Nel Mondo di Prince of Tennis!! di Lilian90 (/viewuser.php?uid=31068)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Genius 1: avventura impossibile nel bagno di un areoporto ***
Capitolo 2: *** Genius 2: tre ragazze a Tokyo ***
Capitolo 3: *** Genius 3: iscrizioni alle scuole!! ***
Capitolo 4: *** Genius 4: primo giorno al Seshun Gakuen! ***
Capitolo 5: *** Genius 5: primo giorno al Hyotei ***
Capitolo 6: *** Genius 6: Primo giorno al Rikkai ***
Capitolo 7: *** Genius 7: un giorno sfortunato...o forse no? ***
Capitolo 1 *** Genius 1: avventura impossibile nel bagno di un areoporto ***
Genius 1: avventura
impossibile nel bagno di un aeroporto…
Ore 20:00…in casa gli
addobbi sono stati tutti sistemati, e sul tavolo è stata
già servita la cena,
che aspetta solo di essere consumata. Stefania se ne sta tranquilla in
camera
sua, quel giorno si sente particolarmente felice, perché
questo è il giorno che
compirà 17 anni. Fissa l’orologio con ansia, le
lancette del quadrante dell’orologio
segnano le 20:03. –dovrebbero essere qui a
momenti…- non fa in tempo a finire
la frase che suona il citofono. Sente la voce di sua madre dire
“salite”. Si
alza dal letto, infila le scarpe, e si precipita alla porta. Poco dopo
sente
suonare il campanello, sua madre è già pronta ad
aprire la porta, ma lei la
precede, mette una mano sulla maniglia…l’abbassa,
la porta si apre e un attimo
dopo e costretta a tenersi a qualcosa per non cadere, perché
“qualcuno” le è
praticamente saltato addosso e ora le si è aggrappata come
un Koala…-emh…tanti
auguri Stefy…- dice una ragazza ancora sulla porta
–grazie…Lucri…Michi ora ti
puoi staccare? O hai intenzione di restare in braccio a me per il resto
della
serata?- chiede Stefania mentre cerca di scollarsi di dosso
l’amica che intanto
continuava a ripetere –auguri, auguri, auguri…-
-si ho capito grazie!!- esclama
Stefania esasperata, mentre con lo sguardo cerca l’aiuto di
Lucrezia –io ho
provato a fermarla…ma è stato
inutile…- risponde Lucrezia mentre si leva il
giacchetto e lo poggia su una sedia. –venite a tavola che
è tutto pronto!!-
dice Silvia, la madre di Stefania, non appena sente quelle parole
Michela ha
lasciato Stefania ed è già seduta a tavola con
tanto di forchetta in una mano
–buon appetito!!-. Lucrezia e Stefania si guardano per un
momento scuotendo la
testa, poi raggiungono l’amica a tavola. La cena passa
piacevolmente tra
chiacchiere e risate. Poi tutte e tre se ne vanno in camera di
Stefania. –hai
qualche immagine nuova da farmi vedere?- domanda Michela che intanto ha
già
preso posto davanti al computer come suo solito
–umm…forse qualcosa dei tuoi
tesorini…- dice Stefania –SI! Dai fai vedere!!-.
Lucrezia incuriosita si
avvicina –e chi sarebbero i tuoi tesorini?- chiede divertita
–loro!- esclama
Michela indicando sul monitor del computer, quelli che sembrano essere
giocatori di tennis –belli!- esclama Lucrezia
–ééééé…lo
so…- dice Michi con
occhi sognanti. Poi con un dito indica un ragazzo con una bandana verde
–lui è
il mio preferito!!- -strano tipo…- è il commento
di Lucrezia. Mentre le tre
ragazze sono impegnate a fantasticare su quei tipi, la porta della
camera si
apre ed entra Silvia –Stefania…scusa puoi venire
un momento- dice prima di
uscire nuovamente, Stefania si alza e segue la madre fuori dalla
camera.
–dimmi- dice una volta arrivata in salotto
–ascolta…come sai domani noi
dovevamo raggiungere papà in Argentina- Stefania annuisce
con la testa
–purtroppo però poco fa mi è arrivata
una chiamata dal lavoro, e a quanto pare
domani non potrò partire…- -e allora?- -allora ho
deciso che andrai solo tu-.
Stefania ci mette un po’ per assimilare il significato di
quelle parole -…i…io?
Da sola? Fino in Argentina?- -si Stefania, ormai sei grande, e poi
papà ha un
regalo per te- quelle ultime parole servono a convincerla
“papà ha un regalo?
Chissà cosa…magari un altro gioco per la play che
qui in Italia non è ancora
uscito…” –e va bene!- esclama lei
battendo le mani –perfetto! Più tardi ti
aiuto a preparare i bagagli- -e domani io e Lucri ti accompagniamo
all’aeroporto-.
Stefania si volta di scatto e si ritrova Michi davanti, dietro di lei
c’è anche
Lucrezia –avete ascoltato?- -si! E abbiamo deciso che domani
ti accompagniamo
all’aeroporto- dice Michela, Stefania guarda in direzione di
Lucrezia –si per
me non ci sono problemi…- -bene! Allora grazie!- -a che ora
parti?- chiede
Michela, questa volta è la madre a rispondere, -verso le 10
di mattina-. Subito
Stefania e Michela si voltando verso Lucrezia –non importa
dai…cercherò di
svegliarmi prima domani- dice la ragazza mettendosi le mani in tasca.
Poi tutte
e tre ritornano in camera di Stefy, qui Michi si diletta in una serie
di
barzellette che fanno piegare in due dalle risate Stefania e Lucrezia.
–basta
ti prego! Ho le lacrime agli occhi!- esclama Stefania –come
basta? Ho appena
cominciato!- -oddio no! ti prego! Falle finire in fretta queste
barzellette!-
dice Lucrezia tirando una cuscinata in faccia a Michela. Tempo 10
secondi ed
ecco che per la stanza volano cuscini da tutte le parti. Michi si
è
praticamente buttata su Stefania e ora le sta premendo il cuscino sulla
faccia,
mentre con la mano libera le fa il solletico –ahahaha!...no
dai! Feeeermaaa!-
esclama Stefania cercando di liberarsi –allora ti arrendi?-
chiede Michela
senza allentare la presa –si! Va bene mi arrendo!-. Michela
allora allenta la
presa sul cuscino e Stefania può finalmente tornare a
respirare, poi sale sul
letto e mettendo le mani sui fianchi esclama –ed ecco a voi
la regina delle
cuscinate! Tutti voi dovete portarmi rispetto…e
venerarmi…come una dea!-
esclama aprendo le braccia, come se davanti a lei ci fosse una folla in
visibilio. –si certo come no…- dice Lucrezia
tirandola giù dal letto. –mi sa
che è pronta la torta- dice Stefania –davvero?-
Michela comincia ad annusare
l’aria –e si! Nell’aria
c’è un odorino delizioso!- esclama lei, poi si
volta
verso le due amiche con un sorrisetto stampato in faccia –chi
arriva per ultima
non becca nulla!- e mentre dice questo si è già
precipitata in salotto, seguita
a ruota da Stefania e Lucrezia. Al centro del tavolo, la torta con
tanto di 17
candeline sopra. Stefania prende posto dietro di essa e le due amiche
hai lati.
Silvia accende tutte le candeline, e mentre Michela e Lucrezia cantano
“tanti
auguri” Stefania si piega e soffia per spegnere il fuoco.
–dai esprimi un
desiderio!- dice Michela, Stefania chiude gli occhi e poco dopo li
riapre
–fatto!- -che hai desiderato?- -e mica te lo dico!-
-uffa…-. Silvia prende il
coltello e fa le porzioni poi le mette nei piattini e le sistema ognuna
davanti
alle tre amiche. Stefania sta tranquillamente mangiando la sua fetta di
torta
quando all’improvviso sente qualcosa di freddo e soffice
sulla faccia, Mentre
Michela scoppia a ridere –Michela….io ti strozzo!-
esclama pulendosi il viso
dalla panna –daiiii! Dovevo farlo!- -si…ma io ti
strozzo comunque!- dice
Stefania agitando le mani verso l’amica –no aiuto!-
Michela si è alzata da
tavola e ha cominciato a scappare, Stefania le si è fiondata
subito dietro
-vieni qui...che ti voglio abbracciare!! amichetta caaara!-. Lucrezia
intanto
assiste alla scena divertita, comodamente seduta sulla sedia, le gambe
accavallate e il piattino con la torta in una mano, la forchetta
nel'altra.
Sono le 23:00 quando
Michela e Lucrezia fanno gli ultimi auguri a Stefania -allora ci
vediamo domani
mattina all'areoporto- dice Stefania -si a domani! ciao!- risponde
Michela,
mentre Lucrezia chiama l'ascensore. Poco dopo la porta di casa di
Stefania si
chiude. -certo Michi che la torta in faccia te la potevi pure
risparmiare...-
dice Lucri mentre sono in ascensore -e no! e poi nn preoccuparti
perchè ho
intenzione di riservarti lo stesso trattamente il giorno del tuo
18°
compleanno...in quel caso però non mi limiterò ad
un pò di panna in faccia...-
dice Michela con sguardo perfido e un sorrisetto stampato in faccia
-non
pensarci nemmeno!- esclama Lucrezia terrorizzata -vaaaa bene!- dice
Michela ma
in mente non la pensa allo stesso modo.
Sotto ad aspettarle c'è
la
madre di Michela, Susanna. accompagnano prima Lucrezia a casa, e poco
prima che
il portone si richiuda dietro di lei Lucrezia sente Michela che dalla
macchina
le grida di non far tardi domani.
Sono le 8:30 quando
Stefania arriva all'areoporto,"orario perfetto" pensa la ragazza
guardando l'orologio che tiene al polso. Anche a quell'ora l'areoporto
di
Fiumicino è gremito di gente, Stefania comincia a guardarsi
intorno per vedere
se le amiche sono già arrivate. Proprio mentre cominciava a
temere che non
sarebbero venute, le vede appoggiate ad un muro, Michela sembra non
riuscire a
stare ferma, infatti continua a sollevarsi sulle punte dei piedi,
mentre con i
denti si tortura le unghie, Lucrezia invece ha la faccia di una che
è stata
buttata giù dal letto, e mentre con una mano tiene il
cellulare, con l'altra si
copre la bocca, che ogni tanto si apre in piccoli sbadigli. Solleva il
manico
della valigia e comincia a camminare verso di loro, agitando il braccio
nel
tentativo di farsi riconoscere. Michela è la prima ad
accorgersene e risponde
al saluto con entusiasmo agitando freneticamente le braccia e
sorridendo a 32
denti. -accidenti! non pensavo di trovarvi già qui!- esclama
Stefania una volta
raggiunte le amiche -dillo a questa qui, che per paura di fare tardi si
è
presentata a casa mia alle 7:15- dice Lucrezia indicando Michela.
Stefania
ride, Michela sbuffa. -Dai è meglio che entriamo- dice
Stefania, precendendo le
amiche dentro l'areoporto. Una volta dentro Lucrezia si guarda intorno
affascinata -mamma mia! è enorme! e poi guarda quanta
gente!- esclama
voltandosi a destra e a sinistra -non dirmi che è la prima
volta che entri in
un areoporto?- domanda Stefania stupida -e si, non ho mai preso
l'aereo-
risponde Lucrezia, a quel punto si intromette Michela che come al
solito sente
il bisogno di vantarsi dei suoi numerosi viaggi -io invece è
da quando sono
piccola che viaggio! sono sta in Francia, Spagna, Tunisia, Portoga....-
-non ci
interessa!- dicono Stefania e Lucrezia continuando a camminare e
lasciando
indietro Michela -ehi aspettate! restiamo vicine che se una di noi si
perde qua
dentro non la ritrovano nemmeno per Natale!- esclama Michela mentre
accelerà il
passo. Nonostante lo sforzo Stefania e Lucrezia non riescono a
trattenere le
risate, Michela allora soddisfatta mette le mani in tasca e raggiunge
le
amiche. Fortunatamente Stefania è già in possesso
del suo biglietto, quindi non
deve fare altro che lasciare il suo bagaglio e recarsi al cheak in.
-per
favore, mi aspettate un momento che devo andare in bagno?- domanda ad
un tratto
Michela -si ma fai in fretta-. Michela si avvia verso i bagni. Entra,
si
specchia e quella che vede riflessa non è lei, confusa si
stropiccia gli occhi
e quando li riapre dall'altra parte dello specchio, c'è la
solita Michela
-strano...me lo sarò immaginato-. In quel momento entra una
ragazza, apre la
porta di uno dei gabinetti entra e un attimo dopo scompare. Michela non
crede i
suoi occhi, un attimo prima vedeva le scarpe della ragazza e un attimo
dopo no.
Bussa alla porta -scusa...c'è nessuno?- da dentro il bagno
non giunge risposta,
Michela allora spinge la porta, e si accorge che non è stata
chiusa a chiave,
la apre, e vede che nel gabinetto non c'è nessuno -eppure io
l'ho vista!-,
comincia a tastare le pareti, poi si piega in ginocchio per controllare
anche
il pavimento, nulla sembra tutto normale, ma lei quella ragazza l'ha
vista
veramente e allora adesso dove è finita?. La porta del bagno
si apre ed entra
Lucrezia, che trova Michela per terra a quattro zampe davanti ad un
water
-Michela...che stai facendo?- domanda incredula -sto cercando una
ragazza-
risponde Michela come se fosse una cosa normale -e la cerchi dentro un
water?-
a quel punto Michela si alza e si gira verso Lucrezia -ascolta,
probabilmente
mi crederai una pazza, ma io l'ho vista! quella ragazza è
entrata qua dentro e
un attimo dopo non c'era più!- Michela indica il gabinetto
-hai ragione...sei
pazza!- -ma è la verità! devi credermi!- -senti
Michela, le persone non entrano
dentro a un bagno e poi scompagliono!-.
Stefania intanto seduta su
una sedia, batte nervosamente il piede a terra, continuando a fissare
l'orologio, 9:30, alla fine sbuffando si alza e si dirige anche lei
verso il
bagno. Una volta qui trova Michela in ginocchio che sembra cercare
qualcosa e
Lucrezia che appoggiata a un lavandino la fissa sconvolta. -che
succede?-
domanda Stefania, Lucrezia si volta verso di lei -Stefania! meno male!
fai
qualcosa perchè Michela è diventata tutta matta!-
esclama Lucrezia al limite
dell'esasperazione, Stefania si
inginocchia accanto a Michela -si può sapere che hai? hai
deciso di non farmi
più partire?- Michela allora si volta verso di lei e
l'afferra per le spalle
-Stefania! almeno tu devi credermi! io l'ho vista, quella ragazza
è davvero
entrata in questo bagno! poi non so come è scomparsa!-
mentre lo diceva
continuava a squotere Stefania -va bene, va bene! ti credo! ma ora
lasciami!-.
Le due ragazze si rialzarono in piedi, -quindi tu mi stai dicendo che
hai visto
una ragazza scomparire dentro al bagno?- chiese Stefania, Michela annui
decisa
-sto dicendo sul serio...guardate quella è la sua borsa!-
Michela indicà una
borsetta rosa in un angolo del lavandino. Lucrezia la prende e la apre,
-è
vuota- dice mostrando la borsa alle amiche -ma chi si porterebbe in
giro una
borsa vuota? e poi in un areoporto! senza nemmeno un documento o uno
straccio
di soldi!- esclama Michela -Michela...non è che hai trovato
questa borsa con
dentro dei soldi, e te li sei fregati inventandoti poi la storia della
ragazza
scomparsa?- -ma Stefania come ti viene in mente una cosa simile! io
rubare? ma
figurati!- Michela prende la sua di borsa e la porge a Stefania -ecco
verifica
tu stessa-, Stefania apre la borsa, dentro non c'è nulla di
strano, cellulare,
trucchi, portafoglio e documenti. Stefania prende la carta di
identità di
Michela e la apre, dentro la foto non è la solita, e
soprattutto non è Michela,
anche il nome è diverso, per il resto è tutto
uguale -Michela....da quando hai
rinnovato la tua carta di identita?- domanda Stefania -eh? da un
pò qua!-
Michela gli sfila il documento dalle mani -ma questa non sono io!- -e
lo vedo!-
-Marcovalerio....- -mo che centra tuo cugino scusa?- -quello li fruga
sempre
tra le mie cose! avrà trovato la mia carta
d'identità e l'avra modificata!-
-perchè ne è capace?- -oh si! quello sa fare
tutto!-. Lucrezia che in quel
momento se ne era rimasta in silenzio si avvicina alle amiche -sentite
questa
storia ha un che di misterioso, ma ora è meglio che usciamo
da qui, Stefania il
tuo aereo partirà tra poco- -hai ragione andiamo-. Stefania
si avvicina alla
porta e la spinge, ma questa rimane chiusa "oh dio, non dirmi che siamo
chiuse dentro!" pensa disperata, in quel momento si ricorda che
Lucrezia è
claustrofobica, un bel guaio dato che Lucrezia che si fa prendere dal
panico è
l'ultima cosa di cui hanno bisogno in quel momento. -che succede
Stefania?-
-nulla Lucrezia!, è solo che devo andare un attimo in
bagno!- disse Stefania
mentre indietreggia verso i gabinetti, senza farsi sentire da Lucrezia,
passò
accanto a Michela e le sussurrò nell'orecchio -vai davanti
alla porta e fai in
modo che Lucrezia non ci si avvicini!- la ragazza non capi il
significato di
quelle parole, però fece come le era stato chiesto e si
avvicinò alla porta.
-oh ma è chiusa!- esclamò. Da dentro il bagno
Stefania si passò una mano sul
volto, tirò la catena ed usci -Michela! ti avevo detto di
tenere la bocca
chiusa!- -ma perchè scusa?- -te lo sei scordato? Lucrezia
soffre di
claustrofobia!- -ah! allora è per questo che sta per terra
bianca come un
cadavere?- chiese Michela indicando Lucrezia svenuta per terra
-LUCREZIA!-
Stefania si inginocchiò accanto a lei -riprenditi! non
è il momento adatto per
svenire!- tuttavia Lucrezia non dava cenni di vita -Michela fai
qualcosa!!-
disse Stefania mentre sventolava Lucrezia nel tentativo di farla
riprendere.
