La storia di questa
storia inizia almeno dieci anni fa, quando trovai mia sorella intenta a
scrivere una fanfiction sui cavalieri dello zodiaco, costretti dalla dea Atena a
travestirsi da donne. L’idea era straordinaria, e volevo assolutamente farne
parte. Scrivemmo così, ad una lentezza impressionante, i primi quattro
capitoli, dotati di un umorismo garbato e di maniera, intervallato da momenti
di volgarità ingiustificata ed eccessiva. Ovviamente il primo erano frutto
dell’arguzia della mia sorellina, i secondi della rivoluzione ormonale in atto
dentro il sottoscritto, erano le medie in fondo.
Finì di scriverla al
primo anno di università. Ci sono parti
vergognose, che vorrei venissero dimenticate per sempre, ma altre a cui sono
affezionato come ad un figlio un po’ handicappato. Quindi ecco a voi, in
un'unica soluzione, tutta Solo per questa volta, cinquantamila parole di delirio allo stato puro. La versione che
segue è la terza redazione. È priva delle note numerate che avevo inserito con
la seconda redazione, che mi sembravano ridondanti, così come della maggior
parte degli odiosissimi puntini di sospensione, che tanto amavo allora e tanto odio
adesso. Ho fatto anche qualche correzione qua e la, eliminato riferimenti
culturali ormai anacronistici o incomprensibili, ed eliminato qualche pezzo che
mi vergognavo davvero troppo a lasciare. Non me ne vogliate.
Questo è tutto, se
avete già letto questa storia e la volete rileggere, immagino non abbiate
proprio niente da fare. Nel caso vi stiate approcciando per la prima volta a
questa straordinaria avventura a base di stripe tease, divinità pestifere e
robot giganti, buona lettura!
Dzoro
Prologo - LA SCOMMESSA
Sull'Olimpo la vita scorreva magnificamente, e
per una volta Atena era riuscita ad andare a trovare i vari fratelli e cugini
lasciando i cavalieri in ferie pagate per un po' di tempo. Il primo a cui fece
visita fu il fratello Apollo, con cui si era rappacificata dopo il loro ultimo
scontro nel quale l'adorato congiunto aveva tentato di ucciderla. Ora stavano
prendendo il tè sulla veranda con vista su Atene dove le gru del cantiere
stavano restaurando le dodici case rovinate dai vari atti eroici di quei cinque
imbranati incapaci di non fare casino ovunque andassero. Il tè al nettare non
era male e neppure i biscottini all’ambrosia, però cominciava a sentire la
nostalgia della cucina terrena. In quel momento si avvicinò il padre Zeus che a
onor del vero non aveva quello che propriamente si definisce un aspetto regale:
l’alloro era di traverso sulla fronte, la barba e i capelli erano trascurati da
tempo e all’angolo della bocca teneva una sigaretta che si intuiva come ultima
di qualche decina. Insomma, sembrava appena tornato da una visita a tutti i
locali più infimi del pianeta.
- Che ti succede, vecchio? Non ti ho mai visto
così sbattuto. C’è qualcosa che non va o ieri hai fatto un’altra delle tue
seratine trasgressive?-
- Magari, almeno mi sarei divertito, invece il
vero problema è un altro: si tratta di Vega.-
- Vega?-
- Mio figlio. La madre appena ha visto il suo
carattere mi ha mollato insieme al bambino e adesso ci devo badare io. Magari
mi fossi conciato così in qualche bar, figliola, magari!- e detto questo si
allontanò con aria abbattuta.
-Non ci credo, è stato un bambinetto a ridurlo
così? Ma è assurdo! – esclamò Atena.
-Non la penseresti così se lo conoscessi. Da
giorni quel demonio si infila da tutte le parti combinandone di tutti i colori:
mi ha rotto la cetra e poi ha preteso che la riaggiustassi perché voleva la
ninna nanna. Ha scolato un’anfora di vino della riserva speciale di Dioniso,
rubato il carro da guerra di Ares e come ultima impresa ieri ha preso un po’ di
saette scatenando un piccolo uragano da qualche parte. In Cina, mi pare.-
Apollo con enfasi enumerò le numerose
disgrazie causate da Vega negli ultimi giorni.
- Oh, suvvia, non avete proprio tatto con i
bambini voi dei. Scommetto che è un angioletto se trattato nel modo giusto.- disse
Atena con una risatina, sorbendo graziosamente il suo tè.
- Atena, attenta a quello che dici, se riesci
a tenerlo a bada una settimana giuro che faccio uno strip-tease davanti a tutti
gli dei!- esclamò Apollo. Subito, calò il silenzio.
- Suona come una scommessa, Apollo
caro.- fece Saori, appoggiando la sua tazza.
- È una scommessa.- Disse Apollo.
Atena lo guardò negli occhi, seria. Poi sogghignò.
- Non abbiamo ancora detto cosa
metto in gioco io.-
- Niente di complicato. Potresti fare tu uno
strip-tease, se perdi. Che ne dici?-
Atena proruppe in una fragorosa
risata. Poi, solennemente, pronunciò un'unica parola.
-Accetto.-
Apollo sogghignò.
- Bene, avviserò nostro padre che può
affidarti il bambino.-
Si recarono entrambi verso il tempio
principale dove videro il padre quasi nascosto da una pila di bottiglie di
birra, stravaccato su di una poltrona con l’aria di chi cerchi solo un buon
pretesto per suicidarsi. I due gli riferirono il discorso fatto poco prima.
Zeus, sentiti i termini della scommessa, si
rallegrò parecchio e impose qualche regola:
·
Atena
doveva resistere per una settimana esatta a partire dal lunedì seguente: aveva
quattro giorni per organizzarsi.
·
Apollo non
sarebbe potuto intervenire personalmente a complicare ulteriormente le cose.
·
Atena al
contrario poteva avvalersi dell’aiuto di tutte le persone che voleva, purché
fossero donne mortali (niente dee e uomini di qualsiasi genere).
·
Niente
trucchetti per addormentare il bambino o neutralizzarlo con altri poteri
speciali propri delle divinità.
·
Il
perdente avrebbe come da promessa fatto uno strip-tease sotto gli occhi di
tutti coloro che avesse voluto il vincitore.
Atena si disse d’accordo e con lei Apollo. Poi
ognuno si allontanò verso la propria dimora.
Saori era preoccupatissima per l’esito dello
scontro. Parlando con gli altri dei si era sentita confermare la fama di
criminale di Vega: della donne mortali non ce l’avrebbero mai fatta da sole,
nemmeno si fosse trattato di Tisifone o Castalia. Se solo avesse potuto
chiamare i cavalieri, come al solito: Seiya, Shiryu, Hyoga, Ikki e Shun non si
sarebbero rifiutati di certo, deficienti com’erano. Poi un lampo le illuminò
gli occhi: in fondo nella storia gli dei avevano sempre barato alla grande.
Perché interrompere la tradizione?
"Chissà se è carino Apollo in mutande?
Beh, lo scoprirò molto presto. In guardia fratellino, vedrai che me la caverò
anche stavolta". Ridacchiò tra sé Saori.
Apollo, intanto, girava in tondo nella sua
stanza maledicendosi per la stupidissima scommessa fatta con sua sorella: e se
ci fosse riuscita sul serio? Non osava pensare cosa avrebbero detto di lui nei
prossimi tre secoli dopo lo spettacolino che avrebbe dato. No, doveva
necessariamente averla vinta contro Atena e le sue aiutanti: se dopo qualche
giorno fossero resistite, ci avrebbe pensato lui a far sì che la piccola peste
si trasformasse in una furia devastatrice." Attenta a te, sorellina, non
ti aspetta una settimana facile, mi premurerò io di farti avere qualche
emozione speciale, comincia a preoccuparti". Era contro le regole indette
da Zeus, ma quando mai lui si fermava davanti a delle stupide regole? Era un
dio sì o no?
Così ignari delle congiure uno dell’altra le
due divinità andarono a mettere in atto i loro piani. Zeus, che li aveva
ascoltati, stava ridacchiando fra sé: era finita la noia! Quei due ne avrebbero
combinate di tutti i colori, tanto più che ormai le regole non valevano un
cavolo. Sintonizzò la sua speciale tv sulle azioni dei figli e si accomodò con
file di pacchetti di popcorn per godersi gli sviluppi della vicenda. Quali
poveracci avrebbero coinvolto nei loro loschi progetti? Non gli rimaneva che
guardare e aspettare: dopo qualche tempo sullo schermo apparvero delle immagini
di una cascata che riconobbe subito dalla inconfondibile figura appollaiata su
di un picco vicino all’acqua.
Capitolo 1 – Ferie Pagate
- Desidera qualcos’altro signore?-
- No, va benissimo così, grazie.- disse il
ragazzo rilassandosi su un morbido materassino mentre una bella ragazza gli
massaggiava la schiena su cui era tatuato un grosso drago che di solito restava
nascosto dai suoi lunghi capelli neri. Shiryu si stava godendo il meritato
riposo alle "Five mountains term", vicino alla ormai nota cascata.
Per fortuna il suo maestro non lo chiamava da un po’ di tempo e lui si
preoccupava soltanto di palestra, bagni, massaggi somministrati da gnocchissime
inservienti e delle terme, in cui passava la maggior parte del giorno. Beh, in
fondo era in vacanza sì o no? Ah, che bellezza.
"Shiryu!" Ok, come non detto.
"Maestro, che palle, non potete lasciarmi
in pace neppure un secondo? Staccatevi subito dal collegamento telepatico. Qui
mi stanno guardando tutti perché parlo da solo."
"Shiryu, non mancarmi di rispetto:
seppure anziano ho ancora abbastanza forza da fare a strisce quel tuo culo
insolente."
"Se, se, nei suoi sogni.
Comunque, che c’è di così importante da interrompere la mia sauna in questo
momento?"
"Saori ha bisogno di voi per una
questione della massima importanza di cui ti spiegherò i particolari in
seguito. Devi recarti il più presto possibile a Tokyo nella villa della
signorina."
"Uffa, ma giuro che Saori me li paga gli
straordinari, altro che dea della giustizia, dea della sfiga dico io. Prenderò
il primo volo per tornare, comunque. Ma ora andatevene dalla mia testa, perché
ho una certa urgenza di sfogarmi e un uomo anziano come voi dovrebbe elargire
massime zen, piuttosto che rompere i marroni a un povero Cristo che vuole fare
in pace la sua sauna."
Dopodiché si alzò e infilandosi una T-shirt e
gli occhiali da sole si allontanò dalla stanza piena di vapori caldi per fare
le valigie.
"Mi mancherà questo bel posto. Credo che
ci ritornerò prossimamente, sempre che a milady non dispiaccia"
"Shiryu!"
"AAAAAAARGH! SE NON VE NE ANDATE
ALL’ISTANTE DALLA MIA TESTA COMMETTO UN OMICIDIO E VI ASSICURO CHE NE RESTERETE
COINVOLTO!"
"Volevo solo dirti che sei tu a dover
rintracciare i tuoi amichetti, perché nessuno di loro è a Tokyo e tu avrai di
sicuro i loro numeri di cellulare. Dato che io non ci capisco niente di queste
diavolerie elettroniche mi faresti questo GRANDE piacere? Grazie mille ciao
ciao.” Prima che Shiryu avesse tempo di rispondere, il maestro riattaccò. Sì,
si può riattaccare una chiamata telepatica. Lo sanno in pochi.
Shiryu prese in mano un peluche ("five
mountains term, sole, acqua e divertimento") e lo stritolò desiderando
ardentemente che al suo posto ci fosse il cavaliere della bilancia.
Sull’orlo di un profondo precipizio stava una
figura solitaria immobile come una persona che sta immobile. Stava scrutando la
valle con un serio cipiglio. Portava sulle spalle una grossa scatola di metallo
che appoggiò in terra tirandone fuori un’armatura a forma di cavallo alato e
indossandola. Poi con uno sguardo estremamente felice si gettò nel vuoto e,
sbattendo su qualche spuntone qua e là, si afferrò ad una sporgenza e si tirò
su per riposarsi un attimo. Poi iniziò la risalita con lo scopo evidente di
ributtarsi giù appena raggiunta la cima. Era una settimana che stava nel
Colorado e frequentava assiduamente ogni buca presente nel luogo. Seiya non era
mai stato così felice in tutta la sua miserabile esistenza al servizio di
quella matta coi capelli viola. Le ossa certo erano un po’ ammaccate ma nulla
di grave in confronto al gran divertimento che provava ogni volta che sentiva
l’aria fischiare intorno a lui mentre cadeva in burroni sempre più profondi.
Stava per tornare sull’orlo quando il suo cellulare suonò, miracolosamente
integro
- Ehm, pronto?-
- Ehilà Seiya, come ti butta?-
- Veramente mi butto da solo.- seguirono
trenta secondi di risate da sit-com.
- Eh?-
- Ma in questo momento sono appeso per il
braccio destro su di un baratro profondo un centinaio di metri. E’ meglio se mi
tiro su, aspetta un. oops!!-
Dopo quello Shiryu sentì un urlo disumano ed
un tonfo qualche secondo dopo.
- Seiya? SEIYA! Che ti succede amico?- ma
sentì solo del silenzio per un po’ ed in lontananza dei lamenti, poi il
cavaliere riafferrò il cellulare.
- Wow, che bomba questo metodo. Dovrò brevettarlo
prima o poi. Oh,gioia! Ho anche una gamba rotta, che goduria!! Saranno felici
al pronto intervento. Beh, appena riottengo sensibilità agli arti, chiamo un
elicottero a tirarmi fuori da qui.-
Superato lo shock iniziale Shiryu rispose:
-Allora, senti: dovresti venire subito da me a
Tokyo per una questione della massima importanza che riguarda Saori. Ti
spiegherò, ma ti assicuro che sembrava davvero una cosa seria da come la
metteva il mio maestro, e quindi suppongo che sia degna di attenzione.-
- Uh, che bello!-
- Bello dici? Vieni il più presto possibile
allora!-
- Ma no! Sono felice perché ho scoperto di avere
anche l’altra gamba rotta!-
Una goccia di sudore apparve sulla fronte di
Shiryu.
- Okkeeei… cerca di venire qua appena potrai
reggerti in piedi.-
- Ma dimmi di che si tratta, dannazione!-
- Non lo so sinceramente, Saori non ha voluto
approfondire.- Un po’ deluso Seiya salutò l’amico e chiamò il pronto intervento
perché venissero a ripescarlo. Quando l’ebbero caricato sull’elicottero solo le
cinghie che lo assicuravano al lettino gli impedirono di affrontare un balzo
gigantesco (nonché voluto) giù dal velivolo.
Nella suite presidenziale di un lussuoso
albergo di Miami una aggraziata figura con lunghi capelli verdi e una vestaglia
rosa confetto stava aspettando che la vasca si riempisse ed intanto ascoltava
un po’ di musica preparandosi un caffè. Nella stanza accanto ancora nel letto
stava un giovane i cui lunghi capelli biondi erano sparsi sul cuscino.
Indossava solo dei boxer ed il suo torso nudo era molto muscoloso. Dormiva
ancora profondamente. Bevendo il suo caffè intanto l’altra persona lo guardava
dolcemente, quando suoi pensieri furono interrotti dal telefono.
"Deve essere il servizio in camera."
- Si, caro?-
- Shun! Disgraziato! Ecco dove eri finito. Noi
che ti cercavamo come forsennati per tutto il globo e tu lì a gozzovigliare
spendendo tutti i soldi di milady! Comunque non sei l’unico: nemmeno Hyoga è
reperibile. Abbiamo anche ingaggiato qualche sub per andare a vedere se magari
si trovava da sua madre: quei poveracci sono quasi diventati dei calippo, ma
del nostro cignetto nemmeno l’ombra-
- Calmati Shiryu! Poi scusa, credevo che le
ferie durassero tutto il mese. In quanto a Hyoga.- e qui si interruppe ridacchiando
- Beh, ne sai qualcosa?-
- E’ qui con me.-sussurrò alla fine Shun.
Dall’altra parte della cornetta Shiryu arrossì violentemente trattenendo un
moto di disgusto con alcune smorfie che non sfuggirono a Seiya là vicino che
molto eloquentemente si toccò l’orecchio destro sbattendo provocatoriamente le
ciglia.
- Mi dispiace interrompere l’idillio di voi
due ma dovreste venire al più presto alla villa di Saori per una faccenda di
estrema importanza.-
- Oh, va bene. Certo che è un peccato svegliarlo
, dorme così bene. Non ho cuore, povero cucciolo, ieri sera si è addormentato
così tardi.-
- Vedrai che non si offende Shun. Sveglialo al
più presto e fallo venire al telefono, altrimenti chiedo in portineria mettono
il viva voce, che ci penso io a buttarlo giù dal letto!- Con aria rassegnata
Shun si avvicinò all’amico sussurrandogli:
- Hyoga-chan? Svegliati, ti vogliono al
telefono.-
- Niet chan. Cuompagno. Cuompagno Hyoga-
- Ma.-
- Se il proletario viene sfruottato lo
sfruottatore và eliminato. Ngnomfrghnt-
- Ehm, Hyoga.-
- Ma che minskij... Ah, sei tu! Ciao
Shun-chan. Per favore, mi porti un caffè mentre io rispondo?-
- Con immenso piacere darling!- Il cavaliere
di Andromeda si diresse verso il frigo bar mentre Hyoga prendeva la cornetta.
- Sì, pronto?-
- Ah, ben svegliato batuffolino, hai dormito
bene con il tuo orsacchiotto? Ma tu guarda, ed io che ti credevo una persona
perbene, checca che non sei altro!-
- Cosa, è possibile al giorno d’oggi
discriminare ancora i gay?-
- Cretino, questa fan fiction è stata scritta
più di dieci anni fa, quindi beccati sta discriminazione e chiudi il becco!-
-Uffa.- fece mogio Hyoga.
- Allora parliamo da persone civili: dovete
venire qua al più presto! La vita di milady è in pericolo.-
- Ma no! Cos’è successo stavolta? La stanno
lentamente calando in un vulcano attivo e noi abbiamo 12 ore di tempo per
tirarla su? Oppure qualche altra stramaledetta reincarnazione?-
- Beh, quasi. Venite qua e ve lo spiegherà
meglio Saori stessa. Ora ti lascio, devo rintracciare Ikki: il nostro pollastro
bruciacchiato tiene sempre il cellulare spento. Mi chiedo perché se l’è preso
se non lo usa. Chiedi un po’ al suo fratellino se ne sa qualcosa.-
-Ma certo! Shun-chan? Sai dirmi dove si trova
Ikki? Oh,grazie.-
-Te l’ha detto?-
-No, ma prepara un ottimo caffè –
-^ senza parole ^-
- Ikki si trova alle Bahamas, all’Hotel
"Las gnocas" -
- Va bene, proverò lì. Ma voi sbrigatevi a
tornare.-
- Okey-dokey! Ci si vede!- E detto ciò, Hyoga
attaccò il telefono.
- Si torna al lavoro, dunque.- Mormorò poi tra
sé. Cercò di immaginarsi di cosa si trattasse quella volta, ma credetemi, non
poteva davvero immaginarlo.
Su un’assolata spiaggia all’ombra di una palma
stava un numeroso gruppo di ragazze in bikini. L’oggetto della loro attenzione
era un ragazzo con i capelli neri a riflessi blu ed una carnagione abbronzata
che sorseggiava con aria da latin-lover un drink tropicale.
- Raccontaci ancora qualcosina delle tue
imprese, micione . Erano così cattivi quei cavalieri?-
- Ma certo tesoro, io ero circondato da ogni
parte da quegli uomini malvagi ma, con il mio colpo segreto sono riuscito a
cavarmi d’impaccio salvando i miei compagni da morte sicura!-
- Oh che eroe!- esclamò una tipa con un bikini
azzurro mentre le altre le facevano eco.
- Ma facci vedere quel tuo famoso colpo con
cui hai vinto!-
- Qualsiasi cosa per voi-
Ikki si alzò in piedi piazzandosi a gambe
divaricate sulla sabbia e portò le braccia verso l’alto mentre i suoi muscoli
si tendevano con grande ammirazione delle ragazze del seguito :
- ALI DELLA FENICE!!- il mare davanti a lui si
aprì in due grandi ondate che travolsero qualche ignaro surfista. Lo stuolo di
ammiratrici si assiepò nuovamente intorno al cavaliere. Tra quella folla si
stava facendo largo un cameriere con un telefono in mano:
- Mi scusi, signore, c’è una chiamata per lei
da Tokio. –
Ikki si voltò ad ascoltarlo sentendo il nome
della città
- Arrivo. Aspettate un momentino, bellezze.
Pronto?-
- Ah eccoti qua finalmente. Saori ci ha
convocato per una nuova missione di estrema importanza-
- Shiryu, dannato rompiballe, io sto facendo
le ferie qui, ed eravamo d’accordo per la fine del mese per tornare al lavoro!
E poi anche qui ho da fare cose importanti- aggiunse ammiccando alle numerose
ragazze ancora assiepate intorno a lui.
- Mh, dì al tuo fan club che devi andare un’altra
volta a salvare il mondo, così sono contente. Ma qui ci servi, quindi vedi di
arrivare entro domani alla villa di Saori!-
- Ma… ma Shiryu! Diavolo! Io… no! Mi rifiuto
di tornare! Del resto sono sempre l’ultimo ad entrare in scena, ricordi?-
- Questa volta è diverso.-
- Io non vengo, non vedo perché dovrei.-
- Perché se non ci raggiungi al più presto
vedrai pubblicate su qualche centinaio di giornali di massima diffusione quelle
tue foto della festa aziendale dell’anno scorso dove, ubriaco marcio, ti eri
fotocopiato il sedere e dato ad Aldebaran de Toro della “Bella Maiala”.-
- N-non lo farai, vero? Non puoi essere così
cattivo!-
- Dipende solo da te. Ti aspettiamo domani,
Ikki-chan!-
La telefonata finì e il cavaliere sconfitto
dovette dare l’addio alle vacanze.
- Ma come, ci lasci di già?-
- Eh sì, il mondo ha ancora bisogno di me. Ma
ci rivedremo. Goodbye, my darlings!!- e dicendo così si mise in marcia verso
l’albergo dove si apprestò a fare le valigie.
Bene, non restava che convincere quei cinque
in anticamera ad accettare il lavoro. Ma come dirglielo?
- Ragazzi farete i baby sitter - No, non
andava, più imperiosa:
- Cavalieri, da questa impresa che vi
coinvolgerà dipende l’onore della vostra dea protettrice.- si, ok, ma come
dirgli che si sarebbero dovuti travestire da donna?
- Avete mai pensato di vestire da scozzesi per
una settimana?- No, penoso.
- Seguite le sfilate di moda in questi mesi?
Le gonnelline sugli uomini sono adoraaabili!-
Naaa, patetico. Vabbé, inutile girarci
intorno, tanto valeva dirglielo e basta.
Saori entrò con passo deciso nella stanza:
cinque paia di occhi si posarono su di lei:
- Cavlrr,dvt trvestrv ddonn.- ora gli occhi
erano alquanto perplessi.
- Ahem,mh. Cavalieri! Dovete fare i baby
sitter per una settimana.- Se fosse entrata con un costume da pinguino cantando
Yankee Doodle non l’avrebbero guardata in un modo tanto diverso.
- Sono sicura accetterete, ne va della vita
della vostra dea.-
I ragazzi si fissarono, poi Shiryu prese la
parola:
- Un attimo ci lasci discutere tra noi.-
Si appartarono nel corridoio, incerti se
chiamare un’ambulanza che portasse Saori al più vicino manicomio o se obbedirle
ciecamente.
"Tipregotipregotiprego, fa che
accettino".
Dopo un quarto d’ora entrarono tenendo sotto
il braccio quello che sembrava un rotolo di carta igienica. Glielo porsero.
- Ed io che me ne faccio?-
- Ma vada a cagare!-
- Taci Ikki! E’ che non trovavamo altro su cui
scrivere. Si tratta di una lista di richieste a cui dovrete sottostare, se
volete ottenere i nostri servigi: uno più sei zeri di dollari a testa, un
milione di carte se le và meglio; due mesi di ferie pagate, Senza interruzioni
di sorta. Poi, individualmente, Seiya chiede il rinnovo dell’assicurazione incidenti
sul lavoro e un materasso, ehm, “super morbidoso”; Ikki idem con
l’assicurazione sulla vita ma niente materassi; Hyoga vuole dei ghiaccioli-
- TANTI ghiaccioli, milady-
- Mentre io mi accontento di una cisterna di
collirio. E’ tutto.-
- E Shun non vuole niente?-
- No, c’è qualcosa ma ho usato il pezzo dove
l’avevo appuntato perché dovevo urgentemente andare in bagno, ma me lo ricordo
a voce: vuole pace e felicità per tutti i bambini del mondo. E un cagnolino.-
- Vedrò cosa posso fare.-
Saori tirò un sospiro di sollievo: le
richieste erano più allettanti dello strip-tease.
Con un gran sorriso condusse i cinque in
un’altra sala del palazzo dove una schiera di sarti, parrucchieri ed estetisti
attendevano ordinatamente.
Al loro ingresso si fece avanti una donna
tarchiatella con i capelli rossi e vistosamente truccata che squadrava con
occhi rapaci i cavalieri che si sentirono come se fossero nudi alla stazione
centrale. La donna si soffermò particolarmente su Ikki arrivando a prendergli
la faccia fra le lunghe dita scheletriche e gliela voltò a destra e a sinistra
per poi sospirare sconsolata:
- Non sarà una cosa semplicissima, ma nulla è
impossibile per me ed il mio staff. Diventeranno adorabili dopo il trattamento.-
concluse con un risolino che non presagiva nulla di buono. I ragazzi si
sentivano tranquilli come delle patate davanti ad una pentola di acqua
bollente, e quella racchia sembrava intenzionata a preparare del purè per
pranzo. L’agitazione aumentò che, ad un segnale, tutti gli estetisti
indossarono delle maschere anti-gas.
L’ultima cosa che i saint videro furono delle
mani che li afferrarono per impedir loro di cadere.
- La droga ha funzionato benissimo. Adesso
sono più rimbecilliti di un bradipo caduto nel valium. Saori, tesoro, hai
qualche preferenza per il look? Seguo la moda o no?-
- Fai quello che vuoi, ma che siano quantomeno
carini: non invecchiarli troppo.-
La rossa lanciò un’occhiata dubbiosa ad Ikki:
- Mah, quello è troppo maschile, non verrà una
gran bellezza, ma farò del mio meglio. Ma quello biondo e quello con i capelli
verdi saranno i miei capolavori!-
Una risatina diabolica echeggiò nella stanza.
Capitolo 2 - LA CASA MALEDETTA
Si risvegliarono in un salottino in stile
raffinato ma moderno su poltroncine imbottite decorate con motivi floreali.
Nella stanza mancava soltanto un pezzo d’arredamento: gli specchi.
Hyoga si svegliò per primo e istintivamente
portò le mani al petto per lisciarsi la maglietta.
- AAAAAAAAARRRRRGH!!!!!!!! MU-MUTAZIONI
GENETICHE! - aveva incontrato uno, anzi, due piccoli impedimenti alla sua
azione. Mentre si alzava di scatto dalla poltrona finì a terra con un tonfo.
Portava un paio di stivaletti marroncini col tacco alto che non erano
esattamente il massimo per una corsa disperata in giro per la stanza. Volendo
cacciarsi le mani fra i capelli scoprì con orrore che aveva un paio di
orecchini pendenti.
Esaminò poi il resto del corpo in cerca di
altre anomalie. "Anche la ceretta mi hanno fatto quei bastardi, non
bastava l’imbottitura. E tu guarda! Anche lo smalto. Certo che se volevano
farmi sembrare una donna non hanno proprio badato a spes…" colto da un
improvviso attacco di panico controllò una cosa: tutto a posto, l’elefantino
gli avrebbe continuato a barrire ancora per un po’.
Mentre si rialzava a fatica cominciò a far
caso al resto della stanza. Si spolverò i vestiti e notò che anche gli amici
erano con lui nel locale. Beh, a dir la verità non è che li avesse riconosciuti
subito.
"Forse quello di prima era un gas
transgenico che ci ha fatti diventare." ma in quel momento Shiryu si
svegliò e lo fissò con occhi sgranati:
- Accipicchia, Hyoga, credevo che il checca della
compagnia fosse un altro. Vergognati! Però in fondo per essere gnocca sei
gnocca!-
- Ma smettila di dire stronzate e guardati!-
Il cavaliere del dragone indossava un
delizioso kimono a fiori e portava uno chignon fissato da due spilloni
verdolini. Il vistoso fiocco sulla schiena era di un bel rosso vermiglio, un
po’ come la faccia di Shiryu dopo aver appurato cosa indossava.
- Svegliamo gli altri nel modo meno traumatico
possibile, e smettila di toccarti quegli affari porca miseria, che sembri un. una
pervertita!-
- Mi ci devo abituare, sai. Comunque secondo
me sono troppo abbondanti: un 95-60-90 forse?-
Preferendo non controllare, Shiryu si avvicinò
a Seiya che, anch’esso munito di airbag frontale, portava una camicetta rossa
ed una gonna che gli arrivava sotto il ginocchio. La sua chioma era stata
domata un pochino e portava degli eleganti orecchini a ciliegia.
- Hanno esagerato col fard secondo me- presa
una delle mani del ragazzo (- Ma tu guarda, anche le unghie finte smaltate di
rosso!-) si sfilò uno dei due spilloni dello chignon.
#ZACK#
-AHIAMERDACHEMALE!-
- Ma non doveva essere poco traumatico,
Shiryu?-
- Pensavo che buttarsi nei burroni facesse più
male.-
Rinfilò la letale arma nella folta chioma
corvina mentre Seiya lo guardava allibito. Si mise poi a ridere sonoramente :
- Ah, Shiryu, lasciale mettere a Shunrei certe
cose!- così dicendo incrociò le braccia. Un razzo non sarebbe stato più veloce
ad alzarsi dalla poltrona, ma gli altri due riuscirono a trattenerlo prima che
spaccasse qualcosa.
Passato lo shock e con la constatazione che la
trasformazione era solo esterna, anche Seiya si unì al compito degli altri due.
- Abbiamo svegliato il brutto, ora ci mancano
il buono ed il cattivo; chi svegliamo per primo?-
- Direi Shun: ci vorranno quattro persone per
trattenere Ikki quando scoprirà cosa gli hanno fatto- In effetti il cavaliere
della fenice era stato trasformato in una rispettabile signora di mezza età,
con una voluminosa permanente, un tailleur verde bottiglia e delle calzamaglie
nere. Non era propriamente femminile ma nemmeno propriamente maschile.
- Hanno usato una mano particolarmente pesante
su di lui, non trovate? Anche come curve gli è scappata la mano di qualche
centimetro. Svegliamo Shun.-
Si recarono verso un divano un po’ distante
dove gli ignoti rapitori avevano messo l’amico. Come Hyoga anche lui era un po’
più donna degli altri: aveva un foulard nero al collo, una maglia dello stesso
colore e dei jeans aderenti.
- Cacchio, se fosse una donna.-
- Giù le mani, Seiya, lui è mio!-
- Svegliamolo e vediamo come reagisce.–
Shiryu stava per lacerare con il
suo micidiale spillone la rosea mano di Shun che, ignorante del pericolo,
dormiva sorridendo angelico. Ma il cavaliere del dragone non provò alcuna
pietà, anzi, spinto da una morbosità diabolica, affondò la punta.
- Ahia, no, dai, Hyoga, lo sai che non mi
piace farlo sadomaso.- con gli occhi sbarrati Seiya e Shryu fissavano Hyoga che
avrebbe voluto sprofondare in una voragine di 30 metri aperta da un movimento
sismico di buon cuore.
Intanto Shun era tornato nel mondo dei vivi e
contemplava i tre amici:
- E’ uno scherzo o mi state prendendo in giro?
Comunque Seiya la camicetta ti dona molto. Mentre tu Shiryu dovresti vestirti
in toni di verde, non di viola e rosso: staresti meglio! E mio fratello dov’è?-
- Ecco, dovresti aiutarci a svegliarlo senza
che si arrabbi troppo perché. beh, guardalo e capirai.-
In effetti anche Shun convenne che ci
sarebbero volute parecchie persone per trattenere Ikki.
- Vai a vedere se esiste una cucina in questo
posto: abbiamo bisogno di acqua.-
- Niente spillone con lui?-
- Mah, troppo pericoloso, meglio di no.-
Hyoga tornò con un bicchier d’acqua che Shiryu
spruzzò in faccia ad Ikki che lentamente aprì gli occhi:
- Uh, se questo è il paradiso devo dire che mi
ha deluso: siete un po’ racchie, angiolette. Ma sbaglio o vi ho già visto da
qualche parte?-
- Se noi siamo bruttine certo tu non ti puoi
dire miss Universo, tesoro- disse il cavaliere, piuttosto seccato dalla racchia
appioppatagli poco prima.
- Shiryu? Dannazione, mio fratello è
contagioso. Ma come c’ho i capelli? Devo aver dormito da schifo su ‘sto divan.-
Sentendosi sotto le mani i riccioli abbassò
molto (molto) lentamente lo sguardo.
Un attimo dopo i quattro avevano fatto in
tempo a fermarlo prima che si precipitasse verso la porta d’uscita.
- Lasciatemi andare BASTARDI, voglio
commettere un Atenacidio!!-
- Fermati, Ikki, pensi che noi ci stiamo
divertendo?-
Ma il cavaliere della fenice si liberò a calci
e pugni dai trattenitori e si lanciò verso la maniglia. Sentì una scossa
elettrica da 1000 volt invadergli il corpo e così il suo tentativo di fuga
fallì miseramente con un volo che neanche l’elefantino Dumbo lo faceva così
lungo.
- Ho come una sensazione di deja-vù.-
- Per favore taci Seiya.Sarà meglio che vada a
preparare una camomilla, ci farà bene. Tu intanto pensa a tuo fratello.- disse
Hyoga che poi si allontanò, mentre Shun e Seiya misero Ikki su un divano e
cominciarono a prenderlo a schiaffi tentando di rianimarlo.
- Guarda se trovi una corda: dopo dovremo
trattenerlo in qualche modo.-
-Volo!- e anche Shun se ne andò con Seiya, nel
salotto rimasero soltanto Ikki e Shiryu. Quest’ ultimo si mise ad esplorare la
stanza. Una cosa in particolare attirò la sua attenzione: dei piccoli
altoparlanti appesi ai lati del soffitto.
Il suo perlustrare fu interrotto dall’entrata
di Shun , seguito da Seiya con una corda in mano. Il femminiello pareva
sconvolto.
-AL PIANO DI SOPRA C’È UNA BAMBA PER BAMBINI,
uff cioè, UNA STANZA PER MASTINI-
-Calma, vuoi dire che abbiamo un cane al piano
di sopra?-
- MA NO! Di sopra c’è una stanza per bambini.
Ho paura, Shiryu, che si tratti di un esperimento tipo "Grande Fratello",
solo che qui si tenta di rendere degli uomini capaci di far bambini? Però non
ho trovato sale di chirurgia plastica, è strano.-
- Shun, non dirlo neanche per scherzo, perché
se a te piacerebbe gli altri lo gradirebbero di meno!-
In quel momento tornò Hyoga con la camomilla e
i classici biscottini di accompagnamento, mentre gli altri tre finivano di
legare Ikki.
- Con o senza zucchero?-
- Volete inzuccherare Ikki?-
- Sto parlando della camomilla, deficiente.
Con, e abbonda pure: non sono a dieta.-
- Mi pare che le corde reggano. Dove le avete
prese?-
- Boh, le ho trovate in uno stanzino che ne
era pieno. C’era anche un grande assortimento di manette, collari e fucili a
siringa. Forse ci sono sul serio dei cani in questa casa.-
La bevanda era ottima e anche molto
concentrata. Così finirono per calmarsi del tutto ed abituarsi alla bizzarra
situazione.
Anche Ikki si era svegliato e, sotto
giuramento di non malmenare nessuno, lo avevano slegato ed ora ascoltò anche
lui con preoccupazione il racconto del fratello a proposito del piano superiore
della casa.
- Quindi siamo in una casa isolata
elettricamente, con un salotto molto ampio, una cucina già rifornita di
vivande, uno sgabuzzino pieno di arnesi da immobilizzamento ed una camera per
bambini.-
- C’è dell’altro: ho contato pure tre bagni,
due camere da letto e un’infermeria da pronto soccorso, tra l’altro molto ben
fornita. Non ho ancora capito se quella reincarnazione svitata intende farci
allevare bambini o besti.
Un "fzzzz.crackle" interruppe il
discorso di Ikki, e dopo un irritante jingle la voce di Saori risuonò per la
stanza:
- L’ ambiente è di vostro gradimento? L’ha
arredato uno dei più famosi designer dell’ intero pianeta. Ma più che i mobili
i veri elementi che caratterizzano l’ambiente siete voi, avete un aspetto
adorabile ragazzi miei!
- AH! Adesso sfottete pure sottospecie di
viscida ameba. Diteci piuttosto perché ci avete rinchiusi qua dentro conciati
così?-
Ikki si era alzato di scatto rovesciando la
sua tazza, ma con il suo nuovo look appariva minaccioso quanto un allevamento
di coniglietti, con la gonna che gli impediva i movimenti e l’espressione
mitigata dal rossetto color fucsia.
- Non agitarti, pulcinotto. Ma ora vi darò
alcune semplici istruzioni per gestire la vostra vita per questa settimana.
Domani verranno delle ragazze ad insegnarvi
come una donna molto trendy si trucca e si veste. Il secondo giorno farete una
prova in giro per la città.
- Ma avete parlato di una settimana!
- Infatti, questi giorni vi serviranno per i
prossimi 7, quando avverrà la vera missione. Conto su di voi e ve saludo. Ma no
preocupa, io veglierò su di voi come al solito. Come cazzo si mette quello
stupido jing.#click#- e la fastidiosa musichetta concluse il dialogo con Saori.
- See, veglieraà su di noi come al solito,
pezzo di mer. e come al solito le grane ce le sorbiamo noi!
Andarono tutti e cinque in cucina per
prepararsi qualcosa per cena. In uno scaffale stavano una pila di dispense di
"Mago ai Fornelli" e nel frigo l’indispensabile per un pasto
nutriente ma povero di calorie.
- Stabiliamo alcune regole ragazzi: chi sa
cucinare in questa casa? L’ultima volta che ho provato l’ospedale vicino ha
guadagnato un casino in lavande gastriche.
- Io me la cavo, mia madre lavorava come cuoca
alla findus e mi ha insegnato come render mangiabile anche un pesce disgustoso.
Dovrei ricordarmelo ancora.
Hyoga si infilò un grembiule blu con sopra
scritto "Make it in the kitchen" e con aria da gran chef cominciò a
tirar fuori pentole e cibarie. Intanto gli altri quattro avevano stabilito i
turni per lavare i piatti dato che nessun altro sapeva cucinare una sostanza
meno letale del cianuro.
- Tu Hyoga, dovrai insegnarci prima o poi, se
mai dovesse capitarti qualcosa.
- Oh no problem, quelle le dispense di cucina
le capiscono anche gli idioti.
In quel momento Seiya sfogliandone una chiese:
- Su quale albero si colgono le noci di
burro?-
Hyoga preferì non commentare e riprese:
- Vi và del pesce?
Seiya rispose:
- Ci puoi scommettere il tuo culetto da
finocchio!AHAHAHAHA.orgluff...-
Hyoga gli centrò la bocca aperta con un
pomodorino, ostruendogli temporaneamente le vie respiratorie.
Dopo un po’ si alzarono da tavola
stiracchiandosi.
- Chi lava i piatti?
- YAOWN! Domattina! non riesco a tenere gli
occhi aperti.
Al piano di sopra diedero un occhiata alle due
stanze: una da tre letti e l’altra da due.
- Se permettete io e Shun vorremmo quella da
du.- ma Ikki afferrò il fratello per la maglietta trascinandolo nell’altra
stanza.
- No, io dormo con Shun! Hyoga, tieni il tuo
"cigno" lontano da lui, almeno per questa settimana. Tu dormirai con
Shiryu e Seiya. Buonanotte.-
Hyoga, trattenendo le lacrime, entrò
nell’altra camera, dove tre letti accuratamente rifatti li aspettavano.
