I will be your Prince and You will be my Princess

di heycalif0rnia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'll teach you to love again. ***
Capitolo 2: *** It's our house, now. ***
Capitolo 3: *** I'll read you a book. ***
Capitolo 4: *** Let's make a cake, together. ***
Capitolo 5: *** I want to go out today. ***
Capitolo 6: *** Happy Birthday Louis! ***
Capitolo 7: *** It's Christmas time. ***
Capitolo 8: *** "I want to be a singer!" ***
Capitolo 9: *** "Look! A little squirrel!" ***
Capitolo 10: *** Irresistible. ***
Capitolo 11: *** This is a story that I've never told. ***
Capitolo 12: *** I'm your Prince and You are my Princess ***



Capitolo 1
*** I'll teach you to love again. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 1

Megan guardava la strada, assorta nei suoi pensieri. Il vento creato dal passare delle macchine le scompigliava i lunghi capelli marrone, lisci senza l’uso di piastra. I suoi occhi color nocciola non smettevano di guardare un punto fisso indefinito. La notte era ormai inoltrata, per Megan era arrivata l’ora. Alla fine era una ragazza come tutte le altre, ma non per quanto riguardava il suo lavoro; doveva vendere il suo amore ad altri uomini, doveva vendere il suo corpo per pagarsi gli studi. Era frustata, era depressa. A volte abusava di alcolici per attenuare il dolore. Ma era inutile, ogni giorno si sentiva sempre più sporca e usata. Aveva cominciato anche a tagliarsi i polsi, perché pensava di non essere abbastanza per sé e per gli altri. Era la tipica “puttana” che viveva nelle strade, disprezzata da tutti.
Quella sera però la ragazza non avrebbe mai immaginato che la sua vita stava per cambiare.
Era uscita per l’ennesima volta, sempre con il suo fedele vestito corto e i suoi tacchi alti. Lei si ripeteva mentalmente “Se ai clienti piace non c’è problema. Più piacere provano, più denaro guadagno”. Una Range Rover nera si fermò al lato della strada, fermandosi davanti a lei. Megan alzò lo sguardo, per poi annegare negli occhi azzurri del ragazzo. Era abbastanza giovane e benestante, vista la scelta della macchina. Una delle ragazze che faceva questo “lavoro” assieme a lei si mise davanti a loro, per poi sedurre il ragazzo con qualche frase piccante.
«Scusami… Jane, giusto? Mi dispiace rifiutare la tua offerta ma io vorrei… lei.» Il ragazzo puntò il dito verso di Megan, facendo apparire sul viso di Jane una smorfia.
Imbarazzata, Megan salì in macchina. Il ragazzo accelerò improvvisamente, ritornando in strada.
«Come ti chiami?» disse il ragazzo con gli occhi azzurri, con lo sguardo concentrato sulla strada. Per Megan era la tipica frase per spezzare il silenzio che si era creato.
«Ti interessa?». Sempre con lo sguardo abbassato, la ragazza non smetteva di guardare le sue scarpe con il tacco. Alla sua domanda il ragazzo annuì. Lei sbuffò. «Sono Megan, Megan Dawson.»
«Io sono Louis Tomlinson.». Il ragazzo si fece scappare un piccolo sorriso, per poi aggiungere: «Ti piace il lavoro che fai?»
Megan era abbastanza sorpresa da quella domanda, ma rispose. 
«No, ma se voglio continuare gli studi devo farlo, anche se è uno dei lavori più sporchi che esistano.»
«E se io ti portassi via da qui e non ti costringessi a fare questo lavoro?». Megan a quelle parole rimase a bocca aperta, ma non voleva distogliere lo sguardo dalle sue scarpe.
«Te ne sarei grata a vita. Ma è impossibile.» disse lei, continuando a torturarsi le mani.
«Non è impossibile se vieni a vivere da me.» Le mani di Louis afferrarono più saldamente il volante, ma lui era ancora concentrato sulla strada.
«No, non posso accettare. Se questo è uno dei tuoi “diversi” tentativi di charme non attaccano.»
«Non è charme, è solo essere gentili.» disse Louis con il tono più tranquillo che poteva usare.
«Se lo dici tu… Non so’ neanche perché mi trovo in macchina a parlare con te in questo momento, dovrei lavorare.» Megan alzò il tono di voce.
«Io quello non lo chiamo lavorare.». Louis aveva risposto seccamente alla mora, zittendola. Infondo cosa poteva fare? Era la cruda verità.
Dopo un lungo minuto di pausa, Megan riparlò. «Non riuscirai a farmi amare come lo facevo prima…». Megan alzò lo sguardo da terra, guardando Louis e incrociando il suo sguardo.
«Ci proverò, ti aiuterò ad amare di nuovo. Probabilmente nessuno ti ha mai trattata come una principessa. Ebbene, da oggi tu sarai la mia principessa e io sarò il tuo principe












ecccomi di nuovo. sjfnjdfn
mi balenava l'idea in mente da tanto tempo
e ho deciso di postare un prologo/capitolo per vedere se a qualcuno piace...
questa volta i protagonisti sono louis e una ragazza di nome megan.
forse dopo entreranno in scena anche zayn, niall, liam e harry. 
ma non ne sono certa, non so' neanche se continuerò mai la storia.
quindi chi sarebbe interessato a seguire la storia recensisca e mi faccia sapere.

un bacio, Chiara.

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Capitolo 2
*** It's our house, now. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 2

La macchina di Louis si fermò davanti ad una grande villa. Megan rimase a bocca aperta davanti alla sua nuova “umile” dimora. Lei era costretta la maggior parte delle volte a dormire per strada o insieme al cliente della serata. Le sembrava surreale avere di nuovo un luogo da chiamare “casa”.
Louis scese dalla macchina e aprì la portiera a Megan, che scese sussurrando un timido «Grazie.». Saliti un paio di scalini Louis aprì il grande portone, lasciando di nuovo a bocca aperta Megan. Lei entrò titubante e barcollante per l’altezza esagerata delle sue scarpe.
Una villa stile Ottocentesco ma allo stesso tempo moderna era davanti ai suoi occhi. Il corridoio era composto da una scala che portava al secondo piano e da un grande lampadario di cristallo appeso al soffitto. Megan posò lo sguardo su un vaso antico alla sua destra. Notò che in quella direzione c’era il salotto e a sinistra c’era la cucina con rispettiva sala da pranzo.

«Vieni, ti faccio vedere la casa...». Louis, timidamente, prese la mano a Megan, mostrandole una a una le stanze della casa. Salirono anche al piano di sopra, dove Louis continuò il suo “giro turistico”.
«Questo è il bagno, questa la mia camera, questa invece la tua…» disse, aprendo la porta color panna. Era davvero carina, al primo impatto era una camera per gli ospiti.
«Wow.» riuscì solo a dire Megan, stupefatta. Le pareti erano azzurre e in quella a destra era appeso uno specchio ovale. C’era anche un armadio vecchio stile, con sotto un tappeto bianco. E al centro della stanza c’era un letto singolo, con lenzuola bianche. Probabilmente quella stanza non era mai stata usata da nessuno.

«Beh, questo è tutto…» disse Louis grattandosi la testa, «…ora vado a preparare la cena. Sai, non ho ancora mangiato. Ora se vuoi metti via le tue cose e ambientati. Poi, se hai fame, vieni giù insieme a me.» Megan sorrise e Louis subito dopo chiuse la porta, lasciandola sola.
Si sedette sul letto e si tolse le scarpe: quei trampoli le stavano torturando i piedi. Non aveva niente da mettere in armadio o da fare. Era povera, gli unici vestiti che possedeva erano quelli che indossava. Quindi passò la maggior parte del tempo a osservare meglio i mobili e la sua nuova stanza.

