Just 50 little things.

di _Eileen
(/viewuser.php?uid=121926)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tazza ***
Capitolo 2: *** Fotografia ***
Capitolo 3: *** Karma ***
Capitolo 4: *** Ninfea ***
Capitolo 5: *** Stampella ***
Capitolo 6: *** Ombrello ***
Capitolo 7: *** Freschezza ***



Capitolo 1
*** Tazza ***


 

 

 

Punto Primo: Fatti suggerire cinquanta parole.

Punto secondo: Scegli un fandom e una coppia.

Punto Terzo: Spremiti le meningi.

Punto Quarto: Pubblica una raccolta.

 

 

 

 

 

{ Uno ; Tazza }

 

Rating: Verde

Genere: Comico, Generale, Slice of life

Avvertimenti: Flash-fic, Future!Fic

 

 

«Non voglio!» La bimba gonfiò le guance stizzita, sbattendo i piedi per terra dalla rabbia. Aveva solo cinque anni, ma di sicuro sapeva farsi notare -e intendere- dagli adulti.

«Mi dispiace che tu non voglia, ma è per il tuo bene!» la rimproverò la madre, legandosi poi i lunghi capelli biondi in una coda alta, cosa che era solita fare quando era nervosa. Tutte le volte la stessa storia; in fondo Winry era anche un po' stanca di dover ripetere lo stesso teatrino tutte le mattine, sapendo bene poi quale sarebbe stato l'esito.

«Mamma! Ma proprio non mi piace! Fa schifo!» si lamentò la figlia, arricciando il nasino contrariata. Quel giorno la madre era più irremovibile del solito. Quanto avrebbe desiderato che zio Al fosse lì con lei, così da poter trasmutare quella misera colazione in qualcosa di migliore, pensò la bambina, lasciandosi abbandonare con la testa sul tavolo.

«E se andassi a chiedere a papà il suo parere?» chiese poi, speranzosa.

«Tuo padre è fuori discussione» tagliò corto Winry, non potendo però fare a meno di sorridere. «Era proprio come te... Anzi, vagli a chiedere quali sono le conseguenze... Non credo che tu voglia essere chiamato fagiolino, no?»

La bimba scosse la testa inorridita, ma ancora non del tutto convinta.

«Adesso fai la brava» riprese Winry, scompigliando i capelli biondi della figlia «e sei vuoi crescere, bevi la tua tazza di latte, una volta ogni tanto»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E così approdai anche su questo fandom. Non so bene cosa mi sia preso, sinceramente, o perché mi sia andata a impelagare nell'impossibile missione di scrivere cinquanta shots. Ma, si sa, la Edwin può tutto. :D Prima pubblicazione di prova con una piccola futur!fic, spero vi piaccia! Dato che gli argomenti varieranno abbastanza da una fic all'altra, ho deciso di mettere un breve sunto degli avvertimenti e varie all'inizio di ogni capitolo...
Well, non penso ci sia altro da dire. Addio :D
Ringraziamenti speciali a SofiaElric, che anche se da secoli non si fa più viva su Efp, mi ha fatto conoscere quella meraviglia che è FMA, e naturalmente alla mia mela Biggì, che ha avuto la pazienza di suggerirmi tutte e cinquanta le parole.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Fotografia ***


 

 

 

{ Due ; Fotografia }


 

 

Rating: Verde

Genere: Introspettivo

Avvertimenti: One-shot, Missing Moments,

 

 

[Pictures of you, pictures of me
Hung upon your wall for the world to see
Pictures of you, pictures of me
Remind us all of what we used to be

~Pictures of you ; The Last Goodnight]

 

 

 

 

Quanto tempo era passato dall'ultima volta che si erano visti?

Winry si poneva ogni giorno la stessa domanda, ormai. Da quando si alzava la mattina, quando faceva colazione, quando aiutava i clienti occasionali a sistemare i propri automail, fino alla sera quando si coricava, il suo pensiero era uno solo: da quanto tempo Ed e Al non si facevano vivi e non andavano a trovarla?
Non era mai stato un grande problema per lei, era abituata a vedere i due fratelli molto di rado, benché fossero i suoi migliori amici, e non poteva capire come mai, solo adesso, di punto in bianco, avesse nostalgia di loro.

