Three Days

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Night ***
Capitolo 2: *** 2 Night - Vieni da me ***
Capitolo 3: *** 3 Night (1) ***
Capitolo 4: *** 3 Night (2) ***



Capitolo 1
*** 1 Night ***


Escluderla dai piani andava bene, finché non trovava chiamate strane ed sms ancora più strani sul cellulare. Caroline Si era svegliata con la sensazione che sarebbe stata una giornatina no e subito era arrivato il messaggio di Elena che le chiedeva di controllare la situazione a casa sua. Che situazione?

Ehi, dove state andando?

A cercare la cura.

E mi lasciate indietro?

Tu sorveglia Klaus e sta attenta a dove metti i piedi.

Caroline aveva guardato il vuoto e poi l'identità del chiamante. Cosa voleva dire, quella frase sibillina? Aveva fatto colazione, perplessa, si era vestita per andare a scuola – mancavano tutti, compresa Rebekah - e quando era tornata a casa, aveva deviato per la dimora dei fratelli Gilbert. Sorvegliare Klaus cosa voleva dire? Dove doveva andarlo a pescare? L'aveva evitato dall'omicidio di Carol Lockwood – il Sindaco non era certo affogata nel suo bicchiere di Martini! – e aveva passato più tempo possibile insieme a Tyler, sconvolto dalla perdita materna. Metà di esso l'aveva impiegato a trattenerlo dal fiondarsi a casa di Klaus per farsi ammazzare.

Caroline raccolse la chiave di riserva da sotto lo zerbino nuovo fiammante di Elena, infilò le chiavi nella toppa e si fermò nell'ingresso. La puzza di bruciato e carne in decomposizione le aggredì le narici e la ragazza si ritrasse istintivamente. La casa era rimasta chiusa dalla sera prima e l'odore era insopportabile. Caroline spalancò un paio di finestre, taccheggiando fino al salotto e guardando allo stesso tempo in cucina. Frenò nel momento in cui lo vide ed esalò un gemito spaventato. L'avevano lasciato lì?! Che avevano avuto di tanto urgente da fare, per non trovare neppure il tempo di seppellirlo?! Lo riconosceva dai capelli, era il fratello minore di Klaus, Kol. Quando l'avrebbe saputo...

Coprirlo con questa.”

La giacca le arrivò in testa e Caroline si tirò indietro con un urlo, battendo le anche contro il mobile del lavello. Klaus era in piedi di fronte a lei, molto lontano da lei. Strano. Klaus ti coglieva sempre alle spalle, era il suo modo di dire 'buongiorno, sto per ucciderti'.

Il vampiro evitò il suo sguardo, girò su se stesso e un attimo dopo, le stille sulle ciglia dorate scomparirono. “Ti hanno mandato a controllarmi?”

Controllarlo?! Caroline fissò la giacca a terra, la raccolse e la posò sul tavolo della cucina. “Lo chiedo raramente perché preferisco arrivarci da sola” mormorò cauta. “In questo caso, gradirei una spiegazione.”

Klaus si stupì ma non lo diede molto a vedere. Caroline era spesso tenuta all'oscuro dei piani dei fratelli Salvatore & Co. Picchiò le nocche lungo la parete invisibile e portò le mani dietro alla schiena. “La strega ha fatto una magia.”

Perché?”

Per impedirmi di ucciderli tutti” mormorò alzando le sopracciglia e indicando la salma a terra con un cenno del mento.

Caroline esalò un gemito incredulo, scrollò i capelli e sfilò il cellulare dalla tasca. Li chiamò tutti, uno alla volta. Nessun segnale... ah, ecco. “Perché c'è un vampiro morto carbonizzato nella vostra cucina e perché non vengo mai messa al corrente delle cazzate che fate?!”

Il sorriso gli piegò un angolo della bocca. Quello squittio esasperato doveva metterlo sotto copyright.

Caroline attese un istante, poi chiuse la bocca e prese un bel respiro.

Klaus sogghignò.

Non sto prendendo le sue difese, non ti azzardare...” Caroline inspirò di nuovo e fissò il vuoto. “Quando la magia finirà, non venite a chiedere il mio aiuto” sussurrò abbassando la voce tanto che Klaus si avvicinò al confine invisibile per udire meglio. “Come ti sentiresti se fossi intrappolata e il cadavere di Jeremy si stesse decomponendo sotto i tuoi occhi?!” esclamò e il vampiro fece un passo indietro, gettando uno sguardo alla salma carbonizzata. Sospirò e le diede le spalle, cupo e silenzioso. Caroline lo seguì con la coda dell'occhio, chiuse la telefonata e si avvicinò al salotto, ben attenta a non oltrepassare la barriera. “Vuoi che lo seppellisca?”

