I'll never make you unhappy

di My Pride
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01. Bacio ~ Flavor of sweet ***
Capitolo 2: *** #02. Tenersi per mano ~ My hand in your hand ***
Capitolo 3: *** #03. Cuore ~ A simple guy ***
Capitolo 4: *** #04. Rose ~ Rose coloured path ***
Capitolo 5: *** #05. Primo appuntamento ~ As like as two drops ***
Capitolo 6: *** #06. Cioccolato ~ Honmei chocolate ***
Capitolo 7: *** #07. Imbarazzo ~ Daydream Days ***
Capitolo 8: *** #08. Amanti ~ Peace piece ***
Capitolo 9: *** #09. Prima volta ~ Noli me tangere ***
Capitolo 10: *** #10. Amore ~ Love don't know different ***



Capitolo 1
*** #01. Bacio ~ Flavor of sweet ***


Flavor of sweet Titolo: Flavor of sweet
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 532 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, OOC?
Tabella/Prompt: All lovers › 01. Bacio
12 Storie - #01 Natura: #03. Neve



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    Era alquanto strano guardarsi attentamente negli occhi dopo quanto era accaduto.
    Forse era stata colpa del freddo, forse il ritrovarsi entrambi sotto la neve che cadeva dal cielo - avvolti in una sola coperta per proteggersi dal gelo durante quel loro turno di guardia in due sulla coffa della Merry -, eppure, pian piano, avevano cominciato ad avvicinarsi sempre di più, quasi inconsciamente, fino a quando le loro fronti non si erano trovate ad una spanna l'una dall'altra. C'era stato un momento di silenzio, poi, momento riempito unicamente dallo sciabordio delle onde contro la chiglia della nave e dal battito frenetico dei loro cuori, ed era stato bizzarro, poco dopo, annullare la poca distanza che li aveva separati e sfiorare le labbra dell'altro come se fosse la cosa più naturale del mondo.
    Un bacio, una semplice carezza sulla bocca e un breve contatto delle loro dita, prima di allontanarsi come se i loro corpi fossero stati percorsi da una scarica elettrica che li aveva costretti a distaccarsi. E adesso se ne stavano lì, immobili sotto i fiocchi di neve che imbiancavano la nave e le loro teste, a fissarsi negli occhi senza riuscire a distogliere lo sguardo.
    Dannazione. Proprio non riuscivano a capire che cosa fosse preso ad entrambi, dovevano ammetterlo. Loro... loro non si erano mai sopportati, accidenti. Non passava attimo senza che litigassero per un nonnulla, non c'erano momenti in cui non perdevano mai occasione per cercare di prevalere l'uno sull'altro, e solo in battaglia, nel momento del bisogno, avevano dimostrato quello stesso affiatamento che li aveva visti uniti in quel bacio che si erano scambiati per un unico istante.
    «Credo... credo che dovrei andare a preparare qualcosa da mangiare, già», se ne uscì di punto in bianco Sanji, umettandosi inconsciamente le labbra. Non riusciva ancora a credere a quanto fosse appena successo, e molto probabilmente, a causa del suo continuo affermare di essere nato per amare le donne ed elogiarle in tutto e per tutto, faticava anche a catalogare quella cosa come un avvenimento reale. Chissà, magari aveva semplicemente sognato. Forse si era addormentato sotto la neve e... merda, a chi voleva darla a bere? Era successo e basta, era inutile cercare scuse inesistenti. A quel suo stesso pensiero sbuffò, scompigliandosi i capelli e lasciandosi cadere contro il legno della coffa, battendosi una mano sulla fronte. «Non una parola. Chiaro?» sbottò, trasalendo nel sentire Zoro cingergli le spalle con un braccio per attirarlo verso di sé.
    «Sta' zitto, cuoco, o ti si congelerà la lingua», lo prese in giro, e Sanji si voltò immediatamente verso di lui per fulminarlo con lo sguardo, sbattendo però le palpebre qualche istante dopo nell'osservare il viso dello spadaccino. Pur stringendolo, stava ostinatamente guardando altrove, quasi con fare disinteressato, e quello che gli colorava le guance - Sanji ne era assolutamente sicuro - aveva tutta l'aria di essere un lieve rossore. Oh, così anche lui riusciva a fare espressioni simili? Non l'avrebbe mai detto.
    Sanji sorrise, poggiando il capo contro la sua spalla con uno sbuffo vagamente divertito. «Idiota d'un marimo», sussurrò, beandosi del calore di quell'abbraccio.
    Avrebbe fatto finta di niente come aveva affermato, certo, ma non avrebbe mai confessato a Zoro che quello era stato il suo primo bacio.






_Note inconcludenti dell'autrice
Premettiamo che questa raccolta è così stupida che io stento a credere alla sua esistenza. Detto questo, mi aspetto un bel lancio di pomodori per l'assurda fluffosità presente in questa prima flash, fluffosità che andrà pian piano aumentando e la cosa credo che in qualche modo mi terrorizza, se associata a questi due. Però era richiesto un pochino di OOC e ho cercato di fare del mio meglio senza però strafare, dunque perdonatemi se è uscita fuori una schifezza di questo genere. Non era davvero mia intenzione
E... niente, come già ripetuto in altra sede, probabilmente dovrei piantarla con queste raccolte, ma sembra proprio che io non riesca a farne a meno. Date la colpa alle challenge, chissà. E anche questa raccolta, anche se non sembra, è legata ad una challenge di San Valentino, All Lovers, indetta da Contest&Challenge Mania.

Detto ciò, commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
Alla prossima.


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Capitolo 2
*** #02. Tenersi per mano ~ My hand in your hand ***


My hand in yours Titolo: My hand in your hand
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 530 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 02. Tenersi per mano
12 Storie - #01 Natura: #01. Tuono



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.


