L'altra faccia della medaglia

di Kaileen_FF
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Una scommessa persa ***
Capitolo 2: *** 2- Novità e... Scontri ***
Capitolo 3: *** 3- Altra sfida, altra scommessa ***
Capitolo 4: *** 4- (S)Toccata e fuga a Mezzanotte ***
Capitolo 5: *** 5- Processo e sentenza ***
Capitolo 6: *** 6- Il re dei Grifoni e la principessa delle Serpi ***
Capitolo 7: *** 7- Una giornata da incubo ***
Capitolo 8: *** 8- Fraternizzare con il nemico ***
Capitolo 9: *** 9- SOS Emergenza Parenti ***



Capitolo 1
*** 1- Una scommessa persa ***


cap 1 Ciao a tutti! questa è la mia prima fanfiction... Se riuscite ad arrivare alla fine del capitolo mi ritrovate lì ...

Disclaimer: i personaggi della fanfiction, purtroppo, non sono miei... Questa storia non è scritta a scopo di lucro

L’altra Faccia della Medaglia
Capitolo I
Una scommessa persa

Le giornate, sempre più corte, si avviavano all’inverno e, pian piano, tutto il parco attorno al imponente castello medievale aveva perso i caldi colori autunnali e l’immenso bosco sembrava ora una pallida distesa di antichi alberi spogli ed indifesi, che si stagliavano come ombre scure sul cielo plumbeo, ormai prossimo alla pioggia. Quell’atmosfera, all’apparenza triste e solitaria, era animata da un allegro vociare proveniente dallo stadio di Quidditch, nel quale era in corso l’ennesima sfida tra le due case rivali da secoli: Grifondoro e Serpeverde.

Dopo qualche minuto di gioco le sorti della partita pendevano nettamente a favore dei grifoni che, forse troppo sicuri della vittoria, si erano rilassati, lasciando all’avversario l’occasione di una rimonta.

“… Siamo 70 a 50 per i Grifondoro, ma sembra che i Serpeverde si stiano impegnando davvero infatti ecco Montague segnare un nuovo punto per quelle odiose Serpi…”

Dagli spalti degli interessati piovve una raffica di insulti diretti alla povera cronista di quella partita, che di amichevole aveva solo il nome. Dopo una rimonta di tutto rispetto, i Serpeverde stavano iniziando a dare del filo da torcere agli avversari ricorrendo, senza mezzi termini, a falli molto violenti; da parte loro i Grifoni non erano da meno.

“… Accidenti, quel bolide deve aver fatto male alla povera Weasley… Ragazzi, non si è mai vista una partita più agguerrita di questa… La situazione è ancora di parità… 90 a 90…”

Il motivo di tutto ciò era una banale scommessa fatta con i Serpeverde qualche giorno prima…

Draco Malfoy, insieme alla sua reale corte, si trovava a gironzolare nei corridoi quando, per puro caso, si era imbattuto nei suoi amati nemici di sempre: Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger.

“Chi si vede: Lo Sfregiato, Lenticchia e La Mezzosangue… Vedo che il trio Miracoli è ancora integro, anche se ancora per poco...” ghignò il biondo provocandoli.

“Povero, illuso Furetto! Pensi che il tuo caro paparino venga a vendicarsi perché ho ucciso il suo migliore amico?! O, che sbadato: non può perché è ad Azkaban a far compagnia ai dissennatori! Chissà che sua moglie non lo vada a trovare presto…” replicò il moro con tono duro.

“Come osi parlare così dei miei genitori?! Non permetterti più Potter o giuro che te ne pentirai, e non sarai il solo…” lo minacciò Draco indicando i suoi amici.

“Tu fai del male a loro e te la dovrai vedere con me!”

“Uh! Che paura, mi tremano già le gambe!”

“Malferret, facciamo un patto: se non sbaglio tu muori dalla voglia di umiliare i Grifondoro, giusto?”

“Ovvio, ma dove vuoi arrivare?”

“Semplice, una partita a Quidditch, chi perde dovrà svolgere tutti i compiti assegnati dalla casa vincitrice per un mese… O fino a che non venga fatta un’altra scommessa”

“Ci sto Potter! E prega di prendere il boccino, altrimenti desidererai non essere mai nato!” concluse Draco stringendo la mano di Harry e fulminandolo con lo sguardo.

Già, tutta colpa di una stupida scommessa e di lì a poco sarebbe successo il finimondo.

Per tutta la partita il boccino non si era visto, i due cercatori si libravano a mezz’aria scrutando con un occhio il campo e con l’altro il nemico, per cogliere ogni suo minimo movimento. Dopo un clamoroso goal di Ginny Weasley, coperto dalle urla di gioia dei Grifoni sugli spalti, un debole luccichio dorato fu scorto da Draco e da Harry che, nello stesso istante, si gettarono in picchiata all’inseguimento del boccino d’oro.

“…Siamo 100 a 90… Ecco, Potter e Malfoy si sono mossi, accidenti, che velocità, se continuano così si schianteranno sicuramente…” dopo quel commento poco rassicurante da parte della cronista Luna Lovegood, i due ragazzi rialzarono il manico della scopa appena in tempo, prima di tornare di nuovo all’inseguimento della pallina dorata. Parecchi spintoni dopo un ghigno si dipinse sulla faccia dell’algido biondino e sugli spalti vi furono due reazioni praticamente opposte: i Grifoni spalancarono gli occhi e la bocca increduli, mentre i Serpeverde si lasciarono andare in urli di gioia, invadendo l’intero stadio per portare in trionfo i loro amati giocatori.

Dopo essersi cambiato Harry raggiunse i suoi amici.

“Ma cosa ti è saltato in mente?! Ma perché per colpa vostra dobbiamo andarci di mezzo tutti?! Ma dico, non potevate insultarvi, picchiarvi, ammazzarvi a vicenda?!” la voce, o meglio le urla, di una arrabbiatissima Grifondoro di nome Hermione Granger raggiunsero le orecchie del moro e, prima che lui potesse meditare un piano per darsela a gambe, lei era già lì pronta a prenderlo a pugni, se non fosse per il suo migliore amico che le teneva ferme le braccia, impedendole di avvicinarglisi. “Hai idea di quello che ci chiederanno di fare Malfoy & Co.? Prega di non trovarti solo con me, perché se no dovrai implorarmi di non farti del male invece che per i compiti!” gli urlò dietro la Grifona. Ma come si dice: parli del diavolo e spuntano le corna; difatti proprio in quel momento apparve Draco Malfoy con il suo solito ghigno.

“Caspita, Potter! Non avrei mai detto che ti saresti fatto mettere i piedi in testa da una Mezzosangue! Però la Granger non ha tutti i torti, vi aspettano cose terribili in questo mese.” e, così come era arrivato, se ne andò lasciando i tre sull’orlo di una crisi nervosa.

Lentamente i ragazzi si diressero sconsolati alla torre, preparandosi a vivere quei trentun giorni, che si preannunciavano molto, molto lunghi.

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I miei più sentiti grazie per essere arrivati alla fine del primo capitolo... Un grazie ancora più grande a chi mi lascerà un piccolo commentino... Critiche e consigli sono più che ben accetti: sono ancora alle prime armi... 

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Capitolo 2
*** 2- Novità e... Scontri ***


cap 2

Capitolo II

Novità e… Scontri

Nella sala comune dei Grifondoro, la luce del pallido sole invernale entrava dalle ampie vetrate preannunciando un lunedì mattina molto pesante per i poveri abitanti della torre, che si erano trovati coinvolti in una scommessa tra Draco Malfoy ed Harry Potter. Il Bambino Sopravvissuto se ne stava seduto sulla poltrona vicino al caminetto, preoccupandosi della salute mentale del suo migliore amico, infatti Ron stava andando su e giù dalla stanza da parecchi minuti borbottando frasi incomprensibili; un buona mezz’ora dopo il rosso sbottò in direzione delle scale del dormitorio femminile: “Miseriaccia! Ma quanto tempo ci mettono a vestirsi?!”, Harry, con molta calma, rispose che probabilmente le due ragazze stavano per arrivare e, visto che l’amico non si calmava, gli chiese se andasse tutto bene.

 “Cos’ho?! Ma ti si è fuso il cervello?! Hai idea di quello che ci faranno oggi quelle maledette Serpi?! Tutta colpa della vostra stupida scommessa!”

Se in quel momento non fosse arrivata una raggiante Ginny Weasley a separare i due ragazzi, sarebbe scoppiato un vero pandemonio.

“Alla buon ora!” esclamò Harry divertito salutando la sua ragazza con un bacio.

“Dov’è ‘Mione?” chiese Ron impaziente di andare a fare colazione.

“Era dietro di me… Ma… Dai Herm, scendi… ” disse la rossa in direzione dell’amica.

Poco dopo Hermione fece capolino timidamente dalle scale e lasciò i due ragazzi letteralmente a bocca aperta: indossava una gonnellina nera, appena sopra al ginocchio, che lasciava in bella vista le lunghe gambe fasciate in un paio di collant trasparenti, sopra il candido colletto della camicia risaltava sul maglione nero con lo scollo a V, che fasciava le morbide forme della ragazza. Già il cambiamento nel vestiario non poteva passare inosservato, ma la vera bellezza della fanciulla era il viso: morbidi boccoli color caramello le scendevano lungo le spalle, incorniciando le gote leggermente arrossate, gli occhi d’oro, sottolineati da una sottile linea di matita nera, avevano un che di rassicurante e misterioso e in quel momento fissavano nervosi la sala; mordicchiandosi il labbro inferiore e tormentandosi le mani aspettava un qualsiasi commento da parte dei suoi amici. Ma niente: se ne stavano lì fermi immobili a guardarla, poi, ripresisi dalla momentanea trance, Ron ed Harry esclamarono all’unisono: “Wow, Herm!”.

“Certo che una parola in più potevate usarla…” li rimproverò Ginny sorridendo verso il suo operato decisamente riuscito, “Herm, sei semplicemente stupenda… Anche Malfoy cascherebbe ai tuoi piedi!” concluse poi aspettando la reazione dei due ragazzi a quelle parole, essa infatti non si fece attendere.

“Cosa?! Hermione, cambiati subito, neanche voglio pensare cosa potrebbe farti quella brutta Serpe!” esclamò il rosso.

“Giusto!” Harry diede man forte al suo amico.

“Primo: non sei mio padre, Ronald! Secondo: decido da sola come vestirmi!” la ragazza si era un tantino arrabbiata dalla reazione dei due e così, prendendo la borsa e dando un bacio a Ginny sparì oltre il ritratto dicendo: “Io vado in biblioteca… Ci vediamo a lezione, non fate tardi!”

Minuti o forse ore aveva passato a passeggiare tra quegli immensi scaffali pieni di ogni genere di libro; quando si accorse di avere solamente un quarto d’ora per raggiungere l’aula di pozioni afferrò i pesanti tomi che aveva scelto e, dopo averli mostrati a Madama Pince, la bibliotecaria, si avviò di corsa giù per le scale, sperando con tutto il cuore che queste non decidessero di spostarsi all’improvviso: fortuna vuole che rimasero al loro posto, permettendo alla ragazza di iniziare una corsa a perdifiato verso i sotterranei. Nel mezzo del buoi corridoio Hermione andò a sbattere violentemente contro qualcosa di duro, che la fece finire a terra sparpagliando i suoi preziosi libri per il pavimento.

Il qualcosa in questione era niente meno che Draco Lucius Malfoy: il bello e dannato di Hogwarts; il ragazzo se ne stava lì immobile ad osservarla, china a raccogliere libri e pergamene.

“Scusa, io non ti avevo proprio visto…” mormorò Hermione alzandosi.

“Granger, attenta a dove vai… Qualcuno potrebbe non essere così magnanimo come il sottoscritto…” ghignò Draco divertendosi a guardare l’odio misto a disprezzo affacciarsi sugli occhi della ragazza “Già che ci sei, portami i libri in aula…” aggiunse poi il ragazzo per provocarla.

“Scordatelo Malferret, io non c’entro con la vostra stupida scommessa…” rispose Hermione oltrepassandolo, ma lui le afferrò un polso e la schiacciò contro la fredda parete del corridoio.

“Granger, Granger, Granger… La scommessa vale per tutti… Quindi o fai quello che ti dico o potrei anche arrabbiarmi…” la minacciò lui a pochi centimetri dal viso della ragazza.

“Malfoy, non mi fai paura… E, dato che non sono una delle solite oche che ti scaldano il letto, saresti pregato di lasciarmi andare se non vuoi ritrovarti Schiantato contro al parete o con un livido sulla faccia… Ti ricordi del terzo anno vero?! Un’altra cosa, non intendo ne portarti i libri ne tanto meno esaudire altri tuoi, come dire, desideri…” Con uno strattone si liberò dalla presa del biondino e se ne andò in classe lasciandolo lì a fissare il muro e a maledirsi per averle lasciato l’ultima parola.

Ma che gli era preso? Nessuno poteva parlare così ad un Malfoy e passarla liscia.

"Gliela farò pagare, molto cara!" disse una vocina nella testa del biondo “Si, sarà divertente umiliare quella orgogliosa Grifondoro"  continuò risvegliando il senso di vendetta del ragazzo.

"Ammettilo, però: vestita così è proprio irresistibile..." questo pensiero si fece strada nella mente della serpe.

"Sveglia Draco, irresistibile la Granger?! Ma ci sei o ci fai?!” si rimproverò il ragazzo, continuando, però, a immaginarsi la scena di prima.

