A different love

di Glael
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La ragazza senza nome ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** Apocalypse pub ***
Capitolo 4: *** La spirale della vita ***
Capitolo 5: *** I wish i could... ***
Capitolo 6: *** My story..a terrible choise ***
Capitolo 7: *** Il segreto svelato ***
Capitolo 8: *** Vite parallele ***
Capitolo 9: *** Without you... ***
Capitolo 10: *** La fiera del libro indipendente ***
Capitolo 11: *** L'ombra del sospetto ***
Capitolo 12: *** Let's talk... ***
Capitolo 13: *** Preparativi ***
Capitolo 14: *** And a Happy New Year.... ***



Capitolo 1
*** La ragazza senza nome ***


A different love

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La ragazza senza nome

In sottofondo suonava "Halleluja" di Jeff Buckley. Un sottofondo perfetto quando si vaga per le strade di New York, in periferia.

C'era solo lei in giro per la città, in quel quartiere. Le piaceva questa sensazione di isolamento: tutti erano in vacanza e lei, come un lupo solitario, vagava per i vicoli più nascosti alla ricerca di un soggetto per il suo documentario.

L'iPod le cadde dalla tasca e il suo mondo personale, nel quale si era rifugiata, il mondo che stava tutto in quella canzone, tutto in quel momento, svanì in un soffio.

< Cavolo! > - esclamò

Era una ragazza strana: i rasta neri incorniciavano un viso fresco sul quale era visibile un grosso piercing sul sopracciglio sinistro. Il suo fisico era snello e ben formato e il suo stile inconfondibile. Quel giorno indossava una minigonna nera finto-strappata e una maglia anch'essa nera creata da lei. Il simbolo disegnato sopra era estremamente complesso..quasi come la sua mente...

Era quel genere di persona che si può definire Dark alternativa. Una persona curiosa ed interessante.

La sua vera passione erano i documentari. Li girava lei stessa. Spesso le capitava di vagare per strada senza una meta e scovare qualcosa che la incuriosivaa tal punto da farle desiderare di capirne di più. Aveva la stanza piena di film amatoriali riguardanti gli argomenti più disparati: guerra, fame, inquinamento... New York era una città che offriva molti spunti di riflessione!

Era la sua vera passione girare. La sua vocazione. per i suoi coetanei era solo un'associale alternativa da cui stare alla larga ma c'era molto di più in lei.. Forse un giorno un regista famoso avrebbe visto uno dei suoi lavori...l'avrebbe trovato interessante e  avrebbe fatto la sua fortuna....

Ma a che serviva sognare? Bisognava restare concentrati e cercare qualcosa si interessante. Sentiva che questo sarebbe stato il suo lavoro migliore, quello decisivo. Macchè...sua madre lo diceva...Smettila di perdere tempo! Metti il naso nei libri e studia!

Ma possibile che non capiva? la sua vita era piatta. PIATTA! L'unica distrazione era girare...

Non sapeva che di li a poco la sua vita avrebbe preso una piega diversa.

Non sapeva che il ragazzo in fondo alla strada la stava fissando da dietro gli occhiali scuri.

Non sapeva molte cose.

In effetti...era solo una ragazza che camminava. 

 

Leggete e recensite...il secondo capitolo è migliore...almeno così mi sembra. Spero vi sia piaciuta!

Glael

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** L'incontro ***


L'incontro

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L'incontro

Stava ancora camminando quando se ne accorse. Alzò gli occhi e lo vide seduto su un gradino di fronte ad una porta.

Fumava una sigaretta e il giubotto di pelle che indossava, così carico di spille e borchie, tintinnava ad ogni suo movimento.

I capelli, raccolti in una cresta bionda, sembravano aculei.

Lo scorse mentre la guardava da dietro gli occhiali. Era bello, almeno così sembrava. Un bello agghiacciante. Gli occhi, appena visibili, le erano parsi ipnotici. Un azzurro quasi glaciale che la colpiva.

Era incuriosita da quel giovane (avrà avuto 20 anni) vestito di nero con una kefia rossa intorno al collo.

Non ci pensò oltre.

Prese la telecamera e la puntò contro il ragazzo...il suo nuovo soggetto.

La reazione di lui non fu immediata. Restò come instupidito a guardare la ragazzina dai capelli affascinanti e il fisico perfetto con quell'arnese in mano.

La sigaretta a mezz'aria.

Poi si riscosse. Aspirò l'ultima boccata e gettò via il mozzicone.

Dapprima lei lo vide compiere quel gesto con una certa noncuranza, poi alzarsi velocemente e venire verso di lei.

Era alto, magro e si era tolto gli occhiali. I suoi occhi erano davvero ipnotici e avevano seriamente qualcosa di anomalo.

Si avvicinò sempre di più ma lei non si mosse, telecamera in spalla.

Ora erano vicini, così vicini che nell'inquadratura entravano solo i suoi occhi.

"Io sono Dustin - disse il ragazzo - ma tutti mi chiamano Dust"

Come stupita per quella presentazione frettolosa ed inaspettata, la ragazza replicò:

"Sei il soggetto per il mio nuovo documentario, ok? Ammetto che non ci conosciamo nemmeno ma mi hai incuriosito ed io non mi lascio mai scappare le occasioni. Quindi...sei Dustin..pardòn...Dust. Raccontaci qualcosa di te...quanti anni hai?"

"Ok...Ho 21 anni e sono un punk anarchico da quando ne avevo 18. Frequento l'università dove studio filosofia. Il mondo è più bello se conosci il suo pensiero, no? Amo leggere ma non i best sellers o robaccia simile...oh no! Io leggo..come posso spiegarmi..libri strani. Cerco case editrici sconosciute o autori indipendenti e poi, guarda, quando una cosa diventa troppo famosa significa che la gente la apprezza ed io detesto le persone. Ormai l'uomo medio è ignorante, senza ideale e ha aspirazioni come fare soldi o avere successo. Bisogna seguire le proprie convinzioni, cazzo! Prendi me...io ho messo in gioco la mia vita solo perchè seguo ciò in cui credo e rifarei questa cosa 1000 volte! Non pensi che sia giusto seguirei propri ideali, le proprie convinzioni?" - si fermò. Prese fiato. Accese un'altra sigaretta e aspirò una lunga boccata.

"Si...credo che sia giusto..." - rispose in fretta la ragazza

"E tu? Tu chi sei? Mi stai filmato da 10 minuti e io non so nulla di te..."

"Io mi chiamo Elìse...Elìse...e basta."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Apocalypse pub ***


L'apocalisse

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Apocalypse pub

"Va bene Elìse...Elìse e basta..perchè stai filmando? Voglio dire...quale sarebbe il tuo scopo?"

Un grosso sorriso illuminò il viso di Dust. Dal canto suo, invece, Elìse restò spiazzata. Quale sarebbe il suo scopo? Non lo sapeva. O meglio..filmare era la sua passione ma non aveva mai seriamente pensato all'utilità di ciò che faceva. Aveva davvero ragione sua madre dunque?

Rimase in questo stato di riflessione per due minuti buoni poi sentì una voce:

"Allora?" - chiese Dust spazientito

"Bhe..a dire il vero non ho uno scopo preciso. Cioè..è da quando sono piccola che filmo unicamente perchè mi piace. Spero un giorno di poter fare fortuna ma non è questo il vero motivo. Forse è curiosità, ma non saprei..."

"Sai - rispose assorto Dust - quando hai detto che vorresti fare fortuna con i tuoi video il cuore si è fermato. Ho pensato: ecco un'altra che pensa solo ai soldi e al successo! Ma tu non lo fai per questo. Tu non sai neppure perchè lo fai, a dire il vero. Ti dico io perchè: è una passione talmente forte che non te la sai spiegare. Non ti spieghi perchè giri con una telecamera nello zaino e non ti spieghi perchè non ti sai spiegare il motivo per cui lo fai. Scusa il gioco di parole darling ma è la verità. Prendi me..io sono così per pura passione. Essere anarchico, certo, non fa bene alla tua vita sociale non credi? Comunque baby...ora che mi sono reso conto che non sei una stupida sgallettata possiamo andare a bere qualcosa, no? e magari mentre siamo li mi racconti qualcosa di te, ok?"

Aveva pronunciato l'ok con un forte accento americano che la colpì molto.

Dust si accese una sigaretta e poi ne offrì una ad Elìse, la quale accettò volentieri. Il ragazzo la guardò sorridendo e quei suoi occhi così meravigliosi quasi la trapassarono.

Scesero giù per Lexington Road, strapiena di gente e decisero di cambiare strada. Entrarono allora in un vicolo di nome Apocalypse Path e sulla destra scorsero un pub. L'insegna diceva: "Apocalypse".

Le luci al neon erano malconcie ed Elìse, la quale non aveva mai visto un posto come quello, provò un senso di timore. Guardò Dust, perfettamente a suo agio. Tirò fuori la telecamera, riposta durante il tragitto, e filmò il posto.

"La vita punk. Ciak 2." - disse a voce alta

Poi si volse verso Dust. Lui la stava fissando così intensamente da metterla in imbarazzo.

"Che c'è?" - gli chiese

"Sei incompresa anche tu, non è vero? Il mondo che ti circonda non capisce la tua genialità e la tua...la tua...bellezza... ma ora ci sono io..."

Rise di gusto. Rise forte. Rise convinto. Rise.

Entrarono.