Ci penserò io quando la magia della strega svanirà insieme alla sua vita...”

Vuoi che resti sul pavimento per altri tre giorni?” domandò e Klaus batté le palpebre umide di lacrime. “Tre giorni e sarò libero di bruciare questa casa dalle fondamenta” sussurrò minaccioso. “Tre giorni e i cadaveri dei fratelli Gilbert ingrasseranno i vermi della terra. Non sarai così ben disposta nei miei confronti, quando avrò finito con loro.”

Non sono ben disposta, sono oggettiva.”

Qualcuno mi ha detto” continuò, alzando la voce “se proprio vuoi fare il cattivo, fallo con uno scopo, o non sarai degno di essere perdonato!

Caroline sorrise, ironica. “Damon.”

Il mio scopo è farli soffrire esattamente come sto soffrendo io. Con un piccolo extra, si intende. Gli darò tutte le ragioni per odiarmi. Sarò imperdonabile, Caroline. Sarò il mostro che hanno sempre temuto. Carpirò i loro segreti e le paure più profonde e le userò contro di loro... e la morte sarà una liberazione, si scopriranno felici di morire” sibilò, urtando la parte invisibile con la punta delle scarpe. Klaus ruggì frustrato e la colpì con il pugno più volte, sibilando una parolaccia. “Sii cortese, cara. Devo assicurarmi che almeno mia sorella sia viva e non agonizzante in qualche angolo di questa fottuta cittadina. La prima tasca in alto a sinistra della giacca.”

Caroline lo fissò per un lungo istante, poi fece come le era stato detto. Frugò nella tasca che le aveva indicato, tirò fuori un cellulare e lo girò fra le mani. “Non è l'ultimo modello.”

Stessa tecnologia” mormorò allungando la mano.

Mi sono sempre chiesta cosa contiene la tua rubrica.”

Numeri di telefono. Caroline, per favore...”

Ehi, ce l'ho anche io, quest'applicazione!”

Ti proibisco di frugare nella mia vita privata!” esclamò urtando la parete col naso. Klaus fece un passo indietro, frustrato e a disagio. “Caroline, non farmi arrabbiare...”

Sei già arrabbiato” gli fece notare aprendo la galleria. Caroline ammutolì di fronte alla sua foto. Rideva, durante un festa scolastica. Doveva averla scattata al volo perché era un po' mossa. Non ne trovò altre e si pentì di averlo fatto. Lo stomaco si chiuse di colpo. Era un po' inquietante che lo stesso tipo che minacciava di morte gli amici, tenesse una sua foto sul cellulare.

Le dita digitarono il proprio numero e lo salvarono nella rubrica, ancora prima che la domanda 'ma cosa stai facendo?' si formasse nella testa. “Chiamami se ti viene voglia di mangiare in compagnia... o se ti senti solo” sussurrò lanciandogli il cellulare che il vampiro afferrò al volo.

Un minuscolo movimento del capo e nulla più. Caroline lo sbirciò ancora una volta. Era imbarazzato, molto più di lei. Sparì nella stanza di Elena e tornò con un lenzuolo che rimboccò bene attorno alla salma carbonizzata. Quando lo sollevò, Klaus gemette, fermandola dal compiere un altro movimento.

Dove lo porti?”

Nella cripta dei Lockwood. Le bare sono ancora lì.”

Klaus annuì e la seguì finché poté. “Grazie...”

Caroline esalò un 'prego' e svanì a velocità vampiresca. Klaus sedette sul divano, intrappolato come lui nel confine invisibile. Cancellò la foto dal cellulare ed esitò a lungo sul numero.

Poi, cancellò anche quello.


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Capitolo 2
*** 2 Night - Vieni da me ***


Il display del cellulare brillava nel buio della stanza, illuminando il viso di Caroline.

Nessuna chiamata, nessun messaggio.

Testone.

La ragazza sospirò e infilò la mano sotto il cuscino, girandosi nel letto. Stava rimuginando i propri errori o stava pianificando vendette cruente contro i suoi amici?

Caroline premette di nuovo il tasto centrale.

Nessuna chiamata, nessun messaggio.

Stupido testone.