Shiryu sgusciò in bagno per primo. Si sentiva
come un viado appena uscito da un orgia:
- Che giornataccia! Costretti a cambiare sesso
dalla propria dea protettrice! Suona ridicolo. Mi sento a pezzi. oh cacchio! mi
stavo pulendo i denti con lo spazzettone del cesso. Non è proprio giornata.
Hyoga intanto si era tolto gli stivaletti
stendendosi sul letto più vicino alla porta.
- Guarda che bei pigiamini che ci hanno dato!
Il tuo come è? Seiya? Mi ascolti?-
Ma il cavaliere si era già addormentato.
Apollo con una risata soddisfatta interruppe
il collegamento video-telepatico con la villa. Dunque la sua adorata sorellina
giocava molto sporco! Ma non l’avrebbe detto a Zeus: quei poveri ragazzi lo
facevano morire dal ridere. Avrebbe complicato parecchio l’esistenza durante i
giorni seguenti.
Capitolo 3 - IL SECONDO GIORNO
- Shiryu, vorrei che questo momento non
finisse mai.-
Le dolci stelle ammiccavano verso i due
innamorati che ai piedi di un salice si guardavano negli occhi circondati da
una magica atmosfera.
Shunrey avvicinò il suo viso sorridente a
quello del cavaliere, le loro labbra si avvicinarono, Shiryu chiuse gli occhi e.
- Sci lovs iu ie, ie ieeeeeee!!-
Shunrey gli aveva urlato in faccia e si era
messa a cantare a squarciagola con movenze sincopate. Con la voce di Seiya
oltretutto.
Lentamente il ragazzo alzò una palpebra e
subito fu del tutto sveglio, e capì che la voce proveniva dal bagno: si chiese
chi poteva sgozzare maiali in bagno di mattina presto, ma poi capì che era il
cavaliere di Pegasus che gorgheggiava sotto la doccia.
Ormai tanto valeva svegliarsi del tutto. Si
infilò una vestaglia e delle ciabatte (a pon pon rosa shocking, ma del resto il
pavimento era freddo), mentre Seiya intonava le prime note di "Don’t cry
for me Argentina" e scese in cucina da dove arrivava un allettante
profumino di brioches appena sfornate.
Scese le scale e si recò verso la sala, dove
Hyoga stava servendo Shun.
- Ancora un po’ di zucchero nel cappuccino?-
- No, mi accontento delle tue dolci parole,
coniglietto mio.-
Shiryu provò un moto di profondo disgusto ed
un senso di nausea, probabilmente dovuto all’eccesso di zuccheri. Ma le
brioches avevano un profumino troppo invitante, così alla fine varcò la soglia
e si sedette di fronte a Shun. Prese una tazza di caffelatte cercando di non
badare a Hyoga che portava un pezzo di dolce alla bocca dell’amichetto che gli
leccò le dita soddisfatto.
- Ne vuoi ancora, batuffolino?-
Shiryu per non vomitare si mise a pensare ad
una storiella cinese sulla filosofia dell’amicizia a proposito della gru e dei
tanuki che si battono la pancia.
Dopo un po’ entrò anche Seiya sfregandosi le
mani e dicendo:
- Allora, che c’è di buono?-
- Finocchi.-
- A colazione? Dove?-
Shiryu stava sbranando la quinta
brioches mentre era arrivato al punto in cui la gru si sacrificava per i
cuccioli del tanuki che disperato si suicidava impiccandosi ad un glicine in
fiore.
Anche Seiya si sedette addentando un dolcino
alla crema.
- Dov’è Ikki?-
In quel momento sentirono delle voci in
giardino:
-(nda: leggere con forte accento tedesco)
CIRKONDATEN L’EDIFIZIEN! NON LASCIATE KE IL PRICIONIERO SKAPPI!-
Poi si sentirono dei latrati di cani a cui
seguirono le urla di Ikki:
- NO! I CANI NO! Crucchi di merda! -
Dopo ci furono alcuni secondi di silenzio al
termine dei quali.
- Eins, zwei, drei! In marcien, soldaten.
Riportaren der fuccitifen in kasen und scortiren die frauleinen. -
La porta si aprì ed entrarono due SS con Ikki
ammanettato insieme ad alcune ragazze al capo delle quali stava la famosa
rossa. Chiudeva alla fine un tedesco con i capelli a spazzola.
- Missionen kompiuten! Fraulein, auf
Wiedersehen-
- Grazie mille, herr Heider. -
Detto questo i soldati se ne andarono
lasciando i quattro cavalieri con gli occhi sbarrati.
Ikki, sotto forte stato di shock, balbettava:
- Te-tedeschi.sono ovunque! Siamo finiti in un
lager!!-
Shun cercò di confortare il fratello:
-Avanti, fratellino, cerca di calmarti.-
- Ci uccideranno tutti!-
- Ikki, per favore.-
- NON FARTI LA DOCCIA!!!!- urlo afferrando
Shun e scuotendolo.
Seiya si fece avanti chiedendo con un filo di
voce:
- Ma chi erano quelli? -
- I soldati della nostra scorta, in modo che
non approfittiate della nostra presenza per svignarvela.-
Intanto i tedeschi si erano accampati in
giardino a bere birra e leggere passi di "Mein Kampf".
- Ma torniamo a noi, pasticcini, anzi
pasticcioni. Ora vi insegnerò la difficile arte di essere donna.
Cominciamo con i trucchi: eccovi delle
scatoline "Pupa": che ognuno provi ad usarle. -
Divisi i cinque nei tre bagni ( Shiryu con
Hyoga, Ikki con Seiya e Shun) li lasciò alle prese con i loro belletti per un
quarto d’ora, anche se a tratti si sentivano strane frasi:
- Mi piace questo rossetto: ha un retrogusto
gradevole.-
Un urlo più forte degli altri uscì
dal bagno di Shiryu:
- Chi è quel figuro dal variopinto viso che mi
fissa con fiero cipiglio?-
- Togliti da davanti allo specchio, imbecille.-
Alla fine uscirono e la miss potè notare i
particolari risultati dell’esperimento: una specie di miscuglio fra pitture di
guerra indiane miste a stile "Brave heart" con un tocco di maschere
da teatro tragico giapponese.
- No, zucchini per non dire zucconi, proprio
non ci siamo. Forse è meglio se vi studiate questo.-
Ma dopo aver visto il primo capitolo del
"Manuale del Make-up" ( "Come risaltare meglio i propri
occhi") caddero in un forte stato di depressione che non potè che
aumentare al suono del coretto dei nazisti che cantavano:
- Zwanzig Personen in Automobil, das ist zu
viel, das ist zu viel!-
- Adesso le ragazze vi daranno una mano.
Ricordate che dopo vi farò qualche domandina.- Cocluse la Rossa, sospirando.
Tre ore più tardi.
- Domandina finale, biscottini: dove si mette
il mascara?-
Ikki mormorò sottovoce:
- In culo il mascara.-
Shun lo guardò ridacchiando:
- Ma no! Si mette sulle ciglia, sciocchino!-
Ikki gli lanciò uno sguardo omicida.
- Cosa avete da confabulare voi due?-
- Oh, niente! Mio fratello si era confuso
sostenendo che il mascara si metteva fra i glutei.-
Ikki sibilò alla volta del fratello:
- Nei prossimi giorni guardati le spalle.-
- Silenzio laggiù! Domande finali!-
- Ehi, ma non era quella l’ul.-
- SILENZIO TU! Se avete un vestito blu di che
colore va il rossetto?-
-(con voce annoiata, in coro) Rosso chiaro-
- Bravi! E l’ombretto?-
- (sempre in coro,con voce ancora più
sconsolata) quello non dipende dal vestito ma dagli occhi.-
- Vedo che a qualcosa è servita questa
giornata! Bravi! -
E diede un paio di buffetti sulla guancia ad
Ikki, che in quel momento avrebbe avuto molto bisogno di conoscere la
storiellina di Shiryu sui tanuki.
Con un sorriso soddisfatto la donna si alzò e
lanciò un ordine:
- HERR HEIDER! I vestiti, bitte.-
I soldati smisero all’istante di cantare
(" Oh, Tannenbaum, oh Tannenbaum, wie grün sind deine Blätter!) e
marciando entrarono nel salotto recando cinque bauli pieni di vari capi di
abbigliamento.
- Per oggi può bastare. Credo che sarete in
grado di vestirvi da sole, ehm, da soli. Herr Heider, ci scorti verso l’uscita,
abbiamo finito.-
Marciando in fila per due lasciarono la casa
ed il giardino.
Osservando i bauli scoprirono che in quei
sette giorni Shun sarebbe stata Yumi, Ikki Hortensia ( detta mrs Robinson),
Seiya Mikiko, Hyoga Natasha e Shiryu Hay Lin.
Si ritrovarono la sera nella sala da pranzo:
- Natasha, cosa ci hai preparato di buono?-
- Ho voluto riprovare a truccarmi, quindi ho
lasciato in mano la cucina ad Hortensia.-
- E basta con ‘sti cavolo di nomi,
ricordiamoci che siamo uomini! Quindi ho preparato un piatto da veri uomini! -
E detto questi Ikki riempì i piatti. I
cavalieri fissarono la fumante pietanza sospettosi.
- Cos’è questa. carne?-
- HAGGIS! Fa crescere i peli sul culo!-
- Oh! Shiryu, è proprio quello che ti serve
per farti crescere la barba. AHAHAHAHAH!-
La inopportuna risata di Seiya venne soffocata
da Shiryu, che lo centrò con un cubetto di porfido che aveva casualmente in
mano.
Capitolo 4 - IL TERZO GIORNO
Nella sua lussuosa macchina, Alan stava
facendo un giro per la periferia per rilassarsi un pochino. La vita in ufficio
era sempre più difficile e lo stress aumentava come il carico di lavoro da
fare.
Pensare che poi ci sarebbe stato
quell’odiosissimo ballo il venerdì seguente e a lui sarebbe toccato portare una
delle solite racchie straricche figlie dei colleghi del padre, proprietario di
una delle più famose case automobilistiche del mondo.
Passando davanti ad un giardino molto ben
curato vide due figure di spalle che passeggiavano. Una delle due si girò ed al
giovane industriale si fermò il cuore: pareva un angelo biondo sceso sulla
terra, leggiadra come una fata, aggraziata come una principessa, gnocca come
Pamela Anderson. E rideva, parlando con la sua amica.
"Ah, si angelo mio, continua a ridere con
la tua voce celestiale: non mi stancherei mai di ascoltarla!"
Sentiva che tutto in quella ragazza era
perfetto: il trucco leggero, il maglioncino bianco appena abbottonato, la
gonnellina azzurra, e le ciabattine che calzavano due piedini da cenerentola. I
suoi occhi parevano due zaffiri ed i capelli una cascata di oro rilucente che
rischiarava la sua vita triste ed inutile.
"Devo parlarle, conoscerla! Sento che
morirò senza di lei!"
Ma come fare? Pareva che il giardino fosse
recintato con filo spinato e corrente elettrica ( "povero il mio uccellino
in gabbia!").
Ma in quel momento un angelo, sotto forma di
fattorino, gli diede modo di incontrarla:
- Ragazzo, ti darò questi se mi lascerai
recapitare quel pacco al posto tuo!-
Così dicendo porse allo stupefatto fattorino
50 sacchi.
Senza replicare quello se ne andò via
abbandonando il pacco (generi alimentari) nelle braccia di Alan che, felice
come una mosca in un bidone dell’immondizia che puzza di merda, suonò al
cancello:
- Ki essere du! Intruso!?-
- So-sono il fattorino, signore-
- Deine faccien non konficermi! Du essere
maledetten spien inklese! Ora ti faccio pakare tua intrusionen!-
Da un cespuglio sbucò fuori una guardia
tedesca che lo minacciò con un mitra.
Alan stava per scappare a gambe levate, quando
giunse una voce alle sue orecchie:
- NO, stupido crucco! Non vedi che deve
recapitare un pacco? Metti giù quell’affare e sparisci! Gehe auf! Fora dalla
balle!-
- Kome folere, frau Robinson. Io oppediren.-
Il pazzo se ne andò e Alan si rilassò un
attimo. Ma subito si rese conto che vicino alla signora che aveva parlato stava
il suo angelo biondo che sorridendo diceva:
- Scusate, sapete. È abituato ad altri
ambienti. Ma voi cosa ci fate qui?-
- Io fofo.afef.fofu.alem.quiquo.ehm.-
- Giuda ballerino, non bastavano i nazisti,
adesso pure i talebani! Se non riesci a parlare come noi cani infedeli levati
dai piedi!-
- Su, Hortensia, non essere scortese con gli
ospiti! E la mattina prendi il tuo spray per la gola- aggiunse sibilando data
la voce non esattamente femminile dell’amica. Poi continuò:
- Io sono Natasha. Ci siamo trasferite qui da
poco, quindi è meglio farsi recapitare le cose a casa mentre impariamo dove si
trova il supermercato. Oh, ma quella macchina è sua, signor..?
- Alan, e quella è la mia Ford, ma io la
chiamo Alan’s Ford.-
- Che gioco di parole del cazzo!-
- Hortensia! Non ci faccia caso, io invece lo
trovo molto divertente! Oh, ma le sto facendo perdere tempo. Arrivederci!-
Anche se gli avevano chiuso la porta in faccia
Alan si sentiva più leggero di uno scheletro anoressico, beh sì, di una piuma,
e con qualche incoerente passo di danza ritornò alla sua macchina.
"E’ chiaro che è cotta di me! Devo
rivederla al più presto, anche se a sorvegliarla fosse tutto il terzo
Reich!" e subito, sgommò via con la sua auto nuova fiammante.
- Pezzo di deficiente! Ti sembra il momento di
metterti a raccontare della tua vita passata!? E con un estraneo per giunta!-
- Era un tipo così simpatico! Anche se non ho
mai visto un fattorino con certi vestiti griffati. E con certe macchine. Ed era
pure carino!-
- Sei donna da poco più di 24 ore e ti sei già
innamorata? E poi non puoi tradire Shun così :ci rimarrebbe male, poverino!-
- Ma dicevo così per dire, ah ah!-
- Scusate, frauleinen-
- Che vuoi nazi?-
- Stamattinen noi afere trofato kani in uno
ztato pietoso sotto finestra di fostra kucina.-
- Poverini, non dovevamo buttare quella
robaccia fuori dalla finestra.ops!-
- COSA AVETE FATTO CON IL MIO HAGGIS!!!???-
Seiya si affacciò alla finestra:
- Ho provato anche a farci il bidè ma i peli
sul culo mica mi venivano!-
- Ehi, ma che ci fa quell’ebreo alla
finestra?-
Il nazista colpito dalle parole di Ikki in uno
scatto di idrofobia antisemita vuotò un caricatore su Seiya.
-Un epreo di meno, ja?
- NO, scimunito magnacrauti. Ikki! Che scherzi
di cattivo gusto! Ti fa male Seiya?-
- Solo se respiro.-
- Vado a prendere i cerotti. Facciamo in
fretta: fra poco dovremo fare la prova in città!-
Infatti quel pomeriggio avrebbero saputo se il
loro travestimento funzionava con tutti gli abitanti della città.
Accompagnati dalla loro scorta in borghese
fecero un simpatico giro di Tokyo.
I cavalieri non avevano mai visto Tokyo di
giorno, dato che la loro dea gli mandava sempre in tanta malora per salvarle il
culo.
Shiryu scattò un sacco di foto, finché disse:
- Ho finito il rullino, ne vado a comprare uno
nuovo.- e si allontanò assieme a due uomini della scorta.
Hyoga e Seiya se ne andarono con altri quattro
per vedere dall’alto la famosa torre di Tokyo.
Quindi Ikki e Shun continuarono a passeggiare
allegramente per la città. Finché.
- Guarda Hortensia! Una palestra di scherma
giapponese! Io non avevo mai visto una palestra di scherma giapponese! Andiamo
dentro la palestra di scherma giapponese!-
Ikki infilò in mano al fratello un dizionario
dei sinonimi comprato in pochi istanti da una bancarella, ma pensò che non ci
fosse nulla di male se suo fratello voleva visitare una palestra di scherma
giapponese. Così entrarono nella palestra di scherma giapponese (lo scrittore
si è assentato un attimo per cercare una bancarella come quella che ha visto
Ikki).
La scorta rimase fuori ad aspettarli, poiché
si era rifiutata di togliere i pesanti anfibi. Shun guardava ammirato
l’ambiente caratteristico, mentre Ikki leggeva su un opuscolo della palestra:
"Mh, Doijo Yoshioka, sede temporanea di
Tokyo."
Venne distratto dalla sua lettura da molte
voci: un gruppo di allievi aveva cominciato a parlare con suo fratello.
- Ciao bella, sei qui da sola?-
- No, veramente con me c’è anche mio fra. mia
sorella!-
Tutti si voltarono anche verso Ikki.
- Ehi, dolcezze, che ne dite di venire con noi
stasera? Potremo divertirci parecchio!-
Ikki scattò in piedi ed urlò:
- Come osate, branco di spade mosce!-
Ma nessuno lo degnava di ascolto. Quindi pensò
di non essere minaccioso come voleva apparire.
Prelevò dalla calca intorno al fratello un
allievo, e lo portò tenendolo per il bavero fino allo spogliatoio. Ne uscì
vestito da samurai (maschio). Urlò di nuovo:
- Lasciatela subito in pace! Non permetterò
che l’onore degli antenati venga infangato da voi!-
- Chi sei, samurai errante?-
- Sono Ikki.che cazzo mi invento.Miyamoto!-
Una voce giunse dal nulla:
-Ho sentito per caso il nome
Miyamoto?-
In quel momento entrò nella stanza un tappetto
effeminato.
- Non dimenticherò l’onta che la tua stirpe ha
portato alla palestra, anche se hai cambiato nome ti riconosco, Musashi!-
Ikki, totalmente esaltato (leggi
rincoglionito) ribattè:
- Sì, e sono qui per vendicare il mio amico
Matahachi e la bella Otsu! Un attimo, cosa sto dicendo?-
Ma il tappo non aveva colto l’ultimo pezzo
della frase.
- Bene, allora io, Seijuro Yoshioka
ventiquattresimo, ti sconfiggerò!-
Ikki cominciò a preoccuparsi.
- Ci dev’essere un errore, io non mi chiamo
Miyamoto.-
- Non accampare futili scuse. Leggo nei tuoi
occhi che hai paura, Musashi. Ora assaggerai la tecnica segreta della scuola
Yoshioka: Ali della fenice!!!-
- Mh, questo mi ricorda qualcosa, è. EHI, MI
HAI FREGATO IL COLPO SEGRETO!-
Parò la sua tecnica con la katana di legno
impugnata poco prima, e quella si spezzò a metà.
Ikki pensò che fosse meglio svignarsela, ma
poi sentì il suono di un flauto e si girò verso il fratello, che
inspiegabilmente indossava un kimono. Poi quello lo guardò con i suoi occhioni
da bufalo d’acqua.
Si ritrovarono per merito di un qualche
effetto speciale in un bosco, vicino ad un fiume. Ikki non poté fare altro che
avventarsi contro gli allievi, che si erano ridotti a quattro, per poter
raggiungere il fratello, che intanto piangeva più di un coccodrillo che
sbucciava cipolle dopo pranzo in una stanza invasa da lacrimogeni.
- Musashi!-
- Otsu!-
- MUSASHI!-
- MA CHE COSA SUCCEDE QUI!-
L’urlo di Ikki risvegliò tutti dalla visione,
mentre uno degli allievi andava verso l’incensiere.
- Toh, che scemo, avevo messo del crack al
posto dell’incenso!-
- Ah, sì? Beh, questo espediente ti ha fatto
guadagnare tempo, Musashi. Ma non credere di essere scappato alla mia ira!-
- Aspetta, parliamone!-
- Giammai! L’orgoglio del mio antenato
dev’essere soddisfatto! Verrai sconfitto dalla famiglia Yoshioka!-
- Ho sentito per caso il nome Yoshioka?-
Tutti si voltarono verso la porta. Ikki ormai
si aspettava anche di veder entrare il vero Musashi (quantomeno lui se la
sarebbe potuta filare).
Invece dalla porta sbucarono due infermieri
con in mano una camicia di forza.
- Bene, è da tempo che la cercavamo, signor
Taro, venga con noi.-
- No, questo è lo scontro più importante della
mia vita! Non potete! Sto per battere Musashi Miyamoto! Sono Seijuro Yoshioka!-
- Sì sì, dicono tutti così.- i due
immobilizzarono il poveretto e lo trascinarono di fuori. Per i lettori
dall’animo gentile che si preoccupano della sorte del disgraziato teniamo a
precisare che la sindrome Yoshioka è diffusa in Giappone quanto da noi la
sindrome di Napoleone. Ora Seijuro convive con altri 3487 omonimi e può
affrontare se vuole altri 5924 Musashi Miyamoto.
Ikki rise per scaricare la tensione.
- Beh, del resto come avrebbe potuto battere
il cavaliere della fenice?-
Dalla porta riapparvero i due infermieri:
- Cavaliere della fenice? Diamine, questi
fumetti stanno distruggendo la psiche dei ragazzi! E’ già il
cinquantatreesimo.- e si diressero con un secondo camice verso Ikki. Questi
afferrò il braccio del fratello e schizzò in strada a gambe levate.
- Che succede fratellino?-
- Il mio quinto senso e mezzo è in allarme.-
- Oh che bello, hai acquisito un altro senso
oltre al settimo!-
- Ma taci, coglionazzo.- lo ammonì
amorevolmente il fratellino.
Hyoga stava guardando verso l’alto con un
grazioso binocolo un punto imprecisato sulla sommità della torre di Tokio.
All’improvviso sbucarono due figure che o
qualcuno gli aveva messo il pepe nel culo oppure avevano vent’anni di arretrati
con il fisco.
- Sbrigati! Se rimaniamo qui qualche secondo
in più rischiamo di farci rinchiudere!-
- Aspetta, aspetta.dieci.nove.otto.sette.sei.Eccolo
lììììììììììììììììììììììììì.- e mentre parlava stava abbassando gradualmente il
binocolo, fino a che.
- Ikki, fatti più in là.-
- E perché cavolo dovre.-
Una massa vagamente umana, urlante ma
soprattutto molto pesante si schiantò sulla schiena del malcapitato cavaliere.
Poco dopo dalla voragine nel marciapiede
spuntarono due figure. Quella che pareva più in buono stato parlò:
- Devo andare all’ufficio brevetti a
depositare questo nuovo sport: bunjee jumping senza elastico! Ehi, Ikki perché
sei vestito da samurai? Certo che sei un tipo strano.-
- Sarà meglio tornare a casa. Recuperiamo i
tedeschi!-
Capitolo 5- L’INIZIO DELLA FINE
Avvenne il gran giorno.
La tensione si poteva tagliare con un coltello
e Hyoga ci cucinò delle gustose omelette.
Ognuno sapeva che sarebbe apparso da un
momento all’altro, ma nessuno percepiva ancora la sua presenza.
Quand’ecco il cielo si oscurò, la porta
sbattè, un fulmine squarciò l’orizzonte e si sentì uno scroscio.
- Ma che schifo, avevo appena pulito!-
- Scusate, l’emozione.-
- Non va mica bene così, si interrompe il
pathos!-
Ma lungo il viale avanzò una figura stagliata
nitidamente dai lampi: in un attimo varcò la soglia.
- S-sei Vega?-
- No- sibilò una voce cavernosa
– SONO IL VOSTRO PEGGIORE INCUBO!!!! BWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!-
E svennero tutti di colpo.
Uno dopo l’altro si risvegliarono: sul divano
c’era il bambino più adorabile del mondo.
Occhi azzurri e boccoli biondi da angioletto.
- Ciao, ziette, io sono Vega e credo che
passeremo tante belle cose assieme!
Molto sollevati i cinque si avvicinarono
convinti che la visione di poco prima fosse stata solo il frutto della sacher
ripiena di brioches al mascarpone presa a colazione.
Chino sul tavolo Vega osservava con occhi
famelici un povero corpo dalle carni dilaniate:
- Ed ora lascia che asporti il tuo cuoricino.-
#BEEEP!#
- Dannazione, tocca a te!-
Shiryu era impegnato a giocare col bambino
all’ “Alleglo Chilulgo”, versione giapponese del famoso gioco da tavolo, mentre
gli altri si occupavano della casa.
- Scusate, ma sento il bisogno di farmi una
bella doccia.-
- Mh, io vado in giardino.-
- Io in cucina.-
- Io pure.-
- Tu bada al bambino.-
Tutti, escluso Shiryu, uscirono dalla stanza.
Per un po’ giocarono tranquillamente, ma
quando Shiryu passò in vantaggio con una perfetta asportazione di femore.
- Ehehehe, non arrabbiarti, io sono un
campione in questa roba! Da grande sarai bravo proprio come lo zio.ehm. la zia
Hay Lin.-
Comunque Vega si alzò in piedi e chinò la
testa in avanti:
- Nessuno mai mi arrecò un cotal affronto!-
Shiryu notò, quando il bambino rialzò la
testa, che le sue orbite erano vuote e la sala veniva scossa da un vento
infernale.
- LE TUE CARNI DILANIATE VERRANNO ESPOSTE
SULL’OLIMPO!-
La voce divenne stranamente profonda e delle
lunghe zanne sostituirono i dentini da latte.
- No.NO! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!-
Gli altri cavalieri fecero irruzione nella
stanza.
- Tutto bene? Ci sembrava di sentire degli
strani rumori. Visto che non erano in tedesco pensavamo venissero da qua. ma
Shiryu, ti senti bene?-
Questi tremava a terra pallido come un
imbianchino passato nella candeggina, mentre il bambino sorrideva angelico.
- Hay lin cara, cosa ti è successo?-
- V.Vuole.VOLEVA AMMAZZARMI! QUEL BAMBINO MI
VUOLE FAR LA PELLE!-
Seiya si avvicinò al bambino:
- Vega, caro, vero che non vuoi uccidere alla
zia Hay-Lin, vero?-
Con una voce di quelle che evocano sfondi a
cuoricini e fiori di campo e musichette celestiali l’angioletto rispose:
- Noo, i-io. volevo giocare!
- Bravo! Così si fa!- e tutti e quattro
uscirono di nuovo dalla stanza.
A distanza di pochi secondi Hyoga ridacchiò:
- Shiryu non ci sa proprio fare con i
bambini!-
Se si fossero girati avrebbero visto un tentacolo
afferrare Shiryu per una gamba, sbattacchiarlo urlante per la stanza ed in fine
sbatterlo fuori dalla finestra (ovviamente chiusa).
La porta sbatté chiudendosi. I quattro si
voltarono:
- Tutto bene?-
Il bambino si affacciò e annuì con aria innocente.
Poi chiuse la porta placidamente.
I cavalieri si voltarono di nuovo:
- Secondo voi è il caso di preoccuparsi?-
-.-
-.-
-.-
-Naa.- fece Ikki.
- Naaaaaaaaaaaaaaaaaa!!- risposero gli altri,
e se ne andarono via.
Intanto nella stanza.
- Infermiera, procediamo illustrando la
patologia del paziente: il soggetto pensa di poter vincere quando vuole lui, è
un adulto ma, soprattutto, URLA TROPPO!! Cosa mai possiamo fare per guarirlo?
Semplice, in realtà. Il suo problema è prettamente psicocerebrologico-somatico:
un problema al cervello, sicuramente. E il mio motto è.- il piccolo Vega,
camice bianco macchiato di sangue, occhiali riflettenti a fondo di bottiglia,
mise in funzione una sega elettrica di notevole entità che una prosperosa
infermiera bionda gli aveva appena porto.
-.Estraiamo il problema alla radice!! –
Intanto Shiryu era stato ammanettato ad un
letto da sala operatoria (o da sala torture?) e, diciamo, non era esattamente
la definizione di “a suo agio”.
- NO! Non voglio morire un’altra volta, c’è un
procedimento da rispettare, non mi sono ancora accecato. E POI È FASTIDIOSO,
ECCO!!-
Vega avvicinò la motosega alla testa del
cavaliere del dragone, mentre essa ronzava allegramente. Shiryu strinse i
denti.
In quel momento entrò Seiya con un barattolo
di crauti da cinque chili sotto il braccio e un forchettone in mano:
- Hay-lin, hai mai assaggiato ‘sta roba? È
fenomenale!! Ehi, ma quello che state facendo non è pericoloso?-
Il bambino si voltò verso di lui:
- Accidenti, mi hanno scoperto!!- prese in
braccio l’infermiera e si buttò fuori dalla finestra.
- Grazie al cielo Seiya! Ora liberami, in
fretta!- il cavaliere del Pegaso appoggiò i crauti (non senza averne ingoiato
altre due forchettate) e slegò l’amico.
- Incredibile! Non solo non sono morto ma.
VEDO ANCORA!!!- Shiryu sbatté nell’euforia contro una mensola che sosteneva una
tanica di varechina concentrata per incrostazioni di fonduta. Caso volle che il
flacone fosse aperto e che, cadendo, gli finisse tutto negli occhi.
-Noooo!- urlò Shiryu in preda allo sconforto.
Con la sua aria da filosofo consumato Seiya si
limitò a proclamare:
- Vuolsi così colà dove si puote ciò che si
vuole!-
- Ma possibile che dici cose intelligenti solo
quando non servono? Piuttosto dobbiamo inseguire il bambino!-
Shiryu tirò fuori un bastone, inforcò un paio
di occhiali neri e richiamò un cane lupo con un fischio. Poi disse:
- Seguimi Seiya!-
- Un attimo!- ingurgitando in un solo colpo il
contenuto restante della latta di crauti, Seiya si dichiarò pronto a seguirlo.
Il guercio e l’imbelle si catapultarono in
giardino, dove Shun stava cogliendo primule mentre canticchiava una dolce
nenia. I due non persero tempo e lo bersagliarono con una domanda fulminea:
-IL BAMBINO! Dove è il BAMBINO!-
- Oh, dove andate così di fretta? E tu Shiryu,
cosa ci fai conciato così?-
- Il bambino ha tentato di uccidermi!!!!-
- Ecco perché stava scappando: l’ho visto
andare in quella direzione con un’infermiera sottobraccio.-
- Presto, andiamo!!!-
- Io chiamo gli altri?- domandò Shun.-
- Buona idea. La situazione è critica, fai in
fretta!-
- Burp!- Seiya aveva digerito i crauti. Seguì
comunque il cavaliere del dragone, fino al capanno degli attrezzi da
giardinaggio: furono accolti da una scarica di mitra, che il bambino impugnava
saldamente, trincerato nel capanno.
-AL RIPARO!!!!- Shiryu si nascose dietro una
sequoia, Seiya si buttò nel pozzo lì vicino (- Non solo salvo la pelle, ma mi
diverto pure!!!-). Gli altri arrivarono poco dopo:
- Che succede?-
- Il bambino è un mostro omicida e non sembra
troppo affezionato alla nostra vita.-
- Un risvolto tutto sommato interessante, devo
dire.-
- Cosa possiamo fare?-
Intanto Hyoga si sporse, e vide il mitra. Un
flashback gli attraversò la mente:
[due soldati corrono tra le macerie di un
villaggio in rovina. Uno è Hyoga.]
Caloggero:-Ci sono alle calcagna!! Scappa,
mentre io li trattengo!
Hyoga:-NO! Avevo giurato alla piccola
Elizabeth di proteggerti! Non ti abbandonerò Caloggero!
Caloggero:-Stupido, non vuoi rivedere casa
tua?
Hyoga:-Io.io.
Caloggero:-Vai!
Hyoga:-Nooooooo, non morire Caloggero!!!
[scappa via in lacrime]
- Hyoga? Hyoga? Tutto bene?- Shiryu scosse
l’amico, che sembrò ridestarsi:
- Eh? Ah, scusa, mi ero perso nei ricordi.-
Ikki prese la parola:
- Come contate di scamparla contro quel mitra?
E’ un M-60!-
- Conosci il modello?
- Si, il mio maestro ne usava uno per lavarsi
i denti. Comunque abbiamo bisogno di un diversivo. Io vado correndo davanti a
lui, lui tenta di colpirmi e voi lo prendete alle spalle.
- Sei molto coraggioso Ikki! Buona fortuna-
Shiryu gli strinse la mano, ma non vedendoci, per sbaglio strizzò i coglioni al
cane che gli saltò addosso furente.
-Idiota.- Ikki respirò profondamente. - Uno.due.-
si buttò fuori dal nascondiglio e corse in avanti.
Ma nessun proietile partì: il capanno era
chiuso. Il cavaliere della fenice si fermò e si guardò attorno circospetto:
nessuno in giro. Fece due passi verso il capanno: un fruscio dietro di sé. Si
voltò di scatto: Seiya stava emergendo in quel momento dal pozzo:
- 100 metri! Che goduria , saperlo prima.
Cioè, non dura tanto ma le pareti sono così strette che continui a sbatterci
contro!!!
Ikki lo mandò a fare una cosa che nessun altro
avrebbe potuto fare per lui. Poi proseguì verso il capanno.
Lentamente poi aprì la sua porta, pronto da un
momento all’altro a buttarsi per terra ed evitare una eventuale scarica di
mitra. Dapprima lo socchiuse pian piano, poi trasse un profondo respiro e lo
spalancò.
-Vuoto?! Ma non è possibile!!!- Ikki si
ritrasse mostrando a tutti il capanno desolatamente vuoto.
- NO! Deve aver usato uno dei sui poteri da
divinità.- mormorò Hyoga.
- Ehi, secondo me ha scavato un tunnel con le mani.-
soggiunse con aria da intuizione geniale Seiya.
- Ma tappati la bocca, beone! – gli intimò
amichevolmente Shiryu mollandogli una coltellata nello sterno.
- Ma ha ragione! Quel ragazzino ha scavato una
galleria! -gridò Ikki, indicando un grosso buco sul fondo del capanno. Shiryu
guardò sconcertato Seiya, che gli sorrise beffardo.
- Mmm, sembra parecchio fondo. Vabbè,
prendiamo una corda e inseguiamolo. In casa dovrebbero essercene ancora
parecchie.- Hyoga se ne andò in direzione della casa.
- Fermi stolti! Voi non sapete quali orrori vi
attendono nelle viscere della terra!!- tutti si voltarono verso di Seiya,
ovvero colui che aveva pronunciato quest’ultima frase con voce cavernosa.
- Cosa?-
Seiya si schiarì la voce, e tornò a parlare
normalmente:
- Dicevo, che qua sotto c’è un immenso
complesso di cripte e sotterranei, in cui venivano torturati fino alla pazzia
tutti i ragazzi che si comportavano male alla villa di Saori. Ah, beata
gioventù!-
- Cosa? Venivano torturati? Ecco perché il
cavaliere dell’uccello del paradiso non esiste! Molti di noi sono morti ancor
prima dell’allenamento! - mormorò Shiryu pensoso.
- Naa, quel cavaliere non esiste perché tutti
si rifiutavano di indossare quella armatura piena di nastrini.- disse scuotendo
la testa Seiya.
- Un momento, e tu come lo sai Seiya?-
- Potevo scegliere tra quella e l’armatura di
Pegaso. Ero indeciso ma alla fine.-
- Mi riferivo ai sotterranei, coglione. -
sibilò Ikki che non mancava come al solito di un certo tatto.
- Ci finivo dentro ogni fine settimana. Pero
mi ero fatto amico l’omino delle torture, e lo convincevo sempre a usare la
corda. Praticamente ti legano per la caviglia e ti buttano giù per.-
- Ma allora tu come hai resistito senza
impazzire?-
- Grazie al mio amico Polly. - si avvicinò
agli altri cavalieri e gli disse sottovoce:
- Si tratta di un coniglio pezzato alto due
metri che viene da Giove, con cui solo io posso parlare.-
- Ehm, okey. ma se tu sapevi tutte queste
cose, come mai non ce le hai dette?- gli chiese dolcemente Shun.
- Non pensavo fosse importante.-
Hyoga intanto era tornato con le corde, oltre
che con dei chiodi dall’aria massiccia.
- C’è qualcuno che si intende di scalata?-
- IO!!!IO!!!IO!!!- Seiya si sbracciò
saltellando.
Dopo aver constatato che il cavaliere era
l’unico tra loro che avesse una qualche esperienza in materia, Shiryu esclamò
sconsolato:
- Va bene, va bene, ci farai strada. Ma
promettimi solennemente di non butt.- ma il cavaliere del Pegaso si era già
gettato nel buco con un pregevole doppio carpiato, urlando
“GEROOOONIMOOOOOOOOO!”. Sentirono il tonfo un attimo dopo.
- Basta Ikki, è da un ora che stiamo
camminando a carponi in questo strettissimo cunicolo.-
In effetti i nostri baldi eroi stavano
camminando sottoterra da ormai parecchio tempo, nel sopracitato cunicolo che,
oltre ad essere strettissimo, era anche buio e sporco.
- Ehi tu, smettila di guardare davanti!-
sibilò stizzito Seiya.
- E perché non dovrei guardare davanti?-
rispose un ancora più stizzito Hyoga.
- Così mi sbirci le mutandine.-
- Basta con queste sciocche diatribe!- urlò
Ikki dietro di sé.
- Come?- risposero tutti in coro.
- BASTA CON LE CAZZATE!-
- Zitti: vedo una luce là in
fondo!- in effetti il cavaliere della fenice aveva scorto davanti a sé un
bagliore biancastro, come quello del neon. Aumentò l’andatura, imitato dai
compagni di cunicolo. Il suddetto sbucò nell’ultimo luogo in cui i cavalieri
penavano sarebbe potuto sbucare. Le rotaie sul pavimento e i cartelloni
pubblicitari non lasciavano dubbio.
- La metropolitana? Assurdo, come diavolo
siamo arrivati qui? – disse sbigottito Hyoga.
- I sotterranei costruiti da Saori si
estendono per tutta Tokyo: non c’è da stupirsi.- Seiya aveva appena pronunciato
la sesta frase intelligente di questa fanfiction.
- Saliamo tutti su: non mi fido a restare
troppo su di una rotaia- disse Shiryu issandosi sulla banchina. Venne imitato
da tutti, Seiya per ultimo. Egli si avvicinò al bordo, e stava per issarsi
quando sentì il suo piede incastrarsi nella rotaia.
- Tutto a posto Seiya?-
- Si, ora mi scastro.- il cavaliere del Pegaso
iniziò a tirare il piede verso l’alto, ma senza raggiungere un qualche
risultato (attirando tra l’altro una folla di curiosi considerevole). Shiryu
sospirò:
- Beh, tu continua a provare, tanto non c’è
nessun treno in vist.- in quel momento l’aria venne trapassata dal sibilo
caratteristico di un treno in arrivo.
- SLACCIATELA, SLACCIATI SUBITO LA SCARPA
SEIYA!!!- urlò Ikki, che in fondo aveva un cuore d’oro.
- Ok.- fece il cavaliere del Pegaso, e alzò la
gonna mostrando a tutti i presenti uno scarpone chiodato chiuso da un cospicuo
numero di cinghie e simili.
- E QUELLO CHE CAZZO E’????-
- Anfibi borchiati. Aumentano il mio peso
effettivo di cinque chili l’uno. Poi devi vedere come sfreccio giù dai dirupi.
SFIUSSS!- il treno distava poche decine di metri.
- SEIYAAAAAA! Aiuto, qualcuno lo aiuti!!!-
Dalla folla spuntò uno stangone con i capelli
lunghi, che si rivolse ad un piccoletto dietro di lui:
- Ehi, Kei-chan!! Vieni a darmi una mano, salviamo
quella povera ragazza!- Kei-chan rispose:
- Okay, però sappi che ho una brutta
sensazione.- i due ragazzi scesero sulle rotaie e con sforzo eroico slacciarono
lo scarpone di Seiya. Vennero investiti dal treno pochi secondi dopo. I
rimanenti cavalieri ci rimasero a dir la verità un po’ di merda. Il treno si
fermò davanti a loro, e la porta del primo vagone si aprì: ne uscì fuori il
piccolo Vega vestito da ferroviere:
- Ciao ziette. Ciuf-ciuf!!- fece beffardo il
marmocchio. I Saint si ripresero subito dallo sgomento per la perdita (seppur,
lo sapevano, momentanea) del cavaliere del Pegaso.
