Ospiti di esami!

di Caster_Gamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Francesi a casa... ***
Capitolo 2: *** I francesi...al primo giorno di scuola! ***
Capitolo 3: *** Il francese...un simile non accettato! ***
Capitolo 4: *** I francesi...al club di musica! ***
Capitolo 5: *** Quel francese...un confidente dal cuore di ghiaccio! ***
Capitolo 6: *** Quei francesi...ai preparativi per Halloween! ***
Capitolo 7: *** Quel francese...bisognoso di attenzioni! ***
Capitolo 8: *** Quei francesi...ed i loro paragoni! ***
Capitolo 9: *** Quel francese...un provocatore! ***
Capitolo 10: *** Quei francesi...dannosi e gentili! ***
Capitolo 11: *** Quei francesi...ed un po' di paura! ***
Capitolo 12: *** Quei francesi...osservatori e spiritosi! ***
Capitolo 13: *** Quel francese...e delle strane sensazioni! ***
Capitolo 14: *** Quei francesi...ed i loro aspetti! ***
Capitolo 15: *** Quel francese...inconsapevole provocatore! ***
Capitolo 16: *** Quel francese...e la partita di basket! ***
Capitolo 17: *** Quel francese...ricercato! ***
Capitolo 18: *** Quel francese...e la sua corsa! ***
Capitolo 19: *** Quel francese...è ancora considerato! ***



Capitolo 1
*** Francesi a casa... ***


Francesi a casa...

 

Rachel sedeva sul divano mordendosi le unghia, presto la nuova ragazza sarebbe arrivata e si era vestita decentemente soltanto per lei.

Che poi la cosa più strana di tutte era che la scuola le aveva permesso di ospitare la francesina a casa sua, nonostante non avesse ancora compiuto diciotto anni ed abitasse sola.

In poche parole la sua scuola organizzava un progetto chiamato “Ospiti di esami”, dove ragazzi di quinta provenienti da altri luoghi andavano ad abitare per un anno a casa loro per concludere il liceo lì.

Non aveva ancora ben capito il senso di questa cosa, dal momento che non ci guadagnavano niente e laurearsi in Inghilterra, in Francia, in Italia, in Belgio e così via non cambiava nulla.

In realtà lei non voleva nemmeno fare questa cosa, solo che dal momento che ce n'era uno in più che doveva frequentare la sua classe...l'unica che poteva ospitare era lei e quindi si era offerta.

Le arrivò un messaggio ed il suono la fece trasalire, quindi afferrò il cellulare e lesse svelta.

-Allora, è arrivata questa? Non tenermi sulle spine ti prego!-

Matt sapeva essere assillante quando voleva, eppure un po' la infastidiva tutta quella curiosità per la ragazza nuova...

-Non sono io che ti tengo sulle spine, e comunque perché sei così in ansia per lei? Sai che non puoi tradirmi cretino <33- gli scrisse velocemente con un pizzico di rabbia, voleva forse fargli odiare la sua nuova coinquilina?

Le arrivò un altro messaggio, ma nello stesso istante suonarono al campanello.

« Eccola! » esclamò balzando in piedi, quindi corse davanti alla porta e si schiarì la voce.

Uno...due...tre.

Aprì la porta ritrovandosi davanti chi non si aspettava completamente di vedere: un ragazzo.

« Ehm...tu chi sei? » sviò lo sguardo sulla valigia che teneva in mano e lo zaino dietro la schiena, sotto l'altro braccio c'era una chitarra.

« Il tuo nuovo coinquilino forse? » inarcò un sopracciglio e si fece spazio entrando in casa, quindi si guardò attorno.

« Cosa!? Ma non doveva venire una ragazza...? »

« Non so cosa ti hanno detto ma...a me hanno dato questo indirizzo. »

Rachel si massaggiò la nuca confusa, con lei doveva esserci una ragazza eppure...le aveva bussato alla porta un figo di prima categoria.

Aveva la carnagione chiara, gli occhi grigi ed i capelli rossi lunghi fin sopra le spalle. Il suo abbigliamento faceva capire che era un rockettaro o un metallaro, infatti sulla maglietta aveva il logo della famosa band britannica dei Muse.

Le ricordava tantissimo il suo migliore amico, solo che lui doveva essere la versione rossa.

« Dov'è la mia stanza? » chiese risvegliandola dallo stato di trance in cui era caduta mentre lo guardava, scosse la testa e lo guardò « La mia stanza... » ripeté in tono allusivo.

« Ah...beh, ecco... »

Che guaio! Dovevano dormire nella stessa stanza a stretto contatto!

Aveva programmato tutto, nella sua camera c'era un letto con un cassetto interno sotto, questo cassetto tirato fuori mostrava un materasso che lei aveva ricoperto con le lenzuola.

« Ehm...ecco... » l'espressione strafottente sul volto di quel ragazzo non l'aiutava molto, ma in ogni caso doveva spiegargli la situazione « Vieni con me... »

Lo portò in camera e gli indicò il letto.

« Vedi quello? È il mio letto e- »

« Devo dormirci io. » senza lasciarle terminare la frase posò tutto sul letto sul quale subito dopo si sdraiò facendo un sospiro profondo.

« Non hai capito, dato che io credevo sarebbe venuta una ragazza...avevo preparato il letto sotto a cassettone...quindi tu dormi lì, io dormo sempre sul mio letto. » spiegò avvicinandoglisi, lui la guardò appena.

« Capisco. »

Si mise seduto e si levò le scarpe con semplici gesti.

« In ogni caso, io dormo sopra. » sbottò.

« Cosa!? Ma se ti ho appena detto che- »

« Ti ho sentito, ma preferisco il letto normale. » la interruppe ritornando sdraiato, la ragazza si ricompose.

« Come preferisci. » si limitò a rispondere guardando lo zaino che doveva tenere dentro una chitarra.

« Suoni? » chiese toccandolo, lui la guardò.

« Sì. Hai delle casse dove attaccare il cavo della chitarra elettrica? »

« Elettrica...? »

« Mh mh. »

Rachel sospirò capendo subito che tipo di persona aveva a casa.

« Sì, quando vorrai ti basterà chiedere. » rispose con un sorriso, il ragazzo chiuse gli occhi.

« Non mi hai detto come ti chiami. »

« Castiel. »

Castiel, non era un nome poi così francese da come suonava...onestamente lui non sembrava poi il tipo di francesino che si era immaginata, mettendo da parte il fatto che aspettava una ragazza.

« E tu? »

« Rachel. »

Nessun commento, d'altronde nemmeno lei ne aveva esposto uno.

« Beh, se vuoi riposare fai pure, se hai bisogno di qualcosa chiamami. » gli consigliò dondolandosi, lui le fece cenno con la mano.

« Lo farò. »

« Allora...ok. »

Uscì dalla stanza chiudendo la porta, andò dritta nel salotto tuffandosi sul divano.

« Nooooo non va bene! Cosa dirà Matt quando...ma poi perché mi hanno detto una bugia! »

Prese il telefono leggendo il messaggio che le aveva inviato il diretto interessato.

-Stupida! Non solo che smetto di giocare per messaggiare con te, devo anche sentirmi dire che voglio provarci con quella! Va bene, se mi cerchi sono impegnato.-

Inarcò un sopracciglio, che gli era preso così all'improvviso? Scherzavano sempre in quel modo...perché adesso doveva essere diverso?

Fece per scrivergli che si scusava ma un rumore la fece sussultare.

A quel “rumore” seguirono il suono di una chitarra e di una batteria, e così via delle parole.

Si trattava di una canzone rock.

Subito dopo si bloccò all'improvviso, magari aveva sbagliato a metterla.

Provò ancora a scrivere il messaggio ma le squillò il telefono.

Sullo schermo era apparso il nome “Nikole” e cliccando il tasto verde rispose con un “Pronto?” naturale.

« Ehi Rachi, è arrivata la ragazza? »

« Oh sì...la ragazza certo...è una bellissima ragazza dai capelli rossi lunghi fin sopra le spalle, gli occhi grigi, la carnagione chiara...c'è soltanto un piccolissimo problema! Ha la fisionomia di un maschio e deve avere qualcosa là sotto che non dev'essere di sicuro quello che abbiamo noi due. » rispose sputando fuori tutte quelle parole velocemente, infatti subito dopo prese un bel respiro.

« ...Anche la tua ospite ha lo stesso problema? » le chiese ridendo

« Che significa? »

« La mia si chiama Lysandre, che a quanto pare è un nome da maschio. »

« Beh...almeno è carina? »

« RACHEL! » quando urlò il suo nome dovette allontanare il cellulare per non rompersi il timpano, quindi ridacchiò e l'amica sospirò.

« Rachi...non so che fare! Soprattutto non capisco...perché il professor Yagami non mi ha detto niente? » domandò probabilmente arricciandosi una ciocca di capelli, Rachel la conosceva e sapeva che quando era nervosa cominciava a rigirarsela tra le dita mentre si mordeva le labbra.

« Forse perché doveva stare al gioco? »

« No seriamente! Poi non so che farà mia madre quando tornerà...sai è da una settimana che non ritorna in casa... » il suo tono di voce s'incupì parecchio, Rachel le sorrise.

« Non preoccuparti, sono sicura che tornerà e te la vedrai con lei in quel momento...comunque non credo che gliene importerà qualcosa e scusami se te lo dico... »

« No hai ragione. »

La ragazza sospirò e cercò subito dopo di cambiare discorso, quindi rimasero a chiacchierare tutto il pomeriggio per questioni che avrebbero potuto rimandare a domani.

Così, fino a sera rimasero a parlare al telefono, o almeno finché non si ritrovò Castiel davanti.

« Ehm...scusa ti devo salutare, ciao Niki. » chiuse la telefonata e si mise in piedi.

« Dimmi. »

« Non si mangia? »

Giusta osservazione, ma dato che Rachel mangiava ogni sera frittata, non credeva che lui ne avesse tanta voglia...quindi riprese in mano il cellulare.

« Cinese ti piace? »

Il ragazzo inarcò un sopracciglio.

« Non hai dei genitori tu? »

« Io...vivo da sola. » rispose lasciandolo di stucco.

« Significa che...vivremo da soli in casa? » domandò mettendosi a braccia conserte, lei annuì « Ah ».

« Non...non farti strane idee, sono già fidanzata e non ci penso nemmeno a provarci con te. » disse componendo il numero del ristorante cinese, il ragazzo fece spallucce.

« Anche se ci provassi di certo non ricambierei. »

Si voltò dall'altra parte e Rachel se ne approfittò per roteare gli occhi.

Fece la sua ordinazione tramite telefono, poi entrò nella sua camera costatando che ancora Castiel non aveva sistemato la valigia.

« Non te la sistemi? » gli chiese vedendolo poggiarsi al telaio della porta.

« Prima o poi lo farò. » rispose non curante, la ragazza si ripiegò sulla valigia.

« Vuoi che ti aiuti? »

« Potresti direttamente disfarmela tu. » propose mettendo sulle labbra un sorriso compiaciuto, lei lo guardò inarcando un sopracciglio.

« Dici sul serio? »

« Sì. »

« Perché dovrei? » domandò ridendo

« Per socializzare? »

Quel suo modo di rispondere ad una domanda con un'altra domanda la snervava, quindi alla fine lasciò prevalere la sua bontà.

« Va bene, magari dopo mangiato. » disse rimettendosi in piedi.

« Come preferisci. »

Suonarono al campanello, Rachel andò ad aprire e prese l'ordinazione pagando quel che doveva. Posò lo scatolo sul tavolo rotondo, prese velocemente due bicchieri ed una bottiglia d'acqua e si sedette al suo posto trovandosi di fronte Castiel.

Volendo aveva anche una piccola cucina, ma di solito mangiava sul tavolo del salotto per abitudine.

Rachel aprì lo scatolo e sistemò tutto sia per sé che per Castiel, che guardava con disattenzione quello che faceva.

« Buon appetito! » gli augurò afferrando le due bacchette, quindi cominciò a divorare il suo riso al curry.

Mentre lei si strafogava con il contenuto della scodella, il rosso mangiava tranquillamente lasciandosi scappare ogni tanto un sorriso.

« Allora mister rockettaro, come mai vuoi concludere il liceo qui in Inghilterra? » domandò lei all'improvviso per fare conversazione.

« In realtà non l'ho deciso io, mia madre ha detto che lì in Francia ormai non prendevo la cosa seriamente e pensava che venendo qui mi sarei trovato meglio. » spiegò lui seccato.

« Ma non ha senso! »

« Lo so, faglielo capire. »

« Beh, d'altronde nemmeno questo corso ha poi così senso...perché qualcuno dovrebbe lasciare i suoi amici per venire in Inghilterra! » esclamò terminando il suo riso, lui sbottò a ridere.

« Che c'è...? »

« Hahahaha...Hai del riso sulla faccia! » riuscì a dire tra le risate, lei prese velocemente un fazzoletto e si pulì.

Certo che era davvero figo quel ragazzo...

Sì, lei era fidanzata ma era più forte di lei: quando vedeva un ragazzo che le piaceva non riusciva a nasconderlo facilmente, o comunque non poteva evitare di pensarci.

Non a caso infatti in passato aveva avuto sei cotte contemporaneamente: tre erano suoi compagni ed altri tre dei professori.

Adesso però si era messa il cuore in pace perché aveva il suo caro Matt, infatti aveva smesso di sbavare davanti a lui e Mello dietro agli altri.

« C'è poco da ridere! Una vuole parlare di cose serie e tu... » fece la finta offesa lasciando sulle labbra del ragazzo il sorriso beffardo.

« Se proprio vuoi una risposta, se hai una laurea in Inghilterra è più facile lavorare qui, e dal momento che molti hanno il sogno della grande Londra...oppure perché vogliono cambiare aria. Non tutti hanno una bella situazione in classe. » cambiò discorso velocemente, in fondo un po' comprensivo lo era.

« Giusto... » mormorò posando il tovagliolo, quindi tirò fuori gli involtini primavera.

Ripresero a mangiare senza parlare, dopo un po' Rachel si schiarì la voce.

« Invece...dei tuoi amici ti hanno seguito con questo corso pazzo? »

« Lysandre. »

Come sentì quel nome sussultò: Lysandre era il ragazzo a casa di Nikole!

« Oh...sai, lui è capitato a casa dalla mia amica. »

« Interessante. »

Con quel tono completamente distaccato di certo non l'aiutava a socializzare, infatti ritornarono a mangiare in silenzio fino a finire.

« Certo che per parlare con te bisogna sempre prendere l'iniziativa eh? » gli fece costatare sarcastica, lui si alzò.

« Beh, se ti da fastidio allora non parlare. »

Ecco che cancellò quel tentativo di prendere più confidenza, lei fece per dire qualcos'altro ma sentì un suono: le era arrivato un messaggio.

« È da un po' che sento questo rumore, la tua amica ti sta ancora assillando? » le domando ironico, forse doveva essere lui quello a darle il consenso per conoscersi?

Rachel fece una smorfia e scattò a prendere il cellulare, ma non si trattava di Nikole, bensì di Matt che le aveva inviato mille -Ok dai scherzavo...- oppure -Ehi, ci sei?- o ancora -Perché non rispondi?- e poi cominciava con i suoi -Rachiiiiiiiiiiiii- chilometrici che la fecero sorridere.

« Quel sorriso...allora si tratta di un ragazzo eh? » le domandò sedendosi al suo fianco, lei lo guardò arrossendo.

« Sì...il mio ragazzo, problemi? »

« Figurati. » le fece cenno con il capo sorridendo lievemente, lei balzò in piedi andando nella sua camera.

-Buonanotte Matthew.- scrisse freddamente, gli dispiaceva dargli la buonanotte così ma...peggio per lui.

Castiel la raggiunse ed indicò con gli occhi la valigia, lei scosse la testa.

« Scusa, te la disfo domani, adesso preparo il letto e...se ti serve il bagno vai pure adesso che dopo entro io. »

« Va bene. »

Così il rosso si chiuse in bagno e Rachel uscì fuori il letto e velocemente indossò il verdognolo pigiama leggero, si dette una spazzolata ai lunghi capelli castani con i quali subito dopo formò una grossa treccia.

« Che palle! » esclamò tuffandosi sul letto a cassettone che aveva preparato.

Certo che era ingiusto il fatto di dover dormire nell'altro letto in casa sua, ma se il francese preferiva il suo letto allora doveva lasciarglielo...in fondo doveva essere gentile e socializzare con lui...

A risvegliarla da quel pensiero di ingiustizia fu proprio Castiel, che entrò nella camera con una maglietta leggera che lasciava intravedere il petto.

Avvampò del tutto e si mise velocemente seduta.

« Ehm...Castiel...n-non d-dovresti metterti qualcosa di...più...ehm...che copre? » chiese completamente imbarazzata, lui fece spallucce accennando un sorrisetto divertito.

« Sento caldo, e poi non dovrebbe darti fastidio dato che non ci vediamo durante la notte. »

« Giusto... » mormorò mettendosi sotto le lenzuola, si coprì anche la testa per non vedere più quel gran figone che era...

Lei e Matt si erano fidanzati pochi giorni fa e già arrivava qualcuno a metterla alla prova! Poteva esserci la probabilità che l'avesse ingaggiato lui...sì ottima idea Mail Jeevas, eri proprio un briccone!

Ma che andava a pensare anche lei!

Si dette un pugno sulla testa per poi ricevere un messaggio, impostò il silenzioso e lo lesse.

-Rachi...ce l'hai con me?-

Quanta dolcezza il suo Matt! Come poteva avercela con lui!? Ma da dove gli venivano certe idee!

Nel frattempo Castiel aveva spento la luce, quindi lei cominciò a messaggiare.

-Ehi...certo che non ce l'ho con te, scemo!-

-Ah no? Beh, io pensavo ti sentissi già tradita! Non mi hai risposto più...-

-C'è stato un piccolo problema tecnico...domani vedrai.-

-Non puoi dirmelo?-

-Segreto.-

-Che significa? Hai segreti con me Rachi?- immaginò i suoi occhi dolci e non riuscì a resistere, fece per scrivere il messaggio ma una mano s'infilò sotto le lenzuola scippandole via il telefono.

« Ehi! » esclamò sbucando fuori dalla coperta per poi vedere Castiel che aveva posato l'oggetto dietro di sé.

« Dormi che è tardi. » le consigliò.

« Ma io stavo... » il ragazzo chiuse gli occhi, segno che era deciso ad ignorarla « Antipatico » sussurrò mettendosi di nuovo sotto le lenzuola.

Sentì una smorfia, segno che aveva sorriso.

Anche lei lo ignorò, in fondo ne aveva abbastanza di quell'ospite per quella sera...chissà come sarebbe andata a finire, di sicuro molte cose sarebbero peggiorate.

Pazienza, su certe cose bisogna dormirci sopra!” pensò infilando la testa sotto il cuscino.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Salve gente! Eccomi qua, pronta a pubblicare questa nuova storia sperando che possa piacervi! In realtà è stato difficile scegliere di pubblicare questa dato che avevo molte storie su Dolce Flirt per i fatti loro ed altre su Death Note (sempre per i fatti loro) ma come faccio sempre quando due cose mi piacciono preferisco unirle quindi...beccatevi questi personaggi trasportati in un mondo completamente diverso dal loro, e prendetevi anche dei bei francesi a Winchester!
Spero di riuscire ad incuriosirvi, ma soprattutto vi chiedo delle recensioni, dato che per me è importante avere dei pareri per sapere cosa migliorare o comunque cosa vi è piaciuto.
Vi avviso che il prossimo capitolo tratterà del primo giorno di scuola...
Al prossimo capitolo (e grazie per aver letto!)
Matt_Kun

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Capitolo 2
*** I francesi...al primo giorno di scuola! ***


I francesi...al primo giorno di scuola!

 

Rachel scattò in piedi quando la sveglia segnalò, dopo aver suonato circa cinque volte, le otto meno venti minuti del mattino.

Si fiondò davanti alla porta del bagno ma la trovò chiusa a chiave.

« Ma perché cavolo...Ah già! » ricordò soltanto dopo l'ospite dall'aspetto maschile, quindi bussò gentilmente alla porta.

« Castiel...mi serve il bagno urgentemente! Vestiti pure di là, così nel frattempo io mi sbrigo! » consigliò, ma non si sentì ricevere nessuna risposta « Cominciamo bene... » mormorò rimanendo davanti alla porta per circa dieci minuti.

« Ma ti stai truccando per caso!? » gli domandò esasperata all'improvviso, in quel momento aprì la porta ed il ragazzo le si avvicinò.

« Sì, ho il lucidalabbra non vedi? » chiese sarcastico passandole oltre, Rachel lo guardò vedendo che dall'abbigliamento del giorno precedente a quello stesso non era cambiato poi molto.

Solo la maglietta era diversa, ed indossava una giacca di pelle nera.

Entrò nel bagno riflettendo sul farsi la doccia o meno mentre si lavava i denti, anche se non aveva mangiato niente, ma questo era solo un dettaglio più che superficiale.

Fece ciò che doveva fare e corse nella sua camera prendendo i primi vestiti che le capitarono sottobraccio, non a caso si trattavano di una semplice felpa azzurra ed un paio di jeans scuri.

Li indosso velocemente e guardò l'orologio: mancavano pochi minuti alle otto.

« Oh no devo scappare! » sciolse i capelli dalla treccia ed afferrò lo zaino, almeno quello se l'era preparato per fortuna! Quindi corse nel salotto trovando Castiel comodamente buttato sul divano, voleva per caso fare tardi il primo giorno di scuola?

« In piedi soldato! Scatta se non vuoi arrivare tardi! » gli gridò sospirando nervosamente, sperava semplicemente di non far fuoriuscire la valanga di parole con il quale lo voleva maledire.

« Palle... » il ragazzo balzò in piedi seguendola fuori la porta.

Era fortunato che il primo giorno non contavano i ritardi perché comunque serviva per ritrovarsi fra compagni...altrimenti altro che socializzare!

Come se l'avesse previsto, mentre camminavano lei davanti e lui dietro, le arrivò un messaggio da parte di Nikole.

-Ma dove sei!? Ti aspettiamo tutti qui!-

Immaginava già la sua amica davanti alla finestra che l'aspettava, Matt che giocava sollevando ogni tanto la testa per vedere se veniva, e Mello sbuffare perché senza di lei erano tutti a cercarla e non poteva parlare con nessuno, alias rompere le scatole.

Decise di non rispondere perché poteva già vedere l'edificio sollevando un po' il capo, si voltò verso Castiel per vedere cosa stava facendo e lo trovò con gli auricolari nelle orecchie sentendo la musica nonostante fossero lontani.

Certo che gli piace troppo la musica...” pensò infastidendosi lei stessa dall'intensità del volume, secondo lei sarebbe diventato sordo prima o poi...con tutto quel rock!

Camminarono un altro po' fino ad arrivare davanti al cancello, per fortuna non erano gli unici in ritardo!
Salirono lungo le scale e quando entrarono in classe Nikole l'assalì stringendola forte.

« Rachi mi hai fatto prendere un colpo! Perché non hai risposto!? » le domandò preoccupata, l'amica le sorrise.

« Mi vedi? Cammino...mi muovo...respiro...sono viva! »

« Potevi almeno farcelo sapere, no? » Matt la raggiunse guardandola dalla testa i piedi, dopo un po' sorrise.

« Già...sarà la prossima volta! » esclamò massaggiandosi la nuca, subito dopo seguì Castiel con lo sguardo che si avvicinava alla finestra sulla quale si stava affacciando un ragazzo dai capelli molto chiari, come se fossero bianchi, con delle sfumature sul celeste.

« Capelli rossi, occhi grigi, maschio... » le sussurrò Nikole all'orecchio, Mello le venne in contro.

« Quello... »

« Sì lo so Mello, è la tua versione in rosso. » lo interruppe la ragazza ridendo.

« Lo conosci? » il rosso guardò Castiel che parlava con il ragazzo che aveva appena raggiunto.

« Ecco Matthew... » Rachel gli si avvicinò tenendo lo sguardo basso, perciò cominciò a giocherellare con il tessuto della sua maglietta.

« Non mi piace quando fai così...che c'è? » le chiese lui apprensivo prendendole il mento per sollevarle il viso.

« Ti ricordi di quella francesina che doveva venire a casa mia...? » Nikole ridacchiò procurandosi uno sguardo fulmineo dall'amica « Beh ieri...in realtà... »

Si sentì il rumore di una porta che si chiudeva e si voltarono verso il professore, ovviamente per cominciare bene l'anno avevano bisogno di Yagami!

« Professore! » lo chiamò Rachel distogliendo l'attenzione dal suo ragazzo che la guardò male.

« Buongiorno Rachel, Nikole, Mail, Mihael...che ne dite di prendere posto? » propose accennando un sorriso, Nikole rimase a guardarlo per qualche istante con il sorriso da ebete sulle labbra.

« Niki...ti ha chiesto di sederti... » le sussurrò l'amica andando verso il suo posto, lei sussultò ed in pieno imbarazzo prese posto.

« Certo che tu le cose le sai nascondere bene! » esclamò Rachel ritrovandosi la ragazza accanto, che completamente rossa in viso posò lo sguardo su un punto vuoto.

La castana si voltò verso la classe per guardare i suoi compagni, vide Castiel seduto all'ultimo banco della fila centrale accanto a quel ragazzo.

« Quello è Lysandre? » chiese a Nikole che almeno in parte focalizzò la sua attenzione su di lei.

« Ehm...sì. È davvero una brava persona, solo che da quanto ho visto sta sempre sulle sue... »

« E come fai a dirlo? È arrivato ieri a casa tua! »

« Lo so lo so, ma è stato tutto il tempo da solo nella mia camera...perora che non c'è mia madre sto nella sua, poi vedo cosa combinare. » mormorò con lo sguardo basso, l'amica le dette una pacca sulla spalla.

« Con queste cose tristi tu! Fammi un sorriso ogni tanto, eh? » le consigliò strizzandole l'occhio, lei curvò leggermente le labbra all'insù « Così si fa! »

« Allora, quest'anno abbiamo volti nuovi per il progetto “Ospiti ti esami”...che ne dite di presentarvi? » il professore guardò quelli che aveva riconosciuto come “volti nuovi” ed a quanto pareva nella loro classe ce n'erano ben cinque.

Un ragazzo biondo si schiarì la voce e si sistemò la cravatta rossa che posava sulla camicia bianca, a Nikole sembrava di rivedere il professor Yagami versione bionda.

« Mi chiamo Nathaniel, ho diciassette anni e spero di trovarmi bene nella classe, anche se il mio vero intento è impegnarmi nello studio. » disse mentre Castiel roteava gli occhi.

« Cerco una ragazza secchiona che non faccia altro che divertirmi con i suoi discorsi noiosi sui compiti... » sussurrò guardando fuori dalla finestra, Lysandre rimase impassibile.

« Bene, hai un hobby? » chiese il professor Yagami.

« Ehm...in realtà non ho proprio un hobby, dato che durante il pomeriggio nella mia scuola ero il segretario delegato. »

« Vediamo: studia, è per bene, è intelligente, è bello...cosa si può pretendere di più da un ragazzo? » domandò Rachel guardando il diretto interessato, l'amica ridacchiò.

« Che ne dici di...divertente, esperto di tecnologia, intelligente, spontaneo, dolce, bello... »

« ...Perfetto...Matt! » lasciò cadere la testa sulle braccia incrociate posate sopra al banco, quindi assunse un'aria sognante mentre Nikole sorrideva.

« Vediamo...tu. » il professore indicò un ragazzo dai capelli azzurri con degli abbigliamenti un po' stravaganti, che subito si alzò in piedi.

« Sono Alexy, sono qui perché mi piace Londra, voglio diplomarmi e laurearmi qui e...adoro fare shopping! Ovviamente anche fare nuove amicizie! » esclamò il ragazzo solare mettendo le braccia sulla nuca, Yagami rise ed indicò il ragazzo accanto.

« Tu...? »

Era simile a quello che aveva appena parlato, tranne che per i capelli che erano neri e l'abbigliamento poco curato e di sicuro meno stravagante. Il suo sguardo era puntato in basso, come se fosse impegnato su qualcosa...

« Armin! Armin! » quello accanto lo scosse finché non ricevette risposta.

« Mh...oh. » guardò il professore che aveva un sopracciglio inarcato « M-mi scusi...ehm, mi chiamo Armin...ho diciassette anni, lui è mio fratello e...questo. »

« Cosa ti piace fare? » gli consigliò il fratello facendolo trasalire.

« Ah sì, mi piace stare a casa per giocare con la mia PSP o comunque stare per i fatti miei ad occuparmi di tecnologia. »

« Che dolce! » commentò Rachel venendo guardata da Matt, perciò lo salutò con la mano facendolo ridere.

« Bene, invece qui abbiamo... » il professore dai capelli castani indicò un altro banco dov'erano seduti Lysandre e Castiel, indicò il primo che abbozzò un sorriso.

« Il mio nome è Lysandre, anch'io ho diciassette anni, canto a volte anche in pubblico e sono venuto a Winchester perché intendo concludere i miei studi qui per rimanere in Inghilterra. » disse con la sua voce calda, Rachel si sciolse solo a sentirla.

Yagami indicò il ragazzo accanto.

« Sono Castiel, ho diciassette anni e suono la chitarra. Sono qui perché mi ci ha mandato mia madre. » ammise senza battere ciglio, il castano si lasciò scappare un sorriso.

« Capisco, beh immagino sarà un piacere per tutti avervi qui in classe. A proposito dei vostri compagni...chi vi ospita? » domandò guardandosi attorno.

« Noi siamo a casa di Misa Misa! » esclamò Alexy con il sorriso sulle labbra, la bionda balzò in piedi.

« Ma non deve essere geloso professore! Anche se sono carini a me piace solo lei! » disse strizzandogli l'occhio, Nikole rabbrividì.

« Odiosa... » sussurrò Rachel per confortare l'amica, che rimase a testa bassa sbattendo il piede a terra nervosamente.

« Ehm...grazie Amane...adesso puoi sederti... » mormorò il professore allargandosi la cravatta, subito dopo guardò gli altri.

« Io sono a casa di River. » annunciò il biondo, che doveva chiamarsi Nathaniel, seduto accanto all'albino.

« Scott. » disse invece Lysandre guardando la diretta interessata ricevendo un sorriso.

« Tu invece, Castiel? »

« ...Rachel. »

Mello e Matt la guardarono sbigottiti, lei posò la testa sul banco nascondendosi dietro allo zaino.

« Lo so Wesly, lo trovi imbarazzante ma non è stata colpa tua. A proposito di questo mi scuso per non avervi avvisato prima di alcuni problemi... » sbottò il professore guardando verso la loro direzione, Nikole alzò la mano « Dimmi. »

« Io posso continuare ad ospitarlo...ma lei conosce bene la mia situazione familiare, se dovessero esserci problemi io... »

« Sì, hai ragione. Perdonami soprattutto tu. » le sorrise dolcemente facendola arrossire bruscamente, poi focalizzò il suo sguardo sul resto della classe.

« Invece voi, come avete passato le vacanze? »

E con quella domanda si aprì un lungo dibattito che durò due ore, subito dopo il professore venne sostituito dal suo collega.

***

Suonata la campana che li scagionò dal primo giorno di scuola, Rachel aveva paura anche solo di alzarsi e guardare Matt negli occhi, si sentiva come se avesse fatto chissà quale danno, anche se in realtà non era colpa sua o comunque non c'era niente di tragico, eppure i sensi di colpa la stavano divorando.

Quando si alzò infatti andò dritta fuori dalla classe venendo fermata davanti alla porta dal biondo.

« Rachel, cosa mi combini? » le chiese sbarrandole la strada, lei provò a passare dagli altri lati ma non ebbe scampo.

« Cosa vuoi da me! Non l'ho scelto io...e poi a te cosa interessa? » contraccambiò, lui guardò altrove.

« Niente ma...che c'entra. »

Matt li raggiunse guardando Rachel con un'aria del tutto normale, lei abbassò lo sguardo massaggiandosi la nuca.

« Stavo per dirtelo stamattina ma... »

« Era il segreto di ieri? »

« Già... »

Il rosso sorrise scombinandole i capelli.

« E credi che ce l'abbia con te? » rise « Sei proprio dolce quando fai così. »

Il sorriso della castana si allargò fino ad occupare quasi tutte le guance.

« Davvero non sei arrabbiato!? » lo interrogò entusiasta

« Perché dovrei? Insomma, mica l'hai scelto tu! »

« Oooh ma tu sei proprio il mio Matt! » lo strinse forte a sé facendolo avvampare del tutto, Mello li guardava con un sopracciglio inarcato.

« Non dici niente!? E se quello ci prova! »

« Non è che sia poi così bella da preoccuparsi tanto... » la voce divertita di Castiel echeggiò nelle orecchie della ragazza che assunse lo stesso colore dei suoi capelli.

« Questo già lo sapevamo, non c'era bisogno che lo facevi notare di più... » farfugliò incrociando le braccia, Matt la tirò a se cingendole i fianchi.

« Invece è proprio di questo che dovrei preoccuparmi... » le sorrise facendole accentuare maggiormente il rossore, quindi si liberò dalla sua presa scontrandosi con Mello dietro di sé.

« Ma tu sei proprio come i fantasmi, fanno paura e sono ovunque! »

« E tu allora sei come gli idioti...ah no scusa, tolgo il come. » le fece la linguaccia che venne subito ricambiata, il rossore stava già svanendo dalle gote in realtà chiare di Rachel.

« Nikole, » la voce di Lysandre fece sussultare la ragazza dai capelli color cioccolato e si voltò verso di lui « torni a casa adesso? »

« Ehm sì...tu mi segui giusto? » gli chiese guardandolo, lui annuì.

« Però se hai altre cose da fare non preoccuparti, io posso aspettarti o- »

« No figurati! Non c'è problema. » lo interruppe rivolgendo poi lo sguardo ai suoi amici « Allora io vado, ci sentiamo! » e salutandoli sparì nel corridoio seguita da Lysandre.

Scesero velocemente le scale e si diressero verso l'uscita.

« Spero davvero di non averti creato problemi. » le disse ancora con aria di chi si sente in colpa, lei agitò la mano per fargli capire che non c'era alcun problema.

« Davvero, non preoccuparti. » ripeté accennandogli un sorriso gentile, che fu subito ricambiato.

Mentre stavano per varcare la soglia della porta il professor Yagami li fermò.

« Scott! » la chiamò una volta di fronte a lei « Buone notizie: forse c'è qualcuno disponibile ad ospitare Lysandre. » guardò il diretto interessato « Quindi ti farò sapere in seguito. »

« Non si preoccupi professore. » gli rispose lei, ma il castano si sistemò la cravatta e scosse la testa in modo sbrigativo.

« Farò del mio meglio, adesso scusatemi ma devo appunto informarmi meglio sulla situazione. A presto! » li salutò e se ne andò svelto, Nikole fece un sorriso amaro.

« Cosa c'è? » le chiese Lysandre mentre uscivano dalla scuola, lei scosse la testa « No sul serio dimmi. »

La ragazza lo guardò trovando conforto nei suoi occhi bicolore...non se n'era accorta prima.

« Il professor Yagami è sempre stato gentile con me, dice che sono una sua brava alunna...ma più di questo non sono. » ammise sospirando.

« Quindi vorresti essere di più... »

« Già... » dopo un po' sussultò e lo guardò agitando le braccia « V-voglio dire...i-insomma io...non capisco nemmeno p-perché te l'ho detto...cosa può interessarti? Che opinione avrai adesso di me? Ma perché parlo sempre troppo! » si dette vari pugni sulla testa finché lui non la fermò tenendole il polso, si lasciò scappare un sorriso e lei arrossì.

« S-scusa...a volte sono proprio stupida! Cioè...ti abituerai a capire che sono sempre così... »

« Se continui a dirtelo lo diventerai prima o poi. » commentò curvando maggiormente le labbra.

« Oh sì...probabilmente. »

Durante il tragitto continuarono a parlare accennando qualche sorriso, come aveva detto Rachel poteva essere solo una sua impressione dato che lo conosceva da appena un giorno. Lysandre invece si stupì di aver parlato un po' più liberamente del solito con una conoscente, ma la vedeva come una persona abbastanza affidabile o con la quale comunque si poteva tenere un discorso.

 




 

Nota dell'autrice: Eccomi qui, pronta con un altro capitolo! Innanzitutto ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le varie liste, grazie davvero siete d'incoraggiamento! :D
Comunque, mi scuso se questo capitolo (come il primo) può sembrare un po' noioso, ma mi serviva per introdurre i personaggi (che non sono stati ancora presentati tutti)...avviso i fan della cara Misa Amane che non la tratterò molto bene...mi dispiace ma è più forte di me D:
Come la scorsa volta vi invito a recensire per aiutarmi a capire cosa cambiare o cosa vi piace...vi aspetto!
Matt_Kun

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Capitolo 3
*** Il francese...un simile non accettato! ***


Il francese...un simile non accettato!

 

Erano passate già due settimane dall'arrivo degli ospiti, tutto sembrava procedere bene, a parte la costante disattenzione di Castiel in classe, le sue varie risposte ai professori ed il resto.

Ogni tanto Mello lo guardava male, alla fine però Rachel lo chiamava per fargli distogliere lo sguardo ed evitare di fargli balenare in testa una qualsiasi idea per litigare con lui.

Quel giorno di scuola non sembrava succedere niente di particolare, il professor Birthday spiegava la sua tipica lezione di chimica aspettandosi attenzione da tutti, alla fine avrebbe lasciato milioni di esercizi per la prossima volta, che non sarebbero stati controllati perché sarebbero andati al laboratorio. O almeno questo si aspettavano gli alunni, e così accadeva, ma era alla lezione successiva ancora che lui li avrebbe colti in flagrante.

Era entusiasmante per lui giocare con i suoi alunni, erano come delle pedine che poteva muovere a suo piacimento divertendosi su come spostarle sulla scacchiera.

Ma c'erano cose che non poteva prevedere, in certi casi...

Mentre si trovava girato verso la lavagna a disegnare segni che per loro corrispondevano all'aramaico antico, sentì musica rock che si spense quasi subito e si voltò di scatto ispezionandoli tutti.

Delle risate echeggiavano nell'aula, perciò inarcò un sopracciglio.

« Facciamo una nota all'intera classe o esce fuori il colpevole? »

Tutti si voltarono verso Castiel che nascondeva gli auricolari sotto i capelli rossi lunghi sulle spalle, ma lui non li degnò di uno sguardo e fissava invece le ginocchia.

« Castiel, sembra proprio che sia tu. » costatò il professore, l'interessato non sollevò lo sguardo.

Lysandre, suo compagno di banco, gli toccò la spalla per attirare la sua attenzione e quando vide l'uomo osservarlo si tolse seccato gli auricolari e li posò.

