I nostri sogni che sfondavano i soffitti.

di Alzheimer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A me spaventa il coraggio che ha la gente nell'imbrattare un cuore e poi sparire. ***
Capitolo 2: *** Vista da fuori, sembro una che non ha bisogno di niente e nessuno. ***
Capitolo 3: *** E cominceremo a tremare come la California, amore. ***
Capitolo 4: *** Sei la persona che ho sempre aspettato. ***
Capitolo 5: *** “Sarebbe tutto più semplice se io potessi stringerti e baciarti ogni volta che mi va.” ***
Capitolo 6: *** “Inavvertitamente gli ho voluto bene. Certe volte basta distrarsi un attimo e il cuore prende decisioni autonome senza consultare le tue intenzioni.” ***
Capitolo 7: *** “Che i tuoi occhi riempiranno sempre i miei oceani vuoti.” ***
Capitolo 8: *** " Dimmi era per l’altamarea dei nostri sguardi che siamo diventati consanguinei? Era per i tuoi occhi all’ufficio agli oggetti smarriti che urlavi di essere annegata nelle tue maree? " ***
Capitolo 9: *** "E' così che funziona la gravità: le parole dette di notte, pesano il doppio." ***
Capitolo 10: *** "Adesso se fossimo in un telefilm ti dicevo che ti amavo. Così, coniugando anche male i verbi. E noi siamo meglio di un telefilm, e infatti non ci diciamo niente" ***
Capitolo 11: *** " I vuoti non sono leggeri " ***
Capitolo 12: *** "Ubriacatevi di sorrisi, non di pianti interrotti." ***
Capitolo 13: *** " Che se piangi ti arrugginiscono le guance." ***
Capitolo 14: *** " I regali più belli resteranno sempre le lettere scritte a mano." ***
Capitolo 15: *** Stavolta avevo perso. Avevo perso per davvero. Me ne andai. Me ne andai con gli occhi gonfi e le braccia stanche. E scusa se ti avevo promesso - Io resto - ***
Capitolo 16: *** "Con le solite canzoni sulle labbra." ***
Capitolo 17: *** Come un fiore nell'asfalto. ***
Capitolo 18: *** Cerco le coordinate nel cielo per trovarti. ***
Capitolo 19: *** “La bellezza sta negli occhi di chi guarda… ed io vedevo una bellezza naturale.” ***
Capitolo 20: *** “Nella mia testa non è mai finita. Siamo ancora lì che ci guardiamo, per sempre.” ***
Capitolo 21: *** “Che non combino mai niente di buono il mio buono eri tu.” ***
Capitolo 22: *** “Ti aiuto a smantellare i sogni, a disinnescare le ansie, baciandoti sulle guance, sulle lacrime.” ***
Capitolo 23: *** “E alla fine ce ne stiamo sdraiati ma svegli e sogniamo di scappare dalla realtà.” ***
Capitolo 24: *** Perdonami, perdonami di amarti e di avertelo fatto capire. - EPILOGO ***



Capitolo 1
*** A me spaventa il coraggio che ha la gente nell'imbrattare un cuore e poi sparire. ***


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Capitolo 2







 
medicine, sempre e solo medicine ne sono stufa.
i punti alla mano tirano, mi danno prurito e non posso grattarmi, accidenti!. scendo in cucina a prepararmi del thè caldo, fuori a nevicato sta notte e le scuole sono chiuse.
un brivido di freddo si propaga nella mia schiena, il gelo entra nelle mie ossa, mi avvicino al divano e prendo la picola coperta rossa riposta sopra esso.
mi avvolgo con essa e aspetto che l'acqua bolle, prendo la bustina del thè arromatizzato alla pesca, una fetta di limone e zucchero.
sento il telefono vibrare dalla mia tasca, guardo chi è, David, che diamine vuole adesso ? 
*-pronto, dimmi!-* sentivo un gran casino di sottofondo, stava giocando alla play. *-Hellionor, ehm scusami se ti avviso solo ora, ma oggi non posso proprio uscire. mia sorella mi ha mollato mio nipote.-*, chiusi gli occhi e cominciai a sospirare nervosamente.
*- ma mi avevi promesso che andavamo a fare le foto assieme!-* non sentii più il rumore di sotto fondo, lui sospiro *- lo so e mi dispiace, ma non posso farci niente. ha avuto un inconveniente a lavoro.-*
immergei la bustina nell'acqua calda e aspettai che il colore cambiasse *- dai occhei fa nulla, andrò da sola.-*, *- scusami....-* feci un piccolo sorriso tirato *-non ti preoccupare.-*
riagganciai il telefono, odiavo quando faceva così. non doveva tenere suo nipote, non gli è mai piaciuto tenere quella piccola peste feroce, che ogni volta che mi vede mi prende a morsi. come minimo deve uscire con una ragazza o deve scoparsi qualcuna,
pazienza, il mio thè mi aspetta.
chiudo la porta di camera mia con un piede, appoggio la tazza sulla scrivania, accendo il pc  e mi lancio, stile delfino sul letto.
mi giro e rigiro su me stessa, oggi non avevo voglia di stare a casa, volevo andare a giocare con la neve o fare foto. allungo un braccio per prendere la mia borsa, frugo all'interno e trovo un foglio di carta, lo appallottolai, senza nemmeno guardare di cosa si trattava e lo lanciai sulla scivania.
presi la mia macchina fotografica, quella che mi ha regalato nonna. la fissai, non ho ancora avuto il tempo di aggiustarla, l'obbiettivo ormai era andato, come il pulsante di accensione, era tutta rigata. mi veniva da piangere, ci tenevo così tanto e non l'ho saputa tenere bene.
mi scese una lacrima, mi alzai dal letto e mi fiondai sul pc, aprii photoshoop e cominciai a modificare qualche foto.
mentre guardo lo schermo, cerco con la mano il mouse ma trovo il pezzo di carta che ho appallottolato prima, lo fisso e comincio ad aprirlo, era il numero di occhi blu, che mi ha lasciato per metterci d'accordo sui danni dei nostri veicoli.
elaborai un pensiero e se lo chiamassi e gli dicessi "ei sono quella ragazza che hai cercato di uccidere, mettendola sotto con la macchina. ti va di vederci? sai per metterci d'accordo con l'assicurazione". si lo faccio.
prendo il cellulare e comincio a digitare il numero, suona a vuoto, magari sta dormendo oppure è a lavoro o è con la sua ragazza in un momento intimo.
stavo per buttare giù, quando sentii parlare *- pronto Luke? scusami ma mi ero addormentato.-*, tratteni una risata, non potevo fare la maleducata *- ehm no, sono Hellionor, la ragazza che stavi cercando di ammazzare con la macchina. scusami se ti ho svegliato.-*
si stava scusando per avermi scambiato per il suo amico, *- scusami è che appena sveglio non riconosco le voci-* era strano questo uomo. *- ti volevo chiedere se eri libero oggi pomeriggio.-*  feci un piccolo sorriso e aspettai una sua risposta. stava farfugliando qualcosa che non riuscivo capire *-si!, posso. dove ci troviamo?.-*
pensai al più presto ad un posto, *-Hyde park-* , almeno avevo anche la scusa di fare qualche foto. *-sicura, insomma c'è un sacco di neve!-*,  scostai la tenda della mia finestra e feci un piccolo sorriso *-si sicurissima.-*
riagganciai il telefono salutandolo, andai in cerca della piccola macchina fotografica compatta, che usavo prima che mi regalasserò la Canon.
 
 
 
 
Ω
 
 
 
sentivo il freddo passare dai jeans, mi strinsi sotto il giubbotto, la neve stava piano piano cadendo.
nelle mie orecchie solo gli AC/DC  a tutto volume, occhi blu si sa far aspettare.
infilo le mani in tasca e faccio due salti per far scaldare i piedi, ringrazio il cielo che ho deciso 
di mettere gli anfibi.
Hyde Park era solo un grande malto bianco, piacevole alla vista, le persone si divertivano scivolando con gli slittini e chi pattinando sul ghiaccio.
dalla mia piccola borsa, tirai fuori la compatta e comincia a fare foto a raffica, fino a che non sentii punterellare un dito sulla mia spalla, mi girai e trovai occhi blu, che mi faceva un enorme sorriso e tremava di freddo. -scusami ma ho avuto un imprevisto.-
mi disse mentre si riscaldava le mani, -non ti preoccupare, tanto io ero qui da poco.-
non smetteva di tremare e in quel momento mi sentivo così in colpa per avergli dato appuntamento qui. -ei vedo che non smetti di tremare, ti va di andare a parlare davanti a una cioccolata calda?-. gli dissi con un enorme sorriso, dove lui ricambiò con un cenno del capo.
mentre si camminava verso lo Starsbucks, vedevo che non mollava un attimo il cellulare e che ogni volta sorrideva, magari è la sua ragazza che gli ha mandato qualche messaggino o un'amica, o un parente o non sono cose che mi riguardano cazzo!.
quando entriamo nella caffetteria il caldo si propagò per tutto il corpo e l'odore di muffin entrò prepotente nelle mie narici.
ci sedemmo su una di quelle poltroncine comode, l'una difronte l'altro, ordiniamo due cioccolate e due ciambelle alla Homer Simpson.
noto che il suo aspetto fisico, sotto a quel giaccone nero, è molto asciuto ma con buona moscolatura. quando tolse il cappellino bianco con il pon- pon, beh rimasi folgorata, i suoi capelli da biondi e boccolosi erano diventati neri e lisci e in quel momento capii chi avevo davanti.
avevo visto solo una volta il film Thor, nel quale mi innamorai del personaggio di Loki, non mi accorsi prima che occhi blu era l'attore che lo ha interpretato.
- come mai mi fissi?.- mi disse lui con un sorriso dolce, puntantomi quelle due pozze d'acqua trasparenti verso di me, io mi sentii avvampare - oh nulla, solo che ...- mi zittii e vidi la camerriera arrivare - che ?... - mi disse lui -che sta arrivando la camerriera- gli dissi con un piccolo sorriso e alzando la mano. 
-allora tu studi.- mi disse addentando la ciambella con la glassa color blu, ci rimasi male, perché quella la volevo io.
strabuzzai il naso e mangiai un piccolo pezzo della mia ciambella, -si, studio per diventare una fotografa e tu che fai ? -
volevo vedere se era veramente l'attore, che da vita a Loki.
sorseggiò un pò di cioccolata calda, si pulì la bocca e rise. in un'ora che siamo qui dentro 
ha fatto altro che ridere o sorridere. -io lavoro e faccio il lavoro che ho sempre desiderato fare.-
gli sorrisi, quell'uomo riusciva a contagiare le persone con la sua felicità, -l'attore.-
 mi disse in fine guardando fuori, mentre i vetri si appannavano.
-hai fatto qualche film ? - gli dissi con la tazza della cioccolata a metà strada per la  mia bocca,
lui avvampò, prese un colorito roseoo. -si, un'anno fa ho fatto un film per la Marvel.-
quando poggiai la tazza sul tavolino e mi pulii la bocca sorrisi - si lo so, hai interpretato Loki, no?. mi sono innamorata del Dio delle malefatte, perché lo hai saputo interpretare alla perfezione.-, alzai lo sguardo verso di lui e me lo trovai che mi stava fissando, mi nascosi il viso con le mani, non ci credevo che ero riuscita a dire una cosa del genere.
-oddio scusami che vergogna.-, lui rise - ei non ti preoccupare dai!. comunque sto lavorando per un'altro film.- io mi feci uno spiraglio di luce, guardandolo con un occhio solo -dai smettila- scherzò lui levando le mie mani dalla faccia -ah si.- gli dissi io, appoggiando un gomito sul tavolo e poggiando la mia testa su una mano. .-si, non posso ancora dirti nulla, il film si chiama " Only lovers left alive" ma è un segreto.- sapeva far ridere una donna, sapeva trasmettere solo positività quest'uomo ed era piacevole la sua compagnia.
-comunque piacere io sono Tom e tu capelli rossi?-
sorrisi per come mi ha chiamata -Elen, chiamami Elen, il mio vero nome non mi piace.-
scoppiammo a ridere tutte e due insieme, poi guardammo fuori -sarà meglio tornare a casa, prima che inizi a venire buio.-
mi strofinai la spalla perché sentivo che iniziavo ad avere freddo e mi girai verso di lui -ma dovevamo parlare dell'assicurazione.-
lui si alzò in piedi e si mise il giubbotto. -non ti preoccupare per la mia macchina e tu non ti preoccupare per il tuo motorino, ti pago io la riparazione.-
mi alzai immediatamente in piedi -no dai, mi scoccia, insomma sono un sacco di soldi.-
lui si girò, mi prese la mano e la baciò - non ti preoccupare posso permettermelo.-
se ne andò, lasciandomi di stucco.




ANGOLO AUTRICE.
ce l'ho fatta a pubblicare, spero di non aver deluso nessuno 
e spero che vi piaccia questa storia.
scusatemi ma non mi soffermo molto, vado a finire di studiare 
ci sentiamo presto 
Elen.

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Capitolo 2
*** Vista da fuori, sembro una che non ha bisogno di niente e nessuno. ***


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Capitolo 1




 
mia madre mi doveva chiamare Bianconiglio, altroché Helleonor.
scendo le scale di casa  di fretta, acchiappo le chiavi del motorino, infilo 
il casco e esco di casa urlando -CIAO MAMMA, A DOPO.-
metto in moto il motorino e sfreccio sulle vie di Londra, amo questa città, è stato amore 
a prima vista da quando mi sono dovuta trasferire dall'Italia.
nuvoloso, tanta pioggia, ma che quando arriva sera spunta un tramonto da mozzare il fiato, oppure lo spettacolo della neve a Dicembre, quando rimane sui tetti delle case grigie 
o sui taxi tipici di qua.
parcheggio il  motorino affianco a quello del mio amico David, lui era ad aspettarmi
vicino al cancello della scuola,  frequentiamo tutti e due il liceo artistico, io voglio diventare una fotografa, lui un grafico pubblicitario.
David è il mio migliore amico da quando avevo sei anni, l'ho conosciuto in prima elementare, era il classico ragazzino che stava indisparte, aveva paura di tutto.
io quel giorno arrivai in ritardo e l'unico posto libero era vicino a lui, da quel giorno non ci siamo più persi di vista.
lui ha visto tutti i momenti bui della mia vita, la separazione dei miei genitori,  il tumore di mia madre, il mio periodo di autolesionismo,tutto.
mi è sempre stato accanto, non mi ha mai abbandonato, come mio padre.
ha lasciato me e mia madre a metà della terapia, mia madre era distrutta, io ero distrutta, tutti eravamo distrutti.
- aspetta fammi pensare, non hai sentito la sveglia?-
mi abbracciò - come sempre, ma visto sono arrivata- entriamo insieme proprio quando suona l'ultima campanella.
-Elen, stasera che si fa?-
finii l'ultimo lavoro di grafica al pc e mi girai verso David, - credo che starò a casa, guardando un film horror. almeno sta notte se ho paura ti chiamo.-
avevo questo vizio, quando mia madre era di turno in ospedale, io mi guardo  un film horror e poi durante la notte quando ho paura o sento un rumore sospetto 
chiamo David.
-no, ti prego. voglio dormire sta notte!.-
risi e lo abbracciai, tutti in classe pensano che stiamo insieme e noi glielo lasciamo pensare, 
dicono che non hanno mai visto un "amico" andare a dormire a casa di un "amica".
- quando vieni a dormire da me ?-
mi girai verso David, - ti prometto appena posso o appena mamma non c'è.-
gli feci un sorriso e continuammo i nostri lavori al pc.
 
 
 
Ω 
 
 
 
la campanella della scuola suona, libertà, voglia di buttarmi nel divano a dormire 
o suonare la chitarra, do un bacio sulla guancia a David con la promessa che stasera l'avrei chiamato.
metto in moto e sfreccio a tutta velocità, il vento andava a scagliarsi sul mio viso, le mani ormai erano cogelate, mi fermai per via del semaforo rosso, scattò il verde, partii, 
ma una macchina non ha rispettato il rosso ed ebbi una collisione con essa.
cascai a terra, cascasi su un fianco, con il peso del motorino 
sopra di me, lo specchietto e il bauletto si rompono e di sicuro ho tutta la fiancata graffiata.
imprecai, -CAZZO, MA NON HAI VISTO CHE è ROSSO. PORCA PUTTANA I PANTALONI NUOVI MIA MAMMA MI AMAZZA.-
dalla macchina con i vetri oscurati scese un uomo, con i capelli rossicci e gli occhi color del ghiaccio, -scusami, mi sono distratto un'attimo e non ti ho vista-.
aveva un'ottimo accento inglese, gesticolava con le mani - cosa stavi guardando? il bel culo di una ragazza? beh cercatene una, almeno ne fisserai uno tutto il giorno.-
il ragazzo si chinò per vedere se mi ero fatta del male. -lascia stare me la cavo da sola, ho solo un buco ai pantaloni, nulla di che.-
lo guardai un'attimo nei suoi occhi e lui fissava la mia mano, nervosamente mi girai anche io ed era completamente piena di escoriazioni.
-merda.- imprecai, lui represse una risata lo fulminai con lo sguardo, -scusami.-
cercai di alzarmi, ma la gamba mi faceva male. - ti porto in ospedale.-
mi disse, ma io lo scansai da me. - no grazie chiamo mia madre, mi porta lei.-
frugai in tasca, presi il cellulare e cominciai a digitare, squillava a vuoto, zoppicando mi avvicinai al motorino per tirarlo su, ma non avevo forza, con la coda 
dell'occhio vidi qualcosa di nero poco distante da me, la mia Canon, regalo di mia nonna per il compleanno, era a terra, al freddo e all'umido.
mi stavo per sentire male, tutte le mie foto, tutti i lavori di scuola, l'ultimo regalo che mi ha fatto prima di andarsene per sempre. mi avvicino a essa, obbiettivo rotto e graffi da tutte le parti.
in quel momento non sentii nemmeno più il dolore ne alla gamba ne alla mano, tornai indietro e mentre lui parlava con un suo amico del suo "presunto ritardi al lavoro" io gli 
diedi uno spintone. no, non sono la classica ragazza elegante dalle buone maniere, -mi hai rotto la macchina fotografica!-  dallo spintone che gli diedi, oscillò in avanti, il suo cellulare gli scivolò a terra rompendosi.
-e tu il mio cellulare.-, da com' è vestito, dalla macchina e dal cellulare che possiede i soldi non gli mancano, -beh tu puoi permetterti tanti altri telefoni!.-
lui mi guardò male, -quella macchina fotografica aveva un valore effettivo!, chi me l'ha regalata ora è sotto tre metri di terra!.-.
si scusò per il disastro che aveva combinato, ma ormai il danno era fatto e la mia mano non smetteva di sanguinare, c'era bisogno di punti.
mi sedei sul ciglio del marciapiede mentre il vigile prendeva tutte le informazioni che gli occorrevano,
il ragazzo invece era in piedi affianco a me, lo tirai per il gambale del pantalone, io tirai su lo sguardo, lui chinò la testa. da quell'angolazione sembrava un gigante, lui mi guardò e gli feci cenno con l'altra mia mano sana la ferita - credo che mi devi portare in ospedale, non ce la faccio a guidare il motorino.-
lui sospirò sonoramente, prima gli ho rotto il cellulare e ora gli chiedo un passaggio, ma dopo tutto è colpa sua se mi ha ridotto così.
 
 
 
 
 
Ω 
 
 
 
 
 
quando varco la soglia dell'ospedale, un forte odore di medicine e disinfettante entrò prepotente nelle mie narici.
gli occhi mi cominiciarono a lacrimare, mi tolsi gli occhiali per levare le lacrime.
-come mai piangi?-
occhi blu, durante il tragitto in macchina mi ha detto che voleva rimanere con me fino a che non stavo bene, non sarebbe andato via. -no l'odore dell'ospedale mi da noia.-
spinse il pulsante per chiamare l'ascensore.
mentre stavamo aspettando di arrivare al piano del prontosoccorso, notai com'era vestito.
jeans, maglietta a scollo a "v" di colore verde grigiastra, giubbotto e  scarpe di pelle.
aveva delle gambe lunghissime e non potei non notare il bel posteriore che aveva, ma anche due occhi da mozzare il fiato e poi le mani lunghe, fini e magre al punto giusto.
si accorse che lo stavo fissando, fece una piccola risatini, chinai lo sguardo dalla vergogna, nel frattempo l'ascensore si fermò al piano.
"pronto soccorso", mi vengono i brividi ogni volta che leggo quelle due parole, mi viene in mente il mio periodo più brutto della mia vita. 
le sedie di plastica colorate di rosso, scricchiolavano sotto il mio sedere, le odiavo. andavano e arrivavano persone chi con un polso rosso, chi con un semplice mal di pancia e chi come me  con una mano mezza sbucciata come un'arancia.
sospiravo ogni tre per due,  il tipo si sarà preso almeno otto caffè nell'arco di un'ora che siamo qua, l'ansia saliva nel mio stomaco e non so il perché.
-Helleonor, che diamine hai combinato?- una donna con in capelli color cioccolato con il camice bianco si precipitò verso di me, mia madre, merda.
-nulla... sol..- mi prese la mano e inizio a guardarla -che hai fatto? possibile che non ti posso lasciare mai da sola.-
vedevo le sue mani tremare, un'altra delusione, un'altra preoccupazione. -vieni ti metto dei punti.-
guardai il ragazzo - è mia madre, vado con lei, grazie mille che mi hai accompagnata.-
lui si fermò e mi diede un fogliettino -tieni, è il mio numero di cellulare e indirizzo di casa, così possiamo metterci d'accordo per i danni della macchia e del motorino-
mi salutò con la mano e se ne andò scappando veloce dentro all'ascensore, io lo seguivi con gli occhi fino a che mia madre non chiuse la porta interrompendo la mia visuale.


ANGOLO AUTRICE.
per vostra disgrazia sono tornata c;
ho provato  a cambiare, ho voluto scrivere di Tom, fatemi 
sapere se la storia vi piace o no.
a presto 
Elen.

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Capitolo 3
*** E cominceremo a tremare come la California, amore. ***


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Capitolo 3





"beato chi si perde nei tuoi occhi ogni giorno."



 
sono a scuola, fuori c'è un tempo bellissimo, la neve che è sui tetti delle macchine
si sta piano piano sciogliendo. -Elen, allora oggi che vogliamo fare?.-
distolsi lo sguardo fuori dalla finestra  e mi girai verso David, - non ne ho idea, ti va di venire a casa mia? studiamo e mangiamo cinese? -.
lui mi sorrise, - tua mamma ha il turno di notte?-
feci cenno di no con la testa, lui mi guardò male -mia mamma dorme da Sebastian.-
Sebastian era il ragazzo di mia mamma, ha la sua stessa età, è inglese ed è l'uomo che ogni donna sogna, mi correggo che tutte le donne sognano tranne me.
ha il brutto vizio di svegliarmi ogni santa domenica mattina alle sette -Elen dai andiamo a fare una corsetta insieme, Elen devi fare i compiti, Elen di qui, Elen di la.-. devo preparargli il pranzo per quando mamma non c'è e mi tocca lavargli e stirargli la sua biancheria.
insomma mi ha preso per la sua tutto fare quando ho del tempo libero. ma vedere mia mamma così felice da quando non c'è più mio babbo, mi mette felicità anche a me.
-oh capisco, ma non è che domani ci sveglierà alle sette di mattina vero?.-
finii il lavoro di grafica e guardai il mio amico, -ma per caso vuoi che gli stacco le palle e gliele faccio mangiare?.- gli sorrisi, vidi che s'irrigidì e scoppiai a ridere.
mentre eravamo in cortile, per una pausa dalle lezioni, un ragazzo si avvicinò a David.
era un suo vecchio amico, si vedevano quest'estate, non mi è mai stato molto simpatico, visto che mi stava portando piano piano via il mio migliore amico.
- mi devi ancora dei soldi.-
vidi il tizio avvicinarsi a David e dargli una spinta, io sobbalzai. -che ti dovrei dare? non ti ho mai chiesto dei soldi.-
il ragazzo gli tirò un pugno in faccia, David cascò a terra con il naso sporco di sangue, io scattai in piedi per andare a vedere se stava bene. -ma che cazzo ti è saltato in mente, sei stupido?.-
mi avvicinai a David, si copriva il volto con le mani, non riuscivo a vedere a modo come gli stava il naso, ma dovevo portarlo subito in ospedale. -cosa c' è, ne vuoi anche tu? non mi fa paura picchiare una ragazza!.-
rimasi immobile per un'attimo con lo sguardo verso il vuoto, poi mi girai verso il ragazzo e mi alzai in piedi, mi fermai davanti a lui per qualche istante -su allora dammi un pugno, visto che hai così tanto coraggio.-sulla mia faccia si disegno un ghigno.
non so da dove i uscì tutta quell'adrenalina, mo pochi istanti prima che lui mi stava per tirare  il pugno io gliene diedi uno dritto nello stomaco, lo vidi cadere cadere a terra i suoi amici lo aiutarono a tirarsi su. regolarizai il mio respiro prima di parlare, - toccalo un'altra volta e giuro che il prossimo ti arriva dritto in faccia e ti rifaccio il naso.-
il ragazzo davanti a me mi guardo e poi sputò di lato -questa me la paghi puttana-
e si allontanò.
il suo insulto non l'ho nemmeno sentito, quello che sento ora però è la mia mano che inizia a formicolare e a farmi male è la prima volta che do un pugno a una persona e come prima volta devo ammetterlo che non è male.
mi chinai ancora una volta verso David, il suo naso era un fiume rosso in piena.



 
 
Ω
 
 
 
siamo in ospedale, mi sono beccata una ramanzina da mia madre e una fasciatura alla mano. -se una persona fa una violenza, non si deve rispondere con un'altra violenza Elen!-
guardavo mia madre mentre mi gridava isterica. - allora se vedo che il mio amico lo stanno picchiando cosa devo fare? prendere dei pop corn e gedermi lo spettcolo?!.-
iniziai a gesticolare e mia madre odiava le persone che gesticolano, -SMETTILA DI GESTICOLARE ELEN!- mi alzai in piedi -E TU SMETTILA DI ESSERE SEMPRE COSI', COSI' PAUROSA. HAI SEMPRE PAURA CHE MI SUCCEDA QUALCOSA, SAI CHE C'è PORTI SFIGA, PERCHE' OGNI VOLTA CHE MI DICI DI STARE ATTENTA A QUALCOSA, PUNTUALMENTE ACCADE.-
lei si sedette, mi stava fissando vedevo che gli stavano venendo gli occhi lucidi, in quel momento l'avrei voluta abbracciare se solo non mi avesse cacciato dal suo studio, dicendomi di non presentarmi a cena.
mentre camminavo per Londra, pensavo con attenzione alle parole che ho detto a mia madre e mi accorsi di quanto sono stata stupida. "mi porti sfiga", cazzo, che ho combinato?.
nessuna madre vorrebbe sentire delle cose del genere, non sono una figlia modello e per questo mi dispiace, gli ho fatto passare tutte le ansie più possibili senza mai accorgermi di niente. -come mai per Londra tutta da sola?.-
la sua voce calda mi distoglie dalla vetrina che stavo fissando, mi girai verso di lui e mi trovai Tom a pochi passi da me. aveva sempre il sorriso sul volto, come se la tristezza non sa nemmeno che cosa sia, amavo il suo sorriso, mi ha catturato dal primo momento 
che l'ho visto. -stavo cercando un posticino per cenare- gli dissi sorridendo e guardando dall'altra parte della strada.
- se vuoi, posso unirmi a te. non ho voglia di andare a casa, cenare di nuovo da solo mi mette tristezza-, allora sapeva che cos'era quel sentimento.
gli feci cenno di si con la testa, cominciai a camminare, ma non ho la minima idea di dove andare.
- sai mica  il nome di qualche ristorante? io conosco solo il cinese.-
gli dissi con un piccolo sorriso, mentre mi giravo verso di lui, solo che non feci bene i conti e stavo per attraversare la strada senza guardare. vidii solo lui prendermi un braccio e io che mi appoggio al suo petto, rimango per un momento a fissarlo negli occhi,
quegli occhi così trasparenti che trasmettono un sacco di emozioni, -stai attenta ad attraversare la strada sennò finiamo in ospedale invece che al ristorante.-
mi fece un dolce sorriso, ma i nostri sguardi non si smantellavano fra di noi.
notò la fasciatura alla mano, ora i suoi occhi erano catturati da essa e non dai miei occhi, io chinai lo sguardo e nascosi di fretta la mano dentro il giubbotto.
-che hai fatto?-, mi girai di scatto e tornai a camminare -nulla d'importante, solo una slogatura. fra una settimana starò meglio.-, lui sospirò -comunque a me va bene il ristorante cinese.-, aumentò il passo e iniziò a fare strada lui.
 
quando siamo arrivati davanti al locale, una bellissima ragazza orienale che su per giù aveva un'anno o due più di me si presentò davanti a noi. -benvenuti- gli sorisi -un tavolo per due.-
gli dissi e mentre ci accompagnava al tavolo io vidi Tom fissarmi.
- cosa è? sono spettinata, ho sporchi i pantaloni? non hai staccato gli occhi da me da quando ci siamo incontrati.
lui strabuzzò il naso e diventò rosso. l'avevo messo a disagio, nascosi una risatina e ci accomodiamo al tavolo, la ragazza ci porse due menù nei quali iniziamo subito a scegliere 
la cena.
mentre sfogliavo il menù ripensai a mia madre e le fitte alla mano incominciarono di nuovo, Tom notò il mio cambiamento d'umore, tutti se ne accorgono, non posso mai nascondere qualcosa.
-sicura che stai bene?- tirai su la testa, aveva un maglioncino nero con scollo a "V", lasciava intravedere il petto bianco, si passava un sacco di volte le mani fra i lunghi capelli neri, non avrei mai detto una cosa del genere, ma era bellissimo.
-eh, no, tutto occhei non ti preoccupare, tu invece tutto  apposto? sembri nervoso.- lui mi guardò assottigilando gli occhi -nervoso? no no- mi guardò per un'ultima volta 
e tornò a guardare il menù. -volete ordinare?-
la signorina mi fece sobbalzare, -oh scusi non era mia intenzione farle prendere paura- gli dissi di non preoccuparsi - io voglio del ramen e  di secondo pollo al bambù-
invece Tom aveva ordinato - degli spaghetti con gamberi e insalata di ganchio.-
c'era un terribile silenzio -poi la macchina fotografica l'hai aggiustata?-
feci cenno di no con la testa -costa un sacco e non ho i soldi per permettermi la riparazione.-
feci un piccolo sorriso e lo guardai - ma tua mamma è medico, insomma ... -
sospirai, tutti che arrivano a quel punto, anche se è medico non vuol dire che abbiamo i soldi che ci crescono sull'albero che abbiamo in giardino -sarà anche medico, ma per tutte le cose che succedono nella nostra vita è già tanto che arriviamo a fine mese.-  gli dissi con amarezza, sembravo quasi che avessi gridato perché ora lui mi stava guardando con una faccia da cucciolo cerca amici, mi faceva ridere.
cercai di trattenere una risata ma alla fine scoppiai, non ce la feci più. lui si guardò in giro in cerca del mio ridere ma alla fine lo indicai -che ho fatto?-, -nulla solo che la tua faccia era da oscar- e ricominciai a ridere -oh beh grazie non sapevo che la mia bellezza facesse così ridere!.-
smisi e lo fissai -sei proprio convinto è, cosa è ti sei montato la testa? solo perché interpreti un dio schizzofrenico, maniaco del potere e affascinante?-
l'ultima parola la dissi appoggiandomi con i gomiti sul tavolino, Tom aveva preso il bicchiere davanti a lui e se lo portò alla bocca, ma prima disse qualcosa -affascinante? così trovi Loki affascinante e me ridicolo è?!-
stavo per bere, ma dovetti fermarmi prima, non volevo sputargli in faccia tutta l'acqua gassata, mentre ridiamo e scherziamo la camerriera ci portò la cena. avevo una fame da lupi 
e credo anche  Tom.
-allora vorresti fare la fotografa- feci cenno di si con la testa -ah!.- vidi Tom sobbalzare  -domani ho un photoshoot, ti va di venire a vedermi?-, sgranai gli occhi, insomma essere presente a un servizio fotografico per una persona che vede il suo futuro dietro a un obbiettivo è un'ottima esperienza.  -accetterei, ma ho paura di disturbare-
gli dissi in un piccolo sorriso, lui si pulì la bocca e finì di mangiare - oh no no, non crei nessun disturbo,il mio pubblicist è a casa malato e non ho voglia di andarci da solo.-
io lo guardai per un'attimo, non sapevo che fare, Tom mi sta chiedendo .. come possiamo chiamarlo favore?, sospirai per un ultima volta  -occhei ci sto!.-
lui mi fece un enorme sorriso, mi diede l'indirizzo del luogho e l'orario d'inizio del photoshoot.
mi ha voluto accompagnare a casa, dice che una ragazza così carina come me è una preda facile di notte.
è la prima volta che sento un complimento da lui, mi nascosi sotto il giubbotto e gli indicai la casa -siamo arrivati.-
gli dissi, mi sentivo in un gran imbarazzo salivo le scale di casa e mi sentivo le gambe cedermi.
- hai freddo?- si accorse di come mi sentivo in quel momento.
non feci nemmeno in tempo a tirare su la testa che aveva la mia faccia sul suo petto, sentivo il suo cuore battere piano, almeno uno dei due era calmo.
quando sentii le sue braccia cingermi dentro di me si mosse un terremoto ed è la prima volta che accade, nessuno prima mi ha fatto scaturrire un'emozione del genere.
- so che avevi qualcosa che non andava stasera e hai tutte le ragioni del mondo a non confidarti con me, dopo tutto ti ho investita con la macchina.
ma se sta notte, non dormi e vorrai parlare con qualcuno, disturba pure.-
sgranai gli occhi, lui mi aveva messa a nudo in pochi secondi, la sua voce era calda, dolce, mi sarei addormentata fra le sue braccia.
ma non potevo, non in mezzo a una strada, non a quell'ora della notte, non davanti a casa mia.
caro Tom mi fai tremare come la California.



ANGOLO AUTRICE.
eccomi finalmente, scusate se ho aggiornato in ritardo ma ho 
dovuto festeggiare il mio compleanno ( 18 anni gnegnegne posso scappare a Londra da Tom Hiddleston AHAHAH),
sto finendo lo stage e ho avuto l'influenza, quindi scusatemi.
comunque, spero che il capitolo vi piaccia e prometto
che dalla prossima volta ci sarà più scene con Elen e Tom.
a presto 
Elen.

a si BUONA FESTA DELLE DONNE A TUTTE.

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Capitolo 4
*** Sei la persona che ho sempre aspettato. ***


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Capitolo 4 


 
ringrazio la mia nuova beta : Fex Write, che 
si è presa la briga di correggere i miei errori 
buona lettura a tutti.  




 
Ho la chitarra fra le mani, è tutta la mattina che suono, sono in ansia. Ho paura.
Mi sento lo stomaco sotto sopra. 
Tom mi ha invitata ad assistere a un servizio fotografico su di lui.
Non so se sono in fibrillazione perché potrò vedere dal vivo come si svolge un vero 
photoshot o perché il soggetto è Tom.
Lascio che le mie mani scivolino sulla chitarra e ch le corde tese sfiorino i polpastrelli delle mie mani, è sempre una strana sensazione suonare, chiudere gli occhi e imprigionare le orecchie nelle melodie che escono dalla chitarra.
-Elen, quando hai finito di suonare è pronto!- Sebastian interrompe il mio momento di relax, apriingli occhi e tornai alla realtá alla quale non avrei voluto appartenere.
Scesi dal letto, sentivo ancora il sonno pervadere ogni parte del mio corpo, mentre scendevo le scale di casa e potevo essere tranquillamente scambiata per un bradipo.
Arrivai in cucina, mia mamma era seduta che mangiava e Sebastian stava finendo di mettere in tavola il cibo.
Non avevo ancora parlato con mia madre, non gli avevo chiesto scusa. 
Mantenni la testa china mentre mi sedevo al mio posto, sospirai e cominciai a girare la forchetta per raccogliere gli spaghetti che avevo nel piatto. 
-Elen che farai oggi?- 
Tirai su la testa e incrociai gli occhi castani di Sebastian: - Sono da un mio amico.-
Gli risposi mentre finivo di mangiare la pasta.
- David?- mi chiese tirando su un sopracciglio e io feci cenno di no con la testa.
- Un ragazzo che ho conosciuto un po' di tempo fa, nulla di che.-
Sí, certo Elen, nulla di che. Non dicevano così le tue gambe ieri sera mentre ti stringeva al petto, non dicevano così le tue orecchie quando ascoltavano la sua voce, che era pressappoco una melodia.
Ritornai nella cucina di casa mia, misi in ordine i miei pensieri nei meandri della mia testa e tornai a mangiare.
Mangiai il pollo contro voglia, non riuscivo a deglutire. Stavo per vomitare.
- Io ho finito, posso alzarmi? Dovrei andare a prepararmi.- chiesi.
Sebastian fece cenno di sí con la testa, mia madre osservava un punto fisso dietro di me.
Era incazzata e aveva tutte le ragioni del mondo per esserlo, ma così non mi stava aiutando a chiederle scusa.
Mi chiusi in camera mia, cercando qualcosa di decente da mettermi, ma sembrava che dentro al mio armadio non ci fosse nulla di adatto.
Alla fine trovai una salopette che avevo preso mesi fa da Harrods, misi una maglietta a collo alto e un paio di calze con le fantasie invernale.
Ero pronta, ci misi un'ora per prepararmi del tutto, presi la borsa, infilai il giubotto con sciarpa e capello a seguito e scesi le scale per uscire.
Quando aprii la porta di camera mia, trovai mia madre a braccia conserte intenta a guardarmi, la fissai per un'attimo e poi deviai lo sguardo verso le scale. 
Feci per muovermi, ma mia madre si catapultò adosso a me, abbracciandomi.
-Scusami Elen.-
Sospirai, mi stava chiedendo scusa lei, mi sentii una codarda in quel momento.
-No mamma, scusa lo dovrei dire io, ma ieri ero presa da un grande nervoso e ho detto cose che non avrei dovuto dire.-
Impercettibilmente mi strinse ancora di più a se per poi lasciarmi andare, dicendomi di stare attenta, gli feci un piccolo sorriso e scesi le scale di casa, uscendo.
 
 
 
Ω
 
 
 
C'era un bel sole a Londra, ma il freddo non voleva sentire ragione di andarsene.
Vidi un sacco di coppiette mano nella la mano intenti a girare la città, alcune arrivai ad invidiarle.
Mi ricordarono un sacco me e il mio ex, Fred. Quel grande pezzo di merda che mi aveva mollata appena aveva saputo che Alisha, la ragazza sgualdrina della scuola, era interessata a lui.
Ma questo fatto successe un anno fa e ormai non m'interessava più di tanto.
Arrivai davanti alla porta di casa di Tom. La sua casa era un piccolo appartamento in Kentish Town, allungai la mano per premere il campanello; tremavo sia per il freddo sia per l'ansia.
Quando, con il cuore in gola, riuscii a premere il pulsante nascosi il viso sotto la sciarpa nera che mi aveva regalato mia madre qualche settimana fà.
Aspettai solo qualche secondo prima che un ragazzo dai capelli castani mi aprì la porta. Ecco, avevo sbagliato casa.
Chiusi gli occhi per riaprirli subito 
- Salve, chi cerchi ragazzina?- Il ragazzo davanti a me mi fece un piccolo sorriso.
-Cercavo Tom, mi aveva lasciat ...-
Lui fece cenno di no con la testa -Tom ora è occupato sta facendo un servi...- 
Nel frattempo dietro il tipo vidi arrivare Tom -Lascia stare Luke, lei è un' ospite d'eccezione. Hellionor ti presento Luke, Luke ti presento Hellionor.- 
E infine lui si girò verso di me facendomi un enorme sorriso, sentii le guance andare a fuoco. Salii piano le scale e allungai la mano verso quella di Luke, stringendola.
Quando entrai in casa un buon odore invase subito le mie narici, mi guardai intorno, era un piccolo appartamento, mi tolsi il giubotto e appoggiai la mia roba su una sedia vicino all'ingresso.
Mi avvicinai alla porta davanti a me, la sala era allestita con luci e macchine fotografiche, era meraviglioso: sembrava un vero studio fotografico. 
Una macchina con vari obiettivi aveva catturato la mia attenzione.
Ad un tratto sentii Tom ridere e fissarmi, lo guardai e feci un piccolo sorriso. Mi allontanai da lí e mi misi vicino a Luke che si stava letteralmente mangiando con gli occhi la ragazza che stava fotografando Tom.
Infilai le mani in tasca e guardai come la ragazza dai capelli color cioccolato svolgeva bene il suo lavoro.
Tom rideva, sapeva solo ridere e io morivo, morivo dentro ogni volta che lo faceva, sentivo la gola arida, secca e impastata.
Avevo bisogno di acqua, ma non avevo voglia di disturbare, presi il cellulare dalla tasca e notai che David mi aveva mandato un messaggio.
Lo aprii: "Mi raccomando, domani voglio sapere tutto."
Soffocai la risata in un sorriso e appena tirai su la testa, vidi Tom dentro ad un vasca che si stava bagnando i capelli. Il mio cuore non poteva reggere tutto quello, era come una tempesta, un uragano che ti spazza via, un terremoto che fa crollare il corpo a pezzi. Mi sentivo così ogni volta che lo vedevo.
Hiddleston si accorse che lo stavo fissando e notai che da sotto gli occhiali stile Harry Potter mi aveva fatto l'occhiolino. Ci stava riuscendo, mi stava facendo crollare.
Il servizio fotografico durò un'ora, io rimasi in un angolino insieme a Luke a guardare tutto.
Quest'ultimo mi porse un asciugamano: -Tieni portalo a Tom.-
Lo guardai sorpresa, lui inclinó le labbra in un piccolo sorriso. 
Mi avvicinai alla vasca, Tom si era alzato e quella maledetta maglia bianca stava perfettamente aderendo al suo petto, s'intravedevano due piccoli nei sulla pancia e poi il fisico asciutto.
Rimasi qualche secondo a fissarlo, poi alzai lo sguardo e incrociai quelle due pozze d'acqua azzurra che mi stavano fissando, come se fossero alla ricerca di qualcosa Come se cercassero di leggere dentro me, in quel momento mi sentii nuda sotto a quello sguardo cristallino. Sembrava quasi che intorno a noi non ci fosse nessuno, né Luke, né la ragazza, né Londra, né il mondo.
Un universo bianco.
Ma no, non era bianco. Noi eravamo due colori che combaciavano alla perfezione come il rosso e l'arancione, come il blu e il celeste.
Gli passai l'asciugamano e le nostre mani si sfiorarono per un'istante, uscii da quella stanza per andare in cucina, Tom doveva cambiarsi. In casa non c'era più nessuno, né Luke, né la fotografa, ora eravamo solo io e Tom.
Il magone che avevo il giorno precedente tornó, anzi, era sempre stato lí, solo che ero presa dal servizio fotografico e me l'aveva fatto passare. Guardai fuori dalla finestra, il quartiere in cui abitava Tom era calmo, avrei voluto abitarci, magari un giorno quando avrei avuto un 
lavoro e un buono stipendio mi sarei affacciata da quellA finestra con una tazza di thè bollente.
-Eccomi, scusami ma sono dovuto andarmi a fare una doccia calda. Sai, l'acqua della vasca era freddissima. eheheh.-
Mi girai di scatto e gli feci un piccolo sorriso.
-Vuoi del thè? Ne preparo un po', ho freddo.- Mi chiese.
Lo fissai negli occhi, Tom non ho freddo ora, non era colpa del freddo se tremavo.
Mi avvicinai a lui gli feci cenno di sí con la testa, lo fissai mentre apriva il rubineto dell'acqua e mentre metteva su la teiera.
-Accomodati pure.- Aggiunse cosrtese.
Tirai la sedia indietro per accomodarmi e lo stesso fece lui, eravamo l'uno di fronte all'altra. Mi stavo massacrando e mani dall'ansia che avevo. Lui se ne accorse e si avvicinò a me, prese le mie piccole mani fra le sue, tirai su lo sguardo e lo vidi fissarmi.
Stava accarezzando il palmo della mia mano sinistra, avevo tolto la fasciatura ed era rimasto solo un piccolo livido violaceo, Tom passò il police sopra di esso e incurvò la bocca in una piccola smorfia: - Che cosa ti sei fatta?- .
Sospirai per un'attimo e poi lo guardai -Nulla di grave.- dileguai dal discorso in un secondo. Lui finì di accarezzare la mia mano, non so il perché di quel gesto, ma mi stava imbarazzando.
La teiera fischiò, segno che l'acqua era pronta per essere versata nelle tazze. Lui si alzò prese due tazze dal mobile, me ne porse una: -Tieni.-
Assaggiai il thè, era alla pesca, il mio preferito. Sbuffai sulla bevanda per raffreddarla, guardai Tom, lui nel suo thè aveva aggiunto del latte.
Tom sembrava un uomo gentile, timido, dolce. Il classico tipo di uomoche tutte le donne vorrebbero al proprio fianco, però lui era molto diverso da Sebastian.
lo vidi portarsi la tazza alla bocca, bere e infine passarsi la lingua su esse. 
Nel mio stomaco non ci furono farfalle, ma scosse di terremoto.
Iniziai a bere, iniziai a riscaldarmi, segno che stavo iniziando a calmarmi. 
-Buono il thè?- Mi chiese.
Feci cenno di sí con la testa.
- Sbaglio o non parli molto? Ti vedo sempre così ... piccina, nascosta dietro alla tua sciarpa e parli solo se ti fanno delle domande.- Mi disse con un enorme sorriso.
Ero sicura di essere diventata rossa come un peperone e lui se ne accorse.
-Sei bellissima quando diventi tutt'uno con i tuoi capelli, quelle piccole guance bianche che diventono rosee-
Sgranai gli occhi.
Mi aveva fatto un complimento, guardai da un'altra parte e infine nei suoi occhi: -Figo, non sapevo che in momenti d'imbarazzo mi trasformassi in un umpalumpa.- 
Stettimo per un secondo seri e poi scoppiamo a ridere insieme.
Mi tirai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- Un umpalumpa davvero carino.- Precisò.
Si avvicinò a me e toccò con il dito indice il mio naso, come se fossi un gatto e volesse farmi un dispetto. Ridemmo. Tom sapeva farmi ridere, anche David lo sapeva fare,ma con Tom era tutto diverso. 
Forse mi stavo innamorando, forse era quel sentimento che mi faceva vedere tutte le cose diverse insieme a lui.
"Innamorarsi" che paroloni che stai usando Elen, troppo grandi per una persona come te, che è un grumo di insicurezze e di fragili speranze. 
Poi Tom avrà già una ragazza anche se sapevo che si era lasciato a Settembre, ma lui era un'uomo molto affascinante ed ero sicura che non sarebbe potuto rimanere da solo per più di due mesi.
Sentii il cellulare squillare, frugai in tasca e risposi: -Pronto?- era David.
- Allora com'è andata la giornata?- sapeva del mio incontro con Tom e lui sperava in qualcosa. 
- Posso chiamarti stasera?- lo sentii ridere dall'altra parte della cornetta e Tom mi guardó stranito.
- Ho interrotto qualcosa?-
Risi: -No, ovvio che no. Ti chiamo appena arrivo a casa.-
Lo sentii sospirare : -D'accordo, ti voglio bene.-
Sorrisi: -Anche io.- riattaccai il telefono.
Presi la tazza che ormai era diventata tiepida e la tenni in mano.
-Chi era? Il tuo ragazzo?- Mi chiese curioso.
Gli scoppiai a ridere in faccia: -Oddio no. Io non ho un ragazzo.- Dissi ricomponendomi.
-Mi sono lasciata più di un'anno fa e non ho più intrapreso relazioni.- Gli dissi con un piccolo sorriso, lui appoggiò i gomiti sul tavolo, come in posizione d'ascolto.
-Come mai?-
Trovava seriamente interessante la mia vita? Appoggiai la tazza sul tavolino, accavallai le gambe e cominciai a parlare.
-Non lo so, non dico che non mi fido è che ho visto cosa è accaduto a mia madre e quello che è accaduto a me. sono stata abbandonata nel momento più brutto della mia vita, come è successo a mia madre.- cominciai a tremare e sentivo le lacrime agli occhi, chinai la testa, con le mani stropicciavo il tessuto di jeans della mia salopette. 
Sentii Tom avvicinarsi, inginocchiarsi e prendermi le mani.
-Ehi, okay vieni qui. Basta parlare di ragazzi. Adesso calmati, non volevo farti piangere.-
Con una mano asciugò il mio viso e mi fece un enorme sorriso: -Sai, anche quando piangi sei bellissima.-
Un altro complimento, era già il secondo nel giro di un'ora. Gli feci un enorme sorriso e lui mi abbracciò.
Avevo un debole per le persone che mi abbracciavano di colpo senza dire una parola.
Sentivo il ritmo del suo cuore, era un dolce melodia, sembrava una piccola batteria, mi sarebbe piaciuto sapere se quella melodia batteva per me.
-Grazie mille Tom.- Gli dissi mentre eravamo stretti nell' abbraccio, sentii le sue labbra poggiarsi sulla mia testa. 
-No. Grazie a te che sei venuta, e ti ripeto; se hai bisogno di sfogarti chiamami quando vuoi.-
Tirai su il viso - Posso chiamarti anche domani mattina, o durante la notte, o la domenica mattina? Anzi, no, di domenica mattina credo proprio di dormire! - Gli dissi tutto d'un fiato. Lui mi fece cenno di sí con la testa e mi fece un enorme sorriso.
Eravamo così tanto vicini che un bacio ci sarebbe stato, ma non volevo rovinare il momento, non volevo rovinare niente. 
Per una volta repressi i miei istinti e mi lasciai abbracciare, consapevole di averne bisogno.





ANGOLO AUTRICE.
hey Hiddles, sono tornata (zanzanzan) 
spero che il capitolo vi piacca e che mi lascerete una recensione.
non so nemmeno più che dire AHAHAHAH.
beh a presto 
Elen.

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Capitolo 5
*** “Sarebbe tutto più semplice se io potessi stringerti e baciarti ogni volta che mi va.” ***


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Capitolo 5

 
Fex Writer 
grazie mille ancora.