- Piccolo criminale! Hai ucciso Seiya un’altra
volta! Adesso acquisterà anche il nono senso!- gli sbraitò addosso Ikki.
- Il nono senso? E a che serve?- domandò incuriosito
Shun. Ikki rispose:
- Beh, ha svariate funzioni, grazie ad esso
puoi cuocere i fricos senza che attacchino al fondo, far arrivare in orario gli
Intercity, puoi trovare un filo logico nei fumetti di Kazushi Hagiwara. un
attimo, non mi sembra il momento per parlarne!-
- Che voci mascoline che avete ziette.- in
effetti i saint avevano cessato di parlare in falsetto, sfoggiando i loro bei
vocioni in tutta la loro virilità.
- Ma che dici sciocchino! - disse Shun
scuotendo la mano, con una deliziosa vocina da mezzosoprano.
- Senti Vega, ora basta con i giochetti!!
Torniamo a casa!- sbottò Shiryu con appellandosi a tutta la sua autorità.
- Attente ziette, dietro di voi c’è un alieno
Predator!!!-
- Non ci caschiamo Vega.- sorrise Hyoga.
- Si, fa niente, tanto ormai non ci crede più
nessuno negli alieni.- singhiozzò il povero Predator dietro di loro, mentre si
allontanava demoralizzato.
- Ziette, non avrei voluto ricorrere ai mezzi
pesanti, ma in questo treno ho piazzato una bomba, ed esploderà fra un quarto
d’ora.- sogghignò il diabolico ragazzino.
- Chi pensi di prendere per i fondelli,
moccioso? Sappiamo che stai bluffando.- rispose Ikki con sicurezza.
- Già lo sappiamo.-
- Già.-
- Mh-mh.-
- Proprio. così.-
- Sì.-
- Giusto.-
-.-
-.-
-.-
-.mh. e se dicesse sul serio?- suggerì Hyoga.
- MAVALDIAVOLO!!!!!!!- Urlò Ikki afferrandolo
per la collottola e catapultandosi sul treno, che stava partendo proprio in
quel momento ( si buttò attraverso un finestrino ). Vega approfittò del momento
per scappare, ri-infilandosi nel cunicolo dal quale erano usciti i cavalieri.
- Inseguiamolo presto!!- urlò Shiryu correndo
insieme a Shun nel cunicolo.
Alzando le sottane per non inciampare.
- Bene il marmocchio ha detto che ha nascosto
una bomba. Dove può averla nascosta?- per fortuna la metropolitana non era in
un’ora di punta, poche persone assistevano al passaggio delle due matrone
attraverso i vagoni del treno. I due si misero a frugare dappertutto,
spintonando le persone che li si paravano davanti e rivoltando i sedili e ogni
singolo anfratto che gli capitasse avanti. Finché non arrivarono nel vagone
dove si trovava il controllore. Questi, un piccolo giapponese calvo e secco
sorrise lascivamente a verso loro due, che si bloccarono immediatamente. Mentre
li si avvicinava Ikki sibilò:
- Ci vuole un diversivo. Uno di noi lo
distrae, l’altro cerca la bomba anche qui. Okay?-
- Ricevuto.-
- Biglietti prego.- l’uomo era arrivato lì da
loro, attraversando il vagone, piuttosto pieno di impiegati e ragazzi delle
superiori. Sorrise di nuovo.
- Oh, sì, un attimo.- L’uomo si era rivolto a
Ikki per primo, Hyoga ne approfittò per appiattirsi come una sogliola contro il
muro, lo oltrepassò e si mise a ispezionare il posto. Ikki iniziò a frugare
nella sua borsetta. Per riflesso condizionato si alzò una manica del vestito,
facendo scorgere un braccio irsuto. Il controllore ne rimase impressionato:
- Signora, che braccia robuste che ha!-
- Eh, sa –Ikki sfoggiò la sua migliore voce in
falsetto – dovendo allevare cinque figli da sola.-
- Che donna forte, tutta da sola! E suo
marito?- domando il controllore con indignazione, visibilmente interessato.
- Pace all’anima sua, è passato a miglior vita.-
- Mi dispiace signora.-
- Oh, non importa era un tale mascalzone.
continuava con le sue scappatelle!-
- Signora, se fossi stato io suo marito, non
l’avrei mai tradita!- Ikki non era tipo da sudare freddo, ma una goccia gli
rigò la fronte mentre si ritirava di un passo, come per mettersi sulla
difensiva. Ma dato che nella sua borsa non c’era niente che assomigliasse
minimamente ad un biglietto, continuò il gioco.
- Ma si capisce che lei è una persona
squisita! Sua moglie è una donna fortunata!-
- Non sono sposato, mia bella signora- Ikki da
quel poco che sapeva in materia, quando qualcuno davanti a “signora” ci metteva
un “bella” o “graziosa” o simili, voleva dire che il mandrillo dentro di lui
stava sgrufolando come un dannato.
- E’ un peccato.- il cavaliere si morse subito
la lingua: senza accorgersene lo aveva chiaramente invitato a farsi avanti. Il
controllore sfoderò un altro dei suoi viscidi sorrisetti. Anche Ikki sorrise,
ma si sentiva come se una banda di foche monache gli stesse sguazzando nello
stomaco. In quel preciso momento notò che Hyoga si stava sbracciando per
attirare la sua attenzione, indicando uno sportello dell’elettricità alla sua
sinistra dal quale, se il treno non fosse stato in movimento, si sarebbe udito
uno strano ticchettio.
- Mi scusi un attimo – disse con voce tremante
il saint della fenice, mentre si dirigeva verso il compagno. Si chinò sullo
sportello insieme all’altro cavaliere.
- Ikki, credo di averla trovata- sussurrò il
cavaliere del cigno, indicando un complicato apparecchio ad orologeria.
- Oddio, ma allora il piccolo non scherzava.
Fammi vedere.-
- No Ikki, potrebbe esplodere se la manometti!-
- Ma se non la disinnesco salterà in aria lo
stesso!-
- Possiamo portarla fuori dal treno.-
- NON C’È TEMPO! Mancano due minuti, non vedi?
La disinnescherò.- si rimboccò le maniche.
- Ikki- sibilò rabbioso Hyoga- cosa ti fa
pensare di essere in grado di disinnescare da solo una BOMBA?-
In quel momento, tutti i presenti si voltarono
(se non l’avevano già fatto, perché avevano già attirato un bel po’ di
attenzione) verso i due. Essi girarono la testa lentamente, sentendosi tutti li
sguardi dei presenti addosso. Ikki, dopo un attimo di incertezza si schiarì la
voce e disse:
- Ehm. questo treno è una bomba, vero. cara?-
Hyoga si alzò anch’esso e disse:
- Uh. Si, davvero. veloce. Comodo e sicuro.
Bello.- tutti li guardarono stralunati. Ma dopo qualche secondo i due cavalieri
si accorsero di non essere più davanti allo sportello, e di aver lasciato la
bomba in bella vista. Ikki si schiarì di nuovo la voce:
- Beh. Sì. È davvero una bomba. Ed esploderà
tra un minuto. Contenti?-
Nei pochi attimi che seguirono il caos esplose
nel vagone, mentre tutti i suoi occupanti uscirono, chi più chi meno urlante,
dal vagone. Ikki, appena esso si fu svuotato soggiunse:
- Bene, ora possiamo metterci al lavoro.- Si
voltò di nuovo verso la bomba e iniziò a smontarla.
Lo stretto cunicolo avvantaggiò nella fuga il
bambino, che poteva correrci attraverso senza problemi, mentre i due cavalieri erano
costretti a gattonare, seppur con foga, rallentando il loro inseguimento.
Procedettero così per qualche minuto, finché non si ritrovarono sulla destra
una biforcazione.
- Ehi, ma questa non c’era prima!-
- Deve averla scavata lui. Forse porterà ai saloni
delle torture di cui ci ha parlato Seiya. – rispose Shun.
- Io direi di provarci, magari potremo arrivare
in una stanza più grossa.- e così il cavaliere del dragone si infilò nel
cunicolo laterale, seguito dal suo androgino compagno. Arrivarono in effetti
poco dopo in un largo corridoio, che procedeva verso il basso. I cavalieri
furono felici di seguirlo, approfittando per disincriccarsi tutta la schiena.
Poi procedettero.
- Shiryu, io ho paura, è tutto buio!-
singhiozzò Shun aggrappandosi al braccio dell’amico.
- Non frignare, non dobbiamo mostrare di avere
paura a quel dannato bamboccio.-
- Ma potremmo fare brutti incontri, un troll
per esempio.-
- Non essere ingenuo Shun, sottoterra al
massimo potremmo incontrare un ogre, oppure un beholder.-
- Ma il beholder ha grado sfida tredici!!-
- Non preoccuparti, noi siamo di livello
trentaquattro..-
E procedettero lungo il buio condotto fino a
che da dietro di loro non giunse uno strano rumore.
- Shiryu, non ti sembra il rumore di un
cingolato?-
- E che diavolo ci farebbe un cingolato
sottoterra?-
- Potrebbe essere guidato da un bambino
maniaco omicida figlio di una divinità.-
- No, non penso che, per quanto terribile, il
piccolo Vega sia in grado di guidare un cing.-
Poco distante da loro intravidero un carro
armato dal quale spuntava la testolina del pargolo, coperta da un casco
mimetico sul quale si poteva intravedere la scritta “Born to Kill”. I due
cavalieri iniziarono a correre. Shun constatò:
- Oddio, questo non era previsto! Di solito in
queste situazioni viene sempre mio fratello a salvarmi!-
- Sento che dovrei ad andare a salvare mio
fratello in questo momento.-
- Dopo Ikki, non mi sembra il caso considerato
il frangente. Rosso, blu o verde?-
- Non lo so, nei film tranciano sempre quello
rosso.-
- In Arma Letale lo facevano, però poi
esplodeva tutto.-
- Okay, non pensiamo ad Arma Letale e
decidiamo quale tagliare.-
-Noooooo! Signora, la prego non lo faccia! Lei
deve vivere!-
-AARGH! Ma tu non sei uscito con gli altri?-
disse Ikki al inopportuno controllore.
- Io direi quello blu, è il colore della
mamma!-
- Il suo colore preferito?-
- No, quello della sua pelle in questo
momento.-
- Che voci virili che avete, signore!-
- Ma tu sei ancora qua?-
- IKKI!! In fretta!!!!- strillò Hyoga.
- Blu, blu, blu, blu. vada per blu.- Ikki
avvicinò la pinza che teneva in mano al filo. Deglutii e chiuse gli occhi.
Tranciò.
Questa riga è stata inserita all’interno della
fanfiction per aumentare la suspance. Ci scusiamo per il suo inserimento.
Questa riga la vorrei dedicare al maestro
Masami Kurumada, che non ci ha ancora denunciati per plagio.
Ora penso che per creare la giusta tensione
che si addice alla scena di due righe fa vi darò alcuni consigli.
No dai.
Il ticchettio si interruppe.
Dopo qualche secondo anche i due cavalieri si
resero conto dell’arresto dell’ordigno, e caddero a terra sospirando di
sollievo.
- Signora, che coraggio! Non avrei mai pensato
che lei fosse tanto audace!!!- strillò il controllore con la sua sgradevole vocetta
visibilmente eccitata.
- Che è successo qui?- urlò in quel momento un
nerboruto tecnico della metropolitana, entrato da pochi secondi nel vagone.
- C’era una bomba, e quelle coraggiose signore
l’hanno disinnescata!!!- urlò il controllore, come se fosse orgoglioso di avere
fatto il cascamorto con una donna tanto coraggiosa.
- Una bomba, eh?- fece di rimando il nerboruto
tecnico della metropolitana, avvicinandosi al pannello. Lo osservò per un po’e
poi con la sua vociona virile sbottò:
- Macché bomba, era solo un centralino del
riscaldamento!!!-
- COSA?! Ehm volevo dire, cosa?- disse Hyoga
cambiando rapidamente il timbro vocale.
- Manomissione, bene, bene! Questo vi costerà
parecchio!- disse il controllore tirando fuori un blocchetto delle multe (al
contrario dei vecchi porci occidentali, i vecchi porci nipponici sono
irreprensibili sul posto di lavoro).
- ABBIAMO PERSO TROPPO TEMPO!!!!! TORNIAMO INDIETRO!-
Ikki preso Hyoga sottobraccio e sbaragliò i due uomini davanti a loro
mandandoli a gambe all’aria, per poi uscire dal treno sfondando una parete. Il
controllore si rialzò per primo:
- Capperi, che donna!-
Il carro armato aveva inseguito a lungo i due
sventurati fino a farli arrivare nelle fogne (che dubito siano così spaziose da
poterci far passare attraverso un carro armato, ma in fondo chissenefrega?).
Poco dopo li costrinse con le spalle al muro.
- Shiryu, non voglio morire!-
- Neanch’io Shun, se è per questo. La nostra
unica speranza è un intervento divino.- in quel momento sopra le loro teste si
aprì un tombino. Inutile dire che subito Seiya piombò nella stanza
schiantandosi di faccia:
- Quattro metri? Che fregatura.- mormorò
deluso rialzandosi- ehi ragazzi, e da un pezzo che non ci si vede!-
- Seiya, forse tu non te ne sei accorto ma
abbiamo un problema.- sibilò Shiryu.
- Beh, tutti prima o poi abbiamo un problema.
Io ne ho avuto uno bello grosso poco fa. Sapete quanto tempo ci è voluto prima
di convincere quel tipo nella sfera nera a farmi andare via?- fece Seiya con
aria scocciata.
- Oh, come si può uscire da questa
situazione?- piagnucolò Shun.
- Beh, mi è bastato parlare di Saori. Sapete,
sembra abbiano fatto le medie insieme.-
- Taci babbione!- lo intimò Shiryu mollandogli
un diritto nei denti.
Intanto il piccolo Vega aveva aggiustato la
mira del suo bel cannone e si preparava a sparare:
- Senza rancore ziette.- sogghignò il
moccioso.
- No, non farlo!!!!!!!!!- urlarono tutti
tranne Seiya che stava tentando di grattarsi dietro la schiena con i denti.
*SBANG!!!*
I cavalieri riaprirono gli occhi, e si
accorsero che il cannone non aveva sparato, e che ora Vega giaceva riverso a
terra in seguito ad una badilata in testa. Dietro di lui si ergeva un uomo
gobbo e deforme, con un sacco rigonfio sulle spalle, e che tra l’altro reggeva
il reo badile. A Seiya si illuminò il volto:
- Omino delle torture, da quanto tempo!!!-
- ‘ao, ‘eiya. I ‘rovo in ‘orma!!!- fece di
risposta l’essere storpiando la faccia in quello che sembrava un sorriso.
- Ah, finalmente un po’ di fortuna! Seiya,
chiedigli se ha una corda.-
I cavalieri si ritrovarono nella metropolitana
pochi minuti dopo.
- Eccovi finalmente!! Lo avete catturato
dunque!- esclamò Ikki soddisfatto, vedendo il bambino legato e imbavagliato.
- Grazie al mio amico Giustino!!- esclamò
Seiya.
- Hono io.- aggiunse Giustino, più gobbo che
mai.
- E a voi come è andata?-
- Lascia stare, ti prego.- disse uno
sconsolatissimo Ikki.
- Oh, Hyoga, ho avuto paura, ho avuto tanta
paura.- singhiozzò Shun buttandosi tra le braccia dell’amic(hett)o.
- È tutto finito, è tutto finito.- rispose
Hyoga accarezzandogli i capelli.
All’improvviso Ikki esclamò:
- Un momento! Noi siamo fuori dalla villa!!
Potremmo scappare!!!!!!!-
- Hai ragione! Buttiamo il bambino nella baia
e scappiamo tutti in Brasile.- esclamò Shiryu di risposta.
- Gnò!!! Gnò!!!- strillò Giustino, appoggiando
a terra il sacco che portava sulle spalle. Mentre i cavalieri lo guardarono
stupiti, tirò fuori un televisore. Lo sintonizzò e poi lo mostrò ai Saints.
Manco a dirlo sul suo schermo apparve Saori/Atena.
- Salve, o valorosi! Come ve la passate?-
sogghignò la viscida divinità.
- NON SIAMO PIU’ IN TUO POTERE PICCOLA STUPIDA!!!!
Siamo usciti dalla villa, e non intendiamo più tornarci!- Le urlò in faccia
Ikki, esultante.
- Non contarci troppo, pulcinotto. Devi sapere
che mentre eravate svenute abbiamo nascosto su di voi una bomba che esploderà
appena proverete a scappare, ehehehehe.-
- COSA?!?!?!?! Questa ce la paga!- urlò Ikki
furente.
- Ma è disgustoso! Questa non è altro che la
macabra parodia di un film di successo!-
- Dai, non lamentatevi, io sono più carina di
Takeshi Kitano. Vi ha dato qualche problema il piccolo Vega?-
- Ci ha assaltato con mitragliatori e
carroarmati tentando di ucciderci!!!- strillò Hyoga.
- Mitra? Carroarmati? Oddio, deve aver
scoperto il mio deposito bellico sotterraneo segreto!- esclamò Saori stupita.
- Deposito bellico sotterraneo segreto?-
- Cosa? Oh, volevo dire, Roberto deposita il
mio pelvico conterraneo secreto.-
- Ma non ha alcun senso!-
- Povero mortale, pretendi tu forse di capire
i pensieri divini?- dopodiché Saori si voltò e sibilò in un cellulare:
- Conquista del mondo rimandata, dobbiamo
spostare l’arsenale.-
- Ah-ehm, scusa Saori, ma il bambino è, come
dire, un po’ vivace.- le disse intanto Shun, facendosi avanti.
- Che intendi?- chiese la dea, con aria
ingenua.
- Andiamo, ragazza, lo sai benissimo cosa
intende!! Cosa sono tutti i poteri soprannaturali di cui dispone il marmocchio?
E perché il suo nome assomiglia così tremendamente ad un corpo astronomico?-
sbottò Shiryu.
- Shiryu ha ragione! Non è che in verità è una
qualche divinità del tuo maledetto pantheon?-
- Ma noooo, che dite.-
- Guarda che si vede che stai mentendo!- gli
urlarono contro tutti i saint contemporaneamente.
- Vabbene, mi avete scoperto!- esclamò Atena
con un occhiolino.- è un dio.-
- Simpatico com’è, scommetto che è il dio
delle emorroidi.- borbottò Ikki.
- Quasi. È il figlio di Zeus. Avete presente,
quello con le saette.-
- COOOSA??!!- Dissero tutti i cavalieri meno
Seiya. Quest’ultimo li fissò perplesso, poi estrasse un libricino di tasca con
sopra scritto “Mitologia per lo stupido”, lo sfogliò un attimo, poi esclamò:
- COSA?!!!-
- Beh, è tardi ragazzi, vi saluto!
Ciaociaociao!- e detto ciò, interruppe il collegamento.
I cavalieri si riavviarono verso casa, questa
volta passando per la superficie. Seiya prima di raggiungere gli amici salutò
il piccolo Giustino, commosso. Il tramonto illuminava i volti degli eroi,
stanchi e affamati.
- Ikki?-
-Mh..?-
- Per quanto ancora?-
- Sei giorni. Ancora sei giorni.- e tutti si
fermarono. E scoppiarono a piangere.
Capitolo 6 - NUOVE RIVELAZIONI
SCONVOLGONO (gli intestini de)I NOSTRI IMPAVIDI EROI
La notte fu momento di riposo per tutti,
troppo stanchi per non dormire ( a parte Seiya che si interrogò per tutto il
tempo sull’apologia di Socrate). Purtroppo vennero svegliati verso le sette
dallo squillare del telefono. L’unico che si alzò a rispondere fu però Ikki,
impacciato nella sua camiciona da notte ricamata. Alzò faticosamente la
cornetta:
- Pronto?-
- Allora, ve li portiamo subito questi sei
quintali di camembert, o aspettiamo il pomeriggio?- disse una voce maschile
dall’altra parte.
- Credo che ha sbagliato numero.-
- Oh, mi scusi.- e riagganciò.
Ikki osservò a lungo l’apparecchio sull’orlo
del pianto, ma poi lo riattaccò e andò a svegliare gli altri. Passando vicino
alla rampa di scale che portava al piano di sotto sentì salire un gradevole
aroma dalle cucine.
“Hyoga deve essere sceso subito a lavorare.”
pensò subito. Fu allora che dalla stanza più grande uscì il cavaliere del
cigno, grattandosi la schiena vistosamente con due occhiaie che gli arrivavano
fino alle ginocchia:
- Ciao Ikki, dormito bene?-
- Un attimo, allora non sei te!- esclamò il
cavaliere della fenice.
- Come scusa?- domandò incuriosito il saint.
- Qualcuno è in cucina, non senti questo
odore?-
- Uh-uh. Deve essere tuo fratello, gli ho
insegnato a cucinare le ciambelle.-
- Stavi parlando di me Hyocchan?- disse
uscendo dalla sua stanza il saint più kawaii del giappone, stroppicciandosi gli
occhietti con le sue mani candide.
- Ehi, che succede ragazzi?- fece Shiryu
uscendo dalla sua stanza. Ikki e Hyoga si osservarono esterrefatti negli occhi,
mentre gli altri due cavalieri li guardavano incuriositi.
- Seiya?- dissero contemporaneamente sgranando
gli occhi. In quel momento il saint mancante all’appello uscì di corsa dalla
stanza con una coperta avvolta intorno alla testa urlando:
- AIUTOOOOOOO! Sono diventato CIECO!!!!!!!!!-
- Si dice non vedente, stronzo!!!- gli sbraitò
in faccia Shiryu srotolandogli la coperta dalla faccia con un solo strattone.
- Ma se nessuno di noi è in cucina. chi può
essere?- subito il silenzio scese sul gruppetto. Tutti avevano una sola
risposta:
-Vega?!?-
- Impossibile, lo abbiamo legato con una
catena di criptonite ieri sera. Come è possibile che si sia liberato?-
- Beh, andiamo a controllare. Preparatevi al
peggio.- Disse alfine Ikki, scendendo dalle scale.
I cavalieri scesero di soppiatto lungo gli
scalini. Più si avvicinavano alla porta della cucina, più chiaro sentivano
l’odore di biscotti appena sfornati, e qualcuno che fischiettava un motivetto.
Accostandosi alla porta, scorsero l’ombra di qualcuno affaccendato ai fornelli.
Tirarono un profondo respiro e irruppero nella stanza. Davanti al forno si
ergeva il piccolo Vega, che imbracciava una teglia carica di biscotti appena
sfornati. Sorrise ai cavalieri:
-Ciao!-
Subito Hyoga e Shiryu si rifugiarono nella
credenza vicino a loro emettendo un urlo acuto. Seiya si nascose dietro un
ficus beniamino e Shun si aggrappò alla gamba sinistra del fratello. Quindi
Ikki, decise di fare da mediatore tra i cavalieri e il marmocchio:
- Come diavolo sei riuscito a LIBERARTI? – il
bambino allargò il suo già considerevolmente ampio sorriso:
- Sentite ziette, ho capito che abbiamo
iniziato con il piede sbagliato, quindi che ne dite se ci sediamo intorno al
tavolo e facciamo colazione insieme parlando un po’ di noi.-
Ikki adocchiò i biscotti, che emanavano un
gradevole aroma.
“Beh, dopotutto dobbiamo fargli da
baby-sitter, non ucciderlo. Potrebbe essere una buona cosa almeno tentare di
parlarci insieme. Magari è solo capriccioso, non cattivo. In fondo è un dio.”
- Va bene.- fece allora il cavaliere della
fenice facendo un passo in avanti. Venne bloccato dal fratello che gli stava
appeso alla gamba come un koala, con i suoi occhioni lucidi che sembrava un
venditore di cipolle. Sussurrò:
- Fratellino, io non mi fido di quel bruto!-
- Abbi un po’ di coraggio, frat…- Ikki si
morse la lingua.
- Frat?- domandò incuriosito Vega.-
- Ehm. fratella.-
- Fratella?-
- Sorello!-
- Come?-
- Sorella, volevo dire sorella!!!- esclamò
Ikki, rosso come Bertinotti.
Vega li squadrò attentamente:
- Da quando sono arrivato qui non fate che
parlare come uomini. Non è che per caso che voi siete in realtà dei cavalieri
di bronzo travestiti da donne?-
- Come ti vengono certe idee, è impossibile.-
gli fece Ikki con una voce da madama butterfly. Imitato dagli altri due
cavalieri si sedette al tavolo sul quale Vega adagiò i biscotti.
- Io sono a dieta.- disse con un risolino il
graziosissimo Shun. Gli altri due assaggiarono invece i biscotti senza perdere
d’occhio il marmocchio.
- Sono molto buoni Vega, chi ti ha insegnato a
cucinarli?-
- Oh, bazzecole. ho semplicemente mischiato
della pasta frolla a un litro di lassativo extra forte.-
Ikki sgranò gli occhi, sputò il biscotto che
stava masticando e corse in bagno. Seiya guardò il bambino per qualche secondo.
Pi chiese:
- Scusa hai detto per caso extra forte?-
- Si.- sorrise il bambino. Seiya ingoiò altri
due biscotti. Poi si fermò di nuovo e chiese:
- Che cos’è un lassativo?-
- Un purgante.-
- Ah!- rispose il saint di pegasus e ingoiò un
altro biscotto. Poi, fermandosi con sul volto una espressione visibilmente
turbata chiese:
- Scusa ancora, ma il purgante si mette nei
biscotti?-
- No. Vi ho fatto uno scherzo.-
- Ahahaha! Uno scherzo. forse però non dovevo
ridere.- e riflettendo scappò anche lui in bagno.
Shun rimase lì con il bambino, che si voltò
verso di lui:
- Ci facciamo un giro, Zietta?-
Due ore dopo i cavalieri del cigno e del
dragone uscirono dalla credenza.
- S…se ne è andato?-
Vedendo che la cucina era vuota, uscirono e si
guardarono un attimo intorno.
- Cosa può essere successo? Sono spariti
tutti!- Si chiese Shiryu. In quel momento il forno si aprì di scatto e un
sofisticato meccanismo ne fece fuoriuscire un televisore, sul quale campeggiava
il volto di Saori:
- Sembra che qualcuno si sia lasciato fuggire
la situazione di mano.-
- Oddio, dove è Vega? E Shun?- si domandò
Hyoga mettendosi le mani tra i capelli.
- Tutto sotto controllo: sembra che il
ragazzino abbia convinto il caro Shun a fare un tranquillo giro per la città.-
- COSA?! Ma se solo ieri intendeva
ammazzarci!!!-
- Shun è riuscito ad ottenere un compromesso
grazie al suo spirito materno.-
“Spirito materno?” si domandò perplesso
Shiryu.
- Ma - continuò la reincarnazione – dovete
comunque andare a recuperarlo. Aspettate che il bambino sia distratto e
colpitelo con una fiocina.-
- MA COSI’ MORIRA’!!!!-
- Naaa, è un dio, cosa vuoi che muoia.-
- Ehm, okay, escogiteremo una strategia una
volta arrivati lì.- Disse allora Shiryu.
- Sono d’accordo. Andate, ho dato istruzioni
ai tedeschi affinché vi lascino passare.-
- Un momento, Ikki e Seiya che fine hanno
fatto?- in quel momento il cavaliere della fenice si affacciò alla porta della
stanza. Abbozzò un sorriso, poi portò fulmineamente una mano alla pancia e
scappo via piegato in due.
- Ma cosa..?-
- È una lunga storia, lasciate stare. Ora
andate.- i due saint fecero per uscire quando Hyoga si voltò:
- Un momento. Uscendo dalla casa non
esploderemo?-
- Uh?- la dea pareva incuriosita.-
- Intendo, la bomba non ci farà saltare in
aria?-
- Bomba?-
- Quella installata sui nostri corpi.- cercò
di rammentarle Shiryu.
- Ah, si, ora la disattivo.-
- Un momento, se non glielo avessi ricordato,
sarebbe esplosa?!-
- No, no, stavo solo scherzando, uhuhuh.-
-Ah, bene.-
La dea li fissò sorridendo.
-Ehm…- si schiarì la voce Shiryu.
-…-
- Scusi.-
- Si? -
- L’ha disattivata?-
- Disattivato cosa?-
- LA BOMBA!!!-
- Non ti seguo.-
- QUELLA CHE ESPLODERÀ SE LASCIAMO QUESTA
CASA!!!-
- Ah, si, ora la disattivo, ma non serve mica
urlare!!- sbottò la dea scocciata, e scomparve nel forno lasciando i due
cavalieri con la emblematica gocciolona di sudore lungo la nuca.
I cavalieri uscirono dalla loro prigione di
gran carriera, seguendo il cosmo della più piccola, oltre che fetente, divinità
del mondo. Correndo a perdifiato (ma ormai ci avevano fatto il callo)
arrivarono in una piccola piazza sulla quale si affacciava un grazioso bistrot
dove, maraviglia!, sedevano sorbendo un frappé Shun e la piccola peste.
- Andiamo e distruggiamo!!- suggerì Shiryu
digrignando i denti.
- No! Se il bambino vede avvicinarsi chissà
cosa potrebbe fare al mio povero Shun!! – singhiozzò il saint del cigno.
- Hai ragione. Nascondiamoci in un posto dove
possiamo osservarli, appena se ne vanno lo prendiamo alle spalle.-
- Nascondiamoci dietro quel baracchino di
ramen.-
- Perché proprio là dietro?-
- Beh, ormai è mezzogiorno e io non ho fatto
neanche colazione.-
- MA TI SEMBRA IL MOMENTO?!-
- Sì.-
- Beh.Hai ragione. Andiamoci.- la bancarella
era vuota, e poterono sedersi e ordinare subito:
- Due ciotole giganti e una bottiglia di
birra.-
- Affamati, eh?-
- Affamate, prego.- disse Hyoga con la sua
soave vocina. Il gestore intanto gli porse le due ciotole, su cui i due saint
si gettarono. Poi aggiunse:
- Come preferite, cavalieri.- per poco i due
non rimasero strozzati dagli spaghetti. Dopo aver tossicchiato &
sputacchiato per dieci minuti, chiesero abbandonando la voce in falsetto:
- Come diavolo fai tu a sapere?!-
- Rilassatevi, so tutto di voi. Saori mi ha
incaricato di sorvegliarvi, dato che uscivate dalla villa.-
- Vuoi forse dire che tu sei un Saint di
Atena?!?!- domandò stupito Hyoga.
- Certo: mi presento, sono Kentaro, del carro
minore. O del carretto se preferite.- pronunciò le ultime parole accarezzando
la bancarella. Era un ragazzo robusto e dalle spalle larghe, che indossava un
grembiule sporco di unto e una bandana annodata storta dalla quale spuntavano
due folte basette lanose. Sorrideva sornione.
- Ah, gestisci questa bancarella in onore del
tuo cloth!!- esclamò Shiryu.
- Macchè, questa bancarella è il mio cloth.-
- USI LA TUA ARMATURA PER CUCINARE RAMEN?! -
- Beh, che c’è di male? Con tutta questa crisi
economica in cui versa il nostro paese, non potevo permettermene una, e il mio
cloth calzava a fagiolo. cioè, ma vedete come sono perfette le sue dimensioni?
Non è magnifico come si possa unire l’utile con il dilettevole?-
- Il dilettevole sta nel cucinare Ramen o
nell’essere cavaliere?
- I ramen sono una passione di famiglia!
Cuciniamo Ramen da oltre otto generazioni.-
- Come fai a saperlo se tutti noi cavalieri
siamo orfani?-
- Ho sostenuto un esame per diventare saint di
Atena. La paga è buona, visiti tanti paesi esotici.-
- Ehi, aspetta due secondi. vuoi dire che
Saori sta assumendo cavalieri come se fossero impiegati del catasto?- domandò
Hyoga incredulo.
- Non vedo cosa ci sia di strano, con questa
crisi economica c’è una grande manodopera vacante, e a Milady avanzavano un
paio di bronze-cloth. vi piacciono i ramen?-
- Ottimi, davvero. Ma permettimi un’ultima domanda:
e se devi indossarlo?- shiryu ammiccò verso la bancarella.
- Di solito cerco di evitarlo. L’ultima volta
che l’ho fatto mi sono trovato con una ciotola in testa e una polpetta su per
il buco del...-
- Ehm, grazie, abbiamo capito.- tronco Shiryu.
- Ma di che diavolo staranno parlando quei
due?- borbottò tra se e se Hyoga.
- Coma scusa?-
- Shun e Vega, sembrano intenti in un discorso
impegnativo.-
- Vi piacerebbe sentirlo?- si intromise
Kentaro.
- Ci puoi scommettere. Ma se ce lo chiedi c’è
un motivo, vero?- sogghignò Shiryu.
- Beh, si dia il caso che io possegga un
computer collegato alle telecamere che abbiamo installato sui vostri corpi.-
- TELECAMERE?!-
- Suvvia, abbiamo abusato di voi così tanto
che una piccola violazione della vostra privacy cosa volete che faccia.- e Kentaro
sorridendo tirò fuori da sotto il bancone un portatile con sul dorso la
emblematica mela.
- Uh, un Macintosh.-
- No, l’abbiamo rubato alla dea della
discordia. Ma da quando lo usiamo non facciamo altro che picchiarci per
decidere chi può usare i videogiochi sopra.- armeggiò un po’ con i tasti.-
- Ecco qua, possiamo sentire!- *click*:
-bzzz. e poi il nostro rapporto è in una
situazione problematica. Certe volte mi chiedo se sia lui il ragazzo giusto per
me.- i tre cavalieri si fissarono negli occhi, un po’ disorientati. Certo era
la voce di Shun, ma di che stava parlando?
- È la voce di Shun, certo, ma di che stà
parlando?-
- Zitto e ascolta.-
-bzzz. Lui è un po’ un… maniaco, sai? Vuole
sempre provare tutte quelle cose alternative. Candele, cavallo di legno,
clisteri, io vorrei usare metodi più tradizionali.*sigh*- Vega rispondeva:
- Suvvia, sono sicuro che è quello adatto a
te.-
- Sniff, lo pensi. davvero? Grazie tu sì che
mi capisci.- Kentaro e Shiryu fissarono con disgusto Hyoga, che man mano
l’amico andava avanti diventava sempre più rosso:
- Ehm. non è vero! Quando gli ho proposto il
cavallo scherzavo. E poi le candele non le usiamo più da almeno due… cioè,
volevo dire…-
-Bzzz.
e poi mi sento tanto debole. certo, c’è mio fratello che mi protegge, lui è
tanto dolce. ma anche lui è insicuro come tutti. pensa, fino all’anno scorso
faceva ancora la pipì nel letto. Povero, mi fa tenerezza quando lo vedo
avvinghiato al piccolo Ursy. è il suo orsacchiotto di pezza, non se ne separa
mai. Me lo dice anche lui poi che ha tanta paura, ma io lo consolo sempre con i
grattini. Ihihih, Ikki si scioglie come un cucciolotto quando gli fai i
grattini dietro la testa.- Hyoga e Shiryu avevano la sensazione che le budella
gli dovessero schizzare via dalla pancia da un momento all’altro, mentre si
rotolavano per terra senza nemmeno più la forza per ridere.
Quarantatré minuti dopo i cavalieri si
ricomposero e fecero il punto della situazione:
- Quel bambino deve avere qualche strano
potere che gli permettere di far aprire il cuore di chi gli sta davanti. Shun
gli sta spifferando tutto!!-
- Dobbiamo attirarlo a noi e catturarlo. Hai
qualche idea?- domandò Hyoga.
- Lo distraiamo e lo stordiamo con una botta
sulla testa.-
- Perché voi cinesi dovete sempre essere così
violenti?-
- Preferisci usare la fiocina, come suggeriva
la nostra eccelsa dea?-
- Beh, no ma…-
- Non preoccupatevi, so io come possiamo
uscire da questa difficile situazione.- i due saint si girarono: era Seiya.
- Tu qui? Ma dove diavolo ti eri cacciato?-
- In seguito ad un malvagio scherzo arrecatomi
dal bambino, sono stato costretto a trascorrere la mia mattinata nella
toilette, ma ora mi sento meglio. Sapete, la mia mente è stranamente sgombra
ora.-
Hyoga disse perplesso:
- Cosa significa sgombra? E questo modo di
parlare stranamente intelligente, poi. Non sarà che… ehi, Shiryu, che diavolo stai
facendo?- il saint del dragone aveva appena scavato una buca profonda un buon
numero di metri (il terreno giapponese è molto morbido). Issatosi a livello del
suolo, Shiryu domandò all’amico Seiya:
- Guarda questa buca: cosa ti fa venire in
mente?-
- Cos’è, un test di intelligenza? Beh, a una
prima occhiata direi che è profonda tre virgola ottanta mmm… sette metri, ha
una capienza di duecentotrentadue litri, ed è scavata in un terriccio povero di
humus. A parte questo.-
- Non ti viene voglia di… buttarti?-
- Ma ti sembra il caso di fare della
speleologia in momenti sì critici? Dobbiamo riacciuffare l’infante, prima che
possa nuocere al nostro compagno o a qualche povero cittadino indifeso!!!- gli
altri due cavalieri si guardarono negli occhi:
- A me fa un po’ di impressione.-
- Bah, forse in fondo e meglio così. Cosa
proponi di fare allora, Seiya?-
- Procederò ad illustrarvelo.- tirò fuori una
lavagnetta e con un gesso disegnò un cerchio e delle frecce:
- Tenendo in considerazione i punti a, b e c di
massa rispettivamente sei chilogrammi, due chilogrammi e zero virgola due
grammi, dopo aver applicato su b una forza F1 di intensità trascurabile,
fissiamo il perno O attorno a cui ruota il sistema di forze d. Calcolando il
momento della forza uscente F2 di intensità pari a cinquecento newton e
calcolandone il suo momento ad una distanza di trentadue virgola uno centimetri
da O, essa sposterà c trasmettendo una forza capace di superare l’attrito
statico che influenza a e b, e con il favore della forza di gravità il sistema
alla fine verterà a nostro favore. Che ne dite?-
-Ehm. okay, per me puoi andare.-
- Idem.-
- Perfetto, allora.- Seiya si avvicinò al
bambino e gli duiede un colpetto sulla spalla. Lui si girò e venne centrato
immediatamente da un diretto al viso che lo fece rovinare a terra. Seiya lo
trascinò per la collottola fino ai suoi due compagni, seguito da Shun.
- Fatto.-
L’ennesima proverbiale gocciolona di sudore
rigò le nuche dei due saint.
- Vabbè, possiamo tornare a casa . Shun stai bene?-
- Non dovevate picchiarlo! Lui è buono!-
singhiozzò il cavaliere di Andromeda con gli occhioni lucidi.
- E tutto finito, non piangere.- Hyoga
accompagnò via il suo amichetto abbracciandolo teneramente.
- Sono molto amici quei due.- sorrise Kentaro.
- Già, molto.- sospirò Shiryu.
- Cosa intendi dire?-
- Non sei molto perspicace. Lascia perdere,
va. Quanto ti devo per i ramen?-
- Ventimila yen.-
- PORCA..!-
- Non te la prendere, sai bene quanto dia poco
di stipendio quella lì.-
Arrivarono poche decine di minuti dopo alla
villa. Hyoga sospirò:
- Quante giornate come questa dovremo ancora
sopportare? Beh, almeno ora possiamo stare calm…-
-CIAO!- un televisore spuntò dalle fronde di
un albero, con sopra manco a dirlo il rubicondo faccione di Saori. Tutti
caddero all’indietro per lo spavento. Shiryu si riprese per primo:
- Ma è matta a spuntare dal nulla così?!-
- Quante storie, che fine ha fatto il vostro
settimo senso? Comunque, siete riusciti a catturare il bimbo?-
- Sì, ora è qui con noi in stato di
incoscienza.-
- Meraviglioso!- gli altoparlanti del
televisore emisero intanto il suono di una raffica di mitra. I cavalieri
dapprima si osservarono perplessi, poi Shun si fece avanti:
- Scusi, cosa sono questi rumori?-
-Oh, non fateci caso, sono in vacanza.- la
voce di un uomo non inquadrato dalla telecamera urlò:
- La spiaggia è sotto il tiro di Charlie, se
ci avviciniamo ci fottono con l’artiglieria!!!!-
- Silenzio, un vero surfista non si arrende
così! Diosanto, cavalloni di quattro metri, che spettacolo!!- Pronunciò
l’ultima frase inforcando un paio di occhiali da sole e un cappello da cowboy.