« Poco fa si è sentita la tua musica, ti becchi la nota. »

« Non l'ho di certo fatto a posta... »

« Allora la prossima volta se vuoi nascondere gli auricolari o comunque ascoltare musica fai più attenzione, cre-ehm, Castiel. » si corresse appena in tempo facendo ridere Mello che aveva capito dove stava andando a parare.

« Sbaglio o mi stava dando del cretino!? » il rosso inarcò un sopracciglio guardando il diretto interessato.

« No, ovvio. » rispose in tono allusivo.

« Le sembro forse stupido!? »

Per ottenere una risposta passò qualche secondo, come se ci stesse pensando.

« Certo che no. » sbottò infine poco credibile.

La risata di Mello crebbe sempre di più fino a far innervosire Castiel.

« Vedi di stare zitto ragazzina! » esclamò infatti stringendo i pugni, l'insultato sussultò e lo guardò a denti stretti.

« Cos'è che hai detto!? »

« Mi hai sentito bene. »

« Mihael, Castiel, smettetela immediatamente. » ordinò il professore, che nonostante la sua autorità fu del tutto ignorato.

« Mello lascia perdere... » gli consigliò Matt posandogli una mano sulla spalla, il rosso mimò la sua bocca con le mani.

« Ascolta la tua amichetta, Mihael. » calcò con forza il suo nome facendo alterare anche Matt.

« COSA!? Mello uccidilo. » lo incitò mettendosi a braccia conserte, Rachel gli lanciò uno sguardo capace di incenerirlo.

« Come se una ragazzina potesse farmi del male... » lo provocò Castiel mettendo su un sorrisetto divertito.

« Ti faccio vedere io chi è la ragazzina! »

Il biondo balzò in piedi andando verso di lui.

« Non si piacchiano le ragazze. »

« Ragazzi non- » il professor Birthday fu interrotto dalla campanella « Bene...non è più la mia ora...arrivederci a tutti. » disse sbrigativo scappando praticamente fuori.

Nel frattempo Mello aveva già preso tra le mani la giacca di Castiel.

« MELLO! Lascia subito Castiel! » gridò Rachel alzandosi, Nikole le prese il braccio.

« Che vuoi fare? Conosci Mello, sai che è una testa dura. »

« Ma a me ascolta sempre...e se stavolta non lo farà se la vedrà con me! » esclamò tornando in campo.

Ecco che si mette nei guai...” pensò l'amica passandosi una mano fra i capelli color cioccolato, ovviamente anche lei si alzò per raggiungerla.

Mello fece per dargli un pugno, Castiel per difendersi fu costretto a ricambiare e si scontrarono slittando ed andando a finire l'uno sul volto dell'altro.

« MELLO FERMATI! » gridò Rachel andandogli in contro, Matt la tirò indietro perché quei due avevano già cominciato a picchiarsi violentemente.

« Non immischiarti. » le consigliò, lei lo guardò torvo.

« Prima lo inciti e poi mi chiedi di non immischiarmi!? Mello si metterà nei guai e non posso permetterlo! » esclamò voltandosi nuovamente verso i due.

Senza accorgersene Nikole e Lysandre si ritrovarono vicini e guardandosi si sorrisero.

« Mello è un po' impulsivo... » spiegò lei imbarazzata

« Anche Castiel, è normale che non vadano d'accordo. » le disse con un sorriso « Forse dovrei tenerlo... » costatò guardandoli, la ragazza annuì.

Quindi lui aspettò il momento buono e prese Castiel per le braccia, Mello provò a colpirlo ancora ma Rachel gli pestò il piede.

« Cazzo vuoi pure tu!? » le urlò allargando le braccia, il sangue gli scivolava dalle labbra con la spaccatura e dei lividi gli ricoprivano il braccio.

« Dio mio Mello...guarda come ti sei conciato! Ti metterai nei guai e ti farai seriamente male un giorno! Ma pensi a quello che fai!? A volte sei proprio un immaturo! Neanche avessi cinque anni! » lo rimproverò, il ragazzo guardò altrove.

« Stai zitta. » sussurrò

« Io non mi sto zitta! Devi smetterla con questo comportamento da- »

« RACHEL STA ZITTA! » le urlò furioso avventandosi su di lei, fece per darle uno schiaffo ma Castiel lo fermò.

« Non si picchiano...le ragazze. » disse fermo con una voce sprezzante.

Il biondo ritirò subito la mano e guardò in basso tornando al suo posto, Rachel rimase in piedi a fissare a bocca ed occhi spalancati Castiel.

« Tornate tutti a posto. » la voce del professor Lawliet li fece sussultare, quindi fecero come gli avevano detto.

« Professore posso andare in infermeria? » Mello alzò la mano ricevendo un'occhiata sbalordita dal diretto interessato.

« Cos'è successo? » chiese, nel frattempo anche Castiel si alzò.

« Devo andarci anch'io. »

Come il professore capì la situazione li guardò molto male.

« Rachel, accompagna i tuoi compagni e voi mi spiegate la situazione. » si rivolse prima alla ragazza e poi al resto della classe, lei annuì meccanicamente e si alzò aspettando gli altri due.

Uscirono dalla classe e lei cominciò a camminare nel corridoio per i fatti suoi, senza preoccuparsi se effettivamente i due la stavano seguendo o meno.

Pensava ancora a quello schiaffo bloccato per fortuna...Mello ormai non era più lo stesso.

Da quando tutto era successo lui era cambiato radicalmente, era più distaccato da lei mentre prima...beh era una situazione differente.

« Rachel...l'infermeria è al piano di sopra. » come sentì quelle parole si voltò dall'altra parte vedendo i ragazzi davanti alle scale, lei aveva continuato ad avanzare.

« Ah...vero, mi sono confusa. » non ammise di essere sovrappensiero e ritornò sui suoi passi salendo le scale, attraversando l'altro corridoio ed arrivando in infermeria.

Una volta entrati la dottoressa li guardò sgranando gli occhi.

« Che avete combinato!? Non vi sarete mica picchiati! »

Aveva sempre pensato che quella donna di trent'anni tutta curve e poco cervello avesse poca delicatezza ed intelligenza (infatti non si spiegava come avesse ottenuto la laurea), e di sicuro avrebbe preferito la tipica donna di mezza età robusta che ti spaventa con la voce rauca da accanito fumatore, ma che ha un cuore dolcissimo.

« Sì. » rispose dopo qualche istante, questo perché tratteneva l'insulto “Certo stupida oca che non sei altro!”.

« Venite qui, che ci penso io. Rachi per favore aiutami. »

Sì, era andata talmente tante volte in infermeria che ormai quella tizia la chiamava col diminutivo...non le aveva mai dato tutta quella confidenza ma lei sembrava non capire che non la poteva vedere.

« Sì Mandy. »

Mandy Gooliver, l'infermiera giovane e dalle mille risorse...diciamo più duemila a sera.

Scacciò via quel pensiero e le andò in contro dovendo occuparsi di Mello, l'altro infatti lo stava palpando tutto con la bambagia e le mani.

Ovviamente doveva controllare se la nuova merce era buona.

Rachel gli dette la busta ghiacciata da posare sui lividi ed in seguito prese del disinfettante e due fazzoletti; con quello bianco di carta gli asciugò il sangue sul mento e con quello di seta gli pressò con delicatezza la spaccatura sul labbro.

« Forse poco fa sono stata stupida ad urlare quelle cose davanti a tutti...sembravo tanto una mammina. Anche a me avrebbe dato fastidio, scusa. » mormorò per non farsi sentire dagli altri due, il biondo guardava altrove.

« Non fa niente. » si limitò a rispondere.

Come previsto non si degnava nemmeno di chiederle scusa per quello schiaffo bloccato.

Continuò con il suo lavoro finché Mandy non ridacchiò.

« Sembrate una coppietta dolcissima voi due! » esclamò con quella voce da oca che non fece altro che peggiorare l'astio che in quel momento Rachel provava nei suoi confronti.

Anche se la castana arrossì, rimase in silenzio cercando di non scomporsi, ma per trattenere il nervosismo fu obbligata a mordersi le labbra.

« Che c'è Rachi? » le chiese lui con fare malizioso, la ragazza gli pressò di più la spaccatura facendogli accennare un “Ahi!”.

« Non fare il cretino. » gli sussurrò mettendo su un sorriso, il rossore stava già sparendo.

Se sembravano una coppia? Effettivamente lo erano stati...ma solo per una settimana.

Mello non era di certo il tipo fedele che stava con la sua fidanzatina a bere tazze di cioccolata, anche se il periodo in questione era l'estate appena trascorsa, ma in ogni caso non era per questo se non era durata.

« Rachi io con lui ho finito, tu? »

Rachel trattenne a stento un bel complimento pensando subito all'altro senso di quello che lei aveva detto, anche Castiel infatti si era lasciato scappare un sorriso divertito.

« Loro non hanno nemmeno cominciato... » mormorò mettendosi in piedi.

« Oh che burlone! » la donna le dette una pacca sulla spalla andando poi nell'altra stanza.

« Andiamo... » consigliò la castana mentre Mello le prendeva il polso.

« Non dobbiamo cominciare? »

Quel sorriso malizioso dipinto sul volto le era sempre piaciuto, l'aveva sempre perdonato ma in quel momento le veniva soltanto di prenderlo a pugni.

« Mello vedi di smetterla. » mormorò liberandosi dalla presa ed uscendo svelta dall'infermeria, i due la seguirono rispettivamente col sorriso pervertito e divertito.

Quei due erano simili, ma nessuno dei due avrebbe mai accettato la cosa.

Quante ne avrebbe dovute vedere Rachel?

Ritornarono in classe, anche quell'ora stava ormai finendo, per fortuna c'era stata interrogazione e almeno lei aveva già concluso la sua volta precedente.

***

Quando suonò l'ultima campanella tutti i ragazzi si alzarono con gli zaini già pronti, e come belve scattarono fuori correndo giù per le scale per scappare da quella prigione.

Nikole e Rachel erano tra le ultime e scendevano a passo normale seguendo chi faceva come loro.

Come ogni giorno arrivate al piano terra Lysandre aspettò che si salutassero, ed entrambe svoltarono dalla porta opposta per prendere i diversi bus, mentre Rachel usciva infatti dalla porta principale, l'amica andava via da una delle quattro porte laterali.

« Castiel era più calmo? » chiese al ragazzo che continuò a guardare avanti.

« Sì, in fondo non conta molto Michael... »

« Mihael. » lo corresse sorridendo, lui ricambiò.

« Beh sì Mihael, per lui non conta tanto. »

« Come ha detto oggi lo reputa una ragazzina, non è così? » ridacchiò scambiandosi con lui uno sguardo d'intesa.

Mentre uscivano, come ormai capitava tre giorni scolastici su cinque, il professor Yagami li fermò.

« Scott, avrei bisogno di te questo pomeriggio per quanto riguarda il progetto “Ospiti di esami”, dei tuoi compagni di scuola sono disposti ad ospitarlo e dovresti firmare delle carte per- »

« Professore...Colin* può rimanere a casa mia. » gli fece un sorriso vedendolo aggrottare le sopracciglia confuso.

« Ma...dopo tutto il lavoro che ho fatto per cercare... »

« Mi scusi professore...la ringrazio tantissimo per essersene occupato, è stato davvero gentile da parte sua ma...mi trovo bene con il mio compagno, mi aiuta a...ha capito no? » gli lanciò uno sguardo che doveva decifrare solo lui, ma Lysandre capì che c'era qualcosa che non andava, in realtà l'aveva capito sin dall'inizio.

Aveva colto spesso Nikole con gli occhi lucidi o le gote troppo rosse per essere tranquilla, e di certo doveva essere un problema grave se non poteva rimanere.

« Ah...sì certo. » Yagami si sistemò la cravatta e guardò il ragazzo « Ti trovi bene? »

« Sì abbastanza. » rispose lui abbozzando un sorriso, il professore li scrutò per bene.

« Allora lui rimane...e tua madre? »

La ragazza sussultò ed abbassò lo sguardo.

« Si vedrà al momento...e poi non dovrebbe darle fastidio. » mormorò massaggiandosi le spalle, il castano annuì.

« Come vuoi...ma ricordati che non puoi ripensarci all'ultimo minuto. La stessa cosa vale per te Colin. » li avvisò storcendo le labbra, i due si guardarono ed annuirono.

« D'accordo. » risposero all'uniscono, quindi si sorrisero.

Yagami si schiarì la voce.

« Arrivederci. Scott ricordati che se hai bisogno di qualcosa io ci sono. » e così dicendo se ne andò ricevendo un saluto da parte di entrambi.

Si voltarono dall'altra parte ed uscirono dall'istituto.

« Il professore sembra strano, come se non voglia che rimanga da te... » le fece costatare rompendo il silenzio tra i due.

Nikole lo guardò per qualche istante per poi fissare la terra e sistemarsi la cartella.

« Credo che sia solo preoccupato, lui conosce la mia situazione familiare e...è stato uno dei pochi che mi ha capito. » disse con lo sguardo basso.

« Non mi hai mai parlato della tua famiglia e nemmeno di questa famosa madre... »

« Non è un bell'argomento, forse un giorno te ne parlerò. » cercò di sviare l'argomento. Lysandre non era certo il tipo che si immischiava negli affari degli altri ma certe cose pensava che gli riguardassero per principio.

« Ne sei sicura? Alcune cose andrebbero dette subito. »

La mora lo guardò scostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie.

« Scusa...non me la sento. »

« Come vuoi. » le accennò un sorriso per poi tornare a guardare avanti, lei sospirò.

Aveva ragione, alcune cose doveva saperle il prima possibile...ma non aveva il coraggio di dirgliele.

 

 

 

 

 

 

*Colin: è il cognome che ho dato a Lysandre dato che me ne serviva uno, e dal momento che non dispongo di quello vero mi arrangio(?).

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi qua! Anche questa volta con un altro capitolo pronto, questo non dovrebbe essere noioso come gli altri e vi prometto che diventeranno sempre più avvincenti! (ma non aspettatevi azione perché non rientra nei canoni della storia :/)
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e che hanno inserito la storia in una delle liste, spero di accontentarvi! ^^
Vi chiedo sempre di recensire perché per me le recensioni sono molto importanti!
Ps. ci tengo a dire che a volte lungo i capitoli ci sono citazioni di una mia amica, se sapete cosa è un Gioco di Ruolo capirete cosa intendo xD Quindi ci saranno diverse citazioni quasi spesso :3
A presto, Matt_Kun

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Capitolo 4
*** I francesi...al club di musica! ***


I francesi...al club di musica!

 

Era appena cominciato ottobre, i corridoi della scuola erano pieni di volantini che pubblicizzavano i vari club e corsi che si sarebbero tenuti di pomeriggio.

Rachel e Nikole come al solito raccoglievano tutti i fogli e li andavano eliminando ad esclusione, in fondo i corsi, tranne teatro, coro e musica, cambiavano ogni anno ed avevano l'imbarazzo della scelta.

Era ricreazione ed erano sedute su una delle tante panchine in mezzo al corridoio sommersi dai vari volantini, alcuni eliminati dalle X ed altri cerchiati perché possibili candidati, quelli che avevano tra le mani invece erano ancora da controllare.

« Il coro abbiamo detto che non lo facciamo... » Rachel tracciò una X sul foglio.

« Musica e teatro nemmeno... » l'amica la imitò.

« Salvaguardia dell'ambiente no... »

« Sport no... »

« Spagnolo no... »

« Elezioni per rappresentanti d'istituto nemmeno... » per sbaglio a Nikole volò via il volantino, quindi per evitare di ricevere lamentele scattò in piedi e corse a raccoglierlo.

I passi ed il movimento di tutti gli alunni lo faceva volare ovunque, almeno finché qualcuno non l'afferrò.

« Grazie! » esclamò lei non riuscendo a vedere il viso del ragazzo, ma intravedeva dei ciuffi biondi.

Quando abbassò il foglio riconobbe Nathaniel, suo compagno di classe.

« Nikole? » anche lui si accorse subito che era lei, la ragazza annuì ricevendo un sorriso « Come mai corri dietro ad un foglio? » chiese ridendo.

« Vedi, io e Rachel ogni anno facciamo la classifica dei corsi che più ci piacciono e ne eliminiamo alcuni, alla fine scegliamo quello migliore. Mentre disegnavo una X su questo volantino mi è volato...e dato che ci sono molti candidati per “Salvaguardia della natura” preferirei non andare a finire nelle loro grinfie. » spiegò sorridendo, lui ridacchiò.

« Capisco, ma di che si tratta? » dette una veloce occhiata al foglio leggendo delle elezioni per il rappresentante d'istituto.

« Ah come vedi si tratta delle elezioni, se non sbaglio tu facevi il segretario nella tua vecchia scuola no? Se ti candidi puoi arrivare terzo ed esserlo anche qui. »

A quelle parole gli occhi dorati di Nathaniel s'illuminarono, la ragazza allargò il sorriso.

« Io ti voto! » gli strizzò l'occhio ricevendo una veloce occhiata « Adesso scusa ma devo tornare da Rachel, se vuoi questo puoi tenerlo così te lo leggi bene. »

« Grazie tante! Ci si vede in classe. » la salutò curvando anche lui le labbra all'insù.

« Sì! » rispose voltandosi dall'altra parte, perciò torno alla panchina da Rachel.

« Che combinavi? » le domandò curiosa l'amica.

« Recuperavo il foglio, poi ho incontrato Nathaniel che a quanto pare vorrebbe eleggersi come segretario, o almeno sicuramente sarà così dato che nel volantino è precisato che ci si può eleggere già per questo. » raccontò velocemente afferrando un altro volantino.

« Ah capisco...io invece non ho trovato niente di interessante. Ho visto il giornale, corso di fotografia, d'arte... »

« Arte? »

« Sì arte, perché t'interessa? »

La mora si passò una mano fra i capelli mossi.

« Non te l'ho detto perché quest'estate hai avuto vari pensieri per la testa...ma ho scoperto di essere più o meno brava nel disegno... » disse abbassando lo sguardo.

« Allora mi dovrai fare vedere un disegno il prima possibile! » esclamò alzando la voce più di quanto avrebbe dovuto o comunque voluto, l'amica infatti le fece “Sssst” facendola ridere « Se è così ti devi assolutamente iscrivere al corso d'arte! »

« E tu? »

« Vedrò che fare...nel frattempo andremo ad informarci per te. » le fece un grande sorriso, lei sì che era un'amica abbastanza dolce.

Suonò la campanella e veloci si alzarono, non dovevano ritardare dato che avevano a lezione il professor Birthday...e lui di certo non accettava ritardi!

***

Terminate le lezioni Nikole andò a casa di Rachel, quindi anche Lysandre le seguì ed almeno tutti e quattro avrebbero passato del tempo con i rispettivi amici.

A Matt avrebbe fatto piacere andare con loro, ma dato che c'erano quei due e Mello non andava molto d'accordo con la sua copia rossa più spaccona francese, come lo chiamava Rachel, preferiva evitare.

Arrivati a casa posarono la cartella nel salotto e le ragazze andarono in cucina per aiutarsi fra di loro ad apparecchiare e cucinare.

Rachel non era proprio un asso in cucina, infatti sapeva cucinare benissimo soltanto frittate, ma al contrario a Nikole bastava dare una ricetta per riuscire a fare qualcosa di abbastanza mangiabile.

Preparò un occhio di bue per ognuno e a che c'era lasciò cuocere un attimo della pancetta e qualche wurstel dato che non c'era né carne o pesce anche solo congelato.

Una volta preparato il pranzo i ragazzi entrarono in cucina sedendosi attorno al tavolo insieme a Rachel.

« Quanto tempo che non mangio qualcosa di tuo! Eh Niki? » le sorrise venendo subito ricambiata, il piatto le si posò davanti e quando furono tutti seduti cominciò a divorare il cibo.

Lei di certo non sapeva cucinare ma era molto brava a mangiare.

« Sei rivoltante... » commentò il rosso mangiando tranquillamente, la ragazza lo guardò pronunciando le labbra.

« Cosa vuoi dalla mia esistenza? » gli domandò seccata con le labbra macchiate di tuorlo, lui sbottò a ridere.

« Sei sempre la solita! »

« Ma se mi conosci soltanto da quasi un mese! »

« Beh, tu ti fai conoscere subito Rachi. » s'intromise Nikole ridacchiando, anche Lysandre sorrideva divertito.

« Femminilità portami via. » Castiel le strizzò l'occhio e riprese a mangiare terminando quindi di ridere, Rachel invece continuò a borbottare qualcosa dato che non poteva tapparsi la bocca mangiando.

« Comunque sei brava. » mormorò guardando Nikole, lei sorrise.

« Grazie! » esclamò contenta, ci teneva a sapere le opinioni di chi mangiava quel che preparava.

« Beh io e Lysandre torniamo in camera, ho in programma di suonare oggi quindi non mi urlare di smetterla. » l'avvisò il rosso alzandosi, gli altri tre lo guardarono.

« Sei proprio maleducato! Neanche il tempo di finire di mangiare che già ti alzi dal tavolo? » la castana cercò di farlo riflettere, ma lui come minimo fece spallucce.

« Allora andiamo? » guardò Lysandre che scosse la testa.

« Ha ragione. »

« Ah poi se vi mettete d'accordo tutti e due... » roteò gli occhi ed andò nella sua camera, che tra l'altro era quella di Rachel, e ci si chiuse dentro cominciando a preparare la chitarra attaccando il cavo alle casse.

La sua fortuna era stata quella di capitare in una casa dove viveva una ragazza senza genitori, anche se ancora non conosceva i vicini dal momento che doveva essere la prima volta che suonava lì.

Una volta infilati tutti i cavi prese in mano la chitarra e sperimentò il volume tirando qualche corda.

All'inizio era troppo alto, poi troppo basso...infine abbastanza strappa-timpani.

Strimpellò per qualche minuto, ma prima di poter cominciare a far realmente casino la porta si aprì e vide una testa castana sbucarne fuori. Due occhi grigi lo guardarono curiosi.

Ridacchiò posando la chitarra e la porta si aprì maggiormente.

« Uffa io volevo sentirti! » esclamò la testa mentre dietro di lei ne sbucava un'altra però color cioccolato, un altro paio di occhi grigi lo fissavano.

« Che c'è, sono così bello? » chiese sarcastico, Rachel gli fece la linguaccia.

« Volevamo solo sentire come suonavi! Se dobbiamo guardare qualcuno sappiamo da chi andare, non è così Niki? »

L'amica annuì, quindi entrarono nella camera sedendosi sul letto.

Anche Lysandre entrò ma si sistemò sulla sedia mentre Castiel riprendeva in mano la chitarra.

« D'accordo miss “So da chi andare”. » e ricevendo un'altra smorfia cominciò a suonare.

Faceva decisamente una grande confusione ma era abbastanza bravo, e poi la sua musica era anche orecchiabile.

« Questa l'hai fatta tu? » domandò Rachel alzando la voce.

« Che? »

« Questa, l'hai, fatta, tu? » scandì bene ogni parola per farsi sentire meglio, lui però la guardò inarcando un sopracciglio.

« L'HAI FATTA TU!? » gridò ancora la ragazza sgolandosi, il rosso annuì « E che cavolo per capire mezza cosa... »

Castiel così continuò a suonare deliziando le loro orecchie che dopo un po' cominciarono a pizzicare, nelle loro teste rimbombava sempre lo stesso ritmo, tanto che alla fine Rachel si stancò e staccò il cavo lasciando il povero ragazzo con una chitarra in mano.

« Perché l'hai fatto? » le domandò

« Basta, è già da mezzora che suoni sempre la stessa cosa...va bene, sei bravo...ma la testa è mia. Quindi se non ti dispiace adesso basta. » gli fece un sorriso a trentadue denti, perciò lo aiutò a sistemare la camera insieme agli altri due ed alla fine si ritrovarono seduti Castiel e Rachel sul letto, mentre Nikole e Lysandre su due sedie davanti a loro.

« Stavo pensando, » esordì Nikole « dato che sei bravo a suonare la chitarra...perché non frequenti il club di musica? »

« C'è un club di musica? » chiese perplesso il diretto interessato, la ragazza di fronte annuì.

« Ne parlano tutti, strano che non ne sapevi niente! » esclamò la castana che si mise prontamente a gambe incrociate.

« Sai com'è, non sono come te che mi metto a mettere X sui volantini...senza offesa Nikole. » guardò la mora che gli fece un cenno con la mano per fargli capire che non importava.

« Ah a lei no e a me sì!? Va bene che sono scema...però! »

« Vedi che te lo dici da sola? »

Lo guardò molto male spingendogli la fronte col dito.

« Che dolore! » esclamò stendendosi sul letto, lei roteò gli occhi.

« Non è che tu sia poi così intelligente... »

Castiel ritornò serio.

« Senso dell'umorismo pari a quello di una tavola di legno... » commentò ricomponendosi.

« Senti da che pulpito viene la predica! » lo guardò facendogli una linguaccia, il ragazzo le fece un accenno di solletico nello stomaco che la fece ridere quanto bastava per farla tornare col sorriso sulle labbra.

« Ritornando alle cose serie... » disse « Bisogna fare un'audizione o che so io? »

« Diciamo di sì, di certo non possono prendere tutti dal momento che molti sanno suonare. » rispose Nikole sorridendo.

« Beh non mi preoccupo tanto, sono abbastanza bravo. »

« Anche modesto aggiungerei. » la castana ovviamente s'inserì con il solito commento.

« Sta' un po' zitta, parli tu che neanche sai suonare! »

Rachel guardò altrove pronunciando le labbra.

« Saranno affari miei se non so suonare... » posò il mento sul palmo della mano mettendo su il broncio.

« Beh, » la mora guardò l'amica con un sorriso « sappiamo entrambe che in realtà sai suonare il piano... »

« Davvero? » Lysandre le guardò entrambe.

« Si! Ed è anche brava! Solo che è convinta di non saperlo fare bene ed ha rinunciato... » mentre la ragazza parlava, l'altra mimava la sua bocca con la mano.

« Di sicuro c'è gente che sa farlo meglio di me. »

« Scommetto che invece non è proprio capace! »

« Sta' zitto Castiel. » lo fulminò per un attimo con lo sguardo, il ragazzo non era abituato ad un'espressione così truce da parte sua.

Rimase per un attimo in silenzio finché non ridacchiò divertito.

« Fai l'offesa? Rimango della mia convinzione, non sei capace di suonare. »

« Sì, è vero d'accordo? » nemmeno lo guardò perché si alzò ed andò nell'altra stanza.

« Hai toccato un tasto dolente. » costatò Lysandre guardando la ragazza accanto come se volesse spiegazioni.

« Beh...non credo che voglia che se ne parli. È stata un'esperienza che l'ha toccata molto. » fu l'unica sua risposta « Per lei suonare il piano prima era la cosa più importante...gliel'aveva insegnato suo nonno. »

Il rosso sorrise facendo una smorfia.

« Allora doveva essere solo un passatempo. »

« Ti sbagli. » la voce seria di Nikole lo fece sussultare « Sapeva leggere la musica, la componeva. Poi... » scosse la testa, non poteva dirglielo o Rachel si sarebbe arrabbiata seriamente.

« Capisco. Allora...forse faremo meglio ad andare, prima che si faccia tardi. » disse Lysandre alzandosi, lei lo imitò.

« Allora a domani. »

Castiel si distese e li salutò con la mano, li vide andare fuori dalla camera chiudendo la porta.

Sospirò e fissò il tetto pensieroso.

 

Rachel li salutò accompagnandoli fino alla porta, quando se ne andarono la chiuse e poggiò la schiena su di essa.

« Pensavo di aver dimenticato ormai... » mormorò sospirando « Beh, pazienza! » fece un sorriso ed andò in cucina per chiamare il ristorante italiano, ormai Castiel doveva essersi stancato di frittate, indiano e cinese.

Apparecchiò la tavola nel salotto, dato che adesso erano solo in due.

Dopo circa dieci minuti bussarono alla porta e ritirò l'ordinazione posando adeguatamente tutto sul tavolo.

« Castiel a mangiare! » lo chiamò sedendosi al suo posto, dopo qualche istante il rosso varcò la soglia della porta e si sedette di fronte a lei.

« Buon appetito! » gli augurò sorridente, quindi cominciò a mangiare gli spaghetti al sugo con foga.

Ogni due forchettate si puliva la bocca col tovagliolo, il sugo infatti le gocciolava dal mento facendola arrossire.

Si continuava a ripetere “Mangia degnamente!” ma nemmeno il tempo di finire la frase che già stava continuando a svuotare il piatto.

Quando terminò guardò Castiel per vedere la sua reazione, e lo trovò con il contorno delle labbra sporco.

Ridacchiò cercando di trattenersi posando la mano davanti alla bocca, lui si fermò.

« Che c'è? Sono sporco? » chiese cercando di guardarsi, perciò afferrò un tovagliolo e si pulì dove lei gli indicava.

« Un po' più in qua...no, qua...qua! No no qua! »

« Senti mi sono stancato! »

Rachel rise e dopo essersi alzata per andare da lui gli pulì le labbra con un nuovo tovagliolo.

« Ecco qua! » esclamò dopo aver finito, fece per allontanarsi ma lui le prese il polso.

« Perché hai smesso di suonare il piano, dato che era tanto importante per te? » domandò alitandole in volto.

La ragazza abbassò lo sguardo e provò ad allontanarsi, ottenendo soltanto di farlo alzare per tenerla completamente immobile.

« Non te lo dico lo stesso, stupido. » abbassò il capo per non guardarlo negli occhi, poco prima incontrandoli l'avevano quasi messa in soggezione.

« Voglio saperlo, possiamo rimanere qui per l'eternità se non me lo dici. »

« Come vuoi. »

Rimasero in piedi a quella distanza per molto tempo, nessuno aveva fiatato o si era mosso. Sentivano solo il respiro dell'altro.

Castiel continuava a fissarla, quando lei alzò lo sguardo trasalì e voltò la testa dall'altra parte.

Non glielo dirò mai, non capirebbe. Non voglio sentirmi presa in giro, non voglio odiarlo adesso che andiamo più o meno d'accordo.”

Non avrebbe mai parlato con lui di quella situazione, poteva mettersi il cuore in pace.

« Se proprio non vuoi dirmelo allora...te lo strapperò io dalla bocca. » sul volto gli si dipinse un sorriso malizioso, Rachel lo guardò rimanendo a fissare le sue labbra.

Si stavano avvicinando...che voleva fare!? Credeva di convincerla con quel tranello?

Non l'avrebbe mai fatto...non poteva! Di certo non lo conosceva bene ma era sicura che non sarebbe arrivato a quel punto, non dopo così poco tempo che si conoscevano...

Eppure erano ormai così vicini, che temeva avrebbe notato l'intenso rossore apparso sulle gote.







 

Nota dell'autrice: Eccomi qui! Con un giorno di ritardo, secondo i calcoli che mi ero fatta, ma sono sempre qui!
Come al solito ringrazio chi recensisce e chi segue comunque la storia, e mi scuso per le poche descrizioni in questo capitolo, ma dal prossimo ce ne saranno molte di più, a volte mi capita, boh. <.<
In ogni caso, vi chiedo di recensire perché come ben sapete per me è importante!
A presto, Matt_Kun

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Capitolo 5
*** Quel francese...un confidente dal cuore di ghiaccio! ***


Quel francese...un confidente dal cuore di ghiaccio!

 

Le labbra di Castiel erano vicine alle sue, socchiuse perché stupite ed incredule.

Scosse lievemente la testa, era sicura che non l'avrebbe fatto.

« Castiel tu non- »

Le posò il dito sulle labbra posandoci sopra le sue, levò l'indice che li separava e poggiò la fronte sulla sua.

« Sei proprio una testa dura...o forse volevi solo quel bacio... » sorrise sempre più malizioso facendola innervosire.

« Adesso basta! Io non voglio né un tuo bacio né dirti qualcosa! Anzi, non parlarmi più finché sarai ostinato a chiedermi perché non suono più! » urlò spingendolo, lui non la lasciò perciò gli pestò il piede riuscendo finalmente a liberarsi.

« Idiota non ce n'era bisogno! » esclamò il rosso infuriato ricevendo una semplice occhiata sprezzante.

La ragazza si risedette per continuare a mangiare, Castiel fece lo stesso e terminarono quasi nello stesso momento.

Quando Rachel si alzò per sparecchiare lui si poggiò sul telaio laterale della porta.

« Non mi dici tu quello che devo fare. » le disse dandole le spalle, la castana lo guardò facendo per ribattere ma richiuse subito dopo la bocca riprendendo a fare le sue cose.

Il rosso ritornò in camera e le arrivò un messaggio che lesse subito.

-Ciao Rachi, com'è andato il pomeriggio con Nikole e Lysandre? Sono sicuro che vi siete divertiti...la prossima volta però voglio esserci io, o magari venite tu e Nikole da Mello che è anche meglio. Ah comunque...alla fine penso di non fare nessun corso, in fondo se vado a quello di informatica posso fare l'insegnante XD-

Sorrise, lui era l'unico capace di farla sorridere in momenti come quelli.

Terminò di sparecchiare e si tuffò sul divano per rimanere a messaggiare con lui.

-Ciao! Sì è andato tutto bene, comunque questo vorrà dire che dovrò sentirmi in colpa perché ti abbandonerò di pomeriggio? :( Allora non ne faccio neanch'io...tanto non ho nessuna scelta :D-

-Come, e non li vuoi i crediti?-

-Chi se ne frega! Finché posso stare con te mi va tutto bene :)-

-Anche per me è lo stesso...-

Quando lesse quella frase andò su di giri, aveva già dimenticato costa stava succedendo poco più di mezzora fa.

-Già...che hai fatto oggi comunque?-

-Solite cose...un po' in giro ed ora a casa sua, fra un po' andiamo in discoteca...-

DISCOTECA!?

-DISCOTECA!? Matt!-

-Lui ha insistito! Non è colpa mia...-

-Ogni tanto potresti fare di testa tua però!-

- ...-.-”...-

Sbuffò, a volte dimenticava che ciò che diceva Mello era la parola di Dio.

-Ok però...uffa Matt e se vedi una bella ragazza che fai!? Smetti di fissarla?-

-Non credo di incontrarne una più bella di te...-

Rachel avvampò del tutto lasciando che sul viso le si dipingesse un sorriso da ebete.

-Matt sei così...grazie, anche se so che non è vero.-

-Beh, potresti essere la ragazza più brutta di questo mondo ma per me saresti la più bella.-

-Va bene va bene ho capito! Adesso smettila di farmi sciogliere o non avrai più la ragazza più bella di tutte.-

-Ah d'accordo allora la smetto...l'importante è che ti fidi di me.-

Effettivamente di lui si fidava, era nei confronti delle ragazze che non aveva nemmeno un filo di fiducia!

Sospirando si decise però a convincerlo.

-Va bene Matt, mi fido.-

-Sì! E poi rimarrò tutto il tempo a messaggiare con te così non c'è problema ;)-

-Ok...ma se noto ritardi vengo lì in due secondi! Dov'è che sei?-

-Stiamo andando alla Reddy's Disco.-

-Mh...ok.-

E continuarono quindi a scriversi per tutta la serata, mentre lui le descriveva le scene nelle quali Mello si ritrovava ad essere preso per un gay o per un travestito, o anche quelle fortunate in cui le ragazze ci provavano con lui e viceversa.

A quanto pareva aveva anche raggiunto il suo scopo, in tutti i sensi, proprio quando Rachel stava per crollare sul letto sotto a quello di Castiel.

Lui stava già dormendo beatamente sul comodo materasso, mentre lei si girava e rigirava per cercare di rimanere sveglia.

Alla fine però attese il messaggio due secondi di più, e quando sentì la suoneria aveva ormai raggiunto le braccia di Morfeo.

***

Il giorno dopo a scuola c'era piuttosto movimento, ormai quasi tutti gli studenti avevano deciso che corsi frequentare e si affrettavano a presentare le iscrizioni prima di non avere più posti.

Quando Rachel entrò in classe cercò subito Matt con lo sguardo, ma come aveva previsto non era ancora arrivato, e probabilmente non sarebbe venuto.

Ogni volta che andava in discoteca con Mello non riusciva ad alzarsi dato che facevano tardi, il biondo invece veniva a scuola anche se abbastanza assonnato.

La ragazza si sedette al suo posto disegnando sul banco delle circonferenze, la testa gettata stancamente da un lato avvisò i professori che dovevano faticare un po' per tenerla impegnata, anche se ormai non si preoccupavano più di tanto dato che sapevano che alla fine Nikole le avrebbe spiegato la lezione.

Passò quindi sei ore in completo isolamento mentale, rifletteva su quello che era successo ieri, dato che la sera precedente non ne aveva avuto l'occasione.

Quando suonò la campanella Nikole dovette andare con Lysandre per consegnare il modulo d'iscrizione al coro, a quanto pareva era riuscita a convincerlo.

Rachel quindi aveva ancora tempo per pensare, che poi non capiva nemmeno dove sarebbe arrivata con tutte le supposizioni che faceva.

Camminò lungo i corridoi come se fosse un fantasma, passando tra ragazzi e ragazze che si raccontavano fra di loro cos'avevano comprato, dove dovevano andare, cosa dovevano fare o chi gli piaceva.

Ad un certo punto passò davanti all'aula di musica, non le sembrò di sentire nessuno ed abbassando la maniglia aprì la porta controllando se la stanza era effettivamente vuota.

Costatando che era proprio così, lasciò la porta socchiusa e si addentrò nell'aula guardandosi attorno.

Era proprio tutto come l'ultima volta, lucido ed illuminato dalla luce che filtrava tra le grandi finestre attorniate ai lati dalle spesse tende bordeaux.

Lo fissò a lungo per poi fare un passo avanti, ne seguì un altro e un altro ancora...fino a raggiungerlo.

Guardò per un attimo fuori dalla finestra, era uno dei piani più alti e molto giù poteva vedere nel cortile i professori Lawliet e Yagami parlare fra di loro.

Sorrise, quei due non si potevano vedere ma si fingevano amici girando sempre insieme per l'istituto.

Ad un certo punto si voltò dall'altra parte rivedendolo, i tasti bianchi sembravano chiamarla.

Si avvicinò e posò il dito su uno di loro, lo solleticò posandoci sopra l'altra mano, finché non si sedette sulla sedia e cominciò a suonare quel bellissimo pianoforte.

Non aveva dimenticato quella melodia, l'ascoltava ogni volta che vedeva il professore suonarla quando la scuola era deserta.

La prima volta era stata un caso, la seconda era andata a controllare se c'era di nuovo, e dalla terza in poi era ormai diventato un appuntamento.

Un suono dolce che ti s'insinuava nelle orecchie, che non riuscivi a toglierti dalla mente ascoltandolo anche solo una volta.

L'aveva suonato così spesso che ormai riusciva a riprodurlo ad occhi chiusi, in fondo le veniva meglio ricordare e rilassarsi.

Lo ripeté più e più volte, quando posava le dita sul pianoforte non sapeva fermarsi, era più forte di lei.