 

Quella sera era particolarmente nostalgica. Non era un giorno speciale, né era successo qualcosa che le potesse ricordare la lontananza dai ragazzi, semplicemente sentiva uno strano vuoto dentro di sé. Un vuoto colmato solo dalla pesantezza della tristezza. Si alzò dal letto sul quale era sdraiata da ore senza riuscire a prendere sonno e meccanicamente cominciò a scendere le scale in silenzio, i piedi scalzi che attutivano il rumore dei suoi passi. Non sapeva bene dove stesse andando, stava solo seguendo ciecamente il suo istinto.

Dopo pochi minuti si ritrovò davanti al cartellone di sughero nell'atrio, a rimirare le fotografie che anno dopo anno erano state attaccate lì da lei e da sua nonna Pinako.

Si alzò sulla punta dei piedi per prendere quelle più vecchie, lasciando che la leggera coperta che si era portata dietro cadesse silenziosamente a terra. Winry amava quelle fotografie, benché non ce ne fossero abbastanza per raccontare una vita; saranno state al massimo una ventina, attaccate al cartellone con puntine da disegno di diversi colori.

 

La foto che Winry aveva preso era indubbiamente una delle sue preferite. Lei, all'età di cinque anni, sorridente al centro, stava costringendo Ed e Al a farsi fotografare con lei; le sue labbra si incresparono proprio come la sua versione bambina che aveva tra le mani, quando vide il visino contrariato di Ed.

Man mano che la notte continuava, Winry si ritrovò a rimirare tutte le immagini che avevano segnato la sua infanzia, benché riimmergersi nei ricordi non faceva che aumentare la tristezza che c'era in lei quella sera. Non sapeva definire bene una fotografia. Erano una magia più potente dell'alchimia, forse addirittura della meccanica. Quelle arti, servivano, dopotutto, a cambiare e modificare le cose a proprio piacimento, mentre la fotografia era immutabile, e lo stesso erano le immagini che ci erano impresse sopra.

 

Winry arricciò il naso sorpresa, quando trovò un minuscolo quadratino bianco nascosto con dello scotch sotto una foto del cane, Den. Lo staccò pian piano e lo girò, accorgendosi con un sorriso che si trattava di una fotografia di Ed. Si lasciò scappare una risatina, che placò subito per evitare di svegliare la nonna, ricordandosi immediatamente tutta la storia dietro quel piccolo pezzo di carta.

Winry si ricordò di averla scattata una mattina d'Agosto, poco dopo che i fratelli erano tornati dall'addestramento con una certa Izumi Curtis.

La ragazza si era accorta qualche giorno prima che le mancavano foto dei suoi due migliori amici ormai undicenni, e non voleva sprecare un attimo di più per aggiornare il suo cartellone. Al si era fatto fotografare più volte con entusiasmo, ma il maggiore si era rifiutato categoricamente; non era dell'umore giusto, e credeva che fermare per sempre su carta un momento ormai passato fosse sostanzialmente stupido.

La ragazzina aveva quindi aspettato e aspettato, nascosta dietro un masso, finché non era riuscita a catturarlo per sempre nel suo obbiettivo della macchina fotografica. Sapendo però quanto fosse suscettibile Ed, non gli aveva detto nulla, e aveva nascosto quella sua preziosa foto. Nessuno poteva vederla, ma Winry sapeva benissimo che quella era lì.

Ora, a distanza di anni, si era completamente dimenticata di quel suo piccolo segreto. Sospirò, continuando a guardare la piccola immagine tra le sue dita, immergendosi nuovamente nei ricordi.

 

Dopo dieci minuti, Winry era distesa nel letto, profondamente addormentata, senza più pensieri o ricordi tra la testa, con quella piccola fotografia clandestina sotto il cuscino, a tenerle compagnia.

 

 

 

 

 

 

 

Secondo capitolo della raccolta! :D
Per quanto “fotografia” possa essere una parola semplice da trattare, non sono pienamente soddisfatta del risultato, quindi, boh, ditemi voi se ho fatto un pastrocchio.
Diamine, spero di no. XD
Oh, e naturalmente grazie mille a coloro che mi hanno recensito il primo capitolo :D

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Karma ***


 

 


{Tre ; Karma}
 

 

Rating: Verde
Genere: Commedia, Generale
Avvertimenti: Missing Moments, Flashfic



 