    «E' dannatamente imbarazzante, cuoco. Te ne rendi conto, vero?» sbottò Zoro per l'ennesima volta, sentendosi le guance in fiamme.
    Avevano attraccato ore addietro e lui era tranquillamente sceso dalla Merry per andare a farsi un giro in città, magari con la speranza di trovare qualche spadaio per affilare le sue tre katane, però, ad un certo punto, non aveva più ricordato da che parte fosse il porto, così aveva cominciato a chiedere un po' a chiunque delle indicazioni. Era stato quello il motivo per cui, in seguito, si era ritrovato praticamente in periferia senza riuscire a capire come ci fosse arrivato, e si poteva dire che era stato un miracolo se a trovarlo era stato proprio quello scemo d'un cuoco con cui si trovava in quel momento. Peccato, però, che avrebbe preferito non essere ritrovato affatto. E non perché non desiderasse tornare sulla nave, nay, tutt'altro; solo che quell'idiota aveva avuto la bella pensata di trattarlo come un bambino, e tuttora si tenevano per mano, pur avendogli mille volte ripetuto che non ce n'era bisogno e che l'avrebbe semplicemente seguito. Stupido cuoco dal sopracciglio arricciato. Quell'umiliazione gliel'avrebbe fatta pagare maledettamente cara.
    «La prossima volta impari a perderti, marimo», rimbeccò Sanji con semplicità inaudita, riuscendo solo a far pulsare la vena sulla fronte dello spadaccino ancora di più. L'avrebbe fatto a fette, parola sua.
    «Non mi ero perso. Stavo solo facendo il giro più lungo».
    «Appunto. Questo si chiama perdersi, idiota».
    «Sta' zitto e mollami, piuttosto. Non sono un moccioso».
    Sanji si voltò parzialmente verso di lui e sollevò un sopracciglio con fare scettico, sbuffando poi ilare. «Per perderti poi non appena giro l'angolo? Nay, grazie. Non mi va di venire a cercarti ancora».
    «Allora dovrai spiegare a Nami perché tieni per mano un altro uomo, ricciolo», replicò Zoro senza mezzi termini, al che Sanji, sgranando l'occhio - aveva forse immaginato la terribile catastrofe, data la sua espressione? -, si ritrovò ad allentare la presa così in fretta che parve essere stato appena morso da un serpente, lasciando allo spadaccino una strana sensazione all'altezza dello stomaco. Non seppe dire che cosa fosse né tanto meno riuscì a spiegarsela, esattamente come i suoni che avevano cominciato a tempestarlo, eppure, per un lungo attimo, sentire la mano abbandonata a se stessa fu in qualche modo sgradevole. Perché, poi, non ne era per nulla sicuro, e probabilmente non avrebbe nemmeno voluto scoprirlo.
    «Ohi, marimo, datti una mossa! Sta cominciando a piovere!» La voce di Sanji lo riportò alla realtà e sbatté più volte le palpebre nel vedere la sua figura allontanarsi, udendo il brusio che aveva cominciato a martellargli nelle orecchie divenire più netto e meno confuso, tanto che riuscì finalmente a comprendere di che cosa si trattasse. Erano tuoni. Quelli che aveva udito fino a quel momento erano tuoni, allora, non il ritmo frenetico del suo cuore come aveva creduto al principio.
    A quei suoi stessi pensieri, Zoro abbassò lo sguardo sul palmo della propria mano destra e osservò le prime goccioline di pioggia sciogliersi su di esso, chiudendola poi a pugno nel portarsela al petto con un mezzo sorriso divertito.
    Forse avrebbe dovuto perdersi un po' più spesso, se ciò avrebbe significato poter finalmente stringere la mano del cuoco nella sua
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Innanzittutto un grazie a coloro che hanno commentato - e che mi hanno rassicurato sull'assurdità e sul fluff della prima flash, nonché sul carattere dei protagonisti che a me sembrava comunque un po' OOC -, e anche un auguri per oggi che  San Valentino, o almeno a chi considera questa festa come tale. Sono come il Grinch, io; non dico di odiare San Valentino come lui odia il Natale, ma diciamo che ci avviciniamo
Comunque sia, da come si è visto, anche questa flash non è esattamente sana di mente, ma diciamo che sono proprio io ad essere un po' sclerata quindi l'idiozia dovrebbe ormai essere una cosa più che normale
Diciamo che... diciamo che i prompt della tabella, se associati a questi due, sono un po' difficilotti, perché sono più che altro prompt per innamorati e tutti sappiamo che Zoro e Sanji non sono come quelle coppie che sono tutte cicci cicci miao miao e si scambiano frasi d'amore ogni tre per due
Spiegato ciò
, commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
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Capitolo 3
*** #03. Cuore ~ A simple guy ***


A simple guy Titolo: A simple guy
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 565 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 03. Cuore
12 Storie - #01 Natura: #02. Grandine



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Sanji gettò un'occhiata fuori dall'oblò della cucina, aggrottando la fronte.
    La neve che aveva cominciato a cadere mezz'ora prima si era tragicamente trasformata in grandine, e non aveva potuto fare a meno di domandarsi che razza di fenomeni atmosferici regnassero lì nella Grand Line. Nami gli aveva spiegato per filo e per segno che avrebbero potuto incappare in cose ben peggiori e che dunque un po' di grandine era il male minore, ma era alquanto snervante starsene stipato in cucina in attesa che quel tempaccio scemasse un po' e lui potesse finalmente cominciare il turno di guardia. Come se non bastasse, lì dentro c'era anche quello scemo d'un marimo. Una sola calamità alla volta non bastava, a quanto sembrava.
    «Ohi, cuoco. Piantala di startene lì in piedi, tanto non si calmerà fino a stanotte», bofonchiò Zoro, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio. Mai come quella volta aveva ascoltato con estrema attenzione i discorsi di Nami, dunque sapeva a che cosa andavano in contro adesso. Anche se... starsene a dormire sulla propria amaca non gli avrebbe fatto schifo, ora come ora. E Sanjii parve essere del suo stesso avviso, giacché si voltò per fulminarlo con un'occhiataccia.
    «Nessuno ti ha obbligato a rimanere qui, marimo», volle mettere ben in chiaro le cose, ignorando volutamente lo sbuffo scocciato che lo spadaccino si lasciò sfuggire. «Me ne sto in piedi quanto voglio».
    «Contento tu», lo liquidò, al che Sanji sollevò un sopracciglio, inclinando il capo contro la spalla. Perché diavolo lo infastidiva, allora, se non aveva niente di meglio da dire? Che razza di compagno che si era scelto. E ancora si chiedeva come avesse fatto ad invaghirsi di lui, visto che non facevano altro che litigare dalla mattina alla sera e quello scemo non era di sicuro un tipo premuroso. Forse era masochista, chi poteva dirlo. Lo dimostrava il suo iniziale flirtare con Nami e i continui pugni che lei gli rifilava per allontanarlo, per quanto poi tornasse alla carica più sicuro di prima. Era un vero e proprio idiota, accidenti.
    Con un sospiro, il cuoco tornò a guardare fuori e ad osservare la grandine che picchiettava violentemente sul vetro dell'oblò e sul legno che rivestiva il ponte della nave, domandandosi distrattamente quando avrebbe smesso. Non era certo di riuscire a starsene in compagnia di Zoro un minuto di più, men che mai se dovevano dividere quel bizzarro silenzio, e non sapeva nemmeno come fare per intavolare una discussione, dato che la mattina stessa avevano litigato di nuovo come loro solito. E quel suo immediato alterarsi di poco prima ne era stato la prova vivente. Chissà, forse il problema era proprio lui e non Zoro.
    «Ohi, cuoco», lo richiamò proprio quest'ultimo, e, ormai distratto dai propri pensieri, Sanji si voltò nuovamente verso di lui, con fare scocciato e con l'aria di chi avrebbe presto perso la pazienza.
    «E adesso che vuoi, stupido marimo?»
    «Vieni qui. Prenderai freddo».
    Sanji sbatté le palpebre, osservando i cenni che gli stava rivolgendo Zoro come se a farli fosse qualcun altro. Che idiota che era, quello spadaccino. E a quel suo stesso pensiero, il cuoco scosse il capo e sbuffò ilare, annullando la distanza che li separava per sedersi sulla panca e poggiare la schiena contro il petto di Zoro, sentendo quest'ultimo avvolgerlo nella coperta che aveva tenuto lui sulle spalle fino a quel momento.
    Anche quello scemo d'un marimo dimostrava di avere un cuore d'oro e di saper fare qualche gentilezza, una volta tanto
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Questa è una delle flash più semplici - lo richiama benissimo anche il titolo - e più sceme di tutta la raccolta, visto che, se si controlla bene, sembra non avere né capo né coda.
Non lo so, in verità queste dieci flash le ho gettate un pochino troppo di getto e continuano a sembrarmi stupide, ma ormai si sa che io mi faccio delle pippe mentali assurde e non riesco mai a farmi piacere niente, specialmente se si tratta di roba mia *rotola via tra risatine isteriche*
Anyway, giacché ho già pronti i restanti capitoli, credo che aggiornerò ogni tre giorni o poco più, concludendola prima della fine del mese... anche se non è sicuro, conoscendo i miei tempi di pubblicazione. Tenterò poi di aggiornare anche la raccolta 
Waiting for ~ 30 Shattered Pieces e, per chi lo aspetta praticamente da una vita, la long fiction Like Davy Jones' Locker (where the men find the eternal sleep) con il capitolo nove
C
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Capitolo 4
*** #04. Rose ~ Rose coloured path ***


