Enchanted

di Harriett_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** L'amore nasce dalle piccole cose ***
Capitolo 3: *** Mi ricordava tanto... Me con... Lui ***
Capitolo 4: *** Dammi una possibilità ***
Capitolo 5: *** Lei sarà amata. ***
Capitolo 6: *** Come ai vecchi tempi ***
Capitolo 7: *** Dimmi che lo hai immaginato anche tu ***
Capitolo 8: *** Noi che cosa siamo? ***
Capitolo 9: *** Il gioco vale la candela? ***
Capitolo 10: *** Questo è il mio mondo, e tu ne fai parte. ***



Capitolo 1
*** Quando tutto ebbe inizio ***


Capitolo 1  
Quando tutto ebbe inizio.


- Vuole veramente sapere la vera storia? Signore, io la avverto, non è come crede. E' una storia semplice, di due ragazzini innamorati che non è finita bene.... - risposi cordialmente con un sorriso amaro. Non sapevo ancora perchè avevo accettato quell'incontro. Quell'incontro col passato.
- Signorina Archibald, se era davvero così insignificante, allora perchè è tornato a cercarla? Dopo il successo ed essendo anche fidanzato? Perchè è ancora legato a lei? - continuò il giornalista, sorseggiando una tazza fumante di caffè. 
- Sinceramente non lo so... Vuole sentire la storia? Beh, eccola qui... -  Mi arresi. Il giornalista prese carta e penna e mi diede l'ok per cominciare a raccontare. Mi girai verso la finestra di quello studio e guardai l'orizzonte. Iniziai a parlare della mia estate, di quel giorno in cui cambiò tutto. 

"Tutto iniziò il 23 giugno 2010. Quel giorno ero di ritorno dalle mie vacanze estive, quando la mia migliore amica, Eleanor, mi costrinse ad uscire. Avevo affrontato un lungo viaggio di ritorno, ma per farla contenta uscii la sera con lei. 
- Vedrai ti piaceranno! - disse entusiasta saltellando di quà a di là. Holmes Chapel quella sera era abbastanza deserta. Era una piccola cittadina, ma amavo abitarci. Tutti, alla buona, si conoscevano e i vecchietti sapevano morte vita e miracoli di ogni persona. Erano meglio degli agenti della cia ed era bello scambiare quattro chiacchere con loro nei momenti di noia pomeridiani.
- Ma non dovremmo uscire solo me e te?! Il messaggio non includeva altra gente! - protestai fermandomi di getto. Eleanor inarcò un sopracciglio. Il messaggio inviatomi la mattina includeva solo un saluto, due smile e un invito PER DUE ad una serata all'insegna del divertimento. NIENTE ragazzi, ma questo era tipico di El.
- Non avresti mai accettato se ti avessi detto che ci fosse stato anche qualche ragazzo...- disse a sua difesa con gli occhi da cucciolo.
- definisci qualche ragazzo - dissi incrociando le braccia al petto.
- 6 - rispose a bassa voce.  "
- Quindi lei non sapeva niente di quell'incontro... - interruppe il mio racconto. 
- No, nulla. Per me era la solita uscita tra amiche, anche se Lily non c'era, dato che era in vacanza all'estero. - risposi. Il giornalista annuì e mi fece segno di continuare.
"-  Ciao ragazze!! - sentimmo urlare da dietro di noi. Erano arrivati, non avevo scampo. Se non di girarmi e sfoderare uno dei miei falsi sorrisi. Dopo tutto era esilarante farli. Nessuno aveva mai notato la differenza. Ero brava a fingere e il sorriso era il mio migliore alleato.
- Bene, lei è Blaire. Blaire loro sono: Jason, Nate, Ben, William, Eric e Harry. - mi presentò i ragazzi Eleanor, ma lo fece talmente velocemente che mi persi coi nomi.
- Si saluta, Ben! - dissi avvicinandomi al ragazzo dai bruni capelli per poi scompigliargleli. Lui era il mio migliore amico. Ci conoscevamo dall'asilo ed eravamo molto uniti, almeno lo eravamo stati fino a poco tempo prima. Poi l'adolescenza ci separò un pò, ma il nostro legame era ancora forte. Ci eravamo allontanati anche a causa della malattia del padre, cosa che lo fece chiudere in se stesso e tagliarsi fuori dal mondo.
- Ciao B - mi salutò sistemandosi i capelli. I miei amici mi chiamavano B. Dietro non c'era un motivo particolare, e non mi dispiaceva. Una cosa che non sopportavo era quando lo faceva qualcuno che non era mio amico. Non permettevo a nessuno di darmi soprannomi, a meno che non fosse un amico e il soprannome non fosse troppo imbarazzante.
- Bene, andiamo? - chiese Nate impugnando meglio la bicicletta. "

- Aspetti un secondo, ha detto bicicletta? Non avevate lo scooter o cose del genere? - chiese in giornalista, interrompendomi.
- Si, d'estate in città si tende ad usare la bici. Dai bambini agli adulti - spiegai.
- E voi quanti anni avevate all'epoca? - chiese poco dopo.
- Avevamo 15-16 anni, in fondo è passato poco tempo - risposi sorridendo tra me e me.

" -Ti carico io - disse Ben, facendomi salire sulla bici.
- Se cadiamo ti picchio! - scherzai. Sin da piccoli ci caricavamo a vicenda, e non passava una volta in cui non cadevamo. Ma il divertimento era proprio nel cercare di non cadere.
William caricò Eleanor e ci avviammo verso il parco, da loro soprannominato " Il parco delle mele". Era chiamato così perchè nel parco c'erano molti alberi da frutto tra cui le mele. Ci sedemmo in una pachina isolata e nella penombra. In quel momento mi soffermai a guardare i ragazzi. Ben, il mio migliore amico, aveva capelli e occhi castani. Era all'incirca alto come me. Nate aveva capelli ricci e castani, e due occhi azzurro cielo veramente molto belli. Jason era praticamente la fotocopia di Ben. Conoscevo anche lui da molto tempo, dato che andavamo all'asilo insieme. Eric era il più basso tra tutti. Aveva occhi neri e capelli castani. Infine Harry. Aveva i capelli ricci e castani, come Nate, e due occhi color smeraldo. Mi incantai, quando mi soffermai per guardarli. Era più alto di me, all'incirca sul metro e ottanta. Jason gli disse qualcosa all'orecchio che lo fece sorridere e così vidi il suo splendido sorriso che mi incantò per un paio di secondi. Eleanor fece iniziare la conversazione, come era suo solito fare. "

- Com'è Eleanor? Intendo fisicamente.... - mi interruppe il giornalista.
- Alta come me, massimo 2 cm più alta. Capelli rossi, anche se tinti. Il suo colore naturale sarebbe il castano scuro. Occhi marroni, anche se a volte giurerei di averli visti neri - risposi facendo mente locale del suo look di quella estate.
- E lei? - continuò.
- Come sono ora... Alta 1.70 circa, magra, capelli color oro e occhi blu profondo oceano. - risposi gesticolando.

" La serata passò in fretta. Fù la stessa storia anche per i due giorni seguenti. Il lunedì mattina andai a casa di El. 
- Ciao B! - urlò El davanti alla porta di camera sua. Mi aveva fatto entrare la madre, donna che mi aveva visto crescere dall'età di 6 anni.
In teoria dovevamo fare i compiti delle vacanze, ma in pratica ci trovammo a parlare di ragazzi, come era solito fare tra di noi.  Non eravamo delle scansa fatiche, semplicemente risolvevamo un equazione o a tempo di musica eppure parlando di un ragazzo.
- Che fai? - chiese notando che stavo frugando nel suo cellulare. La mia voglia di finire i compiti di matematica era bassa, così cercavo qualcosa di interessante nel cellulare di El.
- Niente - risposi facendo spallucce. Lei si girò e tornò alla sua equazione, anche se a suo parere un rompicato cinese era più facile da risolvere.
- " Da El: Che ne pensi di B? 
Da Harry: Chi? Blaire? 
Eleanor! Perchè hai chiesto ad Harry che ne pensa di me?! - chiesi alzandomi dal letto su cui ero comodamente sdraiata. Alzandomi feci cadere per terra alcune matite e penne.
- Sei single da una vita, anticipo un pò le cose! - rispose facendo spallucce. La vidi mordicchiare la penna prima di tornare a scrivere o meglio scarabocchiare nel suo quaderno di matematica.
- El: Sisi, lei.
Harry: è carina e simpatica, perchè?
El: così, tanto per chiedere.
Ha detto che sono carina?! - squittii senza redermene conto. El saltò dalla scrivania al letto per poi urlarmi: - Ti piaceeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! - 
- No, sono solo meravigliata della sua risposta -  risposi facendo spallucce."

- E le piaceva Harry? - domandò il giornalista finendo di scrivere degli appunti su un foglio.
- No, ero solo sorpresa dalla sua risposta. Insomma, ero vestita con degli semplici short, una canottiera e una camicia aperta, eppure avevo attirato la sua attenzione... Non ero neanche truccata! Ma... Se avessi saputo cosa sarebbe accaduto... Non sareri mai uscita quella sera. - risposi guardando il mio bracialetto e iniziando a giocarci.
- E perchè? -  chiese confuso.
- Perchè sono ancora innamorata di lui. - 
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Spazio autrice
Ciao a tutte. Questa è la mia prima volta in questa categoria, quindi siate clementi çç
Il primo capitolo non è il massimo, ma spero che ci abbiate capito qualcosa. Vi prego di recensire perchè ne ho bisogno e mi farebbe molto piacere. Con questo vi lascio. Ci vediamo al prossimo capitolo.

Francesca xx

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Capitolo 2
*** L'amore nasce dalle piccole cose ***


Capitolo 2
L'amore nasce dalle piccole cose.
 
- Posso chiederle una cosa? - chiese il giornalista notando il mio sguardo perso.
- Certo - risposi sorridendo. 
- Perchè ha guardato il bracialetto prima di rispondermi alla scorsa domanda? - domandò curioso. Sospirai e sorrisi allo stesso tempo.
- Beh..... Lo scoprirà durante il mio racconto.... - Dissi sorridendo. Lui si accomodò meglio sulla sua sedia ed io riiniziai a raccontare.