- Ora vi saluto, cavalieri. Buona giornata!!
Ehi, che cazzo state facendo con la mia tav.- mentre Saori rivolgeva queste
ultime parole a qualcuno vicino a lei, il video si spense e la tv scomparve tra
le fronde, lasciando i cavalieri nel più completo mutismo.
Apollo in quel preciso istante stava uscendo
dalla sua jacuzzi di centotrentadue metri di diametro dotata di idromassaggio di
bollicinosità pari a quella contenuta in una fabbrica di coca cola in un
tornado. Dopo essersi messo la sua vestaglia fatta con il pelo di tutti gli
eroi dell’Iliade(cantami diva del peloso Achille) e aver tirato fuori dal frigo
una bottiglia di nettare del quarantadue (avanti Cristo) si sedette sulla sua
poltrona preferita, e preso il telecomando iniziò a guardare le videocassette
delle imprese compiute dai saint della sorella in quei giorni. Effettivamente
si divertì parecchio, ma sentì, arrivato alla fine, un sottile senso di
insoddisfazione.
- Ma non gli starà andando tutto troppo
liscio? Forse è il caso di complicargli un poco la vita- dopo aver dato
l’ennesima prova che il pantheon greco è assolutamente inadatto a governare sui
mortali, ridendo sguaiatamente si diresse verso il suo computer, e accesa
l’e-mail iniziò a scrivere:
“Manifestazione per la pace: grande raduno a
Tokyo.”
- Beh, io credo di aver fatto la mia parte. Se
permettete me ne vado in camera mia: ho un affaruccio da portare a termine.-
detto questo il saint del Pegaso lasciò i suoi amici.
- Noi portiamo il campione a nanna, tu Shiryu
ti puoi rilassare.- e, mano nelle mano, anche Hyoga e Shun se ne andarono
insieme al marmocchio (ancora incosciente) verso la magione. Il cavaliere del
drago dopo aver tirato un profondo respiro si afflosciò per terra a sedere, e
tirato fuori un calumet da sotto il vestito iniziò a fumare cercando di
scacciare i pensieri tristi. Forse per la brezza leggera, o per il caldo sole
pomeridiano, o il frusciare delle fronde, fatto stà che si appisolò beatamente.
- Mmmmm. dunque, se questa presunta bomba è in
grado di ucciderci, deve essere in prossimità dei punti di pressione. Quindi
forse devono essere più di una, e la loro detonazione deve avvenire con uno
scarto di otto decimi su… no, dieci, un secondo virgola due. A noi due bellezza.
– rise Seya.
- Ed eccoci qua, soli soletti, questo cosa ti
ispira darling?-
- Oh, scioccone, ma c’è il bambino.-
I due cavalieri (avrete capito o miei morbosi
lettori che trattavasi di Hyoga e Shun), dopo essersi cambiati con delle
graziose vestaglie, messo il bambino nel suo lettino insieme ad un orsacchiotto
di uranio che si erano premurati di assicurargli al collo con una catena, ora
si stavano cambiando tenere effusioni davanti all’uscio della cameretta.
- Non lasciarti inibire mio dolce amico.-
Hyoga allungò una mano nelle pieghe della vestaglia del “dolce amico” con aria
lasciva, mentre Shun veniva colto da un tremito. I due volti si avvicinarono.
Chiusero gli occhi.-
- ARRRRIBBAAAAA! - l’improvviso acuto in
spagnolo proveniente dal giardino fece sobbalzare i due facendo sbattere la
testa di Shun contro il naso di Hyoga (fratturandoglielo). -
- Oddio, scusa amore.- il saint di Andromeda
tamponò il naso dell’amichetto con un fazzoletto. Hyoga mugugnò irritato mentre
dal giardino sentì arrivare un motivetto ska sincopato.
-Ma che accidenti succede!?- sbottò il
cavaliere del cigno.
-Ehi! Ehi sorella.-
- No, Shun rei, siamo troppo giovani. eh,
cosa?-
-Ehi sorella, hai da accendere?- l’individuo
che aveva appena destato Shiryu dal suo sonno era un tappo con una massa
informe di capelli sporchi che gli coprivano la testa occultandogli buona parte
della faccia. Sorrideva con aria persa.
- No, mi dispiace. Ma chi diavolo..?-
- Tranqui fratello, ci penso io ad
accendertelo.- un secondo individuo con i rasta fino a livello del suolo si
avvicinò all’altro, e gli accese quella grossa sigaretta che il “fratello”
teneva in mano con un accendino la cui fiamma bruciò tutte le fronde della
quercia sotto la quale Shiryu si era sdraiato, e ridusse un gabbiano che stava
volando centotrenta piedi più sopra ad un pollo arrosto, che piombò addosso al
disorientato cavaliere del drago.
-Vai così fratello- fece il tappo abbracciando
l’amico e tirando una profonda boccata dalla sua grossa sigaretta e poi si
allontanarono entrambi canticchiando una qualche canzoncina ska. Il saint del
drago si alzò da terra tenendo il gabbiano in grembo: sembrava che qualcuno
stesse tenendo una festicciola nel loro giardino, con tanto di musica e grosse
sigarette.
- Ma non si può neanche schiacciare un
pisolino che subito succede qualcosa? Chi erano quei due?- si diresse nella
direzione da cui proveniva la musica: svoltato l’angolo della casa si trovò
davanti ad una scena apocalittica: era stato allestito un palco con sopra un
complesso ska che pompava a tutta forza musica da dei gracchianti amplificatori
di seconda mano. Giovani più o meno sporchi inneggiavano alla pace e all’amore
fumando una ingente quantità di grosse sigarette, mentre montavano tende
canadesi e accatastavano sacchi a pelo. Il cavaliere rimase per un po’ a
fissare la scena, mentre il grasso dell’uccello arrosto gli colava lungo i
vestiti.
- Ehi sorella, quello lo mangi?- gli domandò
avvicinandoglisi un ragazzo grasso e alto, con un panino al mascarpone e
soppressa in una mano e un tubo di carta con abbastanza erba da rifare il
tappeto di sanSiro nell’altra. Shiryu con la bocca aperta e gli occhi di chi
vede un salame volante gli porse il pennuto.
- Grazie sorella!- e se ne andò addentando
l’arrosto. Dopodiché Shiryu tornò in se:
- Devo fermare tutto questo prima che Vega ne
approfitti per combinare qualcosa!!!- subito corse verso camera sua e ci si
chiuse dentro.
- Hyoga, cosa sta succedendo?-
- Non lo so. chi può avere organizzato questa
farsa?- i due saint incespicavano in mezzo alla folla di ragazzi, parlando a
fatica a causa della musica assordante.
- Ma dove si sono cacciati i tedeschi?-
In quel momento passarono davanti ad uno
spiazzo dove le loro guardie si stavano distendendo con alcune di quelle grosse
sigarette tra le labbra:
- Jaaaaaa..-
- Beh, devo dire che questa non me
l’aspettavo. Cosa possiamo fare?-
In quel momento un uomo in camicia Hawaiana e
bermuda stracorti salì sul palco:
- Fratelli, siete carichi?- boato di
approvazione- bene, perché ora arriva il bello!! Come sapete questa casa è
utilizzata dal governo imperialista!- Subito un boato di disapprovazione si
alzò dalla folla.
- Utilizzato per cosa?- Provò a chiedere Shun,
ma nessuno sembrò sentirlo.
- Avanti, dobbiamo devastarlo!!!!-
- Oddio no.- esclamarono i due cavalieri.
-OCCUPAZIONE!!!-
Otto ore dopo la devastazione regnava sovrana.
I manifestanti se ne erano andati, ma il loro passaggio era stato segnato da
porte divelte, la dispensa svuotata, finestre rotte, tappeti ricoperti di
mozziconi, birra rovesciata sui parquet, sedie accatastate, tavoli distrutti,
bagni intasati e il letto di Hyoga era ora occupato da un grasso manifestante
che russava sonoramente da ormai tre ore, senza, sembrava, volersi svegliare
ancora per un po’. I due cavalieri (Hyoga e Shun) fissavano nell’atrio della
casa tutta quella devastazione.
- Beh, poteva andare peggio.- in quel momento,
un lampadario si staccò dal soffitto e cadde a terra. Si alzò dal suo interno
un ragazzo in mutande che si alzò grattandosi il sedere con una bottiglia di
birra in mano, e si allontanò verso l'uscita.
- Beh, l’importante e che siamo
sopravvissuti.- osservò Shun.
- Riesci sempre a trovare il lato positivo
te.-
- A dire la verità sono semplicemente un
ipocrita.-
In quel momento dalla porta di ingresso entrò
tutta di corsa una figura nerovestita.
-Eccomi a voi, sono qui per proteggervi dalle
forze del male!-
- Mavaccagare Shiryu! E cosa ci fai vestito da
Batman?-
- Shhh, non rivelare la mia identità. Batman è
un giustiziere solitario e non può mischiare la sua vita quotidiana con quella
da eroe.-
- Se volevi difenderci, non era il caso
piuttosto di mettersi l’armatura?-
- Beh, forse era più comodo, ma mi ero già
allenato con questo. Poi non trovate che questo costumino mi doni molto? E ho
pure imparato dei giochetti interessanti. guardate qua!- Il cavaliere del drago
estrasse un bat-boomerang dalla bat-cintura e lo lanciò, frantumando la
penultima finestra rimasta intatta.
- Complimenti, ci voleva giusto un po’ di
distruzione in più.- mormorò Hyoga.
-No, no, aspettate. Vedrete che figata. Eh?
Aspettate.- ma i due cavalieri si erano già diretti verso le loro stanze.
-Pensi che il bambino si sia liberato?-
- Probabilmente ne ha già combinata un’altra
delle sue. Ma in fondo non me ne frega un benemerito.-
- EUREKA!!!!- l’urlo proveniva dal piano di
sopra. I due cavalieri si fermarono a metà delle scale. Da una porticina al
piano di sopra apparve correndo con una pila di fogli sotto braccio il
cavaliere del Pegaso con un espressione esultante sul volto.
- Che succede Seiya??-
- Che succede? Siamo liberi! Ho trovato
l’esatta ubicazione della bomba, e soprattutto, so come disattivarla!!!-
- COOSA?!?! Ma è fantastico! Presto dicci come
si fa!-
-E’ semplice, fatemi solo dare un occhiata
agli appunti. Ecco qua, se noi tagliamo… un attimo, è scritto in piccolo, ho
bisogno di più luce- e detto questo si avvicinò all’ultima finestra ancora
integra della casa. Il bat-boomerang la frantumò poco dopo centrando in pieno
la testa di Seiya, e facendolo svenire all’istante.
- Evvai, ve l’avevo detto io che era una
figata!- strillò Shiryu eccitato. Gli altri due cavalieri dopo una pausa di
alcuni secondi in cui tentarono di autoconvincersi che quello era un incubo,
corsero verso l’amico svenuto:
- Seiya! Seiya!-
-Eh?-
- Oh grazie al cielo, sei ancora vivo. Presto,
come si disattiva la bomba?-
- I conigli?-
-No, ho detto la.-
- LA FATTORIA STA’ PER ESPLODERE!- e urlando
il saint di Pegasus si gettò dalla finestra.
-Ohnno. Un attimo, e gli appunti?- Seiya li
stava appunto tritandoli con un taglia carte, e dopo averli resi un mucchio di
coriandoli iniziò a gettarli per aria gridando:
- RISPARMIALI, NON VEDI CHE STA’ NEVICANDO?-
In quel momento Ikki uscì dal bagno:
- Aaaaah. Finalmente mi sono liberato. Ditemi,
è succeso qualcosa?-
Capitolo 7 - THE DAY AFTER TOMORROW-
IL GIORNO DOPO
-Quindi ricapitoliamo, un centinaio di
manifestanti è entrato in casa vostra e l’ha ridotta allo stato attuale.
Giusto?-
- Sì ispettore Megure, ma la smette di
ripetere ogni cosa che diciamo?-
Il grassoccio ispettore di polizia sedeva
sull’unico divano sul quale dei manifestanti non avessero fatto la pipì,
rovesciato birra, o fumato sopra. Davanti a lui si trovavano i quattro
cavalieri (Seiya si stava buttando sistematicamente dal tetto della casa da
ormai un paio d’ore) e dietro i nazisti, che riavutisi dalla baldoria
osservavano che i cavalieri non facessero strani scherzi, non celando una certa
emicrania. Megure fissò il suo blocco degli appunti con fare pensoso. Poi
disse:
- Il lavoro della polizia va fatto con
precisione, se si vuole acciuffare i colpevoli.-
- Allora ci sono possibilità di catturare i
vandali che ci hanno devastato la casa!- disse speranzoso Shun.
- No, è umanamente impossibile. Spero per voi
che la casa fosse assicurata. Arrivederci.- si alzò lasciando tutti nel più
profondo stato di prostrazione. Ma prima che uscisse li squillò il cellulare:
- Pronto, sono Megure. Sì.- passò mezzo
secondo.- Cooosa, stavi facendo indagini sul signor Miyamoto quando hai
scoperto che non può essersi suicidato, allora hai trovato il colpevole sei
andato a casa sua ma hai scoperto che era stato ucciso da un arma da fuoco
quindi hai chiamato la scientifica, hai indagato ma non sei arrivato da nessuna
parte quindi hai interrogato i possibili indiziati e pensi si tratti della
moglie del signor Miyamoto? Arrivo di corsa!! Signore.- e salutando i Saint con
un cenno del cappello, uscì trafelato. I cavalieri fissarono la porta che si
chiudeva sconsolati.
- E che facciamo ora?- chiese preoccupato
Ikki.
- Posso aiutarvi io.- i quattro cavalieri
abbassarono lo sguardo, ritrovandosi davanti un tappetto di dieci anni con
giacchetta blu e cravattino rosso.
- Che vuoi piccolo? Puoi aiutarci te?- Chiese
Hyoga.
- Certo. Fissate quel muro.-
- Non c’è niente su quel muro.- quattro aghi
si conficcarono nei colli dei cavalieri che caddero a terra colti da un
violento attacco di sonno.
-Shiryu.-
- No, maestro, se vuole lavarsi la schiena può
insaponarsela da solo.-
- E svegliati, non ti pago per dormire!- Saori
colpì il cavaliere del dragone con un tacco appuntito la dove dondola,
facendolo, guarda un po’, svegliare.
- Signorina Saori, ma è impazzita?- Chiese
Shiryu due semitoni più in alto del normale. La dea Atena si trovava davanti a
lui vestita con un appariscente abito ottocentesco.
- Non c’è tempo per discutere, questa villa
deve essere ristrutturata entro domani. Passerete questa giornata e nottata
nella mia baita di montagna. Sveglia subito gli altri e preparatevi per il
viaggio. –
- Va bene. Ma ce la facciamo a tornare e
andare dalla montagna nel giro di ventiquattrore? E se rimanessimo qui,
facciamo un giro a Disneyland. Ho sentito che c’è una nuova attrazione dove…-
- No, dovete occuparvi del bambino, e dovete
farlo in un posto tranquillo. Non immagini quello che potrebbe fare in un parco
di divertimenti?- l’immagine di vagoncini dell’ottovolante in fiamme e ruote
panoramiche che giravano vorticosamente mentre Vega sghignazzava su una pila di
cadaveri di Pippi, Paperini e Topolini gli fece cambiare in fretta idea. Rimase
stupito: il ragionamento di Saori era razionale.
- A proposito- continuò l’incarnazione – Dove
si trova Vega?-
- YIPPIE KI HEY!- Il piccolo dio sfrecciò in
quel momento fuori dalla finestra cavalcando un missile facendo girare un
cappello da cowboy in una mano.
-Ehm, sveglio gli altri e poi lo andiamo a
prendere.
Un fulmine squarciò il cielo, facendone uscire
una considerevole quantità d’acqua. La sua luce illuminò i neri picchi
circondanti la valle. I lupi ulularono, i gufi gufarono e i cavalieri
sobbalzarono.
-Baita in montagna? Sta minchia!- Il tetro
maniero scrutava dall’imponenza della sua mole i nostri travestitissimi saint,
illuminato spettralmente dai lampi e reso tetro da decine di gargolle ed Altre
Cose Macabre su tutta la sua facciata.
- Beh, comunque è qui che dobbiamo passare la
notte. Come sta il bambino?- chiese Ikki.
-Ehi, tu.- Shiryu diede un paio di pugni
contro la cassa di legno avvolta in catene e lucchetti vicino a lui. – .Come
stai?-
-Bene.- Rispose Vega da dentro.
- Ma non è troppo crudele? Potremmo fargli
almeno dei buchi. Per respirare.- Chiese il piccolo Shun. Tutti lo guardarono malissimo.
- Ora, non sarà meglio bussare?- Chiese Hyoga
agli altri. Tutti i loro sguardi si posarono su un pesante battente di metallo
che spuntava dalle enormi froge (che è un altro modo di dire nari) di una testa
di demone di ottone che stava in mezzo al portone di ingresso.
Ikki vi si avvicinò, lo alzò e lo fece
sbattere seccamente:
- C’è nessuno? Siamo…-
La porta si aprì scricchiolando e cigolando
sui cardini. Ma nessuno attendeva dietro di essa. Una lugubre melodia d’organo
iniziò a frasi udibile, mentre tutti i cavalieri entravano. L’atrio non era
certo più colorato dell’ingresso, ornato com’era da quadri raffiguranti scene
di tortura ed esecuzioni capitali e sormontato da un lampadario pieno di candele
tremolanti.
- Ehm.- Ikki si guardò timorosamente intorno.
-Permesso.- il portone si chiuse sbattendo.
-Oh, grandioso! Beh, non ci resta che trovare
il padrone di casa.- la proposta di Hyoga fu accettata all’unanimità.
Man mano che i cavalieri procedevano nel
corridoio, la musica si faceva sempre più vicina.
- Hyocchan, ho paura.- sussurrò Shun.
- Non preoccuparti, ci sono qua io.- lo
confortò Hyoga abbracciandolo.
- E anch’io.- disse Ikki da dietro, facendoli
staccare immediatamente.
- Ehi, si vede una luce lì in fondo.- il buio
corridoio si affacciò su un’enorme sala occupata per intero da un organo, che
un uomo elegante stava suonando con passione.
- Ehm, ci scusi.- l’uomo smise immediatamente
di suonare e si alzò.
- Oh, le ospiti! Venite, venite! Io sono il
proprietario di questa bella villa, Ozwell E. Spencer. Ma siete tutte bagnate!
Dovevate portarvi dietro l’umbrella, ehm, volevo dire l’ombrello.-
- Piacere. Dovremo passare la notte qui,
quindi.-
- Si, si, si, vi mostrerò subito le vostre
camere. E dovete promettermi una cosa.- La sua aria si fece cupa. – Per nessuna
ragione al mondo, promettetelo sulla vostra vita, NON entrate mai in cantina.-
- Ah. Uh. Okey. Cosa diceva invece delle
camere?-
-Questo è il piano in cui ci sono le camere
per gli ospiti. No, quello è uno sgabuzzino in cui tengo degli zombie. volevo
dire scope.-
- Mi riesce difficile pensare che lei abbia
confuso una parola come “scopa” con “zombie”.-
- Ah, ma sa, sono un tale sbadato. Ecco,
queste sono le vostre camere. Non fate caso agli ululati, dopo un po’ ci si
abitua. E se vedete qualcosa muoversi.- tirò fuori una pistola dalla tasca e la
porse ad Ikki togliendo la sicura -sparategli.-
- Che cosa potrebbe, ehm, muoversi?-
- Non saprei. Mia suocera? Ahahaha.-
- Non faceva ridere.-
-Si, si. buonanotte.- Detto questo, Spencer
voltò le spalle e se ne andò, lasciando i cavalieri costernati & affranti.
Dopo qualche attimo Ikki prese la parola:
-Beh, signore, er, signori, direi di metterci
a letto. Domani potremo tornare a casa.-
- Vero. E una volta tornati lì mancheranno
solo quattro giorni alla fine di questa stupida scommessa.-
- Sentito piccolo?- fece con la sua adorabile
vocina Shun in direzione della cassa che conteneva la piccola divinità- Domani
torniamo tutti a casetta, che sarà bella come ci sei arrivato. Contento?-
- Bene.- si sentì da dentro.
- Allora buona notte.-
-Bene.-
-Come scusa?-
-Bene.-
- Ehi, ragazzi, ma non vi sembra che oggi il
piccolo sia poco loquace?-
-Per non parlare del suo lessico stranamente
ristretto.-
-Bene.-
- Ma sai dire solo quello?-
- Bene.-
Tutti i cavalieri si fissarono negli occhi.
-Ehm.Vega?-
Un sonoro *clack* si sentì uscire dalla cassa.
Seguì un fruscio, come di un nastro che si riavvolge. Poi un altro clack. Poi:
-Bene.-
-DOBBIAMO TROVARLO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!-
Il pavimento scricchiolava sotto i passi dei
cavalieri, mentre la tremolante luce di una candela illuminava il loro
passaggio. Le macabre statue che decoravano il corridoio li fissavano
ghignanti.
- Che cattivo gusto. D… domani mattina diremo
a Saori di rifare l’arredamento di questa baita.- balbettò Hyoga scosso da un
tremito.
- Già. Ma dove si può essere cacciato quella
piccola peste?-
- Aspettate!- Ikki alzò un braccio, facendo
bloccare di colpo la fila. – Non lo sentite?- Tutti fecero silenzio. Per una
manciata di secondi non udirono alcunché, ma poi il raccapricciante suono di
denti che sbattevano tra di loro, come un animale famelico che stava dilaniando
tra le sue fauci le carni di un uomo. Il cavaliere della fenice fece scorrere
la luce della candela lungo il muro, sempre più vicina all’origine di
quell’orrendo suono. Era dietro di loro. Tutti i cavalieri fissarono la luce
spostarsi lentamente, poi lo videro. Pegasus, reggeva in mano un enorme
barattolo con sopra la scritta “trippa”, e addentava ritmicamente un grosso
pezzo di carne. Rimase ancora un po’ concentrato nella sua attività, poi alzò
lo sguardo, incrociandolo con quello dei compagni. Frugò nel barattolo e gli
porse un grondante pezzo di trippa, sorridendo.
Dopo averlo picchiato a sangue con delle
alabarde che si trovavano lì nel corridoio, Ikki riprese la parola:
-Ma guarda te se… dove hai preso
quell’affare?-
-Avevo fame! Ho fatto una capatina nella
cucina della villa.-
- Ma se sei stato sempre con noi!- lo canzonò
Shiryu.
-Veramente mi sono appena unito al gruppo.- lo
contraddì il saint del pegaso.
- Non dire balle!- sbottò Ikki. - Ho contato
il gruppo più volte ed eravamo sempre in cinq… la frase morì in bocca al
cavaliere.
- Scusate, ricapitoliamo. Shiryu, tu sei alla
mia sinistra.-
- Si.-
-E voialtri siete dietro di me, giusto?-
- Si. Perché?-
-Allora chi è che si trova alla mia destra?-
I cavalieri notarono in quel momento la sagoma
avvolta nell’oscurità vicino al saint della fenice. Rimasero in silenzio per un
attimo. Poi Ikki spostò la candela verso destra. In quel momento una folata di
vento attraversò il corridoio, e spense la fiamma.
- WAAAAAAH! MORIREMO TUTTI! MORIREMO TUTTI!
SIAMO SPACCIATI! WAAAAAAAH!- urlò Shiryu.
- NON CADIAMO IN PREDA AL PANICO.- Ordinò
Ikki.
- Sorbole, penso che la mancanza di luce e la
presenza di una figura misteriosa potrebbero portarci ad una tragica dipartita.-
- Non intendevo questo con “niente panico”.-
-Allora posso urlare di nuovo?-
-AARGH! QUALCOSA MI HA MORSO!!!!- fece Hyoga.
- Presto, mangia una pianta blu, prima che il
veleno entri in circolo!-
- Va bene, piano di fuga: ognuno
corra in avanti!- e cosi tutti fecero.
Shun si ritrovò ansimante, qualche decina di
minuti più tardi, in una stanza buia. Da solo.
- A… aiuto. Hyoga?- nessuno rispondeva.-.Fratellino?-
ancora niente -.Mamma? Papà? Saori?- silenzio assoluto. -Zanna bianca?- ma
niente che superasse i tre decibel era udibile. Shun si rannicchiò in una
angolo.
- Cosa devo fare? Cosa?- una lacrimuccia gli
rigò il viso, per la gioia di tutti gli amanti di fanfiction patetiche. In quel
momento la porta della stanza si aprì, scricchiolando lentamente. Un sobbalzo
spinse il cuore del cavaliere fino in gola.
- Chi.chi è?- Balbettò il saint. Una sagoma
oscura si affacciò. Una voce cavernosa risuonò nella sala:
- Sono qua per prendere la tua vita.- si
sentirono due colpi di tosse. – Volevo dire, ciao Shun! Che razza di catarro!-
Seiya entrò nella stanza ridendo. Shun tirò un sospiro di sollievo:
- Oh, che bello, sei ancora vivo!-
- Si! E guarda cosa ho trovato: un kit per le
munizioni infinite!!!-
- Ma non abbiamo armi.- fece notare il
kawaiissimo cavaliere.
- Oh, soccia, è vero. E pensare che ho dovuto
uccidere Nemesis otto volte per averlo.- se lo buttò dietro le spalle.
- Comunque, tornando a noi- riprese il
cavaliere del pegaso- come stai?-
- Bene! Ma dove sono gli altri?-
Hyoga era preoccupato. Stava ormai vagando
senza meta da tempo, e il suo smarrirsi lo angosciava e gli poneva infinite
domande: chi era Spencer? cos’erano le strane creature che infestavano la
villa? perché Saori non poteva avere una baita normale? dove si trovava il
bambino? perché quella villa era piena di macchine da scrivere? perché i bauli
contenevano sempre le stesse cose? chi era? da dove veniva? c’era vita sugli
altri pianeti? era nato prima l’uovo o la gallina? qual era la capitale della
Birmania? dov’era la toilette? pesava più un chilo di piume o un chilo di
piombo? Si poteva fare il bagno con la diarrea?
Tutte domande destinate a non avere risposta
(a parte l’ultima, la quale risposta è “sì, ma ce ne vuole tanta.”).
Destinate ad accompagnarlo nel suo solitario
viaggio nel buio.
- Seiya? Ma hai idea di dove stiamo andando?-
- Assolutamente no.-
- E allora perché stiamo continuando a
camminare? –
- Abbi fiducia in me. Non sono in fondo io il
protagonista del manga?-
- Effettivamente, però…-
-Zitto!- Seiya portò repentinamente un dito
davanti alla bocca del compagno. – Non lo senti?-
dei passi lenti e cadenzati provenivano dal
corridoio davanti a loro. C’era qualcuno.-
- Deve essere uno zombie.- Seiya tolse una
scure appesa a una parete. – chiudi gli occhi, potrebbe essere traumatizzante,
Shun.- e si diresse nell’oscurità.
- NO! Seiya! No!- un disgustoso rumore di
carne lacerata provenì dal buio. Poi una voce:
- MORITE, INFAMI ABERRAZIONI! RIPOSATE IN
PACE! ORA!- *slash! Pack! Blaach! Tlonnch!*
qualche secondo dopo seiya ritornò dall’amico:
-Scusa, ci hai mica un fazzolettino?-
-Ecco.- Shun pose un fazzoletto di stoffa rosa
ricamato con fiorellini azzurri al saint del pegaso.
-ahhh, ci voleva. Grazie.- Seiya gli ridiede
il fazzoletto zuppo di liquidi interni e con un pezzo di intestino marcescente
che pendeva da dentro.- Scusami, ma ne era rimasto ancora qualcuno.- detto
questo ritornò nell’oscurità.
-AAAAAARGH! MORITE! SCHIATTATE! *slash! rrip!
squash!* Anf, anf. siete finiti?- ritornò da Shun:
-Fatto. Vogliamo andare?-
- V..Va bene. Ma cos’è quella cosa che hai
sulla spalla?-
Il saint ruotò lentamente la testa: una mano
gli aveva toccato la spalla destra. Una mano viva!.
-MUORIII!- Seiya fece roteare
l’alabarda dietro di lui, abbattendola sull’avversario. Quest’ultimo la schivò
con un rapido movimento.
-OH NO! È un licker!-
- MA CHE CAZZO VAI FARNETICANDO? SONO IO,
SHIRYU!-
- Ah, che sollievo!- disse Seiya mentre
masticava un ramoscello verde.- Come stai?-
- Oh, bene, stavo solo per essere ucciso con
un alabarda dal mio migliore amico, ma per il resto…-
- Ma allora non ti sei offeso?-
- Lasciamo perdere. Dove sono gli altri?-
- C’è nessuno? Non c’è proprio nessuno?-
balbettò Ikki.
- Fratellino? Hyoga? Ma perché è tutto buio?-
il cavaliere della fenice si frugò in tasca, e ne tirò fuori una scatola di
sigarette accartocciata. Shun gli diceva sempre di non fumare, ma per fortuna
lui non aveva mai smesso. Vi frugò dentro mormorando qualcosa del genere “dai
bello, vieni fuori.” finchè le sue dita non toccarono la familiare superficie
di un fiammifero. Lo prese e se lo strofinò sul mento (non si faceva la barba
da due giorni).
La pallida luce comparve accompagnata da
timide scintille, e illuminò improvvisamente un volto cadaverico incrostato di
sangue.
-UUUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!-
Urlò Ikki.
-Strizzetta, eh?- disse ridacchiando il signor
Spencer togliendosi la maschera da zombie.
- MA E’ IMPAZZITO?-
-Naaa, io la chiamo deformazione
professionale. Cosa ci fa da queste parti?-
- Il bambino che avevamo con noi è scappato
nella villa, e lo stiamo cercando!-
-Coosa? Ma è pericolosissimo!!!-
- E perché, scusi? Ci nasconde forse
qualcosa?!- accusò Ikki alzando l’indice contro l’uomo.
- Si, in verita sono uno scienziato pazzo che
tramite un potente virus ha creato orribili esseri mutanti ed un esercito di
non morti. Contento?-
- A dire il vero no.-
- Non si lamenti signora, me l’ha chiesto lei.
Ma ora non indugiamo, DOBBIAMO TROVARE GLI ALTRI!!!-
-Okay Seiya, ci hai condotto in una stanza
buia & oscura, non sappiamo dove ci troviamo e abbiamo perso di vista gli
altri. Puoi smetterla di darti arie da capo?-
- Beh, buia è buia, ma forse se trovo
l’interruttore della luce.- Seiya tastò sul muro vicino a lui in cerca
dell’interruttore. Shiryu sconsolato si rivolse a Shun:
- Vabbè, questa stanza sembra tranquilla
almeno. Potremo aspettare che passi la notte qui.-
- Cielo, no! E il bimbo?-
- Sai cosa ne penso io del Bimbo? – gli disse
cosa ne pensava.
-Oh, capisco. Ma io voglio ritrovare il mio
tesorino! Dove potrà essere finito?.
- Ma. chissà, potrebbe essere più vicino di
quanto potremmo pensare.-
Una botola sotto i piedi di Shiryu si aprì
buttandolo con le gambe all’aria. Una voce si udì nell’oscurità:
- C’è nessuno?-
- Oh, voce amata tra tutte le voci! Hyoga, sei
tu!-
- Shun! Oh, amado mio!- i due si abbracciarono
felici. Shiryu si alzò da terra massaggiandosi la testa.
- Ehi, ho trovato l’interruttore!- fece
giulivo Seiya. Si sentì un “click”, un crepitio elettrico e poi tutte le luci
della stanza si accesero. Mostrando purtroppo due ordinate file di cilindri di
vetro contenenti sbavanti e affamate creature bipedi dagli artigli
affilatissimi.
- Oh. Ehm, scusate spengo subito.- Seiya
ripremette l’interruttore. Tutti i cilindri si alzarono lasciando libere le
creature.
-Ops, che sbadato, per sbaglio ho schiacciato
un altro pulsante. E c’era pure scritto sopra “apertura cilindri”.-
- MA NON SAI LEGGERE?!?!-
- Si che so leggere! Ho letto quasi tutto i
“Promessi sposi”! Sono arrivato al punto in cui Frodo uccide Voldemort!!-
Intanto i mostruosi esseri si avvicinavano
sbavando e schioccando le fauci contro i quattro cavalieri.
In quel momento, un rumore di pietra che si
crepava giunse alle attonite orecchie dei quatto cavalieri: era il soffitto,
che repentinamente si aprì, lasciando cadere dallo squarcio una misteriosa
figura, a cui solo dopo pochi secondi i cavalieri seppero dare un nome, quando
le nubi di polvere si diradarono.
-IKKI!!! Sei vivo!!- era il cavaliere della
fenice, senza dubbio, e nonostante il suo poco dignitoso vestiario, brillava di
luce propria, come un messia mandato dal cielo. Alzando un braccio, indicando i
nemici davanti a loro sentenziò:
- Si, e vi voglio dire una cosa: abbiamo
affrontato reincarnazioni impazzite, idioti rivestiti da orribili armature
color pastello, precipizi, cavalieri neri, condizioni atmosferiche avverse, e
ultimamente divinità in miniatura troppo vivaci, ma ce l’abbiamo sempre fatta.
Possono quattro sgorbietti sbavanti costituire un problema PER NOI?-
- Aspetta, è una domanda difficile.- rispose
Seiya concentrandosi.
- Avanti, NOI siamo i cavalieri dello zodiaco,
abbiamo nomi importanti, siamo grandi forti eroi. Siamo anche tutti decisi a
vincere, ma solo uno alla fine potrà trionfar!
- Perché solo uno potrà trionfar?-
- Bella domanda, ma lo sai che non lo so?
Comunque, COMBATTIAMO!-
Intanto gli esseri si erano fatti molto
vicini, con un solo balzo sarebbero saltati addosso ai cavalieri. Ringhiavano e
sbavavano, osservando i saint di Atena come Homer Simpson osserva una
ciambella. Ma loro gli aspettavano, pronti a utilizzare ogni mossa speciale a
loro disposizione.
Le creature si avventarono su di loro.
- HOYUKO TENSHO!!! (Ali della fenice!!!)-
- DIAMOND DUST! (Polvere di diamanti)-
- PEGASUS RYUSEIKEN!!! (Fulmine di Pegasus)-
- CATENA DI ANDROMEDA!!!!-
- KAMEHAMEHAAAA!!!!- Tutti i cavalieri
osservarono Shiryu interdetti. Lui arrossì, dato che nessuna onda energetica
era uscita dalle sue mani.
- Beh, poteva funzionare.-
I colpi dei cinque cavalieri riuniti
sfoltirono la massa di Esseri Sbavanti con efficacia, ma sembrava che per ogni
mostro ucciso altri ne prendessero il posto.
- Ma quando finiscono? Sono eterni!!-
- Non possiamo durare a lungo, io ha quasi
finito i Magic Points.- disse Seiya, inghiottendo l’ultima bottiglietta d’etere.
Il cavaliere del dragone alzò le braccia al cielo:
- Creature della terra, datemi la vostra
energia!-
- Smettila di fare il coglione, Shiryu!-
Ma in quel momento, la porta della stanza si
aprì: Il signor spencer entrò trafelato:
- Aspettate, ora vi aiuto io!- Con un gesto
plateale estrasse qualcosa di tasca. Improvvisamente tutte le creature
distolsero lo sguardo dai Saint e fissarono lui. Spencer strappò l’oggetto, un
piccolo involucro bianco, e ne estrasse un oggetto allungato e roseo: un
wurstel. Tutti gli esseri lo fissarono con l’acquolina in bocca. Spencer lo
buttò in un tombino ai suoi piedi, e contemporaneamente tutte le creature vi si
buttarono a pesce, scomparendo nel sottosuolo. Con una mossa fulminea, lo
scienziato richiuse il buco.
- Bene, ora siete salvi. Contenti?-
- Ma che diavolo erano quelli? E perché li
teneva in casa?-
- Beh, è lunga da spiegare. Sapete tutti cos’è
una bicicletta, no?-
- Si.-
- E anche cos’è la carta igenica.-
- Si.-
- Bene, immaginate che una mattina un
netturbino si alzi e non trovi il caffè pronto. Ora, voi sapete qual è la legge
della relatività di Einstein, no?-
- Lasci stare, effettivamente è lunga. Ma ora
che siamo tutti in salvo, dobbiamo trovare il bimbo. Potrebbe essere ovunque
qui dentro!-
- È vero, dobbiamo cercarlo!-
- Dividiamoci!-
La mattina dopo, nella stanza dei cavalieri.
-Ikki, lo abbiamo cercato dappertutto tutta la
notte. Non abbiamo dormito, siamo sporchi e affamati, non potremmo
semplicemente porre fine alle nostre sofferenze?-
- Propongo di buttarci da una scarpata!!-
- Taci, Seiya. Sto ragionando.- Effettivamente
gli altri avevano ragione. Dove si era cacciato, quel piccolo disgraziato?
Avevano davvero cercato dappertutto… o no?
-Aspettate un momento.- disse Ikki tra se e
se. Con tre passi ampi e decisi si collocò davanti alla cassa avvolta di catene
in cui il giorno prima avevano rinchiuso la piccola & odiosa divinità. Con
la sua solita delicatezza la aprì con un pugno, sfasciandola.
- Ciao, zietta!- sorrise Vega, spuntando tra
le macerie della cassa. – E da un po’ che non ci si vede!-
I cavalieri trattennero Ikki prima che lo
potesse incenerire con il suo colpo più devastante. Quando il cavaliere si fu
un poco calmato, poterono rivolgere due paroline al piccolo:
- Ma sei rimasto li per tutto il tempo?!-
- Certo. Dove pensavate che me ne potessi
essere andato, rinchiuso in una scatola?-
- Ma la voce che veniva dalla cassa sembrava
un registratore!-
- Lo so, è la mia specialità fare le
imitazioni. Sentite qui per esempio.- Si schiarì la voce, che divenne in tutto
e per tutto identica a quella di Saori –Seiya, scoppiati un petardo nelle
mutande!-
- Se lo dice lei, milady.- rispose il
cavaliere di Pegasus aprendo una scatola di raudi.
- Beh.- sentenziò Hyoga – alla fine tutto si è
concluso relativamente bene. Credo.-
-Ti prego, non dire una parola. Torniamocene a
casa.- rispose Ikki, tristissimo.
Dopo un commosso saluto al signor Spencer, i
Saint partirono dalla “baita”, non dopo aver segregato Vega in un’altra cassa
con alcune catene in più. Viaggiarono a lungo a piedi, poi, tra una cosa e
l’altra, arrivarono a casa che ormai era il tramonto. Sembrava che Saori avesse
rimesso tutto a posto, e i tedeschi li aspettavano con il mitra spianato e il
sorriso sulle labbra.
- È bello vedervi in forma, ragazzi.- gli
disse Shiryu, ridendo per non piangere.
- Pentornate, signiore.- li fece il capitano
Heider, aprendo il cancello della villa e facendogli segno di entrare. E i
cavalieri sarebbero davvero entrati, se una voce da dietro non li avesse fatti
fermare:
- Signorina Natasha! Signorina Natasha!- Hyoga
riconobbe il suo pseudonimo. Il cavaliere del cigno era un animo gentile, ma la
mezza giornata di viaggio tra i monti e la nottata insonne lo avevano reso
abbastanza nervoso. Quindi il – CHE CAZZO C’È?- gli uscì spontaneamente, tra
l’atro pronunciato con la sua voce da uomo. Voltandosi però, si ritrovò davanti
ad un mortificatissimo Alan.
- Oh. Volevo dire… Buonasera, come se la
passa?- cambiò in fretta il tono di voce. La domanda rincuorò il giovine.
- Bene… lei piuttosto, la vedo provata.-
- Chi è questo giovanotto Hyo… Natasha?-
chiese una vocina dietro al cavaliere del cigno: trattavasi dell’amichetto
Shun.
