Anastasia's storie

di Sarapillo_
(/viewuser.php?uid=235749)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricomincia la scuola. ***
Capitolo 2: *** "Tu chi sei?". ***
Capitolo 3: *** Casa. ***
Capitolo 4: *** Nos Erunt In Aeternum. ***
Capitolo 5: *** "Il mio primo obbiettivo sei diventata tu." ***
Capitolo 6: *** Licantrocosaaaa? ***
Capitolo 7: *** Buio ***
Capitolo 8: *** Destinati ***
Capitolo 9: *** Dolpheten. ***
Capitolo 10: *** Incubi. ***
Capitolo 11: *** Roulette Russa. ***
Capitolo 12: *** Amore. ***
Capitolo 13: *** Chiarimenti e poteri. ***
Capitolo 14: *** Rose e Ludovico? ***
Capitolo 15: *** This is your heart, can you feel it? ***
Capitolo 16: *** Mancanze. ***
Capitolo 17: *** Andrea. ***
Capitolo 18: *** Luci. ***
Capitolo 19: *** Dolce ***
Capitolo 20: *** Lupi ***
Capitolo 21: *** SEI UN KILLIGET? ***



Capitolo 1
*** Ricomincia la scuola. ***


 Erano sette notti che sognava sempre la stessa cosa: sdraiata sul suo letto un ragazzo dai capelli biondi e occhi grigi la faceva dormire sul suo petto sussurrando il suo nome.
“Anastasia… Anastasia…” il suo nome usciva dalla bocca di quella figura sconosciuta con voce roca, quasi come una carezza. 
Quando si risvegliava, trovava la finestra della sua camera socchiusa, seppur fosse convinta di averla chiusa la sera prima.

Era strano, ma non le dispiaceva sognarlo, era certamente meglio degli incubi che le facevano visita di solito.

Quei brutti sogni non l’abbandonavano, c’era sempre lei ancora bambina con i suoi genitori naturali.

Correvano in un bosco di notte, scappando da qualcosa che li seguiva. 

Anastasia, in quel bosco si sentiva gelare. Gelare da dentro, non per il freddo, ma per il vuoto che provava mentre correva, mentre sentiva la voce straziata dei suoi genitori che le gridavano di correre senza mai voltarsi, per trovare la salvezza.
Così le loro voci diventavano sempre più lontane, catturati da quell’ombra, troppo veloce perché lei riuscisse a scorgerla.

Si svegliava piangendo, per poi provare a dormire ancora, se riusciva a prendere sonno. 
Amava suo padre e sua madre, Harry e Ambra Lacax, che l’avevano alleva con amore e forza fino a età di 7 anni. 
Fino a quando qualcosa glieli aveva strappati con forza. Era stata quell’ombra nera, o come la chiamava Anastasia: il Principe Delle Tenebre. Non sapeva perché chiamasse quella cosa così, le veniva spontaneo, come se le fosse stato suggerito da qualcuno, come se quell’ombra immonda glielo avesse chiesto.

Era successo proprio come nel sogno, il suo incubo era diventato realtà, i suoi genitori e lei in un bosco, mentre quel mostro li seguiva, senza lasciare scampo a quei due che l’amarono e la salvarono fino a fine.

Il giorno seguente una bambina fu trovata da un contadino, in stato di choc, non riusciva ancora a parlare. 
Fu portata in stazione di polizia, in cui le furono chiesti i suoi dati personali, e una descrizione del perché si trovasse lì da sola e in condizioni pietose. Ma la bambina rivelò il suo nome: Anastasia Lacax. 

La polizia la smistò in uno di quei centri di accoglienza e in seguito in una casa famiglia. Poco dopo venne adottata, forse la fortuna cominciava a girare dalla sua parte. Era una bambina troppo bella per non avere una casa. Non le mancava niente, personalità, carisma, e tanto cuore, pronto a donare amore. 
Aveva occhi come il cielo dell’Inferno, di un blu notte profondo e quei suoi capelli castani con riflessi biondi che le incorniciavano il viso. Quel bellissimo viso, con il suo naso dritto e labbra sottili. 

Carl e Jenna, i suoi genitori adottivi, erano delle brave persone ordinarie, con un lavoro saldo, il sogno di ogni famiglia con dei figli. 
Carl era un designer e Jenny una psicanalista.
Si potrebbe pensare che la figura di quella donna sia stata perfetto per quella bimba terrorizzata da quel fatto successo ormai 9 anni fa, ma fu tutto il contrario. Anastasia era sempre stata riservata sul suo passato, come se avesse paura che il Principe Delle Tenebre la ritrovasse. Non aveva nemmeno mai parlato a Jenna dei suoi incubi.


Ora Anastasia ha 16 anni e vive nella cittadina di New Ling.
Frequenta la scuola pubblica insieme ai suoi due migliori amici: Gloria e Jeff. Gloria è una ragazza molto dolce con capelli mori, occhi verdi e profondi, legata sentimentalmente a Jeff, un ragazzo semplice ma dolce quasi quanto lei, con occhi di un colore simile al giallo, in netto contrasto con i suoi capelli castani.
 

Primo capitolo

Oggi ricomincia la mia tortura. 
Oggi tutto quello che odio ricomincerà a infastidirmi. 
Oggi ricomincia la scuola!
Odio la New Ling High School, odio il grido “FORZA DIAVOLI” che si sente pronunciare dalle tante cheerleader senza cervello durante l’intervallo di una partita di football o di basket.
Ma purtroppo dovrò tornare a essere invisibile, a parte per le poche persone con cui ho rapporti di amicizia. 
Jeff e Gloria.

Sicuramente una delle cose positive della ricomparsa della scuola sono proprio loro. Sono molto importanti per me, senza il loro appoggio sarebbe tutto molto più difficile. 
Uno squillo mi desta dalla mia riflessione.
E’Jeff che mi chiama al cellulare. 

< ANA! Dove cappero sei? Non puoi arrivare il ritardo il 1°giorno di scuola! >

< Jeff, quanta fiducia hai nei miei confronti. Sto arrivando tranquillo, sono nel parcheggio della scuola > chiudo la comunicazione e torno ai miei pensieri.

Sono sul sedile anteriore della mia macchina: un vecchio furgoncino blu che mi sono potuta comprare da sola. Non volevo chiedere dei soldi a Carl e Jenny. 
Mi avvio coraggiosamente verso l’ingresso che bene o male è ancora affollato da adolescenti non pronti a ricreare una routine mattutina. 
< Anastasia… Anastasia… > sento sussurrare alle mie spalle, mi fermo pervasa da un brivido freddo, che quasi mi fa fermare il cuore.
Mi volto e noto un ragazzo. 
Con i capelli biondi, e gli occhi grigi.
Una figura mi balena in mente e solo dopo alcuni secondi di pura confusione riconosco l’identità di quell’adolescente.

E’ il ragazzo del mio sogno. 
No, non può essere vero, è solo un’allucinazione, come le tante che ho avuto sul Principe Delle Tenebre, o su mamma e papà. 
Ma mi sta sorridendo, un sorriso dolce, mi viene spontaneo ricambiare e lui mormora ancora il mio nome < Anastasia >.

“MERDA! Ma cosa sta succedendo? Non sarò mica suonata…” di essere pazza lo sapevo già, però ora la mia psiche sta esagerando.


Un braccio mi cinge le spalle portandomi via da quella “visione” incantevole, trasportandomi in una realtà ben peggiore.



Note dell'autore
Salve a tutti questo è l'inizio della mia prima ed unica storia, spero vi sia piaciuto l'inizio e che contnuate a sfogliare le pagine di questa storia,a presto spero :*

RINGRAZIO TANTISSIMO MIGNON PER AIUTARMI A SISTEMARE LA STORIA, TI RINGRAZIO MOLTISSIMO :***


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** "Tu chi sei?". ***


Josh Yachan il più figo dei fighi di questo liceo è dietro di me. 
< Ciao mio bel bocconcino! >
Tutti si chiedono per quale motivo odio essere toccata da questa sottospecie di ragazzo… il problema arriva dal suo essere un coglione patentato! 

Tolgo subito il suo braccio dalla mia spalla con un gesto quasi plateale.
< Ciao anche a te Josh, comunque il mio nome è A-N-A-S-T-A-S-I-A > dico scandendo ogni lettera < Riesci a imparare a pronunciarlo? O forse è troppo difficile per un giocatore di football senza cervello come te? > chiedo molto finemente, mentre dalla folla formata dai suoi compagni di squadra, si alza un
sonoro < Oooh! Ti ha messo al tappeto Josh! > 
Lui mi guarda con i suoi occhi verdi e poi sorride, più che un sorriso è un ghigno, ma devo ammetterlo riesce ad essere sempre bellissimo.

Dopo avergli rifilato un meritato schiaffo morale il primo giorno di scuola, posso sentirmi soddisfatta. 
Vado verso il mio armadietto in cui ci sono Jeff e Gloria che si coccolano un po’.

< Ragazzi avete finito con le smancerie? Posso guardare? > dico mettendomi un braccio sugli occhi.

< Ciao Ana, pronta a tornare a scuola? > dice Gloria.
< Beh lo spero, visto che ho già sistemato Josh > le dico ridendo, ancora divertita dalla scena appena vissuta. 

< Wow un nuovo record! E la vincitrice è… ANASTASIA LACAX! La folla è in delirio! > interviene Jeff facendomi gli applausi.

< Grazie, Grazie > rispondo facendo finta di asciugarmi le lacrime nate per la commozione.

Gloria fissa intensamente qualcosa dietro di me. Le passo la mano davanti al volto ma sembra essere come incantata, solo scuotendola e riesco a farla tornare in sé
< Ehi Anastasia, c’è un bel ragazzo che ti osserva come un falco >. 
Mi volto ed eccolo lì, il biondo di poco prima. 
Ci fissiamo per quelle che sembrano ore, e poi abbasso lo sguardo e io, Gloria e Jeff ci dirigiamo verso l’aula di biologia per la prima lezione di questo nuovo anno di scuola.

L’aula è sempre la stessa, spaziosa, con uno scheletro posizionato su una piantana, la lavagna a muro con quegli aloni che diventano ogni anno sempre più grandi, i cartelloni appesi alle pereti e perfino lo stesso professore sulla medesima cattedra.
< Buongiorno professor Veder > e anche lo stesso coro che si alza all’arrivo del professore in classe.

La classe è numerosa, e ci sono solo quattro posti vacanti combinati a due a due. Gloria e Jeff prendono due banchi vicini. 
Ah gli Innamorati.

Mi siedo rassegnata, da sola ascoltando il professore che ha già cominciato a parlare, quando nell’aula entra lui, il ragazzo da sogno, per meglio dire dei miei sogni.
Il professore si avvicina a lui dicendogli qualcosa d’incomprensibile, indicandogli il mio posto con il suo dito ossuto… mentre il mio “compagno” si accomoda vicino a me scrutandomi quasi fossi un animale a rischio di estinzione. Cerco di non farci caso, ma la mia pazienza comincia a terminare. 
Il professore ricomincia a parlare < Buongiorno ragazzi, voglio ridare il benvenuto a tutti i miei vecchi alunni e poi presentarvi un nostro nuovo studente il signor … > 
< Signor Wosturn, Ludovico Wosturn > dice il focoso biondo al mio fianco.

< Si, il signor Wosturn, viene dalla Romania giusto? Vuole dire qualcosa alla classe? > 

< No. > risponde secco, meritandosi delle occhiate ben poco amichevoli dai nostri compagni e dal professore stesso. 
Mentirei se dicessi di non essere spaventata a morte, è irreale, non può essere, il ragazzo che ha accompagnato i sogni delle mie notti è ora in carne ed ossa seduto accanto a me. 
Nel frattempo il professore continua a parlare e i minuti passano come se fossero ore.
Nei banchi dietro di me c’è Josh, che osserva il nuovo arrivato con disprezzo, e Rose, la capo cheerleader, che guarda Ludovico con ardore. 
Sbuffo sonoramente e poi sorrido a Jeff e Gloria. 
Mi convinco di guardare Ludovico, solo per un secondo pentendomene immediatamente.

E’ bellissimo ed è uguale al mio sogno. Ma come può accadere tutto questo? Sicuramente è una coincidenza, non può succedere veramente… Forse sto impazzendo veramente…
 
< Anastasia > sussurra Ludovico, mi prende la mano e se la porta alla bocca baciandone ogni nocca. 

< Tu chi sei? > gli chiedo io con voce rotta, sbalordita da come mi sembra familiare la sua vicinanza.
< Anastasia, tu sai chi sono, sono Ludovico, il tuo nuovo compagno di scuola, e di banco. > dice sorridendo sornione. 

La campanella suona, salvandomi da quel momento imbarazzante. 
Siamo alla seconda ora, ne mancano ancora tre! Devo resistere… 
Scappo togliendo la sua mano dalla mia. Non sta accadendo sul serio, mi sto immaginando tutto, sicuramente è un altro sogno.
Provo a pizzicarmi una guancia… e fa male diamine!

“Ma chi diavolo è questo Ludovico?”. 

Cammino a passo sostenuto fra i corridoi, massaggiandomi ancora il viso, dovrò stare tutto il giorno anche con questo segnaccio oltre a questi pensieri… arrivo finalmente nell’aula di storia, la mia seconda ora di lezione.
Entro e mi siedo su un banco qualsiasi, osservando come la classe si riempie velocemente, e anche il posto accanto a me, per sfortuna. Questo è un incubo.
< Ciao Anastasia > dice Josh che sembra aver imparato il mio nome.

< Ancora ciao, Josh > grugnisco. 
Ma con tante postazioni sulle quali sedersi, proprio vicino a me doveva capitare?
Ludovico entra per ultimo, guarda nella mia direzione… e il suo sguardo diventa strano non appena nota che il posto accanto a me è occupato. 

< Lo conosci quello? Ti osserva da stamattina, sarà estasiato da te, a quanto pare non sono l’unico. > Josh sospira e punta i suoi disarmanti occhi e il suo sorriso verso di me.
Oddio. Mi ha fatto un complimento non volgare come suo solito, gli sorrido replicando < Non l’ho mai visto, e poi non mi osserva >.
< No, hai ragione ti scruta come fossi la sua preda, ma forse non sa che tu sei la MIA preda. > dice appoggiando la sua mano sulla mia, sul banco.

Ecco tornato il vero Josh, strappo via la mia mano, come se mi fossi scottata.

< Josh ti ricordo che è la convinzione che fotte la gente e che io non sono la preda di nessuno. > 
< Tu non lo sai ancora ma cadrai ai miei piedi. >
< Oh Josh, continua a sognare. > 
Finalmente smette di parlare, e posso tornare a seguire la lezione fino al suono della campana.

Mi alzo frastornata, e vado verso il corridoio pieno di armadietti blu e gialli decorati con la solita scritta “Forza Diavoli!”, ora stranamente deserto… fa quasi paura.

Una folata di vento mi colpisce la nuca, facendo svolazzare i miei capelli. 
Delle dita picchiettano sulla mia spalla. 

< Ludovico > mi si è seccata la gola. 

< Anastasia > mormora. 
Ci guardiamo per qualche istante negli occhi, anche se vorrei solo sprofondare e scappare via. 
Lui biondo con occhi di ghiaccio… e io, beh… io non certo all’altezza della sua avvenenza.

< Come fai a conoscere il mio nome? Oggi è il primo giorno che ci vediamo… > mi ridesto magicamente. 
Sorride ed io mi sciolgo.
< So molte cose di te, Anastasia. > 
Sono abbastanza confusa. Il suo sguardo si addolcisce, e con un tocco leggero mi sposta un ciuffo che mi è caduto sulla faccia, poi mi prende la mano dolcemente.
< Andiamo a lezione. >

Alcuni secondi dopo i corridoi si ripopolano, ma Ludovico non sembra accorgersene. 
Questa è l’ultima lezione prima dell’intervallo e il ragazzo accanto a me sembra seguire tutti i miei corsi.

Mi guida verso l’ultimo banco, infondo all’aula. 
La professoressa di algebra comincia a parlare, si presenta a Ludovico e ritorna alla cattedra blaterando il programma di quest’anno.
Faccio un lungo respiro e comincio a parlare < Ludovico hai tutti i miei corsi? > 

< Sì. > risponde con fare indifferente mentre io rimango a bocca aperta. 

< Okay sono circa tre volte che ti faccio questa domanda… magari alla quarta risponderai… tu chi sei? >
 
< Ti spiegherò tutto stanotte, mia cara Anastasia > sorride ancora, senza mai distogliere lo sguardo dalla professoressa. 

< No > rispondo secca, vorrei alzarmi dalla sedia e cominciare a prenderlo a pugni, non ho mai conosciuto un ragazzo così strafottente.

Apre la bocca e sospira, sorride e mi sussurra all’orecchio carezzandomi la mano                            < Anastasia, il tuo no non mi farà cambiare idea. Questa notte sarò a casa tua. E poi non mi va di parlarne a scuola, c’è un ragazzo che ci fissa. Possiamo, per favore discuterne stasera? > 

Oddio questo è il colmo… la voglia di prenderlo a pugni aumenta.

< Scusa ma non eri tu quello che mi scrutava stamattina? >
< Si, ma io posso. > dice quasi offeso. 

Ho gli occhi sbarrati, ma non nego di sentirmi un po’ contenta per questa sua attenzione… ma la rabbia è tanta.
< No tu non puoi, non sei nessuno, nemmeno ti conosco. > 

Mi alzo e me ne vado, la professoressa sta per dirmi qualcosa quando Ludovico la guarda per un momento, e fiamme gemelle color cremisi crescono nei suoi occhi prima grigi.

La donna mi riguarda ora sorridente e girandosi verso Ludovico pronuncia le parole che inconsciamente speravo di sentire. 
< Signor Wosturn accompagni la signorina. > il cuore si ferma per alcuni secondi e rimango immobile, poi esco di botto dall’aula cominciando a correre.

“Non può essere vero, non di nuovo, per favore” imploro nella mia testa.

Ludovico non po’ essere come lui…



Note dell'autore.
Hello :) Come vi è sembrato il capitolo? Spero il capitolo sia stato di vostro gusto, in caso contrario fatemelo sapere, scrivetemi così possa migliorare. Scusate eventuali errori di forma e inerenti alla grammatica. Grazie per aver letto i capitoli,vi adoro veramente!
Ringrazio come sempre MIGNON per il suo aiuto indispensabile. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Casa. ***


Dove diavolo posso andare?
 
< Anastasia, non scappare da me ti prego > dice con la sua voce limpida, lo sento dentro di me.
Mi prende la mano e ci fermiamo, a dire la verità tutto intorno a me si ferma.

< Anastasia non voglio farti del male, sono qui per te, ti prego non scappare da me, io non sono lui… >
Mi si gela il sangue, come in un black-out la mia mente si blocca, ora nel mio cervello regna il buio.
< Che ne sai tu di lui? >

< Stasera. >

< Si. > riesco ad articolare solo un semplice monosillabo.
Tira la mia mano e sono tra le sue braccia. 
Il suo profumo mi assale, fresco e vellutato, mi accarezza ed è familiare, come se per la prima nel giro di anni fossi a CASA.

Mi ero mai sentita a CASA in vita mia? Che io ricordi no. 
E’ sempre stato uno scappare, un fuggire, un correre via. Anche se troppe volte non l’ho voluto ammettere la mia vita è sempre stata una fuga continua. Vivo nella speranza che la scomparsa dei miei genitori non sia reale, che sia stato tutto un sogno, vivo nella speranza che Lui non esista. Che la mia paura sia infondata e che Lui magari si sia scordato di me ma... non è così. 
Non può essere così, magari aspetta il momento giusto o magari non sa dove mi trovo. 
Odio fuggire, loro non sarebbero mai fuggiti. 
I miei genitori sarebbero rimasti, aspettando la battaglia con onore e coraggio. 

Sicuramente li avrò delusi, non sarebbero mai fuggiti. Forti come pilastri sarebbero stati duri da abbattere
Mi carezza il viso, asciugandomi le lacrime con i pollici. 
Non mi sono accorta che le lacrime hanno cominciato ad uscire dai miei occhi.

< Anastasia, andiamo nella mensa, mancano pochi minuti all’inizio della ricreazione. > sorride ancora.

Il suo sorriso mi piace, è fiducioso e in qualche modo da speranza. 
Mi bacia una guancia e mi prende la mano. Con molta nonchalance devo dire, e come se fosse la cosa più naturale del mondo ci avviamo mano nella mano verso la mensa. 
Prendiamo posto a uno dei tavoli, è ancora tutta deserta questo perché non è ancora suonata la campanella.

< Che ne dici di… boh… parlare di qualcosa? E’ inquietante che tu mi fissi lo sai? Possiamo parlare delle tue origini? Cosa ti piace fare? A quanto pare tu mi conosci, io no però .> la butto così, ma è veramente inquietante. 
Ride sonoramente
< Io sono Ludovico, sembro avere 16 anni, nato in Romania, sono, ed ero, molto facoltoso nel mio paese d’origine. Mi piacciono i libri, la musica e… diciamo lo sport, sono bravo ma mi annoiano subito. > mi spiega pacato.

< Allora, Ludovico, come mai sei venuto in questa città? > chiedo incuriosita.

< TU. > 

Risponde senza pensarci due secondi.
< Si certo, e io sono Lady Gaga... > 
Ride ancora, questa volta più sinceramente.

< Sei troppo bella per somigliarle anche lontanamente. Comunque il mio motivo sei tu, come ho già ripetuto molte volte. > sospira esasperato < Ne parleremo stasera >.

Lo fisso in cagnesco. 
Dovrei sbuffare io! Lui continua a fissarmi! 
Suona la campanella e la mensa si anima in pochi minuti, mi alzo dalla mia seggiola in plastica e vado a fare la fila, Ludovico mi segue.

Prendiamo i nostri pranzi e ci andiamo a risedere al nostro tavolo. 
Incontro Gloria e Jeff e li invito sedersi con noi, e accettano con piacere. 

Gloria e Jeff continuano a tartassare Ludovico di domande ma a lui non sembra dispiacere.

Ride spesso e fa battute, mi sembra felice.

Un momento, che m’importa della sua felicità? 
Nemmeno ci conosciamo, anche se… sapere che lui è felice beh… fa sentire serena anche me. 
Ludovico mangia pochissimo, quasi nulla.

La campanella suona ancora, la pausa pranzo è sempre troppo breve e manca solo un’ora alla fine di questo primo giorno di scuola. 
Metto le cuffie, ascolto e canticchio la musica, Follow Me dei Muse una delle mie canzoni preferite. 
< Follow me, You can follow me, I will keep you safe, Follow me... >.

Ludovico si unisce a me nelle ultime due strofe cantando con una voce melodiosa < …You can follow me, I will protect you… >.

Lo guardo rapita, la conosce anche lui! 
Poi ha cantato proprio quella strofa… dove i Muse cantano con naturalezza “Seguimi, io ti proteggerò”. 
Gli sorrido e gli chiedo < Perché hai intonato proprio quelle strofe? > e alzando gli occhi al cielo
mi risponde.
< Perché è quello che voglio fare, voglio proteggerti, voglio che tu sia al sicuro, voglio che tu mi segua, dobbiamo stare insieme. Dai, andiamo in aula, la geografia ci aspetta! > 
Mi prende la mano e andiamo. 

Siamo nell’aula di geografia, dove un professore da un accento strano ci accoglie con calore, anzi accoglie Ludovico con calore, si avvicina al nostro banco e comincia a parlagli in rumeno, Ludovico sembra scocciato e annuisce rispondendo in modo freddo fino a quando il professore si dilegua, con un inchino mal riuscito, ritornando alla sua cattedra presentandosi a tutta la classe con il nome di < Clapton Yogomir, docente di geografia. > 

Fisso Ludovico < Come mai ti ha fatto un inchino? Ed è rumeno per caso? >.

Annuisce e poi dice, sempre con lo stesso tono e per la milionesima volta 
< Stasera >. 
Mi mordo il labbro per non imprecare in aramaico e gli occhi di Ludovico cambiano, le fiamme di prima si riaccendono facendo allargare le pupille, fa un gemito sommesso e poi dice con voce rauca.
< Dovresti smetterla… sei un elemento di distrazione. > 

Arrossisco e lascio il labbro, lui sembra pian piano ritornare normale e io mi tranquillizzo.

< Perché hai reagito così quando mi sono morsa il labbro? >. 
Sta quasi per ridere.
< Lascia stare Anastasia >
Ma questo è veramente fuori come un balcone. 
Passano i minuti e alle 12 e 10 finisce finalmente questo primo giorno di scuola, per poco non mi sfugge un “Evvai” quando la campana suona. 

Esco dall’aula arrivo nel parcheggio e salgo sul mio pick-up.

< Sei sicura che questo macinino riuscirà a portarti a casa? > . 
< Aaaaah! Ma sei pazzo! > mi spavento il mio cuore manca un battito 
< Cosa cavolo ti salta in mente? Come diavolo hai fatto ad arrivare dall’aula fino a qui così velocemente?! Prima mi sono girata e tu eri ancora seduto! >
< Stasera, ti ho detto… comunque rispondi alla mia domanda. > dice freddo.
< John è in grado di potarmi a casa >
< John? Sentiamo, e chi sarebbe questo qui? > Le labbra sono una linea dura e i suoi occhi si dilatano, oddio, ora anche le crisi di gelosia.

< John è il mio pick-up. Ora scendi dalla mia auto? > 
< NO. > 
< Sentiamo perché no? > chiedo ormai esasperata e allo stremo delle forze.

< Devo proteggerti, anche da questo rottame, poi andrò a piedi a casa mia, mi sono trasferito nella villa dopo il bosco. Posso guidare io? > chiede gentilmente con l’ombra di un sorriso.



Note dell'autore.