***

Colazione, scuola, allenamenti. Caroline raccolse in fretta la borsa della palestra, fece la doccia e si lanciò fuori dagli spogliatoi ancora mezza svestita. Doveva passare al supermarket, pagare quella multa per divieto di sosta e controllare il livello di rabbia della bestia. Mentre camminava, si rese conto di aver atteso quel momento per tutta la giornata. Non era obbligata a farlo, poteva voltare le spalle e tornarsene a casa. Far finta che non fosse mai successo e dimenticare lo sguardo doloroso di Klaus mentre osservava il cadavere del fratello. O la sua occhiata imbarazzata alla scoperta della foto, pensò fermandosi di fronte alla cassetta della posta di Elena. Ravviò i capelli, si guardò nello specchietto e strofinò la lozione per le labbra col mignolo. Poi si diede dell'imbecille. Aprì la porta e posò la spesa sul tavolo della cucina, affacciandosi nel salotto. “Ti ho portato qualcosa da sgranocchiare.”

La testa di Jeremy Gilbert?” Klaus riemerse dal divano di cattivo umore. La rabbia non era scemata con la notte ma cresceva, esattamente come i peli dorati che gli solleticavano il mento. Strusciò una mano contro una guancia, infastidito. Posò i piedi per terra e la guardò. “Sei una pessima carceriera. I prigionieri si affamano per renderli più malleabili...” borbottò passando i dorsi delle dita lungo la mandibola.

A te dobbiamo tenerti a dieta per cento anni, allora.” Caroline sorrise e gli lanciò una fialetta di sangue che il vampiro guardò con disprezzo. “Tutto qui?”

Accontentati.”

Klaus la fissò per un altro lungo istante, sbatté la fialetta sul tavolino e affossò la schiena contro lo schienale del divano. “Perché lo stai facendo?”

Tu mi hai salvato la vita, io ti salvo dalla noia” borbottò aprendo il tubo di Pringles. “E poi c'è qualcosa di sexy nel saperti intrappolato e alla mia mercé.”

Concedere l'illusione della speranza ai prigionieri è molto crudele, mia cara.” Prendersela con lei non avrebbe riportato Kol in vita e non l'avrebbe fatto uscire dalla prigione invisibile, ma Klaus si alzò lo stesso e colpì con la spalla il confine invisibile, stridendo come un'arpia. Caroline non alzò gli occhi dalla confezione di patatine e solo quando ebbe finito ne sgranocchiò una.

Patatina?”

Strozzatici!”

Il tubo rotolò fino ai piedi del divano e si fermò, un po' ammaccato all'estremità inferiore. Caroline raccolse la borsa della palestra, scura in viso.

Cosa ne pensa, il tuo fidanzato, di queste visite quotidiane?!” esclamò seguendola finché gli fu possibile.

Caroline aprì la porta, urtando la cornice con la borsa pesante ed incastrandosi nella maniglia. Aveva tenuto Tyler all'oscuro di tutto.

Non gliel'hai detto?!” Lo udì urlare. “Perché non gliel'hai detto, Caroline?!”

Casa Forbes

Che hai?”

Niente.”

Niente.”

Caroline sporse il labbro inferiore e scosse debolmente la testa. “Proprio niente.”

Tyler tornò a posare la testa sui palmi delle mani. Era strana, Caroline. Più silenziosa del solito. “Ho fatto qualcosa...”

Tu non hai fatto proprio niente!” lo interruppe con una punta di isteria nella voce.

Possiamo parlare del fatto che non facciamo sesso da mesi?”

Caroline si trattenne dal colpirlo. Prima scompariva sugli Appalacchi, poi c'era stata la questione di Hayley ed per ultimo, il funerale del Sindaco Lockwood. Si erano tenuti reciprocamente a distanza, troppo occupati a piangere i propri defunti o troppo impegnati a fuggire da...

Ciricip

Un brivido scivolò lungo la colonna vertebrale di Caroline. Strofinò il pollice sul display, rivelando il messaggio in arrivo e sgranò gli occhi, abbassando subito il braccio. “Liz sarà a casa fra poco.”

Lo sapeva, quando le aveva chiesto di andare da lei. Per stare insieme, aveva detto. Per fare l'amore, aveva tradotto. Caroline non si apriva più con lui, da quella maledetta storia della cura. Tyler recuperò i pochi vestiti che si era tolto e la guardò di sfuggita. “Ci vediamo domani?”

Sì...” bisbigliò fissando attonita la finestra. “Ti chiamo io.”

Casa Gilbert

La fialetta giaceva intonsa sul tavolino. Klaus la stappò e il poco liquido all'interno scivolò sulla lingua, spargendosi in gola. Passò il dorso della mano sulle labbra, sebbene fossero secche e strusciò i polpastrelli sul confine invisibile. La sua maledizione era la memoria. Ricordava qualsiasi cosa, come ricordava il numero di Caroline. Cancellarlo era stato un atto inutile e isterico. La prigionia lo privava del buonsenso e lo caricava di rabbia.

