Nel Mondo di Prince of Tennis!!

di Lilian90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Genius 1: avventura impossibile nel bagno di un areoporto ***
Capitolo 2: *** Genius 2: tre ragazze a Tokyo ***
Capitolo 3: *** Genius 3: iscrizioni alle scuole!! ***
Capitolo 4: *** Genius 4: primo giorno al Seshun Gakuen! ***
Capitolo 5: *** Genius 5: primo giorno al Hyotei ***
Capitolo 6: *** Genius 6: Primo giorno al Rikkai ***
Capitolo 7: *** Genius 7: un giorno sfortunato...o forse no? ***



Capitolo 1
*** Genius 1: avventura impossibile nel bagno di un areoporto ***


Genius 1: avventura impossibile nel bagno di un aeroporto…

 

Ore 20:00…in casa gli addobbi sono stati tutti sistemati, e sul tavolo è stata già servita la cena, che aspetta solo di essere consumata. Stefania se ne sta tranquilla in camera sua, quel giorno si sente particolarmente felice, perché questo è il giorno che compirà 17 anni. Fissa l’orologio con ansia, le lancette del quadrante dell’orologio segnano le 20:03. –dovrebbero essere qui a momenti…- non fa in tempo a finire la frase che suona il citofono. Sente la voce di sua madre dire “salite”. Si alza dal letto, infila le scarpe, e si precipita alla porta. Poco dopo sente suonare il campanello, sua madre è già pronta ad aprire la porta, ma lei la precede, mette una mano sulla maniglia…l’abbassa, la porta si apre e un attimo dopo e costretta a tenersi a qualcosa per non cadere, perché “qualcuno” le è praticamente saltato addosso e ora le si è aggrappata come un Koala…-emh…tanti auguri Stefy…- dice una ragazza ancora sulla porta –grazie…Lucri…Michi ora ti puoi staccare? O hai intenzione di restare in braccio a me per il resto della serata?- chiede Stefania mentre cerca di scollarsi di dosso l’amica che intanto continuava a ripetere –auguri, auguri, auguri…- -si ho capito grazie!!- esclama Stefania esasperata, mentre con lo sguardo cerca l’aiuto di Lucrezia –io ho provato a fermarla…ma è stato inutile…- risponde Lucrezia mentre si leva il giacchetto e lo poggia su una sedia. –venite a tavola che è tutto pronto!!- dice Silvia, la madre di Stefania, non appena sente quelle parole Michela ha lasciato Stefania ed è già seduta a tavola con tanto di forchetta in una mano –buon appetito!!-. Lucrezia e Stefania si guardano per un momento scuotendo la testa, poi raggiungono l’amica a tavola. La cena passa piacevolmente tra chiacchiere e risate. Poi tutte e tre se ne vanno in camera di Stefania. –hai qualche immagine nuova da farmi vedere?- domanda Michela che intanto ha già preso posto davanti al computer come suo solito –umm…forse qualcosa dei tuoi tesorini…- dice Stefania –SI! Dai fai vedere!!-. Lucrezia incuriosita si avvicina –e chi sarebbero i tuoi tesorini?- chiede divertita –loro!- esclama Michela indicando sul monitor del computer, quelli che sembrano essere giocatori di tennis –belli!- esclama Lucrezia –ééééé…lo so…- dice Michi con occhi sognanti. Poi con un dito indica un ragazzo con una bandana verde –lui è il mio preferito!!- -strano tipo…- è il commento di Lucrezia. Mentre le tre ragazze sono impegnate a fantasticare su quei tipi, la porta della camera si apre ed entra Silvia –Stefania…scusa puoi venire un momento- dice prima di uscire nuovamente, Stefania si alza e segue la madre fuori dalla camera. –dimmi- dice una volta arrivata in salotto –ascolta…come sai domani noi dovevamo raggiungere papà in Argentina- Stefania annuisce con la testa –purtroppo però poco fa mi è arrivata una chiamata dal lavoro, e a quanto pare domani non potrò partire…- -e allora?- -allora ho deciso che andrai solo tu-. Stefania ci mette un po’ per assimilare il significato di quelle parole -…i…io? Da sola? Fino in Argentina?- -si Stefania, ormai sei grande, e poi papà ha un regalo per te- quelle ultime parole servono a convincerla “papà ha un regalo? Chissà cosa…magari un altro gioco per la play che qui in Italia non è ancora uscito…” –e va bene!- esclama lei battendo le mani –perfetto! Più tardi ti aiuto a preparare i bagagli- -e domani io e Lucri ti accompagniamo all’aeroporto-. Stefania si volta di scatto e si ritrova Michi davanti, dietro di lei c’è anche Lucrezia –avete ascoltato?- -si! E abbiamo deciso che domani ti accompagniamo all’aeroporto- dice Michela, Stefania guarda in direzione di Lucrezia –si per me non ci sono problemi…- -bene! Allora grazie!- -a che ora parti?- chiede Michela, questa volta è la madre a rispondere, -verso le 10 di mattina-. Subito Stefania e Michela si voltando verso Lucrezia –non importa dai…cercherò di svegliarmi prima domani- dice la ragazza mettendosi le mani in tasca. Poi tutte e tre ritornano in camera di Stefy, qui Michi si diletta in una serie di barzellette che fanno piegare in due dalle risate Stefania e Lucrezia. –basta ti prego! Ho le lacrime agli occhi!- esclama Stefania –come basta? Ho appena cominciato!- -oddio no! ti prego! Falle finire in fretta queste barzellette!- dice Lucrezia tirando una cuscinata in faccia a Michela. Tempo 10 secondi ed ecco che per la stanza volano cuscini da tutte le parti. Michi si è praticamente buttata su Stefania e ora le sta premendo il cuscino sulla faccia, mentre con la mano libera le fa il solletico –ahahaha!...no dai! Feeeermaaa!- esclama Stefania cercando di liberarsi –allora ti arrendi?- chiede Michela senza allentare la presa –si! Va bene mi arrendo!-. Michela allora allenta la presa sul cuscino e Stefania può finalmente tornare a respirare, poi sale sul letto e mettendo le mani sui fianchi esclama –ed ecco a voi la regina delle cuscinate! Tutti voi dovete portarmi rispetto…e venerarmi…come una dea!- esclama aprendo le braccia, come se davanti a lei ci fosse una folla in visibilio. –si certo come no…- dice Lucrezia tirandola giù dal letto. –mi sa che è pronta la torta- dice Stefania –davvero?- Michela comincia ad annusare l’aria –e si! Nell’aria c’è un odorino delizioso!- esclama lei, poi si volta verso le due amiche con un sorrisetto stampato in faccia –chi arriva per ultima non becca nulla!- e mentre dice questo si è già precipitata in salotto, seguita a ruota da Stefania e Lucrezia. Al centro del tavolo, la torta con tanto di 17 candeline sopra. Stefania prende posto dietro di essa e le due amiche hai lati. Silvia accende tutte le candeline, e mentre Michela e Lucrezia cantano “tanti auguri” Stefania si piega e soffia per spegnere il fuoco. –dai esprimi un desiderio!- dice Michela, Stefania chiude gli occhi e poco dopo li riapre –fatto!- -che hai desiderato?- -e mica te lo dico!- -uffa…-. Silvia prende il coltello e fa le porzioni poi le mette nei piattini e le sistema ognuna davanti alle tre amiche. Stefania sta tranquillamente mangiando la sua fetta di torta quando all’improvviso sente qualcosa di freddo e soffice sulla faccia, Mentre Michela scoppia a ridere –Michela….io ti strozzo!- esclama pulendosi il viso dalla panna –daiiii! Dovevo farlo!- -si…ma io ti strozzo comunque!- dice Stefania agitando le mani verso l’amica –no aiuto!- Michela si è alzata da tavola e ha cominciato a scappare, Stefania le si è fiondata subito dietro -vieni qui...che ti voglio abbracciare!! amichetta caaara!-. Lucrezia intanto assiste alla scena divertita, comodamente seduta sulla sedia, le gambe accavallate e il piattino con la torta in una mano, la forchetta nel'altra.

Sono le 23:00 quando Michela e Lucrezia fanno gli ultimi auguri a Stefania -allora ci vediamo domani mattina all'areoporto- dice Stefania -si a domani! ciao!- risponde Michela, mentre Lucrezia chiama l'ascensore. Poco dopo la porta di casa di Stefania si chiude. -certo Michi che la torta in faccia te la potevi pure risparmiare...- dice Lucri mentre sono in ascensore -e no! e poi nn preoccuparti perchè ho intenzione di riservarti lo stesso trattamente il giorno del tuo 18° compleanno...in quel caso però non mi limiterò ad un pò di panna in faccia...- dice Michela con sguardo perfido e un sorrisetto stampato in faccia -non pensarci nemmeno!- esclama Lucrezia terrorizzata -vaaaa bene!- dice Michela ma in mente non la pensa allo stesso modo.

Sotto ad aspettarle c'è la madre di Michela, Susanna. accompagnano prima Lucrezia a casa, e poco prima che il portone si richiuda dietro di lei Lucrezia sente Michela che dalla macchina le grida di non far tardi domani.

 

Sono le 8:30 quando Stefania arriva all'areoporto,"orario perfetto" pensa la ragazza guardando l'orologio che tiene al polso. Anche a quell'ora l'areoporto di Fiumicino è gremito di gente, Stefania comincia a guardarsi intorno per vedere se le amiche sono già arrivate. Proprio mentre cominciava a temere che non sarebbero venute, le vede appoggiate ad un muro, Michela sembra non riuscire a stare ferma, infatti continua a sollevarsi sulle punte dei piedi, mentre con i denti si tortura le unghie, Lucrezia invece ha la faccia di una che è stata buttata giù dal letto, e mentre con una mano tiene il cellulare, con l'altra si copre la bocca, che ogni tanto si apre in piccoli sbadigli. Solleva il manico della valigia e comincia a camminare verso di loro, agitando il braccio nel tentativo di farsi riconoscere. Michela è la prima ad accorgersene e risponde al saluto con entusiasmo agitando freneticamente le braccia e sorridendo a 32 denti. -accidenti! non pensavo di trovarvi già qui!- esclama Stefania una volta raggiunte le amiche -dillo a questa qui, che per paura di fare tardi si è presentata a casa mia alle 7:15- dice Lucrezia indicando Michela. Stefania ride, Michela sbuffa. -Dai è meglio che entriamo- dice Stefania, precendendo le amiche dentro l'areoporto. Una volta dentro Lucrezia si guarda intorno affascinata -mamma mia! è enorme! e poi guarda quanta gente!- esclama voltandosi a destra e a sinistra -non dirmi che è la prima volta che entri in un areoporto?- domanda Stefania stupida -e si, non ho mai preso l'aereo- risponde Lucrezia, a quel punto si intromette Michela che come al solito sente il bisogno di vantarsi dei suoi numerosi viaggi -io invece è da quando sono piccola che viaggio! sono sta in Francia, Spagna, Tunisia, Portoga....- -non ci interessa!- dicono Stefania e Lucrezia continuando a camminare e lasciando indietro Michela -ehi aspettate! restiamo vicine che se una di noi si perde qua dentro non la ritrovano nemmeno per Natale!- esclama Michela mentre accelerà il passo. Nonostante lo sforzo Stefania e Lucrezia non riescono a trattenere le risate, Michela allora soddisfatta mette le mani in tasca e raggiunge le amiche. Fortunatamente Stefania è già in possesso del suo biglietto, quindi non deve fare altro che lasciare il suo bagaglio e recarsi al cheak in. -per favore, mi aspettate un momento che devo andare in bagno?- domanda ad un tratto Michela -si ma fai in fretta-. Michela si avvia verso i bagni. Entra, si specchia e quella che vede riflessa non è lei, confusa si stropiccia gli occhi e quando li riapre dall'altra parte dello specchio, c'è la solita Michela -strano...me lo sarò immaginato-. In quel momento entra una ragazza, apre la porta di uno dei gabinetti entra e un attimo dopo scompare. Michela non crede i suoi occhi, un attimo prima vedeva le scarpe della ragazza e un attimo dopo no. Bussa alla porta -scusa...c'è nessuno?- da dentro il bagno non giunge risposta, Michela allora spinge la porta, e si accorge che non è stata chiusa a chiave, la apre, e vede che nel gabinetto non c'è nessuno -eppure io l'ho vista!-, comincia a tastare le pareti, poi si piega in ginocchio per controllare anche il pavimento, nulla sembra tutto normale, ma lei quella ragazza l'ha vista veramente e allora adesso dove è finita?. La porta del bagno si apre ed entra Lucrezia, che trova Michela per terra a quattro zampe davanti ad un water -Michela...che stai facendo?- domanda incredula -sto cercando una ragazza- risponde Michela come se fosse una cosa normale -e la cerchi dentro un water?- a quel punto Michela si alza e si gira verso Lucrezia -ascolta, probabilmente mi crederai una pazza, ma io l'ho vista! quella ragazza è entrata qua dentro e un attimo dopo non c'era più!- Michela indica il gabinetto -hai ragione...sei pazza!- -ma è la verità! devi credermi!- -senti Michela, le persone non entrano dentro a un bagno e poi scompagliono!-.

Stefania intanto seduta su una sedia, batte nervosamente il piede a terra, continuando a fissare l'orologio, 9:30, alla fine sbuffando si alza e si dirige anche lei verso il bagno. Una volta qui trova Michela in ginocchio che sembra cercare qualcosa e Lucrezia che appoggiata a un lavandino la fissa sconvolta. -che succede?- domanda Stefania, Lucrezia si volta verso di lei -Stefania! meno male! fai qualcosa perchè Michela è diventata tutta matta!- esclama Lucrezia al limite dell'esasperazione, Stefania  si inginocchia accanto a Michela -si può sapere che hai? hai deciso di non farmi più partire?- Michela allora si volta verso di lei e l'afferra per le spalle -Stefania! almeno tu devi credermi! io l'ho vista, quella ragazza è davvero entrata in questo bagno! poi non so come è scomparsa!- mentre lo diceva continuava a squotere Stefania -va bene, va bene! ti credo! ma ora lasciami!-. Le due ragazze si rialzarono in piedi, -quindi tu mi stai dicendo che hai visto una ragazza scomparire dentro al bagno?- chiese Stefania, Michela annui decisa -sto dicendo sul serio...guardate quella è la sua borsa!- Michela indicà una borsetta rosa in un angolo del lavandino. Lucrezia la prende e la apre, -è vuota- dice mostrando la borsa alle amiche -ma chi si porterebbe in giro una borsa vuota? e poi in un areoporto! senza nemmeno un documento o uno straccio di soldi!- esclama Michela -Michela...non è che hai trovato questa borsa con dentro dei soldi, e te li sei fregati inventandoti poi la storia della ragazza scomparsa?- -ma Stefania come ti viene in mente una cosa simile! io rubare? ma figurati!- Michela prende la sua di borsa e la porge a Stefania -ecco verifica tu stessa-, Stefania apre la borsa, dentro non c'è nulla di strano, cellulare, trucchi, portafoglio e documenti. Stefania prende la carta di identità di Michela e la apre, dentro la foto non è la solita, e soprattutto non è Michela, anche il nome è diverso, per il resto è tutto uguale -Michela....da quando hai rinnovato la tua carta di identita?- domanda Stefania -eh? da un pò qua!- Michela gli sfila il documento dalle mani -ma questa non sono io!- -e lo vedo!- -Marcovalerio....- -mo che centra tuo cugino scusa?- -quello li fruga sempre tra le mie cose! avrà trovato la mia carta d'identità e l'avra modificata!- -perchè ne è capace?- -oh si! quello sa fare tutto!-. Lucrezia che in quel momento se ne era rimasta in silenzio si avvicina alle amiche -sentite questa storia ha un che di misterioso, ma ora è meglio che usciamo da qui, Stefania il tuo aereo partirà tra poco- -hai ragione andiamo-. Stefania si avvicina alla porta e la spinge, ma questa rimane chiusa "oh dio, non dirmi che siamo chiuse dentro!" pensa disperata, in quel momento si ricorda che Lucrezia è claustrofobica, un bel guaio dato che Lucrezia che si fa prendere dal panico è l'ultima cosa di cui hanno bisogno in quel momento. -che succede Stefania?- -nulla Lucrezia!, è solo che devo andare un attimo in bagno!- disse Stefania mentre indietreggia verso i gabinetti, senza farsi sentire da Lucrezia, passò accanto a Michela e le sussurrò nell'orecchio -vai davanti alla porta e fai in modo che Lucrezia non ci si avvicini!- la ragazza non capi il significato di quelle parole, però fece come le era stato chiesto e si avvicinò alla porta. -oh ma è chiusa!- esclamò. Da dentro il bagno Stefania si passò una mano sul volto, tirò la catena ed usci -Michela! ti avevo detto di tenere la bocca chiusa!- -ma perchè scusa?- -te lo sei scordato? Lucrezia soffre di claustrofobia!- -ah! allora è per questo che sta per terra bianca come un cadavere?- chiese Michela indicando Lucrezia svenuta per terra -LUCREZIA!- Stefania si inginocchiò accanto a lei -riprenditi! non è il momento adatto per svenire!- tuttavia Lucrezia non dava cenni di vita -Michela fai qualcosa!!- disse Stefania mentre sventolava Lucrezia nel tentativo di farla riprendere. Michela allora si mise davanti alla porta, fece un respiro profondo e colpi la porta con un pugno..... -Michela tutto bene?- chiese Stefania vedendo che l'amica era rimasta immobile, Michela si voltò verso di lei con le lacrime agli occhi -......DOLOOOOOOOOOOOOREEEEE!!-