Rose coloured path Titolo: Rose coloured path
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 618 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 04. Rose
12 Storie - #01 Natura: #07. Stelle



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Le stelle brillavano in cielo, la serata era tranquilla e si riusciva persino a sentire il canto lontano di qualche balena che nuotava nel bel mezzo dell'oceano, eppure c'era qualcosa che non quadrava, lì. E Sanji non si riferiva al paesaggio circostante o al lieve dondolare della nave ad ogni ondata, né tanto meno alla mezzanotte precisa, bensì al fatto che Zoro - quello Zoro, quel marimo, mr sarò il miglior spadaccino del mondo - gli avesse appena offerto dei fiori. Non dei fiori qualsiasi, però, ma due bellissime rose rosse che chissà dove diavolo aveva trovato, visto che non toccavano terra da quasi cinque giorni.
    «Marimo», si decise infine a parlare, osservando quelle rose con un sopracciglio sollevato. Cioè, insomma... quella non era una cosa di tutti i giorni, ecco, men che mai se associata a quello spadaccino tutto muscoli e niente cervello, che di romantico non aveva nemmeno il nome. Perché Zoro non era un tipo romantico, accidenti. «Che cosa sono?»
    Zoro aggrottò la fronte, nervoso. Brutto segno. Davvero un bruttissimo segno. «Rose, idiota. Non credevo non le riconoscessi».
    «Nay, nay», lo fermò immediatamente Sanji, alzando una mano come se volesse zittirlo. Sentire la parola rose uscire dalla bocca di quello scemo era doppiamente strano, e proprio non riusciva a spiegarsi il perché. «Non era questo quello che intendevo, marimo. Perché mi regali delle rose?»
    Con tutta la naturalezza del mondo, il Vice Capitano gli afferrò una mano e, senza aggiungere niente, gli mollò quei fiori nel palmo, dandogli le spalle mentre si grattava dietro al collo. «Ho parlato con Nami», la buttò poi lì, lasciando Sanji ancor più perplesso; così continuò, facendo distrattamente spallucce. «Ha detto che questa è una cosa che si fa».
    Una cosa che si faceva? Ma di cosa diavolo avevano parlato, lui e la sua musa? Nay, un momento. Forse non voleva saperlo davvero. Anche se... una terribile consapevolezza lo invase, tanto che cominciò a sudare freddo e, stringendo nel palmo quei due steli, aggirò Zoro per piazzarsi davanti a lui, osservandolo con attenzione negli occhi. «Non avrai aperto bocca con Nami-san, voglio sperare».
    Zoro inarcò un sopracciglio e sbuffò ilare, come se la bizzarra presa di posizione dell'altro l'avesse in qualche modo divertito. «Se alludi a noi, non le ho detto niente, ricciolo», lo rassicurò, facendo finta di ignorare il sospiro di sollievo a cui il cuoco diede vita, «quindi accetta quelle rose senza farti troppe domande. Sarà la prima e l'ultima volta, sappilo. Non sono tipo da stronzate romantiche di questo genere», decretò, dandogli una pacca su una spalla come se nulla fosse prima di defilarsi alla svelta, lasciando Sanji momentaneamente spiazzato.
    Non aveva capito il senso di tutta quella messa in scena, doveva ammetterlo. Né tanto meno aveva compreso di che cosa avessero parlato lui e Nami-san, visto che non gli aveva spiegato praticamente nulla. Era così che si faceva cosa? A che diavolo alludeva? Merda, certe volte era davvero difficile riuscire a capire che cosa passasse per la testa di quello scemo d'un marimo.
    Con quei pensieri per la testa - e dopo aver gettato un altro sguardo inconsapevole alle rose, come se non credesse alla loro presenza -, Sanji si avviò in cucina e si chiuse la porta alle spalle, sospirando nel dirigersi verso il lavandino per riempire una brocca nella quale mettere i fiori. Proprio nel farlo, però, lo sguardo gli cadde sul calendario, e rimase di stucco nel rendersi conto di che giorno fosse. Il quattordici. Il quattordici febbraio, per essere precisi.
    Sanji non poté fare a meno di ridacchiare, guardando ancora una volta le rose. Il perché di quel bizzarro gesto era divenuto fin troppo chiaro, e la cosa lo fece sorridere di gusto.
    Quello scemo di Zoro non si smentiva mai
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Tipo che io sono in ritardo di giorni con queste flash su San Valentino, ma va beh, non importa, devo pur sempre finire la challenge, in fin dei conti *rotola via per non essere presa a pomodorate in faccia*
Scleri miei a parte, in verità non penso che ci sia poi molto da dire su questa storia.
Insomma, come al solito questi due non parlano mai chiaro come dovrebbero e anche quando lo fanno non si capisce un accidente di quello che vogliono dire davvero - oppure sì, chi lo sa, lol -, quindi preferiscono agire con i fatti come giustamente fa Zoro, senza svenevoli romanticherie e frasi d'effetto. Le sue sono una cosa molto alla va' o la spacca, oserei dire *rotola tra risatine divertite*
Comunque sia, commenti e critiche son sempre ben accetti :3
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Capitolo 5
*** #05. Primo appuntamento ~ As like as two drops ***


As like as two drops Titolo: As like as two drops
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 752 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 05. Primo appuntamento
12 Storie - #01 Natura: #09. Nuvole 