Riscossosi da suoi pensieri non proprio consoni ad un Malfoy, entrò in aula e, insieme ai Grifondoro iniziò a preparare l’ennesima pozione complicata che il professor Piton gli aveva assegnato per quella lezione.

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Sinceramente non è che mi convinca molto questo capitolo... è un po' monotono... però,  prometto che mi faccio perdonare! considerate questi due come una sorta di prologo... la storia vera e propria deve ancora iniziare!
Passiamo ai ringraziamenti (non sapete quanto volevo scrivere questa frase hihi)

8marta8 grazie... ma non saranno le Serpi a punire i Grifoni... (purtroppo ndA)....
magicrossy certo che la mando avanti.... lieta che ti piaccia!
DamaArwen88 grazie dell'incoraggiamento... cmq anke io spero che Herm faccia felice lo zio Voldie... Harry per i miei gusti è un po' troppo sfig... pardon sfortunato! un bacio
DumbledoreFan dato che è la mia prima storia, non sapevo se i personaggi fossero in o ooc, allora ho messo l'avvertimento... poi però  diventeranno più OOC... (zitta fra! nn devi dire niente, se no rovini la sorpresa! ndLa mia coscienza!)... per quanto riguarda Harry... si è un po' impulsivo, doveva liberare la rabbia repressa, però... povero ragazzo, sempre al centro dell'attenzione! Grazie ancora!
meli_mao Grazie per il consiglio... qui ho descritto hermione.... cm ti sembra? già mi lecco i baffi per quando descriverò quell'angioletto dalle ali nere alias Draco.
giuliastarr davvero scrivo bene?! grazie grazie grazie!
Shavanna grazie... Ma povere Serpi... JKR non le fa mai vincere... Almeno io dovevo dare un po' di soddisfazione a mister_ uso_ unto_ al_ posto_ dello_ shampoo Piton...
Ancora grazie a tutti!!!! Me lo lasciate anche qui un commentino?

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Capitolo 3
*** 3- Altra sfida, altra scommessa ***


cap 3

Capitolo III

Altra sfida, altra scommessa

Quel giorno si rivelò inaspettatamente, o forse è meglio dire velenosamente, dolce per i Serpeverde che, con ghigni strafottenti, si divertivano ad impartire i compiti più disparati ai Grifondoro i quali, volenti o nolenti, dovettero sottostare al volere delle Serpi.

Le lezioni proseguirono fino a metà mattina in un clima di relativa tranquillità, eccetto i quotidiani insulti tra il Trio Miracoli e la corte del Principe di Serpeverde, ma si sa che tirando troppo la corda, questa si rompe: difatti, alla fine di un’estenuante compito di Trasfigurazione, la tensione era ancora palpabile nell’aria e, complici i nervi a fior di pelle degli studenti in rosso e oro, mancò poco che si scatenasse una rissa vera e propria nel bel mezzo del corridoio.

Fortunatamente, però, tutti gli studenti riuscirono ad arrivare incolumi all’ora di pranzo.

All’interno della Sala Grande il solito allegro vociare degli studenti faceva da cornice alle quattro lunghe tavolate, colme di ogni ben di Dio ma nonostante la volta incantata che si apriva in un profondo azzurro rischiarato da pallidi raggi di sole, lungo tutto il tavolo di Grifondoro, si alzava un cupo borbottio fatto di velati insulti al Bambino_per_ora_Sopravvissuto, che ora era diventato il bersaglio di molti sguardi assassini da parte dei suoi compagni del settimo anno; al contempo, dalla parte opposta della grande sala da pranzo, tra i verde e argento, Draco Malfoy e il suo seguito di oche e gorilla stavano sghignazzando per il racconto delle loro geniali trovate per “torturare” i Grifoni.

Harry tentava di distrarsi concentrandosi sull’invitante piatto di pollo e patate che aveva davanti per ignorare la sua tanto_bella_quanto_loquace_ ragazza che gli stava facendo una completa descrizione del regalo che avrebbe desiderato per Natale, mentre Ron era sul punto di mettersi in ginocchio ai piedi della sua migliore amica, implorandola di fargli copiare i compiti di Pozioni e Storia della Magia.

“No, no e no! Ma quando ti deciderai ad aprire quel benedetto quaderno e a prendere degli appunti?! No, Ronald, la risposta è ancora no!” sbottò Hermione all’ennesima richiesta del rosso, che cercava con gli occhi l’aiuto del suo migliore amico che, intelligentemente, aveva capito che era meglio non contraddire la ragazza quando aveva quel cipiglio da McGranitt.

La Grifona si alzò, nonostante non avesse ancora toccato cibo, ma venne bloccata da una fredda mano che l’aveva afferrata per il braccio, si voltò, trovandosi a faccia a faccia con un Serpeverde, moro, dagli occhi blu notte, che la guardava con disprezzo, così come i quattro compari che si era portato dietro.

“Zabini, sei pregato di lasciarmi all’istante.”, che non si dica che Hermione Granger fosse maleducata ma, dopo mezza giornata con i nervi a fior di pelle, sapeva che al primo insulto sarebbe data in escandescenza.

“Mezzosangue, primo: IO non prendo ordini da te; secondo: TU farai anche i MIEI compiti…” rispose con il solito tono strascicato la Serpe “…E terzo: passerai del tempo in MIA compagnia”, aggiunse avvicinandosi al viso della ragazza.

Dopo quell’ultima affermazione un gruppo di intrepidi Grifondoro si alzò, minacciando la Serpe che tanto aveva osato contro la loro intoccabile Regina, scatenando l’immancabile ed inevitabile lite di mezzogiorno.

“Basta, bambini!” li interruppe Hermione, risparmiando un bel po’ di lavoro a Madama Chips, visto che, oltre ad Harry e Ron accorsi in aiuto della bella principessa, era arrivato anche il Re dei cattivi.

“Sbaglio o avevo già detto al tuo amico Furetto, che io non avrei fatto i compiti né per lui, né per te, Zabini, e nemmeno per uno di voi due.” Disse indicando prima Malfoy, poi Blaise Zabini e da ultimo Ron ed Harry che stavano già progettando una scusa per estorcerle i temi.

“No, Granger… Vedi, non era una richiesta, bensì un ordine…” la corresse il moro Serpeverde, avvicinandola ancor più a sé.

“Non ti consiglio di avvicinarti ancora a me, o potresti provare la stessa sensazione che ha sperimentato Malfoy al suo terzo anno… Furetto, te lo ricordi, vero?” lo provocò Hermione.

“Quanto mi piace! No! Non mi piace LUI! Mi piace stuzzicarlo!” si auto corresse la sua coscienza.

“Comunque, visto che la vostra stupida scommessa sta creando molti problemi e, siccome questa era valida fino alla proposta di un’altra sfida, ve ne lancio una.” Continuò con tono sicuro la Grifoncina.

“Sentiamo cosa proponi” chiese Draco, facendo un cenno all’amico di allontanarsi dalla giovane.

“Uno contro uno. Potete scegliere chiunque, basta che sia del settimo anno, la stessa cosa vale per Grifondoro, inoltre gli sfidanti si sapranno solo all’ultimo momento. Per quanto riguarda l’arma: bacchetta o spada, a voi la scelta.”

“Spada, anche se sarà difficile per voi procuravene una” ghignò in risposta il biondo Serpeverde.

“D’accordo” Hermione si lasciò sfuggire un piccolo sorriso di vittoria “Alle undici in punto nella Sala d’Armi… Ops, che sbadata, non sapete dove si trova, vero?!” chiese poi, con un tono fintamente preoccupato.

“È l’ultima porta in fondo al corridoio del sesto piano, poco prima delle scale che portano davanti alla Stanza delle Necessità” sibilò Malfoy “Sai, Granger, ci passo molto tempo in quella Stanza” aggiunse con un sorriso malizioso.

“Perfetto, la posta in gioco la decidiamo là… Ora, se non ti dispiace lasciarmi andare, Zabini.” La ragazza lo fulminò con lo sguardo poi, con eleganza, passò davanti ai Serpeverde e, a pochi centimetri dal viso pallido del biondino, gli sussurrò all’orecchio: “Puntuali, Malfoy… Che non capiti come al tuo primo anno…”.

Hermione, senza guardare Harry e Ron, si diresse verso la porta della Sala Grande, diretta in biblioteca.

Poco dopo, all’entrata del suo regno fatto di carta e inchiostro, venne raggiunta dai suoi amici, entrambi con il fiato corto per la corsa.

“Miseriaccia! Ma si può sapere cosa ti è saltato in testa?!” sbottò Ron.

“Oh, andiamo! Harry può dichiarare guerra a Malfoy e io non posso fare altrettanto?! Questa è discriminazione!” disse la ragazza disinvolta, mentre cercava una delle sue solite “letture leggere”.

“Tu sei completamente impazzita… Ma dovevamo intuirlo già dal secondo anno quando abbiamo fatto la Polisucco… Oppure al terzo quando abbiamo fatto evadere Sirius… O ancora quando hai deciso di fondare l’ES…” concluse Potter, elencando le innumerevoli prove della poca sanità mentale della sua compagna, però doveva ammettere che quella dolce fanciulla li aveva tirati fuori dai guai molte volte con le sue brillanti trovate.

“ZITTO! Ma vuoi farci espellere!? E poi, io sto benissimo… In fondo ho solo sfidato quelle innocue Serpi!” continuò Hermione “Poi sarò io a… Come dite voi cavalieri senza macchia e senza paura? Combattere” concluse sfoggiando un sorrisetto da bambina innocente.

“O Santo Merlino!” esclamò Harry praticamente allibito di fronte alle parole della riccia.

“Miseriaccia! Mione, ti rendi conto che, non solo hai definito innocui i Serpeverde, ma hai anche detto che sarai la sfidante di Grifondoro! Chi sei tu?!” Ron era finalmente riuscito a riprendersi dallo shock.

“Sentite, ragazzi: io sfiderò Zabini, o Malfoy, o chi altro per loro… E no, non potete farmi cambiare idea. Ora, voi dovreste fare i compiti, perché non ve li farò copiare…” la Grifoncina considerava praticamente chiuso il discorso, di fatti si sedette ad un tavolo appartato, illuminato dalla finestra, e, aperto un libro, attese che i due ragazzi si mettessero al lavoro.

“Dai, ragazzi. Non preoccupatevi, vi stupirò…” cercò di tranquillizzarli la bella Grifondoro, come se per lei fosse cosa di tutti i giorni organizzare sfide clandestine con i Serpeverde.

Dopo quella frase, non molto rincuorante per i due, Hermione non parlò per molto tempo, immersa com’era nella lettura di un voluminoso libro dalla copertina nera ed impolverata, alzava solo lo sguardo, ogni tanto, per controllare che i suoi amici facessero i compiti e poi, ritornando sulla pagina, vi lesse:

“Le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi, possono essere mangiate, ma anche dare avvio ad un gioco vincente” (Johann W. Goethe)

Sorrise, inconsciamente, pensando che quella frase non poteva essere più vera, nel suo caso: certo, chiunque fosse stato il suo sfidante l’avrebbe sicuramente sottovalutata, e lei avrebbe approfittato di questo.

Contemporaneamente, nei freddi sotterranei, dimora delle Serpi, nella loro Sala Comune, era in corso una accesa discussione su chi avrebbe avuto l’onore di umiliare, per la seconda volta, i Grifondoro.

“Zabini ha portato a questa sfida, dovrebbe essere lui!” celiò una delle molte ragazze seguaci della Parkinson.

“Che cavolata! Tiger o Goyle sono più robusti di lui e con una spada in mano potrebbero sicuramente fare molto meglio di Zabini” commentò un Theodore Nott, che non nutriva un particolare affetto verso il moro, sempre che una serpe avesse sentimenti, ovvio.

“Invece di concentrarci sul fisico, dovremmo pensare a quello che c’è qui…” tutta la sala si zittì a quell’inaspettato commento del Principe che, alzatosi dalla sua morbida poltrona di pelle, si era avvicinato a Nott e gli aveva poggiato un dito sulla fronte.

“Perché, statene certi, chiunque sceglieranno non sarà certo stupido.” Terminò aspirando una boccata di fumo dalla sigaretta che teneva tra le lunghe dita da violinista.

“Sceglieranno di sicuro San Potty…” una ardita voce femminile si era alzata dal gruppo di studenti del settimo lì riuniti, osando contraddire, seppur in modo implicito, le parole di Malfoy e mai nessuno aveva osato tanto, senza ritrovarsi Schiantato.

“Allora, lo affronterò io stesso… Se qualcuno ha qualcosa in contrario…”

Velata minaccia mascherata da un sottile invito ad essere contraddetto, il pane quotidiano di un Malfoy; Draco, vedendo che nessuno parlava, andò nella sua camera pensando, con un ghigno, alla imminente e schiacciante vittoria che, di lì a qualche ora, avrebbe riportato sullo Sfregiato, ignorando però chi sarebbe stato il suo reale avversario.