 

****************

-capitano cosa è stato?- -non ne ho idea!-

-forse una turbolenza improvvisa!- -ma in questo momento non stiamo volando tra le nuvole!-

-mando subito le hostess a tranquillizare i passeggeri-

**************

Michela cominciò a rotolarsi a terra piangendo e strillando, mentre si massaggiava la mano, ormai gonfia come una mongolfiera. -che maleeeeee!- -Michela falla finita!- urlò Stefania -dove sono?....- -Lucrezia! ti sei ripresa!- esclamò felice Stefania. -ho sentito qualcuno urlare...- -era Michela...- Lucrezia si tirò su reggendosi sui gomiti, e vide Michela che inginocchiata a terra si dava dei piccoli baci sul dorso della mano -la mia povera mano...la mia delicatissima mano...- -perchè non provi a metterla sotto l'acqua fredda?- le suggeri Lucrezia -giusto!-. Michela si rialzò e si avvicinò ai lavandini, qui si lavò la mano con l'acqua gelida -ah...che sollievo...-. Quando però alzò lo sguardo per specchiarsi, indietreggiò spaventata -che ti prende?- -la...nello specchio...c'è qualcuno...- Michela indicò lo specchio con un dito tremante. Lucrezia e Stefania si avvicinarono, e nello stesso momento comparvero altre due figure. -ma che diavolo?....quelle non siamo noi!- -me ne sono accorta Stefania- disse Lucrezia -se questo è uno scherzo è di pessimo gusto...- disse Michela. Le figure dall'altra parte dello specchio erano tre ragazze come loro, avevano tutte e tre capelli castani e occhi marroni. Quella al centro, aveva i capelli molto lunghi, ed era vestita con una salopette jeans e una maglietta  grigia a righe nere. quella a destra aveva i capelli  di media lunghezza, portava dei pantaloncini corti e una maglietta grigia, in testa aveva un cappello. infine quella a sinistra aveva i capelli che le ricadevano sulle spalle, portava una minigonna e una camicetta, coperta da un golf bianco. Restarono a fissarle per un pò, poi Lucrezia e Michela si misero dietro a Stefania -che state facendo?- -abbiamo deciso, che tocca a te toccare lo specchio e vedere cosa succede!- -e quando lo avreste deciso?!-. Ma Lucrezia e Michela si erano già chiuse dentro uno dei gabinetti -scieme! uscite fuori!-. Da uno dei bagni Stefania vide uscire la mano di Michela con il pollice alzato -vai a quel paese Michela...-. Stefania tornò a guardare lo specchio, le tre ragazze erano ancora li e la fissavano. Un pò esitante Stefania avvicinò la mano allo specchio, verso la ragazza che era al centro. Non appena la sua mano toccò lo specchio, si senti come trascinare in avanti. Da dentro il bagno Michela e Lucrezia videro un fascio di luce, poi silenzio. Michela apri piano la porta -Stefania...- ma non arrivò risposta. Le due ragazze uscirono dal gabinetto, e videro che il bagno era vuoto -dov'è Stefania?- chiese Lucrezia -non lo so! sembra sparita nel nulla!- -guarda!- Lucrezia indicò lo specchio, ora c'erano solo due figure, quella al centro era sparita. Le due amiche si guardarono spaventate, poi Michela come spinta da una forza sconosciuta avvicinò la mano allo specchio -ma cos....aiuto il mio braccio si muove da solo!- esclamò mentre fissava la sua mano avvicinarsi allo specchio, toccò appena la ragazza a sinistra e subito una luce l'avvolse e scomparve anche lei. Lucrezia non credeva ai suoi occhi, le sue due amiche erano scomparse. e ora nello specchio era rimasta solo la ragazza a destra. Lucrezia si passò una mano fra i capelli -beh...abbiamo fatto 30...tanto vale fare 31!-. La sua mano si poggiò sullo specchio, esattamente dove si trovava l'unica ragazza rimasta, sentì come se qualcuno la spingesse in avanti con forza sempre maggiore, poi più nulla.

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Capitolo 2
*** Genius 2: tre ragazze a Tokyo ***


Genius 2: tre ragazze a Tokyo

 

Quando Lucrezia riaprì gli occhi, aveva la strana sensazione di non essere più la stessa, -ragazze...ci siete?- domandò dato che non riusciva a vedere nulla perchè intorno era tutto buio -ma cosa è successo?- la voce di Stefania arrivo da un angolo alla sua destra -non lo so, tu stai bene?- -si...ma Michela dov'è?- -sono qui...- disse una vocetta -non è che potreste aituarmi a scendere? sono in una posizione piuttosto scomoda!- disse Michela. Lucrezia si alzò e cominciò a tastare la parete, nel tentativo di trovare l'interruttore, alla fine senti un pulsante e lo schiacciò. Subito si accese la luce, rivelando che si trovavano ancora nel bagno, Stefania era seduta con la schiena contro il muro e dall'espressione doveva essere piuttosto confusa, Michela invece era in una posizione davvero buffa, Non si sa come era finita dentro il lavandino, con le gambe contro lo specchio, le due amiche a vederla cosi scoppiarono a ridere -smettetela di ridere! aiutatemi a scendere piuttosto che mi gira la testa a forza di vedere tutto sottosopra!- esclamò agitata. Alla fine Stefania e Lucrezia riuscirono a liberare l'amica da quella scomoda posizione -finalmente!- disse Michela quando fu di nuovo in posizione eretta. Ad un tratto la porta del bagno si apri ed entrò una ragazza, che osservò per un attimo le tre amiche poi entrò in uno dei bagni. Non appena vide la porta aprirsi Lucrezia si fiondò fuori seguita da Stefania e Michela. Non si accorsero che qualcosa era cambiato finche non uscirono fuori dall'areoporto. -questo non è Fiumicino...- disse Lucrezia guardandosi intorno -no direi di no...- affermò Stefania. -infatti questo è l'areoporto di Tokyo!- disse Michela indicando una grossa insegna proprio dietro di loro scritta con gli ideogrammi -che cosa hai detto?- domandò Stefania esterrefatta -ho detto che questo è l'areoporto di Tokyo!- -dove lo hai letto?- -li guarda!-. Stefania alzò lo sguardo e vide che effettivamente c'era scritto proprio "areoporto di Tokyo" -allora?- chiese Michela avvicinandosi a lei -...COME ABBIAMO FATTO A FINIRE A TOKYO?!?!?- urlò Stefania all'improvviso -e io che ne so scusa!-. Lucrezia che fino a quel momento era rimasta in silenzio, anche perchè non sapeva che dire dato che quello che era accaduto andava oltre i limiti dell'impossibile si avvicinò alle due amiche che stavano discutendo -ragazze...- le ragazze però non le risposero -deve essere successo qualcosa in quel bagno ne sono sicura!- esclamò Stefania -ma davvero? io è da quando ci sono entrata che ho capito che c'era qualcosa di strano!- disse sarcastica Michela -ragazze...- provò a richiamare la loro attenzione ma nulla -se tu non fossi andata in quel bagno a quest'ora io stavo sull'aereo per l'Argentina!- -quindi sarebbe colpa mia!- -beh non sono io quella che doveva andare in bagno all'ultimo momento...- -RAGAZZE!!!!- all'urlo di Lucrezia, Michela e Stefania si voltarono verso di lei terrorizzate -c...che...c'è...?- chiesero tremando -SONO TRE ORE CHE VI CHIAMO!! VOLETE PRESTARMI UN Pò DI ATTENZIONE!- Lucrezia odiava essere ignorata quando aveva qualcosa da dire. -vi prego...ditemi che quello che ho appena sentito è uno scherzo- disse Lucrezia -di cosa parli?- Michela non capiva a cosa si riferisse l'amica -noi non possiamo essere a Tokyo...- disse con la voce che le tremava -mi dispiace Lucrezia ma a me sembra piuttosto chiaro...siamo davanti all'areoporto di Tokyo- disse Stefania -ma non ha senso!- esclamò la ragazza esasperata rifiutandosi di credere a quella verità assurda -c'è un altra cosa che non riesco a spiegarmi...- disse Michela, Stefania e Lucrezia si voltarono verso di lei -la scritta "areoporto di Tokyo" è scritta con gli ideogrammi giapponesi...eppure io sono stata in grado di leggerla alla perfezione...- -si è vero, anche io l'ho letta- disse Stefania. Lucrezia allora alzò lo sguardo e lesse ad alta voce -areoporto di Tokyo...- -anche tu sai leggere gli ideogrammi!- esclamo Michela -ma se non so nemmeno cosa sono!-. All'improvviso un ragazzo con un cappellino bianco calato sugli occhi che non guardava dove andava si scontrò con Michela facendola quasi cadere, poi si allontanò senza dire nulla -DISGRAZIATO!! TORNA QUI CHE SE TI PRENDO TI FACCIO SPUTARE  LA COLONNA VERTEBRALE E CI GIOCO A CORDA!!- urlò Michela agitando le braccia. Stefania nell'attimo che il ragazzo si era scontrato con Michela lo aveva visto in faccia ed era rimasta a bocca aperta. Lucrezia che si era accorta dell'espressione dell' amica e le si era avvicinata -che hai Stefania?- le domandò Lucrezia -quel ragazzo...io lo conosco?- disse indicando il ragazzo che si stava allontanando -ma com'è possibile Stefania? siamo a Tokyo!- disse Lucrezia -lo so!, ma io quello lo conosco! e so anche come si chiama!- disse Stefania sicura -davvero?- domando Lucrezia -si! quello è Ryoma Echizen!- a quelle parole Michela si voltò di scatto -NO!- urlò furiosa -sperò tu stia scherzando Stefania!- ma la ragazza scosse la testa -non è possibile! siamo a Tokyo e la prima persona che vediamo è quel "principe del tennis" da quattro soldi!- mentre parlava Michela aveva gli occhi fiammeggianti -scusate...vi dispiacerebbe spiegare anche a me?- domandò Lucrezia -forse ti riuscirà difficile crederlo, ma quel ragazzo che è appena passato è un campione del tennis...- -ha solo fortuna- -fammi finire Michela!...dicevo...è un genio del tennis, e si chiama Ryoma Echizen....però c'è una cosa che non riesco a capire...- -e quale?- chiesero in coro Michela e Lucrezia -Michela tu dovresti saperlo...Ryoma è un personaggio inventato! non esiste, eppure poco fa era proprio davanti a noi! come te lo spieghi?- -umm...- Michela si picchiettò il dito sul mento -mi viene da pensare solo una cosa...anche se perfino io stento a crederci...ragazze...siamo dentro Prince of Tennis!- esclamò Michela -siamo dentro un cartone? qualcosa frutto della fantasia di un essere umano...- Stefania era sconvolta, ma dentro di se si sentiva felice, Lucrezia invece se ne stava immobile a bocca aperta -avanti Lucrezia! non fare quella faccia! ormai ci siamo dentro!- disse Michela dandole una pacca sulla spalla -come credete che sia successo?- domando Lucrezia, quando finalmente riuscì di nuovo a parlare, Michela alzò le spalle -il mio desiderio!- esclamò Stefania -eh?- -si! ieri alla festa ho desiderato che succedesse qualcosa per il quale non potevo più partire per l'Argentina!- -e come mai?- -perchè ad essere sincera l'idea di andare da sola fino in Argentina non mi entusiasmava affatto...- -ed è per questo che hai desiderato di finire dentro Prince of Tennis?- -non è che avevo desiderato proprio questo...volevo solo che accadesse qualcosa di particolare...di irreale forse...- -a me questo sembra abbastanza irreale- disse Lucrezia -sentite ormai siamo qui, e non sappiamo per quanto tempo ci resteremo, tanto vale darci alla pazza gioia!- esclamò Michela ritrovando la sua solita allegria -voi che suggerite di fare?- domandò Lucrezia -seguiamo Ryoma, ho visto che è salito appena adesso su un taxi- disse Stefania -ma perchè dobbiamo seguire per forza quel tappo?- -Michela non fare storie...e poi probabilmente seguendo il "tappo" arriveremo anche agli altri...tipo Kaidoh...- -TAXI!- non appena aveva sentito pronunciare quel nome a Michela le si erano illuminati gli occhi. Un taxi si fermò davanti a loro -per favore segua quel taxi laggiù!- disse Stefania entrando dietro insieme a Lucrezia mentre Michela prese posto davanti accanto all'autista -cerchi di fare in fretta!- disse mentre chiudeva la portiera. Il taxi dove si trovava Ryoma non era molto distante dal loro, cosi riuscirono a raggiungerlo quasi subito. Poi videro il ragazzo scendere proprio davanti alla stazione. -si fermi qui, grazie- disse Michela -dovete pagarmi- disse l'autista -già...emh i soldi ragazze- disse Michela -ti sei accorta che non abbiamo nulla con noi?- domandò Lucrezia mostrando il palmo della mani, -e ora come paghiamo?- chiese Michela, l'autista intanto aspettava paziente. -aspettate...- Stefania si infilò una mano in tasca e tirò fuori un portafoglio, Lucrezia e Michela la fissarono stupite -non fate quelle facce, nemmeno io so che ci fa questo nella mia tasca- disse Stefania aprendolo e tirando fuori uno yen di carta, lo porse al tassista -prenda, e si tenga il resto- disse poi prese per un braccio le due amiche e le trascinò dentro la stazione. Il ragazzo salì su uno dei vagoni e prima che si chiudessero le porte, anche le tre amiche salirono e si sedettero dei posti lontani da lui. – non capisco perché dobbiamo seguire quel nano- borbottò Michela –shhh!!! Che non riesco a sentire quello che dicono!!- sgrido Stefania all’amica –AH AH AH AH!!! NON DITEMI CHE NON SAPETE NEANCHE IL NOME DELL’IMPUGNATURA CHE USATE!!! SE VOLETE TIRARE UN TOP SPIN, ALLORA CI VUOLE L’IMPUGNATURA WESTERN!- urlò un ragazzo in piedi cn addosso la divisa scolastica, portava capelli leggermente lunghi e nella mano destra impugnava una racchetta da tennis. Assieme a lui c’erano dei suoi compagni e al centro c’era, ma sembrava non averla notata, una ragazza con i capelli lunghi raccolti in due trecce. “oddio come faccio adesso….spero di scendere dal treno sana e salva” penso la ragazzi con aria preoccupata e spaventata –si afferra il manico della racchetta da sotto e si impugna così, quasi come se si volesse battere le mani…- continuo il ragazzo –tks….quante arie che si da quel ragazzo- borbottò a bassa voce Michela –si hai ragione….- disse Lucrezia –shhhhh…- le azzittì nuovamente Stefania –STUPIDO, QUESTE COSE SONO ALLA BASE DEL TENNIS!!- disse un suo compagno –WOW! SASABE! SEI PROPRIO GRANDE!- disse la ragazza che era assieme a loro. Il ragazzo da allora cominciò a fare delle mosse con la racchetta rischiando di colpire  il viso di quella povera ragazza con le trecce, poi si sentì una voce provenire dalle loro spalle -ehi…state facendo un po’ troppo rumore.- disse un ragazzo dalla bassa statura che si teneva la testa fra le mani - mhp…sbruffone…- disse nuovamente Michela. Il ragazzo, Sasabe, a sentire quelle parole gli cadde per sbaglio la racchetta e si chinò per riprenderla e mentre lo faceva disse –BHAHAHAHA! NON POSSO CREDERCI….UN RAGAZZINO DELLE ELEMENTARI CHE MI FA LA PREDICA!.- disse e mentre la stava per impugnare la racchetta –pin pooooon….stringere la racchetta come se si dovesse raccoglierla da terra….questo è il modo giusto per l’impugnatura western….a proposito….quel “come battere le mani” di cui parlavi prima riguarda l’impugnatura eastern. Un sacco di persone le impara al contrario…- disse risistemandosi il capellino che portava. stazione di seiharudai! Seiharudai!- Sasabe e i suoi compagni scesero dal treno e specialmente lui più tosto imbarazzato e umiliato –CHE FIGURACCIA, SASABE!!!!- disse un suo amico –chiudi quella bocca, siamo arrivati!.- e cosi scesero tutti, anche la piccola ragazza e il ragazzo dal cappello –forza, scendiamo anche noi…dobbiamo seguirlo…- disse Stefania rivolta alle amiche, lucrezia la segui a ruota ma Michela non si voleva alzare dal sedile –e ora che ti prende?..- disse Stefania scocciata –non voglio seguire quel nano….- risposte con voce stufata -….senti non lo seguiamo non potremo ai capire dove diavolo ci troviamo e poi….non potremo vedere i principi….quindi sta a te decidere se rimanere a vita dentro questo vagone o venire con…- non fece in tempo di finire la frase che Michela prese per un braccio e partì a raffica all’inseguimento del ragazzo con il capello –PRINCIPI STO ARRIVANDO!!!!- si trovavano all’entrata della stazione, cera molta gente e il ragazzo non si fece più vedere –dove sei, dove sei, dove sei!!!!- bisbigliava Michela guardandosi attorno, anche le due amiche si guardavano attorno e Stefania individuò la ragazza con le trecce appoggiata ad una colonna. “forse…” –venite!- disse trascinando le due ragazze verso la piccola ragazza, si nascosero e la spiarono, a quel punto apparve il ragazzo-capellino che sembrava essersi perso tanto quanto le tre amiche. Si avvicinò alla ragazza e gli domandò –ehi…da che parte è il tennis garden kakinoki?.- -a….anch’io sto per andare proprio li. Partecipi al torneo? Io…e la prima volta che assisto a un torneo di tennis e….- -….e allora da che parte sta?.- disse scocciato, intanto, le tre ragazze –ooooooh sta per nascere una storia d’amore!!- disse Lucrezia con gli occhi che gli brillavano –si aspetta e spera…- dissero Stefania e Michela –eh? Perché sono una coppia perfetta!!!- -si si…..- disse Michela -…ah…scusami tanto….all’uscita sud e poi continua sempre dritto, non ti puoi sbagliare.- poco dopo il ragazzo con il cappellino se ne andò e le tre uscirono allo scoperto –andiamo..- disse Stefania andando alla direzione opposta indicata da quella ragazza –ma….lui va di la….- disse Lucrezia, - lo so….ma dato che io conosco quella ragazza, ha dato le indicazioni opposte…- -ah….ok- cosi le tre amiche uscirono dalla stazione e in poco tempo arrivarono ai campi –PRINCIPI!!! DOVE SIETE!!!- -hem non credo che qui ci siano loro….- disse Stefania rivolta a Michela –uffa…ma io gli voglio vedere….- -ho capito ma non siamo nella loro scuola….- -guardate, ma quello non è lo sbruffone del treno?- disse Lucrezia indicando un ragazzo che stava giocando con capelli lunghi, e si era proprio Sasabe – GAME, SET, MACH. VINCE SASABE 6-0. –disse l’arbitro –wow Sasabe sei forte!!!- disse un suo amico –era un gioco da ragazzi..- disse asciugandosi il sudore –gia, ma chissà cosa faresti se come avversario avessi avuto quel ragazzino del treno.- -mhp….logico…..lo stracerei come un moscerino HAHAHAHA!!- -sbruffone….- disse Stefania dall’altra parte della recensione –dai andiamo avanti…- disse Lucrezia. Le tre ragazze girovagarono ancora per un po in questo campo, si fermavano a vedere i ragazzi che giocava e poi proseguirono -…..ma quello….hey Stefania quello sdraiato sul prato non è quel ragazzo che stavamo seguendo?..- domando Lucrezia -?...si è lui….oh…- a quel punto apparve anche la ragazza di prima dai lunghi capelli castani, si avvicinò al ragazzo e cominciò a scusarsi del fatto di averle dato delle indicazioni sbagliate. Dopo di che i due si misero seduti accanto ad un distributore a bere qualcosa, Stefania e company erano nascoste dietro le aiuole – ma perché ci stiamo nascondendo di nuovo?- disse Michela –zitta….vediamo…- intanto –scusami…non mi ero accorta di non avere abbastanza soldi…hai dovuto pagare tutto tu….- disse la ragazza dispiaciuta –ehi….non è quel ragazzino del treno?.- disse un ragazzo –ah! Sasabe!!!- disse Lucrezia “oddio! Ma sono quelli di stamattina sul treno!!” penso la ragazza. Sasabe con un ghigno si avvicinò al ragazzo e con una mossa per poco non gli dava la racchetta in faccia ma si fermò e il ragazzo sembrava che non avesse paura –per un pelo….- disse Lucrezia –vai Sasabe!! Ammazzalo! Squartalo! Staccagli la testa!!- -MICHELA!!!- -che c’è?...- -la vuoi far finita? Abbiamo capito che lo odi!!!- - ok ok….- Sasabe se ne stava andando ma per sbaglio si scontrò cn la ragazza che gli rovescio addosso la bibita –EHI! MI HAI VERSATO QUELLA ROBA SCHIFOSA SULLA MAGLIETTA! ADESSO SONO TUTTO APPICCICOSO PER COLPA TUA! COSA PENSI DI FARE BRUTTA SCEMA? AL CONTRARIO DI QUEL RAGAZZINO, HO ANCORA DEI MATCH DA SOSTENERE PRIMA DELLA FINALE!.- disse –mi, mi dispiace…- cercò di scusarsi la ragazza ma il “ragazzo-cappello” gli buttò totalmente la bibita e disse –se ti sei ricordato l’impugnatura…perché ora nn mi insegni un po’ di tennis?-. le tre amiche assistevano alla scena, nascoste dietro i cespugli. Dopo un po’ Stefania si alzò –dai ragazze andiamo, tanto qui so già chi vincerà- -e chi?- domandò Lucrezia –il ragazzo con il cappello…- -e te pareva!- esclamò Michela scattando in piedi. Cosi le amiche si allontanarono dai campi.