"La sera uscimmo con loro. Ormai uscivamo insieme tutte le sere. Il tempo passava lentamente. Ormai agosto era finito e la scuola sarebbe riiniziata il 19 settembre. Eppure io sentivo ancora l'odore vivo d'estate, quello che non svanisce mai e rimane impresso nella mente.
- B, perdonami... - disse Ben sorridendomi. Non capivo cosa voleva intendere. D'istinto mi girai verso El, e lei come risposta fece spallucce. Arrivò da dietro ed iniziò a farmi il solletico. Io soffrivo moltissimo il solletico e questo lui lo sapeva benissimo. Nel giro di poco tempo eravamo tutti coinvolti a farci il solletico a vicenda.
- HARRY!! Ti prego! Basta!!! - urlai tra una risata e l'altra. Non so come ma mi ero ritrovata tra le braccia di Harry. Lui smise di farmi il solletico, ma non tolse le mani dal mio corpo. Fù lì che mi incantai per la prima nei suoi occhi. Restammo qualche secondo fermi a guardarci finchè Jason non richiamò la nostra attenzione.
Restai tutta la sera a guardalo di sottecchi ed arrossire quando mi accorgevo che lui stava già guardando me.
La sera, una volta tornata a casa, non riuscivo a smettere di sorridere. Mia madre era già andata a letto ed anche mia sorella. Ballavo per tutta la cucina canticchiando un motivetto lento. Percorrevo la sala a passi di valzer. Pensavo e ripensavo la scena che moi era capitata poco prima, che nel frattempo la mia mente riviveva e sognava.
I miei occhi sognanti alternavo realtà e fantasia, finchè non mi buttai sul letto con aria spensierata. Girai il viso per vedere l'ora nella mia sveglia sul comodino. 11:30. Non avevo per niente sonno. Mi cambiai ed andai su Facebook. Notai che avevo una nuova richiesta d'amicizia. Cliccai sulla notifica e dovetti trattenere un urlo quando lessi il nome "Harry Styles". Iniziai a saltellare per tutta camera mia. Dopo poco scoppiai in una risata, scatenata da non so cosa. Corsi ad accettare la richiesta e poi navigai un pò in internet. 
12:30. Il sonno ancora non si era impradonito del mio corpo. Cliccai sul profilo di Harry. Si aprii il suo profilo e andai a vedere le foto.
01:00. Ancora non ero stanca. Avevo ancora il sorriso stampato in faccia e non aveva intenzione di andarsene. Mi rassegnai all'idea che quella notte sarei rimasta sveglia. Guardai altre immagine finchè non ne vidi una che i fece avere mille complessi. La foto immortalava Harry insieme alla sorella. Lo capii dalla descrizione dove c'era scritto " Gemma, la sorella migliore che si più avere". Se lui fosse innamorato di qualche ragazza? Se fosse già fidanzato? Se fosse tutta la mia immaginazione? Se fosse un'altro dei miei filmini mentali che mi facevo non appena conoscevo un ragazzo carino. I miei pensieri vennero interrotti da un messaggio di El.
< Starai passando la notte in bianco. Vuoi parlarne? > 
< Non è che mi stai spiando dalla finestra? >"
 
- E così lei si era innamorata del famoso Harry Styles? - chiese il giornalista, sorridendo sotto i baffi.
- No, due anni fà era un semplice ragazzo normale con degli amici con cui piaceva uscire. - risposi - io non sono innamorata di Harry il cantante - precisai. Roteai gli occhi prima di continuare a parlare.
- Ci fidanzammo il 2 settembre e la storia finì il mese dopo. Il braccialetto me lo regalò Harry per il mio compleanno, il 12 ottobre. Questo è tutto. - mi affrettai a dire. Mi alzai dalla sedia e uscii da quell'ufficio. Avevo fatto un grosso errore ad accettare di parlare della mia storia. Avevo imparato a conviverci, ma a riparlarne... No. Avrei chiusto definitivamente quella storia nel profondo della mia essenza così da poterla dimenticare. Era stata solo una stupida storia estiva finita male, come tutte d'altronde.
Cercai il mio telefono nella borsa ma i miei occhi si posarono sul mio braccialetto che portavo al polso. Non lo avevo mai tolto, MAI.

"- B.... B. Vorrei darti il mio regalo... - richiamò la mia attenzione Harry. El e Lily mi avevano organizzato una festa a sorpresa per il mio compleanno e avevano invitato anche Harry. Sinceramente una parte di me lo voleva.. Ma non lo avrei mai ammesso a nessuno.
- C-certo - dissi girandomi. Mi scontrai con i suoi occhi verdi e mi persi in essi per l'ennesima volta. Mi porte un piccolo pacchetto ed attese con ansia che io lo aprissi. Scartai la carta ed aprii la scatoletta e vidi un bracciale. Vidi IL bracciale.
- H-Harry... Ma... - balbettai. Ma lui mi zittii.
- Volevo dartelo prima, ma poi.... - iniziò a parlare.
- Ma poi ci siamo lasciati - finii la frase per lui.
- Volevo che tu lo avessi lo stesso - disse legandomelo al polso.
Era il suo bracialetto. Era pieno di ciondoli che rapresentavano il simbolo delle città in cui era stato. Non lo indossava mai, lo teneva in camera e lo "aggiornava" dopo ogni viaggio da lui fatto.
- Grazie - dissi sorridendo. "

Avevo continuato ad aggiungerci i ciondoli, era come se una parte di lui fosse sempre con me. Non me ne ero mai separata, forse era per questo che non riuscivo a chiudere quel capitolo. 
- Lo indossi ancora? - chiese una voce meravigliata dietro di me.
- Harry?! - dissi girandomi. La mia voce era più scocciata che meravigliata. Lo avevo già visto il giorno prima di sfuggita e il mio corpo aveva avuto una certa repelsione verso di lui. Forse era colpa di tutto quello che mi aveva fatto passare, di tutto quello che avevo tenuto dentro e lasciato che mi lacerasse.
- Indossi ancora il bracialetto? - chiese di nuovo meravigliato. Lo indicò ed io istintivamente nascosi la mano. Non incrocia il suo sguardo, per paura di non reggere e perdermi nei suoi occhi.
- Non sono affari tuoi - risposi andandome. 
Mi affretti a raggiungere la mia auto per poi andare a casa di Lily.
 
 
- Harry è tornato? - chiese incredula Lily. Lily aveva lunghi bocoli neri e occhi castani. Era una ragazza apparentemente tranquilla, ma se la lasciavi scatenare diventava l'anima delle feste.
- Si, l'ho visto oggi. Ha notato il mio bracciale e si è meravigliato che io lo portassi ancora.... - risposi sbuffando. La madre di Lily entrò in sala e mise in tavola dei biscotti e pasticcini. Io e Lily ci alzammo dal divano e raggiungemmo il tavolo. Parlammo di tutto, ma non di Harry. Sapeva che non volevo, lo capiva dal mio sguardo.
 
Tornai a casa mia e mi chiusi in camera. Mi buttai sul letto a peso morto facendo spaventare il gatto, Fluffy. Mi tolsi il bracialetto e ci giocherellai, finchè il mio sguardo non si posò sul muro di camera mia.
 
"- Mamma siamo a casa! - urlai entrando in casa. Trascinai Harry in camera mia prima che mia sorella ci vedesse e iniziasse a farsi strani film mentali. Lo faceva sempre appena varcavano la soglia di casa un ragazzo, e la cosa era spesso imbarazzante.
- Ti dai all'arte? - chiese indicando i colori e pennelli alla base del muro. Mi girai verso di lui per poi scompigliargli i ricci.
- Ahahahah, no. Voglio scrivere in quella parete, solo che non so cosa.... - ammisi facendo spallucce. 
Lui si avvicinò al muro, prese un pennello e lo immerse nel colore verde. 
- Ma cosa stai facendo? - chiesi ridendo. Lui non rispose e scrisse sul muro. Mi aveva sorpreso, come sempre d'altronde.
- Serva me , Servabo Te - lessi avvicinandomi a lui - Salvami.. - tradussi.
- Ti salverò - concluse lui. "

- Salvami, ti salverò - mormorai guardando la scritta di Harry con sotto la sua firma. - Tu non mi hai salvato, tu mi hai distrutto - continuai.
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Spazio autrice

Allora, spero che non vi abbia fatto schifo il capitolo, almeno un pò çç Vi prego di recensire, per me è importante :) Ora si inizia a capire meglio la storia di Blaire, ma ancora non vi anticipo nulla :)
Lei mi sostiene SEMPRE, quindi passate da lei, è una meraviglia, la migliore <3
D'ora in poi farò anche pubblicità alle storie, basta chiedere e ricambiare ;)
Passate da loro, sono delle storie stupende, se lo meritano :)
 
Con questo vi lascio, alla prossima belle :)
 
Francesca xx

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Capitolo 3
*** Mi ricordava tanto... Me con... Lui ***


Capitolo 3
 
Mi ricordava tanto...... Me con.... Lui.


Il giorno dopo mi svegliai a causa della suoneria del mio telefono. Quelle note che tanto amavo in un secondo
diventarono odio puro. 

"Can we fall, one more time?
Stop the tape and rewind
Oh and if you walk away I know I’ll fade
Cause there is nobody else"  

- Cosa minchia vuoi alle 7:04 del mattino?! - dissi con voce assonata e di malavoglia, senza neanche leggere chi fosse a chiamarmi. Avevo cercato alla cieca il telefono e poi risposto.
- Buongiorno anche a te! - dissi una voce squillante dall'altra parte della cornetta.
- Eleanor Jane Smith, sei morta - dissi mettendomi a sedere sul letto. Mi scostai i capelli e poi mi passai una mano sulla faccia. Io ed i risvegli bruschi non andavamo daccordo.
- Su, bella di mamma. Il sole spende e tu sei a letto a compiangerti per Harry! - rispose.
- Punto primo: Ho le tende tirate, non so che tempo fà fuori, strano che ci sia il sole, qui c'è sempre brutto tempo. Secondo: Hai tardato di qualche decina di mesi. Terzo: SONO LE SETTE DI MATTINA ED E' ESTATE!! - dissi al telefono mettendo giù la chiamata. Buffai e mi buttai a peso morto all'indietro. Poco dopo il mio telefono tornò a suonare, ma questa volta era un messaggio. Non lo lessi. Presi il mio BlackBerry e scesi a fare colazione. Ormai non aveva senso cercare di tornare a dormire, tanto valeva buttarsi giù dal letto del tutto ed andare a fare colazione.
- Da quando sei così mattiniera? - chiese mia madre sorpresa. Feci una smorfia per poi sedermi e fare colazione. La lucina nel mio telefono continuava a lampeggiare e così decisi di leggere il messaggio. Cliccai sull'icona del sms e mi si aprì una foto. Era una foto di me sulle spalle di Harry mentre scherzavamo. Quella foto riusciva sempre a farmi sorridere, non sapevo il perchè. 

"- Aahahahhahahahahh, fammi scendere! Prima o poi cadremo! Aahahahahhahah - dissi ridendo. Harry mi aveva presa sulle spalle e aveva iniziato a fare il cretino, come era suo solito fare. Io non smettevo di ridere e a ricordare a Harry di non farmi cadere, o lo avrei ammazzato.
- Tranquilla! Non cadremo! Fidati - continuava a ripetere. Gli altri continuavano a ridere e a scattare foto. El documentava l'evento con un filmino lunhissimo con il telefono che ben presto fù nelle mie mani. Harry continuava a camminare, fare giri su se stesso e a farmi ridere come non mai. Ero innamorata, innamorata di un pazzo.
- Mi fido di te - sussurrai all'orecchio di Harry. "

< Sono sicura che ora ti sia tornato il sorriso >
Sorrisi ancora di più leggendo il messaggio di El .Lei riusciva sempre a leggermi nella mente ed era fantastica per questo, anche se , a volte, avevo voglia di ucciderla, cosa che succedeva spesso
- Una foto di te e Harry? Sorridi sempre quando ne vedi una... - disse mia madre notando il mio sorriso.
La guardai un attimo e poi tornai alla mia colazione, lasciando intendere tutto. Almeno, tutto quello che voleva capire. Mia sorella entrò poco dopo in cucina volteggiando di quà e di là. Aveva un sorriso da ebete stampato in faccia. Mi ricordava tanto me, il giorno dopo il mio primo bacio con... Harry.