Michela allora si mise davanti alla porta, fece un respiro profondo e
colpi la
porta con un pugno..... -Michela tutto bene?- chiese Stefania vedendo
che
l'amica era rimasta immobile, Michela si voltò verso di lei
con le lacrime agli
occhi -......DOLOOOOOOOOOOOOREEEEE!!-
****************
-capitano cosa è stato?-
-non ne ho idea!-
-forse una turbolenza
improvvisa!- -ma in questo momento non stiamo volando tra le nuvole!-
-mando subito le hostess
a tranquillizare i passeggeri-
**************
Michela cominciò a
rotolarsi a terra piangendo e strillando, mentre si massaggiava la
mano, ormai
gonfia come una mongolfiera. -che maleeeeee!- -Michela falla finita!-
urlò
Stefania -dove sono?....- -Lucrezia! ti sei ripresa!-
esclamò felice Stefania.
-ho sentito qualcuno urlare...- -era Michela...- Lucrezia si
tirò su reggendosi
sui gomiti, e vide Michela che inginocchiata a terra si dava dei
piccoli baci
sul dorso della mano -la mia povera mano...la mia delicatissima
mano...-
-perchè non provi a metterla sotto l'acqua fredda?- le
suggeri Lucrezia
-giusto!-. Michela si rialzò e si avvicinò ai
lavandini, qui si lavò la mano
con l'acqua gelida -ah...che sollievo...-. Quando però
alzò lo sguardo per
specchiarsi, indietreggiò spaventata -che ti prende?-
-la...nello
specchio...c'è qualcuno...- Michela indicò lo
specchio con un dito tremante.
Lucrezia e Stefania si avvicinarono, e nello stesso momento comparvero
altre
due figure. -ma che diavolo?....quelle non siamo noi!- -me ne sono
accorta
Stefania- disse Lucrezia -se questo è uno scherzo
è di pessimo gusto...- disse Michela.
Le figure dall'altra parte dello specchio erano tre ragazze come loro,
avevano
tutte e tre capelli castani e occhi marroni. Quella al centro, aveva i
capelli
molto lunghi, ed era vestita con una salopette jeans e una maglietta grigia a righe nere.
quella a destra aveva i
capelli di media
lunghezza, portava dei
pantaloncini corti e una maglietta grigia, in testa aveva un cappello.
infine
quella a sinistra aveva i capelli che le ricadevano sulle spalle,
portava una
minigonna e una camicetta, coperta da un golf bianco. Restarono a
fissarle per
un pò, poi Lucrezia e Michela si misero dietro a Stefania
-che state facendo?-
-abbiamo deciso, che tocca a te toccare lo specchio e vedere cosa
succede!- -e
quando lo avreste deciso?!-. Ma Lucrezia e Michela si erano
già chiuse dentro
uno dei gabinetti -scieme! uscite fuori!-. Da uno dei bagni Stefania
vide
uscire la mano di Michela con il pollice alzato -vai a quel paese
Michela...-.
Stefania tornò a guardare lo specchio, le tre ragazze erano
ancora li e la fissavano.
Un pò esitante Stefania avvicinò la mano allo
specchio, verso la ragazza che
era al centro. Non appena la sua mano toccò lo specchio, si
senti come
trascinare in avanti. Da dentro il bagno Michela e Lucrezia videro un
fascio di
luce, poi silenzio. Michela apri piano la porta -Stefania...- ma non
arrivò
risposta. Le due ragazze uscirono dal gabinetto, e videro che il bagno
era
vuoto -dov'è Stefania?- chiese Lucrezia -non lo so! sembra
sparita nel nulla!-
-guarda!- Lucrezia indicò lo specchio, ora c'erano solo due
figure, quella al
centro era sparita. Le due amiche si guardarono spaventate, poi Michela
come
spinta da una forza sconosciuta avvicinò la mano allo
specchio -ma cos....aiuto
il mio braccio si muove da solo!- esclamò mentre fissava la
sua mano
avvicinarsi allo specchio, toccò appena la ragazza a
sinistra e subito una luce
l'avvolse e scomparve anche lei. Lucrezia non credeva ai suoi occhi, le
sue due
amiche erano scomparse. e ora nello specchio era rimasta solo la
ragazza a
destra. Lucrezia si passò una mano fra i capelli
-beh...abbiamo fatto
30...tanto vale fare 31!-. La sua mano si poggiò sullo
specchio, esattamente
dove si trovava l'unica ragazza rimasta, sentì come se
qualcuno la spingesse in
avanti con forza sempre maggiore, poi più nulla.
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Capitolo 2 *** Genius 2: tre ragazze a Tokyo ***
Genius 2: tre ragazze a
Tokyo
Quando Lucrezia riaprì
gli
occhi, aveva la strana sensazione di non essere più la
stessa, -ragazze...ci
siete?- domandò dato che non riusciva a vedere nulla
perchè intorno era tutto
buio -ma cosa è successo?- la voce di Stefania arrivo da un
angolo alla sua
destra -non lo so, tu stai bene?- -si...ma Michela dov'è?-
-sono qui...- disse
una vocetta -non è che potreste aituarmi a scendere? sono in
una posizione
piuttosto scomoda!- disse Michela. Lucrezia si alzò e
cominciò a tastare la
parete, nel tentativo di trovare l'interruttore, alla fine senti un
pulsante e
lo schiacciò. Subito si accese la luce, rivelando che si
trovavano ancora nel
bagno, Stefania era seduta con la schiena contro il muro e
dall'espressione
doveva essere piuttosto confusa, Michela invece era in una posizione
davvero
buffa, Non si sa come era finita dentro il lavandino, con le gambe
contro lo
specchio, le due amiche a vederla cosi scoppiarono a ridere -smettetela
di
ridere! aiutatemi a scendere piuttosto che mi gira la testa a forza di
vedere
tutto sottosopra!- esclamò agitata. Alla fine Stefania e
Lucrezia riuscirono a
liberare l'amica da quella scomoda posizione -finalmente!- disse
Michela quando
fu di nuovo in posizione eretta. Ad un tratto la porta del bagno si
apri ed
entrò una ragazza, che osservò per un attimo le
tre amiche poi entrò in uno dei
bagni. Non appena vide la porta aprirsi Lucrezia si fiondò
fuori seguita da
Stefania e Michela. Non si accorsero che qualcosa era cambiato finche
non
uscirono fuori dall'areoporto. -questo non è Fiumicino...-
disse Lucrezia
guardandosi intorno -no direi di no...- affermò Stefania.
-infatti questo è
l'areoporto di Tokyo!- disse Michela indicando una grossa insegna
proprio
dietro di loro scritta con gli ideogrammi -che cosa hai detto?-
domandò
Stefania esterrefatta -ho detto che questo è l'areoporto di
Tokyo!- -dove lo
hai letto?- -li guarda!-. Stefania alzò lo sguardo e vide
che effettivamente
c'era scritto proprio "areoporto di Tokyo" -allora?- chiese Michela
avvicinandosi a lei -...COME ABBIAMO FATTO A FINIRE A TOKYO?!?!?-
urlò Stefania
all'improvviso -e io che ne so scusa!-. Lucrezia che fino a quel
momento era
rimasta in silenzio, anche perchè non sapeva che dire dato
che quello che era
accaduto andava oltre i limiti dell'impossibile si avvicinò
alle due amiche che
stavano discutendo -ragazze...- le ragazze però non le
risposero -deve essere
successo qualcosa in quel bagno ne sono sicura!- esclamò
Stefania -ma davvero?
io è da quando ci sono entrata che ho capito che c'era
qualcosa di strano!-
disse sarcastica Michela -ragazze...- provò a richiamare la
loro attenzione ma
nulla -se tu non fossi andata in quel bagno a quest'ora io stavo
sull'aereo per
l'Argentina!- -quindi sarebbe colpa mia!- -beh non sono io quella che
doveva
andare in bagno all'ultimo momento...- -RAGAZZE!!!!- all'urlo di
Lucrezia,
Michela e Stefania si voltarono verso di lei terrorizzate
-c...che...c'è...?-
chiesero tremando -SONO TRE ORE CHE VI CHIAMO!! VOLETE PRESTARMI UN
Pò DI
ATTENZIONE!- Lucrezia odiava essere ignorata quando aveva qualcosa da
dire. -vi
prego...ditemi che quello che ho appena sentito è uno
scherzo- disse Lucrezia
-di cosa parli?- Michela non capiva a cosa si riferisse l'amica -noi
non
possiamo essere a Tokyo...- disse con la voce che le tremava -mi
dispiace
Lucrezia ma a me sembra piuttosto chiaro...siamo davanti all'areoporto
di
Tokyo- disse Stefania -ma non ha senso!- esclamò la ragazza
esasperata
rifiutandosi di credere a quella verità assurda
-c'è un altra cosa che non riesco
a spiegarmi...- disse Michela, Stefania e Lucrezia si voltarono verso
di lei
-la scritta "areoporto di Tokyo" è scritta con gli
ideogrammi
giapponesi...eppure io sono stata in grado di leggerla alla
perfezione...- -si
è vero, anche io l'ho letta- disse Stefania. Lucrezia allora
alzò lo sguardo e
lesse ad alta voce -areoporto di Tokyo...- -anche tu sai leggere gli
ideogrammi!- esclamo Michela -ma se non so nemmeno cosa sono!-.
All'improvviso
un ragazzo con un cappellino bianco calato sugli occhi che non guardava
dove
andava si scontrò con Michela facendola quasi cadere, poi si
allontanò senza
dire nulla -DISGRAZIATO!! TORNA QUI CHE SE TI PRENDO TI FACCIO SPUTARE LA
COLONNA VERTEBRALE
E CI GIOCO A CORDA!!- urlò Michela agitando le braccia.
Stefania nell'attimo
che il ragazzo si era scontrato con Michela lo aveva visto in faccia ed
era
rimasta a bocca aperta. Lucrezia che si era accorta dell'espressione
dell'
amica e le si era avvicinata -che hai Stefania?- le domandò
Lucrezia -quel
ragazzo...io lo conosco?- disse indicando il ragazzo che si stava
allontanando
-ma com'è possibile Stefania? siamo a Tokyo!- disse Lucrezia
-lo so!, ma io
quello lo conosco! e so anche come si chiama!- disse Stefania sicura
-davvero?-
domando Lucrezia -si! quello è Ryoma Echizen!- a quelle
parole Michela si voltò
di scatto -NO!- urlò furiosa -sperò tu stia
scherzando Stefania!- ma la ragazza
scosse la testa -non è possibile! siamo a Tokyo e la prima
persona che vediamo
è quel "principe del tennis" da quattro soldi!- mentre
parlava Michela
aveva gli occhi fiammeggianti -scusate...vi dispiacerebbe spiegare
anche a me?-
domandò Lucrezia -forse ti riuscirà difficile
crederlo, ma quel ragazzo che è
appena passato è un campione del tennis...- -ha solo
fortuna- -fammi finire
Michela!...dicevo...è un genio del tennis, e si chiama Ryoma
Echizen....però
c'è una cosa che non riesco a capire...- -e quale?- chiesero
in coro Michela e
Lucrezia -Michela tu dovresti saperlo...Ryoma è un
personaggio inventato! non
esiste, eppure poco fa era proprio davanti a noi! come te lo spieghi?-
-umm...-
Michela si picchiettò il dito sul mento -mi viene da pensare
solo una
cosa...anche se perfino io stento a crederci...ragazze...siamo dentro
Prince of
Tennis!- esclamò Michela -siamo dentro un cartone? qualcosa
frutto della
fantasia di un essere umano...- Stefania era sconvolta, ma dentro di se
si
sentiva felice, Lucrezia invece se ne stava immobile a bocca aperta
-avanti
Lucrezia! non fare quella faccia! ormai ci siamo dentro!- disse Michela
dandole
una pacca sulla spalla -come credete che sia successo?- domando
Lucrezia,
quando finalmente riuscì di nuovo a parlare, Michela
alzò le spalle -il mio
desiderio!- esclamò Stefania -eh?- -si! ieri alla festa ho
desiderato che
succedesse qualcosa per il quale non potevo più partire per
l'Argentina!- -e
come mai?- -perchè ad essere sincera l'idea di andare da
sola fino in Argentina
non mi entusiasmava affatto...- -ed è per questo che hai
desiderato di finire
dentro Prince of Tennis?- -non è che avevo desiderato
proprio questo...volevo
solo che accadesse qualcosa di particolare...di irreale forse...- -a me
questo
sembra abbastanza irreale- disse Lucrezia -sentite ormai siamo qui, e
non
sappiamo per quanto tempo ci resteremo, tanto vale darci alla pazza
gioia!-
esclamò Michela ritrovando la sua solita allegria -voi che
suggerite di fare?-
domandò Lucrezia -seguiamo Ryoma, ho visto che è
salito appena adesso su un
taxi- disse Stefania -ma perchè dobbiamo seguire per forza
quel tappo?-
-Michela non fare storie...e poi probabilmente seguendo il "tappo"
arriveremo anche agli altri...tipo Kaidoh...- -TAXI!- non appena aveva
sentito
pronunciare quel nome a Michela le si erano illuminati gli occhi. Un
taxi si
fermò davanti a loro -per favore segua quel taxi
laggiù!- disse Stefania entrando
dietro insieme a Lucrezia mentre Michela prese posto davanti accanto
all'autista -cerchi di fare in fretta!- disse mentre chiudeva la
portiera. Il
taxi dove si trovava Ryoma non era molto distante dal loro, cosi
riuscirono a
raggiungerlo quasi subito. Poi videro il ragazzo scendere proprio
davanti alla
stazione. -si fermi qui, grazie- disse Michela -dovete pagarmi- disse
l'autista
-già...emh i soldi ragazze- disse Michela -ti sei accorta
che non abbiamo nulla
con noi?- domandò Lucrezia mostrando il palmo della mani, -e
ora come
paghiamo?- chiese Michela, l'autista intanto aspettava paziente.
-aspettate...-
Stefania si infilò una mano in tasca e tirò fuori
un portafoglio, Lucrezia e
Michela la fissarono stupite -non fate quelle facce, nemmeno io so che
ci fa
questo nella mia tasca- disse Stefania aprendolo e tirando fuori uno
yen di
carta, lo porse al tassista -prenda, e si tenga il resto- disse poi
prese per
un braccio le due amiche e le trascinò dentro la stazione.
Il ragazzo salì su
uno dei vagoni e prima che si chiudessero le porte, anche le tre amiche
salirono e si sedettero dei posti lontani da lui. – non
capisco perché dobbiamo
seguire quel nano- borbottò Michela –shhh!!! Che
non riesco a sentire quello
che dicono!!- sgrido Stefania all’amica –AH AH AH
AH!!! NON DITEMI CHE NON
SAPETE NEANCHE IL NOME DELL’IMPUGNATURA CHE USATE!!! SE
VOLETE TIRARE UN TOP
SPIN, ALLORA CI VUOLE L’IMPUGNATURA WESTERN!- urlò
un ragazzo in piedi cn
addosso la divisa scolastica, portava capelli leggermente lunghi e
nella mano
destra impugnava una racchetta da tennis. Assieme a lui
c’erano dei suoi
compagni e al centro c’era, ma sembrava non averla notata,
una ragazza con i
capelli lunghi raccolti in due trecce. “oddio come faccio
adesso….spero di
scendere dal treno sana e salva” penso la ragazzi con aria
preoccupata e
spaventata –si afferra il manico della racchetta da sotto e
si impugna così,
quasi come se si volesse battere le mani…- continuo il
ragazzo –tks….quante
arie che si da quel ragazzo- borbottò a bassa voce Michela
–si hai ragione….-
disse Lucrezia –shhhhh…- le azzittì
nuovamente Stefania –STUPIDO, QUESTE COSE
SONO ALLA BASE DEL TENNIS!!- disse un suo compagno –WOW!
SASABE! SEI PROPRIO
GRANDE!- disse la ragazza che era assieme a loro. Il ragazzo da allora
cominciò
a fare delle mosse con la racchetta rischiando di colpire il viso di quella povera
ragazza con le trecce,
poi si sentì una voce provenire dalle loro spalle
-ehi…state facendo un po’
troppo rumore.- disse un ragazzo dalla bassa statura che si teneva la
testa fra
le mani - mhp…sbruffone…- disse nuovamente
Michela. Il ragazzo, Sasabe, a
sentire quelle parole gli cadde per sbaglio la racchetta e si
chinò per
riprenderla e mentre lo faceva disse –BHAHAHAHA! NON POSSO
CREDERCI….UN
RAGAZZINO DELLE ELEMENTARI CHE MI FA LA PREDICA!.- disse e mentre la
stava per
impugnare la racchetta –pin pooooon….stringere la
racchetta come se si dovesse
raccoglierla da terra….questo è il modo giusto
per l’impugnatura western….a
proposito….quel “come battere le mani”
di cui parlavi prima riguarda
l’impugnatura eastern. Un sacco di persone le impara al
contrario…- disse
risistemandosi il capellino che portava. –stazione
di seiharudai!
Seiharudai!- Sasabe e i suoi compagni scesero dal
treno e specialmente
lui più tosto imbarazzato e umiliato –CHE
FIGURACCIA, SASABE!!!!- disse un suo
amico –chiudi quella bocca, siamo arrivati!.- e cosi scesero
tutti, anche la
piccola ragazza e il ragazzo dal cappello –forza, scendiamo
anche noi…dobbiamo
seguirlo…- disse Stefania rivolta alle amiche, lucrezia la
segui a ruota ma Michela
non si voleva alzare dal sedile –e ora che ti prende?..-
disse Stefania
scocciata –non voglio seguire quel nano….-
risposte con voce stufata -….senti
non lo seguiamo non potremo ai capire dove diavolo ci troviamo e
poi….non
potremo vedere i principi….quindi sta a te decidere se
rimanere a vita dentro
questo vagone o venire con…- non fece in tempo di finire la
frase che Michela
prese per un braccio e partì a raffica
all’inseguimento del ragazzo con il
capello –PRINCIPI STO ARRIVANDO!!!!- si trovavano
all’entrata della stazione,
cera molta gente e il ragazzo non si fece più vedere
–dove sei, dove sei, dove
sei!!!!- bisbigliava Michela guardandosi attorno, anche le due amiche
si
guardavano attorno e Stefania individuò la ragazza con le
trecce appoggiata ad
una colonna. “forse…”
–venite!- disse trascinando le due ragazze verso la
piccola ragazza, si nascosero e la spiarono, a quel punto apparve il
ragazzo-capellino che sembrava essersi perso tanto quanto le tre
amiche. Si
avvicinò alla ragazza e gli domandò
–ehi…da che parte è il tennis garden
kakinoki?.- -a….anch’io sto per andare proprio li.
