Ti Ho Incontrata In Sogno

di Like an Undead
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti Ho Incontrata In Sogno ***
Capitolo 2: *** "Sorridimi ancora e fallo solo per me!" ***
Capitolo 3: *** Ricordi Di Sangue ***
Capitolo 4: *** Tra lacrime e baci. ***



Capitolo 1
*** Ti Ho Incontrata In Sogno ***


Capitolo 1: Ti ho incontrata in sogno.

 

 

Erano le 05 e 30 del mattino ed era un giorno come altri per tutti gli abitanti di Namimori.

Come al solito Takeshi si era svegliato presto per allenarsi quando intravide una ragazza dai capelli rossi che svoltavano l'angolo di corsa, come per fuggire da qualcuno.

Lui la seguì istintivamente e quando girò si accorse che quello era un vicolo cieco e che per terra si trovava una piuma nera come quella di un corvo e nient'altro la ragazza di era come volatilizzata, aveva un brutto presentimento.

Continuò a cercare la persona che aveva visto ma senza risultati, allora decise di avviarsi prima verso la scuola.

Arrivò che erano più o meno le 07 e 20, era presto, troppo presto.

Arrivò in classe e si sedette al suo banco, dopo cinque minuti si addormentò.

In sogno lui si trovava in mezzo ad un campo di fiori di lavanda accanto ad un lago dove vi era un bellissimo cigno bianco.

Allungò la mano come per accarezzarlo e quando lo stava per toccare una nube nera avvolse l'animale.

Quando quella nebbia si diradò davanti a lui non vi era più un cigno bianco, al suo posto se ne trovava uno nero.

Lì il moro sentì una voce che diceva << Non cercarmi altrimenti non ne uscirai vivo! >>.

Lui non capiva il significato di quelle parole e allora domandò << Chi sei? Ma di che parli? >>…non ricevette alcuna risposta.

Dopo appena un istante un vento fortissimo lo colse di sorpresa, d'istinto chiuse le palpebre e cercò di proteggersi con un braccio.

Quando riaprì gli occhi il cigno si era come volatilizzato e l'acqua del lago si era tinta del color rosso sangue.

Si sveglio urlando ed alzandosi in piedi di scatto << Aspetta! >> facendo così ridere l'intera classe, tranne Gokudera che mormorò << Che impiastro… >>.

Il professore lo guardò esasperato e poi disse << Yamamoto Takeshi, cosa devo fare con te? Si può sapere cosa stavi sognando di così interessante da interrompere la mia lezione, in cui tu di certo non brilli per i tuoi voti e dir poco scadenti…allora? >>.

Il ragazzo, ancora un po' in trance disse praticamente ignorando l'insegnante << mi scusi prof…non mi sento bene, vado in infermeria. >> poi uscì dall'aula senza neanche ascoltare la risposta del professore disperato.

Quando arrivò nella stanza si stese su di uno dei lettini e chiuse le palpebre sperando di riprendere il sogno che aveva interrotto, purtroppo non ci riuscì, allora si girò sul lato cercando di ricordare cosa fosse successo nella sua utopia.

Senza neanche accorgersene si addormentò.

Questa volta nel sogno non vi erano né laghi, né fiori, né cigni, tutt'altro…questa volta non si trovava da nessuna parte…era tutto buio attorno a lui.

Non vi erano rumori né tanto meno persone che potessero provocarne, c'era sono lui, lui e nessun altro.

Dopo poco tempo si udì un suono, proveniva da un pianoforte.

Si accese all'improvviso una luce…forse una candela che illuminò l'intera stanza.

Chi suonava lo strumento era una fanciulla dai capelli e le labbra rosse come il sangue, gli occhi color cenere ed una carnagione rosa come le pesche.

Indossava un abito corto, delle ballerine e dei guanti tutto rigorosamente nero.

Quando si accorse di lui smise di suonare e lo iniziò a fissare, anche se il suo sguardo sembrava passargli attraverso, poi domandò con tono fragile << Tu chi sei? >>.

Aveva paura di qualcosa o di qualcuno, il moro se n'era accorto quindi rispose con tono rassicurante << Mi chiamo Takeshi e tu? >>.

La ragazza sembrò sorpresa, corse verso di lui e disse agitata << Tu non puoi stare qui! Se ti dovesse trovare, non oso immaginare che fine faresti, vai via! >> lui non capiva…forse si conoscevano già? Chi è che lo doveva trovare? Perché lo stava cacciano via? Questo tipo di domande non trovavano risposte nella sua mente e allora domandò << Di che parli? Tu chi sei? >>.

