Nuove emozioni

di Niley story
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro/scontro ***
Capitolo 2: *** Benvenuti allo studio 21 ***
Capitolo 3: *** I due gruppi ***
Capitolo 4: *** La forza dell'amore ***
Capitolo 5: *** è gelosia? ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro/scontro ***


Nuove emozioni




Léon POV.
Cammino per le strade di Buenos Aires a testa bassa…lo Studio 21 sta diventando un casino…l ragazzi che non riescono ad andare d’accordo i professori che litigano ogni 5 secondi e poi…c’è lei…Ludmilla…Non riesco davvero a capire se è quello stupido fattorino a provarci con lei o il contrario. Ludmilla…perché stiamo insieme? Non lo ricordo più…quando mi sono innamorato di lei? Stiamo insieme da 4 anni…come ci siamo conosciuti? Aspetta ora ricordo noi non ci siamo innamorati, i nostri genitori hanno voluto questo “fidanzamento”…si perché siamo entrambi ricchi e due persone ricche come noi possono solo stare con persone del loro stesso livello no? Si…si è così…ma allora l’amore non esiste?...Mi fermo per un’attimo, mi guardo intorno ma dove mi trovo? Ho camminato così tanto che non me ne sono reso conto…Aspetta ma casa mia si trova al lato opposto, che idiota che sono ho preso la strada sbagliata senza rendermene conto…Sto per tornare indietro quando sento un’uomo gridare…

: TORNA IMMEDIATAMENTE QUI!!!
: NO!!! Fino a quando non mi ascolterai e non ti rendere conto che anche ho delle necessità non parlerò con te!! Fammi un fischio quando impari ad ascoltare!!!

Una ragazza uscì da quell’enorme villa, e volta l’angolo dove mi trovo io cadendomi addosso. Poggio le mie mani sulle sue braccia per non farla cadere. Alza lo sguardo incrociando il mio. Non so perché ma le sorrido e lei fa lo stesso. Wow…è una ragazza bellissima, ha i capelli castani, lunghi due occhi marroni che sembrava brillassero, un sorriso smagliante ed era vestita in modo semplice. Una gonna di seta azzurra e una maglietta bianca col disegno degli arcobaleni in vita portava un nastro rosa e delle ballerine dello stesso colore. Ci sono alcuni secondi di silenzio tra di noi, quando poi io decido di prendere la parola

Léon: Dovresti fare più attenzione mentre cammini
: Si è vero

Deve essere molto rimida la vedo sorridere e abbassare lo sguardo sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio

Léon: Stai bene?
: Si si grazie il fatto è che andavo un po’ di fretta e non ho visto dove andavo scusami
Léon: No figurati l’importante è che tu stia bene

Annuisce con la testa e cade dinuovo il silenzio, cos’ decido di tenderle la mano

Léon: Io sono Léon piacere
: Emm…
: SIGNORINA!!! TORNA SUBITO QUI!!!
: Devo andare scusa ciao!

La ragazza corre via e mi trovo davanti un’uomo sui 36 anni che la guarda correre e poi rientra dentro…bha…Torno indietro per poter tornare a casa e per tuta la strada non faccio altro che pensare a lei. Non so come si chiami ma devo dire che mi è piaciuta molto, il che è strano visto che a me sono sempre piaciute le ragazze come Ludmilla, bionde ricche e che si vestono in modo appariscente, mentre lei…lei è il contrario, lei è castana, semplice e aveva uno sguardo così dolce. Apro la porta ed entro a casa…

Léon: Ciao mamma ciao papà
Madre: Ciao tesoro
Padre: Ciao Léon, aspetta, dove vai?
Léon: In camera mia
Padre: Ascolta hai impegni per domani?
Léon: Bhe ecco dovrei…
Padre: Cancellali devi venire con me
Léon: Dove andiamo?
Padre: A casa di Gérman un mio carissimo amico che non vedo da molto tempo
Léon: Io non vengo, non mi va di starvi a sentire mentre parlate delle aziende è una noia
Padre: Niente storie Léon tu vieni e basta

Mio padre non mi prend mai in considerazione. Non gli importa ciò che penso ciò voglio, a lui importa solo quello che è meglio…per lui ovviamente. Vado in camera mia e mi stendo sul letto, l’indomani avrei dovuto subire un’altra barbosa discussione sui soldi.

Violetta POV.
Rientro a casa dopo aver passato una giornata a vedere il mio nuovo vecchio quartiere, avevo 5 anni quando è morta mia madre e abbiamo iniziato a girare il mondo. Mi guardo allo specchio ricordando la litigata di oggi con mio padre…e quel ragazzo che era fuori al mio cancello…Mi siedo allo alla scrivania e senza neanche rendermene conto avevo scritto il suo nome sul mio quaderno…Léon, è stato così dolce con me, chissà se lo rivedròE

La mattina seguente fuori casa di Violetta…

Léon POV.
Eravamo di fronte alla stessa villa del giorno seguente mio padre mi ordina di aggiustare il colletto della camicia e poi bussa il campanello. Ad aprire viene una donna leggermente in carne con i capelli corti e neri

: Salve! Sono Olga la cameriera
Padre: Salve sono Javier l’amico di Gérman e questi sono mia moglie Cinzia e mio figlio Léon
Gérman: Javier!!! Ciao!!!
Javier: Ciao Gérman! Ti ricordi di mia moglie Cinzia e mio figlio Léon?
Gérman: Certo che si! accidenti Léon sei cresciuto davvero molto dall’ultima volta.

Sorrido e annuisco mentre lui mi stringe la mano, anche se sinceramente io di lui non mi ricordo

Gérman: Lei è Jade la mia compagna e mia figlia…bhe lei è di sopra Olga per favore valla a chiamare
Javier: Oh no ci pensa mio non è vero Léon?
Léon: COSA?!
Gérman: Sul serio?
Javier: SI certo
Gérman: Fantastico allora Olga va in cucina, Léon la stanza di mia figlia è la seconda a destra appena sali le scale
Javier: Sentito? Vai

Conclude mio padre dandomi una pacca sulla spalla e dirigendosi nel salone con tutti gli altri. Fantastico ora mi tocca pure fare il dipendente…bha…salgo le scale e mi incammino, seconda porta a destra, sto per aprirla quando sento una voce cantare…

Violetta: Ahora sabes que, yo no entiendo lo que pasa *Adesso sai che, io non capisco ciò che succede*
sin embargo se, nunca hay tiempo para nada *tuttavia so, non c’è mai tempo per niente*
pienso que no me doy cuenta *penso che non me ne accorgo*
y le doy mil y una vueltas * e faccio mille giri*
mis dudas me cansaron * i miei dubbi mi hanno stancata*
ya no esperare *adesso non aspetterò*

y vuelvo a despertar en mi mundo *e mi risveglierò nel mio mondo*
siendo lo que soy *essendo ciò che sono*
y no voy a parar ni un segu… * e non mi fermerò neanche un seco…*


Violetta Pov.
Mi fermo di colpo quando fuori alla mia porta vedo di nuovo lui, Léon. Non so se stessi sognando ad occhi aperti o lui fosse davvero lì, resta comunque di fatto, che il solo vederlo mi aveva zittita.


