una sconvolgente scoperta

di Lelusc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** qualcosa dal passato ***
Capitolo 2: *** la partenza ***
Capitolo 3: *** la scoperta ***



Capitolo 1
*** qualcosa dal passato ***


Spero vi piaccia, è una storia molto strana e molto carina, ve lo posso assicurare,vorrei sapere cosa vi pare così continuo a scriverla, aspetto vostre recensioni. bacio Lelusc.

 

Era un normalissimo giorno d’autunno e mi trovavo a scuola, quando la mia vita prese una piega inaspettata.
Ero intenta a ricopiare gli esercizi d’inglese, scritti alla lavagna, avevo deciso di non pensare al fatto che non sapessi svolgerli, così evitavo di mordicchiare un'altra volta la matita,ne avevo cambiate ben cinque per questo motivo, purtroppo quello di mordicchiare qualcosa quando sono agitata è un mio piccolo problema.
A un tratto qualcuno busso alla porta dell’aula, mi girai, dalla porta semi aperta sbucò la fulva testa di Alyssa la bidella.

Professoressa scusi, ma ci sono i genitori di Megan qua in corridoio e vorrebbero parlare con la figlia.

La professoressa mi guardò “va bene, Megan esci pure” sorpresa e felice uscii e mi trovai davanti mia madre e il suo secondo marito non che mio patrigno.
  E già purtroppo mio padre e mia madre sono separati,io allora lo seppi da mia zia con cui abitavo e abito tuttora, poi un anno fa mi chiamò proprio la mamma e mi parlò di un certo William che aveva conosciuto in Inghilterra,e che aveva deciso di sposare,purtroppo non ero molto d’accordo con questa decisione, la mamma è ingenua e poi ha voluto risposarsi troppo presto per i miei gusti,ma ora sono contenta perché William è un bella persona e ama molto la mamma e io in qualche modo lo vedo come mio padre,e pensate lui è un restauratore e mia madre un archeologa e si sono incontrati a lavoro, ed è lì che arrivò il colpo di fulmine.

Poi si trasferirono a Hokkaido  e io non li vidi per diversi anni,ci sentivamo solo per telefono, chat, addirittura tramite lettere e ora eccoli qui davanti a me,nel corridoio della scuola durante l’ora di lezione,della mia materia non proprio preferita, non so se essere preoccupata o felice.
“Mamma,William!” esclamai una volta uscita dall’aula,quanto erano cambiati! La mamma, scoprii contenta, ma anche con una punta di tristezza che aveva tagliato i capelli color ebano, e invece a comfronto delle foto di William che avevo ricevuto, aveva i suo capelli rossi leggermente più lunghi e sembravano tutti e due rilassati e felici, ne fui contenta.

“Ciao Megan tesoro,da quanto tempo!” “9 anni mamma”  “lo so amore mio lo so,non sono stata una buona madre, lasciarti da mia sorella alla sola età di dieci anni,eri ancora una dolce creatura e ora sei una donna dolce e matura,mi dispiace tesoro se non lo abbiamo capito prima che le sole lettere le telefonate non bastano, quindi vogliamo che tu venga ad abitare da noi ad Hokkaido.

 Rimasi paralizzata, andare ad Hokkaido, perché così all’improvviso? E i miei amici? La scuola? “cara stai bene?” mi chiese mia madre preoccupata “perché  mi stai
chiedendo una cosa del genere? E la zia e lo zia lo sanno? e mio cugino? “abbiamo parlato con loro poco fa e anche con il preside e poi le tue valige sono già pronte e sono nel porta bagagliaio,manca solo il tuo si a partire” non ci posso credere mi hanno messo sotto fatto compiuto, devo solo dire si o no,ma come posso lasciare i miei amici, la mia scuola,i miei zii e mio cugino che per me sono stati la mia seconda famiglia, anzi loro sono proprio la mia famiglia,per poi fare cosa? Andare a vivere da sola con loro che poi lavorano sempre e non li conosco bene, “perché devo decidere così in fretta?

Io qui ho amici una vera famiglia,mia madre a quelle parole ci rimase male,e purtroppo ne ero sicura ma era meglio far capire come la pensavo “lo so cara, so che qui hai la tua vita,ma noi vorremo cercare di essere la famiglia che non siamo mai stati per te,vogliamo un'altra occasione, ti prego cara” mia madre aveva lo sguardo triste e io odio vederele persone a me care tristi “e va bene mamma partirò ma lasciami salutare la classe e i miei amici e poi devo spiegare” “va bene cara ti aspettiamo qui”.