Dentro c'era odore di birra, di gin, di vodka, di sesso, di vomito, di polvere. Era il posto più schifoso, lercio e spaventoso che Elìse avesse mai visto. Eppure...eppure qualcosa l'attirava. Qualcosa le diceva che era proprio quello il genere di posto che faceva per lei. Un pub la cui bellezza non era compresa...

Il loro ingresso aveva destato stupore fra i presenti. Dust, a quanto pare molto conosciuto nel locale, la presentava ad anarchici e punk abbigliati nei modi più disparati. Lei, spaesata, tirava ogni tanto fuori la telecamera creando disagio tra i presenti.

Dopo una decina di minuti di presentazioni, Dust la condusse ad un tavolo dove era seduto un punk solitario.

"Jake, questa è Elìse. Elìse questo è Jake. E' il mio migliore amico...più un fratello che un amico direi."

Si presentarono. Jake aveva i capelli lunghi fino alle spalle, castani. Gli occhi erano neri..profondissimi. Così profondi ch dentro ci si poteva specchiare. Sul collo aveva un tatuaggio raffigurante un unicorno che scendeva giù fino all'osso sacro. Anche lui aveva dei piercings: uno sul sopracciglio destro e l'altr sulla lingua ed era estremamente affascinante. Il suo abbigliamento era uguale a quello degli altri punk ma la cosa che colpiva erano gli anelli: quasi uno per dito.

"Sit down girl -le disse Jake - quanti anni hai piccola?"

"19 da poco"

"E vivi sola?"

"Si. ho lasciato casa mia un anno fa. I miei...come dire...non mi andavano bene."

"E come ti guadagni il pane bambola?"

"Lavoro in un centro di accoglienza per animali abbandonati"

"Nobile. Immagino che vi siate conosciuti per caso. Certo che si...perchè non andiamo a prendere qualcosa da bere piccola?"

Elìse era riluttante. Non conosceva Jake e allontanarsi da Dust non era una cosa che aveva considerato...quegli occhi..la tenevano incollati a lui quasi fossero magnetici. Disse che preferiva filmare un po' e declinò gentilmente l'offerta. Jake si alzò faticosamente e si avviò verso il bancone per ordinare da bere. Di li a poco sarebbe cominciato un comizio e Dust non se lo sarebbe perso per nulla al mondo.

Continuava a fissare Elìse. La guardava e sorrideva.

Arrivarono le birre. Elìse bevve il contenuto del suo bicchiere tutto d'un fiato attirando l'attenzione dei suoi compagni. Jake si alzò e fece per ordinarne un'altra.

Ma quando tornò con il boccale pieno si rese conto che Elìse e Dust non erano più seduti al tavolo. Si guardò intorno. Percorse tutta l'area dell'Apocalypse ma non li trovò. Erano spariti. 

 

 

Bhe...dove saranno finiti Elìse e Dust? Per ora non lo so neanche io...quindi...spero di aggiornare presto!

Ciao

Glael/FrA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** La spirale della vita ***


hhh

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La spirale della vita

Dust aveva detto che sarebbe stato bello.

Dust glielo aveva assicurato.

Mentre aspettavano la birra dentro a quel pub, lui le aveva toccato il collo e le aveva sussurrato che era perfetto.

Le aveva suggerito di disegnare una spirale tagliata a metà da una linea retta.

Lei non aveva capito e lui le aveva disegnato il modello su un tovagliolo. Il suo sguardo si era illuminato.

Lui l'aveva fissata, come poco tempo prima e lei, rapita da quegli occhi, aveva poggiato le labbra sopra le sue.

Dust aveva risposto con calore a quel bacio e dopo averla guardata di nuovo erano usciti dal locale dimenticando Jake.

Avevano deciso di andare dal tatuatore e farlo entrambi. Durante il tragitto, avevano riso e parlato come Elìse non aveva mai fatto prima.

Era strano vederli insieme (non a caso destano curiosità).

Lui, alto, bello e punk.

Lei, bassa, bella e dark.

Due concezioni di vita non poi così diverse. Due stili opposti.

Lui non faceva altro che fissarla. Lei non smetteva di baciarlo.

Eppure si erano conosciuti solo poche ore prima.

Dopo 15 minuti di cammino giunsero in vista del negozio di tatoo. Entrarono.

Dust salutò un tipo alto, pelato, sulla quarantina.

"Conosci tutti in questa città?" - chiese Elìse

"Solo quelli che è necessario conoscere. - si accese una sigaretta - vedi Elìse....tutti pensano che in una città come NY sia necessario conoscere miriadi di persone. ma non solo a NY. Perchè? Perchè bisogna essere importanti. Io penso che non sia necessario. Le persone le conosci solo a seconda della vita che fai."

"Allora che volete?" - chiese il tatuatore a Dust

"Vorremmo un tatuaggio proprio qui..dietro il collo..sai come quello di Jake. Ma molto più piccolo. Deve coprire tutto il collo ma solo dietro che davanti è impossibile sopportare il dolore! Vogliamo questo."

Dust mostrò il modello e il tatuatore lo guardò con aria assente:

"Perchè proprio la spirale della vita?" - chiese

"Perchè è questa che ci ha legati. E ricorda che lo vogliamo entrambi identico!"

Elìse non riusciva a capire. Di cosa parlavano? Spirale della vita??? Avrebbe chiesto a Dust...ma dopo...ora doveva riprendere.

Dopo un'ora dentro quel buco di negozio, la testa di Elìse, cominciò a dolerle. Scoprì in seguito che era colpa di quel dannato incenso che il tatuatore aveva acceso dopo il primo tatuaggio. Si guardarono compiaciuti. Pagarono e uscirono.

"Che significa spirale della vita?" - chiese allora Elìse

"Come vedi la spirale è divisa in due da una linea retta. La parte a destra rappresenta le scelte che compiamo per volontà personale. Quella a sinistra, quelle che compiamo a causa del destino..senza neanche accorgercene. Noi ci siamo conosciuti a causa della parte a sinistra."

"Ma tu ci credi veramente??? Davvero?"

Dust divenne serio:

"Io ci credo. Si. Tutto è guidato dal destino ma ci sono azioni che compiamo unicamente per nostra volontà. E questo è un dato di fatto."

"Tu dove abiti Dust?" - chiese maliziosamente Elìse

"Non ho una casa. A volte dormo da Jake, altre volte da qualche altro amico. Da quando me ne sono andato da casa dei miei non ho ancora trovato una sistemazione mia. Bhe...magari stasera dormo da te che così ti conosco un po' meglio..."

Elìse lo guardò. Aspirò dalla sigaretta ormai spenta e buttò il fumo proprio in bocca a Dust. Si baciarono.

Era buio e decisero di andare a casa.

Elìse abitava in uno squallido appartamento e lo divideva con Maya: dark, puttana ma estremamente simpatica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** I wish i could... ***


I wish i could...

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I wish i could

Entrarono nel palazzo.

Grida di bambini riempirono l'antro dell'ingresso.

El'se odiava quel posto. A volte si chiedeva perchè aveva abbandonato la sua famiglia.

Per seguire i miei sogni - si ripeteva.

Ma in realtà...che stava facendo?

Lavorava in un rifugio di animali e i suoi documentari erano ancora tutti stipati in quella che lei chiamava stanza.

Erano davvero questi i suoi sogni?

"No davvero" - disse a voce alta

"Cosa?" - chiese incuriosito Dust

"Nulla...riflettevo..."

"Cosa??? Dai...Mi interessa ciò che pensi....facendo filosofia è una deformazione professionale!"

"Bhe ....io credo....ecco....insomma...tu credi nel modo in cui stai conducendo la tua vita?"

Adesso si erano fermati a mezza rampa e si guardavano negli occhi.

Lei appariva preoccupata, come disorientata.

Lui...tutto l'opposto.

"Io mi sono iscritto a filosofia perchè la materia mi piace. Anzi, l'amo. Ma giunto alla laurea ti assicuro che non andrò mai a fare l'insegnante. Non sono in grado. Cosa potrei insegnare? Naaah...."

"E allora....cosa farai?"

"Bhe..attualmente mi pago gli studi scrivendo i testi per un gruppo metal che. a quanto pare, è diventato un MUST nel mondo underground. In seguito...boh..ci penserò. Ma ti assicuro che mai scenderei a compromessi. Non voglio. Non l'ho mai fatto. Preferirei vivere sotto un ponte piuttosto."

"Ma ti rendi conto che tu non sarai così per sempre! Non avrai sempre 20 anni e comportarsi....così...non sarà più giustificato!" - disse concitata Elìse

"Non sarà giustificato da chi??? Io me ne frego del mondo e sai perchè? Perchè se questo fosse un pianeta degno di considerazione, mi importerebbe quello che pensa la gente. Ma attualmente...Ahhh..no! Io vivo a modo mio. Anche tu sei diversa dalle altre persone, anche solo per il modo in cui ti vesti, o ti muovi. Cosa pensi di fare? Credi che tra un paio d'anni andrai a lavorare in un ufficio, ti metterai dietro una scrivania e pace? Come potresti sopportarlo? Tu non sei fatta per questo!"

Ora era teso. La sua faccia era contratta e i suoi occhi avevano acquisito un lampo di follia e convinzione allo stesso tempo.

Lui credeva veramente in ciò che aveva detto.

Lui viveva veramente  per seguire le sue aspirazioni: vivere senza regole, non pensando al domani, come un vero anarchico.