Andai in ospedale con mia mamma che si era sentita poco bene e aveva avuto un mancamento. Forse a causa dello stress o perché
ultimamente stava lavorando troppo.
Presi una grande paura, perché mi era bastato una volta vederla in un letto di ospedale fra la vita e la morte, quando la sua malattia la stava piano piano spegnendo.
Poi... un miracolo.
Ma allo stesso tempo mi era crollato il mondo addosso.
Quattro anni fa, mia mamma era riuscita a sconfiggere la malattia che l'aveva tenuta per quasi un'anno in un letto d'ospedale. Non riusciva più a parlare, camminare o stringermi la mano.
La malattia l'aveva talmente divorata che ogni volta che l'andavo a trovare, tornavo a casa e mi sentivo male per lei.
Non avevo nessuno, se non mia nonna, la mia cara nonna Shelby, era la mia ancora di salvezza c'era sempre stata fino a quattro anni fa.
Quando mia madre si stabilizzò e riprese a stare meglio, mia nonna morì.
Quello fu il terremoto che mi fece crollare del tutto, mi ricordo ancora quel giorni di metà Febbraio, mancava poco al mio compleanno e io ero felice, così felice, quella felicità che ti permette di credere di poter toccare il cielo con un dito. 
Ero arrivata a casa, avevo percheggiato il motorino in garage, stavo salendo le scale di casa per passare un intero pomeriggio in famiglia.
Ma quando aprii la porta, vidi mia mamma fra le braccia di Sebastian, a quel tempo erano solo amici, mia mamma piangeva, aveva il viso gonfio per le tutte le lacrime che aveva versato.
In un primo momento non avevo capito quello che stava accadedo, forse era solo una ricaduta della malattia, forse stava iniziando la depressione. Ma quando stetti per andare in camera di mia nonna, Sebastian mi fermò.
Toccò con la mano la mia spalla, lo guardai in faccia e mi bastó a capire che da quel giorno, sarebbe stati inutile dire "nonna" appena mettevo piede in casa, sarebbe stato impossibile sentire l'odore del latte caldo la mattina, oppure non ci sarebbero piú state le chiacchierate quando m' intrufolavo la domenica mattina prestonel suo letto.
Dovetti dire addio a tutto questo, addio alla mia ancora di salvezza e ai momenti felici passati con lei.
Mentre ero persa nei miei pensieri, sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla, mi girai e vidi Sebastian in piedi davanti a me. Tirai su gli occhi e una lacrima solitaria si fece strada sulla mia guancia sinistra.
Lui era fermo immobile, con un piccolo sorriso sul volto:
-Mamma sta bene, ma deve rimanere in ospedale per la notte. Sai... accertamenti.-
Sí, accertamenti. Sempre la solita scusa. 
-Okay, va bene.- Mi alzai in piedi pulendomi il cappotto.
- Mi raccomando, stai attenta.- Sebastian si preoccupava di me come se fossi veramente sua figlia.
-Quando arrivo a casa ti chiamo, promesso.- Gli dissi.
E me ne andai salutandolo.
Quando uscii dall'ospedale, l'impatto con l'aria fredda sul mio viso mi fece iniziare a bruciare gli occhi, gli chiusi per un'attimo e li riaprii. Presi il cellulare dalla tasca e digitai il numero di David. Suonó all'infinito finchè non rispose:
-Elen, che succede?-
Sospirai: -Posso dormire da te? Sono sola, mia mamma è in ospedale, lo stesso per Sebastian e stasera non è serata per restarmene da sola.-
lo sentii sospirare e una voce femminile aldilá della cornetta.
-Ah, ti ho disturbato. Dai, niente. Non ti preoccupare, sto sola.- mi nascosi bene dentro alla mia sciarpa riattaccando il telefono in faccia al mio migliore amico, iniziai a correre, magari solo per scappare dalle lacrime e dalle paure.
Feci in tempo a prendere la metropolitana e a reggermi al palo per evitare di cadere, presi il
cellulare.
Avevo un messaggio da David: -potevi evitare di avere quella reazione.-
Chiusi gli occhi e lo mandai a fanculo mentalmente. Per una frazione di secondo lasciai il palo dove mi stavo reggendo per prendere una cosa nella tasca, ma la metro ricominciò la sua corsa, non feci intempo a tenermi che scivolai seduta sulle ginocchia di un passeggero seduto dietro di me.
Non avevo il coraggio di guardare la persona in faccia, mi alzai immediatamente e gli chiesi subito scusa.
- Se volevi sederti in braccio a me, potevi chiedere, non ti avrei detto di no.-
Mi girai di scatto e trovai Tom di fronte a me, con un sorriso sulle labbra.
- T..Tom-
Piegò il giornale e se lo appoggiò sulle gambe.
-Beh si mi chiamo così ehehehe.-
Lo vidi alzarsi e avvcinarsi a me, il suo profumo alle mandore in quel momento mi stava dando alla testa.
- Vai a casa?- mi chiese.
Lo guardai un attimo e chinai la testa sorridendo, non sapevo il perché, avevo un leggero imbarazzo, ma nello stesso momento volevo essere fra le sue braccia.
Sentii il telefono squillarmi, guardai chi potesse essere: Sebastian.
Che accidenti era successo?
-Pronto.- lasciai un'attimo la mano dal palo, ma nel frattempo una mano si posò sul mio fianco, stringendomi. Tom, che diamine fai? 
Lo vidi solo sorridere 
-Elen sei arrivata?- 
Sospirai: -Mi avevi fatta preoccupare, comunque no, sono ancora in metropolitana, appena arrivo a casa ti chiamo.- Mi appoggiai al petto di Tom e lui mi abbracciò.
Lo feci sia perché sentivo di stare per perdere l'equilibrio sia perché avevo bisogno di calore.
-Vai a casa di David a dormire?- Chiusi gli occhi e li riaprii. David, giusto. 
-No sto a casa da sola. Mi rinchiuderò e ti chiamerò domani mattina per farti sapere che sono viva.- Gli dissi scherzando, mi riferí che mamma stava bene e che non era nulla di preccupante o pericoloso.
Sebastian mi rianganciò il telefono e io potei tornare a parlare con Tom.
-Scusami ma era una chiamata importante -
Lui fece cenno di no con la testa e poi ognuno guardò in una direzione diversa, fra poco sarei dovuta scendere, ma la voglia di stare fra le braccia di Tom era troppa.
Vidi la metro fermarsi io mi staccai da lui 
-É la mia fermata- gli dissi con un sorriso, stavo per uscire dalla metro ma lui mi fermò per un braccio.
-So che dovrei farmi gli affari miei...-
Guardai fuori: -Tom è la mia fermata, non posso rischiare di perderla.- Se fossi rimasta bloccata nella metro sarebbero stati cazzi amari.
-Dormi da me, insomma non puoi rimanere sola.-
Lo guardai per un attimo, non potevo accettare.
Poteva anche essere la persona più buona e gentile del mondo ma chi mi diceva che non fosse solo una maschera? Che dietro quel bel faccino non si nascondesse un malato di mente? E se avesse preso troppo su serio il suo ruolo di Loki?
Scaccia le mie inutili pippe mentali, poi se avesse voluto farmi del male avrebbe potuto farlo anche quel giorno a casa sua.
-Ma non posso, insomma non ...-
Lui si avvicinò a me e le porte della metro si chiusero.
-Ora non puoi dirmi di no.- Mi disse con un sorriso.
Ero fregata, sospirai e chiusi gli occhi. Tutto sommato una serata diversa dalle altre me la potevo concedere.
 
 
 
Ω
 
 
 
Quando Tom aprí la porta di casa e mi fece entrare, un odore di buono si fece spazio nel mio naso, appoggiai il cappotto nel poggia abiti e la borsa a terra, presi il cellulare e mi avvicinai a lui che era in cucina, stava cercando una pentola, lo aiutai. 
-No, non ti preoccupare faccio anche da solo.- Mi disse con un sorriso.
-Non mi piace fare nulla, dai vieni qui ti aiuto.-
Le nostre mani come i nostri occhi si sfiorarono un secondo. 
Mi sentivo piccola di fronte a lui, così vulnerabile. Tom era un bellissimo uomo, in questi ultimi tempi avevo fatto un sacco di apprezzamenti per il suo aspetto e il suo carattere.
Aveva delle labbra fini, gli stava crescendo la barba, non avevo mai baciato una persona con la barba, chissà se faceva solletico.
Mi persi negli occhi di Tom quando sentii che l'acqua stava bollendo e allora tornai con i piedi per terra.
Buttai giù la pasta e nel frattempo lui preparò la tavola, cinque minuti di cottura ed era pronta. Pasta al sugo, qualcosa di semplice.
Ci mettemmo a sedere, l'uno di fronte all'altro, in quel momento sembravamo una coppietta che aveva appena preso casa, con tanti sogni davanti a loro.
Ma noi non eravamo niente se non semplici conoscenti.
- Allora che hai fatto oggi?-
Sospirai e appoggiai il bicchiere sul tavolo.
- Nulla, sono stata in ospedale.- feci un piccolo sorriso tirato.
Lui si fermò di colpo: -Cosa ti è successo?- teneva la forchetta sospesa dal piatto alla bocca.
Lo guardai negli occhi: - Nulla di che, mia madre sta poco bene.- Gli dissi e tornai a mangiare.
In quel momento mi tornò in mente che dovevo chiamare Sebastian, mi pulii la bocca e mi alzai. 
-Scusami ma devo chiamare una persona, faccio presto.-
Mi sorrise, io presi il cellulare, digitai il numero di Sebastian e lo chiamai, dopo due squilli mi rispose: -Pronto Elen, posso sapere dove diavolo sei?-
Era incazzato.
-Sí, scusami, è che mi sono dimenticata di chiamarti.-
Lo sentii imprecare dall'altra parte del telefono -Sei a casa? Stai bene?-
Sospirai un secondo e mi passai le mani fra i capelli: -Sono a casa di un mio amico, dormo qui, non ti preoccupare sto benissimo.-
Guardai Tom che mi stava sorridendo.
-Come a casa di un tuo amico? Elen chi è?-
Me lo sarei dovuta immaginare che avrebbe avuto una reazione del genere. 
-Babbo...- mi bloccai per un attimo.
L'avevo chiamato babbo, non mi era mai capitato. 
Non sentii parlare Sebastian per una decina di secondi.
-Basta che tu sia al sicuro e appena ti svegli rientri a casa.- 
Feci un piccolo sorriso: -Grazie.- 
Potei giurare che anche Sebastian stesse sorridendo dall'altra parte della cornetta. 
-Mamma sta bene?- Lo sentii sospirare.
-Sí, domani mattina è a casa, non ha nulla di grave.-
Dopo varie raccomandazioni agganciai il telefono facendomi salutare mamma, infilai il cellulare in tasca e tornai a sedermi.
-Tutto a posto?- mi fece lui mentre mangiava un pezzo di dolce, andandosi a sporcare il naso, non feci a meno di ridere.
-Sí, tutto a posto, domani mia mamma sarà dimessa.-
Mi fece un sorriso anche lui e io continuai a ridere.
-Perché ridi? Cos'è, mi trovi buffo?- disse finendo il suo dolce.
-No è che...- mi alzai prendendo un fazzoletto e avvicinandomi a lui -... ti sei sporcato la punta del naso.- Gli dissi. Lui era fermo immobile, si fece pulire , mi fissava, mi fissava solamente.
- Sei bellissima.-
Mi fermai un attimo, lo guardai negli occhi, sentii le guance andarmi a fuoco, posai il fazzoletto su tavolino e mi allontanai.
Un altra volta quella sensazione di terremoto si faceva spazio dentro di me, vidi lui alzarsi.
-Non era mia intenzione metterti a disagio.- 
Gli feci cenno di no con la testa, non si doveva scusare.
-Tom vorrei andare a letto.- gli dissi tutto ad un tratto; non era vero ma quella situazione mi metteva imbarazzo.
-Sí, vieni.- disse impacciatamente, lo seguii fino al piano di sopra.
Sulle pareti c'erano varie fotografie di lui insieme alla sua famiglia, molte raffiguranti una giovane e bella ragazza che aveva il suo stesso sorriso. 
-Lei è mia sorella Emma.-
Mi girai verso di lui e poi tornai a guardare la foto: -La bellezza è un dono di famiglia noto.-
Dissi facendo un sorriso, sentii Tom avvicinarsi a me e posare le mani sulle mie spalle. 
-Sono io l'unico bello in famiglia, le mie sorelle sono solo le brutte copie.-
Mi girai per guardarlo in faccia e gli diedi soffici schiaffi sul petto: -Poco modesto il ragazzo, mi dicono.- 
Ci fissiamo per un secondo e poi scoppiamo a ridere. 
Entrammo in camera, una piccola camera, un piccolo letto singolo, ancora disfatto, una scrivania e un mobile. 
-Scusami ma non pensavo di avere ospiti stasera, quindi non ho fatto il letto.- 
Lo feci passare a prendere delle lenzuola, non mi piaceva rimanere in un angolino quindi decisi di aiutarlo. 
-Allora, tu hai fratelli o sorelle?-
-No, sono figlia unica- gli dissi mentre mettevo la federa al cuscino -Però ammetto che mi piacerebbe avere un fratello-
Lui mi guardò e io gli feci un sorriso
-Strano che tu non abbia detto una sorella- 
Arricciai il naso e lui rise.
-Non mi piacerebb, insomma non ci andrei d'accordo- 
Lo vidi sospirare -Beh questo cosa vuol dire? Dovrebbe essere il contrario. Io e mia sorella Sarah litighiamo molte volte.- 
In quel momento mi sentii molto strana: -Io non la vedo così. Insomma due sorelle si scambiano i vestiti, fanno shopping insieme, si fanno le unghie, capelli. Ma a me non piacciono quelle cose. Preferisco guardarmi carrellate di film horror o di supereroi, giocare alla guerra, alla playstation, fare skateboard o surf. Ovvero fare cose che alle ragazze normali non piacciono.- Mi fermai un'attimo da mettere le lenzuola al letto e mi guardai allo specchio. 
-Sai credo che forse sarei dovuta nascere maschio.- 
Vidi dallo specchio Tom ridere, io mi girai e gli lanciai un cuscino, lui fece altrettanto.
- Ehi non vale prendere a cuscinate una persona con gli occhiali.- !entre gesticolavo con le mani per ripararmi, persi l'equilibrio e caddi nel letto vicino a lui.
Sravamo tutti e due girati su di un fianco, lui fissava me e io fissavo lui, quel letto era piccolo, molto piccolo, infatti eravamo così vicini da sentire il nostri respiri sulle labbra.
- Fra due giorni parto.-
-Dove vai?-
Mi sembrava cortese chiederlo, non ero la persona che s'impicciava degli affari degli altri.
- Andrò in Germania per girare un film.- Mi fece un sorriso tirato e tornò a guardarmi negli occhi.
-Quanto tempo starai via?-
Si fece serio: -Tre settimane, poi tornerò e dovrò girare un'altro film.-
Feci un piccolo sorriso: -Wow quanto stress.-
Anche lui sorrise e poi tornammo seri tutti e due, guardandoci negli occhi, forse in cerca di qualcosa, di parlare, di capirci.
Poi sentii una sua mano posarsi sullamia guancia, lo vidi avvicinarsi ancora di più, sentii che il mio battito cardiaco iniziava ad aumentare.
La sensazione che avevo fino a poco fa, quando lui mi aveva detto che ero bellissima, si era ripresentata. Lui mi fissava negli occhi, io le sue labbra, così fini e invitanti. 
-Sto per fare una cosa che è molto sbagliata.- Mi disse a fior di labbra. 
Tirai su lo sguardo e vidi quelle due pozze d'acqua guardarmi ancora: -Ma se ti piace veramente non è poi così sbagliata.-
Non era un modo per invitarlo a baciarmi ma per prendere una decisione e smetterla di farmi tremare dentro.
-Allora non avrò alcun rimorso dopo.-
Non riuscivo più a capirlo e dopo due secondi, due interminabili secondi sentii le sue labbra sulle mie.
Erano morbide, fredde e sapevano di arancia, il dolce che aveva mangiato, ma era un mix
perfetto.
Lo guardai per poco e poi chiusi gli occhi beandomi del bacio, la barba che gli stava piano piano crescendo mi faceva un leggero solletico, ecco cosa si prova a baciare un uomo con la barba.
Piano piano il bacio si fece un più profondo, passò la mano dalla mia guancia ai miei capelli,
lo stesso feci io affondando le mie mani nei suoi riccioli scuri, forse mi stavo mettendo in un casino stratosferico, forse Tom era un uomo da una botta e via, ma non lo pensavo perché poteva benissimo farlo un altra volta. 
La mia lingua giocava tranquilla con la sua, aprii gli occhi e lui era lí che mi guardava, sentii che stava sorridendo e non potei non farlo anche io.
Ci staccammo e ci mettemmo comodi l'uno vicino all'altro, mi baciò la fronte. 
-Credevo che mi avresti preso per un maniaco.- 
Lo guardai per un secondo negli occhi - Dimmi perché ti avrei dovuto ritenere un maniaco se quando mi avevi investito invece che portarmi a casa tua, mi avresti potuto tranquillamente portare in un vialetto al buio e ... beh hai capito come sarebbe finita.-
Lui passò la mano sul mio fianco per stringermi ancora più a lui.
-Era un po' che volevo farlo.-
Gli feci un sorriso.
-Ma é solo che... Te l'ho detto, avevo paura per la tua reazione. Ma ho notato che ...-
Mi tirai su sedendomi: -Hai notato cosa?- alzai un sopracciglio e incrociai le braccia al petto. 
-Che ci stavi, che ti è piaciuto. Hai capito, no?-
Lo guardai un attimo e lui si riavvicinò un'altra volta a me, strofinò il suo naso contro il mio, disse un'altra volta che ero bellissima e poi scese dal letto.
-Dai ora si dorme, domani mi devo svegliare presto e tu hai scuola.-
Lo guardai uscire dalla mia camera gli diedi la buonanotte e mi buttai di nuovo a letto con il sorriso sul viso, spensi le luci e aspettai che Morfeo mi cullasse fra le sue braccia.






angolo autrice.
ce l'ho fatta ad aggiornare, scusatemi il ritardo ma 
ho avuto un blocco.
visto finalmente è successo "qualcosa" fra i due, era ora no?.
beh spero vivamente che vi sia piaciuto il capitolo e aspetto 
una vostra recensione a presto
Elen.

ps: Giovedì sono andata a vedere "Bianca come il latte, rossa come il sangue" 
il film mi è piaciuto, ma non è niente paragonato al libro.

 

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Capitolo 6
*** “Inavvertitamente gli ho voluto bene. Certe volte basta distrarsi un attimo e il cuore prende decisioni autonome senza consultare le tue intenzioni.” ***


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Capitolo 6
 
ringrazio ancora Fex  Writer per essermi da beta. c:



 
Erano passate due settimane da quando avevo dormito a casa di Tom, da quando ci eravamo baciati.
Mi aveva mandato qualche messaggio durante la giornata, avevo passato qualche pomeriggio da lui e mi aveva aiutata a studiare.
Erano due settimane che rivolgevo parola al mio migliore amico, ci fissammo qualche secondo quando eravamo in classe per poi tornare a seguire la lezione, tuttavia sapevamo entrambi si stare ascoltando molto poco.
Quel giorno era Halloween, la mia festa preferita e l'avrei passata a casa diventando un vegetale alla play station.
Sentii suonare la campanella, era ora di uscire e andare a casa.
Ma quel giorno avevo voglia di mangiare qualcosa al pub vicino alla mia scuola.
Mia mamma era tornata a casa, ma molte volte si sentiva stanca e non aveva voglia di fare niente, si era presa addirittura qualche settimana di riposo dall'ospedale. 
Magari era lo stress accumulato in tutti questi giorni, oppure stava tornando la malattia.
Quando uscii da scuola immancabilmente inciampai e finii addosso a David, che era davanti a me. Gli chiesi scusa ma lui se ne andó via subito.
Ero stufa di tenergli il muso, ero stufa di non parlare con nessuno:
-David!- Urlai e corsi verso di lui.
Lui si giró e mi fissó per qualche istante. Iniziai a correre fino a quando non lo raggiunsi, lui stava per mettere in moto il motorino ma lo fermai.
-Voglio chiederti scusa! Ti va di venire al pub qui vicino? Ci prendiamo qualcosa da mangiare, come una volta.-
Lui mi fissó per un attimo, guardó la strada e poi di nuovo me:
- Daccordo.-
Sorrisi e corsi fino al motorino per sfrecciare sulla strada, il freddo pungeva sulle mie guance, dallo specchietto notai che diventavano rosse, lo stesso per il naso.
Era di nuovo nevicato.
Il pub era a due isolati dalla scuola, era piccolo ma la cosa che mi piaceva di più era che aveva un vecchio juebox con varie canzoni di anni passati, era qualcosa di bellissimo.
Parcheggiamo i motorini e entrammo, un buon profumo di pollo si faceva spazio nelle mie narici.
Avevo una grande fame, non avevo nemmeno fatto colazione stamani e a scuola ricreazione l'avevo saltata per il compito di filosofia.
Ci sedemmo al nostro posto, quello vicino alla vetrina, dove si possono vedere le persone passare e guardare se c'é qualche ragazzo carino.
Arrivó la cameriera che ci lasció due menu, nel frattempo ordinammo dell'acqua.
Guardai il listino, nel frattempo sentii David sussurrare qualcosa, lo vedo che smanettava qualcosa con il cellulare, feci un colpo di tosse per attirare l'attenzione. 
-Allora tu che prendi?- gli dissi sorridendo.
Lui mi fissó e guardó bene il listino: 
- Oh.... ehm - si grattò la testa -Hamburger con patatine e tu ?-
Gli feci un piccolo sorriso, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio: -Anche io.-
Aspettammo che la signorina prendesse l'ordine e poi cademmo nel silenzio più imbarazzante.
Tintinnavo le dita sul tavolino, ero nervosa, troppo nervosa, dovevo raccontargli di me e di Tom, di quanto mi mancava la sua compagnia. 
Lui notó il mio disagio -Che c'è Elen?-
Tirai su lo sguardo e lo fissai, sorrisi e cominciai a massacrarmi le mani:
-Voglio solo chiederti scusa. Mi sono terribilmente comportata male, ma ero in un momento nel quale tutto dentro di me era crollato.-
Lui mi guardò per un attimo, giró il viso verso la finestra e tornò a guardarmi.
-Sono io quello che ti deve chiedere scusa.-
Gli sorrido: -Dobbiamo chiederci scusa reciprocamente dai.- 
Lui sorrise e io tornai a essere felice.
-Dopotutto in amore vince chi fugge ma in amicizia vince chi resta.-
Lui mi sorrise e scoppiammo a ridere.
-Ti devo dire una cosa-
A momenti lo facevo strozzare con una patatina fritta.
-Cosa?-
Poggiai il panino nel piatto, mi pulii la bocca e lo guardai:
-Fammi una promessa: che non urlerai e che non avrai una brutta reazione.- gli dico con un piccolo sorriso.
Lui mi guardó stranito e presi un bel respiro. 
-La sera in cui abbiamo litigato, ho dormito da Tom-. 
David smise di mangiare di colpo e mi guardò. 
-Non è successo nulla di quello che pensi, ho un cervello e una dignitá e sai che dall' ultima volta non ...- 
-Quel coglione di Fred.- Aggiunse.
Chiusi gli occhi per un'attimo -Ecco bravo. Comunque ho dormito a casa sua.-
David bevve un sorso di acqua.
-E mi ha baciata.- Gli dissi in tutta velocità guardando fuori dalla finestra dalla vergogna. La sua reazione fu sputare quasi tutta l'acqua sul suo hamburger.
Scoppiai a ridere, lui si asciugò la bocca con il fazzoletto e mi guardò, ero pronta alla sua reazione, strinsi i pugni e aspettai la sentenza:
-Almeno è stato bravo? No dai scherzo, sono felice per te tesoro.-
Era un sacco che David non mi dava quel nomignolo, feci un'enorme sorriso e continuai a mangiare.
Mentre addentavo una patatina, vidi entrare dalla porta del locale un ciuffo di capelli neri famigliari, Tom era insieme al suo amico Luke.
Mi fermai per un istante, aspettando che quella sensazione di terremoto mi devastasse, David notò il mio comportamento, mi fissò e poi guardò dietro di lui e mi tornò a guardare con un sorriso.
Mi succedeva sempre di tremare ogni volta che lo vedevo e da quando ci eravamo baciati anche di più.
-Che fai stasera?- la voce di David mi distrasse.
-Sto a casa- arriciai il naso alla mia frase.
-Anche io, cioè insomma la passerò davanti alla play.-
Con lo sguardo guardavo quello che faceva Tom.
Era vestito sportivo, tuta, felpa, giubbotto e scarpe da ginnastica, chissà magari stamani era andato in palestra o a correre, ma non credevo proprio vista neve. 
Nel frattempo che lo fissavo lui si giró e mi vide, io chinai la testa immediatamente e presi il telefonino di David. 
-Chi chiami d'interessante?- dissi scherzando.
Mi feci una foto buffa con il suo cellulare -Mettila come sfondo almeno ti ricorderai per sempre di me.- Gli dissi ridendo.
-Ma io mi ricorderó per sempre di te: sei la mia migliore amica.-
Mi alzai dalla sedia e mi sedetti vicino a lui per abbracciarlo: -Grazie David.-
Mi strinse più a lui: - Grazie a te Elen.-
Tornai al mio posto, ma proprio mentre mi alzavo, Tom si era avvicinato per prendere posto al tavolo di fronte al nostro.
-Ciao- mi disse io gli feci ciao con la mano.
-Ciao Elen.- Luke come cristo facesse a ricordare il mio nome non lo sapevo proprio.
-Ciao Luke.- 
Lo feci passare, non volevamo dare nell'occhio o rendere pubblico niente, sennò sarebbe stato un bello scandalo per lui, potevo già vedere le copertine dei giornali: "Tom Hiddleston se la spassa con una ragazzina di diciasette anni". Al solo pensiero, mi viene il magone allo stomaco.
-Ti va di studiare insieme oggi?- 
Mi girai verso David e gli sorrisi:
-Certo, ti preparerò anche il mio mitico frullato alle fragole.- 
David adorava il mio frullato alle fragole: - Mi stai viziando male signorina- Risi.
Nel frattempo sentii il cellulare vibrare, un messagio di Tom.
-Sei bellissima quando sorridi.- sentii le guance prendere calore. Lo guardai; era intento a parlare con Luke, magari per lavoro, poi mi guardò per una frazione di secondo.
-Grazie mille, sei troppo gentile.- gli scrissi.
-Elen, ma se stasera tu dormissi da me? Insomma, è Halloween, la tua festa preferita, e sia io che te non facciamo nulla.- 
Accavallai le gambe, appoggiando il viso sulle mani: -Sí ci sto, ho voglia di divertirmi- 
Nel frattempo che parlavo sentii un'altra volta il cellulare, di nuovo Tom.
-Scusami se faccio l'impiccione, ma ti volevo invitare a una festa stasera.-
Assottigliai gli occhi, tirai su il viso e feci leggere il messaggio a David, lui arricciò il naso.
-Ascolta Luke che è meglio, comunque che festa?- gli scrissi. 
-Da cosa ti vesti?- 
Sospirai: - Non ne ho idea, mi piacerebbe vestirmi o da strega o da vampira o da zombie.- e feci il verso di quest'ultimo.
Il telefono vibrò ancora: -Un mio amico ha organizzato una festa in maschera e io sono stato invitato, ti va di venire?-
Sorrisi, poi guardai David, chiusi un occhio: -Ti va di venire a una festa stasera?-
Lui bevve un sorso d'acqua: - Se sono invitato perché no?-
Scrissi a Tom se poteva venire anche David, dov'era il posto e a che ora sarebbe iniziata la festa.
-Certo che può venire, alle sette e mezzo sotto casa mia. Vestiti da zombie, comunque.-
Alzai il viso e lo guardai, gli sorrisi.
-Andiamo David, abbiamo tempo poco per vedere come vestirci e prepararci.-
Lui mi fece un okay con la mano, ci alzammo, afferrai il casco e usciammo.

Ω

Passai tre ore della mia vita a scegliere il vestito per la festa, prima provai quella da vampira, ma il vestito era troppo da ragazza poco perbene, poi da infermiera, ma mia madre non appena mi vide si mise a ridere, quindi capii che ero ridicola, infine scelsi quello da zombie.
Mi truccai, mi pettinai e corsi di sotto per uscire, mentre stavo passando per la sala, vidi che sdraiato nel divano c'era Sebastian.
Volli fare una stronzata, mi avvicinai a lui piano piano, rimasi ferma immobile davanti a lui, fino a che non entrò mia madre in sala, mi vide, ci sorridemmo a vicenda e chiamo Seb:
-Amoree svegliati ci sono le gocciole-.
L'uomo difronte a me aprì poco un occhio, io mi ero messa in posizione, richiuse l'occhio e lo riaprì di scatto, saltando letteralmente dal divano.
-CAZZO HELLIONOR MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO.-
Scoppiai in una fragorosa risata, seguita da mia madre, che era rimasta sul ciglio della porta per vedere meglio la scena. 
-Come farò a sopravvivere con due donne del genere?-
Io lo guardai, presi un cuscino e glielo lanciai addosso, andandomene.
-Dove vai tesoro?- mi chiese mamma.
-Ad una festa di un mio amico- gli dissi mentre infilai il capotto. 
Lei mi guardó assottigliando gli occhi: -Non c'è solo David, giusto?-
Io la guardai fermandomi un secondo, mentre lei si raggomitolava nel suo golfino. 
-Certo che c'è solo David, mamma che vai a pensare?-.
Infilai le scarpe, girai il pomello della porta.
-Ti sei messa il tuo profumo preferito, quello che ti mettevi quando stavi con Fred. Mi avevi detto che non te lo saresti mai messo fino a che non avresti trovato qualcuno che ti faceva sentire bene.-
Merda! Esclamai mentalmente, mi ero scordata di questa cosa. Mi girai piano piano e la trovai con le mani conserte sotto il petto e un piccolo sorrisetto.
- Davvero mam..- si avvicinò a me e mi diede un abbraccio -qualunque sia questo ragazzo, usa il cervello e non farti mettere i piedi in testa.-
Mi diede un bacio sui capelli, la sentii strangozzare
-Dannata lacca- 
Risi: - Lo sai mamma che prima di fare qualcosa ci penso mille volte.- La strinsi a me. 
-Mica tanto cara mia, a scuola non ci pensi mai ad essere interoggata in storia.-
Mi sciolsi dal suo abbraccio e la guardai male: -Ma se ho il massimo dei voti!-
Lei rise, mi stava prendendo in giro: - Buona festa amore mio e mi raccomando.-
Aprii la porta di casa e uscii.
A poche case di distanza vidi David, che era venuto incontro a me.
-Cazzo Elen fai paura.-
Mi disse fermandosi di colpo sul vialetto.
-Beh men omale, si vede che ho fatto un'ottimo lavoro- Gli feci un occhiolino e lo presi a braccetto avviandoci verso casa di Tom.
In quei pochi minuti che eravamo soli parlammo del più e del meno; si era trovato una ragazza, ma come minimo l'avrebbe lasciata fra una settimana, lui era fatto così, non se ne teneva una nemmeno per un mese.
-Hai intenzioni serie con Tom?- lo guardai per un attimo, poi fissai la strada di fronte a me. Intenzioni serie? Non lo sapevo, non sapevo nemmeno se stessimo insieme, se lui volesse qualcosa di serio, se volesse stare una "bambina".
- Non lo sai vero?-
Feci cenno di no con la testa.
-Tom non lo vedo un ragazzo da botta e via, insomma hai capito no?-
Anuii, mamma aveva ragione, mettevo il mio profumo preferito solo quando qualcuno, che non fosse David, mi faceva stare bene, a mia madre non potevo nascondere niente, ma se avrei una relazione con Tom come potrei fare? Non sarebbe stato come nascondere una caramella sotto il cuscino.
Ero nei casini, un'altra volta.
Quando arrivammo davanti a casa di Tom, salii i pochi scalini che mi dividevano dalla porta blu scuro e suonai.
Aspettammo due secondi e poi la porta si aprì, Luke si presentò davanti a noi, era vestito da zio Fester, trattenni una risata ed entrai in casa.
-Allora bellezza tutto a posto? Come ti sembro? Tu sei qualcosa bruttissimo.-
Non sapevo se dovevo prenderlo come un complimento o un offessa:
-Oh grazie Luke, anche tu sei qualcosa che non si puà nemmeno vedere.- Gli dissi sarcastica e lui cominciò a ridere.
-Tom è pronto ?- Chiesi mentre mi guardavo intorno.
-É in camera a cambiarsi.-
Luke mi porse una tazza di thè appena fatta, lo stesso fece con David.
-Grazie mille.-
Cominciai a sbuffarci sopra e a guardarmi intorno, la casa di Tom era sempre in ordine, alla fine i miei occhi si posarono sulla valigia poco distante da me. Giusto domani sarebbe partito e sarebbe stato via tre settimane, mi ero completamente scordata di quella cosa.
-Un attimo e arrivo, mi sistemo i capelli.-
Nel frattempo che lo aspettavamo, mi sistemai i capelli: 
-Eccomi.-
Quando mi girai, trovai Tom, vestito da vampiro, era decisamente sexy: pantaloni neri attillati, giubetto di pelle nero, capelli gellati tirati indietro stile Loki di Avengers e i canini che spuntavano dalla sua bocca... era dannatamente bello.
Lui si accorse della radiografia che gli stavo facendo, scostai lo sguardo da un'altra parte, verso David, che tratteneva una risata nel guardarmi e poi sentii un braccio cingermi la vita e delle labbra baciarmi la testa.
-Ciao zombie.- io mi girai e lo guardai facendogli una linguaccia 
-Ciao.- gli dissi.
Mi diede un bacio sulla guancia quasi vicino alle labbra, stando ben attento a non far pensare male Luke e David che erano vicino noi, ma David sapeva di noi e nonostante tutto fece finta di niente.
-Su andiamo che il mio amico ci aspetta.-
Gli feci un piccolo sorriso, sciolsi quel semi abbraccio che mi stava dando e ci avviamo fuori.
C'era un freddo cane, battevo i denti, stavo per diventare davvero un gigante di ghiaccio.
-Che hai?- Mi chiese Tom.
Mi girai verso di lui: -Nulla... freddo.-
Lui rise: -Strano, gli zombie non hanno freddo.- Il suo sarcasmo era un'amore.
Mi girai dall'altra parte in cerca di un punto da guardare, presi il cellulare. 
Notai che ai polsi non avevo i braccialetti, ero nella più assoluta merda, loro riuscivano a nascondere le cicatrici, ormai visibili; tante linee orizzontali o verticali rialzate, quelle linee erano molto più chiare della mia pelle, erano linee bianche. Io odiavo il bianco perché il bianco è nulla, l'inesistente, il vuoto e molto probabilmente quei segni erano tutto il vuoto che c'era stato in quegli anni.
-Che hai ?- Mi chiese David, io mi vi avvicinai a lui toccandomi il polso: -Nulla, è che non ho messo i braccialetti.- gli dissi con una smorfia, David sapeva tutto, ogni cosa di me, ogni storia di quelle cicatrici.
-Smettila di pensarci che sennò ti farai di nuovo male e sai che non voglio che riaccada.-
David era il mio protettore, come il mio angelo custode, mi avvicinai a lui e lo abbracciai, sí, era una scusa per nascondermi dal freddo, ma anche perché non l'avevo abbracciato ed era due settimane che non lo facevo.
Quando arrivammo davanti alla casa dove si sarebbe tenuta la festa ci fermammo, aspettammo che Tom suonasse e che qualcuno venisse ad aprire, lui mi sorrise ed io ricambiai, proprio in quel momento un uomo, che era ancora nella penombra, ci aprì la porta.
Non riuscii a capire chi era, perché il gigante di ghiaccio di nome Tom mi oscurava la visuale. Lo vidi girarsi verso di me, con un enorme sorriso: -Andiamo tesoro.-
Mi fece cenno di avvicinarmi con la mano, la stessa identica cosa la feci io con David, avevo un'enorme vergogna; paura aconoscere le persone per il giudizio che avrebbero dato su di me.
Quando varcai la soglia di quella porta, mi accorsi chi fosse l'amico di Tom. 
Mi girai di scatto verso David, lui sbiancò di colpo, perché sia io che lui eravamo degli assatanati, fissati per la serie tv Sherlock: Sherlockians allo stato terminale. 
Davanti a me si presentò Benedict Cumberbatch, aveva i capelli leggermente brizzolati, neri, era altissimo. Stava parlando con Thomas, non avevo idea di quello che gli stesse dicendo all'orecchio, ma mi sentivo in imbarazzo.
Sentii strattonarmi da dietro: David, e quando me ne accorsi era ancora più bianco e andava a braccetto con il personaggio da cui si era vestito: un vampiro. 
-Io ... c'è ... è Bene ... - Balbettava, stavo per ridergli in faccia ma lo vidi abbracciarmi stratta a lui.
-Ti voglio bene Elen.- Sorrisi e lo feci calmare. 
Benedict era l'attore preferito di David e sapere che era a casa sua lo rendeva pazzo.
-Benedict, ti presento una mia ...- era Tom, mi girai verso di lui che mi stava fissando, perché non sapeva come finire la frase: -...amica.- Disse tossendo nervosamente.
Benedict mi regalò uno dei suoi meravigliosi sorrisi, mi strinse la mano:
-Biacere io sono Ben..- 
-...edict.- Finii io la frase, gli feci un enorme sorriso.
-Se sai il mio nome presumo che... -
-Sí, ho visto Sherlock, cioé, noi due abbiamo visto Sherlock.- Presi per un braccio David che si era nascosto dietro di me, per la vergogna.
-David .. piacere.- 
Lui e Benedict si strinsero la mano e ci lasciarono andare a divertirci.
Aveva una meravigliosa casa, non era molto grande però era confortevole, uscimmo in giardino dove trovammo il cast di Sherlock, c'era anche Martin Freeman vestito da hobbit e Andrew Scott che era uno zombie, si prospettava una bellissima serata.
Avevo una birra in mano, ero seduta sul muretto del giardino di Benedict, David stava giocando alla pentolaccia con Andrew e Martin, era riuscito a uscire dal guscio della timidezza, passando da quello di fanboy per diventare infine il David che conoscevo quando siamo lontani da serie tv e film.
Tutti giocavano e io ero da sola appartata che osservavo, non m'importava di stare in compagnia, non m'interessava divertirmi, in questo momento volevo solo un po' di pace per starmene un po' con me stessa.
Mi avviai in casa e mi sedetti sulle scale che portavano al piano superiore, c'era anche il divano libero, ma non volevo sgualcirlo o sporcarlo. Avevo detto che sarebbe stata una bellissima serata e invece mi trovavo da sola nella casa di un attore a bere birra.
Alzai un'attimo gli occhi, sentivo le lacrime pungere, ma non volevo piangere, non volevo essere triste.
Mi guardai per un secondo i polsi, contemplando per un attimo quanti segni, quanti sbagli, quante stronzate avessi fatto e ora la mia punizione sarebbe stata questa, ricordarmi dei miei errori per tutta la vita.
-Come mai sei qui? Dovresti essere fuori a divertirti.-
Sobbalzai quando davanti a me apparve Tom.
-Ti ho spaventata?- Disse con un sorriso beffardo e si sedette vicino a me. 
-No, non ti preoccupare- gli dissi mentre buttai giú un sorso di birra.
-Come mai ti sei qui sola? Gli zombie non stanno mai da soli.- mi disse ridendo e io lo guardai, non perdendo un secondo di quel sorriso. 
-E i vampiri non sono molto amici degli zombie, perché sei venuto?- gli dissi sorridendo.
-Ti ho visto entrare e pensavo che stessi male, ma se vuoi che me ne vada me ne vado.-
mi disse con due occhioni stile Stitch. 
-No puoi rimanere.- 
Lo vidi avvicinarsi e darmi un bacio sulla fronte. Amavo i baci sulla fronte, li trovavo un qualcosa di carino, un gesto di affetto molto grande e poi mi abbracciò.
-Non ti piace la festa? Ti stai annoiando? Se vuoi possiamo andarcene.- 
Gli faccio cenno di no con la testa, non volevo disturbarlo.
Mi accocolai al suo petto, per sentire del calore, per sentire che lui c'era, lo sentii sfiorare con la sua mano la mia spalla, fino a scendere ai polsi, cazzo.
Sentii passare le sue dita, su quelle ferite, su quegli sbagli, mi sentivo in un grandissimo imbarazzo: non volevo alzare gli occhi e sentirmi dire "tu sei una pazza".
-Perché?- 
Sgranai gli occhi, il cuore mi martellava nel petto, alzai lo sguardo e lui stava fissando il mio polso.
-Cisa perché?- Dissi da finta tonta, lui indicó le cicatrici.
Tom mi prese il viso fra le mani: - Perché lo fai?- 
Stavo per scoppiare a piangere, non mi andava di parlare di questo in quel preciso momento.
-Ti prego Tom, non ora. Un giorno prometto che ti racconterò tutto.-
Stavo cominciando a piangere, stavo per crollare un'altra volta. I suoi occhi mi osservarono, non smettendo un secondo di guardarmi, io deviai lo sguardo, mi sentivo a disagio, mi sentivo uno schifo.
Lui piano piano, con fare delicato appoggiò le sue labbra sulle mie, chiusi piano piano gli occhi, gustandomi il momento.
Ma quella sensazione durò poco. 
-TOM!-
Ci staccammo immediatamente, Benedict ci aveva visti: era fermo davanti a noi con quella tutina attilata, si era vestito da scheletro, era ridicolo e ogni volta che lo vedevo trattenevo una risata, ma ora no.
Mi alzai immediatamente dalle scale, lo stesso fece Tom. 
-Ben posso spiegarti.- L'uomo davanti a noi ci guardó incredulo per quello che aveva visto.
-Ti stavi baciando con ... - 
Sospirai, Tom prese Benedict e lo portó in cucina, io uscii e anda da David, lo trovai a divertirisi con Martin, ridevano e scherzavano, non avevo voglia di disturbarli, insomma erano così belli.
Presi la mia macchina fotografica, cominciai a fare qualche foto di qua e di la, poi ebbi il coraggio di andare in cucina, dove si trovavano Tom e Ben, stanno discutendo.
Mi appoggiai alla porta:
- Tom ma ha diciasette anni, cosa direbbero i giornali scandalistici?-
Già i giornali scandalistici, chissà che casini potrebbero succedere.
-Non me ne frega niente, andrò nei casini? Pazienza li ho voluti io, ma non posso abbandonarla, poi non è come le ragazzine della sua età, è più matura.-
Sentii una sedia trascinata a terra, e un pugno sul tavolo. 
-Ma ha diciasette anni!-
Complimenti Elen hai fatto sí di diventare antipatica a Benedict Cumberbatch.
Mi alzai e bussai la porta, mi sentivo uno schifo. 
-Scusatemi ma io me ne vado.-
-No Elen aspetta.- 
Tom si alzó dalla sedia e mi venne incontro.
-Ha ragione Benedict, è una sciocchezza tutto questo, non voglio metterti in cattiva luce, non voglio che tu finisca sui giornali, sei una bellissima persona, non te lo puoi permettere.-
Ancora una volta ero io l'errore, Ben mi guardó sorpreso, credeva che non l'avessi ascoltato, gli feci un piccolo sorriso ma lui chinó lo sguardo. 
-Grazie ancora, bella festa Ben.- Stavo per uscire dalla cucina.
-Elen ti prego aspetta.- 
Non ascoltai nessuno, mandai un messaggio a David "sto andando a casa, domani ti spiego. ti voglio bene."
Uscii da quella casa, sentivo le lacrime che stavano per scendere, ogni volta facevo un errore, ogni volta ero io che combino casini.
Corsi per la strada così tanto che non capivo nemmeno dove stessi andando, correvo lontano da quella casa, correvo lontano da Tom.
Mi rinchiusi in casa, sembravo un uragano. Lanciai la mia borsa in un angolo il capotto da un altro e poi mi rinchiusi in camera, in preda al pianto, mi guardai i polsi e per un momento mi balenò in testa quella malsana idea, ma non ero più la Hellionor che si tagliava perché era debole, che crollava appena il vento si alzava troppo. 

No, in quel momento ero Elen, forte e piena di vita: un'altra persona. 




ANGOLO AUTRICE.
pubblico di fretta perché devo scappare in ospedale, mia nonna sta poco bene.
bene qui arrivano i casini fra Tom e Elen, insomma 
chissà che succederà.
spero che vi sia piaciuto un abbraccio e grazie a chi legge.

ps: ho visto Iron man 3 era qualcosa di bellissimo.
pps: vogliamo parlare dei capelli di Loki in Thor 2 ? AHAHAH.

un bacio
Elen.


 

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Capitolo 7
*** “Che i tuoi occhi riempiranno sempre i miei oceani vuoti.” ***


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Capitolo 7

 
“..e io ti guardo e ho paura di rompermi.”
 





Ma ora sarà rinchiusa in casa a piangere, direte. Con una tazza enorme di gelato fra le mani, dirette. Diventerà una balena con tutto quel cioccolato che mangia, direte.
invece no, sono nel pub dei genitori di David, con in mano una tazza di caffè, la quinta tazza di caffè.
Nel locale c'è un ottimo odore di mandorle, amo le mandorle, voglio rinascere mandorla .
Le persone che si siedono e ordinano un caffè o un aperitivo sono la maggior parte coppie, 
stringo con più forza la tazza fra le mie mani e abbasso lo sguardo, non mi sono  nemmeno resa conto che ho sospirato sonoramente e che il mio migliore amico mi sta chiamando -Elen smettila.- Tirai su lo sguardo e feci una faccia strana, -So che stai pensando a Tom.- mi dice  serio, con quei suoi occhi marroni che mi trafiggono.
Chino la testa, più mi autoconvinco di non pensarlo e più lo penso,  - Non ti dico che hai fatto la cosa giusta, perché io non l'avrei fatta. Se mi piace veramente una persona non guardo se è famosa o meno.-
lo guardo in viso, mi sposto una ciocca di capelli rossi dal viso - Di certo non posso distruggere un sogno di una persona.-
Appoggio la tazza sul tavolo e prendo il quaderno di letteratura, ho da studiare Shakespeare, casualmente lo scrittore  preferito di Tom.
Davanti alla mia faccia si presenta un piatto con un pezzo di torta ricoperta di crema - Su mangia, che devi crescere.-
Alzo la testa e trovo la mamma di David, era una bellissima donna di quarant'anni con lunghi capelli neri, mossi  che li ricadevano sulle spalle  e due bellissimi occhi grigi.
-Ciao Charlotte.- mi faccio piccola mentre gli sorriso, lei mi fa un occhiolino e  torna a servire i suoi clienti.
-  Dormi con me sta notte?-, torno a guardare David, gli faccio un sorriso, prendo la forchetta - certo- e addento un pezzo di torta, era squisita.





 




 
 
Era metà Novembre e nelle vetrine dei negozi ci sono  già addobbi natalizi, ecco 
che iniziano i dubbi di che regali posso fare per le persone a cui voglio bene.
-A che pensi?- mi giro verso David, che si stava nascondendo sotto l'enorme sciarpa nera che aveva. -Che è metà Novembre e ci sono già gli addobbi natalizi- gli dico ridendo, mi feci più piccola nel mio cappotto mentre il freddo mi mangiava, sento un braccio  cingermi il collo, David.
-Non so cosa regalarti.- anche se è il mio migliore amico ogni anno che passava è difficile regalargli qualcosa, per il semplice motivo che tutte le cose che vuole le ho già fatte tutte  gli anni passati.
lui sorride, - Ma tu mi fai già un grande regalo, sei la mia migliore amica.-
sorrido radiosa mentre lo stringo a me. -Sappi comunque testolina rossa che nemmeno io so che farti.- mi dice mentre mi spettina con una mano i capelli.
- No David dai! AHAAH smettila.-, inizia a farmi il solletico, stavo urlando  per la strada con tutti i passanti  che ci guardano male, ma ormai siamo abituati alle figure di merda.
-Allora che si mangia ?- infilo la chiave nella toppa - Non lo so, fa da mangiare mia mamma-
 apro la porta, avviso urlando a mia mamma  che siamo arrivati, mentre ci togliamo i capotti e metto a posto la borsa, ci dirigiamo verso la cucina, apro la porta e trovo Seb e mia mamma -Ciao- dice David.
I due adulti davanti a noi ci sorridono e continuano a preparare la cena, dal buon profumino che sento è sicuro un piatto a base di pesce. 
-Che prepari mamma?- lei mi sorride - Spaghetti allo scoglio- e mi da un bacio sulla fronte.
 Prendo i piatti dalla lavastovieglie e comincio a parecchiare, mentre i due uomini parlano di calcio. Per un momento vedo l'immagine di Tom a parlare con Seb, ridono, parlano del più e del meno, scrollai la testa e finisco di preparare il tavolo.
Devo trovarmi un passatempo, devo uscire da questa bolla di ricordi, devo togliermi dalla testa quel gigante di ghiaccio.
-Elen mi passi Tom-  mi giro verso David - Come ti faccio a passare Tom?- vedo il mio migliore amico ridermi in faccia e i due adulti davanti a me guardarmi strana.
- Ti ho chiesto se mi passi il pepe, infatti.- chiudo gli occhi e sospiro, feci un piccolo sorriso e afferro  il pepe per passarglierlo. Inforchettai il boccone di pasta,   mia mamma e Seb che si scambiano vari sguardi ed erano due perfetti innamorati. 
I miei occhi non riescono a sopportare tutto questo, infatti mi alzo dal tavolino con una scusa - Ho mal di pancia, mi vado a sdraiare. Sono in camera mia se mi cercate.-
Apro brutalmente la porta di camera mia, il poster di Iron Man mi cade in faccia, maledetto patafix. 
Mi butto sul letto, con il piccolo pupazzo a forma di gufo che mi ha regalato mia madre qualche mese fa, sento bussare, - Avanti -  la testa di David fa capolino, gli sorrido - Potevi rimanere a mangiare, sai che a mia mamma non gli piacciono i ragazzini al forno, forse rosolati si- ridiamo tutti e due insieme -Dai fammi posto-.
Mi scanso per fargli spazio nel letto, è piccolo ma sa reggere due persone, appoggio la testa sul petto di David.
-Mandagli un messaggio.- sospiro -No.- sento la pressione della mano del mio migliore amico sulla mia spalla. - Fallo -, lo guardo in faccia - Non vorrà sentirmi.-  David si alza lasciando che un brivido di freddo invade la mia spina dorsale - Non credi che gli faccia piacere? Non credi che stai meglio anche te? Elen ragiona.-
Mi siedo sul letto, non lo capisco, stasera non capisco nessuno. - Credi che nel modo in cui lo hai lasciato ad Halloween sia stato piacevole per lui? - sta urlando - Credi che gli piace non ricevere un tuo messaggio  o una tua telefonata? Tu lo vuoi sentire, stai evitando ogni cosa, twitter, facebook, tumblr ogni cosa che potrebbe far uscire una foto o una notizia di Tom.
So che ci stai male, non puoi nascondermi niente sono il tuo migliore amico.-
E' incazzato, incazzato con me, è in piedi di fronte al letto,  guardo a terra - E sei pregata di guardarmi negli occhi quando parlo-  Mi massacro le unghie, ne mangio anche quelle poche che ho, non ho mai visto  David così.
- Ho paura.- dico con un filo di voce, prendendo il cappello  uscendo dalla mia camera,
torno in cucina, prendo il mazzo di chiavi che erano sul ripiano della cucina - Mamma esco.-,
chiudo con violenza la porta di casa mia.
Non so dove mi sto dirigendo, non ho una metà, devo camminare, camminare tanto per sfogarmi,
non piango, non mi va nemmeno di fare quello, voglio solo uscire da questo periodo di merda, si può definirsi così?
Sento il cellulare vibrare, un chiamata, David, buttò giù ho bisogno di sentire solo me stessa e della mia compagnia.
Prendo un pulman che mi porta in centro, l'autista ha  un paio di occhiali e uno sguardo stanco, - Buonasera - mi dice gli sorrido.
Scendo sotto il Palazzo di Westminster e il Big Ben sono meravigliosi peccato che non ho una macchina fotografica a portata di mano e la risoluzione del cellulare rende le foto oscene
mi stringo sotto il golfino, sto morendo di freddo, mi siedo su una panchina che ho trovato a pochi passi dal monumento, ci sono ancora un sacco di macchine che sfrecciano sulla strada e i pub sono stracolmi di persone. amo il caos di Londra, amo ogni centimetro di questa città e vi giuro mi sento fortunata ad abitarci.
Sento il telefono vibrare un'altra volta, mia mamma, decido di rispondere.- Mamma.- 
da come mi risponde è incazzata - Dove sei? E' tardi -
Sospiro, mi passo una mano fra i capelli - Sono a Westminster e sto bene. Torno fra poco.-
chiudo la chiamata e torno con me stessa, non so che fare se prendere il cellulare, digitare il numero di Tom o piangere nel latte versato.
Mi alzo e percorro la South Bank, una piccola strada veramente meravigliosa, i lampioni facevano poca luce, la London Eye era bellissiima un giorno voglio salirci è una promessa che ho fatto a me stessa tanto tempo fa.
Prendo il cellulare,segnava le ventidue e trenta, ho sonno ma non voglio ancora tornare a casa.
Digito il tasto che mi porta sulla rubrica e scrivo quelle tre parole "Tom.",
chiamo o non chiamo? ho bisogno di un consiglio di mia nonna, ho bisogno di lei ma come faccio lei ormai non c'è più.
Mi fermo, chiudo gli occhi per un istante, ma se lo chiamo e magari lo disturbo e se dorme? 
se mi urlasse brutte parole? e se fosse in "buona" compagnia?.
FANCULO LO CHIAMO.
Mi porto il cellulare all'orecchio, squilla  a vuoto, magari ora starà leggendo il mio nome sul display e avrà lanciato il telefono lontano da lui.
Perdo le speranze quando sento la sua voce, -Pronto.- sento la tacchicardia e l'ansia invadermi - T ... tom.-  faccio dei grandi sospiri - si.-
è freddo, distaccato, ho fatto male a chiamarlo.
Sento pizzicarmi gli occhi, ma devo rimanere forte e non piangere -Non ce la faccio-
riattacco il cellulare, scoppio a piangere, con le maniche del golfino mi asciugo le lacrime e tiro su col naso.
Sono uno sbaglio, sono una stupida, una cretina. ho perso Tom e credo definitivamente.
Quando apro la porta di casa mi trovo mia mamma davanti a me con un'aria incazzata e fa bene è tardi ed io ero fuori di sola.
- Cammina in camera tua.-
gli faccio cenno di si con la testa, mi avvio verso il piano superiore - So che  non ti piace parlare con chi ti frequenti con me. Ma se vuoi ti ascolto, dopo tutto sono tua madre.-
mi giro verso di lei, mi asciugo le ultime lacrime.
- Lo so, ma so che tu non accetteresti la persona con cui mi sto vedendo. solo per il fatto dell'età.-
gli faccio un sorriso e salgo in stanza, David stava dormendo io mi misi il pigiama e mi intrufolai sotto le coperte insieme a lui.
- Domani mi racconti tutto.- stringo di più il braccio di David e mi addormento.







