I'm tired of listening to the sound of my tears.

di wellingtonlovers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I just can't say the truth. ***
Capitolo 2: *** Is there something possible to save? ***
Capitolo 3: *** Here we are again. ***
Capitolo 4: *** I hope I didn't broke it up definitevely. ***
Capitolo 5: *** Did you finally understand? ***
Capitolo 6: *** Dreams come true. ***
Capitolo 7: *** Please, tell me that it's true. ***
Capitolo 8: *** I was lost in you. ***
Capitolo 9: *** One touch, and I was a believer. ***
Capitolo 10: *** Stay there, 'cause I'll be coming over. ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** I just can't say the truth. ***


1. I just can’t say the truth.

Mi tremano le gambe; come tutte le volte d'altronde. Mi alzo e con la scusa di andare in bagno mi allontano dagli altri. Chiudo a chiave la porta e poi mi appoggio con tutte e due le mani al lavandino di pietra, fissando il mio riflesso nello specchio e contando mentalmente fino a cento per riprendere un battito regolare. Poi mi rendo conto all'improvviso di quanto tutto questo sia maledettamente sbagliato. So che non potrei mai confessare a nessuno quello che provo, meno che mai adesso che finalmente siamo riusciti ad affermarci davvero come gruppo, anche a livello internazionale. Non è solo il mio sogno, quello che sto vivendo, ma è anche quello dei ragazzi, perciò non posso permettermi di mandare tutto all'aria. Se potessi rovinare solo la mia carriera, lasciando le loro intatte, non ci penserei due volte. Ne varrebbe la pena, altroché... Però non posso. Quindi devo smettere di pensarci. E' impossibile e non succederà mai, per quanto intensamente lo desideri. Stop.
Prendo fiato e torno in salotto, sentendomi gli occhi di tutti addosso. Sento i suoi occhi addosso, consapevole di poter mentire al resto del mondo, ma non a lui. Appena mi guarderà negli occhi capirà che c'è qualcosa che non va, e spero solo che mi chiederà spiegazioni quando saremo soli. E' più facile mentirgli, se non devo preoccuparmi di altre persone intorno a noi.
Mentre torno ad occupare il mio posto sul divano e mi sfilo il cellulare dalla tasca con aria innocente, penso a quanto detesto tutto questo, a quanto sono arrivato a detestare me stesso per quello che sono costretto a fare. Odio mentire a Louis, odio mentire ai ragazzi. Lo odio con tutto me stesso, ma non ho scelta.
Nessuno sembra accorgersi di quanto sono stato vicino al perdere il controllo. Di quanto sono stato vicino all'alzare leggermente la testa e premere le mie labbra su quelle calde, perfette di Louis. Erano lì, a pochi centimetri da me, e per controllarmi ho dovuto impiegare tutte le mie forze. Perfortuna è passato tutto inosservato, o almeno così sembra.
Perciò continuo a concentrarmi sul mio cellulare, navigando a vuoto su Internet, mentre i ragazzi accendono il televisore e scelgono il film da guardare. La scelta mi lascia del tutto indifferente, finche non vengo interpellato.
- Tu che ne dici, Hazza?
Alzo lo sguardo verso Liam e rifletto per un secondo.
- Qualunque cosa purché non sia drammatico. Non ho voglia di deprimermi. - esclamo, con un mezzo sorriso.
Alla fine, su grande insistenza di Louis, i ragazzi scelgono una commedia americana, e si sistemano sul divano accanto a me, completamente concentrati.
La penombra creata dalle tapparelle abbassate mi permette di guardare per quasi tutto il film Lou, senza pericolo di essere notato, così ne approfitto. Osservo ogni centimetro del suo viso, del suo corpo. Assorbo ogni dettaglio dei suoi lineamenti perfetti e del suo fisico atletico e proporzionato, e poi mi concentro sulla tv appena in tempo per vedere i titoli di coda.
- Carino, eh? - esclama Niall. Sorrido, senza sapere minimamente cosa dire. Non ne ho guardato neanche un minuto.
Mi alzo, stiracchiandomi, e poi mi accorgo che Lou mi sta fissando. Ricambio lo sguardo, e dopo un po' lui inclina leggermente la testa verso il corridoio, indicando la nostra camera da letto.
Poi si alza e sbadigliando esce dalla sala, guardandomi nuovamente mentre entra in camera.
Ovviamente vuole sapere. E io non so minimamente cosa raccontargli.
Lo raggiungo dopo una manciata di minuti, e lo trovo comodamente sdraiato sul suo letto, che guarda pensieroso fuori dalla grande finestra il centro di Londra.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, si gira verso di me e mi guarda dritto negli occhi soppesando evidentemente le parole, cercando di scegliere quelle più adatte, probabilmente. Cerco di mantenere lucidità continuando a fissare quegli occhi azzurri così intensi, e per riuscirci ci vuole tutta la forza che mi è rimasta.
- Cosa c'è che non va, Harry? - cerco di interromperlo subito, ma mi ferma con un eloquente gesto della mano - E non dirmi che va tutto bene, perché me lo sono sentito ripetere centinaia di volte, e so che non è vero. Ti conosco, ormai.
Sospiro. E' vero. E' il mio migliore amico, e mi conosce meglio di chiunque altro.
Mi siedo sul letto accanto a lui, e per un attimo considero l'opzione di confessargli tutto. Ma cancello l'idea dalla mente prima ancora che possa prendere forma.
- Sto bene, sul serio. Sono solo... Stanco. - Non è una bugia, sono davvero stanco. Stanco di tutto questo teatrino.
Mi prende il viso con una mano e mi costringe a guardarlo negli occhi.
- Non è vero. Non è tutto qui. - E' un'affermazione. Sa che non è vero, me lo legge negli occhi. E io non so come controbattere, perché la voce mi muore in gola. I suoi occhi mi tolgono il fiato, e non riesco a pensare a nulla di abbastanza convincente. Anzi, devo mordermi la lingua per non rovesciargli addosso tutti i miei sentimenti.
Mi lascia andare e riprende a guardare fuori, frustrato.
- Mi hai sempre detto tutto, ci siamo sempre detti tutto. Cosa sono all'improvviso tutti questi segreti? - parla sottovoce, continuando a fissare il traffico che scorre sotto la pioggia, fuori dalla finestra. Il suo telefono vibra sul comodino, ma lui non lo guarda nemmeno.
Stringo i denti nel tentativo di non far uscire le lacrime, ma una gocciolina solitaria sfugge al mio controllo e scende lungo a mia guancia, rigandomi la pelle.
- Come siamo arrivati fin qui? - sembra che si rivolga a sé stesso più che a me, quindi mi sento in diritto di mantenere il mio religioso silenzio, limitandomi a strofinarmi lo zigomo per asciugare i segni della lacrima fuggitiva.
Poi mi fissa di nuovo, e capisco che adesso vuole che sia io a dargli una risposta.
- Non lo so. - mi lascio sfuggire fra i denti, sempre serrati nel tentativo di ricacciare giù il groppo che mi stringe la gola.
E' sempre più evidentemente spazientito. Prende il cellulare e fissa il display con aria corrucciata. Sto per chiedergli cosa c'è, quando mi porge il telefono. Lo prendo e premo "play" sullo schermo senza pensarci. Appena vedo di che video si tratta, però, desidero immediatamente non averlo fatto. Desidero essere a mille chilometri di distanza, desidero non essere più "Harry dei One Direction", ma solo Harry. Solo un ragazzo normale che si preoccupa di cose normali. Il mio cuore sprofonda giù nello stomaco.
Gli rendo il telefono senza guardare più. Lui sorride appena.
- Sono fermamente convinte che io e te stiamo insieme in segreto, sai? - soffoca una risata di cui non faccio in tempo a cogliere la natura, mentre mi sembra di poter davvero sentire il mio cuore scivolare dallo stomaco fin sul pavimento e atterrare con un tonfo unico e sordo. Abbozzo un sorriso poco convincente, e lui torna serio.
- Adesso mi dici cosa c'è che non va. E qualunque cosa sia, la risolviamo insieme.
- Quanto vorrei che fosse possibile. - mi lascio sfuggire queste parole e me ne pento all'istante, perché lui s'irrigidisce e mi fissa con un'espressione impassibile.
Poi, all'improvviso, scatta in piedi e inizia a camminare nervosamente su e giù per la stanza.
- Non c'è niente che non si possa risolvere, mi capisci? Niente. Tutto dipende solo da te.
Sospiro, e un'altra lacrima sfugge al mio controllo, precipitandosi solitaria lungo il mio viso e atterrando sulla maglietta grigia che indosso.
- Non dipende solo da me. Non posso mandare tutto all'aria. – sussurro, sperando che colga la gravità della situazione. Non posso davvero distruggere tutto questo, perché tutti e cinque ci siamo dentro fino al collo. E io non posso distruggere anche i sogni dei ragazzi per uno stupido atto di insensato egoismo.
- Oh, andiamo. Non ti sto chiedendo di sporgere una dichiarazione ufficiale a tutto il mondo! Siamo solo io e te, e neanche i ragazzi sapranno nulla, se hai così paura che potresti distruggere i loro sogni. – sussurra anche lui, mentre torna a sedersi di fronte a me e mi prende le mani fra le sue, calde e morbide. Mi fissa di nuovo negli occhi, e il mio cuore corre la maratona, anche se ormai lo sto solo pregando di riuscire a reggere ancora un pochino.
- Non posso… - le lacrime pungono i miei occhi come migliaia di aghi, e alla fine non ce la faccio più. Le lascio scivolare via, in un pianto leggero e silenzioso. Ma Louis non se ne accorge nemmeno. Libera le sue mani dalle mie ed esce dalla stanza prima che anche la lacrima più veloce di tutte sia solo arrivata sulla maglietta.
- Non ce la faccio più. – dice in tono neutro, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandomi solo.
 
 
 
 
My space: ta-daaan! (?) ookay, questa è la mia prima ff su larry. questo primo capitolo mi frullava in testa da un po' (e penso di averlo anche sognato, di recente), quindi l'ho scritto. uu. volevo pubblicarlo un po' di tempo fa, ma efp ha fatto i capricci (?), perciò sono riucita a metterlo solo ora. se vi piace lasciate delle recensioni (diciamo almeno un paio? çç), perché così se vedo che non è di vostro gradimento evito di andare avanti ee.
fatemi sapere che ne pensate anche su twittah, sono @ehypotter dkjfsdg.
adieu. (?
xoxo
Tinaa.

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Capitolo 2
*** Is there something possible to save? ***


2. Is there something possible to save?

" Ripenso a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito. Rimpiango gli obiettivi che ho abbandonato, perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una puttana: ci sono dei momenti che ti lasciano l'amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha. "
C. Bukowski.