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Sanji strinse i denti e disinfettò alla meno peggio la ferita che aveva sul braccio, osservando con occhio critico i brandelli di stoffa che una volta erano appartenuti alla sua maglietta, resa ormai inutilizzabile.
    Era da una buona manciata di minuti che, seduti sull'erba umida schiena contro schiena, lui e Zoro stavano facendo la stima dei danni riportati e imprecavano al tempo stesso contro chissà chi, per quanto fra i loro epiteti si sentissero di tanto in tanto le parole «pirati da quattro soldi» e «bastardi». Eppure era cominciata abbastanza bene, quella giornata. O almeno secondo i loro soliti standard.
    Scesi in città per fare rifornimento e lasciando unicamente Usopp a fare la guardia alla nave, avevano seguito Nami in ogni dove e persino in svariati negozi di vestiti - con grande disappunto di Zoro e tra gli sbuffi scocciati di Rufy, che non faceva altro che ripetere di volere un'avventura anziché girare inutilmente là dentro -, fermandosi momentaneamente solo quando lo spadaccino, adocchiato uno spadaio, aveva bellamente pensato di ignorare i richiami della navigatrice e di entrare a dare un'occhiata alle katane - con le altre due fuori uso e l'Ichimonji da affilare, aveva immediatamente colto la palla al balzo -, mettendoci forse più tempo di quanto non avesse fatto lei a provare i vestiti. Morale della favola: Sanji era tornato indietro per ripescarlo e aveva perso di vista Rufy e la sua Nami-san, ritrovandosi da solo con Zoro e con milioni di pacchetti e buste da trasportare.
    Se fosse stato solo quello, però, il cuoco avrebbe ancora pensato di essere sotto una buona stella, anziché cominciare a credere che lo spadaccino portasse unicamente sfortuna. Sanji era stato difatti costretto a seguirlo anche in un'infima bettola perché il signorino aveva avuto voglia di bere un goccio - come se far perdere loro inutilmente tempo a cercarlo non fosse già abbastanza, poi -, e proprio lì, accidenti a lui, erano cominciati i guai. Le bottigliate in testa e le ferite su braccia e viso provocate da quei pirati contro cui si erano scontrati, però, non erano state nulla in confronto ai calci e ai pugni che quei poveri malcapitati avevano rimediato solo per aver avuto la brutta pensata di infastidire Zoro. La prossima volta avrebbero riflettuto due volte prima di aprire anche solo bocca con quello spadaccino scorbutico nei paraggi, probabilmente. Ripulito un po' il posto, poi, avevano finalmente notato quanto fossero a loro volta mal ridotti - e Sanji non ci aveva pensato due volte e rifilare un altro paio di calci a quei delinquenti non appena aveva visto le maniche della maglietta ridotte a brandelli e il sangue macchiargli le braccia - e se n'erano bellamente andati, anche se adesso si trovavano in mezzo ad un prato chissà dove e chissà quanto lontani dalla Merry. Ah, accidenti.
    «Ho una domanda, marimo-kun», se ne uscì d'un tratto Sanji in tono sarcastico, scuotendo il capo per dissipare i propri pensieri. Tanto continuare a rimuginarci su non avrebbe risolto proprio nulla, visto che ormai era successo. «Perché diavolo hai insistito tanto per andare a bere? Avresti potuto farlo sulla Merry».
    Dietro di lui, Zoro scrollò semplicemente le spalle, allungando poi una mano per recuperare un pezzo di stoffa e fasciarsi un polso come se nulla fosse. «Mi andava. Problemi?»
    «Parecchi, visto che le mie braccia sono ricoperte di graffi».
    «Och, sta' zitto. Potrai benissimo cucinare anche così», asserì lo spadaccino, finendo di legare quelle bende improvvisate intorno ai deltoidi e stringendo il nodo con i denti prima di alzarsi e recuperare i pacchetti di Nami sotto lo sguardo scettico del compagno.
    «Non era questo ciò che intendevo, marimo».
    Il silenzio, subito dopo, si protrasse stranamente per lunghi attimi. Nessuno dei due fiatava e si limitavano semplicemente a fissarsi negli occhi dall'alto in basso, mentre sopra di loro le nuvole si addensavano e cominciavano a promettere aria di pioggia. Forse avrebbero fatto meglio a tornarsene alla nave, anziché starsene lì come due perfetti idioti. Avevano fatto la figura degli imbecilli già abbastanza, per quel giorno.
    «Prendi quest'uscita come una di quelle cose che fanno le coppie, cuoco», borbottò d'improvviso Zoro, e Sanji sollevò un sopracciglio con fare scettico.
    «Cose che fanno le coppie? Ma che diavolo stai...» Si fermò prima ancora di completare la propria frase, intuendo fin troppo in fretta a che cosa stesse cercando di alludere quell'idiota. E la cosa lo divertì talmente tanto che non riuscì a frenarsi dal ridacchiare, per quanto Zoro stesso avesse inutilmente tentato di zittirlo.
    Non era capace di portare a buon fine nemmeno un primo appuntamento, quello scemo d'un marimo.






_Note inconcludenti dell'autrice
Io ce l'ho proprio con 'sti appuntamenti strani per questi due, sul serio.
Insomma, è già la seconda volta che faccio capitare loro qualcosa durante un appuntamento - anche se qui non era palese che erano ad un appuntamento, visto che come suo solito Zoro se n'è stato zitto e ha fatto tutto per cavoli suoi -, quindi penso che prima o poi verrò presa a male parole *sghignazza*
Okay, la pianto di sclerare, anche perché credo di averlo fatto già abbastanza per tutta la durata della flash... ma che cosa ci si può fare, io questi due in un appuntamento normale - un di quelli da coppia, insomma - non riesco a vederli. Sarà proprio perché son Zoro e Sanji, chissà...
Anyway! Commenti e critiche, come sempre, son ben accetti :3
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Capitolo 6
*** #06. Cioccolato ~ Honmei chocolate ***


Honmei chocolate Titolo: Honmei chocolate
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 745 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Nami, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 06. Cioccolato
12 Storie - #01 Natura: #06. Luna



