I'll never make you unhappy di My Pride (/viewuser.php?uid=39068)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01. Bacio ~ Flavor of sweet ***
Capitolo 2: *** #02. Tenersi per mano ~ My hand in your hand ***
Capitolo 3: *** #03. Cuore ~ A simple guy ***
Capitolo 4: *** #04. Rose ~ Rose coloured path ***
Capitolo 5: *** #05. Primo appuntamento ~ As like as two drops ***
Capitolo 6: *** #06. Cioccolato ~ Honmei chocolate ***
Capitolo 7: *** #07. Imbarazzo ~ Daydream Days ***
Capitolo 8: *** #08. Amanti ~ Peace piece ***
Capitolo 9: *** #09. Prima volta ~ Noli me tangere ***
Capitolo 10: *** #10. Amore ~ Love don't know different ***
Capitolo 1 *** #01. Bacio ~ Flavor of sweet ***
Flavor of sweet
Titolo:
Flavor of sweet
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 532 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti:
Shounen ai, OOC?
Tabella/Prompt:
All lovers › 01. Bacio
12 Storie - #01 Natura: #03.
Neve
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Era
alquanto strano guardarsi attentamente negli occhi dopo quanto era
accaduto.
Forse era stata colpa del freddo, forse
il ritrovarsi entrambi sotto la
neve che cadeva dal cielo - avvolti in una sola coperta per proteggersi
dal gelo durante quel loro turno di guardia in due sulla coffa della
Merry -, eppure, pian piano, avevano cominciato ad avvicinarsi sempre
di più, quasi inconsciamente, fino a quando le loro fronti
non
si erano trovate ad una spanna l'una dall'altra. C'era stato un momento
di silenzio, poi, momento riempito unicamente dallo sciabordio delle
onde contro la chiglia della nave e dal battito frenetico dei loro
cuori, ed era stato bizzarro, poco dopo, annullare la poca distanza che
li aveva separati e sfiorare le labbra dell'altro come se fosse la cosa
più naturale del mondo.
Un bacio, una semplice carezza sulla
bocca e un breve contatto delle
loro dita, prima di allontanarsi come se i loro corpi fossero stati
percorsi da una scarica elettrica che li aveva costretti a distaccarsi.
E adesso se ne stavano lì, immobili sotto i fiocchi di neve
che
imbiancavano la nave e le loro teste, a fissarsi negli occhi senza
riuscire a distogliere lo sguardo.
Dannazione. Proprio non riuscivano a capire che cosa fosse
preso ad
entrambi, dovevano ammetterlo. Loro... loro non si erano mai
sopportati, accidenti. Non passava attimo senza che litigassero per un
nonnulla, non c'erano momenti in cui non perdevano mai occasione per
cercare di prevalere l'uno sull'altro, e solo in battaglia, nel momento
del bisogno, avevano dimostrato quello stesso affiatamento che li aveva
visti uniti in quel bacio che si erano scambiati per un unico istante.
«Credo... credo che dovrei
andare a preparare qualcosa da
mangiare, già», se ne uscì di punto in
bianco
Sanji, umettandosi inconsciamente le labbra. Non riusciva ancora a
credere a quanto fosse appena successo, e molto probabilmente, a causa
del suo continuo affermare di essere nato per amare le donne ed
elogiarle in tutto e per tutto, faticava anche a catalogare quella cosa
come un avvenimento reale. Chissà, magari aveva
semplicemente
sognato. Forse si era addormentato sotto la neve e... merda, a chi
voleva darla a bere? Era successo e basta, era inutile cercare scuse
inesistenti. A quel suo stesso pensiero sbuffò,
scompigliandosi
i capelli e lasciandosi cadere contro il legno della coffa, battendosi
una mano sulla fronte. «Non una parola. Chiaro?»
sbottò, trasalendo nel sentire Zoro cingergli le spalle con
un braccio per attirarlo verso di sé.
«Sta' zitto, cuoco, o ti si
congelerà la
lingua», lo prese in giro, e Sanji si voltò
immediatamente
verso di lui per fulminarlo con lo sguardo, sbattendo però
le
palpebre qualche istante dopo nell'osservare il viso dello spadaccino.
Pur stringendolo, stava ostinatamente guardando altrove, quasi con fare
disinteressato, e quello che gli colorava le guance - Sanji ne era
assolutamente sicuro - aveva tutta l'aria di essere un lieve rossore.
Oh, così anche lui riusciva a fare espressioni simili? Non
l'avrebbe mai detto.
Sanji sorrise, poggiando il capo contro
la sua spalla con uno
sbuffo vagamente divertito. «Idiota d'un marimo»,
sussurrò, beandosi del calore di quell'abbraccio.
Avrebbe fatto finta di niente come aveva
affermato, certo, ma
non avrebbe mai confessato a Zoro che quello era stato il suo primo
bacio.
_Note inconcludenti dell'autrice
Premettiamo
che questa raccolta è così stupida che io stento
a
credere alla sua esistenza. Detto questo, mi aspetto un bel lancio di
pomodori per l'assurda fluffosità presente in questa prima
flash, fluffosità che andrà pian piano aumentando
e la
cosa credo che in qualche modo mi terrorizza, se associata a questi
due. Però era richiesto un pochino di OOC e ho cercato di
fare
del mio meglio senza però strafare, dunque perdonatemi se
è uscita fuori una schifezza di questo genere. Non era
davvero
mia intenzione
E... niente, come già ripetuto in altra sede, probabilmente
dovrei piantarla con queste raccolte, ma sembra proprio che io non
riesca a farne a meno. Date la colpa alle challenge, chissà.
E
anche questa raccolta, anche se non sembra, è legata ad una
challenge di San Valentino, All
Lovers, indetta da Contest&Challenge
Mania.
Detto
ciò, commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
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prossima. ♥
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Capitolo 2 *** #02. Tenersi per mano ~ My hand in your hand ***
My hand in yours
Titolo:
My hand in your hand
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 530 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti:
Shounen ai
Tabella/Prompt:
All lovers › 02. Tenersi per mano
12 Storie - #01 Natura: #01.
Tuono
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
«E'
dannatamente imbarazzante, cuoco. Te ne rendi conto,
vero?» sbottò Zoro per l'ennesima volta,
sentendosi le
guance in fiamme.
Avevano attraccato ore addietro e lui
era tranquillamente sceso
dalla Merry per andare a farsi un giro in città, magari con
la
speranza di trovare qualche spadaio per affilare le sue tre katane,
però, ad un certo punto, non aveva più ricordato
da che
parte fosse il porto, così aveva cominciato a chiedere un
po' a
chiunque delle indicazioni. Era stato quello il motivo per cui, in
seguito, si era ritrovato praticamente in periferia senza riuscire a
capire come ci fosse arrivato, e si poteva dire che era stato un
miracolo se a trovarlo era stato proprio quello scemo d'un cuoco con
cui si trovava in quel momento. Peccato, però, che avrebbe
preferito non essere ritrovato affatto. E non perché non
desiderasse tornare sulla nave, nay, tutt'altro; solo che quell'idiota
aveva avuto la bella pensata di trattarlo come un bambino, e tuttora si
tenevano per mano, pur avendogli mille volte ripetuto che non ce n'era
bisogno e che l'avrebbe semplicemente seguito. Stupido cuoco dal
sopracciglio arricciato. Quell'umiliazione gliel'avrebbe fatta pagare
maledettamente cara.