 
Chiudo la porta con due giri di chiave sforzandomi di ignorare le voci dei ragazzi che mi arrivano dal salotto, e poi torno sul letto. Mi prendo la testa fra le mani e per un momento spero che finisca tutto, spero di potermi svegliare e scoprire che è tutto un incubo. Ma so già che non è così, purtroppo. Quindi mi infilo con la testa sotto il cuscino, e me lo premo sulle orecchie, riuscendo finalmente ad isolarmi dal resto della casa.
Non so per quanto tempo rimango in questa posizione, e probabilmente mi ci addormento anche, ma quando riemergo fuori ormai è buio. A occhio e croce saranno almeno le sei passate.  Però se non altro sono riuscito a riprendere il controllo, a calmarmi. Ora sono pronto per tornare di là ad affrontare i ragazzi con un falso sorriso dipinto sul volto, come ogni volta.
Sono accolto da Niall, che girovaga per il salone con aria inquieta.
- Cosa c'è per cena? - domanda. Sospiro. Avrei dovuto immaginare che ormai avesse fame.
- Liam? Paul? Ragazzi? Insomma, ho fame.
- L'avevo capito, Niall. - ridacchia Liam, alzandosi dal divano - Non so come ma l'avevo capito.
Si dirige in cucina seguito dal biondo, mettendosi a preparare uova e pancetta, per la gioia dei nostri stomaci. Io stesso mi accorgo di avere fame nel momento in cui mi arriva il profumo delle meravigliose uova di Liam. Il mio stomaco era passato in secondo piano, dopo quel pomeriggio, ma improvvisamente si è risvegliato e si sta facendo sentire.
Divoriamo la magnifica cena e poi come al solito scoppia la battaglia perché nessuno vuole lavare i piatti.
- Stasera li faccio io, okay? - esclamo, spazientito, passando tra Louis e Zayn, che stanno discutendo animatamente. Sono troppo stanco per sopportare altre discussioni. Per oggi ho dato.
Schiocco sonoramente i guanti di plastica e me li infilo mentre i ragazzi, dopo circa mezzo secondo impiegato a capire se stessi scherzando o avessi davvero intenzione di fare i piatti, si rassicurano ed escono uno ad uno dalla piccola porta della cucina.
Lou rimane per ultimo, così ci ritroviamo di nuovo soli, lui ed io. Si avvicina con cautela al lavandino e mi fissa, sperando di riuscire ad inchiodarmi di nuovo con quei suoi occhi azzurri. Ma io non ho intenzione di alzare lo sguardo dal piatto unto di pancetta che sto strofinando ormai da un bel pezzo. Non voglio guardarlo negli occhi perché finirei di nuovo per essere sul punto di confessargli i miei sentimenti, e dopo la scenata di oggi pomeriggio, ho capito che non è il caso. Oltretutto lui è felicemente fidanzato con una bellissima e sexy ragazza, perciò. Non voglio rovinare il fragile rapporto che ormai c'è fra noi, rischiando di mandarlo in mille pezzi assieme alle nostre carriere professionali. Non voglio e non posso.
- Hai cambiato idea? Per caso ti sei deciso a dirmi che c'è che non va? Anche i ragazzi si sono accorti che sei strano, ultimamente.
Queste parole mi colpiscono con un pugno nello stomaco, e all'improvviso mi viene la nausea.
Sono i miei migliori amici, e gli sto nascondendo tutto questo. Come posso essere arrivato a tanto? Non lo nemmeno io. Disgusto perfino me stesso, ormai.
Scuoto appena la testa, e lui alza gli occhi al cielo. Sento l'elettricità che emana il suo corpo colpirmi a ondate, e percepisco che sta perdendo di nuovo la pazienza. Tra poco se ne andrà silenziosamente come ha fatto questo pomeriggio, ne sono sicuro. Sto rovinando tutto anche tenendo la bocca chiusa. Dio santo, che disastro.
- Lo sai che prima o poi verrà tutto fuori, vero? Sai che non potrai tenerti tutto dentro per sempre? - la sua voce è seducente come non mai, sebbene sia poco più che un sussurro.
- E allora sarà solo peggio. Più tempo passa e peggio è, ricordatelo.
E con questo fa dietro front e, come avevo previsto, esce dalla cucina.
Dopo aver finito di risciacquare accuratamente tutti i piatti, decido di concedermi una doccia, approfittando del fatto che il bagno è incredibilmente libero. Lascio che l'acqua calda sciolga i miei muscoli e li rilasso uno ad uno, prima di chiudere il getto e infilarmi l'accappatoio. Devo impormi più volte di respirare regolarmente per impedire ai lucciconi che già mi spuntano agli angoli degli occhi di sgorgare in fiumi di lacrime, prima di uscire dal bagno. Non voglio più piangere. Basta. Un giorno di questi se non mi controllo finirò per urlare la verità in faccia a qualcuno, e poi saranno cavoli miei. D'altronde così imparo ad innamorarmi del mio migliore amico, ecco.
Quella notte dormo a malapena. Più che altro mi giro e mi rigiro nel letto fino alle sei del mattino, quando abbandono definitivamente l'idea di riaddormentarmi e mi alzo. Mi dirigo verso la portafinestra e guardo fuori. La città si sta pian piano svegliando, le prime luci si accendono, le prime persone iniziano a riversarsi per le strade, dirette ai mille luoghi di lavoro. Apro appena la porta ed esco fuori. L'aria è fredda e mi sveglia completamente, e anche il mio cervello sembra svegliarsi all'improvviso. Getto in occhiata dentro la camera e anche attraverso le tende vedo che adesso Lou non è più nel suo letto. Sarà andato in bagno.
Continuo a guardare la città che sembra svegliarsi pian piano come un grande gatto che incomincia a fare le fusa, riempiendosi dei tipici rumori cittadini. Non che Londra dorma veramente per più di un'ora a notte, però durante le ore di buio sembra che si faccia più silenziosa.
All'improvviso un raggio di sole sbuca da dietro una nuvola scura e mi illumina il viso. Lascio che la pelle del viso si scaldi, carezzata da quei raggi che alzano subito la temperatura, e non mi accorgo nemmeno che qualcuno mi ha raggiunto sul balcone.
- Ciao. - Sussulto leggermente, mentre vedo con la coda dell'occhio Louis sedersi accanto a me sulle piastrelle fredde del balcone, a distanza di sicurezza. E' come se all'improvviso ci fosse una sorta di strano imbarazzo, sensazione nuova ad entrambi, perché fra noi non c'era mai stata, prima di quel momento.
- Ciao. - borbotto, anche io imbarazzato e scocciato da quella distanza fisica fra noi. Mi sembra addirittura di riuscire a sentire il suo corpo caldo lontano da me, e questa sensazione mi chiude la bocca dello stomaco, provocandomi la nausea.
Rimaniamo in silenzio per un po', fino a che non è lui a parlare.
- Allora, uhm, come va? - sorrido, perché di solito sono io quello che incespica con le parole.
- Solita vita. E tu?
- Bah, circa, più o meno.
Rimaniamo di nuovo in un silenzio teso e imbarazzato, ma stavolta sono io ad interromperlo.
- Mi dispiace. - la mia voce si è ridotta ad un sussurro, perché è più facile controllarla se ha un tono basso, così lui è costretto ad avvicinarsi un po'.
- Lo so, ma questo non cambia le cose. Credi che non mi sia accorto che ti isoli di continuo, che fai di tutto per tenerti lontano da noi? - mi accorgo della nota sprezzante nella sua voce e tutte le previsioni che avevo fatto su che piega avrebbe potuto prendere la conversazione mi crollano addosso. Ma se è venuto fuori solo per litigare, può anche tornarsene dentro. Non ne ho voglia, specialmente non alle sette del mattino.
- Non voglio litigare. Se è questo che vuoi tu, allora mi dispiace.
Giro la testa per non incrociare i suoi occhi, fingendo di essere veramente concentrato sul traffico mattutino.
- Non è questo che voglio, lo sai. Ma sappi che dispiace anche a me. - si alza e con un movimento che quasi non riesco a seguire con la coda dell'occhio se ne torna in camera.
Siamo di nuovo soli, io e le mie lacrime, che hanno ripreso a scendere lungo le guance come fiumi in piena. Non mi prendo neanche il disturbo di asciugarle fino a quando capisco che le ho esaurite. Allora torno dentro anche io, asciugo gli occhi con un fazzoletto di carta e respiro profondamente per calmare i singhiozzi. Louis perfortuna ha lasciato la stanza, perciò posso prendermi il tempo necessario a calmarmi a fondo, prima di uscire ad affrontare gli altri. Per una sorta di mia grande botta di culo, dormono ancora tutti, e Lou è accoccolato sul divano. Si è sicuramente riaddormentato. Così faccio colazione in pace, mi vesto ed esco a prendere un po' d'aria. Paul insiste per accompagnarmi, anche se cerco di convincerlo che non è necessario. Si assicura che i suoi colleghi tengano d'occhio gli altri quattro e poi esce con me.
- Fa parte del mio contratto. - mi liquida lui. Ma io so che c'è molto di più.
 
 
 
 
My space:non uccidetemi per la depressione che vi mando con questo capitolo uu ho messo "drammatico" nel genere, no? e allora non lamentatevi. ee. AHAHAHAHAHAH (?) comuunque. mi ero stufata di tutte le larry in cui harry innamorato confessa a louis tutto il suo amore, in stile "e vissero per sempre felici e contenti" (?) volevo qualcosa di alternativo, quindi ho deciso di metterla sotto un'altra luce. louis fa lo "stronzo" e harry non vuole dirgli nulla. uu. vedremo come si svilupperà! (non lo so nemmeno io, mi credete? cambio idea tipo 4363791 volte a capitolo AHAHAHAH)
lasciatemi almeno qualche recensione, così, come incentivo a continuare, se vi piace c: però perfavore non scrivetemi solo "bello, continua", perché, come dire.. non è molto incentivante (?)
sto ciarlando inutilmente come al solito, i know. cc
love u, xoxo
Tinaa. 

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Capitolo 3
*** Here we are again. ***


3. Here we are again.

" Ogni volta che decidi perdi qualcosa; qualunque cosa tu decida.
È sempre questione di capire cos'è che non sei disposto a perdere. "
 F. Stork

 

Louis
Mi sveglio e d'istinto mi allungo stiracchiandomi le gambe come avrei fatto nel letto dimenticandomi di essermi spostato sul divano, e per poco non casco dritto per terra. Mi alzo in fretta e torno in camera, infilandomi dritto sotto le coperte prima ancora di accorgermi che sono da solo: il letto di Harry è vuoto e rifatto alla cazzo, come suo solito.
Tanto meglio se lui non c'è. Non mi va proprio di vederlo, dato che ultimamente sembra che non siamo capaci di fare altro che litigare. Ogni volta che ci rivolgiamo la parola puntualmente finisce in una discussione spesso senza senso. E' come se fra noi ci fosse improvvisamente una tensione accumulata pronta ad esplodere alla prima parola messa al posto sbagliato. Perciò è meglio se stiamo distanti, almeno per un po'.
La verità è che lui mi nasconde qualcosa perché ha paura. E soffre. So che sta soffrendo disumanamente, ma d'altronde fino a quando non capirà che con me può parlare di qualunque cosa, io non so proprio che fare. Sta a lui arrivarci, più o meno in fretta. La nostra amicizia dipende da lui, ormai.
Dio, è cambiato così tanto, nell'ultimo mese. Non sembra neanche più lo stesso ragazzo che ho conosciuto ad X-Factor, quello che mi ha colpito da subito con quei suoi ricci ribelli e le sue fossette sulle guance; il mio migliore amico. Anzi, se penso a quel periodo, alla persona che ho conosciuto allora, al rapporto vero e sincero che c'era fra noi mi sembra impossibile che adesso siamo arrivati a questo punto.
Scivolo presto in un sonno senza sogni, e mi risveglio solo quando sento qualcuno entrare in punta di piedi nella camera da letto.
- Eleanor.
- Louis.
Fa un giro di chiave alla porta e si avvicina a me, e a quel punto non c'è più tempo per altre parole, anche se la preoccupazione non lascia la mia mente. Si sposta solo in un angolo, senza smettere un secondo di martellarmi.
 

Harry
Paul e io camminiamo in silenzio fino al parco più centrale di Londra, che a quest'ora è popolato solo da impiegati di passaggio e maniaci del fitness che fanno footing spesso e volentieri con le cuffiette alle orecchie. E' un posto perfetto per il genere di discorso che so inizieremo a fare a breve. Lui è molto più di una semplice guardia del corpo, per noi; lo è sempre stato. E' quanto di più simile ad un genitore abbiamo quando siamo lontani da casa, e si comporta come tale. Ci protegge e si prende cura di noi, e se dovessi immaginare una persona con cui sfogarmi, probabilmente sceglierei lui. E' sempre stato la seconda possibilità, per i miei sfoghi personali, perché al primo posto ho sempre messo Louis, però è ovvio che in questa situazione la mia prima scelta ricada su di lui.
- Come va, Harry? – mi chiede, quando finalmente abbiamo raggiunto il cuore del parco, irraggiungibile ad orecchie indiscrete, dopo esserci dovuti fermare per firmare almeno una dozzina di autografi.
- Uhm... Diciamo non proprio alla perfezione, ecco. Ho qualche problema con... Louis.
Mi si spezza la voce sull' ultima parola, sul suo nome.
- Oh, sì, ho notato. Ti va di parlarne? Giuro che non ne faccio parola con nessuno, se è questo che ti preoccupa. So essere più silenzioso di una tomba.
Oh, non ho dubbi, Paul. So che sei un ottimo custode di segreti, ma vedi: è che proprio non posso dirti nulla. Ci sei dentro quanto me, rischiamo troppo. Non posso distruggere tutto questo. Come posso dirti che sono innamorato di Louis, anche se so che fra me e lui sarebbe una storia impossibile? Come posso dirti che non sopporto di vederlo con la ragazza che lo rende tanto felice? Come posso dirti tutto questo? E soprattutto, come posso sperare che tu mantenga il segreto? E' troppo, anche per te. Preferisco impazzire da solo, non voglio portare alla pazzia anche te.
- Uhm, semplicemente... Sì, ecco, il nostro rapporto si è guastato. Così, all' improvviso. Il giorno prima era io mio migliore amico, e il giorno dopo a stento ci rivolgevamo la parola.
Sospiro. E' la verità. Ho solo omesso una parte del racconto, in fin dei conti. Non è una bugia.
Annuisce, serio, e poi incomincia a sfregarsi il mento con movimenti lenti e regolari, sovrappensiero.
- Non è tutto qui. Non sei mai stato bravo a mentire, Harry. Non sei proprio capace a dire le bugie, neanche un po'. Però se senti che basta così, va bene. Sono sempre qui, pronto ad accogliere i tuoi sfoghi. - mi sorride, comprensivo, e mi dà un buffetto su una guancia.
Finiamo la nostra passeggiata in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri, e quando torniamo a casa troviamo Liam già in cucina, intento a preparare la colazione per gli altri.
- Oh, siete qui? Dovete aiutarmi a svegliare Niall e Zayn, non vogliono saperne di tirarsi su da letto!
- Me ne occupo io. - Paul si dirige verso la camera che condividono Zayn e il biondo, e sentiamo le loro proteste fin dalla cucina. Comunque compaiono pochi minuti più tardi, Niall in pigiama e Zayn in canottiera e boxer, strascicando i piedi per terra.
- 'Giorno. - dice Niall, prendendo una ciotola dalla credenza e accompagnando il suo gesto con un ampio sbadiglio.
- 'Giorno Nialler! Zayn, Liam. Harry. - Lou entra in cucina con un'espressione stranamente allegra, scalzo e in pigiama, soffermandosi sul mio viso mentre pronuncia il mio nome con una nota strana nella voce. Sembra risentimento. O forse è più un tono accusatorio.
- Ciao.. - mormoro io, spostandomi un po' con la sedia verso Liam. Mi concentro sul mio iPhone, fingendo di navigare, mentre osservo ogni suo gesto da sotto il mio ciuffo riccio. Quanto è bello, stamattina. Cerco di impedirmi di pensare certe cose, ma oggi mi risulta ancora più difficile del solito, chissà perché. Ha i capelli naturalmente scompigliati e gli occhi azzurri ancora un po' velati dal sonno, e indossa un pigiama con i pantaloni a righe e una maglietta bianca che gli fascia il torace scolpito e abbastanza muscoloso. L'unico ragazzo sulla faccia della terra a cui donano i vestiti a righe, e non poco.
Dopo un breve riepilogo dei programmi per la giornata con il management, siamo liberi. Ho appena messo piede nel piccolo corridoio, concentrando tutta la mia attenzione sul mio telefono, quando una ragazza - anche lei intenta a controllare lo schermo del suo cellulare - mi sbatte letteralmente addosso.
- Scusami tanto! - trilla, con un sorriso falso sul viso. Sbatte un po' le ciglia e si aggiusta i capelli per darsi un tono e poi prosegue verso la porta. Lou esce dalla cucina e la prende per i fianchi proprio mentre lei sta appoggiando la mano sulla maniglia, voltandola verso
di sé e baciandola. A quel bacio, non esattamente immagine della castità, sento qualcosa di caldo e acido all'altezza dello stomaco. Dicono che la gelosia faccia quest'effetto, ma non ci avevo mai creduto prima; forse perché non ero mai stato davvero geloso di qualcuno.
- Non ne hai avuto abbastanza per oggi, Tomlinson? - la sento ridacchiare mentre con un ultimo, sonoro schiocco si allontana da Louis ed esce, tirandosi dietro la porta.
Prima che lui abbia potuto anche solo girarsi io sono già in salotto. Mi butto sul divano fissando il soffitto,nel tentativo di domare il misto di rabbia e tristezza che sento crescermi dentro, proprio in centro al petto, sebbene con scarso successo.
Cosa ti aspetti, eh? E' la sua ragazza. E' normale che venga a trovarlo, che si bacino e vadano anche oltre. Piantala. Le cose non cambieranno; è giusto che sia così.
Questo pensiero mi provoca un' altra intensa e dolorosa fitta allo stomaco.
Paul mi raggiunge e si siede sulla poltrona di fronte al divano, mentre io mi giro e affondo il viso nel cuscino che sa di pelle e tabacco. Zayn deve essersi di nuovo fumato una sigaretta qui.
- Cosa c'è, ora? - non lo dice in tono accusatorio, sembra più una semplice domanda a titolo informativo.
Grugnisco, in tutta risposta, e chissà come lui sembra capire. Forse ha già capito più di quanto dia a vedere, ma in ogni caso non sembra voler tornare sull'argomento, perciò non me ne preoccupo. Non per ora, almeno.
- Eleanor, eh?
Grugnisco di nuovo, facendo un piccolo cenno di assenso con la testa.
- Uhm, capisco. - e la cosa assurda è che sembra capire davvero. La sua voce è per lo più incolore come sempre, però sembra tradire una certa preoccupazione.
Sento gli occhi bruciare ancora, perciò mi alzo e vado a chiudermi in bagno più in fretta che posso, lasciando nuovamente che i singhiozzi mi scuotano e che la maglietta s'inzuppi, chiedendomi quando arriverò al felice punto in cui avrò finito le lacrime. Ma d'altronde ben mi sta, no?
Quando il pianto si placa un po' decido che è arrivato il momento di scegliere: confessare la verità o tacere ma smetterla di piangermi addosso. So che è arrivato il momento di capirci qualcosa. Mi prenderò del tempo per riflettere e decidere a cuor leggero, anche se temo che il mio cuore abbia già scelto per me. Se non ho nulla da perdere, perché non rischiare?
 