"- Ciao ragazzi! - salutai avvicinandomi alla panchina insime a El e Lily. Subito il mio sguardò incrociò quello di Harry, il mio cuore perse un battito, subito dopo, un'altro. Sul mio viso si aprì un sorriso da ebete e le farfalle iniziarono a svolazzare nel mio stomaco. La sera prima si era dichiarato, sotto casa mia, la cosa era stata imbarazzante e dolce allo steso tempo. Non ci fù nessun bacio a causa dell'interruzzione di mia madre. Gli dissi un veloce "si" prima di entrare in casa. Il mio cervello era fuso, non eiusciva a capire a rielaborare la dichiarazione di Harry. Andai in camera mia saltellando per tutto il tempo, con il cuore a mille e un sorriso stampato in faccia. Mia madre mi guardò confusa e poi chiuse la porta dietro per poi fare spallucce. Si avvicinò a me in silenzio.
- Dove eravamo rimasti ieri sera? - chiese retorico avvicinadosi ancora di più a me.
- Proprio qui... - risposi prima di baciarlo. Sapevo che lui non avrebbe mai preso l'iniziativa. 
Come sottofondo i ragazzi stavano fischiando e applaudendo, ma non mi interessò. Per me c'eravamo solo io e lui. Sorrisi involontariamente appena, dolcemente, lui si staccò."

- Primo bacio? - chiesi dopo essere tornata in me. Lei si girò verso di me e mi guardò con faccia stupita.
- Come fai a saperlo? - domandò meravigliata.
- Conosco quella faccia - risposi uscendo dalla cucina.
 
Quel mattino decisi di andare al "Parco delle mele". Dopo la mia rottura con Harry non c'ero più andata. Quel parco mi riportava indietro nel tempo, mi faceva rivivere i vecchi momenti passati con loro, passati con lui. 
Mi immersi nei miei pensieri finchè una coppia non attirò la mia attenzione. Non era una semplice coppia, era LA coppia. Erano Harry e Trisha. La coppia più "in" del momento. Lei aveva capelli lunghi e rossi-ramati. Occhi castani e un sorriso dolce. Quasi mi faceva pena nel vederla mano nella mano con lui. Lei innamorata persa e lui il classico donnaiolo a cui interessava solo quanto fossi brava a letto. Mi girai dall'altra parte sperando che non si fosse accorto di me. Poco dopo mi arrivò un messaggio.
< Perchè ti giri dall'altra parte? >
Harry. Come poteva avere ancora il mio numero? Mi girai di scatto e lo vidi seduto in una panchina non molto distante dalla mia.
< Sai, una volta morivo solo al pensiero di vederti. Ora vomito solo al pensiero di vederti >
Scrissi velocemente per poi inviare. Non sò perchè risposi, forse per il semplice motivo che non avevo niente da fare se non arrabbiarmi ancora di più con lui.
< Stai mentendo >
< E sentiamo, quante volte mi hai mentito tu? Sai com'è ho perso il conto >
Fine della partita, ho vinto.
< Mai >
Guardai il mio telefono per qualche secondo prima di rispondere.
< Stai mentendo >
Mi alzai di scatto dalla panchina e corsi da Lily. Mille ricordi mi stavano tormentando. 
 
" < Ti amo > Lessi il messaggio dopo aver tastato sul comodino prima di trovare il telefono.
< Sono le 2 del mattino, mi hai svegliato. Dovrei odiarti, ma... Ti amo anch'io >"
 
" - Che ci fai quà?! - chiesi stupita. Harry era davanti all'uscita della mia scuola appoggiato al muretto. Sorrisi come un bambino nel vederlo.
- Mi mancavi - rispose facendo spallucce ed avvicinandosi a me. Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi baciò"
 
Suonai al campanello trattenendo le lacrime. Lily mi venne ad aprire e capendo la situazione non disse niente e mi portò in camera sua. Parlammo per ore. Lei mi ascoltava in silenzio, mentre io, tra un singhiozzo ed un altro, parlavo dei miei sentimenti, di Harry.
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Spazio autrice
Ciao a tutte :)
Inanzi tutto vi ringrazio per le 19 recensioni, davvero, siete magnifiche ^^
Vi ricordo che con questi capitoli introduco la storia e il passato dei due personaggi. Ho deciso di scriverla a "pezzettoni" per creare un pò di suspance, spero vi piaccia.
Vi prego di recensire, perchè ne ho bisogno :)

Francesca xx

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Capitolo 4
*** Dammi una possibilità ***


Capitolo 4
 
Dammi una possibilità.
 

Erano passati due giorni dal mio "incontro" con Harry, eppure ancora avevo i suoi messaggi per la mente. Il suo sguardo cupo che osservavo di sfuggita tra un messaggio ed un altro, la sua mano che passava costantemente tra i suoi capelli, segno che era nervoso. Lui non mi aveva quasi mai mentito, o almeno niente di così grave, o come le chiamava lui " bugie a fin di bene". Lo avevo scritto per metterlo alla prova, per vedere fino a che punto si sarebbe spinto, fino a che punto fosse stato disposto a scoprirsi.
Stavo facendo zapping col telecomando quando il mio telefono iniziò a squillare. Mi alzai dal divano svogliata e corsi in cucina. Come al solito lo avevo dimenticato lì, sul tavolo a causa della mia innata pigrizia e non attenzione.
- Pronto? - risposi senza guardare chi fosse, come era mio solito fare.
- Avevi dimenticato il telefono in cucina, e così sei corsa a prenderlo interrompendo il tuo bellissimo gioco col telecomando per cercare un programma decente e senza notare chi fosse a chiamarti, o non mi avresti risposto - Harry mi conosceva fin troppo bene.
- Cosa vuoi, Milwaard? - chiesi iniziando a battare il piede contro il pavimento di marmo della cucina.
- Nessuno ormai mi chiama così... - ammise. Milwaard era il suo vero cognome, lo cambiò in Styles quando sua madre si risposò con il sig. Styles. Mi piaceva chiamarlo così, ero l'unica che lo faceva ed ero una delle poche a saperlo.
- Bene, Styles, qual buon vento la porta a chiamarmi durante il mio zapping pomeridiano? - 
- Esci con me, un caffè al solito bar. Un uscita da amici -
- Noi non siamo amici - 
- Tra ex? -
- Siamo ex, ma questo non mi impone niente - 
- Cosa devo fare per farti uscire con me? -
- Un caffè, 10 min. ho da fare più tardi.
- Zapping serale? - 
Misi giù la telefonata, senza apparente motivo. Aspettai qualche secondo prima di uscire dalla cucina, buttare il telefono nella borsa, che era in sala ed infilarmi un paio di convers.
- Io esco! - urlai a mia madre per le scale.
- Con Styles? Vi ho sentiti al telefono! - rispose ridendo sotti ai baffi.
- Mamma, prova a chiamare l'FBI, magari ti assumono! - dissi prima di chiudere la porta alle mie spalle.
 
 
Vidi Harry girato di spalle a pochi metri da me. Una vocina nel mio cervello mi urlava di tornare indietro finchè fossi stata in tempo, ma le mie gambe continuavano ad avanzare verso di lui. Il caldo sole delle 4:30 del pomeriggio batteva sulla piccola cittadina in cui ero cresciuta. Harry si girò di scatto guardando l'ora sul cellulare. Alzò lo sguardo ed incrociò il mio. Il mio istinto mi disse di girare il volto e cercare un altro soggetto da osservare, ma non lo feci.
- Ciao - dissi fermandomi di fronte a lui.
- Puntuale come al solito - rispose passandosi una mano tra i capelli - Entriamo? - chiede facendo cenno con la mano verso la porta del bar. Annuii lievemente ed entrai insieme a lui. Dopo esserci seduti ed aver ordinato due frullati iniziammo a parlare.
- A cosa devo questo invito? - chiesi cercando nei suoi occhi un vero motivo di questa uscita. 
- Volevo solo essere gentile con una mia vecchia amica - rispose cercando nei miei occhi qualcosa che non avrebbe mai trovato.
- Non siamo vecchi amici - lo corressi con freddezza.
- Scusa - uscì dalla sua bocca.
- Scusa per cosa? Per avermi lasciata con una telefonata? Scusa per essere partito senza dire niente a nessuno? Scusa per avermi baciata a capodanno solo per il gusto di farlo? Scusa per avermi rovinato la giornata? Scegli, ne hai di possibilità - dissi sarcastica, anche se in realtà non lo ero per niente. Harry rimase in silenzio per qualche minuto con la testa bassa.
- Mi dispiace di essere stato un codardo, di aver fatto il bambino quando avrei dovuto fare l'uomo. Mi dispiace... - mormorò cercando nei miei occhi perdono, cercando dolcezza, cercando amore. Ma non lo trovò, trovò solo odio e rimpianto.
- Si, anche a me - risposi alzandomi ma lui mi bloccò.
- Come stanno gli altri? - chiese dopo che io mi fossi seduta.
- Dopo che tu gli hai mollati? Bene. Sai, Lily è rimasta incinta poco prima che tu partissi. Ha una figlia, si chiama Tiffany - risposi giocherellando con la cannuccia del frappè che ci avevano appena portato. Harry si fermò di colpo e strabuzzò gli occhi.
- Parliamo della stessa Lily?! La ragazza casa e chiesa?! - disse meravigliato.
- Siamo tutte casa e chiesa, è il tragitto che ci frega - risposi facendo spallucce.
- Raccontami la storia, sono curioso - mi chiese ridendo.
- Eri partito da qualche giorno e Lily chiamò a casa sua, Joe, il suo fidanzato, me ed El. Non capivamo cosa volesse dirci. Dopo averci fatto sedere ci diede la notizia. Non puoi immaginare la faccia di sua madre alla notizia! Per non parlare di Joe, che è svenuto! Io ed El le eravamo saltate addosso per la sorpresa - risposi velocemente.
- Capisco... E tu? Sei... Fidanzata? - chiese dopo un attimo di silenzio.
- No.. - risposi guardandolo diritto negli occhi. Come potrei fidarmi di un ragazzo dopo quello che mi hai fatto tu? chiese la mia mente a Harry, ma la mia bocca non si aprì e quindi quelle parole rimasero dentro me.
Ci alzammo dal tavolo ed uscimmo dal bar. Iniziammo a passaggiare lungo il parco, quello dove tutto ebbe inizio.
- Ti piace qualcuno? - continuò finendo il suo frappè.
- E' un interrogatorio? - chiesi alzando un sopracciglio.
- Mi manchi - disse guardandomi diritta negli occhi e con un sorriso ampio. 
Ti mancavo? Bene. Tu invece mi mancavi da quando hai lasciato la mia mano e te ne sei andato.
Abbassai lo sguardo e iniziai a giocare con il mio bracciale. 
- Dammi un' altra possibilità - continuò cercando la mia mano. Abbassai lo sguardo e vidi le nostre mani intrecciarsi. Un lungo brivido mi percorse la schiena, riportandomi a qualche anno prima, dove la mia ingenuità  fece incontrare lui.

____________________________________________________________________
Spazio autrice
Sono quiiii (?) 
Allora, in questo capitolo iniziamo a capire meglio i personaggi. Cosa succederà tra B e Harry?
Recensite, recensite, recensite, ne ho bisogno e così capirò anche cosa ne pensate della storia.
Ora vi lasci0
Sciaooooo belle :)

Francesca xx

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Capitolo 5
*** Lei sarà amata. ***


Capitolo 5
Lei sarà amata.
 
Tolsi immediatamente la mia mano dalla sua stretta e mi spostai a sinistra. Lui mi guardò confuso e allo stesso tempo deluso.
- No, tu.. Non la meriti - dissi per poi girarmi ed andaremene. Camminai per il paesino senza una meta precisa. Non avevo intenzione di tornare con lui, o anche solo tornare ad essergli amica. Mi aveva ferita, troppo. Ero stata malissimo, quando un giorno, di punto in bianco, partì. Avevo smesso di mangiare, parlare e la mia unica espressione era cupa e malinconica. Ero diventata anoressica, i miei amici erano preoccupati per me, tutti erano preoccupati per me, tranne lui. Tutto andò meglio quando Tiffany venne al mondo. Mi innamorai di quella bambina dagli occhi color nocciola e capelli neri come il carbone. Portò aria fresca nella mia vita, come in quella di tutti quanti.
 