Léon: No non fermarti, mi piace la tua voce

Resto a guardarlo a bocca aperta e spalanco gli occhi…lui…mi stava ascoltando…e aveva detto che gli piaceva la mia voce…Lo vedo avvicinarsi verso di me con le mani nelle tasche

Léon: Se ti chedo come ti chiami…avrò una risposta o scapperai come ieri?

Lo guardo sorridendo imbarazzata e abbassando la testa…

Violetta: Violetta…mi chiamo Violetta
Léon: Violetta…mi piace!
Violetta: Ma tu…che ci fai qui?
Léon: Bhe…a quanto pare tuo padre e il mio sono amici…e siamo stati invitati a mangiare qui, vieni?
Violetta: Si si certo andiamo
Léon: Dopo di te(disse lui aprendomi la porta)
Violetta: Grazie

Scendiamo e ci sediamo a tavola, mio padre a capotavola quella strega di Jade al suo fianco io accanto a lei, di fronte a mio padre sempre a capotavola c’era il padre di Léon di fronde a Jade sua madre e per finire di fronte a me c’era lui…Léon…

Gérman: Allora? Come va tuo figlio a scuola?
Javier: Ooo benissimo, Léon è uno dei migliori dello Studio 21, e la sua ragazza ovviamente non è da meno
Gérman: La sua ragazza?
Javier: Si si è fidanzato da 4 anni
Gérman: Ah ma pensa…Violetta invece non ha mai avuto un fidanzato…

Léon era fidanzato? Ma certo era ovvio! Che stupida che sono stata, tutto un tratto mi era passata la fame…ma del resto avrei dovuto immaginarmelo, un ragazzo così bello e gentile non poteva certo non avere la ragazza…

Jade: E parlando di fidanzamento sapete chi si sposerà presto? Noi due!!!
Violetta: CHE COSA?!

Salto di scatto in piedi, davvero siamo arrivati a questi livelli? Mi sembra assurdo e io non accetterò mai Jade come madre che questo sia chiaro a tutti! Corro via nella mia stanza sbattendo la porta e buttandomi sul letto a piangere. Mi manca così tanto la mia mamma, lei era l’unica che riusciva a capirmi, l’unica che sapeva ascoltarmi. Quella strega di Jade è interessata solo ai nostri soldi, ma mio padre non lo capisce.

Intanto di sotto…

Gérman: Emm…mi dispiace io non so proprio cosa le sia preso…
Léon: Con permesso*si alza e si dirige al piano superiore*

La porta della mia stanza si apre e…

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Capitolo 2
*** Benvenuti allo studio 21 ***


La porta della mia stanza si apre e vedo entrare lui, Léon…

Violetta: Léon per favore esci non sono di compagnia…
Léon: Infatti io non voglio compagnia, voglio solo farla a te

Léon si abbassa e mi passa la mano destra sul viso per asciugarmi le lacrime e poi mi guarda facendo un sorriso. Stranamente sento il mio cuore battere più forte. Il suo sguardo dolce i suoi occhi mi sciolgono, tanto da strapparmi un sorriso…mi bacia entrambe le mani e poi si guarda intorno…

Léon: Un pianoforte! È accordato?
Violetta: Si, certo…
Léon: Tu lo suoni?
Violetta: Bhe…lo suonavo ora…sono un po’ arrugginita non credo di saperlo fare
Léon: Impossibile, un’arte come questa non si dimentica! Vieni

Léon mi tira su e mi fa sedere accanto a lui sullo sgabello vicino al pianoforte

Léon: Suona
Violetta: No…
Léon: Dai
Violetta: No Léon sul serio…
Léon: Va bene allora inizio io e quando ti senti pronta metti le tue dita sulla tastiera e suoni con me

Sorrido nuovamente abbassando lo sguardo, i suoi occhi su di me mi rendevano nervosa e le mie mani sudavano…Prende il suo cellulare e comincia a registrare…anche se sinceramente non ne ho capito il motivo

Léon: Na na na na…na na na yeah…vos sos la musica en mi…*tu sei la musica in me*

Era incredibile, oltre a saper suonare il piano ed essere bellissimo, sapeva anche cantare…e lo faceva benissimo. Conosceva i tasti del pianoforte a memoria visto che invece di guardare quelli aveva gli occhi puntati su di me. Io cercavo di sorreggere il suo sguardo. Ogni tanto prendeva una pausa, non ne ero sicura ma credo che stesse improvvisando la canzone sul momento…

Léon: Empienzo contandote un poquito de mi *Inizio a raccontarti un po’ di me*
Si me escuchas entenderas *se mi ascolti capirai*
Cuando el sueño sigue siendo un poco mas fragil *quando il sogno è ancora un pò più fragile*
estar bien, estar junto a ti, sonreir *è stare bene, stare insieme a te, sorridere*
Sos melodia, mi armonia que me canta en la cabeza *sei melodia, la mia armonia che mi canta nella testa*
Tu voz sola sabes engancharme envolverme *la voce tua da sola sa legarmi avvolgermi*
Me trae por vos *mi porta da te*
Si escucho el mi brano que *se sento il mio brano che*
Me trae a pensar en vos *mi spinge a pensare a te*
Oh vos sos la musica en mi *tu sei la musica in me*
Y vive adentro de nosotros *e vive dentro di noi*
Nos traeras donde quieres *ci porterà dove vuoi*
Porque vos sos la musica en mi *perché tu sei la musica in me*
Cantamos junto dale *cantiamo insieme dai*
Lo que sentimos es parte de nosotros *quello che sentiamo è parte di noi*
Y en la realidad ocultar no se podra jamaaas*e nella realtà nascondere non si potrà maiiii*
na na na oh na na na na oh…*perché tu sei la musica in me*
na na na yeah yeah yeah vos sos la musica en mi *tu sei la musica in me*

Ad un tratto mi era venuta voglia di suonare, quasi come uno scatto istintivo senza pensarci posai le mani sulla tastiera e cominciai a suonare con lui…