                       
 
 
 
My space: ok, questo capitolo fa schifo (?) AHAHAHAH lol no, ci tengo a precisare che è un capitolo di passaggio uù come mi avete suggerito ho cercato di esternare i sentimenti di lou, di farvi capire come la pensa... non sospetta nulla, per ora, e continua la sua vita tranquilla con eleanor, anche se è turbato dal comportamento di hazza, perché non è stupido uu e in più ho introdotto il personaggio di paul, che come avrete capito sarà una specie di confidente fraterno/paterno per harry dskfjsp anyway, fatemi sapere comunque che ne pensate ee RECENSITE, OK? OK vv
ah, e grazie a tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate o hanno recensito doigjspgjs IO VI AMO. dkijgfs. grazie, davvero.
un'ultima cosa: come purtroppo sapete, dopodomani comincia la scuola (çç), perciò non so quanto presto riuscirò ad aggiornare D: comunque vi prometto che ce la metterò tutta, e posterò il quarto capitolo appena possibile!
xoxo
Tinaa. ( @ehypotter on twittaah c: )

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Capitolo 4
*** I hope I didn't broke it up definitevely. ***


4. I hope I didn't broke it up definitevely.

- Usciamo, Hazza? - Zayn mi si para davanti tutto in tiro, perfettamente vestito e con il ciuffo biondo gonfio e spettinato ad arte, alto sulla fronte.
Ci penso su. Ho un serio bisogno di distrarmi o impazzirò davvero, e nessuno meglio di lui sa come non farmi pensare a niente almeno per una sera.
- Andata.
"In fondo che male può farmi uscire con un amico?", penso. Sbagliato, se l'amico in questione è Zayn.
"Non mi farà mica fare delle cazzate!" Sbagliato di nuovo. Effettivamente di solito le fa con me, non mi lascia semplicemente farle da solo. Il che generalmente crea guai ancora più grossi.
Peccato che al momento il dolore m'impedisca di mettere a fuoco questi dettagli. Voglio solo divertirmi senza pensare a Louis, almeno per una sera.
 
Ho la testa che sembra volersi spaccare in due da un momento all'altro, da quanto mi fa male, e sento il sangue pulsarmi nelle orecchie violentemente. Mi alzo troppo in fretta e faccio appena in tempo a sporgermi verso il water per non imbrattare il tappeto del bagno con tutto l'alcol che ho ancora in circolo, il quale ha trovato una via alternativa per uscire dal mio corpo. Non distinguo i contorni di metà delle cose che mi circondano, ma mi accorgo di essere completamente nudo. Poco male, dato che sono solo in bagno e che al momento non sono in grado di preoccuparmi del perché.
Dopo un altro paio di conati ho espulso tutto l'alcol che il mio fegato non era riuscito a smaltire, e dopo una manciata di minuti sono anche in grado di vedermi i contorni delle punte dei piedi e di tirarmi in piedi senza barcollare. Cacchio, devo aver bevuto parecchio. Non ci sono più abituato. Mi avvolgo un asciugamano intorno alla vita ed esco dal bagno. Davanti alla porta trovo l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere.
Louis mi guarda con aria truce, in pigiama, con le braccia incrociate strette al petto. Sembra davvero fuori di sé.
- Cosa ti è venuto in mente? Eh? Ci hai fatto stare in pensiero per tutta la notte. Dovevi sentire Paul. Era furioso! E dovevi vedere la sua faccia mentre cacciava quella puttana dal bagno! L' ha buttata fuori di casa che era completamente nuda! - mi urla contro in tono accusatorio, alzando la voce ad ogni sillaba e scrutando torvo il mio corpo seminudo. Frastornato, faccio un passo indietro e schiaccio la schiena contro la porta come se potessi sottrarmi alla sua vista sprofondandoci dietro. Non può essere vero.
- Calma, calma. Non mi ricordo niente di niente. Ricordo solo di essere uscito di casa con Zayn e essere andato in un locale... Di aver bevuto e... Oh. - all'improvviso vorrei che tutto fosse annebbiato, vorrei poter dire di non essere sicuro di cosa sia successo. Lo vorrei per lui, per noi, perché so che ricordando tutto non posso mentirgli. Ma purtroppo non è così. Ogni cosa mi torna in mente chiara e limpida in un secondo, senza alcuna ombra: l'alcol sembra essere stato completamente inattivo, sotto questo punto di vista. La ragazza bionda che ho incontrato al locale e invitato a casa, dopo essermi bevuto qualche cocktail di troppo. Il sesso che abbiamo fatto, completamente ubriachi, sulle piastrelle fredde del bagno. Poi, l'effetto della sbronza: il buio totale. Cazzo. I manager saranno come minimo infuriati, ma per il momento ne m'importa. M'importa solo di Lou, che se ne sta lì, fissandomi con quegli occhi azzurri pieni di disprezzo.
- Scusa. - mormoro, sinceramente distrutto. Non so nemmeno perché mi sto scusando, ma sento che glielo devo. Un'altra ondata di nausea mi sale lungo l'esofago, e ora come ora sarei pronto a scommettere che non c'entra con l'alcol.
- Ti credevo diverso, forse. Non è da te comportarti così. O almeno non era da te. Sei cambiato così tanto, ultimamente. - dice, la voce ridotta ad un sussurro tra i denti, pensierosa, prima di entrare in camera e sbattersi la porta alle spalle, con un implicito invito a restare fuori.
Eccome se sono cambiato. Prima di tutto mi sono innamorato del mio migliore amico, e poi ho scoperto che nessuna biondina da urlo potrebbe mai riuscire a farmelo dimenticare: per quanto bella possa essere fisicamente, non la trovo nemmeno attraente. Ieri sera è nato tutto dal fatto che ho bevuto decisamente troppo. Altrimenti non mi sarei mai e poi mai sognato di portarmela a casa.
A quel punto Zayn esce dalla cucina e interrompe i miei pensieri, proprio mentre sono sul punto di scoppiare di nuovo. Stringo i denti e ricaccio giù le lacrime, pur sapendo che non potrò trattenermi per molto.
- Ehi Hazza! Ci hai dato dentro stanotte, ragazzo, eh? Ah, a proposito, Paul è furioso. E anche Lou, l'avrai notato. - mi passa accanto facendomi un occhiolino, e mi trattengo dal mandarlo a quel paese perché so che niente di tutto questo è colpa sua. Respiro, faccio dietrofront tornandomene in bagno e chiudo la porta con due giri di chiave.
Appoggio la schiena al legno freddo e scivolo fino a terra, lasciandomi andare ai violenti singhiozzi che mi scuotono da capo a piedi e inzuppandomi in breve tutto il petto con le lacrime. Non m'importa che qualcuno mi senta, non m'importa di niente, adesso. Riesco a pensare solo allo sguardo sprezzante di Lou, al fatto che odia il mio cambiamento anche senza saperne il motivo. E che ne sarebbe ancora più disgustato, se sapesse da che cosa è stato provocato.
- Harry! Harry sono Paul, aprimi la porta, ti devo parlare. - sento tre tonfi sordi sulla porta, e poco dopo gli apro.
- Non fare così, vieni qua. - spalanca le braccia e mi stringe a sé, cullandomi leggermente, mentre io sfogo le mie ultime lacrime sul suo petto. Parla solo quando il mio corpo, ormai scosso solo da deboli singhiozzi, si fa silenzioso.
- Hai fatto un casino, ieri sera, ma d'altronde a tutti capita di fare degli errori. La ragazza non ricorda nulla, dal momento che era ancora ubriaca fradicia quando è uscita di qua, perciò non farà il tuo nome, e la faccenda morirà qui. E se qualche foto dovesse venir fuori, noi non forniremo alcun dettaglio. Non si ritorcerà in nessun modo sulla band. Il management si è calmato già prima che ti svegliassi. E' tutto a posto.
Stranamente, non avevo ancora pensato a quel lato della faccenda, perciò le sue parole non mi tranquillizzano affatto, e Paul sembra accorgersene.
Mi alza il viso con due dita e mi fissa negli occhi. Mi chiedo se riesca a capire che la mia preoccupazione è ben altra, anche attraverso lo spesso velo umido e il rossore. Ci riesce.
- Ma non è questo il pensiero che ti tormenta, eh?
Un violento singhiozzo mi scoppia nel petto, impedendomi di parlare.
Una parte di me vorrebbe davvero sputare tutta la verità, confessare l'amore per Louis e togliersi questo peso, ma ce n'è un'altra, forse più ragionevole, a bloccarmi. Scuoto la testa leggermente.
- Louis... - riesco solo a mormorare, mentre un'altro violento accesso di lacrime mi inonda gli occhi. Non finisco la frase, in preda ad altri singhiozzi
- L'avevo capito. Cosa c'è fra voi, Harry? Cosa provi per lui? A questo punto non posso credere che ci sia solo amicizia... - è arrivato alla conclusione, alla fine, perciò tanto vale far sì che non fraintenda niente.
- Lui ha Eleanor, Paul. Siamo solo amici. - sussurro, tremando leggermente alla parola "amici".
- Ma tu vorresti di più. - non è una domanda, perciò resto in silenzio a fissare il pavimento.
- Sì.
E' come se il masso gigantesco che mi schiacciava il petto si fosse improvvisamente sciolto nel nulla. Mi sento all'improvviso incredibilmente leggero, e per un secondo mi sembra addirittura una buona cosa, quella che ho appena fatto. Poi però lancio un'occhiata al viso di Paul e la gravità della situazione mi ricade addosso. E' teso, preoccupato, e anche se per ora non mi sembra esserci traccia di rabbia sul suo viso, so che quell'espressione non può promettere nulla di buono.
- Harry... Io ti capisco, ma... - comincia. Sembra non trovare le parole, ed è la prima volta da quando lo conosco che lo vedo riflettere su cosa dire. Di solito ha sempre una parola azzeccata per ogni situazione, ma stavolta sembra davvero in difficoltà. Il che non può farmi pensare ad altro se non che ciò che sta per dirmi non sia affatto una buona notizia.
- Oh, al diavolo, non posso girarci intorno; non stavolta. Sarebbe impossibile, lo sai? Anche se lui lasciasse Eleanor, anche se s'innamorasse di te. Non potreste stare insieme, finche siete dentro a tutto questo.
E' una di quelle persone che vanno dritte al sodo, e che in questi casi sono le migliori.
- Lo so, Paul, lo so. Ed è per questo che sono ridotto in questo stato. Sono sicuro che potrebbe innamorarsi di me, se solo io avessi la possibilità di dirgli che cosa provo davvero. C'è sempre stata un'amicizia speciale, fra noi. Sono uno straccio appunto perché so che non succederà mai, e che la nostra amicizia si rovinerà e andrà perduta. Dovrò allontanarmi da lui, devo, oppure rischierò di mandare all'aria la band perché commetterò una sciocchezza, un giorno o l'altro.
- L'amicizia non deve andare perduta per forza. Niente è perduto, finche tu non ti sei arreso.
- Spero di non essermi già arreso, allora.
Mi abbraccia, e capisco che è il primo vero abbraccio che ci diamo in tutto questo tempo. Conosce finalmente tutta la verità, e il suo abbraccio è carico di comprensione; dice: "so cosa provi e ti starò vicino". E il messaggio arriva perfettamente a destinazione, anche senza che Paul debba pronunciarlo ad alta voce.
 
