Open your heart to the fate

di GraStew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** *An unexpected encounter* ***
Capitolo 2: *** *I want you* ***
Capitolo 3: *** *My life revolves around her* ***
Capitolo 4: *** *Only with you, I can smile* ***
Capitolo 5: *** *I couldn't wish more* ***



Capitolo 1
*** *An unexpected encounter* ***


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OPEN YOUR HEART TO THE FATE
 

*An unexpected encounter*
 
Prologo

 
 
 
 
“Il colpo di fulmine è quella particolare condizione emotiva tipica di chi ha la certezza di essersi imbattuto nell’anima gemella, cioè di avere finalmente incontrato la persona reale che coincide con quella immaginaria”
 

 
Mi sono imbattuta per caso nella definizione di colpo di fulmine e mi viene istintivo scuotere la testa.
Che gran cavolata!
Non ho mai creduto in esso in quarantadue anni di vita. Come posso cascarci proprio adesso?  Uomini e sentimenti non vanno di pari passo.
Quando, durante la vita, rimani ferita tante volte ti viene naturale non credere più a sentimenti come l’amore, la fiducia e la lealtà.
Ed è così che mi sento.
Ferita e depressa.
Ho perfino cambiato lavoro e Stato pur di non soffrire più, ma, ahimè, anche qui il suo pensiero mi tormenta.
Molte volte mi sono chiesta come può finire un amore. Adesso lo so.
Uno dei due ha sempre la colpa e in questo caso sono felice di non avercela io.
Peter, il mio ex marito, è stato davvero un gran cafone. Mi ha tradita talmente tante di quelle volte che alla fine si è fatto anche beccare… coglione!
Ho sempre dato tutta me stessa per il nostro amore e per il nostro matrimonio ma, lui è riuscito a rovinare tutto.
E adesso come dovrei comportarmi davanti la possibilità di una nuova relazione?
Sono giorni che l’immagine di "lui" mi continua a comparire davanti. I suoi occhi azzurri come il cielo, i suoi capelli castani e il suo sorriso bello come il sole mi accompagnano nelle lunghe giornate.
«Maya? Tutto bene?» salto per lo spavento quando la mia migliore amica Ashley, mi chiama.
«Sì sì. Tranquilla» so che lei mi conosce alla perfezione e sono sicura che sa che in realtà non va per niente bene.
«Dimmi la verità, Maya» ecco appunto. Le sorrido debolmente e alzo le spalle.
«Non mi dire che pensi ancora a lui!» esclama scuotendo la testa mentre si avvicina a me.
«Non riesco a farne a meno, Ash» ammetto più a me stessa che a lei.
«Maya…» sussurra appoggiando una mano sulla mia spalla. Mi giro e la guardo.
 Lei si preoccupa per me ed io dannazione non so proprio cosa fare.
«Lo so! Sono appena uscita da un matrimonio che era tutto tranne questo. Ho appena cambiato casa, anzi Stato, per non soffrire più»
«Ecco appunto e non ti dimenticare che hai Sophie»
«Non potrei mai e poi mai, dimenticarmi di lei, Ashley. È mia figlia e darei la mia vita per lei» sorrido e la mia amica mi abbraccia per  infondermi un po’ di forza.
«Lo so, tesoro. Sei una madre fantastica e anche tua figlia lo è. Per fortuna ha preso da te e non da quel lurido di suo padre»
«Smettila» la ammonisco perché sa che nonostante tutto il male che mi ha fatto è sempre il padre di mia figlia.
«Sì! Va bene. Piuttosto parlami di quest’uomo che ha catturato il tuo cuore. Raccontami di nuovo come vi siete incontrati» sorrido al pensiero della brutta figura che ho fatto due mesi fa.
«Se ci penso mi viene da ridere» mormoro sedendomi sul divano in salotto.
Mi sono trasferita a Londra quattro mesi fa con mia figlia e abitiamo in casa di Ashley al momento.
«Aspetta, aspetta» esclama lei correndo verso la cucina. Aggrotto le sopraciglia non capendo che vuole fare ma quando torna con in mano due lattine di coca-cola ed un pacco di patatine scoppio a ridere.
«Come ai vecchi tempi» farfuglio divertita.
«Esatto» risponde facendomi l’occhiolino.
«Allora, cosa vuoi sapere?» le chiedo conoscendo già la sua risposta.
«Tutto, naturalmente»
Annuisco e mi sistemo meglio sul divano pronta al suo interrogatorio.
«Ero appena arrivata a scuola con un po’ di fatica dato che pioveva a cielo aperto. Ricordi vero?» annuisce e mi fa segno di continuare.
«Ero imbarazzata e intimorita da quel nuovo ambiente. Non sapevo chi sarebbero stati i miei alunni, i miei colleghi e non conoscevo neanche il preside»
«Non hai perso tempo, però» esclama facendomi la linguaccia.
«Spiritosa» controbatto scuotendo la testa.
«Dai scherzo» ride mentre addenta due patatine. Lei è così. Usa qualsiasi cosa pur di farmi arrabbiare. L’ha sempre fatto, anche da ragazzine.
Una volta mi ha fatto talmente tanto incavolare che non le ho parlato per un’intera settimana.
Inutile dire che è stata una delle più brutte della mia vita.
«Comunque, ero fuori dal portone principale. Il mio sguardo era rivolto verso la grande struttura alle mie spalle. Non stavo attenta alle persone che avevo intorno, così mentre sbattevo l’ombrello per togliere l’acqua in eccesso ho sentito qualcuno lamentarsi proprio davanti a me. “Stia attenta, insomma” borbottava irritato. Io ero così imbarazzata che gli chiesi scusa, a testa bassa e corsi dentro».
Se ci penso ancora adesso me ne vergogno.
«La miglior brutta figura della tua vita» scoppia a ridere ed io faccio la finta arrabbiata ma molto presto anche io rido come non ho mai fatto.
 «E poi?» continua a chiedermi una volta ristabilito il silenzio.
«E poi quando sono entrata dentro tutti mi guardavano dato che sembravo un pulcino tutto bagnato e sperduto. Credimi se ti dico che non mi sono mai sentita così osservata come quella volta. Lo stupore aumentò quando bussai alla porta del preside e mi ritrovai davanti proprio lui. Robert Moore, l’uomo che avevo schizzato fuori con l’ombrello. Volevo scomparire sprofondando nelle viscere della terra». Chiudo gli occhi e l’immagine di lui che mi guarda male mi si ripresenta.
«Oddio! Volevo vedere la tua faccia»
«Scema. Volevo vedere te al mio posto» la rimprovero girando lo sguardo verso la grande vetrata del salone. Sono sempre stata la più saggia tra le due. Non che lei non lo sia, ma diciamo che la sua parte razionale non viene mai fuori. Segue l’istinto e si prende le sue conseguenze. Io, invece, ci penso mille volte prima di fare una cosa.
«Cosa ti ha detto?», mi chiede per spezzare l'aria pesante.
«Non sapeva che ero io la nuova insegnate di storia dell’arte ed io non sapevo che lui fosse il preside. Alla fine l’abbiamo presa a scherzare ma ho capito fin da subito che tra noi sarebbe nato qualcosa. Mi guardava in un modo che…» non faccio in tempo a finire la frase che Ashley salta per tutta la casa come se fosse una ragazzina di vent’anni. In realtà è più grande di me di un anno ma ha una vitalità e una forza da far invidia.
Rido gustandomi la scena, la quale ben presto viene interrotta dall’arrivo di mia figlia.
«Che succede qua?» chiede Sophie scuotendo la testa divertita dal siparietto che ha davanti agli occhi. Io, sul divano, a mangiare patatine e la mia amica che salta e balla ridendo.
«Tua mamma è innamorata, tua mamma è innamorata» grida ed esulta Ashley.
La guardo arrabbiata.
Non si è resa conto di quello che ha appena detto.
Si calma all’istante e abbassa la testa per chiedermi scusa.
Ho capito che non l’ha fatto di proposito, però poteva evitarlo. Sophie, ancora, non sapeva niente di tutto questo. Adesso dovrò spiegarle tutto.
Ashley continua a guardarmi e solo quando le rivolgo un sorriso, si rilassa. Raccoglie le lattine ed il resto ed in silenzio si dirige in cucina.
Mia figlia, che è ancora in piedi, mi osserva in silenzio. So che sta cercando di capire cosa mi passa per la testa. Ho timore a raccontarle tutto, ma devo. Tra noi, non ci sono mai stati segreti. Lei ha quasi diciotto anni e mi ha sempre riferito ogni sua cosa personale.
"Trova il coraggio, Maya!", continuo a ripetermi.
Respiro profondamente, le sorrido e le indico il posto accanto al mio.
 