«La prossima volta impari a
perderti, marimo»,
rimbeccò Sanji con semplicità inaudita, riuscendo
solo a
far pulsare la vena sulla fronte dello spadaccino ancora di
più.
L'avrebbe fatto a fette, parola sua.
«Non mi ero perso. Stavo solo
facendo il giro più lungo».
«Appunto. Questo si chiama perdersi,
idiota».
«Sta' zitto e mollami,
piuttosto. Non sono un moccioso».
Sanji si voltò parzialmente
verso di lui e sollevò
un sopracciglio con fare scettico, sbuffando poi ilare. «Per
perderti poi non appena giro l'angolo? Nay, grazie. Non mi va di venire
a cercarti ancora».
«Allora dovrai spiegare a Nami
perché tieni per mano
un altro uomo, ricciolo», replicò Zoro senza mezzi
termini, al che Sanji, sgranando l'occhio - aveva forse immaginato la terribile catastrofe,
data la sua espressione? -, si ritrovò ad allentare la presa
così in fretta che parve essere stato appena morso da un
serpente, lasciando allo spadaccino una strana sensazione all'altezza
dello stomaco. Non seppe dire che cosa fosse né tanto meno
riuscì a spiegarsela, esattamente come i suoni che avevano
cominciato a tempestarlo, eppure, per un lungo attimo, sentire la mano
abbandonata a se stessa fu in qualche modo sgradevole.
Perché,
poi, non ne era per nulla sicuro, e probabilmente non avrebbe nemmeno
voluto scoprirlo.
«Ohi, marimo, datti una mossa!
Sta cominciando a
piovere!» La voce di Sanji lo riportò alla
realtà e
sbatté più volte le palpebre nel vedere la sua
figura
allontanarsi, udendo il brusio che aveva cominciato a martellargli
nelle orecchie divenire più netto e meno confuso, tanto che
riuscì finalmente a comprendere di che cosa si trattasse.
Erano
tuoni. Quelli che aveva udito fino a quel momento erano tuoni, allora,
non il ritmo frenetico del suo cuore come aveva creduto al principio.
A quei suoi stessi pensieri, Zoro
abbassò lo sguardo sul
palmo della propria mano destra e osservò le prime
goccioline di
pioggia sciogliersi su di esso, chiudendola poi a pugno nel portarsela
al petto con un mezzo sorriso divertito.
Forse avrebbe dovuto perdersi un po'
più spesso, se
ciò avrebbe significato poter finalmente stringere la mano
del
cuoco nella sua.
_Note inconcludenti dell'autrice
Innanzittutto
un grazie a coloro che hanno commentato - e che mi hanno rassicurato
sull'assurdità e sul fluff della prima flash, nonché
sul
carattere dei protagonisti che a me sembrava comunque un po' OOC -, e
anche un auguri per oggi che San Valentino, o almeno a chi
considera questa festa come tale. Sono come il Grinch, io; non dico di
odiare San Valentino come lui odia il Natale, ma diciamo che ci
avviciniamo
Comunque sia, da come si è visto, anche questa flash non
è esattamente sana di mente, ma diciamo che sono proprio io
ad
essere un po' sclerata quindi l'idiozia dovrebbe ormai essere una cosa
più che normale
Diciamo che... diciamo che i prompt della tabella, se associati a
questi due, sono un po' difficilotti, perché sono
più che
altro prompt per innamorati e tutti sappiamo che Zoro e Sanji non sono
come quelle coppie che sono tutte cicci cicci miao miao e si scambiano
frasi d'amore ogni tre per due
Spiegato ciò, commenti
e critiche, come sempre, son ben accetti :3
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Capitolo 3 *** #03. Cuore ~ A simple guy ***
A simple guy
Titolo:
A simple guy
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 565 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti:
Shounen ai
Tabella/Prompt:
All lovers › 03. Cuore
12 Storie - #01 Natura: #02.
Grandine
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Sanji
gettò un'occhiata fuori dall'oblò della cucina,
aggrottando la fronte.
La neve che aveva cominciato a cadere
mezz'ora prima si era
tragicamente trasformata in grandine, e non aveva potuto fare a meno di
domandarsi che razza di fenomeni atmosferici regnassero lì
nella
Grand Line. Nami gli aveva spiegato per filo e per segno che avrebbero
potuto incappare in cose ben peggiori e che dunque un po' di grandine
era il male minore, ma era alquanto snervante starsene stipato in
cucina in attesa che quel tempaccio scemasse un po' e lui potesse
finalmente cominciare il turno di guardia. Come se non bastasse,
lì dentro c'era anche quello scemo d'un marimo. Una sola
calamità alla volta non bastava, a quanto sembrava.
«Ohi, cuoco. Piantala di
startene lì in piedi,
tanto non si calmerà fino a stanotte»,
bofonchiò
Zoro, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio. Mai come quella volta aveva
ascoltato con estrema attenzione i discorsi di Nami, dunque sapeva a
che cosa andavano in contro adesso. Anche se... starsene a dormire
sulla propria amaca non gli avrebbe fatto schifo, ora come ora. E
Sanjii parve essere del suo stesso avviso, giacché si
voltò per fulminarlo con un'occhiataccia.
«Nessuno ti ha obbligato a
rimanere qui, marimo»,
volle mettere ben in chiaro le cose, ignorando volutamente lo sbuffo
scocciato che lo spadaccino si lasciò sfuggire.
«Me ne sto
in piedi quanto voglio».
«Contento tu», lo
liquidò, al che Sanji
sollevò un sopracciglio, inclinando il capo contro la
spalla.
Perché diavolo lo infastidiva, allora, se non aveva niente
di
meglio da dire? Che razza di compagno che si era scelto. E ancora si
chiedeva come avesse fatto ad invaghirsi di lui, visto che non facevano
altro che litigare dalla mattina alla sera e quello scemo non era di
sicuro un tipo premuroso. Forse era masochista, chi poteva dirlo. Lo
dimostrava il suo iniziale flirtare con Nami e i continui pugni che lei
gli rifilava per allontanarlo, per quanto poi tornasse alla carica
più sicuro di prima. Era un vero e proprio idiota, accidenti.
Con un sospiro, il cuoco
tornò a guardare fuori e ad osservare
la grandine che picchiettava violentemente sul vetro
dell'oblò e
sul legno che rivestiva il ponte della nave, domandandosi
distrattamente quando avrebbe smesso. Non era certo di riuscire a
starsene in compagnia di Zoro un minuto di più, men che mai
se
dovevano dividere quel bizzarro silenzio, e non sapeva nemmeno come
fare per intavolare una discussione, dato che la mattina stessa avevano
litigato di nuovo come loro solito. E quel suo immediato alterarsi di
poco prima ne era stato la prova vivente. Chissà, forse il
problema era proprio lui e non Zoro.
«Ohi, cuoco», lo
richiamò proprio
quest'ultimo, e, ormai distratto dai propri pensieri, Sanji si
voltò nuovamente verso di lui, con fare scocciato e con
l'aria
di chi avrebbe presto perso la pazienza.
«E adesso che vuoi, stupido
marimo?»
«Vieni qui. Prenderai
freddo».
Sanji sbatté le palpebre,
osservando i cenni che gli
stava rivolgendo Zoro come se a farli fosse qualcun altro. Che idiota
che era, quello spadaccino. E a quel suo stesso pensiero, il cuoco
scosse il capo e sbuffò ilare, annullando la distanza che li
separava per sedersi sulla panca e poggiare la schiena contro il petto
di Zoro, sentendo quest'ultimo avvolgerlo nella coperta che aveva
tenuto lui sulle spalle fino a quel momento.