                       
 
 
 
My space:  hello girls! :D SONO RIUSCITA A POSTARE NONOSTANTE SIA INIZIATA LA SCUOLA, MI MERITO O NON MI MERITO UN MARE DI RECENSIONI? (?) ecco qua, finalmente harry confessa a paul cosa prova! scommetto che vi ho spiazzato con la storia della biondina, eh? i know, i know. uu (?) ci terrei a precisare che lui era completamente ubriaco, quindi non è né bisex né altro, semplicemente non pensava troppo a cosa stesse facendo (?) AHAHAHAHAHAHAAH. comuuuunque, sono arrivata alla conclusione che questa ff avrà dieci capitoli u.u quindi siamo quasi a metà! nel prossimo capitolo (o almeno credo, se non cambio idea AHAHAH) ci sarà la svolta, quindi non abbandonatemi proprio sul più bello ewe
lasciatemi almeno due/tre recensioni, e se avete dei suggerimenti non esitate :)
grazie ancora a tutte voi che siete arrivate fin qui, vi amo dogjsiogjsdgj *-*
xoxo
Tinaa. ♥

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Capitolo 5
*** Did you finally understand? ***


5. Did you finally understand?

Quante volte ancora dobbiamo perderci prima di capire che non possiamo stare lontani l'uno dall'altro?

 
Paul sa tutto. Il management sa tutto. Io stesso gli ho confessato cosa provo per Louis, e loro mi hanno giurato che non proferiranno parola. Almeno fino a quando la cosa rimarrà segreta. Mi hanno detto che devo valutare che questa storia avrebbe un influenza notevole sulla band, che calerebbero le vendite e un sacco di altre cose simili, praticamente per ricordarmi che devo tenere la bocca chiusa. Ma io mi sono stufato di questa situazione. Mi sono stufato di soffrire. E così, come al solito, ho preso la decisione di andare contro le regole.
 
Louis
Harry mi deve parlare. Sono seduto su questo divano da dieci minuti buoni e mi sto torturando tutte le unghie delle mani come non mai. Ieri sera prima di dormire mi ha detto che dovevamo assolutamente parlare di una cosa seria, ma non ha voluto darmi altri dettagli, e adesso sto aspettando che torni. Stamattina è uscito con Paul senza farsi più vedere per tutto il giorno, e mi ha scritto un sms dicendo che sarebbe arrivato entro cinque minuti. Spero che sia vero, perché nell'attesa potrei impazzire.
Non è da lui fare grandi discorsi, nel senso che di solito scherza su tutto e non prende mai le cose troppo sul serio, ma è cambiato così tanto ultimamente... Spero che sia di questo che vuole parlarmi, di questo cambiamento così improvviso che ha messo a dura prova la nostra amicizia. Abbiamo litigato come non avevamo mai fatto prima, ma alla fine siamo riusciti a recuperare il nostro rapporto.
Harry entra nel salotto seguito da Paul.
- Ciao. - sfoggia quel suo sorriso con tanto di fossette che adoro.
- Ehi. Ce ne hai messo di tempo, stavo per impazzire. - la sua risata roca si unisce alla mia,  poi mi fa segno di seguirlo fuori. Per una volta nessuna guardia del corpo ci segue. Siamo soli.
E' quasi il crepuscolo, il sole sta tramontando dietro le montagne, illuminando di rosa i batuffoli di nuvole, e Londra sembra essere uscita da una cartolina. La bellezza di questa città mi toglie il fiato ogni volta.
- Vieni, qui staremo in pace. - mi sorride affettuosamente e mi guida verso un parchetto poco distante da casa nostra. In effetti a quest'ora è deserto, però questo non può che farmi preoccupare ancora di più. Cosa ci può essere di così importante da doverne parlare in un parco deserto? Ci sediamo su una panchina lasciando che gli ultimi raggi di sole ci accarezzino la pelle. Harry sembra non trovare le parole. Faccio per parlare, ma lui mi posa due dita sulle labbra, facendomi segno di tacere e guardandomi con quei suoi occhi verde grigio che mi sembra di vedere davvero per la prima volta.  
- E' da tanto tempo che aspetto questo momento. Non immagini quanto l'abbia sognato.
Non mi lascia neanche il tempo di elaborare questa frase. Poggia velocemente le sue labbra piene e perfette sulle mie lasciandomi senza fiato.
 
Harry
Le labbra di Louis sono morbide e sembrano combaciare alla perfezione con le mie, come se fossero nate per essere modellate le une sulle altre. Sanno di frutta e di dolce. Il mio cuore batte talmente veloce che sembra volermi spaccare la gabbia toracica, e nella testa mi frullano migliaia di pensieri e preoccupazioni, ma al momento non me ne potrebbe importare di meno. Non m'importa dei manager, delle fans che potrebbero abbandonarci. Mi dimentico perfino che lui sta con Eleanor. Penso solo a noi due, le nostre lingue che si toccano, le nostre labbra premute prima timidamente le une sulle altre, poi con più foga, come parti separate di un tutt'uno che tornano, finalmente, ad unirsi.
Non dà segno di volersi separare da me fino a quando non manca il fiato ad entrambi. Così mi allontano e lo guardo negli occhi con il respiro irregolare, mentre improvvisamente tutte le preoccupazioni mi assillano di nuovo. Mi rendo conto di quello che ho appena fatto quando è un po' troppo tardi: la sua espressione è indecifrabile, così riesco solo ad alzarmi e a tornare a casa camminando lentamente, lasciando che i rumori della città mi avvolgano pian piano. Poi salgo e mi metto direttamene a letto, scivolando in un sono profondo e senza sogni prima ancora che tutti si siano accorti che sono rientrato.
 
Louis
Che cosa significa questo bacio? Che sono stato io, la causa di tutto il suo dolore? Che è stata tutta colpa mia fin dall'inizio? Non è un amore giusto, quello che prova per me. Non è il sentimento che dovrebbe esserci fra noi. Siamo fratelli, e dovremmo amarci come tali. Non dovrebbe essere attratto da me, e io dal canto mio non dovrei pensare a lui tutti i momenti, perfino quando sono con Eleanor.
Sto camminando senza meta per il centro di Londra da quasi un'ora. Il sole ormai è sceso oltre l'orizzonte, e incomincia a fare freddo, però non ho intenzione di tornare a casa. Camminare nel traffico dell'ora di punta mi costringe a concentrarmi sul dove mettere i piedi, e non ci sono fans in giro. Ne ho incontrate un paio, le ho viste sussultare quando mi hanno riconosciuto ma non si sono osate avvicinarsi. E non posso dire che mi dispiaccia, perché non sono proprio dell'umore giusto per fare foto e firmare autografi.
In più se tornassi a casa adesso potrei impazzire. Non sono pronto per affrontare i ragazzi, le loro domande, e meno che mai Harry. Non riuscirò a guardarlo in faccia, dopo il bacio di oggi. Non ora. Non so come comportarmi, non so che cosa ha significato per lui. Sto con Eleanor, e lo sa. Quindi non posso che immaginare che abbia solo deciso di sfogarsi, di tirare tutto fuori come gli ho ripetuto di fare più e più volte, alla fine. Peccato che non immaginassi niente del genere. La testa minaccia di scoppiarmi da un momento all'altro.
Girovago per un altro po' di tempo e poi mi infilo in un bar che mi sembra uno dei più discreti. Faccio appena in tempo a sfilarmi il giaccone che mi accorgo di aver scelto il posto sbagliato. Tutto mi crolla addosso in un secondo. All'angolo più distante dall'ingresso vedo un'inconfondibile treccia scura ricadere sulla spalla di una bella ragazza e venire aggiustata da qualcuno. Faccio un passo avanti appena in tempo per vedere le labbra di lui posarsi su quelle di lei in un bacio non esattamente dei più casti, e i suoi begli occhi scuri saettare nei miei. Giro sui tacchi infilandomi di nuovo il giaccone con un gesto meccanico ed esco dal locale più in fretta che posso. Non riesco più a trattenere le lacrime, che scivolano rapide lungo le mie guance, e infilo la faccia sotto il bavero del cappotto sperando di passare inosservato. In due ore la mia vita si è ribaltata come un calzino: prima Harry, adesso questo. Credo di essere pericolosamente vicino al limite di sopportazione, quello oltre cui non riesco più a reggere niente. Corro praticamente fino a casa e mi fiondo direttamente in camera, sfilandomi le scarpe e il giubbotto e infilandomi sotto le coperte a tempo di record, senza neanche guardare l'altro letto, già occupato. Affondo la faccia nel cuscino morbido e respiro a pieni polmoni il profumo di fresco e di sole che più preferisco. Deve averlo lasciato Harry l'altra sera, quando ha dormito con me. Nessuno dei due riusciva a prendere sonno, così ci siamo sdraiati a parlare e ci siamo addormentati uno accanto all'altro; e i suoi ricci hanno lasciato questo fantastico profumo sul mio cuscino.
A quel pensiero, mi ricordo di non essere solo. Sto riflettendo su cosa fare quando sento una tasca dei jeans vibrare. Prendo il cellulare e leggo il messaggio che mi è arrivato: "Non è come sembra. Possiamo parlare, perfavore? El". Lo cancello subito e rispondo brevemente. "E' finita. Questa volta basta", poi scaravento il cellulare fuori dal letto, facendolo atterrare con un tonfo sordo sul pavimento di parquet. Non voglio parlare con Eleanor. Non è la prima volta che succedono cose del genere, e anche se l'ho sempre perdonata, stavolta no. Non me la sento, non voglio più soffrire. Nel momento in cui l'ho vista baciare l'altro ho saputo immediatamente che non sarei riuscito a perdonarla, non stavolta. E' ora di passare oltre, per tutti e due.
Sento un tocco sulla schiena, e poi Harry si infila nel letto, abbastanza grande da farci stare entrambi. Il profumo di fresco mi investe, e ci percepisco una nota dolce che non fa che renderlo più buono. Tengo gli occhi chiusi e le gambe strette al petto, sento la tensione fra noi e non faccio fatica a capire da cosa derivi. Non voglio ricominciare a litigare con lui; è una delle persone più importanti della mai vita e non sarei disposto a rinunciargli per nulla al mondo, perciò mi sforzo di resistere all'impulso di scappare via.
- C'è qualcosa che non va...? - non si riferisce a noi due, ma al mio telefono che ha sicuramente visto volare sul pavimento. La sua voce è delicata, nonostante sia profonda e roca.
- Eleanor... L'ho vista con un altro. E' finita. Davvero, stavolta.
- Oh, mi dispiace. - si avvicina e mi stringe le mani ancora serrate attorno ai polpacci con le sue. Percepisco che è davvero triste per me, così mi sforzo di rilassare almeno le braccia e di distendere le gambe, lasciandomi abbracciare e affondando il viso nei meravigliosi ricci profumati di Hazza.
- Oh, non preoccuparti. E' solo ora di girare pagina.
Sorrido e sento i muscoli del suo viso rilassarsi in un'espressione distesa a loro volta.
- Scusa per prima. Non avrei dovuto. Fa' finta che non sia successo niente, io e te siamo solo amici. Stop. - il sorriso non abbandona la sua faccia, né la mia.
- Hai fatto bene. Davvero. Finalmente se non altro so che cosa succede. Sai quanto odio non sapere le cose. Sono solo tanto confuso. Dammi... tempo.
Ridacchia.
- Oh, se la metti così... - si avvicina ancora di più a me e poggia le sue labbra sull'incavo del mio collo, soffiando leggermente e ridendo ormai quasi sguaiatamente, facendomi venire i brividi su ogni centimetro del corpo. Mi sorprendo io stesso della mia reazione alla presenza fisica di Harry, perché non reagivo così neanche con Eleanor. Cerco di ripetermi che non è giusto, ma alla fine lascio perdere. Harry sembra volermi fare impazzire, e a seconda delle sue risate capisco che ne è consapevole; e quando lui si mette in testa una cosa non c'è verso di fargli cambiare idea.
- Sono innamorato di te, Boo.
Avvampo. Sentirselo dire così su due piedi fa tutto un altro effetto, rispetto a pensarlo.
Chiudo di nuovo gli occhi e respiro profondamente.
- I ragazzi... Loro...? - non riesco neanche a formulare una frase di senso compiuto.
- No. Solo Paul. Gliel'ho dovuto dire, o sarei impazzito. Ma lui non dirà nulla fino a quando non sarò io a volerlo. E anche il management. - scrolla le spalle, e io sospiro.
Perché dev'essere sempre tutto così complicato?
 
                       
 
 
 
My space:  hi babeeees. ecco, ecco, ecco. isdjga. la scena più attesa della storia, il primo bacio fra hazza e lou, uhuhuhuh. (?) la storia non è tutta rose e fiori, per l'ennesima volta, perché altrimenti sarebbe una ff fluff, non drammatica, perciò è ovvio che non potevo far innamorare harry di louis, louis di harry e stop. sono mrs ovvio, stasera trolol ma capitemi, ho studiato tutto ieri per un'interrogazione che poi non c'è stata e tutto oggi per una verifica, sono le undici e sono stracotta. ewe. anyway, questo è quanto. scusate se ho fatto uscire eleanor (almeno per ora.....) in un modo così banale, ma proprio non mi veniva in mente altro çç chiedo venia (?)
questo è il capitolo più lungo di tutti, quindi esigo almeno tre recensioni (?) lol a parte gli scherzi, davvero, recensite almeno in tre/quattro, così giusto per farmi sapere se pensate che sia una schifezza assoluta e che farei meglio a darmi all'ippica (?) oppure se per caso vi piace dikgjas.
vi voglio bene, grazie per le visualizzazioni (anche se non vi costerebbe nulla lasciare qualche recensione in più e.e AHAHAHAH), i preferiti/seguite/ricordate/recensite ecc, grazie davvero, non sapete quanto mi renda felice tutto questo, diogjafk. il my space è già più lungo del capitolo, quindi forse è ora di finirla. lol.
xoxo
Tinaa.

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Capitolo 6
*** Dreams come true. ***


6. Dreams come true.

Come posso amare quando ho paura di cadere?