 
 
Salveeeeeee :3
Sono una folle psicopatica... Lo so!
Sto iniziando questa storia così... Avevo questo capitolo scritto da tanto tempo nel pc e oggi, riaprendolo, mi sono venute tante idee in testa.
Vi dico già da ora che sarà una storia di quattro/ cinque capitoli ^_^
Sono una folle, ditemelo, vi prego ;)
Spero che il prologo vi abbia incuriosito un pochino <3
Un bacio,
Gra

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Capitolo 2
*** *I want you* ***


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OPEN YOUR HEART TO THE FATE

*I want you*

Primo capitolo


 

 
Non avrei mai pensato di arrivare al punto di confidarmi con mia figlia. Tra me e lei non ci sono mai stati segreti ma, è pur sempre una ragazzina di diciassette anni. Non voglio appesantirla anche con i miei problemi.
Per fortuna non dimostra la sua età; nel senso che, è molto più matura.
Se deve rinunciare ad un’uscita il sabato lo fa senza crearsi problemi e se non può usare il cellulare o il computer non si mette a lagnare.
Mia madre, Jules, mi ha sempre detto che anche io da piccola ero come lei quindi non mi sorprende il fatto di avere una figlia così matura.
«Mamma, allora?» mi chiede ridestandomi dai miei pensieri.
«Sì, scusa» mi posiziono meglio sul divano e inizio a parlare raccontandole tutto nei minimi particolari. Voglio essere sincera arrivata a questo punto!
«e quindi vi siete solo baciati?» domanda incuriosita.
«Non sono cose che ti riguardano queste» la rimprovero trattenendomi dal sorridere.
«Daiiii, mamma» sbuffa guardandomi con i suoi bellissimi occhi verdi.
«Sì, contenta?»
Lei annuisce e scoppia a ridere, «dovresti vederti» mi dice.
Io aggrotto le sopraciglia non riuscendo a capire cosa voglia dire.
«Sei tutta rossa» ammette ed io nascondo il viso con le mani. Ecco dove viene il caldo che sento!
«Mamma non essere imbarazzata… sono contentissima per te!» esclama Sophie per farmi tranquillizzare. Rimango interdetta per un attimo; pensavo che non l’avrebbe presa bene ed invece…
«Non ti da fastidio?» le chiedo.
Lei scuote la testa e mi sorride.
«No! Hai diritto anche tu ad essere felice, mamma. Papà è stato un gran bastardo ma tu sei una gran donna e poi pensa che figata. Tu e il preside. Potrò fare quello che voglio» ammette mia figlia facendomi l’occhiolino.
«Sempre la stessa sei. Non parlare così» la rimprovero ancora, anche se vorrei darle ragione.
«Dai mamma. Quando me lo presenti in modo ufficiale?» continua imperterrita.
 Oh Dio! Questi ragazzi di oggi non hanno pazienza e soprattutto pensano che sia tutto facile.
In realtà io non sono molto convinta. È un bell’uomo, ma… sono davvero pronta ad impegnarmi in una nuova relazione?
«Mamma…»
«Mh…»
«A cosa pensi?»
«Non so se posso lasciarmi andare, piccola. Non voglio parlare di queste cose con te, però» ammetto.
 È pur sempre mia figlia.
«Cosa dice il tuo cuore?»
«Bella domanda, tesoro. Non lo so…» dichiaro più a me stessa che a lei.
Mia figlia si avvicina a me e sorridendo mi abbraccia.
Vuole dimostrarmi che posso e potrò sempre contare di lei.
Piccola mia!
Non voglio far soffrire nessuno.
Spero solo di fare le cose per il verso giusto.
La mia amica irrompe con la sua allegria e si posiziona tra me e mia figlia.
So che ha sentito tutta la conversazione ed ha capito che non sarei più riuscita ad andare avanti.
«Che facciamo stasera?» dice guardandoci.
«Niente, domani c’è scuola sia per me che per lei»
«Uffa… andiamo al cinema, vi va?»
«Dai, mamma. Andiamo e poi torniamo subito a casa». Mia figlia è abile nel convincere le persone, infatti adesso sta facendo gli occhi dolci.
Ci penso su un attimo, conscia del fatto che, due ore di cinema non ci faranno male.
«Cosa volete vedere?» chiedo ottenendo un urlo da parte di entrambe.
Siamo sicuri che la mia amica ha davvero quarantacinque anni?
Scuoto la testa divertita dal loro comportamento mentre aspetto una loro risposta.
Inutile dire che i miei gusti sono totalmente diversi da quelli di mia figlia.
A lei piacciono le storie romantiche, come quelle dei vampiri di Twilight.
Ecco, io ora mi chiedo: cosa ci trova di così speciale? Mah!
«Mamma io e Ashley vorremmo vedere l’ultimo film della saga di Twilight. Si chiama Breaking Dawn, part 2. È uscito da qualche giorno e non sono andata ancora a vederlo. Ti prego, ti prego» dice mia figlia.
Lo sapevo che sarei stata costretta a guardare anche questo. Sophie, tempo fa, ha avuto la brillante idea di farmi guardare gli altri film e Dio solo sa, quanto mi sono potuta seccare.
«Mh… opzioni?»
«Non ci sono» borbotta irritata Sophie.
«Facciamo così. Voi due andate a vedere Breaking Dawn ed io mi guarderò qualcos’altro» le propongo.
«Uffa, che sei! Sempre l’asociale devi fare» blatera, questa volta la mia amica.
«Ma se non mi piace, non potete costringermi!» ribatto incavolata.
«Okay, okay» alzano le mani in segno di resa e ci guardiamo senza dire niente per poi, qualche secondo dopo, scoppiare a ridere.
«Buona visione» mi dicono in coro prima di entrare nella loro sala. Siamo in un multisala non molto lontano da casa nostra.
Il mio film inizia tra dieci minuti così ne approfitto per uscire fuori a fumare una sigaretta.
Ebbene sì, purtroppo, ho il vizio.
Ho cercato in mille modi di smettere ma, se non trovo la volontà di farlo, credo che non ci riuscirò mai. Una volta smisi di punto in bianco e quasi non mi portarono in ospedale.
«Maya…» mi sento chiamare all’improvviso.
Mi giro e mi ritrovo lui davanti agli occhi.
«Robert» mormoro avvicinandomi e buttando la sigaretta.
«Ciao… che ci fai qui?» mi chiede guardandosi attorno.
Sta cercando di vedere se sono con qualcuno?!
«Sono con mia figlia e una mia amica. Hanno insistito per andare al cinema ma, il film che vogliono guardarsi a me non piace, così ne ho scelto un altro che però ancora non è iniziato» gli dico ma la mia attenzione viene richiamata da una donna in procinto di avvicinarsi a noi.
Robert si gira e le sorride.
«Ho preso i biglietti, entriamo?» gli dice lei mentre mi guarda.
Lui annuisce e sta per dire qualcosa ma, io lo blocco. «Sta per iniziare, ciao» lo saluto con un cenno del capo e mi dileguo tra la folla.
Chi è quella?
È davvero una bella donna.
Scuoto la testa, cercando di non pensare a loro due. Perché non mi ha detto che sta con qualcuno? Perché mi ha baciata?
