Please Be Mine.

di game over_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One. ***
Capitolo 2: *** Two. ***
Capitolo 3: *** Three. ***
Capitolo 4: *** Four. ***
Capitolo 5: *** Five. ***
Capitolo 6: *** Six. ***
Capitolo 7: *** Seven. ***



Capitolo 1
*** One. ***


Please Be Mine.
 
One.
 
 
 
Aveva la testa poggiata sul finestrino dell'auto e con gli auricolari nelle orecchie, lontana da tutto il mondo, passava il tempo a disegnare forme indefinite sul vetro appannato dal suo respiro.
"Siamo arrivati?" Sentì una vocina scocciata provenire dei sedili posteriori. Si tolse una cuffia e voltò lo sguardo verso suo fratello. 
"Manca poco Nath. Riposati un po." Rispose la donna dai lunghi capelli scuri sbuffando. 
Erano in viaggio da parecchio tempo e il povero Nathan cominciava a spazientirsi. 
In effetti, viaggiare da Bristol fino a chissà quale città non era per niente divertente. Sopratutto se lo si faceva spesso. 
Viaggiare, si intende.
Rimise le cuffie nelle orecchie e si lasciò cullare dalla rilassante voce di Nick Jonas sotto le note di 'Rose Garden.'
Chiuse gli occhi sospirando, immaginando che per un momento quello che stava vivendo era un brutto sogno e che si sarebbe svegliata presto. 
Ma non era così. 
Dopo mezz'ora di viaggio già cominciava a leggere i cartelli stradali con il nome della città stampati sopra.

Bradford, ovest Yorkshire.
Popolazione: circa 300.000 abitanti.

"Sarà una città sicuramente migliore della precedente." Ripeteva la madre.
Ma il bello era che lo aveva ripetuto anche per le altre 5 città che avevano cambiato in tre anni.
Era straziante cambiare sempre scuola, amici, paese. Oramai ci aveva fatto l'abitudine, e non si sarebbe sorpresa se dopo sei mesi avrebbero di nuovo traslocato. 
Svoltarono un'ultima volta scorgendo alti palazzi. 
Bradford, per quanto finestrino appannato potesse permettere di vedere, era una città abbastanza urbanizzata e moderna. Le piaceva.
Mary parcheggiò l'auto difronte ad un palazzo bianco con i balconi azzurri e sorridendo scese dall'auto. 
Afferrò Nathan per la mano e si portò al retro della macchina per prendere i bagagli. 
Elizabeth sospirò. "E ricominciamo anche questa volta." si ripetè a bassa voce prima di uscire dall'auto e chiudersi la portiera alle spalle.
Estrasse gli auricolari a malincuore, riponendo il tutto nella tracolla che indossava e raggiunse la madre ed il fratello, aiutandoli con le valigie.
Nathan saltava di gioia, come ogni volta che arrivavano in una nuova città, e rischiava di finire sotto una macchina se Mary non lo avesse preso in tempo.
Liz si guardò attorno sfilandosi il cappuccio.
Il sole stava tramontando e alcune nuvole coprivano il cielo velato di sfumature arancioni e rosse. 
Si diressero velocemente nel portone, e dopo aver percorso due piani di scale raggiunsero l'appartamento numero 4. 
"Mamma devo andare in bagno!" ululò il fratellino cominciando a saltare sul posto e tenendo la sua valigia salda in mano. Liz sorrise intenerita accarezzandogli la testa bionda. 
"Ecco, ecco.." sussurrò Mary spalancando la porta e vedendo sfrecciare il piccolo dentro casa cercando il bagno.
Mary ed Elizabeth entrarono con calma, poggiarono le valigie per terra e chiusero la porta. La donna sospirò. "Che ne pensi?" chiese voltando i suoi occhi chiari in quelli della figlia.
Lei fece un'espressione di sufficienza guardandosi attorno.
C'era un salone, due divani, un tavolo in legno, una televisione piazzata al'interno di una scrivania spaziosissima e piena di libri. 
"E questa a chi apparteneva?" domandò poi cominciando a camminare alla ricerca della cucina.
Mary sbuffò prendendola per un braccio e conducendola nella giusta stanza. "Apparteneva a nonno Brown.." 
Liz alzò le sopracciglia battendo le mani. "Ma quanti parenti morti hai?" le domandò soffocando una risata. 
Mary le diede un buffetto sul braccio e le indicò un lungo corridoio. "Va a disfarre le valigie!"
La mora sorrise e cominciò ad aprire delle porte cercado una camera. 
Dopo aver scoperto uno stanzino, il bagno dove c'era suo fratello, dopo aver sbattuto la testa su di una lampada troppo in basso e dopo aver aperto quello che doveva essere uno scantinato, trovò una stanza vuota.
Vi erano un letto ad una piazza e mezza, una televisione ridotta male, un'armadio e una scrivania corredata di sedia e due mensole a muro poco più sopra. 
Sospirò poggiando le valigie a terra. 
Si chiuse la porta alle spalle e si spogliò della giacca e della sciarpa. Posò il tutto sulla sedia di legno ed acese la luce. 
Le pareti erano colorate di un arancio pesca. Si avvicinò al letto e vi trovò pezzi di muro. 
Alzò lo sguardo e notò una crepa abbastanza evidente. Sopirò rassegnata e il suo sguardò si posò sulla finestra dalla quale entrava un po' di luce. 
Aprì le finestre e lasciò che un po' d'aria entrasse nella stanza. Posò i gomiti sul davanzale sotto di essa e guardò il paesaggio di Bradford. 
Tutto sommato era una bella città. C'era una panetteria esattamente difronte al suo palazzo e altri uffici di cui non riuscì a capire le insegne.
Vedeva la gente camminare per le strade ed affrettarsi a tornare a casa data l'ora di cena.
Lasciò le finestre aperte e cominciò a mettere ordine in quella che doveva essere la sua nuova camera da letto. 
Si chiedeva come sarebbe avere una vita normale. 
Tipo in quei film americani. Una migliore amica, degli amici con cui uscire il week-end e con i quali andare al cinema, una squadra di ragazzine viziate da umiliare e perchè no..anche un fidanzato. 
Si, sarebbe stato bello. 
 
Salì le scale della scuola tenendo stretta la bretella della cartella nella mano sinistra. Nella destra reggeva un opuscolo bianco e verde con una scritta nera appariscente stampata al centro: Bradford High School.
Pochi minuti prima lei e la madre si erano congedati dal preside Bolton, il quale aveva parlato e straparlato di quanto la sua scuola fosse eccezionale e di quanto la nuova alunna si sarebbe sentita subito a suo agio, e si era incamminata per le aule,cercando quella della lezione che avrebbe dovuto seguire.
Scavò nella borsa mentre si dirigeva per il corridoio, dando occhiate ogni tanto per evitare di inciampare nei piedi di qualcuno, ed estrasse un foglio bianco. In alto c'era una scritta: la sua sezione, e in basso c'era una tabella con i giorni della settimana e le lezioni.
Giovedì, prima ora aveva la lezione di Letteratura. 
 Alla seconda ora aveva la lezione di Educazione fisica. 
Liz sbuffò passandosi agitata una mano tra i capelli. Una materia che odiava era di certo Educazione Fisica, subito dopo Algebra. 
Non le era mai piaciuto quello strano sport che avevano messo,purtoppo, in tutte le scuole d'Europa e non solo.
Non che fosse una frana con gli sport anzi prendeva lezioni di danza da un po' di tempo, solo che non amava passare un'ora a rincorrere un pallone per poi gettarlo nel canestro. 
La cosa più odiosa era la puzza di sudore che si espandeva negli spogliatoi subito dopo la lezione. 
Al solo pensiero la colazione le si rivoltò nello stomaco dandole un senso di nausea. 
Si avvicinò velocemente ad un signore che dietro ad un bancone scrutava un foglio bianco con dei disegni geometrici e delle scritte disegnati sopra. 
"Hem, mi scusi." lo chiamò lei portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
L'uomo alzò il suo grosso e quasi pelato capo, rivolgendo lo sguardo alla ragazza difronte a lui. 
"Posso sapere dov'è l'aula di.." diede ancora una volta un'occhiata agli orari, accertandosi di non sbagliarsi, poi finì la frase. "..di Letteratura? Corso G." specificò lei guardandolo attentamente. 
"Quarta aula a destra." indicò il corridoio lungo dove alcuni studenti cominciavano a raggiungere le rispettive aule, poi tornò al foglio, agitando una matita mangiucchiata da una parte all'altra. 
Liz lo ringraziò e si incamminò verso l'aula.
"Ah, signorina?" 
Il signore la chiamò. "Stia attenta ai topi. Sono astuti. Molto, astuti." Liz corrucciò le sopracciglia per un secondo, non riuscendo a capire bene le sue parole. Poi facendogli un mezzo sorriso entrò nell'aula dalle porte bianche. 
Raggiunse un banco in terza fila, accanto al muro freddo e sistemò una matita e un quadernetto sul banco per poi guardarsi attorno. 
Gli alunni erano riuniti in diversi gruppi, ridendo e scherzando e nessuno sembrava essersi accorto di lei.
Bene, era questo che voleva. 
Nessuno doveva minimamente interessarsi a lei. E lei non doveva trovare interesse per nessuno
Una ragazza dai capelli biondi, corti fino alle spalle e con in dosso un cardigan grigio lanciò una pallina di carta in testa ad un ragazzo che le dava le spalle. Le sue amiche risero battendole il cinque, quando lui si voltò. 
Alzò le spalle come per chiederle il motivo di tale gesto, e lei gli alzò il dito medio. "Fottiti." sussurrò e Liz si lasciò scappare un sorriso. 
Qualche secondo dopo entrò in aula un professore dai capelli biondi, biondissimi e con due occhi blu da sembrare finti. Fece velocemente l'appello e, come da copione, quando arrivò al suo cognome, la povera Elizabeth fu costretta a fare un veloce riassunto della sua vita e del perchè aveva cambiato scuola. 
Quando si risedette il prof cominciò la sua lezione sulle teorie di William Blake, e mentre la classe si liberava in uno sbuffo e diverse imprecazioni, Liz non potè non pensare che la giornata cominciava bene, sorridendo e cominciando a prendere appunti. 
 
La campanella suonò e tutti gli alunni erano già fuori dalla classe.
Liz si prese tutta la calma possibile di mettere tutto a posto e con la stessa calma uscì dalla classe, venendo travolta in pieno da un ragazzo  che correva con la maglietta bagnata.  Cade a terra, e un'espressione dolorante si dipinse sul suo volto. 
Vide correre una ragazza con una bottiglia in mano dietro  a quel ragazzo, e guardandosi intorno si rialzò massaggiandosi l'anca. Probabilmente le sarebbe venuto un livido. 
Si avvicinò al suo armadietto, aprendolo e infilandoci il libro di Letteratura che il prof le aveva consegnato. 
Aprì il foglietto che le aveva consegnato il preside contenente l'orario settimanale e lesse quelle due orribili parole che componevano "Educazione Fisica". Sbuffò sonoramente cacciando fuori dalla cartella uno specchietto e della colla a presa rapida. 
Ne spalmò solo un po' sullo sfondo dell'armadietto verde pisello e subito dopo vi attaccò lo specchietto.  Si specchiò e si agiustò i capelli pensando alla sua sorte. 
Già immaginava che nessuno avrebbe voluto prenderla in squadra e che si sarebbe trovata sola  a fissare tutti, aspettando che la squadra dello sfigato secchione  non la chiamasse. 
Sobbalzò non appena sentì qualcuno bussare sull'anta dell'armadietto ancora aperto. Subito la chiuse e guardò colui che aveva di fronte. 
Era un ragazzo dalla carnaggione olivastra,dalla statura abbastanza alta anzi molto più alta rispetto agli 1.60m di lei, dai tratti duri ma allo stesso tempo dolci e ben definiti, con un sorriso smagliante in volto che mostrava i suoi denti perfettamente dritti e due occhi color del miele. 
Erano due pietre incandescenti che illuminavano di luce propira, esattamente lì, sotto quelle due sopracciglia folte e sopra il nasino alla francese. 
"Tu devi essere la nuova ragazza,vero?" domandò lui poggiato con una spalla agli armadietti di metallo. 
Elizabeth si limitò ad annuire, abbassando lo sguardo nella sua borsa.
Era troppo impegnata a cercare la mappa del tesoro nella sua borsa per potersi concentrare sulla bellezza divina che aveva difronte. 
"Io sono Zayn. Malik." aggiunse porgendole la mano, ancora sorridente. Elizabeth lo guardò per qualche secondo cercando di realizzare se fosse tutto vero o se in realtà tutto quello era uno dei suoi soliti sogni ad occhi aperti.
Zayn, dal canto suo, vedeva una ragazza intimorita, che guardava sopra di lei immobile, senza nemmeno accennare ad un'espressione facciale che possa far capire cosa stesse pensando. 
"Elizabeth Jones." parlò poi, afferrando con timidezza la sua mano e stringendola di poco. Zayn non ricambiò esattamente allo stesso modo, anzi strinse la presa, quasi facendole male e continuò a sorriderle. 
"Di dove sei, quindi?" 
Liz spostò lo sguardo intorno, tutti gli studenti cominciavano a rientrare nelle classi e le serviva una scusa per fuggire alla lezione di Educazione Fisica. Assolutamente.
"Hem.." continuava a guardarsi attorno circospetta, come se aspettasse che il gufo di Harry Potter venisse a portarle una lettera. Zayn era incantato dalla fragilità e dall'incertezza che giacevano in quel minuto corpo. 
"Sono di New York." rispose poi, guardando finalmente Zayn in faccia. 
Zayn annuì cercando qualche altro argomento su cui fare conversazione. La ragazza sembrava abbastanza taciturna. "Che materia hai adesso,Jones?" le chiese poi scherzando sul suo cognome. 
Era risaputo che ad una ragazza desse fastidio essere chiamata per cognome, ma contro le aspettative di Zayn, Liz non si accorse nemmeno di come l'aveva chiamata essendo troppo occupata a legarsi i capelli in una coda alta. 
Elizabeth sospiro. "Educzione Fisica. Sai dirmi dov'è la palestra?" Ne approfittò lei, osservando un volantino appeso alla bacheca della scuola.
Scuola di ballo 'Desireès'. Lezioni dai 7 ai 19 anni. 25$ al mese. 
Zayn puntò lo sguardo nella sua stessa direzione, per poi ricordarsi della domanda che le aveva fatto. 
"Certo vieni, anche io ho educazione fisica!" Liz si sentì afferrare per un braccio e fu trascinata in un immensa palestra. Le pareti laterali erano bianche, il pavimento era di gomma nera e vi erano lunghe scale che portavano a delle porte di utilità sconosciuta persino per gli studenti. C'erano già all'incirca sessanta ragazzi e ragazze che correvano attorno al campo da pallavolo. Elizabeth deglutì. 
"Dai vieni, sei fortunata perchè la professoressa Spotler è praticamente cieca. Non si accorgerebbe nemmeno se due ragazzi si assentassero dalla partita per scopare." Zayn si lasciò andare in una risata, pensando a quella volta che Tom, il suo migliore amico, si era chiuso nel bagno delle ragazze e lo aveva fatto con Melissa. 
Non che Zayn fosse del suo stesso 'girone'. Anzi, erano poche le ragazze alle quali si era ceduto Zayn, eppure gran parte della fauna femminile gli moriva ai piedi. O almeno questo era quello che dicvano. 
Elizabeth si lasciò sfuggire un grugnito di disgusto. Portò lo sguardo al suo polso, notando che il ragazzo lo stringeva ancora con la sua forte mano. Subito si staccò dalla presa e senza dire niente raggiunse il resto del corpo studentesco che correva. 
Zayn la guardò andare via, prima di raggiungere Madison. Zayn e Mad erano migliori amici solo dal secondo anno. Non si separavano mai. 
Una volta finirono per baciarsi per uno stupido gioco della bottiglia, ma per il moro non aveva significato niente. 
Erano andati in crociera insieme. Avevano festeggiato Halloween con gli amici più intimi ed il Natale in famiglia. 
La ragazza dall'altro lato della palestra correva svogliata sentendo già i muscoli delle cosce bruciacre e voleva già sedersi sulla panchina e non fare niente guardando i suoi compagni agitarsi per quell'inutile gioco. 
Decise quindi di potersi prendere una pausa per allacciarsi meglio le scarpe e si posizionò accanto alla panchina piegandosi sun un ginocchio e portando le mani al piede sinistro. 
"Hey bambolina, perchè non passi avanti e ci fai vedere come sai correre?"
Liz alzò lo sguardo sul ragazzo che le stava accanto, e che correva sul posto pur di muoversi. Aveva i capelli ricci e biondi, con due occhi verdi ed un fisico scolpito. Niente male. Se solo non avesse fatto quel commento. 
Zayn, qualche passo più dietro, aveva sentito la provocazione di Jacob. Arricciò il naso sentendo un certo senzo di fastidio a vederlo provarci spudoratamente con tutte. Non portava una bella nomina quel ragazzo, sopratutto con le ragazze. 
Mad da dietro gli diede un leggero pugno dietro la schiena per spronarlo a correre, e solo in quel momento Zayn si rese conto di aver rallentato la corsa ad una passeggiata. 
Elizabeth si rialzò fissando il ragazzo davanti a lei con disgusto, poi la prof annunciò che si sarebbero fatte le squadre. 
Senza dire niente si posizionò sulla linea di fondocampo asoettando che la scegliessero. 
Dopo dieci minuti buoni si sentì chiamare. Alzò lo sguardo e quella specie di 'armadio gigante' che le aveva 'gentilmente' detto che aveva un bel didietro le sorrideva. 
"Tu sei con me bel culo." disse infatti poco dopo lui. Liz si staccò dalla parete, camminando controvoglia verso i ragazzi che formavano la squadra.
Zayn fece qualche passo in avanti, pronto a sgridare Jacob per il suo comportamento da farfallone, però una voce attirò la sua attenzione. "Zayn!" 
Si girò e la bionda lo guardava con i suoi occhi grigi. Lei gli sorrise indicandogli la palla che reggeva in mano.
Zayn diede un'ultimo sguardo ad Elizabeth per poi avviarsi verso la sua squadra.