Partecipi al torneo? Io…e la
prima volta che assisto a un torneo di tennis e….-
-….e allora da che parte
sta?.- disse scocciato, intanto, le tre ragazze –ooooooh sta
per nascere una
storia d’amore!!- disse Lucrezia con gli occhi che gli
brillavano –si aspetta e
spera…- dissero Stefania e Michela –eh?
Perché sono una coppia perfetta!!!- -si
si…..- disse Michela -…ah…scusami
tanto….all’uscita sud e poi continua sempre
dritto, non ti puoi sbagliare.- poco dopo il ragazzo con il cappellino
se ne
andò e le tre uscirono allo scoperto –andiamo..-
disse Stefania andando alla
direzione opposta indicata da quella ragazza
–ma….lui va di la….- disse
Lucrezia, - lo so….ma dato che io conosco quella ragazza, ha
dato le
indicazioni opposte…- -ah….ok- cosi le tre amiche
uscirono dalla stazione e in
poco tempo arrivarono ai campi –PRINCIPI!!! DOVE SIETE!!!-
-hem non credo che
qui ci siano loro….- disse Stefania rivolta a Michela
–uffa…ma io gli voglio
vedere….- -ho capito ma non siamo nella loro
scuola….- -guardate, ma quello non
è lo sbruffone del treno?- disse Lucrezia indicando un
ragazzo che stava
giocando con capelli lunghi, e si era proprio Sasabe – GAME,
SET, MACH. VINCE
SASABE 6-0. –disse l’arbitro –wow Sasabe
sei forte!!!- disse un suo amico –era
un gioco da ragazzi..- disse asciugandosi il sudore –gia, ma
chissà cosa
faresti se come avversario avessi avuto quel ragazzino del treno.-
-mhp….logico…..lo stracerei come un moscerino
HAHAHAHA!!- -sbruffone….- disse
Stefania dall’altra parte della recensione –dai
andiamo avanti…- disse
Lucrezia. Le tre ragazze girovagarono ancora per un po in questo campo,
si
fermavano a vedere i ragazzi che giocava e poi proseguirono
-…..ma quello….hey
Stefania quello sdraiato sul prato non è quel ragazzo che
stavamo seguendo?..-
domando Lucrezia -?...si è lui….oh…- a
quel punto apparve anche la ragazza di
prima dai lunghi capelli castani, si avvicinò al ragazzo e
cominciò a scusarsi
del fatto di averle dato delle indicazioni sbagliate. Dopo di che i due
si
misero seduti accanto ad un distributore a bere qualcosa, Stefania e
company
erano nascoste dietro le aiuole – ma perché ci
stiamo nascondendo di nuovo?-
disse Michela –zitta….vediamo…- intanto
–scusami…non mi ero accorta di non
avere abbastanza soldi…hai dovuto pagare tutto
tu….- disse la ragazza
dispiaciuta –ehi….non è quel ragazzino
del treno?.- disse un ragazzo –ah!
Sasabe!!!- disse Lucrezia “oddio! Ma sono quelli di
stamattina sul treno!!” penso
la ragazza. Sasabe con un ghigno si avvicinò al ragazzo e
con una mossa per
poco non gli dava la racchetta in faccia ma si fermò e il
ragazzo sembrava che
non avesse paura –per un pelo….- disse Lucrezia
–vai Sasabe!! Ammazzalo!
Squartalo! Staccagli la testa!!- -MICHELA!!!- -che
c’è?...- -la vuoi far
finita? Abbiamo capito che lo odi!!!- - ok ok….- Sasabe se
ne stava andando ma
per sbaglio si scontrò cn la ragazza che gli rovescio
addosso la bibita –EHI!
MI HAI VERSATO QUELLA ROBA SCHIFOSA SULLA MAGLIETTA! ADESSO SONO TUTTO
APPICCICOSO PER COLPA TUA! COSA PENSI DI FARE BRUTTA SCEMA? AL
CONTRARIO DI
QUEL RAGAZZINO, HO ANCORA DEI MATCH DA SOSTENERE PRIMA DELLA FINALE!.-
disse
–mi, mi dispiace…- cercò di scusarsi la
ragazza ma il “ragazzo-cappello” gli
buttò
totalmente la bibita e disse –se ti sei ricordato
l’impugnatura…perché ora nn
mi insegni un po’ di tennis?-. le tre amiche assistevano alla
scena, nascoste
dietro i cespugli. Dopo un po’ Stefania si alzò
–dai ragazze andiamo, tanto qui
so già chi vincerà- -e chi?- domandò
Lucrezia –il ragazzo con il cappello…- -e
te pareva!- esclamò Michela scattando in piedi. Cosi le
amiche si allontanarono
dai campi.
Passarono la giornata per
le vie di Tokyo a guardare le vetrine. –non posso crederci!
Sono a Tokyo…questa
è la prova che i sogni si avverano!- esclamò
Michela con gli occhi che
brillavano –hai perfettamente ragione!- disse Stefania
–emh…ragazze, non vorrei
rovinare questo momento di gioia…ma non abbiamo pensato a
dove dormire…- disse
Lucrezia, -è vero…prese dalla foga di essere a
Tokyo non abbiamo ancora cercato
un posto dove alloggiare- -che facciamo?- -potremo cercare un albergo a
basso
costo…- propose Michela –e con quale soldi?- -ma i
tuoi Stefy!- -a ecco…-.
Le ragazze si misero alla
ricerca di un albergo economico, camminarono per ore ma non trovarono
nulla. –uffa!!
Ma dove sono finiti tutti gli alberghi!- Michela cominciava a perdere
la
pazienza. Lucrezia notò che non molto lontano da loro
c’era un chiosco di
giornali –prendiamo una cartina, potrebbe esserci utile- -si,
aspettate qui che
vado a comprarla- disse Stefania. Poco dopo tornò con la
cartina. Trovarono una
panchina e si sedettero, Stefania apri la cartina e si misero ad
osservarla. –ma
che è sta roba! Non si capisce nulla!- disse Michela. Dopo
circa un ora che
controllavano la cartina, arrivarono alla conclusione che nella zona
dove si
trovavano non c’erano alberghi e quindi dovevano spostarsi
più a nord. Vagarono
per Tokyo, per altre due ore, il sole ormai era tramontato
–che facciamo? ormai
è quasi buio!- -continuiamo a cercare!-. Finalmente davanti
a loro apparve come
per miracolo un albergo, e anche economico!. –non ci
credo…- -dai andiamo!!- si
fiondarono dentro….
Dopo aver fatto
l’accettazione,
a nome di Stefania perché era l’unica a possedere
la carta di identità poterono
finalmente salire nella loro camera. Non era molto grande, aveva tre
letti un
piccolo tavolino con cinque cuscini intorno, un armadio e un piccolo
bagno. –ma
è minuscola!- disse Lucrezia –e cosa ti aspettavi?
È un albergo a due stelle!-
-non lamentiamoci poteva andarci peggio!-. Lucrezia andò in
bagno, poco dopo lanciò
un urlo e Michela e Stefania si precipitarono da lei –Lucry!
Stai bene?- -s…si…ma
guardate lo specchio!-. Le due ragazze entrarono nel bagno e guardarono
lo
specchio, rimanendo a bocca aperta…ancora una volta invece
del loro riflesso c’era
quello delle tre
ragazze, che avevano
visto nel bagno dell’aeroporto. –ancora loro!-
esclamò Michela facendo un salto
indietro, la ragazza con i capelli più corti fece lo stesso.
Michela iniziò a
fare delle smorfie e ogni volta la ragazze
la copiava alla perfezione. –Michela falla finita! Quella sei
tu!- disse
Stefania –se quella è Michela…io chi
sono?- Lucrezia alzò un braccio e la
ragazza con i capelli di media lunghezza fece lo stesso
–trovata…-. A quel
punto rimaneva solo la ragazza coi capelli lunghissimi –e
questa dovrei essere
io…-.
Tornarono in camera e si
sedettero intorno al tavolo –quindi non solo capiamo, e
parliamo il giapponese…ma
abbiamo anche cambiato aspetto!- -e allora perché io a voi
vi vedo con il
vostro vero aspetto?- chiese Lucrezia –quindi noi ci vediamo
con il nostro
aspetto reale…mentre gli altri ci vedono con un altro
aspetto- -ma allo
specchio ci siamo viste con il nuovo aspetto!- -forse stiamo subendo
una specie
di trasformazione…presto ci vedremo anche noi con il nostro
nuovo aspetto-. Rimasero
a pensare per un po’, alla fine però la stanchezza
iniziò a farsi sentire e
andarono a dormire.
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Capitolo 3 *** Genius 3: iscrizioni alle scuole!! ***
Era una giornata come tutte
le altre, soleggiato, secco e freddo. Era arrivato l’autunno
e le ragazze erano
rimaste con abiti estivi e -FUORI DAL MIO ALBERGO!! È
Più DI UN MESE CHE STATE
QUI!!! VIA!!!- -uff che modi!....- disse Michela –avanti non
fare
cosi….forza…andiamo ad esplorare ancora un po la
città….magari facciamo un
salto a qualche scuola….dopo tutto, è gia
Settembre e credo che siano gia
cominciate….- disse Stefania più tosto pensierosa
–si ma….se sono cominciate
noi cosa facciamo? ci giriamo i pollici?- domando Lucrezia
–bhe no….casomai
cerchiamo anche noi di andare a qualche scuola…- -cosa!?
Dobbiamo andare anche
qui a scuola!!!- -e si ci tocca!- -uff e io che credevo che stessimo in
vacanza….- disse Michela con il morale a terra –su
non fare quella faccia!
Vedrai che andrà bene- e cosi le tre amiche si incamminarono
alla ricerca di
qualche scuola per loro e infatti poco dopo ne trovarono una. Stefania
si
avvicinò alla targa per vedere come si chiamava e rimase stupita -...che hai
Stefy? Cosa ce
scritto?- chiese Michela curiosa
-….Seishun….Gakuen……-
-…….- sia Stefania che
Michela, rimasero pietrificate da quel nome ma Lucrezia invece era
confusa
-….che cos’e Seishun Gakuen?....- -è
una scuola…- disse
Michela-….dove ci studiano dei
strafighi- terminò la frase Stefania . Le due si guardarono
e dissero –pensi
anche tu a quello che penso io?- -certo che si Sorella!!- -e allora che
aspettiamo!- le due ragazze entrarono immediatamente nella scuola
lasciando
sola Lucrezia –ehi!! Aspettatemi!! Non lasciatemi qui!!-.
Rimasero per un ora
li dentro -uffa!! Possibile che anche se veniamo qui non li
vedrò mai!!! Senti
un po ma sei sicura che questo sia il Seishun Gakuen? Non è
che hai letto
male!!!- disse Michela più tosto arrabbiata –se
non ci credi esci e vallo a
leggere tu stessa!- -certo che questo è il Seishun
Gakuen…- disse una voce alle
loro spalle. Si girarono ed era un ragazzo con in braccio uno scatolone
con
degli addobbi all’interno. Stefania e Michela
lo guardarono dalla testa ai piedi e avevano un viso
sbalordito –visto!
Ce lo dice anche un ragazzo che ci studia!....ragazze?- disse Lucrezia
-non ci
credo…- -….nemmeno io…..- -?....siete
delle matricole?- domandò il ragazzo –bhe
ecco non è che stanno cosi le cose è
che…..- -IO MI VOGLIO ISCRIVERE IN QUESTA
SCUOLA!!!- disse Michela con un braccio alzato –oh! Mi fa
piacere!! Ah non mi
sono presentato, io sono Momoshiro Takeshi ma se vuoi puoi chiamarmi
Momo-
disse con un sorriso –o io
sono….ecco…..io sono….-
-………-
-hem….hem…..CHIAKI
YAMAGUCHYA- disse Michela –come?!- dissero a
l’unisono Stefania e Lucrezia
–mentre loro sono…..Sanako Shiotani…-
indicando Stefania -….e lei….Arisa
Ezakiya- indicando Lucrezia -….scusa un momento, devo
parlare con “CHIAKI”….-
disse Stefania prendendo l’amica e trascinandola lontana da
Momoshiro –come ti
è saltato in testa!.....io non mi chiamo Sanako!- -e io
allora? Mi sono data il
nome Chiaki e un cognome stralungo!!!-
-….Arisa….Ezakiya….MI PIACE!- disse
Lucrezia compiaciuta –e?...ma tu non ti chiami cosi!!- -e
allora? Se per questo
non dovrei nemmeno avere questo aspetto!- -brava Lucrezia!!! Vai
cosi!!!- incoraggiamento
da parte di Michela/Chiaki
-….si ho capito però….noi non dovremmo
nemmeno stare qui…potremo creare dei
problemi in questa storia!....- -e allora? Perché devi fare tanto la
problematica….e poi hai
detto che lo desideravi e allora?- disse Michela –si ma non
credevo che un mio
desiderio si sarebbe avverato!- -bhe spiacente ma ci potevi pensare
prima!
Ormai stiamo qui e ci dobbiamo divertire! E come hai detto tu qui ci
sono degli
strafighi e bene io voglio vederli!- disse Lucrezia
–accidenti non mi ti ci
facevo cosi decisa- disse Michela –grazie…-
-…..e va bene….e sia….ma… -
-…ma?...- -ci dobbiamo trovare un alloggio altrimenti dove
andiamo a dormire
sotto i portici?.....e poi quando siamo fuori in giro ci dobbiamo
chiamare per
i nostri nomi d’arte e no reali intesi?- disse Stefania
–ricevuto capitano!...-
-ok…allora….- le tre ragazze tornarono da
Momoshiro che le attendeva –dunque
dove eravamo rimaste?- -alle presentazioni…credo..- -a si
giusto…bhe dato che
io e la mia amica Sanako volevamo iscriverci qui…- -no no
frena frena…. Io non
ho detto di volermi iscrivere qui!- -o si che lo farai veeeeeeeero?-
disse
Michela con occhi dolci –spiacente ma con me quella tattica
non funziona….-
-accidenti….- -senti….non è meglio se
ognuna va per la propria
strada? Magari io trovo una scuola
che mi piace di più…senza offesa
Momoshiro…- -tranquilla….- rispose il ragazzo
con un sorriso -…..dopo, se te ed io ci troviamo in uno
stesso luogo
assieme….ci partono i cinque minuti capisci no?- -ma
io…credevo che volessi
stare con me!...- disse pianiungolando – si ho capito ma
forse è meglio se ci
separiamo…e poi tanto ci vedremo tutti i giorni no?
perciò ognuno per la sua
strada.- fini di parlare Stefania
-bhe
ora che vi siete chiarite, forse è meglio se la tua amica si
vada ad iscrivere
dato che oggi è l’ultimo giorno di iscrizione se
no si perde la festa di
benvenuto ai nuovi…e non credo che lei la voglia perdere-
disse Momoshiro –sul
serio!! Allora che aspettiamo!!- cosi, Momoshiro portò le
ragazze nella sala professori
–bene, ci dovrebbe essere qualcuno…- disse il
ragazzo –ok!!! Fra qualche
instante io sarò una studentessa del Seigaku!!!- disse
Michela entusiasmata
-….come conosci l’abbreviazione della scuola?-
disse Momoshiro confuso,
Stefania si portò una mano in fronte e disse a bassa voce
–che imbranata…-
-hem…ho tirato ad indovinare hehehe….ora vado!-
aprì la porta ed entrò. Trovo
un solo professore seduto leggendo qualche rivista, si direbbe che sia
una
donna con lunghi capelli raccolti su una coda da cavallo più
tosto anziana;
portava una tuta viola e dava le spalle alla ragazza.
–hem…mi scusi…io mi…-
-si?- la signora si girò verso di lei “toh, il
coach della squadra…bhe tanto
vale..” -….volevo iscrivermi in questa scuola.
È ancora possibile?-
-certo!....allora….- la professoressa prese dei fogli e una
penna -….dimmi il
tuo nome cara…- -mi chiamo Chiaki Yamaguchya….-
-ok….anni?...- “o no….mi ero
dimenticata che loro qui sono più piccoli di noi!...e se
invece non fosse
cosi?...beh tentar non nuoce…” pensò
Michela -….16…ma ne devo compiere 17 a novembre…-
-….ok….data di nascita?- “no non
ci credo!! Allora è una scuola superiore!!
Menomale!!” -…..2 novembre 1990…-
-ok…dove che abbiti?- “ok ora sono fregata!! E mo
che mi invento?” -….hem…ecco
vede…il fatto è che….ci siamo appena
trasferite io e le mie amiche e dobbiamo
ancora cercare una casa…- -ah….ok almeno mi
potresti dare il numero di telefono
de tuoi genitori?- “ma perché queste domande
complicate!!!” –hem…un..- -un
altro problema vero?- disse
la
professoressa –si…ecco io mi sono trasferita sola
con le mie amiche….i nostri
genitori vivono in….- -in?...- -…in
Italia….- -……..- la professoressa
rimase di
stucco e con aria curiosa disse –e che ci fanno tre ragazze
adolescenti a
Tokyo? E per di più sole senza una casa?- “me lo
chiedo anche io…” –il fatto è
che abbiamo avuto dei problemi con i nostri genitori e abbiamo deciso
di venire
a vivere qui….lontane da tutti…- -bhe questo non
si fa! Ma almeno lo sanno?-
“bho!” -…si…e ce lo hanno
concesso….- -ma che razza di genitori avete a che
fare!!!- -…….- -bhe va bene cosi….mi
basta solo sapere il tuo nome….per la via
di casa tua, fammelo sapere appena hai trovato casa assieme alle tue
amiche…ti
assegno alla seconda H….- -grazie mille…- Michela
fece un inchino e si avviò verso
la porta ma venne fermata –senti!- disse la professoressa
-….si?- “e ora che
altro?” -…a te piace lo sport?-
-…..si….?- -dimmi, quale sceglieresti tra
questi tre: basket, tennis o baseball?- -……..-
“bhe dopotutto a me piace di più
il basket ma….dato che mi trovo nel mondo di prince of
tennis…e lei è il coach
di loro….tanto vale non contraddirla”
-…..il tennis….- rispose Michela, la
professoressa fece un sorriso e poi disse –bene ora puoi
andare….- -grazie
ancora professoressa Ryuzaki.- fece nuovamente un inchino e
uscì dalla stanza
-…..un momento io non gli ho detto il mio nome....o forse
si?- disse la prof
dubbiosa. Attraversò la porta e trovò le sue
amiche e Momoshiro –fatto….-
Stefania la guardava con un aria un po’ strana, diciamo
arrabbiata –che…che
ce?...- -genitori….casa…..problemi….-
-ah…hai sentito e….hem….poi ti
spiegherò…- -credo proprio di si- disse Stefania
–bene! Ora che sei una
studentessa del Seishun Gakuen…che ne dici di aiutarci a
preparare la festa?-
-certo!!...- -bene allora dato che tu sarai occupata qui, noi andiamo
alla
ricerca di altre scuole…- disse Stefania –eh? E mi
lasciate qui da sola?- -o ma
non sei da sola, ce con te Momoshiro…- disse Lucrezia
–ok, ci vediamo più
tardi- cosi le due ragazze uscirono dalla scuola lasciando sola a
Michela.