 
 
il caffè ormai ne sono dipendente, mi sono alzata presto ho preso la mia chitarra e ho cominciato a suonare qualcosa.
David dorme ancora.
Seb stava preparando la colazione a mia mamma, gli do il buongiorno e un bacio sulla guancia.
- Che fai oggi?- mi chiede, gli rubo un biscotto, - Nulla sto a casa - 
Prendo il cellulare, con la speranza di un messaggio o di una chiamata da parte di Tom, ma nulla.
Sospiro e me ne torno in camera, ho la tentazione di accendere il pc e cercare qualche notizia di Tom di questi giorni, ma devo resistere.
-Tom è tornato a casa già da due giorni.-
saltai dalla sedia, David era sveglio - Porcaccio Odino, ma avvisare che sei sveglio no?-
mi sorride e  si avvicina per darmi un bacio sulla guancia.
- Allora che cosa è successo ieri sera? l'hai chiamato?-
prendo un biscotto e lo addento - Si. - il moro davanti  me si siede sulla scrivania.
- Ma non è andata bene  -  David assottiglia gli occhi, lo guardo e mi alzo- Mi ha risposto, solo che era freddo, deluso e distaccato. Gli ho riattacato il telefono in faccia.-
Mi alzo e andai a cambiarmi, sistemo i capelli e prendo un libro.
David era ancora li a guardarmi sconcertato - Sei strana- , lo guardo -Mah, sarà il periodo pre mestruale-








 
 
Un buono shopping è quello che mi ci voleva, entriamo da Harrods, ma non c'è quasi nulla che mi colpisce, a parte un vestito con dei ricami in pizzo nero che era tra il corto e il lungo e un paio di anfibi neri opachi, mi brillano gli occhi appena lo vedo.
Corro verso l'indumento, cerco di prenderlo  ma la mia statura da Hobbit m'ipedisce di aggrapparlo.
Chiamo David per farmi aiutare ma lui è occupato a trattenere una conversazione con una graziosa commessa, maledizione agli uomini che si fanno imbambolare da due tette.
- Se vuoi ti aiuto -, rimango un'attimo ferma prima di girarmi, Tom era dietro di me, Tom era dietro di me.
Mi giro piano, piano sui talloni, gli faccio un cenno con la mano e cerco di non guardarlo negli occhi. - Occhei- .
Mi passa a fianco a me, mentre lo fisso, ho notato che è dimagrito, si è tagliato i capelli ed è tornato del suo colore naturale. -Ecco.- mi fa un enorme sorriso, quello non è cambiato affatto, porgendomi il vestito - Grazie gli dico.- e mi avvio verso la cassa, correndo. 
Do un pugno al fianco di David che si gira guardandomi male, - Ma che c'è?-.
gli sorrio, - Nulla, ho finito, andiamo- lo prendo per la mano  e usciamo dal negozio.
mentro  mi gusto un meraviglioso gelato crema e bacio, mi si parò davanto di nuovo Tom.
non sto cercando di evitarlo, non fraintendetemi è solo che non voglio aver nessun tipo di rapporto oggi.
Il mio migliore mi guarda, facendomi un occhiolino -No.- gli sorrido, lui rigira gli occhi al cielo e sbuffa.
Sento vibrarmi il cellulare, un messaggio, Tom. -"Possiamo parlare?"-, alzo su lo sguardo era insieme a Luke e stavano mangiando anche loro un gelato.
chino giù lo sguardo, non so che fare -Rispondigli di si.-, guardo David che mi fa un enorme sorriso - A chi?-, finisce di mangiare il gelato al cioccolato che aveva sulla paletta,
-Pensi che non l'abbia capito che chi ti ha scritto sul cellulare, era lui. Appena hai aperto il cellulare hai guardato nella sua direzione.- 
Gli metto il broncio -Uffi, mi sgami sempre. Non so che fare.-
Il moro davanti a me si pulisce la bocca, - Digli di si  fate pace. Almeno non sarai più petulante come in queste tre settimane.- rimango a bocca aperta, -Davidd!-
gli tirai uno schiaffo e prendo il coraggio di rispondergli di si.
Quando a Tom gli arrivò il messaggio, mi guarda per un attimo gli feccio un piccolo sorriso.
-Occhei alle quattro domani a casa mia, ti porto in un pub che fanno una torta alle mele buonissime.-
Faccio un piccolo sorriso, mi alzo butto via la vaschetta vuota del gelato e mi avvio verso casa  di David.
-Domani alle quattro davanti a casa sua.-
sospiro e mi giro verso di lui che aveva una faccia strana - Davanti casa sua? non è che ti vuole stuprare?-
gli dò un forte schiaffo in faccia, gli faccio sputare tutta l'acqua che qualche secondo prima aveva bevuto e poi lo abbracciai, stretto a me, quasi da rompergli le costole. - Tu sarai per sempre l'uomo più importante per me David.-
Sento che smette di muoversi sotto la mia presa, mi appoggia una mano sui capelli -E tu la mia donna.-







ANGOLO AUTRICE.
non mi sono scordata di questa storia, solo che ho avuto 
un sacco da fare in questi mesi.
bene sono tornata e spero che qualcuno legga ancora ancora questa storia, ho betato da sola il capitolo, l'ho letto 
e riletto un sacco di volte ho corretto e ricorretto gli errori.
beh non so coa dirvi
spero che non ho perso i miei lettori 
a presto 
Elen.

 
 
 
 

 

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Capitolo 8
*** " Dimmi era per l’altamarea dei nostri sguardi che siamo diventati consanguinei? Era per i tuoi occhi all’ufficio agli oggetti smarriti che urlavi di essere annegata nelle tue maree? " ***


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Capitolo 8
 
Io non so perché ho detto di si, io non so cosa mi è passato per la mente ieri mentre gli mandavo quel messaggio.
Ora sono qui, a decidere che cosa indossare. Pantaloni? no,
Vestito? no, quello che ho comprato ieri lo tengo per avvenimenti importanti, gonna? 
si! una gonna può andare. Infilo la testa nell'armadio, chissà magari finisco a Narnia, incontro il principe Caspian, lui s'innamora di me, ci sposiamo, figliamo e viviamo felici e contenti, magari.
Nel casino del  mio armadio trovo una gonna a balze, blu scura da abbianare a una canotta nera, con un golfino dello stesso colore, calze anche esse nere e gli anfibi.
Mi sento come se stesse arrivando una scossa di terremoto forte dentro di me.
Sospiro, prendo la trousse che tengo nel comodino e cerco i due colori che mi servono, ho intenzione di farmi un trucco sfumato, ovviamente abbinato all'abbigliamento.
- Elen sei pronta? - mia madre mi da un passaggio fino a Hyde Park, visto che deve andare in ospedale, ma non ha il turno e questa cosa mi puzza di bugia.
-Arrivo infilo il cappotto e scendo- urlo, oso di più oggi e metto un pochino di rossetto, non rosso fuoco ma quel rosso scuro sangue, che amo, sono pronta.
Mentre scendo le scale, Seb mi guarda - Dove devi andare? - mi dice con un sorriso a trentadue denti, gli sorrido. - A fare un giro, con un amico.- gli strizzo l'occhio.
Lui mi spettina i capelli e se ne va in cucina, è ancora in pigiama e sono le tre del pomeriggio, di Domenica. - Noi andiamo amore- vedo mia madre baciare in bocca Seb, non è bellissimo per una figlia vedere limonare la propria mamma.
-Mamma  c'è un minorenne davanti a voi, vogliamo andare?- Seb mi guarda con la coda dell'occhio e palpeggia una natica di mia madre, brutto stronzo lo fa apposta.
-Occhei quanto ci metterete ? cinque - dieci minuti?, io sono in macchina e mi raccomando fatelo sicuro.-, alzo le mani al cielo ed esco di casa, con le risate dei due adulti dietro di me.
Credo che dopo quello che ho visto, no mi farò più palpare il sedere, occhei leviamoci dalla testa quel pensiero.
Mentre sfrecciamo sulla strada guardo  gli alberi che sventolano i rami, quando il vento soffia perdono le foglie. - Che amico è, sempre se è un amico. !- mia  madre sibila l'ultima parola con più tono.
- Un amico, due braccia, due gambe .... - mia mamma sospira, - Elen basta sarcasmo.!-
appoggio il braccio al finestrino e con la mano mi reggo la testa - Occhei mamma.- me ne rimango zitta, con la testa a fissare la macchina color melanzana davanti a me -Non so a che ora esco dall' ospedale, prendi la metro per tornare a casa?-  mi giro verso mia madre  - Ma non sei di turno.- la  vedo sospirare e stringere il volante sotto le sue mani.
- Si, me lo hanno cambiato all'ultimo minuto.-,  non era vero, quando deve andare a lavoro, si veste sempre con una maglietta color blu notte, dice sempre che le torna bene, ero stufa delle bugie. - Ferma la macchina.- dico secca, tirando su la zip del cappotto, lei inchioda di colpo e scendo. Sento  il clackson suonare dietro di me, non me ne importava ma fino a che non mi dice quello che gli sta succedendo io non le parlo più.
-Elen torna subito qui.! - infilo le cuffie alle orecchie e comincio a camminare, m'inoltro in un vicolo, nel frattempo mi suona il cellulare.
- Non fare mai più una cosa del genere !- trattengo le lacrime e sospiro.
-Fino a quando non mi dirai che cosa ti sta succedendo.!-, sento un sospiro e la sua voce roca, sta per scoppiare a piangere, fa sempre così. - Sapevo che non te lo potevo nascondere per molto, prometto che appena arriviamo a casa ti racconto tutto.-
In quel momento nel mio petto si materializzò un macigno di paura, non voglio perderla.
Mi riattacca il telefono, prendo un grosso sospiro e vado incontro a un'altra preoccupazione, Tom.
Dopo venti minuti di camminata arrivo davanti a casa sua, monto i gradini e suono il campanello. Mi nascondo la faccia sotto la sciarpa e struscio le gambe fra di loro per creare un po' di calore, si stava gelando.
Mi giro verso la strada per vedere se passava qualcuno, ma nessuna anima viva, chissà magari sono in casa a bersi una fumante cioccolata calda o a guardarsi la tv.
La porta alle mie spalle si aprì e un bellissimo sorriso mi accolse con grande calore, -Prego entra, ho appena fatto della cioccolata calda-.
Dio Tom grazie di esistere dico nella mia testa, mi aiuta a togliere il cappotto e lo appende dietro alla porta. - Allora tutto occhei ? - aveva un po' di barba incolta, ma era dannatamente sexy.
-Ehm si. - incrocio le braccia al petto, per far si che le mie mani si riscaldino, c'e tanta tensione fra noi due.
-Prego accomodati, fai come se sei a casa tua- gli sorrido e mi siedo sul divano, vedo che in un angolo ha diposto l'elmetto di Loki -Oddio  ! - me ne esco, lui mi guarda, guarda l'emo e ride -Ehehehe è un piccolo oggetto che ho preso quando stavo girando Thor -, mi alzo in piedi, lo prendo - Posso provarlo? - lui con il mignolo all'insù da perfetto inglese beveva un sorso di cioccolata calda. -Certo-, si alza in piedi e cammina fino a me, mi aiuta a metterlo.
- Beh allora come sembro ? Sarei una perfetta Lady Loki no? - gli dico scherzando, lui mi fissa ridendo e fa cenno di si con la testa, -Ma allora andiamo a mangiare questa torta di mele o no? -  Lui guarda da un'altra parte come se ho detto qualcosa di sbagliato.
-Oh ehm, non mi sento molto bene.  Ti scoccia stare qui ? - , mi allarmai immediatamente, - Che cosa hai ? - mi avvicino a lui e involontariamente gli sfioro la mano, bruciava.
-Oh nulla solo qualche linea di febbre.-, lo guardo male. -Sicuro ? , ti ho appena sfiorato le mani e credevo di toccare Johnny Storm. - gli dico fissandolo negli occhi, lui li chiude e sospira. - Occhei forse ce l'ho ... -. Lo prendo per il polso e lo strattono fino in camera -Elen sto bene, giuro è solo qualche linea di febbre. - mi dice con le mani alzate, lo azzittisco mettendogli in bocca il termometro.
Lui mi guarda  con fare strano, mi siedo  accanto a lui, aspetto qualche secondo e gli tolgo il termometro. -Trentotto e mezzo, ti sembra niente ? -, gli dico mostrandogli l'aggeggio.
Lui mi guarda con due occhi da cuccioli cerca amici, - Ora ti sdrai e ti preparo una tisana,
su su.- lo vedo infilarsi sotto le coperte goffamente, gli metto un plaid e scendo di sotto in cucina.
Sapevo cavarmela in cucina, si ma quella di casa mia, 
misi su un pentolino al fuoco, cercai una tazza ma era come cercare un uovo in un paiaio, alla fine la trovai.
Preparai tutto e tornai di sopra, lui era sdraiato sul letto con una mano poggiata sulla fronte  e sospirava come se avesse l'affanno.
- Eccomi tieni, ti rimetterai in sesto per qualche oretta.-, gli passo la tazza e gli sorrido lui ricambia, si siede sul letto e sorseggia la bevanda.
Mi guardo attorno, la sua stanza era dipinta con una sfumatura rosso pastello, aveva una grande scrivania sul quale aveva un copione, un prossimo film penso e una libreria grande si affiancava al letto. -Ti piace leggere? - lo guardo, mi passa la tazza, - Si è una delle mie passioni.- appoggio la tazza sul comodino e mi ri siedo comoda sul letto. Ero in un grande imbarazzo, Tom aveva gli occhi chiusi, il petto che si alzava e abbassava lentamente, le sue labbra fini erano di un rosso magenta e i capelli  erano in un groviglio tutto spettinato, era bellissimo.
- Smettila di fissarmi. - sgrano gli occhi, non mi ero accorta che si era accorto che lo stavo fissando, tremai, lui ride e giro la testa da un'altra parte.
-Allora si parla ? - la voce era seria, mi metteva quasi paura. 
Lo guardo in faccia, si mette seduto agrovigliandosi nel plaid, si avvicina a me e mi guarda con i suoi occhi blu. -Perché ti sei comportata così ad Halloween. ?-  mi massacro le mani e mi mordo l'interno della bocca -Non voglio distuggere la tua carriera.- gli dico tirando su lo sguardo e vedere i suoi occhi, sospiro - Io ...  io ... - comincio a tremare, lui mi prende le mani -Ei calmati, non ho intenzione di mangiarti o di prenderti a calci, Loki è buono dentro di me in un angolino  al buio.- mi fa ridere -Ho solo paura di rovinare la tua carriera.- 
lui mi guarda e fa una lieve carezza  sulla mia guancia. -Non rovinerai niente, si i  giornali scandalistici metteranno il naso da tutte le parti, ma ai registi non gliene frega nulla.-.
Poggia le mani sulle mie guance, bruciavano -Poi sei bellissima.- sgrano gli occhi e mi butto fra le sue braccia, insomma io credevo che mi avrebbe urlato contro, mi avrebbe detto cose bruttissime, ma invece "sei bellissima" , ero al settimo cielo. Sento le sue mani cingermi, sapevo che mi sarei presa la febbre ma fanculo, sono fra le braccia di Tom e sono la persona più felice del mondo. 
-Poi quando vorrai mi parlerai di quelle cicatrici sui tuoi polsi.- 
strinsi di più la sua maglia, stropicciandola, sospiro e chiudo gli occhi. Ero pronta 
a dirgli tutto.
Mi sdraio affianco  a lui una mano sotto il cuscino e le coperte tirate fin sopra il naso, avevo freddo. Lui si avvicina e mi abbraccia - Tutto ... - smisi per un'attimo stavo pensando se stavo facendo la cos giusta o no. - .... quando avevo quattordici anni- lui strizza gli occhi, stava ascoltando con attenzione. -Non  ho passato bene quell'anno, mia mamma era malata. Un tumore al seno la stava portando via, via da me. Lei è un medico si, ma le spese per la terapia costavano troppo e non si riusciva ad andare avanti. Ci aiutava mia nonna, Sebastian che a quel tempo era amico di mia madre. - chiusi gli occhi perché una lacrima era rimasta ferma tra il cadere fra le lenzuola o rimanere nel mio occhio. Tom mi accarezza un braccio per tranquilizzarmi. - Un giorno quando stavo tornando da lezione di chitarra, vidi mia madre piangere, andai accanto a lei e gli chiesi che era successo, se sentiva dolore o altro.
Lei mi disse solo che Papà se ne era andato, corsi sotto la pioggia fino alla metropolitana e lo trovai li che aspettava per andarsene. Lui si era accorto di me, mi fece cenno con la mano ... - scoppio a piangere,  l'abbandono di mio padre mi ha distrutto, mi maciullato dentro. Tom mi abbraccia stretta a lui non smettevo di singhiozzare  - ... non lo rividi più, così da quel giorno cascai in depressione, ma stetti zitta con mia madre che piano piano si stava riprendendo. Mi tagliavo almeno tre volte a settimana, fino a quando mia nonna mi scoprì.
Smisi quando anche lei se ne andò per sempre e questo fu un'anno fa. Non sai quanto mi manca Tom, non c'è giorno che ne risento della sua mancanza. Era la mia  ancora, la mia forza.- Crollo in un pianto convulso, - Ehy piccola calmati. - non ce la faccio, sto affogando dentro  - Ci sono io qui shhh .- mi bacia i capelli e inizia a carezzarmi la schiena.- 
mi calmo e mi tiro su, seduta sul letto guardo che ore si erano fatte le sei e mezza, era tardi.
-Scusa Tom ma devo andare a casa.-
Si alza anche lui, s'infila una vestaglia a poua e mi accompagna alla porta.
-Grazie mille Tom.- gli faccio un sorriso -Grazie a te Elen.- mi sporgo per baciarlo ma lui sposta tradimento la testa e finiamo in collisione con le labbra, traditore.
Lui cerca di ampliare il bacio lo lascio fare, non voglio pensare alle conseguenze, gli stringo la maglietta lui mette le mani fra i miei capelli, le lingue viaggiano esplorano,  io mi sentivo in un mondo nuovo.







 
 
 
 
 
Quando arrivo a casa un buon profumo di sugo si fa spazio nel mio naso, lancio le mie cose nel ripostiglio di fianco alla porta e mi avvio in salotto.
Trovo Sebastian e mia madre che mi fissano, mi guardo per un secondo - Che ho fatto ? -
ma loro stavano zitti.
Ma poi una brutta sensazione si fece spazio in me, non può essere, non un'altra volta.
-Mamma non dirmi che tu .... - lei guardo Seb e poi me, si mise una mano sulla pancia, e mi guardo per un istante -Aspetto un bambino Elen è un maschietto.- 
sgrano gli occhi e lascio che qualche lacrima mi scende dagli occhi salto in braccio a mia mamma - Per un istante pensavo che stavi male. Dio mamma sono così felice e .... e avrò un fratellino, è fantastico.- ero ancora abbracciata a mia mamma, ero troppo felice. 
-Non sapevo come dirtelo, credevo saresti rimasta male.- e invece ero felice, così felice che mi sarei messa a ballare fuori al gelo, sotto la neve.
Avevo sempre sognato di avere un fratellino, non me ne frega nulla se dovrò fare le notti in bianco se  il bimbo piange o farlo calmare quando farà i capricci.- Abbracciai anche Seb, ero orgogliosa di tutti e due, perché erano degli ottimi genitori e questo bambino sarà fortunato.
-Allora avete già deciso il nome?.- gli dico tutta sprizzante di gioia - Oh si. Robert ti piace?-
storgo il naso - Possiamo chiamarlo Ironman. ?-  dico sarcastica, ricevento un occhiataccia da mia mamma e un  cinque da Seb.
Forse tutto sta tornando come una volta.







ANGOLO AUTRICE.
ciao a tutti eccomi ritornata.
beh spero che il capitolo sia piaciuto e che ... bho non lo so.
a presto 
Elen.

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Capitolo 9
*** "E' così che funziona la gravità: le parole dette di notte, pesano il doppio." ***


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Capitolo 9

 
"Ho conosciuto nuove persone, fatto nuove esperienze, ho cercato nuovi amori. Ma tu rimanevi sempre. Rimani sempre. "
-E.J. Shanti
 
ringrazio la mia beta, Fex Writer.
che è tornata ad aiutarmi.


Mamma è incinta, mamma dentro di se ha una creaturina che fra qualche mese sarà un maschietto, mio fratello.
Sono felice, anche troppo a dire il vero, non ho mai voluto un fratello, cioè, non ho mai cercato un fratello ma ora ne arriva uno e mi va bene, più che bene.
Sono a scuola, in corridoio, sto aspettando David che è andato in bagno perché si sente male, nausa mi ha detto. Secondo me sta provando a sgattaiolare fuori dalla finestra per evitare il compito di letteratura.
Sbuffo ed ecco finalmente che esce:
-Secondo me facevi prima a rimanere a casa se hai paura del compito in classe!- 
Lui mi guarda, aveva due profonde occhiaie e gli occhi rossi. 
-No è che ho fatto le ore piccole per vedere la prima stagione di Game of Thrones e adesso è come se avessi la nausea.-
Lo guardo e sembrava effettivamente che un camion lo avesse travolto.
Entriamo in classe e ci sediamo vicini, alle prime tre ore abbiamo grafica, quindi dobbiamo usare il pc.
Prendo il mio portatile, lo attacco alla corrente e apro photoshoop, siccome ci danno il permesso di collegarci a internet, cerco qualche foto di Emma Watson su google per fare un lavoro.
-Su chi lavori?- Mi chiede David, sento che appoggia il mento sulla mia spalla.
-Su Emma.- Faccio un sorriso e salvo delle foto di uno dei photoshot .
David ama Emma, fin da quando l'ha vista in Harry Potter, dice che un giorno la sposerà, so che non accadrà mai, ma io non gli voglio rovinare i suoi sogni.
Sospiro, sento gli occhi che iniziano a farmi male, prendo gli occhiali che tengo in cartella e spinta dalla curriosità guardo il cellulare, sulla schermata appare un messaggio, Tom.
Sorrido, mi chiede se stasera mi va di andare a cena, mi vuole presentare un'amica, rimango un attimo interdetta, insomma vuole presentarmi una sua amica, che potrei pensare? Accetto e chiedo se posso portare David , lui ovviamente mi risponde di sí e aggiunge che ci aspetta alle venti davanti al ristorante cinese.
Strattono un braccio di David:
-Stasera io e te siamo al cinese con Tom.- 
Lui sgrana gli occhi -Ma non voglio fare il terzo incomodo! - 
Gli faccio un mega sorriso -Porta un'amica.- 
Ammicco un sorriso e gli strizzo l'occhio, lui rimane li con il caffè fra le mani, mi guarda con gli occhi semichiusi: -Okay, va bene! Solo perché me l'hai chiesto tu!-
Gli salto al collo stringendolo a me, non cambierei David con nessuno.












Metto la musica a tutto volume appena entro in camera mia, ho scelto un vecchio cd dei Paramore, la mia band preferita, Hayley la cantante molte volte mi fa venire voglia di perdere l'eterosessualità come la Watson.
Cerco qualcosa da mettermi stasera, avevo visto un paio di pantaloncini corti a vita alta , con un paio di calze nere, camicetta bianca, golfino grigio e anfibi.
Sí, può andare bene.
Cerco qualche acconciatura che mi stia bene, una treccia a spina di grano da una parte.
Mentre cerco qualche molletta per mettere fra i capelli e un elastico piccolo per legarli sento bussare alla porta.
- Entra pure, tanto non sono nuda.- Scherzo, era Sebastian che mi sorride, chiude la porta dietro di se e si avvicina.
Vidi che c'era qualcosa che non andava, mentre m'infilo un orecchino e credo di essermi appena perforata da sola l'orecchio.
- Elen.- Lo sento sospirare e guardare da un'altra parte.
Riesco a capire che c'è qualcosa che non va.
-Siediti pure sul letto.- Gli dico, prendo una sedia dalla scrivania e mi siedo di fronte a lui.
-Cosa c'è Seb? Hai paura per il mostriciattolo che uscirà dalla pancia di mia mamma? - Gli do un pugno sulla spalla, lui ride ma subito la sua risata si spenge e allora capisco che c'è qualcosa di più grave.
-Seb che hai ? Sai che puoi dirmi tutto! - Gli prendo una mano, lui mi guarda.
- Sono preoccupato per te Elen.- 
Corrugo la fronte e lo fisso: - Per me...?- 
Mi alzo e mi avvio verso l'armadio, lo apro...
- So con chi esci - 
... e lo richiudo sbattendo forte le ante.
Mi giro verso di lui, incrocio le braccia al petto e lo guardo: - Esco con David, ma questo ormai lo sai da sempre.- 
Lui mi fissa con un espressione severa: -Elen non puoi prendermi in giro, so che esci con una persona più grande di te! -
Si è alzato e ora è pericolosamente vicino a me, mi fissa e noto che il ciuffo ribelle che aveva era più corto e che si era tagliato un po' i capelli, stava davvero bene.
- Come fai a saperlo? - Se avessi continuato a mentire mi avrebbe dato uno schiaffo, con Seb non si puó avere segreti; è come se per lui le persone fossero libri aperti. 
- Dalla scorsa sera quando sei andata a casa sua.- 
Sospiro e mi gratto il collo: - Io ... io .. - 
Seb posa le sue mani sulle mie spalle:
-Ti ha fatto del male ? - 
Faccio cenno di no con la testa - No, no, no. OVVIO CHE NO, E' UNA PERSONA PER BENE !- 
Mi scrolla: - Mi puoi dire chi è ? - 
Mi sposto da lui: - No, dopo lo andresti a dire a mia mamma.- mi giro di schiena.
-Elen fidati non dirò niente.- 
Lo guardo di profilo, una cosa che amo di Sebastian è che lui accetta qualsiasi cosa tu faccia, ma credo che questa volta sarà diverso. 
-T..o...- Lo dico con un sussuro. 
- Come ?! - Urla. 
- Tom Hiddleston!- Dico a tutta voce e velocemente, dallo specchio che ho davanti a me posso vedere che si stava passando una mano fra i capelli. 
- Elen, dimmi che non ti tratta male e io starò tranquillo. Anche se tu non sei mia figlia sai che se c'è qualc.... - Mi giro verso di lui e lo abbraccio.
- Non mi tratta male anzi sono io che tratto male lui, mi tratta come una ragazza deve essere trattata.- Lo stringo forte.
- Sono felice Seb, dopo tanto sono felice. Se mi farà del male ti giuro che correró immediatamente da te. Ti prego non dire niente a mamma, sarà un nostro segreto.-
Sento le sue braccia cingermi, - Dimmi che non ti farà male, dimmi che ... - Sospiro.
-Non mi farà mai del male, promesso.-











Sebastian mi accompagna fino al ristorante, voleva vedere Tom anche se per qualche secondo.
Chiudo la portiera, sento Seb che mi chiama: -STAI ATTENTA! - urla dal finestrino.
Gli faccio ciao con la mano e aspetto che sparisca dietro la curva, vedo Tom alzarsi dal tavolo e correre verso di noi, apre la porta e ci fa passare, mi saluta con un bacio leggero sulle labbra. 
-Oh venite, c'è una persona che ti vuole conoscere.-
Ero meravigliata, insomma, un'amica di Tom che mi vuole conoscere!
Arriviamo al tavolo e rimango pietrificata, anzi mi giro verso David e lo tengo per un braccio per evitare che svenga, l'amica di Tom non è altro che la bellissima Emma.
Sí, la Watson. Quell'adorabile ragazzina con il nasino all'insù.
Lei mi fa ciao con la mano con tanta timidezza, io ero lí pietrificata non mi usciva nemmeno un "ciao" dalla bocca. Piano piano alzo il braccio e faccio un cenno, vedo che si alza e si avvicina a me, mi da due baci sulla guancia e lo stesso a David.
Dopo la grande sorpresa prendiamo posto, io vicino a Tom e David vicino a Emma, ordiniamo. Io prendo gli spaghetti di soia come Tom.
Vedo che Emma e Tom hanno un buon rapporto, forse perché hanno lo stesso pubblicist oppure perché Tom ha un carattere che ti fa sentire bene.
Li osservo parlare, sembravano due vecchi amici che si ritrovavano dopo tanto tempo, sorrido, noto che David si stava massacrando le mani, gli solletico la gamba con un piede, lui mi guarda e gli faccio un piccolo sorriso di incoraggiamento.
Mi sta morendo dentro quel povero ragazzo, insomma non è da tutti i giorni trovarsi Emma Watson che cena con te al cinese all'angolo, faccio un piccolo sorriso e nel frattempo arrivano le nostre portate.
Dividiamo gli spaghetti, Tom con le bacchette non ci sa fare molto, infatti lo aiuto.
- No, devi tenerle così, questo dito qua.- 
Era un caso perso, prendo una forchetta.
-Tieni prova questa, sai usarla vero ?- Lui mi fissa e scoppiamo a ridere. 
- No, mi aiuti ?-
Mentre cerco di prendere la mia porzione di spaghetti, Tom si avvicina al mio orecchio:
- Sei bellissima.- Avvampo, non può dirmi queste cose così dal nulla.
-Elen acqua?- Mi giro verso David. 
-Oh si grazie. - Gli passo il bicchiere, Emma e David sono riusciti a trovare un argomento e ora non smettono più di parlare, sono felice perché in un certo senso il mio migliore amico è riuscito a realizzare uno dei suoi sogni.
-Che hai ?- 
Mi giro verso Tom che stava finendo di mangiare il secondo. 
- Oh nulla, ti dovrei dire delle cose, ma credo che ora sia meglio di no, più tardi.- Gli faccio un sorriso, lui rimane un attimo preoccupato poi guarda verso Emma.
-Scusate ma devo andare in bagno.- 
Fa un sorriso e se ne va, io rimango un attimo a giocare con le bacchette, sento il telefono che vibra e guardo chi è: Tom.
*- Vieni.-*
Fisso un attimo David che non smette di ridere con Emma, mi devo inventare una scusa, non posso dire che vado in bagno anche io, dopo pensano cose che non dovrebbero pensare.
-Scusate ma ho bisogno di fumare una sigaretta.- 
David mi guarda strano, gli faccio l'occhiolino evitando che Emma lo noti, prendo la borsa e mi dirigo verso l'uscita, ma all'ultimo, facendo attenzione che nessuno mi stia guardando, devio verso la porta del bagno.
Tom era li che mi aspettava con le braccia incrociate e apoggiato al lavandino, gli sorrido appena e appoggio la borsa sul ripiano di marmo vicino ai lavandini.
-Allora che cosa devi dirmi ?- 
Mi guardo un attimo allo specchio e mi sistemo un ciuffo ribelle che era ricaduto sul mio viso.
Sospiro e mi giro verso di lui:
- Seb ha scoperto di noi.- Gli dico tutto ad un fiato.
Lui sospira e guarda da un'altra parte.
- Non dirà niente a mia mamma, me lo ha promesso. - Mi siedo sul ripiano e gioco con i miei piedi, lui si passa una mano fra i capelli biondi alcune ciocche gli ricadono sulla fronte.
-Sicura che ...- 
Faccio un salto per scendere, mi avvicino a lui e gli prendo le mani:
- Non ti preoccupare, io e Seb sappiamo tante cose di noi due che non diremo mai a mia mamma, fidati di lui.- 
Lui mi sorride.
-Era solo preoccupato per me, voleva sapere con chi uscissi, poi quando ho detto il tuo nome si è abbastanza calmato.- Lui fa un piccolo sorriso.
- Mi ha detto che se mi farai del male , ti picchierà.- Gli dico ridendo, lui sorride si avvicina a me e mi prende il viso fra le sua mani. 
Ci fissiamo per qualche secondo, aveva un po' di barbetta, era terribilmente sexy, passa le sue mani al mio collo strofina il naso contro al mio e poi lascia che le nostre labbra s'incontrano un'altra volta, come sempre, socchiudo gli occhi e mi lascio trasportare sento che trasporta le sue mani sui miei capelli e indietreggia finché non trova il muro. 
Si appoggia e continua a baciarmi, ci stacchiamo e lo abbraccio, lui mi accarezza i capelli e io tiro su il viso per guardarlo.
-Non ti ho detto un'altra bellissima notizia.- Gli sorrido. 
Lui mi da un bacio leggero sul naso e sorride: -Cosa ti è successo?- 
Mi sento entusiasta nel dirgli la notizia: - Ti ricordi quando ti ho detto che mia mamma stava passando troppo tempo in ospedale? E che avevo paura che la malattia fosse tornata ?- 
Lui fece si con la testa.
- Beh ... - cominciai a giocare con il bottone della sua camicia - Ecco ... non sta male. - 
Lui riduce gli occhi a due fessure, lo guardo e gli faccio un enorme sorriso:
- Aspetta un bambino.- 
Lui sgrana gli occhi e mi prende in braccio dalla felicità.
- Ma è una bellissima notizia- 
Lo stringo forte a me, ogni cosa in questo periodo adava bene.













Quando uscimmo dal locale, un vento freddo si fece spazio fra i miei capelli, mi raggomitolai dentro il mio cappotto nascondendo le mani nelle tashe e il viso nella sciarpa.
Stavamo girando per Londra, l'orologio di notte è qualcosa di meraviglioso ma quando Londra non è meravigliosa?
Emma si avvicina a me, gli sorrido. 
- Da quanto conosci Tom? - 
La guardo: - Ormai tre mesi. - Le dico sorridendo: -E tu?-
- Oh beh .. - Ride. 
- Da quando Luke, il nostro pubblicist ci ha fatto incontrare ad una cena, proprio due settimane dopo che è uscito Thor al cinema... State insieme ?- 
La guardo e sorrido un attimo:
- No perché ?- 
Sorride anche lei: - Guarda che si vede che state insieme, lui non fa altro che parlare di te, siamo usciti a cena due settimane fa. Avete litigato giusto? Beh è venuto da me.- Ci fermiamo e mi fissa per qualche secondo: - E mi ha chiesto che come doveva comportarsi, sí, all'inizio ci sono rimasta male quando mi ha detto la differenza di età. Ma quando stai bene con una persona non ci sono paletti o scudi che ti tengano lontani da lei.- Mi dice con un dolce sorriso sulle labbra, Emma è una tenera ragazza sia nei modi di fare che nel parlare. 
-Terrò a mente il tuo consiglio, grazie.- 
Cerco con lo sguardo Tom e David che erano scomparsi dai nostri occhi ma rimango comunque a parlare con Emma, mi ha detto che continuerà gli studi anche se ha di mezzo il lavoro, non lascerà mai che la sua carriera di attirce rovini la sua vita privata.
Arriviamo alla macchina dell'attrice, mi da un enorme abbraccio e sfreccia via con il suo suv. Chi avrebbe detto che Emma Watson avesse come macchina una suv?
Sento un braccio sulle mie spalle, mi giro ed era Tom che mi fa un enorme sorriso:
- Allora sei stata bene stasera ?- 
Gli faccio cenno di sí con la testa.
-Tom avvisa quando a cena c'è Emma Watson! - Gli dice David, scoppiamo tutti e tre a ridere.
- Sai, il mio migliore amico ha una cotta per lei fin da bambino!- Dico a Tom.
-Davvero?!- 
Corro verso David e l'abbraccio: - Eh giá, il mio David è innamorato di Emma Watson.- Sento il telefono vibrare, lo prendo, guardo lo sfondo, era Seb:
- Pronto ?-
-Elen siamo di turno questa notte -
Sospiro: - Dirlo prima ?- Mi sposto una ciocca di capelli.
- Okay capito dormo da David.- Riaggancio il telefono e guardi due ragazzi davanti a me.
- Dormo da sola stanotte.- Metto in borsa il cellulare e mi avvio verso la metropolitana, ero incazzata perché mia mamma non avvisa mai.
- No aspetta Elen, dormi da me!- Era Tom, io guardo David che stava fissando la ruota panoramica.
- No Tom, non voglio essere un disturbo, grazie.- 
M'incammino da sola, quando qualcuno mi ferma per un braccio:
- No, ora tu dormi da me e niente storie. Non ti lascio a casa da sola durante la notte.- Mi tiene stretta, io non riesco a sciogliermi dalla sua presa, alla fine accetto.











ANGOLO AUTRICE.
lalala eccomi qua.
bene spero che il capitolo sia piaciuto e che vi sia piaciuta anche la new entry Emma Watson ( si lei più avanti avrà un ruolo importante.)
oh amo quella ragazza  è di una tenerezza unica.
non  so più che dirvi ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono.
un bacio 

Elen.

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Capitolo 10
*** "Adesso se fossimo in un telefilm ti dicevo che ti amavo. Così, coniugando anche male i verbi. E noi siamo meglio di un telefilm, e infatti non ci diciamo niente" ***


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ringrazio la mia beta  Fex Writer 


 
" Con i tuoi occhi riempi i miei oceani vuoti."




Entro in casa di Tom e mi tolgo il cappotto, vado in cucina e cerco qualcosa da bere in frigo,
ormai è come se fossi a casa mia.
Lui mi guarda dalla porta e ride, lo guardo perplessa -Che c'è ?- chiedo, prendo un bicchiere e verso un goccio di latte. - Nulla, solo che ormai ti stai abituando a me- corrugo la fronte, abituarsi a lui? Quando si stà con una persona non lo si fa per abitudine, lo si fa perché c'è sentimento.
-Cosa vorresti dire? Che non provo niente per te ? Che ho iniziato questa storia solo perché non sapevo che fare?!- Sapevo che era meglio non accettare di dormire da lui.
Bevo il latte e sbatto con violenza il bicchiere sul ripiano della cucina, lui è li che mi fissa. 
-Non intendevo quello, dico solo...- Sospiro, mi rimetto il cappotto - Ehi, ehi dove credi di andare?- Si appoggia alla porta di casa così che io non potevo scappare.
- Dici solo che ...?- Porto le braccia sotto al petto e aspetto che parla, si gratta la testa e poi si avvicina a me, i suoi enormi occhi blu mi fissano.
-Dico solo che ormai non hai più vergogna di me, che sei te stessa che non ti preoccupi per quello che devi fare in mia presenza. Sei solo la vera te e sei adorabile.- 
Allora era questo, lui dice solo che mi sono rilassata che non penso più a come devo comportarmi, solo quello.
Sento le sue mani sul mio collo, lui si abbassa di poco e io mi metto in punta di piedi, non mi va che gli venga il mal di schiena solo perché la sua ragazza è bassa e per baciarla si deve abbassare, insomma non è divertente!
Mi bacia proprio come qualche ora fa, con estrema dolcezza, io ho così tanta adrenalina in corpo che non ho nemmeno sonno, ed è già passata la mezzanotte.
Indietreggio di qualche passo e incontro il muro, mi appoggio, lascio che lui mi baci ancora e ancora, fino a che non ci stacchiamo per riprendere aria.
Appoggio la fronte sulla sua e iniziamo a ridere, lui mi prende le mani e le stringe:
- Allora andiamo a dormire ?- Stropiccio il naso: -Non mi va, non ho ancora sonno poi domani non ho nemmeno scuola, quindi possiamo dormire domani mattina.- 
Gli faccio un piccolo sorriso -Ma i tuoi che diranno ?- lo abbraccio - Nulla perché credono che stia dormendo da David. Quando sto da lui mi lasciano anche tutto il giorno seguente a casa sua, perché sanno che noi di notte non dormiamo.- Tom fa una faccia strana - In che senso ... non dormite?- 
Scoppio a ridere -Ma cosa vai a pensare ? Mr Hiddleston, David è il mio migliore amico, non un'altro tipo di amico.- Gli dico maliziosamente, scoppiando a ridere, lui mi tiene per i fianchi, facciamo qualche passo di ballo con una musica immaginaria e atteriamo tutti e due sul divano.
Mi abbraccia, le sue braccia sono così grandi che mi sembra un orso, è qualcosa di bellissimo.
-Allora che facciamo ? - 
Mi chiede lui dandomi un bacio sulla guancia, io lo guardo e gli prendo il viso fra le mani - Non lo so, hai qualche film in dvd ? O serie tv ? - gli stropiccio il viso, come si fa con in bambini piccoli e ridiamo insieme.
-Ho la prima stagione di Game Of Thrones in dvd.- Rimango a fissarlo per qualche secondo - Tu segui Game of Thrones? Seriamente ? - 
Lui mi fa cenno di si con la testa, e mi accarenza una guancia - Sí, perché? - sospiro e mi alzo -No perché amo quella serie tv, quindi guardiamola! - 
Gli sorrido, lui si alza e si avvicina al mobile che è accanto al video registratore, prende il cd e lo fa partire.
Sento che inizio ad avere freddo, lui se ne accorge -Andiamo a metterci il pigiama? Così dopo stiamo sotto le coperte al caldo.- 
Annuisco ci avviamo al piano di sopra, io gli faccio notare una cosa -Tom io non ho un pigiama.- Gli dico con una mano davanti alla bocca -Merda !- lo sento imprecare sotto voce, lui si gira verso di me - E avrai anche bisogno di un paio di pantaloni no ?- Mi chiede con timidezza, io annuisco e aspetto che mi passa qualcosa da mettermi.
-Tieni ti dovrebbe andare tutto.- gli faccio un piccolo sorriso, lo fisso per un attimo, non capisce e io avvampo. - Potresti uscire ? Almeno mi cambio.- Gli dico timidamente - Oh! Sí! Scusami giusto, io mi cambio in bagno, ti aspetto giù di sotto okay?- Gli faccio cenno di sì con la testa.
La sua maglia mi sta enorme, i pantaloni invece erano giusti, beh erano elasticizati ecco il motivo, l'unico problema è che erano corti e quindi le mie gambe si stanno trasformando in due ghiaccioli.
Arrivo in salotto lui é comodo sul divano con un piumone a coprirsi, io mi siedo accanto a lui che mi abbraccia, appoggio la mia testa al suo petto il suo cuore aveva un battito lento, rilassato, appoggio una mano su sul petto per mettermi comoda.
-Tutto okay ? - mi chiede, mi giro vero di lui e gli do un bacio sulle labbra - Benissimo.- e torniamo a vedere la serie tv.
Ovviamente ci sono delle scene in cui beh si sa, c'è del sesso e Tom come ogni altro essere umano ha dei bisogni, lo guardo è impietrito e mi viene da ridere. Lui se ne accorge e mi guarda - Che c'è ? - gli sorrido - Nulla.- e mi metto sdraiata dalla parte opposta del divano Perché lo hai fatto ? Ora ho un freddo cane - rido - Allora vieni qui, sdraiati vicino a me, il tuo divano è abbastanza grande no ?- gli sorrido, lui si sdraia dietro di me. Mi abbraccia e continuamo a guardare la serie tv.
Mi giro verso di lui, lo fisso per un secondo e lo stesso fa lui:
-Hai bisogno di qualcosa ?- Rimango zitta, porta una mano sulla mia guancia per accarezzarla. 
- No è solo che sto pensando a una cosa.- Lui assottiglia gli occhi, sapevo che sarei andata a parlare di qualcosa di davvero personale, ma dopo tutto è il mio ragazzo e sto insieme a lui ormai da tre mesi, - Tu si insomma .... hai ... - mi avvicino a lui e gli stropiccio la maglia -Stai parlando di quella cosa Elen?- alzo gli occhi e gli dico di si, lo vedo sorridere, ma con un sorriso timido - Se mi stai chiedendo se sono ancora vergine beh ecco no !- e scoppia a ridere, io lo guardo e gli do uno schiaffo sulla guancia -Smettila scemo ! Intendo che so che hai bisogno di fare quella determinata cosa.- stavo sudando da quanto ero in imbarazzo - Oh ! ei ! No, no io insomma tu hai ancora diciasette anni, so che per voi donne è importante questa cosa.
Non ti preoccupare, so aspettare.- mi fa un piccolo sorriso -Beh Tom io non .. non sono più ... - lui mi guarda un po' meravigliato e io mi sento il mondo crollarmi addosso - Tu hai già fatto ...- io mi tiro su - Si, l'ho già fatto e me ne pento occhei? La mia prima volta l'ho fatta con un ragazzo che amavo, ma che il giorno dopo averlo fatto mi ha mollata.-
Non so perché gli sto raccontando questo, ma non volevo andare a finire di parlare di questo discorso, non stasera, non in questo momento. 
Lui si avvicina me, il suo pigiama era di colore verde, con delle sfumature dorate insomma o Tom sta diventando Loki o Loki sta diventando Tom. -Non ti sto giudicando, non posso giudicarti per una cosa che hai fatto. - lui mi abbraccia - Lo so Tom ma così sembro ... sembro una poco di buono.- mi accarezza i capelli -Non lo sei, insomma tu in quel momento amavi lui e lo hai fatto perché davvero ti piaceva quella persona, quello che si deve sentire un gran bastardo è il tuo ex.-.
Lo strigo forte, -Io so aspettare Elen, non sono quel tipo di persone che deve farlo immediatamente. Quando ti sentirai pronta anche io lo sarò.-
Tom è la persona più premurosa che io conosca, buona e tanto umile anche se è un attore di grande fama. -Ti va una tazza di thè? -; - Si - gli rispondo. 
-Vado un attimo in bagno.- sentivo dei dolori al basso ventre, mi rinchiusi in bagno e beh mi era venuto il ciclo, chiamo Tom e lui arriva immediatamente. -Che ti è successo ? - sorrido - Oh nulla solo che mi puoi prendere la mia borsa ? - lui mi guarda scettico - Occhei te la vado a prendere.-
Mi cambio in due minuti e torno immediatamente in cucina, il thè era pronto - Tutto occhei ?.- mi chiede lui, faccio cenno di si con la testa - Solo cose da donne.- mi siedo di fronte a lui e prendo il mio thè. - Capisco, ci sono passato con le mie sorelle.- ridiamo insieme.
Finisco l'ultimo sorso di thè -Sai a metà Dicembre devo andare in Irlanda.- quasi mi strozzavo. -Come mai ? - lui guardò da un'altra parte. - Thor 2.- sgrano gli occhi -Oddio ma che figata ! - gli dico, ride, si alza e posa la tazza nel lavandino -Starò via per tre settimane, passerò natale e capodanno la ... - chino lo sguardo, bello, fantastico passare il capodanno sensa il proprio ragazzo. -Non ti preoccupare Tom.- sorrido e mi avvio verso il divano.
Lui mi raggiunge e mi abbraccia, -Mi dispiace, so che ci tenevi a passare le feste con me.-
mi sussura all'orecchio, -Non ti preoccupare Tom, come minimo verranno dei miei parenti a casa, col fatto che ora mamma è incinta la casa sarà piena per le feste.-
gli sorrido, lui mi da un bacio sulle labbra e torniamo a vedere Game of Thrones.










Mi sveglio con un forte mal di pancia, maledizione al ciclo e all'essere donna.
Mi rigiro nel divano comodo di Tom, era davvero comodo, quasi quasi mi trasferisco nel suo divano.
Sento due voci parlare lontane da me, una era più roca ed era sempre di un uomo. - E' una notizia meravigliosa Ben, insomma anche tu interpreterai un Villan e in un film che wow! - 
Sento urlare Tom, non sapevo che doveva ricevere visite sennò non avrei accettato, io rimango raggomitolata sotto il piumone al caldo, aveva un buon profumo di mandore, in questa casa ogni cosa odorava di mandorle, un giorno Tom diventerà una mandorla se continuerà così. Rimango nel divano, non mi andava di salutare e vedere Benedict, non dopo quello che era successo a Halloween.
- Elen dorme ancora ?- merda, si è accorto che sono qui da Tom, beh come non si fa a notare una ragazza che dorme nel divano del proprio migliore amico ? A volte Elen sei davvero stupida.
-Si, sta notte siamo andati a dormire tardi.! - sento il rumore di una tazza quando tocca il tavolino -Dormire tardi ? Che avete combinato ?- Nella voce di Ben c'era malizia.
Odiavo le persone che pensavano che quando due persone dormivano insieme finivano a fare sesso.
Innervosita e con il mal di pancia mi alzo, e me ne vado in cucina.
Ancora nascosta fra il piumone, mi gratto un occhio e entro in cucina, saluto Ben con un cenno di mano e mi siedo accanto a Tom.
-Hai fame ? - annuisco con la testa, lui si alza e mi prepara la colazione, Ben è li che mi fissa senza battere ciglio, mi guardo un'attimo. Non ho una maglietta scollata e non sono nemmeno mezza nuda. -Occhei che di prima mattina non sono uno splendore, ma sono così brutta da essere fissata di continuo ?- Ben sgrana gli occhi e si strozza con il thè che Tom gli aveva preparato, Tom scoppia a ridere, - Ehehehe beh, Ben ti ha spento .- faccio un piccolo sorriso sarcastico a Ben, che si doveva ancora riprendere, lo vedo asciugarsi la bocca - Oh beh, non ti fissavo per quello. Insomma sei una bella ragazza Elen, non ti sminuire ! -.
Assottiglio gli occhi, Ben non mi stava antipatico era una persona davvero gentile e umile, lui e Tom sembrano quasi fratelli. -Tieni.- Tom mi porge un piatto di pankake, con dello sciroppo d'acero, gli faccio un enorme sorriso, sento un enorme silenzio.- Beh potete parlare, insomma se ho rovinato qualcosa posso tornare di là.- dico indicando il salotto con la forchetta.
Ben guarda Tom che guarda me. -Oh non ti preoccupare tesoro, stiamo parlando di lavoro non dai noia. Tom mi appoggia una mano fredda sulla mia coscia nuda, ho un brivido. Lo fisso per un momento, -Occhei.- e torno a mangiare la mia colazione.
Il mal di pancia non smette e mi sembra di essere uno zombiee -Elen sicura di stare bene ? - mi chiede Ben, faccio cenno di si con la testa e mi raggomitolo su me stessa, avevo bisogno di un anti dolorifico ed era nella mia borsa. Mi alzo, mi dirigo in salotto e frugo nella borsa:
-TROVATO !- urlo, mentre i due uomini mi guardano perplessi. 
Prendo un bicchiere e lo riempio con dell'acqua.











A pranzo rimango da Tom, c'è anche Ben, mi ha detto Tom che forse si trasferisce da lui, con il lavoro che fanno devono stare un sacco via a volte e per loro prendere una casa insieme tornerebbe bene.
Prendo il telefono avevo una chiamata persa da David e dieci da Seb, la cosa mi preoccupava.
Esco fuori in veranda, Tom aveva un piccolo giardino ma ben mantenuto con delle bellissime rose blu, chiamo Seb sento che cosa è successo *- Ti sembra il caso di non rispondere alle mie chiamate ? -* stava urlando.
- Hai ragione, scusa. Ma sono rimasta addormentata.! - gli dico immediatamente, lui sospira e si calma *- Stai bene? Tutto a posto ? Quando torni ?-* mi chiede, - Verso le sei occhei?-
sento un attimo di silenzio *-Basta che non torni incinta.!-* 
urla, gli do dello scemo e riattacco.
Mando un messaggio a David, qua fuori si sta morendo di freddo. -E' una ragazzina ma ha molto cervello, non fartela scappare. Ritiro tutto quello che ho detto la sera di Halloween.- 
sento parlare Ben. - Si, ha buon cervello, sa cosa dire e come comportarsi, insomma ragazzine della sua età pensano ad altre cose.- rimango un'attimo nascosta dietro la porta - Beh sono felice che ti sei trovato una ragazza che non pensa solo al sesso o a essere fidanzata con una celebrità.- sento Tom sospirare -Anche se ... - Tom prende un'attimo di pausa. -... Ieri sera abbiamo parlato di quella cosa e mi ha detto che sa dei miei bisogni e non vuole essere un'intralcio.- sento che uno dei due si è alzato e io inizio a urlare al telefono per far sentire che stavo arrivando. -Certo mamma, a dopo ciao.-, entro in cucina e tutti e due mi fissavano, Tom con un piccolo sorriso e Ben si stava infilando la giacca.
-Ti farò risapere per la tua proposta Tom, stammi bene e a presto. Ciao Elen, sono felice di averti rivisto.- mi da un bacio sulla guancia e scappa via.
Mi avvicino a Tom che era ancora seduto e fissava un punto lontano da lui, faccio un colpo di tosse per attirare l'attenzione -Allora che facciamo ?- gli chiedo, lui si gira di scatto verso di me e mi sorride. -Passeggiata ? Poi ci prendiamo un bel tè?-
gli faccio un mega sorriso.


ANGOLO AUTRICE.

eccomi qui, con un nuovo capitolo. 
sono così orgogliosa di questa storia, vedo che piace ed è fantastico 
perché nessuna mia storia ha avuto così, come posso dire  seguaci ? AHAHAHA
beh spero che il capitolo vi sia piaciuto a presto 
e un  bacio
Elen.


 

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Capitolo 11
*** " I vuoti non sono leggeri " ***


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CAPITOLO 11.




 
"Ubriacatevi di sorrisi, non di pianti interroti."
 
15 dicembre 2012.