 
Harry
La paura ha sempre fatto parte di me. Il timore di non essere abbastanza per le persone che amo. Il timore di non riuscire nei miei obbiettivi, che spesso mi ha indotto a lasciarli perdere in principio. E Louis mi ha insegnato anche questo: a non avere paura di niente. E ho deciso che non lascerò che ci separino. Lui è il ragazzo della mia vita, quello che mi ha cambiato nel profondo perfino senza rendersene conto, e farò di tutto perché fra me e lui possa funzionare.
 
Sono davanti a questo specchio da una ventina di minuti, ma proprio non riesco a decidere che cosa mettermi. E' strano, perfino per me. Di solito siamo io e Zayn i ritardatari del gruppo, quelli che fanno perdere tempo a tutti per colpa dei vestiti, però non mi era mai successo di metterci più tempo perfino di lui. Alla fine, dopo aver svuotato l'armadio e fatto innervosire Paul, scelgo il solito: jeans scuri, tshirt bianca e giacca.
- Tutto questo tempo per vestirti come ogni santo giorno? Dio mio Harry. - sbotta Paul, irritato - Andiamo, và. - ci fa uscire uno per uno e salire sul camioncino nero, prima di iniziare il suo solito discorso.
- Mi raccomando: cercate di non fare cavolate, ma non fate neanche troppo i seri. Siate voi stessi. Comportatevi bene. - con l'ultima frase scocca un'occhiata eloquente a me, che faccio volutamente finta di essere assorto dalla città che sfila silenziosa fuori dal finestrino. Il concerto sarà stasera, dopo questo incontro con le fans. Alla fine questi sono i momenti che ci gratificano di più, quelli per cui facciamo tutto quello che facciamo, però capita anche di non averne proprio voglia, alle volte. Come oggi. E in quelle occasioni devi comunque sforzarti di stamparti un bel sorriso sulla faccia e di essere gentile e cortese. Perché devi ricordare che anche se per te è una giornataccia, per loro è uno dei momenti più belli, e non puoi rovinarglielo facendo lo scorbutico.
Oggi mi ci vuole più o meno tutta la forza di volontà del mondo, ma riesco ad arrivare alla fine essendo stato gentile e cortese con tutte, nessuna esclusa.
- E' stata veramente, veramente lunga. - sospira Louis, quando finalmente siamo di nuovo sul nostro camioncino, in viaggio per il luogo in cui faremo il concerto.
- Vero. - confermo, sorridendogli. I suoi occhi chiari lampeggiano noi miei, azzurri e brillanti come il più limpido dei cieli primaverili.
Arriviamo all'arena nel tardo pomeriggio, facciamo il soundcheck e proviamo lo spettacolo rapidamente, giusto per orientarci sul nuovo palco. Ormai l'abbiamo fatto talmente tante volte che è diventato una serie di gesti meccanici che si fanno quasi sovrappensiero.
Poi ci viene detto di andare a sistemarci nei nostri camerini e restarci fino al momento del concerto.
- Stasera sarà un grande spettacolo. - Liam entra nel suo camerino e si chiude la porta alle spalle, e lo stesso fanno Zayn e Niall nel loro. Io e Lou ovviamente condividiamo l'ultimo rimasto. E' quasi una tradizione per noi.
Mi butto sul divano di pelle rossa e chiudo gli occhi. Sono già stanco, e la parte più faticosa deve ancora arrivare. 
Louis si sdraia con molta calma dall'altro lato del sofà, appoggiando le gambe sulle mie e provocandomi un'ondata di brividi lungo la schiena. Tengo gli occhi chiusi e respiro lentamente. Se non mi controllo rischio davvero grosso, e non posso farmi scappare nulla. Non posso rischiare di rovinare tutto un'altra volta. Io ho fatto un passo avanti, e adesso toccherà a lui, quando e se vorrà, venirmi incontro. 
- Stavo pensando... - inizia, con voce titubante -Sai, riguardo all'altro giorno... Ecco, forse.... Le cose tra noi sono difficili, ma niente è impossibile. Vale la pena di provare, no? - pronuncia queste parole e prima ancora che io me ne sia reso conto, il cuore ha incominciato a martellarmi nel petto ad una velocità frenetica. Un sorriso timido compare sul suo volto, e il mio cuore si ferma improvvisamente, per un secondo.
- Vale la pena di provare, sì.
Si avvicina a me e posa le sue labbra sulle mie, in un bacio molto diverso da quello dell'altro giorno. All'inizio è timido, quasi spaventato, ma presto si lascia trasportare dall'amore di quel momento. Sappiamo che siamo liberi di giostrare il nostro futuro, e credo che a questo punto siamo consapevoli più che mai che faremo parte l'uno di quello dell'altro.
 
Louis
In questi giorni ho riflettuto. Ho provato a stare lontano da Harry, a evitarlo, ma è stato impossibile. Così mi sono riavvicinato a lui piano piano, e ho capito che la sua amicizia non mi basta più. Ogni volta che lo vedo non posso impedirmi di immaginare come sarebbe starci insieme davanti al mondo intero, stringergli la mano davanti a tutti, poter scherzare senza pensieri. Sarà sbagliato, sarà un amore ingiusto, però è la realtà.
Ora dobbiamo solo trovare il modo di dirlo ai ragazzi.
 
Mi stacco da Harry e sento il suo respiro dolce sul mio collo.
- Questo cosa significa? - vedo il suo sorriso più beffardo spuntargli sul viso, con quelle meravigliose fossette.
- Forse significa che ho capito che non posso stare senza di te, e che la tua amicizia non mi basta più. - abbasso gli occhi e mi concentro su un riccio castano che sto tormentando tra pollice e indice, mentre con la coda dell'occhio vedo il sorriso sul suo volto allargarsi e farsi ancora più splendente.
- Vuol dire che sei mio? - dice, con una punta di malizia nella voce.
- Tuo. - alzo lo sguardo e vedo i suoi occhi verdi carichi di emozioni che non avevo mai visto prima d'ora. Mi chiedo se anche i miei tradiscano così evidentemente l'euforia che sento crescermi dietro in questo momento.
Le nostre labbra si trovano un'altra volta, mentre infilo le mani nei ricci meravigliosi del mio ragazzo. Queste due parole associate all'immagine di Harry mi provocano un piacere come non ne ho mai provato prima, e per mantenere il controllo devo sforzarmi di ricordare che abbiamo un concerto di lì a meno di un'ora.
- Dopo. - sussurro all'orecchio di Harry, capendo dove vuole arrivare. Lui sorride con un po' di amarezza e, dopo avermi dato un ultimo bacio umido sul collo, si separa da me trascinandosi fino alla specchiera più vicina per iniziare a prepararsi.
 
Harry
Tutto questo mi sembra un sogno, anzi, è un sogno. Il mio, che diventa realtà. Durante tutto il concerto non riesco a concentrarmi su niente fuorché sul pensiero di quello che arriverà dopo, e le due ore che mi ci separano sembrano non passare mai.
Cantiamo tutte le canzoni, firmiamo autografi, sorridiamo a tutti, e al momento dei saluti cerco di cancellarmi il sorriso gigantesco che ho stampato in faccia.
- Grazie di tutto, ragazze, siete state fantastiche! Buonanotte!
Liam pronuncia queste parole mentre io sto già praticamente schizzando giù dal palco. Arrivo fino al mio camerino e respiro profondamente, mentre Lou mi raggiunge. Le nostre labbra si trovano senza sforzo ormai, e senza paura stavolta, mentre i vestiti che indossiamo scivolano a terra poco alla volta. Il grande sembra volermi far impazzire con la sua lentezza, ma alla fine ottengo ciò che voglio. I nostri corpi sudati sono un tutt'uno, stretti in un abbraccio mozzafiato. E' la prima volta che faccio l'amore. Mi rendo conto solo adesso che è sempre stato solo sesso, e che questo è tutta un'altra storia.
- Ti amo, Boo. - sussurro, appena sono di nuovo in grado di parlare.
- Anche io, riccio.
Lo bacio per un'ultima volta, scendendo con le labbra lungo il suo collo e provocandogli dei piccoli gemiti, per poi separarmi da lui definitivamente.
- Dobbiamo sbrigarci, o Paul ci verrà a cercare.
Con un grugnito si alza dal divano di pelle rossa e si riveste, mentre io rimango a guardare il suo fisico perfetto sparire a poco a poco sotto la tuta da ginnastica.
E' mio, solo mio. Non dovrò condividerlo nemmeno con Eleanor. Adesso, l'unico problema è come dirlo al resto del mondo.
 
 
 
 
My space: mi scuso da subito per aver aggiornato abbastanza in ritardo, ma i miei professori ce l'hanno messa davvero tutta per occuparmi ogni secondo libero con i loro inutili compiti (?)
a parte questo, che ne pensaaaate? spero vi piaccia,  perché ci sto mettendo davvero l'anima, in questa ff aksjdnsiofa.
grazie ancora una volta per essere arrivate fin qui a leggere djgsoj siete stupende.
lasciate qualche recensione, diciamo almeno tre o quattro? per me è davvero, davvero, importante sapere cosa pensate di quello che scrivo dgjs
vi voglio bene
xoxo
Tinaa.

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Capitolo 7
*** Please, tell me that it's true. ***


7. Please, tell me that it's true.

Se la verità sarà stata proibita, allora infrangeremo tutte le regole.


Apro gli occhi e respiro a pieni polmoni una boccata del profumo che amo di più al mondo. E' dolce, sa di frutta e di sole; e per me è il profumo dell'amore, del primo amore, quello del ragazzo che mi dà tutto ogni giorno, anche solo respirando. Louis William Tomlinson. Sarebbe praticamente perfetto, se non fosse che dobbiamo nasconderci. Non possiamo tenerci per mano né guardarci negli occhi e sorriderci, in pubblico; non possiamo amarci  in pubblico. Dobbiamo trattenere tutto il nostro amore dentro le quattro mura della camera da letto, e fuori far finta di essere solo buoni amici, perfino con i tre ragazzi che ormai sono come nostri fratelli.
Mi avvicino un po' a lui e gli passo il braccio sul fianco, accarezzando con il palmo i suoi addominali scolpiti e lasciandogli piccoli baci umidi sulla spalla.
- Oh, buongiorno. - sospira, girandosi verso di me e stringendo le braccia attorno al mio collo - Non potrei chiedere di essere svegliato meglio di così.
Trova le mie labbra dopo avermi carezzato più volte la mascella con le sue, rosee e perfette.
- Nemmeno io potrei chiedere di meglio. Ho tutto quello che desidero. - disegno con l'indice il profilo di ogni suo muscolo, mentre sento le sue mani scivolare a loro volta sul mio corpo nudo. E' in grado di farmi impazzire, e lo fa ogni qualvolta gli si presenta l'occasione.
- Non perdi l'occasione di farmi andare fuori di testa, eh Tomlinson? - gli dico poco dopo, sfoderando il sorriso più sicuro che possiedo.
- Puoi scommetterci, Styles. - si alza lasciandomi contemplare il suo sedere perfetto e poi si infila un paio di boxer recuperati sotto il letto e una tshirt.
- Uhm.. Lou... Quelli sono i miei boxer. - soffoco una risata.
- Che importa? - mi liquida lui, strizzandomi l'occhio.
Mi lascio cadere sui cuscini soffici, cercando di calmare il respiro. Adesso che siamo arrivati fino a qui non possiamo permetterci di fare niente di sbagliato, o sarà stata tutta fatica sprecata.
 
Louis
Siamo in tour da due giorni e la situazione è già insopportabile. Ogni volta che mi avvicino a Harry in pubblico mi sento come se stessi facendo qualcosa di sbagliato, per non parlare di quando vedo uno dei ragazzi osservarci. Non posso andare avanti così a lungo, esploderei. Solo Harry è in grado di farmi dimenticare la mia ansia almeno per un po', come è riuscito a farmi dimenticare anche Eleanor in pochissimo tempo, del resto.
- Sai che non potremo nasconderci per sempre, vero? Prima o poi dovremo dire la verità a tutti quanti. - tiro fuori quest'argomento qualche sera dopo, mentre siamo nel letto abbracciati, prima di addormentarci. Sento il suo corpo irrigidirsi accanto al mio, mentre mi accarezza la testa con gesti sempre più meccanici. Appoggio l'orecchio sul suo petto e ascolto il battito del suo cuore, in silenzio e con gli occhi chiusi. Lui sembra combattuto.
- Prima o poi... - sussurra infine, dopo qualche minuto, rilassando un po' i muscoli di braccia e gambe.
Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi. Sono di un verde quasi grigio, di una bellezza mozzafiato, e ricambiano la mia occhiata con curiosità.
- Quanto sei bello, Tomlinson. - mi sorride, e potrei giurare di sentire il mio cuore perdere qualche battito. Mi si spezza il respiro; lui se ne accorge e ride.
- Se ti faccio quest'effetto, forse non è sicuro che stiamo così vicini... - fa per allontanarsi ma io mi stringo ancora di più a lui, cercando le sue labbra con le mie.
- Mi fai quest'effetto ogni singola volta che sei nei paraggi; non mi abituerò mai alla tua presenza. Quindi fattene una ragione. Non posso stare lontano da te. - mi concede un rapido bacio, e poi mi sorride con malizia.
- Lo spero. Neanche io mi abituerò mai a te, e neanche io posso starti lontano. - sospira, rigirandosi per avere una presa migliore sul mo corpo, per poi concedermi un bacio vero.
- Domani lo diremo ai ragazzi. - dico, qualche minuto dopo, cercando di riprendere fiato. Harry si rabbuia leggermente ma annuisce.
- Hai ragione, non possiamo più aspettare. Però non pensarci adesso. - sussurra, portandosi sopra di me e mordicchiandomi leggermente un lobo.
- Non vedo come potrei pensare a qualcos'altro a parte te, ora. - gli rispondo, inarcando leggermente la schiena e porgendogli il mio collo.
Sorride, beato, e le sue labbra tornano di nuovo a trovare le mie. Non c'è più spazio per nient'altro oltre il nostro amore; solo sorrisi e occhiate, leggeri gemiti soffocati sulla pelle sudata, ed emozioni. Di quelle vere, che restano per sempre.
 
