Ero sola prima di incontrare i suoi occhi

di Harry_Wife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Un Diavolo con la faccia da Angelo ***
Capitolo 3: *** Avvicinamento? ***
Capitolo 4: *** Forse mi Piaci ***
Capitolo 5: *** Grazie Matematica! ***
Capitolo 6: *** Eric? ***
Capitolo 7: *** Mi piace stare insieme a te ***
Capitolo 8: *** 'Extra' Io e Te ***
Capitolo 9: *** Forse mi Sbagliavo ***
Capitolo 10: *** Ho fatto un Errore? ***
Capitolo 11: *** La Nostra Promessa ***
Capitolo 12: *** Ti Amo ***
Capitolo 13: *** Confusione ***
Capitolo 14: *** Promettimi che non mi lascerai MAI ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


Adela*
Come quasi tutti i giorni mi trovavo qui, in riva al fiume, a piangere. Perché proprio qui? Beh semplicemente perché qui ho ‘vissuto’ tanti begli attimi. Attimi indimenticabili. Anche perché qui non ci passa quasi nessuno, tranne qualche vecchietto che viene per pescare ma poco mi interessa di loro. Stavo sempre qui per non dover stare a casa, perché dei loro incoraggiamenti, delle loro trovate per tirarmi su il morale, delle loro consolazioni ne avevo le tasche piene. Volevo solo stare da sola. E loro riuscivano ad opprimermi, a farmi impazzire. Ormai anche dello psicologo mi ero stufata, con lui io non ci parlo. Già non parlo con i miei, figuriamoci con un estraneo. Anche se in fin dei conti anche loro sono degli estranei. Tutti sono estranei. Anche quelle che una volta ritenevo amiche. Si erano stufate di me. Perché continuavo a piangermi addosso, perché continuavo a stare male. Ma loro cosa ne capiscono di cosa sto passando io in questo momento?! Loro non hanno mai provato niente di ciò che sto provando io, da ormai più di un anno. Mi raggomitolai su me stessa, cercando di infondermi calore. Calore.. Mi mancava il suo calore. Semplicemente mi mancava. Iniziai a singhiozzare forte. Qualcuno potrebbe sentirmi? Ma chissenefrega.

Poi succedette qualcosa che non mi sarei mai aspettata. Una maglia venne appoggiata sulle mie spalle. Che fosse mio fratello? Mi girai di scatto. Mi parve di vedere quegli occhi grigi, quasi sobbalzai dalla vista. Mi sfregai gli occhi, inondati dalle lacrime e guardai più attentamente. Era solo la mia immaginazione. Gli occhi erano azzurri. Quell’azzurro che ricordava un cielo, un cielo senza nuvole. Erano degli occhi stupendi. Ma mai quanto i suoi. Guardai il ragazzo che mi mise la maglia sulle spalle ‘’E questo chi è? Una nuova guardia del corpo che mi manda il papino?’’. Anche se non erano proprie guardie del corpo. Cioè non erano per evitare aggressioni da parte di terzi, ma per non farmi fare ‘sciocchezze’.
“Un altro schiavo di mio padre? Certo che sei giovane per fare la guardia del corpo!” Dissi riluttante.
“Comunque non mi servi puoi andartene via” mi girai di nuovo verso il fiume. Ma notai che il ragazzo non si mosse di un millimetro,l’unica cosa di lui che si muoveva erano i suoi capelli biondi al vento. Allora lo riguardai aveva un’aria stranita “ forse mi sono sbagliata..
“C-cosa?” disse il biondino.
“N-niente lascia stare. Ah, grazie per la maglia” dissi arrossendo leggermente per l’imbarazzo.
“Ma.. Posso chiederti il perché?” Dissi indicando la maglia. Lui mi guardò attentamente dalla testa ai piedi e poi mi disse sorridendo:
“Beh, quale mostro lascerebbe al freddo una ragazza che piange?”
Risi un poco per la stupidaggine che ha appena detto e poi gli sorrido. Un palese sorriso finto. “Beh Adela non essere così cattivo con lui, in fin dei conti è stato gentile!” mi riproverò quella stupida vocina.
Niall*
“Chi l’avrebbe detto che saresti riuscito a farlo?” disse una vocina nella mia testa. “Stupida vocina” pensai.
Effettivamente un po’ di ragione ce l’aveva. Io sono estremamente timido, con che coraggio ho messo la mia felpa sulle spalle di questa ragazza? Anche se nel vederla piangere mi si stringe il cuore. Vorrei rincuorarla, ma scarto subito l’idea perché in fin dei conti.. io lei non la conosco!
“P-piacere Niall!” dico alla ragazza di fronte a me mentre le porgo la mano per stringergliela. Lei mi guarda e dice un semplice

“Adela” e me la stringe. Non capisco. Chi mai farebbe piangere una ragazza del genere? Lei è a dir poco… “stupenda” mi suggerisce la vocina. Sì stupenda. Sembra una di quelle modelle che vedi nelle riviste. Sembra piuttosto alta, non posso dirlo bene essendo seduta, abbastanza magra, ma con le forme di una donna. E poi i suoi occhi sono… sono.. qualcosa di indescrivibile. Sembrano due pietre preziose blu. Sono contornati da un lieve tocco di ombretto viola e un cenno di mascara. Il naso è piccolo e dritto e successivamente ci sono quelle labbra piene che alla sola vista ti verrebbe voglia di mordergliele. I suoi capelli invece sono una cascata ricci neri che le arrivano fino alle scapole. Penso sia un angelo, decisamente.
Mentre le parlo la vedo arrossire leggermente. “Le piaccio?” quando le ragazze arrossiscono mentre parlano con un ragazzo vuol dire che le piace no? E poi subito dopo sorride. Un sorriso che mostra quei denti bianchi e dritti. A quella vista sento i battiti del mio cuore accelerare. “E se ci provassi?” mi balenò in mente questa assurda idea. Ma subito rispose la vocina “Se hai voglia di prendere un due di picche..” disse beffarda. Quanto la odiavo. Ma mentre mi facevo tutte queste seghe mentali Adela mi ridà la felpa e si allontana congedandomi con un semplice “Ciao” e un “grazie per la felpa”. Sono uno stupido. Come ho potuto esitare?
È da più di un mese che non vedo quella ragazza e oggi, 12 settembre, rinizia la scuola. Suicidio. Entro in classe e butto il mio zaino sul banco dell’ultima fila sbuffando. Mi siedo e poggio la testa sul banco “Voglio dormireee!
Io odio la scuola. Con tutto il cuore.
 Ed ecco che entra la professoressa di Italiano e tutti i miei compagni che erano occupati a raccontarsi le loro storielle estive si affannano per tornare al posto. Ma un banco è vuoto. Chi sarà? Guardo i miei compagni. “Mi pare ci siano tutti..” Ed ecco che vedo dei lunghi ricci scomposti che entrano dalla porta, ed ecco la ragazza del fiume che corre al banco vuoto, non molto lontano dal mio.
Sorrido alla sua vista. Ma quanto amo la scuola?


*Spazio Autrice*
Avevo voglia di fare una nuova FF e avendo già delle idee che mi giravano in testa.. Beh.. Eccola qui! :D
E poi volevo farla su Niall, è così tenero quel ragazzo :3
Voglio tante recensioni! Così vedo che siete vive!
Spero vivamente vi piaccia!
Love, F.

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Capitolo 2
*** Un Diavolo con la faccia da Angelo ***


Niall*

Non ci posso credere! Cosa ci fa Adela qui?!” La guardai stupito. Poi vidi la prof richiamare l’attenzione con un colpo di tosse, siccome tutti i ragazzi si erano messi a guardarla. È Bastato scuotere leggermente i suoi ricciolini che metà classe le sta già sbavando dietro.
“Ecco miei cari ragazzi. Come potete notare quest’anno abbiamo un’alunna nuova. Su vieni a presentarti” le fece cenno con la mano di avvicinarsi e lei andò alla cattedra. Solo ora noto i suoi abiti. Ha una canottiera bianca ,non molto scollata, con disegnati dei teschi neri, la quale sui fianchi viene stretta da una cintura con le borchie. Invece i pantaloni sono neri e aderenti e ha una lunga catena che scende da un fianco. Porta degli anfibi neri in pelle. Gli occhi invece erano contornati da eyeliner nero che le dava aggressività nello sguardo. “Sembra un diavolo, ma con la faccia da angelo” notai.
“Sono Adela Young e ho 18 anni..” fece una lunga pausa e si guardò attorno, scrutando ogni alunno come se stesse scegliendo chi sarebbe stata la sua prossima vittima. Poi arriva ‘il mio turno’ ma la sua espressione rimane invariata. E poi riprende.
“…L’anno scorso sono stata bocciata per colpa della mia professoressa di matematica, però vado bene in lingue, ma questo non vuol dire che nel caso ne abbiate bisogno potete chiedermi qualcosa” dice con un sorrisino beffardo. Allora balza su quella che viene chiamata la ‘figa della classe’ ,incazzata perché qualcuno le ha rubato il ruolo.
“Tranquilla che nessuno ti avrebbe chiesto niente” risponde seccata Giorgia (la cosiddetta ‘figa’)
“Meglio, così nessuno mi rompe le palle” disse sorridendo e fulminandola con lo sguardo. Giorgia ci rimane male, pensando di averla offesa e bisbiglia solo un “ Ma fai cosa vuoi..” e torna a stare zitta nel suo angolino. Adela allora parla un po’ con la prof in disparte e le indica dove sedersi. “Proprio davanti a me! Se non è culo questo!” Nonostante il suo modo di vestire e lo sguardo che fa quando ti guarda lei è veramente bella. E poi un po’ ci ho parlato con lei al fiume e sembrava dolce.
Mi sporgo in avanti e le sussurro all’orecchio.
“Ehi ti ricordi di me? Sono Niall quello del fiume!” dico sfoggiando il mio sorriso migliore. Lei si gira con aria infastidita e dice in tono normale , cosicchè tutti sentano,
“Ma chi ti conosce? E cosa vuoi dalla mia vita” il tutto completandolo con un bel dito medio in mostra.
Rimango sbalordito. Tutta la classe inizia a ridere e a prendermi in giro, e qua e là sento frasi tipo
“ Guardate Horan è già andato all’attacco” o “Che modo pessimo di rimorchiare una ragazza!”
Io nascondo il viso nella mia felpa verde smeraldo per l’imbarazzo e per quasi tutta la lezione sonnecchio sul mio banco privo di comfort. E poco prima di cadere nel pisolino penso “ Diavolo in tutto e per tutto questa ragazza!
All’uscita mi catapulto per poterle parlare cercando di scusarmi, “In fin dei conti come fa a ricordarsi di quel giorno?”. Appena esco la perdo di vista “Bene, addio scuse!”. Però un po’ mi conforta il pensiero che domani le prime due ore ci sarà ginnastica e questo vuol dire che le posso parlare liberamente.
Il giorno dopo arrivo a scuola in anticipo. Cosa più unica che rara per me. Mi fiondo in palestra e mi cambio. Mi vado a sedere sui gradini e vedo le ragazze che si dirigono nel loro spogliatoio e tra queste c’è anche Adele “Bene! è il momento di chiederle scusa! Prima però aspetto che si cambi e appena avrà finito andrò nel suo spogliatoio a parlarle”. Ecco il piano. Aspetto che le ragazze escano, e come immaginavo, Adele era ultima e doveva ancora uscire. Così vado dalla prima che vedo, cioè Giorgia, e le chiedo
“ Senti hai visto se Adele si era già cambiata? Sai le devo parlare.” Lei mi guarda un po’ stupita e fa un cenno di sì con la testa. “Ma quanto sono stato stupido a crederle?Ma forse era la foga del momento..
Andai nello spogliatoio delle ragazze facendo meno rumore possibile così che il prof non se ne accorgesse. Appena entro vedo Adele in mutande e reggiseno che si cambia. Divento rosso dall’imbarazzo e cerco di dire qualcosa ma mi si forma un groppo in gola che mi blocca le parole e così rimango lì a guardarla mentre si cambia paonazzo in viso. L’unica cosa che riesco a pensare in questo momento è quanto sia meraviglioso il suo corpo. Mi prende una voglia irrefrenabile di baciarla dappertutto ma ovviamente scacciò subito l’idea. Adela, intanto, si mette i pantaloni e appena si infila anche la maglietta si gira di scatto verso di me. In un millesimo di secondo vedo la sua faccia che diventa rossa, un misto di rabbia e imbarazzo, le sue pupille dilatarsi dall’ira e la sua bocca che leggermente si apre per poter cacciare un urlo. Io mi butto su di lei mettendole una mano sulla bocca e l’altra sulle mani cosicchè non faccia mosse pericolose. E le sussurro:
“No, ti prego non urlare! Se mi beccano verrò sospeso!” Vedo lei che cerca di vincolarsi per poter scappare. Ma dopo un po’ cede e accenna un sì con la testa. Io la lascio libera e le dico:
“Sai sono venuto qui per parlarti di..” Ma non faccio in tempo a parlare che mi tira uno schiaffo sulla guancia e scappa in palestra paonazza, anche lei, in viso.
Quella stronza di Giorgia” continuo a ripetermi mentre tengo il ghiaccio sulla guancia che mi duole. In questo momento sono al centro delle attenzioni, ma più che attenzioni sono risate. “Vabbeh, tanto ci sono abituato..” intanto guardo di sottecchi Adela che fa finta di nulla comportandosi sempre da menefreghista. “Da quando mi ha tirato il ceffone non mi ha più guardato in faccia una sola volta..” Un senso di tristezza mi travolge. Come mi travolgono le braccia del mio amico Ed.
“Hey! Che è successo tra te e Missconlosguardochetrafigge?”
“Niente sono solo andato da lei nello spogliatoio mentre si stava..” ma vengo interrotto dalle urla del prof che impreca contro Ed e lo trascina verso il campo per giocare a basket.
Finita educazione fisica mi prendo la sacca e mi dirigo in classe, ma un braccio  mi tiene per la maglia, mi giro e Adela appare davanti ai miei occhi, più bella che mai.
“Hey” dico mentre lei mi trascina dietro il campetto per potermi parlare liberamente.
“Ecco io..” riesco a malapena dire che lei mi interrompe.
“Senti, tutto ciò che è successo in spogliatoio non deve saperlo nessuno ok? Non voglio che mi diano della poco di buono per colpa tua!” Dice.
“Ehm, no tranquilla, sarà il nostro segreto.”
“Bene” Vedo che si gira dall’altra parte e si allontana e torna verso il gruppo dei nostri compagni, ma appena passa vicino ai miei amici sente il loro argomento di discussione. Cioè io e lei nello spogliatoio.
Ero a malapena riuscito a pronunciare tre parole su quell’argomento che quelli là avevano già tirato una storia su di noi. Vidi Adela girarsi verso di me. Se potesse in questo momento mi darebbe fuoco ,se non peggio. Successivamente iniziò a imprecare contro Ed e scappò via da scuola, beccandosi così una nota per essere uscita senza giustificazione e senza aver avvisato il prof.
Non venne a scuola per una settimana e ciò mi preoccupò parecchio. Che le sia successo qualcosa?

*Messaggio Autrice*
Oggi ho pubblicato due capitoli perchè domani non potrò farlo :/
Spero che questa storia vi piaccia!
Voglio tante recensioniiiiiiii! ><
p.s. Nessuno capisce la mia povera e piccola Adela ç.ç
Love, F.