Fuori dalla scuola –ah! Dimenticavo!- Stefania
tornò d’avanti all’insegna della
scuola e rilesse quello che c’era scritto sopra per
l’ennesima volta -….scuola
superiore Seishun Gakuen… perfetto!- -cosa è
perfetto?- domando Lucrezia –bhe,
dato che nel fumetto loro sono dei ragazzi delle medie qui sono
diventati delle
superiori… - spiegò l’amica
–e quindi?- -quindi tutti i ragazzi che andremo ad
incontrare hanno la nostra età!- -wow!! Meglio per noi
vero?- -sisi!! Presto
andiamo nelle altre scuole!!!- e cosi le due si dirigono verso una
fermata
dell’autobus.
Per strada -dici, abbiamo
fatto bene a lasciarla sola?- domandò Lucrezia
–fidati fidati….se la sa cavare
molto bene…e poi con lei ce Momoshiro, può anche
essere che incontra qualcun
altro….oh l’autobus! Avanti prendiamolo!- le due
ragazze salirono sull’auto e
presero posto. Lucrezia si mise accanto a un ragazzo che non si capiva
molto
bene in che posizione stava e Stefania dietro di lei, accanto ad una
signora.
Ad un tratto l’autobus frenò
all’improvviso e il ragazzo che era accanto a
Lucrezia andò a sbattere contro il finestrino, emettendo uno
strano verso.
Lucrezia lo fissò spaventata, poi allungò un
braccio verso l’amica –Stefy…- la
chiamò sottovoce –che c’è?-
-qu…questo qui…è strano, mi fa paura!-
disse
Lucrezia stringendogli il braccio. Approfittando del semaforo rosso,
Stefania
si alzò e si avvicinò al ragazzo, a causa della
strana posizione in cui stava
le era impossibile vederlo in viso, si accorse però che ai
suoi piedi c’era una
borsa da sport e su uno dei lati era scritto un nome. Stefania si
sporse per
leggerlo -Kiri…- la ragazza si copri la bocca con le mani,
fissando il ragazzo
stupita –hara…- completò la frase con
un filo di voce. IL ragazzo sentendosi
chiamato si girò verso di loro aprendo gli occhi
–chi mi ha chiamato?- chiese
fissandole con uno sguardo assonnato -siamo spiacenti, non volevamo
svegliarti-
disse Lucrezia, -non importa, anzi vi ringrazio di avermi svegliato se
no avrei
perso la fermata- disse lui sorridendo, a quel sorriso Lucrezia arrossi
e si
girò da un'altra parte -come fate a sapere il mio nome?-
domandò il ragazzo
-emh…l’ho letto sulla tua borsa- rispose Stefania
-beh…voi sapete il mio nome,
ma io non conosco voi- disse il ragazzo –io sono Sanako
Shiotani- rispose
Stefania -e io sono Lucr…- Stefania mise una mano davanti la
bocca dell’amica
prima che terminasse la frase -lei è Arisa Ezakiya- si
affrettò a dire -esatto
mi chiamo cosi- disse Lucrezia -a quale fermata dovete scendere?- le
ragazze si
fissarono per un attimo, senza sapere cosa dire, alla fine fu Stefania
a
rispondere -veramente non siamo a Tokyo da
molto, e ancora non conosciamo bene le vie, oggi
è il nostro ultimo
giorno per iscriverci a scuola, per ora ne abbiamo già
visitata una ma volevamo
vedere le altre- -allora permettetemi di consigliarvi il Rikkai Daikaku
Fuzoku…meglio conosciuto come il Rikkai Dai, che poi sarebbe
la scuola del
sottoscritto!- disse il ragazzo battendosi una mano sul petto
-d’accordo
terremo a mente il tuo consiglio, grazie- disse Stefania, mentre
Lucrezia si
limitò a sorridere. In quel momento l’autobus
stava passando in una via
particolarmente curata, con i marciapiedi larghi e gli alberi pieni di
foglie.
Senza sapere perché Stefania decise che quella sarebbe stata
la loro fermata -è
stato un piacere conoscerti Kirihara- disse alzandosi e prendendo per
un
braccio Lucrezia -eh? Ma che già scendiamo?-
domandò Lucrezia senza riuscire a
nascondere una nota di dispiacere, fosse stato per lei infatti avrebbe
continuato a stare su quell’autobus accanto a quel ragazzo
dal sorriso che
l’aveva conquistata. -si, questa è la nostra
fermata- -spero di rivedervi
presto, e ricordate il Rikkai Dai è la migliore scuola-
disse Kirihara, poi
tornò ad appoggiarsi contro il vetro e poco dopo si
riaddormentò. Le ragazze
aspettarono che l’autobus si fermasse e poi scesero. Lucrezia
segui con lo
sguardo il mezzo che si allontanava, gli occhi fissi sui capelli di
Kirihara
mossi dal vento che entrava dal finestrino, poi quando era diventato un
puntino
nero in lontananza si voltò verso Stefania - non
c’è dubbio, il Rikkai è la
scuola a cui mi iscriverò- disse con una sicurezza che
Stefania non le aveva
mai visto prima,-va bene, allora dopo ti ci accompagno, però
il Rikkai si trova
in un’altra città…- -non importa, per
me può pure trovarsi in Siberia, io ci
vado comunque- -come preferisci- -a proposito come mai siamo scese
qui?- -non
lo so…mi piaceva questa strada- disse Stefania alzando le
spalle -beh…non
rimaniamo ferme qui- -hai ragione, andiamo-. Le ragazze cominciarono a
camminare, Stefania si guardava intorno ammirata, non aveva mai visto
una via
cosi curata, in Italia se le sognavano. Ad un tratto Lucrezia si
fermò e
Stefania che era rimasta indietro le andò a sbattere contro
-ahi…perché ti sei
fermata?- -guarda…quella non ti sembra una scuola?- Stefania
guardò oltre la
spalla dell’amica, e vide una scuola…ma non una
qualunque, era la più bella
scuola che avesse mai visto. -Stefania…- Lucrezia
tentò di chiamare l’amica che
era rimasta imbambolata a fissare la scuola -terra chiama
Stefy…- Lucrezia la
scrollò per un braccio, dopo un po’ la ragazza
sembrò riprendersi da una specie
di trans -alleluja!, ben tornata fra noi!- disse Lucrezia, Stefania si
voltò a
guardarla con uno strano sorriso, -va tutto bene?- -Hyotei…-
-che?-
-Hyotei…Gakuen- -ok…e allora?- -l’ho
trovato!! MUHAHAHAHAHA!- Lucrezia fissò
l’amica terrorizzata -e ora…PRINCIPI
ASPETTATEMI!!- disse correndo verso la
scuola, o meglio saltellando come se fosse in un campo di fiori, mentre
intorno
erano sbucate da non si sa dove delle bolle dai mille colori. Un grosso
gocciolone comparve sulla testa di Lucrezia, che fissò a
bocca aperta l’amica
dirigersi saltellante verso la scuola. Quando si fu ripresa si
affrettò a
seguirla. Non appena entrarono nella scuola un forte profumo di fiori
le colpì
-mmh…che dolce fragranza- disse Stefania traendo un profondo
respiro. -certo
che questa scuola, è davvero bella!- disse Lucrezia -e lo
so…è il Hyotei
Gakuen!, dai andiamo!- disse tirando Lucrezia per la manica, seguirono
la scia
di profumo lasciata dai fiori e arrivarono alla palestra -credi che
possiamo
entrare?- domandò Lucrezia -io dico di si- disse Stefania
aprendo la porta.
L’intero pavimento della palestra era ricoperto da petali di
rosa. Ovunque
erano appesi festoni che riportavano la scritta “HYOTEI
GAKUEN”. In alto al
centro del soffitto c’era una specie di grande pallone
colorato. Stefania
avanzò verso il centro, all’improvviso una valanga
di petali piovuti dal
soffitto la sommerse. -aiuto! Non vedo nulla!- disse la ragazza
agitando le
braccia, all’improvviso senti qualcuno poggiarle una mano
sulla spalla -va
tutto bene?- Stefania alzò lo sguardo, davanti a lei
c’era una ragazzo dai
capelli neri e un neo sotto l’occhio –stai bene?-
ripete il ragazzo -s…si grazie…-
balbettò Stefania –su alzati- disse porgendole la
mano, dopo un momento di
esitazione Stefania posò la sua mano su quella del ragazzo.
-mi spiace, avrei
dovuto avvertire prima di aprire il pallone che conteneva i petali-
disse il
ragazzo -non importa…-, il ragazzo allungò una
mano verso il viso della
ragazza, che senza volerlo arrossi, ritraendosi un poco, -stai
tranquilla,
volevo solo toglierti questo…- disse passandole le dita tra
i capelli e
togliendole un petalo di rosa. –grazie…- disse
Stefania abbassando lo sguardo
–con permesso…ora devo tornare a occuparmi della
festa, disse facendo un
inchino e allontanandosi, poi però tornò a
fissare Stefania che era rimasta
immobile dove l’aveva lasciata -potrei sapere il tuo nome?-
-….Sanako
Shiotani…- rispose la ragazza –è stato
un piacere conoscerti Shiotani, io sono
Atobe Keigo- disse poi si allontanò, “non posso
crederci…ho conosciuto il
grande Atobe!”. Lucrezia apparve a fianco
dell’amica -ma dove eri finita?- le
chiese Stefania -ero davanti alla porta a gustarmi la
scena…dimmi è la nascita
di una nuova storia d’amore??- a Lucrezia brillavano gli
occhi - ma te stai in
fissa co sta cosa?!- -allora è lui il famoso Atobe di cui mi
avevi parlato
quando stavamo su msn…- -e già…- -e
immagino che tu voglia iscriverti in questa
scuola…- -ah ah….- -bene! Per tua fortuna so
già dove si trova l’aula
iscrizioni- Lucrezia prese Stefania per un braccio e la
trascinò fuori dalla
palestra. - eccoci arrivate, ora devi solo entrare- disse Lucrezia
fermandosi
davanti ad una porta, Stefania non se lo fece ripetere due volte. Una
volta
dentro vide un uomo che seduto su una sedia girevole le dava le spalle,
la
ragazza osservò il modo elegante in cui era vestito,
“non è possibile
è…”
l’uomo si voltò -buongiorno- “il coach
Sakaki!” -emh buongiorno…- -desideri
qualcosa signorina?- -emh si…vorrei iscrivermi a questa
scuola- -ottima scelta!
Mi dica il suo nome- -Sanako Shiotani-. Poco dopo la ragazza usci
reggendo in
mano una busta -allora, come è andata?- -sono a tutti gli
effetti una
studentessa del Hyotei Gakuen!- rispose con un sorriso radioso -in che
sezione
stai?- -mi pare 2°B- -ok….adesso andiamo!- -dove?-
-come dove?? Al Rikkai no?-
-ah è vero!, va bene andiamo-. Le due ragazze uscirono dalla
scuola, ma mentre
stavano attraversando il cortile Stefania senti il familiare rumore
provocato
dalla pallina che rimbalza sulla rete della racchetta. -aspetta un
momento ti
prego!- disse fermando l’amica -che
c’è?- -i ragazzi si stanno
allenando…voglio
vederli!- -e va bene! Ma sbrigati io ti aspetto qui-. Stefania corse
nella
direzione da cui proveniva il suono, che man mano che si avvicinava si
faceva
sempre più forte ed insistente. Quando arrivò
davanti al campetto, per lei fu
come se fosse giunta in paradiso, tutti i ragazzi del Hyotei si stavano
allenando, praticamente volando si avvicinò alla rete.
“sono bellissimi….”.
Fosse per lei sarebbe rimasta li a vita, ma Lucrezia la stava
aspettando, cosi
seppur controvoglia si costrinse ad allontanarsi dalla rete. Quello che
non
aveva notato era che i ragazzi si erano accorti di lei, e ora la
fissavano
mentre si allontanava -chi era quella?- chiese un ragazzo basso coi
capelli a
caschetto rossicci -boh! Però non aveva la divisa- gli
rispose un ragazzo con i
capelli corti e un cappello blu.
Stefania tornò
dall’amica
-eccoti! Dai andiamo!- Lucrezia la prese per mano e cominciò
a correre verso la
fermata. Salirono nuovamente sull’autobus. Venti minuti dopo
non erano ancora
arrivate -ma dove si trova sta scuola?- Stefania se ne stava con la
testa appoggiata
contro il vetro. -non ne ho idea, ma per me può trovarsi
pure in Alaska…- -non
era in Siberia?- -fa lo stesso!-. Mezzora
dopo…sull’autobus c’erano solo loro,
-tra un po’ scende pure l’autista!-
esclamò Stefania –oddio non è che
stiamo
andando veramente in Antartide?- -Antartide?, non era
l’Alaska?- -insomma
quello!-. –ultima fermata!- annunciò
l’autista, le ragazze si guardarono
-scendiamo!-. Una volta sul marciapiede si guardarono attorno
-strano…non mi
sembra Tokyo- disse Lucrezia –meglio! Il Rikkai non si trova
a Tokyo- -allora
siamo sulla buona strada-. Le ragazze sentirono il suono di una
campanella
-veniva da quella parte!- disse Lucrezia cominciando a correre -ehi
aspetta!-.
-ecco la vedo!- -Lucri……..sono le elementari-
-ah…va beh proseguiamo-. Altra
campanella -da quella parte! Ora sono sicura che è quella
giusta!...- -medie…-
-uffa….eh? l’ho sentito di nuovo veniva da quella
parte! Adesso non c’è dubbio,
deve essere quella giusta!- -ups…università!-
-non ci credo…- altro suono di
campanella -speriamo che sia la volta buona!-. Finalmente trovarono il
liceo
del Rikkai -alleluja!- Lucrezia era in ginocchio con le braccia rivolte
verso
il cielo mentre una luce dall’alto la illuminava e in
sottofondo un coro di
angeli. Stefania la guardò stupita -possiamo andare?- -si!-
Lucrezia si tirò su
si sistemò i capelli si diede una specchiata al finestrino
di un auto -bene!
Entriamo!-. Una volta dentro notarono
che non c’era nessuno, ne in cortile ne all’interno
della scuola -eh??? Ma dove
sono i ragazzi!, dov’è il principe azzurro sul
cavallo bianco!- -Lucrezia…ora
non esagerare!- -giusto…cerchiamo la sala iscrizioni-. Alla
fine la trovarono
in fondo ad un corridoio. Lucrezia entrò e poco dopo
riuscì tenendo anche lei
in mano una busta -ti hanno dato anche a te la divisa?- -e si!, e sono
stata
assegnata alla 3°A- -bene, e ora che facciamo?...-
domandò Stefania
-bhe….potremo fare un giro per la scuola, dopo tutto non ce
nessuno…- - hai
ragione, andiamo- cosi le due girovagarono dentro la scuola. Dopo 15
minuti
-bene, ora ke abbiamo visto l’interno…ora tocca
l’esterno!!!- - mi sembra
logico.- cosi uscirono da li e si diressero verso il cortile e
raggiunsero i
campi da tennis, qui trovarono un ragazzo che si stava allenando da
solo e due
suoi coetanei che assisteva al suo allenamento. Uno aveva la carnagione
scura e
non aveva i capelli, quello che gli stava accanto era più
basso, e aveva i
capelli corti rossicci e masticava una gomma, quello che si stava
allenando era
il ragazzo di prima sull’auto…Kirihara. -uffa, per
quando ancora dobbiamo
aspettare?- domando il pelato -….non lo
so….dipende da quanto ci mettono a
portare la roba…- rispose il rossiccio -….invece
di stare li senza far nulla,
perché non giocate una partita con me?- disse Kirihara
fermandosi - no grazie!-
dissero a l’unisono i due. - visto, ce il tuo
“principe azzurro” ma il cavallo
non ce…- disse Stefania con un po di sarcasmo - e chissene
del cavallo! Basta
che ci sia il principe!- -?....eh?....OI!!! CIAO!!!!- Kirihara si
avvicinò
contento verso le due ragazze –ciao…- salutarono
entrambe -allora, avete deciso
di scrivervi in questa scuola?- disse il ragazzo con gli occhi che gli
brillavano - bhe a dir il vero…solo lei si è
iscritta qui…- disse Stefania
riferendosi all’amica -a…e tu dove ti sei
iscritta?- disse curioso
–hem….al….Hyotei Gakuen ^^-
-……………..-
silenzio -ehi Kirihara, chi sono queste
ragazze?- disse il rossiccio avvicinandosi a lui seguito
dall’altro ragazzo
–o!....vi
presento….hem…com’è vi
chiamate? Mi sono dimenticato i vostri nomi- disse
imbarazzato –io sono Sanako Shiotani e lei
è…- -….Arisa Ezakiya
piacere….- -io
sono Marui Bunta…- disse il rossiccio –e io sono
Jackal Kuwabara….- disse
l’altro – e io sono…-
-…Kirihara Akaya si gia lo sappiamo…- disse
Stefania
-…hem scusate…- -ma voi che ci fate qui?-
domandò Marui – bhe ho accompagnato
Arisa qui cosi si sarebbe iscritta a questa scuola….-
-ah…..bhe avete fatto in
tempo.- -si si….- -oh! Ecco il capitano!!!- disse Jackal,
dietro di loro in
lontananza cerano cinque ragazzi che si stavano avvicinando a loro. Il
primo
che stava davanti a tutti ha la corporatura basta ma non tanto e
capelli
leggermente lunghi color blu scuri, accanto a lui, un ragazzo alto e
che
portava un cappello nero, dietro invece uno che portava gli occhiali e
accanto
a lui un tipo più tosto sicuro di se con i capelli bianchi,
poi un ragazzo con
in mano un squadernino che prendeva appunti. –ci aspettavate
da tanto?- domandò
il ragazzo dai capelli lunghi – no….sono solo
passati 10 minuti…- rispose
Marui.- ma loro chi sono?- domandò Lucrezia sotto voce
all’amica -loro sono il
resto della squadra….se attendi ora si
presenteranno…- rispose Stefania. Il
ragazzo con il capello fissò le due ragazze con uno sguardo
serio che metteva i
brividi, infatti questa sensazione la sentì Lucrezia, invece
Stefania riusciva
a tenergli testa. Si avvicinò a lei e domandò
-…chi siete voi?- -io sono Sanako
Shiotani e lei è Arisa Ezakiya….-
-……- -hem, avanti Sanada non fare cosi sono
mie amiche- disse Kirihara -tue amiche? E perché non ce le
presenti?- domandò
il ragazzo albino -certo certo….allora lei è
Sanako Shiotani e lei Arisa
Ezakiya- -io sono Yukimura Seiichi piacere di conoscevi…-
disse il ragazzo dai
capelli blu -……Sanada Genichirou…- -io
sono Yanagi Renji- disse il ragazzo con
in mano il squadernino -io sono Yagyuu Hyroshi- disse il ragazzo che
porta gli
occhiali -e io sono Niou Masaharu- disse il ragazzo albino -piacere di
conoscervi….- disse Stefania. Le due amiche rimasero per un
pò con i ragazzi,
poi non volendoli disturbare mentre si allenavano decisero di prendere
l'autobus e raggiungere Michela alla sua scuola. Una volta arrivate,
videro che
nel cortile c'era parecchio fermento, studenti che correvano da tutte
le parti
tenendo in braccio grossi scatoloni. -ragazze!- Michela corse loro
incontro
-che succede qui?- domandò Lucrezia -stiamo ultimando i
preparativi per la
festa di inizio anno- -anche il Hyoutei stava organizzando una festa!-
disse
Stefania -uffa...ma solo la mia scuola non fa niente!- -alla fine in
che scuola
ti sei iscritta?- le domandò Michela -al Rikkai...-
-è lontana!-
-abbastanza...-. In quel momento arrivò Momo, -ciao ragazze-
-ciao Momo-
-ragazze Momo è stato cosi gentile da ospitarci a casa sua-
disse Michela
-cosa? sul serio...non vorremo disturbare- -tranquille, però
posso ospitarvi
solo per tre giorni- -andrà benissimo grazie!-. Finalmente
le nostre tre amiche
avevano trovato una sistemazione, anche se per pochi giorni.