Lei rispose << Questo adesso non importa! >> gli prese la mano destra e la strinse tra le sue poi recitò una strana cantilena in latino <<  Custodiente Deo hoc homine! (Dio proteggi quest'uomo!) >> che ovviamente il moro non capì.

Il giovane provò dolore, come se lo stessero marchiando con del ferro incandescente, ma non ebbe neanche il tempo di guardarsi la mano a causa dell'arrivo di un uomo che urlava << Dove sei donna?! >>.

Lei tentò di mandarlo via, ma lui poco prima di andarsene domandò << Dimmi almeno, qual è il tuo nome? >> ricevette una risposta mentre un portone tra i due si chiudeva << Il mio nome è…Killer! >>.

Si svegliò come da un'incubo, aveva il fiatone come se avesse corso mille chilometri senza mai fermarsi, allora respirò profondamente e cercò di rimettere in ordine i suoi pensieri.

Poco dopo sentì bruciare il palmo della mano destra allora l'aprì e sgranò gli occhi, che per poco non gli finirono fuori delle orbite.

Sulla sua mano era comparso un simbolo con una forma strana, quella era la triscele celtica.

Decise così di tornare a casa prima, per tutto il tragitto non faceva altro che fissare quel "marchio", già la scoperta di essere un vero mafioso, e non sono per gioco, lo aveva scioccato, ma adesso cosa stava succedendo? Quello di prima non doveva essere un sogno? Non capiva, ma quella non era di certo una novità!

Udì una voce che strillava da dietro << Ehi tu spostati! Non riecco a fermarmi spostati! >> lui fece in tempo solo a girarsi, ma non a scansarsi e venne quindi travolto dall'altra persona.

Si alzò e disse << Scusami, la bicicletta è impazzita e non sono riuscita a fermarmi. >> poi domandò << Ehi…tutto apposto? >>.

Dalla voce si capiva che si trattava di una ragazza, ma lui, quella voce, già la conosceva.

Si girò di scatto e sgranò gli occhi…davanti a lui non c'era una ragazza qualsiasi quella era Killer, la fanciulla che gli era apparsa nel sonno, e quando la riconobbe gli sfuggi la frase << Io…ti ho incontrata in sogno. >>.

 

Fine Capitolo 1

 

 

Nota di quella pazza sclerotica senza cervello della scrittrice di questo delirio senza senso dell'autrice: 

 

Salve a tutti, sono io la pazza che ha scritto questa roba che non credo si possa definire Fan Fiction e ringrazio tutti i coraggiosi testimoni di questo mio nuovo delirio…perché ho scelto Takeshi come protagonista maschile? Bè perché è l'unico personaggio che si sveglia di mattina presto per gli allenamenti tranne la testa a prato (Ryohei) che però non mi ispirava. 

Non dico piaciuto, ma spero che almeno non vi abbia fatto schifo il primo capitolo di questa FF e vi prego recensite :) vanno bene anche le recensioni negative (tanto lo so già che non so scrivere) ma almeno fatemi sapere che qualcuno l'ha letta ;)

Scherzi apparte, spero vivamente che vi sia piaciuta e che leggerete anche il secondo capitolo!

Ciao Ciao!

 

_L'autrice Pazza_

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Capitolo 2
*** "Sorridimi ancora e fallo solo per me!" ***


Capitolo 2:  "Sorridimi ancora, e fallo solo per me!"

 

Takeshi si girò di scatto e sgranò gli occhi…davanti a lui non c'era una ragazza qualsiasi quella era Killer, la fanciulla che gli era apparsa nel sonno, e quando la riconobbe gli sfuggi la frase << Io…ti ho incontrata in sogno. >>.

Lei lo fissava, aveva l'impressione di averlo già incontrato da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove o tanto meno chi fosse, e quando udì quella frase lo prese per matto << ehi…sei sicuro di stare bene? Forse hai sbattuto la testa? Non è che hai la febbre? >> domandò mettendogli la mano in fronte. 

Effettivamente incontrare una persona in sogno era una cosa improbabile oltre che da pazzi, come era possibile?

Quella ragazza era una tipa abbastanza realista, magia, chiesa e stregoneria non gli interessavano, non ci credeva.

Gli tolse la mano dalla faccia << Non sembrerebbe che tu abbia la febbre, comunque e meglio che ti tiri su! >> disse porgendogli la mano, lui la afferrò e la ringraziò << Grazie! Io sono Takeshi Yamamoto e tu? >> voleva avere la conferma che si trattasse di lei.

