E' molto divertente fare l'impossibile

di _Eterea_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wendy ***
Capitolo 2: *** Filottete ***
Capitolo 3: *** Geppetto/Fata Turchina ***
Capitolo 4: *** Anacleto ***
Capitolo 5: *** Alice ***
Capitolo 6: *** Kida ***
Capitolo 7: *** Alice ***
Capitolo 8: *** Rapunzel ***



Capitolo 1
*** Wendy ***


Wendy, 141 parole. Prompt: “Salvami dalla mia stessa vita, dalle paure che non posso nascondere.” (pacchetto creato da MedusaNoir)

 
 


"Salvami dalla mia stessa vita, dalle paure che non posso nascondere."
Questo pensa Wendy mentre, seduta sul suo letto d'infanzia, guarda preoccupata l'anello di fidanzamento che grava pesantemente sull'anulare della sua mano sinistra. Dovrebbe essere esaltata, la ragazza più felice del mondo, a breve si sposerà con un brav'uomo, gentile e di buona famiglia; ma tutto quello che riesce a fare è sperare che Peter entri volando dalla finestra per portarla via da quell'inferno.
Paura di quello che l'aspetta, paura di non essere all'altezza, paura di deludere tutti.
Se tutto fosse semplice come all'Isola che non C'è, dove l'unica preoccupazione è quella di nascondersi dai pirati, giocare e divertirsi con le sirene e gli indiani.
Quando Wendy uscì per l'ultima volta da quella stanza, dopo averle dato l'addio, volse il suo ultimo sguardo alla finestra.
Peter non era lì a salvarla.

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Capitolo 2
*** Filottete ***


Filottete, 174 parole. Prompt: «Molte cose cambiano nel tempo... molte cose, non tutte».(pacchetto creato da Trick)

 

 
Tutto era finito, per l'ennesima volta.
Poteva giurare di aver sentito il cuore fermarsi dolorosamente nel petto, quando la parete era crollata.
Fino a quel momento aveva sempre incolpato loro, dei numerosi fallimenti; non erano stati abbastanza veloci, forti, furbi... mai gli era passato per la testa che il vero problema fosse lui.
Magari l'aveva anche pensato, per poi subito dopo scuotere la testa e tornare alle sue faccende quotidiane con il petto più leggero.
Quella volta, dannazione, quella volta però non se lo sarebbe mai aspettato. Effettivamente nessuno dei suoi eroi aveva mai dovuto affrontare una mostruosità del genere così all'inizio della carriera; e quel povero ragazzo era stato stroncato ancora prima di mostrare tutte le sue capacità.
"Molte cose cambiano nel tempo... molte cose, non tutte" Questo l'aveva imparato, finalmente.
Ormai ne era certo, era tutta colpa sua. Non era più in grado, aveva accettato quella sfida e ora ne aveva pagato le conseguenze; non lui, però, mai lui.
 
Una scossa improvvisa, la pietra si spacca e il cuore ricomincia a battere.

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Capitolo 3
*** Geppetto/Fata Turchina ***


Geppetto/Fata Turchina, 147 parole. Prompt: malinconia e allegria. (pacchetto creato da ferao)
 


"Geppetto!" dico dolcemente, aspettando che finisca di abbracciare il suo bambino.
La felicità che invade il suo viso è la soddisfazione più grande che io possa mai ottenere, è questo che mi mantiene in vita.
"Ora non vi servirà più il mio aiuto, sempre che Pinocchio rimanga sincero ed altruista." Il bambino annuisce con gli occhioni spalancati, e io sorrido.
Sono certa che farà questo e che io... non servirò più. L'assolutezza di questo pensiero mi intristisce, la malinconia si fa spazio dentro di me.
Esattamente come ogni volta.
Che sia un adulto, bambino, o anche entrambi insieme, non posso fare a meno di sentire già la loro mancanza prima della separazione.
Ogni storia diversa, particolare e commuovente mi forma, si aggiunge a me, al mio essere... è quello che sono: un insieme di tutto questo.
Osservo la loro allegria, che non sarà mai completamente mia.