Mancano dieci giorni a Natale, ho già comprato i regali e ho organizato ogni giornata.
Tom è partito ieri, mi manca già. Cristo come sono smielosa,  sembro quella mono-espressiva 
di Bella Swang.
Tiro su la testa e mi guardo intorno, nel bar c'è poca gente, chi ha ordinato del tè come me, chi una cioccolata calda e chi una fetta di torta.
David è voluto rimanere a casa, mi ha rifilato la scusa " ho sonno." e ora mi trovo da sola in compagnia di un buon libro, in una caffetteria.
Sospiro e torno a leggere, è la quarta volta che leggo la stessa riga, non riesco a concentrarmi, ho troppi pensieri per la testa, sorseggio il tè e mi perdo a guardare fuori dalla vetrata.
Un bambino con la propria nonna uscivano dal negozio di giocattoli di fronte, il bimbo era felice, teneva stretta la mano della signora ansiana, erano felici tutti e due.
Mi manca mia nonna,  mi mancano i suoi consigli, il modo in cui riusciva a tirarmi su il morale, sospiro e guardo il contenuto dentro la mia tazza.
-Posso sedermi ?- una voce roca, profonda e famigliare mi fa alzare lo sguardo, Benedict.
Con un piccolo sorriso gli faccio cenno di si e metto via il libro. -Che leggevi?- mi chiede lui mente appoggia la tazza strapiena di tè.
-Oh nulla di che. -   dileguo subito il discorso, lui rimane un'attimo a fissarmi, sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Allora come sta andando  scuola ? -  odio quella domanda, anche se ho ottimi voti, odio parlare di scuola.
Sospiro e guardo fuori, per poi tornare a fissare la mia tazza, -Bene, benissimo. Anche se quast'anno è abbastanza  dura.- faccio un piccolo sorriso. Lui sorseggiava il tè e mi fissa, non riuscivo a guardarlo in faccia, mi mette in soggestione, -Ce la farai - rido e infine riesco ad alzare la testa.
I capelli neri erano stati tagliati, dalla notte di Halloween  il suo fisico è cambiato e i suoi occhi sono di un verde cristallino che ti fa  svenire.
-Hai una sigaretta ? - mi chiede con gentilezza -Oh, no. Non fumo.-  tartasso le maniche del golfino. -Tom è partito, so che starà via per tutto il mese. - sospiro, -Si, beh ha da lavorare.- 
Ben mi fa un piccolo sorriso, guardo fuori stava iniziando a nevicare.
- Sai che sarò nel prossimo Star Trek ?- mi giro verso di lui e lo guardo sorpresa -Davvero? Oddio beh ..- inizio a gesticolare - Fantastico, che parte avrai  ?-  nel frattempo chiedo alla cameriera un'altra tazza di tè, lui si gratta la testa  e ride. -Oh ehm sarò il  cattivo.- a momenti mi strozzo con il tè. -Ecco perché domenica mattina eri da lui .... - mi fissa - Ero venuto per avere dei consigli e chi se non Tom può darmeli. Lui è il villan per eccellenza.-,
ridiamo insieme, Ben è un'ottima persona sarcastica e divertente, stava girando il tè in modo nervoso, lo fisso per un attimo.
- Stai bene? Giri quel tè in un modo... - gesticolo - anomalo, come posso dire?- lui ride, si  sposta una ciocca di capelli dal viso - Oh no è che devo incontrare dei miei colleghi,  Zachary Quinto e Chris Pine, insomma per dei consigli.-  rimango un attimo a fissarlo, ha vergona, ha vergogna di incontrare certa gente, io che dovrei dire?
Quando ad Halloween Tom  mi ha portato a casa sua  ci mancava poco che mi prendeva un infarto.
-Beh dai vedrai che saranno persone simpatiche ! - gli sorriso e lui sbuffa -Dove ti aspettano ?- gli chiedo, cerco il mio portatile nella borsa,contemporaneamente il cellulare vibra.Tom,
*- C'è tanta neve qua e fra un  freddo assurdo! -* vedo che mi allega un  file a un messaggio, lui con un enorme cappello a forma di renna non riesco a trattenere una risata e scoppio in una sonora risata, Ben è impaurito dalla mia reazione -Ben guarda, è troppo ... AHAHAH -  ride anche lui.
Accendo il pc e apro photoshoop, faccio alcuni lavori che avevo lasciato indietro per la scuola - Cambio tavolo, ti lascio in pace e vado ad accogliere i due ragazzi. - faccio un cenno a Ben che si siede poco distante da dove ero seduta io -Ei ma io credevo prendevi un tavolo più distante.- rido e anche lui lo fa, il mio cellulare vibra ancora, *-  Che fai ? -* sorriso *- Sono in caffetteria, c'è Ben di fronte a me e lavoro al pc.-*.
Carico delle foto e comincio a graficare, sento gli occhi che cominciano a bruciare, forse dovrei smettere ma di andare a casa non ne ho voglia.
*-Salutami Ben. Hai la web cam? .-*  riduco a due fessure gli occhi *-Certo ! -*, metto sul 
tavolo il telefono, affianco al pc e cerco altre foto su google.
Il ripiano del tavolo vibra *- Bene, stasera webcam !-*
sorrido e gli rispondo che andava bene.
Magari è meglio che mando un messaggio a David, ma so che se lo sveglio potrebbe uccidermi, non so che fare.
La neve scendeva a fiocchi, era bellissima la visione che i miei occhi stanno vedendo, noto che i colleghi di Benedict sono arrivati, lui mi fa un enorme sorriso, spengo il pc e torno a leggere il libro.
Stasera appena finita la webcam con Tom mi metto a vedere un film, peccato che lui non sia qu, avrei voluto passarle con lui questa notte. Gli mando un messaggio, so che ora sta girando una scena, ma gli piacerà guardare il cellulare e trovare un mio messaggio. *-Vorrei stare sotto le coperte con te, con una cioccolata, un film e un temporale fuori. Sta nevicando di brutto qui, è un giorno che sei partito. Mi manchi già.-*
Credo che sia meglio che torno a casa, chiamo Seb e mi faccio venire a prendere, sembra che arriva una bufera di neve.
-Pronto ? -; 
-Elen, che ti è successo?- sospiro, -Nulla mi puoi venire a prendere? Credo che non ce la faccio a venire a piedi.-, noto che Ben e i suoi amici mi fissano, assottiglio gli occhi e mi sposto una ciocca di capelli dal viso . -Occhei, allora ci si vede fra poco, ciao.-
stacco il telefono e metto a posto le mie cose, mi alzo e vado a pagare.
-Vai già a casa ?- mi ferma la voce di Ben, con il braccio a metà strada con una cuffietta da mettere all'orecchio destro, mi giro e sei occhi mi fissavano , avampo all'istante.
-Oh ... ehm si. Il tempo non promette bene e poi hanno bisogno di me a casa.-
guardo fuori dalla caffetteria, faccio un  piccolo sorriso timido, mi sentivo in imbarazzo. -Se vuoi ti accompagno.-, Ben si sta per alzare, ma lo fermo -Oh no.. no ... - comincio a gesticolare - .... Mi aspettano qua fuori, stanno per arrivare. Grazie mille.- lui si alza -Beh già che ci sei ti presento i miei futuri colleghi Zachary Quinto e Chris Pine.-, timidamente alzo la mano e li saluto, loro da veri gentil'uomini si alzano e mi porgono la  mano.
Mi sentivo in imbarazzo, mi nascondo bene sotto alla  mia sciarpa e  mi affretto ad andare fuori dal locale. Saluto i tre ed esco, Sebastian era li che mi aspettava, salgo in macchina e metto immediatamente le mani verso il cluscotto dove esce l'aria calda.
- Tutto occhei ? - mi chiede per la  decima volta -Si Seb tutto a posto, ho solo freddo.- lo sento ridere. -Con Tom?- da quando ha saputo di me e di Tom è 
diventato invadente.-E' in Irlanda per lavoro, sai è un attore lui.- lo punzecchio.
Seb ride, guarda davanti a se e continua a guidare, io invece mi perdo fuori dal finestrino, ogni volta che sono in macchina guardo le case che circondano le strade e dico " un giorno quella casa sarà mia" oppure giudico la loro bellezza, fin da piccola lo faccio a volte credo di essere stupida.
Guardo il cellulare per la millesima volta,  sto aspettando un messaggio da Tom, si sto agonizando dentro, come sono brutte le attese?
tipo quando stai dal medico e aspetti il tuo turno o quando sei al supermercato o quando sei ad aspettare un treno, un autobus, un aereo. Le attese distruggono dentro.
-Non ti risponde ai messaggi?- Sebastian oggi era insopportabile, -Si c'è no, sta girando quindi non è che non risponde è che non ha tempo.-
gli faccio un sorriso e mi sparo nelle orecchie gli AC//DC.





Ho fame, in casa non cè niente, sono andati a fare la spesa, sento il telefono squillare, mi affretto ad andare a rispondere manca poco che non mi rompo un piede, il pavimento è scivoloso e le mie pantofole di Homer Simpson sembrano dei pattini.
-Pronto?-
mi sento mancare un battito per la voce che sento, -Ciao tesoro sono papà.-
il cucchiaio che  avevo in mano andò rovinosamente a battere sul pavimento, - C.... iao  ... che vuoi ?- ero fredda, talmente fredda che  qualcuno in quel momento si avvicinava a me si congelava.
-Volevo sapere come stavi - mi andai a sedere sul divano per evitare di cadere a terra, sentivo mancarmi.
-Non ti è mai fregato di me in questi anni e ora spunti con questa stupida domanda. Cosa ti passa per quella  testa?- gli chiedo, vedo appannarsi le cose davanti a me e le lacrime cominciano ad uscire dai miei occhi. -Non chiamarmi mai più, non farti più sentire. Te ne sei scappato dalla mia vita, dalla vita di mamma, ci hai lasciate e ora pretendi di chiedermi come sto. Tu non hai più una figlia, addio.-
riattacco il telefono e corro immediatamente in stanza, nascondendomi sotto le coperte che  mi fanno da scudo dai mostri.
Guardo il telefono, un messaggio di Tom, quanto vorrei essere fra le sue braccia, stringerlo al petto e lasciare che tutti i miei dolori spariscano.
*-Ei scusami ma giriamo fino a tardi, niente web.-* ci mancava solo questa, 
lancio il cellulare lontano da me, mi chiudo in camera e aspetto che tutta la guerra che ho dentro sparisca, lasciando solo un immenso vuoto, quel vuoto che mio padre mi ha lasciato.
Sento dei passi farsi sempre più vicini, -Tesoro ... - mamma e Seb sono tornati, esco da sotto le coperte, con il mascara colato, le labbra gonfie e un forte mal di testa vado ad abbracciare mamma. 
E' preoccupata e mi stringe a lei, -Che è successo ti va di parlare?- faccio cenno di si con la testa -Ha chiamato papa'.- si ferma, mi stacca da lei e mi guarda per qualche secondo -Che cosa ti ha detto ?!- era alterata, singhiozzo - Mi ha chiesto come sto, ma gli ho detto che non deve più chiamare.- lei sospira e si siede a terra, io mi siedo accanto a lei e poggio la mia testa sulla sua spalla, - Non voglio parlargli mamma, mi ha fatto troppo male.- prendo la sua mano e sento che la stringe stretta, mi fa un sorriso e mi chiede se voglio preparare la cena insieme a lei.






Sono  a letto con trentotto e mezzo di febbre, come  metto piede a terra 
casco come una pera cotta, dio come odio l'influenza, David vorrebbe essere al posto mio, 
glielo cederei con piacere, odio quando sto in questo stato.
Tom non mi manda messaggi da ieri sera, la casellina di watshapp non da cenni di vita.
Io mi giro e rigiro nel letto cercando una posizione comoda, accendo la tv e cerco qualcosa in tv, ma ovviamente non c'è mai nulla.
Prendo il blocco del disegno e comincio a disegnare qualcosa, una bozza uno schizzo, che inizia a prendere forma.
Alla fine mi trovo a disegnare una sirena, insomma cosa cazzo circola nella mia mente da disegnare sirene?. Sento il telefono suonare, mi precipito sul comodino nel quale do una testata - Porco ... - evito d'imprecare, sennò rischio di essere sbattuta fuori di casa.
Apro il messaggio *- MI MANCHI ! <3 -* era Tom, dopo tanto è riuscito a scrivermi.
Cerco  di arrivare in cucina, i giramenti di testa ci sono ma cerco  di non vomitare, apro il frigo e prendo del latte me lo verso nella ciotola, prendo dei cereali che ho trovato nel mobile e torno in stanza.
Quando arrivo alla porta vedo mia mamma con il mio telefono in mano e una faccia che è fra l'essere arrabiata e l'impaurita; la ciotola che avevo fra le mani casca rovinosamente a terra, lei si accorge di me, aveva le lacime agli occhi.
Si avvicina a me per andarsene dalla stanza, gli urlo di fermarsi ma non  mi ascoltà è
come se in quel momento Harry Potter mi  ha messo addosso il mantello dell'invisibilità.
Sapevo che avrebbe scoperto tutto, ma mi sarebbe piaciuto dirglielo magari con calma, quando il babino nasceva e invece no.
Fanculo Elen ! Fanculo.




ANGOLO AUTRICE.
scusare il ritardo, spero mi  perdonate. :)
comunque ho fatto centrare Benedict
perché questo uomo prenderà una piega importante in questa storia.
questo capitolo è così di transizione (?)
comunque spero vi sia piaciuto, per ogni 
domanda o informazione ecco il mio ASK: 
http://ask.fm/HellionorAlzheimer
un bacio a presto 
Elen.


 

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Capitolo 12
*** "Ubriacatevi di sorrisi, non di pianti interrotti." ***


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CAPITOLO 12
 

Non sono destinata a stare bene. C’è sempre qualcosa che non va.

 

Io e mamma  è una settimana che non parliamo, ci limitiamo a solo degli sguardi o facciamo si, che Sebastian sia il nostro gufo, come in quella scena di Harry Potter e il calice di 
fuoco, quando Hermione doveva parlare per  Ron ed Harry.
Che poi io amo la coppia Ron, Hermione, insomma io e Tom siamo un po' come loro,
solo che io sono Ron e lui è Hermione.
Tom lo sento solo tramite messaggi, poche volte al giorno, ha detto che stanno cercando di creare un film davvero spettacolare e  che si diverte a fare scherzi con Zachary Levi, mi  vuole mandare delle foto di lui e di Chris vestiti dai rispettivi  personaggi, ma gli ho detto un infinità di volte  no, non voglio rovinarmi niente.
Non gli ho ancora parlato del casino che è successo con mia mamma, ma voglio dirglielo faccia a faccia, non voglio rovinargli il lavoro.
Sospiro e prendo l'enorme tazza di tè fra le mie mani, finisco un lavoro su photoshoop 
e guardo la neve scendere dalla finestra.
David sta dormendo nel divano, mamma ha sempe voluto che David  fosse  il mio ragazzo, ma io e lui sappiamo che siamo troppo  uguali e si sà gli uguali non vanno d'accordo, sono troppo simili da venire a noia.
David è il fratello della mia stesa età che ho sempre voluto, non lo cambierei con nulla al mondo,  aspettate forse con un drago si !
Mi siedo accanto a lui e appoggio la mia testa sul suo braccio cercando di non svegliarlo, mi copro con  la coperta e cerco di dormire.
David in questi giorni è strano, viene poche volte a scuola e quelle poche volte esce prima, ha svariati appuntamenti all'ospedale, il che mi fa preoccupare molto, anche se mi ha detto che sono visite di routinne.
Sento qualcuno aprire la porta di casa, mamma. 
Ecco che il magone, la tristezza, la delusione e il senso di paura mi trafiggono come una spada. Mi alzo e vado fino in cucina, dove la trovo a mettere  a posto la spesa, scorgo anche un sacchetto del mec donalds.
Mi avvicino, si gira di scatto e sussulta. -Non farlo mai più !-  si porta una mano sul petto e ispira profondamene, gli faccio un piccolo sorriso ma subito si spengne sotto il suo sguardo serio.
Guardo da un'altra parte, ora se avessi rubato o ucciso qualcuno la potrei capire ma sto solo con una persona che amo con tutta me stessa ed è tutto ricambiato.
- Possiamo parlare ? - sbotto, lanciando una crocchetta di pollo sul ripiano della cucina, non mi da ascolto era come se fossi invisibile in quel momento, come ogni momento di questa settimana d'altronde.
-MAMMA POSSIAMO PARLARE ? VORREI DARTI DELLE SPIEGAZIONI ! - urlo,  tanto che ho svegliato David.
Lei si gira a guardarmi uno sguardo freddo e serio mi colpisce come una pallottola di una pistola.
Ci avviamo in camera sua, mi siedo sul letto mentre lei s'infila una tutta, con la gravidanza non riesce a portare jeans dice che gli stanno troppo stretti.
La guardo per qualche secondo, prendo un bel respiro - So che ho fatto una cosa che a te non va per nulla a genio.... - lei si ferma un attimo a guardarmi, prima di togliersi la maglia.
-...ma sappi che sono una ragazza con la testa sulle spalle. - Era come se non mi stava ascoltando, mi sentivo così inutile in quel momento.
- MI VUOI ASCOLTARE ?!.- lei si gira di scatto con un paio di pantaloni fra le mani, il suo respiro è accellerato, vedo che prende una sedia e la sposta davanti a me e si siede.
- Ti ascolto cara. - in quel momento mi sembrava Cersei Lannister e il che mi preoccupava molto.
Mi gratto la testa, prendo respiro e comincio a parlare - Tom non è una persona cattiva mamma, anche se ha tentato di mettermi sotto con la macchina. Si è preoccupato per me, tanto che mi ha lasciato il suo numero di cellulare e mi ha mandato un messaggio subito il giorno dopo per sapere come  stavo.- 
lei era li che mi fissava impassiva, non so nemmeno se quello che gli sto dicendo la starà convincendo. - ... Quindi mamma prima di giudicarlo ti prego conoscilo, possiamo invitarlo a pranzo  a casa nostra o a prendere un  caffè. ... - ; - ZITTA !- sussultai e la guardai negli occhi -Ha 31 anni e tu 17, potrebbe essere anche un maniaco, uno stupratore ... - mia mamma ha il brutto vizio d'ingigantire le cose - ... potrebbe essere tuo padre, il tuo professore di storia. Insomma com'è possibile ? Che ti devi sempre cacciare nei guai. Sai che ti potrebbe lasciare da un momento all'altro? Sai che  come minimo ti sta illudendo, ti promette un  sacco di cose e poi appena ne  trova una più bella della di te e della sua età ti pianterà in asso ?... - mi stava mettendo paura  - ... Ti dico tutto questo perché tu sei la mia bambina, sei la cosa più bella che mi  sia capitata. Ti sto solo proteggendo.- abbasso lo sguardo e cerco di evitare di far uscire le lacrime, stringo forte in un  pugno la stoffa - Non voglio che un uomo ti porti via la tua dignità o il tuo sapere di amare, ma sei vuoi ... - alzo lo sguardo, lei avvicina una mano al mio viso - ... invitalo qua per natale, a pranzo almeno ci sarà un intero pomeriggio per conoscerlo.- gli sorrido, solo che c'era un piccolo problema Tom  rientra a Gennaio.
Tossisco un attimo, vedo mamma che spenge il suo sorriso - Tom ora sta lavorando in Islanda, non tornerà prima di Gennaio. -  gli dico piano, la sento sospirare. 
- Allora invitalo per la Befana, ci sarà posto anche per lui. Ora vai giù da David ho paura che sta mangiando ogni cosa commestibile in cucina.-
gli faccio un  piccolo sorriso e mi avvio verso la porta, ma prima  di chiuderla mi giro verso lei che era di schiena. -Mamma .. - lei si gira verso di me - Dimmi !- guardo in basso per poi riportare lo sguardo su di lei. - Grazie. - mi fa un piccolo sorriso e chiudo la porta, corro giù sperando di trovare David a dormire sul divano.









Sono  le due del mattino, David russa peggio che un vecchio, non riesco a trovare il sonno.
Mi giro e rigiro sul letto, un piede è uscito dalle lenzuola e un brivido di freddo si è propagato per tutto il mio corpo.
Prendo il cellulare, guardo la casellina di whatsapp, cerco Tom era in line due minuti fa, che diamine ci  fa sveglio a quest'ora?.
Gli scrivo. *- Ei ciao -* e  aspetto due minuti, intanto accendo la luce, odio il buio, mi  da noia.
*- ciao piccola -*, sorrido  *- Come mai sveglio? -* mi gratto il naso e torno a guardarmi in torno, *- Così non riesco a prendere sonno-* ; *- Siamo in due, anche se vorrei dormire ho David che sta russando.-*, mi alzo dal letto e me ne vado giù in cucina, ho fame. 
La tv in salotto è ancora accessa, Seb è sdraiato sul divano a  vedere un film - Ancora sveglio ?- mi avvicino al divano e gli do un bacio sulla fronte, si a volte con Seb mi comporto in modo dolce, lui annuisce e mi fa cenno di stare zitta.
Me ne vado in cucina, alla  ricerca di cibo, apro  il frigorifero e trovo del budino alla crema, prendo un cucciaio e mi metto comoda. *- Stai dormendo con lui ? Brava, potrei diventare geloso sai ?! -* scoppio a ridere, tanto che vedo Sebastian guardarmi, gli faccio cenno con la mano di non preoccuparsi e torno a mangiare *- Appena torni dormiamo insieme, promesso.-*, gli invio il messaggio e mi fermo a pensare devo avvisarlo di quello che è succeso con mia mamma, devo  fargli sapere delle sue intenzioni.
Sospiro, aspetto una risposta e nel frattempo cerco del latte. *- Allora spero che questi giorni passano in fretta, ho bisogno di stare con  te.-* sorrido,  so che mi ero promessa  di parlagliene al suo ritorno, ma ho le dita che mi formicolano dalla voglia di  scrivergli  il casino che è  successo .*- Ti devo dire una cosa, nulla di preoccupante, ma è importante.-*, mi  gratto  la testa e bevo un sorso di latte *- Che cosa è successo ? ! -*  faccio un  piccolo sorriso, avevo le mani che tremavano *- Mia mamma ha scoperto che stiamo insieme.-* l'angonia nell'aspettare un suo messaggio in questo momento è straziante.
Non sapevo  se decidermi di andare a letto o rimanere ferma qui in mobile seduta su una sedia in  cucina.
*- Immaginavo che sarebbe venuto a saperlo,  che ti ha detto ?-*.-  rimango un attimo a leggere il messaggio, . *- Che vuole parlarti, vuole conscerti il giorno della Befana ti  ha invitato  qua a casa mia a pranzo.-* ho un magone sul petto per tutte le ansie che si  stanno  accumulando, sento che sta per succedere qualcosa di brutto.













Sono in una caffetteria con  mia mamma, stiamo  aspettando papà,  già 
ci ha voluto incontrare, vuole dirci una cosa importante. In questo momento vorrei essere da tutte le parti tranne che qui.
Prendo il menù del locale e comincio a leggere; ero annoiata e affamata e papa' sta ritardando.
Ora capisco da chi ho preso  il gene del bianconiglio.
Ordino una ciambella e un frappuccino, ho una voglia matta di roba dolce, mia mamma  mi guarda allarmata per la quantità di glucosio che mando giù.
- Scusate bellezze se ho impiegato tanto a venire, ma ho  avuto dei problemi- 
eccolo li, mio babbo, con quel sorriso beffardo sulla faccia e il sarcasmo  che odio.
Era insieme a una ragazza dai  lunghi  capelli neri,alta e snella sembrava Morticia ! 
Guardo un secondo mia mamma  che ha la stessa faccia schifata come la mia poi si  alza per andare a stringere la mano di papà.
Io rimango ferma immobile a fissare un punto vuoto davanti a me, mio padre non è cambiato di una virgola, fisico tonico, capelli castani e beffardo. Forse  ha tagliato di  poco i capelli e ha qualche piccola ruga intorno agli occhi.
Io  e lui  di uguale abbiamo solo il ritardo per gli  appuntamenti e il colore degli occhi ma per altro siamo  completamente diversi.
- Ciao piccola - lo  fulmino con lo sguardo e lo saluto con un -  Ciao !- secco.
Si siede davanti a me e la donna con i lunghi capelli  neri di fronte a mia madre, rimaniamo per qualche secondo in silenzio, solo con il rumore del parlare delle altre persone.
- Allora come state ?-  ogni  volta che domanda qualcosa ha il sorriso sulla faccia, e  questa cosa la odio.
- Bene ! - risponde mia mamma sorridendo, quando voleva mia mamma sapeva fingere bene, era quasi  da oscar. 
Ora ha Sebastian, ma l'abbandono di mio padre l'ha fortemente scossa, dopo  tutto era anche in un momento delicato della sua vita. -E tu  Elen, che mi dici? - lo fisso per un secondo, mi sono promessa di  non parlargli  più, ma mia mamma mi tira un pizzicotto  alla coscia.
- Aio ! - la fulmino con lo sguardo, massaggiandomi il punto che mi faceva male - Sto bene ! Perfettamente bene.- faccio un  sorriso sarcarstico e prendo il mio frappuccino.
-Volevo presentarvi Christine.- guardo la ragazza davanti  a me e gli  faccio  un cenno  con la mano mentre mia mamma gli  lancia uno dei suoi sorrisi più falsi.
- Piacere mio, Gary mi parla sempre di  voi.- quasi mi strozzavo, tossisco svariate volte prima di riuscire a prendere respiro. -Elen tutto apposto ? Tesoro- papà fa per autarmi, ma lo fermo. - No ! non mi serve il  tuo  aiuto.- riprendo fiato  e  mi pulisco  la bocca.
- Volevo  dirvi una cosa davvero importante ! -  mio padre era elettrizzato, quasi felice, io e mia mamma ci guardiamo per qualche secondo per tornarlo  a fissarlo. -Io e Cristine ci  sposiamo.-.,  gli  passa pure il braccio  intorno al collo e se la bacia.
Il mondo mi crolla addosso, sento che ogni cosa che ho dentro sta annegando, non riuscivo  a crederci. Rimango a fissarlo per qualche secondo prima di  alzarmi e prendere la mia borsa - Elen dove vai ?- mi chiede allarmato - In macchina, non voglio più avere niente a che fare con te. Credevo  che eri tornato per  chiedere scusa a mamma, ma evidentemente non era così. Occhei  hai  ragione, hai tutto il diritto di crearti un'altra vita.- , prima di uscire mi giro verso  Christine -Beh Christine !  Spero che non ti venga un tumore. Perché sai  lui è molto bravo  a scappare davanti questi problemi ! -.
Corro fuori dal negozio, sentivo il cuore uscirmi  dal petto,  gli  occhi  bruciarmi , cerco il cellulare e digito il  numero di David, *- Pronto ? - *  finalmente ha risposto *- Dove sei ? -*
avevo  la voce rotta, *- Elen che cosa è successo ? -* era allarmato, *- N.. nulla posso venire da te ? -* lo sento sospirare *- S .. ono ... -* comincio  a piangere di nuovo avevo  capito,  era impegnato *- No occhei nulla, lascia stare me ne vado a casa. -* 
Vago per le strade  di Londra fino a che non passo davanti alla casa di  Tom, mi fermo un  attimo,  mi siedo sugli  scalini prendo il  cellulare e lo chiamo.
Squilla, squilla  a vuoto fino  a che non sento la sua voce, un po' impastata *- Pronto.-* faccio  un piccolo sorriso e tiro su col naso. *- Tom -* comincio a singhiozzare di nuovo *- Ehi piccola che succede ? -*  tiro su con il naso *- Nulla ho solo  un po' di raffreddore, tu come stai ? Stavi dormendo per caso ? -* lo  sento sbadigliare *- Eheheh , si ma non ti preoccupare. Che ti succede Elen ? -* mi guardo intorno e non c'era nessuno tutti rintanati in  casa *- Ho rivisto mio padre oggi.-* sento un lungo silenzio dall'altra parte della cornetta preceduto da un sospiro *- Com'è andata ? -* faccio cenno di no con la testa come se lui in quel momento mi potesse vedere *- Non è andata, me ne sono andata.-* cerco  di reprimere il sighiozzo e le lacrime ma non ci riesco *-Ei ho saputo che dobbiamo girare delle scene li a Londra, quindi torno prossima settimana e ne parliamo, tramite il telefono non mi  piace..-*, mi ha sollevata un sacco questa notizia, cerco di  scacciare via le lacrime con le maniche del  giubbotto *- E' fantastico, non vedo  l'ora di abbracciarti.-* gli dico, nel frattempo sorrido e cerco di tornare alla caffetteria vedo mia mamma che è rimasta sola al  tavolo, entro e mi incammino piano verso di lei che mi fissa con aria severa. -Scusa, ma non  ce l'ho fatta.- lei si alza e mi abbraccia.-Non ti  preoccupare, andiamo  a trovare David ? - gli  faccio  cenno  di si con la testa.







Entro in casa del mio migliore amico  un buonissimo profumo invade le mie narici, saluto Clare e scappo  in camera di David.
Era addormentato sui libri, gli  do un pizzicotto al braccio e lui sossulta svegliandosi - Che succede ? Un'apocalisse zombie ?- rido e gli  spettino i capelli. 
-No sono solo io la Elen.- lui si gratta la testa per poi stirarsi, sembrava un gatto, mi siedo sul letto e prendo il libro che aveva sul comodino. " Shadowhunters - Città di Ossa " stroppiccio il naso, - Di che parla ?- gli  chiedo mentre lui si rifugia dentro un enorme maglione.
- Di una ragazza Clary che  incontra un cacciatore Jace, ma non voglio dirti nulla. Leggilo è davvero bello.- gli sorrido e rimetto a posto il libro - Mi hai convinto, occhei.- lui si mette seduto affianco a me. -Che ti è successo oggi?- lo guardo per un secondo - Ho incontrato papà.- lui mi guarda per qualche secondo con gli occhi ridotti a due fessure. -Com'è  andata?- guardo  da un'altra parte.- Si sposa, un'altra volta ! - rimaniamo un  secondo in silenzio. Lui mi guarda per qualche secondo per poi alzarsi -Elen. ... - si massaggia il collo -... ti devo dire una cosa. - lo guardo un attimo confusa - E non è bella ... - 





ANGOLO AUTRICE.
beh buona sera.
spero che con lo  scorso  capitolo non vi ho  deluso e spero nemmeno con questo ( LOL )
beh qui  si vede il  padre di Elen, che aimeh non  è un perfetto padre.
invece la madre che farà quando si vedrà Tom davanti agli occhi? 
David invece beh scoprirete nel prossimo capitolo quello che succederà.
grazie a chi legge, recensisce e chi  ha messo la mia storia fra preferite e seguite.
un bacio e a presto 
Elen.

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Capitolo 13
*** " Che se piangi ti arrugginiscono le guance." ***


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Capitolo 13
 
 
"I cieli dipinti con i pennareli scrarichi."
 


Non smetto di piangere e ne di calmarmi, sono  raggomitolata sotto
il piumone per evitare ogni tipo di contatto con le persone.
Ho la testa che mi scoppia riesco a respirare a mala pena e gli occhi mi bruciano 
come se ho lavato la faccia con la candeggina.
Non  voglio credere alle parole che ho sentito ieri sera, ho dirittura riso in  faccia a David perché credevo che era uno scherzo, ma la sua faccia seria mi ha fatto  capire il contrario.
David ha la leucemia, l'ha scoperto due mesi fa e ha aspettato un po' prima di dirmelo per accettarsi della cosa.
Il  suo sangue diventa bianco  ogni giorno di più, come i suoi sogni, come il suo skate, come la sua vita.
Tutti i giorni dopo scuola va in ospedale per le chemio e mi ha detto che ogni  volta che torna a casa si trova rotto, stanco, morto.
Gli sono saltata al collo appena me l'ha detto, volevo fargli sentire che io ci sono, che non l'abbandono, non sono come mio padre.
Gli ho promesso di combattere questa guerra insieme a lui, che l'avrei accompagnato a ogni chemio che mi  sarei presa cura di lui, che saremo usciti vincitori. Ma  non ne vuole sapere.
Sono distrutta e non dovrei esserlo ma quando sai che la persona che conosci da una vita , la morte la sta portando piano via, via cadi. Cadi in un baratro, cadi come da un grattacielo e ti  senti il vuoto sotto di te, lo stomaco che è un groviglio e tante crepe si creano dentro di te. 
Sento bussare alla porta, un tocco pesante è di sicuro Seb -Elen posso entrare, ti ho portato del cibo.- possibile che le persone quando vedono qualcuno che sta male, devono  sempre e solo pensare al cibo. - Lasciatemi stare ! Oggi non mangio, ne bevo, oggi voglio solo stare da sola.-  , la mi voce e rotta, come quando si rompe un piatto o un bicchiere, mi sento uno schifo.
Prendo il cellulare e vedo una messaggio di Tom, dice che  torna domani con il resto del cast, ma questa notizia non mi ha resa felice, non mi eletrizza sapere che posso riabbracciarlo domani sera, no.
Non gli rispondo e chiudo whatsapp, provo a chiamare David, squilla a vuoto, magari sta  dormendo oppure è in chemio.
Sbatto il cellulare sul cuscino e chiudo gli occhi, li sento bruciare e le lacrime sono calde talmente calde che mi bruciano.
Il  cellulare squilla e mi affretto a rispondere *- Pronto ? Salve sono un collaboratore del servizio telefonico.-* lo mando a fanculo e gli riattacco il cellulare in faccia, ma si mettono d'accordo quelli delle compagnie telefoniche a chiamarti nei momenti meno opportuni ?
Sospiro, apro la tenda della finestra e la luce del sole mi acceca per qualche secondo.
Mi sfrego un occhio con il dorso della mano e stiro le braccia, mi siedo al computer e mi distraggo con qualcosa, un film, una serie tv.
Sento squillare il cellulare, faccio finta di non sentirlo e cerco una nuova serie tv da seguire. Smette dopo cinque squilli, ma ritorna a suonare subito dopo.
Prendo il cellulare sbuffando e senza guardare chi è, rispondo *- Chi è che rompe? Potete lasciarmi stare? Grazie ! -* ; *- Scusa non volevo ...-* era David. Chiudo gli occhi e mi porto una mano sulla faccia per poi spostarmi i capelli *- No, oddio ... c'è scusa è che ... COSA TI è SUCCESSO ?-* gli  chiedo allarmata, la sua voce era stanca, roca.
*- Nulla volevo solo sentirti.-* da una parola all'altra c'era un enorme sospiro, sento le lacrime ritornare ma cerco di reprimerle. *- Dove sei ? -* gli domando, sedendomi sul letto, prendo il pupazzo a forma di gufo che mi hanno regalato per il mio compleanno.
*- Sono appena tornato a casa dall'ospedale.-* spulcio il pupazzo *- Sei stanco ?-* , mi  do della stupida due secondi dopo che  gli ho posto la domanda. *- Abbastanza.-*
faccio un piccolo sorriso e scaccio via una lacrima *- Vieni da me ? -*
Mi guardo un po' intorno prima di rispondergli *- Se vuoi, insomma se non sei troppo stanco per me va bene.-*.
Riattacco il telefono, preparo il borsone infilando dentro un pigiama, un cambio per domani per andare a scuola, esco di casa in uno stato bruttissimo. Mentre siamo in macchina io e mia madre non parliamo, stiamo zitte con le nostre paure e ansie nasconste dentro.
- Ele per qualsiasi cosa, chiamami.- mi giro verso di lei e gli faccio un piccolo sorriso - Certo mamma ! - anche se in questi ultimi tempi abbiamo avuto un  sacco di litigate, mia madre mi sta affianco e gestisce questa cosa di David in modo da non vedermi crollare, ma io  sono già crollata.
Guardo la pancia di mamma che sta piano piano lievitando in questi mesi, - Sta crescendo ! -
indico la pancia, lei mi fa un piccolo sorriso - Si hai visto e pensa ha iniziato anche a scalciare.- , fino a  che non siamo arrivati davanti  a casa di  David abbiamo parlato di quanto " Robert ", futuro nome di mio fratello, scalci e di quando alle sei del mattino si mette con la testa in modo da comprimere le costole a mamma.
Scendo dalla macchina e un vento gelido mi arriva in faccia, mi  nascondo per bene sotto la sciarpa e suono il campanello.
La mamma di David mi apre la porta accogliendomi con un piccolo sorriso, la saluto e mi dirigo verso camera del mio migliore amico, busso ma nessuno mi risponde.
Piano piano apro la porta, David era raggomitolato sul letto a dormire, mi avvicino a lui  coprendolo per bene con la coperta, nel  frattempo prendo il cellulare e chiamo Tom.
Dopo due squilli, ecco che risponde.  *- Ei Elen -*, vado in terrazza per evitare di svegliare 
David *- Ei Tom.-* mi stringo in me stessa per sentire meno  freddo, cerco con la punta del naso del caldo sotto la sciarpa *- Stai bene?-* sospiro prima di parlare *- Domani quando ci vediamo ti devo dire una cosa.-*  , sento una voce maschile di sottofondo.
*- Che ti è successo ? -* sento qualcuno ridere e Tom chiede gentilmente del silenzio *-
Non è successo a me non ti preoccupare.-*, lo sento sospirare e il casino sotto sparire *- Cosa è successo ? -* 
guardo per un attimo le macchine che passano sotto di me, le luci della città e 
il Big ben in lontananza.
*- Se domani abbiamo la possibilità di vederci ti spiego. Sono cose che per telefono non si possono dire.-*, mi copro al meglio con il golfino, Tom ha detto che è in aereo porto, partirà fra poco e sarà domani mattina a Londra, non vedo l'ora di abbracciarmi cosa che anchio in parte ho voglia.
Agancio il telefono e torno dentro, mi sdraio affianco a David e mi addormento.







 














E' il terzo caffè che prendo nel giro di un ora, compito di filosofia e non ricordo nemmeno niente, appena consegno, in bianco,  vado a prendermi un tè o meglio un caffè. Fanculo non lo so nemmeno io.
David è qui affianco  a me, tranquillo che finisce il suo compito, cerco di copiare qualche cosa, vedo che sorride e cerca di spostare il foglio verso di me.
Lo ringrazio con lo sguardo e copio due, tre domande cercando di non farmi beccare, consegno e scappo fuori dall'aula per andare alle macchinette.
Metto i soldi e mi prendo un caffè lungo questa volta senza zucchero e prendo un cappuccino per David, glielo porgo e ci sediamo sugli scalini di marmo.
-Allora oggi che fai? - gli chiedo fissando il caffè che ho in mano, -Oh mi viene a trovare una persona - sorride, lo fisso per un attimo - E chi sarebbe ?  - bevo l'ultimo sorso di caffè rimasto - Emma Watson.- e lo sputo tutto direttamente sugli scalini.
Mi ci vuole un attimo prima di riprendemi e smettere di tossire - Stai scherzando ?- lo vedo diventare un peperone e mi fa cenno di no con la testa. 
Lo  abbraccio stretta a me -Sono così felice per te, sai ? - gli do un bacio sulla testa e lo prendo per mano,  tornando in classe.
Ho preso 10 diviso due a filosofia, sono nella merda.
Ho guardato un intera stagione di American Horror Stories, devo ammettere che è carina 
come serie, anche se di vero horror ha poco.
Prendo un libro a caso  dalla mia libreria, mi siedo sul piccolo balconcino della finestra 
e leggo qualche pagina.
Sono così concentrata a leggere che non sento il cellulare squillare, mi alzo , cerco di acchiapparlo prima che la persona al di là della cornetta riattacchi.
*- Pronto ?-* stavo quasi per perdere l'equilibrio *- Elen ! -*  Tom ! Dio grazie.
*- Ei ciao -*gli rispondo,  lo sento un po' affaticato, forse  starà portando in casa le valigie ma Luke dargli una mano no ? *- Ei piccola come stai ? -* sospiro un  attimo *- Me la cavo. Tu sei arrivato a casa ? -*, scendo  dal letto per dirigermi verso  la finestra.
*- Sono arrivato cinque minuti fa, sto mettendo  a posto le  cose.-* faccio  un piccolo sorriso, *- Capisco-* rimango un attimo in silenzio sentendo quello che stava succedendo  dall'altra parte, sento un grande tonfo, sicuramente ha chiuso il portone di  casa. 
*- Ti volevo chiedere una cosa.-*, quando sento quella frase, mi sento male, schiarisco la voce *- Dimmi ! -* lo sento ridere *- A che ora arrivi ?-* faccio un piccolo sorriso, in questo preciso momento non riesco a capire niente. Guardo un attimo la porta di camera mia, per poi rispondergli *-Sette ? -* lo sento ridere e io sorrido ancora di più *- Ordino cinese ok ? - * faccio cenno di si con la testa, come se lui potesse vedermi *- Certo  a più tardi.-*

La metro pullula di  persone che secondo me non  
sanno cosa sia una doccia o un deodorante. Metto la musica al  massimo volume, fra una fermata devo scendere e non vedo  l'ora di  abbracciare Tom.
Un ragazzo  affianco a me è  da quando si è seduto che mi fissa e mi sorride, a volte gli sorrido anche io ma chino immediatamente lo sguardo e penso ad altro.
Mando un messaggio  a David, per chiedergli come sta e se con Emma è tutto occhei, 
non ha ancora visualizzato il messaggio, non so ma sono gelosa ed è strano perché non devo esserlo, lui è il mio migliore amico ed è giusto che si  veda con qualcuna che non sono io.
Ora che ci penso  non ho mai chiesto a David se in qualche modo gli  da noia, il rapporto fra me e Tom.
Mi alzo per prepararmi a scendere, ma proprio in quel momento il ragazzo affianco  a me si avvicina , - Ei scusa, tu sei quella ragazza che sei a scuola mia ? - lo guardo un po' perplessa -Ehm non lo so, ci sono un sacco di scuole a Londra - gli faccio un sorriso, vedo che china la testa - Ehm già scusa. Intendo all'accademia artistica, ti  vedo ogni mattina, con un  ragazzo che se non sbaglio ha  la tua stessa età.- faccio cenno di si  con la testa e guardo quanto manca per scendere.
- Ti volevo dire che sei molto carina e hai dei capelli da favola. Questo è il mio numero è un sacco di tempo che voglio dartelo e oggi sono riuscito a prendere coraggio.- mi fa tenerezza, ma devo dirglielo che non sono single. Prendo il bigliettino dalle sue mani e lo guardo. - Beh mi dispiace ma mi  vedo  già con  qualcuno, però tengo il numero se ti fa felice.- il sorriso che ha in faccia si  tramuta in delusione, beh che credeva ? 
Scendo dalla metro, lasciando il  ragazzo  da solo con la delusione in faccia, corro su per le scale e una ventata gelida imbatte sul mio viso, finalmente buona aria, non ce la facevo più !
Faccio un pezzo a piedi, la neve è accatastata sui bordi  della strada, con mia madre ho dovuto inventarmi una scusa " Vado  a mangiare da David e rimango per la serata li.", Seb mi tiene il gioco mi ha promesso  che mi viene a prendere. Un giorno faccio  una statua a quell'uomo.
Arrivo davanti a casa di Tom  aspetto un secondo prima di suonare ma ho  troppo freddo, suono. Pochi secondi dopo sento il chiavaccio che fa rumore ed ecco che si apre la porta.
Tom e il  suo  pigiama blu erano qualcosa di bellissimo, gli  scoppio a ridere in faccia - Scusa, ma non sono abituata a vederti con un pigiama addosso. Sembri un  teletubbies.- , mi guarda male- Mi ritengo offeso! Guarda che non  ti  faccio entrare! - sta per chiudermi  la porta in  faccia, ma riesco lo stesso  ad entrare.
- Ei ! Non è un offesa, a me piacciono i teletubbies.-, gli faccio il broncio e lui mi sorride.
Mi abbraccia, quanto  mi erano mancate le sue braccia, dove mi sento in pace con  me stessa, con il mondo, con tutti.
- Al telefono non sembravi felice.- chiudo per un momento gli occhi, stringendo in un pugno 
la maglietta -Ei ! Che c'è ? - ; - Niente Tom, ho fame. Che hai ordinato al cinese ?-. 
Ci precipitiamo in salotto, dove aveva apparecchiato tutto per bene, appoggio la borsa poco distante dal divano, mi metto affianco a lui, mi passa la mia porzione di spaghetti saltati tre gusti e le bacchette.
- Allora come sono andate le riprese? - gli chiedo mentre cerco di acchiappare gli spaghetti, - Mmm.... benissimo - vedo  che si pulisce la bocca - Ne faremo  altre anche qua a Londra, quindi anche se sono tornato, sarò comunque impegnato. - mi fa un piccolo sorriso lo guardo e mi appoggio con  la schiena al divano.
- Tu  che hai da dirmi ? Mi dovevi parlae se non sbaglio.-  Tom, David sta male e sta per morire, ma non mi sembra il caso di dargli una notizia del  genere in questo modo. Sospiro un attimo prima di aprire bocca  - Mamma ti vuole conoscere, stasera mi sono dovuta inventare una scusa per venire qui.- lui ride e mi circonda il  collo con il  suo braccio.
Mi guarda per qualche  secondo, appoggio la testa al suo petto -Poi mio padre si è rifatto vivo.- gli  dico piano, sento che mi accarezza i capelli - Vuoi parlarne ? - mi chiede, - Si sta per rifare una vita, con  una nuova donna e prentende che io sia felice per lui. - sento che mi stringe a lui. Inizio a piangere - Ma la cosa che mi  fa  morire dentro è che David.....   - stringo la sua maglietta in un pugno, sento le lacrime scendermi sulle guance - David che cosa ? Ei piccola ?- mi giro per guardarlo negli occhi. - Ha la leucemia ! -
Sento il  petto di  Tom sul mio viso le lacrime non smettono di scendere, cerca di calmarmi, mi stringe più a se. - Elen ... non sai quanto mi  dispiace .- la sua voce era roca, calma, pacifica.
-Tom perché tutte le persone a cui tengo di più se ne vanno via da me, perché ? Non ce la faccio più. Prima mia nonna ora David, mi sento uno schifo.- soffoco il  pianto nel suo petto, cercando di calmarmi, lui mi accarezza la schiena, rimaniamo in silenzio.
Dopo un quarto d'ora mi calmo, lui mi ha preparato un  tè, ne bevo un sorso è aromatizzato alla pesca proprio come piace a me.
Si siede, mi da un bacio sulla fronte.  - Sai se si può fare qualcosa ?- 
lo guardo da dietro l'enorme tazza color verde, - Non lo so, lui mi ha solo detto che  è malato. Non mi ha detto nulla se c'è qualcosa che possiamo fare.- gli sorrido appoggio la tazza sul tavolino di fianco  al divano e mi raggomitolo sotto la coperta.
- Mi dispiace Elen, sai che sei hai bisogno di qualcosa io ci sono.- , mi faccio piccola - Sai stasera in  metro ho fatto colpo.- lui mi guarda perplesso, - In che senso ?- gli sorrido, voglio cambiare discorso se continuo a parlare di  David finisco per piangere di nuovo. - Che un ragazzo si è avvicinato a me e mi ha dato il suo numero.-
lo vedo sbufare - Beh ti lascio sola qualche settimana e tu pensi già ad altri ?- gli do un piccolo schiaffo al petto - Eiii non è vero !- mi  avvicino a lui, mi strofina il naso contro il mio e poi mi da un tenero bacio.
Stringo la coperta,  la storia dentro di me si  ripete ogni  volta, mille scosse di terremoto si fanno presenti ed è magnifico.
Si può provare una sensazione del  genere,  mentre il proprio migliore amico sta morendo ?
Forse sono solo un egoista.











 ANGOLO AUTRICE
scusate per il ritardo nel postare il  capitolo
ma ho avuto da fare.
bene ecco cosa è successo a David, ho pianto a scrivere questo  capitolo
è stato davvero dura.
beh spero  che non vi ho fatto rimanere male, con la malattia di David.
presto e un bacio 
Elen. 

 
 
 

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Capitolo 14
*** " I regali più belli resteranno sempre le lettere scritte a mano." ***


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Capitolo 14.







 


" ma poi è arrivato lui

e non so che cazzo  è successo

so solo che mi ha ribaltato mezza vita

e che ora senza di lui io non ci so stare.


non ci so stare senza lui."








Ho trovato posto in metro, fantastico ! Non mi capita una cosa

del genere da quando ero piccola. - Ma dove andiamo ? -  sono riuscita a far uscire David, ho  chiesto il permesso a sua mamma e mi ha subito  detto  di si, anche perché deve uscire un po' , lo  stadio  della sua malattia gli permette ancora di  camminare senza stancarsi troppo.

- E' una piccola sorpresa. - gli sorrido. Mi sono  messa d'accordo  con  Tom, ci incontriamo in un piccolo pub con il resto del cast di Thor , vuole farmi  conoscere i suoi amici. Ho invitato anche Emma Watson, almeno David può  passare un po' di tempo con lei, visto che non lo mollo un attimo da quando ho  saputo della sua malattia.

Già la leucemia, quella brutta stronza lo  sta  piano piano portando via da me, voglio salvarlo, devo ! Lui mi ha salvato un  sacco  di volte e ora è a me che tocca.

Scendiamo dalla metro e percorriamo un tratto di strada a  piedi, -Elen dove diavolo mi stai portando ? - rido -  Fra  poco lo scoprirai.-  lo prendo sotto braccio  e cerco  di affrettare il passo, c'è freddo anche troppo.

Siamo davanti al pub, - Ma che diavolo  ?  Elen! - gli faccio un piccolo sorriso aprendo le braccia - Che c'è ? - mando un  messaggio a Tom e a Emma.

Pochi secondi dopo ci vengono a prendere,  saluto Emma e mi precipito a salutare Tom. - Ciao piccola . - incurva di lato la bocca e mi lascia un piccolo bacio all'angolo della mia.

Appena entriamo un buonissimo odore di hamburger si fa spazio nel mio naso, il  pub era stracolmo di persone, mi giro dietro per vedere se David ha bisogno di aiuto o se sta male ma con Emma è in buone mani.

Entriamo in una stanza, dove anche essa  è gremita di persone, riconosco un  Chris Hemsworth un po' brillo e un selvatico Zachary Levi.

Ci avviciniamo, mi  stanno tremando le gambe dalla vergogna e per l'emozione, Tom si  fa spazio  fra le persone e si ferma davanti al tavolo - Eccoci ! - urla Tom in cerca di  attenzione, dove subito dopo  ne ha. Sento che appoggia le mani sulle mie spalle - Bene .. - si schiarisce la gola, mi fissa per poi spostare lo  sguardo ai suoi colleghi. - Vi presento Elen. -

faccio  un piccolo sorriso e alzo la mano facendo un cenno. - Ciao ! - tutti mi sorridono e io non sapevo più  quel che fare.

Mi siedo affianco a Tom e a David, così posso sorvegliarlo meglio, sento una mano sulla coscia mi giro di  scatto e trovo Tom che mi fa un enorme sorriso. -Che prendi ? - , finisco di togliermi il cappotto e mi faccio più vicina a lui e al menu, - Ehm .... non lo so, tu che prendi ? - vedo il suo braccio cambiare posizione passando sulle mie spalle, - Io prendo una birra e un hamburger. - storgo il naso, un hamburger alle sei del pomeriggio non mi sembra il  caso.

- Mmm credo che  prenderò delle patatine fritte  e un tea freddo.- Tom mi da un bacio sulla guancia, mi giro a guardarlo - Strano che non prendi una birra, Elen.- guardo David - Oggi non mi va. Poi sono le sei di pomeriggio, se rientro a casa che ho l'alito che  puzza di alcol so già di dormire fuori casa. - gli faccio l'occhiolino - Puoi venire a dormire da me.- guardo Tom che mi fa un piccolo sorriso, - Sai che vorrei, ma dovrò dare spiegazioni a mia mamma. Già una volta gli ho detto una bugia alla seconda gli puzza la storia.- sento che mi stringe a se, ho voglia di baciarlo ma siamo in pubblico e non mi pare il caso. - Allora ! Tu sei Elen. -, vedo Chris finirsi una pinta di birra. - Oh ... ehm si sono io ! - faccio un enorme sorriso - Ma non sei un po' piccina per lui ? -  non so che cosa dire, - Chris, smettila ! -  mi giro verso Tom e vedo il suo disagio. - Sto scherzando ! - vedo il biondo ridere e avvicinarsi a me, porgendomi la mano. - Mi ha già detto tutto su di te, il tuo caro ragazzo.-  fa l'occhiolino a Tom, divento rossa.

- Vuoi una patatina ? -  Tom addenta il suo panino come se non mangiasse da una settimana e vorrei capire dove finiscono tutte le cose che mangia. - No  grazie, tu vuoi un morso del mio panino ? -  ci penso un attimo - Si ! - , addento  l' hamburger che era davvero buono.

- Che studi Elen ? - una voce roca mi distoglie dai pensieri, Zachary. Butto giù la patatina  che stavo masticando - Mmm, fotografia. Spero un giorno di  fare qualcosa di  buono. -  mi sorride. - Tom mi ha fatto vedere qualche tuo scatto. -  smetto di mangiare e guardo Tom - Dove ?! - lo vedo ridere - Ho visto il tuo blog. - riduco gli occhi a due fessure e mi giro verso David - TU ! - David mi  fa un enorme sorriso - Tom era curioso. -   lo guardo  male e scoppiamo  tutti  a ridere.

Vedo Tom bere un  sorso  di birra, lui  mi guarda e mi fa un  piccolo  sorriso , appoggia la bottiglia sul  tavolo.

Mi da un bacio  sulla fronte, mi appoggio al  suo  petto, ha la camicia bianca; la  mia preferita.

Vedo  David ridere e scherzare con Emma, sono teneri insieme, si scambiano sguardi, si baciano, Emma non si preoccupa dei  giornali. Beh !  C''è poca differenza di eta fra di loro quindi  possono vivere la loro storia. Io invece devo  stare attenta, devo evitare di baciare Tom quando siamo in centro, prendergli la mano mentre siamo in un  pub. Chino  lo sguardo  cerco di  svuotare la testa. - Ehi. -  mi tiro su  e incrocio lo sguardo di Tom - Ehi. - gli  faccio un piccolo  sorriso - Ti diverti ? - strizzo il  naso e lui ride - Sto  solo bene, perché sei qui. -  mi abbraccia e io  lo stringo  a me. - Ho voglia di darti un bacio.- sorride, - E baciala Tom ! - ci giriamo  verso Chris e ridiamo - Baciami solo  se ne hai  voglia, so quanto stai  attento ai giornali  scandalistici.-  faccio  un flebile sorriso, lo vedo diventare serio. - Non  mi frega nulla dei giornali scandallstici .... -  tossisce - ... Se credi  che non  voglio  baciarti per questo motivo  ti sbagli. -. Si è fatto  serio, talmente serio  da quasi  essere arrabiato, ho solo fatto un'affermazione niente di più mi preoccupo per la sua immagine pubblica.

Non voglio  far divertare Tom Hiddleston un pedofilo, sospiro e mi metto  comoda sulla sedia, cerco  il  cellulare e vedo tre chiamate perse. Tutte da mia madre.

- Esco un' attimo devo  telefonare.-  dico  al mio migliore amico, prendo la sciarpa e  mi avvio  fuori digitando il  numero.

*- Pronto mamma.-*  sto congelando ha pure iniziato  a nevicare  *- Dove sei ? -* sospiro *- In un bar insieme  a David. - *   sento che la comunicazione va e viene. * - State bene ?  Fra quanto  torni ? -*  faccio  avanti e indietro cercando  di  evitare di  congelarmi *-  Si, si non ti preoccupare stiamo bene, fra un oretta torniamo a casa.- faccio  un  piccolo sorriso - Occhei tesoro, stai  attenta ti  voglio bene.- alzo la testa e trovo Tom  fuori, non ho nemmeno sentito la porta del locale aprirsi. - Anche io mamma a più tardi.- riattacco e infilo

il  cellulare in tasca.

Guardo  Tom per qualche istante, incrocio  le braccia al petto per sentire più caldo - Possiamo  parlare ? - mi guardo intorno - Ora ? E qui fuori ? - faccio  un sorriso sarcastico - Si ! - è arrabbiato.  - Occhei, ma vedi  di fare  presto. Sai, non voglio diventare un ghiacciolo.-.

Maledizione a me quando non ho preso il  giubbotto, sento il  freddo trapassare la maglia, la pelle, lo sento nelle ossa. Tom nota il mio  disagio e apre la porta - E' meglio dentro. Non voglio  che ti prendi qualcosa.-  alzo gli  occhi  al cielo  e entro.

Ci appartiamo, lontano  dai suoi  amici  e dalle persone che sono nel locale, siamo in una piccola stanzina, sicuramente l'area fumatori è strano che non ci sia nessuno.

