Una fangirl impazzita al McKinley

di SmartieMiz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questa non è la mia città ***
Capitolo 2: *** Questa non è la mia scuola ***
Capitolo 3: *** Incontro-scontro con i Warblers ***



Capitolo 1
*** Questa non è la mia città ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 


Una fangirl impazzita al McKinley
 

Questa non è la mia città
 


La sveglia suona alle sette del mattino, come sempre.
Sbadiglio rumorosamente e mi stiracchio finché non decido di alzarmi dal letto.
Mi incammino pigramente verso la cucina e incontro i miei genitori che stanno bevendo del caffè.
«Buongiorno», li saluto.
«Buongiorno, Sara», rispondono con un sorriso.
Preparo velocemente la colazione per poi andare in bagno a lavarmi. Quando sono pronta, carico lo zaino sulle spalle, saluto i miei genitori ed esco di casa.
Un momento… ma questa non è la mia città!
Dov’è finita la via nella quale abito?
Sbatto più volte le palpebre e mi do un forte pizzico sul braccio.
«Ahi», mormoro.
No, non può essere: sto ancora dormendo.
Indecisa su cosa fare, mi incammino per queste nuove strade a me sconosciute; devo andare a bussare il mio amico Davide, ma a questo punto non so nemmeno più dov’è casa sua. Prendo il mio cellulare e lo chiamo.
«Ciao, Sara!», risponde la calorosa voce del mio amico.
«Davide! Dove sei?», domando impaziente.
«Sto sotto casa mia, ti sto aspettando».
«E dov’è casa tua?».
«Come dov’è casa mia? Sara, ma ti senti bene?», chiede il mio amico preoccupato.
«Certo che mi sento bene! Dimmi dove abiti e falla finita», sbotto esasperata.
«Green Avenue, 17».
Sgrano gli occhi allibita. Green Avenue… e dove sarebbe?
«Ci sai arrivare, vero?», mi domanda Davide quasi perplesso.
«Ehm… in realtà no», rispondo sincera.
«Esci dal tuo viale e attraversa la strada, proprio come ogni mattina… semplice…».
«Okay, ti raggiungo», rispondo attaccando la chiamata.
Seguo le indicazioni di Davide e finalmente lo incontro sotto quella che di certo non è casa sua.
Osservo il paesaggio che mi circonda e di certo non corrisponde alla città in cui abito.
«Ciao, Sara. Allora? Cos’è successo?», mi domanda Davide preoccupato.
«Dove ci troviamo?», domando invece io, incredula.
«Come dove ci troviamo?! Siamo a Lima, dove dovremmo essere?», risponde lui con ovvietà.
«L-l-lima? Lima, Ohio?», chiedo sgranando gli occhi: «La città in cui sono ambientate le vicende di Glee?».
«Glee? Ma cosa dici?», Davide mi guarda stranito, poi dice: «Ora dobbiamo andare a scuola, non vorrei fare tardi».
«A scuola? Quale scuola?».
«Sara, ma cosa hai bevuto stamattina?! Al McKinley, no?».
No, questa non può essere la realtà.
Non so cosa dire: mi limito a seguire il mio amico che mi porta davanti a quella che deve essere la McKinley High School.
Fuori scuola vedo dei ragazzi che indossano le stesse giacche da football della serie tv Glee; vedo anche delle cheerleader.
Ogni secondo mi convinco sempre di più che questo non è altro che un sogno.
Mentre cammino scorgo quello che è il viso angelico di un ragazzo alto con occhi azzurri.
Mi avvicino a lui e… oh, no, non può essere… non può essere proprio lui…
«CHRIS COLFER!», urlo entusiasta facendo voltare quasi metà scuola.
Davide mi guarda sorpreso; il ragazzo che ho appena fermato lo è ancora di più.
«Come, scusa?», mi chiede il ragazzo con gli occhi azzurri stralunato.
«N-n-non sei Chris Colfer?», farfuglio confusa.
«No, sono Kurt Hummel e non so chi sia questo Chris Colfer», risponde il ragazzo.
Kurt Hummel… ma…
«Ehm, scusa, avrò sbagliato persona…», mormoro imbarazzata.
«Non preoccuparti», risponde Kurt con un leggero sorriso, poi si rivolge ad una ragazza che è identica all’attrice Lea Michele: «Rachel, entriamo, è suonata la campanella».
Non può essere: credo di trovarmi nel mondo di Glee.