Ritornai in classe e subito trovai Jessica,Dylan , Noah e Andrea a guardarmi “Megan cosa è successo? Cosa volevano?”chiese la professoressa curiosa e preoccupata “vede professoressa i mie genitori sono venuti qui, dopo nove anni per prendermi,vogliono che mi trasferisca con loro ad Hokkaido” appena finii la frase si alzò un vociare terribile e mi sentii male nel lasciare i miei amici in questo modo,ma cosa dovevo fare? Infondo avevo bisogno della famiglia che non ho mai avuto e chi sono io per non dare un altra possibilità ai miei genitori, se me la chiedono così disperati e così tanto tristi.

Cominciai a preparare lo zaino mentre tutti mi guardavano tristi o almeno a chi importava della mia partenza,la professoressa dopo la spiegazione ritornò a scrivere sul registro di classe, ormai del tutto calma,quando la cartella fu pronta la misi in spalla e mi diressi alla porta “vedi di chiamarci se possibile” disse Andrea interrompendo il silenzio creatosi nella classe “e vedi di stare al computer così parleremo molto spesso” disse Dylan “e poi non dimenticarti di noi i tuoi vecchi amici” disse Noah “perché tu devi essere sempre pessimista non ci scorderà” disse Jessica guardando Noah, poi si girò verso di me “vero Megan?” “ma certo, voi siete importanti,ci sentiamo presto e ci rivedremo”e così dicendo uscii dalla classe facendo finta di non vedere i sguardi tristi dei miei amici,però nonostante tutto ero felice per una cosa,la professoressa Tatiana non aveva fiatato,lei che di solito sentiva una voce e urlava come una matta.

Uscita, trovai i miei genitori ad aspettarmi con un sorriso stampato sulla faccia “sono pronta, possiamo andare” “bene” disse mia madre felice e ci avviammo verso l’uscita.
In macchina aprii il finestrino e guardai fuori per vedere un ultima volta la mia scuola.
“Mamma ma i biglietti?” “li ho già qui,come ho detto mancava solo il tuo si” “eri sicura che avrei accettato” “no cara,ma speravo di si” e così calò il silenzio,quando poco dopo chiesi “ma quando dobbiamo partire?” “partiamo oggi fra due ore e ci vorranno giuste, giuste per arrivare all’aereo porto” “capisco, va bene” dissi rassegnata sperando che i miei genitori non sentissero tristezza ne mio tono. 

 

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Capitolo 2
*** la partenza ***


Durante tutto il tragitto, nonostante sia inutile non feci che pensare alla mia nuova vita ad Hokkaido e hai miei genitori,fino a che la macchina non si fermò “siamo arrivati,ora chiamo Laura così si riprenderà la macchina e poi possiamo partire.
In aereo porto,c’era un rumore assordante gli auto parlanti che dicevano le partenze e gli arrivi, il vociare di persone i trolley che strusciavano a terra,i negozi stracolmi,bambini che correvano da tutte le parti,rimasi un attimo stranita da tutto questo rumore e mia madre dovette alzare la voce per farsi sentire nonostante fosse a pochi passi da me “dobbiamo farci controllare i bagagli e poi farli partire,così li ritroveremo all’aereo porto di Tokyo,annuii” e attendemmo la fila per far controllare le valige.

Finalmente tocco a noi, tutto a posto,demmo le valige e l’auto parlante chiamo il nostro volo e disse di dirigersi alla porta d’imbarco,li facemmo timbrare i biglietti e salimmo sul mezzo di trasporto che ci avrebbe portato al nostro aereo,finalmente in aereo salimmo e trovammo i nostri posti.
 Quando si sentì la voce gentile del comandante augurare a tutti buon viaggio, poi l’ hostess venne ad accertarsi che le cinture fossero fissate bene e l’aereo decollò.
Con me avevo lo zaino di scuola non avevo voluto metterlo via insieme alle valige, chissà perché, forse sentivo già nostalgia dei miei amici “cara immagino tu sia stanca, perché non cerchi di riposare? Avrai una bella sorpresa che ti aspetta ad Hokkaido” “a si? che cosa?” chiesi curiosa e chinandomi verso mia madre che stava al posto davanti  a me “non te lo dico altrimenti che sorpresa è,al inizio forse ti sembrerà strana, ma poi ti abituerai vedrai” “mamma così mi lasci sulle spine, dimmi di più” ma niente scosse la testa e si zittì.

Eravamo appena decollati e già mi stavo annoiando, sbadigliai per la prima volta e già sapevo che ci sarebbero stati molti altri sbadigli e che ne avrei perso il conto “stanca Megan? Perché non provi a riposare,infondo ti sei svegliata presto per via della scuola” mi disse William facendomi un sorriso,uno dei suoi calmi e dolci sorrisi “va bene William grazie per il suggerimento,lo seguirò” così posai il capo sulla spalliera e chiusi gli occhi e incredibile ma vero mi addormentai.

