cadere a terra. La battaglia era appena iniziata.
Vidi anche Erica e Boyd correre verso l’altro branco, e tutti cominciarono a lottare fra di loro. In lontananza, Stiles e Lydia osservavano immobili, così come me. Voltai lo sguardo verso Derek, che era ancora sdraiato a terra, sembrava stesse cercando di alzarsi, e mi misi in piedi per andare da lui, ma fui di nuovo bloccata, questa volta da Kali. << Dove vai, piccolina? >> mi chiese, bloccandomi con gli artigli.
Erica fu subito dietro di lei e la fece distrarre, in modo tale che riuscii a liberarmi. Corsi da Derek, che stava cominciando ad avere un po’ più di colore in viso.
<< Come stai? >>
<< Meglio, ma guarisco lentamente >>
<< Vieni >> gli presi una mano e con l’altra cercai di sollevargli la spalla, e pian piano l’Alpha riuscì a rimettersi in piedi.  << Che posso fare? >> chiesi.
<< Va’ da tuo fratello. Quando sarà il momento, userete le bombe di Deaton >>
<< E tu? >>
<< Vedrai >> respirò profondamente, cominciando a camminare << Ora vai! >>
<< Derek .. >>
Lui mi prese entrambe le mani, stringendomele e guardandomi negli occhi. << Hope, non posso perderti, non di nuovo. Vai, io starò bene >>
Non resistetti più e mi alzai sulla punta dei piedi per arrivare alle sue labbra e baciarlo, mentre lui mi lasciò le mani per stringermi a sé. << Vai >> mi ordinò poi.
Corsi verso mio fratello e Lydia, che mi abbracciarono insieme. Quando mi voltai, vidi Derek puntare ad una strana borsa che era per terra, e quando stava per raggiungerla, quando stava per prenderla, Ethan gli si parò davanti. << No! >> urlai.
Ethan si voltò prima verso di me, il suo sguardo era davvero triste. Poi guardò Derek, che respirava e si muoveva ancora con fatica e gli disse qualcosa, abbassandosi verso la borsa e porgendogliela, per poi correre verso la radura, scomparendo. Che significava quel gesto? E cosa c’era in quella borsa? Vidi Derek estratte delle cose che assomigliavano a delle siringhe.
<< Che sono quelle cose? >> chiese mio fratello.
<< Non ne ho idea >>
Tutti stavano combattendo con qualcuno: Scotto  e Peter contro Deucalion, Erica contro Kali, Isaac contro Ennis e Boyd contro Aiden. Sembrava che nessuno tranne Derek si fosse accorto dell’assenza di Ethan.
<< Che sta facendo?! >> chiese Lydia, mentre tutti e tre guardavamo Derek che zoppicava verso Deucalion e Scott. Quando fu abbastanza vicino, si mise a quattro zampe e poi con un solo salto fu sull’altro Alpha, conficcandogli nel collo l’ago e spingendo chissà quale liquido dentro di lui. Deucalion urlò di dolore, finendo a terra immobile. Tutti gli occhi furono puntati su Derek e Deucalion, che continuava a ringhiare. Boyd scaraventò Aiden a terra, mentre Kali riuscì a sorpassare Erica e ad andare verso il suo capo. << Che cosa hai fatto?! >> urlò a Derek, andando poi verso di lui. Fu fermata da Scott, e subito dopo lui ed Erica riuscirono a bloccarla << Stiles, ora! >> gridò Scott.
<< Ora? Oh, Dio! >> mio fratello aprì lo zaino che aveva sulle spalle, estraendo della strane boccette con dentro del liquido.
<< Sono le bombe di Deaton? >> chiesi, mentre lui ne dava una a me e una a Lydia.
<< Sì, avviciniamoci! >> ordinò, e tutte e due lo seguimmo a pochi metri di distanza da Kali, che tentava di divincolarsi. Prima che Stiles riuscisse a lanciare la bomba fatta in casa, sentimmo un urlo di dolore: era Isaac. Ennis lo aveva appena messo a terra, e sembrava che il Beta avesse il braccio rotto oltre a molte ferite. L’Alpha cominciò a correre verso l’altra componente del suo branco. << Stiles, adesso! >> urlò di nuovo Scott, e mio fratello lanciò la boccetta, colpendo Kali in pieno petto. Poco prima che cominciasse a prendere fuoco, Scott ed Erica si allontanarono da lei. Ennis si fermò, e tutti restammo a guardare Kali che ormai era circondata dalle fiamme e urlava dal dolore buttarsi a terra, cercando di placare il fuoco. Ennis ringhiò, cominciando a correre verso di noi ed avventandosi poi su mio fratello, prendendolo per la gola ed alzandolo da terra. << Tu! >> urlò.