Purtroppo Momo aveva solo
due letti in più, cosi una di loro avrebbe dovuto dormire
per terra. -ce la
giochiamo a carte!- disse Michela -e va bene-. Si misero sedute sul
letto -mi
dispiace per voi, ma a carte non mi batte nessuno! ahahahahah!-
esclamò
Michela. Cinque minuti dopo, -non è possibbile! ho perso!-
-mi spiace Michi ma
tu dormi per terra- -la mia solita sfortuna...-. -Ragazze scusate, ma
passati
questi tre giorni...noi che facciamo?- chiese Lucrezia -non vi
preoccupate, ho
io la soluzione!- disse Michela -davvero?- -si si...ci faremo ospitare
da
Atobe!- -...........MA TU SEI SCEMA O COSA?!- urlò Stefania
-ma non capisci?,
Atobe è ricco, non avrà di certo problemi ad
ospitarci!- -ma non possiamo
andare da lui e dire "scusa Atobe ci potresti ospitare
perchè non abbiamo
un posto dove andare"!- -certo che no! per questo tu dovrai diventare
sua amica!-
-fosse facile...- -non mi interessa! devi riuscirci e basta-. Dopo
questa breve
discussione le ragazze si cambiarono e si infilarono sotto le coperte.
Stefania
e Lucrezia nel letto, Michela per terra, sopra un piccolo materasso
-sto
scomoda...- -non ti lamentare è stata tua l'idea di giocarci
il letto a carte-
le disse Lucrezia. Le ragazze parlarono per un pò, poi tutte
e tre caddero in
un sonno profondo.
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Capitolo 4 *** Genius 4: primo giorno al Seshun Gakuen! ***
Genius 4: primo giorno al
Seshun Gakuen!
Finalmente per le nostre
tre amiche. era arrivato il primo giorno di scuola. Michela, o meglio
Chiaki si
alzò di buon umore, pronta ad affrontare il suo primo giorno
di scuola. Arrivò
a scuola in orario perfetto, e quando ebbe raggiunto la sua classe,
apri la
porta ed entrò annunciandosi -BUONGIORNO A TUTTI!- disse a
braccia aperte, fu
accolta da applausi e fischi di approvazione, stava per varcare la
soglia
quando senti due braccia circondargli i fianchi -buongiorno...amore...-
a
pronunciare quelle soavi parole era stato niente meno che Fuji, il suo
adorato
Fuji -oh Fuji...- i loro volti erano a pochi centimetri l'uno
dall'altro, le
loro bocche sempre più vicine.........-SVEGLIA
DORMIGLIONA!!- -AAAAAAAAAAAAH!-.
Michela cadde giù dal letto portandosi appresso la coperta
-era ora! sono ore
che ti chiamo!- la sgridò Stefania -mi sembrava troppo bello
per essere
vero...- commentò Michela, poi si guardò intorno
-ma io non dormivo per
terra?...- -no, alla fine Lucrezia ti ha ceduto il suo posto..., senti
non mi
interessa quello che stavi sognando, anche se posso immaginarlo,
però credo che
sia meglio che tu vada a prepararti- -perchè che ore sono?-
-le 8:15...-
-..........COSAAAAAAAAAA??!?!, ma io devo stare a scuola alle 8:30,
come faccio
a prepararmi in quindici minuti!- esclamò Michela in preda
al panico. Dopo di
che apri l'armadio e cominciò a tirare fuori tutti i vestiti
-io forse è meglio
che me ne vado...- disse Stefania aprendo la porta -dove pensi
di andare...-
Michela la fermò mettendole una mano sulla spalla e parlando
con una voce che
sembrava venire direttamente dall'oltre tomba, Stefania degluti
-i....in...c...cucina...- -risposta sbagliata!, tu ora mi fai la
cartella!-
Michela lanciò a Stefania la borsa e i libri, poi prese la
divisa, perchè solo
dopo aver svuotato l'armadio si era ricordata che per andare a scuola
serviva
la divisa, e si diresse in bagno. Provò ad aprire la porta
ma la trovò chiusa a
chiave -Lucrezia, sei dentro?- -si- -aprimi per favore!-, poco dopo
Lucrezia
apri la porta....-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!- -perchè
urli?....-. Michela
guardò terrorizzata Lucrezia, i capelli scompigliati, la
pelle cianotica,
profonde occhiaie intorno agli occhi...-no nulla...- -è per
il mio aspetto
vero?, la mattina sono sempre orribbile- disse Lucrezia. Poco dopo, era
tornata
la ragazza perfetta di sempre, non un capello fuori posto, trucco
perfetto, le
occhiaie completamente sparite. -io ho fatto, il bagno è
tutto tuo!- disse
uscendo sorridente -un giorno dovrò chiederle come fa-.
Finalmente anche
Michela fu pronta, -Stefania la cartella!- urlò uscendo dal
bagno -eccola! e
che sia l'ultima volta che te la faccio!- Stefania gliela
lanciò dalla camera,
Michela l'afferrò al volo e poi corse fuori casa -ciao, ci
vediamo questo
pomeriggio!-. Fuori trovò Momo ad aspettarla sulla bici
-Momo! come mai qui?-
-è casa mia questa...- -ah...giusto...- -dai salta su che ti
accompagno a
scuola- -grazie-.
Durante tutto il tragitto
Michela rimase in silenzio -ehi Yama, come mai cosi silenziosa?- -oh
Momo, sono
cosi nervosa....- -tu nervosa?- -si! so che non sembra, ma io sono una
ragazza
timida e insicura...- -hai paura perchè questo è
il tuo primo giorno di scuola
vero?- -proprio cosi! e se non dovessi piacere ai miei compagni...-
-stai
tranquilla ti aiuterò io a relazionarti con gli altri
studenti...-. Appena
arrivati davanti scuola, -GIORNO RAGAZZI! CHIAKI YAMAGUCIYA
è QUI!!- alcuni
studendi la guardarono e risero -meno male che era la ragazza timida e
insicura...- disse Momo. Un ragazzo rideva coprendosi la bocca con le
mani,
Michela si voltò a guardarlo e quando riconobbe chi era
rimase senza parole
-che carina...sei nuova?- le domandò il ragazzo, che altri
non era che Fuji
"carina...ha detto che sono carina..." -buongiorno Fuji-sempai- disse
Momo -giorno Momo, lei è una tua amica?- chiese Fuji,
indicando Michela che era
rimasta immobile a fissarlo con una faccia da ebete -emh...si- disse
Momo
agitandole una mano davanti agli occhi -ehi Yama....ti senti bene?-
-si......sto benissimo....- disse, e un attimo dopo cadde a terra
svenuta.
-Yama!- Momo la prese per le spalle iniziando a scuoterla -dai
riprenditi!-,
anche Fuji si avvicinò a lei -come ti senti?- le disse
sorridendole, la ragazza
si alzò di scatto -mai stata meglio!-. -buongiorno a tutti!-
-buongiorno Eiji-
disse Fuji -giorno Eiji sempai- disse Momo -chi è questa
ragazza? Niah! com'è
carina!- disse Kiku cominciando a saltellarle intorno -emh...piacere io
sono
Chiaki Yamaguciya- -Yamagu...che?- -ehehehe....va bene anche se mi
chiami Yama-
-allora felice di conoscerti Yama!- disse il ragazzo stringendole la
mano -il
piacere è tutto mio!-. -BURNINGGGGGGGG!- "oh no...non ditemi
che..."
-Yama attenta!- l'avvertimento di Momo fu inutile e la ragazza venne
colpita in
testa da una racchetta, cadendo nuovamente a terra -è
svenuta di nuovo!-
-oh...scusate!- -Taka-san, la prossima volta fai più
attenzione- disse Fuji
-credete che sia ancora viva...- disse Eiji toccandogli la spalla
-certo che
sono viva...- disse Michela rialzandosi, -mi dispiace, sono desolato-
disse
Kawamura -non importa, non mi sono fatta niente!- -meglio cosi! io sono
Kawamura Takashi!- -piacere, io sono Chiaki Yamaguciya ma puoi
chiamarmi Yama!-
"dopo la racchetta in testa mi chiedo che altro potrebbe succedermi..."
-permesso- qualcuno spinse Michela facendola cadere a faccia avanti, la
ragazza
si rialzò furiosa -RYOMA ECHIZEN!!- urlò
afferrando il ragazzo per il colletto
della camicia -QUESTA è LA SECONDA VOLTA CHE MI BUTTI A
TERRA! SONO VERAMENTE
STUFA! ADESSO TI STRAPPO TUTTE LE OSSA E CI FACCIO UN PUZZLE!- Momo e
Fuji
intervenirono cercando di dividerli -dai Yama calmati...- disse Momo
afferrandola da dietro -NO LASCIAMI! DEVO FARGLIELA PAGARE!- disse
agitandosi,
Fuji cercò di tranquillizzarla posandole una mano sulla
spalla -adesso
calmati...- a quelle parole Michela lasciò finalmente andare
Ryoma -va meglio?-
-si...sono calma...calmissima....MA LO SAREI MOLTO DI PIù SE
TU CREPASSI!-
riafferrò Ryoma ricominciando a strangolarlo -ferma cosi
l'ammazzi!- esclamò Kiku
-IN EFFETTI è QUELLO CHE SPERO!-, -cos'è questo
casino- una nuova voce giunse
alle orecchie di Michela, che per qualche strana ragione senti un
brivido
dietro la schiena, si voltò lentamente, ritrovandosi faccia
a faccia con Tezuka
-....buongiorno!- disse lasciando andare Ryoma che subito se ne
andò e
facendosi da parte, Tezuka la fissò per un attimo poi
continuò a camminare.
"ecco...ho conosciuto anche il capitano della squadra...ehi! ma manca
Kaoru!" pensò voltandosi a destra e a sinistra nel tentativo
di scorgerlo
-cerchi qualcuno?- le domandò Fuji -beh...in effetti...-
disse lei arrossendo
-tze...riuscite a fare casino anche di prima mattina- "questa
voce....è
lui" Michela si voltò nella direzione da cui proveniva la
voce e vide come
sperava Kaoru, senza bandana che li guardava con le mani in tasca
"oddio!
senza bandana è troppo kawai!" -non fare il superiore
vipera!- disse Momo,
Kaoru nemmeno gli rispose spostando lo sguardo su Michela -chi
è lei?- -una
nuova studentessa- disse Fuji, -perchè mi fissi?- Michela
non gli rispose
continuando a fissarlo con un sorrisetto, alla fine il ragazzo
infastidito
emise il verso per cui era diventato famoso con il soprannome di vipera
-psssssssssssss!- -adoro quando fai cosi!- esclamò Michela,
prima di svenire di
nuovo, Kaoru la fissò leggermente spaventato -ok...dopo la
terza volta che
sviene, mi sa che è il caso che la portiamo in infermeria-
disse Kiku -si...dai
tiriamola su- disse Fuji. Cosi Kiku e Fuji accompagnati dagli altri
ragazzi
portarono Michela in infermeria.
-ohi....che mal di
testa...- -ti sei ripresa finalmente- -eh?....-. Michela si
guardò intorno, era
in infermeria -perchè sono qui?- -ti ci abbiamo portato dopo
che sei svenuta
per tre volte...- disse Momo -ah...già...- Fuji le si
sedette accanto -come ti
senti adesso?- chiese premuroso come sempre -bene grazie!- -se stai
bene perchè
non vieni con noi a fare un giro per le bancarelle?- disse Kawamura
-certo!...però avrei un pò di sete...- da dietro
Michela sbucò una mano che
reggeva un bicchiere contenente uno strano liquido verdastro -prendi
pure- -oh
grazie!- disse Michela afferrando il bicchiere e avvicinandoselo alla
bocca
-non lo bere!- Momo gli strappò il bicchiere dalle mani
-ehi!- -Inui, come ti
viene in mente di dargli uno dei tuoi intrugli!- "Inui..." Michela si
voltò verso il ragazzo che le aveva offerto da bere, in
effetti era proprio
Inui -ciao- disse il ragazzo -ciao...- -sei una nuova studentessa?-
Michela
annui -mi chiamo Chiaki Yamaguciya, ma come ho già detto
agli altri puoi chiamarmi
Yama-. Dopo aver fatto le presentazioni anche con Inui, Michela e gli
altri
ragazzi fecero un giro per le bancarelle allestite nel cortile della
scuola.
-wow! quanta roba!- esclamò correndo da una bancarella
all'altra "strano
però non mi ricordavo che nel fumetto a scuola loro ci
fossero delle
bancarelle....meglio cosi!" -parli come se fosse la prima volta che
vedi
una festa scolastica- disse Kiku -in effetti...- -vuoi dire che la
scuola che
frequentavi prima non organizzava feste di benvenuto?- -no- -sai che
noia!-
-non immagini nemmeno quanto!- i due ragazzi scoppiarono a ridere
-sembra che
voi due vi stiate divertendo- disse Momo -Yama è uno
sballo!- esclamò Kiku -ora
non esagerare, sono solo me stessa!-. Mentre osservava una bancarella
che
vendeva oggettini di legno, lo sguardo le cadde su un oggetto che non
era
affatto di legno, ma ben si di pelle "un portafoglio..." senza farsi
vedere lo prese e lo apri, dentro c'era una carta
d'identità, e un pò di soldi
-vediamo un pò di chi è...- controllò
la carta e con suo grande stupore vide
che c'era scritto proprio "Chiaki Yamaguciya" -ok...questa cosa non
me la spiego...ma non importa!- disse mettendoselo in tasca -ti
piacciono le
cose di legno?- Fuji le si era avvicinata -cosa?...oh! si abbastanza-
-è vero
che sei ospite di Momo?- -si, io e due mie amiche siamo sue ospiti per
tre
giorni- -e dopo dove andrete?- -a casa di Atobe...- Michela si accorse
troppo
tardi di quello che aveva detto -come scusa?- chiese Kiku che aveva
ascoltato
la conversazione -fate come se non avessi detto nulla!- -tu conosci
Atobe?-
domandò Inui -si...perchè...?-
-perchè?- le fecero eco i ragazzi -perchè....una
delle mie amiche è sua cugina!- "che cavolo ho detto?!"
-aaaaah, ora
si spiega!- disse Kiku -eheheheh-.
Come primo giorno di scuola
non durò molto, e infatti alle 12:00 potevano già
uscire. Michela salutò Inui,
Kawamura e Kaidoh che non potevano fermarsi e rimase con Fuji, Kiku e
Momo.
-che ne dite di far fare un giro della città a Yama?- disse
Momo, gli altri due
approvarono -oh grazie!- esclamò felice Michela. Cosi
accompagnata dai ragazzi
Michela fece un piccolo tour della città. Ad un tratto
passarono davanti un
ristorante italiano "allora esiste anche qui" pensò Michela
fermandosi li davanti -ti piace il cibo italiano?- le
domandò Fuji
avvicinandosi "io sono italiana!" avrebbe voluto dire Michela, ma si
trattenne e disse -si...abbastanza!- -a me piace molto il cibo
piccante- -anche
a me!- disse Michela, e su questo non mentiva -davvero? è la
prima volta che
sento di una ragazza a cui piace il piccante!- Fuji sorrideva felice
"quello sorriso mi fa squaiare..." -ehi voi due!- Momo
richiamò la
loro attenzione -arriviamo!- disse Fuji, e con grande stupore di
Michela la
prese per mano -cosi non ti perdi- disse continuando a camminare -ah
ah...-
disse Michela fissando il marciapiede. -vi va un gelato?- chiese ad un
tratto
Kiku, furono tutti d'accordo. Trovarono una gelateria poco dopo -io vi
aspetto
fuori- disse Michela -eeeeeeh? ma perchè tu non lo prendi il
gelato?- chiese
Momo -non mi piace- i ragazzi la guardarano sbalorditi -sei sicura?- le
chiese
Fuji -si grazie-. Michela aspettò che i ragazzi uscissero
dalla gelateria, poi
tutti quanti si sedettero su una panchina. Parlarono del più
e del meno, e
Michela fu subito colpita di vedere che con loro si sentiva a proprio
agio,
come quando si parla con persone che conosci da tempo -ragazzi siete
cosi
simpatici! e io sono davvero felice di essere vostra amica!- disse a un
certo
punto -niah! che
dolce!- disse Kiku
abbracciandola "ecco una cosa che Stefy non dovrà mai
sapere" pensò
Michela -comincia a farsi tardi, forse è meglio che ognuno
ritorni a casa sua-
disse Momo -hai ragione-. Cosi Michela salutò Fuji e Kiku e
ritornò con Momo a
casa. -salve ragazze!- disse entrando in camera e trovando le ragazze
sedute
sui letti, Lucrezia aveva una faccia al dir poco sconvolta -ciao
Michela!-
disse Stefania -ciao...- -come mai quella faccia triste Lucri?- chiese
Michela
sedendosi accanto a lei -perchè al primo giorno di scuola
abbiamo già cominciato
a studiare!- rispose abbattuta -davvero? da me invece è
stata un intera
giornata di festa!- Lucrezia scoppiò a piangere -Michela!-
la rimproverò
Stefania -ups...dai scusa, te invece?- chiese rivolta a Stefania -da me
per
mezza giornata abbiamo avuto la festa e poi le lezioni-
-ah...senti...io ho
detto hai ragazzi che tu sei...lacuginadiAtobe- -.....come?- -che
sei la
cugina di Atobe...- -non ho sentito bene...- -HO DETTO
AI RAGAZZI CHE TU
SEI LA CUGINA DI ATOBE!- -.....MA CHE TI FUMI LA MATTINA! COME DIAVOLO
TI è
VENUTO IN MENTE DIRE UNA FESSERIA SIMILE!- urlò Stefania -e
scusa! ma i ragazzi
mi stavano facendo il terzo grado e alla fine mi è uscito
fuori!- Stefania si
passò una mano sul volto -ma come devo fare io con te...-
-mi sembrava strano
infatti che fosse vero- Momo era comparso sulla porta e aveva sentito
la
discussione delle due ragazze -mi dispiace di aver mentito...ma non
sapevo che
dire!- disse Michela -tranquilla, non è nel mio interesse
sapere se Sanako sia
o no la cugina di Atobe- -grazie Momo- disse Sanako -di nulla, vi
chiamo appena
è pronta la cena- disse chiudendo la porta.