Mi svegliai all’improvviso non so per quanto tempo dormii ma vidi anche mia madre dormire e William leggere una rivista,rimasi a guardarlo per un po’ non so neanche io perché,fino a che non alzò lo sguardo dalla rivista “ti sei svegliata, dimmi la verità, ora ti senti meglio, vero?,era stanca” “si forse un pochino,cosa leggi?” “ah una rivista di storia” “e perché?” “così è una rivista che ho comprato prima di partire,oltre a molte altre cose” “e che dice?” “vediamo,lo sapevi che il cioccolato ubriacava?” “come? In che senso?” chiesi perplessa.
“beh vedi, qui dice che il cioccolato come ben sai, è fatto con i semi del cacao e sono stati i maya ad inventare il cioccolato ma non come lo conosciamo noi, infatti loro prendevano la polpa del frutto che crea i semi e viene  fermentata e diventa una sostanza alcolica,eco perché si dice che il cioccolato ubriacava” “to’, guarda che cosa strana,non lo sapevo” “sono felice di averti detto qualcosa che non sapevi” mi rispose William con un sorriso.

“Che altro hai comprato?” dei libri e delle riviste tra cui quelle di pettegolezzi per tua madre, li legge molto spesso e si diverte a criticarli” “tu pensa, anche io li leggo molto perché dicono delle cose così assurde e fuori dall’ comune che mi diverto a riderci sopra” William scosse il capo “ah poi ho comprato dei giornalini con le parole crociate” “bene, allora perché non mi passi un libro” “va bene, quale vuoi? Ora ti dico i titoli,allora “l’anno della morte” è un giallo “lacrime di cristallo” uno rosa “marco polo” storico e poi ci doveva essere uno di fantasmi a eccolo “Ghost” beh rende l’idea” “allora passami Ghost,così mi terrò occupata e mi farò venire qualche brivido” “ok allora,buona lettura” così presi il libro mi accoccolai sul sedile e cominciai  a leggere.
Dopo un po’di tempo,anzi molto tempo, alzai il capo dal libro,avevo mal di testa,avevo letto troppo e troppo attentamente,misi il segno al libro e guardai William dormire e mia madre leggere,si davano il cambio,pensai divertita.

 “Ciao tesoro com’è il libro?” “bello,pensavo fosse un classico, la ragazza va in una casa stregata e  vede i fantasmi,ma mi sbagliavo è molto originale” “mi fa piacer che ti piaccia,William ne ha così tanti a casa che non sappiamo dove metterli e questi saranno altri quattro da imbucare da qualche parte,ah renditi libera di prenderne, quando vuoi,non penso che William abbia problemi in proposito” “va bene allora, mi piace leggere” “davvero e cos’altro ti piace oltre a cucinare” “come lo sai?” “mia sorella è una tale chiacchierona,a volte quando sono libera parliamo un po’ di te” “allora sono solo io a non conoscerti bene” “credo di si,ma ora avrai tutto il tempo per conoscermi”disse sorridendomi (ma se lo dici tu)pensai.

“Mamma, mi è venuto un leggero languorino,sai se le hostess sono già passate e se passano?” “sono passate qualche minuto fa e non te ne sei neanche accorta” “capisco allora devo spettare un altro po’” “allora, ti andrebbe di fare questo test con me?,io l’ho già fatto voglio vedere cosa dice a te” mi disse mamma euforica peggio di una ragazzina“va bene fammi la prima domanda”.
 “Qui dice che il tuo colore è il viola” “ma come tutte quelle domande erano per sapere che colore fa per me?” “si a quanto pare” “comunque il mio colore preferito è il viola e il verde acqua quindi se è anche il mio colore è meglio no?” “si,il mio invece è il verde”mi dissi posando la rivista “il verde speranza e poi è  rilassante,bello” dissi sorridendole e mi stupii di vedere che nonostante non la conoscessi bene, le parlavo normalmente come se fosse stata con me da sempre,come se oltre ad essere una mamma fosse anche un amica,sarà anche per il suo carattere solare e dolce,che la fa sembrare una ragazza della mia età, non una donna adulta che a messo la mondo una figlia,che ha subito una separazione e si è risposata.