 

Passarono la giornata per le vie di Tokyo a guardare le vetrine. –non posso crederci! Sono a Tokyo…questa è la prova che i sogni si avverano!- esclamò Michela con gli occhi che brillavano –hai perfettamente ragione!- disse Stefania –emh…ragazze, non vorrei rovinare questo momento di gioia…ma non abbiamo pensato a dove dormire…- disse Lucrezia, -è vero…prese dalla foga di essere a Tokyo non abbiamo ancora cercato un posto dove alloggiare- -che facciamo?- -potremo cercare un albergo a basso costo…- propose Michela –e con quale soldi?- -ma i tuoi Stefy!- -a ecco…-.

Le ragazze si misero alla ricerca di un albergo economico, camminarono per ore ma non trovarono nulla. –uffa!! Ma dove sono finiti tutti gli alberghi!- Michela cominciava a perdere la pazienza. Lucrezia notò che non molto lontano da loro c’era un chiosco di giornali –prendiamo una cartina, potrebbe esserci utile- -si, aspettate qui che vado a comprarla- disse Stefania. Poco dopo tornò con la cartina. Trovarono una panchina e si sedettero, Stefania apri la cartina e si misero ad osservarla. –ma che è sta roba! Non si capisce nulla!- disse Michela. Dopo circa un ora che controllavano la cartina, arrivarono alla conclusione che nella zona dove si trovavano non c’erano alberghi e quindi dovevano spostarsi più a nord. Vagarono per Tokyo, per altre due ore, il sole ormai era tramontato –che facciamo? ormai è quasi buio!- -continuiamo a cercare!-. Finalmente davanti a loro apparve come per miracolo un albergo, e anche economico!. –non ci credo…- -dai andiamo!!- si fiondarono dentro….

 

Dopo aver fatto l’accettazione, a nome di Stefania perché era l’unica a possedere la carta di identità poterono finalmente salire nella loro camera. Non era molto grande, aveva tre letti un piccolo tavolino con cinque cuscini intorno, un armadio e un piccolo bagno. –ma è minuscola!- disse Lucrezia –e cosa ti aspettavi? È un albergo a due stelle!- -non lamentiamoci poteva andarci peggio!-. Lucrezia andò in bagno, poco dopo lanciò un urlo e Michela e Stefania si precipitarono da lei –Lucry! Stai bene?- -s…si…ma guardate lo specchio!-. Le due ragazze entrarono nel bagno e guardarono lo specchio, rimanendo a bocca aperta…ancora una volta invece del loro riflesso c’era quello delle  tre ragazze, che avevano visto nel bagno dell’aeroporto. –ancora loro!- esclamò Michela facendo un salto indietro, la ragazza con i capelli più corti fece lo stesso. Michela iniziò  a fare delle smorfie e ogni volta la ragazze la copiava alla perfezione. –Michela falla finita! Quella sei tu!- disse Stefania –se quella è Michela…io chi sono?- Lucrezia alzò un braccio e la ragazza con i capelli di media lunghezza fece lo stesso –trovata…-. A quel punto rimaneva solo la ragazza coi capelli lunghissimi –e questa dovrei essere io…-.

Tornarono in camera e si sedettero intorno al tavolo –quindi non solo capiamo, e parliamo il giapponese…ma abbiamo anche cambiato aspetto!- -e allora perché io a voi vi vedo con il vostro vero aspetto?- chiese Lucrezia –quindi noi ci vediamo con il nostro aspetto reale…mentre gli altri ci vedono con un altro aspetto- -ma allo specchio ci siamo viste con il nuovo aspetto!- -forse stiamo subendo una specie di trasformazione…presto ci vedremo anche noi con il nostro nuovo aspetto-. Rimasero a pensare per un po’, alla fine però la stanchezza iniziò a farsi sentire e andarono a dormire.

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Capitolo 3
*** Genius 3: iscrizioni alle scuole!! ***


Era una giornata come tutte le altre, soleggiato, secco e freddo. Era arrivato l’autunno e le ragazze erano rimaste con abiti estivi e -FUORI DAL MIO ALBERGO!! È Più DI UN MESE CHE STATE QUI!!! VIA!!!- -uff che modi!....- disse Michela –avanti non fare cosi….forza…andiamo ad esplorare ancora un po la città….magari facciamo un salto a qualche scuola….dopo tutto, è gia Settembre e credo che siano gia cominciate….- disse Stefania più tosto pensierosa –si ma….se sono cominciate noi cosa facciamo? ci giriamo i pollici?- domando Lucrezia –bhe no….casomai cerchiamo anche noi di andare a qualche scuola…- -cosa!? Dobbiamo andare anche qui a scuola!!!- -e si ci tocca!- -uff e io che credevo che stessimo in vacanza….- disse Michela con il morale a terra –su non fare quella faccia! Vedrai che andrà bene- e cosi le tre amiche si incamminarono alla ricerca di qualche scuola per loro e infatti poco dopo ne trovarono una. Stefania si avvicinò alla targa per vedere come si chiamava e  rimase stupita -...che hai Stefy? Cosa ce scritto?- chiese Michela curiosa -….Seishun….Gakuen……- -…….- sia Stefania che Michela, rimasero pietrificate da quel nome ma Lucrezia invece era confusa -….che cos’e Seishun Gakuen?....- -è una scuola…-  disse Michela-….dove ci studiano dei strafighi- terminò la frase Stefania . Le due si guardarono e dissero –pensi anche tu a quello che penso io?- -certo che si Sorella!!- -e allora che aspettiamo!- le due ragazze entrarono immediatamente nella scuola lasciando sola Lucrezia –ehi!! Aspettatemi!! Non lasciatemi qui!!-. Rimasero per un ora li dentro -uffa!! Possibile che anche se veniamo qui non li vedrò mai!!! Senti un po ma sei sicura che questo sia il Seishun Gakuen? Non è che hai letto male!!!- disse Michela più tosto arrabbiata –se non ci credi esci e vallo a leggere tu stessa!- -certo che questo è il Seishun Gakuen…- disse una voce alle loro spalle. Si girarono ed era un ragazzo con in braccio uno scatolone con degli addobbi all’interno. Stefania e Michela  lo guardarono dalla testa ai piedi e avevano un viso sbalordito –visto! Ce lo dice anche un ragazzo che ci studia!....ragazze?- disse Lucrezia -non ci credo…- -….nemmeno io…..- -?....siete delle matricole?- domandò il ragazzo –bhe ecco non è che stanno cosi le cose è che…..- -IO MI VOGLIO ISCRIVERE IN QUESTA SCUOLA!!!- disse Michela con un braccio alzato –oh! Mi fa piacere!! Ah non mi sono presentato, io sono Momoshiro Takeshi ma se vuoi puoi chiamarmi Momo- disse con un sorriso –o io sono….ecco…..io sono….- -………- -hem….hem…..CHIAKI YAMAGUCHYA- disse Michela –come?!- dissero a l’unisono Stefania e Lucrezia –mentre loro sono…..Sanako Shiotani…- indicando Stefania -….e lei….Arisa Ezakiya- indicando Lucrezia -….scusa un momento, devo parlare con “CHIAKI”….- disse Stefania prendendo l’amica e trascinandola lontana da Momoshiro –come ti è saltato in testa!.....io non mi chiamo Sanako!- -e io allora? Mi sono data il nome Chiaki e un cognome stralungo!!!- -….Arisa….Ezakiya….MI PIACE!- disse Lucrezia compiaciuta –e?...ma tu non ti chiami cosi!!- -e allora? Se per questo non dovrei nemmeno avere questo aspetto!- -brava Lucrezia!!! Vai cosi!!!-  incoraggiamento da parte di Michela/Chiaki -….si ho capito però….noi non dovremmo nemmeno stare qui…potremo creare dei problemi in questa storia!....- -e allora? Perché  devi fare tanto la problematica….e poi hai detto che lo desideravi e allora?- disse Michela –si ma non credevo che un mio desiderio si sarebbe avverato!- -bhe spiacente ma ci potevi pensare prima! Ormai stiamo qui e ci dobbiamo divertire! E come hai detto tu qui ci sono degli strafighi e bene io voglio vederli!- disse Lucrezia –accidenti non mi ti ci facevo cosi decisa- disse Michela –grazie…- -…..e va bene….e sia….ma… - -…ma?...- -ci dobbiamo trovare un alloggio altrimenti dove andiamo a dormire sotto i portici?.....e poi quando siamo fuori in giro ci dobbiamo chiamare per i nostri nomi d’arte e no reali intesi?- disse Stefania –ricevuto capitano!...- -ok…allora….- le tre ragazze tornarono da Momoshiro che le attendeva –dunque dove eravamo rimaste?- -alle presentazioni…credo..- -a si giusto…bhe dato che io e la mia amica Sanako volevamo iscriverci qui…- -no no frena frena…. Io non ho detto di volermi iscrivere qui!- -o si che lo farai veeeeeeeero?- disse Michela con occhi dolci –spiacente ma con me quella tattica non funziona….- -accidenti….- -senti….non è meglio se ognuna va per la  propria strada? Magari io trovo una scuola che mi piace di più…senza offesa Momoshiro…- -tranquilla….- rispose il ragazzo con un sorriso -…..dopo, se te ed io ci troviamo in uno stesso luogo assieme….ci partono i cinque minuti capisci no?- -ma io…credevo che volessi stare con me!...- disse pianiungolando – si ho capito ma forse è meglio se ci separiamo…e poi tanto ci vedremo tutti i giorni no? perciò ognuno per la sua strada.- fini di parlare Stefania  -bhe ora che vi siete chiarite, forse è meglio se la tua amica si vada ad iscrivere dato che oggi è l’ultimo giorno di iscrizione se no si perde la festa di benvenuto ai nuovi…e non credo che lei la voglia perdere- disse Momoshiro –sul serio!! Allora che aspettiamo!!- cosi, Momoshiro portò le ragazze nella sala professori –bene, ci dovrebbe essere qualcuno…- disse il ragazzo –ok!!! Fra qualche instante io sarò una studentessa del Seigaku!!!- disse Michela entusiasmata -….come conosci l’abbreviazione della scuola?- disse Momoshiro confuso, Stefania si portò una mano in fronte e disse a bassa voce –che imbranata…- -hem…ho tirato ad indovinare hehehe….ora vado!- aprì la porta ed entrò. Trovo un solo professore seduto leggendo qualche rivista, si direbbe che sia una donna con lunghi capelli raccolti su una coda da cavallo più tosto anziana; portava una tuta viola e dava le spalle alla ragazza. –hem…mi scusi…io mi…- -si?- la signora si girò verso di lei “toh, il coach della squadra…bhe tanto vale..” -….volevo iscrivermi in questa scuola. È ancora possibile?- -certo!....allora….- la professoressa prese dei fogli e una penna -….dimmi il tuo nome cara…- -mi chiamo Chiaki Yamaguchya….- -ok….anni?...- “o no….mi ero dimenticata che loro qui sono più piccoli di noi!...e se invece non fosse cosi?...beh tentar non nuoce…” pensò Michela -….16…ma ne devo compiere 17  a novembre…- -….ok….data di nascita?- “no non ci credo!! Allora è una scuola superiore!! Menomale!!” -…..2 novembre 1990…- -ok…dove che abbiti?- “ok ora sono fregata!! E mo che mi invento?” -….hem…ecco vede…il fatto è che….ci siamo appena trasferite io e le mie amiche e dobbiamo ancora cercare una casa…- -ah….ok almeno mi potresti dare il numero di telefono de tuoi genitori?- “ma perché queste domande complicate!!!” –hem…un..- -un altro problema vero?-  disse la professoressa –si…ecco io mi sono trasferita sola con le mie amiche….i nostri genitori vivono in….- -in?...- -…in Italia….- -……..- la professoressa rimase di stucco e con aria curiosa disse –e che ci fanno tre ragazze adolescenti a Tokyo? E per di più sole senza una casa?- “me lo chiedo anche io…” –il fatto è che abbiamo avuto dei problemi con i nostri genitori e abbiamo deciso di venire a vivere qui….lontane da tutti…- -bhe questo non si fa! Ma almeno lo sanno?- “bho!” -…si…e ce lo hanno concesso….- -ma che razza di genitori avete a che fare!!!- -…….- -bhe va bene cosi….mi basta solo sapere il tuo nome….per la via di casa tua, fammelo sapere appena hai trovato casa assieme alle tue amiche…ti assegno alla seconda H….- -grazie mille…- Michela fece un inchino e si avviò verso la porta ma venne fermata –senti!- disse la professoressa -….si?- “e ora che altro?” -…a te piace lo sport?- -…..si….?- -dimmi, quale sceglieresti tra questi tre: basket, tennis o baseball?- -……..- “bhe dopotutto a me piace di più il basket ma….dato che mi trovo nel mondo di prince of tennis…e lei è il coach di loro….tanto vale non contraddirla” -…..il tennis….- rispose Michela, la professoressa fece un sorriso e poi disse –bene ora puoi andare….- -grazie ancora professoressa Ryuzaki.- fece nuovamente un inchino e uscì dalla stanza -…..un momento io non gli ho detto il mio nome....o forse si?- disse la prof dubbiosa. Attraversò la porta e trovò le sue amiche e Momoshiro –fatto….- Stefania la guardava con un aria un po’ strana, diciamo arrabbiata –che…che ce?...- -genitori….casa…..problemi….- -ah…hai sentito e….hem….poi ti spiegherò…- -credo proprio di si- disse Stefania –bene! Ora che sei una studentessa del Seishun Gakuen…che ne dici di aiutarci a preparare la festa?- -certo!!...- -bene allora dato che tu sarai occupata qui, noi andiamo alla ricerca di altre scuole…- disse Stefania –eh? E mi lasciate qui da sola?- -o ma non sei da sola, ce con te Momoshiro…- disse Lucrezia –ok, ci vediamo più tardi- cosi le due ragazze uscirono dalla scuola lasciando sola a Michela. Fuori dalla scuola –ah! Dimenticavo!- Stefania tornò d’avanti all’insegna della scuola e rilesse quello che c’era scritto sopra per l’ennesima volta -….scuola superiore Seishun Gakuen… perfetto!- -cosa è perfetto?- domando Lucrezia –bhe, dato che nel fumetto loro sono dei ragazzi delle medie qui sono diventati delle superiori… - spiegò l’amica –e quindi?- -quindi tutti i ragazzi che andremo ad incontrare hanno la nostra età!- -wow!! Meglio per noi vero?- -sisi!! Presto andiamo nelle altre scuole!!!- e cosi le due si dirigono verso una fermata dell’autobus.