Angolo Autrice

Buona domenica a tutti! Ed eccomi con una nuova long completamente diversa dalle altre mie long xD
è un'idea stramba, lo so, ma spero vi piaccia! :)
Ringrazio tutti coloro che leggeranno, al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 2
*** Questa non è la mia scuola ***


Una fangirl impazzita al McKinley


Questa non è la mia scuola



 
Tutto questo è assurdo; le lacrime incominciano a bagnarmi gli occhi.
Sì, può essere anche stupendo trovarsi nel mondo di Glee, ma com’è potuto accadere tutto questo?
Voglio ritornare a casa, buttarmi sul letto e svegliarmi da questo brutto incubo.
Mi allontano dal McKinley e mi incammino verso casa per poi pensare: “ah, bene, ora non so nemmeno più come ritornare a casa!”.
«Sara? Tutto bene?», mi chiede Davide correndomi incontro e bloccandomi delicatamente il polso.
«Sì…», singhiozzo.
«Sara, a me puoi dire tutto», mi conforta lui.
«Non preoccuparti… non è niente…», concludo amareggiata.


Entro nel grosso edificio insieme a Davide; ancora non riesco a raccapezzarmi del fatto che possa esistere una sorta di mondo parallelo al mio, ma a quanto pare dovrò farci l’abitudine.
Cerco di non pensarci – il che è piuttosto difficile – e di andare avanti.
Cammino per i corridoi e osservo la scuola: è sempre stato un mio sogno quello di andare ad una scuola americana, ma ovviamente la mia sorpresa e la mia eccitazione sono affievolite a causa della strana e spaventosa situazione in cui mi ritrovo.
Sembra tutto così fantastico: un armadietto per ciascuno, aule grandi e spaziose, laboratori di chimica, di lingue e d’informatica, una palestra enorme, un auditorium simile ad un palcoscenico e chi più ne ha più ne metta.
Camminando vedo molte persone intorno a me: sono tutti riuniti in gruppi; dei ragazzi stanno riprendendo un ragazzo magro con gli occhiali con i capelli rossicci folti e ricci. Ha in mano un microfono e sta intervistando un ragazzo carino molto alto con l’espressione addormentata.
Ma... aspetta un momento… ma quello è Finn Hudson!
Il ragazzo con gli occhiali fa un cenno di saluto al ragazzo alto e, assieme ai due cameramen, si incammina verso un altro corridoio. Lo seguo curiosa senza farmi vedere. Il ragazzo si ferma vicino a degli armadietti e intervista una ragazza e un ragazzo asiatici e un ragazzo su una sedie a rotelle; sono senz’altro Tina, Mike e Artie.
Dopo averli intervistati li saluta e cambia di nuovo corridoio. Dopo un po’ di cammino, sempre senza farmi vedere, sono arrivata fuori ad un’aula. Stavo quasi per entrare, ma mi fermo subito per la timidezza; riesco a vedere un ragazzo con una camicetta nera che suona il pianoforte e una ragazza castana che canta uno strano motivetto: forse sta cercando di migliorare la sua estensione vocale. Sinceramente non ne capisco niente di canto nonostante adori cantare.
I ragazzi – che ho incontrato anche prima fuori scuola – sono senz’altro Kurt Hummel e Rachel Berry; sono identici alla serie tv e… cavolo! Kurt è sempre stato il mio personaggio preferito (assieme a Sebastian, ma questa è un’altra storia) ed è ancora più bello dal vivo: folti capelli biondo cenere, pelle diafana e rosea soltanto sulle guance, bellissimi occhi di una splendida tonalità di azzurro chiaro.
Sono ancora incantata dalla visione del bellissimo ragazzo; non sono mai stata una di quelle ragazze superficiali che pensano soltanto alla bellezza e tutt’ora non lo sono, ma quando non si conoscono le persone è inevitabile rimanere colpiti da qualche ragazzo carino.
«E voi siete Sara Bonanni e Davide Marconi, gli studenti provenienti dall’Italia!», asserisce entusiasta il giornalista.
Mi volto e solo ora mi accorgo che Davide mi ha seguita per tutto il tempo.
«Sì», risponde il mio amico per due: «Siamo noi».
«I vostri genitori sono per caso i proprietari del Bel Grissino?», ci chiede curioso il ragazzo.
«Cosa? I proprietari del Bel-che?», chiedo stralunata.
«Come? Non sai cos’è il Bel Grissino?».
«Mai sentito nominare».
«Ma come, Sara, è quel ristorante italiano di cui ti ho parlato tante volte!», si intromette Davide.
Ma cosa? La situazione è davvero preoccupante…
«Comunque se non sai cos’è il Bel Grissino sei davvero rovinata!», asserisce il giornalista.
«Ehi, non sono di Lima», rispondo semplicemente beccandomi uno sguardo stranito di Davide.
«Vabbè, ti saluto. E ora intervistiamo la focosa Santana Lopez!».
 
