Baciami -Tu appartieni a me.

di Sam27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 3: *** La strana idea di Lumacorno. ***
Capitolo 4: *** Litigi ***
Capitolo 5: *** Una giornata con Hermione ***
Capitolo 6: *** Una giornata con Fred ***
Capitolo 7: *** I provini di Quidditch ***
Capitolo 8: *** Un patto col nemico. ***
Capitolo 9: *** La Pozione Polisucco ... ***
Capitolo 10: *** ... e le sue conseguenze. ***
Capitolo 11: *** Prima del ballo. ***
Capitolo 12: *** Il ballo. ***
Capitolo 13: *** Dubbi e Promesse ***
Capitolo 14: *** Guai in vista ***
Capitolo 15: *** Chi l'avrebbe mai detto? ***
Capitolo 16: *** ϟ Always ϟ ***
Capitolo 17: *** Nuove idee, non sempre così buone... ***
Capitolo 18: *** Vigilia ***
Capitolo 19: *** Il racconto della Serpe e una piacevole sorpresa ***
Capitolo 20: *** Preparativi ***
Capitolo 21: *** Weasley twins? Quiet life? I don't think that this coincides.. ***
Capitolo 22: *** The snow falls and .. Merry Christmas, love. ***
Capitolo 23: *** Un pomeriggio inaspettato ***
Capitolo 24: *** Strane lettere da Leotordo ***
Capitolo 25: *** Un maghinò a sorpresa.. ***
Capitolo 26: *** Imprevisti ***
Capitolo 27: *** Complotto ***
Capitolo 28: *** Tutto precipita ***
Capitolo 29: *** E poi le cose si aggiustano (o quasi)... ***
Capitolo 30: *** San Valentino è tutti i giorni, con te.. ***
Capitolo 31: *** Some thing never change ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1.Prologo
Un ticchettio lento ed incessante svegliò una ragazza bruna. Volse il suo sguardo alla finestra e realizzò che pioveva. Il groviglio di capelli cadeva disordinato sul cuscino, se ne scostò una ciocca dagli occhi castani. Improvvisamente, come colta da un’illuminazione di Priscilla, si ricordò di che giorno era. Buttò le coperte di lato e scattò in piedi. Aveva una leggera camicia da notte che la copriva fino alle ginocchia, lasciando scoperte le gambe lisce. Si scoccò una breve e veloce occhiata allo specchio.
-Appena presentabile- le disse quello, lei non lo ascoltò e si scompigliò ancora di più i capelli, già al limite del disordine.
Dopo aver controllato di avere tutto nel baule e di aver assicurato Grattastinchi nella sua gabbietta per il viaggio, scese di corsa le scale. Sarebbe andata alla scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts per il suo ultimo anno, era riuscita (dopo molti sforzi) a convincere anche i suoi due migliori amici. A tutti e tre i salvatori del mondo magico era stato offerto un immediato lavoro come Auror e a Harry anche come giocatore di Quidditch nella nazionale Inglese, la mora aveva rifiutato immediatamente, voleva studiare ancora, non si riteneva preparata, Harry aveva tentennato appena un momento poi aveva seguito la ragazza. Ron aveva cambiato idea ogni cinque minuti, “Ma siete scemi? Possiamo trovare lavoro senza passare i M.A.G.O.!” aveva detto loro un migliaio di volte, infine si era convinto anche lui.
Immersa com’era nei suoi pensieri ed ancora insonnolita inciampò sui propri piedi e finì addosso ad un ragazzo coi capelli rossi, un sacco di lentiggini, una corporatura muscolosa e due occhiaie da far paura a Morfeo.
-Buo-buongiorno Hermione! Lo so che sono bello ma non serve che tu cada letteralmente ai miei piedi- disse Fred, prima sbadigliando e poi affettandosi ad aiutarla, ridacchiando.
Hermione sospirò e non rispose, appena si fu rimessa in piedi scappò in cucina dove erano già seduti tutti gli altri Weasley più Harry. Sembravano proprio una famigliola felice, anzi più che felice addormentata. Sorrise fra sé e sé mentre salutava tutti con un “Buongiorno” molto più allegro del solito.
                                                                 *
Fred, dal canto suo, era appena entrato in camera e osservava George illustrargli le nuove “Brioches Cantanti”  ma lui non l’ascoltava. Stava riflettendo, su quello che era successo appena alcuni mesi prima.
La battaglia era al suo culmine. La Sala Grande, completamente distrutta, era illuminata da lampi di tutti i colori, provenienti da una miriade di bacchette che combattevano infuriate tra di loro.
Un'esplosione, seguita immediatamente da un'altra e poi un'altra ancora, sempre più vicine al punto in cui Harry, Ron, Hermione, Fred e Percy stavano combattendo. 
Due Mangiamorte, uno schiantato e uno trasfigurato, giacevano ai loro piedi. Pius O' Tusoe si affacciò da dietro un parapetto, lanciando maledizioni sul gruppo. 
-Ah Ministro!- urlò Percy, scagliandogli contro una fattura che gli fece perdere la bacchetta -le ho detto che do le dimissioni?- 
-Hai fatto una battuta, Perce!- Fred guardò il fratello con allegria -l'ultima che ti avevo sentito fare era...-.
L'aria esplose di nuovo, stavolta sotto i loro piedi. Il parapetto dal quale il Ministro si era affacciato pochi istanti prima si sbriciolò come gesso e grossi macigni volarono in direzione di Fred che, preso alla sprovvista, non aveva avuto i riflessi pronti per gettarsi a terra. Però Percy sì, aveva visto con chiarezza suo fratello che si nascondeva dietro quell’esile bastoncino di legno, per proteggersi, aveva guardato come a rallentatore (e come se fosse un altro) il proprio corpo balzare in avanti e sovrapporsi fra i macigni e il ragazzo.
Fred aveva solo potuto notare Percy colpito dai massi, poi più nulla. Non gli importava della battaglia, di niente. L’unica cosa importante era che suo fratello giaceva ai suoi piedi, pallido come non mai. Si era chinato verso di lui, mentre gli altri ansimavano per raggiungerli.
-Perce ..- aveva sussurrato mentre una lacrima calda gli scendeva giù per la guancia.
-Fred …- aveva detto l’altro con voce tremante –Perdonami, ti prego perdonami-
-Ma io ti ho perdonato … Perce non te ne andare, ti prego, Perce …-
-Promettimi una cosa ...- aveva continuato Percy con voce tremante mentre anche Ron si inginocchiava e lo guardava con sguardo fisso. –Fa sì che mamma mi perdoni, falla felice …-
Erano state le sue ultime parole, poi era spirato, con un lieve sorriso che increspava le labbra, quasi a voler dire ai fratelli di non stare in pensiero per lui. Si sarebbero ricongiunti, un giorno.
Se ricordava quel giorno le lacrime gli salivano agli occhi, non si era mai reso conto di quanto voleva bene a suo fratello fino a quando non lo aveva perso per sempre.
-Fred? Gemello caro? Mi ascolti?- domandò George conoscendo già la risposta.
-Chi? Che cosa?- chiese stupidamente Fred.
-Ho deciso, George- aggiunse sospirando.
Rimasero a guardarsi, capendosi al volo, gli occhi azzurri riflessi in quelli della propria copia.
-Lo sapevo, per questo ho comprato tutti i libri ed il materiale a Diagon Halley- disse George con un sorriso furbo.
Fred scoppiò a ridere e lo abbracciò. Sarebbero tornati a Hogwarts un’ultima volta, insieme, avrebbe mantenuto la promessa fatta a Percy. Sì, perché quando Fred (distrutto come tutta la famiglia dal dolore ma lui anche dal rimorso, sapendo che era tutta colpa sua) aveva chiesto a Molly cos’avrebbe voluto per essere felice lei aveva risposto semplicemente: “Vorrei che tu finissi il tuo ultimo anno di studi”. Questo il rosso non se lo aspettava, “Tutto ma non questo” aveva pensato. Non aveva mai dato davvero una risposta, quindi scese in cucina per fare quello che doveva essere fatto.

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Capitolo 2
*** Ritorno a casa ***


             2. Ritorno a casa
                              


La Tana era immersa nel soqquadro più totale, come ogni santo 1^ Settembre. La colazione era finita, rimuovendo gli ultimi sbadigli e il sonno, lasciando spazio solo al caos pre-scuola. La signora Weasley era al culmine della felicità mentre, con un leggero tocco di bacchetta, metteva a posto il tavolo, i piatti e i bicchieri. Suo marito, invece, era piuttosto affaticato mentre scendeva e saliva (per poi scendere di nuovo) le scale nel tentativo di infilare tutti i bauli, più i gufi e i manici di scopa, in macchina. La camera di Ginny, condivisa per quell’estate con Hermione, era impeccabile come lo sarebbe stata per i dieci lunghi mesi in cui la ragazza non ci sarebbe stata. Le due stavano chiacchierando allegramente mentre la più giovane si spazzolava i lunghi capelli fiammeggianti e l’altra aveva aperto sulle gambe uno dei suoi libri “leggeri” che consisteva in un tomo di circa 600 pagine (più il prologo e l’epilogo, sia chiaro).
-Non avrei mai pensato che Fred alla fine avesse deciso di venire con noi ad Hogwarts, sai?- stava dicendo in quel momento Ginny.
-Mmm … Nemmeno io, chi baderà al negozio?- chiese la bruna in tutta risposta, mentre si decideva a posare il libro.
-Lee prenderà il loro posto come direttore-
-Ah bene-
-Questa mattina eri particolarmente felice …- osservò Ginny mentre l’altra avvampava furiosamente.
-No io .. Non … Ma cosa?- balbettava la bruna mentre dentro di sé avvertiva una strana sensazione che non avrebbe saputo ben definire.
In quel momento i due gemelli si affacciarono sulla soglia e gridarono che se non volevano imbattersi nella furia della madre conveniva loro scendere. Era ora di partire. Subito dopo Fred e George si smaterializzarono in camera di Ron, questa era al culmine del disordine, con la scacchiera e gli scacchi sparsi sul tappeto, Leotordo (che non era stato ancora portato in macchina per via di tutto il casino che faceva) che saltellava eccitato, avendo capito che dovevano intraprendere un viaggio, alcuni calzini sporchi giacevano qua e là abbandonati, mentre i letti erano sfatti e le lenzuola ripiegate su sé stesse.
-Arriviamo- borbottò Ron ai fratelli mentre cercava furtivamente di infilare la maglia al posto dei pantaloni. Harry si sforzò di non ridere dell’amico e corse ad aiutarlo e spiegargli pazientemente che la maglia doveva metterla dalla testa.
Poco dopo una voce femminile e piuttosto irritata gridò loro di spicciarsi, finalmente scesero. Il signor Weasley aveva fatto un ulteriore incantesimo alla macchina, per cui ci entrarono con estrema facilità.
Durante tutto il viaggio regnò il silenzio più totale. Erano tutti consapevoli che quello sarebbe stato il loro ultimo anno.
Harry era perso a guardare fuori dal finestrino dell’auto, mentre vedeva il paesaggio della Londra babbana si perse nei suoi pensieri. Hogwarts, la sua casa, lo era stato per così tanto tempo che ora gli sembrava più che strano cambiarla. Lui e Ginny avevano deciso di fare un piccolo viaggio appena concluso il settimo anno e poi sarebbero andati a vivere insieme, a Grimmauld Place. Quel posto gli ricordava tremendamente Sirius, il suo padrino, morto qualche anno prima, quanto gli mancava … L’ultima volta che lo aveva visto era stato alla battaglia di Hogwarts, nella Foresta Proibita, lo aveva “invocato” lui con la Pietra della Resurrezione. Insieme erano arrivati anche suo padre, James Potter, sua madre e Lupin. A volte, quando si svegliava nella notte, fradicio di sudore, con il solo ricordo di tutti i morti, di grida strazianti, be’ … Erano in quei momenti che avrebbe voluto più di ogni altra cosa averli al suo fianco.
Ginny guardava la sua famiglia in silenzio, ognuno sembrava perso nel suo mondo. Rivolse la sua attenzione ad Harry, era così bello mentre osservava corrucciato la strada, non aveva mai smesso di amarlo dalla prima volta che l’aveva visto e non avrebbe mai smesso di farlo. Gli sfiorò una mano con la sua, lui si girò e le sorrise, lei rispose a quel sorriso sincera.
Ron era imbronciato, da quando lui e Hermione si erano lasciati gli sembrava di essere perennemente di cattivo umore. Sperava che il suo ritorno ad Hogwarts avrebbe cambiato tutto, in più quel giorno stava morendo di sonno. Come a dimostrazione sbadigliò sonoramente. La mora sedeva affianco a Ginny e George, i capelli le ricadevano sul viso, mentre gli occhi erano concentrati su un libro. Era bellissima, perfetta, sarebbe mai riuscito a dimenticarla? Ne dubitava seriamente. In quel momento lei si girò verso di lui e il ragazzo seppe di essere diventato di fuoco, come i suoi capelli.
Hermione stava leggendo tranquillamente, si rilassava così e ne aveva proprio bisogno, non sapeva dire il perché ma si sentiva inquieta. Quando incrociò lo sguardo di Ron gli fece un rapido sorriso e tornò a leggere, era tutto come prima, erano tornati migliori amici eppure lei sapeva di piacergli ancora. Lo intuiva nel modo in cui la guardava o in cui alcune volte le rivolgeva la parola. Eppure erano ancora loro, il fantastico trio e nulla avrebbe potuto separarli. Mentre osservava Ginny ed Harry mano nella mano, sorridersi pensò che anche lei avrebbe voluto un’ amore così. Fatto di piccoli gesti che solo l’amato riusciva a vedere.
Fred rimuginava sull’ultimo prodotto, poco prima di partire aveva spedito a Lee una lettera in cui gli aveva rivelato il suo colpo di genio: aggiungere un pelo di unicorno. Sì, quello sarebbe stato l’ingrediente decisivo per i nuovi dolcetti rompi-ossa. Se lo sentiva …
George, per una volta, non aveva gli stessi pensieri del gemello. Non riusciva a concentrarsi sui Tiri Vispi Weasley perché aveva uno strano presentimento, era come se Fred gli nascondesse qualcosa, aveva intuito che la promessa non era stato l’unico motivo a spingerlo a fare quella scelta, di certo il motivo decisivo ma non l’unico. Mentre guardava l’altro si accorse che aveva occhiaie evidenti sotto gli occhi e, ora che ci pensava, ultimamente non mangiava molto … Ma no! Si sbagliava di certo … Non poteva essere … Cioè solo il pensiero di Fred che … Nah! Si stava immaginando tutto …
Alle dieci e cinquanta arrivarono. Attraversarono la stazione babbana con circospezione e poi si appoggiarono due per volta alla barriera, quasi casualmente. Furono dall’altra parte e l’atmosfera cambiò: da frettolosa e movimentata diventò più allegra e vivace. L’espresso iniziò a fischiare e allora si misero a correre, mentre i ragazzi si issavano con un balzo, i signori Weasley li salutarono con la mano: Molly urlò a Ron di pulirsi la faccia e ai gemelli di fare i bravi. L’ultima visione che ebbero di loro era questa: i due coniugi Weasley abbracciati, che li guardavano sparire, la donna con gli occhi umidi.
-Allora cerchiamo uno scompartimento libero?- domandò Harry allegro, gli altri annuirono.
Lo trovarono quasi subito e si sistemarono per bene, con Edvige che tubava appena tranquilla e Leotordo che continuava a saltellare per tutta la gabbia mentre Ron gli lanciava qualche Zuccherotto o imprecava contro di lui.
-Che ne dite di una partita a Scacchi Magici?- propose Ron continuando a lanciare occhiate malevole al gufetto.
-Buona idea- disse George tirando fuori una scacchiera e gli scacchi.
Il gioco si fece subito avvincente, i due fratelli erano davvero bravissimi e la partita sembrava non voler finire mai. Hermione li guardava con sguardo perso, stava ancora pensando a quella strana sensazione quando …
-Per tutti i gargoyle galoppanti!- esclamò scattando in piedi mentre tutti si voltavano a guardarla.
-Herm?!- chiese Ginny alzando un sopracciglio.
-Siamo Caposcuola, Harry!- esclamò la bruna battendosi una mano sulla fronte e trascinando l’amico fuori dallo scompartimento, gli altri li guardarono ridacchiando (nel caso dei gemell)- e scuotendo la testa esasperati (nel caso di Ginny e Ron).
Harry e Hermione corsero a perdifiato –o meglio lei corse trascinandosi dietro lui- fino ad arrivare al vagone del capotreno. Aprirono la porta e tutti si girarono (nuovamente) verso di loro.
-Ci s-scusi professoressa- ansimò Harry. –Ce n’eravamo dimenticati- aggiunse imbarazzato.
Mentre la McGranitt lo guardava le labbra le diventarono una linea sottile e inflessibile, Hermione deglutì.
-Bene. La carica di Caposcuola è molto importante e comporta grandi responsabilità ragazzi- disse guardandoli uno ad uno.
-Quest’anno farete dei turni di guardia notturni, pattugliando i corridoi. Potete togliere punti anche ai Prefetti ma non  fra voi, e comunque confido che non usufruiate del vostro potere e lo usiate con giudizio.- li osservò ancora, lanciando a tutti quanti un’occhiata seria come a dire che se non l’avrebbero fatto ne avrebbero subito le serie conseguenze.
-Ora qui il signor Tom MacDonald mi farà alcune foto come ricordo …-
-Perché dobbiamo fare le foto?- chiese una ragazza di Serpeverde con l’aria non molto intelligente.
-E’ una tradizione della scuola signorina Parkinson e noi rispettiamo le tradizioni- rispose secca la preside, la ragazza annuì un po’ scettica.
Il signor MacDonald li sistemò in modo che la macchina fotografica prendesse tutti e poi scattò alcune foto singole, infine la McGranitt distribuì loro i fogli con i turni di guardia. Mentre tornavano tranquilli allo scompartimento Hermione sbirciò in quelli di Harry.
-Il primo lo abbiamo insieme- osservò sollevata la ragazza.
-Sì, il secondo lo dovrò fare con quella vacca totale della Parkinson- disse Harry fra i denti.
-Ed io con Luna, non male- disse Hermione sorridendo.
Continuarono a commentarli, ne avevano solo cinque sparsi per il primo quadrimestre.
-Sai, pensavo che sarebbe diventato Ron Caposcuola, siccome è stato Prefetto …- le confidò Harry.
-Anche io- ammise Hermione guardando di sottecchi l’amico.
Lui rispose all’occhiata un po’ corrucciato e poi scoppiarono entrambi a ridere, felici di essere ancora lì, felici di essere ancora insieme.
Mentre i due eroi del mondo magico ridevano, Fred fissava Ginny e Ron che urlavano avvertimenti e ordini ai loro pedoni come se fossero sul campo di battaglia. In realtà il suo sguardo era vuoto, non vedeva davvero la scacchierà né suo fratello che in quel momento imprecava contro Merlino, si sentiva perso, triste e non sapeva spiegare il perché. Insomma! Lui era Fred Weasley!!! Non poteva essere giù di morale!! Era come se gli mancasse qualcosa a dirla tutta …
La porta dello scompartimento si aprì e lui alzò di scatto la testa, era la donna con il carrello del cibo e loro comprarono un po’ di tutto, subito dopo Ron abbandonò gli scacchi per tuffarsi avidamente su tutto quel ben di Merlino, come se non mangiasse da mesi.
Presto carte di Gelatine Tutti i Gusti +1, Cioccorane, Zuccherotti (ecc. ecc. ecc.) ricoprirono il pavimento e i sedili. Così che quando Hermione e Harry entrarono, la prima mise su un espressione severa e simile alla McGranitt e il secondo iniziò a mangiare i pochi dolci rimasti.
-Cofe è anfata?- chiese Ron a bocca piena, Hermione gli lanciò un ulteriore occhiata disgustata.
-E’ andata bene, grazie Ron- rispose Harry trattenendo a stento le risate.
-Quindi chi sono i nuovi Zuccacaposcuola?- chiese Fred in tono allegro mentre George guardava di traverso il fratello.
-Allora per Serpeverde Pansy faccia-da-carlino Parkinson e Draco doppia-faccia Malfoy. Per Corvonero Luna Lovegood e Michael Corner. Di Tassorosso Justin Finch-Fletchely e Kristine Cattermole- spiega Harry elencandoli sulle dita.
-Beh … Almeno sappiamo di non essere gli unici che dovrebbero aver già finito la scuola- dice George sospirando.
-Già! Ma noi saremo comunque i più grandi! Ahahaha- disse Fred già assaporando il pensiero dei poveri primini, delle punizioni, degli affari, … insomma di tutto quello che combineranno.
-Ed io e Harry siamo Caposcuola, non vi lasceremo torturare dei poveri …-
-Torturare? Non siamo mica Bellatrix, ehi!- sibilò George fingendosi offeso e incrociando le braccia.
Hermione scoccò un’occhiata tra il non-ci-provate-o-vi-toglierò-100-punti-anche-se-siamo-di-Grifondoro e il ma-siete-scemi-o-lo-fate-apposta-?
-E dai Hermione! Faranno come hanno sempre fatto, che a te piaccia o no …- disse Ron alzando le spalle mentre Hermione guardava male anche lui.
Alla ragazza sembrava di essere appena salita quando vide il sole calare all’orizzonte e lei e Ginny andarono in bagno a cambiarsi.
-E’ strano ritornare qui vero?- chiese alla sua migliore amica mentre le aggiustava il nodo della cravatta.
-Be’ per te credo di sì. Ma io qui ci sarei venuta lo stesso …- osservò Ginny.
-Giusto … Mi sento vecchia …- commentò quasi fra sé e sé.
-Vecchia? L’eroina del mondo magico?- la rossa rise. –Aspetta che arriveremo a Hogwarts e vedrai quanti ti chiederanno l’autografo o faranno la fila per uscire con te …-
La bruna la guardò male.
Autografi? Richieste di uscite? Corteggiamenti? A lei? Le veniva quasi da ridere.
-Buongiorno ragazze- disse loro un professore che assomigliava ad un tricheco, in corridoio.
-Buongiorno- risposero loro quasi nel medesimo istante.
-Vedo che avete già indossato le divise, molto bene, vengo giusto dal vagone del Capotreno a dire che siamo quasi arrivati; avvisate anche gli altri- disse Lumacorno e poi fece per andarsene.
-Ah! Signorina Granger, i miei complimenti per la sua nuova spilla: brillante come sempre. Signorina Weasley la trovo in ottima forma. Un’ultima cosa ragazze: a giorni organizzerò una delle mie cenette, so che a voi piacciono tanto, siete invitate ovviamente ed anche il signor Potter.- detto questo proseguì il suo giro lasciando le due ragazze piacevolmente imbarazzate ma anche un po’ seccate.
Arrivate allo scompartimento bussarono e appena sentirono “avanti” entrarono.
-Cosa sono quelle facce?- domandò Ron scrutando le due ragazze.
-Abbiamo appena incontrato Lumacorno e ci ha invitato alle sue cenette- rispose Ginny, calcando sulla parola “cenette” con un certo disprezzo.
-E ha detto di invitare anche te- informò poi Harry ,mentre gli si sedeva accanto ed Hermione annuì ancora leggermente rossa.
-Ci andrete?- chiese George.
-Beh … Non possiamo evitarlo per sempre …- osservò Harry mogio.
-Avesse invitato anche noi …- mormorò Ron immusonito.
-Noi? E perché? Ci sono cose molto più divertenti da fare!- esclamò Fred anche se un qualcosa, nei suoi occhi, faceva intendere il contrario.
Il treno iniziò a rallentare e pian piano si fermò. Presero i loro bagagli, dopo aver recuperato l’allegria, e scesero dal treno.
La sensazione di essere a casa li invase quasi subito. Per prima cosa sentirono Hagrid dire “Quelli del primo anno! Sì voi! Seguitemi! Quelli del primo anno con me!” e salutarono il loro grande amico sbracciandosi sopra la folla, poi arrivarono le solite carrozze trainate (come ormai loro sei potevano vedere) dai Thestral. La vista del castello fece loro assaporare in pieno quella sensazione.
Cara,vecchia Hogwarts. Pensarono tutti, guardandola con gli occhi lucidi.
La Sala Grande era stupenda come sempre e forse anche di più agli occhi di coloro che l’avevano vista piena di macerie e morti. I quattro tavoli iniziavano a riempirsi di studenti assonnati e affamati, mentre il tavolo degli Insegnati era già pieno da vecchie e nuove conoscenze. Iniziarono a chiacchierare: come stai, come non stai, le vacanze, i posti, nuove amicizie, i compiti, lo studio che gli aspettava, … Eccetera, eccetera, eccetera …
Quando la preside portò sullo sgabello un vecchio cappello tutti si azzittirono, grandi e piccoli, insegnanti e fantasmi. Subito dopo da una porta laterale entrarono quelli che agli occhi di Hermione parevano bambini, non era soltanto il fatto che fossero bassi, ma si guardavano attorno con aria spaurita e con gli occhi grandi, con la curiosità dell’innocenza. La ragazza rammentava a stento il periodo prima di Voldemort, in cui anche lei era così.
Il mago più grande di tutti i tempi
Ha preso ormai una botta fra i denti
Fra le macerie e le rovine
Di Hogwarts son risorte anche le cantine
Quindi ora amici miei cari
Scusatemi tanto se vi metto le ali,
Per crescere insieme ad amici e nemici
Per vivere sempre ancora più felici.
Posatemi in capo ed io vi studierò,
Subito dopo ad una casa vi assegnerò.
Forse a Grifondoro
Che di coraggio lui fa tesoro.
O anche a Tassorosso, Tosca il leale
Che chi è amico e lavoratore lì non ha eguale.
Oppure a Corvonero voi capiterete
Dove intelligenza affilerete.
O forse Serpeverde è la vostra via?
Dove chi abita ha astuzia e furbizia.
Mettetevi in capo e io vi dirò,
sì in una di queste case vi smisterò!
La canzone del Cappello Parlante fu accolta da tutti con grandi applausi e persino da alcuni fischi da parte dei gemelli. Subito dopo avvenne lo Smistamento, i piccoli indossarono il cappello uno ad uno e sedevano tremanti mentre quello sussurrava loro nell’orecchio qualche suggerimento o osservazione per poi urlare a tutti la casa a cui li assegnava. Ogni volta che ciò accadeva il tavolo della casa scelta si alzava in piedi, batteva le mani e pacche sulle spalle dei nuovi “acquisti”. Con “Wiburth Wiliam” (Grifondoro) la fila di primini si esaurì e la McGranitti si alzò in piedi, disse qualche parola mentre i piatti si riempirono delle pietanze più differenti.
Ron diede un piccolo grido di guerra ed iniziò a gettarsi sul cibo con voracità, Harry si riempì il piatto di un po’ di tutto ed Hermione dapprima guardò esasperata gli altri due poi iniziò a mangiare tranquillamente. Ginny chiacchierava con Steven Emma, una sua compagna di classe. Fred e George stavano dando il “benvenuto” ai nuovi studenti.
-Ciao piccoli Grifondoro!- esclamò Fred guardandoli tutti intensamente, loro risposero a monosillabi, chi osservandolo stralunato,chi spaventato.
-Come vi chiamate?- chiese George.
-Io sono William!- esclamò un bimbo paffutello, ergendosi in tutta la sua (minima) altezza e spingendo il petto infuori.
-Io mi chiamo Tom- disse un altro, quasi scoprendolo solo in quel momento.
-Io … Io s-sono F-Federick- balbettò un ricciolino con gli occhi arrossati dalla stanchezza.
-Il mio nome è Kevin- disse un altro facendo una piccola smorfia, quasi non gli piacesse il suo nome o non lo reputasse degno di sé.
-Ed io Arthur-
-Ah sì? Sapete che anche nostro padre si chiama così?- domandò Fred cercando di essere gentile.
-Voi invece?- chiese subito dopo rivolto alle bambine.
-Rose- disse una biondina, tuffandosi subito dopo a mangiare la sua zuppa, per non mostrare che era arrossita.
-Krystal- rispose un’altra osservando i gemelli con grande interesse.
-Taylor-
-Madison-
-Anne-
-Noi siamo Fred e George- disse George facendo un gran sorriso a tutti, che ricambiarono.
-S-siete ge-gemelli?- chiese Federick studiandoli.
-Sì ed anche i ragazzi più fighi della scuola- sussurrò Fred, come fosse un segreto mentre Madison ridacchiava.
Ginny scoppiò a ridere. –Non ascoltateli piccole, sono miei fratelli e vi assicuro che c’è di meglio- disse scoccando una veloce occhiata al suo ragazzo.
-Sta scherzando!! Su bimbe ditemi: chi sono i ragazzi più carini qui?- chiese George ridendo, scoccando un’occhiataccia alla sorella ed indicando la tavolata dei Grifondoro.
-A me piace lui- mormorò Krystal arrossendo di nuovo mentre indicava Ron. Il ragazzo, che fino a quel momento stava mangiando, si voltò verso di loro e avvampò diventando tutt’uno con i capelli.
-No! Lui è più bello …- disse Taylor sicura riferendosi a Harry.
-Sì, lui sì, che è figo- aggiunse Madison annuendo.
-Hai due rivali Ginny- disse Harry ammiccando.
-Per me siete più belli voi due …- disse Anne guardandoli titubante.
-Una bambina che ne sa qualcosa della vita!- esclamò Fred scompigliandole il caschetto corvino.
-Le nuove generazioni …- disse George scuotendo la testa.
Hermione constatò in quella cena che i due gemelli ci sapevano davvero fare con i bambini, forse perché erano molto simili a loro, con i modi stravaganti, il sorriso sempre stampato sulla faccia, l’aria spavalda e la risata contagiosa. Un po’ per quello e un po’ per l’allegria che avvertiva dentro di sé quando Fred si girò verso di lei e le fece l’occhiolino la ragazza sorrise di rimando.
A banchetto terminato la McGranitt fece lo stesso discorso che normalmente sarebbe toccato a Silente, indicando a tutti le regole principali più i divieti assoluti e informando su quando si sarebbero tenuti i provini.
Hermione lasciò piacevolmente il compito di guidare i piccoli alla Sala Comune ai Prefetti, era davvero stanchissima. Attraversato il ritratto della Signora Grassa salutò con un bacio sulla guancia i due amici che prendevano le scale opposte e on un cenno i gemelli che progettavano un minifestino per far divertire i nuovi arrivati. Lei e Ginny accolsero i letti a baldacchino con grande felicità e si cambiarono in uno strano tepore, lo stesso che pian piano le avvolse e fece loro mormorare appena un “buonanotte” prima di cadere di nuovo addormentate. Felici. Di nuovo a casa.