" - Questa sera il cielo è pieno di stelle - disse El alzando gli occhi al cielo. Erano gli ultimi giorni di settembre e il cielo era rimpido e luminoso come se fosse piena estate. Tutti alzammo di colpo la testa per osservare le stelle. Harry mi abbracciava da dietro ed io avevo la testa appoggiata alla sua spalla. Le mie mani erano intrecciate alle sue e il suo mento poggiava sulla mia spalla.
- Riesci a trovare la stella più luminosa in cielo? - sussurrò al mio orecchio. Osservai più attentamente il cielo e poi alzai il braccio ed indicai la stella più luminosa in cielo col dito.
- Ricorda: lei non brillerà mai quanto te. -continuò sorridendomi. "
 
- Ricorda: lei non brillerà mai quanto te. - sussurrai sdraiata sul mio letto. Osservai la parete di camera mia, dove c'era scritta l'omonima frase.

"Can we fall, one more time?
Stop the tape and rewind
Oh and if you walk away I know I’ll fade
Cause there is nobody else"  

La suoneria del mio telefono partì e io cercai alla cieca esso sul mio letto. Appena lo trovai risposi e misi in vivavoce.
- Pronto? -
- B, sei su internet! -
- Ben, non sei divertente! Hai appena interrotto il flusso dei miei pensieri! - protestai mettendomi a gambe incrociate sul letto.
- Harry, stavi pensando a Harry - 
- Comunque, ancora? La prima volta è stato imbarazzante, ma ora è orrendo! Cosa dicono di me? -
- Stanno parlando delle varie relazioni del signorino Styles e ti chiamano come la ragazza perfetta per lui, quella che ha avuto la relazione più vera e sincera... - 
Mi scivolò il telefono dalla mano. In un attimo mi ritrovai immersa nel passato, ancora.
 
"- voglio diventare famoso.
voglio che la gente quando mi vede mi dica 'ti amo'
voglio che la gente quando mi vede mi dica 'sei tutta la mia vita'
voglio che la gente quando mi vede mi dica 'possiamo farci una foto?'
voglio che la gente quando mi vede si mette a piangere.
voglio che la gente quando mi dice mi dica 'possiamo farci una foto insieme?'
voglio avere le interazioni piene di ragazze che scrivono 'per favore,seguimi. è il mio sogno. NOTAMI'
voglio essere apprezzato da tutti.
voglio tutto questo ma so che è solo un fottuto sogno. - disse Harry sdraiato guardando le stelle. Mi girai su un fianco per vederlo meglio.
- Anche se sono solo io, ti amo  - dissi. Lui si girò e si mise di fronte a me iniziando ad accarezzarmi una guancia.
- A me basta - rispose per poi baciarmi."
 
- Ti prego, non dirmi che eri di nuovo immersa in un flaschback... - disse Ben dopo che ripresi il telefono e mororato un "scusa".
- ... - 
- Quale era questa volta? -
- Quando mi ha confessato parte del suo sogno.. Ma fammi il riassunto dell'articolo - 
- C'è scritto che eravate molto carini assieme, che il motivo della separazione è ancora un mistero e che a parer loro le canzoni di Harry sono tutte dedicate a te... - 
- Gotta be you - 
- Cosa? - 
- Gotta be you, quella è dedicata a me. Parla di quando lui per il mio compleanno mi baciò e mi chiese un altra possibilità -
- La tua suoneria? - 
- E' una bella canzone! - 
- Si, hai ragione - 
- What makes your beautiful -
- Bella, non posso capirti al volo! Avrò ascoltato si e no una volta i suoi cd! -
- Parla di quando ci siamo conosciuti e io ero timida e non credevo in me stessa - 
- She will be loved -
- Quella non è dedicata a me! -
- Si, tu sei bella, ecco perchè inizialmente dice "regina di bellezza a soli 18 anni" anche se tu ne hai 17. Hai problemi con te stessa perchè non ti sei mai piaciuta. Tu appartieni sempre ad un altro a suo parere perchè non sei sua. Lui è sempre stato innamorato di te. Lui ha sempre aspettato dietro in un angolo sotto la pioggia, questo lo ha trafrasato. Lui ha sempre chiesto di te, ha sempre voluto sapere come stessi, lui sa tutto. Lui avrebbe fatto qualunque cosa per te, ma ha avuto paura. "Lei sarà amata" lui ti ama. - 
- Devo andare -
Chiusi la telefonata, avevo bisogno di pensare. 
 
< Potremmo provare ad essere amici? >
Il messaggio di Harry interruppe i miei pensieri che arrivavano alla stessa conclusione da più di due ore.
< She will be loved è dedicata a me? > 
Chiesi, quella domanda mi tormentava da ore e volevo una risposta.
< Perchè?>
< Potresti rispondermi? >
< Si, come la maggior parte dell'album... >
< Grazie. Potremmo rimanere amici, perchè l'amicizia dura per sempre. Ti ricorda qualcosa questa frase? >
< Si.... >
< Proviamoci >
< Dici davvero? >
< Ci si vede in giro >
Amici. Pessima idea, pessima davvero, ma in fondo esiste un idea geniale? Quella perfetta in tutto?

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Spazio autrice
SCUSATEMI. Non aggiorno da secoli, mi dispiace un sacco çç Ho avuto molto da fare e non ho avuto molto tempo... Perdonatemi anche per questo schifoso capitolo çç
Aggiorno dopo 7 recensioni 
Ci vediamo presto (spero)

Francesca xx

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Capitolo 6
*** Come ai vecchi tempi ***


Capitolo 6   

Come ai vecchi tempi.

- Blair.. Su, dormigliona... Sveglia - qualcuno stava cercando di interrompere il mio bellissimo sogno con un giovane Di Caprio proprio sul momento del bacio. I miei sogni erano sempre dannatamente dolci e romantici, ma venivano sempre interrotti nei momenti di massima passione.
-Mmmmm...... - mugugnai girandomi dall'altra parte. Non avevo voglia di alzarmi, ed iniziare la giornata. Preferivo di gran lunga rimanere sotto le coperte al calduccio anche se era piena estate. Era già settembre, ma per me era ancora piena estate, non volevo rincominciare la scuola, no, no, e no. Dopo poco le mie narici percepirono un profumo, un profumo che mi faceva impazzire. Blue di Chanel. Solo una persona in tutta Holmes Chapel usava quel profumo.
- Blair.... - disse un altra volta quella voce. Il mio cervello capì subito che era lui, ne ero certa. Spalancai di colpo gli occhi e mi misi seduta. Di solito la mattina ero più tonta di mia madre dopo una serata davanti alla tv a guardare film strappalacrime senza speranza.
- Tu, cosa ci fai in camera mia? Mentre io dormo? - dissi. Lui iniziò a ridere e si avviccinò ancora di più a me. La sua risata riencheggiò nelle mie orecchie facendo ridere anche me. Quella situazione era strana, eppure ero a mio agio.
- Cercavo di svegliarti - fece spallucce per poi alzarsi del letto. Guardava il mobiletto di fronte al mio letto, dove c'erano moltissime fotografie incorniciate, mentre le altre erano attaccate al muro. Amavo la fotografia. Amavo immortalare momenti che sarebbero poi rimasti per sempre catturati in una foto.
- Dormi ancora con la mia maglia? - continuò indicando la mia maglia, o meglio, la sua maglia. Si girò un attimo, per poi tornare ad osservare le foto.
- E' comoda e mi piace - dissi fra uno sbadiglio ed un altro facendo spallucce.
- Hai sempre amato indossare le mie cose - mi ricordò. Si sedette di fianco a me e mi sorrise. Lo spinsi all'indietro fino a farlo sdraiare su letto. Stava sorridendo, mostrando le sue adorabili fossette che lo rendevano dannatamente perfetto.
- E tu hai sempre amato svegliarmi dai mie fantastici sogni con dei 'dei greci' - dissi per poi alzarmi dal letto passando sopra di lui.
- E io che pensavo che avremmo movimentato le cose! - disse sorridendomi maliziosamente alzandosi con la schiena.
- Cambierai mai? - chiesi retorica mentre mi facevo una coda - Ma poi, come hai fatto ad entrare? - chiesi tornando a sedere dove ero prima e buttandolo di nuovo giù con la schiena.
- Mi ricordavo dove tieni il mazzo di chiavi di scorta - disse alzandosi con la schiena - ma tua sorella? - chiese.
- Era rimasta a dormire da Alice - risposi - e comunque, abbiamo fatto 'pace' più o meno una settimana fà, e questo non ti dà il permesso di venire a casa mia senza permesso. - dissi spingendolo ancora una volta. Lui iniziò a ridere per finire per contagiarmi anche a me.
- E tuo padre? - chiese diventando serio tutto d'un colpo.
- Solito - risposi appoggiando la testa sulla sua spalla.
- Dov'è ora? - chiese cingendomi le spalle con il braccio.
- California, America. - dissi sospirando. Mio padre viaggiava molto per lavoro, e questo mi permetteva di vederlo pochi giorni ogni 2-3 mesi.
- Mi machi... - mormorò abbassando la testa.
Rimase in silenzio per qualche minuto poi mi abbracciò, senza motivo. Appoggiai la mia testa al suo petto e lasciai che mi accarezzasse la testa.
- Mi distruggerai di nuovo... - sussurrai tra le sue braccia.
- Non quanto lo farai tu... - rispose baciandomi la fronte. Era vero, noi ci distruggevvamo a vicenda, ma alla fine tornavamo sempre l'uno dall'altra.

 
"< Senti, io non ti voglio prendere per il culo perchè sei una ragazza stupenda, e mi sta su che non ci vediamo mai perchè non posso mai uscire. Non so quanto la nostra relazione può durare, io avevo pensato di essere solo amici perchè l'amicizia dura per sempre. >

< Addio >"

 
- Come va con Trisha? - chiesi interrompendo il flusso dei miei pensieri. Alzai lentamente la testa, fino ad incrociare i suoi occhi.
- Bene - rispose secco girandosi dall'altra parte.
- Tutti i giornali vi definiscono la coppia del secolo - continuai cercando di nuovo il suo sguardo.
- Tutti i giornali ti definisco la ragazza perfetta per me - disse, ma questa volta volta fui io a distogliere lo sguardo.
- Mi hai lasciata. - dissi secca.
- Mi hai lasciato andare. - continuò lui.
- Mi hai spezzato il cuore. - 
- Ho cercato di proteggerti dal mio mondo. - 
- Ti amavo. - 
- Ci amiamo ancora. - 
Silenzio. Ormai era l'unico a parlare in quella stanza.
- L'ami?-
- ... è una brava ragazza -
- Non hai risposto. L'ami? -
- Le voglio bene -
Rimanemmo ancora in silenzio. Eravamo ancora abbracciati, io avevo ancora la testa appoggiata al suo petto, lui aveva ancora la sua mano intrecciara alla mia, c'era ancora silenzio.