Edward Elric era fiero di sé stesso quando lo chiamavano un “grande alchimista”. Forse interpretava il complimento da un punto di vista dell'altezza più che della bravura, ma in ogni caso era decisamente soddisfatto.
Perciò, naturalmente, da arrogante quale era, credeva che le nozioni che aveva imparato nell'ambito dell'alchimia potessero essere rilette in chiave morale, scientifica etica o quant'altro in qualunque altra disciplina e scienza.
La sua branca preferita dell'alchimia era decisamente il cosiddetto “principio dello scambio equivalente”; dare qualcosa per ottenerne in cambio un'altra di egual valore: aveva testato sulla propria pelle quanto questo fosse vero. Col passare degli anni, però, si era rivelato molto utile, soprattutto nelle dispute con Alphonse.
Così, ovviamente, quando si era imbattuto per la prima volta nella parola “karma” era sicurissimo che anche questa rispettasse quelle perfette e indissolubili leggi che stavano alla base del suo principio alchemico preferito. Il karma era la sostanza stessa del principio causa-effetto: ogni azione ne provocava un'altra e così via. Se agivi in modo sbagliato, il karma si rivoltava contro di te e ti infliggeva una punizione pari al danno commesso.
Non si trattava di una qualche divinità o di un castigo venuto dai cieli, semplicemente Edward credeva che la natura stessa mutasse e si conformasse all'equivalenza perfetta che reggeva tutto il mondo. Ma, come si sa bene, ogni legge o principio ha la sua eccezione, chiamata anche punto debole.
Edward scoprì ben presto questa pecca nella sua perfetta teoria; una pecca dal carattere difficile, lunghi capelli biondi e dal nome... Winry.
«ELRIC! Dove ti sei nascosto?!» L'urlo fece addirittura tremare i muri, al che Eward si nascose ancora di più nel piccolo rifugio che aveva trovato per sfuggire alle grinfie della sua isterica meccanica.
«Guarda come ha ridotto il suo automail! Ci sono ben tre graffi... Non ha proprio rispetto per gli altri...» Il giovane alchimista sentì il borbottio sommesso della ragazza che passava al setaccio la casa per cercarlo e impartirgli una bella punizione. Sospirò.
Winry decisamente non seguiva le regole auree del perfetto principio alchemico; quei tre miseri graffi erano niente in confronto alla sfuriata che stava imbastendo la bionda.
«AH-AH! Eccoti qui, piccolo usurpatore della fatica altrui, finalmente ti ho trovato! Adesso te la dovrai vedere con me!»
No, forse il karma non c'entrava nulla con principio dello scambio equivalente.

 

 

 

 

 

Salve! Finalmente sono riuscita a pubblicare anche
il terzo capitolo, e mi scuso per il ritardo ._.
karma” mi ha messo un po' nei casini come parola, però...
Spero si capisca il concetto :D
Ancora grazie infinite a chi ha recensito il primo capitolo e l'ha addirittura messo
tra le seguite/preferiti
*w*  Eileen

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ninfea ***


 

 

{ Quattro ; Ninfea }

 

Rating:Verde
Genere: Slice of life, Speudo-fluff
Avvertimenti: Little!Ed/Winry/Al

 


«Ricordatevi del compito per domani bambini, è molto importante e chiederò l'opinione a tutti voi!»
Ed sbuffò sonoramente, mandando un'occhiataccia in direzione della maestra raggiante di fronte a lei, che stava accompagnando i suoi alunni all'uscita della classe. Ormai erano grandi, perché dovevano assegnargli compiti così stupidi? Lui, che era già un asso nell'alchimia, non poteva certo perdere tempo con queste scempiaggini per poppanti.



 

«E' inutile che te la predi così, fratellone! Non c'è mica niente di male» cercò di farlo ragionare Alphonse un'ora dopo, quando finalmente l'aveva convinto ad andare con lui e Winry sulla riva del lago. «A me piace molto il compito che ci ha dato la maestra» continuò sinceramente, ottenendo come risposta l'espressione sbigottita del maggiore.

«A me per niente!» si lamentò quest'ultimo, incrociando le braccia e sbuffando come un bambino capriccioso. «Sii sincero, non preferiresti essere a casa a studiare per bene l'alchimia? Così un giorno riusciremo davvero a...» si interruppe, non volendo lasciar intendere ad orecchie indiscrete il grande tabù che avevano intenzione di compiere.

Alphonse ci pensò su per un attimo «Sì, anche io preferirei studiare alchimia, ma anche questa attività non mi dispiace» decretò con un sorriso «Fratellone, ogni tanto bisogna uscire un po' all'aria aperta!»