Poco dopo Megan uscì dalla sua camera, chiudendola. Stava per scendere le scale quando ad un tratto notò un’altra camera che Louis non le aveva mostrato. Era interessante, perché Louis non le aveva detto niente? Megan era la tipica ragazza curiosa e quella ragazza che se non riusciva a fare qualcosa non si arrendeva facilmente. Scese lentamente le scale, andando in cucina notando Louis ai fornelli.
«Vuoi che ti aiuti?» disse Megan, rivolgendosi a ragazzo abbastanza impegnato a cucinare.
«No, non serve. Tu siediti a tavola. Ti piace la carne, vero?». Louis si girò verso Megan e sorrise vedendola annuire. «Perfetto, tra poco è tutto pronto.».
Megan decise di apparecchiare la tavola. Cercò nei cassetti piatto, coltello e forchetta per entrambi. Poco dopo Louis arrivò in sala da pranzo e l’ennesimo sorriso si dipinse nel suo viso, alla vista della tavola apparecchiata da Megan. Era nuova in casa, una specie di ospite. Ma non era stata capace di restare con le mani in mano.
«Buon appetito.» sussurrò Louis, prima di fiondarsi nella sua carne al sangue. Anche Megan fece lo stesso; era da fin troppo tempo che non cenava come si deve. Per rompere il silenzio, Megan chiese della camera misteriosa a Louis.
«Ho notato che c’è un’altra stanza che non mi hai mostrato e mi chiedevo che…» Megan cercò di finire la frase, ma fu interrotta da Louis.
«Lascia stare, Megan. Quella stanza non ti servirà mai, non va aperta per nessun motivo.»
«Ok, ho capito.» disse Megan, tornando a mangiare in silenzio. Aveva scoperto un tratto di Louis che non conosceva. Era stato abbastanza chiaro sul fatto che quella stanza non andava aperta. Questa decisione per Megan era un motivo in più per essere curiosi. Finito di cenare, Megan salutò Louis per andare di sopra. Ma non fece tempo a salire le scale che Louis la raggiunse.
«Megan, non vorrai andare a letto così vero?» chiese lui, facendo abbassare lo sguardo alla mora. «Se vuoi vai a farti una doccia. Usa il mio accappatoio e ti presterò dei miei vestiti per dormire.». Megan era abbastanza lusingata, sussurrando un timido «Grazie.» per poi chiudersi in bagno.
Si tolse il vestito e entrò subito in doccia. Era da tempo che non sentiva l’acqua bollente scorrerle lungo il corpo. Era… rilassante. Rimase per un’abbondante quarto d’ora sotto la doccia, per poi mettersi l’accappatoio di Louis che le era abbastanza grande. Megan andò in camera sua, trovando sopra il suo letto dei vestiti. Erano quelli di Louis. Indossò i pantaloni da tuta grigi e la maglietta a maniche corte bianca. Quei vestiti sapevano di lui, fin troppo. Ad un tratto Megan sentì bussare la porta, vedendo entrare Louis in pantaloncini e a petto nudo. Lei arrossì, senza farlo però notare.

«I miei vestiti ti donano.» disse lui, guardandola dalla testa ai piedi.
«Ehm Louis, volevo dirti grazie di tutto, io non dovrei essere qui ora…» Megan abbassò lo sguardo sui suoi piedi nudi.
«Figurati, questo e altro. Buonanotte.» disse sorridendo.
«Buonanotte.» aggiunse Megan, facendo poi chiudere la porta a Louis.
Si coricò sotto le coperte, sentendosi finalmente a casa. Non prese sonno facilmente ma dopo poche ore si addormentò dolcemente.










 

eccomi di nuovo lol
spero che vi piaccia questo capitolo c:
come lunghezza vi va bene? o lo volete più corto/lungo?
così so' regolarmi ;)
lasciatemi una recensione, mi fa sempre piacere jsfnijdfn.
un bacio, Chiara.

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Capitolo 3
*** I'll read you a book. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 3

La mattina seguente Megan si svegliò a causa di un gradevole profumo di caffè proveniente dal piano di sotto. Si alzò in piedi, sistemandosi un po’ i capelli e scese le scale.
«Buongiorno Megan!». Louis salutò la mora dalla cucina, dove stava facendo dei deliziosi pancakes. «Dormito bene?» le chiese con un sorriso in faccia.
«Si, molto.» rispose, sedendosi a tavola.
«Ho fatto il caffè e ho preparato alcuni pancakes per entrambi. Ti va?» disse Louis, appoggiando i piatti sopra alla tavola. Megan annuì, cominciando a sorseggiare il suo caffè e a mangiare un pancake.
«Sono davvero buoni, complimenti.» la ragazza lo guardò, annegando per l’ennesima volta nei suoi occhi azzurri. Lui la ringraziò continuando a mangiare.
«Comunque scusa se ti ho risposto male ieri sera sulla stanza per te “misteriosa”. Ma ci tengo particolarmente e non voglio che venga aperta…» disse Louis, rompendo il silenzio che si era creato.
«Certo, capisco. È casa tua, d'altronde. Farò quello che vuoi tu, tranquillo.» disse la mora, sorridendo a Louis che ricambiò.
«Beh, io ho finito.» disse il ragazzo, spostando la sedia e alzandosi.
«Dove vai?» chiese Megan con sguardo interrogativo.
«All’università, oggi ho scuola.» Louis si scostò i capelli, guardando Megan che si torturava le mani.
«Che cosa studi?» chiese lei curiosa
«Giurisprudenza.». Megan rimase colpita da quella risposta. Il ragazzo oltre ad essere bello era anche intelligente.
«Interessante.» dispose Megan, ricevendo un «Non sai quanto.» da Louis, facendo scappare una piccola risata ad entrambi.
«Tornerò verso le 16.30. Fino a quell’ora la casa è a tua completa disposizione. Fai quello che vuoi, basta che non rompi niente o non le dai fuoco.». Megan a quella frase rise.
«Ora vado a cambiarmi» disse Louis, andando in entrata per poi salire le scale.
Poco dopo scese di sotto, indossando un paio di jeans stretti, una maglietta a righe, vans grige e portando in spalla una borsa piena di libri. Louis aprì la porta di casa ma prima di uscire si rivolse a Megan.
«Buona giornata.» disse lui sorridendo, «Anche a te.» rispose Megan arrossendo leggermente.
Dopo che Louis varcò quella porta, Megan andò alla finestra, vedendolo sfrecciare con la tua Range Rover nera verso l’università. Ora era sola in casa, cosa avrebbe fatto per distrarsi?
Non lo sapeva neanche lei sinceramente, quindi girovagò un po’ per la casa, guardando particolarmente interessata i particolari dei mobili e gli oggetti che vi si trovavano sopra.
Si fermò presso un mobile antico, con sopra delle fotografie. Nella prima c’era Louis da bambino, con un paesaggio di montagna nello sfondo; nella seconda c’era una ragazza bionda con i capelli a caschetto e gli occhi azzurri, molto simili a quelli di Louis; nell’ultima foto c’era un signore con i capelli marrone insieme ad una signora sulla quarantina d’anni. Quella foto era molto particolare e vecchia. Megan era curiosa di sapere chi erano, però non si sentiva pronta per chiederlo a Louis. E se c’era qualcosa di più grande sotto? Lei si considerava un ospite, non doveva scocciare ancora Louis, dopo la risposta che aveva ricevuto sulla stanza “misteriosa”. Non voleva tornare sulla strada a fare un lavoro così brutto, non voleva proprio.
I suoi pensieri però vennero interrotti dal poggiarsi del suo sguardo questa volta su una libreria. Era davvero imponente, c’erano secondo lei più di 100 libri. Leggere era una delle cose che piaceva di più a Megan, la rilassava. Decise di prendere un libro, abbastanza impolverato e cominciare a leggerlo. Si sedette in una delle poltrone in salotto e cominciò la sua lettura.
Ad un certo punto fu interrotta da qualcuno che era entrato in casa dalla porta.
«Louis, che ci fai qui?» Megan chiuse il libro con l’indice dentro per non perdere il segno.
«È casa mia…» disse Louis ironicamente.
«No, cioè… intendevo che ci fai qui a quest’ora. Sono già le 16.30? Oddio, mi sono persa leggendo il libro. Scusa…» Megan era molto imbarazzata, aveva perso veramente così tanto tempo a leggere un libro?
«No, Megan. Sono le 14.00 a dire il vero.» disse facendosi scappare una piccola risata. «Sono tornato prima perché uno dei professori non poteva farci lezione.» Louis sorrise a Megan, che tirò un sospiro di sollievo.
«Che cosa stai leggendo?» aggiunse lui, guardando la mora mentre leggeva il titolo del libro.
«Il cacciatore di aquiloni, di un certo Khaled Hosseini.»
«Ah si, l’hai trovato nella libreria, giusto?». Megan annuì. «Eh si, questo libro è bellissimo. Dove sei arrivata?» Louis si avvicinò alla ragazza, che gli fece vedere con un dito la frase che poco prima stava leggendo. Lui prese il libro in mano, si sedette e cominciò a leggerlo ad alta voce. Megan si sedette, per poi guardarlo mentre leggeva. Ad un certo punto disse una frase, per poi fermarsi.
«[…] Avere qualcuno che in ogni momento sapeva di cosa avevo bisogno, era fastidioso, ma anche rassicurante. Ma questa per me era la sola opportunità di essere guardato e non soltanto visto, di essere ascoltato e non soltanto udito. […].». I suoi occhi incontrarono quelli della mora. Megan rimase incantata a guardarlo annegando nei suoi occhi azzurri. Perché erano così belli?













hola, again.
ecco il terzo capitolo.
spero che vi piaccia, anche se è un po' di passaggio.
ma nel prossimo capitolo megan sarà piì 'sciolta'...
non posso dirvi niente jsdgnidngf
un bacio, Chiara.

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Capitolo 4
*** Let's make a cake, together. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 4

Pochi secondi dopo il ragazzo staccò lo sguardo, guardando le sue scarpe.
«Hai già mangiato?» chiese per cambiare argomento.
«A dire la verità no…» Megan gli rispose, abbassando anche lei lo sguardo.
«Okay, preparo qualcosa.» disse lui sorridendo, alzandosi e dirigendosi in cucina.
Dopo pochi minuti dal salotto Megan sentiva un buon odorino provenire dalla cucina. Mangiarono assieme, guardando un po’ di televisione. Poi Megan si alzò, dirigendosi in salotto per continuare a leggere il suo libro. Lo prese in mano e cominciò a leggere, ma ad un certo punto si addormentò. Anche se stava leggendo, Megan aveva il sonno facile: ogni momento libero era un’occasione per mettersi a dormire.

