Quando il tiranno non ha motivi per uccidere

di Nick95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova avventura ***
Capitolo 2: *** L'arsenale ***
Capitolo 3: *** Una storia assai intrigata ***
Capitolo 4: *** Allenamenti ***
Capitolo 5: *** Un arrivo inaspettato ***
Capitolo 6: *** Ancora allenamenti ***
Capitolo 7: *** Come un colpo di fulmine ***
Capitolo 8: *** Tutto pronto ***
Capitolo 9: *** La battaglia (parte prima) ***
Capitolo 10: *** La battaglia (parte seconda) ***
Capitolo 11: *** Novità ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Nuova avventura ***


Nuova avventura


Avevo fame. O meglio sete.
Erano settimane che non andavo a caccia e gli occhi stavano diventando neri. Quella notte sarei andato a cacciare nella foresta, quel posto è deserto anche di giorno, figuriamoci di notte. Non cacciavo umani, ho convertito la mia dieta quando ero nei Volturi. Quando sento o penso quel nome mi vengono ancora i brividi, nonostante io ne abbia fatto parte fino a circa 50 anni fa. Ho conosciuto un uomo che ora stimo e che cerco ardentemente.
Il suo nome è Carlisle. Proprio lui mi ha consigliato questa dieta, infatti riuscivo a confondermi con gli umani alla perfezione, anche perchè i miei occhi non erano mai stati rossi da quando ho smesso di bere sangue umano, bensì dorati...non davano nell'occhio.

Erano le due del mattino. Potevo partire.
Mi lanciai subito a folle corsa, molte miglia lontano dalla città. In cinque minuti arrivai nel cuore della foresta. Controllai attentamente la zona: come previsto, nessun umano nel raggio di 10 miglia. Cominciai. Inspirai profondamente.
Mi accorsi subito che c'erano due cervi abbastanza vicino, un semplice scatto e li avrei in pugno. Ma la mia attenzione venne attirata più in là: c'erano due leonesse, sentivo il loro sangue scorrere, era così buono. Senza pensarci due volte, partii alla velocità della luce: in quattro e quattr'otto, c'era già la prima vittima; uno scatto, e anche il sangue della seconda fu bevuto.
Di cervi non avevo voglia, quindi inspirai di nuovo.
Udivo una scia, anzi erano due. Due scie che conoscevo molto bene: i rumeni Vladimir e Stefan. Era da tanto che non incontravo un vampiro come me, quindi decisi di raggiungerli.
Ero di gran lunga più veloce di loro, infatti si fermarono quando si accorsero che li seguivo.

"Ehi, Nick, che ci fai qui? Non dovresti essere a Volterra..." cominciò Stefan
"...a servizio di quella feccia italiana?" finì Vladimir
Conoscevo molto bene i miei amici rumeni: odiavano i Volturi e cercavano qualcuno che li sfidasse.
"Ho mollato, ragazzi" cominciai a rispondere.
"Cosa ti ha portato a questa decisione? Adesso ci sei più simpatico, Nick" ghignò Vladimir.
"Ho conosciuto Carlisle, mi ha portato anche a smettere di bere sangue umano" spiegai.
"A proposito di Carlisle..." iniziò Stefan.
"Sapete dov'è?" chiesi incredulo.
Volevo assolutamente incontrare Carlisle.
"A dire il vero, ci stiamo andando in questo momento" continuò Stefan.
"Una decina di anni fa lui e la sua famiglia sono riusciti a zittire i Volturi, che ora temono per il loro potere" spiegò Vladimir.
"Adesso, a differenza di allora, li hanno dichiarato guerra senza motivo, quindi non resta altro che combattere" finì Stefan.
Ero scioccato. Avevano battuto i Volturi? Come avevano fatto a contrastare Alec e Jane, Felix e Demetri?
"Ma hanno combattuto?" chiesi loro.
"No, magari lo avessero fatto...sono riusciti a non farli trovare scuse per ucciderli tutti..naturalmente, una di loro, Bella Swan, allora neonata, con uno scudo psichico neutralizzava i poteri di Jane e Alec.
"Ragazzi, secondo voi se mi alleo con Carlisle, lui accetterebbe?" proposi.
"Certo, cerca più alleati possibile, sarebbe felicissimo di averti dalla sua, e non contro" disse Vladimir.
"Vieni con noi, fra quattro giorni saremo da loro, a Forks, nello stato di Washington.
Allora era lì che si trovava.
"Va benissimo, vi seguo" acconsentii.
D'altronde, io ero sempre in cerca di avventure.

Attraversammo tutto il Mediterraneo a nuoto, abbiamo pensato che sarebbe meglio procedere a nuoto, per non incrociare i Volturi nel loro cammino.
Infatti, per cacciare ci siamo spinti in Spagna, l'unica volta che abbiamo cacciato sulla terra (Vladimir andava pazzo per il toro).
Appena entrammo nell'oceano, abbiamo provato a cacciare squali, balene, orche e delfini.
Io preferivo di gran lunga il delfino.

Abbiamo oltrepassato il mar dei Caraibi per arrivare a Forks senza essere incrociati da Aro e tutti i Volturi.
Dopo aver cacciato nel Pacifico raggiungemmo Forks, passando per La Push.

Lì trovammo un ragazzo dalla carnagione scura che diceva di chiamarsi Sam Uley, ha detto anche che sapeva cosa fossimo e che ci avrebbe scortati dai Cullen. Vladimir e Stefan lo conoscevano.
Era uno strano umano: non ero per niente attratto dal suo sangue, anzi a dir la verità mi faceva vomitare.
Quando ci incamminammo scoprii che era un licantropo, ecco il motivo della puzza, allora.

Arrivammo in una casa che sembrava un castello ultramoderno.
Sentii un odore abbastanza familiare: quello era Carlisle.

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Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction su Twilight, ho appena finito i libri e ho cominciato ad inventare qualcosa di successivo alla saga.
Recensite!!! Anche per dire che vi fa schifo, ho bisogno di commenti!! A presto con il nuovo capitolo!!

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Capitolo 2
*** L'arsenale ***


L'ARSENALE


Non abbiamo fatto nemmeno in tempo a bussare che  dalla porta spuntò un vampiro alto con i capelli color bronzo.
"Carlisle vi aspetta" disse a Vladimir e Stefan.
Dopo aver indicato la strada ai miei compagni posò il suo sguardo su di me.
"Non credo che ci conosciamo" cominciò.
"Infatti no, sono un vecchio amico di Carlisle, non credo che aspetti il mio arrivo; mentre cacciavo ho incrociato Vladimir e Stefan e mi hanno detto che i Volturi stanno venendo ad attaccarvi senza motivo" dissi educatamente. 
Poi si rivolse al lupo nero, Sam, che ci aveva accompagnati: "Non credo debba passare qualcun'altro per La Push, Sam. A presto"
Il lupo non si mosse.
"Certo, non ti preoccupare".
Poi guardò me.
"Non so se l'hai già notato, io leggo nel pensiero" mi informò.
Vladimir e Stefan me ne avevano parlato. Tra i Cullen c'era uno che leggeva i pensieri altrui. Allora lui doveva essere Edward.
"Esattamente, io sono Edward Cullen" si presentò rispondendo al mio pensiero.
"Io mi chiamo Nick" feci io "Vorrei parlare con Carlisle, credo proprio che vi sarò d'aiuto contro i Volturi".
Certo che sarei stato d'aiuto, ne ho fatto parte per due secoli circa, pensai.
Edward si pietrificò.
"Carlisle vorrà senz'altro vederti. Seguimi" concluse facendo strada.
La casa era piena zeppa di vampiri.
Una bellissima vampira bionda stava guardando la tv. Se non mi sbaglio, lei dev'essere Rosalie, a giudicare anche che fosse accanto ad un vampiro che sembrava un orso. Stefan mi aveva detto che si chiamava Emmett, e che era sposato con la bionda.
Poi c'era una specie di folletto, doveva essere Alice, insieme ad una ragazza che doveva essere diventata immortale sui diciott'anni. Lei doveva essere lo "scudo" Bella, a giudicare che era affiancata da una ragazza con i capelli rossi e occhi color cioccolato che era una vampira, sì, ma sentivo cuore che batteva e sangue che scorreva, lei doveva essere lo speciale ibrido, Nessie.
Subito Edward mi condusse alle scale.
"Ti hanno raccontato bene Stefan e Vladimir, hai azzeccato tutti i nomi" disse mentre salivamo.
Evidentemente aveva ascoltato tutte le mie ipotesi.
Si fermò davanti ad una porta e bussò.
La voce di Carlisle, inconfondibile anche se c'erano almeno un centinaio d'anni a separarci, ci fece cenno di entrare.
Aperta la porta, Carlisle mi fissò stupefatto.
Te l'avevo detto, non si aspettava il mio arrivo, dissi ad Edward col pensiero.
"Nick, che ci fai qui? Credevo fossi al servizio di Aro!" cominciò.
Edward se ne andò. Eravamo soli.
"Ho mollato mezzo secolo fa, ora li odio, per questo sono qui da voi" risposi.
"Ci saresti di grande aiuto, ne abbiamo veramente bisogno" rispose con un pizzico di paura.
"Quanti abbiamo dalla nostra al momento?" cercai di informarmi di più.
Carlisle fece un resoconto dettagliato: "Noi Cullen siamo in nove, e abbiamo dalla nostra Tanya, Kate, Eleazar, Carmen e Garrett dall'Alaska; Kachiri, Zafrina e Senna dalle Amazzoni, Siobhan, Liam e Maggie dall'Irlanda, Benjamin e Tia dall'Egitto, purtroppo Amun e Kebi non sono voluti venire, i nomadi Peter, Charlotte, Alistair e Maria, e in più possiamo contare anche su Huilen e il mezzosangue Nahuel, oltre appunto a te, Vladimir e Stefan, in tutto siamo trentuno vampiri".
"Se ci impegnamo tutti, qualche speranza ce l'abbiamo, visto che ho saputo che avete i mezzi per contrastare Jane e Alec".
Infatti, con loro fuori posto, e trenta vampiri pronti avevamo ottime speranze.
"Aspetta, ci sono anche i Quileute, i licantropi cioè, altri diciassette a nostra disposizione" ricordò Carlisle.
Wow, avevamo un arsenale di quarantotto pronti a combattere, forse potevamo batterli. Non so però quanto quei lupi puzzolenti siano forti. A giudicare da Sam, sembra che sappiano badare a sè stessi.
"Quanti hanno un dono che serve, oltre a Bella?" chiesi.
"In battaglia, Edward può anticipare tutti, leggendo nei pensieri, mentre Kate da una scarica elettrica dal palmo della mano; Benjamin controlla i fenomeni atmosferici, quindi, abbiamo dalla nostra anche il campo di battaglia, mentre Zafrina crea illusioni verosimili o toglie la vista. Tu hai un dono?"
Certo, non gli avevo mai parlato del mio dono.
"Io posso cancellare la memoria a chi voglio, e farla ritornare quando e come voglio" risposi. Sì, mi stavo pavoneggiando "Visto che sei un dottore, è come se io voglio farli entrare in un coma irreversibile per tutti, ma reversibile solo per me".
"Ha ragione" disse una voce.
La porta si aprì ed entrò un altro vampiro che non avevo visto prima.
"Io sono Eleazar, e ho il dono di poter sapere quali sono i doni degli altri vampiri" si presentò "Ho fatto anch'io parte della guardia dei Volturi, ma ho lasciato prima che tu entrassi a farne parte"
"Eleazar, che ne pensi del suo dono?" chiese Carlisle.
"Abbiamo qualche speranza in più, sembri bravo, Nick"
"Beh, non sono mica stato scelto da Aro per pulirgli i piedi" scherzai.