zayns corner.

Buona sera bellissime. dhfdk
Okay, in realtà avrei dovuto pubblicare questo capitolo solo Domenica o Lunedì.
Ma non ho resistito, volevo sapere cosa ne pensavate e cosa più importante, Domenica ho una gara di ballo quindi non sarò a casa dalle sette di mattina fino alle nove di sera c'':
So...cosa ne pensate? :D
Spero che vi sia piaciuto questo primo capitoloprologo.
E' una storia che avevo in mente da tanto tempo e solo ora ho deciso di scriverla e pubblicarla. c:
Vi anticipo che Zayn non è il solito donnaiolo puttaniere. E credo che l'abbiate già capito.
Doh!
Bene, io vado ragazzuole, mi scuso per  la lunghezza del capitolo, giuro che doveva venire più corto! o:
Beh, se vi è piaciuta recensite e ditemi qual'è stata la vostra parte preferita.
Se avete domande, chiedete pure c:
See you!! :) xx

Twitter-  @bravelyhurt 
Ask-..Quando mi farò Ask sarete le prime a saperlo :D



 

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Capitolo 2
*** Two. ***


Please Be Mine.
 

Two.
 
Tornando alla sua abitazione, quella sera, dopo esser andata a fare la spesa con il piccolo Nath, Elizabeth aveva scoperto che quella che di giorno poteva sembrare una bella città di notte era tutto il contrario.
Macchine sfecciavano per le strade senza rispettare il semaforo lampeggiante.
Ragazzi ubriachi solo di qualche birra si agitavano fuori dai locali reggendo una bottiglia o bicchiere in mano e parlando a vanvera. 
I due nuovi arrivati si trovarono anche nel mezzo di una rissa all'ultimo sangue tra due ragazze. Una scura e l'altra chiara si tiravano i capelli e imprecavano una verso l'altra. 
Era stata davvero una lotta all'ultimo sangue, poichè una delle due risultò avere un labbro rotto e l'altra l'occhio nero. 
Accellerarono il passo tenendo le numerose buste in mano e arrivarono nel vialetto dove resideva la loro casa.
Il piccolo Nathan strinse forte la mano della sorella maggiore, tenendo ben salda la sua busta della spesa. 
I suoi piccoli occhi verdi scuri vagavano per la via. Deserta. 
Il buio ormai era padrone, e in quella via si potevano scorgere solo i corpi dei due giovani che attraversavano il lungo marciapiede. 
Elizabeth deglutì a vuoto, sentendo improvvisamente il doppio del freddo, nonostante avesse in dosso un maglione di lana ed il suo giubbotto caldo. 
Il suo sguardo vagava per la via, e si ripeteva l'alfabeto in testa per evitare di pensare a quello che la circondava.
Era una cosa che faceva sempre, sin da quando era piccola.

'L, l'animale. M, menomale. N, è già Natale e tanti doni riceverò...' 

Si ripeteva in testa, riuscendo a scorgere già il portone del suo palazzo. Tirò un sospiro di sollievo e sentì la piccola mano del fratello che le stringeva le dita.
Nathan era sempre stato un bambino coraggioso. Non aveva paura degli aghi, cosa che invece terrorizzava la sorella. Non aveva paura dei pagliacci che di solito mettono timore ad un bambino. Non aveva paura delle montagne russe.
L'unica cosa che gli metteva paura era il buio. 
Ed in quel momento il buio era l'unica cosa.

'O  come orso..'

Sentirono lo spaccarsi du una bottiglia di vetro alle loro spalle e entrambi voltarono gli occhi dietro di loro, spaventati più che mai. 
"Liz, ho paura." piagnucolò Nathan abbracciando forte il busto della sorella. 

'P come paura.'

Elizabeth prese velocemente in braccio il fratello e un'ombra sembrava stare per avvicinarsi, così la ragazza cominciò a correre sentendo un vuoto allo stomaco. 
Quando si ha paura. E' sempre così.
Ci si sente un vuoto allo stomaco che non va via. In quel momento tutti i tuoi pensieri sono concentrati su quella paura e su quel momento.
Nulla può tranquillizzarti, se non un luogo sicuro nel quale rifugiarti. E u puoi solo rimanere lì, aspettando che l'incubo passi in fretta, così come il vuoto allo stomaco.
Il piccolo scacciò via i capelli della sorella dalla spalla e infilò la sua testa nell'incavo del suo collo serrando gli occhi. 
Elizabeth aveva in cuore che batteva a mille, lo stomaco completamente vuoto e la fame che qualche minuto prima le aveva quasi fatto svaligiare il supermercato era completamente sparita.
Fortunatamente il portoncino era aperto, la ragazza vi entrò lanciando senza ritegno le busta per terra, accanto ad un cactus verde spinoso e lasciò il fratello per terra. Andò a chiudere il portone e si riavvicinò al bambino che aveva entrambe le manine sulla faccia e nascondeva i singhiozzi.
Le sembrava tanto lei quando era piccola.  
Per i continui litigi tra sua madre e sua nonna, dove trascorreva maggiorparte del tempo, aveva passato l'infanzia chiusa in bagno a piangere. In quella stessa posizione.
Aveva imparato a trattenere i singhiozzi. Aveva imparato a piangere senza far rumore. 
Sbattè velocemente le palpebre e si piegò sulel ginocchia arrivando con la faccia difronte a quella del fratello. "Nath è tutto passato. Siamo nel portone adesso." tentò di rassicurarlo accarezzandogli ripetutamente il braccio. 
Il bambino continuava a tenere gli occhi chiusi e le mani sulla faccia. Le gambe gli tremavano e aveva solo voglia di abbracciare il suo puazzetto di peluche. 
"C'è a luce, vedi." portò le mani sulle sue staccandole dal suo piccolo viso. 
L'espressione dolorante del fratellino piccolo le colpì dritto il cuore. 
Teneva tantissimo a suo fratello, e vederlo in quelle condizioni la faceva star male. Il bambino aprì lentamente gli occhi, scorgendo il viso sorridente della sorella. 
Subito le corse incontro avvolgendo il suo collo tra le braccia ed asciugandosi le lacrime con la manica del giubbotto. 
"Nathan, va tutto bene. Tu stai bene?" Elizabeth usò un tono di voce dolce e calmo,come se quello che avevano appena vissuto non fosse mai successo. 
Purtroppo ogni volta che si trasferivano in una nuova città era così. Si trovavano in spiacevoli contesti che andavano a segnare nei ricordei del piccolo Nath. Una cicatrice sul tallone destro ne era un'esempio. 
Il bambino si staccò dall'abbraccio con la sorella e la guardò annuendo. Trovava quel pizzico di calma nei suoi occhi che riusciva a placarlo totalmente. 
"Bene, hai fame?" domandò poi con la sua solita calma, sorridendogli per incuotergli sicurezza. Nath annuì.
Elizabeth gli scostò i capelli biondi dalla fronte, baciandogliela e alzandosi. "Andiamo a cenare allora." 
Lo prese per mano e si avviarono, riprendendo le buste, per l'appartamento. 
Dentro casa Mary era già ai fornelli improvvisando una focaccia. 
I due chiusero la porta alle spalle e portarono le buste della spesa alla madre. 
La donna gli sorrise ringraziandoli, prima di infilare le mani dentro e cercare gli ingredenti necessari. 
Con un'espressione schifata uscì la mano dalla busta, sentendola bagnata e appiccicosa. Infatti le uova che vi erano dentro si erano rotte e ora Elizabeth guardava la scena sgranando gli occhi.
"Ohw Liz, ma cosa avete combinato?" domandò guardandosi le mani piene di uova. 
Liz sospirò. "Non è il miliore dei quartieri questo,mamma." disse semplicemente, spogliandosi del giubbotto e avvicinandosi alla stufa. 
Sfregò le mani tra di loro davanti al fuoco caldo e, come era solito fare quando aveva freddo, si toccò la punta del naso con le labbra. 
Mary sospirò si alzò velocemente le mani e raggiunse il bambino. 
Aveva capito che aveva pianto, lo vedeva dagli occhi rossi e dal suo modo di dondolare sui piedi per cercare di mantenere la calma. 
Gli accarezzò la testa abbracciandolo in un solo braccio. 
"Mi dispiace tanto ragazzi. Ho trovato casa qui,sapete che non posso permettermi altro con i soldi che guadagno." 
Elizabeth si passò una mano nei capelli neri e chiuse per un secondo gli occhi. 
"Ho visto un'annuncio, a scuola." disse pacata, voltandosi verso la madre. 
Mary diede una pacca amichevole sul sedere del figlio, che corse nella sua stanza imitando il rumore di un'aereo mentre decollava. 
La donna corrucciò le sopracciglia, avvicinandosi alle buste della spesa e cominciando ad estrarne i prodotti. 
"Danza. Sono £25 al mese." aiutò la madre a mettere a posto, disponendo del burro e del latte nel frigo. Anche se era inverno, Eizabeth era l'unica a fare colazione alla mattina, e le piaceva il latte freddo. 
Potevano stare anche -5°, lei avrebbe preferito sempre il freddo al caldo. 
Mary tirò un lungo respiro che poi si trasformò in un sospiro. "Liz io.."
"Mi troverò un lavoro!" puntò gli occhi in quelli della donna difronte a lei. "Io..cercherò qualche lavoro che possa darmi dei soldi. Così potrò pagarmi la scuola di ballo." continuò sperando di convincere la madre.
Mary sapeva che Elizabeth andava matta per la danza. Era una passione che aveva sin da quando era piccola. Nella grande città infatti suo padre la portava sempre a lezione. 
Il Giovedì alle 16.30. Se lo ricordava perfettamente.
"Ti prego mamma." la pregò lei mordendosi il labbro in attesa di una risposta. 
Mary annuì  e in un nano secondo si sentì stritolare nella presa della figlia. "Grazie." le sussurrò all'orecchio. 
Le deide un bacio e continuò ad aiutarla a sistemare la spesa. 
 