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Zoro sbuffò pesantemente, sistemandosi in spalla la moltitudine di pacchi che Nami gli aveva bellamente mollato.
    Aveva ormai perso il conto delle volte in cui la ragazza l'aveva scambiato per il proprio mulo da soma e, senza nemmeno dar peso alle sue giuste repliche, se l'era portato dietro per fare rifornimento, pretendendo di essere accompagnata anche nei migliori negozi d'abbigliamento della città in cui si erano ritrovati. I lamenti e le suppliche di Sanji - che si era offerto persino di portarla in braccio per non farla stancare, comportandosi proprio come l'idiota disperato che era - erano stati bellamente ignorati a favore di un incarico ben più importante, quale tenere alla larga Rufy dal frigorifero almeno fino al suo ritorno. Se avesse lasciato solo Usopp, aveva detto per far smettere il cuoco, non avrebbe avuto la stessa sicurezza di sapere quel poco cibo rimasto con lui, e con quelle poche parole messe in fila l'aveva tranquillamente fregato senza che se ne accorgesse nemmeno. Quando si trattava di donne era proprio un sempliciotto, quel ricciolo.
    I pensieri dello spadaccino furono bruscamente interrotti nel vedere la navigatrice fermarsi davanti alla vetrina di un altro negozio, e, imprecando a denti stretti fra sé e sé - ma non ne aveva ancora abbastanza, quella scema? -, la raggiunse a grandi falcate e aprì bocca per richiamarla, notando solo in un secondo momento cosa stesse osservando con così tanta attenzione. Oltre il vetro sul quale si intravedevano vagamente i loro riflessi, facevano bella mostra di sé torte a due piani con colorate rose di zucchero e ritagli di pastafrolla dalle forme più bizzarre - era un angelo, quel coso che vedeva galleggiare sopra i dolci con un filo rosso? -, e, sul velluto rosa di cui era rivestito lo scaffale, erano sparsi cioccolatini a forma di cuore e vere e proprie tavole di cioccolato incartate con fiocchi dorati. Okay, bello spettacolo... ma che cosa cavolo ci facevano ancora lì?
    «Ohi, non vorrai entrare anche qui, spero», borbottò infine, e roteò gli occhi nel vedere la navigatrice annuire convinta. «La cioccolata può fartela tranquillamente quell'idiota d'un cuoco, quindi torniamo alla nave», asserì, ma Nami lo fulminò con un'occhiataccia.
    «Non è per me, stupido».
    «Allora perché diavolo vuoi comprarla?»
    Nami si batté una mano sulla fronte, sospirando. «Di queste cose non capisci proprio nulla, tu», decretò, come se la sua fosse una verità assoluta, per quanto non avesse ancora spiegato niente allo spadaccino, che la osservò difatti con un sopracciglio sollevato; la navigatrice trasse dunque un altro lungo sospiro - senza risparmiarsi dal dare al compagno una leggera botta in testa, quasi volesse fargli entrare un po' di sale in zucca - e gli fece cenno di seguirla all'interno, per quanto gli fosse sembrato di scorgere sul suo viso un'espressione tutt'altro che accondiscendente. Beh, pazienza. «In questo periodo dell'anno cade una festa che sta a cuore a parecchi innamorati... e di solito si regala del cioccolato».
    Pur seguendola attraverso gli scaffali con una certa riluttanza - tra fiocchi e pupazzi giganti c'era decisamente troppo rosa, là dentro -, Zoro si ritrovò a sbuffare, dovendo sistemarsi per l'ennesima volta i pacchi in spalla. «Ciò non spiega ancora perché vuoi comprarla», rimbeccò, e Nami riuscì a frenarsi dall'urlare, frustrata, solo grazie a chissà quale miracolo.
    «Sei così ottuso, accidenti a te!»
    «Sei tu che non ti sai spiegare, stupida!»
    Nami lo fulminò con lo sguardo e, dandogli una gomitata nello stomaco, lo superò a passo di marcia tra un borbottio e l'altro, fumante di rabbia e anche un po' di imbarazzo. «Domani chiedi a Rufy se ha trovato della cioccolata», tagliò corto, dileguandosi prima che lo spadaccino potesse anche solo provare a domandarle qualcosa. E Zoro se ne rimase lì in mezzo agli scaffali, con gli acquisti della ragazza fra le braccia, a fissare la sua schiena che si allontanava mentre sbatteva le palpebre, probabilmente incredulo da ciò che aveva appena sentito.
    Oh. Adesso si spiegava tutto. Perché non aveva parlato chiaro sin dall'inizio, invece di girare intorno all'argomento e fargli fare la figura del perfetto idiota? Che scema, quella Nami. Anche se... la sua attenzione cadde involontariamente sulla moltitudine di cestini a forma di stella, cuore e luna che infestavano i ripiani, e una malsana idea passò fulminea nella sua mente.
    Quando quella sera tornarono alla nave e una mezz'oretta dopo Sanji entrò in cucina per preparare la cena, si stupì non poco nel vedere un mezzo cioccolatino a forma di cuore fare bella mostra di sé accanto al grembiule e ad un foglietto spiegazzato.






_Note inconcludenti dell'autrice
Ahem, aye, alla fine sono riuscita ad inserire del RuNami anche qui - e ci sarà anche un po' di FRobin, ve lo dico in anticipo essendo già storie pronte -, per quanto mi fossi ripromessa di non farlo. Perdonatemi, non è colpa mia. Sono loro due che cicciano fuori anche quando non devono, giuro! *Pride viene pestata malamente*
Piccola spiegazione sul titolo, comunque: l'Homnei Chocolate si da solitamente ad una persona con cui si ha una relazione stabile o per cui si prova qualcosa di molto profondo, quindi non è difficile capire perché Zoro, alla fine, decida di prendere un cioccolatino - e di dargli anche un piccolo morso, lol - per Sanji e lasciarglielo in bella vista in cucina senza però avere il coraggio di consegnarglielo di persona. In fin dei conti inserire una parte con Sanji avrebbe stonato e credo che vada bene anche semplicemente così.
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Capitolo 7
*** #07. Imbarazzo ~ Daydream Days ***


Daydream Days Titolo: Daydream Days
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 922 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Usopp, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 07. Imbarazzo
12 Storie - #01 Natura: #12. Tramonto