**


«Che carina, sta dormendo. E sta anche sbavando, che dolce!»
«Shh Sandy, fai silenzio. Non vorrai mica svegliarla…»
«Okay scusa Mr. so’ tutto io. Ai suoi ordini.».
Megan aprì piano piano gli occhi, trovandosi davanti due persone: Louis e una ragazza che da come aveva capito si chiamava Sandy. L’aveva già vista da qualche parte. Pensa, pensa, pensa… Ecco, si. Nelle foto in salotto c’era questa ragazza abbastanza giovane con i capelli biondi a caschetto. Era lei probabilmente. Megan si stropicciò gli occhi, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
«Buon giorno, ehm… Megan, giusto?» disse la bionda, facendo annuire Megan, ancora mezza addormentata.
«Piacere, io sono Sandy.» disse stringendo la mano alla mora, che la guardava sorridendo «Sono la sorella di Louis. Quindi mi vedrai molto in questa casa visto che mi piace tanto venirlo a trovare.» Megan guardò Sandy e Louis guardarsi, per poi scoppiare a ridere. Tra loro c’era un bel legame, ne era certa. Sandy come primo impatto sembrava una ragazza molto gentile e simpatica. Successivamente Louis e sua sorella andarono in cucina e Megan li seguì.
«Senti Louis, hai idea di fare la festa di compleanno quest’anno vero?» Sandy diede una pacca sulla spalla a Louis, facendolo sorridere.
«Ehm, non lo so’ Sandy…» disse lui, ma fu interrotto dalla sorella.
«Louis! Sono 20 anni! Dobbiamo festeggiare!» Louis sorrise vedendo Sandy che era entusiasta.
«Quando compi gli anni Louis?» Si intromise Megan, curiosa.
«Il 24 Dicembre.» rispose, guardandola.
«Wow. La vigilia di Natale, che bello!» riuscì a dire stupita. Che bello compierli la vigilia di Natale. Era… forte!
«Bene Louis, la festa si farà. Con o senza l’approvazione del festeggiato.» disse Sandy, facendo scappare una piccola risata a Megan e al ragazzo che avrebbe fatto presto 20 anni. Si, era davvero simpatica la sorella di Louis.
«Lou, ho organizzato tutto ormai! Mi manca solo... la torta! Puoi provvedere tu?» Sandy abbassò lo sguardo, giocando con le mani.
«Certo Sandy, sono liberamente obbligato ormai. Magari anche Megan mi darà una mano…» Louis guardò la mora, che sorrise.
«Okay “piccioncini”, non vorrei rovinare questo momento commovente ma devo andare. A presto Louis e… Megan.» disse sorridendo, per poi aprire la porta ed andarsene.
La mora era ancora rossa in viso per la parola “piccioncini” che aveva accennato Sandy poco fa, ma Louis sembrava averla già dimenticata.
«Bene Megan, ho tutti gli ingredienti per la torta. Voglio un semplice tiramisù, non una cosa troppo complicata. Credo di avere la ricetta dentro ad uno di questi cassetti. Mi darai una mano, vero?» Louis fissava Megan, che annuì poco dopo.
Si misero i grembiuli e si misero subito a lavoro.
«Allora, la ricetta dice chiaramente gli ingredienti: il mascarpone, dello zucchero, quattro uova, biscotti, caffè e cacao in polvere. Tu prendi le quattro uova e il mascarpone in frigo. Io mi occupo delle altre cose.». Megan si girò su se stessa, aprendo il frigorifero. Era ben fornito, potevi trovarci davvero di tutto lì dentro! Prese l’occorrente e lo chiuse, aspettando Louis.
«Bene, abbiamo gli ingredienti», disse Louis, continuando a leggere «Primo passo: montare i tuorli delle uova insieme allo zucchero.» Louis aprì una delle quattro ante del mobile della cucina, tirando fuori un frullatore. «Pesa circa 80g di zucchero, io preparo le uova.».
Megan estrasse sempre dal primo sportello una bilancia, con cui pesò lo zucchero. Louis era abbastanza impacciato con le uova e questo fece scappare una piccola risata alla mora.
«Lo trovi divertente?» le chiese Louis, sorridendo.
«A dire la verità si…» disse Megan, ancora occupata con lo zucchero.
«Forza, inserisci lo zucchero qui dentro,» disse lui indicando una ciotola «così inizio a frullare per bene e…» ma appena Louis accese il frullatore, esso partì a velocità massima facendo schizzare tutte le uova in giro per la cucina.
«Louis, no!» gridò Megan, toccandosi i capelli sporchi di tuorlo d’uovo.
«Scusa.» disse Louis dispiaciuto, ma subito dopo iniziò a ridere.
«Ah si, adesso tu lo trovi divertente?». Megan lo guardò, per poi prendere il mascarpone e spalmarglielo sulla faccia.
«Come hai potuto farlo?» chiese lui facendo il finto indignato. Megan sorrise.
«Aspetta, manca ancora un piccolo dettaglio…» la mora subito dopo prese il cacao in polvere e lo gettò insieme al mascarpone in faccia a Louis, che ormai era completamente marrone.
«Vuoi la guerra? E guerra sia.». Anche Louis prese il cacao in polvere, tirandolo addosso a Megan. La preparazione della torta di compleanno si trasformò in una guerra con il cibo tra loro due. Si stava divertendo e finalmente Megan si era aperta un po’ di più. All’improvviso si fermarono, notando il caos che avevano causato in cucina.
«Mi sa che per la tua festa ci sarà un bel tiramisù allo Louis, cucinato dallo chef Megan in persona.» disse la mora, facendo scappare una piccola risata ad entrambi. «Alla fine… cosa abbiamo concluso?»
«Un bel niente, che non abbiamo una torta. Ho capito, andrò a comprarla.» Louis sorrise a Megan, la quale aggiunse «Ottima scelta.» facendogli l’occhiolino.







hola amigos(?)
no okay, domani ho ancora interrogazione di spagnolo
e sto studiando all day e all night.
i can't, decisamente. la lettrice mi sta sul cazzus. 
tralasciando, sono riuscita a postare il quarto capitolo.
spero che vi piaccia, davvero.
ora megan si è aperta un po' di più con louis,che bello sjgindfg
recensite e fatemi sapere, 
una vostra opinione è fondamentale per me!
un bacio,Chiara

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Capitolo 5
*** I want to go out today. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 5