L'immobilità, la gabbia.

L'orrore della solitudine.

Klaus batté i pugni contro il nulla che lo respinse, facendolo barcollare fino al divano. Inciampò e si aggrappò al tavolino, rovesciando la lampada che si ruppe e lo lasciò al buio. L'oscurità in cui sguazzava era la stessa fredda oscurità che avvolgeva il corpo di Kol? La sua anima, se mai ne aveva posseduta una, era persa chissà dove. Esisteva un Inferno, per quelli come loro? Le luci del salotto si accesero e Klaus nascose il viso, abbagliato.

Non mandare più messaggi del genere!”

La sua voce vibrava come un diapason percosso con troppa violenza.

Caroline girò lo sguardo a terra, individuò la lampada fracassata e lo fissò dritto negli occhi. “Tutto qui? Volevi che accendessi la luce?”

Sì.”

Caroline allargò le narici, furiosa. Pescò una mela dalla ciotola decorativa posata al centro del tavolo del salotto, la soppesò e poi gliela scagliò addosso, centrandolo in pieno. Klaus strofinò il torace, dolorante per il colpo subito, raccolse la mela e la passò da una mano all'altra. Caroline si abbassò giusto in tempo, osservò il frutto spaccarsi contro il muro e aspirò, indignata.

Chiama la strega. Voglio uscire.”

Hai il cellulare, chiamala da solo” sibilò allontanandosi verso la porta “e non mandare mai più messaggi del genere!”

Perché?”

Caroline si bloccò e girò su se stessa. “Prego?”

Perché mi hai dato il tuo numero?”

Perché, perché...

Perché non hai detto a Tyler cosa sta succedendo?” insistette. “Cosa c'è fra voi che non può...”

Caroline divenne cinerea e la voce di Klaus si spense debolmente. “Non ho più niente, Caroline. Non ho più una famiglia, i miei fratelli sono morti e Rebekah mi detesta...”

Le tue azioni ti hanno portato a questo, non fare la vittima” sussurrò avvicinandosi alla barriera protettiva.

Hai accettato di uscire con me per proteggere i tuoi amici?”

Dì sì. Forza, Care. “No.”

Gli occhi azzurri di Klaus la fissarono, increduli. “Mi odi?”

No.”

Potrai mai perdonarmi per quello che ho fatto?”

Caroline distolse lo sguardo e si umettò le labbra, indecisa. “Non lo so.”

Fammi uscire di qui.”

Non posso...”

Caroline...”

Se avessi potuto, l'avrei fatto!” urlò e il vampiro ammutolì una seconda volta. Caroline inghiottì e un piccolo gemito le sfuggì dalla gola. “Devi pazientare ancora un giorno.”

Caroline...”

Devo andare...”

Caroline!”

La ragazza lo ignorò, allungando il passo verso l'uscita. Klaus abbatté i pugni sullo sbarramento e sussurrò un 'torna da me' che si perse nel fragore della porta sbattuta. Caroline corse fino alla macchina parcheggiata e si chiuse dentro, bloccando le portiere. Recuperò in fretta il messaggio e restò a guardarlo.

Vieni da me

Il pollice esitò, poi Caroline premette 'cancella' sul display. Non era mai successo. Non c'era alcuna prova.


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Capitolo 3
*** 3 Night (1) ***


Vorrei rispondere a tutte una per una, ma sono sempre di fretta! Vai col 3 capitolo, pensavo di terminare con la 'terza notte' ma a quanto pare Klaus e Caroline hanno molto di cui parlare... buona lettura! :)



... e che cosa farò quando la magia finirà?” Caroline fissò il vuoto, attendendo la risposta. La solita risposta. Spostò tutto il peso del corpo su una gamba e appoggiò la spalla al muro. “Come ti pare, Elena...” sbuffò mettendo giù. Tirò indietro i capelli ed incrociò le braccia, camminando piano nell'abitazione vuota. La magia si sarebbe esaurita nell'arco della notte e la bestia si sarebbe liberata, bramando il sangue dei suoi amici. Forse se la sarebbe presa anche con lei. Doveva neutralizzarlo, combatterlo? Caroline si fermò davanti al ripostiglio. Sostenerlo? Chiuse gli occhi e il ricordo della sua espressione imbarazzata alla scoperta della foto, la colpì alle spalle. Caroline sospirò e afferrò il mazzo di chiavi della macchina. Fece pochi metri e la sagoma di Tyler sbucò da dietro la siepe. Gli sorrise ma il ragazzo non ricambiò.