Era come se una bolla l'avvolgesse e la separasse dal resto del mondo, da ogni pensiero bello o brutto, da ogni persona cara o nemica.

Era tutto perfetto quando suonava...

Pressò un'ultima volta il tasto bianco, quando lo lasciò fece per aprire gli occhi mentre la bolla si dissolveva, ma un battito di mani la fece scoppiare e sgranò gli occhi.

Guardò davanti a sé e vide Castiel posato sul telaio della porta in fondo.

Allontanò svelta le mani dal pianoforte ed arrossendo, un po' per l'imbarazzo e un po' per la rabbia, abbassò il capo assumendo un'espressione amara.

« Ammetto che non ho mai sentito nessuno suonare così il piano, premetti pure che è la prima volta che ascolto una melodia dolce. » le disse mettendosi dritto ed andandole in contro.

Rachel si alzò ed a passo svelto gli passò accanto per uscire dall'aula ma il rosso le afferrò il polso rimanendo spalle a spalle contro di lei.

A stento la ragazza riuscì a dirgli di lasciarla, lui scosse la testa e sorrise facendo una smorfia.

« Adesso mi dici perché hai smesso. Dev'essere una motivazione valida...sei bravissima. »

A quel complimento sussultò, non che lui fosse proprio il tipo che facilmente adulasse qualcuno, eppure l'aveva appena fatto.

« I-Io... » mormorò cercando di liberarsi, in tutta risposta lui la tirò a sé obbligandola a guardarlo tenendole fermo il mento.

« Andiamo, vuoi sciupare l'occasione di essere aiutata da un cuore di ghiaccio? »

Proprio perché hai il cuore di ghiaccio non voglio dirtelo.” avrebbe voluto dirgli, ma qualcosa la bloccò.

« Venivo tutti i giorni qui...per sentire suonare un professore. »

« Chi? »

« Un professore! » gli fece capire che non voleva fare nomi « ...Lui...suonava questa melodia, sempre, ed io ne ero affascinata... »

 

Adorava ascoltarlo mentre suonava, eppure non voleva farglielo sapere, era pur sempre il suo professore più severo ed apparentemente senza cuore, ma non doveva essere così una persona che suonava in quel modo.

Quella volta si era persa totalmente ad ascoltarlo, non esisteva nient'altro che la sua musica...nemmeno la porta che aveva appena urtato.

Quando se ne accorse la musica cessò, aveva preso in seria considerazione l'ipotesi di scappare ma non voleva fare la stupida.

Rimase ferma ed immobile, le gambe le tremavano...effettivamente anche se avesse scelto di scappare non ce l'avrebbe mai fatta.

Lo vide venire verso la porta, ma quando si aprì non riuscì a guardarlo in faccia.

« Nather? »

« P-pr...i-io...n-non... » non le usciva una sola parola sensata dalla bocca, lui sorrise e le posò le mani sulle spalle.

« Allora sei tu che vieni ogni giorno a spiarmi. »

Quelle parole la fecero sussultare...lui lo sapeva!?

« Entra. » le aprì bene la porta e le lasciò lo spazio per entrare, lei fece tremante un passo avanti, le sembrò di cadere perché le gambe erano come molli.

Quando lui chiuse la porta le andò davanti, ma non venne guardato.

« Professore i-io...chi-chiedo...s-scusa... »

« Non c'è problema. Ti piace? » andò a sedersi sullo sgabello e cominciò a risuonare da capo quella melodia.

La ragazza fece un sorriso a trentadue denti.

« Professore è bellissima! Lei è un genio! Ho sentito tanti suonare il pianoforte ma...nessuno come lei mai...ho cercato ovunque questa musica ma niente! Quindi ho capito che l'ha composta lei...sembra creata da una musa! Lei dovrebbe fare il musicista! Io l'ascolterei, sempre! Perché non prova? Sono sicura che tutti l'apprezzerebbero! Mi sento felice quando l'ascolto, mi isolo dal mondo e...non so descrivere cosa provo! Un giorno vorrò diventare come lei! Voglio far ascoltare le mie composizioni a tutti! Lei professore è il mio esempio! Il mio idolo! Lei è- »

Da quella testa bassa cadde una lacrima, poi un'altra ancora e così via molte altre.

Sussultò e gli andò in contro posandogli una mano sulla schiena.

« Professore! M-mi scuso se...ho detto qualcosa che non va... »

« Nessuno mi ha mai detto cose del genere. Mi hanno ripudiato dal mondo della musica...quei bastardi...dicevano che mancava qualcosa, eppure tu dici che è così perfetta. La verità Nather è che i sogni sono irrealizzabili, che nella vita non c'è niente di bello o perfetto. È tutto un susseguirsi di sfortunati e crudeli eventi. » sollevò la testa e la guardò a denti stretti « Non permettere ai tuoi sogni di rovinarti la vita. Va avanti con i piedi per terra, ma soprattutto non farti mettere i piedi in testa da nessuno... »

« P-professore io...io credo nei miei sogni! La vita è bella! » esclamò stringendo i pugni.

« Sei sicura, Nather? I tuoi genitori hanno sempre litigato violentemente davanti a te...tua madre è morta e tuo padre non si è occupato di te da quando è successo. »

Le lacrime cominciarono a solcarle le gote senza che potesse fermarle.

« Non credere mai alla gente quando ti dice “I sogni sono tutto, realizzali”...perché per quanto tu possa essere ottimista sarai sempre ripudiata. »

« P-professore... »

« Solo pochi musicisti riescono a diventare famosi. Tu sei una ragazza speciale, non farti rovinare la vita dalle speranze. »

Si alzò e le scombinò i capelli, lei scoppiò a piangere stringendolo forte.

 

« Avevo paura di soffrire anch'io come lui, nei suoi occhi posso vedere la tristezza ogni volta. Se solo penso di avvicinarmi al pianoforte vedo il suo viso piangere...io gli voglio bene e mi fa male. E poi lui è così bravo...io in confronto sono...non so spiegarlo. È come se mi sentissi ipocrita o stupida in qualche modo... » gli occhi le tremavano, non aveva mai raccontato a nessuno così dettagliatamente cosa le era successo, ma lui gliel'aveva tolto dalla bocca come se avesse usato delle pinze senza insistere poi così tanto.

« È una cosa stupida. »

Sobbalzò e lo guardò dritto negli occhi sentendo le lacrime sul punto di uscire.

Sapevo che lui non avrebbe capito”.

« Lui ti ha detto questo? Non significa che sia giusto. Nella vita tutti abbiamo alti e bassi, se lui si è arreso così presto sarà semplicemente debolezza...o forse paura di andare avanti e soffrire. Tu hai paura Rachel? » le chiese.

Grigio contro grigio, i loro occhi si specchiavano nell'altro.

« Sì. » ammise stringendo i pugni, fece per abbassare la testa ma lui le prese il mento obbligandola a guardarlo.

« Allora io ti aiuterò a non averne. Promettimi che t'impegnerai e che non ti farai condizionare da nessun altro. » le disse serio, la ragazza annuì « Allora...ci sono le audizioni all'aula di musica giù. Andiamo? »

Le accennò un sorriso, lei in cambio gliene fece uno a trentadue denti.

« Sì! » esclamò.

Il ragazzo la lasciò ed insieme uscirono dall'aula.

Mentre camminavano, lui con le mani nelle tasche avanti più lontano di qualche metro, lei invece sorrideva felice asciugandosi le lacrime.
Ad un certo punto si fermò.

« Castiel. » il rosso si voltò dall'altra parte e la guardò inarcando un sopracciglio « Grazie mille! » fece un profondo inchino per poi ricomporsi e mostrargli un grande sorriso.

« Mh... » arrossì e si voltò svelto dall'altra parte « Naturalmente pretendo un favore in cambio. »

« Eh? Beh, effettivamente mi sembrava troppo strano! » rise divertita e gli andò vicino « Cosa? »

« Perora non mi viene in mente niente, presto ne parleremo. »

« Oh...va bene. » rispose sorridendo.

E così si avviarono nell'aula di musica dove fecero l'audizione, tre giorni dopo gli arrivò la bella notizia.

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Capitolo 6
*** Quei francesi...ai preparativi per Halloween! ***


Quei francesi...ai preparativi per Halloween!

 

I giorni passavano, erano ormai arrivati a fine ottobre ed i preparativi per Halloween erano immediati.

Alcuni ragazzi avevano deciso di rimanere fino al pomeriggio per addobbare, altri invece erano andati ai rispettivi corsi.

A quanto pareva ci sarebbe stata una festa per quelli dal terzo anno in su, quindi stavano preparando la sala/teatro vari ragazzi sotto il controllo della 5ªB.

« Quindi, togliamo tutte le sedie così si mette la palla da discoteca là sopra. » ordinò un ragazzo indicando il tetto con una penna.

« Sfera da discoteca non ti piaceva? » chiese Mello ridacchiando, quello roteò gli occhi.

« Palla, sfera...lo stesso. »

Matt guardò ridendo l'amico, che ricevette uno schiaffo sul capo da parte di Rachel.

« Fai il bravo e leva le sedie. »

« Ma io sono rimasto perché mi seccava tornare a casa, mica voglio fare qualcosa... » mormorò con l'aria stanca, gli altri due lo guardarono male.

Nikole passò accanto a loro per portare di lato due sedie.

« Non sei tornata a casa per Lysandre? » le chiese il rosso stranito, lei lo guardò per un attimo ritornando poi al suo da fare.

Quando tornò gli dette spiegazioni.

« Frequenta il coro...quindi posso rimanere finché non finisce. »

« Praticamente comanda lui per te. » commentò Mello obbligato a trasportare una sedia, infatti le andò accanto mentre i due piccioncini rimanevano indietro.

« Non è vero, anzi mi propone sempre di rimanere tanto lui mi aspetterebbe. »

« Però così stai meno con noi. »

« Perché, ti dispiace? » lo guardò ridacchiando mentre entrambi posavano le rispettive sedie.

Mello le fece una linguaccia.

« Certo che mi dispiace scema, siamo amici! » esclamò tornando ad afferrare altre sedie: il loro compito era quello di fare avanti e indietro in poche parole.

« E poi mi sento sempre il terzo incomodo, magari quei due vogliono un po' di privacy e ci sono io che faccio la candela e si limitano per questo. » le fece costatare.

« Non si baciano davanti a te? »

« Vedi...penso che sia per quello che è successo quest'anno... » si massaggiò la nuca guardando avanti, sembrava imbarazzato, e Nikole sapeva che si sentiva tanto in colpa ma comunque non l'avrebbe fatto capire.

« Ah capisco. »

« A proposito di piccioncini...tu e Lysandre... » le dette una gomitata approfittandosi di avere le mani libere, lei lo guardò molto male.

« Non c'è niente quindi non farti strane idee. È simpatico, gentile, comprensivo...e poi grazie a lui evito di piangere e dimentico tutto, mi aiuta tantissimo la sua presenza. » aveva parlato con un tono di voce gioioso, come se lo apprezzasse al massimo. Il biondo rise per questo.

« Sei proprio persa! » la prese in giro, la ragazza ridacchiò.

« No...è soltanto un amico, e credo che anche io lo sia per lui. È sempre serio ed ha una certa aria distaccata, però a volte qualche sorriso se lo lascia scappare! » al pensiero del raro sorriso di Lysandre curvò le labbra all'insù, effettivamente era un bel ragazzo con un altrettanto meraviglioso carattere...ma nella sua testa c'era solo una persona.

« Ma non parliamo di lui, piuttosto- »

« Ehi Omino Bianco, hai deciso di stare in mezzo alla gente? Cavolo...scherzi? » la interruppe rivolgendo lo sguardo a Near che era appena entrato nella sala, strinse le spalle e finse di rabbrividire.

L'albino lo ignorò totalmente ed andò verso Rachel.

« Cosa si deve fare? » le chiese, quando lei sentì la sua voce si voltò verso di lui e fece un largo sorriso.

« Near! Stiamo spostando le sedie ai lati, conseguentemente li porteremo fuori. » spiegò dopo aver quasi urlato il suo nome, Matt sorrise.

« Forza andiamo. »

« Sì. »

Tutti e tre presero una sedia l'uno, ma quando si voltarono per spostarle videro Mello urlare a Nikole che rideva sotto i suoi occhi.

« Mi ha ignorato! Quel coso bianco mi ha ignorato! Ora gli faccio vedere io... » si alzò le maniche ma la ragazza lo fermò dicendogli qualcosa, sicuramente stava provando a calmarlo.

« L'hai fatto arrabbiare, eh Near? » costatò Rachel ridendo mentre camminavano, il ragazzo fece spallucce.

« Non mi sono mai pesate troppo le sue parole, in fondo non ce l'ho con lui...e non capisco perché se la prenda così tanto con me. » rispose indifferente, lei sorrise.

« Beh, io lo so ma non te lo dico. » imitò la voce di una bambina dispettosa per poi ridere, anche l'albino si lasciò scappare un sorriso.

Quando, tra chiacchiere e risate, terminarono di spostare tutte le sedie, dei ragazzi presero una scala molto alta ed uno di essi salì per appendere e far stare ferma la sfera da discoteca. Ovviamente altri lo aiutavano con altre scale o su gradini più bassi dei suoi.

Mentre scendevano, nella sala entrarono Castiel e Lysandre; il primo la osservava da cima a fondo con le cuffie nelle orecchie, il secondo invece scriveva per i fatti suoi sul suo quaderno.

« Castiel! » Rachel lo chiamò sventolando la mano, di sicuro non poteva sentirla con la probabile musica a tutto volume nelle orecchie.

Vedendo che non si era accorto di lei, gli andò in contro lasciando indietro gli altri che preferivano non avvicinarglisi, solo Nikole la seguì per andare da Lysandre.

« Lysandre. » lo chiamò facendogli distogliere lo sguardo dal quaderno, quindi la guardò accennando un sorriso.

« Nikole, immaginavo di trovarti qui. » disse, lei inclinò la testa.

« Come? »

« Di sicuro avresti usato il tuo tempo per aiutare a fare qualcosa. » fu la sua risposta, Nikole arrossì.

« Eh...sì... »

« Ehi gente! Chi mi aiuta con i pipistrelli? »

Un ragazzo dai capelli azzurri sventolava un pipistrello finto stando accanto ad una scala, Rachel alzò la mano, dato che Castiel non l'aveva nemmeno degnata di una parola.

« Vengo io! » esclamò andando verso il ragazzo, quando lo vide da vicino lo riconobbe: si trattava del suo compagno di classe Alexy.

« Oh Rachel! » la salutò capendo che era lei.

« Alexy. » si sorrisero mettendosi poi d'accordo sul da farsi.

« Bene, allora io salgo e lo appendo al gancetto là sopra, poi scendo, spostiamo la scala e facciamo così con tutti gli altri. » propose lui.

« Va bene! »

E così cominciarono a darsi da fare.

Nikole guardava da lontano l'amica che teneva con fermezza ed impegno la scala, Castiel ridacchiò nel vederla con la lingua di fuori stretta tra le labbra.

« Allora vuoi andare? » domandò la mora a Lysandre, che scosse la testa.

« Più che altro se posso vorrei dare una mano. »

« Oh certo! Allora aiuti me d'accordo? » come gli pose quella domanda qualcuno le posò un braccio sulle spalle.

« Non ero io il tuo collaboratore? » chiese deluso Mello, lei rivolse l'indice verso l'alto.

« In tre si finirà prima! » gli fece costatare guardando Castiel con la coda dell'occhio, di sicuro a lui non poteva chiederglielo...si spaventava di una sua reazione furiosa « Andiamo allora? »

« A fare? »

La ragazza si guardò attorno, cosa poteva fare?

Già qualcuno dipingeva sui muri, altri addobbavano appendendo cose qua e là, altri ancora spostavano tavoli e tutto il resto.

Improvvisamente quelli che stavano spostando un tavolo lasciarono tutto in asso urlandosi vari insulti, magari avevano litigato.

« Bene, ecco lì il nostro lavoro. » disse andando svelta insieme agli altri due verso l'oggetto lasciato in asso, quindi cominciarono a sistemare più cose che potevano.

 

Mentre la sala si riempiva sempre più di persone vogliose di aiutare, Nathaniel entrò al suo interno fiero sistemandosi la cravatta azzurra.

Era contentissimo, aveva finalmente ottenuto il suo posto come segretario delegato d'istituto! Il suo vecchio lavoro, il suo famoso hobby, ed aveva già avuto modo di mostrare ai professori quanto valeva.

Mentre camminava Castiel gli scontrò la spalla, si fulminarono con lo sguardo ed il rosso si tolse le cuffie.

« Guarda dove vai, cretino. » gli consigliò facendo per andarsene, il biondo inarcò un sopracciglio.

« Sei tu che devi stare più attento, idiota. »

Castiel si fermò voltandosi di scatto verso di lui.

« Come mi hai chiamato!? »

« Per quello che sei, e adesso scusami ma voglio aiutare e rendermi utile, io... »

Non era il momento adatto per litigare con quella specie di bulletto, ma di sicuro non poteva farsi mettere i piedi in testa.

Il rosso gli afferrò il braccio stringendoglielo forte.

« Ritira quello che hai detto. »

« Non intendo farlo, chiudiamola qui. » disse sbrigativo scrollandosi la spalla, l'altro fece un sorriso divertito.

« Che c'è, hai paura di prenderle? »

Il biondo era già pronto a rifilargli un pugno, ma non poteva adesso che aveva raggiunto il suo obbiettivo...però, di sicuro sarebbe andata a finire con una rissa.

« Castiel, ehi! » una voce femminile, acuta e gioiosa li fece sussultare entrambi.

Si voltarono verso l'entrata della sala e videro una ragazza dai voluminosi boccoli biondi e gli occhi verdi.

Rachel la vide entrare con l'aria da capo supremo e guardandola attentamente notò gli stessi lineamenti di Nathaniel...

« Oh porca... » sgranò gli occhi mentre Alexy scendeva dalla scala.

« Che hai visto? » guardò nella sua direzione e vide anche lui quella ragazza « Oh sì, lei è- »

« Ambra!? C'è...anche lei qui? » chiese Castiel sorpreso, dal momento che non l'aveva vista in giro.

« ...Sì. »

Purtroppo” pensò roteando gli occhi, il rosso lo lasciò e rialzò quasi tutto il volume della musica.

« Castiel, non ti avevo ancora visto da queste parti! Come mai? » gli domandò con fare quasi seccato, ma si notava fin troppo la felicità di averlo davanti.

« Non mi seccare. » riuscì a dire lui facendo per spingerla, lei lo guardò maliziosamente da dietro mentre se ne andava.

« Castiel! » Rachel corse verso di lui finché non lo raggiunse per posargli una mano sulla spalla.

Il rosso la guardò a denti stretti, quando però la riconobbe tornò rilassato in viso.

Si tolse le cuffie e la guardò per poi analizzare ciò che c'era oltre a lei, vedendo lo sguardo sbalordito ed arrabbiato della principessina.

« Stai tornando a casa? » gli chiese inclinando la testa, lui fece spallucce.

« Se mi dai le chiavi magari... »

« Sì e poi come faccio ad entrare? Scommetto che metti la musica a tutto volume e poi chi mi sente? » inarcò un sopracciglio ricevendo un sorrisetto beffardo.

« Beh, potresti entrare dalla finestra. »

« Senti Cast- » le infilò le mani nella tasca togliendole via le chiavi, quindi le mise in quella dalla sua giacca e la salutò con la mano riprendendo a camminare.

« CASTIEL! » lo seguì afferrandogli la giacca nera, lui continuò ad avanzare senza lasciarsi intimidire « Ehi aspetta almeno fammi salutare Matt! »

Cercò di convincerlo ma sembrò farlo avanzare più imperterrito di prima, quindi corse veloce indietro raggiungendo Matt con il fiatone.

« Mh? Che c'è? » le chiese vedendola ansimare, lei gli posò le mani sulle spalle e fra i sospiri riuscì a dirgli “A domani” e svelta gli stampò un bacio sulle labbra ritornando indietro.

Matt rimase con l'aria sognante sventolandole la mano fino a che non la vide sparire dalla sala, poi sospirò mettendo su un sorriso da ebete.

Mello roteò gli occhi e gli dette varie pacche sulla spalla per farlo risvegliare.

« Non fare lo scemo, piuttosto hai sentito cosa gira? » il rosso scosse la testa ancora un po' su di giri « Beh, io te lo dico e vediamo se capisci la mia idea... »

***

Rachel e Castiel avevano appena finito di cenare e facevano zapping seduti sul divano. La ragazza era sul punto di addormentarsi con la testa sul bracciolo, mentre lui teneva in mano il telecomando.

« Oggi...cosa avete fatto al club? » gli chiese interrompendosi con uno sbadiglio, lui si fermò su un canale.

« Mancava il professore, non abbiamo suonato e non abbiamo sentito la tua assenza. »

« Va beh questo lo immaginavo... »

« Cosa, che mancava il professore o che non ce ne frega niente di te? » la guardò sorridendo divertito ricevendo uno schiaffo accennato sulla spalla.

« Tu ovviamente te ne sei stato per i fatti tuoi a coltivare la tua sordità per la vecchiaia? »

« Come sempre, anche se quando si sono messi in cerchio ho abbassato il volume ed ho ascoltato di una strana casa... »

« Una strana casa? » rivolse lo stomaco all'insù e cominciò a fissarlo stranita, in quel momento le arrivò un messaggio.

Castiel prese il cellulare prima di lei e cominciò a leggere ad alta voce.

« Oh non ci crederai mai! Mi hanno detto di una strana casa in campagna che sarebbe una meta perfetta per Halloween, Mello vuole farsi metà festa per essere a mezzanotte là. Sei con noi o...? » fece una pausa e la guardò per farle capire che il messaggio era finito « Ti stavo proprio per dire che avevo sentito parlare di questa casa. »

« Che coincidenza, i rossi hanno i pensieri collegati... » fece un altro sbadiglio e si riprese il telefonino « Adesso vado a dormire e ci penso domani. » si alzò ed andò nella sua camera, Castiel spense la televisione ed aprì la finestra per andarsi a fumare una sigaretta.

Fuori non si vedeva molto se non qualche casa, avrebbe tanto voluto essere sulla terrazza della sua vecchia scuola...era l'unica cosa che gli piaceva di quel posto.

« Tu fumi? »

La voce di Rachel lo fece trasalire, si voltò e vide la ragazza in pigiama strofinarsi gli occhi.

« Non eri andata a dormire? » chiese seguendola con lo sguardo poggiare i gomiti sul davanzale.

« Mi sono andata a cambiare...sono andata in bagno e ti ho visto affacciato. »

« Mh. Comunque non hai mai visto davvero i miei pacchetti in giro? »

« Sì, ma non ti ho mai visto fumare. » fece spallucce e sventolò la mano davanti al naso.

« Non sopporti il fumo? »

« No. »

Ispirò e le soffiò in volto tutto quello che aveva in bocca.

« Dio Castiel è disgustoso! » esclamò allontanandosi, lui sbottò a ridere.

« Peggio per te che non sei andata a dormire. » le disse guardandola, poi però si rigirò verso la finestra.

« Ti manca la Francia? »

Rachel credeva di scomporlo con quella domanda, eppure lui rimase tranquillo.

« Onestamente? No. Mi basto io per stare bene in un posto, qualunque esso sia. » rispose infatti calmo, la ragazza si massaggiò la nuca.

Aprì la bocca come se volesse rispondere, alla fine abbassò lo sguardo e si ricompose.

« Beh...'notte. »

« 'Notte. »

Sentì i suoi passi allontanarsi, poi spense la sigaretta sul davanzale e la gettò via. Ne prese un'altra dal pacchetto e cominciò a fumarla.

Cinque, dieci minuti dopo entrò in camera, la luce azzurra della luna che filtrava dalla finestra posava il suo fascio sugli occhi chiusi della ragazza. Aveva le labbra socchiuse ed in quei probabili pochi istanti che si era addormentata aveva già tolto quasi tutte le coperte.

Sorrise e gliele rimboccò per bene, se si prendeva un raffreddore poi era costretto a fare il tragitto casa-scuola e viceversa da solo.

Sospirò e si sistemò sotto le sue coperte, chiuse gli occhi ed in pochi minuti si addormentò beatamente.

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Capitolo 7
*** Quel francese...bisognoso di attenzioni! ***


Quel francese...bisognoso di attenzioni!

 

I giorni seguenti trascorsero serenamente, erano ormai al giorno precedente alla festa di Halloween e le due amiche parlavano fra di loro in classe durante l'ora di buca.

« Mi sembra inutile chiederti con chi andrai alla festa...o forse dovrei? » chiese la più scura facendo un sorrisetto che l'amica avrebbe giurato fosse malizioso, ma non le stava per niente quindi ritirò l'aggettivo.

« Beh, mi sembra normale. T'immagini invece spunta con “Sto andando con tizia caia perché non voglio che si sappia che stiamo insieme e blablabla...”? Lo ammazzo come minimo! » esclamò sbattendo il pugno contro il palmo opposto, la mora di fronte rise.

« In quel caso ti aiuterei io! »

« Bene! Ma parlando di cose serie, tu invece? Con chi vai? »

« Ecco...non ne ho la più pallida idea...magari andrò sola, tanto non è un obbligo andare accompagnati. »

« Ti ricordo che è un po' come un ballo, e poi la tizia della quinta B dice che entrano solo le coppie... »

Nikole trasalì sgranando gli occhi.

« Cosa!? Allora mi sa che non andrò. » abbassò lo sguardo girando i pollici fra di loro, l'amica accennò da un lato un sorriso che veramente poteva essere chiamato malizioso.

« C'è sempre Lysandre... »

La ragazza arrossì guardando altrove.

« I-io...lui dice che non vuole andarci. » mormorò pronunciando le labbra.

« Tu puoi sempre fargli cambiare idea...da cosa ti vesti? Vampira eh? Così sei tutta provocante e finalmente ti trovi un ragazzo! »

Nikole non ebbe il tempo di rispondere, un po' perché l'imbarazzo le faceva balbettare le prime parole, un po' perché Castiel s'intromise con quel suo sorriso malizioso.

« Puoi sempre venire con me. »

« COSA!? » Rachel lo guardò con il tic all'occhio, il rosso sorrise malizioso.

« Che c'è, sei gelosa? »

« Certo che no, cretino! » urlò incrociando le braccia, quindi guardò altrove borbottando.

« R-R-Rachel t-tu...sai che...non m'importa...non m'importa di trovare u-un ragazzo... » balbettò la mora massaggiandosi la spalla, Mello le scombinò i capelli.

« Certo, perché già ha me, non è così? » lo guardò sorridendo.

« Devo...ammettere che mi sarei anche potuta innamorare di te se non ti avessi conosciuto prima come ragazzo. » si alzò e gli schioccò il naso, lui le fece la linguaccia.

« Alle ragazze piace il tipo stronzo. No, Rachi? » la guardò come se volesse lanciarle dei segnali, lei roteò gli occhi.

« Cretino. » si mise in piedi anche lei guardando Matt seduto sulla sedia a giocare con la PSP « Perché è isolato? »

« Sta superando il ventesimo livello, lascialo fare. » le consigliò Mello, lei lo guardò appena per poi sedersi al suo posto, ovvero quello accanto al rosso.

Girò la sedia verso di lui e cominciò a fissarlo attentamente.

Teneva la lingua stretta tra le labbra, lo sguardo era completamente rivolto al display e dei ciuffi rossi gli cadevano sulla fronte.

Gli scostò quei ciuffi per evitare di farli andare davanti agli occhi, lui non sembrò accorgersene.

Rimase a fissarlo per tutto il tempo finché non lo vide fare un sorriso a trentadue denti ed esclamare un “Sì!” entusiasta.

« Hai vinto? » gli chiese attirando finalmente la sua attenzione, quindi gli occhi verdi si puntarono su di lei.

« No, ma ho superato il ventesimo livello! Finalmente...ci ho lavorato tutta la notte! »

« Tutta la notte? » strabuzzò gli occhi

« Beh...diciamo anche un po' il pomeriggio... » il ragazzo guardò altrove massaggiandosi la nuca, notando che lei continuava a fissarlo severamente indossò gli occhiali retrò che portava sulla testa.

« Matt! Devi studiare, non puoi perderti in queste cose...ricordati che è l'ultimo anno e non voglio lasciarti indietro! » lo rimproverò senza alzare troppo la voce.

Aveva la testa bassa come se si sentisse in colpa, lei gli prese il mento alzandoglielo e gli sorrise.

« Vieni. » disse però lui prima di farla parlare.

Le afferrò il polso facendola alzare, strizzò l'occhio a Mello ed uscì dall'aula camminando lungo il corridoio.

« Dove andiamo? » gli domandò curiosa la castana lasciandosi trascinare, lui sorrise.

« Mello non se n'è accorto ma durante la ricreazione cerco sempre un posto dove nessuno possa vederci...finalmente l'ho trovato! »

Rachel arrossì violentemente abbassando il capo, quel ragazzo era capace di farla stare bene con poche parole, o tenendole solo così distrattamente il polso.

Entrarono in un'aula, era completamente vuota.

« È rimasta quest'aula quando ne hanno decisa una per ogni classe, me l'ha detto una della quinta B. » spiegò notando il suo sguardo stranito, a quel punto la tirò a sé facendola avvampare ancora di più.

« Quanti giorni sono che non passiamo un po' di tempo insieme da soli? » domandò retoricamente, lei però si sentì in dovere di rispondere.

« Dall'inizio della scuola. »

« Non è una buona cosa. » storse le labbra posando la fronte sulla sua « Mi sei mancata. »

« An...anche tu. » farfugliò guardando quelle labbra come se le desiderasse più di ogni altra cosa, lui lo capì ed accorciò le distanze baciandola.

Rachel si sentì bene senza il bisogno di dover suonare il piano, in realtà era come se stesse ascoltando quella melodia che tanto amava, o forse era ancora meglio.

Fatto stava che se avesse potuto avrebbe fermato il tempo.

Quando si allontanarono lo abbracciò energicamente appendendosi al suo collo.

« Quanto ti amo io? Eh? » gli domandò divertita.

« Non lo so, dimmelo tu. »

« Diciamo...che su una scala da uno a dieci...infinito! » esclamò dandogli un altro bacio che lo fece avvampare bruscamente « Peccato che l'idea ti è venuta tardi e fra un po' suona, quindi meglio tornare in classe! » fece per uscire dall'aula ma davanti alla porta le afferrò il braccio.

Si voltò verso di lui inclinando la testa.

« Che c'è? » chiese stranita.

« Promettimi...che non mi lascerai presto. »

Rachel sorrise e gli andò vicino. Subito gli passò una mano fra i capelli delicatamente come se avesse paura di romperlo.

« Non posso promettertelo. »

« Mh!? »

Lo strinse forte a sé.

« Perché io non ti lascerò mai. » gli schioccò un bacio sulla fronte e mostrandogli un sorriso dolce lo fece arrossire come un pomodoro, di nuovo.

Perciò insieme ritornarono nella loro classe.

Quando rientrarono la campanella suonò e la ragazza rise, lui invece si strofinava la fronte ancora rosso.

Si andarono a sedere ognuno al proprio posto, perciò ascoltarono la lezione seguente e così via tutte le altre finché non terminò la giornata scolastica.

Nel corridoio era ormai tutto addobbato, anche l'aula di musica, che più che altro era diventata una specie di sgabuzzino. Alcuni avrebbero infatti suonato per la festa e lì si preparavano prima.

Rachel e Castiel ci entrarono insieme, e stranamente era vuota.

« Che cos'è questa storia? » chiese il ragazzo posando il borsone della chitarra a terra, l'altra si guardò attorno.

« Magari saranno andati all'aula che c'è sopra. Anche se è stato severamente vietato fare lezione lì... »

« Allora dove sono? »

La castana si massaggiò la nuca storcendo le labbra.

« Non sono stati qui, beh fa niente, per oggi ce ne andiamo. Magari hanno dato l'avviso e noi non c'eravamo...Effettivamente abbiamo perso tempo su... »

« Abbiamo? » il rosso la guardò torvo, probabilmente si riferiva al fatto che era rimasta per dieci minuti a parlare con Nikole, e proprio quando era sul punto di andarsene lei si era decisa a scendere.

« Sì...scusa, allora andiamo a casa. » fece spallucce ed insieme uscirono dall'istituto.

Di solito prendevano il treno, anche se la stazione dove scendevano loro era quella seguente, ma a piedi ci sarebbero stati mezzora a passo veloce, quindi controllarono l'elenco dei treni seguenti e, per loro sfortuna, i due dopo erano stati soppressi.

« Oooh no! » esclamò la ragazza gettando la testa sulla panchina, lui sbuffò sedendosi al suo fianco « Dovremo stare qui due ore... »

« No, più che altro cominciamo ad andare a piedi. »

« Stai scherzando!? Non me la faccio mezzora di camminata! » esclamò lei vedendolo alzarsi nuovamente.

« Allora dammi le chiavi e ci vediamo più tardi. »

« Tu sei fuso...poi non mi apri perché ascolti la musica, con questo freddo non ci rimango fuori! »

« Con questo freddo rimani qui ad aspettare due ore? » inarcò un sopracciglio, e mentre sul viso di lei si andava dipingendo uno sguardo assassino ed orgoglioso, il suo era soddisfatto e divertito.

« Va bene va bene! Ma non lo faccio perché me lo dici tu, solo perché... »

« Ho ragione? »

« Certo che no, cretino. » balzò in piedi rimettendo la cartella sulle spalle, quindi i due cominciarono a camminare verso la lunga strada per il ritorno a casa.

Castiel era già armato di auricolari, Rachel camminava dietro di lui con la testa bassa pensando ai fatti suoi.

Ripensava ancora a quel breve ma meraviglioso momento passato con Matt, le venne in mente la prima volta che gli aveva parlato decentemente, e non come si fa solitamente tra compagni che si guardano a stento.

 

« Vai Rachel! » Nikole le dette una spinta gettandola praticamente sul banco di Mail, la ragazza si ricompose e facendo un sospiro profondo posò gli occhiali su di esso.

Tirò fuori dalla tasca una scatoletta e la sistemò accanto, quella era per Mihael.

Una volta posati si sedette al suo posto rigirando tra le dita una ciocca di capelli.

« Ce l'hai fatta, eh? » l'amica le si sedette accanto, il suo sorriso era comprensivo...ma non credeva che capisse realmente quello che provava.

L'imbarazzo era sicuramente nella lista, ma anche la vergogna.

Le piacevano sei persone diverse, fra i quali tre erano suoi professori.

Non aveva le idee chiare, era tutto confuso e non comprendeva veramente quello che sentiva.

Era come se li amasse, ma il suo affetto andava oltre a questo.

Allora cos'era?

Posò la testa sulle braccia incrociate poggiate sul banco, la ragazza dai capelli color cioccolato le accarezzò la testa.

« Sei confusa, lo so. »

Davvero?

« Non so perché ma sento che grazie a questa tua mossa potrai finalmente avere le idee chiare. »

Rachel guardò l'amica.

Forse doveva fidarsi di più di lei, perché la conosceva meglio di lei stessa.

 

« Rachel? »

La ragazza trasalì e lo guardò.

« Hai capito cosa ti ho detto? » scosse la testa rimanendo con le labbra socchiuse « Ti offro un milkshake. » lui indicò l'edificio accanto aspettandosi una risposta istantanea.

« Ah...grazie. »

La guardò per qualche istante come se cercasse di leggerle la mente, poi si voltò dall'altra parte ed entrò nel McDonald seguito da lei.

Ordinò un milkshake al cioccolato ed uno al cappuccino mentre la ragazza stava seduta ad un tavolo all'angolo del locale.

Quando la raggiunse con i due bicchieri in mano la vide pensierosa con la testa poggiata al muro, si sedette di fronte e le porse la bevanda densa.

Lei l'assaggiò per poi allontanarla aggrottando le sopracciglia.

« È freddo! » costatò, lui sbottò a ridere.

« Non hai mai preso un milkshake? »

« No. »

« Beh, comunque cosa ti aspettavi? Che fosse caldo? » le domandò inarcando un sopracciglio.

« Con questo freddo mi aspettavo che mi offrissi qualcosa per riscaldarmi! »

« Mi scusi Sua Altezza... » mormorò sorridendole divertito, lei non rispose e riprese a bere il suo milkshake con lo stesso sguardo basso e pensieroso di prima.

Avrebbe voluto sapere cosa le frullava in quella testa, anche se non c'era un motivo particolare per saperlo, ma non l'aveva mai vista così sovrappensiero e il che lo infastidiva.

Era come se lo ignorasse, invece solitamente tutte le attenzioni erano rivolte su di lui, anche mentre divorava il cibo, piatti e forchette comprese.

In pochi minuti, quando lui era ancora arrivato alla metà, la ragazza cominciò a tirare su l'aria dal bicchiere producendo quel tipico ed odioso rumore.

« Non te lo vorrei dire ma...è finito. » l'avvisò ridacchiando, lei lo guardò appena.

« Mh. » posò il bicchiere e si mise a braccia conserte fissando il tavolo.

A quel punto Castiel si sentì totalmente invisibile.

Nervoso continuò a bere la bevanda, una volta finita le fece cenno di uscire ed insieme ripresero a camminare lungo la strada.

Stava per rimettere le cuffie ma un rumore lo distrasse.

Come un ticchettio, nel rombare delle auto, nel parlare e ridacchiare della gente intorno.

Si voltò verso di lei vedendola tremare. Si massaggiava le spalle strette fra di loro.

Doveva sentire freddo.

Si levò la giacca nera e gliela posò sulle spalle facendola sussultare.

Sul suo viso si stampò un'espressione interrogativa, come quella di un bambino che dopo essere stato rimproverato riceve il suo piccolo premio.

« Tremi. » rispose al suo sguardo e lei accelerò il passo per camminargli accanto.

« Grazie. »

« Figurati. »

« ...E scusa. » si massaggiò la nuca tenendo sempre lo sguardo basso.

« Per cosa? » chiese lui guardandola stranito.

« Per averti ignorato. »

Sussultò.

Si era davvero accorta di averlo ignorato? Non avrebbe dovuto farci caso, o comunque non si sarebbe scusata come al solito.

Aveva davvero capito che gli dava fastidio il fatto di essere ignorato?

Che poi per lui non era mai stato un problema, magari era l'abitudine di ricevere tutte le attenzioni possibili da lei, che fossero per urlargli contro o per rispondere ad una sua provocazione.

Eppure qualche sera fa...

 

« Ti manca la Francia? »

Rachel credeva di scomporlo con quella domanda, eppure lui rimase tranquillo.

« Onestamente? No. Mi basto io per stare bene in un posto, qualunque esso sia. » rispose infatti calmo, la ragazza si massaggiò la nuca.

Aprì la bocca come se volesse rispondere, alla fine abbassò lo sguardo e si ricompose.

« Beh...'notte. »

« 'Notte. »

 

Si era interessata a lui, nessuno da quando era arrivato in Inghilterra l'aveva fatto.