«Megan, io esco.» disse Louis, mettendosi la borsa con i libri all’interno sulle spalle.
«Anche io!» urlò Megan, mentre scendeva le scale.
«Dove vai signorinella?». Louis abbastanza confuso la guardava mentre lei scendeva gli ultimi scalini e mentre si dirigeva verso di lui.
«Esco un pochino. Oggi è una bella giornata e non voglio stare sempre qui chiusa in casa. Ho la tua… approvazione?». La mora sorrise a Louis, che subito ricambiò.
«Certo, mi fa piacere che tu esca a fare una passeggiata. Ho una copia delle chiavi di casa,» disse il ragazzo, frugando nella sua borsa, «eccole. Se non sono in casa puoi entrare invece di aspettarmi fuori.». Louis porse le chiavi a Megan, che le mise in tasca. Entrambi uscirono fuori; il ragazzo entrò in macchina e partì verso l’università, mentre la mora uscì dal cancello per fare una passeggiata.
Era di buon umore e, anche se il freddo di dicembre la faceva tremare, il sole riscaldava abbastanza. C’era molta gente che passeggiava per il centro, soprattutto perché era il periodo natalizio. Le vetrine erano addobbate con alberi di natale e luci colorate ovunque. Molte famiglie erano indaffarate a fare compere per i regali di Natale. A quel punto a Megan venne in mente una cosa: Louis e il suo compleanno. Pensò di farli un piccolo regalo, giusto per mostrare al ragazzo che Megan gli voleva… bene. Non era obbligata a farglielo, ma si sentiva ancora in debito con lui. Dopo tutto, le aveva messo un tetto sopra la testa e un regalo di compleanno era il minimo che lei potesse fare. Scorse un negozio di CD all’angolo e decise di entrare. Spalancò la porta, facendo suonare una piccola campanella. Le persone che c’erano all’interno non smettevano di guardarla. Forse per il suo abbigliamento da “poco di buono” o per il fatto che era poco vestita per il mese di dicembre, ma a lei non importava. Si diresse verso uno dei tanti scaffali, cominciando a guardare i CD. Poco dopo scorse uno che aveva attirato la sua attenzione.
«Mhh, credo che questo CD dei Green Day vada bene. Spero almeno che gli piaccia la loro musica.» pensò Megan tra sé e sé, dirigendosi verso la cassa.
«Ehm, vorrei comprare questo.» disse la mora, abbastanza tintinnante posando il CD sul bancone.
«Buongiorno. Certo, sono… £19.00.»
Megan rivolse lo sguardo alla sua borsetta, estraendo il suo portafoglio ormai malandato e guardò all’interno. Aveva il denaro sufficiente giusto per pagare quel CD. Estrasse delle banconote stropicciate e degli spiccioli.
«Le serve la confezione regalo?». La commessa con addosso una targhetta con scritto “Nicole” alzò lo sguardo, ricevendo una timida approvazione da parte della mora. Subito dopo che il CD era incartato, Megan ricevette una borsetta con dentro il regalo di Louis. Si sentiva abbastanza soddisfatta e felice.
«Grazie per aver comprato da noi, buona giornata e buon natale.» disse la commessa, sorridendole.
«Anche a lei.» disse Megan, per poi uscire dalla porta e continuare la sua passeggiata.
Successivamente decise di tornare a casa, perché il freddo stava diventando insopportabile. Quando si trovò davanti alla porta, prese le chiavi e la aprì, urlando un «Sono a casa.». Con sua grande sorpresa Megan, ricevette un «Sono in salotto.» da Louis. Nascose il CD nella sua borsetta nera, per non destare sospetti.
«Allora, com’è andata la passeggiata?». Louis stava leggendo un libro, che posò sul tavolino del salotto per concentrarsi su Megan.
«Benissimo, era da un po’ che non uscivo. Poi quest’aria natalizia mi mette sempre di buon umore.».
«Non hai avuto freddo con quei vestiti?». Il ragazzo guardò dalla testa ai piedi la mora, che abbassò lo sguardo.
«Un po’. Ma era sopportabile...» sussurrò lei. «Sai che giorno è oggi vero?» aggiunse lei, sorridendo a Louis. «È il tuo compleanno, oltre ad essere la vigilia di Natale!» esclamò.
«Come faccio a dimenticarlo? Sally mi ha tarmato per mesi…» disse lui, facendosi scappare una piccola risata, «Ma aspetta. No, no, no.» aggiunse, ricevendo uno sguardo abbastanza confuso da Megan.
«Non vorrai mica venire vestita così alla mia festa vero? Ti devo presentare a tutti i miei amici!» disse lui, cambiando umore in modo repentino.
«Ho solo questi vestiti…». Megan riabbassò lo sguardo sulle sue scarpe con il tacco.
«Aspetta, credo di avere dei vestiti di Sandy nell’armadio di sopra. Vieni con me.». Louis prese la mano alla mora, facendole salire le scale.
«Ecco, provati questi.» disse Louis, porgendole un paio di jeans chiari e una camicetta bianca. «Lo so’ che magari non è il tuo “genere” ma è quello che ho qui in casa.». Megan annuì, chiudendo la porta del bagno per cambiarsi. Dopo aver indossato i vestiti uscì, per guardare il suo riflesso nello specchio in entrata.
«Ecco, ora si ragiona. Stai benissimo Megan! Tu e Sandy avete la stessa taglia, che fortuna! Chi l’avrebbe mai detto?». Louis alzò entrambi i pollici verso la ragazza, facendole scappare per l’ennesima volta un sorriso.
















heeeello guys.
ho deciso di postare il capitolo oggi anche se sono poche le recensioni.
vi capisco, è un miracolo che io sia qui ora, la scuola mi uccide.
beh, spero che vi piaccia. 
la gif di louis che legge il libro al contrario(?) spacca OuO.
un bacio, Chiara

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Capitolo 6
*** Happy Birthday Louis! ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 6

«Megan, sei pronta?». Louis fuori dalla porta della camera della mora aspettava ansioso.
Le aveva prestato il vestito di Sandy del suo ballo studentesco e, visto che avevano la stessa taglia, decise che lo avrebbe indossato per la prima volta al suo compleanno.
«Vuoi farmi arrivare in ritardo al mio compleanno, sottolineando mio compleanno? Il festeggiato non può arrivare in ritardo.». Louis non smetteva di guardare l’orologio e di camminare avanti e indietro per il corridoio.
«Non mi sento a mio agio con questo vestito!» urlò Megan dalla sua camera, mentre si guardava allo specchio.
«Non c’è niente che sia peggio dei vestiti che indossavi prima, quindi esci adesso o spalanco io la porta.» disse Louis spazientito, facendosi scappare una risata e ricevendo un «Ok.» rassegnato dalla ragazza.
Subito dopo lei aprì timidamente la porta, uscendo dalla stanza, facendo rimanere il ragazzo a bocca aperta. Quel vestito bianco senza spalline, che le arrivava fino al ginocchio, insieme a quelle scarpe argentate era il massimo.
«Wow. Non ne so niente di moda ma sono sicuro che sei uno splendore.» disse il ragazzo, facendo scappare una piccola risata a Megan, che lo ringraziò.
«Possiamo andare?» disse la mora, ricevendo un cenno con la testa dal ragazzo.
«Signorina, mi permette?». Prima di scendere le scale Louis porse la mano a Megan, che le strinse con eleganza per poi scendere la lunga scalinata.
Uscirono di casa e montarono entrambi nella Range Rover nera di Louis, dirigendosi al pub dove si sarebbe svolta la festa. Ad un tratto al ragazzo suonò il telefono e lui rispose.
«Sandy… mh, certo… si… la torta, oh cazzo… ah, ci hai pensato tu?... ti adoro… arriviamo tra poco, ciao.». Louis fissò la mora, che non smetteva di guardare fuori dal finestrino, per poi mettere giù la chiamata.
Poco dopo il ragazzo parcheggiò la macchina, sussurrò un timido «Siamo arrivati.» e scesero entrambi.
Varcarono la porta nel pub, il quale fece rimanere a bocca aperta Megan. Sarebbe stata una discoteca ma non era così. C’erano luci natalizie ovunque e addobbi per il compleanno appesi dove si poteva. Tutti si accorsero dell’arrivo di Louis e lo abbracciarono. La mora indietreggiò e si mise in un angolo; si sentiva abbastanza a disagio non conoscendo nessuno. Ricevette una pacca sulla spalla dalla sorella di Louis.
«Ciao Megan! Oddio, sei stupenda con questo vestito. Ti dona davvero tanto!» disse Sandy, facendo arrossire Megan che sussurrò un timido «Grazie.».
«Mi lasceresti la dama, sorellina?». Louis era dietro di noi, mentre sorrideva ad entrambe. Sandy annuì, per poi sorridere e lasciarci da soli.
«Vieni, ti faccio conoscere i miei migliori amici.» disse il ragazzo, prendendole la mano, dirigendosi verso il bar. C’erano quattro ragazzi, che chiacchieravano e che ridevano insieme.
«Ciao Louis, buon compleanno!» gridarono tutti in coro, «Chi è questa bella ragazza? Non ce la presenti?» chiese il ragazzo dai capelli ricci.
«Ovvio, questa è Megan.» disse Louis, mostrandola ai suoi amici. Megan strinse la mano ad ognuno di loro, ascoltando i loro nomi che non si sarebbe ricordata a causa della sua memoria “scarsa”.
«Zayn.» disse il moro, quello con tratti probabilmente asiatici, porgendole la mano.
«Io sono Niall.» «E io sono Liam.» dissero altri due, il biondino e quello con i capelli abbastanza corti.
«E io sono Harry, bellezza.» disse l’ultimo, quello che la mora indicava come “il ricciolino”. Egli le porse la mano e, quando lei gliela strinse, ne baciò il dorso, facendola arrossire.
«Bene ragazzi, ora che avete conosciuto la mia nuova amica fate largo.» disse Louis, mettendo il suo braccio intorno al fianco di Megan, «È di mia proprietà.» aggiunse, facendo scoppiare una risata ai suoi quattro amici, ricevendo poi lo sguardo lusingato della mora.
«Louis, vieni qui un secondo…» disse una voce famigliare, probabilmente quello di sua sorella Sandy. Megan si appartò in un divanetto nell’angolo, osservando tutti gli amici di Louis che si stavano divertendo da matti. Passò del tempo e poco dopo una voce fece eco nella sala.
«Ora si aprono i regali e poi il pezzo forte: la torta!». Dopo quell’annuncio tutti gridarono, tranne Megan che sorrise ricordando la preparazione della torta di compleanno che si era trasformata in una lotta con il cibo all’ultimo sangue.
La mora estrasse dalla sua borsa il regalo, che avrebbe dato poco dopo a Louis.
Dopo che egli scartò la maggior parte dei regali, che erano davvero grandi e costosi, Megan di avvicinò a lui porgendoli il pacchetto regalo.
«Ecco, questo è per te. Non è grande e costoso come gli altri regali che hai ricevuto ma spero che ti piaccia.» disse lei, ricevendo un «Grazie mille, non dovevi.» da Louis.
Quest’ultimo scartò il regalo e cominciò a gioire.
«Oddio, grazie Megan! Un CD dei Green Day. Io li adoro, mi hai letto nella mente che volevo il loro ultimo CD? Hai azzeccato in pieno il regalo, grazie.» disse con un sorriso a trentadue denti, per poi abbracciare la mora. Ella ricambiò, sentendosi soddisfatta della reazione ricevuta.
























hola,
scusate tanto per il ritardo
ma sono stata poco al pc a scrivere la storia.
in questo capitolo ho fatto entrare anche gli altri ragazzi! 
non pensavo di riuscirci ma ce l'ho fatta lol.
spero sia di vostro gradimento,
se ho fatto qualche errore mi scuso c:
lasciatemi un parere, sono molto importanti per me jnfjdfg.
un bacio, Chiara