 

Per strada -dici, abbiamo fatto bene a lasciarla sola?- domandò Lucrezia –fidati fidati….se la sa cavare molto bene…e poi con lei ce Momoshiro, può anche essere che incontra qualcun altro….oh l’autobus! Avanti prendiamolo!- le due ragazze salirono sull’auto e presero posto. Lucrezia si mise accanto a un ragazzo che non si capiva molto bene in che posizione stava e Stefania dietro di lei, accanto ad una signora. Ad un tratto l’autobus frenò all’improvviso e il ragazzo che era accanto a Lucrezia andò a sbattere contro il finestrino, emettendo uno strano verso. Lucrezia lo fissò spaventata, poi allungò un braccio verso l’amica –Stefy…- la chiamò sottovoce –che c’è?- -qu…questo qui…è strano, mi fa paura!- disse Lucrezia stringendogli il braccio. Approfittando del semaforo rosso, Stefania si alzò e si avvicinò al ragazzo, a causa della strana posizione in cui stava le era impossibile vederlo in viso, si accorse però che ai suoi piedi c’era una borsa da sport e su uno dei lati era scritto un nome. Stefania si sporse per leggerlo -Kiri…- la ragazza si copri la bocca con le mani, fissando il ragazzo stupita –hara…- completò la frase con un filo di voce. IL ragazzo sentendosi chiamato si girò verso di loro aprendo gli occhi –chi mi ha chiamato?- chiese fissandole con uno sguardo assonnato -siamo spiacenti, non volevamo svegliarti- disse Lucrezia, -non importa, anzi vi ringrazio di avermi svegliato se no avrei perso la fermata- disse lui sorridendo, a quel sorriso Lucrezia arrossi e si girò da un'altra parte -come fate a sapere il mio nome?- domandò il ragazzo -emh…l’ho letto sulla tua borsa- rispose Stefania -beh…voi sapete il mio nome, ma io non conosco voi- disse il ragazzo –io sono Sanako Shiotani- rispose Stefania -e io sono Lucr…- Stefania mise una mano davanti la bocca dell’amica prima che terminasse la frase -lei è Arisa Ezakiya- si affrettò a dire -esatto mi chiamo cosi- disse Lucrezia -a quale fermata dovete scendere?- le ragazze si fissarono per un attimo, senza sapere cosa dire, alla fine fu Stefania a rispondere -veramente non siamo a Tokyo da  molto, e ancora non conosciamo bene le vie, oggi è il nostro ultimo giorno per iscriverci a scuola, per ora ne abbiamo già visitata una ma volevamo vedere le altre- -allora permettetemi di consigliarvi il Rikkai Daikaku Fuzoku…meglio conosciuto come il Rikkai Dai, che poi sarebbe la scuola del sottoscritto!- disse il ragazzo battendosi una mano sul petto -d’accordo terremo a mente il tuo consiglio, grazie- disse Stefania, mentre Lucrezia si limitò a sorridere. In quel momento l’autobus stava passando in una via particolarmente curata, con i marciapiedi larghi e gli alberi pieni di foglie. Senza sapere perché Stefania decise che quella sarebbe stata la loro fermata -è stato un piacere conoscerti Kirihara- disse alzandosi e prendendo per un braccio Lucrezia -eh? Ma che già scendiamo?- domandò Lucrezia senza riuscire a nascondere una nota di dispiacere, fosse stato per lei infatti avrebbe continuato a stare su quell’autobus accanto a quel ragazzo dal sorriso che l’aveva conquistata. -si, questa è la nostra fermata- -spero di rivedervi presto, e ricordate il Rikkai Dai è la migliore scuola- disse Kirihara, poi tornò ad appoggiarsi contro il vetro e poco dopo si riaddormentò. Le ragazze aspettarono che l’autobus si fermasse e poi scesero. Lucrezia segui con lo sguardo il mezzo che si allontanava, gli occhi fissi sui capelli di Kirihara mossi dal vento che entrava dal finestrino, poi quando era diventato un puntino nero in lontananza si voltò verso Stefania - non c’è dubbio, il Rikkai è la scuola a cui mi iscriverò- disse con una sicurezza che Stefania non le aveva mai visto prima,-va bene, allora dopo ti ci accompagno, però il Rikkai si trova in un’altra città…- -non importa, per me può pure trovarsi in Siberia, io ci vado comunque- -come preferisci- -a proposito come mai siamo scese qui?- -non lo so…mi piaceva questa strada- disse Stefania alzando le spalle -beh…non rimaniamo ferme qui- -hai ragione, andiamo-. Le ragazze cominciarono a camminare, Stefania si guardava intorno ammirata, non aveva mai visto una via cosi curata, in Italia se le sognavano. Ad un tratto Lucrezia si fermò e Stefania che era rimasta indietro le andò a sbattere contro -ahi…perché ti sei fermata?- -guarda…quella non ti sembra una scuola?- Stefania guardò oltre la spalla dell’amica, e vide una scuola…ma non una qualunque, era la più bella scuola che avesse mai visto. -Stefania…- Lucrezia tentò di chiamare l’amica che era rimasta imbambolata a fissare la scuola -terra chiama Stefy…- Lucrezia la scrollò per un braccio, dopo un po’ la ragazza sembrò riprendersi da una specie di trans -alleluja!, ben tornata fra noi!- disse Lucrezia, Stefania si voltò a guardarla con uno strano sorriso, -va tutto bene?- -Hyotei…- -che?- -Hyotei…Gakuen- -ok…e allora?- -l’ho trovato!! MUHAHAHAHAHA!- Lucrezia fissò l’amica terrorizzata -e ora…PRINCIPI ASPETTATEMI!!- disse correndo verso la scuola, o meglio saltellando come se fosse in un campo di fiori, mentre intorno erano sbucate da non si sa dove delle bolle dai mille colori. Un grosso gocciolone comparve sulla testa di Lucrezia, che fissò a bocca aperta l’amica dirigersi saltellante verso la scuola. Quando si fu ripresa si affrettò a seguirla. Non appena entrarono nella scuola un forte profumo di fiori le colpì -mmh…che dolce fragranza- disse Stefania traendo un profondo respiro. -certo che questa scuola, è davvero bella!- disse Lucrezia -e lo so…è il Hyotei Gakuen!, dai andiamo!- disse tirando Lucrezia per la manica, seguirono la scia di profumo lasciata dai fiori e arrivarono alla palestra -credi che possiamo entrare?- domandò Lucrezia -io dico di si- disse Stefania aprendo la porta. L’intero pavimento della palestra era ricoperto da petali di rosa. Ovunque erano appesi festoni che riportavano la scritta “HYOTEI GAKUEN”. In alto al centro del soffitto c’era una specie di grande pallone colorato. Stefania avanzò verso il centro, all’improvviso una valanga di petali piovuti dal soffitto la sommerse. -aiuto! Non vedo nulla!- disse la ragazza agitando le braccia, all’improvviso senti qualcuno poggiarle una mano sulla spalla -va tutto bene?- Stefania alzò lo sguardo, davanti a lei c’era una ragazzo dai capelli neri e un neo sotto l’occhio –stai bene?- ripete il ragazzo -s…si grazie…- balbettò Stefania –su alzati- disse porgendole la mano, dopo un momento di esitazione Stefania posò la sua mano su quella del ragazzo. -mi spiace, avrei dovuto avvertire prima di aprire il pallone che conteneva i petali- disse il ragazzo -non importa…-, il ragazzo allungò una mano verso il viso della ragazza, che senza volerlo arrossi, ritraendosi un poco, -stai tranquilla, volevo solo toglierti questo…- disse passandole le dita tra i capelli e togliendole un petalo di rosa. –grazie…- disse Stefania abbassando lo sguardo –con permesso…ora devo tornare a occuparmi della festa, disse facendo un inchino e allontanandosi, poi però tornò a fissare Stefania che era rimasta immobile dove l’aveva lasciata -potrei sapere il tuo nome?- -….Sanako Shiotani…- rispose la ragazza –è stato un piacere conoscerti Shiotani, io sono Atobe Keigo- disse poi si allontanò, “non posso crederci…ho conosciuto il grande Atobe!”. Lucrezia apparve a fianco dell’amica -ma dove eri finita?- le chiese Stefania -ero davanti alla porta a gustarmi la scena…dimmi è la nascita di una nuova storia d’amore??- a Lucrezia brillavano gli occhi - ma te stai in fissa co sta cosa?!- -allora è lui il famoso Atobe di cui mi avevi parlato quando stavamo su msn…- -e già…- -e immagino che tu voglia iscriverti in questa scuola…- -ah ah….- -bene! Per tua fortuna so già dove si trova l’aula iscrizioni- Lucrezia prese Stefania per un braccio e la trascinò fuori dalla palestra. - eccoci arrivate, ora devi solo entrare- disse Lucrezia fermandosi davanti ad una porta, Stefania non se lo fece ripetere due volte. Una volta dentro vide un uomo che seduto su una sedia girevole le dava le spalle, la ragazza osservò il modo elegante in cui era vestito, “non è possibile è…” l’uomo si voltò -buongiorno- “il coach Sakaki!” -emh buongiorno…- -desideri qualcosa signorina?- -emh si…vorrei iscrivermi a questa scuola- -ottima scelta! Mi dica il suo nome- -Sanako Shiotani-. Poco dopo la ragazza usci reggendo in mano una busta -allora, come è andata?- -sono a tutti gli effetti una studentessa del Hyotei Gakuen!- rispose con un sorriso radioso -in che sezione stai?- -mi pare 2°B- -ok….adesso andiamo!- -dove?- -come dove?? Al Rikkai no?- -ah è vero!, va bene andiamo-. Le due ragazze uscirono dalla scuola, ma mentre stavano attraversando il cortile Stefania senti il familiare rumore provocato dalla pallina che rimbalza sulla rete della racchetta. -aspetta un momento ti prego!- disse fermando l’amica -che c’è?- -i ragazzi si stanno allenando…voglio vederli!- -e va bene! Ma sbrigati io ti aspetto qui-. Stefania corse nella direzione da cui proveniva il suono, che man mano che si avvicinava si faceva sempre più forte ed insistente. Quando arrivò davanti al campetto, per lei fu come se fosse giunta in paradiso, tutti i ragazzi del Hyotei si stavano allenando, praticamente volando si avvicinò alla rete. “sono bellissimi….”. Fosse per lei sarebbe rimasta li a vita, ma Lucrezia la stava aspettando, cosi seppur controvoglia si costrinse ad allontanarsi dalla rete. Quello che non aveva notato era che i ragazzi si erano accorti di lei, e ora la fissavano mentre si allontanava -chi era quella?- chiese un ragazzo basso coi capelli a caschetto rossicci -boh! Però non aveva la divisa- gli rispose un ragazzo con i capelli corti e un cappello blu.

Stefania tornò dall’amica -eccoti! Dai andiamo!- Lucrezia la prese per mano e cominciò a correre verso la fermata. Salirono nuovamente sull’autobus. Venti minuti dopo non erano ancora arrivate -ma dove si trova sta scuola?- Stefania se ne stava con la testa appoggiata contro il vetro. -non ne ho idea, ma per me può trovarsi pure in Alaska…- -non era in Siberia?- -fa lo stesso!-. Mezzora dopo…sull’autobus c’erano solo loro, -tra un po’ scende pure l’autista!- esclamò Stefania –oddio non è che stiamo andando veramente in Antartide?- -Antartide?, non era l’Alaska?- -insomma quello!-. –ultima fermata!- annunciò l’autista, le ragazze si guardarono -scendiamo!-. Una volta sul marciapiede si guardarono attorno -strano…non mi sembra Tokyo- disse Lucrezia –meglio! Il Rikkai non si trova a Tokyo- -allora siamo sulla buona strada-. Le ragazze sentirono il suono di una campanella -veniva da quella parte!- disse Lucrezia cominciando a correre -ehi aspetta!-. -ecco la vedo!- -Lucri……..sono le elementari- -ah…va beh proseguiamo-. Altra campanella -da quella parte! Ora sono sicura che è quella giusta!...- -medie…- -uffa….eh? l’ho sentito di nuovo veniva da quella parte! Adesso non c’è dubbio, deve essere quella giusta!- -ups…università!- -non ci credo…- altro suono di campanella -speriamo che sia la volta buona!-. Finalmente trovarono il liceo del Rikkai -alleluja!- Lucrezia era in ginocchio con le braccia rivolte verso il cielo mentre una luce dall’alto la illuminava e in sottofondo un coro di angeli. Stefania la guardò stupita -possiamo andare?- -si!- Lucrezia si tirò su si sistemò i capelli si diede una specchiata al finestrino di un auto  -bene! Entriamo!-. Una volta dentro notarono che non c’era nessuno, ne in cortile ne all’interno della scuola -eh??? Ma dove sono i ragazzi!, dov’è il principe azzurro sul cavallo bianco!- -Lucrezia…ora non esagerare!- -giusto…cerchiamo la sala iscrizioni-. Alla fine la trovarono in fondo ad un corridoio. Lucrezia entrò e poco dopo riuscì tenendo anche lei in mano una busta -ti hanno dato anche a te la divisa?- -e si!, e sono stata assegnata alla 3°A- -bene, e ora che facciamo?...- domandò Stefania -bhe….potremo fare un giro per la scuola, dopo tutto non ce nessuno…- - hai ragione, andiamo- cosi le due girovagarono dentro la scuola. Dopo 15 minuti -bene, ora ke abbiamo visto l’interno…ora tocca l’esterno!!!- - mi sembra logico.- cosi uscirono da li e si diressero verso il cortile e raggiunsero i campi da tennis, qui trovarono un ragazzo che si stava allenando da solo e due suoi coetanei che assisteva al suo allenamento. Uno aveva la carnagione scura e non aveva i capelli, quello che gli stava accanto era più basso, e aveva i capelli corti rossicci e masticava una gomma, quello che si stava allenando era il ragazzo di prima sull’auto…Kirihara. -uffa, per quando ancora dobbiamo aspettare?- domando il pelato -….non lo so….dipende da quanto ci mettono a portare la roba…- rispose il rossiccio -….invece di stare li senza far nulla, perché non giocate una partita con me?- disse Kirihara fermandosi - no grazie!- dissero a l’unisono i due. - visto, ce il tuo “principe azzurro” ma il cavallo non ce…- disse Stefania con un po di sarcasmo - e chissene del cavallo! Basta che ci sia il principe!- -?....eh?....OI!!! CIAO!!!!- Kirihara si avvicinò contento verso le due ragazze –ciao…- salutarono entrambe -allora, avete deciso di scrivervi in questa scuola?- disse il ragazzo con gli occhi che gli brillavano - bhe a dir il vero…solo lei si è iscritta qui…- disse Stefania riferendosi all’amica -a…e tu dove ti sei iscritta?- disse curioso –hem….al….Hyotei Gakuen ^^- -……………..- silenzio -ehi Kirihara, chi sono queste ragazze?- disse il rossiccio avvicinandosi a lui seguito dall’altro ragazzo –o!....vi presento….hem…com’è vi chiamate? Mi sono dimenticato i vostri nomi- disse imbarazzato –io sono Sanako Shiotani e lei è…- -….Arisa Ezakiya piacere….- -io sono Marui Bunta…- disse il rossiccio –e io sono Jackal Kuwabara….- disse l’altro – e io sono…- -…Kirihara Akaya si gia lo sappiamo…- disse Stefania -…hem scusate…- -ma voi che ci fate qui?- domandò Marui – bhe ho accompagnato Arisa qui cosi si sarebbe iscritta a questa scuola….- -ah…..bhe avete fatto in tempo.- -si si….- -oh! Ecco il capitano!!!- disse Jackal, dietro di loro in lontananza cerano cinque ragazzi che si stavano avvicinando a loro. Il primo che stava davanti a tutti ha la corporatura basta ma non tanto e capelli leggermente lunghi color blu scuri, accanto a lui, un ragazzo alto e che portava un cappello nero, dietro invece uno che portava gli occhiali e accanto a lui un tipo più tosto sicuro di se con i capelli bianchi, poi un ragazzo con in mano un squadernino che prendeva appunti. –ci aspettavate da tanto?- domandò il ragazzo dai capelli lunghi – no….sono solo passati 10 minuti…- rispose Marui.- ma loro chi sono?- domandò Lucrezia sotto voce all’amica -loro sono il resto della squadra….se attendi ora si presenteranno…- rispose Stefania. Il ragazzo con il capello fissò le due ragazze con uno sguardo serio che metteva i brividi, infatti questa sensazione la sentì Lucrezia, invece Stefania riusciva a tenergli testa. Si avvicinò a lei e domandò -…chi siete voi?- -io sono Sanako Shiotani e lei è Arisa Ezakiya….- -……- -hem, avanti Sanada non fare cosi sono mie amiche- disse Kirihara -tue amiche? E perché non ce le presenti?- domandò il ragazzo albino -certo certo….allora lei è Sanako Shiotani e lei Arisa Ezakiya- -io sono Yukimura Seiichi piacere di conoscevi…- disse il ragazzo dai capelli blu -……Sanada Genichirou…- -io sono Yanagi Renji- disse il ragazzo con in mano il squadernino -io sono Yagyuu Hyroshi- disse il ragazzo che porta gli occhiali -e io sono Niou Masaharu- disse il ragazzo albino -piacere di conoscervi….- disse Stefania. Le due amiche rimasero per un pò con i ragazzi, poi non volendoli disturbare mentre si allenavano decisero di prendere l'autobus e raggiungere Michela alla sua scuola. Una volta arrivate, videro che nel cortile c'era parecchio fermento, studenti che correvano da tutte le parti tenendo in braccio grossi scatoloni. -ragazze!- Michela corse loro incontro -che succede qui?- domandò Lucrezia -stiamo ultimando i preparativi per la festa di inizio anno- -anche il Hyoutei stava organizzando una festa!- disse Stefania -uffa...ma solo la mia scuola non fa niente!- -alla fine in che scuola ti sei iscritta?- le domandò Michela -al Rikkai...- -è lontana!- -abbastanza...-. In quel momento arrivò Momo, -ciao ragazze- -ciao Momo- -ragazze Momo è stato cosi gentile da ospitarci a casa sua- disse Michela -cosa? sul serio...non vorremo disturbare- -tranquille, però posso ospitarvi solo per tre giorni- -andrà benissimo grazie!-. Finalmente le nostre tre amiche avevano trovato una sistemazione, anche se per pochi giorni.