Anche lei aveva fatto una scelta a suo tempo. Ma ora...ora qualcosa la bloccava.

Se avesse potuto, forse sarebbe tornata indietro.

In effetti....poteva tornare indietro!! Poteva tornare dai suoi genitori e dire che avevano sempre avuto ragione su tutto e mettersi dietro una scrivania. IL cervello le scoppiava....

Si sentiva schiacciata da due muri che presto l'avrebbero stritolata.

Si accorse che Dust la stava guardando.

Si riscosse.

Lo guardò.

Dust la baciò.

Un bacio lungo e appassionato. La prese in braccio.

Era quasi comica come scena..

Lui vestito come uno dei Ramones, ma con in più la cresta.

Converse nere, pantaloni stretti a sigaretta neri, maglia a righe rosse e nere e poi quel dannatissimo, eccitante giubotto di pelle.

Salirono le scale mentre continuavano a baciarsi.

Elìse dimenticò tutto.

Perfino quando aprì la porta non le venne in mente che aveva una coinquilina...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** My story..a terrible choise ***


I wish i could...

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My story...a terrible choise...

Entarono che ancora si stavano baciando. Maya li osservava divertita, seduta sul divano.

La luce era spenta.

Si accese una sigaretta e il rumore dell'accendino attirò l'attenzione di Dust che l vide.

Emise un urletto di sorpresa.

"Salve" - disse Maya per ulla turbata

Elìse la vide e irritata replico:

"Devi sempre rovinare tutto, non è vero Maya?"

"Solo quando mi annoio.... Ciao.....UOMO-GALLO....io sono la sua coinquilina e quella che paga le bollette."

Strinse la mano di Dust con disgusto, poi si volse verso Elìse.

"Ma perchè li porti a casa tutti così strani?? O Signore...."

Dust era rimasto completamente scosso. Maya era alta e magra. I capelli biondi, lisci le cadevano sulle spalle. Gli occhi verdi osservavano ogni cosa colmi di malizia.

Come potevano due persone così diverse vivere insieme?

"Lui è Dust comunque. Maya è una fotomodella e non andiamo assolutamente d'accordo come hai potuto constatare tu stess. Lei mi considera una disadattata solo perchè penso con la mia testa ed io un'arrivista che non si f scrupoli a scopare con ottantenni pur di avere la copertina di uno stupido giornale di moda"

Maya sorrise sarcastica poi andò in cucina e prese da bere.

"L'unico motivo per cui viviamo insieme - puntualizzò Elìse - è il lato economico. Nonostante il suo lavoro, Maya riesce a pagare solo le bollette mentre io solo l'affitto. L'accordo è che la prima indipendente economicamente se ne andrà."

Dust continuava a non capire. Anche la casa era inusuale. Appariva divisa com in due emisferi completamente diversi fra loro.

A sinistra c'era la camera di Maya: rosa con milioni di sue foto appese alle pareti neanche fosse un cesso del pub più squallido di New York. Aveva una libreria dove si intravedeva la collezione completa di "Vogue".

A destra si apriva la camera di Elìse: stracolma di libri e disordinatissima, era di color rosso. Calda, etnica, piena di oggetti che sembravano venire dai posti più strani. Sul lato sinistro della stanza si intravedeva un impianto tecnologico di avanguardia. Sopra il letto si estendevano due scaffali stracolmi di cassette e CD...i suoi documentari.

"Senti Elìse...stasera vengno le ragazze per il nostro party...vedi i non fare rumore, ok?" - disse Maya

"Party?" - chiese a disagio Dust

"Si..party...vengono dele mie amiche..ci prepariamo, ci vestiamo, ci trucchiamo, vediamo qualche video un po'...hard...hihihi...per imparare qualcosa e poi andiamo al "Planet Hollywood" dove se abbiamo fortuna incontriamo i produttori più importanti e magari..rimdiamo quache lavoretto anche a costo di un...sacrificio fisico...uhuhuhuh..."

"Perchè sei così superficiale Maya?" - chiese scocciata Elìse

"Cerco di somigliare al mio idolo!"

"E chi sarebbe il tuo idolo? Barbie???" - domandò divertito Dust

Maya si offese e replicò in tono alterato:

"Ma certo che no sciocchino! E' Paris.....la grande Paris Hilton!"

Elìse e Dust si guardarono. Scioccati.

"A proposito di modelli. Ieri in metro era seduto accanto a me un uomo alto....nero.....che comincia a parlare delle persone da stimare ed imitare. E chi tira fuori?? Uno che si chiama Martin Lutero...no. Non era Lutero...era tipo...Martin Luther King...o roba del genere. Alchè mi sono girata e gli ho detto: Scusa ma se devi imitare qualcuno, trovati un personaggio famoso, no? Chi lo conosce questo Luther King.! La gente...non siete d'accordo???"

Dust avea la bocca aperta. Elìse non riusciva a parlare. la guardarono come inebetiti, increduli.

"Come siete noiosi voi......sporcaccioni! Bhe, io i ritiro nella mia stanza! Baci...Smack smack"

Dust guardò Elìse e la baciò.

"Sono contento che esista gente come te la mondo" - disse

"Sai...nessuno mi dice una coa del genere da un paio d'anni...preparo il caffè...ok?"

Dust annuì ed entrò in camera di Elìse.
Le cassette erano tantissime.

Lesse i titoli: "New York by night", "Pollution", "A day with animals" e molti altri.

Un titolo attirò la sua attenzione: "My story...a terrible truth...a terrible choise".

La prese. Elìse era restia a parlare di sé e lui voleva sapere.

L'aveva presa...oddio...ma che diritto aveva. Era tardi ormai.

La ragazza entrò con in mano un vassoio sul quale erano poggiati i due caffè.

Dust la guardò. Era bella. I suoi rasta le piacevano in modo incontenibile. I suoi occhi. Il suo portamento. Tutto.

Sorseggiò il suo caffè.

"C'è una stanza che ancora non hai visto" - disse la ragazza

Si alzarono. In fondo al corridoio c'era una porta. Elìse la aprì e quello che si presentò davanti agli occhi di Dust fu un luogo ultra creativo. Le pareti erano dipinte con dei disegni. A destra si trovavano delle maglie...sicuramente create da lei. Dovunque...foto, articoli di giornale, volantini, manifesti.

"Di che si tratta?" - chiese curioso

"E' il mio mondo. My story. A terrible choise."

Quella frase lo riscosse. Pensò alla cassetta che aveva in tasca. Si voltò e vide che la ragazza stava soridendo.

"Io devo andare scusa" - disse di fretta

"Ma perchè?? Insomma dovevi dormire qui e perchè?? Che ho detto???"

"Nulla è che...mi sono ricordato che devo sbrigare delle cose con Jake...scusa..."

"Vorrei rivederti Dust..."

"Mi trovi domani sera all'Apocalypse. Dalle 10. Ti saluto. E grazie del caffè."

La baciò ed uscì frettolosamente.

Elìse guardò la stanza...il suo mondo....del quale aveva reso partecipe anche Dust.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Il segreto svelato ***


Il segreto svelato

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Il segreto svelato

Uscì che sembrava un ladro.

Forse lo era in effetti. Se n'era andato con lo sguardo basso, frettolasamente, senza neppure una parola.

Elìse, l'aveva vista con la coda dell'occhio, era rimasta in piedi, con le due tazzine in mano, guardando la sua schiena allontanarsi sempre più.

Perchè lo aveva fatto??? I suoi amici gli ripetevano continuamente che prima o poi la curiosita lo avrebbe cacciato in un brutto guaio.

Accidenti a lui!

Corse verso l'Apocalypse. Corse. Voleva vedere Jake. Era l'unico che poteva aiutarlo. Ma che stava dicendo??? Lo avrebbe stramaledetto per averlo piantato in asso e sicuramente lo avrebbe giudicato per il suo comportamento da ladro.

Cavolo non ci voleva proprio questa situazione.

Poteva sempre fare marcia indietro, bere il suo caffè e chiedere scusa cento volte e cento volte ancora.

Avrebbe potuto, si...ma non se la sentiva proprio di andare li con la faccia da cane bastonato.

Ormai era vicino al pub.

Imboccò il vicolo. Vide l'insegna. Entrò.

Il locale era sempre lo stesso...stesso odore, stessa gente, stesso comizio ridicolo ma in qualche modo buffo.

Jake era li. Seduto. Con la birra in mano e la sigaretta a mezz'aria. Si voltò e lo vide.

Lo invitò a sedersi con lui con un sorriso beffardo.

"Bhe immagino il motivo per cui ve ne siete andati. Potevi dirmelo che avevi gli ormoni in subbuglio e tutta 'sta fretta....me ne sarei fatto una ragione. Comunque è molto carina complimenti. Certo non posso dire che sia il mio tipo. Nè il tuo. Noi siamo anarchici, lei...no... comunque sei...scusato diciamo.." - disse Jake e sorseggiò la sua birra col fare di un vero esperto...

Dust continuava a tacere.

"Che hai, boy? Ti vedo strano? Che hai combinato???"

"Nulla...è...che...siamo andati a casa sua e li ho visto la sua stanza...hai notato che lei gira sempre con la telecamera? Ecco...lei gira documentari...e li..nella sua stanza...tra le miriadi di cassette e cd ne ho trovata una. Ti prego non farmi il processo...leggi bene e dimmi se non l'avresti presa anche tu!"