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Capitolo 7
*** It's Christmas time. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 7

«Figurati, Louis. Era il minimo…» disse Megan, guardando negli occhi azzurri di Louis.
«Ragazzi, ho fame. Quando si mangia la torta?» chiese Niall, lamentandosi con Louis, per ricevere un «Adesso.» da quest’ultimo.
Poco dopo arrivò Sandy con un vassoio in mano con sopra la torta di compleanno.
Era ricoperta di frutta, c’era un “20” scritto sopra con il cioccolato e tutta intorno c’erano tantissime candeline.
«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Louis, tanti auguri a te!» cominciarono a cantare un paio di persone e, quando finirono, ci fu uno scroscio di applausi.
Tutti si misero in fila per ricevere la loro fetta di torta, Megan compresa.  
«Hey,» sussurò qualcuno all’orecchio di Megan «Ci ritroviamo.» aggiunse.
La mora si girò di scatto, trovando due occhi smeraldo che la “ispezionavano” dalla testa ai piedi. Era uno degli amici di Louis, come si chiamava? Herman… Harris… Henry… Harry!
«Ciao, tu sei… ehm… Harry, giusto?» disse la ragazza tintinnante, torturandosi le mani.
«Certo, piccola. Come si fa a scordare il mio nome?» disse il riccio, scostandosi i capelli dal viso. «Vuoi qualcosa da bere?». Harry alzò la testa della mora con l’indice, per poterla guardare negli occhi.
«N-No, grazie. Devo andare.».
Megan si allontanò da Harry, rifiutando il suo invito a “divertirsi” e si appartò da sola in uno di quei divanetti per un bel lasso di tempo, aspettando la fine della festa. Il riccio a volte le lasciava delle occhiatine maliziose ma non si faceva abbindolare da un ragazzo così. A dire la verità, era davvero un bel ragazzo, come negarlo; ma non era il suo tipo.
La mora si guardava in giro notando l’assenza di Louis. Ma non ci fece molto caso, visto che riteneva che il ragazzo dovesse divertirsi insieme ai suoi amici alla sua festa di compleanno.
Dopo mezzanotte la gente cominciava ad andare via, sussurrando «Buon Natale!» prima di andarsene. Perché era scoccata la mezzanotte e finalmente era il 25 Dicembre, sinonimo di Natale.
Megan notò poco dopo Louis che sparecchiava uno dei tavolini della sala, gettando i bicchieri e i piatti di plastica.
«Louis,» sussurrò la mora, ricevendo l’attenzione del ragazzo, «vuoi una mano?» aggiunse.
«No, Megan. Non muovere un dito. Ormai ho finito il mio lavoro, la maggior parte delle cose le sistemano dei miei amici che si sono offerti per aiutarmi.» disse Louis, sorridendo alla ragazza. «Se vuoi possiamo andare a casa...» aggiunse lui poco dopo.
«Ottima idea, sto dormendo in piedi!» fece notare la mora, facendo scappare un sorriso al ragazzo.
Uscirono dal locale, montando in macchina. Appena partiti c’era un silenzio un po’ imbarazzante, ma Louis ruppe il ghiaccio.
«Mi dispiace di non essere stato molto in tua compagnia stasera, quindi voglio proporti una cosa. Visto che non possiamo fare il tipico pranzo di Natale, essendo negati nella cucina e sapendo cucinare solo pancakes,» disse lui, facendo scappare una risata a Megan, «ci sono due opzioni: opzione uno, fare una scorpacciata di pancakes con il miele e la cioccolata; opzione due, quella più salutare, andare a mangiare fuori a pranzo. Quale scegli?» chiese, rivolgendosi alla mora.
«Sarei tentata dall’opzione uno, ma è meglio mangiare fuori!» disse, sorridendo. La Range Rover di Louis si fermò davanti alla loro casa ed entrambi smontarono. Il ragazzo aprì la porta ed entrarono.
«Allora è fatta, domani ti porto in un posticino niente male. Fidati di me.». Louis e Megan salirono le scale e si diressero verso le loro camere, fermandosi appoggiandosi sui relativi stipiti.
«Sono curiosissima, non vedo l’ora che sia domani, non solo perché è il giorno di Natale.» disse la mora, arrossendo.
«Buonanotte, Megan.» «Buonanotte, Louis.» dissero, uno dopo l’altro, ma quando Louis stava per chiudere la porta si fermò.
«Ah, mi sono scordato di una cosa: Buon Natale.» disse il ragazzo, facendo l’occhiolino alla mora, per poi ricevere «Anche a te.» da quest’ultima. Chiusero la porta delle loro camere e si coricarono nei loro letti, finendo poco dopo tra le braccia di Morfeo.
 










dite "ciao" a louis sdjkgndfg
la mia pazzia ha un limite,cerco di non sorpassarlo 
...ma è inutile...
comunque spero che vi piaccia questo capitolo.
è più "di passaggio" ma nel prossimo usciranno insieme, exited? c':
scusate comunque se non aggiorno sempre ma ho poco tempo per scrivere...
aspetto però un vostro parere, essenziale per me.
un bacio, Chiara

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Capitolo 8
*** "I want to be a singer!" ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 8

«Megan, svegliati. È mattina!». Louis entrò nella camera di Megan, aprendo le tende e le finestre, facendo entrare un fascio di luce che svegliò la mora.
«Louis! Perché mi hai svegliato…? Che ore sono?» disse la ragazza, stropicciandosi gli occhi e alzandosi dal letto.
«Sono ben le 11.00, signorinella. Tenendo il conto del tempo che ti serve per preparati arriverà l’ora di pranzo in un batter d’occhio. Pensa, io ho già fame!» disse Louis, facendola sorridere, mentre appoggiava dei vestiti sul letto disfatto.
«Sono per me?» chiese Megan, vedendo quei vestiti.
«No, sono per me. Ho deciso di cambiare sesso, di mettermi la camicetta bianca con il pizzo e di cambiarmi in camera tua per fare uno spettacolino mattutino… secondo te?». Louis cominciò a ridere, contagiando anche Megan che si alzò per prendere i vestiti e per dirigersi in bagno. Si legò i capelli e cominciò a farsi la doccia, per poi vestirsi e dirigersi di sotto dal ragazzo.
«Sono pronta!» disse, facendo girare Louis.
«Hai fatto più veloce del previsto, chi se lo immaginava!?» disse Louis sorridendo. Quando il ragazzo mostrava il suo sorriso la mora si sentiva in paradiso. Come poteva un ragazzo essere così perfetto? Egli le prese la mano per portarla fuori dalla loro casa e dal cancello.
«Non prendiamo la macchina?» chiese la mora confusa, mentre raggiungeva Louis che si era già incamminato.
«Non serve, il posticino che ti ho accennato ieri è proprio dietro l’angolo!».
Louis e Megan cominciarono a passeggiare, fino ad arrivare davanti ad un piccolo ristorante. Non era uno di quelli che erano lussuosi e ricchi, anzi, era abbastanza povero. Entrarono insieme, facendo suonare un piccolo campanello posto in alto vicino alla porta.
«Tomlinson!» disse una voce adulta proveniente dal bancone, «Sei tu?». Un uomo sulla quarantina si avvicinò a noi, stringendo la mano a Louis.
«È da tempo che non vieni a mangiare qui da noi. È sempre un piacere averti qui. Questa volta non sei solo, sei in ottima compagnia!» disse l’uomo, puntandomi gli occhi addosso.
«Lei è Megan. Megan, Steve. Steve, Megan.» disse il ragazzo e subito dopo quelle parole la mora strinse la mano al signore, che ricambiò con un sorriso.
«Steve, hai per caso un tavolo per due? Vorremmo fermarci a pranzare con uno dei tuoi manicaretti. Sai che adoro la tua cucina!». Louis sorrise, per ricevere una risposta immediata dal signore.
«Certo! Come faccio a dire di no? Il tavolo 48 è libero, accomodatevi pure.» disse Steve, guidandoli al loro tavolo. «Ecco i menù,» disse subito dopo, «fra poco arriverà uno dei miei camerieri a prendere le ordinazioni.».
«Grazie mille Steve!» disse Louis, che successivamente porse uno dei menù rivestiti con una pelle nera a Megan.
«Louis, mi dispiace deludere il tuo amico, ma non ho fatto colazione e non penso di prendere una cosa… pesante, ecco.» disse la mora, continuando a sfogliare il menù in cerca di qualcosa che le piacesse.
«Non importa Megan, se vuoi ordinare solo un panino a me va bene. Io però preferisco la pizza!». Louis non aveva neanche aperto il menù e aveva già deciso. Era uno dei segni che aveva fatto capire a Megan che lui fosse un cliente abituale di quel ristorante e che fosse molto amico del proprietario.
«Bastardo! Ho voglia di pizza anch’io adesso.». Ella sbuffò, facendo ridere Louis.
«Volete ordinare?» li interruppe un cameriere sui vent’anni, con in mano un block-notes per prendere le nostre ordinazioni.
«Certo, due pizze margherite, una Coca e… cosa bevi Megan?» chiese Louis alla mora.
«Mi basta un bicchiere di acqua minerale, grazie.» disse lei rivolgendosi al cameriere, che raccolse i menù dal tavolo e si diresse in cucina.
«Ottima scelta la pizza, non te ne pentirai! Steve fa le pizze migliori del mondo, dopo quelle italiane, ovvio.». Louis sorrise, facendo scappare un sorriso anche a Megan.
Le pizze e le bibite arrivarono dopo un quarto d’ora esatto, ma aspettare ne era valsa la pena. La pizza era fantastica e la mora non smetteva di mangiare e di gustarsela.
«Louis, scusa se ti faccio questa domanda ma all’università tu cosa studi? Non me lo ricordo.» disse Megan, mandando giù l’ennesimo boccone della sua pizza margherita.
«Sto studiando giurisprudenza. Anche se non è quello che vorrei fare in futuro…». Louis rispose alla mora, mentre era intento a tagliare uno spicchio di pizza.
«Cosa vorresti fare allora?». La mora appoggiò le posate, guardando il ragazzo che aveva fatto lo stesso. Louis si torturava le mani, segno che era abbastanza nervoso.
«Il cantishmte.» sussurrò, abbassando lo sguardo giocherellando non più con le mani ma con la forchetta.
«Non ho capito…» disse Megan confusa, notando il disagio del ragazzo.
«Il cantschinte.» «Louis, parla più forte, non ti ca-» ma la mora non riuscì a finire la frase che il ragazzo alzò la voce.
«Il cantante! Voglio fare il cantante!» disse tutto d’un fiato Louis, sospirando, per poi aggiungere «Ma non credo di farcela. È difficile! È una di quelle professioni in cui uno su un milione ce la fa. E io credo proprio che non riuscirò mai ad essere quello che riuscirà ad avverare il suo sogno.». Il ragazzo sospirò, per poi abbassare di nuovo lo sguardo e mettere una mano sul tavolo.
«Io penso che ce la farai. Io credo in te.» disse Megan, mettendo la sua mano su quella di Louis. Un brivido le percorse la schiena mentre gli occhi azzurri del ragazzo erano puntati su quelli della mora. Forse per la prima volta la mora si era ammalata, di quella malattia incurabile chiamata amore.  

