Anche quello scemo d'un marimo
dimostrava di avere
un cuore d'oro e di saper fare qualche gentilezza, una volta tanto.
_Note inconcludenti dell'autrice
Questa
è una delle flash più semplici - lo richiama
benissimo
anche il titolo - e più sceme di tutta la raccolta, visto
che,
se si controlla bene, sembra non avere né capo né
coda.
Non lo so, in verità queste dieci flash le ho gettate un
pochino
troppo di getto e continuano a sembrarmi stupide, ma ormai si sa che io
mi faccio delle pippe mentali assurde e non riesco mai a farmi piacere
niente, specialmente se si tratta di roba mia *rotola via tra risatine
isteriche*
Anyway, giacché ho già pronti i restanti
capitoli, credo
che aggiornerò ogni tre giorni o poco più,
concludendola
prima della fine del mese... anche se non è sicuro,
conoscendo i
miei tempi di pubblicazione. Tenterò poi di aggiornare anche
la
raccolta Waiting
for ~ 30 Shattered Pieces e, per
chi lo aspetta praticamente da una vita, la long fiction Like
Davy Jones' Locker (where the men find the eternal sleep) con il
capitolo nove
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Capitolo 4 *** #04. Rose ~ Rose coloured path ***
Rose coloured path
Titolo:
Rose coloured path
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 618 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti:
Shounen ai
Tabella/Prompt:
All lovers › 04. Rose
12 Storie - #01 Natura: #07.
Stelle
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Le
stelle brillavano in cielo, la serata era tranquilla e si riusciva
persino a sentire il canto lontano di qualche balena che nuotava nel
bel mezzo dell'oceano, eppure c'era qualcosa che non quadrava,
lì. E Sanji non si riferiva al paesaggio circostante o al
lieve
dondolare della nave ad ogni ondata, né tanto meno alla
mezzanotte precisa, bensì al fatto che Zoro - quello Zoro, quel
marimo, mr sarò
il miglior spadaccino del mondo
- gli avesse appena offerto dei fiori. Non dei fiori qualsiasi,
però, ma due bellissime rose rosse che chissà
dove
diavolo aveva trovato, visto che non toccavano terra da quasi cinque
giorni.
«Marimo», si decise
infine a parlare, osservando
quelle rose con un sopracciglio sollevato. Cioè, insomma...
quella non era una cosa di tutti i giorni, ecco, men che mai se
associata a quello spadaccino tutto muscoli e niente cervello, che di
romantico non aveva nemmeno il nome. Perché Zoro non era un
tipo
romantico, accidenti. «Che cosa sono?»
Zoro aggrottò la fronte,
nervoso. Brutto segno. Davvero
un bruttissimo segno. «Rose, idiota. Non credevo non le
riconoscessi».
«Nay, nay», lo
fermò immediatamente Sanji,
alzando una mano come se volesse zittirlo. Sentire la parola rose
uscire dalla bocca di quello scemo era doppiamente strano, e proprio
non riusciva a spiegarsi il perché. «Non era
questo quello
che intendevo, marimo. Perché mi regali delle
rose?»
Con tutta la naturalezza del mondo, il
Vice Capitano gli
afferrò una mano e, senza aggiungere niente, gli
mollò
quei fiori nel palmo, dandogli le spalle mentre si grattava dietro al
collo. «Ho parlato con Nami», la buttò
poi
lì, lasciando Sanji ancor più perplesso;
così
continuò, facendo distrattamente spallucce. «Ha
detto che
questa è una cosa che si fa».
Una cosa che si faceva?
Ma di cosa diavolo avevano parlato, lui e la sua musa? Nay, un momento.
Forse non voleva saperlo davvero. Anche se... una terribile
consapevolezza lo invase, tanto che cominciò a sudare freddo
e,
stringendo nel palmo quei due steli, aggirò Zoro per
piazzarsi
davanti a lui, osservandolo con attenzione negli occhi. «Non
avrai aperto bocca con Nami-san, voglio sperare».
Zoro inarcò un sopracciglio e
sbuffò ilare, come
se la bizzarra presa di posizione dell'altro l'avesse in qualche modo
divertito. «Se alludi a noi, non le ho detto niente,
ricciolo», lo rassicurò, facendo finta di ignorare
il
sospiro di sollievo a cui il cuoco diede vita, «quindi
accetta
quelle rose senza farti troppe domande. Sarà la prima e
l'ultima
volta, sappilo. Non sono tipo da stronzate romantiche di questo
genere», decretò, dandogli una pacca su una spalla
come se
nulla fosse prima di defilarsi alla svelta, lasciando Sanji
momentaneamente spiazzato.
Non aveva capito il senso di tutta
quella messa in scena, doveva
ammetterlo. Né tanto meno aveva compreso di che cosa
avessero
parlato lui e Nami-san, visto che non gli aveva spiegato praticamente
nulla. Era così che si faceva cosa? A che diavolo alludeva?
Merda, certe volte era davvero difficile riuscire a capire che cosa
passasse per la testa di quello scemo d'un marimo.
Con quei pensieri per la testa - e dopo
aver gettato un altro
sguardo inconsapevole alle rose, come se non credesse alla loro
presenza -, Sanji si avviò in cucina e si chiuse la porta
alle
spalle, sospirando nel dirigersi verso il lavandino per riempire una
brocca nella quale mettere i fiori. Proprio nel farlo, però,
lo
sguardo gli cadde sul calendario, e rimase di stucco nel rendersi conto
di che giorno fosse. Il quattordici. Il quattordici febbraio,
per essere precisi.
Sanji non poté fare a meno di
ridacchiare, guardando
ancora una volta le rose. Il perché di quel bizzarro gesto
era
divenuto fin troppo chiaro, e la cosa lo fece sorridere di gusto.
Quello scemo di Zoro non si smentiva mai.
_Note inconcludenti dell'autrice
Tipo
che io sono in ritardo di giorni con queste flash su San Valentino, ma
va beh, non importa, devo pur sempre finire la challenge, in fin dei
conti *rotola via per non essere presa a pomodorate in faccia*
Scleri miei a parte, in verità non penso che ci sia poi
molto da dire su questa storia.
Insomma, come al solito questi due non parlano mai chiaro come
dovrebbero e anche quando lo fanno non si capisce un accidente di
quello che vogliono dire davvero - oppure sì, chi lo sa, lol
-,
quindi preferiscono agire con i fatti come giustamente fa Zoro, senza
svenevoli romanticherie e frasi d'effetto. Le sue sono una cosa molto
alla va' o la spacca, oserei dire *rotola tra risatine divertite*
Comunque
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Capitolo 5 *** #05. Primo appuntamento ~ As like as two drops ***
As like as two drops
Titolo:
As like as two drops
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 752 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
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All lovers › 05. Primo appuntamento
12 Storie - #01 Natura: #09.
Nuvole
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Sanji
strinse i denti e disinfettò alla meno peggio la ferita che
aveva sul braccio, osservando con occhio critico i brandelli di stoffa
che una volta erano appartenuti alla sua maglietta, resa ormai
inutilizzabile.