Me l'hai tenuto nascosto per due giorni?!”

Come l'aveva scoperto? Caroline batté le palpebre, con aria innocente. “Come, prego?”

Elena mi ha chiamato tre minuti fa!”

Che il tuo dio ti maledica, Elena!

E' vero? Klaus è intrappolato nell'abitazione dei Gilbert e tu lo sapevi?”

Sì, allora?”

Il ragazzo abbassò le braccia, incredulo. “Ha ucciso mia madre!”

Un motivo per tenerlo lontano da te” disse, impappinandosi con le parole. “Non volevo dirlo così.”

Lo stai proteggendo?!”

Sto proteggendo te! Klaus è fuori di testa e appena la magia si esaurirà, correrà sull'isola a fare scempio dei loro corpi!” sibilò, tenendo bassa la voce. “Credi che mi diverta controllarlo?!”

A te piace controllare tutto e tutti” borbottò e Caroline pensò che non aveva tutti i torti.

Non voglio che ti succeda niente di brutto. Finché me ne occuperò da sola, andrà tutto bene. Ha un debole per me...”

... la cosa è reciproca, a quanto sembra.” Tyler la guardò negli occhi e la ragazza inclinò la testa, ironica. “Sei geloso?”

Sono passato alla stazione, ieri sera.”

Caroline raggelò ma non mutò espressione.

Tua madre era immersa in un mare di scartoffie. Non è tornata a casa.”

Non devo giustificarmi con te!” esclamò perdendo la pazienza. “Volevo stare sola...”

Se volevi stare sola, perché mi hai chiesto di vederci?”

Mi mancavi. Poi ho avuto bisogno...”

Klaus ti ha mandato quel sms e tu sei corsa da lui. Cosa aveva di tanto urgente da dirti? E perché quel maledetto ibrido ha il numero della mia ragazza?!”

Gliel'ho dato io” mormorò e Tyler ammutolì, guardandola come se fosse pazza. Esalò un gemito e fece un passo indietro, ridacchiando.

Tieniti stretti gli amici e ancora più stretti...”

Portatelo a letto, già che ci sei!” esclamò, interrompendola bruscamente.

Caroline serrò le labbra e strinse gli occhi. “Credo proprio che lo farò” annunciò, acida.

Dove vai?”

Indovina?!” soffiò sbattendogli la portiera in faccia e facendo velocemente retromarcia.

Casa Gilbert

Caroline raccolse la chiave da sotto lo zerbino e la infilò nella toppa, spalancando violentemente la porta. La borsa della palestra sbatté contro un soprammobile facendolo cadere a terra. Il rumore di cocci infranti riscosse Klaus dall'incubo che stava facendo. Puntò le mani sul divano e si tirò lentamente a sedere. La sacca gli arrivò addosso all'improvviso, aggravando lo stato d'agitazione che stava vivendo.

Tutte le sacche di sangue che sono riuscito a trovare” esclamò facendolo saltare dai cuscini. “Tyler sta venendo qui.”

E cosa crede di farmi...”

Caroline girò su se stessa, battendo i tacchi a terra. “Usarti come bersaglio, ad esempio. Lui può entrare ed uscire dalla barriera, non è un vampiro!”

Klaus aprì la zip e afferrò la prima sacca di sangue, svuotandola in fretta e strozzandosi in parte. Attaccò la seconda e ripulì le labbra con la lingua. Il resto era meglio conservarlo. “Lascialo venire. Una volta fuori di qui, la sua presenza sarà solo un vago ricordo...”

Non ti aiuto perché tu possa fargli del male.”

Dovevi pensarci prima” sibilò piegando le gambe e saltando verso di lei.

A Caroline sembrò che la barriera risuonasse come un gong, quando ci sbatté contro. “Sei così stupido da farlo tutte le volte?!”

Chi ti da il diritto di insultami?”

Ti insulto quanto ti pare e piace!” esclamò e Klaus fece un passo indietro con una sinistra espressione sul volto. Caroline mugolò arrabbiata, aprì e chiuse le mani per allentare la frustrazione. “Me ne fai pentire tutte le volte!”

Povera, cara...”

Non sfottere!”

Quanto te ne pentirai, Caroline...” sussurrò camminando verso di lei. Caroline gli tirò un'occhiataccia, dandogli poco peso ma quando se lo ritrovò vicino, troppo vicino, fece un passo indietro e la sua schiena urtò qualcosa che non doveva esserci... perché era in mezzo al salotto... era in mezzo al salotto, cosa... Caroline sbirciò il nulla con l'angolo dell'occhio, si appiattì contro la parete invisibile, tirò dentro lo stomaco e il respiro condito di sangue di Klaus le sfiorò le guance. Il vampiro sorrise, puntando le mani contro la barriera, intrappolandola nell'aria solidificata dalla magia di Bonnie.