Liz uscì velocemente dall'aula, arrivando al suo armadietto e rimettendo tutti i libri dentro. 
Sospirò accasciandosi con la schiena al metallo e chiudendo gli occhi per qualche secondo. 
Erano solo due giorni che frequentava quella scuola e già l'avevano riempita di verifiche e compiti per 'vedere le sue capacità'. 
L'ansia cominciava a farsi sentire,poichè l'ora successiva avrebbe dovuto affrontare il compito di Francese.
Prese un lungo respiro,chiuse l'armadietto e si diresse in mensa. 
Una volta entrata nell'immensa stanza, si trovò paralizzata sulla porta,incapace di muoversi vedendo quanta gente vi era e sopratutto, quana fila c'era per il cibo.
Si fece spazio tra la folla ed arrivò ad un reparto dove davano la frutta.
"Posso aiutarla?" 
Liz alzò lo sguardo verso la donna alta che la guardava da dietro al bancone. Masticava una gomma in modo davvero poco cortese e la sua divisa era leggermente scollata e leggermente trasparente tanto che si poteva distinguere il pizzo rosso del reggiseno.
"Una mela,grazie." disse porgendo la mano per prendere il frutto che aveva chiesto. Poi si voltò ed uscì dalla massa di ragazzi che si destreggiava a raggiungere un bancone. 
Chissà cosa stavano servendo di così importante.
Si ritrovò con una mela in mano ed il libro di Francese nell'altra. Si guardò attorno spasata, cercando un luogo tranquillo e solitario dove ripassare la lezione, ma probabilmente il destino decise altro per lei.
I suoi occhi si puntarono su un ragazzo dai capelli neri ed un sorriso smagliante dall'altra parte della mensa. Sorrideva e parlava con una ragazza ed un ragazzo biondo,riccio.
Zayn.
La mattina precedente era stato gentile a presentarsi e ad aiutarla a trovare la palestra, ma sicuramente non era interessato a lei più di tanto. E le andava più che bene.
Si rese conto di stare ancora a fissarlo,proprio quando anche lui voltò lo sguardo verso di lei e la salutò agitando una mano in aria. 
Liz alzò la mano per salutarlo e immediatamente un'altro paio di occhi le furono addosso. 
Riconobbe la ragazza bionda con i capelli corti che il giorno prima aveva visto in classe e le scappò un sorriso ripensando a come aveva madato a quel paese il ragazzo che le aveva dato buca.
Mad continuava a guardare la ragazza in fondo alla sala. Sembrava così solitaria. Non si era nemmeno avvicinata per salutare Zayn.
Da quanto aveva capito i due si erano inconstrati agli armadietti e lui l'aveva aiutata a trovare la palestra,ma più di tanto non le importava.
Lanciò uno sguardo a Zayn, difronte a lei. Le stava ancora sorridendo, e con un gesto della mano la incitava a far parte del loro tavolo.
Liz sgranò gli occhi. Nessuno mai l'aveva invitata a pranzare con lei.
Soprattutto perchè lei era quella nuova.
Scosse la testa, indicando un tavolo vuoto, e malandato, all'angolo della mensa. Accanto ai cassonetti. 
Okay, forse avrebbe fatto bene ad accettare.
Zayn cacciò fuori il labbro inferiore, sbattendo velocemente le palpebre. Sembrava un cucciolo di labrador.
Elizabeth sorrise timidamente,avviandosi poi al tavolo. 
"Ciao Elizabeth." la salutò Zayn spostando il suo vassoio per farle spazio accanto a lei e la mora si sedette mimando un "Ciao.." con le labbra.
"Io sono Mad." gli occhi marroni di Liz si posarono sulla testa bionda davanti a lei. Le sorrideva e le tendeva la mano. Possibile che fossero così calorosi solo a Bradford? 
"Considerami la tua 'gossip girl'." continuò la bionda facendole l'occhiolino.
Liz strinse la mano della ragazza e le rivolse un sorriso sincero.
Il riccio accanto a lei sospirò. "Già. Questa ragazza conosce tutte le storie e tutti i gossip della scuola." Liz annuì interessata. 
"Peccato che sia ancora una vecchia zitella." Il ragazzo le fece una linguaccia canzonatoria e si deide il cinque con Zayn che rideva sotto i baffi.
Mad incrociò le braccia al petto sussurrando uno "Stronzi." e prendendo a mangiare la sua insalata.
"Comunque, io sono Tom. Nonchè suo cugino." Tom indicò con la testa la bionda accanto a lui e poi le tese la mano. Liz la strinse.
"Allora, parlaci di te. Non hai detto niente fin ora." La spronò Mad, riprendendosi dallo stato di trance nel quale era caduta. 
Elizabeth guardò tutti e tre i ragazzi. Aprì il libro di francese e cominciò a sfogliarlo controvoglia. 
"Non c'è molto da dire.." parlò dando un morso alla sua mela. Zayn accanto a lei la guardava.
La studiava. 
Aveva dei bellissimi capelli scuri e boccolosi che le ricadevano sulle spalle,oltre il seno. Le sue labbra erano vellutate, come se fossero state disegnate da un pittore. Il tratto dei suoi occhi era largo,così da lasciar vedere per bene le sue pupille altrettanto scure. E le sue piccole mani colorate da dello smalto viola scuro sfogliavano il libro di Francese.
"Sei di New York, giusto?" domandò Tom girando la forchetta nel suo pasticcio di patate. La cucina della mensa era orribile. Sopratutto quel giorno.
Liz annuì.
"Bella città. Mi piacerebbe andare a visitarla." Parlò Zayn,che per tutto quel tempo era stato zitto.
Elizabeth voltò il capo verso di lui. Le sue labbra carnose si disetsero in un sorriso e i suoi occhi si strizzarono leggermente. "Già. E' bella."
Restarono a fissarsi per qualche secondo,quando la voce allegra di Madison interruppe i loro pensieri. 
"Come mai sei dovuta andare via?" 
Un colpo al cuore. 
Le ripassarono in testa tutte le immagini dei suoi genitori che litigavano. Di sua madre che piangeva e di suo padre che andava via di casa abattendo la porta. 
Lei ce si chiudeva in stanza con Nathan di soli pochi mesi che piangeva snetendo tutto quel baccano. E poi la prima partenza.
Il primo addio.
Dovette dire addio a tutti gli amici cari. Dovette dire addio a Janny,Mike,Lola. Tutti i suoi amici,i suoi familiari.
Le lacrime cominciarono a farsi spazio tra le ciglia lunghe e colorate da un po' di mascara mentre le immagini diventavano sempre più toccanti e dolorose.
Si alzò di scatto facendo strusciare violentemente la sedia per terra. 
Chiuse con un tonfo un libro. "Hem, devo andare." sussurrò tenendo lo sguardo fisso sul libro. 
Si passò il dorso della mano sotto gli occhi,per raccogliere quelle lacrime silenziose che stavano per cadere. Zayn le prese un braccio,facendola voltare verso di lui prima che sparisse. 
"Hey.." la guardò bene. Il suo labbro inferiore tremava e gli occhi erano lucidi. 
Lasciò la presa e la ragazza uscì dalla mensa.
Zayn guardò Madison e Tom. "E' strana." disse l'ultimo, alzando le spalle.
"Prova tu a cambiare città,amici,familiari." gli andò contro Zayn. 
Tom lo osservò corrucciando le sopracciglia e Zayn sospirò. "Scusa amico. E' che..Non lo so, mi dispiace. E.." lasciò la frase in sospeso. Nemmeno lui sapeva cosa voleva dire realmente.
"Zayn giuro che avevo le migliori intenzioni." disse Mad scuotendo la testa e afferrandogli le mani. "I-io volevo solo sapere e magari.." Zayn annuì.
"Dovresti chiederle scusa però. L'ha presa male." 
La bionda annuì piegando la testa, e guardando la sua insalata. Inconsapevolmente,aveva fomato la lettera 'Z' con i mais.





zayns corner.

B-B-B-Baby.!
Come state? Passato una bella domenica? Tutto apposto?
Io NO.
Ho la febbre, il raffreddore, mal di gola e oggi dovevo fare una gara ma non sono andata. :'( *piange*
Il nostro gruppo ha fatto primo posto alle regionali! 
Yeeeeep! kdgfjd **
Allora, come vi sembra il capitolo?
Abbiamo visto che il quartiere dove vivono Mary,Liz e Nath non è affatto un bel posto, al contrario è parecchio pericoloso. E il nostro piccolo Nath non la prende bene. :(
Zayn,Mad e Tom(che per chi non l'avesse capito è il migliore amico di Zayn. Ne parla nel primo capitolo) conoscono meglio la Jones.
E inoltre, la nostra protagonista decide di mettersi a lavorare part-time (poi vedremo dove) per guadagnare soldi per la danza c:
Spero che vi sia piaciuto, e mi scuso per eventuali errori che non ho visto nella rilettura :)
Volevo aggiungere che questa storia è ambientata nel 2010\2011, quindi il nostro Zayn è come era ad X-Factor. c:
Forse più in la metterò delle gif o delle foto per farvi vedere i protagonisti c:
Miraccomando recensite in tante che presto posterò il terzo capitolo c;
Ultima cosa e poi scappo: 

HAPPY BIRTHDAY SHEERAN! dhgfdjdg


 

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Capitolo 3
*** Three. ***


Please Be Mine.
 

Three.
 
 
 
 
Passò dal corridoio, asciugandosi quella lacrima che era uscita senza permesso. 
Di solito riusciva a controllare questo tipo di incidente. Riusciva a tenerlo a bada e a non farsi vedere debole agli occhi della gente. 
Però quel giorno no. Non ci riuscì. 
Si sentiva così stupida. 
-Hey signorina!- si voltò fermandosi in mezzo al corridoio e vide la figura del bidello avanzare. Aveva un'enorme pancia pelosa che usciva fuori dalla maglietta bianca e schifosamente sporca. I pantaloni neri erano fortunatamente ben attaccati al bacino e camminava frettolosamente verso la mia figura.
La guardò affondo. -Dove sta andando? Dovrebbe essere in mensa.- disse, guardandosi continuamente intorno. 
-Hum..Io, non avevo una gran fame così..- 
D'un tratto fece un salto verso di lei.Sobbalzò. Sgranò gli occhi guardandolo bene. Aveva un'espressione accusatoria in volto. 
-Daccordo. Però ricordi  sempre una cosa..- si avvicinò perocolosamente al suo orecchio. Restò ferma aspettando. -Stia attenta ai topi, sono astuti. Molto, astuti.-
Si allontanò da lei,entrando in uno stanzino poco distante dal punto nel quale era ferma. Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Quell'uomo le metteva ansia.
Arrivò presto nell'aula di Frnacese, posò il libro su un banco e si sedettie sulla sedia, cominciando a ripassare. 
Non le era mai piaciuto il Francese, avrebbe preferito di granlunga studiare il cinese. Ma quella scuola, sfortunatamente aveva solo quel corso per la seconda lingua. 
Sentì la porta dell'aula aprirsi, e sbito dopo la testa di Madison fece capolinio nella stanza. 
Liz abbassò lo sguardo. 
-Hey, Liz..Io, volevo chiederti scusa.- disse Madison, sedendosi sulla sedia accanto a lei. 
Puntò i suoi occhi scuri in quelli di Mad, chiari. Abbozzò un sorriso. -Non devi scusarti. Anzi, mi dispiace per essere scappata via così, solo che..è difficile per me passare da una scuola all'altra. E..- 
La vide sporgersi verso di lei e in men che non si dica Liz si ritrovò stritolata in un abbraccio. Non disse niente, non si oppose. Le mancavano gli abbracci così, spontanei.
Dopo qualche secondo si staccò e sorridente la guardò.
-Senti, il Venerdì sera è da secoli che io e i ragazzi ci incontriamo e usciamo. Però se vuoi, potresti venire con noi!- sorrise entusiasta. 
Si passò una mano tra i capelli biondi, aspettando una risposta. Il fatto era che non se l'aspettava assolutamente. 
-Oh, beh..Grazie, certo.- accettò titubante. Non le era mai capitato di essere invitata ad una serata tra amici il secondo giorno di scuola.
Non le era mai capitato e basta.
La campanella trillò, segno che da l' a poco avrebbe affrontato il test di francese. Si passò sconcertata una mano tra i capelli.
Mad le fece l'occhiolino. -Allora ci vediamo oggi pomeriggio nel centro.- 
Le sorrise, vedendola uscire dall'aula. -Buona fortuna con il test!- urlò  alzando la mano per salutarla e poi sparì nel nulla. 
Elizabeth sorrise divertita. 
Tutti gli alunni cominciarono ad entrare nella classe, e dopo qualche minuto entrò anche la professoressa.
Le consegnò una scheda, e la ragaza cominciò a fare il suo compito. 
C'era solo un preblema che le frullava nella testa: non aveva la minima idea di dove fosse il centro.
 
 
Si infilò velocemente le scarpe, rischiando di inciampare in un'automobile giocattolo che Nathan aveva lasciato per terra e si diresse in tutta velocità nel bagno.
Liz e Madison si erano scambiate i numeri di cellulare fuori scuola, ma la mora non aveva avuto il coraggio di dirle che non sapeva dove fosse l'appuntamento. 
Non voleva che pensasse che fossse una sprovveduta.
Racolse i capelli in una coda alta, e lasciò che il ciuffo ricadesse sul lato destro del viso. 
L'unica cosa che le piaceva del suo corpo erano i capelli. 
Scuri, come quelli del padre. 
Le mancava, le mancava troppo.
Si voltò verso la porta, sentendo una presenza guardarla. Il piccolo Nathan infatti la stava osservando con la testa piegata da un lato ed un'automobile rossa fiammante tra le piccole mani.
-Dove vai?- le chiese innocentemente, quasi sussurrava. Aveva un tono di voce un po' stridulo, ma a Liz piaceva. Infondo era ancora piccolo e questo aspetto la  inteneriva tantissimo. 
Gli sorrise abbassandosi alla sua altezza e gli diede un buffetto sulla guancia.
-Esco con degli amici, perchè?- In effetti era strano che Nathan le chiedesse dove stesse andando senza urlarlo a tutta la casa. 
Nath si nascose dietro un armadio del bagno, assumendo l'espressione di un investigatore. -Perchè il nemico è in giro. Devo proteggertivi, io.- 
-Protteggerti.- lo corresse la sorella ridacchiando divertita. 
Il piccolo la guardò mettendo entrambe le mani sui fianchi. -Sono io il capo!- dichiarò fermamente, alzando il mento con fare superiore. 
Liz si trattenne dallo scoppiare a ridere e assunse una posizione dritta e portò la mano alla fronte. -Sissignore.-
-Miraccomando, a casa per le nove.- e detto questo il fratello uscì dal bagno, lasciandola ai suoi pensieri.
Era incredibile come quella piccola creatura potesse metterla sempre di buon umore e farle scordare tutto, anche per pochi minuti. 
Portò le mani sul brodo del lavandino, ritornando alla realtà a ricordandosi che avrebbe dovuto predere il bus per arrivare in centro. Casa sua era in uno spettroso quartiere di periferia.
Sbuffo, si deide un'ultima occhiata allo specchio e dopo aver preso il telefono e qualche soldo e salutato la madre uscì di casa.
Il sole stava già calando e le tenebre si avvicinavano. 
Come uscì di casa un brivido di freddo le attraversò la schiena. Si strinse nel cappotto e si diresse all'angolo,m aspennado con ansia il bus. 
Dopo nemmeno dieci minuti eccolo fermarsi. Ci entrò subito mandando un messaggio a Mad. 
 
Speva che tutto quello che stava facendo era sbagliato, sapeva che non dovev arischiare, che non dovev aspingersi troppo oltre, ma aveva la sensazione che Mad era vera. 
C'era come una vocina nella sua testa che le diceva: 'Fidati di loro. Sii loro amica.' 
E poi un'altr ain contrapposizione che urlava: 'No! Sta ferma! Soffrirai!'
Sospirò sedendosi su una delle sedie gialle del bus. Quelle sedie scomidissime.
Si passò una mano sulla fronte, tirandosi indietro il ciuffo che le cadeva. Chiuse gli occhi e posò la testa sullo chienale, cercando di rilassarsi per un secondo. 
-Hey scusa. E' libero qui?- Liz alzò aprì gli occhi e voltò la testa alla sua sinistra. Un ragazzo alto, con un sorriso simpatico che lasciava intravedere due buchi ai lati e dei capelli spettinati la guardava. 
Il ciuffo le ricadde sull'occhio destro, oscurandole la vista per metà. -Oh, certo.- 
Il ragazzo prese porso accanto a lei, ringraziandola. 
Tutto il resto del viaggio non avevano fatto altro che scambiandosi occhiatine fugaci e sorrisi imbarazzati. 
Ci vollero più o meno venti minuti prima di arrivare al centro. E da quello che un atelefonata le aveva permesso di capire, il suo 'compagno' si chiamava Harry.
Bel nome. Era il nome più Britannico che avesse mai sentito.
Uscì in fretta dal bus e mise piede nel centro di Bradford. 
L'aria fredda di Dicembre la colpì in faccia come uno schiaffo e fu costretta ad arricciare il naso per il fastidio.
Cominciò a camminare per le vie.Un sacco di gente camminava in gruppetti o in coppie. Era bello vedere tutta quell'allegria tra le persone. 
Alzò lo sguardo e notò che diverse luci ricoprivano i balconi dei palazzi alti e che anche i neozi erano imbanditi di numerosi lucine. 
Liz non amava il periodo Natalizio, semrpe passato con le stesse persone, sempre le stesse chiacchiere, sempre la stessa tristezza. ma questa volta era diverso. Si sentiva a suo agio nella città e..
D'un tratto si rese conto di essersi completamente smarrita!
Si guardò attorno. Tutte le persone camminavano tranquillamente non dando peso a quella ragazza che restava immobile nel mezzo della strada. Le auto di tanto in tanpo passavano facendosi spazio tra la folla, c'era un cane che camminava tra le persone scodinzolando per un pezzò do pane e degli spaventosi uomini vestiti da Babbo Natale che suonavano una campana chiedendo soldi. 
Liz cominciò a camminare velocemente facendo spazio tra tutti i ragazzi che camminavano.
Riuscì a passare avanti e a vedere la strada all'orizzionte, quando d'un tratto venne di nuovo spintonata dietro da n gruppo di ragazzi che di stavano picchiando. 
Cominciò a correre spaventata verso una qualsiasi meta, e proprio quando credette di aver sorpassato la folla e di stare al sicuro, i fari di un'auto le puntarono gli occhi. 
Si voltò nella direzione nella quale era venuta sperando di non essere investita e fece un passo avanti ma inciampò e avrebberischiato di finire con la facci a terra se non fosse stato per quelcuno, che in quel momento la sorreggeva dai fianchi.
Alzò lo sguardo, incontrando due occhi color oro. Sembravano sorriderle. 
Avrebbe riconosciuto quegli occhi ovunque.
Zayn Malik.
Schiuse le labbra guardando quelle del ragazzo che aveva difronte. Così rosse. 
-Ti sei persa?- le domandò lui continuando a reggerla. Tutta quella vicinanza permise a Zayn di osservarla meglio.
I lineamenti dolci e delicati, le labbra piene e rosee, il nasino leggermente arrossato per via del freddo e gli occhi, grandi e scuri. Molto scuri. Sembravano quasi neri come i suoi capelli. Ma Zayn era sicuro che alla luce del sole li avrebbe distinti meglio.
Lui sentiva la presa di Elizabeth sulle sue braccia, e gli piaceva terribilmente quel contatto. 
La ragazza si staccò velocemente da lui, realizzando di essergli praticamente addosso. -Hum..io..- guardò le sue scarpe, cercando una scusa plausibile al suo quasi suicidio.
-Oh, Liz!- Madison li raggunse, riscuotendola dai suoi pensieri facendosi spazio tra la massa a suon di gomitate, ricevendo una serie di insulti, ma non sembrò preoccuparsene. 
-Dov'eri finita? Il bar è dall'altra parte!- le disse sorridendole divertita. 
Zayn davanti a loro fu raggiunto da Tom, che era impegnato con il telefono tra le mani. 
-Oh, mi sono persa e..- Liz incrociò dinuovo lo sguardo di Zayn, per poi riportare i suoi occhi in quelli blu di Mad.
La matita e il mascara blu risaltavano il colore dei suoi occhi ed il rossetto sulle labbra si curvava in un bel sorriso. 
-No un attimo.- li interruppe Tom, che sembrava essere tornato alla realtà. 
Tutti lo osservarono. -Mi state dicendo che era lei la ragazza con la quale dovevamo uscire oggi?- Elizabeth si trovò a disagio. Si sentiva come se non fosse desiderata da Tom, data la sua espressione accigliata. 
Mad annuì, togliendo ogni dubbio anche a Zayn, che aveva preferito tacere piuttosto che domandare. -Beh allora andiamo a divertirci!- esclamò il biondo, prendendo sottobraccio Liz. 
La mora rise divertita, lasciandosi trasportare dal ragazzo accanto a lei. 
Intanto, Zayn e Mad dietro di loro li seguivano parlando tra di loro. 
 