«Ehi, voi due, vi date una mossa o no?» la voce squillante di Winry li risvegliò dai loro pensieri e si avviarono -uno sorridendo, l'altro sbuffando- verso il bordo del lago dove la ragazza li stava aspettando.



 

«Al, quale è il tuo fiore preferito?» chiese gioiosa la bambina al minore dei fratelli, ripetendo le parole della maestra quella mattina.

«Non saprei con precisione» rispose lui, togliendosi le scarpe e assaggiando coi piedi l'erba fresca e morbida del prato. «Ma credo il ranuncolo. Il lago ne è pieno» disse con un sospiro, indicando la massa gialla e bianca che predominava sullo specchio d'acqua a qualche metro da loro. «Penso perché in fondo, anche se sembrano tutti uguali, ognuno è diverso dall'altro, solo che a questa distanza noi non ce ne accorgiamo. Scommetto che se fossero persone avrebbero ognuno una personalità diversa dall'altra. E per te Winry? Quale è il tuo fiore preferito?» disse con sorriso dopo un po', conscio del silenzio imbarazzante che era calato tra di loro.

«Fino a qualche momento fa credevo il giglio, ma a vedere il lago mi sono resa conto che mi piacciono molto di più queste» disse la bambina vivace, allungandosi verso l'acqua e prendendo delicatamente in mano un grande ninfea bianca. «E per te Ed?»

Il bambino alzò lo sguardo annoiato, parlando per la prima volta dopo molto tempo di silenzio. «Ti ho già detto che secondo me questo è un compito idiota, io non ho un fiore preferito punto e basta»

«Beh, allora scegline uno!» si infervorò Winry, mettendosi a sedere sulle ginocchia e squadrando dall'alto in basso il biondo sdraiato accanto a lei «Sennò la maestra si arrabbierà»

«Chissenefrega»

Lei gonfiò le guance, contrariata, ma non replicò nuovamente. Si girò poi verso Alphonse, guardando di sottecchi Ed e sorridendogli con aria di sfida. «Al? Andiamo a fare un bagno nel lago, Edward ci raggiungerà quando avrà finito» ridacchiò lei malefica, prendendo per un polso il fratello minore e lanciandosi nell'acqua gelata senza nemmeno togliersi i vestiti.




 

Solo dopo dieci minuti, Edward si era decisamente stufato di stare lì a non fare niente e a sentire gli schiamazzi felici dei due che giocavano nell'acqua per conto loro. Aveva provato a raggiungerli, dicendo con un tono cantilenante che aveva scelto il suo fiore preferito, ma Winry non gli aveva creduto e l'aveva rispedito sul bordo del lago, solo e arrabbiato.

Ed si strinse le ginocchia al petto, e lo sguardo gli cadde sulla ninfea bianca che la ragazza aveva colto poco prima. Quello era il fiore preferito di Winry. Il biondo si sporse appena in avanti e lo prese tra le mani, accarezzando gentilmente i petali ruvidi e ancora bagnati, increspati da qualche venatura rosea al centro. Edward non era un esperto di botanica, e non si era mai interessato ai fiori, ma dovette ammettere che quello lo aveva particolarmente colpito. C'era però qualcosa che non lo convinceva. Edward si rigirò l'oggetto più volte tra le dita, cercando di capire che cosa non andasse bene e poi, finalmente, capì: era il colore. Per quanto potesse essere bello il fiore, quel bianco spento gli dava un'idea di tristezza e di sciupato. Ed appoggiò con delicatezza il fiore ormai stropicciato su una pietra lì vicino, e dopo aver tirato fuori un piccolo gessetto dalla tasca, cominciò a disegnarci intorno un equivocabile cerchio alchemico. L'avrebbe trasmutato. Avrebbe trasmutato quel piccolo fiore e gli avrebbe donato un colore migliore, così da poter dire di aver trovato anche lui il suo fiore preferito. Si guardò intorno con circospezione, sperando di non essere visto né da Al, né tantomeno da Winry. Prese un bel respiro, e unì le mani con solennità.

Dopo pochi secondi, al posto della fiappa ninfea bianca ce ne era una grande il doppio, bella e rigorosa, di un affascinante colore blu mare.

«Ed! Cosa fai lì tutto solo?» Winry lo raggiunse in fretta, sorridente e bagnata da capo a piedi, con Al che gli correva faticosamente dietro. «Dai, stavo solo scherzando prima, non te la prendere... Accidenti! Che cosa è quella?» la bambina indicò incredula il fiore che Edward aveva cercato inutilmente di nascondere dietro la schiena.