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Capitolo 3
*** La strana idea di Lumacorno. ***


3. La strana idea di Lumacorno



Il mattino dopo vennero distribuiti gli orari delle lezioni, quello di Hermione era (molto probabilmente) il più affollato di tutti gli studenti del settimo anno. Aveva un’unica ora libera al giorno, un’unica ora di intervallo. Pazienza, ce l’avrebbe fatta come sempre: con tanto studio e tanto ottimismo. Sospirò e addentò un pezzo della sua crostata di mele.
-E lei chi è?- chiese Rose indicando la bruna.
-Hermione Granger. Una secchiona incredibile- disse George facendo una smorfia simile ad un sorriso.
-Sì, la ragazza più intelligente della scuola- aggiunse il gemello con una smorfia identica.
Il pezzo di crostata che lei stava tranquillamente mangiando le andò di traverso, probabilmente imboccò la via sbagliata e si infilò in quella respiratoria invece che nell’esofago, anche se in quel momento Hermione non ci pensò molto. Ginny le batté la mano sulla schiena, fino a quando non riprese il suo normale colore e bevve un sorso d’acqua.
-Voi due mi avete fatto un complimento?- chiese ansimando, insomma aveva quasi rischiato di  soffocare …
-E’ proibito?- domandò George guardando l’altro.
-Naah! Non credo- rispose Fred alzando le spalle.
Ron ridacchio mentre si abbuffava e Harry sorrise.
-E’ bella- disse Krystal guardando Hermione (che arrossì per l’imbarazzo o, per come volle credere lei, per lo scampato pericolo …).
-Già … Peccato che alle risate preferisca i libri- continuò Fred scuotendo la testa, come se avesse appena visto uno Schipodo Sparacoda fare le fusa.
-Pff … Non puoi fare il confronto Weasley. Da un libro impari un mondo di cose, i libri sono tutto. Non puoi vivere di risate- ribatté Hermione infervorata.
-Ma dai! E cosa impari dai libri?- chiese Fred di rimando facendo un gesto stizzito con la mano.
-Non credo che tu abbia mai letto un libro quindi non puoi capire!- rispose Hermione guardandolo dritto negli occhi.
-E tu ti sei mai fatta una risata vera?- domandò il ragazzo, dall’altro capo del tavolo.
-Certo!- rispose Hermione cercando l’appoggio di Ginny, che però posava lo sguardo da uno all’altro silenziosa.
-Da contare sulle vita …- sbuffo Fred.
-Se la metti così Weasley, facciamo una scommessa!-
-Ci sto!-
-Bene, sabato ti farò passare una settimana “con i libri” e domenica me ne farai passare una te “con le risate”.-
-Esatto, poi vedremo chi cambierà idea-
-Assoluta sincerità-
-Ovviamente-
Si strinsero la mano, gli occhi di lei in quelli di lui, castano in azzurro.
-E che cosa scommettete?- domandò Tom curioso.
-George, che cosa scommettiamo?- chiese Fred dopo averci pensato un attimo, girandosi verso il fratello.
-Emh … Non so … Harry?- si svincolò quello chiamando in causa il Prescelto che si guardò intorno in cerca di aiuto.
-Se vince Hermione … Dovrà fare i provini di Quidditch- disse infine.
-Sì e se vince Fred … Dovrà studiare talmente tanto da prendere una E nel suo prossimo compito in Pozioni- disse Ron con un sorriso quasi diabolico.
Hermione deglutì: lei? A Quidditch? Cioè in sella ad una scopa? Davanti a moltissimi studenti che avrebbero visto la sua figuraccia? Deglutì ancora.
Fred sbuffò: lui? Studiare? Perdere un giorno e forse anche di più per prendere una noiosissima E in una noiosissima materia di un noiosissimo insegnante? Che noia!
Le loro mani ricaddero sul tavolo, calde, stranamente calde. Erano state allacciate fino a quel momento, fino a simulare quello strano patto.
-Vincerò!- disse sicuro Fred.
-Sogna …- rispose Hermione lanciandogli un’occhiata di superiorità e tornando a mangiare.
Ginny, fino a quel momento, aveva tenuto le mani davanti alla bocca, si era morsa la lingua e le labbra. Ma ora non resistette più, scoppiò io una risata sonora e liberatoria. Così improvvisa da lasciare tutti gli altri spiazzati.
-Ma cosa ..?- chiese Harry inarcando le sopracciglia, però sorrideva.
-Sembrano una vecchia coppia di sposini!- disse lei, tenendosi la pancia dal ridere. Harry la seguì ben presto, insieme a George. Ron, invece, si rabbuiò, smettendo di mangiare.
 
 
 
Le lezioni ripresero e la mattina volò. Le due ore di Storia della Magia erano, come sempre, da far venire il latte alle ginocchia. Il professor Ruf, un vecchio fantasma che insegnava da tempo immemorabile, spiegava la lezione (già poco interessante da sé) con una voce lenta, strascicata e monotona. Questa voce,sembrava aver il potere di far cadere tutti i suoi studenti in uno stato fra il sonno e la veglia, così ognuno passava sempre per il rotto della cuffia gli esami o con qualche ripetizione. C’era solo una persona al mondo che pareva immune a questo “incantesimo”: Hermione. Ron e Harry, nel banco lì vicino giocavano con delle Bacchette Finte di ultima generazione che, oltre a trasformarsi in qualche altra cosa, potevano anche lanciare piccoli incantesimi che spesso e volentieri ti si ritorcevano contro. Ginny guardava i due ragazzi con aria annoiata ed ogni tanto rideva agli scherzi dei gemelli ma ad ascoltare non ci provavano nemmeno.
Per Difesa Contro le Arti Oscure i ragazzi non avevano mai avuto un professore uguale per ogni anno della loro permanenza a Hogwarts, questo a causa del mago oscuro chiamato Lord Voldemort, ma d’ora in poi sarebbe stato diverso, ora la cattedra era occupata da Kevin James, un uomo alto e severo, un ex-Auror. Quel giorno ripassarono gli Incantesimi imparati negli anni precedenti (Expelliermus, Ridikkulus, Incantesimo di Ostacolo, …) e un discreto gruppo di ragazzi (che una volta avevano fatto parte dell’ES) non ebbe problemi, anzi eseguì ogni Incantesimo con estrema facilità.
L’ora dopo fu l’intervallo per quasi tutti i ragazzi del Settimo Anno, Hermione no, aveva Artimanzia.
Infine quella prima mattinata di lezioni si concluse con Astronomia, che fu piuttosto impegnativa dato che durante l’estate tutti sembravano essersi dimenticati le Lune di Giove e l’esatta collocazione di Marte.
Il pomeriggio, invece, sembrò non finire mai. Il motivo era semplice: doppia ora di pozioni. La lezione era tenuta nei sotterranei, dove faceva molto freddo e i respiri si condensavano in piccole nuvolette ghiacciate. Il professor Lumacorno (quello che aveva invitato le ragazze ed Harry alla cenetta) insegnava in modo allegro e giovale la sua materia, aveva da sempre i suoi preferiti e non faceva molti favoritismi verso i Serpeverde (come al contrario, era solito fare il suo predecessore). Quel giorno però, la lezione toccò il fondo quando il vecchio tricheco (come amavano chiamarlo i ragazzi) entrò in classe e disse loro: “Bene, oggi vi dividerò in coppie, da oggi al prossimo mese lavorerete così e infine il vostro lavoro di coppia verrà valutato”.
Tutti gli studenti si guardarono. Ad alcuni venne da ridere pensando fosse uno scherzo, altri avrebbero voluto affatturarsi e correre da Madama Chips per saltare la lezione, c’era chi (non farò nomi … I gemelli Weasley) aveva già pronta una Caccabomba da lanciare per ogni evenienza o chi (del tipo Hermione) era pronta al nuovo tipo di lezione.
-Ora venite a prendere un biglietto e lì leggerete con chi sarete in coppia. Ovviamente sono stati stregati, quindi non potrete pescare il vostro. Prego- disse mettendo sulla cattedra un cappello a pois rossi che Ginny promise a sé stessa di non comprare mai.
Tutti si guardarono attorno, come chiedendo con il semplice sguardo agli altri di farsi avanti. Infine Harry raccolse il suo coraggio di Grifondoro e si alzò, avanzò fino alla cattedra con addosso gli occhi di tutti e trattenendo il respiro prese il biglietto. Dopo di lui le cose si facilitarono e davanti al cappello iniziò a formarsi una piccola folla. Harry si morse la lingua e lentamente aprì il pezzo di carta che avrebbe segnato il suo destino: Pansy Parkinson. Gemette. Ron guardò il suo, aprì, chiuse la bocca, la aprì nuovamente e poi sospirò.
Nel banco davanti Hermione alzò le spalle e Ginny avrebbe voluto strapparsi i capelli.
Dall’altra parte della stanza Pansy sibilava eccitata con Daphne GreenGrass mentre si aggiustava il trucco e le chiedeva se la gonna non fosse troppo bassa. Zabini, dal canto suo, fece una smorfia di disgusto, era capitato con la traditrice del suo sangue, roba da non crederci!
Fred scosse la testa: Luna Lunatica Lovegood. Sì, dopotutto era una a posto ma non aveva intenzione (anche se gli sarebbe capitato) di passare le prossime lezioni a sentir parlare di Gorgosprizzi, Ricciocorni Schiantosi e Nargilli (neanche sapeva cosa fossero, lui!). George pensò che poteva andargli peggio, dopo tutto, almeno con Hermione avrebbe preso il massimo dei voti.
Inutile dire che la lezione fu un disastro totale.
Ginny e Zabini si mandarono in Infermeria, avevano litigato e lanciato un Incantesimo di Ostacolo alla Pozione che l’aveva fatta scoppiare e aveva ricoperto i due dalla testa ai piedi.
Harry e Pansy furono il reale motivo della rabbia di Ginny, all’inizio si limitarono di fare la Pozione. Con la ragazza che doveva leggere tre volte ogni riga e farsela spiegare altre due prima di capirla, poi iniziò a sbattere troppo le ciglia e a scompigliarsi i capelli in un modo assurdo. La rossa aveva iniziato giù ad innervosirsi quando faccia-da-carlino aveva appoggiato “per sbaglio” una mano sulla gamba di Harry che lui aveva spostato con un gesto meccanico della mano, ma quando Pansy si era rovesciata la Pozione addosso e Harry aveva sbuffato per poi ripulirgliela con un panno umido apparso dal nulla … Be’ allora Ginny aveva fatto esplodere la sua frustrazione e gelosia con il povero (se così si può dire parlando di quella serpe) Blaise.
Lavanda era stata un vulcano esplosivo di chiacchiere, non era stata un attimo zitta e così Ron non aveva potuto crogiolarsi nel solito tepore che era appesantito dai vapori delle altre pozioni, aveva invece cercato di restare attento ai discorsi della ragazza e di seguire il filo di quella parlantina inesauribile che si districava negli argomenti più svariati.
Fred aveva detto chiaro e tondo a Luna di non parlare di quel Ricciocorno qualcosa o di quei cosi che vivono nel vischio o di qualunque altre cosa. “Per prima cosa non sono “cosi” ma Nargilli e comunque sono degli esseri che …” Così alla fine al Weasley era toccato comunque subirsi durante la lezione le spiegazioni dettagliate di tutti quegli animali Fantastici (ed inesistenti).
Hermione si era gettata a capofitto nel libro, sorbendo ogni parola come una spugna, talmente tanto che George aveva pensato che ne fosse stata rapita. Poi era riemersa e aveva iniziato a impartire suggerimenti (ordini) al suo compagno di lavoro che aveva cercato di eseguirli alla lettera. Avevano finito prima di tutti gli altri, avevano consegnato la loro provetta con la Pozione e il professore Lumacorno gli aveva lodati come mai nessuno aveva fatto con George. Infine avevano potuto chiacchierare un po’ fra loro e George aveva capito che la ragazza non era poi così noiosa.
 
Il mercoledì si preannunciava una giornata terribile per tutti (e non solo per il fatto che la sera prima Ron aveva battuto Harry a Scacchi Magici per ben dieci volte e il rosso l’aveva svegliato rinfacciandoglielo). La tavolata dei Grifondoro, a colazione,  sembrava fosse stata attaccata da alcuni Dissennatori. La maggior parte degli studenti era giù di morale per l’incredibile quantità di compiti che era stata affibbiata loro ma alcuni erano messi ancora peggio. L’atmosfera fra Ginny e Harry era tesa, fin troppo, la ragazza era ancora arrabbiata con lui per quello che aveva fatto con Pansy e Harry era altrettanto arrabbiato visto che non capiva la rabbia di lei per quello che lui NON aveva fatto! Ron e Hermione erano appena usciti dall’ennesimo battibecco su C.R.E.P.A. e i gemelli avevano appena saputo (niente di meno che con la posta del mattino) che a Lee non era arrivata la fornitura di Pipistrelli prevista e che serviva lui assolutamente per preparare le Caccambombe.
Hermione arrivò a metà scala del Dormitorio, insieme a Ginny, quando si ricordò che non aveva l’ora libera ma un’ora intensissima di Artimanzia. Corse a perdifiato fino all’aula che si trovava al terzo piano e non finiva più di scusarsi con la professoressa Vector, rossa dalla vergogna.
L’ora dopo corse a Alchimia, di nuovo in ritardo, visto che aveva dimenticato di fare le ultime righe del tema da consegnare (che doveva come minimo essere lungo sei fogli e lei lo aveva fatto di dieci). Lavorò sodo, gomito a gomito con Luna che le spiegò che forse suo padre aveva trovato il vero Diadema Perduto di Priscilla e Hermione non provò nemmeno a spiegarle che era andato distrutto un anno prima dall’Ardemonio.
La mattinata trascorse con la doppia ora di Erbologia, in cui (finalmente) lei si poté rilassare nella serra numero otto, insieme ai suoi due migliori amici. Trapiantando le Mandragole (anche la professoressa Sprite aveva deciso di fare un piccolo ripasso) e ridendo del più e del meno.
Il pomeriggio la giovane Granger lasciò i compagni Grifondoro per fare l’ora di Antiche Rune ed infine rientrò in Sala Comune esausta, avrebbe tanto voluto sedersi nella sua poltrona preferita ma ...
-Oh ciao!- disse vedendo Fred che la occupava e salutando con un cenno anche tutti gli altri Weasley e Harry.
-Ciao Herm, come stai?- chiese Ron sorridendo.
-Sfinita. Sono decisamente sfinita- disse sbadigliando.
-Senti Hermione non è che … per caso … mi faresti copiare Astronomia? Mi mancano solo due pergamene, delle otto che ci aveva dato, eh che dici?- chiese Harry incerto.
-Sì certo prendila- disse lanciandogli la borsa e stiracchiandosi, le sembrava così strano che fosse solo pomeriggio.
-Ehi ragazza, siediti va. Non voglio vederti svenire- disse Fred facendole l’occhiolino ed alzandosi.
La bruna lo guardò con un’immensa gratitudine e si sedette comoda mentre Grattastinchi le balzava in grembo e lei iniziava a grattargli le orecchie.
Alle cinque si ricordarono tutti (imprecando contro Merlino,Morgana,Salazar e Tosca) che dovevano incontrare i loro compagni per preparare la Pozione Polisucco, Lumacorno aveva indicato alcune aule in cui avrebbero dovuto esercitarsi.
Ginny e Harry si avviarono insieme alla Sala Comune dei Serpeverde. Blaise apparve e guardò in cagnesco la coppietta, prima di salutarli con un cenno del capo e scomparire con la Weasley nei corridoi antichi di Hogwarts. Harry aspettò Pansy e infine la vide arrivare, con una minigonna ancora più corta del solito e insolitamente carina.
-Andiamo?- chiese Harry incerto, lei annuì civettuola.
Mentre camminavano le mani di lei erano pericolosamente vicine a quelle di lui e perciò il Bambino-Che-E’-Sopravvisuto infilò le sue in tasca, stringendo i pugni e pensando alla sua ragazza da sola in una stanza con Zabini.
Iniziarono a preparare la pozione, Harry sapeva gli ingredienti a memoria, dopotutto l’aveva preparata al secondo anno nel bagno delle ragazze. Non disse una parola che non fosse inerente alla Pozione, mentre la bruna lo informò di tutti i pettegolezzi di Hogwarts di cui lui ascoltò sì e no la metà.
-Harry, c’è qualcosa che non va?- chiese Pansy con la voce zuccherosa avvicinando la sedia a quella di lui.
-Non va proprio tutto alla grande con Ginny- disse mogio.
-Mi dispiace. Ma per fortuna ci sono io, no?- disse sorridendo maliziosa e avvicinando ancora il viso, fino a quando non si sarebbero potuti toccare con un soffio.
-Che vuoi dire?- chiese Harry, ben conoscendo la risposta e allontanandosi per come poteva.
-Questo- rispose la ragazza baciandolo e  portando le mani di lui sui suoi seni, Harry non ebbe il tempo di reagire, la sorpresa lo colse come un pugno nello stomaco e quando si riprese era troppo tardi, la porta dell’aula si era già aperta e richiusa. Lei era già corsa via, Harry vide solo i suoi capelli rossi e lisci sparire. Provò a correrle dietro, la chiamò, ma Pansy lo tenne per un braccio e dopo era davvero troppo tardi.
 
Ron e Lavanda avevano chiacchierato tutto il pomeriggio del più e del meno, avevano riso, come due vecchi amici d’infanzia (quali poi infatti erano), le ore erano volate senza che se ne accorgessero ed ora avevano messo la Pozione a bollire in un angolo, presto (un pomeriggio di quelli) sarebbero dovuti tornare a mettere gli altri ingredienti. Si sedettero esausti sul banco. Era diverso che al sesto anno, quando avevano passato metà del tempo a pomiciare, ora fra loro si era creata una strana sintonia. Erano amici, sì, amici.
-Mi hanno detto che te e Hermione vi siete lasciati- appena l’ebbe detto Lavanda se ne pentì, vide gli occhi di Ron riempirsi di candide lacrime. Perché aveva voluto rovinare tutto? Cretina.
-Sì- rispose Ron voltandosi dall’altra parte per non guardarla.
-Ma ora siete migliori amici, cioè non è cambiato niente, no?- chiese Lavanda, mortificata, cercando di rimediare all’errore.
Il Weasley si volse verso di lei e la guardò.
-Io l'amo ancora, Lav- le confidò con le lacrime agli occhi. Lavanda se l'era aspettato. Lo sapeva da sempre ,eppure fu un colpo al cuore.
Gli mise una mano sul braccio, stringendoglielo con fare fraterno. Ron gli sorrise e lei lo trovò più tenero che mai, così tenero che non seppe resistere dal consolarlo con un abbraccio privo di qualsiasi maliziosità e colmo di tenerezza.
 
Fred guardava Luna girare la Pozione e parlare senza stancarsi un attimo dei Nargilli, aveva la faccia appoggiata stancamente alla mano sinistra ed era stravaccato sul banco.
-Sai, Fred, voi siete gli unici amici che ho- gli disse la ragazza guardandolo con gli occhi grandi e sinceri.
-Noi chi?- domandò Fred, accorgendosi di essersi perso qualche pezzo della conversazione.
-Voi Weasley, Harry e Hermione- disse con la solita voce limpida.
Erano i momenti imbarazzanti in compagnia di Luna, quando lei diceva esattamente quello che pensava, senza le sue solite stranezze. Mettevano tutti a disagio, Fred no, le sorrise sincero e controllò qualcosa nel libro di Pozioni.
Pochi minuti e la situazione normale era ripresa, Fred era ancora appoggiato alla mano e Luna stava ancora chiacchierando. La bionda, però, si era accorta dello sguardo del rosso. Si era accorta che lui non l’ascoltava, che aveva lo sguardo perso e aveva colto in fondo a quegli occhi azzurri la consapevolezza di volere un’altra ragazza al suo fianco.
-Chi è?- chiese allora Luna sorridendo.
-Chi è, chi?- domandò Fred spaesato per la seconda volta in meno di dieci minuti.
-La ragazza a cui stai pensando-
Fred rise.
-Io non sto pensando a nessuna ragazza-
-“Un ingegno smisurato per un mago è dono grato”. Non puoi ingannare una Corvonero-
-Pff … Io non sono innamorato-
Luna sorrise ancora di più, Fred si rese conto troppo tardi di ciò che aveva detto.
“Io non sono innamorato” pensò fra sé e sé.
“Lei non mi ha chiesto nulla” aggiunse.
“Merda!” concluse.
 
I capelli di Hermione erano ancora più crespi del solito, i vapori della pozione gli facevano sembrare appena cruciati. Se ne spostò un ciuffo da davanti agli occhi, sbuffando. Aveva le maniche tirate su, sopra i gomiti e la testa inclinata di lato, come faceva quando si concentrava intensamente.
George si trattene dal ridere e aggiunse l’ingrediente che lei gli aveva appena detto.
-George- disse ad un certo punto lei, chiudendo il libro di scatto, appoggiandosi allo schienale e guardandolo.
-Mh?- rispose lui fissandola con un’espressione così perplessa che sembrava avesse un punto interrogativo stampato in viso.
-Fred è la persona più importante per te?- domandò raccogliendo il suo coraggio da Grifondoro e ponendo voce ad uno strano pensiero che le aveva attraversato la mente mentre lavoravano gomito a gomito.
George fece un mezzo sorriso.
-Sì, è il mio gemello, la mia ragione di vita, senza di lui io non ci sono-
-Però sei innamorato di Angelina - affermò la bruna.
-C-cosa?- chiese George rovesciandosi addosso quasi tutta la pozione.
Hermione ridacchiò.
-Cazzo! Ma se sei così intelligente come mai non sei finita a Corvonero?- imprecò quasi fra sé e sé.
Hermione alzò le spalle, un po’ sorridendo e un po’ infastidita.
-Lo prendo come un complimento.-
Tornarono al lavoro, tutti e due con un mezzo sorriso. Tutti e due pensavano ad un’altra persona, un certo Weasley, capelli rossi, occhi azzurri, sguardo furbo, vi dice niente?