-Bene, chi vuole un po' di pizza?- domandò Mad guardando gli amici che intanto, attenti ad osservare il parco di Bradford si erano dati alle chiacchiere. 
Infatti la domanda di Mad fu del tutto ignorata dai tre.
-Ho detto..- cominciò avvicinandosi al gruppo. -Chi vuole la pizza?- urlò a squarciagola, facendoli indietreggiare e portare le mani alle orecchie.
-Cavolo,Mad! Potevi domandarlo tranquillamente, senza perforarmi il timpano!- la rimbeccò il riccio, massaggiandosi convulsamente l'orecchio.
La bionda si trattenne dall'urlare una seconda volta. 
-Io vi ho chiamati, ma non mi avete sentito.- si giustificò alzando le mani. 
-Quindi?- chiese poco dopo.
Tutti acconsentirono, sentendo lo stomaco brontolare. -Chi viene con me?- domandò Mad, guardando il moro.
Zayn teneva le mani nelle tasche del giubbotto e si guardava attorno. Liz sembrava impegnata ad osservare l'enorme parco attorno a lei e Zayn cominciò a guardarla. I capelli, raccolti da una coda le scendevano fin sotto le spalle e le sue mani tremanti per il freddo reggevano il cellulare. 
-Zayn,- il ragazzo portò gli occhi sulla bionda poco distante da lui. -vieni tu con me, a prendere le pizze?- 
Madison sporse il labbro inferiore e corrucciò leggermente le sopracciglia.
Sperava che il suo migliore amico l'avrebeb acocmpagnata, ma quella sera era totalmente assente. Era come se avesse visto un fantasma e fosse caduto in trans.
 -Tom?- Zayn guardò l'amico biondo che intanto aveva attaccato conversazione con Liz. 
-Cosa?- rispose lui.
-Le pizze! Ma insomma, chi viene con me a prenderle?- sbuffò spazientita Mad.
Tom annuì. -Andiamo, scassa palle.- sussurrò le ultime due parole una volta che erano vicini e Mad gli diede una gomitata nelle costole. -Coglione.-
Liz scattò una foto ad un albero illuminato da tante piccole licine e sorrise soddisfatta. Si voltò per mostre la foto a tutti ma l'unico che c'era era Zayn.
-Sono andati a prendere delle pizze.- la anticipò Zayn. Le aveva per caso letto nella mente?
Elizabeth annuì arricciando le labbra e facendole scontrare con la punta del naso. Era una cosa che faceva sempre quando aveva freddo. 
Zayn sorrise divertito. -Vieni, ti faccio vedere una cosa.- le prese dolcemente la mano e Liz trasalì non appena i loro palmi combaciarono. La sua così piccola con quella di Zayn così grande. La sua fredda e la sua incredibilmente calda. 
Si lasciò trascinare per il parco, finendo in un corridoio stretto, circondato da alberi, dove la lice della luna arrivava lenta e fioca. Era quasi completamente buio lì.
Si guardò attorno spaventata. Strinse involontariamente la mano di Zayn e lui capì che si stava preoccupando. 
Le lanciàò uno sguardo fuggitivo e continuò a camminare nell'erba, fino a scorgere degli alberi che circondavano un punto del bosco totalmente nuovo. 
Vi era solo dell'erba, e il cielo si era nuovamente scoperto lasciando vedere la maestosità della luna. 
Liz si guardava attorno, adesso, sbalordita.
-Zayn..- sussurrò a bassa voce, lasciando traspirare la sua tranquillità e sorpresa. 
-Guarda.- Zayn si portò davanti a lei, sovrastandola con la sua altezza. Le prese entrambe le mani fredde e la portò al centro del posto, esattamente sotto i raggi della luna. I loro occhi si guardavano, e Zayn riusciva a specchiarcisi, talmente tanta era la vicinanza tra di loro. 
Sentiva il respiro corto di Liz, e le sue labbra dischiudersi al passaggio della lingua che le inumidì facendole diventare più rosse e facendole sembrare più morbide. 
Zayn deglutì silenziosamente osservandola. Era così bella.
La mora distolse lo sguardo riluttante, posandolo sulla luna che li guardava dall'alto. -Si dice che se chiudi un occhio e alzi il pollice, esso sarà sempre grande quanto la luna.- disse lei separando una mano da quella di Zayn e portando il pollice in aria. Chiuse un'occhio e posizionò il dito sulla luna.
Zayn fece lo stesso, notando che quello che aveva appena detto Liz era vero.
Lei sorrise trionfante verso il ragazzo che ancora le stringeva una mano. -Visto?- 
Zayn le sorrise di rimando e si allontanò da lei. -Wow, lei sa tantissime cose signorina Jones.- le disse alzando la testa e porgendole la mano, facendo un leggero inchino. 
Elizabeth ridacchiò divertita. -Cosa sta cercando di fare signor Malik?- gli chiese osservandolo. Lui la fissò. -Mi concede..?- 
-La mia verginità? No.- rise lei ironizzando la cosa. Zayn sgranò gli occhi avvampando leggermnete. 
-Ma no! No, mi concede questo ballo! Liz!- rise.
Liz gli prese una mano timidamente, e si lasciò avvicinare al corpo caldo di Zayn che la prese dalla schiena con l'altra mano.  
I loro corpi si sfioravano. E Liz dovette alzare leggermente il viso per guardarlo negli occhi. Sorrise non sicura di quello che avrebbe voluto fare Zayn. 
Si mossero verso destra, poi avanti, dietro e verso sinistra, sempre uno attaccato all'altro. Elizabeth rideva divertita, notando che Zayn era totalmente incapace. -Ma cosa stiamo facendo?- domandò più a se stessa che a lui.
Zayn rise. -Balliam...-Inciampò in un sassolino, e si trovò a due millimetri dalle labbra di Elizabeth.
Le guardò quelle bellissime labbra, scoprendo una voglia insana di assaggiarle e esplorarne ogni minimo particolare.
Liz faceva altrettanto. E i suoi occhi così belli e profondi. 
Era già la seconda volta che la salvava da una caduta, si ritrovò a pensare Liz.
La suoneria di un cellulare li portò alla normalità.
Zayn rispose, estraendo il suo IPhone dalla tasca un po' scocciato. -Mad..-
-Dove diavolo siete? Me l'hai violentata? Zayn. Riportate i vostri culi qui. Adesso.- lo minacciò mad dall'altra parte del telefono, più nervosa che mai. 
Zayn si lasciò sfuggire una risata. 
-Tom! Non mangiarti la mia pizza!- sentì urlare dalla bionda prima che la linea venisse interrotta da lei stessa. Zayn scosse la testa ridendo. 
-Che cosa è successo?- domandò Liz, infilandosi le mani nelle tasche un po' imbarazzata. Zayn le prese la mano e la diresse dinuovo verso il parco dov'erano pochi minuti prima. 
-Mad ci ha chiesto di riportare i nostri culi al parco perchè le pizze sono pronte.- Zayn alzò le spalle sorridendole e lei ricambiò.
Quella serata fu indimenticabile, per tutti e quattro.



zayns corner.


Weilaaa! c':
Mi scoso per il ritardo a pubblicare il terzao capitolo, ma...otto recensioni! skhdsj
Grazie bellissime, non sapete quanto mi rende felice leggerle c':
Aaaw, mi sento amata. (??)
Allora, passiamo al capitolo. **
Avrete notato che ho cambiato le virgolette in trattini. C'è un motivo molto semplice: Si capisce meglio.
Oh, non è vero? 
Volevo anche cambiare tutta la storia dalla terza persona alla prima, però ho notato che non potevo fare scambi e quindi la storia resterà così çç
Ammeno che non decida di scrivere dal capitolo in poi, in prima persona con i vari 'povs'. Va beh, poi vedremo c;
Quindi, nel capitolo tre vediamo uno Zayn 'superhero' che aiuta la povera Liz a non essere investita e, poi, a non cadere di culo a terra; vedamo Mad, speranzosa di un aiuto da parte di Zayn con le pizze; un Tom simpatico e socievole e una Liz spaventata dal fare amicizia, ma disponibile e contenta di questo nuovo gruppo. 
Poi..se avrete letto bene..c'è l' 'intrusione' di un personaggio...Mmh.... Chi è? 
:D 
*I'm watching you. *
mlmlmlml, voglio vedere se siete state attente e se avete capito di chi si tratta *-*
Scrivetemi la vostra opinione sul capitolo e il vostro  verdetto a proposito dell' intruso. c':
Ringrazio ancora le otto recensioni e le 118 visite. Ringrazio chi ha preferito,ricordato e seguito la mia storia. jhgdjh c:
Love you all.
See you! xx


Twitter- @bravelyhurt
Ask- I have no Ask. :** 

 

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Capitolo 4
*** Four. ***


Please Be Mine.
 
Four.
 
 
La sveglia cominciò a trillare sul comodino della stanza, inducendo Liz ad alzare le coperte fino alle orecchie e a sbuffare infastidita.
A volte avrebbe voluto avere i poteri come Harry Potter, così, quando le sarebbe servito, con un incantesimo avrebbe sterminato tutto quello che era cusa di fastidio o irritazione.
Sfortunatamente non li aveva.
Con un gesto secco si sfilò le coperte di dosso, rabbrividì per il freddo e si alzò.
Spense con uno strattone piuttosto brusco la sveglia e si diresse in cucina per fare colazione.
Liz era l'unica della famiglia a fare colazione.
Quando c'era suo padre facevano colazione insieme, mentre la madre e Nathan si preparavano per andare a scuola. 
Le mancava tanto. La casa era vuota, maledettamente silenziosa senza di lui.
Si udì la voce attontita di Nath urlare qualcosa di incomprensibile e poi una porta sbattersi.
Nathan di prima mattina era intoccabile, come lei daltronde. 
La madre diceva che avevano preso entrambi l'abitudine di loro padre. 
Liz perchè si alzava e si fiondava a fare colazione; Nath perchè urlava e sbatteva la porta del bagno.
Affondò un biscotto nel latte appena riscaldato e si ritrovò a pensare all'uscita di due giorni prima.
Quella sera si era lasciata andare.
Quella sera aveva conosciuto Tom,Mad e Zayn.
Quella sera si erano divertiti, scherzando e integrando al meglio Liz nei loro discorsi e nel loro solito trio.
Già, quella sera.
Liz sapeva di stare sbagliando tutto. Eppure non riusciva a fare a meno di quelle compagnie. 
Mary le aveva ripetuto milioni di volte che, anche se si trovavano a cambiare casa da un giorno al'altro, avrebbe dovuto comunque far amicizia e integrarsi. Ma il problema era quello!
Era impossibile per Liz fare amicizia con un gruppo di ragazzi, sapendo che a distanza di pochi mesi avrebbe dovuto abbandonarli.
Si alzò, rimise la coppa nel lavandino, i biscotti nel tiretto e il latte nel frigo.
Si diresse in stanza e prese i suoi vestiti. Aspettò prima che Nathan uscisse dal bagno e poi ci si fiondò cominciando a lavarsi e prepararsi per andare a scuola.
 
 
-In ogni caso non ne avevi il diritto!- sbraitò la bionda contro Tom.
Zayn non li vedeva dalla sera precedente, li aveva appena raggiunti e già stava assistendo alla litigata mattutina tra Tom e Madison. 
Si passò una mano tra i capelli, riponendo il libro di chimica nell'armadietto. 
-Che esagerata. Stavo solo cercando la mia playstation!- ribattè Tom sbuffando.
Il moro ormai era abbituato a vederli litigare, e il 90% delle volte si schierava dalla parte di Mad. Insomma, Tom era il suo migliore amico ma era di un'invadenza insopportabile.
-Nella mia stanza?!- urlò lei, alzando le sopracciglia e tirandogli uno schiaffo sul braccio. 
Tom indietreggiò assumendo un'espressione dolorante. -Ahio! Ti avevo chiesto scusa!- strillò a sua volta.
Zayn decise che era il tempo di intervenire. 
Prima che Madison riuscisse a rompergli il naso, si piazzò tra i due, spostandoli con le mani.
Sorrise guardando prima Mad, poi Tom. -Buongiorno amici.-
La bionda, si ravvivò i capelli leggermente arricciati dalla sera precedente e si allontanò dalla presa di Zayn. Prese un respiro profondo e gl rivolse un sorriso. 
-'Giorno Jawaad.- gli baciò la guancia destra e si diresse al suo armadietto, non degnando di uno sguardo Tom.
Il moro sbuffò, pulendosi schifato la guancia con la manica della felpa viola che indossava. 
Non che fosse un maschilista o che gli facesse schifo. Anzi, gli piacevano questo genere di dimostrazioni d'affetto. Solo che Mad aveva la orribile abitudine di mettere sempre il rossetto o il lucidalabbra, e ogni volta Zayn si trovava con una macchia rossa sulla guancia o sul collo.  
Aveva anche pensato, per un momento, che potesse piacere alla sua migliore amica, date quelle occhiatine e effusioni un po' troppo spinte. Poi però si era ricreduto non appena aveva saputo che la tenera Mad aveva perso la verginità, quattro anni prima.
Scosse la testa, cacciando via quel brutto pensiero e tornò con i piedi per terra. Tom aveva cominciato a camminare diretto all'aula di matematica. Zayn lo raggiunse.
-Cosa è successo 'sta volta?- domandò lui, infilando una mano nella tasca del jeans. 
Il biondo sospirò. -Stavo cercando la playstation, dato che mia madre me l'ha confiscata per aver preso quel due in educazione fisica...che poi non capisco perchè mi ha messo due! Quella racchia. Stavo solamente controllando che lo stanzino fosse in ordine..- si difese alzando le braccia al cielo, ripensando a quel giorno. -..Okay, stavo vedendo se nelle mutande della Morris era tutto in ordine ma questo non conta. Oddio, il sesso conta e come! Intendo, però che magari la prof dovreb..-
Zayn lo interruppe bruscamente. -Tom stavamo parlando del litigio!- 
Sbuffò. 
Zayn sapeva che Tom non era un buon canta storie. Insomma, ogni volta che gli chiedevano di raccontare qualcosa perdeva il filo del discorso. Zayn e Mad avevano avuto l'impressione che lo facesse apposta, poi con il tempo capirono che era un suo piccolo difetto. 
-Giusto.- i due raggiunsero la classe e si sedettero al loro solito posto. -Quindi, sono entrato in camera sua e o cominciato a cercare. Ho aperto il casseto dell'intimo...-
-Hai rovistato tra le sue mutande?!- sussurrò Zayn accigliato. 
Una volta Zayn aveva per sbaglio aperto quel cassetto ed aveva avuto tanti di quegli schiaffi che il braccio gli era diventato pieno di lividi.
Tom annuì indifferente. -Non l'ho fatto a posta!- Zayn lo fulminò. 
-Comunque..Ho aperto il cassetto e ci ho trovato una scatola di pillole anticoncezionali e degli slip in pizzo rossi.- sussurrò le ultime parole disgustato.
Zayn strabuzzò gli occhi. 
-Mi ha colto in flagrante e le ho fatto la romanzina. Lei si è incazzata e mi ha picchiato.- raccontò in breve Tom quello che era successo la sera prima.
Zayn era stupefatto. Insomma, sapeva che Mad non era una ragazza che si limitava ad avere un fidanzato fisso per più di una settimana, ma non immaginava che sarebbe arrivata a comprare gli slip di pizzo.
Ad interrompere il flusso dei suoi pensieri, fu l'entrata in classe di una ragazza.
Dei lunghi capelli scuri le cadevano sulle spalle, gli occhi vagavano per l'eula alla ricerca di un posto libero e le maniche della maglia bianca di lana le corpivano le mani. 
I suoi occhi si posarono in quelli di Zayn. 
Lui le sorrise incitandola con lo sguardo a raggiungerlo, ma dovette corrucciare le sopracciglia quando, invece che ricambiare il sorriso e prendere posto accanto a lui, Elizabeth aveva preferito sedersi nlle file più avanti, lontando da lui e da Tom.
Quest'ultimo si sporse verso l'amico, continuando a tenere lo sguardo sulla mora. -Ma che l'è preso?-
Zayn fece spallucce. 
Forse non l'aveva riconosciuto.
E così si autoconvinse fino alla fine dell'ora. Aspettò che la campanella suonasse per poterglisi avvicinare e chiederle spiegazioni, ma come uscì dall'aula Liz sembrava sparita.
Si era dissolta nell'aria.
E così per tutte le sei ore di lezione a scuola.
Tom, Zayn e Mad non erano riusciti a parlare con Liz.
Liz aveva accuratamente evitato Tom,Zayn e Mad.
 