Violetta: Y como si fuiste siempre aqui *e come se fossi sempre qui*
Léon: Como un sueño *come un sogno*
Violetta: sos una cosa inspiegable *sei una cosa inspiegabile*
Léon: Canto palabras que nunca y jamas *canto parole che mai e poi mai*
He escuchado y que vos sabes comprender *ho ascoltato, che tu sai comprendere*
Violetta e Léon: Esta es complicidad *questa è complicità*
Saber entender quien esta a tu lado *saper capire chi ti è accanto*
Tu voz revive en mi *la voce tua rivive in me*
Y siento que estas *e sento che ci sei*
Si escucho el mi brano que *se sento il mio brano che*
Me trae a pensar en vos *mi spinge a pensare a te*
Oh vos sos la musica en mi *tu sei la musica in me*
Y vive adentro de nosotros *e vive dentro di noi*
Nos traeras donde quieres *ci porterà dove vuoi*
Porque vos sos la musica en mi *perché tu sei la musica in me*
Violetta: na na na
Léon: oh
Violetta: na na na na
Léon: oh…
Violetta e Léon: na na na na yeah yeah yeah vos sos la musica en mi *tu sei la musica in me*
Léon: Yeah…

Wow..è stato magico cantare con lui, sentivo che la musica mi scorreva nel sangue e le parole vennero da se…entrambi sorridevamo come due ebeti specchiandoci l’uno negli occhi dell’altra

Léon Pov
Era stato incredibile, scrissi lo spartito di questa canzone un anno fa circa e non ero mai riuscito a metterci le parole, e ora…ora sono state le parole a venire da me…e tutto grazie a lei…mi avvicino e le do un bacio sulla guancia. Prendo il mio cellulare e fermo la registrazione vocale. Fino ad oggi ho sempre fatto questa cosa per riascoltare la mia voce e sentire le mie canzoni.

Léon: Sai è incredibile! Non ero mai riuscito a scrivere le parole per questo spartito e ora…ora invece si...

La porta della sua stanza si apre ed entrano mio padre con il suo e tutto il resto dell’allegra famiglia…

German: Che state facendo? E perché siete seduti sulla stessa sedia?

D’un tratto entrambi saltiamo in piedi allontanandoci con lo sguardo sui nostri genitori…

Léon e Violetta: Noi…
Violetta: Stavamo solo suonando il pianoforte papà…
German: Va bene visto che ti sei calmata venite scendiamo giù ho preso delle foto che vi piaceranno sicuramente!

Io e Violetta ci lanciamo uno sguardo di rassegnazione e poi seguiamo i nostri genitori al piano di sotto… Loro si siedono sul divano e io e Violetta a terra vicino al tavolino sul quale c’è uno scatolo pieno di foto…

German: Ah e guardate questa è quando siamo stati a Londra
Javier: Aaa e questa è della partita di golf del liceo!
German: Aaa bei tempi, ricordi ti stracciai 8 buche una dietro l’altra
Javier: No no scusami ma devo contraddirti! Io stracciai te
German: Ma non è vero
Javier: Si invece 9 buche!
Léon: E tua madre? Non c’è una sua foto qui dentro?
Violetta: No…sembra mio padre l’abbia fatta sparire dalla circolazione…

Vedo il suo sguardo farsi triste mentre fissa il pavimento, credo di aver toccato un tasto dolente forse avrei fatto meglio a tacere. Per rimediare al mio errore prendo la prima foto che mi capita tra le mani

Léon: E…e questa foto!

Violetta la guarda e la prende tra le mani, facendo una faccia stranita. Non si se sia positivo i meno, ma almeno sono riuscito a distrarla dall’argomento precedente…

Violetta: Questa sono io…quando avevo 5 anni ma…questo bambino non so chi sia…
Léon: Fa vedere…

Prendo ka foto tra le mano e ne resto sbigottito. Sulla foto ci sono due bambini seduti sulla panchina, e la bambina ovvero Violetta sta dando un bacio sulla guancia di lui…

Léon: Ma questo sono io quando avevo 6 anni
Violetta: Cosa?!
German: Che succede?
Violetta: Questa foto!

Dice la strappandomela dalle mani e mostrandola al padre…

Léon: Siamo noi…io e lei?
Javier: Aaa si certo
Violetta: Quindi noi due ci conoscevamo da bambini?
Cinzia: Si tesoro voi siete praticamente cresciuti insieme
Javier: Da piccoli eravate inseparabili
German: Fino a quando noi non abbiamo dovuto iniziare a partire…
Cinzia: ooo ricordo che quel giorno Léon si chiuse in camera sua e non volle ne bere ne mangiare tutto il giorno!

Io e lei ci conoscevamo da tempo…rimasi di sasso…e anche imbarazzato dalle parole di mia madre, poteva tenersele per se no?

Olga: Signoriii è arrivato il dolce! La cascata di cioccolato proprio come piace al mio tesoro!
Violetta: Grazie Olga sei un angelo!

Finito di mangiare anche il dolce dopo quattro chiacchiere tornammo a casa…La mattina seguente allo studio 21…mi guardo intorno sperando di non incontrare chi so io e sperando di trovare chi so io…e…trovato!

Léon: Maxi ti devo parlare

Dico io poggiandogli una mano sulla spalla

Maxi: Tu vuoi parlare con me? Sei sicuri di stare bene?
Léon: Vuoi venire si o no??
Maxi: Ok…ragazzi aspettatemi qui torno subito

Entrambi ci allontaniamo un po’ per parlare in privato…

Léon: Ascolta, ho la registrazione di una canzone fatta sul mio cellulare, e per questo non si sente molto bene. Con il computer puoi far scandire meglio le voci levare i suoni in sottofondo e anche quello del piano, per poi mettere le voci su questa base*mostra un cd*
Maxi: Si certo non ci vuole niente…ma perché dovrei farlo? In fondo noi non ci sopportiamo
Léon: Perché se lo fai ti pago
Maxi: Sul serio? E quanto? 10 pesos? Sono troppi?
Léon: Tu fa quello che ti ho detto, e se il risultato sarà perfetto ti pago 20 pesos! Ci stai?
Maxi: Wow si certo che ci sto!
Leon: Bene allora dai mettiti al lavoro
Maxi: Si subito!

Vado con Maxi a prendere il suo computer e poi aspetto che finisca il lavoro…

Violetta Pov.
Sono in macchina con Roberto e non so dive mi sta portando!