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Capitolo 4
*** Litigi ***


3. Litigi
Blaise rincorse Ginny, lei era corsa alla torre di Grifondoro, era arrivata davanti al ritratto della Sala Comune, ma non aveva il coraggio di dire la parola d’ordine alla Signora Grassa, si era come bloccata. Aveva lo sguardo vuoto, le lacrime non bagnavano il suo bel volto, erano raggruppate su quegli color nocciola, tristi. Blaise la guardò, l’aveva sempre trovata carina, ma era una traditrice del suo sangue, come aveva sempre ripetuto a Pansy e poi se le avesse anche solo rivolto un complimento suo padre l’avrebbe ucciso. Questo nell’era di Voldemort, ora poteva, ora voleva. Perciò le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla, Ginny sobbalzò e si voltò verso di lui.
-Che vuoi?- chiese gelida, fissando gli occhi nocciola in quelli neri di lui.
-Be’ ascolta, non per difendere Potter- iniziò con una smorfia.
-Ma Pansy è una gran zoccola e sanno tutti che va dietro a Potter da quando è stato sconfitto Voldemort … Insomma, magari ti sei solo trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato …-
-Vai a farti fottere Blaise- rispose la ragazza e strinse i pugni per evitare di affatturarlo.
Gli girò le spalle, sibilò “Spettegolezzo” alla signora Grassa e attraversò la Sala Comune di corsa, quasi volando su per le scale che conducevano al dormitorio.
 
Hermione era seduta davanti al fuoco, iniziava già a fare piuttosto freddo, Grattastinchi faceva le fusa e lei lo accarezzava serena. George e Fred le stavano dicendo qualcosa a proposito delle loro ultime invenzioni e Ron era assolto in un compito di Erbologia. Lavanda e Demelza Robins (che sembrava aver preso il posto di migliore amica della Brown) parlottavano guardandoli di sottecchi e Hermione emetteva piccoli sbuffi a intervalli regolari.
La bruna stava giusto pensando che Harry e Ginny dovevano essere già arrivati da un po’, quando quest’ultima attraversò di corsa la stanza e salì come un fulmine le scale.
Immediatamente Hermione lasciò gli altri senza dire una parola e si precipitò anche lei nella loro stanza dai letti a baldacchino. Spalancò la porta e la richiuse dietro di sé, poi si avvicinò al letto della rossa, che era distesa con gli occhi spalancati verso (apparentemente) il nulla. In realtà stava vivendo al rallentatore, più e più volte, la scena a cui aveva appena assistito.
-Gin- disse piano Hermione, sedendosi affianco all’amica.
-Herm! Oh, Herm!- disse l’altra gettandosi nelle braccia della bruna e iniziando a piangere senza alcun ritegno.
Hermione lasciò che la rossa si sfogasse, quando ebbe prosciugato tutte le sue lacrime e si sedette sul letto, scossa solo da violenti singhiozzi, Hermione le tenne un braccio intorno alle spalle e lentamente disse: -Ora, raccontami dopo-
 
I gemelli Weasley e Ron avevano visto prima Ginny e poi Hermione sparire, quasi inghiottite dal dormitorio delle ragazze a cui loro non avevano accesso. Erano tutti piuttosto preoccupati e lo furono ancora di più quando videro che nemmeno Harry rientrava in Sala Comune. Scesero a cena parlottando fra loro e con loro grande sollievo trovarono il Prescelto, con lo sguardo perso. I ragazzi avevano appena chiesto lui cosa fosse successo e i piatti si erano appena riempiti quando una figura degna di Salazar avanzò verso di loro. Hermione Granger aveva i capelli scompigliati, un’espressione cupa (quasi maligna), la cravatta storta e il mantello che svolazzava dietro di lei donandole un’aura terribile. Mancava solo una musica straziante e un rumore sordo di tuoni in sottofondo.
-Harry dimmi che non l’hai fatto- disse sedendosi di fianco al ragazzo.
-Io non  … io non l’ho fatto, Herm- rispose lui sicuro, con una nota di supplica nella voce.
Il volto di Hermione si trasfigurò, la sua espressione si addolcì e gli occhi le diventarono lucidi.
-Racconta dai- disse calma riempiendosi il bicchiere di acqua frizzante.
-E’ … è stata quella cretina di Parkinson- balbettò ben consapevole di avere tutti gli occhi su di sé.
Hermione annuì. –Immaginavo-
-E Ginny come sta?-
-Una merda- rispose Hermione sincera.
-Capisco- disse Harry con gli occhi sempre più lucidi, tanto che Hermione gli strinse una mano sotto il tavolo.
-Beato te! Potreste spiegare anche a noi?- disse George.
Dapprima Harry lo guardò, poi distolse in fretta lo sguardo, trovando qualcosa di immensamente interessante nel soffitto blu notte coperto da tetre nubi.
Hermione sospirò e iniziò a raccontare, d'altronde rispondere bene ad una domanda era il suo mestiere.
-Oh- disse Ron quando ebbe finito.
-Ah- commentò Fred scompigliandosi i capelli.
-Che situazione di …- iniziò George.
-Merda- concluse il gemello.
La cena non accennò a migliorare, così come l’umore di tutti loro. In più prese decisamente una brutta piega quando, arrivati al dolce, Pansy si sedette sul posto vuoto di solito occupato da Ginny e fu accolta da quattro paia di occhi ostili e quattro occhiate degne del Basilisco.
-Ciao Harry- disse lei sorridendo, incurante di quelle occhiatacce.
Il giovane Potter alzò la testa dal suo piatto e lasciò andare la forchetta con cui stava tormentando la fetta di torta che George gli aveva messo nel piatto.
-Parkinson, che cazzo vuoi?- chiese lui guardandola come avrebbe guardato un Vermicolo.
Se la situazione non fosse stata così grave, così triste e così malinconica Fred si sarebbe quasi fato scappare una risata. Eppure non riuscì a reprime un semplice pensiero: “Ed ora ne vedremo delle belle”. Scambiò un’occhiata col gemello, al suo fianco, e capì che stavano pensando la stessa cosa.
I due avevano completamente ragione.
-Oh beh …- iniziò lei, come se Harry non l’avesse appena trattata male e quasi uccisa con lo sguardo.
-Ora che te e quella sfregiata della Weasley non state più insieme … Vuoi uscire con me?-
La prima reazione dei cinque Grifondoro fu di sincera e stupefatta sorpresa. Possibile che fosse così imbecille e insieme così perfida?
Il secondo pensiero fu decisamente omicida, se i professori non fossero stati a qualche metro da loro, avrebbero certamente tirato fuori le loro bacchette e lanciato un bel “Avada Kedavra” alla Serpe.
Infine rimasero interdetti, a guardarla male, con le bocche aperte, ancora (in parte) allibiti.
-Sei così cretina come sembri o qualcuno ha cruciato l’unico neurone che avevi?- chiese Harry perfido, in un’espressione così diversa dalla sua abituale che Hermione gli strinse più forte la mano, preoccupata.
-Allora, uscirai con me?- chiese Pansy, come se lui non avesse detto nulla.
-No.- rispose secco Harry.
-Non dopo quello che mi hai fatto, anche se probabilmente non sarei uscito comunque con una come te, Ginny sta soffrendo ed è solo colpa tua- disse infine Harry, si alzò, voltò le spalle a tutti, amici e nemici ed uscì a grandi passi dalla stanza, i pugni ben serrati nelle tasche, gli occhiali che iniziavano ad appannarsi per le lacrime che scendevano silenziose.
La Serpeverde, uscito il “suo” Harry, si affrettò a raggiungere i suoi compagni di Casa. Hermione guardava la porta da dove era appena uscito il suo migliore amico, nella mano aveva ancora la sensazione della mano di lui, tremante; davanti agli occhi, gli occhi verdi di lui, feriti, tristi, arrabbiati. Anche Ron fissava la mano di Hermione, era inutile essere geloso e sapeva che avrebbe dovuto essere in pena per sua sorella, ma un vecchio pensiero maligno si stava impossessando  di lui.
-Cazzo ragazzi! Non possiamo lasciare solo Harry in questo momento, siamo suoi amici!- imprecò George.
Fred annuì e si alzarono, Ron li seguì a ruota. Hermione si riprese, si alzò e proseguì nella direzione opposta, corse di nuovo al Dormitorio, prendendo con sé solo un panino per l’amica che (sapeva) non avrebbe neanche toccato.
 
La giornata era stata fin troppo pesante e ognuno di loro non vedeva l’ora di addormentarsi nel suo letto a baldacchino. Questo loro desiderio fu, per la maggior parte, soddisfatto. Ginny si abbandonò a Morfeo dopo aver sorseggiato un Tè caldo. George andò a dormire piuttosto presto e piuttosto malinconico. Fred seguì il fratello nella stanza ma non si addormentò resto con gli occhi chiusi, sbarrati verso il soffitto. Non era il solo ad essere sveglio, un letto più in là Ron non riusciva ad addormentarsi mentre nei suoi pensieri un viso di una ragazza riccia e bionda si sovrapponeva a quello di Hermione. Quest’ultima, ignara di popolare i sogni dell’amico, si apprestava a fare il suo primo turno di guardia e, presa la bacchetta, scese in Sala Grande dove trovò Harry ad aspettarla.
Si avviarono in silenzio per i corridoi, camminarono sempre restando in silenzio.
-Harry …- mormorò lei, non sopportando di vedere l’amico così.
-Sai, prima ho provato a parlare con Ginny …-
-E?- chiese Hermione ansiosa.
-E mi ha lanciato contro una delle sue Fatture Orcovolanti-
Hermione gemette, Harry si indicò una ferita vicino al labbro e sospirò.
La ragazza cambiò discorso, parlarono dei compiti, dei prof, del Quidditch (con un certo senso di scontentezza da parte di lei), di tutto pur di non ricadere nell’argomento “Ginny”.
La ronda volò con le chiacchiere dei due amici e presto tornarono alla torre dei Grifondoro, assonnati e stanchi nonostante tutto. Entrambi si addormentarono appena sfiorarono il cuscino, entrambi non fecero in tempo ad infilarsi i vestiti.
 
-Ginny!- esclamò la bruna lanciando un cuscino in faccia alla rossa.
-Hermione …- bofonchiò l’altra.
-Buongiorno!- canticchiò Demelza.
-Dormito bene?- chiese Lavanda.
-A meraviglia …- disse Ginny sarcastica, esibendo due nuove occhiaie.
-Vieni qua che ti trucco, non puoi scendere così- disse Steven Emma prendendo ombretto e fard.
Hermione si fece una bella doccia gelata, legò i capelli in una coda frettolosa e si infilò la divisa.
Le cinque ragazze scesero le scale di corsa e arrivarono in Sala Grande dove già parecchi studenti stavano prendendo la loro prima colazione.
Hermione prese posto vicino al maghetto con gli occhiali e Ginny le fece una smorfia, andandosi a sedere dall’altra parte del tavolo. Harry deglutì, Ron sospirò, i gemelli erano intenti a chiacchierare con le matricole.
La Granger sperò con tutto il cuore (pregando Godric, Merlino e Priscilla, anche Silente che non  guasta …) che i due ragazzi facessero pace al più presto.
Nel contempo in tutta Hogwarts si era sparsa la voce che i due si fossero lasciati, non c’era studente che non sapesse di come Pansy ci avesse provato con Harry e di come lui l’avesse respinta, non esisteva fantasma che non stava spettegolando su come Potter e Parkinson avessero litigato e Weasley avesse lanciato una Fattura a Potter. Hermione aveva visto, quella mattina uscendo insieme alle altre, la Signora Grassa parlottare fitto con Violet e raccontarle del litigio a cui aveva assistito lei stessa. Insomma, c’era chi vociferava sperando che la coppia si rimettesse insieme (tra cui quasi tutti i Grifondoro e gli amici dei ragazzi) e chi sperava che Harry dimenticasse presto la giovane Weasley e si dedicasse ad altre (fra cui il fan-club di Harry Potter).
 
Hermione tese la mano verso di Harry ma afferrò solo l’aria, lo stesso successe a Ron.
-No Harry!- gridò. Ma non c’era più niente da fare. Il ragazzo si era già lanciato verso gli altri due.
Era cominciato tutto un’ora prima: l’ora di Trasfigurazione.
Hermione e Harry si erano seduti vicini, davanti a loro Ron e George. Fred aveva, invece, scelto di saltare la lezione per qualche motivo ignoto alla bruna.
I due amici avevano iniziato a chiacchierare tranquillamente fra loro, era la prima volta (e forse, voleva ben sperare, anche l’ultima) in cui la ragazza non seguisse la lezione. Ma non voleva che Harry continuasse a pensare a Ginny, seduta più avanti vicino a Blaise. I due non si consideravano ma Zabini le lanciava occhiate regolari e Harry faceva lo stesso.
La professoressa GreenHappy doveva essere di malumore, o forse non aveva dormito o magari aveva incontrato Pix venendo a lezione, fatto sta che a appena quindici minuti dall’inizio della lezione separò i due salvatori del mondo magico. Mettendo lei vicino a Lavanda e lui vicino a Pansy.
Potete ben immaginare come quest’ultima fosse al massimo della felicità e continuò, per tutta la lezione, a  lanciare occhiate maliziose a Harry. Hermione osservava nervosamente la mano di Ginny serrata sulla bacchetta.
La lezione terminò, con gran sollievo di tutti. Hermione si attardò perché voleva chiedere alla professoressa di rispiegarle l’ultimo argomento, Ron e Harry la aspettarono confabulando sull’ultima partita del Puddlemor United.
Uscirono dall’aula. Si bloccarono tutti e tre. Ginny e Blaise erano intenti in quella che non era di certo una conversazione, le mani di lui accarezzavano la schiena di lei e le loro bocche erano come incollate. Gli altri li guardavano: chi ridacchiando, chi lanciando loro occhiate malefiche o maliziose.
 
Hermione tese la mano verso di Harry ma afferrò solo l’aria, lo stesso successe a Ron.
-No Harry!- gridò. Ma non c’era più niente da fare. Il ragazzo si era già lanciato verso gli altri due.
Prese Blaise e lo sbatté contro il muro, un’espressione feroce, la bacchetta puntata contro il petto di lui.
-Expelliermus!- esclamò una voce femminile alle loro spalle.
-Che minchia vuoi Potter?- chiese Ginny gelida, mentre Pansy raccoglieva premurosa la bacchetta di lui.
-Devo risponderti?-
-Direi che sarebbe educato, caro il mio Prescelto-
-Be’. Mi dà piuttosto fastidio che la mia ex-ragazza si pomici con …-
-Hai detto bene, Potter, ex-ragazza! Vai a fotterti con Parkinson o qualcuna del tuo fan-club!-
-Ahahaha! Certo! Io pensavo che tu mi amassi Ginny!-
-Be’ guarda te! Allora direi che ti sei sbagliato!-
-Stronza!-
-Coglione!-
Ginny guardò Harry, Harry piantò gli occhi verdi in quelli castani di lei. Entrambi trasudavano tristezza e rabbia. Pansy afferrò la manica del Bambino-Che-E'-Sopravvissuto e lo trascinò via. Blaise afferrò delicatamente la mano della ragazza e le stampò un bacio sulla guancia. Ginny fece un sorriso triste, probabilmente il sorriso più triste che Hermione avesse mai visto affiorare sulle sue labbra. Harry era già lontano, trascinato da Paarkinson. Ron rincorse i due, portando via Harry dalla Serpe e Hermione stette lì, le braccia tese lungo i fianchi.



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Eccomi!
Avrei voluto fare questo capitolo (che non credo sia venuto proprio benissimo) un po' più lungo.
Ma volevo aggiornare in onore del compleanno dei miei cari gemelli, di Oliver e James Phelps (lalala The Weasley Twins are our Kings lalalal happy birthday a they... ? ...)
Comunque spero vi piaccia... mi sono odiata per aver distrutto questa coppia, sappiatelo,,, Ginny..Harry... :'(
Vorrei solo farvi notare l'assenza di Fred alla lezione.. è.è....
Notte belli!
Baci,
Herm

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Capitolo 5
*** Una giornata con Hermione ***


4. Una giornata con Hermione

La notizia che Blaise Zabini stesse con Ginny Weasley era trapelata tanto in fretta quanto quella del litigio della ragazza con il famoso Harry Potter. Fino a pochi anni prima sarebbe parso strano, troppo, una traditrice del suo sangue e un Purosangue altezzoso come lui? Ma la guerra era finita e la notizia era trapelata di bocca in bocca per la mattina di quel venerdì. Ma nel pomeriggio si parlava già di altro, di un altro pettegolezzo trapelato da chi sa chi tra le mura della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ginny sembrava aver ritrovato la sua allegria, quel giorno. Ma se uno è allegro non vuol dire che sia per forza anche felice e questa fu la prima volta in cui Hermione Granger e Luna Lovegood fossero state d’accordo in qualcosa: la loro cara Weasley non era felice. Harry, poi, non riusciva neanche a nascondere la sua tristezza (non che non ci provasse, ovvio) e Ron passò quel giorno di lezioni senza prendere neanche un appunto per distrarre il suo caro amico, cosa che giovò anche lui visto che non fu costretto a pensare e a fissare la bruna seduta due banchi avanti. Fred saltò di nuovo le lezioni, George era preoccupato. Aveva provato a farne parola con lui ma aveva solo ricevuto un serio: “Lo scoprirai poi, lobo solitario. Non mi stressare”. Non erano state quelle parole a sconvolgere il Weasley, ma l’espressione seria del gemello.
La sera Hermione stava uscendo dalla Biblioteca con un paio di libri sotto braccio quando scorse, in fondo al corridoio, una figura alta venire verso di lei. Non se ne preoccupò più di tanto e iniziò a leggere il primo libro, dalle copertina scura e molte (forse troppe) pagine. Il ragazzo era perso nei suoi pensieri, guardava fisso davanti a sé e non si accorse di lei. Si scontrarono a metà corridoio, il libro di lei volò qualche (parecchi) metro più in là e lui si affrettò a togliere le mani dalle tasche per sorreggerla.
-Hermione!-
-Fred-
-Scusa- dissero all’unisono per poi scoppiare a ridere.
-Dove stavi andando?-
-Come mai hai saltato tutte le lezioni, ieri e oggi?-
-Non si risponde ad una domanda con una domanda- disse lui alzando un dito con la stessa aria severa di lei.
La ragazza si morse un labbro, l’aveva incastrata.
Il rosso sorrise furbo, sapeva di averla incastrata.
-Andavo davanti alla sala comune dei Corvonero. Dovevo vedere Terry Steeval-
-Ah- rispose Fred mentre il sorriso gli si congelava.
-Tocca a te rispondere: come mai hai saltato tutte le lezioni?-
-Avevo da fare. Ciao!- rispose tutto d’un fiato, svignandosela.
Si allontanò in fretta, le spedì contro il libro con un semplice incantesimo di Esilio. Mentre stava per girare l’angolo tornò indietro di qualche passo, si girò vero Hermione (ancora ferma nella stessa posizione) e facendole una linguaccia infantile disse: -Tanto la scommessa la vinco io!-
 
Il sabato si presentò con il sollievo generale. Il sole fece capolino, timido timido, da dietro le nuvole. E per tutta la giornata splendette come non aveva ancora fatto in quel grigio Settembre. Al settimo piano, nella torre più alta, su per le scale, nel Dormitorio femminile del settimo anno cinque ragazze dormivano tranquille. Serene che fosse un giorno di riposo, le coperte tirate fin sui capelli che giacevano sparsi sopra il cuscino. La stanza era in un ordine perfetto, non una cosa che fosse fuori posto. I libri erano chiusi nella borsa, i trucchi nel mobiletto del bagno, i vestiti nell’armadio e qualche oggetto giaceva ancora a fondo dei bauli. Un gatto arancione, dal bel pelo fulvo, era seduto sul davanzale, con la coda che ciondolava un pochino, mossa quasi per abitudine. Un rospo saltellava qua e là, cercando di far smuovere di lì il gatto.
-HERMIONE JEAN GRANGER!!!!!-
L’urlo infranse la strana calma. Il gatto scatto in piedi, drizzò il pelo e soffiò indignato; il rospo emise una specie di bolla dalla grande bocca e saltò addosso alla sua padrona, la quale si era già seduta un po’ spaventata. Una ragazza dai lunghi capelli rossi rotolò giù dal letto e sbatté la testa contro il comodino,  la bionda (nel letto accanto) si alzò di pessimo umore, per poi rimettersi a dormire. Un’altra, dai lunghi capelli corvini scattò in piedi per correre a calmare Grattastinchi, il povero gatto.
La ragazza chiamata Hermione Jean Granger si alzò di soprassalto, battendosi una mano sulla fronte e correndo in bagno mentre quasi travolgeva la povera Emma ancora alle prese con il gatto. Si fece la doccia frettolosamente, gridando a Demelza di andare (per favore) ad avvisare il ragazzo che stava arrivando. Legò i capelli in una lunga treccia e si vestì di fretta e furia, prendendo un libro che aveva scelto accuratamente la sera prima e che sostava sul comodino.
 
Nella Sala Comune dei Grifondoro, Fred si stava massaggiando la gola, che bruciava un po’ dopo che aveva tirato quell’urlo per svegliare l’amica. George rideva e non smise nemmeno quando Demelza scese di corsa le scale (ancora in pigiama e con i capelli più che in disordine) e disse loro che Hermione stava arrivando. In effetti era così, appena cinque minuti dopo una ragazza completamente diversa da quella che si era svegliata un quarto d’ora prima scese le scale. Fred dovette faticare per tenere la bocca chiusa (e non aperta come un baccalà), Ron al suo fianco arrossì. Non aveva vestiti particolarmente sontuosi, non era truccata, non si pavoneggiava come una modella. Ma erano proprio i lunghi capelli castani legati in una comoda treccia, la maglietta arancione a maniche corte poco stirata, il maglione (dei colori di Grifondoro) legato in vita e sformato, la gonna nera (che faceva parte della divisa), le scarpe semplici e il viso non truccato che le davano un’aria di bellezza naturale e perfetta.
-Scusa il ritardo Fred- ansimò lei, imbarazzata, mentre le gote le si tingevano di rosso.
-Tranquilla. Andiamo?- chiese lui, gli occhi ridenti, porgendole un braccio.
Lei rise ma non lo afferrò e lo precedette, altezzosa.
Fred si riprese in fretta, sbuffò in direzione degli altri due Weasley (che gli sorrisero in risposta) e li salutò con la mano mentre seguiva la Granger a pochi passi.
Hermione continuò a camminare, Fred continuò a seguirla, curioso. Arrivarono alla torre di Astronomia, la più alta di Hogwarts e si fermarono. Hermione si sedette nell’angolo più lontano, Fred la seguì ancora ma rimase in piedi a guardarla e non si sedette.
-Emh … Cosa facciamo qui?- chiese Fred, perplesso.
Hermione gli lanciò un’occhiata tagliente e aprì il libro che aveva tenuto per tutto il tempo sotto il braccio.
-Per la nostra scommessa, ricordi? Ora siediti ed ascolta!- spiegò con aria infinitamente saccente.
Fred eseguì, ma appena lei si chinò sul libro gli fece una boccaccia. Hermione gli scoccò l’ennesima occhiata indignata, scocciata e superiore.
-Chiudi gli occhi- ordinò lei.
Il ragazzo la guardò titubante ma non osò controbattere.
Chiuse gli occhi e attese.
Hermione sfogliò il libro fino ad arrivare alla pagine. Il libro era babbano: “Le cronache del Mondo Emerso”. L’espressione della bruna si addolcì ed anche la sua voce prese una piega diversa. Iniziò a leggere e tutto intorno a lei cambiò. Non era più la salvatrice del mondo magico, non  più la ragazza più intelligente della scuola intenta a vincere una stupida scommessa. Era la protagonista del libro, una ragazza guerriero che lotta per i propri ideali, che non si ferma davanti a nulla per …
-Ok,ok, che noia- disse ad un certo punto Fred.
Aveva riaperto gli occhi un paragrafo dopo che Hermione aveva iniziato a leggere, l’aveva osservata e aveva capito che lei era ormai in un mondo irraggiungibile. Pian piano che lei leggeva lui poteva sentire quel mondo incantato, che sarebbe persino parso affascinante ma lui riusciva solo a sfiorarlo. Perché quel mondo non faceva parte di lui. Il libro continuava a restare solo una noiosa perdita di tempo.
Hermione chiuse il libro e rivolse i suoi occhi (ora diventati di ghiaccio) verso di lui. Lo studiò per un po’ e poi sospirò.
-Fred- disse –Tu devi lasciarti andare, non pensare a niente, lasciare liberi i tuoi pensieri. E’ per questo che leggo, perché è l’unica cosa che mi fa stare bene con il mondo, la mia testa si libera e dopo sto meglio …- Hermione si interruppe con un attacco di tosse nervoso, aveva detto troppo.
Arrossì e poi gli porse il libro. –Leggi te-
A Fred l’idea pareva un po’ stupida e persino infantile, eppure non poteva negare di esserne rimasto affascinato. Così prese il libro dalle mani di lei (nel farlo le sfiorò le mani e notò che le sue erano davvero piccole e delicate) e lo aprì, poggiandolo sulle gambe incrociate.
Mordente prese un bel respirò ed iniziò a leggere. Questa volta seguì il suo consiglio, non gli era mai piaciuto leggere e sapeva di non essere molto bravo, di non dare la giusta intonazione o di far scorrere le frasi velocemente (come lei) sotto i propri occhi. Nonostante ciò, capì ciò che lei voleva dire e fu per questo che quando il sole divenne alto nel cielo e Hermione lo interruppe per il pranzo a lui sapeva di essere appena arrivato là su alla torre.
-Torniamo in Sala Grande?- chiese Fred titubante.
-Oh be’ … Ecco sì, cioè se vuoi, se no io, ecco, io … Avevo portato dei panini … Ma se no torniamo sotto con gli altri così, sì, forse è meglio …- balbettò Hermione arrossendo di nuovo. Perché cazzo Fred le faceva quell’effetto?
Lui scoppiò a ridere. –No, no, tranquilla. Non vorrei mai che il tuo duro lavoro degno di un Elfo Domestico andasse sprecato. Su mangiamo-
Hermione agitò lievemente la bacchetta e fece apparire un tavolino con due sedie, mentre appellava i due panini lasciati in Dormitorio per ogni evenienza.
Mangiarono in silenzio, entrambi scrutando il volto dell’altro di sottecchi. Chiedendosi che facevano lì.
-Il primo libro che hai letto?- le chiese Fred all’improvviso, cogliendola talmente di sorpresa che per poco non i rovesciò il succo di zucca addosso.
-Non credo che tu lo conosca, è babbano, avevo quattro anni. “Romeo e Giulietta”-
-Ah sì, ne ho sentito parlare, è di un famoso scrittore, no? Sakeses.. o Shakest.. anzi no no Shakesper.. o qualcosa del genere insomma- borbottò Fred quasi fra sé e sé.
-No aspetta, aspetta: tu hai imparato a leggere a quattro anni?- chiese spalancando gli occhi e sporgendosi verso di lei.
-Emh … sì-
Lui rise.
-Ed ora perché ridi?-
-Non so. E’ che non l’avrei mai pensato, sul serio- disse sorridendo.
-E che cos’è che fa ridere?- domandò ancora Hermione, punta sul vivo.
-Non lo so di preciso. Ma ridere mi toglie dall’imbarazzo mi fa sentire più a mio agio- le confidò.
E così erano pari, entrambi si erano confidati una cosa di loro stessi che solo pochi altri sapevano.
Hermione si lasciò scappare un sorriso e Fred sorrise a sua volta, compiaciuto.
Finito di mangiare, Hermione riaprì il libro e iniziò a leggere nuovamente, riprendendo da dove Fred si era interrotto. Le ore volarono ancora, più che su un manico di scopa, il sole stava tramontando quando la ragazza chiuse il libro e osservò Fred come in attesa di un giudizio.
-Mh .. Devo dire che non è stato male, anche se trovo sempre che sia meglio una buona risata … Comunque a domani- disse e alzandosi fece per andarsene.
-Fred?- lo chiamò, lui si girò verso di lei in attesa.
Hermione avvampò, non sapeva nemmeno lei perché l’avesse chiamato.
-Sì?!- la incitò lui, sorridendo.
-Tu e Alicia state insieme?- Hermione si morse le labbra. Perché cazzo gliel’ho chiesto?
Fred si avvicinò a lei e la guardò negli occhi, il viso ad un palmo dal suo. –No- rispose.
Stettero così, gli occhi di uno immersi in quelli dell’altra e viceversa.
Hermione si sentiva persa, lo stomaco in subbuglio.
Fred non capiva cosa ci faceva lì eppure non riusciva a muovere un muscolo.
-Hai dei begli occhi,sai?- disse all’improvviso Fred, sorridendo sincero.
-Oh … be’ … sì … cioè: grazie …- balbettò la ragazza.
Fu quasi un sollievo per lei quando Fred si allontanò, le fece un gesto di saluto con la mano e se ne andò, lasciandola da sola. Si accasciò contro il muro, spaesata e frastornata come non lo era mai stata.
Davvero ho dei begli occhi?