Eleazar mi stava molto simpatico. Visto che avevamo entrambi fatto parte dei Volturi, avevamo una sorta di sintonia.
Col passare del tempo conobbi di persona tutti gli altri vampiri. Ero affascinato dai poteri di Alice e Kate, mentre non avevo ancora testato le illusioni di Zafrina. Mi ero già deciso a non provare più l'elettricità di Kate, mentre Benjamin mi era molto amico.
L'unico a cui provai un po' di antipatia fu Alistair (ma non mi importava, lui stava antipatico a tutti).
Con gli uomini che abbiamo, oltre ad Eleazar anche Jasper disse che potevamo uscire tutti interi.
I Volturi avevano trovato pane per i loro denti.

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Ecco il secondo capitolo! Recensite!! A presto

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Capitolo 3
*** Una storia assai intrigata ***


UNA STORIA ASSAI INTRIGATA


Secondo Alice i Volturi sarebbero dovuti arrivare fra due settimane, in mattinata, nella radura dove ci allenavamo di tanto in tanto. Emmett pensava più al corpo a corpo e alla forza fisica, quindi con un po' di astuzia poteva essere battuto, anche Jasper, che al contrario era più tattico ed esperto, lo faceva notare. Edward, invece aveva quella frazione di secondo di vantaggio per anticipare l'avversario, mentre Bella era prettamente difensiva anche fisicamente oltre che mentalmente. Una volta mi allenai con Benjamin: era bravo, non solo poteva manipolare il luogo di battaglia, ma sapeva anche quando farlo, aveva una sintonia con il suo dono a dir poco perfetta, era riuscito a disorientarmi almeno due volte, senza contare il fatto che io ne ho di esperienza.

Una sera Carlisle doveva parlare con tutto il branco dei lupi insieme, e volle che ci fossero tutti i vampiri all'appello (nel frattempo arrivarono anche gli altri attesi, quindi eravamo al completo).
"Bene, ci siamo tutti" cominciò quando arrivarono Sam e i lupi Jacob e Seth in forma umana, seguiti dagli altri sotto forma di lupo.
Jacob andò subito a mettersi vicino alla mezzosangue, salutandola con un bacio: se tutti ci puzzavamo a vicenda, come potevano piacersi loro due?
"Renesmee è un mezzosangue, ha odori diversi, lei può anche nutrirsi di cibo per umani, e anche per Jacob è la stessa cosa" sussurrò Edward in risposta al mio pensiero.
Durante quella settimana di soggiorno dai Cullen, avevo scoperto qualcosa in più riguardo i lupi. Sapevo che potevano guarire molto velocemente, avevano i sensi sviluppati come i nostri ed erano addirittura più veloci di noi (avevo già visto quanto era veloce il lupo bianco, Leah), inoltre, invecchiavano solo se lontani dai vampiri e potevano avere una cosa chiamata
imprinting, una specie di colpo di fulmine più intenso. Riuscivano anche a comunicare col pensiero in forma di lupo per coordinarsi meglio in battaglia.

"Allora, ragazzi, mancano ancora dodici giorni di tempo prima del loro arrivo. Voglio cominciare col dire che chi non se la sente di combattere, può benissimo ritirarsi, noi lo capiamo non costringeremo nessuno a restare" il suo sguardo indugiò su due lupi che, in forma umana sembravano dei bambini, erano gli ultimi arrivati.

"Seth e Jared avranno il compito di stare vicino a loro quando combatteremo, lo abbiamo già deciso tempo fa, in più Jack e Lewis sono stati addestrati da Jacob in persona, il più forte di noi" rispose Sam rassicurando tutti. Seth fece un cenno d'intesa ai due lupi.
"Carlisle, volevo dirti anche che adesso Seth è ancor più motivato dalla battaglia, adesso ha qualcosa in più per cui lottare" il suo sguardo si fermo ad un lupo color nocciola "vedi, Seth ieri ha avuto l'imprinting con lei. Il suo nome è Elizabeth" il lupo emise un ululato.
"Altrochè, i pensieri di Elizabeth sono decisi: ama Seth come se anche lei avesse avuto l'imprinting con lui" disse Edward rivolto a me, Bella, Nessie e Jake.

Ma le ragazze non possono avere l'imprinting?, chiesi col pensiero, non mi andava di parlare.
"No, e smettono anche di avere il ciclo, come Leah, ma Elizabeth è un pochino più umana degli altri: ha la loro stessa forza, ma lei condivide con gli altri solo i pensieri che vuole, e continua ad avere il ciclo, tutto perchè lei è la discendente di un capo in conflitto con Levi Uley, Ephraim Black e Quil Ateara" spiegò.

Proprio in quel momento Carlisle e Sam finirono di parlare. I lupi si congedarono e andarono via.
"Nick" mi chiamò Bella.
"Cosa c'è?" chiesi.
"Mia figlia vorrebbe sapere la tua storia" infatti anche Nessie seguiva la nostra conversazione, e con lei Jacob.
"Beh, non è che abbia avuto una vita divertente...ma se proprio volete, vi racconto" acconsentii.
"Sono nato a Lisbona il 5 dicembre 1470. Ero un marinaio, uno dei più abili, a 17 anni fui mandato già a girovagare per il Mediterraneo. La mia vita prese una svolta quando compii 22 anni.
"Il 1492?"chiese Jacob stupefatto.
"Esattamente. Il mio superiore mi aveva incaricato di partire con Cristoforo Colombo alla scoperta dell'America, o come veniva chiamato allora, il Nuovo Mondo. Ovviamente saprete che alcuni morirono durante il viaggio; io ero sopravvissuto" ricordai i miei amici patire la fame, mentre io, grazie alle mie conoscenze, mi ero procurato più cibo.
Bella ascoltava il mio racconto affascinata.
"Arrivammo in un'isola che poi scoprimmo si chiamava Guanahani, nella lingua locale. Qui avvenne tutto: Colombo voleva che fosse presente egli stesso quando andavamo in esplorazione, e questo m'irritava. Una notte, quando avevamo appena scoperto un villaggio di pellerossa e gli altri dormivano, decisi di andare in esplorazione senza limiti. Sapevo orientarmi bene, difficilmente avrei perso la strada. Mentre esploravo sentivo delle urla da lontano, incuriosito andai a vedere, e scoprii che provenivano da una piccola grotta. Entrato, mi avvicinai e vidi un indiano pallido e bellissimo, con ai suoi piedi un altro indiano morto dissanguato. Avvenne tutto in un attimo: in una frazione di secondo mi fu a un centimetro di distanza, e mi morse sul collo, poi se ne andò" Nessie era curiosissima, infatti mi esortò ad andare avanti.
"Rimasi due giorni a contorcermi dal dolore, poi seppi cos'ero diventato. Non ci volle molto per scovare colui che mi aveva trasformato. Era stato proprio in quel momento che scoprii il mio dono: messo fuori combattimento, non fu tanto difficile staccargli la testa. Pensavo che fosse finita, invece no, non sapevo che dovevo anche bruciare il suo corpo. Raggiunsi a nuoto la mia terra, e lì vissi da solo, cacciando e bevendo sangue umano. Nel Seicento ero a Venezia, e feci una strage per anni, gli abitanti del posto attribuirono la causa ad una pestilenza. Poi ricevetti una visita: era colui che mi aveva trasformato, che cercava vendetta. Il mio potere però era infallibile, ma non avevo ancora conosciuto altri vampiri, perciò gli staccai di nuovo la testa, me in quel momento arrivò uno come me, un vampiro, da solo. Diceva di chiamarsi Aro, e di comandare la stirpe dei Volturi assieme a Caius e Marcus, e mi ha spiegato che dovevo bruciarlo. Tutto facile, poi, accesi il fuoco e uccisi quel vampiro una volta per tutte"
"Poi ti sei unito a loro?" chiese Edward.
"Certo, infatti a prima vista mi piacevano. Ho scoperto la loro vera intenzione quando uccise la madre di Tanya e Kate, per il fatto dei bambini immortali. Ovviamente era giusto uccidere il bambino, ma poi quando decisero di risparmiare loro due e Ia loro sorella solo perchè erano affascinati dalla scarica elettrica di Kate, capii che volevano solo il potere. Lasciai i Volturi una settimana dopo" ricordai la tristezza di Aro, il mio potere gli serviva eccome "lo stile di vita di Carlisle mi lasciò pensare, infatti non resistetti al sangue umano solo una volta, ma mi sembrava di gran lunga più buono degli altri umani. da quando mi sono convertito al sangue animale ho la fedina quasi perfettamente pulita, io. Mi stabilii prima in Germania, poi in Danimarca, Svezia e Romania dove conobbi Vladimir e Stefan, adesso vengo dalla Grecia" conclusi.
"Beh, è una bella storia" commentò Jacob.
"Non esageriamo" la mia vita da vampiro non era mica stato tutta rose e fiori.
Battere i Volturi per me sarebbe stato un trionfo personale, più passava il tempo e più li odiavo. Con tutti loro al mio fianco, arrivo persino a credere che possiamo farcela.