Hello :) Come vi è sembrato il capitolo? Spero il capitolo sia stato di vostro gusto, in caso contrario fatemelo sapere, scrivetemi così possa migliorare. Scusate eventuali errori di forma e inerenti alla grammatica. Grazie a tutti. Ancora e sempre d'ora in poi un sacco di gratitudine per MIGNON che mi aiuta nella storia revisionandola :)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Nos Erunt In Aeternum. ***


“Nos Erunt In Aeternum”

Ho dovuto farlo guidare se no mi avrebbe portata a casa in braccio. In macchina abbiamo parlato di musica ho appreso che gli piacciono molto i Muse,i Coldplay , David Guetta ,gli piace anche la musica classica. Siamo arrivati < Passerò stanotte lascia la finestra aperta, a dopo Anastasia. > mi bacia la fronte e se ne va, sparisce nel bosco veloce come un fulmine lasciandomi basita ,sta diventando un abitudine o sbaglio?. 
Salgo le scale del portico ed entro in casa, la mia casa è bellissima, essendo arredata da un designer doveva essere il minimo, Carl e Jenny sono ancora a lavoro, suppongo che tornino verso le 6. Jenny ha uno studio in città dove lavora dalle 9 e 30 fino alle 6 e 30, Carl invece lavora per un mobilificio a Britic ,una cittadina vicino alla nostra, come consulente per il designer.
La mia camera è al piano di sopra,è insonorizzata ,ecco perché tutte le notti quando mi svegliavo urlando non mi sentivano, ma è anche più corretto nei miei confronti: Jenny e Carl hanno sempre rispettato i miei spazi, sin da quando mi hanno adottata certo all’inizio sono stati un po’ restii ma penso che dopo abbiano compreso che avevo bisogno di tempo. Gli voglio bene e gli sono grata per tutto quello che hanno fatto per me ;mi hanno salvato da una vita in case famiglia,mi hanno dato una casa e tutto l’amore di questo mondo.
Adoro la mia camera.
L’ho molto personalizzata ogni parete ha un suo colore a parte quella del soffitto che è di un blu notte costellato di stelle.
Mi siedo sul mio letto,metto su della musica e mi rilasso; è stato una mattinata sconvolgente,sfiancane e inaspettata.
L’incontro con Ludovico è stato traumatico, non pensavo che i miei sogni potessero rivelarsi veri, confesso che era un po’ strano svegliarsi di notte con la finestra socchiusa.
Non capisco ancora come fa ad entrare dalla mia finestra. Non può arrampicarsi non c’è nulla su cui farlo.
Non capisco neanche come mi abbia fatto a raggiungere così velocemente in auto e come mi abbia rincorso così in fretta quando sono scappata dalle classi.
Ricordo i suoi occhi mentre “ipnotizzava” la professoressa di algebra. Erano scarlatti proprioò come quelli dell’ Principe delle Tenebre , riesco solo a ricordare i suoi occhi; completamente rossi e il suo ghigno malefico mentre se ne andava dalla scena del crimine sulla quale i miei genitori si erano volatilizzati.
Non era umano. Nessun umano poteva avere i suoi occhi, nessun umano poteva avere la sua velocità, nessun umano poteva ucciderne un altro e rimanere così freddo, nessun umano poteva avere quel suo ghigno mostruoso.
Ho solo questa certezza, fu per questo che la bambina di sette anni che ero non disse niente quando quel contadino la trovo, dissi solo il mio nome.
Non ricordo neanche la città in cui vivevo,la mia casa nulla, vuoto totale, solo alcuni momenti con i miei genitori. D’istinto tocco la mia collana, la collana che ho ricevuto da mia madre poco prima di scomparire. Un cuore di cristallo che a volte si illumina.
Dietro di esso c’è una placca in platino con un incisione :il simbolo dell’infinito e una frase in latino. “Nos Erunt In Aeternum, Anastasia.”

Non ho mai provato a tradurla ,ora ne sento il bisogno come se fosse di vitale importanza. Andrò in biblioteca verso le cinque e cercherò un libro sul latino. Mi addormento, troppo stanca per continuare questo monologo interiore.
Ho sognato, è la prima volta che mi capita di sognare di pomeriggio, sogno solo di notte. Questo era un bel sogno. Ero con miei genitori. Abbiamo parlato, è stato stupendo. “Anastasia siamo orgogliosi di te,non dubitare mai di questo, io e tuo padre ti amiamo e ricorda che saremo sempre li con te. Nos Erunt In Aeternum, bambina mia .”
Le loro parole mi risuonano nella mente come una dolce cantilena mi danno forza mi donano felicità.
Sono le sette e trenta meglio che vado in città prima che la biblioteca chiuda. Scendo le scale scambio poche parole con Carl e Jenny che stanno per preparare la cena ,prendo le cuffie e salgo su John. Il tragitto da casa mia in città è lungo, abito nella periferia di New Ling vicino al bosco. Parcheggio ed entro in biblioteca.
< Ciao Carly > saluto la bibliotecaria riportandole i 3 libri presi la scorsa settimana.
< Ciao Ana > mi risponde la dolce vecchina dai capelli grigi e gli occhi glicine.
< Dove trovo dei libri sul latino? > ci riflette un po’ su poi annuncia            < Corsia 9 fra i manuali mi sembra > .
< Grazie > Cammino verso la corsia dei manuali dove non vado mai. Prediligo i romanzi, soprattutto la letteratura Settecentesca e Ottocentesca. Scorgo i vari titoli e poi decido di prendere “Come tradurre il latino” . Proprio quello che fa al caso mio. Esco dalla biblioteca e ho voglia di un frappé. Vado da Jer’s il bar che fa i più buoni frappé della città. Il Jer’s è arredato come un locale anni 50.
Tutte le pareti bianche decorate con immagini di vecchie band e da dischi, a parte una dalla quale sbuca fuori una automobile .
Il bar vero è proprio è rappresentato da un lungo bancone bianco con gli sgabelli rossi. Il pavimento e il soffitto sono a scacchi neri e bianchi. I divanetti rossi attaccati accanto alle pareti e i tavoli bianchi decorati con stralci di articoli di giornale offrono un comodo apoggio.
Ordino un frappé ,mi siedo su uno dei divanetti rossi e incomincio a leggere il mio libro sul latino. < Ciao Ana > dice Josh mentre con non curanza si siede vicino a me. Sono bloccata non posso uscire,vicino a me ho la parete. Sbuffo e dico < Salve Josh, potresti farmi uscire? > mi guarda interdetto e poi sorride
< Aspetta voglio prima chiederti una cosa. > annuisco e lui continua
< Chi è il ragazzo con cui te ne sei andata oggi? > . Lo guardo in cagnesco < Allora Josh cercherò di spiegartelo in parole semplici : non sono affari tuoi, ora io vado se permetti. Ciao > dico sorpassandolo e uscendo a grandi falcate dal pub. Torno a casa e sono le nove passate.
< Ciao Jenny, come è andata la tua giornata? E la tua Carl? > , Jenny è mora con occhi verdi e Carl è castano con occhi nocciola:
< La mia giornata è stata noiosa non è venuto nessun paziente nuovo. >
< La mia è stata piacevo ho consigliato a una coppia come arredare la camera del figlio usando il tuo stile >
< Oh che bello Carl, ciao Jenny ciao Carl io vado in camera mia > Salgo in camera e vado in bagno per prepararmi per dormire. Mi metto una maglia lunga e i pantaloni della tuta. Io odio i pigiami, quelli imbarazzanti con gli orsetti. Sento bussare esco dal bagno e guardo la finestra : Ludovico.

SPAZIO DELL'AUTORE
Salve a tutti sono SARA o PILLO chiamatemi come volete , vi scrivo in questo mio piccolo spazio per capire se vi sta piacendo la storia, o se avete critiche o consigli da darmi vi prego scrivetemi! Vi prego! Premetto che questo capitolo faccia schifo!Quindi volevo un vostro parere! :D







Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** "Il mio primo obbiettivo sei diventata tu." ***


Sta bussando alla finestra. Non lo aspettavo così presto , pensavo sarebbe venuto verso mezza notte ma fa niente, avremo più tempo per parlare. Il fatto di avere più tempo da con lui mi rincuora ,strano, neanche lo conosco. “Riprenditi Anastasia” mi rimprovero mentalmente. Ludovico è fradicio, non mi ero accorta che fuori piove ma non sembra procurarsene.
< Ciao. > mormoro mentre apro la finestra ,
<  Ciao Anastasia.  > dice entrando. L’osservo mentre lui è distratto; anche bagnato è impeccabile : jeans chiari stretti e un maglione blu scuro fanno risaltare i suoi occhi color iceberg.
<  Non mi aspettavo venissi così presto, di solito vieni quando già dormo? >
<  Si di solito sopraggiungo quando tu già dormi.  >
Lo guardo per alcuni secondi poi dico  <  Sei tutto bagnato. Vado a prenderti un asciugamano , se vuoi puoi toglierti il maglione così lo metto ad asciugare.  >
<  Grazie. > dice mentre si sfila l’indumento. “OH MIO DIO, TRA UN PO’ COMINCIO A SBAVARE” sotto  ha una maglietta, che gli fa risaltare i muscoli perfetti e marmorei. Ormai  senza fiato  vado in bagno, metto il maglione nell’asciugatrice e prendo un asciugamano.
Ritorno in camera, lui si è accomodato sul mio letto. Mi siedo accanto a lui e comincio a tamponagli i capelli, il volto e le mani con l’asciugamano. Mi osserva con occhi dolci quasi da cerbiatto. Il mio respiro aumenta lui poggia la sua mano sul mio volto e comincia ad avvicinarsi. Abbandono l’asciugamano e poggio la mia mano sulla sua spalla.                                                  
Il mio cuore comincia a battere all’impazzata,penso solo: “baciami,baciami,ti prego” mentre i nostri visi sono vicinissimi.
 <  Anastasia posso entrare?  >  dice Jenny bussando. “Appena in tempo!”
<  Si,certo.  > dico boccheggiando                            
< Grazie, volevo solo dirti che noi andiamo a dormire, buonanotte ah e non fare tardi. >  
 <  Certo , buonanotte.  >  dico stampando un sorriso ansioso sul mio volto. Jenny non sembra accorgersene e se ne va.
Mi guardo intorno di Ludovico nemmeno l’ombra, mi sporgo sotto il e lo vedo.
Scoppio a ridere, sembra una mummia! Ancora con gli occhi chiusi sorride dolcemente e in un nanosecondo esce fuori dal letto ed è al mio fianco. Sono a bocca aperta.
<  Anastasia io ora ti racconterò la mia storia,tu dopo mi potrai fare tutte le domande che vuoi okay?  > dice guardandomi intensamente negli occhi
<  Prima però voglio sapere una cosa.  > annuisce,  <  Tu sei come LUI vero, anche se non so ancora cosa siete , voi non siete umani. > annuisce ancora, dopo di che alza le coperte , si stende e mi fa accoccolare sul suo petto.
Mi abbraccia per qualche secondo poi comincia il suo racconto.  <  Anastasia hai ragione non sono più umano ma lo sono stato. >  un fulmine squarcia il cielo < io sono un vampiro, ma non un vampiro normale. Io sono l’erede di Vlad III di Valacchia.Saprai,certo chi era, è stato uno dei più crudeli assassini e governanti di tutti i tempi anche soprannominato; Vlad L’Impalatore. Sono nato nel 1456 mio padre mi trasformo diciassette anni dopo la mia nascita. Sono l’imperatore di quasi tutti i vampiri ,capo del clan dei DRACUL e uno dei più longevi vampiri esistenti al mondo. Ma io non sono il solo l’imperatore presente sulla Terra, io sono il prescelto, io sono il diretto discendente, quindi dovrei essere l’unico regnate. C’è un unico altro vampiro che mi ostacola : Rau.  >  Ludovico si irrigidisce, mentre pronuncia il suo nome e nei suoi occhi nascono fiammelle rosse. <  Il Principe Delle Tenebre . > sussurro con orrore,si sta adirando; cerco di distrarlo mi avvicino ancor di più , lo abbraccio e gli sussurro < Non fare così, per favore mi spaventi, tu non sei così. >  . Quando dico quelle parole il vento che prima rombava costantemente si ferma diventando una leggera brezza e la pioggia sembra cessare , lui sorride e mi stringe forte. Oddio,non respiro. <  Oh perdonami.  >  dice comprendendo , <  solo che ti ho cercata per tanto tempo e ora che ti ho trovata non ti lascerò più andare,tu sei mia Anastasia.  > afferma con ardore. E’ strano ma mi sento al sicuro eppure io non lo conosco ma il mio cuore si è gonfiato quando ha detto quelle frasi. Penso di essermi innamorata, ma innamorata veramente. Non mi era mai capitato , solo leggere sbandate ma questo è qualcosa di più forte come se fossimo collegati.
Un pensiero triste si fa strada nella mia testa. <  Come fai tu a esserti innamorato di me? Tu non mi conosci. Come fai tua a sapere cosa Il Principe Delle Tenebre mi ha fatto? Anzi ci ha fatto a me e ai miei … > la gola mi si secca e la voce scompare .
< Genitori. Perché io c’ero Anastasia , io ho assistito a tutto e sono stato io ad averlo fatto fuggire. Volevo proteggere gli occhi blu notte di quella piccola bambina , volevo proteggerla dal mondo. Mi hai stregato Anastasia. > si ferma e poi continua
 <  Dopo che ti ho visto tutto è scomparso, il mio primo obbiettivo sei diventata tu, ma purtroppo quel pecoraio ti ha portato alla polizia.  >
<  Tu c’eri è non hai fatto niente ?  >  affermo con tristezza quasi con le lacrime, chiudo le palpebre logorata come da un dolore terminale , se non fosse  emotivo sarei già morta.
<  Sono arrivato appena in tempo per poterti salvare , lo stavo seguendo da giorni ma è bravo a nascondersi, ti ho prima resa invisibile e poi l’ho affrontato ma è scappato.  >
<  Grazie , ma comunque è impossibile che tu ti sia innamorato di me solo dagli occhi. >  ribatto scettica, chi mai si innamorerebbe di me?
< Si hai ragione mi sono innamorato anche del fatto che una bambina di 7 anni non era spaventata da quel reietto, che era pronta a combattere, che non riuscivo  e non riesco a leggerti nella mente, che avevi e hai gli occhi come il cielo dell’Inferno e di molte altre cose. >  sospira affascinato
<  Sei incredibile Anastasia, mi fai queste domande quando hai appena scoperto che sono un demone succhiasangue. Dovresti avere paura di me, dovresti metterti ad urlare, dovresti cacciarmi. >
Lo guardo stupita <  Vorresti che lo facessi?  >
<  No assolutamente, mi sembra solo ambiguo.  > sorride
< Non ho paura di te perché se avresti voluto farmi del male lo avresti già fatto, non ho paura di te perché avevo intuito , non ho paura di te perché non riesco a provare paura nei tuoi confronti.  >  arrossisco.
< Non riesci a leggermi nella mente? > chiedo incuriosita cercando di cambiare discorso
< Si, non mi era mai capitato riesco a leggere nelle menti di ogni umano. Sai i vampiri hanno alcuni poteri,alcuni propri della nostra specie altri no. Alcuni dei nostri poteri sono l’accentuazione di sensazioni avute in vita. Ad esempio io riesco a leggere nel pensiero ma  non è un potere tipico della mia specie nemmeno il controllo del tempo meteorologico lo è. Poteri tipici di noi vampiri sono l’incanto cioè l’invisibilità,la super velocità e forza, la trasformazione in nebbia,gargoil e.. > e si interrompe. Decido di non chiedergli oltre, mi ha già detto abbastanza.
<  Ma non sei come i vampiri nei film.  >  dico facendo il broncio <  Loro non  possono camminare al sole e poi tu non sei freddo, sento il tuo cuore battere come è possibile questo? Ti trasformi in un pipistrello?  >
<  Anastasia i film sono solo ingigantiti, io posso camminare al sole solo grazie a uno speciale “ tatuaggio”  >  dice mostrandomi il braccio sinistro.
<  Solo pochi vampiri hanno questo marchio. Io non sono freddo perché il corpo
funziona esattamente come prima o quasi. La mia temperatura corporea è normale. Ma come mai puzzi di licantropo?  >



Note dell'autore.
Hello :) Come vi è sembrato il capitolo?Avete un personaggio preferito? Spero il capitolo sia stato di vostro gusto, in caso contrario fatemelo sapere, scrivetemi così possa migliorare. Scusate eventuali errori di forma e inerenti alla grammatica. Grazie per aver letto i capitoli,vi adoro veramente!
Ringrazio come sempre MIGNON per il suo aiuto indispensabile. <3 

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Licantrocosaaaa? ***


“ Licantrocosa?”


Mi volto per guardarlo e sembra: GELOSO. 
< Licantrocoosaaa??> questo è matto.
< Licantropi, lo sento misto con il tuo odore di rose. >
< Non conosco nessun licantropo che io sappia. E poi è un brutto odore? > dico annusandomi i vestiti, ma non sento niente già è vero olfatto da vampiro suppongo.
< Si puzzi di cane bagnato. > dice schifato poi aggiunge < Pensa a cosa hai fatto questo pomeriggio, mentre io non c’ero > sembra abbastanza affranto.
< Ludo sono andata solamente in biblioteca e poi in un bar a prendere un frullato da sola. Aspetta un attimo il frullato.. > “Josh non sarà mica un lupo? Ecco perché è il più veloce e forte giocatore di football” Raccontare a Ludovico di Josh o non raccontare,questo è il dilemma.
< Allora sto aspettando > dice impaziente 
< Allora aspetta vado a farmi una doccia, se ti da così fastidio questo odore > dico alzandomi dal mio rifugio. Prendo tutto l’occorrente per il mio bagno quando anche lui si alza dal letto e mi blocca sullo stipite della porta del bagno . 
< Hai intenzione di dirmi chi è? > 
< No > rispondo secca , sorpassandolo e chiudendo la porta del bagno
La mia doccia è stata  molta rilassante. Esco dalla mia camera e lui sembra dormire. I vampiri dormono? Gli rimbocco le coperte e lo raggiungo.
< Ludo ? > dico voltandomi dal suo lato
< Piccola se mi vuoi chiedere se i vampiri dormono, si ,ma non ne abbiamo bisogno solo che a me piace dormire con te. >
< Riuscirai a svegliarti prima domattina? Jenny passa a svegliarmi. >
< Ricordi i super poteri? > dice con sarcasmo.
Mi bacia la fronte e mi abbraccia. “Mmmh potrei abituar mici ”            < Buonanotte Ludo >
< Buonanotte Ana >
Mi addormento così ed è francamente fantastico. 
dice Ludovico che anche di prima mattina è divino.
< Mmmmhh? Che ore sono? > mormoro assonnata 
< Sono le 6 e 59  volevo svegliarti io prima che quell’aggeggio infernale suonasse. >    
 “ Suppongo parli della sveglia “ < Altri cinque minuti > chiedo mentre consolido la mia posizione nel letto 
< Va bene io vado vengo a prenderti più tardi, a dopo ciao. > sembra un po’ scocciato .     
< Aspetta > gli bacio una guancia e ritorno nella mia dormiveglia.
Sospira incantato e va via dalla finestra.
 Questi 5 minuti mi servono per svegliarmi     sul serio, per riesaminare tutto per fare mente locale . Allora ci sono diversi punti da analizzare:    
·         E’ un vampiro.
·         E’ il mio ragazzo vampiro. (?)
·         Josh è un licantropo. (?)
·         Perché il Principe ha ucciso i miei genitori.
< Anastasia svegliati! E’ ora  di andare  a scuola > grida Carl.
Mi vesto, mi preparo, e scendo al primo piano: in cucina. 
< Buongiorno > annuncio . Mi accomodo sulla sedia e scelgo la mia colazione: frittelle con sciroppo d’acero e un succo di frutta. Jenny non sa cucinare ,cucina sempre Carl ed è un ottimo chef. Infatti le frittelle sono squisite. 
Prendo il telefonino, le chiavi e le immancabili cuffie ed esco fuori da casa mia. Ludovico è fuori non avevo notato. Scende e mi apre la portella di quella che sembra una macchina molto costosa. L’auto è blu scuso, vetri scuri sembra una 5 porte con tettuccio apribile. Gli interni sono tutti in pelle con rifiniture in legno. 
< Wow bella macchina > gli faccio notare, lui sembra indifferente fa un cenno con il capo e sorride. Si è cambiato d’abito: porta dei jeans chiari con una camicia e una giacca grigia gessata.  
I minuti passano ma entrambi restiamo in silenzio e il viaggio è monotono.
< Allora hai intenzione di dirmi il nome del licantropo? > 
Sbuffo sonoramente e comincio a parlare < Allora in anzi tutto non so chi sia di preciso ma ho le mie convinzioni e poi non devo per forza parlarne con te , tu non sei nessuno. > “OPS mi sa che il filtro bocca cervello si è appena rotto, sono in guai seri.” Per fortuna si ferma siamo nel parcheggio della scuola. Non parla ma stringe forte il volante.
< Ah va bene allora io vado. Grazie per il passaggio a presto. >  dico frettolosamente mentre cerco di uscire. Prendo  le cuffie e tutto finisce, meno male che c’è la musica.
Il mondo senza musica sarebbe un errore e questa è una certezza. Cammino verso l’ingresso quando una folata di vento mi colpisce le spalle mi volto e c’è Ludovico. Sembra dispiaciuto.
< Ludovico mi dispiace per quello che ho detto, ho sbagliato mi dispiace, non volevo.. >
Mi abbraccia e non riesco a finire la frase, ma è meglio così. 
< Non farlo mai più promesso? > mormora con gli occhi spauriti.
< Oookay > dico un po’ confusa ma riesco ad abbozzare un sorriso. Mi prende la mano e ci avviamo per i corridoi. Non pensavo che l’imperatore dei vampiri potesse essere così  fragile. (?)
< Se io ti dico il nome di chi secondo me è un licantropo, tu mi dirai perché sei stato così insistente? > chiedo incuriosita
< Si >
< Secondo me è Josh , perché è stato l’unico con cui ho avuto un contatto più ravvicinato. > stringe di più la mia mano < Ti spiego ieri sono andata a prendere un frullato e mi ci sono scontrata accidentalmente. > mento ,non voglio rischiare anche se non è successo niente.
< Ora mi dici perché tutta quella insistenza? >
< Perché i licantropi sono pericolosi, sono impulsivi, pazzi,incontrollabili e la lista è ancora lunga.> “Senti chi parla” < Perciò ti chiedo solo una cosa : stai lontana dal sospetto. > ed ecco un altro dei suoi sorrisi che mi colpisce dritto al cuore. Come da una freccia scoccata il mio cuore è stato colpito e affondato, ora sono persa sono nell’occhio del ciclone.
< Ci proverò. > dico spavalda. 
< Guarda che se non lo farai starò sempre vicino a te 24 su 24. >
< Perché non lo fai già? >
dice cingendomi un fianco e portandomi contro gli armadietti. Mi fa sta facendo il solletico. Comincio a ridere sguaiatamente. 
< Ti pregooo L-udo sme-ttil-a >
Lui facendo resistenza mi lascia. Oddio siamo così vicina riesco a sentire il suo respiro freddo sul volto, ci guardiamo per qualche secondo negli occhi, poi mi bacia. Mi bacia prima teneramente, poi quando capisce che non mi sgretolerò al suo tocco aumenta la presa sulle mie labbra e unisce la lingua. Mi sento avvampare, sicuramente sarò rossa come un pomodoro. Suona la seconda e Ludovico si stacca da me. Sorridiamo entrambi e ci avviamo verso l’aula di Geometria. 
Le prime tre lezioni si susseguono velocemente le seguo con attenzione e anche Ludovico sembra fare lo stesso. Arriviamo alla 4 ora. E’ l’ora di educazione fisica.
Me la cavo in educazione fisica, peccato che venga rovinata dalle cheerleader. Appena entrati in palestra Rose punta Ludovico. “MIO” mi balza questo folle pensiero nella mente.
 Purtroppo maschi e femmine fanno ginnastica separati quindi devo separare Ludovico.
< Ciau Ludo >
< Ciao Anastasia > mormora teneramente.
La professoressa Megrant ci spiega i vari esercizi mentre i ragazzi dall’altro lato cominciano le selezioni per il foot-ball.
Da quanto riesco a vedere Ludovico se la cava benissimo.
< Ciao Ana > dice Gloria
< Ehi G, come va? > sorrido a una delle persone più fondamentali della mia vita
< Bene, e a te vedo che ti sei fidanzata con il biondo dagli occhi di ghiaccio. Sono felicissima per te. >
< Ah si noi ci.. ci frequentiamo. > dico cercando la parola adeguata. 
Cerco Ludovico con la vista e lo trovo che mi incenerisce. Che ho fatto di male? Ah forse è per il “frequentiamo”. 
< Ciao Bellezza > tuona Josh ,la sua voce che mi fa arretrare di qualche passo.
< Ciao Josh > dico apparentemente serena
Josh indossa i colori della nostra scuola il blu e il giallo.
Rimane li e mi fissa, oddio ma perché tutti mi fissano?
< Perché mi fissi? >
< No mi sono solo incantato, comunque volevo chiederti se.. se.. ti andava di uscire qualche volta? > 
“C’è qualcosa sotto” < Mi prendi in giro vero? >
< Lo so , lo so ti sembrerà strano che io Josh > sottolinea con enfasi 
< No, Josh non hai capito nulla. Ti chiedevo se mi stessi prendendo in giro perché speravi che io accettassi di uscire con te dopo tutte le volte che tu e le tue battone mi avete deriso o insultato. Semplice no? >
L’espressione di Josh è fantastica. Dovrei fargli una foto. Diverse emozioni gli attraversano il volto: tristezza,cattiveria ma poi l’unica cosa che fa trapelare è testardaggine.
< Tu cadrai ai miei piedi vedrai! > mi bacia una guancia e se va via.
Ma che diavolo? Non ho fatto in tempo neanche a controbattere. Suona la campana è ora dell’intervallo! Yep sono affamata. Andiamo negli spogliatoi ci prepariamo e io e Gloria raggiungiamo i ragazzi. Jeff e Ludovico ci aspettano ai nostri armadietti. 
< Ciao Jeff > Io e il mio migliore amico ci battiamo il pugno
< Hey A , come va? >
< Bene e a te? >
< Non c’è male. Ehi amore andiamo in mensa prendiamo dei tavoli. > Gloria sorride e loro vanno via.
< Ludovico? Sei arrabbiato? > mi avvicino e gli prendo la mano
< Si, con te e con quel muta forma. > chiude gli occhi
< E sentiamo cosa ho fatto io ora? > metto il broncio, passa un dito sulle mie labbra, sospira e continua.
< Tu hai detto alla tua amica che ci “frequentiamo” e non mi hai ascoltato sul fatto di stare lontano a quel Josh. >
< Ludovico è la verità non so cosa provo per te, di certo è un sentimento forte ma ci conosciamo da quanto? Josh è venuto da me non sono mica andata a cercarlo io? >
< Forse hai ragione > concorda lui
“I re vampiri non ammettono mai di aver sbagliato “ rido a quel pensiero, gli faccio un inchino e andiamo in mensa.
 