Violetta: Al aorco!
Roberto: No…
Violetta: Allo zoo!
Roberta: No
Violetta: AAAA CASA DI LEON!!!
Roberto: Nooo
Violetta: No eh?
Roberta: Dai Vilu sii paziente presto lo scoprirai

Roberto mi porta davanti ad un edificio tutto colorato con un insegna, c’era scritto Studio 21. Rimasi a bocca aperta, c’erano ragazzi che ballavano ovunque e tutti pieni di talento. Scesi dalla macchina accompagnata da Roberto e mi guardavo intorno. Wow, adesso so come si sentiva Alice nel paese della meraviglie. Questo posto è un paradiso…e guardandomi intorno vidi anche il mio angelo…

Violetta: Leon!!! C’è anche lui!!!
Roberto: Si certo questa è la sua scuola, vieni andiamo

Appena Roberto ha detto quelle parole ho cominciato a correre verso di lui e mi sono fernata solo quando l’hi raggiunto…

Violetta: CIAO!!!
Leon: Vilu!!! Ciaooo

Leon mi si avvicina e mi abbraccia, cosa che non mi aspettavo

Maxi: Wow che bella ragazza
Leon: Già peccato che non sia alla tua altezza hai fatto?
Maxi: Si ecco il cd
Leon: Bene grazie ecco quello che ti devo*gli da i soldi* Vieni ho una sorpresa per te!
Violetta: Che sorpresa?
Leon: Se te lo dicessi non sarebbe più una sorpresa…andiamo!
Roberto: Eh un attimo dove andate
Leon: Le faccio fare il giro dello studio, tranquillo te la riporto io a casa!
Roberto: Bhe se è così allora…
Leon: Fantastico! Ciao Roby!
Violetta: Ciao ciao Roby!

Leon da una pacca sulla spalla a Roberto prendendomi per mano e poi corriamo insieme…

Roberto: Grandioso ora sono diventato Roby…

Entriamo in un’enorme sala…di ballo credo…Leon mette un cd e poi preme play

Violetta: Ma questa è…
Leon: La nostra canzone!
Violetta: L’hai fatta incidere
Leon: Si ma manca ancora qualcosa
Violetta: E cosa?
Leon: Posso avere questo ballo?
Violetta: Certamente!

Sorrido afferrando la mano che mi era stata tesa da Leon, mi divertivo così tanto con lui, anche se stavamo facendo dei passi senza senso ci divertivamo lo stesso e ballavamo, inconsapevoli del fatto che qualcuno ci stesse osservando, e quel qualcuno presto mi creato non pochi guai…

 

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Capitolo 3
*** I due gruppi ***


on: Ti è piaciuta vero?
Violetta: è stupenda
: Léon e questa chi è?

Una ragazza bionda entra nell’aula. Ha una maglietta rossa con i lustrini un jeans chiaro molto stretto, una cinta dorata in vita e un paio di scarpe con il tacco dello stesso colore. Ha l’aria altezzosa, avete presente quei ricchi snob con la puzza sotto al naso? Ecco lei mi ricordava loro. Appena entrata si avvinghia al collo di Léon mi guardava con disprezzo…


: Cos’è stai facendo un’opera di carità tesoro?
Léon: No no, lei è Violetta Castillo figlia di Gérman Castillo
: Vuoi dire l’extra miliardario?
Léon: Esatto, e inoltre è un buon amico di mio padre, Violetta lei è Ludmilla
Ludmilla: La sua ragazza

Mi tende la mano quasi come se volessi che io l’a baciassi cosa che ovviamente non feci, era già tanto che gliela strinsi. Come poteva una ragazzo dolce come Léon stare con una vipera del genere?
Dalla porta entrano altre 6 due persone. Due di queste si avvicinano a Ludmilla e Léon. La prima è una ragazza dai capelli corti neri altezza normale un pantalone rosso una t-shirt bianca con la scritta nera degli stivali sempre neri e un gilet di pelle finta dello stesso colore, era molto carina. L’altro invece, quello che da la mano a Léon è un ragazzo con i capelli neri un po’ goffi nei movimenti, porta una polo bianca con dei quadri azzurri e un pantalone viola e le convers azzurre ai piedi

Léon: Vilu lui è Andres un mio amico e lei invece è Naty la migliore amica di Ludmilla ma noi la chiamiamo Nata
: Amica? Tirapiedi, braccio destro ,seguace direi che è tutto meno che un’amica visto che Ludmilla non ha amiche

Disse con tono sicuro una ragazza dai capelli neri che teneva raccolti in una coda con un nastri azzurro. Indossava un vestitino bianco simile a quelli che piacciono a me con dei fiori azzurri. Non è molto alta, porta delle ballerine azzurre ai piedi. Alla sua sinistra c’è una ragazza poco più alta di lei con i capelli castani, lunghi e ricci un pantaloncino di jeans una maglietta a pipistrello tutta colorata e degli stivali marroni come la cinta che porta in vita. Invece alla sua destra c’è un ragazzo alto più o meno quanto lei, era vestito stile hip hop con un cappello dei jeans larghi una t-shirt bianco e un giubbotto viola e giallo, due colori sgargianti direi. E per finire dietro di loro c’era un ragazzo alto con i capelli rossi che aveva lo stesso stile di quello precedente, jeans larghi e una t-shirt arancione. Loro quattro erano gli stessi che erano entrati nell’aula con Naty e Andres.

Ludmilla: La tua è solo invidia
: Ah si certo come no, illuditi che gli altri ti invidino del resto non c’è peggior sordo di chi non vuol parlare
: SENTIRE FRANCESCA!
Franca: Shh parlare sentire è la stessa cosa state un po’ zitti voi tre
Léon: Violetta, loro sono Francesca, Camilla, Maxi e Braco
Braco: прекрасное*è bellissima in russo*
Violetta: Cos’ha detto?
Léon: Non lo so ignoralo
Francesca: E lei chi è la vostra nuova amichetta?
Violetta: Io mi chiamo Violetta*gli tendo la mano*
Ludmilla: Oh no cara! Noi non ci immischiamo con la gente comune, *si mette sotto il braccio Violetta* Lei è Violetta Castillo ka figlia di Gérman Castillo, l’extra milionario, e ora andiamo su cara

Ludmilla mi trascina via prima che io potessi dire solamente A. Naty ci viene dietro e io mi volto per vedere Léon che era ancora nell’aula con quel suo amico.

Andres: Che ti prende amico?
Léon: Non mi piace neanche un po’ che Violetta diventi amica di Ludmilla, devi fare qualcosa e in fretta *guarda Francesca*

Io continuo a guardare Léon quando Ludmilla mi schiocca le ditta davanti alla faccia per attirare la mia attenzione

Violetta: Si?
Ludmilla: Stammi bene a sentire mocciosa, regola numero 1 non guardare Léon, regola numero 2 non parlare con Léon regola numero 3 Léon è MIO. Quindi fa quello che ti dico se non vuoi che ti renda la vita un inferno
Violetta: Ma guarda che io e Léon siamo solo ami…
Ludmilla: Ah ah forse non mi sono spiegata, non esiste un tu e Léon. Intesi?