Non sarei dovuta uscire di casa stasera.
Mi siedo in una delle poltrone centrali e attendo l’inizio del film.
Per tutto il primo tempo non ho fatto caso a nessuna delle parole dette dagli attori.
La mia mente continua a ripensare a lui con lei.
Quando ritorna la luce, mi alzo per andare in bagno in quanto, ho bisogno di sciacquarmi il viso.
Entro e quando scorgo la figura della donna che mi ha tormentato nei primi quaranta minuti del film, impallidisco e faccio per andarmene. Vengo fermata dalla sua voce che mi chiede di restare.
«So chi è lei» mi dice mentre si lava le mani.
«Io non la conosco, invece» rispondo irritata.
«Robert mi ha parlato di lei»
Ah sì?
«Non c’è niente da dire»
«Invece, mio fratello, mi ha raccontato tante cose». Mi guarda e scoppia a ridere.
Cosa?
È sua sorella?
«Ho sentito bene?» le chiedo.
«Robert è mio fratello. Maya, giusto?»
«Sì, lei è?». I miei muscoli si rilassano improvvisamente e un sorriso compare sulle mie labbra.
«Puoi darmi del tu. Io sono Charlotte» mi porge la mano che io afferro prontamente.
«Ti chiedo scusa per prima»
«Tranquilla. Io avrei fatto peggio» scoppia a ridere mentre io mi do della stupida.
«Mio fratello mi ha detto che vi state frequentando»
«Beh… frequentando è una parolona. Ci vediamo ogni tanto per un caffè. Sto uscendo da un periodo difficile»
«Robert è un brav’uomo e anche lui ha sofferto molto in passato». Si guarda allo specchio mentre io fisso lei.
Ora che la guardo meglio si assomigliano davvero parecchio.
Come ho fatto a non capirlo subito? Mi avrà presa per un’imbecille…
«Lo so, Charlotte. Voglio scoprirlo piano piano. Non siamo ragazzini» mormoro guardando l’orologio.
«Ti piacerà come tu già piaci a lui» mi fa l’occhiolino lasciandomi spiazzata dalla sua affermazione.
«Vuoi sederti con noi?», mi chiede ritornando indietro.
«Cosa?»
«A Robert farebbe piacere» farfuglia guardandosi le unghie.
«O-okay» balbetto. La seguo e dopo qualche minuto mi ritrovo seduta di lato all’uomo che mi piace e a sua sorella.
Beh… come inizio non è male!
«Davvero hai pensato che lei fosse la mia fidanzata?» mi chiede lui una volta usciti dal cinema.
Mia figlia e la mia amica ancora non hanno finito e spero che non mi trovino con lui.
Sarebbe una situazione al quanto imbarazzante, soprattutto per Sophie.
«Sì, ma cosa potevo saperne io?!» cerco di giustificarmi in tutti i modi possibili e immaginabili ma, so che non c’è una spiegazione logica per una donna adulta come me.
Mi sono comportata da ragazzina; forse neanche mia figlia sarebbe stata così codarda.
«Secondo te, avrei mai potuto prenderti in giro?» mi sussurra lui una volta che Charlotte si è allontanata.
«No, solo che…»
«Sei gelosa?» mi chiede facendomi imbarazzare.
«No…» mi prende il viso fra le mani e mi guarda con i suoi occhi ipnotici.
È di una bellezza devastante quest’uomo!
«Non mi fissare così» mormora lui.
«Non sto facendo niente»
«Sì, invece… hai degli occhi bellissimi, Maya. Sei incantevole» fa scorrere una mano lungo il mio braccio e un brivido mi percorre tutto il corpo.
Mi prende per mano e mi fa camminare fino ad un vicoletto posto di lato all’entrata del cinema.
«Ma che fai?» esclamo ma vengo zittita da lui che mi bacia.
Ricambio all’istante sentendo crescere dentro di me una voglia inaspettata. Ho voglia di lui e glielo sto dimostrando.
Lo bacio accarezzandogli i capelli mentre lui mi cinge forte a sé.
«Maya…» mormora contro la mia bocca semichiusa.
«Dimmi»
«Ti voglio» ansima contro il mio collo.
«Non qui, non ora» lo richiamo alla realtà dei fatti.
Lui si guarda intorno e per fortuna non c’è nessuno.
«Cosa mi stai facendo?» mi chiede dandomi un altro bacio.
«Me lo sto chiedendo anche io» confesso tenendolo per mano.
È strano pensare che non ti importa più dell’amore ed invece, questo arriva senza neanche chiederti il permesso.
Mi sento così adesso; in balia delle emozioni contrastanti che quest’uomo sta cercando di farmi provare.
Ci guardiamo negli occhi nonostante il vicolo sia poco illuminato e quando sento la voce di mia figlia a pochi passi da noi, l’agitazione prende il sopravvento.
Sta parlando del film e di quanto si sia commossa nel vedere la scena finale.
Se solo mi vedesse qui, con lui, il suo umore cambierebbe all’istante e non voglio.
Mi ha espresso il suo consenso, è vero ma, non credo che vedere la propria madre in un vicolo tra le braccia di un uomo le faccia piacere.
«Oddio»esclamo agitata.
«che succede, Maya?» mi chiede non curante del “pericolo” che stiamo correndo.
«Mia figlia»
«Oh» è la sua unica risposta.
«Grazie per l’aiuto. Devo inventarmi qualcosa». Ci penso su e un’idea mi viene in mente all’istante.
Afferro il cellulare e compongo il numero della mia amica.
Risponde al primo squillo e le spiego la situazione subito prima di farla parlare. Sta in silenzio senza dire niente. Io e lei siamo sempre state così; culo e camicia, praticamente.
«Non dire niente a Sophie, ti prego. Dille che sarebbe meglio entrare dentro a cercarmi». La sento annuire e staccare la telefonata.
Trattengo il fiato e quando finalmente Ashley convince mia figlia ad entrare di nuovo dentro esco dal rifugio seguita da Robert che mi guarda sorridendo.
«Sembriamo due ragazzini che non vogliono farsi scoprire dai genitori ed invece è tutto il contrario» dice sarcastico.
«Hai ragione. Ci stiamo mettendo in una situazione complicata, pensi?» gli chiedo avvilita.
«No! Tua figlia sa qualcosa?»
«Sì, tutto. Ha accettato la cosa» gli racconto sorridendo.
«Wow… problema risolto quindi»
«Sì però ora sparisci, ti prego. Saranno di nuovo qui a minuti»
«Okay, okay» alza le mani e scoppia in una risata fragorosa.
«Guarda cosa devo fare alla mia età» bofonchia divertito.
«Scusa» mormoro abbassando lo sguardo.
«Quello che ti ho detto prima è vero… ti voglio! In tutti i modi possibili e immaginabili» sussurra baciandomi velocemente.
«Anche io… anche io» confesso imbarazzata.
 Lo bacio io questa volta ma, non riesco ad essere veloce come lui.
Quando mi giro verso l’entrata mia figlia è immobile; la bocca aperta e una mano su di essa non fanno intendere niente di buono.
Inghiottisco e mi preparo ad affrontarla.
Robert, senza chiedermi il permesso, mi prende per mano e mi accompagna verso Sophie.
 