La ragazza rispose sorridendo << Mi chiamo Killer, Killer Shizuku piacere di fare la tua conoscenza. >>, ora ne era sicuro, quella era la fanciulla del suo sogno ed anche se non ne capiva il motivo, era attratto da lei.

Il moro notò una ferita che sanguinava sul ginocchio della giovane << Ehi! Ma tu sei ferita! >> esclamò agitato, lei sembrò accorgersene solo in quel momento << Oh è vero, hai ragione…è solo una sbucciatura non c'è bisogno di allarmarsi tanto. >> disse con aria spensierata, ma il ragazzo ribatté << Anche se è solo una ferita da niente, potrebbe infettarsi! Forza seguimi! >> le prese la mano e la trascinò fino a casa sua.

Quando il padre, che regolarmente preparava il sushi, vide la rossa restò totalmente scioccato…suo figlio che portava a casa una donna? Cosa accidenti era successo ai suoi compagnetti di giochi cretini che faceva di solito?

Scrutò attentamente ogni parte del corpo della fanciulla…era alta, bella, ed il suo fisico era abbastanza possente…sperava vivamente che quella fosse la fidanzata di Takeshi…secondo lui era perfetta per cucinare il sushi e quindi per mandare avanti il negozio di famiglia allora domandò al ragazzo << Takeshi…chi è questa ragazza? >>.

L'altro ignorò la domanda e chiese dove fosse il disinfettante, il padre glielo diede e lui si mise a medicare la ferita della povera malcapitata seduta ad uno dei tavoli del negozio.

Un volta finito di curarla la invitò a mangiare qualcosa e lei con un sorriso a trentadue denti accettò.

Gli sembrava una persona diversa da quella che aveva visto in sogno, era più allegra, vitale e…felice rispetto alla Killer dell'utopia che aveva un'aria più malinconica e triste, poi domandò << Io ho quindici anni e tu Killer? >> e lei rispose << Ma pensa..anch'io ne ho quindici, e quindi frequenti il secondo anno delle medie eh? Com'è la scuola? >> lui la guardò perplesso << Bellissima e complicata…ma scusa perché me lo chiedi? Non dovresti saperlo? >> la risposta che ricevette era diversa da quella che si immaginava << Non posso saperlo…io non sono mai andata scuola. >> già non era proprio la risposta che immaginava di ricevere.

Le si voltò. scese dalla sedia e disse << Grazie mille per le medicazioni e per il pranzo Takeshi, sei stato davvero gentile, nonostante io sia una perfetta sconosciuta, grazie. >> se ne andò lasciando il ragazzo a guardarla pensieroso * Quella ragazza non è come le altre, ha un vuoto dentro ed io…ho una voglia matta di colmarlo! * che subito si mise ad inseguirla e quando uscì dal negozio, non vi era di nuovo niente e nessuno, soltanto una piuma di corvo.

Il moro tirò fuori dalla tasca l'altra piuma e le confrontò, erano perfettamente uguali…certo lui non era un'esperto di volatili, ma non esisteva e non esiste tutt'ora un uccello che ha le piume uguali ad un'altro, anche se della stessa specie e anche se così non fosse stato, lui era sicuro che quelle piume venivano tutte la l'unico ed insostituibile corvo, il "corvo" dei suoi sogni.

Non si riusciva a spiegare come quella ragazza gli fosse entrata in sogno, oppure come ogni volta che spariva appariva una piuma di corvo, cos'era? Magia forse? Certo dopo quello che gli era successo, ormai poteva credere anche nei fantasmi, ma che una donna improvvisamente si trasformi in un volatile…* bè questo si che suona strambo * pensava.

Passò più o meno una settimana e di Killer non aveva più notizia, i sogni erano finiti il giorno stesso in cui erano iniziati e lui, tormentato da pensieri del tipo " Dove sarà? Che fine avrà fatto? Sarà nei guai? Forse è colpa mia? Oppure di quell'uomo del sogno? " ma purtroppo non aveva mai trovato delle risposte, quel giorno a scuola, finalmente poté rivederla.

Vista la sua bellezza l'attenzione dei ragazzi, di tutti i ragazzi meno Hayato, era stata rapita da lei povera inconsapevole ragazza, che aspettava Takeshi.