Quella sera Momo ordinò del sushi da Kawamura.
Dopo cena le ragazze
andarono in camera, loro questa volta toccò a Stefania
dormire per terra,
avevano infatti deciso di fare a turno.
|
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Capitolo 5 *** Genius 5: primo giorno al Hyotei ***
Genius 5: Primo giorno al
Hyotei
Stefania, o meglio Sanako
era seduta al suo banco, all’improvviso sentì un
dolore al petto, più
precisamente al cuore e la vista le si annebbiò. Quando
riaprì gli occhi era
sul lettino di un ospedale e intorno a lei c’erano delle
figure in camice
bianco. -L’operazione è andata bene, dottor House-
-lo so, ma sarà meglio fare
altri accertamenti, la malattia di questa ragazza era molto rara,
Cameron-
“dottor House…Cameron…ma dove sono
finita??” all’improvviso una luce
l’accecò,
e quando tutto tornò normale, vide che le figure in camice
altri non erano che
i personaggi di dottor house…unico problema, a interpretarli
erano i ragazzi
delle varie squadre. Dottor house era Mizuki, Cameron era Lucrezia
“e mo che
centra lei?” vide che c’erano anche Jackal e
Kikumaru… “oddio! Vi prego
aiuto!”. All’improvviso le arrivò una
cuscinata in faccia, si alzò di scatto, e
guardandosi attorno vide che era ancora nel suo letto -menomale era
solo un
sogno…- si voltò verso Michela che era senza
cuscino -grazie Michi…certo che i
sogni strani solo io!- guardò l’orologio erano
quasi le otto, -io ho scuola
alle nove…va beh tanto vale alzarsi…-
scivolò fuori dalle coperte e in silenzio
usci dalla stanza. Quando arrivò in cucina vi
trovò Momo e Lucrezia -giorno…-
disse stropicciandosi gli occhi -giorno Shiotani- disse Momo
-già sveglia
Lu…Arisa?- -si, mi sono svegliata per colpa di un
sogno…- -anche io, a me però
mi ha svegliato Chiaki- -a proposito Yama ancora dorme?- chiese Momo
-si, è ancora
nel mondo dei sogni- disse Stefania mentre si sedeva e addentava una
fetta
biscottata con la marmellata. -Potresti svegliarla per favore? Tra poco
dobbiamo andare a scuola, io l’aspetto fuori- disse Momo
alzandosi e uscendo
dalla cucina- -io vado in bagno- disse Lucrezia, Stefania
finì di fare
colazione e poi tornò in camera per svegliare Michela.
Quando entrò nella
stanza trovò Michela che parlava nel sonno -si
amore…che bel buongiorno…- si
avvicinò al letto -SVEGLIA DORMIGLIONA!!- -AAAAAAAAAAAAH!-.
Michela cadde giù
dal letto portandosi appresso la coperta -era ora! sono ore che ti
chiamo!- la
sgridò Stefania -mi sembrava troppo bello per essere
vero...- commentò Michela,
poi si guardò intorno -ma io non dormivo per terra?...- -no,
alla fine Lucrezia
ti ha ceduto il suo posto..., senti non mi interessa quello che stavi
sognando,
anche se posso immaginarlo, però credo che sia meglio che tu
vada a prepararti-
-perchè che ore sono?- -le 8:15...-
-..........COSAAAAAAAAAA??!?!, ma io devo
stare a scuola alle 8:30, come faccio a prepararmi in quindici minuti!-
esclamò
Michela in preda al panico. Dopo di che apri l'armadio e
cominciò a tirare
fuori tutti i vestiti -io forse è meglio che me ne vado...-
disse Stefania
aprendo la porta -dove pensi di andare...- Michela
la fermò mettendole
una mano sulla spalla e parlando con una voce che sembrava venire
direttamente
dall'oltre tomba, Stefania deglutì -i....in...c...cucina...-
-risposta
sbagliata!, tu ora mi fai la cartella!- Michela lanciò a
Stefania la borsa e i libri,
poi prese la divisa, perchè solo dopo aver svuotato
l'armadio si era ricordata
che per andare a scuola serviva la divisa, e si diresse in bagno.
Stefania
guardò la cartella che teneva in mano, -giuro che questa
è la prima e ultima
volta che gli faccio la cartella!- disse buttandoci dentro i libri. Ad
un
tratto senti un urlo “Michela deve aver visto Lucrezia di
prima mattina…”.
-Stefy la cartella!- disse Michela dal corridoio -eccola! E che sia
l’ultima
volta!- disse Stefania lanciandogliela. Dopo che Michela fu uscita
Stefania
raggiunse Lucrezia nel salone. –sei pronta?- -si, ho preso
tutto- disse
Lucrezia infilandosi la giacca sopra la divisa. Le due amiche uscirono
e
raggiunsero la fermata dell’autobus, che arrivò
poco dopo.
Durante il tragitto, rimase
in silenzio quasi per tutto il tempo, erano tutte e due troppo tese per
parlare. -ecco la mia fermata, buona fortuna Lucry- -grazie-.
Stefania
scese dall’autobus, -si comincia!-
disse entrando nella scuola. Come la prima volta anche ora un profumo
di rose
la invase, “chissà da dove
viene…” due ragazze le passarono accanto -presto
andiamo in palestra!- disse una, Stefania senza farsi vedere le
seguì. Quando
arrivò davanti alla palestra il profumo era più
intenso. Entrò e vide che la
palestra era piena di studenti, si guardò intorno un
po’ intimorita -vediamo se
riesco a vedere qualche faccia conosciuta-. La palestra era molto
grande, ma
quasi tutti gli studenti erano ammucchiati più o meno al
centro, si avvicinò
curiosa per vedere cosa stesse succedendo, ma tutta quella gente le
impediva la
visuale -scusi…permesso…- disse cominciando a
spingere per passare -vorrei
vedere anche io…- quando fu abbastanza vicino, vide che su
una specie di palco
c’era Atobe con un microfono in mano, che stava facendo il
discorso di
benvenuto per i nuovi studenti -Atobe…bello!- disse con gli
occhi che le
brillavano. Provò ad avvicinarsi ancora di più,
ma due ragazze le bloccarono il
passaggio -ahi….s…scusate!...potreste spostarvi!-
all’improvviso sentì una mano
tirarla all’indietro e inciampando finì con il
volto contro il petto di
qualcuno. –stai bene?- alzò gli occhi e vide un
ragazzo con i capelli corti
castani che la guardava serio
“Shishido…” -emh…si grazie!-
-sei nuova vero? Io
sono Shishido Ryou- -si mi sono appena iscritta, mi chiamo Shiotani
Sanako-
-allora benvenuta!- disse il ragazzo sorridendo. -ehi Shishido-san!- un
altro
ragazzo comparve dietro Stefania, ma non si accorse della ragazza, -fai
attenzione o rischi di andarle addosso- il ragazzo abbassò
lo sguardo -salve…- -oh…ciao
scusa non ti avevo vista-
-figurati…lo so che sono bassa…- -no non
intendevo quello!- -lei è una nuova
studentessa!- disse Shishido -davvero?, piacere io sono Choutarou
Ohtori- disse
il ragazzo rivolgendole un ampio sorriso. All’improvviso la
voce di Atobe
sovrastò su tutte -ed è con immenso piacere che
vi do il benvenuto al Hyotei
Gakuen!- disse poi tirò una corda che pendeva dal soffitto e
tantissimi petali
di rosa piovvero sugli studenti. Stefania rimase a guardare estasiata
quello
spettacolo, Ohtori
le si mise davanti e
le allungò una mano verso il viso, la ragazza
indietreggiò -no tranquilla,
avevi un petalo tra i capelli…- disse sfilandoglielo
lentamente -vedi?- glielo
mostrò poi lo lasciò cadere per terra. Stefania
arrossì e cominciò a sentire
caldo -potremo uscire…ho bisogno di prendere
aria…- disse con lo sguardo fisso
sul pavimento -certo!- disse Shishido. Non appena furono tutte e tre
fuori
dalla palestra, Stefania si sedette su una panchina in cortile, e i
ragazzi
presero posto ai lati opposti. -ragazzi, praticate qualche sport?- -si,
siamo…-
-no Ohtori, voglio che sia lei ad indovinare…-
“alti come siamo dirà
sicuramente che giochiamo a basket…” -fatemi
pensare…- “Shishido si aspetta che
io dica che giocano a basket…mo lo frego!”
--allora?- -….giocate a tennis?- -no
sbagliato….che hai detto?- Shishido la guardò
incredulo -giocate a tennis
vero?- -hai indovinato!- disse Ohtori -non ci credo, come hai fatto?-
-perché
io…..sono un indovina!- disse Stefania -forte!- -ma andiamo
Choutarou! Sono
sicuro che sta scherzando!- disse Shishido -ah si? Allora chiedimi di
indovinare quando sei nato- -e va bene….quando sono nato?-
-aspetta che devo
concentrarmi…- Stefania chiuse gli occhi e con gli indici
prese a massaggiarsi
le tempie -sei nato…il 29 settembre!- disse riaprendo gli
occhi, Shishido aveva
una faccia al dir poco sconvolta -ho indovina vero?- -si…-
-e io quando sono
nato?- chiese Ohtori -il 14 febbraio!- -bravissima!-.
La
campanella suonò, e i ragazzi rientrarono.
-ragazzi, vi saluto, vado in classe- disse Shishido. Ohtori e Stefania
cominciarono a salire le scale, arrivarono al terzo piano e Ohtori si
fermò
-scusa devo riscendere, ho dimenticato una cosa in palestra- disse
voltandosi e
scendendo. Stefania attraversò tutto il corridoio del terzo
piano fino ad
arrivare davanti alla sua classe -eccola…- prese un respiro
profondo ed entrò.
Aprì la porta e trovò alcuni studenti a
conversare tra di loro e altri seduti a
leggere dei libri. "beeene ora che sono dentro, cosa faccio?.."
pensò. Accanto alla finestra c'era un banco libero, si
sedette immediatamente,
in modo che non si ritrova faccia a faccia con i prof. "bhe, qui vedo
bene
la lavagna e sono vicino alla finestra..." ad un tratto si
aprì la porta
ed entrò un ragazzo che si sedette di fronte a lei, Stefania
rimase sbalordita
da questo ragazzo "no...non ci credo....lui
è....è....HYOSHI!!!!" Stefania
si porto la mani alla bocca, sconvolta “non ci
credo….sono in classe con Hyoshi
Wakashi…..se lo viene a sapere Michela…..minimo
mi uccide…” dopo aver avuto
quel pensiero, cominciò a deprimersi e a pensare ai vari
modi con cui la sua
amica l’avrebbe uccisa. Dopo di che, si aprì
nuovamente la porta ed entrò un
ragazzo molto alto, sguardo serio…si sedette verso i primi
banchi e anche qui
Stefania rimase di stucco
“no….dai….tutti tranne
lui….” E bene, era anche in
classe con il LECCA PIEDI di Atobe, Kabaji. “su almeno sei
con Hyoshi….non devi
pensare a Kabaji….” Poi si aprì per
l’ultima volta la porta ed entrò un ragazzo
che si sedette al banco vicino a Stefania ed era
“…..O…..Ohtori-kun!”.
Il ragazzo sembrò non
averla notata. Stefania si voltò per salutarlo, ma qualcun
altro richiamò la
sua attenzione -sei nuova vero?- le chiese il ragazzo seduto davanti a lei.
-emh…si questo
è il mio
primo giorno- rispose Stefania dopo un po’ -piacere io sono
Hyoshi Wakashi-
disse il ragazzo - io sono Sanako Shiotani…- -Shiotani!
Allora anche tu sei in
questa classe- a parlare era stato Ohtori, sia Stefania che Hyoshi si
voltarono
a guardarlo -voi due già vi conoscete?- chiese Hyoshi -si,
ci siamo incontrati
prima alla riunione di benvenuto dei nuovi arrivati- spiegò
Ohtori. In quel
momento entrò il professore. E Hyoshi si girò
dando nuovamente le spalle a
Stefania. “e ora?...il professore mi chiederà di
presentarmi? Ho paura di non
riuscire ad aprire bocca timida come sono…”
pensò Stefania battendo
nervosamente il piede per terra.
Il professore aprì il
registro e cominciò a fare l’appello, quando
arrivò al suo cognome alzò lo
sguardo e la fissò -tu sei la nuova studentessa vero?-
-si…sono io- -bene-
disse riabbassando nuovamente gli occhi sul registro. Stefania si
sentì
sollevata vedendo che il professore non le aveva chiesto altro.
Le lezioni finirono presto,
Stefania accompagnata da Ohtori uscì dalla scuola.
-ti va di fare una
passeggiata?- le chiese Ohtori - si molto volentieri!- rispose
sorridendo.
In quel momento li
raggiunse Shishido -salve ragazzi!- -ciao Shishido san!- dissero in
coro i due
ragazzi, -stavate andando da qualche parte?- -si, volevamo fare due
passi,
vieni con noi?- chiese Ohtori -va bene-.
I tre ragazzi si
allontanarono dalla scuola. Passando davanti ad una libreria Stefania
si fermò
ad osservare le vetrine -c’è qualcosa che ti
interessa?- le chiese Shishido
-dovrei comprare i libri per scuola- -allora, so io in quale libreria
potresti
andare, è poco più giù, ma
è molto più conveniente- disse Ohtori -grazie,
potreste accompagnarmi?- -certo andiamo-.
Mentre camminavano
passarono davanti un MacDonald. -voi avete fame?- chiese Shishido -un
po’…-
disse Stefania. Entrarono e poco dopo riuscirono con dei panini e un
pacchetto
di patatine. -guardate quei giardini, andiamo a mangiare li?- propose
Ohtori.
Cosi trovarono una panchina
libera e si sedettero. Mentre mangiavano Stefania sentì
delle voci provenire
dietro di loro, si voltò e vide seduti su una panchina non
molto lontana dalla
loro Michela in compagnia di Fuji, Kikumaru e Momo. “ma
guarda…” pensò
osservando la scena, ad un tratto Kiku abbracciò Michela
“ehi! E da quando quei
due sono cosi intimi!” dovette trattenersi per evitare di
correre da Michela e
strozzarla.
-scusate ma ora devo
andare- disse Shishido -aspetta veniamo anche noi, facciamo un tratto
di strada
insieme- disse Ohtori -si andiamo- disse Stefania che non aspettava
altro.
Si allontanarono dai
giardini, Poi dopo che Shishido si fu diretto nella direzione opposta,
Stefania
e Ohtori rimasero soli. Per qualche strana ragione si sentiva tesa a
rimanere
sola con lui. -abiti qui vicino?- chiese Ohtori dopo un momento di
silenzio, -no,
per tornare a casa devo prendere l’autobus- -allora ti
accompagno fino alla
fermata-.
Stavano camminando
tranquillamente fianco a fianco quando passò davanti a loro
l’autobus -oh no!
cosi lo perderai!- disse Ohtori, poi senza dare il tempo a Stefania di
reagire
la prese per mano e cominciò a correre -Ohtori aspetta!-
disse la ragazza
cercando di stare al passo per non inciampare, guardò la
mano di Ohtori che
stringeva la sua e arrossi di colpo. -forza Sali, ci vediamo domani a
scuola-,
senza accorgersene era davanti all’autobus che aspettava con
le porte aperte -a
domani Ohtori- disse poi entrò un attimo prima che le porte
si chiudessero.
Il tragitto fino a casa sua
durava una ventina di minuti. Quando arrivò non vedendo la
bicicletta di Momo
dedusse che lui e Michela non erano ancora rientrati, suonò
il campanello
sperando che almeno Lucrezia fosse rientrata, infatti poco dopo la
porta si
aprì e una Lucrezia al dir poco sconvolta le si
presentò davanti -sei già a
casa?- chiese mentre entrava e si toglieva la giacca
-si…sono rientrata dieci
minuti fa…- -ehi! Cos’è quella faccia?-
-è stata una giornata…- -dai andiamo in
camera cosi mi spieghi tutto-.
Una volta in camera
Lucrezia si sedette sul letto abbracciando il cuscino e
cominciò a raccontare
il suo primo giorno di scuola. E di come avevano subito cominciato con
le
lezioni -mi spiace…- non riuscì a finire la frase
che la porta si apri ed entrò
Michela.