Le lezioni sono abbastanza interessanti e meno male che c’è sempre Davide a farmi da guida.
Verso mezzogiorno andiamo alla mensa della scuola; il tavolo mio e di Davide è vuoto e ciò mi rattristisce un po’, ma qualcosa mi fa tornare su il morale: un ritmo fiammeggiante si impossessa del mio udito e dei ragazzi ballano e cantano sui tavoli della mensa.
O Santo Cielo! Riconosco tra loro tutti i ragazzi del Glee Club! Ci sono Kurt, Rachel, Brittany, Santana, Tina… tutti, proprio tutti!
Solo ora mi sono accorta che nella mensa c’è un pianoforte viola e ricordo di averlo visto anche nel primo episodio della terza stagione di Glee.
Finita la canzone, non posso non applaudire ai bravi ragazzi. Rachel e Kurt mi sorridono – cavolo, Kurt mi ha sorriso, e che bel sorriso! -. Mi guardo intorno e noto che io e Davide siamo stati gli unici ad applaudire. Ma perché? Sono stati tutti così bravi…
Dei ragazzi incominciano a buttare del cibo in direzione dei ragazzi del Glee Club.
«LOTTA COL CIBO!», urla il ragazzo-giornalista con una videocamera tra le mani.
Tutti, eccetto me, Davide, i ragazzi del Glee Club e qualcun altro, si scatenano gettando cibo addosso a tutti. Noto che Kurt si difende con un vassoio e decido di imitarlo per non fare una brutta fine.
 