Era da una buona manciata di minuti che,
seduti sull'erba umida schiena contro schiena, lui e Zoro stavano
facendo la stima dei danni riportati e imprecavano al tempo stesso
contro chissà chi, per quanto fra i loro epiteti si
sentissero di tanto in tanto le parole «pirati da
quattro soldi» e «bastardi».
Eppure era cominciata abbastanza bene, quella giornata. O almeno
secondo i loro soliti standard.
Scesi in città per fare
rifornimento e lasciando unicamente Usopp a fare la guardia alla nave,
avevano seguito Nami in ogni dove e persino in svariati negozi di
vestiti - con grande disappunto di Zoro e tra gli sbuffi scocciati di
Rufy, che non faceva altro che ripetere di volere un'avventura
anziché girare inutilmente là dentro -,
fermandosi momentaneamente solo quando lo spadaccino, adocchiato uno
spadaio, aveva bellamente pensato di ignorare i richiami della
navigatrice e di entrare a dare un'occhiata alle katane - con le altre
due fuori uso e l'Ichimonji da affilare, aveva immediatamente colto la
palla al balzo -, mettendoci forse più tempo di quanto non
avesse fatto lei a provare i vestiti. Morale della favola: Sanji era
tornato indietro per ripescarlo e aveva perso di vista Rufy e la sua
Nami-san, ritrovandosi da solo con Zoro e con milioni di pacchetti e
buste da trasportare.
Se fosse stato solo quello,
però, il cuoco avrebbe ancora pensato di essere sotto una
buona stella, anziché cominciare a credere che lo spadaccino
portasse unicamente sfortuna. Sanji era stato difatti costretto a
seguirlo anche in un'infima bettola perché il signorino
aveva avuto voglia di bere un goccio - come se far perdere loro
inutilmente tempo a cercarlo non fosse già abbastanza, poi
-, e proprio lì, accidenti a lui, erano cominciati i guai.
Le bottigliate in testa e le ferite su braccia e viso provocate da quei
pirati contro cui si erano scontrati, però, non erano state
nulla in confronto ai calci e ai pugni che quei poveri malcapitati
avevano rimediato solo per aver avuto la brutta pensata di infastidire
Zoro. La prossima volta avrebbero riflettuto due volte prima di aprire
anche solo bocca con quello spadaccino scorbutico nei paraggi,
probabilmente. Ripulito un po' il posto, poi, avevano finalmente notato
quanto fossero a loro volta mal ridotti - e Sanji non ci aveva pensato
due volte e rifilare un altro paio di calci a quei delinquenti non
appena aveva visto le maniche della maglietta ridotte a brandelli e il
sangue macchiargli le braccia - e se n'erano bellamente andati, anche
se adesso si trovavano in mezzo ad un prato chissà dove e
chissà quanto lontani dalla Merry. Ah, accidenti.
«Ho una domanda,
marimo-kun», se ne uscì d'un tratto Sanji in tono
sarcastico, scuotendo il capo per dissipare i propri pensieri. Tanto
continuare a rimuginarci su non avrebbe risolto proprio nulla, visto
che ormai era successo. «Perché diavolo hai
insistito tanto per andare a bere? Avresti potuto farlo sulla
Merry».
Dietro di lui, Zoro scrollò
semplicemente le spalle, allungando poi una mano per recuperare un
pezzo di stoffa e fasciarsi un polso come se nulla fosse. «Mi
andava. Problemi?»
«Parecchi, visto che le mie
braccia sono ricoperte di graffi».
«Och, sta' zitto. Potrai
benissimo cucinare anche così», asserì
lo spadaccino, finendo di legare quelle bende improvvisate intorno ai
deltoidi e stringendo il nodo con i denti prima di alzarsi e recuperare
i pacchetti di Nami sotto lo sguardo scettico del compagno.
«Non era questo ciò
che intendevo, marimo».
Il silenzio, subito dopo, si protrasse
stranamente per lunghi attimi. Nessuno dei due fiatava e si limitavano
semplicemente a fissarsi negli occhi dall'alto in basso, mentre sopra
di loro le nuvole si addensavano e cominciavano a promettere aria di
pioggia. Forse avrebbero fatto meglio a tornarsene alla nave,
anziché starsene lì come due perfetti idioti.
Avevano fatto la figura degli imbecilli già abbastanza, per
quel giorno.
«Prendi quest'uscita come una
di quelle cose che fanno le coppie, cuoco»,
borbottò d'improvviso Zoro, e Sanji sollevò un
sopracciglio con fare scettico.
«Cose che fanno le coppie? Ma
che diavolo stai...» Si fermò prima ancora di
completare la propria frase, intuendo fin troppo in fretta a che cosa
stesse cercando di alludere quell'idiota. E la cosa lo
divertì talmente tanto che non riuscì a frenarsi
dal ridacchiare, per quanto Zoro stesso avesse inutilmente tentato di
zittirlo.
Non era capace di portare a buon fine
nemmeno un primo appuntamento, quello scemo d'un marimo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Io ce l'ho
proprio con 'sti appuntamenti strani per questi due, sul serio.
Insomma, è già la seconda volta che faccio
capitare loro
qualcosa durante un appuntamento - anche se qui non era palese che
erano ad un appuntamento, visto che come suo solito Zoro se
n'è
stato zitto e ha fatto tutto per cavoli suoi -, quindi penso che prima
o poi verrò presa a male parole *sghignazza*
Okay, la pianto di sclerare, anche perché credo di averlo
fatto
già abbastanza per tutta la durata della flash... ma che
cosa ci
si può fare, io questi due in un appuntamento normale - un
di
quelli da coppia, insomma - non riesco a vederli. Sarà
proprio
perché son Zoro e Sanji, chissà...
Anyway!
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Capitolo 6 *** #06. Cioccolato ~ Honmei chocolate ***
Honmei chocolate
Titolo:
Honmei chocolate
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 745 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Nami, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti:
Shounen ai
Tabella/Prompt:
All lovers › 06. Cioccolato
12 Storie - #01 Natura: #06.
Luna
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Zoro
sbuffò pesantemente, sistemandosi in spalla la moltitudine
di pacchi che Nami gli aveva bellamente mollato.
Aveva ormai perso il conto delle volte
in cui la ragazza l'aveva
scambiato per il proprio mulo da soma e, senza nemmeno dar peso alle
sue giuste repliche, se l'era portato dietro per fare rifornimento,
pretendendo di essere accompagnata anche nei migliori negozi
d'abbigliamento della città in cui si erano ritrovati. I
lamenti
e le suppliche di Sanji - che si era offerto persino di portarla in
braccio per non farla stancare, comportandosi proprio come l'idiota
disperato che era - erano stati bellamente ignorati a favore di un
incarico ben più importante, quale tenere alla larga Rufy
dal
frigorifero almeno fino al suo ritorno. Se avesse lasciato solo Usopp,
aveva detto per far smettere il cuoco, non avrebbe avuto la stessa
sicurezza di sapere quel poco cibo rimasto con lui, e con quelle poche
parole messe in fila l'aveva tranquillamente fregato senza che se ne
accorgesse nemmeno. Quando si trattava di donne era proprio un
sempliciotto, quel ricciolo.