-salve ragazze!- disse
entrando in camera e trovando le ragazze sedute sui letti, Lucrezia
aveva una
faccia al dir poco sconvolta -ciao Michela!- disse Stefania -ciao...-
-come mai
quella faccia triste Lucri?- chiese Michela sedendosi accanto a lei
-perchè al
primo giorno di scuola abbiamo già cominciato a studiare!-
rispose abbattuta
-davvero? da me invece è stata un intera giornata di festa!-
Lucrezia scoppiò a
piangere -Michela!- la rimproverò Stefania -ups...dai scusa,
te invece?- chiese
rivolta a Stefania -da me per mezza giornata abbiamo avuto la festa e
poi le
lezioni- -ah...senti...io ho detto hai ragazzi che tu
sei...lacuginadiAtobe-
-.....come?- -che sei la cugina di Atobe...-
-non ho
sentito bene...- -HO DETTO AI
RAGAZZI CHE TU SEI LA CUGINA DI ATOBE!- -.....MA CHE TI FUMI LA
MATTINA! COME
DIAVOLO TI è VENUTO IN MENTE DIRE UNA FESSERIA SIMILE!-
urlò Stefania -e scusa!
ma i ragazzi mi stavano facendo il terzo grado e alla fine mi
è uscito fuori!-
Stefania si passò una mano sul volto -ma come devo fare io
con te...- -mi
sembrava strano infatti che fosse vero- Momo era comparso sulla porta e
aveva
sentito la discussione delle due ragazze -mi dispiace di aver
mentito...ma non
sapevo che dire!- disse Michela -tranquilla, non è nel mio
interesse sapere se
Sanako sia o no la cugina di Atobe- -grazie Momo- disse Stefania -di
nulla, vi
chiamo appena è pronta la cena- disse chiudendo la porta. Quella sera Momo
ordinò del sushi da
Kawamura. Mangiarono e dopo andarono a letto dato che erano molto
stanche, per
evitare di subirsi le lamentele di Michela, Stefania decise di dormire
lei per
terra per quella notte. Dopo che si furono cambiate. Si infilarono
sotto le
coperte e si addormentarono quasi subito.
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Capitolo 6 *** Genius 6: Primo giorno al Rikkai ***
Genius 6: Primo giorno al
Rikkai
Apri gli occhi e
cominciò a
guardarsi intorno per abituarli all’oscurità,
Prese il cellulare accanto a lei
e guardò l’ora, erano le 8:00 - oh accidenti!
Sarà meglio che mi alzi-
lentamente Lucrezia, ovvero Arisa tirò le coperte e si
alzò dal letto…no
sbagliato si alzò dal sacco a pelo, quello dove avrebbe
dovuto dormire Michela.
Non appena fu in piedi senti qualcosa sotto i piedi, guardando meglio
vide che
sparsi per tutto il pavimento c’erano dei petali di rosa che
formavano una scia
che continuava anche in corridoio, curiosa Lucrezia uscì
dalla stanza seguendo
quella scia di petali e si ritrovò al piano di sotto. - la
luce della cucina è
accesa…- camminando piano arrivò davanti alla
porta che era leggermente
socchiusa, apri la porta e con sua grande sorpresa vide che davanti
alla
finestra, voltato di spalle c’era un ragazzo alto dai capelli
biondi,
-emh…scusa chi sei?...- chiese timorosa, il ragazzo si
voltò lentamente verso
di lei e…
Lucrezia si tirò su di
scatto, era ancora nel sacco a pelo -è stato solo un
sogno…- disse un po’
delusa, per scrupolo controllò che sul pavimento non vi
fossero petali di rosa,
ma sembrava tutto normale, controllò l’orologio,
non erano le 8:00, ma le 7:30
-non mi ero mai svegliata cosi presto…ma ormai non ho
più sonno!- si voltò
verso Stefania, che dormiva tranquillamente girata da un lato, poi
spostò lo
sguardo su Michela, completamente avvolta nella coperta, dal quale
usciva solo
un braccio.
Alla fine si alzò e usci
diretta in cucina, qui vi trovò Momo che aveva appena messo
la caffettiera sul
gas -già sveglio?- -buongiorno Ezakiya- -giorno Momo, sei
mattutino- -e si, mi
sveglio sempre presto- -io invece non ci sono abituata- disse Lucrezia
sbadigliando e sedendosi -le tue amiche?- -dormono ancora- -vuoi un
po’ di
caffè?- -si grazie, hai anche del letta per favore?- -certo-
Momo gli mise
davanti la tazza di caffè poi apri il frigo e prese il latte
- ecco tieni-
-grazie- disse prendendo il latte e versandolo nella tazza del
caffè, anche
Momo si sedette con la tazza in mano - da mangiare ho del pane con la
marmellata- -andrà benissimo!-. Fecero colazione in
silenzio, ad un tratto
Stefania entrò in cucina -giorno…- disse
stropicciandosi gli occhi –giorno,
Shiotani- -giorno Momo….Lu…Arisa già
sveglia?- chiese sorpresa - si…mi sono
svegliata per colpa di un sogno…- -anche tu…a me
però mi ha svegliato Chiaki-
-a proposito, Yama?- -è ancora nel mondo dei sogni-
-potresti andarla a
svegliare e dirle che l’aspetto per accompagnarla a scuola,
per favore- -si
vado…- Stefania usci dalla cucina. Anche Lucrezia si
alzò, -io vado in bagno-.
Non appena si guardò
allo
specchio, le venne un colpo -ma perché la mattina appena
sveglia devo sempre
avere questo aspetto orribile…- ad un tratto senti Michela
urlare e poi un
rumore come se fosse caduta dal letto -Stefania è sempre
brava a svegliare la
gente…-. Poco dopo qualcuno tentò di aprire la
porta, ma inutilmente dato che
l’aveva chiusa a chiave -Lucrezia sei in bagno?- era la voce
di Michela -si-
-aprimi per favore- Lucrezia apri la porta e non appena fu di fronte a
Michela
questa urlò - perché urli?- -emh…no
niente…- -è per il mio aspetto vero?, lo so
di prima mattina sono sempre orribile-. Quando fini di prepararsi era
di nuovo
perfetta come sempre, Michela la guardava con occhi sgranati - ecco
fatto il
bagno è tutto tuo-. Scese giù in salotto
aspettando che anche Stefania si
preparasse. Michela scese le scale di corsa e usci fuori dove
l’aspettava Momo.
Poco dopo scese anche Stefania con la cartella in spalla -sei pronta?-
-si ho
preso tutto- rispose Lucrezia mentre si infilava la giacca. Poi le due
amiche
uscirono e raggiunsero la fermata dell’autobus. Durante tutto
il tragitto
rimasero in silenzio. Fino a quando Stefania si alzò - io
devo scendere qui.
Buona fortuna Lucry- -grazie-. Non appena Stefania fu scesa si
lasciò
sprofondare su sedile. “ma chi me lo ha fatto fare? Proprio a
me doveva
capitare una cosa del genere?” pensò fissando la
strada fuori dal finestrino.
Il suo viaggio in autobus sembrava non dovesse mai finire “ma
sto andando
davvero in Siberia?!”.
Poi in lontananza vide
quella che da quel momento sarebbe stata la sua nuova scuola. Fece un
sospiro e
si alzò, posizionandosi davanti l’uscita, appena
l’autobus si fermò e le porte
si aprirono lei scese velocemente. E si diresse verso la scuola.
Si guardò intorno,
c’erano
parecchi studenti che conversavano tra loro, nessuno sembro notarla
“meglio
cosi” pensò camminando a testa bassa.
Ad un tratto qualcuno le
fece cadere la cartella “oh no!” pensò
piegandosi per raccoglierla –mi spiace,
non l’ho fatto apposta, non ti avevo visto- disse un ragazzo
scusandosi –non
importa- raccolse la cartella e si alzò, il ragazzo era
ancora davanti a lei,
era poco più alto di lei, e aveva i capelli di uno strano
colore rossiccio,
masticava velocemente una gomma - sei nuova vero? Io sono Marui Bunta-
disse il
ragazzo porgendole una mano -emh…si, questo è il
mio primo giorno,mi chiamo
Arisa Ezakiya-
-allora benvenuta al Rikkai
Gakuen!- disse il ragazzo poi si allontanò velocemente.
Anche lei affrettò il
passo
ed entrò dentro la scuola, i corridoi erano già
vuoti, gli studenti dovevano
essere già nelle loro classi. -e ora? Quale sarà
la mia classe?- si disse
guardandosi intorno. Ad un tratto una signora grassottella le si
avvicinò -come
mai non sei ancora in classe?- -mi scusi, ma questo è il mio
primo giorno, non
so qual è la mia classe- -il suo nome?- -Arisa Ezakiya, mi
sono iscritta ieri-
-un momento che controllo-
La signora si allontanò
e
poco dopo ritornò con dei fogli, -questi sono i suoi moduli
di iscrizione, lei
è nella classe 2 B- -la ringrazio- disse Lucrezia con un
inchino e
allontanandosi.
La sua classe era al
secondo piano, di fronte ai bagni. Bussò e poi apri la
porta, i studenti erano
già tutti seduti e vedendo che aveva tutti gli occhi puntati
su di lei avrebbe
voluto sprofondare. - sei la nuova studentessa vero?- le
domandò la
professoressa -emh…si sono Arisa Ezakiya- -benvenuta
Ezakiya, ragazzi salutate
la vostra nuova compagna-
-BENVENUTA!- dissero gli
altri studenti in coro - gr…grazie!- disse Lucrezia
arrossendo. -siediti pure
dove preferisci- le disse la professoressa. Lucrezia si
guardò intorno, in
quella classe c’erano più ragazzi che ragazze, ad
un tratto vide un ragazzo
all’ultimo banco che la stava salutando sbracciandosi
“e quello che vuole?”
pensò fissandolo, non appena lo riconobbe divenne rossa e
distolse lo sguardo
“oddio sono in classe di Kirihara…è
fantastico!” pensò mentre passando tra i
banchi raggiunse quello accanto a Kirihara -non riesco a crederci!
Siamo nella
stessa classe!- esclamò il ragazzo non appena lei si fu
avvicinata -anche a me
fa piacere- disse sorridendo mentre si sedeva. -bene ragazzi, ora
silenzio che
cominciamo la lezione- disse la professoressa.
“ma come? È il
primo giorno
e già si fa lezione?”. Kirihara notò
l’espressione sconvolta di Lucrezia e
sorrise -tranquilla, come primo giorno ci spiegherà il
programma dell’anno- -ah
ok….per un attimo ho temuto che ci facesse fare subito
lezione- disse Lucrezia
tirando fuori un sospiro di sollievo -no no, fidati di uno che ha
esperienze-.
Alla fine della
lezione…-CI
SPIEGHERÁ SOLO IL PROGRAMMA DELL’ANNO?!, QUELLA CI
HA “FATTO STUDIARE” IL
PROGRAMMA DELL’ANNO- urlò Lucrezia appena la
professoressa fu uscita -e dai non
prendertela, è solo il primo giorno- disse Kirihara
-è proprio questo che mi
preoccupa!- -vieni voglio farti conoscere delle persone- disse Kirihara
prendendola per mano e trascinandola fuori dall’aula.
Segui Kirihara fino in
cortile -ma dove stiamo andando?- -tu seguimi- disse lui accelerando il
passo
-ehi aspetta!-. Kirihara continuò a camminare,
finché non arrivarono davanti ad
un campo da tennis -eccoci arrivati- disse aprendo la porta ed entrando
-capitano! Vicecapitano! Venite!- due ragazzi uscirono dal corridoio,
uno era
alto e portava il cappello, l’altro più basso
aveva un viso dolce e sorridente
-Kirihara che vuoi?- chiese quello con il cappello -sempai Sanada
guardi chi
c’è- disse Kirihara prendendo Lucrezia e
mettendola davanti ai due ragazzi -vi
ricordate di lei?, è venuta ieri con una sua amica- -si,
certo mi ricordo, sei
Ezakiya vero?- disse Yukimura -si sono io- disse la ragazza.
-Kirihara vai a cercare
Bunta- disse Sanada -si vado subito...- -no aspetta! ci
andrò io- tutti si
voltarono verso Lucrezia -Ezakiya, sei sicura?- -si Sanada sempai-
rispose la
ragazza.
Andò cosi a cercare
Bunta,
Yukimura le aveva detto che avrebbe dovuto trovarlo alla mensa della
scuola. E
infatti quando entrò lo vide seduto a un tavolo ad occhi
chiusi che masticava
la solita gomma. -emh...Bunta sempai?- domandò
avvicinandosi, ma il ragazzo
sembrò non notarla -Bunta sempai....- insiste la ragazza
squotendolo
leggermente, ma nulla il ragazzo non le rispondeva. -BUNTA SEMPAIIIIIIIIIIII!- all'urlo della ragazza il poverino
cadde dalla sedia.
-eh?...cos....ah sei tu!- disse notando Lucrezia -era ora!-
esclamò la ragazza
-come mai sei qui?- domando Bunta mentre si rialzava -mi ha mandato a
cercarti
Sanada sempai- -Sanada...oddio! gli allenamenti!- esclamò
Bunta agitato
-allenamenti?- domandò Lucrezia, poi capi che si riferiva a
quelli del tennis
-sei in ritardo?- domandò la ragazza -si! speriamo che
Sanada non se la prenda
troppo!- -perchè? è lui il capitano?- -no,
è Yukimura, ma quello è un pezzo di
pane!, chi mi preoccupa è Sanada!- -ah...capisco...- disse
Lucrezia sempre più
confusa -che fate qui?- chiese una voce alle loro spalle, Lucrezia si
voltò
trovandosi davanti un ragazzo alto e completamente pelato "e questo mo
dove uscito fuori?" pensò guardandolo -sei la nuova
studentessa?- -s...si,
Sono Arisa Ezakiya- -io sono Jackal Kuwahara- -p...piacere!- -dai
andiamo che
ci stanno aspettando per gli allenamenti!- esclamò Bunta.
Quando tornarono al
campetto Lucrezia vide che c'erano altri ragazzi. -ragazzi lei
è Arisa Ezakiya-
disse Kirihara presentandola al resto della squadra. I ragazzi si
presentarono
come: Niou Masaharu, Renji Yanagi e Yagyuu Hiroshi. -è
sempre un piacere avere
belle ragazze nella nostra scuola!- disse Niou mettendole un braccio
intorno
alle spalle -emh...si grazie- disse Lucrezia scansandosi -Niou non fare
il
solito donGiovanni- disse Yagyuu -Dongiovanni a chi!- disse il ragazzo
offeso.
-basta ragazzi! cominciate
ad allenarvi!- disse Sanada "strano, non è il capitano
eppure si comporta
come se lo fosse" mentre pensava a questo si accorse di Yukimura seduto
sulla panchina con la testa reclinata da un lato e la bocca aperta, con
cautela
si avvicinò. -c...capitano...Yukimura sempai...- disse
scuotendolo per le
spalle, appena la ragazza lo toccò Yukimura cadde a terra
-AAAAAAAAAAAAAH!
oddio è morto!- esclamò Lucrezia spaventata
facendo un salto indietro
-capitano!- esclamarono i ragazzi formando un cerchio intorno a lui
-spostatevi! lasciategli prendere aria!- esclamò Sanada.
-bisogna fargli la
respirazione bocca a bocca!- esclamò Lucrezia presa dal
panico, poi afferrò
Sanada per la testa e senza pensarci premette le labbra del ragazzo su
quelle
del capitano. Momento di silenzio. Yukimura riapri gli occhi. -si
è svegliato!-
esclamò Kirihara, tutti esultarono felici, quasi tutti.
Sanada si voltò verso
Lucrezia -che pensavi di fare?- -i...io...nulla...scusa...- disse la
ragazza
agitata -non arrabbiarti Sanada, almeno la sua idea ha funzionato-
disse
Yukimura per niente turbato di quello che era accaduto.
-io devo andare- disse
Lucrezia -vuoi che ti accompagno?- chiese Kirihara -no grazie, vado da
sola-
rispose lei, anche se si senti felice delle parole del ragazzo.
Raggiunse la fermata
dell'autobus. Il viaggio del ritorno le parve meno lungo di quello
dell'andata.
Quando arrivò a casa, vide che Stefania era già
arrivata.
-ciao Lucrezia!- esclamò
la
ragazza -ciao...- -che hai?- -giornata dura- -ma come? il primo giorno
di
scuola?- -eh si...ci hanno fatto studiare da subito- esclamò
Lucrezia
buttandosi sul divano -accidenti...da me invece ci hanno spiegato solo
il
programma, poi sono uscita con i ragazzi- disse Stefania, la faccia di
Lucrezia
divenne una maschera di pietra, prese il cuscino e ci
affondò il volto -dai non
fare cosi!-. In quel momento la porta si apri ed entrarono Michela e
Momo.
-ciao ragazze!- esclamò Michela -ciao- disse Stefania.
Michela notò
l'espressione sconvolta di Lucrezia -come mai quella faccia triste
Lucry?-
domandò Michela sedendosi vicino a lei -perchè
è il primo giorno di scuola, e
già abbiamo cominciato a studiare...- disse abbattuta. -mi
spiace! da me invece
in classe non ci sono nemmeno entrata! è stato tutto festa!-
esclamò contenta,
Lucrezia scoppiò a piangere -Michela!-
la rimproverò Stefania -ups...dai scusa, te
invece?- chiese rivolta a
Stefania -da me per mezza giornata abbiamo avuto la festa e poi le
lezioni-
-ah...senti...io ho detto hai ragazzi che tu sei...lacuginadiAtobe-
-.....come?- -che sei la cugina di Atobe...-
-non ho
sentito bene...- -HO DETTO AI
RAGAZZI CHE TU SEI LA CUGINA DI ATOBE!- -.....MA CHE TI FUMI LA
MATTINA! COME
DIAVOLO TI è VENUTO IN MENTE DIRE UNA FESSERIA SIMILE!-
urlò Stefania -e scusa!
ma i ragazzi mi stavano facendo il terzo grado e alla fine mi
è uscito fuori!-
Stefania si passò una mano sul volto -ma come devo fare io
con te...- -mi
sembrava strano infatti che fosse vero- Momo era comparso sulla porta e
aveva
sentito la discussione delle due ragazze -mi dispiace di aver
mentito...ma non
sapevo che dire!- disse Michela -tranquilla, non è nel mio
interesse sapere se
Sanako sia o no la cugina di Atobe- -grazie Momo- disse Sanako -di
nulla, vi
chiamo appena è pronta la cena- disse chiudendo la porta. Le tre ragazze si
addormentarono subito, durante
la notte Lucrezia impietosita nel vedere Michela nel sacco a pelo, fece
cambio
con lei, lasciandole il letto e dormendo lei per terra.
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Capitolo 7 *** Genius 7: un giorno sfortunato...o forse no? ***
Genius 7: un giorno
sfortunato...o forse no...
Il sole era sorto da poco,
nella città regnava ancora la tranquillità e gli
uccellini cantavano sui rami
degli alberi. Due ragazze erano già in piedi e si stavano
preparando per andare
a scuola, mentre un'altra era ancora nel mondo dei sogni.