Subito dopo pranzato sono andata nel bagno delle ragazze per cercare di pulirmi un po’: i vestiti sono tutti macchiati di pomodoro e aranciata; per fortuna sono riuscita a difendere bene i capelli.
Esco dal bagno e vedo tutte le studentesse e tutti gli studenti sporchi di cibo. Beh, almeno non sono l’unica.
Mentre cammino verso il mio armadietto sento una voce cantare. Il suono non è molto melodioso, ma mi incuriosisce. La voce mi porta in un’aula. Non entro, ma sbircio: vedo una ragazza con una giacchetta a strisce e con dei pantaloni rosa che canta. Non sembra essere intonata. Poi c’è il professor Schuester – che è diventato anche il mio professore di spagnolo – e i ragazzi del Glee Club seduti su delle sedie.
O Santo Cielo: ma questa è l’aula canto! Ed è identica a quella della serie televisiva!
Beh, mi trovo in questa situazione spaventosa, tanto vale immedesimarmi completamente in questa nuova, strabiliante vita.
La ragazza – che è senz’altro Sugar Motta – finisce di cantare, dopodiché dice qualcosa e poi esce dall’aula senza nemmeno notarmi.
Passa qualche minuto. Cosa faccio? Vorrei entrare per saperne di più, ma mi vergogno. Non sono mai stata timida ma ora sì perché ho paura di fare brutte impressioni e di essere presa in giro.
Sara, ma provaci!, penso.
«Il Glee Club», mi sussurra una voce.
Mi giro di scatto.
«Davide, mi hai fatto prendere uno spavento!», asserisco.
«Oh, scusami», si scusa lui, poi dice: «Vogliamo fare l’audizione?».
Finalmente prendo una decisione: annuisco entusiasta, dopodiché entriamo in aula.
«Buongiorno, io sono Sara Bonanni e lui è il mio amico Davide Marconi, vorremmo chiedere qualche informazione», dico quasi tutto d’un fiato.
«Oh, speriamo che questa non sia un’altra Sugar Motta!», commenta una cheerleader con i capelli neri raccolti in una coda di cavallo che subito identifico come Santana Lopez.
«Salve, ragazzi», ci saluta il professor Schuester: «Posso aiutarvi?».
«Mi è piaciuta molto la vostra esibizione in mensa», dico rivolta ai ragazzi, poi chiedo al professore: «Professore, questo è il corso di canto della scuola, giusto?».
«Sì, questo è il Glee Club, è un corso di canto coreografato», mi risponde il professore.
«Ci piacerebbe tanto parteciparvi, ma almeno io credo di non saper cantare bene», rispondo.
«Scusami, o sai cantare o non sai cantare», parla di nuovo la cheerleader di prima.
«Ho sempre cantato a casa e da sola e non ho mai fatto sentire a nessuno», rispondo.
«Potremmo sentirti noi», dice il professor Schuester entusiasta, poi si rivolge ai suoi allievi: «Ragazzi, siete riusciti a coinvolgere altri due ragazzi, non è grandioso?».
Ecco, ho fatto un guaio. Mi vergogno un mondo di cantare davanti a qualcuno.
«Ehm… ecco… temo di deludervi», rispondo timidamente.
«Non preoccuparvi, ragazzi, non siamo qui a prendere in giro», mi rassicura il professor Schuester: «Se non ve la sentite non fa niente».
«Ci farebbe molto piacere se avessimo un altro membro, così potremo vincere le Provinciali!», mi dice Rachel Berry abbozzando un sorrisetto.
«Va bene, ci proviamo», decido infine: «Non aspettatevi chissà che cosa, però».
Non voglio lasciarmi sfuggire un’occasione del genere.
«Conoscete Only Hope di Mandy Moore?», chiedo al pianista Brad.
«Certamente», risponde lui.
Ed è così che io e Davide iniziamo a cantare con la base musicale del pianoforte.
 
There's a song that's inside of my soul
It's the one that I've tried to write over and over again
I'm awake in the infinite cold
But you sing to me over and over and over again

So I lay my head back down
And I lift my hands
and pray to be only yours
I pray to be only yours
I know now you're my only hope

Sing to me the song of the stars
Of your galaxy dancing and laughing
and laughing again
When it feels like my dreams are so far
Sing to me of the plans that you have for me over again

So I lay my head back down
And I lift my hands and pray
To be only yours
I pray to be only yours
I know now you're my only hope

I give you my destiny
I'm giving you all of me
I want your symphony
Singing in all that I am
At the top of my lungs I'm giving it back

So I lay my head back down
And I lift my hands and pray
To be only yours
I pray to be only yours
I pray to be only yours
I know now you're my only hope

 
Solo qualcuno applaude: Finn, Tina, Kurt e il professor Schuester.
«Bravi, ragazzi. È vero, ci sono delle imperfezioni e qualche parte un po’… ehm… diciamo… un po’ stonata, ma…».
«Qualche?», si intromette Rachel Berry interrompendo il professore: «At the top of my lungs I’m living it back è stato terribile e osceno!».
«Questo perché non dovevamo prenderli in giro, Rachel?», ci difende Tina: «Secondo me sono stati molto bravi».
«La mia non è un’offesa ma una critica», sottolinea Rachel con la sua voce acuta.
«Rispetto a Sugar Motta siete stati favolosi», parla per la prima volta Mercedes Jones: «ma ancora non ci siamo».
«Non è vero, ragazzi. Concordo con Tina: Sara e Davide sono stati molto bravi e la canzone era anche abbastanza difficile. Con Sugar Motta saremmo dovuti partire da zero», parla il professor Schuester, poi si rivolge a noi: «Sara, Davide, siete già ad un livello canoro più alto e possiamo recuperarvi in tempo per le Provinciali. Da oggi in poi farete parte del Glee Club!».
Sorrido: nonostante tutto, sono così contenta e soddisfatta di me stessa.
 

