A Superhero Story

di r_Astrello
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pagina 1. Poteri ***
Capitolo 2: *** Notizie ed Equilibrio. ***



Capitolo 1
*** Pagina 1. Poteri ***


Sono passati duecentotrentasette giorni.
No, non sono io a tenere il conto, ma a quanto pare i quotidiani hanno in un angolino una specie di contatore, o come lo volete chiamare. Siamo entrati da duecentotrentasette dannati giorni in una nuova era, siamo in pieno anno zero dell’epoca dei superpoteri.
Proprio così: da quel giorno alcune persone hanno cominciato a manifestare dei superpoteri. Moltissimi scienziati hanno cercato di capire come tutto questo sia possibile, ma riuscite a immaginare un uomo straordinario con poteri tali da imporsi sugli altri o da riuscire a evitarli che si fa esaminare da uno scienziato? Io no.
Per quel che mi riguarda, io credo di essere l’unico ad aver reagito alla scoperta di avere dei poteri nascondendosi da tutto e tutti.
Proprio così: da quando ho constatato di aver ricevuto anche io dei poteri, mi sono nascosto, ho cercato di capire cosa sono in grado di fare.
Non ci ho messo molto a scoprire come funziona il mio potere: posso teletrasportarmi.
Nel dettaglio, non riesco a scompormi per ricompormi altrove, il mio non è quel tipo di teletrasporto. Funziona in questo modo: creo una “porta” che collega il mio corpo con un altro punto nello spazio, e la attraverso. La maggior parte del tempo l’ho impiegata per fare diverse prove, i cui risultati mi hanno aiutato molto. Ho realizzato che spostamenti multipli moltiplicano esponenzialmente la fatica che essi comportano, e che per i singoli teletrasporti lo sforzo è proporzionale alla distanza attraversata.
Spostarmi più volte consecutivamente mi sfianca, così come coprire grandi distanze, e se non ho forze a sufficienza, se sono troppo stanco, non riesco a teletrasportarmi. Che è sempre meglio di teletrasportarmi svenuto da qualche parte. O almeno credo.
Avendo notato che anche i miei vestiti si teletrasportavano con me, così come il contenuto delle tasche e ogni cosa che avessi addosso, ho capito che posso portare con me nel “salto” (come lo chiamo io) anche corpi esterni, i quali però aumentano notevolmente lo sforzo compiuto in relazione al loro peso. Trasporto tranquillamente con me una caffettiera, faccio fatica con un baule, e non mi schiodo con un Frigorifero. Riesco a portare con me più o meno quello che riuscirei a spostare senza l’utilizzo dei poteri, per dirla in poche parole.
Un’altra cosa che ho riscontrato dopo diverse prove è che i miei spostamenti hanno una sorta di energia cinetica, quindi oltre a una forza di impatto sprigiona calore. Ho provato a fare spostamenti multipli tenendo in mano un uovo e dopo qualche salto era… sodo. Dopo ho scoperto che a maggiore distanza corrisponde maggiore energia, così ho cominciato a preparare uova sode con un solo teletrasporto, per restare maggiormente riposato. Sono anche felice di constatare che più mi “alleno” nell’utilizzo dei miei poteri, minore fatica comporta usarli. Detto questo, posso considerare chiuse le note sui miei poteri.
Sono passati duecentotrentasette giorni mentre io ero nascosto e oggi mi sono riaffacciato sul mondo: è il caos.

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Capitolo 2
*** Notizie ed Equilibrio. ***


Una volta uscito dal magazzino abbandonato dove mi sono isolato, ho preso un giornale. C’era una dicitura, nell’angolo in alto a destra della prima pagina, che recitava “duecentotrentasettesimo giorno della nuova era” Il contatore a cui mi riferivo nella precedente pagina di questo pseudo diario. La notizia principale del quotidiano (sapete, quella con la foto più grande, il titolo a caratteri cubitali, e tutto il resto) parlava del fantomatico “immortale”. Un uomo vestito interamente di nero, giaccone compreso, dal volto coperto da un passamontagna stile rapinatore di strada, con solo gli occhi scoperti. Da quel che dice il giornale, le uniche cose che si sanno di questo uomo è che questo sia impossibile da uccidere, probabilmente immune al dolore e che va in giro a rapinare banche, gioiellerie e tutto quello che ha voglia di rapinare. Il che spiegherebbe anche il nome “l’immortale” e il fatto stesso che sia su un giornale. Era come sospettavo, purtroppo. Beh, era anche scontato che ci fosse chi avrebbe sfruttato i poteri per proprio tornaconto, una volta ottenuti. Ebbi la pessima sensazione che questo fantomatico “immortale” fosse solo il primo di tanti. O meglio, il primo a farsi beccare. Da un lato era rincuorante, voleva dire che non doveva essere poi granché, sebbene non fosse propriamente un avversario comune da fronteggiare. Non che io voglia proprio fronteggiarlo, ma uno così credo non sia molto pacifico con chi incontra. Ma tornando a prima, c’era anche un lato poco rassicurante. Se come pensavo lui era stato ”il primo a farsi beccare”, voleva dire che c’era chi faceva lo stesso e meglio. E quello sì, era un gran bel problema. Fu in quel momento che ebbi l’idea di scrivere questo diario, di cui siamo solo a pagina due. Cosa stava succedendo nel mondo? Se quella dei superumani era davvero una nuova era, qualcuno doveva tener conto di quello che stava accadendo. Allo stesso modo un mondo appena entrato in una nuova era aveva bisogno di una cosa fondamentale: equilibrio. E dove poteva risiedere, se non nella forza di individui dotati di poteri tali da permettere loro di trascendere i limiti umani e soverchiare le sorti del destino stesso? Ci saranno dei superumani, dei supereroi, e dei supercattivi. Il mio sospetto è che troverò prevalentemente persone della prima e della terza categoria e in un mondo di cattivi e neutrali che se ne infischiano, la bilancia dell’equilibrio tende a piegarsi dal lato sbagliato. Lo sentivo, i superumani erano destinati ad avere un ruolo importante nella storia, loro avrebbero scritto il futuro e mi chiesi se anch’io facessi parte di questo grande schema. L’unica cosa che sapevo per certo, era che il mio potere mi avrebbe permesso di spostarmi più velocemente di chiunque altro, e mi avrebbe permesso di conoscere quanto più possibile gli altri superumani sparsi per il mondo. Li avrei conosciuti, avrei cercato di convincerli a seguire una giusta causa, e mi sarei opposto a chi persegue un ideale egoistico. Dovevo fare la mia parte.

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