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Ecco il terzo capitolo, ho pensato che sarebbe bello conoscere la storia del nostro protagonista...recensite!!

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Capitolo 4
*** Allenamenti ***


ALLENAMENTI


Mancava ancora una settimana all’arrivo dei Volturi, ma già alcuni di noi sentivano la tensione: Rosalie ed Emmett non distavano uno dall’altra più di 10 miglia, sembrava una vita in simbiosi, la loro. Jasper non faceva che allenarsi e cacciare, allenarsi e cacciare, questa era la sua routine, Alice passava il tempo a tenere d’occhio ogni minima decisione di Aro, e Alistair, anche se Carlisle gli aveva detto che se non se la sentiva poteva anche non combattere, dopo aver deciso di rimanere è caduto in depressione (ovviamente un tocco della mano di Kate lo aveva costretto a restare).
 
Gli unici ad essere “contenti” ed ansiosi di combattere erano Vladimir e Stefan, non facevano che dividersi Aro, Caius e Marcus; una volta hanno litigato perché Vladimir voleva Caius, Stefan voleva Aro e litigavano per chi doveva far fuori Marcus.
“Marcus lo uccidiamo insieme, ma non toccare Aro” decise Stefan per sancire il compromesso.
“E tu non azzardarti ad avvicinarti a Caius” rispose Vladimir.
“Loro tre combatteranno solo se la situazione si metterebbe bene per noi” ricordò Edward.
“Infatti abbiamo già deciso che nel frattempo ci occuperemo di Felix e Demetri” cominciò Vladimir.
“Ci devono molte cose, la loro vita servirà a rinsanare tutto il loro debito” continuò Stefan.
 
“Quando sono venuta con Huilen e Nahuel, dieci anni fa, avevo visto che Marcus veniva fatto fuori da Vladimir e Stefan insieme, Caius veniva fatto fuori da Tanya e Kate, mentre Edward e Bella uccidevano Aro” cominciò a ricordare Alice.
“E che mi dici della guardia?” chiese Jasper interrompendo la lotta con Garrett (affrontava sempre qualcuno di diverso)
“Demetri veniva ucciso da Edward, ma salvandosi per il rotto della cuffia, Jake ha ucciso Santiago mentre scappava con Renesmee sulle spalle, io e Sam ci saremmo occupati di Jane, mentre Emmett si è occupato di Alec e Felix sprofondava in una faglia creata da Benjamin”
“E che dici delle nostre di perdite?” Jasper era molto curioso.
Alice si fece scura in volto, ma rispose lo stesso: “Purtroppo tra i licantropi Leah cadeva nel burrone per salvare Esme, Seth veniva attaccato da Jane e finito da Felix e tra noi vampiri avremmo perso te e Carlisle”.
Non mi aspettai la reazione di Jasper. Invece di demoralizzarsi il suo sguardo divenne più deciso e disse: “Nick, che ne dici di allenarti con me?”
Fui preso alla sprovvista. Avevo combattuto con Jasper già due volte, e i miei anni in più di esperienza ebbero la meglio.
“Va bene” acconsentii, volevo farlo felice, visto che aveva appena scoperto che se avessero combattuto lui sarebbe morto.
 
Uscimmo alla radura dove eravamo soliti allenarci.
Subito spiccai una corsa decisa verso di lui. Anche lui fece altrettanto. Non avrei usato il mio potere, già Edward l’aveva provato e, dopo avergli ridato la memoria, aveva detto che era meglio non provare una tale sensazione.
 
Appena fummo vicini, spiccò un salto e il mio colpo andò a vuoto; non feci in tempo neanche a girarmi, che vidi un colpo diretto alla mia faccia mentre scagliavo un calcio sul suo fianco: ci colpimmo nello stesso istante, e io fui scagliato all’indietro, lui di lato. Era molto motivato, sapere che sarebbe morto lo aveva rinforzato anziché indebolirlo.
Io mi misi in piedi e saltai pensando a tirare un calcio in volo, lui si mise solo in piedi e mi aspettò: avevo capito, voleva anticiparmi. Allora quando alzò entrambe le braccia per fermarmi io tolsi il piede, fermai le braccia con le mie mani e colpii le sue spalle con tutt’e due i piedi. Liberai in tempo le mie mani dalla presa, altrimenti gli avrei staccato le braccia.
Barcollò per una frazione di secondo e io ne approfittai.
In nemmeno mezzo secondo gli fui vicinissimo, lo immobilizzai e lo presi per la testa.
Dissi: “Tac” simulando la rottura dell’osso del collo e poi lo liberai dalla mia presa.
“Sei proprio bravo, siamo fortunati ad averti tra noi” commentò Jasper.
“Più di quattro secoli di esperienza” risposi.
 
Dopo anche altri chiesero di battersi con me.
Emmett si arrabbiava ogni volta che perdeva, l’unica difficoltà che ebbi è quando mi allenai con Edward, lui riusciva ad anticiparmi, io avevo esperienza e quindi eravamo alla pari, abbiamo combattuto per ben 36 ore senza che nessuno dei due avesse la meglio e alla fine riuscii ad avere un controllo mentale tale da poter mentire col pensiero, quindi vinsi con un po’ di difficoltà, infatti più volte ci sono andato vicino ad usare di nuovo il mio potere per vincere.
 
Quando mi allenai con Stefan, che è più esperto di me, solo la mia velocità riuscì a disorientarlo e a farlo cadere nella trappola.
Ogni momento diventò prezioso, il loro arrivo si avvicinava.

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Capitolo 5
*** Un arrivo inaspettato ***


UN ARRIVO INASPETTATO


I giorni passarono, nella paura e nella tensione, ma passavano.
A tre giorni dall'arrivo dei Volturi previsto da Alice, Carlisle programmò una battuta di caccia per tutti i vampiri. Io, la famiglia Cullen e quella di Tanya ovviamente cacciammo sangue animale (ad eccezione di Garrett, che ha deciso di fare un'eccezione alla sua dieta per aumentare le sue forze in vista della battaglia ormai alle porte). Gli altri sarebbero andati a cacciare sangue umano, sempre nei limiti del territorio vincolato dal patto con i Quileutes.
Alcuni, ad esempio il clan irlandese di Siobhan e Renesmee, sotto l'ordine di Bella ed Edward, che la volevano in forze, decisero di bere sangue umano senza commettere omicidi, facendo così ricorso alle riserve di 0 negativo che aveva Carlisle.
Io mi limitai a bere sangue animale, niente di più, anche perchè non volevo perdere l'abitudine di resistere al sangue umano.

"Sono curioso di vedere come cacci" disse Edward quando ci inoltrammo in una foresta.
"Come un normale vampiro" commentai. Se c'era una cosa che odiavo, era proprio quella di essere trattato come qualcuno di più potente.
Carlisle controllò che la zona fosse libera da umani nel posto sbagliato al momento sbagliato, e ci diede l'ok per cominciare.
Inspirai profondamente, tutti gli odori nel raggio di un miglio erano miei.
Trovati: due orsi bruni abbastanza grossi.
Sentivo il loro cuore battere e il loro sangue scorrere, la mia gola avvampò. Era almeno una settimana che non bevevo sangue, i miei occhi ormai erano neri.
"Uno per ciascuno, Nick?" chiese Emmett, che era vicino a me ed aveva catturato lo stesso odore. Sapevo che gli orsi erano i suoi preferiti.
"Aggiudicato" risposi io.
Emmett sorrise, e partì a tutta velocità.
Io ero più veloce, quindi fui costretto a tenere il passo di Emmett.
Arrivammo, era uno stagno, proprio come il mio olfatto aveva avvertito, inconfondibile odore di acqua fresca.
Il primo si accorse di noi e ringhiò, quello lo lasciai ad Emmett.
Il secondo, avvertitò dal ringhio, si voltò, ma non fece in tempo a dire una parola che già gli ero saltato "in groppa", preso per la testa e rotto l'osso del collo. Emmett invece stava ancora giocando con il suo orso, facendosi colpire a vuoto.
Io avevo già succhiato tutto il sangue, ma non aspettai che ebbe finito.
Un'altro profondo respiro, e subito alla volata di una pantera.