 


Angolo Autrice

Buona serata a tutti! Ed eccomi con il secondo capitolo di "Una fangirl impazzita al McKinley"!
Sara è spaventata di tutto ciò che è successo, ma cerca di ambientarsi nella nuova scuola... (:

Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono! Al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 3
*** Incontro-scontro con i Warblers ***


Una fangirl impazzita al McKinley


Incontro-scontro con i Warblers




Quando finisce la lezione alcuni ragazzi del Glee Club si avvicinano a me e a Davide.
«Ciao, sono Kurt Hummel. Sei nuova? Non ti ho mai vista!», si presenta il ragazzo bello porgendomi la mano.
«Sì, sono nuova», gli rispondo con un sorriso e con una stretta di mano. Il ragazzo di cui sono innamorata mi ha rivolto la parola! Ops, davvero ho pensato “innamorata”?
«Io sono Tina Cohen-Chang», si presenta Tina porgendomi anche lei la mano.
«E io sono Finn», risponde il ragazzo estremamente alto e dall’espressione addormentata: «Finn Hudson».
«Piacere di conoscervi», rispondo.
«Siete stati bravi», si complimenta Tina.
«Sì, infatti, voi due potrete sicuramente salvarci da morte certa!», dice Kurt entusiasta: «Due ragazze e un ragazzo se ne sono andati dal Glee Club e abbiamo bisogno di più voci altrimenti non potremmo mai vincere alle Provinciali, o peggio, non potremmo mai parteciparvi. Dobbiamo essere almeno tredici membri».
«Spero solo di migliorare nel canto. Non vorrei deludervi», rispondo: «Ma secondo me ce la fate anche senza di me. Siete stati molto bravi a mensa».
Kurt mi sorride. Ad un tratto il suo cellulare emette un trillo e lui esclama: «Oh, è Blaine!».
Sgrano gli occhi: «DARREN CRISS!Oddio, c’è anche lui!».
«Darren che?», mi chiede Finn perplesso.
«Oh, niente, scusate…», concludo con un sorriso imbarazzato, poi cambio argomento e chiedo scioccamente: «Blaine? Chi è Blaine?».
«Il mio fidanzato», risponde Kurt con aria sognante.
Il mio cuoricino Klaine sta esplodendo, ma cerco di contenermi.
«Secondo me siete così carini insieme», commento intenerita.
«Non lo conosci nemmeno», ridacchia Kurt.
Oh, fidati, lo conosco molto bene!, penso.
Mi limito a sorridere.
 