«Mh, cosa? Niente!» scattò subito lui sulla difensiva, ma Winry fu più veloce; con uno scatto da felino gli saltò alle spalle e gli sfilò di mano l'oggetto clandestino.

Quando la bambina si portò il fiore vicinissimo alla punta del naso, Al ridacchiò, accorgendosi che non c'era nessuna differenza tra il colore di dei petali e gli occhi degli della ragazza. Era incredibile la memoria che aveva il fratellone per ricordarsi una così particolare sfumatura di blu e saperla riprodurre alla perfezione.

Ed arrossì violentemente.

«Forza Winry, andiamo, non stare lì impalata, è solo uno stupidissimo fiore!» balbettò lui, cercando un qualunque espediente che lo tirasse fuori da quella scomoda situazione.

«Ed si vergogna di dire che ha preso spunto per il colore della ninfea da quello dei tuoi occhi, Win» spiegò semplicemente Alphonse, con un sorriso sincero sul volto. Il fratello gli lanciò un'occhiataccia gelida, non era da lui fare così. Ma, sicuramente, se Al faceva qualcosa, c'era una buona ragione alle spalle, e non avrebbe mai fatto nulla per cattiveria.

«Preso spunto...? Vuol dire che l'hai fatta tu? L'hai trasmutato tutto da solo?» chiese ammirata la bambina, sgranando gli occhi nei quali non si riflettevano i petali del fiore che aveva in mano.

«Non ci vuole molto a fare una trasmutazione del genere...» cominciò il biondo, che, per quanto amasse le lodi, in quel momento si sentiva troppo imbarazzato per riceverne una.

«Secondo me invece sei un grande alchimista. Diventerai bravissimo!» decretò lei, sporgendosi verso il bambino e poggiandogli le labbra morbide su una guancia, per poi allontanarsi in fretta in direzione di Resembool, con un piccolo sorriso compiaciuto sul volto.

Mentre la guardava allontanarsi, Ed pensò che forse, in fondo, da quel momento, pure lui poteva dire di avere un fiore preferito.

 

 

 

 

Eh. Mi scuso per il terribile ritardo,
ma questa settimana è stata terribile
e non ho davvero avuto tempo per scrivere.
Finalmente sono riuscita a pubblicare qualcosa di più lungo.
Dove per la prima volta Ed e Win si parlano xD
Wooray! Beh, spero che vi piaccia.
_Eileen

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Stampella ***



{ Cinque ; Stampella}

 

Rating: Verde

Genere: Generale, FamilyFluff (?)

Avvertimenti: Future!fic

 

 

Winry gemette. Il dolore era tornato di colpo più forte del previsto, prendendola alla sprovvista. Si sedette lentamente su una poltrona in salotto, mordendosi la lingua e appoggiando la gamba dolorante sulla pila di cuscini. Erano giorni ormai che non si alzava da quella sedia, se non per andare in bagno o chiudere la finestra quando lo spiffero freddo diventava troppo fastidioso.
Win? Sei qui?” Edward entrò tranquillamente nella stanza, stringendo tra le mani una tazza di caffè bollente. Lei sbuffò adirata: “Dove vuoi che sia andata, in queste condizioni?” ma si sciolse poi in un tenero sorriso quando si accorse che il biondo le stava porgendo una tazza di rigenerante liquido nero. Winry bevve lentamente il suo caffè -fin troppo dolce per i suoi gusti- cercando di evitare lo sguardo di Ed che sentiva gravare sulla propria nuca: era tutto così imbarazzante!
Suvvia” sogghignò lui dopo un po' “E' solo una gamba rotta, ci passano tutti prima o poi”.
Solo perché, in un certo senso, ci sei passato tu non vuol dire che debba ess-”. Purtroppo, dal momento che Edward si era sporto su di lei e l'aveva baciata con passione, ridando vita a quelle labbra screpolate, la donna non riuscì a completare la frase. 'Il suo caffè era più amaro del mio' fu l'unica cosa che riuscì a pensare, una volta che si furono separati.
Allora, ci hai pensato?” riprese lui con noncuranza un attimo dopo, riprendendo a bere il suo caffè nero e guardandola nuovamente di sottecchi. Winry si lasciò sfuggire un sospiro; quanto poteva essere cocciuto?!
Te l'ho già detto, la risposta è no” rispose lei dura, marcando con particolare enfasi l'ultima parola.
Edward roteò gli occhi e, per l'ennesima volta quella settimana, mise in chiaro la sua posizione.
Mi vuoi spiegare perché, almeno? Secondo me sarebbe perfetto per te! Andiamo, ti posso assicurare che un auotomail risolve parecchi problemi; certo, ha bisogno di manutenzione... spesso” e qui lanciò un'occhiata molto eloquente alla moglie “... ma per te non ci saranno problemi! Potrai aggiustarti il tuo automail da sola, come e quando vorrai; non mi sembra così terribile!”
Forse per la prima volta Winry capiva davvero le intenzioni di Ed: non voleva essere l'unico in casa con una gamba d'acciaio!? La ragazza ridacchiò. Certo, se era questo il motivo, agli occhi suoi il biondo non sembrava né arrogante né cattivo, solo... stupido.
Comunque stamattina, mentre dormivi, è arrivato il dottore e ha portato... quella cosa” Winry lo fissò interdetto. “Di che diamine...”
Hai capito benissimo di che cosa sto parlando!” si agitò lui, appoggiando con decisamente poca grazia la tazza ormai vuota sul tavolo. “Quella cosa che... riabilitazione... tu... camminare”
Puoi piantarla di balbettare e dire frasi sconnesse?” ridacchiò lei
Sai, Win, sarebbe stato davvero bello se tu avessi accettato la mia idea di amputarti la gamba e metterti un automail” mormorò lui sconsolato, ma conscio di aver chiesto qualcosa di impossibile. “Semplicemente non mi abituerò mai al fatto di vederti con un paio di stampelle



