Pinku no Tori [Can I become like my father?]

di GoodnightLynne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La figlia di Ranma! ***
Capitolo 2: *** Burle! ***
Capitolo 3: *** Metamorfosi? ***



Capitolo 1
*** La figlia di Ranma! ***


 

La sala d'aspetto dell'ospedale dove si erano tutti riuniti era deserta, se non fosse stato per la loro presenza ed eccitazione e il continuo schiamazzare di amici e co.

 

Ranma e Akane si erano finalmente sposati e i due padri non potevano che essere strafelicissimi di questo: Akane era incinta, aspettava un piccolo ed innocente Saotome dentro e di questo anche lei era felice.
C'erano proprio tutti: Ukyo, Shampoo, Kuno, Kodachi... e... no, non proprio tutti. Mancava solamente quel ritardatario di Ryoga!

Il corvino col codino camminava avanti e indietro per la sala, molto preoccupato e soprattutto in ansia per sua moglie e per quello che sarebbe stato suo figlio. Non capita certo tutti i giorni di diventare padre, eh!

 

Secondo voi sarà un maschio o una femmina?” disse ingenuamente Kasumi, ridacchiando educatamente.
“Ovvio, sarà un maschio ed assomiglierà anima e corpo al nonno paterno!” esclamò Genma, riferendosi a se stesso, annuendo, braccia conserte e convinto di quello che aveva appena detto; anzi, era più che sicuro.
“E chi ti dice che sarà un maschio, amico mio?” ribatté Soun sarcasticamente, fissando l'amico, che per tutta risposta lo fissò di rimando. Alla fine i due scoppiarono in una grossa e sonora risata, pattandosi le spalle a vicenda. “In qualunque caso questo è il frutto dei nostri sacrifici, amico mio!”

Hai ragione! Siamo stati ripagati per quello che abbiamo fatto per loro in tutti questi anni!” una lacrima di gioia comparve sui loro volti, mentre tra le loro mani libere sventolavano dei piccoli ventagli con su scritto ''felicità''. Sembrava quasi che l'avessero fatto loro il bambino!
Ma in ogni modo, Nabiki aveva già aperto le scommesse sul sesso del pargolo.

Ranma sospirò e si sedette noncurante vicino a Kodachi, che anche sapendo che si era sposato, non mollava la presa dal codinato.
Ukyo e Shampoo avevano smesso di assillarlo, avevano capito l'antifona e non volevano immischiarsi, ora meno di prima dato il ''lieto evento''. (Anche se su Shampoo c'era qualche dubbio...)
La rosa nera, dal suo canto, sembrava più determinata di prima, la cosa l'aveva fatta infuriare, detestare quella sempliciotta di Akane Tendo, che ora poteva vantarsi di aver portato in grembo il figlio del suo adorato Ranma.
Questo non lo sopportava. Era oltraggioso!
Ma non lo dava a vedere, sapeva recitare cosi bene dar far invidia. Cercò di poggiare una mano sulla spalla del corvino col codino, ma egli si alzò subito, raggiungendo il dottore che si stava avvicinando. Aveva un grande sorriso in volto, uno di quelli contagiosi.
Ma Kodachi sbuffò stizzita lo stesso.

Tutta la famiglia Tendo/Saotome raggiunse Ranma e il dottore, con il fiato sospeso. “Ci dica!” esclamarono tutti insieme. Il ragazzo in questione non disse niente, restò impalato ad attendere la risposta del dottore.

L'uomo di mezza età sospirò e si portò le braccia dietro la schiena, annuendo solennemente. “E' una bellissima bambina, congratulazioni.” affermò, aprendo di nuovo quel sorriso contagioso di prima, che stavolta prese tutti i presenti (Tranne Kodachi per ovvi motivi), compreso Ranma, che non vedeva l'ora di rivedere sua moglie e di conoscere la sua bambina.
“Può andare da loro.” disse il dottore, facendo un cenno col capo verso il ragazzo, che non se lo fece ripetere due volte.

Corse a perdifiato ma, alla fine, raggiunse la stanza dove era già stata messa a ricoverare la moglie. La porta era già aperta, ma non se ne curò minimamente e si avvicinò frettolosamente ad Akane, ma senza fare il minimo rumore, per paura che la corvina si svegliasse.
Akane, avendo sentito entrare dei passi aprì gli occhi e spostò lo sguardo sul marito. “Ranma...” gli sorrise e lui fece lo stesso. Poi la ragazza spostò lo sguardo sulla culla affianco a lei, dove stava dormendo la piccola Saotome.