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Capitolo 3
*** Avvicinamento? ***


Niall*
Che le sia successo qualcosa?
Questa idea mi balenò in mente e mi perseguitò per tutta la settimana. Passata un’altra settimana di sua assenza decisi di andarla a trovare. Ma… Dove abitava? Chiesi un po’ ai miei compagni ma nessuno sapeva il suo indirizzo, perché nessuno aveva fatto amicizia con lei. Allora chiesi alla prof, e dopo averla assicurata svariate volte che era unicamente per ‘motivi scolastici’ si decise e mi diede l’indirizzo. Vittorioso guardai il nome della via in cui abitava. Era una via piuttosto conosciuta ma ora mi sfuggeva il luogo e il motivo per cui era famosa. “Vabbeh l’importante è che ce l’abbia” Sorrisi inconsciamente.
Finita scuola andai a casa, dove pranzai, mi feci una doccia e mi cambiai per poter essere presentabile. Decisi di mettere la mia maglietta rossa con i jeans beige e le supra rosse. Tutto bello e profumato presi il pullman e mi diressi a casa sua. Il pullman si fermò e io guardai sbalordito la via. “Ora capisco perché il nome mi diceva qualcosa…”. Era la zona dei riccastri. “ E chi l’avrebbe mai detto?”. Mi incamminai finchè non arrivai davanti a casa sua. Alla vista di quella imponente casa mi prese l’agitazione. Quella casa avrà avuto si e no 2-3 piani ed era sorretta da colonne bianche in stile moderno. Si vedeva benissimo l’enorme giardino con la smisurata piscina. “Una piscina in casa?Il mio sogno!” Mi ripresi dallo stato di contemplazione ammirando quella casa e andai davanti al campanello. “E ora che faccio?” Deglutii rumorosamente. “Suona cretino!” Mi disse la mia vocina, più fastidiosa che mai. “E se ci sono i suoi? Io non mi oso!” Ma allora cosa sono venuto qua a fare? “A dargli gli appunti e i compiti!” Non ce la posso fare… Beh se mi apriranno i suoi mi presenterò come suo compagno di classe, cioè quello che sono. Presi un respiro profondo e suonai il campanello. Dopo qualche minuto una ragazza mi venne ad aprire la porta: Adela. Oggi aveva uno stile completamente diverso da quando si presenta a scuola. Ha una maglietta blu che rimane morbida sul busto e quindi le rimane una spalla scoperta in cui si intravede la spallina del reggiseno nero, la maglia è più aderente sulle braccia. Indossa dei semplicissimi jeans e ai piedi porta le classiche Converse alte nere e con i lacci bianchi. Gli occhi invece sono leggermente contornati da un’ombretto azzurro. Appena mi vede grugnisce e mi sbatte la porta in faccia. “Eh?
Adela*
E lui cosa vuole da me?” pensai irritata. “Chi diavolo gli ha dato il mio indirizzo?!”. I miei pensieri vennero interrotti dal suono del campanello.
“Vattene via!” gli urlai. Sentii le lacrime salire.
“Ehi Adela, devo parlarti” disse con tono calmo. “Ma come fa a restare calmo?! Gli ho appena urlato contro!
“Io non ti voglio parlare, per colpa tua io ora non posso più andare a scuola per la vergogna!”
“M-mi dispiace.. Ho gli appunti qui! E anche i compiti” Aprii leggermente la porta e vidi che teneva in mano dei quaderni.
“Dammeli e vattene!” dissi mentre tentavo ricacciare le lacrime.
“Non posso domani mi servono!”. Mi affacciai completamente e notai la sua espressione. Sembrava dispiaciuto. Mi asciugai velocemente gli occhi.
“Ok” furono le uniche parole che mi uscirono di bocca, aprii la porta e gli feci segno di entrare. Mi guardò con un’espressione entusiasta
“Ti rende così felice entrare in casa mia?” Lo guardai con fare stranito. Lui ridacchiò un poco mostrando il suo bel sorriso, che avevo già notato in classe e mi disse
“Beh sì, questo vuol dire che non ce l’hai più tanto con me!” Lo guardai e iniziai a ridere. Strano. Rido così di rado nell’ultimo periodo.
“Sei un ragazzo strano sai?” Dissi e lui mi sorrise.
Lo feci accomodare in camera mia, appoggiai i suoi appunti sulla scrivania e iniziai a copiarli. Lui invece si guardò un po’ intorno. Rimase spiazzato alla vista del letto. Iniziai a ridere per la sua espressione e tra una risata e l’altra gli dissi
“Guarda che ti puoi anche sedere sul letto eh! Non mi da mica fastidio!” Lui mi guardò con una strana luce negli occhi e si buttò sul letto con un balzo.
“Questo è tutto tuo?” disse guardandomi con i suoi occhi-cielo puntati nei miei
“Eggià, figo eh?” Lui fece un sorriso a 32 denti che mi fece ridere di nuovo. Parlammo del più e del meno, mentre io copiavo gli appunti e lui rimaneva steso sul mio letto.
“Ma i tuoi?” Mi chiese improvvisamente Niall.
“Loro ci vengono di rado in casa” dissi indifferente
“Come mai?” chiese incuriosito.
“Perché.. Non reggono molto il mio comportamento e poi perché hanno tanto lavoro” Feci uno dei miei soliti sorrisi finti. Credo che lui non si accorgesse che erano finti perché tutte le volte mi rispondeva con il suo splendido sorriso. “è un ingenuo”.
“Quindi tu.. Sei da sola tutti i giorni? Immagino quante feste tu dia, quante amiche tu possa invitare tutti i gironi..” Lo disse con lo sguardo sognante, come se volesse essere nei miei panni.
“No.. Ecco io.. Non ho amiche, cioè non più. E le feste mi annoiano. Preferisco restare a casa”. Lui mi guardò e nei suoi occhi riuscivo a leggere “Tu sei pazza” e a quell’espressione non potei che ridere.
“Comunque se vuoi puoi restare per cena” Il motivo per cui lo sto invitando? Beh.. nemmeno io lo so. È solo che quando sono con lui non penso.
“Sicura? Sono capace di svuotarti la dispensa, io!” Risi a quell’affermazione
“Tranquillo ne ho di cibo sotto!” Proseguimmo la nostra serata, tra una risata e un’altra, con tante battute e ballando a Just Dance 4. A una certa ora lui dovette andare e lo salutai, rimanendo sola in casa. Quella casa non mi è mai piaciuta. Tra quei muri c’erano troppi ricordi che ancora facevano male. Mi infilai il pigiama e mi misi nel letto. Iniziai a pensare. Non mi piaceva pensare. Perché ogni volta che lo facevo la mente mi portava a lui e non potevo che stare male. Mi raggomitolai su me stessa mi misi le mani sui capelli e iniziai a piangere. Il pensiero che mi tormentava era quello di lui. Di Eric.
 
*Messaggio Autrice*
Holaaaaaa piace questo capitolo? :D
Voglio delle recensioniiiiiiiii! Se vi fa schifo ditemelo! E ditemi i punti in cui posso migliorare per poter fare una storia migliore! Ne aspetto tante, eh!
p.s. Who’s Eric? :o
Love, F.

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Capitolo 4
*** Forse mi Piaci ***


Niall*

Ieri è stato il giorno migliore della mia vita. Possibile che tutto ora giri attorno ad Adela? A quanto pare sì, è possibile. Sembra che ieri io e lei ci siamo avvicinati. Mi aveva pure invitato a cena da lei. “Che io le piaccia?” Ora avevo tutto il diritto di pensarlo. Insomma quale ragazza inviterebbe mai un ragazzo a cena se lei non fosse interessato a lui? Nessuna. “Domani la vedrò.” Non ci stavo più nella pelle a quel pensiero. Magari è solo un po’ timida come ragazza, come me d'altronde. Ma insieme riusciremo a passare questa barriera. Ne sono sicuro. Con molta impazienza passai la giornata a casa. Finalmente era mattina e mi diressi a scuola. Mai avrei creduto che la scuola potesse diventare un posto piacevole. “Ma lei verrà?” Beh in fin dei conti su questo ieri non ne abbiamo parlato. Però se ha accettato i miei appunti e i miei compiti vuol dire che voleva tornare. No? E poi le avevo anche detto di non preoccuparsi dei miei amici perché loro terranno la bocca chiusa sull’accaduto dello spogliatoio.
Suonò la prima campanella. Lei non c’era. Mi accasciai sul banco. “Che senso aveva arrivare presto a scuola? In fin dei conti è normale che non sia venuta”.E proprio in quel momento la porta della classe si apre e vedi quei stupendi ricciolini scivolare all’interno e dirigersi al posto davanti al mio. Aveva di nuovo acquisito il suo ‘stile scolastico’. Una T-shirt nera con un disegno tribale rosso, i pantaloni con quadretti stile scozzese e i suoi anfibi neri. Anche oggi gli occhi erano marcati dall’eyeliner nero.
Nonostante fosse un po’ cupo come stile, le donava, e parecchio. Anche se stava meglio in ‘stile brava ragazza’. Appena si sedette mi avvicinai a lei con la sedia e le sussurrai all’orecchio un:
“Ciao”. Lei si girò e mi guardo stizzita e mi disse
“Ciao”
Certo, non mi ha mandato a quel paese come l’altra volta, ma mi sembrava che ieri ci fossimo avvicinati e che quindi mi meritassi un ‘Ciao’ più entusiasto. “Mi sarò fatto io un filmino mentale?” Se tutto ciò che ho pensato è stato una mia immaginazione, allora lo erano anche quegli splendidi sorrisi che mi rivolgeva? Non capisco.
“Ehi, Adela che hai?”
“Cosa dovrei avere? Smettila di distrarmi dalla lezione!”
Cosa?! Lei che segue?! Cosa più unica che rara” le altre volte passava il tempo a leggere libri o a mandare messaggi. Ma a chi mandava i messaggi? In fin dei conti lei stessa ha detto di non avere amiche, e non è il tipo da messaggiare con i genitori! "Che abbia una ragazzo?" Quest’idea mi balenò in mente. Effettivamente lei non mi ha mai detto di non averne uno. E forse era per questo che quel giorno piangeva? Forse allora aveva litigato con lui? “No… Non può essere vero!” Mi portai le mani al viso e lo coprii totalmente. Un senso di tristezza iniziò a pervadere il mio corpo. Perché reagivo così? In fin dei conti io e lei non abbiamo un legame così forte… “Forse mi… Piace?” “FORSE?! Mi prendi in giro?” Disse ironicamente la vocina. Più la sentivo e più mi irritava.
“Horan potresti fare un po’ di attenzione? Quella che basta per non farti bocciare insomma!” la prof mi richiamò e io risposi con un “Ehm..Cosa? Che?” che scatenò le risate dei miei compagni. “Certo che ridono proprio per nulla, eh!
Passarono parecchie giornate prima che io e Adela ci riparlammo. Fu lei a dirmi di seguirla in un posto appartato. Non voleva che gli altri vedessero che io e lei parlavamo?
“Ehi Niall” è la prima volta che mi chiama per nome. Mi fa uno strano effetto. I brividi iniziarono a pervadermi il corpo.
“Ehi Adela! Dimmi tutto” Dissi con uno dei miei soliti sorrisi. Non è che io sorridessi perché mi veniva spontaneo, sorridevo perché volevo che lei vedesse una delle parti migliori di me. Volevo intensamente che lei pensasse che io fossi una persona allegra, simpatica, una persona di cui ci si possa innamorare facilmente.
“Ecco… Ho visto che prima non hai preso appunti siccome dormivi, ed ecco… era un argomento importante quindi se vuoi te li do così li copi” Disse sorridendo. Il suo sì che era un bel sorriso.
“E.. Sì se vuoi puoi anche venire a casa mia. Magari domani pomeriggio così facciamo anche i compiti di matematica per lunedì no?”Rimasi sbalordito dalle parole che uscirono dalla sua bocca..”COSA? Mi sta invitando da lei?
“Mmm.. sei messa male se chiedi a me di darti una mano con i compiti” Lei iniziò a ridere.
“Effettivamente. Ma di sicuro sei meglio di me. Ti ricordo che sono stata bocciata per matematica. Non ci ho mai capito nulla.”
“Ok. Allora domani da te. Per l’ora esatta mi mandi poi tu un messaggio?” Estraetti il cellulare dalla tasca.
“Ehm non ho il tuo numero, me lo daresti?” Dissi speranzoso.
“Così mi potrai rompere giorno e  notte? Mmmm non saprei..” Mi tirò un pugnetto sulla spalla e riprese “Ok dai, segnatelo che non te lo ripeto”
Mi diede il suo numero. “Io Niall James Horan avevo il numero della ragazza che mi piaceva. Miracolo?
“Ok allora ci sentiamo sta sera per domani! Vado Ciao!”
“Ciao” Fu l’unica cosa che le risposi facendole uno dei miei sorrisoni. Anche se questo era spontaneo. Insomma chi non sarebbe stato felice di ricevere il numero della nuova ‘figa della classe’ che per lo più è la ragazza che mi piace?
Arrivai a casa e aspettai tutta la sera un messaggio da Adela. Ma lei non mi scriveva.”Forse dovrei scriverle io? Ma se non mi scrive probabilmente è perché non può!” Iniziai a torturarmi le mani continuando a pensare per quale motivo lei non mi scrivesse. “E se non avesse credito? No… Lei è super ricca ed avendo i genitori sempre fuori deve avere soldi per contattarli in caso di problemi…” Stavo iniziando impazzire e alla fine decisi di scriverle io. “magari si è semplicemente dimenticata”. “Che le scrivo?

Ciao Adela, allora a che ora ci becchiamo?

Lessi il messaggio e lo cancellai completamente “Ma quale malato di mente usa l’espressione ‘ci becchiamo’?” E se provassi su qualcosa di più semplice?

Ciao Adela. Allora a che ora devo venire a casa tua?

Lo lessi e lo rilessi. Poi lo cancellai e successivamente lo riscrissi. “Ok, basta! Ora le invio questo!” Schiaccio il tasto di invio.
“NO!NO!” Urlai a squarciagola. Ma ormai lo avevo inviato. Lanciai il cellulare sulla scrivania e mi buttai sul letto facendo sprofondare il viso nel cuscino. “Sono un deficiente, dovevo aspettare che mi scrivesse. Ora penserà che io sia un tipo assillante” Rimasi per 10 minuti a fissare il soffitto e a auto-insultarmi. Il silenzio venne rotto dallo squillo del cellulare che segnalava un messaggio appena arrivato. Mi illuminai e lessi il testo.

Ehi Niall! Allora domani vieni da me per le 3:30, ah ricordati il costume che ci facciamo un bagno nella piscina a casa mia! Tranquillo l’acqua e riscaldata! Guardando l’ora faccio che darti la Buonanotte! XX

Alla vista del messaggio iniziai a sorridere senza nemmeno accorgermene. Domani si prospetta una bella giornata!


*Messaggio dell’autrice*
Ecco il nuovo capitolo u.u
Spero vi piaccia!
Mi scuso nel caso abbia fatto qualche errore!
Voglio recensioniiiiii oppure io mi farò insegnare l’affine arte di spacare botilia e amazare familia da Zayn capito? ù.ù
With Love, F.