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Perché diavolo era così nervoso? Era questo che Sanji continuava a chiedersi davanti allo specchio, tentando inutilmente di annodarsi la cravatta intorno al collo. Se l'era sciolta durante il pomeriggio e non aveva avuto il tempo per darsi una sistemata, mentre adesso che poteva gli tremavano così tanto le mani che non riusciva nemmeno a fare un maledetto nodo. Ah, merda. E tutto a causa della scoperta fatta quella stessa mattina.
    Okay, era più che normale svegliarsi con l'amichetto su di giri - insomma, si sarebbe dovuto preoccupare se fosse stato il contrario, no? -, ma la cosa diventava di gran lunga più strana se si pensava che la causa di quel suo alzabandiera mattutino era stato il bizzarro sogno che aveva fatto su quello stupido spadaccino tutto muscoli. Non su Nami, Robin o su qualche altra splendida donna tutta curve, nossignore... ma su quel cretino di Zoro. Ed era stato proprio per quel motivo che non aveva fatto altro che evitarlo per tutto il giorno con una scusa e con un'altra, non dando peso al fatto che in quel modo avrebbe anche potuto destare sospetti. Ormai era quasi il tramonto, però, e non avrebbe potuto continuare con quell'andazzo ancora a lungo. A meno che non se ne fosse andato a dormire in cucina, ma a quel punto, la mattina dopo, sarebbe stato nuovamente punto e a capo.
    A quel suo stesso pensiero, sospirò, lasciando perdere la cravatta. Tanto, anche volendo, non sarebbe riuscito a sistemarsela e avrebbe soltanto perso tempo dentro a quel maledetto bagno. Si diede semplicemente una rapida sciacquata al viso e tentò di assumere la solita espressione spavalda e da donnaiolo, riuscendoci solo quando si focalizzò sui favolosi corpi delle sue muse, ridacchiando. Quella sì che era una visione fantastica, e si concentrò su quelle immagini anche quando spalancò la porta e si ritrovò sul ponte della Merry, con la luce aranciastra del tramonto che rendeva il mare quasi infuocato e colorava le sagome di Rufy e Chopper, intenti a pescare seduti sul ballatoio.
    Sanji trasse un lungo respiro, inalando fino in fondo l'odore salmastro che aleggiava intorno a lui prima di infilare una mano nel taschino della camicia. La giornata stava per giungere ad una degna conclusione e lui era riuscito a preservare la sua sanità mentale, dunque gli ci voleva proprio una bella sigaretta e...
    «Ohi, cuoco, si può sapere che diavolo ti è preso, oggi?»
    Per poco Sanji non si strozzò con la sua stessa saliva, stornando bruscamente lo sguardo nella direzione in cui aveva sentito provenire la voce dello spadaccino, che lo stava osservando a braccia conserte e con un sopracciglio sollevato. In un attimo, la visione di Nami e Robin in costume da bagno che il cuoco si era creato nella testa scoppiò come una bolla di sapone, venendo sostituita dal corpo possente di Zoro e dalle sue labbra che lo esploravano in punti che lui nemmeno ricordava di possedere, facendo tornare immediatamente l'imbarazzo che aveva provato quella stessa mattina. Merda. Non proprio davanti a quell'idiota, maledizione.
    Prima ancora che Zoro potesse anche solo provare a dire qualcos'altro - e non gli sfuggì l'espressione perplessa dipintasi per un attimo sul suo volto abbronzato -, Sanji se la diede letteralmente a gambe e si rifiugiò di sotto nella camerata che dividevano tutti loro, scendendo i pioli come un forsennato e facendo sussultare Usopp, seduto sul divano con chissà quale dei suoi marchingegni. Proprio quest'ultimo, una volta calmatosi - ci era mancato davvero poco che gli venisse un infarto, accidenti a lui -, gli scoccò un'occhiata, studiandolo da cima a fondo prima di ridacchiare.
    «Se non ti conoscessi, direi che stai scappando da Zoro, Sanji», la buttò lì nel tornare ad occuparsi di quello che aveva tutta l'aria di essere un retino per insetti super attrezzato, ignorando lo sguardo di fuoco che gli venne rivolto dal compagno.
    «E spareresti una grande stronzata, nasone».
    «Eppure lo eviti da questa mattina».
    Sanji deglutì, sudando freddo. Era stata davvero così palese, la cosa? Aveva davvero dato l'impressione di evitarlo, per quanto avesse tentato di far passare tutto inosservato? Forse non avrebbe dovuto fare finta di niente anche quando quello stupido spadaccino aveva provato a metter su una delle loro solite risse, accidenti. Quando provò a ribattere, però, ogni sua parola morì nel fondo della sua gola non appena gli occhi si posarono sulla figura di Zoro, sceso proprio in quel momento e con in viso un'espressione tutt'altro accondiscendente.
    Di questo Usopp se ne accorse, tanto che raccattò le proprie cose e, alzandosi come se nulla fosse, diede una pacca su una spalla a Sanji, quasi a mo' di incoraggiamento. «Vi lascio soli», asserì poi, cominciando a risalire i pioli sotto lo sguardo sconcertato del cuoco.
    «N-Nay, Usopp, aspetta!»
    «Piantala di fare tutto questo casino, idiota».
    «Tu non dovresti proprio fiatare, marimo, sei tu che-» Sanji non riuscì a terminare la frase, sentendo le labbra dello spadaccino premere contro le sue. Seguì semplicemente quello inferiore con la lingua senza forzarlo ad aprire la bocca per assaporare il suo palato, allontanadosi così in fretta che non parve essersi avvicinato affatto. La sua presenza aleggiò comunque intorno a Sanji, momentaneamente spiazzato per quanto era appena accaduto. Persino l'imbarazzo iniziale sembrava essersi attenuato, per quanto persistesse ancora e parve aleggiare come un velo sulle loro teste quando, senza tanti complimenti, lo spadaccino gli cinse i fianchi con un braccio e lo fece accomodare sul divano accanto a sé, in silenzio.
    Che cosa volesse esattamente intendere quello sfiorarsi di labbra non lo sapeva, ma di sicuro Zoro se la cavava meglio con i gesti che con le parole.






_Note inconcludenti dell'autrice
Viva la roba senza capo né coda, insomma.
Ammetto che l'idea iniziale di questa flash non era così, ma stava scadendo il termine ultimo per la challenge e ho deciso di lasciar fare semplicemente alle mie mani, anziché mettermi a pensare e non riuscire poi a risolvere un accidenti di niente come spesso mi sta capitando in questo periodo.
Non so perché, però, in un certo senso è divertente immaginare Usopp come in consulente di coppia di quei due, sarà che la sua Kaya è lontana e lui deve pur sempre tenersi occupato in qualche modo... e qual modo migliore se non far entrare un po' di sale in zucca a quei due idioti? *rotola via e ridacchia*
Okay, okay, la smetto di sclerare e anche di dire cose senza senso, visto che queste noti  sono più inconcludenti del solito
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Capitolo 8
*** #08. Amanti ~ Peace piece ***


Peace piece Titolo: Peace piece
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 818 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Franky, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 08. Amanti
12 Storie - #01 Natura: #10. Vento