Il corvino s'avvicinò piano, molto piano alla culla, sperando di non spaventare il neonato che c'era al suo interno. Ma non ci fu pericolo: una volta che chinò leggermente la schiena per vederla, notò con gran gioia che la bimba stava dormendo beatamente.
Aveva un faccino cosi paffuto e sereno che il padre si addolcì subito nel vedere quella splendida creatura.

Il codinato avvicinò un dito alla piccola guancia della bambina e con attenzione gliela sfiorò.
La neonata emise un piccolo mugolio e Ranma ritirò subitissimamente la mano. Ora la paura di romperla era salita a dismisura. Però... non riusciva a levarle gli occhi di dosso: Il viso era cicciotto, molto chiara e quei pochi capelli che aveva in testa erano neri.
Gli occhi, purtroppo erano chiusi, quindi, per ora il nuovo padre si sarebbe accontentato.
“Ciao, piccolina... sono papà.” sorrise all'addormentata.
Alzò lo sguardo verso la moglie e aspettò qualche secondo, come se stesse aspettando un consenso da parte sua. Infatti Akane annuì col capo, sorridendo, anche se debolmente.
Allora Ranma riportò lo sguardo sulla culla e con voce decisa disse: “Benvenuta, Tori Saotome.”


_______

16 anni dopo...

La sveglia suonò insistentemente, ma ancora niente. Sembrava che nessuno avesse voglia di spegnere quel frastuono. O semplicemente non ne aveva proprio voglia, o molto più probabilmente aveva cercato di farlo, ma era caduta come una pera cotta sul pavimento.
L'ultima era la risposta esatta!
Infatti, possiamo notare una esile e bassa (molto bassa) figura con la faccia contro il gelido pavimento.
La figura in questione era una ragazza che, non appena si fu alzata, si massaggiò piagnucolando il naso, accompagnato dal dolore del fondoschiena.

La ragazza spostò lo sguardo sulla sveglia e sgranò gli occhi, disperata. “Sarò di nuovo in ritardo, lo sento!!” esclamò forte, alzandosi velocemente poiché doveva sbrigarsi o avrebbero chiuso i cancelli della scuola.

Corse in bagno, si lavò e uscì in men che non si dica, sotto lo sguardo perplesso del proprio padre.

Tori?”

Ma la ragazza non l'aveva sentito e si era barricata nella sua stanza per cambiarsi. Dopo aver messo l'uniforme e aversi sistemato come al suo solito frettoloso e tutto fuorché in modo ordinato, i capelli, uscì dalla stanza e corse al piano di sotto, dove l'aspettava sua madre, che l'accolse con un enorme sorriso.
“Oh, buongiorno Tori! Dormito bene?” domandò la madre, mentre era intenta a preparare la colazione...

Tori, conoscendo la cucina della madre deglutì e prese l'occasione al volo.

“No, scusami tanto mamma! Sarà per un'altra volta, io devo andare!” rispose tutto d'un fiato la figlia che si apprestava ad uscire di casa.
Non appena fu all'entrata di casa, dopo essersi infilata le scarpe, uscì, urlando a gran voce:
“Non preoccuparti! Comprerò qualcosa fuori!” e si volatilizzò.

Akane sospirò
“Avrei dovuto avvertirla che oggi è domenica?” e poi guardò la colazione che aveva preparato con tanto impegno e amore...
“Raaaanmaaa~” chiamò il marito, che stava cercando di svignarsela.
“Siiii, caaara?” il codinato non ne sarebbe uscito illeso, se lo sentiva.

---

Intanto Tori era sulla via per andare a scuola, inciampando ogni tre secondi sui suoi stessi passi.

Tori era una ragazza da una personalità alquanto strana: A volte era solare e gioiosa, a volte antipatica e scontrosa e altre volte impacciata e timida. Il tutto avveniva casualmente, a seconda del momento.
Si, soffriva di doppia personalità, con l'aggiunta di manie di protagonismo.
Ma non era l'unica cosa strana di lei: Aveva la mania di pensare ad alta voce e di accendere fiammiferi quando stava in ansia. Per questo ne portava sempre una piccola scatola con sé!