- Che vuoi  dirmi ? - mi siedo nella prima sedia che trovo e accavallo un gamba, - Voglio  parlarti  di quello che mi hai detto prima.- mi passo una mano fra i capelli - Dell' immagine pubblica ? - lui  sospira e prende una  sedia e si  siede di  fronte a me. - Credi  che non ti bacio  in pubblico per la mia immagine ?! - la sua voce è alterata, - Si ! - vedo che scoppia  a ridere - Oh no no no  Elen ! Non  me ne frega quello  che possono pensare le persone o di quello  che scrivono  su  di me. - riduco gli  occhi a due fessure per capirlo - L'unica cosa che mi iporta da questi tre mesi  sei te ! - rimango a fissarlo per qualche istante, vedo che si alza e si  avvicina a me porgendomi la mano.

Fisso  un punto lontano per qualche secondo per poi alzarmi, la mano di Tom brucia, sembra quasi  che abbia la febbre.

- Vieni  qui ! - mi abbraccia, sprofondo  nel  suo petto cerco  del calore,  sento che mi accarezza  i capelli. - Non mi va di baciarti in pubblico per il  semplice motivo delle fan, non  voglio che ti insultino. Vedo la moglie di  Chris, Elsa certe fan sui social network creano pagine o siti contro di  lei e India. - si sta solo preoccupando per me e come si  fa ad insultare Elsa e la bambina di Chris, sono tutte e due adorabili. Alzo la testa incrocio lo sguardo di Tom  appoggia la fronte sulla mia - Non  voglio che ti accada niente. - mi  stringe più forte,  strofino il  naso  contro il  suo e poi mi bacia.

Le sue labbra sanno di birra e sono calde, tremendamente calde e amo il contrasto che si sta creando con  le mie.















25 Dicembre 2012.



Natale.







E' dalle sette che sono  sveglia,  non  mi sono  fermata  un'attimo, ho aiutato mamma

con gli  ultimi preparativi.

Ho messo  a posto la mia camera " Elen non vorrai  far vedere il  casino  che hai nella tuo buco. " ,  si  per mia mamma la mia stanza è diventato  un buco.

Ho messo in  forno i muffin, ho preparato il tavolino,  viene anche David con i suoi  genitori, non vedo l'ora di far conoscere Tom a mia mamma.

Ho tolto  i muffin  dal forno e scappo  a farmi  una lunga doccia calda, voglio  farmi i capelli  mossi, cerco dei becchi  d'oca e prendo un ciuffetto di capelli  e lo  fermo con  il beccod'oca.

Cerco il  phone, ovviamente non è mai a posto -MAMMA IL  PHONE ? - apro e chiudo i  cassetti del bagno - IN  CAMERA MIA, SUL  LETTO.- sospiro e roteo gli  occhi.

In  camera di mamma e Seb regnava il  gelo,  accendo la luce e trovo il  phone sul  letto vicino a dei fogli.

Parlano  di  David, sono  curiosa , gli  sfoglio, la sua malattia è  al  primo  stadio  e c'è qualche possibilità di salvarlo, sorrdo. Gli  serve del sangue zero negativo e di  un  midollo  osseo.

- Elen trovato ? - lancio  i fogli sul letto e torno in camera mia . - Si mamma ! - ,

mi rinchiudo in camera, mi vesto , un vestito a vita alta con lo  scollo quadrato color blu, ho optato  per delle calze  con delle rose di pizzo, metto  un paio  di  stivali  e sono pronta.

I capelli li  ho  asciugati  con il difussore, ho tolto i becchi  d'oca e sembro la principessa disney del cartone " Ribelle  the brave " un filo  di trucco e scendo.

Sento Seb fischiare, ha un vassoio fra le mani  con  tanti salatini, mi brillano gli  occhi  appena li  vedo, cerco di prenderne uno ma Sebastian  sposta il vassoio e ci manca poco che casco  a terra.

Sento  suonare il campanello, - VADO IO ! - , cerco  di mantenere l'equilibrio, mi  affretto  ad aprire la porta e trovo David e la sua famiglia con panettone e spumante alla porta.

Abbraccio  sua mamma,  suo babbo e  lo  aiuto a  togliersi il  cappotto, - Allora viene anche Tom?  - faccio  un enorme sorriso e faccio  si con la testa, - Dovrebbe arrivare a momenti.- .

Vado in cucina,  mi verso un goccio  d'acqua e guardo  l'orologio. Ho un ansia assurda, chissà  mamma che penserà di lui e spero  che eviti di  parlare dei  miei momenti da " fangirl" davanti  alle sue foto, anche se quel lato oscuro di me sono  riuscito a domarlo e ora sta piano piano andando  via.

- Elen vieni qui  ad aiutarmi per favore.- appoggio il bicchiere nel lavabo, mi precipito da Seb

che sta in bilico  sulla scala di  fronte al  mobile con dei  fini bicchieri di cristallo  in mano, era un regalo  di  matrimonio di mamma e papa', mamma li  ha voluti tenere perché gli  piacevano  un sacco e anche se gli  ricordano quel  maledetto giorno  di vent'anni fa non gliene importa.

- Tieni mettili  sul  tavolo.-  prendo i  bicchieri e con  l'aiuto di David  finiamo  di fare il  tavolo. -  Stai bene con  quel vestito e  anche mossa.- mi giro a guardare il  mio  migliore amico. - Oh. Ehm. Grazie.-.

Il campanello suona, alzo subito la testa e rimango qualche secondo immobile,  David mi  stava fissando,  lo  stesso  Seb che alza i pollici per incoraggiarmi.

Sospiro, mi avvicino alla porta  e la apro lentamente. Tom è davanti  a me, con dei  pacchetti in mano e credo una torta visto il  cartone. Gli sorrido, lo  faccio  entrare gli prendo i sacchetti dalle mani. E' arrivato il momento, vedo  lui che era teso come una corda di  violino e lo  capisco nemmeno io vorrei incontrare mia mamma.

Arriviamo  in sala, Seb si  alza e rimane a fissarlo  per qualche secondo, c'è un grande silenzio in stanza, un silenzio  pieno  di  tensione.

Sebastian  porge una mano, - E' fantastico  conoscerti. Io sono  Sebastian  compagno della mamma di  Hellionor. - vedo Tom esitare un attimo per poi  fare un  enorme sorriso  stringendo la mano  a Seb. Appoggio i  sacchetti sulla poltroncina vicino al divano, sento  una mano  sulla mia,  Tom. Mi guarda,  si  avvicina al  mio orecchio  - Sei bellissima oggi. Il  vestito ti  dona.- faccio un  piccolo  sorriso e sento avvampare le  guance, -  Grazie - dico  piano,  lui  sorride e prende il pacchetto col fiocco  blu e me lo  porge  - Buon natale.-  sgrano  gli  occhi, si  è  preso  anche la briga di farmi  un regalo,  con tutti gli  impegni  che aveva è  riuscito a trovare tempo  anche per me.

- Oddio  grazie ! - prendo  il pacchettino tremando, era peso ma non troppo,  qualunque cosa c'è  dentro  ho paura di  romperla. - Che faccio lo  apro ora ?  - alzo lo  sguardo, Tom mi sorride, tiene le mani in  tasca,  sa che il  peggio  deve  arrivare - Aprilo, ormai  è natale poi mamma deve ancora finirsi di preparare.- giro lo  sguardo  verso  Seb, che butta giù un bicchiere di vino, spero  solo che non si  ubriachi. - Si  infatti Elen aprilo, poi a tua mamma non è  così curiosa come te o  come me ! -  David sa essere più curioso di me, lo  vedo  avvicinarsi e darmi  un bacio  sulla guancia. Lui  mi  ha  regalato una maglietta di Game of Thrones, nera con la scritta " Keep Calm and Khaleese.".  Appoggio  il pacchettino sul tavolo e lo  apro piano, evitando  di  rompere qualcosa,  appena vedo la forma che ha guardo  immediatamente Tom, che mi fissa. Appena tolgo tutta la carta,  una macchina fotografica di ultimo modello affiorava fra la carta rossa,  mi  giro  di  scatto  verso  di lui, mi sorride io  mi lancio ad abbracciarlo. - Chissà  quanto  ti  è  costata,  Tom grazie.- sento che mi stringe - So  che ci tenevi  alla tua  vecchia macchina fotografica e ho  cercato  di  farla riparare. - mi sciolgo  dall'abbraccio e lo guardo  strano, - Come sei  riuscita a prenderla ? Insomma non ... - Vedo  Tom cambiare traiettoria con lo  sguardo, mi  giro e vedo David fischiare e mangiarsi una tartina - Da quando complottate voi  due ? - li sento ridere e mi  giro a dare un  bacio sulla guancia  a Tom e gli  sossuro all'orecchio - Grazie è  bellissima.- .

Vedo lui sorridere,  rimetto  nel  sacchetto la macchina fotografica e prendo un  tramezzino con la salsa tonnata ne passo uno  anche a Tom. Mamma è  lenta a prepararsi poi si lamenta di  me, quando  alla mattina  mi chiudo in bagno dieci  minuti per prepararmi  per andare a scuola. Seb sta intrattenendo  una conversazione con il babbo  di David e Tom  - Beh a Seb  gli  sta simpatico -  rido - Solo  perché  è  un attore MARVEL, ora sai  quante domande gli farà su  Loki. -  io  e David ridiamo allunisono - Che avete  da ridere voi  due ? -. Mamma è  arrivata, mi giro per guardarla ed era bellissima. Un lungo vestito blu lasciava vedere la pancia, fra due mesi  partorisce èd è così enorme che sembra al  nono  mese.

Si  accorge subito  di Tom, infatti  diventa immediatamente seria, mi  schiarisco la voce e mi  avvicino a lei - Mamma stai  davvero bene. -  Tom arriva subito al  mio  fianco, - Grazie tesoro.- non toglie lo  sguardo  da lui - Beh  ecco mamma, lui è  Tom.- mamma prima di dargli la mano  lo  squadra per bene, la odio  quando  fa così.

- Piacere Janette.- Tom prende la mano di  mamma e gli  fa il  baciamano,  rimango  a guardare mamma che è rimasta di sasso. - Posso riceverlo anche io ? -  dice la mamma  di David. A Sebastian è caduto dalle mani la  tartine  alle olive che stava per addentare, poverino c'è  rimasto  male.



- Elen tesoro bello mi passi  le patate ? - afferro  la ciotola e la passo a Josephine, mamma di  David. - Allora Tom raccontaci del tuo lavoro  da attore. So  che stai  girando Thor 2.- guardo un attimo  mamma - Come fai  a saperlo ?  - vedo  che beve un goccio  di vino - Tesoro le pareti di  questa casa sono  sottili, quando  sei  al  telefono con David o con - fa un cenno  di  mano -  Tom,  sento  tutto.- .

Rimango  un attimo  a fissarla  esterefatta, per tutti questi  anni ascolta le mie conversazioni, quindi  sa anche quello  che è  successo  con Fred, il  mio  ex. Mi  porto le mani  al viso per poi versarmi dell'acqua. - Oh ! Ehehe - Tom sta tremando, cerca di  gesticolare, adoro questa sua cosa.

- Sta andando bene anche se ci  sono un sacco  di  scene da girare di notte. - prende un pezzo di pollo.  - Wow,  ma non ti  fai male ? So  che per certe acrobazie ci sono delle controfigure.- in questo  momento sto  odiando  mamma. -  Faccio  tutto io, cerco  di non farmi  male ma la scorsa settimana mi sono lussato un   braccio.- mi giro a guardarlo,  -Come mai  non mi  hai detto  niente ? - si gira e mi  sorride, - Perché non era nulla di importante.- vedo  che scrolla le spalle e torna a mangiare, rimango un attimo a fissarlo, mamma mi  fa un piccolo sorriso sarcastico. Ci sto rimanendo male, perché deve dirmi ogni  singola cosa anche la più stupida, io gli  dico sempre tutto. Sono arrivata anche a parlargli del periodo più brutto della mia vita e della malattia di David.

Torno a mangiare controvoglia il pollo,  finisco di bere e mi  alzo per prendere il dolce; Tom ha portato un tiramisù con il  ciocolato invece che il caffè,  all'apparenza sembra buono.

- Quindi  si  è  laureato  in lettere classiche,  fantastico !  - ormai  mamma sa ogni  cosa di  Tom e non smette di  fargli  domande.

Appena finito di  mangiare ci alziamo per poi sederci  sul  divano. - Tutto  occhei ? -  mi chiede Tom,  faccio  cenno  di si  guardando  da un'altra parte. Vedo mamma che sta sparecchiando,  mi  alzo e l'aiuto. - Domani c'è il  sole !  - esulta, la guardo  con gli  occhi ridotti  a due fessure. - Ma che dici ? - vedo  che ride - Mi  aiuti a sparecchiare, in  genere ti  devo  minacciare per farlo.  -  Mi fermo un attimo girando gli  occhi al cielo  per poi ridere - A natale puoi, fare quello  che non puoi  fare maiii - canto mentre prendo i piatti  per portarli  in cucina seguita da lei.

- Che hai  tesoro ?  - sospiro appoggiando i piatti  nel  lavabo - Nulla mamma.- mi  lavo le mani - Hai qualcosa, puoi parlare con me. Non capisco perché ti chiudi così tanto in te stessa.- batto i pugni sulla parte d'acciaio del  lavabo, fisso per qualche istante il muro  bianco  davanti  a me per poi sospirare - Non ho nulla mamma, solo  che .... - mi  giro verso  di  lei appoggiandomi al  lavandino  - ... credevo che Tom mi  diceva tutto, non parlo  per la storia della lussassione perché se non  mi  ha detto quella magari non  me  ne dice altre. Io ... io credo che se si  deve stare con una persona  si  deve essere un libro aperto. - ho parlato talmente veloce che non so nemmeno che ho detto. Vedo  lei  sorridermi e abbracciarmi - Tom è un ottima persona,  l'ha fatto  per non farti preoccupare. Ci sarà sempre qualcosa che non ti  dirà subito per non  farti  stare male e altre invece che non  vedrà l'ora di  dirti.-  stringo mamma forte - Beh è riuscito a resistere al tuo terzo grado.- la sento ridere  - Vai tranquilla è un uomo con i piedi  per terra, credevo  che era uno  che si pavoneggiava e invece no. Hai il  mio  consenso, puoi stare con lui Elen, puoi stare tranquilla.-  Non  ci  posso credere a mamma sta simpatico - Grazie mamma.-   è difficile abbracciarla con il  pancione che ha, quando ci  stacchiamo mi  guarda negli occhi - Una sola cosa mi  chiedo, non hai  già fatto " qualcosa " con lui vero ? - sgrano gli occhi e divento rossa.

- Mamma santo cielo, no ! Ci sto attenta a certe cose. - bugia, l'ultima volta non  è  stato così

ma questa volta voglio fare tutto con calma. Mi fa un mega sorriso e poi  mi lascia tornare da Tom, mi  siedo affianco a lui  dandogli un bacio  sulla guancia, Seb ci scatta una foto a tradimento e scoppiamo  a ridere tutti.

Anche Natale è  passato, sono le dieci  di  sera mamma ha insistito che Tom si fermasse anche per cena,  ora siamo nel  divano  a guardare un film. David è dovuto tornare a casa, aveva ospiti e quindi  siamo rimasti in  quattro. Mi faccio piccola sotto l'enorme coperta che mamma ci ha gentilmente prestato,  ho  la testa appoggiata al suo petto e siamo soli in salotto, mamma è andata a letto, non c'è la fa a stare in piedi, Robert sta divetando  peso e il pancione gli  da noia, Seb l'ha seguita per tenergli compagnia.

- Grazie per oggi - mi dice in un orecchio Tom, anche se oggi ce l'avevo  con lui ora è scomparso tutto. - Prometto che il  terzo grado di  mia madre non ci sarà più .-  lo vedo ridere per poi abbassare la testa per darmi un bacio, le sue labbra sapevano di  vino - Ah ! Un ultima cosa per questo natale.- lo guardo per un attimo strano, si avvicina al  mio  orecchio - Ti amo.- rimango per qualche secondo paralizzata,  Tom mi  ha detto che mi  ama, Tom mi  ha detto che mi  ama.

Lo  abbraccio  e gli  do  un lungo  bacio.

Questo è il  miglior natale di sempre.











ANGOLO AUTRICE.

scusate il  ritardo ma avevo poca fantasia.

bene Tom ha conosciuto la mamma di Elen, non si so fare con gli incontri tra fidanzato della ragazza con mamma della ragazza, perché non ho mai fatto conoscere i miei ragazzi ai miei.

nel capitolo accenno un metodo di fare i capelli mossi il " pizzicato" si fa con becchi d'oca

e difusore. L'ho imparato durante lo stage in un negozio.

beh spero di non avervi deluso e a essere sincera non so nemmen quando aggiornerò, quindi passate un buon Natale, Capodanno, Befana insomma tutte quelle feste li che portano tanti chili e poca felicità.

ps: THOR THE DARK WORLD è STATO MAGNIFICO.

un bacio e a presto Elen.


 

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Capitolo 15
*** Stavolta avevo perso. Avevo perso per davvero. Me ne andai. Me ne andai con gli occhi gonfi e le braccia stanche. E scusa se ti avevo promesso - Io resto - ***


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"Vorrei  potergli  dare un pò della mia forza
per aiutarlo,
ma sono io  la prima ad avere bisogno di 
forza"
-Noi, ragazzi dello zoo di Berlino.


Ringrazio Marta, la mia beta.




Quando mi sveglio trovo il viso di Tom a pochi centimetri dal mio, sta ancora dormendo 
ed è rilassato, una mano sulla pancia e l'altra a modo cuscino. 
Ho pranzato da lui e siamo rimasti a casa a guardare un film, ma poi siamo crollati dal sonno tutti e due nemmeno a metà film. Mi giro sul divano, prendo la coperta e cerco di coprire tutti e due; poi torno affianco a lui. 
Tom in questi mesi è dimagrito un sacco; al pranzo di Natale ha mangiato tanto, non come un maiale sia chiaro. So che il lavoro da attore delle volte ti costringe a fare dieta, a prendere peso, o anche mettere su muscoli. Insomma, non è facile.
Mentre cerco di cambiare posizione e prendere il telecomando per spengere la tv, Tom mi abbraccia. 
- Dove credi di andare ? – 
Mi giro verso di lui, e mi da un piccolo bacio a fior di labbra. 
- Da nessuna parte, cercavo solo di spegnere la tv.- 
Lui alza la testa e fa una piccola smorfia - E' finito il film! - e ributta il viso sul cuscino. 
- Ci siamo addormentati tutti e due.- gli faccio un piccolo sorriso per poi avvicinarmi ancora a lui. 
- Hai freddo? - faccio cenno di si con la testa, sento che mi da un piccolo bacio sul capo - Stai bene ora? – sorrido - Con te sto sempre bene, Tom. - sento che mi stringe a lui. 
- L'ultimo dell'anno fai qualcosa ? – 
Aggrotto le sopracciglia - No. Non faccio quasi niente, anzi molte volte mi trovo sola; o perché mamma e Sebastian sono di turno, o perché David ha ospiti. Perché ? - mi fa un piccolo sorriso 
- Magari ti andava di festeggiarlo con me. - fa un altro sorriso al quale ricambio 
- Certo ! - rimaniamo sdraiati sul divano ancora per un po', non abbiamo voglia di alzarci. 
- Ti va del tea ? - gli do un bacio a stampo veloce 
- Certo ! - mi fa un piccolo sorriso e mi da un spinta, cado come una pera cotta sul pavimento. 
- TOOOM! - lo sento ridere e scoppio a ridere anche io, mi aiuta a rialzarmi e ci spostiamo in cucina.
- Senza latte, vero ? – io faccio cenno di si - Tieni.- mi passa la tazza e metto due cucchiaini di zucchero. 
Ho freddo e cerco di coprirmi con la coperta che ho portato con me, Tom guarda fuori dalla finestra e sembra nervoso; lo noto da come batte il dito indice della mano destra sulla penisola. 
- Che hai? - poso la tazza e cerco di coprirmi bene, lui si gira e fa cenno di no con la testa 
- Niente di che.- mi fa un piccolo sorriso e torna a bere il suo tea.


**


Sono con David in ospedale, sta facendo la chemio. 
Mi sono impuntata di tenergli compagnia anche in questi momenti. Sta cominciando a perdere i capelli, i suoi lunghi capelli neri si disfano tra le sue mani. 
Sta passando un brutto stadio della malattia, ha forti dolori e non vuole uscire di casa perché si vergogna.
- E... le.- chiudo il libro di Storia dell'arte e mi avvicino al letto 
- Dimmi.- Mi guarda con gli occhi socchiusi; la chemio gli toglie anche le poche forze che ha. 
- Ho sete.- prendo un bicchiere di plastica, lo riempio e glielo porgo. Avvicina la mano alla mia e afferra il bicchiere, per poi portarselo alla bocca; poi lo appoggia sul ripiano affianco al letto e torna a sdraiarsi. 
- Se vuoi andare, vai.- lo guardo un attimo e gli prendo la mano
- No, rimango. - mi fa un piccolo sorriso, io gli stringo la mano e mi siedo sulla sedia che l'infermiere mi ha portato.
Mi sfrego gli occhi, ho sonno ma non voglio lasciare solo David; appoggio la testa sul materasso del lettino in modo tale da non dare noia a David.
Quando mi sveglio, David sta finendo la chemio ed è arrivata anche sua mamma, che mi fa una piccola carezza sulla spalla 
- Vai, è tardi, ci sono io con lui.- la guardo per qualche secondo 
- Ma gli ho promesso che sarei rimasta finché non avesse finito. – lei mi fa un piccolo sorriso 
- Non ti preoccupare. Adesso vai, c'è tua mamma che ti aspetta qua fuori.- mi rassegno e prendo tutte le mie cose, do un bacio in fronte a David ed esco dalla stanza.
Chino lo sguardo, sento gli occhi pizzicarmi; odio vedere il mio migliore amico in questa situazione, odio non poter far nulla, restare immobile a guardare quello che succede.
Scendo le scale, apro la porta e trovo mamma che mi aspetta in macchina; poi faccio una corsa per evitare di prendere l'acqua.
Quando monto in macchina, l'aria calda del climatizzatore a momenti mi soffoca; cerco di spegnerlo subito ricevendo uno sguardo assassino da parte di mamma. 
- Com'è andata ? - mi chiede, io appoggio la testa al seggiolino e faccio un cenno con la mano per troncare il discorso. 
Fino a casa non ho detto una sola parola; non perché non voglio dire niente a mamma, ma perché ogni volta che esco da un ospedale, dalla tristezza che ho dentro, le parole mi muoiono in gola. 
Appena entro in casa trovo Sebastian con un enorme tazza di te fra le mani, 
- Ei bellezza ! - mi fa un enorme sorriso, io gli faccio un cenno con la mano e mi dirigo in camera chiudendo la porta a chiave.
Mi butto sul letto, lanciando il cellulare da qualche parte e prendo il cuscino; mi lascio andare ad un pianto distruttivo. Stritolo il cuscino fra le mie mani, ho bisogno di sfogarmi, e piangere mi sembra il miglior modo. Non riesco a vedere David ridotto così, non ce la faccio e so che devo essere una persona forte; David ha bisogno di qualcuno di forte affianco a lui, ma ora non ce la faccio.



**



Non trovo un vestito per Capodanno; Tom mi ha detto che siamo invitati da Benedict, mangeremo e dormiremo li; la cosa va bene, solo che mi vergogno.
- Sei pronta ? - Tom tenta di aprire la tenda del camerino, ma cerco di chiuderla immediatamente 
- Non farlo un'altra volta, devo ancora finire di vestirmi.- lo sento ridere 
- Ma quanto ci mettete vuoi donne a scegliere un vestito?! - alzo gli occhi al cielo per poi sorridere 
- E tu? Quanto tempo ci impieghi per scegliere uno smoking per una premier ? -
- Touché tesoro.- faccio un enorme sorriso ed esco dal camerino. Tom è appoggiato al muro e subito viene verso di me. 
- Sei fantastica.- mi giro verso di lui facendoli un piccolo sorriso, 
- Credo che prenderò questo.- Tom mi abbraccia da dietro e mi lascia un bacio sul collo. 
- Lo credo anche io, ti sta benissimo.- 
Lo guardo negli occhi e gli do un bacio sulle labbra; lui mi stringe di più a se, cercando di approfondire il bacio ma lo fermo subito 
- Caro Signor Hiddleston siamo in un negozio, datti una controllata! - gli dico ridendo, lui mi guarda per un secondo, per poi scoppiare a ridere anche lui.

Siamo in un bar; io ho preso un’enorme cioccolata calda e lui un panino. 
Non riesco a capire dove metta tutti quei grassi che mangia! Forse sono le corse mattutine che fa, oppure segue una dieta, ma se ne seguisse una me ne accorgerei.
Lo guardo mentre addenta tutto contento il panino; sembra un bambino piccolo quando va per la prima volta al Mc Donalds, gli faccio un piccolo sorriso, e torno a bere la mia cioccolata. 
- Che hai ? - mi chiede, io lo guardo un attimo da sopra la tazza; alzo le spalle e faccio un sorriso 
- Nulla, perché ? - appoggio la tazza e i gomiti sul tavolo. Tom fissa ogni mio movimento - La smetti di fissarmi, odio le persone che lo fanno.- 
Tom ha un espressione seria - Strano, credevo che ti piacesse essere fissata da me. - sento le guance andarmi a fuoco, sgrano gli occhi e nascondo il viso sotto l'enorme sciarpa che ho. 
- Sei adorabile quando ti faccio i complimenti e tu ti vergogni.- 
Io gli faccio un piccolo sorriso, appoggio la schiena contro la poltroncina e guardo fuori il locale. 
- Elen che hai ? – 
sospiro - Te l'ho già detto nulla. Sto bene.- faccio un piccolo sorriso 
- Non stai bene, tu fingi di stare bene. - 
Mi giro verso di lui e lo fisso negli occhi. 
Comincio a tremare; sento gli scudi, che mi sono creata attorno in tutti questi anni, frantumarsi; come se qualcuno fosse pronto con delle cariche eplosive.
Scoppio come una bomba atomica, come la dinamite, e sento le lacrime scendere giù dalle mie guance, bagnandomi i capelli e la felpa nuova. 
-Elen ... - Tom si avvicina a me allarmato 
- Tom ... mi sento uno schifo.- mi passo una mano sul viso e asciugo le lacrime con il dorso della mano.
- Che cosa è successo ? - chiudo un attimo gli occhi per riaprirli subito 
- David .. non posso più starlo a guardare e non fare nulla. – 
Tom mi abbraccia, io affondo il viso nel suo petto 
- Mi sento uno schifo. – Tom mi accarezza la testa 
- Elen ... si... sistemerà tutto.- ma io faccio cenno di no 
- Non andrà tutto bene, lui lui ... – 
Tom mi soffoca in un abbraccio e io non smetto di piangere



ANGOLO AUTRICE
scusate l'enorme ritardo, ma non avevo molta fantasia, 
ho  eliminato l'altro capitolo che non mi piaceva 
e ora torno  con questo spero  che vi piaccia;
e spero  di  non  aver deluso  nessuno. 
a presto 
un bacio   Elen.

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Capitolo 16
*** "Con le solite canzoni sulle labbra." ***


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"E'  stato uno  di quegli  abbracci in cui 
ho sospirato forte, buttato  fuori ogni 
ansietà e assorbito il  tuo  calore."




ringrazio Marta, la mia beta.





 




Sono in ritardo, sono in un grande ritardo, tipico di me.
Mi infilo le scarpe, Tom ha insistito perchè mi mettessi i tacchi; non mi ha mai visto con questo tipo di scarpe e quindi stasera lo accontento.
Infilo gli orecchini, metto del profumo e sento suonare il campanello. Merda! Tom è già qua! Puntuale come un orologio svizzero.
- Elen è arrivato Tom ! - sento urlare mamma.
Infilo il cappotto, prendo il borsone sul letto e mi avvio verso il piano di sotto, evitando di cascare con i trampoli che ho ai piedi. 
Dalle scale noto Tom; ha un adorabile maglioncino nero, un paio di pantaloni a sigaretta color grigio, come le scarpe, e un giubbotto di pelle.
I capelli sono pettinati in modo che gli ricadano indietro; è davvero affascinante. 
- Eccomi ! - faccio un enorme sorriso. 
Tom rimane a fissarmi per qualche secondo, cerca di aprire la bocca, ma mi sorride e basta. 
- Tesoro sei davvero bella.- 
Chino lo sguardo e ringrazio mia mamma; Tom si avvicina a me e mi da un leggero bacio sulla guancia.
- Mi raccomando... - dice mamma - Domani per pranzo ti voglio a casa. – 
Mi giro verso di lei e gli faccio cenno di si con la testa 
- E tu! - indica Tom con il dito - Stai attento signorino.- 
Credo che Tom abbia capito cosa vuole intendere mia mamma; lo noto dall'espressione imbarazzata che ha in viso. Alla fine lui mi prende a braccetto e usciamo; è venuto in macchina. E' la prima volta che vedo la sua auto; in genere, ci spostiamo sempre o in metro, o a piedi. Appena monto, un buon odore di vaniglia si fa spazio nelle mie narici. E' una piccola decapottabile, con gli interni in pelle nera. 
- Tutto bene? – chiede, mentre ingrana la marcia. 
– Si, perché? - lo vedo scrollare la testa e concentrarsi sulla guida.
Le lucine di Natale a intermittenza, sfrecciano affianco a noi, come le case, i negozi e i vicoli. Un senso di angoscia mi prende allo stomaco, mi torna in mente David; io sto per andare a divertirmi e lui è a casa, seduto su una poltrona con una flebo al braccio. 
- David starà bene, è con Emma. Non ti preoccupare - 
Mi giro verso Tom; ormai capisce quando sono giù per il mio migliore amico. Sospiro e guardo davanti a me. 
- Sei bellissima con questo vestito, e sei alta, davvero alta.- 
C'è un pizzico di sarcasmo nella sua voce; mi giro verso di lui sorridendo e gli do una piccola spinta. 
- Attenta, sto guidando.- mi dice ridendo. 
Torniamo immediatamente seri e io mi godo il restante viaggio in macchina.
Dopo un quarto d'ora arriviamo a casa di Ben; ad aprirci la porta, è proprio il padrone di casa, che ci accoglie con un enorme sorriso. 
- Tom! Elen! Oh cielo! Siete riusciti a venire.- 
Tom si butta letteralmente al collo di Ben per abbracciarlo, io rimango in un angolino e lo saluto con la mano. - Oh come sei alta - mi dice Benedict tastandomi la testa, io rido. 
- Ma tu e Tom vi siete messi d' accordo per questa battutina? – 
Ben guarda Tom e poi scoppiano a ridere insieme. Io roteo gli occhi e appoggio il borsone a terra. 
- Venite pure – 
Dall'ultima volta che sono stata a casa di Ben, sono cambiate un po' di cose. Ha messo dei puff su cui sedersi in salotto, e ha riverniciato la sala color azzurro tenue. 
- Tieni - 
Tom mi distoglie dai miei pensieri, passandomi un bicchiere pieno di liquido trasparente; annuso, Vodka. 
- Beviamo già? - dico sorpresa; Tom mi sorride e scambia il suo bicchiere con il mio 
- E' acqua, non voglio che ti ubriachi.- mi dice sottovoce con un sorrisetto, poi prende il suo bicchiere e lo butta giù tutto di un fiato; la sua espressione, dopo, non è una delle migliori. 
- Ahhhh! Troppo pesa.- rido - Un trentunenne che non riesce a reggere l'alcool; questa me la devo scrivere! - dico ridendo e poi lo guardo. 
C'é rimasto male alla mia affermazione, così mi avvicino a lui e gli do un piccolo bacio a stampo; in questo momento, ringrazio i tacchi, che mi permettono di non far chinare troppo Tom e di non fare alzare me sulle punte. 
- Sai? Devi metterti i tacchi più spesso.- 
Io rido sulle labbra di Tom e poi mi nascondo sulla sua spalla, aggrappandomi al suo maglioncino. 
- Su a mangiare! Ho preparato tutto io! – 
Ben è tutto eccitato e contento; salta di qua e di la come un coniglio, con un sorriso ebete sul viso. Oltre a me e Tom, Benedict ha anche invitato i suoi colleghi; Martin accompagnato da sua moglie Amanda, Andrew Scoot , Louise Braley e Lara Pulver. Quest'ultima sta intrattenendo una conversazione con Tom, ma non riesco a seguire il loro discorso; parlano di cinema e teatro. Ben e Martin saranno impegnati con il seguito di "Lo Hobbit" e poi di "Sherlock". Ad un certo punto quasi mi strozzo con un boccone di carne, Andrew se ne accorge e mi versa dell'acqua nel bicchiere, lo ringrazio e mi ricompongo. Rido a certe battute che fa Martin; non credevo che fosse così simpatico. Fra lui e Ben, anche fuori dal set, c'è una bellissima complicità, e noto che c’è anche con Amanda; sono davvero delle splendide persone. 
Ho mangiato troppo; Ben ha preparato degli ottimi piatti, ma credo che non sia tutta opera sua. Mi giro verso Tom e appoggio la testa sulla sua spalla; non sono stanca, ma sento i piedi chiedere pietà e il vestito mi sta per scoppiare. Rimpiango i pantaloni svasati e le maglie larghe in questo momento. 
- Che hai? - mi domanda Tom, lasciandomi un bacio sulla fronte. 
- Nulla - storco il naso e finisco di mangiare il dolce caffè e crema, che secondo me, Ben ha comprato in pasticceria. 
Quando finiamo la cena, ci sediamo sul divano in pelle; mi sento pesante, troppo pesante; credo che questa cena finirò di smaltirla nel 2020; se tutto va bene. Tom mi attira a lui e mi stritola. 
- Tutto bene? - mi giro verso di lui 
- Si, il mio stomaco invece no. - scoppiamo a ridere per poi finire col baciarci; le sue labbra sanno di vino, leggermente aspre, ma deliziose.
Appoggio una mano sulla sua guancia e lui approfondisce il bacio, ma non mi sembra il caso di continuare visto il luogo, e le persone che ci sono. Tom poggia una sua mano su una mia coscia, al ché capisco, che non gliene frega niente che ci siano altre persone intorno a noi. 
La lingua di Tom è calda, dolce, famelica, ed esplora ogni parte della mia bocca; devo fermare il bacio per riprendere fiato. Appoggio la fronte contro la sua e sorrido - Credo sia meglio fermarsi.- lui ride e torniamo ad abbracciarci.

- Vi va di fare un gioco? - Martin si alza dal puff, tutti lo fissiamo - L’ho visto su Youtube – 
Ben si siede accanto a me con un bicchiere di vino fra le mani 
- Tu sai usare internet!? - chiede curioso a Martin, il quale ride e finisce il vino che ha nel bicchiere prima di riprendere. 
- Era il video di un ragazzo che si infilava 20 Marshmallow in bocca e che ogni volta doveva dire " Chubby Bunny" – .
Rimaniamo tutti impassibili, mentre lui ci fissa con un sorrisino ebete sulla faccia. 
- Ci sto ! – esulto e tutti mi guardano 
- No - dice Tom alzandosi - Ti sentirai male. – 
Sbuffo e mi alzo avvicinandomi a Martin, cercando di rimanere in equilibrio. 
- Voglio divertirmi, e poi, che sarà mai qualche Marshmallow in bocca? Dai Tom! Divertiamoci!- Gli faccio un mega sorriso, mentre Lara va a prendere i sacchetti pieni dei dolci gommosi.
Prendo un puff e cerco di sedermi; Lara mi passa il sacchetto con dentro i dolcetti, frugo dentro e ne passo uno a Martin. Lui mi guarda. 
- Tocca a te, almeno ci spieghi il gioco - gli dico con un sorriso a trentadue denti. 
L'uomo davanti a me, mi guarda per qualche secondo, per poi prendere dalla mia mano il Marshmallow; si ferma un attimo, titubante, gesticolando con la mano libera. 
Adoro quando fa così, adoro il suo gesticolare; l'ho addirittura detto a Tom, mentre qualche mese fa guardavamo Sherlock. Martin fissa ancora per qualche secondo il dolcetto, per poi metterlo in bocca. 
- Un Chubby bunny – 
Gli passo il sacchetto e mi siedo vicino a Louise, visto che Andrew si è preso il mio posto. 
- Due Chubby bunny.- 
Martin sembra un criceto con le guance piene di cibo; dopo due secondi è già arrivato a nove Marshmallow, ma inizia a dare cenni di cedimento. Benedict fa una battuta alla quale ridiamo tutti, e Martin quasi si soffoca; si alza dal puff e corre in cucina per vomitare seguito da Amanda. 
Quando torna è rosso in viso, si asciuga la bocca con il dorso della mano 
- La cosa brutta, è quando ti senti la bocca troppo dolce.- dice. 
Scoppiamo tutti a ridere e lui si va a sedere di fianco a Lara. Tocca ad Andrew; adoro questo ragazzo, è così timido e impacciato, sembra un bambino. 
- Non fatemi ridere, per favore.- dice con voce esile, noi sorridiamo e ridiamo 
- Promesso.- dice Ben, che è al terzo bicchiere di vino; se continua così diventa brillo prima di mezzanotte.
Tom invece è serio, guarda giocare, ma non si sta divertendo. Lo seguo con lo sguardo; beve un sorso di vino e poi mi guarda, io distolgo subito lo sguardo e torno a guardare Andrew; è arrivato a sei Marshmallow e ha già ceduto. Lara allora si alza e spintona Ben che si era tirato in piedi. 
- No! Tocca a me. Tu siediti! - esclama ridendo a Ben, e l'uomo un po' per colpa del vino, e un po' perchè Lara è una bellissima donna, la bacia. Rimaniamo tutti qualche secondo ammutoliti, specialmente Louise, che affianco a me, guarda la scena con gli occhi spalancati. 
Dal suo sguardo, deduco che Louise si sia presa una bella cotta per Ben, come Molly per Sherlock. 
La vedo alzarsi ed uscire in giardino, Andrew insieme ad Amanda la seguono; io rimango ferma, seduta su quel piccolo divanetto di stoffa nera. Mi sento morire dentro per Louise, anch’io in passato ho provato qualcosa di simile, e detto francamente, spero che non mi ricapiti più. 
Lara scioglie il bacio dando uno schiaffo sonoro a Benedict, che rimane di sasso. 
- Ma sei impazzito? – 
Anche Lara scappa in giardino; siamo rimasti solo in quattro in stanza e credo che mi dileguerò anche io, c'è troppa tensione e imbarazzo. 
Benedict si tocca la guancia, dove ha ricevuto lo schiaffo e poi si guarda intorno 
- Io.... io credevo di fare la cosa giusta.- 
Io sospiro, Martin si avvicina al suo amico, come Tom 
- No Ben, mi dispiace. - gli dice Martin. 
Mi alzo, prendo un bicchiere, ed esco in giardino, ho un piccolo scambio di sguardi con Tom. Appena esco fuori, vedo Andrew, Lara e Louise; quest'ultima è rannicchiata su se stessa in preda al pianto. Amanda cerca di calmarla, ma senza risultati; quando notano che sono presente anche io, tutti si girano verso di me, lo stesso Louise. 
Ha due occhi gonfi, il trucco sfatto e il vestito tutto impiastricciato di mascara; mi avvicino e le porgo il bicchiere d'acqua. Lei timidamente mi ringrazia e prende il bicchiere bevendo un po'. 
Sospiro e m'inginocchio di fianco a lei; le accarezzo la schiena per calmarla. Andrew si alza insieme ad Amanda per tornare in casa, al che rimaniamo solo io e Lara 
- Lou, io... io non volevo, è lui che ... – 
Louise alza il viso, si asciuga le lacrime con il palmo della mano 
- Non do la colpa a te, stai tranquilla.- 
Lara sembra sollevata, fa un enorme sorriso a Louise 
- Dai entriamo.- cerca di convincerla - Fa freddo e hai solo un vestito leggero addosso; ti prenderai qualcosa.- 
Louise come una bimba sorride a Lara, le prende la mano e torniamo dentro. 
Benedict si precipita da Louise appena ci vede, io scappo da Tom che si sta sgolando un altro bicchiere di vino rosso. 
- Smettila ! – gli dico, lui mi abbraccia e mi da un piccolo bacio sulla fronte 
- So reggerlo. - mi dice ridendo, lo guardo con un sorriso malizioso. 
Lui mi prende per i fianchi, mi avvicina a lui e facciamo qualche passo di danza. 
No, quest'uomo, l'alcool non lo sa reggere e lo noto in questo momento. Abbraccio Tom. 
In questi ultimi mesi è stato la mia colonna portante, e spero che lo sia anche nel 2013. Lo stringo impercettibile e chiudo per qualche secondo gli occhi. 
Mi sta prendendo una tristezza assurda, forse dovuta a quello che è successo poco fa, e forse, un po', perché non ho sentito David oggi e manca solo un'ora alla fine di questo anno.
Sono preoccupata per lui, come sempre del resto, ma stasera più del dovuto. 
-Emma mi ha inviato un messaggio.- alzo la testa verso Tom. 
- Che cosa ti ha detto?- 
Lui mi sorride - Che stanno bene, si stanno divertendo.- Mi da un bacio leggero, ora mi sento meglio.
Sospiro e faccio una piccola smorfia; i miei piedi cercano aiuto. 
E' dalle otto che ho queste cose ai piedi, e manca ancora mezz'ora a mezzanotte. Decido di toglierle mettendole da qualche parte; il contatto con il pavimento freddo è la pace dei sensi per i miei piedi. 
Louise e Benedict stanno parlando; non voglio disturbarli così vado in cucina per prendere un bicchiere. Trovo la bottiglia della Vodka sul tavolino, credo che un goccino non mi farà male. Ne verso un po' , nemmeno mezzo bicchiere, la porto alla bocca e la butto giù tutta di un fiato. Ho la gola in fiamme, prendo immediatamente dell'acqua 
- Ahh che deficiente che sono - dico ad alta voce, mi pulisco la bocca con un tovagliolo e torno in salotto. Hanno ripreso a giocare; Louise si è calmata, e anche se non ha un sorriso stampato in faccia, si sta divertendo. Mi siedo accanto ad Andrew, mi ha fatto un po' di posto, ha voluto che mi sedessi accanto a lui e allora ho accettato. 
Ben ride troppo per questo gioco; ognuno di noi ha paura di passare la notte in ospedale per colpa sua. Penso che per me sarebbe normale, passare un capodanno in una sala d'attesa ospedaliera, ma per loro non credo. 
- Cinque chubby bunny. - dice, cercando di esultare.
Riesce ad arrivare a otto Marshmallow e poi lo vedo correre in direzione della cucina, Louise lo va ad aiutare; sorrido appena guardando la scena, ma mi giro verso Tom. Ha lo sguardo perso nel vuoto, si gratta la testa e sospira. Il maglioncino che ha, gli mette in risalto il fisico asciutto, ma tonico; faccio un piccolo sorriso e poi mi alzo andando verso di lui. 

Tendo la mano, lui alza lo sguardo e mi fissa 
- Che c'è ?- mi chiede, gli faccio un sorriso. 
-Nulla.- 
I suoi occhi, mi fissano. Quei due meravigliosi occhi blu, quei due bellissimi oceani dove affogo ogni volta che li fisso. Prende la mia mano e mi trascina fuori, Martin mi fa l’occhiolino, e io abbasso la testa facendo cenno di no.
Sento il freddo arpionarmi le gambe, maledizioni ai vestiti, datemi dei pantaloni, ora! 
Alzo gli occhi e un bellissimo cielo stellato si fa spazio davanti a me; le braccia di Tom mi stritolano contro il suo torace, proteggendomi dal freddo. Appoggio la testa contro il suo petto rimanendo in silenzio. 
- Perché non ti diverti Tom? - gli chiedo, mentre mi faccio cullare; lui appoggia la bocca sul mio collo, lasciandoci un bacio. Chiudo gli occhi e lascio che la sensazione di piacere invada il mio corpo 
- Ho scoperto il tuo punto debole! - mi dice all'orecchio sotto voce, rido e lui appoggia di nuovo le labbra sull’incavo del mio collo 
- Ti piacciono i baci sul collo. Questa cosa è molto sensuale sai?- Avvampo immediatamente, mi slego dal suo abbraccio e rido. 
- Tom ma che dici? Smettila!- gli do una piccola spinta e lui ride - Sbaglio o sei un po' brillo ?- lui storce il naso e mi tira a se 
- Probabile, durate il gioco mi annoiavo e se ho del vino nelle vicinanze inizio a bere.- prendo il suo viso fra le mie mani, gli do un leggero morso sul naso. 
- Vedi di non bere più per stasera. - lui mi sorride e poi lo bacio. 


E' suonata la mezzanotte, abbiamo stappato lo spumante, ci siamo scambiati baci e abbracci e ora sono distesa su un materassino ad acqua. Benedict russa, fin troppo forte, e non riesco a prendere sonno. 
Tom dorme come un ghiro, mi giro evitando di svegliarlo. Sento che Amanda e Martin sono svegli, stanno parlando dall'altra parte della stanza. Ci siamo accampati tutti in salotto; Ben ha prestato coperte, cuscini e materassi gonfiabili a me a Tom, e a Andrew e Lara.
Lui dorme per terra, credo che sia caduto dal divano che stava dividendo con Louise.
Allungo il braccio, afferro la mia borsa e cerco il cellulare, un messaggio, David. 
*- Buon Anno. Ti voglio bene tesoro.-* faccio un sorriso, non mi sono nemmeno accorta che mi aveva mandato un messaggio. Ora mi scoccia rispondere, magari sta dormendo e David ha il sonno leggero non voglio svegliarlo.
Mamma non mi ha nemmeno inviato un messaggio, o chiamato; forse, lei e Seb si sono addormentati prima della mezzanotte, oppure non volevano disturbare.
- Elen ... - mi sento chiamare e mi giro verso Andrew, che sta tutto raggomitolato nel suo sacco a pelo. Sorrido – Dimmi- 
Lui si avvicina strisciando verso di me 
- Ti va una tazza di the? – 
Corrugo la fronte, Andrew sta facendo un espressione troppo dolce per dirgli di no. 
- Certo !- gli faccio un enorme sorriso e poi cercando di non svegliare nessuno, mi alzo.
Andrew si sa muovere bene nella cucina di Ben, scommetto che sono grandi amici fuori dal set. 
Mi guardo attorno; la cucina di Benedict ha una piccola penisola in granito scuro al centro della stanza, è bellissima. Il legno è di un rosso scuro, che sta benissimo con il colore delle pareti
- Da quanto stai con Tom? – 
Andrew interrompe i miei pensieri. Mi passo una mano fra i capelli.
- Oh .. - sorrido un attimo, poi tiro su la testa - ehm tre mesi. - dico con un filo di voce. 
Il ragazzo davanti a me prende due tazze e le appoggia sulla penisola, io mi siedo su una sedia li vicino. 
- Capisco, quindi le cose iniziano a farsi serie. I tuoi conoscono già Tom ?- 
Rido - Mia mamma si – 
Andrew alza la testa - E tuo papà? - mi chiede, con una bustina di the a mezz'aria; io rimango a fissarlo negli occhi per qualche secondo 
- Lui beh ...- tossisco - lui se ne è andato via di casa. Non vive più con noi. – 
Il ragazzo davanti a me abbassa la bustina e mi fissa - Mi dispiace non avevo idea ... – 
Sorrido - Infatti non lo sapevi. Non ti preoccupare, sto bene, non sento la sua mancanza. Dopo quello che ha fatto, non se la merita nemmeno.- gli dico con un sorriso sforzato. 
Rimango a chiacchierare con Andrew per qualche ora, parlando del suo orientamento sessuale, delle critiche, degli insulti. Di quanto Benedict, Martin e il resto del cast l’abbiano fatto sentire a proprio agio. 
Ha detto che si ritiene fortunato ad aver potuto collaborale con persone del genere, quando ne parla è felice, lo noto nei suoi occhi, che brillano ogni volta.
Torniamo a dormire quando sentiamo gli occhi gonfi e il letto che ci chiama. E' stato bello parlare con Andrew, ci diamo la buona notte e torno a sdraiarmi vicino a Tom. 
Sento che mi stringe a lui. 
- Ti amo Elen.- mi dice mezzo addormentato, sorrido e gli do un bacio a stampo.

Poi, mi appoggio al suo petto e chiudo gli occhi.







Angolo autrice.

oh  cielo  ce l'ho  fatta, ho  aggiornato  così  presto perché
ho avuto un botto di fantasia.
ho voluto far entrare anche " il  cast di  Sherlock" in questo piccolo  capitolo.
insomma  psero  che vi piaccia e fatemi  sapere che ne pensate.
a presto e un bacio
Elen.

 
 
 

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Capitolo 17
*** Come un fiore nell'asfalto. ***


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"Sei l'interpretazione dei sogni  
che non riesco a ricordarmi."


Ringrazio Marta, la mia beta. 



 
Sabato 9 Febbraio 2013

Appoggio la testa sul banco, sono in preda al mal di testa e ho bisogno di un antidolorifico all'istante. 
Alzo il viso e trovo di fronte a me Juliet, una tenera ragazza con i capelli blu. 
- Ciao! - le dico, sorridendole e alzando la mano; vedo che prende una sedia e si siede di fronte a me. 
- Sei la ragazza di Hiddleston? – 
Sgrano gli occhi e mi guardo intorno 
- Ma... ma che dici? Juliet! - lei rimane impassibile e mi passa un giornale. 
In prima pagina ci siamo io e lui; scatto immediatamente in piedi buttando a terra la borsa e mi giro verso la mia compagna di classe. 
- Dove lo hai preso? - vedo Juliet alzare le spalle e farmi un enorme sorriso 
- All'edicola qua davanti. Sono ... – 
- Ce ne sono degli altri? – sbotto, mentre mi passo una mano fra i capelli; non la faccio nemmeno finire di parlare. 

- Oh... s ... - mi dice con voce flebile; chiudo gli occhi. 
- Quanti per l’esattezza? - vedo che conta, aiutandosi con le dita della mano - 20 copie! – esulta alla fine, come se avesse vinto al superenalotto. Chiudo gli occhi e mi risiedo. 
- Tutto bene? - mi chiede preoccupata Juliet. 
Le faccio cenno di no con la testa e torno a guardare il giornale. 
- Siete davvero carini insieme; vorrei essere al tuo posto sai? - alzo lo sguardo e trovo il suo sorriso. 
Un sorriso sincero, candido, pulito come quello di Tom. Faccio un piccolo sorriso. 
- Grazie Juliet. – le dico prendendo la borsa da terra. 
Poi saluto Juliet e scappo in corridoio; ho ancora cinque minuti di ricreazione. Mi avvio in bagno e chiamo mamma. Il telefono squilla a vuoto e impreco mentalmente 
*- Elen! Pronto. -* chiudo gli occhi e sospiro 
*- Menomale! Puoi venirmi a prendere? -* mi affaccio dalla porta del bagno; c’è solo una ragazza, anche lei al cellulare.
*- Perché ? -* 
Butto la borsa a terra * - Ho mal di testa e non ho dietro gli antidolorifici. Ti prego mamma! -* Sento che sospira *- D'accordo; ti viene a prendere Seb, perché adesso sono di turno. Cinque minuti ed è li.-* la ringrazio e butto giù. 

Esco dal bagno dirigendomi in classe; ormai la campanella è suonata, e tutti gli studenti stanno entrano nelle proprie aule. 
Siedo al mio solito posto; anche oggi il banco accanto al mio è vuoto. David ormai ha un’insegnate privata; non ha più la forza di venire a scuola. 

- Signorina Smith, sono venuti a prenderla.- 
Mi giro verso la professoressa, le faccio un enorme sorriso ed esco. 
- Fai gli auguri a Tom da parte mia! - mi urla Juliet, io mi giro verso di lei e sgrano gli occhi 
- Oh ...eh... certo! – 
Le faccio cenno con la mano e mi avvio verso Sebastian che sta parlando con la bidella. 

- Eccomi! - gli dico, lasciando la mia borsa; lui firma il permesso e usciamo. 
Mi sono letteralmente dimenticata del compleanno di Tom!! 
”Dio che imbranata” penso portando una mano alla tempia. 
- Tutto bene? – 
Mi giro verso Seb; stamattina non si è fatto la barba, sembra un clochard - Ho solo mal di testa e devo passare un attimo in edicola.- 

Seb si ferma davanti al giornalaio vicino alla mia scuola; come commessa c’è un’adorabile vecchietta, con i capelli bianchi e un dolce sorriso. 
- Salve bella signorina.- dice 
Io faccio un piccolo sorriso – Salve! – rispondo, facendole un cenno con la mano e prendendo tutti i giornali con la copertina della foto mia e di Tom. 
- Hai intenzione di prenderli tutti? - mi chiede Seb confuso. 
Mi giro verso di lui, - Ovvio ! - lui sgrana gli occhi.
- Ma Elen! – 
- Bricolage! – mi invento con un sorriso a trentadue denti.


Siamo in macchina e c’è silenzio, fin troppo. 
Mi metto a sfogliare il giornale; la foto risale a qualche settimana fa, io e Tom eravamo a Hyde Park, seduti su una piccola panchina. 
Ricordo perfettamente quel giorno; mi aveva costretta a correre insieme a lui, anche se io, più d’una volta, avevo rifiutato, visto che, io e lo sport non andiamo molto d'accordo.
- Cosa succede? - mi chiede Seb.
Io non stacco gli occhi dall'articolo - Dei giornali scandalistici hanno fotografato me e Tom. E oggi è il suo compleanno e me ne sono dimenticata. -MI HANNO DATO DELLA FINTA ROSSA ! - sbotto tirando giù il giornale. 
Mi metto a guardare la strada davanti a me. 
- Sicura di essere tu? – mi dice Seb senza staccare gli occhi dalla strada. 
- Si! Solo io metto il maglione per andare a correre! – rispondo e con la coda dell'occhio noto la sua faccia strana. 