Come avesse saputo che lui andava a quella scuola era un mistero, certo conosceva il suo nome, ed è anche vero che Namimori era piccola, ma rintracciarlo, tra le quindici scuole che la città aveva, era una cosa…strana, ma praticamente tutto quello che la riguardava era strano quindi non ci badò più di tanto << Oilà chi si vede, Killer! Che ci fai qui? >> lei si voltò << Takeshi…ciao! C-Come va? >> << Bene, ma non hai risposto alla mia domanda. Allora? >> lei balbettò arrossendo << B-Bè sono venuta qui perché        …l'altra volta mi hai fatto venire voglia di provare ad iscrivermi a scuola, e volevo chiederti se…mi potevi dare una mano ecco! >> lui stupito ridacchiò << Ahah ed è per questo che sei diventata rossa come un peperone? Non ce n'era bisogno! É ovvio che ti aiuto, siamo amici dopotutto! >> lei lo guardò e poi s'aprì in un sorriso smagliante che fece innamorare tutti i ragazzi presenti alla scena, e anche Yamamoto ne era inconsapevolmente attratto, lei arrossì nuovamente quando lui le si avvicinò all'orecchio e disse << Sorridimi ancora e fallo solo per me…Killer! >> poi istintivamente la baciò facendo si che gli altri compagni restassero a bocca aperta, inclusi Hayato e Tsunayoshi che più di tutti sgranarono gli occhi.

 

Fine Capitolo 2

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Capitolo 3
*** Ricordi Di Sangue ***


Capitolo 3: Ricordi Di Sangue

 

Takeshi aveva baciato la rossa che confusa si era spinta indietro.

Cerca era una cosa, quel ragazzo era strano, ma strano forte eh! 

Adesso, possiamo capire che qualche rotella non gli funzioni, ma in quel momento pareva aver perso tutti i neuroni, almeno a parere di Hayato che guardava la scena con occhi stupiti, ma soprattutto straniti.

Tsunayoshi invece a stento riusciva a credere a quello che vedeva.

Sapeva che il moro non voleva una fidanzata per concentrarsi meglio sul baseball, così rifiutava tutte le ragazze che gli si proponevano, ma se era così…perché adesso ne baciava una di sua spontanea volontà?!

Entrambi i ragazzi avevano capito ormai che era inutile crucciarsi su un qualcosa che riguardasse Yamamoto, tanto neanche l'argenteo, intelligentissimo e preparatissimo, comprendeva la sua logica, se ne aveva.

Fatto stava che o Takeshi stava impazzendo oppure, cosa meno probabile per lui, si era innamorato.

Perfino "testa a prato" Ryohei sarebbe stato più adatto all'amore.

Il moro afferrò la mano della ragazza e la trascinò via nell'imbarazzo più totale in cui era caduta.

Lui non era affatto a disagio, infatti, poco dopo essersi allontanato dalla folla con Killer disse << Bene, dicevamo che vuoi entrare a scuola no? >> lei annuì mentre andava a fuoco dalla vergogna e lui continuò sorridente << Perfetto! Allora non ci resta che andare a parlare prima con il preside…>> sbiancò leggermente << E poi con Hibari…>>.

La rossa domandò incuriosita << Chi è Hibari? >>.

In riposta ricevette un mugugnio costretto tra cui si distinguevano le parole "Hibari Kyoya, il presidente del comitato disciplinare".

Allora la ragazza chiese << Ah, ed è simpatico? Mi piacerebbe farci amicizia! :D >> lui si girò di scatto, non credeva alle parole che aveva appena sentito…certo Killer non aveva idea del carattere da "simpatico" di Hibari, ma comunque esisteva sulla faccia della terra qualcuno che voleva fare amicizia con quel soggetto preoccupante (Perché tu si che sei molto normale!), ed era strano a dir poco.

<< Perché mi guardi così? Ho detto qualcosa di strano? >>

Lui face di no con la testa, quando finalmente arrivarono in presidenza.

Li accolse con un sorriso a trentadue denti il preside, li fece accomodare e dopo aver discusso per abbastanza tempo da far quasi addormentare il giovane ricevettero il "verdetto finale" << Ebbene signorina Shizuku…visto il fatto che lei è ormai nell'età giusta per frequentare la nostra scuola dal secondo anno, ma non ci è mai stata…le farò fare degli esami base tra quindici giorni, se li supererà potrà entrare a scuola, se invece andasse diversamente sarò costretto a dirle di no…che ne pensa? >> si illuminarono gli occhi della rossa che sprizzavano "si" da tutti i pori e quindi esclamò contenta << Certo! vedrà che non la deluderò! >>, l'adulto fece una smorfia simpatica, dopodiché li salutò e li fece avvicinare alla porta.