I capelli corti li portava fino alle spalle e la frangetta era sostenuta da un piccolo elastico rosso, a fontanella.
Preferiva tingersi, per questo da corvina si era ritrovata una simpatica chioma rosea. A lei piaceva, diceva che la faceva sentire ''se stessa''. Gli occhi, invece, erano chiari, proprio come quelli di suo padre.

Arrivò sana e salva davanti alla scuola, ma sfortunatamente per lei, era chiusa.

“PERCHE'!? DITEMI PERCHE'!? Oh, 20 yen... MIEI!”

Si, sarebbe stata una lunga giornata.




 

 

***




 

Note dell'autrice:

 

Spero vi piaccia come “presentazione” del tutto. ùù/ 

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Capitolo 2
*** Burle! ***


 

 

A Nerima era una splendida giornata, niente al mondo poteva mai rovinarla. Specialmente a Tori.
Era felice, molto: però non sapeva il perché di quello stato d'animo. Forse era l'aria fresca che respirava a pieni polmoni e la natura circostante a renderla cosi. Fatto sta che niente e nessuno poteva riuscire a rovinarla.

Tori si era fermata davanti una vetrina di un negozio, per ammirare un bellissimo abito con pizzi e merletti ovunque. Lo stava fissando da più di mezz'ora, era davvero stupendo! Peccato che costava una cifra stratosferica.
Non era la prima volta che lo guardava, ma da quando l'avevano esposto in vetrina.

Stava diventando un'ossessione quell'abito. La ragazza sospirò, diede un'ultima occhiata al vestito e iniziò a camminare per la strada che conduceva a casa Kuno. “Speriamo che sia in casa... SENNO' LO AMMAZZO!” pensò ad alta voce, portando quasi tutti gli sguardi dei passanti su di sé, ma lei stava già ridacchiando, come se avesse detto la cosa più carina di questo mondo.

Non appena fu arrivata a casa Kuno, vi entrò tranquillamente, dato che il portone era aperto. “Kimi-tan, ci sei?” domandò la rosina, guardandosi intorno. Come sempre l'amico aveva voglia di farle uno dei suoi squallidi scherzi, era il suo forte.
E Tori ci cascava tutte le volte. “Kimi, non è divertente...” certo che quel giardino era infinito! E il resto della casa non era da meno. Non per altro stiamo parlando dei Kuno!
Tori era terrorizzata, tremava e pensava che da un momento all'altro un brutto oni sarebbe uscito allo scoperto per divorarla. “Kuno Kimitaro, esci subito da lì! Non ci casco! ESCI SUBITO O GIURO CHE...” e da dietro un cespuglio (perché si, nel giardino dei Kuno ci sono i cespugli), uscì di scatto un ragazzo dai capelli corti, castani e gli occhi azzurri, che urlò un fortissimo: “TI MANGIO, EWWWARWAARGH!” per poi scoppiare a ridere sguaiatamente.

 

Tori?” domandò poi, chinandosi, dato che non vedeva più l'amica, che, ovviamente, era svenuta per lo spavento.

Kuno Kimitaro, era il primo e unico figlio di Kuno Tatewaki.
Vi starete sicuramente chiedendo chi era la sfigata che aveva avuto dei rapporti con quel pazzoide? Beh, nessuno lo sa.
C'è chi diceva che fosse scappata alle Hawaii, c'è chi diceva che si era suicidata, c'è chi diceva che aveva tradito Tatewaki con un altro.
Ci sono tante varianti, a dire la verità. Ma nessuno sa cosa sia successo davvero.

Kimitaro aveva chiamato Sasuke per farsi aiutare a portare la ragazza in casa. Certo che, anche se bassa, piatta e magrolina... era pesante lo stesso.
Grazie mille, Sasso!” Sasso era il soprannome amichevole che aveva dato a Sasuke. Lo vedeva come un fratello maggiore oramai, dato che il padre non c'era mai ed era sempre fuori per lavoro.
Di questo Kimitaro era molto triste, ma faceva in modo di non darlo a vedere, non molto, almeno.
“Non si preoccupi, padroncino...” annuì Sasuke, contento di essere stato d'aiuto al ragazzo.
Si chiedeva se era veramente figlio di Tatewaki... perché quanto a carattere non avevano nulla. Nemmeno di aspetto. ''Sicuramente avrà preso tutto dalla madre...'' pensò. Poi se ne andò via, per lasciare i due amici da soli ed anche perché aveva una grande urgenza di usare la toilet!