Appena arrivato, però, la pantera era già senza una goccia di sangue nel corpo. Ai piedi c'era un altro vampiro. O meglio, un'altra vampira.
Cavolo se era bella, forse anche più di Rosalie.
Pallida, occhi dorati, quindi anche lei avrebbe deciso di cibarsi di sangue animale.
Capelli che sembravano seta, ondulati, color dell'oro, corporatura a dir poco perfetta, perfetta anche per noi vampiri.
Erano passati sì e no due secondi.
"Ciao" mi salutò. Cavolo, che voce, sembra più vellutata di quella di un vampiro.
"Ciao" risposi io. Meno male che noi non arrossiamo. E meno male che rimaniamo lucidi.
"Io sono Jennifer" un sorriso da togliere il fiato; mi offrì la sua mano.
"Piacere, Nick" mi presentai stringendo la sua mano. Sì, era un vampiro, non sentivo cuore che batteva nè sangue che scorreva, e le nostre temperature corporee erano identiche.
"Ho sentito che i Volturi vi attaccano, posso unirmi a voi? So che tra di voi c'è qualcuno che legge i pensieri, potrete verificare che sono dalla vostra" impossibile rifiutare.
"Non è un traditore" disse una voce alle mie spalle.
Edward e Carlisle ci raggiunsero.
"Oh tu devi essere Carlisle" disse Jennifer.
"Esattamente, spero però che tu sappia il rischio che correrai se ti unissi a noi" la avvertì Carlisle.
"Lo so, altrimenti non sarei qui" era decisa.
"Perfetto, più siamo meglio è. Nick, cacci ancora oppure accompagni la nuova arrivata a casa nostra?" Carlisle sorrise a Jennifer.
"Senz'altro. Buona caccia" augurai a loro due.
Edward mi disse, in modo che solo io potessi sentirlo: "Ti consiglio di non dire a Rosalie quello che hai pensato prima" e mi sorrise. Aveva letto il mio pensiero mentre la paragonavo a Rosalie.
"Seguimi" feci io, come se Edward non mi avesse detto niente. E partii a tutta velocità.
Jennifer era veloce quanto me, riusciva a starmi dietro senza difficoltà.
Proseguimmo in silenzio per tutto il tragitto.
Arrivati a casa, si sdraiò sul divano.
La osservai con la coda nell'occhio. Sì, ero proprio attratto da lei.

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Altro capitolo, e chi se lo aspettava questo arrivo?? La mentalità del nostro protagonista è piuttosto alterata dalla nuova presenza. Come andrà a finire? Seguitemi e lo scoprirete! Ovviamente largo alle recensioni!!

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Capitolo 6
*** Ancora allenamenti ***


ANCORA ALLENAMENTI

Il giorno dopo avevamo programmato una nuova giornata piena di allenamenti.
Infatti avremmo visto come se la cavava in combattimento la nuova arrivata Jennifer.
Stavamo correndo sempre verso la radura dove ci allenavamo e dove, stando alle visioni di Alice che erano sempre sicure, sarebbero arrivati i Volturi.
Davanti alla corsa c'erano Edward e Carlisle, poco dietro io, Jennifer, Bella e Jasper, dietro di noi tutti gli altri vampiri più Jacob, che aveva deciso di prendere parte agli allenamenti con Renesmee e Bella.
"Hai qualche dono particolare?" chiesi a Jennifer mentre correvamo con una voce calma, come se non ero lanciato a folle corsa.
"Ho un dono, sì" rispose "stai a guardare!".
La guardai mentre correvamo. Anche Bella, Jasper e Carlisle erano interessati.
Jennifer chiuse gli occhi e in quattro e quattr'otto c'erano tre Jennifer diverse che correvano accanto a me.
Poteva moltiplicarsi.
"Ne riesci a fare solo due?" chiesi.
"Soltanto due per volta" rispose quella centrale, doveva essere lei quella originale.
"Caspita, che dono" commentò Carlisle.
Le tre Jennifer si sovrapposero e tornarono ad essere tutt'una.
Certo che ne esistevano di doni bizzarri.
Edward ridacchiò al mio pensiero.

Arrivammo alla radura che era mattino.
"Jennifer, che ne dici di combattere con me?" chiese Jasper.
"Ok, da tanto che non faccio un combattimento vero e proprio" Jennifer era entusiasta di combattere.
Jasper le sorrise e si sistemò nel bel mezzo della radura.
Lei invece rimase al suo posto.
"Fa' del tuo meglio" si raccomandò Jasper "non avere paura di farmi male".
"Senz'altro" si limitò a dire Jennifer.
E partirono a tutta velocità.
Arrivati vicini, Jasper saltò in aria per atterrare con un bel calcio, ma Jennifer era molto più rapida di lui da afferrargli la gamba durante il salto.
Jasper fu sbattuto a terra di fianco con una forza tale da far tremare tutto, inoltre sul terreno c'era la sagoma della spalla del vampiro, che ora si assestava a colpire  ancora. Scattò e fintò un salto, infatti Jennifer aveva aperto le gambe pronta ad arrivare al corpo a corpo. Jasper fece una scivolata che sembrò tagliasse il suolo, passò sotto alle gambe di Jennifer e le afferrò con le braccia, facendola catapultare in aria, ma non cadere a terra del tutto: due capriole ed eccola in piedi pronta a sferrare il suo attacco.
Jasper fece un salto in alto di circa dieci metri, ma mentre guardava Jennifer in basso, gli arrivò un colpo secco sulla nuca: ancora più in alto di lui c'era un'altra Jennifer. Si era moltiplicata, ma non si scorgeva l'altra copia.
Infatti anche Jasper la cercava mentre cadeva, infatti gli arrivò un calcio sull'addome. Però questa era la vera Jennifer, che aveva spiccato un salto per colpire.
La seconda Jennifer afferrò Jasper al volo e lo immobilizzò da dietro. Non poteva muovere un muscolo al di fuori della testa, infatti cercò di tirare testate all'indietro, invano.
La vera Jennifer afferrò Jasper per il collo e sorrise.
Mamma che sorriso smagliante.
"Niente male" commentò Jasper non appena fu libero e le due copie di Jennifer divennero tutt'una.
Poi tutti vollero provare a combattere con lei, Emmett primo fra tutti.
Ma la lotta con Emmett non durò che tre secondi e mezzo, il tempo di schivare l'attacco e bloccarlo.
La giornata pian piano finì, io avevo combattuto solo una volta, con Benjamin. La gara finì in parità.
"Domani. io e te. Qui. A combattere" sfidò Jennifer, prima che spiccammo la corsa per casa Cullen.
"Senz'altro" accordai io.
La guardai mentre correva.
Cavoli, che eleganza, e che bellezza. Si muoveva con grazia, meglio di quella di un normale vampiro.
Mi piaceva, mi piaceve indiscutibilmente.

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Altri allenamenti a due giorni dalla grande battaglia :) Largo alle recensioni!!!

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Capitolo 7
*** Come un colpo di fulmine ***


COME UN COLPO DI FULMINE


Era l'ultimo giorno.
L'ultimo giorno, e poi si combatte. L'ultimo giorno, e poi è questione di vita o di morte.
In casa Cullen si avvertiva la tensione. Jasper decise di fare un'ultimissima battuta di caccia ed Alice lo ebbe accompagnato. Rosalie ed Emmett, come tutte le coppie, cercarono di godersi questo ultimo giorno di tranquillità sicura.
Bella sarebbe andata a trovare suo padre Charlie, con Renesmee e Jacob insieme, mentre Edward passava il tempo con Esme e Carlisle.
I Quileutes erano ormai cinquanta ore che non dormivano e che erano di ronda in caso di qualche anticipo da parte dei Volturi.
Io e Jennifer avevamo programmato un combattimento nella solita radura quel pomeriggio.
Infatti stavamo correndo verso il posto.
"Non sarà facile battermi come hai fatto con Emmett e Jasper" la sfidai.
"Staremo a vedere" rispose lei, e sfoggiò un sorriso così smagliante che avrebbe fatto sbavare un umano.
Proseguimmo verso la radura in silenzio. Gli unici odori che si scorgevano erano il profumo delle piante  e la freschezza dell'aria. Eravamo in piena primavera.
Il silenzio era rotto solo dalla nostra velocità che sembrava creasse una folata di vento.
Ecco, riuscivamo a scorgere il nostro odore nella radura, dopo tutti quei giorni ad allenarci.
Arrivammo alla nostra radura e prendemmo i nostri posti, uno a una ventina di metri dall'altra.
"Pronto?" chiese lei.
"Sono nato pronto" feci io. E mi lanciai verso di lei.