Mi butto sul letto, prendo il cellulare e chiamo Tom.
Non voglio parlargli delle foto, ma voglio fargli gli auguri; oggi non ci vedremo per tutto il giorno visto che lui ha un colloquio di lavoro. 
Dopo tre squilli finalmente mi risponde. 
* - Tesoro.- * 
Faccio un piccolo sorriso *- Ciao vecchio.-* ridiamo insieme *- Auguri. Scusami, ma stamattina ero troppo presa a cercare di non arrivare in ritardo a scuola.-
* - Eheheheh, stasera ti va di vederci? -* mi giro a pancia in giù sul letto. 
*- Certo -*, lo sento ridere *- Poi devo dirti una cosa.-* 
Mi allarmo *- E' brutta? -* lo sento sospirare 
*- No Elen, no. Tranquilla. Ti passo a prendere alle otto, ok?- 
*-Si, si.-*

Riaggancio il telefono e mi butto sul letto, aspettando che la pastiglia che ho preso faccia effetto. 
Sento il telefono suonare, chiudo gli occhi e sospiro. 
- E adesso chi è?! - esclamo *- PRONTO?! -* urlo all'interlocutore che è dall'altra parte del telefono. 
*- Elen, s... sei tu? Ehm ciao sono Benedict. Ti ricordi di me vero? Sono quello alto, con i capelli neri… l'unico carino la sera di Capodanno in tutta la stanza..... –* mi metto a ridere 
*- Ben, ciao, dimmi! -* lo sento soffocare una risata 
*- Ti volevo chiedere un favore. Visto che oggi è il compleanno del tuo ragazzo, ti va di aiutarmi con la sua festa a sorpresa? - * 
Strizzo gli occhi e mi appoggio il cuscino sulla faccia. Solo una cosa mi balena in testa; come fa Benedict Cumberbatch ad avere il mio numero?! 
*- Mmmm va bene! Solo che devo ancora comprare il regalo a Tom… Quindi... -* 
Ben non mi fa nemmeno finire di parlare. 
*- Puoi venire anche verso le quattro, tanto non sono solo. -* assottiglio gli occhi. 
*- Come no? -* chiedo curiosa. 
*- Oh no! Cè anche Zachary Levi e Chris Hemsworth che ci daranno una mano. – *
Mi porto una mano al viso *- Io .. io ... -* 
*- Non dirmi che ti vergogni! –* 
Sospiro *- D'accordo vengo. Ma come farete ad entrare in casa di Tom? -* mi alzo dal letto prendendo il borsone, e inizio a mettere dentro il vestito che avrei messo la sera stessa. 
*- Oh! È stato Luke; anche lui ci aiuterà. Terrà a bada il cagnolino, per tutto il giorno, con un colloquio.-* lo sento ridere e sorrido di rimando. 
*- Tom però mi ha dato appuntamento per le otto a casa mia, come facciamo? –* 
Ben rimane un attimo in silenzio *- Tu non ti preoccupare! -*, sospiro 
*- Ok allora a più tardi ! -* 


Scendo le scale e mi siedo a tavola; oggi è Seb che prepara il pranzo. Un piatto di pasta, e un hamburger con patatine di contorno come secondo. 
Inizio il mio pranzo e guardo Seb; forse lui mi può aiutare con il regalo di Tom. 

- Ti posso chiedere una cosa? – chiedo
Lui deglutisce il boccone che sta masticando. - Dimmi.- risponde. 
Sospiro e appoggio la forchetta sul tavolino -Oggi è il compleanno di Tom, devo fargli un regalo, ma non so cosa prendergli. Cosa mi consigli? - incrocio le braccia e lo fisso. 
Seb si versa un bicchiere di vino – Mmm… difficile! - dice portandoselo alla bocca. - Tom molte volte è vestito elegante per premier e occasioni importanti. Potresti fargli un Papillon.- 
Assottiglio gli occhi - Poo.... trei ! - dico scattando in piedi. - Vado a prendere il regalo e poi vado da Tom. Ah! Si! Non torno a casa stasera ! – dico prendendo le chiavi del motorino 
- Tua mamma è d’accordo? - mi urla Seb dalla cucina; io infilo il casco e apro la porta 
- Si. L'ho chiamata prima, mi ha solo detto di stare attenta.- 
Vedo Seb sull’uscio della cucina; si avvicina e mi da un bacio sulla guancia. - Attenta. – dice e io gli faccio l'occhiolino; scendo le scale e monto sullo scooter.


Sono sotto casa di David, l'ho chiamato pochi minuti fa, dalla voce mi sembrava felice. 
Suono il campanello e aspetto saltellando sul posto per evitare il congelamento. Mi apre la porta Emma, che trovo sia in splendida forma. Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e abbracciandomi. 
- Ti vedo in perfetta forma Elen. Tom ti fa bene.- Rido 
- Già, ma anche io ti trovo in splendida forma! – le dico, lei ride prima di farmi strada fino alla stanza del mio migliore amico.

David è a letto, sta dormendo; mi avvicino a lui e mi siedo. Gli accarezzo il viso; i suoi bellissimi capelli corvini non ci sono più. Gli do un bacio sulla fronte 
- Ele... n- mormora 
Mi metto in ginocchio per poterlo vedere in faccia, 
- Sono qui.- gli sorrido e gli prendo la mano accarezzandogliela. 
- Non voglio che tu mi veda in queste condizioni.- dice 
Faccio cenno di no con la testa. - Non fare lo scemo; tu mi hai visto in situazioni peggiori! – lui mi fa un grande sorriso. 
- Dove vai ? - vedo che abbassa gli occhi in direzione del mio casco. 
- A casa di Tom, oggi è il suo compleanno. Ben ha organizzato una festa a sorpresa. – 
David sorride, ma quel sorriso è pieno di tristezza. Caccio indietro le lacrime e gli accarezzo il viso.
- Ti prometto che appena ti sarai ripreso, ti porterò in giro per Londra, un intero giorno, solo io e te!- 
Lui chiude gli occhi e sorride - Scusa Elen, ma ora sono davvero stanco... – mormora. 
Gli do un bacio sulla mano – Vado allora. Sei in ottime mani – dico e guardo Emma, che mi fa un enorme sorriso. - Torno domani. Ti voglio bene.- gli sorrido. 
- Ok, ti voglio bene Elen –
Saluto Emma che mi ha accompagnato alla porta; mentre sono già sul motorino mi urla di fare gli auguri a Tom.




Non sono mai entrata in un negozio dove vendono vestiti eleganti, per di più maschili.
Rimango un attimo a fissare la porta trasparente; vedo la commessa all'interno che mi fissa, così sospiro ed entro.
Inizio a guardarmi intorno, stringendomi nel giubbotto, e cercando con lo sguardo un papillon.

- Le serve aiuto? – 
C’è mancato poco che urlassi dalla paura; la commessa mi ha quasi spaventato. Mi sposto i capelli con una mano e metto a posto gli occhiali. 
- Ehm si! Cerco un papillon, è un regalo. - le faccio un sorriso a trentadue denti.

La ragazza tentenna un attimo - Certo aspetti pure qui, arrivo subito.- 
Le faccio cenno di si con la testa e nel frattempo riprendo a guardarmi attorno. E' davvero elegante il negozio, e le commesse indossano un bellissimo vestito nero a fasciare il loro corpo.

- Ecco qui. Può scegliere quello che le piace di più.- 
Faccio un piccolo sorriso e mi abbasso a guardarli. 
Ce n’è sono tre: uno tutto nero, uno con dei piccoli teschi e uno rosso fuoco. Storco il naso; non so quale scegliere; ovviamente scarto quello rosso. Non lo vedo Tom con un papillon rosso a una premier, e nero è troppo semplice.
Alla fine opto per quello con i teschi; lo indico alla commessa che mi fa un sorriso. Lo impacchetta, pago e me ne vado.
Monto in motorino, ma prima di mettere in moto guardo davanti a me; c’è Starbucks. Potrei prendere dei muffin e quattro caffè e portarli a Ben e agli altri. Per una volta posso fare la brava.
Pago il caffè e i muffin, metto tutto dentro il bauletto del motorino e parto, stando attenta ovviamente alle buche.


Suono il campanello, aspetto due minuti e poi Ben mi apre la porta 
- Merenda! - esulto con un enorme sorriso.

Lui mi abbraccia – Ahhh! Brava ragazza, ci voleva proprio! – 
Rido, mi tolgo il casco che appoggio a terra insieme al borsone. 
Entro in cucina e trovo gli altri due uomini al tavolo che mi salutano. 
-Ciao! E... - 
Chiudo gli occhi - Elen! - finisco la frase per Chris che mi ringrazia con un cenno col capo.

Ben si butta subito sul muffin; sembra un bambino quando mangia. 
- Allora... - dico - Cosa devo fare? - alzo le mani facendo un gran sorriso. 
Sono imbarazzata; non è da tutti i giorni trovarsi in una cucina con tre uomini, che sono quasi dei sex symbol. Zachary mi sorride. 
- Noi due ci occuperemo del salotto. Loro... - Zac indica Ben e Chris - Della camera da letto – 
Riduco gli occhi a fessura - Della stanza? – chiedo.

I tre si guardano e fanno un sorrisetto malizioso. Divento rossa come i miei capelli, perché ho capito dove vogliono andare a parare. Chino il capo e comincio a tormentare le mani. 
- Andiamo Elen… ci divertiremo.- 
Zac mi mette il braccio intorno al collo e ci allontaniamo dalla cucina. In salotto, sul piccolo tavolino di vetro, c'è un grande manifesto con scritto "Tanti Auguri". Lo alzo, ma subito lo riabbasso e torno a pensare all'idea che è venuta in mente a Ben, Chris e a Zac. 
Sospiro; non è che non voglio fare l'amore con Tom… solo che è presto, e poi io, per ancora due mesi, sono minorenne. Insomma… Tom passerebbe per pedofilo. 

- Stai a pensando a quello che abbiamo progettato io e gli altri ? – 
La voce roca di Zac mi distoglie dai miei pensieri e dal pulire i bicchieri. 
Lo guardo - Sinceramente? Si! - dico sospirando, lui sorride. 
- Credo sia normale porsi certe domande. – 
Scrollo la testa - Penso solo che... - gli passo un bicchiere per pulirlo - sono ancora "piccola", e ho paura di quello che penseranno le persone dopo aver fatto… "quel passo"! – 
Lui assottiglia gli occhi - Hai diciassette anni vero ? – 
Faccio cenno di si con la testa e appoggio un bicchiere sul piano della cucina. 
- Tu ami Tom? – 
Curvo la bocca di lato - Si! - vedo Zachary sorridere. 
- Allora devi solo sentirti pronta. – 
Rido e comincio a gesticolare - Non voglio correre, solo che Tom ha delle "esigenze"… - 
L'ultima parola la sottolineo, facendo delle virgolette con le mani; sento Zac ridere e appoggiare l'ultimo bicchiere sul banco. 
- Tom ti ama, e davvero tanto. Insomma! Non c'eri tu a sopportarlo, ogni santa mattina, durante la registrazione di Thor?- 
Aggrotto le sopracciglia e rido. - Davvero lui ti parlava di me? - comincia a ridere anche lui. 
- Oh si, e non smetteva mai; una volta gli ho tappato la bocca con dello scotch – 
Sgrano gli occhi e poi comincio a ridere. 
- Se tu non ti senti ancora pronta, tranquilla, lui sa aspettare – 
Sospiro e gli sorrido. - Grazie mille Zachary; sei un bravo ragazzo. – 
Lui mi abbraccia cogliendomi di sorpresa, poi lo abbraccio anche io. 



Ho optato per un paio di pantaloni neri aderenti, una canotta grigia e un maglione con lo scollo largo, dello stesso colore della canotta. Infilo gli anfibi e sono pronta.
I capelli li ho lasciati slegati, in modo che ricadano sulle spalle e mi sono messa un filo di trucco; tanto per nascondere le occhiaie.
Scendo le scale, vado in cucina e mi verso un bicchiere d'acqua. 
- Elen sei pronta? – 
Benedict è euforico; sembra un bambino il giorno del suo compleanno. 
- Ehi hei! Calmati!- poso le mie mani fredde sul suo viso; lo faccio sempre con David quando fa allo stesso modo e lui si calma immediatamente di solito.

Ben si calma scrutandomi con i suoi occhi verdi e curva la bocca in un piccolo sorriso. 
- Tom è fortunato ad averti.- 
Sorrido - Grazie.- 
Ci prepariamo tutti sulla porta d'ingresso. Luke ha mandato un messaggio a Chris, dicendogli che erano appena scesi dalla macchina. Sto tremando; non vedo l'ora di vedere la faccia di Tom alla vista di tutti noi. Sento la sua voce mentre parla con Luke e infila la chiave nella serratura. Due giri ed ecco che la porta si apre. Tom accende immediatamente la luce, e a quel punto urliamo in coro. 
- BUON COMPLEANNO ! – 
Ci manca poco che gli prenda un infarto; lo vedo portarsi una mano al cuore e poi al viso; è rosso peggio dei miei capelli. 
Sorride e ringrazia tutti, io mi avvicino a lui e lo abbraccio. 
- Ma ci sei anche tu amore! – 
Rido e gli butto le braccia al collo - Non potevo mancare ! – rido, e lui mi da un bacio a fior di labbra; mi guarda con i suoi occhi blu e sorride sulle mie labbra - Auguri Tom. – gli dico, e lui continua a sorridere, stringendomi di nuovo a lui. 
- Adesso basta però! Vogliamo anche noi Tom! - esclama Ben, spostandomi, e andando ad abbracciare il proprio amico.

Saluto Luke con un cenno della mano e mi giro verso Zachary che mi fa l’occhiolino; chino il capo e faccio cenno di no con la testa.
La festa è andata bene; Benedict si è preso un'altra sbornia, e ora è sul divano che parla da solo. Chris e Zachary sono andati a casa, e anche Luke se ne sta andando. Prende Ben di peso e lo porta in macchina. 
- Sono sexy non è vero? Guardate che bel faccino che ho! Ora vi faccio vedere come sto bene nudo.- sbiascica Ben.
Tom sgrana gli occhi e chiude la porta di scatto, si appoggia ad essa e ride. Io rimango ferma, con la schiena contro il muro, che divide la cucina e l'ingresso. 
Vedo Tom farmi un piccolo sorriso mentre si avvicina. 
- Grazie. - mi sussurra sulle labbra, dandomi un bacio leggero. - Grazie, grazie, grazie ! –

Siamo in camera; Tom è in bagno che si sta cambiando, io sono già nel letto. Prendo il piccolo pacchetto regalo che ho in borsa, e lo appoggio sul comodino. Chris e Ben hanno sparso dei petali di rosa a terra; io e Tom appena entrati in camera, siamo scoppiati a ridere. 
Incrocio le gambe; aspetto che Tom esca per dargli il regalo. Dopo qualche minuto, esce dal bagno con addosso una maglietta aderente e un paio di boxer. Lui si guarda e poi guarda me. 
- Ehm ... io ... ho caldo di notte.- si massaggia la testa, è imbarazzato, io mi metto a ridere.
- Non ti preoccupare.- mi gratto la testa e lui si butta nel letto vicino a me. 

Mi tira a se facendomi sdraiare, rido. 
- Tom! – esclamo e lui inizia a farmi il solletico e a punzecchiarmi il fianco destro; il mio punto debole. - No! Tom no! Dai no! Li no! Aahahah!! Basta ti prego! – 
Mi bacia il collo, e come a Capodanno, sento una scarica di eccitazione. Lui la nota e prosegue, lasciando una scia di baci sul mio collo, arrivando poco sopra il seno. Sento una sua mano viaggiare sulla mia coscia, l'accarezza, la palpa. Mi manca l'aria; Tom mi bacia sulle labbra, prende una mia mano e l'appoggia vicino al suo inguine. Il bacio si fa intenso ogni minuto di più; la sua mano dalla mia coscia si sposta sotto la maglia; arriva fino al seno. Ha le mani fredde; ed è una piacevole sensazione. Mette la mano a coppa sul un mio seno. A quel punto apro gli occhi e vedo che mi sta fissando; la sua mano scende di nuovo, pericolosamente verso il basso; sento che vuole spostare l'elastico dei miei slip, ma lo fermo.

- Tom... – 
Faccio cenno di no con la testa, riapro gli occhi e trovo i suoi 
- Scusa ma ... - sorride 
- Va bene Elen. Non preoccuparti.- mi da un'altro bacio a stampo e si sdraia comodo affianco a me.

Io mi ricompongo; sistemo i capelli, la maglia e mi siedo accanto a lui. Mi giro verso il comodino e prendo il piccolo pacchetto. 
- Tieni! - gli porgo il suo regalo e lui mi sorride. 
- Ma non dovevi! - si mette seduto e scarta il regalo. 
- E' il tuo compleanno e io sono la tua ragazza, è un mio dovere farti un regalo.- lui mi guarda mentre gli sorrido.

Appena apre la scatola e trova il papillon, si gira verso di me e sorride. 
- E' bellissimo, grazie! – 
Mi avvicino a lui - Davvero ti piace? – chiedo; sono una persona insicurissima quando si tratta di regali. 
- Sì Elen. - mi da un bacio a stampo e poi ci infiliamo sotto le coperte; Tom mi abbraccia e io mi faccio piccola, piccola contro di lui.






Hello people.
sono riuscita ad aggiornare, il capitolo non mi piace  , spero che 
 la storia vi  continui a piacere, spero di non aver fatto  qualcosa di sbagliato.
non so più che dire, spero che vi piace il  capitolo a presto e un bacio
Elen.

 

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Capitolo 18
*** Cerco le coordinate nel cielo per trovarti. ***


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Capitolo 18.

 
“Adesso che sei forte, che se piangi ti si arrugginiscono le guance.”


Ringrazio  Marta la mia  beta.
 
 





Appoggio il viso nell' incavo del collo di David; gli sfioro una mano e stringo il suo braccio.
Sta dormendo; ha il viso rilassato; sta sorridendo. E' bellissimo.
In questi giorni è peggiorato, tanto, che per aiutarlo a respirare, gli danno l'ossigeno.
Sospiro e lo stringo di più a me; chiudo gli occhi, non voglio minimamente pensare alla mia vita senza di lui. No, non ci riesco, non voglio, non posso.

- E ... len. - alzo la testa verso lui. 
- Dimmi. - gli chiedo preoccupata. 
- Ho sete. - mi fa un piccolo sorriso.

Mi alzo; sento un leggero brivido, impadronirsi del braccio che poco fa era sul materasso.
Mi avvicino alla scrivania in legno, dipinta di rosso; ricordo, che a dipingerla siamo stati io e lui quando eravamo piccoli.
Prendo la bottiglia d'acqua e il bicchiere; verso un po' d'acqua e torno da David.
Mi siedo accanto a lui; vedo che si alza piano; cerca di prendere il bicchiere e la mano gli trema.
E' debole, ma ha tanta forza di combattere; perché no! Non sarà la leucemia a vincere!
Mi ringrazia con lo sguardo e poi torna sdraiato; chiude gli occhi in una smorfia di dolore.
Ho voglia di piangere, ma non posso; non davanti a lui. 
Ora David, ha bisogno di avere delle persone forti accanto a lui; non gente che piange, gente che non sorride. 

- Hai bisogno di altro? Hai fame? Se vuoi, vado a comprare le ciambelle.- faccio un piccolo sorriso. 

David si gira verso di me e mi fa cenno di no con la testa.
Non ha nemmeno più la forza di parlare. Sospiro e mi alzo.
Mi avvicino alla finestra; sposto un po' la tenda e guardo fuori. Londra oggi è calma, tranquilla. Il sole entra nella stanza, andando a illuminare le fotografie che occupano il muro sopra il letto di David.
Fotografie che per la maggior parte ci ritraggono.
In una siamo in Italia, a Venezia, con un mega gelato fra le mani; piazza San Marco nello sfondo, e due enormi sorrisi a incorniciare i nostri visi.
Chissà se torneremo là, a mangiare di nuovo il gelato e a sorridere ancora. Io ci spero, cerco di vedere uno spiraglio di luce in tutto questo.
Prendo le chiavi, il casco, e mi avvicino a David. 

- Io vado, torno domani. - gli do un bacio sulla fronte; lui rantola qualcosa e mi fa un sorriso.

Scendo le scale; trovo Josephine appoggiata al lavandino; sta male. Lo si nota dai capelli, da come è vestita e dalle sue mani.
In genere, anche quando sta in casa, è sempre vestita bene; i capelli ben curati sempre puliti, così come le mani.
Ora non sembra nemmeno più lei e la capisco. Nessuna madre si aspetta, che il figlio di diciotto anni, che ha sempre avuto una buona salute, possa avere la leucemia.
Sospiro e picchietto sulla porta 

-Avanti.- 
Faccio un piccolo sorriso - Io ... - alzo la mano per indicare la porta. 

Vedo Josephine, asciugarsi con il dorso della mano le lacrime. 
Mi fa subito un enorme sorriso - Vai a casa?-

Mi soffermo a guardarla; la vedo prendere una spugnetta e pulire il tavolo che è già pulito; faccio un piccolo passo verso di lei, e cerco di buttare fuori qualche parola, ma si fermano in gola.

- S ... si. Se hai bisogno di qualcosa, basta che mi mandi un messaggio o mi chiami.-

Josephine si avvicina a me, e mi stringe in un abbraccio; la stringo di rimando e chiudo gli occhi. 
- Grazie. Grazie.- mi sibila all'orecchio.

Stringo ancora di più la presa, come se volessi far incrinare le costole ad entrambe.
Slaccio il contatto fra noi due; Josephine mi da un bacio sulla guancia e mi lascia andare.
Mi tiro su il colletto del giubbotto di pelle, infilo la borsa nel bauletto del motorino, e poi sfreccio sulle strade di Londra.

Mi butto sul letto; cerco di afferrare la cartella per prendere i libri per studiare, ma cado e per giunta di faccia.
Mi massaggio il naso che mi fa male e raccolgo i fogli che sono cascati.
Trovo una foto; ci siamo io e Tom; la sfioro e faccio un piccolo sorriso. Lo chiamo.
Dopo tre squilli mi risponde; io cerco di sistemare la mia scrivania; dovrei mettere a posto anche la stanza, visto che è un casino assurdo. 
Ma pulire camera è l'ultimo dei miei problemi.

*- Pronto? Piccola.- metto il vivavoce e appoggio il telefono sul letto 
* - Tom.-* così nel frattempo cerco il libro per studiare.
*- Che cosa è successo ? -* corrugo la fronte guardando il telefono. 
*- Deve succedere per forza qualcosa quando ti chiamo ? -* sento che ha l'affanno. 
*- Eheheheh.-* prendo il libro e mi butto, stile delfino, nel letto. 
*- Ti volevo chiedere se venivi a casa mia, sono sola. Mamma ha delle visite e Sebastian fa il turno all'ospedale. Ma stai correndo?-*
Sento le macchine di sottofondo *- Si, sto correndo. Tesoro vado a casa, faccio una doccia e vengo.-* sospiro *- Fai presto, ho bisogno di parlare.-*faccio un piccolo sorriso 
*- David ? -* faccio cenno di si con la testa, come se lui potesse vedermi. 
*- Si.-* sento solo il suo affanno e qualche bambino di sottofondo. 
* - Faccio presto, promesso. Tu, non aprire a nessuno!-* rido 
*- Da quando sei mia madre? -* gli dico ridendo, e lui fa lo stesso; ci salutiamo e chiudiamo la chiamata.

Mi rigiro nel letto cercando una posizione comoda per studiare; sul fianco; pancia sotto; pancia in su; seduta con le gambe incrociate; ma alla fine mi siedo alla scrivania.
Sposto tutto quello che ho su di essa con il braccio; la maggior parte delle cose sono bottiglie e bicchieri di plastica.

Guardo l'ora e sono le quattro e cinque, è passata mezzora da quando ho chiamato Tom; ora starà in doccia o in accappatoio. Si starà asciugando i capelli, infilando una tuta e starà vendo da me. 
Elen! Smettila di farti tanti problemi, Tom sarà qui presto.
Mi porto le mani alle tempie; il mal di testa mi sta uccidendo; abbasso la testa sul libro e chiudo per qualche istante gli occhi; sembra che così, il dolore si allievi.
Sento suonare il campanello; alzo immediatamente la testa e corro verso il piano di sotto scalza.

- CHI E'? - urlo dalle scale, tirando fuori le chiavi di casa.
- TOOM.- sorrido e apro la porta.

Ha un enorme sorriso, uno di quelli luminosi. 
Ne avevo di bisogno… mi butto letteralmente fra le sue braccia, cercando di non farlo cascare. 

- Cos’è tutto questo affetto ? - mi stringe a lui; sento che mi da un bacio sui capelli. 

Strofino il naso contro il suo petto. Noto che ha un sacchetto fra le mani. Sciolgo l'abbraccio e timidamente gli chiedo che cos’è. 
Mi porto le mani davanti alla bocca e comincio a mangiucchiare le maniche della maglietta; sembro un criceto. 
Lo guardo con due occhi da "cerbiatto", come li definisce mamma; lui alza il sacchetto e ride. 

- Ho preso delle ciambelle e dei cookies.- .

Quando si parla di ciambelle mi trasformo in Homer Simpson.
Faccio un mega sorriso e gli faccio cenno di andare in cucina, mentre io chiudo la porta.
Appena entro nella stanza; vado verso il frigorifero e tiro fuori la bottiglia del latte. 
Con i cookies e le ciambelle, il latte è la miglior bevanda.
Prendo due bicchieri; giro su me stessa e guardo Tom che non si è ancora tolto il giubbotto di pelle.

- Ti scoccia se andiamo in camera mia? Sto finendo di studiare.- faccio un piccolo sorriso; lui annuisce 
- Sicura che riuscirai a studiare in mia presenza ? - mi chiede mentre saliamo le scale. 
- Infatti tu mi aiuterai! Mi manca solo letteratura.- gli faccio un piccolo sorriso.
Entriamo in camera e appoggio tutto sulla scrivania - Non badare al casino, ma non ho voglia di mettere a posto.- 

Lui mi dice di non preoccuparmi; nel frattempo, io frugo nel sacchetto e prendo una ciambella. 
Mi sdraio nel letto; Tom si toglie il giubbotto; ha una maglietta nera aderente e un paio di pantaloni a sigaretta.
Si siede accanto a me con un cookies nella mano destra, e con la sinistra cerca di non far cascare le briciole. 
La ciambella è buonissima! Vedo Tom che si guarda in torno; poi indica il poster di Iron man che è sopra la porta. 

- Ti piace Iron man? - lo guardo e faccio cenno di si con la testa, lui sorride. 
- Esci con il cattivo per eccellenza e ti piace l'eroe?- riduco gli occhi a due fessure 
- Robert ha il suo fascino, non prendertela.- gli dico facendo la linguaccia e tornando a mangiare la ciambella.

Lui rimane a fissarmi con un’espressione ebete; c’è rimasto male; io rido e torno sul libro 

- Vorresti dire, che preferisci Robert a me ?- alzo lo sguardo e gli faccio un piccolo sorriso. 
Vedo che si alza e prende il sacchetto dei cookies e le ciambelle
- Dopo questa me ne vado! E prendo anche i cookies! - mette il broncio, ma prima che possa aprire la porta, mi lancio direttamente in braccio a lui.

Caschiamo tutti e due; lui sbatte la schiena sul pavimento e fa una smorfia di dolore. 
Rimaniamo un attimo a fissarci e poi scoppiamo a ridere entrambi; mi sdraio al suo fianco e stiamo fermi immobili.
Tom mi fa dimenticare tutto quello che ho attorno; mi fa dimenticare la malattia di David; il brutto voto che ho preso stamani a fisica; mio padre; la paura di perdere il mio migliore amico. 
Mi faccio immediatamente seria e lui lo nota. 

- Elen tutto bene? –

Rimango a fissarlo per qualche istante, fino a che non mi avvicino a lui e lo abbraccio. 
– No ! - gli dico secca; sento che mi accarezza un braccio, 
- Dimmi tutto.- dice lui; io fisso il soffitto. 
- Oggi sono stata da David.- sento che fa un profondo sospiro, 
- Non riusciva nemmeno a parlare.- sento gli occhi farsi lucidi. 
- Ho paura Tom. Troppa.- lui mi stringe più forte. 
- Non voglio perdere qualcun'altro, non voglio stare male di nuovo. Se succedesse, so che cederò; so che non rius.... – 
- Shhhhhh.- mi giro a guardarlo. Tom ha gli occhi persi nel vuoto
- Non pensare sempre negativo.- si gira verso di me e mi accarezza una guancia con un dito. 
- Vedrai che David si rimetterà; basta che gli stai accanto e gli dai tutta la tua forza.- chiudo gli occhi e lo abbraccio 
- Grazie Tom.- 

Vedo che sorride e mi tira su il viso. Rimango per qualche istante a fissarlo negli occhi, così liberi. 
Mi bacia; è dalla sera del suo compleanno, quando prima di dormire, lui ha cercato di fare qualche approccio, che quando mi bacia, sento come se il petto stia bruciando; le gambe tremano e ho una strana sensazione al basso ventre.
Credo che anche lui, si sia accorto di quello che mi accade, perché molte volte, lo vedo sorridermi in modo malizioso e io mi vergogno.
Tipo come ora. Senza staccarmi dalle sue labbra mi metto a carponi su di lui, ci fissiamo negli occhi e approfondiamo il bacio. 
Mi sento sicura di quello che voglio fare; non mi sento legata, non ho qualcosa dentro che mi dice di fermarmi
Sento le sue mani sui miei fianchi; mi alza la maglietta e accarezza la mia pelle. Spinge il mio bacino contro il suo; io appoggio le mani sul suo viso; chiudo gli occhi e mi lascio andare.
Tom sposta le mani sul mio collo; sono fredde, amo questa sensazione caldo/freddo che si sta formando.

- ELEN SONO A CASA! -sgrano gli occhi; mamma è a casa! 

Mi alzo immediatamente, andando a sedermi sulla scrivania. 
Mi metto a posto i capelli e la maglietta; Tom si aggiusta i pantaloni e si sposta i capelli, da due colpi di tosse e si siede sul letto.
Mi guardo allo specchio; sono rossa come un peperone.

Vedo aprire la porta di camera - Ele... Oh ciao Tom.- lui fa cenno con la mano a mamma, e lei si avvicina a me. 

- Tesoro faccio del tè, ne volete ? - guardo Tom che sta sfogliando un giornale; mi fa cenno di si con la testa 
- Si mamma, grazie. - gli faccio un sorriso; lei mi da un bacio sulla fronte, prende la bottiglia del latte, frega un biscotto dal sacchetto e se ne esce facendo ciao con la mano.

Guardo il libro; non riesco a girarmi verso Tom, così continuo a scrivere; non so nemmeno che sto scrivendo. Sento che sospira. 

- Elen ... - chiudo gli occhi; prendo coraggio e mi giro 
- Dimmi!- gli chiedo timidamente, mentre mi sposto una ciocca di capelli. 
Lui fa un piccolo sorriso, - Sei rossa come un peperone.- dice lui ridendo, 

Chiudo gli occhi, e prendo la prima cosa che mi capita, lanciandogliela.
Lui si copre con entrambe le mani cercando di ripararsi, io mi giro verso il libro cercando di leggere le ultime due righe.

- Vieni qui.- mi dice Tom, ma non lo ascolto - Ho bisogno di un abbraccio. Se non lo fai tu, guarda che abbraccio il poster di Iron man! - mi giro e lo fisso con gli occhi ridotti a due fessure; ma che gli prende oggi? 

Alla fine mi alzo e mi metto di fianco a lui abbracciandolo.
Sospiro e penso a quello che mi ha detto tempo addietro Zac.

- Che succede? - mi chiede dandomi un piccolo bacio sulla fronte. 
- Nulla, stavo pensando a quello che mi ha detto Zachary il giorno del tuo compleanno.-, Tom scioglie l'abbraccio, corruga la fronte e mi guarda strano 
- Che ti ha detto? -. Ci sediamo tutti e due sul letto; io sulle gambe di Tom, allaccio le braccia al suo collo e lo fisso. 
- Il pomeriggio del tuo compleanno ho dato una mano per la festa a sorpresa.- lui fa cenno di si con la testa - A me e a Zac è toccata la sala, invece a Ben e a Chris la camera.... - chiudo gli occhi e li riapro di scatto - ..... Bene ! Prima che iniziassero, ho chiesto perché dovessero mettere a posto la camera, e loro si sono guardati fra di loro con quel " sorrisetto " che fanno tutti gli uomini prima di fare " qualcosa" – Tom rimane a fissarmi 
- Così mentre pulivo i bicchieri, e Zac li metteva a posto, ho parlato del nostro rapporto.- Tom sposta la testa - Per rapporto, intendi quel rapporto giusto ? - faccio si con la testa. 
Lo vedo guardare un punto lontano nella stanza; appoggio la testa contro la sua clavicola.
- Io sono pronta Tom, ma non voglio che tu finisca nei casini. - lo stringo a me; lui fa un piccolo; sospiro - Non ne farai, ma credo sia meglio aspettare. E, non lo dico perché non ti apprezzo, anzi, ti amo davvero tanto.- gli faccio un piccolo sorriso e lo bacio a fior di labbra; lui si stacca ma rimane ancora vicino alla mie labbra. 
- Però dovremo stare attenti tutti e due. – io aggrotto le sopracciglia e lui ride 
- Siamo tutti e due eccitati ultimamente, e non dirmi di no, perché lo noto anche in te... - mi stuzzica il naso - ... hai notato poco fa quello che stava per succedere ? Almeno tua madre avvisa quando entra in casa! - ridiamo tutti e due; io un po' imbarazzata 
- Ti amo Elen. - mi da un bacio sulle labbra. - Ti amo. Ti amo. Ti amo.- mi riempie di baci, io cerco di fermarlo dandogli un pizzicotto sul naso. - Aio ! - urla mentre si copre il naso. 
Lo tiro a me e gli do un bacio sulla fronte. - Ti amo anche io Tom.- 


Infilo il cappotto nero, gli occhiali da sole e metto dei pacchetti di fazzoletti nella borsa.
Scendo al piano di sotto come uno zombie. Guardo mamma che è sulla porta d'ingresso, fasciata in un lungo vestito nero che mette in risalto l'enorme pancia.
Mi fermo a guardarla per qualche istante, si avvicina e mi abbraccia 
- Ti voglio bene. Ma ti prego, rimani forte almeno per oggi.- esito un attimo prima di abbracciarla; conficco le mie unghie nelle sue spalle e la stringo a me; gli occhi mi cominciano a bruciare, ma caccio indietro le lacrime. 
- Non ti prometto niente.- le sibilo all'orecchio.
Quando arrivo a casa di David, trovo tutti i suoi parenti. I suoi cugini più grandi, sono seduti sui gradini delle scale che fissano un punto morto nell'asfalto; i suoi zii parlano tra di loro, e sua mamma piange ininterrottamente; appena mi vede mi corre incontro e mi abbraccia.
Sto in silenzio; in questi momenti, le parole non hanno alcuna forza e conforto. La stringo a me, per evitare che mi crolli fra le braccia, piange.
- Elen .... - la sua voce è rotta, vuota e io non riesco a trattenermi e scoppio in lacrime. 
- Non ... piangere. - la stringo più forte 
- Non posso.- faccio un enorme sospiro e chiudo gli occhi, abbandonandomi in un pianto sordo.
E chi non piangerebbe dopo aver perso un figlio di leucemia ? 
Chiudo gli occhi. Si, purtroppo David alla fine non ce l'ha fatta; la Leucemia ha vinto. 
Sembra che Dio si diverta a portarmi via le persone a me care. 
Sospiro e mi avvio verso il piano di sopra, dove David è ancora li. Quando entro in camera, trovo Emma in fondo al letto che singhiozza; appena mi vede mi fa cenno con la testa per salutarmi.
Quando vedo David, disteso nel letto con una maglia dei " Kiss", jeans strappati e anfibi mi prende una morsa allo stomaco. 
Sorride. 
Quel sorriso mi mancherà, fino a che anche io non chiuderò gli occhi per sempre. 
Mi avvicino a lui, mi siedo accanto a lui e gli prendo la mano 
- Ti ricordi quando mi prendevi la mano, e mi facevi sempre quel giochino, dove mi facevi male ? - caccio via una lacrima con il dorso della mano, - Sto sperando che tu lo stia facendo adesso.- Sospiro - Non posso credere che tu non ci sia più; che non ti vedrò più la mattina arrivare a scuola in sella al tuo scooter, che non vedrò più un concerto dei Coldplay con te. - mi guardo intorno e trovo di nuovo la foto dell'altro giorno, io e lui a Venezia; chino lo sguardo e lo fisso. - Ora, ti sveglierai e urlerai " E ' tutto uno scherzo, brutti idioti ! ". Perché sto ancora sperando che sia uno dei tuoi soliti brutti scherzi.- chiudo gli occhi, ma le lacrime ormai lavano le mie guance, i miei capelli e cadono nel pavimento - Ma so che non accadrà, perché tu non ci sei più. Perché te ne sei andato per sempre e io dovrò farmene una ragione. - 
Gli accarezzo la testa e gli sfioro la guancia ormai fredda. - Ti voglio bene David, te ne vorrò sempre; spero che almeno questo te lo ricorderai.-.

Mi alzo, scappando fuori dalla stanza e dalla casa. 
Mi rifugio in macchina, crollando nelle mie lacrime.
Accendo la radio, ma passano tutte canzoni tristi, la spengo. Mi raggomitolo su me stessa e piango. Piango fino a che non sento gli occhi farmi male, e le guance andarmi a fuoco.
Ho il trucco tutto colato e sbavato, ma in questo momento non mi importa, di essere impresentabile. 
Sento picchiettare sul vetro del finestrino, mi giro e trovo Tom. 
E' venuto anche lui al funerale. Scendo dalla macchina, asciugandomi le lacrime. Lui mi guarda con una faccia affranta, mi infilo gli occhiali da sole e mi butto fra le sue braccia 
Premo il viso contro il suo petto; così forte, che gli occhiali mi fanno male, beh! Almeno evito di sporcargli la camicia bianca. Nessuno dei due parla; sospiro, e slaccio l'abbraccio.
- Mi dispiace Elen ... - appoggia una mano sulla mia spalla; mi giro verso di lui e sibilo un flebile - Anche a me…- sospiro e prendo la sua mano.
Camminiamo fino alla chiesa; non ho mai visto così tanto nero intorno a me, così tante persone, così tanti visi affranti.
Sono stata rare volte ai funerali; non sono nemmeno andata a quello di mia nonna. Mamma mi ha lasciata a casa con Sebastian quel giorno, semplicemente perché sapeva che non avrei retto. 
Infatti, non so come riesco a stare in piedi in questo momento. Appoggio la testa contro il braccio di Tom, lui passa una mano intorno al mio collo e mi stringe.
Sto per scoppiare di nuovo a piangere; non posso farci niente, sono una persona debole, schifosamente debole.
" Non piangere " facile a dirlo per mia mamma; lei non ha perso una persona che può definirsi un fratello.
Una persona che conosceva ogni paura, ogni felicità, ogni debolezza. Io e David conoscevamo tutto di noi, non c'erano segreti e mai ce ne saranno.
Sospiro e alzo il viso in direzione della bara. Ora David è li dentro, solo con tutti i suoi sogni infranti.
Mi sale un senso di rabbia dentro; potevo fare qualcosa, ma non l'ho fatto; potevo salvarlo, ma non ci ho pensato. 
Che stupida, che emerita stupida sono stata. 
- Non crollare.- mi sussura Tom all'orecchio; mi giro verso di lui e faccio un flebile sorriso, 
- Non ti prometto nulla.- abbasso lo sguardo e fisso le mie scarpe nere.
La cerimonia è durata un' ora e mezza; ora stiamo andando verso il cimitero.
In macchina c'è silenzio; Tom è intento a guidare, mentre io guardo fuori dal finestrino.
Niente radio, niente parole, in questi momenti il silenzio è la migliore cosa. 
Le persone sfrecciano accanto a noi, come le case e le strade. 
Oggi il tempo a Londra è nuvoloso e fa freddo.
Sospiro e appoggio la testa sul seggiolino della macchina. Non chiudo occhio da tre giorni, dalla morte di David; da quando quella notizia, mi è stata sbattuta davanti come se fosse niente. 
Tom parcheggia la macchina vicino a quella di Emma e scendiamo.
Tutto è finito, ora David è sotto tre metri di terra. Rimango a fissare la terra sotto di me. 
Era forte; stava combattendo, ed era a un passo dalla vittoria, ma molte volte, quando una persona è convinta di vincere, all'ultimo rimane fregata. 
Lascio una rosa rossa sulla tomba; mi giro verso Tom, che per tutto il tempo, è stato in silenzio accanto a me, con le mani in tasca al suo completo nero.
Mi fissa, ma non ha il suo solito sorriso a rendere migliore il mio stato d'animo.
I suoi occhi sono vuoti e tristi. Si avvicina a me e mi abbraccia; sento che mi accarezza i capelli, e io strofino la faccia sul suo petto. 
- Andiamo ? - faccio cenno di si con la testa e sciolgo l'abbraccio. Prima di andarmene mi chino
e tocco la terra. 
- Torno a trovarti domani, promesso David.- 
Sento una lacrima scendere sul mio viso; sospiro e mi rialzo prendendo la mano di Tom che è li accanto.
Emma è poco distante da noi, ha degli enormi occhiali che le nascondono gli occhi rossi.
Mi fermo davanti a lei e l'abbraccio; Emma era diventata in questi mesi, un altro palo importante per David. Sento che mi stringe a sé; è distrutta come me, come tutti.
- Elen ... - la voce di Emma è roca, spezzata. 
Mi giro a guardarla per qualche secondo. Vedo, che dalla borsa tira fuori una busta bianca.
- Tieni, l'ha scritta David, e mi ha chiesto di dartela perché tu la leggessi quando saresti tornata a casa dal funerale.- increspa le sue labbra, sporcate dal rosso del rossetto in un piccolo sorriso.
Fisso la lettera per pochi istanti, prima di prenderla in mano; la ringrazio e mi dileguo con Tom.
Mentre sto aspettando di andare a casa, aumenta la mia voglia di leggere la lettera. 
- Tom. Ferma la macchina.- con la coda dell'occhio noto che mi sta guardando. 
- Elen ... - sospiro. 
- FERMA. LA. MACCHINA.- dico ringhiando fra i denti; lui fa come gli ho detto e accosta la macchina in una piccola stradina di Londra.
Strappo l'involucro della busta e sfilo frettolosamente la lettera.
Guardo Tom, per poi aprirla.
" Cara Elen.
Lo so che al primo impatto noterai una ottima calligrafia." sorrido un pochino. Beh si! In effetti, è troppo bella per essere la calligrafia di David. 
" Infatti, le mie mani, oggi, saranno quelle di Emma; non ho la forza per scrivere.
Volevo solo ringraziarti per tutti questi anni; per essermi stata vicina, e per esserti presa cura di me. 
Ora, voglio, che da oggi in poi, tu ti prenda cura di te stessa come lo facevi con me; lo raccomando anche a Tom. Perché tanto, so che la starai leggendo insieme a lui questa lettera.

Quindi mio caro " Dio dell'inganno" trattala bene; perché se no, tornerò anche sotto forma di zombie pur di picchiarti." guardo un secondo Tom che fa una piccola risata come me. " Ti ringrazio Elen; ti ringrazio per tutto quello che abbiamo passato insieme. Di come mi hai accettato nella tua vita, e di come mi hai reso una persona forte.
Ti voglio bene, e te ne vorrò per sempre.
Sospiro evitando di piangere; stringo a me la lettera, mentre Tom accende il motore per ripartire.
Rimango a fissare le nuvole, che camminano piano, su nel cielo.
Caro David, sarai sempre la mia forza.





non  picchiatemi se ho  scelto di  far morire David, 
ma non tutte le storie sono sempre felici, ci  deve essere sempre un punto di rottura.
non so che dirvi, anzi si. 
grazie ai  lettori  silenziosi, a quelli che hanno messo  la mia storia fra 
i preferiti,  ricordate o semplicemente seguite.
a preso e un bacio enorme 
Elen.

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Capitolo 19
*** “La bellezza sta negli occhi di chi guarda… ed io vedevo una bellezza naturale.” ***


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Capitolo 19
 
«Grazie di essere il mio eroe.»
«È tutto cio che avrei voluto essere.»
-Diario di una nerd superstar.

 
Lego i capelli in una treccia a spiga di grano morbida, lasciandoli cadere di lato. Appoggio le mani al mobile, fisso il mio riflesso allo specchio e poi sospiro.
Sono passate due settimane dal funerale di David, due settimane durante le quali sto cercando di sopportare la sua assenza. Prendo la borsa accanto al letto e scendo giù in cucina.
Mamma si sta massaggiando la pancia, ormai mancano tre giorni al parto ed è preoccupata. Picchietto sulla porta, la vedo girarsi di scatto e mi fa un piccolo sorriso.
- Ehi.- mi avvicino e mi appoggio alla penisola in marmo nero. - Io ... io esco- sospiro e prendo le chiavi dalla borsa, - Mi raccomando, stai attenta.- faccio cenno di si a mia mamma e lei si alza faticosamente e mi abbraccia. - Se succede qualcosa, chiama.- la stringo forte a me.
- Tranquilla, tu invece cerca di stare bene oggi. - e facendo un piccolo sorriso e esco di casa.

Tom mi ha promesso di passare tutta la giornata insieme, mi farà bene stare con lui per tutto il giorno, in queste due settimane mi è sempre stato vicino cercando di tenermi sempre occupata.
Scendo le scale della metropolitana, Tom mi aspetta a Notting Hill un bellissimo quartiere a trenta minuti dal centro di Londra.
La metro è stra piena, mi manca il respiro da tante persone che ho attorno. Tengo stretta la borsa che porto a tracollo e fisso i miei piedi, non mi piace incrociare lo sguardo delle persone.
Scendo colpendo le spalle delle persone, sono sbombacciata come una bottiglia d'acqua. Chiedo scusa, scivolando sulle scale per poter respirare una boccata d'aria.
E' tanto che non vengo a Notting Hills, mi ricordo che l'ultima volta ci sono stata con papà , doveva compare un regalo a mamma ma poi alla fine gli aveva comprato un mazzo di rose.
Mi guardo intorno, ma di Tom nessuna traccia. Prendo il cellulare dalla borsa e digito il suo numero. Suona a vuoto, mi mordo il labbro e picchietto il piede a terra. Non sono impaziente o perché è in ritardo, solo che non mi piace stare tanto lontana da casa e sola.
- Sono qui ! - mi giro di scatto e sospiro. Tom è dall'altra parte della strada, con un cappellino nero, golfino grigio, jeans e occhiali da soli. Fa cenno con la mano.
Mi da un bacio, ma lo fermo subito vedo che aggrotta la fronte - Possono vederci ! - gli sussurro, lui alza le spalle e ride - Posso passare una giornata normale con la mia ragazza ? Per favore ! - sospiro e gli faccio cenno di si con la testa, lui mette un braccio intorno al mio collo e iniziamo a camminare.
Nottingh Hill è un bellissimo quartiere, non mi dispiacerebbe prendere casa qua. 
Mi guardo intorno. C'è un piccolissimo bar che fa angolo alla strada, mi giro verso Tom - Hai fatto colazione ?- nel mentre indico il bar, lui si gira e mi fa cenno di no con la testa - Allora andiamo a farla ?- gli chiedo timidamente, lui mi fa un piccolo sorriso - Ma certo ! Piccola.- . Apre la porta, mi fa entrare per prima. Lui e le sue buone maniere. 
Nel locale c'è un ottimo odore di paste calde e caffè, l'apoteosi per il mio naso. Ci sediamo in un piccolo tavolo per due appartato, lontano dagli occhi indiscreti delle persone, che si stanno già chiedendo se è il ragazzo insieme a me è Tom o no.
- Che prendi ? - gli chiedo, mentre con la coda dell'occhio guardo una donna scattare una foto con il suo Iphone verso il nostro tavolo. - Mmmm credo una colazione completa e tu ? - non smetto di fissare la donna che ci sta scattando le foto, sospiro, mi sto per innervosire. Sento una mano di Tom sulla mia, mi giro verso di lui e incontro uno dei suoi più grandi sorrisi. 
- Calmati. Non dargli confidenza, prova a ignorarla.- chino lo sguardo e lo rialzo immediatamente - Ma ... - Tom accarezza il dorso della mia mano con il pollice, - Io faccio sempre così, cerco di apparire calmo e faccio finta che non mi diano noia. Così scattano due, tre foto e se ne vanno via.- faccio cenno di si con la testa e torno a leggere il menù.
- Comunque io prendo un cappuccino e una pasta con la crema.- faccio un piccolo sorriso, - Mangi così poco ? - mi chiede lui preoccupato, - Ho paura di stare male, non voglio rovinare la giornata.- Tom mi fa un piccolo sorriso e torna a leggere il menù. Rimango a fissarlo per qualche secondo, ha delle leggere occhiaie e delle piccole rughe intorno agli occhi. E' stanco, ma non vuole dirmelo. Dovrebbe dormire e non stare dietro a me. - Tom ... - dico con flebile voce, lui alza immediatamente lo sguardo, mi fa un enorme sorriso. -Dimmi....- rimango a fissarlo così, perché mi andava di farlo. Sembro una pazza ma rimarrei a fissarlo così per giornate intere anche con le occhiaie e le piccole rughe che ha. Perché è proprio quando è stanco che è bellissimo. 
- Nulla ..... mi andava di dire il tuo nome.- inclino di lato la bocca e nel frattempo lui ride.
- Ecco a voi ! - la voce della cameriera mi distoglie da quella specie di trans in cui sono cascata, mi giro verso di lei e gli faccio un enorme sorriso. - Grazie.- gli dico e la ragazza si dilegua immediatamente.
Tom ha preso una colazione a base di salsicce, fagioli, uova e cappuccino, in genere io di prima mattina mangio solo due uova per tenermi leggera.
Voglio capire dove tutti quei carboidrati se li mette.- Buon appetito ! - mi dice tutto contento - Buon appetito Tom.- dico piano addentando la mia pasta con crema pasticcera, è buonissima.
- Ne vuoi un po' ? - faccio cenno di no con la mano, - No grazie Tom. I fagioli di prima mattina mi fanno stare male.- faccio un piccolo sorriso, lui mi fissa - Sicura ? - faccio cenno di si con la testa, sposto la tazzina e appoggio i gomiti sul tavolo, tenedo il viso con le mani. Tom mangia piccole porzioni velocemente è interessante guardarlo mangiare, sembro matta lo so, ma mi piace.
Sospiro e abbasso lo sguardo. Mi massaggio il collo, ieri ho fatto tardi e sono stata tutta la sera sui libri. - Che hai ? - alzo la testa, inclino la bocca - Nulla solo un po' di mal di collo.- abbasso lo sguardo e fisso la tazza vuota. 
- Andiamo ! Ti porto al London Eye.- faccio un mega sorriso. Paghiamo il conto e usciamo dal locale. - Come mai il London Eye ? - gli chiedo mentre gli prendo una mano. - fa una piccola risata, - So che ti piace molto, visto che è una bella giornata sarà meraviglioso. - mi sorride e io appoggio la testa sul suo braccio. Percorriamo una piccola strada circondata da meravigliose case bianche, mi sembrano famigliari ma non ho mai messo piede in questo quartiere, nemmeno quando ci sono stata con papà. 
- Belle vero ? - , mi giro verso Tom, - Oh si, hanno un non so che di romantico. - gli dico mentre mi guardo ancora intorno. -Ci hanno girato anche un episodio della seconda stagione di Sherlock.-, sgrano gli occhi e mi soffermo un attimo, vedo Tom continuare a camminare - Ecco dove avevo già visto queste case ! - esulto puntando il dito alla casa di fianco a me, lo vedo ridere. - A Scandal In Belgravia, con Irene Adler ! Oh, ho adorato quell'episodio.- quando parlo di serie tv, sono un fiume di parole, nessuno riesce a farmi smettere di parlare.
- Eheeheh ! Già proprio quella.- Tom mi fa un enorme sorriso e io rimango imbambolata davanti alla casa come una scema.
- Dai muoviti, prima del London Eye andiamo a rilassarci a Holland Park. - mi strattona un po' e poi mette il braccio intorno al mio collo. 