-Oh… beh…- Hyoga era visibilmente imbarazzato
– è un ragazzo che ho incontrato qualche giorno fa, ma…- la situazione
rischiava di divenire drammatica. Hyoga sperava soltanto che Alan non dicesse
niente di compromettente.
- Signorina Natasha, ero venuto qui per…-
inghiottì un groppo in gola.
“Oh no, non vorrà mica dichiararsi!” Hyoga
sudava freddo. Shun li guardava con la sua abituale espressione innocente, che
in quel momento si stava gradualmente intristendo.
- Volevo invitarla a una festa da ballo domani
sera! Sarebbe interessata a venire?- buttò fuori una parola dietro l’altra, con
velocità. Shun stava per mettersi a piangere. Hyoga stava per cadere in preda
al panico, quando un intervento divino, e possiamo dirlo senza paura, lo salvò:
- Che accidenti succede qui?- Tutti i presenti
si voltarono verso la nuova arrivata: era Saori, vestita da cavallerizza,
mentre cavalcava uno splendido purosangue
- Siete arrivate finalmente! Forza,
in casa a badare al piccolo. Dov’è ora, a proposito?- Scrutò con occhio
indagatore tutti i cavalieri. Ikki prese la parola:
-Stavamo per andare quando siamo stati fermati
da questo ragazzo, ma…- un cenno deciso di Saori lo fece tacere. Il suo sguardo
indagatore si spostò su Alan, e vi rimase a lungo. Il giovane si sentì come se
fosse nudo in mezzo a una piazza.
- Ehm.- tentò di prendere la parola, ma la dea
lo interruppe:
- HA SCOPERTO IL VOSTRO SEGRETO?!- Urlò
allarmata.
- Segreto?- chiese Alan incuriosito. Tutti i
cavalieri si portarono una mano alla faccia, scuotendo intanto la testa.
- Ops.- fece Atena – beh, voialtre entrate in
casa. Ci parlo io.
I cavalieri si dileguarono, mentre Alan
guardava addolorato la sua bella allontanarsi, e Saori smontava da cavallo. Si
avvicinò poi al ragazzo:
- Senti, ora sai del segreto. È meglio che ti
dica la verità. In realtà, terrestre, quelle donne sono extraterrestri
mazoniane e io sono la loro regina, Raflesia. Vattene ora, prima che sia troppo
tardi.-
- Signorina, non inventi futili scuse!-
esclamò Alan indignato. – io amo quella ragazza, e intendo invitarla a una
festa. Cosa ha a che fare lei con quelle donne?-
- Ma loro non sono donne!-
- Ma mi faccia il piacere.-
- Vabbè, io l’avevo avvertito.-
- Senta, ora io, costi quel che costi,
inviterò quella ragazza alla mia festa, e…-
- Scusi un attimo, ha detto festa?-
- Uh? Si. la festa da ballo che tengo
annualmente alla mia villa.-
- E. immagino ci sarà anche un rinfresco?-
- Si, i nostri cuochi sono tra i migliori del…-
Saori agguantò Alan per il bavero:
- Avrete anche le olive ascolane?!-
- S.si, posso farle arriv.-
- VA BENISSIMO, ALLORA VENIAMO TUTTE!!!-
- Ah, ben…COME SAREBBE A DIRE TUTTE?!?-
- Prepari sei inviti, veniamo io e le altre
cinque. Contento?-
Alan stava per protestare, ma forse quello era
il modo più veloce per finire la conversazione. E ottenere quello che voleva.
Il suo piccolo angelo biondo.
- Ok, allora. Per me va bene..-
Saori entrò baldanzosa nella cucina dove i
cavalieri stavano seduti mesti e mogi attorno al tavolo.
- Allora, dov’è il marmocchio?-
- Dorme.- rispose Hyoga.
- Stranamente.- finì la frase Ikki.
- Ottimo! Ora riposatevi, domani si festeggia!
Tutti a ballare!-
- COSA? Ha accettato l’invito di quel tizio?
Senza il nostro consenso?-
- Non è giusto! Quel bellimbusto desidera il
mio Hyocchan.- disse Shun piangendo.
- NO! Non ti tradire mai, Shun!- Lo consolò
Hyoga abbracciandolo.
- Fatto sta che ci andrete, volenti o nolenti.
Cause di forza maggiore.- Poi la dea si voltò, e con un rivolo di bava che gli
colava dalla bocca si immaginò una piramide di olive ripiene di carne e ricoperte
da una dorata e croccante panatura.
- NOI NON ANDREMO DA NESSUNA PARTE!- urlò Ikki
sbattendo un pugno sul tavolo. –BADARE AL BIMBO IN MEZZO A UNA FESTA SARA’ UN
VERO INFERNO!!-
- Ikki ha ragione, signorina Saori, è fuori
dalla nostra portata. Pensa ai guai che la piccola peste potrebbe causare!-
continuò Shiryu.
-CI OPPONIAMO CATEGORICAMENTE!!- Dissero tutti
i cavalieri all’unisono. Saori li guardò scocciata. Poi con un gesto calmo,
estrasse un telecomando di tasca, appoggiando un dito su un pulsante rosso in
mezzo al dispositivo:
- A letto entro tre secondi, o le faccio
esplodere. Uno.-
E fu così, che finì un’altra giornata per i
cavalieri.
Capitolo 8 - INTERLUDIO TRAGICOMICO
ARISTOFANEO
Nello stesso istante in cui terminò il
capitolo precedente, Apollo emise una grassa (ma così grassa che al confronto
Giuliano Ferrara è una ballerina di danza classica) risata, mentre spegneva la
televisione tramite il suo telecomando di oro zecchino. Si concesse quindi un
momento di break, distesosi sulla sua poltrona di peluche mentre sorseggiava
una bottiglia di tennent® (la rossa scozzese da nove gradi, non ti puoi
sbagliare con tennent®). E fu così, mentre si grattava il divin pacco, che la
sua mente venne attraversata da un dubbio atroce:
-E se quei cinque sfigati riuscissero
effettivamente a badare al bambino fino alla fine della settimana? In fondo
mancano solo tre giorni, e se la festa non li butterà giù allora...-
Il dio prese a riflettere.
“Mio me stesso, sarebbe la fine se vincesse
quella sciacquetta di mia sorella! Devo trovare una soluzione, un modo che
faccia sì che i cinque cavalieri non trionfino.”
- Griso! Falco!Venite subito qua!- Urlò
nuovamente il dio, e subito due bravacci con tanto di pistole ad acciarino,
ciuffo e cuffietta si presentarono davanti alla divinità:
- Ci hai chiamati padron nostro?-
- Si ho bisogno che facciate un lavoro: dovete
radunare la più ributtante banda di mascalzoni, bricconi, banditi, assassini,
stupratori, teppisti, membri del kkk, ex agenti della cia, agenti di frontiera
canadesi, terroristi, monaci albini dell’opus dei, serial killer, scienziati
pazzi e profanatori di tombe che si sia mai vista sulla faccia della terra!-
- Cosa ha detto dopo mascalzoni?- chiese uno
dei bravi, con in mano un bloc notes.
- Scegliete voi, ma ho bisogno dei cattivi più
cattivi del mondo! BWAH-AH-AH-AH!-
E la risata del folle dio rieccheggiò per
tutto l’olimpo.
(scena: una luminosa anticamera. Entra IKKI.)
IKKI:- Yaown, che bella ronfata mi sono fatto.
Ho proprio bisogno di un caffè.-
(avanza fino a una porta dall’altra parte del
palco, e tenta di aprirla.)
IKKI: -Ma… ma che cos’ha questa maledetta
porta?-
(IKKI si sforza inutilmente di aprire la
porta. Entra SHUN)
SHUN:- Ma cosa fai, fratellino mio?-
IKKI:- Questa maledetta porta non si apre! E
poi.-
(IKKI si guarda intorno)
IKKI:- .e poi perché mi sembra tutto costruito
con pannelli di compensato dipinti a tempera?!-
SHUN:- Beh, non è la cosa più strana. Guarda
là.-
(SHUN indica la platea. IKKI la guarda.)
IKKI:- CHE DIAVOLO STA’ SUCCEDENDO? QUELLO E’
UN TEATRO GRECO!! SIAMO SU UN PALCO!-
SHUN:- in effetti è strano, che sia opera del
piccolo Vega?-
(entrano SHIRYU e HYOGA)
SHIRYU(rivolto a HYOGA):- …e così gli ho
detto, ma dico, c’era scritto tutto a volontà, e a me piacciono le papaye,
quindi…-
(i due cavalieri appena arrivati guardano i
due già presenti)
HYOGA:- Hola, ragazzi, che si dice di bello?-
IKKI:- Di BELLO? Ma guardati attorno, quel
moccioso ne ha fatta un’altra delle sue!-
(tutti si guardano attorno.)
SHIRYU:- OH, un teatro greco!! Che bello, se
non diventavo cavaliere volevo fare l’attore (o il venditore di cuccume),
sentite un po’: “essere o non essere, questo è il… ehm…-
HYOGA:- Problema?-
SHIRYU:- EH, sì, non riesco a ricordarmi la
parola che viene dopo.-
HYOGA:- Problema, appunto.-
SHIRYU:- Si, lo so, è un problema, ma aiutami
a risolverlo piuttosto che continuare a rinfacciarmelo!-
IKKI:- Piantatela con le idiozie, piuttosto
troviamo un modo per far finire questo incubo! Ma non si può uscire dalla
scena?-
SHUN:- No, sembra che tutte le porte siano
sbarrate.-(lo dice mentre tenta di aprirne una)
CORO:- “Poveri cavalieri, tra mille
difficoltà, affrontate oggi e ieri per colpa di una divinità!-
HYOGA:- Che figata, c’è anche il coro!-
IKKI:- NON E’ UNA FIGATA!-
SHIRYU:- Avanti, già che ci siamo
approfittiamone. “Morire, dormire, forse sognare.”-
(IKKI colpisce SHIRYU con un montante ai
denti)
HYOGA:- Guardate, è comparso un tavolo ricolmo
di torte alla panna!-
IKKI: -Ehiehi, io non mi abbasso a certo
facile umoris…-
(una torta arriva in faccia al cavaliere della
fenice)
IKKI: -CHI E’ STATO?!!!!!-
(Tutti guardano SHUN, che arrossisce)
SHUN:- Beh… Sai… certe tentazioni…-
(VEGA fa capolino dalla platea)
VEGA:- Insomma, volete essermi un po’ più
naturali? Mi state rovinando la commedia!!-
SHIRYU:- Commedia? Ma quale commedia! Ci fosse
chissà quale folto pubblico!-
(SHIRYU indica la platea deserta)
VEGA:- Ti sbagli, il folto pubblico c’è!
Guarda!-
(VEGA indica due pelosi camionisti che bevono
birra e si esibiscono in roboanti meteorismi mentre seguono lo spettacolo)
IKKI:- TUUUUU! PICCOLO LURIDO ESCREMENTO DI
PICCIONE! SE TI PRENDO TI BECCHI TANTE SCULACCIATE CHE CAGERAI DA TRE BUCHI
DIVERSI!-
HYOGA:- Ehm. Hortensia, la voce, controlla la
voc…-
IKKI:- MA ANDATEVENE TUTTI AFFAN*ULO, CON LE
VOSTRE VOCI E I VOSTRI TRAVESTIMENTI! EHI, PICCOLO, LO SAI CHE IN VERITA’ LE
TUE BABY SITTER DEL MIO FONDOSCHIENA SONO UO…-
(tutti i cavalieri sul palco tappano la bocca
a IKKI)
VEGA:- Uo?-
SHUN:- Ehm. uo… uo…-
SHIRYU:- Uova.-
VEGA:-?-
SHIRYU(sottovoce):- Si, inventatevi voi un’altra
parola che inizia per uo!-
SEIYA (entrando sulla scena):- Ma ce ne sono
tante! Per esempio UOMINI!-
(tutti i saint colpiscono SEIYA con i loro
colpi più mortali)
VEGA:- Siete… Uomini?-
( i cavalieri rimangono in silenzio. IKKI,
riprende la parola, capendo di aver perlato un po’ troppo.)
IKKI:- No, cosa hai capito volevo dire.-
(Guarda gli altri cavalieri intorno a lui)
IKKI:- Volevo dire… Volevo dire…-
VEGA:- Ho bisogno di riflettere. Me ne vado
nella mia stanza.-
(VEGA esce con aria triste di scena, mentre
nell’aria risuona una triste melodia)
IKKI:- NO, NO, rimani, ci stavamo divertendo!-
SEIYA:-COPERTURA SALTATA, COPERTURA SALTATA!
SHIRYU:- Sì, dai, rimani, non volevi fare una
commedia greca?-
VEGA:- Si. beh, finitela voi. Ora arrivano le
rane.-
TUTTI:- Rane?-
(Migliaia di rane atterrano sui cavalieri
sommergendoli. Applausi e chiusura del sipario.)
I cavalieri fissavano mestamente la porta
della cameretta di Vega. Il bambino vi era rinchiuso dentro da ormai ore:
sembrava che la notizia, appresa in modo tanto brutale, che confermava i suoi
sospetti sull’ambigua sessualità delle badanti, lo avesse scosso. Da dietro
l’uscio si sentiva una triste melodia blues, che aumentò la percentuale di
depressione di quel momento del 40 per cento. I saint di Atena si guardarono
tra di loro, assai perplessi sul da farsi.
- Beh, uno dovrebbe entrare e spiegargli un
poco quello che è successo. Se il piccolo spiffera tutto, siamo belli che
fregati. Niente ricompensa e odio eterno da parte della nostra divinità
protettrice.- constatò Hyoga.
- Direi che dovrebbe entrare Seiya, è lui che
ha combinato il disastro. Poi dovrebbe essere il protagonista della serie, no?-
disse Ikki.
- Burp!- disse Seiya, mentre sputava una delle
rane.
- Ma non dire stupidaggini, sei te quello che
ha instillato il dubbio nella giovane mente del bambino, Ikki. Assumiti le tue
responsabilità!- urlò Shiryu.
- Nandaaaio(che vuol dire “coooosa”)? Non è
giusto. È colpa mia e di Seiya uguale, ecco!-
- Ikki, ti ritenevamo il più maturo.-
singhiozzò Shun, e nessuno sapeva resistere agli occhioni del saint color rosa.
Ikki sospirò mestamente:
- E va bene, va bene. Ma poi se non riesco a
combinare niente non prendetevela con me.- Ikki bussò alla porta, mentre tutti
gli altri cavalieri lo fissavano speraznosi.
- Veeega, fammi entrare! Avanti, non puoi
rimanere chiuso la dentro per.- la porta si aprì. E con somma sorpresa di Ikki
era stata aperta da un elegante cameriere in livrea, che si profuse in un
profondo inchino:
- Buonasera signora. Desidera darmi il suo
cappotto?-
- Ehm.. no, grazie. Ma non è sera. E poi… CHE
ACCIDENTI SUCCEDE QUI!?-
La cameretta di Vega si era trasformata in un
enorme locale jazz, illuminato da luci soffuse, con tanto di barista dietro al
bancone che dispensava vodka martini ai pochi, mesti avventori, e di pianista
di colore che suonava la sua triste melodia. Vega era seduto su un tavolino in
lontananza, mentre beveva un enorme cocktail tropicale da una noce di cocco
(particolare che a dire il vero stonava un po’ con l’atmosfera generale). Ikki
gli si avvicinò con circospezione.
- Ehm, Vega? Posso parlarti?- il bambino alzò
la testa verso di lui:
- Oh, la zietta vuole parlarmi. O forse dovrei
chiamarti ZIETTO?-
- Vega, lo so che può sembrarti assurdo, ma a
volte i grandi sono costretti a fare alcune cose che non si dovrebbero fare, e
poi…-
- Sì, sì, ho afferrato il discorso. Vi siete
travestiti da donna perché mio padre è un po’ all’antica, e vuole solo baby
sitter donne. Così Saori potrà vincere la scommessa.-
- Scommessa? Ma di che parli?- domandò Ikki,
perplesso.
- Cosa? Davvero Non lo sai? Pazzesco, la dea
non vi ha detto niente?-
- N… no, a dire il vero. Ha parlato di questa
missione di farti da balie, ma.-
- Ehi, cameriere, una pina colada anche per il
mio amico.- Urlò il moccioso a uno dei camerieri. Poi si ririvolse verso il
cavaliere:
- E ora apri bene le orecchie, ho una storia
da raccontarti. -
Ikki uscì dalla stanza con una strana
espressione sul volto. Rassegnazione? Forse. I cavalieri gli si avvicinarono.
- Ehi, ikki, ma che succede?-
- Dicci, hai combinato niente?-
Ikki alzò il capo verso di loro: sorrise.
- Sì, ho risolto tutto. Il piccolo non aprirà
bocca riguardo al piccolo incidente di prima.-
- Evvai, Ikki! Bravo! Sapevamo ce l’avresti
fatta!- esclamò esultante Shiryu.
- Però c’è una cosa che fareste meglio a
sapere. Riguarda il perché di questa buffonata. È tutta una scommessa tra la
nostra dea “protettrice” e suo fratello Apollo.-
- Che? Cosa? Ma… Dio mio… allora era per
questo che…- balbettò Hyoga.
- E cosa hanno scommesso?-
- Noi dobbiamo riuscire a tenere il moccioso
per una settimana. Altrimenti Saori fa strip-tease davanti a tutto l’olimpo.-
“Uao! Quasi quasi.” pensò Shiryu.
- E ce l’ha tenuto nascosto per tutto questo
tempo! Aaaah, che rabbia!-
- Calmatevi, la dea non deve sapere che noi
sappiamo. L’ho promesso al moccioso.-
- Eh? E per quale motivo?-
- E la condizione per il suo silenzio.-
I cavalieri rimasero a lungo a fissarsi l’un
l’altro. Poi, con un colpetto di tosse, Seiya prese la parola:
- Ma non è un po’… Poco? Dico, a lui che
cambia se tutta la recita va avanti?-
- Si, lo so è strano, ma così è!- sbraitò
Ikki, un poco alterato.
- Va bene, va bene, non serve arrabbiarsi. È
solo che sembrava un po’…- disse Hyoga, ma venne interrotto dalla porta del
bambino che si apriva, e dal piccolo Vega che uscì vestito da Sampei, con canna
da pesca in spalla:
- Ciao ziette, vado ad acciuffare qualche
carpa!- e detto ciò si defilò altrove.
-Ziette? Ma allora è davvero tornato tutto a
posto! Bravo Ikki!- Esclamò Seiya, dando una sonora pacca al, se così possiamo
dire, collega. Ikki sorrise debolmente:
- Ehm, si, grazie. Ora vado in bagno.- e detto
questo, andò lì ove aveva detto.
E mentre sedeva sul water, ripensò alla
conversazione appena avuta.
FLASHBACK!
Vega aveva appena terminato il suo racconto, e
non aveva taciuto nessun particolare riguardo alla scommessa. Ikki lo ascoltava
stupefatto:
-Ma è assurdo! E per una scommessa così idiota
noi siamo costretti a… a… merda!- e bevve un gran sorso della sua pina colada.
Poi riprese bruscamente la parola:
- E tu come fai a sapere tutte queste cose?-
- Ho origliato.-
- Beh, dovevo aspettarmelo in effetti. E ora
cosa intendi fare, ora che sai la nostra vera identità?-
- Io pensavo di farvi una proposta.- detto ciò
tirò fuori da sotto il tavolo una lunga pergamena logora e consunta.
- Io faccio finta di non avere visto, sentito
o annusato niente, e tutto va avanti come pattuito. Ma se perderete la
scommessa, mi darete le vostre anime. E saranno mie. PER L’ETERNITA’! BWAH-AHA-HAH-AH-AH!-
La risata maniaca del piccolino fece voltare
tutti i clienti nel bar, che li fecero segno di stare zitto.
- Oh, scusate.- disse il piccolo dio,
imbarazzato.
- Le nostre anime? Ma è assurdo! Come posso
accettare una proposta simile?-
- Eddai, basta una firmetta, e tutta la
burocrazia è sbrigata. Poi siete così bravi che vincerete di sicuro.- sogghignò
la peste. Ikki guardò il contratto dubbioso. Se Saori avesse saputo della sua
gaffe, sarebbero stati dolori. Ma perdere l’anima. No! Il suo coraggio ardeva,
e la sua volontà era indomita:
- Va bene. Accetto.- Firmò con una lunga penna
di pavone la carta.
- Bravo, bravo! Vedrai che non te ne pentirai.-
Sibilò Vega.
FINE DEL FLASHBACK!
Ikki si grattò perplesso la testa. E se avesse
osato troppo?
“Dai, ce la faremo. Si tratta solo di badare
al bambino, ce l’abbiamo fatta finora. Se non succede altro, è fattibile, è
fattibile.”
Ma Ikki si era dimenticato, che le disgrazie
non vengono mai da sole.
Apollo Stava osservando il tramonto dal suo
bel poggiuolo, e pregustava i giorni che sarebbero arrivati. Forse gli esperti
di mitologia greca si stanno chiedendo come Apollo potesse guardare il
tramonto, dato che è lui che guida il carro che trasporta il sole, ma dovete
sapere che aveva ormai da tempo delegato il compito ai sui tre figli, Apelle
della palla di pelle di pollo, Fetonte e Fid Mackenzie, che non compare in
nessun mito o filastrocca.
Improvvisamente la porta della sua casa si
aprì, sbattendo rumorosamente, e ne entrò il Griso, baganto dalla pioggia
battente.
- Padrone! Padrone! Gli ho trovati! Ho trovato
meglio di quello che lei mi aveva chiesto!!-
- Eccellente, mio bravo Griso, mostrameli.-
- Eccoci, Apollo.- rispose un’anziana voce di
donna da dietro la porta. Subito davanti a lui si presentarono 109 figure in
fulgente armatura, più un’altra piccola figura appoggiata su di un bastone.
- Sarà per noi un onore sbarazzarci della dea
Atena e dei suoi cavalieri, oltre che un grande piacere.- Sussurrò la piccola
figura, che conduceva tutto il gruppo. Uno degli uomini in armatura dietro di
lei rise sguaiatamente, poi disse:
- Si, nessuno può sconfiggerci! Perché noi
siamo i cavalieri della…- e un fulmine squarciò il cielo.
Intanto, alla villa dei cavalieri.
- Ehi, scusate, ma dove vuole andare a pescare
il piccolo?- chiese Shun. Tutti i cavalieri si guardarono l’un l’altro negli
occhi. Poi sentirono il fargoroso suono di un impatto metallico. Tutti corsero
in giardino.
- Evvai, questo è grosso!- strillò eccitato il
bambino, mentre tirava con la lenza un enorme boeing 737 precipitato in
cortile.
- Beh, dovevamo aspettarcelo.- constatò Hyoga.
Capitolo 9 - UNA FESTA A LUNGO
ATTESA
La lucente limousine sfrecciava lungo i viali
illuminati della Tokyo notturna, puntando con decisione verso la sua meta.
Manco a dirlo, al suo interno si trovavano non solo i cinque cavalieri che mi
diverto a torturare ormai da sei anni con questa fanfiction, ma anche la loro
dea protettrice nonché il piccolo Vega, che con il suo fracchettino sembrava un
pinguinotto. Saori parlava velocemente rivolta ai suoi, per così dire,
protetti:
- Allora, stiamo andando a una festa dell’alta
società, quindi non fatemi fare brutta figura. Non sporcate i tappeti, mangiate
con moderazione, e se un ricco magnate vi tocca il didietro sorridete senza
lamentarvi. Domande?-
- Si. Erano proprio necessari i tacchi a
spillo?- Si lamentò Hyoga.
- Ma ti donano così tanto!- esclamò Shun.
- E poi che ti lamenti? Sei una donna. O no?-
chiese retoricamente Saori, in direzione del Saint del cigno.
- Giàggià, è stupido lamentarsi, non è vero
ziettA Hortensia?- chiese a Ikki il piccolo Vega, colpendolo con gomitatine e
strizzando ripetutamente l’occhio.
- Ehi, ma non ti sembra che il piccolo stia
alludendo a qualcosa, Ikki?- chiese sottovoce Seiya all’amico.
- Ehm, no, che dici, è tutto risolto, te l’ho
già detto.- rispose Ikki, riferendosi al piccolo incidente avuto con il piccolo
quello stesso giorno.
Per chi se ne fosse dimenticato, i Saints
stavano andando alla sfavillante festa da ballo organizzata da Alan, giovane
rampollo multimilionario invaghitosi della bella Natasha, al secolo Hyoga del
cigno. Lo stesso Alan, in quel momento si stava spruzzando della costosissima
acqua di colonia in ogni parte del corpo. Sorrideva tra se:
“Ah, finalmente, ho atteso questo momento da
quando Jennifer mi aveva dato quello schiaffo in seconda media, ah, piccola
sbruffona! Ma ora quell’angelo è innamorata cotta di me, e finalmente stasera…
perderò la mia verginità!”
E detto ciò proruppe in una inquietante
risata.
- Etciù!- starnutì in quel momento il saint
del cigno (se si fosse trovato in Italia gli sarebbero fischiate le orecchie,
per intenderci) . “Mh, ho uno strano presentimento.”
- Oh, toh, eccoci arrivati!- esclamò Saori,
mentre la Limousine si fermava. La portiera si aprì su di un’enorme villone
circondato da un labirinto di siepi, statue greche e fontane modello
Versailles.
Un elegantissimo maggiordomo aprì la portiera
della macchina e con un largo sorriso invitò i cavalieri a scendere, e
attraversato che fu il sontuoso giardino arrivarono davanti all’ingresso.
- Caspita, è più grossa del grande tempio!-
osservò Shiryu stupito.
- Ehi, Hyoga, guarda chi sta arrivando.-
Davanti a loro, fece la sua comparsa Alan, che
sfoggiava un bianco completo con rosa all’occhiello annessa: e i suoi occhi
vedevano soltanto il suo angelo. “Ah, come è bella, potrei fissarla per ore.”
ed in effetti la fissò con espressione ebete per qualche secondo, finché Saori,
stanca di aspettare, non lo riportò alla realtà affondando il suo tacco nella
sua scarpa firmata:
- Ehi, bambolo, che c’è, hai visto la Madonna?
Sveglia!-
- Ahia! Oh, scusate, benvenute alla mia umile
dimor…-
- Se, se, se- tagliò corto Saori –dove sono?-
Alan fissò la giovane dea un po’ stranito:
- Chi?-
- Loro!-
- Non la seguo.-
- LE OLIVE!-
Alan, dopo qualche secondo di costernazione,
indicò sospirando un ricco buffet alle sue spalle. La dea vi si diresse con un
rivolo di bava che le trabordava dalle fauci.
“Beh, perlomeno la pazza con i capelli viola è
sistemata. E ora…” il sorriso tornò a dipingersi sul volto del giovine. Prese
delicatamente la mano del suo angelo, e, fissandola\o, negli occhi, gli disse
con voce sensuale:
- Mia piccola Natasha, la pista da ballo ci
attende, vuoi concedermi l’onore di questo valzer?- in quel preciso momento,
un’orchestra dentro al palazzo intonò le prime note dello schiaccianoci. Hyoga
buttò un’occhiata imbarazzata sul suo Shun: sembrava estremamente mortificato,
ma Hyoga gli fece capire con un’occhiata che era solo questione di affari.
Mentre Alan lo trascinava sulla pista da ballo Seiya disse con voce drammatica:
- E’ un po’ come in quella canzone dei Police.
Come si chiamava, Rossana?-
- Taci, idiota- disse Ikki infilandolo per la
testa in un vaso lì vicino. Poi riprese la parola:
- Ora Shun e Shiryu badate al bambino, mentre
io vado al buffet a prendere qualcosa da mangiare: sarà una lunga nottata.-
Il salone era illuminato dalla luce di quattro
enormi lampadari, una luce quasi dorata, che conferiva a quel luogo una
fastosità certamente fuori dal comune.
Decine di coppie ballavano spensierate sulle
note dell’orchestra dislocata su un palco in fondo al salone. Quest’ultima
aveva appena finito di eseguire un lento e si stava godendo gli applausi degli
invitati.
Anche Alan e il suo “damo” avevano cessato di
ballare e il facoltoso rampollo si era prodigato affinché un cameriere portasse
loro due bicchieri di champagne, anch’esso dorato, che si esibiva in un
esuberante perlage (lo champagne, non il cameriere).
- Ti stai divertendo mia cara?-
- Oh, si molto!- cinguettò l’effeminato saint,
bevendo un sorso dal suo calice.
Alan deglutì:
“ E’ il momento! Devo trovare una scusa per
portarla in camera mia!”
- Senti… ti piacerebbe vedere la mia
collezione di matrioske?-
- Ah, collezioni matrioske?-
- E-ehm, tradizione di famiglia.-
“Forza Alan, olè Forza Alan, olè
Forza Alan, olè olè! Popopopopopoooopo.” Fecero in quel momento gli ormoni
nellipofisi di Alan, intonando Seven Nations Army.
Le radici sovietiche di Hyoga lo fecero tutto
sommato incuriosire dell’insolita proposta del ragazzo:
- Beh, perché no?-
Alan ebbe un brivido: i suoi ormoni avevano
fatto la ola. Sorrise.
Ikki era appena riuscito ad inoltrarsi nella
folla fino al ricco buffet allestito ad una delle pareti della sala. Dopo aver
preso un piatto iniziò a riempirlo dei bocconcini più invitanti. Arrivato al
vassoio delle olive ascolane vi ci trovò però Saori sdraiata sopra con la bocca
sporca di unto che mormorava:
- Ragaaaazzze, siete le mie best…-
Ikki, rabbrividendo, la aggirò ritornando nella
folla in direzione dei suoi amici, lasciati sulla terrazza della villa. Era
quasi arrivato quando sbatté contro un altro degli invitati:
- Oh, mi scusi!- cinguettò, anche se sembrava
più un passero lottatore di sumo che un leggiadro usignolo come il suo amico
Hyoga.
- Si figuri, ma le par..!-
Ikki si accorse di conoscere l’uomo che aveva
appena urtato: le mani lasciarono cadere tutto il cibo per terra;
un’espressione di orrore si dipinse sul suo volto.
- Oh, la bella signora fuggitiva della metropolitana!
Che sorpresa incontrarla qui!- sorrise lascivo il piccolo controllore.
Ikki abbozzò un sorriso:
- Oh, anche per me è una sorpresa… sono molto
spiaciuta per la volta scorsa.- intanto con gli occhi cercava una via di fuga.
- Ma non si preoccupi! Ora non sono in
servizio!- fece sempre più sorridente l’omino.
- Oh, beh, in questo caso.- Ikki fece un passo
indietro, pronto per buttarsi in una corsa disperata lontano dal pericolo.
Ma proprio in quel momento l’orchestra riniziò
a suonare. Il controllore lo afferrò per un braccio:
- Ma rimanga qui! Mi mancava giusto una dama.-
- E io non potevo sperare in un miglior
cavaliere!- disse Ikki di risposta: data la sua inadempienza (la multa non
pagata) più che una proposta di ballo era un ricatto. Si buttò nel turbine
della danza sulle note di un focoso tango, con la più profonda costernazione
dipinta in volto.
-.e allora il cowboy gli risponde: “ma no
l’altro wishkey è per il mio cavallo!” AH-AH-AH-AH!-
Shiryu si accorse che né Vega né Shun stavano
ridendo alla sua barzelletta.
- Non l’avete capita?-
- Io ho fame zietta! Quando torna la zietta
Hortensia con tante cose da mangiare?- chiese Vega ignorando il cavaliere del
dragone. Shun si guardò attorno imbarazzato:
- Non so, forse ha incontrato qualcuno?-
In quel momento Ikki passò la rosa dalla sua
bocca a quella del suo cavaliere, sempre più sorridente.
- Ma io ho voglia di mangiare arrosto di
centauro!- piagnucolò Vega
- Mmm, centauro…- disse una voce proveniente
da un vaso lì vicino.
- Non so se fanno cucina greca al buffet.-
perché come di sicuro sapete il centauro arrosto ricoperto da foglie di vite è
uno dei piatti forti della cucina ellenica.
- Allora andiamo dai cuochi e chiediamo se ce
lo fanno!-
- Non essere maleducato Vega, non sono cose da
farsi! Vedrai che la zietta Hortensia tornerà con un vassoio pieno di cose
buone da un momento all’altro!- disse Shun con la sua melodiosa vocina.
- Uffa, cheppalle! HO FAME FAME FAME FAME FAME
FAME FAME FAME!-
- HO CAPITO, HO CAPITO! Ma dobbiamo aspettare
qui, quindi non fare strani scherzi.- sbuffò il cavaliere del dragone. Il
bambino ebbe in quel momento un’illuminazione: “Strani scherzi? Mmmm. potrebbe
essere un idea. eheheh.” Il bambino estrasse qualcosa da sotto il tavolo:
- Vabbeneeee. Sentite allora, ziette, che ne
dite di farci un cicchetto?- appoggiò, detto questo, una bottiglia piena di un
liquido trasparente sul tavolino.
- Ma scusa, tu non avevi dieci anni fino a
qualche giorno fa?-
- Eddai, sono immortale, cosa vuoi che mi
faccia mai un po’ di bumba.- detto questo, estrasse da sotto il tavolo anche
tre bicchierini che lesto si prodigò a riempire di “Ouzo”, un forte liquore
all’anice ellenico.
- Salute!!- e vuotò il suo in un attimo. I
cavalieri guardarono però il loro, dubbiosi sul da farsi. Vega notò la loro
perplessità, e chiese:
- Non volete?-
- Scusaci, siamo sul lavoro, e non possiamo
bere.- si scusò Shiryu.
- Oh, certo, lo so che sul lavoro non reggete,
ehm, volevo dire, potete.-
- Cosa cosa cosa? Ripeti un attimo, piccola carogna!-
- Beh, scusate, mi è scappato. Ma in fondo,
per quale altro motivo non potreste berlo?-
Subito Shiryu afferrò il suo, e fissò con
espressione seria l’amico Shun:
- Su, devi bere anche te!-
- Cosa? Anch’io? Ma per quale motivo?-
- ONORE!- rispose Shiryu, buttando quindi giù
la sua parte tutta di un fiato. Shun seguì timidamente il suo esempio.
- OPPA! - strillò il piccolino, riempiendo di
nuovo i bicchieri.
- Oppa anche a te..- mormorò Shiryu bevendo
tutto il suo.
- Oh, ma che deliziosa camera, tu vivi qui? È
arredata con un gusto splendido!- trillò Hyoga con la sua vocetta cristallina.
- Oh. davvero lo pensi? Sono felice.- rispose
Alan imbarazzato.
- PRELI-PRELI-PRELIMINARI, NOI VOGLIAMO I
PRELIMINARI!!- cantò la sua ipofisi.
- D’accordo, però state zitti ora!-
- Hai detto qualcosa Alan?- chiese Hyoga.
- Oh, no, niente. Gradisci un bicchiere di..
qualcosa?-
- Un succo di pomodoro, se ce l’hai.-
“Accidenti, e io che speravo di disinibirla
con l’alcool. vabbé, succo di pomodoro.”
Alan frugò nel frigobar, con il cuore che gli
batteva a mille. Il poterla vedere, toccare, annusare, era una fonte di
infinita libidine per lui, desiderava quasi che quel momento non finisse mai.
“Oh, amore mio, come sei bella, e ora... un
attimo, e se dovesse rifiutarmi? Ohnno, non potrei sopportarlo, sarebbe meglio
essere trafitto da cento lame, ustionato con mille ferri roventi, dilaniato da
diecimila avvoltoi. NO! Andrà tutto bene, tutto bene.”
- Beh, allhora io gli faccsio, amico, se non
ti lllevi dale scat.scap.shhcatole di colpishco con il mio colpo
shupershhhegreto. Allhora lui mmmmmmmmm..- il saint del dragone si accasciò sul
tavolino, interrompendo bruscamente la sua narrazione. Shun si trovava in una
situazione analoga, sul sottile filo che separa la sbronza dal coma etilico,
stravaccato sulla sua sedia con un rivolo di bava che gli colava dalla bocca.
Vega sorrideva. Era finalmente libero.
- Bene ziette, se non avete nulla in
contrario, vado a farmi un giretto per le cucine. Va bene?-
- No Shun rei, non è giushto. she hai mal di
teshta puoi prenderti un mommmmmm..- mormorò Shiryu, poi ricascò nel mondo dei
sogni.
- Lo prenderò per un sì. Ciao!-
Ma proprio in quel momento, Si sentì il rumore
di un vetro infranto. Poi Seiya si alzò da terra massaggiandosi la capa:
- Ohi ohi ohi, ma perché i vasi sono così
resistenti?- Guardandosi un attimo attorno, notò i suoi due amici sul filo
poche righe indietro citato.
- Vega? Che hai fatto alle zie?-
- Niente. Dicevano che erano stanche e
volevano farsi un sonnellino.- zufolò innocentemente Vega, con una vocina
angelica.
- Ma dai! Che irresponsabili, proprio ora!
Vabbè, ci sono qua io! Che facciamo di bello?-
- Andiamo in cucina! Ho una famona!-
- Ma certo! Anch’io non mangio da colazione.-
“Un attimo Seiya. Il bambino in cucina
potrebbe causare problemi!”
- Zitto cervello! È solo un bambino, che vuoi
che faccia? Che uccida il cuoco?-
Due minuti più tardi, nelle cucine.
- IL CUOCO E’ MORTO, IL CUOCO E’ MORTO! È UNA
TRAGEDIA!-
- Vega…- Seiya fissò con aria di rimproverò il
piccolo dio.
- Oooh, insomma, era vecchio decrepito. E poi
se soffriva di cuore poteva anche dirlo!- ribattè irritato Vega.
-NO! Non possiamo lasciarci prendere dallo
sconforto! NON ADESSO!- una figura ammantata di luce fece la sua comparsa in
mezzo agli ampi locali cucinieri. Tutti i costernati aiuto-cuochi, accalcati in
lacrime davanti alla salma del defunto cuoco, alzarono il capo verso di lui:
- VICE CUOCO! Come puoi dire una cosa simile?-
il vice cuoco, un giovane biondo e affascinante, rispose scosso dai singhiozzi:
- Lo so, quello che è successo al nostro capo
e amico è una triste tragedia, ma non possiamo fermarci. “The lunch must go
on!!”-
- E’ semplicemente penoso.- mormorò Seiya
disgustato.
- Ma vice cuoco! Noi… noi…- singhiozzarono gli
aiuto cuochi, senza riuscire a finire la frase.
- Voi sarete coraggiosi! È troppo comodo
ripararsi nel pianto in questi momenti, ma non dobbiamo arrenderci! Dobbiamo
continuare a cucinare, sudando, sputando sangue, senza mai arrenderci! È quello.-
ingoiò un singhiozzo -.. quello che avrebbe voluto anche lui!- e tutti
scoppiarono in lacrime. Seiya iniziò a dirigersi felpatamente verso l’uscita:
- Forse è meglio levare le tende.- e fece in
effetti per andarsene.
- FERMO!- tuonò il vice-cuoco, facendo
immobilizzare il cavaliere, e dipingendo un’immagine di terrore sul suo volto.
- No, tu hai ucciso il cuoco! Dovrai aiutarci
a finire la cena, ed è poco in confronto a quello che hai fatto!-
- Aah, capocuoco, perché, perché??!!-
piagnucolò un aiuto-cuoco lì vicino, abbracciando il defunto. Seiya si grattò
la testa imbarazzato:
- Insomma, mi dispiace, ma è stato un
incidente. e poi non sono stato io, ma questo insopportabile marmocc..?- Seiya
si accorse che quella che stava tendendo per mano era un accurata riproduzione
in caucciù del piccolo Vega, scappato nottetempo.
- Maledetto!- sibilò il saint di Pegasus. I
cuochi gli si avvicinarono minacciosi. Davanti a loro, il vice-cuoco
troneggiava minaccioso:
- Avanti fratelli, spogliate quel volgare
viados dei suoi stracci e rivestitelo di gloria con i nobili paramenti
cucinieri!-
- Ehi, come avete fatto a capire che sono un
uomo?-
- Tsk, un cuoco sa tutto! TUTTO!- e i cuochi
gli saltarono addosso, denudandolo e mettendogli quindi le vesti da cucina (un
camice bianco e un buffo e alto cappello).