Le giornate trascorrono veloci e il mio terrore e la mia preoccupazione iniziali sono stati subito rimpiazzati da gioia ed entusiasmo.
Forse sono pazza, forse ho le visioni, forse mi faccio i film mentali, tutto quello che volete voi, ma… ma davvero mi trovo nel magnifico mondo di Glee e credo non ci sia cosa più bella.
Blaine Anderson è venuto al McKinley e ci ha deliziato con la sua sublime esibizione di It’s not Unusual.
È un ragazzo molto dolce e simpatico, proprio come nella serie tv. Non avevo dubbi.
Rachel Berry ha proposto di mettere in scena il musical West Side Story. Adoro quel musical, ma ho deciso di non fare nessuna audizione perché non mi sento all’altezza.
In questi giorni è venuto al McKinley anche Rory Flanagan, un simpatico ragazzo dell’Irlanda. Brittany lo ospita a casa sua e questo ha destato gelosia in Santana Lopez, la sua migliore amica, ma tanto so già che in futuro le due amiche si fidanzeranno.
Stamattina stavo di fronte al mio armadietto e stavo conversando amabilmente con il mio amico Davide e con i Klaine quando ho posto una domanda a Blaine: «E quindi che scuola frequentavi prima?».
«La Dalton Academy», mi ha risposto lui.
Non era una domanda a caso, quella. La mia era una domanda di proposito: io AMO i ragazzi della Dalton Academy, io AMO i Warblers, sono la cosa che mi più piace di Glee e… ok, basta, sto per fangirlizzare e non voglio darvi una brutta impressione (ma mi sa che già ve l’ho data).
«Ah, ne ho sentito parlare! È una scuola privata maschile, vero?», avevo chiesto.
«Sì. Facevo parte di un Glee Club, i Warblers», aveva raccontato Blaine: «Eravamo come una famiglia, un gruppo di fratelli… ma sono contento di essere venuto al McKinley per stare più vicino a Kurt».
Kurt aveva sorriso lievemente: «Spero non te ne sia pentito…».
«Mai, come potrei?», gli aveva detto Blaine con un dolce sorriso.
Stavo spargendo cuoricini e vomitando arcobaleni, poi mi sono ricomposta e ho chiesto: «Warblers? Che nome buffo e carino… secondo me devono essere buffi e carini anche i suoi membri!».
Blaine aveva riso: «I Warblers sono semplicemente pazzi!».
Lo so, forse non hai mai letto una fanfiction su di loro, avevo pensato sogghignando.
«Mi piacerebbe tanto conoscerli», avevo ammesso.
«Proprio oggi avevo pensato di andare da loro», aveva risposto Blaine.
Stavo per impazzire e desideravo tanto cogliere l’occasione: «P-potrei venire con te?», gli avevo chiesto timidamente.
E Blaine aveva accettato con un sorriso e ora eccomi qui, in macchina con Davide e Blaine, diretti verso la Dalton Academy.
Sto per piangere e urlare dall’emozione. Mi limito ad avere un sorriso ebete stampato sul volto che inquieta i due ragazzi.
Entriamo alla Dalton e camminiamo per i corridoi. Si sente un coretto provenire dall’aula canto e… oddio, ma i Warblers stanno cantando Uptown Girl!
 
Uptown girl
She’s been living in her white bread world
As long as anyone with hot blood can
And now she’s looking for a downtown man
That’s what I am
 