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Fiori o pomodori? Allora., spero di non averci messo troppo a postare questo capitolo, scritto tutto oggi... E ora passiamo ai ringraziamenti:

DamaArwen88 anche a me piace da morire quella parte... Come già detto pregusto già quando dovrò descrivere Draco... Anche qui Herm aprirà gli occhi! 
8marta8 adoro far parlare da soli i personaggi! Lo ammetto, sono un po' matta, in senso buono!
*AqUa PrInCeSs* personalmente ho sempre pensato che avesse qualche rotella fuori posto... Grazie mille per averla definita addirittura interessantissima!
vivian_black Grazie mille! Spero continuerai a leggere e a commentare!
Shavanna spero ti sia piaciuto questo capitolo, Hermione sta diventando un po' pazza, però a stare vicino a due ragazzi così, sfido chiunque a rimanere sano di mente! hihi (Me perfida!)
meli_mao aspetta, aspetta la descrizione per sbavare! modestamente è la cosa che mi viene meglio, descrivere...
kendra Grazie mille anche a te... continua a leggere, mi raccomando!

Grazie davvero a tutte!!!  Come sempre, vi prego di lasciare un commentino. Le critiche: belle o brutte che siano, sono sempre bene accette, anche perchè devo ancora fare molta strada!
Chiedo umilmente perdono per tutti gli Orrori, grammaticali, ortografici e di battitura, che troverete, al 99%, nella mia Fanfiction;
fatemeli presente, per favore, provvederò a correggerli!

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Capitolo 4
*** 4- (S)Toccata e fuga a Mezzanotte ***


cap 4

Capitolo IV

(S)Toccata e fuga a Mezzanotte

 

Mancavano due ore alla fatidica sfida tra Grifondoro e Serpeverde e, all’interno del dormitorio femminile rosso e oro, il caos la faceva da padrone: i due migliori amici dell’intrepida Regina se ne stavano sdraiati sul pavimento disegnando complicati e impossibili strategie elargendo i loro “alquanto” indispensabili consigli su come affrontare il duello; le compagne di camera della riccia, Lavanda e Calì, minacciavano di strapparsi i capelli a vicenda nell’intento di decidere l’abbigliamento adatto, scegliendo tra la miriade di mini-vestitini sparsi sui letti; Ginny Weasley, imprecando di tanto in tanto per la stupidità ora del suo ragazzo e del fratello ora per le ragazze sopracitate, continuava a chiedere all’amica dove avrebbe trovato una spada e, soprattutto, come avrebbe imparato ad usarla in meno di un’ora.

“BASTA! Smettetela subito! ZITTI!”

La voce di Hermione Jane Granger, in quel momento tutto fuorché dolce e comprensiva, sovrastò l’enorme confusione in cui si trovava la sua povera camera da letto.

“Harry, Ron, grazie per il vostro aiuto, ma credo di sapermela cavare meglio di voi con una spada in mano…”, ad un “ma” sussurrato, i due vennero subito messi a tacere dall’amica con una sola fulminante occhiata.

Hermione, fino a pochi minuti prima stava cercando di rilassarsi ma, nonostante la musica dell’mp3 e la porta in legno massiccio sigillata, le voci dei suoi compagni erano riuscite a farle venire i nervi a fior di pelle.

“Senti, Herm! Secondo te è meglio la mini rossa con il top blu elettrico o gli short bianchi con al maglia arancione? Perché, vedi, l’ho detto a Calì che era meglio al mini ma…” Lavanda Brown, la fidanzata_ancora_per_poco_ di Ronald Weasley, stava elencando gli innumerevoli motivi per cui Lei, Hermione Granger, diligente studentessa di Grifondoro, dovesse indossare dei minuscoli pezzi di stoffa con colori orribili.

“Lav, ascolta: se IO vado vestita così al duello, duro sì e no cinque minuti. Non che non apprezzi il tuo aiuto, ma ho già deciso cosa indossare”.

Che non si dicesse che la Grifona fosse maleducata, ma in quel momento il suo tono lasciava dedurre un solo messaggio: “Parla di nuovo e ti Schianto!”

“Ma davvero, Herm?! E cosa ti metti di bello? Dai, facci vedere così decidiamo come truccarti!” chiesero le compagne di stanza, con un tono da bimbe in attesa dei biscotti, incuranti dei lampi inceneritori provenienti dagli occhi d’oro dell’amica.

“Questi” rispose secca Hermione indicando se stessa: portava una semplice camicetta bianca a maniche lunghe, dei pantaloni stretti beige, che si infilavano dentro ad un paio di stivali marrone scuro, “… E non ho intenzione di truccarmi o di mettermi delle cose orrende in testa, la mia coda alta andrà più che bene!”

“Ma, Herm… Il tuo avversario sarà certamente un ragazzo… Dovresti puntare sul fascino…” le due, quella sera, sembravano decise a fare la fine che sarebbe dovuta toccare a Harry Potter ma, per loro fortuna, un’altra ingenua ragazzina dai fulvi capelli, sembrava decisa a rischiare l’Avada Kedavra al posto loro.

“Mione, ho trovato! Potresti rubarne una dalla Sala d’Armi prima della sfida, così no…”

“NO, Ginny! Non ho bisogno di rubare una spada, te lo devo dire in greco?!”

Hermione stava davvero vedendo il limite della sua, non più infinita, pazienza spandersi come sabbia al vento, ad ogni voce stridula percepita dalle sue orecchie.

“Ma, Herm… Come farai? Malfoy ha detto…” Ronald_Stupido_Weasley aveva l’innata capacità di fare osservazioni talmente idiote, da far invidia a Tiger e Goyle.

“Combatterò con una spada… Ovvio…” tenendo a bada l’istinto omicida nel qual caso qualcuno avesse osato di nuovo proferir parola, aprì il primo cassetto dell’armadio e ne estrasse un involto di velluto blu, scostò i lembi di stoffa e alla vista del suo contenuto la stanza si riempì di “Oh!” meravigliati.

“È un cimelio di famiglia…” spiegò la ragazza mentre, con un gesto fluido e semplice, si rigirava la splendida spada tra le mani, fece scorrere un palmo su tutta la lunghezza della lama, in una lenta carezza, fermandosi sull’elsa, mostrando uno splendido zaffiro intagliato a forma di rosa.

“Questo è lo stemma della mia famiglia… Uno dei miei avi era un conte…” continuò mostrando agli amici la preziosa pietra.

“Sì, Harry, la so usare, anche piuttosto bene a detta del mio insegnante di scherma” continuò anticipando il moro che era rimasto, per l’ennesima volta, stupito dalla sua migliore amica.

“Ora, se sareste così gentili da lasciarmi da sola per un po’… Ginny, vieni a chiamarmi alle dieci e mezza, grazie…” in un velato ordine la Grifondoro aveva praticamente cacciato tutti fuori dalla stanza; dopo aver spalancato le finestre, incurante dell’aria gelida di dicembre, aver lasciato la stanza nell’oscurità, si lasciò cadere sul letto e qualche minuto dopo chiuse gli occhi per cercare di calmare i suoi nervi prima della sfida.

Nei sotterranei, intanto, Draco Malfoy, appena uscito dalla vasca da bagno, si stava vestendo davanti allo specchio, alzò lo sguardo verso al sua immagine riflessa: un angelo dall’anima nera, così lo avevano descritto le ragazze che si alternavano nella sua camera. Agli occhi di uno sconosciuto il Principe di Serpeverde si presentava come un aitante diciassettenne, alto, dai muscoli ben delineati da anni di allenamenti e pelle di candido alabastro, che si intravedeva dall’ampio petto lasciato scoperto dalla camicia di pregiata seta nera, stesso colore dei pantaloni: bello, elegante e Purosangue, in sua parola un Malfoy. Lunghi capelli, simili a fili d’oro bianco, spettinati dalle lunghe dita affusolate da violinista in un gesto dannatamente semplice quanto provocante, accarezzavano il pallido viso, quasi angelico per via di quegli occhi grigi, sulle tonalità del mare in tempesta, profondi e impenetrabili; labbra rosee e perfette completavano quel capolavoro angelico, capaci di far perdere la testa ad ogni essere femminile nelle vicinanze, sapevano anche ferire come il più letale dei serpenti.

Lui, Draco Lucius Malfoy, poteva avere tutto e tutti, tranne lei, la sua bella e intoccabile nemesi, la Regina di Grifondoro e dal Paradiso, quasi sorrise pensando che, con quel completo nero da angelo dannato, anche lei sarebbe caduta vittima di Lui, del suo Peccato.

Prese la spada di suo padre, appoggiata sul letto, tirando qualche fendente all’aria per sciogliere i muscoli: tanto bella quanto mortale, quella lunga lama d’acciaio sembrava un prolungamento del suo corpo, unita ad esso con un’elsa finemente lavorata a forma si serpente con due smeraldi al posto degli occhi.

Nella Sala d’Armi del castello vi era radunata una buona parte del settimo anno di Grifondoro e Serpeverde, che attendeva impaziente lo svolgersi dell’imminente duello. Pochi minuti prima delle undici, Harry Potter si alzò, interrompendo il continuo brusio concitato degli spettatori e, portatosi al centro della stanza, venne raggiunto da Malfoy.

“Draco_Furetto_Malfoy per Serpeverde…Sai che novità!” celiò il moro all’indirizzo dei Grifoni, scatenandone l’ilarità.

“Harry_San_Sopravvissuto_Potter per i Grifondoro… Non me lo aspettavo!” lo scimmiottò il biondino, facendo a sua volta ridere i compagni di Casa.

“Errato, Malfoy, non affronterai me… Comunque, prima le condizioni: se vinciamo lascerete perdere gli insulti fino a Capodanno…” continuò Harry con tono deciso.

“Se perdete…” lo interruppe Malfoy “…Cosa alquanto certa, ci farete da schiavetti… Ora dov’è il mio sfidante?!” terminò impaziente la Serpe.

In risposta ebbe le risatine dei Grifoni e gli undici rintocchi del campanile del maniero, poi gli si presentò d’innanzi una figura poco più bassa di lui, avvolta in un mantello nero.

“Non è corretto celare il proprio volto sotto al cappuccio… Non eravate voi quelli coraggiosi e leali?! Hai forse paura?” ghignò Draco, provocando il suo sfidante, che restò impassibile.

“Malfoy, Malfoy, Malfoy… Non è che provi a provocarmi solo perché sei tu ad avere paura?”

Una dolce voce flautata, appena velata con una nota di ironico rimprovero, raggiunse il biondo che, sorpreso, rise sguaiatamente.

“Voi, avete scelto una ragazzina?! E sentiamo, dolce fanciulla, come pensi di riuscire a sconfiggermi?” chiese tra una risata e l’altra, sfoderando il suo solito sorriso da seduttore.

“Tra poco sarò tutto fuorché dolce, Malferret!” replicò la misteriosa figura in nero, estraendo da sotto il mantello, con fare quasi teatrale, una lunga spada d’argento.

“Uh! Che paura! La gattina ha tirato fuori gli artigli… Ma non lo sai che il veleno della serpe è molto più letale?!” rispose Draco, celando la sua sorpresa dietro al solita maschera di ghiaccio e, con un fendente preciso, strappò la chiusura del mantello che si accasciò al suolo, rivelando una cascata di riccioli caramellati, due occhi d’oro fuso e un ghigno da fare invidia al suo.

“Sorpreso?!” domandò Hermione, dirigendo la lama verso il bel biondo.

“Un po’! Ma, Granger, hai già perso!” rispose lui parando e attaccando di nuovo.

Il colpo sembrò andare  a segno, poiché al ragazza si piegò a terra, ma appena Draco ebbe abbassato la guardia, mirò al suo bel faccino, disegnando un sottile taglio rosso sangue sulla guancia nivea.

“Mossa sbagliata, Mezzosangue!” disse lui facendo saltare qualche bottone dalla camicetta della ragazza che, mostrando una generosa porzione di decoltè, passò al contrattacco, portandosi a pochi centimetri dal viso di lui.

“Però ci sai fare, te lo concedo” soffiò Draco divertito, prima di allontanarsi per parare un affondo di Hermione.

Per mezz’ora continuarono quella sinuosa danza fatta di spade che cozzavano l’una contro l’altra, velocissime, avvicinando i corpi accaldati dei due giovani che si sfioravano in una continua sensuale carezza, scambiandosi sguardi infuocati, in una muta provocazione e sottile malizia.

Con una stoccata, Draco disarmò la ragazza, ormai allo stremo, cingendole la vita con una mano e passandole la lama poco sotto la gola.

“Sei mia, Granger!” sibilò contro il suo orecchio.

“Mai sottovalutare l’avversario, Malfoy!” rispose divertita lei, estraendo un pugnale dallo stivale e puntandolo al fianco del ragazzo.

Si separarono l’uno dall’altra, Hermione andò a riprendere la spada, cercando di recuperare un po’ di forze, scoccò un’occhiata a Draco: il torace avvolto dalla camicia nera si alzava e abbassava in modo irregolare, gocce di sudore gli imperlavano la fronte rendendo umidi i suoi capelli spettinati, il viso graffiato e di un rosa acceso per lo sforzo.

“Ammettilo, è Eros in persona!” stupido istinto, proprio adesso dovevi farti sentire?

“Herm, parliamo di Malfoy!” la ammonì la sua parte razionale.

“Stanca, Granger?!” chiese Draco, notando che anche lei aveva il viso accaldato, le labbra schiuse anelanti di ossigeno e la candida camicia strappata e colorata di rosso in più punti.

“Per niente, D... Malfoy!” rispose lei, malcelando al sua stanchezza.

“Sì, è per questo che lo stavi chiamando per nome!” si tranquillizzò la sua coscienza.

Ripresero il duello, fino a che, attorno a mezzanotte, un rumore di passi affrettati li interruppe; i loro compagni, che stavano osservando rapiti la passione che legava ogni loro movimento, non si erano accorti di nulla.