Purtroppo Momo aveva solo due letti in più, cosi una di loro avrebbe dovuto dormire per terra. -ce la giochiamo a carte!- disse Michela -e va bene-. Si misero sedute sul letto -mi dispiace per voi, ma a carte non mi batte nessuno! ahahahahah!- esclamò Michela. Cinque minuti dopo, -non è possibbile! ho perso!- -mi spiace Michi ma tu dormi per terra- -la mia solita sfortuna...-. -Ragazze scusate, ma passati questi tre giorni...noi che facciamo?- chiese Lucrezia -non vi preoccupate, ho io la soluzione!- disse Michela -davvero?- -si si...ci faremo ospitare da Atobe!- -...........MA TU SEI SCEMA O COSA?!- urlò Stefania -ma non capisci?, Atobe è ricco, non avrà di certo problemi ad ospitarci!- -ma non possiamo andare da lui e dire "scusa Atobe ci potresti ospitare perchè non abbiamo un posto dove andare"!- -certo che no! per questo tu dovrai diventare sua amica!- -fosse facile...- -non mi interessa! devi riuscirci e basta-. Dopo questa breve discussione le ragazze si cambiarono e si infilarono sotto le coperte. Stefania e Lucrezia nel letto, Michela per terra, sopra un piccolo materasso -sto scomoda...- -non ti lamentare è stata tua l'idea di giocarci il letto a carte- le disse Lucrezia. Le ragazze parlarono per un pò, poi tutte e tre caddero in un sonno profondo.

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Capitolo 4
*** Genius 4: primo giorno al Seshun Gakuen! ***


Genius 4: primo giorno al Seshun Gakuen!

 

Finalmente per le nostre tre amiche. era arrivato il primo giorno di scuola. Michela, o meglio Chiaki si alzò di buon umore, pronta ad affrontare il suo primo giorno di scuola. Arrivò a scuola in orario perfetto, e quando ebbe raggiunto la sua classe, apri la porta ed entrò annunciandosi -BUONGIORNO A TUTTI!- disse a braccia aperte, fu accolta da applausi e fischi di approvazione, stava per varcare la soglia quando senti due braccia circondargli i fianchi -buongiorno...amore...- a pronunciare quelle soavi parole era stato niente meno che Fuji, il suo adorato Fuji -oh Fuji...- i loro volti erano a pochi centimetri l'uno dall'altro, le loro bocche sempre più vicine.........-SVEGLIA DORMIGLIONA!!- -AAAAAAAAAAAAH!-. Michela cadde giù dal letto portandosi appresso la coperta -era ora! sono ore che ti chiamo!- la sgridò Stefania -mi sembrava troppo bello per essere vero...- commentò Michela, poi si guardò intorno -ma io non dormivo per terra?...- -no, alla fine Lucrezia ti ha ceduto il suo posto..., senti non mi interessa quello che stavi sognando, anche se posso immaginarlo, però credo che sia meglio che tu vada a prepararti- -perchè che ore sono?- -le 8:15...- -..........COSAAAAAAAAAA??!?!, ma io devo stare a scuola alle 8:30, come faccio a prepararmi in quindici minuti!- esclamò Michela in preda al panico. Dopo di che apri l'armadio e cominciò a tirare fuori tutti i vestiti -io forse è meglio che me ne vado...- disse Stefania aprendo la porta -dove pensi di andare...- Michela la fermò mettendole una mano sulla spalla e parlando con una voce che sembrava venire direttamente dall'oltre tomba, Stefania degluti -i....in...c...cucina...- -risposta sbagliata!, tu ora mi fai la cartella!- Michela lanciò a Stefania la borsa e i libri, poi prese la divisa, perchè solo dopo aver svuotato l'armadio si era ricordata che per andare a scuola serviva la divisa, e si diresse in bagno. Provò ad aprire la porta ma la trovò chiusa a chiave -Lucrezia, sei dentro?- -si- -aprimi per favore!-, poco dopo Lucrezia apri la porta....-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!- -perchè urli?....-. Michela guardò terrorizzata Lucrezia, i capelli scompigliati, la pelle cianotica, profonde occhiaie intorno agli occhi...-no nulla...- -è per il mio aspetto vero?, la mattina sono sempre orribbile- disse Lucrezia. Poco dopo, era tornata la ragazza perfetta di sempre, non un capello fuori posto, trucco perfetto, le occhiaie completamente sparite. -io ho fatto, il bagno è tutto tuo!- disse uscendo sorridente -un giorno dovrò chiederle come fa-. Finalmente anche Michela fu pronta, -Stefania la cartella!- urlò uscendo dal bagno -eccola! e che sia l'ultima volta che te la faccio!- Stefania gliela lanciò dalla camera, Michela l'afferrò al volo e poi corse fuori casa -ciao, ci vediamo questo pomeriggio!-. Fuori trovò Momo ad aspettarla sulla bici -Momo! come mai qui?- -è casa mia questa...- -ah...giusto...- -dai salta su che ti accompagno a scuola- -grazie-.

 

Durante tutto il tragitto Michela rimase in silenzio -ehi Yama, come mai cosi silenziosa?- -oh Momo, sono cosi nervosa....- -tu nervosa?- -si! so che non sembra, ma io sono una ragazza timida e insicura...- -hai paura perchè questo è il tuo primo giorno di scuola vero?- -proprio cosi! e se non dovessi piacere ai miei compagni...- -stai tranquilla ti aiuterò io a relazionarti con gli altri studenti...-. Appena arrivati davanti scuola, -GIORNO RAGAZZI! CHIAKI YAMAGUCIYA è QUI!!- alcuni studendi la guardarono e risero -meno male che era la ragazza timida e insicura...- disse Momo. Un ragazzo rideva coprendosi la bocca con le mani, Michela si voltò a guardarlo e quando riconobbe chi era rimase senza parole -che carina...sei nuova?- le domandò il ragazzo, che altri non era che Fuji "carina...ha detto che sono carina..." -buongiorno Fuji-sempai- disse Momo -giorno Momo, lei è una tua amica?- chiese Fuji, indicando Michela che era rimasta immobile a fissarlo con una faccia da ebete -emh...si- disse Momo agitandole una mano davanti agli occhi -ehi Yama....ti senti bene?- -si......sto benissimo....- disse, e un attimo dopo cadde a terra svenuta. -Yama!- Momo la prese per le spalle iniziando a scuoterla -dai riprenditi!-, anche Fuji si avvicinò a lei -come ti senti?- le disse sorridendole, la ragazza si alzò di scatto -mai stata meglio!-. -buongiorno a tutti!- -buongiorno Eiji- disse Fuji -giorno Eiji sempai- disse Momo -chi è questa ragazza? Niah! com'è carina!- disse Kiku cominciando a saltellarle intorno -emh...piacere io sono Chiaki Yamaguciya- -Yamagu...che?- -ehehehe....va bene anche se mi chiami Yama- -allora felice di conoscerti Yama!- disse il ragazzo stringendole la mano -il piacere è tutto mio!-. -BURNINGGGGGGGG!- "oh no...non ditemi che..." -Yama attenta!- l'avvertimento di Momo fu inutile e la ragazza venne colpita in testa da una racchetta, cadendo nuovamente a terra -è svenuta di nuovo!- -oh...scusate!- -Taka-san, la prossima volta fai più attenzione- disse Fuji -credete che sia ancora viva...- disse Eiji toccandogli la spalla -certo che sono viva...- disse Michela rialzandosi, -mi dispiace, sono desolato- disse Kawamura -non importa, non mi sono fatta niente!- -meglio cosi! io sono Kawamura Takashi!- -piacere, io sono Chiaki Yamaguciya ma puoi chiamarmi Yama!- "dopo la racchetta in testa mi chiedo che altro potrebbe succedermi..." -permesso- qualcuno spinse Michela facendola cadere a faccia avanti, la ragazza si rialzò furiosa -RYOMA ECHIZEN!!- urlò afferrando il ragazzo per il colletto della camicia -QUESTA è LA SECONDA VOLTA CHE MI BUTTI A TERRA! SONO VERAMENTE STUFA! ADESSO TI STRAPPO TUTTE LE OSSA E CI FACCIO UN PUZZLE!- Momo e Fuji intervenirono cercando di dividerli -dai Yama calmati...- disse Momo afferrandola da dietro -NO LASCIAMI! DEVO FARGLIELA PAGARE!- disse agitandosi, Fuji cercò di tranquillizzarla posandole una mano sulla spalla -adesso calmati...- a quelle parole Michela lasciò finalmente andare Ryoma -va meglio?- -si...sono calma...calmissima....MA LO SAREI MOLTO DI PIù SE TU CREPASSI!- riafferrò Ryoma ricominciando a strangolarlo -ferma cosi l'ammazzi!- esclamò Kiku -IN EFFETTI è QUELLO CHE SPERO!-, -cos'è questo casino- una nuova voce giunse alle orecchie di Michela, che per qualche strana ragione senti un brivido dietro la schiena, si voltò lentamente, ritrovandosi faccia a faccia con Tezuka -....buongiorno!- disse lasciando andare Ryoma che subito se ne andò e facendosi da parte, Tezuka la fissò per un attimo poi continuò a camminare. "ecco...ho conosciuto anche il capitano della squadra...ehi! ma manca Kaoru!" pensò voltandosi a destra e a sinistra nel tentativo di scorgerlo -cerchi qualcuno?- le domandò Fuji -beh...in effetti...- disse lei arrossendo -tze...riuscite a fare casino anche di prima mattina- "questa voce....è lui" Michela si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e vide come sperava Kaoru, senza bandana che li guardava con le mani in tasca "oddio! senza bandana è troppo kawai!" -non fare il superiore vipera!- disse Momo, Kaoru nemmeno gli rispose spostando lo sguardo su Michela -chi è lei?- -una nuova studentessa- disse Fuji, -perchè mi fissi?- Michela non gli rispose continuando a fissarlo con un sorrisetto, alla fine il ragazzo infastidito emise il verso per cui era diventato famoso con il soprannome di vipera -psssssssssssss!- -adoro quando fai cosi!- esclamò Michela, prima di svenire di nuovo, Kaoru la fissò leggermente spaventato -ok...dopo la terza volta che sviene, mi sa che è il caso che la portiamo in infermeria- disse Kiku -si...dai tiriamola su- disse Fuji. Cosi Kiku e Fuji accompagnati dagli altri ragazzi portarono Michela in infermeria.

-ohi....che mal di testa...- -ti sei ripresa finalmente- -eh?....-. Michela si guardò intorno, era in infermeria -perchè sono qui?- -ti ci abbiamo portato dopo che sei svenuta per tre volte...- disse Momo -ah...già...- Fuji le si sedette accanto -come ti senti adesso?- chiese premuroso come sempre -bene grazie!- -se stai bene perchè non vieni con noi a fare un giro per le bancarelle?- disse Kawamura -certo!...però avrei un pò di sete...- da dietro Michela sbucò una mano che reggeva un bicchiere contenente uno strano liquido verdastro -prendi pure- -oh grazie!- disse Michela afferrando il bicchiere e avvicinandoselo alla bocca -non lo bere!- Momo gli strappò il bicchiere dalle mani -ehi!- -Inui, come ti viene in mente di dargli uno dei tuoi intrugli!- "Inui..." Michela si voltò verso il ragazzo che le aveva offerto da bere, in effetti era proprio Inui -ciao- disse il ragazzo -ciao...- -sei una nuova studentessa?- Michela annui -mi chiamo Chiaki Yamaguciya, ma come ho già detto agli altri puoi chiamarmi Yama-. Dopo aver fatto le presentazioni anche con Inui, Michela e gli altri ragazzi fecero un giro per le bancarelle allestite nel cortile della scuola. -wow! quanta roba!- esclamò correndo da una bancarella all'altra "strano però non mi ricordavo che nel fumetto a scuola loro ci fossero delle bancarelle....meglio cosi!" -parli come se fosse la prima volta che vedi una festa scolastica- disse Kiku -in effetti...- -vuoi dire che la scuola che frequentavi prima non organizzava feste di benvenuto?- -no- -sai che noia!- -non immagini nemmeno quanto!- i due ragazzi scoppiarono a ridere -sembra che voi due vi stiate divertendo- disse Momo -Yama è uno sballo!- esclamò Kiku -ora non esagerare, sono solo me stessa!-. Mentre osservava una bancarella che vendeva oggettini di legno, lo sguardo le cadde su un oggetto che non era affatto di legno, ma ben si di pelle "un portafoglio..." senza farsi vedere lo prese e lo apri, dentro c'era una carta d'identità, e un pò di soldi -vediamo un pò di chi è...- controllò la carta e con suo grande stupore vide che c'era scritto proprio "Chiaki Yamaguciya" -ok...questa cosa non me la spiego...ma non importa!- disse mettendoselo in tasca -ti piacciono le cose di legno?- Fuji le si era avvicinata -cosa?...oh! si abbastanza- -è vero che sei ospite di Momo?- -si, io e due mie amiche siamo sue ospiti per tre giorni- -e dopo dove andrete?- -a casa di Atobe...- Michela si accorse troppo tardi di quello che aveva detto -come scusa?- chiese Kiku che aveva ascoltato la conversazione -fate come se non avessi detto nulla!- -tu conosci Atobe?- domandò Inui -si...perchè...?- -perchè?- le fecero eco i ragazzi -perchè....una delle mie amiche è sua cugina!- "che cavolo ho detto?!" -aaaaah, ora si spiega!- disse Kiku -eheheheh-.

 

Come primo giorno di scuola non durò molto, e infatti alle 12:00 potevano già uscire. Michela salutò Inui, Kawamura e Kaidoh che non potevano fermarsi e rimase con Fuji, Kiku e Momo. -che ne dite di far fare un giro della città a Yama?- disse Momo, gli altri due approvarono -oh grazie!- esclamò felice Michela. Cosi accompagnata dai ragazzi Michela fece un piccolo tour della città. Ad un tratto passarono davanti un ristorante italiano "allora esiste anche qui" pensò Michela fermandosi li davanti -ti piace il cibo italiano?- le domandò Fuji avvicinandosi "io sono italiana!" avrebbe voluto dire Michela, ma si trattenne e disse -si...abbastanza!- -a me piace molto il cibo piccante- -anche a me!- disse Michela, e su questo non mentiva -davvero? è la prima volta che sento di una ragazza a cui piace il piccante!- Fuji sorrideva felice "quello sorriso mi fa squaiare..." -ehi voi due!- Momo richiamò la loro attenzione -arriviamo!- disse Fuji, e con grande stupore di Michela la prese per mano -cosi non ti perdi- disse continuando a camminare -ah ah...- disse Michela fissando il marciapiede. -vi va un gelato?- chiese ad un tratto Kiku, furono tutti d'accordo. Trovarono una gelateria poco dopo -io vi aspetto fuori- disse Michela -eeeeeeh? ma perchè tu non lo prendi il gelato?- chiese Momo -non mi piace- i ragazzi la guardarano sbalorditi -sei sicura?- le chiese Fuji -si grazie-. Michela aspettò che i ragazzi uscissero dalla gelateria, poi tutti quanti si sedettero su una panchina. Parlarono del più e del meno, e Michela fu subito colpita di vedere che con loro si sentiva a proprio agio, come quando si parla con persone che conosci da tempo -ragazzi siete cosi simpatici! e io sono davvero felice di essere vostra amica!- disse a un certo punto  -niah! che dolce!- disse Kiku abbracciandola "ecco una cosa che Stefy non dovrà mai sapere" pensò Michela -comincia a farsi tardi, forse è meglio che ognuno ritorni a casa sua- disse Momo -hai ragione-. Cosi Michela salutò Fuji e Kiku e ritornò con Momo a casa. -salve ragazze!- disse entrando in camera e trovando le ragazze sedute sui letti, Lucrezia aveva una faccia al dir poco sconvolta -ciao Michela!- disse Stefania -ciao...- -come mai quella faccia triste Lucri?- chiese Michela sedendosi accanto a lei -perchè al primo giorno di scuola abbiamo già cominciato a studiare!- rispose abbattuta -davvero? da me invece è stata un intera giornata di festa!- Lucrezia scoppiò a piangere -Michela!- la rimproverò Stefania -ups...dai scusa, te invece?- chiese rivolta a Stefania -da me per mezza giornata abbiamo avuto la festa e poi le lezioni- -ah...senti...io ho detto hai ragazzi che tu sei...lacuginadiAtobe- -.....come?- -che sei la cugina di Atobe...- -non ho sentito bene...- -HO DETTO AI RAGAZZI CHE TU SEI LA CUGINA DI ATOBE!- -.....MA CHE TI FUMI LA MATTINA! COME DIAVOLO TI è VENUTO IN MENTE DIRE UNA FESSERIA SIMILE!- urlò Stefania -e scusa! ma i ragazzi mi stavano facendo il terzo grado e alla fine mi è uscito fuori!- Stefania si passò una mano sul volto -ma come devo fare io con te...- -mi sembrava strano infatti che fosse vero- Momo era comparso sulla porta e aveva sentito la discussione delle due ragazze -mi dispiace di aver mentito...ma non sapevo che dire!- disse Michela -tranquilla, non è nel mio interesse sapere se Sanako sia o no la cugina di Atobe- -grazie Momo- disse Sanako -di nulla, vi chiamo appena è pronta la cena- disse chiudendo la porta.  Quella sera Momo ordinò del sushi da Kawamura. Dopo cena le ragazze andarono in camera, loro questa volta toccò a Stefania dormire per terra, avevano infatti deciso di fare a turno.