Ops...”

Già. Ops” mormorò contro il suo naso. “Lo costringiamo a guardare?”

Caroline scivolò in basso e fuggì da sotto il braccio del vampiro, girando su se stessa. Arretrò fino ad inciampare sulla borsa e finì seduta sul divano. Era incredula. E aveva paura.

Klaus sospirò e grattò la barba sul mento. “C'è anche un rasoio, in quella borsa?”

Caroline scosse prima la testa, poi si ricordò del beauty case per le emergenze. Lei lo usava per la zona bikini, pensò inclinando la testa di fronte il minuscolo rasoio azzurro. Se si accontentava di quello...

***

Caroline posò il mento sul palmo della mano e gli indicò un angolo che aveva dimenticato. Era ipnotizzante, un genuino ritratto della soddisfazione.

Klaus la vide dallo specchio. La sua espressione tragicomica, lo fermò per un momento. “Cosa si agita nella tua bionda testolina?”

Caroline aprì le mani e le lasciò ricadere sulle cosce. Si alzò e batté le nocche contro la parete invisibile. Fastidioso. E frustrante. Sbuffò facendo tremolare le labbra. “Cribbio, ti manda ai matti...”

Pazienta” la prese in giro passando il palmo su tutta la guancia sinistra. “L'originario utilizzo di questo minuscolo strumento di tortura?”

Caroline ridacchiò dentro di se. “Credimi, non vuoi saperlo...” soffiò cadendo seduta su divano, una gamba sotto l'altra. “Bonnie mi ha assicurato che la magia svanirà entro la notte...” erano solo le tre del pomeriggio. Non sarebbe sopravvissuta. E Tyler tardava. Era il ritardo ad agitarla, pensò alzandosi di nuovo e tirando un calcio alla parete. “Ahia!”

La gabbia non fa per te.”

Ucciderebbe chiunque!” esclamò, massaggiando la caviglia. “Come fai ad essere così tranquillo?”

Klaus la guardò, sorridendo. Le fece cenno di sedere e si inginocchiò ai suoi piedi. Caroline trasalì, quando le sfilò lo stivaletto e restò rigida anche quando le massaggiò la caviglia. C'era qualcosa di sexy nell'averlo lì, a sua disposizione. Sfilò la gamba dalle sue mani, agitata, e Klaus la lasciò fare, sollevando due occhioni blu innocenti che cozzarono contro quelli chiari e velati della vampira.

Li ucciderai, vero?”

Puoi scommetterci quello che vuoi.”

Caroline morse il labbro inferiore, chiedendosi come fare per fargli cambiare idea. Aveva solo quella notte.

Ogni volta che lo fai, mi viene voglia di baciarti.”

La ragazza riportò lo sguardo sul vampiro. “Posso comprare le loro vite con un bacio?”

Stai mercanteggiando, Caroline Forbes?”

Ammetto che per li strozzerei volentieri, a cominciare da Elena che mi ha ficcato in questo pasticcio, ma non posso restare ferma a guardarti...” Caroline ammutolì e si tirò un po' indietro, quando Klaus drizzò la schiena e la fissò negli occhi, arrabbiato.

Mi baceresti soltanto per salvare le loro insulse e squallide esistenze?!”


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Capitolo 4
*** 3 Night (2) ***


Hai appena firmato la loro condanna a morte!”

Melodrammatico. L'avrebbe fatto comunque. “Nik...

La fantasia non mi manca, Car...” il vampiro si voltò a guardarla “come mi hai chiamato?”

Col tuo nome. Sta seduto e parliamone da persone civili.”

Klaus la fissò, attonito, in piedi in mezzo al salotto. Doveva aver calcolato bene la distanza, perché quando si appoggiò al muro invisibile, non finì lungo disteso come aveva immaginato Caroline.

Ho contato i passi” l'avvisò, intuendo i suoi pensieri. “Tredici piedi per dieci. La tua amichetta mi ha rinchiuso in una gabbia di quattro metri per tre. E' quasi offensivo.”

I tuoi piedi sono più lunghi dei miei.”

Un piede è uguale ad un sesto della statura di un uomo ben proporzionato” recitò con tono accademico. “Wikipedia.”

Caroline sorrise e fece una rapida panoramica del suo corpo. Era perfettamente proporzionato, proprio come piaceva a lei.