*************


Buongiorno a tutti :3
Eccomi qua puntuale con il primo capitolo di questa storia, che a me sta molto a cuore :3
Come avrete ben capito non sarà una storia di trenta capitoli.
Gli avvenimenti si susseguono uno dopo l’altro e spero che vi piaccia così com’è impostata.
Cosa ne pensate della figlia? E di Ashley? Io le trovo fantastiche :D ed invece dei protagonisti che mi dite?
Vi ricordo che potete trovarmi qui <3
GraStewEfp <3 è il mio gruppo su face book! Siete le benvenute tutte ^_^
Spero di riuscire a pubblicare il 27 febbraio <3
A presto,
Gra

 

 

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Capitolo 3
*** *My life revolves around her* ***


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OPEN YOUR HEART TO THE FATE
 
*My life revolves around her*
 
Secondo capitolo

 
 
 
Avanzo verso mia figlia in trepidante agitazione con Robert che mi tiene la mano. Tutto il teatrino di prima non è servito a un bel niente.
Sospiro attirando l’attenzione del mio compagno che si gira sorridendomi.
Mi infonde coraggio e forza solo guardarlo ed è per questo che appena arrivo proprio davanti mia figlia lascio la sua mano e abbraccio la mia unica ragione di vita.
«Scusa… scusa»mormoro stringendola mentre lei rimane immobile.
Mi stacco e la guardo.
«Mamma…»
«Dimmi»
«Andiamo a casa»
«O-okay»balbetto girandomi e guardando Robert che fa un cenno con la testa.
Per tutto il tragitto verso casa nessuna proferisce parola ed è un silenzio troppo imbarazzante per noi che abbiamo sempre qualcosa da confidarci.
«Sophie»la chiamo ma lei scuote la testa.
«Non ora»è l’unica cosa che dice.
Mi volto verso la mia migliore amica cercando un po’ di conforto; mi accarezza il braccio facendomi capire che le passerà e che è normale che reagisca così. Quando varchiamo la soglia di casa la reazione di mia figlia è tutto il contrario di prima.
Mi guarda e il fatto che si stia torcendo il labbro inferiore mi induce a pensare che è abbastanza nervosa.
«Sophie posso spiegarti»le dico andandole incontro.
«Perché lui era con te? Vi siete messi d’accordo?» mi chiede.
«No, certo che no tesoro. Sono uscita fuori a fumarmi una sigaretta in attesa dell’inizio del film e Robert, lui era là, con sua sorella. All’uscita poi ci siamo incontrati di nuovo ed è successo quello che hai visto. Mi dispiace di averti tubata» le spiego tralasciando qualche particolare.
«Non mi hai turbata per il gesto in sé ma sai vederti con un  altro uomo… insomma… non ero pronta, tutto qua» mi spiega mia figlia con semplicità.
«Lo so amore! Se ti può far stare meglio non lo frequenterò più… per te lo farei» la guardo mentre lo dico sperando con tutto il mio cuore che non sia necessario.
Trattengo il fiato aspettando una sua risposta.
«Ti voglio bene mamma e voglio vederti felice. Quindi hai la mia benedizione» scoppia a ridere mentre lo dice.
«Grazie amore… grazie» mormoro imbarazzata.
«Invitalo a cena qua… credo che Ashley sia d’accordo con me» propone Sophie guardando la mia migliore amica mentre ci fa l’occhiolino.
«Vedremo» mormoro.
 
 
*
 
«Bene ragazzi. Per oggi è tutto. Mi raccomando studiate le pagine che vi ho assegnato per domani che interrogo» annuncio ai miei alunni mentre ricevo da parte loro solo dei “no, uffa, che noia”.
Anche io alla loro età ero così e mi viene da ridere al pensiero di quanti anni sono passati.
Non avrei mai creduto di cambiare totalmente vita.
Amavo Peter con tutta me stessa e ho perdonato talmente tante volte le sue scappatelle che adesso non ce la faccio proprio più.
L’unica cosa positiva è che ama Sophie a tal punto da non farle mancare niente anche se lei si pone in atteggiamenti ostili verso di lui.
La capisco dopotutto; anche io da piccola ho subito la separazione dei miei e mai e poi avrei voluto che mia figlia soffrisse per questo ma purtroppo è avvenuto e non per colpa mia.
Ogni giorno cerco di essere la mamma modello che anche io avrei voluto ma capisco che ogni tanto, essendo essere vivente, sbaglio anche io.
Come quella volta in cui ero talmente arrabbiata con Peter da averle privato di andare ad un ballo in maschera. Inutile dire che non mi ha parlato per una settimana intera.
Per fortuna mi sono fatta perdonare organizzandone uno a casa nostra.
Peter è un famoso architetto e grazie a questo vivevamo nel lusso. Avevamo una casa davvero grande e davvero bella ma quando non c’è l’amore, la sincerità, la fedeltà ed il rispetto tutto il bene materiale non è importante.
Se una persona è marcia dentro, i soldi non fanno la differenza.
Invece puoi essere povero ed avere un cuore grande…
«Disturbo?» mi chiede qualcuno facendomi sobbalzare per lo spavento.
Mi volto e Robert è proprio davanti a me.
«Ciao… certo che no» sorrido e lui si avvicina sempre di più finendo per essere a qualche centimetro da me.
«Come stai?» mi chiede con una dolcezza disarmante.
«Bene, Rob. Tu come stai?»
«Bene. Tua figlia che ha detto? L’ho incontrata prima mentre venivo qua…» non finisce la frase lasciandomi in sospeso.
«Ha detto qualcosa? Dove stava andando?» gli chiedo cercando di essere il più rilassata possibile.
«Tranquilla, Maya. Mi ha sorriso e credo che stesse andando in bagno».
Sospiro rincuorata dalle sue parole, «hai una figlia davvero bellissima ed intelligente. Non temere per lei» continua a dirmi mentre le sue braccia si allargano per accogliere me.
«Lo so, Robert. Sophie è davvero una ragazza straordinaria e l’ultima cosa che voglio è farla soffrire».
«Non lo faremo» mormora per poi baciarmi.
Quando sono con lui dimentico tutto come adesso; ci stiamo baciando in una classe dell’istituto mentre le sue mani esplorano il mio corpo.
«Non possiamo» farfuglio intontita dal suo odore e dalla voglia che ho di lui.
Robert si stacca da me guardandomi negli occhi, «sei bellissima Maya. Avrei voluto incontrarti tanti anni fa» sussurra accarezzandomi una guancia.
«Anche io» ammetto abbassando lo sguardo.
«Stasera ti va di stare con me?» mi chiede.
«Ti chiamo, va bene?»
Scoppia a ridere ed annuisce.
Non so se lui può capire come mi sento adesso.
Sono in un bivio.
Da un parte vorrei dirgli di si perché con lui sto bene ma, dall’altra parte c’è mia figlia. Lei viene prima di tutto; anche prima di me.
La mia vita ruota intorno a lei.
«Ti capisco» mormora lui come se stesse leggendo il mio pensiero.
«Grazie» mi sollevo sulle punte dei piedi in modo da lasciargli un bacio a fior di labbra, «a dopo» gli dico uscendo dall’aula.
Mi avvio verso la sala professori posta al piano di sopra ma, qualcosa attira la mia attenzione.
Una ragazza ed un ragazzo si stanno baciando cercando di non farsi notare da nessuno cosa impossibile per altro.
«Ehi ragazzi» li richiamo dolcemente. Mi fanno tanta tenerezza dopotutto.
Si staccano velocemente e la ragazza compare da dietro la porta in cui erano. Rimango sconvolta quando mia figlia mi guarda imbarazzata.
«Sophie!» esclamo senza dire altro «vai in classe» concludo la frase. Lei annuisce silenziosamente e mi guarda come per dirmi “ti prego… non dire niente ora”.
La mia concentrazione adesso è sul ragazzo che fino a poco fa stava baciando la mia bambina.
«Professoressa io…»
«Non dire niente, Paul»
Annuisce e si incammina verso la sua di classe.
«Fermati un attimo» lo richiamo seria.
Si immobilizza mentre aspetta che io dica qualcosa. Non voglio sembrare la professoressa rompiscatole ma è giusto che io lo rimproveri per il suo atteggiamento.
«Ti sembra giusto quello che avete fatto? Vi poteva vedere chiunque, Paul. Il preside e anche gli altri professori. Non tutti sono indulgenti come me. Cosa provi per mia figlia?» gli chiedo sapendo perfettamente che non dovrei mettermi in mezzo alle questioni sentimentali di Sophie.
«Io credo di amarla» ammette imbarazzato.
Mi sciolgo all’istante dopo questa dichiarazione e sorrido.
«Vai Paul. Mi raccomando! Sophie è una ragazza meravigliosa. Non la fare soffrire»
«Non è mia intenzione» confessa per poi sparire dalla mia visuale.
 