Detto questo si allontana da me accompagnata dalla sua amica

Léon POV.
Per nessun motivo Violetta doveva entrare nel mio gruppo. Conosco Ludmilla e l’avrebbe cambiata da capo a piede, e io non volevo che lei cambiasse. Nell’ora di pausa tutti andammo al restò bar, il bar di Lucas il fratello di Francesca. Mi guardo intorno e vedo Francesca seduta al tavolo con i suoi amici a ridere. Mi sto per avvicinare quando qualcuno mi urta, così mi volto…

Léon: Vilu
Violetta: Scusa mi dispiace tanto sono inciampata sullo scalino è per questo che…
Léon: Non importa, senti tu sai che nello studio 21 ci sono due gruppi
Violetta: Si, tranquillo io sceglierò il tuo
Léon: No non voglio
Violetta: COSA?!
Léon: Vieni

Presi la mano di Violetta e mi avvicinai al tavolo di Francesca…

Léon: Hey, dovete accettarla nel vostro gruppo
Francesca: SCUSA?! Ci stai forse dando un ordine?
Léon: No ve lo chiedo per favore
Camilla: Non sembrava
Léon: *sospiro* Per favore potreste prendere Violetta nel vostro gruppo?

Violetta mi stava guardando con una faccia sbigottita, senza capire nulla. Francesca si alza in piedi e la guarda da capo a piede e poi incrocia le braccia

Francesca: Perché dovremmo?
Camilla: Lei appartiene al vostro mondo non al nostro
Maxi: Si esatto è una milionaria
Léon: Non giudicatela dai suoi soldi, giudicatela dalla persona

Dalla porta del bar entrano Ludmilla Naty e Andres che si avvicinano…

Ludmilla: Amore che succede? Violetta che piacere vederti Léon ti stava facendo conoscere i nostri nemici?
Francesca: No siamo noi quelli che vi vogliono presentare la vostra nuova nemica

Francesca prende il polso di Violetta facendola spostare dalla loro parte. Sapevo che non avrebbe permesso a Ludmilla di farsi un’altra schiavetta. Violetta mi guarda con una faccia arrabbiata mentre io sorrido a Francesca

Ludmilla: Che delusione Vilu…
Violetta: Per te sono Violetta
Ludmilla: Ma del resto avrei dovuto capirlo dal modo in cui ti vesti, non saresti mai stata alla nostra altezza, Andiamo amore qui c’è troppa pizza di…perdenti
Léon: Si Ludmilla

Ludmilla mette il suo braccio sotto al mio e ci sediamo al un tavolo distante

Violetta POV.
Ero furiosa con Léon mi aveva scaricata come se fossi un oggetto! Poteva dirmelo che non mi sopportava invece di fare così. Mi siedo con le braccia incrociate e il mio diario in mano, almeno un lato positivo c’era non dovevo sopportare i capricci di quella bisbetica di Ludmilla

Francesca: Che c’è? Volevi stare nel gruppo di Ludmilla?
Violetta: No no al contrario solo…non mi è piaciuto come mi ha trattato Léon
Camilla: Dai non pensarci è solo un’idiota
Maxi: Si esatto ci sono altri ragazzi che vorrebbero uscire con te

Sorrido per il tono di voce usato da Maxi, Braco mi fissa senza parlare quando ad un certo punto mi arriva un frullato sulla maglia

Violetta: Oh no
Francesca: Thomas!!! Ma che fai!?
Thomas: Mi dispiace tanto io non volevo
Lucas: Si certo tu non vuoi mai!*prende dei fazzoletti* Ecco tieni…
Francesca: Dai a me ci penso io

Francesca mi aiuta pulendomi la maglietta con un po’ d’acqua sul fazzoletto

Lucas: Non fai mai attenzione
Violetta: Non lo sgridi non è successo niente
Francesca: Dai fratellino non esagerare torna al lavoro su
Thomas: Sono mortificato
Violetta: Non preoccuparti non è successo niente
Francesca: Violetta lui è Thomas un nostro amico e quello è mio fratello maggiore Lucas

Thomas mi guarda e sorride, e io ricambio abbassando lo sguardo, non ne ero sicura ma credo che Léon mi stesse guardando. Thomas sembrava molto gentile, si sedette con noi per un po’ e parlammo dello studio 21. Finito tutto stavo tornando a casa quando qualcuno mi prende il polso e io mi volto…

Violetta: Léon…CHE COSA VUOI?!
Léon: Sei arrabbiata con me?
Violetta: No, no infondo perché dovrei? Solo perché mi hai messo nel gruppo contro il tuo senza neanche chiedermi cosa volevo?
Léon: Vieni con me, ti posso spiegare
Violetta: No grazie

Mi volto per andarmene ma lui mi tieni ancora per il polso…

Violetta: Léon…
Léon: Vilu, dai

Mi fa una faccia dolce al quale non so resistere, quindi mi lascio convincere, camminiamo per un po’ in silenzio. Mi porta in un parco tutto verde, lì mi rendo conto che avevamo le mani intrecciate. Entrambi le guardiamo e abbassiamo lo sguardo arrossendo. Ad ogni modo Léon non me la lascia e mi invita a sedermi vicino a lui sotto un grande albero…

Léon: Vilu ascolta, Ludmilla è una ragazza ricca viziata che sottomette tutti quelli che la circondano al suo volere, e io non volevo che tu cambiassi, perché tu sei perfetta così come sei. È per questo che è voluto farti entrare nel gruppo do Francesca, loro sono diversi
Violetta: Ma non capisco, se pensi questo perché stai con lei?
Léon: Perché è quello che vuol mio padre…ma se avessi potuto scegliere ti assicuro che non avrei scelto lei
Violetta: E chi…chi avresti scelto?

Léon mi sorride e mi si avvicina. Sento il mio cuore battere a mille e sciogliersi allo stesso tempo. Il suo sorriso i suoi occhi era così dolce, non mi era mai capitato di provare tutto questo…

Léon: Se avessi potuto scegliere, avrei scelto una ragazza semplice, ma allo stesso tempo speciale, una a cui piace cantare e ballare, timida, romantica, la principessa della favola, della mia favola
Violetta: La principessa della tua favola?
Léon: Si e sai come si chiama?
Violetta: N-no
Léon: Violetta

Alzo lo sguardo che fino ad ora era stato chinato. Léon mi si avvicina lentamente. Ad un certo punto sento di aver perso il controllo del mio corpo mi avvicino anche io lentamente a lui, fino a quando le nostre labbra non si toccano, e a quel punto chiudiamo gli occhi. Il mio primo bacio, mi sentivo al settimo cielo, sembrava di volare, quello era il momento più bello di tutta la mia vita. Avrei tanto voluto che il tempo si fermasse in quel preciso momento

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Capitolo 4
*** La forza dell'amore ***


I petali rosa dell'albero di ciliegio cominciano a cadere su di noi, come se fossero pioggia...era tutto così magico...lui era magico, e bello...Quando le nostre labbra si separarono ci guardammo negli occhi, e io gli sorrisi timidamente mentre lui mi abbracciava...


Léon: Lo sai questo è...è stato il momento più bello di tutta la mia vita...

I suoi occhi, i suoi gesti così dolci...stavo tremando, per la sua mano destra che accarezzava la mia guancia e allo stesso tempo mi sentivo al settimo cielo...