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Capitolo 8
*** Quei francesi...ed i loro paragoni! ***


Quei francesi...ed i loro paragoni!

 

I due arrivarono a casa senza più dirsi una parola, Rachel posò la giacca nera di Castiel sul letto e tornò nel salotto dove si sedette sul divano posando il gomito sul bracciolo.

Castiel si sedette al suo fianco scorrendo i canali del televisore, mentre andava avanti seccato le lanciò un veloce sguardo che si posò poi interamente su di lei.

Il mento posato sulla mano e gli occhi grigi persi nel vuoto, un ciuffo castano che le stava ricadendo lentamente sul viso. Lo seguì fino a che non penzolò davanti alla gota lievemente rossa, solleticava anche le labbra socchiuse, che subito dopo si chiusero formando un sorriso.

« Mh? » si avvicinò sempre di più a lei, doveva pensare a qualcosa di bello ed imbarazzante allo stesso momento dato che era arrossita ed il sorriso dipinto sulle labbra ne accertava l'ipotesi.

Si avvicinò talmente tanto che le soffiò via il ciuffo col respiro, lei trasalì e voltandosi verso di lui gli sfiorò il naso.

« Castiel! » esclamò allontanandosi perdendo per poco l'equilibrio, lui la prese sistemandola bene sul divano « C-che stavi facendo!? »

« Niente, eri rossa e mi sembrava che avessi la febbre, tutto qui. »

Sparò la prima cosa che gli era venuta in mente, adesso era lui quello a disagio ma non poteva mica farglielo notare!

« Oh...Aaaah capito! » completamente imbarazzata si massaggiò la nuca sorridendogli.

« Sembravi pensierosa poco fa. »

« Mh...davvero? »

« Già. »

La ragazza sospirò e si scostò il ciuffo dietro l'orecchio, lui la guardò con la coda dell'occhio.

« Beh, stavo pensando a...Matt. »

« Hmf » fece continuando a fare zapping.

Non era poi una novità.

« In realtà ho cominciato da un ricordo, quando è cominciato tutto. Prima non pensavo che Nikole mi capisse veramente, adesso invece mi rendo conto io di essere quella che non la capisce. Questa cosa mi fa male, davvero. Però...in compenso a volte è come se potessi leggere nella mente di Matt, altre volte invece sbaglio. Quello che però proprio non riesco a capire è...Mello. »

Come sentì pronunciare quel nome gli venne in mente il giorno che si erano litigati, quando erano andati in infermeria.

« Insomma lui è...è come uno scrigno maestoso, bellissimo, ma che ti mette un po' di paura perché abbastanza inquietante, perciò preferisci non aprirlo. È difficile aprirlo, la serratura fa un po' i capricci...ma quando ci riesci...quello che trovi dentro non fa altro che piacerti ogni giorno che passa. » sorrise posando i piedi sul cuscino del divano, rivolgendo le ginocchia all'insù « Invece Matt...è diverso. Lui è uno scrigno ancora più difficile da aprire, ma non fa paura all'esterno. È meraviglioso, il più bello che si possa vedere. E quando riesci ad aprirlo rafforzi la tua idea. Ma queste sono solo le mie opinioni... » rimase per un attimo in silenzio, e quando Castiel fece per aprire bocca lei fu più veloce a parlare « Sai, tu mi ricordi tanto Mello. »

Il rosso sussultò, davvero assomigliava a quel deficiente!?

« Perché...sei difficile da aprire, forse ancora più complicato di lui. Sono proprio curiosa di sapere se dentro di te...c'è qualcosa per la quale vale la pena provare tutte le chiavi di questo mondo. »

Di solito odiava le similitudini, ma quelle parole...quelle parole lo facevano riflettere.

Effettivamente, c'era un motivo per il quale valeva la pena di conoscerlo?

Sorrise beffardo lasciando cedere la testa sullo schienale, prima di costatare con piacere che le gote della ragazza erano di un rosso molto vivace.

« Quindi...io sarei maestoso e bellissimo? »

Rachel lo guardò molto male voltandosi poi dall'altra parte per nascondere il rossore.

« Non intendevo in questo senso...intendevo per quanto riguarda lo scrigno...è un senso figurato. » cercò di spiegare tenendo lo sguardo basso, lui spense la televisione e si alzò mentre nel silenzio della casa si diffondevano i rumori più piccoli.

« Comunque... » alzò la voce per farsi sentire da lei « Non avevo mica detto che volevo sapere cosa pensavi. »

Fece un sorrisetto beffardo facendola sussultare, infatti subito dopo lo fulminò con lo sguardo mentre entrava nella sua camera.

Si gettò sul letto posando la testa sulle braccia incrociate.

Fissò il tetto, immediatamente il sorriso svanì.

Esiste qualcuno capace di trovare la chiave giusta?”

 

***

 

Era ormai chiusa in bagno da due ore, non era un asso nel truccarsi dato che non lo faceva spesso, ed odiava decisamente infilare quei stupidi canini più lunghi sopra i suoi.

A volte le cadevano, a volte non si infilavano bene, altre volte ancora erano al contrario...stava impazzendo!

Dopo aver emesso l'ennesimo urlo furioso Lysandre bussò.

« A-avanti... »

Ok crede che sono pazza, bene Nikole brava! Sei sempre tu!” pensò mentre lui apriva la porta.

« Tutto bene con quei denti? »

« Ehm...più o meno... »

Il ragazzo ridacchiò avvicinandosi poi a lei.

« Vieni qui, faccio io. »

La raggiunse con il suo strano abito ottocentesco, a lui bastavano solo i canini per sembrare un vampiro.

« No non preoccuparti, faccio da so- »

Cominciò ad armeggiare nella sua bocca con quei denti, almeno finché non riuscì a fissare quei canini perfettamente al loro posto.

Nikole si guardò allo specchio notando che sembravano veri.

« Grazie Lysandre! Menomale che ci sei tu...sono proprio un'incapace... » imbarazzata si massaggiò la nuca, lui le mostrò un sorriso gentile.

« Non è per questo, è complicato metterli da soli effettivamente. »

« Allora io li metto a te, così ricambio il favore e facciamo prima, anche perché già è tardi! » esclamò dopo aver visto che erano le otto e mezza.

« Come preferisci. » sorrise ed aprendo la bocca si lasciò sistemare i canini.

Nikole non si sarebbe mai aspettata che sarebbe andato a quella festa solo perché lei aveva bisogno di qualcuno che l'accompagnasse...

Che stupida, doveva per forza avere un secondo fine!

 

Mangiava annoiata, come se non ne avesse voglia.

Lysandre se ne accorse ed inclinò la testa.

« Stai bene? »

« Eh? » sollevò lo sguardo arrossendo « Sì...scusa se non ti ho rivolto la parola. »

« Figurati. Ma...sei sicura che vada tutto bene? »

Lo guardò lasciando cadere la forchetta sul bordo del piatto.

« Beh...il fatto è che Rachel insiste per farmi andare a quella festa, ma non ho nessuno con cui fare coppia perciò... »

« Capisco... » rimase perplesso per qualche istante, poi sorrise « Posso accompagnarti io. »

« Cosa!? » trasalì ed avvampò maggiormente « T-t-t-tu n-non...non hai...d-d-detto che non...v-volevi an...andarci? » balbettò sorpresa, il ragazzo ridacchiò.

« Beh, se posso esserti d'aiuto ti accompagno. In fondo mi basta poco per assomigliare ad un vampiro. »

La mora fece un sorriso a trentadue denti trattenendosi dall'abbracciarlo.

« Grazie tante! »

 

« Ecco fatto! » esclamò allontanandosi, questa volta fu lui a guardarsi allo specchio vedendo che i canini erano messi bene.

« Grazie. » mormorò mentre la testa di lei spariva nel corridoio.

Sospirò, di certo non avrebbe voluto andare a quella festa. Troppo rumore, troppi idioti, troppo tutto...eppure lei sembrava tenerci così tanto, anche se provava a non darlo a vedere.

Ogni volta che vedeva la tristezza nei suoi occhi era come se un qualcosa lo colpisse, facendolo risvegliare da quello stato di trance in cui a volte gli sembrava di essere.

Per qualche strano motivo si sentiva sempre in debito, e pensava che la sua gentilezza non venisse mai ripagata abbastanza.

O magari non era la gentilezza che gli sembrava di non raggiungere mai...

Era come un bicchiere, lui continuava ad aggiungere l'acqua ma gli sembrava sempre troppo poca...eppure sapeva benissimo che se continuava così prima o poi il bicchiere sarebbe traboccato.

« Lysandre! Finalmente ho finito, andiamo? »

Sentendo la sua voce uscì dal bagno e spense la luce, andò nel salotto e lì la vide.

Una camicetta rossa abbottonata male dalla quale, nelle maniche, pendevano come delle reti nere. Una gonna a balze resa più corta perché strappata di un misto fra i due colori sopracitati, ed ai piedi degli stivali molto alti e stretti rossi con dei fiocchetti lungo di essi.

Arrossì lievemente per poi voltarsi dall'altra parte borbottando qualcosa.

« Va...bene così? Tu che sei esperto... » gli accennò un sorriso che lui guardò subito, fu lì che si accorse quanto fosse rossa in viso.

« Beh...i vestiti vanno bene, devi rimediare al trucco. » le consigliò, lei ci rifletté un po' su.

« D'accordo, vieni. »

Gli fece cenno di seguirla, lui lo fece e si ritrovò in una camera da letto completamente rossa, che sembrava più grande a causa dell'armadio a specchio nelle ante di destra.

« Ehm...perdona il tema della stanza, è di mia madre e... » si interruppe perché non sapeva come giustificarsi, era già abbastanza imbarazzata e non voleva peggiorare la situazione.

« Sì capisco. » tagliò corto lui aiutandola, la ragazza gli sorrise prendendo poi dei trucchi dal cassetto della cassettiera.

« Ecco...pensavo di- »

« Ci penso io, come hai detto sono io l'esperto. » abbozzò anche lui un sorriso che la fece arrossire ancora di più.

Guardando la stanza, alla fine Lysandre decise di sedersi sul letto per avere così lo specchio dell'armadio di fronte.

« S-s-sei s-s-sicuro c-che l-l-lì v-vada...b-b-bene...? » balbettò rimanendo immobile, lui annuì.

La ragazza deglutì e si sedette al suo fianco, perciò si lasciò truccare tra le varie insicurezze di Lysandre.

Era una persona adorabile, era sempre gentile con lei, in più non si sentiva spesso a disagio con lui, anche se spesso le capitava di arrossire ed imbarazzarsi.

Chissà se quel ragazzo avrebbe portato fortuna o scompiglio nella sua vita, lei credeva più la prima.

A volte durante la lezione del professor Yagami le capitava di guardarli entrambi alternativamente, nella sua mente appariva una bilancia.

Da un lato il peso sembrava essere fin troppo, dall'altro invece era più leggero.

Eppure ogni giorno che passava...i due lati della bilancia sembravano assumere di volta in volta lo stesso peso sempre di più, quello più leggero si appesantiva...

Non capiva bene se doversi spaventare di questo.

Quando finalmente Lysandre terminò di armeggiare sulla sua faccia, si guardò allo specchio sorpresa della persona che gli si specchiava.

Aveva il viso molto pallido, quasi bianco, gli occhi sui quali prima aveva messo delle lenti rosse a contatto erano contornati da un eyeliner ed un mascara. Le labbra rosse come il sangue erano ben evidenti, e delle ciocche di capelli color cioccolato ricadevano sul viso, altre sulle spalle ed il resto dietro la schiena fino alla sua metà.

Chi vedeva nello specchio però era...sua madre.

Indietreggiò svelta sedendosi sul letto, continuò ad andare indietro su di esso strisciando anche con i piedi sul piumone.

Quella che aveva visto era lei, ma era uguale a sua madre.

« Nikole? Stai bene? » le chiese il ragazzo inclinando la testa, lei deglutì.

« I-i-io...s-sto bene. » mormorò scendendo dal letto, andò svelta davanti alla porta e lui la raggiunse.

Uscirono da quella camera ma non si scambiarono una sola parola, almeno finché non suonarono il campanello.

« Sono qui! » esclamò lei balzando in piedi.

Aveva già riacquistato il sorriso in quei cinque minuti, Lysandre davvero non riusciva a capire come facesse.

Quando la ragazza aprì la porta si ritrovò davanti un Mello con una maglietta scollata rossa e dei pantaloni neri dai quali sbucava fuori una coda da diavolo, delle corna rosse sulla testa ed un'espressione seccata sul viso.

« Mello...? » chiese perplessa grattandosi la testa, lui sbuffò.

« Dillo a lei. »

Dietro di lui sbucò una strega dal cappello nero a punta, che stava per dire qualcosa sorridente quando solo guardando l'amica rimase impassibile.

« S-sei...tu? »

« Ma certo che sono io! Piuttosto, cosa c'entri tu col suo travestimento? » le domandò l'altra cercando di cambiare discorso, Rachel scosse subito la testa sorridendo.

« Beh, siccome non sapeva come vestirsi ci ho pensato io. Non gli sta benissimo? »

« Effettivamente sei perfetto per il tuo ruolo! »

Sbottarono a ridere entrambe sotto lo sguardo severo del biondo.

« La volete finire!? »

« Mihael! » una voce femminile gli fece assumere l'espressione da cane bastonato che tanto gli donava.

« A-arrivo! » esclamò scappando dalle grinfie di Rachel che aveva delle unghia arancioni più lunghe di quanto le avesse volute.

« Ti sei data da fare quest'anno per il vestito...non è che vuoi provocare Matt? » la interrogò l'amica maliziosamente, lei avvampò del tutto tra la matita, l'ombretto ed il rossetto neri.

« Finiscila pure tu! Castiel ha detto una cosa simile... » borbottò pronunciando le labbra.

« Beh non mi stupisce. » Lysandre s'inserì nella conversazione venendo guardato dalle due.

« Lysandre! Sei un vampiro perfetto! Scommetto che me l'hai combinata tu così! »

« Devo ammettere di aver dato un contributo. »

Nikole arrossì ed abbassò lo sguardo, il ragazzo sorrise e le posò una mano sulla schiena come per incitarla ad uscire.

« Andiamo? » chiese con il sorriso sulle labbra.

« Sì. »

I tre entrarono nella macchina di Matt, dov'erano già seduti Castiel ed il proprietario.

Mello aveva la sua moto e sembrava esserci con lui una ragazza, doveva essere la sua “dama”.

« E così Mello si è deciso a fare il gentiluomo? » domandò Nikole ritrovandosi in mezzo a Castiel e Lysandre.

« Sono più che sicura che domani non si ricorderà nemmeno il suo nome. Non capisco perché l'ha fatto dato che a metà serata ce ne andiamo, non credo che avrà il tempo di farlo con lei. » rispose prontamente l'amica posando il gomito accanto al finestrino, Matt si schiarì la voce.

« Andiamo! » accese la macchina e la fece partire.

« Tu come ti sei vestito? » gli chiese la mora guardandolo.

« Dante, Devil May Cray! » si voltò verso di lei, effettivamente il rosso aveva in questo momento una parrucca bianca ed uno strano abito con uno specie di mantello rosso di sopra.

Troppe stranezze per Nikole che conosceva il famoso videogame solo di nome.

« Tu Castiel? » si voltò verso il rosso rimasto rosso che era molto simile a Lysandre come abbigliamento, solo le lenti a contatto erano rosse come le sue.

« Che forza, i tre vampiri dietro! » esclamò Rachel voltandosi verso di loro, dal sorrisetto compiaciuto che mostrava ad un Castiel decisamente seccato doveva esserci anche lì il suo zampino.

« Oh...ecco perché volevi i miei vestiti... » costatò Lysandre nel silenzio, Matt per poco non sbandò.

« Volevi i suoi vestiti!? »

« C-c-cos'hai capito! Era per...per Castiel! » cercò di giustificarsi lei facendo ritornare l'espressione del fidanzato da furiosa e disgustata a quella contenta di prima.

« D'accordo. »

Nikole ridacchiò, sarebbe stata una lunga nottata quella...

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Capitolo 9
*** Quel francese...un provocatore! ***


Quel francese...un provocatore!

 

La scuola all'esterno era del tutto normale, semplicemente ragazzi e ragazze facevano avanti ed indietro dall'entrata e la musica rimbombava nelle orecchie al solo attraversare la soglia.

Light Yagami era uno dei responsabili che dovevano tenere sotto controllo la situazione, per sua estrema sfortuna tra i suoi colleghi c'erano i più strani, ovvero Birthday e Lawliet. Di quest'ultimo non aveva mai capito le serie intenzioni, lo odiava oppure era realmente suo amico?

Sapeva soltanto che in quel momento sembrava un emerito idiota.

L'aveva appena visto svoltare l'angolo per la prima volta quella sera, e lui era lì con la solita postura gobba che rosicchiava un biscotto a forma di pipistrello vestito interamente di arancione.

« Yagami. » lo salutò facendo un lieve cenno col capo, lui inarcò un sopracciglio.

« Saresti...una zucca? » chiese perplesso, il bruno annuì.

« La quinta L mi ha suggerito che sarebbe stato carino se mi fossi travestito. »

Yagami non si trattenne dal ridacchiare.

« Rachel Nather c'entra forse qualcosa? »

« Perché, l'ha chiesto anche a te? »

« In realtà non sapevano che sarei stato fra i professori che si occupavano della festa...non l'ho detto proprio per evitare certe situazioni. » rispose con un sorriso divertito, il collega camminò accanto a lui per oltrepassarlo.

« Divertiti allora, tu sei il beniamino delle ragazze o sbaglio? » gli lanciò un'occhiata tra il divertito e sprezzante, era un po' di sfida.

Yagami rimase stranito da quello sguardo...Lawliet non gliene aveva mai mandato uno del genere.

Scosse la testa per poi guardare avanti a se, riconoscendo tra le persone una figura piuttosto familiare...

 

Era una sera burrascosa, attendeva un taxi in piedi sul marciapiede tenendo alto l'ombrello.

Si trovava lì alle nove di sera per colpa di quell'idiota di Lawliet, dovevano correggere insieme dei compiti per motivi che non aveva ben appreso e dato che quell'essere umano, se così poteva essere chiamato un tipo del genere, non aveva un auto (e lui non si era preso la briga di andare da lui con la sua), doveva arrangiarsi con un taxi.

Si strinse a sé per il freddo, controllò l'orario per poi mettere entrambe le mani nelle tasche.

Fece un sospiro e chiuse per un attimo gli occhi, in quel momento sentì una presenza accanto al suo corpo.

Risollevò le iridi e vide accanto a sé una donna dai capelli scuri, o almeno così sembrava a causa del buio.

« Spero non ti dia fastidio, ma un bell'uomo come te dovrebbe sempre essere gentile con una bella donna come me alle nove di sera con questo tempaccio. »

Light inarcò un sopracciglio mentre lei si voltò nella sua direzione, fu lì che vide quegli occhi.

Grigi, con una forma familiare. Li aveva già visti da qualche parte...

« Io...l'ho già vista da qualche parte. » sbottò senza pensarci, era troppo preso a guardare quegli occhi.

« Bella maniera per attaccare bottone, ma non darmi del lei che mi sento una vecchia! » esclamò storcendo le labbra, lui arrossì e guardò avanti.

« Mi scuso se pensavi che volessi provarci con te. Dicevo solo la verità. » si difese, ed in effetti era vero.

« Hahahaha come sei carino, sei arrossito! »

Il castano non sapeva se ignorarla o urlarle contro.

E poi era lui quello che ci provava?

« Ah, io ho la mia età. Ti conviene andare con quelle più giovani di me...anche se a quarant'anni non ci sono ancora arrivata... » gli lanciò uno sguardo malizioso che lui ricambiò con uno serio « Andiamo ridi un po'! Questi giovani...sempre seri ed a biasimarsi... »

Per un attimo avrebbe potuto giurare di aver visto un velo di amarezza sul viso dolce di quella donna.

Quel volto...gli ricordava troppo qualcuno ma non riusciva proprio a capire chi fosse.

Il taxi si fermò davanti a loro e prontamente la donna salì in auto.

« Su, entra. Facciamo due in uno. » gli strizzò l'occhio ed anche se un po' titubante il ragazzo entrò in auto stando dalla parte opposta a quella di lei.

« Dove vi porto? » chiese l'uomo al volante.

« Prima da me, mi offri il passaggio vero? » la donna lo guardò con degli occhi da cucciolo che avrebbero dovuto convincerlo, ma la nascosta bontà del professor Yagami prevalse non per quello sguardo, solo per educazione.

« D'accordo. »

Indicò la via all'uomo per poi prendere uno specchietto e sistemarsi, dalla borsa tirò fuori anche un rossetto rosso sangue e lo passò sulle labbra.

« Scott... »

La donna sussultò non appena sentì quella parola e lo guardò con il rossetto sospeso in aria.

« Come? »

« N-nulla. » balbettò lui voltandosi verso il finestrino.

Perché l'aveva detto? Perché aveva notato la somiglianza solo in quel momento, grazie alle labbra?

Sospirò, probabilmente era arrossito ma non voleva farlo notare.

Rimasero a lungo in silenzio, entrambi a seguire fili di pensieri diversi.

« Tu...come ti chiami? » lo interrogò all'improvviso posando tutto nella borsa.

« Yagami...Light Yagami. » rispose lui titubante « Tu...? »

« Yagami, adesso capisco tutto. » gli fece un sorriso ed aprì lo sportello dell'auto « Chissà, forse ci rivedremo...professor Yagami. » gli stampò un bacio sulla gota per poi uscire fuori dalla macchina.

Quelle labbra gli si erano posate sulla guancia, quelle stesse labbra che gli ricordavano tanto la sua alunna.

 

« Era...proprio come pensavo. Quella donna doveva essere... » scosse la testa, per l'ennesima volta quella sera, ed andò verso la ragazza che aveva visto poco prima accompagnata dagli amici.

« Scott! » la chiamò agitando la mano, lei sentendosi chiamare si guardò attorno finché non lo vide.

« P-p-professore...! L-lei cosa...che ci fa qui!? » avvampò del tutto, probabilmente per il modo in cui era vestita.

« Mi occupo della festa. »

« Cosa!? E non ci aveva detto niente! » non fece in tempo a finire la frase che Nather lo interruppe.

« Volevo evitare di farmi convincere da te a travestirmi, proprio come hai fatto con Lawliet. » abbozzò un sorriso, ma la ragazza appariva piuttosto perplessa.

« Il professor Lawliet non ci aveva detto niente...un momento! Non ci ha detto niente! » cominciò a farfugliare miliardi di parole disperata mentre Matt cercava di calmarla.

« Cosa? E allora quello chi- »

« PROFESSOR BIRTHDAY! Almeno lei si è travestito e ci ha detto che veniva! » Rachel corse verso il professore chiamato.

Yagami lo guardò strabuzzando gli occhi...quello di prima era lui...quindi non era...NON ERA LAWLIET!?

« Assomiglio abbastanza al professor Lawliet? »

« Sì è una fotocopia! Wow...sembra lui travestito da zucca! Se non lo conoscessi bene l'avrei scambiata per lui! » esclamò la ragazza.

Yagami si sentì come se nulla avesse più senso, aveva scambiato il suo compagno di sfortuna per il suo compagno di odio profondo? Certo che se continuava così andava a finire bene.

« Tutto bene professore? » Nikole lo guardò sorridendogli, lui arrossì e voltò la testa dall'altra parte.

« S-sì. Tutto bene. »

La ragazza si accorse del suo disagio ed abbassò lo sguardo demoralizzata.

Cercava tutti i giorni di apparire una persona seria per lui, e adesso crollava tutto per una stupida festa di Halloween? Effettivamente si trattava di una festa, doveva semplicemente essere un travestimento, quindi non c'era nulla di male...in fondo gli stivali le arrivavano stretti fino alle ginocchia perciò non era poi così indecente.

Fece un sospiro di sollievo per poi guardare il professore che la stava osservando con la coda dell'occhio.

Quella donna, lei...se non erano parenti lontani, allora doveva essere sua madre.

« Nikole, la ragazza mi ha dato questi due biglietti. Dice che questi servono per quando usciamo. » Lysandre porse il biglietto alla ragazza che lo guardò perplessa.

« Ehm...dove lo metto? »

« Me lo sono chiesto anch'io, poi mi sono semplicemente risposto che potresti infilartelo- »

« Keehl. » la voce severa del professore lo fece sussultare « Ricordati che sono davanti a te, e sono sempre un tuo professore. » disse andandosene.

Nikole lo seguì con lo sguardo mentre ripensava alla sua ultima frase: Sono sempre un tuo professore.

Forse, era come una specie di avvertimento...forse doveva smetterla di pensare a lui come qualcuno con cui essere più in confidenza.

« P-p-professore! » allungò il braccio verso di lui facendo un passo avanti, mentre stava per girarsi Lysandre la tirò indietro.

Nikole lo guardò con un'espressione stranita.

« Scusa se mi intrometto, solitamente non lo faccio mai ma se posso darti un consiglio allora ti dico di stare al tuo posto per adesso. Potresti fargli domande che in realtà non vuoi ancora porgli. » sembrava piuttosto serio mentre spiegava le sue azioni, lei annuì lasciandosi comandare da quegli occhi bicolore.

« Già...hai ragione. »

Abbassò lo sguardo sentendosi in colpa, forse si stava avvicinando troppo al burrone, o forse stava semplicemente ferma.

L'unica cosa che riusciva a vedere in quel momento era la bilancia alla quale era stata apportata una lieve modifica.

Il peso più leggero era stato fortificato da altri due grammi in più.

 

 

Matt era andato a prendere qualcosa da mangiare, magari un piatto di patatine, salatini o pop corn, voleva soltanto fare il gentiluomo, nonostante il suo abbigliamento.

Versando un po' di Coca Cola in un bicchiere si scontrò con qualcuno e si voltò verso di lui.

« S-scusa! Non vole- » si fermò quando fece una buffa osservazione: quel ragazzo era vestito come lui!

Lo sguardo stupito del suo corrispondente, era come se si stesse specchiando.

« Matt! Quell'idiota là davanti mi ha punto il dito dicendo che così avrei attirato i vampiri...adesso mi esce sangue! Matt finalmente ti ho...trovati...? » Rachel si avvicinò ai due guardandoli entrambi attentamente con il dito in bocca « Tu sei Matt! Come ho fatto a scambiarti! » rise al solo pensiero, ma lui era rimasto a fissare quel ragazzo che era altrettanto sorpreso.

La loro espressione divenne poi governata da un sorriso.

« GIOCHI A DEVIL MAY CRY!? » domandarono all'uniscono, la ragazza indietreggiò « SEI UN GENIO! »

Per Rachel era strano vedere come quei due avevano subito preso confidenza, se fosse successo tra due ragazze di sicuro avrebbero cominciato ad urlare come oche ed a tirarsi per i capelli.

« Ma che diavolo...SEI VESTITA COME ME! » due voci, entrambe altrettanto fastidiose, giunsero al suo orecchio e si voltò verso la scena che lentamente attirava l'attenzione di tutta la sala.

« Tu! Mi hai copiata! » urlò la bionda liscia

« Sei stata tu! Befana! » contraccambiò la riccia.

Lupus in fabula” pensò la castana accennando un sorriso, subito dopo sentì qualcuno respirare dietro di lei.

Socchiuse le labbra e lasciò l'indice posato su quello inferiore, si voltò e vide Castiel che si sporgeva dalla sua spalla.

Aveva un sorriso divertito stampato sulle labbra, dovevano piacergli le “zuffe tra gattine”.

« Sadico. » commentò senza nemmeno sentire la sua opinione, lui sbottò a ridere.

« Non dirmi che non provi piacere nel vederle litigare. »

« Stanno ancora urlando come oche, a proposito mi fa male l'orecchio. » inclinò la testa infilando il dito nell'orecchio per rendere meglio la sua affermazione, lui fece un sorriso malizioso.

« Vieni con me, vedrai che le voci non le sentirai più... »

Non fece in tempo a guardarlo perché le prese velocemente la mano tirandola fuori dalla mischia.

In quello stesso istante sussultò, ma non lei, qualcosa che era dentro.

« C-Castiel cosa...cosa c'è? » gli domandò guardandolo, lui ridacchiò.

« Niente, dato che a nessuno dei due piaceva l'atmosfera ho pensato che volessi andartene. »

« Allora non prenderti più la briga di pensare al posto mio. » fece per ritornare in mezzo agli altri ma lui le afferrò il polso fissandola divertito.

« Che ti è preso all'improvviso? Diventi fredda senza motivo? »

Lo guardò e sentì ancora sobbalzare qualcosa dentro.

I suoi occhi grigi, nei quali poteva perfettamente specchiarsi, i suoi capelli rossi, forti e resistenti, il viso dai lineamenti sicuri, le labbra che formavano un sorriso...quel carattere da menefreghista, bastardo ed egocentrico...

Riuscivano a farle accelerare il battito cardiaco ormai da qualche giorno.

« Ehi, come mai ti sanguina il dito? » portò lentamente il suo indice alle labbra e leccò il sangue che tingeva di rosso la lunga e finta unghia.

Qualcosa, diversa dalla precedente, si scatenò in Rachel che tirò a se la mano diventando completamente rossa, come se avesse messo tre chili di fard sopra.

« C-C-C-CAS...TIEL! »

« Che c'è? » con piacere il ragazzo notò il completo imbarazzo di lei, che aveva voglia di prenderlo e sbattergli la testa al muro.

Rachel abbassò lo sguardo e strinse a sé la mano mentre tremava.

« S-SME...SMETTILA! »

« ...Non credevo che ti desse tanto fastidio. » per un attimo tornò serio e si poggiò al muro.

Solo in quel momento Rachel si accorse che si trovavano fuori dalla sala, dove nessuno li circondava.

« Non ho mai detto che mi da fastidio! P-però... » non sapeva che dire, e solo in quel momento si era accorta di aver sbagliato frase.

Trasalì ed in quello stesso istante il rosso con uno scatto la bloccò con le spalle al muro tenendola dai fianchi.

« Non è che...ti stai innamorando di me? » quelle parole sussurrate al suo orecchio la fecero tremare.

Non sapeva cosa rispondere, sapeva che non era così, ma qualcosa la bloccava.

« I-...i-io n-non- »

« Rachel. »

La voce di Mello la fece sussultare, avrebbe voluto sprofondare attraverso il muro ma dovette limitarsi al rimanere immobile anche quando Castiel si era degnato di fare un piccolo passo indietro.

I due si guardarono, gli occhi del biondo erano minacciosi come poche volte, freddi e capaci di congelare qualcuno.

Voltò la testa dall'altra parte per non incontrarli, ma il solo pensiero di averli addosso la rabbrividiva.

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi qua! Questa volta la situazione dovrebbe essere più interessante, vorrei chiedervi infatti se vi piace questo minuscolo colpo di scena, ed ero anche curiosa di sapere cosa pensate sui paragoni fatti il capitolo precedente...Beh in realtà vi sarei molto grata se mi lasciaste una recensione :D Comunque ringrazio le persone che hanno messo la mia storia tra le varie liste e chiunque la legga, mi rendete davvero contenta **
Adesso vi lascio e mi dileguo(cit.)
Matt_Kun

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Capitolo 10
*** Quei francesi...dannosi e gentili! ***


Quei francesi...dannosi e gentili!

 

In quel corridoio la tensione era talmente alta che una quarta persona sarebbe esplosa entrandoci.

Mello fece per dire qualcosa anticipando con un tiro d'aria.

« Sta' zitto. » lo bloccò Rachel riprendendo possesso del suo corpo, e quindi anche delle corde vocali.

Il biondo chiuse la bocca guardandola torvo.

Castiel sorrise beffardo e posando una mano sul fianco passò accanto a lui che gli afferrò il braccio per stringerlo forte.

« Non interferire fra di loro. »

« Perché non dovrei? »

« Levati quel sorriso o te lo strappo io. » il rosso gli lanciò uno sguardo minaccioso ma lui guardava avanti « Anche se il tuo non volesse essere semplicemente un tentativo di divertirti, qualsiasi cosa tu mai dovessi provare per Rachel non sarebbe pari a quello che lei prova per Matt e viceversa. Provandoci con lei la confonderesti soltanto, ma non s'innamorerà mai di te. »

« Parli come se avessi passato sulla tua pelle questa situazione. » fece un sorriso, gli altri due trasalirono e lo guardarono.

« Si è sistemato tutto adesso. Non sarai tu a rovinare tutto. »

Mentre lo sguardo di Castiel ritornava lentamente sempre più indifferente, quello del biondo sembrava inferocirsi maggiormente.

« Credo...che non siano affari miei. » rispose liberandosi dalla presa, nonostante avesse voluto dire tante altre cose.

Fece per ritornare nella sala ma una voce allegra e solare lo chiamò.

« Castiel! » si voltò verso Rachel che aveva un sorriso dolce sulle labbra « Vieni con noi alla casa infestata dopo, no? »

« COSA!? » Mello cominciò ad urlarle cose del tipo “Io quello non lo voglio!” o “Lo infesto io! Altro che casa!”.

Il rosso sorrise.

« D'accordo. » rientrò in sala mentre il biondo continuava a sbraitare.

Si poggiò al muro e guardò verso il soffitto.

Perché riesce a farmi arrossire così facilmente?”

Si strofinò il viso velocemente nascondendo l'imbarazzo, nel frattempo qualcuno si avvicinava a lui.

« Castiel. » levò la mano e vide quel Matt sorridergli.

« Dimmi. »

« E così tu vieni con noi? »

Quel sorriso, quell'espressione apparentemente sincera...

Aveva sentito tutto.

« Già. »

« Beh, allora mi ricorderò di chiamarti quando dobbiamo andare. » gli fece cenno con la mano e si voltò dall'altra parte andandosene.

Pff, mi stai sfidando con messaggi subliminali?”

« No Castiel. »

Il rosso si voltò verso Lysandre perdendo per poco l'equilibrio, dato che sembrava essere apparso dal nulla.

« Che...che c'è!? »

« Non sta cercando di dirti niente. Ti dice semplicemente ciò che pensa. »

« E tu da quando leggi nel pensiero? » si ricompose sorridendogli, lui lo guardò.

« Mi sembra ovvio. Credo che abbia sentito quello che è successo ma non ti crede un problema. »

Vorrebbe dire che non sono abbastanza interessante da essere un problema per una coppia!?”

« No, semplicemente che lei lo ama talmente tanto da non avere alcun dubbio. »

Castiel guardò l'amico quasi spaventato, infatti fece qualche passo indietro.

« La smetti di leggermi nel pensiero!? »

« Più che nel pensiero in faccia. » rispose l'altro scostandosi i capelli.

« Comunque...hanno sentito tutti la conversazione? » chiese sarcastico, una vampira dai rossi occhi truci si avvicinò a lui.

« Sì, solo che tu non te ne sei accorto. E ti avviso, tra Rachel e Matt non mettere il dito! » disse pronunciando le labbra, lui storse le sue guardando Nikole sorpreso.

« Non era tra moglie e marito? »

« Quello che sia... » la ragazza guardò altrove con le guance lievemente rosse.

« In ogni caso non capisco perché quel travestito continui a rompermi le scatole. »

« TRAVESTITO!? » la mora si guardò attorno « Se Mello ti sentisse non avresti più che un millesimo di secondo per dire le tue preghiere! »

« Come se avessi paura di quel trav- »

« Se continui non ti rispondo, è pur sempre mio amico! » lui roteò gli occhi.

« Parla. »

« Come hai detto tu, ha passato sulla sua pelle questa situazione. » fu la sua unica risposta prima di venire trascinata via dalla folla.

« Addioooo... »

Castiel la seguì con lo sguardo finché poté, poi guardò Lysandre.

« Credo che abbia bevuto qualcosa che non doveva bere. » costatò, il ragazzo sospirò.

« Vado a prenderla prima che si cacci nei guai. »

E così dicendo anche lui sparì dalla visuale del rosso, che rimase tra i suoi pensieri in tranquillità.

 

Effettivamente un ragazzo aveva offerto a Nikole un bicchiere dopo averle giurato chissà quante volte che era analcolico, l'aveva inseguita per tutta la sala e lei per toglierselo dai piedi, dato che non era capace di urlargli di lasciarla in pace, bevve quella bevanda che la fece andare su di giri nello stesso istante in cui si allontanò definitivamente da quel ragazzo.

Adesso aveva in testa solo una cosa, il viso del professor Yagami.

Lo cercò ovunque mentre la folla non faceva che confonderla sempre di più facendole girare la testa.

Quando finalmente vide il bellissimo professore, che con il cervello in vacanza le sembrava un angelo, corse verso di lui con un sorriso a trentadue denti.

Lui la vide arrivare e la salutò con la mano ma venne preso per entrambe le braccia e gettato in mezzo agli altri.

« Scott...? » la chiamò sorpreso, lei rise.

« Nikole non le piace? » gli andò dietro posandogli le mani sulle spalle « In fondo prima mi chiamava sempre così. »

Ridacchiò divertita procurandosi sguardi del tutto straniti.

« Spero non le dia fastidio, ma un bell'uomo come lei dovrebbe sempre essere gentile con una bella ragazza come me ad una festa di Halloween dove i maniaci abbondano. »

Quelle parole troppo simili ad altre scossero il castano, che ormai del tutto stranito si lasciò trascinare fuori dalla sala.

Quando si accorse di avere però varcato la soglia si fermò venendo guardato da lei.

Gli si avvicinò sempre di più fino a far sfiorare i loro nasi, Yagami le prese il polso della mano che stava per accarezzargli i capelli e la tenne ferma.

« Che c'è? »

« Hai bevuto, non è così? »

La ragazza roteò gli occhi e pronunciò le labbra.

« Diciamo che...lui ha insistito. » rispose per poi sorridere « Non le piace questo mio lato? »

« Di certo non sei la Nikole Scott che conosco. »

« Oh...la figlia di puttana? »

Light sentì la mano pulsare e le dette un forte schiaffo che risuonò nel silenzio.

La ragazza si portò una mano sul punto colpito rimanendo a testa bassa.

« Sono sempre un tuo professore. » le ricordò.

La Nikole soffocata dall'alcool ne risentì molto di quelle parole, di quello schiaffo, di quella situazione. Ma la ragazza davanti al professor Yagami se ne stava fregando altamente.

« Che c'è? Dico solo la verità, non l'ha mai pensato lei? » lo guardò nuovamente, lui non reggette quel contatto visivo e voltò la testa dall'altra parte.

Fece per rispondere ma una voce calda lo precedette.

« Accetti le mie scuse da parte sua, se non se n'è accorto non è in sé...in questo momento. »

Si trattava di Lysandre...aveva per caso assistito alla scena?

Non riuscì a guardare in faccia nessuno dei due, perciò preferì fissare il muro.