I due fecero un inchino di rispetto e quando aprirono la porta gli caddero davanti su per giù una trentina di ragazze << Ragazze? Che ci fate qui? >> domandò tutto allegro Yamamoto.

Le giovani arrossirono per la figuraccia appena subita e corsero via.

Killer non capiva molto della situazione, sarà perché non era mai stata in una scuola, ma le risultava strano quel comportamento, prima si mettevano ad aspettarli (non ha capito neanche che stavano origliano per gelosia) e poi scappavano via…che comportamento strano!

Una volta fuori dall'ufficio Takeshi disse che ora dovevano affrontare la più difficile delle prove, parlare con Hibari, allora si diressero verso la stanza del comitato disciplinare.

Svoltarono un angolo, dopo qualche secondo la ragazza si fermò di colpo e abbassò il capo << Che succede? Forse non ti senti bene? >> chiese lui.

Inclinando la testa di intravide tra un ciuffo di capelli e l'altro uno dei suoi occhi, un occhio diventato rosso da nero.

Takeshi sobbalzò << Ma che diavol- >> venne interrotto da un'affermazione sicura di lei << *snif snif* Qui c'è puzza di sangue. >> detto ciò iniziò a correre seguita dal moro che non ci capiva molto.

Giunsero di fronte ad una stanza dalla quale proveniva una fortissima puzza di sangue.

Erano arrivati davanti all'aula del comitato disciplinare.

Lei spalancò la porta e davanti a se vide una scena terribile: un ragazzo dai capelli corvini e con dei tonfa in mano che picchiava a sangue dei ragazzi.

Quella scena le riportò alla mente qualcosa, qualcosa che aveva rimosso, qualcosa che le aveva fatto male, qualcosa che non avrebbe mai voluto ricordare.

I ricordi comparivano come fotografie con qualche frase appena, non riusciva a rammentare tutto.

L'immagine che più le era rimasta impressa era quella di una bella donna dalla pelle bianca e candida e dai capelli castano-rossi che si mescolavano con il colore puro del suo sangue versato quasi completamente sul pavimento di una stanza dalle pareti bianche diventate quasi completamente rosse e la figura di un'uomo davanti a lei con in mano un coltello sporco anch'esso della medesima cosa, del sangue di quella donna, del sangue di sua madre.

Istintivamente senza pensarci due volte si butto contro quel ragazzo e proprio mentre stava per colpire nuovamente in giovane a terra, gli afferrò l'arma e lo guardò intensamente, con uno sguardo pieno di odio.

Lì il moro la stava per attaccare quando si fiondò e li bloccò Yamamoto che urlò << Killer, Hibari fermatevi per carità! >>.

La rossa riprese in controllo di se allora si allontanò dopo aver detto a Takeshi di aiutare il ragazzo svenuto e prima di uscire dalla stanza disse un'ultima cosa che colpì nel profondo Kyoya << Chi attacca i più deboli sapendo che non hanno alcuna possibilità di difendersi è solo spazzatura…è feccia! >>.

Dopo aver detto ciò se ne andò seguita dall'amico che portava sulle spalle il poveretto in questione e lasciando il presidente a rimuginare sull'umiliazione a pena ricevuta.

 

Fine Capitolo 3

 

Nota di quella pazza sclerotica senza cervello della scrittrice di questo delirio senza senso dell'autrice:  Eccomi di nuovo alla carica!! Spero che anche questo capitolo delirante vi sia piaciuto! Lo so fa pena ma siate clementi quando recensirete (se recensirete) e grazie di avre letto (se avete letto xD)!

Ciao ciao!

Alla prossima!!!

 

_L'autrice pazza_

 

 

 

                                         

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Capitolo 4
*** Tra lacrime e baci. ***


Capitolo 4: Tra lacrime e baci.

 

Killer era rimasta sconvolta.

Non capiva cosa le era preso, il suo corpo stava come prendendo fuoco.

Aveva avuto quel flashback improvvisamente.

Lei non sapeva nulla sul suo passato, non conosceva la sua infanzia, non aveva ricordi.

Era come se lei non l'avesse mai avuta, era inesistente.

La sua "presunta famiglia" era composta da suo fratello maggiore e suo padre, di sua madre invece si era saputo poco e niente.

Takeshi pensò e ripensò all'accaduto.