Andavo velocissimo, e lei veniva verso di me, in metà secondo ci saremmo schiantati.
Gli arrivai vicinissimo, caricai il pugno e colpii, ma non feci che colpire aria: in una frazione centesima di secondo era saltata in aria.
Guardai in alto, ma non c'era nessuno.
E poi, due calci mi arrivarono sui fianchi.
Destra o sinistra? Optai per la sinistra e tirai una gomitata senza guardare: a vuoto di nuovo.
Poi, due mani mi bloccarono il collo e da dietro spuntò Jennifer: si era moltiplicata per due, e mi aveva bloccato.
"Un po' lentuccio" commentò.
"Ma furbo" risposi io. Infatti, le gambe erano ancora libere e le usai per camminare sul suo corpo a mo' di scala.
Una capriola all'indietro, le mani mollarono la presa ed io presi per il collo e lo tenni bene fermo, bloccando anche le sue gambe.
Poi, le mie mani mollarono la presa. Non era perchè si era liberata, ma il suo corpo era diventato trapassabile, come un fantasma. Poi, in un'attimo, il corpo-fantasma fluttuò verso la vera Jennifer. Avevo bloccato solo la sua brutta copia.
Mi lanciai un'altra volta verso di lei.
Sembrava mi lanciassi verso uno specchio: Jennifer saltò pronta a tirare il calcio proprio mentre io feci lo stesso.
Io la colpii in faccia e lei fece lo stesso con me.
Fummo scagliati ad una decina di metri dall'impatto.
Io mi alzai e vidi che lei era ancora a terra.
In un battibaleno le fui vicino e la aiutai a rimettersi in piedi.
"Parità" dissi.
"Già" concordò lei.

Tornammo di corsa verso casa Cullen mentre il cielo cominciava a scurirsi.
Edward venne ad aprirci proprio mentre stavamo bussando.
"Nick" salutò Carlisle "stasera siamo stati invitati ad un falò con i Quileutes, ci raccontano le loro storie, e noi abbiamo accettato, tu vieni con noi?"
"Sinceramente no, conosco già le loro storie, quella di Taha Aki e tutte le altre" infatti volevo restare da solo prima di combattere.
"Anche io resto con Nick, sono abbastanza in tensione ed ho bisogno di concentrarmi" si intromise Jennifer.
"Nessun problema" le sorrise Carlisle.

Come previsto tutti i vampiri eccetto me e Jennifer andarono alla riserva.
In casa c'eravamo solo noi due.
Jennifer stava guardando la tv, mentre io stavo leggendo il giornale che Emmett aveva comprato quella mattina.
"Perchè hai deciso di combattere?" mi chiese curiosa ad un certo punto.
La risposta era facile.
"Io sono amico di Carlisle, e odio i Volturi da quando ho capito che loro vogliono il potere solamente, in più io cerco avventure" risposi.
"E tu perchè combatti?" chiesi.
"Oltre all'odio che provo per i Volturi, specialmente Caius e Aro, io combatto per un futuro migliore per la nostra razza, e per me senza i Volturi si starebbe molto meglio" era pensierosa.
Poi mi guardò intensamente "In più devo dirti che mi piaci tanto, Nick, e che combatto anche per te".
Feci cadere il giornale a terra. No, non poteva essere. Uno come me non poteva piacere ad una come lei!
Rimasi stupefatto. Doveva aver capito che ricambiavo al mille per cento.
"Anzi" continuò, spegnendo la tv e alzandosi dal divano, raggiungendomi.
Si avvicinò a me e disse: "Io voglio molto di più della semplice amicizia con te".
Mi ci volle mezzo secondo in più per capire cosa intendeva. Ma era più che sufficiente. Il vampiro in me aveva cominciato ad esultare come un matto.
Eravamo vicinissimi, non eravamo mai stati così vicini.
Poi Jennifer mise le sue labbra sulle mie.
Ero sorpreso all'ennesima potenza: mi stava baciando.
Beh, le piacevo, le piacevo da morire.
Perciò cinsi la sua vita con le braccia e risposi al bacio con foga.
Avevamo appena creato un mondo tutto nostro, che era formato solo da noi due, io e lei, lei ed io.
"Voglio correggere la mia risposta di prima" dissi fra un bacio e l'altro.
"Adesso ho anche io qualcuno per cui combattere" continuai senza attendere risposta e la fissai intensamente.
"Domani nessuno ti torcerà un capello" le promisi.
Lei sorrise e continuammo ad occuparci del nostro piccolo grande mondo.

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Beh, novità prima della battaglia: ve lo aspettavate proprio in questo momento? Dai, Recensite!!

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Capitolo 8
*** Tutto pronto ***


TUTTO PRONTO


Tutti i vampiri entrarono in casa quando era notte inoltrata.
"Congratulazioni" mi disse sottovoce Edward quando entrò.
Ridacchiai e pensai.
L'hai detto agli altri?
Sorrise e scosse la testa.
Bravo, non farlo se non dopo la battaglia.
Infatti volevo che fosse stata una sorpresa in caso di vittoria.
Fece un segno di intesa.

"L'ora esatta, Alice" disse Carlisle.
"Alle 8.12 sentiremo il loro odore" rispose lei.
Guardai l'orologio appeso in alto sul divano: mancava poco più di mezz'ora.
"Andiamo" disse Carlisle, aprendo la porta principale e uscendo.
Fu seguito dalla sua famiglia, quella di Tanya, gli altri clan e i nomadi. Io e Jennifer uscimmo per ultimi.
"Voglio ricordare per l'ennesima volta che chi non se la sentisse di combattere può benissimo rinunciare, noi non costringiamo nessuno" disse Carlisle fuori, lanciando un'occhiata ad Alistair, il meno deciso di tutti.
"Non preoccuparti, Carlisle, resto, ma se nel combattimento finiamo in svantaggio giro i tacchi e me ne vado" fece lui.
"Ok" si limitò a rispondere Carlisle, prima di partire correndo.
Fu seguito a ruota da tutti. Io e Jennifer eravamo veloci, quindi con tre falcate raggiungemmo la testa insieme ad Edward e Carlisle.
Proseguimmo in silenzio.
Io pensai ai Volturi. A Jane ed Alec, Felix e Demetri, la guardia al completo, poi ad Aro, Caius, Marcus e le mogli. Era strano, per la prima volta mi sarei scontrato con loro.
E poi pensai ai nostri. A come Carlisle ed Esme avrebbero sopportato una qualsiasi perdita, a come io adesso potrei subire una perdita.
Sarei stato vicino a Carlisle, se avremmo perso qualcuno. Era mio amico, e volevo aiutarlo a tutti i costi.
"Tre minuti" annunciò Alice guardando l'orologio da polso che indossava.
Arrivammo alla radura che mancava un minuto e mezzo.
Schierati di fronte a dove dovrebbero arrivare, eravamo pronti.
"10 secondi" disse ancora Alice.
Erano secondi di angoscia, Edward e Bella si diedero un rapido bacio, come Emmett e Rosalie, Kate e Garrett, Nessie e Jacob, e molte altre coppie.
Sentii una ventina di cuori e tanto sangue alle mie spalle, sovrastato da una tremenda puzza: i licantropi erano dietro di noi.
Contavo i secondi senza fiato, cingevo Jennifer con il braccio destro.
A cinque secondi esatti dalla fine, cedetti.
Mi voltai a destra e baciai Jennifer appassionatamente, lei rispose al bacio con altrettanta passione.
Non furono in molti ad accorgersene, ma non mi interessava.
"Eccoli" borbottò Bella.
Respirai, ed ecco il loro odore. Lo ricordavo ancora bene.
Eccoli, arrivarono.
Erano, come al solito incappucciati. Dopo il loro "rito" dopo ogni arrivo, Aro, Caius e Marcus si tolsero il cappuccio.
"Aro" chiamò Carlisle "perchè fai questo?"
"Credo che anche tu sappia il perchè, Carlisle" rispose Aro con finta cordialità "noi Volturi siamo stufi della tua famiglia, e la giustizieremo".
Si soffermò a squadrarci tutti.
Quando i suoi occhi trovarono me, i suoi occhi si ingrandirono, e la sua bocca fece capire che era preoccupato.
"Ivan, a Nick" ordinò.
Cosa mi voleva fare? Mi misi in guardia.
Uno di loro si tolse il cappuccio e mi fissò. Non lo riconoscevo.
"Oh no!" disse Eleazar. Che potere aveva?
E poi, un dolore acuto mi fece accasciare a terra.
Jennifer mi prese e mi risollevò.
"Stai bene?" chiese ancor più preoccupata di me.
"Sembra proprio di sì" dissi io. Infatti, a parte quel dolore ero ancora in piena forma.
"Invece no" disse Eleazar "non stai affatto bene, Ivan ti ha privato del tuo dono per un mese!" spiegò.
"Cosa?" esclamò Bella "e se toglie anche il mio?" chiese preoccupata.
"Noi siamo salvi, lui può togliere un dono al mese" spiegò Edward leggendo i suoi pensieri.
"Meno male" commentò Bella.
"Però è sleale" disse Edward.
Beh, allora sono serviti gli allenamenti senza dono, io non dipendo dal cancellare la memoria o meno.
Nel frattempo, tutta la guardia si era tolta il cappuccio.
"Non c'è più niente da fare" disse Edward "si combatte" e partì per primo in volata contro Felix che aveva spiccato la corsa.
Guardai Jennifer. Nel frattempo altri erano partiti all'attacco.
"Ti amo" le dissi. 
"Anch'io" rispose.
E partimmo anche noi per combattere.

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Il momentone è arrivato!! Lasciate una recensione!!

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Capitolo 9
*** La battaglia (parte prima) ***


LA BATTAGLIA (parte prima)


La battaglia era ufficialmente cominciata.
Correvo a più non posso verso il nemico, pensando da chi avrei potuto cominciare. Ma non mi interessava chi, dovevo aiutare gli altri, far fuori il più possibile.