« È come una bilancia. » disse la ragazza, Lysandre la guardò, lui invece prestò orecchio « Un lato diventa sempre più pesante...ma questa è la prima volta che l'altro lato invece di rimanere come prima si alleggerisce. »

Il ragazzo sussultò, mentre lui non riusciva a capire cosa intendesse.

« Non...non si tratta di questo. Andiamo. »

Il professore invece rimase a fissare il muro pieno di pensieri.

Già, era abbastanza interessante.

 

Lysandre andò da Rachel, sicuramente lei sapeva cosa fare.

« Oh no Nikole! » l'amica come la vide si portò la mano sulla fronte, lui storse le labbra.

« Non è la prima volta vero? »

« Mh. Ne ha combinata una grossa col professor Yagami? »

Come faceva a saperlo? Si chiedeva se avesse visto la scena...

« Beh, un po'. »

« C'è solo un modo per farla riprendere... »

Le spiegò il fatidico modo che lo stranì parecchio, Rachel non aveva ancora effettivamente visto anche solo un minimo livello di sconvolgimento da parte sua.

« Lo so che è strano ma...diciamo che è l'unico modo se vogliamo che riprenda a star bene, dobbiamo portarcela in quella casa, non possiamo lasciarla sola! »

« Quella...casa? »

La castana rimase in silenzio per qualche istante, poi si decise a parlare anche se un po' titubante.

« Probabilmente non ti ho avvisato prima...scusa. »

« Di cosa stai parlando? »

« Ehi Lys, che ne dici se andiamo in un posto più appartato, eh? » lo stuzzicò Nikole dopo che venne tirata indietro da lui mentre ci provava con un tizio travestito da mummia.

« Sì, vieni con me. » le disse prendendole delicatamente la mano e portandosela lungo la sala alla ricerca del bagno.

Lei era completamente divertita, non faceva caso a niente e rimaneva a lanciare sguardi maliziosi al primo ragazzo che incontrava.

Quando finalmente il ragazzo la portò in bagno chiuse a chiave la porta e sospirò.

« Ok...va contro la mia volontà ma devo farlo Nikole, scusami. » si avvicinò a lei che gli si gettò quasi fra le braccia.

« In bagno è un po' scomodo però... »

« Non intendevo questo. » prese un altro sospiro, doveva ricordare che era ubriaca e che quindi non era proprio in sé.

Le prese la testa e scansando appena un bacio gliela infilò sotto al lavandino aprendo l'acqua fredda.

Lei cominciò ad urlare cose che lo facevano quasi preoccupare, in fondo erano parole non ben espresse dato che stava letteralmente annegando in quel lavandino.

L'allontanò e la ragazza cominciò ad ansimare tenendo stretto fra le mani il lavello.

Lo guardò quasi sconvolta, lui teneva lo sguardo in basso dato che si sentiva in colpa.

« L-Lysandre!? » si portò una mano sulla fronte lasciandola scorrere poi nei capelli, sembrava parecchio confusa.

Era ancora completamente rossa ma aveva anche cominciato a sudare, era sicuro che non si trattasse completamente dell'acqua nella quale l'aveva immersa.

Aveva le labbra socchiuse come se volesse dire qualcosa, ma allo stesso tempo si premeva le tempie che dovevano farle molto male.

« Stai bene? » provò ad avvicinarsi ma la ragazza indietreggiò sbattendo contro un pilastro.

« Ahi... » mormorò massaggiandosi la spalla, fissò il pavimento e mentre Lysandre provava nuovamente ad andarle vicino sbottò a piangere come chissà cosa.

« Non preoccuparti è tutto a posto, va tutto bene. » il ragazzo l'abbracciò accarezzandole i capelli, le lacrime di lei gli bagnavano la maglietta in una maniera impressionante.

Era la prima volta che la vedeva piangere così...di solito cercava di trattenersi e le uscivano lacrime in silenzio che a volte non riusciva proprio a respingere.

Un po' la capiva.

Anche lui teneva tutto dentro, ma per lei doveva essere più difficile.

Mascherava tutto abilmente con un sorriso dolce, non si limitava a tenersi tutto, fingeva anche di essere felice quando non lo era.

« Ssssst, stai calma. » provò ancora a farle recuperare il controllo finché non la sentì più singhiozzare « Nikole... »

La chiamò, ma lei non rispose. Provò a lasciarla facendola quasi cadere, la recuperò e costatò che si era addormentata.

« Ma che... »

Era strano, effettivamente non aveva mai visto nessuno ubriaco e di conseguenza riprendersi, però non credeva che si addormentasse all'improvviso.

Magari era perché le aveva gettato la testa nel lavandino, però come aveva detto Rachel sarebbe almeno servito a farla riprendere anche se non a farla tornare del tutto sobria.

Aprì la porta, subito dopo la prese in braccio e la fece uscire.

Una ragazza vide la situazione e chiamò l'amica, che di conseguenza fece segno all'amico che attirò l'attenzione del suo gruppo che per sbaglio scontrò delle ragazze che posarono lo sguardo su di loro, e così si venne a creare una reazione a catena che attirò tutta l'attenzione.

Tutti quegli occhi puntati su di lui facevano quasi paura, ormai il sottofondo che si sentiva era solo la musica, almeno finché non si alzò un bisbiglio generale.

Pettegoli” pensò trattenendosi dal roteare gli occhi, Mello gli venne in contro trascinandolo fuori dal bersaglio.

« Si è ubriacata? » gli domandò una volta tornato in mezzo alla folla mentre il chiacchierio e le risate riprendevano.

« Credo di sì. »

« Capisco...in ogni caso adesso andiamo in quella casa, lei deve per forza venire con noi. » lo avvisò allontanandosi, Lysandre ancora non aveva chiaro di che casa stessero parlando.

 

Rachel cercava Castiel per dirgli che dovevano andare, ma di lui non c'era traccia.

Era vero che la folla era parecchia, ma anche lui però doveva essersi nascosto da qualche parte!

Avrebbe voluto urlare il suo nome ma sicuramente se l'avrebbe fatto sarebbe potuta direttamente andare a scavarsi la fossa.

Capì alla fine che magari era andato a disperdersi nell'istituto ascoltando la musica, quindi cominciò a cercarlo nei vari corridoi chiamandolo.

Aule, laboratori, palestra...non era da nessuna parte.

La cosa più brutta poi era che doveva girare per l'intera scuola nei suoi lati più deserti.

Stava quasi per arrendersi e mandarlo a quel paese quando sentì una risatina.

« Dai, non qui... »

La porta di un'aula era socchiusa, intravide due figure al suo interno e decise di spiarle.

Una ragazza dai capelli neri vestita da gatta nera, completamente scollata, e...Castiel?

Doveva essere lui, stessi capelli, stessi vestiti, voleva essere più sicura che lo fosse ma era girato...Le sue mani vagavano nel corpo di quella ragazza fino a che non riuscì a toglierle metà di quel travestimento.

Una scossa lungo la schiena la fece tremare, quasi istintivamente spalancò la porta ed i due si voltarono verso di lei.

Abbassò lo sguardo stringendo i pugni.

« V-volevo solo avvisarti che noi stiamo andando! Tu fai quello che vuoi, stai con quella sgualdrina o vieni in quella casa! Ma noi non ti veniamo a prendere! Ti fai il ritorno a piedi e non so se ti apro a casa! » urlò più forte di quanto avesse voluto, in quel momento sentì qualcosa muoversi sopra di lei e sgranando gli occhi vide Castiel sorridere divertito e compiaciuto dietro di sé.

Si girò di nuovo e vide lì quel ragazzo...

Aveva gli occhi verdi ed i capelli erano castani, l'unica cosa simile era l'abbigliamento da vampiro.

« Oh porca... » guardò di nuovo il rosso per poi rivolgere lo sguardo ai due « S-scusatemi...avevo scambiato lui per un altro e... » era talmente imbarazzata che non riusciva più a continuare la frase.

« Andiamo scema. » il rosso levò la mano dal telaio della porta e cominciò a camminare nel corridoio, lei lo seguì senza più dire una parola.

« E così pensavi che quello fossi io? » fece una risata divertita « La gelosia ti stava mangiando mia cara. »

« G-gelosia!? Ero solo arrabbiata perché sapevi che a metà sera ce ne saremo dovuti andare e vederti lì a divertirti mi aveva fatto capire quanto fossi menefreghista! » smentì anche se non con una scusa abbastanza plausibile.

« Non devi essere gelosa, tu hai il tuo Matt ed io ho bisogno di divertirmi. »

« Cretino! Quello non eri tu e poi non m'interessa ti ho detto! Mi ascolti quando parlo!? »

« Vorresti...che certe cose le facessi con te? » si voltò verso di lei dopo averla aspettata, e prendendole le spalle la sollevò facendola mettere in punta di piedi.

« Ti mollo uno schiaffo. »

« Con le braccia bloccate? »

« Miro ai tuoi gioielli. » gli fece un sorriso ipocrita che lo divertì.

« Non credo di avere mai visto una persona fedele come te, a parte Lysandre ovviamente. » la lasciò e terminando la frase riprese a camminare.

« Fedele...io? » sbottò a ridere sonoramente « Mi piacerebbe tanto... » mormorò tenendo lo sguardo basso simile a quello di un cane bastonato.

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Capitolo 11
*** Quei francesi...ed un po' di paura! ***


Quei francesi...ed un po' di paura!

 

Erano rientrati tutti nell'auto, tranne Mello che aveva preso la sua moto, ed insieme andarono in quella casa infestata dove ognuno di loro avrebbe potuto sperimentare il livello di paura.

Nessuno era preoccupato, solo un po' Rachel che su certe cose non ci credeva totalmente ma la spaventavano, eppure non lo mostrava: non voleva far capire che aveva paura!

Nikole invece aveva dormito per quasi tutto il tempo, quando si era svegliata aveva un lieve mal di testa che ignorò per i pochi minuti che rimanevano all'arrivo.

Uscirono fuori dalla città per ritrovarsi in campagna, accostarono l'auto in una stradina poco più lontana dalla famosa casa della quale si poteva già vedere il tetto.

« Avete preso tutti i giubbotti? Fa freddo! » li avvisò la castana mentre gli altri uscivano dall'auto.

« Sì mammina. » Nikole le strizzò l'occhio lasciandosi scompigliare i capelli.

Quando si ritrovarono tutti vicini, percorsero la strada ciottolosa circondata dagli alberi alti ed ormai quasi spogli, i gufi sopra ai rami bubolavano fastidiosamente.

Stettero in silenzio per tutto il tragitto finché non raggiunsero un grande cancello, da lì si entrava in un giardino abbandonato, spoglio e pieno di erbacce.

Aprendo il cancello cigolante videro dei ragni percorrere la loro strada e si scansarono prontamente seguendoli con lo sguardo fino a che non svanirono in un cespuglio.

Rachel si avvicinò a Matt mentre camminava, ed una volta scontrato lo guardò con gli occhi che cercavano conforto nei suoi.

« Che c'è, hai paura dei ragni? » le chiese mettendo su un sorriso divertito, lei scosse la testa.

« Certo che no! È solo che...sento freddo. » si giustificò.

Effettivamente i ragni non le facevano né caldo né freddo, anzi a volte li trovava pure carini, escludendo il fatto che alcuni di loro fossero velenosi. Ma l'atmosfera in quel giardino enorme ed oscuro era agghiacciante, anche troppo.

« Wow... » il verso stupito di Nikole attirò l'attenzione su di lei, che stava seduta accanto ad un'aiuola dove dovevano crescere dei fiori.

Lysandre le si avvicinò vedendola odorarne uno.

« Se non sbaglio è una baccara, la tipica rosa nera. » le disse sorridendole, lei lo guardò per poi rimettersi in piedi.

« Sono bellissime...al buio sembrano davvero completamente nere! » esclamò, avrebbe voluto prenderne una ed odorarla per tutto il tragitto.

Il ragazzo capì subito le sue intenzioni soltanto guardandola negli occhi, che desideravano ardentemente una di quelle rose.

Chissà cos'avrebbe fatto ritrovandosene alcune in casa dentro ad un vaso...

« Niki andiamo, vogliamo perdere tempo qui? » Mello la chiamò facendola sobbalzare.

« Sì! » la ragazza guardò Lysandre ed insieme raggiunsero gli altri fino ad arrivare davanti al grande portone.

Sui due lati erano incastonati dei pomelli sui quali si poteva bussare, Matt fu tentato di farlo.

« Chissà se ci apre qualcuno... » mormorò sarcastico aspettando qualche istante, ed effettivamente subito dopo un'anta si aprì cigolando mostrando il buio dall'altra parte della soglia.

Il rosso deglutì mentre gli altri cercavano di scorgere qualcosa o qualcuno all'interno di quella casa.

« Sarà stato il vento. » commentò Mello aprendo maggiormente la porta, quindi fece spazio per farli entrare.

« E se non fosse stato proprio il vento? » Rachel fu l'ultima ad entrare venendo guardata da Castiel compiaciuto.

« Hai paura Rachel? »

« C-c-certo che no! Scemo! » si mise a braccia conserte guardando altrove, se continuava così avrebbe fatto riconoscere la sua debolezza.

« Rachi, davvero ti preoccupi di una vecchia casa ottocentesca? » le domandò Matt mettendole una mano attorno al busto, lei scosse la testa.

« Ho già detto che non ho paura! » lo spinse via andando a passi pesanti avanti in quella sala, ma mentre gli altri la seguivano divertiti con lo sguardo la porta si chiuse facendola immobilizzare.

Si voltò verso di loro stringendo i pugni.

« L-la finite!? »

« Ma non siamo stati noi! » esclamò Matt

« Se il vento l'ha aperta probabilmente l'avrà anche chiusa. » continuò il biondo andandole vicino, la ragazza si voltò nuovamente dall'altra parte avanzando nella stanza.

« Non dovremmo accendere una torcia? » consigliò Lysandre perplesso, Nikole annuì.

« Me ne sono occupata io, ecco qua. » uscì da una borsa che aveva preso dall'auto una torcia, ed accendendola lasciò sviare la luce lungo la sala.

Si trattava appunto di un grande salone, c'erano vari divani bordeaux, un enorme camino, vari ritratti appesi ai muri che sembravano osservarli ed un enorme orologio a pendolo segnante pochi minuti alla mezzanotte.

Rachel camminò all'indietro fino a sbattere contro qualcuno, vide Castiel e si allontanò nuovamente fino a raggiungere Matt.

« Usciamo ti prego ti prego ti prego! Odio quei quadri! » cercò di abbassare la voce il più possibile ma per sopprimere la paura non riusciva a controllare gli altri sensi.

« Non ti preoccupare non c'è niente. » cercò di rassicurarla accarezzandole i capelli, lei scosse la testa.

« Matt per favore! »

« Se cominci così non andremo da nessuna parte, adesso vieni con me. » Mello la prese in braccio posandola sulle spalle come se fosse un sacco di patate.

« MELLO FAMMI SCENDERE! » urlò lei dimenandosi ed il ragazzo si lasciò scappare un sorriso mentre schivava i suoi colpi.

« Mi obblighi a farlo, perciò ormai stai qui. »

« Ti odio! »

« Anch'io ti voglio bene. » abbozzò un sorriso quando notò che si era finalmente arresa, in fondo capitava spesso di addossarsela come un sacco di patate e vinceva sempre lui.

Per fortuna erano ritornati amici dopo quel piccolo imprevisto, effettivamente la freddezza avrebbe rovinato tutto, e lui aveva giurato a se stesso di fare di tutto per tenere uniti lei ed il suo migliore amico.

Eppure quella ragazza l'aveva colpito sin dal primo momento, era come se in lei avesse visto qualcosa di diverso...

 

Entrò in classe seguito da Matt e si sedette al suo posto notando qualcosa di diverso.

Sul banco, invece di essere vuoto come al solito, c'era una scatoletta. Anche dal lato di Matt sembrava esserci qualcosa, un paio di occhiali a prima vista.

Senza farci troppo caso aprì la scatoletta e ne estrasse un muffin al cioccolato che sembrava essere casalingo.

Lo addentò con un morso e costatò che era abbastanza buono, doveva ammettere che ne aveva assaggiati pochi così gustosi! Poi il cioccolato doveva essere di buona qualità, e lui se ne intendeva...

Mentre lo mangiava si guardava attorno, poteva essere stata una sua compagna di classe.

Effettivamente si accorse di una ragazza che lo guardava mordendosi le unghie, come incontrò il suo sguardo lo sviò arrossendo violentemente.

Sorrise malizioso, e così era Nather quella al quale piaceva...non era male, era carina anche se sembrava un po' troppo solare a volte.

Ricordava che il primo giorno di scuola, all'incirca tre anni prima, era così timida e taciturna che si accorse di lei solo quando il professore la fece alzare per farla presentare e gli sembrava simpatica, anche se probabilmente non si sarebbero mai parlati.

Eppure sembrava interessata a lui, che male ci sarebbe stato nel lasciarsi “corteggiare” e corteggiarla allo stesso momento?

Ridacchiò, chissà quante ne avrebbe passate con quella ragazza...

 

Scosse la testa, non era il momento per quei ricordi.

La portò con sé lungo il salone finché non si accorse insieme agli altri di una grande scalinata in mezzo alla quale scendeva (o saliva, dipende da come la si voleva vedere) un impolverato tappeto bordeaux dalle bordature in tessuto dorato.

« Dobbiamo salire? » chiese Matt perplesso, tutti lo guardarono.

« No, stiamo qui a contemplarle...forza muoviamoci. »

Castiel sembrava avere premura e non doveva per niente essere spaventato, anche Mello in realtà non vedeva l'ora di vedere tutta la casa: un po' sperava che accadesse qualcosa di interessante per impaurirli, lui non aveva nessun timore!

Salirono così le scale, Nikole seguiva il biondo illuminando la scala.

Dei cigolii li accompagnarono per tutto il tempo, il legno sembrava reggerli tutti ma all'improvviso, poche scale dopo che svoltarono l'angolo, esso cedette e si ritrovarono ad appendersi alla prima cosa che gli capitò sotto mano.

Urlarono tutti guardandosi poi nelle rispettive facce, presero un bel respiro, il cuore batteva forte e più si guardava in basso più si percepiva la profondità.

Il corridoio era diviso a metà prendendo due diverse strade: una a destra ed una a sinistra.

« Come facciamo adesso? » urlò Matt per farsi sentire dagli altri, nel frattempo cercava di tenersi appeso al pavimento che era rimasto intatto.

Lysandre era accanto a lui e teneva stretta la mano di Nikole che nella paura l'aveva subito cercato.

« Riesci a tenerti? » ignorò del tutto il rosso sicuro che tanto gli avrebbe risposto qualcun altro, quindi la ragazza annuì cercando di arrampicarsi per raggiungere il pavimento « Brava, ce l'hai fatta! »

Si scambiarono un sorriso e la ragazza salì seguita da Matt, Lysandre era in una brutta situazione e si teneva sospeso per miracolo.

Le dita stavano per cedere, ma la ragazza dai capelli color cioccolato gli afferrò la mano e cominciò a tirarlo verso l'altro con l'aiuto dell'amico.

Quando tutti e tre si ritrovarono al sicuro cominciarono ad ansimare.

Dall'altra parte Rachel teneva stretta la caviglia di Mello che era stato il suo unico punto d'appoggio, cercò di arrampicarsi su di lui venendo poi aiutata da Castiel che era riuscito a raggiungere il corridoio prima che le scale cedessero. Insieme poi aiutarono il biondo e cercarono con lo sguardo gli amici dall'altra parte.

La ragazza balzò in piedi e posò le mani a forma di imbuto attorno alle labbra.

« State bene!? Matt! Nikole! ...Lysandre! » li chiamò uno ad uno per ricevere risposta.

« Rachel! Tu e Mello state bene!? » la voce di Matt anche nel buio e nel rimbombo era inconfondibile, lei sorrise.

« Sì sì stiamo bene! Voi? »

« Tutto a posto, Castiel? »

« Sembra vivo e vegeto! » guardò il rosso che si stava alzando velocemente per poi guardarsi attorno.

Mello si avvicinò alla ragazza guardando verso il basso per intercettare nel buio la distanza tra loro e gli altri.

« Non possiamo raggiungerli e non possiamo scendere, ci conviene continuare e vedere se alla fine spuntiamo da qualche parte. » consigliò, gli altri due sospirarono.

« Matt! Noi continuiamo dall'altra parte, sicuramente ci rincontreremo camminando! » lo avvisò la ragazza.

« Va bene! » si sentì rispondere « Allora ci vediamo! Anche noi ci incamminiamo! »

« Tiriamo fuori i cellulari, almeno ci facciamo un po' di luce. » suggerì Castiel prendendo dalla tasca il suo telefono, gli altri due lo imitarono.

« Io ve l'avevo detto di andarcene! Voi no, dovevamo continuare per forza! Uffa...e se non usciamo più da qui!? » domandò Rachel preoccupata, Mello le afferrò il braccio.

« Se ti dà più sicurezza allora ti rimango vicino, basta che non piagnucoli per ogni rumore. »

« Non lo farò... » scimmiottò la sua voce guardando poi altrove, il suo sguardo si puntò su un quadro di quelli inquietanti che sembravano guardarla, quindi anche lei afferrò il braccio del ragazzo standogli come attaccata con la colla.

Certo, se qui ci fosse Matt sarei più tranquilla...” pensò abbassando lo sguardo, avrebbe tanto voluto ritrovarsi con lui, almeno non si sarebbe preoccupata di uscire o no da lì: le bastava sapere di averlo vicino per rimanere calma.

 

 

 

Matt camminava più avanti degli altri due mostrando il suo smagliante IPhone in avanti per illuminare il passaggio.

L'intensa luce bluastra che emanava il diplay inquietava maggiormente l'atmosfera, Nikole era una persona abbastanza scettica ma anche lei si lasciava condizionare dalle situazioni.

Improvvisamente il rumore di qualcosa che sbatteva violentemente li fece sussultare, il rumore però continuava a ripetersi più e più volte.

Lysandre si accorse che la ragazza aveva chiuso gli occhi e camminava con le spalle strette mentre se le massaggiava, così decise di parlare per sciogliere un po' la situazione.

« Allora...ultimamente non mi hai più detto come va al Club d'Arte. » le disse usando il primo argomento che gli venne in mente, lei lo guardò facendo un sorriso.

« Bene...e tu al coro? Hai qualche parte da solista? »

« Sì, molte volevano farle fare a me e non sapevano scegliere quale fosse meglio... » rispose ridacchiando, lei fece lo stesso.

« Capisco. »

Il rumore continuo si faceva sempre più forte e quindi più vicino, dopo qualche istante si ritrovarono infatti davanti ad una finestra mossa dal vento.

« Oh...ahahah, una finestra... » mormorò massaggiandosi la nuca, lui velocemente chiuse le due ante rimanendo a guardare per qualche istante la luna che si intravedeva.

« Guarda, c'è la luna piena. » le fece costatare indicandola, lei gli si avvicinò un po' titubante « Nel buio della campagna le stelle si vedono maggiormente, sarebbe bello qualche sera tornare qui vicino per lasciarsi affascinare dal cielo notturno. »

« Già...mi piacerebbe poterlo ammirare come si deve. » concordò facendo anche lei un sorriso, il ragazzo la guardò per qualche istante con l'intento di voltarsi nuovamente ma qualcosa lo bloccò.

Gli occhi grigi illuminati dalla luna sembravano pieni di desiderio, come se volesse qualcosa ardentemente ma non potesse averla e per questo era triste, ma il sorriso che aveva sulle labbra sembrava voler nascondere il tutto.

Chiuse per un attimo gli occhi e sembrò lasciarsi trasportare da quel silenzio.

Quella ragazza era...piena di sorprese.

« Ehi! Non mi avevate detto che eravate rimasti indietro! » la voce di Matt fece sobbalzare entrambi, in quel momento Lysandre si accorse di avere le gote rosse.

« Sì c'eravamo fermati a guardare la luna piena...sai, è così bella. » spiegò Nikole sorridendogli, lui guardò il satellite in questione curvando le labbra all'insù.

« Sarebbe bello avere qui Rachel, a lei piacciono le cose più oscure ma affascinanti. » commentò sereno, mentre fissava la luna sembrava che stesse cercando di rivedere il viso di Rachel.

 

Lei stessa stava osservando con la stessa intensità la luna, ed anche lei sembrava voler scorgere in essa il volto di Matt.

« Sono sicura...che anche lui si è accorto che la luna è così bella. » mormorò con le gote lievemente rosse, Mello guardandola non poté fare a meno che sorridere.

Era sempre così dolce e buona, e lui si era approfittato di questo e del suo amore per Matt.

Non l'avrebbe fatto mai più...anche se a volte gli sembrava di essersi pentito di aver ceduto a quelle lacrime.

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Capitolo 12
*** Quei francesi...osservatori e spiritosi! ***


Quei francesi...osservatori e spiritosi!

 

« Senti...posso farti una domanda? » chiese Nikole guardando Matt, lui andava avanti imperterrito quindi non capì che era il diretto interessato « Matt...? »

Sentendosi chiamare si fermò e la guardò prima tranquillo, poi facendo un sorriso.

« Dimmi. »

« Ecco...ero curiosa di saperlo però non c'è mai un'occasione per beccarti senza Rachel... »

Anche Lysandre si fermò e guardandola inarcò un sopracciglio, cosa doveva dirgli che Rachel non doveva sapere?

« Diciamo che è imbarazzante...forse non dovrei chiedertelo davanti a Lysandre ma chissà quando ti vedrò di nuovo solo... »

Il ragazzo nominato provò una strana sensazione, come se si sentisse inopportuno, ma c'era un filo di rabbia che collegava tutti i pensieri che gli passavano per la testa in quel momento.

Matt sospirò e portò una mano sul fianco, voleva raggiungere le due persone più importanti della sua vita, ed anche se si era affezionato molto a Nikole...quei due avevano qualcosa di particolare.

« Non fare tanti giri di parole, so che ti sembra male ma dimmi, così ci sbrighiamo. » le fece fretta, la mora abbassò lo sguardo del tutto imbarazzata.

« Ecco...come...come hai capito di...di essere innamorato di Rachel? »

Il rosso avvampò del tutto e sviando lo sguardo si portò una mano sulla nuca per massaggiarla. Nel frattempo Lysandre fu colto dal sollievo che lo fece tornare sereno.

« B-beh...non è che l'ho capito proprio...è stato come un...un flash. Dato che...che non sono mai stato in... » deglutì « innamorato...quindi non so come s-spiegartelo... »

 

Erano soli anche quella volta, Rachel era abbastanza agitata e giocava con la cerniera della giacca guardando verso la finestra.

Il rosso aveva lo sguardo dall'altra parte, non riusciva a guardarla, era più forte di lui ma quando stavano insieme da soli si sentiva in completa agitazione...anche se qualche sera prima era stato naturale per lui prendere in mano la situazione.

« M-Matt... » lo chiamò tenendo lo sguardo basso.

« S-sì? » rispose lui senza muoversi.

« Dovremmo...dovremmo fare qualcosa per uscire da qui. »

« S-sì...hai ragione. »

Nonostante quell'osservazione però, nessuno dei due sembrava darsi una mossa.

Nikole, per puro sbaglio, li aveva lasciati chiusi in una stanza dell'albergo dove avevano alloggiato, ed in quel momento si trovava col professor Yagami ad organizzare la gita in campagna dato che conosceva perfettamente la città dove aveva trascorso la maggior parte della sua infanzia.

« R... » Matt prese un bel respiro e voltò il viso verso di lei ma non la guardò « Rachel. »

« C-cosa? » fece per fissarlo dritto negli occhi, neanche il tempo di farlo che sviò subito lo sguardo imbarazzata.

« T-ti capita mai di...volere qualcosa e...e non poterla avere? »

La ragazza abbassò il capo sempre di più e portò i piedi sul letto sul quale era seduta rannicchiandosi a sé.

« Sì, anche in questo momento. In realtà da un po' di tempo c'è...ma so che non si realizzerà mai. »

La voce era diventata cupa, l'aura sempre solare che avvolgeva Rachel si era trasformata in scura, triste...sembrava essere sparito anche l'imbarazzo.

« Da questa domanda suppongo che- »

« E cos'è che vuoi? Una persona? » la interruppe guardandola, quando lei superava l'imbarazzo allora ci riusciva anche lui.

Con quella domanda però Rachel era ritornata del tutto rossa.

« N-no...cioè...sì...voglio stare insieme ad una persona. »

Il ragazzo s'incupì all'improvviso.

« Chi è. » la interrogò serio, lei lo guardò stranita « Chi è. » ripeté.

Rachel l'aveva visto così cupo pochissime volte, tutte per Mello.

« Non...non voglio dirtelo. » farfugliò guardando dall'altra parte, Matt la seguì muoversi con la coda dell'occhio.

Doveva essere qualcuno di importante.

Sospirò, in quel momento sentirono lo schiocco di una porta e balzarono in piedi.

Da lì apparì Nikole che come li vide inarcò un sopracciglio.

« Che ci fate voi qui da soli con la porta chiusa a chiave? »

Nonostante quella domanda dovesse nascondere dei doppi sensi, Nikole non li avrebbe mai notati, Matt ne era sicuro.

« Sei stata tu a chiuderci, scema. » le disse l'amica ricevendo un sorriso.

« Beh io entro, perché non lo accompagni nella sua stanza? » consigliò la mora facendo l'occhiolino all'altra, che arrossì e pronunciò le labbra.

« Va bene, Matt andiamo. » disse sbrigativa uscendo dalla camera, il ragazzo la seguì tenendo lo sguardo basso.

Quando arrivarono davanti alla porta della stanza di Matt e Mello si guardarono dritti negli occhi.

« Sei rossa. » costatò lui sorridendole, lei ritornò ad abbassare lo sguardo.

« La persona con la quale vorrei stare... » esordì attirando l'attenzione dell'amico « Ho capito da poco che è l'unica che conta veramente... » continuò stringendo gli occhi, subito dopo gli afferrò la scollatura della maglietta e lo avvicinò a sé « Matt sei tu. »

E tirandolo sempre più vicino gli dette un bacio.

Questo però era diverso da quello di qualche sera fa, in quell'occasione Matt era ubriaco, non sapeva che faceva e per lui quel bacio non contava niente...mentre per lei...era stato il suo primo. Ma d'altronde neanche il rosso aveva baciato prima di allora.

Era come se uno stormo di api ronzasse nel loro stomaco, o forse i bruchi erano usciti dai bozzoli e le farfalle spiccavano il volo.

Rachel e Matt avevano appena avuto il tempo di accorgersi del vuoto allo stomaco perché la sensazione meravigliosa aveva preso il posto, ma non ebbero il tempo di godersela perché lei li allontanò.

Lo guardò come se si fosse pentita di ciò che aveva fatto.

« M-Matt scusa! Dimentica che te l'ho detto...fingi che non sia successo niente! Cavolo faccio sempre la cosa sbagliata... »

« Perché. » mormorò lui passandosi una mano fra i capelli « Perché ti sei allontanata? »

Questa volta fu lui ad afferrarle i fianchi e baciarla.

 

Doveva essere stato in quel momento, che aveva veramente capito di essere innamorato di Rachel.

« M-ma...perché questa domanda? » le chiese lui grattandosi il capo « Vuoi sapere se sei innamorata sul serio del professor Yagami? » sul viso innocente di Matt si fece spazio un sorriso malizioso, la ragazza arrossì bruscamente.

« M-ma c-c-certo che no! S-so benissimo che il professor Yagami...n-non prova nulla per me. Quindi anche se sono davvero innamorata di lui...n-non importa. » fece un sorriso amaro per poi guardare Matt con uno gentile.

« Beh, andiamo a cercare Rachel, Mello e Castiel? » lo incitò, lui annuì per poi scompigliarle i capelli.

« Io credo che potresti piacere a Yagami...sempre che già tu non gli piaccia. » le strizzò l'occhio per poi voltarsi dall'altra parte e riprendere a camminare, non voleva essere contraddetto perché era sicuro di ciò che diceva.

Nikole sorrise sinceramente per poi ritornare un istante triste: non ci credeva sul serio.

Lysandre invece l'aveva guardata un po' stupito per tutto il tempo, e così era innamorata sul serio del professor Yagami? Lui credeva fosse solo una cotta, eppure...quel sorriso pieno di amarezza...

Era una delle poche volte che era interessato a ciò che succedeva agli altri, era infatti curioso di sapere a chi si stava riferendo poco fa se non a Yagami.

In ogni caso, lui doveva evitare di chiederglielo: non era corretto immischiarsi nei fatti degli altri.

E così ripresero a camminare ognuno seguendo il proprio filo di pensieri.

***

Rachel camminava davanti ai due a passo svelto, sembrava voler raggiungere gli altri il prima possibile.

I due dietro erano ognuno per i fatti propri, in realtà non stavano pensando a nulla di particolare, a parte il fatto che la presenza di uno infastidiva l'altro.

Il pavimento in legno scricchiolava, la ragazza camminava a passi pesanti ed infatti, come Mello aveva previsto, il legno sprofondò e lei cadde facendo un piccolo urlo.

Il ragazzo le afferrò il braccio tirandola su, i loro volti erano talmente vicini da farlo arrossire, lei era rimasta un po' spaventata.

« Forse dovrei smetterla di cercare di bucare il terreno... » scherzò accennando una lieve risatina, lui ricambiò con un sorriso ed in quel momento la lasciò.

Senza esitare Rachel si voltò dall'altra parte e riprese a camminare con un passo più calmo e leggero.

Se Mello ritrovava vicine le loro labbra poteva sentire il calore delle sue, che avrebbe tanto voluto riprovare.

Non aveva mai invidiato Matt, eppure...

 

Stavano in piedi davanti alla porta della sua camera, Rachel e Matt si stavano baciando.

E pensare che aveva detto all'amico di provare qualcosa per lei, qualcosa di strano che lo tormentava tutto il tempo, si era confidato e adesso...lo stesso amico la stava baciando.

Quando si allontanarono Rachel sembrava felice, perché con lui non poteva essere la stessa cosa?

Matt si accorse della sua presenza e trasalendo si voltò dall'altra parte.

La ragazza lo guardò per poi girarsi verso il biondo e guardarlo.

Quegli occhi dolci e pieni di gioia che volevano piangere probabilmente dalla felicità le facevano male. Era felice con Matt...e perché lui non poteva darle di più?

« C-ciao Mello! Eheheh... » sembrava su di giri, nel guardarlo arrossì per poi avvicinarglisi ed abbracciarlo.

« Sono...così felice. Questo è anche grazie a te...se non mi avessi dato consiglio quella sera... »

Quindi, lui era la causa della sua tristezza ma della felicità di Rachel?

Non gli stava bene, lui voleva essere felice e renderla felice con la sua presenza.

La ragazza lo lasciò e gli strizzò l'occhio, quindi si allontanò lanciando un'ultima occhiata a Matt che quando la vide sparire guardò l'amico.

« I-io...s-scusa. »

« Matt. » attirò la sua attenzione, solo in quel momento si guardarono negli occhi « Per te Rachel è davvero importante? » gli domandò, ma non ricevette risposta « Allora, lo è? »

Dopo un po' il rosso sorrise.

« Certo che no. Sai che mi basta avere te, il mio migliore amico. »

« Bene, allora fatti da parte. » lo guardò con freddezza, Matt era sollevato di non avergli confessato i suoi veri sentimenti.

« Certo, come- »

« Intendo sul serio. Non parlarle, lei è cotta di te e se le dai corda non esisterà nessun altro nella sua testa. »

Il sorriso del rosso svanì, come avrebbe potuto non parlarle?

Rachel era speciale, aveva un carattere tutto suo, non lunatico ma forte. Sperava soltanto che presto si sarebbe innamorata di Mello, almeno non avrebbe sofferto.

 

Mello ricordava con tristezza quei momenti, li odiava, sbagliava, era egoista. Anche in quel momento lo era, e probabilmente avrebbe continuato ad esserlo...ma era così, pensava soltanto a se stesso e gli bastava la sua felicità per stare bene.

A volte gli sembrava di aver dimenticato Rachel, in fondo non l'aveva mai presa seriamente...però...

Quel sorriso, lei aveva un carattere tutto suo, non lunatico ma forte. Ed era questo che gli piaceva, ma anche un po' la sua pazzia ed il fatto che lo difendeva sempre, qualsiasi cosa accadesse. Solo che l'affetto che provava nei suoi confronti non era amichevole come quello che provava per Matt, ma andava oltre.

 

Il cigolio di una porta li fece sussultare, Rachel si bloccò cominciando a tremare.

« C-c-cos'era!? » domandò cercando di nascondere il terrore, ma era abbastanza evidente.

« Ah non lo so...tu che dici? » Castiel sorrise « Questa casa è infestata, non l'hai ancora capito? »

A passi dal ritmo lento le si avvicinò, nel silenzio rimbombavano e la spaventavano maggiormente.

Lentamente le scostò i capelli da un lato della spalla, la ragazza deglutì mentre i ciuffi le solleticavano il collo, poi tutto si fermò, ed infine...

Le soffiò delicatamente sul collo facendola saltare in aria ad urlare.

« MAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAATT! » gridò terrorizzata mentre correva avanti. Nel suo percorso si scontrò con varie ragnatele, delle porte si aprivano al suo passare mentre i ritratti la guardavano con quell'aria altezzosa.

Rachel non sapeva che fare, aveva una paura matta di certe cose ed in quel momento era sola.

All'improvviso uno strano fischiò la bloccò, magari Mello la stava chiamando da dietro?

Il fischio si riprodusse ancora, si voltò dall'altra parte e fece appena in tempo a vedere una mano che le si poggiava sulla bocca.

Cercava di gridare, voleva liberarsi ma non ci riusciva, inoltre nemmeno sapeva chi l'aveva presa!

E se si trattava di uno spirito?

Fu un attimo, vide due occhi fucsia nel totale buio e sentì un tonfo al cuore.

Quello che non sapeva però, era che chi l'aveva presa era uno dei ragazzi più gentili di questo mondo.

« Rachel? Ti ho spaventata? » le domandò facendo un sorriso, lei tremante inarcò un sopracciglio.

La luce di una torcia gli illuminò il viso, dei ciuffi azzurri ricadevano su di esso ed un sorriso smagliante lo illuminò maggiormente.

« Alexy! » esclamò abbracciandolo, lui ridacchiò.

« Stai bene? »

La ragazza si allontanò da lui e gli dette un colpo sulla testa.

« Mi hai fatto prendere un colpo! Ti sembra il caso!? »

« Scusa, Armin sembrava così entusiasta nel far spaventare qualcuno che non ho resistito: dovevo dargli corda! »

Indicò il fratello che lei guardò furiosa.

« Ti rendi conto stavo morendo di paura e tu...! Merda. » guardò altrove mentre Mello e Castiel si avvicinavano, sia loro che Armin avevano un sorriso soddisfatto.

« Hai ammesso di avere paura finalmente. »

« Sì...e quindi? » la ragazza sbuffò guardando il rosso con noncuranza, lui rise.