Harry
- Ragazzi, dobbiamo dirvi una cosa.
Siamo tutti seduti attorno ad un grande tavolo, in un'anonima camera d'albergo. E' arrivato il momento. E' ora che sappiano la verità. 
- Parlate. - ci incoraggia Liam, con un sorriso.          
Prendo la mano di Louis e la intreccio alla mia sul legno scuro.
- Io e Lou ci siamo innamorati, e abbiamo intenzione di stare insieme.
Ci guardano cercando di capire se stiamo scherzano o meno, e noi sorridiamo tranquillamente.
- Da.. quanto? - è di nuovo Liam il primo a parlare, abbozzando un sorriso.
- Da sempre, credo. Ma ce ne siamo resi conto solo da poco. - sospiro. Ho volutamente escluso una parte della storia, ma va bene così. Improvvisamente sono preoccupato. E se loro non fossero d'accordo? Sono i miei amici, ma fino a che punto sono disposti a rischiare?
 - E tu, Lou?
- Non lo so. Era da un po' che provavo qualcosa di strano, di diverso, ma non ho saputo dargli un nome fino a quando Harry non si è fatto avanti.
- Va bene. In fondo se vi amate non vedo perché non dovreste stare insieme. - è Zayn a parlare, mentre Niall annuisce convinto alle sue spalle.
Louis mi sorride, e il suo sorriso ha qualcosa di nuovo, di una bellezza ancora più sconvolgente. Per la prima volta so che quel sorriso è indirizzato a me, e a me soltanto. Lo amo, lui mi ama. Sarà mio e basta, e almeno dai nostri migliori amici non dovremo più nasconderci.
Per un momento l'euforia minaccia di farmi perdere il controllo, ma poi ritorno bruscamente ad una parte della realtà che mi era sfuggita.
- Però mettiamo in pericolo la band. Me l'ha detto anche il management.
Liam ci sorride come si sorride a qualcuno cui è sfuggita una cosa ovvia.
- Loro lo sanno già.
- Come...? - chiedo.
- Loro l'hanno sempre saputo. "Larry Stylinson" è una certezza per la maggior parte delle ragazze. I vostri sguardi, i vostri abbracci, gliel'hanno fatto capire ancora prima che lo sapeste voi.
- Lo immaginano, ma non lo sanno per certo. E se dovessero abbandonarci? Avremmo mandato a monte la carriera di tutti e cinque. - Louis si fa un po' più scuro in volto.
- Lou, loro lo sperano. Faranno i salti di gioia, quando vi vedranno baciarvi e abbracciarvi. Vi adorano perfino più di me e Zayn! - ammicca a Zayn e scoppia in una risata fragorosa, a cui ci uniamo tutti, all'improvviso rilassati.
- E per quelle che se ne andranno, pazienza. Ne arriveranno altre, e poi altre ancora. E noi saremo qui, insieme.
Niall poggia la sua mano sul tavolo, e tutti aggiungiamo le nostre, la mia e quella di Louis per ultime. Sembra la scena di un film.
- Insieme. - ripetiamo.
All'improvviso Paul s'inserisce nella conversazione. E' rimasto in un angolo fino a quando non ho finito di parlare.
- Ragazzi, è pericoloso quello che state facendo, lo sapete? Per tutti noi. E' un grande rischio.
- Siamo disposti a correrlo. - dice Liam, con un tono che non ammette repliche.
Paul si avvicina a me e mi da una pacca sulla spalla.
- Fate come volete, in fondo la carriera è la vostra...
- Niente è perduto finche non ci arrenderemo, non è vero?
Sorride, ricordando le sue stesse parole. Sembra passata una vita intera da quando me le ha dette, in bagno, quella mattina. Ero disperato, mi sembrava impossibile trovare una via d'uscita, eppure alla fine ce l'ho fatta. Io e Lou staremo insieme, correremo tutti i rischi, perché niente è più importante di noi due.
 
 
 
 
My space: hola! che ne dite? djfosjgod. questo capitolo mi piace un sacco, dkosfoe, e spero che sia piaciuto anche a voi uu finaaaalmente anche zayn, niall e liam sanno la veritàà djfosgj e poi boh, amo la prima parte in cui harry sveglia lou, è dolcissima *w*
lasiate qualche recensione, per farmi sapete che ne pensate djgodgp oppure contattatemi su twittah, sono @ehypotter djfosg mi fa un sacco piacere leggere cosa pensate di quello che scrivo, anche perché siete tutte gentilissime afnjgosdg **
grazie ancora una volta a tutte voi che avete messo questa storia nelle preferite/seguite/ricordate o che avete recensito, non sapete quanto mi avete reso una ragazza contenta (?) seriously, grazie davvero asksjfogs.
posterò l'ottavo capitolo prestissimo, i promise.
xoxo
Tinaa.

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Capitolo 8
*** I was lost in you. ***


8. I was lost in you.

Dipingi un autoritratto di come vorresti essere, e forse allora potrebbero provare un grammo del tuo dolore.

 
Louis
Il fotografo ci fa un segno con la mano: è finita anche oggi. Tutti e cinque rilassiamo i muscoli del viso, tesi da quasi due ore, e ci trasciniamo dietro le luci. Siamo esausti, ma non Harry. Lo vedo guardarmi intensamente da stamattina, e so cosa vuole. Strizza leggermente l'occhio sinistro e poi scompare nel camerino che ci hanno dato per cambiarci. Lo raggiungo dopo pochi minuti con una scusa poco credibile, ma non m'importa niente. Non appena entro nella piccola stanza mi si svuota completamente la mente. Harry mi aspetta vicino alla minuscola finestra, con i talloni avanti e le spalle alte, appoggiato sui gomiti al davanzale. E' talmente bello che devo concentrarmi per non perdere il controllo e riuscire a chiudere la porta prima di avvicinarmi a lui.
- Ce ne hai messo di tempo. - sussurra, appena sono abbastanza vicino.
- Guardami... - sussurra ancora, posandomi due dita sul mento per alzarmi il viso verso il suo.
Lo guardo per qualche secondo e poi elimino lo spazio che ancora ci separa, modellando il mio corpo sul suo e facendone un tutt'uno. Gli mordo il labbro inferiore prima di toccare la sua lingua con la mia, baciandolo in modo più delicato. Dimentico quasi completamente dove ci troviamo, dimentico che nell'altra stanza c'è uno stuolo di fotografi, dimentico tutto. Riesco a ricordarmi solo di Harry, di quanto lo desideri, di quanto voglia farlo mio. Recupero il controllo solo quando la mia maglia è già volata sul pavimento.
- Non qui, Harry! - gli sussurro, bloccandolo con le mani.
- Perché? - mi chiede lui, con il fiato corto.
- Di là ci sono i managers, i fotografi... Se qualcuno vedesse... Non possiamo, lo sai. - un brivido mi corre lungo la spina dorsale. Non possiamo. Non dovremmo essere costretti a nasconderci, non posso fare a meno di pensarlo.
Sbuffa sonoramente, dandomi un ultimo lungo bacio prima di raccogliere la mia maglia dal pavimento e lanciarmela, ridendo sotto i baffi.
- Più tardi me la pagherai. - sussurra, malizioso, prima di uscire dalla stanza.
 
Harry
Entro in casa e trascino Louis in camera per la mano. Non riesco a pensare che a lui da tutto il giorno. Mi chiudo velocemente la porta alle spalle e mi sfilo la tshirt più in fretta possibile, poggiando il mio petto nudo contro il suo e spingendo la sua schiena contro la porta. Ha una pelle chiara, liscia, perfetta. Di una bellezza mozzafiato. Bacio leggermente tutti i muscoli del suo addome, lasciandogli piccoli segni rossi, per poi tornare alle sue labbra carnose e perfette, mordendole appena. Le sue mani scivolano sul mio torace e giocano con il laccio dei pantaloni della tuta da ginnastica. Gli infilo una mano nei capelli per attrarre di più il suo corpo al mio, e poi sento bussare. Sbuffo sonoramente e mi separo da Louis per aprire leggermente la porta della camera.
- Che c'è?
- C'è una.. uhm.. Persona per Louis. Fallo uscire, perfavore.
- Lou.. E' per te. - dico, lasciandomi cadere sul letto.
- Eleanor.. - borbotta lui uscendo dalla stanza.
"Ti aspetto qui", gli mimo con le labbra. In tutta risposta lui mi mostra un pollice e mi fa l'occhiolino.
Cerco di rilassarmi, ma è più forte di me. Non riesco a calmare nemmeno il respiro. Mi rigiro cercando di trovare una posizione comoda e alla fine, esasperato, mi alzo e vado alla finestra. Fuori vedo Londra prepararsi alla sera, con le sue sfumature arancioni e azzurre tipiche del tramonto.  Che può esserci di così urgente che non possa essere scritto in un messaggio? Il pensiero mi martella.
Se sono geloso di Eleanor? Sì, terribilmente geloso.
Sono geloso perché so che lei sarebbe la scelta migliore per Lou, quella che metterebbe meno in pericolo tutti quanti, e sono arrabbiato con me stesso perché nonostante tutto non riesco a fare a meno di lui.
Sono geloso perché so che potrebbe essere attratto da lei cento mila volte più che da me.
E sono geloso perché loro potrebbero amarsi davanti al resto del mondo.
Non ce la faccio, devo sapere che succede. Esco dalla camera e trovo il salotto deserto, così entro in cucina. Ci sono solo Zayn, Liam e Niall.
- Dove sono Louis e Eleanor? - chiedo, fingendo un tono indifferente e versandomi un bicchiere d'acqua, tanto per dare l'impressione di essere lì per qualcosa.
- Sono usciti. Avevano delle cose da discutere fra di loro. - mi risponde Zayn, minimizzando la faccenda con un'alzata di spalle.
- Ah.. Uhm.. Okay. - rispondo, ritornando in camera.
Sono sempre più convinto che ci sia qualche problema. Cosa c'è di così importante da non poterne nemmeno parlare in casa?
Mi sfilo tshirt e jeans e m'infilo nel letto, finendo per addormentarmi. Quando riapro gli occhi sento un corpo caldo accanto a me, e una mano accarezzarmi i capelli.
- Lou? - sussurro, la voce ancora impastata dal sonno.
- Shh. - mi risponde lui, la voce calda e rassicurante, stringendosi  di più a me. Pancia contro schiena, pelle contro pelle; sento il suo respiro sul collo e mi viene la pelle d'oca.  Potremmo rimanere così per sempre, ma c'è un angolino della mia testa che non è riuscito a dimenticarsi di Eleanor e che martella per saperne di più. Le labbra di Louis cercano le mie con foga, minacciando di farmi perdere lucidità.
- Lou... - riesco a separarmi da lui, anche se ogni minima parte di me protesta, adesso. Ma devo sapere.
- Eleanor.. Che voleva? - non ci giro troppo intorno, perché dentro di me spero che mi dirà semplicemente che voleva salutarlo per andarsene in un altro continente o qualcosa del genere.
Lui abbassa gli occhi concentrandosi su un neo della mia schiena e mordicchiandosi un labbro, in silenzio.
- Louis? - mi giro verso di lui e lo guardo. Lui si ostina a fissarsi le mani, evitando il mio sguardo. Un brivido mi corre lungo la schiena.
- Boo... - alzo leggermente la voce, cercando di farle assumere il tono più seducente possibile - Mi dici cosa c'è che non va?
Mi guarda, ma continua a tacere. Esasperato dal suo silenzio raccolgo il cellulare che mi è caduto sul pavimento per leggere il messaggio che mi è appena arrivato. Avevo lasciato Twitter aperto, perciò mi cade l'occhio su alcune foto, e il telefono mi scivola nuovamente dalle mani.
Poi, all'improvviso, tutto torna.
Per lui non sono mai stato niente di più di un amico, un trombamico, anzi. Uno con cui ci si sfoga dei propri desideri fisici e basta, spesso illudendosi a vicenda che possa esserci qualcosa di più o, peggio, illudendo solo chi dei due ci crede.
Louis si sporge, raccoglie il telefono e vede le foto. Anche lui capisce che ragionamento ho appena fatto, e mi guarda, incapace di parlare.
Il tempo si blocca, tutto sembra congelarsi in quel secondo in cui quasi un mese d'illusioni mi cadono addosso minacciando di schiacciarmi di nuovo sotto il loro peso.
Stupido, stupido, stupido. Stupido io che gli ho creduto per tutto questo tempo. Dovevo immaginare.
Gli occhi mi cadono nuovamente sul telefono, ancora in mano a Lou.
"Sono tornati insieme, evviva! Hanno confermato le fans che li hanno incontrati!".
Mi sembra di essere stato pugnalato, non sento niente oltre al dolore cieco e al sapore amaro del tradimento. Una lacrima corre veloce rigandomi una guancia, e scende lasciando una traccia scura sul copriletto candido.
- Harry, perfavore.. C'è una spiegazione.
Non sento quasi. Le sue parole mi scivolano addosso come se non avesse aperto bocca. Mi alzo dal letto con un gesto lento e sento la sua mano afferrarmi. Cerco di liberarmi, ma la sua presa è troppo forte. Si alza accanto a me e mi bacia, ma io mi limito a tenere le labbra dure e serrate. Quando si allontana esco dalla stanza e vado a chiudermi in bagno. Di nuovo. Proprio quando pensavo che tutto sarebbe finito eccomi qui, di nuovo da solo a piangere per amore.
 
 
 
 
My space: hei babess <3 chiedo umilmente scusa per i dieci giorni di ritardo, so che avevo promesso di postare prima, ma sono stata superimpegnata çç anyway eccolo qui, il capitolo malinconico aijfajf vi mancava la mia vena malinconica, ammettetelo ee (?)
in ogni caso, lasciate almeno tre/quattro recensioni, giusto per farmi sapere che non vi fa proprio schifo o per dirmi di darmi all'ippica se fa così cagare. (?)
se volete potete anche contattarmi su twittah, sono @ehypotter uu
luv ya <3
xoxo (?)
Tinaa.