 
- CIAO! - urlai aprendo di scatto la porta della camera di Lily. Lei, colta di sorpresa, cadde dal letto maledicendomi in tutte le lingue del mondo. Io scoppiai a ridere per poi entrare nella camera.
- Fallo un' altra volta e giuro che ti uccido - mi disse dopo essersi alzata.
- Ti voglio bene anche io - dissi continuando a ridere - Tiffany? - chiesi cercandola con lo sguardo. 
- E' in sala - rispose - e questa me la pagherai! - continuò avvicinadosi alla porta. 
- Mandami il conto a casa - risposi facendole la linguaccia ed uscendo dalla camera per andare in sala. Entrammo in sala e vidi Tiffany guardare dei cartoni alla tv. Appena si accorse della nostra presenza corse verso di me e urlò 'ziaaaaa'. Tiffany aveva 2 anni ormai, ed era molto intelligente per la sua età. 

 
- Sai, ho rivisto Elysa l'altro giorno... - dissi dando un morso al mio biscotto.
- Davvero? Quindi è tornata? - chiese Lily facendo zapping con il telecomando.
- Si, rimane qui 2 settimane circa, poi ritorna in Italia. - risposi.
- zia, chi è Elysa? - chiese Tiffany tirandomi per un braccio per richiamare la mia attenzione.
- Una vecchia amica di mamma e zia. L'abbiamo conosciuta alle elementari, lei è per metà inglese e per metà italiana. - dissi bloccando con la mano Lily che aveva appena girato canale dove trasmettevano il mio programma preferito.
- NO.NO.E.NO. Gossip Girl no!. - si lamentò, ma io non le diedi retta ed alzai il volume. Niente era meglio dell' UES e vestiti alla moda, per non parlare di Chuck Bass.
 
"Can we fall, one more time?
Stop the tape and rewind
Oh and if you walk away I know I’ll fade
Cause there is nobody else"  

- Stai disturbando la mia dose pomeridiana di Gossip Girl e Chuck Bass - risposi al telefono, alzandomi dal divano per non far sentire la conversazione a Lily e Tif.
- Ma io sono meglio di Chuck Bass - disse Harry con voce sexy dall'altro lato del telefono.
- Nah, preferisco la sua voce... - dissi ridendo.
- Cattiva. - 
- Styles, cosa vuoi? - arrivai subito al dunque.
- Che ne dici di unirti a me e i ragazzi con Lily stasera? Facciamo come ai vecchi tempi... - propose.
- Non lo so... - 
- Dai, non farti pregare! - 
- Ci sto - 
Chiusi la chiamata ed andai a dire tutto a Lily. Mi avrebbe ucciso, ma io sapevo giocare bene le mie carte.
______________________________________________________________________________________________

Spazio autrice.
SCUSATE PER I SECOLI D'ATTESA. DAVVERO, MI DISPIACE UN SACCO MA AVEVO MOLTISSIMO DA FARE E HO AVUTO DEI PROBLEMI FAMIGLIARI ççççççççççççççççò
Spero di essere perdonata con questo capito. Devvero, sarò la milionesima volta che lo dico ma mi dispiace un sacco.
SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, che ne dite della storia? Siamo ancora all'inizio, ma intanto mi dite qualche impressione e come secondo voi faranno Blair e Harry?
E' davvero importante per me e vorrei ricevere ALMENO 5 RECENSIONI PER IL PROSSIMO. Ce la fate? Spero di si :)
Alla prossima, 
Francesca xx

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Capitolo 7
*** Dimmi che lo hai immaginato anche tu ***


Capitolo 7
 
Dimmi che lo hai immaginato anche tu.
 
- Ciaooo! - salutai andando in contro ai ragazzi che erano già seduti sulle panchine del parco. Ben si girò e mi sorrise e ricambiai il 'saluto' scompigliandogli i capelli. Il nostro rapporto era bello, perchè non ci serviva molto per capirci; ci guardavamo e capivamo tutto.
- Hey! - disse Nate vedendomi. Poco dopo arrivò anche Lily e fù davvero come ai vecchi tempi. Mancava solo El, avevamo litigato dopo il ritorno di Harry a capodanno. Da lì non ci parlammo più, senza un reale motivo. Quell'anno persi non solo Harry, ma anche la mia migliore amica, quella che dall'età di 5 anni eravamo inseparabili. I ragazzi parlavano di non so che cosa da una ventina di minuti, ma io ero troppo occupata a guardare in cielo stellato. Quella sera il cielo era limpido, senza neanche una nuvola, e si potevano contare tutte le stelle in cielo. Era immenso e misterioso. Era una delle ultime notti libere, da tutto, da tutti.
-  Riesci a trovare la stella più luminosa in cielo? - sussurrò al mio orecchio Harry. Mi girai di scatto e mi trovai il suo viso a pochi centrimetri dal mio. Il mio cuore perse un battito e i miei occhi si specchiarono nei suoi.
- Ricorda: lei non brillerà mai quanto te. - risposi automaticamente. Sorrise appena e io lo seguì a ruota. Sul suo viso uscirono le sue due fossette adorabili, che lo rendevano ancora più bambino di quanto i suoi occhi verdi e malandrini lo facessero sembrare. Rimanemmo a guardarci per un periodo di tempo che a me sembrò un'eternità. Io mi riflettevo nei suoi occhi verde prato, e lui nei miei color profondo oceano. La notte i miei diventavano più blu di un oceano illuminato dalle stelle di una notte d'estate. Ad interrompere quel momento fu il la suonera del suo telefono, che ci riportò alla realtà. Appena si girò e si allontanò leggermente da me, mi morsi il labbro nervosamente. Avevo come nostalgia di lui, dei momenti con lui. Mi girai e vidi i ragazzi chiaccherare tranquillamente. Lily doveva aver lasciato Tif con Joe, perchè non la vedevo da nessuna parte. Risi immaginando Joe alle prese con Tiffany, la quale era più intelligente di lui e i suoi amici messi insieme.
- Ciao.... Si.... Ok... No, domani ho da fare.... Capito... Va bene... Anche io, ciao - disse Harry passandosi una mano tra i capelli, segno che era nervoso.
- Tutto ok? - chiesi appena tornò da me. Accennò un sorriso al quale non credetti. Non era mai stato bravo a fingere o a dire le bugie, veniva beccato sempre subito e finiva sempre con sorridere come un bambino. Si mise le mani in tasca per poi abbassare la testa.
- Vuoi parlarne? - continuai, e lui si sedette di fronte a me. Tolse le mani dalle tasche e alzò il viso.
- Come fai? - domandò prendendomi le mani. Lo guardai confusa, anche se quel contatto mi piaceva.
- Come fai ad essere così... Gentile, dolce, perfetta, disponibile.... - disse ma io lo fermai mettendo un dito sulle sue labbra. Sorrise appena
- Sono fatta così, mi conosci - sorrisi - davvero, vuoi parlarne? - continuai.
- Vieni, facciamo un giro - disse alzandosi e porgendomi la mano. Afferai la sua mano e mi alzai anche io. Ci allontanammo silenziosamente ed iniziammo a percorrere il silenzioso parco. 
- .... Ero al telefono con Trisha - iniziò a parlare guardando un punto indefinito davanti a se.
- Questo lo avevo capito - ridacchiai, per poi spostarmi il ciuffo sulla sinistra. Amavo giocare con i miei capelli.
- Mi ha chiesto se domani potevamo uscire, ma alla mattina ho un intervista.. - continuò mettendo le mani in tasca.
- Potreste vedervi il pomeriggio - proposi non capendo il problema. Harry si fermò di colpo e io mi voltai verso di lui.
- E' questo il problema, io non voglio. Non voglio passare un altro pomeriggio noioso in giro per i negozi... Lo voglio passare con i miei amici. Lo voglio passare con te. Solo con te. - disse inchiodandomi con lo sguardo e prendendomi le mani.
- Harry... - sussurrai senza sapere esattamente cosa dire.
- Non voglio tornare con te, cioè, mi piacerebbe moltissimo, questo è evidente, ma per ora voglio farti vedere che non sono solo il ragazzo stupido e senza cuore.  Voglio farti capire che non ti prendo in giro quando ti dico che ti amo. Voglio essere tuo amico - mi spiegò avvicinandosi a me - e poi magari... Ti innamorerai di me - concluse avvicinandosi ancora di più.
- Avevi detto amici - iniziai poggiando una mano sul suo petto - mi avevi detto che non ti innamori mai. Mi avevi detto che per te la vita è un gioco. Mi avevi detto che non capisci perchè le ragazze siano così complicate. Mi avevi detto che era solo per divertirsi. Mi avevi detto che ti eri scottato, mentre io mi ero bruciata. Mi hai fatto giocare col fuoco, mi hai fatto bruciare... Mi hai fatto innamorare. Mi hai  detto che mi amavi in una sera d'estate con la luna piena. Mi hai fatto credere che l'amore possa essere divertente e senza confini. Mi hai visto piangere per la prima volta l'undicesima sera di settembre. Mi hai detto 'l'amicizia dura per sempre'. Mi hai chiesto di credere in te. Mi hai lasciato. - dissi tenendo gli occhi fissi sui suoi. Lui abbasso lo sguardo. Avvicinò il suo viso al mio....
Chiusi gli occhi e sentii la pressione delle sue labbra sulle mie. Mi baciò dolcemente, lo lasciai fare. Era esattamente come lo ricordavo.
Non riuscivo a capire per quale motivo non mi stessi tirando indietro. Mi aveva ferita, e io gli stavo lasciando il permesso di uccidermi dentro.
Eravamo due calamite, immaginavo che prima o poi sarebbe successo, ma non credevo che mi avrebbe confusa così tanto.
Mi sentivo instabile e stordita, come se qualcuno mi stesse scuotendo con forza.
- Blair? Ehi? Mi hai sentito? - quella voce mi costrinse a riaprire gli occhi. Rimasi ancora un attimo ferma, davanti a lui, prima di rendermi conto che la mia instabilità fisica era dovuta al fatto che stava cercando di svegliarmi dal mio stato di trance, e che quel bellissimo bacio era solo frutto della mia immaginazione.
- Cosa ti è successo? - mi chiese di nuovo.
- Ti prego, dimmi che hai immaginato la stessa cosa che ho immaginato io - risposi ignorando completamente la sua domanda.
Rimanemmo entrambi in silenzio per un po' a scavare l'uno negli occhi dell'altra. Lasciai che Harry frugasse dentro i miei, e io mi persi nel suo meraviglioso sorriso che comparve quando si rese conto di ciò che avevo immaginato.
- Sì, direi di sì - disse ridendo leggermente, contagiando anche me. Avvicinò di nuovo il suo viso al mio, ma questa volta lo fermai.
- Harry.... - sussurrai con un filo di voce. Feci scivolare la mia mano sul suo petto per poi metterla sul suo cuore.
- Lo so - mormorò allontando il suo viso dal mio. Abbassai il viso, ma lui lo rialzò subito dopo.
- Dobbiamo rimanere amici.... - dissi qualche istante dopo.
- .... Non mi lasciare. - 
- Lo hai fatto per primo tu. - dissi andandomene da lui. Stavo facendo una delle più grandi cavolate della mia vita, lo sapevo. Sapevo che così mi sarei distrutta da sola, ma a quanto pare ero brava in quello. 'Amici', quella parola non era fatta per noi. Ero innamorata di lui, e lui era troppo codardo da chiudere la sua relazione con Trisha. ' Sarebbe troppo complicato' ' le fan ti insulterebbero, ti riempirebbero di minacce di morte'. Era davvero così protettivo o si nascondeva dietro una maschera? Non avrei dovuto lasciarlo, LUI non avrebbe dovuto lasciarMI. Ben, con la coda dell'occhio, mi vide correre verso casa mia e capì al volo che qualcosa non andava. Feci segno con la mano di rimanere lì, mentre io scomparivo nel buio nella notte. Mentre io sparivo dal parco, dove tutto era iniziato. Mentre io mi allontanavo dal mio cuore. Mentre io mi allontanavo da lui. Mentre io mi allontanavo da dove tutto era finito. Forse.