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Capitolo 5
*** Grazie Matematica! ***


Niall*

Mi svegliai di soprassalto con il pensiero di essere in ritardo. “Cazzo, Cazzo, Cazzo!” Mi buttai sul comodino, presi il telefono e guardai l’ora. Le 8:30. Aprii le ante dell’armadio e tirai fuori la mia polo bianca, i miei pantaloni color cachi e le mie converse bianche. Finito di vestirmi mi catapultai in cucina, presi una scatola di biscotti, misi la cartella in spalle e mi diressi verso la porta. A malapena sfiorai la maniglia che mia madre di diresse verso di me, ancora in pigiama e con aria stranita mi chiese
“Dove stai andando?”
“A scuola mamma! E sono anche tremendamente in ritardo!” le dissi quasi urlandole contro. Lei mi guardò come per accertarsi che non stessi scherzando
“Guarda che oggi è sabato”
“Ah, già!” Mi tirai un buffetto sulla fronte. “Sono proprio un’idiota!”. Essendomi trasferito a Londra da a malapena due anni sono ancora abituato alle routine irlandesi. Nella vecchia scuola, a Mullingar, ci andavo solo il mattino però dovevo andarci anche il sabato. Invece qui a Londra non si va il sabato, ma in compenso il lunedì e il mercoledì si sta fino alle 4:30.
Lasciai scivolare la cartella dalla mia spalla e la abbandonai in un angolino della mia stanza. Mi tolsi le scarpe e mi rimisi a letto. Rimasi lì per una buona mezz’ora cercando di riprendere sonno. Ma niente da fare. Allora mi alzai e mi feci una lunga doccia pensando al pomeriggio che avrei dovuto passare. Questa è la prima , e ultima, volta che dirò “Grazie matematica” perché, in fin dei conti, è solo grazie a lei se Adela è stata bocciata e ora lei è nella mia classe e tra qualche ora andrò a casa sua ad ‘aiutarla’. Senza contare il fatto della piscina! Con l’acqua riscaldata! Un sogno, davvero.
Mi rimisi ciò che avevo tirato fuori dall’armadio, mi preparai la sacca con costume da bagno, un telo e i libri. Feci un pranzo abbondante, come era mio solito e mi stesi sul divano a guardare la tele aspettando che arrivassero le 3. Arrivata la fatidica ora mi feci accompagnare da mio fratello a casa di Adela, siccome c’era lo sciopero dei pullman.
Arrivato, Adela mi fece accomodare nel salotto. Oggi era nel suo stile da ‘brava ragazza’. Aveva una maglia con lo scollo a V a maniche lunghe che arrivava fino a metà coscia, color verde smeraldo. Indossava dei leggins in pelle aderenti e degli stivaletti con un po’ di tacco anch’essi color verde smeraldo. Aveva un accenno di mascara e un una riga di eyeliner verde. Ci sedemmo sul tavolo e iniziammo a fare i compiti di matematica.
“Mi stupisco del fatto che tu veramente non capisca matematica” Dissi mentre le spiegavo come si faceva l’esercizio.
“Mica scherzavo! Altrimenti avrei fatto a meno di essere segata, eh!” iniziammo a ridere. Poi lei riprese
“Se no, per quale altro motivo ti avrei chiamato oggi?”
“Beh, per stare sola soletta con me, no?” Dissi maliziosamente. Lei iniziò a ridere mostrando i suoi piccoli denti bianchi e dritti.
“Spera piccolo Horan, spera”
“Piccolo?” sbottai.
“Guarda che faccio 17 anni quest’anno, io!” Dissi con aria di superiorità.
“E io 18! E prenderò la patente!”Mi fece la linguaccia e iniziai a ridere per la sua espressione.
“Avrai anche 18 anni, ma una che fa la linguaccia non so quanti ne possa dimostrare!” Anche lei iniziò a ridere insieme a me.
Andammo avanti scherzando e mangiando patatine e caramelle che aveva in casa.
Finimmo i compiti verso le 5.
“Ehi piccoletto vatti a mettere il costume che ci facciamo un bagno in piscina! E se vuoi c’è anche una vasca a parte con l’idromassaggio!” All’idea corsi in bagno e mi misi velocemente il costume. Uscii e mi ritrovai solo.
“Adela?” Urlai.
“Aspetta che sto mettendo il costume!” Mi urlò di rimando. La voce proveniva dalla sua camera. Mi avvicinai e aspettai che uscisse. Appena fuori la guardai sbalordito. Aveva un corpo perfetto. Nonostante io lo avessi già visto ne rimasi lo stesso colpito. Aveva un costume bianco e nero, con la fascia bianca e le due spalline che si legavano dietro il collo nere. La parte sotto invece era zebrata. Appena la vidi mi uscì un
“Roar” tipo il verso di un leone. Lei divenne paonazza in viso e iniziò a ridere. Ci incammino per andare in piscina. Arrivati la presi in braccio e la buttai in acqua. Appena riemerse mi guardò storto.
“Il piccoletto ti ha dato una lezione eh?” Dissi ammiccando. Lei uscì dall’acqua e si aggrappò a me bagnandomi e facendomi uno sgambetto che mi fece cadere in acqua.
“Maledetta” Lei iniziò a ridere e si tuffò con un tuffo di testa vicino a me.
“Rieccomi! Mancata?” Disse appena riemersa.
“No, per niente” E le misi la testa in acqua. Il che la fece sprofondare, siccome nessuno dei due toccava. Lei mi diede dei pizzicotti alle braccia e la feci ritornare su.
Continuammo a giocare così, come due bimbi, per la maggior parte del tempo.
“Ok dai basta” Disse Adela uscendo dalla piscina.
“Che non vuoi più fare il bagno?” Feci una faccia da cucciolo per convincerla a rientrare.
“No. Voglio solo andare nella vasca idromassaggio.” E così dicendo si immerse nell’altra piscinetta. La seguii a ruota e mi misi a fianco a lei. Rimanemmo qualche manciata di minuti senza parlare, facendoci coccolare dai getti dell’idromassaggio.
“Verrò più spesso a casa tua” Dissi con molta non-chalance, nonostante dentro temessi un rifiuto.
“Fai come vuoi, tanto sono sempre sola a casa” Mi girai verso di lei e la guardai in quei stupendi occhi blu.
“Guarda che non scherzo io ci vengo davvero tutti i giorni” Lei ricambiò lo sguardo e mi disse
“E io ti sto dicendo che puoi venirci!” sorrise e chiuse gli occhi per il contatto con le bollicine della vasca. Mi avvicinai a lei e iniziai a giocare con i suoi ricciolini. Lei iniziò a ridere.
“Mi fai il solletico!”
“Davvero? E se faccio così?” Le misi la mano sul fianco e iniziai a farle il solletico. Lei iniziò a ridere. Mi avvicinai sempre di più finchè le sue labbra distavano di due centimetri dalle mie. Smisi di farle il solletico e iniziai a guardare le sue labbra. Sono piccole e rosee e ti fanno venire una strana voglia di morderle. Successivamente la guardai negli occhi. Era lì ferma a due centimetri da me e non si era mossa di un millimetro. “Vuole forse che la baci?”. Sorrise, a ciò non potei più resistere. Le misi una mano sulla guancia e mi avvicinai lentamente. Appena sentii le nostre labbra sfiorarsi un brivido mi percorse la spina dorsale. Le mie labbra bruciavano. Ne volevano ancora. Ora non mi limitai a sfiorarle, premetti dolcemente le mie sulle sue. Sentii Adela irrigidirsi a quel contatto e portò le sue mani al mio petto. Mio allontanai leggermente e la guardai negli occhi. Mi guardava stranita.
“Cosa..?” sussurrò appena. “Occazzo
“Niall, ecco io… Io, non sono pronta per stare con un ragazzo… Non pensavo che tu provassi qualcosa per me ecco…” Detto questo bisbigliai un “Scusa un attimo” che credo non abbia nemmeno capito e mi fiondai in bagno. Mi guardai allo specchio. Ero paonazzo in viso. “Che diavolo ho combinato? Ho rovinato tutto con la mia stupidità! TUTTO!” Mi raggomitolai e mi misi le mani sul viso per trattenere le lacrime che lentamente sgorgavano dai miei occhi. “Ho rovinato tutto..
Sentii uno squillo in lontananza. “Il mio cellulare?” Mi sciacquai velocemente il viso, cercando di togliere le tracce delle lacrime dal mio viso. Mi diressi in salotto e trovai il cellulare di Adela che squillava. “Che faccio rispondo?” Presi il cellulare, ma al mio tocco smise di suonare. “Perfetto” lo schermo si illuminò e ritornò nella pagina in cui Adela aveva messo in stanby. La pagina delle bozze. Li guardai  e tutti erano accomunati da una cosa : il destinatario. C’erano solo messaggi diretti, ma non inviati, per un certo Eric. “Ma chi è sto Eric?” Sentii scricchiolare dietro di me, era Adela.
“Che fai con il mio cellulare?”
“Stava squillando e l’ho preso per portartelo!” Sembrava furibonda
“Io non ti ho mai detto che puoi toccarlo” e me lo strappò dalle mani.
“Scusa Adela… Io non volevo! Ecco, io ho visto per caso la pagina in cui avevi messo in stanby e..”
“E?” Disse lei ansiosa come se stessi scoprendo un suo segreto. In fin dei conti lo avevo fatto.
“E ho intravisto i messaggi, ma.. soprattutto, chi è Eric?” chiesi molto sfacciatamente, provocato da un senso di gelosia. Sentendo quel nome lei sbiancò e vidi i suoi occhi cambiare colore in un grigio spento. Come se si stesse spegnendo. Portò una mano ai capelli per spostare una ciocca dagli occhi e notai il tremolio. Mi avvicinai e gliele presi, come per calmarla.
“Eric…” sussurrò prima di scoppiare a piangere.
 
*Messaggio Autrice*
Hello to everybody!
Questo capitolo è un po’ lunghetto ma non avevo modo di spezzarlo ><
Oggi sono riuscita, addirittura, a pubblicare due capitoli grazie alla mia adorata Red Bull che mi da sostegno (sono un caso perso xD)
Spero vi piaccia!
Ed ecco che ritorna Eric in carreggiata! Invece Niall si prende un bel due di picche! :D
Ma… Chi è sto Eric? ><
So much Love, F.

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Capitolo 6
*** Eric? ***


Adela*

Portai un mano per ravviare una ciocca ma notai che la mano mi stava tremando. Ecco cosa mi provocava sentire il suo nome. Niall si avvicinò a me e me le strinse, come per infondermi sicurezza. Era un ragazzo d’oro.
“Eric..” Sussurrai. Era la prima volta da quando è morto che pronunciavo il suo nome. Di solito lo indicavo come ‘Lui’. Semplicemente perché sentire quel nome mi provoca una tristezza immensa. Sentii un groppo un gola che mi bloccava le parole. Successivamente sentii gli occhi pizzicare e le lacrime iniziarono a rigare le mie guancie, ormai bianche come la neve. “Chi è Eric?” E io come faccio a spiegarglielo? Iniziai a singhiozzare convulsamente,allora Niall mi abbracciò avvolgendomi completamente. Affondai il viso nel suo petto cercando conforto in qualche modo. Era da così tanto tempo che non abbracciavo qualcuno. Piano piano iniziai a calmarmi. Lui mi accarezzò dolcemente i ricciolini per calmarmi maggiormente.
Scostai il mio viso dal suo petto e lui puntò i suoi occhi-cielo nei mei per vedere in che stato fossi. Successivamente si allontonò di un poco.
“Guarda che se non vuoi parlarne non sei obbligata” Disse guardandomi dolcemente. Mi asciugai il viso e lentamente mi sedetti sulla sedia del salotto e gli feci cenno di sedersi davanti a me. Lui seguì le mie istruzioni e si accomodò di fronte.
“Allora..” dissi con voce roca. La schiarii e dissi
“Io ti dirò chi è ma tu promettimi che non lo dirai a nessuno” Puntai gli occhi nei suoi e lui fece un cenno con la testa.
“Eric è… Il mio ragazzo..” Dissi. Sentii di nuovo le lacrime salire, ma stavolta riuscii a trattenerle. Niall iniziò a torturarsi le mani, segno che indicò agitazione.
“E cosa c’è di così tanto sconvolgente?” Disse lui cercando di non far trasparire i suoi sentimenti sul suo volto. Ma ormai capivo ciò che gli passava per la mente.
“Beh.. Lui è..” Le parole mi si bloccarono in gola, come se si rifiutassero di uscire, si rifiutavano di essere pronunciate. Perché se le avessi dette lui sarebbe morto davvero. Morto anche nei miei ricordi. Lui mi guardò e mi fece cenno di proseguire.
“Morto” dissi, alzando lo sguardo per non far scendere le lacrime. Niall spalancò gli occhi e mi guardò perplesso. Successivamente mi prese una mano e me la strinse forte.
“Io… Non sapevo nulla, scusami, ma… Quando è successo?”
“Un anno, tre mesi e cinque giorni fa” Tenevo sempre conto del giorno della sua sparizione, era un modo per non dimenticarlo. Anche se era impossibile.
“E , se vuoi dirmelo, com’è accaduto?” Disse dolcemente mentre mi accarezzava delicatamente la mano.
“Ecco.. è stata tutta colpa mia sai? Lui… Gli avevo detto di andare a prendermi qualcosa da bere.. Beh, come sempre mi accontentò e parcheggiò la macchina vicino a un negozietto isolato, io rimasi in macchina a messaggiare con le mie amiche, lui invece entrò nel negozio a prendere la bibita. Mentre faceva la coda alla cassa entrò un uomo con il passamontagna e minacciò i presenti di venir uccisi se si fossero mossi. Aveva un Rivoltella in mano. Ma una vecchietta davanti a Eric non resse la pressione della situazione e svenne, allora lui si avvicinò alla signora per accertarsi della situazione e chiamò senza pensarci due volte l’ambulanza. Ma questo non fu gradito dal ladro e…” Per un momento mi passò davanti agli occhi l’immagine di lui che cadeva a terra e il ladro che scappava via con i soldi. Quell’immagine era solida nella mia mente ed era spesso oggetto dei miei incubi. Niall capì e smise di farmi domande, si limitò a stringermi forte la mano e a dirmi
“Adela, se hai bisogno di qualunque cosa chiedila pure a me” Disse facendo uno dei suoi soliti sorrisi. Anche le mie amiche mi avevano detto così, e la stessa cosa vale per i miei genitori. Ma loro ora dove sono? Spariti, perché si sono stufati di me, del mio ‘non guarire mai’.Alla fine spariscono tutti, soprattutto le persone a cui tieni maggiormente.
Successivamente Niall se ne andò raccomandandomi di presentarmi a scuola lunedì, nonostante avessi potuto avere l’aspetto sconvolto. Appena fui sola, mi adagiai sul letto a pensare. “Era da tanto che non parlavo con qualcuno di Eric” Di solito lo tenevo nascosto e appena ero sola davo sfogo alla mia tristezza. Parlare con Niall mi ha dato un senso di libertà, mi sento più sicura con lui, potrò dare libero sfogo ai miei sentimenti davanti a qualcuno e forse ciò, nonostante in principio lo rifiutassi, mi servirà per alleviare il dolore. Anche se non me lo farà dimenticare mai. In fin dei conti come faccio a dimenticare quattro anni della mia vita? Non potevo, lui era il mio amore, diventato ormai impossibile. Mi raggomitolai su me stessa mentre ero sul letto e mi toccai le labbra con l’indice. Ripensai al bacio di Niall. “Questo mi sembra il momento meno adatto per pensarci” Ma non potei farci nulla ed arrossii violentemente. Era da più di un anno che non avevo un contatto fisico , di quel genere, con qualcuno. Mi sembrava ormai qualcosa di estraneo alla pelle. Al contatto con le sue labbra, le mie pizzicavano leggermente e donavano un senso piacevole. Dopo quei pensieri mi addormentai. Lunedì non andai a scuola. Non avevo voglia di sorbirmi delle ore con quella vipera della professoressa di matematica. La mia assenza causò un messaggio di un Niall preoccupato

Adela! Come mai non sei venuta a scuola? Vuoi che venga da te?

Il suo messaggio mi strappò un sorriso, nonostante lui non avesse scritto un granchè. Mi fece sorridere perché lui era sempre pronto ad aiutarmi, a sostenermi, nonostante ci conoscessimo da poco.

Vieni, ti aspetto per le due a casa mia.

Essendo ancora in pigiama mi cambiai e mi misi una felpa rossa che arrivava fino a metà coscia, dei jeans aderenti e le Nike sneaker rosse con il logo bianco ed aspettai le due con le cuffiette alle orecchie. Appena sentii il campanello suonare mi precipitai alla porta. Ed ecco che apparve Niall. Aveva una maglia a maniche lunghe, anche lui rossa, dei jeans neri e le supra rosse. Appena lo vidi non potei far altro che sorridergli.