“Cavolo, è Gazza! Forza, muoviamoci! Fuori di qui, se ci becca siamo finiti!”

Com’era quella frase? Ah, sì: mantenete la calma!

Facile a dirsi, ma quando un vecchiaccio con il suo sacco di pulci significavano solo una cosa, ovvero l’espulsione immediata, la calma andava a farsi un bel viaggetto ai Carabi! Ragazzi e ragazze si accalcarono all’uscita, spintonandosi per darsela a gambe verso i rispettivi dormitori.

Una parola risuonò nella testa di Hermione: “ESPULSIONE”, il suo cervello si mise in moto per cercare un’altra via di fuga e, senza pensarci due volte, afferrò il bel biondo per la camicia e si infilò in uno stretto passaggio dietro ad un’armatura.

Dopo una corsa per tutto il cunicolo sbucarono in un corridoio fiocamente illuminato, si appoggiarono al muro per riprendere fiato ma, un istante dopo, un miagolio li costrinse a riprendere la loro corsa; si rifugiarono in un’aula in disuso e, una volta dentro, si lasciarono cadere sfiniti tra banchi impolverati, convinti di aver seminato Mastro Gazza e la sua fida gatta Mrs Purr.

Hermione, ignorando bellamente le possibili proteste di Malfoy, appena riuscì a reggersi in piedi, prese entrambe le spade e, dopo averle riposte nella sacca di velluto, le nascose in un armadietto, sigillandolo per evitare che qualcuno trafugasse quei  piccolo tesori.

“Non possiamo andare in giro a quest’ora con una spada in mano… E tu, di certo, non puoi tornare nei sotterranei conciato così… Pensa se ti incontrasse Piton…” sussurrò, dopo essersi seduta vicino a Draco.

Gli prese una mano graffiata tra le sue, aspettandosi che il ragazzo la ritirasse con al solita aria disgustata, ma stranamente non lo fece,anzi, si lasciò curare le ferite più profonde da Hermione.

La ragazza finì di medicare il taglio che aveva inferto a Draco sulla guancia, con un sorrisino di vittoria sul volto, quando venne bruscamente interrotta da una viscida voce.

“Bene, bene, bene! Chi abbiamo qui?!”

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Allora... paiciuto? Spero di sì... Visto che ho messo una bella descrizione da urlo del mio del Draco?!

Stasera sono di poche parole... sono le 23.31 e ho un gran sonno... Quindi passo ai ringraziamenti:

Wolly: scusa, non volevo generalizzare, mi sono fatta perdonare con questo capitolo? Per il duello, mi sembrava troppo ovvio uno con la magia...La casa di Slazar la gloria l'ha avuta all'inizio della storia... per par condicio dovevo far splendere un po' la casa di Godric, no?! Grazie per i compliemnti! Un bacio! 
Argentey: spero non ti abbia delusa questo capitolo... Non sai che ridere che ho fatto mentre lo scrivevo! Grazie!
Veronica92: garzieeeeeeeeeeeeeeeeeee!
HermyKitty:  anche a te: grazie tanto!  Si vede che non sono di molte parole, oggi.
8marta8: si corpo a corpo... bell'idea... ci penserò! hihi! Grazie.
AqUa PrInCeSs: allora, piaciuto? visto acnhe qui abbiamo gli angioletti e i divoletti a consgliare i nostri amici!
Shavanna:  sarò un po' lenta di comprendonio e anche un po' assonnata... Ma penso che la FF non ti entusiasmi molto... Spero che questo cap ti sia piaciuto! 
vivian_black: grazie!
DamaArwen88:  graze mille...

Un bacione a tutti

Francy



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Capitolo 5
*** 5- Processo e sentenza ***


Capitolo 5

Capitolo V

Processo e sentenza

La misteriosa figura era rimasta immobile nascosta in un buio angolo dell’aula abbandonata, aspettando con bramosia il momento più opportuno per rivelare la propria presenza, cogliendo sul fatto i due ignari studenti.

“Bene, bene, bene! Chi abbiamo qui?!”

La roca voce dell’inatteso guardiano Argus Gazza ebbe l’effetto di una secchiata di acqua gelida per

Draco ed Hermione, impallidendo visibilmente, guardarono ammutoliti il loro peggiore incubo uscire dal suo nascondiglio di ombra.

“Signor Malfoy, signorina Granger, ora andiamo a fare una bella visita al preside…”

Dopo quella che sembrò loro un’infinità di corridoi, giunsero davanti all’inquietante statua del Gargoyle, posta a guardia dell’ufficio del rettore di Hogwarts.

“Macedonia!”

Al suono della parola d’ordine l’imponente animale di pietra si rizzò sulle zampe posteriori e, spalancando le grandi ali, mostrò una stretta scala a chiocciola che terminava con una sontuosa porta di legno e ferro. Appena entrati nell’ufficio, tutti i quadri dei vecchi presidi si girarono a guardare, pressoché allibiti, gli ultimi sventurati studenti finiti tra le grinfie di Gazza.

“Buon giorno, Mastro Gazza. Cosa la porta qui ad un simile orario?” chiese, cordialmente, Silente, comodamente seduto sulla morbida poltrona al di là della scrivania.

“Signore, verso mezzanotte ho sentito dei rumori provenire dalla Sala d’Armi, poi, non trovandovi nessuno tranne che per un mantello abbandonato in terra, ho ispezionato il resto del castello e, in un’aula oramai abbandonata del terzo piano, ho scoperto il Signor Malfoy e la Signorina Granger...” il vecchio custode iniziò il suo rapporto come se fosse ad un’udienza del Wizengamont “… I due suddetti studenti sono stati sorpresi in atteggiamenti, per così dire, intimi e…”

“Mastro Gazza, la ringrazio per questo suo dettagliato resoconto. Ora può andare a dormire, ha fatto un ottimo lavoro!” Silente aveva interrotto Gazza, che stava sicuramente per elencare le numerose e dolorose punizioni che avrebbe potuto infliggere ai due ragazzi.

“Come vuole, signore. Spero che li punisca in modo adeguato. Buona notte!” dopo un breve inchino di congedo, Gazza uscì dall’ufficio, accompagnato dal miagolio della sua perfida gatta dagli occhi rossi.

“Bene, bene, bene… Ragazzi, siete fortunati che Mastro Gazza sia così, come dire, ingenuo, da credere che proprio voi due…”

“Ma, signore, noi non abbiamo fatto nulla… Stavamo solo…”

“Completando la ronda serale” terminò Malfoy vedendo la ragazza in difficoltà.

“Suvvia! Sappiamo tutti e tre, signor Malfoy, che quel segno violaceo sul collo era, in origine, un taglio, e che la camicetta della signorina Granger non ha perso qualche bottone nella foga di un bacio…” queste parole del preside fecero avvampare la povera Hermione e ghignare compiaciuto il bel biondino.

“Inoltre, non penso che una ragazza vada ad un appuntamento romantico con un pugnale infilato nello stivale…”

“Mezzosangue, sei proprio stupida… Non potevi nascondere anche quello?!”

“Oh, scusa Furetto! Comunque hai appena confermato l’ipotesi del preside, stupido!”

“Attenta, Mezzosangue, o io…”

“Cosa, mi sfidi per farti ridurre uno straccio?!”

“Calma, calma! Suppongo quindi che ci sia stato un duello tra Grifondoro e Serpeverde… Ovviamente questo non è permesso dal regolamento, inoltre siete stati scoperti fuori dal coprifuoco, perciò, ragazzi, dovete essere puniti” possibile che quei due dovevano per forza litigare su tutto?!

“Ma, non eravamo i soli!” tentò Hermione.

“Infatti… C’era tutto il settimo anno!” le venne in soccorso Draco.

“Su questo non c’è dubbio… Ma rimane il fatto che voi siete stai scoperti”

“Non dovrebbero essere i direttori delle Case ad assegnare le punizioni?” rispose la Grifondoro.

“Chiamiamo il professor Piton…” confermò Malfoy, tentando di deviare la punizione in extremis.

“Oh, non ce ne è bisogno, sarò io a darvi la punizione… saprete tutto domattina, o forse dovrei dire tra un paio d’ore. Ora potete tornare ai vostri dormitori. No, non per quella porta, farete prima passando da qui…”

L’anziano preside li fermò, indicando loro una grande porta di legno scuro alle sue spalle, sulla sua cima intagli d’oro formavano una scritta dalla grafia antica e solenne:

Omnia faciliora quam putas et simul difficiliora quam fingis est”

Mentre Draco ed Hermione ne oltrepassavano la soglia, i cerulei occhi del professor Silente li seguirono attentamente attraverso gli occhiali a mezzaluna e, una volta che i giovani furono scomparsi alla vista, un sorrisino si fece largo tra la folta barba bianca del preside.

“Penso proprio che questa punizione servirà di lezione a tutti, una volta per tutte!”

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Chiedo venia per il mostruoso ritardo, ma l'ispirazione sembrava avermi abbandonata e avrebbero dovuto allungarmi le giornate per farmi bastare il tempo.
Comunque, non sono molto contenta di questo capitolo, secondo me è TROPPO corto (lo ammetto) e monotono... Va bhe, la prossima volta spero di fare meglio.
Ora la parte che preferisco: i ringraziamenti.
Wolly, il tuo povero neurono è andato a fare compagnia al mio. Visto che ho cambiato il titolo?! Grazie del suggerimento. Non dispiacerti delle tue recensioni-romanzo, le adoro!
Shavanna, sono contenta ti sia piaciuto il duello...
Hermione17, non si sono messe poi così tanto male... Io darei oro per trovarmi nella stessa situazione di Herm... Comunque, sì, hai fatto centro, li ha beccati Gazza, per fortuna non Piton se no povera Herm!
8marta8, bello, nè?! Come ho detto a wolly, il mio neurone è preticamente svenuto scrivendo la sua descrizione!

Grazie a tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra i preferiti.
Grazie a tutti quelli che leggono, cavolo, non me ne aspettavo così tanti!

Come sempre: lasciate pure un commentino, lungo o breve, bello o brutto che sia...  Mi fate davvero contenta!

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Capitolo 6
*** 6- Il re dei Grifoni e la principessa delle Serpi ***


Cap 6

Capitolo VI

Il re dei Grifoni e la principessa delle Serpi

Timidi raggi mattutini si intrufolavano tra le pesanti cortine del grande letto a baldacchino della stanza, infrangendosi sul viso della bella Grifondoro addormentata; la ragazza, aprendo piano gli occhi, si stiracchiò come un gatto, stringendosi le calde coperte di seta al corpo, per prolungare quella splendida sensazione di tepore che le dava ogni risveglio, ma non appena vide il colore di quelle lenzuola scattò a sedere tra i cuscini, guardandosi attorno: quella non era proprio la sua stanza.

Ai suoi occhi si apriva una splendida camera dal pavimento in granito nero, coperto, vicino al giaciglio, da un raffinato tappeto indiano; poco più in là vi erano due poltrone di pelle scura e velluto verde, attorno ad un basso tavolino in cristallo sul quale faceva bella mostra di sé un elegante vaso colmo di rose bianche, l’intimo salottino era riscaldato dall’allegro scoppiettare del fuoco nel camino in pietra. L’intera camera era rischiarata da un’unica grande finestra, coperta da tende in velluto nero, sulla parete dietro al letto, invece, erano appesi dei quadri che ritraevano le dee greche Afrodite e Persefone; lungo il muro alla destra della finestra correva una splendida libreria in scuro legno di mogano, sulla quale erano riposti in perfetto ordine libri e libri, la maggior parte dei quali inerenti alle Arti Oscure, dalla parte opposta, invece, vi era una antica scrivania, in tinta con il resto della mobilia, sulla quale vi erano piume d’aquila e pergamene. Voltando lo sguardo, poco lontano dal letto, un drappo di velluto verde nascondeva una piccola porta; incuriosita, la ragazza si avvicinò, accostandola un poco per vederne il contenuto: una splendida vasca dai colori pastello. Chi avrebbe potuto resistere alla prospettiva di un lungo rilassante bagno?!

Hermione uscì parecchi minuti dopo, avvolta in un morbidissimo asciugamano di cotone, si guardò attorno e notò una sontuosa cassettiera in stile rococò, sopra la quale un grande specchio dalla cornice argentata rifletteva il suo volto incorniciato dai lunghi boccoli castani e, proprio attorno al suo collo, un filo d’oro bianco dal quale pendeva una M  che terminava con una testa di serpente, la sfiorò leggermente con le dita, chiedendosi come l’avesse avuta. Un brivido di freddo le suggerì che era meglio vestirsi, così aprì i primi cassetti alla ricerca degli abiti: nel primo vi era la biancheria intima in pizzo, nero, verde, blu e bianco, in quello sotto delle camicie in seta candida e a fianco i maglioni neri e nello scomparto successivo delle gonne. Prese gli abiti e li indossò, quando stava per mettere il maglioncino rimase scioccata: una piccola serpe, verde argento, la stava guardando dallo stemma disegnato sulla lana.

“Ok, calma Hermione… Decisamente questo non è un incubo, altrimenti ti saresti svegliata… Oddio, sono finita nella camera di Malfoy!” pensò sconvolta la ragazza.

“Herm, ti sembra uno con gusti ambigui?!” la ammonì la sua simpatica vocina.