 
Tornò a casa, gettò la cartella sul divano e corse in cucina dalla madre.
-Hey Liz, oggi mangiamo solo carne, va bene per te?- domandò Mary sorridendo alla figlia mentre posava i bicchieri sul tavolo.
Nathan, vedendo la sorella scese con un balzo dalal sedia ed andò ad abbracciarla. Elizabeth ricambiò l'abbraccio e diede un bacio alla madre.
-Mamma,- la chiamò entusiasta. -ho trovato un lavoro!- esordì sorridendo.
Mary alzò lo sguardo dal tavolo e posò i suoi occhi chiari in quelli scuri della figlia. Un sorriso si allargò sulle sue labbra e si fiondò ad abbracciare Liz.
-Dove? ..Come?Quando?- 
Liz si staccò dall'abbraccio e di sedette su una sedia della cucina, osservado la madre maneggiare con la padella. 
-C'è un panificio dall'altro lato della strada. Passavo di lì tornando da scuola e ho visto l'annuncio: 'Cercasi dipendente.'- 
Sorrise tra se e se. 
La gioia era immensa. Finalmente aveva trovato un lavoro ed avrebbe potuto frequentare la scuola di danza senza probblemi. Era felicissima.
-Hai già..-
-Si. Non ho perso tempo, sono entrata e mi sono presentata. Il direttore è un grasottello simpatico e mi ha dato subito il posto. Diceva che 'ispiravo fiducia'. Mi ha detto anche che ci sarà un'altra ragazza con me.- 
Il piccolo Nathan si alzò sulla sedia sollevando le braccia al cielo. -Ho risolto il probblema di geometrica!- esultò sorridente. 
-Geometria.- lo corresse ridendo la sorella.
Quel visino dolce e allo stesso tempo furbo era irresistibile. Liz aveva un debole per suo fratello, in senso fraterno ovviamente.
Nathan sbuffò e si mise dinuovo seduto. 
Mary servì la carne nei piatti e prese posto a tavola. -Quando cominci?-
-Domani pomeriggio. Dalle cinque alle nove.- tagliò la carne nel piatto e la portò alla bocca.
Mary strabuzzò gli occhi. -Beh..è troppo tempo Liz per..-
-Mamma, è abbastanza per avere trenta sterline ogni due settimane.- la madre le accarezzò dolcemente la spalla. -Posso farcela.-
-E come farai con i compiti tesoro?- Mary era leggermente preoccupata, ma sapeva che Liz era una ragazza audace e che apprendeva in poco tempo, nonaveva dubbi su come avrebbe svolto il lavoro. Il probblema era la scuola. 
Non era facile bilanciare la scuola e il lavoro.
Liz sospirò. -Ce la farò.-
-Quanti giorni alla settimana?.-
-Ho pregato Gianni di farmi lavorare già da domani e ha detto che dal prossimo martedì lavoreremo tutti i giorni, tranne il Lunedì e la domenica solo di mattina.-
Nathan sgranò gli occhi. -Ma Liz!- si lamentò prendendole la mano. -Così non avrai mai tempo per me!- 
La mora sporse il labbro inferiore intenerita. -Ma no Nath. Avrò sempre tempo per te, sta tranquillo.- gli accarezzò la testa bionda e riprese a mangiare.
In effetti, era una vera e propria pazzia.
Forse avrebbe dovuto dire che Gianni le aveva chiesto di lavorare solo i giorni infra-settimanali. 
Forse avrebbe dovuto dire che lei lo aveva supplicato di farla lavorare in più.
Forse avrebbe dovuto dire che il pensiero di tornare a casa alle nove passate ogni sera le metteva i brividi.
Forse, avrebbe dovuto dire tuto questo. Ma lo tenne per se. 
Era sicura che si sarebbe abituata.
Liz voleva quel lavoro. Voleva riuscire a frequentare quella scuola di ballo, perchè le mancava terribilmente.






zayns corner.

Mi scuso per il ritardo disumano e per gli eventuali errori, ma sono davvero di fretta. o:
Questo non è il migliore dei periodi, per motivi che non sto nemmeno a spiegarvi e per motivi completamente futili.
Vi chiedo ancora scusa per aver aggiornato così tardi, è solo che allo scorso capitolo ho visto così poche recensioni..due.
Quando a quello precedente me ne avete regalate otto ..cosa c'è? Non vi piace più la storia?
Sta diventando noiosa?
Non scrivo bene? Non mi faccio capire?
Vi prego di dirmi dove faccio errori così che la prossima volta possa correggermi e non sbagliare più. :)
Ci tengo davvero a questa storia, anche perchè c'è qualcosa di personale dentro. 
Sappiate che vi amo comunque :3 
Okay, passiamo al capitolo.
Liz,Mad,Tom e Zayn non si sono visti per due giorni di seguito.
Nonostante vadano alla stessa scuola, non si sono incontrati per volontà di Liz proprio per paura.
Liz infatti ha paura di poter perdere tutti gli affetti, come è successo in passato, e quindi cerca di allomtanarsi sempre di più da quelle nuove amicizie.
Ma...*c'è sempre un ma djhfdj* il destino vuole altro per la piccola Jones, e nel prossimo capitolo scopritete tutto. :D
ashgfsikufyekj 
Intanto, ha trovato lavoro alla panetteria di Gianni, che è il proprietario della panetteria e farà orario continuato. 
Riuscirà a reggere?
Scopriremo anche questo! :D 
Sul litigio di Mad e Tom non c' molto da dire, è abbastanza comprensibile.
Poi vedremo *lol, non vi dirò niente fino al prossimo capitolo* perchè Tom è tanto in confidenza e perchè ha fatto la romanzina alla dolce Mad?
lalalala, non vi dico niente! u.u

Bene, dopo avervi rotto i coglioni abbondantemente, io vado a prepararmi per un compleanno :*

Miraccomando lasciatemi il vostro parere in una recensione c:
Ci vediamo belle! c:




Twitter: @bravelyhurt
Ask: Non ho Ask! o:






 

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Capitolo 5
*** Five. ***


Please Be Mine.
 
Five.
 
 
Quella mattina Zayn si era svegliato con la voglia di vivere di un pesciolino rosso.
Si sa, che i pesciolini rossi non vivono più di un anno. E se arrivano a vivere in quell'ampolla per un anno è già tanto.
Beh Zayn si sentiva esattamente così. Si sentiva in trappola. Sempre la solita vita, sempre le solite esperienze.
C'era anche il fatto che non vedesse quei due occhioni scuri da più di tre giorni che lo distruggeva.
Gli occhi di Elizabeth. Erano due calamite color cioccolato, indistinguibili.
Riuscivano a parlare.
Ed era questo che di più mancava a Zayn. Quello che più desiderava, quella mattina. 
Desiderava rivedere quegli occhi, comunicare con le sue iridi, per poi passare ad osservarle le labbra piene e rosse, la carnagione chiara in contrasto con i suoi caratteri, le guance sfumte dal leggero fondotinta, i suoi capelli così naturali e di quel colore tanto simile ai suoi, ma più lucenti.
Gli manacava sentirla parlare. 
Forse perchè era colpito dalla novità, perchè Liz era una novità. Forse perchè si sentiva particolarmente invaghito. O forse perchè era semplicemente attratto da lei.
Si incamminò a scuola assaggiando i suoi pankake mattutini mentre passeggiava, chiacchierò all'entrata con i suoi amici e  si diresse nella classe di chimica.
Prese posto posando la sua borsa distrattamente per terra e cominciò a messaggiare sotto al banco con un vecchio amico: Sean.
Quel ragazzo Zayn lo conosceva per filo e per segno.
Sean era più grande di tre anni rispetto a Zayn, e lo aveva aiutato molto in qualsiasi cosa, eccetto lo studio. 
Sean aveva lasciato la scuola a diciassette anni per arruolarsi in marina. Prova fallita miseramente. 
Diceva che non gli piacevano quelle tute, che lo facevano sembrare grasso e non sopportava l'idea di doversi tagliare i suoi capelli biondo cenere.
Infatti, Sean aveva un incredibile mania di sestesso. Zayn ne era rimasto un po' contaggiato, sopratutto per quello che riguardava i capelli.
Lo avrebbe reputato il suo migliore amico, anche perchè aveva un'hobby che lo interessava particolarmente: i tatuaggi.
Zayn aveva pensato molte volte di farsi fare un tatuaggio, all'oscuro dei genitori ovviamente. Poi però si trovava a discuterne con la sua coscienza che gli diceva di starsene fermo al suo posto e di non agire impulsivamente.
Ma era convinto che un giorno o l'altro avrebbe varcato la soglia di quella rulotte e si sarebbe fatto tatuare da Sean.
Certo, l'idea di fare un tatuaggio abusivo, per di più in una rulotte dove l'igiene non era la prima delle priorità.
Ma sapeva che il suo amico sarebbe stato prudente con lui, ne era certo.
A distrarre in parte l'attenzione di Zayn dallo schermo del cellulare fu una figura, in piedi davanti al suo banco. Era titubante e, osservando con la coda dell'occhio, Zayn potè constatare che stava combattendo contro sestessa sul da farsi.
-Puoi sederti.- rispose semplicemente Zayn, alludendo al banco vuoto che stava accanto a lui.
Sentì un fruscio e del buonissimo profumo invadergli le narici non appena la figura prese posto accanto a lui.
>Allora Z, come ti va la vita a scuola?;) Non sai cosa ti perdi.<
Sorrise leggendo il messaggio del suo migliore amico, e si affrettò a rispondere:
>Solita routine. No,hai ragione.Non so, cosa mi sto perdendo? E' un po' che non ci sentiamo:)<
Il professore di chimica fece ingresso nell'aula e tutti gli alunni lo salutarono. 
Si sedette sulla sua sedia e cominciò a sfogliare il registro. 
D'un tratto, sentì un tonfo verso la sua destra, senza pensarci due volte si piegò afferrando un libro, non  notando però un fogliettino cadente e lo ripose alla sua compagna di banco.
Appena i suoi occhi incontrarono quelli di lei, non potè che sorridere. -Hey, sei scomparsa.- suonava più come una domanda.
Liz, presa alla sprovvista, boccheggiò un paio di volte alla ricerca di qualcosa di intelligente da dire ma poi chiuse le labbra, spostandosi un ciuffo scuro dalla fronte e portandolo dietro l'orecchio.
Osservò l'espressione paziente e in attesa di Zayn, ma decise di stare zitta. Doveva allontanarsi da tutto e da tutti. Era meglio.
Il suo occhio cadde sul libro che Zayn reggeva ancora nella mano e alla svelta lo afferrò. Lo rimise nella cartella e si piegò sul banco, aprendo il libro di chimica alla pagina stabilita e cominciando a leggere distrattamente, lasciando che i suoi capelli le facessero da tenda.
Il moro corrucciò le sopracciglia, ancora una volta. 
Aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse, sentendo il suo telefonino vibrare nella tasca. 
Stando attento a non farsi vedere dal professore lo estrasse e aprì il messaggio.
>Un bel po' di cose amico..Stanno organizzando una partita di calcio, ti va di venire? Tra una settimana al campo abbandonato, 18,30. Ti aspetto.;)<
Diede un consenso veloce e poi ripose il telefono in tasca.
Riposò la sua attenzione su Liz, seduta accanto a lui. 
Toccandole la chiena la vide sobbalzare e rivorgergli uno sguardo intimorito. Sospirò. -Liz, perchè ti sei allontanata da noi?- sussurrò staccando la sua mano dalla sua spalla.
Elizabeth sospirò silenziosamente. Tutta quella vicinanza con Zayn le metteva ansia. La vicinanza con qualsiasi ragazzo glie ne metteva.
E adesso? Cosa poteva rispondergli? 
-Non vi ho visti.- sorrise debolmente, sentendo la sua voce leggermente impastata e roca.
Non aveva avuto occasione di parlare con nessuno in quei giorni, se non quando veniva chiamata nell'appello o per rispondere a sua madre e a Nathan.
L'espressione di Zayn si tramutò da confusa a incredula. -Stiamo nella stessa scuola, come hai fatto a..-
-Signor Malik.-
Zayn posò i suoi occhi sul signor Prescott seduto alla cattedra che lo guardava severo. Liz abbassò lo sguardo ringraziando mentalmente il professore.
-Se non è interessato alla mia lezione può anche andare a farsi un giro. La porta è sempre quella.- la sua mano indicò la porta semi aperta dell'aula.
Zayn sussurrò delle scuse e sprofondò nella sedia.
Si domandava perchè. Perchè quella ragazza stava facendo l'indifferente, la misteriosa. 
Sembrava diversa da quella serata. Sembrava quasi un'altra persona.
O forse stava facendo in modo di essere quell'altra persona.
Lui non la capiva. Con la coda dell'occhio si permise di guardarla per i restanti minuti.
Le labbra carnose bagnate dal passaggio veloce della lingua. Il collo coperto dai lunghi capelli scuri. Gli occhi vaganti. 
Liz si sentiva osservata. Si sentiva in soggezione ed estremamente vulnerabile e nervosa sotto il suo sguardo. 
Si agitava sulla sedia, deglutendo a vuoto e torturando il braccialetto in argento che teneva al polso destro. Saettava gli occhi da una parte all'altra della stanza, cercando di rimanere calma e di seguire la lezione ma sentiva il suo sguardo bruciarle la pelle.
Con la coda dell'occhio gli laciava occhiate supplichevoli, ma lui sembrava insistere. Perchè?
Passare del tempo e preoccuparsi tanto di una ragazza così strana e riservata come lei. Non lo avrebbe portato a niente.
Continuava a pensare lei. 
Era come se lei fosse una principessa su un enorme castello. Ogni giorno il castello acquistava più volume e più altezza, impedendo a nessuno di scavalcarlo e salvarla. E lei non voleva essere salvata. 
Perchè attorno a quel castello c'era una pericolosissima pianta pungente e spigolosa che era il suo passato. E per vivere il presente e pensare al futuro si deve dare uno sguardo al passato.
Lei non voleva. Stava cercando di dimenticare, di uccidere il passato assieme a sua madre e a suo fratello. Ci doveva riuscire.
Tutti i ragazzi lasciarono l'aula recuperando le loro cose e dirigendosi di malavoglia verso un'altra aula. Liz e Zayn fecero lo stesso.
La mora rimise a posto tutto quello che le apparteneva e sorpassando il banco fece due passi verso la porta ma un braccio le impedì di passare oltre.
Zayn, ancora dietro la sua bancata e appena alzatosi dalla sedia la guardava in attesa di spiegazioni. -Perchè scappi così? Vogliamo solo esserti amici..-
-Io non voglio invece. Lasciami stare.- 
La freddezza di quelle parole lasciò di stucco entrambi. Per un momento Zayn allentò la presa sul suo avanbraccio, poi recuperò la sua lucidità e le venne difronte. 
Le prese la schiena con le mani e l'avvicinò a se. Liz trasalì per la velocità e quel pizico di brutalità che era stato usato e con timore alzò lo sguardo dalla collana di Zayn ai suoi occhi. 
Tendeva le mani sul suo petto cercando di fare quanta più lontananza possibile, ma sembrava tutto invano. Notò quello strano luccichio nelle sue iridi che la teneva sospesa.
-Perchè?- disse solamente Zayn, tenendo lo sguardo fisso nel suo.
Elizabeth si trovò per un momento a voler chiudere gli occhi e bearsi del suono dolce della sua voce, ma non lo fece. Ripose questo malsano desiderio in un cassetto chiuso a chiave nella sua testa.
Non seppe rispondere. Si limitò a voltare la testa di lato, lasciando che il caldo respireo di Zayn la colpisse sul collo. -Lasciami andare.-
Zayn si sporse leggermente verso il suo collo, sfiorandole la parte scossa dalla pelled'oca con le labbra e chiuse gli occhi. Inspirò quel buon'odore e con uno scatto si allontanò da lei, esaudendo il suo desiderio.
La ragazza senza ulteriori indugi si sistemò la cartella sulle spalle ed uscì dall'aula. 
Zayn si lasciò cadere sul banco. I dubbi gli frullavano nella testa ed erano talmente tanti che, alla fine, una scritta in grassetto nero persisteva al centro della sua mente, sopra tutte le altre. "Cosa ti importa?"
I suoi occhi trovarono per caso un foglio bianco per terra, accanto alla sedia dove prima sedeva Liz.
Zayn si spostò dalla sua postazione e lo afferrò, rigirandoselo tra le mani.
"Scuola di ballo 'Desireès'. 
Lezioni dai 7 ai 19 anni. 
25£ al mese. 
Art Gallery."
Non c'era altro.
Era un bigliettino pubblicitario sicuramente preso dalla bacheca della scuola.
Zayn lo piegò e lo ripose in tasca.
Silenziosamente poi arrivò in palestra.
 