Merda...”

Che c'è?”

Ho il cellulare scarico...”

Devi chiamare il ragazzo della pizza?”

Pensavo a qualcosa di meglio” sussurrò e Caroline smise di sorridere. “Lascia in pace Tyler o ti mordo!”

Buu, che paura.”

E uno” l'avvisò alzando un dito. “Dobbiamo dividere questi quattro metri per tre fino a stanotte. Non cercare di litigare con me, potresti pentirtene amaramente.”

Per quello che ho in mente, ne bastano un paio... ehi!” esclamò quando Caroline gli tirò contro la bomboletta della lacca per capelli.

Siamo a due, Niklaus!”

Fino a quanto arrivi?”

Spera di non saperlo mai!” soffiò rovistando nella borsa alla ricerca di altri corpi contundenti.

Sempre a pensare male. Abbiamo due joystick e il telecomando della tv...”

Io non gioco con la Playstation. Non l'ho mai fatto e non comincerò ora.”

Perché no?”

Ho una vita ses...” Caroline si bloccò pensando che no, non ce l'aveva la vita sessuale. “Dammi quell'affare...” soffiò guardando le levette e i pulsanti. Perché gli uomini impazzivano per quelle stupidaggini?

***

Granata! Granata!”

Le ho finite, le granate!”

Sparagli, spara... noooo!” Caroline gemette e abbassò le braccia. “Sono morta di nuovo...”

Sei troppo irruenta. Ti butti nella mischia senza ragionare.”

Mi piace l'azione...”

Klaus girò lo sguardo sulla stanza che li conteneva e annuì. “Nessuno potrebbe dire il contrario.”

Caroline lo colpì col gomito e sorrise. “Mi sono divertita.”

E' la terza volta che lo dici.”

Sono coerente con me stessa” sghignazzò spegnendo la tv e riordinando il suo metro privato. Guardò l'orologio e abbassò le spalle. Solo le sette.

Posso invitarti a cena?”

Caroline sorrise di nuovo e accettò la sacca di sangue. Notò la lampada rotta con la coda dell'occhio e si chinò a raccogliere i pezzi, ordinandoli da un lato. Ecco. Così nessuno si sarebbe tagliato... oh. E la musica da dove usciva? Fissò Klaus al di sopra della sua spalla. Anche il telecomando dello stereo, proprio fortunato. “La musica calma le bestie feroci.”

Il vampiro alzò le sopracciglia e annuì, allegro. Caroline aprì bocca e la richiuse, sforzandosi di non sorridere della propria indignazione e dello scherzo di Klaus. Il piacere che provava nell'essere costretta in quattro metri per tre, superava di gran lunga la paura di essere soggiogata. Klaus le prese delicatamente la mano e interruppe il flusso dei pensieri. Caroline si mosse in avanti e si lasciò cingere la vita dal suo braccio. Un cd smielato di Elena. Quell'uomo aveva tutte le fortune. Se fosse capitato un disco metallaro di Jeremy, non avrebbe avuto l'occasione di ballare con lei. O forse sì... chissà, pensò appoggiandosi al vampiro. Chiuse gli occhi e si abbandonò al dondolio. Solo per poco, pensò agitata dal contatto con i muscoli del ragazzo. Klaus posò le labbra contro la sua tempia e la tenne stretta. Caroline aprì gli occhi, sopraffatta dal pensiero appena partorito e dalla mascolina presenza del vampiro.

Baciami per amore, Caroline... non baciarmi per dispetto, non potrei sopportarlo...”

Le sue mani sulla schiena. Il suo respiro. I suoi occhi. Erano quegli occhi, non riusciva...

Klaus abbassò la testa e posò la fronte contro la sua. Le labbra strofinarono delicatamente la guancia e si fermarono sull'angolo della bocca. Caroline la socchiuse, gemendo e gli sfiorò il mento con le dita. Si era rasato a secco usando il suo rasoio per la zona bikini. Perché le tornava in mente in quel momento, e perché la faceva così ridere?! Caroline sogghignò e spinse le dita contro la bocca. Si era rasato… oh santo cielo...

Ti faccio ridere, Forbes?”

Non tu...” sghignazzò, sentendo l'agitazione salire. Caroline gli fece cenno di ignorarla e abbassò la testa, cercando di riprendersi. “Ok, ci sono” dichiarò dopo un po', battendo le ciglia umide di lacrime e sorridendo. “Sono tutta tua.”

Klaus le sollevò il mento, eccitato. “Davvero? Sei tutta mia, Caroline?” sussurrò, accarezzando il bordo della mandibola.