« Ma voi che ci fate qui? » chiese Mello ai due gemelli, che lo guardarono tranquilli.

« Diciamo che vi ho visto andare via così presto ed ero curioso di sapere dove andavate...e poi Rachel non mi aveva salutato! » spiegò Alexy guardando torvo la ragazza, che si massaggiò la nuca.

« Scusa...è che sono successe un po' di cose. » cercò di giustificarsi, ma lui non volle sentire ragioni.

« Sì sì...la verità è che non mi vuoi bene...ed io che pensavo fossimo amici! »

« Ma siamo amici! Semmai tu non sei venuto a salutarmi! Ecco ecco! » gli fece la linguaccia, così il ragazzo si voltò imbronciato dall'altra parte « E poi lo so che sei venuto perché c'erano dei figoni con me! »

Lui indietreggiò portandosi una mano alla bocca.

« Non è vero! Io non ho doppi fini come te! »

« Certo certo, non ti credo, tu mi usi io lo so! »

« Non è vero! Stai rigirando la frittata! »

« Come dici tu...! »

« No Rachel sai che non è vero! »

« Invece sì, sei proprio cattivo! »

E continuarono a litigare come dei bambini per chissà quanti minuti, gli altri tre si guardarono lievemente sconvolti ed anche un po' stupiti...da quando quei due si conoscevano a tal punto?

Mentre loro continuavano a battibeccare, in lontananza si sentirono dei passi lenti e pesanti, rimbombarono talmente tanto da farli zittire.

« Mh? » i due si voltarono verso il corridoio buio dalla quale sembravano avvicinarsi delle figure...

Alexy e Rachel si avvicinarono l'un l'altra fino ad abbracciarsi, nessuno dei due aveva la forza di gridare.

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Capitolo 13
*** Quel francese...e delle strane sensazioni! ***


Quel francese...e delle strane sensazioni!

 

Quelle figure si avvicinavano sempre di più a loro, Rachel ed Alexy erano ormai abbracciati fra di loro tremanti.

« Stupido...fratello... » mormorò lui mentre il diretto interessato incrociava la braccia per poi guardarlo torvo.

A quanto pareva né lui né gli altri due erano minimamente preoccupati, si aspettavano di ritrovare Matt, Nikole e Lysandre dall'altra parte...eppure c'erano più figure...sembravano cinque...

« Non ho detto a Nikole che è stata l'unica vera migliore amica in tutta la mia vita! » esclamò Rachel con le lacrime agli occhi, il ragazzo accanto poggiò la testa sulla sua.

« Io non ho detto ad Armin che è il fratello migliore che avrei potuto desiderare! » concordò, il fratello ridacchiò.

« Me l'hai detto adesso. »

« Sì ma non montarti la testa! » si raccomandò diventando acido per qualche istante, poi ritornò triste e spaventato.

Le figure furono sempre più vicine...e sotto la luce della torcia sia Mello che Castiel riconobbero qualcuno che era peggio di qualsiasi spirito maligno o mostro.

« Near! »

« Nathaniel! »

Urlarono sprezzanti i loro nomi nello stesso istante, subito dopo si guardarono per poi sbuffare.

« Near? » Rachel aprì un occhio e vedendo l'albino fece un sorriso smagliante « Near! » corse verso di lui per abbracciarlo e strapazzarlo di coccole, Alexy rimase ad abbracciare il vuoto.

« Rachel! Mi hai lasciato solo! » la rimproverò per poi posare una mano sul fianco.

« Non posso farci niente, guarda com'è piccolo e carino! »

« Io direi solo piccolo... » farfugliò il biondo staccandola dal povero Near che si stava già massaggiando le guance tirate ed allungate parecchie volte.

« Come mai siete qui...? E...perché ci sono anche i professori? » domandò Alexy un po' perplesso, effettivamente lì erano presenti: il professor Yagami, il professor Lawliet e...un altro professor Lawliet travestito da zucca?

« Ci sono due Lawliet? » chiese ancora più confuso di prima, Rachel sorrise.

« Vedi, questo è il professor Lawliet. » disse indicando quello vero che stava sgranocchiando un biscotto « Lui invece è il professor Birthday travestito dal professor Lawliet. » indicò l'altro, che sollevò appena la mano per salutarlo.

« Ma-ma-ma...sono uguali! » esclamarono i due gemelli in coro, alla ragazza le si illuminarono gli occhi.

« Lo so! Ma sapete qual è la cosa bella? »

« Cosa? » la interrogarono curiosi, la castana assunse l'aria di chi la sa lunga.

« Che loro sono molto diversi in realtà, ed io so riconoscere anche le diversità estetiche! »

« E come fai? »

« Segreto! » gli strizzò l'occhio posando l'indice sulle labbra, i due la guardarono sorpresi.

« Oooh... »

« Ok, adesso parliamo di cose serie: che ci fate qui? » domandò Mello mettendosi a braccia conserte.

« Abbiamo visto che ve ne siete andati prima, sapevamo che avevate qualcosa in mente e... »

« Eravamo semplicemente curiosi, e poi Yagami voleva parlare con Scott. » fu Birthday ad interrompere il castano, che come sentì l'ultima frase sussultò.

« Cosa!? Non è assolutamente vero! » esclamò cercando di smentire tutto « Io sono venuto perché ero preoccupato per loro, e poi cosa dovrei dire a Scott!? »

« Oooooh era preoccupato per noi che siamo i suoi alunni preferiti, non è così? » la ragazza gli andò vicino facendogli gli occhi da cucciolo, lui guardò altrove imbarazzato.

Beh...non è che vada pazzo per Keehl, e poi quei francesi neanche li conosco...”

« A proposito, dove sono Mail, Nikole e Lysandre? » chiese curioso Armin, Rachel abbassò lo sguardo.

« Li abbiamo persi...cioè...sono cadute le scale ed abbiamo dovuto prendere corridoi diversi... »

« COSA!? » urlò il professor Yagami « V-voglio dire...e...allora noi da dove siamo saliti? »

« Giusto, da qualche parte siete pur saliti, riportateci lì. » disse sbrigativo Castiel, gli altri lo guardarono annuendo.

« Sì, andiamo. » questa volta fu Lawliet a parlare, infatti insieme agli altri due professori cominciò a condurli da dove loro erano saliti.

Nemmeno lui sapeva perché era lì, aveva visto Birthday e Yagami andare verso l'uscita, in quel momento stava parlando con due degli alunni più fruttuosi della classe e dato che ogni volta che succedeva qualcosa c'era sempre lui, gli era venuto spontaneo seguirli. In fondo aveva sentito parlare Keehl agli altri di una certa casa infestata consigliando di andarci.

Nathaniel invece dal momento che non aveva nulla da fare si era lasciato trascinare, e poi voleva scappare da sua sorella che lo stava cercando ovunque dopo che aveva litigato con quell'altra oca...e lui che credeva di essere l'unico a doverne sopportare una così!

 

Dopo qualche minuto di cammino arrivarono davanti a delle scale crollate sul pavimento, dall'altra parte un corridoio...era lo stesso posto sul quale erano saliti i tre!

« Ma...qui è da dove siamo saliti noi! » costatò Rachel avvicinandosi all'estremità del pavimento.

« Possiamo giurare di essere saliti da qui! » esclamò il professor Yagami stupito.

« Sì è vero, quello è lo stesso quadro. » concordò Near indicando il ritratto di un uomo dai baffi ben curati, li guardava con occhi torti sfoggiando la sua divisa.

« Questo posto... » esordì Alexy mentre gli altri diventavano sempre più straniti ed alcuni di loro anche spaventati « È davvero infestato! » concluse tremante.

Rachel fece di tutto per trattenersi dall'urlare...ma alla fine fu come esplodere.

« MAAATT! NIKOOOLE! DOVE SIETEEEEEEEEEEE!? »

 

 

 

Un urlo in lontananza li fece fermare per qualche istante, era abbastanza tetro ma lentamente rimbombò anche lungo il corridoio dove si trovavano loro.

Nikole deglutì e guardandosi intorno si scontrò per sbaglio contro Lysandre, lo guardò per qualche istante e lui ricambiò.

« S-scusa! »

« Hai paura? »

« Eh? N-no... » mormorò abbassando lo sguardo, lui sorrise.

« Se hai qualche problema puoi dirmelo. Anzi, faremo meglio a parlare. » consigliò, Matt si girò per guardarlo.

« Sì...hai ragione. » indietreggiò in modo da affiancarsi tutti e tre.

Stettero in silenzio per qualche istante, il primo a dire qualcosa fu Matt.

« Ah...Lysandre. »

« Sì? »

« Ti...ti capita mai di volere qualcosa e non poterla avere? »

Non sapeva perché proprio quella domanda, ma probabilmente era la prima cosa che gli era venuta in mente.

« Beh...se devo essere sincero mi capita quando perdo il mio quaderno e mi serve, ma dato che non so dov'è non lo posso avere. » rispose perplesso, il rosso rise.

« No...intendo, qualcosa di più serio. »

Lysandre sorrise.

« Mi stai chiedendo se sono innamorato di qualcuno, vero? »

Matt sussultò, come aveva fatto a capirlo? Beh effettivamente era un po' ovvio...ma allora perché prima aveva risposto in modo più ridicolo?

« Ehm...in un certo senso... »

« No. » lo interruppe « Però ad essere sincero ammiro molto una persona. Non so come dirlo... »

« Sì, ho capito. » lo guardò accennandogli un sorriso che fu subito ricambiato.

Nikole guardò prima uno poi l'altro, era ancora un po' stonata e sulle gote aveva un lieve rossore.

« L'ho vista ubriaca solo una volta prima di stasera...quando lo fa è pericolosa. » commentò Matt ridacchiando, guardò la diretta interessata che lo stava guardando torvo: era abbastanza lucida per sentirlo parlare anche quando mormorava.

« Non dirlo davanti a lui. » farfugliò tenendo lo sguardo basso.

« Scusa, è solo che almeno sa che deve stare attento se dovesse capitare di nuovo. »

« Non capiterà più! Non voglio... » abbassò lo sguardo, stava sempre più arrossendo, quell'argomento la toccava fin troppo.

« Va bene va bene. Nikole è tutto a posto. » le disse con un sorriso, lei annuì ricambiando.

Ma sapeva che non era così.

La sua testa era andata in panne, aveva provato l'alcool in maniera ridotta talmente tante volte che era un po' come se il suo cervello si fosse abituato: non aveva più quel terribile mal di testa iniziale.

Ricordava quindi dello schiaffo ricevuto, chissà per quale preciso motivo, e per questo si toccava spesso la guancia come se volesse cancellare quel momento.

Lysandre si era accorto di ogni suo gesto, non sapeva perché ma riusciva a capirla, era come se si conoscessero da tempo ormai...

Voleva parlarle ma non in quel momento, magari in privato...

All'improvviso, mentre rifletteva su quando poteva dirglielo o meno, sentì qualcosa toccarlo e trasalì voltandosi dall'altra parte.

Lì vide un Castiel annoiato ed in lontananza una ragazza che correva verso di loro.

« Maaatt! » urlò quella ragazza, doveva sicuramente essere Rachel.

« Ehi Rachi! » il ragazzo l'accolse a braccia aperte venendo travolto da tutta l'allegria di quella ragazza.

« Non sai che paura, mi è venuto un infarto poco fa! Quelli là sembravano i Cinque dell'Apocalisse! » esclamò con tutta la serietà di questo mondo.

« Ma non erano tre...? »

« La stessa cosa! »

« Ah ok... » sbottò a ridere per poi abbracciarla e stringerla forte « Possibile che sento più adesso che prima la tua mancanza? »

« Ma sono qui, idiota. » gli dette un piccolo colpetto sulla testa, lui ridacchiò.

« Ah sarei io l'idiota? »

Lysandre non riuscì a non sorridere con quei due, erano proprio ingenui entrambi.

Si voltò e vide il professor Yagami...che ci faceva lui lì?

Subito dopo cercò Nikole con lo sguardo e la trovò nascosta dietro alla sua schiena completamente rossa.

« Nikole? Che c'è? » le accennò un sorriso voltandosi verso di lei, la ragazza strinse le spalle.

« N-no...niente... »

Si sentiva davvero in colpa per quello che era successo, a lui dispiaceva ed un po' l'innervosiva il fatto che il suo professore le aveva dato uno schiaffo.

Chissà poi perché quelle parole sembravano averlo colpito nel profondo, mentre l'insulto riguardava solo la madre di Nikole...

Sussultò, non è che lui e quella donna avevano avuto una storia?

Non era impossibile, lui sembrava essere così affettuoso nei suoi confronti...

« Adesso però ce ne andiamo! » esclamò Rachel decisa, tutti la guardarono.

Afferrò il braccio di Matt e poi quello di Nikole.

« Così se dovesse succedere una cosa simile a quella di prima non ci divideremo! »

« Grazie per la considerazione. » disse Mello sorridendo, lei trasalì.

« Scusa mi ero dimenticata di te! Prendi il braccio di Matt! Lysandre, prendi quello di Nikole! Castiel quello di Lysandre e...arrangiatevi un po'! » sbottò infine facendo un sorriso, ma oltre a Lysandre nessuno fece quello che aveva detto.

« Grazie per la considerazione... »

« Ah perché, dovevo considerarti? » il biondo le scompigliò i capelli procurandosi una linguaccia.

E così, nel silenzio della casa, tra il rimbombo dei loro passi, tra le occhiate che s'intrecciavano fra di loro...alla fine uscirono dalla residenza potendo respirare l'aria leggera e fresca della notte.

« Finalmente! » esclamò Rachel correndo lungo il piccolo viottolo sul quale erano venuti.

« Alla fine non c'era nemmeno un fantasma. » commentò il professor Lawliet guardando i suoi alunni, che non avevano un'espressione demoralizzata ma ognuno di loro doveva avere qualche pensiero importante per la testa.

« Beh, allora noi andiamo di là. » disse Yagami guardando i colleghi che andarono verso di lui.

Guardò Nikole che teneva lo sguardo basso un po' nascosta tra Rachel e Matt, gli venne quindi spontaneo sorridere.

A volte diventava estremamente dolce, altre invece non riusciva proprio a comprendere il suo comportamento...era anche vero che in quel momento era ubriaca ma comunque quelle parole non riusciva a sopportarle: sapeva che non le pensava sul serio.

« Ni... » fece per pronunciare il suo nome ma s'interruppe appena in tempo « Scott. »

La ragazza abbassò maggiormente il capo prendendo il braccio di Matt, lui era quello più vicino.

Ma davvero cercava di nascondersi dietro ad uno che era più a disagio di lei senza saperne il motivo?

« Io... » rimase in silenzio per un po', in quel momento nessuno osò fiatare « A domani! » sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi guardando poi tutti, quindi si voltò dall'altra parte cominciando ad incamminarsi, gli altri due professori fecero un veloce saluto con la mano e lo seguirono.

Rachel guardò l'amica curvando le labbra all'insù.

« Ehi...torniamo a casa? »

« Mh mh. »

Risalirono in auto, Mello sul motore e nessuno parlò per tutto il tempo.

Nemmeno Rachel che fino a pochi secondi prima era allegra era riuscita a dire qualcosa.

Era come se si sentisse in colpa per non essere stata capace di aiutare l'amica quando era stata male, aveva semplicemente dato indicazioni a Lysandre e...che egoista.

Voleva prendersi a pugni da sola, urlare contro uno specchio e rimproverarsi dato che nessuno poteva farlo al posto suo...forse però poteva chiedere a Castiel.

A volte formulava strani pensieri, eppure erano proprio quelli che la facevano riprendere dai momenti di tristezza.

Però...il suo menefreghismo non aveva limiti.

Si lasciò sprofondare sul sedile dell'auto, Matt la guardò e le accennò un sorriso.

« Vedo che non parli da un po', cos'hai? » chiese curioso.

« Eh? Ah...niente. »

« Immagino che sarai stanca. » le accarezzò i capelli e lei sorrise prendendogli la mano e posandola sul suo sedile.

Cominciò a giocarci sbadigliando prima ogni tanto poi sempre più spesso: ormai non pensava più a nulla, non reggeva il fatto di riflettere ancora.

Il tempo passò velocemente ed in poco tempo si addormentò, Matt si accorse della fine della tortura alla mano e quando la vide addormentata arrossì bruscamente.

« Ehm...fra un po' arriviamo. » avvisò Lysandre e Nikole guardando la ragazza. Anche lei si era addormentata e la sua testa pendeva prima da un lato e poi da un altro.

Sorrise, erano amiche e si somigliavano davvero tanto in certe abitudini...dopo un determinato orario non reggevano più.

Quando finalmente Matt si fermò di fronte alla casa di Nikole guardò i due dallo specchietto retrovisore interno.

« La porto io? »

« Non ti preoccupare, ci penso io. » Lysandre scese dall'auto per poi prendere in braccio la ragazza, lui li guardò dal finestrino.

Forse questa volta le sarebbe andata bene...

 

Lysandre la portò dentro arrangiandosi come meglio poteva, attraversò velocemente il corridoio e la sistemò sul suo letto rimboccandole affettuosamente le coperte.

Voleva parlarle ma a quanto pareva era troppo stanca per rispondergli.

In fondo non era stata poi una brutta serata almeno dal suo punto di vista, anche se a Nikole era andata abbastanza male, e Castiel era rimasto a bocca asciutta...non era successo niente di brutto per quanto gli riguardava.

Però c'era un pensiero che lo assillava, voleva sapere qual'era il rapporto che legava il professor Yagami e Nikole. Da quando l'aveva conosciuta meglio non riusciva a non pensare a lei quando la vedeva star male, era come se fosse lui a sentirsi così.

La guardò agitarsi nel sonno mugugnando qualcosa, dopo un po' delle lacrime le solcarono il viso ormai spento.

Sussultò, cosa le era preso all'improvviso?

Le asciugò velocemente le lacrime e la sua mano venne afferrata da quella della ragazza.

Stava farfugliando qualcosa ma lui non capiva cosa.

« N-Nikole? » la chiamò, lei si agitò maggiormente e perciò preferì star zitto.

Con l'altra mano le accarezzò i capelli come a volerla calmare, dopo un po' lei aprì si svegliò.

« ...Lysandre? » incontrò i suoi occhi bicolore e dopo essersi accorta di star tenendo la sua mano la lasciò subito nascondendosi sotto le coperte.

« S-scusa! » esclamò imbarazzata, lui sorrise.

« Non preoccuparti, piuttosto...se hai qualche problema e vuoi parlarmene io ci sono, d'accordo? » la coperta si mosse, segno che stava annuendo « Allora...buonanotte. »

Ed accennando un sorriso uscì dalla stanza spegnendo la luce, chiuse la porta e si poggiò su di essa.

Cosa gli stava succedendo?

Perché s'interessava a lei? Forse perché erano amici? Ma sì certo, s'interessava in quel modo anche per Castiel, suo fratello e Rosalya, quindi non c'era altra spiegazione.

Prese un bel respiro ed andò verso il bagno, doveva sistemarsi e schiarirsi le idee con una doccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Eccomi! Scusatemi tanto per il ritardo ma per un motivo o per un altro non sono riuscita a pubblicare il capitolo...Chiedo umilmente perdono!
Spero però di avervi soddisfatti e che non faccia poi così pena, ho cercato di correggerlo e modificarlo quindi credo che dovrebbe andare bene almeno da un punto di vista descrittivo e grammaticale...poi non lo so, sono sempre pronta ad imparare! :D
A presto, Matt_Kun

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Capitolo 14
*** Quei francesi...ed i loro aspetti! ***


Quei francesi...ed i loro aspetti!

 

Era già passato qualche giorno dopo la festa di Halloween, il giorno seguente era stato davvero triste dato che ogni studente, e anche qualche professore, sembrava uno zombie che si aggirava per i corridoi. Erano stati anche sospesi i corsi pomeridiani, e nessuno aveva avuto il coraggio o anche solo la forza di lamentarsi per una cosa del genere.

Dopo una settimana però, erano ritornati tutti belli e pimpanti tanto che si era anche indetto un concorso sportivo per decretare chi nel mese di aprile avrebbe partecipato alla gara contro gli altri istituti.

Potevano partecipare sia i maschi che le femmine, e gli sport variavano dal calcio alla pallavolo, dal basket al salto con l'asta.

In quel momento nella classe più movimentata dell'istituto, era appena passata la circolare ed ogni alunno era stato avvisato che quello stesso pomeriggio poteva iscriversi per far parte della squadra dello sport corrispondente. Si potevano giocare massimo tre sport ed ognuno doveva almeno farne uno.

In quel momento in classe c'era il professor Lawliet che una volta aver letto a tutti il regolamento li lasciò liberi di pensarci su.

Rachel e Nikole si voltarono verso il banco dietro dove stavano seduti Lysandre e Castiel, obbligato dai professori a sedersi al secondo banco.

« Voi che fate? » chiese Rachel posando le braccia incrociate sul banco, il rosso le lanciò una veloce occhiata, Lysandre ci rifletté su.

« Dato che sono obbligato penso che farò qualcosa di semplice, magari la corsa. » disse dopo un po', Nikole si lasciò scappare una piccola risata « Che c'è? »

« Eh? Niente...è che già ti vedo a correre per tanto tempo e prendi una bottiglia d'acqua da chi te la tiene e la bevi mentre continui a correre e poi la riposi...e sorridi a chi ti incita. » aveva già tutta la scena in mente, il ragazzo arrossì lievemente.

« Beh...sì... »

« Io credo che farò pallavolo. » s'intromise Rachel gettando la testa sulle braccia « Tu Niki? »

« Ah...penso che magari farò qualcosa del genere oppure pallamano, anche se non sono brava con questi giochi...magari salto con l'asta... » sospirò « Uffa...in realtà non sono brava in nessuno sport. » decretò infine accennando un sorriso.

« Immagino invece che Rachel sia molto brava a pallavolo... » commentò Castiel ironicamente, la castana gli dette un piccolo pugno sulla spalla facendogli la linguaccia.

« Non ci crederai ma almeno negli sport sono brava! Una cosa la so fare! » si difese sicura, il sorriso del rosso divenne malizioso.

« Ah...solo questo sai fare? »

Gli occhi grigi cercavano di penetrare nei suoi come a volerle leggere nella mente, lei più che altro si voltò dall'altra parte imbarazzata.

« E a te che importa, idiota... » mormorò guardando poi il resto della classe, tutti si stavano alzando senza fare troppa confusione sotto gli occhi del professore.

Ciò significava che anche lei poteva farlo.

Quindi balzò in piedi ed andò verso Mello e Matt seduti per i fatti loro.

« E voi? Che sport fate? » chiese sedendosi sul loro banco, Mello la guardò mordendo la sua tavoletta di cioccolato.

« Io penso o calcio o qualcosa tipo corsa... » ipotizzò dando una gomitata a Matt.

« Mh? Cosa? » sollevò lo sguardo dalla PSP e guardò Rachel « Da quanto sei qui? »

« Da poco non ti preoccupare. » gli scombinò dolcemente i capelli « Allora, che sport fai? »

« Ah...boh non lo so. Io vorrei evitare... »

« Ma è obbligatorio! »

« Mmmh...non lo so, vedrò più tardi, adesso non mi va di pensarci. » fece spallucce e rivolse nuovamente l'attenzione al display della console, la ragazza rimase a guardarlo per qualche minuto.

« Mh...beh, scegli presto così oggi inseriamo i nostri nomi! » esclamò cercando di attirare la sua attenzione, lui rispose con un “Sì”, probabilmente non aveva nemmeno capito cosa gli aveva detto « Così poi gettiamo i tuoi videogiochi. » fece un sorriso sperando che il suo “Sì” si fosse tramutato in un “Cosa!?” ma non fu così.

Si mise in piedi e facendo un sospiro tornò a sedersi accanto alla sua amica che ridacchiava sotto i baffi.

« Tu smettila... » le disse dandole una lieve spinta, l'altra sorrise.

« Dai sarà solo un livello particolare! »

« No non è così...ormai non mi rivolge più attenzioni, all'inizio ci scrivevamo spesso tramite messaggi...certi giorni mi sembra di ritornare a quando mi limitavo a guardarlo da lontano. »

« Sarà solo un periodo...non ti preoccupare. » provò ancora a consolarla, l'amica gettò la testa sul banco quindi Castiel si lasciò scappare un sorriso.

A volte quella ragazza riusciva a rallegrarlo con un nonnulla, anche solo con le sue figuracce o il suo modo di deprimersi tanto stupido.

« Tu farai basket, no? » gli domandò Lysandre all'improvviso, lui lo guardò annuendo.

« Mh? Tu giochi a basket? » le chiese quasi automaticamente Rachel.

« Sì, perché? »

« Oh...no è che non lo sapevo...potevi dirmelo! »

« E perché? »
« Tu devi raccontarmi la storia della tua vita! » rispose sarcastica, il ragazzo ridacchiò.

« Ti sembra che sono come te io? » la prese in giro ricevendo un'occhiata torva.

« Cosa vorresti dire? »

« Che vai a raccontare i cavoli tuoi in giro. » sulle sue labbra si stampò un sorriso maligno, lei aggrottò le sopracciglia.

« In giro!? Se Nikole, Matt e tu siete mezza scuola magari... »

« Infatti non siamo solo noi. »

Sembrò volerlo incenerire con gli occhi.

« E sentiamo, cosa avrei raccontato in giro? »

Castiel posò il mento sulle braccia incrociate già comode sul banco, quindi le lanciò uno sguardo malizioso dal basso verso l'alto.

« Beh...della nostra prima volta. »

La ragazza rimase in silenzio mentre Nikole e Lysandre la guardavano ad occhi e bocca spalancati.

La sua espressione divenne quasi inquietante, finché non si trasformò in furiosa.

« MA TI RENDI CONTO TI QUELLO CHE DICI!? DOVREI UCCIDERTI COME MINIMO! » gridò provocando le sonore risate del rosso, Nikole cercò di tenerla mentre lei cercava di rifilargli un pugno.

« Dai Rachel, stava scherzando! » esclamò la mora sorridendo, in quel momento il professore si mise in piedi richiamandoli.

« Nather, stiamo seduti. » disse guardandola malissimo, lei si mise subito seduta completamente imbarazzata.

« M-mi scusi. » mormorò con lo sguardo basso, Castiel ridacchiò.

Il resto della classe continuò a parlare, quando suonò la campana erano già finite le lezioni, quella era infatti l'ultima ora.

 

Si salutarono nel pian terreno dove firmarono ognuno nei rispettivi fogli per l'iscrizione dello sport deciso, alla fine ognuno fece quel che aveva ipotizzato, Matt si iscrisse al calcio come Mello in modo da fargli compagnia.

Rachel li aveva guardati con un sorriso, sempre insieme loro due, eh?

Anche Castiel l'aveva notato ma aveva fatto la battutina maliziosa all'orecchio della ragazza che gli aveva dato una gomitata.

« Ti ricordo che sono ancora offesa con te! » esclamò mettendosi a braccia conserte, lui sorrise.

« Per quella storia? Non credevo avessi una memoria così buona... »

« Cosa vorresti dire!? » ridacchiò guardando la ragazza furiosa, non poté trattenersi dallo scoppiare poi in una sonora risata vedendola con le labbra strette ed il viso completamente rosso per la rabbia.

« Niente...davvero... » riuscì a dire tra le risate, lei lo afferrò per la giacca e provò a trascinarlo, ma la scena era alquanto ridicola.

Lei camminava sul posto tirandogli la giacca mentre lui la guardava con le braccia posate sui fianchi.

« Rachel...non te lo vorrei dire ma non ti sei mossa di un centimetro. » le fece costatare l'amica, lei guardò il ragazzo che riprese a ridere nuovamente.

« Un giorno me la pagherai! Sappilo! »

« Uhuhu...cos'è, una minaccia? »

« Prendila come vuoi! » lo lasciò e si diresse verso l'uscita, lui salutò velocemente Lysandre e Nikole con la mano per poi seguirla.

Matt le lanciò un veloce sguardo che riposò subito dopo sulla console.

« Non la saluti? » gli chiese Mello, lui fece spallucce.

« Lei se n'è andata...dovrebbe salutarmi lei, se non l'ha fatto vuol dire che non vuole. »

« O magari è solo troppo arrabbiata? »

« Allora meglio non provocarla o se la prende anche con me. » nel tono di voce del ragazzo si poteva sentire un po' di delusione, anche se ad un orecchio inesperto sarebbe apparsa indifferenza.

Nikole lo guardò facendo per dire qualcosa, Lysandre la interruppe.

« Andiamo anche noi? »

« Eh...sì. » fece un sorriso agli altri due per poi sollevare la mano « A domani! »

« A domani. » risposero in coro.

Il ragazzo e la ragazza uscirono dall'istituto e si avviarono verso casa, durante il tragitto però fecero un'interessante chiacchierata.

« Stasera se ti va posso cucinare qualche piatto francese, prima però dobbiamo andare al supermercato! Magari mi aiuti tu. » propose guardandolo, lui sembrava non averla ascoltata « Lysandre? »

« Mh? » le rivolse lo sguardo lievemente distratto, scosse la testa « Scusami, non ti ascoltavo. »

« L'avevo notato...dicevo, potremmo cucinare un tipico piatto francese ma per farlo dobbiamo prima passare al supermercato. » ripeté, lui annuì.

« Per me va bene. Quindi ti darò una mano... »

« Solo se vuoi! »

« Certo, non posso sempre lasciarti fare tutto! »

« Non devi preoccuparti ci sono abituata! E poi immagino tu abbia delle canzoni da scrivere... »

Sussultò ed arrossì lievemente, lei sorrise nel coglierlo in imbarazzo.

« Ehm...ho notato uno strano comportamento tra Matt e Rachel...credi che vada tutto bene? » chiese come per cambiare discorso, Nikole capì che in realtà non gli doveva interessare poi molto.

« Beh...non lo so, in realtà è da poco meno di una settimana che non si parlano decentemente, se devo dire la verità hanno passato poco tempo da soli da quando è cominciato il progetto “Ospiti di esami”... » spiegò un po' triste, ci teneva al rapporto tra quei due e non voleva che si rovinasse a causa della poca capacità di prendere in mano le situazioni di entrambi « E poi sono molto timidi quando si tratta di prendere l'iniziativa...Rachel ce l'ha fatta una sola volta. » sorrise ripensando al nervosismo con il quale l'amica le aveva raccontato del bacio che aveva dato a Matt, era davvero agitata.

« E...perché si sono messi insieme? » chiese perplesso.

« Perché si amano. »

« Sì ma...entrambi sono timidi. »

« Diciamo che è una storia un po' lunga...ti annoieresti. »

Mentre camminavano lungo il marciapiede guardavano entrambi in avanti, almeno finché la ragazza non si fermò per guardare attraverso la vetrina di un negozio dove in un televisore trasmettevano il servizio di una band.

« Arrivano dalla Francia, belli, bravi e famosi! Con milioni di fan già in tutta Europa- »

La voce femminile continuava a presentare quella band mentre video e foto di loro scorrevano, Nikole si voltò verso il ragazzo che aveva un'espressione impassibile, come se si fosse bloccato guardandoli.

« Lysandre? » lo chiamò scuotendogli la spalla, lui le rivolse uno sguardo preoccupato « Va tutto bene? »

« No che non va bene...spero che la voce non si diffonda troppo, Castiel non deve sapere. » riprese a camminare, lei rimase ferma a seguirlo con lo guardo per poi raggiungerlo velocemente.

« Chi sono quelli? »

« Diciamo che è una storia un po' lunga...ti annoieresti. » rispose facendole fare un sorriso. Non si aspettava che avrebbe usato le sue parole contro di lei.

***

Rachel e Castiel erano già arrivati a casa, lui stava facendo zapping tenendo il telecomando teso in avanti mentre la ragazza svolgeva gli esercizi di matematica seduta al suo fianco.

« Sai, dovresti farli anche tu se pretendi di saper svolgere gli esami. »

Il ragazzo la guardò, poi lanciò una veloce occhiata sul quaderno sbuffando.

« Non li so fare. »

« Allora dovresti cominciare a studiarli! »

« Non mi va. »

« Ti hanno mai detto che sei idiota? » gli chiese inarcando un sopracciglio ed accennando un sorriso maligno.

« Un idiota che dice idiota ad un altro è il colmo... » commentò lui procurandosi una spinta, ridacchiò per poi posare il telecomando « Non eri offesa con me tu? »

« Sto solo facendo il mio dovere. » borbottò la castana rivolgendo nuovamente l'attenzione al libro, o almeno sembrava così.

« Cioè? »

« Sei il mio “Ospite di esami”, se non hai voglia devo fartela venire! »

« Voglia di cosa? » lo sguardo del rosso divenne malizioso insieme al sorriso che gli apparse sulle labbra.

Rachel in preda all'imbarazzo cominciò a colpirlo con il libro mentre lui cercava di ripararsi, prese il cuscino ma lei sembrava non volersi fermare.

Non avendo altro modo per difendersi decise di attaccarla cominciando a solleticarle lo stomaco, la ragazza provò a fermarlo ma presto fu sottomessa sia dal ragazzo che dalle risate.

« B-basta! Cas-Castiel basta ti p-prego! » urlava tra le risate, il rosso si fermò di botto e si ritrovarono con i nasi che si sfioravano, Castiel era sopra di lei e la guardava come se volesse penetrare nei suoi pensieri.

Rachel arrossì violentemente per la seconda volta nell'arco di cinque minuti e lo spinse via per poi mettersi seduta e con lo sguardo basso.

« Ti ho fatto male? » le domandò lui passandosi una mano fra i capelli, la ragazza scosse la testa.

« N-no...s-scusa... » prese un bel respiro e si strofinò il viso velocemente.

Sentiva ancora il cuore battere all'impazzata ed un peso allo stomaco le faceva venir voglia di sbattersi la testa al muro.

« Con milioni di fan già in tutta Europa decidono di fare un concerto anche qui! Nella modesta città di Winchester! » automaticamente il rosso guardò il televisore, ma vorrebbe non averlo mai fatto.

Era in quelle foto, in quei video...la sua bellezza emanava una luce che gli scaldava il cuore, proprio come la sua meravigliosa voce.

E presto sarebbe venuta lì, a Winchester...lui che si era giurato di dimenticarsela non doveva andare a vedere il concerto...ma ce l'avrebbe fatta?

« Vado di là. » avvisò alzandosi e spegnendo la televisione.

« Mh. » fece per fargli capire che l'aveva sentito, ma si sentiva ancora strana.

Si distese sul divano a pancia sotto, non riusciva a capire perché quelle emozioni...di solito le provava solo con Matt, e così doveva essere.

Forse era colpa della troppa vicinanza, anzi era sicuramente così.

Si convinse di non provare niente di forte nei confronti di Castiel, era solo un figo pazzesco che ammirava da lontano mentalmente e così doveva rimanere.

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Capitolo 15
*** Quel francese...inconsapevole provocatore! ***


 

Quel francese...inconsapevole provocatore!

Gli allenamenti erano cominciati già da poco più di una settimana, i ragazzi dopo la scuola si avviavano in palestra alternativamente in base allo sport che avevano scelto, altri andavano ad allenarsi fuori dalla scuola per poi fare bella figura quando sarebbero stati sorteggiati.

Castiel era uno di quelli che però avevano bisogno di allenarsi prima da solo, e poi in gruppo. Per questo si avviava ogni sera dopo le nove in una palestra costantemente aperta, Rachel a volte lo seguiva ma non parlavano per due ore consecutive ognuno assorto nei propri pensieri.

Lysandre invece correva al parco aumentando ogni giorno la velocità, quando pioveva andava in uno spazio chiuso dove poteva essere in compagnia soltanto di Nikole sempre pronta ogni volta che aveva voglia di bere.

Infine Mello e Matt stavano nella palestra della scuola, le due ragazze li andavano sempre a vedere per poi fargli battutine provocatorie alle quali sapevano sempre rispondere.

Apparentemente andava tutto bene, ma non era così.

Erano tutti turbati da qualcosa, Castiel e Lysandre pensavano a quel concerto, ed anche se entrambi sapevano che l'altro ne era a conoscenza non ne avevano ancora parlato. Tra Rachel e Matt non c'era stata una conversazione che durava più di cinque minuti e si salutavano appena con la mano. Mello era proprio preoccupato di questo, più che altro lo infastidiva la complicità tra lei e l'altro rosso. Nikole invece pensava ancora a quel che aveva fatto la nottata di Halloween, ovviamente tra loro il rapporto era quello tra comune alunno ed insegnante ed era questo che la preoccupava. Solitamente le sorrideva in modo diverso, la guardava in modo diverso.

Ma alla fine preferiva non pensarci, allenarsi ogni giorno insieme a Lysandre la distraeva e l'improvvisa attenzione di Rachel le facevano dimenticare tutto.

Quel pomeriggio infatti erano insieme, l'amica le aveva proposto di stare un po' con lei sole a prendersi una tazza di cioccolata in un bar.

Stavano sedute l'una di fronte all'altra e ridacchiavano tutto il tempo facendo riferimenti al passato, che riguardasse anni, giorni o minuti fa.

Ad un certo punto Rachel posò la tazza mezza vuota e guardò l'amica con un sorriso sulle labbra pronto a sfornare un nuovo discorso più serio dei precedenti.

« E invece...come va col professor Yagami? » chiese con una lieve indifferenza, la mora arrossì leggermente.

« Come sempre. »

« Eh!? Non fate progressi!? » la sua espressione divenne triste accompagnando la mano che aveva appena colpito con rabbia il tavolo.

« Più che altro io direi passi indietro... »

« Oh... » abbassò lo sguardo amareggiata « È perché mi sono distratta! Non posso girarmi nemmeno un momento che già...devo ancora pensarci io a te, eh? » inarcò un sopracciglio mostrandole un sorriso sarcastico, ma l'amica non sembrò accogliere la frase in modo scherzoso, anzi, la prese seriamente.

« Mi hai già aiutata abbastanza...non voglio ancora disturbarti per le mie cretinate. » disse abbassando lo sguardo.

« Cretinate? Se le tue erano cretinate allora le mie cosa sono? »

« Io penso di poter stare tranquilla in confronto a te. »

Rachel si fece subito seria dopo aver sorseggiato un po' di cioccolata.

« Niki...sii obbiettiva, i miei sono quelli che si potrebbero chiamare comunemente “piccoli problemi di cuore”...tu invece- »

Nikole sbottò a ridere quindi la ragazza storse gli occhi cercando di guardarsi le labbra, si era sicuramente colorata i contorni di un dolce color cioccolato che tentò di togliersi via con la lingua.

« Mi spieghi come si fa a rimanere più di tre minuti seri con te? » domandò la mora con un'espressione divertita, l'amica pronunciò le labbra come offesa.

« Non è colpa mia... »

« Se non ci fossi tu Rachi... »

La diretta interessata abbassò lo sguardo diventando improvvisamente triste, l'altra inclinò la testa perplessa.