“No, decisamente… Però si trattano bene le Serpi!”  affermò ironica “… Ricapitolando: mi trovo in una camera a Serpeverde, non ho idea di come sono finita qui e non oso pensare cosa diranno le Serpi quando uscirò di qui… Può andare peggio?”

TOC TOC

Poco dopo nella stanza entrò un raggiante Blaise Zabini che la salutò con un “Bonjour!” e un baciamano, rispondendo alla sua faccia stupita con un sorriso, come se fosse la cosa più normale del mondo che un Purosangue, Serpeverde, ricco e viziato, salutasse Lei, una Mezzosangue,  per di più Grifondoro.

“Cosa ci faccio qui?” chiese spazientita Hermione, pensando che si trattasse di uno stupido scherzo ideato ai suoi danni.

“Come sarebbe: cosa ci faccio qui?! Tesoro, ci vivi da ben sette anni… Herm, tutto bene?” chiese preoccupato il ragazzo, poggiandole una mano sulla fronte per vedere se avesse la febbre.

“N-non è uno scherzo?” chiese, ancor più sorpresa.

“Perché dovremmo fare uno scherzo alla nostra bella principessa? Vieni, sei pallida, andiamo a fare colazione… Poi ci aspettano due ore di Pozioni con i Grifoni… Forza mia bella principessa… Dopo di lei!” terminò spiritoso Blaise, indicandole la porta.

Hermione prese la borsa nera sulla scrivania, probabilmente conteneva i libri, e seguì il moro attraverso la sala comune, dove ragazzi e ragazze la salutavano con rispetto.

“Sono impazzita! È l’unica spiegazione!” pensò sconsolata la ragazza.

Nello stesso momento, tra le alte torri dei Grifoni, un biondino stava imprecando mentalmente contro tutte le divinità conosciute e non, chiedendosi come e soprattutto perché si trovava in una stanza da Grifondoro. Inutile dire che il risveglio non era di certo stato dei migliori, visto che si era trovato avvolto da pesanti lenzuola rosse ed era stato brutalmente investito sia dalla luce accecante che proveniva dai grandi finestroni, sia dalla “soave” voce di Potter e Weasley che gli davano la sveglia.

Qualche minuto dopo, superato il disgusto per il dover indossare una divisa rossa e oro, si diresse sconsolato verso la Sala Grande e, sull’entrata, incontrò niente meno che il suo migliore amico con la Mezzosangue.

“Ehi, Blaise, cosa ci fai con la Mezzosangue?!” chiese ghignando come al solito al moro.

“Prego, Granger? Non ho sentito bene. Tu dai a lei della Mezzosangue? Questa è buona!” rise Zabini sentendo l’insulto di Draco.

 “Zabini, fossi in te terrei a freno la lingua… Malfoy, hanno già rinchiuso il tuo caro paparino?” domandò  Harry, iniziando lo scambio mattutino di commenti acidi.

“Potter, taci!” lo gelò Blaise.

“O, che paura… Come mai la tua amichetta non ci ha ancora insultato? Le avete mangiato la lingua?!” ridacchiò Ron, guardando Hermione.

La ragazza e Draco si guardavano allibiti, entrambi pensavano o di essere impazziti o di star vivendo un brutto, bruttissimo sogno e, per una volta, erano d’accordo sul fatto che l’autore di quella pagliacciata fosse nientemeno che l’anziano preside della scuola che, guarda caso, non era ancora al tavolo degli insegnanti, perciò decisero di fargli una bella visita per chiedere spiegazioni.

Giunti all’ufficio del rettore, trovarono Silente ad aspettarli con una espressione decisamente divertita in volto.

“Alla buon ora! Sinceramente vi aspettavo prima…” li accolse gioviale.

“Cosa. È. Successo?!” scandirono i due all’unisono, con il fiatone per via della corsa.

“O, è molto più semplice di quello che immaginate: nessuno dei due è impazzito, vi siete solo invertiti i ruoli. Siete in una sorta di mondo alternativo, qui la signorina Granger è l’erede di Narcissa e Lucius Malfoy, mentre tu, Draco, sei il figlio di Jaen e Paul Granger.” Spiegò il professore ai due giovani.

“Ma, noi come…” balbettò Hermione.

“Ricordate lo specchio attraverso il quale siete passati ieri sera? È una sorta di passaporta… La scritta che vi era sopra potreste benissimo spiegarmela voi… entrambi pensate che la vita dell’altro sia facile… In questo modo potrete confermare la vostra tesi”

“Quanto resteremo qui?” chiese Draco.

“Cinque giorni, fino al 25 dicembre… Ora, ragazzi, vi consiglio di andare, il professor Piton non perdona i ritardi… Buona giornata!” li salutò cordialmente Silente, indicando loro la porta.

Camminando per i corridoi verso l’aula di Pozioni non si scambiarono neanche una parola, forse troppo sconvolti dalla rivelazione del preside per riuscire a parlare. Quando arrivarono davanti all’entrata, la oltrepassarono dopo un bel respiro, ad accoglierli l’untuosa voce di Piton.

“Bene, guardate chi si è degnato di venire a lezione… Signor Granger, dieci punti in meno a Grifondoro. Signorina Malfoy si sieda, in fretta grazie.”

Hermione si sedette, tranquilla, vicino a Blaise rivolgendo a Draco uno splendido ghigno made in Malfoy, vista la sua espressione non solo dopo essere stato chiamato come la Mezzosangue, cosa che era lui al momento, ma anche essersi visto togliere dei punti dal caro e vecchio Severus.

La lezione passò normalmente, tra vapori puzzolenti provenienti dai calderoni degli alunni, insulti, punti tolti a Draco ed elogi ad Hermione per le sue brillanti risposte, mentre Piton si chiedeva, soddisfatto, da quando la sua pupilla si fosse messa a studiare.

Al suono della campanella la ragazza uscì dalla classe da sola, ma poco dopo venne raggiunta da Theo che, su richiesta di Blaise, doveva accertarsi che la ragazza stesse bene visto il suo strano comportamento della mattina. Sfortunatamente in corridoio incontrarono Harry in compagnia di altri Grifoni.

“Ehi, Malfoy, cambiato accompagnatore?! Cos’è, Blaise non fa più il suo dovere?” le chiese con un tono carico di sottointesi, con un’espressione che di solito aveva visto riservare solo a Draco.

“Potter, vedi di tenere quella tua boccaccia chiusa” lo ammonì il Serpeverde.

“Perché, cosa ho detto?” chiese innocente Harry.

Fu un attimo, la mano di Hermioneboccaccia chiusa.o a Darco..ano comportamento della mattina.quella dietro al letto, ivece, era si mosse fulminea sul viso del moro lasciando un vistoso segno rosso, mai e poi mai avrebbe immaginato che un insulto potesse fare più male.

“La verità fa male, Malfoy?!” disse massaggiandosi la guancia dolorante.

La ragazza corse, corse urtando molti studenti fino a che raggiunse in lacrime la Sala Comune di Serpeverde, salì in fretta le scale lasciando cadere la borsa per terra e, senza curarsi di chiudere la porta, si buttò sul letto stringendo il cuscino per soffocare i singhiozzi.

Draco, intanto, stava tentando di seguire la spiegazione della vecchia racchia della McGranitt, il che risultava piuttosto difficile visto il continuo chiacchiericcio che permeava nell’aula.

“Secondo me ha fatto bene…” borbottava una ragazza bionda.

“Però poteva evitare di essere così duro… Hai visto che faccia?...” le rispondeva l’amica.

Ora che ci faceva caso, Hermione non era neanche a lezione.

“Cosa potrà mai averle fatto lo Sfregiato?” pensò Draco, scarabocchiando distratto sulla pergamena.

La ragazza non si fece vedere né a pranzo né alle lezioni del pomeriggio.

Draco decise quindi di andarla a cercare, chiedendosi da quando si preoccupava per la Granger; verso le otto si ritrovò a gironzolare per i sotterranei e, dopo aver appurato che tutti gli studenti erano in Sala Grande per la cena, entrò nel regno delle Serpi, la sua vecchia Casa. Salì le scale verso i dormitori, sulle quali trovò una borsa abbandonata, la raccolse e arrivò in fondo al corridoio dove da una camera arrivava uno spiraglio di luce dalla porta socchiusa; entrò silenziosamente, avvicinandosi al letto per vedere chi fosse la figura che intravedeva dalle cortine verdi: Hermione era dolcemente addormentata tra i cuscini, i boccoli castani le ricadevano sul viso risaltando sulla carnagione chiara.

Senza pensarci Draco ne scostò uno, passando la mano sulla guancia di lei che pian piano si svegliò sentendo quel tocco caldo sulla pelle.

“Buongiorno, Granger, era ora!” sussurrò divertito il ragazzo seduto sul letto di fianco a lei.

“Cosa… Cosa ci fai tu qui?” domandò stupita Hermione, reprimendo un grande sbadiglio.

“Sono venuto a cercarti… Strano ma vero: ero preoccupato, cosa mai ti ha detto San Potty per sconvolgerti così tanto?”

“N-niente… Non fa niente… Piuttosto, è tardi per la cena: ho fame!”

“I tuoi occhi dicono che non era un “niente”… Hai pianto…” osservò il biondo, riferendosi al rosso attorno alle palpebre di Hermione.

“Ok, hai ragione… Mi accompagni a mangiare?”

“Va bene… Però devi dirmi cosa ti ha detto…” riprovò.

“Ma neanche morta!” fece lei alzandosi dal letto, lisciandosi la gonna e la camicia irrimediabilmente stropicciate, rigirandosi verso Draco gli chiese un ultima volta se voleva accompagnarla in cucina e si incamminò, seguita dal ragazzo, fuori dalla Sala Comune.

Arrivarono nelle cucine, dove gli elfi si profusero in mille e mille inchini, chiedendo ai due cosa desiderassero per cena. Mentre mangiavano un gustoso piatto di spaghetti al ragù, si divertivano a punzecchiarsi a vicenda, prendendosi in giro a vicenda con un tono scherzoso.

“Allora, Mezzosangue…” cominciò Malfoy finendo la sua porzione.

“No, no, no mio caro! Per te sono Purosangue, adesso!” lo interruppe Hermione, ridendo dopo aver visto che aveva la bocca sporca di sugo.

“Che hai da ridere, Purosangue?!” chiese lui, sottolineando divertito l’ultima parola.

“Sei tutto sporco! Aspetta…” disse allungandosi dall’altra parte del tavolo pulendogli la faccia con un tovagliolo come con un bambino.

“Ehi! Non ho tre anni!” si lamentò, guardandola addentare un delizioso boccone di torta al cioccolato “E anche tu non sei da meno!” terminò intingendo le dita nella crema, passandole poi sul viso di Hermione.

Andarono avanti a ridere per un’oretta buona, fino a che entrambi cominciarono a sbadigliare.

“Sai, Granger… Ti facevo meno divertente… Devo ricredermi…” disse Draco accompagnandola al ritratto.

“Pensa un po’… Anche io credevo che sulla tua faccia ci potesse essere solo quell’orribile ghigno…o Purosangue, adesso!ta.

gù, si divertivano a punzecchiarsi a vicenda, prendendosi in giro a vicenda con  Però ci sta bene anche il sugo…” concluse ridendo prima di entrare nella Sala Comune.

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Rieccomi qui... 

Che dire: mi sono divertita a scirvere questo capitolo, soprattutto l'ultima parte: lo so, Draco ha fatto proprio quello che non volevo facesse, 
è diventato tutto allegro e simpatico da un giorno all'altro... Però, concedetemelo, per favore!

Ora passiamo ai ringraziamenti:

Hermione 17, sta volta non hai indovinato, però il fatto del d'amore e d'accordo sì... anche se forse è troppo presto... Comuqnue, Grazie!!
LaTerrestreCrazyForVegeta, grazie mille! SPero continuerai a leggere e commenmatare!
piperina, grazie mille, i tuoi complimenti mi fanno tantissimo piacere, sei bravissima a scrivere! Comunque... Grazie ancora!
anter, non hai idea di quante persone volevano vedermi morta per la suspance... Spero ti piaccia...
8marta8, non sono così sadica... sono stata puttosto buona qui: chi non vorrebbe una camera come quella di Herm?! e anche un bel biondino a svegliarci non sarebbe male!!!

Grazie a tutti quelli che leggono 1067 e più... vi adoro, ma mi lasciate un commentino? Anche poche righe?!

E grazie a chi a messo questa storia nei preferiti, ben 30 persone:
aiag, Alezka, APPLETREE, chariot, coffe14, DamaArwen88, GinI, Hermione17, Isyby, KiaraRowling, LaTerrestreCrazyForVegeta, lela984,
Leleo 91, lelina, Lexie89, Louanne, lupargentea, milu, nevr8ika, piperina, Sabry1987, Sardignola, Selene87 Piperina, Shavanna, sora86,
vivian_black, whitewolf88, willina, Wolly, XXXBEAXXX

Grazie a tutti e recensite in tanti!
 

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Capitolo 7
*** 7- Una giornata da incubo ***


capitolo 7

Capitolo VII

Una giornata da incubo

“Non sei male Granger…” sussurrò una voce profonda e passionale mentre il viso di uno splendido angelo biondo si avvicinava pian piano al suo, ad un soffio dalle sue labbra, e poi… No!