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Capitolo 9
*** One touch, and I was a believer. ***


9. One touch and I was a believer.

La gente dice che non dovremmo stare insieme,
che siamo troppo giovani per sapere del "per sempre",
ma io dico che non sanno di cosa parlano.

 
Louis
Resto sdraiato sul letto, immobile, con il telefono di Harry in mano per un tempo indefinito. Potrebbero essere minuti o ore, non saprei dirlo. Ricordo solo che fissavo una cabina del telefono fuori, in strada, e adesso si è fatto troppo buio per vederla con chiarezza.
Così spengo il telefono, lo poggio sul comodino e esco dalla camera. Quel letto è saturo di ricordi che adesso fanno troppo male.
Purtroppo però, ogni angolo della casa mi ricorda di noi. Non c'è posto che non abbia visto consumare il nostro amore, non c'è superficie che non abbia conosciuto la nostra voglia di essere parte l'uno dell'altro.
Sto per uscire a fare un giro, giusto per svuotare la mente, quando sento scattare la serratura della porta del bagno e ne vedo uscire Liam. Mi precipito accanto a lui e gli chiedo di Harry.
- E' incazzato nero, Lou. E chi non lo sarebbe? Non vuole sentire ragioni, ha detto perfino che preferirebbe tornarsene a Holmes Chapel immediatamente, piuttosto che stare un altro secondo in questa casa. Sono riuscito a convincerlo ad aspettare almeno che arrivi qualcuno dei managers per discuterne.
Sento gli occhi pungere. Sento che mi stanno salendo in bocca parole di cui mi pentirò, ma al momento non riesco a trattenerle.
- E' colpa loro, Liam! E' colpa loro, cazzo! Sono stati loro a mandare Eleanor! E' solo colpa loro se Harry mi odia! - urlo, rinunciando a tentare di non lasciarmi sfuggire le lacrime.
Liam sembra demoralizzato, e come avevo previsto mi sento immediatamente in colpa per avergli urlato contro. Lui non ne può nulla, in fondo cerca solo di aiutarci.
- Scusa. Tu... tu non c'entri niente. – balbetto.
Mi abbraccia.
- Non preoccuparti, Lou. Andrà tutto bene, ne sono sicuro.
- Loro.. Eleanor mi ha detto che avremmo dovuto riprendere la nostra relazione, e non se n'è andata nemmeno quando le ho detto che stavo con qualcun'altro. "So tutto, i manager vogliono che tu torni con me. Devi farlo." mi ha detto. E tu non puoi immaginare come mi sono sentito, davvero. E stata la sensazione più brutta della mia vita, il poco che io e Harry eravamo riusciti a costruire mi è caduto addosso in quel preciso istante, e poi ho dovuto anche prenderla per mano, baciarla di fronte a tutti, con il viso di Harry impresso nella mente... E' stato tremendo.
- Immagino... Però tu devi continuare a credere in voi, okay? So che ci saranno momenti in cui vorrai gettare tutto all'aria, ma dovrai continuare a credere in un domani migliore, perché succederà. Credimi.
- Lo spero. - è tutto quello che riesco a dire. Non suona convincente nemmeno a me stesso, figurarsi agli altri. Però pazienza.
- Vedrai. - mi sussurra lui, affettuoso.
In quel momento la porta del bagno si apre, e ne esce un ragazzo che stento a riconoscere. Lo vedo da dietro la spalla di Liam mentre lo abbraccio, e sento i crampi allo stomaco.
I suoi meravigliosi occhi verde smeraldo sono appannati dalle lacrime, hanno perso la lucentezza che mi fa tanto impazzire; e perfino il viso sembra più magro, con le guance rigate dalle lacrime.
- Harry! Lascia che ti spieghi.
- Perfavore Lou, hai già fatto abbastanza.
Entra in camera con un verso a metà fra un singhiozzo e una risata di scherno e si chiude la porta alle spalle, lasciandomi solo. Solo come non mi sono mai sentito prima.
 
Harry
Il dolore di adesso supera qualunque altro sentimento abbia mai provato.
E' come una morsa di acciaio alla bocca dello stomaco, nauseante, soffocante, alternata a momenti in cui mi sento talmente tanto vuoto dentro da avere i crampi.
Mi infilo sotto le coperte e cerco di svuotare la mente, ma non è esattamente la cosa più facile che abbia mai fatto. Ogni volta che chiudo gli occhi mi passano davanti le foto di Louis mano nella mano con Eleanor, delle loro labbra e une sulle altre, dei sorrisi vittoriosi e falsi di lei.
Le lenzuola profumano ancora di noi, e mi sembra quasi di riuscire a sentire i nostri sapori mescolati sulla lingua.
Forse dovrei lasciarlo spiegare. Anche se in fondo non so cosa potrebbe aggiungere, se non scuse su scuse.
Mi rigiro nel letto finché non sento qualcuno entrare in camera, così fingo di dormire. Non riconosco chi sia entrato nella stanza fino a quando non sento un profumo tremendamente familiare arrivarmi alle narici, e un corpo che conosco alla perfezione accoccolarsi accanto al mio. Sento il battito accelerare, e prego che lui continui a credere che sto dormendo.
Dopo qualche minuto prende ad accarezzarmi la testa con gesti lenti e premurosi, probabilmente attento a non svegliarmi, sempre convinto che stia dormendo.
- Ho rovinato tutto, sono un idiota. Dopo che tu ai lottato con tutto te stesso per arrivare a noi, io ho mandato tutto all'aria. Dovevo mandare tutti a fanculo, Eleanor per prima, e dirle di togliersi di torno. E invece sono ricascato nella sua trappola, nella loro trappola. Spero solo che un giorno riuscirai a perdonarmi. Io sarò qui per te all'infinito, se mi vorrai, quando mi vorrai, potremo ricominciare da capo, insieme. - sussurra con voce bassa, melodiosa, prima di lasciarmi un bacio sulla nuca e uscire dalla stanza.
All'improvviso il senso di vuoto che provavo viene sostituito da un senso di mancanza di qualcosa accanto a me. Sento le coperte ghiacciate, il lenzuolo saturo di parole non dette.
Quei baci, quelle carezze, quei sorrisi, cosa sogni significati per lui? Sono stati davvero così importanti oppure magari è stata tutta una finzione? Le foto ingannano, non posso davvero lasciarmi scappare tutto questo così, senza lottare. Non dopo tutto quello che ho fatto per arrivare fin qui, ha ragione lui.
Esco dal letto con le ginocchia malferme, e mi trascino fino in cucina, dove trovo tutti i ragazzi seduti attorno alla tavola. Mi avvicino a Louis e lo bacio, fregandomene di tutto e di tutti.
- Non dormivi. - sussurra a fior di labbra lui. Non è una domanda, ma rispondo ugualmente.
- No. E sai cosa? Non me ne importa di Eleanor. Hai ragione tu. Io ti amo con tutto me stesso, e non riesco a vivere senza di te. Non posso immaginare un solo giorno senza la tua pelle sulla mia, senza parlarti. Ricominciamo da zero, insieme.
I ragazzi sorridono, io e Louis sorridiamo. Le sue labbra sulle mie sembrano cancellare quelle foto dalla mia mente.
- Non posso lasciare Eleanor. – sussurra lui, la voce piena di dolore e le lacrime agli occhi – Non ora. E' per il bene della band...
Soffoco le sue parole con un
bacio.
- Vorrà dire che dovrà stare bene attenta a quello che fa. – un altro bacio.
Lui ride.
- Non ci sarà niente, fra noi. Solo qualche abbraccio in pubblico. Sarò per sempre tuo, e di nessun altro. E quando questo contratto scadrà saremo liberi di fare quello che vogliamo.
Non posso nascondere che Eleanor non mi vada a genio neanche un po', ma pazienza. E' l'unica soluzione che faccia il bene nostro e quello della band, quindi mi va bene.
- Mi dispiace così tanto...- lo zittisco un'altra volta.
- Non ti dispiacere, non è colpa tua.
- Ho paura. Ho paura che non sarò abbastanza forte. Ho paura che non riuscirò a sorridere tutto il tempo, avendoti di fianco senza poterti toccare. Ho paura che non riuscirò a rispondere alle domande che mi faranno su di lei, ho paura di rovinare tutto... E ho paura di farti soffrire ancora
- Saremo forti insieme, supereremo tutto questo, te lo prometto. E non avere paura per me.
Sorride, e quel suo sorriso mi riscalda il cuore.
Lo bacio con dolcezza, proprio mentre vedo i manager entrare nella stanza. Non me ne potrebbe importare di meno. Prolungo il bacio, infilando le mani nei capelli di Lou, per separarmi solo quando mi sento mancare il fiato. Intreccio le sue dita alle mie e gli sorrido, per dedicarmi poi ai manager che si sono accomodati nella stanza.
- Capite che tutto questo deve rimanere dentro queste quattro mura? Ringraziate che abbiamo trovato Eleanor, altrimenti non so come avremmo fatto.
Questa frase mi colpisce, ma non posso permettermi di darlo a vedere. Devo essere forte per me e per Louis, e so che posso farlo. Mi basta averlo al mio fianco per avere la sensazione di poter fare qualunque cosa, e questo è sufficiente.
 
 
 
 
My space: *ogni riferimento a canzoni reali è puramente casuale* AHHAHAHAHAHAH vi prego di scusarmi per l'uso massivo (?) di "they don't know about us" in questo capitolo, ma quella canzone mi ha dato veramente troppo troppi troppi feelings asjkfdsgk i mean, è perfetta, PERFETTA, per quei due e la gente che mi viene a dire? "è stata scritta per eleounor" SCUSA? AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH io e le mie amiche shippers cavalchiamo questi unicorni rosa che fanno troppo rumore per potervi sentire. (?)
seriamente, come potete anche solo pensarci? dai, è ridicolo, mi scappa da ridere al solo pensiero, giuro AHAHAHAHAHAH
tornando al capitolo, lasciatemi delle recensioni o non continuo (?) vi prego, almeno quattro o cinquee *occhidacucciolo*
ai luv ya (?)
xx
Tinaa, @ehypotter on twittaah. <3

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Capitolo 10
*** Stay there, 'cause I'll be coming over. ***


10. Stay there, 'cause I'll be coming over.

And while our blood's still young, it's so young, it runs
and won't stop till it's over, won't stop to surrender.

 
- Che cos'è il "Larry Stylinson"? Ne abbiamo tanto sentito parlare, ma non siamo ancora riusciti bene a capirci qualcosa, anche se le Directioners sembrano veramente convinte, su questo frangente...
La stessa domanda, ogni volta.
La stessa mancanza di risposte, gli stessi sorrisi imbarazzati.
La stessa risposta.
- E' solo una cospirazione delle fan, è tutta una fan fiction su me e Harry in una relazione gay, e la mia ragazza come copertura... E la cosa più assurda è che per loro non è una semplice fan fiction, loro credono sia realtà. E' ridicolo.
Lo stesso dolore. Ogni volta so già che arriverà questo momento, ma non posso evitare di provare questo dolore infinito. Mi limito ad abbassare la testa e sorridere fra me e me cercando di cacciare indietro le lacrime, mordendomi le labbra a sangue nello sforzo di non urlare la verità. Ma nello stesso tempo ammiro Louis. Lo ammiro perché io non sarei mai in grado di mentire così, non riuscirei a convincere tutti che fra me e lui non c'è nulla. Anzi, se vogliamo dirla tutta, riesco a convincere il mondo intero del contrario anche solo piantando i miei occhi nei suoi, a quanto pare. Per questo siamo sempre lontani, nelle interviste. Fanno di tutto per scongiurare l'intrecciarsi dei nostri sguardi, perché è già successo troppe volte che nel bel mezzo di un'intervista le nostre mani si sfiorassero o i nostri occhi si trovassero e uno dei ragazzi dovesse intervenire per salvare la conversazione, perché a chi di noi due stava parlando morivano le parole in gola. E alle nostre fan non scappa niente.
Anche lui soffre come me nel raccontare tutte queste bugie, ne abbiamo discusso più volte. Però è l'unica strada, quindi pur di stare insieme siamo disposti anche a sottoporci a questo calvario senza fine.
- Quindi è tutta una finzione?
- Assolutamente. Non c'è niente di vero. Io e Harry siamo solo buoni amici. - mi sorride, anche se la tristezza nei suoi occhi per me è evidente.
Annuisco con tutta la convinzione che riesco a trovare e mi sforzo di sorridere.
Va' così ogni singola volta, e ogni volta è sempre più difficile trattenere tutte le parole che sento di dover dire, tutte le spiegazioni che dovrei alle ragazze che ci supportano con tutte loro stesse.
 