Lucrezia si avvicinò al
letto dove dormiva Michela ed aprì la finestra per far
passare l’aria. Poi si
accorse dell’amica ancora addormentata.
-Stefy…dovremo svegliare
Michela no?- chiese Lucrezia, mentre indossava la divisa.
-si aspetta ci penso io-
rispose la ragazza, si avvicinò al letto e tolse le coperte
all’amica.
-dai dormigliona, alzati-
disse Stefania, ma Michela non ne volle sapere di svegliarsi.
-allora? Guarda che farai
tardi a scuola!- disse scuotendola -umm….lasciami
dormire…-
Disse spingendola via. In
quel momento si apri la porta e Momo entrò come una furia
nella stanza
-YAMAGUCHIYAAAAAAA! ALZATI CHE DOBBIAMO ANDARE A SCUOLAAAAAAAA!-. Alle
grida
del ragazzo Michela si alzò su di scatto, sbattendo la testa
contro il vetro
della finestra. -ahio….che botta!- disse ricadendo
all’indietro e premendosi
una mano sulla fronte. Dopo questo risveglio movimentato, Michela
pensò bene di
alzarsi. Infilò le ciabatte e scese giù in
cucina, era a meta della scale,
quando una ciabatta gli si sfilò e lei scivolò
rotolando giù dalle scale.
Stefania sentendo le urla dell’amica usci dal bagno per
vedere che cosa fosse
successo. Si affacciò sulle scale e vide Michela per terra
con una gamba ancora
sui gradini. -emh…è tutto a posto?-
domandò preoccupata -si si…sono tutta
intera- disse Michela rialzandosi. Andò in cucina dove
trovò Momo -passami il
cafè- disse con aria abbattuta, quella mattina era
cominciata proprio male. Il
ragazzo le passò una tazza di café -devi solo
aggiungerci lo zucchero-. Prese
il barattolo dello zucchero e ne versò due cucchiaini nel
café. Ma non appena
ne bevve un sorso lo sputò per terra -che schifo! Ma questo
è sale!- disse
strofinandosi la bocca. Momo allora infilò due dita nel
barattolo e poi se le
portò alla bocca.
-hai ragione è
sale...ieri
devo essermi confuso, quando l'ho travasato nel barattolo- -ho
capito...oggi
salto la colazione...-.
Si diresse in bagno per
prepararsi, sperando che non le accadesse qualche altra disgrazia. Quel
giorno
però la fortuna sembrava essere proprio cieca. Mentre
infatti si stava lavando
il viso le andò il sapone negli occhi -ahio! bruciaaaaa!-.
Poi le cadde il
porta saponetta su un piede -che maleeeeeee!- urlò
saltellando su un piede
solo.
Decisamente quella non era
la sua giornata, Guardandosi allo specchio vide che aveva i capelli
mossi, cosi
prese il fono e la spazzola per dargli una lisciata. Prese la spina e
la infilò
nella presa.....
-Lucrezia sei pronta?-
domandò Stefania -si, arrivo- rispose la ragazza uscendo
dalla stanza. -Momo
noi andiamo, ci vediamo più tardi- disse Stefania -ciao-
rispose Momo. Stefania
e Lucrezia era già davanti la porta, quando all'improvviso
tutte le luci si
spensero -che succede?- domandò Lucrezia -deve essere un
blackout- disse Momo.
-non so perchè, ma qualcosa mi dice che centra Chiaki- disse
Stefania -vai a
controllare, è in bagno- disse Momo.
Stefania sali le scale,
aprì la porta del bagno e trovò Michela con il
fono in mano e i capelli sparati
in aria a causa della scossa.
-non sapevo che ti
piacessero i capelli alla Dragon Ball!- disse Stefania trattenendo a
stento le
risate -stai zitta e aiutami...- disse Michela a denti stretti.
Stefania allora
le tolse il fono dalle mani e stacco la spina. -Non posso andare a
scuola
cosi!- si lamentò Michela guardandosi allo specchio -lascia,
ci penso io- disse
Stefania, prese la spazzola e si mise a pettinare i capelli di Michela,
dopo
diversi tentativi riusci a farli ritornare normali, poi prese un
elastico e le
fece una coda alta -grazie- disse Michela. Le due amiche scesero in
salotto
dove Momo e Lucrezia le stavano aspettando. Stefania e Lucrezia si
avviarono
verso la fermata dell'autobus, mentre Michela aspettò che
Momo prendesse la
bicicletta.
-speriamo che a scuola non
mi accada qualche disgrazia- disse Michela mentre era sulla bici dietro
a Momo.
-capita a tutti di avere una giornata storta- disse il ragazzo.
Giunti a scuola Michela
scese dalla bici e attese che Momo la sistemasse insieme alle altre
biciclette
degli altri studenti. Poi i due si avviarono verso la classe. "strano
che
non mi sia successo ancora qualcosa..." pensò la ragazza
mentre si
dirigeva verso il suo banco. si sedette e poggiò la cartella
a terra vicino a
lei. Poco dopo entrò il professore. Quello era il suo primo
vero giorno di
lezione, sperò che tutto filasse liscio, ma quello che non
sapeva era che la
sua sfortuna aveva appena cominciato a giocare con lei.
-Bene ragazzi, qualcuno di
voi vuole leggere il brano a pagina 160?- domandò il
professore di geografia.
Come era logico nessuno alzò la mano. Cosi il professore
dopo una breve
occhiata tra i banchi indicò Michela. -Yamaguchiya giusto?-
-si professore-
rispose la ragazza -comincia a leggere-. Michela trasse un lungo
respiro poi
apri il libro alla pagina richiesta del professore ed iniziò
a leggere, poco
dopo si fermò, ricordandosi che nelle scuole giapponesi,
quando uno studente
doveva leggere qualcosa si alza sempre in piedi. Spostò la
sedia leggermente
indietro e si alzò. Nel silenzio della classe si
udì un lieve rumore simile a
qualcosa che si strappava. "no...ti prego fa che non sia quello che
penso..." Michela abbassò lentamente lo sguardo sulla sua
gonna, completamente
scucita da un lato "non ci credo..." pensò sull'orlo delle
lacrime
-Yamaguchiya c'è qualche problema?- domandò il
professore, -no nulla...solo mi
chiedevo se poteva far leggere qualcun'altro...sa sono nuova...- -va
bene
rimettiti pure seduta- disse il professore. Michela si
accasciò sulla sedia
sospirando, ad un tratto Momo si piegò verso di lei -tutto
bene?- le domandò il
ragazzo, Michela scosse la testa e si indicò la gonna, Momo
vedendo lo strappo
lungo il fianco della gonna non poté fare a meno di ridere
-scemo...- disse
Michela colpendolo con un libro in testa -ehi voi due, fate silenzio!-
disse il
professore riprendendoli, i due si scusarono chinando il capo.
Quando suonò la
ricreazione
Michela uscì dalla classe per evitare che altre parti dei
suoi indumenti
potessero strapparsi ancora per poi rimanere mezza nuda in classe,
camminava
strisciando addosso al muro, lo sguardo vigile pronto a captare anche
il minimo
pericolo per la sua incolumità “voglio capire,
perché proprio oggi mi succedono
di tutti i colori?!?!.....oggi è 11
settembre…..ed è pure il mio numero
preferito!!!! Manco a dire che sia venerdì 17 o
che….spero soltanto che tutto
questo finisca al più presto e che possa tornare a casa sana
e salva….”. Aveva
appena incominciato a rilassarsi che qualcuno, tenendo in mano un succo
di
frutta le andò addosso facendola cadere e rovesciandole il
succo sulla divisa
-ahi....ehi! fai più attenzione!- esclamò
arrabbiata, già pronta a dirgliene e
dargliene quattro al malcapitato -scusa, sono mortificato...- disse un
ragazzo
poco più alto di lei con i capelli rasati sui lati
"O...Oishi"
-emh...no non importa, è stato un incidente- "non posso
prendermela con
Oishi...ma devo comunque sfogare la mia rabbia su qualcuno". In quel
momento passò di li Echizen, quando lo vide, a Michela
brillarono gli occhi di
una luce malvagia –Echizeeeeeeeeen!!!!- disse avvicinandosi
pericolosamente a
lui scrocchiando le nocche -che vuoi?- chiese il ragazzo con la sua
solita aria
strafottente -nulla...solo pestarti a sangue-. Se Oishi non fosse
intervenuto
Michela avrebbe fatto a pezzi Ryoma -dai non te la prendere con lui-
disse
mettendosi tra i due e sorridendo alla ragazza -sei stato fortunato
oggi
“NANO”…..- disse la ragazza, Ryoma senza
dire nulla se ne andò. -Scusa non mi
sono ancora presentato sono Oishi- -io invece sono Yamaguciya, ma
chiamami
semplicemente Yama- -forse è meglio se vai a lavarti la
divisa-
-perchè...oh...è vero è macchiata di
succo- Michela si guardò intorno in cerca
del bagno, non appena lo vide salutò Oishi ed si
recò in quella direzione.
Era appena uscita dal bagno
dopo aver lavato la camicia che vide passare Kikumaru e Fuji -ciao
ragazzi!-
esclamò felice -ehi! ciao Yama- disse Kikumaru -ciao Yama-
Fuji la salutò con
il suo solito sorriso "oddio quant'è carino...Michela
controllati"
-la ricreazione è quasi finita non torni in classe?- le
domandò Fuji -emh...si
stavo andando, però...non è che potreste
accompagnarmi?- i due ragazzi si
scambiarono un occhiata -è successo qualcosa?- -no
è solo che...è tutta la
mattina che mi capitano incidenti e ho paura che possa succedermi
qualcosa
mentre torno in classe- -va bene ti accompagniamo noi- -grazie-.
Stavano scendendo le scale,
Michela al centro e i due ragazzi ai lati, ad un tratto arrivati a
metà scala
inciampò e non sapendo dove tenersi si aggrappò
alle camicie dei due ragazzi
che persero pure loro l'equilibrio e rotolarono tutti e tre
giù per le scale.
-ahia!...Fuji levati dalla mia schiena!- si lamentò Kikumaru
-ragazzi...levatevi
dal mio stomaco!- disse Michela, non appena i due ragazzi si furono
alzati, la
ragazza notò un particolare, avevano la camicia
completamente sbottonata, e
alcuni bottoni erano sparsi per terra e sulle scale -mi...mi dispiace,
ve la
ricucirò- disse mortificata, ma anche molto imbarazzata -non
importa- disse
Fuji aiutandola a rialzarsi. In quel momento suonò la
campanella, -andate pure,
la mia classe è quella in fondo al corridoio- disse -ok noi
allora andiamo-
Michela guardò i due ragazzi allontanarsi e poi se ne
tornò anche lei in
classe, quando entrò vide che Momo era seduto al suo banco.
Il resto delle lezioni
passò velocemente e senza troppi problemi, tranne quando
alzandosi dopo essere
stata chiamata alla lavagna dalla professoressa si strappò
l'altro lato della
gonna, o quando abbassandosi per raccogliere la penna che le era caduta
senti
uno strappo alla manica -non ci credo...-.
Non appena suonò la
campanella dell'uscita si precipitò fuori seguita da Momo.
Fuori era una
splendida giornata, ma appena lei mise piede fuori dalla scuola
cominciò a
piovere -che strano, ha iniziato a piovere appena sei uscita tu-
osservò Momo,
Michela allora rientrò a scuola e subito torno il sole "non
mi stupisco
più di niente ormai..." -Yama...- -si?- -tu resta qui cosi
posso tornare a
casa sotto il sole- disse Momo uscendo -ehi! non lasciarmi sola!-
Michela fece
per seguirla ma ecco che ricominciò a piovere -oh...uffa!-
disse sbuffando e
incrociando le braccia -non torni a casa?- una voce famigliare giunse
alla sue
spalle, si voltò e vide Fuji con in mano un ombrello -...no,
Momo mi ha
lasciato qui- il ragazzo si avvicinò di più per
coprire anche lei con
l'ombrello -se vuoi ti posso accompagnare io- -davvero lo faresti?-
-certo!-
-grazi Fuji sempai- -di nulla, allora andiamo-.
I due ragazzi si
incamminarono, l'ombrello non era molto grande cosi i due ragazzi
dovevano
stare vicini per entrarci tutti e due, ma questo a Michela non
dispiaceva
affatto. Ad un tratto Fuji si abbassò per allacciarsi una
scarpa, cosi facendo
spostò l'ombrello e Michela si ritrovò sotto
l'acqua, poco dopo passò anche una
macchina che schizzò Michela bagnandola tutta. -scusami, ti
sei bagnata?- le
chiese Fuji -che non si vede...?- disse Michela voltandosi verso di
lui.
Alla fine arrivarono
davanti casa di Momo, Michela vide che la bici non c'era -ma come non
è ancora
tornato?- -qualche problema?- -no, è solo che non ho le
chiavi e Momo non è in
casa- -vieni da me allora- -...come?- -vieni a casa mia- ripete il
ragazzo,
Michela non credeva alle sue orecchie, Fuji l'aveva invitata a casa
sua, forse
in tutta quella sfortuna c'era un briciolo di fortuna -se non disturbo
vengo
volentieri- -no certo che no-.
Casa di Fuji non era
lontano, non appena il ragazzo aprì la porta invitandola ad
entrare, Michela si
rese conto che in casa non c'era nessuno -non è un problema
per te se siamo
soli no?- -no no figurati...- disse Michela sedendosi sul divano -sei
bagnata,
meglio se ti cambi, ti vado a prendere qualcosa- disse Fuji entrando in
una
stanza. Poco dopo torno con una maglietta e dei pantaloni -questi sono
di mia
sorella, forse ti staranno un pò grandi ma sempre meglio di
niente- -grazie,
andranno benissimo- Michela si alzò, prese i vestiti che
Fuji le porgeva ed
andò in bagno a cambiarsi. Come aveva detto il ragazzo i
vestiti le stavano un
pò larghi, soprattutto la maglietta. Dopo essersi vestita
usci dal bagno, Fuji
era seduto sul divano, guardando la televisione, o meglio un
documentario sulle
piante grasse. Michela si sedette accanto a lui, era agitata, nervosa e
imbarazzata a tal punto da tremare. Fuji, vedendo le condizioni della
ragazza,
andò a prendere una coperta e iela mise sulle spalle
–cosi non avrai freddo-
disse sempre con quel sorriso angelico ma facendo cosi,
peggiorò le condizioni
della ragazza “….mi
sciolgo….” Pensò. –vuoi
qualcosa, come del tè, acqua o…-
-mi va bene del tè caldo grazie…- disse con la
voce che gli tremava –ok- andò
in cucina, prese il necessario per prepararlo e appena mise la tazza
nel forno
a microonde, un black out…stavano nel buio totale
“oddio!!!...calma…stai calma
Michela….vediamo la situazione….siamo io e lui
soli in casa….io con addosso i
vestiti della sorella….ora manca la luce….ok
questa è la mia sfiga che si fa
ancora sentire….” Pensò per poi fare un
profondo sospiro. –tieni….certo nn è
caldo ma è temperatura ambiente- disse Fuji tornato dalla
cucina cn in mano una
candela “e mo pure la candela!!! Oddio mi gira la
testa…” –grazie…- disse per
poi prendere la tazza e sorseggiare. Michela cominciò a
curiosare per la casa
con lo sguardo, vedeva delle foto, bei mobili e il suo sguardo si
posò su un
cactus a lei famigliare. Si alzò e si diresse verso la
piccola pianta, la prese
e –fa attenzione a Susan…-
“SUSAN?!?!?!” –ah…si
scusa…è solo che….mi sembra di
possedere anche io questo tipo di cactus…- -davvero?-
-si….la tengo in camera
mia, su un comodino…- -mmm…e dimmi possiedi
qualche altra pianta grassa?-
domandò il ragazzo con gli occhi che gli brillavano
–no….però ho tre gatti
pestiferi…- -ah! Se non ricordo male, anche Echizen ha un
gatto…si chiama…mmmm-
mentre il ragazzo tentava di ricordarsi del nome, Michela ripose la
pianta “ma
che me frega a me del gatto del NANO!!!” pensò
arrabbiata. –ah! Ora ricordo si
chiama..- non fece in tempo a dirlo che già era ritornata la
luce e il telefono
squillava, rispose e dall’alta parte era Momo che chiedeva di
Michela –si…si
sta qui con me….come?....a ok…va bene allora a
tra poco…ciao- -era Momo?-
-si…tra due minuti è qui a…-
suonò il campanello –oh! Eccolo…- Fuji
andò alla
porta seguito a ruota da Michela “ uffa….volevo
rimanere un altro po’ con lui e
invece…e va bene….” –
Yama….andiamo che le altre ti stanno aspettando…- -si arrivo…-
-non preoccuparti per i vestiti
di mia sorella, non se ne accorgerà…- -grazie di
tutto Fuji sempai…- disse per
poi fare un inchino e se ne andò con Momo.
Quando tornarono a casa,
Stefania e Lucrezia stavano facendo i compiti -Chiaki
dove sei stata?- le chiese Stefania
-sapessi Sanako...sapessi- -e dai siamo curiose!- disse Lucrezia -e va
bene ve
lo dico...sono stata a casa di Fuji- -COSA?!- esclamarono insieme le
due
amiche, poi afferrarono Michela per le braccia e la trascinarono in
camera
chiudendo la porta -e ora vogliamo tutti i particolari!- disse Stefania
-ma
quali particolari! non è successo nulla di che- disse
Michela arrossendo
-seeeeee perchè ci crediamo?- disse Lucrezia dandole un
colpetto sul braccio -è
la verità!...abbiamo solo conversato….-
-……- -….che c’è?-
-la prossima volta,
impegnati!- disse Lucrezia –e che ci posso fare!!! Stavamo
soli, in casa, al
buio e….- -eeeeeeeeeeeeee???-
-….hem….niente….abbiamo solo
parlato…- -se va
be….- -è inutile insistere, Arisa, più
tosto, finiamo i compiti…- -ok…- rispose
Lucrezia per poi rimettersi a fare quello che stavano facendo.
“….abbiamo solo
conversato…..uff….hanno ragione
loro….mi devo dare una mossa….”
Pensò Michela
mentre si cambiava e si metteva qualcosa che no le stesse cosi grande.
Le ragazze rimasero in
camera finche Momo non le chiamò per avvertirle che la cena
era pronta, anche
quel giorno c'era Sushi. -spero che questa sia l'ultima volta che
mangio Sushi-
disse Michela, non sapeva quanto si sbagliava.
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