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Spazio autrice
Ciao a tutte :)
Sono di nuovo qui, eh già (?)
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, a me sinceramente non fa impazzire, ma pazienza. Ho notato che state iniziando a recensire di più, e NE SONO MOLTO FELICE :) 
Ce la fate a farmi 6 recensioni per il prsossimo capitolo *occhi dolci* vi avverto che è già in fase si scrittura mlmlmlml
SOOOOOOOOOOOOOOOOOO, che ne dite di harry e blair? Insomma, ormia vi sarete fatte delle idee.. me le dite? Sono curiosa *.* 
Va beh, io vado, vi ho rotto se scatole abbastanza :) ciaooooooooooooooooooooooooooooooo
A presto
Francesca xx

p.s. scusatemi se è corto çç

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Capitolo 8
*** Noi che cosa siamo? ***


Capitolo 8
 
Noi che cosa siamo?

Fine dei giochi. 'Il dado è stato tratto' diceva Cesare. Per me l'unica cosa che è finita è la mia voglia di studiare, ma quella non è mai iniziata. Alzai la testa testa dal libro di Francese e inizia a giocare con la matita. Possibile che tra tutti i verbi di questo mondo, proprio il verbo 'amare' doveva scegliere la professoressa? 'Scrivete un testo in francese. La frase chiave è 'je t'aime'. Come avrete potuto intuire tutto il testo girerà attorno al verbo 'amare'. Buon lavoro ragazzi'.
L'unica cosa che avevo in mente era il verbo 'odiare'. 'Je te déteste'. Ti odio perchè sei il mio tutto. 'Je te déteste parce que tu es tout pour moi.' Ti odio perchè mi hai lasciato cadere. 'Je te déteste parce que tu me laisses tomber'. Ti odio perchè in realtà non c'è una vera ragione. 'je te déteste parce qu'en réalité il n'existe pas de véritable raison'. Ti odio perchè non ho mai amato nessuno così tanto. 'Je te déteste parce que je n'ai jamais aimé personne autant'. Ti odio perchè ti amo. 'Je te déteste parce que Je t'aime'. Lanciai la matita sulla scrivania e sbuffai pesantemente. Buttai la testa all'indietro e poi mi girai verso la finestra. L'estate ormai era giunta al termine. Nel cielo iniziavano a comparire nuvole bianche e di rado si alzava anche un veniticello, come se volesse avvisarci che la stagione dei sogni stava per terminare. Tornai a guardare il mio libro di francese e lo chiusi con una mano. Non avevo mai sognato tanto, come quell'estate. Sogni ad occhi aperti, sogni veri, sogni che si potevano toccare con un dito. Sogni destinati a rimanere nel cassetto, perchè troppo splendidi e meravigliosi per essere realizzati. Guardai con la coda dell'0cchio il telefono. 16:09. Riaprii senza voglia il libro di francese, dovevo finire i compiti, Harry o non Harry.
'Je t'aime' continuavo a ripetere quella frase, ma nulla mi veniva in mente. Alzai lo sguardo per la seconda volta, e i miei occhi si posarono su una foto appena al muro. Ti amo perchè mi fai sorridere. 'Je t'aime parce que tu me fais sourire'. Ti amo perchè i tuoi occhi per me sono un libro aperto. 'Je t'aime parce que vos yeux sont un livre ouvert pour moi.' Ti amo perchè hai quelle fossette adorabili. 'Je t'aime parce que vous avez ces fossettes adorables.' Ti amo perchè mi basta un tuo sorriso per sentirmi bene. 'Je t'aime parce que ton sourire me suffit pour me sentir bien'. Ti amo perchè non ho mai desiderato tanto qualcuno, quanto desidero te. 'Je t'aime parce que je n'ai jamais voulu quelqu'un tellement, que je vous veux'. Ti amo perchè ti odio. 'Je t'aime parce que je te déteste'.
Richiusi il libro, questa volta avevo finito per davvero. Avrei dovuto ripassare anche inglese, ma non avevo voglia di scrivere un altro testo sull'amore. Possibile che tutto girasse intorno all'amore? L'amore qui, l'amore lì.... Perchè? Possibile che nessuno capisca che l'amore ti lacera? Ti distugge? Ti opprime? Possibile? Perchè tutti sono convinti che l'amore è bello? Allegro? Romantico? Cosa c'è di romantico nel distruggersi a vicenda? Di scegliere la felicità dell'altro invece che la propria? Cosa c'è di tanto bello nell'amore che tutti lo cercano così disperatamente? L'amore arriva quando meno te lo aspetti, è lui a decidere, non tu. E' lui che decide con chi farti cadere nella tela del ragno. E' lui che ti lacera, non l'altra persona. LUI. Ma in fondo, chi è questo lui? 
Presi il libro di letteratura inglese ed il quaderno. ' Come compito di inglese vi assegno anche un piccolo testo, ragazzi. Dato che mi è arrivata voce che la professoressa di Francese vi ha assegnato un testo sull'amore, mi unisco all'idea e ve ne assegno uno anche io. Sapete identificarmi l'amore in una persona? Se l'amore fosse un puzzle, voi sareste in grado di completarlo? E che figura ci verrebbe fuori?'
Cosa voleva veramente la prof. Brown? Non riuscivo a capire il suo intento. Amore. Un puzzle. Una figura. Una persona. Harry. Era quello l'unico nome che mi frullava per la testa leggendo quelle parole. L'amore era Harry in persona. Cercai di immaginarmi l'amore come un puzzle, proprio come aveva chiesto la prof. La figura che compariva una volta completato era la sua immagine, ma mancava un pezzo. Quale? Quello che rappresentava la parte del suo petto dove dovrebbe stare il suo cuore. Inizialmente non capivo per quale motivo non ci fosse, poi, pensandoci ancora un po', ci arrivai. Conoscevo a memoria i suoi gesti. Sapevo che quando era in imbarazzo abbozzava un sorriso e metteva una mano dietro la testa. Sapevo che quando finiva nei guai usava la faccia da cucciolo per uscirne. Sapevo che lui non accettava l'odio, non riusciva a capirlo. Sapevo che per quanto potesse sembrare duro in realtà era un tenerone. Sapevo che a volte poteva essere la persona più fragile di tutto il mondo. Sapevo che quando voleva qualcosa, faceva di tutto per averla. Sapevo che quando ti guardava negli occhi e ti parlava, voleva dire che quello che ti stava dicendo era vero. Sapevo che lui ci sarebbe sempre stato, anche se la paura era troppa. Sapevo che mi amava, ma io non avevo quel pezzo perché l'unica cosa che non sapevo era se il suo cuore fosse mio.
 
< scusa per ieri sera, non dovevo... Mi ... Mi sono lasciato prendere... Scusa >
< Mi dispiace, davvero. Ho sbagliato a dirti quelle cose, ho esagerato. Ci vediamo? Così ti spiego, ti prego, lasciami rimediare >
< Blair, ti prego, rispondimi. Non distruggere quello che stava rinascendo >
< E' il quarto messaggio che ti scrivo, per favore, rispondimi >
Lessi quei messaggi dopo svariati minuti il loro arrivo. Il cielo era diventato cupo, le sue nuvole erano pronte a far crollare le loro lacrime, come me, in quel momento. Non capivo perchè non riuscivo a rispondergli, non capivo perchè il mio cervello diceva una cosa e le mie mani ne eseguivano un'altra.
Mi girai verso la finestra. Le nubi nere avevano preso il sopravvento sul cielo azzurro. Una forte e fitta pioggia cadeva violenta sulla piccola cittadina. Posssibile che tutto possa cambiare in un secondo? 
Un tuono interruppe i miei pensieri facendomi rapprividire, odiavo i tuoni. Un lampo squarciò il cielo, pochi secondi dopo. L'amore è come un fulmine, non si sa dove cade, finchè non è caduto. Secondo me, l'amore è come un fulmine, perchè se ti prendere in pieno ti uccide. Niente di più, niente di meno.
Un sassolino andò a sbattere contro il vestro della mia finestra e poco dopo un altro. Mi alzai lentamente dalla sedia e mi avvicinai alla finestra. Guardai aldilà dal vetro e vidi Harry. Era sotto la pioggia, fermo di fronte alla mia finestra. Era completamente bagnato, ma pareva che non gliene interessasse, continuava guardare nella mia direzione. 
Cosa stai facendo Harry?
Rimasi a guardarlo, quasi fossi imbambolata, forse lo ero. Lui mi guardava, mi studiava, mi pregava. 
Mi allontanai dalla finestra e corsi fuori di casa sotto lo sguardo stupito e contorto di mia madre. Aprii la porta di casa e corsi davanti al cancelletto; lo aprii e guardai negli occhi Harry. Non parlavamo, ci guardavamo neglio occhi e basta. I nostri battiti erano diventati tutt'uno, respiravamo la stessa aria, ci studiavamo, ci parlavamo con il cuore. Presi la sua maglia e lo tirai in casa; mamma ci guardò, poi si alzò dal divano e sparì in camera sua. Lo tirai in camera mia, dove gli feci togliere i vestiti e gli diedi una vecchia tuta di mio padre. Rimase fermo, a guardami. Mi avvicinai a lui e presi i lembi nella sua maglia. La sollevai lentamente e gliela sfilai, continuava a guardarmi. Con un gioco di piedi si tolse le scarpe, mentre io gli slacciai la cintura dei pantaloni. Si tolse i jeans definitivamente e si infilò i pantaloni della tuta. Continuava a guardami, cercava i miei occhi. Lo trascinai in bagno, dove ci asciugammo i capelli e io mi cambiai la maglia fradicia. Quando tornammo in camera mi accorsi che tremava, d'impulso lo abbracciai. Lo strinsi a me, e lui mi legò con le sue forti braccia. Appoggò la testa alla mia, allora parlai.
- Stai tremando... - sussurrai, poi mi staccai da lui e lo trascinai sotto le coperte. Appoggiai la testa al suo petto, poi lui me la alzò la testa con due dita. 
- Scusa... - mormorai guardandogli negli occhi. Lui mi sorrise. Potrei morire guardando quelle fossette, ne sei a conoscenza Harry?
- Mi hai fatto preoccupare.. - disse accarezzandomi la guancia.
- Harry, stai fermo.. Ti prego - sussurrai affondando il viso nel suo petto. Rise. 
- Perchè? - chiese continuando ad accarezzandomi la guancia, per poi passare alla schiena, al braccio, al palmo della mia mano e poi tornare alla guancia per rincominciare il giro.
- Lo sai... - dissi dando un leggero pugno al suo petto.
- No.. - mi istigò ridacchiando. Inarcai un sopracciglio cercando di non ridere. Lui con un colpo secco ribaltò le posizioni. Appoggiò i gomiti ai lati del mio corpo per non pesarmi troppo.
- Sei uno stronzo - dissi, lui avvicinò il suo viso al mio.
- Tanto mi ami lo stesso - sussurò sulle mie labbra. 
- Bugiardo - mormorai e girai la testa dall'altra parte. Lui mi prese la testa tra le mani e mi fece girare.
- Blair, smettila, ti prego - disse guardandomi negli occhi.
- Perchè sei tornato? - chiesi guardando il suo collo e le sue collane.
- Avevo bisogno di te - rispose abbassando lo sguardo. D'impulso guardai il suo polso sinistro, coperto dai braccialetti.
- Lo-lo hai fatto... Ancora? - chiesi prendendo la sua mano sinistra. Lui cercò di evitare questo contatto, ma poi mi lasciò fare. Cedette. Le sue braccia non lo ressero più e cadde, sprofondando con la testa nel mio petto.
- Harry... - sussurrai.
- ... Hazza - continuai, sentii il suo respiro farsi irregolare. Gli tolsi i braccialetti.
- Uno... Due... Tre.. Quattro... - contai i tagli passando il dito da una ferita all'altra. 
- Hey... Va tutto bene... - mormorai quando sentii il suo viso nell'incavo del mio collo e qualche lacrima scendere da esso bagnandomi il collo.
- Di solito non sono i ragazzi a consolare le ragazze? - chiese alzano lo sguardo e guardandomi negli occhi.
- A quanto pare no - dissi asciugandogli le lacrime. Lui mi sorrise e io mi sciolsi dentro. Avvicinò le sue labbra alle mie, ancora un volta.
- Se mi lasciassi baciare, cosa cambierebbe? - chiesi quando la distanza tra di noi era poca, molto poca.
- Noi cosa siamo? - continuai facendolo fermare. Lui mi guardò diritto negli occhi scavando dentro di essi, annegando nelle mie insicurezze.
- Hai letto i giornalini di gossip? - chiese dopo qualche minuto di silenzio. Un altro tuono squarciò il silenzio che si stava ricreando. Lo guardai non capendo cosa voleva intendere.
- Ho lascianto Trisha.. - disse, come se mi avesse letto nella mente. Mi avvicinai io, questa volta, alla sua bocca.
- E questo cosa cambia? - chiesi, quasi con aria di sfida. Lui mi sorrise e mi sfiorò il naso con la bocca.
- Cosa cambia? Mh, cosa vuoi che cambi? - sussurrò anche lui con aria di sfida. Con un colpo secco cambiai di nuovo la situazione, ora ero io sopra di lui. Mi appoggiai sui gomiti e lasciai cadere i capelli sulla spalla destra. 
- Non mi sono mai piaciuti i cambiamenti - dissi sfiorando le sue labbra con me mie. Lui fece scorrere le sue mani dalle mia schiena ai miei fianchi.
- Bugiarda - mormorò sorridendo beffardo. 
- Vuoi la guerra? - chiesi inchiodandolo con lo sguardo. Lui non mi rispose, iniziò a baciarmi il collo facendomi perdere il controllo per qualche secondo.
- Si - mormorò sulle mie labbra.
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spazio autrice
Scusate per averci messo tanto a postarlo, ma lo scrivevo e cancellavo in continuazione çç spero vi sia piaciuto lo stesso :) che ne dite della piega della storia? 
La parte centrale/finale fa parte di un mio sogno redftyguhik ahahah
CONTINUERò A SEI RECENSIONI :3