*Messaggio Autrice*

Holaaaa!
Siccome questa settimana ci sono i recuperi(e grazie a Dio io non ne ho nemmeno una sotto) non ho nulla da fare e questo vuol dire più capitoli! :D
Mmm.. Questo capitolo non mi piace più di tanto, non so c’è qualcosa che non mi convince, la cosa più difficile è stata trovare la causa per Eric sarebbe dovuto morire u.u
Mmmm Spero di ricevere tante recensioni e.. boh, spero vi piaccia, come piace a me (ed a me piace parecchio siccome ho anche sospeso l’altra FF xD)
So much Love, F.

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Capitolo 7
*** Mi piace stare insieme a te ***


Niall*

Apparve davanti a me Adela. Sorrise. La guardai stranito.

“Tutto bene?” Le chiesi dolcemente.

“Sì, perché me lo chiedi?” Andai lì e l’abbracciai. Lei si irrigidì a quel gesto ma poi si abbandonò alla mia stretta. Non la strinsi forte. Avevo paura che si potesse rompere da un momento all’altro. Avevo visto quanto fosse debole e delicata e avrei fatto di tutto per poterla proteggere. Ieri, alla vista di lei in preda alla tristezza, mi si era stretto il cuore in un morsa. In quel momento quasi mi mettevo a piangere con lei, ma non lo feci.

“Perché mi sono preoccupato, non sei venuta a scuola!” Lei iniziò a ridere alla mia affermazione.

“Tranquillo non sono venuta perché non avevo voglia di fare matematica con quella vipera” Ridacchiai anche io, effettivamente quella è veramente una vipera, difatti non è nemmeno sposata.

“Io mi sono saltato qualche ora con lei, solo per venire a vedere come stavi, quindi ringraziami!”

“Grazie!” Disse lei a trentadue denti.

“Allora? Che facciamo rimaniamo qui impalati davanti a casa tua per molto ancora?” Dissi sciogliendo l’abbraccio, anche se avrei voluto stringerla ancora.

“No, seguimi, ti porto in un bel posto” Eh?

“E dove mi porti?” dissi incuriosito.

“Vedrai, vedrai piccoletto” Disse girandosi verso di me e sorridendomi.

La seguii senza fiatare. Prendemmo il pullman che ci lasciò in aperta campagna. Camminammo per circa 10 minuti.

“Manca ancora tanto?” Dissi. Avevamo le dita intrecciate, come per tutto il tragitto.

“No, adesso giriamo a destra, attraversiamo un piccolo torrente e siamo arrivati” Si vedeva lontano un miglio che era felice come una pasqua. Oggi irradiava felicità da tutti i pori. Mi sembrava piuttosto strana come situazione. Fino a l’altro ieri mi piangeva addosso perché sentiva mancanza del suo ragazzo e adesso è entusiasta e mi tiene per mano. Facemmo la strada che poco prima mi aveva indicato Adela e arrivammo al ruscello. Lo attraversammo grazie a una sorta di ponticello fatto con le pietre e arrivammo dall’altra parte. Guardai il posto. Era..

“Stupendo..” Mi uscì di bocca. Lei mi guardò e ridacchiò. Era una piccola distesa di prato con tante foglie colorate distese sopra. Era normale, essendo autunno. C’erano qua e là delle betulle che facevano un po’ di ombra e si intravedevano degli squarci ci cielo limpido. Oltre ad esserci le foglie c’erano anche molti ciclamini sparsi qua e là, di colori intensi, che variavano dal rosso, al rosa o al viola, altri invece erano striati.

Adela mi trascinò e mi buttò in un mucchio di foglie, ma io che la tenevo stretta per mano la tirai giù con me. Ci ritrovammo distesi sulle foglie ed iniziammo a ridere senza un motivo apparente. Era la sensazione migliore che si potesse provare, ridere e scherzare con la persona a cui si vuole più bene. Successivamente Adela mi guardò.

“Ehi piccoletto, sai che i tuoi occhi sono uguali al colore del cielo?” Guardai il cielo. Aveva un colore stupendo.

“Ti piace guardare il cielo?”

“Sì, Molto” Disse lei sorridendo. Guardai le nostre mani ancora intrecciate.

“Sai Adela, non ti capisco. Ieri tu mi hai rifiutato e, oddio, posso capire il motivo, ma ora io e te sembriamo proprio una coppietta. Sì, insomma guardaci. I nostri vestiti sono abbinati e ci teniamo per mano da quando siamo partiti da casa tua” Dissi. Non so nemmeno io da dove possa aver trovato il coraggio per dirle queste parole. Lei ridacchiò e dopo poco disse.

“Già io e te sembriamo proprio una coppietta” Sorrise, intanto continuò a fissare il cielo che si prostrava davanti a noi.

“Ma Niall, io e te non siamo una coppietta. Sai? Mi piace stare insieme a te, perché tu riesci a farmi sorridere anche nei momenti di estrema depressione. Grazie” continuò. Ma questa volta lo disse guardandomi negli occhi e trafiggendomi con il suo sguardo stupendo. Da una parte ci rimasi un po’ male, per il fatto che io e lei siamo ‘solo amici’. Ma in un certo senso le sue parole mi hanno reso felice. Perché? Beh, perchè dice di trovarsi bene con me. E non potrei chiedere di meglio.

“Bhe, prego” Dissi sorridente.

“Niall, parlando del bacio dell’altro giorno..” A quella frase sbuffai e divenni leggermente rosso al ricordo. Lei dopo una risatina ricominciò il discorso

“…Non so come dire… Ecco, non so bene cosa tu possa provare per me, ma io adesso ho bisogno di un amico e non di un ragazzo, non so se hai capito..”Accennai con la testa

“In questo momento non vuoi una storia, giusto?”

“Giusto”

“Non ti preoccupare, ecco… I miei sentimenti sono ancora all’inizio, posso gettare via tutto ciò che provo per poter stare con te da amico” Non mi capacito del fatto di essere riuscito a dire una cosa del genere, però ero sicuro di ciò che stessi dicendo. Se per stare vicino a lei dovevo reprimere i miei sentimenti allora affare fatto. Mi sorrise e appoggiò la testa sulle foglie.

“Grazie per aver capito Niall”

“Non ti preoccupare” Dissi accennando un sorriso.

“Se ti dico una cosa prometti di non arrabbiarti?” Mi disse mentre vedevo nei suoi occhi riflettersi il cielo.

“No, tranquilla”

“Vedi… In questo posto ci venivo spesso con Eric. E non l’ho mai condiviso con nessuno se non con lui”

“Quindi stai cercando di dire che per te sono speciale?”

“Beh, direi di sì” Disse mostrando i suoi denti bianchi e dritti.

Per il resto della giornata scherzammo e parlammo del più e del meno. Nonostante mi fossi preso un altro due di picche mi aveva confessato che per lei ero speciale e tramite i nostri discorsi capii che tra me e lei non c’era più nessun muro, più nessun ostacolo e che potevamo parlare liberamente di tutto ciò che volevamo. E questo mi andava anche bene, essendo uno dei desideri che avrei voluto esaudire da quando aveva conosciuto Adela. E finalmente c’ero riuscito.

 

*Messaggio Autrice*

Ed è così che finisce la storia!

Spero vivamente vi sia piaciuta! :D

No scherzo, vi prendo in giro! Non è finita tranquilli!

Molte altre cose si dovranno sviluppare!

Pensavo di rendere il prossimo capitolo un ‘extra cioè vorrei raccontare la storia di come si sono conosciuti Adela e Eric. Così tanto per! :D

Spero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante il piccolo Nialler si sia preso un due di picche! (D:)

So much Love, F.

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Capitolo 8
*** 'Extra' Io e Te ***


*Messaggio Autrice*

Ehiiiilàààà
Questa volta ho messo il messaggio autrice prima dell’inizio del capitolo per un semplice motivo: questo capitolo è un extra. Cioè non c’è Niall, ma racconta come Adela e Eric si siano conosciuti e come iniziano a frequentarsi. Lo so che da come è scritto sembra messo lì frettolosamente ma dovevo farcelo stare in un unico capitolo.
Chiedo scusa per gli errori ma oggi non ci sto con la testa @.@
Tranquilli da prossimo capitolo riprenderò la storia di Niall e Adela! ;D
Spero che vi piaccia questo extra e gradirei le vostre impressioni del capitolo con una recensione!
With love, F.
 
P.S. Buona lettura!


 
Adela*
 
Stavo camminando vicino a i negozi che si affacciavano al fiume di Londra. Come sempre, durante le mie passeggiate solitarie, ero al telefono con Alexis, la mia migliore amica. Siamo amiche da quando abbiamo frequentato insieme le media e tutt’ora, nonostante siamo in scuole superiori differenti, lo siamo rimaste. Lei è abbastanza alta, magra e con dei lunghi capelli biondi platinati. Ha gli occhi marroni, anche se di solito porta le lenti a contatto azzurre. Tutto sommato è una bella ragazza. Difatti quando andiamo in giro siamo abituate ai numerosi sguardi dei ragazzi e alle loro avance. Io, a differenza sua, non li calcolo molto, difatti non ne ho mai baciato uno, e tutti quelli che rifiuto lei se li prende.
“E quel ragazzo mi è letteralmente saltato addosso!” Urlò Alexis nel mio povero orecchio.
“Stai scherzando, vero?”
“Magari stessi scherzando!” In quell’esatto momento sentii dei singhiozzi.
“ E sai io che ho fatto?”
“Shhh”
“Eh?”
“Zitta!” Lei si ammutolì e sentii di nuovo i singhiozzi. Mi guardai un po’ attorno ma non vedevo nessuno.
Ascoltai più attentamente e capii che provenivano dal lungofiume.
“Adela?”
“Ale, ti chiamo io dopo!”
“Che succede?”
“Ciao!” Le riattaccai e infilai il cellulare nei pantaloni. Attraversai la strada e presi il piccolo sentierino che veniva usato dai vecchi pescatori per recarsi a pescare. Mi ritrovai in una camminata piena di ciottoli. Poco lontano dal sentiero vidi un bambino accovacciato che piangeva. Mi avvicinai a lui e notai l’abrasione sanguinante sul suo ginocchio. Presi un fazzolettino e iniziai a tamponare sulla ferita.
“Ehi, che ti è successo?” Ma il bimbo non mi calcolò minimamente e continuò a piangere.
“Tieni questo fazzoletto e tienilo premuto sulla ferita, intanto vado a prendere qualcosa per disinfettarla”
Fece tutto ciò che gli dissi senza degnarmi minimamente di uno sguardo. Mi affrettai a tornare in strada e a cercare una farmacia. Per fortuna ce n’era una nelle vicinanze. Comprai dell’acqua ossigenata e della garza. Ritornai dal bimbo, che era ancora accovacciato nel luogo in cui l’avevo lasciato. Presi un altro fazzoletto, lo bagnai di acqua ossigenata e lo appoggiai al ginocchio “Per fortuna è quella che non brucia”. Dopo aver disinfettato per bene la ferita gli misi la garza attorno al ginocchio e la fermai con una spilla.
“Ecco fatto” Il bimbo, che piano piano aveva smesso di piangere, mi guardò negli occhi e borbottò un
“Grazie” Lo guardai sorridente. E gli asciugai il viso, ancora pieno di lacrime.
“Come ti chiami?” Lo incitai a parlarmi.
“Matthew”
“Bene Matthew, io mi chiamo Adela” Dissi sorridendogli.
“Ma che hai combinato?” Dissi indicando la ferita.
“Sono caduto mentre correvo”
“E i tuoi dove sono?”
“Non ci sono” Disse lui piagnucolando. “Chi mai lascerebbe andare in giro proprio figlio, avendo lui sui 5-6 anni?” Feci una smorfia a quel pensiero.
“E sei venuto qui da solo?”
“No. Con mio fratello”
“Bene. Allora vieni con me che cerchiamo tuo fratello?” Gli feci il sorriso più grande che potessi e a ciò lui si illuminò un poco. Lo presi per mano e camminammo per il lungo fiume cercando il fratello.
Ed ecco che dopo una decina di minuti vedemmo un ragazzo correrci incontro.
Un ragazzo piuttosto alto, magro e muscoloso. Aveva gli occhi grigi e i capelli corvini, con la frangia tirata su.
“Matthew!” urlò il ragazzo dai tratti perfetti. Ci corse incontro e abbracciò il bambino stritolandolo.
“Ma dov’eri finito?”
“Ero caduto!” Disse lui contraccambiando l’abbraccio.
“Caduto?” Disse il ragazzo che si allarmò alla vista della garza.
“E chi ti ha curato?”
“Adela” Il ragazzo si girò e mi guardò dalla testa ai piedi. “Non si era accorto della mia presenza?” Poi sporse la mano e mi disse
“Piacere Eric”
“Adela” Dissi sorridendogli. Era proprio bello.
“Beh Adela, Grazie per aver dato una mano a Matthew” Mi sorrise. A ciò mi sciolsi e arrossii un poco.
“Di niente, è stato un piacere per me aiutare il piccino” Così dicendo arruffai i capelli di Matthew, che mi fece un sorriso a trentadue denti.
“Allora noi andiamo che la mamma ci ammazza se arriviamo in ritardo. Allora ciao Adela e grazie ancora!” Disse lui frettolosamente. Mi si strinse il cuore. “Perché tanta fretta?”
“Ciao!” Rimasi impalata a guardare le due figure che si allontanavano mano nella mano.
“Uff, solo a me capitano certe situazioni”
Più di un mese dopo rividi quel ragazzo. Per tutto questo tempo mi erano rimasti impressi i suoi occhi nella mente. Era impossibile dimenticare degli occhi così belli.
Ero da Sturbucks con Alexis e nel tavolino vicino al nostra chi c’era? Eric ovviamente. Lo iniziai a guardare senza cercare di farmi scoprire. Ma Alexis se ne accorse. E iniziò a guardarlo anche lei.
“Ora capisco. Tu rifiuti tutti i ragazzi che si fanno avanti per lui?” Disse lei indicandolo. Arrossii violentemente.
“Figurati se a me può interessare uno così” Ma lei lo capì. Capì che mi piaceva e che era da più di un mese che mi ronzava per la testa.
“Davvero?”
“Giuro” Dissi cercando di sembrare convinta.
“Beh, allora posso prendermelo io” Disse. A quelle parole mi rabbuiai. Lei mi fece un occhiolino e si alzò dalla sedia. “No, no, no no! Non mi puoi fare questo!” E invece lo fece. Si sedette nel tavolo di Eric.
Vidi che iniziarono parlare e a ridere e scherzare. “La odio”. Mi girai riluttante dall’altra parte per non vedere quella scena vomitevole. E proprio quando mi girai verso di loro vidi la ‘mossa di Alexis’, che tante volte aveva messo in pratica davanti a me. Si sporse verso di lui e posò le labbra su quelle di lui. Lì non ressi più. Mi alzai e me ne andai infuriata.
Quel giorno piansi tutte le lacrime che avevo in corpo. La mia migliore amica era una troia. Ecco cos’era. E ora io mi ritrovavo senza amici. Perché? Beh, perché chi era amica di Alexis è ovvio che venisse odiata.
Continuai la mia vita, e grazie a dio riuscii a farmi delle nuove amiche. Erano delle mie compagne di classe, Charlotte, Jade e Phoebe. A loro Alexis non aveva mai rubato il ragazzo, e forse è per questo che sono riuscita a fare amicizia con loro. Erano molto simpatiche e, a differenza della ‘Troia’, il loro mondo non girava attorno ai ragazzi.
Un giorno decidemmo di andare a fare un giro per il centro. Allora presi il pullman che portava nel luogo prestabilito per l’appuntamento. Mentre ero lì sopra notai dei capelli corvini. Eric. Era da più di tre mesi che non lo vedevo. Appena lo vidi schiacciai il pulsante per poter scendere alla prossima fermata. Non avevo la minima intenzione di prendere lo stesso pullman su cui si trovava lui e avrei aspettato volentieri il prossimo. Appena il pullman si fermò scesi di corsa ma notai che si girò verso di me e puntò i suoi occhi nei miei. Toccai terra e aspettai che il pullman ripartisse ma vidi la figura di Eric scendere dal trasporto prima che le ante si chiudessero. Quando lo vidi mi girai dall’altra parte e andai dritto accelerando il passo per potermi distanziare da lui. Ma, poco distante dalla fermata, mi sentii bloccare per un braccio. Mi girai di scatto verso la persona che mi aveva fermato. Eric.
“Ehi” Disse lui con la sua voce profonda. Scostai il mio sguardo dal suo viso. Non volevo vederlo. Ma lui con una mano mi prese il viso e lo bloccò davanti al suo in modo che fossi obbligata a guardarlo.
“Perché piangi?” Disse. Piango? Con una mano mi toccai una guancia. Sì stavo piangendo. Iniziai a singhiozzare. Lui mi abbracciò e feci sprofondare il mio viso nel suo petto. “è così caldo” pensai. Mi piaceva così tanto questo contatto con lui.
“Ehi, tranquilla, che succede?”
“Che succede? Succede che tu stai con Alexis, ecco che succede!” lui si irrigidì. C’entrato in pieno. Mi scostai da lui.
Ma lui mi riprese per un braccio
“Chi te l’ha detto?”
“Nessuno, ma vi ho visti baciarvi da Sturbucks” Lui mi guardò.
“Sì è vero ci siamo baciati… Ma non stiamo insieme. Lei continuava a provarci e si è impossessata delle mie labbra” Disse ridendo, per sdrammatizzare un po’.
“E poi a te che ti importa?” Effettivamente a me che me ne importava?
“Sì insomma io non ti piaccio!”
“Ma tu che ne sai?!” Risposi impulsivamente, senza pensarci due volte. “Ogni tanto devo tapparmi ‘sta bocca"
“Lo so! Me l’ha detto Alexis! Sai quando eravamo da Starbucks, quando ci eravamo baciati, le avevo chiesto di te e lei mi disse che non ti piacevo minimamente.. Perché non è vero?” Sentii il cuore sobbalzare in petto. “Tutto ciò è reale?” Divenni paonazza in viso in un battito di ciglia. “Devo dirgli la verità, sta volta non esiterò!
“C-certo che non è vero!”
“Quindi io ti piaccio?” Cavolo ma fa di tutto per farmi imbarazzare?
“S-sì” mugugnai.
“Cosa?” Lo guardai storto e lui iniziò a ridere.
“Ok scusa. Ma è divertente farti arrossire. Sei così bella con un po’ di colore sulle guance. E comunque sai? Anche tu mi piaci” Disse sorridendomi. Gli sorrisi di risposta.
“P-posso fare una cosa?”
“Ehm, sì, certo” Detto questo mi mise una mano sulla guancia e l’altra sotto il mento e mi tirò verso sé. Posò le sue labbra sulle mie. A quel contatto contraccambiai il bacio dandogli potenza. Gli buttai le braccia al collo e mi misi in punta di piedi. Tolse la mani dal viso e mi cinse i fianchi con le braccia e mi strinse a sé in modo che ogni singola cellula del nostro corpo fosse in contatto.
“Non sai quanto l’ho desiderato” Disse lui staccando a malapena le nostre labbra. Sorrisi.
“Però prima che tutto prenda una certa piega devo dirti una cosa importante..” Lo vidi incupirsi.
“Dimmi”
“Ecco devi sapere che la prima persona che ho baciato.. Ecco lui è la persona più importante che io abbia mai conosciuto e nonostante non ci fossimo visti molte volte.. Beh sono molto affezionata a lui” Lo vidi sbuffare.
“Quindi, come farai?”
“Come farò? Beh, te lo farò dimenticare, farò in modo che tu possa innamori perdutamente di me, così che tu non possa vivere senza la mia presenza” Lui non sa, non può sapere come queste sue parole si siano realizzate. Come, nonostante lui non ci sia più, io lo ami ancora.
“Ma posso sapere chi è?”
“Sei tu” Dissi sorridendogli. Lui iniziò a ridere e a stamparmi dei dolci baci sulle labbra. Sciolsi il nostro abbraccio. Lui mi porse la mano e intrecciai le mie dita con le sue. Con la mano libera mandai un messaggio alle amiche dicendo che oggi non ce l’avrei fatta a uscire perchè c’era stato un imprevisto. “E che imprevisto!
“Allora dove andiamo?” Chiesi.
“Ovunque tu voglia” Disse mostrando il suo bellissimo sorriso. Tanto avrei voluto poter congelare questo momento in modo tale da poterlo rivivere ogni volta che avrei desiderato. Ma è impossibile, posso solo andare avanti.
Da quel giorno i nostri baci si trasformarono in molto di più, le nostre parole dette timidamente divennero dei discorsi ormai privi di imbarazzo. Superammo tutti i muri che ci dividevano. I nostri ‘ti voglio bene’ divennero dei ‘ti amo’ sussurrati nei momenti più intimi. Perché era vero, noi ci amavamo e ci saremmo sempre amati fino alla fine, e anche dopo.
 