- E ora…- sogghignò il vicecuoco, asciugando
le sue lacrime - …al lavoro!-
In quel mentre, nella testa di Shun.
- Ooooh. Dove sono? È tutto così strano.- per
inciso, Shun vedeva intorno a se una miriade di orologi che si scioglievano,
scale che non portavano da nessuna parte, acqua che scorreva verso l’alto e
bambole di pezza che lo fissavano da ogni angolazione.
- Sei nel tuo mondo, Shun. Il mondo che la tua
mente ha creato.- quella voce cavernosa fece voltare il Saint:
- NO! Di nuovo tu! L’ultima volta che ti ho
visto fu dopo aver bevuto quel bicchierino di rosolio in quinta elementare!-
- Eheheh, lo sai che non dovresti bere, Shun.
Talvolta l’alcool fa affiorare il tuo vero te stesso.-
- Sparisci, brutto giardiniere con il maglione
a righe! Non ho niente a che spartire con te!-
- No, Shun, tu hai molto a che fare con me
perché IO sono TE! Tu lo sai, lo sai che vuoi ucciderli, lo sai che meritano di
morire!-
- No! Non ti ascolto! NON E’ VERO!-
- Tu lo sai che è vero! Avanti, torna nel
mondo reale e infliggi il giusto castigo agli uomini! Uccidili tutti!
BWAAHAHAHAA!-
- No, sei un mostro!-
- Guarda che gratto sulla lavagna se non lo
fai.-
- NO, ti prego, con le unghiacce che ti
ritrovi.-
- Fallo allora!-
- Ma.-
- FALLO!-
Shun chinò il capo. Poi iniziò a ridacchiare:
- Uhuhuhu. Sì, va bene. Devono morire.-
Shun, nel mondo reale, si alzò dal tavolino,
ciondolante:
- Devo uccidere tutti… mmm.- e si diresse
verso il salone.
Circa venti minuti dopo che li avevamo
lasciati, i cuochi cucinavano di gran carriera, ispirati dal santo spirito del
loro defunto maestro. Il vice cuoco volteggiava tra i fornelli, assicurandosi
che ogni soffritto fosse dorato, ogni spaghetto al dente, ogni fricos
croccante, insomma, che tutto fosse più che perfetto.
- Avanti, fratelli! A volte il cuoco affetta
le cipolle invece di piangere, pela le patate invece di gridare, stende col
mattarello invece che usare i pugni! È questa la triste vita dell’uomo della
cucina!-
- Questa l’ho già sentita da qualche altra
parte.- mormorò Seiya mentre trespolava con un trenino giocattolo.
- TU! Sguattero, hai finito le tue mansioni?-
- Certo, sono un professionista io. Ho
mischiato il cappone, rosolato le castagne e infine sbucciato la carne trita.
Ma ora che mi ci fa pensare forse ho fatto confusione.-
- NOOO, il mio cappone alla francese!!
Maledetto, nemico della buona cucina! Uff, va bè, ci sono altri secondi piatti.
Sei capace almeno di sbucciare gamberetti?-
- Certo, non lo sai che io ero conosciuto come
il folle sbucciatore di gamberetti demoniaco di Shinjuku?-
- Il che?- chiese il cuoco con una punta di
sarcasmo
- Devo supporre che non credi nelle mie
parole?-
- Senti, lascia stare i gamberetti.- sospirò
il cuoco, sconsolato. Subito si fece pensoso:
“No, no, così non va. Possiamo riuscire a
servire i primi, ma siamo troppo indietro con i secondi. Che posso fare, che
pos..!” un pensiero, uno di quelli che ogni mente sana lascia seppellito a
lungo nelle profondità del suo intelletto, affiorò nel cervello del vicecuoco.
- Il grande Kahuna!-
- Chi?- chiese Seiya.
- Avevo giurato di non liberarlo, a meno che
le persone che amo si fossero ritrovate in pericolo. Ma ora… sì, è giunto il
momento.-
Il vice cuoco estrasse da una tasca del suo
grembiule una piccola chiave a forma di pesce. E subito dopo si diresse in un angolino
della cucina, dove si trovava un’enorme cassaforte azzurra.
“ E’ il momento.” pensò mentre inseriva la
chiave nella serratura. Da dietro al porta blindata si udì un gutturale
ruggito.
- Cuochi, fratelli, tirate fuori i coltelli! È
ora di combattere.-
“Shiryu, svegliati.” la voce del vecchio
maestro risuonò con una lunga eco nella mente del cavaliere del Drago, che si
risvegliò mugugnando.
- Mmmm. maestro, dai, sono sbronzo, chiamami
domani quando starò meglio. Dio, che malditesta.-
“Non c’è tempo di dormire, mio pigro
discepolo. Guarda un attimo alla tua destra, per favore.”
- Alla mia destra? Non so, alla mia destra c’è
il salone..?- davanti agli occhi terrorizzati di Shiryu, si stava consumando un
inferno di sangue e fiamme, al cui centro troneggiava Shun, che rideva
sguaiatamente mentre sferzava tutti i presenti con le sue catene (non erano
proprio le sue, le aveva tolte da delle bici parcheggiate in giardino).
- Ma è terribile!! Perché lo fa?-
“ Egli è in preda ai suoi demoni interiori,
ognuno di voi cavalieri ne ha uno.”
- Anch’io, maestro ce li ho?- chiese Shiryu,
inghiottendo un groppo di saliva.
“Sì, non ti ricordi forse di Scaramacai
combinaguai?”
- AAAH, non pronunciare quel nome, NON
PRONUNCIARE QUEL NOME!-
“Quindi ti rendi conto di quanto possano
essere terribili quei demoni? Avanti, procurati un uovo, della salsa
worchester, de tabasco, sale e pepe.”
- E a che accidenti servirebbero contro Shun
in quello stato?-
“Niente, ma ci puoi preparare un ottimo Prayre
ostaire, che ti farà passare la sbronza. Avanti, ora devi avvertire il tuo
altro compagno, Hyoga, poiché per sconfiggere il demone dovrete essere in più
possibile! Avanti, vai, ora!!”
- Scusi, perché non avvertite anche lui
telepaticamente, maestro?-
“Non posso, io sono Wind, e lui è Vodafone.
Sai quanto spenderei?”
- Ancora WIND? Ma non le sembra ora di
cambiare abbonamento?-
“ Scherzi? Ora con l’offerta Zerospese
telefoni a tutti i telefoni, fissi e cellulari, e più telefoni più ricevi soldi
sul tuo conto corrente. Se ti abboni entro agosto, te lo portano a casa
direttamente Aldo, Giovanni e Giacomo.”
- Wow, che figata. Un attimo, ma non eravamo
in una situazione drammatica?-
“Ah, già.”
- Beh, allora io vado.-
“Ok. Ricordati di portarmi un tubetto di wasabi
da Tokyo quando torni.”
Intanto, nel salone.
- NO! Mio fratello si è ubriacato di nuovo!
L’ultima volta era stato in quinta elementare con quel bicchiere di rosolio.
Quel tizio col maglione a righe deve avergli detto di nuovo di uccidere la
gente. Devo fermarlo!- Ikki stava per gettarsi nella mischia, pronto a
combattere con il fratello, usando una ad una tutte le sue mosse speciali, ma
qualcuno lo trattenne per la gonna:
- No, signora, l’ho già persa una volta,
rimanga con me, la supplico! IO LA AMO!-
- Ma mollami, lascivo impiegato statale!- esclamò
finalmente Ikki colpendo il piccolo controllore in mezzo ai denti con il suo
anfibio borchiato taglia cinquantadue e mezzo, e spedendolo tra le braccia di
Morfeo, dio greco delle protesi dentali.
- FRATELLINO, TORNA IN TE!- Il cavaliere della
fenice saltò verso il folle parente, tentando di immobilizzarlo.
- Io. devo. UCCIDERE! UCCIDEREEEE!- Rispose
lui facendo volteggiare le sue catene.
- Ti prego, torna in te! Ali della fenice!- e
l’epico combattimento iniziò.
Nel frattempo, nella cucina.
- COLPITELO ALLA TESTA!! USATE LE FIOCINE!-
- VICE CUOCO, QUEL MOSTRO E’ TROPPO FORTE!-
- Non fate i vigliacchi, l’anima del capocuoco
ci darà la forza! Cannone del cuoco!-
- Vabbè, aiutiamoli. Fulmine di Pegasus!
Kyaiiiiii!-
- Stà cedendo! Stà cedendo!!-
- Ahrg!! Mi ha morso!!!-
- NOOOO, VICE CUOCO!!!-
- Non pensate a me, colpitelo!!!!-
- Lame rotanti del cuoco!!!!-
- Laser stellare dei cucinieri!!!!-
- Nuovamente, FULMINE DI PEGASUS!!!!-
L’enorme pesce cadde finalmente a terra,
tempestato dai colpi dei valorosi cuochi. Ora era lì, pronto per essere
cucinato. Ma non era l’unico caduto.
- Vice cuoco! State bene?-
- Mi dispiace, ma il veleno mi è entrato in
circolo. Per me è la FINE!-
- NOOO, vice cuoco, come faremo senza di te?
Come? No, non puoi andartene pure tu.- i cuochi grondavano lacrime come la
cascata delle Marmore. Che triste giorno era quello, per la cucina.
- Ri… ricordatevi.- mormorò con l’ultimo filo
di voce, e di vita, il vice cuoco:- Io continuerò a vivere, se voi continuerete
a cucinar… rgh!- e, chiuse le palpebre, spirò. Nessuno aveva più lacrime per
piangere. Seiya si avicinò alla salma. Prese il suo cappello, e lo indossò:
- Il Vice cuoco è morto da eroe.- esclamò ad
alta voce – ma la sua morte non è stata vana. Cucineremo quel pesce, ora, e
sarà una grande cena quella di stasera. Perché e stata cucinata con lacrime, e
sangue di eroi. Siete con me?- urlò alla fine. E tutti i cuochi, sorridendo per
farsi coraggio esclamarono:
- Sììììììììììììììììììììììì!-
- E’ molto comodo il tuo letto Alan, ma perché
mi ci hai fatto sdraiare sopra?- chiese Hyoga con voce ingenua. Il cuore di
Alan batteva all’impazzata, e il sangue iniziava a fluirgli verso le parti,
diciamo, più periferiche del corpo. Inghiottì la saliva che gli si era formata
copiosa in bocca. Poi disse:
- Natasha.-
- Sì?-
- Io…- sospirò.
-Io… io ti amo. Tu cosa provi per me?-
A lungo il silenzio si frappose tra i due
giovani. Poi “Natasha” sorrise debolmente:
- Ecco, vedi Alan. io…-
- Lo sapevo! Non ti piaccio!- Alan pronunciò
quelle parole sull’orlo del pianto.
“Noooooo!” esclamarono i suoi ormoni.
- No, non è vero! Sei un bel ragazzo, mi piaci
molto, ma vedi… ecco…- Hyoga si morse un dito, imbarazzato dalla situazione.
- Casa? Allora che c’è di male?- chiese Alan,
ripreso coraggio. Hyoga sospirò, sorridendo.
- Va bene. Ti dirò la verità. Ti spiegherò
tutto con calma e tatto, non vorrei traumatizzar…- i quel momento la porta
della stanza si spalancò, facendo entrare un affannatissimo Shiryu:
- HYOGA! Il tuo amichetto là sotto è impazzito,
e sta facendo tutto a pezzi! Vieni, sbrigati.-
- Oh. ok. Un attimo solo.- Hyoga si ririvolse
ad Alan:
- Scusami, ma devo fare in fretta. Ecco.- con
un rapido gesto alzò la gonna e abbassò le mutande. Poi scappò via con l’amico
cavaliere. Alan venne ritrovato la mattina dopo con i capelli bianchi, svenuto
e con un liquido densino che gli colava dalla bocca. Per tutto il resto della
vita non riuscì che a pronunciare frasi sconnesse e prive di senso e cucire
maglioncini ricamati con tre maniche e due buchi per la testa.
Ebbene, alcune storie d’amore finiscono in
modo tragico, quindi, oh giovanotti, imparate la lezione, se volete impalmare
una fanciulla, assicuratevi prima che non sia un cavaliere dello zodiaco
travestito.
Nel salone infuriava la battaglia: i cavalieri
lanciavano i loro colpi più potenti contro l’indemoniato Shun, ancora sotto
l’effetto dei fumi dell’alcool.
- Aurora del Nord!-
- Colpo segreto del drago nascente!-
- Ali della fenice!-
- Moriranno tutti. tutti!- strillava Shun,
invasato dal combattimento. I cavalieri arretrarono, vedendo che i loro colpi
non avevano effetto, e si consultarono l’un l’altro. Ikki disse:
- Maledizione, non cade! Ma perché?-
- Per abbattere un demone interiore la violenza
non vale a nulla! Solo una cosa può sconfiggerlo.- disse Shiryu, enigmatico.
- Immagino si tratti della forza dell’amore,
giusto?- sussurrò Ikki con sarcasmo.
- Ehi, ma come hai fatto a indovinare?-
domandò sbalordito Shiryu.
- Va bene, allora ci penso io.- Hyoga si
avvicinò a Shun, che a sua volta si stava avvicinando facendo roteare le sue
catene. Hyoga si schiarì la voce:
- Ehm… Shun! Io ti amo.-
- Sangue! Morte! Disperazione! Tormento!-
- Mi sa che non stà funzionado, Hyoga.-
sottolineò Shiryu.
- Me ne sono accorto, cazzarola! SHUN! Io… ti
amo tanto!-
- Ma che mi tocca sentire, sei più patetico di
Brockeback Mountain interpretato da ottantenni.- sibilò Ikki.
- Avanti Hyoga, dì qualcosa che dimostri
davvero il tuo amore per lui, sii sincero!!- lo incoraggiò Shiryu.
- Va. va bene. SHUN!!- Hyoga degluttì. –IO. IO
NON HO PIU’ INTENZIONE SI USARE I CLISTERI!!!-
Subito Shun, investito dal dolce amore
dell’amichetto, perse tutta la sua forza combattiva, e si afflosciò a terra
come un budino scaduto. D’altro canto l’esclamazione di Hyoga fece arrossire
ogni presente all’interno della stanza, a parte Ikki che sgranò gli occhi e,
puntando un dito contro Hyoga sussurrò:- T…Tu… tu e mio.. mio fratello.-
- Calma Ikki, posso spiegarti.-
- ALI DELLA FENICE!!!!!!!-
- AAAAHI! Brutto…- e i due iniziarono a
darsele di santa ragione. Perlomeno Shun era svenuto, e dormiva come un
angioletto. In quel momento, le porte della cucina si aprirono, facendone uscire
un colossale vassoio con sopra una specie di balenottera azzurra al forno.
Seiya guidava il corteo di cuochi che trasportava il pesante vassoio:
- Signore e signori. BIG KAHUNA ALL’IMPERIALE!
Ehi, ma che succede qui?-
- Lascia stare Seiya, è meglio tornarcene a
casa.- mormorò Shiryu, sporco e spettinato, dirigendosi verso l’uscita.
- Ma come, non lo assaggiate nemmeno? È buono,
sai?- rispose stizzito Seiya.
Erano ormai le tre di mattina. Dopo un
commosso addio ai cuochi, il gruppetto si incamminò lontano dalla villa. Ma
qualcuno li seguiva.
- Signora, formidabile, formidabile! Lei mi ha
conquistato! Signora mi sposi!- strepitò il paffuto controllore in faccia ad
Ikki.
- NO, non sono interessata, grazie!-
- Ma non può rifiutare! La prego la tratterò
come una principessa!-
- Ma no, non posso. ho cinque figli da
accudire.- protestò Ikki.
- Assumeremo una badante.-
- Ho l’alitosi.-
- Mi ci abituerò.-
- Mi alzo alle sei ogni mattina per passare
l’aspirapolvere.-
- Una sana abitudine.-
- Oh, ma porca… SONO UN UOMO!-
- Nessuno è perfetto.-
- QUALCUNO ME LO TOLGA DA DAVANTI!-
In quel mentre, una banda di moto-teppisti si
fermò vicino a loro. Uno di loro disse:
- Ehi, ma quello è Seiya, il folle sbucciatore
di gamberetti demoniaco di Shinjuku!! Che ci fai da queste parti, amico?-
- Lasciate stare ragazzi, non è giornata.-
- Oh, vabbe, allora ci si vede.- e sgommarono
via.
Arrivati che furono alla casa, un volto
conosciuto gli attendeva: Saori, vestita con una vestaglia rosa e pantofole da
spiaggia.
-Oh, milady, come mai è già qui?- chiese Shun.
- Ho mangiato troppe olive, e dopo una
lavandina gastrica sono tornata a casa.- rispose lei.- E ora siete qui anche
voi.-
- Sì, ma la prego, ci lasci andare a letto,
siamo distrutti.- supplicò Shiryu.
- Oh, ma ci siete tutti?- chiese la dea.
- Certo, tutti e cinq… PORCA BOIA MALEDETTA,
DOVE DIAVOLO E’ FINITO IL MARMOCCHIO?!-
- APPUNTO. Guradate qui.- Saori estrasse un
mini televisore, acceso su un telegiornale:
“Il mondo dei narcotrafficanti colombiani è
stato sconvolto dall’arrivo di un nuovo spacciatore, che nel giro di poche ore
ha creato un racket di dimensioni colossali. Si fa chiamare Pancho Vegas, e,
stando ad alcune indiscrezioni, è solo un bambino di dieci anni.”
- Va bene, è solo un incubo Ikki, ora ti
sveglierai e sarai ancora in vacanza circondato da sgnoccolone da urlo, mojitos
freschi e comodità assortite. Ora mi sveglio, ora mi sveglio, ora…- Ikki iniziò
a rotolarsi per terra in posizione fetale, pronunciando frasi sconnesse. Saori
spense il televisore:
- Lo voglio di nuovo quì. Entro due ore.-
sbottò la dea.
E così i cavalieri passarono la notte tra
raffiche di mitra, spettacolari inseguimenti in auto e duelli all’ultimo
sangue. Ma è un’altra storia.
Apollo fissò compiaciuto le disavventure dei
cavalieri, riflesse per magia da una mistica polla d’acqua ai suoi piedi.
Sorrise, quando li vide esausti, tornare verso la casa, con il bambino legato
con una corda d’acciaio che imprecava furente in spagnolo. Erano stanchi.
Vulnerabili. Se voleva attaccare, doveva farlo ora.
- Griso.- disse in direzione del suo
servitore, che si stava intrattenendo in una partita a peppatencia con il suo
collega Falco –Dì ai nostri uomini di attaccare. ORA!-
Capitolo 10 - INIZIANO I GUAI (seri)
La vecchia sedeva sul suo trono, immobile
nell’oscurità. Sapeva che intorno a lei si trovavano i suoi fedeli cavalieri,
pronti ad eseguire qualsiasi ordine lei volesse. Sorrise, nel pensare
all’enorme potere che deteneva, e che presto avrebbe scagliato contro gli
odiosi nemici del suo “datore di lavoro”. I cavalieri dello zodiaco. avevano
sconfitto centinaia di cavalieri, erano molto forti, senza dubbio. Ma lei, e i
sui fidi Saints, li avrebbero fatti a pezzi. Rise sommessamente.
All’improvviso, una porta si aprì sul buio
salone, facendo entrare uno spiraglio di luce. Qualcuno, da fuori, parlò:
- Mastro Apollo ordina di attaccare.
Ricordatevi, fate quello che volete dei cavalieri, ma il bambino deve rimanere
vivo. Ora andate, e tornate solo da vincitori.-
La vecchia si compiacque della notizia, e la
sua risata riecheggiò in tutta la sala. La porta si richiuse.
- Padrona, che avrà di noi l’onore di
distruggerli?- chiese qualcuno dall’oscurità.
- Manderò i sei più nobili tra di voi. Non
fallite.-
Dodici occhi balenarono nel buio:
- Siamo pronti a morire per lei, signora H!-
o:p>
- Allora, questo frullato dovrebbe aiutarci a
tenerci svegli per il resto della giornata. Ho messo dentro caffè in grani,
uova, tabasco, worchester, wasabi, jinseng, viagra, peperoncino, cioccolato per
insaporire e anche l’haggis avanzato dal terzo capitolo.-
Shun rovesciò il sopracitato frappè in grossi
calici, ognuno dei quali si trovava davanti ad un assonnatissimo cavaliere, con
le occhiaie che arrivavano alle ginocchia, la mascella che penzolava in modo
inquietante, un rivolo di saliva che colava dalla bocca. Shun sembrava a posto,
ma in verità era solo perché è un personaggio troppo carino per fargli fare
brutte figure. Hyoga si avvicinò con aria trasognata al suo bicchiere, e
osservò il contenuto all’interno (una poltiglia grigiastra nella quale galleggiava
un peperoncino verde mezzo triturato), prima di atterrare con la testa sul
tavolo, addormentato. Ikki intanto stava bevendo il suo frullato, ma metà gli
colò sui vestiti, perché stava tentando di infilarlo nel naso. Shiryu si mise
la testa fra le mani:
- Dddioooo. è stato un incubo. Siamo sicuri di
averlo legato bene il marmocchio?-
- Sì, me ne sono occupato personalmente.-
rispose Shun.
- Come mai sei così bravo a legare le
persone?-
- È una storia un po’ lunga.- rispose Shun
lanciando un occhiata al suo addormentato amichetto.
- Dite un po’, ma quanti giorni mancano prima
che possiamo tornarcene a casa?-
- Umh, fammi fare i conti… due!!! Ma porco
mondo, e io che mi stavo preoccupando! Ancora quarantotto ore e possiamo tutti
tirare un sospiro di sollievo!- esclamò Ikki, al settimo cielo, facendo
apparire un largo sorriso sul volto dei cavalieri.
- Allora, però adesso non dobbiamo farci
sfuggire il marmocchietto!! Sta dormendo ora, giusto?-
- Come un sasso. Era piuttosto stanco, almeno
quanto lo siamo noi.-
- Bene, legato e addormentato com’è, non darà
problemi almeno fino a mezzogiorno. Ora basterà non farlo uscire di casa e
sperare che dei cavalieri malintenzionati non ci attacchino.-
In quel momento, sei malintenzionati
cavalieri, nelle loro fulgenti armature, si fermarono davanti alla casa.
- Eccoci. All’attacco Cavalieri!!-
Le finestre della cucina si infransero
all’unisono, mentre le slanciate figure, ammantate della loro armatura,
piombavano dentro. I saint di Atena fecero un bel salto all’indietro, e
capirono subito di essere stati presi di sorpresa. I loro misteriosi aggressori
erano ricoperti della più singolare armatura che avessero mai visto: erano
totalmente trasparenti, e gli si poteva vedere la biancheria intima sotto (offerta
gentilmente da Pompea uomo). Erano in sei, e li fissavano minacciosi:
- Sono loro?- domandò uno a un suo compagno.
- Sì, sembrano donne, ma in verità sono… I
CAVALIERI PROTETTORI DI ATENA! Giusto?-
- E voialtri che sareste?- Domandò sconvolto
Ikki. Uno dei sei sorrise ironico:
- Tsk. non lo sapete davvero? Noi siamo i
santi protettori della scienza, coloro che dall’alba dei tempi detengono il
controllo dell’ordine naturale delle cose! IO sono Elio!-
- Io Neon!- disse un altro.
- Io Argo!-
- Io Kripton!-
- Xeno!-
- Radon!- poi Elio riprese la parola:
- E insieme formiamo i Gas Nobili. Siamo.- e
tutti insieme:
- I Cavalieri della Tavola Periodica!-
- E siamo pronti a morire per servire gli
ordini della nostra divina protettrice M.H.!- Aggiunse poi Radon.
- Questa è la cosa più DELIRANTE che io abbia
mai sentito!- protestò Hyoga.
- Come mai le vostre armature sono
trasparenti?- Chiese Shun, un po’ imbarazzato dal corpo ignudo di quei
giovinotti.
- Perché i Gas Nobili sono incolori, non lo
sapevate?-
- Ma cos’è, una candid camera?- Chiese Shiryu
a Ikki.
- Tsk, non dovreste stupirvi della nostra
natura. Avete sconfitto, tra serie regolare film e OAV tutti gli altri
cavalieri disponibili. Ora rimaniamo solo noi, i cavalieri delle dodici
categorie Kantiane, i Cavalieri dei dieci comandamenti, i cavalieri dei re di
Roma e i cavalieri della tavola rotonda. Ma oggi siamo venuti noi, per portarvi
all’inferno!- Tutti i sei cavalieri assunsero la loro posa da combattimento. I
Saint di Atena si guardarono tra loro perplessi.
- A me sembrano solo degli idioti. Avranno
letto il manga e si saranno montati la testa. Avanti, andiamo a prendere le
armature e diamogli una lezione.- Propose Ikki.
- Okappa capitano, le ho messe nello stanzino
al piano di sotto. Andiamo!- Rispose Shiryu, e tutti si precipitarono fuori dal
locale cucina, diretti verso il sopracitato sgabuzzino.
- Vigliacchi! Scappano di fronte a noi!-
Sbottò indignato Argo.
- Non andranno lontano. Inseguiamoli!- urlò
Elio, e i sei si buttarono all’inseguimento dei cinque, che intanto avevano
raggiunto la porta dello sgabuzzino.
- Okay, sono qui dentro. Apriamo e… AAAAAAARGH!
CHE SUCCEDE?!?- lo stupore di Shiryu era stato causato dal notare che tutti i
loro cloth erano stati ridotti a un informe ammasso di ferraglia, sotto gli
insistenti colpi di un colossale maglio impugnato da Vittorio Sgarbi, che, con
gli occhi iniettati di sangue, rideva sguaiatamente.
- Fermo!! Che stai facendo?- Gli domandò Shun,
disperato.
- LE DISTRUGGO!!!- Urlò Sgarbi, mentre
martellava forsennatamente.
- Ma PERCHE’??!!- Chiese allora Shiryu.
- PERCHE’ SONO ORRENDE!!!!! BWAH AH AH AH AH!!-
in quell’esatto momento, l’armatura del dragone era stata smaciullata
definitivamente. Finito che fu il lavoro, Sgarbi si asciugò il sudore dalla
fronte e se ne andò via, mentre cancellava dalla sua lista di brutte opere
d’arte da distruggere la voce Cloth di
Atena (per chi fosse interessato, la voce successiva era Isildur & Anarion). I cavalieri
guardarono il triste spettacolo con la più profonda costernazione.
Si accorsero solo in seguito che dietro di
loro si trovavano i sei cavalieri avversari, che sorridevano beffardi
scrocchiandosi le nocche:
- Bene, bene, sembra che i saint di Atena
siano un po’ in difficoltà.- ridacchiò Neon.
- …iiiutoooo…- mugolarono i cinque cavalieri,
mentre i nemici si preparavano a sferrare i loro colpi più micidiali.
Dieci minuti dopo, Seiya, Ikki, Hyoga, Shun e
Shiryu si ritrovavano decisamente K.O., dopo essere stati tempestati dai colpi
citati nel precedente paragrafo (ricordaimo i più pittoreschi, “Isotopia
radioattiva, Reazione esoergonica e Legame covalente”). Giacevano infatti in un
informe e sanguinante budino di saint, e le loro armature, distrutte dal
malvagio critico d’arte, non versavano certo in uno stato migliore. I cavalieri
della tavola periodica gli fissavano con disprezzo, sogghignando. Radon
approfittò dello stato di incoscienza dei suoi avversari per riempirgli la
faccia di scarabocchi con un pennarello indelebile, mentre i suoi compagni
discutevano sul da farsi:
- Bene, abbiamo sconfitto i nostri obbiettivi.
Non erano duri come nel manga.-
- Ora dobbiamo rapire il bambino. Dove si
troverà?- Si chiese Elio. Ma proprio in quel momento, la porta della casa si
aprì:
- Visita a sorpresa! Come stanno le mie tate
preferi..?- Saori, appena entrata nell’edificio, si immobilizzò di fronte ai
sei.
- E voi chi diavolo siete? Questa è una
proprietà privata!-
- Toh, la loro dea protettrice. Che dite,
rapiamo anche lei?- Propose Radon, tappando il pennarello.
- Dici che madama H. non si offenderà se ci
prendiamo questa iniziativa?- Chiese Elio.
- Naa, che dici? Poi potremmo farla morire in
qualche modo estremamente lungo e tedioso, mentre i suoi cavalieri tenteranno,
invano, di salvarla.- Ribattè Xeno.
- Ma come? Di solito vincono sempre quei bei
tomi. Non è che finiscono per sconfiggerci tutti e salvare la loro Dea per
davvero?- Si chiese Argo.
- Ehi, non si ignorano le persone! E poi non
vi vergognate ad andare in giro conciati con quelle tutine?- Sbottò Saori.
- E come potrebbero batterci, senza le loro
armature?- Sghignazzò Neon.
- Hai ragione!- e tutti si unirono alla sua
risata. Poi si voltarono verso Saori, con un ghigno diabolico stampato sulla
faccia. Lei arrossì un po’, e chiese:
- Ehi, ma questa non sarà una scena del tipo
doujin solo per adulti?- chiese allarmata la dea.
- Noo, tranquilla, ti rapiamo soltanto.-
rispose Elio.
- Ah. Oh. capisco.- Fece Saori,
riallacciandosi il reggipetto e non nascondendo una certa delusione.
Trentasette minuti dopo.
- Psss! Ehi, Frau Ropinson, du non defe
dormire, sfeglia!-
- Mmmm. EH? COSA? MALEDETTI, VI SPEZZO LE…-
Ikki si risvegliò bruscamente dal suo stato di incoscienza, afferrando per il
collo la guardai della casa che l’aveva svegliato.
- Grapf. per favore, konnen sie cessare di
strozzare me?- disse quest’ultima con un filo di voce.
- Oh, scusa. MA DOVE DIAVOLO SONO FINITI I
QUEI TIPI ASSURDI?-
- Loro skappati trentasette minuten e
quarantacinque seconti fa. Portafano con loro il pampino e la zignorina con i
capelli fiola.-
- Saori? HANNO RAPITO LA DEA ATENA!?- Tuonò il
cavaliere della fenice, svegliando così anche tutti i suoi compagni.
- Ja, purtroppo. Mi dispiacen.-
- Che succede Ikki? Chi ti ha disegnato dei
baffi?- chiese Shiryu (che per inciso aveva dipinti due grossi occhiali e i
labbroni) all’amico.
- Lascia stare i baffi, hanno rapito di nuovo
Saori!-
- Coosa? Ma è terribile! E voi crucchi non
avete fatto nulla per impedirlo?- urlò il cavaliere del cigno, anche lui
sveglio (e con la faccia dipinta con la maschera di Ray Mysterio) in direzione
del Nazista.
- Noi ha tentato.- singhiozzò il tedesco -…ha
tentato.- si diresse quindi verso la finestra più vicina, e scostò la tenda che
la copriva, mostrando il giardino martoriato da esplosioni e fori di
proiettile, e pieno di sangue e cadaveri delle guardie.
- Ma è orribile! Come possono essere tanto
spietati con dei poveri nazisti che non hanno mai fatto niente di male?- chiese
Shun (barba incolta e naso da panda).
- Ehi, stiamo perdendo di vista il problema
principale: marmocchio e Dea sono stati rapiti, dobbiamo assolutamente salvarli!-
strepitò Ikki, in direzione del gruppo. Questi, si guardarono tra di loro, un
po’ perplessi. Alcuni imbarazzanti attimi di silenzio seguirono. Poi Shiryu si
fece avanti:
- Senti Ikki, mi dispiace per Saori, ma che
possiamo farci? Le nostre armature sono rotte e… e… e poi quella PUTTANA ci ha
trattato per una settimana come schiavi, travestiti da donne, dati in pasto ad
un bambino ultrapestifero con poteri sovrannaturali. Poi pensa a prima. Non
abbiamo fatto altro che salvarla da gente che ci ha quasi ucciso, e non abbiamo
guadagnato una lira. Poi da piccoli ci picchiava, torturava e seviziava nei
modi più orribili!! Io ero in vacanza, e sai che ti dico? CI RITORNO!-
pronunciate queste parole, il cavaliere del Dragone si strappò i vestiti da
donna di dosso, e uscì dalla stanza.
- No, Shiryu! Aspetta!!- gli urlò dietro Ikki,
ma in vano. Subito il suo sguardo si posò su coloro che erano rimasti.
- Non possiamo farcela in quattro, dobbiamo
convincere Shiryu a tornare!- Disse quindi, preoccupato.
Hyoga si fece avanti:
- Non possiamo farcela e basta, Ikki. Sono
d’accordo con Shiryu. Me ne vado anch’io, voglio vivere la mia vita, non finire
il resto dei miei giorni come un burattino nelle mani di quella pazza
psicopatica. Addio. Vieni, Shun.- E detto ciò, imitò il suo compagno cavaliere
del dragone. Shun era visibilmente conteso: passava velocemente lo sguardo tra
il fratello e l’amante. E improvvisamente, le lacrime affiorarono sul suo
volto:
- Scusa fratellino.- singhiozzò, per poi
scappare con Hyoga.
Ikki lo guardò andarsene, balbettando
sconnessamente, allibito. Poi, repentinamente, la rassegnazione si dipinse sul
suo volto. Sospirò. Poi si rivolse a Seiya:
- Che fai, te ne vai anche te?-
- Scherzi? IO sono il protagonista, hai forse
dimenticato che il titolo originale era “Saint Seiya”, e non “I cavalieri dello
zodiaco?”. Per quanto sia, lo ammetto, un po’ stronza, è pur sempre la nostra
dea protettrice, non potrei mai, MAI ABBANDONARLA!- esclamò coraggiosamente
Seiya.
Ikki guardò l’amico con ammirazione prima, poi
commosso. Una lacrimuccia li comparve negli occhi:
- Seiya.io.-
- UUAAAAUUUU! Guarda là fuori! Quel cane ha
rubato un PROSCIUTTO! AH AH AH AH!!!- detto ciò Seiya saltò fuori dalla
finestra e iniziò a inseguire il sopracitato quadrupede. Ikki sospirò di nuovo,
sconsolato:
“Già, loro non lo sanno. Se non vinciamo la
scommessa. le nostre anime saranno perdute per sempre.” E così, anche lui si
tolse i vestiti, diretto verso la più vicina bettola, per affogare i suoi
dispiaceri nell’alcool.
Per chi si stesse chiedendo che fine avessero
fatto le bombe sui corpi dei cavalieri, ebbene non erano mai esistite. La
stronza aveva bluffato. E ora stava per pagare anche per questo.
- IDIOTI!- M. H. schiaffeggiò tutti e sei i
cavalieri dei gas nobili con un unico manrovescio.
- Ahia, ma signora H., noi abbiamo fatto solo
quello che ci aveva chiesto.-
- E AVETE RAPITO LA DEA ATENA! BRAVI IDIOTI! -
Altro schiaffo.
- Ma che problema c’è? I cavalieri sono
totalmente innocui, ora che le armature sono distrutte. Non abbiamo nulla da
temere, le assicuro che…-
- I cavalieri dello zodiaco sono SEMPRE da
temere! E ora sono la fuori, da qualche parte, pronti a scannarci!-
- Ma senza le armature.-
- Non basta distruggere un armatura per
frenare un cavaliere! Sicuramente troveranno un altro modo per sconfiggerci, e
saranno ancora più motivati, ora che la loro dea e nelle nostre mani! Non oso
immaginare cosa stiano tramando in questo momento!-
Per la cronaca, in quel preciso istante Shiryu
si stava godendo un bollente bagno termale, Shun e Hyoga stavano correndo
felici lungo una spiaggia e Seiya si stava lanciando da un trampolino sopra una
piscina olimpionica (vuota, ovviamente).
- Dovete immediatamente andare a cercarli. E
ucciderli!- la risata della H. riecheggiò per tutto l’Olimpo.
- Ehi, vecchina!-
- Come osi, insulsa reincarnazione rivolgerti
in quel modo indecoroso alla nostra padrona?!- tuonò Elio a Saori, che era
stata rinchiusa in una gabbia appesa con una catena al soffitto insieme al
piccolo Vega, ancora addormentato.
- Scuuusa. Signor, ehm, Elio, non è che mi può
liberare?-
- No.-
- Beh, lo immaginavo. Allora potrebbe
cortesemente illustrarmi il modo in cui dovrò morire questa volta?-
- Ovviamente. Abbiamo predisposto un enorme
becco bunsen con cui riscalderemo la vostra gabbia, fino a farvi morire per
l’eccessiva temperatura.- subito, Radon e Neon trascinarono dentro la stanza il
suddetto fornelletto, posizionato sopra un carrellino.
- Strano, è una morte più rapida del solito.-
constatò stupita Saori.
- Giustappunto. L’agonia sarà principalmente
trovare qualcuno che ha un accendino carico per accendere la fiammella.- E
detto ciò, tutti iniziarono a frugasi in tasca.
- FATELO DOPO, MANICA DI DEBOSCIATI!- tuonò
allora la H. –PRIMA. DOVETE UCCIDERE I CAVALIERI!-
Capitolo 11 - KILL SEIYA
Ikki si asciugò il viso dalla sferzata di
neve, con cui la tormenta gli aveva appena schiaffeggiato la faccia. Il pendio
del monte era ripido e impervio, e sembrava che scalarlo fosse un’impresa
troppo ardita per un essere umano. Ikki strinse i denti, lottando contro il
vento, che sembrava volerlo spingere a valle. Lui non era una persona normale.
Era un cavaliere di Atena, e non avrebbe lasciato a nessun altro cavaliere
della tavola periodica, o chissà cos’altro, di rapire la sua dea protettrice e
farla franca.
- Devo arrivare in cima.- ansimò, mentre
sentiva le forze venirgli meno. Strinse i denti, e si issò il suo fardello
sulle spalle: era un enorme sacco di iuta, che sembrava contenere qualcosa di
davvero enorme. Lui sapeva di doverlo portare fino in cima. Fin dall’uomo che
avrebbe potuto riparare le armature.
- Uh, che frescura! Le Bahamas sono davvero il
massimo in questa stagione!- disse con un sospiro Shun, mentre si adagiava sul
lettino da spiaggia. Aveva appena finito un bagnetto nelle acque cristalline
del sopracitato arcipelago, e si preparava a crogiolarsi al sole equatoriale di
quelle spiagge dorate. Hyoga sedeva vicino a lui, sulla sabbia. Shun si accorse
che l’amico era nervoso: aveva infatti appena ultimato una riproduzione del
Cremlino fatta con sabbia e bastoncini di gelato (infatti il cavaliere del
cigno l’aveva ribattezzato il Cremino).
“Che strano, ma cos’avrà mai il mio darling?”
pensò, mentre il saint del cigno fissava pensoso un pinnacolo venuto un po’
storto. Erano lì solo da quella mattina, Shun pensava che tornare in vacanza
avrebbe tirato su di morale l’amichetto, ma nei suoi occhi si leggeva una luce
strana, distante. Come se non riuscisse a scacciare un pensiero dalla testa.
- C’è qualcosa che non va?- gli chiese infine,
strappando violentemente Hyoga dalle sue ponderazioni. Quest’ultimo, dopo
essere leggermente sussultato, balbettò:
- No, no, niente, figurati.- ma Shun capì che
c’era qualcosa che non andava.
- Avanti, se qualcosa non va, devi dirmelo.
Non dobbiamo avere segreti, noi due.- gli disse maliziosamente, avvicinandosi.
Hyoga sospirò, poi disse:
- È questa storia dei cavalieri che hanno
rapito Saori! Una parte di me vorrebbe salvarla, ma d’altro canto, forse è
meglio restare qui. - sospirò di nuovo.
Shun lo fissò un poco: era stato proprio Hyoga
a suggerire di andarsene, ed ora era così angosciato. Capì che doveva dirgli
qualcosa.
- Hyoga, capisco ciò che provi. Ma devi
superarlo. Ora facciamo così, tu mi vai a comprare una bibita, poi torniamo in
albergo, facciamo un bel pranzetto, ci vediamo quel film che avevi adocchiato
stamattina – che per la cronaca era “Manolo e il pastorello” – poi facciamo
qualche bel giochino sporcaccione. Chessò, magari quello del rude sceriffo e
della recluta inesperta.- concluse la frase facendo qualche risatina maliziosa.