<< No! Lascialo! >> cercai di dare qualche pugno a quel lupo, ma fu tutto inutile. Con un calcio mi scaraventò a molti metri da lui, mentre continuava a strozzare mio fratello. Due secondi dopo, due frecce lo colpirono sulla schiena e lui lasciò andare mio fratello. Quando mi girai, vidi Allison e altri uomini intorno a lei, armati di archi, balestre e pistole. Erano i cacciatori! Furono tutti intorno all’Alpha in pochissimo tempo e lo riempirono di frecce, proiettili, fino a farlo finire a terra. Mi voltai verso Lydia << Lydia, la boccetta! >> gridai, e lei capì subito, lanciandola addosso ed Ennis che prese subito fuoco, lasciandosi morire mentre i cacciatori si allontanavano da lui. Ethan era andato via, Kali e Ennis erano morti, Aiden era a terra, immobilizzato da Boyd e Peter. Mi rimisi in piedi per andare verso mio fratello, che cominciò a tossire. << Stiles! >>
<< Sto bene, sto bene! >> annunciò lui, alzando le braccia.
<< Chi ha avvisato i cacciatori? >> chiesi, aiutandolo ad alzarsi.
<< Scott ha avvisato Allison. Guarda! >> mi disse, indicandomi un cacciatore dagli occhi chiari che si avvicinava a Derek.
<< Sei ridotto male >> gli disse.
<< Grazie, Chris >>
<< Non ti ci abituare. Questo è Deucalion? >>
Derek annuì. << Ci pensi tu? >>
<< Sì. Lasciate andare il ragazzino, ora sa con chi ha a che fare! >> gridò verso Erica e Boyd, che lasciarono andare Aiden. Come suo fratello, anche lui scomparse nella radura.
Io e Stiles corremmo verso quell’uomo e Derek, mentre Erica e Boyd andavano ad aiutare Isaac. Allison e Scott si avvicinarono, dicendosi chissà che cosa. Tutti erano feriti, chi più, chi meno, ma erano tutti vivi.
<< Derek! >> fui di nuovo al suo fianco, mentre sembrava che lui stesse per svenire.
<< Hope, lui è Chris, il padre di Allison >>
<< Oh, piacere! >> allungai una mano verso il cacciatore, che me la strinse.
<< Piacere mio. Dovresti portare Derek da Deaton, prima che muoia >>
<< Come?! >>
<< Non lo vedi? Ha sicuramente dello strozzalupo nelle vene. Deaton deve eliminarlo prima che arrivi al cuore >>
Guardai Derek, spaventata. Lui annuì, barcollando. Suo zio fu dietro di lui e si mise il braccio di Derek intorno alla spalla.
<< Non potete uccidermi! >> gridò all’improvviso Deucalion << Voi avete un codice! >>
<< Oh, penso che questa volta farò un’eccezione. E poi, stavi per uccidere un bel po’ di persone, fra cui tre umani, tre ragazzini. Direi che hai fatto abbastanza. Andate voi >> ci ordinò, e subito Peter prese a camminare verso la jeep di Stiles continuando a reggere Derek.
<< Io resto qui >> ci disse Scott quando fummo accanto a lui ed Allison.
<< Ma sei ferito! >> disse lei.
<< Guarirò >>
<< Grazie Allison >> le dissi io, sorridendole, per poi seguire gli altri.
<< Hope, tu hai la macchina? >> mi chiese Stiles, mentre apriva la sua jeep e Peter faceva sedere Derek dietro.
<< Sì, ai confini >>
<< Tu porta Isaac con Boyd e Lydia. Io porto loro e Erica. Ci vediamo da Deaton, ok? >>
<< Va bene >> risposi, lanciando un ultimo sguardo a Derek, che mi sorrise.
Corremmo verso la mia macchina, mentre Boyd sorreggeva Isaac che zoppicava. Kopa abbaiò contento quando mi vide tornare da lui, ed io feci spazio per far salire tutti. Quando fummo in auto, Lydia mi disse << Ero sicura che non volevi andare via sul serio >>
<< Non so come avrei fatto senza di voi >>
<< Sono contente che tu sia tornata >>
<< Anche io >>
Solo mentre stavo guidando verso l’ambulatorio mi resi conto che era finita, avevamo vinto! Eravamo riusciti a sconfiggere un branco di Alpha ed eravamo tutti vivi, sebbene qualcuno di noi stesse soffrendo, e non poco.
Fu Stiles ad aprirci la porta. << Dov’è Derek? >> chiesi.
<< E’ appena entrato con Peter ed Erica. Ha detto che non vuole che tu lo veda >>
Mi ricordai di quando disse la stessa cosa tempo fa, nello stesso luogo, quando Deaton doveva curarlo a causa del proiettile dei cacciatori. Di nuovo, sentii le urla piene di dolore di Derek. Mio fratello mi abbracciò, mentre io mi coprivo le orecchie con le mani. Avrei tanto desiderato non sentire tutte quelle urla, che non smettevano mai. Erano molto, molto peggiori di quelle dell’ultima volta. Più strazianti. Più lunghe.