I pensieri dello spadaccino furono
bruscamente interrotti nel
vedere la
navigatrice fermarsi davanti alla vetrina di un altro negozio, e,
imprecando a denti stretti fra sé e sé - ma non
ne aveva
ancora abbastanza, quella scema? -, la raggiunse a grandi falcate e
aprì bocca per richiamarla, notando solo in un secondo
momento
cosa stesse osservando con così tanta attenzione. Oltre il
vetro
sul quale si intravedevano vagamente i loro riflessi, facevano
bella mostra di sé torte
a due piani con colorate rose di zucchero e ritagli di pastafrolla
dalle forme più bizzarre - era un angelo, quel coso che
vedeva
galleggiare sopra i dolci con un filo rosso? -, e, sul velluto rosa di
cui era rivestito lo scaffale, erano sparsi cioccolatini a forma di
cuore e vere e proprie tavole di cioccolato incartate con fiocchi
dorati. Okay, bello spettacolo... ma che cosa cavolo ci facevano ancora
lì?
«Ohi, non vorrai entrare anche
qui, spero»,
borbottò infine, e roteò gli occhi nel vedere la
navigatrice annuire convinta. «La
cioccolata può fartela tranquillamente quell'idiota d'un
cuoco,
quindi torniamo alla nave», asserì, ma Nami lo
fulminò con un'occhiataccia.
«Non è per me,
stupido».
«Allora perché
diavolo vuoi comprarla?»
Nami
si batté una mano sulla fronte, sospirando. «Di
queste
cose non capisci proprio nulla, tu», decretò, come
se la
sua fosse una verità assoluta, per quanto non avesse ancora
spiegato niente allo spadaccino, che la osservò difatti con
un
sopracciglio sollevato; la navigatrice trasse dunque un altro lungo
sospiro - senza risparmiarsi dal dare al compagno una leggera botta in
testa, quasi volesse fargli entrare un po' di sale in zucca - e gli
fece cenno di seguirla all'interno, per quanto gli fosse sembrato di
scorgere sul suo viso un'espressione tutt'altro che accondiscendente.
Beh, pazienza. «In questo periodo dell'anno cade una festa
che
sta a cuore a parecchi innamorati... e di solito si regala del
cioccolato».
Pur seguendola attraverso gli scaffali
con una certa riluttanza - tra
fiocchi e pupazzi giganti c'era decisamente troppo rosa, là
dentro -, Zoro si ritrovò a sbuffare, dovendo sistemarsi per
l'ennesima volta i pacchi in spalla. «Ciò
non spiega ancora perché vuoi comprarla»,
rimbeccò,
e Nami riuscì a frenarsi dall'urlare, frustrata, solo grazie
a
chissà quale miracolo.
«Sei così ottuso,
accidenti a te!»
«Sei tu che non ti sai
spiegare, stupida!»
Nami
lo fulminò con lo sguardo e, dandogli una gomitata nello
stomaco, lo superò a passo di marcia tra un borbottio e
l'altro,
fumante di rabbia e anche un po' di imbarazzo. «Domani chiedi
a
Rufy se ha trovato della cioccolata», tagliò
corto,
dileguandosi prima che lo spadaccino potesse anche solo provare a
domandarle qualcosa. E Zoro se ne rimase lì in mezzo agli
scaffali, con gli acquisti della ragazza fra le braccia, a fissare la
sua schiena che si allontanava mentre sbatteva le palpebre,
probabilmente incredulo da ciò che aveva appena sentito.
Oh. Adesso si spiegava tutto.
Perché non aveva parlato chiaro
sin dall'inizio, invece di girare intorno all'argomento e fargli fare
la figura del perfetto idiota? Che scema, quella Nami. Anche se... la
sua attenzione cadde involontariamente sulla moltitudine di cestini a
forma di stella, cuore e luna che infestavano i ripiani, e una malsana
idea
passò fulminea nella sua mente.
Quando
quella sera tornarono alla nave e una mezz'oretta dopo Sanji
entrò in cucina per preparare la cena, si
stupì non poco nel vedere un mezzo cioccolatino a forma di
cuore
fare bella mostra di sé accanto al grembiule e ad un
foglietto
spiegazzato.
_Note inconcludenti dell'autrice
Ahem,
aye, alla fine sono riuscita ad inserire del RuNami anche qui - e ci
sarà anche un po' di FRobin, ve
lo dico in anticipo essendo già storie pronte -, per
quanto mi fossi ripromessa di non farlo. Perdonatemi, non è
colpa mia. Sono loro due che cicciano fuori anche quando non devono,
giuro! *Pride viene pestata malamente*
Piccola spiegazione sul titolo, comunque: l'Homnei Chocolate si da
solitamente ad
una persona con cui si ha una relazione stabile o per cui si prova
qualcosa di molto profondo, quindi non è difficile capire
perché Zoro, alla
fine, decida di prendere un cioccolatino - e di dargli anche un piccolo
morso,
lol - per Sanji e lasciarglielo in bella vista in cucina senza
però avere il coraggio di consegnarglielo di persona. In fin
dei
conti inserire una parte con Sanji avrebbe stonato e credo che vada
bene anche semplicemente così.
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Capitolo 7 *** #07. Imbarazzo ~ Daydream Days ***
Daydream Days
Titolo:
Daydream Days
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 922 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Usopp, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
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Tabella/Prompt:
All lovers › 07. Imbarazzo
12 Storie - #01 Natura: #12.
Tramonto
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Perché diavolo era
così nervoso? Era
questo che Sanji continuava a chiedersi davanti allo specchio, tentando
inutilmente di annodarsi la cravatta intorno al collo. Se l'era sciolta
durante il pomeriggio e non aveva avuto il tempo per darsi una
sistemata, mentre adesso che poteva gli tremavano così tanto
le
mani che non riusciva nemmeno a fare un maledetto nodo. Ah, merda. E
tutto a causa della scoperta fatta quella stessa mattina.
Okay, era più che normale
svegliarsi con l'amichetto su
di giri - insomma, si sarebbe dovuto preoccupare se fosse stato il
contrario, no? -, ma la cosa diventava di gran lunga più
strana
se si pensava che la causa di quel suo alzabandiera mattutino era stato
il bizzarro sogno che aveva fatto su quello stupido spadaccino tutto
muscoli. Non su Nami, Robin o su qualche altra splendida donna tutta
curve, nossignore...
ma su
quel cretino di Zoro. Ed era stato proprio per quel motivo che non
aveva fatto altro che evitarlo per tutto il giorno con una scusa e con
un'altra, non dando peso al fatto che in quel modo avrebbe anche potuto
destare sospetti. Ormai era quasi il tramonto, però, e non
avrebbe potuto continuare con quell'andazzo ancora a lungo. A meno che
non se ne fosse andato a dormire in cucina, ma a quel punto, la mattina
dopo, sarebbe stato nuovamente punto e a capo.
A quel suo stesso pensiero,
sospirò, lasciando perdere la
cravatta. Tanto, anche volendo, non sarebbe riuscito a sistemarsela e
avrebbe soltanto perso tempo dentro a quel maledetto bagno. Si diede
semplicemente una rapida sciacquata al viso e tentò di
assumere
la solita espressione spavalda e da donnaiolo, riuscendoci solo quando
si focalizzò sui favolosi corpi delle sue muse,
ridacchiando.
Quella sì che era una visione fantastica, e si
concentrò
su quelle immagini anche quando spalancò la porta e si
ritrovò sul ponte della Merry, con la luce aranciastra del
tramonto che rendeva il mare quasi infuocato e colorava le sagome di
Rufy e Chopper, intenti a pescare seduti sul ballatoio.