A presto
Francesca xx

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Capitolo 9
*** Il gioco vale la candela? ***


Capitolo 9
 
Il gioco vale la candela?

Harry cercò di annullare la distanza tra noi, ma io spostai il viso. Lui si morse il labbro e ridacchiò.
- Davvero pensavi che ti avrei lasciato vincere? - chiesi iniziando a baciargli il collo, fino ad arrivare al suo punto debole, sotto l'orecchio.
- Stronza - disse girando di colpo il viso, facendomi ritrovare i suoi grandi occhi verdi a pochi centimentri da me.
- Tanto mi ami lo stesso - gli feci il verso, lui come risposta mi morse il collo.
- Ahi! - dissi toccandomi con la mano il punto dove mi aveva morso. Lui mi fece la linguaccia e io mi diedi un leggero schiaffetto.
- Lo hai voluto tu - disse facendo spallucce e tornando ad avvicinarsi alle mie labbra. 
- Buona notte, Harold - disse girandomi dall'altra parte e facendo finta di dormire. Lui allungò la mano verso la mia spalla e la mosse leggermente.
- Stai scherzando? - ridacchiò - dai Blair! Stavo giocando! - disse avvicinandosi ed appoggiando il mento sulla mia spalla.
- Blair... - sussurò iniziandomi ad accarezzare pancia e schiena con la mano. Non dissi niente, rimasi ferma con gli occhi chiusi.
- Sei sempre la solita - disse stringendomi a lui - anche se avrei preferito giocare - brontolò baciandomi la testa. Sorrisi.
- Notte idiota -dissi dandogli un bacio sulla guancia ed accucciandomi sul suo petto. Lui legò la mia schiena con le sue braccia tirandomi ancora di più a lui.
- Notte piccola - mormorò baciandomi la testa.
 
 
Un tuono. Due tuoni. Io tremavo, come una foglia, sotto il rumore dei tuoini ed il fruscio degli alberi. Alzai la testa dal petto di Harry, che dormiva beato, e guardai l'orologio. 2:38. Sbuffai, e mi irrigidii quando un altro tuono spezzò il silenzio che si era creato. Sentii Harry muoversi, ma non ci diedi peso, finchè le sue braccia non mi strinsero a lui. Iniziò ad accarezzarmi la schiena, facendo aderire il mio petto al suo.
- Va tutto bene, tranquilla... - sussurò baciandomi la guancia. Io sorrisi e legai le braccia al suo collo.
- Ti ho svegliato? Non volevo.. - dissi con la voce impastata dal sonno.
- Mh, no.. Non ho sentito il tuo calore sul mio petto e allora ho aperto gli occhi - rispose sorridendomi - hai paura dei tuoni? - chiese accarezzandomi i capelli.
- Più che altro li odio... -mormorai come una bambina piccola. Lui sorrise nell'ombra, e per me fu come se si fosse accessa la luce, dato che il suo sorriso illuminò tutta la stanza. Mi strinse ancora di più tra le sue braccia e iniziò a cullarmi.
- Non mi hai ancora detto il perchè dei... dei.. - mormorai senza riuscire a terminare la frase.
- Tagli - concluse lui la frase per me. Io annui leggermente. Lui fece una smoria per poi iniziare ad accarezzarmi la schiena.
- ... Io.. Beh... - balbettò.
- Ho capito, non ne vuoi parlare - dissi facendo un mezzo sorriso - Torna a dormire, Milwaard - continuai dandogli un bacio sulla guancia per poi accoccolarmi al suo petto.
- No... Non voglio dormire! Parli con me? - protestò facendo la voce da bambino. Io inarcai un sopracciglio cercando di non ridere.
- Harry Styles che vuole parlare con una ragazza? In un letto? La sera? Hai la febbre per caso? - chiesi dopo qualche secondo. Lui scoppiò a ridere, mentre io cercai di rimanere seria.
- Beh, se vuoi potremmo occupare il tempo in un altro modo... - sussurò avvicinandosi alle mie labbra.
- No - dissi mettendogli una mano sulle labbra - lo hai detto tu, parliamo - risi vedendolo fregarsi con le sue stesse mani.
Lui fece una smorfia per poi unirsi alla mia risata. Amavo la sua risata, l'avevo forse già detto?
- Ti sei fregato da solo... - continuai spostandomi su un fianco così da poter parlare faccia a faccia.
- E' che non mi andava di svegliare tua madre e tua sorella... - mormorò, inventando una pessima scusa. 
- Mia sorella è da Susanne, quindi non tirarla in ballo nelle tue scuse inventate sul momento - risposi tirandogli un leggero pugno sul petto. Lui scoppiò a ridere per poi girarsi dall'altra parte.
- Notte Blair - mormorò.
- Ed ecco che fa il finto offeso - sbuffai abbracciandolo da dietro.
- Ti ricordi quella notte? - chiese di punto in bianco. Io appoggiai il mento alla sua spalla e sospirai.
- Come se fosse ieri - risposi. Lui si girò verso di me e mi guardò negli occhi.
- Te ne sei mai pentita? - chiese spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lo guardai per alcuni secondi, spiazzata dalle sue domande.
- Mai - sussurrai nascondendo il viso nel suo petto. - tu? - chiesi iniziando a disegnare disegni invisibili sul suo petto.
- No - rispose iniziando ad accarezzarmi i capelli. Sentivo il respiro di Harry sul collo, che paraddossalmente mi calmava. Era come se dicesse 'sono qui con te'. Tornò a calare il silenzio. Continuò ad accarezzarmi i capelli finchè io non mi addormentai tra le sue braccia.
 
 
Mi svegliai a causa della luce che entrava dalla finestra. Mi girai lentamente del letto e vidi Harry seduto sul bordo del letto. Si girò verso di me sorridendomi.
- Buongiorno... E' venuta tua madre, mi ha fatto qualche domanda e poi mi ha detto di dirti che torna per pranzo - disse alzandosi dal letto e rimettendosi i vestiti.
- Che tipo di domande? - chiesi buttando la testa tra i cucini. Lui rise e poi si buttò sul letto con me.
- Solite domende - rispose vago - oggi hai un impegno - continuò deciso.
- Un impegno? - agrottai la fronte. Non mi ricordavo di aver preso un impegno, ma la mattina ero più rincoglionita del solito quindi lasciai perdere.
- Con me! Andremo a Londra - mi spiegò fiero. Strabuzzai gli occhi e mi misi a sedere sul letto.
- Cosa ti sei fumato? - domandai ridendo mentre lui mi faceva una smorfia.
- Alzati, preparati e scendi - disse solamente prima di sparire da camera mia. 
 
- Sono pronta - dissi scendendo le scale. 
- Ho già parlato con tua madre, ti rapisco fino a domani. - disse prendendomi per mano e trascinandomi letteralmente in macchina. - Ah, devo farti conoscere qualche persona... - continuò una volta salito in macchina.
- Devo prenderlo come un rapimento? - chiesi ridendo. Harry mise in moto la macchina e partimmo per Londra.
- Tu sei pazzo - dissi continuando a ridere - e strano - aggiunsi. 
- Perchè? - chiese innocente mentre trasmettevano alla radio 'What makes you beautiful' dei One Direction.
- Oh no.. - mormorai schiaffeggiandomi la fronte.
- Che c'è? Non ti piace? Guarda che lo so che hai Gotta be you come suoneria e il nostro album a casa! - la rimproverò ridendo. Lei scoppiò a ridere.
- Louis Tomlinson, Zayn Malik, Niall Horan, Liam Payne... E.... Aspetta, come si chiama quello sfigato dai capelli bipolari? - dissi ridendo e battendomi un dito sul mento.
- HA-HA-HA, molto divertente - commentò il ragazzo, continuando a guardare la strada. Sorrisi istintivamente.
- Almeno i nomi li sai già, così faremo prima quando arriveremo a Londra - continuò.
- Cosa?! - esclamai facendo saltare in aria il telecono con cui stavo giocando.
- Hai sentito bene - disse girandosi per un secondo sorridendomi per poi tornare a guardare la strada.
- Era questa la tua intenzione? - chiesi giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
- La mia intenzione è quella di farti conoscere il mio mondo - rispose.
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Spazzio autrice 

SCUSATE PER L'IMMENSO RITARDO. Pensavo di riuscire a scrivere durante le vacanze, ma ovviamente non ci sono riuscita.
Spero non vi abbia fatto schifo questo capitolo çç Che ne dite della storia? E dei personaggi? 
NEL PROSSIMO CAPITOLO CI SARANNO ANCHE GLI ALTRI 4 IDIOTI *esulta* ahahahha
SOOOOOOOOO, vi lascio con due delle mie os rosse:
Con Styles:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1509503&i=1
Con Horan: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1512968&i=1
Alla prossima bellezze xx

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Capitolo 10
*** Questo è il mio mondo, e tu ne fai parte. ***


Capitolo 10
 
Questo è il mio mondo, e tu ne fai parte.
 