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Capitolo 5
*** Genius 5: primo giorno al Hyotei ***


Genius 5: Primo giorno al Hyotei

 

Stefania, o meglio Sanako era seduta al suo banco, all’improvviso sentì un dolore al petto, più precisamente al cuore e la vista le si annebbiò. Quando riaprì gli occhi era sul lettino di un ospedale e intorno a lei c’erano delle figure in camice bianco. -L’operazione è andata bene, dottor House- -lo so, ma sarà meglio fare altri accertamenti, la malattia di questa ragazza era molto rara, Cameron- “dottor House…Cameron…ma dove sono finita??” all’improvviso una luce l’accecò, e quando tutto tornò normale, vide che le figure in camice altri non erano che i personaggi di dottor house…unico problema, a interpretarli erano i ragazzi delle varie squadre. Dottor house era Mizuki, Cameron era Lucrezia “e mo che centra lei?” vide che c’erano anche Jackal e Kikumaru… “oddio! Vi prego aiuto!”. All’improvviso le arrivò una cuscinata in faccia, si alzò di scatto, e guardandosi attorno vide che era ancora nel suo letto -menomale era solo un sogno…- si voltò verso Michela che era senza cuscino -grazie Michi…certo che i sogni strani solo io!- guardò l’orologio erano quasi le otto, -io ho scuola alle nove…va beh tanto vale alzarsi…- scivolò fuori dalle coperte e in silenzio usci dalla stanza. Quando arrivò in cucina vi trovò Momo e Lucrezia -giorno…- disse stropicciandosi gli occhi -giorno Shiotani- disse Momo -già sveglia Lu…Arisa?- -si, mi sono svegliata per colpa di un sogno…- -anche io, a me però mi ha svegliato Chiaki- -a proposito Yama ancora dorme?- chiese Momo -si, è ancora nel mondo dei sogni- disse Stefania mentre si sedeva e addentava una fetta biscottata con la marmellata. -Potresti svegliarla per favore? Tra poco dobbiamo andare a scuola, io l’aspetto fuori- disse Momo alzandosi e uscendo dalla cucina- -io vado in bagno- disse Lucrezia, Stefania finì di fare colazione e poi tornò in camera per svegliare Michela. Quando entrò nella stanza trovò Michela che parlava nel sonno -si amore…che bel buongiorno…- si avvicinò al letto -SVEGLIA DORMIGLIONA!!- -AAAAAAAAAAAAH!-. Michela cadde giù dal letto portandosi appresso la coperta -era ora! sono ore che ti chiamo!- la sgridò Stefania -mi sembrava troppo bello per essere vero...- commentò Michela, poi si guardò intorno -ma io non dormivo per terra?...- -no, alla fine Lucrezia ti ha ceduto il suo posto..., senti non mi interessa quello che stavi sognando, anche se posso immaginarlo, però credo che sia meglio che tu vada a prepararti- -perchè che ore sono?- -le 8:15...- -..........COSAAAAAAAAAA??!?!, ma io devo stare a scuola alle 8:30, come faccio a prepararmi in quindici minuti!- esclamò Michela in preda al panico. Dopo di che apri l'armadio e cominciò a tirare fuori tutti i vestiti -io forse è meglio che me ne vado...- disse Stefania aprendo la porta -dove pensi di andare...- Michela la fermò mettendole una mano sulla spalla e parlando con una voce che sembrava venire direttamente dall'oltre tomba, Stefania deglutì -i....in...c...cucina...- -risposta sbagliata!, tu ora mi fai la cartella!- Michela lanciò a Stefania la borsa e i libri, poi prese la divisa, perchè solo dopo aver svuotato l'armadio si era ricordata che per andare a scuola serviva la divisa, e si diresse in bagno. Stefania guardò la cartella che teneva in mano, -giuro che questa è la prima e ultima volta che gli faccio la cartella!- disse buttandoci dentro i libri. Ad un tratto senti un urlo “Michela deve aver visto Lucrezia di prima mattina…”. -Stefy la cartella!- disse Michela dal corridoio -eccola! E che sia l’ultima volta!- disse Stefania lanciandogliela. Dopo che Michela fu uscita Stefania raggiunse Lucrezia nel salone. –sei pronta?- -si, ho preso tutto- disse Lucrezia infilandosi la giacca sopra la divisa. Le due amiche uscirono e raggiunsero la fermata dell’autobus, che arrivò poco dopo.

Durante il tragitto, rimase in silenzio quasi per tutto il tempo, erano tutte e due troppo tese per parlare. -ecco la mia fermata, buona fortuna Lucry- -grazie-.

 

 Stefania scese dall’autobus, -si comincia!- disse entrando nella scuola. Come la prima volta anche ora un profumo di rose la invase, “chissà da dove viene…” due ragazze le passarono accanto -presto andiamo in palestra!- disse una, Stefania senza farsi vedere le seguì. Quando arrivò davanti alla palestra il profumo era più intenso. Entrò e vide che la palestra era piena di studenti, si guardò intorno un po’ intimorita -vediamo se riesco a vedere qualche faccia conosciuta-. La palestra era molto grande, ma quasi tutti gli studenti erano ammucchiati più o meno al centro, si avvicinò curiosa per vedere cosa stesse succedendo, ma tutta quella gente le impediva la visuale -scusi…permesso…- disse cominciando a spingere per passare -vorrei vedere anche io…- quando fu abbastanza vicino, vide che su una specie di palco c’era Atobe con un microfono in mano, che stava facendo il discorso di benvenuto per i nuovi studenti -Atobe…bello!- disse con gli occhi che le brillavano. Provò ad avvicinarsi ancora di più, ma due ragazze le bloccarono il passaggio -ahi….s…scusate!...potreste spostarvi!- all’improvviso sentì una mano tirarla all’indietro e inciampando finì con il volto contro il petto di qualcuno. –stai bene?- alzò gli occhi e vide un ragazzo con i capelli corti castani che la guardava serio “Shishido…” -emh…si grazie!- -sei nuova vero? Io sono Shishido Ryou- -si mi sono appena iscritta, mi chiamo Shiotani Sanako- -allora benvenuta!- disse il ragazzo sorridendo. -ehi Shishido-san!- un altro ragazzo comparve dietro Stefania, ma non si accorse della ragazza, -fai attenzione o rischi di andarle addosso- il ragazzo abbassò lo sguardo -salve…-  -oh…ciao scusa non ti avevo vista- -figurati…lo so che sono bassa…- -no non intendevo quello!- -lei è una nuova studentessa!- disse Shishido -davvero?, piacere io sono Choutarou Ohtori- disse il ragazzo rivolgendole un ampio sorriso. All’improvviso la voce di Atobe sovrastò su tutte -ed è con immenso piacere che vi do il benvenuto al Hyotei Gakuen!- disse poi tirò una corda che pendeva dal soffitto e tantissimi petali di rosa piovvero sugli studenti. Stefania rimase a guardare estasiata quello spettacolo,  Ohtori le si mise davanti e le allungò una mano verso il viso, la ragazza indietreggiò -no tranquilla, avevi un petalo tra i capelli…- disse sfilandoglielo lentamente -vedi?- glielo mostrò poi lo lasciò cadere per terra. Stefania arrossì e cominciò a sentire caldo -potremo uscire…ho bisogno di prendere aria…- disse con lo sguardo fisso sul pavimento -certo!- disse Shishido. Non appena furono tutte e tre fuori dalla palestra, Stefania si sedette su una panchina in cortile, e i ragazzi presero posto ai lati opposti. -ragazzi, praticate qualche sport?- -si, siamo…- -no Ohtori, voglio che sia lei ad indovinare…- “alti come siamo dirà sicuramente che giochiamo a basket…” -fatemi pensare…- “Shishido si aspetta che io dica che giocano a basket…mo lo frego!” --allora?- -….giocate a tennis?- -no sbagliato….che hai detto?- Shishido la guardò incredulo -giocate a tennis vero?- -hai indovinato!- disse Ohtori -non ci credo, come hai fatto?- -perché io…..sono un indovina!- disse Stefania -forte!- -ma andiamo Choutarou! Sono sicuro che sta scherzando!- disse Shishido -ah si? Allora chiedimi di indovinare quando sei nato- -e va bene….quando sono nato?- -aspetta che devo concentrarmi…- Stefania chiuse gli occhi e con gli indici prese a massaggiarsi le tempie -sei nato…il 29 settembre!- disse riaprendo gli occhi, Shishido aveva una faccia al dir poco sconvolta -ho indovina vero?- -si…- -e io quando sono nato?- chiese Ohtori -il 14 febbraio!- -bravissima!-.

 La campanella suonò, e i ragazzi rientrarono. -ragazzi, vi saluto, vado in classe- disse Shishido. Ohtori e Stefania cominciarono a salire le scale, arrivarono al terzo piano e Ohtori si fermò -scusa devo riscendere, ho dimenticato una cosa in palestra- disse voltandosi e scendendo. Stefania attraversò tutto il corridoio del terzo piano fino ad arrivare davanti alla sua classe -eccola…- prese un respiro profondo ed entrò. Aprì la porta e trovò alcuni studenti a conversare tra di loro e altri seduti a leggere dei libri. "beeene ora che sono dentro, cosa faccio?.." pensò. Accanto alla finestra c'era un banco libero, si sedette immediatamente, in modo che non si ritrova faccia a faccia con i prof. "bhe, qui vedo bene la lavagna e sono vicino alla finestra..." ad un tratto si aprì la porta ed entrò un ragazzo che si sedette di fronte a lei, Stefania rimase sbalordita da questo ragazzo "no...non ci credo....lui è....è....HYOSHI!!!!" Stefania si porto la mani alla bocca, sconvolta “non ci credo….sono in classe con Hyoshi Wakashi…..se lo viene a sapere Michela…..minimo mi uccide…” dopo aver avuto quel pensiero, cominciò a deprimersi e a pensare ai vari modi con cui la sua amica l’avrebbe uccisa. Dopo di che, si aprì nuovamente la porta ed entrò un ragazzo molto alto, sguardo serio…si sedette verso i primi banchi e anche qui Stefania rimase di stucco “no….dai….tutti tranne lui….” E bene, era anche in classe con il LECCA PIEDI di Atobe, Kabaji. “su almeno sei con Hyoshi….non devi pensare a Kabaji….” Poi si aprì per l’ultima volta la porta ed entrò un ragazzo che si sedette al banco vicino a Stefania ed era “…..O…..Ohtori-kun!”.

Il ragazzo sembrò non averla notata. Stefania si voltò per salutarlo, ma qualcun altro richiamò la sua attenzione -sei nuova vero?- le chiese il ragazzo seduto davanti  a lei.

-emh…si questo è il mio primo giorno- rispose Stefania dopo un po’ -piacere io sono Hyoshi Wakashi- disse il ragazzo - io sono Sanako Shiotani…- -Shiotani! Allora anche tu sei in questa classe- a parlare era stato Ohtori, sia Stefania che Hyoshi si voltarono a guardarlo -voi due già vi conoscete?- chiese Hyoshi -si, ci siamo incontrati prima alla riunione di benvenuto dei nuovi arrivati- spiegò Ohtori. In quel momento entrò il professore. E Hyoshi si girò dando nuovamente le spalle a Stefania. “e ora?...il professore mi chiederà di presentarmi? Ho paura di non riuscire ad aprire bocca timida come sono…” pensò Stefania battendo nervosamente il piede per terra.

Il professore aprì il registro e cominciò a fare l’appello, quando arrivò al suo cognome alzò lo sguardo e la fissò -tu sei la nuova studentessa vero?- -si…sono io- -bene- disse riabbassando nuovamente gli occhi sul registro. Stefania si sentì sollevata vedendo che il professore non le aveva chiesto altro.

Le lezioni finirono presto, Stefania accompagnata da Ohtori uscì dalla scuola.

-ti va di fare una passeggiata?- le chiese Ohtori - si molto volentieri!- rispose sorridendo.

In quel momento li raggiunse Shishido -salve ragazzi!- -ciao Shishido san!- dissero in coro i due ragazzi, -stavate andando da qualche parte?- -si, volevamo fare due passi, vieni con noi?- chiese Ohtori -va bene-.

I tre ragazzi si allontanarono dalla scuola. Passando davanti ad una libreria Stefania si fermò ad osservare le vetrine -c’è qualcosa che ti interessa?- le chiese Shishido -dovrei comprare i libri per scuola- -allora, so io in quale libreria potresti andare, è poco più giù, ma è molto più conveniente- disse Ohtori -grazie, potreste accompagnarmi?- -certo andiamo-.

Mentre camminavano passarono davanti un MacDonald. -voi avete fame?- chiese Shishido -un po’…- disse Stefania. Entrarono e poco dopo riuscirono con dei panini e un pacchetto di patatine. -guardate quei giardini, andiamo a mangiare li?- propose Ohtori.

Cosi trovarono una panchina libera e si sedettero. Mentre mangiavano Stefania sentì delle voci provenire dietro di loro, si voltò e vide seduti su una panchina non molto lontana dalla loro Michela in compagnia di Fuji, Kikumaru e Momo. “ma guarda…” pensò osservando la scena, ad un tratto Kiku abbracciò Michela “ehi! E da quando quei due sono cosi intimi!” dovette trattenersi per evitare di correre da Michela e strozzarla.

-scusate ma ora devo andare- disse Shishido -aspetta veniamo anche noi, facciamo un tratto di strada insieme- disse Ohtori -si andiamo- disse Stefania che non aspettava altro.

Si allontanarono dai giardini, Poi dopo che Shishido si fu diretto nella direzione opposta, Stefania e Ohtori rimasero soli. Per qualche strana ragione si sentiva tesa a rimanere sola con lui. -abiti qui vicino?- chiese Ohtori dopo un momento di silenzio, -no, per tornare a casa devo prendere l’autobus- -allora ti accompagno fino alla fermata-.

Stavano camminando tranquillamente fianco a fianco quando passò davanti a loro l’autobus -oh no! cosi lo perderai!- disse Ohtori, poi senza dare il tempo a Stefania di reagire la prese per mano e cominciò a correre -Ohtori aspetta!- disse la ragazza cercando di stare al passo per non inciampare, guardò la mano di Ohtori che stringeva la sua e arrossi di colpo. -forza Sali, ci vediamo domani a scuola-, senza accorgersene era davanti all’autobus che aspettava con le porte aperte -a domani Ohtori- disse poi entrò un attimo prima che le porte si chiudessero.

Il tragitto fino a casa sua durava una ventina di minuti. Quando arrivò non vedendo la bicicletta di Momo dedusse che lui e Michela non erano ancora rientrati, suonò il campanello sperando che almeno Lucrezia fosse rientrata, infatti poco dopo la porta si aprì e una Lucrezia al dir poco sconvolta le si presentò davanti -sei già a casa?- chiese mentre entrava e si toglieva la giacca -si…sono rientrata dieci minuti fa…- -ehi! Cos’è quella faccia?- -è stata una giornata…- -dai andiamo in camera cosi mi spieghi tutto-.

Una volta in camera Lucrezia si sedette sul letto abbracciando il cuscino e cominciò a raccontare il suo primo giorno di scuola. E di come avevano subito cominciato con le lezioni -mi spiace…- non riuscì a finire la frase che la porta si apri ed entrò Michela.