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Capitolo 4
*** Anacleto ***


Anacleto, 173 parole. Prompt: non parlarsi per un mese. (pacchetto creato da ferao)

 


"Anacleto! Anacleto, dove sei? Oh suvvia, non vorrai tenermi il broncio ancora a lungo!"
Stupido vecchiaccio idiota, i colpetti contro la casetta di legno mi scuotono anche il cervello, volerei fuori anche solo per la soddisfazione di mordergli il naso e vederlo agitare ancora di più. Almeno, a quel punto, avrebbe una motivazione.
È da quasi un mese che non gli rivolgo la parola, quel rincitrullito non ne combina mai una giusta.
Grande Mago! AH! Se ne salta sempre fuori con qualche nuova stramberia futurista, esaltato come un fanciullo davanti ad un giocattolo!
Certo, a volte mi diverte... In fondo, magari gli voglio comunque bene.
Non riesco a spiegarmelo nemmeno io perché sono così legato a lui.
"Anacleto, guarda un po' qui! Vorresti vedere un piccolo esemplare di sotto- ehm -marino?"
Sporgo appena la testa - curiosità maledetta, il mio difetto più grande - sghignazzo nel vederlo lottare con un pezzo di legno e la sua barba. Forse potrei rompere il silenzio, per questa volta.
È sempre così che mi frega, alla fine. 

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Capitolo 5
*** Alice ***


Alice, 241 parole. Prompt: Malelingue. Immagine.  (pacchetto creato da me)

                                                                                                                                     

 
"Guarda, lei è quella stramba!"
"Mia madre dice di non ascoltare le sue frottole assurde, sono solo le fantasie di una matta!"
Alice alza gli occhi dalle immagini colorate del suo libro, fissa accigliata le bambine che si trovano poco lontano da lei, e che continuano senza alcun pudore ad additarla. Arrossiscono quando si accorgono di essere osservate e si allontanano, parlottando d'altro.
Alice continua ad osservarle, si sforza di sorridere e si ributta sulle sue pagine. Suo padre le aveva sempre detto di lanciare un sorriso alle malelingue, perché in quel modo le avrebbe messe in difficoltà.
Tutto ciò, in quel momento, le pare solo una terribile bugia. 
Aver risposto cortesemente non le aveva fatte smettere, anzi, avevano continuato con più veemenza a confermare le loro teorie. Questo solo perché aveva parlato - dicendo il vero, tra l'altro! - di bruchi blu, conigli col panciotto e leprotti bisestili che prendono il tè.
Suo padre le aveva detto che non c'era niente di male nell'usare a piacimento la propria fantasia... Eppure era stato proprio quello ad averla rovinata. Erano passati due anni dal suo incredibile viaggio, ma la gente non aveva ancora dimenticato.
Magari avrebbe solo dovuto mollare, e ammettere che si era inventata tutto. Ma, a quel punto, non sarebbe stata peggiore di tutti loro? Mentire, mettersi una maschera sul volto e dichiarare il falso, era forse quello che doveva fare?
No, poteva accettare di essere matta, ma mai bugiarda.

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Capitolo 6
*** Kida ***


Kida, 205 parole. (What if?) Prompt: Death Character. (pacchetto creato da me)

 


Milo osservava più volte il cielo, da quando era tornato alla sua vita normale.
Non ne era certo nemmeno lui, ma forse quasi si aspettava di vederlo ancora, risplendere sopra tutti loro.
Era impossibile ovviamente: il diamante, o fonte di energia, o come si chiamasse in realtà, si trovava nelle profondità più remote ed oscure dell'oceano.
L'uomo si sistemò meccanicamente gli occhiali sul naso, provando un moto di tristezza.
Ancora a volte rivedeva nella sua mente gli eventi incredibili successi ormai anni prima, quasi come se fossero passate poche ore. Attimi.
E i ricordi riportavano anche il dolore.
Kida.
L'aveva sognata ogni notte da allora, mentre saliva spinta da una forza sconosciuta verso quella luce.
Per poi non tornare mai più.
Era morta? Chi poteva saperlo.
Nessuno avrebbe mai potuto risolvere quel quesito, ed era questo che lo faceva davvero soffrire.
Li aveva salvati tutti dall'eruzione vulcanica. Lei e quella forza sconosciuta.
Poi non era più tornata.
Milo aveva aspettato, e aspettato. Invano.
Ricorderà sempre la gente di Atlantide, quello che ha imparato da quell'esperienza... e mai dimenticherà Kida e la sua forza.
Milo alla fine era ritornato al Museo, sembrando pure identico esteticamente, ma al suo interno il cuore batteva più ferocemente.
Con la grinta di Kida. 