Continuammo a parlare per un po’ di tempo, ora devo dire che la conosco molto meglio e lei conosce me.
Mi raccontò di quello che aveva trovato a lavoro nei siti archeologici,in  Giappone dove sta lavorando e mi spiegò anche perché mi lasciò dalla zia a soli dieci anni per andare in Giappone per cercare antichi manufatti ed opere,quello era il suo sogno,oltre a quello di sposare un uomo straniero diverso da lei che è giapponese e si far nascere una creatura,che prendesse un po’ da lei e un po’ da suo marito,e bene era riuscita a fare tutto,ma nonostante ciò aveva preferito aumentare la cultura e lavorare,lasciandomi indietro,ma infondo nonostante la mia solitudine quella era una sua scelta,e io non potevo far altro che accettarla.

Continua a leggere fino a che qualcuno non mi toccò un braccio,così alzai lo sguardo “si che c’è mamma” “stanno arrivando le hostess mi avevi detto che avevi fame” “ah si grazie,non so che ore sono,e onestamente non voglio saperlo altrimenti comincio a pensare a quanto è lungo il viaggio e non mi va,ma se ho fame non vedo perché non mangiare” “giusto allora lo sia che facciamo ci prendiamo un bel panino qualcosa da bere e se c’è, qualcosa di dolce,e anche per questo ghiro qui accanto”  
Guardai William e mi misi a ridere “poverino perché dici che è un ghiro” “beh hai visto come sta dormendo?” scossi la testa e mentre ancor sorridevo.
Dopo aver fermato l’hostess mi ritrovai con un panino al  prosciutto in una mano e una lattina di coca cola nel altra, mentre il muffin al cioccolato,attendeva con ansia il suo turno.
“Tu non sia che sguardo hai,stai guardando quel panino famelica” “davvero? E io che cercavo di non dare a vedere che ho molta fame”dissi rispondendo ironica e facendo ridere mia madre.

“Allora che cos’è questo baccano, c’è un povero cristiano qui che non riesce a dormire” “dove l’hai visto il povero cristiano che tenta di dormire?” chiese mia madre prendendolo in giro “ei dolcezza non prendere in giro” mio madre gli fece la linguaccia e ne ricavò un bacio,erano carini e mi face uno strano effetto era così felici. 
“Guarda ti abbiamo preso da mangiare” “grazie,buono questo muffin ma non c’era alla crema di cocco?” “no mi dispiace anche Megan l’ha chiesto, ma non ne avevano proprio” io e William sospirammo sincronizzati e poi ci guardammo e scoppiammo in una allegra risata,e non so cosa trattenne la povera gente nel urlarci contro,eravamo troppo chiassosi.
 Dopo aver mangiato facemmo il test anche ha William e uscì fuori l’arancione,poi ci rimettemmo a leggere,il libro era interessante,mi piaceva molto e stavo al punto clou quando mi arresi al sonno e decisi di metterlo via e dormire.

Mi svegliai per via delle chiacchiere, William aveva ragione era fastidioso dormire con qualcuno che non fa altro che parlare  e parlare e parlare,aprii gli occhi assonati e soffocai uno sbadiglio con una mano “ben svegliata, manca poco ad arrivare sai,non ti aspettavi che il tempo volasse così vero? Visto che era tanto”mi disse mia madre allegra “davvero siamo quasi arrivati?” chiesi ancora intontita “si l’ha detto il comandante ma tu dormivi profondamente” “non ero un ghiro?” chiesi ironica “no,ma una bella principessa che dormiva e attendeva il bacio del principe azzurro” “addirittura,e pensare che non c’è l’ho mai avuto” “davvero?” “si purtroppo,vorrei proprio qualcuno che mi capisse” “dai molto presto lo troverai,che ne sai, sarà proprio dietro l’angolo” “magari,sarebbe fantastico” dissi malinconica e dopo questa conversazione, ognuno rifece quello che voleva fino  a che il pilota non parlò all’auto parlante “passeggeri è con estremo piacere che vi informo che siamo arrivati al aereo porto di Tokyo, prima di togliere le cinture attendete l’atterraggio,grazie” 

“Finalmente e mi mancava solo un capitolo e avrei finito il libro” “davvero? Ma li divori i libri” “si infatti,ora che si fa mamma?” “è tardi si cerca un hotel e domani andremo  a casa e scoprirai che sorpresa ti aspetta” “non vedo l’ora” dissi impaziente e scendemmo dal aereo,poi uscimmo dal aereo porto e mamma fermò un taxi “in che hotel andiamo?” “no, no in un hotel ma in una pensione qui vicino” “va bene come vuoi”. 

 

 

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Capitolo 3
*** la scoperta ***


La pensione era piccola,intima, di legno ed era una costruzione antica si e no aveva venti stanze e sicuramente piccole.