-salve ragazze!- disse entrando in camera e trovando le ragazze sedute sui letti, Lucrezia aveva una faccia al dir poco sconvolta -ciao Michela!- disse Stefania -ciao...- -come mai quella faccia triste Lucri?- chiese Michela sedendosi accanto a lei -perchè al primo giorno di scuola abbiamo già cominciato a studiare!- rispose abbattuta -davvero? da me invece è stata un intera giornata di festa!- Lucrezia scoppiò a piangere -Michela!- la rimproverò Stefania -ups...dai scusa, te invece?- chiese rivolta a Stefania -da me per mezza giornata abbiamo avuto la festa e poi le lezioni- -ah...senti...io ho detto hai ragazzi che tu sei...lacuginadiAtobe- -.....come?- -che sei la cugina di Atobe...- -non ho sentito bene...- -HO DETTO AI RAGAZZI CHE TU SEI LA CUGINA DI ATOBE!- -.....MA CHE TI FUMI LA MATTINA! COME DIAVOLO TI è VENUTO IN MENTE DIRE UNA FESSERIA SIMILE!- urlò Stefania -e scusa! ma i ragazzi mi stavano facendo il terzo grado e alla fine mi è uscito fuori!- Stefania si passò una mano sul volto -ma come devo fare io con te...- -mi sembrava strano infatti che fosse vero- Momo era comparso sulla porta e aveva sentito la discussione delle due ragazze -mi dispiace di aver mentito...ma non sapevo che dire!- disse Michela -tranquilla, non è nel mio interesse sapere se Sanako sia o no la cugina di Atobe- -grazie Momo- disse Stefania -di nulla, vi chiamo appena è pronta la cena- disse chiudendo la porta.  Quella sera Momo ordinò del sushi da Kawamura. Mangiarono e dopo andarono a letto dato che erano molto stanche, per evitare di subirsi le lamentele di Michela, Stefania decise di dormire lei per terra per quella notte. Dopo che si furono cambiate. Si infilarono sotto le coperte e si addormentarono quasi subito.

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Capitolo 6
*** Genius 6: Primo giorno al Rikkai ***


Genius 6: Primo giorno al Rikkai

 

Apri gli occhi e cominciò a guardarsi intorno per abituarli all’oscurità, Prese il cellulare accanto a lei e guardò l’ora, erano le 8:00 - oh accidenti! Sarà meglio che mi alzi- lentamente Lucrezia, ovvero Arisa tirò le coperte e si alzò dal letto…no sbagliato si alzò dal sacco a pelo, quello dove avrebbe dovuto dormire Michela. Non appena fu in piedi senti qualcosa sotto i piedi, guardando meglio vide che sparsi per tutto il pavimento c’erano dei petali di rosa che formavano una scia che continuava anche in corridoio, curiosa Lucrezia uscì dalla stanza seguendo quella scia di petali e si ritrovò al piano di sotto. - la luce della cucina è accesa…- camminando piano arrivò davanti alla porta che era leggermente socchiusa, apri la porta e con sua grande sorpresa vide che davanti alla finestra, voltato di spalle c’era un ragazzo alto dai capelli biondi, -emh…scusa chi sei?...- chiese timorosa, il ragazzo si voltò lentamente verso di lei e…

Lucrezia si tirò su di scatto, era ancora nel sacco a pelo -è stato solo un sogno…- disse un po’ delusa, per scrupolo controllò che sul pavimento non vi fossero petali di rosa, ma sembrava tutto normale, controllò l’orologio, non erano le 8:00, ma le 7:30 -non mi ero mai svegliata cosi presto…ma ormai non ho più sonno!- si voltò verso Stefania, che dormiva tranquillamente girata da un lato, poi spostò lo sguardo su Michela, completamente avvolta nella coperta, dal quale usciva solo un braccio.

Alla fine si alzò e usci diretta in cucina, qui vi trovò Momo che aveva appena messo la caffettiera sul gas -già sveglio?- -buongiorno Ezakiya- -giorno Momo, sei mattutino- -e si, mi sveglio sempre presto- -io invece non ci sono abituata- disse Lucrezia sbadigliando e sedendosi -le tue amiche?- -dormono ancora- -vuoi un po’ di caffè?- -si grazie, hai anche del letta per favore?- -certo- Momo gli mise davanti la tazza di caffè poi apri il frigo e prese il latte - ecco tieni- -grazie- disse prendendo il latte e versandolo nella tazza del caffè, anche Momo si sedette con la tazza in mano - da mangiare ho del pane con la marmellata- -andrà benissimo!-. Fecero colazione in silenzio, ad un tratto Stefania entrò in cucina -giorno…- disse stropicciandosi gli occhi –giorno, Shiotani- -giorno Momo….Lu…Arisa già sveglia?- chiese sorpresa - si…mi sono svegliata per colpa di un sogno…- -anche tu…a me però mi ha svegliato Chiaki- -a proposito, Yama?- -è ancora nel mondo dei sogni- -potresti andarla a svegliare e dirle che l’aspetto per accompagnarla a scuola, per favore- -si vado…- Stefania usci dalla cucina. Anche Lucrezia si alzò, -io vado in bagno-.

Non appena si guardò allo specchio, le venne un colpo -ma perché la mattina appena sveglia devo sempre avere questo aspetto orribile…- ad un tratto senti Michela urlare e poi un rumore come se fosse caduta dal letto -Stefania è sempre brava a svegliare la gente…-. Poco dopo qualcuno tentò di aprire la porta, ma inutilmente dato che l’aveva chiusa a chiave -Lucrezia sei in bagno?- era la voce di Michela -si- -aprimi per favore- Lucrezia apri la porta e non appena fu di fronte a Michela questa urlò - perché urli?- -emh…no niente…- -è per il mio aspetto vero?, lo so di prima mattina sono sempre orribile-. Quando fini di prepararsi era di nuovo perfetta come sempre, Michela la guardava con occhi sgranati - ecco fatto il bagno è tutto tuo-. Scese giù in salotto aspettando che anche Stefania si preparasse. Michela scese le scale di corsa e usci fuori dove l’aspettava Momo. Poco dopo scese anche Stefania con la cartella in spalla -sei pronta?- -si ho preso tutto- rispose Lucrezia mentre si infilava la giacca. Poi le due amiche uscirono e raggiunsero la fermata dell’autobus. Durante tutto il tragitto rimasero in silenzio. Fino a quando Stefania si alzò - io devo scendere qui. Buona fortuna Lucry- -grazie-. Non appena Stefania fu scesa si lasciò sprofondare su sedile. “ma chi me lo ha fatto fare? Proprio a me doveva capitare una cosa del genere?” pensò fissando la strada fuori dal finestrino. Il suo viaggio in autobus sembrava non dovesse mai finire “ma sto andando davvero in Siberia?!”.

Poi in lontananza vide quella che da quel momento sarebbe stata la sua nuova scuola. Fece un sospiro e si alzò, posizionandosi davanti l’uscita, appena l’autobus si fermò e le porte si aprirono lei scese velocemente. E si diresse verso la scuola.

Si guardò intorno, c’erano parecchi studenti che conversavano tra loro, nessuno sembro notarla “meglio cosi” pensò camminando a testa bassa.

Ad un tratto qualcuno le fece cadere la cartella “oh no!” pensò piegandosi per raccoglierla –mi spiace, non l’ho fatto apposta, non ti avevo visto- disse un ragazzo scusandosi –non importa- raccolse la cartella e si alzò, il ragazzo era ancora davanti a lei, era poco più alto di lei, e aveva i capelli di uno strano colore rossiccio, masticava velocemente una gomma - sei nuova vero? Io sono Marui Bunta- disse il ragazzo porgendole una mano -emh…si, questo è il mio primo giorno,mi chiamo Arisa Ezakiya-

-allora benvenuta al Rikkai Gakuen!- disse il ragazzo poi si allontanò velocemente.

Anche lei affrettò il passo ed entrò dentro la scuola, i corridoi erano già vuoti, gli studenti dovevano essere già nelle loro classi. -e ora? Quale sarà la mia classe?- si disse guardandosi intorno. Ad un tratto una signora grassottella le si avvicinò -come mai non sei ancora in classe?- -mi scusi, ma questo è il mio primo giorno, non so qual è la mia classe- -il suo nome?- -Arisa Ezakiya, mi sono iscritta ieri- -un momento che controllo-

La signora si allontanò e poco dopo ritornò con dei fogli, -questi sono i suoi moduli di iscrizione, lei è nella classe 2 B- -la ringrazio- disse Lucrezia con un inchino e allontanandosi.

La sua classe era al secondo piano, di fronte ai bagni. Bussò e poi apri la porta, i studenti erano già tutti seduti e vedendo che aveva tutti gli occhi puntati su di lei avrebbe voluto sprofondare. - sei la nuova studentessa vero?- le domandò la professoressa -emh…si sono Arisa Ezakiya- -benvenuta Ezakiya, ragazzi salutate la vostra nuova compagna-

-BENVENUTA!- dissero gli altri studenti in coro - gr…grazie!- disse Lucrezia arrossendo. -siediti pure dove preferisci- le disse la professoressa. Lucrezia si guardò intorno, in quella classe c’erano più ragazzi che ragazze, ad un tratto vide un ragazzo all’ultimo banco che la stava salutando sbracciandosi “e quello che vuole?” pensò fissandolo, non appena lo riconobbe divenne rossa e distolse lo sguardo “oddio sono in classe di Kirihara…è fantastico!” pensò mentre passando tra i banchi raggiunse quello accanto a Kirihara -non riesco a crederci! Siamo nella stessa classe!- esclamò il ragazzo non appena lei si fu avvicinata -anche a me fa piacere- disse sorridendo mentre si sedeva. -bene ragazzi, ora silenzio che cominciamo la lezione- disse la professoressa.

“ma come? È il primo giorno e già si fa lezione?”. Kirihara notò l’espressione sconvolta di Lucrezia e sorrise -tranquilla, come primo giorno ci spiegherà il programma dell’anno- -ah ok….per un attimo ho temuto che ci facesse fare subito lezione- disse Lucrezia tirando fuori un sospiro di sollievo -no no, fidati di uno che ha esperienze-.

Alla fine della lezione…-CI SPIEGHERÁ SOLO IL PROGRAMMA DELL’ANNO?!, QUELLA CI HA “FATTO STUDIARE” IL PROGRAMMA DELL’ANNO- urlò Lucrezia appena la professoressa fu uscita -e dai non prendertela, è solo il primo giorno- disse Kirihara -è proprio questo che mi preoccupa!- -vieni voglio farti conoscere delle persone- disse Kirihara prendendola per mano e trascinandola fuori dall’aula.

Segui Kirihara fino in cortile -ma dove stiamo andando?- -tu seguimi- disse lui accelerando il passo -ehi aspetta!-. Kirihara continuò a camminare, finché non arrivarono davanti ad un campo da tennis -eccoci arrivati- disse aprendo la porta ed entrando -capitano! Vicecapitano! Venite!- due ragazzi uscirono dal corridoio, uno era alto e portava il cappello, l’altro più basso aveva un viso dolce e sorridente -Kirihara che vuoi?- chiese quello con il cappello -sempai Sanada guardi chi c’è- disse Kirihara prendendo Lucrezia e mettendola davanti ai due ragazzi -vi ricordate di lei?, è venuta ieri con una sua amica- -si, certo mi ricordo, sei Ezakiya vero?- disse Yukimura -si sono io- disse la ragazza.

-Kirihara vai a cercare Bunta- disse Sanada -si vado subito...- -no aspetta! ci andrò io- tutti si voltarono verso Lucrezia -Ezakiya, sei sicura?- -si Sanada sempai- rispose la ragazza.

Andò cosi a cercare Bunta, Yukimura le aveva detto che avrebbe dovuto trovarlo alla mensa della scuola. E infatti quando entrò lo vide seduto a un tavolo ad occhi chiusi che masticava la solita gomma. -emh...Bunta sempai?- domandò avvicinandosi, ma il ragazzo sembrò non notarla -Bunta sempai....- insiste la ragazza squotendolo leggermente, ma nulla il ragazzo non le rispondeva. -BUNTA SEMPAIIIIIIIIIIII!- all'urlo della ragazza il poverino cadde dalla sedia. -eh?...cos....ah sei tu!- disse notando Lucrezia -era ora!- esclamò la ragazza -come mai sei qui?- domando Bunta mentre si rialzava -mi ha mandato a cercarti Sanada sempai- -Sanada...oddio! gli allenamenti!- esclamò Bunta agitato -allenamenti?- domandò Lucrezia, poi capi che si riferiva a quelli del tennis -sei in ritardo?- domandò la ragazza -si! speriamo che Sanada non se la prenda troppo!- -perchè? è lui il capitano?- -no, è Yukimura, ma quello è un pezzo di pane!, chi mi preoccupa è Sanada!- -ah...capisco...- disse Lucrezia sempre più confusa -che fate qui?- chiese una voce alle loro spalle, Lucrezia si voltò trovandosi davanti un ragazzo alto e completamente pelato "e questo mo dove uscito fuori?" pensò guardandolo -sei la nuova studentessa?- -s...si, Sono Arisa Ezakiya- -io sono Jackal Kuwahara- -p...piacere!- -dai andiamo che ci stanno aspettando per gli allenamenti!- esclamò Bunta.

Quando tornarono al campetto Lucrezia vide che c'erano altri ragazzi. -ragazzi lei è Arisa Ezakiya- disse Kirihara presentandola al resto della squadra. I ragazzi si presentarono come: Niou Masaharu, Renji Yanagi e Yagyuu Hiroshi. -è sempre un piacere avere belle ragazze nella nostra scuola!- disse Niou mettendole un braccio intorno alle spalle -emh...si grazie- disse Lucrezia scansandosi -Niou non fare il solito donGiovanni- disse Yagyuu -Dongiovanni a chi!- disse il ragazzo offeso.

-basta ragazzi! cominciate ad allenarvi!- disse Sanada "strano, non è il capitano eppure si comporta come se lo fosse" mentre pensava a questo si accorse di Yukimura seduto sulla panchina con la testa reclinata da un lato e la bocca aperta, con cautela si avvicinò. -c...capitano...Yukimura sempai...- disse scuotendolo per le spalle, appena la ragazza lo toccò Yukimura cadde a terra -AAAAAAAAAAAAAH! oddio è morto!- esclamò Lucrezia spaventata facendo un salto indietro -capitano!- esclamarono i ragazzi formando un cerchio intorno a lui -spostatevi! lasciategli prendere aria!- esclamò Sanada. -bisogna fargli la respirazione bocca a bocca!- esclamò Lucrezia presa dal panico, poi afferrò Sanada per la testa e senza pensarci premette le labbra del ragazzo su quelle del capitano. Momento di silenzio. Yukimura riapri gli occhi. -si è svegliato!- esclamò Kirihara, tutti esultarono felici, quasi tutti. Sanada si voltò verso Lucrezia -che pensavi di fare?- -i...io...nulla...scusa...- disse la ragazza agitata -non arrabbiarti Sanada, almeno la sua idea ha funzionato- disse Yukimura per niente turbato di quello che era accaduto.

-io devo andare- disse Lucrezia -vuoi che ti accompagno?- chiese Kirihara -no grazie, vado da sola- rispose lei, anche se si senti felice delle parole del ragazzo.

Raggiunse la fermata dell'autobus. Il viaggio del ritorno le parve meno lungo di quello dell'andata. Quando arrivò a casa, vide che Stefania era già arrivata.

-ciao Lucrezia!- esclamò la ragazza -ciao...- -che hai?- -giornata dura- -ma come? il primo giorno di scuola?- -eh si...ci hanno fatto studiare da subito- esclamò Lucrezia buttandosi sul divano -accidenti...da me invece ci hanno spiegato solo il programma, poi sono uscita con i ragazzi- disse Stefania, la faccia di Lucrezia divenne una maschera di pietra, prese il cuscino e ci affondò il volto -dai non fare cosi!-. In quel momento la porta si apri ed entrarono Michela e Momo. -ciao ragazze!- esclamò Michela -ciao- disse Stefania. Michela notò l'espressione sconvolta di Lucrezia -come mai quella faccia triste Lucry?- domandò Michela sedendosi vicino a lei -perchè è il primo giorno di scuola, e già abbiamo cominciato a studiare...- disse abbattuta. -mi spiace! da me invece in classe non ci sono nemmeno entrata! è stato tutto festa!- esclamò contenta, Lucrezia scoppiò a piangere -Michela!-  la rimproverò Stefania -ups...dai scusa, te invece?- chiese rivolta a Stefania -da me per mezza giornata abbiamo avuto la festa e poi le lezioni- -ah...senti...io ho detto hai ragazzi che tu sei...lacuginadiAtobe- -.....come?- -che sei la cugina di Atobe...- -non ho sentito bene...- -HO DETTO AI RAGAZZI CHE TU SEI LA CUGINA DI ATOBE!- -.....MA CHE TI FUMI LA MATTINA! COME DIAVOLO TI è VENUTO IN MENTE DIRE UNA FESSERIA SIMILE!- urlò Stefania -e scusa! ma i ragazzi mi stavano facendo il terzo grado e alla fine mi è uscito fuori!- Stefania si passò una mano sul volto -ma come devo fare io con te...- -mi sembrava strano infatti che fosse vero- Momo era comparso sulla porta e aveva sentito la discussione delle due ragazze -mi dispiace di aver mentito...ma non sapevo che dire!- disse Michela -tranquilla, non è nel mio interesse sapere se Sanako sia o no la cugina di Atobe- -grazie Momo- disse Sanako -di nulla, vi chiamo appena è pronta la cena- disse chiudendo la porta.  Le tre ragazze si addormentarono subito, durante la notte Lucrezia impietosita nel vedere Michela nel sacco a pelo, fece cambio con lei, lasciandole il letto e dormendo lei per terra.

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Capitolo 7
*** Genius 7: un giorno sfortunato...o forse no? ***


Genius 7: un giorno sfortunato...o forse no...

 

Il sole era sorto da poco, nella città regnava ancora la tranquillità e gli uccellini cantavano sui rami degli alberi. Due ragazze erano già in piedi e si stavano preparando per andare a scuola, mentre un'altra era ancora nel mondo dei sogni.