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Certe volte era davvero difficile darsi un nome, giacché non avevano ancora fatto abbastanza passi per riuscire a considerarsi «coppia».
    Per quanto avessero ormai accettato il fatto di provare qualcosa l'uno per l'altro - e per Sanji, che si era sempre reputato un grande amatore delle donne e il loro principe azzurro, era stato piuttosto arduo riuscirci - e avessero messo ben in chiaro che fossero amanti, c'era qualcosa che continuava a stonare, in quella specie di quadro che si era creato fra loro. Forse il problema stava nel fatto che erano due uomini, chi poteva dirlo. O, molto semplicemente, per la certezza che nessuno dei due fosse un tipo da sdolcinatezze eccessive, sempre se si escludevano i modi di fare che il cuoco riservava esclusivamente alle donne. Su quel punto non era cambiato proprio niente, in fin dei conti.
    Spesso, forse anche troppo, Zoro non si risparmiava dal rifilare un'occhiataccia al compagno ogni qual volta lo vedeva civettare con Nami o ronzare intorno a Robin, la quale, con un sorriso accondiscentente, si sistemava tranquillamente seduta con un libro sull'altalena e lo liquidava molto garbatamente, quasi senza che lo stesso cuoco se ne rendesse conto, cosa che invece lo spadaccino riusciva a cogliere fin troppo bene, quando se ne stava a sonnecchiare sul sostegno circolare dell'albero maestro o ad allenarsi sul ponte della Sunny.
    Quel giorno non era da meno. Stessa routine, stessa solfa, stessa scena madre che riservava ogni singola volta alle ragazze, che apparivano sempre sorridenti e compiaciute da quelle attenzioni. L'unica cosa che cambiava sempre era l'abbigliamento del cuoco: una volta una camicia bianca, un'altra ancora un'inguardabile camicia rosa con i fiori, una a righe arancioni e poi il doppiopetto... quel giorno stava sfoggiando la stessa felpa azzurra che gli aveva visto poco tempo addietro a Thriller Bark, quando, non appena aperti gli ochi, aveva scorto la sua espressione di sollievo prima che sparisse chissà dove.
    A quel suo stesso pensiero, Zoro si portò una mano a sfiorare il petto, traendo un lungo sospiro. Ah, maledizione a quell'idiota. Parlava così tanto d'amore e non riusciva a capire quanto gli desse fastidio averlo fra le proprie braccia la notte e vederlo comportarsi come un cretino durante il giorno.
    «Fa male, vero?» La voce di Franky, vicinissima al suo orecchio, lo fece trasalire, e alzò di scatto la testa verso il carpentiere, vedendo la propria immagine riflessa nei suoi occhiali da sole. Cavolo. Aveva davvero una pessima cera.
    Scosse il capo e si scompigliò i capelli con una mano, tornando a guardare il cuoco. Stava gongolando davanti a Nami per chissà quale motivo, ma sembrava molto intento ad ascoltarla, esattamente come stavano facendo Rufy e Usopp. Chissà di che stava parlando, per riuscire a catturare anche la loro attenzione. «Già», sussurrò poi di getto, masticando qualche imprecazione a denti stretti. Eccome se faceva male. Faceva maledettamente male. Ma non avrebbe mai osato fiatare e fare la parte dell'idiota, amanti o meno.
    «Allora dovresti andare da Chopper».
    Da Chopper? E che diavolo avrebbe potuto fare Chopper? «Perché dovrei?»
    «E' il medico, fratello. Se la ferita ti fa male, dovresti andare da lui».
    Zoro per un attimo lo guardò senza capire, sollevando un angolo della bocca in un sorriso fintamente divertito non appena comprese il significato delle parole di Franky. Oh. Quindi era a questo che si riferiva. Che idiota era stato a credere qualcos'altro. «Non ne ho bisogno», tagliò corto, recuperando le proprie katane per poi alzarsi in piedi, accennando un saluto al carpentiere prima di andare a rifugiarsi su in palestra e bearsi del breve alito di vento che gli carezzò il viso prima che si richiudesse la botola alle spalle. Lì, almeno, sarebbe potuto starsene in pace e avrebbe potuto allentare la tensione allenandosi, senza il timore che Chopper lo vedesse e lo redarguisse.
    Non seppe quanto tempo passò né tanto meno riuscì a ricordarsi quando si fosse steso sul divano e si fosse addormentato, ma nell'aprire gli occhi sentì qualcosa di caldo coprirgli lo stomaco e si accigliò, sollevando debolmente il capo per mettere a fuoco la figura sonnecchiante lì per terra. Con un piatto colmo di onigiri e una bottiglia di sake abbandonata al proprio fianco, Sanji si era addormentato a sua volta con il capo poggiato su una sua gamba e si era persino premurato di mettergli addosso una coperta per evitare che prendesse freddo, visto che era gravemente - parole di Chopper, non sue - ferito. Comportamento alquanto inusuale, per lui. In un altro momento, probabilmente, quello scemo d'un cuoco gli avrebbe rifilato un calcio per svegliarlo e gli avrebbe bellamente mollato gli onigiri prima di andarsene, senza nemmeno attendere che finisse per riprendersi il piatto, così da costringerlo a scendere. Adesso, invece, l'aveva lasciato dormire e gli aveva anche dimostrato che in quella relazione ci credeva più di quanto non desse normalmente a vedere.
    Forse era vero. Ci si rendeva conto di volere qualcosa solo quando si era maledettamente vicini dal perderla.






_Note inconcludenti dell'autrice
Perché cavolo questa flash ha una nota velatamente angst che converge poi nel fluff finale?
Non lo so, non chiedete, date semplicemente la colpa a Thriller Bark. Quando si tratta di Thriller Bark la mia vena angst spunta fuori anche non volendo, quindi è facilmente intuibile il perché la cosa sia diventata così. Bah
Comunque sia, mi mancava inserire Franky nelle mie storie, visto che nelle precedenti flash si viaggiava ancora a bordo della Merry e dunque lui non avrebbe potuto essere un componente della ciurma. Però, giacché lui ormai è un po' come il papà, una scena con lui era più che dovuta. Certo, a Zoro parla della ferita e tutto, ma chi lo dice che in realtà non si sia accorto del suo struggimento d'amore?
Lascio il dubbio perché per il momento non è importante *viene fatta a pezzi*
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Capitolo 9
*** #09. Prima volta ~ Noli me tangere ***


Noli me tangere Titolo: Noli me tangere
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 866 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Black-Leg Sanji
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 09. Prima volta
12 Storie - #01 Natura: #11. Alba



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    «Lasciamo perdere», decretò Sanji di punto in bianco, rimediandoci un'occhiata severa da parte di Zoro, il quale non sembrava essere per niente d'accordo con quella decisione così azzardata.
    L'alba era ormai alle porte e lo spadaccino, dopo aver passato tutta la notte di guardia su all'osservatorio e aver quasi corso il rischio di addormentarsi per la noia - era raro che in quel tratto di mare capitasse qualcosa, dunque era stato un miracolo se era riuscito a restare sveglio -, era stato invitato dal cuoco, alzatosi per cominciare a preparare la colazione, giù in cucina, destando momentaneamente i sospetti di Zoro. Non erano molte le occasioni in cui era Sanji stesso a cercare la sua compagnia, se non quando voleva costringerlo ad aiutarlo con i piatti o quando si trattava di sbarazzarsi di orribili mostri, altresì detti insetti.
    I suoi timori erano stati dunque più che legittimi, ma si era poi stupito quando il cuoco l'aveva fatto entrare in cucina solo per rifocillarsi, preparandogli un buon pasto caldo e dandogli persino del sake. Okay, di solito durante il suo turno di guardia lo faceva e non era poi così strano, ma qualcosa, in tutta quella situazione, gli aveva fatto credere che ci fosse comunque qualche bizzarria, lì. E il fatto che poi si fossero ritrovati chissà come e chissà quando l'uno sopra l'altro sul divano, avvinghiati come impegnati in una lotta e con le mani che tastavano in ogni dove, aveva reso Zoro ancor più scettico, per quanto non si fosse per niente lamentato della situazione.
    Insomma... nei mesi precedenti aveva provato svariate volte a far cedere il cuoco e aveva sempre ottenuto dei clamorosi due di picche, un po' per la stanchezza che si accumulava su di lui a fine giornata quando si trovava a dover combattere contro la fame di Rufy, un po' a causa degli  avvenimenti degli ultimi tempi e dei continui inseguimenti della marina, che non aveva dato loro nemmeno un attimo di fiato. Quando poi avevano tempo, Sanji faceva bellamente finta di niente, e Zoro si trovava ogni volta con un pugno di mosche e una voglia irrefrenabile. Durante quelle luci del primo mattino, però, il compagno era apparso più che accondiscendente, sebbene adesso, pur essendo mezzi nudi e con i pantaloni già sbottonati, sembrasse essersi tirato nuovamente indietro. Ah, merda.
    «Come diavolo puoi chiedermi di lasciar perdere proprio ora, ricciolo?» berciò infine Zoro, sollevandosi sui gomiti per osservarlo da quella posizione. Incurante della sua aria minacciosa, il cuoco aveva tranquillamente distolto lo sguardo ed era persino riuscito ad allungare un braccio per recuperare una sigaretta, portandosela alle labbra senza preoccuparsi minimamente del fatto che fino a pochi istanti prima stavano per fare ben altro, lì. Accidenti a lui.
    Con tutta la calma di cui disponeva - il che era ironico, visto che gli altri avrebbero potuto svegliarsi da un momento all'altro e sarebbe stato alquanto difficile spiegar loro che cosa ci facevano conciati in quel modo su quel maledetto divano -, Sanji provò a prendere anche l'accendino, mancandolo per un soffio e imprecando a denti stretti. A chi voleva darla a bere? Non era calmo per niente. «Un'altra volta, marimo. Devo finire di preparare la colazione».
    «Non invitarmi se non hai intenzione di farlo, cuoco da strapazzo».
    Il tono di voce con cui lo spadaccino pronunciò quelle parole fece irritare non poco Sanji - e dire che quello irritato era proprio Zoro, lì -, tanto che non si risparmiò dal rifilargli un calcio allo stinco, ignorando l'imprecazione soffocata a cui diede vita subito dopo. «Non è che non voglio farlo, brutto idiota», sbottò di rimando, scompigliandosi i capelli con una mano e mordendo con violenza il filtro della sigaretta. Poi sospirò, indugiando sulla fronte aggrottata del compagno sopra di sé. Riusciva a sentire distintamente quando Zoro lo desiderasse, in quel momento, e anche lui non negava che avrebbe voluto gettare all'aria il buon senso e farlo una volta per tutte, però... «Merda, è imbarazzante», soggiunse, facendo inarcare ancor più un sopracciglio al Vice Capitano.
    «E allora? Dov'è il problema?» rimbeccò, venendo immediatamente fulminato con lo sguardo.
    «Non hai proprio tatto, marimo».
    «Sei tu che ti fai problemi inutili, cuoco».
    «Non sono problemi inutili», rimbrottò Sanji, togliendosi la sigaretta dalle labbra con due dita. Tanto non riusciva a raggiungere l'accendino ed era certo che anche riuscire a fumarsela non sarebbe servito a niente. Gli ci voleva ben più di una sola stecca, in quel momento. «E' la mia prima volta. Contento?» sibilò poi con un fil di voce, quasi sperasse che Zoro non sentisse una sola parola di ciò che aveva appena detto; però, nonostante le sue silenziose preghiere a chissà quale dio, lo spadaccino udì tutto e fli scappò persino una breve risata, e Sanji l'avrebbe di sicuro preso a calci se non l'avesse spiazzato con un abbraccio, lasciandolo interdetto.
    Zoro abbozzò un sorriso, poggiando la fronte contro la sua. «Te l'avevo detto che non c'erano problemi, ricciolo», affermò poi, chinando il viso per potergli sfiorare le labbra; un rumore proveniente da fuori, però, fece sussultare entrambi, e non ci misero molto a rendersi nuovamente presentabili quando udirono le voci dei loro compagni, per quanto si fossero gettati un'ultima occhiata rammaricata.
    La loro prima volta avrebbe dovuto aspettare ancora un po', purtroppo.