Caroline rise ancora e Klaus infilò le dita fra i capelli e la baciò, interrompendone i singhiozzi. Caroline mosse le labbra sulle sue, ci giocò, lo lasciò entrare e quando si scoprì indebolita, cinse le braccia attorno al collo. Klaus la sollevò contro di se e la tenne stretta, cambiando ogni tanto inclinazione della testa e accarezzandola quando la sentiva fremere od opporre una debole resistenza.

Le stava sciogliendo la spina dorsale, che doveva.. doveva fermarlo? Caroline scivolò le dita lungo le spalle e cessò il bacio interminabile. “E tre, Niklaus...”

E quattro” scherzò, baciandola sul collo, dopo aver spostato il colletto della camicetta.

Non posso dimenticare le cose orribili che hai fatto...”

Cinque...”

Il primo bottone si aprì, rivelando una striscia di pelle chiara. Klaus inspirò il suo profumo e un sorriso piacevole gli distese le labbra.

Non mi fido di te...”

Sei” continuò distendendola sul divano.

Caroline trattenne il respiro e lo guardò, illanguidita e priva di argomenti. Il suo corpo era perfetto, anche la posizione era perfetta, il modo in cui la guardava era... perfetto. “Sette” sussurrò sfiorando i riccioli sulla nuca e tirandolo a se.

Otto, pensò aprendole le gambe per stare più comodo. Nove, le sue mani sul seno. Dieci.

Klaus aprì l'ultimo bottone, sfiorandole lo stomaco. Poteva continuare tutta la notte. E lei poteva contare tutta la notte, pensò sfilando la maglia. Caroline gemette e si appiattì sui cuscini. “Che ore sono?”

Il tempo non ha alcuna importanza, ora...”

Uomini! Ragionavano sempre col... Il cellulare di Caroline squillò allegro, facendola trasalire. Klaus la osservò mentre si contorceva per recuperarlo dalla tasca posteriore.

Bonnie!” Caroline batté le palpebre e tirò indietro i capelli e lo stomaco, quando il vampiro fece viaggiare le dita sull'ombelico. “Come non sei certa...”

Klaus sollevò le sopracciglia e la guardò, sorridente. Caroline gli lanciò un'occhiataccia che declinò in una supplica, quando slacciò il bottone dei jeans. “No... sì, va tutto bene...” mentì, indecisa se sollevare o meno il bacino per lasciarlo tirar via i pantaloni. Klaus glieli strappò di dosso, Caroline scalciò e appiattì il cellulare contro il seno. “Smettila!”

I suoi occhi lucidi non lasciavano dubbi sul piacere che provava in quel momento. Sorrise e la baciò sul ventre.

No no! Ho solo sbattuto... solo...” Caroline ansimò e chissà come, trovò la forza di chiudere la chiamata. Il braccio penzolò a terra e il cellulare le scivolò fra le dita. Non era così bravo... era lei... che era... a stecchetto... da un po'...

Un altro giorno tutto per noi, mia adorata?”

Caroline annuì, offuscata dal desiderio. Ricambiò l'ennesimo bacio e lo abbracciò. Avevano cominciato... tanto valeva... terminare...

***

PiripiripiripiPiripiripiripiPiripiripiripiPiripiripiripiPiripiripiripiPiripiripiripiPiripiripiripi

Sveglia... scuola... ritardo...

Caroline si svegliò con un gran sospiro, strofinò il polso sulla fronte e si mise lentamente a sedere. Raccattò i jeans da terra e si guardò attorno. La stanza era vuota. La magia era cessata e Klaus si era defilato mentre dormiva. Beh, da una parte le toglieva l'impiccio dei ridicoli convenevoli 'ti chiamo io'. Il problema era dei suoi amici, ora...

Bzzzzz Bzzzzz Bzzzzz

Liz che la chiamava da lavoro per essere certa che si alzasse in tempo. “Sto andando, sto andando...” sbadigliò contro la mano. “Devo fare la spesa tornando da scuola?” Caroline si appuntò mentalmente la lista a occhi chiusi, sbadigliò di nuovo e si stirò come una gatta mentre cercava le mutandine finite chissà dove. Se Elena scopriva che l'avevano fatto sul suo divano, l'ammazzava... e dai, dove siete? Caroline fissò il nulla, dubbiosa. Vuoi vedere che... Digitò un sms veloce e la risposta non tardò ad arrivare.

L'emoticons di una faccina allegra illuminò il display e Caroline si trattenne dal sorridere. Non se la prendeva per un unico motivo: non facevano parte di un completino.



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