ciaaaao,
intanto mi scuso perchè posto un capitolo alla settimana
ma a volte la scuola mi uccide e non riesco a stare molto al pc.
però se avete notato ho fatto il capitolo un po' più lungo.
è un miracolo ma ci sono riuscita! olè.
spero comunque che vi sia piaciuto c:
louis ha rivelato uno dei suoi sogni a megan.
è stato un passo difficile perchè era molto nervoso,
ma ci è riuscito. 
poi... vi piace il nuovo banner?
a me si, penso che userò questo d'ora in poi sjgnidfjng
inoltre volevo poi ringraziare tutti quelli che seguono la storia,
recensendola o anche leggendola in silezio.
vi adoro, e non poco!
vi aspetto al prossimo capitolo.
un bacio,Chiara

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Capitolo 9
*** "Look! A little squirrel!" ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 9

«Allora, com’era la pizza?» chiese Louis a Megan, pulendosi la bocca con uno dei tovaglioli. Notò poco dopo che la mora stava guardando dentro alla borsa, in cerca del suo portafoglio. Louis la fermò. «Pago io, tranquilla. Steve è mio amico, ci farà di sicuro un piccolo sconto. E poi non è neanche la solita cena di Natale quindi penso ch-»
«Era buonissima Louis, davvero. Non importa se non era la classica “cena di Natale”. Grazie di tutto.». Megan sorrise alla vista del ragazzo che era andato a pagare e che conversava insieme a Steve. Poi si alzò, indosso il cappotto e uscì, seguita poco dopo da Louis.
«Louis, possiamo entrare in quella libreria?» disse la mora, puntando il dito contro una libreria all’angolo. Il ragazzo annuì, per poi accompagnarla ed entrare nel negozio.
Louis si stupì alla vista di Megan che si destreggiava nel negozio come se ci lavorasse da sempre, o come se fosse casa sua. Ella prendeva un libro in mano, che magari aveva attirato la sua attenzione, ne accarezzava la copertina, sfogliava le pagine e le annusava, per poi rimetterlo al suo posto. Aveva sfogliato le pagine di circa 10 libri ma d’un tratto cominciò a leggere uno di quei libri. Sembrava che si fosse persa nel libro e nelle sue parole, Megan rendeva quel libro agli occhi di Louis interessante.
«Hai trovato qualcosa?» chiese egli alla mora, che ritornò al mondo reale, chiudendo il libro.
«Questo libro è fantastico!» disse lei, entusiasta come un bimbo. «Lo prendo, non vedo l’ora di continuare a leggerlo.» aggiunse, per poi dirigersi verso la cassa. Dalla sua borsa estrasse il portafoglio, cercando i soldi per pagare il  libro. Louis era al suo fianco, mentre guardava la mora un po’ goffa e “indaffarata” nel suo acquisto. Egli scorse sul portafoglio di lei una foto di una bambina piccola. Aveva i capelli marrone e gli occhi come quelli di Megan. La bambina inoltre indossava un piccolo abitino a fiori e un paio di scarpe con il tacco. Era così carina e divertente. La mora si accorse dell’attenzione del ragazzo verso la sua foto e la nascose. Egli poi notò la difficoltà della mora nello trovare i soldi e decise di intervenire.
«Megan, se non trovi i soldi pago io.» disse Louis, tirando fuori una banconota dalla sua tasca dei jeans. Megan fermò il ragazzo con la mano, dicendo: «Non devi, non è indispensabile questo libro. Posso rimetterlo sullo scaffale…»
Louis non voleva che lei rinunciasse a quel libro solo perché non trovava i soldi che le servivano, così lo comprò ugualmente. Prese il libro pagato tra le mani e lo porse a Megan.
«Consideralo il mio regalo di Natale.» disse, per poi sorridere. La mora guardò il libro e lo strinse al petto, alzando gli occhi e sussurrando un «Grazie mille.» al ragazzo.
Usciti dalla libreria si diressero verso il parco. Entrambi si stringevano nei loro cappotti per il freddo invernale e Louis non smetteva di tenere le mani in tasca.
«Chi era la bambina che hai dentro il portafoglio?» disse quest’ultimo, spezzando il silenzio.
«Sono io.» disse tintinnante la mora, non riuscendo a guardare Louis negli occhi. Le guance di lei erano rosse, forse non per l’imbarazzo ma per la fredda aria invernale.
«Ah.» riuscì a dire lui, continuando a camminare. «Raccontami qualcosa di te, Megan. Qualunque cosa.» aggiunse poco dopo, ricevendo un sorriso dalla mora.
«Mhh, cosa posso dire? Sono Megan Dawson e sono stata abbandonata dai miei genitori quando ero piccola. Sono stata costretta a vendere il mio corpo ad altri uomini per pagami gli studi, ma senza risultato visto che non vado a scuola.». Ella fece una piccola pausa, per poi continuare. «Sono una ragazza tranquilla e mi piace stare a casa a far niente, magari con una bella cioccolata calda in mano. Il mio sogno? Non ne sono certa, ma ho sempre voluto fare la scrittrice. Adoro i libri in generale: leggerli e magari un giorno… scriverli e riuscire a pubblicarli.».
Megan sorrise a Louis, che ricambiò, per poi continuare a fissare il sentiero che li stava portando dentro il parco. Anche se era inverno il freddo era sopportabile e andare al parco metteva sempre di buon umore il ragazzo.
Quest’ultimo poco dopo tolse la sua mano dalla tasca e cercò lentamente di avvicinarla a quella della mora, cercando di prenderla. Ma i suoi piani andarono in fumo quando Megan ruppe il silenzio, anche se piacevole, che si era creato.
«Guarda, ci sono due scoiattoli laggiù!». La ragazza attirò l’attenzione di Louis per poi puntare l’indice verso gli alberi del parco. Egli sorrise alla vista di due piccoli scoiattoli che si stavano rincorrendo sui rami di un albero e alla vista di Megan che sorrideva a trentadue denti.
«Sono dolcissimi!» aggiunse lui, per poi puntare i suoi occhi color mare su quelli della mora, guardandola. Era così bella, come poteva una creatura essere così meravigliosa? Louis non riusciva a darsi una risposta.
Mentre il ragazzo e la mora si guardavano, un fiocco di neve cadde proprio sul naso di Louis, facendo sorridere Megan.
«Nevica!» aggiunse quest’ultima, alzando il viso in aria e aprendo la bocca, cercando di mangiare i fiocchi di neve che stavano cadendo!
«Èmeglio se andiamo a casa ora prima che cominci a nevicare tanto. Ricordo che siamo a piedi.» disse Louis, sorridendo.
«Ottima idea! Sto gelando!» disse Megan e entrambi si incamminarono verso casa. La mora era davvero felice di aver passato una giornata con Louis e le sarebbe piaciuto farlo di nuovo… un giorno.