Dust tirò fuori dalla tasca del giubotto la cassetta. Le spille produssero un rumore sordo. Jake lo guardò prima negli occhi. Poi volse lo sguardo alla cassetta e in  seguito al titolo.

"Cristo santo ma sei scemo??? Perchè l'hai presa??? Ma che ti passa nel cervello?? Ma perchè? Cosa ci guadagni? Questa ragazza la conosci da meno di 24 ore e ti vedo cambiare. Prima di tutto pendi dalle sue labbra. ma come è possibile una cosa del genere? Non la conosci affatto!"

"E' per questo che ho preso la cassetta. Per conoscerla."

"Ma non è rubando le cose in casa della persona che ti interessa che la conosci. Eì parlandole. Cazzo, proprio io faccio 'sti discorsi! Mi sento deficiente a fare il saggio!"

"Mi serve il tuo registratore. Ormai devo vederla, no?"

"Mai!" - rispose convinto Jake

"Senti...sei mio amico e sai bene che non posso tornare in quell'appartamento con la coda tra le gambe....quindi...già che sono in possesso di quella cassetta...la vedrò...e tu con me."

"No, no....io non voglio avere niente a che fare con questa storia. Ti presto ciò che vuoi ma lasciami fuori"

"Non chiedo di meglio".

I due si incamminarono verso casa di Jake, un monolocale che sembrava un museo.

Jake era un tipo molto ordinato e nel suo appartamento vi erano le cose più disparate.

Innanzitutto una collezzione di LP che poteva far invidia ad un collezionista. Poi cd, dvd, posters delle sue band preferite e molto altro...

Si sistemarono e Dust inserì la cassetta.

Le immagini scorsero veloci. Lui dapprima non ne comprese il senso. Dovette riguardarla due volte.

Vide un gran polverone. L'insegna della Tube. Vide la faccia di Elìse...ma....appariva più giovane. Una voce:

"7 luglio 2005. Londra. Io c'ero."

Le immagini continuarono a scorrere. Vide morti che uscivano dalla metropolitana. Elìse aveva montato insieme alle riprese due telegiornali. Ora capiva! Il documentario parlava dell'attentato alla metro di Londra.

Il volto di Elìse apparve di nuovo sullo schermo. Narrava la storia di una famiglia londinese distrutta da una tragedia come quella.

"Mio padre..mia madre...morirono in quel tragico evento. Sono incazzata - ora due lacrime le rigavano le guance - sono incazzata da morire - ora stava urlando - perchè i miei genitori non avevano fatto nulla - singhiozzava -. Al momento dell'esplosione io ero in centro sociale per promuovere una campagna per la salvaguardia degli animali. Mi chiamarono. Mi dissero che i miei erano intrappolati all'interno della tube e...che...e...che se me la sentivo potevo andare... - piangeva forte. Così forte che Dust provò rabbia per quel mondo mediocre nel quale vivevano. Provò dolore. pianse mentre le immagini scorrevano sullo schermo e la voce continuava a narrare...sommessamente -. Andai li... ma la polizia non voleva farmi passare...porca miseria...urlai che c'erano i miei...i miei genitoir pacifisti ma conformisti, integralisti e incazzati con me perchè lentamente avevano intuito che mi stavo avvicinando ad un movimento un po' estremo per i loro gusti....c'erano i miei genitori che mi pagavano al scuola...c'erano i miei genitori cazzo ed io dovevo trovarli! La polizia non mi faceva passare... i corpi uscivano ed io li cercavo tra tutti i morti. - le immagini continuavano a scorrere - Alzavo i lenzuoli e guardavo i volti tumefatti in cerca di qualcosa che mi dicesse che NON erano loro. Restai in quel luogo di morte per 4 incessanti ore. Alla fine uscirono.... - urlava - uscirono morti perchè questo mondo è una merda. Uscirono morti anche se non centravano nulla. Uscirono morti e non c'è altro da dire. In quell'attentato persero la vita 52 persone, compresi quei bastardi che avevano messo la bomba,e 700 persone rimasero ferite. Perchè loro non erano tra quei 700???"

Le immagini cambairono. La telecamera riprendeva ora una bella casa in stile classico con una grossa scala di legno. Ora, Elìse era visibile in figura intera. Non aveva i rasta, bensì riccioli neri. Camicetta rossa e pantaloni stretti , neri, converse nere dimostravano che il suo cambiamento verso un mondo alternativo non era ancora avvenuto.

"Me ne vado - diceva - sto preparando la valigia. Prendo tutti i soldi che sono in questa casa e me ne vado. A tuti i casini burocratici ci peserà qualcun altro."

Ora si intravedeva Elìse intenta a telefonare.

"Pensa tu a tutto zia. Addio."

Le immagini che seguirono mostravano un aereoporto..LOndon Heatrow...seguite da immagini di New York. Elìse dunque non era americana ed era scappata dall'inghilterra.

Le immagini si interruppero bruscamente. 

Elìse ora era cambiata. Aveva i rasta ed era abbigliata come di consueto.

"Dormii in un centro sociale per due settimane. Di giorno cercavo casa, di notte piangevo. Trovai un giorno quell'appartamento, interessato però anche a Maya. Decidemmo di abitare insieme e la mia vita è rimasta la stessa da un anno a questa parte.

Questo documentario documenta il dolore, al perdita, l'ingiustizia, lo schifo. Qualcuno lo vedrà e capirà. Capirete anche...che l'unica cosa che ti può salvare dal tracollo sono le passioni...come la mia...."

Il video si interruppe.

Dust restò a bocca aperta.

E pianse.

 

Ciao a tutti. Voglio solo chiarire perchè ho deciso di far vivere ad Elìse una vita così triste. Gli attentati subiti dall'Europa in seguito alla cosiddetta "Guerra Santa" sono terribili e devono essere ricordati.

Vorrei dire che è stato bello per me scivere questo capitolo. Più che altro commovente. Magari a voi non è arrivata questa sensazione ma per me è stato questo.

Grazie a tutti per la splendide recensioni....vi ringrazierò uno ad uno un giorno!!!!

Glael

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Vite parallele ***


hgjjg

A different love

Vite parallele

Dust rimase in questo stato di confusione e tristezza per circa un'ora.

Jake si insospettì ed entrò nella stanza con una sigaretta in bocca.

Lo vide seduto per terra con le mani sulla faccia. La tv bloccata all'ultimo fotogramma: sul televisore c'era la faccia di Elìse con due lacrime che le rigavano le guance.

Vedere il suo migliore amico in quello stato lo faceva stare male. Restò a fissarlo senza dire nulla. Poi si avvicinò a lui e gli diede una pacca sulla spalla.

"Dai....guardiamo questo dannato video." - gli disse

Rividero la morte, il dolore, le lacrime, la rabbia e poi più nulla.

Jake capì perchè Dust stava così e si sentì morire.

Si era sentito tanto parlare degli attentati. L'11 settembre anche loro erano a  NY. Anche loro avevano sofferto. Anche loro avevano aiutato. Anche loro...

Non avevano provato, però e grazie a Dio, ciò che voleva dire perdere qualcuno.

Che storia terribile.

"E adesso che farai? Anzi...che faremo? Come faremo a  guardarla di nuovo come prima senza dirgli ciò che sappiamo?" - chiese Jake

"Non lo so"

Si addormentarono. Dormirono ma non sognarono. Restarono in questo stato per ore.

 

****

"Dove sarà finito? Perchè è andato via così? Io non capisco! Ho fatto qualcosa di male, Maja? Gli ho solo portato il caffè!"

"Non capisco perchè te la prendi tanto! Lo hai conosciuto due giorni fa! Caspita...capisco che il colo di fulmine ci possa stare (anche se sinceramente non mi capacito di come si possa essere attratti da quall'uomo), ma..."

"Senti! Risparmiati i commenti ok? Non me ne frega nulla di ciò che pensi, va bene? Ti ho solo chiesto di aiutarmi a capire! Cazzo è così difficile per quel cervello da demente?" - urlò Elìse interrompendo bruscamente la coinquilina

Maja rimase interdetta. La bocca spalancata. Si alzò dal divano. Si voltò e si chiuse in camera.

"Perfetto!" - pensò Elìse

Si avvicinò alla porta e bussò.

"Ti prego Maja non fare così...lo sai che scherzo...ti insulto sempre dopotutto....non te la prendere...ti prego..."

"Questa volta è diverso. Molto diverso Elìse.... tu credi che io non abbia un cervello solo perchè mi interessano le scarpe, i trucchi, le sfilate e l'aspetto? Ma visto che tu sei il nostro faro nella notte solo perchè ti occupi di politica e problemi umanitari, come mai non guardi oltre le apparenze? Sai...è una cosa he le persone intelligenti fanno! Ma tu no. Tu no perchè sarebbe troppo difficile o troppo noioso da fare, non è vero? Bhe sai che c'è? a demente si è rotta le palle di te e di quella specie di omuncolo dagli occhi splendidi! E ora scusa ma ho da fare."

Aveva pronunciato questo discorso da dietro al porta e si era accasciata con la schiena contro lo stipite, a terra.

"Ti prego Maya...ora che ho bisogno di te..."

Silenzio.

Elìse si accasiò a terra e pianse. Restarono così per molto tempo....forse per ore...