Raggiunsi il primo nemico, schivando il suo tentativo di colpirmi d'anticipo e staccandoli un braccio. Lui imprecò nel dolore e tentò di colpirmi con l'altro braccio, ma ormai era finita: bloccai il suo braccio e gli staccai la testa. Fuori uno. Lanciai il suo corpo senza testa e braccio in aria, questo fu raggiunto da Seth in salto e fatto a pezzi.
Prima di lanciarmi verso un'altro avversario osservai la situazione: c'era un lupo, forse Paul, a terra, ma era vivo, sentivo ancora il suo cuore battere, era evidentemente ferito, infatti Jared l'aveva preso e lo stava portando fuori dalla battaglia, dove prima ci eravamo messi d'accordo per portare i feriti o, nel caso peggiore, le vittime.
Poi vidi Bella e Renesmee combattere contro un'armadione, che non riconoscevo. Jacob combatteva contro Ivan, colui che mi aveva tolto il dono.
Era passato sì e no mezzo secondo.
Ripresi a correre raggiungendo un altro nemico. Mi sorprese. Mi tirò un pugno e fui costretto ad arretrare, quando fui bloccato la vita da due mani. Siccome le mie di mani erano ancora libere, tirai una gomitata all'indietro senza guardare. Le braccia mollarono la presa e io mi girai. La testa stava volando. Caspita, era alto sì e no un metro e quaranta. Sam lo smembrò.
Nel frattempo Edward si stava occupando di quello che mi aveva tirato il pugno, di fronte a me.
Mi accorsi che un altro mi rincorreva. 

Tattica? chiesi col pensiero ad Edward, immaginando nella mia mente come sarebbe dovuto andare.
Sorrise ed annuì.
Lui scappò dal suo nemico e venne incontro a me.
Io feci due passi in avanti e aprii le gambe per permettere di far passare Edward sotto.
Infatti i nostri due nemici si erano disorientati.
Quello che mi seguiva vide Edward spuntare dal nulla e staccargli la testa, mentre quello che seguiva Edward venne incontro a me e io lo fermai, gli staccai prima le braccia, e mentre fuggiva, feci un salto e atterrai di fronte a lui. Non poteva fare altro: fermai il collo con la mano sinistra, e con la destra lo eliminai.
"Me ne occupo io" disse Benjamin mentre arrivava. Fece apparire una fiamma dal suo dito e appiccò il fuoco a più vittime che poteva, compresa l'ultima.

Mi stavo quasi divertendo nell'eliminarli. Cercai Jennifer con gli occhi.
Una stava combattendo contro Demetri, un'altra aiutava Jacob a finire Ivan e l'ultima stava sgozzando un nemico mentre Kate lo elettrizzava. Incredibile, riusciva ad affrontare tre combattimenti con la forza del pensiero.
Carlisle ed Esme erano uno di spalle all'altro, circondati da quattro di loro. Due erano vicini, decisi di aiutarli.
Spiccai un salto alto almeno tre metri e atterrai sferrando un calcio a tutti e due, con entrambi i piedi: due teste saltate in un colpo.
"Ottimo lavoro, Nick" commentò Carlisle mentre aiutava Esme a combattere.
Non risposi, e osservai il nemico.
Aro, Caius e Marcus stavano guardando la battaglia impassibili. Dietro di loro Jane ed Alec aspettavano l'ordine di attaccare.
Feci un breve conteggio dei due schieramenti.
Trentacinque dei nostri, i Volturi ne avevano cinque in più.
Puntai ad un altro di loro, ma fui anticipato ottimamente da Leah e Zafrina, che insieme lo finirono. Sorrisi, e cercai qualcun altro da far fuori.
Intanto la gara si svolgeva a nostro favore, non vedevo più Jasper e Garrett, e Alice e Kate non stavano più dando il meglio di loro, forse dovevano essere feriti, pensai. Erano bravi, non potevano essere morti.
Intanto sgozzai altri due che mi venivano incontro. Adesso eravamo trentacinque contro trentaquattro. Aro se ne accorse, e mandò Jane ed Alec nella mischia.
Io cercai invece Felix, volevo batterlo, mi era sempre stato antipatico quello.
Lo trovai, Emmett se ne stava occupando, lo raggiunsi per dargli una mano.
A metà strada, un grido lacerò l'aria: era femmina, e la conoscevo molto bene. Jennifer.
Mi fermai di scatto, e la cercai. Ditemi che non era successo quello. Invece sì.
Le sue copie cominciarono ad essere tutt'una, e si accasciò a terra dolorante. Jane la stava colpendo.
"Bella!!" urlai disperato.
"Ci sono" arrivò accanto a me, e espanse il suo scudo fino ad avvolgere Jennifer. Le grida cessarono.
Mi lanciai in volata verso di lei. Jane mi fissava, sapevo che Bella stava proteggendo anche me.
Presi Jennifer in braccio e con un salto mi allontanai dallo scontro.
"Renesmee" chiamai piano. Mi avrebbe sentito comunque.
Infatti lei ci raggiunse "Cosa?" chiese, poi vide Jennifer appena colpita.
"Me ne occupo io" disse, senza aspettare la mia domanda "tu sei forte, ci servi, io sono insignificante".
"Ok.." riuscii soltanto a dire.
La rabbia si stava impadronendo di me.
"Nick, calmati" disse Edward da lontano. Ma non mi interessava. Vedevo Jane, quella era la mia vittima.
Mi lanciai a più non posso verso di lei, che mi stava fissando.
Bella non mi stava più proteggendo, ed infatti ecco un'acuto dolore rallentarmi.

Solo un'illlusione, è solo un'illusione, il tuo corpo non ha niente, riuscii a convincermi, e difatti, con il dolore comunque acuto, ripresi a correre, sopportando il grande fastidio.
Raggiunsi Jane, la rabbia mi stava rendendo più forte.
Infatti la stritolai, sembrava un torsolo di mela, e poi, staccai con ferocia la sua testa lanciandola verso Alec.
"DOVETE MORIRE TUTTI!!" gridai, e mi lanciai verso il prossimo.
Però, poi, tutto scomparì.
Buio, silenzio, e via anche il tatto, mi sembrava di volare nel buio, con le orecchie tappate. Alec. Era opera sua.
Non potevo sapere nemmeno se ero ancora in piedi o ero caduto a terra, oppure se avevo ancora la testa, o se stavo già bruciando. Non sapevo niente.
Pensai a Carlisle, ai Cullen, a tutti gli altri vampiri, a come avrebbero sopportato la mia morte che ora sarebbe certa al novantanove virgola nove per cento.
Pensai a Jennifer. Se ero ancora vivo potevo recapitargli ancora un messaggio.

Edward, non appena vedi Jennifer, dille che la amo, e che mi dispiace tanto, comunicai col pensiero.
Addio, Jenny, ti amo. Furono gli ultimi pensieri.

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Vita o morte? Lo saprete se continuate a seguirmi!

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Capitolo 10
*** La battaglia (parte seconda) ***


LA BATTAGLIA (parte seconda)