La ragazza era stata poggiata su dei cuscini, nella camera che una volta apparteneva al padre di Kimitaro.
Infatti i due poster con raffigurate la ragazza con il codino e Akane Tendo, erano state cambiate con poster di supereroi. Ormai Tatewaki doveva accettarlo.
La rosina aprì piano piano gli occhi e si mise a sedere, stropicciandosi l'occhio destro con il pugno di una mano. “Nh-nh, Kimi! Questa me la paghi!” esclamò infine la ragazza, portandosi le mani conserte e fissando l'amico in malo modo.
“Peccato, dovevo dirti una cosa sensazionale... Mh, rimarrà tutta per me!” ridacchiava il ragazzo, annuendo.
“Cosa...? Cosa? Che cosa è successo? Dai, dimmelo! Dimmelo! Voglio sapeeeeeerlo!”

Il castano la fissò divertito, ma poi si fece serio tutto d'un tratto. “Sai quello che mi hai raccontato su tuo padre? La storia che si trasforma in ragazza con l'acqua fredda?”
Il ragazzo sapeva tutto su quello che il padre dell'amica aveva passato, era il suo migliore amico e quindi sapeva ogni cosa. Anche quello che aveva combinato il proprio padre...
“Si, ma non capisco dove vuoi arrivare.” anche la ragazza si era fatta improvvisamente seria e fissava l'altro incuriosita.
“Ho fatto delle ricerche e proprio ieri, mentre tornavo da scuola... ho sentito che presto arriverà la stessa guida che incontrarono tuo padre e tuo nonno, quella delle sorgenti maledette. Hanno detto che porterà delle piccole e autentiche boccette contenenti una ad una le acque delle sorgenti. Sai questo che cosa significa?” gli occhi gli brillavano.
“Seriamente? Non ne ho la più pallida idea!” disse Tori, massaggiandosi la nuca, ridacchiando.
Il ragazzo sospirò e annuì col capo per poi indicare un punto indefinito della camera. “Ma ovviamente perché voglio conoscere la guida del posto! Voglio sentire le varie leggende delle sorgenti!” a Kimitaro piacevano molto queste cose e quando se ne trovava una davanti, si trasformava in un piccolo e pericoloso avventuriere.
La rosina alzò un sopracciglio e poi si portò le braccia dietro la nuca “Sono pressoché tutte uguali. Ti basti sapere che sono tutti morti affogati!” esclamò alla fine, ridendo.
“Voglio sentirmelo dire dalla guida! E tu mi accompagnerai!” ormai aveva deciso e non avrebbe cambiato idea cosi facilmente.
Tori già immaginava la faccia contrariata di suo padre, infuriato, molto infuriato.
Ovviamente non gli avrebbe detto nulla, non era cosi scema... ma se lo avesse scoperto poteva dire addio alla sua paghetta per tre mesi... o anche di più!
“Spero per te che non ci scoprano... o la tua morte sarà lenta e dolorosa. ” ringhiò in faccia all'amico, che se la stava ridendo a crepapelle.
“Ok! Allora è deciso! Ci vediamo in centro, sono sicuro che il tizio sarà da quelle parti!”
“Come fai ad esserne cosi sicuro?”

“Fidati di me!” lui le fece l'occhiolino.
Tori si limitò a sbattere le palpebre.


_______________________________

“Mamma! Papà! Sono a casa!” La tinta rientrò dentro la sua dimora e si tolse frettolosamente le scarpe all'ingresso. Poi si diresse in salotto, nessuno. Poi in cucina, nessuno. In camera dei suoi, nessuno.
“Ma dove sono finiti?” si domandò Tori, pensierosa. Poi alzò gli occhi sul soffitto... e corse velocemente in palestra. La stessa palestra che ora apparteneva a suo padre.

-

 

Come previsto: suo padre si stava allenando e sparava calci e pugni a raffica. Lei si sedette in un angolino e lo osservò.
A lei piaceva allenarsi, ma dopo gli eventi che si erano creati, suo padre aveva deciso di non farla più allenare, né combattere.
Le era stato praticamente proibito. Anche se lei, francamente, non ne ricordava nemmeno il perché.