« Che ho detto? »

« No è che...ultimamente non ci sono mai per te. Quella sera per esempio...avrei potuto evitare molte cose, e invece dov'ero? In giro a pensare ai fatti miei non rendendomi utile per nessuno. A volte dimentico che se non ci fossi tu la mia vita non avrebbe senso. »

« Eh? Ma che dici! » ridacchiò nervosa massaggiandosi la nuca « Tu hai Matt, senza di me potresti comunque stare. »

« Matt...non mi parla più spesso. Non so, forse è una mia impressione ma si sta allontanando...e poi ti ricordo che senza il tuo incoraggiamento lui non si ricorderebbe nemmeno il mio nome! Quante notti insonni ti ho fatto passare? » disse la castana abbozzando un sorriso.

« Beh...però mi faceva piacere aiutarti. »

« E a me farà sempre piacere aiutare te, se hai qualche problema devi dirmelo. Siamo amiche, o comunque tu per me sei l'amica migliore che abbia mai avuto...ti aiuterò qualsiasi cosa accada. » affermò sicura, poi cercò di rassicurarla con una faccia dolce alla quale Nikole non seppe resistere.

« Anche tu per me sei l'amica migliore che poteva capitarmi... » quasi le veniva da piangere vedendo l'amica così dolce nei suoi confronti, aveva infatti gli occhi lucidi.

Appena Rachel se ne accorse si bagnò le labbra con la poca cioccolata che era rimasta facendola scoppiare a ridere, così l'aria allegra e piena d'armonia le avvolse nuovamente.


Dopo dieci minuti uscirono dal bar, non volendosi dividere però Nikole propose di andare a casa di Mello e Matt, almeno il rosso non avrebbe potuto ignorare la fidanzata.

Non era molto distante da lì casa loro, perciò in un altro quarto d'ora erano già davanti alla porta.

Ad aprire fu Matt con in mano la PSP.

« Matt! » esclamò la castana sorridendo, lui la imitò.

« Ehi Rachel, vuoi entrare? »

« No, sono venuta qui solo per dirti “Matt”! » rispose sarcastica, le prese il braccio facendola entrare, poi fece segno all'altra di accomodarsi.

Chiuse la porta mentre le due si guardavano attorno.

« E Mello? »

« Nella sua stanza a mangiare cioccolato. »

« Allora vado a fargli compagnia! » esclamò Nikole andando verso la camera del biondo, Rachel fece per seguirla ma non si era accorta dell'occhiolino che l'amica aveva rivolto al rosso. Lui infatti le prese nuovamente il polso dopo aver sistemato in un posto sicuro la console.

Lo guardò perplessa per poi venire abbracciata con forza, a quel punto arrossì bruscamente.

« Scusami per non esserci stato...è che pensavo non sopportassi la mia costante presenza, non volevo essere troppo ossessivo. Però Mello mi ha fatto capire che ero troppo lontano... »

« Lui che ti fa accorgere di queste cose è il colmo. » disse riprendendo un po' di sicurezza, il ragazzo sorrise.

« Beh...credo che da quando siete stati insieme abbia imparato a capirti. » mormorò facendola trasalire.

« Provo sempre a dimenticare quei giorni...e non lo dico per cattiveria, però...sono stati un inferno. Stavo male con me stessa...mi sentivo in colpa perché stavo con lui solo per avere la tua amicizia. »

Entrambi si lasciarono guardandosi dritti negli occhi.

« Avrebbe dovuto capirlo subito... » costatò lui abbozzando un sorriso.

« Che non l'avrei amato come amo te. » farfugliò la ragazza imbarazzata, il rosso le schioccò un bacio sulla fronte.

« E che stranamente, a parte lui qualcun altro dava un senso alla mia vita. »



Rachel stava seduta sul letto della sua camera con le gambe al petto, e continuava a chiedersi perché...perché Matt la trattava in quel modo?

Nikole aveva cercato di farle capire che era stato Mello a dirgli così, ma fingeva di non capirlo...non voleva credere ad una cosa del genere. L'egoismo del biondo poteva arrivare fino a quel punto? No. E poi erano amici.

Eppure, fu pochi minuti dopo che se lo ritrovò di fianco perché l'amica l'aveva lasciato entrare andandosene poi nella hall.

Quel viaggio d'istruzione era cominciato perfettamente, ogni suo desiderio sembrava sul punto di realizzarsi ma in un attimo tutto si era sgretolato...e solo per colpa sua.

Perché aveva preso tutto il coraggio che aveva baciando Matt? Non l'aveva mai usato tutto e doveva proprio farlo per quell'azione? Che poi aveva rovinato ogni cosa.

Mentre si poneva quelle domande, il biondo mordeva la sua tavoletta di cioccolato in un modo che l'avrebbe dovuta far andare in estasi...ma in quel momento non aveva altri per la testa oltre Matt.

« Rachel. » Mello ruppe il silenzio che regnava sovrano ormai da dieci minuti, spezzato ogni tanto dai morsi dati alla tavoletta « Ti propongo un patto. »

La ragazza sollevò il capo e lo guardò appena dal basso verso l'alto.

« Di che genere. »

« Un patto per poter tornare a comportarti con Matt come al solito. »

Un sorriso si fece finalmente largo sul viso della castana, che si mise dritta e sbottò un allegro “Spara”...ma quello che sentì in seguito non era ciò che si aspettava.

« Se ci tieni così tanto all'amicizia tra te e lui allora stai con me. Sii la mia ragazza e tornerete amici. »

« Eh? » l'espressione di Rachel perse del tutto l'allegria, ma le labbra rimasero allargate in quel falso sorriso.

« Hai capito benissimo, e voglio una risposta adesso. »

Dopo quella proposta si aspettava una risposta immediata? Scherzava o diceva sul serio? Perché a lei non sembrava affatto una normale pretesa.

« M-Mello...tu non- »

« Dico sul serio. Se ci tieni veramente a lui allora accetta, poi vedila come vuoi. »

Fissò con freddezza gli occhi grigi di lei che sembravano intimoriti.

Doveva rispondere in quel momento, ma cosa poteva dire? Che senso avrebbe avuto fingere di amare Mello solo per poter normalmente parlare con Matt? Eppure era la sua unica occasione...non sopportava quell'indifferenza da parte sua, le si strizzava il cuore con violenza.

Proprio nel momento in cui stava per rispondere Mello la spinse facendola distendere e si mise sopra di lei tenendosi poco più in alto con le mani.

« Andiamo, io voglio bene a Matt, sarà dolce, gentile e tutto quello che vuoi...ma paragonato a me? » sorrise malizioso avvicinando poi la bocca al suo orecchio « E poi, io posso darti quello che lui non avrebbe il coraggio di darti... »

Il viso di Rachel divenne completamente rosso, perciò lo spinse via mettendosi seduta ed accucciandosi a sé.

« Non importa! Non è questo il motivo per il quale voglio stare con Matt! Io lo amo, e questo supera tutto! Anche il fatto che tu possa essere migliore, perché per me lui è la perfezione fatta persona! » la sua voce arrivava ottusa alle orecchie del biondo dato che aveva le labbra schiacciate contro le ginocchia « Sarò sincera con te, accetto la tua proposta solo perché non sopporto il fatto di non poter vedere più il sorriso che Matt rivolge a me! Ti voglio bene, e sì, mi piaci...ma non così tanto da sostituirlo. » ammise trattenendo le lacrime, non voleva mostrarsi debole davanti a lui.

Il biondo la tirò per il braccio portandola a sé, a quel punto la baciò.



« Sai Matt, è stato difficile. » mormorò Rachel.

« Ma è passato. »

« Già...e sono felice che tutto si sia risolto! » lo abbracciò stringendolo più forte che poteva, il rosso fece lo stesso...ma non era del tutto d'accordo con lei.

Non si era ancora risolto il problema di Mello, era la prima volta infatti che Matt l'aveva visto stare male...forse perché nessuna l'aveva rifiutato ed era sempre stato lui a lasciare, dato che non gli importava molto...eppure...

Ricordava lo sguardo che aveva la sera in cui si erano “lasciati”, vagava fuori dalla finestra come in cerca di una risposta...e la stessa scena si era ripetuta fino alla notte precedente.

***

Dopo cena le ragazze tornarono nelle rispettive case, erano infatti rimaste dai due dopo aver avvisato i coinquilini per telefono.

Nikole aprì con le sue chiavi per non disturbare Lysandre, probabilmente stava scrivendo nel suo quaderno seduto comodamente su una sedia.

« Sono tornata! » esclamò nel silenzio, che stranamente continuò ad accompagnarla « Lysandre? »

Andò nella cucina ma non vide nessuno, nel salotto dal quale era già passata non c'era nemmeno, perciò stava sicuramente dormendo. Guardò l'orologio, erano già le dieci passate.

Era stanca, il giorno dopo sarebbe stato domenica perciò poteva tranquillamente farsi un bel bagno dato che disponeva di una vasca.

Si prese le sue cose dalla camera facendo poi per aprire la porta del bagno, in quel momento pensò che Lysandre poteva trovarsi lì.

Bussò per circa quattro volte, ma nessuno rispose.

Sicura di non disturbare nessuno, abbassò la maniglia ed aprì la porta, ma all'interno della vasca fumante vide Lysandre seduto con le braccia posate sui bordi, gli occhi erano chiusi e rivolti verso il soffitto.

I capelli bianchi con qualche sfumatura azzurra erano umidi, da essi scivolavano lungo il corpo delle gocce apparentemente bollenti che finivano poi sull'acqua ricoperta di schiuma.

Sussultò ed avvampando del tutto uscì dal bagno sbattendo la porta.

Sentì il rumore dell'acqua muoversi mentre si sedeva con la schiena contro il muro.

« Nikole? Sei tu? »

Avrebbe voluto rispondere, ma era così imbarazzata che non riusciva neanche a respirare.

Quell'immagine non voleva lasciarle la mente, in testa non aveva altro che confusione e nello stomaco aveva cominciato a ronzarle uno stormo di api.

È tutto a posto Nikole, tutto a posto.” pensò cercando di farsi coraggio, ma quella sensazione la faceva sentire piacevolmente male.

La porta del bagno si aprì, sollevando lo sguardo percorse il corpo di Lysandre avvolto dalla vita ingiù da una tovaglia bianca fino ad incontrare i suoi occhi bicolore.

Indossava una giacca leggera non ancora abbottonata, sui capelli aveva una seconda tovaglia con la quale si strofinava i capelli.

« Nikole...che ci fai a terra? » chiese perplesso, lei balzò in piedi cercando di guardarlo solo e soltanto negli occhi.

« Ehm i-io...v-vedi io... » cominciò a sparare parole che collegate non avevano alcun senso logico, perciò alla fine prese un bel respiro, ma sapeva che riprendendo a parlare non avrebbe detto una sola frase ordinata.

« Sei rossa...stai male? » si avvicinò a lei posandole una mano sulla fronte e la trovò abbastanza calda « Dovresti misurarti la temperatura... »

« S-sto bene! » si allontanò da lui indietreggiando verso la stanza di sua madre che usava lei per lasciare la sua a Lysandre « Eheh...b-b-b-buon-na notte! » tastò più volte la porta cercando la maniglia finché non la trovò ed abbassandola, per poco non cadde all'indietro ma ridendo nervosamente lo salutò con la mano e chiuse la porta.

Si poggiò su di essa accasciandosi lentamente a terra.

Posò le mani sul viso, lo strofinò con forza sentendo ancora il calore di prima.

Cominciava a pensare...che la perfezione si fosse divisa in due parti.

Lysandre invece iniziava a capire sempre di più cosa fosse la strana sensazione (misto di imbarazzo, serenità e voglia che quegli attimi non terminassero mai) che aveva ogni volta che le si avvicinava.

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Capitolo 16
*** Quel francese...e la partita di basket! ***


Quel francese...e la partita di basket!

 

Primo giorno delle selezioni dei futuri rappresentanti sportivi dell'istituto.

Questo stava scritto su uno striscione appeso per lungo nella grande palestra, Rachel lo guardava fiera del lavoro che aveva fatto insieme ad altre ragazze.

Naturalmente, da buona nullafacente, aveva cominciato a dare direttive, limitandosi a ritagliare, ma al contrario di quello che si potesse pensare le sue idee davano buoni frutti.

« Lo ammetto, non ho fatto chissà cosa...ma sono fiera di me! » esclamò dopo un po' mentre Castiel osservava da sinistra verso destra il lungo striscione.

« Si tratta di una semplice scritta su un lenzuolo... » commentò posando una mano sul fianco, l'altra la usava per tenere meglio il borsone sulla spalla.

« Una scritta proposta da me su un lenzuolo che ho tagliato io! »

« Che lavoro duro... »

« Sì lo so, sono cose che pigroni come te non potrebbero mai fare! » esclamò lei facendo per voltarsi dalla sua parte, ma venne prima spinta all'indietro dallo stesso ragazzo che subito dopo si diresse verso lo spogliatoio.

« Ehi! Ti ho mai dato tutta questa confidenza? » lo interrogò facendo qualche passo in avanti come se volesse raggiungerlo, quando capì dove stava andando si fermò e si voltò nuovamente per guardare lo striscione.

« Finirò per essere geloso. » la voce di Matt attirò la sua attenzione, lo guardò per qualche istante per poi sbottare a ridere.

« Pff...è solo un cretino! A volte proprio non riesco a sopportarlo, certo non è questo il caso però...hai capito. » spiegò un po' impacciata, il rosso inarcò un sopracciglio.

« Beh...io comunque parlavo dello striscione. » si lasciò scappare un sorriso, lei arrossì.

« Ah ehm...allora specifica scemo! » pronunciò le labbra come offesa, il ragazzo ridacchiò.

« Non preoccuparti. » le posò il braccio sulle spalle e lei gli sorrise.

« Voi due piccioncini! » la voce di un ragazzo attirò la loro attenzione, lo guardarono e Matt riconobbe che era un suo compagno di squadra « Forza Matt andiamo ad allenarci un'ultima volta! Adesso abbiamo la partita! »

« Sì, arrivo! » guardò ancora una volta Rachel « Augurami buona fortuna. »

« Buona fortuna! E fai del tuo meglio! » esclamò strizzandogli l'occhio, lui le dette un bacio sulla fronte e si allontanò insieme al ragazzo.

La castana vide invece entrare dall'altra porta l'amica Nikole insieme a Lysandre, parlavano con tranquillità tenendo entrambi un dolce sorriso sulle labbra; Rachel si sarebbe sciolta soltanto guardandoli, se non fosse per il fatto che un po' avrebbe preferito il professor Yagami al posto di Lysandre.

Non era per cattiveria, ma lui c'era da sempre stato...

« Rachel! » la salutò l'amica, il ragazzo accanto accennò un sorriso.

« Ehi, che fate voi due? » si avvicinò pericolosamente alla mora sussurrandole all'orecchio « A girovagare come una dolce coppietta? »

« R-Rachel! » balbettò la ragazza guardando altrove, l'altra sorrise.

La mora si voltò per caso dall'altra parte, e vide entrare da una delle porte il professor Yagami.

Sussultò e fece per girarsi ma lui la salutò con la mano, quindi lo imitò un po' intimidita.

« Scott, Nather e...Colin. » disse avvicinandosi a loro, Lysandre capì solo dal modo in cui aveva pronunciato il suo cognome che non era troppo felice di vederlo.

« Professore! » Rachel pensò subito che fosse capitato proprio a fagiolo.

« Sono venuto ad augurarvi buona fortuna. » affermò approfondendo il sorriso.

« Sono sicura che adesso vinceremo sicuramente! Siamo contenti che abbia pensato a noi! » esclamò la castana guardando l'amica, che teneva lo sguardo basso un po' imbarazzata « Vero Nikole? »

« Eh? » la diretta interessata si massaggiò la nuca « Scusate...non stavo ascoltando. »

Calò il silenzio, l'espressione dell'amica era infatti triste e la guardava con un'aria più severa che altro.

All'improvviso sentirono il professore schiarirsi la voce attirando l'attenzione dei tre.

« Scott...vorrei parlarti prima che inizino gli incontri...adesso c'è quello di basket, no? »

« Mh? » lo guardò sorpresa, poi annuì « Sì...vengo. »

« L'incontro di basket? » chiese perplessa Rachel mentre l'altra si allontanava « Adesso non c'è quello di calcio? »

« Si svolgono contemporaneamente, dato che sono uno in palestra ed uno nel campo del cortile. » spiegò il ragazzo continuando a seguire gli altri due con lo sguardo.

« Oh...no...come faccio? Devo vedere sia la partita di Matt che di Castiel! » esclamò con un lieve accenno di disperazione nella voce.

« Credo che dovresti andare a vedere quella del tuo fidanzato...mi sembra più corretto. »

« Sì, infatti farò così...tanto anche se decidessi di rimanere a guardare Castiel non gliene importerebbe nulla. » commentò abbassando lo sguardo.

Lysandre la guardò perplesso come se volesse chiederle “Ah no?” ma quando lei tornò a rivolgergli lo sguardo ritornò serio.

« Tu piuttosto...cosa pensi di Nikole? » gli chiese con un po' di ironia nella voce, lui trasalì.

« Ah...credo che sia una brava persona: buona, gentile, altruista, pensa prima agli altri e poi a sé e questo è un po' un difetto...però è probabilmente questo che mi piace di lei, anche se mi da sui nervi. » quando terminò l'ultima frase si rese conto di aver detto troppo, ne fu certo quando il sorriso della ragazza era diventato largo ed incontenibile.

« Capisco...beh io vado a vedere Matt e Mello, anche se so che non gli interesserà...dì a Castiel che so che farà vincere la sua squadra. Ho visto come si è impegnato, di sicuro se perderanno lui avrà fatto del suo meglio. » disse con un sorriso più premuroso sulle labbra, perciò salutò un'ultima volta Lysandre con la mano e se ne andò.

Il ragazzo rimase a guardare Castiel che lo raggiungeva, era già con la divisa della sua squadra.

« Dove va? » gli chiese il rosso ormai davanti.

« Va a vedere la partita di calcio...sai, giocano Mihael e Mail. »

« Ah sì, giusto. » seguì con lo sguardo la ragazza finché non la vide più, nei suoi occhi c'era più delusione che altro...in fondo avrebbe tanto voluto sentire la sua voce acclamarlo.

 

Nel frattempo, il professor Yagami e Nikole erano andati a parlare in un vicolo cieco dei corridoi del secondo piano dove quel giorno non sarebbe dovuto passare nessuno, lui odiava mostrare agli altri alunni di avere preferenze...e non voleva che la ragazza fosse presa di mira da altre.

« Scusa se ti ho portata qui ma preferivo non essere visto. » si giustificò abbozzando un sorriso, come per voler far calare la tensione abbastanza alta.

« Non si preoccupi...non vorrei neanch'io farla sentire a disagio. »

« Più che altro l'ho fatto per non procurare disagi a te, conosci la situazione... »

« Sì...sì capisco. »

La guardò per qualche istante notando un lieve rossore sulle sue guance, questo lo fece diventare più rosso di lei.

« Beh...da quella sera sei più riservata, e devo ammettere che io non ho contribuito a farti stare meglio però...mi piacerebbe se per te non è un problema tornare ad avere un rapporto più...armonioso, ecco. » spiegò riprendendo pian piano sicurezza.

Nikole lo guardò negli occhi riuscendo a vedere in essi tutta la sincerità che emanavano, fece un sorriso ed annuì.

« Per me va più che bene...ero convinta che fosse un po' arrabbiato...o forse più che un po'. » ammise cercando di mantenere il tono sarcastico.

« No, ho capito che eri ubriaca. »

Sussultò, non avrebbe voluto mai sentire quelle parole pronunciate dalle sue labbra. Divenne completamente rossa ed abbassò talmente tanto la testa che i capelli le coprirono l'intero volto.

« I-io...n-non pensavo sul...sul serio quello che ho detto. » strinse i pugni, ed anche se lui non poteva vederla si tratteneva per non piangere « N-non volevo nemmeno...non volevo nemmeno provarci...mi scusi...mi scusi davvero tanto... »

« Scott non preoccuparti va... » il ragazzo si fermò quando vide le lacrime cadere sul pavimento sempre più velocemente.

Lei si asciugò velocemente gli occhi strofinandosi il viso.

« Scusi...non piangevo da tempo ormai, da quando c'è Lysandre non mi sento più sola quando sono a casa. Ed anche se dormo nel letto in cui lei stessa “dormiva” beh...non m'importa, o almeno credevo che non m'importasse. » disse sputando fuori quelle parole nonostante non avrebbe mai voluto dirle « Mi scusi ancora se la sto solo annoiando...! »

Light fu colto dall'impulso e non riflettendoci abbracciò la ragazza disperata di fronte a lui. La strinse più forte che poteva accarezzandole i capelli in modo paterno.

« Smettila di scusarti, non lo sopporto. » mormorò sorridendo, lei trasalì.

Tra le sue braccia si sentiva come se niente avesse potuto farle del male, non avrebbe chiesto nient'altro in quell'istante, o forse avrebbe voluto non finisse mai.

« Grazie...grazie di tutto. » farfugliò stringendo la camicia fra le dita « Senza lei ed altre persone...io... »

Le fece segno di stare in silenzio, probabilmente non voleva rompere quella meravigliosa atmosfera che si era creata.

Rimasero abbracciati per cinque minuti, al loro scadere infatti squillò il cellulare di Nikole che si allontanò e rispose alla chiamata.

« Sì...dimmi. » aveva visto sul display “Rachi” perciò sapeva già che era lei.

« La partita e già cominciata da dieci minuti! Dove sei? »

« Sto arrivando! Scusa! » chiuse la telefonata e tirò su col naso, Light le porse un fazzoletto che venne usato velocemente « Arrivederci professore. » lo salutò con un sorriso.

« Ciao, Nikole. »

Bastarono quelle due parole a confermare la sua felicità.

Allargò il sorriso e corse verso le scale per dirigersi nel cortile, da lì andò svelta nel campo e si sedette accanto all'amica che le aveva riservato il posto.

« Guardali! Non sono bravissimi!? » le domandò entusiasta.

« Sono arrivata adesso, ma immagino di sì. »

« Vinceranno! E se non vinceranno... » preparò un pugno facendo ridere la mora, notò però che sembrava più felice di venti minuti fa « Che cosa vi siete detti? » le domandò perplessa.

« Beh...ecco...ti racconto dopo. » mormorò l'altra imbarazzata.

« No racconta! Forza! »

Fece un sospiro e raccontò ogni dettaglio alla ragazza che subito dopo l'abbracciò quasi felice come lei.

« Nikole! Hai capito vero!? Adesso è sicuro che il professor Yagami sia attratto da te! Se non addirittura innamorato... » disse maliziosa, l'altra scosse la testa imbarazzata.

« Ti fai troppi film... »

« Non è vero! Tu dovresti fantasticare un po', certo a volte fa male perché ti rendi conto che certe cose non accadranno mai ma...se t'impegni davvero raggiungerai il tuo obbiettivo. » guardò verso il campo cercando Matt con gli occhi, aveva appena fatto un passaggio e la stava salutando con la mano, lei ricambiò.

« Matt è solo un obbiettivo allora? »

« Matt? Matt è molto più di un obbiettivo, è molto più del mio ragazzo. Matt è la prima persona che mi ha fatto provare sentimenti come l'amore, la felicità ed anche rabbia e gelosia messi insieme. È la persona che mi fa sempre sorridere qualsiasi cosa accada, mi basta sentire il suo nome per stare bene, amo perdermi nei suoi occhi, essere certa del fatto che mi ama...anche se probabilmente non raggiunge nemmeno la metà di quanto io amo lui. Eppure...sono felice, felice di vederlo imbarazzato quando faccio un po' la pervertita, felice di vedere che alcuni dei suoi sorrisi sono rivolti a me...sono felice di sapere che quando è in mia compagnia guarda solo me, o comunque se guarda le altre non me lo fa capire...mentre altri non hanno tatto. » spiegò sorridendo, aveva gli occhi lucidi e Nikole si era da subito lasciata addolcire da quell'espressione completamente innamorata.

« Tu hai cercato di stargli vicino ad ogni costo...ce l'hai messa tutta, eh? »

« Sì, tutta. » le sorrise per poi tornare a guardarla « E voglio che tu faccia lo stesso...ma prima rispondi alla mia domanda...cosa pensi di Lysandre? »

La ragazza sussultò ed abbassò in fretta lo sguardo.

« Simpatico... »

« Solo questo? »

Si voltò dall'altra parte e ripensò a tutte le volte che era stato premuroso nei suoi confronti, ai suoi sorrisi accennati ed alla sua presenza a fianco...e rabbrividì.

« Lysandre è- »

« Nikole! Rachel! » la voce di Mello la interruppe ed attirò l'attenzione di entrambe « Come vinciamo senza il vostro tifo!? »

« Ha ragione...forza Niki! »

« Sì! »

Ed insieme cominciarono ad acclamarli.

Nessuna delle due dimenticò la conversazione, e sapevano che prima o poi l'avrebbero ripresa.

 

 

Quando la partita terminò decretando la vittoria della squadra dove giocavano Mello e Matt, le due corsero in palestra dove si stava già tenendo la partita di basket che per fortuna non si era ancora conclusa.

La squadra di Castiel era messa male, Rachel nemmeno si sedette perché stando vicina a Nikole e Lysandre cominciò a chiamarlo.

« Castiel! Castiel! »

Lui si asciugò il sudore sulla fronte e trasalì nel sentirsi chiamare da lei, perciò la guardò scorgendo un'espressione severa sul suo volto.

« Sono venuta a vederti ed a tifare per te! Ti ricordo che se perderai dovrai vedertela con me! Perciò usa tutta la forza che hai, mettici tutto l'impegno e la tua bravura! » gridò lei mentre il rosso ascoltava con attenzione quelle parole.

Proprio in quell'istante vide arrivare una palla verso di lui, segno che doveva prenderla e far canestro dato che era proprio sotto di esso.

L'afferrò riuscendo a scansare gli avversari e dopo due palleggi si appese al canestro facendogli passare attraverso la palla.

« Vai così! Bravo! »
Aveva ripreso la carica che aveva perso per la delusione, non lo avrebbe mai ammesso neanche a se stesso ma aveva perso la voglia di giocare sapendo che Rachel non avrebbe tifato per lui come faceva in ogni allenamento.

Passarono così altri venti minuti nei quali Castiel riuscì a far recuperare il punteggio facendo vincere la sua squadra.

Rachel corse verso di lui e gli si appese al collo per abbracciarlo.

« Sapevo che ce l'avresti fatta! Complimenti! » esclamò facendo poi per allontanarsi, lui però ricambiò l'abbraccio sorprendendola.

Arrossì leggermente e quando il rosso allentò la presa si allontanò definitivamente.

« Sei stato bravo. » commentò Lysandre facendogli un sorriso.

« Devo ammettere che non ti facevo così esperto. » concordò Nikole mentre lui assumeva un'espressione di superiorità.

« Pensavi male. »

« Guardalo come comincia a montarsi la testa...non dovete dirgli queste cose! » li rimproverò Rachel non venendo, ovviamente, presa sul serio dagli altri tre, ricevette infatti un leggero pugno sulla testa da parte di Castiel.

« Ahi! »

Ridacchiarono tutti e quattro, finché il rosso non vide entrare dalla porta Mello e Matt con i rispettivi borsoni.

« Matt! » la ragazza corse verso di lui abbracciandolo, lui le posò la mano dietro la schiena avvicinandosi agli altri « Non mi aspettavo che ti saresti impegnato tanto. » commentò nel frattempo con un sorriso.

« Non volevo fare brutta figura davanti a te...e comunque, perché te ne sei andata subito alla fine? »

« Era importante vedere almeno un po' della partita di Castiel! Dopo che ho seguito ogni suo allenamento mi sembrava il minimo. »

« Già...hai ragione. »

Raggiunsero gli altri e Matt guardò Castiel tenendo sempre vicina la castana.

« Forza vai negli spogliatoi a sistemarti che fra mezzora comincia la partita di Rachel. »

« Oh cavolo vero! » esclamò la diretta interessata, Nikole sorrise.

« Sei sempre la solita tu, eh? »

« Non è colpa mia! A proposito...vado a sbrigarmi! » e dicendo questo sfilò il borsone dal braccio dell'amica per poi correre velocemente dall'altra parte della palestra dove c'erano gli spogliatoi femminili...ma di certo non era stata felice di sapere che nella sua squadra c'era qualcuno di tremendamente insopportabile.

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Capitolo 17
*** Quel francese...ricercato! ***


Quel francese...ricercato!

 

Rachel corse dalla palestra 1 alla 2, dove si trovava il campo da pallavolo. Svelta entrò negli spogliatoi femminili trovandoci dentro alcune ragazze con le quali aveva già avuto modo di parlare.

« Ciao! » le salutò tutte con un sorriso, voltandosi dall'altra parte però vide una ragazza dal viso dai lineamenti orientali, il trucco che stava cercando di perfezionare con chissà quale polvere anti-sudore, o qualcosa del genere, che si era un attimo fermata per guardarla con una fastidiosa aria di superiorità.

« Li! » una volta pronunciato quel nome si voltarono entrambe verso una ragazza dai capelli castani avvolti in una coda, si stava togliendo i grandi orecchini rotondi per poi porgerli all'amica, che di conseguenza cominciò a legarsi i capelli con un elastico rosso.

Rachel le guardò perplessa, le aveva già viste da qualche parte ed il fatto che la guardavano male la insospettiva.

« Charlotte, Li...è già arrivata? »

Una voce ancor più acuta delle loro si faceva più alta ad ogni parola, girandosi si ritrovò davanti una bionda tutta boccoli che la guardava sempre più compiaciuta con i suoi occhi verdi.

Si ricordava di quella ragazza, Ambra, sorella di Nathaniel.

Era in qualche modo cotta di Castiel e le ricordava troppo Misa Amane, con la differenza che la prima era egoista e calcolatrice ed automaticamente poco più intelligente dell'altra.

« Oh, tu sei Rachel Nather, giusto? » le chiese avvicinandosi, lei annuì.

« Piacere di conoscerti, tu sei? »

« Ambra. »

La ragazza la guardò cercando di mostrare il sorriso più spontaneo che potesse fare, ricevendo uno sguardo di sfida acido e cattivo.

« Castiel sta a casa tua, o sbaglio? »

« Beh sì sta da me...perché? » fece finta di non aver capito niente, era meglio comportarsi in un certo modo con quel genere di ragazze: ovvero essere più vipere di loro.

« Perché ho notato che gli hai già messo gli occhi addosso. » rispose la bionda con un tono di voce acido, Rachel ridacchiò « Cosa ti fa tanto ridere? »

« Castiel è un bel ragazzo, è normale se qualcuno gli mette gli occhi addosso...ma non è il mio caso. »

Le tre sbottarono a ridere, lei le guardò inarcando un sopracciglio.

« Ma se gli sbavi dietro! » esclamò la ragazza castana.

« Cosa!? Io non sbavo dietro a nessuno! O per lo meno, non dietro di lui! Se proprio avete cercato di capire qualcosa, credo abbiate capito che io sono già impegnata...non me ne faccio niente di quel ragazzo costantemente mestruato! » urlò perdendo la pazienza, avrebbe dovuto comportarsi tranquillamente o farle rosicare, ma non sopportava né quando la gente le rideva in faccia, né quando dovevano sminuire il suo rapporto con Matt.

« Come scusa...? » chiese la bionda sconcertata, cosa che fece alterare maggiormente Rachel.

« Ascoltami...te la stai prendendo con la persona sbagliata, se ti interessa Castiel è inutile che vieni a rompere a me perché siamo solo amici...d'accordo? » disse cercando di riprendere la calma, l'altra roteò gli occhi.

« Come se non avessi visto la scena di poco fa! »

« Non credevo che avrei dovuto spiegartelo io ma esiste un rapporto sociale chiamato “amicizia” che spesso vale più dell'amore...e per rimanere in tema, era un semplice abbraccio per complimentarmi...niente di che. Conosco solo la fatica che ha fatto per essere così bravo. » spiegò andando verso la porta di un bagno « E per favore, non fatemi più domande del genere perché tra me e Castiel non c'è assolutamente niente. »

Si chiuse dentro al bagno e prese un bel respiro, quanto poteva odiare le oche? E soprattutto quelle invidiose o che si facevano film solo con un sorriso, ad esempio.

Si cambiò mentre mandava maledizioni a quelle tre, sperava profondamente che l'avrebbero lasciata in pace anche se era molto difficile.

Quando uscì vide una sua compagna di squadra legarsi i capelli, la salutò velocemente con la mano per poi essere raggiunta da lei.

« Rachi! »

« Mary... » la accolse mentre la stessa se la portava sottobraccio fuori dallo spogliatoio.

« Allora? Chi erano quelle? »

« Oh...l'hai visto? Scusami se io non mi ero accorta di te ma- »

« Figurati! Comunque, racconta. »

Rachel si stupiva di tanta curiosità, era vero che quella Mary anche se simpatica era un po' pettegola, ma non credeva che avrebbe mai avuto il coraggio di venire a chiederle di una discussione.

« Non c'è niente da dire...quello che hai sentito è tutto ciò che c'è da sapere. »

« Andiamo Rachel! Sono arrivata quando ti ho vista dire che non volevi più essere infastidita...ma ho sentito dalle altre che stavate parlando da qualche minuto. »

Sospirò, alla fine avrebbe comunque vinto.

« Quella ragazza è convinta che a me piace il mio ospite, Castiel, e la cosa le da fastidio. »

« Perché piace anche a lei? »

La guardò male, cosa intendeva dire con “anche”?

« Numero uno, non ne ho idea, potrebbe aver fatto così per vari motivi...e numero due, cosa vuoi dire con anche? » la interrogò posando la mano sul fianco.

« Sai cosa voglio dire...si nota che un po' ti piace... »

« Cosa !? Per niente! »

Odiava quando usava quel tono da “è evidente” oppure “io capisco tutto”.

« Vuoi forse dire che non è carino? »

« Non ho detto questo...è un bel ragazzo, il tipico figo...ma io ho altri interessi. »

« Davvero? » Mary le prese le spalle facendola voltare dall'altra parte, cercando di capire cosa di preciso volesse farle notare Rachel si guardò attorno e vide Castiel guardarla da lontano con un'aria seccata.

Indossava ancora la divisa ed aveva perciò una canottiera poco più bordeaux dei suoi capelli, questa lasciava intravedere i muscoli dando un effetto vedo non vedo che avrebbe invitato ogni ragazza a pensare che era un vero figo.

Guardò altrove scuotendo la testa, non poteva e soprattutto non doveva far parte di quelle ragazze che lo reputavano figo.

« Guarda, ti sta chiamando. » le disse Mary facendola voltare verso di lui.

« Mi raccomando! Non ho aiutato una completa incapace! » urlò, la castana inarcò un sopracciglio e corse da lui seguita dall'altra.

« Sei tu che hai perso contro di me mentre- » le posò l'indice sulle labbra facendole verso di stare in silenzio, lei lo guardò torvo.

« Devo ricordarti che ti ho stracciata a basket? »

« Beh, lo ricordo bene. E ricordo anche che a pallavolo ha vinto la sottoscritta. » gli fece costatare allontanandosi, qualche posto più in là vide Matt e sventolò la mano.

« Maaatthew! »

Il diretto interessato la guardò e sorrise.

« Guai a te se ti fa distrarre, d'accordo? »

« Farò del mio meglio! » gli strizzò l'occhio per poi sentire un fischietto suonare, raggiunse perciò il centro del campo mentre salutava gli altri.

Il loro allenatore ricordò alle due squadre che dovevano collaborare, di non andarci troppo pesante e di cercare di non barare.

La caposquadra decise i loro posti e mandò Rachel in panchina, lasciando persino giocare l'amica di Ambra al suo posto.

« Cosa!? Sai che me la cavo abbastanza bene! Non puoi sostituirmi con quella che è appena arrivata! » esclamò cercando di farsi valere, la ragazza sbuffò.

« Ascoltami Rachel, non so se ti sei allenata abbastanza perché non hai giocato nemmeno una volta con noi...lei invece è stata abbastanza brava e non è mai mancata ad un allenamento. » spiegò assumendo un'espressione dispiaciuta.

« Sì ma...mi conosci! »

« Mi dispiace, dovevi pensarci prima invece di rimanere a casa. »

« Che ne sai tu? Mi sono allenata da un'altra parte! »

« E non avresti dovuto! Adesso basta, sono io la caposquadra e decido io cosa fare! » gridò stanca di discutere, perciò la piantò lì davanti ed andò al suo posto dando il consenso all'allenatore di fare il fischio d'inizio.

Rachel era sorpresa, andava abbastanza d'accordo con la caposquadra Sam, e non era la prima volta che si allenava fuori dalla palestra scolastica. Forse il fatto che non c'era andata nemmeno una volta l'aveva offesa, oppure quell'oca era talmente raccomandata che nemmeno una persona seria come Sam poteva farci qualcosa.

Mary la guardava dispiaciuta, ma lei più che incitarla non poteva fare altro.

« Guarda ed impara come si gioca, Nather. » la voce odiosa di Ambra attirò l'attenzione di Rachel che la guardò come se volesse incenerirla.

Vide che sia lei che l'amica Li guardavano l'altra, Charlotte, così si voltò verso di lei ed in soli poco più di cinque minuti dovette ammettere a se stessa che di certo la bravura non le mancava.

Allora...era davvero brava?

A quanto pareva Sam teneva a quella partita, voleva che vincessero e non poteva biasimarla se puntava su qualcuno più sicuro di lei...anche se dopo tre anni di partite insieme avrebbe dovuto fidarsi più di lei che di altri.

Finito il primo tempo, Mary le venne in contro con il fiatone.

« Rachel...avresti dovuto esserci, è stato il primo tempo più attivo di...di tutti questi anni! » bevve velocemente metà di una bottiglietta per poi chiuderla « Si vede che si contende qualcosa di più grosso. »

La castana abbassò lo sguardo, solo a quel punto Mary capì che avrebbe dovuto evitare di dirlo.

« Scusa... »

« No niente, piuttosto...penso che non ci sia poi così tanto bisogno di me nella squadra. »

« Cosa!? Appena esce qualcun altro entri tu! Insomma...è vero che l'ultima volta Sam fatto entrare Li ma...non può far entrare Ambra al tuo posto! » disse sicura « Comunque vado. » le fece l'occhiolino per poi correre di nuovo in campo.

Riprese la partita, e finalmente venne il turno di far entrare o lei o Ambra.

Sam fece un veloce gesto della mano.

« Ambra, sostituiscila. »

« COSA!? » la bionda sorrise soddisfatta e corse in campo mentre la caposquadra tentava di ignorare lo sguardo sconvolto di Rachel.

« Sam! Sam ma che- »

« Su sbrighiamoci! »

La ignorò del tutto, cosa che la lasciò più che sorpresa.

Era dispiaciuta, davvero ce l'aveva così tanto con lei?