Sto seriamente per morire.
Comprendetemi: quello è il magnificente Nick Duval e quelli che gli ballano attorno sono quei figoni in blazer che mi hanno sempre fatto sbavar… ehm, scusate, che mi hanno sempre fatto emozionare e sospirare come una ragazzina alla sua prima cotta.
Noto un ragazzo che sta fissando Blaine già da un tempo indeterminato. Ma come si permette?! Blaine è impegnato, sta con Kurt e…
NO, UN MOMENTO.
Un ragazzo che sta fissando Blaine… oddio…
«ODDIO, TU SEI SEBASTIAN SMYTHE!», grido esaltata interrompendo i Warblers nel bel mezzo dell’esibizione: «Oddio, ma lo sai che io ti amo?! Ho scritto tantissime fanfiction Thadastian, te le devo far assolutamente leggere! Ah, e devi sapere che sono anche una Klainer fino al midollo, quindi permettiti di toccare Blaine e di infastidire Kurt! Ma ho letto anche alcune ff Seblaine e, oddio, Sebastian, le daddy Seblaine sono dolcissime!».
Giuro di non aver mai visto Sebastian Smythe così spaventato.
«Come fai a sapere il mio nome?», mi chiede il ragazzo inarcando un sopracciglio.
«Credi di sentirti bene?», mi chiede un altro ragazzo.
Oddio, ma è Thad Harwood! Okay, trattengo i miei istinti da fangirl accanita e mi limito a tacere e a riflettere sulla gaffe che ho appena fatto.
I Warblers mi guardano increduli.
«Thadastian? Seblaine? Che cosa significa?», mi chiede Jeff incredulo.
Oddio, oltre a Nick Duval c’è anche Jeff Sterling… i miei amati Niff! L’ho sempre detto che stanno insieme…
Che grossa figura di merda che ho fatto!, penso.
«Scusate la mia amica, sembra un po’ scossa…», Davide prende le redini della situazione: «… tutti questi bei ragazzi canterini in blazer sono estremamente dannosi per la sua salute mentale…».
«La tua amica non è scossa, è semplicemente una stalker impazzita! Come fa a sapere il mio nome e il mio cognome?», esclama Sebastian Smythe sconvolto.
«Ho provato ad indovinare… hai una faccia da Sebastian Smythe!», mento ritornando alla realtà.
Lui mi guarda spalancando gli occhi, poi sussurra: «Impossibile… sono troppo giovane e bello per impazzire…».
«Riesci ad indovinare anche il mio nome?», mi chiede Jeff incuriosito con un sorriso.
«Oh, certo, tu sei il tenerissimo Jeff Sterling, quello è il tuo amichetto, anzi, sarebbe più corretto dire il tuo fidanzato, Nick Duval, quello è quel figone di Thad Harwood, quello è Trent Nixon, quello è Flint Wilson, quello è David Thompson, quello è…».
Mi interrompo: i Warblers mi guardano a bocca asciutta.
Nick e Jeff, oltre ad essere sorpresi, sono anche arrossiti.
Blaine e Davide mi guardano sconvolti.
«Sto impazzendo… questo è un incubo…», continua a mormorare Sebastian sconcertato.
«Mi sa che Blaine ha parlato davvero tanto di noi agli altri!», ridacchia invece Trent cercando di sdrammatizzare la situazione.
«Sono andata sul sito della Dalton Academy e mi sono informata», un colpo di genio mi colpisce: «Ho letto i nomi di tutti i membri dei Warblers… non volevo fare brutte figure quando vi incontravo per la prima volta, ecco».
I Warblers sembrano rasserenarsi. Ora penseranno che non sono una stalker impazzita, ma una pazza e basta.
«Già le hai fatte le brutte figure», mi dice Sebastian sarcastico.
«Abbassa la cresta, novellino!», gli dico accigliata: «So anche che ti sei iscritto da poco».
«Per me rimani sempre una stalker», sentenzia lui: «… e anche una pazza».
Mi limito a scambiargli un’occhiataccia. È così diverso dalle fanfiction che ho letto e scritto…
«Ragazzi, chiusa questa piccola parentesi, volevo invitarvi alla mia prima di West Side Story», cambia argomento Blaine porgendo una carrellata di biglietti ai Warblers.
«Pensavo fosse il tuo trionfale ritorno alla Dalton», esclama Trent leggermente rattristito.
«Oh, no, ma siete sempre nel mio cuore», sorride Blaine, poi chiede: «Allora? Venite?».
«Conta pure su di noi. Usignolo una volta, Usignolo per sempre!», esclama Sebastian Smythe con un sorriso irresistibile.
Okay, ci sta provando con Blaine.
I Warblers si allontanano lentamente, e la scena che sta per accadere sembra essere identica a quella nel telefilm.
«Blaine Anderson? Sebastian Smythe», si presenta il francese porgendo la mano a Blaine.
«Ciao! Sei del primo anno?», gli chiede Blaine incuriosito.
«Sembro uno del primo anno?», risponde lui sarcastico.
«A quanto pare sì», mi intrometto rompendo il momento idilliaco.
«Va’ via, mocciosa», mi intima Sebastian irritato.
«Quanta confidenza!», esclamo.
«Sara, basta…», cerca di tranquillizzarmi Davide.
«Bravo! Mocciosa, ascolta il tuo amichetto e sparisci», continua il francese.
Gli scambio un’ultima occhiata fulminea, dopodiché una voce calorosa cattura la mia attenzione.
«Sara! Ti andrebbe di fare un giro con noi?».

 


Angolo Autrice

Buona serata a tutti!
Non vi siete dimenticati di questa ff, vero? D: Scusatemi per il ritardo imperdonabile! D:
Bene, questo capitolo diciamo che è un po' un delirio XD Sara incontra finalmente i Warblers che cambieranno profondamente la sua esistenza (?) e forse anche le sorti della storia XD :)
E quindi ecco l'incontro con i Warblers, lo scontro con Sebastian, i riferimenti Niff (Sara è una Niffer, Thadastian e Klainer proprio come me! u.u XD) e il suo tentativo di infastidire i Seblaine xDD

E chi sarà mai il Warbler misterioso che ha chiesto a Sara di fare un giro? u.u
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono e Niff che recensito lo scorso capitolo! Al prossimo capitolo! :D

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