 





Eccomi! ^--^
Mi scuso terribilmente  per il mio ritardo, ma in questo periodo
non ho avuto prorpio il tempo per scrivere! D:
Intanto ho aggiornato con questa piccola flash-fic
ma nel corso delle vacanze spero di riuscire a scrivere
anche delle one-shot più corpose :D
Comuqnue, spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se
ho la paura terribile di essere andata OOC >.<
Au revoir!, _Eileen

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ombrello ***




{ Sei ; Ombrello }



 

 

L'inverno era ormai alle porte. Ogni mattina il vento soffiava frizzante e gelido, sbattendo le finestre semiaperte delle piccole case di Resembool. Piccole chiazze di ghiaccio e brina si potevano trovare ai cigli delle strade, e tutti i bambini le indicavano entusiasti, tirando le proprie madri per la mano, urlando «La neve! La neve!»

«Sembra proprio che stia per nevicare» il mormorio di una bambina affacciata alla finestra rimbombò amplificato dieci volte nella stanza deserta, ma purtroppo nessuno era lì a sentirla.

Le nuvole grigio chiaro oscuravano il cielo, rendendo l'alba di quel nuovo giorno spenta e priva di vita, racchiudendo la città in una cappa chiusa dalla quale era impossibile fuggire. Molti abitanti si lamentavano del brutto tempo di quell'ultima settimana, e i più fantasiosi attribuivano quella sfortuna ad uno spirito maligno che aveva posto posto la propria nuvola malvagia solo sopra la piccola cittadina di Resembool.

Purtroppo, a discapito dell'immaginazione di questi pochi, le nuvole si erano espanse per tutta l'area nord-est di Amestris, catturando l'attenzione e il malcontento di tutti.

Solo un ragazzo sembrava non interessarsi al tempo e alla presunta nevicata imminente. Benché fosse appena l'alba, era seduto già da diverso tempo sulla terra fredda e umida, apparentemente estraneo al mondo che lo circondava e concentrato solo sul suo obbiettivo.

La lapide davanti a lui era fredda e cerea. Nonostante fosse la più recente in quel piccolo cimitero, si era già uniformata alle altre, quasi volesse dire “Sono in ritardo, ma mi posso rimettere in pari in fretta!”, tanto era consumata dal freddo e dalle intemperie. E, sì, probabilmente consumata anche dagli sguardi avidi del figlio che, come tante altre mattine prima di quella, era stato ore lì davanti a fissare quella misera pietra grigia per ore.

Portandosi il pollice alla bocca e cominciando a mordicchiarsi l'unghia, Edward si chiedeva se avesse dovuto portare qualcosa per abbellire la tomba della madre. A parte questo, la sua mente era vuota, sgombra, pulita, ormai priva di quei complicati ragionamenti filosofici di qualche mese prima: era giusto quello che era successo? Perché proprio a lui? Lui e suo fratello non avevo mai fatto niente di male...