*
 
Finalmente sono a casa!
Oggi è stata davvero una giornata estenuante sotto tutti i profili.
I ragazzi mi hanno fatto davvero esasperare; Robert mi ha chiesto di uscire; ho scoperto che Sophie sta insieme ad un ragazzo e li ho visti baciarsi a scuola.
«Amica tutto bene?» mi chiede Ashley notando la mia espressione frustata.
«Direi proprio di no» ammetto mentre mi spoglio dagli abiti del giorno.
«Vuoi parlarne?»
«Sì, grazie. Sapevi che Sophie sta con un ragazzo?» le domando incuriosita.
«No, certo che no» blatera a bassa voce.
«Stai mentendo» sentenzio guardandola.
«Non è vero»
«Invece sì. Ti conosco da una vita»
«Uffa, okay! Me l’ha detto l’altro giorno al cinema» confessa sedendosi sul letto.
«Ah». Sono delusa dal comportamento di mia figlia. Perché  non mi ha detto niente?
«Maya»
«Mh»
«Non te l’ha detto perché non sapeva come dirtelo e anche perché non voleva farti preoccupare. Hai una vita abbastanza incasinata e tua figlia lo sa»
«Scoprirlo così è stato peggio. Non credi?»
«Cerca di capirla. È una ragazzina ancora… bellissima aggiungerei. Mi sorprenderei se nessuno ci provasse con lei. Ma l’hai vista bene? Sta crescendo, Maya»
«Lo so» brontolo.
«Vieni qua, amica mia» mi abbraccia infondendomi un po’ del suo buonumore.
«Per me è sempre la mia bambina. Io le racconto tutto perché voglio che sia partecipe della mia vita e anche lei lo vuole. Io vorrei che mia figlia mi chiedesse aiuto se ne ha bisogno»
«Mamma» sento mormorare dietro le mie spalle.
Mi volto e mia figlia è in piedi appoggiata alla porta.
«Tesoro» mi alzo di scatto e la abbraccio con tutta la forza che possiedo.
«Scusa se non ti ho detto niente. Se vuoi adesso posso raccontarti tutto»
«Certo, piccola».
Ci sediamo sul letto e mia figlia inizia a raccontarmi di come l’ha conosciuto, dei gesti affettuosi che le riserva, del loro primo bacio e confessa anche che pensa di amarlo.
«L’amore è un sentimento difficile da affrontare. Ti annebbia la mente, ti rende vulnerabile ma al contempo ti fa sentire viva. È come un fuoco che arde dentro di te…» le dico ricevendo un abbraccio da parte sua.
«Sei così saggia, mamma. Vorrei essere come te» ammette mia figlia mentre io scuoto la testa.
«Non dire così. Sbaglio anche io tante volte» confesso ricevendo questa volta un’occhiataccia.
«Siamo umane» conclude il discorso Ashley ridendo e abbracciandoci.
 
*
 
Era un pomeriggio di primavera quando lungo il percorso della mia vita conobbi Peter e Ashley.
Erano studenti nella stessa università; erano amici ed uscivano sempre insieme. Un giorno dovetti fare uno stage proprio nel loro padiglione. Vagavo alla ricerca dell’aula non sapendo dove andare; una ragazza solare e bellissima mi chiese se avessi bisogno di aiuto ed io le chiesi gentilmente se poteva dirmi quale fosse l’aula.
Lei, con tutta la nonchalance del mondo, si mise a parlare facendomi arrivare in ritardo. Il professore che teneva lo stage non mi fece entrare ed io passai la giornata con lei.
Era strano ma, mi sentivo bene.
Fu allora, durante la pausa pranzo, che conobbi Peter.
Era già allora un ragazzo davvero bellissimo e intelligente. Uno di quelli che hanno la fila di ragazze dietro. Era simpatico e stranamente anche con lui mi trovai subito bene.
Sapeva farmi ridere e mi mise subito a mio agio.
Quando la giornata finì, mi sentivo davvero triste. Non volevo lasciarli così ci promettemmo di vederci presto.
E così fu.
Io e Peter iniziammo ad uscire insieme e qualche anno dopo decidemmo di sposarci.
Eravamo davvero innamorati; almeno io lo ero.
Con Ashley andò sempre meglio.
Ci confidavamo su tutto e quando mi disse che aveva deciso di trasferirsi a Londra per lavorare mi crollò il mondo addosso.
Per fortuna che c’era Peter al mio fianco.
Gli anni passarono in fretta e quando diedi alla luce la mia Sophie tutto mi sembrava che andasse alla perfezione.
Mi ero laureata da poco, avevo una famiglia bellissima ed ero felice.
Tutto crollò quando seppi del primo tradimento di Peter.
Lo perdonai quella volta e anche quelle successive. Mi dicevo che non era vero; che non era possibile e che le persone si inventavano di tutto pur di farci separare.
Nostra figlia, nel frattempo, cresceva ogni giorno di più ed io ero entusiasta di lei tanto che volevo un altro figlio.
Rimasi incinta ma, a causa del forte stress, lo persi.
Qualche mese fa ebbi la prova di tutto.
Trovai Peter, nel nostro letto, mentre scopava con la  vicina di casa.
Avrei voluto ucciderlo con le mie mani!
 
 
«Ehi, Maya… tutto bene?» mi chiede la mia amica notando le mie lacrime e la foto che tengo tra le mani.
«Sì! Stavo solo pensando alla mia vita»
«Hai ancora quella foto?» mi chiede indicandomela con il dito.
«Certo… la porterò per sempre con me in memoria dei vecchi tempi» le spiego.
«Capisco. Tu e Peter eravate davvero bellissimi insieme…»
«Lo credevo anche io anni fa»
«Lo odio per quello che vi ha fatto» confessa guardandomi.
«Eravate migliori amici un tempo»
«Lo credevo anche io»
«Quello che c’è stato tra me e lui non deve spezzare la vostra amicizia, Ash. Vi conoscete da una vita e non è giusto che adesso quella che debba pagare tutto questo sia proprio tu»
«Tu, forse, non capisci Maya. Lui sapeva quanto io tenessi a te e che se solo ti avesse fatto del male mi avrebbe persa, eppure, l’ha fatto comunque. Non era così importante la nostra amicizia, per lui» mormora lei trattenendo le lacrime.
«Oh, tesoro. Non siamo cambiate sotto questo aspetto nel corso degli anni. Abbiamo superato la quarantina ma non ci siamo trasformate in donne senza cuore… ricordi?» le chiedo scoppiando a ridere.
«Certo» ride anche lei mentre io riposo la foto nel cassetto.
Ash mi lascia da sola in quanto hanno suonato al citofono. Guardo fuori dalla finestra e quello che vedo inizia a piacermi.
Sono le sei del pomeriggio e come al solito sta piovendo.
Io e Sophie non eravamo abituate a questo tempo e tutt’ora non lo siamo. Amiamo tantissimo il sole ma dobbiamo accontentarci della pioggia.
Londra, si salva, solo perché è una bellissima città.
È piena di monumenti e di opere d’arte come ad esempio il British Museum e la National Gallery. Sophie ama la famosa ruota panoramica,il cosiddetto London Eye e il famosissimo Big Ben.
È una città ricca di colori, di musica e di etnie diverse.
Sto iniziando seriamente ad amarla.
Non avrei mai creduto di poter vivere qua e di trovare lavoro.
«Maya questo è per te» mi dice la mia amica entrando in camera.
Mi volto e quando noto che in mano tiene un mazzo di fiori e un biglietto un sorriso si espande sul mio volto.
Robert è la prima e unica persona che mi viene in mente e come un lapsus mi ricordo che avrei dovuto chiamarlo per confermargli o no il nostro appuntamento.
«Sono curiosa di sapere di chi sono» mormora Ashley eccitata.
«Mi stai facendo incuriosire. Dammi qua» prendo il biglietto attaccato e lo apro.
Inizio a leggere con il cuore che batte a mille. Quando finisco guardo la mia amica che aspetta impaziente una mia reazione.
«Allora?» mi chiede avvicinandosi.
«Butta quei fiori. Ora!» le ordino.
«Perché? Sono così belli… Cosa dice il biglietto? Chi è?»
«BUTTA. QUEI. FIORI. ADESSO» tuono seria e arrabbiata.
Lei indietreggia facendo ciò che le chiedo.
«Fammi leggere» mi strappa il biglietto dalle mani e inizia a leggerlo anche lei.
Il suo viso è la fotocopia del mio, ne sono sicura.
Tutto mi aspettavo tranne questo.
 