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Capitolo 9
*** Forse mi Sbagliavo ***


Niall*
 
Dopo quella giornata io e Adela passammo tutto il tempo appiccicati. Ogni giorno mi dirigevo a casa sua per studiare, per consolarla, per giocare o semplicemente per cazzeggiare. Ormai mi parlava liberamente di Eric, e ogni tanto se ne usciva fuori con le sue storie su come passava il tempo con lui. A scuola iniziò persino a rivolgermi la parola, quando in passato non lo aveva mai fatto nemmeno una volta.
Passare tutto questo con lei è tutto ciò che potessi sperare. Però si è creato un problema.
 Più tempo passo con lei più mi innamoro. Forse mi sbagliavo. Forse io non riesco a sopprimere i sentimenti che provo per lei. Ogni giorno diventano sempre più forti e indelebili nel mio cuore. Ovviamente non glielo faccio notare. Altrimenti l’amicizia che stiamo costruendo andrà in frantumi, come un castello di sabbia portato via da un’onda del mare.
In uno dei tanti giorni che passammo insieme decidemmo di farci un giro in centro.
Presi il pullman e mi recai nel luogo in cui era stabilito l’incontro.
Da lontano la vidi. Aveva il suo solito giaccone pesante verde militare, i suoi jeans chiari strappati un po’ alle ginocchia e gli stivaletti neri. Ad un tratto agitò le mani nella mi direzione per farsi notare. Agitai anche le mie di risposta. Iniziò a corrermi in contro.
“Ehi piccoletto, come va?” Disse creando una nuvoletta, per colpa del freddo.
“Tutto bene,te maggiorata?” Dissi sorridendole.
“Si va avanti dai” e mi sorrise di risposta.
“Dove andiamo?” Mi chiese.
“Dove vuoi tu” A quella frase lei rimase spiazzata e mi sorrise dolcemente.
“Sul lungofiume a fare una passeggiata e poi da Starbucks per una cioccolata, che ne dici?”
“Dico che ci sto”
Ci incamminammo per raggiungere il lungo fiume. Appena arrivati lei si imboscò nel sentiero che usavano i pescatori. Raggiunta la riva disse
“Ti ricordi questo posto?”
“Ehm, sì perché?”
“Qui è dove mi hai messo la maglia sulle spalle” Che? “Se lo ricordava davvero?
“Ma allora ti ricordavi di me!”
“Certo! Io mi ricordo di tutte le persone che sono state gentili con me!”
“Ma allora perché avevi di non conoscermi? Mandandomi pure a quel paese?” Alla mia domanda lei scoppiò a ridere.
“Allora?” Lei mi fece segno di aspettare, inspirò profondamente e mi disse
“Mi dispiace di averti mandato a quel paese, ma sai io voglio sembrare una tipa ‘tosta’, una a cui una persona sana di mente non si vorrebbe avvicinare. Così non riesco a far intravedere la mia debolezza. Infatti avrai anche notato il modo di vestire che tengo per venire a scuola. Io cerco il più possibile di non far trasparire i miei sentimenti ed è difficile perché io sono una piagnucolona” Rimasi interdetto dalla risposta per qualche secondo.
“E ti pareva il caso di mandarmi a quel paese?”
“Sì” Disse lei ridendo. Mi buttai su di lei tirandole dei pugnetti sul braccio e urlando “Stronza” con tutta la voce che avevo in gola.
“Giusto! Ma perché quel giorno piangevi?”
“Per Eric” disse lei. Come se fosse una cosa naturale.
“Qui è dove io e lui ci siamo conosciuti” Disse mentre guardava in un punto non preciso del lungo fiume.
“Ma qui ci siamo conosciuti anche tu ed io” Dissi sorridendole.
“Questo lo rende doppiamente importante” Arrossii leggermente. Io per lei ero speciale. Me n’ero già reso conto.
“Suuuu! Non stiamo qui a deprimerci andiamo da qualche parte!”
“Andiamo in gel..” Mi fermai perché qualcuno mi toccò la spalla. Mi girai e vidi una ragazza. Una ragazza mai vista prima.
“Ehm sì?” Una ragazzina piuttosto bassa con i capelli che arrivavano alle spalle, lisci e castani. Gli occhi erano verdi, contornati da un’ombretto azzurro. Aveva addosso un giaccone grigio, piuttosto pesante, dei pantaloni neri e delle converse bianche. Una ragazza carina tutto sommato. "Avrà sui 16 anni".
“Tu sei Niall Horan?” Disse lei con un tono speranzoso. “Chi mai mi cercava? Era uno scherzo di Adela?
“Sì, sono io.” Mi girai lentamente verso Adela per vedere la sua espressione. Ma era anche lei perplessa.”Ok non è un suo scherzo”. La ragazzina si illuminò.
“Tu chi sei?” Chiesi.
“Sono Jessica Mason” La guardai stranito.
“No, non mi conosci o almeno credo. Però io ti conosco! E anche bene!” “Una stalker?” Fu il primo pensiero che mi venne in mente. Alla frase di Jessica Adela iniziò a ridere. “Avrà pensato ciò che ho pensato io
 Jessica la fulminò con lo sguardo ma, dopo neanche un secondo, si portò le mani alla bocca, come se stesse chiedendo perdono.
“Oh, però non sapevo che tu fossi fidanzato” La vidi divenire paonazza, ma Adela appena finito di ridacchiare disse
“No, io non sono la sua ragazza. Siamo solo amici” Ecco la dura e triste verità.
“Già” Dissi, lasciando trasparire leggermente la mia tristezza. Forse non ero ancora completamene convinto di non potere avere una storia con Adela.
“Qui-quindi sei single?”
“Sì” Dissi freddamente.
“Vo-vorresti iniziare a frequentarti con me?” Ma sempre qui al fiume accadono certi incontri?
“Ehm, io non saprei..” Ma in quel momento Adela mi spintonò via
“Certo che vorrebbe!” Disse tutto d’un fiato sorridente come non mai. “Eh?
“Da-davvero? Allora ecco!” Mi porse un bigliettino con un numero sopra scritto di fretta a biro.
“Questo è il mio numero! Spero in una tua chiamata! Ciao!” e la ragazzetta corse via entusiasta.
“Ciao!” Le urlò Adela sorridente. Appena fu abbastanza lontana le dissi
“Adela?! Ma che cosa fai?!”
“Cosa? Non sei felice? Ora ti senti con una ragazza così graziosa!” Disse allargando il braccio verso l’esterno come per indicarla.
“Ma chi ti ha detto che voglio iniziare a frequentarmi con lei?! A me non piace!” Certo potrà essere una ragazza carina però ho già Adela in mente e non mi sembra leale. Anche se questo non posso dirglielo.
“Ma io ti vedo triste Niall! Voglio che tu sia felice! E cosa c’è di meglio di una ragazza che possa amarti?” Credo si riferisse a se stessa, alla sua incapacità di poter amarmi.
“Vuoi davvero che io sia felice?”
“Certo! Tu sei importante per me” A quelle parole l’abbracciai dolcemente
“Come si fa a non amarti Adela?” Le sussurrai all’orecchio.
“Però devi farlo Niall. Io..”
“Ok. Lo so. Ma ora stai zitta.” La strinsi più fortemente. Sentii le lacrime salirmi. “è il momento di dimenticarti. È il momento che tu per me diventi solo un’amica
“Niall..” Mi sussurrò all’orecchio
“Io credo che tu e lei sarete perfetti insieme” Mi sentii stringere da lei. Sentii la sua testa appoggiata al mio petto. Le accarezzai i ricciolini.
“Però promettimi che ci sarai sempre per me” Mi disse malinconicamente. Lei ora non ha che me.
“Sempre” Si staccò leggermente da me e mi diede un bacio sulla guancia. Sciogliemmo l’abbraccio e andammo da Starbucks a prenderci la cioccolata. Era la prima volta che non avevo fame. Non riuscivo a mangiare nulla. Passammo la giornata a scherzare e a ridere come sempre, come se non fosse successo nulla. Arrivai a casa e mi buttai sul letto. E iniziai a pensare a Jessica. “Le devo dare un’opportunità. In fin dei conti andare dal ragazzo che ti piace e dichiararsi richiede tanto coraggio. Forse gli piaccio davvero..” Arrossii.
Presi il cellulare, digitai il numero e la chiamai. Al terzo squillo rispose.
“Pronto, sono Niall Horan”
 

*Messaggio Autrice*
 
Ed ecco che finisce il nono capitolo!
Wow! :D
E finisce con Niall che chiama una ragazza che non è Adela ! Q_Q
Vabbeh.
Voglio delle recensioni! :3 Voglio sapere cosa ne pensate!
Comunque sì mi piace far incontrare i personaggi al fiume! xD
p.s. che ne pensate di Jessica? :o
With Love, F.
 

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Capitolo 10
*** Ho fatto un Errore? ***


 Niall*
 
“Pronto, sono Niall Horan”
“Niall! Non sai da quanto aspettavo che tu mi chiamassi! Stavo quasi per rinunciarci”
“Ma tranquilla, ti avrei chiamata in qualunque caso, e poi cosa te lo fa pensare?”
“Beh, insomma, tu sei Niall Horan, il ragazzo più bello che ci sia, è ovvio no?!” “Il più bello che ci cia?!” A quelle parole iniziai a ridere.
“Tu sei Jessica Mason e sei la più carina, ti avrei chiamata, stai sicura” Non so da dove abbia tirato fuori quelle parole, forse per ‘il ragazzo più bello che ci sia’ mi ero montato un po’.
“Davvero?”
“Davvero”
Così a chiacchierare e a scherzare. Era facile parlare con lei. Si riesce a parlare liberante di tutto ciò che vuoi che lei riesce a farti sentire a tuo agio. Mi piaceva questa sensazione. Però si fece una certa ora e decidemmo di andare a dormire.
“Ehi Jess è tardi è meglio se andiamo a dormire”
“Già, ehi Niall domani è sabato che ne dici se usciamo?”
“Certo. Dove?”
“Per il centro? Ci vediamo alla piazza centrale alle tre?”
“Certo! A domani Jess buona notte!”
“A domani Niall, non vedo l’ora!”
Riattaccai, mi mangiai qualcosa nella dispensa, mi cambiai e andai a dormire.
Mi svegliai con molta calma. Guardai l’ora. Scesi in cucina e mi mangiai il latte con i cereali. Finita colazione mi feci una doccia e mi vestii per l’appuntamento di questo pomeriggio con una felpa blu notte, i jeans chiari e le supra nere. Mi stesi sul divano e guardai un po’ di tv mentre sgranocchiai qualche spuntino. Non avevo testa per fare pranzo, mi limitai a mangiare un po’ di patatine. Alle due e mezza presi il pullman e arrivai alla piazza verso le tre meno dieci. Ero piuttosto teso. Finchè non la vidi arrivare. Era piuttosto carina. Il giaccone grigio, i pantaloni stile militare e degli stivali alti e neri con delle borchie. Aveva messo un po’ di mascara e dell’ombretto verde. Mi corse in contro sorridendomi. Le sorrisi di risposta. Mi avvicinai e le diedi un bacio sulla guancia.
“Ehi” Dissi
“Ehi!”
“Allora dove andiamo?”
“Facciamoci un giro per le vie del centro, e poi andiamo in qualche parco”
“Come desidera” Mi sorrise soddisfatta e ci incamminammo. Ogni tanto ci fermammo in qualche negozio per provarsi qualche vestito che le sceglievo, dai più assurdi, ai più belli e ai più sexy. Ogni vestito le stava da dio, qualsiasi cosa avesse addosso le sarebbe stata bene, anche un sacco dell’immondizia. “Possibile trovare così facilmente una ragazza del genere?” Impossibile, mi risposi da solo. Eppure nonostante lei fosse così graziosa, così bella, così dolce riuscivo ancora a pensare ad Adela.
Per tutta la giornata parlammo del più e del meno e mi disse che io e lei frequentavamo la stessa scuola, solo che faceva prima mentre io terza, ed eravamo persino nello stesso piano. Era proprio a scuola che lei mi aveva notato, ma non aveva mai avuto il coraggio di venirmi a parlare perché ero sempre con i miei amici, Ed e gli altri. Parlando, passammo per tutte le vie di Londra, finchè non decidemmo di andare al parco. Appena fummo lì ci accomodammo su una panchina, le mie gambe non reggevano più.
“Oggi mi sono divertita, grazie!”
“E di che? Mi sono divertito anche io!” Mi sorrise dolcemente. Notai che piano piano mi si stava avvicinando. Arrivò a due centimetri dalla mia faccia e puntò i suoi occhi verdi nei miei. Mise la sua mano dietro la mia nuca e mi tirò giù, finchè le nostre labbra si toccarono. A quel contatto mi venne in mente in bacio con Adela. Che alla fine non era proprio un bacio, ci eravamo solamente sfiorati le labbra, niente di più. “Perché in un momento come questo mi viene in mente lei?!” No, basta, dovevo cacciarmela dalla testa, e allora che feci? Misi la mano sotto il mento di Jessica e la baciai con più forza e feci incontrare le nostre lingue. Ci demmo tanti piccoli baci finchè non mi scostai leggermente per vederla bene in faccia. Era completamente paonazza e mi guardava con occhi sognanti.
“Niall…” mugolò lei, ma prima che dicesse altro la baciai di nuovo.
Passammo così la nostra giornata, e molte altre e dopo la nostra decima uscita le chiesi di metterci insieme. Stavo iniziando a dimenticarmi di Adela. Era tutto perfetto, proprio come aveva detto la ricciolina.
 