 

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Capitolo 6
*** Una giornata con Fred ***


2. Una giornata con Fred

Il mattino dopo Hermione si sveglio di buon’ora, fin troppo. Mentre il sole si alzava lentamente e i suoi raggi illuminavano il giardino di Hogwarts la ragazza era già in piedi da ben mezz’ora, vestita comodamente e seduta sul letto, con la schiena appoggiata allo schienale, intenta a leggere “Difesa Avanzata contro le Arti Oscure, v. 7”. La sera prima Ginny l’aveva sommersa di domande, voleva sapere com’era andata, se suo fratello si era comportato bene e (soprattutto) se aveva vinto la scommessa, lei aveva risposto pazientemente. Si era distesa sul suo bel letto a baldacchino con in testa ancora le parole di lui “Hai dei begli occhi,sai?”, per quanto provasse a ripeterla fra sé e sé in mille sfumature diverse non riusciva a capire perché Fred avesse dovuto mentire e se non l’aveva fatto perché gli aveva detto quello. La notte non dormì, ma rimase sveglia a girarsi nel letto, ogni tanto riuscì ad abbioccarsi un attimo ma si ridestò subito, spalancando gli occhi nel buio. Era più stanca che mai e nel silenzio della stanza si sentiva solo il rumore delle pagine girate seguito, subito dopo, da un sonoro sbadiglio.
Fred era sdraiato parecchi metri più in là, sul suo letto. Lo sguardo rivolto ancora una volta al soffitto.
-Fred- sussurrò una voce e lui si girò, trovandosi di fronte George, inginocchiato accanto al suo letto.
-Sì?!- domandò lui curioso.
-Cos’hai Freddie?- chiese l’altro, sempre sussurrando con la voce ancora impastata dal sonno.
-Io …- cosa poteva dirgli? Come poteva rispondergli? Sarebbe mai riuscito a mentirgli? A dire che non aveva nulla?
-Non lo so, George, non lo so davvero. Non ci capisco più niente-
-Va be’ … Comunque sai che qualunque cosa accada io ci sarò, vero Mordente?- domandò George, sorridendo.
-Certo lobo solitario!- rispose Fred lasciandosi sfuggire una risata.
 
Hermione scese le scale tranquillamente, Fred fece altrettanto, si incontrarono e si scrutarono per un po’.
-Giorno- disse Hermione.
-Buongiorno principessa!- rispose l’altro ridendo.
-Dove mi porta?-
-Ovunque lei voglia-
-Dice sul serio?-
Fred rise ancora. –No, stavo scherzando, mi segua–
Hermione lanciò un’occhiata esasperata a Ginny, la quale si osservava ridacchiando, mentre lanciava una piccola spintarella al suo “accompagnatore”.
Arrivarono alla Torre di Corvonero.
-Emh … cosa ci facciamo qua?-
-Be’ vorrei dare una lezione a Terry Steeval per essere uscito con te …- disse Fred serio.
-Cerco di vincere la scommessa,no? Secondo te che ci facciamo qui?- chiese Fred ridacchiando.
Hermione scosse nuovamente la testa, nuovamente esasperata.
Ma con sua grande sorpresa non cercarono di risolvere l’indovinello del corvo di bronzo ma, bensì, Fred appoggiò quasi casualmente la mano sulla parete e lo vide mormorare qualche parola sottovoce. Dopo fu tutto buio.
-Fred! Fred! Dove siamo? Fred! Oh per Merlino, Fred!- disse Hermione andando in incandescenza, con la voce tre volte più acuta del normale.
-Shhh Herm, fai piano o ci scopriranno- mentre diceva questo, Fred le posò due dita sulle labbra e forse fu questo (più di tutto) ad azzittirla.
Hermione deglutì, Fred si avvicinò.
-Dove siamo?- chiese con voce quasi tremante.
-Ora vedrai- disse Fred enigmatico ed anche se non riusciva a vederlo era quasi certa che stesse sorridendo.
-E se ci perdiamo? Non so te ma io non ci vedo niente.- protestò la ragazza, incrociando le braccia.
Fred le prese una mano e la trascinò dietro di sì. –Almeno così non ci perdiamo-
Nessuno dei due seppe dire di preciso per quanto camminarono, mano nella mano, in un tunnel che pareva infinito, nel buio più totale in cui solo Fred sembrava vederci (o probabilmente sapeva la strada a memoria), girarono a destra e poi a sinistra, salirono scale, le scesero, la strada si fece ripida poi in discesa, svoltarono ancora, salirono talmente tanti gradini che alla fine Hermione perse il conto … Infine arrivarono, il primo attimo fu di smarrimento totale.
Dopo tutto quel buio Hermione rimase per un po’ con gli occhi socchiusi per abituarsi alla luce. Perché lì dentro, di luce, ce n’era eccome! Tutto sembrava brillare di una luce propria! Era una stanza circolare, altissima, che probabilmente finiva in una torre. Sulle pareti c’erano ampie vetrate che mostravano la Foresta Proibita, il Lago Nero e buona parte del cortile. Una scala risaliva tutta la torre, fino ad arrivare ad una stanza a cui si accedeva tramite una botola. Le pareti erano dei colori delle quattro case: bronzo,azzurro,oro,rosso,argento,verde,giallo e nero. Scaffali dei legni più vari tappezzavano le pareti insieme a mensole dall’aria antica, tutti coperti da dolci e oggetti dai colori sgargianti.
-Questa, cara la mia Hermione, è la Stanza delle Meraviglie o, come piace chiamarla a me: la Stanza Che Si Mostra A Chi Sa Ridere-
-Oh- questa fu l’unica cosa che Hermione riuscì a commentare e Fred sorrise.
Il ragazzo iniziò a salire le scale, subito seguito dalla bruna.
Gli scaffali sembravano non finire mai (per la gioia dei propri occhi) e Fred indicava ogni cosa elencandone il nome, uno più strano dell’altro. C’erano i dolci che cambiavano colore, quelli fosforescenti che ti coloravano la lingua, vassoi che continuavano a riempirsi di cibo fino a quando il piatto non si alzava e si metteva a correre (così tu lo rincorrevi per tutta la stanza e ti veniva di nuovo fame), il più grosso assortimento di lecca-lecca e chupa-chupa che si fosse mai visto, le bacchette che cambiavano di colore a seconda dell’umore, pagliacci che saltavano, correvano ed infine ti pizzicavano il naso, libri dalla copertina arcobaleno che ti saltavano addosso e ti rincorrevano fino a che non li leggevi, scope che per cavalcarle dovevi far loro il solletico fino a quando non ridevi anche te incondizionatamente, pizze che amavano cambiare a piacere i loro condimenti, Bouillabasse che si trasformavano in Quiche, palloncini che assumevano le forme più strane e scoppiavano solo se ridevi a crepapelle e ancora, ancora e ancora …
Arrivarono alla fine della scalinata, Fred raccontò una barzelletta alla botola e questa si aprì con una risatina. –Dopo di te- disse ad Hermione che entrò titubante.
Una volta dentro gli occhi le si spalancarono per la meraviglia, così come la bocca. La stanza era a forma di sfera ed era ricoperta da un vetro così trasparente che sembrava non esserci. Dapprima ciò le procurò un senso di vertigine che la fece traballare, subito dopo saltellò eccitata fino al bordo della stanza e guardò giù. Dove moltissimi studenti affollavano il cortile in quel giorno soleggiato.
-Wow- mormorò quasi rivolta a quel bel paesaggio.
-Venga- disse Fred porgendole un braccio, davanti a loro c’era una tavola rettangolare e molto lunga, su cui sopra erano posati moltissimi dessert, che sembravano così dolci e colorati da cariare i denti al solo guardarli.
Iniziarono a mangiare, divertendosi a scegliere quelli dal colore più vivo e dall’aspetto più zuccheroso.
Finirono di mangiare solo quando entrambi sentirono di star per scoppiare e si sedettero sulle loro sedie, esausti.
-Be’ immagino che …- iniziò Hermione.
-Oh! Non dire niente! Non è finita qui!- esclamò Fred e, presa nuovamente per mano la ragazza, rifece la strada a ritroso fino a trovarsi nella stanza circolare, in prossimità delle scale. Davanti a loro c’era una porta a forma di rombo che Hermione non aveva notato prima. Fred la aprì ed entrarono in una seconda stanza che sembrava una Boutique.
C’erano abiti di tutti i tipi, dai più eleganti ai più sportivi, da quelli da bambino a quelli da vecchio, da quelli per babbani a quelli per maghi, dai travestimenti per Halloween ai vestiti per una partita di Quidditch, in fondo alla stanza due camerini. Il pomeriggio passò così, quasi più divertente della mattina, si vestirono e svestirono, si guardarono allo specchio e si scattarono foto, si vestirono da professoressa McGranitt o da vecchio Patronus, da giovane Auror a vecchio Pozionista in pensione, … Ma soprattutto risero.
Poi si sedettero nella stanza principale, esausti ma felici. Stavano ancora ridendo quando lo sguardo di Hermione cadde su un orologio appeso alla parete, verde fosforescente che cambiava colore ogni volta che i raggi del sole lo illuminavano e che amava strillare il suo orario con mille tonalità vocali diverse.
-Si è fatto tardi- disse Hermione.
-Già- commentò Fred, guardandola di sottecchi.
-Ok, ok, mi sono divertita come mai in vita mia. Hai vinto la scommessa- disse lei.
Lui scoppiò a ridere e lei anche. Fred si sentiva leggero, dopo tutto era valsa la pena di saltare due giorni di lezioni per ritrovare quella stanza che una volta George aveva trovato per caso, era valsa la pena di passare quel pomeriggio da solo con lei, era valsa la pena di non aver fatto i compiti e persino di prendere la punizione che (sapeva) gli sarebbe toccata. Guardò Hermione ridere, sì, ne era valsa la pena.

 
 
 

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Capitolo 7
*** I provini di Quidditch ***


7. Provini di Quidditch

La Sala Grande era piena di voci, persone (vive e morte), cibo e magie. Ginny stava guardando il suo (ormai) ex-ragazzo che rimestava con la forchetta il cibo che non aveva neanche toccato, quando però Harry alzo lo sguardo verso di lei, quest’ultima finse di osservare George intento in una conversazione piuttosto animata con Ron: i Cannon Chudley avevano o no commesso un fallo nell’ultima partita? Appena la rossa alzò nuovamente lo sguardo dal suo pasticcio di carne scorse la sua migliore amica e uno dei suoi fratelli camminare verso di loro.
-Ciao- disse sorridente.
-Buona sera ragazzi! La sapete l’ultima?-
Tutti si voltarono verso di loro e fecero un segno di diniego. Ginny li osservò nuovamente e vide Hermione sbuffare con le braccia conserte, Fred sorridere come se Natale fosse in anticipo. Ne trasse una semplice conclusione: qualunque cosa fosse (e ne aveva una certa idea) non avrebbe portato nulla di buono per le sue ore di sonno.
-Ho vinto la scommessa!- esclamò Fred confermando i sospetti della sorella.
-Oh- commentò George esibendo un sorriso di vittoria.
-Ah ah- la prese in giro Ron piuttosto sommessamente.
-Ahia- gemette Harry che era forse l’unico a comprendere l’avversione di Hermione per il Quidditch.
-I provini sono sabato prossimo- la informò poi Il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto con un sorriso stanco.
Fred si sedette accanto al gemello già pregustando le risate che si sarebbe fatto di lì ad una settimana. Ginny mise su un sorrisetto compiaciuto che Hermione non riuscì bene a comprendere, la bruna iniziò a mangiare svogliatamente. Harry alzò le spalle, spiando di sottecchi l’ex-ragazza, Ron riprese a mangiare ferocemente.
La sera, in Sala Grande, Hermione trascinò Harry e Ron in Biblioteca per fare i compiti e Ginny era scappata ad un appuntamento con Blaise. Fred e George erano stravaccati su una poltrona.
-Freddy?-
-Mh?- rispose l’altro.
-Non è che ti stai innamorando di Hermione?- chiese George abbassando la voce di un ottava.
Fred rise. –Ma come ti viene in mente?- chiese passandosi una mano fra i capelli.
-Bah …- commentò il gemello, guardandolo sospettoso.
Infine, non avendo nulla di meglio da fare, andarono a dormire. Dopo che si erano ormai già messi il pigiama, si ricordarono di aver dimenticato di sotto la pergamena che dovevano spedire a Lee, Fred scese di corsa le scale. Non era rimasto quasi nessuno, fatta eccezione per Grattastinchi intento a rincorrere un topolino scappato agli Elfi Domestici e per Ron ed Harry. Parlavano fitto fitto e non l’avevano visto.
Fred fece due o tre passi avanti, in silenzio. Poi, senza rifletterci troppo, agì d’impulso e lanciò su di sé un incantesimo di Disullusione. Ron doveva aver visto qualcosa perché si strofinò gli occhi due o tre volte, ma poi scosse la testa e continuò a parlare con l’amico.
-Ma Ron …- stava dicendo Harry.
-Niente ma! Non è colpa mia … Ok?- ribatté Ron piccato.
-Lo so bene!- sospirò Harry grattandosi la nuca con aria pensierosa.
-Non glielo dirai, vero?- domandò Ron quasi a supplicarlo.
-No, certo che no! Per chi mi hai preso?- chiese Harry scuotendo la testa.
-Io non so come fare! Harry, devi aiutarmi!-
-E che ci posso fare? Secondo te io ci so fare con le ragazze? Dopo quello che è successo fra me e Ginny?-
-La ami ancora?- domandò Ron titubante.
-Certo … Come te sei ancora innamorato di Hermione-
Fred rischio di cadere, preso alla sprovvista da quell’affermazione. Si volse e tornò nella camera dove Dean e Jimmy Peaks dormivano, George invece lo aspettava.
-Mordente! L’hai presa?- gli chiese sedendosi sul letto, sorridente. Appena lo vide bene in faccia la sua espressione cambiò di colpo.
-Ehi fratellino è successo qualcosa?- chiese preoccupato.
Fred annuì. –Ron è innamorato di Hermione-
-Be’ ma a te non importa,no?- chiese George sarcastico.
-G-giusto- disse Fred annuendo e senza dire un’altra parola si stese sul letto.
“A me non piace Hermione” quel pensiero fisso lo accompagnò per tutta la notte.
 
Incredibile come quando temi tanto un giorno questo sembra voler venirti incontro,  di questo Hermione poté costatarne la prova vivente. Nella settimana successiva iniziò a pregare che qualcosa andasse storto, che diluviasse, un Troll attaccasse il campo da Quidditch, qualsiasi cosa. Ma purtroppo non successe nulla e il sabato arrivò.
-Buongiorno Hermione! Pronta per i provini di Quidditch?- la salutò Ginny con un sorriso a trentasei denti.
-Buongiorno!- esclamò la ragazza senza risponderle.
-Oh dai! Non fare quella faccia!-
-E’ che pensavo che il tempo è passato davvero in fretta-
-Già, neanche fosse volato su una Firebolt 300!- disse Ginny quasi fra sé e sé.
-Oh scusa!- aggiunse con una smorfia vedendo che la sua migliore amica, a quell’affermazione, aveva preso un brutto colorito grigiastro.
A colazione Hermione non mangiò, non ci riuscì, fu più forte di lei. Mentre si avviavano al campo di Quidditch Fred si avvicinò alle due amiche, che proseguivano in silenzio.
-Guarda che se proprio non te la senti,puoi anche rinunciare- disse Fred rivolto ad Hermione, lei lo guardò per un attimo sorpresa. Era da domenica che lui non le rivolgeva una parola gentile e lei non sapeva che cosa aveva fatto di male, …
-No, grazie, Weasley.- rispose infine sprezzante e lui alzò le spalle, raggiungendo gli altri.
Poco prima di entrare in campo Harry si fermò e fece un cenno a Hermione.
-Che c’è?- domandò lei nervosa.
-Herm, andrà tutto bene- disse lui e sorridendo l’abbracciò.
Hermione dapprima risultò nervosa, poi si lasciò andare all’abbraccio, sorridendo a sua volta. Si staccarono ed ognuno riprese il proprio contegno.
Ogni Grifondoro dal secondo anno in su era venuto per fare i provini, il resto della scuola per assistervi. Harry sospirò a quella che si prospettava una dura mattinata, Hermione rabbrividì, Ron deglutì, i gemelli e la ragazza Weasley sospirarono di sollievo.
Il Capitano divise tutti in battitori, portieri e cacciatori, ogni gruppo in altrettanti gruppi da sei. Per primo decise di far fare una prova ai cacciatori, fra cui anche Hermione. La quale cercò di non dare a vedere che stava tremando da capo ai piedi.
Faceva parte dell’ultimo gruppo e guardvaa gli altri salire sulla scopa, fare un giro sul campo, passarsi la palla, provare a segnare. Mezz’ora dopo toccò al gruppo di Ginny, Hermione si unì al tifo, ringraziando di aver un buon motivo per distrarsi, la rossa eccelse su tutti e Harry la trovò più bella che mai. Infine fu il turno del gruppo di Hermione che avanzò incerta, avendo paura che le gambe le tremassero in modo tale da impedirle di camminare, decise di darsi un contegno: in fondo era l’eroina del Mondo Magico! Che poteva mai essere un provino di Quidditch, per lei?
Il peggio del peggio, si rispose fra sé e sé.
Salì sulla scopa, Harry dette il via. Spinse con i piedi e fu in volo, un senso di vertigine e smarrimento le attanagliò lo stomaco mentre cercava di metterlo a tacere. Harry aveva, intanto, dato l’ordine di fare un rapido giro del campo, Hermione cercò di piegarsi in avanti e seguire gli esempi degli altri Cacciatori.
“Fin qui tutto bene” era riuscita a fare due o tre giri del campo senza cadere, anche se era ultima ci era riuscita.
-Ora cercate di fare goal in uno dei tre anelli!-
Hermione prese la pluffa e maledisse fra sé Dennis Canon (che gliel’aveva passata) poi cercò di lanciarla a Dean, lo colpì in faccia e lui per poco non cadde dalla scopa. Al passaggio dopo la bruna fece cadere la pluffa, in quello dopo la spedì talmente lontana da costringere tutti a sospendere i provini per alcuni minuti. Infine toccò a lei tirare in porta, beccò una matricola, seduta sugli spalti.
-Bene, sono sicuro che anche voi abbiate fatto del vostro meglio. Potete tornare a terra- disse Harry con un sorriso che (Hermione sapeva) era rivolto soprattutto a lei. Planò.
“E’ finita”, ma prima che ebbe il tempo di finire quel pensiero la sua scopa si chinò in avanti, troppo. Forse era stata lei, o forse il vento, fatto sta che cadde dalla scopa e si schiantò al suolo. Dopo fu tutto nero.
 
Si risvegliò in Infermeria, era circondata da moltissime voci, avvertì immediatamente un dolore cieco alla testa. Aprì lentamente gli occhi: Harry, Ginny, Ron, Luna, Fred e George erano chini su di lei.
-Ra-ragazzi!- balbettò.
-Oh Herm! Stai bene?- chiese Ron avvicinandosi al letto.
La ragazza annuì.
-Cos’è successo?- chiese dopo.
-Stavi scendendo dalla scopa e diciamo che hai fatto un atterraggio poco morbido …- spiegò Ginny sforzandosi di non ridere.
Hermione aveva fatto prendere a tutti loro un bello spavento.
-E i provini?- chiese ancora.
-Oh sono finiti- rispose George
-Chi è stato ammesso?- chiese per pura curiosità.
-Ron come portiere, Ginny, Dean e Demelza come cacciatori, Fred e George battitori.- disse Harry elencandoli.
-Metà squadra Weasley …- mormoro Luna fra sé e sé.
Hermione sorrise.
Fred la stava guardando, non aveva smesso di osservarla un attimo. Né durante i provini, né quando era caduta, nemmeno quando tutti erano accorsi verso di lei e si erano preoccupati per lei, pure ora non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Che George avesse ragione?
-Be’ so che volevi fare colpo su di me, ma mi dispiace informarti che non ci sei riuscita …- disse Fred alzando le spalle, mentre sulle labbra gli affiorava il solito sorrisetto, quello che riservava per le sue battute alla Granger, le battute che la facevano tanto incazzare.
-Ripeti quello che hai detto!- esclamò Hermione stringendo gli occhi.
-Che anche se volevi fare colpo su di me non ci sei rius- …-
Il giovane non fece in tempo a finire la frase che Hermione aveva tirato fuori la bacchetta e gli aveva rifilato un Incantesimo Tacitante.
Tutti scoppiarono a ridere, Fred le fece un gestaccio e poi lanciò un’occhiata a George.
-Be’ Hermione potresti annullare l’Incantesimo?- chiese George sempre ridacchiando.
-Oh certo!- disse lei sorridendo amabilmente.
-Davvero?- chiese Ginny stupita.
-Ma certo che lo potrei fare!- esclamò lei annuendo. –Ma non lo farò- aggiunse sempre sorridendo.
Fred la guardò con rabbia feroce.
In quel momento Madama Chips entrò nella stanza e spedì tutti fuori, Fred compreso, Hermione doveva riposare! E fu quello che fece, non prima che un sorriso compiaciuto le affiorasse sulle labbra.