 
 

__________

 
 
 

Sono in ritardassimo lo so ç.ç mi perdonate, vero? Ho finito di scrivere il capitolo stanotte in quanto sono rimasta sveglia a causa di una scossa di terremoto ç.ç
Ho la fobia ç.ç
La vostra qual è?
Comunque, tornando al capitolo, come vi è sembrato?
Qui, Maya, vacilla un po’ ma si riprende alla grande… Chi sarà mai nel biglietti?
Fatemi sapere chi credete che sia xD
Ahahahaah :3
Volevo ringraziare tutte voi che avete accolto la storia in positivo *w* grazie di cuore, ragazze <3
Vi ricordo che io sono qui,
GraStewEfp <3 Siete le benvenute :3
A data da destinarsi xD (spero di riuscire a scrivere il prossimo entro il 10 xD) :3
Gra

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Capitolo 4
*** *Only with you, I can smile* ***


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OPEN YOUR HEART TO THE FATE

*Only with you, I can smile*

Terzo capitolo

 

 
 
Cosa diavolo vuole ancora dalla mia vita? Non gli basta tutto il male che mi ha provocato? Sbuffo all’idea di lui che mi manda dei fiori e quel biglietto poi?
Voleva cercare di farmi rinsavire dalla mia decisione… pff!
«Mamma davvero papà ti ha mandato un mazzo di rose?» mi chiede mia figlia scoppiando a ridere. La guardo e non posso non vedere quanto lei gli somigli. L’unica cosa positiva che ha fatto quell’uomo!
«Sì»
«E il biglietto cosa diceva?». La curiosità, invece, l’ha presa da me.
Siamo sedute in un piccolo ristorantino non molto lontano da casa nostra. Abbiamo deciso di prenderci una giornata tutta per noi essendo che oggi è il mio giorno libero mentre Sophie ha saltato la scuola.
Abbiamo fatto shopping e adesso ci concediamo un piatto di pasta; ristorante italiano come sempre.
Mia figlia ama la cucina italiana e l’Italia in sé. Vorrebbe andarci un giorno e spero davvero che il suo sogno si realizzi. Non fa altro che parlarmi di città come Roma, Firenze, Milano e di tutte le opere artistiche che ci sono. Ovviamente io sono d’accordo con lei; essendo amante dell’arte.
Io ci sono stata in viaggio di nozze e davvero ne vale la pena.
Il cibo, poi, è un qualcosa di meraviglioso.
«Mi stai ascoltando mamma?» mi sventola un fazzoletto davanti al viso ed io annuisco poco convinta.
«Sì sì»
«Cosa ti ho chiesto?» alza un sopracciglio impaziente.
«Ehm… sì, aspetta…»
«Uffa, mamma… ma che ti prende?»
«Niente, tesoro. Continuiamo a mangiare, okay? Dicevi?»
«Mh, okay. Ti avevo domandato cosa diceva il biglietto.»
È vero!
«Tuo padre mi ha scritto che è qui a Londra e che mi vorrebbe vedere. Gli dispiace che non stiamo più insieme e vorrebbe riprovarci» confesso a mia figlia che mi guarda senza dire una parola.
«Ah!» pronuncia solamente dopo aver ingoiato un sorso di coca cola. 
«Tu cosa ne pensi?»
«Beh… credo che non dovresti tornare con lui. Sì, ti sembrerà strano. Tutti i figli vorrebbe vedere i propri genitori andare d’amore e d’accordo, io no! Papà ti ha fatto soffrire ed io mi ricordo tutte le lacrime che hai versato. Non voglio vederti più in quel modo. Da quanto stai con Robert, beh, sorridi sempre. Qualcosa vorrà dire, o sbaglio? Non sono egoista, mamma. Voglio solo che tu sia felice» mi dice mia figlia.
Qualche lacrima sfugge al mio controllo.
Non avrei mai pensato che lei, la mia piccola bambina, potesse essere così saggia.
«Non piangere, mamma». Si alza e viene davanti a me per abbracciarmi.
«Grazie amore mio».
 
 
La discussione con mia figlia avvenuta questa mattina mi ha fatto capire molte cose; in primis che ha perfettamente ragione.
Non posso permettere a Peter di rovinare ancora un volta la mia vita.
Non voglio sacrificare la mia relazione con Robert per un qualcosa che so che non porterà niente di buono.
Ed è per questo che l’ho chiamato dicendogli che non volevo vederlo, parlargli ne tanto meno tornare con lui. Inutile dire che mi sono solo avvelenata il sangue; il mio ex marito è scoppiato a ridere ed ha acconsentito senza problemi. Bell’amore il suo!
«Tutto bene?» mi chiede il mio attuale compagno.
Siamo usciti per una passeggiata e stiamo camminando mano per la mano come due ragazzini.
«Sì, benissimo. Tu stai bene?» lo guardo negli occhi e mi perdo nella bellezza delle sue iridi.
«Benissimo».
Ne ho parlato anche con lui di questa situazione perché non voglio segreti tra di noi. Mi ha detto che vuole solo la mia felicità ed io sono scoppiata a piangere tra le sue braccia.
Mi sento come se stessi facendo un torto a qualcuno; come se stessi sbagliando in tutto e per tutto. Poi, guardo Ashley, Sophie e Robert e mi accorgo che solo io noto queste cose perché, come dice la mia amica, sono frutto della mia mente contorta.
«Maya»
«Mh»
«Ti… ti va di venire da me?» mi domanda fermandosi di scatto e posizionandosi davanti a me. Le sue mani cingono la mia vita mentre il mio cuore batte di felicità.
«Io… veramente, non…» cosa gli dico?
Sono davvero pronta per affrontare una situazione del genere. Mi sembra di essere tornata al giorno in cui ho fatto sesso per la prima volta.
 