Adela*
 
 
Forse ho fatto un errore?” Ecco cosa continuavo a domandarmi. Ho forse sbagliato a far conoscere Niall e Jessica? Ogni volta che mi appariva questo pensiero lo cacciavo agitando la testa come se servisse per non farlo tornare più. Ma continuava a ripresentarsi sempre più frequentemente. Come hanno iniziato a ripresentarsi i miei incubi. Non mi apparivano più da quando avevo iniziato a stare insieme a Niall, e ora che non era più costantemente vicino a me, stavano tornando a offuscare i miei sogni.
Siccome lui aveva Jessica, ormai, non passava più molto tempo con me, per esempio, nell’ l’intervallo, manciata di minuti che usavo per parlare con lui, andava sempre dalla sua fidanzatina.
Però effettivamente questa non è una sua colpa, in fin dei conti stanno insieme e mi aveva addirittura accennato di andare con lui, ma non mi sembrava il caso.
Invece nei pomeriggi, se loro due non uscivano, Niall veniva a trovarmi ma il so unico oggetto di discorso era Jessica. “Non ce la faccio più” Mi raggomitolai su me stessa, mentre ero seduta sul letto. “Ho bisogno di Niall, del suo calore, dei suoi abbracci..” Con lui tutto era raggiante e divertente e dopo la scomparsa di Eric lui è stata la mia ‘ancora di salvezza’. Anche se da poter salvare è rimasto veramente poco. Mi sono aggrappata con tutta me stessa alla sua figura e, ora che lui non c’è più, sto lentamente andando a pezzi. Sentii le lacrime raffiorare. “Io ero importante per lui, e per l’appunto ERO
Giorno e notte questi pensieri mi affollavano la mente, ma lui ora è felice, felice senza di me e questo era ciò che volevo. O almeno pensavo che fosse che ciò che desideravo.
Feci un sospiro profondo, mi asciugai quelle poche lacrime che erano scivolate per il mio viso e presi il cellulare. Chiamai Niall. Una, due, tre, quattro volte, ma non rispose una sola volta. Così gli mandai un messaggio con scritto
 
Hey Niall, vorrei parlarti un giorno di questi e magari uscire insieme, come i vecchi tempi!
 
Già i ‘vecchi tempi’. Stanno insieme da poco più di due mesi e a me sembra siano passati anni. La sua assenza è lacerante, crea un vuoto dentro me… Persino più incolmabile rispetto a quella che mi lascò Eric.
“Maledetti ragazzi” Appena lo pensai sentii lo squillo del cellulare che indicava un nuovo messaggio. Mi illuminai a quel rumore. Presi il cellulare e vidi che era da parte di Niall
 
Hey Adela! Mi piacerebbe davvero molto parlarti, però questa settimana devo uscire con Jessica tutti i giorni, sai così vedo cosa vuole per San Valentino!
 
Tra qualche giorno era san Valentino. Le festività precedenti le avevo passate in solitudine, mentre lui se le godeva con la sua nuova ragazza. Continuai a rileggere il messaggio, sperando che le parole potessero cambiare e lui mi dicesse che era disponibile per uscire con me. Bene, allora farò sì che lui mi venga a cercare come l’ultima volta. “Forse ho sbagliato a farli incontrare” Pensai per l’ennesima volta mentre un’altra lacrima solcava il mio viso. "Sono felice per loro, però.."
 
*Messaggio Autrice*
Ed eccomi qui! :D
Nel primo pezzo della FF si parla del primo appuntamento con Jessica (che oltretutto io stessa odio) e nel secondo della disperazione di Adela.
Ma quando mai questa ragazza non è disperata? Quando è con Niall :3
Ammetto di averlo scritto frettolosamente! E si capisce abbastanza! Perdono! ( Ed è addirittura corto! :S)
Voglio recensioniiiii ><
With Love, F.

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Capitolo 11
*** La Nostra Promessa ***


Adela*
 
Niall continuava a rifiutare ogni mia richiesta di uscire assieme? Bene, avrei trovato io il modo per farlo venire da me senza nemmeno domandarglielo.
Così non andai a scuola per due intere settimane e solo allora Niall si degnò di calcolarmi mandandomi un messaggio.

Ehi Adela, non stai bene? Perché non vieni a scuola?
 
Snobbai completamente il messaggio “Non si degna minimamente di venirmi a trovare, una volta sarebbe venuto correndo da me, dopo neanche un giorno di assenza” Pensai malinconicamente. Dopo svariate ore mi arrivò un altro messaggio sempre da parte sua.
 
Potresti anche rispondermi eh! Se c’è qualcosa che non va dimmelo!
 
Sta volta venni tentata di rispondergli ma mi trattenni e lo snobbai un’altra volta. Nell’arco di due giorni mi mandò decine e decine di messaggi chiedendomi sempre il motivo per cui non rispondevo e se fossi arrabbiata con lui. Finalmente ottenni il messaggio che tanto desideravo.
 
Ora mi sono stufato! Domani, dopo scuola vengo a casa tua così ci parliamo faccia a faccia!
 
Non gli risposi. Mi sentivo soddisfatta. “Finalmente” A quel messaggio sorrisi. Certo, forse mi ero comportata un po’ da stronza ma avrei fatto di tutto per poterlo vedere anche solo una volta, sfiorarlo, anche un poco. Non stavo più nella pelle per l’imminente incontro, tanto che la notte non riuscii a dormire. Il giorno seguente decisi di non rimanere in casa. Doveva raggiungermi, e se veramente mi conosceva si sarebbe diretto lì. Mi truccai leggermente con un’ombretto azzurro cielo e del mascara. Mi misi una felpona spessa blu notte, dei jeans neri e gli anfibi, dato il luogo in cui mi dirigevo. Uscii di casa e notai che tutto attorno a me era bianco. Eravamo quasi a marzo e aveva nevicato? Poco male, mi piaceva la neve. Presi il taxi che mi lasciò in aperta campagna. “So bene dove dirigermi” Seguii il piccolo sentiero, che poteva essere notato solo da chi era abituato a dirigersi lì, attraversai il piccolo ruscello, che tra parentesi era gelato, e mi diressi nel ‘nostro luogo’. Non ci ero mai andata di inverno, tanto meno con la neve. Era stupendo anche imbiancato. Notai subito qual grande albero che si ergeva in mezzo alla piccola radura, sotto la quale qualche mese prima mi ero stesa assieme a Niall. Mi sedetti lì sotto e iniziai a guardarmi attorno. Ero abituata a venirci in compagnia, e stare seduta qui da sola mi dava un senso nostalgico e di inquietudine. “Tanto non starò sola per molto, tra poco arriverà Niall..” Al pensiero arrossii.
Piano piano mi rendevo conto dei veri sentimenti che provavo verso Niall. Alla fine me ne ero sempre accorta, solo che mi sembrava impossibile innamorarmi dopo ciò che era successo e non davo molto peso a ciò che provavo. Però, vorrei chiarirmi con Niall. Certo si potrebbe pensare “Cazzo ma proprio ora che Niall ti stava dimenticando e che aveva finalmente trovato una ragazza d’oro?” ma io risponderei di sì, proprio adesso, perché si dice che sia la lontananza a farti capire l’importanza di una persona. Mi ero già accorta prima dei miei sentimenti, ma non pensavo fossero così forti. Mentre pensai feci dei cerchi sulla neve, congelandomi così il dito. Sentii qualcosa di gelato poggiarsi delicatamente sulla mia mano. Alzai gli occhi e notai che stava iniziando a nevicare. Amavo quei teneri fiocchetti che scendevano elegantemente giù dal cielo. Venni interrotta dal mio stato di ammirazione quando sentii un rumore in lontananza, come di qualcosa che veniva pestato. Mi illuminai “Niall”. Aspettai sotto l’albero e da un cespuglio vidi spuntare una chioma bionda. Iniziai a sorridere e alla vista di lui le mie guance si infiammarono. Quando lui si accorse della mia presenza mi venne incontro mostrando quel suo sorriso perfetto
“Adela!” Urlò.
“Niall!” Gli urlai a mia volta, alzandomi e correndo verso di lui. Mi stavo per buttare tra le sue braccia quando vidi spuntare dagli alberi una testolina castana “NO!”. Mi bloccai di colpo e vidi Jessica uscire dagli alberi e borbottare
“Ma in che cavolo di posto sono?!” Fulminai con lo sguardo Niall.
“Che ci fa lei qui?” Dissi freddamente.
“Come cosa ci fa? È la mia ragazza e l’ho voluta portare con me” Gli feci un sorriso palesemente finto, uno di quelli di cui pure lui si sarebbe reso conto della falsezza. Alzò un sopracciglio e mi disse
“Che c’è?”
“Che c’è osi chiedermi? Lo stai osando davvero?” Iniziai la frase con un tono normale della voce, fino a raggiungere un urlo talmente forte che mi avrebbero sentito persino fino al centro di Londra.
Lui mi guardò come se non avesse compreso. Sentii calde lacrime salirmi. Non volevo che LEI mi vedesse piangere.
“Davvero? Davvero non mi capisci più Niall?” Dissi con voce rotta. Le lacrime iniziarono a sgorgare e a rigarmi il viso.
“Adela, io non…” Lo guardai afflitta. Alto tradimento.
“Tu sai cosa significa per me questo posto, tu lo sai bene, eppure ci hai portato LEI” Dissi urlando quando dissi la parola ‘lei’. Jessica si girò e mi fulminò con lo sguardo.
“Bene, non solo rompi la nostra promessa, ma addirittura porti una ragazza nel nostro luogo, grazie, grazie davvero”
“Io..” Ma non riuscì a finire la frase che scappai via in preda alle lacrime. Non vedevo niente, avevo la vista offuscata, ma avrei preferito perdermi nel bosco piuttosto che rimanere in presenza di quei due là.
Stavo correndo da circa dieci minuti, quando non ebbi più fiato in corpo e mi fermai. Lì, in quel posto desolato e vicino al nulla piansi tutto ciò che potevo, travolta dal dolore. Quando non ebbi più lacrime mi sedetti sulla neve e mi guardai attorno. Perfetto ero in mezzo al bosco in un luogo sconosciuto. Tanto che mi importava? Quell’unica persona con cui ero riuscita a instaurare un rapporto mi aveva appena tradito. Mi alzai in preda all’ira e urlai. Tanto nessuno qui mi avrebbe sentito e iniziai a sfogarmi sgolandomi con frasi che gli avrei voluto dire in faccia, ma che non ne avrei mai avuto il coraggio di pronunciarle di fronte a lui.
Sei uno stronzo! Come hai potuto farmi questo?! Io ti odio! Ti odio! TI ODIO!” Caddi in ginocchio e fissai la neve che era davanti a me con occhi spenti. Mi sembrava di morire. Di nuovo.
IO TI AMO, CAZZO!” Buttai il viso nella neve. Iniziò a pizzicarmi per il freddo. Se fossi rimasta qui sarei potuta morire. Tanto meglio, non sarei mai mancata a nessuno. Mi girai e guardai il cielo.
“Fottuto cielo che hai il colore uguale ai suoi occhi” sbraitai. Mi portai le mani al viso. Sentii il cellulare squillare. “Giusto, avevo un cellulare” Straziata com’ero dai miei pensieri me n’ero addirittura dimenticata. Lo tirai fuori e nella schermata apparve un numero sconosciuto. “Magari sono i miei, meglio non farli preoccupare
“Pronto?”
“Ehi sgualdrinella” Riconobbi quella voce, era quella di Jessica.
“Mi sa che hai sbagliato numero tesoro, forse volevi chiamare tua madre?” Nessuno poteva darmi della sgualdrinella, men che meno lei.
“Oh, oh, oh, ma quanto siamo simpatiche oggi. Volevo soltanto dirti che io so tutto”
“Tutto cosa? Sentiamo un po’ le stronzate che dici”
“Come siamo spiritose, comunque parlo di te, di come troieggiavi alle medie insieme alla tua amichetta Alexis, di quando stavi assieme ad Eric ma soprattutto di come lui, per colpa tua, sia morto” Cosa? Lei come fa a sapere tutte queste cose? Mi bloccai, non mi uscivano le parole di bocca.
“Pensavi che nessuno più si sarebbe ricordato di te? Sciocchezze! Ah, tesoro sappi che so anche di quanto tu sia innamorata di Niall, ma non sai quanto mi dispiaccia, perché sai? Lui sta con me!” La sentii sghignazzare dall’altro capo del telefono.
“Ah e un’ultima cosa, se speri di poterlo conquistare, pensi davvero male, lui non ha che occhi che per me,ciao ciao sgualdrinella, a mai più!” Riattaccò. Rimasi immobile con il cellulare attaccato all’orecchio. “Ma che diavolo?”. Io odio quell’oca di Jessica Mason, eccome se la odio.
Brava stronzetta, mi hai appena dato un motivo in più per vivere, far sì che tu rimanga sola come un cane”. Ora non avrò il minimo scrupolo, farò di tutto per riprendermi Niall. L’unica cosa che in passato, cioè quando mi ero accorta dei miei sentimenti, avrebbe potuto bloccarmi era proprio lei, non avrei mai voluto che soffrisse, ma adesso le cose erano cambiate e per te, tesoro, erano cazzi amari. Presi il cellulare e ,grazie al gps che avevo scaricato, ritrovai la strada per tornare a casa.
Appena fui al calduccio, accolta dal tepore della mia dolce casetta, mandai un messaggio a Niall
 
Ehi, vorrei parlarti, questa è l’ultima possibilità che ti do per poter chiarire con me. Domani alle quattro presentati sul lungofiume, da solo. E per da solo intendo dire che non puoi portare nemmeno Jessica, nel caso non l’avessi capito. Ti aspetterò per DIECI minuti, se non ti presenterai in quell’arco di tempo fa già che cancellare il mio numero. Baci, Adela.
 