Anche Lydia si coprì le orecchie e chiuse gli occhi, mentre Isaac e Boyd restarono ad ascoltare in silenzio, con delle facce poco contente. Finalmente, dopo dieci interminabili minuti di urla e di paura, non sentimmo più nulla. La porta si aprì e Deaton ci salutò << Ciao ragazzi. Chi altro devo curare? >>
Isaac alzò la mano e Deaton fu subito da lui. << Mmh, ti disinfetto le ferite, ma guarirai. Te le ha fatte un Alpha, quindi non aver paura se non guariranno velocemente come le altre, ok? >> Isaac annuì, mentre Deaton si armava di acqua ossigenata.
<< Come sta Derek? >> chiesi io, ma non fu il dottore a rispondermi.
<< Hope, puoi entrare >> mi voltai e vidi Peter ed Erica uscire dalla stanza in cui si trovava Derek, facendomi spazio.
<< Davvero? >> chiesi.
<< Lui vuole vederti >> mi rispose Peter, ed io non me lo feci ripetere due volte. Chiusi la porta alle mie spalle, e vidi Derek disteso sul tavolo in metallo. Indossava solo i sue boxer neri, e aveva tutto il corpo ricoperto di bende bianche. Quella più spessa era sul braccio, mentre le altre erano normali, ma comunque tantissime. Il suo viso era ancora non troppo colorito, ma almeno mi stava sorridendo. << Ciao >> mi salutò. Mi avvicinai a lui, sentendo di nuovo i miei occhi inumidirsi. << Non piangere >>
<< Come ti senti? >> chiesi, mettendomi di fianco a lui.
<< Bene >>
<< Non mentirmi >>
<< Credimi, rispetto a come stavo prima, ora sto benissimo >>
<< Quando urlavi? >> chiesi ingenuamente.
<< Quando non c’eri >> spiegò.
<< Derek, mi dispiace così tanto. E’ tutta colpa mia >>
<< Sssh >>
<< No! È la verità! Ti hanno ridotto così per colpa mia, perché me ne sono andata! >>
<< Non fa niente >>
Sospirai, prendendogli la mano. << Hai .. Hai davvero pensato che io non ti amassi più? Così, all’improvviso? >>
<< Avresti molti motivi per non amarmi >>
<< Smettila di sottovalutarti! Non hai risposto >>
<< Sì, ti ho creduto davvero. Perciò ho desiderato di morire >>
<< Non doveva andare così >>
<< Lo so. Ti capisco, davvero. Forse avrei fatto anche io la stessa cosa >>
<< E anche io avrei desiderato di morire >>
Lui sorrise << Lo vedi? >>
<< Scusami >> sussurrai, sentendo una lacrima rigarmi il viso. Lui lasciò la mia mano per asciugarla. << Come fai ad essere bellissimo anche in questo momento? >> chiesi e pensai ad alta voce, facendolo ridere un po’.
<< Mi chiedevo la stessa cosa >> mi rispose, accarezzandomi la guancia. Quel tocco mi fece stare meglio, mi fece battere il cuore solo per lui.
<< Che ha detto Deaton? >>
<< Guarirò, ma lentamente. Sono ferite fatte da Alpha, e lo strozzalupo nelle vene non ha aiutato >>
<< Ti aiuterò a guarire >>
<< Il tuo sorriso e il tuo cuore mi stanno già aiutando molto >>
<< Il mio cuore? >>
<< Sento che batte per me >>
Aveva perfettamente ragione. Il mio cuore batteva solo e sempre per lui. << Starai con me finchè non guarirai >> annunciai << Non ti lascerò >>
<< Mai più? >> mi chiese.
<< Mai più. Dovrai sopportarmi per il resto della tua vita. Ormai sei parte di me >>
Non mi rispose, ma a volte un sorriso abbatte qualsiasi parola. Specialmente il suo sorriso.
<< Cerca di riposare. Io resto qui >>
<< Grazie, Hope. Di tutto >> sussurrò lui.
<< Non ho fatto niente >> risposi, alzando le spalle.
<< Hai fatto anche troppo. Sei entrata nella mia vita, e il tempo che ho trascorso con te mi ha cambiato, ha cambiato per sempre ogni parte di me. Non ti ringrazierò mai abbastanza >>
<< Mi basta un bacio >>
<< Vieni qui >> alzò un braccio e mi strinse a sé, baciandomi come solo lui sapeva fare. Le nostri lingue si rincontrarono, giocando fra di loro, mentre io accarezzavo il suo perfetto e bellissimo viso e lui accarezzava il mio, facendomi sentire più accaldata.
<< Ringrazia che sono ricoperto di ferite, altrimenti non risponderei delle mie azioni >> mi confessò, sorridendomi a pochi centimetri dal mio viso.
<< Per quello c’è tempo. Ora dormi >>
<< Sarai qui al mio risveglio? >> mi chiese con un filo di voce.