eccomi qui.
louis e megan sono finalmente usciti insieme.
non sono dolciosi? si, lo sono. awww :')
come potete vedere posto un capitolo ogni settimana.
motivo: LA PRIG- SCUOLA! 
spero che comunque continuate a seguirmi, vi adoro.
un bacio, Chiara

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Capitolo 10
*** Irresistible. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 10

«Allora, com’è il libro?» chiese Louis a Megan, che era intenta a leggere il libro comprato pochi giorni fa. Quest’ultima alzò lo sguardo e rispose.
«Fantastico! Ha una trama e dei personaggi davvero magnifici. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermelo com-… regalato.». La mora si corresse, per poi sorridere al ragazzo e ritornare alla sua lettura.
«Davvero? Per così poco? Figurati.» aggiunse il ragazzo.
D’un tratto il silenzio fu spezzato dal telefono di casa che non smetteva di suonare. Louis rispose.
«Pronto?… Oh, ciao Sandy... Si, sto bene… Okay… Ho capito… Ma quando la smetterai?... E mi chiedi cosa?... Lo farò... Certo… Questa è l’ultima volta, siamo intesi?… Ovvio, anche io te ne voglio… Ciao Sandy.» e subito dopo egli chiuse la chiamata, per poi strofinarsi i palmi delle mani e sedersi sul divano in salotto.
«Chi era?...» chiese Megan, abbastanza tintinnante, soprattutto perché non le piaceva farsi gli affari degli altri. Non era sicura che avrebbe ricevuto una risposta alla sua domanda, ma l’aveva chiesto con una naturalezza quasi surreale che Louis rispose con altrettanta tranquillità.
«Mia sorella. Mi ha organizzato l’ennesimo appuntamento… con una sua amica.». Megan si irrigidì, ma non lo diede a vedere.
«E tu vuoi andarci?» aggiunse curiosa.
«Se fosse per me… no. Ma visto che Sandy me lo ha chiesto quasi in ginocchio, sono costretto. A te va bene?» chiese Louis cercando lo sguardo della mora, ancora puntato sulle righe del libro.
«Louis, non devi chiedermi il permesso. Anzi, ti aiuterò a fare colpo. Sono una ragazza e so cosa fa impazzire una donna.». Megan chiuse il libro, sorridendo al ragazzo.
«Davvero? Cioè intendevo dire… ovvio. E cosa pensi di fare?» chiese lui curioso sul da farsi.
«Prima di tutto diamo una sbirciatina al tuo armadio.» disse la mora, per poi prendere la mano a Louis e salire le scale per dirigersi nella camera da letto.
Egli si sedette nel letto, mentre Megan aprì le ante dell’armadio e cominciò a tirare fuori dei vestiti. “Questo no, quest’altro no, questo… no, questo… si!” pensava tra se e se la ragazza, appoggiando poco dopo gli abiti scelti sul letto.
«Prova questi. Sono sicura che sarai una favola.» disse lei, puntando il suo indice verso i vestiti. Louis annuì e cominciò a togliersi la maglietta.
«Ehm… Louis… se devi cambiarti ti aspetto fuori. Ciao.» disse arrossendo la ragazza, per poi chiudere la porta. Al ragazzo scappò una piccola risata alla vista della mora che aveva le guancie tinte di rosso per il suo togliersi la maglietta.
Poco dopo egli uscì, lasciando la mora a bocca aperta.
«Questo completo è divino, davvero. Hai mai pensato di abbinare queste scarpe con questi pantaloni?» chiese lei, ricevendo un “No” confuso mimato con la testa da Louis.
«Lo sapevo. Beh… il momento è arrivato.». Megan sorrise al ragazzo, il quale ricambiò per poi ringraziarla.
«Qualche altro consiglio, sergente?» disse quest’ultimo, facendo scappare un sorriso alla mora.
«Allora, ricorda quello che sto per dirti: non essere mai scontato, distinguiti dalla massa, curati, falle complimenti sul carattere, sii gentiluomo, non starle troppo addosso e cosa più importante… non dimenticare di essere semplicemente te stesso.»
«Necessito di un quaderno per gli appunti!» disse Louis, facendo ridere per l’ennesima volta la mora.
Poi entrambi scesero le scale e il ragazzo uscì dalla porta per dirigersi verso la macchina che lo avrebbe portato all’appuntamento. Ma si girò verso Megan per l’ultima volta.
«Comunque, a parte gli scherzi, grazie Megan. Oggi mi sei stata molto d’aiuto. Spero di fare colpo stasera!»
«Lo spero anche io.» disse lei sorridendo, per poi salutare il ragazzo con la mano, mentre quest’ultimo saliva in macchina e accendeva il motore.











ciao.
okay, miracolo. 
sono riuscita ad aggionare, grazie alle vacanze.
forse non è uno dei capitoli migliori, ma ho fatto del mio meglio.
fra poco ci sarà il colpo di scena, curiosi? OuO
posso dire che la storia finirà tra 4/5 capitoli.
omg, un'altra storia che termina. ahhh.
spero in una vostra recensione, vi adoro.
un bacio, Chiara

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Capitolo 11
*** This is a story that I've never told. ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 11

Louis guardava la strada illuminata dai lampioni mentre pensava ad una sola cosa: Megan. Era stata così dolce con lui, era così simpatica, carina e solare. Gli piaceva. Ma i suoi pensieri si interruppero alla vista del luogo dell’appuntamento. Egli scese dalla macchina e si diresse verso l’entrata del ristorante. Varcò la porta e venne investito da un odore gradevole: pizza. Egli doveva ammettere che il posticino era davvero carino e ben arredato. Una ragazza, vestita con un tubino nero e con i capelli biondi a caschetto, si avvicinò a lui, salutandolo.
«Tu devi essere… ehm… Amanda, giusto?». Louis era fiero di se stesso per aver ricordato il nome della ragazza. Ella sorrise e annuì, per poi dirigersi verso il tavolo prenotato. Prima che Amanda si sedesse, Louis le spostò la sedia. Ella sussurrò un timido «Grazie.» e sembrava colpita dal comportamento di gentiluomo del ragazzo. Entrambi ordinarono e parlarono un po’. Ma Louis non riusciva a rimanere concentrato. Non smetteva di pensare a Megan, ai suoi capelli castani e ai suoi occhi, al loro “appuntamento” il giorno di Natale, alla preparazione della torta di compleanno, alla lotta con il cibo, al giorno in cui l’aveva incontrata…
«Louis, ci sei?» chiese Amanda, sventolando una mano davanti agli occhi del ragazzo.
«Ehm, si.» disse quest’ultimo, per poi giocare con una delle posate.
«Lo so che stai pensando ad un’altra ragazza. Lo vedo dal tuo sguardo perso.» «Non è vero.» cercò di dire Louis, ma venne interrotto da Amanda.
«Lo conosco quello sguardo, non mentire. Su, forza. Vai da lei, lo so che non vedi l’ora. Non mi offendo, alla fin fine sei un tipo simpatico.». Amanda sorrise alla vista di Louis che si infilava il cappotto.
«Grazie per aver capito.» sussurrò quest’ultimo per poi uscire dal ristorante e montare in macchina. Era arrivata l’ora di dire tutto a Megan. Non riuscita più a trattenere le emozioni. Lei era… speciale.
 