Quando suo padre finalmente si accorse della presenza della figlia, le si avvicinò, con un sorriso raggiante in volto. Vedere la figlia lo rendeva sempre molto felice.
“Da quanto sei qui, Tori?” domandò alla figlia, sedendosi accanto a lei.
“Da più di un'ora...” disse la ragazza, arrossendo. Il padre riusciva sempre a metterla a disagio. Aveva una grande ammirazione per lui. Ma anche terrore, specialmente ora che doveva nascondergli qualcosa.
Ma cercò in tutti i modi di non pensarci. “Dov'è la mamma?” domandò.
E' andata a fare la spesa e se non vogliamo morire, dobbiamo tenerci preparati!” il padre scoppiò subito a ridere accompagnato dalla figlia.

Se ti sentisse la mamma!” poi Tori si alzò “Su, vieni papà! Ti preparo qualcosa io.” disse infine, sorridendo al padre.
Si alzò anche lui, sorridendole di rimando. “Ma fa presto. La mamma sarà a casa a momenti!”

Meno male che non si era accorto di nulla.
La fortuna doveva girare dalla sua parte, quel giorno!

 

 

 

Note dell'autrice:
 

Coff. Cofff!
So che è passato un giorno dal primo capitolo... ma non ho resistito! XD

 


 

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Capitolo 3
*** Metamorfosi? ***


Non capisco...” mormorava fra sé e sé la rosina, con le braccia dietro la schiena e lo sguardo fisso sulla vetrina di quello stesso negozio che aveva esposto l'abito con i pizzi che aveva visto il giorno prima e precedenti.
“Aveva detto che sarebbe stato puntuale... si sarà dimenticato?” si domandò Tori, perplessa, facendo poi una faccia furibonda. “IO LO ROMPO IN MILLE PEZZI!” esclamò infine.

 

Questa è pazza...”
 

Il suo aspetto non è dei migliori, non mi sorprende!”
 

Parla piano, potrebbe sentirti...” sparlavano tra di loro delle ragazze, che l'avevano appena sorpassata.
 

La ragazza dai capelli tinti fece finta di niente e si limitò a incrociare la braccia al petto (inesistente) e fare un grande sospiro. Doveva mantenere la calma, doveva.
Poi si girò di scatto nella direzione delle due ragazze:

 

COME DIAVOLO VI SIETE PERMESSE DI INSULTARMI, BRUTTE OCHETTE DA QUATTRO SOLDI!?” no, non l'aveva proprio retta.
Aveva lo sguardo assottigliato e stringeva i pugni con rabbia.
Ma qualcuno la fece ritornare alla realtà con un urlo. Proveniva da dietro di lei.

Infatti la ragazza saltò in aria.

Un ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri se la rideva.
“E' stato troppo forte! Dovevi vedere la tua faccia!” mentre indicava la povera malcapitata che era rimasta molto scossa, lui continuava a ridere.

“Non sei affatto divertente, Kimitaro!” la ragazza spostò lo sguardo, offesa.

 

Suvvia, non fare cosi!”

 

Tori era ancora arrabbiata, ma poi la sua attenzione venne catturata da un registratore accompagnato da un microfono, che reggeva il ragazzo con entrambe le mani.
“Cosa vuoi fare con quello?” la curiosità della rosina stava crescendo e non smetteva di fissare l'oggetto.


“Ti avevo detto o no che avrei chiesto alla guida i suoi segreti e le varie leggende? Bene, che cosa cambia sa gli faccio un'intervista?!” il castano sprizzava gioia e i suoi occhi erano come infuocati, ardenti di sapere.

La ragazza non sapeva cosa dire e sospirò, cercando di pensare positivo.
“Speriamo in bene...”

 

____

“Che stlano, nessuno semblare interessato, eppule sorgenti essele molto popolari...” disse una giovane figura cinese, con addosso un enorme zaino. Sembrava strano come una persona cosi minuta potesse sollevare un simile macigno.

Tutte le persone avevano gli occhi su quella figura e il suo abbigliamento non veniva di certo lasciato inosservato.

La persona si tolse con poca cura lo zaino dalle spalle e prendendo da questo una tovaglia bianca, la sistemò a terra, sedendosi poi sopra di essa.
Alla fine uscì dallo zaino delle varie boccette. Ognuna aveva un'etichetta di colore diverso, cosi da non confondersi.
“Song avere fatto!” disse la strana persona, che sembrava essere proprio una ragazza, con un nome abbastanza ridicolo. “Padre, sarai fiero di me!”