“Io ed Ashley eravamo uscite quella sera con Alex e John. Erano due bellissimi ragazzi; il primo aveva i capelli e gli occhi scuri, mentre l’altro era il suo opposto; biondo con gli azzurri.
Ci conoscevamo da tanto e mentre Ash si divertiva con John, io e Alex parlavamo appartati nella sua macchina. Eravamo amici e ogni tanto scappava qualche bacio ma niente di più. Io avevo diciotto anni più o meno e lui venticinque.
Fatto sta che lui mi voleva ed io volevo lui. Ero piccola e a quei tempi già il fatto di  uscire di casa per me era una gran vittoria. Iniziammo a baciarci e ben presto ci ritrovammo nudi a fare sesso.
La mia prima volta… su una macchina con un ragazzo a cui volevo bene.
Non fu tremenda ma neanche bellissima. Non c’era amore tra di noi.
Con Peter fu diverso, invece. Lui preparò una stanza con candele e fiori e fu bellissimo”
 
«Allora, ti va?» continua a chiedermi Robert serio.
Cavolo… perché mi devo incantare sempre? I  ricordi ritornano con prepotenza e non mi fanno connettere il cervello.
Per fortuna che a scuola non mi è mai successo.
«Sì» mormoro abbassando lo sguardo.
«Siamo abbastanza maturi, non credi? Non ti devi vergognare» mi posiziona un dito sotto il mento in modo da farmi alzare il viso.
Occhi azzurri contro occhi azzurri.
Oceano contro cielo.
Voglia contro passione.
Amore contro amore.
Sì… credo di amarlo e penso che lui ricambi il mio sentimento.
«Hai ragione, Rob. Solo che…»
«Niente paranoie, Maya. Voglio solo parlare un po’ con te della mia di vita. Devo confessarti una cosa» ammette guardandomi ancora.
Annuisco trattenendo il fiato e accompagnata da lui mi dirigo verso la macchina.
Dieci minuti dopo siamo davanti al portone di casa sua ed io muoio dalla voglia di vedere il posto in cui mangia, il letto in cui dorme e il bagno in cui si lava.
Oh Dio! Ma cosa mi viene in mente?
Un calore improvviso si dilaga nel mio viso costringendomi ad abbassare la testa.
Robert che non si è accorto di niente apre il portone, mi prende per mano per poi entrare a passo veloce dentro.
Richiude la porta e mi bacia.
Mi cinge la vita con le sue braccia possenti e mi assapora con tutta la lentezza e la dolcezza di questo mondo. Gli afferro i capelli e lo spingo verso di me conscia del fatto che sicuramente non parleremo.
Ho una voglia pazzesca e credo di essere pronta per fare l’amore con lui.
Il mio corpo e il mio cervello lo dicono e anche il cuore mi da il consenso che cercavo.
Come se Robert stesse leggendo il mio pensiero si stacca da me e mi guarda.
«Apri il tuo cuore, Maya. Apri il tuo cuore al destino» sussurra per poi riprendere a baciarmi con passione e con amore.
«Ti amo, Robert» mormoro facendolo arrestare di colpo.
«Cos’hai detto?» mi chiede.
«Lascia stare»
«No, dimmelo»
Regolo il respiro che si era fatto troppo affannoso e cerco di tranquillizzarmi per permettere al mio cuore di battere ad un ritmo normale.
«Ho detto che ti amo» lo ridico guardandolo negli occhi e aspettando una risposta che però non arriva.
Robert sorride, riprende a baciarmi e ben presto ci ritroviamo su di un letto nudi e ansimanti.
Quando raggiunge l’orgasmo si accascia di lato a me e mi stringe forte. Mi lascia un bacio nei capelli inspirando il mio profumo.
«Maya»
«Mh». Mi volto verso di lui che mi sta osservando e sorrido per poi baciarlo.
«Ti amo anche io».
 
 
Svegliarsi nel letto di Robert con lui abbracciato è una sensazione indescrivibile. Dorme beatamente russando leggermente. Ha i capelli scompigliati ma è comunque bellissimo.
Ha un fisico asciutto e snello fa far invidia ad un ragazzo di vent’anni. Lo osservo e capto ogni singola caratteristica del suo volto.
Ha due piccole rughe proprio sopra l’attaccatura delle sopracciglia; la barba è corta di un castano scuro e qualche rughetta è presente anche nel contorno occhi. Il suo naso è perfetto così come le sue labbra.
Un senso di imbarazzo si prende gioco di me quando scorgo la sua intimità. Siamo ancora nudi e vederlo così mi fa eccitare in modo incontrollabile.
Meglio alzarsi e preparare la colazione; sperando di trovare qualcosa.
Mi vesto e mi dirigo in cucina.
Guardo con attenzione casa di Robert e mi meraviglio di quanto sia ordinato. Non c’è un giornale o un vestito fuori posto. Tutto è in ordine come se qui dentro non abitasse nessuno.
Metto il caffè sopra e preparo due toast con un po’ di marmellata.
Non essendo la mia cucina non so dove mettere le mani; spero che comunque apprezzerà il gesto.
Guardo l’orologio e mi accorgo che ancora sono le sei e mezza. Quando abbasso lo sguardo un portafoto attira la mia attenzione.
In fotografia ci sono lui, una donna e un bambino.
Credo che risalga a qualche anno perché Robert sembra più giovane.
Un senso di agitazione si fa largo dentro di me… quella donna chi è? Mi porto le mani davanti la bocca per cercare di calmarmi…
Non ho dubbi! Quella deve essere sua moglie e quello il loro bambino! Perché non me l’ha detto? Perché mi ha fatto credere che possiamo stare insieme quando invece è legato ad un’altra donna. Lei dov’è? Qui non c’è nulla che mi faccia capire.
Solo lui potrà darmi delle spiegazioni.
Come un fulmine mi dirigo in camera da letto e apro le tende. Una debole luce solare illumina la stanza ma non basta per farlo svegliare.
Picchietto un dito contro la sua spalla ricevendo finalmente un segno. Apre un occhio e sorride vedendomi.
«Pensavo che saresti scappata» ammette stirandosi per poi mettersi seduto.
Il suo sguardo si posa prima su di me e poi sul portafoto che ho in mano. Aggrotta la fronte e respira profondamente.
«Che succede, Robert? Chi sono? Dove sono? Perché mi hai mentito?» gli chiedo non riuscendo a trattenere le lacrime.
«No, no piccola. Vieni qui». Mi afferra per le mani e mi fa sedere proprio vicino a lui. «Era di questo che volevo parlarti ieri sera» confessa guardando la foto.
«Loro sono Emily e James». La sua voce trema mentre pronuncia i loro nomi.
«Dove sono?»
«Loro…» una lacrima sfugge al suo controllo e io davvero non so cosa pensare.
«Ti prego Robert. Dì qualcosa! Dimmi che non mi hai preso in giro, ti prego» mormoro.
«No, no… Ti amo, Maya. Ti amo ed è da tanto che non provavo un sentimento così vero e profondo per una donna».
Non capisco…
«Emily era mia moglie e James mio figlio. Questa foto risale a otto anni fa. Loro sono morti, Maya. Guidavo io quel giorno; un camion è finito addosso a noi. Solo io mi sono salvato».
Rimango immobile e impietrita.
Ho frainteso tutto; ho pensato subito al male senza credere che forse sotto potesse esserci qualcosa.
«Mi dispiace tanto» scoppio a piangere mentre lo dico e lo abbraccio con tutta la forza che ho.
«Mi dispiace che l’hai dovuto scoprire così. Li penso sempre ed è inutile negare che avranno un posto nella mia vita anche se adesso non sono qui con me»
«Non ti devi scusare, Rob. Non ti devi sentire in colpa e sono sicura che loro ti amano e sono orgogliosi di te. Perché non me l’hai detto prima? Ti avrei risparmiato queste accuse»
«Mi piace saperti gelosa. Comunque non te ne ho parlato perché volevo essere sicuro, Maya. Ho sofferto tanto e non riuscivo ad affezionarmi ad un’altra persona. Con te, però è stato diverso. È stato amore a prima vita e ti devo ringraziare» sussurra contro il mio collo.
«Per cosa?»
«Perché tu aprendo il tuo cuore mi hai salvato dalle tenebre»
«La stessa cosa hai fatto tu, amore».
Lo abbraccio e per un po’ rimaniamo così a bearci delle piccole cose belle della vita. Capisci che essa è un qualcosa di veramente prezioso quando ti accorgi che intorno a te la gente muore, si ammala e chi resta in vita deve lottare per sopravvivere.
Sono grata a Dio di avermi fatto conoscere Robert e gli sono grata per permettermi di alzarmi ogni giorno con le mie gambe e perché ho una figlia bellissima in perfetta salute.
«Ti amo» mormora Robert dopo aver rifatto l’amore.
Questa volta ci siamo amati e coccolati come se fosse l’ultima volta. Noi sempre insieme…questo è ciò che conta.
Voglio godermi gli anni che mi rimangono con lui al mio fianco perché solo così posso continuare a sorridere. 