 

***

Decisero di andare a bere una birra. Jake fumava continuamente e Dust pensava. Quella ragazza era entrata nella sua vita di colpo. Come era possibile che ci tenesse così tanto? Come? Considerata poi la sua vita sentiementale era molto strano che accadesse una cosa simile. Ma lei era diversa. Loro erano diversi. Erano differenti da tutto e da tutti. Ed era per questo che si erano incontarti. Si toccò il collo. La spirale della vita era la testimonianza del loro dannatissimo bisogno di amore, del loro desiderio di trovarsi.

"A che pensi?" - chiese Jake perplesso

"Penso che tutta questa storia è incredibile! Insomma, Jake, ci siamo conosciuti due giorni fa...eppure...la sento così vicina...la sento così vera..la sento perchè anche per lei è lo stesso, lo so...perchè noi siamo fatti per stare insieme e..."

"Un secondo. Fammi capire - Jake si voltò - ho sentito bene??? Tu vuoi stare con lei?? E da quando tu vuoi stare con una ragazza? Tu sei il tipo PRENDILA-FATTELA-ADDIO o sbaglio?"

"Non più. Io voglio stare con lei! E' da quando l'ho vista mentre raccoglieva l'iPod da terra...mamma mia...una visione...Non voglio che soffra ancora. Non voglio proprio. E' una specie di colpo di fulmine...non so..."

 

***

Maya uscì dalla stanza. La vide seduta per terra con la faccia nascosta tra le mani. La aiutò ad alzarsi poi la abbracciò.

"Non fare così Elìse. Vedrai che è andato via non per qualcosa che hai fatto tu ma perchè si è ricordato di qualcosa. O forse è gay e non voleva fare sesso con te."

Risero insieme.

"Maya...hai ragione...io non guardo oltre le apparenze. Non l'ho mai fatto e mi dispiace di averti detto quelle cose..mi spiace..."

"Dai non ci pensare....dopotutto anche io ti ho insultato parecchio..."

"Maya io devo dirti cose che tu non sai. Ora che sento di potermi fidare di te voglio essere sincera fino in fondo."

Le raccontò la sua storia, l'attentato...tutto. Maya restò interdetta. Poi la abbracciò. Piansero insieme come vere amiche.

"Allora...dove può essere in questo momento il principe azzurro Dust?"

Elìse ci pensò...non lo conosceva abbastanza...c'era solo un posto che le veniva in mente...

"All'Apocalypse"

"E...di grazia...cosa sarebbe?"

"Un bar"

"Allora andiamo!"

"Andiamo? Intendi...noi?"

"Si certo"

Uscirono in fretta e si gettarono tra le strade di NY.

 

***

Stavano ancora camminando quando Dust riconobbe una figura familiare che stava camminando proprio di fronte a loro: Elìse!!!

"Oh merda! C'è Elìse!!!"

Jake guardò meglio e la scorse.

"Bene! Così finalmente le dirai che vuoi stare con lei!"

"No..no..no...no...no...no Jake come faccio a spiegarle il motivo della mia fretta? Oddio andiamo via ti prego."

"Troppo tardi" - dichiarò Jake

Elìse lo aveva, infatti, già visto. Corse verso di lui e lo abbracciò come se non vedesse da anni.

"Perchè sei sparito Dust? Ho fatto qualcosa?"

"E lei chi è signorina??" - chiese Jake a Maya

"Sono la coinquilina di Elìse"

"Ma davvero??"

Dust teneva il capo chino. "Dust parlami ti prego. Non so che ho fatto. Ti supplico."

"Perchè non entriamo io e lei? Le offro una birra signorina...."

"Maya. Bhe certo...lasciamoli parlare in pace......"

"Jake. Andiamo allora?"

Le prese la vita e si incamminarono verso l'Apocalypse.

"Elìse...io....devo dirti una cosa..."

"Dimmi ti prego"

"Ieri..quando...sono venuta da te...ecco...sai...tu sei andato a preparare il caffè e...io sono rimasto in camera tua...ricordi?"

"Si certo."

"Ecco...io...stavo guardando le cassette e ne ho vista una...il titolo mi ha colpito e così...l'ho presa"

Elìse assunse un'espressione rabbuiata.

"Quale? Quale Dust??"

"Quella sulla tua storia...quella su Londra..."

Elìse lo guardò esterrefatta.

"Come ti sei permesso di prendere quella cassetta....e di guardarla per di più!?!?!? Come???"

"Elìse...io...io voglio stare con te..."

"Ma non me ne frega nullka delle tue stronzate! Vai all'inferno Dust. Non ci conosciamo neanche eppure sento che hai tradito la fiducia che...da stupida...avevo riposto in te. Tu eri perfetto. Ora non sei altro che uno stupido...stupido LADRO!"

Fece per andarsene ma Dust la afferrò per un braccio

"Elìse...ascolta...io..."

"NON TOCCARMI! E poi ti rendi conto che non hai mai detto MI DISPIACE?"

"Mi dispiace"

"E' tardi"

Si voltò ma poi tornò indietro.

"Dammela!"

"Elìse ascolta..."

"DAMMELA HO DETTO" - strillò la ragazza

Dust gliela porse.

Restò solo in mezzo ad una folla di donne e uomini in carriera che correvano incuranti di tutto.

Persino della pioggia che già cominciava a cadere.

 

Ed eccoci qui! Ma dico io...gli uomini...effettivamente Dust non doveva farlo ragazze (dico ragazze perchè non c'è nessun ragazzo che commenta la mia storia^^)...Ok..Dust è favoloso e andrebbe perdonato...ma non lo so....voi che dite??

Un bacio. Glael.

Elenina scrittrice: Grazie per le recensioni. Sono meravigliose e devo dire che la nostra amicizia sta crescendo! Le tue storie mi piacciono un mondo...continua così!

Ladymarie: Anche io penso che Dust sia incredibile (altrimenti non lo avrei creato ^^) e la visione del mondo la condivido pienamente. Grazie per le recensioni!

Alice the tinker: Wow...la tua storia mi sta mozzando il fiato! Continuo a seguire Kush e faccio assolutamente il tifo per lei! Grazie per la recensione!

_Pan_: Anche se non ti ho più sentita, ti ringrazio per le recensioni!

Dimea: Grazie per la tua recensioni. Ci sentiamo quando vieni dalle mie parti! Bacioni

Pippimag: Bhe non so che dire su di te...sei tu che mi hai dato l'ispirazione di scrivere e la tua storia (Love trap...per chi fosse interessato) è fantastika. Scrivi benissimo e sei anche un'amica unica! Un bacione...carissima....

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Without you... ***


La mia vita senza te

A different love

Without you...

Settembre era arrivato portandosi dietro tutti i buoni lavoratori americani indaffarati a produrre beni per accrescere...il sogno americano.

Elìse, dopo la sfuriata fatta a Dust, si era detta che forse avrebbe potuto perdonarlo e chiamarlo. Poi si era resa conto che...ehm...non aveva il numero e a dire il vero non sapeva neppure se possedeva o meno un telefono.

Questa situazione era davvero strana.

Era stata più volte all'Apocalypse con Maya e ci aveva trovato solo Jake che non faceva altro che intrattenersi con la sua coinquilina e non le diceva nulla di interessante su Dust.

Voleva vederlo ma al contempo non poteva sopportarlo. Come si era anche solo permesso di prendere quella cassetta.

Il loro era stato un colpo di fulmine...bisognava riconoscerlo e forse era proprio per questo che nonostante tutto ciò che aveva fatto non riusciva ad immaginarsi senza di lui, sebbene si conoscessero da molto, molto poco.

Dal canto suo Elìse, continuava a girare il suo documentario sulla vita punk con l'aiuto di Jake e di un suo amico, comparso di colpo e senza una ragione: Frank. Sembrava simpatico ma qualcosa la insospettiva....voleva sempre accompagnarla in qualsiasi posto, si assicurava che stesse sempre bene e soprattutto non diceva mai una parola su Dust, cosa che la insospettiva molto, dato che erano amici. Frequentavano tutti i locali, tutti i comizi, tutti i negozi di abbigliamento che potessero in qualche modo aiutarla a capire come gestivano la loro vita. 

Il tutto stava venendo abbastanza bene e questo rappresentava una grande soddisfazione per lei.

Sentiva che mancava qualcosa. Mancava Dust.

Tutte le sere riguardava quel pezzettino di lui all'inizio del documentario...l'inquadratura sui suoi occhi....lui mentre entravano dall'Apocalypse...lui mentre fumava....

Non piangeva mai però. Era troppo arrabbiata.

 

***

Se ne era andato da NY dopo due giorni dalla litigata in Garden Street. Era andato a casa di un suo caro amico anch'egli punk.

Era stato ospitato con moltissima cura e Dust se ne era meravigliato. Probabilmente era stato capito. Qualcuno lo aveva finalmente capito...oltre ad Elìse naturalmente.

Sentiva che lei percepiva le sue emozioni anche se erano distanti. Sperava che non fosse più arrabbiata con lui e che lo avrebbe perdonato. Si ricordava della conversazione avuta con Jake.

Io voglio stare con lei, gli aveva detto... Era vero. Lo voleva ancora. Lei era così....non sapeva neppure come descriverla. Era perfetta...perfetta per lui.

Si sentì bussare.

Dust si riscosse dai suoi pensieri.

Si alzò.

Aprì la porta.

"Ah sei tu! Ciao...Frank."

 

 

 

 

 

 

 

Ora sappiamo che Dust conosce l'amico misterioso di Jake..cosa ha intenzione di fare il nostro punk?

Spero di aggiornare presto...ma non posso assicurarvelo!

Grazie a tutti per le recensioni!