Mentre lasciavo i miei parlare alla reception,mi guardai intorno,intanto nell’aria si espandeva un delicato profumo di lavanda, una pianta rilassante, poi nella saletta chiamiamola così c’era un grande e caldo camino acceso e due divani color marrone rossiccio,molto invitanti,sul muro c’erano foto e dipinti del monte Fuji, templi, ed erano meravigliosi, molto realistici,poi c’era un grande quadro con dipinto un paesaggio spolverato diciamo da delicati petali di fiori di ciliegio,era bello e romantico pensai,mi sarebbe piaciuto passare sotto degli alberi di ciliegio in fiore e soprattutto vederli.

“Cara abbiamo fatto vieni” mi girai verso mia madre che mi faceva cenno di venire  con la mano,feci un cenno del capo alla coppia anziana alla reception e li seguii “Bene vediamo com’è la stanza” aprì la porta di legno,quella era normale non di carta e un leggero legno,ma giusto per far si che nessuno entri senza permesso.

Appena entrati trovammo un mobiletto di legno chiaro,con dentro delle pantofole ancora imbustate,poi c’era la stanza in tatami,mi è sempre piaciuto il pavimento di tatami perché essendo paia è  morbido,la stanza non era grande ma c’era un tavolino di legno chiaro con intorno dei bei cuscini colorati e poi c’era un armadio scorrevole con sicuramente i nostri futon,anche quelli mi piacciono molto,srotolare ogni notte quei bei materassi di cotone mi diverte molto.

“Eccoci qui!”  “carino Giappone antico” “si direi”dissi calma,e ora che si fa?” chiesi guardando i miei genitori “che domande cerchiamo di dormire, non so se il fuso orario è uguale a quello in America e sicuramente non lo è, ma normalmente adesso sarebbe l’una o le due,più o meno,proviamo a dormire” annuii e aprii l’armadio scorrevole presi i tre futon e li srotolai a terra “pronti! che velocità è” “ allora, buona notte e domani dopo colazione andiamo a casa” disse mia madre e io avrei scoperto la sorpresa non stavo più nella pelle.

 Incredibile ma vero,dormii fino a mattina, la nostra mattina che per loro era un orario diverso e che io non essendoci abituata non avevo ancora capito,a cosa corrispondeva, ma infondo cosa importava, bastava che fosse giorno.Mia madre e William ancora dormivano e io decisi di cambiarmi, rannicchiarmi in un angolo e finire l’ultimo capitolo del libro, ero al finale cavoli, avevo una voglia matta di finirlo e scoprire tutto,ma prima misi a posto il mio futon stando attenta che a non svegliassero,facendo rumore,poi come avevo deciso mi misi in un angolo a leggere e finii come niente,beh un capitolo è niente, poi guardai fuori dalla  finestra, il cielo, i palazzi, le città, le strade e via dicendo,non era poi diverso dall’America pensai “sei già sveglia”.

 Mi girai verso la voce “si mamma,ma qui è tutto uguale all’America” “si qui non c’è molta differenza,ma noi andiamo ad Hokkaido” “è vero,è un isola giusto?” annuì “e quando ci andiamo?” “quando si sveglierà il ghiro” mi misi a ridere povero William “ma è vero che lì c’è una sorpresa per me?” “si vero,ma non so se all’inizio ti piacerà” “perché dici così,perché è una cosa importante” e da li non chiesi più niente  e mi salì l’ansia.

Poco dopo William si svegliò,per fortuna avevano anche la nostra colazione, molto abbondante e non solo la loro,non sono così abituata,non ricordo ne meno quando fu l’ultima volta che la mangiai e poi ci dirigemmo al porto per cercare un battello che ci avrebbe portato ad Hokkaido.

“Corri Megan! credo sia quello!”mi urlò mia madre “però quel uomo poteva risponderci invece di dare importanza prima al suo Sakè” disse arrabbiato William “lascia stare caro,è inutile arrabbiarsi,Megan!” “sono qui mamma non mettermi fretta!”gli urlai, ero dietro ha William che era dietro alla mamma, che correva verso il battello, che stava per salpare “aspetti si fermi dobbiamo salire anche noi,tenga,ci siete tutti?” “si ci sono” dissi con il fiatone “anche io”disse William,salimmo e il battello partì.