*Messaggio Autrice*
Ho scritto molto velocemente ciò che riguardava i ‘sentimenti di Adela’, perché poi in futuro ne parlerò più approfonditamente.
Boh, spero vi sia piaciuto il capitolo.
Ma quanto odio Jessica (?)
Sì, l’ho fatta appositamente odiosa, in modo che voi condividiate l’odio che provo nei suoi confronti con me (Muahahahah)
Recensioniiiiiiiiiii :D
With Love, F.

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Capitolo 12
*** Ti Amo ***


Adela*
 
Premetti il tasto e inviai il messaggio. Certo, provavo ancora rancore per aver portato Jessica nel ‘nostro posto’, però questo non era il momento adatto per essere arrabbiata con lui. Passai il resto della giornata stesa sul divano a fissare il fuoco del camino zampillare e a pensare alle parole che avrei dovuto dirgli domani. Travolta dalla stanchezza, per aver passato la notte precedente in bianco, mi addormentai sul divano. Il giorno seguente mi alzai, lievemente stordita, e mi feci un lunga doccia calda, con ieri avevo fatto ‘indigestione’ di freddo. Ovviamente anche oggi non andai a scuola, tanto un giorno in più o un giorno in meno non mi faceva molta differenza.
Mi misi una maglia di lana lunga, arrivava fino a metà coscia, di color beige. Misi dei leggins marrone scuro/nero e delle converse beige, alte e con il pelo all’interno. Successivamente pranzai con un semplice piatto di pasta e un po’ di insalata. Appena finii guardai l’ora: le tre. Spalancai gli occhi e con una velocità inaudita ripulii i piatti e le pentole e mi andai a truccare con un leggero eyeliner marroncino glitterato e del mascara nero. Appena fui pronta uscii di casa e per prima cosa mi saltò all’occhio lo strepitoso aumento di livello della neve. “Sta notte avrà nevicato” Pensai. Chiamai un taxi e mi feci lasciare vicino al fiume. Ci misi un bel po’ ad arrivare fin qui, siccome le strade erano gelate. Presi il sentierino e arrivai al lungofiume. Mi sedetti a terra, non curante della neve, dando le spalle al sentierino, in modo tale da poter ammirare il fiume. Mi misi ad aspettare. Guardai l’ora: le quattro in punto. Non ero mai stata così puntuale. Iniziai a giocherellare con il lembo della mia manica cercando così di ammazzare il tempo. Successivamente guardai il fiume che scorreva tranquillamente. Mi girai verso il sentierino ma non vidi nessuno muoversi lì attorno. Sbuffai.
Lo sguardo si alternava tra il fiume e il sentiero, non riuscivo a fare una cosa per più di dieci secondi. La noia e la tensione mi stavano straziando. Guardai l’orologio: le quattro e sette.
Mancavano tre minuti, solo tre minuti. “E se lui non venisse?” Certo che sarebbe venuto! Lui ci teneva a me! “Chi te l’ha detto?” Lui, me l’ha detto lui. “E se fosse stata una bugia?”.Rimasi a bocca aperta. “Se tutto ciò che mi avesse detto fosse stata una semplice bugia?” No, lui non è fatto così. “Tu sai com’è fatto veramente?”. Portai le mani al viso e sentii le lacrime salirmi. Erano le quattro e nove minuti e lui non era lì vicino a me. Trattenni le lacrime e portai i capelli indietro, in modo tale che non mi finissero sul viso. Presi il cellulare e iniziai a fissare l’ora, le quattro e dieci. “Vabbeh, aspetto, il tempo scade quando arriva a e undici” Continuai a fissarlo aspettando, e credendo fermamente, che lui mi stringesse da dietro, ma niente. L’uno prese il posto dello zero. Le quattro e undici. Sentii le lacrime sgorgare dagli occhi. Erano silenziose. Mi asciugai quelle piccole gocce che mi rigavano il viso, nonostante non si decidessero di smettere di scendere.
Feci un respiro profondo, mi alzai e mi diressi verso la strada. Aspettai che un taxi passasse. Appena vidi la macchina gialla avvicinarsi alzai il braccio per chiamarlo. Il taxi si fermò davanti a me. Vidi una persona incappucciata pagare e scendere dal taxi. Aveva una felpa nera, dei jeans chiari e delle converse nere con i lacci bianchi. Alzò il viso in modo tale che lo vedessi. Quegli occhi.
“Niall” sussurrai. Lui si illuminò. Avevo ancora le lacrime che uscivano prepotentemente dagli occhi. Mi buttai su di lui, stringendolo fortemente. Lui contraccambiò l’abbraccio e mi accarezzò dolcemente i capelli.
“Sono le quattro e diciotto” Dissi facendo sprofondare il viso nel suo petto.
“Scusa, le strade erano ghiacciate e i pullman non passavano”
“E sei venuto” Dissi tra un singhiozzo e l’altro con la voce rotta.
“Ne dubitavi?” Disse rivolgendomi il suo splendido sorriso.
“Ehi Adela, togliamoci da qui, Jess non sapeva che sarei uscito con te e non deve saperlo. Andiamo sul lungofiume” Annuii e gli presi la mano, intrecciando le nostre dita, e conducendolo sul lungofiume. Appena arrivammo lui mi lasciò la mano, un senso di solitudine mi attraversò.
“Perché?” Dissi indicando la mano.
“è meglio così, nel caso ci vedesse potrebbe pensare male” Lo fulminai con lo sguardo.
“Che pensi pure male, non mi interessa. Tu ora sei qui con me e voglio che tu ora ti comporta come ti sei sempre comportato con me, Jessica non ti deve influire in questo modo” Dissi con tono scazzato mentre presi la mano. Lui sbuffò spazientito e intrecciò le sue dita con le mie, arrossendo un poco.
“Come vuoi tu” Gli sorrisi vincente. Lui ridacchiò un poco alla mia espressione e si fece serio.
“Comunque perché non stai più venendo a scuola?”
“Per attirare la tua attenzione” Dissi come se fosse ovvio. Lui arrossì violentemente e mi guardò stranito.
“E perché mai?”
“Mi chiedi pure il perchè? L’ho fatto perché così ti saresti reso conto di me. Niall, tu passi tutto il tempo con Jessica! Mi stai mettendo in disparte!”
“Scusami, ma sai, io sto con lei, è ovvio che passi la maggior parte del tempo in sua compagnia!”
“La maggior parte del tempo? In questi ultimi due mesi quante volte ci siamo visti? Nemmeno una!” Sbraitai.
“Sc-scusa, hai ragione ti ho messo in disparte”. Disse grattandosi il collo.
“Già, però hai rotto la promessa..” Mi girai dandogli le spalle e guardando il flusso del fiume, ma sempre stringendogli la mano.
“Scusa” Mi abbracciò da dietro e mi schioccò un bacio sulla guancia. Sorrisi dolcemente. “Devo dirglielo”. Mi girai e gli buttai le braccia al collo, mentre lui mi stringeva per la vita “Chiunque ci avesse visti avrebbe pensato a noi come a una coppietta innamorata”. Puntai gli occhi nei suoi color cielo. Sorrisi lievemente.
“Niall, io ti amo”
 
*Messaggio Autrice*
Dan dan daaaaaaaaaaaaaaan ‘-‘
Ma chi se lo sarebbe mai aspettato? (Tutti)
Ed ecco che così finisce il dodicesimo capitolo! :3 Mi dispiace per il ritardo! ><
Questa storia è agli sgoccioli. Infatti ne ho scritta una su quel faigone di Zayn :3
Beh ecco cosa voglio io? Recensioniiiiiii, sìììììììì :’D
Un bacione grosso e al prossimo capitolo!
With Love, F.

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Capitolo 13
*** Confusione ***


Adela*
 
“Niall, io ti amo” Dissi arrossendo violentemente e sorridendogli dolcemente. Lui mi guardò perplesso.
“Co-cosa?” Anche lui divenne paonazzo in viso.
“T-ti amo” Mi guardò spaesato, come se non comprendesse le parole che gli stavo dicendo.
“Scusami se te lo dico solo ora” Abbassai lo sguardo.
“Non scusarti, non scusarti mai di provare dei sentimenti. Però Adela io sto con..”
“Lo so” Lo interruppi. Non volevo che pronunciasse il suo nome.
“Non te lo sto dicendo perché voglio qualcosa da te, te lo dico solo perché io voglio che tu lo sappia. Voglio che tu sappia che per me sei importante, sei unico e nessuno ti potrà mai sostituire, nessuno Niall”
“Sono più importante di Eric?” Mi guardò sicuro che rispondessi con un no secco. Distolsi gli occhi dai suoi e mi guardai intorno, per cercare le parole da pronunciare. Appena le trovai tornai a guardare i suoi stupendi occhi.
“Non vi ho mai paragonati. Io, lui l’ho amato subito, anche prima che mi dicesse il suo nome, è stato così importante, è stato il primo ragazzo che io abbia amato e dopo che lui scomparve io mi perdetti, è come se io fossi morta con lui quel giorno..” Feci un attimo di pausa e lo guardai dolcemente.
“..Però tu, tu mi hai fatta tornare a VIVERE, mi hai fatta tornare a sorridere, tu sei riuscito a regalarmi dei momenti indimenticabili, sei riuscito a farmi innamorare di te, delle tue parole, dei tuoi piccoli gesti, sei riuscito a farmi innamorare di te nonostante fosse l’unica cosa che non volessi. Niall tu sei riuscito a far tornare ad amare un rottame come me! Te ne rendi conto? Quindi se tra voi due devo decidere chi è più importante, beh… Niall, sei tu” Gli vidi una lacrima scendere, seguita subito da un’altra e un’altra ancora. Gliele asciugai accarezzandogli il viso. Lui mi guardò. Aprì leggermente la bocca ma non uscirono parole, nemmeno un verso, niente. Puntai gli occhi nei suoi cielo. Successivamente gli guardai le labbra. Mai avevo desiderato tanto qualcosa, mai.
“Scusami, so di aver detto che non volevo nulla da te, ma a quanto pare non è vero” Gli sussurrai. Non disse nulla. Gli sfiorai le labbra con l’indice. Lui si morse il labbro. Mi avvicinai lentamente a lui e feci sfiorare le nostre labbra. Lui ancora non si mosse e quindi ne ‘approfittai’. Premetti dolcemente le mie labbra alle sue. Allontanai leggermente le mie labbra dalle sue e gli misi le mani nei capelli. Lo ribaciai, schiudendo la bocca e facendo incontrare le nostre lingue. Lo sentii stringermi per la vita. Sembrava una stretta disperata, come se mi avesse desiderata da sempre e ciò comportò dei baci più passionali. Rimanemmo così, a baciarmi per troppo poco tempo, per i miei gusti, ma mi dovetti staccare. Sentivo le lacrime di Niall che rigavano anche le mie di guancie. Scostai il mio viso dal suo e sciolsi l’abbraccio. Niall stava piangendo.
“Niall..” Bisbigliai. Lui si accovacciò a terra mettendosi le mani sul viso. Mi accovacciai vicino a lui. Quanto avrei voluto poterlo consolare.
“Adela..” Fu la prima cosa che disse dopo avergli detto ciò che provavo.
“Perché ora? Perché non prima? Io sto con J..”
“Lo so, scusami. Giuro che non mi vedrai più, lo prometto” Dissi la frase ridacchiando istericamente, perché ero sull’orlo del pianto. Gli diedi una pacca sulla spalla.
“Addio Niall” Non pensavo sarebbe stato così difficile, così doloroso. Pensavo che Niall sarebbe stato subito mio, pensavo… Beh, avevo pensato male, e ora il dolore lacerante che si espandeva nel mio petto ne era la dimostrazione. “In fin dei conti è tutta colpa mia, avrei dovuto chiarire tutto sin dall’inizio..” Jessica aveva vinto. Non sarebbe rimasta sola come un cane, ma cosa più importante era riuscita ad avere gli occhi di Niall sempre e solo puntati su di lei. Scappai via da lui. Dove ero diretta? Nemmeno io lo sapevo.
 
Niall*
 
Adela aveva detto di amarmi!” sì, ma io stavo con Jessica. Feci un respiro profondo. Riuscii a placare le lacrime e i singhiozzi. A quanto pare era bastato vedere una volta Adela che i sentimenti che provavo nei suoi confronti sono riaffiorati prendendo posto prepotentemente nel mio cuore. È come se nel mio cuore ci fosse scritto il suo nome e io, per rimpiazzarla, ci avevo dato una mano di bianco sopra, scrivendoci il nome di Jessica. Però ora Adela con un suo semplice sorriso, un semplice sguardo, un tocco era riuscita a cancellare il nome di Jessica e far riapparire il suo. Oggi era meglio se non fossi venuto qui, era meglio se l’avessi lasciata perdere. Magari ora sarei stato nelle braccia di Jessica. Come posso pensare a lei dopo averla tradita? Dopo aver ammesso a me stesso di amare un’altra? Non lo so nemmeno io..
E per di più sta sera sarei dovuto andare a casa sua. Siccome i suoi erano andati a farsi una vacanza per il loro ventesimo anniversario di matrimonio io e lei volevamo approfittarne per… Dormire assieme. Sì, ‘dormire’.
Io con che faccia mi sarei presentato davanti a casa sua? L’ultima cosa che avrei voluto era quella di vederla soffrire, per colpa mia. Lei che non sa niente, che non c’entra niente. Come ho potuto innamorarmi di un’altra? Mi alzai e con sguardo spento mi diressi verso la strada dove chiamai un taxi che era lì di fronte. Tornai a casa e mi feci una doccia. Ripensai su cosa avrei dovuto fare con Jessica quella sera. Dirle tutto? Nemmeno per sogno. L’opzione migliore sarebbe stata quella di far finta di nulla. Finii di lavarmi e mi vestii. Feci cena in completo silenzio, e stranamente mangiucchiai solo una fetta di carne.
Finito salutai i miei, ai quali avevo detto che sarei andato a dormire da Ed, e mi diressi da Jessica.
Erano le 9 e 30 e mi trovai davanti a casa sua, insicuro di suonarle e salire o andarmene e rinviare il tutto. Non feci in tempo di prendere una decisione che lei uscì di casa e mi si buttò in braccio.
“Niall” Trillò stritolandomi. Le sorrisi dolcemente e le accarezzai i capelli. “No, non sarenno mai belli quanto 'quei' ricciolini” Scossi leggermente la testa, pensieri fastidiosi.
“Perché non mi hai suonato? Chissà per quanto sei stato fuori al freddo! Per fortuna ti ho visto dalla finestra”
“Tranquilla sono appena arrivato” Dissi sorridendole. Lei mi sorrise di risposta e mi prese per mano.
“Vieni, entriamo in casa” Mi trascinò fino dentro. Mi staccai da lei e appoggiai il mio giubbotto all’attaccapanni.
“Ho scelto un film perfetto per sta sera” Mi disse tutta contenta, mentre ci dirigevamo in camera sua. Ci accomodammo sul letto e accendemmo la tele e Jess fece partire il DVD. Un film perfetto? Era il film più palloso che avessi mai visto in tutta la mia vita. Uno di quei soliti film americani in cui c’è la solita sfigata che si innamora del figo e per lui cambia e diventa figa, lui si innamora di lei e vissero per sempre felici e contenti. Mi sono sempre categoricamente rifiutato di vedere tale spazzatura. “Avrei preferito di gran lunga mangiare dei pop corn e guardare dei film splatter/ horror insieme ad Adela”. Ok, era la seconda volta che comparavo Jessica ad Adela in una sola serata e le aveva vinte tutte la ricciolina. “Maledizione.. Pensa a Jessica!
Riuscii a sopportare a malapena metà film. Stufatomi iniziai ad accarezzare la mano di Jessica, la quale si girò e tirò fuori il suo sorriso smagliante. Successivamente le misi una mano sul fianco (Eravamo entrambi stesi a pancia in giù sul letto).
“Vorrei guardare il film” Mi bisbigliò ridendo.
“Preferisci il film a me?” Feci l’offeso. Riuscii a far finta di nulla, riuscii a non pensare eccessivamente ad Adela e a ciò che era successo e a concentrarmi su Jessica. Bene.
“Mmm scelta difficile” Disse facendomi l’occhiolino.
“Ah sì?” Dissi facendola girare a pancia in su e mettendomi su di lei. Iniziai a farle il solletico.
“S-smettila cretino!” Mi urlò tra una risata e l’altra.
“Solo se ammetti che io sono meglio del film”
“O-ok, s-sei meglio del film!” Smisi di farle il solletico e mi stesi affianco a lei. “Sì potevo farcela a concentrarmi su Jessica”. Lei si avvicinò a me e iniziò a baciarmi. Prima dei piccoli e dolci baci, poi lentamente aumentavano di passione. “Questo bacio, me ne ricordava un altro, uno di cui avevo sempre sentito la necessità..” Mi staccai da lei per guardarle gli occhi verdi. Lei mi sorrise maliziosamente e si mise su di me, togliendomi la maglietta. Riprese a baciarmi. “Questi baci…” Poi mi vennero in mente l’immagine e le sensazioni che avevo provato nel bacio di quel pomeriggio. Allora avevo la pelle d’oca e le farfalle nello stomaco. Era stato il bacio migliore della mia vita. Lo avevo desiderato così tanto. Poi vidi due occhioni blu, con qualche ricciolino nero davanti e un sorrisino strafottente, ma allo stesso tempo malizioso. “ADELA”. A quel pensiero spalancai gli occhi di colpo, e vidi Jessica staccarsi da me e sfilarsi la maglia. Rimase in reggiseno. Non riuscivo più a reggere la situazione. Lei che mi spogliava, mentre io riuscivo solo a pensare ad Adela.
Questo pomeriggio, quando io e Adela ci eravamo baciati, avevo sentito così tante emozioni dentro di me, tanto sconosciute quanto belle. In quel momento mi sembrava di toccare il cielo con un dito. E adesso? Adesso che stavo per farlo con la mia ragazza che emozioni stavo provando? Nessuna, un bel niente di niente, se non si contava il rimorso e la tristezza per non essere al fianco della persona che amavo. “Basta, devo porre fine a tutto questo” Ok, i sentimenti che provavo per Adela erano indissolubili e non riuscivo più a contenerli. Prima la faccio finita con Jessica meno soffrirà.
“Jessica..” Bisbigliai. A quanto pare non mi sentì, perché iniziò a trafficare con i bottoni dei miei pantaloni.
“No, Jessica” Dissi con tono forte e sicuro. Lei mi guardò stupita.
“Che c’è Niall?”
“C’è che non posso farlo”. Tutta la sicurezza che fino a un attimo fa avevo tirato fuori era andata a farsi fottere. Lei mi guardò con espressione interrogativa e si mise a scrutare il mio viso, come per capire che problema avessi.
“Se non te la senti di farlo, non importa. Certo potevi anche dirlo prima, mi sto facendo la figura della ninfomane” Disse ironicamente.
“Non intendevo di non farlo, cioè sì…” Mi guardò.
“Vuoi o non vuoi?!” Stava iniziando ad irritarsi. Era una dall’irritazione facile, lei.
“Non voglio, ma non è questo il punto, il fatto è che… Io, non riesco più a reggere questa situazione. Mi dispiace.”
“Che situazione? Niall non riesco a capirti!”
“Io amo Adela”.
 