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Capitolo 7
*** Alice ***


Alice, 186 parole. Prompt: mani in tasca. (pacchetto creato da me)

 


La devi mettere nella tasca, Alice, come puoi sbagliare ogni volta?
In tasca! Metti la chiave nella tasca!
 
Mugugni nel sonno, stringi le lenzuola ed affondi il viso nel cuscino.
 
Ma guarda un po'... stai piangendo per caso?
Oh, suvvia! Non hai più otto anni, sei grande ormai per queste cose!

Ti svegli di soprassalto. Noti il cuscino umido e ti dai nuovamente della stupida.
Ha sedici anni, sei ormai una donna fatta, ma non riesci a smettere di sognarlo.
Questi sono sogni diversi dal primo, quello che hai vissuto da piccola.
In questi ti osservi, vedi i tuoi errori e ti gridi addosso cercando di riparare.
Ma non ci riesci mai.
Non riesci a capire... Forse non vuoi lasciare andare via quel mondo?
E' per questo che lo sogni di continuo?
Santo cielo, sei grande!
All'improvviso sussulti, metti una mano nella tasca del pigiama e quello che trovi ti lascia basita.
E' la chiave. Quella chiave.
Stai ancora sognando, Alice?
Perché se è davvero così, questa volta non ti svegliare.
Rimani nel tuo pazzo mondo e fregatene del resto.
Questo sarebbe l'errore... non dimenticare, Alice

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Capitolo 8
*** Rapunzel ***


Rapunzel, 262 parole. Prompt: Viola.

(Scritta per il Prompt Days! sul forum Pseudopolis Yard)

 


Un po' di blu, un po' di giallo, e ancora rosso.
Viola, verde, arancio e celeste.

Rapunzel aveva imparato ad amare i colori pian piano crescendo.
Era diventata una vera passione per lei creare utilizzando questi, che fossero stoffa e tessuti, oppure tempere e pennelli.
Amava riprodurre il cielo in tutte le sue sfumature, l'oro dei suoi capelli e il verde smeraldo dei suoi occhi.
Dipingeva anche i colori dell'erba, ma non era mai la stessa cosa.
I suoi capelli poteva toccarli, il cielo solamente osservarlo a causa della distanza... ma l'erba?
L'acqua del lago?
Per quale motivo avrebbe dovuto dipingere qualcosa che non poteva nemmeno toccare con le proprie mani; quale senso aveva riprodurre qualcosa che poteva solamente desiderare ardentemente?
Poi, un giorno, arrivò il turno delle luci nel cielo.
Le aveva dipinte in una di quelle notti, muovendosi freneticamente dalla finestra al muro, con l'esile luce di una candela ad illuminarle il cammino.
Quella era stata l'unica volta che non aveva passato l'intera notte alla finestra guardandole.
Il motivo? Perché quei rari momenti non le bastavano più.
Certo, i fili d'erba non li poteva toccare, ma ogni giorno erano là pronti ad essere ammirati, mentre quelle luci che risplendevano nel cielo per lei no.
Una volta all'anno, il giorno del suo compleanno... e poi non più, fino all'anno successivo.
Rapunzel alla fine decise che quel giorno non era abbastanza.
Così le dipinse.
Quella muta preghiera che un giorno tutto potesse cambiare, poteva rivolgerla ogni notte osservando il muro della propria stanza.
Per quella volta i colori acquistarono un nuovo significato. 

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