E, come per miracolo, ripresi conoscenza.
Riebbi vista, tatto, udito e olfatto.
Non vedevo niente, mi stavo spostando a velocità sovrumana, sapevo di essere in braccio a qualcuno, sentivo in lontananza la furia della battaglia, e gli odori erano gli stessi prima che Alec mi colpisse.
"Che diamine..." balbettai.
"Dopo" mi disse Edward, ero in braccio a lui, allora.
Quindi ero al sicuro, aspettai finchè non ci fossimo fermati.
Due minuti esatti dopo, Edward cominciò a rallentare fino a fermarsi. Mi poggiò a terra.
Ero stralunato, adesso cominciavo a normalizzarmi.
"Anche tu, Nick?" disse Jasper.
"Che ti hanno fatto?" continuò Garrett.
"Alec lo ha colpito" rispose Edward per me.
Ero a testa bassa fino ad ora. Riconoscevo l'odore di una tenda. Eravamo arrivati nel cosidetto "angolo dei feriti".
Alzai di scatto la testa.
Paul, Leah, Jasper e Garrett. Nessun cadavere.
Paul aveva una spalla che perdeva sangue e un taglio abbastanza profondo sull'addome, però era riuscito a tornare umano, quindi in una giornata si sarebbe risolto tutto.
Leah era ancora in forma di lupo, con la gamba che aveva una posizione anomala, Paul la stava aiutando a ritrasformarsi.
Garrett era stato morso da tre vampiri sul braccio, che era diventato inagibile per almeno due giornate. Jasper però era il peggiore.
Aveva un braccio a metà, dal gomito fino alla mano niente.
Si accorse che stavo guardando il braccio mancante e disse "Sai che noi, se non bruciati, ci ricomponiamo, ma il mio braccio non si trova"
"E invece no, caro Jazz" disse una voce che proveniva dall'esterno.
Emmett era tornato con in mano l'avambraccio e la mano di Jasper, e mostrava un sorriso a trentasei denti.
"Emmett, ti sarò debitore per almeno centocinquant'anni!" esclamò Jasper prendendo il suo braccio e abbracciando suo fratello con il braccio ancora intero.
Edward era più sollevato.
"Io ed Emmett torniamo alla battaglia" disse.
E lasciare me qui? Neanche se in cambio mi date la testa di Caius!
Edward lesse i miei pensieri e si soffermò, Emmett era già ripartito.
"Va bene, però non devi perdere la testa" acconsentì.
Ad un tratto pensai a Jennifer. Perchè non era nella tenda?
"Nessie l'ha portata direttamente a casa, era poco prudente tenerla qui, con loro c'è il più piccolo dei lupi, e tiene in contatto noi. Sta impazzendo, vuole assolutamente vedere te" spiegò.
Pensai a lei. Prima mettiamo fine a questa storia però.
"Esatto" convenne lui. E insieme ripartimmo verso la battaglia.
Chissà come stavamo messi noi, e come loro.
"Io ho ucciso Alec" rispose Edward, continuando "prima di portarti via, adesso sono scesi in campo Aro, Caius, Marcus e le mogli. Stiamo per schiacciarli, siamo in superiorità numerica.
Fece la telecronaca minuto per minuto finchè non tornammo al campo di battaglia.
"Serve gioco di squadra" avvertì Edward, prima di gettarsi nella mischia.
Acconsentii col pensiero e mi lanciai dietro di lui.
Sapevo a chi aveva puntato: Demetri.
Appena gli fu vicino saltò in aria, facendomi trovare a tu per tu con lui.
Gli bloccai braccia e gambe, lui tentò di tirarmi una testata, che io prontamente schivai. A quel punto atterrò Edward sulle sue spalle afferrando e staccando la sua testa, gettandola in un gigantesco falò dove stavano bruciando tutti.
Staccai anche braccia e gambe e gettai i resti nel grande falò.
Decisi di cooperare con altri.
Con l'aiuto della scossa di Kate ne feci fuori un'altro, e decapitai un nemico mentre Emmett lo teneva fermo.
Decisi di aiutare chi era in difficoltà. Ecco il primo. Rosalie.
Era bloccata da un nemico, mentre un altro si stava avvicinando per staccarle la testa. Dovevo aiutarla.
Ero troppo lontano, non ce la facevo a raggiungerla in corsa. Perciò feci come un abile giocatore di baseball: mi tolsi una scarpa e la lanciai violentemente verso colui che bloccava Rose.
Non si aspettava questo lancio, venne beccato in pieno volto, giusto il tempo per far liberare Rosalie e mettere fuorigioco il primo dei due. Ma allora avevo guadagnato tempo: corsi a grandissima velocità verso l'altro (Rosalie aveva schivato il suo colpo e cambiato obiettivo), Zafrina lo accecò e io lo finii.
Ne decapitai un altro mentre Stefan lo teneva fermo.
Poi decisi che era ora di puntare ad Aro.
Osservai gli altri due. Caius combatteva contro Tanya, Siobhan, Esme e Nahuel mentre Marcus si occupava di Bella, Jacob, Sam, e Carlisle.
Aro, invece era concentrato su Seth, Alice e Carmen. Era l'unico a combattere con tre avversari a differenza dei suoi compari. Ironia della sorte.
Mi lanciai verso di lui.
Alice tentò di attaccarlo, ma lui la colpì sulla spalla facendola barcollare, Seth la guardò, ringhiò e si lanciò verso di lui. Non avevo mai visto Aro combattere: se la cavava, infatti anche Seth fu fatto indietreggiare.
"Che ne dici se facciamo gioco di squadra?" proposi a lui.
Ringhiò in segno di accordo e, cosa stranissima, montai su di lui.
Ringhiò ancora e si lanciò verso Aro.
Arrivato vicino a lui caricai il pugno, ma qualcosa catapultò me e Seth lontano.
Avevo capito. Non era lui che combatteva, faceva solo finta di farlo. Era Renata, lo scudo fisico.
Alice aveva intuito il problema.
"Tutta vostra" le dissi. Lei sorrise e si lanciò verso di lei insieme a Carmen. 
Capì anche com'era strutturato lo scudo. Appena veniva respinto un avversario, lo scudo si disattivava per un ottavo di secondo. Alice se ne accorse e lanciò Carmen contro Renata per mimetizzarsi. Il piano era perfetto. Carmen fu deviata via, ma Alice fece in tempo ad afferrare Renata prima che il suo scudo si rigenerasse, e Renata poi era troppo dipendente dal suo dono: per Alice fu un gioco da ragazzi staccarle la testa e gettarla nel falò.
Nel frattempo Nahuel finì Caius.
Mi concentrai su Aro, senza protezione nè tutti i suoi leccapiedi, non valeva niente. Edward mi lesse nel pensiero e corse a bloccarlo, aiutato da Seth, che non si dava per vinto.
La preda era caduta nel tranello. In cinque secondi e un quarto, fra le mani avevo la testa di Aro. Edward fece anche il suo corpo a pezzi e gettammo tutto nelle fiamme.
Restava solo Marcus e poi le mogli. Alcuni dei nostri avevano già smesso di combattere.
Un minuto circa, bastò. Vladimir e Stefan stavano giocando a rugby con la testa di Marcus e Rosalie venne verso di noi con in mano le teste di Sulpicia e Athenedora.
"Ce l'abbiamo fatta, complimenti a tutti, si torna a casa" disse Carlisle, che non poteva non mostrare di essere al settimo cielo.
Nella folla dei nostri che esultavano, i miei pensieri erano riuniti in uno solo: Jennifer.
"Aspetterà senz'altro te" disse Edward leggendo i miei pensieri.
E mi diressi verso casa Cullen.

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NON è assolutamente finita! C'è un'altro capitolo e poi l'epilogo. Recensite!!

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Capitolo 11
*** Novità ***


NOVITA'


Procedevo ad una velocità che è impressionante anche per noi vampiri.
Volevo assolutamente vederla.
Volevo abbracciarla, baciarla, farla essere mia, e mia soltanto. Misi a fuoco il suo viso: era bellissima, di una bellezza indescrivibile.
Mancavano sì e no cento metri alla loro casa. Accelerai.
Inspirai lentamente e profondamente: sentivo l'odore del marmo della casa, delle gomme di tutte quelle macchine che avevano, del cuore e del sangue di Renesmee, ma soprattutto il suo. Jennifer. Riuscivo anche a localizzarla: era nella stanza di Edward.
Sentii una dolcissima musica proveniente da lì: stava suonando il pianoforte. Non sapevo fosse brava a suonare.
Era un motivetto accattivante, ma allo stesso tempo dolce, e soave come la sua voce.
Rallentai fino a fermarmi. Volevo godermi quella bellissima melodia. Ad un tratto, però, la musica cessò. Avvertivo tutta la sua felicità: doveva aver sentito il mio odore. E difatti eccola spuntare dalla finestra che dava proprio dove c'ero io.
La sua espressione passò da quella sorpresa, a quella di iperventilazione tipica dei vampiri (quella senza arrossire). Non ero mica un Divo io!
Beh, almeno lei la pensava così.
Per mezzo secondo che sembrò interminabile mi fissò affascinata, poi io le sorrisi. Lei perse il controllo.
In un secondo fu tra le mie braccia.
"Sei salvo" disse con una voce che indicava inequivocabilmente che mi aveva visto attaccato da Alec.
"Devo tutto ad Edward" risposi io. In effetti era vero.
"E dai, lo sanno tutti che sei uno dei più forti" mi prese in giro "non fare il modesto e ammetti le tue capacità! Mentre eravamo in contatto con voi ho sentito che, pur vendicandoti, sei riuscito a resistere a Jane senza scudo! Ce ne vuole di forza mentale!".
"Lascia stare la battaglia. L'importante è che abbiamo vinto, che nessuno è morto, che adesso abbiamo un'eternità davanti senza qualcuno che ci minaccia" le dissi.
Lei sciolse l'abbraccio e mi guardò intensamente.
Ormai non capivo più niente.
La presi in braccio e la portai dentro. Lei non fece alcuna obiezione.
La posai sul divano, mi sedetti accanto a lei, e dopo un quarto esatto di secondo la stavo baciando.
Niente e nessuno avrebbe potuto fermare quel momento.
Lei era mia ed io ero suo. C'eravamo soltanto noi due. Anche Renesmee se n'era accorta e non ha accennato ad entrare nella stanza dove avevamo ricreato il nostro piccolo mondo.
Restammo così per almeno un'ora, a baciarci e parlare solo una volta ogni dieci minuti, per ripeterci che ci amavamo alla follia.
Cavolo se l'amavo. La desideravo. La volevo, con ogni fira del mio corpo vampiresco.
Carlisle e gli altri, volendo, sarebbero potuti già tornare, di sicuro ci avevano conceduto un po' di privacy. Ormai tutti erano venuti a conoscenza di ciò che, la notte precedente, ci legava.
"Arrivano. Non dobbiamo farci trovare in questo stato" disse Jennifer interrompendo il bacio.
"Giusto" mi ricomposi.
"Ciao, Nick" disse Renesmee entrando nella stanza.
"Ehi, ciao" la salutai, mimando un "grazie", per la privacy concessa.
La porta poi si aprì ed entrarono tutti.
Jasper ed Emmett aprivano tutto il gruppo.
"E vaaaaaaaai!" dissero guardandomi. Emmett mi diede una pacca sulla spalla. Io ridacchiai. Jasper invece aveva appena riattaccato il braccio.
"Stanotte si festeggia!" annunciò Alice "dovete esserci tutti". Beh, non proprio tutti, Alistair aveva abbandonato a metà battaglia e Vladimir e Stefan sono tipi solitari.
Bella sbuffò. Sapevo che non le piacevano le feste.
L'unico dei Quileutes che era unito alla carovana dei vampiri era Jacob, che entrato per ultimo si gettò nelle braccia di Renesmee, baciandola.