Bacioni

Glael

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** La fiera del libro indipendente ***


La fiera del libro indipendente

A different love

La fiera del libro indipendente

"E' passato un mese e tu non fai altro che ripetermi che gira insieme a voi solo per filmare?????????????????? - Dust era fuori di sè - Ma stai scherzando??? Che c'è Frank??? Ti piace??? Ti piace e non vuoi che lei mi perdoni??? Eh??? Dimmelo, figlio di puttana! Tu mi nascondi qualcosa brutto stronzo!"

Per tutta risposta Frank gli assestò un pugno in pieno stomaco.

"E ora Mr. Coglione vai in bagno ed espelli tutto l'alcool dal tuo corpo!" - gli urlò

Dust aveva bevuto così tanto che quasi non se n'era reso conto. Non riusciva a sopportare che quel segaiolo di Frank potesse vedere la sua Elìse e lui no. La sua.... Magari.

Non lo era per niente...sua....

Tornò in salotto, verde in volto.

"Ti prego...dimmi se ti chiede mai di me...." - sussurrò Dust all'amico

"...................."

"Ti prego.....non vedi come sto? Voglio sapere solo se vuole perdonarmi....ti prego..."

"Mi chiede continuamente di te"

Dust rinvennè come dal coma.

"E tu? E tu che le dici?"

"Nulla coglione! Tu mi hai chiesto di non dirle che sei da me cosicchè lei possa fidarsi del sottoscritto. O sbaglio?"

Il ragazzo divenne scuro in volto. Era vero...lui aveva ideato tutta questa messa in scena e ora non sapeva più come uscirne. Cazzo! Cazzo! Cazzo!

"Io so come puoi uscirne" - disse Frank quasi leggendogli nel pensiero

"E come?"

"Tra pochi giorni a NY ci sarà una fiera del libro indipendente. Tu vai matto per tutte queste stronzate no? Ora...Elìse circa due giorni fa ha visto un piccolo manifesto attaccato ad un muro e mi ha chiesto se secondo me tu eri interessato ad andare. Io ho risposto che tu vai matto per queste cose e che forse ti avremmo trovato li. Lei ci sarà. Tu dovrai esserci se vuoi uscire da questo casino è ovvio..."

Dust non credette alla sue orecchie. Quindi lei lo pensava ancora????

"Ci sarò. - disse in fretta - dimmi quando e dove.

"Tra tre giorni in St. Peter Road. Li c'è un palazzo rosso. Entra e paga un dollaro. Alle cinque. E ora....buona notte coglione!"

Si alzò dal divano. Entrò in camera sua e chiuse la porta.

 

***

Tre giorni dopo, Dust era li col cuore in subbuglio. Raggiunse St. Peter Road, entrò nel palazzo rosso e pagò un dollaro.

Si guardò intorno. Erano le cinque e due minuti.

Agitato uscì. Fece il giro del palazzo. Fumò una sigaretta.

Le cinque e quindici.

Era troppo agitato adesso. Il cuore faceva BUM-BUM-BUM.

Le cinque e diciassette.

Frank non è mai in ritardo. Frank non lo era mai. MAI. Era sicuro: lo avrebbe trovato li.

Si decise. Puntò dritto verso il palazzo. Entrò. Pagò un altro dollaro.

Restò impietrito.

Rasta neri.

La ragazza era di spalle e guardva uno scaffale stracolmo di libri.

Vicino a lei c'era Jake. Più a destra Maja. A sinistra di Elìse ecco Frank.

C'erano tutti.

Mancava lui.

Si avvicinò. Lentamente. Guardò i libri con aria indifferente.

Giunse fino alle spalle di Elìse. Guardò davanti a sè.

Rasta neri.

Era troppo agitato.

Si voltò di scatto e vide un libro che lo colpì: "Da un mondo migliore" di Alfred Remusin. Lo aveva letto. Si voltò nuovamente.

Ora era dietro di lei.

Rasta neri.

Profumo di Elìse.

Le mise il libro davanti alla faccia.

"Da un mondo migliore di Alfred Remusin. E' un libro favoloso. parla di un pianeta parallelo dove tutto sembra andare per il verso giusto. ma in realtà non è così. Scoprirai pian piano che non tutto è ciò che sembra e che talvolta bisogna guardare oltre."

Aveva pronunciato quelle parole velocemente. Il cuore battava all'impazzata.

Elìse non si era girata.

Aveva riconosciuto quella voce, così soave.

Aveva immaginato quegli occhi penetranti mentre pronunciava la sua presentazione.

Si voltò.

Lo vide.

Era diverso.

Appariva più magro e afflitto.

"Lo prendo" - disse.

E lo baciò.

 

 

 

 

Lo ha baciatooooooooooooooooooooo! Ebbene signore, scrivere questo capitolo mi ha quasi messo ansia...non so come spiegarvi. Stavo vivendo quel momento....frse perchè in realtà...un po' vorrei viverlo...

Intanto vorrei specificare un paio di cose: Dust esiste davvero. Naturalmente non si chiama così ma l'aspetto è quello (compresi gli occhi...ebbene si! ^^) e il carattere pure. Non è americano ma è punk e anarchico.

Elìse è frutto della mia immaginazione. Ma per alcuni aspetti si può definire il mio alter ego.

Jake esiste e si chiama Andrea. E' italiano e io suo aspetto è quello ma nella realtà non possiede il fascino del personaggio. Tuttavia si può considerare "mentalmente affascinante".

Maja è ispirata ad una ragazza vivente ma non così...spinta diciamo...

Frank, invece, è completamente inventato.

Recensite numerose!

Glael

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** L'ombra del sospetto ***


21 agosto 1967

A different love

L'ombra del sospetto

Assaporò quel bacio. Era lei che lo faceva sognare. Era lei che non lo aveva fatto dormire per più di un mese. La ammirava in tutto il suo splendore: i rasta neri che le incorniciavano un viso meraviglioso, giovane e solare, le davano un'aria meno seria. La maglia aderente al corpo sinuoso e il suo sorriso erano l'oggetto dei suoi desideri. Restarono a guardarsi per molto tempo, occhi negli occhi. Quel silenzio valeva e parlava da solo.

"Pronto??? - disse una voce familiare - ci muoviamo da qui????"

"Ma se siamo appena arrivati, bellissima" - replicò Jake

"Maya non è fatta per stare in questi posti così....alternativi" - sentenziò proprio Maya in terza persona

Gironzolarono ancora per una mezz'ora circa vagando fra scaffali di libri, ridendo di tutto poi decisero di entrare in un bar a prendere un caffè. La presenza di Dust non passava inosservata, facendo si che il gruppo fosse subito squadrato dall'alto in basso.

Si sedettero in un tavolo ed ordinarono. Il luogo era accogliente e alle pareti vi erano dipinti e frasi celebri incorniciate. Il tutto conferiva al locale un'aria da bohemien.

"Io vado in bagno" - proclamò Maya

Si alzò e la sua minigonna si alzò leggermente. Jake restò come instupidito da quella visione e si incantò nel vedere l'andatura sicura della ragazza. Che gambe...E che personalità...

"Quando hai intenzione di dirle che ti piace?" - chiese Elìse

"Come hai detto scusa?" - rispose Jake

"Hai capito benissimo darling. E sappi che si vede lontano un miglio e che...captando i discorsi della mia coinquilina..la cosa dovrebbe essere ricambiata"

"Ah davvero? - replicò Jake cercando di mostrare indifferenza - non so a cosa ti riferisca, comunque scusami ma ho un bisogno impellente."

Si alzò e si diresse verso il bagno.

Frank, intanto, era andato al bancone per ordinare "something stronger than a coffee" ed Elìse poteva finalmente parlare con Dust, da sola. Il ragazzo però al precedette: "Elìse...io...volevo dirti..."

"Cosa?"

"IO voglio stare con te. Ti voglio. Voglio che tu sia mia, solo mia, di nessun altro. Non voglio che tu soffra oltre. Non voglio che ti capiti nulla di male perchè ora ci sono io e ti proteggerò anche a costo della vita"

Quelle parole suonarono come un giuramento e la ragazza, commossa, gli gettò le braccia al collo e lo baciò.

Erano passate due ore dalla loro entrata nel bar e Maya e Jake ancora non erano usciti dal bagno.

Frank, dal canto suo si era invece prontamente ubriacato ed era tornato al tavolo completamente sbronzo.

"Io devo portarlo a casa..in fondo lui ha fatto molto per me...compreso darmi un pugno...sono obbligat nei suoi confronti....scusami amore ma devo andare." - disse Dust

Amore????????? Si bloccò. Elìse restò stupefatta ma non disse nulla.

"Certo vai...sai dove abito..passaci se hai tempo...."

Era imbarazzata e le sue guance si erano tinte di un rosso fuoco. Scrisse il suo numero su un tovagliolo e lo porse a Dust. poi o baciò. Lo vide uscire con Frank accanto. Vide le sue braccia forti sorreggere l'amico. Non lo avrebbe più perso. Mai più. Nel frattempo Maja era uscita della toilette e si apprestava a sorseggiare il caffè, ormai freddo.

"Dove si trova il tuo Bel Amì?" - chiese allegramente

"E il tuo? Dove si trova?"

Risero insieme, poi Elìse spiegò la situazione a Maja e successivamente a Jake che ne frattempo era "emerso" dai meandri del bagno.