Siamo seduti a uno dei tanti tavoli presenti nella mensa e parliamo allegramente quando Rose passa fissando intensamente Ludovico. D’istinto stringo più forte la sua mano. 
Ludo se ne accorge, mi sorride  e dice 
< Sono stato preso nella squadra di foot-ball. > con enfasi
< Grande amico! > Grida Jeff
Gloria resta pacata non si è ancora abituata alla presenza di Ludovico.
< Bravo. > gli batto il cinque. 
Ludovico mangia sempre pochissimo, aveva detto che il suo corpo funzionava normalmente o quasi. Non abbiamo mai parlato della sua.. sete di sangue. Forse a lui non piace parlarne ma non ho mai notato dei mutamenti derivanti dalla sua sete. Oddio lui beve da delle persone. Questo pensiero mi colpisce come un secchio d’acqua fredda, no non può essere.  Potrebbe bere il mio sangue, in qualsiasi momento. No, non lo potrebbe mai fare, ha giurato di amarmi e di proteggermi.
Ma sarà in grado di proteggermi anche da se stesso? 
Dai suoi demoni ? Dalle sue parole? Dalla sua sete? Dai suoi bisogni? Dagli altri della sua specie? Senza essere trasformata in una reclusa come la principessa sulla torre? Forse non dovrei contare tanto su di lui, dovrei pensare che sono io a dover proteggere me stessa. 
Lui mi starà cercando.
Lui mi troverà e quando lo farà vorrà finire quello che ha iniziato quando ha ucciso i miei genitori.
Dovrei essere preparata per la sua venuta, vorrei almeno saper difendermi, anche se lui è un vampiro e non avrò speranza. 
< Anastasia andiamo? > mi risveglia Gloria.
< Certo andiamo. > affermo un po’ spaesata. 
Non vedo Ludovico ,strano, ma è quello di cui ho bisogno per riflettere. < Ci aspetta la lezione di geografia. > mi rinfresca la memoria Jeff
< Già è vero. >
Entro nell’ aula , auguro buon giorno al professore e mi siedo a uno dei banchi dietro.  Ludovico arriva e si siede accanto a me. Mi sorride e io mi volto dall’altro lato. 
Dopo molto tempo Ludovico parla
 
< Cosa ho fatto ora? > dice Ludovico gioioso
< Ho bisogno di tempo Ludovico, devo riflettere .. >
Suona la campana e scappo via. Sta diventando un’abitudine.



 
Ciao a tutti sono Pillo :D Vi scrivo in questo piccolo spazio per pregarvi di scrivermi e recensirmi , per comprendere in cosa posso migliorare o in cosa ho sbagliato :) Tanti saluti al prossimo capitolo :3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Buio ***


“Buio”



Corro via, scappo un'altra volta e mi sento una codarda ma non posso farne a meno ho bisogno di riflettere. Esco da scuola e mi reco nel parcheggio. Mi guardo in torno e poi mi ricordo: stamattina non o preso la macchina, va bene me ne andrò a piedi metto le cuffie.
< Hey Baby > afferma Josh
“Per l’ultima volta mi chiamo Anastasia!” lo ignoro e proseguo ma mi segue imperterrito con la macchina.
< Vuoi un passaggio? > azzarda
Mi fermo e salgo nella sua decappottabile rossa fuoco. Stiamo uscendo dal parcheggio e vedo Ludovico.
Digrigna così forte la mascella che sembra che i suoi denti si stiano triturando e come ciliegina sulla torta Josh ride e mi mette un braccio sulle spalle.
La tolgo subito e gli dico
< Josh non è divertente. >
< Invece si dovresti vedere la sua faccia. >
< Si l’ho vista e non fa ridere. > sbuffo e continuo < Ora perfavore mi daresti questo passaggio? >
< Ai suoi ordini. > accelera e ci avviamo verso casa.
Mentre guida si gira spesso mi guarda e sorride. Ho voglia di tiragli un pugno sul naso.
< Josh perché ridi? > chiedo curiosa
< Sapevo che saresti caduta ai miei piedi. > ma questo è veramente matto.
< Josh ti sbagli. > prendo fiato e proseguo < Tu mi hai chiesto un passaggio e io ho accettato. Questo significa che io sia caduta ai tuoi piedi? E’ veramente patetico da parte tu ti sapevo stupido ma ora mi stai sorprendendo. >
< Certo certo. Ana dai tempo al tempo. >
< Scusa ma tu non stavi con Rose? >
Si irrigidisce a quella domanda, il volto diventa più amareggiato.
< “Stavo” Ana passato dopo che.. > si interrompe
< Dopo che? > lo incalzo ma non sembra voler rispondere
< Ana scendi sei arrivata. Ciao > sorride e mi bacia una guancia.
< Ciao Josh e grazie per il passaggio. >
< Prego Bella. >
< Josh non esagerare! > gli grido mentre preme il piede sull’acceleratore e va via di fretta e furia.
Salgo le scale e sono a casa. E’ vuota Carl e Jenny non ci sono ancora.

Sono nella mia camera e mi preparo per un bagno caldo così da poter riflettere.
 Sono nella vasca, con gli occhi chiusi questa mia pausa non mi ha dato nessuna apparente conclusione. Mi asciugo, mi vesto ed esco dal bagno.
< Mi vuoi spiegare perché cazzo hai fatto così prima? > vengo assalita dalle parole  di Ludovico
< E perché diamine te ne sei andata con quel licantropo? > la sua voce sembra un ringhio, fa terrore.
< Finiscila di gridarmi contro. > cerco di sembrare coraggiosa, ma non riesco a pensare mi gira la testa.
< Allora tu spiegami il perché? > insiste
< Ludovico te l’ho detto devo riflettere. > la mia voce è flebile
< Riflettere su cosa Anastasia? > dice infuriato
< Riflettere su tutto. Perché tutto in torno a me sta cambiando Ludovico! Io sono solo una comune umana, diamine! Non sono abituata a vampiri e licantropi! Io non ne sapevo neanche l’esistenza, tu mi hai detto quel che eri, io non lo sapevo! Dammi un po’ di tempo per metabolizzare il tutto! > urlo e mi sento stanca.
Mi sento debole, la stanza gira e mi sento mancare la terra sotto i piedi.
< Anastasia? > sento Ludovico parlare ma non riesco a rispondere. Vengo risucchiata dal buio che mi accarezza e mi avvolge.

 





Spazio all’autore. Ciao a tutti sono Pillo  Premetto che questo capitolo sia orrendo infatti è stato difficile crearlo, ma prometto che nel prossimo mi ridarò anche perché è molto corto rispetto agli altri che ho scritto. Se volete che io aggiorni vi prego scrivetemi <3 Baci Pillo.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Destinati ***


Capitolo  “Destinati“


Mi sveglio, mi gira la testa cerco di alzarmi ma ricado sul un letto che non è il mio. Dove sono? Mi guardo intorno e non è la mia camera.
Questa è una stanza con pareti  cremisi scuro, un grosso lampadario antico regna sul soffitto: decorato  con  complicati intagli di angeli e frecce.  Il silenzio esistente viene distrutto solo dal mio respirare.
Un camino ,compare dalla parte opposta della stanza, emana un calore costante quasi fosse comandato da qualche forza che lo spinge ad ardere e consumare voracemente i ciocchi di legno.
Sopra di esso un quadro anzi un ritratto che raffigura:
< Vlad L’Impalaore. >
Boccheggio con orrore osservando rapita l’immagine di quel potente tiranno protagonista di molte stragi anche forse quella dei suoi   figli prediletti. Reso vampiro da qualche belzebù raffiorato da chi sa quale inferno sotterraneo. 
Il letto sul quale sono adagiata è borgogna , a baldacchino e matrimoniale.  Molto spaventoso oserei dire anche se i piumoni sono molto affascinanti e raffinati. Sulla testiera sono intagliate immagini di astri, luna e sole.  C’è anche una finestra a balconcino incorniciata da tende di raso rosse.
E’ già sera eppure quando ero tornata a casa era presto, devo andare a casa o Jenny e Carl si preoccuperanno. Esco dal letto ancora un  po’ intontita e stanca.  Mi rivesto.. aspetta un attimo non ricordo di essermi.. oddio qualcuno mi ha spogliato. Ho un pigiama addosso. La mie guance si infiammano mentre corro a prendere i jeans e la felpa celeste della nike.  Mentre mi vesto ho il tempo di dare un occhiata dalla finestra.
La casa è circondata da un alto cancello e poi da un bosco. Non penso proprio che riuscirò a fuggire da questa pseudo prigionia. Mi avvicino alla porta ma è chiusa a chiave, che diavolo!  La mia buona sorte non conosce rivali.
Se non vado errato questo è un reato: sequestro di persona.
Guardo ancora una volta la camera, cammino avanti e indietro dopo mi affaccio alla finestra ; scorgo ora che ci sono delle sentinelle ai quattro angoli della casa,ma non riesco a vederne i volti.  Questa deve essere la casa di cui Ludovico mi ha parlato, quella dopo il bosco.  
Mi ci sono avventurata molto raramente Jenny e Carl non hanno mai acconsentito  forse credendo che mi avrebbe ricordato i miei genitori.
Avevano ragione poiché ogni pensiero rivolto a loro mi fa
riaprire una voragine mai chiusa veramente e la collana si illumina…
È la prima volta che accade o almeno credo. La prendo fra le mani e la cullo stringendola delicatamente al petto, sembra alleviare un po’ il dolore del buco nel mio petto.
Diffonde una luce e un calore puro quasi angelico, sembra di avere una stella fra le mani.

La porta si apre con un lieve rumore e io mi accingo a riporre la collana in tasca.
< Angelo hai riposato bene? > domanda Ludovico apprensivo.
Quel nomignolo mi fa sorridere
< Si Ludo. Ma dove mi trovo? E cosa mi è accaduto? >
Si siede sul letto vicino a me prendendomi la mano

< Sei nella mia dimora> sottolinea indicando le mura, < Comunque sembra che tu abbia avuto un calo di pressione, sei svenuta e ti ho portata qui per farti visitare e riposare. > mormora.
“Forse si sente in colpa”.  < Grazie Ludovico, ma ora vorrei tornare a casa. Carl e Jenny si preoccuperanno. >
Si acciglia, corrugando la fronte e  scuote il capo  < No, tu hai bisogno di riposo l’ha detto il dottore. >
< Io devo andare. > mi alzo cercando di arrivare alla porta ma lui con la sua velocità mi blocca sulla soglia chiudendola a chiave.
< No tu non te ne vai devi riposare l’ha detto il dottore. > ribadisce con cocciutaggine.
E’ arrivato il momento di una cosa che non avrei mai pensato di fare nei confronti di un vampiro : supplicare e fare gli occhi da cucciolo.

< Dai per favore, ti prego Ludo, voglio andare a casa a riposare. Mi stai facendo affaticare. > poggio una mano sulla fronte socchiudendo gli occhi mentre mi poggio un po’ sul suo petto.
Sorride e dice < Ana, mio angelo, sono al mondo ormai da centinaia di anni credi che io non sia capace di resistere alla tua supplica? E poi a Carl e Jenny ci ho pensato io. > mi abbraccia e sospira.
< Carl e Jenny non mi farebbero mai dormire a casa di un ragazzo. > sibilo scettica.
Tossisce  e proclama < Si da il caso che io non sia un ragazzo normale , io sono il tuo ragazzo non che  il re di quasi tutti i vampiri. >
< Peggio se il ragazzo in questione è il mio. Non ci casco Ludovico è inutile. E poi per essere fidanzati non ci vuole il consenso di entrambi? >
Ignora la mia domande e ribadisce  retorico < Io ho o non ho dei poteri? >
< Non avrai mica usato il lavaggio del cervello con i miei genitori? > . Sono inorridita, se l’ha fatto non potrei mai perdonarglielo.
< Non l’hai fatto vero? > “ Ti prego dimmi di no” supplica una mia vocina.
Mi allontano dalle sue braccia come scottata mentre lui evita il mio sguardo.
< Ludovico esci subito fuori di qui! > mormoro con orrore.
< Anastasia il mio potere non ha nessun effetto negativo sulla psiche umana. >
< Non è questo il punto. Loro sono i miei genitori e tu non hai il diritto di cancellare o influenzare i loro pensieri. Non è giusto! > non risponde ancora
< Oddio e se lo facessi a me? Non mi hai mai influenzato vero? > .
Si avvicina ma io indietreggio.
< Non ho mai usato il mio potere su di te, in primo luogo perché non voglio e poi credo tu sia immune perché non.
riesco a leggere i tuoi pensieri. >
< Ludovico lasciami sola, hai detto che devo riposare perciò. > sbuffa e va fuori.
Mi butto sul letto e la voglia di fuggire da questa prigionia si è raddoppiata. Passa circa una mezzora da quando Ludo se ne andato dalla " mia " camera e insieme alla voglia di fuggire si unisce un altro stimolo la fame infatti il mio stomaco brontola scocciato.







“Cara Anatasia,
voglio scusarmi con te per il mio comportamento  imperdonabile e inaccettabile hai ragione tu, perciò voglio invitarti ad unirti a cena con me. Ti prego vieni. Sei hai bisogno di rinfrescarti e cambiarti ci sono dei vestiti per te nell’armadio. 
P.s sono dietro la porta ho sentito il tuo stomaco brontolare.”

 



Mi si stringe il cuore, non ho più bisogno di riflettere su niente, io lo amo ed è inutile negarlo, siamo collegati come da un filo conduttore, siamo complementari. Ad un tratto non mi importa più niente se lui è un vampiro, so che non mi farà mai del male, so che mi ama e farebbe tutto per proteggermi anche se a volte esagera.
La collana ha ripreso ad illuminarsi.

Carro verso la porta,stringo la maniglia e si apre. Ludovico è seduto contro il muro con una rosa in mano.  Una rosa blu.  Si alza e lo abbraccio, stringendolo forte e mi sento a casa. Forse veramente la mia casa è lui,  il mio destino è legato a lui.





Spazio dell'autore!
Salve a tutti spero che il capitolo vi sia piaciuto scusate se ci ho messo così tanto tmepo pultroppo la scuola mi ha tenuta molto impegnata! Vi prego scrivetemi e recensitemi così io possa miglioriare e continuare la storia baci a presto <3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Dolpheten. ***


*Capitolo nove "Dolpheten."

La cena è stata una cosa spettacolare, era tutto perfetto e principesco. Anche il mio vestito era fantastico, tutti quelli che c’erano nell’armadio lo erano. Ho scelto l’abito blu notte non so neanche io il perché però appena l’ho visto sono rimasta basita. Quell’abito è molto simile a me.
La tavola era imbandita da moltissimi cibi squisiti.  Ludovico mi sorprese a fissarla e mi chiese:
-         C’è qualcosa che non va?  –
-         No, non c’è niente solo che tutto questo cibo per me è un po’ troppo non credi?  –
-         No, meriti il meglio.  –  e così che concluse i miei quesiti.
Avevo mangiato di gusto fino a quando non ho sentito  un ululato squarciare l’apparente silenzio, guardai il cielo notturno da una delle finestre e scorsi la luna piena. “ Non me ne ero accorta prima”
-         Ludo? – domandai
-         Mh? -  grugnì  il vampiro seduto di fronte a me
-         I licantropi si trasformano  con la luna piena? –
-         No Anastasia, ci sono diverse specie di Licantropi anche se nei periodi di luna piena i licantropi sono obbligati a trasformarsi. Comunque perché questa domanda?  –   brontolo un  alterato.
-         No niente ho notato solo ora la luna e perciò mi è venuto in mente.  – cercai di abbozzare un sorriso.
Mi fissò un secondo e poi annui.
-         Ludo io ho finito se  vuoi possiamo andare..  –
-         Okay, vieni in giardino con me voglio farti vedere una cosa.  –
Un sorriso da bambino gli si dipinse sul volte e io non posso che annuire serenamente, si alza e mi prende la mano.
Mi guida fra i corridoi del castello decorato con splendidi mobili e dipinti.  Arriviamo a un parta in legno, prende uno stilo dai pantaloni e incide qualcosa sulla porta.
Dopo alcuni secondi essa si apre mostrando un giardino immenso e riccamente popolata da alberi e fiori di tutti i generi.
I rampicanti decorano le  mura che proteggono la casa, hanno dei fiori gialli e rossi.
Le rose blu invece sono dalla porte opposta, vicino a quella che sembra una altalena, nell’aria c’è un profumo ipnotico e delizioso che mi fa dilatare le narici.    Vedo dei piccoli insetti volare, ma aspetta quelli non sono degli insetti.
-   Oddio Ludovico ma questi non sono insetti vero? –  dico mostrando un esserino posatori sulla mia mano
-   No sono degli spiritelli, gli spiritelli chiamati Flibolis . Ognuno di loro vive in un fiore ed è il suo protettore, ogni volte che nasce un fiore un Flibolis nasce mentre quando un fiore viene sprecato esso muore. Ma se un fiore viene regalato a una persona il Flibolis entra a far parte di essa per sempre, e baderà sempre a lei.  Ogni Flibolis è diverso dall’altro, sono così allegri ma ormai non se ne trovano più tanti come prima.  Anastasia quello è il tuo Flibolis, grazie alla rosa blu che ti ho donato sarete insieme per sempre.  –
-         Oh che cosa graziosa, non credevo esistessero degli spiriti, pensavo fossero tutte leggende.  –
-         -  In ogni leggenda c’è un fondo di verità.  –  mi sorride ancora e io rimango folgorata davanti alla sua bellezza. 
Un vento gelido soffia spostandomi i capelli, Ludovico si toglie la giacca e me la appoggia sulle spalle, stringendomi in vita con un braccio.
-         Vieni.  –  mormora , ci sediamo sull’altalena circondata dalle rose blu.
Rose blu, non ne avevo mai viste, non credevo esistessero veramente.  Ogni rosa è circondata da un Flibolis che la ama e la protegge, come fosse il suo più grande tesoro,come fosse la sua vita , come se ogni respiro della rosa fosse il proprio.
Forse è veramente così.
-         Ludovico ma ogni Flibolis ha un nome?  – mi bacia la testa e risponde
-         Si, ma il suo nome è un segreto , il Flibolis rivela il suo nome solo al suo fiore o alla persona che lo custodisce.   –
Il “mio” Flibolis vola intorno all’altalena , metto la mano a coppa e aspetto così che lui si possa posare su di essa.


La  mia mano viene scossa da un piccolo battito d’ali e quel dolce spiritello si poggia tra le mie dita.  Ha i capelli azzurri e gli occhi rossi e mi osserva come fosse incantato, lo avvicino al mio orecchio e mi sussurra:
-         Dolpheten.   -   la sua voce è molto dolce e rassicurante come una carezza.
Lo lascio libero e sorrido a Ludovico, lui poggia una mano sulla mia guanci a e mi accarezza avvicinando sempre più il suo volto al mio fino a quando siamo naso contro naso e ci fissiamo negli occhi.
 Il mio cuore corre come un levriero mentre le mie labbra toccano le sue, creando un bacio romantico.
Schiudo le labbra e la sua lingua mi invade assaggiando ogni centimetro della mia bocca, io mi sciolgo al passar della sua lingua affamata, ricambio con ardore il bacio e poi ci stacchiamo. 

Ci alziamo dall’altalena e proseguiamo il nostro giro nel giardino. Gli alberi, dei grandi pini ,costeggiano un laghetto mentre un salice piangente, di forma antica, si immerge in esso.  I pesci nuotano nel laghetto lasciando delle striature al loro passaggio,tartarughe si sdraiano su un gruppo di rocce al lato destro della sponda contemporaneamente due cigni si fissano ai due poli. Uno nero e uno bianco.

Ci avviciniamo verso il  salice e Ludovico posa una mano sulla forte corteccia dell’albero pluricentenario, esso emette un  rumore sordo e gli si delineano una bocca e degli occhi sulla corteccia.
-         Come va Jerem? – dice Ludovico
-         Oh niente di cui lamentarsi, il tuo giardino mi offre pace e serenità mio Re.  –  esclama con voce potente l’albero
-         Jerem volevo presentarti una mia amica Anastasia. -
-         Anastasia vieni più avanti non riesco a scorgerti.  – sembra sorridere

Faccio un piccolo passo verso il salice ormai stupefatta.
-         Allora sei tu la tanto agognata Anastasia?  –
-         Suppongo di si. Piacere di conoscerla.  –  cerco di non ridere ma è tutto così strano.
-         Complimenti mio Re è molto graziosa.  –  osserva il salice
-         Lo so, grazie per il tuo tempo Jerem noi andiamo, fammi sapere se hai bisogno di qualcosa. –
-         Certo mio Re a presto. –  lo stesso rumore sordo di prima risuona e la corteccia ridiventa uniforme.
Scoppio a ridere e chiedo a Ludovico
- Ho appena parlato con un albero? –
- Non con un albero qualunque, con un albero oracolo.-
Riprendiamo a camminare parlando di tutto quando un ululato molto vicino risuona nella notte.
Ludovico impreca in una lingua che non viene usata ormai da secoli e dice
-         Credo sia ora di tornare, tu devi riposare. –
Annuisco e torniamo alla vecchia porta il legno che Ludovico richiude con lo stesso stilo. Saliamo le scale e arriviamo alla mia camera.
-         Ludo ma dormi con me questa notte vero? –
-         Pff, secondo te non sarei venuto? Su forza cambiati. – mi incoraggia dolcemente.
Entro chiudendomi la porta alle spalle, apro l’armadio e prendo un pigiama grigio e rosso, mi preparo in bagno e dopo alcuni minuti sono pronta.

Riapro la porta e anche lui si è cambiato, si è tolto lo smoking e si messo dei pantaloni blu del pigiama lasciando il busto scoperto.
Rimango alcuni minuti a fissarlo, è bellissimo; dei peli biondi partono dal petto e arrivano fino ai pantaloni, è atletico ma senza essere appesantito da troppi muscoli  e non ha neppure un filo di grasso.
Alza le sopracciglia sorride beffardo e dice  –  Ti piace ciò che vedi? – avvampo e annuisco.

Raggiungo il letto e ci sprofondo dentro, Ludovico mi abbraccia ,mormora una buona notte e io ritorno tra le braccia di Morfeo.








Spazio dell'autrice :D
Salve a tutti sono Sara, vi prego scusate la troppo attesa per il nuovo capitolo solo che la scuola mi ammazza e quindi non ho mai il tempo di scrivere! Ma vi prego voi scrivere e commentate così possa capire dove sbaglio e cosa devo migliorare! GRAZIE A TUTI QUELLI CHE LEGGERANNO E A TUTTI QUELLI CHE COMMENTERANNO! :D BACI a presto :*

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Incubi. ***


-  Parte Ludovico.

Non riesco a dormire ma non è un problema,non ho bisogno di dormire sono un vampiro.  Ho riposato solo per due ore, è colpa di Anastasia, pensare a lei mi dipinge un sorriso sul volto.
Lei mi incanta,non posso non guardarla dormire, è bellissima perfino nei sogni, non riesco a capacitarmi di averla fra le mie braccia.
Sin da quando l’ho vista, quel giorno in cui Rau l’attacco, desideravo tenerla fra le braccia e proteggerla dal mondo,ho perso la testa per lei, la bambina che continuava a lottare pur sapendo di aver già perso in partenza.
I suoi occhi blu fissi in quelli rossi alterati dalla trasformazione di lui, osservava impassibile il ghigno malefico di quel fetido bastardo che le tolse i genitori.
Solo pensare al pericolo a cui andava incontro mi fa ribollire il sangue nelle vene e allungare i canini che mi bruciano nelle gengive, stringo i pugni emettendo sottomesso ringhio.
Anastasia mormora qualche parola confusa , le bacio la fronte e ritorna a dormire.
Scendo dal letto in silenzio, chiudo la porta e comincio a scendere le scale.
Voglio vedere le mie sentinelle e farmi aggiornare sugli ultimi avvenimenti, nel frattempo un altro ululato risuona. Stringo forte la mascella e continuo a camminare.
Anastasia non è venuta a dormire qui solo per il suo malessere ma anche perché c’è la luna piena e questo significa ch quei cani si trasformano.  Non potevo lasciarla a casa sua con quel Josh alle calcagna. Non volevo o non potevo? Forse entrambe.
Un grido terribile squarcia la quiete della mia dimora, è Anastasia, grida ancora diverse volte è straziante. Corro da lei, sta gridando e piangendo nel sonno.
Mi avvicino al letto cerco di svegliarla
<  Anastasia, angelo svegliati è solo un sogno. >
Dopo alcuni secondi apre gli occhi rossi e gonfi per il pianto.
< Te ne sei andato, devi essertene andato. > mormora sconvolta
Una lama mi trafigge il petto.
< Shhh , ora sono qui torniamo a dormire, eh? >
Annuisce e la faccio stendere sul mio petto .
 
-  Parte Anastasia


< Sveglia Angelo è ora di andare a scuola. > la voce suadente di Ludo si intrufola nei miei sogni e mi sveglia.
Con riluttanza apro gli occhi ,ammirando Ludovico con i capelli umidi a causa di un bagno e con solo i jeans indosso.
Guardo il suo busto scolpito sognando un giorno di poter passare la mano fra i peli biondi del suo  petto.  Mi alzo con riluttanza, bacio Ludovico e corro a prepararmi.
Mi faccio una doccia e scelgo nell’armadio un paio di jeans,una camicia di jeans e un maglione celeste. Dopo alcuni minuti sono pronta e io e Ludovico  scendiamo le scale arrivando nella sala da pranzo dove ieri sera c’era la cena.
La tavola è ancora una volta imbandita di delizie questa volta però c’è la colazione. Mangio di gusto e per la prima volta anche Ludo, una domanda sorge in me.
<  Ludo ma come funziona la tua “sete” ? Se ti da fastidio ignora la mia domanda.  >
Lui alza lo sguardo ,i suoi occhi fiammeggiano per alcuni secondi e poi tornano grigi.
<  No, non mi da noia parlarne. Vedi Anastasia, il mio corpo funziona esattamente come il tuo: il mio cuore batte, ho una temperatura corporea elevata e posso respirare.  Solo che non mi è fondamentale magiare, bere, dormire e perfino respirare per vivere. Il mio bisogno è solo sanguineo, mi è fondamentale bere sangue umano, senza di esso mi indebolirei. Certo il bisogno è difficile da controllare, ma dagli anni che ho vissuto ho imparato qualcosa. Ai vampiri più giovani non resistono al sangue. Per rimanere in forze mi devo nutrire una volta a settimana possiamo nutrirci anche le vostre sacche di sangue per le trasfusioni. >
Annuisco apprendendo tutte le informazioni che mi fornisce. Abbiamo finito di fare colazione ci alziamo, Ludo mi prende la mano e ci rechiamo alla macchina.
< Tieni Anastasia. > dice Ludovico mentre mi porge il mio telefono.
 <  Grazie. > dico,strano non sapevo che c’è l’avesse lui.
Chiama subito Jenny dicendole che va tutto bene e che verrò a casa dopo scuola come al solito.
-------------------------------------------------------------------------------------------
Arriviamo a scuola in perfetto orario, scendiamo dalla macchina e attraversiamo il corridoio.
Josh mi sorride mentre ci fermiamo all’armadietto, sbuffo in risposta, mentre vedo Rose avvicinarsi a Ludovico.
<  Ciao tesoro. > dice Rose girandosi i capelli fra le dite.
La rabbia mi assale, vorrei scagliarla sotto un tram.
Ludovico la guarda per quel che sembra un eternità:
<  Ciao. > mormora distratto mentre volta lo sguardo verso di me.
 