- Sì, buona idea.- la risposta di Hyoga fu
stranamente priva di entusiasmo. Si alzò mestamente, e si diresse verso il Bar.
Shun lo fissò allontanarsi:
- Povero amor mio.- sospirò.
Nessuno dei due si accorse, che qualcuno, da
lontano, li stava osservando. Pronto ad attaccare.
-Aaaaah, che piacevole tepore. ma come ho
fatto ad abbandonarvi, mie amate sorgenti termali? Non sono fatto per
combattere contro cavalieri vestiti da idioti! Il mio e posto è qui, in una pozza
d’acqua calda a bere esuberanti cocktail tropicali. Come ho potuto non capirlo
prima?- Shiryu, tornato in tutta fretta nello stabilimento termale in cui
l’avevamo trovato all’inizio della fanfiction, si stava godendo un bel bagno
caldo nella pozza sopracitata, rilassato come mai lo era stato di lì ad una
settimana. Tutto stava andando per il meglio, quando.
“Shiryu!”
- Eh, no maestro, questa volta non ho
intenzione di ascoltarla! Sono in vacanza, e ci voglio restare!- rispose
malamente il cavaliere alla chiamata telepatica del maestro.
“Non capisci, stolto, se non salvate Saori
succederà una catastrofe! Il mondo sarà perduto!”
- Si, come no, raccontamene un’altra vecchio.
Ho detto no, ed è no!-
“Ma se non la salvate il male prenderà il
sopravvento! Gli oceani ribolliranno, le stelle cadranno dal cielo, le
cavallette divoreranno tutti i raccolti, scoppierà la terza guerra mondiale,
pioveranno rane e pesci, si risveglierà il grande Chthullu, l’Ogduru Jahad
camminerà sulla terra, la coca cola non sarà più frizzante, i morti
risorgeranno dalla tomba, l’Inter vincerà lo scudetto, pubblicheranno l’ultimo
volume di Berserk, insomma, LA FINE DEL MONDO!”
- Mmmm. sì, potrei abituarmici.-
“Pazzo, incosciente, lo sapevo che avrei
dovuto ucciderti come il tuo fratello gemello!”
- Il mio cosa?-
“Ops, scusa, colpa dell’arterio, dico cose
senza senso. Comunque non è questo il punto, tu DEVI…”
- Senti, vecchio mio, rilassati, scommetto che
tutto si aggiusterà da solo. Ora, se non le dispiace…-
“ Non osare sbattermi in facc…” Shiryu spense
bruscamente la comunicazione, girandosi il lobo dell’orecchio sinistro.
-Ehi, ragazzo, portami un altro Mojito!- disse
poi ad un cameriere lì vicino, spingendo via il suo bicchiere vuoto.
Non poteva certo sapere che, vicino a lui,
nascosto dietro un cespuglio, qualcuno stava aprendo una custodia di violino.
Senza estrarre, in seguito, nessun violino. Pronto a sparare.
La troupe televisiva si trovava su di un alto
ponte di metallo, nei pressi di una grande città. Il presentatore del programma
televisivo aveva appena iniziato le riprese, e sfoggiava un largo sorriso.
- E ora, signore e signori, è giunto il
momento che tutti attendevate: il Bungee Jumping! Ecco i nostri coraggiosi
Jumpers!- il ponte era coperto da una fitta folla di curiosi, che non vedevano
l’ora di divertirsi un po’ vedendo qualche idiota che si faceva un volo di
cinquanta metri attaccato ad un elastico. Il presentatore si avvicinò ai
“Jumpers”, per intervistarli:
- Ehi, Bob, in gran forma, eh?-
- Non vedo l’ora di buttarmi!- urlò Bob di
risposta.
- Ottimo! E tu, Caloggero?-
- Ciao mamma, sono in tivvù!!!!-
- Ciao anche da parte nostra, mamma di
Caloggero. E tu, Seiya, cosa intendi fare con quelle cesoie?-
- È un… portafortuna, diciamo.- disse Seiya,
innocentemente.
- Bene allora, pronti a buttarsi!-
Una nera figura intanto, fissava con un
binocolo il Saint. Pronto ad uccidere.
- Ciao bello!!- disse Xeno con un forte
accento russo, sfracellando il naso di Hyoga con un diretto al volto, e
buttandolo a terra.
- TU!- mugolò il saint del cigno,
massaggiandosi il naso sanguinante.
- Già. E ora, se non ti dispiace, fatti
uccidere senza tante storie.- Rispose Xeno, afferrando una sedia del bar in cui
si trovavano (Hyoga stava comprando le bibite) e iniziando a colpire con quella
il cavaliere avversario.
- Ahia, bastardo! Ma non potete lasciarci in
pace? Non abbiamo più le nostre armature, non siamo intenzionati ne a
sconfiggervi ne a tentare di salvare la nostra dea, vogliamo solo rimanere in
vacanza il più a lungo possibile!-
- Mi fa piacere saperlo.- rispose Xeno,
iniziando a colpirlo con un estintore.
- Ma che razza di stronzo!-
- No, io sono Xeno, vedi, Stronzio è questo
qua.- rispose Xeno, estraendo di tasca una foto del liceo, in cui posavano
tutti i cavalieri della tavola periodica. - Però è strano, tu sarai il decimo
che mi confonde con lui. Poi… ehi!- Hyoga aveva approfittato della distrazione
del nemico per scappare dal locale.
- Furbone.- mormorò Xeno, con un mezzo
sorriso. Si catapultò anche lui fuori dal bar, e subito si guardò attorno per
capire dove si fosse ficcato il suo obbiettivo. Lo capì quando un crick gli si
abbatté sulla schiena ripetutamente.
- Allora, com’è questa figlio di t***a!?-
sghignazzò Hyoga, massacrandolo di colpi.
- Non c’è male, ma ci vuole ben altro per
BATTERE XENO!- gridò lui di risposta, afferrando il crick e sfregiando Hyoga
con un coltello serramanico.
- AAAAH, fottuto pezzo di m***a!- Hyoga gli
morse un orecchio, e glielo strappò via mentre un fiotto di sangue usciva dalla
tempia dell’avversario.
- DDDDIO! Sei fottuto, maledetto boc******o!!!-
Xeno estrasse dal suo zainetto che si portava appresso una mazza ferrata, e
colpì ripetutamente Hyoga sul viso, buttandolo a terra. Il cavaliere del cigno
strisciò via dolorante, in direzione di un’aiuola. Xeno sghignazzò
sguaiatamente:
- Come, basta così poco per buttarti giù? Sei
finito, maledetto bastardo!- Gli si avvicinò, pronto a finirlo con un’accetta.
Appena fu abbastanza vicino, alzò la sua arma, pronto ad abbassarla sulla
schiena del nemico:
- Hippye Ky Hey, figlio di p*****a.-
sghignazzò. Hyoga si voltò repentinamente: tra le mani stringeva una puzzola
pigmea, che tirò per la coda, spruzzando un getto di brodaglia puzzolente negli
occhi dell’avversario. Xeno lanciò un urlo di sorpresa e disgusto, e, lasciata
cadere l’accetta, si portò le mani agli occhi. Quando riacquistò la vista, vide
il cavaliere del Cigno ormai trascinatosi lontano, dentro il negozio di un
usuraio.
- Io lo faccio secco quel lurido rott****o.-
mormorò, asciugandosi gli occhi irritati dalla secrezione maleodorante della
puzzola. Con una rapida corsa si catapultò dentro il negozio dell’usuraio. Ma
Hyoga si era nascosto: appena il cavaliere della tavola periodica si affacciò
alla porta, lui la richiuse, colpendo la sua testa tra lo stipite e l’uscio.
Una volta. Due volte. Il sangue iniziò a colare copioso.
- Cristosanto, ma che state facendo?!- esclamò
il commesso del negozio.
- Io lo uccido. LO UCCIDO QUESTO S*****O!-
Gridò Hyoga. Tre volte. Xeno mugolò debolmente dal dolore.
- Lascialo! Lascialo subito!- strillò il
commesso, estraendo un fucile a pompa, e puntandolo contro Hyoga. Questi si
fece titubante. Fissò con odio il suo avversario.
- Voleva uccidermi, questo figlio di p*****a!-
esclamò, mollandogli un calcio.
- Smettila subito! Avvicinati! Mani sopra la
testa!- Hyoga mise malvolentieri le mani in alto, e si avvicinò al negoziante:
subito quest’ultimo lo colpì col calcio del fucile, buttandolo a terra,
stordito. Le ultime cose che Hyoga poté sentire, prima di svenire, furono un
numero di telefono che veniva frettolosamente composto, e la voce del commesso
che diceva:
- Ehi, Zed, ne ho beccati altri due, vieni.-
Radon prese la mira con il suo fucile da
cecchino, finché la testa del cavaliere del dragone si trovò all’incrociarsi
delle righe nere del suo mirino telescopico. Accarezzò il grilletto, mentre un
sorriso soddisfatto gli attraversava la faccia.
Stava per premerlo: improvvisamente, l’etere
fu solcato da una irritante monofonia, probabilmente l’intermezzo della
cavalleria rusticana, e da un deciso vibrare. Imprecando tra se e se, Radon
estrasse di tasca il cellulare:
- Uff, ma chi diavolo. Pronto?-
- Agenore, torna subito a casa, ho un
lavoretto da farti fare!- strillò una vocetta stridula e segnata dagli anni
dall’altro capo della cornetta.-
- Ma Mamma, ti ho detto migliaia di volte di
non telefonare quando sono al lavoro! E soprattutto non chiamarmi con il mio
vero nome, stiamo girando una fanfiction, qui!- sbottò Radon irritato.
- Ma, ma, ma, non voglio sentire ma! Ho appena
comprato duecento chili di pelati, e devi venire subito a casa ad aiutarmi a
fare la passata di pomodoro!-
- Senti, mi piacerebbe, sul serio, ma ora sto
lavorando! Scusa, ciao.-
- Non osare sbattermi il telefono in fa…- dopo
aver sbattuto il telefono in faccia alla madre, Radon afferrò di nuovo il suo
fucile. Ma Shiryu si era alzato dalla vasca, ed era già lontano.
- Cacchio!- esclamò deluso il cavaliere della
tavola periodica. Ma non si scoraggiò: aveva tutto il tempo del mondo.
- Ed ecco che Seiya si è buttato! Un bell’applauso
per il nostro amico!-
- Fermi! Dovete fermarlo!-
- Come scusa?-
- Qualcuno ha tagliato la corda!!!-
- Nel senso che è scappato?-
- Nel senso che di solito legata alla caviglia
di un praticante di bunjee jumping si trova attaccata una corda elastica che ha
il compito di non far sfracellare al suolo il sopracitato praticante, ma
qualcuno ha reciso quella di Seiya e il poveretto si spiaccicherà a breve
contro la baia di New York!-
- Oddio!-
- Yippiii!- esclamò Seiya, mentre l’aria gli
fischiava attorno. Era solo in quei momenti che si sentiva davvero vivo. E il
pensiero di non essere legato a niente, non faceva che esaltarlo ancora di più,
mentre le onde si facevano sempre più vicine. Ma, improvvisamente, qualcosa
sotto di lui emerse dall’acqua: prima che il cavaliere avesse il tempo di dire Costantinopoli, cadde dentro il
boccaporto di un sommergibile, che subito si inabissò.
- Ehi, ma che succede? Dove sono finito? Ah,
sì, COSTANTINOPOLI!- disse infine Seiya: si trovava in una stanza buia e umida.
Vagò per un po’ a tentoni, rendendosi conto che le pareti erano fatte di
metallo, e non sembrava essersi alcuna porta. Ma tastando ancora più
approfonditamente, gli sembrò di toccare uno schermo televisivo. E appena lo
ebbe fatto, esso si illuminò di colpo: sopra di esso, M.H. sorrideva beffarda.
- Salve, cavaliere.- disse con voce gutturale.
- Ciao, nonnina. Perché mi hai portato qui? E
tu chi sei? Io sono Seiya.-
- Non affannarti a parlarmi, questa è solo una
registrazione.-
- Ah, scusa.-
- Ho pensato a lungo come ucciderti,
cavaliere. So bene che sei il più valoroso tra tutti i saint di Atena, e che
avresti sconfitto qualsiasi cavaliere ti avessi mandato contro. Perciò, ti ho
fatto rapire dal mio sottomarino.-
- Uao, ingegnoso.-
- E devi sapere che il sottomarino è imbottito
di bombe atomiche! Esploderai in un olocausto nucleare, e nulla potrà
impedirlo, NULLA! Addio, sei stato un valido avversario.-
Il video si spense. Seiya si grattò un attimo
la testa, pensoso. Poi una lampadina si accese. Il saint estrasse di tasca il
suo cellulare, e compose di fretta e furia un numero, cosciente che se un
cattivo vuole uccidere un buono con una bomba, di solito la bomba ha un conto
alla rovescia infinitamente lungo (anche se l’eroe riesce sempre a scappare
solo a due secondi dall’esplosione). Poi portò il telefonino all’orecchio, e
aspettò, finché qualcuno dall’altra parte non alzò la cornetta:
- Buongiorno, qui e la Superheroes S.P.A.
Desidera affittare un supereroe?- rispose la dolce voce di una centralinista.
- Certo bella! Allora, ne avrei bisogno uno
che sia in grado di salvarmi da un sottomarino che sta per esplodere.-
- Glielo invieremo appena possibile. Ha qualche
preferenza?-
- Mah, mi piacerebbe essere salvato da
DareDevil. Ce l’avete?-
- No, il signor Devil è impegnato al momento.-
- Allora il Punitore, quello sì che spacca!-
-Mh, no, mi dispiace, attualmente tutti i
supereroi Marvel sono impegnati.-
- COOSA? Ma è terribile! E chi mi salva ora?-
- Abbiamo ancora una vasta Scelta di Dc Comics
e Editori indipendenti.-
- Ma i Dc fanno cagare! Sono tutti dei buffoni
vestiti da checche che sparano raggi laser dalle mani!-
- Non sia offensivo, hanno anche loro una
sensibilità.-
- Ah, vabbè. Ce l’avete Superman?-
- No. È occupato.-
- Lanterna verde?-
- Quale delle tante?-
- Aaaah, lasci stare, troppo complicato.
Batman?-
- No, è appena uscito per una missione.-
- Anche lui? Ma dove sono finiti tutti?!-
In quel momento, a casa di Radon.
Mamma di Radon:- E mi raccomando, passa quei
pomodori per bene, uomo pipistrello!-
Batman:- Maledizione, ma guarda che mi tocca
fare. A ME IL BAT-PASSINO!!!!-
“Uffa, ma di questo passo mi toccherà chiamare
i Teen Titans!” Seiya rabbrividì al solo pensiero.
- Senta, allora mi dica lei. Che supereroi gli
sono rimasti?-
- Beh… abbiamo Gangbuster, per esempio.-
- Mi scusi, intendevo, vi sono rimasti
SUPEREROI CHE NON FANNO SCHIFO?!?-
- Va bene, non si arrabbi! Guardi, ho
controllato, qui dice che abbiamo delle new entry, ma sono molto promettenti.
Se vuole le posso mandare loro.-
- Vabbè, se non le rimane altro.-
- Allora glieli invio. Ci metteranno un po’,
ha tempo?-
In quel momento, una voce gracchiante venne emessa
da un altoparlante nella stanza:
“Tremilacinquecentosessantasette secondi
all’esplosione, evacuare immediatamente la nave!”
- Non si preoccupi, c’è tempo.- rispose Seiya,
attaccando il telefono e tirando fuori di tasca un vecchio numero di Shonen Jump.
La giornata stava volgendo al termine. Shiryu
si era recato nella sua stanza, stanco dopo la cena a dodici portate e la
seduta di massaggio. Dopo aver distrattamente fatto zapping sul suo televisore,
emise un sonoro sbadiglio, e si coricò tra le coperte. Non poteva sapere che
nell’armadio, ormai da molte ore, si era appostato qualcuno con intenzioni
tutt’altro che amichevoli. Radon, lo sbirciò addormentarsi da una fessura tra
le due ante, sogghignando.
Era il momento di agire.
- Andiamo.- si disse tra se.
- Era ora che se ne andasse! Si moriva qua
dentro!- disse un’altra voce dentro l’armadio.
- Eh? Chi è?- chiese allarmato Radon.
- Ma guarda che screanzato, viene in casa tua,
non si presenta nemmeno, e subito ti bombarda di domande!- fece una voce
gutturale.
- A stare così stretti secerno secrezione
odorifera a tutto spiano.-
- Uuh, mi si stanno arricciando tutti i
tentacoli.-
- Ehi, ma non dicevi che te ne stavi andando,
umano? Sei ancora qui? Dio, che mal di testa.-
- Ti fa male la testa? Quale?-
Radon uscì dall’armadio strillando a
squarciagola, e subito dopo esserne uscito lo sbarrò con due solide assi di
noce.
- E io che da piccolo non ci avevo mai creduto.-
sospirò, asciugandosi il sudore freddo dalla fronte. Subito dopo si voltò verso
la sua vittima: si accorse con sgomento che si era svegliata.
- Ma che diavolo ci fai qui? Non sei uno di
quelli stramboidi della tavola periodica?- chiese Shiryu sbadigliando.
- Accidenti, mi hai scoperto! Ma non importa,
senza la tua armatura sei lo stesso condannato!- sghignazzò Radon, togliendosi
il vestitino da ninja megaaderente che aveva indossato fino a quel momento, e
mostrando la sua ridicola armatura.
- No, senti, è tardi, non ho voglia della
solita sfida ad arti marziali! Senti, ho qui la scatola delle sfide: tu peschi
un biglietto, e ci sfidiamo a quello che viene fuori- Shiryu estrasse da sotto
il letto una vecchia scatola di biscotti, la aprì, mostrandone il contenuto
(una marea di bigliettini appallottolati) e la porse a Radon. Questi, dapprima
un po’ titubante, si decise infine ad estrarre uno dei foglietti. Lo aprì,
lesse, poi fece interdetto:
- Una sfida a… “lupini”?-
- Ah-ah, caschi male, amico, è la mia
specialità!- esclamò Shiryu con aria canzonatoria. Si legò alla fronte una
fascia con sopra scritto “Banzai! Vittoria sicura!” ed estrasse sempre da sotto
il letto due scodelle di lupini.
- In guardia.- sibilò poi, guardando beffardo
l’avversario.
Il sommergibile esplose. I suoi pezzi volarono
da tutte le parti, e la sua esplosione illuminò il cielo a giorno. Ma tanto era
già giorno, e non se ne accorse nessuno. Argo, che stava fissando la scena da
un posto sicuro con un binocolo, sorrise trionfante. Poi prese il suo
cellulare, compose frettolosamente un numero, e, appena sembrò che dall’altra
parte avesse risposto qualcuno, disse:
- Missione compiuta. Il sottomarino è esploso
proprio adesso, e Seiya è soltanto un brutto ricord… no! Un attimo! Qualcuno
sta scappando dall’esplosione! È Seiya, ma non è solo, qualcuno lo sta portando
in salvo su di… una vespa! Priva per giunta della ruota anteriore (va
costantemente in impennata). Sul suo mantello c’è scritto SG. Ma cosa vuol dire?-
qualcuno toccò sulla spalla il cavaliere. Lui si voltò:
- Ehi, e tu chi saresti? E perché mi devo
voltare? E perché mi devo chinare di novanta gradi. Oh, no! Non lo fare.-
- Zborro.-
L’urlo di Argo risuonò per chilometri e chilometri,
in tutte le direzioni.
Shun si guardava attorno preoccupato, in cerca
del suo amato. Era andato via già da molto tempo, e ancora non si vedeva da
nessuna parte. L’aveva cercato dappertutto, nel bar in cui andava di solito, in
riva al mare, al Mucho Macho (il suo
night preferito) ma senza risultati.
- Ma dove si può essere cacciato.- mormorò tra
se, mordendosi il candido suo ditino. In quel momento, qualcuno lo toccò sulla
spalla. Lui, allarmato, si voltò di scatto. Dietro di lui c’era Hyoga. Era
vestito solo con la canottiera e i jeans, tutti e due sporchi di sangue e
sudore, e cavalcava una grossa moto.
- Hyoga! Ma cosa… cosa ti è successo?-
- Non ho tempo per spiegarti, vieni, salta
su.-
- Ma cosa dici? E la nostra vacanza?-
- Non possiamo stare in vacanza. Ho capito che
dobbiamo salvare Saori, perché è l’unico modo di salvare noi stessi. I
cavalieri della tavola periodica non ci daranno tregua, almeno finché non
saremo tutti morti. O lo saranno loro. Dobbiamo ritrovarci con gli altri, e
tornare in pista. Ora vieni, salta in sella.-
Shun non se lo fece ripetere un’altra volta.
Timidamente montò dietro l’amichetto.
- Di chi è questa moto?- chiese quindi.
- Non è una moto, è un chopper.-
- E di chi è?-
- Di Zed.-
- Chi è Zed?-
- Zed è morto.- mormorò Hyoga, massaggiandosi
il sedere, e poi sgommando a tutta velocità verso l’ignoto.
La mattina dopo, tutti i cavalieri, a parte
Ikki, si trovavano uno davanti all’altro. Si erano dati appuntamento nell’atrio
distrutto della Magione, in cui avrebbero dovuto badare al bambino. Tutti si
raccontarono degli attacchi subiti da parte dei malvagi saint di M.H. (Shiryu
si vantò di come avesse miseramente stracciato il suo avversario durante la
loro sfida a lupini). E tutti furono d’accordo sul da farsi: dovevano partire,
ancora una volta, all’attacco.
- Beh, ora siamo tutti qui.- disse Seiya.
- Già. Direi che possiamo partire verso il
tempio dei cavalieri della tavola periodica, no?- suggerì Shun.
- Ma come possiamo fare? Non abbiamo le nostre
armature!- fece notare Shiryu. Per chi se lo fosse dimenticato le armature
erano state distrutte da Vittorio Sgarbi nel capitolo precedente. Alle parole
del Saint del dragone, tutti si rabbuiarono. Già una volta erano stati battuti
per quel motivo, e si erano scontrati solo contro cinque dei cavalieri nemici.
Cosa gli avrebbe aspettati, se non la morte, di fronte a i cento e passa
elementi restanti. Ma in quel momento, una radiosa figura si affacciò dalla rampa
delle scale:
- Tranzilli ragazzi. Ho io la soluzione.-
tutti alzarono lo sguardo verso il nuovo arrivato. Era Ikki. E con se, aveva
tutte le armature riparate.
Capitolo 12 - SHOWDOWN
- IKKI!!- esclamarono stupiti tutti i
cavalieri a parte quello, ovviamente, della fenice. Egli sorrideva davanti a
loro, troneggiando sui loro cloth, più splendenti che mai.
- Beh, erano tutti rotti, ho pensato che una
riparata fosse una buona idea. A meno che voi non vi sia ancora venuta la
voglia di salvare Saori.-
- Scherzi? Da qua!- Seiya si gettò sulla sua
armatura, e iniziò immediatamente a indossarla.
- MA. Ikki, come hai fatto a ripararle?-
Chiese Hyoga con gli occhi fuori dalle orbite.
- A dire il vero è una lunga storia.- disse
Ikki, rivolgendo gli occhi verso il vuoto, in cui egli riuscì però a scorgere
chissà quali lontane avventure. Sì, avete intuito bene, sta proprio per partire
un flashback.
Ikki si aggrappò all’ultimo spuntone della
parete rocciosa: infine era giunto in cima al tetto del mondo, ostacolato dalle
taglienti sferzate di vento invernale, da una mandria di gnu inferociti e da
una agguerrita confraternita di monaci guerrieri intenzionata a fargli sposare
la loro Sacra Capra Dorata, ma questa è un’altra storia. Ora era finalmente
arrivato alla sua meta, alla casa dell’unico uomo al mondo in grado di riparare
le armature.
Ikki si issò in piedi, e fieramente declamò:
- Saggio Mu, sono qui sospinto da avvenimenti
di estrema gravità. Per favore, devi riparare i bronze cloth, prima che sia
troppo tardi.- davanti a lui si ergeva un antico tempio, le cui stanze,
contenenti le mistiche verità di ogni millennio trascorso in quei sacri luoghi,
erano avvolte dall’oscurità. E da queste tenebre, una figura si levò,
raggiungendo con pochi maestosi passi l’ingresso.
- Ma cosa..?- dal tempio era appena uscito un
uomo sulla sessantina, grassottello e vestito con un camice bianco chiazzato
dappertutto. Impugnava saldamente tra le mani un setoloso scopettone.
- Mi scusi, io stavo cercando il grande Mu, il
cavaliere dell’ariete. non è qui?-
- No, i havalieri d’oro sono in vahanza. E tu
hi sei?-
- In… IN VACANZA?- esclamò stupito Ikki. –
Come sarebbe adire IN VACANZA?-
Ikki non poteva certo immaginare che tutti i
gold saint si trovassero in quel mentre su di un’assolata spiaggia di Riccione
a ballare la “canzone del capitano” tutti in fila.
- In vahanza, che c’è di strano, eh? Homunque
se devi riparare le armature c’è il self service, laggiù. E buonprotifaccia.-
il vecchio si allontanò, lasciando Ikki attonito e sconvolto. Ma dopo un attimo
di indecisione, il cavaliere decise di procedere in direzione del self service
indicatogli dal vecchio. Si trattava di un casino di assi di legno pieno di
grossi macchinari bianchi, simili a lavatrici a gettone. Uno di essi stava
andando, e vicino ad esso un uomo “vestito” con una botte tenuta su da due
bretelle di cuoio. Non si riusciva a scorgere la sua faccia, dato che stava
leggendo l’edizione tibetana della Gazzetta dello Sport. Ikki mise ognuna delle
armature in una lavatrice, e le fece partine mettendo una monetina in ognuna di
esse. Poi si sedette su una delle sedie lì vicino, e iniziò a girarsi i
pollici. Dopo aver sfogliato un numero di focus di due anni prima, appoggiato
su un tavolino dentro la “lavanderia”, decise di tentare a scambiare due
chiacchiere con l’uomo davanti a lui.
- Anche lei ripara l’armatura?- Chiese
incuriosito.
- Eh, talvolta ti tocca farlo. Di solito ci
pensa mia moglie, ma sa, ha un po’ di tracheite, quindi sono venuto io.- L’uomo
pronunciò la frase senza abbassare la Gazzetta o smettere di leggerla, anzi,
mentre parlava girò una pagina.
- Mi dispiace.-
- A me no, così almeno si tappa un po’ quella
bocca. Già faccio un lavoro difficile, e appena torno a casa quella si mette
ogni volta a lamentarsi, che non torno in tempo, che la minestra si raffredda,
che dobbiamo andare a trovare sua madre. Bah.- L’uomo girò di nuovo la pagina.
- Ah, capisco. Senta, lei è cavaliere del.- si
decise infine a chiedere Ikki incuriosito da quella strana figura.
- Non cavaliere, ragioniere. Ragionier
Giampiero Gianfigliazzi.-
- …-
- E fu così che riparai le armature.- concluse
quindi Ikki. Tutti lo fissarono attoniti.
- Beh, che c’è da guardare?-
- Non so Ikki. ci aspettavamo qualcosa di più…
come dire… epico.-
- Oh, non rompete il cazzo e indossate!-
sbottò allora Ikki, buttandogli addosso i cloth. I cavalieri non se lo fecero
ripetere.
Quando tutte le armature furono calzate sulle
giovini membra dei cinque, Hyoga si fece avanti:
- Ottimo, ora si che siamo pronti a prendere
qualche culo a calci! Ma prima avrei una domanda: chi di voi sa dove si trova
il grande tempio dei cavalieri della tavola periodica?- I cinque si guardarono
tra loro con aria interrogativa. Subito però Shiryu si fece avanti:
- Non disperate! Dovete sapere che dopo
l’ultima malvagia entità che ha tentato di rapire Saori, prevedendo un altro
rapimento ho posizionato su di lei una potente ricetrasmittente!-
- Uao, fantastico! Ma dove te la sei
procurata?- chiese Shun, entusiasta per la notizia.
- Ne avevo comprate una decina in stock su
E-bay, per non perdere le cose a cui sono più affezionato. Ne avanzava una, e
allora l’ho attaccata dietro l’orecchio sinistro di Saori.-
- Uao. E dicci, come funziona?- chiese Ikki,
facendosi avanti.
- Allora, dovrei accendere questo.- Shiryu,
tirò fuori di tasca un grosso oggetto rotondo, con un display verdolino solcato
da un reticolo luminoso. Subito dopo aver toccato alcuni pulsanti, sullo
schermo apparve un puntino rosso lampeggiante.
- Trovata! Deve essere qui!-
- Ottimo! Andiamo, uomini!- esclamò Ikki,
facendo un gesto con il braccio di mettersi in marcia.
- Un attimo, vuoi dire che dobbiamo andarci a
piedi? – si lamentò Hyoga.
- Certo che no, state a guardare.- Seiya
estrasse prontamente un faretto dalla tasca della giacca, e lo puntò contro il
cielo, stagliando sulle nuvole la sagoma stilizzata di un pipistrello. Subito
in lontananza giunse il rumore di una ruggente macchina dall’altissima
cilindrata, che non tardò a comparire davanti a loro, frenando con una
spettacolare sgommata. La portiera si aprì, lasciando scendere un uomo dalla
fin troppo prevedibile identità:
- Ciao Seiya, avevi bisogno?-
- Sì Bat, puoi prestarmi la macchina per un
po’?- rispose Seiya, incurante dei suoi amici che fissavano la scena
stralunati.
- Sicuro! Attento nei parcheggi, e se fai
benzina mi raccomando, è un diesel.- detto ciò, Batman lanciò al cavaliere un
mazzo di chiavi tenuto insieme da un portachiavi a forma di Winnie The Pooh, e
se ne andò via. Seiya ringraziò con un cenno, e salì subito al posto di guida.
Poi disse rivolto agli amici:
- Allora, che aspettate?- dopo un attimo di
sconcerto, Hyoga prese la parola:
- Beh. arriviamo. Per quanti è omologata?-
- Beh, è più facile di quello che possa sembrare.
Tu tagli poco meno di mezza cipolla a fettine sottili, e la metti a rosolare in
un tegame alto con una noce di burro e un po’ d’olio. Il riso lo aggiungi
quando la cipolla si è imbiondita, aggiungi vino bianco e fai sfumare. Poi
inzia ad aggiungere del buon brodo.-
- Va bene quello di dado?-
- No, cioè, per un risotto di tutti i giorni
potrebbe anche andare bene, ma lo chef direbbe di farlo con cipolla, una
carota, sedano, gallina, manzo e un ossobuco di vitello. Li metti dentro quando
l’acqua bolle, a lasci andare per qualche ora. Poi inizi ad aggiungere il brodo
un poco alla volta, e.-
- LA VOLETE PIANTARE DI PIANTARE VOI DUE DI
PARLARE DI CUCINA? SIETE OSTAGGI O COSA?- Gridò adirato Kripton verso Saori e
Vega, ancora chiusi nella loro gabbia sospesa sul bunsen (spento).
- Uffa, cheppalle. Lo sai che sei antipatico?
Non troverai mai una ragazza di questo passo.- sbuffò Saori.
- Non è vero!-
- Sì!-
- No!-
- Sì che è vero! Anzi, scommetto che l’unica
donna che ti abbia mai dato un bacio è stata tua madre.-
- Non è vero! Anche mia nonna!-
- SMETTILA DI RISPONDERE ALLE SUE
PROVOCAZIONI, IMBECILLE! Ignorali.- Neon diede un forte scappelloto al suo
compagno, e lo fece allontanare dalla gabbia. Kripton, con la coda dell’occhio,
vide Saori fargli la linguaccia.
- Ma dobbiamo proprio tenerli prigionieri? Io
propendo per ucciderli!- sibilò all’amico.
- Non possiamo, Apollo ci ha incaricati di
sequestrare il piccolo almeno fino a domani, quindi ancora un giorno ed è
fatta.-
- Ma… e se i cavalieri di Atena riuscissero a
salvarli?-
- Non ricordi? Le loro armature sono state
fatte a pezzi, non potranno darci alcun fastidio.-
- Ma quando abbiamo mandato Argo, Xeno e Radon
a farli fuori loro sono riusciti a sconfiggerli!-
- Solo fortuna. Non riusciranno mai ad
espugnare il nostro grande tempio, e se anche dovessero entrare, dovrebbero
affrontare tutta la tavola periodica. E perirebbero di sicuro.-
- Giusto! E poi loro non sanno dove si trova
il nostro tempio.-
- Giusto, non lo sanno.- ed entrambi eruppero
in una fragorosa, ottusa, risata malvagia.
- Okay Shiryu, abbiamo ritrovato la tua
collezione dei dischi di Loretta Goggi, la tua spada laser luminosa, la tomba
del tuo porcellino d’india, la casa della tua ex, la tua pigna dalla forma
spiritosa, nonché un altro considerevole quantitativo di ciarpame. Ora, dove si
trova Saori?- chiese uno scocciatissimo Ikki ad un eccitatissimo Shiryu, che
rovistava felice tra uno scatolone pieno di tutti gli oggetti su cui aveva
piazzato una ricetrasmittente.
- UAO, il numero 157 della cucina italiana,
quello dove ti spiegano come cucinare i tacos! Ma come avevo fatto a perderlo?
Per fortuna ci avevo messo sopra te, mia piccola adorata ricetrasmittente.-
gongolò felice il cavaliere del drago, abbracciando la consunta rivista. Ikki,
in quell’esatto momento perse la pazienza. Con passo deciso si avvicinò al
compare cavaliere, lo afferrò per il bavero e gli urlò in faccia:
- DOVE SI TROVA SAORI, IDIOTA???? - l’urlo fu
così potente che gli altri cavalieri caddero a terra, e Shiryu si ritrovò con
tutta la sua folta chioma tirata in orizzontale. E rimase così per i quaranta
minuti successivi.
- Ehi, calma, calma. È rimasta solo una trasmittente,
e secondo il radar dovrebbe essere la dietro.- indicò quindi qualcosa dietro
alle spalle del cavaliere della fenice, che si voltò repentinamente. Si trovò
davanti agli occhi un enorme portale scolpito nel fianco di una montagna, con
sopra incisa l’iscrizione: “Grande tempio della tavola periodica. Pulitevi le
scarpe prima di entrare.”
- Beh, strano non averlo notato prima. Allora,
che si fa, si entra?- chiese Shun, mentre tutti strofinavano le scarpe su un
soffice zerbino in simil pelo di castoro posto davanti all’ingresso.
- Direi che sarebbe una buona idea. Ma come lo
apriamo?-
- Sembra molto massiccia. forse occorre
recitare qualche parola d’ordine, o colpirla con una qualche tecnica segreta in
cui dobbiamo immolare le nostre vite.- mentre Hyoga rifletteva sul da farsi,
Seiya si guardò un attimo intorno. Quindi alzò lo zerbino, e vi frugò un po’
sotto. Estrasse una chiave, e la infilò nella toppa del portone. Questi si aprì
immediatamente.
- ALLARME! ALLARME! Qualcuno è entrato nel
sacro tempio degli elementi!!!-
- Maledizione, devono aver trovato la chiave!
Ma non l’avevi nascosta tu, Kripton, oltre le terre del tre volte nove nel
regno del tre volte dieci sulla casa sorretta dalla zampa di gallina?- Chiese
Neon al compagno.
- Certo, l’avevo… nascosta. Però, vedi, non so
se hai presente quanto costa andare nel regno del tre volte dieci, e lo sai che
prima che la segreteria ci rimborsi delle spese dei viaggi passano secoli, e
quindi l’ho nascosta un po’ più vicino.-
- E dove, sotto lo zerbino?- fece Berilio, che
era l’elemento più spiritoso, in tono canzonatorio, scatenando in tutti i
cavalieri presenti una grassa risata. Tutti tranne Kripton. E Neon lo notò:
- Kripton? Non avrai davvero.-
- Beh… oh, insomma, allora stigmatizziamo tutto,
facciamone una questione di stato! Non si può nemmeno più sbagliare? Insomma,
poi che avrò fatto di tanto sbagliato? Manco l’avessi nascosta, chessò, SOPRA
lo zerbino.-
M.H., sopraggiunta in quel momento, lo afferrò
per il bavero e gli sbraitò in faccia:
- CON TE FACCIAMO I CONTI DOPO! Ora andate,
branco di inutili scarafaggi, andate e fate a pezzi tutti i cavalieri! O almeno
tratteneteli fino a mezzanotte. Vedete? È già il tramonto.- La perfida H.
indicò con il suo bastone il cielo: il sole, dietro le montagne in lontananza,
era rosso come il fuoco.
I cavalieri stavano correndo per una lunga
scalinata. Molti erano i pensieri che attraversavano le loro menti:
“Ma devono sempre farli così in alto i grandi
templi?”
“Il giorno in cui metteranno un ascensore in
questi templi sarà troppo tardi.”
“Possibile che la metà delle tavole del manga
sia occupata da mosse di arti marziali inverosimili e l’alta metà da noi che
corriamo?”
“ Mi si rovinerà lo smalto sulle unghie dei
piedi a correre così.”
“Ma è meglio un culo gelato o un gelato nel
culo?” quest’ultimo, nel caso ve lo steste domandando, era Seiya. Ma
d’improvviso, Shun interruppe la corsa:
- Oddio! Ikki! Il sole sta tramontando!-
strillò quindi, additando eccitatamene il sole nel cielo.
- E a noi cosa importa? Non credo che ormai la
scommessa di quei due abbia più valore, ci basta salvare la dea e il
marmocchio, e tornare a casa sani e salvi.- Disse Shiryu, continuando a
correre.
- È vero, per fortuna stavolta non abbiamo
nessuno di quei noiosissimi limiti di tempo!- Fece Hyoga, tirando un sospirò di
sollievo. Ikki si rabbuiò:
- Certo… è vero… mica, chessò, perdiamo LA
NOSTRA ANIMA se Saori non vince la scommessa!-
- Ah! Buona questa!- tutti gli altri cavalieri
si misero a ridere con gusto. Poi si bloccarono di colpo:
- Un attimo Ikki, noi NON perdiamo la nostra
anima se la scommessa fallisce, vero?- chiese Shiryu.
- Ah-ehm. beh. come dire. Ni.-
- Ni vuol dire tante cose.-
- Non troppe se ci pensi. Sì e no.-
- Beh, qui è sì o no, non tutte e due
insieme.-
- Allora in questo caso. Beh. insomma, è
imbarazzante da dire, pensavo che non sarebbe successo nessun problema e...-
- HAI SCOMMESSO LE NOSTRE ANIME CON SAORI?-
- No, non con Saori! Con Vega.-
- CON IL MARMOCCHIO!? SIGNORE SANTO, MA TI SEI
BEVUTO IL CERVELLO?-
- Beh, volgiamo stigmatizzare tutto? Vogliamo…-
- Basta chiacchierare! Ogni secondo che passa,
è un passo verso la sconfitta! Dobbiamo proseguire, fino alla fine!- Tuonò
Seiya, attirando l’attenzione di tutti i compagni. Sembrava essere appena
entrato nella modalità “eroe”.
- Seiya ha ragione! Corriamo!- fece Hyoga, e
tutti ripresero, appunto, a correre.
La corsa in cui si accennava verso la fine del
paragrafo antecedente all’attuale, terminò in un grosso piazzale, decorato con
una riproduzione di grande superficie della tavola periodica degli elementi, e
circondato da un’imponente cinta muraria. Era completamente vuoto, e
all’apparenza senza via d’uscita:
- Un vicolo cieco? Ehi, io non voglio tornare
indietro, sono qui che già non ho più fiato.- si lamentò il piccolo Shun,
mentre gli altri suoi amici si guardavano intorno circospetti:
- Che ne pensi, Seiya?- chiese Ikki al
protagonista.
- Penso che questo è il posto ideale per un
imboscata.- mormorò lui. Subito la strada da cui erano arrivati venne sbarrata
da un enorme portone di metallo. Subito, sulle mura attorno al piazzale
comparvero 112 figure vestite con le loro fulgenti armature.