<< Sì >>
<< Promesso? >>
<< Promesso >>. Gli baciai ancora una volta le labbra e poi cominciai ad accarezzargli i capelli, vedendolo addormentarsi sereno e con un piccolissimo, ma meraviglioso sorriso in viso.








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Ciao a tutti! **
Chiedo scusa per il ritardo, volevo aggiornare stamattina ma i mille impegni me l'hanno impedito! Comunque, eccovi il capitolo, tutto si è risolto! :D Spero davvero che vi piaccia, fatemelo sapere! Penso che ci saranno altri due capitoli e poi arriverà la fine. Però pensavo di scrivere un sequel ambientato qualche anno dopo la fine di questa storia, che ne dite? :) Altrimenti non scrivo niente e amen, penso ne avrete abbastanza di me! XD Comunque, ovviamente vi ringrazio per le stupende recensioni, per le meravigliose parole che mi dite e per il tempo che dedicate per scriverle. Davvero, G R A Z I E!
A presto! <3

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Capitolo 42
*** You're my life, now. ***


You’re my life, now.

 

POV Hope

Guardai Derek dormire sereno e tranquillo per ben due ore, continuando ad accarezzargli i capelli senza stancarmi mai. Durante quelle due ore avevano messo la testa dentro la stanza per salutarmi Erica, Boyd ed Isaac, mentre mio fratello, Peter e Lydia erano ancora con il dottor Deaton. Quando mio fratello entrò nella stanza, venne ad abbracciarmi, facendomi smettere di accarezzare il mio Alpha.
<< Non puoi immaginare quanto sono contento >> mi confessò Stiles.
Lo strinsi più forte a me << Non farmi andare mai più via >>
<< Assolutamente! >>
<< Hope .. >> la voce di Derek fu un leggerissimo sussurro, che fece voltare sia me che mio fratello verso di lui, ancora con gli occhi chiusi.
<< Derek? >>
Il lupo aprì gli occhi, facendomi un piccolo sorriso. << Sei qui >> sussurrò ancora.
<< Certo >> risposi, rispondendo al suo sorriso.
<< Ehi, sourwolf! Come stai? >> chiese mio fratello, con voce abbastanza alta e salutando Derek anche con la mano.
<< Sto bene >>
<< Dalla faccia non si direbbe >>
<< Stiles! >> lo sgridai.
<< E comunque, mi devi delle scuse >> continuò lui.
<< Scuse? >>
<< Sì. Non mi hai creduto quando ti ho detto che Hope stava tornando >>
<< Oh, per quello >> rispose il lupo, cercando di mettersi seduto.
<< Già, per quello! Allora? >>
L’Alpha si mise seduto sul tavolo di ferro, alzando gli occhi al cielo. << Scusami, ragazzino logorroico >>
<< Non erano le scuse che mi aspettavo, ma me le farò bastare >>
<< Sarà meglio >>
La porta della stanza in cui ci trovavamo fu aperta di nuovo, questa volta da Peter.
<< Derek, sei sveglio? >> chiese, ma appena lo vide ebbe la risposta e sorrise, aprendo ancora la porta per far passare anche Lydia e il veterinario. Notai che Peter aveva dei vestiti fra le mani, probabilmente per il nipote.
<< Come ti senti? >> chiese il dottore, mettendosi di fronte a Derek.
<< Meglio >>
<< Sicuro? >>
<< Non sto mentendo >> rispose il lupo, e il veterinario si voltò verso Peter, che annuì come per confermare quello che aveva appena detto Derek.
<< Bene. Disinfetta le ferite ogni mattina e cambia le garze finchè non si chiuderanno >>
<< Va bene. Grazie >>
<< Figurati. Ora vestiti >>
Peter porse i vestiti a Derek, che fece come gli aveva detto il veterinario.
<< Hope, bentornata >> mi salutò il dottore.
<< Grazie >> gli sorrisi, e lui fece lo stesso.
<< Mi raccomando, assicurati che si disinfetti bene >>
<< Lo farò >>
Il veterinario mi fece l’occhiolino, voltandosi di nuovo verso Derek. << E riposati, capito? >>
L’Alpha annuì, finendo di vestirsi. Ringraziammo ancora una volta Deaton, e poi andammo tutti nel parcheggio. << Vai da lei? >> chiese Peter al nipote.
<< Sì >>
<< Io pensavo di andare a dare un’occhiata alla casa accanto al tuo loft, ma se hai bisogno di me posso rimandare >> annunciò ancora lo zio.
<< No, vai pure >>
<< Posso venire? >> chiese Lydia all’improvviso rivolta verso Peter, che aggrottò le sopracciglia, sorpreso quanto tutti noi.
<< Certo >>
Guardai Lydia con una faccia semi-sconvolta, ma lei mi sorrise maliziosa. Non poteva piacerle Peter, no che non poteva! Comunque, li lasciammo andare.