<  Ehi guardami sono qui! > stride Rose e poi continua < Che ne dici di uscire con la più bella della scuola non che capo cheerleader? >
Ludovico usa uno sguardo di ghiaccio impassibile e poi dichiara
 
<  Pff ho già la più bella ragazza della scuola e poi chi ti conosce. >
Lei è sul punto di svenire mentre io sono sul punto di piangere dalle risate.
 
<  Te ne pentirai, lei non è come me!  > strilla lei
 
< Su una cosa hai ragione lei è molto meglio di te! Ora sparisci. >
Un applauso si alza tra la folla presente nei corridoi, mentre io corro da Ludovico a baciarlo.
Anche Josh ride di gusto voglio parlargli dopo.
 ------------------------------------------------------------------------------------------
Siamo tutti in mensa che discutiamo del più del meno, Gloria riesce a fidarsi di più di Ludovico, Jeff e io scherziamo come al solito sembra tutto normale, stiamo ancora ridendo per via di Rose.
<  Bravo Ludovico hai dato una bella lezione a quella barbie! > si congratula Gloria
<  Si è stato molto istruttivo, mi ha permesso di conoscere un po’ meglio le gerarchie nella vostra scuola. > dichiara Ludovico.
< Allora amico quando hai gli allenamenti? > chiede Jeff mentre sorseggia un aranciata
<  Tre volte alla settimana dalle 4 alle 6. Per fortuna sono giustificato per i compiti. > sorride.
La campanella suona e siamo arrivati alla 3 ora: l’ora di geografia.
Ci sediamo agli ultimi banchi e ascoltiamo la lezione poi io chiedo a Ludovico:
<  Prometti di non arrabbiarti se ti chiedo una cosa? > mormoro sottovoce
Annuisce serio.
<  Ho bisogno di parlare con Josh. > cerco di sembrare il più ferma possibile,ma mi trema la voce.
<  Perché Anastasia? > chiede ormai con gli occhi di fuoco mentre stringe le nocche tanto da farle diventare bianche.
< Perché ieri quando eravamo in macchina ha accennato una cosa e poi si è fermato, voglio sapere cosa mi nasconde e se è un licantropo. >
<  No fine della storia. > afferma bisbetico
< Dai ti prego, nemmeno per 10 minuti. >
< No. >
< Vabè tanto che tu lo voglia o no,ho solo voluto avvisarti. >
< No invece non lo farai. > i suoi occhi sono braci ardenti mentre si punta i piedi come i bambini.
<  Ludo questa è la mia vita, tu non puoi costringermi io ho sempre fatto quel che volevo o che credevo giusto quindi gli parlerò che tu sia d’accordo o meno. >
Apre la bocca e poi la richiude, non sa più che dire.
La campanella suona e fra un ora andrò a casa mia.
Appena siamo in corridoio Ludovico mi prende la mano e comincia a correre, apre uno stanzino e neanche il tempo di protestare e siamo dentro di esso io appoggiata alla parete.
<  Ma che caz..  > riesco a mormorare prima che la sua bocca è sulla mia e mi bacia con ardore,foga e rabbia.
Io mi lascio coinvolgere , alcuni minuti dopo si stacca e sono senza fiato.
<  Mi.Fai.Impazzire. > dice scandendo ogni parola.
Respiro ancora a fatica, cerco il pomello della porta lo apro e esco.
L’ultima ora di arte passa velocemente tra disegni e risate mie e di Gloria,parliamo per un po’ nei corridoi poi io e Gloria ci separiamo.
Vado nel parcheggio Ludo è già in auto e mi sorride caldamente, entro e richiudo la portiera dopo alcuni attimi la macchina si accende con delle fusa e partiamo.
< Sai Ana ho riflettuto un po’  e sono arrivato alla conclusione che hai ragione tu e che potrai parlare con quel cane ma solo per 10 minuti. > dice tutto ad un fiato poi prosegue < Hai da fare oggi? Vorresti venire agli allenamenti? > chiede speranzoso.
<  Certo così parlerò anche con Josh e potrò tenere lontana Rose. > sorrido ripensando a stamane.






Spazio dell'autore
Ciao ragazzi come va? Vi è piacuto il capitolo ? Vi prego scrivetemi e fatemi sapere cosa ne pensate e in cosa dovrei migliorare o cosa non vi piace. A voi tutti un grande saluto e tanti baci e al prossimo capitolo ! Scusate eventuali errori presenti nel testo ! :DDDD

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Roulette Russa. ***


Finalmente a casa ,mangio qualcosa e vado sul letto.

Sono cambiate tantissime cose dall’inizio di questa settimana alcune in positivo altre in negativo; positive come aver conosciuto Ludovico, conoscere come se ne sono andati i mie, negative come scoprire che ora sono in pericolo , c’è una ragione perché Rau ha perseguitato i miei genitori e io intendo scoprirla.   
Cerco di non pensarci ma alla fine la mia mente ritorna sempre lì ; a Rau, al pericolo e molto probabilmente alla mia morte.
Non ho mai pensato così attentamente al mio perire, ne rimarrà soltanto uno;  è la frase di uno di quei stupidi film stile “Guerra Tra Titani” ma è l’unica verità di cui sono convinta al momento.                                                                                                                                             Lui vuole la mia dipartita da questo mondo e io non voglio morire e non voglio nascondermi, voglio combattere.
La verità è che voglio parlare con Josh per farmi insegnare a combattere, non dubito dell’abilità di Ludovico solo che sono convinta che se glielo chiedessi direbbe sicuramente di no e che c’è lui a difendermi.
Non voglio essere un peso per lui, ne per nessun altro, essendo umana sono sicuramente molto più debole di un vampiro, figuriamoci di un vampiro del’età di Rau.                     
Ludo mi ha raccontato che più in vampiro è anziano più è forte, le loro ossa invece di diventare polvere si calcificano e diventano dure come il diamante, il cicli della vita per loro si blocca scorrendo al contrario, invece di essere polvere si rinforzano, invece di morire sopravvivono, invece di creare sangue lo rubano e invece di resistere alla luce friggono sotto i raggi UV. 
Chissà se esistono i cacciatori di vampiri tipo alla Buffy o cose simili.
Sorrido a quel pensiero.
Mi cambio metto una giacca da Rapper e un maglietta bianca, faccio una treccia e aspetto l’arrivo di Ludovico.
Non so ancora come riuscirò a dire a Josh cosa ho in mente, sicuramente Ludo sentirà tutta la nostra conversazione con i suoi “poteri” , magari posso sperare nell’intervento di Rose, oppure potrei lasciargli un bigliettino con il mio numero con scritto “Inviami un messaggio dopo gli allenamenti” o cose simili.
La collana si illumina e un clacson risuona quasi  contemporaneamente , non sarà mica che..? Nah, impossibile come avrebbero fatto mamma e papà.

Prendo la borsa , l’mp3 e  raggiungo la macchina di Josh, non è più la macchina sportiva che usa a scuola questa è un Sub, compatto e robusto, sembra un carrarmato, il colore blu e le cromature sui cerchioni evidenziano ancor più la grandezza di quest’auto.
Ludovico scende e mi apre la portella:
<  Ciao Angelo.  > mormora
<  Ciao.  > sorrido caldamente .
<  Hai cambiato auto? Questa mi sembra un carrarmato. > dico dopo alcuni minuti.
< Si, hai proprio ragione , ho anche fatto fare delle modifiche. > proclama con orgoglio.
< Come ad esempio? > chiedo io
<  I vetri sono tutti antiproiettile, il motore ha molti cavalli in più rispetto alle vetture normali, la carrozzeria è rinforzata : quest’auto è peggio di un bunker però mantenendo tutti i confort possibili come sedili in pelle , telefono e navigatore di bordo. >
< Gli uomini e i loro giocattoli. > sospiro io.
<  E non ti ho detto ancora la cosa più bella, te ne sto facendo creare una simile. > sorride
< Cosaaa? Ma sei matto? Sai quanto costa un auto del genere? E poi io cosa me ne faccio, ho già John, non se ne parla. >
<  Voglio che tu sia al sicuro e quest’auto è quel che fa al caso mio. > sorride lui

La macchina si ferma e arriviamo allo stadio della scuola dove si tengono gli allenamenti di football e delle cheerleader.
< Perché non diventi una cheerleader? > chiede di getto  Ludovico mentre camminiamo mano nella mano.
Gli riservo uno sguardo stupito: < Cosi tu possa osservarmi anche durante gli allenamenti? >
Sorride e aggiunge < No , così potrei vederti con una di quei completini corti . > , piccole braci si rivelano nei suoi occhi.
< Continua a sognare , amore. > sorrido anch’io.
Mi avvicino al suo volto e gli mordo il labbro inferiore poi lo bacio. Risponde subito al mio bacio con ardore cingendomi i fianchi.
< Wosturn sei in ritardo! > Tuona l’allenatore un uomo di carnagione scura , con capelli bianchi e sulla cinquantina.
< Certo, stavo giusto venendo coach. > dice Ludovico ora serissimo e con un tono di voce pari a quello del coach.

L’allenatore ci fa strada mentre entriamo nello stadio animato dalle voci e dai rumori dei ragazzi presenti al suo interno, Ludo tiene saldamente la mia mano.
Molte ragazze fissano Ludo ma lui non sembra farci caso.

< Ci dobbiamo separare. > gli dico mentre cerco di camminare verso gli spalti ma la sua mano tiene ancora la mia.
< Rimani sugli spalti? > mormora mentre tira la mia mano e mi ritrovo tra le sue braccia.
< Si , ti ricordi che devo parlare con Josh vero? >
< Si. Solo 5 minuti Ana, sei hai bisogno di me chiamami e io correrò da te subito? Se ti fa qualcosa. > stringe la mascella, allora decido di baciarli la guancia e poi l’orlo della bocca, lui si calma e mi stringe forte.
< A dopo. > mormoro, lui sorride allegramente e corre verso gli altri componenti della squadra che nel frattempo si erano girati tutti a fissarci. Anche Josh mi vede e mi saluta con la mano, ricambio e gli faccio segno che dopo dobbiamo parlare.

Comincio a salire le scalette poi mi accomodo su una delle tante poltroncine gialle e blu, mi metto le cuffie e gli occhiali da sole.

La voce suadente di Adele con Rolling in Deep accompagni ogni secondo e invece di sentire gli urli dei ragazzi e delle ragazzi odo musica stupenda.
Ludovico è molto veloce e forte, abbatte tutti i giocatori che lo placcano e fa diverse volte touch down, ogni volta che lo fa mi sorride e io li mando un bacio.
Passa un ora e le cheerleader si allenano, Rose ha guardato varie volte Ludo ma non ha fatto nient’altro.

<  Hey Ana.  > dice Josh
<  Josh, siediti se vuoi, devi essere stanco dopo l’allenamento. > dico spostando la borsa ,mentre Josh prende posto.
<  Perché sono qui Ana? > chiede incuriosito con il suo ghigno malefico
<  Niente di che solo che ero curiosa, sai non è bello quando uno comincia una frase e poi ti lascia a metà.  >
<   Ancora con quella storia? Roba passata, tranquilla sono apposto.  > mormora schivo
<  No, non sei a posto , quando una persona mostra quelle reazioni non è a posto e perché la ferita e ancora aperta.  > gli parlo dolcemente , voglio dolo aiutarlo mi dispiace che lui soffra così tanto, infondo siamo amici o almeno credo.
Molte emozioni gli attraversano il volto, è come un roulette russa ma quella che vince sulle altre è : la rabbia.
<  Ma tu che cazzo sei? Una psicologa  forse? Tu non mi conosci,tu non puoi dirmi cosa devo fare o cosa non posso fare.  > sta quasi urlando e si è alzato in piedi.
Gli tiro uno schiaffo sulla guancia, così forte che si  riflettono le cinque dita sul suo volto.
< Tu non puoi parlarmi così. Stavo cercavo solo d’essere gentile, volevo aiutarti a superarlo ma sai che ti dico fottiti Josh.  > parlo a denti stretti.
Sento Ludovico avvicinarsi, infatti sta salendo le scale a tutta velocità mentre si avvicina a me.
<  Con quale coraggio parli alla mia ragazza in questo modo?  > dice avvicinandoci  con aria minacciosa mentre Josh che si massaggia ancora la guancia.
<  No Ludo lascia stare, non le vale la pena. > cerco di convincerlo trattenendolo per un braccio, ma non mi ascolta continuo < Ludo ti prego, per favore. > si volta un attimo a guardarmi e mi prende la mano.
< Sei solo un codardo e uno stronzo, parlare così a una ragazza e giuro che se lo rifarai non mi fermerà nessuno dal farti male nemmeno Ana. >  sputa quelle parole come fossero una bestemmia mentre la sua voce è glaciale e indifferente ma nasconde una seria minaccia.
< Andiamo Ana. > sussurra voltandosi verso di me.
Scendiamo le scalinate mentre tutti ci fissano, Ludovico si avvicina al coach e  ci scambia qualche parola, lui annuisce e lo congeda con un cenno della mano.
Usciamo dallo stadio e Ludovico mi abbraccia forte, mi sento molto triste e come se mi avessero strappato il cuore.  Sembra di essere in uno di quei flashback, è successo tutto così velocemente, mi ha aggredito e io volevo solo essere gentile.                                                 Non gli ho chiesto nemmeno il mio principale motivo del perché l’ho voluto incontrare.    Così oltre ad aver rovinato un’amicizia non ho nemmeno raggiunto il mio obbiettivo.
Saliamo in macchina, il sub ingerisce l’asfalto, Ludovico aveva ragione non dovevo parlare con Josh, forse i suoi cambi d’umore sono dovuti al fatto d’essere un licantropo.
Il silenzio domina l’atmosfera , Ludovico è arrabbiato, io delusa,amareggiata e disorientata.
Parchè questo litigio mi ha sconvolta così tanto?
<  A cosa pensi? > chiede Ludo inaspettatamente.
Cerco di formulare una frase ma l’unica cosa che mi esce dalla bocca è un debole sussurro.
Ludovico ferma la macchina, siamo nel bosco, vicino a un lago, scende e apre la portella della mia parte prendendomi in braccio.
Comincio a piangere contro il suo petto senza nemmeno accorgermene, ho l’impressione che una porta si apra e si chiuda ma non ci faccio caso, dopo alcuni secondi mi fa stendere su qualcosa di morbido, sembra un letto.



-SPAZIO DELL'AUTRICE-
Ciao a tutti ragazzi scusate nel ritardo nell'aggiornamento, ma la scuola mi uccide, menomale che mancano solo pochi mesi! Comunque appena finite di leggere il capitolo vi prego scrivetemi, per dei consigli su dove sbaglio ecc mi interessa ricevere il parere di tutti bello o brutto che sia :) Scusate eventuali errori a presto sperooo :**

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Amore. ***


Ho pianto per non so quanto tempo poi mi sono addormentata.
Ludovico è sempre rimasto con me, mentre piangevo mi sussurrava rassicurazioni , parole dolci e mi accarezzava.

Siamo in un letto matrimoniale sotto le coperte, Ludo ha un braccio sulla mia schiena anche lui si deve essere assopito, apro gli occhi e mi guardo intorno, la stanza è tutta decorata sulle sfumature del blu e dell’azzurro.

Cerco di alzarmi senza fare rumore :
<  Dove stai andando, Bella Addormentata? > chiede ancora assonnato
Io sorrido guardando i suoi capelli scompigliati.
<  Dai torna qui, solo altri 5 minuti ti prego.  >  implora con gli occhi da cucciolo e io non ci posso fare niente sto già mettendomi sotto le coperte, non posso resistere a quei suoi occhi di ghiaccio.  Non posso resistergli.
Mi abbraccia, mi guarda negli occhi e stringe la mascella, io accarezzo quella linea dura e marcata, sotto le mie carezze lui si addolcisce .
<  Hai tutti gli occhi rossi e gonfi, voglio uccidere quel bastardo per quello che ti ha detto. > mormora infuriato
<  Grazie Ludo per essere rimasto con me,sei..sei..fondamentale.  >  lo bacio con delicatezza e calma, lui si stacca e poggia le sue labbra sulle mie palpebre e sulla mia fronte.
<  Sai che non ti lascerò più avvicinare al quel cane, vero?  >  dice autoritario
<  Okay.  >  sorrido e Ludo si rilassa visibilmente.
<  Ludo dove siamo?  > chiedo
<  Nella mia casa vicino al lago Wening. > sospira
<  Ludo se ti dico una cosa prometti di non giudicarmi? >

Annuisce e io proseguo.
<  Volevo parlar con Josh per un motivo ben preciso, volevo chiedergli di insegnarmi a combattere.  >  la mia voce è un sussurro

Ludo mi guarda torvo  <  A cosa ti serve imparare a difenderti?Ci sono io qui.  >
<  Sapevo avresti detto così, Ludo voglio imparare a combattere perché sento che i avvicina, mi sta cercando,e io non voglio stare con le mani in mano, voglio saper combattere, perché loro hanno combattuto per me. Non mi fermerai,se non mi insegnerai tu troverò qualcun altro.  >  dico impavida
<  Non posso convincerti del contrario?  >
<  No.  > rispondo secca
<  Allora sono obbligato, Ana sarà difficile devo insegnarti come combattere un vampiro,ma in cambio voglio una promessa.  >
Annuisco e lui continua
<  Dovrai ubbidirmi sullo stare lontana da quel cane e dovrai raccontarmi cosa hai sognato stanotte . >
Sospiro < Okay accetto. Ludo io faccio sempre lo stesso sogno, rivivo il momento della scomparsa dei miei genitori, il secondo esatto in cui me li ha rubati, anche se da quando ci sei tu non mi era più capitato. Devi essertene andato stanotte vero? >
Le sue iridi si infiammano, sono incandescenti.
<  Mi dispiace Anastasia, non sai quanto ho sofferto vedendoti in quello stato.  > abbassa la testa , sommerso dalla colpa e dalla rabbia.
<  Non preoccuparti sono abituata a quel sogno, lo faccio ogni notte dalla scomparsa dei miei. > dico caldamente
Ma non ci crede vede i miei occhi velati di tristezza, mi accarezza la guancia e mi bacia le labbra lentamente come se avessimo tutto il tempo del mondo.

Tra un bacio e l’altro mormora < mi dispiace, non lo farò mai più, non sei più sola. >
Mi bacia la guancia e poi scende verso il collo, fermandosi sulla carotide,risale baciandomi le labbra. Mentre poggia le sue labbra sulle mie, il fuoco si disperde sul mio corpo, sento i polmoni bruciare e il cuore battere come un levriero.

<  Hai un sapore buonissimo, vaniglia e rose, stupendo.  > dichiara.
Il mio iPhone comincia a squillare, mi alzo e corro a recuperarlo.
<  Pronto?  > sorrido mentre guardo Ludovico sospirare.
<  Ana, finalmente hai risposto! Mi dispiace per quello che è successo, non sono me stesso in questo periodo, scusami ti prego perdonami.  >
<  Fottiti. > parole dure sono le mie ma ora basta, chiudo la chiamata.
<  Era Josh non è vero?  > braci scoppiano nei suoi occhi prima di ghiaccio
Annuisco, raccatto la mia roba , metto le cuffie e gli dico <  Andiamo? >
<  Certo, che vuoi fare? Io voglio andare in un cinematografo.  > dice ancora con scintille negli occhi
<  AHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAH, cinematografo? Vorresti dire al cinema?  > sorrido
<  Si. > dice imbarazzato
<  Dai andiamo! > ridacchio , lui mi prende la mano e andiamo verso la macchina.

La strada per tornare in città è ripida ma la grossa macchina di Ludo supera tutte le insidie con facilità, torniamo  presto in città.

La collana si illumina ma non ci faccio caso, arriviamo in centro dopo 10 minuti,troviamo parcheggio e scendiamo dalla macchina.


Osserviamo le varie locandine e scegliamo di vedere uno di quei film demenziali,stupidi alla scary movie, entriamo nella sala dove sta per essere proiettato il film,è tutto buio pesto, per fortuna Ludovico con la sua vista da vampiro mi guida senza intoppi al mio posto.


Ridiamo come pazzi ,anche Ludovico, non l’ho mai visto ridere così tanto ;mi fa tanto piacere.  A un certo punto però Ludovico si blocca e diventa distante,mi guarda e fa il labiale della parola : Licantropi. Mi volto lentamente e vedo Josh con altri due ragazzi muscolosi e di carnagione scura.

Ludovico rimane composto, alza solo un braccio e me lo poggia sulle spalle accarezzando mini con il pollice,per confortarmi.
Mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro < Ludo che vuoi fare?Andiamo via o restiamo? >
<  Restiamo,voglio godermi una serata tranquilla con  te,in questi giorni ne abbiamo passate molte. > sorride.

Ancora  quel suo sorriso che mi riduce gli occhi e il cuore a brandelli,non riesco a capacitar mi ancora di quanto sia bello e di quanto sia impossibile che lui sia innamorato di me.

 Appoggio la testa sulla sua  spalla e lui mi stringe la mano,poi passa le labbra sulle mie nocche, ecco che riappare il calore bruciante di prima. Mi accarezza la guancia e mi bacia sulle labbra con molta dolcezza e lentezza. Le nostre lingue si ricorrono,assaporandosi e danzando. Mi mette una mano dietro la nuca e rende il bacio più audace, io accarezzo  e scompiglio i sui capelli con una mano.  Quando ci allontaniamo siamo entrambi senza fiato,lui ha le  iridi cremisi, fa un respiro profondo e tornano grigie.

Per tutto il resto della proiezione ci sono stati altri baci dello stesso ardore, diciamo che non ci siamo molto goduti il film.
Stiamo uscendo dalla sala quando io incontro di sfuggita lo sguardo di Josh,io sposto velocemente la mia vista guardando altrove.
Subito cerca di rincorrermi e pronuncia il mio nome un paio di volte ma sembra non vederci,eppure siamo di fronte a lui solo a pochi metri di distanza.
<  Ludo ma stai usando l’incanto? >
<  Si, abbiamo un patto ricordi. > mi evidenzia
<  Certo amore. > sorrido e continuiamo a camminare.
Camminiamo un po’ per le strade centrali ma oggi desolate poi decidiamo di tornare a casa.
Dopo alcuni minuti in macchina arriviamo a casa mia, sullo stipite della porta principale gli chiedo
<  Tra quanto tornerai qui?  >
<  Amore dammi al massimo 15 minuti.  > sorride e va via.
Bene, salgo le scale e arrivo in cucina, mangio qualcosa poi salgo su e mi vado a cambiare e preparare per la notte.
Appena ho finito tutto questo mi siedo sul letto e prendo il telefono; ci sono tre messaggi.
Jeff-Ana dobbiamo parlare.-
Gloria- Ehy A come va? Hai da fare domani pomeriggio?-
Josh- Mi dispiace.-
Rispondo solo a Jeff, tanto con Gloria ci parlerò domani mentre l’ultimo messaggio non è degno di risposta.
-Jeff che ne dici di uscire domani così ne parliamo?- gli scrivo, dopo alcuni secondi ricevo subito la risposta –Okay ci organizziamo meglio a scuola JNotte. –
Ludo bussa alla finestra e vado ad aprire.
<  Ciao, ho fatto presto?  > dice sorridendo
<  Si. > mormoro mentre mi metto sotto le coperte.
Ludo mi segue a ruota e prende il mio cellulare
<  Posso?  >
<  Si, fai pure, non c’è niente che tu non sappia già apparte il fatto che domani uscirò con Jeff.  >
<  Non vieni agli allenamenti?  > chiede un po’ deluso
<  No meglio di no, però se vuoi vengo la prossima volta te lo prometto.  >
<  Mi fido di Jeef è un bravo ragazzo ed è innamorato della sua fidanzata,come me del resto.  >
Ha gli occhi grigi che luccicano,è fantastico.
Lo bacio caldamente poi mi sdrai sul suo petto e mormoro <  Anch’io sono innamorata di te,Ludovico, buonanotte amore.  > mentre mi stringe ancora più vicino e sto per cadere fra le braccia di Morfeo  dice <  Notte Angelo.  >                                  



   \\\Note dell'autore\\\
Ciao a tutti, spero il capitolo vi sia piaciuto, scusate il ritardo ed eventuali errori, vi prego scrivetemi e fatemi sapere in cosa sbaglio o cosa secondo voi è da migliorare o anche su quale personaggio vi piace di più. :) alla prossima


Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Chiarimenti e poteri. ***


Finalmente è sabato, non ci credo! Quanto è cambiata la mia vita da lunedì! Il mio mondo è stato rivoluzionato e scosso.                                                                                                                                                                
La cosa che pensavo mi avrebbe impaurito di più, cioè la scuola,è forse la cosa che mi avvicina di più alla realtà, e mi allontana dal principe. Di tutto questo  non incolpo Ludo, lui non ha colpe, la mia vita è stata in pericolo  da quando i  miei genitori sono morti.                                                                                                                                      
Ludovico è avvinghiato a me come l’edera, mi irrigidisco per non svegliarlo mentre sbatto faticosamente le palpebre abituandomi piano alla luce che penetra dalla finestra. Fallisco miseramente, poco dopo Ludo si sveglia.