“No, no, no” continuava a ripetersi una volta scesa dal letto, dopo aver scartato l’idea di addormentarsi di nuovo: nell’esatto momento in cui richiudeva gli occhi si trovava le labbra di Malfoy sulle sue e, per un oscuro motivo, il suo cervello si rifiutava di eliminare quella scena

“Non esiste al mondo un valido motivo per cui debba addirittura desiderare un suo bacio! Suvvia, io e lui ci siamo odiati da sempre” si ripeteva Hermione.

Il suo metodo persuasivo avrebbe anche potuto funzionare se un piccolo sorriso non avesse preso forma sulla sua bocca, al ricordo della serata trascorsa in compagnia di Draco

“Malfoy!” si corresse in un sussurro.

Sembrava incredibile anche a lei che proprio lui, l’unico che avesse odiato da quando aveva undici anni, fosse riuscito a farle dimenticare così in fretta gli insulti che aveva ricevuto da Harry e Ron; normalmente sarebbe rimasta in camera a piangersi addosso, ma lui l’aveva accompagnata in cucina ridandole il sorriso, anzi, si era anche preoccupato per lei!

“Oggi ricomincerà con gli insulti!” si disse sconsolata guardandosi allo specchio.

“Herm, sei sveglia?! Sbrigati che altrimenti facciamo tardi.” diceva, insistente, Blaise Zabini che, senza attendere il permesso di entrare, si era già accomodato su una delle poltrone.

“Come mai ancora in pigiama?” chiese notando l’abbigliamento di Hermione.

“Io…” la giovane si guardò intorno alla ricerca di una scusa credibile “… Cercavo qualcosa di comodo da indossare” perfetto, poteva anche trovarne una migliora, si rimproverò.

“Tu senza pizzo e seta?! È la fine del mondo!” squittì Pansy che, entrata nella stanza, si sedette in braccio a Blaise.

Probabilmente stanno insieme, si disse Hermione mentre li osservava; certo che sembrano proprio diversi: non pensavo potessero esistere amore e amicizia tra le Serpi.

“Sbrigati, oggi abbiamo gli allenamenti! Nott ti uccide se li salti di nuovo.”

Gli abiti che teneva in mano si afflosciarono al suolo mentre il viso diveniva pallido e la sua mente realizzava solo ora le parole di Silente.

“Se Malfoy gioca a Quidditch vuol dire che dovrò farlo anche io!? Oddio, allora in questo mondo sono sul serio la versione femminile di Malfoy!” pensò scandalizzata all’idea di quello che doveva aver fatto: insomma Draco era poi il sex symbol della scuola!

Si vestì con l’unica tuta che trovò nell’armadio, rigorosamente verde-argento e si avviò con le due serpi verso il campo da gioco, terrorizzata dalla prospettiva di dover volare.

I membri della squadra dovettero issarla a forza sulla scopa e, con una spinta seguita dall’urlo ella ragazza, la fecero salire a più di dieci metri d’altezza.

Hermione trascorse l’ora e mezza più brutta della sua vita: tra bolidi che schizzavano qua e là e i rimproveri del capitano perché non trovava il boccino si era sentita un vero schifo, lei che era sempre riuscita in tutto. Dopo essersi fatta una doccia bollente e aver indossato dei vestiti puliti, salì per il pranzo con i muscoli doloranti e le braccia coperte di lividi; arrivata in Sala Grande, prese posto tra Blaise e Pansy, osservando con poco appetito il piatto che aveva di fronte. Ai compagni che, insistentemente, continuavano a chiederle se stesse bene, rispondeva che era solo molto stanca.

“Non avrai fatto troppo tardi ieri sera?” domandò Pansy con un finto sorriso innocente.

“Solo un pochino” rispose Hermione, sfoderando un po’ di malizia, guardando Draco dalla parte opposta della sala.

“Con lui?!” urlò la Serpeverde, dopo aver visto a chi era rivolto lo sguardo dell’amica “Ma sei matta?! Tuo padre ti uccide se lo viene a sapere!”

Hermione sembrò non ascoltarla, persa tra i suoi pensieri: possibile che il giovane Malfoy non potesse scegliere cosa fare della sua vita?

Draco, nel frattempo, stanco di prestare attenzione ai discorsi di Harry e Ron, si voltò osservando il resto della Sala Grande e, per caso, il suo sguardo fu catturato da un paio di iridi d’oro della giovane al tavolo verde-argento, che lo fissava con un dolce sorriso sulle labbra. Sorrise poco dopo sentendo la Parkinson urlare qualcosa alla Granger ed, inaspettatamente, si ritrovò a ringraziare Silente per avergli tolto dai piedi, almeno per quei cinque giorni, la presenza appiccicosa di Pansy.

Hermione si alzò da tavola ma, prima che potesse raggiungere l’uscita, un bel falcone scese dal soffitto stregato, posandosi sulla spalla della ragazza, che, stupita, prese la lettera e, rotto il siglillod i ceralacca, iniziò a leggerla mentre l’espressione del suo viso si tramutava riga dopo riga, in una maschera di orrore.

Cara Hermione,

            come ogni anno, io e tua madre ti vogliamo a casa per le vacanze di Natale: come sai daremo un ballo ial quale parteciperanno tutti i più illustri membri delle Casate purosangue inglesi.

Ti faremo arrivare una carrozza questa domenica così che tu abbia il tempo necessario per prepararti come si conviene, poiché durante la serata verrà dato l’annuncio del tuo fidanzamento e per questo ci aspettiamo niente di meno che un comportamento impeccabile da parte tua!

Tua madre mi ha pregato di lasciarti libera di portare qualcuno alla festa.

            Arrivederci,

                                                                                                               Lucius Malfoy

Hermione si dovette appoggiare al pesante portone d’ingresso per non cadere a terra: avrebbe dovuto passare ben tre giorni tra i parenti Mangiamorte di Malfoy e lei non aveva la più pallida idea di cosa fare!

“Calma Herm, in fondo sono solo delle persone che odiano i Mezzosangue e uccidono babbani per sport, cosa vuoi che possano farti?!” la rassicurò la sua vocina malvagia.

“Allora, Granger: che dice la lettera del tuo paparino, lo hanno arrestato?” domandò Harry Potter seguito dal resto dei Grifoni e da un Draco più che annoiato.

“Di sicuro non sono affari tuoi, quindi puoi andare a farti…”

“Signorina Malfoy!” la ammonì il professor Piton sopraggiunto in quel momento.

“Professore, stavo appunto suggerendo a Potter di andare a farsi un bel giretto attorno al lago…” rispose Hermione, con un sorriso innocente, per poi aggiungere sottovoce “… Ed affogarsi!”

“Ora devo andare, Mal-Granger, vorresti seguirmi un attimo, dovrei chiederti una cosa” terminò guardando Draco e dirigendosi verso l’uscita.

“Cosa vuoi, Purosangue?” domandò il ragazzo dopo che l’ebbe raggiunta, sottolieando come la sera prima il nuovo epiteto.

“Non ho idea di quello che mi è successo stamattina, ci tengo a precisarlo…” iniziò quasi a mo’ di scusa.

“Ci credo! Non avrei mai sperato che proprio tu augurassi una morte allo Sfregiato, addirittura via congelamento… La tua permanenza tra le Serpi sta dando i suoi frutti” terminò con un ghigno Draco.

“Invece la tua per niente! Comunque, ti sembrerà impossibile, ma ti devo chiedere un favore”

“Questa data la segnerò sul calendario!” esclamò Draco.

“DeviInsegnarmiComeSiComportaUnPurosangue!” disse tutto d’un fiato.

“Prego? Non penso di aver capito.” Precisò ironico il biondino.

“Devi insegnarmi come si comporta un Malfoy ad un ballo” spiegò, imbarazzata, la ragazza.

“E, di grazia, come mai?”

“Perché… Leggi” spiegò mostrandogli la lettera.

“Lucius Malfoy non si smentisce mai: ha una delicatezza nel chiedere…”

“Chissà da chi avrai preso? Comunque, mi aiuti sì o no?” chiese infine Hermione.

“Sia chiaro, non faccio nulla senza qualcosa in cambio…”

“Viva la generosità, mi raccomando!” borbottò Hermione interrompendolo.

“…Dicevo, ti aiuterò ma tu dovrai rendermi il favore, quando e come mi verranno in mente”

“Grazie, Mal-Granger, ci vediamo!” disse, salutando Draco con un sorriso malizioso e, quando il giovane si fu voltato, vide la Parkinson che stava urlando le stesse cose di poco prima in Sala Grande.

Granger, pardon Malfoy,

            ci vediamo questo pomeriggio, nella Stanza delle Necessità alle tre in punto: odio i ritardi!

Ribadisco che la tua vicinanza alle Serpi sta dando i suoi frutti: carino il sorrisetto!

                                                                                                               Draco Malfoy

“Tale padre, tale figlio!” pensò Hermione lasciandosi cadere sul letto.

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Finalmente sono riuscita a finire questo capitolo! Passiamo subito ai ringraziamenti: sono le 23.11!
Pinkstar: dove le trovo queste idee? Nei meandri della mia testa tra un po' di greco e un po' di latino! Il mio contatto hotmail è frafave@hotmail.it se vuoi fare due chiacchiere! Grazie!
Koala3: grazie mille! Continua a recensire mi raccomando.
8marta8: anche io la penso così, però Draco mi divertivo troppo a metterlo tra i Grifoni. Grazie, sei una delle poche che recensiscono ad ogni capitolo! Che pazienza!
Hermione17: come marta, grazie mille! Anche io trovo che Draco non sia proprio così, però dovevo dare una svolta se no altro che una ventina di capitoli: veniva fuori un divina commedia (che con draco per protagonista divina ci potrebbe anche stare!).
LaTerrestreCrazyForVegeta: addirittura un genio?! GRAZIE MILLE! Continua a recensire!

Che dire, le letture sono già a 1454! I preferiti sono aumentati, però come faccio a sapere se vi piace quello che leggete e cosa ne pensate?
Indi percui, mi lasciate un commentino ino ino?

BUONE FESTE a tutti!





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Capitolo 8
*** 8- Fraternizzare con il nemico ***


cap 8

Capitolo VIII

Fraternizzare con il nemico

Spifferi gelidi si insinuavano irriverenti tra le pieghe scure del mantello del giovane che rimaneva appoggiato con la schiena al muro altrettanto ghiacciato del corridoio del Settimo Piano, gettando occhiate impazienti alla scalinata di fronte a lui dalla quale si aspettava di veder comparire, da un momento all’altro, la chioma castana della persona che era già in ritardo di ben cinque minuti! Il giovane Malfoy attendeva al lato della porta della Stanza delle Necessità la ragazza che, proprio in quel momento, stava salendo le scale trafelata e si fermò a riprendere fiato davanti a lui.

“Alla buon ora, Granger!” ghignò Draco, buttando sul marmo del pavimento la sigaretta che poco prima riposava tra le sue labbra.

“Buon pomeriggio anche a te! – rispose Hermione ironica e, ignorando lo sguardo omicida del ragazzo, lo prese per mano sussurrando – Ma sei gelato… – poi, facendosi sentire solamente da lui – … Non farti idee strane: c’è la Parkinson…”.

Notando una figura scura nascondersi dietro una colonna poco distante da loro, Draco avvicinò a sé la ragazza e le rispose, con una luce maliziosa ad illuminargli gli occhi, in modo che potesse sentire anche il “terzo incomodo”: “Scaldami tu, allora…”

“Stronzo!” gli sibilò Hermione, conducendolo dentro la Stanza, tenendolo ancora per mano.

Per non farla insospettire…” si giustificò mentalmente, riferendosi alla ragazza che li spiava.

“Sì certo… Dillo che ti piace!” ma proprio ora doveva rifarsi vivo il suo diavoletto personale?!

“Che ha un bel paio di occhi grigi e capelli biondi!” continuò imperterrito.

“Come mai mi guardi così, Mezzosangue?! Potrei pensare che…” cominciò Draco osservando il leggero rossore che colorava le guance della ragazza a fianco a lui.

“Sta’ zitto, Malferret!”gli disse, ignorando il suo sguardo provocante.

“Granger, mettiamo in chiaro le cose, uno: tu non mi dai ordini; due: vedi di non farmi incazzare più del dovuto… E terzo: cosa cavolo stavi facendo di così importante per arrivare in ritardo?!”

“Primo: non darmi ordini; secondo: non farmi arrabbiare più del necessario… E terzo: “I Malfoy si fanno aspettare” non dicevi così?!” rispose per le rime Hermione.

Touchè! – le concesse, poi aggiunse – Non abituarti troppo alla parte che reciti, però”

“Non preoccuparti! Tu piuttosto, mi sembrava ti dispiacesse non avere più la Parkinson vicino, o no, Dracuccio?!” tagliente come solo lei riusciva ad essere sempre per tenergli testa nei loro litigi.

“Dillo di nuovo e te ne pentirai!” la avvisò Draco con l’ombra di un sorriso sulle labbra, microscopico s’intende.

“Cosa?... Dracuccio…” ripeté ingenuamente Hermione imitando la voce di Pansy.

“Ti avevo avvertito!” e con uno slancio inziò ad inseguire la ragazza per la stanza, bloccandola contro il muro dopo averla inseguita correndo come due bambini.

“Andiamo, ma tu non ridi mai? – chiese, mentre cercava di trattenersi dal dare libero sfogo al suo divertimento – Provaci… Non è difficile…”

A Draco sembrava di essere tornato alla sua infanzia, quando Blaise, dopo essersi letteralmente fatti un bagno nel laghetto gelato di Malfoy Manor, gli aveva fatto la stessa identica domanda, con lo stesso tono innocente ed ingenuo che aveva usato Hermione.