"Io vado a casa Maya" - sentenziò la ragazza

"Ehm...senti Elìse...perchè non vai a casa di Jake? Sai vorrei mostrare al nostro amico la mia collezione di Vogue e...ecco...mi servirebbe la casa...."

"Ehm....ok...ma ho detto a Dust di raggiungermi da noi..." -disse Elìse visibilmente in imbarazzo

"Oh non preoccuparti per lui...lo avviso io!"

"Ok...perfetto....allora...a domani Maya...buona notte Jake... e buona visita in casa nostra!"

Prese le chiavi dell'appartamento del ragazzo e si incamminò verso la casa. Era accogliente e molto ordinata. Chi lo avrebbe mai detto? pensò Elìse. Si buttò sul letto e sognò ad occhi aperti attendendo quello che considerava il suo PRINCIPE AZZURRO DALLA CRESTA BIONDA.

 

***

"Eccoci a casa Frank...ci siamo...poggia la testa qui...così...."

Dust lo fece sdraiare poi andò a preparare il caffè ma Framk si alzò e cominciò ad osservarlo, mormorando tra i denti.

"Che capelli che ha quella ragazza! - diceva - Così strani eppure affascinanti....Sbattersela...ecco cosa bisognerebbe fare.....uhm...."

"Frank ma che stai dicendo? Torna a letto dai...."

"Quanto vorrei averla qui e strappare a morsi quella maglia aderente... - lo interruppe Frank - quando tu non c'eri....e poi...lei ci stava anche....ma poi...no!...a detto no! Che c'era il bellissimo Dust...e solo lui....come avrebbe fatto lei??"

"Frank ma che dici? Smettila che mi sto incazzando!"

"Io ti ammazzo Dust...lei è mia...e solo mia....tu non c'eri mentre me la sbattevo...."

Dust lo colpì con un pugno in piena faccia. Poi uscì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Let's talk... ***


Let's talk...

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Let's talk...

Pensava molto mentre camminava verso casa di Elìse. Come avrebbe fatto a guardarla in faccia senza mostrarle quell'ombra sul viso, quel sospetto vivo nei suoi occhi?

Non aveva il coraggio di chiederle qualcosa al riguardo. Si sentiva come un albero dopo una tempesta: troppo scosso per tornare come prima. Come? Come era possibile che lei si fosse conceduta a Frank prima che a lui?

Si sentiva punto nel vivo. Si sentiva deluso e decisamente geloso.

Si scoprì di fronte al portone di quella che era stata la ragazza nei suoi pensieri per più di un mese.

Salì le scale.

Bussò alla porta e vide Elìse, bellissima, venirgli ad aprire con un grosso sorriso stampato sulla faccia.

Lo baciò con passione e poi cominciò a spogliarlo, gettando tutto per terra.

Lui la lasciava fare mentre il desiderio cresceva sempre più. Ma un pensiero affollava la sua mente.

Si trovarono a letto quasi senza accorgersene. Lei era brava...dannatamente brava nel sfiorarlo e baciarlo e sussurargli nelle orecchie. Fecero l'amore.

Dust non aveva più in mente nulla..vedeva il corpo dela sua Elìse tra le mani e sentiva di essere felice.

Tutto svanì in un soffio. La immaginò nelle braccia di Frank proprio mentre lei raggiungeva il piacere estremo e così si bloccò e divenne assente.

Elìse si stupì come di fronte a qualcosa di alieno.

"Che c'è?" - gli chiese

"Io...Elìse c'è una cosa che mi tormenta...Frank oggi era ubriaco e ha accennato a voi due...ecco...voi due che..."

"Vuoi sapere se ci sono andata a letto? No.."

"Ah..meno male..." - la interruppe lui

"Ma è pur vero che l'ho baciato."

"Ah...."

Pronunciò quell'Ah...distrutto, amareggiato, geloso marcio.

"Una sera all'Apocalypse. Ma poi mi sono divincolata dal suo abbraccio e gli ho detto che non avrei mai potuto perchè....."

"Perchè...."

"Perchè io avevo solo te in mente...perchè non facevo che pensare a te e quel bacio...bhe avevo immaginato di darlo a te...e non a lui..."

"Sono geloso...se volevi farmela pagare..bhe ci sei riuscita..."

Si alzò dal letto e cominciò a vestirsi in fretta.

"Dust aspetta...non fare così ti prego. Insomma...capisco che tu sia geloso..ma caolo IO TI HO PERDONATO per quello che hai fatto!" - pronunciò quelle parole con aria di sfida.

Dust si voltò e la vide seminuda, seduta sul letto con lo sguardo adirato ma rattristato insieme.

"Sei stupenda lo sai? Meriteresti una foto adesso. Sei talmente bella che mi chiedo perchè hai fatto l'amore con me...perchè tu così meravigliosa sei stata fra le mie braccia anche se per poco tempo. I sentimenti sono inspiegabili davvero. La mia gelosia...uhm...so che mi hai perdonato e non ho intenzione di tenerti il muso...è solo che non riesco proprio a dormire con te senza avere davanti agli occhi l'immagine del bacio che hai dato a Frank. Mi ci vuole un po', per digerire questa botta..."

E fece per andarsene.

Raggiunse la porta e la aprì.

"Dust non andare ti prego...ok perdonami...mi dispiace...davvero...ti prego...Dust...MA PERCHè FAI COSì?" - urlò

"Perchè ti amo...io ti amo Elìse e non l'ho mai detto a nessuno e dirlo a te in un momento del genere mi sembra stupido e perde il suo significato. Ecco perchè mi fa così male pensare a te che baci un altro. Ma tu a questo non hai mai pensato vero? Sai che c'è? C'è che noi, non appena le cose si mettono bene, non riusciamo ad affrontare la nostra pseudo-relazione...perchè siamo troppo diversi o...forse...siamo troppo uguali..."

Chiuse la porta ed uscì ma prima la guardò e i suoi occhi la trapassarono da parte a parte  e lei si sentì gelata ed estremamente sola.

 

 

 

Allora mie care lettrici! Mancano solo tre capitoli alla fine della storia...ormai abbaimo visto un Dust in milioni di situazioni e mi dispiace quasi che la storia stia per finire...anche perchè il finale...bhe...riserverà delle sorprese...

Bacioni a tutte

Glael

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Preparativi ***


A new Year

A different love

Preparativi

Erano trascorsi lentamente i giorni, che dopo poco erano diventati mesi lunghi e inesorabili. Da quella incredibile confessione, Elìse non aveva più rivisto Dust. Sentire le fatidiche paroline l'aveva mandata in crisi ed ora non aveva nè la voglia nè il tempo per affrontare l'argomento.

Aveva accuratamente cercato di non frequentare luoghi dove avrebbe potuto rivedere Dust ma sfortunatamente Maya era diventata la fidanzata di Jake che, entrando nel loro apparteamento raccontava di quanto il suo amico stesse male. Si era gettato nell'alcooll per un po' ma quando aveva capito che non avrebbe cambiato o risolto le cose, si era definitivamente richiuso in se stesso. Non parlava con nessuno ma la cosa che più lo mandava in crisi era il silenzio persistente di Elìse. Avrebbe preferito un "Non ti amo" anzichè una rigorosa indifferenza.

Ma Elìse non se ne curava. O meglio...dava questa impressione. La sua vita era diventata frenetica ora che la Indipendent Studios aveva acconsentito a produrre il suo documentario sulla Vita Punk. Ogni scena, ogni fotogramma ricordava Dust. Elìse aveva ripreso ogni momento attraverso una telecamera applicata sulla maglia. Anche il "Ti amo Elìse" era sul nastro e quando l'aveva mostrato a Mr. Ryde, il suo produttore, aveva ricacciato indietro le lacrime a fatica.

Avrebbe voluto sentire la sua voce.

Ma come? Cosa dirgli? Non sapeva esattamente ciò che provava. Sapeva solamente che lui le mancava quanto l'aria. Le mancava moltissimo e avrebbe voluto averlo, ma sapeva che con tutto ciò che era successo, le cose sarebbero cambiate in meglio...o in peggio...

"Maya devo uscire!!!! Prepara la cena!!!"

Stava per varcare la soglia quando la sua coinquilina l'aveva fermata.

"Dust ha trovato casa. Questo è l'indirizzo e il numero di telefono. Ti prego di pensarci perchè so che ci stai male anche se sei troppo orgogliosa per ammetterlo..."

Elìse prese il bigliettino, lo lesse e poi uscì senza dire una parola.

Stava andando da Ryde a definire gli ultimi aspetti del suo lancio. Il produttore aveva detto che avrebbero presentato il documentario alla festa di inizio anno...2007...che numero stupido...

Giunse al palazzo che ospitava gli Studios ed andò incontro a Ryde che sbraitava contro alcuni dipendenti.

"Finalmente sei qui!!! Ti stavo aspettando...siete sempre così in ritardo voi donne! Allora...il lancio è naturalmente per stasera quindi mi raccomando. Il party è esclusivo perciò vedi di arrivare in orario e...ma cosa indosserai??"

"Francamente non saprei..." - replicò Elìse imbarazzata

"Non hai una coinquilina modella?"

"Si...chiederò a lei..."

"Bene allora cara non mi fare perdere tempo. Alle otto allo Stuart Palace! Puntuale! E vestita a modo!" - urlò Ryde

***

Stava camminando nelle strade affollate di New York e guardava le vetrine con scarso interesse. Il suo sogno si era realizzato...ma a che costo...Aveva perso Dust, che l'amava e glielo aveva detto...Basta con questi discorsi! Ora poteva essere famosa...avere mille e mille Dust senza troppi problemi e bugie...