Si stava bene sul a bordo non era molto affollato, avevamo preso l’ultimo, gli altri erano più affollati,il sole splendeva, era una bellissima giornata,il mare era limpido e brillante per via del caldi raggi del sole e il cielo era terso,mi sentivo così bene “mamma quanto tempo staremo qui?” “non molto cara,non è molto distante” le sorrisi, non vedevo l’ora di sapere che sorpresa mi attendeva “incredibile e passato, niente e già in lontananza si vede il porto” “visto cara che ti dicevo e potrai vedere la città,sai casa non è molto distante potremo andarci a piedi” “davvero,quindi si vede anche il mare” “abbiamo un muretto intorno al giardino della casa,dove tu ti affacci e vedi il mare” “davvero! Non me lo avevi detto,è questa la sorpresa?” “no,aspetta e vedrai,ti spiegherò tutto personalmente una volta arrivati” “e riecco l’agitazione” “no tranquilla,credo sia una cosa bella e ti ci abituerai” guardai mia madre che era serena e
William,che mi sorrise e gli sorrisi a mia volta.

William scese per primo dal battello e poi aiutò noi,c’era un po’ di gente che sicuramente aspettava qualche amico o famigliare,erano tutti felici ,ridevano si abbracciavano e mi sentivo bene fra loro “guarda mamma,sono tutti felici” “si è sempre così,ora andiamo,facciamo una bella camminata e ti mostro un po’ Hokkaido” “va bene” mi prese per mano e c’incamminammo.

“Allora,quello è un hotel,la pescheria,un ristorante con pietanze della casa,quello è un parco,con poco distante le scuole, c’è la materna, l’asilo,l’elementari, le superiori e l’università, sono molto grandi, non hanno badato a spese e non manca niente e già ti ho iscritta a scuola ci andrai dopodomani,visto che domani è sabato,ma non ti preoccupare per questo c’è tempo.

“Se lo dici tu” “si tranquilla” la nostra casa è poco distante,William c’e la fai con le valige di Megan” “si cara grazie per lì interessamento”disse irritato “scusami,William posso portarle anche da sola” “non ti preoccupare sono ingombranti ma non pesano e poi è stata colpa di tua madre che ti ha rapita” “allora grazie”.

Dopo poco mia madre si fermò “che c’è mamma?”siamo arrivati"davanti a me c’era la strada, allora mi girai verso sinistra e vidi un cancelletto bianco che divideva il marciapiede dal giardino di casa “questa è casa vostra?” “casa nostra cara, si” “ma è una villetta!” “si e allora? Ora ti diamo la copia delle chiavi del cancelletto e del entrata, bene e ora andiamo,attenta agli arbusti,non dovrebbero dare problemi lungo il cammino, ma sono leggermente lunghi dobbiamo ancora tagliare un po’ di rami”.

Mentre camminavamo verso casa su una stradina di mattoncini marroni,il telefonino squillò “scusa cara un attimo” ebbi una brutta sensazione, ma sperai di sbagliare,sentii mia madre rispondere e parlare monosillabica,alla fine attaccò “cara,avevo detto di non chiamarmi per qualche mese,volevo passare del tempo con te, come una vera famiglia,ma sembra che sono io il pilastro e sansa di me non sono dove mettere le mani,ritornerò presto e serve anche William”.

 Mi sentii un po’ delusa, non ero certa che quello che mi aveva detto,cioè che avevamo tutto il tempo possibile per conoscerci fosse una bugia,ma anche se non lo era, ormai.
Cercai di non far capire che non ci ero rimasta male “ va bene se è importante” “grazie,guarda! la giù c’è un ragazzo che sta annaffiando i fiori, chiedi a lui,noi andiamo,ritorneremo presto” “va bene a presto mamma” le dissi anche se non ero proprio sicura che ci saremmo rivisti presto.

Mi avvicinai al ragazzo,aveva i capelli corvini ed era girato a annaffiare l’aiuola, non sapevo che dire,ma lui mi aiuto subito anche senza volerlo,forse per il rumore dei miei passi o per la sensazione di essere osservati,non lo so perchè, ma si girò e mi rivolse la parola per primo “ciao, chi sei?” “io sono Megan” mi continuò a guardare,con quei bellissimo occhi color cielo,sicuramente stava cercando di ricordare se mi aveva già vista o aveva già sentito il mio nome,ma perché io ho dato per scontato che dovesse conoscermi?mi chiesi ,e decisi di aiutarlo “ forse è meglio il mio secondo nome, Fumiko” a quel nome mi sorrise “ha si,lo sapevo che saresti arrivata oggi,piacere di conoscerti sono Kei, tuo fratello” rimasi impalata davanti a lui, senza parole a guardarlo in faccia, come una scema  “non sapevi niente?” “no, di cosa?” “di me,che hai dei fratelli” “dei?” “si,aspetta te li presento,vieni” annui e anche se insicura lo seguii .

