Cronache da Xing

di JackyXed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Assassini ***
Capitolo 2: *** Addestramento ***



Capitolo 1
*** Assassini ***


Assassini

Xing, il grande paese ad est di Amestris, era avvolto dal tiepido manto di una notte cupa e nuvolosa.
Il silenzio regnava sovrano, scalfito di tanto in tanto dal tubare degli uccelli notturni e dal rumore del vento tra le fronde degli alberi.
Il palazzo del clan Yao era costellato da miriadi di luci di lanterne che, come migliaia di piccoli occhi luminosi, ne delimitavano il perimetro; era una struttura imponente: una grande ed alta pagoda si innalzava, stagliandosi contro il cielo più nero, simbolo del potere e dell’influenza del clan; tutto intorno ad essa si estendeva un grande giardino con fontane, alberi, sentieri e fiumiciattoli… un vero paradiso terrestre; ma è nelle grandi e spesse mura che il palazzo riponeva la sua fiducia… così grandi che erano seconde solo a quelle del palazzo imperiale.
Tutto l’edificio era costruito in legno e pietra; numerose guardie e servitori pattugliavano le mura e i corridoi di quella magnifica fortezza, assicurando ai membri più illustri del clan un riposo tranquillo.
Nessuno poteva immaginare che, in mezzo alle guardie, si celasse un traditore. Un rampino venne lanciato sulle mura con soffocato clangore, la guardia lo ignorò. Tre uomini vi si arrampicarono, uno dopo l’altro; erano vestiti interamente di nero, armati di spade, archi e coltelli e, ratti, si inoltrarono nel parco.
Il rumore dei lesti passi sull’erba era appena un fruscio ovattato, nessuno poteva udirli ne vederli; utilizzarono gli alberi per celare la propria presenza alle sentinelle sulle mura… le armi erano annerite dal carbone e non offrivano riflessi agli sporadici raggi lunari.
Rapidi e silenziosi come frecce portate dal vento, i tre uomini giunsero in prossimità della pagoda; due soldati erano di guardia, armati di lancia e protetti da una spessa armatura. Due dardi sibilarono e fendettero l’aria, andando a conficcarsi nelle gole delle due guardie che silenti si accasciarono al suolo.
I tre assassini si affrettarono a nascondere i cadaveri, non una parola dissero, tutto era stato studiato nei minimi dettagli.
Entrarono nell’edificio, sapevano già dove dirigersi: terza stanza a sinistra del secondo piano. Quando corsero su per le scale, non un rumore poteva raggiungere orecchio mortale e svelare così la loro presenza.
Presto raggiunsero il secondo piano, un lungo e scuro corridoio si estendeva innanzi a loro e, poco più avanti, ecco la loro porta.
Celeri, due dei tre assassini si portarono ai lati della porta mentre il terzo si apprestava ad aprirla. Il nero guanto si posò sull’uscio e, facendolo scorrere, rivelò la stanza dietro esso.
Tre spade furono sguainate, il primo uomo entrò nella stanza, seguito a ruota dal secondo.
Si trovarono in un’ampia camera rettangolare, vi erano pochi mobili, un grande tappeto che prendeva buona parte del pavimento e un letto lungo la parete Est… e qualcuno vi stava dormendo dentro.
Il principe di Xing dormiva tranquillo e beato nella sua stanza, aveva appena sette anni e già aveva dovuto lottare innumerevoli volte per la sopravvivenza…aveva imparato a dormire di un sonno molto leggero e conosceva a memoria tutte le vie di fuga… ma quella volta non si svegliò.
Un uomo incombeva su di lui, armato di spada e ammantato di nero carbone.
L’uomo sollevò la lama sopra la testa;
si udì uno scricchiolio;
Ling si svegliò, i suoi occhi corvini saettarono sulla terribile arma che, assetata di sangue, lo minacciava.
Accadde tutto così velocemente che il principino non ebbe nemmeno il tempo di gridare.
L’uomo calò la spada, si udì un colpo, poi un tonfo. La testa e poi il corpo dell’assassino ricaddero sul letto, sprizzando sangue e macchiando le lenzuola. Il suo compagno gridò ma fu subito messo a tacere da un kunai che lacerò il morbido collo.
Un’altra figura era comparsa, più minuta delle altre tre eppure incredibilmente veloce. Il terzo assassino, che era rimasto a guardia della porta, vide un piccolo uomo che portava una maschera, armato di una spada corta, che aveva ucciso i suoi compagni in meno di un battito di ciglia. Ma lui era un assassino, era addestrato a questo genere di situazioni, strinse con più forza la spada monofilo.
Accucciato come un gatto, l’individuo mascherato lo studiava; egli deglutì, inspirò a fondo e poi si lanciò contro colui che si frapponeva tra il principe e la sua morte.
Ling assistette a tutta la scena, non aveva mai capito perché tutti considerassero il vecchio Fu la migliore guardia del corpo del clan Yao, ma vedendo, anzi, non vedendo la velocità con cui si muoveva l’anziano guerriero, un brivido gli percorse la schiena.
L’ultimo nemico attaccò, ma non ebbe nemmeno il tempo di vibrare il colpo che la spada di Fu, saettando come un serpente, lo decapitò. Il combattimento si era risolto quatto secondi dopo il suo inizio; il vecchio Fu controllò che il corridoio fosse sicuro, poi ripulì la sua arma dal sangue e ruppe il silenzio:[state bene principino?] domandò.
Ddopo un istante di silenzio sbigottito, la risposta giunse. [Accipicchia] commentò Ling meravigliato e per nulla turbato dal macabro cadavere ai piedi del suo letto.
Balzando giù dal giaciglio, l’erede al trono di Xing mosse un paio di rapidi passi verso l’anziano guerriero e continuò con vocetta stridula e irritante:[insegnalo anche a me, insegnalo anche a me, ti preeego] ciondolando a destra e a sinistra, Ling unì i palmi della mani in segno di supplica.
Dopo un attimo di sbigottimento, Fu si tolse la maschera e rispose con un inchino:[sarebbe un onore per me, principino, ma ora, per la sua sicurezza, è necessario portarla in un’altra stanza del palazzo].
Senza aggiungere altro, Ling seguì la sua guardia del corpo.