 
Schiena dritta, tesissima. Il grembiulino marrone chiaro perfettamente steso sul petto e con una grande scritta 'Giannis' stampata sopra, i capelli legati accuratamente in una coda alta e lo sguardo fisso sulla porta d'ingresso.
Elizaeth si sentiva così in ansia.
  Non aveva mai lavorato prima e quei soldi le servivano terribilmente. Sopirò e lanciò uno sguardo ai diversi tipi di focacce e panini che c'erano stesi sul bancone difronte a lei. Sarebbe riuscita a ricordare i nomi e il costo del materiale dipendente dal peso?
Poi il tintinnio della porta la fece sobbalzare. I suoi occhi si posarono sulla porta verde d'ingresso quanddo una ragazza fece il suo ingresso.
Aveva indosso un cappotto Rosso con della pelliccia nel cappuccio e i capelli biondi le cadevano sul viso, coprendolo. 
Non appena la ragazza incrociò lo sguardo con quello di Liz, si sentì morire.
Madison strabuzzò gli occhi, incredula. -Ma..che ci fai qui?- domandò stupidamente, fermandosi sul posto e chiudendo la porta.
Liz stava per rispondere, quando la testa di Gianni arrivò nella stanza. -Bene, vedo che vi conoscete! Liz, lei sarà la tua aiutante. Non potevo lasciarti da sola a lavorare.- le sorrise.
Elizabeth lanciò una veloce occhiata a Madison difronte a lei e poi abbozzò un sorriso imbarazzato verso il suo capo. -Oh, okay.-
-Io vado a sfornare altri panini. Buon lavoro!- ed uscì.
Madison scavalcò abilmente il bancone e mise la sua borsa sotto di esso, accanto a quella di Liz. Si infilò il grembiule e i guanti protettivi. Ne passò un paio ad Elizabeth e la guardò.
-Non voglio farti pressione, sappi solo che non trovo giusto il tuo comportamento.- 
Liz corrucciò le sopracciglia e infilò i guanti. -Non capisco a cosa ti riferisci.-
Bugia.
Si riferiva probabilmente al fatto che era smepre scappata da lei, da Tom e da Zayn. Al breve scontro che aveva avuto quella mattina con il suo amico. A tutto questo e di più e Liz ne era a conoscenza.
Mad si fece scappare un risolino nervoso. -Sai di cosa parlo. Zayn era particolarmente scosso stamattina.-
Liz avvampò. -L..lui..-
-Tu. Tu non avresti dovuto reagire così. Capisco che è una nuova città, che sono nuove facce e che ti senti lo zimbello di tutti.- fece una breve pausa, puntando i suoi occhi in quelli di Liz. -Ci sono passata anche io. Ma devi fidarti. Io e i ragazzi siamo stati gentili con te. Ti abbiamo fatto partecipare ad una nostra serata e ti siamo stati vicina. Perchè allontanarti da noi?-
Liz scosse la testa. -Mad tu, non puoi capire.-
La bionda sospirò. -Okay.- disse semplicemente, e si posizionò dietro la cassa, aspettando che un cliente entri e ordini.
Nemmeno passarono trenta secondi che la porta si spalancò e un signore con una folta barba entrò nella panetteria. -Buonasera.-
-Salve.- dissero all'unisono, sorridendo. 
-Desidera?- domandò Liz con un velo di timidezza. 
L'uomo si spostò sul ripiano dei panini, scrutandoli a lungo. Poi ne indicò un tipo. -Un paio di questi, grazie.-
Elizabeth ne prese due, li infilò in una busta di carta marrone e posò la busta sulla bilancia. 
Dopo aver letto il peso capì che non aveva alcuna idea di quanto costasse quel pane. 
Nel panico, passò la busta di carta in un'altra busta bianca. 
-Quant'è?- il signore cominciò a frugare nel suo portafogli. 
-Hem..- Liz vagava con lo sguardo da una parte all'altra del piccolo panificio. Chiuse gli occhi imponendosi di restare calma e cercando di ricordare quello che le aveva detto il suo capo.
Madison, da lontano, non potè che impietosirsi  a quella scena. Posò il suo tenefono accanto alla cassa e raggiunse Liz.
Lesse il peso sulla bilancia e rispose:-1.20£ signore.- e sorrise dolcemente.
Liz la guardò e sospirò. L'aveva appena salvata.
L'uomo allungò gli spiccioli a Mad, che gli fece velocemente lo scontrino e poi lasciò la panetteria con i sui acquisti.
-Grazie.- sussurrò a Madison. La bionda si girò verso di lei. 
-Vuoi il mio aiuto?- le domandò lei.
Liz annuì disperata. 
-Allora ti aiuterò. Ma ti chiedo un favore.-
Elizabeth la guardò a lungo, attendendo. 
-Lascia che ti aiuti sempre. Lascia che io sia una tua amica, Liz.- le mormorò dolcemente. Si sporse ad accarezzarle il braccio e le sorrise debolmente.
Mad sapeva che Liz era fragile. L'aveva capito. E aveva intuito che si sentisse sola e insicura. Aveva bisogno di un'amica, e anche Mad ne aveva bisogno.
-Ho paura di..poter sbagliare.- confessò poi Liz.
Perchè affezionarsi era sbagliare. E lei aveva già sbagliato dal primo giorno di suola quando aveva lasciato che Zayn l'accompagnasse in palestra. Inconsapevolmente, aveva dato l'impressione di voler essere la principessa salvata.
Madison la strinse in un abbraccio. 
Poi le sussurrò all'orecchio:-Non sbaglierai. Devi solo trovare il coraggio di poterti fidare di nuovo.-




zayns corner.

Hey bellissime!
Ringrazio tutte quelle che sono passate a leggere la mia storia, quelle che hanno recensito e chi invece continua a leggere la storia silenziosamente c:
Come al solito, sono in ritardo a pubblicare :(
Beh però mi sono farra perdonare con questo capitolo, no?
E' abbastanza lungo e vi posso anticipare che dal prossimo capitolo la storia comincia a prendere veramente vita. OuO
Io devo proprio scappare, spero di non aver fatto errori ed essere stata comprensibile. 
Vi do un bacione enorme,
#G.

 

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Capitolo 6
*** Six. ***


Please Be Mine.
 
Six.
 

Elizabeth chiacchierando vamente con Madison stava attraversando il corridoio della scuola, diretta per la mensa.
Quella giornata era stranamente andata per il verso giusto. 
Era riuscita a prendere l'autobus in tempo, a svolgere correttamente in compito di Matematica ed aveva passato la maggioranza delle ore con la sua nuova amica. 
Una giornata perfetta, osava pensare.
Proprio quando credeva che la giornata si stava svolgendo per il verso giusto, Mad le fece una domanda indiscreta. 
 -Ma..con Zayn?- Inaspettata.
Liz strabuzzò gli occhi e serrò le labbra, continuando a camminare, tenendo accuratamente lo sguardo dentro la mensa.
-Che vuoi dire?- domandò, facendo scorrere i suoi occhi sulle diverse pietanze che distribuiva la cuoca agli alunni. 
Madison la imitò, prendendo un vassoio e depositandovi sopra un succo di frutta alla mela e una coppetta di insalata. -Non so, era per chiedere.-
Entrambe sapevano a cosa Mad si stesse riferendo, ma nessuna voleva accennare al discorso. 
Dopo la romanzina di Madison quel giorno alla panetteria, Liz non aveva più rivisto Zayn, nè Tom.
Sebbene avessero le ore di chimica, educazione fisica e arte insieme, Liz non aveva ancora incrociato il suo aguardo. Non era ancora riuscita a distinguere quella chioma corvina tra la folla. 
-E' un po' che non vi parlate, giusto?- chiese ancora la bionda. 
Poteva sembrare invadente e un po' troppo curiosa, ma il fatto era che Madison teneva a Zayn, e non l'era passato inosservato il fatto che fosse un po' giù di morale e suscettibile.
Elizabeth si girò per guardare attentamente il viso della sua amica. Un ciuffo biondo le accarezzava la guancia, e i suoi due occhioni blu erano concentrati sulle varietà di cibi che erano esposti. 
-Si.- rispose a monosillabi, afferrando una mela e voltandosi a guardare la stanza alla ricerca di un posto libero. -Perchè vuoi saperlo?- la sua domanda era tranquilla, riuscendo perfettamente a mascherare quel pizzico di fastidio.
Non voleva che si parlasse di lui o del modo insolente con il quale l'aveva mandato via. Si sentiva male per questo e non voleva pensarci più del dovuto.
Madison l'affiancò e prenendola da un braccio la trascinò verso una lunga bancata piena di studenti, avendo avvistato un tavolo semi-libero.
-..Mh, no niente. E' solo che..Zayn!- 
Liz chiuse ermeticamente gli occhi, sperando che quello che aveva sentito fosse stato solo un sospiro, poi li riaprì vedendo che Madison si era fiondata tra le braccia del ragazzo.
Sospirando fece un passo avanti, incerta se farsi vedere o se rimanere in disparte. 
Tom dal canto suo alzò lo sguardo da quello schifo di zuppa che gli aveva 'gentilmente' offerto Zayn e posò la sua attenzione su Liz.
Era inpiedi, a guardare i due abbracciarsi. Le labbra serrate e gli occhi vaghi, come se non si sentisse a suo agio. 
-Ciao Liz!- Tom si alzò dal tavolo e scavalcandolo abilmente si posizionò difronte a lei. La mora gli sorrise raggiante. -Ciao,Tom.-
Lui aprì le braccia, e prima che Liz potesse aggiungere altro la accolse tra di esse stritolandola in un abbraccio. Elizabeth chiuse gli occhi ridendo. 
Era incredibile come quel ragazzo riuscisse a rasserenarla in quel modo. Era spontaneo e agiva d'impulso.
Le piaceva.
Gli accarezzò la schiena muscolosa, facendogli capire che apprezzava il gesto e con riluttanza si staccò, guardandolo. -Come stai?- 
-Ho appena scaricato un gioco bellissimo sul telefono, guarda!- Estrasse dalla tasca dei jeans il suo Iphone nero e posizionandosi accanto a Liz aprì l'applicazione mostrandole in cosa consisteva il gioco.
Zayn aveva già da un po' distolto la sua attenzione da Madison e l'aveva portata sulla ragazza accanto a lui. 
Riusciva a sentire il suono del suo sorriso e della sua risata. 
Erano due giorni che non la vedeva, nè la sentiva. Aveva chiesto di lei a Tom e a Mad. Il primo semplicemente aveva marinato la scuola per due giorni di fila, la seconda invece lo aveva liquidato con un semplice:-La scuola è grande Zayn, magari vi siete visti di sfuggita e non ve ne siete accorti.-
In ogni caso, pensava che quell'assenza gli avesse fatto bene.
Eppure moriva dalla voglia di sapere perchè quel comportamento ostinato e distaccato nei suoi confronti, mentre con Tom e Mad riusciva a socializzare e a condividere.
I capelli erano raccolti in una coda alta, lasciando che due ciuffi disordinatile circondassero il viso. 
Era bellissima, come poche. 
Madison, dal suo canto, aveva notato che Zayn non la stava degnando di uno sguardo e smise vi parlare a vanvera, guardandolo. 
Le labbra leggermente socchiuse, gli occhi fissi sui due ragazzi al suo fianco e il cervello completamente sconnesso.
-Zayn.- Mad gli posò una mano sulla spalla e lo vide sobbalzare al suo tocco. Ritrasse la mano e abbassò lo sguardo.
-Hum..si, lo credo anch'io.- rispose distrattamente, prendendo un sorso d'acqua.
Mad sospirò, guardandosi le sue unghia colorate dallo smalto blu. -Io non ho detto niente,Zayn.-
Accanto a lei, Zayn si passava la lingua sulle labbra e poi le mordeva, nervosamente. -Scusa, non ti stavo ascoltando.-
-Lo so.-
-E' solo che..Mi sento inutile.- mormorò afflitto, osservando l'acqua nella bottiglietta.
-Lo so.- rispose ancora Mad. Ed era esattamente come si sentiva lei quando Zayn non l'ascoltava:inutile.
-Insomma,Mad..Tu,- Zayn rivolse i suoi occhi verso di lei, incitandola a guardarlo e ad ascoltarlo, sul punto di una crisi di nervi.-come...cosa faresti se..se un ragazzo ti ignorasse e poi venisse a chiacchierare con noi, lasciandoti in disparte?- domandò balbettando.
Avrebbe voluto urlare e ricordare a quella ragazza che al tavolo c'era anche lui, che anche lui esisteva.
Ma perchè,tutto questo interesse?
Zayn aveva la risposta a quella domanda, ma era ancora troppo razionale e lontano dal poterla capire.
Madison si morse il labbro superiore, sentendo una fitta attraversarle lo stomaco.
-Glie lo direi.- alzò le spalle. Zayn corrucciò le sopracciglia.
-Cioè..Gli farei capire che ci sono anche io e farei di tutto per farmi notare.- gli sorrise.
Zayn annuì pensieroso. 
La mano di Madison gli accarezzò la schiena comprensiva, e Zayn ritornò a guardare quello che aveva nel piatto pensando a cosa fare.
Ma un attimo..
Perchè diavolo si stava importanto di lei? Stava solo perdendo tempo.
Elizabeth aveva deciso di cambiare strada? Bene, lui sarebbe andato controsenso, pur di contraddirla.
Con una mossa veloce allontanò la sedia con le gambe facendola strisciare a terra e si alzò. Prese il suo vassoio tra le mani e sparì dalla mensa, lasciando Mad,Tom e Liz a bocca aperta.
 