<< Come facciamo con la macchina noleggiata? >> chiesi.
<< Lasciala qui. Domani chiamerò qualcuno per farla venire a prendere, ma il conto lo paghi tu! >> rispose mio fratello, aiutandomi a togliere dalla macchina le valigie.
Derek si mise dietro la jeep insieme a Kopa e ci dirigemmo verso casa mia, e quando Stiles parcheggiò nel vialetto tutti notammo che c’era anche la macchina della polizia, la macchina di mio padre. << Bene, e ora cosa dico a papà? >>
<< Tranquilla, ho un’idea! >> esclamò mio fratello.
Prendemmo le valigie e facemmo scendere Kopa, per poi aprire la porta di casa. Mio padre fece subito capitolino nell’ingresso, e spalancò gli occhi. << Hope?! >>
<< Ciao papà >> salutai, mentre Stiles e Derek poggiavano le valigie.
<< Che ci fai qui? >> chiese mio padre, venendo di fronte a noi.
<< Sapessi che bella storia! >> rispose mio fratello << Sai, Derek era davvero devastato per la partenza di Hope. Così mi ha chiesto di accompagnarlo in aeroporto per salutarla e appena siamo arrivati si sono rincorsi e poi abbracciati! Sembrava la scena di un film, dovevi esserci! >>
Mi voltai verso Derek che stranamente, al contrario mio, mostrava una faccia normale e serena mentre mio fratello continuava a raccontare bugie e mio padre.
<< E poi Hope ha capito che non poteva stare senza di lui, e senza di noi! Non è vero, Hope? >>
<< Precisamente >> risposi, sentendo il mio viso farsi più caldo.
<< E’ andata così? >> chiese mio padre, più rivolto a Derek, che annuì in silenzio.
<< Papà, scusami. Ti giuro che ti restituirò i soldi del biglietto! >> dissi io.
<< Soldi del biglietto? Ma che dici? >> chiese mio padre, cominciando a cambiare espressione e facendo esplodere sul suo viso un enorme sorriso. << Io sono così felice che tu sia qui! >> annunciò poi, abbracciandomi fino a sollevarmi da terra. << Sai che ti dico? Oggi vi porto a mangiare fuori, tutti e tre! Tuo zio è in città, Derek? >> il lupo annuì di nuovo << Perfetto, invita anche lui! E dopo magari andiamo a fare una passeggiata, o al cinema! Vi va, eh? >> mio padre sembrava essere tornato bambino. Il resto della giornata la passammo tutti insieme, proprio come voleva lui. Prima ci portò tutti a pranzo e restammo al ristorante per molte ore, tutti insieme. Dopodiché, non contento, decise di portarci davvero al cinema a vedere l’ultimo film di un qualche super eroe del futuro o roba del genere, fino a quando non si fece sera, e ci riportò tutti a casa.
<< Io scappo. Ci vediamo domattina! >> disse mio padre, lasciandoci soli me, Stiles, Derek e suo zio sulla porta di casa.
<< Era davvero contento >> esclamò Peter.
<< Già >> risposi.
<< Dopo magari ti porto dei vestiti puliti, che dici? >> chiese ancora Peter a suo nipote.
<< Se non ti disturba >>
<< Certo che no! >>
<< Magari puoi cenare qui, ordiniamo la pizza! >> proposi, facendolo sorridere.
<< Come potrei rifiutare? >>
Quella sera fummo di nuovo tutti e quattro insieme, e ci raggiunse anche Lydia. Non ebbi occasione di parlare con lei da sole, ma la vedevo stranamente troppo vicina a Peter. Comunque, non ci pensai molto ma pensai solo a godermi la pizza e la serata, che terminò quasi a mezzanotte. Peter accompagnò Lydia a casa e mio fratello dopo avermi aiutato a mettere a posto andò in camera sua, sfinito come lo eravamo tutti.
<< Finalmente soli >> disse Derek, una volta che entrambi fummo in camera.
<< Non farti strane idee. Devi riposare >>
L’Alpha sbuffò. << Non sono stanco >>
<< Bugiardo >>
<< E va bene, la giornata organizzata da tuo padre mi ha sfinito >> confessò, cominciando a togliersi i pantaloni.
<< Appunto. Vado a cambiarmi >>
Quando tornai in camera dovetti trattenere io gli ormoni alla vista di Derek in boxer e sdraiato sul mio letto. Lo raggiunsi e lui mi cinse con le braccia.
<< Stai meglio? >> chiesi.