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Capitolo 8
*** Un patto col nemico. ***


8. Un patto col nemico
La Domenica passò in fretta per Hermione, il mattino Harry e Ron andarono a trovare la ragazza in Infermeria. Ron le dedicò tutte le attenzioni possibili, ben deciso a conquistarla, ma lei non se ne accorse. Nel pomeriggio passò di lì Ginny.
-Va tutto bene con Blaise?- le chiese Hermione ad un certo punto.
-Sì! Certo! Perché me lo chiedi?-
-Mah … niente- disse la bruna, osservando sospettosa le occhiaie profonde dell’altra.
Prima che una delle due potesse aggiungere altro, arrivò nuovamente Madama Chips e spinse gentilmente (o meno) Ginny fuori dalla stanza.
Infine, mentre gli altri erano ancora tutti a mangiare in Sala Grande, Hermione venne rilasciata dall’infermiera che non riuscì nessun altro motivo per trattenerla oltre. La ragazza iniziò a camminare, tenendo fra le braccia alcuni libri. Arrivata al corridoio del settimo piano vide una delle figure che amava di meno venirle incontro e (cosa strana) era una professoressa. Sibilla Cooman.
-Buongiorno professoressa- disse la bruna facendole un cenno.
-Buongiorno mia cara! Hai due minuti?-
-Temo … ehm … Credo di sì-
Senza che Hermione potesse sottrarsi la donna le si avvicinò e le afferrò una mano.
-E’ stata una giornata piuttosto faticosa per lei, signorina, e temo che peggiorerà ancora! Questa notte andrai a dormire con tanti brutti pensieri e prima di domani stringerai un patto col nemico. Buona giornata!- e detto questo se ne andò.
Hermione sbuffò, non aveva la minima intenzione di crederci o di farsi condizionare da quelle previsioni. Era assolutamente certa che la “veggente” avesse tirato a indovinare e, forse, con la sua solita fortuna ciò si sarebbe avverato. Stupida impostora!
Arrivò, finalmente, davanti al ritratto della Signora Grassa e le stava per dire la parola d’ordine quando una voce alle sue spalle la fece girare.
-Ehi!- esclamò Draco avvicinandosi.
-Oh ciao- rispose lei bloccandosi.
-Ti ricordi che oggi hai il turno con Pansy,vero?- le chiese con noncuranza.
-Sì,certo, Malfoy- e detto questo fece per andarsene.
-Aspetta! Non ti dovevo dire solo questo!- esclamò lui, con la sua voce strascicata, facendo una piccola smorfia.
Hermione fece un passo indietro, si mise bene di fronte a lui e incrociò le braccia.
-Studieresticonmedomanidopolelezioni?-
-Che?!- chiese la bruna, che aveva capito benissimo.
-Ti ho chiesto se domani …-
-Sì, ho sentito, ma … Cioè … Voglio dire …- balbettò confusa.
-Bene, a domani allora. Alle tre in biblioteca-
Draco le voltò le spalle e se ne andò. Cretino e arrogante! Ma chi gli aveva detto nulla?
Entrando in Sala Comune travolse qualche secondino e si affrettò, imbarazzata, a chiedere scusa.
-A chi devo stringere la mano per averti fatto incazzare?- chiese Fred sorridendo.
-A quel coglione di Malfoy, se ci tieni …-
-Bah …- commentò George.
-Che ti ha fatto Malfoy?- chiese Ron stringendo gli occhi fino a ridurli a due fessure.
-Ma nulla ... – rispose l’eroina del mondo magico, sospirando.
-Be’ meno male …- sibilò Harry.
-S-scusate- li interruppe un gruppo di bambini del primo anno.
-Diteci!- esclamò George.
Una bambina porse loro un foglietto ed una penna.
- Vuoi il nostro autografo?- disse Fred scompigliandosi i capelli rossi.
-Il suo- disse la bimba, indicando Hermione con un dito.
-Oh! Io! Ma certo …- balbettò la Grifona e avanzando piuttosto impacciata firmò.
Dopo che i bambini se ne furono andati, tutti eccitati e continuando a guardare la pergamena, Fred e George iniziarono a prendere in giro Hermione (chiedendole l’autografo e facendole piccoli inchini) e lei fu quasi sollevata quando venne l’ora di andare a fare il suo turno per pattugliare i corridoi.
Si incontrò con Pansy al sesto piano, si strinsero brevemente la mano ed iniziarono a camminare in silenzio, senza rivolgersi il minimo sguardo.
-Ho saputo che Draco ti ha invitata ad uscire e tu hai accettato- disse la Parkinson un’ora dopo, rivolgendole un’occhiataccia.
-Per prima cosa: mi ha invitata a studiare. Seconda cosa: io non ho accettato ma ha fatto tutto lui. Terza cosa: a te non piaceva Harry?-
-Be’ sono tutti e due super fighi! Diciamocela tutta!-
Hermione sgranò gli occhi.
-Ma dai! Lo conosci da ben otto anni, anche te ci avrai fatto un pensierino …-
-No- rispose Hermione sprezzante.
-Impossibile che tu non abbia mai voluto fartelo! O, meglio ancora, scopartelo!-
-No, no, no e ancora no! E’ il mio migliore amico!-
-E quindi?- chiese Pansy scuotendo le spalle.
Hermione non rispose subito.
-Tu sì invece!- disse poi con una smorfia.
-Ovvio! Minchia!- esclamò, passandosi la lingua sulle labbra.
-Bah non vorrei mai essere te …-
-A chi lo dici! Devi avere una vita estremamente noiosa!-
-Noiosa? Io non mi annoio per niente! La tua deve essere noiosa. Che fai tutto il giorno? Oltre a fare pensieri erotici sui ragazzi? Un emerito boccino!- esclamò Hermione scaldandosi.
-E tu che ne sai? La mia vita noiosa? La tua, semmai! Che pluffe stare sempre a rispettare le regole da brava Grifondoro!-
-Oh sentiamola! Tu non hai la più vaga idea di cosa sia essere una …-
-Insopportabile so-tutto?-
-Io non sono un’insopportabile so-tutto!-
Restarono a guardarsi per un po’, lanciandosi occhiate sprezzanti, degne di un Basilisco.
Infine Pansy ruppe il silenzio.
-Bene, facciamo un patto. Ci scambieremo le vite, useremo la Pozione Polisucco e per una settimana tu sarai me ed io sarò te. Chi riuscirà a “vivere” meglio l’altra, senza dire niente a nessuno e senza che nessuno lo scopra, vincerà la scommessa- e le tese la mano.
Hermione, ancora arrabbiata, la strinse senza pensarci.
-Se vinco io dovrai farti il Weasley!-
-Il Weasley? Ma no io e Ron ci siamo appena …-
-Non lenticchia!- rispose l’altra con una smorfia. –Fred-
-Oh!- rispose Hermione avvampando mentre Pansy sorrideva maliziosa.
-E se vinco io cara dovrai lasciare in pace, il che equivale a non parlarci, tutti i Grifondoro. Tutti. Nessuno escluso!-
-Affare fatto-
-E la Pozione Polisucco?-
-Se mi accompagni andiamo a prenderla-
-Dove?-
-Nel mio Dormitorio, iniziamo domani?-
-Domani-
 
La Sala Grande era silenziosa, chi sbadigliava e chi indossava ancora i pantaloni del pigiama, chi aveva ancora la testa nel cuscino e  chi sobbalzava perché era passato per sbaglio attraverso un fantasma, chi mangiava ripassando gli usi del sangue di Drago e chi stava per cadere addormentato dentro il piatto di minestra. Il lunedì si presentava così per tutti gli studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, anche Hermione era più nervosa del solito, Ginny le aveva chiesto invano cos’avesse e aveva ottenuto, in risposta, solo un seccato “niente”. Ron osservava preoccupato l’amica, chiedendosi cosa mai avesse e domandandosi se fosse colpa di quel cretino di Malfoy, anche Harry era preoccupato per lei ma non tanto quanto lo era per Ginny, che mostrava occhiaie crescenti ogni giorno di più. Tre tavoli più in là anche Pansy Parkinson era nervosa, non aveva ancora degnato Draco (Dracuccio) di un’occhiata, Daphne la scrutava ansiosa, ma il resto delle serpi non poteva esserne più indifferente. Il giovane Malfoy aveva il consueto ghigno stampato in volto e guardava la tavolata dei Grifoni, con discreto interesse.
Con timore di tutti, le lezioni iniziarono. A Storia della Magia, Hermione (contrariamente dal solito) non riuscì a prendere appunti, la discussione sul perché di Harry e Ron fu sviata da un gruppo di Corvonero che chiese loro l’autografo. Più tardi, all’uscita di Difesa contro le Arti Oscure, il magico trio stava conversando piuttosto allegramente quando un professore simile a un tricheco li interruppe.
-Oh miei cari ragazzi! Vi siete già persi, questo sabato, una delle mie cenette! Così non va bene! O rischieremo che il Lumaclub si disperda. No, no, miei cari. Questa sera vi voglio tutti nel mio ufficio! Oh già invitato la signorina Weasley, a questa sera allora!-
Hermione gemette. “Non questa sera, perché? Chissà cosa combinerà quella vacca totale di Parkinson!
Ron sbuffò. “Be’ ora sarà contenta, andrà ad una di quelle cenette e si divertirà un mondo. Tanto lo so che di me non gliene frega un cazzo!
Harry sospiro. “Mi tocca. Dopotutto avrò forse un’occasione per far colpo su Ginny, magari. E se non ci riesco mi sa che dovrò attuare quella pazza, sconsiderata idea ….
Infine arrivò il pranzo, fu quasi un sollievo, Fred e George sedevano eccitati. Quella sera ci sarebbe stata una delle cenette di Lumacorno. Loro non erano stati invitati e, da bravi Malfattori, avevano deciso di rovinarla. Ginny continuava a sbadigliare e Blaise la scrutava ansioso. Hermione era assorta nei suoi pensieri, ancora nervosa.
-Ehi Hermione!-
-Oh! Ciao Terry- rispose lei alzando la testa dal suo piatto e sorridendogli.
-Sai l’altra volta mi sono divertito a fare i compiti con te-
-Oh sì anche io- rispose lei sorridendo. Il ragazzo si avvicinò ancora, fino quando furono ad un palmo di naso.
-Ti va di uscire domani?- chiese.
-Certo- rispose lei senza il minimo imbarazzo.
Solo quando il giovane Steeval se ne fu andato si ricordò che di lì a poco non sarebbe stata più lei.
-Porco Salazar!- esclamò facendo voltare verso di sé tutta la tavolata di Grifondoro.
 
 
Il bagno delle ragazze era silenzioso, la porta era stata chiusa a chiave. Due ragazze erano in piedi, una di fronte all’altra. La Grifona e la Serpe, le due more, magre e brune in egual modo. Una pila di vestiti era accatastata ai loro piedi, entrambe avevano preso i migliori di questi dall’armadio e li avevano portati lì. Entrambe erano ansiose, nonostante fingessero indifferenza. Entrambe erano pronte e decise.
-Pronta Granger?- chiese infatti Pansy.
-Pronta- confermò Hermione.
Strinsero più saldamente la presa sulla fiala che avevano in mano. La portarono alla bocca e bevvero.
Hermione sentì un sapore di menta acutissimo, mischiato ad un aroma di cioccolato bianco, pervaderle lo stomaco. Subito dopo cambiò: i capelli si allisciarono, si accorciarono e divennero più scuri. Il seno si fece più prosperoso, i fianchi più rotondi, le gambe più sottili. Gli occhi le si assottigliarono e presero un colore più scuro e profondo. Le labbra divennero carnose.
Pansì rabbrividì. Vaniglia e cioccolato fondente. Lei odiava il cioccolato fondente, ed anche la vaniglia. Ora si spiegavano molte cose. Cambiò anche lei: i capelli si allungarono, divennero crespi e castano più chiaro. La pancia divenne ancora più piatta, il seno più piccolo e sodo, le gambe più lunghe. Gli occhi si fecero più limpidi e più chiari. Le labbra più sottili, le mani delicate.
Hermione divenne Pansy.
Pansy divenne Hermione.
Si vestirono con i vestiti dell’altra, si osservarono, sorrisero compiaciute ed uscirono dal bagno, dirigendosi in direzioni opposte.






Ciao a tutti i Potter! Inanzitutto voglio fare tutti i miei più cari auguri a tutte le nargille che seguono questa storia!!! ;)
Spero che fin qui la storia abbia rispettat le vostre aspettative e vi sia piaciuta, se così non fosse mi scuso con tutto il cuore. =)
Forse i capitoli sono corti o privi di avvenimenti significanti, a me sembrano adeguati, quindi non so. xD
Un bacio a tutti (due alle donne ... )
Herm



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Capitolo 9
*** La Pozione Polisucco ... ***


9. La Pozione Polisucco …

Attenzione:

Prima che inizi questa storia vi premetto una piccola cosa (anzi due). Quando dico Hermione intendo Pansy, perchè è Pansy con l'aspetto di Hermione e quando dico Pansy è Hermione, perchè intendo Hermione con l'aspetto di Pansy, ok? Spero di non avervi confuso. Ma sicomme volevo scrivere la storia un po' più oggettiva e non mi sembrava bello scrivere semrpe Hermione/Pansy e Pansy/Hermione ho scritto così. Un'altra piccola cosa: le scritte in corsvio che ci sono fra un pezzo del capitolo e l'altro, in questi ci sono le "pettegole" di Hogwarts che parlano. Amcihe Corvonero, Grifondoro, Tassorosso e Serpeverde, magari anche qualche ritratto .... Buona lettura!



Un ragazzo alto e slanciato, vestito di nero, con i capelli lisci e biondi, la pelle pallida, era appoggiato ad uno scaffale della Biblioteca e pareva aspettare qualcuno. Finalmente quel “qualcuno” sembrò arrivare, una ragazza dai capelli castani, lunghi e crespi avanzava verso di lui con passo felpato.
-Ciao- disse lui.
-Ciao- rispose lei.
-Studiamo?-
La ragazza annuì.
Si sedettero nel primo tavolo libero che trovarono, la bruna non smise per un attimo di guardarlo e Draco iniziò a non sentirsi molto a suo agio. Aprirono il libro e ripeterono la lezione di Trasfigurazione del giorno, non era difficile, passarono a Storia della Magia e poi a Incantesimi. Il biondo dovette spiegare tutto due volte a Hermione che sembrava aver perso tutto il suo “brillante” cervello. Sbuffò. Hermione continuava a perdersi negli occhi del ragazzo e non riusciva a stare attenta. Il suo corpo era così perfetto, così liscio, la pelle così candida, i capelli così morbidi, le labbra così invitati, … Era così presa da lui che, prima che se ne potesse rendere conto, aveva già posato una sua mano sulla gamba di lui, accarezzandogliela. Draco non si ritrasse, dopotutto, faceva parte del suo piano.
 
-Hai sentito della Granger?-
-Sì! Sì! Una mia amica ha sentito dire da un suo amico che hanno studiato insieme in Biblioteca!-
-Esatto! E sai quando gli ho visti che facevano? Lei aveva una sua mano sulla gamba di lui!-
 
Blaise stava camminando tranquillamente nei sotterranei, aveva la testa altrove, non riusciva a capire come mai la sua ragazza si comportasse così, pensieri malsani continuavano ad attraversargli la testa come fulmini a ciel sereno. Arrivato davanti all’entrata della Sala Comune scorse una ragazza in piedi, che si torceva le mani ansiosamente, mormorando parole come in una litania.
-Ehi Pansy! Tutto ok?-
Lei sobbalzò e si girò esitante verso di lui, con un’espressione sorpresa.
-Che ci fai qui?-
-Ma sei stata confusa?! E’ la nostra Sala Comune, no?-
-Sì, sì, scusa. Ho un po’ di mal di testa ed ho anche dimenticato la parola d’ordine …-
-Strano. Di solito hai una buona memoria- disse pensieroso mentre la bruna deglutiva.
-Zanna di Basilisco- aggiunse dopo rivolto al muro che li lasciò passare.
-Dici che Draco sarà già tornato dall’appuntamento con la sporca mezzosangue?-
-Sporca mezzosangue?- sibilò Pansy.
-Esattamente- disse Blaise guardandola di sbieco.
-E’ solo che .. Non è l’amica della tua ragazza?-
-Sì. E con questo?- chiese lui piccato.
-E con questo se insulti lei dovresti insultare anche Gin-… La ragazza Weasley …- rispose Pansy saccente, incrociando le braccia.
Più tardi, nel Dormitorio, si maledisse fra sé e sé. Se avrebbe continuato così avrebbe perso la scommessa e lei non voleva assolutamente!!! O forse sì? …
 
-Ho notizie!!!-
-Per il nome di Priscilla! Non urlare così!-
-Ma Rose! Ho sentito dire che la Parkinson ha difeso la Granger come mezzosangue! E che ha sequestrato ad un primino Serpeverde un Frisbee Zannuto in qualità di Caposcuola!-
-Questa sì che è bella! La Parkinson che rispetta le regole?-
 
Hermione si stava spostando i capelli dietro l’orecchio, con fare nervoso. Quella mezzosangue secchiona non aveva un minimo di gusto. Possibile che sarebbe dovuta andare alla festa di Lumacorno con uno di quegli orridi abiti insulsi? No, no! Anche se aveva il suo corpo non si sarebbe vestita come una Grifona.
-Ginny!- chiamò.
-Sì Herm?- rispose l’altra già vestita di tutto punto.
-Mi impresti quello?- chiese indicando un vestito della rossa, nero e attillato, in tinta con degli splendidi tacchi che c’erano poco più in là.
-Certo- rispose Ginny sospettosa.
Le due arrivarono nell’ufficio di Lumacorno con un minuto di anticipo. Mangiarono insieme agli altri e  alla fine fu il momento del ballo.
-Emh … ti va di ballare?- chiese Ron avvicinandosi ad Hermione.
-Oh sì- rispose lei ridendo, frivola.
Afferrò la mano che lui le porgeva ed iniziarono a volteggiare sulla pista da ballo, affianco a loro Ginny e Blaise erano talmente stretti da non intravedere i contorni di uno o dell’altra.
-Ora scambiatevi le coppie!- disse la voce di Lumacorno. –Tanto per cambiare un po’ l’atmosfera- e mentre ridacchiava i grossi baffoni andavano su e giù, la voce amplificata dall’alcol.
Ron finì con Lavanda, Harry con Ginny, Blaise con una Tassorosso del quinto anno, Hermione con Terry. La musica, più dolce e sensuale delle precedenti, aveva appena iniziato a diffondersi che si udì uno scoppiò. La porta dell’ufficio si era spalancata ed erano entrati dei Fuochi Magici Weasley che avevano iniziato ad infilarsi in ogni angolo che riuscissero a raggiungere ed uno era arrivato fino a Lumacorno e si era trasformato in una sua pallida imitazione.
 
-Hai sentito? I gemelli Weasley e la Parkinson hanno rovinato una cenetta di Lumacorno! …-
-La Parkinson?-
-Sì,sì! Hanno infilato nel suo studio dei Fuochi Magici Weasley!-
-E come li hanno beccati?-
-Gazza! Stavano litigando …-
 
-Bene! Quindi passerete TUTTO il sabato in punizione! E non voglio sentire obiezioni!-
-E che cosa faremo professoressa?- chiese George.
-Separerete i Vermicoli in buona salute da quelli in cattiva salute e se finirete prima di cena inizierete a pulire la Biblioteca! Ordinando tutti i libri!-
-Ma …-
-Niente ma, signorina Parkison! Ed ora filate a letto!-
Pansy lanciò un’occhiata tagliente agli altri due e corse nel “suo” dormitorio. Dove si butto nel letto senza dire una parola alle sue compagne Serpeverde. Era scesa in Biblioteca perché doveva incontrare Astoria Greengrass e aveva visto quei due! Che si stavano per intrufolare nell’ufficio di Lumacorno. Ok, non era più Hermione, ma non poteva lasciarli così impuniti, no? Li aveva seguiti e avevano litigato, ora avrebbe passato con Fred e George un intero sabato … un altro! Santo Merlino e (visto che siamo in tema) Salazar!
Il mattino dopo si sveglio di malumore, ma Pansy non doveva essere mai molto allegra perché nessun Serpeverde sembrò notare qualcosa di strano. Prese la pozione come aveva fatto a cena e iniziarono le lezioni. Hermione aveva preso voti discreti (solo discreti!!!) nel tema di Trasfigurazione e lei le lanciò occhiate omicide. Per tutta la mattina (seguivano gli stessi corsi), Pansy si dovette trattenere dal rispondere correttamente alle domande e Hermione non alzò la mano neanche una volta. All’ora di pranzo avrebbe voluto strozzarla e comportarsi da Serpeverde qual’ora aveva le sembianze.
 
-Steeval è il nuovo ragazzo della Granger!-
-Ne sei sicura?-
-Non proprio ma li ho visti baciarsi e non sono stata la sola a vederli, anche il Weasley e pare che abbia ancora una cotta per lei …-
-Ma chi Ron?-
-Esatto!-
-Devo dirlo a Lavanda ….-
 
Hermione camminava spedita per le scale a cui “piace cambiare”. Si leccò le labbra con fare pensieroso, sì quel Steeval era stata una buona conquista e la Granger non avrebbe potuto lamentarsi. Weasley aveva visto tutto, nemmeno di questo si sarebbe potuta lamentare, quella! Almeno se l’era tolto dai piedi una volta per tutte! In quanto a Draco, se non la voleva come Pansy, come Hermione avrebbe potuto farci qualche pensierino e poi quello sfregiato (ma figo) di Potter non era forse in Sala Comune in quel momento, a cercare di rimorchiare la ragazza Weasley?
Si era comportata abbastanza da Grifona-secchiona fino a quel momento, si era vestita come una sfigata, aveva ascoltato la Weasley, preso appunti e persino sgridato due del secondo anno che erano fuori dalle camerate dopo le dieci di sera. Forse non era poi così male essere Hermione. Ma, dopotutto, era solo martedì.
Il giovedì già non ne poteva più e aveva iniziato a contare i giorni che mancavano. Quattro stramaledettissimi giorni. Si chiedeva perché aveva fatto quella scommessa, forse era vero che non aveva cervello. Sbuffò sul libro di Incantesimi che stava cercando di studiare per mantenere la reputazione della so-tutto. Era appena uscita dall’Infermeria dove aveva passato la mattina per colpa di quella Brown. A colazione, quando lei aveva appena preso la dose mattiniera di Pozione Polisucco, era arrivata da lei e le aveva gridato ogni sorta di insulto per aver fatto soffrire “Ron-ron” e infine le aveva lanciato una Fattura Pungente micidiale, che l’aveva costretta a letto. Poco male, la scuola già mormorava che il suo redito scolastico fosse stato intaccato dall’amore … Puah! Figuriamoci! Anche se, ora che ci pensava, non era da escludere che la Granger fosse innamorata del Weasley …
 
-Ah ah! Ho l’ultima news: fresca fresca!-
-Cos’aspetti? Spara!-
-La Parkinson è andata a denunciare dalla McGranitt alcuni Serpeverde che fumavano …-
-COSA?!-
-Esattamente!-
- … -
 
Pansy era sul punto di un esaurimento nervoso, mancavano ancora 3 giorni ed era sul punto di cedere. Cosa che, però, non avrebbe fatto assolutamente! La sera prima aveva beccato Malfoy, Zabini ed altre Serpi a fumare, era corsa dalla preside prima di ricordarsi che ora era faccia-da-carlino e non Hermione. Ma ormai il danno era fatto, ora tutta l’intera casata verde-argento pensava si fosse bevuta il cervello e nessuna delle sue compagne le rivolgeva più la parola. Non aveva ancora deciso se questa fosse o no una cosa positiva. Intanto era quasi arrivata al punto di contare i MINUTI (e forse anche i secondi) che la separavano dalle 13 di lunedì.
Chiuse il libro e se ne andò dalla biblioteca. Tanto la Parkinson non faceva mai (o quasi) i compiti.
Sapeva quello che stava combinando l’altra, in veste di Hermione, ora tutti pensavano che lei fosse innamorata. In più aveva fatto soffrire Ron, si era fatta aggredire da Lavanda, aveva insospettito Ginny, baciato Terry, fatto la ragazza scarlatta con Malfoy e (per finire in bellezza) guardava in modo strano Harry …
Temeva quanto desiderava il momento in cui sarebbe ridiventata sé stessa, per il semplice fatto che avrebbe dovuto porre rimedio a tutti i casini che stava combinando quella Serpe. In più se perdeva doveva baciare Fred. Al solo pensiero un brivido (di cui non ne capì bene né la provenienza né la causa) le attraversò la schiena. Mentre un’immagine di lei e Fred stretti in un abbraccio mozzafiato le attraversava la mente, sentì le guance in fiamme. Si diede della stupida e affrettò il passo.
A metà del corridoio del terzo piano incontrò Hermione.
-Ehi!- la salutò quella.
-Buongiorno Granger- disse Pansy con voce fredda vedendo una Corvonero sfrecciarle accanto.
-Oh .. sì … ciao allora- concluse l’altra dileguandosi.
Era strano vedere sé stessa scappare via, era davvero molto strano. Pansy sospirò e continuò a camminare, persa nei propri pensieri.
 
-Il modo si sta capovolgendo!-
-Perché? Cos’è successo?-
-Cos’è successo? Di tutto! Poco fa, in Sala Grande, Potter si è dichiarato davanti a tutta la scuola e Zabini gli ha quasi rotto il naso! Che scena, santo Tosca, che scena!-
-E la Granger che ha fatto?-
-Ti giuro che aveva stampato in faccia un ghigno quasi divertito! Mentre la Parkinson .. be’ si dice che fosse andata a trovare Potter e poi avesse cambiato idea a metà strada …-
-Bah …-
-Già …-
 
Hermione stava ancora ridendo quando si buttò nel letto dopo una lunga doccia. Lo sfregiato e Blaise che facevano a pugni in Sala Grande era stato uno spettacolo mai visto e assolutamente fantastico per finire bene la giornata! Era pure andata a trovare Potter in Infermeria, si era trattenuta dal ridere davanti a lui e gli aveva portato delle Cioccorane. La Granger non poteva lamentarsi!
Quella scema, invece, stava rovinando tutto! Appena fosse ridiventata se stessa avrebbe dovuto dare un bel po’ di spiegazioni ai suoi amici!
Fare una soffiata alla preside!
Sgridare dei Serpeverde!
Prendere E nell’ultimo compito di Trasfigurazione!
Come aveva potuto?
Gliel’avrebbe pagata cara!
Sospirò. Tanto per il momento non ci poteva fare niente. Si vestì in fretta e si infilò sotto le coperte, non aveva voglia di ascoltare ancora la ragazza Weasley e poi aveva un gran sonno. Sbadigliò e si addormentò subito.
Dall’altra parte del castello Pansy era inquieta, il giorno dopo avrebbe dovuto scontare la sua punizione con Fred e ogni volta che ci pensava lo stesso brivido del pomeriggio la assaliva. Non capiva che cosa le stava succedendo, si era sentita solo un’altra volta così ma non voleva pensarci! Si girò dall’altra parte e chiuse gli occhi, pochi minuti dopo era ancora sveglia. Sarebbe stata una lunga notte.
 
-Buongiorno Weasley- disse agli altri due cercando di far apparire gelata la sua voce e distaccati i suoi modi.
I gemelli non risposero, si limitarono a guardarla male e a rivolgerle un breve cenno.
Erano in una stanza piuttosto squallida, con un misero tavolo altrettanto squallido e sopra una vasca con tutti i vermicoli ancora più squallido. Ma niente di tutto ciò fu squallido come quella giornata.  Tutti e tre interdetti fra la ripugnanza e la depressione totale, iniziarono ad osservare i Vermcoli e a dividerli in due altre vasche più piccole. Non si rivolsero una parola, anche se ogni tanto George e Fred si scambiarono uno sguardo d’incoraggiamento.
Pranzarono in un altrettanto silenzio (per Pansy) quasi snervante. Mangiarono un panino e tornarono al lavoro. Finirono che il sole non era ancora tramontato.
-Ok Parkinson, noi avremmo un’idea- esordì George.
Lei li guardò attenta.
-Faremo finta di non aver ancora finito così non dovremmo pulire la biblioteca. Ci stai?- chiese Fred e ,anche se normalmente avrebbe dovuto tendere la mano, non lo fece.
-Ma è contro le …- iniziò Pansy. –Ok- aggiunse in fretta, ricordandosi chi era in quel momento.
-Bene- e dopo questo commentò da parte di George calò di nuovo al silenzio.
Iniziarono a guardare dappertutto pur di non incrociare lo sguardo degli altri, le sedie erano abbastanza vicine da sfiorarsi se avessero fatto il minimo movimento e perciò cercarono di restare immobili. Quella situazione iniziava a farsi imbarazzante e fu con sollievo che cenarono con un altro panino. Gazza sarebbe venuto a recuperarli alle nove (anche se la sua perfida gatta faceva tutt’ora la guardia fuori dalla porta), avevano perciò ancora due ore.
-Avete intenzione di stare così altre due ore?- chiese Pansy tanto per interrompere il silenzio.
-Come fai a sapere che mancano altre due ore alle nove?- chiese George stupito.
-Be’ sono le sette e quindi nove meno sette fa due …-
-Santo Godric! Questo lo sappiamo! Ma intendiamo: tu sai contare?- disse Fred sorridendo.
-Certo che so contare!- esclamò Pansy diventando livida di rabbia.
-Oh oh! La serpe si sta arrabbiando!- disse George facendo finta di tremare di paura.
-E ore che farà? Chiamerà Dracuccio?- chiese Fred rivolto al gemello.
-Be’ lo farebbe se quello non fosse arrabbiato con lei …-
Prima che George potesse finire la frase Pansy aveva tirato fuori la bacchetta e l’aveva puntata verso i due, che si affrettarono ad imitarla.
La ragazza stava pensando velocemente ad un incantesimo quando si bloccò, letteralmente.
Non era stato un incantesimo a ridurla così ma due cose molto più semplici: lo sguardo degli altri due, sbalorditi, con le bocche spalancate e gli occhi fuori dalle orbite, semplicemente sorpresi; la consapevolezza che si era dimenticata di bere la Pozione Polisucco.