Entrammo in casa e davanti a un po’ di distanza, mi si presentò una scala di legno che portava di sopra e sotto si essa una porta,che si aprì e ne sbucò un ragazzo,con un grembiule pieno di macchie. Aveva in mano una scodella e un mestolo,i capelli li aveva biondi chiaro, non avevo mai visto un biondo così chiaro e aveva gli occhi scuri come i miei “giusto in tempo, senti un po’ come mi è venuta, e lei chi è?” “indovina” “Fumiko!”annuii “che bello finalmente ti vedo di persona e ti conosco,io sono Akira tuo fratello” annuii “si, piacere di conoscerti,scusatemi non vorrei essere scortese ma,sono finiti?” chiesi a entrambi e a nessuno “no,ne mancano ancora un po’”mi rispose Akira “ah capisco” “lo so, è una cosa strana per te,poi saperlo così, all’improvviso,capisco che è spaventoso” mi disse Kei “vado a chiamare gli altri”aggiunse Akira, rientrò un attimo i cucina e riuscì senza la ciotola,poi corse di sopra tutto trafelato “ragazzi! Ragazzi! è arriva Fumiko! Sta giù!”disse correndo su per le scale “scusalo è agitato,non è sempre così,te lo posso assicurare”disse Kei ridendo.

Ad un tratto vidi  scendere con eleganza un un’altro ragazzo “ma,come?”e mi girai a guardare Kei “che mi guardò e mi sorrise “lui è mio fratello gemello” il ragazzo scese, era proprio uguale a Kei tranne per i capelli che teneva a caschetto invece che corti come lui,però era identico.Indossava una camicia immacolata, dei pantaloni neri e stava in pantofole “ho santo cielo, le pantofole!” “non ti preoccupare non fa niente,non ci sei più abituata, dopo le presentazioni le metterai”mi tranquillizzo Kei, annuii,me ne ero proprio dimenticata.
Sceso l’ultimo gradino, s’incamminò verso di me,era alto e a pensarci lo era anche Kei,ma chissà perché non ci avevo fatto caso.

Si fermò davanti a me e mi porse la mano “piacere io sono Hayato,tuo fratello” “piacere io sono Fumiko” gli dissi stringendogliela “lo so chi sei, ti stavamo tutti aspettando” gli sorrisi,non sapevo come rispondergli” poi vidi scendere rumorosamente Akira,non aveva perso un milligrammo della sua allegria,non capisco, chi sono la regina?
E notai dietro a lui un ragazzo,dai capelli rossi,assomigliava a William,ha si,ora ho capito”.

Ero già pronta alla sua presentazione, ma fece qualcosa che non mi spettai,non scese le scale come tutte le persone normali,ma si sedette sul corrimano e scivolò giù.
Già mi stava simpatico e poi si vedeva dal viso che era simpatico e allegro e per niente posato come Kei o Hayato.

Lo guardai mentre mi veniva incontro, era vestito con una felpa,rossa e ciancicava il laccetto che gli pendeva dal collo, i casi erano due o era nervoso o era un gesto abitudinale,a poca distanza da me lasciò il laccetto e una volta raggiunta mi sorrise “piacere,sono Makoto,tuo fratello” “piacere, io sono Fumiko” e  mi abbracciò, rimasi visibilmente sorpresa non me la aspettavo“lo so,scusa mi è venuto d’istinto”mi disse staccandosi” “no niente”disse imbarazzata,non mi succedeva da molto di rimanere imbarazzata,ma chi se ne importa.

“Kei mi dici quando sono finiti?” chiesi a bassa voce,non volevo che sentissero, si mise a ridere “certo” rispose anche lui a basa voce,così da evitare  che qualche fratello lo sentisse,poi scese dalle scale un bambino che aveva in braccio un cagnolino,il piccolo mi si fermò davanti.

Mi arrivava a più di metà coscia poi alzò il capo per vedermi in faccia,mi fece un sorriso dove mancava un dentino, sicuramente è un birichino,mi dissi fra me,poi posò il cane a terra e mi abbracciò le gambe “sorellina,mi disse con quella sua infantile vocina” stavo per commuovermi, ma non era il caso di piangere lì davanti a tutti.
Mi inchinai per stare alla sua altezza “ciao,io mi chiamo Fumiko e tu?” “Jun” “piacere di conoscerti Jun, dissi sorridendogli,era così piccolo e indifeso e notai anche che era diverso dagli altri, aveva i capelli marroni e gli occhi verdi,ma che stava succedendo?