 
Le prime due ore di lavoro erano volate via come l'aria.
Avevano servito i clienti, riso e scherzato con Gianni.
Quel lavoro, pensava Elizabeth, le sarebbe piaciuto, e non era nemmeno tanto stancante.
-Avresti dovuto metterle delle scarpe antiscivolo!- rise Mad, tenendosi la pancia mentre indicava la pozza bianca per terra.
Elizabeth gonfiò le guancie, rilasciando l'aria in uno sbuffo. -Scusa,le ho scordate a casa. Sai, non mi capita tutti i giorni!- non riuscì a mascherare un sorriso.
Madison continuava a ridere ricordando la scena di pochi minuti prima quando Liz aveva accidentalmente fatto cadere il pacco di farina e ci era scivolata sopra.
Elizabeth si passò le mani sul sedere, mandando via tutta la farina che era finita sui suoi jeans maledicendosi mentalmente per la sua sbadatezza.
Intanto, la porta della panetteria si era aperta e un Harry stranito stava guardando la scena da dietro il bancone.
-Smettila di ridere di me!- fece Liz, afflitta. Madison era seduta sul bancone e tenendosi la pancia continuava a ridere, noncurante degli sguardi omicidi che le lanciava Liz.
Harry non potè trattenere un sorriso divertito. 
-Non ce la faccio.- sussurrò Mad tra le risate.
Poi, un colpo di tosse le fece voltare immediatamente verso la persona che era entrata nel negozio.
Si pietrificarono sul posto, e le guance di Liz presero colore.
Lei lo aveva già visto, quei capelli disordinati e quel faccino dolce le erano familiari. 
-Buonasera.- salutò Mad, scendendo dal bancone e fingendosi disinvolta. Nascondeva il viso nei capelli biondi e con le mani puliva un bancone già pulito.
Era chiaramente in imbarazzo.
-A chi posso chiedere?- domandò Harry, infilando una mano nella tasca della tuta e slacciando di poco la giacca blu scuro.
Mad lanciò uno sguardo indecifrabile ad Elizabeth, mentre una signora con una bambina entravano nella panetteria.
-Hum, chiedi a lei, io servo la signora.- Liz abbozzò ad un sorriso imbarazzato e lasciò Harry nelle mani di Mad mentre con un sorriso accoglieva madre e figlia che sceglievano il tipo di focaccia da portare a casa.
Madison alzò finalmente lo sguardo verso di lui, incrociando i suoi occhi verde scuro. -Ciao..- mormorò insicura.
Harry le sorrise. -Posso avere due di quelli tondi..- ed indicò un tipo di dolci. -E un pacco di questi?- ed indicò una busta trasparente che conteneva dei tarallini.
Madison prese i dolci e li mise in una busta, fece lo stesso con i tarallini e si avvicinò alla cassa, facendo il conto.
Harry estrasse il portafogli. -Qualcos'altro?- domandò la bionda, attendendo una risposta.
Harry alzò lo sguardo e posò una mano sul bancone, vicino alla sua. -Sì. Che ne dici di un'appuntamento? Ti passo a prendere domani sera,da qui.- Mad lo guardò sbalordita. Con quela faccia tosta..
-Io sono Harry.- le sorrise smagliante.
Con quale faccia tosta Harry veniva a chiederle un appuntamento? 
Madison annuì. -Oh, daccordo. Io sono Mad.-
E con quale stupidità lei stava accettando?
Harry si sporse leggermente verso il bancone, finendo a pochi centimetri di distanza dalla sua guancia. La sfiorò con le labbra e Mad sentì quella parte di pelle ardere. 
La sua mano sfiorò quella della ragazza, prese la busta e con uno scatto ritornò in piedi, davanti a lei.
Mad si accorse solo in quel momento che aveva smesso di respirare ed emise un sospiro soffocato dal naso. 
Harry le fece un'occhiolino. -Ci vediamo domani,Mad.- ed uscì dalla panetteria.
Madison guardò Liz, che aveva finito di servire la signora e la stava salutando.
Aspettò che la cliente uscisse e lanciò un urletto strozzato, correndo ad abbracciare Liz.
-Dio.Dio.Dio!- ripeteva saltando.
Liz sorrise accarezzandole la schiena. -Fammi indovinare:ti ha chiesto di uscire?- domandò retoricamente.
Mad le si staccò e le sorrise annuendo. -Ma l'hai visto? E' un Dio.- mormorò ad occhi sognanti.
-Secondo me è bravo a letto.- si morse il labbro inferiore, guardando un punto fisso davanti a lei.
Liz fece una smorfia e le tirò un buffetto sulla spalla. -Smettila.-
Madison le sorrise ancora e dopo aver lanciato uno sguardo all'orologio appeso alla parete, cominciò a slacciarsi il grembiule. -Ad ogni modo..domani cosa mi metto?- 
Tutto d'un tratto la sua espressione divenne sorpresa e sconvolta. 
Non sarebbe mai riuscita a cambiarsi nel bagno,minuscolo, della panetteria in tempo.
-Metti un jeans e una maglia.- rispose con indifferenza Liz. Come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Cosa?!- strillò Mad. Liz strabuzzò gli occhi e si passò una mano tra i capelli, tirando il ciuffo indietro. -Ripeto:L'hai visto? Non posso presentarmi come una barbona!-
-Mad,- le sussurrò Liz, chiudendo gli occhi per un secondo e riaprendoli. Poisò una mano sulla sua spalla. -io credo che preferirebbe un jenas ad una gonna inguinale.-
-Esatto!- esclamò lei, staccandosi dalla presa dell'amica e prendendo la borsa. -Tu pensi; non dovresti farlo.-
Liz le tirò uno schiaffo. -Hey!- disse sconvolta, sentendosi insultata. 
Mad rise. -Noi andiamo; ciao Gianni!- alzò unpo' la voce per farsi sentire dall'uomo nell'altra stanza che prepararta gli ultimi panini.
Gianni si affacciò alla porta salutando con la mano. -Ciao ragazze! E miraccomando, domani siate puntuali.-
Liz e Mad annuirono ed uscirono dalla panetteria, stringendosi nel loro cappotto. 
-Ci vediamo domani, a scuola?- chiese Liz, slegando i capelli e infilando l'elastico al polso. 
Mad annuì e le baciò una guancia. -Ciao principessa.- le fece un'occhiolino e andò dalla parte opposta.
Liz infilò le mani nelle tasche e cominciò a camminare verso casa. 



zayns corner.

In ritardissimo! Yuppy! :')
Allora, siamo tutti qui riuniti in questo diciotto marzo(?) ad assistere al vero e proprio svolgimento della storia. jhsgjsa
:D
Non siete contente? :*
Finalmente Zayn si accorge che il comportamento di Liz non è 'normale.' e che si ostina solo nei suoi confronti.
Mad ha incassato un appuntamento con Harry e io sono una grande stupida perchè questo capitolo doveva venire più lungo.
Ma vabbè.
Sicuramente una di voi starà progettando il mio omicidio,lo so! OuO
So che mi detestate, in questo momento,ma sono talmente tanto pigra che mi viene il fiatone anche a scrivere questo spazio autrice.
No,scherzo.
oo'
Sono la persona più sportiva di questo pianeta,io u.u
Ptf.
Coooomunque!, bando alle ciance. Il prossimo capitolo prometto che sarà più lungo e che arriverà più presto jsdfgsdj :))
Io vado, che devo finire i compitidi grammatica, e vi lascio con queste due meravigliose gifs.
agshjsd
Non odiatemi,vi amo.
#G

P.s: nel prossimo capitolo,
se Dio vuole,
ci sarà il banner. ;))
Kisses c:








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Capitolo 7
*** Seven. ***


Please Be Mine. 
 
 


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Seven.
 