Sanji trasse un lungo respiro, inalando
fino in fondo l'odore
salmastro che aleggiava intorno a lui prima di infilare una mano nel
taschino della camicia. La giornata stava per giungere ad una degna
conclusione e lui era riuscito a preservare la sua sanità
mentale, dunque gli ci voleva proprio una bella sigaretta e...
«Ohi, cuoco, si può
sapere che diavolo ti è preso, oggi?»
Per poco Sanji non si strozzò
con la sua stessa saliva,
stornando bruscamente lo sguardo nella direzione in cui aveva sentito
provenire la voce dello spadaccino, che lo stava osservando a braccia
conserte e con un sopracciglio sollevato. In un attimo, la visione di
Nami e Robin in costume da bagno che il cuoco si era creato nella testa
scoppiò come una bolla di sapone, venendo sostituita dal
corpo
possente di Zoro e dalle sue labbra che lo esploravano in punti che lui
nemmeno ricordava di possedere, facendo tornare immediatamente
l'imbarazzo che aveva provato quella stessa mattina. Merda. Non proprio davanti a
quell'idiota, maledizione.
Prima ancora che Zoro potesse anche solo
provare a dire
qualcos'altro - e non gli sfuggì l'espressione perplessa
dipintasi per un attimo sul suo volto abbronzato -, Sanji se la diede
letteralmente a gambe e si rifiugiò di sotto nella camerata
che
dividevano tutti loro, scendendo i pioli come un forsennato e facendo
sussultare Usopp, seduto sul divano con chissà quale dei
suoi
marchingegni. Proprio quest'ultimo, una volta calmatosi - ci era
mancato davvero poco che gli venisse un infarto, accidenti a lui -, gli
scoccò un'occhiata, studiandolo da cima a fondo prima di
ridacchiare.
«Se non ti conoscessi, direi
che stai scappando da Zoro,
Sanji», la buttò lì nel tornare ad
occuparsi di
quello che aveva tutta l'aria di essere un retino per insetti super
attrezzato, ignorando lo sguardo di fuoco che gli venne rivolto dal
compagno.
«E spareresti una grande
stronzata, nasone».
«Eppure lo eviti da questa
mattina».
Sanji deglutì, sudando
freddo. Era stata davvero
così palese, la cosa? Aveva davvero dato l'impressione di
evitarlo, per quanto avesse tentato di far passare tutto inosservato?
Forse non avrebbe dovuto fare finta di niente anche quando quello
stupido spadaccino aveva provato a metter su una delle loro solite
risse, accidenti. Quando provò a ribattere, però,
ogni
sua parola morì nel fondo della sua gola non appena gli
occhi si
posarono sulla figura di Zoro, sceso proprio in quel momento e con in
viso un'espressione tutt'altro accondiscendente.
Di questo Usopp se ne accorse, tanto che
raccattò le
proprie cose e, alzandosi come se nulla fosse, diede una pacca su una
spalla a Sanji, quasi a mo' di incoraggiamento. «Vi lascio
soli», asserì poi, cominciando a risalire i pioli
sotto lo
sguardo sconcertato del cuoco.
«N-Nay, Usopp,
aspetta!»
«Piantala di fare tutto questo
casino, idiota».
«Tu non dovresti proprio
fiatare, marimo, sei tu
che-» Sanji non riuscì a terminare la frase,
sentendo le
labbra dello spadaccino premere contro le sue. Seguì
semplicemente quello inferiore con la lingua senza forzarlo ad aprire
la bocca per assaporare il suo palato, allontanadosi così in
fretta che non parve essersi avvicinato affatto. La sua presenza
aleggiò comunque intorno a Sanji, momentaneamente spiazzato
per
quanto era appena accaduto. Persino l'imbarazzo iniziale sembrava
essersi attenuato, per quanto persistesse ancora e parve aleggiare come
un velo sulle loro teste quando, senza tanti complimenti, lo spadaccino
gli cinse i fianchi con un braccio e lo fece accomodare sul divano
accanto a sé, in silenzio.
Che cosa volesse esattamente intendere
quello sfiorarsi di
labbra non lo sapeva, ma di sicuro Zoro se la cavava meglio con i gesti
che con le parole.
_Note inconcludenti dell'autrice
Viva la
roba senza capo né coda, insomma.
Ammetto che l'idea iniziale di questa flash non era così, ma
stava scadendo il termine ultimo per la challenge e ho deciso di
lasciar fare semplicemente alle mie mani, anziché mettermi a
pensare e non riuscire poi a risolvere un accidenti di niente come
spesso mi sta capitando in questo periodo.
Non so perché, però, in un certo senso
è
divertente immaginare Usopp come in consulente di coppia di quei due,
sarà che la sua Kaya è lontana e lui deve pur
sempre
tenersi occupato in qualche modo... e qual modo migliore se non far
entrare un po' di sale in zucca a quei due idioti? *rotola via e
ridacchia*
Okay, okay, la smetto di sclerare e anche di dire cose senza senso,
visto che queste noti sono più inconcludenti del
solito
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Capitolo 8 *** #08. Amanti ~ Peace piece ***
Peace piece
Titolo:
Peace piece
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 818 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Franky, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti:
Shounen ai
Tabella/Prompt:
All lovers › 08. Amanti
12 Storie - #01 Natura: #10.
Vento
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Certe
volte era davvero difficile darsi un nome, giacché non
avevano
ancora fatto abbastanza passi per riuscire a considerarsi
«coppia».
Per quanto avessero ormai accettato il
fatto di provare qualcosa
l'uno per l'altro - e per Sanji, che si era sempre reputato un grande
amatore delle donne e il loro principe azzurro, era stato piuttosto
arduo riuscirci - e avessero messo ben in chiaro che fossero amanti,
c'era qualcosa che continuava a stonare, in quella specie di quadro che
si era creato fra loro. Forse il problema stava nel fatto che erano due
uomini, chi poteva dirlo. O, molto semplicemente, per la certezza che
nessuno dei due fosse un tipo da sdolcinatezze eccessive, sempre se si
escludevano i modi di fare che il cuoco riservava esclusivamente alle
donne. Su quel punto non era cambiato proprio niente, in fin dei conti.
Spesso, forse anche troppo, Zoro non si
risparmiava dal rifilare
un'occhiataccia al compagno ogni qual volta lo vedeva civettare con
Nami o ronzare intorno a Robin, la quale, con un sorriso
accondiscentente, si sistemava tranquillamente seduta con un libro
sull'altalena e lo liquidava molto garbatamente, quasi senza che lo
stesso cuoco se ne rendesse conto, cosa che invece lo spadaccino
riusciva a cogliere fin troppo bene, quando se ne stava a sonnecchiare
sul sostegno circolare dell'albero maestro o ad allenarsi sul ponte
della Sunny.
Quel giorno non era da meno. Stessa
routine, stessa solfa,
stessa scena madre che riservava ogni singola volta alle ragazze, che
apparivano sempre sorridenti e compiaciute da quelle attenzioni.
L'unica cosa che cambiava sempre era l'abbigliamento del cuoco: una
volta una camicia bianca, un'altra ancora un'inguardabile camicia rosa
con i fiori, una a righe arancioni e poi il doppiopetto... quel giorno
stava sfoggiando la stessa felpa azzurra che gli aveva visto poco tempo
addietro a Thriller Bark, quando, non appena aperti gli ochi, aveva
scorto la sua espressione di sollievo prima che sparisse
chissà
dove.