- Siete in trappola cavalieri di Atena, il
vostro destino è segnato!- disse uno di loro.
- Preparatevi ad affrontare la morte! Io sono
Idrogeno!- disse un altro.
- Io Elio, ma già ci conosciamo.-
- Io Litio!-
- Io Berilio!-
- Io Boro!-
- Io…-
Molto tempo dopo.
- Darmstadtio!-
- Roentsenio!-
- Ununbio!- seguì qualche secondo di silenzio.
- Ehi, ma siamo finiti?-
- Direi di dì, non mi pare che ce ne siano
altri.-
- Ma siamo sicuri? Ehi, anche voi Metalloidi
vi siete presentati?-
- Sì, perché non ti fidi?- risposero alcuni
cavalieri con i capelli lunghi fino a metà schiena e le magliette degli iron
maiden. Mentre i 112 cavalieri della tavola periodica discutevano tra di loro,
i cinque cavalieri di Atena poterono consultarsi:
- Ehi, ma sono tanti! E ci attaccano tutti
insieme?-
- Non era mai successo, pensavo fossero tutti
rinchiusi in una casellina della tavola periodica, e che gli avremmo affrontati
uno alla volta dal più debole al più potente per poi lasciare il loro capo a
Seiya.-
- Un momento, ma il loro capo chi è? L’ultimo,
quello con più elettroni?-
- No, non ti ricordi? È quella astrofisica
italiana che ci avevano nominato quando gli abbiamo incontrati la prima volta.-
- Ma allora non credo che lotteremo contro di
lei.-
- Sentite ragazzi, non credo che sia quello il
problema, quanto il fatto che CENTINAIA DI CAVALIERI CI STANNO PER SALTARE
ADDOSSO!-
- È vero. Ma ho un piano.- Seiya riunì tutti i
suoi amici in cerchio, e gli spiegò cosa aveva in mente. Quando ebbe finito,
Ikki disse:
- Mmmm. sì, non nego sia un po’ naif, ma
potrebbe funzionare. Avanti!-
Intanto, Sulla cinta muraria.
- Beh, allora direi che ci siamo presentati
tutti, è stupido rimanere qui a discutere. Ora attacchiamoli!!!-
- Sììììììì!!!!- fecero tutti gli altri cavalieri
della tavola periodica, e si prepararono a gettarsi sul loro nemico. Ma si
fermarono all’improvviso: davanti a loro stava accadendo qualcosa di strano. In
un angolo Seiya, vestito con un completo bianco e cappello da cowboy, stava
prendendo a bastonate Shiryu, che si era tinto tutto di nero e supplicava:
-Ber favore, non frusdare me, io sono solo
bovero negro.-
In un altro angolo, Shun, vestito di cuoio
nero, stava frustando sul sedere Hyoga, chiedendogli ad ogni scudisciata:
- Cosa sei?- al che Hyoga rispondeva:
- Un bambino molto cattivo, mia regina.-
Da un'altra parte, Ikki, vestito con abito da
operaio e basco rosso con sopra una falce e un martello, urlava:
- Proletari di tutto il mondo, unitevi!
Abbattete i maiali capitalisti, uniamoci contro la coalizione anti-operaia
delle potenze plutocratiche occidentali, che opprimono e dissanguano il
popolo!-
I cavalieri della tavola periodica fissarono
sbigottiti i loro avversari, chiedendosi cosa stesse accadendo:
- Ma questo cosa significa?-
- Ehi, ma ci stanno prendendo in giro?-
- Non credo, perché dovrebbero comportarsi
così?-
- Forse vedendoci hanno perso il senno per la
disperazione.-
Lo stesso Elio guardava con aria interrogativa
i suoi avversari, pensando cosa potesse significare tutto ciò. Poi,
improvvisamente, capì:
- Un attimo! Razzismo… pratiche sessuali
sadomasochiste… propaganda politica… OMMIODDIO, STANNO CONTRAVVENENDO AD OGNI
PUNTO DEL REGOLAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DELLE FANFICTION!-
- COOOSA?!- esclamarono in coro gli altri 111,
accorgendosi della gravità della situazione.
Nel frattempo, mentre Shun aveva tirato fuori
da chissà dove un cavallo di legno e delle candele, Seiya si era vestito con un
elegante completo e un fazzoletto verde legato intorno al collo, e urlava:
- Via i bingobongo dalla Padania! Italia
federale! Padania libera!-
- SMETTETELA, SMETTETELA SUBITO! COSI’ FINIRA’
CHE I MODERATORI CANCELLERANNO LA FANFICTION!- Mentre Kripton pronunciava
quelle parole, qualcuno gli toccò la spalla. Lui si voltò, e vide che si
trattava di Shiryu, vestito sobriamente e con un crocifisso appeso al collo:
- Buongiorno, rappresento la Chiesa di Gesù
Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, e vorrei parlarvi del regno dei cieli.-
- Maledizione, usa la fanfiction per propagandare
ideali religiosi! SE CONTINUATE COSI’ PRESTO NON RIMARRA’ PIU NIENTE DI NOI! -
- E qui ti sbagli, caro mio.- dise Seiya. –
Noi tanto continueremo ad esistere nel Manga, nei cartoni animati, nei film.
Voi invece sarete condannati per sempre all’oblio! Qmq, sapete ke v dico? ROTFL
LOL LOL asd, ;-) :-( :-| .-
- Linguaggio da sms ed emoticon! È la fine!-
- Non volete che chiudano la fanfiction? Bene,
allora gettate a terra le vostre armature, senza fare scherzi, prima che
decidiamo di dirvi come finisce l’ultimo libro di Harry Potter!-
- No, lo spoiler no!!! Ecco, va bene, ora ci
spogliamo.- circa 1344 pezzi di armatura caddero per terra, lasciando i 112
cavalieri della tavola periodica in mutande. Dal canto loro, invece, i saint di
Atena ri-indossarono le loro armature:
- Bene, e ora ci divertiamo. FULMINE DI
PEGASUS!!!-
- ALI DELLA FENICE!-
- CATENA DI ANDROMEDA!!-
- COLPO SEGRETO DEL DRAGO NASCENTE!-
- POLVERE DI DIAMANTI!-
Nel giro di due minuti, tutti i cavalieri
della tavola periodica erano stati sconfitti.
Intanto, nella stanza in cui Saori era tenuta
prigioniera, M.H. camminava nervosamente avanti e indietro:
“Insomma, ma quanto ci mettono quei deficenti?
A quest’ora dovrebbero avere già sconfitto i Saint di Atena! Ma che ore sono?
Le undici! Bene, manca ancora poco.” la perfida astrofisica ridacchiò,
guardando con occhio malvagio i suoi due prigionieri, e notando con fastidio
che essi erano impegnati a cucire all’uncinetto un maglioncino color indaco:
- INSOMMA, STUPIDA RAGAZZINA CHE NON SEI
ALTRO, COME FAI A STARE COSI’ TRANQUILLA? Entro breve sarà mezzanotte, e la tua
sconfitta sarà completa.-
- Non serve urlare.- disse con calma Saori. –
E poi, in quanto alla tua domanda, confido pienamente nelle capacità dei miei
cavalieri, quindi, sinceramente, chissene!-
- Taci! Ho scagliato contro i tuoi saint tutta
la mia armata, 112 belve assetate di sangue pronte a uccidere propria madre, se
glielo domandassi. E ti assicuro che lo ho fatto! Quindi inizia pure a
disperarti, perché…- in quell’esatto momento, la porta della stanza si aprì sbattendo
contro il muro. La H. trasalì:
- Elio? Ma cosa ci fai in mutande? Dove sono i
cavalieri di Atena?-
- Io… mi dispiace.- Elio, pronunciate quelle
poche parole, cadde a terra con un rivolo di schiumosa saliva che gli colava
dalla bocca. Dietro di lui, fieramente stagliati contro la luce, si trovavano
Seiya, Ikki, Hyoga, Shiryu e Shun.
- Ragazzi!- esclamò commossa Saori, gettando
via il maglioncino e aggrappandosi alle sbarre della sua gabbia.
- Ziette!- esclamò Vega, facendo idem.
- Voi!- disse la H., sbiancando.
- Esatto! E siamo qui per riprenderci il
bambino che ci era stato affidato, e la nostra dea!-
- Non è possibile! Non potete aver battuto
tutti i miei cavalieri!- continuò la H.
- Io dico di sì, invece. Ragazzi, addosso!-
gridò Seiya, e tutti, con un grido di battaglia, si scagliarono in direzione
della donna. MA lei estrasse di tasca un telecomando, e gridò:
- FERMI!- e detto ciò, premette uno dei
bottoni sopra di esso. Subito il pavimento della stanza si ritirò verso le
pareti, lasciando al suo posto solo una grossa lastra di plexiglas. Sotto di
essa si trovava una fossa profonda svariate decine di metri. Qualcosa, sul suo
fondo, si muoveva.
- Fate un altro passo e aprirò anche il
pannello di plexiglas, lasciando che le viscide creature che abitano il fondo
della fossa vi divorino!-
- Ma cosa… no!- esclamò Seiya. Sotto di loro,
una moltitudine di esserini multicolori li osservavano con occhi famelici,
muovendo qua e la le loro testoline malvagie.
- ODDIO, sono dei Pikmin! Ci uccideranno
tutti!-
- Esatto, e ora state fermi, o io premo anche
l’altro bottone. In quanto a voi due.- M.H. aprì la gabbia in cui si trovavano
i due prigionieri, e subito puntò contro di loro una pistola, gettandogli poi
una corda:
- Legatevi, qui noi leviamo le tende. In
fretta!-
- Sei un mostro!- gli urlò contro Saori.
- Disse quella che ha costretto i suoi
cavalieri a travestirsi da donna per una settimana. Ora muoviamoci!- rispose
lei. Nel giro di qualche minuto, la H. stava trasportando via i due ostaggi,
legati come salami, fuori dalla stanza.
- Ci scusi, noi dobbiamo rimanere fermi ancora
per molto?- chiese Shiryu.
- No, in effetti, potete muovervi. E anche…
morire!- M.H. premette il pulsante, aprendo la botola. I cavalieri iniziarono a
precipitare, mentre lei scappava via ridendo sguaiatamente.
Dopo la lunga caduta, i cinque si rialzarono
mugugnando per il dolore (tranne Seiya che, anzi, ridacchiava sommessamente, ma
arrivati a questo punto della fanfic credo che l’aveste già intuito), e si
accorsero che intorno a loro si trovavano almeno un migliaio di Pikmin che li
fissavano famelici.
- Okay, questa è una bruttissima situazione.
Cosa si fa?- chiese Hyoga.
- Intanto non fate movimenti bruschi. Ora
penso ad un piano.- disse Ikki, guardandosi attorno. I Pikmin sembravano
volersi avvicinare.
- Ehi, io so come uscire illesi. Fingete di
essere morti, i pikmin non attaccano i cadaveri!- disse Seiya, a bassa voce.
- Un attimo, pensavo che i pikmin portassero i
cadaveri alla loro tana per mangiarli.-
- Naaa, non crederai mica a tutto quello che vedi
nei videogiochi? Avanti, fate i morti.- Seiya si sdraiò lentamente a terra.
- Ma non erano gli orsi a non fare niente ai
cadaveri?- chiese Shun.
- Che? Gli orsi? Ma no, no, sono i pikmin!
Avanti sdraiatevi!-
- Seiya, guarda che pare anche a me che siano
gli orsi.- commentò Shiryu.
- Ma dai, fidatevi! Ne sono sicuro al 100%!
Non sono gli orsi, sono i pikmin, e ora sdraiatevi se non volete essere
divorati.-
- Ma, direi che non c’è altra via, tanto.
Fidiamoci.- Ikki si sdraiò, e anche gli altri, dopo un attimo di sconcerto, lo
imitarono. Passarono così sdraiati un po’ di tempo, nel buio. Dopo un po’, il
silenzio venne interrotto da un bisbiglio di Seiya:
- Magari non proprio al 100%, diciamo al 90%,
85%...-
Altro silenzio.
- Ma lo sapete che forse erano davvero gli
orsi?-
- TESTA DI CAZ.- tutti i pikmin saltarono
addosso agli sventurati.
Intanto, dall’altra parte del tempio della
tavola periodica, M.H. emerse da un tombino, trascinando i due ostaggi. Guardò
l’orologio:
“Le undici e quaranta. bene, manca ancora poco.”
- Avanti, muovetevi, scansafatiche!- con uno
calcio, mandò avanti Saori verso un furgoncino color giallo acceso parcheggiata
lì vicino. La ragazza era in lacrime:
- Brutta carognaccia! Quei tipi potevano
essere anche dei minchioni, ma erano i miei minchioni!- le gridò contro piena
di rabbia.
- La zietta Saori ha ragione! La pagherai per
quello che hai fatto! Insomma, ho tentato di ucciderli, e anche più di una
volta, però mi ci ero affezionato! Se solo non mi avessi legato con questa
catena di Kryptonite te la farei vedere io!- disse poi Vega.
- Tsk, zitte, caccole! Non vi temo, io non
temo gli dei! E ora in macchina, l’ora della mia vittoria, e di quella del mio
datore di lavoro, si avvicina!-
- Datore… un momento, non dirmi che è stato
Apollo ad assumerti per potermi rapire!- esclamò Saori, indignata.
- E se anche fosse? Avanti, in macchina!
Dobbiamo scappare.-
Intanto, sul fondo della fossa, in mezzo a
migliaia di cadaverini di pikmin.
- Uff, questa è stata dura, eh?-
- Già. ma per fortuna avevamo con noi l’“eroe”
che ci ha aiutato con i suoi preziosi consigli.-
- Noto un sottile velo di ironia nella tua
voce?- chiese Seiya, sinceramente offeso.
- Non litighiamo ora! Dobbiamo salvare Saori e
Vega, prima che sia troppo tardi. Quanto tempo abbiamo?-
- Il mio orologio dice che manca un quarto
d’ora prima della mezzanotte.-
- Ma è pochissimo! Basterà per recuperare il
bambino e salvare la dea Atena?-
- No che non basta, accidenti! Siamo
spacciati, siamo…-
“ NO, amici miei! Non è troppo tardi!” tuonò
una voce, nell’oscurità del sotterraneo. Tutti si guardarono intorno, ma non
videro nessuno. Solo Shiryu intuì di chi si trattasse:
- Maestro! Voi qui?-
“No, è la solita comunicazione telepatica. Ma
non discutiamo ora, non c’è tempo. Dovete sapere che le vostre armature
nascondono un segreto, che nessuno vi ha mai svelato.”
- Un… segreto?- domandarono tutti,
incuriositi.
Il furgone giallo stava procedendo
tranquillamente lungo l’autostrada, mentre la sua autoradio stava riproducendo
un allegro motivetto country. Improvvisamente, una forte corrente d’aria fece
vibrare il veicolo.
- Ehi, cosa è stato?- chiese la donna ai suoi
due ostaggi.
- Non saprei, qualcuno ha scorreggiato?-
rispose Saori. In quell’esatto momento, uno spostamento ancora più forte fece
sbandare l’auto, costringendo la guidatrice a fermarla. Davanti a lei, era
atterrato qualcosa.
- Ma quello è…- esclamò Saori, al colmo dello
stupore.
Davanti a loro, si erigeva un enorme robot
variopinto, alto almeno trenta metri, che fissava l’auto minaccioso.
- Il grande Mazinga? Pensavo fosse solo una
leggenda!- esclamò stupita la H.
- E invece no, cara mia! Pensavi che qualche
esserino colorato potesse fermarci? E invece no, siamo tornati, e questa volta
non hai scampo!- esclamò esultante Seiya, facendo esibire il robot in una lunga
sequenza di movimenti di vittoria.
Tutti i cavalieri si trovavano all’interno del
robot, ognuno davanti ad un pannello elettronico ricolmo di comandi.
- Ma pensa, chi poteva immaginare che le
nostre armature si potessero unire in un robot gigante?- disse Hyoga.
- Non capisco se è una figata o imbarazzante...-
constatò Ikki arrossendo.
- Forza amici, andiamo a conquistare la nostra
vittoria!- gridò Shiryu, esultante. M.H. sogghignò:
- Sciocchi, pensate di aver vinto? Ho ben più
di un asso nella manica.- detto ciò, prese di tasca una pistola a razzi, e ne
sparò uno in cielo. Da lontano, si udì giungere il rombo di un aereo a
reazione. Esso non tardò ad arrivare, facendo cadere vicino a loro qualcosa di
enorme almeno quanto Mazinga. Subito, un’espressione di orrore si dipinse sui
volti dei cavalieri:
- Oddio, ma quello è…-
- Non ci posso credere!-
- Ma allora esiste davvero!-
- Non abbiamo speranze contro quel coso!-
esclamarono disperati tutti i cavalieri, tranne Shun.
- Fratellino? Ma cosa è quel coso che è appena
arrivato?- chiese questi, innocentemente.
- Ma come, non lo sai? Quello è il più potente
robot mai realizzato in un cartone animato giapponese. l’unità EVANGELION!-
rispose Ikki, terrorizzato.
- E per di più è l’EVA 04! Pensavo fosse
scomparso insieme alla terza sezione.- esclamò Seiya.
- Tsk, poveri sciocchi! Illusi senza speranza!
Chi credete che abbia fatto sparire la terza sezione, eh?-
- TU!? Ah, dovevo immaginarlo!- esclamò
frustrato Shiryu, mollando un pugno contro la sua console di comando e facendo
partire così un missile termonucleare che sparì all’orizzonte.
Intanto,
in un centro sociale a qualche centinaio di chilometri di distanza (lo stesso
che aveva occupato la casa dei cavalieri qualche capitolo fa).
Un ragazzo con capelli lunghi e spinello in
mano si avvicina ad un amico e dice:
- Ehi, amico, hai da accendere?-
Cade
il missile.
- Preparatevi a soccombere, ora!- sghignazzò
La H., togliendosi con un solo colpo il tailleur e rimanendo vestita solo con
un plug-suit color caffelatte. Subito dopo si infilò all’interno dell’Eva 04, i
quali occhi si accesero di una luce infernale. I cavalieri indietreggiarono:
- Ditemi, che si fa?-
- Beh, qui o la va o la spacca. Penso non
dobbiamo far altro che saltargli addosso urlando nomi di armi inverosimili, e
il gioco è fatto in teoria. Che si fa, andiamo?-
- Sìììììì!!!!!!- Mazinga scattò in avanti,
pronto a colpire l’avversario.
- Alabarda spaziale!-
- Magli perofranti!-
- Pioggia di fuoco!-
- Sì! Avanti così ragazzi, avanti cos…- con un
sonoro ceffone, l’eva 04 scaraventò a terra Mazinga.
- Ehi, ma non è giusto! Noi i nomi delle armi
li abbiamo urlati!-
- Ma non erano quelli di Goldrake che abbiamo
detto?-
- Sei sicuro? Boh, non saprei, e poi perché
quell’altra non li dice i nomi delle armi?-
- Sentite, non è questo il luogo adatto per
discutere dell’intrinseca stupidità degli anime sui robot giganti, dobbiamo
reagire.- Tuonò infine Shiryu, zittendo i suoi amici, mentre il robot si
rialzava da terra.
“Merda, quell’affare è più forte di noi.
Allora, secondo la logica che muove i manga, la cosa non è un problema, è
infatti risaputo che dopo essere finiti almeno tre volte a tappeto, il protagonista
ha un’illuminazione e batte il nemico senza problemi. Ma ciò avviene di norma
nel giro di una cinquantina di pagine come minimo, che corrisponde in termini
temporali a… troppo, e noi abbiamo solo dieci minuti ancora. Merda.” pensò
quindi tra se e se, mentre l’eva-04 li fissava minaccioso, pronto per attaccare
di nuovo. Fu allora, che le parole del suo maestro gli tornarono alla mente:
“Shiryu, c’è ancora una cosa che non ti ho
detto: il Mazinga nasconde un arma potentissima, capace di annientare qualsiasi
avversario. Essa è attivata da un bottone rosso, posto in mezzo alla console
delle armi. Ma, ti scongiuro, per quanto la situazione sia disperata, mai, per
nessun motivo, premi il bottone rosso. MAI!” Gli occhi di Shiryu vagarono per
un attimo sulla sua console, e caddero all’improvviso su QUEL bottone. Il
cavaliere del drago lo guardò a lungo, dubbioso.
Intanto, i suoi compagni:
- Maledizione, non possiamo perdere così!-
(Hyoga)
- E cosa possiamo fare allora?- (Shun)
- Non abbiamo dei colpi con una potenza
maggiore?- (Ikki)
- Io ho un cugino di secondo grado che abita a
Potenza.- (Seiya)
- Seiya, sappi che vada come vada, tu rimani
una inutile, stramaledettissima testa di ca…-
Shiryu chiuse gli occhi per un attimo. Gli
riaprì, solo quando furono colmi di risoluzione:
- Secondo me è arancione scuro.- premette il
bottone.
Tutto accadde in un attimo: nemmeno i
sofisticatissimi sensori ottici dell’EVA04 riuscirono a percepire il movimento
supersonico del grande Mazinga. Nel giro di pochi nanosecondi, il colosso
d’acciaio si portò al di dietro del suo avversario, e lo ghermì in una morsa
d’acciaio con le sue braccia bioniche. Subito dopo, i suoi reattori atomici iniziarono
a rombare, portando entrambi i robot in una ascesa alla velocità del suono
verso il firmamento.
- AAAHRGH! Che state facendo! LASCIATEMI!-
strepitò la H., tentando invano di divincolarsi dalla presa. SI era subito
accorta di ciò che stava avvenendo: il loro volo sarebbe terminato esattamente
contro il sole, che si faceva sempre più vicino.
- Accidenti, sapevo sarebbe finita così.-
sospirò Hyoga.
- L’eroico suicidio. Accidenti, di solito
erano i comprimari a farlo, mica noi!-
- Un attimo, c’è ancora speranza! Stando al
libretto di istruzioni, dovrebbe esserci una leva che permette di eiettarsi dal
velivolo!- disse Shun, mentre sfogliava un enorme tomo da tremila e rotte
pagine.
- Ehi, è vero! L’ho trovata, sopra c’è scritto
eiectation!- esclamò Shiryu.
- (eiectation?) beh, che aspettiamo,
tiriamola!- disse Ikki, pronto a fare ciò che aveva appena proposto.
- Ma… aspettate! E chi rimane a condurre il robot
fino al sole?- chiese Hyoga. Seguì un attimo di silenzio.
Si possono fare diverse cose in un attimo di
silenzio. Il silenzio può essere il terreno più fertile per la disperazione,
può essere il momento ideale nel quale iniziare a pregare. Può essere il
momento di prendere una decisione. Seiya capì che era quel momento.
- Andate. Rimango io.- disse semplicemente.
Tutti lo guardarono, senza sapere cosa dire.
- T… tu? Seiya?-
- Ma se rimani qui vuol dire che… che…- un
singhiozzo strozzò le parole nella gola a Shun, e una lacrima gli rigò il viso.
- So cosa vuol dire! Ma non mi importa, perché
so che è la cosa giusta da fare. Arriva un momento in cui dobbiamo decidere
cosa fare della nostra vita, e io ho deciso di darla per voi, amici miei.
Perché, ditemelo per favore, ditemelo ora: nonostante tutto, nonostante tutto
quello che ho fatto, nonostante tutto quello che è successo, noi siamo ancora
amici? Posso... posso essere libero di… di morire per voi? – ora anche la voce
di Seiya era strozzata dal pianto. E nessuno, lì dentro, si accorse di sapere
cosa rispondere. Anzi, si accorse che la risposta poteva essere solo una: e fu
Shun il primo a dirla:
- Noi saremo amici per sempre, Seiya.-
sussurrò, con voce flebile, di una dolcezza che sembrava richiedere un silenzio
infinito, per poterla far riecheggiare nell’eternità. Eppure, tutti gli altri
cavalieri sapevano di dover dire qualcosa:
- Seiya… Seiya anch’io ti voglio bene!- urlò
Hyoga, scoppiando a piangere.
- Mi mancherai, vecchio bastardo! Io. vivrai sempre
nel mio cuore!- Urlò Shiryu.
- Seiya. Io… io…- Ikki, sbiancato in volto,
non riusciva a parlare. Seiya sorrise:
- Tranquillo Ikki. Ti capisco, e non hai
bisogno di dire niente. Ora andate.-
- Ma no… non puoi.- tentò di dire il saint
della fenice.
- Andate!- tuonò il saint di pegaso. Subito
tutti, si trovarono con la mano appoggiata sulla leva dell’eiezione automatica.
Ma nessuno aveva il coraggio di tirarla per primo. Seiya parlò un ultima volta:
- Vi prego. ora è il momento. E, davvero,
smettetela di piangere per me. Non ne vale la pena, davvero. Addio.-
- NOOOOOO!- gridò Ikki, mentre tirava la leva.
Anche gli altri, lo imitarono, ma in un mesto silenzio. E quando le loro
capsule d’espulsione si staccarono da robot, videro i due corpi d’acciaio,
stretti l’un l’altro, allontanarsi, sempre più vicini al sole, fino a che non
furono un’altra stella lontana nel firmamento.
I gusci di salvataggio precipitarono a terra
vicino al furgoncino giallo. Saori e Vega, che intanto erano riusciti a
slegarsi, gli corsero subito incontro.
- Ziette!- strepitò Vega.
- Ragazzi! Ragazzi!- gridò esultante la dea,
mentre correva. Intanto, i quattro uscirono dalle scialuppe, con la tristezza
incastonata come un cupo gioiello nei loro volti. Saori giunse, ansimando, ma
raggiante in volto:
- Ragazzi! Ce l’avete fatta! Era l’avversario
più potente che abbiate mai affrontato, e l’avete sconfitto!-
- Sì.- sospirò Ikki. Saori capì che qualcosa
non andava: e vedendo il numero dei Saint, capì di che si trattasse:
- Ragazzi. Dov’è Seiya?- la domanda giunse
come una coltellata in una ferita aperta. I cavalieri guardarono in volto
Saori, poi presero a guardare per terra, sospirando. Una lacrima spuntò
all’occhio di Saori:
- No.- disse con un filo di voce.
- Cosa succede? Dove è la zi… lo zio Seiya?- chiese Vega, senza capire cosa
stesse succedendo.
Per uno scrittore, seppure uno scrittore di
fanfiction, arrivano momenti in cui si preferirebbe non aggiungere parole.
Momenti in cui la tristezza è tanta, che forse è meglio finire tutto così
com’è, senza aggiungere altro. Eppure, io devo continuare: in quell’esatto
momento, un enorme fragore giunse dalle spalle dei cavalieri. Subito il loro
cuore palpitò: sapevano che doveva essere successo qualcosa, qualcosa di
grandioso. E loro immaginarono cosa.
- Seiya!- esclamarono, voltandosi di scatto,
con in testa l’immagine dell’amico, che si alzava dopo una caduta libera di
migliaia e migliaia di chilometri, e si rialzava da terra con la sua solita
aria sorniona, dicendo: “Wow, chebbotta, è stato il volo più spettacolare della
mia vita! Posso rifarlo?”
Ma non fu questa l’immagine che comparve
davanti ai loro occhi: lì, davanti a loro, si ergeva in tutta la sua orribile
maestosità, l’EVA-04, senza un solo graffio.
- No. No. NO!!- esclamò Ikki, accasciandosi a
terra sulle ginocchia. Saori era sbiancata, senza sapere più cosa dire.
Tutti ammutolirono, davanti alla tragica,
spaventosa consapevolezza che il sacrificio del loro amico non era servito a
nulla. L’Eva gli fissava minaccioso, sembrava pronto ad attaccare da un momento
all’altro. E questa volta, loro erano davvero inermi. Passarono solo pochi
secondi, ma sembrò un’eternità. E alla fine di essa, tutti sapevano che
qualcosa sarebbe dovuto succedere. E qualcosa, successe. Shun iniziò a tremare
dalla rabbia:
- F… f…- balbettò sconnessamente. Tutti gli
altri lo guardarono.
- Figlio…. di…. PUTTANA!!!!- con un urlo
disumano, Shun si lanciò in una fole corsa verso il robot davanti a lui. Gli
altri non tentarono di fermarlo, sapevano sarebbe stato inutile. Shun corse,
corse come un matto, e arrivato vicino all’EVA, fece ciò che tutti si
aspettavano, pur sapendo l’insensatezza di tale gesto: colpì il robot con un
pugno.
Un forte rumore, come uno sbuffo di vapore,
attraversò l’aria: la schiena del robot si stava aprendo. Ne uscì l’entry-plug,
la capsula che contiene il pilota, che precipitò rovinosamente a terra. Essa,
subito dopo, si aprì.
Tutti riconobbero, la figura che ne stava
uscendo.
- E… ehi. Come… va?- balbettò Seiya, barcollando
sotterrato dal peso della più immane fatica della sua vita.
L’abbracciò collettivo che seguì, non posso
descriverlo. Ve lo lascio immaginare. Vi dico solo, che fu uno di quei momenti,
in cui piangere ti fa sentire meglio.
- Seiya! Ma come… come ci sei riuscito?- fu la
prima domanda, una volta che tutti si furono ripresi dalla sorpresa.
- Beh, non è stato facile. Sapete, stavamo
quasi per schiantarci, e allora io ho avuto un idea: ho detta alla tizia
sull’altro robot, “sientabbella, qui crepiamo entrambi. Io, se vuoi, ti lascio
andare, ma ad una condizione: io prendo il tuo robot, e tu il mio.”-
- Cosa? E lei ha accettato?-
- Beh, che doveva fare, davanti a madama
morte, pochi rifiuterebbero una tale proposta. Fatto lo scambio, lei molla la
presa, e noi siamo liberi di andare. Fico, no?-
- Ehi, aspetta un attimo però! Okay, la hai
privata del suo robot ultrapotente, ma ora lei potrebbe tornare con Mazinga, e
combinare chissà cosa!-
- Eh, no, mio caro. Sai, le ho fatto uno
scherzetto.- sogghignò Seiya.
Intando, nello spazio profondo, Mazinga
fluttuava. La H., tirava intanto un sospiro di sollievo:
- Maledetti Cavalieri, pensate di averla fatta
franca? No, non la spunterete così facilmente. Ora torno lì, e vi faccio il
culo a… eh?- l’astrofisica fece la sua faccia più stupita, osservando lo
schermo della console di comando davanti a lei: sopra campeggiava un logo
familiare. Subito, comparve una scritta: “WINDOWS VISTA”.
Subito dopo lo schermo divenne blu.
-NO OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO OOOOOOOOoooooooooooooooooooooooooooooooo......-
e il suo urlo di disperazione, svanì nelle profondità dello spazio.
-Hai installato un nuovo sistema operativo sul
computer di bordo? Ah, bella idea! Bravo!- esclamò ridendo Ikki, mollando una
sonora pacca all’amico.
- È vero, hai fatto un magnifico lavoro.-
disse qualcuno alle loro spalle. Tutti si voltarono, anche se avevano già
riconosciuto la voce:
- Maestro!- esclamò Shiryu – come fa ad essere
arrivato qui così in fretta?-
- Volando.-
- E come?-
- Beh, non ti sei mai chiesto perché le mie
orecchie sono così grandi?-
- Non dica altro maestro. NON VOGLIO SAPERE ALTRO!-
- AH, che maleducato.- esclamò sinceramente
offeso il maestro della bilancia. Poi si schiarì la voce, e disse:
- Ma mi complimento anche con tutti voi. Avete
dimostrato che non occorre avere un armatura per essere un cavaliere. No, non
occorre nemmeno un robot gigante. Solo una cosa serve, una forza più grande di
ogni altra nel cosmo.-
- L’amore?-
- La gravità?-
- Il metano?-
- Il ‘nduja?- Chiesero i cavalieri. Il
maestro, sorridendo, scosse la testa:
- No. La vostra amicizia.-
Seguì un bellissimo silenzio, in cui tutti,
sorridendo, si guardarono l’un l’altro. Ed era vero quello che diceva il
maestro. Perché oltre tutte le debolezze, tutti i difetti, tutte le sfighe,
oltre le diversità di pensiero, oltre tutto il male e il bene che avevano fatto,
una cosa era sicura: che squadra che erano!
Continuarono a stare così, assaporando quella
splendida vittoria, a lungo. Poi Hyoga disse:
- Ehm, okay, è tutto molto bello, ma. la
scommessa?-
- PORCA PUTT…- esclamarono tutti in coro,
estraendo chi dal taschino, chi da sotto la manica della camicia, un orologio:
se erano arrivati lì dal bambino entro mezzanotte, avevano vinto la scommessa.
Altrimenti…
Il primo che estrasse l’orologio (un
cipollotto d’ottone) fu Seiya. Appena lo vide, l’orrore si dipinse sul suo
volto:
- Oh no! Me-me-mezzanotte e mezza! Siamo
fregati! Siamo fottutti siamo… ah no. No, è fermo. Deve essersi rotto con la
mia ultima caduta. O era la penultima?-
- Ma taci, minchione.- lo redarguì Ikki,
facendo capire che tutto era tornato alla normalità.
Ora tutti stavano fissando il loro orologio.
Ora tutti sapevano che ora era. Tutti, sapevano chi aveva vinto la scommessa.
Epilogo
Passò qualche giorno. Arrivò IL giorno.
L’alba di quella mattina tinse con le sue
rosee dita le antiche pietre del monte Olimpo, preparando una degna scenografia
per la scena alla conclusione della scommessa tra Atena e Apollo. Tutti gli
dei, notoriamente annoiati dalla loro vita eterna, avevano seguito con
interesse le disavventure delle povere baby-sitter designate da Saori, e non
vedevano l’ora di conoscere l’esito della scommessa. Tutti attendevano davanti
ad un palco, nel bel mezzo della piazza grande della città degli dei, addobbato
per l’occasione. Erano presenti sia le divinità uomo che quelle donna, sia
perché nessuno sapeva se avrebbero assistito a uno strip-tease maschile o
femminile, sia perché la curiosità era troppa per non poter assistere. Era da
tanto che lassù non capitava qualcosa di così eccitante, nessuno se lo sarebbe
perso. Infatti tutti erano presenti, a partire dal dio delle flatulenze fino a
passare al sovrano degli dei in persona, l’entità che aveva dato inizio a tutta
quella storia: Zeus. Egli sedeva fiero sul suo trono, lisciandosi la barba:
egli era l’unico a sapere dell’esito della scommessa, ma sembrava non volerlo
dire a nessuno. La piazza era pervasa da un eccitato mormorio, che continuò
fino al momento che il sipario calato sul palco, non si aprì: qualcuno mosse i
primi passi verso il centro del palco: era Saori. Appena tutti la videro, mille
voci, di approvazione, di protesta, di sorpresa, si levarono in un unico,
fragoroso brusio, subito zittito da un occhiataccia di Zeus alla folla. Saori
si portò al centro del palco, con in mano un microfono. Lo accese, e iniziò a
parlare:
- Amici miei, grazie per essere tutti qui. So
cosa aspettate, e non preoccupatevi, sarete presto accontentati. Ma prima,
vorrei dire alcune parole. Alcuni pensieri, che hanno attraversato la mia mente
durante questa settimana. Ciò che ho capito, l’unica cosa che importa davvero,
alla fine di tutto. Ho imparato cosa vuol dire giocare sporco. Ho imparato che
non tutti i mali vengono per nuocere, ma sempre male fanno. Ho imparato che non
c’è limite alla stupidità umana. Ho imparato che talvolta le olive ascolane
possono far male. Ho imparato la tabellina del sette. Sì, ho imparato molto. Ma
ho imparato che la fedeltà dei veri amici, anche se talvolta ha bisogno di una
spintarella, non ha limiti. E di questo sono grata ai miei cavalieri, che non
mi hanno abbandonata nemmeno quando chiunque l’avrebbe fatto. Ma ora ogni
parola in più sarebbe in eccesso. È andata come è andata, e mi dispiace per
tante cose. Ma lo spettacolo deve continuare, giusto? Allora, che continui.-
detto ciò, Atena fece un profondo respiro, e chiudendo gli occhi chinò il capo.
Tutti gli dei innanzi a lei rimasero in silenzio, in attesa. Quando Saori alzò
il capo, sorrideva. Sorrideva diabolicamente. Si voltò verso le quinte e urlò:
-Ehi, cretino, tocca a te!-
Un applauso scrosciante accolse sulla scena
Apollo, vestito da poliziotto, e poco dopo, sulle note di “Macho man”, iniziò a
togliersi i vestiti, lanciandoli ad uno stuolo di divinità femminili in
adorazione. Era rosso come un semaforo.
“Maledetti bastardi! Si parlerà di questa
umiliazione almeno per i prossimi venti secoli!”
Aveva saputo dell’esito della scommessa solo
il giorno prima. Era già pronto, sorridente, ad accogliere la dea Atena
sconfitta, e a far finta di confortarla con frasi del tipo “su, non te la devi
prendere, non serve che tu faccia uno strip integrale, una volta che rimani
solo con la pelle puoi fermarti.”. E invece lei, i cavalieri e Vega erano
arrivati tranquilli e sorridenti, proprio mentre stava offrendo da bere a tutti
i suoi amici per festeggiare la vittoria della scommessa. Ma niente da fare:
aveva perso. Non poteva nemmeno dire a Zeus che Saori aveva barato, perché lei
avrebbe detto lo stesso di lui. Anche se, a dire il vero, Zeus sapeva già
tutto. E in cuor suo, se la spassava come un matto.
Qualche ora più tardi, nella piacevole veranda
di villa Zeus, il re degli dei stava preparando una gustosa grigliata sul suo
divino barbecue, mentre Saori, Vega e i cavalieri scherzavano tra loro, bevendo
dell’ottimo punch.
- Hai visto la faccia che aveva? Devo dire che
ne è valsa la pena di vestirsi da donna per una settimana, era impagabile!-
sghignazzò Shiryu, rievocando la scena di poco prima.
- Beh, per non parlare di quando ha dovuto far
salire sul palco quella divinità grassoccia e fargli tastare gli addominali.-
- O di quando gli hanno rubato le mutande da
dosso.-
- Insomma, direi che è finita. E tutto è ben
quel che finisce bene, giusto ziette?- fece Vega alle sue ex-babysitter.
- Giusto! Poi questo punch è strepitoso! Non
sapevo che il nettare avesse questo sapore, è spettacolare.- esclamò Seiya.
- Mmm.- fece Hyoga, tristemente. Aveva una
faccia da funerale, e sorseggiava di tanto in tanto il suo punch, con lo
sguardo basso.
- Dai Hyoga, non puoi tenere il broncio solo
perché mio fratello ti ha mollato.- disse Ikki, tentando di consolarlo.
Infatti, in quel momento Shun stava scherzando poco distante con un enorme
omone peloso, chiamandolo dolcemente “mio orsacchiotto”.
- Ma cosa ci trova in quel troglodita?
Stupido, stupido Shun.- singhiozzò Hyoga, distogliendo lo sguardo.
- Beh, Bagongo Split è un ragazzo con una
certa sensibilità. Poi al cuore non si comanda, giusto?- fece Ikki, mollandogli
una sonora pacca sulla spalla.
- Sono contento di avervi conosciuto, ziette.-
disse poi Vega, attirando l’attenzione di tutti.
- Noi no, ma siamo contenti che tu sia
contento. Diventa un bravo dio, non come tutti questi depravati!- gli disse
Shiryu, accarezzandolo.
- A proposito, che dio vuoi diventare?- gli
chiese con tono materno Shun.
- Mah, sono indeciso tra nume delle emorroidi
e dio protettore degli agenti del fisco. Voi cosa mi consigliate?-
- Oh, scommetto che saresti bravissimo in
entrambi i campi!- esclamò Saori, con un bel sorrisone stampato sulla faccia.
- Ehi, voialtri, venite qua! Le puntine sono
pronte!- esclamò poi Zeus, mentre metteva delle braciole sulla griglia.
Tutti andarono a tavola, e mangiarono con
gusto la prima portata. Ad un punto, Seiya disse:
- Aaah, Zeus, la sai una cosa? Cucini davvero
da DIO! Ah ah ah ah ah ah ah!-
Zeus lo fulminò all’istante con una saetta.
Passarono pochi secondi di imbarazzato silenzio. Poi, tutti emisero una grande,
grassa risata.