Violetta: Anche per me...

Ad un certo punto sento il mio telefonino squillare, e questo mi manda in agitazione...

Violetta: Oh no...che ore sono!?!?
Léon: L'una e dieci perché?
Violetta: No no no...mio padre mi ammazzerà*prendo il telefono e rispondo cercando di tenere il mio tono più calmo possibile...cosa impossibile...* Papà!!!...si papà...ma no...ovviooo...si si sono dietro l'angolo...certo...ciao papà*attacco il telefono super nervosa e mi alz in piedi seguita da Léon* Devo andare a casa
Léon: Si certo vieni ti accompagno...
Violetta: No no...non è necessario sul serio...
Léon: Ma io voglio farlo...

Léon mi sorrise...quel suo fantastico sorriso...sarei potuta stare ad ammirarlo per sempre...era così perfetto, ogni volta che ero con lui sentivo il mio cuore battere a mille all'ora...lui mi prende la mano incrociandola con la sua e insieme ci dirigiamo verso casa...Per tutto il percorso Léon non faceva che guardarmi, questo mi imbarazzava...

Violetta: Dai smettila di fissarmi...*Gli dico io sorridendo*
Léon: Scusa è che...sei così bella...da mozzare il fiato...

Léon sapeva sempre cosa dire per farmi arrossire, lui mi faceva sentire speciale, unica e sopratutto, sua...era così iperprotettivo nei miei confronti, e questo mi faceva sentire al sicuro...

Léon: Lo sai hai una voce fantastica sul serio toglierebbe il fiato a chiunque...
Violetta: Grazie Léon ma...devo chiederti di non fare parola con mio padre...lui non vuole che io canti...
Léon: Si certo...ma perché? Non capisco...
Violetta: Ecco è...una lunga storia...ne parliamo un'altra volta ok?
Léon: Certo...

Sfortunatamente eravamo già arrivati fuori casa mia ed eravamo ancora uno nella mano dell'altra...

Violetta: Allora...ciao...
Léon ci vediamo...domani..
Violetta: Si...certo...

Léon mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia, e prima che io potessi ricambiare la porta si apre...

German: Violetta!!! Dov'eri finita?!
Léon: No, per favore non la sgridi è stata tutta colpa mia...lei voleva tornare e io l'ho trattenuta...

Mio padre fece una faccia un pò dubitosa fulminando leggermente Léon con lo sguardo, ma lui non si intimorì neanche un pò...Io volevo solo ammazzare mio padre, perché non poteva essere carino almeno con Léon?!

German: Mmm...
Violetta: Papà!!!
German: Va bene...entra Vilu, ciao Léon, salutami tuo padre...
Léon: Certo...arrivederci...ciao Vilu...
German: *Chiude la porta* Violetta non voglio che tu faccia tardi perché poi...
Violetta: Si si papà tranquillo...non è successo niente

Diedi un bacio sulla guancia e corsi via in camera mia...Chiusi la porta e mi stesi sul mio letto più felice che mai. Sentivo che il mio cuore stava per esplodere dalla felicità...Nella mia testa davanti i miei occhi nel mio cuore c'era solo lui...Léon...e quel tenero e romantico bacio come quello nelle favole. Presi il cuscino e lo baciai immaginando che fosse Léon, ricordando la scena del bacio...aaa devo essere davvero impazzita lanciai un grido di gioia nel cuscino e poi presi il mio diario segreto dallo zaino per raccontargli tutto quello che era successo...

Léon POV.
Tornai a casa e buttai lo zaino sul divano...

Cinzia: Léon!!! Mettilo in camera tua
Léon: Uff...si mamma...
Javier: Come mai tutto questo tempo? sei stato con la tua fidanzatina?
Léon: Emm...no no...sono...voluto andare a fare un giro al parco...
Javier: Al parco!? Léon ma dai come al parco!? Che ci vai a fare al parco!?
Léon: Senti papà è un luogo che mi rilassa ok?

Perché qualsiasi cosa facessi doveva controllare la mia vita!?
Perché non potevo decidere io per me stesso!?
La vita è mia no?

Cinzia: Léooon a telefono...c'è Ludmilla...

Roteai gli occhi e alzai la cornetta del telefono della mia stanza...

Léon: Mamma attacca...*gridai e poi risposi al telefono* Hey Ludmilla che c'è?
Ludmilla: Tesoro...dov'eri finito!?
Léon: Cosa vuoi dire?
Ludmilla: Ti ho cercato per tornare a casa insieme, come sempre e non ti ho trovato!
Léon: Ah si...scusa ero di fretta...
Ludmilla: Mmm...senti a quella mediocre...
Léon: Di che mediocre stai parlando?
Ludmilla: Di quella Violetta
Léon: CHE COSA?!?! Non provare neanche a sfiorarla siamo intesi!?
Ludmila: Scusa!?!? E perché? Che ti prende?
Léon: Non mi prende niente è che...è figlia di un amico di mio padre, poi lui se la prenderà con me...
Ludmilla: Mmm...capisco...

Da sotto sento mia madre chiamarmi per pranzare...

Léon: Ora devo andare a mangiare...ciao...
Ludmilla: Ciao tesoro...

Attaccai il telefono...per fortuna ero riuscito a convincere Ludmilla a non torcere un capello a Vilu...se le averebbe fatto qualcosa non me lo sarei mai perdonato...e di sicuro gliel'avrei fatta pagare...nessuno doveva permettersi di farle qualcosa o se la serbbe vista con me...

Intanto a casa di Ludmilla...

Nata: Quindi non le faremo niente?
Ludmilla: Ma che domande fai!!?! è ovvio che gliela faremo pagare...ma Léon non dovrà sapere niente...
Nata: Uuu e qual'è il piano?
Ludmilla: Molto semplice...ascolta...

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Capitolo 5
*** è gelosia? ***


Violetta Pov.
Ero così elettrizzata...era passata una settimana da quel giorno e mi ero iscritta allo studio 21. Ultimamente io e Léon ci vedavamo solo lì...ma solo sguardi non potevamo avvicinarci...non potevamo dare nell'occhio...ma quella mattina...sentivo le farfalle nello stomaco uscirmi da dentro non resistevo più...stavo per vedere di nuovo Léon...appena entro mi guardo intorno per cercarlo e lo vedo vicino agli armadietti. Sorrido spontaneamente, senza neanche accorgermene e lo abbraccio da dietro. Lo sento girarsi e mi allontano imbarazzata...
 
Violetta: Oh mamma scusa...dimenticavo che qui noi...
 
Léon sorride e non mi fa finire la frase, mi prende la vita attirandomi a lui e mi abbraccia. Sciolto l'abbraccio mi guarda negli occhi...
 