< Buongiorno. >  mormoro .
<  ‘Giorno Angelo.  >  , il suo sorriso si ingrandisce e sorrido anche io.
Il suo sorriso è amabile ,abbatte ogni  riserva presente in me, mi scava nell’anima.                                                       Arrossisco e lui mi accarezza con le dita le guance.                                                                                                 

Guardo la sveglia  sul comodino  e sono le 10 e 30, cavolo devo chiamare Jeff, si sarà sbagliato ieri sera! Dove ha la testa quel ragazzo!  Mi alzo di botto e corro a cercare il telefono.

< Stai cercando forse questo? > chiede Ludo , dopo minuti eterni, che ha trovato l’Iphone, gli sorrido e annuisco, me lo passa e compongo il numero di Jeff.                                                                                                                            
Il numero squilla finchè la voce assonnata di Jeff non mormora un  <  Pronto?  >
<  Jeff  ma sei impazzito? Oggi è sabato , non andiamo a scuola il sabato.  >
<  Ah, scusami, ho perso la testa! A che ora ci vediamo?  >
<  Stamattina così facciamo colazione?  >
<  Si  ci vediamo al Jer’s alle 11, a dopo.  >
<  Okay , ciao.  >

Ludovico mi fissa torvo.  < Che c’è? > chiedo
<  No, niente pensavo solo che tu e Jeff sareste usciti dopo gli allenamenti.  >  mormora imbronciato.
Mi avvicino e gli accarezzo il volto, non voglio andare agli allenamenti, non dopo quello accaduto ieri.                                                                                                                                                          

<  No, non voglio venire non dopo quello che è successo, però ti ho già detto che verrò al prossimo allenamento e ti prometto di venire a tutte le partite.  >
<  Veramente?  >  dice quasi non controllando la gioia, come un bambino.
<  Sii!  > sorrido anche io
<   Allora va bene, comunque se vuoi prima di andare agli allenamenti ti passo a prendere e puoi  rimanere  a casa mia ,potresti fare molte attività lì. Naturalmente se ti va..   >  mormora.
<  Va bene.   >

Lo faccio per lui, so che sarebbe preoccupato sapendomi sola.
<  Ma quindi questa mattina non ci sei?  >
<  No, resterò con Jeff  tutta la mattinata.  >
<  Allora io andrò a caccia.  >  mi guarda negli occhi osservando la mia reazione.
<  Okay, io vado a farmi un bagno, ci vediamo dopo, attento a caccia.  >
Lo bacio castamente sulle labbra e lui mi guarda divertito e dice
 <  A dopo Angelo.  >  poi va via dalla finestra.
Alcuni minuti dopo esco dal bagno  vestita e profumata, mi spazzolo i capelli riempio la borsa, scendo le scale ,parlo con  Carl e Jenny e vado via in macchina.

Arrivo poco dopo al bar e entrando vedo subito Jeff  seduto a uno dei tavoli neri, lo raggiungo.
<  Ciao Amigo.  >  lo saluto  così sapendo che Jeff ha origini spagnole.
<  Ana finalmente! > sorride  mostrando  i denti bianchissimi.
<  Allora  di cosa volevi parlarmi? > sorrido gentilmente.
<  E’ complicato, praticamente io..  >  , il  nostro amico Just, nonché  cameriere di questo locale , lo interrompe.
<  Cosa  ordinate? >  ci sorride aggiustandosi il cappellino rosso.
<  Io prendo una ciambella e un latte freddo.   >
 <  Io un cornetto e un  succo di frutta.  > mormora gelido Jeff.
<  Arrivano subito.  >
Pochi minuti riceviamo le nostre ordinazioni e cominciamo a mangiare.
<  Allora?  >  lo incoraggio dopo aver  finito la ciambella.
<  Allora.. ho paura  Ana.  Non so cosa mi  succede la testa mi  scoppia, perdo le staffe facilmente e la cosa più inquietante è che riesco a ….  Non riesco nemmeno a dirlo , riesco a  sentire gli animali.  Comunico con loro con la mente ed essi si  piegano al mio volere.  >  mormora spaurito mentre si guarda le spalle.

Ho la bocca aperta  mentre i suoi occhi mi osservano, deglutisco cercando di mandare giù il groppo che ho in gola.     <  Sei sicuro di quello che stai dicendo?  Seriamente riesci a farlo?  >
<  Si, istauro un rapporto  mentale con gli animali e loro mi ascoltano e assecondano.  >
<  Ma questo è fantastico.  Jeff non devi averne paura, sei speciale, hai un dono. Ora ogni cosa è spiegata; il tuo amore per loro, la tua abilità nel tenerli calmi.  >      sorrido   infondendoli fiducia  o almeno spero.

<  Si, potrebbe essere così, ma prima non era così io tenevo semplicemente agli animali ora invece gli sento, gli sento nel sangue e nella mente. E’ inquietante.  Sei la prima persona a cui lo dico e sicuramente anche l’ultima, se la gente lo sapesse..  >  si interrompe, terrorizzato.
<  Hai ragione non puoi dirlo a nessuno, non possiamo.  >  mi correggo  <  E’ tutto qui?  >
<  Non proprio.  Vuoi spiegarmi cosa cavolo sta succedendo fra te e Josh?   >
<  Non hai saputo cosa è successo ieri?  >
<  No ,dovrei?  >

Gli spiego tutto per filo e per segno.
<  Josh ha sempre avuto un caratteraccio e sembra che Ludovico c’è l’abbia più di lui, anche se anche io avrei reagito alla stessa maniera.  >  dice criptico
<  Josh si  è scusato poco dopo, e ieri sera mi ha mandato un messaggio ma mi sono stancata, sinceramente ,è lunatico e irascibile.  >  sospiro sonoramente.
Ci alziamo contemporaneamente e Jeff chiede il conto , paga tutto lui , gli dico che offrirò io la prossima volta, sorride .

                                                                                                                                                                                  Camminiamo, lui esce lo skateboard  dallo zaino mentre parliamo del più del meno e  ridiamo finché non incontriamo un gatto .  Jeff  si ferma e lo guarda.
<  Ora ti mostro cosa succede Ana, lo farò miagolare due volte e gli chiederò di fare una giravolta.  >
Dopo alcuni secondi il gatto miagola due volte , fa una giravolta e va via, batto le mani e Jeff fa un inchino.
Mi riaccompagna dove ho parcheggiato John e ci salutiamo.
<  Ciao cicas.  > dice con un leggero accento spagnolo
<  Ciao Jeff.  >  gli sorrido e l’abbraccio.

Salgo in macchina e guido di nuovo verso casa, in pochi minuti arrivo a destinazione, salgo sul portico ed apro la porta.                                                                                                                                 
Subito vengo travolta dall’odore squisito di quelle che sembrano lasagne, vado in cucina e Carl sta apparecchiando mentre Jenny è nel suo studio che ascolta classica e legge.  Tipico di una psicologa.
<   Ciao Jenny, ciao Carl sono a casa!  >  gli abbraccio entrambi , loro sono sorpresi ma ricambiano.
Non sono mai riuscita a chiamare ,Jenny e  Carl, mamma e papà, forse perché ho conosciuto i miei genitori  abbastanza a lungo, ma questo non significa che non gli ami entrambi.                                                                                     Io amo Jenny e Carl sono anche figlia loro, mi hanno cresciuto, mi hanno nutrito  , dato tutti i confort e tutto l’amore di questo mondo.  Gli devo molto, mi hanno salvato da una vita di orfanotrofi e case famiglia.
<  Anastasia è pronto!  > grida Carl.
Torno in cucina e mi siedo al tavolo imitata da Jenny e Carl.  L’odore di lasagne è  fantastico e  pervade tutta la stanza.  Mangiamo tutti con gusto e io faccio i complimenti a Carl che sminuisce le mie parole con un cenno.
Accendiamo la tv anche se nessuno di noi la guarda, dopo aver mangiato poso le posate e prendo fiato per pronunciare alcune parole.

<  Jenny, Carl voglio dirvi una cosa importante >  mi fissano e mi sorridono,continuo  <  voglio ringraziarvi per tutte  le cose che avete fatto per me, per avermi amato, protetto e per avermi salvato.  Mi dispiace non riuscire a chiamarvi mamma e papà ma è più forte di me, ma so che anche voi siete i miei genitori e io vi amo, e vi amerò per sempre..  > 
Mi guardano felicissimi e con gli occhi lucidi, Jenny piange apertamente, ci abbracciamo  stringendoci forte. 

Appena finito di pranzare vado i camera mia, mi stendo sul letto e prendo un libro.

Dopo un ora metto da parte il libro e comincio a prepararmi Ludovico sarà qui tra mezz’ora. Mi cambio; prendo i jeans lunghi, una camicia azzurra a maniche corte e un golfino grigio.  Le temperature iniziano a scendere e fa sempre più freddo.                                                                                                                                                               Il telefono squilla, è Ludovico.
<  Ludo ,ciao.  >  dico allegra
<  Ana scendi  sono giù.  >

Preparo la borsa, prendo tutto ciò che mi serve avviso Carl e Jenny che vado da un amico e tornerò nel pomeriggio o  stasera.
Scendo le scale del portico ,vedo una figura seduta su una moto da cross, si toglie il casco mostrando una chioma bionda.
<  Ma quanti mezzi di strasporto hai? > dico ammirando la sua figura con indosso una tuta per andare in moto, è così sensuale.                                                                                                            

Sorride e io rimango stordita da quanto è bello.
Mi passa il casco e salgo in sella stringendomi a lui mentre parte.                                             

Avvia  la moto con un ruggito, e dopo poco comincia a fare delle acrobazie.                                                                       Io alzo gli occhi al cielo e sospiro “Gli uomini e i loro giocattoli!”.                                                                           Arriviamo presto al di là del bosco e raggiungiamo un castello con un cancello e mura alte che lo proteggono.
Ludo prende un telecomando,preme un bottone e il cancello si apre, saluta le sentinelle all’entrata con un cenno del capo e anche loro ricambiano salutandoci caldamente.
Attraversiamo il vialetto che è circondato da dei pini molto alti , ci fermiamo.  Ludo  smonta dalla moto, mi aiuta a scende e si toglie il casco mentre io mi tolgo il mio.  Mi prende la mano,me la stringe  e  io abbasso lo sguardo su di essa. Mi solleva il volto con le dita.
<  Ehy, tutto okay? >  dice preoccupato
<  Si, solo che mi mancherai.  >  mormoro stupida, è solo per poco tempo poi tornerà, quanto sono sciocca.

Emette un suono di sofferente e mi stringe a se, poi mi bacia, lentamente e con … amore. Sono stupita.
<   Mi stai facendo venir voglia di restare.  >  dice mentre sorride sulle mie labbra
<   Allora è meglio che tu vada.  >  gli stringo la mano e poi la lascio.
Lui si allontana con una smorfia, si rimette il casco, sale in moto e prima di andare grida  < Tieni il telefono acceso! >  .  Faccio una smorfia ma gli sorrido, “sempre il solito maniaco del controllo” sospiro e lo guardo andar via mentre mi avvio alla porta del castello.


 

Note dell'autore.

Ciao a tutti sono l'autrice, volevo solo chiedervi scusa per il ritardo, per eventuali errori, per il mio gergo poco vario, perdonatemi sto imparando e cercherò di migliorare, ringrazio tutti quelli che mi scrivono supratutto Amulet!. 
Amulet sei la  mia preferita <3  Vi prego scrivetemi e ditemi le cose che non vi piacciono, i lati positivi e nagativi, un bacio e al prossimo capitolo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Rose e Ludovico? ***



Anastasia.
Entro in casa e rimango sconcertata dalla bellezza di questo posto. Lo stile d'arredamento antico ma allo stesso tempo sobrio e robusto, rispecchia moltissimo Ludovico. Le pareti dell'ingresso sono azzurre, un tavolino si trova poco distante dalla porta, e sopra di esso è stato appeso uno specchio dallo stile barocco bianco con decori floreali. 
Tutto è posizionato con cura e maestria, chissà com'è il suo Castello in Romania, mi chiedo pigramente entrando in biblioteca. Degli scaffali si innalzano immensi davanti alle pareti, nascondendole del tutto. C'è ogni genere di libro, tutte prime edizioni di antichi manoscritti, lontani dalla letteratura moderna. 
"Quanto ci ha messo per avere una collezione simile?" Sospiro e passo fra i vari scaffali, cercando qualcosa che stuzzichi la mia fantasia.

Ludovico.
Ho lasciato Anastasia da pochi minuti e già sono preoccupato. 
Questa mattina stavo per seguirla quando è uscita con il suo amico, poi mi sono reso conto, con riluttanza, che non le sarebbe accaduto nulla: era giorno. Rau non poteva raggiungerla, lui non ha il sigillo e poi non avrebbe rischiato di attirare l'attenzione degli umani. 
Erano una gran seccatura delle volte. 
Ho parlato con le mie guardie, mi hanno promesso di non farla uscire dalle mura della magione e di sorvegliarla. Era nervosa quando me ne sono andato. Non le ho chiesto com’è andato l’incontro con Jeff, magari era per quello. 
Le ho promesso di insegnarle a combattere. 
La rabbia mi assale, se solo fossi riuscito ad uccidere prima Rau! 
Ora non avremo questo problema e lei non avrebbe perso i genitori! 
Accelero facendo sobbalzare la moto. 
Le insegnerò a combattere se lo vuole, le darei anche il mondo se lo desiderasse. 
Sono proprio innamorato. 
Anche io, il figlio del diavolo e rappresentate di esso sulla terra, ho trovato l’amore. 
E nessuno me lo porterà via, nemmeno Rau. 
Anastasia è MIA!
I canini escono dalle gengive, la vista si fa più acuta mentre il mio sentimento di possesso divampa. Parcheggio la moto ed entro nel piccolo stadio. Grugnisco un saluto verso il coach e i miei compagni di squadra. La metà di questi ultimi pensa che io sia stato stupido a mettermi contro Josh, l’altra meta ha solo gli ormoni a mille per le cheerleader nell’altro lato del campo. 
Sbuffo constatando quanto siano prevedibili. 
Comincio a mettermi le protezioni, anche se non ne ho bisogno, ma devo mantenere le apparenze con questi umani. 
In pochi minuti ho terminato.

-Lei dov’è?- una voce rauca e forte mi fa girare. Josh è davanti a me, in tenuta da football. 
Lo ignoro.
-Sono stato a casa sua ma lei non c’era, provo a chiamarla ma non mi risponde. –
Mi felicito del fatto che Anastasia stia rispettando i patti, un sorriso tagliente padroneggia le mie labbra. Intanto Josh si passa una mano fra i capelli e continua.
-Sono preoccupato.-
-Lascia stare Anastasia.- 
“Lei ha già sofferto abbastanza.” Aggiungo mentalmente.
Il mio tono è gelido e freddo, nasconde le fiamme dell’inferno presenti in me.
-Hai già perso.- dice strafottente.
-Lei non è un premio.- 
“Ed è già MIA.” La parte animale di me strilla nella mia mente.
-Ma se lo fosse sarebbe la più grande vincita.- mormora compiaciuto.
Gli sorrido prima di girare il coltello nella piaga. –Che mi dici della tua Rose?-
Il suo volto si fa rosso, lo oltrepasso e comincio l’allenamento, dimenticandomi della sua inutile esistenza.

Anastasia.
Ho riletto la prima edizione del ritratto di Dorian Gray. Ora però voglio stare un po’ all’aria aperta perciò mi alzo dal divano presente in biblioteca e vado a cercare la cucina; ho sete. 
Dopo un po’ di ricerca riesco a trovarla. 
E’ classica ma spoglia, del resto Ludovico non ha bisogno di mangiare. Esco dalla seconda porta presente in cucina e vado in giardino. Quest’ultimo è immenso ed è sicuramente la parte preferita della magione. 
Scopro che qui Ludovico ha campi da basket, calcio, tennis, un campo per il tiro con l’arco, due piscine e anche un maneggio con campo e parco ostacoli. Voglio provare a tirare con l’arco.
Un flashback mi colpisce, mi ricordo di un sogno fatto anni fa.

Mi trovo in una pineta e sono circondata dall'oscurità, solo due fari rossi smorzano un po’ questo buio.

Cammino verso di essi, ignara e stupita che questo gesto involontario mi risulti facile. Una voce rauca comincia a risuonare nell’aria.
-Anastasia- dice prolungando le lettere più del dovuto e facendomi accapponare la pelle .
- Vieni verso di me, bambina, ti sto cercando.- graffia la voce ora più intensa e minacciosa. 
Mi fermo, rimango alcuni secondi con il piede destro a mezz'aria poi con molta lentezza lo rimetto sul terreno, risento il familiare freddo che si irradia da dentro ogni volta che sento quella voce. Riconosco tutte le sfumature di essa, graffiante e paurosa. Ora capisco anche la natura di quei fari. 
Rau è tornato. -So che sei qui, ti sto cercando, e quando ti troverò sarà peggio. Perciò mostrati a me. – 
I suoi occhi fiammeggianti e il suo ghigno animalesco mi compaiono davanti e io non muovo un muscolo, non riesce a vedermi anche se sono a poca distanza da lui. 
Il freddo glaciale mi ha fermato tutto il corpo, non riesco a muovermi, il mio respiro è lento e regolare. 
Il vento gelido che mi scompiglia i capelli sembra essere l'unico testimone di questa imminente sciagura. -Sento il tuo odore, Anastasia, ti sto cercando non mi sono scordato di te!- mentre parla gli si scorgono le zanne, canini gemelli di un colore bianco vivo. 
Mormorii giungono verso di noi, sento milioni di voci che pian piano aumentano di volume, finché una non prende il sopravvento e un uomo esce dall'oscurità dietro di me. 
Mi appoggia un braccio sulle spalle e io comincio a singhiozzare silenziosamente. 
Harry, mio padre è qui. 
-Shhh… piccola mia, non piangere.- mormora. 
Stringo forte mio padre mentre il mio odio per Il principe delle Tenebre sale vertiginosamente. 
Mio padre si allontana da me. 
-Rau non l'avrai mai!- grida con freddezza a quel mostro.
Un altra voce femminile si aggiunge e raggiunge mio padre, è mia madre. 
-Lei ti ucciderà! Lo sai anche tu Rau!- sento la sua dolce voce che mi riempie il cuore, ma Il principe scoppia in una fragorosa risata mostrando le zanne
- Ambra, Harry siete ancora qui? Sapevo che loro non vi avrebbero fatto morire completamente!-
-Anastasia sarà mia, una comune mortale dovrebbe uccidere il vampiro più antico di questo mondo?.- continua ghignando. -Spero tu non ti sia scordato di Ludovico.- ora sorride anche mia madre, un sorriso perfido. 
Gli occhi di Rau diventano ancora più rossi e dalla bocca gli esce un ringhio agghiacciante. 
Delle voci sconosciute alle nostre spalle canticchiano una melodia, e con fatica riesco a capire ciò che dicono - Usurpatore! Usurpatore!- 
-Basta!- ringhia mentre in vocio si abbassa fino a diventare un sussurro. 
-Rau sei patetico! Usi ancora il trucchetto dei sogni? Non ti sei stufato? Se l’avessi capito con lei non funziona. Lei è diversa! - dice mio padre per nulla spaventato. Il principe delle tenebre sibila con le zanne ben in vista, sembra voler attaccare mio padre.
Una freccia con bordature dorate e azzurre gli viene scagliata e lo colpisce in un occhio. 
Mio padre mi sorride e solo in quel momento mi guardo le mani: ho un arco e delle frecce puntate contro Rau.
Non è possibile non so tirare con l’arco! 
Le mie mani si muovono da sole così un'altra freccia parte colpendo l’altro suo occhio. 
I miei genitori mi abbracciano e poi ritornano nell’oblio da dove erano venuti. 


Poi tutto svanì e io mi risvegliai nel cuore della notte, come al solito. 
Avevo dimenticato tutto questo, perché questo sogno è diverso rispetto agli altri, un’anomalia. 
Percorro un viale che porta a quello che sembra un capanno per gli attrezzi sportivi. Apro la pesante porta di legno e mi trovo di fronte ad attrezzature che farebbero invidia alle migliori palestre e centri sportivi di questo mondo. Ci sono diverse stanze, ognuna con una targhetta con il nome dello sport.
Decido di curiosare un po’ e di aprire la stanza dell’equitazione. Rimango a bocca aperta.
Una decina di selle sono appese al muro, più di venti sottosella tutte con le iniziali di Ludovico tranne due, anche le selle hanno le sue iniziali. Le testiere invece sono undici, non sono riuscita a non contarle, tutte diverse e magnifiche, c’è tutto quello che si potrebbe desiderare per quello sport. 
Esco da quella stanza ed entro in quella del tiro con l’arco, qui il meccanismo si ripete. 
Molti archi di diverse forme e peso sono appesi alla parete, le frecce sono invece poste in grandi barattoli che si innalzano dal pavimento. 
Prendo l’arco più leggero in legno, le protezioni e delle frecce verdi molto affilate poi ritorno in giardino, lasciandomi la porta del capanno alle spalle. 
In un campo abbastanza vasto si estendono vari bersagli a varie distanze, mi posiziono di fronte al più vicino e quindi il più facile da colpire. 
Prendo l’arco fra le mani e lo massaggio con le dita, sembra familiare. 
Faccio un respiro profondo e stringo l’arco al petto, lo carico e prendo la mira. Chiudo le palpebre per un secondo e scocco la freccia. Va dritta nel centro del bersaglio. Sbuffo sonoramente sentendomi stupida, la fortuna del principiante. Vado a riprendere la freccia, poi vado davanti al secondo bersaglio. 
Carico l’arco, prendo la mira e lascio andare l’elastico scoccando così la freccia. Ancora, centro il bersaglio in pieno. 
Corro, ormai pervasa dall’adrenalina, prima a riprendere la freccia e dopo verso l’ultimo bersaglio, il più distante. 
“Carico l’arco, prendo la mira e scocco la freccia.” 
Ripeto le azioni nella mia mente prima di svolgerle, come una cantilena o un rito propiziatorio. 
Un altro centro, provo a scoccarne un ultima. Anch’essa va a tagliare la precedente ritoccando il centro.
Un altro flashback mi sconquassa il cervello: mia madre tira con l’arco. 
Mi aveva insegnato, rendendo poi la mia tecnica perfetta. Ecco perché non avevo sbagliato un solo tiro, ecco perché è tutto così familiare. 
Sorrido felice di aver recuperato uno dei pochi ricordi che mi restano dei miei. Riprendo tutta l’attrezzatura, la rimetto nel capanno e vado a visitare le stalle.

Ludovico.
Josh mi da sui nervi, mi provoca costantemente, che fastidio. L’unica cosa che mi fa rimanere sereno è che tra un po’ tornerò a casa da Anastasia. 
Che frase sdolcinata, mi faccio paura da solo. Riesco persino a sentire il suo odore di rose e vaniglia, così dolce. 
Mi immagino baciare ogni centimetro della sua pelle profumata. 
La gola si inaridisce e si secca, i pantaloni si stringono. 
Da quando la conosco cerco il suo profumo in tutte le mie prede, senza mai trovarlo. Non la morderò mai, a meno che non sia lei a permettermelo.
- Wosturn vieni qui!- l’allenatore mi distoglie da quelle riflessioni, mi ricompongo assumendo l’aria fredda che mi caratterizza.
-Si coach?-
-Sei il nuovo quarterback, non farmene pentire ragazzo!- 
Mi da una pacca sulla spalla e io annuisco. 
Ragazzo a me?! Se solo sapesse quanti anni ho. 
I miei compagni di squadra si congratulano mentre Josh si è defilato. Dopo aver sorriso ad ognuno di loro vado a cambiarmi. Appena finisco mi avvicino al parcheggio.
-Mi fai fare un giro?- ammicca schifosamente Rose, che non intende solo sulla moto, lo leggo nella sua mente.
Sto per rispondere con un ringhio quando le sue labbra si poggiano sulle mie. Mi ci vogliono poco più di due secondi per capire la situazione, la allontano da me con uno strattone.
-Ma che cazzo fai?- sbotto mentre mi passo una mano sulle labbra cercando di mandar via il sapore di sigarette e menta. 
-Non far finta che non ti sia piaciuto. Lo volevi anche tu.-
-Ma sei stupida? Io amo Anastasia, tu mi fai schifo. Cosa cazzo non capisci decelebrata? Fanculo Rose!- ringhio esasperato.
-Ah l’orfanella? Che fascino ha?- risponde con voce languida, toccandosi il bordo della maglietta con il dito.
-A differenza tua non è una prostituta senza cervello.-
Spalanca la bocca e corre via quasi in lacrime.
Mi metto il casco e vado via. 
Che scuola di matti.

Anastasia.
Sto accarezzando un cavallo bianco, non so il suo nome ma è magnifico. Alto, robusto al punto giusto, proporzionato è perfetto per il salto ostacoli. 
Gli passo le dita sulla criniera e sul ciuffo davanti. Il telefono squilla facendo incuriosire il cavallo che fissa i miei gesti con le orecchie alzate.
E’ di un numero sconosciuto in cui c’è scritto un semplice “Mi dispiace.” C’è anche allegata una foto.
Il cuore si ferma, le ginocchia cedono, le mani tremano e il respiro cambia. 
Le lacrime cominciano a scendere inarrestabili sulle guance. La foto è stata scattata nel parcheggio della scuola: ritrae Rose e Ludovico che si baciano.