_________________ 

 

Ciao a tutti ^^' eccoci qua con l'ultimo capitolo di questa breve storia <3 Come già vi avevo anticipato ho deciso di farla breve perchè non voglio scrivere cose inutile...
Il senso era quello di farvi conoscere uno scorcio della vita di Maya e di Sophie <3 
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento :') Ci sarà soltanto l'epilogo la prossima settimana <3 
Grazie di cuore a tutte :3 <3
Gra 

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Capitolo 5
*** *I couldn't wish more* ***


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OPEN YOUR HEART TO THE FATE
 
*I couldn't wish more*
 
Epilogo

 
-Otto anni dopo-

 

 
«Prometto di amarti e onorarti sempre, in salute e in malattia finchè morte non ci separi»
«Adesso puoi baciare la sposa» pronuncia il pastore ed io mi sento svenire per l’emozione.
La mia bambina si sta sposando con Paul, il ragazzo con cui l’ho trovata a sbaciucchiarsi nei corridoi della scuola qualche anno fa.
Mi sono ricreduta su di lui; è un ragazzo fantastico e farebbe di tutto per lei. In questi otto anni Sophie si è laureata in medicina ed è diventata ancora più matura.
Paul, invece, ha preso le orme del padre diventando architetto. Hanno una vita meravigliosa insieme ed io sono davvero orgogliosa di loro.
Tutti si avvicinano ai neo sposini segno che la celebrazione è terminata. Mi sento come dentro una bolla; tutto intorno a me è sfocato. I miei occhi sono velati dalle lacrime e il mio cuore sta per scoppiare dalla gioia.
Sophie ride ed io sono felice. È così che un genitore dovrebbe vivere? Grato alla vita e al Signore per il dono che gli ha fatto.
«Nonna nonna ci sei?» guardo in basso e mi concentro sulla mia bellissima e stupefacente nipotina che mi tira dal braccio impaziente. Eccola l’altra mia gioia più grande.
Si chiama Elizabeth ed ha quasi quattro anni. Eh già… mia figlia è rimasta incinta mentre ancora andava a scuola e ha deciso con il mio appoggio di non abortire.
Se penso che questa piccola creatura riccia, castana e con gli occhietti verdi e vispi non ci sarebbe potuta essere una fitta al cuore mi fa tremare.
È di una dolcezza infinita ed è amata e viziata da tutti, ovviamente.
«Sì amore. Vuoi andare da mamma e papà?» le chiedo conoscendo già la risposta.
Lei infatti annuisce e si alza.
«Nonno vieni anche tu?»si sporge e guarda la persona che ho accanto.
Se da un parte ho una delle tante ragioni per continuare a vivere, a destra ho l’amore della mia vita.
Robert.
«Certo, amore. Andiamo a dare gli auguri a mamma e papà».
Ci siamo sposati poco prima che nascesse Eli e non potrei essere più felice di così.
Tutti i giorni ci guardiamo negli occhi come se fosse sempre la prima volta e anche quando facciamo l’amore c’è un’intensità e un amore tra di noi da mettere i brividi.
«Maya tutto bene?» mi chiede posizionandomi una mano dietro la schiena.
«Sono solo emozionata» ammetto ridendo e tirando su con il naso.
«è normale, tesoro. Ti ricordi quando è nata Eli quanto ho pianto?»
«Sì e ti ricordi quante lacrime ho versato io quando ho saputo che sarei diventata nonna o quando mi hai chiesto di sposarti?»
«Come potrei dimenticare quei momenti?» alza un dito mentre lo dice e mi asciuga le ultime lacrime rimaste sul mio viso.
«Ti amo»
«Ti amo anche io, Maya».
«Uffaaaaa. Andiamo, dai» mia nipote mi tira dalla mano mentre io e il mio sposo scoppiamo a ridere.
Eli si catapulta praticamente tra le braccia di Sophie ed io non posso che essere ancora più grata al Signore.
Sembrerò banale ma è così che mi sento in questo momento.
«Auguri piccola mia» bacio mia figlia nelle guance mentre lei mi abbraccia con tutta la forza che possiede.
«Ti voglio bene mamma. Grazie di tutto» mormora al mio orecchio.
Il mio cuore si scioglie; è una cosa assurda il bene che un genitore possa provare verso un figlio.
«Non mi devi ringraziare. Adesso fammi abbracciare il mio genero preferito» le dico guardando Paul.
«Ah, grazie Maya. Sono l’unico genero, è normale» borbotta lui ridendo. Io gli faccio l’occhiolino e mi congratulo con lui.
Quando è il turno di Robert il mio cuore inizia a battere ancora più veloce perché vederli insieme è una cosa alquanto incredibile, bella e soddisfacente.
«Auguri piccola» le dice lui baciandole le guance.
«Grazie papà».
Eccolo il momento più elettrizzante e toccante. Quando lo chiama papà potrei sciogliermi come neve al sole.
Prepotentemente il ricordo di Sophie che pronuncia quella semplice parola mi ritorna in mente facendomi sorridere.
 
Quando Sophie prese il diploma con il massimo dei voti decidemmo di regalarle una vacanza in Italia. Volevamo che andasse da sola con Paul perché già da allora sapevamo che fosse un bravo ragazzo.
Lei non si aspettava tutto ciò e quando vide i biglietti con destinazione Firenze scoppiò a piangere.
Eravamo seduti a tavola; io e Robert da una parte lei dall’altra.
«Voi mi avete regalato un viaggio di due settimane in Italia?» ci chiese sbalordita.
«Sì, piccola. Te lo sei meritata» le dissi mentre il mio compagno annuì solamente.
Sophie cominciò a saltare per tutta la casa eccitata e contenta.
«Non ci credo» continuava a dire mentre noi la guardavamo contenti che la sorpresa le fosse piaciuta.
«Grazie mamma» mi venne incontro e mi baciò sulle guance.
«Grazie papà» disse a Robert mentre lo abbracciava.
Lui rimase immobile perché non si aspettava di certo un ringraziamento del genere, poi quando capì che lei lo considerava davvero un padre si sciolse e ricambiò l’abbraccio.
Aveva gli occhi lucidi.
Non potrò mai dimenticare quell’attimo; il momento in cui diventammo una famiglia.
 
Robert si è affezionato a Sophie da subito e anche lei non è mai stata contraria al nostro rapporto. Anche quando avevo deciso di andare a vivere da lui, lei non mi aveva detto niente.
Era contenta per me ed io lo ero, davvero.
Peter ogni tanto si fa sentire ma, non si è mai presentato alla mia porta. Mia figlia l’ha invitato al matrimonio ma lui non se l’è sentita di venire.
Ed è per questo che è stato Robert a recarla all’altare o a pagare metà spese.
Per lui è sua figlia ed è normale preoccuparsi per lei.
Finalmente posso vivere il resto della mia vita con una persona al mio fianco che mi ama, che mi tende la mano se ho bisogno e che mi consiglia senza mai giudicarmi.
Lo amo con tutto il cuore e ringrazio il destino per avermelo fatto conoscere.
Non potrei desiderare di più.




______________________    


 

Ci siamo gente ç.ç è arrivato il momento di cliccare su quel tasto che dice "completa". Ebbene sì, anche questa storia è conclusa. Mi sono affezionata a Maya, Robert e a Sophie nonostante la storia sia stata corta corta. Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito, messo la storia tra i vari gruppi o solamente letto in silenzio. Ringrazio le mie amiche mi hanno spronata ad andare avanti :3 
Grazie di cuore a tutti :3 
Se vi andasse di seguirmi e parlare con me io sono qui
"GraStewEfp"
Un grande bacio a tutte <3
Gra

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