“E lui chi è?” “Flaffy,il mio cane” “che bello, ciao Flaffy dissi accarezzando il cucciolo che amichevolmente scodinzolò e mi leccò una mano,poi vidi qualcuno posare una mano sul capo del piccolo e mi rialzai. Davanti mi trovai un altro ragazzo, doveva avere più o meno l’età di Akira,aveva i capelli neri come mia madre,lunghi fino alle spalle,ma gli occhi verdi,qualcosa mi diceva che era figlio di mia madre e di William ormai aveva capito più o meno il meccanismo.

“Ciao sorella io sono Hikaru” mi disse e notai che era molto sciolto nel parlare ed era sicuro di se “piacere io sono Fumiko” “piacere mio”disse prendendomi la mano e baciandomela e poi nel riguardarmi mi face l’occhiolino,ok mi ero fatta un idea del tipo di ragazzo era,ma sperai mi fossi sbagliata”

Poi scese un altro ragazzo che forse aveva l’età di Akira anche lui,aveva i capelli marroni e anche gli occhi e il fisico snello e slanciato “che cosa è successo mi è parso di sentire Akira starnazzare” “grazie fratello, sei molto gentile” “figurati”poi mi guardò “no! Tu sei Fumiko?” “almeno lo ero fino a poco fa” dissi ironica,si mise a ridere “capisco e adesso sei nervosa, immagino” “come fai a saperlo” “per la tua postura,sei rigida” “si lui,balla ed è molto bravo a capire le persone, diciamo così”mi disse Kei “capisco,non è una brutta cosa,può essere utile””si infatti, comunque io mi chiamo Toshi e sono uno dei tuoi tanti fratelli,piacere di conoscerti” “e io come ho già detto a tutti,sono Fumiko ed è un piacere conoscerti” “bene chi manca ancora?”chiese Toshi a gli altri “.

“Che fai,non ti ricordi quanti fratelli hai” chiese Makoto“no certo che no, ma ogni tanto perdo il conto”mi misi a ridere “e normale no? siete così tanti” “si però non è carino”disse una voce, alzai lo sguardo e vidi un ragazzo sorridermi anche lui aveva i capelli marroni legati in una coda che gli ricadeva lunga sulla spalla,era incredibile gli doveva arrivava a metà fianco. Indossava una maglietta blu e un giacca lunga fino alle gambe, nera che teneva aperta e dei pantaloni dello stesso colore,era normale e sofisticato allo stesso tempo,quando anche lui mi raggiunse,rimase un attimo a guardarmi,non sapevo che fare,ma anche se un po’ imbarazzata lasciai stare “però,ah scusa mi chiamo Heiji e beh ormai vedendo loro sai il continuò, no?” “si sei mio fratello e sei felice di conoscermi o almeno spero e io ti ridico quello che ho già detto a loro,che sono felice di conoscerti e che mi chiamo Fumiko” mi sorrise  e mi girai verso Kei.

“Non vorrei sembrarti insistente ma,sono finiti?” “ne manca uno e poi sono finiti,con te, in totale siamo dieci” “dieci, più mamma e William” annuì.
“Ah eccolo!” esclamò all’improvviso Akira,quel ragazzo era pieno d’energia pensai e rialzai lo sguardo verso la scala che orami conoscevo tanto bene (finalmente l’ultimo fratello) pensai sollevata, e io che volevo dei fratelli.

Il ragazzino era piccolo non come Jun, ma a confronto degli altri,doveva avere, che ne so,dici anni,si incamminò verso di me,ma era frettoloso e il suo sguardo non era felice come quello degli altri,era come scocciato,arrabbiato, rovinava il suo bellissimo viso,si anche quello degli altri era bellissimo e delicato,ma il suo mi dava sul effemminato,se lo vestivi con un abito femminile o un kimono sarebbe diventato una bambina perfetta “se piacere di conoscerti, mi chiamo Misaki non sono tuo fratello, tu ti chiami Fumiko e non sei mia sorella,e ora addio” e cominciò a risalire le scale in fretta e furia.

Mi girai verso gli altri che erano rimasti in silenzio,altri guardavano ancora la scala,quando Kei mi guardò “ora ti spiego,io, Akira e Hayato,siamo i tuoi veri fratelli,quelli di sangue,nati da Ethan e la mamma,invece Jun,Heiji e Toshi,sono figli di William e la sua prima moglie,invece i rimanenti, Misaki,Hikaru e Makoto, sono i figli di nostra madre e William.
“Capisco ma è strano,dovrebbero avere problemi più, Jun, Heiji e Toshi che lui,infondo la madre è uguale” “si,però, Misaki è difficile” “Capisco” “comunque ora ritorniamo a quello che stavamo facendo” disse Hayato, sai stavo facendo i compiti,e cominciarono ad evaporare uno per volta,alla fine rimasi solo con Kei Akira e Makoto.

  
 

 

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