Come era possibile un cambio così repentino del colore di un occhio, e poi quello scatto velocissimo e quella forza dimostrata nel contatto con Hibari…era oltre che insolito, praticamente incredibile.

E c'era un'altra cosa che si chiedeva: da dove spuntavano tutte quelle piume che ormai sembrava dover collezionare?

Ogni volta che la rossa scompariva come per magia trovava una piuma nera…cosa poteva voler dire tutto questo?

Troppe domande e troppe poche risorse per ottenere risposte.

L'unico modo che gli venne in mente fu quello di domandare a lei << Senti…ma che ti è preso prima? >> nessuna risposta.

Arrivarono in infermeria dove provarono a curare le ferite del povero malcapitato.

<< Hai qualche problema? Se vuoi parlarmene fa pure, siamo amici no? >>

A quanto pareva la ragazza non era minimamente intenzionata a rispondere ai quesiti del moro.

Allora lei decise di mettere fine a quella storia.

Sospirò appena << …Non credo che potremo più essere amici… >> il moro sgranò gli occhi << …anzi, dubito anche che mi iscriverò definitivamente a questa scuola… >> le cadde una lacrima << …una volta tornata in Italia, frequenterò lì e…e… >> cominciò a piangere a dirotto.

Yamamoto andò nel panico più assoluto.

Si, erano i pianti delle donne il suo punto debole, allora fece la prima cosa che gli venne in mente, la abbracciò.

Lei in un primo momento si stupì, poi si strinse a lui e continuò a piangere fino a quando non consumò tutte le lacrime.

Lui strinse ancora di più la presa, non voleva vederla piangere…tutt'altro, il suo desiderio era quello di vederla sorridere.

Sorridere felice e spensierata, anche se questo sembrava impossibile in quel momento.

<< I-Io….prima io….non volevo, io…non l'ho fatto apposta…io, non sono cattiva, ma in quel momento sentivo come se fossi io l'antagonista… >> singhiozzò la rossa.

Lui le accarezzò la testa, era un abbraccio doloroso perché forte, ma talmente dolce da far dimenticare qualsiasi bruta sensazione.

<< M-Miele… >> lui assunse un'aria interrogativa << che vuoi dire? >>

Lei continuò << Miele…il tuo profumo…tu profumi di miele..dolcissimo miele… >> disse la ragazza evidentemente più rilassata.

Lui arrossì un pochino.

Pensò *Miele eh? Questo si che non me lo aveva mai detto nessuno…ma Killer, non si può paragonare a nessun altro dopotutto…* poi appoggiò delicatamente una mano sul viso della giovane.

Lei indietreggiò leggermente e quando finalmente i loro occhi si incontrarono, si baciarono appassionatamente, ma dolcemente.

Si, quel bacio sapeva di miele.

Dopo di ciò lui le sussurrò << Si, hai ragione…non possiamo essere amici… >> lei spalancò gli occhi in segno di preoccupazione, prima l'aveva detto solo perchè non voleva coinvolgerlo se avesse nuovamente perso in controllo, ma non lo pensava davvero << …non possiamo essere amici, perché io ti amo Killer… >> lei sgranò ancora di più gli occhi << …non ho alcuna intenzione di essere tuo amico, perché voglio essere di più di un amico per te! >>

Lei sapeva che non le era permesso di innamorarsi di qualcuno che non fosse approvato strettamente da suo fratello ancor più che da suo padre, ma in quel momento non le importava.

Voleva solo rimanere ancora con Takeshi.

Allora decise: avrebbe fatto di tutto per rimanere con lui, perché corrispondeva perfettamente i sentimenti del ragazzo.

<< …Ti amo anch'io… >> affermò insicura la bella.

Poi si baciarono nuovamente.

I loro cuori battevano insieme, erano ormai un tutt'uno metre si baciavano…spiritualmente, mentalmente e fisicamente, e nulla avrebbe potuto dividerli, almeno così credevano.

 

Fine Capitolo 4

 

Nota di quella pazza sclerotica senza cervello della scrittrice di questo delirio senza senso dell'autrice:  

Dopo tanto, ma proprio tanto tempo sono riuscita ad aggiornare la storia finalmente!

Scusatemi infinitamente ragazzi per avervi fatto aspettare, ma non ve ne vorrò se giustamente avrete smesso di leggere la fanfiction.

Se invece siete ancora qui con me vi ringrazio infinitamente e spero di ricevere tante recensioni positive anche per questo ennesimo delirio XD

Ciao ciao, al prossimo capitolo!

 

_L'autrice pazza_

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