Ripensando a quell’episodio sorrise leggermente, dicendosi che, sì, la punizione con la Mezzosangue lo stava facendo impazzire.

“In tutti i sensi…” lo provocò la sua vocina irriverente.

Il ragazzo tornò a guardare la Granger: con le spalle al muro e le mani strette nelle sue, il viso illuminato da un sorriso dolce, contenta di essere riuscita a vedere qualcos’altro oltre il solito freddo e calcolatore Malfoy. Ci pensava da un po’ ed ora doveva proprio ammetterlo: la ragazza sarebbe stata perfetta per lui, con il suo carattere orgoglioso e testardo, intelligente e, sì, anche bella… Se solo fosse stata una Purosangue…

“Malfoy, ci sei?! Sai, potrei pensare che…” lo riscosse Hermione dai suoi pensieri.

“La finisci di rubarmi le battute?! Comunque… Cambiati che iniziamo la “lezione”… O preferisci rimanere così?” sicuro che si sarebbe imbarazzata arrossendo fino alla punta dei capelli, si avvicinò ancora a lei.

“Se dicessi di sì…” rispose la ragazza spiazzandolo.

Ovviamente, si disse Draco, lei doveva aver frainteso le sue parole, Hermione non lo stava davvero invitando a…

“Oddio, devi vedere la tua faccia…– disse lei scoppiando a ridere – … Ma perché devo cambiarmi?” riuscì a chiedere dopo un po’.

“Pensi di andare al ballo con la divisa della scuola?” le rispose ironicamente Draco.

“Hai ragione: cosa mi metto?” acconsentì Hermione.

“Vedi un po’ tu… Là c’è un armadio: pensa solo che se mia madre… Anzi, tua… Cioè… O Santo Salazar!... Se Narcissa Malfoy ti vede con indosso qualcosa che costa meno di un centinaio di galeoni ti uccide…”

Sbuffando la ragazza si diresse dietro il paravento e esaminò con occhio critico i vestiti; qualche minuto dopo ne trovò uno rosso con leggeri ricami dorati, lo indossò relativamente in fretta, anche perché non era semplice stringere il corpetto con tutti quei laccetti.

Uscita dal paravento fece una giravolta e, divertita dall’espressione del biondino, si giustificò:

“Ero stanca di tutto quel verde… Allora, come sto?” chiese impaziente.

Il biondino, comodamente seduto su un divanetto, dovette deglutire un paio di volte alla vista della ragazza; purtroppo lei non aveva pensato che quel vestito le evidenziasse il fisico slanciato o che la scollatura con quei ricami d’oro lo avrebbe inevitabilmente costretto a passare lo sguardo sulla morbida curva del seno: decisamente quel pensiero non le aveva neanche sfiorato la mente, altrimenti non gli avrebbe chiesto un parere con quel sorriso impaziente sulle labbra.

“Prova a immaginar…”

“Non pensarci nemmeno!” era meglio interrompere sul nascere qualsiasi pensiero sulla sua bocca anche perché Draco non sapeva quanto sarebbe riuscito a trattenersi se la sua mente avesse prodotto una di quelle immagini sulla Mezzosangue.

“Non male… Vediamo, da dove iniziamo?” tagliò corto il biondino per evitare di farle scoprire ciò a cui pensava poco prima.

“Direi che, visto che ci saranno tutti i tuoi parenti, dovresti mostrarmi quelli più importanti… Tipo  i tuoi nonni, o i tuoi zii… Oppure dirmi come rivolgermi a loro, oppure…”

“Ehi, ehi, frena! Per una volta ti do ragione: devi imparare un paio di nomi. Vieni” la interruppe Draco conducendola verso una parete coperta da un arazzo finemente lavorato sul quale vi era ricamato un elegante albero genealogico simile a quello di Grimmauld Place.

“Allora… Mia madre e mio padre li conosci: biondi, occhi di ghiaccio…  Non ti conviene farli arrabbiare, soprattutto mio padre… Poi vediamo… – spiegò il ragazzo osservando i volti stilizzati sull’arazzo – Di sicuro ci sarà la Zia Bella…”

“Non c’è bisogno che ti dilunghi su di lei… Pazza da legare e Mangiamorte fedelissima… Penso proprio che andremo d’accordo!…” disse Hermione, con una nota ironica nella voce.

“Oh, ne sono certo! Comunque, mio zio Rodolphus Lastrange… Penso che tu lo conosca: c’era anche lui nell’Ufficio Misteri quella sera… Ha lo stesso hobby di sua moglie: la Cruciatus…” continuò Draco.

“Penso che andrò d’amore e d’accordo anche con lui! Ma scusa: tutte le famiglie Purosangue sono imparentate?” chiese stupita la ragazza vedendo che molti cognomi si ripetevano spesso.

“Sì, se non vuoi contaminare il sangue il campo si restringe… Non vorrei mai ammetterlo, ma anche Weasley è un mio lontano cugino…” spiegò con aria quasi schifata.

“Tralasciando l’argomento… Secondo te, quanti dei cari Mangiamorte mi rivolgeranno la parola?”

“A parte i miei genitori e gli zii, penso nessuno, anche perché non avrebbero molti interessi nel chiacchierare con una ragazzina” la rassicurò Draco ridacchiando a quel nomignolo e prendendosi un pizzicotto sul braccio in risposta.

“Dimmi un po’ chi verrà invitato…” disse Hermione mentre si sedeva sul divanetto lì vicino.

“Allora, Nott, Tiger e Goyle e altri pezzi grossi del Ministero; il padre e la madre di Blaise… Poi altra gente che viene solo per rimanere nelle grazie di mio padre… Come ho detto: mai farlo arrabbiare!”

Hermione ascoltava il ragazzo tenendo tra le mani la lettera di Lucius: ricordava di aver letto qualcosa a proposito del…

“MIO fidanzamento?! Ma siamo matti?! Con chi dovrei sposarmi?!” urlò dopo aver trovato conferma tra le righe del suo pseudo-padre.

“Granger, Granger… Sapevo che avresti reagito così… Personalmente non ho idea di chi potrebbe voler sposarti, l’unico consiglio che ti do è di non stargli troppo vicino… So come sono i miei compagni di Casa” ridacchiò il biondino con un sorriso che là diceva lunga sui passatempi delle Serpi.

“Come faccio a non avvicinarmi se dovrò ballar… Ti prego, dimmi che posso scegliere di non danzare per tutta al serata!” lo supplicò la ragazza.

“Qui c’è scritto BALLO e se la memoria non mi inganna, credo che proprio tu debba aprire le danze con il tuo cavaliere… E dalla tua reazione deduco che non sai neanche ballare un valzer… Vieni…”

“No, no, no… Cosa stai…” tentò di fermarlo Hermione dato che la mano del ragazzo si era stretta sulla sua vita e l’altra teneva la sua più piccola.

“Non è complicato: fai un passo indietro… Sposta di lato il piede destro… E ora unisci… Poi si ripete tutto invertendo i piedi…– Draco iniziò a spiegarle come muoversi, aspettando che lei eseguisse i movimenti man a mano che lui parlava – … Il destro… Sposta il sinis- AHI! Granger il sinistro!” la rimproverò quando lei gli schiacciò un piede.

Ben presto quella pista da ballo improvvisata si riempì delle imprecazioni di Malfoy, tutte le volte che la ragazza gli pestava un piede.

“Uffa! Sono una frana…” piagnucolò Hermione dopo l’ennesima giravolta.

“Mezzosangue, ti facevo più combattiva… Proviamo con la musica” disse risoluto lui e, con uno schiocco di dita, le armoniose note del valzer viennese iniziarono a disperdersi nella stanza.

Draco si avvicinò alla ragazza e, con un inchino galante, la invitò a ballare porgendole la mano, Hermione la prese e, mentre lui le circondava nuovamente i fianchi, lei poggiò l’altra mano sulle sue spalle; si sentiva impacciata, sia per quel vestito decisamente troppo elegante per lei sia per la situazione in cui si trovava.

“Sembro un pezzo di legno!” si disse mentalmente.

“Rilassati, non stai andando al patibolo!” cercò di tranquillizzarla Draco intuendo il suo disagio.

“Per te è facile! Mi sembra di essere peggio di un sacco di patate!” sibilò contrariata la ragazza.

“Chiudi gli occhi – le disse Malfoy – Fidati per una volta, non voglio farti niente”

Forse fu per il tono tranquillo con cui lo disse o perché Hermione era piacevolmente sorpresa di non disdegnare la vicinanza del ragazzo, fatto sta che fece ciò che le diceva e, chiusi gli occhi, sentì la sua stretta in vita avvicinarla a sé, in modo che i loro corpi si sfiorassero.

“Ora lasciati guidare… Non pensare a nulla” continuò sempre con quel suo tono basso e lievemente sensuale.

Draco la guidava, facendola volteggiare con passi leggeri e pian piano Hermione comprese che bastava solo seguire il leggero movimento della mano di lui sui fianchi che sembrava stringersi quando le si avvicinava e rilassarsi quando lei doveva indietreggiare.

“Allora, Mezzosangue… Come va?”

“Come hai fatto? – chiese sbalordita la ragazza – Come sei riuscito ad insegnarmi a ballare in meno di un’ora?!”

“Modestamente… Comunque, basta solo che segui il tu–o accompagnatore, il resto viene da sé…Vedi, hai già imparato…” le rispose mentre continuava a farla volteggiare.

“Raccontami un po’ cosa si fa a Malfoy Manor a Natale...” domandò Hermione.

“Nulla di speciale… L’unica cosa importante è che tu sia presente al pranzo, per il resto puoi fare quello che vuoi…” spiegò tranquillo il ragazzo.

Il tempo volò via letteralmente tra giravolte, piedi pestati e qualche immancabile battibecco.

“Granger, penso che dovresti andare adesso… La carrozza dovrebbe arrivare da un momento all’altro” le disse Draco, mentre terminavano l’ennesimo lento del pomeriggio.

“Hai ragione – assentì Hermione e, prima i uscire dalla Stanza delle Necessità, chiese – Ti va di accompagnarmi?”

“Cosa c’è? Ti sei presa una cotta per il sottoscritto?” ridacchiò lui, chiudendo la porta.

“Cretino! Volevo solo essere gentile, insomma, tu mi hai fatto passare un bel pomeriggio…” ammise con un sorriso un po’ imbarazzato.

“D’accordo… Pensi che la Parkinson sia ancora qui in giro?” domandò mentre si avviavano alle sale, insieme.

“Spero di no, anche perché non oso pensare a quello che potrebbe aver pensato: siamo stati chiusi lì dentro per due ore!” ridacchiò  Hermione.

“E io che pensavo fossi una innocente ragazzina… Ah, Granger, quante sorprese mi riservi?!” domandò divertito, prendendosi l’ennesimo pizzicotto.

Arrivati davanti al portone d’ingresso videro niente meno che l’legante figura di Lucius Malfoy che, vedendo la sua bambina in compagnia del Mezzosangue, assunse un’aria terribilmente minacciosa.

“Forse è meglio che non mi avvicino al tuo paparino… Prima di uscire insultami, o potrebbe pensare male anche lui…” disse Draco mettendola sullo scherzo: ancora ricordava quante volte era stato punito da bambino solo perché giocava con la bimba mezzosangue della domestica.

“D’accordo, però dimmi anche tu qualcosa, se no mi sento in colpa…”disse mettendo un broncio infantile la ragazza.

“Oh, ma l’avrei fatto di sicuro… Adoro i nostri battibecchi…” ridacchiò lui, senza farsi notare

Hermione si diresse verso il padre e, deglutendo alla vista dei suoi occhi arrabbiati,si voltò e urlò in direzione del ragazzo che si stava allontanando.

“Mezzosangue, spero tu cada nel lago…”

“Ricambio l’augurio, Malfoy… Buone vacanze!” ghignò in risposta il biondino.

Lucius Malfoy, soddisfatto dell’indiscutibile educazione di sua figlia, la condusse alla carrozza, senza notare il sorrisino che tentava a tutti i costi non mostrare.

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Allora, ci ho messo davvero un’eternità a scrivere questo capitolo: almeno spero vi sia piaciuto.

Due brevi informazioni:

Primo, ho corretto i capitoli precedenti e cambiato alcuni particolari (tipo la durata della punizione): nonostante questo ci sono dentro ancora alcuni errori, mannaggia al correttore automatico!

Secondo, ho notato che ci sono altre due storie con il mio stesso titolo, perciò onde evitare spiacevoli inconvenienti vorrei cambiare titolo, avete qualche suggerimento?

Ed ora passiamo ai ringraziamenti:

Christina Malfoy: grazie mille, spero continuerai a recensire, un bacio!

MaryMatrix: la nostra Herm avrà ancora un po’ di impegni prima del ballo… Anche dopo a dir la verità, però… Malfoy con lei? Mai dire mai, chi lo sa cosa mi salta in testa! Ti sono piaciuti qui, mentre ballavano?

flydreamer: grazie… continua a seguirla!

8marta8: anche io avrei un po’ di paura a stare sotto lo stesso tetto… Però mai dire mai… Insomma, chi lo avrebbe mai detto che passare due ora con una Serpe si sarebbe rivelato piacevole?!

Hermione17: e, si, se Herm non avesse subito quella strana influenza non ci sarebbe molto divertimento!... un bacio!