A quel suo stesso pensiero, Zoro si
portò una mano a
sfiorare il petto, traendo un lungo sospiro. Ah, maledizione a
quell'idiota. Parlava così tanto d'amore e non riusciva a
capire
quanto gli desse fastidio averlo fra le proprie braccia la notte e
vederlo comportarsi come un cretino durante il giorno.
«Fa male, vero?» La
voce di Franky, vicinissima al
suo orecchio, lo fece trasalire, e alzò di scatto la testa
verso
il carpentiere, vedendo la propria immagine riflessa nei suoi occhiali
da sole. Cavolo. Aveva davvero una pessima cera.
Scosse il capo e si
scompigliò i capelli con una mano,
tornando a guardare il cuoco. Stava gongolando davanti a Nami per
chissà quale motivo, ma sembrava molto intento ad
ascoltarla,
esattamente come stavano facendo Rufy e Usopp. Chissà di che
stava parlando, per riuscire a catturare anche la loro attenzione.
«Già», sussurrò poi di getto,
masticando
qualche imprecazione a denti stretti. Eccome se faceva male. Faceva
maledettamente male. Ma non avrebbe mai osato fiatare e fare la parte
dell'idiota, amanti o meno.
«Allora dovresti andare da
Chopper».
Da Chopper? E che diavolo avrebbe potuto
fare Chopper? «Perché dovrei?»
«E' il medico, fratello. Se la
ferita ti fa male, dovresti andare da lui».
Zoro per un attimo lo guardò
senza capire, sollevando un
angolo della bocca in un sorriso fintamente divertito non appena
comprese il significato delle parole di Franky. Oh. Quindi era a questo
che si riferiva. Che idiota era stato a credere qualcos'altro.
«Non ne ho bisogno», tagliò corto,
recuperando le
proprie katane per poi alzarsi in piedi, accennando un saluto al
carpentiere prima di andare a rifugiarsi su in palestra e bearsi del
breve alito di vento che gli carezzò il viso prima che si
richiudesse la botola alle spalle. Lì, almeno, sarebbe
potuto
starsene in pace e avrebbe potuto allentare la tensione allenandosi,
senza il timore che Chopper lo vedesse e lo redarguisse.
Non seppe quanto tempo passò
né tanto meno
riuscì a ricordarsi quando si fosse steso sul divano e si
fosse
addormentato, ma nell'aprire gli occhi sentì qualcosa di
caldo
coprirgli lo stomaco e si accigliò, sollevando debolmente il
capo per mettere a fuoco la figura sonnecchiante lì per
terra.
Con un piatto colmo di onigiri e una bottiglia di sake abbandonata al
proprio fianco, Sanji si era addormentato a sua volta con il capo
poggiato su una sua gamba e si era persino premurato di mettergli
addosso una coperta per evitare che prendesse freddo, visto che era
gravemente - parole di Chopper, non sue - ferito. Comportamento
alquanto inusuale, per lui. In un altro momento,
probabilmente, quello scemo d'un cuoco gli avrebbe rifilato un calcio
per svegliarlo e gli avrebbe bellamente mollato gli onigiri prima di
andarsene, senza nemmeno attendere che finisse per riprendersi il
piatto, così da costringerlo a scendere. Adesso, invece,
l'aveva
lasciato dormire e gli aveva anche dimostrato che in quella relazione
ci credeva più di quanto non desse normalmente a vedere.
Forse era vero. Ci si rendeva conto di
volere qualcosa solo quando si era maledettamente vicini dal perderla.
_Note inconcludenti dell'autrice
Perché
cavolo questa flash ha una nota velatamente angst che converge poi nel
fluff finale?
Non lo so, non chiedete, date semplicemente la colpa a
Thriller Bark. Quando si tratta di Thriller Bark la mia vena angst
spunta fuori anche non volendo, quindi è facilmente
intuibile il
perché la cosa sia diventata così. Bah
Comunque sia, mi mancava inserire Franky nelle mie storie, visto che
nelle precedenti flash si viaggiava ancora a bordo della Merry e dunque
lui non avrebbe potuto essere un componente della ciurma.
Però,
giacché lui ormai è un po' come il
papà, una scena
con lui era più che dovuta. Certo, a Zoro parla della ferita
e
tutto, ma chi lo dice che in realtà non si sia accorto del
suo
struggimento d'amore?
Lascio il dubbio perché per il momento non
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Capitolo 9 *** #09. Prima volta ~ Noli me tangere ***
Noli me tangere
Titolo:
Noli me tangere
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 866 parole fiumidiparole
]
Personaggi:
Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
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All lovers › 09. Prima volta
12 Storie - #01 Natura: #11.
Alba
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«Lasciamo
perdere», decretò Sanji di punto in bianco,
rimediandoci
un'occhiata severa da parte di Zoro, il quale non sembrava essere per
niente d'accordo con quella decisione così azzardata.
L'alba era ormai alle porte e lo
spadaccino, dopo aver passato
tutta la notte di guardia su all'osservatorio e aver quasi corso il
rischio di addormentarsi per la noia - era raro che in quel tratto di
mare capitasse qualcosa, dunque era stato un miracolo se era riuscito a
restare sveglio -, era stato invitato dal cuoco, alzatosi per
cominciare a preparare la colazione, giù in cucina, destando
momentaneamente i sospetti di Zoro. Non erano molte le occasioni in cui
era Sanji stesso a cercare la sua compagnia, se non quando voleva
costringerlo ad aiutarlo con i piatti o quando si trattava di
sbarazzarsi di orribili mostri, altresì detti insetti.
I suoi timori erano stati dunque
più che legittimi, ma si
era poi stupito quando il cuoco l'aveva fatto entrare in cucina solo
per rifocillarsi, preparandogli un buon pasto caldo e dandogli persino
del sake. Okay, di solito durante il suo turno di guardia lo faceva e
non era poi così strano, ma qualcosa, in tutta quella
situazione, gli aveva fatto credere che ci fosse comunque qualche
bizzarria, lì. E il fatto che poi si fossero ritrovati
chissà come e chissà quando l'uno sopra l'altro
sul
divano, avvinghiati come impegnati in una lotta e con le mani che
tastavano in ogni dove, aveva reso Zoro ancor più scettico,
per
quanto non si fosse per niente lamentato della situazione.
Insomma... nei mesi precedenti aveva
provato svariate volte a
far cedere il cuoco e aveva sempre ottenuto dei clamorosi due di
picche, un po' per la stanchezza che si accumulava su di lui a fine
giornata quando si trovava a dover combattere contro la fame di Rufy,
un po' a causa degli avvenimenti degli ultimi tempi e dei
continui inseguimenti della marina, che non aveva dato loro nemmeno un
attimo di fiato. Quando poi avevano tempo, Sanji faceva bellamente
finta di niente, e Zoro si trovava ogni volta con un pugno di mosche e
una voglia irrefrenabile. Durante quelle luci del primo mattino,
però, il compagno era apparso più che
accondiscendente,
sebbene adesso, pur essendo mezzi nudi e con i pantaloni già
sbottonati, sembrasse essersi tirato nuovamente indietro. Ah, merda.
«Come diavolo puoi chiedermi
di lasciar perdere proprio
ora, ricciolo?» berciò infine Zoro, sollevandosi
sui
gomiti per osservarlo da quella posizione. Incurante della sua aria
minacciosa, il cuoco aveva tranquillamente distolto lo sguardo ed era
persino riuscito ad allungare un braccio per recuperare una sigaretta,
portandosela alle labbra senza preoccuparsi minimamente del fatto che
fino a pochi istanti prima stavano per fare ben altro, lì.