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Capitolo 10
*** ... e le sue conseguenze. ***


10. … E le sue conseguenze.


Hermione deglutì, sentì dentro di sé quella sensazione che ormai le era diventata così familiare. Quando George aprì la bocca senza emettere nessun suono, quelli che erano i suoi timori si confermarono definitivamente. Era ridiventata sé stessa.
-Ragazzi … io … vi posso spiegare- disse deglutendo ancora.
-Bene! Allora spiegaci!- esclamò Fred, annuendo vigorosamente e incrociando le braccia.
George prese una sedia, la girò al contrario e si sedette, guardandola attentamente.
-Io e Pansy abbiamo fatto una scommessa. Da lunedì, alle due, io non sono più stata io … Abbiamo preso entrambe la Pozione Polisucco e ci siamo trasformate nell’altra. Il tutto doveva terminare lunedì ma voi mi avete scoperta prima … Quindi ho perso- disse, quasi realizzandolo solo in quel momento.
-E quindi?-
-Quindi cosa?-
-Ora che hai perso, cosa dovrai fare?- domandò George, incalzandola.
Hermione distolse lo sguardo dai gemelli e non disse nulla.
-Avete intenzione di dirlo a qualcuno?- chiese la ragazza dopo parecchi minuti di silenzio.
-Per chi ci hai preso? Siamo o no due Malandrini?- disse George sorridendo.
-Grazie- rispose Hermione rincuorata.
Scese nuovamente il silenzio.
-Hai intenzione di dirlo a Ron, Harry, Ginny, Terry, Malfoy e Lavanda?- chiese George.
-Non lo so … dovrei?- Hermione si sentiva la testa scoppiare.
-Te che dici Freddie?- chiese George rivolgendo una breve occhiata al fratello.
-Mordente? Ehi Fred!- lo chiamò ancora.
-Quindi tu per questa settimana sei stata Pansy …- disse con voce bassa, non da lui.
-S-sì- mormorò Hermione timorosa.
-E non hai detto nulla a nessuno …-
-Sì, ma era la scommessa che …-
-Ultimamente fai un po’ troppe scommesse, non trovi?-
-Già- disse Hermione e sorrise per quel buffo pensiero.
Stupido orgoglio …” maledisse fra sé e sé.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto? Avrai infranto un milione di regole della scuola, ma soprattutto sei venuta a patti con la Parkinson, una Serpeverde, hai pranzato con i Serpeverde e hai vissuto con loro!-
-E quindi?- chiese Hermione stupita.
-E quindi?!- chiese Fred.
I loro occhi si incrociarono, quelli di Fred erano arrabbiati. Incazzati sarebbe più corretto.
-Non l’hai detto a nessuno! Nemmeno a Harry e Ron che dovrebbero essere i tuoi migliori amici! Neanche a … a Ginny!- ripeté Fred.
-E allora? Questo cosa centra con te?-
Fred deglutì, mentre stringeva i pugni così forte da farsi male. –Giusto. Con me non centra niente- e gettatale un ultimo sguardo uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
Una rabbia cieca gli offuscava la mente e non capiva neanche perché fosse così arrabbiato. O forse sì, forse lo capiva ma in qualche modo non voleva accettarlo. Era arrabbiato perché lei non gli aveva detto niente, ma perché avrebbe dovuto farlo? Non erano neanche amici loro due, in fin dei conti. Non erano niente. Questo era peggio che saperla filtrare con Draco o sentire che aveva baciato Terry, ancora peggio di non poterla sfiorare perché il suo fratellino era innamorato di lei.
Loro non erano niente.
Si passò una mano fra i capelli, tornò suoi propri passi ed entrò nuovamente nella stanza dove i due erano esattamente come e dove li aveva lasciati. Senza rivolgere loro una parola o anche solo un cenno a George prese una sedia e la spostò vicino alla finestra. Questa volta nessuno disse nulla, fino a quando Hermione non si ricordò il motivo per cui erano lì e bevve un’ultima volta la Pozione Polisucco, giusto in tempo perché Gazza aprisse la porta e li scortasse nella loro Sala Comune (bofonchiando come al solito).
 
Il giorno dopo, domenica, Hermione raccontò ai suoi migliori amici della scommessa, chiese mille scuse a Ron e quest’ultimo le promise di calmare Lavanda. Parlò con Terry e si inventò una scusa talmente poco credibile che si preoccupò sull’affidabilità del Cappello Parlante (visto che aveva affibbiato il giovane ai Corvonero). Chiese a George di Fred e il ragazzo le disse che era in camera sua, disteso sul letto, intento a osservare il soffitto, in un primo momento Hermione pensò (a voce alta) di andare dal Weasley e ebbe tutta l’approvazione di Ginny, infine decise (tra i mormoriii sconcertati dell’amica) che non l’avrebbe fatto. Intanto due pensieri la tormentavano: per prima cosa non capiva perché Fred se la fosse presa tanto e seconda temeva per quando Pansy le avrebbe fatto scontare la sua “penitenza”.
Riuscì ad evitare la Serpe per tutta la mattina, guardando la mappa del Malandrino (imprestatole da Harry) ogni volta che girava l’angolo o entrava in una stanza. Non fu così fortunata a pranzo, mentre si affrettava ad alzarsi per fuggire in Biblioteca (da sola visto che gli altri avevano allenamento), la vide arrivare decisa verso di sé.
-Hai perso- affermò semplicemente quando furono lontane da orecchie indiscrete.
-Lo so …- commentò Hermione.
-Quindi entro domani voglio che tu sconti la tua pena e fidati che se non lo farai lo verrò a sapere. Devi baciare il Weasley, Fred- e detto questo tornò nella sua Sala Comune, Hermione fece per fare lo stesso ma arrivata all’inizio del settimo piano incontrò un altro Serpeverde.
-Giorno Malfoy- disse osservandolo di sottecchi.
-Giorno Granger- disse lui.
-Che vuoi?- chiese Hermione seccata.
-Pansy mi ha raccontato della vostra scommessa …-
-E allora?-
-Be’ sai visto che l’altro giorno non eri veramente te mi spetta un’altra uscita, non credi?-
-No, non credo-
-Ah sì?- chiese il biondo avvicinandosi alla bruna.
-Malfoy che vuoi fare?- domandò lei sempre più nervosa.
-Lo sai che sei davvero carina?- disse ignorandola e accorciando la poca distanza che ancora li separava.
-Oh! Anche te come furetto non sei male- rispose lei sorridendo ironica e facendo un passo indietro.
Malfoy ebbe un moto di stizza ma ripartì subito all’attacco.
Erano nuovamente troppo vicini e Hermione nuovamente troppo nervosa.
Certo, Draco era davvero bello ma non eralui che la ragazza avrebbe voluto avere così vicino.
-Hermione non farlo!- esclamò una voce maschile ed entrambi si girarono verso un ragazzo alto, dai capelli rossi, moltissime lentiggini, gli occhi chiari ed un bel sorriso stampato in volto.
-Fred!- esclamò lei allibita.
-L’ho sentito parlare con il suo caro amico Zabini e Greengrass poco fa: non gli piaci davvero, ha solo detto loro che ti avrebbe conquistata. Non cascarci!- la avvertì.
-Grazie, ma non l’avrei fatto comunque- disse lanciando un’occhiata alla McGranitt a Malfoy che alzò le spalle, mise la mani in tasca e se ne andò, non prima di aver sibilato un “Tanto non avrei mai voluto farlo, sporca Mezzosangue”. A quelle parole Fred era scattato avanti ma Hermione l’aveva bloccato trattenendolo per un braccio.
-Vedo che hai recuperato il tuo buon umore- disse Hermione irritata.
-Sì scusa- disse Fred sempre sorridendo e mentre lo diceva a Hermione venne in mente un proverbio che sua madre adorava ricordarle ogni qual volta che suo padre chiedeva scusa alla moglie, “Non si chiede scusa perché si ha torto, ma perché si tiene più a quella persona che al proprio orgoglio.
La ragazza arrossì talmente tanto che in quel momento l’avrebbero potuta scambiare per una Weasley.
-Allora hai scontato la tua parte della scommessa?- le chiese Fred tanto per interrompere quel lungo silenzio che iniziava a diventare imbarazzante anche per lui.
-No … Però dovrei proprio farlo solo che consiste nel … baciarti- disse provando improvvisamente molto interesse per la punta del mantello della divisa.
Fred scoppiò a ridere e poi sospirò. –Sono talmente affascinante che non hai potuto fare a meno di inserirmi anche in questa scommessa, eh?-
Hermione scosse la testa e rise anche lei, sollevata che lui l’avesse presa meglio di quel che credeva.
-Quindi? Devi scontarla o no?- chiese Fred avvicinandosi pericolosamente ad Hermione come solo pochi attimi prima aveva fatto Draco.
-Direi di sì- disse Hermione mentre non poteva fare a meno di deglutire.
Più tardi, mentre ci avrebbero pensato nelle rispettive camere, nessuno dei due avrebbe saputo dire chi si fosse avvicinato all’altro, chi avesse fatto la prima mossa.
Fatto sta che si baciarono, le labbra di lei cercarono avide quelle di lui, che assaporarono il sapore di quelle di lei. Il bacio durò pochi secondi, i quali a loro parvero un anno.
Si staccarono e per qualche secondo nessuno dei due disse niente.
-Be’ direi che per un po’ potresti evitare di fare scommesse, o no? Voglio dire questa volta ti è andata bene perché ti è toccato un figo come me, ma pensa se la prossima volta dovrai baciare Lumacorno!- esclamò Fred facendo una smorfia.
Scoppiarono a ridere tutti e due, mentre avevano ancora in bocca il sapore dell’altro.
 
-Ginny! Gin! Dov’è quella ragazza quando ho bisogno di lei? Per gli slip di Merlino, Ginny!-
-Ehi Herm ti dovrei parlare …- disse Harry sovrastando le urla dell’amica.
-Sì, ok, hai visto Ginny?-
-E’ ancora nello spogliatoio, sai abbiamo appena finito l’allenamento di Quidditch …-
-Finito … Ma certo …- disse Hermione annuendo, ancora frastornata.
-Dimmi Harry- aggiunse dopo, sedendosi accanto a lui.
-Ecco io vorrei chiederti un favore. Probabilmente il favore più grande che io abbia chiesto a qualcuno in tutta la mia vita- disse Harry con la gola secca, sapendo che stava per compiere la cazzata più grande della sua vita,anche se quell’idea era l’unica che aveva.
Hermione annuì.
-Io non te lo chiederei mai se non fossi certo che tu sia la mia migliore amica, anzi molto di più, una sorella per me-
La bruna annuì ancora.
-Diventeresti la mia ragazza per finta?-
-In che senso?- chiese Hermione aggrottando le sopracciglia.
-Io devo riconquistare Ginny, devo. Non riesco a vivere senza di lei. Credo che te non abbia idea, o forse sì, di come io mi senta ogni volta che la vedo abbracciata a quella Serpe di Zabini.-
-Ma Ginny è ancora innamorata di te, io lo so. Tutti lo sanno, o almeno qualsiasi persona che la conosca abbastanza bene da capire quel che prova in questo momento, da vedere com’è depressa. E’ solo troppo orgogliosa!-
-Questo lo dici tu … Comunque anche se così fosse, cioè magari se si ingelosirebbe … Ti prego è l’unica cosa che mi è venuta in mente!- la supplicò Harry.
Si guardarono per un lungo momento.
-Ok, Harry. Solo perché sei tu. Proveremo per un po’, ma se non funzionerà …-
-Grazie Herm- disse Harry sospirando e sciogliendosi in un sorriso.
-Credo che dovremmo dirlo a Ron se non vuoi che ti cruci …- disse Hermione, furba.
-Come fai a sapere che …?-
-Dai Harry lo capirebbe chiunque!-
-No, chiunque con il tuo cervello. Sei straordinaria, davvero, straordinaria-
Hermione sorrise a sua volta ed annuì. –Grazie-
In quel momento il ritratto della Signora Grassa si aprì ed entrarono Ron e Ginny.
-Mi hanno detto che mi cercavi- disse Ginny guardando curiosa l’amica.
-Ti cercavo? Oh, sì- e detto questo le due amiche sparirono nel loro dormitorio.
Hermione sapeva che non poteva più dirle quella cosa, che non poteva più dirle di aver capito i propri sentimenti. Perciò, con molto tatto, le spiegò che lei e Harry stavano insieme.
-Oh, ok- questo fu l’unico commento che uscì dalla bocca di Ginny prima che lei chiudesse le tende e borbottò che aveva sonno.
Hermione notò che Ginny, la quale non aveva mai visto avere così tanto sonno da dimenticarsi qualcosa, la quale sapeva che adorava scegliere i vestiti giusti (persino il pigiama), si era addormentata ancora con la divisa addosso. Lei, invece, si fece una bella doccia prima di coricarsi e una volta sotto le coperte pensò a Fred, alle sue labbra, alla sua risata … Perché tanto ora lo sapeva: si era innamorata di lui.
 
George salì in fretta le scale ed entrò nella stanza con i letti a baldacchino, era vuota. Stava cercando Fred da un po’ ormai. Precisamente da un quarto d’ora buono. Da quando gliel’avevano detto.
Non aveva cenato come tutti i suoi compagni di squadra, perché era stanco dopo i duri allenamenti, era andato così subito nella Sala Grande e aveva notato che Ron e Harry chiacchieravano e suo fratello pareva avere una brutta cera. Hermione e Ginny non c’erano, quindi aveva ben pensato che fossero già a dormire.
-Ciao ragazzi!- aveva detto facendo sobbalzare Harry.
-Oh ciao- aveva risposto l’altro rosso, mettendo su un sorriso.
-Che succede?- aveva allora chiesto George, scrutandoli.
-Ma nulla di che … Stavamo semplicemente parlando della nuova ragazza di Harry- aveva risposto Ron con noncuranza.
-Sarebbe la fortunata?- aveva chiesto George sorridendo e facendo loro l’occhiolino, stentando a credere che il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto avesse dimenticato Ginny.
-Hermione- aveva risposto Harry.
-Hermione?!- aveva chiesto George.
-Sì- aveva detto Ron.
George non riusciva a crederci, molti avevano mormorato su quei due negli anni precedenti eppure lui non aveva dubitato per un secondo che quelle voci fossero false, in più Ron ne parlava con troppa tranquillità per uno che fosse innamorato della ragazza del proprio migliore amico, ma … Il mondo si stava capovolgendo.
-Congratulazioni amico!- aveva esclamato George stringendo la mano a Harry e lasciandosi andare ad un sorriso sincero.
Subito dopo aveva chiesto loro se avessero visto Fred, non aspettandosi altro (com’era successo) che un segno di diniego. Doveva assolutamente dire al gemello ciò che era successo ed ora non lo trovava. Dove poteva essersi cacciato?
Si batté una mano sulla fronte e imprecò contro Tosca. Come aveva fatto a non pensarci prima? Era così ovvio!
Corse via, mentre le sue gambe lo guidavano esattamente dove voleva andare. C’era un posto in cui lui e Fred si nascondevano sempre quando erano piccoli ed innocenti (forse), l’avevano trovato per caso. Era piccolo, comodo e confortevole. Lo trovò, era situato vicino alla Sala Comune dei Tassorosso. Non avevano mai dato un vero nome a quella stanza, pensò mentre toccava le giuste mattonelle e diceva la giusta parola d’ordine, la chiamavano come veniva loro o semplicemente “il posto”. Appena entrò sospirò, quanti ricordi, … Nostalgia portami via …
-Fred- disse avvicinandosi al fratello.
-Mh?- chiese lui girandosi.
-Devo raccontarti un po’ di cose-
-Anche io-
Iniziò Fred raccontandogli di quel pomeriggio, poi George gli disse della notizia appena appresa e scrutava ansioso il volto dell’altro, così simile al suo.
-Be’ sono felice per loro- commentò Fred.
-Non sei geloso? Non ti piace Hermione?-
-No- rispose, ma sapevano entrambi che mentiva, anche a se stesso.
-George restiamo qua a dormire?-
-Come ai vecchi tempi, Mordente?-
-Come ai vecchi tempi, lobo solitario-
Scoppiarono a ridere e la loro risata risuonò nella stanza. Limpida e sincera.
 
Il mattino dopo a tutta Hogwarts il mistero dei brutti voti della settimana prima di Hermione sembrò essere svelato, così come il suo amore segreto: Harry Potter. Non c’era fantasma, armatura, ritratto, professore o studente che non sapesse che i due amici si fossero fidanzati e nella settimana che seguì furono visti parecchie volte camminare mano nella mano per i corridoi di Hogwarts, Ginny divenne più scontrosa che mai e si chiuse in un silenzio che diventò presto imbarazzante per tutti i suoi amici Grifondoro, il sabato dopo lei e Blaise si erano lasciati. Il giovane Zabini aveva confidato ai Serpeverde che non se ne faceva nulla di una ragazza carina, ma musona. In realtà la voce (assolutamente vera) che fosse stata la ragazza Weasley a lasciarlo si era diffusa piuttosto in fretta. Ron invece sembrava solitamente allegro e a chi gli chiedesse il motivo lui rispondeva un eccitato “Inizia la stagione di Quidditch! Si avvicina la prima partita!”. E infatti arrivò, Grifondoro contro Corvonero: 230 a 100. Una vittoria schiacciante, Ginny abbracciò Harry e il ragazzo ci mise parecchio a riprendersi. Quest’ultimo non aveva affatto dimenticato la ragazza Weasley ed era sempre più deciso a conquistarla. Hermione mentre guardava i due decise che era l’ora di finirla con quella storia e che avrebbe dovuto far fare pace ai due. Fred si era ormai rassegnato all’amore dei due, di Hermione e Harry, ma non voleva ancora ammettere (nemmeno con se stesso) il benché minimo sentimento nei confronti di lei. Con gran sorpresa di George, il gemello non aveva mostrato alcun segno di gelosia, anzi, era stato l’anima della settimana, come non lo si vedeva da tempo e il rosso era stato ben felice del cambiamento, assecondando l’altro in tutto. Si beccarono ben sette punizioni in una settimana, un record che mostrarono con orgoglio a Lee nella loro ultima lettera.
Settembre passò, arrivò Ottobre con altre partite di Quidditch, compiti, studio e complicazioni. Nella seconda settimana di quel mese autunnale, quest’ultima stagione avanzava incalzante. Il dieci settembre fu un giorno importante anche se nessuno seppe dire il perché. La professoressa McGranitt aveva appena finito di sgridare il Weasley e Thomas che giocavano con delle Caccabombe ed era piuttosto irritata, per questo entrò in quello che (anche se a malapena riusciva a definirlo tale) era il suo ufficio. Il professor Silente le chiese, come al solito, il resoconto della giornata e pi le fece una strana proposta e lei dovette chiedere due volte di farselo spiegare ancora, sperando di averlo frainteso.
Quindi la professoressa McGranitt scrutò il ritratto di Silente inorridita. Un ballo? Ad Hogwarts? Tradizioni Babbane? Principessa e principe del ballo? No! Assolutamente no!
-Avanti Minerva …- disse Phineas sorridendo. Quel vecchio musone di una Serpe che sorrideva?
-Be’ non sarebbe poi così male …- affermò Dippet. Non sarebbe male? No, infatti, malissimo …-
-E dai accetti professoressa …-
-Non possiamo essere antichi!-
-Appunto! Appunto!-
-Potremmo rinnovare le tradizioni!-
-Sì,sì! Farne di nuove!-
Alla fine la preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts acconsentì, avrebbe mai potuto fare il contrario?
Scese così in Sala Grande ad annunciare la cosa agli studenti. Rabbrividì al solo pensiero.

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Capitolo 11
*** Prima del ballo. ***


11. Prima del ballo.

La scolaresca era riunita in Sala Grande e guardava la preside con aria sorpresa, la stessa che lei si aspettava fin dall’inizio, subito dopo ognuno di loro ebbe una reazione diversa. C’era chi si sarebbe puntato la bacchetta alla testa e avrebbe mormorato a sé stesso una delle tre maledizioni senza perdono, altri (soprattutto ragazze, soprattutto Tassorosso) si aggiustavano i capelli, il trucco e parlavano già dei vestiti da mettere, qualcuno era semplicemente bloccato ed apriva la bocca, altri ancora indifferenti, altri esasperati, qualcuno iniziò a protestare … Ma la decisione era presa e non si discute con le decisioni di Minerva McGranitt, quindi quest’ultima lanciò due o tre Incantesimi Tacitanti, annunciò che il sabato dopo ci sarebbe stata una gita ad Hogsmeade in modo che tutti avessero il permesso di comprare un vestito e tornò nel suo ufficio. Lasciando, dietro di sé, ragazzi dai più vari stati d’animo che si affrettarono a raggiungere le proprie Sale Comuni per discuterne ancora.
Fin qui tutto bene, la situazione peggiorò il giorno dopo. Decisamente. Per il semplice fatto che il ballo comportava una sola cosa: avere una compagna. Se si guarda in fondo non è una cosa così essenziale, ma se non hai un’accompagnatrice (o un accompagnatore) per il ballo tutti penseranno che nessuno ti voglia, quindi che sei brutto, ci metterai poco a diventare sfigato, vita sociale distrutta, vita scolastica distrutta, sei distrutto punto. Quest’idea volava in tutte le teste dei (circa) 1.000 studenti presenti in tutta Hogwarts, in poche parole una tragedia.
Quindi potete ben immaginare come la settimana fu un completo disastro e la preside rimpianse più che mai di aver dato retta ai vecchi presidi della scuola e (soprattutto) a Silente. La McGranitt dovette mettere in punizione 20 o più studenti che importunarono altri, 30 o più che si sfidarono a duello per una ragazza e altrettanti non furono beccati per il semplice fatto che architettavano i loro piani in segreto e altri studenti si ritrovavano (chissà come) in cima ad una delle torri, con un occhio in più (o in meno), la faccia coperta di pus o di strani nei colorati, code o orecchie da Thestral trapiantante in testa. L’Infermeria fu un continuo andi-rivieni di studenti in preda a filtri d’amore, strani vaneggiamenti, una qualsiasi scusa per saltare una lezione, trasfigurati, in balia ad attacchi di panico, foruncoli, vomito, nausea, … ecc … ecc …
Fred e George in mezzo a tutta questa confusione e casino ci sguazzavano, infatti erano loro i principali fornitori di qualsiasi Tiro Vispo Weasley, dai Filtri D’amore ai Trucchi Ingannevoli. C’era chi non era messo bene quanto loro, Ginny (per esempio) dovette stare attenta a qualsiasi cosa le fosse offerta (bevanda o cibo), finì per bere e mangiare solo da ciò che si portava nel cestino da pranzo e Ron le disse che di questo passo sarebbe diventata come Malocchio Moody. Codesto aveva il problema opposto, cioè non sapeva chi invitare, o meglio lo sapeva ma non ne aveva il coraggio e alla fine si trovò a desiderare ardentemente che lo invitasse Hermione e lanciava di continuò delle frasi del tipo “Avete già una compagna per il ballo? Hermione con chi ci vai?” , “Si può andare anche fra amici al ballo, vero?”. Harry ricevette molti inviti e altrettanti ne rifiutò, nessuno sembrava più badare al fatto che lui avesse una “ragazza”, tutte erano convinte che il Prescelto avesse una cotta per loro e si arrabbiavano molto o scoppiavano a piangere quando lui diceva di no, il ragazzo sapeva benissimo chi invitare, aspettava solo il momento giusto che sembrava, però, non arrivare mai. La ragazza del magico trio ricevette alcune proposte che rifiutò molto gentilmente e con molto imbarazzo, ultimamente sembrava molto agitata e ogni tanto ( in Sala Comune) scattava in piedi, quasi sempre quando qualche ragazza si avvicinava ai gemelli.
La tortura delle domande di Ron ad Hermione finì quando Lavanda lo invitò e lui fu talmente sorpreso ( i due ultimamente avevano legato molto, ma come amici) che annuì guardandola con tanto d’occhi.
La bruna, anche se non l’aveva confessato a nessuno, sperava con tutto il cuore che Fred la invitasse eppure sapeva per certo che ciò (per quanto inimmaginabile anche normalmente) non sarebbe successo fino a quando lei fosse stata “fidanzata” con Harry. La sera di quel giovedì aveva un altro turno di guardia con l’amico.
-Harry e se la smettessimo con questa farsa e tu provassi ad invitare Ginny al ballo?-
-Tu dici?-
-Dico! Insomma, si vede che le manchi ed ora l’avrai capito da tutte le occhiatacce che mi manda quando ci teniamo per mano! E’ ancora innamorata di te, quante volte te lo devo ripetere …-
-Mh …-
-E dai! – disse la bruna incrociando le braccia.
-Lo so. E te invece?-
-Io cosa?- chiese Hermione frastornata.
-Guarda che so che c’è il ragazzo che ha rapito il cuore della mia cara migliore amica, nonché ragazza migliore del nostro corso- disse Harry alzando le spalle e sorridendo.
-Be’ in effetti c’è …-
-E hai intenzione di dirmelo o devi fare una sosta in biblioteca?- la prese in giro il ragazzo.
-Ah ah! Divertente. – disse Hermione gettandogli un’occhiataccia. –E’ … lui è … una persona, be’ che conosci …- aveva ripreso a balbettare e ad arrosire.
Harry corrugò la fronte e la guardò con un punto interrogativo grande quanto bolide stampato in faccia.
-Fred. Mi piace Fred- disse tutto d’un fiato.
-Oh- commentò Harry sorridendo.
Dopo di che restarono per un po’ in silenzio, persi nei propri pensieri.
Il giorno dopo, in Sala Comune Harry raccolse tutto il suo coraggio, mise l’orgoglio da parte, e avanzò verso la Weasley, ma prima che potesse anche solo aprire la bocca lei lo aveva già invitato al ballo. Harry non rispose, la baciò, dando spettacolo a tutti i Grifondoro che fischiarono ed applaudirono, Fred e George urlarono anche qualcosa che Hermione classificò come “osceno” e fu tentata di togliere loro dei punti, infine si limitò a sospirare.
Era cena e stavano chiacchierando, Ron abbuffandosi come al solito e parlando in modo incomprensibile, Ginny con la mano appoggiata sulla gamba del suo ragazzo, Harry con la mano appoggiata su quella di lei, Fred e George ridendo, Hermione quasi persa fra i suoi pensieri.
-Domani uscita ad Hogsmeade!- esclamò Fred.
-Eh sì. Io e Ginny faremo shopping insieme- annunciò Hermione al suo fianco, con l’aria di chi stava per andare al patibolo.
-Oh sì! Voi che farete?- civettò la rossa.
-Prenderemo una Burobirra dai Tre Manici di Scopa …- disse Harry.
-George controllamelo …- disse (in un sussurrò ben udibile) Ginny al fratello, sorridendo ed indicando il Bambino Che E’ Sopravvisuto.
-Scusate …- disse una voce alle loro spalle.
-Sì?- chiese Ron freddo, posando la forchetta.
Era Terry Steeval e guardava Hermione imbarazzato.
-Volevo parlare con te- disse, infatti, indicandola.
-Dimmi- disse lei sorridendo, (all’apparenza) senza cogliere il desiderio di lui di parlare in privato.
-Ti va di venire al ballo con me, ad Halloween?-
-Non che non le va- disse Fred dopo qualche minuto di silenzio.
Si girarono tutti verso di lui, sorpresi.
-Ah no?- chiese Terry mettendo su una specie di ghigno ed incrociando le braccia.
-No! Perché ci viene già con me- rispose sicuro Fred con lo stesso ghigno.
La notizia spiazzò ognuno di loro, specialmente Terry che tornò al tavolo dei Corvonero senza dire una parola. George si diede un pizzicotto sul braccio, Hermione fissava Fred senza riuscire ad articolar parola e con le guance in fiamme, Ron aveva ripreso a mangiare con ancor più foga, Harry era interdetto e Ginny sorrideva e aveva stampato un faccia un perfetto “Io ve l’avevo detto” non rivolto a nessuno in particolare.
-Con te, cosa?- chiese Hermione con una strana vocetta acuta quando riuscì a parlare di nuovo.
Fred sorrise. –E dai! Hai l’occasione di uscire con il più figo della scuola! Approfittane!- le disse strizzandole l’occhio.
-Non ha tutti i tor-… - George si azzittì prima di beccarsi una Fattura dall’eroina del mondo magico.
-Perché l’hai fatto?- chiese Hermione, ancora più rossa ma con la faccia di chi sta per incazzarsi sul serio. –Perché non credo che tu avresti voluto andare al ballo con uno … del genere- rispose Fred quasi disgustato ma senza smettere di sorridere.
Gli occhi della bruna si assottigliarono ancora di più.
-Va be’ … Tanto lo so che muori dalla voglia di venire al ballo con me-
-E che cosa te lo fa pensare?-
-Il semplice fatto che sei rossa- rispose Fred canzonandola.
-Tu … razza di … Weasley- sibilò Hermione fra i denti, avvampando ancora.
-Allora ci vuoi venire con me o no?- chiese infine il rosso, improvvisamente serio, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Oh e va bene- disse girandosi dall’altra parte e incominciando a mangiare i carciofi, senza accorgersi che a lei non piacevano, Ginny cercò di trattenere le risate e Fred annuì soddisfatto (quasi arrossendo anche lui). “Tanto non avevo scelta …” bofonchiava Hermione fra sé e sé.
 