Holland Park è considerato il parco più romantico e molto alla moda. Ci sono un sacco di pavoni e piccoli scoiattoli, ricordo che da piccola ne portai a casa uno, ma scappò il giorno dopo. Il sole scalda il mio viso nascosto dagli occhiali da sole, Tom è affianco a me, posso notare da dietro le lenti scure ( ma non troppo ) che ha gli occhi chiusi.
Mi avvicino a lui e mi raggomitolo, sento che alza il braccio che teneva sotto la testa e appoggia la mano sulla mia spalla. Potrei stare così per sempre. Sento il suo cuore battere forte, come un batteria, sposto il mio braccio come per andargli a cingergli la vita. 
La sua vita è fine, ma mai come quella di Michael Fassbender. Adoro questa caratteristica in un uomo, come posso dire ? La trovo sexy.Sento l'erba vicino a me muoversi ma non c'è vento, mi metto seduta, sciogliendo l'abbraccio.
Quando mi isso su sedendomi, poco distante da noi c'è un piccolissimo scoiattolo che cerca da mangiare, faccio un piccolo sorriso e scrollo Tom per fargli vedere il piccolo amico vicino a noi. - Guardalo ! Non è carino ? - Tom mi guarda male, - Che cè ? - gli dico ridendo, - Non ti piacciono ? - fa cenno di no con la testa. - Una volta da piccolo mi ha morsicato un orecchio. Da quel giorno provo fobia per gli scoiattoli.- rimango per qualche secondo seria ma poi gli scoppio a ridere in faccia. - Ma sei serio ? - non smettevo di ridere, lui continua a dire di smetterla ma non ce la faccio.
- So che da oggi in poi mi prenderai in giro per questo, vero ?- faccio cenno di si con la mano, mentre l'altra me la porto sullo stomaco e cado sdraiandomi.
Continuo per cinque minuti a ridere, fino a che non noto che Tom c'è rimasto male.Mi siedo di nuovo, cerco di smettere di ridere e appoggio la testa sul suo braccio - Scusa .....- , lui non accenna ad ascoltarmi. 
Gli punzecchio il polso ma lui continua a fissare il lago davanti a noi. Sospiro, possibile che riesco sempre a rovinare tutto ? Sono proprio una stupida, Dio che cretina che sono.
Cerco il cellulare dentro la borsa e trovo un messaggio di Sebastian * Tutto occhei ?* , non mi va di rispondere ora, magari lo farò più tardi se me lo ricorderò.
- Andiamo al London Eye.- mi giro verso Tom che ormai si era alzato. Io mi isso su, pulendomi dai residui di erba e foglie secche. Lui cammina davanti a me, io rimango dietro e cerco di prendergli la mano ma lui la scansa.
Sospiro, odio quando le persone sono così permalose, io l'ho buttata sul ridere, perché era da buttarla sul ridere. Un uomo di trentadue anni che ha ancora paura degli scoiattoli è assurdo !













Siamo in fila da due ore, ho i piedi che stanno urlando dal dolore e il panino mangiato di fretta e furia che sta facendo a botte con il mio stomaco.
Siamo a Maggio ma fa un caldo assurdo.
Tom non mi parla ancora, anzi si limita a dire: si, no, ho caldo, ho sete, voglio sedermi. Ma non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Appoggio la testa contro il suo braccio e fisso i miei piedi.Credevo che il London Eye non fosse l'unica attrazione ad attirare così tanti turisti. Io, per esempio andrei a visitare Madame Tussauds o l'appartamento di Sherlock e John.
Forse è anche vero che oggi è Domenica e anche i Londinesi come me e Tom si concedono un giro sull' " occhio di Londra.". - Soffri di vertigini ? - mi giro verso di lui e alzo un sopracciglio, 
oh beh almeno mi ha rivolto parola - No, tranquillo.-.
Lui torna a guarda da un'altra parte e lo stesso faccio io, da lontano vedo una chioma nera molto famigliare, assottiglio gli occhi per vede meglio. E'Julia, la mia compagna di scuola, ci mancava solo questa ! 
Cerco di nascondermi al meglio che posso dietro un signore, Tom nota il mio comportamento, ma rimane zitto.Mi giro di schiena per evitare che mi riconosca, Tom poggia un braccio sulla mia spalla e così sposta i miei capelli. Sento la voce di Julia passare distante da me e spero vivamente che non si accorga di nulla. Mi faccio rigida.
- Se ne è andata.- mi dice piano, mi giro verso di lui e aggrotto la fronte, - Come fai a sapere che ... - , inclina di lato la bocca, - Ho notato come la guardavi, poi appena la ragazza si è fatta più vicina ti sei girata di scatto verso di me.- assottiglio gli occhi e appoggio la testa sul suo petto.
Quando riusciamo a salire su una cabina del London Eye mi siedo immediatamente per qualche secondo sulla panchina centrale. I miei piedi non ce la fanno più, non posso togliermi le scarpe qua dentro ma appena arrivo a casa, nessuno mi toglie la libertà di andare scalza.
Tom si è appostato vicino al vetro della capsula per vedere Londra. Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro. Ho rovinato un bellissimo momento oggi.Sento le sue mani appoggiarsi sulle mie braccia, - Vieni qua. - fa sciogliere l'abbraccio per farmi mettere davanti a lui. Londra vista da quassù è meravigliosa, sento le braccia di Tom cingermi e stringermi a lui.- E' bellissimo vero ? - faccio cenno di si con la testa, lui appoggia la sua sul incavo del mio collo, ha la pelle fredda e rabbrividisco. 
- Hai freddo ? - faccio cenno di no con la testa, mi giro verso di lui e gli do un piccolo bacio all'angolo della bocca. - Scusa per prima.- gli sussurro, lo vedo fare un piccolo sorriso - Dovrei scusarmi io per come mi sono comportato. Sono un po' permaloso.- ha lo sguardo puntato verso la città. 
- Vuoi andare a casa ? - faccio cenno di no con la testa. - No. Sarei sola, mamma e Seb sono fuori a passare una tranquilla giornata.- mi stringe di più a se - Vieni a casa mia? - stropiccio il naso - Ho dei biscotti e del latte, potremo fare merenda.- aveva un piccolo sorriso, mi giro verso di lui e lo abbraccio. - Va benissimo.- .


















Appena entro in casa di Tom, gli chiedo gentilmente se posso 
togliermi le scarpe, lui mi fa cenno di si con la testa e si avvia in cucina.
Sposto una ciocca di capelli dietro le orecchie e mi avvicino alla cucina. Rimango sulla soglia della porta, Tom nel frattempo ha tirato fuori i biscotti e il latte.
- Li ha fatti mia madre.- inclina di lato un angolo della bocca, - Spero ti picciano, sono con i frutti di bosco.-. Mi avvicino a lui e ne prendo uno, - Sarò sincera non li ho mai provati così, ma c'è sempre una prima volta no ? - faccio un piccolo sorriso e addento il biscotto, è squisito.
Lui mi fissa per un attimo con uno strano sguardo sul viso, riduco gli occhi a due fessure e gusto per bene il cibo che ho in bocca. Tossisco e porto una mano davanti alla bocca; - Fai i complimenti a tua madre, sono squisiti.-. Lo vedo calmarsi, come se il mio giudizio valesse tanto - Menomale, sennò la sentivi mia madre, Eheheheh ! - scoppiamo a ridere tutti e due.
Ci spostiamo in salotto, Tom ha preso un film dalla sua collezione e ce lo stiamo godendo spaparanzati sul divano.
Ma io non seguo molto il film, sto pensando che lui non starà per sempre insieme a me. 
Magari conoscerà qualcuno durante i suoi viaggi, per girare film e se ne innamorerà; insomma non potrà stare per sempre con me ! 
Scaccio via immediatamente il pensiero, mi giro a guardarlo, si è addormentato.
In una mano tiene il telecomando e l'altra la usa a modo cuscino, gli passo una mano sul viso e mi alzo. Vado in curina.
Finisco il mio bicchiere di latte e lo appoggio nel lavandino.
Non so che fare, Tom dorme troppo beatamente, non voglio voglio disturbarlo. Prendo la borsa, mi sono portata dietro un cambio. Ho il vizio di portarmi via la roba da vestire, mi cambio varie volte al giorno. Mi devo sentire sempre pulita.
Salgo le scale e entro in bagno; apro l'acqua e aspetto che la vasca si riempia.
Approfitto che Tom sia addormentato. E' tanto tempo che non mi rilasso in una vasca da bagno. Sento con un dito se l'acqua è tiepida, mi spoglio e mi immergo.
Il contatto con l'acqua mi fa venire un brivido lungo la schiena, allungo le gambe e mi butto sott'acqua.
Lascio sparire i pensieri, mia madre, la morte di David, Tom; rimango sola con me stessa e i piccoli sogni appesi ad un filo.
Fra poco ho la maturità e non ho ancora scelto l'università in cui andare, quasi quasi mi prendo un anno sabbatico.
Sento il bisogno di respirirare, mi tiro su portando le ginocchia al petto. Varie gocce scendono dal mio viso, cadendo nella vasca. Passo le mani nei capelli per spostarli all'indietro, appoggio la testa sulle ginocchia e mi guardo attorno. 
Ci sono varie candele, non sapevo che a Tom piacessero queste genere di cose. Varie riviste in un piccolo porta giornali e un enorme specchio con delle lucine intermittenti.
Rimango per qualche secondo a fissare il muro bianco, credo sia arrivato il momento di uscire da qui.
Mi alzo e prendo l'asciugamano, esco dalla vasca stando attenta a non bagnare da nessuna parte.
Mi avvicino allo specchio tenendo ben stretto l'asciugamano e mi pettino i capelli; sono cresciuti un sacco, hanno bisogno di un taglio, magari un caschetto e una rasatura.
Sospiro appoggiando il pettine sul lavandino, mi guardo per qualche secondo allo specchio. Il trucco colato fa sembrare gonfio il mio viso, gli occhi sono rossi e la pelle biancastra; ho bisogno di un cambiamento.
Ad un certo punto sento la porta aprirsi. panico. 
Cerco di stringere di più l'aciugamano al mio corpo - Elen sei qui ? - mi guardo attorno - Si ! E per favore non entrare ! -, - Come ? - mi porto una mano alla faccia e corro a trattenere la porta. - Tom non sono incondizioni da presentarmi davanti a un persona.- lo sento ridere - Ma io sono il tuo ragazzo ! -, alzo gli occhi al cielo , - E io da tua ragazza ti proibisco di entrare ! - ; - Ma devo prendere una cosa ! - mi guardo attorno - Cosa ? - una ciocca di capelli si è affrancata alla mia faccia - Un giornale che ho lasciato stamani. - sbuffo - Non puoi prenderlo più tardi ? Basta che mi vesto e mi asciugo i capelli e sono pronta -. Lui continua a maneggiare la maniglia, - No. Mi serve ora ! - appoggio la testa alla porta - Aspetta ! - la maniglia si ferma e io mi sposto dalla porta - Entra pure.- .
Incrocio le braccia al petto, vedo spuntare una mano di Tom da dietro la porta e poi la sua testa.Rimane per qualche secondo a fissarmi vedo le sue guance diventare color porpora come le mie. - Faccio presto, giuro ! - io nel frattempo stringo forte l'asciugamano. - Elen ...- , mi giro verso Tom è fermo a pochi metri da me, con una rivista in mano. - Dimmi ... - sospiro, lo vedo avvicinarsi. Mi fa un piccolo sorriso - Phone è nel cassetto in basso a destra.- scoppia a ridere, io sgrano gli occhi e faccio un enorme sospiro.
Maledetto, che tu sia maledetto Hiddleston !

Esco dal bagno e Tom era seduto spaparanzato su uno specie di divanetto. Sta sfogliando il giornale che ha preso qualche minuto fa, rimango ferma nello stesso punto mentre tamburello le dita sulle mie gambe.
- Sei uscita finalmente ! - alzo la testa, mi sento in imbarazzo - Non ci ho messo tanto ! - mi giustifico incrociando le braccia al petto. 
Lui scrolla la testa e appoggia il giornale sul piccolo divanetto. - Solite donne ... ! - passa accanto a me e mi scompiglia i capelli freschi di phone. - Dove vai ? - gli chiedo, mi giro verso di lui - In camera, vado a prendere il cambio. Anche io ho bisogno di una doccia. - chino lo sguardo e mi avvio in salotto. 
- Possibile che hai ancora vergogna di me ? -, mi fermo davanti alla porta aperta della camera da letto, lui mi fissa e io mi guardo intorno - Io ...... io .... - Non so che dire - Ti tenevi stretta quell'asciugamano, sembrava che avevi paura di me. - mi giro di scatto verso Tom. 
Stava prendendo una maglia dal mobile, mi avvicino e mi appoggio all'anta.
- Io non ho paura di te .... - lo sento sospirare, il fiato mi muore in gola. Mi siedo sul letto e mi butto all'indietro, sdraiandomi. Tom è fermo a fissarmi, gli faccio cenno di sdraiarsi accanto a me. Si avvicina a me, appoggio una mano sulla sua guancia. - Non ho paura di te. Se ne avessi non sarei arrivata fino a questo punto.- lui rimane impassibile, prende la mia mano e la accarezza, - Elen tu mi piaci ! E sai che non ti toccherei mai se tu non vuoi. - sento il suo respiro fare il sollettico al mio naso, faccio un piccolo sorriso. 
Sono pronta per fare quel passo, pronta a concedermi del tutto a Tom e so che ci sono un sacco di anni di differenza ma in questo momento è l'ultima cosa che mi passa per la testa. 
- Tom ... - lui mi stringe a lui e accarezza il mio fianco causandomi dei piccoli brividi, - Ti amo. - . Fa un grande sorriso, uno di quelli sinceri che si vedono raramente nelle foto. Uno di quelli che fa quando gli arriva una proposta di lavoro importante o quando torna da una giornata stancante di lavoro. E' bellissimo.
Faccio combaciare le mie labbra alle sue, mi lascio trasportare dal bacio che piano si fa più passionale. Le mani di Tom accarezzano la mia pancia e i fianchi; fino ad arrivare al tessuto del reggiseno. Si ferma. Apro gli occhi, lui si gira dall'altra parte dandomi la schiena, sospiro. - Tom... - appoggio il viso sulla sua spalla, - Tom ehi ! - lo sento sospirare. - Scusa ... - faccio cenno di no e gli sposto una ciocca di capelli dal viso - Solo che ... io non so se ..... - chiudo gli occhi e sorrido un po' - Tom puoi. Sono pronta ... -, si gira verso di me accarezzandomi la testa - Ne sei sicura ?- faccio un piccolo sorriso - Per una volta in vita mia si ! -.
Mi lascio cadere all'indietro, lasciandomi sprofondare nel materasso. Tom è sopra di me titubante, lo afferro per il colletto della maglia e lo bacio. 
Allaccio le braccia al suo collo, lascio scorrere le dita nei suoi capelli morbidi. Lo bacio appasionatamente, le nostre lingue si cercano, giocano, sono calde.
Le mani di Tom alzano la mia maglia, accarezzando la mia pelle, sono fredde. Adoro la senzazione di contrasto del calore della mia pelle con la freddezza delle sue mani. 
Alzo le braccia per sfilare la maglia, cosa che fa anche Tom con la sua. Sento il cuore uscirmi dal petto, sento come se dentro di me ci fosse un bombardamento, mille emozioni si ramificano lasciando andare in pausa la mia mente.
Tom sposta le mani sui miei pantaloncini, me li sfila con tanta delicatezza. Appoggio la mia fronte contro la sua mentre io gli apro i bottoni dei jeans e li faccio scivolare via.
Ora abbiamo solo uno strato di vestiti a dividere i nostri corpi e il nostro piacere. Vedo lui armeggiare con il reggiseno - Maledetti cosi ! - rido e sposto la mia mano dietro la schiena per aiutarlo, sfilo i gancetti e lascio cadere il reggiseno.
Mi sdraio di nuovo, fisso Tom negli occhi e Dio se è bellissimo ! 
Lo vedo abbassarsi, inizia a lasciare una scia di baci sul mio collo per per poi arrivare ai seni. Una scarica di piacere parte dal mio basso ventre, Tom lo nota e sento che continua a torturare i miei capezzoli, arriva fino al ombelico per poi fermarsi. - Elen sicura ?! - , alzo gli occhi al cielo - Tom ! Per l'amor del cielo ! - lo sento ridere - Ok, va bene, lo prendo come un si ! - scoppio a ridere e Tom sfila piano l' ultimo indumento che ho addosso e poi fa lo stesso con il suo. 
Allargo piano le gambe, Tom si sitema e posso sentire il suo membro duro sulla mia femminilità. - Tom .... - stringo in un pugno le lenzuola - Elen tutto occhei ?- , mi viene da piangere - Ei, ei se vuoi mi fermo ! - . Lo tiro a me -No ! Piango solo perché sono felice. - vedo che fa un enorme sorriso - Ti amo - gli dico con la voce flebile, lui mi bacia e poi entra in me.
Ogni spinta aumenta il piacere, affranco le unghie nella schiena di Tom evitando di fargli del male, ho il viso incastrato nel incavo del collo di lui dandogli qualche morso leggero, le sue mani sono a coppa sui miei seni - Sei bellissima . - mi dice a sottovoce nell'orecchio e io di risposta lo bacio. Altre due spinte e poi raggiungiamo il piacere insieme, non sono mai stata così bene, nemmeno quando l'ho fatto con la prima volta con Fred. 
Tom scivola di fianco a canto a me con il fiato corto, mi cinge con un braccio e mi avvicina a lui - Ti amo, ti amo, ti amo.- mi lascia una scia di baci sul collo e la spalla; rido - Ti amo anche io Tom, non immagini quanto ! -.
Mi coccolo sul suo petto lasciandomi trasportare dal rumore del suo cuore che batte velocemente - Starei così per sempre - strofino il naso contro di lui - Anche io. Sei bellissima Elen. - mi nascondo il viso fra le mani - Smettila ! Sennò divento un umpalumpa ! -ridiamo tutti e due, lui mi stritola nel suo abbraccio. Questa armonia finisce quando sentiamo il cellulare di Tom squillare, lui mi guarda e poi allunga il braccio per prenderlo, guarda accigliato il display del i - phone - E' Sebastian ! - corrugo le sopracciglia, - Sebastian ? - 
Prendo il cellulare e rispondo *- Pronto ? - * guardo Tom *- Elen dannazione ma il telefono dove ce l'hai ? -* mi guardo intorno *- In cucina, scusa ! -* sospiro *- Elen è successo qualcosa-*, di scatto mi alzo a sedere * - Seb cosa è successo ? -* mi sento mancare l'aria *- Siamo in ospedale, mamma ha avuto delle perdite di sangue, tu rimani con Tom ! -* sentivo di sottofondo le sirene dell'ambulanza *- Seb ! No io non rimango qui ! Seb dimmi che cosa è successo ?- *.
Butta giù il telefono, io rimango a fissare lo sfondo del cellulare, mi giro verso Tom - Devo andare in ospedale, immediatamente ! - mi alzo immediatamente dal letto e mi vesto. - Elen aspettami ! - infilo la maglietta, infilo le scarpe cercando di non cascare e scendo giù in salotto.
Prendo la borsa, apro la porta e mi precipito in macchina insieme a Tom. Sento le lacrime rigarmi il viso, sono bollenti.
Fino a cinque minuti fa potevo toccare il cielo con un dito, ora invece sto precipitando.





Angolo Autrice.
No, non sono morta.
No, non ho abbandonato la storia.
No, non mi ha rapito nessun asgardiano (?)
Ho solo avuto un piccolo imprevisto con il vecchio pc, si è fuso.
Ringrazio __DOC la mia beta che gli ho scassato le palle anche quando è in vacanza ( scusa :cc )
e ringrazio anche Cristina, che mi ha aiutato per il finale.  <3
Bene contenti di questi due ? Fatemi sapere qualche cosa, a presto 
e un bacio la vostra cara e amorevole (???) Elen.

 

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Capitolo 20
*** “Nella mia testa non è mai finita. Siamo ancora lì che ci guardiamo, per sempre.” ***


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CAPITOLO 20
 
“Se avessi tempo ti regalerei i miei denti per lasciarti comporre i miei sorrisi migliori”
 


La sedia scricchiola e mi da sui nervi così cerco una 
posizione comoda, ma nessuna va bene.
Sebastian fa avanti e indietro nel corridoio color avorio dell'ospedale riuscendo solamente ad aumentare la mia ansia.
Ho scoperto che siamo qui perchè mamma ha accusato dei forti dolori alla pancia e delle perdite di sangue, ora è in sala parto. 
Fra pochi minuti diventerò sorella maggiore. 
Fisso un punto vuoto davanti a me mentre Tom mi stringe la mano e gioca con essa. 
Seb ha detto che mamma è dentro da un bel po' e che è strano.
Sto morendo di paura. E se la mamma ha avuto delle complicazioni? Se il bambino non ce l'ha fatta ? Oppure, se è stata lei a... 
Io ... io non ce la faccio ancora a rimanere senza di lei. Non voglio nemmeno finire quel pensiero.
- Ehi... - mi giro verso Tom che mi guarda preoccupato, mi fa un piccolo sorriso e passa un braccio intorno al mio collo per avvicinarmi a lui.
- Andrà tutto bene, tranquilla. - mi accarezza piano piano il viso mentre sento gli occhi pizzicarmi.
Ho pianto troppo in queste ultime settimane, non ne ho più voglia.
Non voglio più perdere le persone che mi fanno del bene, mi fanno sorridere e dimenticare quanto la vita a volte possa essere dura.
Mamma non se ne può andare, mi deve ancora aiutare: a mettermi a posto, a dirmi quando faccio qualcosa di sbagliato, ad insegnarmi come si fa la lavatrice. Ad aiutarmi a vivere.
Mi deve insegnare com'è andare a convivere con la persona che si ama, com'è stare con qualcuno che si ama veramente.
Abbraccio Tom, lui ricambia stringendomi piú forte contro il suo petto. Vedo Sebastian mangiarsi le unghie, è nervoso. Chi non lo sarebbe in questi casi?
La persona con cui vivi da ormai cinque anni è fra la vita e la morte e tu non puoi fare niente perché potresti compromettere il lavoro per via delle emozioni che provi.
Brutta storia il lavoro di medico in questi casi.
Mi asciugo le lacrime con le mani, mi alzo e vado incontro a Sebastian, che non ha mai smesso di staccare gli occhi dal portone verde di fronte a noi. 
- Andrà tutto bene.- gli dico - E' riuscita a combattere un cancro, non può lasciarci per .... questo. - , con la coda dell' occhio vedo l'uomo di fianco a me fissarmi - Elen .. - mi giro e gli faccio un enorme sorriso, - Mamma è una persona forte, lo sai benissimo ! - lo abbraccio e mi lascio coccolare.
In questo momento avevo bisogno di sentirlo vicino a me e un abbraccio è la cosa più rassicurante.
- Non può andarsene, non per questa cosa. - lo sento dire sottovoce. Lo stringo più forte a me accarezzandogli la schiena per calmarlo.
Mi stacco da lui e gli sorrido, - Vado a prendermi un caffè tu lo vuoi ? - fa cenno di sí con la testa - Poco zuccherato grazie e tieni ! - mi passa una chiavetta blu e mi fa l'occhiolino.
Mi giro verso Tom che stava seduto poco distante, - Vieni con me ? - vedo che si guarda intorno - Dove ? - faccio un piccolo sorriso - Io e Seb abbiamo bisogno di caffeina, tu ? - , 
lui si guarda intorno - Oh... ehm... sì ! Anche io. Ti accompagno.-. 
Si alza velocemente, appoggia una mano sulla mia schiena e mi scorta fino al piano di sotto dove c'é la macchinetta del caffè.
Sospiro, Tom nota il mio disagio - Vedrai che ce la farà.- mentre premo il contatore dello zucchero, al massimo, gli faccio cenno di si.
- Credo in lei, semplicemente perché è riuscita a combattere il cancro e non sarà una gravidanza a portarmela via.- 
La macchina inizia a far scendere il caffè, mi giro verso Tom che è rimasto a fissarmi - Che c'è ? - lui fa cenno di no con la testa, si avvicina e mi da un bacio sulla fronte.
Mi aggrappo alla sua maglietta blu, - Grazie per essere qua Tom. - , sento che porta le sue mani a cingermi la vita - E' un mio dovere essere qua con te. Non ti lascerei mai sola.-.
Circondo il suo collo con le mie braccia e gli do un piccolo bacio sulla guancia. - Ti amo.- gli sussurro all'orecchio, sento che mi da un piccolo bacio vicino all'angolo della bocca. 
Prendo il caffè e ne faccio altri due con Tom che mi abbraccia da dietro e appoggia il viso nell'incavo del mio collo.
Sento la barba, che gli sta crescendo, pizzicarmi la pelle. Mi piace da matti questa sensazione. 
Penso a quando un'ora fa eravamo da soli a casa sua nel letto a fare l'amore, sorrido e lo stringo a me. 
Tom mi fa sentire bene, mi fa sentire in pace con me stessa, con il mondo, con tutto. 


I caffè delle macchinette non sono un granché, ma sempre meglio che niente. Vedo Tom storcere il naso e buttare via il bicchiere seguito da Sebastian. 
Ci fissiamo tutti e tre, Seb si siede e si mette la testa fra le mani, io invece mi avvicino alla finestra per guardare fuori.
Le luci notture di Londra la fanno sembrare un grande albero di Natale, faccio un piccolo sorriso e poi fisso l'enorme porta davanti a me. Sospiro e chiudo gli occhi; appoggio la testa contro il vetro della finestra.
Mia madre non sarà nemmeno la migliore del mondo, ma sapeva come rendermi felice, anche con mille mila battibecchi che si creavano fra di noi.
Sento il rumore di una porta che si apre, di scatto spalanco gli occhi e vedo un' infermiera con il camice sporco di sangue.
Fissava tutti e tre con un espressione indecifrabile.
- Lei è Sebastian Young ? - lui fa cenno di sì con la testa con un espressione preoccupate, l'infermiera da un colpo di tosse per schiarirsi la gola. 
- Complimenti è un maschio. 3 chili e cento. A sua moglie stanno mettendo i punti ma si riprenderà presto, se vuole vedere il bambino venga con me.- 
Mi porto le mani alla bocca e scoppio a piangere, Tom affianco a me mi stringe facendomi i complimenti. 

Sono diventata una sorella maggiore, corro incontro a Sebastian e lo abbraccio stretta a me - Ce l'ha fatta ! Ce l'ha fatta ! - Mi prende in braccio per farmi fare una piroetta, Sebastian mi fa scendere e mi precipito da Tom che mi stringe forte - Visto ?! Che ti ho detto ? - singhiozzo stringendo la maglia di lui - Sono così felice Tom. - 




 




 

 

La camera di ospedale di mia madre è piccola, bianca e puzza di disinfettante. 
È seduta sul piccolo letto con le lenzuola verdi, lascio la mano di Tom e mi precipito a sedermi vicino a mamma.
Dorme, vedo il petto alzarsi e abbassarsi velocemente, ha il viso rilassato cosí gli faccio una piccola carezza e lei apre piano gli occhi, sorridendomi.
- Non ... non volevo svegliarti.- fa cenno di no con la testa e prende la mia mano intrecciandola alla sua. - Il bambino ? - faccio un piccolo sorriso - Le infermiere lo stanno lavando, fra poco te lo porteranno. - le stringo la mano - Hai bisogno di qualcosa ? Cibo, bere, libri ? - la sento ridere, - Una doccia ma ancora non posso, sai i punti. - e la vedo indicarsi la pancia - Ti .... ti hanno fatto il taglio cesareo ?- le chiedo fissando la sua pancia, con la coda dell'occhio la vedo fare di sì con la testa.
- Ha fatto male ? - le chiedo, la vedo sospirare - Un pochino, sai non è bello avere le doglie - mi dice ridendo, faccio un piccolo sorriso e mi giro verso Tom che è stato per tutto il tempo zitto immobile dietro di me.
- Ciao Tom.- gli dice mia madre, - Salve signora Young - Tom le sorride.
Sento il rumore di un carrello, mi giro verso la porta e Sebastin entra in stanza con la piccola culla termica. - Oddio - mi alzo immediatamente per andargli incontro.
Guardo dentro la culla e davanti a me c'è un bambino piccolo con il nasino all'insù - Oddio .... ma è bellissmo ! - mi porto le mani al viso, mi giro verso Seb - Po... posso prenderlo ? - ; - Sì, sì prendilo. - Sebastian tremava dall'emozione. 
Mi sporgo sulla culla piano e cerco di prendere il bambino nel modo migliore, appoggio la testolina sul mio braccio e poi prendo la sua manina che a differenza della mia è minuscola - Ehi piccolo Young sei bellissimo. - gli faccio un piccolo sorriso, lui ha gli occhietti piccoli. Tom si mette affianco a me e con il suo iphone fa una foto al bambino, alzo la testa verso mia madre, - Avete scelto il nome ? – . 
Mamma prima guarda Sebastian che si è seduto sul fondo del letto – Sì ! – mi dice con un enorme sorriso, mi avvicino a lei e le do in braccio mio fratello. – Si chiamerà Robert David Young. -.
Rimango a fissare mia madre, mi porto una mano sulla bocca e comincio a piangere – Mamma, ma … - vedo che inclina la bocca come a formare un piccolo sorriso – Dovevo farlo, dopo tutto per te David era come un fratello.-.
Sento Tom che appoggia una mano sulla mia spalla, mi giro verso di lui e lo abbraccio dalla felicità – Dovrai prenderti cura di lui, come facevi con David e tenerlo sempre lontano dai pericoli – mi dice mamma, faccio cenno di sì con la testa e corro ad abbracciare Sebastian – Ti voglio bene Seb e anche a te mamma. E anche a te piccola ranocchia ! - 
scoppiamo tutti a ridere, mentre con una mano sfioro la piccola guancia paffutella. 









2 settimane dopo.






Mi sveglio con il fiato corto, Robert è affianco a me nel letto che dorme con le braccia verso l' alto, mi guardo attorno, sembra tutto tranquillo.
Scendo dal letto piano, cercando di non svegliare il piccolo, metto intorno a lui due cuscini per evitare che caschi.
Tom è sdraiato nel divano con una mano a mò di cuscino e un piccolo ricciolo biondo che gli ricade in fronte.
Faccio un piccolo sorriso, prendo la macchina fotografica e scatto qualche foto.
- Smettila di fotografarmi mentre dormo ! – rido, - Buongiorno amore. - 
gli dico piano mentre mi siedo accanto a lui.
Lui si mette a sedere e stende le braccia – Dorme ? – mi dice indicando con il mento la stanza con la porta aperta – Sì, finalmente ! – dico ridendo. 
Appoggio la testa sul poggia braccia del divano, chiudo per qualche istante e penso al sogno che ho fatto prima.
Ero insieme a David su un altalena, quella che è in giardino di casa sua, mi spingeva per far si che volassi più in alto possibile, mi sentivo felice, - Promettimi che ti prenderai cura di lui. – mi disse a un certo punto, smise di spingermi e io mi fermai facendo aderenza con i piedi sull’ erba.
Mi avvicino a lui e gli faccio una piccola carezza – Mi manchi. – sentivo le lacrime agli occhi – Anche tu, ma sono felice qua. Tua nonna mi prepara degli ottimi biscotti e poi posso skaetare senza farmi male. – faccio un piccolo sorriso e rido – Ti voglio bene.- gli dico con la voce incrinata – Anche io, sono sempre con te e lo sai. -.
Apro gli occhi e mi accorgo che mi è scesa una piccola lacrima sulla guancia – Ehi ! Elen tutto okay ? – faccio cenno di sì a Tom. 
- Alla grande, ho solo bisogno di un abbraccio. - 
Lo vedo avvicinarsi e apre le braccia, mi accoccolo nel suo petto, sento il suo cuore battere veloce. – Ti amo.- sento che mi bacia la testa, - Anche io, piccola. - 
Alzo la testa e mi avvicino al suo viso, avvolgo con le braccia il suo collo e gli do un piccolo bacio a stampo.
Le mani di Tom navigano sui miei fianchi fino al mio seno, le sento indugiare. 
Tocca il pizzo del mio reggiseno mi scappa un gemito strozzato sulle labbra di Tom. 
- Ehehe – faccio un piccolo sorriso – Tom non si può, c’è mio fratello a pochi metri da noi. Non mi pare il caso. – lo vedo ridere e darmi un bacio – Mi preoccupo più per tua madre che entri da un momento all’altro con un’accetta in mano e guardandoci dica : “ Tesoro ! Sono casa. “ 
Scoppio a ridere e lo bacio a stampo. Ho già detto che amo quest'uomo?







ANGOLO AUTRICE.
faccio schifo, aggiorno dopo un mese con un 
misero capitolo.
lo so so, vi capisco mi picchierei da sola.


- titolo del capitolo  è la citazione del libro " Cercando Alaska" di  John Green
( correte a leggerlo se non l'avete fatto.)
- citazione a inizio capitolo:  Lo stato sociale. - " tesoro sono a casa ! " davvero vi devo dire da che Film/ Libro ho preso la citazione ? (!) - Un grazie immenso a DOC__ la mia beta. <3
un bacio Elen.


 

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Capitolo 21
*** “Che non combino mai niente di buono il mio buono eri tu.” ***


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Capitolo 21
 
“Ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi.”


Domani è il mio compleanno e non sono nemmeno in vena di festeggiarlo,  non ho organizzato niente e mia mamma vuole a ogni costo che esca e mi diverta.
Se David fosse qui lo farei e come se lo farei.
Sono passati quattro mesi da quando ci ha lasciati,  quattro mesi in cui ho cercato in tutti i modi di ternermi distratta, cercando di non pensare a lui. E' difficile.
Oggi ho intenzione di andare al cimitero è un po' che non faccio visita a David. 
- Elen mi stai ascoltando ?! - scrollo la testa e mi giro verso mia madre che mi sta fissando - Ehm no ! - viva la sincerità.  
La vedo sbuffare e alzare gli occhi al cielo, - Ti ho chiesto se con la tesi hai finito o sei ancora ferma. - guardo i fogli davanti a me - Oh, ehm no ! Ho ancora da inserire la parte finale e le immagini. - . Mi lego i capelli in una cipolla sulla testa, passo i fogli a mia madre. - Che ne pensi ? - gli chiedo con tanto entusiasmo, mi avvicino a lei e prendo Robert in braccio.
Il piccoletto è cresciuto tanto in questi ultimi due mesi, ha messo su tre chili è l'unico in casa che mangia tanto. 
- Frida Khalo... Interessante. - mi dice lei, sorrido - E' la mia pittrice preferita, lo sai no ?!- mia madre ride , - Ovvio. Mi ricordo quando due anni fa hai fatto di tutto pur di andare a una sua mostra. - mi giro verso di lei con un enorme sorriso. 
Robert mi fissava con i suoi enormi occhi verdi e cerca di prendere la ciocca di  capelli che ricade sul mio viso con la piccola manina.
- Oggi che farai ? - giro di scatto la testa verso la donna davanti a me, mi guardo intorno - Andrò a trovare David è un po' che non ci faccio un passo. -,  mia madre si avvicina a me - Andrai sola ? - faccio cenno di no con la testa - Chiederò a Tom se ha voglia di venire con me. -. 
Robert si dimena  fra le mie braccia, si sta innervosendo sicuramente avrà fame. Mamma nota il nervosismo di mio fratello e lo prende dalle mie braccia. 
- Vado  a prepararmi. - vedo mamma farmi cenno di si con la testa, - Ah Elen ! - mi giro verso di lei - Dimmi - mi sciolgo i capelli e li porto di lato con la mano. 
- Quando torni a casa, ti scoccia tenere Robert ? Io e Seb dobbiamo andare in un posto per una commissione. - mi dice con un piccolo sorriso. Io mi guardo intorno - Certo mamma. - e scappo al piano di sopra a chiamare Tom e a prepararmi.






Ho scelto dei girasoli, David li  adorava.
I sassolini bianchi si incastrano sotto la suola dei miei stivali. Ho un paio di occhiali a tenere nascosti i miei occhi dal sole, Tom è affianco a me che mi tiene una mano. Cammiamo affianco a me con passo svelto. 
Arriviamo alla tomba di David, è piena di  fiori; mi chino, faccio il segno della croce e tocco la foto, sta sorridendo.E' una foto che gli scattai io qualche anno fa. Aveva un grande sorriso, il cappello rosso a incorniciarli il viso e i suoi occhi marroni 
che buttavano fuori solo che felicità. 
E' così che mi ricordo e ricorderò David per sempre, quel ragazzo che sorrideva sempre e cercava di  riuscire a fare quello che poteva, sempre con la voglia di vivere. 
Tom si china affianco a me, prese un sassolino e lo mise vicino alla foto, - Porta fortuna dicono. - lo guardo e aggrotto la fronte - Non ho mai sentito parlarne che i sassi portassero fortuna. - vedo che china il capo con un piccolo sorriso in volto. 
Mi giro verso la tomba e sospiro,  tolgo l'erbaccia che si è accumulata su di essa e  metto un po' d'acqua ai fiori. 
Rimango qualche secondo a fissare il suolo sotto le  mie scarpe, sento che sto per piangere. Tom circonda il mio collo con il suo braccio e  mi da un bacio sulla testa - Andiamo ? - faccio cenno di si con la testa. 
Batto le dita sulla foto di  David,  mi alzo in piedi e prendo per la mano Tom.








Quando arrivo a casa appoggio la borsa sulla prima sedia che trovo, mamma è in cucina con Seb, faccio un cenno con la mano a Tom di seguirmi. 
- Mamma, Seb sono a casa.- urlo,  mi  avvicino alla soglia della cucina. Mamma sta finendo di prepararsi, mentre Sebastian è  seduto sulla sedia ad aspettarla. 
- Oh eccovi. - mamma ha un enorme sorriso sulla faccia. -  In frigo c'è la cena e nel mobile il latte in polvere per Robert.  Sul frigo trovi le istruzioni per scaldare il latte e in camera trovi i pannoloni. - Sospiro  - Grazie.. - dico piano. 
Sebastian si  alza e mi da un bacio sulla fronte e da una pacca sulla spalla a Tom. Ormai loro due vanno d'amore e d'accordo. - Passate una buona serata e state attenti. - gli faccio l'occhiolino e do un bacio sulla guancia a mamma, - Passate una bella serata anche vuoi  - 
Sento la porta chiudersi, guardo Tom e intreccio le braccia sotto il seno.  - Allora che si fa ? - 
Lui si avvicina a me - Film ? - faccio cenno di si con la testa e gli do un piccolo bacio a stampo. 
- Prima vado a controllare Rob, torno subito, intanto prepara dei pop - corn sai dove si trovano no ? - gli sorrido e scappo al piano di sopra. 
Robert dormiva beato nel suo lettino, a pancia in sù con tutte e due le manine alzate. E' così pacifico, lo invidio quasi perché non si deve preoccuparsi di nulla.
Mi avvicino a lui e gli tocco una manina, lo stuzzico e lo vedo girarsi su un fianco; rido e lo copro con la copertina di flanella. 
Scendo piano le scale,  sento l'odore dei pop corn, arrivo in cucina e trovo Tom  a fissare i chicci di mais che scoppiano. - Ei. - lui si gira verso di me e mi fa un enorme sorriso - Il piccolo dorme. - prendo un bicchiere e mi verso dell'acqua. - Staremo tranquilli per un po' finché non urlerà che avrà fame. -. 
Aspettiamo che i pop corn siano pronti e ci andiamo a sedere in salotto, con un film a farci compagnia. - Che hai scelto ? - chiedo, Tom si gira verso di me - Star Trek - storgo il naso. - Cosa c'è ? Non ti piace ?  - mi avvicino a lui, cercando un abbracio - Non l'ho mai visto a essere sincera. - 
Tom mi fissa esterefatto - Cosa vuol dire che non hai mai visto Star Trek ? E tu sei fidanzata con me e non sai nemmeno che sia Stark Trek ? Mi deludi donna ! - mi dice con fare teatrale, lo fisso per qualche secondo per poi tiragli un cuscino, - Certo che so  che cosa è ! Solo che non ho mai visto ne film ne niente. -  Tom  mi scompiglia i capelli e mi abbraccia -  Almeno sai chi è Spook ? - aggrotto le sopracciglia e ci pensai per qualche secondo. 
- E' quello che fa il  saluto così - gli faccio il segno con le mani. Mi ricordo di quel personaggio  perché Sebastian me l'ha mensionato più e più volte e mi faceva sempre il suo saluto. 
- Mmm ti salvi. - gli faccio un piccolo sorriso, - Ma davvero ?! - lui mi fa cenno di si con la testa e  mi siedo in braccio a lui. 
Gli do un piccolo bacio, le sue mani si posano sui miei fianchi e si spostano sulle mie cosce nascoste dai jeans. Apro gli occhi e trovo i suoi che mi fissano, faccio un piccolo sorriso e aproffondisco il bacio. Passo le mani fra i suoi boccoli  e  un pensiero balenò nella mia mente: Chissà se si ricorda del mio compleanno. 
Fermo immediatamente il bacio e lo fisso. - Tom ! - lui aggrotta la fronte -  Dimmi. Ho per caso fatto qualcosa di sbagliato ? - faccio cenno di no - Sai vero che giorno è domani ? - . 
Vedo un lampo di paura nelle sue iridi, inclino di lato la bocca. Sono in uno stato che oscilla dalla delusione al divertito. Poi lo vedo ridere e attirarmi a se per rubarmi un bacio - E' il tuo compleanno e io ho già organizzato tutto. - sgrano  gli occhi - Cosa ? - esclamo - E' una sorpresa signorina, non uscirà  niente dalla mia bocca.- dice con tono trionfale. Metto il broncio ma lui non demorde - Non posso dirti nulla. - sbuffo  - Ma dimmi solo come mi devo comportare ! - lui mi fa un piccolo sorriso - Domani ti arriverà un pacco. -  sono sorpresa. - Solo questo mi dici ?- 
Tom appoggia i piedi scalzi sul tavolino di vetro davanti a noi e comincia a mangiare i pop - corn - Solo questo ! - 
Sbuffo e prendo un pop- corn dal contenitore, lo  fisso  con lo la coda dell'occhio ed è tranquillo  a guardare il film. 
Lo  vedo girarsi  verso di me, di scatto mi giro verso  la tv  a far finta di guardare il film. 
- Ma ... - mi giro di scatto verso di lui sorridendo, chissà magari mi dirà che cosa c'è nel pacco  che mi arriverà - , vedo Tom con un pop - corn fra le mani fermo a metà strada dal contenitore alla bocca - Te l'avevo detto che Benedict sarà nel prossimo Star Trek come villan ? - . Gli avrei voluto lanciare qualcosa di contundente addosso. 
Sospiro e mi arrendo - Davvero ? Oh sono così felice per lui, almeno ti ruberà il prossimo MTV  VILLAN AWARDS. - gli faccio l'occhiolino e torno a guardare il film anche se non avendo visto per bene l'inizio  non riesco  a capire bene quel che sta succedendo.
Sento tutti pop - corn che fino a poco tempo prima erano in mano di Tom in testa, mi giro verso di lui e aveva sul viso un ghigno proprio come quello di Loki.
- Uhuhuh I'm the bad guy -  lo sento dire. Colpo basso Hiddleston.
Prendo un cuscino e glielo lancio in faccia, così tanto per avere una rivincita, lo prendo in pieno petto.
- Vuoi la guerra mrs Smith ? Bene l'avrai ! - vedo  che prende altri due cuscini e me li  scaraventa addosso. 
Scoppio  a ridere, mi nascondo dietro il divano  e prendo anche io dei cuscini. Ne lancio uno e lo schiva ma ci manca  poco che prendo la tv.
 Se si dovesse rompersi qualcosa mia madre mi ammazza e invece che andare all'universita mi ritroverei a casa a fare da babysitter a mio fratello perché i soldi per l'iscrizioni li avrò spesi per riparare i danni alla tv o a un mobile.
Sono distratta dai miei pensieri quando mi arriva un cuscino in piena faccia e sento una fitta  verso la parte destra del labbro inferiore. 
Mi porto immediatamente una mano sul  viso, Tom corre verso di me - Ei che succede ? - guardo la mia mano -  Il labbro si è spaccato. - gli dico, vedo lui andare nel panico. 
- E' solo un  taglietto stai calmo non succede niente. - il taglio pizzica, mi alzo da terra e 
salgo le scale;  vado in  bagno e cerco il disinfettante e del cotone. 
- Ei mi dispiace ... - mi giro verso la porta del bagno e alzo un sopraciglio - Non ti preoccupare non l'hai  fatto  a posta. - guardo Tom - Non l'hai fatto a posta vero ?! - gli dico ridendo, lui sorride e si avvicina a me - Vieni che ti  aiuto. -  lo  vedo prendere il  cotone, lo imbeve di disinfettantate e sento una leggera pressione sulla parte dolorante. 
Strizzo gli occhi per qualche istante - Scusa.- mi dice,  faccio cenno con la mano e lui toglie il cotone. 
- Ahhh sono un danno. -  lo fisso per qualche istante e mi avvicino a lui - Smettila è stato un incidente. - gli appoggio una mano sulla guancia, lui la prende e  mi fissa. 
- Non ti bacio perché il sapore del disinfettante è davvero schifoso. - mi fa un piccolo sorriso. - Dai andiamo giù e finiamo di vedere il film, anzi prima passiamo a vedere Robert non si sa mai  se si sia svegliato per il trambusto che abbiamo fatto. - 
ridiamo insieme, lo prendo per mano e andiamo in camera  mia. 
Robert è nella stessa posizione di prima. 
Ha una mano in bocca e si sta ciucciando un ditino, è così buffo. 
Mi sdraio affianco a lui seguita da Tom,  rimaniamo a fissarlo per qualche istante finche vedo Tom avvicinarsi a lui e gli lascia un bacio sulla fronte.
- Amo i bambini.  - mi dice,  faccio un piccolo sorriso - Oh davvero ?! - mi giro a pancia sotto. - Oh si, sono così carini  - chino la testa verso Robert,  gli accarezzo con un dito la guancia paffutella. 
- Già sono così .... così ... belli. - dico piano , sento una mano sulla mia schiena, mi giro verso di lui,  mi alzo e mi sdraio di nuovo nel letto scivolando affianco a Tom. 
Sento lui abbracciarmi e io mi faccio cullare nel suo abbraccio - Tom .... - 
dico piano, sento lui muovere la testa - Dimmi .... - ha la voce roca - Ti amo .... - gli dico piano.







Mi sveglio di soprassalto sono le nove e venti del mattino,  sento un buon odore di pankacke.
Mi stiro, strofino un occhio e  sbadiglio. 
Scendo dal letto e cammino con fare molto zombie in cucina. 
Ad aspettarmi ci sono mamma, Seb e Rob con una piccola torta e con una foto dove ci sono io e David.  Li guardo, mi porto  le mani al  viso e sento delle lacrime scendere sul mio viso. -  Ma non dovevate ! - gli dico mentre do  un bacio  a tutte e due - Smettila signorina ! I diciotto anni sono un grande traguardo, quindi, vanno festeggiati.- dice Sebastian mentre taglia una fetta di torta. - Grazie, grazie davvero ! - prendo il mio pezzo di torta e me lo mangio; è davvero squisita. 
Guardo il  display del cellulare, nessuna chiamata o messaggio da Tom. Sospiro. 
- Che c'è piccola ? - mi chiede Sebastian, faccio cenno di no con  la testa e appoggio il telefono sul tavolo - Nulla controllavo che ore sono. - gli  faccio un piccolo sorriso, Sebastian mi  da un bacio sulla testa e io scivolo dalla sedia e corro al piano di sopra a cambiarmi.
Mi butto  sul letto è ancora caldo e mi  giro e rigiro finché non prendo il libro che ho sul comodino e inizio a leggerlo. 
Sono presa dalla noia quasi, quasi  mi butto di nuovo a  dormire. 
Mi copro con le coperte, quando sento il  campanello di casa e  corro immediatamente al piano di sotto.
Mamma ha già firmato e mi passa il  pacco - Da parte di Tom. Sai che c'è ? Quasi quasi lascio  Sebastian per cercarmene anche io un uomo famoso. - la guardo, - Mamma ! - e la vedo farmi un occhiolino.
Apro la scatola, prendo  la stoffa e noto che è un vestito. 
Quasi mi prende un infarto, è un Elie Saab.  Un ELIE SAAB fra le mie mani. E' tutto nero con il corpetto rifinito in pizzo con un piccolo spacco sulla parte destra e la gonna ampia di seta. E' meraviglioso. 
Noto che nella scatola c'è anche un bigliettino " Stasera alle 20: 00 Sebastian ti porterà al ristorante Barbecoa. Spero che il vestito ti piaccia, ti amo e buon compleanno  tuo Tom. " 
Sorrido, ho le mani che mi tremano dalla felicità. Chiamo mamma che si affretta ad arrivare - Guarda !E'  bellissimo ?! -  gli dico.  Lo appoggio sopra la maglia per vedere che forma è il corpetto, mamma ha gli occhi a cuoricino - Me lo presterai vero ? - lo appoggio di nuovo nella scatola - Te lo scordi ! - gli dico, prendo il pacco e me ne vado in camera mia a prepararmi. 






ore 20.00 


Ho lo stomaco sotto sopra, non mi è  mai capitato. Ormai sono abituata ad uscire 
con Tom, ma stasera è diverso.
Stringo la borsetta nera intinta con il vestito che mi ha prestato mamma Vedo le luci della città sfrecciare davanti ai miei occhi, Seb  guida veloce ma con particolare prudenza. 
- Sei davvero bella stasera Elen. -  mi giro verso di lui - Grazie mille Seb - faccio un piccolo sorriso e torno con lo sguardo fuori dal finestrino. 
-  Guarda che mamma l'ha capito. - torno a guardare Sebastian, - Come scusa ? - 
vedo che mi fa un piccolo sorriso - Elen io e mamma non siamo scemi, sappiamo cosa fate te e Tom. - 
Mi sento andare in fiamme,  abbasso lo sguardo per non far notare il mio disagio. 
- E' una cosa naturale, solo che dovete usare molta prudenza. Sei grande abbastanza per capire certe cose. -
Ho le parole morte nella gola, non so che dire. - Oh ma ... io ... cioè noi ... ne usiamo .... - 
vedo l'uomo accanto a me fare una piccola risata - Oh beh bene. Sai ora non abbiamo bisogno di diventare nonni e non abbiamo bisogno di un altro bambino che giri per la casa. -   mi dice con lo sguardo rivolto verso la strada. 
- Per ora non è nei miei piani avere figli, voglio solo andare all'università,  finire gli studi, cercare lavoro e chissà magari anche casa; e forse è proprio in quel momento che avrò voglia di avere bambini. Avere figli vuol dire avere grandi responsabilità Sebastian e io quelle responsabilità non le voglio. - 
Mi fa un piccolo sorriso e si ferma - Siamo arrivati, vedete di passare una buona serata. - 
prima di scendere dalla macchina mi giro verso di lui e gli do un abbraccio - Mi piace parlare con te Seb. - sento una lieve pressione sulle mie spalle - Anche a me Elen - mi  da un piccolo bacio sulla guancia e scendo dalla macchina. 





Un lieve venticello  freddo  smuove la gonna del mio abito, davanti  a me il locale è illuminato con un uomo in  giacca e  cravata ad aspettarmi fuori. 
- La signorina Smith ? - faccio cenno di si - Prego si accomodi, lasci pure a me il soprabito.- faccio scivolare dalle mie spalle il  cappotto, vedo il cameriere posarlo  nel armadio - Mi segui.- 
Sento di nuovo quella sensazione che mi ha accompagnato per tutto il viaggio, dio che ansia. 
Noto che nel locale non c'è nessuno, solo qualche cameriere fare avanti e indietro ai tavoli.
- Ecco qui.- mi giro verso il tavolo e trovo Tom con un sorriso a trentadue denti, rimango per qualche istante spaisata alla vista dei suoi occhi. 
- Passate una buona serata Signori. - 
Tom si alza per prendermi le mani e darmi un bacio sulle guance - Sei meravigliosa - mi sussurra piano all'orecchio. 
Mi giro verso di lui trovando le sue labbra a qualche millimetro da me - Anche tu lo sei. - gli dico piano. 
Mi siedo di fronte a Tom e nel frattempo do un'occhiata a ciò  che mi circonda, - Bello vero ? - mi dice sistemando il suo bicchiere - Si e non potrei nemmeno permettermelo ... -  in  effetti mi sento molto a disagio,  questo locale non se lo può nemmeno permettere ne Mamma ne Sebastian. 
- Ei tu non ti preoccupare, stasera offro io. - sgrano gli occhi ... - Oddio Tom no ma che dici non mi sembra il caso ... - lo sento ridere - Ei è il tuo compleanno  - mi zittisce, oh Tom. 
- G...grazie. - dico abbassando la testa dalla vergogna. - Ei non ti sentire a disagio. - 
Alzo lo sguardo e trovo il suo - Elen ti prego  mi farai sentire a disagio me,  perché fai sembrare che tutto questo non ti piaccia.- 
Mi porto una mano alla bocca  - Oddio Tom no, per nulla è ... è solo che per me tutto questo è una cosa nuova. -
Appoggio la mano sul tavolo e la faccio scivolare sulla sua - Per me sono tutte cose nuove mi devo solo prenderci l'abitudine. Ma solo se tu mi vuoi nella tua vita. - 
Sento la leggera pressione della mano di Tom sulla mia,  intreccia le dita sulle mie e sento che si schiarisce la voce. 
- Non sarei arrivato a questo punto, non avrei fatto tutto quello che abbiamo fatto insieme. Non .... - Stringo la sua presa -...... non avrei fatto l'amore con te. Sei entrata come un uragano nella mia vita e ho  accettato questa cosa. Ti amo Elen e lo sai. - 
Gli occhi di Tom sono lucidi e i miei pizzicano, mi alzo e mi avvicino sedendomi su di lui. 
- Non volevo offenderti o altro. Sei la cosa migliore che mi sia successa in questo anno,  stai diventando la mia ancora dove posso richiedere salvezza.  -
Sento una lacrima scendermi sulla guancia, - Ti amo anche io e non smetterò mai di farlo. - 
Mi butto sulle sue labbra sento lui irrigidirsi per l'innaspettato bacio.
Bacio le sue labbra, sento le lacrime mischiarsi a esse, Tom mi completa. Ci completiamo a vicenda. Sento che sposta la sua mano sul mio fianco e inizia ad accarezzarlo,  mi crea un brivido. Apro gli occhi e trovo i suoi occhi che mi fissano - Ti amo Thomas.-  gli dico a fior di labbra e richiudo le sue labbra con le mie, lo sento sorridere. 