Sentì l'acqua rimbalzargli sulla nuca e alzò lo sguardo verso il cielo nero, guardando piccole gocce di pioggia, convergenti in un lontano punto all'infinito, avvicinarsi sempre di più, sempre più veloce verso di lui, schiantandosi sulle sue guance fredde e lisce e poi rotolar giù, sul mento, sul collo.

«Stupido Al, glielo avevo detto che era troppo caldo perché nevicasse» mormorò in un sussurro appena accennato, che sfumò col rumore della pioggia sulla ghiaia.

Il cielo non parve interessarlo ulteriormente e il bambino si girò di nuovo verso la lapide, stringendo le gambe al petto e lasciandosi bagnare da quella pioggia fredda.

 

 

 

La bambina staccò il naso dal vetro appannato, arricciandolo in una smorfia «E io che ero sicura che nevicasse... invece c'è solo pioggia, pioggia, pioggia!» sbuffò stizzita, incrociando le braccia al petto contrariata. Girò di scatto lo sguardo verso la stanza dove si trovava, lasciando che i capelli, legati con cura in due lunghe code di cavallo, ondeggiassero leggermente, formando un lieve vento intorno a lei.

Sospirò affranta. Né la nonna né Al avevano partecipato a quel suo piccolo teatrino e nessuno era lì a confortarla.

Era insolito per lei essersi svegliata così presto, ma dei rumori sospetti quella mattina l'avevano fatta destare di soprassalto. Aveva setacciato la casa preoccupata, temendo che qualche delinquente fosse riuscito ad entrare, ma tutto quello che aveva trovato era stato il letto di Edward vuoto. Una volta affacciatasi alla finestra, l'aveva visto camminare silenziosamente per il vialetto di casa, con le mani in tasca e un aria corrucciata.

«Edward!» la ragazza sussultò, urlando il nome del ragazzo come se si fosse svegliata da un brutto sogno, portandosi un secondo dopo una mano alla bocca, nel timore di aver parlato a voce troppo alta.

«Edward» ripeté in un sussurro, stringendosi nelle spalle e mordendosi il labbro inferiore pensierosa.

 

 

 

Anche se la pioggia si stava pian piano trasformando in un temporale, l'idea di prendersi una bronchite non turbava minimamente il giovane Edward, seduto nella solita posizione da ormai diverso tempo.

Niente l'avrebbe distratto dai suoi pensieri, niente l'avrebbe distratto dal crogiolarsi nei ricordi di sua madre, niente...

Improvvisamente, la pioggia cessò. Volgendo lo sguardo di lato, però, il biondo si rese conto che la pioggia era sempre lì, che cadeva incessante sul terreno, formando pozzanghere profonde. Anche il rumore tipico di un acquazzone non se ne era andato, anzi, sembrava quasi più forte, come se le piccole gocce rimbalzassero su una nuova superficie, come se...

Alzando di nuovo lo sguardo verso il cielo, Edward si ritrovò a fissare il complicato meccanismo di aste e tela di un ombrello.

Silenziosa, immobile, quasi invisibile, Winry era seduta alla sua destra e teneva l'ombrello in modo che coprisse entrambi, fissando intensamente la pietra grigia, proprio come se volesse dire “Fai come se non ci fossi, Ed”

Il biondo all'inizio la fissò incredulo, arricciando il naso confuso, ma dopodiché si sciolse in un sorriso genuino, ritornando a fissare la lapide e abbandonando il capo sulle ginocchia, senza lasciare però che quel piccolo momento di felicità sparisse dalle sue labbra.

 

 

Dietro le nuvole tempestose, pian piano il sole si alzava sempre più in alto, invisibile a tutti, finché non riuscì ad aprirsi un varco tra una nuvola e l'altra, disperdendo i suoi raggi per tutta la collina.

Anche la pioggia pian piano cominciò a diminuire, lasciando solo piccole gocce sugli alberi, che lentamente e silenziosamente cadevano al suolo, increspate dalla luce del sole di mezzogiorno.

Edward si alzò. Respirò a pieni polmoni l'aria fresca di erba bagnata che impregnava tutto il cimitero in quel momento, e, senza nemmeno guardarla negli occhi, parlò alla bambina bionda ancora accovacciata sul terreno bagnato. «Vieni Winry, torniamo a casa»

Lei si alzò, stranamente silenziosa, e mentre cercava di pulirsi qualche macchia di fango dai vestiti, sentì delle braccia attorno alla vita e poi fu trascinata in un abbraccio contro il petto di Ed. Durò solo qualche secondo, ma bastarono alla ragazza per lasciarla frastornata, immobile, con gli occhi blu spalancati e le gote rosse per la vergogna.