Prese il foglietto dalla tasca dei jeans e lo lesse. Non conosceva la via ma...ora aveva altro da pensare...

Giunse a casa attraverso una scorciatoia ed entrò di soppiatto. Gemiti e urla riempivano l'appartamento...Jake e Maya...Ah quanto odiava queste situazioni!

Andò in cucina e si accese una sigaretta poi si diresse verso la sua stanza. Sfogliò lentamente una rivista e poi attese che la "chiccherata" tra Maya e Jake terminasse.

Non sapeva cosa indossare! Era un disastro...i capelli...bhe non erano un problema..erano dred e sarebbero rimsti tali...

"Ma sei qui??????" - urlò Maya sorpresa

"Ehm...si...è anche casa mia"

"E...non potevi chiamarmi??? Che imbarazzo!!!! Insomma...dimmi qualcosa cazzo!" - urlò rossa in volto Maya

"Ecco...mi servirebbe...per stasera...un...vestito... "

Lo aveva sussurrato, come vergognandosi ma la coinquilina, nonchè amica, aveva capito benissimo!

"Cavoli!!!! Evviva!!!! Sei normale!!!!! Vuoi che IO e ripeto IO ti aiuti per un vestito!!! WOOOOOOW!!"

Era in preda all'agitazione più assurda. Maya aveva preso Elìse e l'aveva letteralmente trascinata nella sua stanza. Lo spettacolo era quasi raccapricciante: Jake si stava rivestendo e per un attimo un imbarazzo a livelli storici aveva avuto sopravvento sulla frenesia.

Elìse provò circa 25.000 modelli prima di scegliere un vestito lungo color terra di siena che, a sentire Maya, conferiva un aspetto elegante ma non borioso o classico alla sua figura!

***

Erano quasi le 7 e l'agitazione per quel momento si fece sempre più forte. Si decise ad uscire da sola, il vestito sotto braccio. Voleva fare due passi per le strade di New York. Nei jeans aveva ancora quel dannato foglietto con quel maledetto indirizzo. Che fare? Seguì l'istinto, lo tirò fuori e lo lesse. Era vicino a quella via. Forse...poteva passarci. Dirgli quello che era accaduto in quei mesi e magari invitarlo alla cerimonia... Si incamminò..Doveva davvero fare presto altrimenti sarebbe arrivata in ritardo e non poteva permetterselo.

Giunse nell'atrio del portone. Non riuscì ad andare altre e tornò indietro. Cosa avrebbe potuto dire? Sarebbe statao imbarazzante e a lei serviva tranquillità, non ulteriore agitazione. Prese la viuzza imbucata all'andata e andò a sbattere contro un uomo. Alzò lo sguardo per chiedere scusa e si trovò davanti due splendidi, magnetici occhi color ghiaccio.

Era lui.

Cambiato, segnato ma era lui.

"C-c-c-iao..come mai da queste parti?" - chiese lui timidamente

"Ero passata di qui...per...per...per salutarti...ecco...sono mesi che non ci vediamo e volevo raccontari un po' di come andavano le cose...sai stasera..."

"Hai quella presentazione giusto?"

"Si ma.."

"Come lo so? E' vero, non ci vediamo da mesi ma io so comunque tutto..Jake..."

"E' il tuo migliore..."

"Amico..esatto" - la incalzò lui

"Non possiamo mangiarci la frase a vicenda!!"

Risero.

Poi Elìse guardò l'orologio e chiese scusa ma doveva proprio andare.

Salutò..e corse in fretta giù per il viottolo...senza voltarsi indietro.

Bene signorine...questo capitolo funge da collegamento..mi scuso per l'attesa ma l'ispirazione se ne è andata per un po'! La vera svolta arriverà...nel prossimo capitolo! Baci a tutte!

Glael

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Capitolo 14
*** And a Happy New Year.... ***


The presentation

A different love

And a happy New Year....

Si era pressochè precipitata nella sala ed aveva svogliatamente indossato il vestito...odiava le cose troppo appariscenti e quel colore era tutt'altro che invisibile. Per adornare i capelli aveva optato per delle perline incastrate nei dred che riprendeva il terra di siena dell'abito.

C'era moltissima gente. Tutte persone che in mancanza d'altro, avevano optato per restare in città ed avevano trovato questo evento così particolare. Era emozionata e sapeva che questa era la sua grande occasione. Fino ad ora aveva aspettato il suo treno su molti binari e sembrava essere sempre in ritardo. ma adesso bisognava salire al volo e cogliere l'occasione. Tutto questo però lo doveva a Dust..accidenti le mancava molto ed averlo rivisto l'aveva gettata nella paranoia più totale.

Uscì dal bagno e si guardò intorno. Lo Stuart Palace era addobbato con molti drappi rossi. Sulla parete a sinistra c'era un enorme poster con quella che sarebbe stata la copertina del suo documentario. Era orgogliosa del suo lavoro e presto anche Maya e Jake avrebbero visto i frutti di giorni chiusi a montare immagini.

L'unico che avrebbe dovuto vedere il risultato non era presente.

"Elìse!!! Cosa fai li impalata?! Vieni a conoscere Mr. Jones. E' un grande produttore e l'ho invitato appositamente per te...non voglio che perdi tempo. E' al tua serata!" - sussurrò Mr.Ryde

"E' la mia serata!" - ripetè la ragazza cercando di concentrarsi.

***

Maya e Jake giunsero dopo un paio d'ore sul posto...ormai mancavano solo 40 minuti al consueto BUON ANNO! Non le andava di festeggiare...avrebbe aspettato i commenti dell'auditorium per capire se il suo era stato un lavoro degno di questo nome.

"Agitata?" - chiese Maya

"Abbastanza...ma ho ancora dieci minuti poi potrò cadere nel panico..."

Risero ma entrambe capirono che quell'Ahahaha nascondeva ben altro.

"So che vorresti che ci fosse...ma pensa che stasera la tua vita può cambiare...Se farai davvero fortuna, lascerai quella topaia di casa e andrai ad abitare in una villa fuori NY..."

Disse queste parole con una sottile amarezza. Il loro rapporto era migliorato moltissimo negli ultimi mesi e anche questo era stato messo in atto per merito di Dust! Accidenti!!!! Quel ragazzo le aveva sconvolto al vita e lei non lo aveva mai capito...non aveva capito quanto lo voleva! E quando lo aveva salutato non si era neppure voltata!! Che idiota!

"Che stupida" - disse ad alta voce

Maya intuì il filo dei suoi pensieri. Ormai erano quasi telepatiche. Erano amiche.

"Magari verrà" - rispose. E si volse verso il tavolo del cibo.

***

Mancava pochissimo. Lo speaker aveva detto che gli ultimi trenta minuti avrebbero visto il documentario della "Signorina McRobinson" e un sottile senso di orgoglio le aveva pervaso le membra.

Pensò ai suoi genitori.

Pensò a Dust e in quel mentre partì il video.

Le immagini scorrevano sullo schermo e lei continuava a pensarlo. Aveva bisogno di lui. Li. In quel preciso istante. Era arrabbiata ma anche disorientata. Era una contraddizione unica. Lo odiava perchè si era sempre comportato in modo strano, ma lo amava perchè non poteva stare senza di lui. Si! Lo amava! E avrebbe voluto dirglielo ma in quel momento..non poteva davvero! Doveva stare li fisicamente, ma guardando le immagini, anche la mente vagava verso momenti passati.

Il video terminò. L'auditorium restò per un attimo basito, come previsto da lei...era un amore diverso quello raccontato nel documentario, non erano solo frammenti di vita punk! Ma poi...l'inimmaginabile.

Il pubblico cominciò ad applaudire e a voltarsi verso il fondo della sala dove lei era seduta. Tutti le facevano i complimenti. Un turbinio di voci e volti la sommerse.

Dust...dove si trovava?

"Complimenti signorina!"

Dust...amore mio dove sei....?

"Splendido!" - diceva qualcuno

Dust....perchè non c'è?

"Mancano 30 secondi all'inizio del nuovo anno! Posizionatevi al centro della sala prego..parte il countdown!" - annanciava lo speaker

Ma Dust perchè non c'era? Che faceva? In fondo era un anno nuovo anche per lui! Voleva una vita vita nuova! Voleva tante cose...

10..

Dust...

9...

Una vita...

8...

nuova...

7...

con...

6...

Dust...

5...

amore...

4...

Laggiù!

3...

Si avvicinò alla figura...

2...

lo guardò...

1...

Le prese la testa fra le mani...

BUON ANNO!!!!

La baciò. E piansero insieme in silenzio perchè avevano aspettato quel momento per molti mesi. Si guardarono e si baciarono ancora. E ancora. Era cominciata una nuova vita per entrambi. Ma per il momento loro, continuavano a baciarsi...

Dunque...EVVIVA!!!!!!!!!!! Non aspettavo altro che questo momento!!! Devo dirvi la verità...considero questo capitolo fondamentale. E' il punto più alto di tutta la storia. E spero che leggerlo abbia suscitato in voi qualcosa..il parallelo countdown-pensieri di Elìse è fatto in modo simmetrico...spero che lo abbiate colto!! Il prossimo capitolo è quello finale. La storia d'amore tra Elìse e Dust continuerà? Sapete che potete apettarvi di tutto...

Glael

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