Il sabato ogni ragazza si alzò più presto che mai, anche le più dormiglione e presero la prima Passaporta per Hogsmeade, quella delle sette in punto. Si diressero tutte a Stratchy&Sons - Abbigliamento per Maghi iniziarono a provare abiti di ogni genere. Ginny e Hermione arrivarono mezz’ora dopo, con la Passaporta delle sette e trenta, colpa della seconda che aveva fatto fatica a svegliarsi.  Tutte cercavano il vestito perfetto, con nessuna eccezione, l’unica differenza era che “il vestito perfetto” non costituiva per tutte nella stessa cosa. Pansy Parkinson si trovava in quello stesso negozio con le sorelle GreenGrass e stavano volando da un vestito all’altro, in cerca di quello giusto, ne provarono moltissimi prima che le Serpeverdi riuscirono a scegliere quello adatto: per Astoria fu corto, nero, con le borchie, gli stivali a tacco in tinta, per Pansy azzurro chiaro, stretto, elegante ma non troppo, per Daphne uno lungo e rosa, con dei braccialetti e una collana d’oro. Lavanda corse da una parte all’altra del negozio tutto il tempo, parlando a voce altissimi, chiedendo consigli a tutti e facendo venire un mal di testa terribile alle commesse. Ginny prese tutti i vestiti, scarpe, mantelli, capelli e accessori che le ispiravano e trascinò con sé Hermione nei camerini super affollati per provarli tutti. Furono le ultime ad uscire e lo fecero solo quando la proprietaria in persona andò da loro di persona per dire che dovevano per forza andarsene.
I ragazzi, al contrario, erano partiti per Hogsmeade al solito, senza preoccuparsi di quello che le compagne combinavano nel negozio, presero una Burobirra con gli amici, dolci da Mielandia, scherzarono, risero, chiacchierarono, fecero tutto quello che facevano di solito. Ora che ognuno di loro aveva una compagna per il ballo nessuno si preoccupava più di Halloween ed erano sereni. George passò la giornata a cercare di far ammettere al gemello di avere una cotta per Hermione, quell’ultimo trovò tutte le scuse del mondo per evitare le domane o per negare, insomma alla fine di quel sabato George non riuscì a cavargli di bocca neanche mezzo sì, nonostante una voce interna continuasse a suggerire a Fred che era così e alla fine gli venne un gran mal di testa. Lo stesso malore toccò a Harry, ma non per la cicatrice, per Ron che iniziò a chiedergli se secondo lui a Hermione piaceva davvero Fred e il contrario, cosa avrebbe dovuto fare lui e se Lavanda era la ragazza giusta per … Il giovane Potter gli lanciò un Incantesimo Tacitante e aggiustò la cosa.
 
Ottobre sembrò volare ed anche il giorno di Halloween, in men che non si dica arrivò la sera, arrivò il ballo. Le ragazze avevano iniziato a prepararsi dal mattino, visto che era un sabato e non c’erano lezioni, i ragazzi iniziarono poco prima di cena e qualcuno cercò persino di aggiustarsi i capelli senza successo. Le matricole erano quelle più eccitate perché nessuno di loro aveva mai assistito a nulla del genere. I fantasmi ed i ritratti ne parlavano fra loro, o professori scuotevano la testa, la McGranitt era ormai al culmine dell’esasperazione, persino le Creature Magiche di Hagrid sembravano avvertire qualcosa nell’aria. Alle otto in punto, quando qualcuno iniziava già a presentarsi davanti alle porte chiuse della Sala Grande in allestimento si sentì un gran tonfo che riecheggiò nel castello già pieno di gridolini eccitati. Proveniva dalla torre dei Grifondoro.

 

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Scusate per il ritardo!!!! Spero che il capitolo sia valsa l'attesa! A qualcuno di voi avevo detto che avrei pubblicato il capitolo ieri e mi dispiace moltissimo di non esserci riuscita!
So che non è lunghissimo e che vi ha lasciato con il fiato sospeso e mi scuso ancora ma sonbo davvero molto impegnata ultimamente D:
A presto, (spero recensirete comunque =D)
Baci,
Herm

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Capitolo 12
*** Il ballo. ***


 
12. Il ballo.

-Hermione no! – esclamò Ginny saltando sopra il suo letto.
-Ascolta, Herm, ascolta- disse ancora spostandosi di lato e indietro contemporaneamente.
-E’ il ballo di Halloween!- disse cercando di rimanere calma e saltando giù dal letto.
-Verranno eletti il principe e la principessa del ballo! Io voglio vincere!!!- quasi urlò la giovane Weasley correndo dall’altra parte della stanza.
-Sì, ok, anche io voglio vincere ma non serve che tu ti metta quel push-up !!! E nemmeno che ti metta le lenti colorate! O che ti arricci i capelli! O che ti faccia una flesh-lamp !!!!- le urlò Hermione in risposta, i capelli ancora crespi e spettinati, cercando di non affatturare l’amica.
-Ma io …- disse Ginny con gli occhi lucidi.
-Non serve, davvero- la rassicurò Hermione posando la bacchetta.
-Ma sono bruttissima!- esplose Ginny scoppiando a piangere.
-Ma che dici?- chiese Hermione correndole vicino e posandole un braccio sulle spalle.
-Sì, sì, sono bru-bruttissima. Guarda porto solo una terza! Una terza! Quella vacca di Parkinson porta una qui-quinta! E-E guarda i miei occhi! Di un banalissimo marrone! Quell-li di GreenGrass sono azzurri!! O-o anche la-la mia pelle! E’ troppo chi-chiara! Sono ri-ridicola!- disse Ginny singhiozzando e lasciandosi abbracciare.
-Ma no, a Harry piaci così come sei-
-Dici?- chiese Ginny asciugandosi gli occhi.
Hermione le fece un gran sorriso ed annuì. –Ed ora, a prepararsi! Non eri te quella che strillava che ci dovevamo muovere?-
Ginny annuì.
Mezz’ora dopo sembrava che non avesse mai pianto, i capelli lunghi erano racchiusi in un elegante chignon da cui scendevano solo due ciocche rosse che le incorniciavano il viso, si era truccata con la matita, un po’ di mascara e l’ombretto bianco. Indossava un vestito che le arrivava appena alle cosce, privo di spalline, il corpetto (che delineava il seno ed era sostenuto da codesto) era nero, andava poi a sfumare fino a diventare di un bianco immacolato che si spargeva in tante pieghe. Le scarpe nere, i tacchi alti, braccialetti bianchi e neri ai polsi, orecchini candidi.
Hermione era bella come non mai, priva di libri sulle spalle o fra le braccia, senza la solita aria altera o l’espressione saccente. Con un bel sorriso radioso stampato in viso, il quale era appena truccato con un po’ di mascara e una linea di matita, alle orecchie le pendevano degli orecchini rosa, i capelli erano ricci ma non crespi e trattenuti da un cerchietto color carne. Aveva messo un vestito rosa chiaro, con il corpetto attillato a circondare il seno, in vita una rosa appena più scura lo decorava, alcuni disegni dalla forma indefinita formavano la parte finale dell’abito che scendeva fino a metà coscia, ondulato. Le scarpe erano del medesimo colore del cerchietto.
Si guardarono, sorrisero, Ginny ancora imbarazzata per lo sfogo di prima, Hermione felice e comprensiva.
Si bloccarono all’improvviso, avevano appena udito un fracasso assordante provenire dal basso. Scesero di corsa le scale e si bloccarono di nuovo. Cosa diamine stavano facendo, per tutti i Gargoyle?
Una ragazza dalla carnagione color cioccolato era davanti al ritratto della signora grassa, i capelli raccolti in lunghe trecce che andavano a formare una lunga coda, truccata in modo leggero, un vestito blu e corto, aperto sulla schiena e con una scollatura ampia sul davanti. Ma non era Angelina Jonhson a destare lo sgomento delle due amiche, era George con un’espressione feroce e davanti a lui ,Fred e un ragazzo del sesto anno per terra, schiantati.
-Angelina!- esclamò Ginny correndo incontro al suo ex-capitano di Quidditch e abbracciandola.
-Ciao Ginny! Tutto bene Hermione?- disse Angelina, abbracciando prima una e poi l’altra.
-Che è successo?- chiese Hermione guardando i ragazzi svenuti e George.
Quest’ultimo guardò le altre (Angelina dovette trattenere le risate) e rispose.
-Io e Fred eravamo sulle scale quando abbiamo visto che in Sala Comune c’era quel Grifondoro che stava cercando di mettere le mani addosso ad Angelina, siamo corsi giù e io sono saltato addosso a quello, Fred ha cercato di fermarmi e non si è ricordato dell’ultimo scalino che così è sparito e l’ha fatto inciampare addosso a quello là, il quale ha pensato bene di Schiantarlo. Allora, io da bravo amico e fratello, l’ho ehm … diciamo trattato con troppa “gentilezza” ed è finito così, ma se si sveglia ce n’è ancora …-
Angelina non ce la fece più e scoppiò in una sonora risata mentre Ginny correva a ordinare “Reinnerva” ai due Grifondoro malcapitati.
-Che c’è da ridere?- chiese George incrociando le braccia.
-George … - ansimò, ancora in preda alle risa. –Lui non mi stava mettendo le mani addosso … è mio cugino!-
Nemmeno Ginny riuscì a stare e seria e persino a George sfuggì un sorriso. Fred, che si era appena ripreso, si aggiustò la lunga veste da mago e i capelli, imbarazzato.
La folla di Grifondoro che si era radunata sciamò pian piano su per i propri dormitori a finire di vestirsi per la festa, la McGranitt (accorsa appena in tempo per sentire tutta la storia) scosse la testa ed era talmente rassegnata che non tolse punti ai due gemelli.
-Ma cosa ci fai qui?- chiese George dirigendosi verso l’amica e sorridendole.
-Sono venuta per il ballo, la McGranitt ha invitato tutti i vecchi capitani e caposcuola …- rispose Angelina sorridendo a sua volta.
-L’ultima volta non ho potuto invitarti …- disse il rosso scoccando un’occhiata al gemello. –Ma ti va di venire al ballo con me?-
-Certo!- rispose lei afferrando il braccio che lui le teneva ed uscirono dalla sala a braccetto, saltellando.
-Che carini che sono!- disse Ginny osservandoli fino a quando non sparirono dalla sua vista.
-Oh ciao Harry!- disse vedendolo arrivare, gli corse incontro e lo baciò con trasporto.
Ron distolse lo sguardo e salutò gli altri, per poi raggiungere Lavanda.
Fred osservò Hermione come se si fosse davvero accorto di lei solo in quel momento, in effetti era così, le aveva solo lanciato piccole occhiate di sfuggita ed ora che la osservava meglio non poteva non notare quanto fosse bella.
-Hermione sei bellissima!- disse sincero avvicinandosi a lei.
-Oh grazie anche te sei …- iniziò lei, ma non seppe come continuare.
Sei cosa?
Maledettamente figo? Perché lo era.
Il ragazzo più bello che avesse visto? Sì, anche questo era.
Il mago che avrebbe voluto baciare fino alla follia? Sì e ancora 1000 volte sì.
-Cosa?- chiese Fred sorridendo furbo e avvicinandosi ancora.
-Carino- disse Hermione, con il cervello annebbiato. Subito dopo si diede dell’idiota.
-Carino?- domandò Fred facendo una smorfia, quasi ridendo, ma corrugando la fronte.
-No, ok, non carino, sei bello. Bellissimo.- disse Hermione arrossendo ma guardandolo dritto negli occhi.
Perché,perché le doveva fare quell’effetto?
Fred sorrise soddisfatto, erano talmente vicini che Hermione avrebbe potuto baciarlo. Arrossì ancora di più a quel pensiero.
-Andiamo principessa?- chiese Fred tendendole una mano.
Hermione annuì e l’afferro, non capì più nulla fino a quando non si ritrovò fra il chiasso della Sala Grande, sentiva solo il cuore batterle a mille, la mano calda di Fred e la sua voce che parlava di qualche argomento.
La stanza sembrava più grande e sfarzosa che mai, lampade spettrali che emanavano tenui bagliori erano poste qua e là, i quattro grandi tavoli erano stati tolti e sostituiti con altri due più piccoli e sopra di essi c’erano bevande e cibarie di tutti i tipi, il cielo magico era scuro e nuvoloso, ragnatele, ragni incantati, pipistrelli imbalsamati, calderoni e cappelli da strega addobbavano il tutto. Un piccolo palco era stato collocato nella parte opposta a noi e sopra c’era il gruppo rok del momento: i “Magic Muggles” che strimpellavano (probabilmente prima del vero concerto).
-Mione? Mi ascolti?-
-C-come mi hai chiamata?- chiese Hermione girandosi verso il suo accompagnatore.
-Mione, è più carino di Herm, non trovi?- chiese Fred sorridendo allegro.
-Sì, sì, hai ragione …- disse lei ricambiando il sorriso.
Si accorsero entrambi solo in quel momento di avere ancora le mani allacciate e si guardarono imbarazzati ma nessuno dei due accennò a lasciare la mano dell’altro.
-Un attimo di attenzione prego- disse la McGranitt battendo le mani fino a quando tutti non si volsero verso di lei.
-Bene, vorrei solo dire alcune parole prima di dare il via a questa festa. Gli alcolici sono solo per i maggiorenni e consiglio anche a loro di berli con giudizio, chi si vuole iscrivere alla gara per ottenere il titolo di principe e principessa del ballo può venire qui e io darò loro un numero. Questa è una tradizione babbana, però i non magici vengono toccati dai giudizi e sanno di essere eliminati, invece voi quando vedrete il vostro numero scomparire dalla spilla che vi daremo significa che potrete sedervi . Tutto chiaro? Vinceranno gli ultimi a rimanere in gara- spiegò con l’aria di chi avrebeb voluto essere da tutt’altra parte.
-Venite ad iscrivervi?- chiese Ginny avvicinandosi a noi con Harry.
-Che dici Fred?- chiese Hermione girandosi verso il rosso.
-Dico che dobbiamo vincere!- esclamò lui prima di trascinare Hermione dalla preside e farsi dare due spille, Harry e Ginny li seguirono subito dopo insieme a quasi tutta la scuola.
-Prima di ballare, e perdere, venite a bere qualcosa?- chiese George scoccando un’occhiata d’intensa al fratello.
-Certo caro fratello, ma non dimenticare chi saranno i vincitori- disse Fred indicando se stesso ed Hermione.
-Credo sia la prima volta in cui siamo d’accordo su qualcosa- disse Hermione annuendo.
-Oh! Credo proprio che vi sbagliate- disse una risatina alle loro spalle, si girarono e videro Lavanda trascinare per un braccio un Ron piuttosto imbarazzato.
-Oh dici Lav-Lav?- chiese Ginny imitando la sua risatina mentre tutti scoppiavano a ridere escluso Ron con le orecchie ormai scarlatte.
-Andiamocene Ron-Ron vinceremo comunque- disse Lavanda altezzosa nel suo vestito lilla tutto spiegazzi trascinandosi dietro il Weasley che scoccò un’occhiata disperata al migliore amico (il quale cercò come poteva di trattenersi dal ridere).
-Tenete- disse Angelina porgendo agli altri i bicchieri che George le porgeva.
-Ehi baby, vuoi un dolcetto?- chiese quest’ultimo bloccando Angelina poco prima che portasse il bicchiere alle labbra.
-Un attimo sto morendo di sete- rispose lei sorridendo e allontanando la mano di lui, il quale deglutì per qualche motivo ignoto agli amici.
Codesti stavano tranquillamente bevendo.
-Mordente!- esclamò George spalancando gli occhi.
-Dimmi lobo solitario!- rispose l’altro.
-Hai bevuto la tua bibita!-
-Sì …- disse Fred confuso. –E’ solo succo di zucca, non può nuocermi, tranquillo-
-Già … succo di zucca- rispose George annuendo serio.
-E tu non bevi?- chiese Harry a George lanciandogli un’occhiata inquisitoria.
-Io sono allergico alla zucca, prendo quest’Acquaviola-
-Allergico alla zucca?- domandò Ginny confusa.
Non ebbero il tempo di dire altro perché la McGranitt richiamò i partecipanti alla gara di ballo e tutti scesero in pista. I Magic Muggles iniziarono a suonare una melodia dal ritmo incessante e a volume altissimo. Ginny iniziò subito a ballare, travolgendo (in senso positivo) Harry, Angelina e George si scatenarono dal principio, Ron dapprima guardò spiazzato Lavanda poi si unì a lei divertito, Hermione non era per niente a suo agio, Fred sì.
-Mione così non vincerai mai! Ed io che pensavo tu fossi brava a ballare!- disse Fred ben sapendo di farla arrabbiare.
-Ah sì?- chiese Hermione sarcastica.
Pochi minuti dopo non sembrava più l’Hermione secchiona, saccente, coraggiosa, Grifona, l’amica di sempre. Si muoveva sulla pista con facilità ed energia, Ginny rise vedendo così l’amica e decise che non gliel’avrebbe data vinta, buttandosi ancora di più nella canzone.
Ben presto iniziarono le prime eliminazioni, c’era chi la prendeva bene e con un’alzata di spalle andava a riempirsi lo stomaco, ma c’era anche chi scoppiava in singhiozzi o imprecava contro i quattro fondatori in aggettivi che non sfuggirono alla McGranitt e ad una sana punizione. Angelina e George sembrarono decidere di farsi eliminare e furono i tredicesimi, circa, se ne andarono e nessuno li vide più per il resto della serata.
Erano le undici, c’erano state piccole pause per permettere ai ballerini di riposarsi ma dopo un bicchiere di succo di zucca di nuovo in pista! Erano rimaste solo una decina di coppie, tra cui i nostri Grifondoro, Astoria e Draco, Pansy e Blaise, Daphne e Goyle, alcuni Tassorosso e una coppia Corvonero. La musica aveva ormai iniziato a farsi più dolce, sensuale, più lenta. Gli studenti ballavano abbracciati e molto vicini, troppo per i gusti di Hermione.
Due spille si spensero, i Corvonero alzarono le spalle e corsero vicino ad un gruppo di alunni del sesto anno.
-Ti stai divertendo?- chiese Hermione.
-Sono con te- rispose Fred mentre volteggiavano.
Altre due spille si spensero, Daphne e Goyle risero.
Un passo in avanti, i loro visi pericolosamente vicini, un passo indietro, troppo lontani.
Via Pansy e Blaise, via i Tassorosso.
Fred per la prima volta in diciassette anni di vita non trovava nulla da dire e nessuna battuta da fare.
Fuori Lavanda e Ron, la prima scoppiò in lacrime, il secondo la strinse in un rapido abbracciò e le poso un bacio fra i capelli.
Hermione aveva la mente annebbiata da Fred e non capiva che cose le stesse succedendo, sapeva di esserne innamorata eppure c’era qualcos’altro … Ma cosa? Aveva solo voglia di saltargli addosso, baciarlo, provava un desiderio di lui incontenibile.
Passarono diversi minuti prima che i giudici decedettero di far sedere anche Astoria e Draco (i quali si rifugiarono in un posto della Sala Grande piuttosto buio e isolato), erano rimasti solo Hermione,Fred,Ginny e Harry.
Fred non aveva mai notato di quanto la bruna fosse bella, era sempre stata la ragazza intelligente, coraggiosa e simpatica migliore amica di Harry e suo fratello. Non l’aveva mai osservata abbastanza a lungo da notare il naso piccolo e dritto, gli occhi simmetrici e castano chiaro, i capelli lucenti e morbidi, la pelle della giusta sfumatura … No, era solo colpa dell’alcol del succo di zucca, … A lui NON poteva piacere Hermione …
Erano tutti sfiniti, Hermione osservò gli addominali scolpiti di Fred e deglutì, fu in quel momento che vide la spilla di lui spegnersi, il numero scomparire e gliene fece cenno.
-Oh va be’- disse solo Fred.
Videro la McGranitt avviarsi verso i vincitori e dar loro una spilla d’oro, che fece immediatamente apparire loro una corona che brillava di luce propria. Ginny fece un gran sorriso a Hermione, Harry le rivolse un occhiolino, la bruna ricambiò.
-Vieni- si sentì sussurrare nell’orecchio da Fred e lo seguì senza fare domande.
Attraversarono moltissimi corridoi fino ad arrivare alla torre di Astronomia, quella che entrambi avevano soprannominato “La torre della scommessa”.
-Non abbiamo vinto- disse Hermione tanto per rompere il silenzio assordante.
-No? Anche se non sei la principessa del ballo sarai sempre la mia principessa- disse Fred avvicinandosi a lei, Hermione sentì il cuore batterle talmente forte che le sembrava stesse per esploderle in petto.
La bocca di lui le sfiorò i capelli, scendendo verso la fronte e avanzando pericolosamente. Quando sarebbe bastato un soffio per far incontrare le loro bocche Fred si fermò. Rimasero così per un po', gli occhi persi in quelli dell'altro.
-Baciami- sussurrò Hermione.
-No- disse Fred ritraendosi. –Non posso- continuò.
-Che vuoi dire?- chiese Hermione incrociando le braccia.
-Tu non sei in te, io nemmeno, siamo più che ubriachi …-
-Ma che dici? Abbiamo bevuto solo Succo di Zucca-
-Nel Succo di Zucca c’erano Vodka, una bevanda altamente alcolica babbana, e una goccia di pozione d’amore … L’abbiamo messo io e George …-
-Scemo!- disse Hermione scuotendo la testa e sedendosi per terra, ma le veniva da ridere.
-Scusami ..- disse lui rammaricato, prendendole una mano.
Hermione lo guardò severa, poi scoppiò a ridere.
-Comunque non credo che sia solo la pozione e l’alcol …- disse Hermione e Fred capì.
Mordente si sedette affianco a lei e quest’ultima poggiò la testa sulla spalla di lui, le mani ancora allacciate.