Pinkstar: oddio, non farvi aspettare così tanto?! Ehm, ehm… Comunque, il bacio non c’è stato però sono stati mooolto vicini, hihi… Chissà cosa avrà pensato Pansy!

Queste sono per chi ha letto la one shot: “Così volle il fato”

Neera Sharim: teso! Ma grazie… Dai, non è che odo Ron, è solo che non lo apprezzo particolarmente se messo a confronto con Dracuccio! Un bacio…

Christina Malfoy: grazie mile! Addirittura bravissima?!... Grazie grazie grazie

Mavi: grazie anche a te1

mewlulu: eh, sì anche la mia amica non lo può sopportare! Avevo pensato di lasciarlo come fantasma… Però non ci sarebbe stato gusto… Sono perfida!

Ed infine grazie a tutti quelli che hanno aggiunto le storie hai preferiti! E a tutti quelli che leggono!

Vi è piaciuto questo capitolo?! Recensite…

Un bacio

FrAnCeScA

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Capitolo 9
*** 9- SOS Emergenza Parenti ***


Cap9 Vi lascio subito al capitolo, solo due cosine e poi ci vedimao alla fine: l'ho scritto tutto questa sera quindi ci saranno alcuni errori (chiedo venia!), secondo questo capitolo non voleva proprio sapere di cominciare quindi non è un granchè (almeno per me)...
Ora vi lascio leggere...

Capitolo IX

S.O.S Emergenza parenti

Draco seguì la testa riccioluta della giovane fino a che non scomparve nella carrozza assieme al padre che gli riservò uno sguardo gelido, pieno di disprezzo: una strana sensazione si insinuò tra i suoi pensieri, come se si trovasse nel posto sbagliato. Era così che si sentiva la Mezzosangue quando lui la insultava?

In quei pochi giorni aveva scoperto il lato Serpeverde di Hermione e doveva ammettere che gli sarebbe dispiaciuto non averla attorno durante le vacanze; con un sospiro si infilò le mani in tasca e prese al via più lunga per tornare ai dormitori rosso-oro cercando di trovare qualcosa di interessante per i giorni successivi.

Quando Draco arrivò nella sua camera trovò un gufo bruno sul davanzale della finestra, tra le zampe una busta con dei francobolli; con un brutto presentimento aprì la finestra e, dopo aver letto il messaggio, ringraziò Salasar che ci fosse il letto lì vicino. Se questo è uno scherzo, è proprio di cattivo gusto! Pensò rileggendo per l’ennesima volta le poche righe della lettera: i suoi genitori babbani lo obbligavano a trascorrere con loro le vacanze.

Pur di evitare quella tortura, nelle ore che seguirono, il ragazzo tentò ogni possibile scappatoia: da un’improvvisa malattia arrivò persino a chiedere aiuto a Silente che, sorridendo lo invitò ad partire subito per “conoscere nuove persone”. Dopo l’incontro con il preside aveva attraversato l’ingresso per recarsi a cena con una faccia che Harry e Ron definirono “da condannato a morte”.

Almeno non gli avevano chiesto di andare a casa di Wasel.

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Mentre il giovane Serpeverde si disperava preparando i bagagli, una sontuosa carrozza faceva il suo ingresso nel viale di Malfoy Manor e la ragazza osservava meravigliata lo spettacolo che appariva fuori dal vetro: pini verde scuro coperti di neve circondavano l’antico castello come sentinelle dando al luogo un’atmosfera fiabesca.

“Manca solo il principe azzurro!” pensò Hermione lasciandosi sfuggire un .

Una volta varcato il portone d’ingresso la ragazza fu investita da un turbinio di stoffa blu che la trascinò con sè sul pavimento sulle note allegre di una risata.

“Mya, Mya! Che bello, sei arrivata! Dai, andiamo a giocare!” Hermione si trovò tra le braccia una splendida bimba che la guardava con gli occhi blu impazienti e vivaci mentre i riccioli neri dondolavano mentre tentava di rimetterla in piedi.

“Hermione, cara, bentornata! Santo cielo, Kai, lasciala respirare!” la splendida Narcissa Malfoy fece il suo ingresso nell’atrio, salutando la ragazza che cominciava a sentirsi a disagio: non si sarebbe mai aspettata un benvenuto così caloroso.

“Grazie, madre… D’accordo arrivo!” sorrise verso la piccola che scalpitava verso le scale e, dopo aver salutato la donna, si avviò con la bambina verso il piano superiore.

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“Dray, tesoro! Come stai?... Santo cielo come sei pallido, stai bene?” una voce acuta e un paio di braccia soffocanti lo accolsero quando entrò in casa Granger. Draco avrebbe preferito trovare la sua camera e rinchiudersi là dentro per il resto del soggiorno, ma sua madre aveva in programma tante divertenti chiacchiere con i parenti.

“Vieni, sono già tutti in salotto!”

Che bello! Si disse ironico il giovane seguendo al donna tra una decina di babbani che blaterarono di argomenti futili per tutta la cena.

Quando, finalmente, Draco riuscì a salire in camera, si buttò a peso morto sul letto e, con un mal di testa grande quanto una casa, si addormentò in fretta.

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“Allora Mya, mi racconti ancora di Hogwarts!” Kai, così chiamavano la bambina, aveva continuato a farla parlare della scuola mentre mangiavano e, ogni volta che Hermione le raccontava qualcosa di nuovo, la piccola esibiva un sorrisone e procedeva con un’altra domanda. Per fortuna, Narcissa intervenne dicendo che per Kai era ora di andare a dormire.

“Hermione, chi era il ragazzo che è sceso con te nell’atrio?”

Ma non erano finte le domande?!, penso Hermione guardando Lucius che attendeva una risposta.

“Si chiama Draco, ero in biblioteca e si è offerto di accompagnarmi”

“Non mi pare che sia tra i Serpeverde” costatò l’uomo.

“Padre, non frequenterei mai un Grifondoro!” rispose la ragazza, sperando che non gli venisse chiesto altro.

“Allora lo frequenti! Ti devo forse ricordare che ti sposerai a giugno?”

“Mya ha il fidanzato! Mya ha il fidanzato! Com’è?” Kai a quanto sembrava non aveva sonno ed era di nuovo sgattaiolata nel salone, salvando Hermione da una situazione alquanto pericolosa.

“Kai, dai, andiamo a letto e ti racconto”

La ragazza prese per mano la bambina e, dando velocemente la buonanotte, salì in fretta nella propria camera dove si addormentò esausta dopo una descrizione minuziosa di Draco Malfoy.

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Hermione si rigirò nel letto, tentando di scacciare la voce che sentiva: non c’era motivo per cui Malfoy dovesse essere accanto a lei bisbigliando “Sveglia, Granger!” nel suo orecchio.

“Svegliati!”

“Ma cosa… Che diamine ci fai TU qui?!” urlò la ragazza quando, aperti gli occhi, si trovò di fianco il giovane Serpeverde.

“Mi devi aiutare: i tuoi parenti sono una piaga per l’umanità!” spiegò brevemente Draco mettendosi comodo sul letto.

“Come… Tu sei a casa mia? – chiese stupita Hermione guardandolo mentre annuiva – E perché?”

“Volevano che passassi le vacanze con loro. Sono terribili, parlano in continuazione e io mi sono guadagnato un tremendo mal di testa !” borbottò lui.

“E io cosa dovrei fare? – chiese lei tornando sdraiata, il corpo che reclamava il meritato riposo.

“Ospitami: sulla lettera di Lucius c’era scritto che potevi invitare qualcuno”

“Invitare, non ospitare” sottolineò la ragazza.

“Ne parliamo domani… Sono stanco morto!” la invitò Draco infilandosi sotto le coperte.

“Va bene, buonanotte” sbadigliò Hermione addormentandosi accanto al giovane.

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“Mya, Mya andiamo a fare spese con la zia! Ma dormi ancora?” l’allegra voce di Kai si diffuse per tutta la stanza provocando un mugolio indistinto dalle coperte sul letto.

“Kai, è presto… Fammi dormire” mormorò Hermione voltandosi dalla pare opposta alle finestre inondate di luce.

“Allora posso venire lì?” chiese la piccola arrampicandosi sul letto ed intrufolandosi sotto le coperte accanto alla ragazza.

“Granger, fai meno rumore, sto dormendo!” la voce maschile fu subito seguita da un urletto acuto della bambina che svegliò anche i due ragazzi.

“Zitta! Zitta! Lui è Draco…” spiegò velocemente Hermione tappando al bocca alla cuginetta.

“Hermione cosa è succes- Cosa ci fai tu nel letto di mia figlia?” sbraitò adirato Lucius entrando nella camera e vedendo i tre sul letto.

“Papà, io… noi… Non è come pensi!” tentò la ragazza vedendo l’espressione furente dell’uomo.

“Grande spiegazione ora pensa esattamente quello – le sussurrò Draco all’orecchio, poi rivolgendosi a Lucius – Non ho fatto nulla a sua figlia, mi creda, volevo solo farle una sorpresa”

“Nel suo letto?” sottolineò l’uomo.

“Tu sei il fidanzato di Mya?” Kai aveva fatto l’ennesima delle sue innocenti domande.

“Sì… Cioè, no! Certo che no!” chiarì Draco.

“Padre, possiamo almeno vestirci?” chiese Hermione tentando di calmare le acque.

“Come sarebbe ‘possiamo vestirci’?” domandò scandalizzata Narcissa appena entrata nella stanza.

“No, cosa pensate! Non siamo… Non è successo niente davvero! L’ho invitato al Manor per le vacanze e mi sono scordata di dirvelo…” con una bugia dietro l’altra la ragazza tentò di far capire ai genitori che in quel letto avevano solo dormito.

Purtroppo!, ma proprio adesso doveva saltar fuori quella stramaledetta vocina nella sua testa?!

“Ti aspettiamo per colazione, Kai vieni” con uno sguardo non molto convinto mamma e papà lasciarono la camera, chiudendosi la porta alle spalle.

“Oddio, che figura!”piagnucolò lei ricadendo sul letto incriminato.

“Invece è stato divertente: chi può credere che io e te…!” Draco scoppiò a ridere contagiando anche la ragazza.

“Hai ragione – singhiozzò lei con le lacrime agli occhi – Comunque, ci dobbiamo vestire adesso o chissà cosa penseranno!”

“Vero” concordò lui andando verso l’armadio.

“Malfoy, ti ricordi che ora questa è la mia stanza? È ovvio che ci siano abiti femminili nell’armadio, non fare quella faccia!” ridacchiò Hermione avvicinandosi e prendendo un abito blu scuro.

“E io cosa mi metto?”

“Trasfigura qualcosa… Io vado a vestirmi…” e sparì in bagno.

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“Allora, volete spiegarci cosa è successo?” li accolse Lucius seduto a capotavola con l quotidiano in mano e un’espressione omicida in viso.

“Primo: non è successo niente. Poi Draco è mio ospite fino a Natale” spiegò per la decima volta Hermione sedendosi dove le indicava la mano del ragazzo posata sulla schiena.

“Non era mia intenzione causare questo disguido. Ho sentito la bambina dire che andrete a fare spese, potrei unirmi a voi e rendermi utile, per farmi perdonare, ovviamente” il tono contrito usato da Draco si rilassò mentre terminava la frase, stemperando del tutto la tensione.

“Sì, ti ci vedo a portare le borse” ridacchiò lei in risposta.

“Che carini! Non sono carini, zia?” osservò Kai mentre mangiava i biscotti.

“Sì, tesoro – assecondarla era il segreto – Allora, Draco, ti unisci a noi per le compere?”

“Certo, madre, e poi deve ancora prendere il regalo per me!”  confermò Hermione per il ragazzo seduto al suo fianco.

“Attenta, Mya, non giocare con la serpe addormentata!” la avvisò Draco sottovoce.

Lei ridacchiando gli pizzicò la mano sotto al tavolo e, con un tono da giovane innamorata gli rispose: “Tesoro, ti ricordo che sei un Grifone rosso oro, adesso!”

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Buonasera a tutti! 

Delle scuse sono di dovere: quattro mesi e più che non aggiorno! In mia difesa posso dire che gli ultimi mesi di scuola sono stati una tortura: mi andava tutto male e non riuscivo più a scirvere.

Grazie a tutti quelli che hanno aggiunto al storia nei preferiti: continuano ad aumetare! E a chi legge, come sempre.

E ora passaimo alle recensitrici:

aiag: spero ti piaccia anche questo capitolo... Altro che scintille, scoppierà un'incendio... eheh, Scherzo. Un bacio e grazie dei compliementi!

Christina Malfoy: figurati,  non preoccuparti per aver recensito in ritardo, l'importante è farlo!

Hermione17: per il fidanzato devo pensare a chi sarà... Per il ballo ci sarà da aspettare... 

Pinkstar_thebest: non ho aggiornato tanto rpesto, sorry! Continua a recensire però!

Hanon: respira, per l'amor del cielo! Accidenti, tutta d'un fiato... Grazie mille... E io pensavo di aver scritto una cosa riletta e straletta.

Neera Sharim: tesoro! Auguri!!!!  Per il tuo compleanno sto muovendo le mie rotelline, vedrai che trovo qualcosa... Allora, per il ballo ci prevedono scintille anche se sarà tra un paio di capitoli... Nel frattempo un grazie grande quanto una casa! 

Continuate a recensire: anche se non vi paice... Critiche, SUGGERIMENTI e, sì, anche complimenti fanno sempre piacere!

Una bacio a tutti,
FrAnCeScA

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