_Note inconcludenti dell'autrice
Che cattiveria non far concludere loro niente *scappa dai lanci di pomodori e da marimi e cuochi nervosi*
Mi piaceva quel senso di vedo non vedo, però, quindi ho ritenuto giusto mantenermi sul soft senza strafare, perché altrimenti avrei di sicuro fatto più del dovuto e non avevo alcuna intenzione di alzare il rating della raccolta.
Due brevi spiegazioni sul titolo. Noli me tangere è il titolo di una doujinshi di Saruya Hachi - che io personalmente adoro follemente - ed è latino. Tradotto letteralmente significa Non toccarmi, e anche se avrei potuto benissimo scrivere Dont touch me, in latino ha un suono più musicale e persino un po' più poetico
, quindi ho preferito scrivere così anziché togliere tutta la sintonia della cosa *spiegazioni inconcludenti: off*
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Capitolo 10
*** #10. Amore ~ Love don't know different ***


Love don't know different Titolo: Love don't know different
Fandom: One Piece
Tipologia: Flash Fiction [ 344 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Un po' tutti
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai
Tabella/Prompt: All lovers › 10. Amore
12 Storie - #02 Colori: #07. Viola



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Era piuttosto divertente vedere il modo in cui Zoro e Sanji facevano capire quanto tenessero l'un l'altro, pur non dimostrandolo apertamente né tanto meno dicendolo a parole.
    Il pensiero di Robin era stato quello sin dal primo momento in cui si era resa conto che qualcosa era cambiato, fra loro, sebbene avesse sempre fatto finta di nulla nei giorni e nei mesi successivi. Anche adesso, seduta sul sostegno circolare dell'albero maestro insieme a Franky - piacevolmente addormentato al suo fianco e con il capo abbandonato contro la sua spalla -, non riusciva a fare a meno di osservarli, anche se stavano litigando come loro solito.
    Non riusciva a sentire che cosa si stessero dicendo e, anche se avrebbe potuto tranquillamente utilizzare i propri poteri per averli a portata di orecchio e poterli così ascoltare, probabilmente preferiva concedere loro un attimo di privacy. Dalla reazione di Zoro, però, e dal modo in cui Sanji stava rispondendo ai suoi colpi, imprecandogli addosso a voce più alta del normale, non era difficile capire che cosa fosse stato a far scattare la scintilla: uno dei soliti favoritismi del cuoco per Nami, poco ma sicuro. O una semplice voglia di bisticciare, chi poteva dirlo.
    Sentendo un movimento al suo fianco, l'archeologa distolse per un attimo lo sguardo e sollevò un angolo della bocca nel vedere Franky muoversi un po' contro di lei, quasi stesse cercando la sua presenza; lei fece fiorire un braccio su una sua spalla e gli carezzò distrattamente la testa, recuperando il libro che aveva abbandonato sulle cosce prima di gettare un'altra rapida occhiata in direzione dei suoi due compagni. Si erano spostati verso le scale e stavano continuando a litigare - e Sanji aveva rischiato sul serio di essere beccato da una lama di Zoro, stavolta -, ma all'archeologa non sfuggì il fatto che, pian piano, quasi senza dare nell'occhio, stavano tentando di entrare nella camerata maschile, forse per poter stare soli almeno pochi minuti.
    Robin sorrise e si rassettò la veste viola, concedendo loro intimità e immergendosi nuovamente nella lettura. In fin dei conti l'amore non conosceva differenze
.





_Note inconcludenti dell'autrice
E con questa flash ho finalmente concluso questa raccolta. Avrei potuto finirla molto prima, ma poi il mio computer mi ha abbandonata e non ho avuto molto tempo per aggiornare, però alla fine eccola qua :)
Come si può vedere, questa qui è molto più introspettiva, perché l'avevo scritta in un momento un po' particolare e mettere discorsi et similia che avrebbero fatto interagire maggiormente i personaggi avrebbe rovinato l'effetto che avevo voglia di dare alla storia stessa e al suo significato
Insomma, presto pubblicherò anche le restanti storie - in particolare
Like Davy Jones' Locker (where the men find the eternal sleep), visto che era parecchio tempo che non la postavo... ed era anche quasi finita! -, per il momento spero che questa non vi abbia deluso
Come sempre, commenti e critiche sono bene accetti
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