Léon: Solo perché siamo in due gruppi diversi, questo non significa che mi dispiaccia un tuo abbraccio...e sopratutto che non ti ami...
 
Non ti ami? Ho sentito bene? Ha usato il verbo amare vero? Vorrei poter gridare di felicità e saltargli al collo! è così dolce, mi fa l'occhiolino mentre chiude l'armadietto e si allontana...mi ama? Ma si certo che mi ama altrimenti non mi avrebbe mica risposto così! O no?...sento una mano sulla mia spalla destra, mi volto è Francesca, l'abbraccio così senza pensarci, credo di stare per stritolarla
 
Francesca: Si certo, anche io sono contenta di vederti...
 
Disse lei sorridendo ma con una faccia interrogativa. Sciolgo l'abbraccio e la guardo con un sorriso a trentadue denti
 
Violetta: Mi ama
Francesca: Eh!? Chi ti ama?
 
Apro la bocca per risponderle quando poi mi rendo conto di quello che sto per dire...
 
Violetta: Emm...la musica...la musica mi ama...e io amo lei...
 
Francesca scoppia ridere e scuote il capo
 
Francesca: Sei strana Vilu
Violetta: No....
Francesca: Si invece, e questa fastidiosa vocetta acuta ne è la prova
Violetta: Quale voce...*si schiarisce la voce* quale vocetta acuta eh?!
Francesca: Hahaha dai andiamo!
 
Fran mette il suo braccio sotto al mio, e mi trascina nell'aula di musica, dove si sarebbe tenuta la lezione con Pablo. Pablo era il mio professore preferito dello studio 21...bhe intendiamoci dopo mia zia Angie, che viveva a casa nostra, da quando mi ero trasferita...credo che tra lei e mio padre stia nascendo qualcosa...magari questa è la volta buona che mi libero di Jade. Entrate nella sala di musica, ci avviciniamo a Camila, Maxi e Braco, che mi salutano, e io ricambio con un cenno del capo. Dall'altra parte della sala c'è Léon, con le braccia incrociate al petto. Lo sguardo così serio, e assorbito dalla spiegazione...cosa che dovrei fare anche io...ma sono troppo applicata a osservare i suoi lineamenti perfetti...quello che però mi dava fastidio, era il braccio di Ludmilla poggiato sulla sua spalla...cioé voglio dire, Léon non è mica un comodino che ti ci puoi poggiare così?!...era irritante...alla sinistra di Ludmilla c'era Nati, mentre alla destra di Léon c'era Andres...c'era anche un altro ragazzo dietro di lui, con la carnagione scura...ma io sono concentrata solo su di lui...
 
Léon pov.
Mi sento osservato, abbasso lentamente lo sguardo e noto che Violetta mi stava fissando. Appena volto lo sguardo su di lei, lei lo abbassa imbarazzata. Era così dolce, che non potevo fare a meno di sorriderle, mentre fingeva di ascoltare Pablo e mi guardava con la punta dell'occhio. Sento un altro sguardo gelido alla mia sinistra...è Ludmilla, ma non la guardo. Volto solo lo sguardo verso il professore che sta spiegando, e attendo che finisca.
 
Pablo: Quindi, in pratica, per la fine del mese mi dovrete portare questa canzone, scritta dai grruppi che ora vi dirò. 
 
Tutti noi annuimmo col capo, per fare intendere che avevamo capito...
 
Pablo: Ludmilla, Nati, Diego e Lara...Violetta, Francesca e Camila...Léon, Maxi, Brodway, Napo e Andres...
 
Sarei voluto stare con Violetta, ma mi accontento del fatto che non sono stato messo con Ludmilla...e poi forse era meglio così, non so quanto avrei resistito stando sempre vicino a lei, senza dare a vedere ciò che stavo provando. Vedo Napo e Maxi avvcinarsi a me, Andres e Brodway...
 
Ludmilla: Che peccato che non stiamo insieme tesoro
Léon: Già, un vero peccato
 
Le dissi sorridendole mentre lei mi tendeva la mano. Voleva che gliela baciassi prima che si allontanasse...lo feci, meglio che non sospetti di nulla...la guardo allontanarsi e mi sento ancora osservato, volto lo sguardo e incrocio gli occhi di Vilu, che di scatto si volta dall'altra parte
 
Maxi: Allora pensate che...riusciremo a collaborare insieme?
Léon: Si certo...in fondo credo...che abbiamo in comune molte più cose di quanto vogliamo far sembrare no?
Andres: A-aspetta che cosa intendi?
Léon: A noi piace la musica, a loro piace la musica, a noi piace ballare a loro piace ballare, a noi piace cantare a loro piace cantare capisci? *poggiai una mano sulla sua spalla*
Andres: Aaa si certo
Maxi: Bene allora...che ne dite...ci dobbiamo vedere anche fuori di qui no?
Napo: Bhe secondo me sarebbe meglio...
Brodway: Dove ci vediamo?
Lèon: A casa mia, oggi i miei non ci sono e abbiamo tutto per noi...siete d'accordo?
Maxi: Si certo ma...
Léon: Vi invio un sms con l'indirizzo di casa mia
Napo: Perfetto...
 
 
Violetta Pov.
 
Ludmilla era così altezzosa, così...così...regina! Ecco si...si comportava come una regina ricca e viziata! Ma Léon era il mio principe, non il suo...volevo gridarglielo in faccia ma...non potevo...non ho mai provato questi sentimenti per qualcuno...credo...si credo che sia gelosia...ad ogni modo faccio finta di nulla...quando vedo due mani schioccarmia davanti al volto. Sono Camila e Francesca che provano a riportarmi con i piedi per terra
 
Violetta: Eh!? Si che cosa?!
Francesca: Come che cosa?...la canzone Vilu...stiamo parlando della canzone *sorride* ma che ti prende sei tra le nuvole?
Violetta: Emm...si...si più o meno...cioé no...che sto dicendo!
Camila: Va bene, ascolta, che ne dici se oggi ci vediamo a casa tua per provare a lavorare sul compito?
Violetta: Si, si va bene...vediamoci a casa mia...
 
Francesca e Camila erano diventate le mie migliori e inseparabili amiche...sentivo di potermi fidare di loro...inoltre non avevo problemi a farle venire a casa...anzi, faceva arrabbiare a Jade questa cosa quindi potrete immaginare quanto mi faccia piacere! La regola di mio padre era una e semplice, niente ragazzi...sinceramente, dopo la morte di mia madre lui non voleva che io cantassi...a convincerlo sono state mia nonna e mia zia Angie...ci sono voluti 3 anni però alla fine lo ha accettato...ed è questo quello che conta...ma non potevo fare a meno di sentire un vuoto dentro di me...mi faceva rabbia e mi rendeva triste il fatto che Ludmilla potesse stare con Léon tutti i giorni ogni secondo...era così difficile da sopportare...eppure per il suo amore lo avrei fatto...e lo farò...non ho mai provato nulla di simile...non so se è una cosa giusta essere innamorata di qualcuno che è fidanzato...forse no...ma l'amore non è sempre giusto vero? Oppure no?...aaa sono così confusa!!!
 