<< Ora sto benissimo. Pensavo di non poter mai più abbracciarti >>
<< Non mi scuserò mai abbastanza per quello che ti ho fatto >>
<< Non devi scusarti. L’importante è che tu abbia capito >>
<< Sì, ho capito di essere una perfetta idiota! >>
<< No, quello è tuo fratello >>
<< Derek Hale! Non sapevo sapessi usare del sarcasmo >>
Il bel lupo rise << Sempre colpa di tuo fratello >>
<< Allora, cosa devo capire? >>
<< Sei la mia vita, adesso. Ricordatelo sempre >> Il mio cuore impazzì un’altra volta. Mi aveva appena detto una frase straordinaria, meravigliosa, unica, ed io ero lì a guardarla convinta che le mie pupille si stessero trasformando in due piccoli cuoricini rosa. << Hope, respira >> ah, già, respirare. Obbedii, facendo un enorme respiro.
<< Prima o poi mi farai venire un infarto >>
<< Spero davvero di no >>
<< Te l’ho detto che ti amo, sì? >>
Lo feci sorridere di nuovo e lui fece sciogliere il mio cuore. << Ripetimelo >>
<< Ti amo >>
<< Anche io >>
Ci addormentammo come sempre, abbracciati, uniti, innamorati sempre di più.
Mi svegliai, guardando che erano già quasi le otto del mattina così dovetti svegliare anche Derek, che si alzò con me e mi seguì in bagno.
<< Togliti quelle vecchie garze >> gli chiesi, andando verso l’armadietto dove c’era l’acqua disinfettate, ma Derek mi bloccò, spingendomi contro il muro. << Che fai? >> chiesi, ma non ebbi risposta. Cominciò a baciarmi il collo, e capii perfettamente cosa aveva intenzione di fare. Di nuovo, i miei ormoni furono messi a dura prova. Derek Hale era in boxer, di fronte a me, spingeva il suo corpo e la sua erezione contro il mio e mi baciava il collo. Forse stavo sognando.
<< Derek, devo .. >>
Mi zittì subito con un bacio, cominciando ad accarezzarmi ovunque, ogni singola parte del mio corpo. << Derek, non siamo soli >>
<< Tuo padre è già andato via. Tuo fratello dorme >> fu la sua risposta e poi mi spinse di nuovo, portandomi verso la doccia. O meglio, nella doccia.
Ammetto che mi piaceva quella versione di Derek, davvero tanto. << Sei sicuro? >> chiesi, mentre lui con un solo e veloce gesto mi liberò della maglietta del pigiama e poi passò ai pantaloni, gettandoli fuori dalla doccia e chiudendoci dentro. << Sicurissimo. Ora zitta >> mi ordinò, aprendo l’acqua e riprendendo a baciarmi. Non dissi nient’altro, lasciandomi andare e cominciando a baciare il mio amato Alpha, assecondando i suoi movimenti e sentendo l’acqua scorrere su di noi. Accarezzare il suo perfetto corpo mi dava i brividi, come sempre, e i suoi tocchi sul mio mi facevano impazzire. Entrambi ci liberammo dei pochi vestiti che ci erano rimasti addosso, e Derek mi sollevò con entrambe le braccia, entrando dentro di me e gemendo insieme a me. Non sapevo cosa avesse, ma sembrava impazzito, nel senso buono del termine. Non smetteva di spingere, di baciarmi, di gemere. Era qualcosa di stupendo. Continuò per un po’, facendomi arrivare al culmine del piacere un paio di volte, per poi gemere e soffocare un piccolo urlo quando venne. Solo allora mi resi conto che non l’avevo neanche visto mettere il preservativo. << Derek! Ma hai messo il ..? >> non mi fece finire di parlare.
<< Sì. Me lo sono portato dietro >> rispose lui, ancora ansimando.
<< Complimenti, lupetto >>
Rise insieme a me, facendomi scendere.
<< Hope, ti prego, dimmi che quei rumori non erano quello che penso! >> urlò all’improvviso mio fratello da fuori dal bagno. Mi sentii imbarazzata e divertita allo stesso tempo, e Derek rise ancora con me.
<< Vai giù, Stiles. Fra un po’ ti raggiungiamo >> risposi.
<< Sappiate solo che mi avete appena traumatizzato per tutta la vita! Vi ringrazio! >>
Divertiti e un po’ imbarazzati io e Derek uscimmo dalla doccia e ci asciugammo, così potei occuparmi delle ferite del mio lupo. Quando scendemmo per fare colazione, Stiles ci guardò male. << Vi odio, davvero >> Lo abbracciai, baciandogli la guancia << Spero che tu ti sia lavata le mani! >>
<< Sei uno stupido! >>
Non toccò più l’argomento, soprattutto dopo che Derek lo aveva minacciato di tagliargli la gola, e riuscimmo a fare serenamente la colazione.
<< Vengo con voi a scuola >> annunciò Derek quando finimmo.
<< No! Devi riposare. Non c’è più alcun pericolo, lo sai >>
<< Va bene, ma tornate subito! >>
Io e Stiles fummo accolti dall’intero branco quando fummo a scuola, e passammo la giornata con tutti loro. A pranzo, notai Ethan e Aiden ad un tavolo da soli, e decisi di andare a parlargli, e Scott mi avvisò che avrebbe sentito tutto.