Londra. Grande, caotica, antica ed affascinante. Come altro la si poteva descrivere?  Non era la prima volta a Londra, per niente, ma era la mia prima volta con lui. Lui era sempre stato 'la mia prima volta', in tutto. Eravamo in macchina, diretti a casa Tomlinson. Non sapevo perchè voleva trascinarmi in quella casa. Non sapevo perchè mi aveva trascinato a Londra. Mi fermai ad ascoltare la voce di Harry, mentre mi raccontava della sua vita a Londra. Parlava di come era cambiata, sia in meglio che in peggio. I paparazzi e le fan lo seguivano tutti i giorni, ma finalmente aveva realizzato il suo sogno. Mi soffermai sul suo accento che era cambiato. Ormai non aveva il classico accento del Chersire, aveva preso l'accento Londinese che, in fondo, non era male. Era comunque sexy.
Harry parcheggiò la macchina nel vialetto della casa di Louis ed uscimmo. Si mise al mio fianco e ci avviammo verso la porta di casa.
- Perchè prima mi fissavi in quel modo? - chiese poco prima di suonare al campanello. 
- In che modo ti fissavo? - domandai a mia volta cercando di non diventare rossa in viso. Ero stata colta in fragrante. 
- Non lo so... Ma nessuno mi hai mai guardato così - rispose. Louis aprì la porta sorridendo. Louis, credo già di amarti.
- Harry! - esclamò abbracciandolo - e tu devi essere Blair... - continuò sorridendomi. Guardai Harry. Aveva parlato di me?
- Si, sono io - risposi sorridendogli a mia volta.
- Entrate - disse accogliendoci in casa sua. Andammo in sala, dove trovammo anche gli altri tre componenti della band. 
- Ragazzi! - esultò Harry andando ad abbracciare i suoi amici che non vedeva da quache settimana. Parlottarono leggermente tra loro finchè non sentì pronunciare il mio nome da Harry che mi faceva segno di unirmi a loro. Io ero rimasta leggermente in disparte per tutto il tempo, e la cosa sinceramente non mi dispiaceva.
- Lei è Blair - disse presentandomi ai suoi amici. Mi sorridevano tutti e quattro. Odiavo essere al centro dell'attenzione.
- La famosa Blair - precisò Liam stringendomi la mano. 
- ...Famosa? - chiesi guardando interrogativa Harry.
- Si, insomma, sei l'argomento preferito di Harry da un anno - continuò Niall ridendo.
- Oh... - sussurrai. Harry si guardava i piedi diventando rosso in viso.
- Va bene, abbiamo messo abbastanza in ridicolo Hazza! - esclamò Zayn ridendo.
- Comunque, io ve l'ho presentata, ma ora ve la rubo. Faremo un giro per Londra, ci vediamo questa sera! - Harry finalmente parlò e prese la mia mano trascinandomi fuori di casa.
- Ma oggi ti piace trascinarmi? - commentai dopo essere entrata in macchina.
- Sei una delle poche ragazze che non mi corre dietro, quindi devo trascinarti - rispose facendo spallucce. Scoppiai a ridere. Lui sorrise, facendomi morire dentro, di nuovo.
- Dove andiamo? - chiesi appoggiando la testa al finestrino. Harry mise in moto la macchina ed uscimmo da casa Tomlinson. 
- In un posto dove non sei mai stata... - rispose vago - con me. - aggiunse concentrandosi sulle vie trafficate di Londra.
 
 
- Piove - dissi interrompendo il silenzio che si era creato in macchina. Guardavo fuori dal finestrino, mentre una lenta ma fitta pioggia cadeva sulla maestosa città. Amavo la pioggia, c'era qualcosa che mi attraeva in lei. 
- Non è una novità - sorrise. Tornai a guardarlo, perdendomi di nuovo in lui. Le sue fossette, ecco cosa amavo di lui. No, gli occhi. Decisamente gli occhi. Oppure il suo sorriso?
Tutto. Amavo tutto di lui, ogni pregio ed ogni difetto. Era inutile, ero innamorata di Harry, lo ero sempre stata.
- Amo quando mi guardi - disse Harry girandosi per un secondo per giardarmi. Sorrisi diventando rossa, ero stata colta in fragrante. Iniziai ad arrotolare una ciocca dei mei capelli mentre i miei occhi vagavano in cerca di un altro soggetto da guardare.
- Amo guardarti - risposi facendo spallucce. Lui sorrise e parcheggiò la macchina.
- Siamo arrivati - esordì guardandandomi. Scendemmo dalla macchina ed inizammo a camminare sotto la pioggia. Eravamo ancora abbastanza vicini al centro di Londra, ma non capivo il famoso posto in cui mi avrebbe portata. Harry aveva con sè un ombrello, e quindi evitammo di bagnarci. Nessuno dei due parlava, mentre le nostre mani si fioravano continuamente, senza mai intrecciarsi. Ogni tanto vedevo dei paparazzi scattarci delle foto, e mi sentii osservata, continuamente osservata. Ero sicura che nel giro di pochissimo tempo i siti di gossip sarebbero impazziti e le fan avrebbero preso di mira il mio contatto twitter. Sentivo degli urletti da parte di alcune ragazze che avevano riconosciuto Harry, sorrisi spontaneamente.
- Harry, credo che quelle ragazze siano delle Dir... Dire... Oh, come si chiamano? Ah, si! Directioners! - dissi tirando il braccio a Harry per poi farlo voltare nella direzione di un gruppetto di ragazze. 
- Non fare finta di non sapere il loro nome - mi sussurrò all'orecchio - vieni con me - continuò trascinandomi verso il gruppetto di fan.
Riccio, cazzo hai intenzione di fare?
Harry si avvicinò alle fan, mentre io cercai di rimanere in disparte. Sentivo che Harry parlava con loro e scattarono delle foto. 
- Blair, vieni qui - Harry richiamò la mia attenzione. Oh Styles, vuoi morire?
- Ragazze, lei è la mia .... - iniziò a parlare Harry cercando di spiegare la situazione alle fan. 'Lei è la mia...' niente Harry! Non sono niente!
- Ex - completai io guardagnandomi uno sguardo atroce da parte di Harry.
- Abbiamo letto di te su molti giornali... - parlò una delle ragazze. 
Oddio, e se mi odiassero? Se mi volessero morta? In fondo su twitter non sono poche le ragazze che mi odiano...
Annuì leggermente e rimasi in silenzio. Harry le abbracciò un' ultima volta e poi ci allontanammo.
- Blair vieni qui?! - dissi dopo qualche minuto - le tue fan mi vogliono morta, non ti è chiaro il concetto?! - continuai iniziando a gesticolare. 
- Ex?! - rispose lui come se non avesse ascoltato la mia precedente affermazione - Aspetta, hai detto che ti vogliono morta? - continuò. 
- Si, Harry. Mai letto niente a riguardo? - commentai io con finto umorismo.
- ...No - rispose abbassando lo sguardo - Non lo sapevo, cioè, lo potevo immaginare, ma... - continuò iniziando a giocare con la mia mano sinistra.
- Lascia stare, non è un dramma - sorrisi - Ti diverte la mia mano? - chiesi ridendo.
- Vieni, ti porto in un posto speciale - disse solamente sorridendomi. 
 
Aveva finito di piovere già da qualche minuto, e nel cielo di Londra si poteva intravedere l'arcobaleno. Amavo guardare l'arcobaleno, era qualcosa di magico e di indescrivibile. Le nostre mani continuavano a sfiorarsi in continuazione, ma nessuno dei aveva il coraggio di intrecciarle.
- Dove stiamo andando? - chiesi dopo qualche minuto ancora. Stavamo camminando già da un pò, ma non capivo dove stessimo andando. Ci stavamo allontanado dalla città, questo era certo. 
Harry non rispose e continuò a camminare. Ci ritrovammo davanti ad un grande parco, appena fuori dal centro di Londra. Ci avviamo verso il centro e davanti a noi si aprì un paesaggio mozzafiato. Il parco era deserto, forse a causa della pioggia. Da quel punto si poteva vedere Londra perfettamente. C'era silenzio in quel posto, cosa che nel centro di Londra non potevi trovare. Non avevo mai visto niente di più bello.  
- E' bellissimo, qui - mormorai guardandomi attorno. Non sapevo esattamente dov'ero, ma poco mi importava. Ero con Harry, ero a casa.
- Vengo qui quando voglio rimanere solo o voglio pensare - rispose lui con lo sguardo fisso verso l'orizzonte. Non dissi niente, guardai solo il suo profilo, cercando di capire la sua espressione. 
- Hai presente quando tutto è perfetto? Quanto tutto ha un suo equilibrio? Quanto tutto per un secondo è al proprio posto, come dovrebbe essere? Dicono che quando ti innamori non è più la gravità che ti tiene a terra, è lei. Che quando c'è lei non vedi nient altro. Dicono che senti qualcosa dentro, che capisci se quella è la persona giusta per te. Dicono che quando non smetti di pensare a lei è perchè sei innamorato di lei. Dicono che quando nel tuo futuro ti vedi insieme ad una persona è perchè sei consapevole che non riusciresti ad immaginare la tua vita senza di lei. Dicono che quanto ti innamori non c'è niente di più bello. Dicono che quando saresti capace di perdonare tutto a lei, è perchè è amore, vero amore. Dicono che quando è vero amore, il centro dell'universo diventa lei. Nessuno ha mai dato un nome a questa 'lei', io le dò il tuo. Dicono tutte queste cose, ma io le provo. - disse Harry continuando a guardare l'orizzionte. Non sapevo cosa dire, cosa fare. Era tutto troppo veloce, troppo perfetto. Sorrisi, lo aveva davvero ammesso?
- Mi stai dicendo che mi ami? - quella fu l'unica domanda stupida che mi uscì di bocca. Continuavo a sorridere, e lo fece anche lui.
- Direi di si - rispose lui guardandomi. In quel momento l'ultima cosa che volevo era togliere la distanza che ci divideva, e così feci. Mi avvicinai a lui, facendo quasi scontrare i nostri petti. Lui sorrise e avvicinò il suo viso al mio e mise le sue mani dietro la mia schiena. Appoggiai le mie labbra sulle sue. Il danno era fatto, ma che altro potevo fare? Lo volevo, volevo lui. Sarei stata disposta ad accettare il suo mondo, la distanzza, gli insulti pur di riaverlo. Avevo bisogno di lui, più di qualsiasi altra cosa. Tra le sue braccia mi sentivo a casa, senza di lui ero persa.
- Mi sei mancata - sussurò Harry allontanando leggermente le sue labbra dalle mie. Sorrisi e misi il viso dell'incavo del suo collo.
- Anche tu - fu tutto quello che riuscì a dire.
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Spazio autrice

sono di nuovo qui, eh gia (?)
Spero vi sia piaciuto il capitolo jkhugfytdf c: Questo è il capitolo prova, ossia se non riceverà delle recensioni eliminerò la storia, mi dispiace :c
SOOOOOOOOOOOOOO, che ne dite di dirmi che ne pensate della storia? e della svolta che ha preso questo capitolo? 
finalmente sono arrivati anche gli altri ragazzi! Vi avverto che nel prossimo capitolo avranno un ruolo mooolto importante per la coppia Harry-Blair c:
A presto ( spero ),

Francesca xx

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