Léon pov.
 
Ero a casa mia, disteso sul divano a guardare la televisione, erano le 15:00 e sento il campanello della porta. Una cameriera in casa e neanche va ad aprire la porta...
 
Léon: Non ti scomodare Iris vado io eh
 
Dissi alzandomi dal divano. Aprì la porta e mi ritrovai i ragazzi di fronte. Ci salutammo con una stretta di mano e un tocco con la spalla. Dopo ci dirigemmo verso il salone, avevo già preparato gli strumenti
 
Maxi: Wow! Questo impianto stereo è...è...
Léon: Si lo so
Maxi: E quel computer! Wow!
Léon: Si lo hai già detto, ora mettiamoci al lavoro...avevo pensato a qualcosa di mixato, in modo che musica coinvolga tutti i nostri stili
Maxi: Anche il rap?
Léon: Si Maxi, anche il rap...ascolta...
 
Mi avvicinai al mio portatile e misi play su una base rap e intanto poggiai le dita sulla pianola e iniziai a suonarla...vedevo i ragazzi lanciarsi qualche sguardo di approvazione e annuire col capo, poi iniziarono a ballare lasciandosi traspsportare dalla musica...
 
Léon: Purtroppo ho solo questo inizio, dobbiamo finirla insieme
Maxi: Mi piace...hey ascolta tu sai rappare?
Léon: Si certo, perché?
Maxi: Perché si potrebbe iniziare con qualcosa così *mette la mano davanti alla bocca e fa dei suoni* e poi far partire la base
Léon: Si non è male...allora io e Maxi ci occupiamo della base, Broddway e Napo della coreografia
Andres: Siiii dai! E io che faccio?
Léon: Comincia ad accordare gli strumenti e poi vieni con me e Maxi, quando abbiamo finito inizieremo a scrivere il testo...per le cinque dobbiamo finire perché devo fare una cosa ok?
 
Violetta Pov.
 
Erano le 16:30 e io e le ragazze abbiamo provato per molto tempo...e avevamo già scritto l'inizio della nostra canzone...
 
Violetta: Veo veo que ves? todo depende de que quieras ver 
piénsalo bien antes de actuar si te enamoras te puedes lastimar...*vedo vedo che vedi? Tutto dipende da che vuoi vedere...pensaci bene prima di agire, se ti innamore tu puoi ferire*
 
Questo pezzo lo avevo scritto io...in fondo riguardava me, e i miei dubbi su ciò che stavo provando quella mattina...le mie incertezze e la mia gelosia...quella gelosia che mi affettava dentro...e che mi faceva stare male...ma non volevo darlo a vedere...in fondo...ciò che c'era tra me e Léon era un segreto...e così doveva restare...
 
Francesca: Oye escuchame bien, respira y deja de tamblar cual papel, si crees que si vuelve a ententar *Senti ascoltami bene, respira e smettila di tremare come foglio, se credi di si provaci ancora*
Camila: Y no te rindas ni por casualidad *e non ti arrendere neanche per caso*
 
Questo pezzo lo avevano composto loro due...credo che abbiano capito che c'è qualcosa che non va...e mi stiano spingendo a sfogarmi con loro...ma non posso...noto mio padre sull'uscio della porta che ci guarda e mi sorride, ricambio mentre fermiamo la musica e ci buttiamo sul divano...
 
Francesca: Bhe direi che come inizio non è male...
Camila: No certo ma manca ancora il continuo e poi bisogna finire la base e non ci dimentichiamo che...
Violetta/Francesca: Camila!!!
Camila: Si, che c'è?
Francesca: Una cosa alla volta ok?...non metterci l'ansia addosso
Camila: Ma io non metto l'ansia addosso
Violetta: No, no certo
Gérman: State calme, siete bravissime e sarete le migliori
Francesca/Camila: Grazie
Violetta: Grazie papà
 
Dissi alzandomi in piedi sul divano e saltandogli al collo, quando sentì il mio cellulare suonare. Un sms...da Léon! sono euforica, mio padre si dirige verso lo studio e io leggo il messaggio che dice "tra 10 minuti al nostro posto segreto" 10 minuti?! Ma anche subito!!!. Sorrido guardando le ragazze che mi osservano interrogativamente, aspettando le spieghi il perché del mio sorriso...
 
Violetta: Emm...io...devo andare...
Francesca: Andare dove?
Violetta: Eee...è una cosa importante
Camila: Si ok ma dove?
Violetta: Ora non posso dirvelo, ci vediamo domani ciao vi voglio bene
 
Dissi prendendo la borse e correndo fuori, lasciando le mie amiche con le parole in bocca...era da tanto che io e Léon non passavamo del tempo insieme...era sempre più difficile vedersi allo studio, e il pomeriggio c'erano i compiti e inoltre, non potevamo farci vedere insieme...non ovunque almeno...arrivai al parco e mi guardai intorno...credo di essere in anticipo, mi avvicino allo stesso albero sotto il quale io e Léon ci siamo scambiati il primo bacio e sento delle mani poggiarsi delicatamente sulla mia vita da dietro. Mi attira a se, sento il suo respiro caldo sul collo. e la sua voce sussurare al mio orecchio destro un dolce "mi sei mancata". Mi gira intorno fermandosi quando arriva di fronte a me e mi fa poggiare delicatamente con la schiena al tronco dell'albero. Gli circondai il collo con le braccia. Quando ero con lui ogni mio dubbio spariva, non potevo pensare a niente che non fosse noi. Il mondo intero spariva
 
Violetta: Anche tu mi sei mancato Léon
 
Gli dissi sinceramente guardandolo negli occhi. Mi sorrise e si avvicinò lentamente alle mie labbra, lo vidi chiudere lentamente gli occhi e feci lo stesso, aspettando con ansia che mi si avicinasse. Mi tremavano le gambe e sentivo un brivido percorrermi la schiena quando le nostre labbra si toccarono. Questa volta non era un bacio a stampo come il primo, no...questa volta era un vero bacio, un bacio desiderato, un bacio pieno di passione ma soprattutto d'amore. Le sue mani stringono sempre di più la mia vita, facendo toccare il mio petto con il suo. Alzai le punte ricambiando la stretta, ma intorno al suo collo.
 
Intanto in casa Ferro...
 
Nati: Ma è una cosa crudele Ludmilla!!!
Ludmilla: Ascoltami bene Nati, o sei con o sei contro di me intesi?!!
 
Le gridò istericamente in faccia, e Nati abbassò il capo annuendo...
 
Ludmilla: Saggia decisione...e ora a noi...Vilutonta...

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