Louis
Sono stufo di questa situazione, non ne posso più.
Passo io per quello stronzo, e sto da schifo tutto il tempo. Non mi bastano più gli sfioramenti fatti per sembrare casuali, le occhiate cariche di parole non dette, le labbra morse a sangue nel tentativo di non cercarlo solo perché ci sono i fotografi o le telecamere. Sono stufo di dover fingere una relazione, sono stufo di mentire a tutti, sono stufo di vedere le cose sfuggirmi dalle mani senza potermi difendere. E sono stufo di ferire Harry. Perché è questa la verità, il mio comportamento lo ferisce. Vorrei poter dire il contrario, ma so che è così. Prova ad essere forte, a non tradirsi, ma non è mai stato capace a mentire, e non lo sarà mai. E' la persona più vera che conosco, e i pensieri che fa gli passano puntualmente per il viso, chiari e limpidi come l'aria. O almeno per me.
- Il Larry non è reale, io sono fidanzato e amo la mia ragazza.
Lo guardo, e vorrei dirgli un triliardo di cose. Vorrei dirgli che lo amo più di ogni altra cosa al mondo, vorrei dirgli che è la prima persona che mi fa provare una cosa del genere, vorrei dirgli che senza di lui non riuscirei ad andare avanti, e vorrei dirgli di non credere ad una parola di quello che sto dicendo, ma mi limito a sorridergli timidamente, fissando i suoi giganteschi occhi verdi, liquidi e brillanti, e sperando che capisca che è tutta un' enorme bugia che sono costretto a raccontare.
- Ti amo più di ogni altra cosa al mondo. – lo mima con le labbra, fingendo un colpo di tosse e nascondendosi dietro la schiena di Liam. Poi sorride, e il suo sorriso brilla. E' una delle tante cose che amo di lui. E' l'unica cosa che mi tiene su questa Terra in momenti come questo, in cui rischio di non sapere nemmeno più chi sono, in mezzo a tutte queste bugie. Mi ricorda perché sto facendo tutto questo e al tempo stesso mi dà la forza per non mollare.
Finisco l'intervista senza seguire troppo il filo del discorso, concentrandomi quanto basta per annuire e sorridere al momento giusto, lasciando che la mia mente vaghi.
- Okay, direi che può bastare. Grazie infinite per essere venuti! - appena sento questa frase mi alzo e mi stiracchio braccia e gambe. Stare seduti in cinque su un divano è la cosa più scomoda del mondo, specialmente se arrivi per ultimo e ti ritrovi praticamente appollaiato sul bracciolo, magari pure con una fastidiosa erezione da nascondere fra le gambe perché qualcuno si diverte a provocarti.
 
Harry
Provocare Louis è divertente, lo è sempre stato. Adesso in particolare, quando so che mi sta guardando mi diverto a leccarmi le labbra, o a esitare prima di parlare quel poco che basta a farlo andare fuori di testa per il suono della mia voce profonda e titubante.
Funziona così, fra di noi. Io lo provoco, lui reagisce, è una specie di gioco che portiamo avanti da un po'. Spesso e volentieri poi ci si mettono anche i ragazzi, a stuzzicare Louis per il solo gusto di vederlo arrossire o di sentire la sua voce indignarsi per qualche battuta con annesso doppiosenso troppo esplicito.
Su questo frangente alle volte ci spingiamo veramente ai limiti della decenza, lo ammetto. Ma siamo ragazzi, e il fatto che siamo famosi non ci impedisce di comportarci come adolescenti qualunque. Le battute su me e Louis non sono mancate, all'inizio, ma adesso il management ha bandito anche quelle. "Siate meno espliciti", dicono. E vi sembrerà strano, ma a me manca arrossire e prendere a calci sotto il tavolo Zayn per i doppisensi, mi manca vedere Liam ridere con il viso nascosto sotto le mani per una battuta che solo noi abbiamo capito, mi manca vedere l'imbarazzo e i sorrisi incerti degli intervistatori quando intuiscono la natura delle frecciatine e non sanno che cosa dire. Mi manca poter essere me stesso perfino in queste piccole cose, ed è la sensazione più brutta del mondo.
 
Louis
Guardo Harry negli occhi per un secondo, e capisco che ha capito. Lancia un'occhiata rapida al mio basso ventre e sorride beato. Non c'è niente che lo faccia sentire meglio del sapere che non posso resistergli, e questo è uno dei momenti in cui non posso e non voglio farlo
Mi allontano dai ragazzi con la scusa del bagno come faccio praticamente ogni volta e prima di uscire dalla stanza faccio l'occhiolino ad Harry. Mi ha capito al volo, come sempre.
Mi segue dopo pochi minuti, e ci ritroviamo quasi immediatamente aggrovigliati l'uno all'altro sulle piastrelle ghiacciate del bagnetto del camerino.
- Aspetta un attimo. - gli sussurro a fior di labbra. Mi alzo, chiudo la porta a chiave e mi giro di nuovo verso di lui, beandomi per un secondo del suo torso nudo e scolpito, con gli addominali evidenziati dalla posizione coricata sui gomiti, e del suo viso perfetto.
- Sei meraviglioso, e seimio. - mi sfilo tshirt e pantaloni e mi avvicino a lui, reggendomi sugli avambracci per non pesargli addosso, e dandogli un rapido bacio.
- Tuo, per sempre. - sussurra lui, prima di baciarmi con più decisione e accarezzarmi la pelle facendomi venire i brividi come solo lui sa fare.
- Sei tutta la mia vita. Tu e quegli altri tre siete la ragione per cui sono quello che sono, e tu in particolare mi hai cambiato. Se ti avessi conosciuto prima probabilmente sarei stata una persona migliore. – sussurro, lasciando che Harry scivoli sopra di me e cominciando a sentire i boxer decisamente troppo stretti.
- Sh. – mi blocca, poggiandomi un dito sulle labbra socchiuse – Adesso pensa solo a noi due, ci sarà tempo per le parole, dopo.
Da quel momento dalla mie labbra escono solo gemiti leggeri e respiri che soffoco sulla pelle bianca e perfetta del mio ragazzo; arrivo a dovergli graffiare la schiena chiara mordendomi la lingua per non urlare il suo nome.
Non è la prima volta che facciamo l'amore, ma è come se lo fosse. E' qualcosa di speciale, qualcosa che non mi era mai successo prima. E' come se sapessi di conoscere alla perfezione ogni centimetro del corpo di Harry, ma tutte le volte mi trovassi ad esplorarlo e a riscoprirlo daccapo. E non c'è niente di più bello. Conosco a memoria ogni neo, ogni voglia, ogni centimetro di pelle del suo corpo ma mi ritrovo a scoprirlo come fosse la prima volta tutti i giorni, o quasi.
Non importa quanto io possa essere convinto di conoscere Harry Edward Styles, lui saprà sempre come sconvolgermi. Si potrebbe dire che sia nato per questo, per ribaltare la vita delle persone, per mandare all' aria tutte le loro convinzioni gettandone di nuove, per rendere le persone migliori.
 
Harry
Non c'è niente che mi appaga di più che piantare i miei occhi in quelli di Louis mentre gli dono piacere. Niente di più meraviglioso che vedere le sue iridi chiare risplendere sotto il mio tocco. Niente di più speciale che sapere che sono io la causa di tutti i suoi gemiti sudati e soffocati.
- Ti amo. - sussurro fra leggermente fra le labbra, uscendo da lui e sdraiandomi sulle piastrelle fredde con la schiena nuda a terra. Sento il suo respiro irregolare nell'incavo del collo e la sua mano destra è intrecciata alla mia fra i nostri corpi.
- Hai ribaltato la mia vita, Styles. - mi risponde con un mezzo ghigno - E non avrei potuto desiderare di meglio.
Stavolta lascio che sia lui a mettersi sopra di me, lascio che prenda le iniziative, limitandomi a guardarlo negli occhi, sorridendo come un bambino e mordicchiandogli ogni tanto la pelle sul petto, lasciandoci piccoli segni violacei.
Non c'è niente da fare, Louis William Tomlinson è la parte migliore di me, quanto di più bello mi è capitato nella vita insieme alla mia meravigliosa carriera e ai tre ragazzi che ci aspettano nella stanza accanto, più o meno ignari di quello che sta succedendo.
Se solo penso a quello che ho passato, quello che abbiamo passato, ho l'istinto di abbracciare Lou e stringerlo a me, come avessi paura che potessi semplicemente svegliarmi da un sogno, un sogno troppo bello per essere vero.
 
 
 
 
My space:  tadaaaaaaan (?) penultimo capitolo, uh.
sakfjkdg che ne pensate? mi lasciate almeno quattro o cinque recensioni? akfjgfd.
l'ultima scena la dedico alla mia shipper preferita (cciao ale, asdsfsjdg) senza il cui aiuto probabilmente avrei mollato questo capitolo a metà senza finirlo mai. GRAZIE. <3
che vi posso dire? questo capitolo mi piace, specialmente la parte introspettiva alla fine, aw.
e non preoccupatevi, non vi lascio così, fdgfd, sto già scrivendo un luungo epilogo, :)
basta, ho finito. sdkafks.
fatemi sapere che ne pensate anche su twittah se volete, sono @ehypotter c:
a presto,
Tinaa.

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


Epilogo

Cause I know there's sunshine behind that rain,
I know there's good times behind that pain, hey.

 
Stringo la sua mano nella mia, e un sorriso mi scappa dalle labbra.
Ho lottato per anni che mi sono sembrati una vita intera per arrivare a questo momento, e non lascerò niente e nessuno rovinarmelo. Mai e poi mai.
- Sapevo che era tutto vero, lo sapevo! - una ragazza ci guarda, con una mano sulla bocca e gli occhi lucidi.
 
- Non ce la faccio. Non ce la faccio più. E' ora di farla finita con questa pagliacciata. Siamo più ridicoli ogni secondo giorno.
So che ha ragione, ma non riesco a vedere una via d'uscita.
- Come...? - non riesco neanche a formulare una frase di senso compiuto.
- Twitter. - Louis prende posto accanto a me sul divano guardandomi intensamente con quei suoi occhi azzurri come il cielo primaverile.
- No. Sarebbe tutto cancellato in meno di un attimo, la notizia non si diffonderebbe nemmeno. - sospiro.
- Tumblr. Basta una foto, non potranno non crederci. La foto girerà e la verità si saprà in un attimo.
Gli sorrido, e lui fa altrettanto.
Qualche volta mi chiedo come sia possibile che abbia deciso di rinunciare alla sua vita con la fidanzata perfetta per me, che gli porto solo guai. Cosa gli do che Eleanor non potrebbe dargli? Che cos'ho di così speciale da convincerlo a rischiare tutto per me?
- Vieni qui. - mi sussurra.
Le sue labbra morbide e calde si posano sulle mie, mentre con la mano gli stringo il collo con un gesto involontario e naturale. Le sue dita esperte scattano una foto con l'iPhone e in dieci secondi il contatto creato apposta sul sito di social networking riceve centinaia di migliaia di notifiche.
- Ecco fatto, non si torna indietro. - mi sorride e mi prende la mano, continuando ad osservare sullo schermo del cellulare il numero delle notifiche moltiplicarsi di secondo in secondo.
 
Il management non l'ha presa bene, per niente. Hanno riletto in lungo e in largo il contratto che abbiamo firmato ai tempi di X-Factor, senza però sapere neanche bene cosa cercare. In ogni caso una penale imposta da una stupida clausola non potrebbe cambiare le cose, e lasciandoci ora quelli a perderci sarebbero ugualmente loro. Così alla fine si sono dovuti rassegnare a vendere "la boyband con la coppia gay", non avendo scelta.
Il resto del mondo invece ha reagito piuttosto bene, tutto sommato. Non avevamo la minima idea di quello che avremmo provocato postando quella foto, devo ammetterlo. Il server del social network si è praticamente fuso per la fretta con cui è passata da un blog all’altro, e dopo due giorni ancora non è stato ripristinato. Riceviamo centinaia di messaggi, e un sacco di supporto per il coraggio che abbiamo avuto.
E non potremmo essere più felici. Alla fine siamo riusciti a conciliare le due cose più importanti, il nostro amore e il canto. Non dovremo rinunciare a nulla di tutto questo, non perderemo un secondo della nostra relazione a nasconderci. Non più.
 

Louis
Senza lui non sarei riuscito a fare niente di tutto questo.
Non avrei trovato la forza di andare controcorrente.
Non avrei trovato la forza per sopportare di dover nascondere il mio vero essere per più di due anni.
La verità è che è lui, la mia forza.
E’ tutto quello per cui ho lottato, ogni giorno.
Un po’ incoscientemente forse, gli ho dato tutto dal primo momento. Il mio cuore è sempre stato suo, anche se me ne sono reso conto solo dopo molto tempo.
Mi sono reso conto di amarlo come non avevo mai fatto con nessun’altro prima d’ora. Mi sono accorto di non trovare un senso alla mia vita senza di lui. Semplicemente non esisterei più, se non fosse accanto a me.
Per lui rifarei tutto quello che ho fatto dal giorno che l’ho conosciuto.
Ho corso rischi, infranto regole. Rischiato la mia stessa sanità mentale, pur di non abbandonarlo, e lo rifarei, senza rimpianti. Lui ha fatto lo stesso, e insieme siamo riusciti ad uscirne, più forti che mai.

 
 


 
L’amore è una cosa strana.
Lo inseguiamo per tutta una vita, e spesso quando lo incontriamo non sappiamo riconoscerlo.
Ci fa impazzire, e soffrire incondizionatamente, eppure non possiamo farne a meno.
L’amore non ha regole. E’ una cosa che succede, punto. Non si può prevedere, né controllare. Succede e basta, e ti ci trovi dentro prima di potertene rendere conto.
Ed è così raro, di questi tempi, che mi sento davvero in dovere di dire che è qualcosa da proteggere. In un mondo di relazioni combinate, dove il denaro fa da padrone e comanda anche i sentimenti, l’amore pure e vero è qualcosa di unico e speciale.
Ora, accetto e comprendo che non possiate tutti pensarla come me riguardo a quello che c’è fra Louis Tomlinson e Harry Styles, ma mi sento in dovere di chiedervi per favore di provare ad osservare tutto da un punto di vista obbiettivo. Documentatevi, fate un giro su Tumblr. Se poi la vostra opinione sarà la stessa, allora okay. Ma non giudicate tutto a partire dal fatto che sono due maschi e basta, senza andare più a fondo, perché allora è superficialità pura e la vostra opinione non conta automaticamente più nulla.
Detto questo, ringrazio ogni singola persona abbia avuto la voglia (e il fegato) di arrivare fino a questo punto. Non immaginate quanto anche solo una recensione significhi per me. Anche una recensione critica, purché sia costruttiva, può farmi piacere.
Spero di non avervi annoiato troppo, e mi auguro vivamente che questo epilogo non vi lasci troppo deluse/i!
Tornerò presto con altro Larry, I promise.
Love u all,
Tina.

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