<< Ciao >> salutai entrambi, ma Aiden non si voltò nemmeno.
<< Ciao Hope >> rispose Ethan.
<< Mi spiace per quello che è successo, ma non potevamo fare altrimenti >>
Aiden si alzò all’improvviso, guardandomi male e stringendo i pugni. Anche Scott si alzò dal tavolo poco distante da quello in cui mi trovavo, ma Aiden non fece altro che andare via dalla mensa. << Lascialo stare >> mi disse l’altro gemello.
<< Perché sei scappato dalla battaglia? >>
<< Perché Deucalion non mi aveva detto nulla, non sapevo ti avesse minacciato. Pensavo che te ne fossi andata di tua volontà >>
<< Capisco >>
<< Mi dispiace, per tutto >>
<< Va bene >>
<< Come sta Derek? >> mi chiese poi.
<< Vuoi saperlo davvero? >>
Ethan alzò gli occhi al cielo. << Io non gli ho fatto niente, non l’ho colpito o ferito neanche una volta. Mi dispiace sia stato ridotto così >>
<< Sta bene, grazie >>
<< Meno male. E tu, mi perdonerai mai? >>
<< Non devo perdonarti niente se non gli hai fatto del male. Solo che … beh, credo tu abbia capito cosa significa lui per me >>
<< L’ho capito. L’ho visto e sentito. Spero di avere anche io un giorno il legame che c’è tra voi >> confessò.
<< Beh, mai dire mai >>
<< Già. Vado a cercare mio fratello. Ci vediamo in giro? >>
<< Certo, ci vediamo >>
Fui contenta di sapere che Ethan non aveva contribuito a ridurre Derek in quello stato, mi fece sentire meglio. In fondo sapevo che lui non era cattivo.
Quando tornai da scuola mi catapultai in camera mia, seguita da Kopa, e vidi Derek sdraiato sul letto, e quando mi sentii aprì gli occhi. Mi sedetti accanto a lui, sorridendo grazie al suo unico sorriso. << Sei tornata >> disse.
<< Avevi dubbi? >>
<< No >>
<< Stiles è all’allenamento di lacrosse con gli altri. Vuoi andare a vederli? >>
<< Mmh, avrei un'altra idea >> annunciò, tirandomi delicatamente a sé dalla maglietta. Di nuovo, mi ritrovai fra le sua forti braccia, fra le sue carezze, i suoi baci … Avrei voluto essere lì per sempre. 








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Ciao a tutti! **
Grazie, grazie, grazie, grazie, G R A Z I E per le recensioni, siete meravigliosi, davvero! *__________*
Eccovi il penultimo capitolo, o ultimo, diciamo. Il prossimo sarà l'epilogo, con il POV di Derek. Spero davvero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, scriverò il sequel fra un po' di giorni, appena avrò fatto l'esame xD 
Siete fantastici, non vi ringrazierò mai abbastanza. Al prossimo, ed ultimo, capitolo! <3

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Capitolo 43
*** Forever. ***


Forever.

 

POV Derek

Le ferite guarirono completamente dopo una settimana, e in quei sette giorni avevo ricominciato a vivere. Passavo tutto il tempo con Hope, fatta eccezione per le ore in cui lei doveva essere a scuola, mentre io approfittavo per riposare visto che volevo godermi Hope in ogni momento e istante. Perfino la notte non smettevo di guardarla mentre dormiva fra le mie braccia, sempre con il sorriso sul volto. Mi ritrovai ad essere tranquillo, sereno, senza preoccupazioni, e Stiles mi prese in giro dicendo che ero nella fase “Hakuna Matata”. Sapevo che ormai eravamo al sicuro, che Deucalion, Ennis e Kali non c’erano più, che Ethan e suo fratello non erano una minaccia. Sapevo anche che quando ogni mattina lasciavo andare Hope e Stiles a scuola da soli erano al sicuro. Già, avevo cominciato a preoccuparmi anche del fratello di Hope, del ragazzino logorroico che mi faceva impazzire ogni giorno e che mi faceva venire sempre più voglia di saltargli al collo e aprirglielo in due. Mi ero affezionato anche a lui, nonostante tutto, ma non l’avrei mai detto ad alta voce. Durante quei giorni Hope mi aveva sempre aiutato con le ferite, disinfettandomele e cambiandomi le garze ogni mattina, sebbene poi finissimo col fare altro, il più delle volte a causa mia. Non riuscivo a trattenermi, non quando sapevo che eravamo soli in una stanza, con suo padre fuori di casa e suo fratello che dormiva. Quella ragazza, la mia ragazza, mi faceva impazzire sempre e comunque. Ma non era solo il suo corpo a far sì che il mio perdesse il controllo, anche se contribuiva molto. Erano i suoi occhi. Quegli occhi verdi, scuri e grandi che mi avevano fatto impazzire fin dal primo momento e che continuavano a farlo ogni giorno anche solo con un piccolissimo sguardo di pochi secondi. Quegli occhi. Ci facevo l’amore solo a guardarli. E poi il suo odore. Il suo odore che ormai era diventato mio, che non mi lasciava neanche quando lei era lontana da me, che mi faceva sentire sempre con lei, che me la faceva sentire mia. Profumava di un odore che mi sarebbe piaciuto sempre, per sempre. Ogni volta che la vedevo quando tornava da scuola il mio cuore batteva come una furia, come se volesse scoppiare, e il mio corpo fremeva dalla voglia di toccarla di nuovo, di abbracciarla, di stringerla e di baciarla. Mi resi conto che lei non era solo la mia ragazza, non era solo la compagna con cui avrei voluto passare il resto della mia vita. Lei per me era come l’aria. Senza lei, non sarei riuscito a sopravvivere, né avrei voluto farlo. Sapevo che sarei stato al suo fianco fin quando lei lo avesse desiderato, e speravo fosse per sempre.