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Capitolo 2
*** Addestramento ***


Addestramento

Le piantagioni di Xing, un'immensa distesa di campi di riso e di cotone che si estendeva a perdita d'occhio, lontano, fino ai grandi monti a Nord dell'impero.
Era una limpida mattina di fine Agosto, i venti freddi dell'Ovest preannunciavano l'arrivo del freddo autunno e le caduche foglie degli alberi cominciavano a ingiallirsi.
Il grande fiume Bùxiu serpeggiava verso Sud e forniva irrigazione alle numerose risaie; una quantità immane di lavoratori era già all'opera, riempiendo il paesaggio di vita e movimento.
Ling, dodicesimo figlio dell'imperatore di Xing, futuro erede al trono e capo del clan Yao, osservava con crescente curiosità il lavoro dei campi; indossava un piccolo abito color sabbia e un paio di larghi e comodi pantaloni. La sua guardia del corpo, invece, indossava una casacca grigia, un paio di lunghi pantaloni neri e portava al fianco una lunga daga.
Voltò il capo verso il vecchio Fu e domandò:[dimmi vecchio, dove mi stai portando?].
Reclinando il capo leggermente, assunse espressione interrogativa, pur senza perdere quell'aspetto allegro e distaccato che lo contraddistingueva.
L'anziana guardia del corpo si affrettò a rispondere:[ai campi di riso, principe Ling] spiegò [è li dove mio padre mi allenò e dove voi vi allenerete] il tono era serio, il passo irruente e deciso... i due sembravano ai rispettivi antipodi: uno distaccato,noncurante e chiassoso, l'altro rigido, furtivo e serio.
Il sentiero si biforcò e Fu, senza indugio alcuno, prese il sentiero che scendeva verso il fiume. Dopo parecchi metri di terreno sassoso e dissestato, i due giunsero in prossimità di una risaia.
L'acqua scorreva placida, vicino alla riva crescevano numerose ninfee, qualche giunco e molti bambù. Stranamente non c'erano operai al lavoro e gli unici rumori che si potevano udire erano lo sciabordare dell'acqua, il sibilo del vento tra le foglie e il gracidare di qualche sparuto ranocchio.
[Dentro] proferì l'uomo.
[Come?] chiese il ragazzino; ma non fece in tempo ad aggiungere altro che il vecchio Fu, tra schizzi e spruzzi, si era gettato nell'acqua che ora gli arrivava fin sopra le ginocchia.
[Ah] sbuffò Ling [ho capito] e, pur con un po' di riluttanza, entrò in acqua.
Non era affatto facile muoversi, non tanto per l'acqua in se, che a lui arrivava fino in vita, quanto per uno strato di fango che si ostinava a ricoprirgli i piedi, arrivando fino alle caviglie.
Altro fattore disturbante era la temperatura del rio: tremendamente ghiacciato.
Avanzarono ancora di qualche metro, Ling cercò di ignorare la spiacevole sensazione, poi Fu andò a recuperare un paio di canne di bambù, le spezzò e ne diede una al ragazzo.
[Uhu, si combatte] esultò il giovane occhi piatti, visibilmente soddisfatto.
Fu si limitò semplicemente ad allungare il dito indice verso la riva opposta.
Ling segì con lo sguardo la direzione del dito e, appena ebbe veduto cosa indicava... beh, non fu molto felice.
[S-secchi?] balbettò.
C'erano quattro secchi di legno in riva al fiume.
[Bene] esclamò allegro il vecchio Fu, [vedo che sa già cosa fare, principino, non c'è bisogno che spieghi oltre].
Detto ciò, afferrò un paio di secchi, li appese al bastone, che venne poi caricato sulle spalle, e si mise a risalire il fiume.
A malincuore, Ling imitò l'attempato guerriero... e fu un lavoro dannatamente difficile.
Non solo era faticoso oltre ogni immaginazione camminare controcorrente con il fango che si avvolgeva intorno alle caviglie e con due secchi da dieci chili l'uno, ma i secchi continuavano a cadere, essendo il bambù estremamente scivoloso e sprovvisto di nicchie in cui inserirne i manici.
Fu così che più volte il principe dovette ridiscendere il corso del fiume per racuperare i due secchi che, una volta caduti, erano stati trasportati dalla corrente.
L'acqua si opponeva al suo avanzare, minando il suo bilanciamento e il suo equilibrio, il legno del bastone si piegava sotto il peso dei secchi, facilitando ulteriormente il loro scivolamento.
Ogni volta che Ling si fermava, cadeva e tornava indietro a recuperare i secchi, il vecchio Fu, sempre vigile, lo accompagnava e, pur senza pronunciare alcuna parola, lo sosteneva.
Fu una vera impresa... che però non fu portata a termine quel giorno... ne in quelli successivi.

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