Usciamo dal ristorante a sera tardi,  camminiamo per una piccola strada illuminata dai lampioni e dalle vetrine dei negozi. 
Stringo la  mano di Tom nella mia e rido a una sua battuta. Ci  fermiamo per qualche istante ad ammirare il Palazzo di Westminster illuminato, - Quanto è bello di notte. - 
dico piano, arrancandomi al petto di  Tom. 
Posso sentire il battito del suo cuore, che non è di certo calmo. -  Gireri per Londra tutta la notte. -  mi dice , alzo lo sguardo verso di lui e noto che è perso a guardare chissà cosa. 
Passo le mie mani intorno al suo collo e mi alzo in punta di piedi  - Tom. - , lo  distraggo dai suoi pensieri - Dimmi .. - rimango a fissarlo per qualche secondo avvicinandomi alla sua bocca - Ho voglia di fare l'amore con te. - lo bacio. 
Ci lasciamo trascinare dalle sensazioni, sento le sue mani fare pressione sui miei fianchi mi tira sempre più a se, le nostre lingue danzano, si cercando a vicenda. Nello mio stomaco ho mille bombe  che stanno esplodendo. 
Ad un certo punto sento  che mi prende in braccio - Ei ma che fai ? - lo sento ridere - Andiamo a casa mia Elen, ho voglia di fare l'amore con te ! - 







ANGOLO AUTRICE.
scusate per essere scomparsa e per avervi lasciata con un misero capito.
ma ho avuto molto da fare e solo in questi ultimi giorni ho trovato " tempo " per 
questa storia a cui tengo un sacco,
che dire? grazie a chi ancora mi segue e a chi legge.
scusatemi per gli errori di battitura ma non ho fatto betare il capitolo, ho voluto provare se riuscivo da 
sola.
beh buone feste se non dovessi aggiornare prima di Gennaio.
un bacio e un abbraccio Elen.

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Capitolo 22
*** “Ti aiuto a smantellare i sogni, a disinnescare le ansie, baciandoti sulle guance, sulle lacrime.” ***


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CAPITOLO 22




 
«Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse… mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire.»

– William Shakespeare.


Socchiudo gli occhi e trovo il viso di Tom davanti  a me, mi guardo attorno, mi alzo sui gomiti per poi buttarmi a peso morto sul letto. 
 Non ho voglia di alzarmi, strofino gli occhi con le mani cercando di  riuscire a vedere meglio. Tom dorme ancora,  una mano sul petto nudo e l'altra sul cuscino,  è così sereno 
che mi scoccia svegliarlo. Mi ha detto che avremo fatto colazione insieme e il mio stomaco si sta lamentando.
Mi alzo, raccolgo le mie cose e scendo giù in cucina. Apro il frigorifero, ci sono due yoghurt, del latte e altri tipi di alimenti; faccio una piccola smorfia e chiudo il frigo.
Mi guardo a torno per elaborare cosa potrei fare ne frattempo che lui dorme, noto che sono  le dieci e mezza del mattino, in genere la domenica  non mi sveglio  così presto, salvo  se  sono costretta a studiare.
Mi siedo sulla sedia di mogano, prendo il  cellulare e trovo  tre chiamate perse da mia madre,  sospiro e  caccio  dentro la tasca il telefono; più tardi la chiamerò.
Appoggio le mani sulla pancia,  brontola, ho  fame ma in casa di Tom c'è poco e niente. Ormai non sta molto a casa è impegnato con  gli allenamenti a teatro per  " Coriolano " di Shakespare e poi si sta preparando per affrontare dei  viaggi per via della promozione di Thor the dark wold.
Passo una mano sui capelli, mi alzo, prendo le chiavi  di casa, infilo il giubbotto  sopra il pigiama e esco per andare al bar di fronte.
Una ventata di aria fredda si infrange nei miei capelli rossi spettinandoli, non che prima erano messi bene ma ora sono davvero un disastro.
Appena apro la porta del negozio, il profumo di caffè e paste entra nelle mie narici; c'è bello caldo e strofino le mani  per riportarle a una giusta temperatura.
- Buongiorno signorina  ! - ad accogliermi un signore che avrà si e no sulla sesantina-
Gli faccio un enorme sorriso - Buongiorno a lei. Mi può dare delle brioche con cioccala e due caffè macchiati perfavore ? - il signore fa cenno di con  la testa e lo vedo sparire in  cucina.
Aspetto  due secondi, lo vedo tornare con un sacchetto  di plastica e due porta caffé, pago e me ne torno a casa.
Cerco di non far sbattere la porta di casa, appoggio le chiavi  nel loro posto  e  il cibo  sul tavolo di cucina. 
Non sento nessun rumore,  segno che Tom  sta ancora dormendo, salgo le scale e  vado nella sua stanza; mi butto nel letto al suo fianco e cerco di svegliarlo. 
- Tom, tesoro è ora di svegliarti ! - sento che mugugna qualcosa e si sposta sul fianco opposto.
Sbuffo, - Tom, amore c'è la colazione al piano di sotto. Brioche calde con cioccolata e caffé macchiato. - 
Vedo  che socchiude gli occhi, le ciglia chiare sfrivolano sopra ai suoi occhi blu, si gira verso di me e mi regala uno dei suoi migliori sorrisi.
- Buongiorno dormiglione ! - gli dico mentre mi siedo a gambe incrociate sul letto, lui si siede e cerca di  appoggiare la schiena alla testiera del letto. - Buongiorno anche a te piccola. - faccio un piccolo sorriso. 
 - Dormito bene ? - mi chiede, faccio cenno di si e mi siedo accanto a lui - E tu ? - gli chiedo, si stiracchia le braccia sbadigliando, cingendomi a lui - Benissimo. - e infine mi bacia. 
Rimasi un attimo sorpresa dal gesto non me lo aspettavo, infatti reagisco in modo un po' freddo e lui  se ne accorge. - Che c'è ? - mi chiede sorpreso, -No, nulla è che non me lo aspettavo tutto qui.- gli faccio un piccolo sorriso e torno a baciare le sue labbra. 
Appoggio  le mie mani sul suo viso ancora caldo dal tempore delle coperte, mi avvicino a lui e approfondisco il bacio. Circondo il  suo  collo con le braccia, sento una sua mano appoggiarsi al mio fianco destro. - Dove sei stata ? - mi chiede mentre  mi bacia a fior di labbra e mi fa sdraiare sotto  di lui, - A prendere la colazione al bar di fronte. - gli rispondo,  ansimando un po'. 
Sento il suo peso sopra di me, le sue mani cercano  la mia pelle  sotto la maglia, le mie 
mani invece si incastrano fra i suoi capelli. La barba che gli sta crescendo  pizzica sulle mie guance,  sento  che manca poco per perdere l'autocontrollo di tutti e due. 
Ci stacchiamo, cercando ossigeno per poi ricominciare. 
Negli ultimi mesi con Tom sto vivendo delle emozioni al limite,  lui  mi fa sentire amata e accettata. Quando sto con lui il mondo intorno a me diventa più bello,  più armonioso. 
Ci ritroviamo nudi, ci fissiamo per qualche istanti negli occhi per poi tornare ad amarci come solo noi sappiamo. Se tutto questo è un sogno vi prego di non svegliarmi.






Sto morendo di freddo qua dentro e Tom è con una canotta e io non capisco come faccia. 
L'ho accompagnato alla " Donmar Warehouse1 " per gli allenamenti, ho avuto anche 
la splendida opportunità di conoscere Mark Gatiss2 , che si è rivelato una persona molto  buona  e dolce nei miei confronti.
 Sorseggio il tea che una gentile signora della compagnia teatrale mi ha portato,  il mio sguardo viene attirato da  un viso famiglire. 
E' il ragazzo che tanto tempo fa mi  ha fermata in metro dandomi il suo numero di  cellulare. Mi avvicino a lui  - Ei ciao ! - faccio un enorme sorriso, mi siedo accanto a lui. -Ei... ciao. - fa un piccolo sorriso imbarazzato. 
- Che fai qui ? - lui si guarda attorno, - Accompagno mio zio3 ..- indica Mark, lo guardo per un secondo - Mark è tuo zio ? Davvero ? - lui fa cenno di si con la testa, - Non sapevo che Gatiss avesse un nipote. Beh sei fortunato ad avere uno zio del genere - gli faccio un occhiolino.
- Tu che fai qua ? - vedo che gioca con le cuffie del telefono, mi guardo attorno alla ricerca di Tom, - Oh io ... - non posso dire che ho accompagnato il mio ragazzo,  non posso spiferare la mia relazione con Tom al primo che passa, poi, specialmente a un mio coetaneo. - Ho accompagnato un'amico. - faccio un piccolo sorriso.
Vedo il ragazzo accanto a me spegnere l'app della musica, - Oh no, se ti ho disturbato posso anche andare ! - , vedo che fa vari cenni con le mani, - Non ti preoccupare ! Tanto la canzone che stavo ascoltando era finita. Non disturbi -.
- Che stavi ascoltando ? - , noto un certo imbarazzo nei suoi occhi, - Oh, ehm i Flocence and Machine. - , agrotto la fronte, lui alza un sopraciglio - Tu non sai chi sono ? -, mi guardo a torno per poi posare di nuovo lo sguardo su di lui - Ehm no ! - rido, lui scrolla la  testa e mi passa le cuffie. - Tieni, ascolta, questa è Cosmic Love 4, è la più conosciuta. - Mi fa un sorriso gentile, proprio come quelli di David. 
Ascolto la musica, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle parole è davvero bella. - Allora, ti piacciono ? - gli passo la cuffia, - Beh potrei iniziarli ad ascoltarli ! Sono bravi. - lo guardo ma lui devia il suo, nei suoi leggo un po' di panico e imbarazzo; è il caso andare. 
- Beh io vado, il mio amico vuole che lo raggiungo in camerino. Spero di vederti presto, anzi se mi vedi a scuola salutami. - porgo la mano, - Io sono Elen. - lui sorride - Alan. - sorridiamo entrambi e io corro da Tom. 






- Oggi ho visto che parlavi con  il nipote di Gatiss - giro la testa verso Tom. 
- Si ma non ci siamo detti niente d'importante. - liquido immediatamente la domanda, appoggio le posate sul tavolo e cerco il colino per colare la pasta. 
- Ti ha addirittura fatto ascoltare la sua musica ! - Smetto di cercare e mi alzo con una faccia meravigliata - Tom sei geloso ? - sbuffa, appoggiando i bicchieri nel tavolo - Io ? Puff.. no ! -. 
Mi appoggio al lavandino, non so se ci sto rimanendo male oppure presa in giro - Quindi se tu mi vedi allegramente parlare con qualcuno non te ne importa ? - sbatto il  palettino  di legno sul ripiano, lui mi fissa - Beh .... non mi darebbe molto noia. - rimango a bocca aperta. 
- Fantastico ! - 
Metto sul tavolo la pentola con dentro la pasta. - E tu saresti gelosa se io parlassi con altre donne ? - mi fermo lo fisso per qualche secondo, - Arriva a intuito Tom. Beh finché si parla di lavoro non mi da noia, ma se vedo una bella donna starti vicino con un sorrisino ebete e occhi a cuoricino in faccia che  ti sta appiccicata come una cozza. Beh mi incazzerei ! -.
Sono la persona, forse, più gelosa di questo mondo. Odio quando qualcuno s' intrufola nelle relazioni altrui o cerca di portarmi via da me qualcuno di importante. 
Tom rimane fermo a fissarmi, vedo che si avvicina e mi cinge la vita. 
- Ei stavo scherzando ! - chiudo gli occhi, in questo momento lo prenderei a pugni. 
Sfiora la mia pelle con le sue mani, - Non sopporto nemmeno io che qualcuno possa starti accanto come lo faccio io. Sei mia e mia soltanto.- 
Lo fisso negli occhi, ha varie sfumature di blu che sono una meraviglia. Faccio un piccolo sorriso - Quando noti che c'è un mio comportamento che ti da noia dimmelo -, sfiora le sue labbra sul mio collo, lascio la presa del mestolo e lo faccio cadere rumorosamente a terra. 
Lo stringo a me in un piccolo abbraccio, sento che mi stringe a lui.
 -Elen. - 
Mi stacco, lo fisso preoccupata - Dimmi ! - mi prende la mano e la bacia - Ti va di venire con me alla premier di Thor The Dark World ? - 
Sento mancarmi un battito, inizo a tremare - Io no ... non ....  - 






ANGOLO AUTRICE.
scusatemi non ho nemmeno più scuse perché capisco i miei ritardi
ma non ho più tanto tempo libero.
Sono tornata con un misero capitolo ( a parer mio ) ma  questo capitolo è stato scritto piano e a pezzi. 
Beh spero che vi piaccia, lasciate un vostro parere o una critica, sapete che accetto tutto.

Donmar Warehouse1:  Si trova a Londra ed è dove hanno fatto  " 
Coriolanus " 
Mark Gatiss2 : Non so se avete visto Sherlock BBC ma interpreta " Mycroft Holmes " e ha anche diviso il palco con Tom in Coriolanus.
- Accompagno mio zio. ..- 3 : Beh non so se Mark Gatiss ha qualche fratello o sorella e quindi non credo sia zio. 
 Vi prego di avere clemenza per me.
Un bacio enorme 
Elen.

  Cosmic Love dei Florence + Machine.

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Capitolo 23
*** “E alla fine ce ne stiamo sdraiati ma svegli e sogniamo di scappare dalla realtà.” ***


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CAPITOLO 23

 
 
 
Non te l’hanno insegnato che per le cose belle bisogna lottare?


 
Sono rimasta come un imbecille a fissare un punto vuoto davanti a me. Ricordo solo Tom che si  alza da fianco a me portandosi le mani sul viso, sospirando e mugugnando qualcosa.
Sono passati due giorni da quando mi ha chiesto di accompagnarlo alla premier mondiale di  Thor the dark world e io non gli ho ancora dato una risposta.
- Fai quello  che senti. Se vuoi andare vai,  se hai paura di qualcosa allora declina l'invito in modo carino. - 
Mia madre è davanti a me che da un insipida minestrina di verdura a Robert. 
Ha ragione, ma come faccio a dire al mio  ragazzo che non lo accompagnerò a un evento così importante per lui ? Appoggio la testa al tavolo, chiudo gli occhi e cerco di metabolizzare un pensiero.
Se ci fosse David, qui, mi direbbe di andare,  infondo è stato Tom a chiedermelo e che quindi ha intenzioni serie con la nostra relazione. Insomma è una premier mondiale, non una cosina da niente.
Guardo il cellulare, non ho nemmeno un messaggio o una chiamata da lui significa che il mio silenzio gli ha fatto male.
Vorrei, vorrei davvero andare alla premier con lui ma poi cosa succederà  con i giornali scandalistici ? Come mi vedranno le fan di Hiddleston - " Ma guarda quella li ! Perché lei se la fa con Tom e io no ?" - passerei per una poco di  buono e per una specie di pedofilo Tom.
- Elen ti stai rendendo conto che pensando ai giornali scandalistici, non stai vivendo bene la tua relazione con Tom ? - guardo mia madre che ha in baccio Robert e me lo porge - Tienilo un attimo, arrivo subito. - , prendo Robert. In questi ultimi mesi è cresciuto un sacco tanto che non riusciamo nemmeno più a tenerlo in grembo. 
- Cosa dovrei fare Rob, hai idee ? - mi avvicino alla sua fronte e gli do un piccolo bacio sento che fa dei versi. - Lui ti direbbe di andare ! - guardo mia madre e gli faccio un enorme sorriso - Credi ? - stuzzico il nasino di Robert e lo sento ridere - Si ! E sai che c'è ? Lo diciamo anche io e Sebastian ! - 
Faccio un piccolo sorriso  e do un bacio sulla guancia paffutella del bambino in braccio a me, - Allora chiamerò Tom e gli dirò che lo accompagnerò. - 
Salgo le scale con in braccio mio fratello, arrivo in stanza e ci  sdraiamo tutti e due sul  letto. 
- Quanto vorrei tornare come te Robert. Mangi, dormi, mangi, dormi e non pensi ancora alle scelte che ti cambieranno il futuro. - vedo che prende un pupazzo affianco a lui e inizia a giocare con esso,  sorrido e allungo il braccio per prendere il cellulare. Digito il numero di Tom e aspetto che mi risponda.
- Dimmi ! - risponde affannato, segno che è ad allenarsi, mi guardo attorno - Possiamo vederci ? - guardo quello che combina Robert e lo trovo a succhiare l'orecchio di un mio vecchio peluches. - Si, perché  ? - mi chiede Tom, sospiro.
- E' ancora valida la proposta di venire con te alla premier ? - 













Londra a fine Settembre mi mette un po' di tristezza. 
La fine dell'estate, vedere le bancarelle che piano, piano chiudono segno che la stagione autunnale sta per iniziare. 
Entro nella caffetteria che Tom mi ha detto, mi siedo in un posto appartato e aspetto che arriva lui. Vedo arrivare una camerriera mi porta il  menù e poi  scompare di nuovo  dietro  il balcone. 
Guardo il  cellulare,  sono  arrivata con  dieci minuti di anticipo. Mio Dio ! Le attese mi stressano sempre. 
La cameriera torna  con un taquino e una penna, - Vuole ordinare ? - gli rivolgo un  sorriso finto - Aspetto che arriva il mio amico e poi ordiniamo. - 
Amico. L'ho  definito un'altra volta amico, in  un luogo pubblico non riesco  a chiamarlo ragazzo o come fanno le coppiette che vedo  a scuola mia " Amore. " .
La cosa che mi rende così  restrittiva verso  la nostra relazione, sono i pregiudizi e  i  giudizi delle persone che sanno  solo sputare sentenze. 
Ho  paura di  andare al cinema con lui, di fare una passeggiata con lui in  centro a Londra; quella volta in cui siamo  stati insieme tutto il  giorno per la città  mi  sentivo...  come posso  dire  ?  Accerchiata da tante persone che vedevano una ragazzina mano per la mano a un uomo troppo  grande per lei e questo non andava bene.
Come dice mia madre, dovrei  smetterla di pensare a cosa dicono le persone di me, di Tom, di  Noi e pensare di più  a un probabile futuro di coppia. 
- Eccomi. - Sento la voce di  Tom  entrarmi piano nelle orecchie, non l'ho nemmeno sentito arrivare da tanto che ero immersa nei miei pensieri. 
Gli  faccio un enorme sorriso ma non  trovo uno dei suoi. 
- Dimmi. - La sua voce era dura,  roca e affannata. Mi sentivo in soggestione. 
Mi guardo attorno,  incomincio a tartassarmi le mani e cerco  un buon inizio per iniziare il mio discorso. - In questi  due giorni ... - sospiro - Allora ! Cosa volete ordinare ? - mi giro verso la cameriera che è  spuntata all'ultimo minuto, vorrei ucciderla. 
- Per me dell'acqua gassata. -  vedo la cameriera  sfoderare un sorriso  a Tom, tossisco. - Io .... avete qualcosa di forte ? - Con la coda dell'occhio vedo Tom uccidermi con lo sguardo. - Si, ma non possiamo  vendere alcolici a minorenni. Signorina.- sorrido.
- Ho diciotto anni, se vuoi ti posso mostrare la carta di identità.- la ragazza rimane titubante fino  a quando  non inizia a  scrivere. 
- Okay un'acqua frizzante per il  signore e un alcolico per la signorina. - gli  faccio un enorme sorriso e  la vedo di  nuovo sparire. 
- Elen ma che ti prende ? - sospiro, - Posso finire il  mio discorso ? - lui fa cenno  di si  con la testa. 
-  Allora ! In questi due giorni ho pensato molto  alla proposta che mi hai fatto e dopo  averci pensato un sacco  sono  arrivata alla conclusione che si ! Voglio venire con te alla premier di  Thor The Dark World. - lui  rimane apatico,  come se non gli  fregasse niente di quello  che gli  ho  detto. 
-  Fantistico - , aggrotto la fronte, - Mi  dici solo questo ? Dopo  che ti  ho detto  che ... - ;
 - Tu non vuoi venire ! -  rimango  ferma a guardarlo mentre la  cameriera ci  porta le  cose che gli  abbiamo ordinato.
- Cosa ? - vedo  lui bere un goccio d'acqua e poi riporgere il  bicchiere sul  tavolino. - Hai paura di quello  che potrebbero pensare le persone Elen, hai paura dei  giornali scandalistici, delle mie fan, di tutte le persone che ci circondano. - 
Rimango ferma ad ascoltarlo - Non so perché tu lo pensi, ci sono un sacco di celebrità che stanno insieme a persone più giovani di loro e escono sempre a testa alta perché si amano. Io ... io non so nemmeno più se ... - 
Mi alzo di scatto furiosa. 
- Non pensare minimamente che io  non ti ama più Signor Hiddleston ! Non pensarla una cosa del  genere perché non è così. Io ti amo e te l'ho sempre dimostrato nei migliori dei modi ! Si ! Ho paura del giudizio delle persone che ti seguono ma questo non vuol dire che non ti ami come ti ho sempre amato ! -
Sento  l'adrenalina salirmi nelle vene - E sai che c'è ? Verrò alla premier di Thor con te,  mi vestirò per bene, mi truccherò mi sistemerò i capelli e starò al tuo fianco e  me ne fregherò  del  giudizio altrui. - 
Sento delle lacrime scendermi sulle guance,  potrei crollare fra un momento all'altro perché sentirsi dire dalla persona che si ama di più al mondo cose del  genere non è bello. 
Non è bello che qualcuno  dubito del  tuo amore,  per nulla. 
Vedo Tom alzarmi, infilarsi il giubbino e avvicinarsi a me, - E' fantastico vedere che una finta arrabbiatura ti manda così in bestia.- 
Rimango ferma in mobile, sento una sua mano appoggiarsi  alla mia guancia - Non ho mai dubitato del tuo  amore verso di me, sono felice che mi hai detto della tua paura più grande e sai una cosa ? Alla premier daremo il  meglio di noi due senza  pensare alle altre persone. Ti amo Elen. - 
Sento le sue labbra appoggiarsi sulle mie, sono soffici, umide. Chiudo gli occhi e lascio che quel peso che mi porto sul petto  se ne vada affievolito dal quel  bacio. 
Interrompiamo il  contatto, appoggia la sua fronte alla mia - E se hai paura di  qualche giudizio ci sono io  qua. Non  voglio  che ti  fai  " distruggere " dalle critiche altrui. - stringo le sue mani che sono appoggiate sul mio collo,  vorrei piangere ma cerco d i trattenermi perché non mi sembra il caso  di scoppiare in lacrime. 
- Adesso andiamo,  dobbiamo sceglierti il  vestito.- gli faccio un enorme sorriso e lo bacio a stampo - Ti amo Tom. - lui fa un piccolo sorriso - Anche io Elen, anche io. -





Ho lo stomaco chiuso e sento che potrei vomitare da un momento all'altro. 
Sono in macchina con Tom  che ci stanno portando alla premier. 
- Tutto apposto  ragazzi ? - è Luke, menomale che c'è anche lui - Diciamo ! - rispondo io. 
- Stai  calma Tesoro. - sento una mano di Tom sulla mia spalla. 
- Come faccio a stare calma ? E' una premier ! Non so nemmeno come si camina ad una premier. - sento ridere i  due uomini - Con i piedi Elen e poi ci sarà Tom ad aiutarti - 
Luke cerca di mettermi a mio agio, ma non  sa che così peggiora le cose. 
- Ti faccio ancora i miei complimenti, con quel Elie Saab stai  d'incanto. -  faccio un mega sorriso all'uomo davanti a me, - Grazie Luke, sei sempre molto gentile. - e torno a guardare fuori dal finestrino. 
La macchia  inizia a rallentare fino a che non si  ferma, sento le urla delle fan e sento il cuore espledermi. 
La portiera si apre, scende Luke, poi Tom ed infine io. Rimango un attimo ferma, ma appena metto il piede fuori  dalla macchina un mare di folla, urla e persone si avventa su  di noi. 
- TOM ! TOM UNA FOTO, UNA FOTO. - una ragazza vestita da Lady Loki  sta cercando  di  reclamare l'attenzione del  mio ragazzo,  tocco la spalla di Tom - Dimmi Tesoro. - gli indico  quella ragazza.  - Credo che voglia una foto con te. - lui mi  sorride e si avvicina ai suoi fan. 
Luke rimane al mio fianco e guardiamo Tom, ci viene da ridere.  Si comporta davvero bene con i suoi fan, forse è per questo  che tutti lo  amano -TOM TI  PREGO UN AUTOGRAFO, TI PREGO VENGO DALL'ITALIA. -mi giro verso la voce dietro di me. 
Una ragazzina poco più piccola di me si stava sbracciando sulla transenna con un notebook fra le mani, mi  avvicino - Se vuoi  gli passo il quaderno e te lo  faccio  autografare. - gli  faccio un piccolo sorriso e vedo lei  ricambiare - Mi faresti la persona più felice sulla terra. - rido,  in fin dei conti anche io tempo a ero come lei alla vista dei Paramore, la mia band preferita. 
Prendo il notebook, passo affianco di  Luke chiedendogli una penna e mi avvicino a Tom. 
- Amore, dimmi. - era stra impegnato a farsi una foto con una ragazza. - Puoi  fare un'autografo ? Quella ragazza ... - e gli indico la ragazzina bruna dietro Luke - ... ti chiamava, ma tu sei troppo preso. Puoi firmare ? - gli  faccio un enorme sorriso  porgendogli le cose. 
Lui  le prende dalle mie mani  e fa una firma veloce, mi  ripassa il quaderno con un enorme sorriso. - Grazie che mi aiuti. - gli faccio l'occhiolino e torno a dare il notebook alla legittima propietaria. 
- Grazie infinite ! - gli faccio un enorme sorriso - Ma non c'è di che. Aiuto sempre chi è in difficoltà. - vedo altre ragazza dietro di lei che cercano di  passarmi chi un pezzo di carta, chi una foto di Tom, chi una maglia. 
Ho fatto  da tramite per tutto il  tragitto del red carpet,  fino a quando  i fotografi non volevano fotografarci. 
- Tutto okay ? - mi sussurra Tom all'orecchio, - Si, sto alla grande.- sento lui  tirarmi più a se, lo guardo negli occhi  e lo  sento avvicinarsi - E' ora di rendere pubblico al mondo quanto ti amo. - si avvicina a me e mi  stampa un bacio a stampo. 
Per un secondo sento il mondo  cadermi addosso, sento le urla delle fan sotto e i fotogrami che urlano di volere di più. Di più cosa ? 
Per diamine siamo ad un evento pubblico !
Sento le labbra di Tom separarsi dalle mie,  apro gli occhi e trovo il  suo sorriso. Le fan dietro di noi urlano ma sono tutte voci amalgamate  e quindi non posso  capire quello  che dicono. 
Tom stringe la mia vita e entriamo  dentro  al hotel  dove è  allestito  tutto. 
Noto subito Zachary Levi, Chris con la moglie Elsa e la piccola India. Ci avviciniamo, saluto tutti presentandi alla Signora Hemsworth. 
Zac mi  abbraccia talmente forte da togliermi il respiro - Mio Dio ! Sei una bomba sexy - 
divento paonazza dalla vergogna, - Grazie Zac. - e ridiamo. 
Elsa è molto dolce con la sua bambina, vedo Chris porgergli una mano sulla pancia - Si, aspettiamo il  secondo bambino. - Oddio  Chris sono molto felice  per te. -
Vedo Tom e Chris darsi un abbraccio, io  mi complimento con Elsa mentre sorseggio un po' di spumante. 
- Da quanto state insieme tu e Tom. - chino lo sguardo sorridendo - E' quasi un anno. -  la donna davanti a me mi fa l'occhiolino - Fantastico ! So che tu sei molto più piccola di lui. - mi irrigidisco - Ma questo non è problema se vi amate e se c'è chimica fra voi potete andare dove vi pare. - mi  tranquillizzo e bevo un sorso di  spumante che mi fa bruciare la gola.
Mi  giro per cercare un tavolo dove appoggiare il  bicchiere vuoto e incrocio lo  sguardo di Natalie Portman. 
- Oddio ! - esulto, adoro la Portman, sia come persona, sia com attrice. -Salve - mi saluta con un accenno di mano -  Tu  dovresti  essere Elen, la ragazza di Tom. -   
So  che le mie guace si sono colorate di rosso - Ehm si, piacere. - e gli porgo la mano, lei la stringe e mi congratulo con lei per tutto il lavoro che sta facendo sia in campo politico che sociale. 
Sento una mano  sulla mia spalla, mi giro e trovo Tom  - A quanto pare hai conosciuto Natalie. - gli faccio un piccolo sorriso - Oh si ! E mi stavo complimentando con lei per l'attivismo sociale e politico che ha. -
Tom ride insieme a me e a Natalie finiamo di parlare come loro  due si divertivano a fare scherzi  a Chris sul set e di quanto  è stato bello  girare il film. 
Con la coda dell'occhio  noto un volto famigliare,  un uomo sulla cinquantina che sono sicura di aver già visto, - Tom ... - gli  tocco la spalla, - Dimmi piccola - con il viso  ancora rivolto verso l'uomo misterioso -... ma quello è ... - ; - Si Elen è Christopher Eccleston - mi giro di scatto verso Tom, rimango a fissarlo per qualche secondo. - Come  scusa ? 
Lo sento ridere e appoggia il bicchiere sul tavolo - Eheheh- , mi allontano da Tom - Devo conoscerlo è grazie a lui  se ho apprezzato Doctor Who. - 
Sento Tom ridere mentre mi avvicino al Signor Eccleston, mi fermo un momento e cerco di spegnere la fangirl che è in me. Gli tocco la spalla e lui si gira di scatto verso di me, faccio un piccolo sorriso - Tu ... - ;  - Piacere Elen, sono la compagna di Tom. - 
L'uomo guarda dietro di me, sicuramente ha incrociato lo sguardo  di Hiddleston e bacia la mia mano - Tom mi ha un sacco parlato di te, non ti immaginavo così carina. - chino lo sguardo dall' imbarazzo. 
- Volevo solo  avere il piacere di conoscere l'uomo  che ha dato  vita al mio  Dottore preferito. -vedo lui sorridermi - Sono molto felice di averti accontentato. - mi  allontano da lui, non mi andava di disturbarlo e mi avvicino a Tom. 
- Contenta ? - incrocio le braccia dietro il collo  di  Tom - Un sacco e non me lo aspettavo. - vedo lui aggrottare la fronte. - Avevo paura delle tue fan, lo ammetto - dico ridendo, lui  ride insieme a me - Ma credo di essere vista in modo positivo. -  sorrido e gli do un bacio. 
Appoggio  la testa sul suo petto, sento gli occhi stanchi e i piedi cominciano a farmi male ma vorrei restare per sempre così,  appoggiata sul  suo petto  con un  vestito di Elie Saab addosso. 











ANGOLO AUTRICE.
Ma buongiorno (???) 
oggi è un grande giorno, no ! Non perché ho postato il capitolo ma perché esce 
AVENGERS AGE OF ULTON. e io sono in modalità fangirl level 900000 dalla felicità.
Comunque torniamo a noi, scusate per questa lunga attesa, sono una brutta autrice, lo so. 
Ma questi mesi sono stati davvero difficili, tra lavoro,  scuola guida ( AH, SI. HO PRESO LA PATENTE PAPPAPEROPERO ) e la 
poca voglia di scrivere hanno rallentato tutto. 
Comunque, credo, che con il prossimo capitolo  la storia si consluderà ho allungato troppo il brodo 
e ho paura di  fare casini. 
Vi voglio bene 
Un bacio e un abbraccio 
Elen.



 
 

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Capitolo 24
*** Perdonami, perdonami di amarti e di avertelo fatto capire. - EPILOGO ***


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EPILOGO.


 
 
Abbiate giudizio nello scegliere chi volete che vi spogli.
Fare l’amore è un’arte: almeno in questo distinguetevi dagli animali
.
 
 
New York 2020.

Il caffè è  troppo  caldo  e mi sto bruciando il palato.
Guardo fuori dalla finestra e i fiocchi di neve cadono piano sul balcone 
di casa mia.
Prendo  la macchina fotografica, la tazza di caffé e  torno  nella camera oscura.
Immergo la pellicola nel liquido lasciandola qualche  minuto per poi toglierla e l'appendo  per farla asciugare.
Guardo attorno a me. La stanza invasa di fotografie che raffigurano momenti felici e  speciali di persone a me sconosciute ma con cui ho parlato un solo giorno.
Mi appoggio  al tavolo con la tazza fumante di  caffé  fra le mani e ripenso a quanto ho  dovuto  sudare per crearmi tutto quello  che sto facendo.
Esco dalla camera oscura,  appoggio  la tazza nel  lavandino e  corro in camera da letto, mi preparo per uscire con degli amici che ho  conosciuto nell' agenzia in cui ormai lavoro da tre anni, sono persone per bene, neo fotografi come me che hanno  ancora tanto  da imparare.
Arrivo al  locale dove ho appuntamento con loro, entro saluto il barrista ,ormai nostro amico, e mi  siedo al solito posto. 
- Elen ! Tesoro ! - abbraccio  Charlotte, una mia cara amica conosciuta il primo anno di Università.  - Sei venuta da sola ? - mi chiede Raul il compagno di Charlotte, - Si, sono sola questi giorni. - lui prende  lo shortino che ha davanti a lui e lo passa a me - Bevi, non dirò niente al tuo ragazzo. - lo  guardo male ma alla fine mi  faccio  convincere e butto giù tutto ad un fiato il liquido nel bicchiere. 
Sento la gola bruciarmi, strizzo gli occhi e rido. 
Charlotte e Raul sono diventati due pali importanti nella mia vita negli ultimi anni, ma non  saranno  mai come David. 
A volte penso a quanto tempo è passato  dalla sua morte e non mi sembra vero,  che non c'è più da così tanto tempo.
Quando rimango sola delle volte fisso la piccola fototessera che ho nel portafoglio  e cerco di sforzarmi  di ricordarmi la sua voce. 
Già, non la ricordo più, ormai è come se  svanisse piano, piano ma io non voglio. 
Non voglio dimenticarmi di quella  voce bellissima che mi chiamava ogni giorno e mi cantava qualche canzone quando dormivo da lui.
- Elen tutto a posto ?! - sento scrollarmi per un braccio,  Charlotte mi guarda con  fare preoccupato, - Si,  si tutto okay. - 
Mi fa un enorme sorriso, come quello  che mi ha fatto appena ci siamo incontrate in facoltà. 
Sono fortunata ad averli al mio fianco, quando sono sola a casa perché Tom è fuori per lavoro mi ritrovo con loro a parlare del più e del meno davanti a una pizza e un film; oppure al nostro solito bar.
La mia storia con Tom sta andanto bene, abbiamo i nostri alti e bassi, la distanza che a volte compromette e fa nascere strani pensieri ma alla fine ci ritroviamo mano per la mano per Central Park.
- Ei scusa ... - mi giro verso una ragazza che avrà due anni in meno a me,  ha un enorme sorriso sul volto. 
- Dimmi ... - appoggio il  bicchiere sul tavolo e noto che mi porge un foglio - So che sei la ragazza di Tom Hiddleston e volevo chiederti se gli potevi dare questa da parte mia. Sono una sua grande fan. - 
Sento i miei due amici sghignazzare dietro di me,  prendo il foglio e lo infilo nella borsa - Certo, appena torna a casa glielo  darò. - 
La ragazza davanti a me si sporge verso di me e mi abbraccia,  - Grazie mille sei molto gentile. - sorrido e la stringo a me. 


Quando usciamo dal bar , Charlotte inizia a cantare e a ballare con Raul.
E' completamente ubriaca e il suo ragazzo  la sorregge per un braccio, gli  scatto  qualche foto con il cellulare e vado in aiuto al mio amico. 
A volte li invidio, forse perché non posso passare tutte le serate con Tom da perfetti fidanzati, ma io ho il mio lavoro e Tom il suo e gli ho sempre detto che ne il suo lavoro ne il mio intralceranno la nostra storia. 
A volte quando sta mesi e mesi lontano, ci diamo appuntament su Skype e facciamo una lunga video chiamata, molte volte mi addormento davanti al pc e mi risveglio  perché il portatile  mi cade dalle gambe, altre volte non  ci  sentiamo per parecchi giorni perché lui è troppo indaffarato e io  cerco di tenermi occupata con il lavoro per non sentire la mancanza.
Siamo davanti alla casa di Charlotte e Raul, aiuto quest'ultimo a sistemare la sua ragazza a letto e mi avvio alla porta di casa. 
- Grazie ancora Elen. - faccio un piccolo sorriso e lo abbraccio - Di nulla, grazie a voi. Ci vediamo domani mattina. -  Raul annuisce e io esco di casa.
Sistemo per bene il cappello  e infilo le mani dentro il  giubbetto cercando di non sentire freddo. 
Appena entro in casa, mi tolgo tutto e corro a farmi un bel thé caldo. 
Noto una cosa, due tazze nel lavandino. La mia di Ironman che ho lasciato prima di andare via e  una con il  ritratto di Williams Shakespeare, tazza che ho regalato  tempo fa a Tom.
Faccio un piccolo sorriso,  guardo il salotto e tutto è a posto, salgo in camera e appena accendo la luce sento qualcuno saltarmi letteralemente addosso. 
- Ommiodio ! - urlo,  casco sbattendo il sedere a terra,  -  Ciao sorellina. - 
e sento stritolarmi. 
Guardo per bene e trovo Robert e Tom. - Ma che ci fate qui ? -,  Tom si avvicina a me - Ci mancava la nostra donna preferita. - mi da un bacio a fior di labbra, dalle quali non vorrei mai staccarmi - Ei ... c'è un minorenne nella stanza, non vuoi che lo racconto alla mamma. - rido sulle labbra di Tom  - Rob smettila, non stiamo facendo nulla ! - mi scrollo di dosso  mio fratello  e cerco di alzarmi, Tom mi aiuta; lego le mie braccia intorno al suo collo e lui mi abbraccia. 
- Sbaglio o hai bevuto signorina ? - lui  mi  guarda con gli occhi ridotti a due fessure. - Ehm .... - e poi mi bacia.
Mi allontano da lui, mi guardo attorno e sistemo i capelli disordinati. - Allora, come mai questa sorpresa ? E tu ... - indico mio fratello con il dito - ... come hai  costretto mamma a farti  venire qui ? - incrocio le braccia sotto il seno. 
Rob e Tom si scambiano uno sguardo complice, esausta mi siedo sul letto incrociando le gambe. 
- Ci mancavi. -  dice mio fratello, mi giro verso di lui e riduco gli occhi a due fessure, guardo  Tom - Che gli hai promesso ? L'ultima volta che sono stata a casa non voleva nemmeno vedermi. - 
L'uomo davanti a me alza le mani come segno di pace, prendo un cuscino e glielo lancio addosso. 
Tom lo sfiora per poco,  lo raccoglie e lo lancia contro di me. Robert inizia a farmi il solleto e subuti dopo arriva anche Tom ad aiutare mio fratello. 
- Smettetela ! No ... basta ... - ho i crampi allo stomaco per il troppo ridere... - Basta, basta vi vado a preparare i cupcake se la smettete. - entrambi si fermano e finalmente riesco a respirare.
- Ci sei mancata Elen. - mi giro verso Tom e gli faccio un mega sorriso, cerco Rob e me lo strapazzo in abbraccio. - Sei stanco ? - chiedo a mio fratello, lui mi fa cenno di si con la testa. 
Ci alziamo e lo accompagno nella stanza degli ospiti, gli preparo il pigiama, gli do un bacio sulla fronte e socchiudo la porta. 
Mi sdraio accanto a Tom, lo abbraccio, ha gli occhi  socchiusi intrisi di  stanchezza e jet lag. Lo bacio sulle labbra, mi appoggio contro il suo petto e posso sentire il battito del suo cuore. - Come procedono le riprese ? - lui si gira di fianco e mi accarezza la guancia. - Alla grande, abbiamo più poco da filmare. Un paio di settimane e tornerò definitivamente.- faccio un grande sorriso, mi avvicino sempre di più a lui. 
Sento le sue labbra baciarmi il collo, sento l'aroma del suo profumo inebriarmi le narici e la testa, cerco le sue labbra e quando le trovo ci affondo le mie. 
La lingua di Tom entra prepotente nella mia bocca,  rotolo sopra di lui e posso sentire la sua  eccitazione. Lui cerca di  apire la camicia mi toglie la canotta, io nel frattempo slaccio i suoi pantaloni ma mi fermo. 
Lui mi guarda, appoggia le mani sul mio viso e mi da dei piccoli baci sul viso, - Che succede ? - mi sussurra,  volto la testa verso la porta aperta, - Mio  fratello.. c'è mio fratello al piano di sotto ... non possiamo fare sesso. -
Tom appoggia la testa contro il  mio petto e tutta la sua eccitazione svanisce.
- Credo che non si sveglierà ... - lui mi torna a guardare, gli sposto i capelli neri  dal viso, sorrido - E perché ? -. 
Tom comincia a baciarmi il petto, - Non ha dormito per tutto il viaggio .. da tanto che non vedeva l'ora di vederti. - sorriso e prendo il viso fra le mie mani, lo bacio di  nuovo,  con più enfasi, Tom risponde anche lui e in pochi secondi mi ritrovo sotto di lui, mi sfila i jeans e io gli tolgo la maglia. Sento la sua barba pizzicarmi la pancia, il linguine e poi lo sento tornare a impadronirsi della mia  bocca. Abbiamo solo uno strato di vestiti addosso ed è come bruciassero addosso a noi, li togliamo e rimaniamo a guardarci negli occhi. 
E' tanto che non ritrovo quelle due pozze azzurre a fissarmi,  sento le guance andare in fiamme, lo sguardo di Tom a volte mi imbarazza. 
Ci baciamo, sento la erezione di lui fra le mie gambe, le sue mani navigano sui miei fianchi per poi fermrsi suoi miei seni sodi. Mi esce un gemito e vedo sul volto di Tom un ghigno, si sente potente ma  rigiro le posizioni e metto le sue mani sopra la sua testa.  Non sono mai stata sopra e non so cosa mi abbia spinto a farlo proprio ora, forse la birra e l'altro drink che ho bevuto stasera stanno facendo effetto. Inizio  a muovermi, direziono il suo membro dentro di me e comincio  a spingere. 
Ogni mia  sensazione è come moltiplicata.
Sposto le mani e quelle di Tom si appoggiano sui miei fianchi per dare un ritmo più elevato,  sento i suoi sospiri, appoggio la testa sul cuscina accanto al suo viso. Un piacere dentro di me diventa più grande e i nostri sospiri si amalgamo, dopo varie settimane siamo di nuovo una cosa sola. 
La mano di Tom si unisce alla mia ed esplodiamo in un lungo piacere. 




Mi rigiro nel letto affianco a me solo uno spazio di lenzuola stropicciate e ancora tiepide. 
Mi siedo strofinando gli occhi,  copro il mio corpo nudo e mi alzo infilandomi le prime cose che ho trovato. 
Scendo le scale, un buon profumo di  latte  e caffé si  fa spazio nel mio naso. 
Al tavolo sono seduti mio fratello e il  mio compagno. Rimango ferma qualche secondo a fissarli, sembrano padre e figlio mentre fanno una normale colazione. 
- Buongiorno. - Tom e Robert si girano verso di me e mi regalano due grandi sorrisi. Do un bacio sulla  fronte a mio fratello e uno sulle labbra a Tom mi siedo al mio posto e sorseggio un po' di caffélatte.
- Che facciamo oggi ? - guardo mio  fratello, - Tu verrai a lavoro con me, non posso  lasciarti solo a casa. - fa uno scatto stizzito  - Ma sono grande. - 
lo guardo da dietro la tazza - Smettila, sei troppo piccolo per stare a casa. - 
Mi giro verso Tom - Tu che fai ? - appoggia la sua tazza sul tavo e prende un biscotto - Sarò a giro, devo comprare un bel vestito alla mia ragazza per il party che si terrà stasera. - guardo Tom - Che party ? - sorseggio la mia bevanda - Stan Lee darà un party con tutti gli attori che hanno preso parte a film e telefilm targati marvel. - sputo tutto quello che ho in bocca - Come scusa ? - rimango sbalordita, Tom e Robert ridono - Ma ... ma non potevi avvisarmi un po' prima ? Dovrei avvisare Chartlotte e Raul che vengano a fare da babysitter. -,  vedo il mio compagno fare cenno di no con il  dito, - Tuo fratello  verrà con noi, glielò promesso e i tuoi amici sono ingaggiati come fotografi. - appoggio brutalmente la mia tazza sul tavolo,  i due uomini e mezzo davanti a me ridono, mi giro verso mio fratello - Ecco perché sei venuto ! Non sentivi la mia mancanza, volevo solo conoscere i tuoi attori sbarra supereroi preferiti ! - 
Robert sghignazza insieme a Tom  - Sei bellissima quando ti arrabbi - , mi giro verso Tom  - Non  è  facendomi complimenti che mi calmo. - alzo un sopracciglio. 
Tom si avvicina a me, mi abbraccia e mi lascia un bacio  sul collo - Ti divertirai, mantieni la calma e tuo fratello starà con me. Giornata da uomini.- 
Mi punzecchia i fianchi e io salto dalla sedia  - Ps: Mi sei piaciuta tanto sta notte, non ti ho mai vista così. - mi sussura all'orecchio. 
Divento rossa, più rossa di quello che già sono, Tom ride lo allontano da me saluto entrami e corro a cambiarmi per andare a lavoro.



La giornata in  agenzia è volata, appena ho  varcato la soglia  della porta stamani mattina Charlotte e Raul mi  fissavano e avevano due sorrisi ebeti sul viso e mi porserò una tazza di caffè e mi disserò " Pronta per stasera ?" li avrei voluti picchiare. 
Entro in casa e la trovo sottosopra, - Rob, Tom sono a casa ! - appoggio le chiavi sul mobile, mi tolgo il cappotto e salgo le scale per andare in stanza. 
Nel letto trovo  Robert al quale consiglia a Tom lo smooking da mettere, mi appoggio allo stipite della porta e li osservo fino a quando Tom non si accorge di me, - Tesoro. - mi abbraccia e mi da un bacio. 
- Che state combinando ? - Tom si gira verso mio fratello - Mi sta aiutando, ah ! Nella tua parte di letto troverai una scatola con un vestito, non so se ti piacerà ha scelto tuo fratello. - 
Mi avvicino al letto e guardo con uno sguardo minatorio Rob, apro la scatola e tiro su il vestito. Un tubino nero con dei  motivi fioreali, beh devo dirlo, mio fratello ha ottimi gusti in fatto di vestiti. 
- Mi piace un sacco, vieni qui Rob. - lui si avvicina e lo abbraccio - Sono felice che ti piace ! - lo guardo con fare dolce mi da un bacio sulla guancia, - Vado a prepararmi, ci metto cinque minuti. - inclino di lato la bocca, - Mi raccomando, fatti la doccia. - ; - Ce la siamo già fatta, manchi solo tu.  - mi giro verso Tom vedo che si stava sistemando la cravatta. 
- Perché non ti metti questo ? - e gli allungo un papillon - Ti sta meglio. Vado a farmi la doccia, farò prestissimo.- 
Corro in bagno e cerco di  fare una doccia super veloce,  frizziono bene lo shampoo sui miei capelli rossi  poi penso al corpo e infine mi risciaquo. 
Avvolgo il  mio corpo in un asciugamano gigante, asciugo la mia chioma, li piastro invento un'acconciatura ed esco dal  bagno. 
Mi vesto, il vestito mi va a pennello e le calze anche esse con fantasie floreali e nere ci stanno bene; mi do un leggero trucco e sono pronta.
Scendo le scale stando attenta a non inciampare con i trampoli che ho ai piedi, già non sto in equilibrio con delle normali scarpe da ginnastica, immaginiamoci con dei tacchi.
Tom mi prende una mano, da vero gentil'uomo mi infila il cappotto e usciamo di casa. 
Il party è dentro a un grande Hoterl vicino a Central Park, siamo in ascensore e ho talmente tanta ansia da sentire le gambe cedermi. 
- Stai  calma. - sento una mano di Tom sulla mia schiena, la sua mano è fredda e un brivido si propaga sulla mia schiena. 
Sento il  " ding " del ascensore, sinonimo che siamo arrivati. Chiudo gli occhi, sospiro e poi li riapro e davanti a me mi ritrovo un sacco di uomini vestiti eleganti con varie donne nei loro vari abiti. 
Robert prende una mia mano stringendola, è anche lui nervoso e posso ben capirlo. 
- Ei Elen ! - una voce famigliare mi  distoglie dai miei pensieri, e un enorme sorriso di Chris Hemsworth mi manda in pappa il cervello. - C... Chris ! - lui mi saluta stringendomi la mano e dandomi un bacio sulla guancia.
Guarda affianco a me, mio fratello era letteralmente appiccicato alla mia gamba, - E tu chi sei ? Campione - rido,  - Lui è Robert, mio fratello  è un po' timido. - 
Chris gli porge la mano e Rob con molta timidezza la stringe. 
- Tutto okay con il lavoro ? - faccio cenno di si con la testa - Va alla grande, non potrei chiedere di meglio. E tu con le riprese come va ? - fa spallucce e manda giù un sorso di liquido che ha nel bicchiere. 
- Va tutto bene, poi è bello  lavorare con  Tom. - mi giro verso il  mio ragazzo che sta parlando  con  Hayley Atwell.
Chris si allontana da me per salutare altri colleghi, io  e Robert rimaniamo fermi in mezzo alle persone guardandoci intorno, mi sento nuda fra tutta questa gente. 
Avvicino mio  fratello a me, lui appoggia la testa sul mio fianco  - Elen ho appena stretto la mano a Thor. - sorrido, - Hai visto quanto sei fortunato ? - 
gli passo una mano fra i capelli - Ma a me Thor non piace. - scoppio in una piccola risata.  - Preferisco Captan America. - gli prendo una mano  - Vedrai che lo incontrerai. - mi fa un piccolo sorriso e io ricambio.
A volte non ci credo che Robert sia così cresciuto, me lo ricordo ancora con il pannolino e nella culla.  Ora è un allegro bambino di dieci anni  che torna a casa con un occhio nero perché ha difeso una bambina da dei bulletti della sua scuola. 
Sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla - Lei è Elen. - mi giro e  mi ritrovo davanti a me un uomo su cui ho da ragazzina in piena fase ormonale faceva i peggio sogni su di lui: Robert Downey Jr. 
e al suo fianco c'è Chris Evans. 
- Elen, Elen quello è Captan America e lui è Iron man, quello del  poster in camera tua ! - cerco di attappare la bocca a mio  fratello,  ma perdo ogni concezione appena i due uomini davanti a me ridono. 
- P..iacere, Elen. - allungo la mano Robert mi bacia la mano presentandosi e Chris la stringe, manca poco che la rompe. 
- E così questa è la tua dolce metà. Te la sei cercata molto giovane e carina a quanto vedo, mica scemo sei ! E' Tom. - 
Io divento rossa e i tre uomini scoppiano in una grande risata,  - Posso farmi una foto con te ? - Rob si stacca dalla mia gamba, Vedo Robert, il più grande, guardare Tom - Hai un figlio e non mi dice niente ? -  ora sono io che rido. 
- Oh no, no. Lui è mio fratello Robert. - quando l'uomo davanti a me - Avete scelto proprio un bel nome, complimenti. - scoppio di nuovo in una piccola risata nel frattempo Evans con il cellulare di Tom si scatta un selfie con mio fratello. - Se vuoi  che non ti stia appiccicato alla gamba c'è mio figlio Exton che si sta annoiando, magari con un nuovo amichetto si staccherà da mia moglie. - guardo Rob e lo vedo supplicarmi con gli occhi -Okay signorino, ma niente scherzi sennò ti giochi il pupazzo di neve a Central Park domani pomeriggio. - lui mi abbraccia  e corre verso il figlio di Downey.
- Che lavoro fai Elen ? - Tom mi passa un bicchiere di champagne, ne bevo un sorso - Fotografa. Anzi, dove sono Charlotte e Raul ? Non li vedo. - guardo Tom che fa spallucce - Fantastico se avrò bisogno di qualche book fotografico per mio figlio posso chiamarti ? - mi guardo attorno - Ehm ... okay - 
- E io posso chiamarti per il  mio matrimonio. - risponde Evans, Downey e Tom lo fissarono - Si, mi sposerò  ! A breve e siete invitati. - rimaniamo shoccati davanti alla notizia ci complementiamo con Chris e torniamo girovagare e a salutare i vari ospiti. 
Sento le gambe tornare a essere vive, mi sono calmata dopo l'incontro con il signor Downey,  stringo la mano di Tom e lui si gira verso di me - Tutto okay ? - mi sussura all'orecchio. - Si, sto alla  grande. Ho solo addosso un po' di stanchezza. 
Tom mi bacia a fior di labbra, lo abbraccio e rimaniamo così per non so quanto tempo. 
Sono la persona più fortunata del  mondo, ho un ragazzo che mi ama, un fratello  fantastico e il lavoro che ho sempre sognato. 



 
THE END





Angolo autrice.
Ci siamo, siamo alla fine e io non ero pronta alla fine anche se 
nell'altro capitolo avevo detto di si. 
Che dire ? Avevo in mente un bel discorso da farvi ma ora non ricordo più nulla 
( Se mi chiamo ALZHEIMER c'è un motivo. )
Comunque, grazie. Grazie per questi tre anni, avevo postato la storia che avevo 17 anni anni, una mocciosetta 
che non sapeva che fare nella vita, che era una nerd assurda. 
Ora ho vent'anni,  lavoro sono riuscita a prendere la patente e sono ancora una nerd assurda ma con sogni molto 
grandi. 
Non so se scriverò ancora, non so se sentirete parlare ancora di me, perché negli ultimi periodo ho troppe 
cose che  mi tengono occupata quindi non più quel tempo che avevo tre o quattranni fa. 
Grazie a tutti, a quelle 50 persone che hanno messo la mia storia tra i seguiti, alle 33 persone che hanno messo fra i preferiti e ai sette fra le ricordate, ma un grazie grande va anche a SaraHiddleston e ad Akane92 che trovano sempre del tempo 
per recensire.
Un abbraccio e chissà a presto 
Elen.

 

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