* * *
 

Stavo accanto a Jennifer, e parlavo con Seth, che stava ripercorrendo le fasi più calde della battaglia. Carlisle parlava con Jacob, che era un po' il portavoce fra vampiri e licantropi. Esme era contentissima, aveva cucinato cibo in abbondanza, sapendo che un licantropo mangiava come tre umani.
Jennifer mi aveva raccontato la sua storia. Era di circa trent'anni più piccola di me. Origini inglesi, si trasferì in Italia per lavorare come architetto, ed ha visto di persona Michelangelo dipingere il soffitto della Cappella Sistina. Un vampiro se ne innamorò e la trasformò, ma lei ha ucciso questo vampiro rinnegando la sua nuova vita, ma poi abituandosi. Un po' come me.
La parola centrale, dopo che Carlisle ebbe ringraziato tutti di cuore, passò a Sam. Tutti i lupi si alzarono in piedi.
"Carlisle, noi lupi ci siamo riuniti poco fa. Senz'altro avete dimostrato di essere vampiri leali, in tutti questi anni in cui ci siamo messi d'accordo".
Carlisle sorrise, come tutti i Cullen.
Sam continuò.
"Dopo una riunione con il consiglio, siamo venuti alla conslusione" e sorrise "che il patto sancito anni fa con Ephraim Black è annullato!" annunciò.
Edward sorrise poco prima, per via della lettura nel pensiero, seguito a ruota da tutti i Cullen.
"Voi potrete superare il confine quando vorrete, e noi possiamo fare lo stesso. La vostra dieta è stata messa a prova per anni, e avete trasformato soltanto una persona in altrettanti anni, tra l'altro per un motivo sacrosanto" i suoi occhi si soffermarono su Bella, che sorrise. Renesmee gli toccò il viso con la mano.
"Esatto, proprio quella" rispose sottovoce.
"Noi ci impegneremo a rimanere in buoni rapporti con voi" rispose Carlisle.
Avevo una richiesta per Carlisle. Una richiesta grossa. Chiesi l'opinione di Jennifer e anche lei fu d'accordo.
"Carlisle, noi due avremmo una richiesta da farti" dissi sottovoce nel caos della festa.
"Seguitemi"
Ci condusse nel suo studio.
"Edward credo lo sappia già" dissi appena entrati "dovrebbe averci letti".
"Avanti, chiedete pure" c'era più calma nello studio.
"Se dovessi rifiutare, noi ti capiamo, è una richiesta grossa" cominciai.
"Sono tutt'orecchie" rispose.
"Beh, noi due ci nutriamo di sangue animale come voi, non abbiamo problemi a resistere al sangue umano".
"E?" ci incitò a continuare Carlisle.
"Noi vorremmo entrare a far parte della vostra famiglia" dissi di getto.
I Cullen mi, anzi ci, affascinavano come famiglia.
Carlisle ci pensò su per soli cinque secondi. Chissà come avrebbe risposto.
"Benvenuti nella famiglia Cullen!" annunciò con il sorriso stampato sul volto.
Io non ci credevo ancora, mentre Jennifer mi abbracciava, saltellando sul posto.
"Allora, Nick Cullen e Jennifer Hale" disse Carlisle.
Nicholas Cullen, mi stava proprio bene come cognome.
E, come nuovi membri Cullen, tornammo alla festa.

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Sorpresaaaaaa...due capitoli in un giorno, questo è record! xD In attesa dell'epilogo e della storia finita, recensite!!!

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


EPILOGO


Tre giorni dopo.

"Non cacciamo da prima della batteglia" si lamentò Emmett "ho sete di orsi".
"Guarda che la stagione degli orsi è a giugno, Emm" gli ricordò Edward.
"Alcuni però se ne trovano anche adesso" obiettò lui. Voleva proprio cacciare. E anche i suoi occhi lo dimostravano.
"Andiamo stanotte" propose Alice.
"Si potrebbe anche fare" si intromise Esme.

Mentre stavano battibeccando, io e Jennifer guardavamo la tv in salotto. Bella e Renesmee erano a La Push con i lupi, mentre Rosalie faceva spese. Carlisle aveva il turno all'ospedale.
Io ero seduto nella parte destra del divano, mentre Jennifer era sdraiata sullo stesso, appoggiando la testa sulla spalle.
Avevamo cominciato una vita nuova. Jennifer era entrata nell'ultimo anno del college, il suo aspetto dimostrava perfettamente una diciottenne. Io ne dimostravo ventuno, quindi ero il nuovo insegnante di chimica dello stesso college. Bella si occupava spesso di Renesmee (che al college tutti fecero credere fosse la figlia di Emmett e Rosalie), perchè non poteva rifare il college perchè molti la conoscevano. Tra una ventina d'anni avrebbe potuto rifare tutto dal terzo anno (era il minimo che poteva dimostrare).

La mattinata passò tranquilla, come ogni normalissima giornata di week-end. Nel pomeriggio io e Jennifer avevamo già programmato di andare a caccia.
"Gara?" propose lei appena varcata la soglia di casa.
"Innanzitutto, dove cacciamo?" chiesi io.
"Nel cuore del bosco, naturalmente" rispose lei. Sapevo che avesse risposto così, c'erano molti cervi e alci, i suoi preferiti.
"D'accordo" risposi io.
"Allora, ti va di fare la gara?" ripropose.
"D'accordo" ripetei io.
E nello stesso istante partimmo a velocità incredibile.
Avevamo la stessa velocità, evidentemente saremmo arrivati insieme. Ma al terzo scatto mi girai verso di lei e non vidi niente.
Vedevo la "base" dove avremmo cacciato, ma di lei nessuna traccia.
Mi fermai appena arrivato e mi guardai intorno. Niente.
Mentre guardavo verso nord-est, però, lei mi atterrò ad un centimetro circa di distanza, e mi baciò dolcemente.
Io risposi al bacio con altrettanta dolcezza, poi cacciammo.

Il bottino della caccia era: tre cervi, due alci e perfino un orso. Jennifer, invece, si era gettata nell'oceano e aveva cacciato delfini. Era lei un delfino, così dolce, così divertente, così aggraziata. L'amavo proprio tanto.
Mentre, a tarda serata, tornavamo verso casa Cullen per dare il cambio agli altri, osservai che Jennifer era particolarmente pensierosa. Noi non avevamo segreti, non era quindi qualcosa di vecchio.
"A cosa pensi?" chiesi cauto.
"A noi due" rispose ancora pensierosa.
"Cosa intendi per 'noi due'?" chiesi sempre più cauto.
Lei voltò la testa per guardarmi negli occhi neo-gialli.
"Amore..." raramente mi chiamava così, strano... "il nostro rapporto è uno dei più perfetti di sempre".
Beh, non avevamo litigato una sola volta, anche se erano solo quattro giorni che stavamo insieme.
"E?" la incitai a continuare.
"Ivorrandolt" disse di getto.
Che lingua era?
"Cosa?" chiesi.
"Io vorrei andare oltre" disse più lentamente. Era nervosa.
E io avevo perfettamente capito cosa intendeva. Voleva fare l'amore con me. Non l'avevamo mai fatto, mai ci eravamo andati vicini.
Ero nervoso anch'io. Certo, era normale essere nervosi quando qualcuno ti chiede di andare al letto. A proposito...avevamo casa libera, ma...il letto non ce l'avevamo! Poi subito ricordai che Edward aveva un letto, conservato nel garage  grande come una concessionaria vera e propria. Gli elementi non mancavano.
Se lo voleva, lo avrebbe avuto.
"Veramente vuoi farlo?" chiesi. Forse intendeva altro.
"Certo. Voglio fare l'amore con te!" esclamò.
La amavo tanto. Troppo. Non potevo rifiutare.
"Se è questo che vuoi, lo avrai" dissi deciso.
Alzò gli occhi.  Era veramente sollevata. Non disse niente.
Proseguimmo in silenzio verso casa.
Gli altri Cullen erano pronti per darci il cambio.
"In camera mia. Nessuno lo sa" disse sottovoce Edward. Aveva letto le nostre intenzioni.
Mimai un 'Grazie' veloce, e mi fiondai in camera.
Ero vestito con una camicia solamente, e un paio di jeans corti fino alle ginocchia. Mi tolsi le scarpe e sbottonai la camicia, arrotolando le maniche fino al gomito.
Lei tardò qualche minuto.
Quando entrò in camera, non sapevo che dirle.
Dire che era bellissima era dire poco. Era stupenda. Vestita solo con un perizoma e un reggiseno a balconcino neri. Non capivo più niente.
"Sei..." cominciai. Lei sorrise. "un angelo con la A maiuscola" completai.
Lei sorrise ancora. "Basta parlare" disse.
E si gettò nelle mie braccia.
Mi baciò appassionatamente, io feci lo stesso. Lei lentamente cominciò a sfilarmi la camicia che era già sbottonata, mentre io tolsi via il suo reggiseno.
"Mi ripeti sempre che sono bellissima..." disse fra un bacio e l'altro "Beh è vero" risposi io.
"Ma tu ti sei visto?" continuò. 
"Cosa?" chiesi.
"Sei veramente uno schianto" disse squadrandomi.
"Avevi detto basta parlare" ricordai io.
"Giusto" convenne lei.
E ci lasciammo cadere in quella piccola, grande notte d'amore.

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Stavolta sì, è veramente finita!! Un ringraziamento a tutti coloro che mi hanno seguito in tutta questa storia. Sto pensando di scrivere un sequel, quindi controllatemi di tanto in tanto!!

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