Accidenti a lui.
Con tutta la calma di cui disponeva - il
che era ironico, visto
che gli altri avrebbero potuto svegliarsi da un momento all'altro e
sarebbe stato alquanto difficile spiegar loro che cosa ci facevano
conciati in quel modo su quel maledetto divano -, Sanji
provò a
prendere anche l'accendino, mancandolo per un soffio e imprecando a
denti stretti. A chi voleva darla a bere? Non era calmo per niente.
«Un'altra volta, marimo. Devo finire di preparare la
colazione».
«Non invitarmi se non hai
intenzione di farlo, cuoco da strapazzo».
Il tono di voce con cui lo spadaccino
pronunciò quelle
parole fece irritare non poco Sanji - e dire che quello irritato era
proprio Zoro, lì -, tanto che non si risparmiò
dal
rifilargli un calcio allo stinco, ignorando l'imprecazione soffocata a
cui diede vita subito dopo. «Non è che non voglio
farlo,
brutto idiota», sbottò di rimando, scompigliandosi
i
capelli con una mano e mordendo con violenza il filtro della sigaretta.
Poi sospirò, indugiando sulla fronte aggrottata del compagno
sopra di sé. Riusciva a sentire distintamente quando Zoro lo
desiderasse, in quel momento, e anche lui non negava che avrebbe voluto
gettare all'aria il buon senso e farlo una volta per tutte,
però... «Merda, è
imbarazzante», soggiunse,
facendo inarcare ancor più un sopracciglio al Vice Capitano.
«E allora? Dov'è il
problema?»
rimbeccò, venendo immediatamente fulminato con lo sguardo.
«Non hai proprio tatto,
marimo».
«Sei tu che ti fai problemi
inutili, cuoco».
«Non sono problemi
inutili», rimbrottò Sanji,
togliendosi la sigaretta dalle labbra con due dita. Tanto non riusciva
a raggiungere l'accendino ed era certo che anche riuscire a fumarsela
non sarebbe servito a niente. Gli ci voleva ben più di una
sola
stecca, in quel momento. «E' la mia prima volta.
Contento?»
sibilò poi con un fil di voce, quasi sperasse che Zoro non
sentisse una sola parola di ciò che aveva appena detto;
però, nonostante le sue silenziose preghiere a
chissà
quale dio, lo spadaccino udì tutto e fli scappò
persino
una breve risata, e Sanji l'avrebbe di sicuro preso a calci se non
l'avesse spiazzato con un abbraccio, lasciandolo interdetto.
Zoro abbozzò un sorriso,
poggiando la fronte contro la
sua. «Te l'avevo detto che non c'erano problemi,
ricciolo»,
affermò poi, chinando il viso per potergli sfiorare le
labbra;
un rumore proveniente da fuori, però, fece sussultare
entrambi,
e non ci misero molto a rendersi nuovamente presentabili quando udirono
le voci dei loro compagni, per quanto si fossero gettati un'ultima
occhiata rammaricata.
La loro prima volta avrebbe dovuto
aspettare ancora un po', purtroppo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Che
cattiveria non far concludere loro niente *scappa dai lanci di pomodori
e da marimi e cuochi nervosi*
Mi piaceva quel senso di vedo non vedo, però, quindi ho
ritenuto
giusto mantenermi sul soft senza strafare, perché altrimenti
avrei di sicuro fatto più del dovuto e non avevo alcuna
intenzione di alzare il rating della raccolta.
Due brevi spiegazioni sul titolo. Noli
me tangere è
il titolo di una doujinshi di Saruya Hachi - che io personalmente adoro
follemente - ed è latino. Tradotto letteralmente significa Non toccarmi,
e anche se avrei potuto benissimo scrivere Dont touch me, in
latino ha
un suono più musicale e persino un po' più poetico, quindi
ho preferito scrivere così anziché togliere tutta
la sintonia della cosa *spiegazioni inconcludenti: off*
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Capitolo 10 *** #10. Amore ~ Love don't know different ***
Love don't know different
Titolo:
Love don't know different
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 344 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Un po' tutti
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 10. Amore
12 Storie - #02 Colori: #07. Viola
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Era
piuttosto divertente vedere il modo in cui Zoro e Sanji facevano capire
quanto tenessero l'un l'altro, pur non dimostrandolo apertamente
né tanto meno dicendolo a parole.
Il pensiero di Robin era stato quello
sin dal primo momento in cui si era resa conto che qualcosa era
cambiato, fra loro, sebbene avesse sempre fatto finta di nulla nei
giorni e nei mesi successivi. Anche adesso, seduta sul sostegno
circolare dell'albero maestro insieme a Franky - piacevolmente
addormentato al suo fianco e con il capo abbandonato contro la sua
spalla -, non riusciva a fare a meno di osservarli, anche se stavano
litigando come loro solito.
Non riusciva a sentire che cosa si
stessero dicendo e, anche se avrebbe potuto tranquillamente utilizzare
i propri poteri per averli a portata di orecchio e poterli
così ascoltare, probabilmente preferiva concedere loro un
attimo di privacy. Dalla reazione di Zoro, però, e dal modo
in cui Sanji stava rispondendo ai suoi colpi, imprecandogli addosso a
voce più alta del normale, non era difficile capire che cosa
fosse stato a far scattare la scintilla: uno dei soliti favoritismi del
cuoco per Nami, poco ma sicuro. O una semplice voglia di bisticciare,
chi poteva dirlo.
Sentendo un movimento al suo fianco,
l'archeologa distolse per un attimo lo sguardo e sollevò un
angolo della bocca nel vedere Franky muoversi un po' contro di lei,
quasi stesse cercando la sua presenza; lei fece fiorire un braccio su
una sua spalla e gli carezzò distrattamente la testa,
recuperando il libro che aveva abbandonato sulle cosce prima di gettare
un'altra rapida occhiata in direzione dei suoi due compagni. Si erano
spostati verso le scale e stavano continuando a litigare - e Sanji
aveva rischiato sul serio di essere beccato da una lama di Zoro,
stavolta -, ma all'archeologa non sfuggì il fatto che, pian
piano, quasi senza dare nell'occhio, stavano tentando di entrare nella
camerata maschile, forse per poter stare soli almeno pochi minuti.
Robin sorrise e si rassettò
la veste viola, concedendo loro intimità e immergendosi
nuovamente nella lettura. In fin dei conti l'amore non conosceva
differenze.
_Note inconcludenti dell'autrice
E con
questa flash ho finalmente concluso questa raccolta. Avrei potuto
finirla molto prima, ma poi il mio computer mi ha
abbandonata e non ho avuto molto tempo per aggiornare, però
alla
fine eccola qua :)
Come si può vedere, questa qui è molto
più
introspettiva, perché l'avevo scritta in un momento un po'
particolare e mettere discorsi et similia che avrebbero fatto
interagire maggiormente i personaggi avrebbe rovinato l'effetto che
avevo voglia di dare alla storia stessa e al suo significato
Insomma, presto pubblicherò anche le restanti storie - in
particolare
Like
Davy Jones' Locker (where the men find the eternal sleep), visto
che era parecchio tempo che non la postavo... ed era anche quasi
finita! -, per il
momento spero che questa non vi abbia deluso
Come sempre, commenti e
critiche sono bene accetti
Alla
prossima. ♥
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