Note dell'autore.
Ringrazio come sempre Mignon che sta revisionando tutti i capitoli,sei formidabile! 
Ringrazio anche tutti quelli che leggono\commentano e mi hanno messo fra i preferiti,spero il capitolo vi sia piaciuto.
BACI a presto :3

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** This is your heart, can you feel it? ***


Corro in casa, e senza guardarmi intorno recupero la borsa ed esco.
Non so ancora dove andare, farei di tutto pur di fuggire, è una cosa irrazionale ma non posso fare altrimenti; le idee si accavallano l’una sull’altra rendendo la mia testa simile ad un campo di battaglia.
Sento il mio cuore che stringe nel petto, in procinto di scoppiare.
Degli ululati squarciano l'apparente quiete; sento le voci preoccupate delle guardie all'entrata. Un altro latrato risuona più debole degli altri e rendendomi conto che proviene da qualcosa alla mia destra, decido di seguirlo ritrovandomi così dietro la casa.
Sbatto le palpebre, meravigliata, non capacitandomi di cosa ho davanti.
Un lupo enorme, possente, con le zampe muscolose e gli artigli ben in vista, si avvicina a me, quasi trotterellando.
Solo quando è più vicino noto il pelo fulvo e gli occhi verdi, e sono proprio quelli a permettermi di non urlare e di scappare.
Rimango immobile trattenendo il fiato e il lupo mi annusa la mano, curioso, e dopo un po’ sento la sua lingua ruvida sul palmo, e intanto gli altri ululati proseguono.
Fisso i suoi giganteschi occhi verdi per un eterno minuto, e mi sembra quasi di potergli frugare nell'anima. Una frase, non mia, si fa strada nella mia testa.
"Ti porto a casa, sali in groppa. Fa presto!".
Guaisce e sembra spalancare anche lui gli occhi, facendomi capire che non abbiamo molto tempo. Sconvolta, ma ubbidiente mi appoggio alla schiena del lupo stringendo le braccia sotto la sua pancia e sento i suoi peli che mi solleticano il viso.
"Reggiti forte" ancora un’altra frase nella mia mente.
Il lupo prende una breve rincorsa e poi spicca un balzo, saltando le mura della reggia che ormai era diventata quasi prigione per me. Comincia a correre a una velocità folle, mentre rimango avvinghiata a lui, appoggiando il viso nell’incavo della sua spalla, sentendo così ogni piccolo muscolo della zampa contrarsi.
Sento altri rumori che si confondono con quelli del vento, e sempre reggendomi con forza mi guardo indietro restando allibita: è un branco. Tutt'intorno a me, altri lupi corrono alla nostra stessa velocità.
Il ’mio lupo’ lancia un ruggito e gli altri si disperdono nella foresta, e tutto ad un tratto capisco che lui deve essere il capobranco.
Chiudo gli occhi non riuscendo a sopportare oltre la sua velocità, mentre i capelli mi ricadono sul viso freddo come se fossero delle piccole fruste, così torno a nascondere il volto tra il calore della sua pelle. Ripenso a tutto quello che è successo, e nonostante sembri ancora tutto così surreale, non riesco a non pensare che Ludovico abbia sempre avuto ragione: Licantropi.
E poi è proprio il suo pensiero a insediarsi nella mia mente, Ludovico.
Rielaboro quel nome e le lacrime ricominciano a scendere.
Me le asciugo come meglio posso dopo averle lasciate scivolare via dagli occhi, come se potessero portare con loro anche un po’ della mia sofferenza. Mi stringo ancora di più alla schiena del mio salvatore cercando di eliminare quel pensiero dalla mia mente, accorgendomi ad un certo punto che l’andatura del lupo è diminuita, per poi fermarsi, proprio davanti casa mia.
Scendo dalla schiena dell'animale, non sapendo bene cosa fare l’imbarazzo si appropria della mia persona, portandomi a congedarmi con un semplice gesto della mano.
Il lupo alza le orecchie, fiero, mi fissa con i suoi occhi luminosi e fa una specie di smorfia mostrando i canini appuntiti, rendendomi conto che cercava di sorridermi.
Salgo le scale del portico a perdifiato, girandomi di nuovo per sorridere al lupo che è ancora fermo lì davanti, entro in casa e poi salgo con lo stesso metodo anche quelle del primo piano arrivando nella mia stanza e barricandomici dentro, pronta ad una notte di soli pensieri.
 
Ludovico .
 
Rientro a casa, finalmente. Ho aspettato questo momento per tutto l’infruttuoso e noioso pomeriggio, passato ad aspettare di tornare a casa dalla mia Anastasia. Sento il suo odore di rose in quasi tutte le stanze e soprattutto all'ingresso, in cui mi fermo per un secondo con gli occhi chiusi; impossibile non pensarla.
Una dolce tortura il suo profumo, inspiro a pieni polmoni.
- Anastasia sono tornato. - grido e comincio a salire le scale per raggiungere la mia stanza, anzi, la nostra. Sorrido a quella correzione, sentendomi come un bambino in compagnia del suo pupazzo preferito, sentendo il cuore leggero dalla felicità.
Apro la porta e non c'è nessuno, vuoto totale, la cerco nelle altre stanze, in biblioteca, in cucina, ma lei sembra scomparsa. Controllo anche in giardino, cercandola in ogni angolo e percorrendo a velocità vampirica tutto il perimetro della proprietà.
Non c'è.
Chiamo subito le mie guardie mentre lo spavento e la rabbia crescono a dismisura.
- Dove cazzo è Anastasia? - grido ad esse, attento a mettere ben in mostra gli occhi rossi e le zanne scintillanti.
Nei loro occhi riesco a vedere il panico, e l’odore della loro paura arriva diritto alle mie narici.
- Non è uscita da qui, almeno non dall'entrata principale, Maestà.- sussurra Eric, il più anziano.
Li guardo furioso, uccidendoli con lo sguardo.
- Un ordine vi avevo dato, uno solo! E non avete saputo rispettarlo! Siete due novellini per caso? Insieme avete seicento anni, dico seicento! quale cazzo di problema avete? - urlo fuori di me.
Nessuno si azzarda dire una parola o a contraddirmi, si limitano a guardarmi da sotto le ciglia, intimoriti.
- Che c’è ancora? - sibilo a denti stretti, ma la mia voce esce come un ringhio.
- Sire, la volevo informare… - mormora il secondo, Gheit mi pare.
- Parla! -
- Un branco di licantropi si aggira intorno alla proprietà. – La voce di Gheit esce come sussurro.
- Potete andare ora!- strillo guardandoli schifato.
Licantropi, non potrebbero mai entrare qui, non c'è un solo millimetro di proprietà che non sia recintato.
Ma ci penserò dopo, ora ho un affare più importante di cui preoccuparmi.
Prendo il mio cellulare e compongo il numero di Ana, dopo alcuni squilli eterni, risponde.
- Pronto? - mormora con voce rotta.
- Dove cazzo sei? - sono infuriato, e non presto attenzione alla sua voce, incrinata dal pianto.
Non risponde ma emette dei gemiti strozzati.
- Ana va tutto bene? Dimmi dove sei! – mi rendo conto che sto urlando, così cerco di calmarmi almeno apparentemente, sospiro e riprendo a parlare. - Chi ti ha portato via? Qualcuno ti ha fatto del male? – Dio, se qualcuno l'ha anche solo sfiorata o fatta soffrire, lo uccido.
- Perché continui a preoccuparti di me? Lasciami stare! – singhiozza, e la sua voce risulta triste e furiosa alle mie orecchie.
Non riesco più a stare in questa casa, nonostante mi trovi all’aperto, sento le mura intorno a me stringersi sempre di più, insieme alla morsa nel mio petto.
- Mi preoccupo per te perché ti amo cazzo! -
- Non sembrava che tu mi amassi quando…- piange e la voce le viene a mancare.
- Sto arrivando Anastasia. -
- Non farlo! Non ti voglio, non… - la sento gridare, ma non le lascio il tempo di terminare la frase, chiudo la chiamata e corro da lei.
 
Anastasia.
 
Eccolo lì fuori dalla mia finestra, sempre bellissimo.
Il cuore si frantuma ancora. Le lacrime continuano a scendere, ma me le asciugo furiosamente, dopo aver mantenuto un briciolo di orgoglio.
Chiudo la finestra a chiave e vado in bagno. Mi faccio una doccia, cercando di levarmi di dosso tutta la stanchezza e l'odore di lupo, per evitare che Ludovico lo senta ed alimenti così la sua rabbia.
Appena esco dalla porta per tornare in camera lo trovo davanti a me.
- E così credi che una finestra avrebbe potuto fermarmi?- mormora Ludovico ormai seduto composto sul mio letto.
Sento gli occhi pizzicare ma mi obbligo a non piangere, anche se vorrei solo fiondarmi tra le sue braccia e chiedere spiegazioni.
- Esci subito di qui. – Sibilo infuriata, e sento gli occhi che bruciano sempre di più.
Stringo i pugni, fino a quando le mie nocche sbiancano e le unghie s’infilano nella pelle.
- Cos’è successo? -
- Vattene via Ludovico. – Non lo sopporto quando fa finta di nulla.
- No! Devi darmi una spiegazione plausibile cazzo! Non ci capisco più nulla! – si alza dal letto infuriato e la sua voce si alza di qualche tono. - Torno a casa, a casa da te, sentivo il tuo odore ovunque e ti cercavo, ma non c'è eri! Hai la minima idea dello spavento che mi hai fatto prendere! Avevi promesso, avevi detto che non te ne saresti mai andata... – la sua voce è tornata tranquilla, ma è incrinata, triste.
Non posso cedere la mia rabbia è tanta. Tradita da lui, il mio cuore non lo può sopportare.
-Oh no, la colpa non è mia. Io non tradisco chi dico di amare. Potevi averla dal primo giorno, perché proprio io? Cos'è? Un subdolo gioco che fai per strapparmi via il cuore?- I miei occhi si riducono a due fessure, le mani sono ancora strette nei pugni e la mia voce è colma di risentimento.
-Ma di cosa parli?-
-Di cosa parlo eh?- prendo il telefono, notando sul palmo delle mani i segni delle unghie. Respiro a fondo perché sto tremando, e trovato il messaggio gli sbatto in faccia la foto.
- Non è come pensi! – il vampiro davanti a me sbianca.
- Lei mi ha baciato! Io l’ho allontanata, le ho ringhiato contro! -
- Credi davvero io sia così stupida? - mi blocco e poi continuo con un groppo in gola, decisa a non piangere.
- Va via. -
- Credimi, per favore. - mormora distrutto, i suoi occhi sono sinceri, mi prende la mano ma io mi allontano da lui, come scottata.
- Va via per favore. – questa volta la mia voce suona come una supplica, e lui deve averlo capito perché una folata di vento mi colpisce, e Ludovico è sparito, lasciando la finestra sbattere.
La richiudo tornando sul mio letto, seduta dove c’era lui un secondo prima.
Ricomincio a piangere senza sosta, lasciando che le lacrime sgorghino, che escano dai miei occhi e mi carezzino le guance.
Fino a quando, ormai stremata, mi addormento.


Spazio all'autore,lol.
Ciao a tutti, scusate il ritardo , domani posterò un altro nuovo capitolo :) Come vi sembra la storia?Vi sta piacendo? In cosa dovrei migliorare? Consigliate e scrivetemi per favore , grazie a tutti per aver letto i capitoli e anche questo piccolo spazio . :)

P.s. il titolo è una frase della canzone Laura Palmer dei Bastille.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Mancanze. ***


Mi sveglio grazie al suono della sveglia e non grazie alle sue labbra. 
Sento la sua mancanza, in ogni più piccola fibra di me. 
Stanotte ho abbracciato il cuscino e mi sono lasciata scivolare nel lato del letto in cui dorme di solito, ho provato a resistere ma non c'è l'ho fatta, ho dormito al suo posto cullata dal suo profumo.
Il cuore già in frantumi manca un battito, il suo nome non riesco a pronunciarlo, il respiro mi manca. 
Sbianco riguardando quella foto in cui le sue labbra incontrano quelle di un’altra. 
Mi sta uccidendo. 
Stanotte sono ricominciati gli incubi, peggiori rispetto ai soliti. 
Mi alzo, mi lavo, e mi vesto per poi scendere giù; compio quei gesti senza sentimenti, come se fossi una macchina. Saluto i miei genitori affidatari senza guardarli e vado via, ho bisogno di uscire.
Lo stomaco è chiuso non riesco a mangiare, infilo le cuffie trovando un po’ di sollievo. 
Jessie J parte con Wild e tutto svanisce, metto in moto John che comincia subito a divorare l'asfalto con i soliti umori e sbuffi di gas.
Una decina di minuti di strada e sono arrivata, parcheggio, scendo stancamente dalla macchina e mi avvio verso i corridoi già gremiti di gente con cui non voglio avere niente a che fare, abbasso la testa e cammino dritta per evitare di incrociare lo sguardo di qualcuno e parlarci. 
Arrivo finalmente al mio armadietto, litigo un po’ con lui prima di aprirlo per prendere i libri delle lezioni della giornata, maledicendo il peso del libro di Algebra.
Chiudo l'armadietto e appena l’alta si sposta, la faccia di Josh è di fronte alla mia. 

- Ciao Ana. – mi sorride.
Lo guardo per pochi secondi, tempo di prendere fiato per poi riabbassare la testa e provare ad andare via. 
- Dio mio, che ti è successo? Hai gli occhi così rossi e gonfi. - mormora con tono mellifluo. 
- Dovevi preoccuparti prima di me tipo un paio di giorni fa quando mi hai aggredito senza motivo. – la rabbia per quell’episodio riaffiora e si accumula insieme alla tristezza che già provo.
- Scusami per l'altra volta, non sto bene in questi giorni, perdo il controllo facilmente. Non mi va tutto benissimo. -abbassa il capo mostrando un po’ di pentimento. 
A quel punto sbotto, cercando comunque di contenermi leggermente. Ma la mia gola si infiamma.
- Ah beh, nemmeno a me va tutto rose e fiori! Non esisti solo tu al mondo, io ho i miei problemi e non ho voglia di sopportare anche te perciò lasciami stare. – provo ad allontanarmi ma improvvisamente le mie gambe si rifiutano di fare un altro passo.
- Non avevamo già chiarito questo punto ieri, Josh? - la voce fredda di Ludovico risuona, e intanto mi circonda con un braccio le spalle. 
- Stanne fuori Wosturn, la tua occasione è andata sprecata, sai… le voci corrono! Complimenti tu e Rose siete bellissimi insieme. - ringhia Josh e a quel punto gli occhi cominciano a pizzicare, quei due litigano come bambini, cosi prendendoli di sorpresa corro dal lato opposto del corridoio. 
Non presto attenzione alla strada quando improvvisamente qualcosa mi colpisce, o sono io a colpire lui. In quel momento non ha importanza perché cado rovinosamente all'indietro buttando i libri a terra. 
Scopro che cos’era quell’ostacolo: un ragazzo dagli occhi porpora e i capelli ricci castani che ora mi sorride, porgendomi la mano che accetto con piacere per tirarmi su.

- Scusami, veramente non so dove ho lasciato la testa oggi... - mormoro dispiaciuta.
- Non preoccuparti. Va tutto bene? Ti sei fatta male? Stai piangendo. - mi guarda apprensivo.
- No tranquillo, va tutto bene. - mi asciugo nervosamente le lacrime che non mi ero accorta di aver cominciato a versare, e raccolgo i libri. 
- Adesso devo andare a lezione, ciao. – mi volto velocemente. 
- Aspetta come ti chiami? - mi afferra improvvisamente la mano e la stringe delicatamente.
- Sono Anastasia. -
- Io sono Richard Osbay. A presto, Anastasia. - mi sorride mostrando una fila di denti perfetti e bianchi.


Ludovico.

Succede in un secondo, Anastasia corre dalla parte opposta del corridoio e un ragazzo con i capelli ricci le è andato contro. 
Chi è quel coso? Lui le ha sorriso, il cretino, e lei ha ricambiato, un sorriso che non coinvolge gli occhi. 
Le ha perfino preso la mano. 
Il senso di possesso si è scatenato come una furia. 
Le pupille si stanno assottigliando e le zanne rompono le gengive.
Corro verso di lei ignorando Josh che mi abbaia contro parole irripetibili. Le piombo accanto in un nano secondo, appoggio una mano sulla sua spalla sinistra.
- Parlami, insultami, picchiami ma fa qualcosa ti prego. – la mia voce è quasi un sussurro. 
-Sono distrutto, non ho chiuso occhio stanotte. E nemmeno tu hai passato una notte serena non è vero, Angelo?- chiedo ancora. 
Alza il capo e mi fissa con gli occhi blu, di un blu come il cielo dell'Inferno. La prendo fra le braccia,
fa resistenza ma dopo alcuni infiniti minuti cede. Le bacio i capelli crogiolandomi nel suo odore. 
- Vai via ti prego, lasciami stare. - gracchia sul mio petto; sento la maglietta bagnata. 
E il mio cuore si stringe, una fitta allo stomaco mi colpisce. 
- Non posso andare via, non più. Mi hai preso il cuore Ana. Credimi per favore. - 
- Non posso. Tutto va contro di te. Che cosa avresti fatto se fossi stato nei miei panni? - 
- Sarei impazzito e avrei ucciso chi era con te in quel momento. - sussurro, con le labbra sulla sua tempia cercando di calmarmi. 
- A proposito chi era quello di prima? - borbotto perdendo il controllo subito dopo.
Dannata possessività vampiresca. 
Ma lei mi sorprende... la sento sorridere sul mio collo, sposta il capo per guardarmi in volto. 
- É incredibile sai? Anche dopo che tu mi hai tradita riesco a sorriderti. –
Il sorriso che mi rivolge è triste, rassegnato, che colpisce il mio cuore e lo spezza. Cerca di andarsene ma io la stringo più forte fra le mie braccia. 
- Devo andare a lezione. Lasciami o ricomincerò a piangere. -
- Altri cinque minuti per favore. Concedimi almeno questo, stanotte non ho chiuso occhio, rimani con me. - 
E non intendo dire solo per adesso, per sempre. 
- Non posso rimanere, noi ci siamo lasciati, tu mi hai tradito Ludovico.- Io sussulto, un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male. 
- Ma non ti preoccupare, ti capisco, anche io avrei scelto lei. - continua. 
Non può avere una così bassa considerazione di sé. Non può paragonarsi a quel mostro infimo di Rose. Ma non vede quanti ragazzi le corrono dietro e vogliono portarla via da me? La sua innocenza è la cosa più dolce.
- Smettila, io ho scelto te non quella pazza! E cosa non meno importante, finiscila di dire che ci siamo lasciati e che ti ho tradito. Ti dimostrerò il contrario, lasciami pensare come. Dammi tempo. - 
La stringo più forte, le bacio l'angolo della bocca e sciolgo la morsa di ferro nella quale l'avevo stretta.


Anastasia.

Sto letteralmente volando per non fare ulteriore ritardo alla lezione di algebra. L'incontro con Ludovico mi ha calmato, rassicurato, forse dice la verità. Io lo amo, e non posso fare a meno di credergli. 
Questa cosa mi terrorizza a morte, quando ami una persona ti senti in suo potere. 
L'amore è un macabro gioco in cui sei tu a scegliere l'assassino. Rabbrividisco, perché l’unica persona in grado di uccidermi è proprio lui. 

Arrivo al battente della porta e la professoressa mi fissa malefica. 
- Signorina Lacax si è degnata di venire? Sono onorata. Ora però si muova e venga alla lavagna. – Strilla.
Poggio i libri su un banco libero e vado alla lavagna, prendo il gesso pronta a ogni sfida che questa vecchia strega ha in serbo per me. 
Questa non è giornata, questa non è settimana… al diavolo questa non è vita. 
La megera mi rifila subito esercizi crudeli e difficili che però risolvo dopo pochi minuti lasciandola a bocca aperta. 
Ho studiato, stronza! 

Per tutta la lezione rimango alla lavagna facendo esercizi e rispondendo alle sue domande. 
La campanella suona e io mi fermo più del dovuto; voglio parlare con la prof. 
- Professoressa sono dispiaciuta per il mio ritardo, mi scusi non accadrà più.- 
- Lacax, va bene ma non farlo più, la considero una grave mancanza di rispetto.- 
Annuisco e tiro un respiro di sollievo, esco dall’aula e mi dirigo verso la prossima lezione. 
Essa passa veloce e anche la seguente. Ludovico è come un’ombra, distante, ma non troppo. Vado in mensa, ritiro il mio pranzo e prendo posto a casaccio, non ho visto ne Jeff ne Gloria in mezzo a tutta quella gente. 

Josh si siede di fronte a me, lo ignoro e cerco di magiare ma non ho fame, allontano il vassoio con una spinta, facendolo finire dall’altra parte del tavolo.
- Adesso smettila Ana, di qualcosa. Non so che fare, ti ho chiesto scusa, vuoi che lo faccia pubblicamente? Mi sono umiliato già abbastanza grazie al tuo amico rumeno. - sbatte i pugni sul tavolo. 

"Le ho salvato anche il culo, ieri!" Parole non mie mi risuonano nella testa, con una sensazione familiare. 

-Detto niente Josh? - chiedo Lui annuisce un po' sovrappensiero. Fisso i suoi occhi verdi, e tutto è chiaro. 
- Eri tu ieri! - grido non rendendomi conto del volume della mia voce. Tutta la gente si volta a guardarmi. 
- Shhh! sta zitta. - parla fra i denti. Mi alzo e lo abbraccio prendendolo di sorpresa. 
- Grazie. - gli sussurro all'orecchio sentendolo rabbrividire. Mi stringe forte. 
-Vengo a salvarti quando vuoi se questa è la ricompensa.- 
Ecco il vero Josh!. Rido sul suo petto mentre mi passa le dita fra i capelli. 
- Ma io riesco a sentirti, come mai? -
Mi allontano e con riluttanza mi lascia andare ma mi passa un braccio sulle spalle. 
- Non lo so neanche io, non mi era mai capitato, chiederò al mio branco e tu verrai con me. Ti dirò quando puoi. - 
- Ma non è questo l'importante - fissa il pavimento e sussurra - Sono perdonato? Per favore dì di si!- 
Ci penso un po' su ma la risposta la conosco già, non sono brava a tenere il broncio, a nessuno. 
- Sì, ma devi smetterla di fare il coglione con me. - 
Sfodera un ghigno dei suoi. - Ci proverò. -


Ludovico.

Stavo per avere un infarto, nonostante sia una cosa molto improbabile per noi vampiri.
Anastasia ha abbracciato Josh, le cose si sono messe a posto fra loro, a quanto pare. C'è voluta tutta la mia forza di volontà per non andare lì e gridare a quel cane che lei è mia. Josh mi stava praticamente sfidando, non la lasciava andare! Quell'abbraccio era durato fin troppo senza contare che poi ha appoggiato il suo braccio sulle sue spalle. LE HA ACCAREZZATO I CAPELLI! I capelli!
La testa mi sta scoppiando, le zanne pulsano. 
Una parte del mio cervello sta solo sbraitando insulti e il termine "MIA" senza ritegno mentre l'altra parte cerca di trovare un modo per dimostrare la verità ad Ana. 
Di questo passo non resisterò a lungo, soprattutto se non dormirò di nuovo con lei. 
Cosa che sicuramente accadrà, non mi lascerà stare con lei stanotte, ma si vede che nemmeno Ana ha chiuso occhio.
E a lei il sonno serve, per me è futile ma per un umano no. Prima dimostrerò la mia innocenza, prima potremmo dormire di nuovo insieme, e prima le mani da polipo di Josh saranno lontane. Se non lo saranno le farò allontanare io, gli spezzerò le dita una a una. Sorrido perfido.


Anastasia.