Lui si staccò e corse via, lasciando l'amica più confusa che mai, sola, insieme all'eco di una parola che le aveva sussurrato all'orecchio poco prima di andarsene:

«Grazie»

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovo update prima di Capodanno :)
Un po' triste, a discapito dell'aria festosa
che in questi giorni c'è nell'aria, ma pace xD
Come sempre, grazie mille per le recensioni,
ma se c'è qualcosa che non vi torna non esitate a
farmelo presente! :)
Oh, in questo capitolo ho pensato di omettere il riassunto rating/avvertimenti ecc.
che c'era all'inizio negli altri capitoli, ma se lo preferivate,
lo rimetterò. XD Consideratelo un esperimento.
Mh, non so mai che dire in questi nda finali, quindi concluderò qui u.u
Buon Anno! :D

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Freschezza ***




{ Sette ; Freschezza }

 

 

 

Winry aveva cinque anni. Era entrata per la prima volta in quella che aveva chiamato “Stanza privata di mamma e papà”. La prima cosa che l'aveva colpita non erano stati gli strani strumenti presenti sui tavolini trasparenti, né le montagne di fasce ammonticchiate in un angolo e neanche la piccola credenza piena di farmaci e pasticche colorate, ma l'odore che impregnava tutto l'ambiente. Un odore di pulito, che la faceva sentire leggera e felice, senza che nemmeno lei sapesse bene il perché.

Un odore che sarebbe rimasto impresso nella sua mente per tutta la vita, ricordandole inevitabilmente quei pochi momenti passati coi genitori.

 

 

Winry era cresciuta. Erano passati sette anni dalla guerra col Padre e finalmente poteva godersi la sua vita privata in una grande casa in campagna, assaporando avidamente ogni momento che passava con Edward.

A dir la verità, era tutto proceduto con molta calma.

Solo dopo che il biondo era tornato dai suoi viaggi dall'ovest i due avevano cominciato a guardarsi con occhi diversi, consapevoli che stavano pensando entrambi a quell'ultimo loro sporadico saluto alla stazione qualche anno prima.

E, forse stufa di tutta quella tensione alla quale non era abituata e degli incredibilmente impacciati comportamenti dell'amico, si era finalmente fatta avanti lei per prima, appoggiando con grazia le proprie labbra su quelle del biondo, incurante del fatto che fossero all'aperto, davanti agli occhi di tutti.

Non si era mai chiesta che sapore avessero le labbra di Ed -non era decisamente il tipo di ragazza da farlo-, ma non si era mai aspettata che un gesto così semplice l'avrebbe fatta ritornare a quel caldo pomeriggio del 1904, quando era sgattaiolata nella stanza da lavoro dei suoi.

Era un po' imbarazzante dirlo, ma le labbra del biondo sapevano di dentifricio.

E Winry amava tutta questa freschezza.

 

Col passare degli anni, quando i baci di Winry si fecero sempre più insistenti, allo stesso modo aumentarono la tensione e l'imbarazzo di Edward, sempre più incredulo di tutte queste iniziative coraggiose da parte della ragazza. Così, con le gote rosse, la bocca di Edward si seccava sempre di più, diventando arida e asciutta e aumentando la vergogna del ragazzo nei confronti della bionda, che veniva privata per l'ennesima volta di quella dolce e fresca sensazione della quale amava il contatto.

 

Con questi pensieri in testa, Winry ridacchiava tra un bacio e l'altro e Ed non capiva.

 

 

 


 

Primo. Mi devo assoultamente scusare
per essere così in ritardo,
ma tra scuola e tutto, 
mi è stato particolarmente difficile scrivere.
A dir la verità,  il capitolo l'ho scritto più di una
settimana fa, ma non mi convinceva mai abbastanza
e ho passato un sacco di tempo a  limarlo/migliorarlo.
Tutt'ora non mi fa impazzire, ma penso che sia il meglio
che riesco a produrre xD
Ditemi voi che ne pensate, che le recensioni, sia positive che negative,
aiutano molto chiunque :D

p.s. Ringraziamenti speciali a quel figo di Pietro
che per questa volta ha fatto da sostituto
a Madama Ispirazione.  

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1331637