Song era una ragazza dalla corporatura piccola, anche se le sue forme erano molto evidenti, fin troppo.
Portava un vestitino cinese azzurro corto e i disegni che erano raffigurati su di esso erano dei fiori blu e indaco.
Aveva gli occhi verde smeraldo e i capelli corvini, raccolti tutti in un grande odango sopra la testa.

 

________

“E' da più di mezzora che camminiamo! Io sono coooosi stanca!” disse Tori, sbuffando.

“Come? Ti arrendi cosi facilmente? Credevo fossi più determinata!” esclamò Kimitaro, continuando a camminare allegro e spensierato. “Da non credere che tu sia figlia di tuo padre...”

“Cosa vorresti dire con questo, Kimi?” lo fulminò con lo sguardo e il ragazzo si mise a ridere. “Io ci rinuncio...”

Il castano si fermò di colpo e Tori fece lo stesso, quasi non sobbalzò. “Uh? Non mi dire che...”

“Nah, è solo un cane che sta attraversando la strada!

La ragazza restò come impietrita e lo guardò basita, non sapendo per l'ennesima volta cosa dire. “Smettila! Un giorno di questi mi verrà un infarto!”

“Esagerata... per cosi poco?” ridacchiò l'amico, camminando ma non vedendo proprio dove metteva i piedi.

Patatrak!

Infatti...

“COSA AVELE FATTO A SORGENTE DI TOPO AFFOGATO!?” una ragazza vestita da cinesina sembrava come se avesse visto un fantasma.
Era sotto shock!
“Papà ucciderà Song!”

Kimitaro aveva sotto i piedi la sorgente del topo affogato.
Ritirò subito il piede e si allontanò un po' da dov'era in precedenza, sbiancando.
“Sorgente del topo? Allora...”

“E' la guida delle sorgenti di Jusenkyoo!” la indicò, sbattendo le palpebre.
“Pensavo fosse un vecchietto! Questa potrebbe essere mia sorella!” sbuffò il castano, deluso.

La corvina, invece, stava ribollendo di rabbia.
Come aveva osato calpestare una delle sorgenti?!
“Voi...”
Aveva uno sguardo che non prometteva niente di buono.

La cinesina stringeva i pugni e i denti, ma...

scoppiò a piangere come una bambina. Forse anche peggio.

“Ora papà sgriderà Song! Song è nei guai!”

“E tu cantagli una bella canzone!” scoppiò a ridere Tori, visto che era la mente geniale di quella squallida battuta.
Anche il castano sembrava apprezzare, infatti anche lui stava ridendo di cuore.
Ahaha, buona questa!”

“Vero? Mi è venuta spontanea! Ahaha! Sono un genio!”

La corvina si alzò e ancora con le lacrime agli occhi, prese alcune delle boccette.

“Essere stupidi voi! Senza una delle sorgenti, io non potere fare nulla!”
E poi buttò tre boccette in direzione dei due ragazzi.
“VOI PAGHERETE PER AFFRONTO!”

La tinta schivò le due boccette e spinse di lato subito l'amico, visto che stava per essere colpito.
Tori gli fece segno di mettersi al sicuro e poi saltò, arrivando proprio davanti alla cinese.
“Ma io dico... TI E' ANDATO DI VOLTA IL CERVELLO?!”
E subito dopo le diede un forte schiaffo sulla guancia destra.
“CALMATI, STUPIDA.”

La corvina gonfiò le guance e visto che aveva girato di lato il capo, piano piano andò a fissare con disprezzo la ragazza che l'aveva toccata.

SBAM!

 

E ruppe una boccetta in testa alla rosina, che piano piano perse conoscenza.


_____

Finalmente Tori si era svegliata.
Di Kimitaro nessuna traccia.

Ed era strano... probabilmente aveva i suoi motivi.

Anche della cinese nessuna traccia... chissà dove era andata a finire.


La rosina sospirò e si guardò attorno: si trattava di un'allucinazione o tutto, attorno a lei, era diventato stranamente enorme?
Abbassò lo sguardo e il suo riflesso si fece chiaro sopra una pozzanghera.
Infatti, stava piovendo.
Sgranò i piccoli occhietti che si ritrovava, non appena si rese conto in cosa era diventata:
UN UCCELLINO ROSA!?

 

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