Il sabato sera successivo lo passammo tutti al mio loft, con la “scusa” dell’allenamento che poi non ci fu. Più che un branco, ormai eravamo un gruppo di amici normali che guardava la tv, chiacchierava e usciva insieme. Più che un branco, eravamo una famiglia. Mio zio nel frattempo aveva comprato la casa accanto al mio loft, trasferendosi lì e lasciando la nostra vecchia casa ormai senza nessuno al suo interno. Non l’avremmo mai venduta o fatta abbattere perché era parte di noi, perché era una delle poche cose che ci erano rimaste della nostra famiglia, della nostra vecchia famiglia. Era il nostro passato, e sarebbe rimasta lì, mentre noi andavamo avanti. Hope in quei giorni mi fece notare uno strano cambiamento in mio zio e in Lydia, che sembravano esserci avvicinati di più. Non detti loro molta importanza, in fondo erano liberi di fare ciò che volevano. Quando la serata terminò io ed Hope restammo da soli, e potemmo fare l’amore come non lo facevamo da un po’ di tempo, da troppo tempo. Eravamo finalmente da soli, per davvero, ed eravamo su un letto abbastanza comodo e largo per entrambi, dove potemmo lasciarci andare ed amarci con tutta la passione che avevamo nel corpo e nel cuore. Quando ci fermammo, sfiniti, Hope mi strinse a sé.
<< Sai, credo che ti porterò davvero per sempre nel cuore, credo che non ci sarà mai spazio per nessun altro. E credo che ogni volta che penserò all’amore, penserò a te >> mi confessò, mentre io la ascoltavo in silenzio e sorridevo ad ogni parola. Sorridevo perché sapevo che era la verità, perché sentivo che il suo cuore non stava mentendo e che stava battendo ancora una volta per me. Non le risposi, perché qualsiasi parola sarebbe stata inutile. Non riuscivo a spiegarle a parole quanto lei fosse importante per me, quanto io lo amassi con tutto me stesso. Le presi il volto fra le mani, restando di nuovo incantato dal suo sguardo, e la baciai, cercando di trasmetterle tutto il mio amore. L’eternità era nelle nostre labbra e nei nostri occhi. 









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Oddio, è finita davvero.
Voi non potete immaginare quanto sia stato difficile fare clic su "Completa?". Davvero, ormai "Hope" è parte di me e scrivere questo piccolo capitolo, questo epilogo mi ha un po' rattristato. Sono comunque contenta di aver terminato questa storia con un lieto fine, e spero davvero che questo epilogo vi piaccia! Non vorrei mai deludervi. Vi chiedo scusa per gli errori dei vari capitoli, per i ritardi, per le cose poco originali e per le stupidaggini che possono essere presenti nella storia. E invece vi ringrazio ancora una volta per tutto, perchè con le vostre recensioni, ma anche solo inserendo la storia nei preferiti, nelle seguite e nelle ricordate, mi avete fatto felicissima! G R A Z I E !
Ringrazio soprattutto PennyRose, marmar, taranana, Anne_ks, EmmeEnne, Saralux,
jussdrewbieber, stay_weird, Hazel92, Ceinwein19, dylansdsimples, HowlingFang, Emily The Strange, AleFeLove, super_nova, Scurano, xisthemoment, Ramo97, _LonelyWolf_, fefy92, iloveserietv
per le recensioni! Siete stati davvero gentilissimi e buonissimi, sempre!
Ringrazio di nuovo PennyRose per aver fatto la segnalazione per le Storie Scelte, sei Meravigliosa! <3
Spero che seguirete il sequel della storia che penso comincierò a scrivere dopo l'esame di venerdì, o magari prima, chi lo sa! XD
Grazie ancora. A presto! <3

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