 
-E così abbiamo finito..- mormorò Liz, poggiandosi sconfitta sul davanzale.
Si tolse la divisa e sospirò.
Quello era stato un giorno parecchio pesante.
-Già.- 
Mad prese un lungo respiro,che rilasciò dal naso come un sospiro.
Liz la guardò. -Hey, ma non avevi l'appuntamento con il tipo,tu?- le domandò ingenuamente.
Mad trasalì.
-Cazzo è vero! Grazie!- le stampò un veloce bacio sulla guancia e scappò negli spogliatoi.
Aveva accuratamente posato una maglia ed un jeans su degli scatoloni che dovevano contenere del latte, sapendo che dopo si sarebbe dovuta cambiare.
Se n'era quasi scordata.
Fortunatamente Elizabeh glie lo aveva ricordato.
Si spogliò velocemente, indossando una maglia bianca alla schiena ricamata con temi floreali ed un jenas strappato sulle gambe.
Indossò gli sitivaletti neri e si ravvivò i capelli con quello specchietto che portava sempre con se.
Fece in tempo ad uscire che una chioma di capelli sbarazzini aveva fatto il suo ingresso.
Si fermò dietro un pilastro, per ascoltare la conversazione tra Liz ed Harry.
-Hem..- lui richiamò l'attenzione con un colpo di tosse e la mora si voltò velocemente verso di lui.
-Oh, ciao.- le sue guancie erano diventate rosse.
Mad sorrise. 
-Cercavo Mad.- le sorrise lui, incoraggiante.
Liz balbettò qualcosa, poi chiamò diverse volte il suo nome, ma Madison era più concentrata nel guardarlo che nel sentire le parole dell'amica.
Harry spostò lo sguardo, notando una ciocca di capelli biondi svolazzare dietro la colonna.
Si avvicinò sospettoso e Mad chiuse gli occhi, sperando di non essere vista.
Harry l'afferrò per i fianchi ed avvicinò i due corpi. 
-Andiamo,Mad?-
E Madison non potè che pensare al tono sensuale della sua voce e al suo alito fresco che la colpiva in faccia.
Sorrise e lo scostò con poca delicatezza dal suo corpo. -Andiamo.-
Afferrò la borsa da sotto al bancone esattamente nel momento in cui Liz stava varcando la soglia della panetteria. 
-Hey Liz!- 
Elizabeth si voltò, facendo svolazzare i capelli dietro le sue spalle.
-Ci vediamo domani?- 
Lei semplicemente annuì, alzò la mano per salutare e dopo aver sorriso andò via, dirigendosi verso casa.
Anche Harry e Mad uscirono, arrivando alla macchina di lui. 
Mad era sorpresa dalla sua grandezza. -Dove mi porti?- domandò sedendosi nel grande sedile.
Harry entrò dall'altro lato e mise in moto. Si allacciò la cintura e la guardò, sorridendo maliziosamente. 
-Da nessuna parte.-
Mad inarcò le sopracciglia ma prima che rtiuscisse a dire nulla, vide il corpo di Harry avvicinarsi pericolosamente a lei.
I suoi occhi verdi la guardavano profondamente, e sembrava che quasi ridessero.
Si sentì leggermente in imbarazzo, non appena la mano del ragazzo le sfiorò il fianco. 
Dopo una manciata di secondi con il fiato sospeso, Harry si allontanò da lei, rivelando di aver in mano la cintura e la infilò nella serratura, rimettendosi al posto guida.
Mad sospirò silenziosamente. 
-Ora possiamo andare.- e il motore dell'auto fece muovere l'autovettura, segnando l'accensione.
Dopo poco erano entrambi sulla strada per chissàdove.
Probabilmente Mad avrebbe come minimo dovuto chiedergli dove stavano andando, ma preferì stare zitta e guardarlo di sottecchi.
Si prese un po' di tempo per osservare il suo viso.
Gli occhi puntati sulla strada, il naso perfettamente proporzionato con il resto e le labbra rosse che man mano si curvavano in un sorriso soddisfatto.
Harry mosse la lingua sulle sue labbra,bagnandole prima di parlare. -Così rischi di consumarmi.-
Mad non si scompose. 
-Guardavo le tue labbra rosse. Quale rossetto usi? Ne cerco uno così volumizzante da anni.- lo prese in giro lei, parando perfettamente il colpo.
Harry annuì sorridendo, svoltando per una strada. 
-Non c'è bisogno di colorare le tue labbra. Sono perfette anche così, ma se proprio vuoi..- fermò la macchina in un parcheggio al chiuso, sembrava il parcheggio di un supermercato.
-..posso vedere di mischiare il mio colore con il tuo.- ed avvicinandosi alle sue labbra,sorrise.
Mad era ferma, lo sguardo scettico e le braccia incrociate al petto. 
-Ti castro se ci provi.- lo avvertì subito, e con una mossa veloce uscì dala macchina.
Harry si morse il labbro e la imitò.
Si assicurò di aver chiuso la macchina e l'affiancò. 
-Mi dici dove siamo?- domandò ancora lei, sperando di avere una risposta concreta.
Harry rise leggermente. -Hai paura per caso?- chiese divertito.
-No,mi affido sempre così a quelli che mi chiedono di uscire.- lo guardò dal basso e lo vide annuire fintamente concentrato.
-Bene.-
Mad sbuffò.
Uscirono dal parcheggio auto e si trovarono in una delle numerose vie di Bradford. 
Attraversarono un marciapiede colmo di lucine e decorazioni natalizie. Mad odiava quel periodo dell'anno.
Le ricordava tanto la famiglia che lei non aveva.
-Vieni.- Harry la richiamò, ma lei non sembrava ascoltarlo, troppo presa da una vetrina di un negozio per bambini.
Harry le toccò il braccio, vedendola trasalire. Lei puntò i suoi occhi blu in quelli di Harry, luminosi e curiosi. 
-Andiamo.- senza troppe pretese lei lo seguì.
Si trovarono davanti ad un palazzo altissimo. Poteva avere almeno 25 piani.
Il dito di Happy premette su uno dei pulsanti:'Dikenson.'
-Chi è?- domandò una voce. Si sentiva in sottofondo solo il rumore di una televisione accesa.
Mad , avendo capito di non poter avere informazioni dal riccio, si limitò ad ascoltare.
-Sono Harry.- Mad lo osservò parlare.
Le sue labbra si scontravano e la voce roca produceva un suono musicale.
Madison ne era estasiata. 
Uno scatto al portone la fece riprendere e senza nemmeno il permesso di nessuno vi entrò, non aspettando nemmeno che Harry fosse entrato e si avvicinò ad uno degli ascensori,schiacciò il pulsante e attese.
Harry si massaggiava intanto il naso, colpito bruscamente dalla porta di vetro, poi le si avvicinò.
Lui la guardò sospirando dal naso. -Mi hai fatto sbattere, adesso voglio un bacino.- e indicò il naso.
Si sporse leggermente verso di lei, chiudendo gli occhi e aspettando il suo bacio, che non arrivò.
Mad rise ed Harry riaprì gli occhi. 
-Con calma,Harry. Prima mi dici dove mi stai portando,poi,se te lo meriterai,ti concederò un bacio sulla guancia.- rispose altezzosa, facendo spallucce ed infilando le mani nelle tasche del giubbotto.
Harry sorrise sornione. -Andiamo a casa di Steve.-
-Chi è Steve?-
-Un mio amico.-
-Maddai? E perchè stiamo andando a casa sua?-
Harry sbuffò. Era curiosa la ragazza. -C'è una festa al piano di sopra.- 
Le porte dell'ascensore si aprirono e i due vi antrarono. Poi Harry schiaciò il pulsante numero 20 e l'ascensore si mosse sotto i loro piedi.
Mad era spaesata. -Una festa?Ma sei serio? Al citofono si sarebbe sentita la musica..- constatò acida.
Questo fatto del mistero da una parte le piaceva, dall'altra la irritava terribilmente.
Infondo, chi diceva che poteva fidarsi?
Harry sorrise, accarezzandole i capelli come se fosse ritardata.
Ptf.
-I suoi genitori sono a Nashville per una settimana, e lui ha casa libera.- Mad lo ascoltava attentamente. -Però, quegli stronzi dei genitori non si fidano, e quindi hanno detto ad un'amica che vive al palazzo difronte di venire a controllarlo.-
Mad rise. 
-E quanti anni ha? Cinque?- rise ancora.
-Lo so, è impensabile. Qiundi, ogni volta che suonano al citofono, lui risponde da una stanza al piano di sopra, fingendo che sia tutto in ordine.- fece spallucce.
Madison stava provando parecchia stima per questo ragazzo,si sarebbe congratulata,forse.
Le porte dell'ascensore si aprirono, dando su un pianerottolo lungo. Vagò con lo sguardo per un po' fino a vedere una porta in legno con un palloncino blu appeso con scritto:'E' qui la festa!' 
Si avvicinarono alla casa, nemmeno il tempo di bussare che la porta fu aperta e una ragazza con un vestito stropicciato e i capelli scompigliati stava uscendo con un ragazzao appiccicato a lei che la baciava passionalmente.
Mad fece una smorfia,Harry rise.
Entrarono nella casa.
Dire che era grande era un eufemismo.
-Però.- si fece scappare Mad, osservando l'enorme tv da quarantadue pollici dove un gruppo di ragazzi guardava una partita di Rugby.
Harry la guardava dall'alto. I capelli biondi le sfioravano le spalle, gli occhi azzurri giravano per la casa curiosi e le labbra erano leggermente aperte.
Le si avvicinò, aiutandola a sfilare la giacca, fece lo stesso con la sua e si avvicinarono alla cucina, sperando di trovare il proprietario della casa.
Un gruppo di ragazzi pieni di schiuma gli passarono davanti ridendo e scherzando. Madison si avvicinò impercettibilmente ad Harry, quasi finendogli adosso. E a lui questo non potè che piacere.
Sorrise accarezzandole un braccio. -Tutto bene,lingua lunga?- domandò ghignando divertito.
Mad si voltò facendo svolazzare i capelli e rivolgendogli un'occhiata truce si allontanò spazzolandosi il braccio accarezzato, come se Harry fosse portatore di germi.
-Hey,Haz!- 
Si voltarono entrambi ed un ragazzo dai capelli cortissimi e biondissimi gli rivolgeva un sorriso.
'Haz?- pensò Mad. -Che razza di nomignolo è?'
Harry e il ragazzo si scambiarono una stretta di mano indecifrabile, parlarono e solo quando Mad stava per girare i tacchi e cercare qualche alcolico, lui si accorse di lei.
-E questa bella farfalla?- ammiccò il ragazzo, avvicinandosi a lei.
Mad lo guardò scioccata. 
Farfalla?
-Lei è con me, Steve.- disse Harry con una punta di acidità nella voce.
Steve, quindi il proprietario della casa, si allontanò e si scusò con Harry, per poi liquidarli con un:'Devo vedere come procede la partita.' e lasciandoli soli.
Mad voleva congratularsi?
No, aveva decisamente cambiato idea.
Nemmeno il tempo di pensare a cosa fare che la mano di Harry aveva preso la sua e la stava trascinando da qualche parte.
Mad si lasciò trascinare da quel ragazzo, fino a trovarsi in un enorme..non sapeva esattamente quale stanza della casa fosse, ma era grande con una grande console infondo alla stanza e una palla da discoteca al soffitto.
Le luci si alternavano di tutti i colori e lei non potè che sorridere sotto le note di 'Starships' di Nicky Minaj.
Benchè quella ragazza fosse un po' troppo appariscente, Mad adorava le sue canzoni.
Harry si voltò verso di lei, prendendola da entrambe le mani e conducendola verso la pista da ballo.
Ballarono tutta la sera, alternando gli alcolici e le chiacchierate con gli amici.
Fortunatamente entrambi riuscivano a reggere l'alchool.
Tutta la sera Mad non aveva fatto altro che guardarlo in tutta la sua bellezza. Quel sorriso mozzafiato si abbinava perfettamente a tutto il resto del corpo.
Lo stesso per Harry, il quale non si decideva a staccare gli occhi da Madison.
Accortosi che la serata stava procedendo senza fine, e che si era fatto tardi, Harry salutò tutti prendendo di peso Mad che non voleva andare via e se ne andò.
Nel tragittò macchina-casa,Mad si era appisolata sul sedile dell'auto di Harry. 
Scese dall'auto e raggiunse il posto del passeggero.
-Mad..- la chiamò dolcemente Harry, scuotendola leggermente per le spalle.
I capelli biondi le cadevano sul viso, coprendole il dolce nasino e le labbra.
-Mad,siamo arrivati a casa.- riprovò scuotendola con un po' più di forza.
Mad aprì di scatto gli occhi, accortasi di stare per cadere dall'auto e si rimise seduta composta, trovandosi a due centimetri dal viso di Harry.
Si guardarono per un lasso di tempo che non superò i cinque secondi, prima che l'imbarazzo invadesse entrambi.
-Hem..- la mora tossì animamente, facendo capire ad Harry che sarebbe riuscita a scendere dall'auto solo se lui si fosse spostato.
Fortunatamente non ci furono bisogno di parole, poichè Harry si scansò facendola scendere e una volta chiusa la portella dell'auto l'accompagnò fino alla porta.
-La prossima volta andiamo in un posto più tranquillo, ok?- disse lui, sorridendole.
Mad inarcò le sopracciglia. -E chi ti assicura che ci sarà una prossima volta?-
Harry sorrise sornione, prima di afferarla per un fianco e avvicinare i due corpi. -I tuoi occhi.-
-Sono ubriaca.-
-Ma gli occhi non mentono mai.-
-Beh,i miei sono sporchi bugiardi.-
-Baciami.- 
Mad rimase senza parole per qualche secondo. -Assulutamente no.-
-Perchè?-
-Te ne andrai.-
-Chi te lo dice?-
-I tuoi occhi.-
Harry rizzò le orecchie, sentendo la sua voce affleviolirsi sempre di più. -Se vuoi che io resti,baciami.-
Madison sorrise, mostrando una fila di denti bianchi. -Ancora? No.-
-Allora vado via.-
Harry allentò la presa sul suo fianco, lasciandola andare e si staccò da lei, intendo ad andare via con la sua auto.
Mad non se l'aspettava. Ma quando realizzò che in effetti Harry stava attraversando il suo giardino si risvegliò.
Lo afferrò dal collo della giacca, facendolo indietreggiare. Erano petto contro schiena. 
-Questo è uno sporco ricatto,Harry.- gli sussurrò nell'orecchio, scostando i capelli con le dita.
-Mi piace come dici il mio nome.- voltò la testa verso di lei, vedendola sorridere.
-Dillo ancora.- sembrava una preghiera,una supplica.
Mad lo fece girare completamente. Lo afferrò per la maglietta lasciata scoperta dalla giacca e lo tirò a se. I loro nasi si sfioravano.
-Harry.- disse sensualmente Madison, chiudendo gli occhi.
-Harry.- ripetè, avvolgendogli il collo con le braccia.
Harry posizionò le mani sui suoi fianchi, beandosi di quel suono dolce e tremendamente eccitante.
-Harry.- 
Mad dischiuse le labbra su quelle di lui, dando vita ad un bacio direttamente passionale e affamato.
Le loro lingue si scontravano, poi si perdevano e si rincontravano di nuovo, dando vita a mille brividi lungo tutto il corpo.
I respiri uscivano in piccoli sbuffi dal naso.
Petto contro petto.
Harry fece scivolare le mani sul suo sedere, stringendolo convulsamente.
Mad gemette sulle sue labbra.
D'un tratto la porta si spalancò dietro le spalle di Madison, facendola staccare dalle labbra di Harry e indietreggiare. 
Tom, con un pigiama di lana del Manchester, la sua squadra di calcio preferita, aveva appena aperto la porta assonnato e frastornato.
-Mad..- mormorò strofinandosi gli occhi con il dorso delle mani.
Lei guardò Harry, il quale si era allontanato, pronto a scappare verso l'auto. 
-Ci vediamo.- bisbigliò Mad, cominciando a spingere il cugino dentro casa. Rise.
Harry le rivolse un sorriso divertito. -Ciao bellissima.-
E sparì dietro l'angolo, lasciando una Madison in piena crisi sentimentale ad affrontare la furia del cugino alle tre e mezza di notte.
 
 
 
 
Liz prese la rincorsa e senza travolgere nessuno si andò a gettare direttamente addossò alla sua amica, intenta a sbuffare in faccia a suo cugino, all'apparenza molto irritato.
-Dai raccontami!- esultò Liz, aggiustandosi la borsa sulle spalle e guardando insistentemente Mad. 
Lei sorrise. -Si un'impicciona.-
-Hey!- protestò Liz, mettendo il broncio. -Io devo sapere. Io..io..dai,raccontami tutto!-
Mad rise divertita dall'espressione affamata di gossip di Liz.
-Ti dico solo quattro parole: ha delle labbra morbidissime.- mormrò Mad, ricordando il sapore e la consistenza delle labbra del riccio.
Tom sbuffò sonoramente. -Io non ti ho sentito chiedermi il permesso.- borbottò incrociando le braccia al petto.
Liz lo guardò, era visibilmente irritato e..offeso? 
-Ma che ha?- chiese poco dopo, indicandolo con un dito.
Mad alzò le spalle. 
Proprio in quel momento, Zayn si mise al fianco di Tom e gli diede una pacca sulla spalla. -Hey..- mormrò privo di vitalità.
Sembrava che avesse passato tutta la notte sotto un ponte.
Elizabeth si trovò a scrutarlo più del dovuto: un paio di nike nere e rosse, un pantalone beije a bassa vita e una maglia bianca a fasciargli il petto. 
Mad si precipitò ad abbracciarlo.
Zayn sembrò riprendersi non appena si accorse di stare per cadere, così ricambiò l'abbraccio di Mad e indietreggiò di qualche passo per non cadere.
-Mi sei mancato.-  mormorò chiudendo gli occhi, ed inspirando il suo profumo.
Zayn sorrise flebilmente, puntando lo sguardo su un paio di converse rosse, accanto a Tom.
-E' passato solo un giorno,Mad.- le ricordò, accarezzandole la schiena.
-Lo so, e mi sei mancato,Jawy.-
Zayn sbuffò non riuscendo però a trattenere un sorriso.
Se solo sua madre fosse stata zitta, quel giorno, adesso nè Mad, nè Tom sarebbero stati a conoscenza del suo imbarazzante secondo nome.
Liz guardava la scena, desiderando avere un amico così anche lei.
Ma forse se l'era cercata.
Se non avesse respinto Zayn in quel modo forse lui l'avrebbe salutata con lo steso affettuoso abbraccio nel quale stringeva Mad.
Sussultò quando quegli occhioni scuri si posarono nei suoi. 
Era certa che Zayn fosse arrabbiato con lei, ma quegli occhi dicevano tutto il contrario.
Era persa in quelle die iridi, non accorgendosi che la campanella aveva suonato e che Tom era già andato via.
-Allora ci vediamo!- Mad guardò prima Zayn, poi Liz. 
Entrammi distolsero lo sguardo, puntandolo altrove. Liz annuì. 
La bionda si allontanò, e prima che potesse aprore bocca per dire qualcosa, Zayn era già fuggito via.
Liz si trovò a seguirlo, non intenzionalmente ovviamente. Bensì avevano entrambi Chimica quel giorno e questo voleva dire solo una cosa: sopportare tutta l'ora il suo sguardo fisso su di lei.
Entrò in classe cercando un posto libero che fosse il più lontano possibile da Zayn.
Ma l'unico, era esattamente accanto a lui.
Si avviucinò mordendosi l'interno della guancia. -Posso sedermi?- domandò indicando la sedia.
Zayn annuì. La testa china sul quaderno.
Si sedette non appena il professore fece il suo ingresso in aula. -Buongiorno ragazzi.-
-Giorno-. rispose la classe.
Il paffutello prof si sedette sulla sedia e cominciò a sfogliare il registro. Segnò qualcosa su di esso per poi assegnare una pagina dal libro sulla quale avrebbero dovuto studiare.
Zayn in quel momento si accorse di aver lasciato il libro a casa. Si maledisse.
-Professore...-
-Che c'è, Malik?- rispose scocciato.
Zayn si passò una mano nei capelli. -Ho scordato il libro.-
Il professore guardò Liz, serduta al suo fianco che guardava la scena. -Avanti signorina Jones, offra il suo libro!- ordinò spazientito.
La mora guardò Zayn e mise il libro al centro, cominciando a leggere il paragrafo.
Tutto il resto dell'ora lo passarono a leggere quelle fottutissime parole senza senso.
Non le importava niente di quello che c'era scritto, adesso l'unica cosa che sentiva era il respiro regolare di Zayn e il suo profumo.
Ogni tanto il ciuffo le cadeva sull'occhio e per spostarlo via, si trovava a sfiorare la sua spalla.
Zayn avrebbe tanto voluto parlarle. Dirle che non c'era niente di male ad essere amici. 
Dirle che voleva che lei avesse lo stesso rapporto che aveva con Tom e Mad.
Dirle tutto e niente. Eppure, le parole gli morivano sulle labbra non appena cercava di parlare e lei faceva qualche mossa.
Era assurda quella situazione. 
Infantile e Insensata.
La campanella trillò nell'aula, e prima che Zayn potesse fare un pensiero, Liz era già schizzata via dalla classe con la sua cartella, lasciandolo seduto sulla sedia come un salame.
Guardò il banco.
Il libro.
Era ancorà lì.
Una scusa per farle visita, per parlarci, per rivedere quegli occhi scuri che tanto gli piacevano.





zayns corner.

Hey, lettrici :)
Vi dirò..amo particolarmente questo capitolo. jhgjd
E' bellissimo, anche se non sono convinta su alcune cose, mi piace.
:)
Spero sia piaciuto anche a voi e spero che mi facciate sapere cosa ne pensate in una bella recensione.
Che ne dite?
Io scrivo questa storia per voi.
E se mi trovo solo una recensione, come nello scorso capitolo(e ringrazio la bellissima bimba che ha recensito. djhgdj c:), sono costretta a cancellare la storia!
Vi prego, non fatemela cancellare.
Se siete arrivate a leggere fin qui è perchè vi piace, no?
Quindi, che ne dite di lasciare una recensione? :)

Un bacione a tutte, e grazie
#G



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Grazie peipii c; 
Love Ya!

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