 
*Messaggio Autrice*

Buonazeeeeeera :3
Ed ecco che Adela riesce ad aprirsi e a dire i suoi sentimenti *--*
E Niall dice a Jessica di amare Adela.
MUAHAHAHAAH TI STA BENE STRONZA! (piccolo sclero)
Oltre a questo chiedo infinitamente perdono perché avevo detto che aggiornavo ieri D:
Perdono! D:
Poi non vorrei rattristarvi con questa notizia, ma….
Ecco non so come dirlo…
Il prossimo capitolo è l’ultimo :’(
Mi mancherà tanto Adela ><

Però finalmente potrò dedicarmi a continuare le altre due FF!
La prima è: You make me smile
La seconda è: Tranquillo, ci sono Io qui con Te
Spero ci facciate un salto! :D
Beh al prossimo capitolo! :3
Baci, F.

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Capitolo 14
*** Promettimi che non mi lascerai MAI ***


Niall*
 
“Io amo Adela” Pronunciai quelle parole tutto d’un fiato. Sentii la guancia pizzicarmi e iniziò a dolermi. Mi aveva tirato uno schiaffo. Era comprensibile.
“Non dirlo mai più!” Mi urlò in faccia. Aveva gli occhi lucidi e da un momento all’altro sarebbe esplosa.
“Mi dispiace, ma è la verità…” Si portò le mani al viso e iniziò a singhiozzare. Mi infilai la maglietta.
“C-come..” Sussurrò a malapena, ma riuscii a sentirla.
“Cosa?”
“Come fai ad amare quella e non me?!” Disse tra un singhiozzo e l’altro e dicendo ‘quella’ come estremo disprezzo.
“Non lo so, semplicemente la amo”
“Perché tu… Tu non sai che ha fatto!”
“Che ha fatto?” La guarda spaventato, “Che le sia accaduto qualcosa?
“Quella sgualdrina… ha ucciso il suo ragazzo” Disse. Alzò gli occhi e li puntò nei miei. Nel suo sguardo si poteva percepire solamente il disprezzo che provava nei confronti di Adela.
“Vorresti per caso essere tu la sua prossima vittima? Vorresti morire per mano di quella puttanella da quattro soldi?! Si dice pure in giro che la dia via come il pane, bella ragazza di cui ti sei innamorato, magari adesso si sta scopando uno, tu che ne sai?” Nel sentirla pronunciare quelle parole avvampai. Le presi i polsi e la sbattei sul letto. Iniziai a stringere ancora più forte le mani. La sentii gemettere dal dolore.
“N-Niall, mi fai male..” A quelle parole esplosi.
“Ti faccio male?! Davvero? Ne sono felice, sai lei sta male ogni volta che qualcuno che la tratta in questo modo, le persone come te sono riuscite a farla convincere di aver seriamente ucciso il suo ragazzo! E poi tu, non osare mai più chiamarla sgualdrina o anche solo insultarla in qualsiasi altro modo. Hai capito?!” Le strinsi ancora più forte i polsi. Le vidi uscire delle lacrime dagli occhi, probabilmente per il dolore. La lasciai andare e notai i lividi violacei che le avevo lasciato “Forse ho esagerato..” Mi girai dall’altra parte. Non avrei voluto vedere mai più una persona spregevole come lei. Andai all’ingresso e mi misi di fretta il giubbotto. Tempo neanche due secondi che vidi Jessica venirmi incontro. Mi si buttò contro di peso morto facendomi barcollare.
“No, ti prego non te ne andare, ti perdonerò tutto, TUTTO! Ma tu rimani qui con me” Disse mentre mi piangeva addosso.
“No, non rimarrò. Ho scoperto che persona sei e ora non c’è niente che mi possa trattenere qui. La Jessica che mi piaceva era solo un’illusione, non era mai esistita veramente. Ma ora ti ho capita veramente. Bene, Jessica io me ne vado. E non provare mai più a insultare Adela” La fulminai con lo sguardo.
“Niall..” Bisbigliò.
“No! Niall un cavolo! Tu mi fai schifo! Non ho mai conosciuto persona più spregevole di te!” Me la staccai di dosso con fare poco delicato e me ne andai via. Appena uscii notai che si accasciò a terra in preda ai singhiozzi, ancora in reggiseno e pantaloncini.
Non me ne fregava nulla di lei, ora il mio pensiero fisso era, ed è sempre stato, Adela.
Iniziai a correre. Dove?Ovunque fosse stata Lei.
Appena fui fuori dalla casa notai che stava piovigginando. Guardai il cielo, in attesa del passaggio di un taxi, e vidi delle nuvole nere e pesanti che non annunciavano nulla di buono. “Perfetto, non poteva scegliere momento migliore”. Vidi un taxi e alzai il braccio per attirare l’attenzione. Salii e diedi al taxista le indicazioni. Ero diretto a casa sua. In meno di dieci minuti fui lì davanti. Pagai e andai a suonare al campanello. Nessun segno di vita. “Cazzo”. Suonai ancora, ancora e ancora. Girai attorno la staccionata. Nessuna luce accesa. “Perfetto, non è casa” Mi girai verso la strada. “Il taxi se n’è pure andato. Prima che ne passi un altro..” Mi girai un po’ attorno. Non c’era segno di anima viva. Allora iniziai a correre. “Probabilmente è al fiume..”. A vista d’occhio si vedeva crescere d’intensità il livello della pioggia. Quando fui più o meno al centro di Londra iniziò a diluviare forte. “Poco male, ero già fradicio dalla testa ai piedi”. Mancava poco per raggiungere il fiume, dovevo solo attraversare un piccolo parco. Non ce la facevo più, ero stremato. “Da quanto correvo?” Troppo, troppo tempo. Mi fermai su una piccola panchina del parco, che all’oscurità della notte non riuscivo a riconoscere. Mi girai un po’ intorno mentre riprendevo fiato. Notai una figura seduta su una panchina, poco distante dalla mia.
Quei ricci bagnati…” Un’allucinazione? Quando la riconobbi mi catapultai da lei, non facendo molto caso al fatto di essere stremato e alle gocce che prepotentemente mi bagnavano il viso. Alla vista di lei le lacrime si mescolarono alla pioggia, rendendo la mia vista offuscata.
“A-adela?” Questa alzò la testa per vedermi meglio. “Sì è lei”.
“Niall? C-che ci fai q-qui?” Tremava, anche lei era bagnata dalla testa ai piedi. La presi per mano e la condussi verso la strada dove ‘grazie a dio’ c’era un taxi. Ci salimmo e andammo a casa di lei. Per tutto il tragitto non spiaccicammo parola. Arrivammo a casa sua e ci entrammo.
“Accomodati pure” Disse prima di sparire in bagno. Ritornò con due asciugamani.
“Tieni, anche se non credo bastino, vuoi farti un bagno per caso?” Mi parlava senza guardarmi negli occhi, come se fosse in imbarazzo. Li teneva fissi sul panno che aveva in mano. Non potevo sopportarlo, mi alzai, le presi il viso e lo tirai in alto, in modo che mi guardasse.
“Guardami” Lei rimase stupefatta dal mio gesto e incrociò il mio sguardo per appena qualche secondo e poi lo riabbassò.
“N-non posso” farfugliò e si allontanò da me.
“Basta comportarti così” Sussurrai. Non potevo stare senza il suo contatto. Le presi il braccio, la tirai a me e la strinsi. All’inizio era rigida, ma poi si sciolse e si strinse a me. Iniziò a singhiozzare facendo sprofondare il suo viso nel mio petto.
“Perché lo fai?” Disse tra un singhiozzo e l’altro.
“Perché ti amo” Dissi con voce ferma e sicura. In quel momento smise di singhiozzare e mi guardò negli occhi incredula. La strinsi ancora più forte e avvicinai il mio viso al suo e le guardai le labbra. Non potei che sorridere a quella vista “Finalmente”. Posai le mie labbra sulle sue. A quel contatto sentii i brividi, lo stesso fu per lei che la vidi tremare un poco. Iniziammo a baciarci con sempre più foga. A un certo punto si staccò da me e mi guardò. Era completamente rossa per l’imbarazzo, non potei che ridere.
“Cosa ridi cretino!” Disse scherzando e tirandomi un pungo sul braccio.
“C-comunque… Come mai questo cambiamento? Cioè Jess..” No, non poteva dire quel nome così la interruppi con un altro, piccolo, bacio. La fece diventare ancora più rossa. Le presi il volto tra le mani e la guardai dritta negli occhi.
“Non dire mai più quel nome. Io sono qui con te, amo te, non pensare a lei” Lei si sciolse leggermente e mi mostrò il suo meraviglioso sorriso.
“Ok, ora però vatti a fare un doccia in quel bagno, mentre io vado nell’altro. Ti ricordo che siamo ancora fradici” Ora che me lo aveva detto iniziavo a sentire freddo.
“Ok” Dissi e poi gli stampai un bacio in fronte. E mi andai a fare una bella doccia calda. Dopo nemmeno dieci minuti uscii con solo un asciugamano legato in vita. “I vestiti sono bagnati, maledizione” Mi metteva soggezione andare in giro per casa di Adela con solo un asciugamano addosso. Andai i camera sua e mi stesi sul suo magnifico letto ad aspettarla. Dopo una buona mezz’ora la vidi entrare nella stanza, anche lei con solo il telo addosso. Alla sua vista divenni paonazzo e lei ebbe la mia stessa reazione.
“S-scusa, ho i vestiti asciutti nell’armadio” Disse passandomi davanti.
“Io non ho proprio vestiti asciutti” Lei scoppiò a ridere.
“Non pensare di andare in giro per casa mia solo con un asciugamano” Disse lanciandomi un paio di boxer.
“Perché? Sono così dannatamente sexy” Lei scoppiò a ridere.
“Sì certo, sogna Horan, sogna”
“Questo mi offende mia cara Young” Lei mi fece la linguaccia.
“Ma cosa più importante perché hai dei boxer nel tuo armadio?”
“Per i miei amanti che credi?” La guardai storta.
“Non mi pigli per i fondelli, signorina” Lei mi guardò leggermente imbarazzata.
“Che vuoi? Sono comodi!” Scoppiai a ridere. Quale ragazza avrebbe mai potuto portare dei boxer? Chi se non quella strana ragazza chiamata Adela.
“Io vado in bagno a mettermi il pigiama, tu cambiati pure qui” Uscii di stanza e mi infilai le mutande. Erano un po’ strette, ma meglio di niente. Dopo poco rientrò con il suo solito pigiamone e si buttò sul letto dove già c’ero io steso.
“Rieccomi, mancata?” Disse scherzosamente.
“Troppo” Dissi guardandola dolcemente e accarezzandole i capelli. Eccoli, quegli unici capelli che potevo e volevo accarezzare. Lei mi sorrise dolcemente e appoggiò la faccia sul mio petto.
“Niall” Disse puntando i suoi occhi blu nei miei.
“Dimmi” Le baciai delicatamente la fronte.
“Mi prometti una cosa?”
“Certo, tutto pur che ti renda felice” Le dissi sorridendole dolcemente.
“Promettimi di non andartene mai, rimani per sempre vicino a me. Promettimi di non morire” Chiunque di fronte a quella frase avrebbe riso, ma io no. No, perché sapevo cosa volesse dire per lei.
“Sarei un pazzo a lasciarti. In passato l’ho fatto, ti ho abbandonato ma ti prometto che d’ora in poi non ti libererai mai più della mia presenza. E sai perché?”
“Perché?” Disse lei guardandomi divertita.
“Perché ti amo”
“Anche io ti amo”Disse accomodandosi su di me. E così si addormentò.
 “Giuro, non ti lascerò mai più” Le sussurrai mentre lei, ormai, era nel mondo dei sogni.

FINE 

*Messaggio Autrice*
*Piange senza un minimo di contenimento*
Ok, su Fede calmati! È solamente finita la tua FF!
Calmati un corno!!!!
Ed ecco che vi annuncio la fine della mia FF! *piange*
Uff, mi ero affezionata alla loro coppia TT_TT
Beh, spero che la storia vi sia piaciuta!
Spero anche che continuiate a seguirmi!
Ho altre due FF!
Prima: You make me smile
Seconda: Tranquillo, ci sono Io qui con Te
Behhh, ditemi come avete trovato questa storia con una bella recensione! Ci terrei tanto! uwu
Un bacione, F.

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