Alla fine, tra vari scambi nei quali lei non era stata chiamata, la partita si concluse, e già prima che il pubblico cominciasse ad applaudire Rachel era uscita fuori dalla palestra a passi pesanti.

Nikole e Matt l'avevano seguita, ma avendola persa di vista si divisero cercando nei probabili posti dove poteva essere.

Nikole la trovò nel cortile del retro dell'istituto, aveva la schiena poggiata al muro e guardava in basso. Le si avvicinò inclinando la testa per cercare di vederla.

« Rachel? »

« Perché? Ti rendi conto!? Avrei potuto capire se avesse usato le altre, o comunque non mi sarei offesa...ma chiamare Ambra al posto mio no! » urlò la castana sedendosi a terra con un tonfo, l'amica la imitò.

« Credo tu abbia capito che tipo è questa Ambra...si sarà fatta raccomandare. »

« Giuro che non me ne sarebbe importato niente! Ma poco fa...negli spogliatoi, ha cominciato un discorso che sarebbe probabilmente terminato con una minaccia, solo che non gliel'ho lasciato fare. » disse all'inizio nervosa, poi assumendo sempre più sicurezza.

« Hai fatto bene, ma per caso è gelosa di te e Castiel? »

La castana la guardò sorpresa.

« E tu come hai fatto a capirlo? »

« Beh...ho collegato un po' di cose. » le fece un sorriso per poi alzarsi e porgerle la mano « Forza alzati, ho bisogno del tuo sostegno per la mia gara di salto in alto! »

« Certo! » l'altra le afferrò la mano per aiutarsi a mettersi in piedi, perciò insieme si avviarono nuovamente all'interno dell'istituto.

Per strada incontrarono Matt che consolò Rachel dicendole che non doveva farci troppo caso, l'importante era che avevano vinto e che nei prossimi allenamenti sarebbe stata presente assicurandosi così di giocare nelle partite contro le altre scuole.

 

Nikole ad un certo punto li lasciò e corse a cambiarsi, stavano già montando tutto nel campetto perciò non aveva molto tempo.

Certo, non odiava indossare quella specie di divisa dato che somigliava tanto ad un costume, odiava mettersi in mostra e sarebbe probabilmente sembrata costantemente un pomodoro.

Una volta essersi preparata andò veloce nel campetto dove già alcuni dei partecipanti parlavano in cerchio fra di loro.

« Come stai bene così Misa Misa! Hai proprio delle belle gambe! » si complimentavano delle ragazze con la bionda modella della scuola.

« Grazie Sunny! » esclamò la diretta interessata per poi ridacchiare, accorgendosi poco dopo dello sguardo dei ragazzi che cercava di andare oltre quel che si poteva vedere.

La mora avvicinandosi vide l'attenzione spostarsi totalmente su di lei, e tra facce meravigliate e sorrisi perversi dei ragazzi fu obbligata ad unirsi al gruppo stando a testa bassa.

« Anche se non sei una modella hai delle gambe perfette! Sei davvero carina, Misa dovrebbe mettere una buona parola su di te! » costatò un'altra ragazza mentre la bionda la guardava con degli occhi che sembravano volerla fulminare.

« M-ma che dici...non potrei mai competere con lei. » mormorò imbarazzata, loro sbottarono a ridere.

« Infatti non si tratta di competere, lei sarebbe la bionda e tu la mora...già vi ci vedo in copertina! » intervenne quella che sembrava chiamarsi Sunny, lei la guardò scuotendo la testa.

« Non farei mai la modella...mi imbarazza ricevere troppe attenzioni e poi...rovinerei la luce che emana Amane. »

Ancora una sonora risata, la dolce e gentile Misa Misa stava per urlare contro a quelle che alle loro spalle chiamava oche.

« Chi se ne frega della luce quando potrebbe vederne due invece che una. » commentò un ragazzo avvicinandosi a lei, le posò una mano sulla schiena andando poi sempre più in basso.

« S-s-sta p-per cominciare! La partita sta...sta per c-cominciare. » gli fece costatare abbozzando un sorriso mentre cercava di allontanarsi da lui e un po' da tutti gli altri.

Lui sorrise beffardo.

« Nikole Scott, giusto? » chiese mettendo le mani sui fianchi, lei annuì « Ti chiamerò bambolina. » le strizzò l'occhio mentre la ragazza lo guardava stranita.

« C-cosa? »

Prima che lui potesse rispondere qualcuno li chiamò tutti in raccolta.

Gli parlò di fare attenzione e di una serie di cose, quindi dopo essersi tutti posizionati il primo partecipante fece i suoi salti.

Piano piano venne il turno di tutti, anche della modella bionda naturalmente, e due persone dopo di lei toccò a Nikole.

Si mise là davanti con in mano la sua asta, deglutì e si guardò attorno.

Dove sono, pensava, ho bisogno di loro!

Incontrò gli occhi bicolore di Lysandre, ed una volta resasi conto che si trattava di lui in quel momento occupato a sorriderle, fece un sospiro di sollievo ricambiando il sorriso.

Anche il professor Yagami la stava guardando, ed aveva un sorriso stampato sulle labbra che sembrava tanto voler dire “So che ce la farai!”.

Per questo era obbligata a vincere mettendoci tutto il suo impegno.

Sentì il fischio e cominciò a correre, non era troppo difficile si allenava già dai primi di novembre e dopo un mese aveva ben chiara la sua idea di salto con l'asta, e sapeva anche farlo.

Posò la punta dell'asta sull'erba sintetica del campetto mettendoci tutta la forza che aveva, si dette la spinta e sorprendentemente...fece il salto più lungo che le era mai riuscito.

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Capitolo 18
*** Quel francese...e la sua corsa! ***


Quel francese...e la sua corsa!

 

Nikole era riuscita a saltare, ed aveva anche fatto il salto più lungo di tutti! E continuò così nei suoi prossimi turni, tanto che sarebbe stato evidente un tentativo di barare sull'esito della partita.

Quando venne infatti decretata la sua vittoria, neanche il tempo di esultare che Yagami le stava già correndo in contro.

« Nik-...Scott! Sei stata bravissima, complimenti! » esclamò riuscendo a trattenersi appena dall'abbracciarla, era vero che sarebbe stato meglio congratularsi in disparte ma non era riuscito a rimanere là fermo.

E poi...era certo che sarebbe arrivato Colin, e voleva riuscire a parlarle prima di lui.

« Grazie...grazie professore! » esclamò lei facendo un enorme sorriso, e probabilmente dalla felicità i suoi occhi cominciarono a lacrimare.

Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla per non lasciarla almeno per il resto della giornata, ma non poteva. E prima che perdesse l'autocontrollo Nather abbracciò l'amica in lacrime.

« Perché piangi!? Scema! »

« Ma...anche tu piangi... »

Continuarono ad abbracciarsi piangendo come se avessero appena perso qualcuno di importante, era infatti difficile credere che quelle fossero lacrime di gioia.

Gli altri si avvicinarono a lei con un sorriso.

« Sapevo che avresti vinto, ti sei impegnata così tanto... » commentò Lysandre attirando la sua attenzione, Rachel la lasciò e la spinse contro il ragazzo facendo appena sfiorare i nasi fra di loro.

Si guardarono per qualche istante arrossendo lentamente, alla fine raggiunsero lo stesso colore di un peperoncino.

All'improvviso la ragazza sussultò.

« Ehm...s-scusa. » balbettò allontanandosi, perciò si massaggiò la spalla mentre il professor Yagami li osservava con uno sguardo capace di incenerirli.

Tutti si complimentarono con lei, anche gli avversari, tranne il ragazzo con il quale aveva parlato prima e Misa Amane.

« Beh...i-io vado a cambiarmi, odio stare così. » disse massaggiandosi la nuca, perciò congedò tutti velocemente ed andò negli spogliatoi per cambiarsi.

Una volta uscita dal bagno vide sistemarsi i capelli davanti allo specchio la modella, doveva per forza dirle qualcosa ma non sapeva cosa.

« Ehm...ottimo lavoro Amane! Sei stata brava! »

La bionda strinse con forza la codina che si stava legando dal lato destro e la guardò con rabbia dallo specchio.

« Pretendi che ti faccia i complimenti per aver vinto per caso!? »

« Cosa!? No! Volevo solo farli io a te, scusa se ti do l'impressione di un'esuberante... » mormorò abbassando lo sguardo, l'altra si voltò verso di lei.

« Sei sempre così gentile, innocente ed ingenua...ti sembra che non sappia riconoscere chi si comporta in modo diverso da quello che non è?! » urlò nervosa, la mora la seguì per tutto il tempo con l'espressione interessata e sorpresa allo stesso tempo « E smettila di fare quella faccia! »

« Scusa. » si fece subito seria abbassando nuovamente il capo.

« Comunque non mi hai ancora risposto. »

« Beh...non c'è una risposta, io mi faccio vedere per quel che sono...ti chiedo scusa se- »

« Smettila con queste scuse! Non fai altro che umiliarti! » la interruppe « Sei davvero così buona? No...mi è difficile crederti. » commentò voltandosi nuovamente verso lo specchio e prendendo le sue cose.

Nikole non disse più nulla, qualsiasi cosa sarebbe stata usata contro di lei.

« Scoprirò presto il tuo piano...e finalmente ti vedranno per quella che sei. » sbatté la porta con forza, la ragazza prese un bel respiro per poi sollevare lo sguardo sulla sua immagine riflessa.

« Se sono realmente come sembro? Non lo so nemmeno io. Sono così...? »posò la mano sullo specchio per poi immaginare il riflesso di sua madre al posto del suo, e come al solito costatava l'eccessiva somiglianza fra le due.

« O così? »

La porta si aprì all'improvviso e sobbalzando si voltò verso di essa fingendo di stare per uscire. Le tre oche per eccellenza, Ambra, Li e Charlotte entrarono ridendo fra di loro, stavano probabilmente sparlando qualcuno.

Nikole le salutò con la mano per poi uscire, ma non si era accorta che passando accanto alla bionda...quella aveva sorriso in modo strano.

Sei interessante, pensò, e voglio proprio vedere fino a che punto...

 

La ragazza una volta fuori dallo spogliatoio poté respirare aria meno tesa, così andò a cercare gli altri che per fortuna erano rimasti fuori.

La corsa si svolgeva infatti nel cortile, non si seguiva un semplice percorso retto ma più svariato facendo attraversare i vari punti.

Era tutto pronto ormai da un po' di tempo, ed anche Lysandre era andato a cambiarsi tornando poi con una tuta sportiva.

Per tutti, tranne Nikole naturalmente, era la prima volta che lo vedevano in abiti non vittoriani, neanche Castiel era mai riuscito ad immaginarlo diversamente.

« Non ci stai Lysandre... » commentò infatti.

« Lo so, ma mi facevano usare solo questo genere di tuta. » si giustificò per poi guardare la castana, aveva una strana espressione sul volto...sembrava pensierosa, e la cosa non gli piaceva.

« Tutto bene? » le domandò con un sorriso, lei lo guardò annuendo.

« Sì, davvero. »

« Forza, sbrigati che fra un po' comincia la gara! » lo avvisò il rosso facendolo trasalire.

« Sì! »

Corse svelto davanti alla linea d'inizio, erano tutti pronti per partire, dopo il fischio infatti scattarono velocemente lasciando qualcuno indietro.

Lysandre vide Rachel, Nikole e Castiel tifare per lui, così seguì il suo percorso programmato stando tra i primi.

Era il terzo per l'esattezza, anche se venne superato facilmente diventando dopo un po' il quinto.

Sapeva cosa doveva fare, ed era anche a conoscenza del fatto che di sicuro non sarebbero stati quelli davanti a lui a batterlo. Il primo era un ragazzo biondo, se non sbagliava era lo stesso che poco prima stava parlando con Nikole...faceva sia salto con l'asta che corsa?

Doveva essere uno di quei tipi sportivi, e chissà per quale motivo in lui era nato un senso di rancore nei suoi confronti.

« Ehi bambolina! Che ci fai qui? » lo sentì parlare rivolgendosi a qualcuno alla sua destra, fuori dalla linea che segnava il percorso c'era Nikole che correva poco più avanti di Lysandre.

« Ehm...sono qui per il mio amico! » esclamò per poi guardarlo, lui sussultò « Metticela tutta! Io sono qui, e se ti serve qualcosa dimmi pure! »

La fissava sorpreso, adesso capiva perché correva sempre con lui ogni volta che si allenava.

Arrossì accorgendosi appena della bottiglia d'acqua che la ragazza aveva in mano, perché si bloccò totalmente sul suo sorriso...dolce, sincero e capace di stravolgergli i pensieri.

Perché gli faceva quest'effetto?

Guardò avanti cercando di non distrarsi dal suo obbiettivo, anche se ogni tanto lanciava uno sguardo su Nikole che nonostante stesse cominciando a sudare rimaneva più o meno nella sua stessa lunghezza d'aria.

 

Come aveva immaginato raggiunse il secondo posto dopo poco più di cinque minuti, davanti a lui c'era sempre quel biondino. Era davvero resistente, di certo questo non se l'era aspettato.

Mentre lo osservava, lo vide rallentare per farsi raggiungere da lui...cosa doveva dirgli?

« Quella è la tua ragazza? » indicò Nikole con lo sguardo che correva avanti con l'espressione sicura che non voleva mollare, quasi sembrava lei a dover vincere.

Lysandre capì solo dopo aver notato il suo sguardo la domanda di quel ragazzo, e senza neanche accorgersene diventò più rosso di un pomodoro.

« C-cosa!? No... » disse sicuro « Siamo amici. »

« Allora non dovrebbe risultarmi difficile provarci...cosa dovrei fare per conquistarla? »

Lo guardò torvo, neanche se avrebbe dovuto fulminarlo.

« Pensa sul serio che da amico potrei consigliarle come prenderla in giro? »

Il biondo la guardò stranito, ma non fece domande sul suo modo di rivolgersi a lui.

« Non voglio prenderla in giro, mi piace, poi chissà... »

Si voltò per l'ennesima volta verso Nikole e corse da lei attirando subito la sua attenzione.

« Ti sei deciso...eh? » esclamò ansimando « Acqua? » gli porse la bottiglietta che lui prese e la svuotò a metà.

« Stai attenta...a lui. » l'avvisò ridandole la bottiglia.

« Mh? Non pensare a quello...metticela tutta! So che vincerai! » lo incitò lei sorridendo, così Lysandre fece un sorriso prima di riprendere il percorso in modo da superare quel biondino, adesso aveva un motivo in più per vincere contro di lui.

In poco tempo lo superò e dopo altri cinque minuti raggiunse il traguardo potendosi dichiarare vincitore.

« Sì! Bravo Lysandre! » urlò Rachel correndo da lui insieme a Castiel che gli prese la mano unendola alla sua a mo' di pugno.

« Non avevo dubbi su di te. » gli disse per complimentarsi.

La castana li raggiunse posando le mani sulle ginocchia, era stanca, né lei né Lysandre si erano fermati per qualche minuto, lui per non voler perdere e lei per essere presente quando ne avrebbe avuto bisogno.

« Grazie. » riuscì a dire il ragazzo guardandola, lei sorrise.

« Figurati... »

Si guardarono per qualche istante, poi Rachel abbracciò l'amica spingendola più lontano da loro.

« Niki...sai che sei la persona più dolce che abbia mai visto? Così Lysandre s'innamorerà di te...sta attenta. » mormorò guardandola con quell'espressione seria che a Nikole faceva soltanto ridere.

Lei, quella che la faceva ridere sempre per ogni cavolata, non aveva mai un'espressione seria.

« Smettila, siamo solo amici... »

E più ripeteva quelle parole, più sentiva lo stomaco capovolgersi.

Era la stessa sensazione che provava quando diceva che il professor Yagami era per l'appunto un suo insegnante, forse le faceva male il fatto di porsi dei limiti.

Ma su Lysandre? Le piaceva veramente?

In ogni caso, fino a che non l'avrebbe capito bene avrebbe continuato a negare anche davanti all'evidenza.

Distogliendosi da quei pensieri, vide Castiel venire verso di loro, l'amico doveva andarsi a cambiare ed a farsi una veloce doccia, e probabilmente al contrario del rosso si sarebbe rivestito con i suoi cari abiti vittoriani.

Raggiunsero Mello e Matt, anche se Castiel rimase indietro fingendo di dover fare qualcosa.

Rachel odiava il fatto che non potevano vedersi, che poi il problema era tra Mello e Castiel per cosa? Troppa somiglianza? Violazione di territorio?

« Vai a capirli i maschi. » commentò Nikole quando lo vide allontanarsi, perciò davanti ai due amici per la pelle fecero un sorriso ciascuno.

« Allora? Tu e Lysandre... » disse Mello dandole lievi gomitate, lei lo guardò torvo.

« Sai che l'avrei fatto anche per te... »

« Oh...lo ami fino a questo punto? » gli dette un leggero pugno sulla spalla, lui ridacchiò « Comunque poco fa non mi sono congratulato...sei stata brava. » disse con un sorriso, poi guardò l'altra « Anche tu hai giocato bene... »

« Sta zitto Mello. »

Nikole e Matt si lasciarono scappare un sorriso mentre il biondo si sedeva sulla panchina accanto a loro.

« Come credi che si sia procurata un posto in campo? »

« Soldi? Promesse? Cosa vuoi che ne sappia? » si sedette di fianco a lui mettendosi a braccia conserte « So solo che se le altre non fossero state brave ci avrebbe fatto perdere...a malapena riusciva a scansare la palla, che idiota... » guardò altrove ripensando a quando avevano cominciato quel discorso in bagno...adesso era proprio curiosa di sapere come sarebbe dovuto finire se non l'avesse troncato.

Mentre ci pensava su, vide Alexy avvicinarsi a loro insieme al fratello, quindi fece un largo sorriso e balzò in piedi.

« Alexy! »

« Rachi! Mi dispiace per la partita... »

« Aaah non ti preoccupare! » gli strizzò l'occhio « Anche a me dispiace un po' il fatto che abbiate perso voi. »

« Meglio, non avrei voluto giocare un'altra volta contro un'altra squadra. » s'intromise Armin distraendosi un momento dalla sua PSP, Rachel sorrise.

« La cosa positiva è che la squadra vincitrice è quella dove giocavano Mello e Matt! »

« Che palle...poi devo giocare per forza, non è una cosa positiva... » commentò il rosso storcendo le labbra.

« Se volevi perdere ti conveniva andare nell'altra squadra, insomma...sappiamo tutti che sono sempre io a vincere. » disse Mello sicuro di se, la castana si sedette nuovamente accanto a lui e gli dette un pugno sulla spalla.

« Sempre modesto tu, eh? »

« Ehi, sono solo obbiettivo. »

Poggiò la testa su di lui sospirando.

« Stai ancora pensando alla discussione? » la interrogò Nikole, l'altra annuì.

« Discussione? Quale discussione? » chiese Alexy curioso.

« Beh...negli spogliatoi femminili prima della partita...quell'oca ha cominciato a farmi domande strane...come se alla fine volesse minacciarmi. »

« Cosa!? » fecero Mello e Matt « E che diceva?! » domandarono ancora all'uniscono.

« Ah vai a capirla...è convinta che io ci provo con Castiel... »

I due si guardarono per poi tornare a fissarla.

« ...E tu? »

« Ho detto la verità! Ma è fissata...adesso ce l'ho contro solo perché io e Castiel siamo amici!? »

« Ah...noi siamo amici? » la voce del rosso attirò l'attenzione di tutti, Rachel sperò vivamente che non avesse ascoltato.

« Ehm...beh...sì! Oppure... » la sua espressione sembrava così seria che non poté fare a meno di prenderlo sul serio, solo che qualche istante dopo si avvicinò a lei strofinandole i capelli.

« Certo che sì, stupida. » abbozzò uno dei suoi soliti sorrisi beffardi, che lei però leggeva come dolci « E comunque...perché mi stavate sparlando? »

« Onestamente tutto questo piacere di parlare di te non l'abbiamo. » lo stuzzicò Mello procurandosi uno sguardo inceneritore, che naturalmente lui ricambiò creando attorno a quel gruppo una bolla piena di tensione.

« Castiel guarda! » come al solito fu Rachel a scoppiarla prendendo il diretto interessato per il braccio e portandoselo via.

Aveva seriamente paura che prima o poi si sarebbero nuovamente picchiati.

« Cosa dovrei guardare? » le chiese il rosso perplesso una volta lontano dagli altri.

« Non lo so...ehm...quella bella ragazza! Carina eh? » ne indicò una a caso, forse la prima che era passata.

« Quella non è Amane? »

Rachel la guardò attentamente per poi emettere un verso di disgusto.

« Rimangio quello che ho detto... »

« Perché? Hai ragione è carina. »

Si guardarono entrambi, lei con la voglia di farlo morire di emorragia esterna e lui divertito.

« Cos'è quell'espressione? Sei gelosa per caso? »

« Ancora!? È solo che...lei carina!? È un'oca! Insomma guardala! »

« Non credo tu possa permetterti di giudicare il suo aspetto. » rispose lui con una voce stranamente innocente, la ragazza gli rivolse un veloce sguardo forse più ingenuo delle sue parole.

« So di non essere carina, figuriamoci una bella ragazza...ma almeno non sono come lei...e mi ritengo fortunata per questo. » disse con il capo basso, Castiel ridacchiò mettendole il braccio attorno alla vita.

« Stavo scherzando, non prendertela tanto. E poi, almeno con te non devo avvicinarmi per controllare come sei messa di taglia. » fece un sorriso malizioso che la fece diventare più rossa dei suoi capelli.

Nella sua tasca vibrò il cellulare, se ne approfittò per togliersi il suo braccio dalla vita (dato che non le sembrava giusto nei confronti di Matt) e lesse il messaggio.

Era da parte di Matt.

-Non stargli accanto, quella ragazza mi da l'impressione di una che mette in pratica le minacce.-

Si voltò verso il ragazzo che la guardava con un'espressione lievemente dispiaciuta, poi guardò Castiel che aveva appena cominciato a guardarla.

« Che c'è? »

« Niente...Nikole deve dirmi una cosa. » abbozzò un sorriso e lo salutò con la mano per poi tornare dagli altri, lui continuò a camminare un po' perplesso.

Rachel guardò Matt dispiaciuta, davvero doveva stare lontana da Castiel?

« Sarebbe meglio che tenessi le distanze da lui anche a casa, almeno non ti sentirai troppo in colpa quando a scuola non gli rivolgerai la parola. » disse Mello con la testa rivolta all'insù.

« Cosa!? Ma- »

« È inevitabile, e non dirgli nemmeno perché di colpo sei così fredda...potrebbe andare da Ambra e lei si vendicherebbe su di te. O se comunque insiste puoi uscire la scusa che Matt è geloso. »

« Eh!? Ma non è vero! » esclamò il diretto interessato, il biondo lo guardò male.

« Lascia fare a me. »

Rachel sospirò, davvero si sarebbe dovuta comportare freddamente con Castiel?

Se proprio doveva...allora non le restava altro che abituarsi.

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Capitolo 19
*** Quel francese...è ancora considerato! ***


Quel francese...è ancora considerato!

 

E così, proprio come aveva consigliato Mello, Rachel cominciò ad essere più fredda con Castiel, al passare dei giorni capitava che in un intero pomeriggio non gli rivolgesse completamente la parola anche se lui provava ad attaccare bottone.

La cosa la faceva stare male, e non capiva bene perché non poteva spiegargli la situazione, in fondo non gli importava tanto di lei quindi perché avrebbe dovuto andare da Ambra a farle questioni? Proprio lui poi...però, forse era meglio seguire quel che diceva il biondo.

Dal suo canto il rosso non riusciva a capire perché tutta questa freddezza, voleva chiederglielo, ma sapeva che lei non avrebbe risposto o comunque non gli avrebbe detto la verità...anche se tentar non nuoce.

Quel giorno era particolarmente nervoso perché il meraviglioso professor Birthday gli aveva confessato di avergli messo un due senza un motivo ben preciso, diceva che lo infastidiva il suo modo di comportarsi. E come se non bastasse, quella Ambra lo aveva torturato per le tre ore intere che passava quasi ogni giorno scolastico nel club di musica (in tutto questo naturalmente Rachel non gli aveva dato il piacere di avere qualcuno con cui prendere in giro quella stupida bionda).

Arrivato a casa posò la chitarra nella stanza di Rachel, che ormai lui definiva come sua, e si sedette sul divano lasciandosi sprofondare sui cuscini.

Accanto a lui c'era la ragazza che come l'aveva visto accendere il televisore si era alzata per andarsene.

« Dove vai? » lei non rispose, cosa che lo infastidì parecchio « Sto parlando con te. » sentì la porta della camera che condividevano chiudersi, perciò spense nuovamente la televisione ed alzandosi vi entrò trovandola distesa sul letto ad ascoltare musica.

« Ehi! Scendi dal mio letto! » esclamò. Solitamente quell'affermazione la faceva sgolare come se l'avesse pesantemente insultata, ma quella volta la sua reazione fu quella di scendere sull'altro letto senza dire una sola parola.

Perché? Perché non parlava?

« Rachel. » la chiamò, ma da lei nessuna reazione « Rachel! »

Ancora niente.

Odiava essere ignorato, soprattutto senza un motivo preciso.

L'avrebbe fatta lamentare, oh sì se ci sarebbe riuscito.

Si distese di fianco a lei obbligandola a guardarlo, le sue gote sembrarono trasformarsi in due pomodori, cosa che lo fece sorridere.

La ragazza si alzò e si prese delle cose dal cassetto per poi andare in bagno, prima che potesse chiudere la porta però lui era già là davanti con le braccia incrociate.

« Se davvero stai fingendo che non esisto allora io non sono qua dentro. »

Lei fece per dire qualcosa ma si fermò sedendosi sullo sgabello a braccia conserte, non sembrava volersi muovere.

« Possiamo rimanere qua tutta la giornata. »

Si sedette per terra incrociando le gambe, poi posò il gomito su una delle due ed a sua volta poggiò il mento sulla mano.

Rimase in silenzio per un bel po', e provò sul serio ad immaginare per quale motivo era offesa con lui.

Era dal giorno in cui si erano svolte tutte le gare che si comportava in modo strano, quella mattina era andato tutto bene, tornati a casa era più fredda del solito. All'inizio sembrava sforzarsi, ma col passare dei giorni era come se si fosse abituata.

Aveva provato ad immaginare che fosse arrabbiata per il confronto che aveva fatto tra lei e la modella, ma se non sbagliava doveva essersi fatto perdonare facendole un complimento abbastanza piacevole...o magari era proprio quello che aveva rovinato tutto?

La guardò e la trovò imbarazzata con gli occhi puntati sul pavimento, sembrava anche abbastanza triste per chissà cosa. Decise che avrebbe provato a rimediare.

« Quando ti ho detto che “con te non devo avvicinarmi per controllare come sei messa di taglia”... » la ragazza trasalì « Non intendevo né dire che le avessi eccessivamente grosse, né che io faccia sempre il maniaco... »

Che voleva rimediare alla sua battuta abbastanza pungente non glielo avrebbe detto.

Lei lo guardava con occhi e bocca spalancati, divenne più rossa di prima e si voltò dall'altra parte posandosi le mani sul viso, come se volesse evitare di farsi vedere in quello stato.

Castiel sorrise, anche se era rimasto col dubbio di non aver rimediato correttamente.

« Adesso tornerai a parlarmi? »

Vide che aveva ancora sobbalzato, poi si accorse che si stava trattenendo dal dire qualcosa. Da quel che aveva capito stava stringendo i pugni.

« Rachel? »

« Scusa...scusa... » il suo tono di voce faceva intuire che cercava di sorridere anche se doveva sforzarsi, il rosso si alzò ed andò da lei.

Finalmente gli aveva rivolto la parola.

« Rachel cosa- »

« A te...darebbe fastidio se a casa ti parlassi ed a scuola ti ignorassi? » gli chiese guardandolo dritto negli occhi.

Sembrava sul punto di piangere, eppure riusciva ancora a trattenersi.

« E perché dovresti farlo? » la interrogò lui inarcando un sopracciglio.

« B-Beh...non so. » fu l'unica risposta, e naturalmente non gli bastava.

« Che significa “non so”!? Non fai certe cose senza un motivo preciso! »

« Non è niente di che...tutto qui. »

Rachel si girò dall'altra parte e si mise velocemente in piedi. Il rosso fece per ribattere ma fu interrotto.

« Sai...mi viene da piangere perché sono felice. » gli fece un sorriso gentile « Felice che ti da sui nervi il fatto che non ti parli...allora un po' mi vuoi bene. »

Lui arrossì di colpo per poi guardare altrove.

« Smettila con questi discorsi infantili...mi da fastidio soltanto perché mi sento invisibile...non c'è un altro motivo. »

« Io ti voglio bene sul serio Castiel. »

La guardò storcendo le labbra, avrebbe voluto sparire in quel momento, gli mancava sul serio l'istante precedente in cui non gli rivolgeva la parola.

Però...quelle parole l'avevano reso felice in un certo senso. Anche se sembrava una bambina idiota e sentimentale, come del resto era, a lui aveva fatto bene sentirsi dire quelle cose.

Anche se, non molto tempo prima, qualcuno gli aveva ripetuto tante volte di amarlo...ed a forza di questo era rimasto con la sola compagnia di quel sentimento che subito dopo aveva cercato di sopprimere. Ed ancora non era sparito.

Di certo lui non si aiutava molto, ricordava quella persona con tanta nostalgia, probabilmente perché non aveva mai avuto il coraggio di guardare in faccia la realtà.

Rachel non lo sapeva, e Castiel non glielo avrebbe detto...ma non credeva di potersi più fidare di altre persone ormai. L'unico che era riuscito ad aiutarlo era stato Lysandre.

Ma Rachel non sapeva nemmeno che il sorriso che gli aveva appena mostrato, Castiel non l'avrebbe mai dimenticato, e ripensandoci avrebbe avuto nostalgia anche di quello.

Andò verso di lei e le afferrò il braccio, lei provò a strattonarsi più forte ma venne comunque trascinata nell'altra stanza e gettata sul divano. Capì che voleva parlarle, perciò si mise seduta con i piedi sul cuscino e posò le braccia conserte sulle ginocchia.

« Si può sapere perché a scuola non dovresti parlarmi? » le domandò sedendosi al suo fianco, lei fece spallucce.

« Non è che qualche ragazzina ti ha intimidita? »

Sussultò, era ad un pelo dal centrare il punto.

« Io mi farei intimidire da una ragazzina? » ridacchiò, lui sorrise.

« Beh, tu la trovi tanto affascinante in fondo... »

Si guardarono negli occhi per poi sbottare a ridere all'uniscono, la ragazza dovette prendere aria più volte per poter parlare.

« Intendi sul serio...Mello? » gli chiese ricevendo per risposta un “E chi se no?” accompagnato da un sorriso provocatorio. Rachel affondò la faccia sulle ginocchia mentre abbracciava le gambe.

« Allora...qual è il motivo? »

Avrebbe dovuto rispondere sul serio che Matt era geloso? In fondo, “la ragazzina affascinante” aveva proposto questo e se fino a quel momento l'aveva ascoltata...avrebbe dovuto continuare a farlo.

Fece per rispondere, ma in quel momento pensò che era solo colpa di quella ragazzina se per un bel po' di giorni era stata fredda con Castiel, alcuni addirittura non parlandogli, ed era pur sempre a causa di quella ragazzina che aveva capito di non essere poi così indifferente al rosso.

« Allora? »

« Ehm...beh...Matt... »

« No...quell'idiota è geloso!? »

« Non è un idiota! Penso sia normale...in fondo, se non fosse geloso vorrebbe dire che non ci tiene a me. »

Perché l'aveva detto? Non lo pensava sul serio, magari era solo una scusa...sì era proprio così.

Odiava i dubbi che le venivano quando si trattava di Matt...ed ultimamente gliene venivano troppi.

« Ma non può essere geloso! Non ha visto con che occhi lo guardi? Lo ami...che dubbi può avere ancora!? » esclamò Castiel come sul punto di andare su tutte le furie. Lei si lasciò scappare un sorrisetto compiaciuto.

« Perché...con che occhi lo guardo? » domandò curiosa.

Il rosso sussultò per poi voltarsi dall'altra parte.

« Non sta a me dirtelo. » borbottò prendendo in mano il telecomando, quindi cominciò a cercare un programma decente.

Rachel sorrise più dolcemente, era ovvio che non conoscesse Matt...lui non le direbbe mai di essere geloso.

***

E così il giorno dopo a scuola Rachel continuò a comportarsi come aveva fatto dalla giornata dedicata allo sport fino ad allora, e sembrava tutto andare bene.

Mentre camminava per i corridoi con l'amica però, vide un ragazzo biondo venire verso di loro, così le dette delle gomitate ridacchiando.

« Sembra carino... » mormorò « Ma se ci prova ti va bene se lo lascio a te? » le chiese guardandola come se non riuscisse a mostrarle uno sguardo malizioso.

Nikole però conosceva quel ragazzo, era lo stesso della giornata dello sport che aveva incontrato un'altra volta dopo di quella.

Ma prima che lui potesse raggiungerla lei si era nascosta nella folla. A volte amava la confusione in corridoio proprio come spesso la odiava.

Anche quella volta avrebbe voluto nascondersi, o meglio scappare, perché in quel momento c'erano poche persone...come avrebbe fatto?

« Ehi! » quando la raggiunse le fece un sorriso per poi farlo anche a Rachel « Lei è una tua amica? » le domandò mangiandosela con gli occhi.

« S-sì...si chiama Rachel. »

Non avrebbe voluto creare altri problemi alla castana, ma non voleva avere niente a che fare con quel biondino.

« Piacere, io sono Dakota...ma chiamami Dake. » le porse la mano che lei prese e sventolò.

« È un piacere conoscerti...però adesso devo andare, scusami! » esclamò guardando l'amica con un'espressione offesa per un millesimo di secondo, Nikole la vide andare via ma quando il ragazzo la chiamò con un gentile “Nikole” fu obbligata a girarsi per guardarlo.

« E così...ti chiami Dakota? » lo interrogò fingendosi interessata, in fondo si era presentato a Rachel ed a lei no...non che la cosa le interessasse più di tanto, ma non ne capiva il motivo.

« Sì, scusa...non c'è mai stata l'occasione di dirti il mio nome...anche se credevo lo conoscessi. »

« Ah...e perché? » fece un sorriso spontaneo, anche se la sua presenza la infastidiva voleva essere gentile.

« Beh...le ragazze stravedono per me. » curvò le labbra all'insù e per qualche istante addirittura le socchiuse come se non riuscisse a trattenere una risata, la mora storse le labbra.

« Allora scusa...è che spesso non guardo altro che il pavimento! » cercò di giustificarsi massaggiandosi la nuca, lui posò una mano sul fianco.

« Forse perché hai occhi solo per il professor Yagami? » Nikole sussultò e lo guardò dritto negli occhi mentre i suoi tremavano.

« N-non...non è vero... » guardò altrove arrossendo, lui con il dito le sollevò il capo dal mento.

« Ah per fortuna! Quella modella non faceva altro che urlarlo alle sue amichette! »

« Quella...modella? »

L'unica modella che poteva fare una cosa del genere era Misa Amane, dato che anche lei sembrava stravedere per il professore.

« Già...e invece quel ragazzo? Lysandre mi sembra... »

« Eh!? »

Non aveva nemmeno avuto il tempo di formulare un pensiero cattivo sulla bionda che già lui l'aveva sorpresa di nuovo.

« C-cosa te lo fa pensare!? »

« Per la corsa hai addirittura fatto il percorso con lui...non penso che l'avresti fatto per un semplice amico. » spiegò Dake con un tono di voce lievemente offeso « Quindi...ti piace? »

« B-beh...n-no... »

Lysandre...le piaceva?

« Oh ne sono contento! Allora potremo frequentarci! » esclamò contento cominciando ad esultare, lei riusciva a capire soltanto le parole “mia”, “baci” e “sarai felice”.

« Senti Dake- » provò ad interromperlo ma lui non l'ascoltava minimamente, ad un certo punto le afferrò il polso sicuro e prima che lei potesse ribattere la precedette.

« Vieni con me! »

Cominciò a correre più o meno veloce, Nikole tentò di fermarsi più volte ma lui tirava e tirava.

« Dake! Dake! » lo chiamava continuamente mentre i ragazzi e le ragazze attorno li guardavano, all'improvviso riuscì a liberarsi dalla sua presa.

« DAKE! » urlò, lui la guardò con occhi innocenti « M-mi dispiace m-ma...non...beh io non so come dirtelo... » sospirò mentre il biondo continuava a fissarla con un'espressione sempre più triste « Tu...ehm, sì! Ci conosciamo da poco, e non mi sembra il caso di- »

« O se questo è il problema non preoccuparti, avremo modo di conoscerci... » le prese il mento e con l'altro braccio che si posò sul busto la tirò verso di sé.

La mora posò le mani sul suo petto per cercare di tenere le distanze, in quel momento tutti gli occhi erano posati su di loro ed il silenzio sembrò più fastidioso delle risate tra amici.

Cominciò a balbettare il suo nome, odiava essere al centro dell'attenzione e la situazione si fece critica quando tutti cominciarono a bisbigliare.

« Scott...! » esclamò qualcuno, il biondo la lasciò subito e lei si voltò a guardarlo: era il professor Yagami.

« P-p-p-professore! » disse ridacchiando « T-tutto b-b-bene? »

Lui la guardò perplesso con un'aria lievemente delusa.

« Sì, cercavo la tua compagna: Amane. L'hai vista per caso? »

Con quelle parole Nikole sentì un tonfo al cuore...cercava Misa Amane?

Perché?

« No. » fu la sua risposta, secca e sicura.

« Grazie comunque. » le passò accanto continuando a guardarla con la coda dell'occhio, lei fissava in avanti il vuoto ma si sentiva comunque osservata.

« Andiamo da qualche parte? Magari siamo più appartati... »

La mano di Dake sfiorò appena il suo braccio perché la ragazza si voltò verso di lui guardandolo torvo.

« Sei così idiota da non capire nemmeno che non voglio avere niente a che fare con un elemento simile? Stammi lontano, deficiente. » disse con voce sprezzante, subito dopo tornò a rivolgere lo sguardo dall'altra parte seguendo la strada.

Nel corridoio tutti la guardavano probabilmente sorpresi, chi si aspettava che Nikole Scott avrebbe mai detto quelle parole a qualcuno?

Ambra l'aveva guardata con un'aria interessata.

Era sempre più curiosa di sapere cos'era capace di fare.

 

 


 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ciao a tutti! Scusate per il ritardo, ma giovedì non avevo il capitolo pronto e sia venerdì che ieri non sono stata a casa.
In cambio però vi ho accennato lievemente un altro lato di un personaggio importante, ed ho risolto qualcosa! Spero di essermi fatta perdonare!
Colgo l'occasione per ringraziare chi legge, chi recensisce e chi mi sostiene (:
Alla prossima! ^^
Matt_Kun

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