Aspetto che Josh finisca di mangiare, agguantando anche ciò che avevo scartato prima. Dopo poco ci ritroviamo a parlare nei corridoi prima di avviarci verso la nuova aula. 
Josh si siede vicino a me ignorando i suoi amici a cui borbotta scuse strampalate che mi fanno ridere e fanno finire presto la noiosa lezione di storia. 
L'ultima lezione è quella di educazione fisica. No, le cheerleader no! Scuoto la testa al solo pensiero.
- Ci vediamo in palestra! - saluto Josh che mi ha accompagnato fino allo spogliatoio femminile. – Ok, ciao Ana. - mi sorride, il suo sorriso, quello per cui quasi tutte le ragazze della scuola sbavano. 
Mi cambio e vado in palestra, li vedo anche Gloria. Le vado subito incontro e cominciamo a parlare, dice che Jeff non è venuto a scuola e che sta male. 
Oggi lo chiamerò. 
Vedo anche Ludovico e Josh. 
Rose sta puntando Ludovico. 
- Ciao Anastasia. - una mano mi tamburella sulla spalla. Il ragazzo di poco prima mi sta guardando. 
- Ciao, Richard giusto? -
Annuisce sorridendo. - Si, sei anche tu del quarto anno? Non ti avevo mai vista prima. Mi sarei di certo ricordato di un paio di occhi come i tuoi, sono straordinari. Non che il resto di te non lo sia, ovvio. – Mi guarda ancora e torna a parlare. - Sono a capo del giornale della scuola. - mormora fissandomi. 
Arrossisco vistosamente. - Grazie anche i tuoi sono splendidi. Si sono del quarto anno. Wow, sei il redattore capo? -
- Già. Se vuoi qualche volta possiamo andare a prendere un caffè così ti spiego come funziona. - mi sorride spostandosi i capelli ricci. Un braccio mi cinge le spalle, Ludovico mi bacia la fronte come se Richard non ci fosse. 
- Amore, tutto okay? –
Gli tiro una gomitata, ma non si sposta .
- Allora che ne pensi? - dice Richard incurante del vampiro che credo abbia intenzione di divorarlo da un momento all'altro. 
- Si quando vuoi! - Mi sorride compiaciuto e ora si rivolge a Ludovico. 
- Tu sei il nuovo quarterback vero?- Visibilmente più freddo. 
- Sì, e sono il suo fidanzato. - dice stringendogli la mano mentre con l'altra mi tocca il fianco. 
- Io ho sentito parlare di un ex, nei corridoi. Vabbè, a presto Ana. - Gli sorrido e gli faccio un cenno con la testa per salutarlo, prima però tiro un’altra gomitata a Ludovico. 
- Ahi! Ti stai ferma?-
- No se non mi lasci. E poi tu non senti dolore.- 
- Di certo non fisico, ma sentimentale si!- Si mette una mano sul cuore in modo melodrammatico. Lo fisso torvo. 
- Il tuo dolore non è paragonabile al mio.- sussurro. 
- Mi stai uccidendo lo sai vero? - I suoi occhi prima pieni di ironia si riempiono di cosa? Senso di colpa, amore, disperazione? Forse tutte e tre.
- Il minimo che meriti. - guardo un punto indefinito della palestra, so per certa che se lo guardassi cederei.
- Stanotte dormiamo insieme. - 
- No, Ludovico. -
- Si invece, hai bisogno di dormire. – la sua voce è quasi una supplica.
- No invece, e comunque ho da fare. -
- Cosa? - sbotta con rabbia. – E con chi? -


WE BELLO WE!
Ciao a tutti sono l'autrice , come va?vi piace la piega che sta prendendo la storia?Se vi piace o no scrivetemi! Grazie a chi mi legge e a chi i legge sempre ,siete pochi ma fantastici! a PRESTO E PERDONATEMI IL RITARDO!
Grazie come sempre a Mignon per corregermi i capitoli! <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Andrea. ***



Mi volto e lascio da solo,stringo le braccia al petto e vado alla macchinetta delle bibite.
Predo l'acqua e ne bevo due sorsate piene.                                                                                          
Ritorno in palestra e la campanella suona dopo nemmeno 15 minuti.
Vado nel parcheggio saluto Josh da lontano e salgo in macchina.                                                               
Faccio partire il mio fedele amico e guido verso casa.                                                                                    
  Arrivo in poco tempo non c'era traffico, preparo da mangiare per me e pranzo.                                          
 Mi siedo sulla poltrona e guardo il calendario.                                                                                                    
Oggi è l'anniversario della scomparsa dei miei. Ogni anno in questo giorno vado a trovarli.
 La loro tomba , vuota,si trova in una città a due ore da qui.                                                                   Telefono a Carl, glielo ricordo e lui con riluttanza acconsente perché sa quanto è importante per me , ci vado da quando ero piccola, prima mi ci portavano loro.
Devo chiamare Jeff, riprendo il cellulare e digito il suo numero.
- Jeff tutto okay?Non ti ho visto oggi.-
-Si tutto okay,solo un pó di febbre,tu come stai? Oggi è l'anniversario vero?Vuoi venga con te?-
Sorrido, Jeff si ricorda il giorno della loro scomparsa da quando circa sette anni fa siamo diventati migliori amici.
-Nah non preoccuparti, sai niente su un certo Richard Osbay?- chiedo ripensando al ragazzo con gli occhi porpora.
-Sicura ?è un viaggio lungo, chiama Ludovico lui verrà. L'ho già sentito nominare perché?-
-Si ma sono io che non voglio che lui venga,mi ha tradito con Rose. - Rimango senza fiato mentre sento una voragine nel petto.
 -Comunque io e Richard ci siamo scontrati nei corridoi.- aggiungo dopo attimi di silenzio.
 -Cosaaaaaa?!Appena mi passa la febbre gli parleró. –
 -Non c'e n'è bisogno, credimi è tutto sistemato, ci siamo lasciati.-
Di nuovo lo stomaco si rivolta e il cuore affonda nell'oblio da lui creato. Sento la collana che brilla sotto la maglietta.
- No non è vero Jeff! La smetti di dirlo Cristo Santo?- Urla Ludovico.
-È Ludovico?-
-Si,ci sentiamo dopo Jeff.- Chiudo la comunicazione.
-Hai origliato tutto non è vero?-dico fissandolo con le braccia incrociate.
-Si, se ti riferisci alla telefonata con Jeff.-
-Io devo andare via,quindi devi uscire da casa mia.- dico ignorando il mio sgomento
-Dove vai ?- Mi avvicino all'armadio ,prendo una giacca di jeans e una sciarpa,l'aria cominciava a diventare fredda.
-Esco,da sola.- sottolineo .
- Anastasia?- si avvicina a me e mi prende ma mano, peró io allontano la mia come se mi fossi scottata.
-Se te lo dico mi lascerai in pace?- Dico esasperata.
-Probabile.- mi fissa stizzito.
-D'accordo devo andare a Yorsa una città a due ore da qui,è l'anniversario della scomparsa dei miei,li ci sono le loro tombe,senza i loro corpi ovvio. Posso andare ora?-
-Anastasia posso venire con te? Se non mi vorrai come compagnia accettami almeno come autista. Ho paura del tuo trabiccolo.-
 Sbuffo e Prendo un libro,le cuffie e la mia solita borsa marrone.
Esco velocemente di casa e mi infilo nella Mini Cooper grigia di Ludovico.
 Un altra auto,ma cosa ha una concessionaria?Alzo gli occhi al cielo.
Mi raggiunge poco dopo ma non sale in auto,fa alcune telefonate.                                                             
  Lo guardo e rimango ancora una volta estasiata dalla sua bellezza.                                                                  
I jeans stretti gli fasciano le gambe da atleta,le spalle sono avvolte in un giubbotto di pelle nera e gli occhi grigi nascosti da un paio di Ray Ban anch'essi neri. Il respiro mi si blocca e il cuore accelera i battiti, mi manca così tanto. Non posso continuare così. Mi guardo il viso nello specchietto ed è pallido più del solito mentre gli occhi sono lucidi cosa che gli fa sembrare ancora più scuri. Almeno non sto piangendo, mi metto le cuffie decisa ad ignorare il mondo almeno per un paio d'ore. Ludovico sale mentre io mi stringo e rimpicciolisco nel sedile davanti,mi abbraccio le gambe al petto , nervosa.                                                
Si mette la cintura e comincia a guidare. Non dice niente per molto tempo per fortuna mentre nelle mie orecchie risuonano i Muse. Undiscose Disaire parte e io comincio a canticchiarla silenziosamente.
-Smettila per favore Anastasia, non c'è la faccio più veramente, mi manchi e anche se ora siamo vicinissimi sento una voragine tra noi. Tu mi stai tagliando fuori.-
Mi poggia una mano sulla coscia e io mi irrigidisco incollandomi ancor di più al sedile.             
 I suoi occhi grigi tristi mi implorano. Io volto la testa dal lato del finestrino e lo ignoro anche se ogni fottuttissima molecola del mio corpo vorrebbe solo baciarlo e gettargli le braccia al collo.
 -Per favore,ti prego.-
 Lascio ricadere ,affatica, la mano sinistra in grembo, lui la prende e la stringe.
Abbandono la testa sul sedile e faccio un respiro profondo.
 Il suo telefono squilla,risponde con un tono irritato e parla in rumeno ,riesco solo a capire la parola Yorsa.
Chissà cosa sta architettando.
-Siamo quasi arrivati.- mormora.
Ha ragione riconosco da lontano il campanile e la chiesa.
Parcheggia poco dopo e scendiamo dalla mini.  Comincio a camminare a passo veloce verso il cimitero con Ludovico che mi affianca dandomi la mano.                                                                                                                                                                      
Oltrepasso il cancello e sorrido educatamente a Gaston, il custode. Scelgo due mazzi di fiori uguali e Ludovico me li paga prima che possa farlo io.
-Vuoi che venga con te?- mormora guardandosi intorno,annuisco e lui mi stringe la mano.
 Ci avviciniamo ora più lentamente al campo santo vero e proprio.  Le due lapidi compaiono tra tutte lucide e splendenti come di luce propria.  Passo una mano sui loro nomi ,con l'altra mano stringo la collana.                           Guardo le loro foto sorridenti e esplodo. Lacrime mi percorrono le guance ,mi stringo le mani in grembo e prego.                                                                                                                                                                                  Prego per la loro pace,per la loro felicità e prego affinché il loro sacrificio non sia stato vano. Ludovico mi prende fra le braccia e piango più forte sul suo petto. Mi accarezza la schiena ritmicamente.
 -Mi dispiace così tanto, non sei più sola lo sai vero? Lui non ti toccherà più te lo prometto,nessuno ti farà più nulla.-
 E io in questo momento solo in questo momento,dopo tutto quello che è successo,ci voglio ancora credere.                                                                                                                                                           Solo a lui.                                                                                      
 Metto i fiori sulle lapidi e ci incamminiamo verso l'uscita.
-Sia sei tu?- una voce ci blocca al cancello principale.
Andrea mi abbraccia ,mi stringe a se ignorando Ludovico.                                                                          Andrea è un bambino di dieci anni, è stato con me in orfanotrofio per un periodo.
- Ciao piccola peste.- gli scompiglio i capelli castani.                                                                                Comincia a piangere sui miei pantaloni,io lo stringo più a me lasciando la mano di Ludovico. Lo prendo in braccio.
-Hey piccolino,tutto apposto?- mormoro al suo orecchio
-Si mi sei mancata, sono ancora in orfanotrofio sai?- singhiozza.
Oh mio Dio questo bambino dopo anni è ancora in orfanotrofio.
 -Vuoi venire con noi a un bar? Ludovico prendi il cellulare per favore?E’ in macchina.- lo imploro con gli occhi,annuisce e sparisce fra la folla.
- Non posso c'è ,miss Nel dell'orfanotrofio.- singhiozza ancora
-Portami da lei e la convincerò io ti riporterò all'orfanotrofio poi.-
 Continuando a tenerlo in braccio mi indica Miss Neil ,mi avvicino e le tamburello sulla spalla.
- Salve posso parlarle un secondo?- chiedo fissandola nei comuni occhi marroni rispetto ai miei e a quelli del bambino.
 -Andrea dove sei stato?Mi dica.-
 -Posso portare Andrea a prendere un gelato glielo riportelo all'orfanotrofio entro le 6 e 30 Glielo prometto.- Mi fissa un pó guardinga ma vedendo la felicità di Andrea annuisce.
Ci scambiamo i numero di telefoni e io ritrovo Ludovico.
-Ludo andiamo in quel chiosco,devo parlare con Andrea.Poi possiamo riaccompagnarlo all'orfanotrofio?-
-Si,certo, tutto quello che vuoi.- mi guarda serio mentre nei suoi occhi scorgo qualcosa di nuovo.
Ci sediamo a uno dei tavolini del chiostro e chiedo a Ludo di accompagnare Andrea a scegliere un gelato. Il bambino è diffidente ma alla fine cede perché” il gelato è il gelato”.
Prendo il telefonino e mi allontano.
Ludovico.
Ho visto Anastasia con quel bambino e non ho capito più nulla. Due orfani entrambi,soli al mondo ,lei lo ama come se fosse suo figlio, gliel'ho letto negli occhi. L'ho vista con il bambino fra le braccia e ho pensato di poter costruite una famiglia con lei proprio con quel bambino che ora mi stringeva la mano come se fossi la sua ancora.
-Che gusto vuoi?- chiedo sorridendogli.
-Cioccolato.- sussurra con gli occhi neri come la pece.
-Due al cioccolato. Uno è per Anastasia.- gli faccio l'occhiolino ,lui sorride e si guarda intorno. Il barista me li porge, pago e ci sediamo.Andrea muove le gambe freneticamente mentre mangia il gelatoCerco Anastasia con lo sguardo e la vedo sorridere mentre parla al telefono, non riesco a sentire quel che dice è molto lontana.
Arriva poco dopo felice.
-E’ per me?Ludovico non dovevi, quanto ti devo?- dice guardando il gelato.
-Smettila Anastasia e mangia.- alzo gli occhi al cielo mentre Andrea è impegnato a sporcarsi il viso di gelato.
Gli altri bambini non mi avevano mai recato nessuna emozione invece Andrea mi ispira tenerezza. Con i capelli castani e gli occhi neri ombrosi è bellissimo, proprio come Anastasia, potrebbero sembrare fratelli.                            Nel frattempo Ana mangia il gelato lentamente quasi riflettendo su ogni cucchiaiata. Con un pollice raccolgo del gelato che ha lato della bocca e me lo porto alle labbra assaggiandolo. Le rose e la vaniglia si fondono con il cioccolato, squisito. Mi osserva stupita poi scuote il capo come se potesse mandar via i pensieri cupi.  Sono sicuro che l'immagine di quel bacio la tormenta, un masso mi piomba sullo stomaco, tormenterebbe anche me se fossi nei suoi panni.
-Ho finito,andiamo al parco giochi Sia?- strilla il bambino Anastasia annuisce, gli prende la piccola manina e ci rechiamo al parco.
Il bambino si è subito buttato in esse gridando  -Sia guardami!-
 Anastasia è seduta su una panchina del parco e lo tiene d'occhio.Mi avvicino ,la prendo fra le braccia e Anastasia ,la mia Anastasia, si irrigidisce quasi come fossi un estraneo. Una freccia avvelenata colpisce il mio cuore .
 -Non ti insegnerò a combattere.- mormoro.
Mi guarda negli occhi e annuisce con noncuranza.
-Non sei stata lontana dal lupo, hai infranto la promessa.-
 Scuote le spalle.
-Devi stargli lontana è pericoloso.-  ripeto.
-Almeno lui non mi tradirà ne spezzerà il cuore al massimo le ossa. Mi ha persino salvata.> Stringo la mascella.
-Salvata da cosa? Non mi sembra che lui sia qui ora.-
 -Gli ho chiesto di venire?Ho chiesto a te di venire? No. Ho ceduto e detto si solo perchè sapevo che saresti venuto lo stesso. Però se vuoi metterla in questi termini vattene, chiamo un taxi.-
Ecco ho peggiorato la situazione, testa di cazzo che non sono altro!
-Scusa.- Annuisce stancamente e si poggia sul mio petto.
-Perché Ludovico? Perché? –
 -Non dormo più, piango sempre, non mangio, sento solo un dolore sordo nel petto eppure ti amo ancora anche se quella fottuttissima foto mi perseguita.. Perché ?-
 
Lei mi ama, mi ama c'è speranza! Urla il mio cervello.
-Non è come credi angelo, quella che ti ho detto è la verità, credimi, non voglio lei, voglio solo te per sempre.- Scuote la testa e guarda Andrea.
-Ami anche lui non è vero?- Annuisce.
 -È come se fosse mio fratello o mio figlio, quando me ne andai dall'orfanotrofio volevo che lui venisse con me ma nella casa famiglia dove mi spostarono non mi ascoltavano. Mi manca perciò ho chiamato Carl e mi ha detto che lo adotteranno.-
Sorride felice verso un punto indistinto.
Un ragazzo le sorride ,pensa che quel sorriso sia per lui, pff sfigato.
Lo incenerisco con lo sguardo e bacio ad Anastasia i capelli.
-La finisci di marcare il territorio quasi fossi un dannato albero? Mi ha solo sorriso! Ti ricordo che non sono fidanzata,non più..-
-Si invece , sei mia Anastasia. Sai che significa questo nel mondo vampirico?-
Mi fissa fredda e io continuo.
 -Significa che nessun'altro ti può toccare o bere da te senza il mio permesso, cosa che io non concederò mai. Nessuno può toccarti.-
 -Nessun vampiro intendi. Poi io non sono di nessuno. Tantomeno tua.-
-Nessuno ti può toccare.- Le prendo il volto fra le mani e scandisco bene quelle parole dopo continuo -Non capisci è una cosa sacra, anche i non vampiri la rispettano a parte i mannari. Sai loro ci odiano. Mi dispiace ma sei mia da quando avevi sette anni.-
-Non ti dispiace di la verità.-
-No al dire il vero no. - le sorrido.
-Io non rispetterò questa stupidaggine. Frequenterò ,amerò, farò sesso con chi voglio e vorrò, per il resto della mia insignificante vita mortale.-
-Non te lo permetterò, ucciderò e soggiogherò tutti gli esseri immondi che tenteranno anche solo di sfiorarti. L'unico diavolo fortunato che può e potrà sempre farlo sono io. Ovviamente con il tuo consenso, non ti farei mai del male.-
 -E io scapperò via, rassegnati non sono più roba tua, il mio cuore non ti apparterrà per sempre, non dopo quello che hai fatto. Lei ha avuto le tue labbra, tu non sei più mio.-
 I suoi occhi brillano.
-Allora lavala via, baciami  le labbra guarirò in fretta. Anastasia voglio te ,solo te per sempre. Per tutta la mia vita. Lava via tutto con il tuo odore, le tue labbra e la tua anima.-
D'improvviso mi sento sudicio,da questo preciso istante ho capito che anche se faró tutte le docce di questo mondo non saró mai pulito, non senza il suo perdono
I suoi occhi azzurri mi fissano ,cercando una risposta, é una pazzia .
-Lavala via Anastasia,ti prego ,solo tu solo tu per sempre.- sussurro ,si morde il labbro inferiore .
-Siaaaaaaaa aiutoooo.-
Si alza di scatto e corre da Andrea che é seduto sul prato e singhiozza.                                                      Lo prende fra le braccia ,lo conforta e mi raggiunge.
 -Portiamolo all'orfanotrofio.- Annuisco e le porgo la mano,la guarda senza toccarla e cammina verso la macchina. Ci saliamo,Ana mi indica la strada e in poco tempo arriviamo.
 -Vieni anche tu? Però credo che faró veloce.-
-Ti aspetto fuori. Ciao Andrea ci rivedremo presto.- sorrido al bambino.
-Ciao Ludo –vico .- ricambia con ancora gli occhi gonfi e lucidi. Provo a leggerli nella mente ma non ci riesco. Come Anastasia.
Anastasia.
Accompagno Andrea dalla direttrice e le dico che presto il bambino avrà una casa lei mi sorride e prende la manina ad Andrea portandolo via. Esco dall'orfanotrofio che fu anche la mia casa e rientro in macchina trovandomi davanti un Ludovico immobile.
-Hey tutto bene?- gli metto un mano sulla guancia involontariamente.
-Si,ora meglio.-
Riprende a guidare e in pochi minuti siamo nel posto dove aveva parcheggiato prima ,due uomini vestiti di nero ci aspettano.
 Ludovico scende e ci parla poi mi apre la portiera guidandomi su un altra auto molto grande e robusta.
 Mi accomodo sul sedile posteriore e Ludovico con me mentre un uomo sale su ognuna dalle vetture. Ludovico schiaccia un pulsante e un vetro nero separa il conducente da noi.
-A cosa serve tutto questo?- chiedo allungandomi verso il finestrino per stare lontana da lui.
- Parlare e stare assieme. -
-E se io non volessi?- chiedo cercano di essere indifferente come prima al parco.
-E’ questo il bello non hai scelta. –
 Mi sorride,ecco spiegate tutte le telefonate.
-Potrei solo starmene zitta per tutto il viaggio.- Mormoro.
 -Ti prego parlami oppure abbracciami e baciami. Per favore sono in crisi d'astinenza da te, lasciati andare .-
- Non posso baciarti te l'ho detto.- prendo fiato.
-Ogni volta che ti avvicini a me rivedo la foto e il buco che ho nel petto si espande, tu non capisci. Di questo passo fuggirò via.-
- No,no hai detto che non te ne saresti mai andata. Anastasia sei mia non te ne puoi andare. E per inciso ti troverei e a quel punto ti terrei con me con la forza. Sei troppo importante ,anche se non avrò il tuo cuore non ti lascerò andare. Mi basterà averti al mio fianco.-
-Non sono di nessuno, non ubbidirò a nessuno Ludovico. Ti ripeto amerò ,vivrò e faró sesso con chi voglio fino alla mia dipartita. Non me ne importa delle tue stupide cose vampiriche. Siamo nel 20 secolo. Sveglia!-
-Io te lo impedirò  fino alla fine della mia vita, dovranno passare sul mio cadavere.-
 -Non doveva andare così. - mormoro.
 -Non mi dai altra scelta.-
 - ‘Fanculo , a te piace il controllo.-
 -Si ,ma non cosi. Io voglio te,tutta te stessa anche il tuo cuore. Io ti amo .-
 -Tu hai ancora il mio cuore anche dopo quello che hai fatto.- mi stringo le gambe al petto.
Lui mi prende fra le braccia.
 -Perchè non mi credi?- sussurra fra i miei capelli.
-Non posso,non dopo tutto. –
 -Ma io ti amo.-ripete
-A volte l'amore non basta, ho bisogno di una pausa.-
 -Così ci ucciderai entrambi Anastasia , guardaci non abbiamo dormito insieme e siamo uno straccio. Perché mi opponi resistenza?- Mi passa il naso sul collo e inala il mio odore.
-Non posso io..- Balbetto.
-Fammi restare con te questa notte oppure vieni tu a casa mia ,decidi tu non mi importa,basta che resto con te. Mi manchi ,non resisterò a lungo e come se non bastasse conosci ogni giorno un ragazzo diverso che ti vuole portare via da me. Ti rendi conto di quanto sia frustrante?-
 -No, no.-  Cerco di allontanarmi ma mi stringe forte e devo ammettere che io non voglio sfuggire alla sua presa.
-Shhh allora resta qui in macchina con me.-
 Mi fa stendere sul sedile e poi mi copre con il suo corpo protettivo.
-Dormi Mia Anastasia e sottolineo Mia. Dormi Angelo.-
 Sto zitta e chiudo gli occhi affogando in quel gesto non voluto eppure tanto agognato.

Ludovico.
Ludovico le accarezzo i capelli e inspiro il suo odore. Le ho detto cose orribili ma vere,se lei scappa io la troverò, non la perderò, non di nuovo. Tra un po' arriveremo in città e dovrò lasciarla andare ,la stringo più forte e lei sussurra vocaboli incomprensibili.
Vuole una pausa. E noi non sopravvivremo a essa.
Guardateci non è passato nemmeno un giorno e già siamo stremati.                                                            
Devo dimostrarle che dico la verità ma come? Devo anche fare in fretta ogni giorno conosce un ragazzo diverso che le sbava dietro prima il Lupo poi il Giornalista ora chi altro manca? E’ stancante essere onnipresente. Fuori é già buio e fa freddo ,sono le sette e tra circa mezz'ora ritorneremo in città.
Faccio mentalmente il riassunto della giornata e mi blocco rimembrando Andrea. Non riesco a leggergli nella mente ,strano ,stranissimo . Non mi era mai capitata una cosa simile ad accezione di Anastasia ovvio.
A proposito non ho ancora capito com'è fuggita da casa mia, non da sola é ovvio qualcuno o qualcosa l'ha aiutata. Il suo telefono vibra ,lo prendo dalla sua tasca facendo attenzione a non svegliarla. Esito un po’ ma alla fine la curiosità vince e apro il messaggio.
 
"Ehy Ana sono Richard ,ci vediamo domani per un caffè?:) "
 
Ringhio piano e Anastasia si agita.
-Sire siamo arrivati.- mormora Eric
Guardo fuori dal finestrino e vedo casa di Anastasia.
La prendo in braccio ancora assopita e giro intorno alla casa fino ad arrivare sotto al finestra della sua camera. La apro con un brusco comando mentale e spicco un salto catapultandomi nella stanza. La poggio dolcemente sul letto, le rimbocco le coperte e la bacio sulle labbra rosse sognando di poter rimanere con lei ma non posso e forse non potrò mai più pur opponendomi con tutte le mie forze.                                                                                             Ritorno alla macchina e comando Eric di riportarmi a casa preparandomi a una lunga notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Luci. ***


“Anastasia” rise “tanto lo so che ci sei, lo capisci vero che ti sento, non crederti d’essermi scappata: aspetto solo il momento giusto .. So che sei in una stupida cittadina e ti fingi normale ma tu lo sai che..”
La sveglia suona e mi alzo dal mio incubo ancora in trance, questo è diverso rispetto agli altri ma non meno orribile. Mi metto dei jeans neri che mi fasciano le gambe magre, forse anche troppo, scaccio via quel pensiero e infilo una felpa dello stesso colore. Non riesco a fare di nuovo colazione, anche solo il pensiero di mangiare mi fa salire la bile. Da quanto non mangio? Non so dirlo più con precisione.
Il mio macinino parte con un rombo mentre ignoro il telefono che strilla e alzo il volume della radio, arrivo a scuola in perfetto orario.
“Perché non rispondi al telefono?” I lineamenti perfetti di Ludovico spuntano dallo sportello appena lo apro.
“La smetti con queste cazzate paranormali? Potrei avere un infarto, sai sono umana io !”
“Non mi hai ancora risposto.” Fiamme gemelle si ardono nei suoi occhi.
“Non è giornata” cazzo non è vita! “non mi va di litigare.”
“Davvero ? È successo qualcosa ?” chiede ora più dolce.
“Il solito, anzi non proprio il solito, questo era un po’ più diverso.” Sorrido ironicamente mentre scappo all’ingresso lasciandolo solo.
Le ore scorrono cerco di ascoltare le lezioni ma non ci riesco, e alla terza ora ho bisogno di una pausa, esco dalla classe sotto gli occhi di Ludovico e vado in bagno.
Il bagno è deserto, entro in uno dei “ripostigli”, chiudo la porta e prendo il telefono dalla tasca.
“Rose sei proprio una stronza! Finalmente hai avuto il tuo primo rifiuto in tre anni di superiori!”
Una vocetta squillante mi ridesta dai miei pensieri, è Marnie l’amica di Rose, ancora più troia di lei.
“E da chi scusa?” risponde stizzita Rose.
“Ma da quello nuovo, il biondo. Ho visto come ti ha spintonato via quando hai cercato di baciarlo!”
“Dai! Almeno però l’abbiamo fatta pagare a quella cessa di Anastasia, avrei voluto vedere il suo visto mentre riceveva la foto in diretta! Non capisco come faccia ad avere cosi tanti ragazzi attorno!”
“Già, nemmeno io. Andiamo in palestra.” Afferma Marnie in tono concordante.
Quindi non era vero, Ludovico non mi ha mentito! Sono proprio una stupida, come ho fatto a trattarlo così? Mi sento uno schifo. Esco dal bagno ad occhi bassi e la campanella suona.
Prendo il telefono e digito il numero di Ludovico senza nemmeno accorgermene, lo voglio, voglio vederlo, questi giorni sono stati un inferno senza di lui.
Mi siedo a uno dei tavoli della mensa e mentre aspetto Ludovico, comincio a ripensare ad Andrea, a tutto quello che è successo ieri e all’incubo diverso di stamattina. Un ticchettio sulla spalla mi fa ritornare alla realtà.
“Ciao Ana, posso parlarti un attimo?” Richard è davanti a me ora e mi fissa sorridente.
Annuisco e cerco di sorridergli ma ciò che mi si disegna sulla faccia è una smorfia tirata, lui non se ne accorge o fa finta di non notarlo e continua.
Ed è proprio in quel momento che il mio sangue comincia a ribollire, lo sento ancora prima di vederlo, la sua aura riempie tutta la stanza. Richard mormora qualcosa ma non lo sento, troppo concentrata sul rombo del mio cuore.
“Anastasia, allora?” insiste
“Eh?” dico guardandolo di nuovo
“ Ti ho mandato un messaggio ieri, lo hai ricevuto?”
“No”d’istinto predo il telefono tra le mani ma non riesco a fissarmi anche solo un attimo su di esso, infatti, il mio sguardo ricomincia a vagare per la sala e finché non si sofferma su Ludovico che come una pantera, fermo e sicuro, si avvicina a noi.
“Ah” prende fiato e continua “ mi avranno dato il numero sbagliato. Allora nel messaggio c’era scritto se fossi disposta a uscire con me.”
“No.” la voce salda di Ludovico risponde per me. Richard lo squadra scettico ignaro della vera forza di Ludovico e riprende a osservarmi .
“Guarda Richard, possiamo anche vederci ma, io un fidanzato ce l’ho già.”
 “Eh?” dicono sorpresi.
Sento lo sguardo di entrambi su di me, quello di Ludovico attento e quello di  Richard sgomentato.
“ Sono impegnata.” Ripeto ora più sicura.
“A va bene, fa nulla allora.” Si volta e cammina rabbioso verso l’uscita.
Ludovico prende un sorso della sua bibita e continua a fissarmi.
“Che c’è? Perche mi guardi e non dici nulla?” sospiro
Fa spallucce, e vedo l’accenno di un sorriso che però s’interrompe velocemente.
“Non avevi altro modo di rifiutarlo?”
Prendo un bel respiro e incasso, poi finalmente trovo il coraggio di parlare.         “Ero in bagno e ho sentito Rose che parlava con una sua amica, e ho scoperto la verità… Mi dispiace, sono una stupida, e se tu non vorrai perdonarmi io ti capirò.” La voce si abbassa e i miei occhi si fanno lucidi.
Le sue mani sono subito intorno al mio volto, lo circondano e lo avvicinano al suo, non riesco a sostenere il suo sguardo perciò contemplo le mie scarpe.
Mi osserva senza dire nulla, sembra quasi voglia contarmi le ciglia, rimaniamo cosi per quella che sembra un’eternità, poi ormai allo strenuo delle forze mi alzo e faccio per scappare via. Odio essere vista in questo stato, io non sono debole.
Mi afferra il polso e mi trattiene. “Ludovico , lasciami andare!”
“Quando smetterai di scappare? Non puoi sempre mollare tutto e andartene, quando capirai che con me sei al sicuro? Non c’è fiducia da parte tua!”  parla con calma ma le sue parole sono taglienti come lame.
“io..io” comincio ma non riesco a finire, le parole mi restano intrappolate dentro e le lacrime cominciano a scendere copiose.
Mi tira e finisco fra le sue braccia. “Ora basta, devi darci un taglio, dobbiamo andare avanti e risolvere tutto questo se vogliamo che tutto questo funzioni, e solo Lucifero sa quanto io ti voglia!”
“Andiamo a casa per favore.” Sussurro , mi abbraccia di più e mi prende per mano.
“Andiamo.
"