 
Megan era rimasta a casa da sola e decise di leggere il suo libro e di mangiare qualcosa per cena. Dirigendosi verso il bagno però passò davanti alla camera che Louis le aveva proibito di aprire. Si fermò a guardarla e provò timidamente ad abbassare la maniglia: la porta era aperta. La curiosità della mora prese il sopravvento e decise di entrare. Trovò davanti a sé un grande numero di scatoloni tutti messi in disordine, uno sopra l’altro. Ne scelse uno e lo aprì piano piano, osservandone il contenuto: vestiti da donna, niente di interessante. Lo spostò per poi passare a quello che c’era alla sua destra. Questa volta la mora trovò delle foto, dei souvenir di varie città e dei biglietti aerei e di treni con le stesse destinazioni.
Improvvisamente la porta si aprì e spuntò un’ombra scura.
«Megan, sei tu?». Una voce molto, anzi troppo famigliare giunse alle sue orecchie, facendola voltare di scatto.
«Louis ehm, che ci fai qui?» disse lei, sapendo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
«Perché sei entrata qui dentro? Perché?» urlò Louis.
Megan non rispose, non doveva rispondere. Aveva sbagliato e lo sapeva benissimo.
«Scusami, io non volevo. La porta era aperta e…» Megan cominciò a spiegarsi, ma venne interrotta da Louis abbastanza arrabbiata.
«Non c’era motivo di aprire la stanza. Io-io ecco… ti odio. Non dovevi venire qui, me lo avevi promesso. E io mi sono fidato anche di te. Non sai cosa c’è realmente dentro e quanto tempo ho passato per dimenticarli. Tu non mi conosci affatto!»
«Anche tu non mi conosci Louis! Mi hai presa dal ciglio della strada e mi hai portata a casa tua. Non sai niente di me, niente della mia storia e del mio passato. Le vedi queste?» Megan alza le maniche del suo maglione, scoprendo dei lividi sulle braccia, «Ecco, sono a causa di una persona che al contrario di te non mi voleva bene. Insieme a te mi sentivo felice e non sai quanto ho aspettato tutto questo. Non ne hai minimamente idea. Per la prima volta mi sentivo a casa e protetta.» disse Megan tutto d’un fiato, mentre delle lacrime rigavano il suo viso. Louis alzò lo sguardo e rimase senza parole, guardandola negli occhi. Entrambi erano distrutti dopo aver scoperto una parte di loro che era stata segreta per fin troppo tempo.
«Da quanto è che hai quei lividi?...» disse Louis, per spezzare il silenzio. Non era una domanda facile da fare, ma ormai tutto era venuto a galla.
«Mio padre mi picchiava da bambina. Non ricordo le date esatte... ho cercato di dimenticare il più possibile.» Megan abbassò lo sguardo, guardando il pavimento.
«E… a chi ti riferivi quando parlavi di “dimenticare”?» sussurrò Megan.
«Ai miei genitori, sono morti meno di un anno fa e io non riesco ad essere felice. Era per quello che non volevo una festa di compleanno. Ma quando ho visto i tuoi occhi, ho visto uno spiraglio di luce per la prima volta. In verità non ho il coraggio di gettare tutte le loro cose, non posso. Non ci riesco…» disse Louis.
«Scusa Louis, non volevo entrare qui dentro. Anzi, non avrei dovuto.» Megan si stava per asciugare un lacrima, ma il ragazzo lo fece per lei, passando un pollice nella sua morbida guancia.
«Non importa Megan, davvero. Scusa se ti ho aggredito e ho alzato la voce.». Louis accarezzò la guancia di Megan, per poi aggiungere «Te lo avrei detto comunque Megan, avrei fatto passare massimo due giorni. Hai presente di quando ho parlato dello “spiraglio di luce nei tuoi occhi”? Ecco… beh…» il ragazzo fece una pausa, ma ricevette un gesto di Megan che gli chiedeva di continuare.
«Il fatto è che… ti amo Megan e mi piaci dalla prima volta che ti ho visto. Evidentemente hai fatto l’amore con tanti uomini ma nessuno di loro ha provato a vedere quello che c’era dentro di te. Io l’ho fatto e ho cominciato ad amarti. Non so come sia successo, è stata una cosa naturale, forse troppo naturale. Ci hanno dato due mani per tenere, due gambe per camminare, due occhi per vedere e due orecchie per sentire. Ma perché solo un cuore? Perché l’altro è stato dato ad un’altra persona. L’unica cosa che dobbiamo fare è trovarla. E io l’ho trovata ed è qui davanti a me; sei tu!».
Louis abbassò lo sguardo dopo quelle parole, sapeva di amare Megan con tutto il suo cuore. Ma lei avrebbe ricambiato quel sentimento?
Ella sorrise, si avvicinò al ragazzo e fece combaciare le loro labbra. Un bacio casto, una valida alternativa ad un “Si.” deciso e felice.
«Ti amo Megan.» sussurrò il ragazzo. «Ti amo anche io Louis.» 


















ciao..
sono da secoli che non posto su efp ma ci tenevo a questa storia.
con la scuola e tutto il resto non ho più aggiornato.
mi sento tremendamente in colpa..
ma questa storia la voglio finire.
non riesco a lasciarla incompleta
quindi posterò i capitoli mancanti (sono tre compreso questo)
se qualcuno li recensisce.. grazie. 
scusatemi tanto, davvero..
un ''A MASSIVE THANK YOU'' a tutti coloro che hanno seguito questa storia.

magari tornerò a scrivere.. ma non più fanfiction.. al massimo os.. 
ci vediamo, un bacio, Chiara

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Capitolo 12
*** I'm your Prince and You are my Princess ***


I will be your prince and you will be my princess

Capitolo 12

Louis Tomlinson si svegliò a causa di uno spiraglio di luce che entrò attraverso le tende. Si rigirò per l’ennesima volta nel letto matrimoniale, ormai per metà vuoto. Accanto a lui, sopra il comodino, c’era una foto. La foto sua e di Megan durante il loro matrimonio. Sorrise al ricordo di uno dei giorni più belli della sua vita. E sorrise perché oggi sarebbe stato il suo 91esimo compleanno. Dopo anni, lui la amava ancora, anche se lei non c’era più e lui non poteva dimostrarglielo. Decise di farle visita, perché le volte che lo faceva non erano mai troppe.
Si alzò, si fede del caffè nero e andò in bagno per lavarsi la faccia. Preparatosi, si vestì e infine indossò il suo cappotto marrone e uscì di casa a fatica, con l’aiuto del suo bastone.
Poco distante da casa, prima di arrivare a destinazione, c’era un fioraio. Lì Louis decise di comprare una rosa rossa. Pagato il fioraio, arrivò al cimitero. Un posto tranquillo, con nessuno a visitarlo. C’era sempre un uomo che si prendeva cura del cimitero, cambiando i fiori e spazzando il vialetto. Louis gli sorrise e lo salutò con un cenno della mano. Entrò osservando il cancello lavorato in ferro nero e si diresse verso la tomba di Megan. Per l’ennesima volta lesse l’epitaffio.

Megan Downson, 1994 – 2087
Riposa in pace angelo mio, sarai per sempre nel mio cuore.
Tuo marito, Louis Tomlinson.


Accarezzò il freddo marmo inciso delle sue parole, dedicate a lei. Una tristezza immensa lo invase. “Ciao Megan, sono qui per l’ennesima volta. Ormai ho fatto amicizia con il signore che lavora davanti al cancello di questo cimitero. È un brav’uomo.” disse, facendosi scappare un piccolo sorriso. “Ma oggi è un giorno speciale. È il tuo compleanno! Non me ne sono dimenticato. Beh, come potrei? Ti ho portato una rosa rossa,” disse, ponendola sopra la fredda tomba di marmo, “spero che ti piaccia. È anche da parte di Alyssa e George, i nostri due bambini. Non sai quanto sono cresciuti e quanto siano impegnati. Santo cielo, dovresti essere qui.”. Louis fece una pausa, per poi riprendere a parlare.
“Credo proprio che tu ora non mi possa sentire ma ci tenevo a dirtelo: il giorno in cui ti vidi sul ciglio di quella strada fu quello più bello della mia vita. Non ti ho mai detto in modo chiaro e tondo il perche ti amo così tanto e il motivo per cui ti ho scelta. Quindi, credo sia ora di dirtelo… anche se tu non sei qui con me.”.
Louis non continuò subito ma, dopo aver fatto un respiro profondo, lo fece. «Perché tu mi piacevi, Megan. Ti ho scelto perchè hai saputo toccare il mio cuore dove nessuno prima di te era riuscito. Ti ho scelto perchè accanto a te mi sento davvero pieno e felice. Ti ho scelto perchè mi fai ridere e restare arrabbiati con te è quasi impossibile. Ti ho scelto perchè capisci e anche quando non capisci ti sforzi di farlo. Ti ho scelto per quegli occhi splendidi e per il tuo sorriso. Perchè mi sopporti e non è facile. Perchè mi segui in tutte le cavolate, e sono tante, che ogni giorno mi invento. Perchè sei coccolosa e sei orgogliosa di tenermi per mano in pubblico. Perchè mi consigli i vestiti da mettere, e anche i colori da accoppiare. Perchè non sopporti il calcio. Ti ho scelto perchè ti devo ripetere mille volte le cose. E perchè quando non mi ascolti ti si legge in faccia che non hai ascoltato, ma fai una faccia talmente buffa che non riesco ad arrabbiarmi. Ti ho scelto perchè se una cosa ti appassiona sei entusiasta come un bimbo. Ti ho scelto perchè parliamo di tutto e tanto e perchè anche se magari di computer ne so un decimo di te, mi chiedi opinioni e consigli. Ti ho scelto perchè quando mi fai un regalo azzecchi sempre il genere, le dimensioni e perfino il colore. Ti ho scelto perchè credi in me e in quello che faccio, e mi incoraggi sempre ad andare avanti e a perseguire i miei obiettivi. Ti ho scelto perchè sento che tutto quello che è mio è tuo e viceversa. Ti ho scelto, ed è stata la scelta più azzeccata che io abbia mai fatto.» disse Louis, mentre lacrime rigavano il suo viso.
«Ti amo, Megan.» aggiunse, accarezzando con il palmo della mano la tomba di marmo. Si alzò piano piano, prese il suo fedele bastone e se ne andò.

Louis Tomlinson morì pochi giorni dopo, con i suoi 93 anni. Lasciò i suoi due figli, Alyssa e George. Ma sicuramente era morto felice e tutti lo sapevano. Ora poteva finalmente rincontrare Megan e vivere per sempre con lei.
















 

ed eccomi qui, non ci avrei mai creduto..
ho finalmente finito la mia storia, era ora.
entrando su efp ho notato la mia storia e ho scritto questo finale
spero davvero che piaccia
un GRAZIE a chi ha seguito la storia, 
anche se solo per un capitolo o poco più.
GRAZIE anche per i complimenti, 
anche se non li merito completamente.
un GRAZIE generale a tutti.
forse in futuro scriverò altre OS, chi sà!

a presto :)
un bacio, Chiara

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