Lucrezia si avvicinò al letto dove dormiva Michela ed aprì la finestra per far passare l’aria. Poi si accorse dell’amica ancora addormentata.

-Stefy…dovremo svegliare Michela no?- chiese Lucrezia, mentre indossava la divisa.

-si aspetta ci penso io- rispose la ragazza, si avvicinò al letto e tolse le coperte all’amica.

-dai dormigliona, alzati- disse Stefania, ma Michela non ne volle sapere di svegliarsi.

-allora? Guarda che farai tardi a scuola!- disse scuotendola -umm….lasciami dormire…-

Disse spingendola via. In quel momento si apri la porta e Momo entrò come una furia nella stanza -YAMAGUCHIYAAAAAAA! ALZATI CHE DOBBIAMO ANDARE A SCUOLAAAAAAAA!-. Alle grida del ragazzo Michela si alzò su di scatto, sbattendo la testa contro il vetro della finestra. -ahio….che botta!- disse ricadendo all’indietro e premendosi una mano sulla fronte. Dopo questo risveglio movimentato, Michela pensò bene di alzarsi. Infilò le ciabatte e scese giù in cucina, era a meta della scale, quando una ciabatta gli si sfilò e lei scivolò rotolando giù dalle scale. Stefania sentendo le urla dell’amica usci dal bagno per vedere che cosa fosse successo. Si affacciò sulle scale e vide Michela per terra con una gamba ancora sui gradini. -emh…è tutto a posto?- domandò preoccupata -si si…sono tutta intera- disse Michela rialzandosi. Andò in cucina dove trovò Momo -passami il cafè- disse con aria abbattuta, quella mattina era cominciata proprio male. Il ragazzo le passò una tazza di café -devi solo aggiungerci lo zucchero-. Prese il barattolo dello zucchero e ne versò due cucchiaini nel café. Ma non appena ne bevve un sorso lo sputò per terra -che schifo! Ma questo è sale!- disse strofinandosi la bocca. Momo allora infilò due dita nel barattolo e poi se le portò alla bocca.

-hai ragione è sale...ieri devo essermi confuso, quando l'ho travasato nel barattolo- -ho capito...oggi salto la colazione...-.

Si diresse in bagno per prepararsi, sperando che non le accadesse qualche altra disgrazia. Quel giorno però la fortuna sembrava essere proprio cieca. Mentre infatti si stava lavando il viso le andò il sapone negli occhi -ahio! bruciaaaaa!-. Poi le cadde il porta saponetta su un piede -che maleeeeeee!- urlò saltellando su un piede solo.

Decisamente quella non era la sua giornata, Guardandosi allo specchio vide che aveva i capelli mossi, cosi prese il fono e la spazzola per dargli una lisciata. Prese la spina e la infilò nella presa.....

-Lucrezia sei pronta?- domandò Stefania -si, arrivo- rispose la ragazza uscendo dalla stanza. -Momo noi andiamo, ci vediamo più tardi- disse Stefania -ciao- rispose Momo. Stefania e Lucrezia era già davanti la porta, quando all'improvviso tutte le luci si spensero -che succede?- domandò Lucrezia -deve essere un blackout- disse Momo. -non so perchè, ma qualcosa mi dice che centra Chiaki- disse Stefania -vai a controllare, è in bagno- disse Momo.

Stefania sali le scale, aprì la porta del bagno e trovò Michela con il fono in mano e i capelli sparati in aria a causa della scossa.

-non sapevo che ti piacessero i capelli alla Dragon Ball!- disse Stefania trattenendo a stento le risate -stai zitta e aiutami...- disse Michela a denti stretti. Stefania allora le tolse il fono dalle mani e stacco la spina. -Non posso andare a scuola cosi!- si lamentò Michela guardandosi allo specchio -lascia, ci penso io- disse Stefania, prese la spazzola e si mise a pettinare i capelli di Michela, dopo diversi tentativi riusci a farli ritornare normali, poi prese un elastico e le fece una coda alta -grazie- disse Michela. Le due amiche scesero in salotto dove Momo e Lucrezia le stavano aspettando. Stefania e Lucrezia si avviarono verso la fermata dell'autobus, mentre Michela aspettò che Momo prendesse la bicicletta.

-speriamo che a scuola non mi accada qualche disgrazia- disse Michela mentre era sulla bici dietro a Momo. -capita a tutti di avere una giornata storta- disse il ragazzo.

 

Giunti a scuola Michela scese dalla bici e attese che Momo la sistemasse insieme alle altre biciclette degli altri studenti. Poi i due si avviarono verso la classe. "strano che non mi sia successo ancora qualcosa..." pensò la ragazza mentre si dirigeva verso il suo banco. si sedette e poggiò la cartella a terra vicino a lei. Poco dopo entrò il professore. Quello era il suo primo vero giorno di lezione, sperò che tutto filasse liscio, ma quello che non sapeva era che la sua sfortuna aveva appena cominciato a giocare con lei.

-Bene ragazzi, qualcuno di voi vuole leggere il brano a pagina 160?- domandò il professore di geografia. Come era logico nessuno alzò la mano. Cosi il professore dopo una breve occhiata tra i banchi indicò Michela. -Yamaguchiya giusto?- -si professore- rispose la ragazza -comincia a leggere-. Michela trasse un lungo respiro poi apri il libro alla pagina richiesta del professore ed iniziò a leggere, poco dopo si fermò, ricordandosi che nelle scuole giapponesi, quando uno studente doveva leggere qualcosa si alza sempre in piedi. Spostò la sedia leggermente indietro e si alzò. Nel silenzio della classe si udì un lieve rumore simile a qualcosa che si strappava. "no...ti prego fa che non sia quello che penso..." Michela abbassò lentamente lo sguardo sulla sua gonna, completamente scucita da un lato "non ci credo..." pensò sull'orlo delle lacrime -Yamaguchiya c'è qualche problema?- domandò il professore, -no nulla...solo mi chiedevo se poteva far leggere qualcun'altro...sa sono nuova...- -va bene rimettiti pure seduta- disse il professore. Michela si accasciò sulla sedia sospirando, ad un tratto Momo si piegò verso di lei -tutto bene?- le domandò il ragazzo, Michela scosse la testa e si indicò la gonna, Momo vedendo lo strappo lungo il fianco della gonna non poté fare a meno di ridere -scemo...- disse Michela colpendolo con un libro in testa -ehi voi due, fate silenzio!- disse il professore riprendendoli, i due si scusarono chinando il capo. 

Quando suonò la ricreazione Michela uscì dalla classe per evitare che altre parti dei suoi indumenti potessero strapparsi ancora per poi rimanere mezza nuda in classe, camminava strisciando addosso al muro, lo sguardo vigile pronto a captare anche il minimo pericolo per la sua incolumità “voglio capire, perché proprio oggi mi succedono di tutti i colori?!?!.....oggi è 11 settembre…..ed è pure il mio numero preferito!!!! Manco a dire che sia venerdì 17 o che….spero soltanto che tutto questo finisca al più presto e che possa tornare a casa sana e salva….”. Aveva appena incominciato a rilassarsi che qualcuno, tenendo in mano un succo di frutta le andò addosso facendola cadere e rovesciandole il succo sulla divisa -ahi....ehi! fai più attenzione!- esclamò arrabbiata, già pronta a dirgliene e dargliene quattro al malcapitato -scusa, sono mortificato...- disse un ragazzo poco più alto di lei con i capelli rasati sui lati "O...Oishi" -emh...no non importa, è stato un incidente- "non posso prendermela con Oishi...ma devo comunque sfogare la mia rabbia su qualcuno". In quel momento passò di li Echizen, quando lo vide, a Michela brillarono gli occhi di una luce malvagia –Echizeeeeeeeeen!!!!- disse avvicinandosi pericolosamente a lui scrocchiando le nocche -che vuoi?- chiese il ragazzo con la sua solita aria strafottente -nulla...solo pestarti a sangue-. Se Oishi non fosse intervenuto Michela avrebbe fatto a pezzi Ryoma -dai non te la prendere con lui- disse mettendosi tra i due e sorridendo alla ragazza -sei stato fortunato oggi “NANO”…..- disse la ragazza, Ryoma senza dire nulla se ne andò. -Scusa non mi sono ancora presentato sono Oishi- -io invece sono Yamaguciya, ma chiamami semplicemente Yama- -forse è meglio se vai a lavarti la divisa- -perchè...oh...è vero è macchiata di succo- Michela si guardò intorno in cerca del bagno, non appena lo vide salutò Oishi ed si recò in quella direzione.

Era appena uscita dal bagno dopo aver lavato la camicia che vide passare Kikumaru e Fuji -ciao ragazzi!- esclamò felice -ehi! ciao Yama- disse Kikumaru -ciao Yama- Fuji la salutò con il suo solito sorriso "oddio quant'è carino...Michela controllati" -la ricreazione è quasi finita non torni in classe?- le domandò Fuji -emh...si stavo andando, però...non è che potreste accompagnarmi?- i due ragazzi si scambiarono un occhiata -è successo qualcosa?- -no è solo che...è tutta la mattina che mi capitano incidenti e ho paura che possa succedermi qualcosa mentre torno in classe- -va bene ti accompagniamo noi- -grazie-.

Stavano scendendo le scale, Michela al centro e i due ragazzi ai lati, ad un tratto arrivati a metà scala inciampò e non sapendo dove tenersi si aggrappò alle camicie dei due ragazzi che persero pure loro l'equilibrio e rotolarono tutti e tre giù per le scale. -ahia!...Fuji levati dalla mia schiena!- si lamentò Kikumaru -ragazzi...levatevi dal mio stomaco!- disse Michela, non appena i due ragazzi si furono alzati, la ragazza notò un particolare, avevano la camicia completamente sbottonata, e alcuni bottoni erano sparsi per terra e sulle scale -mi...mi dispiace, ve la ricucirò- disse mortificata, ma anche molto imbarazzata -non importa- disse Fuji aiutandola a rialzarsi. In quel momento suonò la campanella, -andate pure, la mia classe è quella in fondo al corridoio- disse -ok noi allora andiamo- Michela guardò i due ragazzi allontanarsi e poi se ne tornò anche lei in classe, quando entrò vide che Momo era seduto al suo banco.

Il resto delle lezioni passò velocemente e senza troppi problemi, tranne quando alzandosi dopo essere stata chiamata alla lavagna dalla professoressa si strappò l'altro lato della gonna, o quando abbassandosi per raccogliere la penna che le era caduta senti uno strappo alla manica -non ci credo...-.

Non appena suonò la campanella dell'uscita si precipitò fuori seguita da Momo. Fuori era una splendida giornata, ma appena lei mise piede fuori dalla scuola cominciò a piovere -che strano, ha iniziato a piovere appena sei uscita tu- osservò Momo, Michela allora rientrò a scuola e subito torno il sole "non mi stupisco più di niente ormai..." -Yama...- -si?- -tu resta qui cosi posso tornare a casa sotto il sole- disse Momo uscendo -ehi! non lasciarmi sola!- Michela fece per seguirla ma ecco che ricominciò a piovere -oh...uffa!- disse sbuffando e incrociando le braccia -non torni a casa?- una voce famigliare giunse alla sue spalle, si voltò e vide Fuji con in mano un ombrello -...no, Momo mi ha lasciato qui- il ragazzo si avvicinò di più per coprire anche lei con l'ombrello -se vuoi ti posso accompagnare io- -davvero lo faresti?- -certo!- -grazi Fuji sempai- -di nulla, allora andiamo-.

I due ragazzi si incamminarono, l'ombrello non era molto grande cosi i due ragazzi dovevano stare vicini per entrarci tutti e due, ma questo a Michela non dispiaceva affatto. Ad un tratto Fuji si abbassò per allacciarsi una scarpa, cosi facendo spostò l'ombrello e Michela si ritrovò sotto l'acqua, poco dopo passò anche una macchina che schizzò Michela bagnandola tutta. -scusami, ti sei bagnata?- le chiese Fuji -che non si vede...?- disse Michela voltandosi verso di lui.

Alla fine arrivarono davanti casa di Momo, Michela vide che la bici non c'era -ma come non è ancora tornato?- -qualche problema?- -no, è solo che non ho le chiavi e Momo non è in casa- -vieni da me allora- -...come?- -vieni a casa mia- ripete il ragazzo, Michela non credeva alle sue orecchie, Fuji l'aveva invitata a casa sua, forse in tutta quella sfortuna c'era un briciolo di fortuna -se non disturbo vengo volentieri- -no certo che no-.

Casa di Fuji non era lontano, non appena il ragazzo aprì la porta invitandola ad entrare, Michela si rese conto che in casa non c'era nessuno -non è un problema per te se siamo soli no?- -no no figurati...- disse Michela sedendosi sul divano -sei bagnata, meglio se ti cambi, ti vado a prendere qualcosa- disse Fuji entrando in una stanza. Poco dopo torno con una maglietta e dei pantaloni -questi sono di mia sorella, forse ti staranno un pò grandi ma sempre meglio di niente- -grazie, andranno benissimo- Michela si alzò, prese i vestiti che Fuji le porgeva ed andò in bagno a cambiarsi. Come aveva detto il ragazzo i vestiti le stavano un pò larghi, soprattutto la maglietta. Dopo essersi vestita usci dal bagno, Fuji era seduto sul divano, guardando la televisione, o meglio un documentario sulle piante grasse. Michela si sedette accanto a lui, era agitata, nervosa e imbarazzata a tal punto da tremare. Fuji, vedendo le condizioni della ragazza, andò a prendere una coperta e iela mise sulle spalle –cosi non avrai freddo- disse sempre con quel sorriso angelico ma facendo cosi, peggiorò le condizioni della ragazza “….mi sciolgo….” Pensò. –vuoi qualcosa, come del tè, acqua o…- -mi va bene del tè caldo grazie…- disse con la voce che gli tremava –ok- andò in cucina, prese il necessario per prepararlo e appena mise la tazza nel forno a microonde, un black out…stavano nel buio totale “oddio!!!...calma…stai calma Michela….vediamo la situazione….siamo io e lui soli in casa….io con addosso i vestiti della sorella….ora manca la luce….ok questa è la mia sfiga che si fa ancora sentire….” Pensò per poi fare un profondo sospiro. –tieni….certo nn è caldo ma è temperatura ambiente- disse Fuji tornato dalla cucina cn in mano una candela “e mo pure la candela!!! Oddio mi gira la testa…” –grazie…- disse per poi prendere la tazza e sorseggiare. Michela cominciò a curiosare per la casa con lo sguardo, vedeva delle foto, bei mobili e il suo sguardo si posò su un cactus a lei famigliare. Si alzò e si diresse verso la piccola pianta, la prese e –fa attenzione a Susan…- “SUSAN?!?!?!” –ah…si scusa…è solo che….mi sembra di possedere anche io questo tipo di cactus…- -davvero?- -si….la tengo in camera mia, su un comodino…- -mmm…e dimmi possiedi qualche altra pianta grassa?- domandò il ragazzo con gli occhi che gli brillavano –no….però ho tre gatti pestiferi…- -ah! Se non ricordo male, anche Echizen ha un gatto…si chiama…mmmm- mentre il ragazzo tentava di ricordarsi del nome, Michela ripose la pianta “ma che me frega a me del gatto del NANO!!!” pensò arrabbiata. –ah! Ora ricordo si chiama..- non fece in tempo a dirlo che già era ritornata la luce e il telefono squillava, rispose e dall’alta parte era Momo che chiedeva di Michela –si…si sta qui con me….come?....a ok…va bene allora a tra poco…ciao- -era Momo?- -si…tra due minuti è qui a…- suonò il campanello –oh! Eccolo…- Fuji andò alla porta seguito a ruota da Michela “ uffa….volevo rimanere un altro po’ con lui e invece…e va bene….” – Yama….andiamo che le altre ti stanno aspettando…-  -si arrivo…- -non preoccuparti per i vestiti di mia sorella, non se ne accorgerà…- -grazie di tutto Fuji sempai…- disse per poi fare un inchino e se ne andò con Momo.

Quando tornarono a casa, Stefania e Lucrezia stavano facendo i compiti  -Chiaki dove sei stata?- le chiese Stefania -sapessi Sanako...sapessi- -e dai siamo curiose!- disse Lucrezia -e va bene ve lo dico...sono stata a casa di Fuji- -COSA?!- esclamarono insieme le due amiche, poi afferrarono Michela per le braccia e la trascinarono in camera chiudendo la porta -e ora vogliamo tutti i particolari!- disse Stefania -ma quali particolari! non è successo nulla di che- disse Michela arrossendo -seeeeee perchè ci crediamo?- disse Lucrezia dandole un colpetto sul braccio -è la verità!...abbiamo solo conversato….- -……- -….che c’è?- -la prossima volta, impegnati!- disse Lucrezia –e che ci posso fare!!! Stavamo soli, in casa, al buio e….- -eeeeeeeeeeeeee???- -….hem….niente….abbiamo solo parlato…- -se va be….- -è inutile insistere, Arisa, più tosto, finiamo i compiti…- -ok…- rispose Lucrezia per poi rimettersi a fare quello che stavano facendo. “….abbiamo solo conversato…..uff….hanno ragione loro….mi devo dare una mossa….” Pensò Michela mentre si cambiava e si metteva qualcosa che no le stesse cosi grande.

Le ragazze rimasero in camera finche Momo non le chiamò per avvertirle che la cena era pronta, anche quel giorno c'era Sushi. -spero che questa sia l'ultima volta che mangio Sushi- disse Michela, non sapeva quanto si sbagliava.

 

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