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Dolce ***


“Cosa stai facendo?” Mi chiede Ludovico sorpreso
Del resto non ha tutti i torti,sono corsa via appena siamo scesi dalla macchina solo che ero impaziente di vedere il cavallino bianco dell’altra volta.
“Accarezzo un mio vecchio amico.” Gli sorrido e appena mi volto per toccare l’animale Ludo mi blocca la mano.
“Io non lo farei se fossi in te, il nostro ragazzo qui non è molto cortese.” La mia mano scappa dalla sua.
“Bugiardo.”
“Perché dovrei mentirti?” 
Il cavallo nitrisce e batte lo zoccolo contro il box guardandomi snervato.
“Visto angelo.” 
“Ludovico volevo informarti che l'ultima volta che sono stata qui ho accarezzato questo cavallo tutto il tempo.”
“Davvero?” Gli occhi si ombrano e il vento ,che prima non c’era, comincia a soffiare prepotete.
“Si.” Sussurro impaurita.
“Guarda.” Avvicina la mano destra al cavallo cercando i suoi crini e questo di tutta risposta tenta di morderlo.
Scanso Ludovico e mi avvicino ancora di più al box, piano e con cautela alzo la mano fino  riuscire a toccare il manto grigio di Pa Mull.
Accarezzo il pelo candido e sottile del suo capo mentre sostengo lo sguardo attento ma rilassato dell'animale.
“Sai che non permette a nessuno di avvicinarsi a lui così tanto? Per sellarlo devo usare degli stratagemmi, non sopporta nessuno a parte me ma comunque a debita distanza e.. Te a quanto pare.”
“Perché allora ce l'hai qui?” Domando incuriosita
“Perché nessuno salta come lui, devi vederlo è fantastico, forse ti posso insegnare qualcosa ,ma di certo non su di lui.”
Pa Mull di tutta risposta nitrisce innervosito.
“So andare a cavallo Ludovico, e anche se non sapessi farlo non accetterei di salire su nessun altro se non su di lui.”
Mi chino e raccolgo un ciuffo d’erba porgendole al cavallo che dopo un attenta annusata la mastica sereno.
“C'è qualcosa che non sai fare angelo?Ho scoperto che sai anche tirare con l'arco ,me l'hanno riferito.” 
Il sole esce dalle nuvole e gli occhi di Ludovico ritornano limpidi.
“Non so combattere.” Sussurro e subito me ne pento.
“Ancora con questa storia eh? Continui? Ci sarò sempre  nella tua vita e ti proteggerò . “ stringe i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
“Tu non capisci, tu non mi ascolti, tu non immagini nemmeno, non sai cosa si prova a sentirsi indifesi e inutili. Posso solo aspettare finché lui non mi trova ,vero? Sto solo aspettando che lui mi tagli la gola e per te è giusto Ludovico?” La mia voce si alza , sento il cuore che corre veloce come un levriero.
“Lui ti tagli la gola? Pensi che io sia incapace?” Un fulmine squarcia il cielo e un rombo mi riempie le orecchie
“Lui non ti torcerà un capello, non ti si avvicinerà più. Angelo, Angelo so essere molto pericoloso quando sono incazzato e nulla mi fa incazzare di più che immaginare qualcuno che si avvicina a te..vuoi vedere una cosa?” Annuisco e lui prosegue con gli occhi completamente iniettati di rosso.
“Guarda alla tua destra vicino al campo da tennis , lo vedi quell’albero?”
“Si” é un albero piegato su se stesso come se qualcuno l'avesse arrotolato come si fa con un tappeto quando fai le pulizie, se lo si guarda non si riesce più a capire dove comincia l'albero e dove finisce,visto che era stato anche sdradicato.
“Quando l’hai fatto?”
“Ti ricordi il giorno in cui sei scappata di qui?”
“Si”
“Bene.”
“Tu non capisci..”dico allontanandomi e tornando verso la magione
“Cosa?” Sbotta correndomi subito vicino
“Come ci si sente quando si é deboli, quando si è mortali. Sentirsi indifesi, scoperti. Sto riscoprendo tante cose di me che tu nemmeno immagini.. Ho ricordato molte cose.Ti faccio vedere."
annuisce e mi segue mentre avanzo nel deposito adibito al tiro con l'arco , prendo lo stesso arco  della volta precedente e corro verso il campo mentre una strana adrenalina mi pervade.
Stringo l’arco, posiziono la freccia e lo tendo.
“Non sapevo di poter tirare con l’arco.”
Scocco la freccia ,essa prende al centro il bersaglio, ne prendo la seconda  rapida come non lo sono mai stata, la freccia seguente colpisce l'altra nel centro del bersaglio tagliando la prima a metà.
“Davvero notevole, forse non sappiamo ancora nulla di te Anastasia Lacax.”
“Mi era bastato stringere il legno dell’arco tra le mani e il ricordo è raffiorato: anzi piùdi un ricordo si tratta di un incubo.”
“Quando pensavi di dirmelo Angelo? Non mi dici più nulla, mi stai tagliando fuori.”
Gli prendo la mano e gliela stringo.
“Cosa succedeva nell’incubo?”
Gli racconto tutto e il suo viso muta, diventa una maschera imperturbabile, ma io lo so che qualcosa non va.
“Seguimi.”
“Sempre.” Si gira e mi bacia, in quel bacio c'è tutto il dolore di questi giorni , tutto lo stress e tutte le parole non dette che ci erano rimaste dentro.
Riprendiamo a camminare ed entriamo in casa dopo aver salutato tutta la servitù.
“Arrossisci sempre quando la servitù ti saluta, lo sento dal calore che emani e dal tuo odore che comincia a disperdersi ancora di più. Sei così innocente.” Mi dice quando stiamo salendo per le scale in camera sua.
“Nostra..” Sussurra una vocina dentro di me
Gli guardo  il viso appena la porta della stanza si apre con un dolce lamento, i suoi occhi sono rossi e non ne capisco il motivo.
“Sei arrabbiato con me?”
“No angelo.” M’accarezza il viso con la punta delle dita , quel minimo contatto mi fa andare in fibrillazione e il fiato si mozza.
“E allora perché?” Deglutisco e mi sforzo di respirare incantata nei suoi occhi.
Scuote la testa e sorride mentre il rosso che circonda le pupille si infiamma.
“Perché sei bellissima e il tuo odore riempie ogni stanza, è così dolce, sei così dolce.”
Mi bacia come se avesse paura di rompermi, le sue mani corrono sul mio viso mentre le mie si introducono nei  suoi capelli e glieli tirano piano ma con fermezza, come per cercare di tenerlo più vicino, quel gesto sembra piacerli così tanto che dalla sua gola esce un ruggito sommesso,il bacio diventa più lussurioso , ogni parte del mio corpo aderisce al suo , ci muoviamo inconsapevoli verso il letto finché lui non ci cade sopra e io sono sopra di lui , comincia a baciarmi il collo lentamente fino ad arrivare alla carotide dove si sofferma.
“Angelo sei così dolce.” Sussurra contro il mio collo così vicino che ad ogni parola le sue labbra e la lingua mi sfiorano.
Io gemo quando sento la sua lingua percuotermi e la sua barba ispida solleticarmi.
“Ludovico ti prego.” E non so nemmeno io perché lo prego.
‘Lo sai per cosa preghi, vuoi essere morsa non è vero?Vuoi sentire il tuo sangue che lo riempie e che lo nutre il dolce pensiero di diventare davvero sua..’
“Cosa c'è Angelo? Vuoi che smetta? Non ti piace?”
Il mio basso ventre si agita al suono della sua voce, lo voglio, voglio solo lui.
Bussano alla porta e io sobbalzo mentre Ludovico rimane immobile.
“Cosa c'è Grent?” Questo non é certo il tono che usa con me, è molto piu freddo e controllato.
“Sire c’è un problema.” Sussurra impaurito ancora fuori dalla porta.
Ludovico si alza e anche io ancora con il cuore a mille.
“Entra.”
Un uomo bruno entra nella stanza nervoso e si ferma davanti a Ludovico.
“Mi dispiace disturbarti mio re e mia signora, ma al cancello d'ingresso c'è qualcuno..” Si ferma e mi guarda
“puoi dire tutto davanti a lei non abbiamo segreti.”
“Ecco Sire si tratta di licantropi , oltre al ragazzo che c'è all'entrata  ne abbiamo visti all'incirca 11 che si aggirano intorno al cancello.”
Ludovico stringe la mano fini a far diventare le nocche bianche.
“È sentiamo cosa ti ha detto questo ragazzo?” 
“Mio signore il cane mi ha detto di chiamargli Anastasia.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Lupi ***


             -quindi Richard aveva ragione proprio tutto vero, la bella coppietta felice di nuovo insieme. Insomma Anastasia mi deludi non credevo fossi così disperata. -dice Josh mentre osserva la mano di Ludovico che mi percorre la schiena. -
Ludovico ringhia e io mi allontano un po’ avvicinandomi a Josh e Ludovico mi afferra il polso accarezzandolo col pollice
Josh guarda la scena e sentenzia
-Forse ora capisco tutto immaginavo ci fosse qualcosa cdi irregolare. - fa un pausa e mi si avvicina prendendomi il volto tra le mani
-Lui ha usato l’incanto su di te Ana tu non sei consapevole delle sue azioni e non capisci davvero. -
-No Josh ti ringrazio per la preoccupazione ma non è così non mi ha ipnotizzato in nessun modo ho solo scoperto che era stato organizzato tutto da Rose e che Ludo diceva la verità. - mi volto verso Ludovico e lo bacio sulla guancia
-Ana io gli ho visti e lui ricambiava e la toccava mentre si baciavano, non ci cascare scegli bene. - Nella mia mente di nuovo quella voce guardo Josh che sorride e dice -ana lo sai anche tu che siamo collegati -
-Josh ti ho sentito- dice Ludovico ridendo
-anch’io -aggiungo e dico -Josh ho visto i video delle video camere di sorveglianza e so che la verità non è questa. Non so ancora perché riesco a sentirti ma questo non significa nulla io sono legata a Ludovico-
Sento la testa di Ludovico poggiarsi nell’incavo del mio collo e le sue labbra toccarmi il collo
- Ma non lo vedi che lui cerca solo il tuo collo è una cazzo di sanguisuga non è più umano di quanto sia un topo morto. - Dice Josh alzando la voce, ora mi arrabbio
- Perché tu lo sei ancora? - dico io e sento Ludovico ridere e aggiungere -si infatti Josh io almeno posso vedere una palla senza volerla mordere oddio forse è questo il motivo per cui giochi a football.  Approposito bau bau Lessie- ride Ludovico e contro voglia anch’io
- Guardo Josh rosso di rabbia e dico -ancora grazie per il passaggio della scorsa volta- sorrido e lui aggiunge -Ana ho parlato al branco del nostro collegamento e vogliono conoscerti e analizzarne il motivo lo trovano interessante e anch’io- dice Josh non guardandomi e sorridendo verso il nulla
- Anch’io voglio parlarne presto, ora tu torni da loro? - domando interessata
- Si-
- Veniamo con te, e si viene anche Ludovico se vuoi che io vengo, lui ci deve essere. - Mi guarda scettico ma siccome il mio viso non ammette ragioni non continua.
- Dacci solo alcuni minuti per prendere tutto e la macchina torniamo presto- dice Ludovico
Josh sfida Ludovico dicendo -Lascia stare qui con me ana, fai tutto con la tua velocità - Josh sorride e Ludo mi guarda come per chiedermi il permesso di essere lasciata sola so quanto si preoccupa.
Io piego il capo e acconsento Josh viene da me e mi stringe dicendo -che buon profumo mhhh - Ludo sparisce ormai rosso in volto e assassino
-fa presto succhiasangue o sarà peggio per te potremmo non aspettarti a lungo vero dolcezza? -dice Josh sorridendo mentre io gli tirò una gomitata
-Fa il bravo oppure ti metterò a cuccia hai capito? - Ludovico ride e io mi incanto a guardare i suoi occhi grigi
-Ana se non sei asservita a lui allora dammi una dimostrazione, baciami e scappiamo via. - mi accarezza i capelli e si ferma a pochi centimetri dalle mie labbra
-andiamo bel tentativo Josh , ti conosco- gli sorrido e lo spingo a debita distanza.
Ludovico in pochi secondi è pronto e ha preso tutto, fa suonare il telecomando della jeep che subito ne segnala l’apertura, prendendomi la mano e guidandomici verso.
-Facciamo a chi arriva prima? - dice Josh
-Biscottino lo farei anche a piedi se Ana venisse sulle mie spalle ma non credo lo farebbe-mi guarda stringendomi la gamba
-Ana andiamoci insieme sali su di me appena mi trasformerò tanto hai visto che sono comodo e caldo-dice la palla di pelo dopo essersi trasformato
-Ludo, Josh se ci tenete tanto a questa scarica di testosterone io acconsentirò e sceglieremo colui con cui io andrò con la conta-
Loro acconsentirono annuendo e come bambini cominciammo la conta: il numero che uscì fu il 13 e l’onere di portarmi ricadde su Josh che sogghignando sornione disse
-Stringimi forte e tu vampiro preparati a mangiare la polvere. -
Ludovico mi baciò e per placare la sua possessività e guardando Josh dice -Lei è mia perciò molta attenzione o avrò un nuovo tappeto a casa. -
Lo abbraccio forte e dico -Tranquillo ci vediamo lì-
-Pronti? - dice Ludo guardando mentre mi accomodo sulla calda schiena di Josh
-Ora-
Penso che sia partiti dai rumori sottili che odo e chiudo presto gli occhi riparandomi dal vento piegandomi più sul pelo marroncino di Josh , mi stringo più  a lui.
Provo ad aprire gli occhi e ci dovremmo trovare vicino al ruscello nel bosco lo capisco dai rumori e anche dal fatto che vengo schizzata mentre Josh lo attraversa.
-Josh che palle mi sono bagnata tutta fa freddo! -
“Stringiti più a me baby e poi siamo quasi arrivati un altro po’ di pazienza, però Ana corre veloce per essere morto eh?”
Sorrido e penso “Anche tu per essere ciccione” mentre lo dico gli pizzico un agglomerato di pelle”
La risposta non tarda ad arrivare “piccola sono tutti muscoli quelli eh!”
Sorrido e mi giro cercando Ludovico percependo però solo una macchia blu
                                                                         

 Perdonate eventuali errori e l'attesa ho avuto un brutto incidente ma scrivetemi e consigliatemi vi voglio bene<3

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** SEI UN KILLIGET? ***


SEI UN KILLIGET????

Arriviamo dopo pochi minuti in una radura con al centro una enorme baita la guardo e dopo qualche secondo la riconosco, è la baita dei genitori di Josh dove io e miei genitori venivamo a trovare quelli di Josh.Scendo da Josh e dico al lupo -ti ricordi di quando per poco con una freccia non ti ho fatto un orecchino -sorrido ricordando la faccia da bambino impaurita di Josh durante quel pomeriggio
Lui mi guarda e strabuzza gli occhi poi sorride e sollevandomi da terra stracontento
-Ana non credevo ti saresti più ricordata, avevo perso le speranze. -
-Josh eravamo amici prima quando eravamo piccoli wow capisco molte cose ora. -
Non ho mai visto Josh sorridere così
-Si però ora basta lupo mettila giù- dice glaciale Ludovico con i canini semi estesi per il possesso
-Anastasia sei proprio tu? - nel frattempo i genitori di Josh che sicuramente avranno udito il baccano sono usciti fuori a scoprirne i responsabili.
-sei una bellissima donna ora, chissà come sarebbero stati felici Henry e Ambra. -  dice Rose
Ricordo anche i genitori di Josh che in questo momento mi sorridono con affetto e aspettano ricambi il loro abbraccio, ho tantissime domande ora in testa.
-Papà è lei la ragazza con cui ho il legame, che riesce quindi a sentirmi come fosse una di noi-
-Davvero? Dovevo aspettarmelo dalla figlia di Henry, anche lui ci riusciva. - disse Fred guardandomi
-davvero e come mai? - indago io davvero curiosa
-tu non sai la verità? - dice Fred sconvolto
-no, e cioè? - continuo io quasi snervata
-E cioè che non sei totalmente umana. - dice Rose
-cosa? Si spieghi per favore signora. - imploro
-si esatto, appartieni a una stirpe limitata e eletta di pochissimi componenti che sono detti Kiliget metà umani e metà esseri sovrannaturali potentissimi forse più di noi mannari. -
-Non è possibile se no l’avrei sentito - dice ancora più pallido Ludovico -e poi sono quasi del tutto estinti. -
-invece è proprio così, i genitori di Ana le hanno insegnato a combattere e a nascondersi bene però appena lei capirà quale oggetto è il suo oggetto scatenante riuscirà a essere completa, tutto questo fa parte del suo rituale di trasformazione. C’è un oggetto che in qualche modo sembra ti renda più forte, magari anche in argento? Un oggetto di cui anche solo il pensiero ti potenzia? - penso solo alla collana dei miei sussultando
-Si la collana dei miei genitori “Nos Erunt In Aeternum” e allora però? -
-è quello il tuo oggetto scatenante che potrai usare per avere più forza e che mostrerà i tuoi marchi. - dice Fred come se fossi stupida -E scusate l’ignoranza che cosa sono i Kiliget, che cosa sono io? -
-Tu sei una cacciatrice di vampiri e anche di mannari. - dice Ludo sorridente e non ne capisco il perché
-Si, è proprio così, ed ecco perché loro ti hanno insegnato a difenderti sin da piccola: pensa alle frecce e ai tuoi riflessi non sono sempre stati un po’ più forti dei normali? e alle sensazioni che avevi. -
Sono sconvolta guardo Ludovico come a cercare sostegno e lui viene subito alle mie spalle per sostenermi.
-Adesso che mi ci fate pensare ero sempre la più veloce nei giochi studenteschi e anche la più forte. - dico dopo un minuto di riflessione
-Quando riuscirà a sentire i marchi? - domanda Ludo
-marchi visibili? - dico io sconvolta
-Questo dipenderà da te amore mio se tu vorrai si vedranno se non potrai nasconderli - sentenzia Ludo
-vampiro come sai i Kiliget sono molto gelosi del loro sapere e quindi io mi chiedo come tu sappia tanto su di loro, però Anastasia è fortunata noi infatti possediamo il diario di Ambra che diede a mia moglie pochi giorni prima della sua scomparsa, Rose te la ricordi in quei giorni? -
-e come faccio a dimenticarla? era sempre nervosa come se aspettasse un evento inaspettato e poi ecco qui erano due persone splendide, tua madre mi disse di darti il suo diario solo se tu ne fossi venuta a conoscenza loro non volevano tu scoprissi il mondo sovrannaturale e che fossi in pericolo, volevano il meglio per te. - disse Rose mentre mi accarezzava il dorso della mano
-la prego me lo può ridare ora? - le chiedo gentilmente
Lei sorride e scompare subito nella sua casa mentre Josh e Fred cominciano a parlare
-allora è perché sono una Kiliget che riesco a sentire Josh? -chiedo
-Proviamo una cosa: dirò un numero mentalmente a mio figlio e tu dovrai dire quale ho detto-
“16”
L’avevo sentito e lo dissi ad alta voce
-Beh Cara Anastasia o sei un Kiliget o sei solo figlia di tuo padre, fatto sta che sei in grado di percepirci. - conclude Brad sorridendo amorevole
Nel frattempo sua moglie Rose torna fuori con noi consegnandomi un quaderno di pelle verde, dicendo poi -Si chiama Pallis facci amicizia e lui ti racconterà tutto e si aprirà per te mostrandoti ogni cosa -
-Io ringrazio voi tutti però vi chiedo se posso congedarmi sono un attimo sconvolta e ho bisogno di privacy. -dico timida
-Ana puoi venire un attimo con me? - mi dice Josh
Acconsento annuendo piano lui mi prende per mano e mi guida dietro la casa
-che c’è Josh? - dico debolmente
-niente volevo solo dirti che sono contento che ora ricordi un po’ più di cose, era per questo che ti ronzavo sempre attorno e anche perché sei bellissima. - arrossisce timido come non l’avevo mai visto
-noi andiamo Josh, fai gli onori di casa e dii ad Ana che è
 E sarà sempre la benvenuta qui da noi in qualsiasi momento. -sento gridare Fred, il papà di Josh
-Vi ringrazio e vi sono grata per tutto l’aiuto. -urlo di rimando
“Ora anche i miei genitori la amano è proprio un’irresistibile stronzetta.” percepisco i pensieri di Josh e rido.
“Già merda tu mi senti che palle ‘’
Continuo a ridere fino alle lacrime
“Torniamo dal vampiro prima che si allarmi però fatti abbracciare un po’. “
E prima che possa obbiettare Josh mi prende tra le braccia
-so cosa vuoi fare Josh e non è divertente. -
“Andiamo ora ci ucciderà andiamo di là. “
Ridendo lui scappa via io comincio a tornare indietro camminando però perché troppo stanca, appena Ludovico mi vede viene da me e mi abbraccia
-andrà tutto bene bambina questo fa solo coincidere molti tasselli, ora torniamo a casa ma aspetta che hai fatto col lupo di là? -
-andiamo via ho bisogno di riposare e di capire molte cose, lasciami spazio per pensare. - Ludo mi guarda nervoso ma evita di controbattere e io lo ringrazio con un sorriso
-andiamo ti prendo in braccio e torniamo a casa piccola salta su oppure puoi fare la scimmietta decidi tu-
-che scimmietta sia - e mi accomodo
-mi raccomando occhi chiusi se no ti verrà da rimettere-
-Ciao Josh grazie per tutto. -
-Anche a te Ana non mi dimenticherò presto di quello che è successo oggi. - mi fa l’occhiolino il dispettoso quanto è bastardo -sei uno stronzo. -
-è per questo che ti faccio impazzire piccola. Dice Josh con un ghigno
-Quando saremo a casa parleremo non posso resistere ancora ti avverto sto cercando di essere razionale. Sento Ludovico stringere la mascella così forte che credo che i denti di lì a poco gli si frantumino
Lascio stare tanto non servirebbe a niente e partiamo tengo gli occhi chiusi e mi stringo a lui mettendogli le braccia intorno alle spalle pochi minuti e Ludo mi dice
-Puoi aprire gli occhi siamo arrivati. -
Apro gli occhi ed è vero siamo già in quella che chiamo la nostra stanza, Ludo mi fa scendere e io vado subito in bagno perché so che il mio odore fa innervosire molto Ludovico ritorno in stanza e prendo gli oggetti necessari per fare una doccia è molto comodo avere anche tutte le mie cose qui
-Vai a fare una doccia? -
-Si Perché? -
-potrei raggiungerti ti avverto. Anche perché ora il mio senso di possesso è stato messo a dura prova - dice Ludo facendomi l’occhiolino
-Scuse sire lei non lo farebbe mai - dico io ridendo
-Oh non sfidarmi piccola Perché perderesti, va a fare la doccia prima che cambi idea e comunque ottima idea. Ho intravisto i canini allungati mentre parlava “rabbia, fame, (?)chi lo sa.”
Ritorno in bagno e apro l’acqua per controllare la temperatura quando la ritengo adeguata mi metto sotto l’acqua e comincio con la doccia attenta a togliermi via l’odore di cane bagnato di Josh come dice Ludo, finisco subito esco e comincio ad asciugarmi e poi a vestirmi, ho scelto come vestiti: un completo intimo celeste e poi una gonna nera a balze con un maglioncino bianco.
Torno di là e Ludovico non c’è lo chiamo un paio di volte e mentre aspetto lui torni mi stendo sul letto non so nemmeno che ore sono 00:30 decido di chiamare Jenny per tranquillizzarla e dire che dormirò qui è tardi.
Decido di prendere una maglia di Ludovico dall’armadio e di tenermi solo quella per la notte tanto Ludo ha dormito con me così già altre notti quando io nemmeno lo conoscevo.
Mi metto il mio “pigiama” e mi metto a letto.

NOTA DELL'AUTORE

Ciao sono Sara perdonate gli errori non scrivo da tanto e vi voglio bene scrivetemi e consigliatemi 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1595534