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Spero che questo capitolo vi piaccia almeno tanto quanto è piaciuto a me scriverlo!!!
Sono riuscita ad aggiornare come previsto, come avevo detto a qualcuno di voi...
Voglio solo informarvi di alcune cose: la flesh-lamp è un'invenzione dei gemelli, la quale permette di avere una carnagione più scura in pochi secondi. George non aveva un'accompagnatrice per il ballo perchè non sarebeb voluto andarci con nessun'altra se non con Angelina. Non credo davvero che Goyle sia capace a ballare, ma anche lui aveva bevuto del succo di zucca, non dimentichiamocelo. La Vodka non ha avuto troppo effetto alcolico perchè c'era anche la goccia di Pozione d'Amore. George non è davvero allergico alla zucca. Al ballo erano presenti anche altri come Oliver Baston, Bill Weasley, ma non ho trovato il tempo di dirlo (lo saprete nel prossimo).
Ora per chi volesse vedere i vestiti delle nostre ragazze (sappiate che prima li ho descritti e poi cercati su internet, quindi magari non ci assomiglieranno al 100% e mi scuso se dalla descrizione non si capiva...) :

Astoria: http://it.bing.com/images/search?q=vestito+nero+donna+con+borchie&qs=n&form=QBIR&pq=vestito+nero+donna+con+borchie&sc=0-12&sp=-1&sk=#view=detail&id=D219585B513572661838D74706F741DB3CF2C5D1&selectedIndex=88
Pansy: http://it.bing.com/images/search?q=vestito+azzurro+donna+corto&qs=n&form=QBIR&pq=vestito+azzurro+donna+corto&sc=0-9&sp=-1&sk=#view=detail&id=A7FBD4D17B227749504A3D236C3253BA1FA33DA6&selectedIndex=15
Daphne: http://it.bing.com/images/search?q=vestito+donna+rosa+lungo&qs=n&form=QBIR&pq=vestito+donna+rosa+lungo&sc=0-19&sp=-1&sk=#view=detail&id=096BDDBB23761BE2EEEB633234C2D629F4CBB257&selectedIndex=46
Ginny:
http://it.bing.com/images/search?q=vestito+bianco+donna+corto&qs=n&form=QBIR&pq=vestito+bianco+donna+corto&sc=1-26&sp=-1&sk=#view=detail&id=55638B7272F84A48A001F1BA6F80E6B9ACED55A4&selectedIndex=3
Hermione:
http://it.bing.com/images/search?q=vestito+donna+rosa+corto&qs=n&form=QBIR&pq=vestito+donna+rosa+corto&sc=0-31&sp=-1&sk=#view=detail&id=74F6627850EDC37B3F97C69E5D9FA56847A889DB&selectedIndex=20
Angelina:
http://it.bing.com/images/search?q=vestito+blu+donna&qs=n&form=QBIR&pq=vestito+blu+donna&sc=0-0&sp=-1&sk=#view=detail&id=9E24A046902B770BBF008399E40629255CAE7FA1&selectedIndex=59

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Capitolo 13
*** Dubbi e Promesse ***


13.  Dubbi e promesse

Hermione aprì gli occhi e si rese conto che stava benissimo, non era mai stata meglio in vita sua. Sorrise e si chiese dove mai si trovasse. Era coperta dalle lenzuola. Si girò, la stanza era ampia e piuttosto disordinata, c’erano dei letti a baldacchino, degli striscioni con la scritta Gryffindor e dei leoni disegnati che si muovevano. Deglutì e sgranò gli occhi. NON POTEVA ESSERE!
Nei letti affianco al suo dormivano Ron, Harry, Dean e Jimmy Peaks, un letto era vuoto e probabilmente di solito occupato da George, nell’altro c’era lei. In quello di Fred. Ma non poteva … Cioè loro … La sua memoria si fermava a quando aveva posato la testa sulla spalla del ragazzo e lui le aveva stretto la mano. Dopo, vuoto totale.
Si alzò confusa ma abbastanza lucida da essere arrabbiata e nervosa, uscì dalla stanza cercando di non far rumore e si accorse che indossava ancora il vestito della sera prima. Per lo meno era vestita. Deglutì ed arrivò in Sala Grande, non c’era quasi nessuno, fatta eccezione per un gruppetto di studenti del primo anno che inizio a guardarla adulante, ma lei scoccò loro un’occhiataccia e quelli sparirono intimiditi.
Proprio mentre iniziava a domandarsi dove fosse Fred, questi attraversò il ritratto della Signora Grassa con un vassoio pieno di leccornie e due tazze di cioccolata calda.
-Fred!- esclamò lei incrociando le braccia.
-Sì?- chiese lui appoggiando il vassoio sul tavolino e guardandola dall’alto al basso (essendo molto più alto di lei).
-Questa notte … voglio dire … io non ricordo niente. Cioè i miei ricordi finiscono a quando eravamo sulla torre di astronomia e ci siamo seduti. Cos’è successo … fra noi?-
-E se io te lo dico cosa ottengo in cambio?- chiese Fred sorridendo furbo.
-Non so … Che cosa vorresti ottenere?- chiese Hermione seccata.
-Un bacio- disse Fred sorridendo ancora più apertamente.
-Un bacio? E sia- annuì Hermione, senza il minimo imbarazzo.
-Intendevi chiedermi se siamo andati a letto?-
Hermione annuì con il cuore in gola.
-In un certo senso- rispose Fred, sempre sorridendo,
-Che vuol dire in un certo senso?- lo incalzò Hermione che iniziava a scaldarsi.
-Le mie informazioni costano Galeoni!-
-Che cosa vuoi ancora?-
-Calma, calma. Che tu voli con me sulla mia scopa- rispose.
-Che io cosa?- chiese Hermione. No, no, no, si era già umiliata una volta …
Fred sorrise ancora, aspettando.
-E va bene- rispose infine la bruna stringendo i pugni e sentendo le unghie ficcarsi nel palmo della mano.
-Ieri sera ti sei addormentata, non potevo lasciarti là sopra a gelare, non potevo nemmeno portarti nel dormitorio femminile. Così ti ho portata nel mio, sai bene che anche io avevo bevuto … Comunque abbiamo dormito nel mio letto, ma non è successo nulla- disse Fred ancora sorridendo ma le guance appena più rosse.
-Ah- rispose Hermione rilassandosi appena.
-E ora quello che mi spetta- disse Fred facendole l’occhiolino.
-Non vorrai andare adesso sulla scopa?-
-No, no … Io intendevo il bacio-
-Oh certo- rispose Hermione sorridendo.
Il ragazzo sembrò illuminarsi, Hermione si avvicinò a lui, si alzò sulle punte dei piedi e … Gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia.
-E questo cosa sarebbe? Il bacio che avresti dato a zia Muriel?- chiese Fred sgranando gli occhi.
-Oh ma mio caro Freddy! Tu non hai specificato dove dovevo baciarti, né come- e detto questo fece per andarsene.
-Aspetta!- disse Fred afferrandola per un braccio. Lei si girò
Fallo Fred, fallo, si disse.
Fallo cazzo, fallo!!! Hai già sprecato un’occasione!!! Insistette con se stesso.
-E’ stata proprio una mossa da vera serpe, sai? Ed io che ti avevo pure preparato la colazione!- disse Fred scuotendo la testa.
-Mi avevi cosa?- chiese Hermione sorpresa.
Fred indicò il vassoio e Hermione si addolcì.
-Be’ allora direi di approfittarne- disse infine e Fred sorrise, porgendole una brioches.
 
-Sono proprio un cretino!- esclamò Fred gettando di lato il trofeo che avrebbe dovuto lucidare e facendo un gran casino-
-Che cosa pensate di fare voi due, sudici studenti?- chiese Gazza squadrandoli.
-Da che pulpito … Si sarà lavato i capelli l’ultima volta che ha fatto un incantesimo …- disse George ghignando mentre Fred soffocava a stento le risate.
-E che avete da ridere? Su, muoversi! Pulire! Ah com’erano belli i vecchi tempi, quando si poteva ancora appendere gli studenti per le catene … ah sì sì … Vieni, vieni, mrs Purr … Ti ricordi, vero?- e sparì dietro la porta in un borbottio.
-Allora, cosa dicevamo a proposito del criceto che corre dentro la tua testa e che ti hanno messo al posto del cervello?- chiese George rivolgendosi al gemello.
-Dicevamo che se n’è andato in vacanza …- rispose Fred mogio.
-Quindi ora hai la testa vuota?- chiese George sorridendo.
-Oh no … E’ piena di …- si azzittì portandosi una mano alla bocca mentre George lo guardava ansioso.
A lui poteva dirlo. A lui doveva dirlo. Anche se non ne era sicuro e se odiava ammettere di avere torto … Doveva dirglielo …
-Di?- lo incalzò George.
-Di Hermione …- disse ed era maledettamente vero.
Non riusciva a pensare ad altro, sapeva ma non voleva accettare di essersi innamorato di lei.
-Ok, ora spiegami perché sei cretino- disse l’altro diventando serio.
-Perché ieri ho avuto l’opportunità di baciarla e non l’ho fatto- deglutì.
-Spiega- disse semplicemente George raccogliendo il trofeo che poco prima Fred aveva lanciato ed ascoltando.
Quando Fred finì di parlare la volontà di George fu messa a duro rischio, cercò davvero di non ridere, ma gli era impossibile. Suo fratello (Fred Weasley) che a un palmo di naso con la ragazza a cui andava dietro dall’inizio dell’anno le diceva che non poteva baciarla? Quando sarebbe saltato fuori lo gnomo travestito da ballerina e avrebbe gridato: “Pesce d’aprile!” … ?
Ma non successe nulla e George si rassegnò.
-E te e Angelina?- chiese Fred.
-Abbiamo dormito nella stanza delle necessità …-
-Sìììì … dormito- disse Fred malizioso.
-Be’ alla fine abbiamo dormito- rispose George con un occhiolino.
Scoppiarono a ridere mentre Fred si dava, ancora una volta, dell’idiota.
Da tutt’altra parte anche due ragazze ridevano, Hermione e Ginny che erano in biblioteca per un ripasso dell’ultimo minuto sul compito di Pozioni.
-Ehi ragazze! Ma vi volete far cacciare dalla Biblioteca a vita?- chiese Harry mentre dava un bacio alla sua ragazza.
-Oh no … E’ solo che Hermione mi stava raccontando che …- ma si bloccò appena vide anche Ron apparire da dietro gli scaffali.
-Che Lumacorno era indeciso se invitare un Vampiro o una Veela alla sua prossima festa, sai per l’incompatibilità dei due e infine ha deciso di far fare loro una prova di pozioni e crediamo che la Veela abbia stregato Lumacorno. Aveva una scollatura piuttosto … pesante, diciamo, … quel giorno- spiegò Hermione mentre Ginny si affrettava a ridacchiare.
-Sì … Lumacorno … - disse Harry. –Dopo mi spieghi!- sussurrò a Hermione mentre si sedeva al suo fianco.
-Quindi che c’è da fare?- chiese Ron svogliatamente.
-La mappa planetaria e domani compito di Pozioni …- disse Hermione controllando il suo diario (che si affrettò ad urlare “Falli subito o prenderai una T!!!”).
-Diamoci da fare allora- concluse Ginny aprendo il libro.
 
-Oggi allenamento di Quidditch- disse, alcuni giorni dopo, Fred a pranzo.
-Sì e domani seconda partita della stagione: Corvonero contro Serpeverde- disse Ron.
-Verrete a vederla?- domandò George.
-Ovvio!- rispose Ginny.
-Anche te Herm?- chiese Harry.
-Oh sì, certo- rispose lei un po’ fra le nuvole.
Stava pensando che se quel pomeriggio ci fosse stato l’allenamento per lei voleva dire una sola cosa e infatti Fred le lanciò una rapida occhiata, ma altrettanto significativa.
Più tardi, dopo un’ora di Difesa Contro Le Arti Oscure ed una di Trasfigurazione, Hermione scese con gli altri nel campo da Quidditch anche se arrivati a destinazione si separarono: lei continuò per gli spalti e loro per gli spogliatoi. Si spogliarono chiacchierando come al solito, infilarono la divisa e Harry illustrò loro alcuni schemi di gioco che avrebbero provato.
Finalmente entrarono in campo e si librarono in aria in sella alle loro scope. Fecero i soliti esercizi passandosi la palla, venne liberato il boccino e i bolidi. Non successe niente di particolare, ma Ron parò tutte le pluffe che Ginny cercò di tirare (e fece dei tiri davvero straordinari), George e Fred giocavano uno contro l’altro e sfrecciavano come dei bolidi mandando da una parte del campo all’altra il vero bolide, Harry liberò il boccino varie volte e altrettante lo riprese con facilità. Fu un allenamento come se n’erano visti pochi, ben riuscito e senza errori. Tornarono allo spogliatoio soddisfatti e con una fame incredibile.
Hermione correva attraverso il campo, era restata seduta per tutto l’allenamento e aveva seguito con gli occhi tutti i suoi amici anche se con aria un po’ annoiata per quello sport che non le andava a genio. Stava lì, sugli spalti, aspettando che i Grifondoro finissero quando … Oh ma insomma! Doveva assolutamente muoversi!
Spalancò la porta dello spogliatoio e ci si precipitò dentro, c’era una stanza rettangolare con delle panchine e una lavagna, probabilmente dove si riunivano i giocatori prima della partita. In fondo alla stanza c’erano altre due porte, si fiondò nella prima non preoccupandosi di cosa ci fosse dietro. Un attimo dopo sperò di non averlo mai fatto. Era lo spogliatoio maschile. Si girarono tutti verso di lei che iniziò ad arrossire furiosamente.
Dean aveva la bocca spalancata che apriva e chiudeva senza emetter nessun suono, indossava solo le mutande e aveva ancora i capelli fradici, Harry era forse il meno imbarazzato (e non perché indossava i pantaloni o non aveva gli occhiali), Ron diventò scarlatto (anche più di Hermione) aveva anche lui addosso solo le mutande e era in procinto di mettere i pantaloni ma si era bloccato, George aveva un sorriso strano sulle labbra e guardava ad intervalli regolari una porta sulla sinistra che era chiusa. Quando la porta si aprì la bruna capì il perché: ne era appena uscito Fred che aveva probabilmente finito in quel momento di fare la doccia, indossava solo un leggero asciugamano bianco intorno alla vita.
-Hermione?!- chiese sgranando gli occhi.
-Proprio non riesci a stare senza di me vero? E lo so che sei rimasta sorpresa dal mio bellissimo fisico ma abbi almeno la decenza di chiudere la bocca!- aggiunse dopo un po’ facendole l’occhiolino e cercando di sdrammatizzare.
-Io … scusate … non ero mai venuta qui- disse lei imbarazzata.
-Sì va beh … Ma perché sei venuta?- chiese Dean, anche lui rosso.
-Perché sono…? Oh ma certo! I Serpeverde! Li ho sentiti parlare, progettavano di copiare i vostri schemi di gioco e vincere così la partita, pensavano di rubarli dallo spogliatoio dicevano che hanno ricevuto una soffiato su dove fossero …- snocciolò Hermione come se non fosse stata altro che un’interrogazione di Incantesimi.
-Sì, una soffiata … Avranno torturato uno studente dei Grifondoro che aveva sentito Harry parlarne- disse Ginny entrando.
-Ginny!- esclamò Harry.
-Che ci fai qua?- chiese Ron.
-Be’ c’è anche Hermione e poi ci eravamo insospettite dal troppo silenzio- spiegò Demelza.
-Demelza, anche te!- disse Dean contrariato.
-Be’ insomma non è che io veda un gran che Harry, non ne avertene a male ma tre di loro sono miei fratelli, tu sei il mio ragazzo e be’ Dean … Dean è un amico.- disse Ginny alzando le spalle ma studiando furiosamente il petto nudo del ragazzo, mangiandolo con gli occhi.
Demelza, al contrario, sembrava molto interessata a Dean.
-Ragazzi ho un’idea!- esclamò George.
-Spara Lobo Solitario!- esclamò Fred.
-No! Prima loro escono che finiamo di cambiarci- disse Ron indicando le ragazze.
Demelza e Ginny risero e fecero un cenno ad Hermione.
 
-Tutto chiaro?- chiese George.
-Ora capisco tutto!- esclamò Fred.
-Capisci cosa?- domandò Demelza.
-Be’ non è ovvio? A lui hanno dato l’intelligenza e a me la bellezza!- esclamò Fred sorridendo apertamente.
-Bah, forse …- disse Ginny studiandoli.
-Comunque faremo così. Ognuno ha il suo compito. Ok, squadra?- domandò Harry mentre gli altri annuivano e Hermione se ne stava in disparte.
-Oh ma non te l’abbia chiesto!- esclamò Fred rivolgendosi ad essa. –Questo, fantastico se posso aggiungere, pian ha la tua approvazione?-
-E perché lo chiedi a me?-
-Sei o no la ragazza più intelligente del nostro anno?- insistette Ron.
-Appunto, bravo fratellino!- disse Fred anche se parve leggermente inquieto.
-Sì, ha tutta la mia approvazione anche se infrangeremo tantissime regole …- sospirò scrollando le spalle.
-Bene, andiamo?- chiese Dean.
-Oh sì, teneteci qualcosa da parte che noi dobbiamo fare una cosa prima di venire- disse Fred come se fosse la cosa più naturale del mondo e aspettando che tutti gli altri fossero usciti.
Hermione si spostava nervosamente da una gamba all’altra, ignorando le occhiate degli amici.
-Vieni?- chiese Fred allungando una mano quando furono all’aperto e da soli.
-Io … ho paura, Fred- disse prima che riuscisse a fermare le sue stesse parole.
-Ti fidi di me?- le chiese inforcando la scopa.
-Sì, mi fido di te più di qualunque altra persona nel mondo magico e non-disse abbassando gli occhi e afferrando la sua mano.
Fred la issò sulla scopa e diede un leggero colpo a terra.
Hermione si strinse improvvisamente a lui che sentì un piccolo brivido a quella stretta.
-Guarda giù. Lasciati andare.- le sussurrò lui.
E lei lo fece, vide il Lago Nero, la Torre dei Grifondoro, la “torre della scommessa”, la serra, Thor che sembrava solo un puntino e Hagrid che era enorme anche da quella distanza. Aveva sempre la stessa spiacevole sensazione all’altezza dello stomaco che provava ogni qual volta che saliva su una scopa eppure per una volta sentiva in sé una sensazione piacevole che vinceva l’altra. La sensazione che provava ogni volta che stava con Fred.
Quando scesero il sole era ormai tramontato e dovettero darsi la mano per non perdersi nel buio della notte e dell’inverno che avanzava incessante.
 
La McGranitt sedeva tranquilla, niente sciocchi balli, niente punizioni, solo una pila di pergamene da compilare. Beata e santa tranquillità. Niente Gazza a lamentarsi, professori da reclutare, ragazze da tranquillizzare, pozioni da preparare. Solo una serata tranquilla, lei, i vecchi presidi e le vecchie scartoffie.
Non fece in tempo a finire quel pensiero che delle grida ruppero il silenzio (e la tranquillità della serata). Proveniva un’altra volta dalla Torre di Grifondoro.
Eh no! Questa volta non gliel’avrebbe fatta passare liscia!

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Non mi sento soddisfatta di questo capitolo e se vale lo stesso per voi non esitate a dirlo ... Ma forse sono solo io che sono di malumore ultimamente (e detto da me è davvero strano perchè io sono sempre di OTTIMO umore...) ... Ma tralasciamo i problemi personali e veniamo a noi!
Allora, volevo farvi notare alcune cosse..
Inanzi tutto Hermione, quando dice che "infrangeremo moltissime regole". Ecco, dice "infrangeremo" non "infrangerete", anche se la questione riguarda la squadra di Grifondoro. Volevo farverlo notare perchè lancia una netta differenza fra l'Hermione del 1^ anno e quest Hermione (che spero sia abbastanza IC).
Per seconda cosa la reazione di Ron quando Hermione entra nello spogliatoio, prima è imbarazzato poi le fa un complimento, cioè cerca di attirare la sua attenzione che sta venendo rivolta tutta verso Fred (ritorniamo al solito Ron che si sente in disparte dal migliore amico famoso e non adeguato ai sette fratelli maggiori e fenomeni ...).
Un'ultima cosa, so che la McGranitt usa troppo "tranquilla" ma era per rafforzare la cosa e spero non stoni ,....
A presto,
Baci,
Herm

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Capitolo 14
*** Guai in vista ***


14.  Guai in vista.

La McGranitt avanzò austera per i corridoi, eh no! Ne avevano combinate abbastanza! Era quasi sicura che fosse colpa di quei gemelli, era ora che la finissero con le loro cavolate! La Signora Grassa fece per chiederle la parola d’ordine, ma dopo aver visto chi fosse e che era scura in volto si spostò per lasciarla passare.
La Sala Comune era calda ed accogliente, con gli stendardi rosso ed oro che drappeggiavano sui muri, i sofà invitanti ed il caminetto acceso.
In piedi, di fronte a questo scenario c’erano Hermione Granger e Ron Weasley che si urlavano contro, l’una con le lacrime agli occhi, l’altro con i pugni serrati. Un gruppetto di curiosi li guardava indecisi sul da farsi. La preside scoccò loro un’occhiataccia che li fece correre su per le scale, con ordine e in rigoroso silenzio. I due ragazzi non si accorsero di nulla, persi com’erano nella loro discussione.
-Sei solo geloso!-
-Io non sono geloso!-
La Granger scoppiò in una finta risata, buttando il capo all’indietro.
-Tu non sei geloso? Non farmi ridere Weasley, pensi che non sappia che sei ancora innamorato di me? Ho fatto finta di niente, pensavo tu capissi … Io non volevo rovinare la nostra amicizia!-
-Sei tu che la stai rovinando!- le urlò il Weasley, puntandole un dito contro, accusatore.
-Che cosa?!- chiese l’altra alzando ancora la voce. –Io mi sto cercando di fare una vita!-
Le lacrime iniziarono a scendere copiose sulle guance della ragazza.
-Ah certo! Io ho sempre pensato che fossi una Grifondoro come si deve! Invece prima Harry, poi Terry, Draco Malfoy ed ora Fred! Non so … sembra che tu sia …- ma si interruppe.
-Che io sia?- lo incitò Hermione guardandolo di traverso.
-Una donna scarlatta – disse in un filo di voce, abbassando appena lo sguardo.
Sciaf!
Lo schiaffò colpì in pieno il Weasley.
-Ora basta così! Tornatevene entrambi nei vostri dormitori! 5 punti in meno a Grifondoro e non voglio più vedere scenate simili! Ringraziate che non vi metta in punizione!- ma l’espressione della McGranitt non era così severa quanto la voce, e la videro sospirare mentre usciva dalla stanza.
Hermione voltò le spalle all’amico (o forse ex) e salì le scale correndo. Ron restò per un attimo a fissare il punto in cui era sparita e poi anche lui salì le scale, ancora scosso.
 
Harry e Ginny entrarono ridendo nella torre dei Grifondoro. Ginny si bloccò di colpo.
-Che c’è?- chiese Harry stringendole la mano.
-C’è qualcosa che non va …- disse lei guardandosi intorno.
-E cosa te lo fa dire?-
-Sesto senso femminile- rispose la ragazza facendo l’occhiolino a un sorridente Harry.
Non fecero in tempo a sedersi nelle comode poltrone che una bambina corse verso di loro.
-C-ciao- disse un po’ tremante.
-Ciao- dissero Harry e Ginny all’unisono, sorridendole incoraggianti.
-V-voi siete Harry e Ginny vero?- chiese guardandoli ammirata.
-Sì, siamo noi- rispose Ginny.
Lei annuì. –Hermione Granger e Ron Weasley hanno litigato, un certo Dean mi ha detto di dirvi questo- e detto ciò se ne andò sollevata.
Ginny e Harry si guardarono, doveva essere una cosa seria.
Siccome un’antica tradizione imposta da Godric Grifondoro voleva che i ragazzi non potessero salire nei dormitori femminili si separarono.
Ginny spalancò la porta della stanza che condivideva con le altre e sentì dei singhiozzi provenire dal letto della sua migliore amica, improvvisamente si fiondò ad abbracciarla e consolarla.
-Herm, Herm, dimmi tutto- le disse accarezzandole i lunghi capelli.
La bruna pensava con tristezza al “Mione” che era uscito dalle labbra di Fred qualche giorno prima, ma si costrinse a restare nel presente e a raccontare (che forse in fondo le faceva bene), doveva pur sfogarsi con qualcuno. E chi era meglio di Ginny Weasley? Sua consulente, amica, sorella e compagna di scuola?
-Sai io e Fred siamo andati insieme sulla scopa. Dopo lui è stato raggiunto da George e dovevano fare non-so-cosa ed io sono tornata qui, ero felice sai … Comunque, arrivata Ron mi ha aggredita, ha detto che mi aveva visto “baccagliare” con suo fratello e che sapeva che facevo così con tutti e poi abbiamo iniziato a litigare e … e … mi ha detto che sono una donna scarlatta … Oh Ginny! Io so che lo sto facendo soffrire e non lo vorrei, Ron mi è così caro, eppure credo di essermi innamorata di Fred e io voglio vivermi la mia vita … Gin che faccio?- disse Hermione guardandola mentre le lacrime non cessavano di scendere.
-Shhh ora ti devi solo calmare e poi non voglio che un altro dei miei fratelli ti faccia soffrire- e detto questo la strinse ancora più forte.
Nel dormitorio maschile Harry era appena entrato ed aveva trovato Ron furibondo, con uno alquanto spaventato Dean che fu felice di cedergli il posto. Il rosso stava strappando una foto con tanto fervore che dai lembi della carta usciva del fumo, poi iniziò a tempestare di pugni il cuscino.
-Ron! Ron! Amico calmati!- gli urlò Harry afferrandolo per le spalle.
-Che vuoi?- chiese l’altro girandosi furioso verso di lui.
-Che tu ti calmi e mi spieghi tutto-
-Scelgo la seconda- disse l’altro sarcastico.
-Ero in Sala Comune a fare il tema di Pozioni …- iniziò dopo un po’.
Harry alzò un sopracciglio divertito.
-Ok, ok, giocavo con Grattastinchi. Quando ho visto due figure su una scopa, indispettito mi sono avvicinato alla finestra e indovina? Hermione, la nostra cara Granger, era dietro a Fred, il mio caro fratello, su un manico di scopa!-
-Eh …- disse Harry.
-Come eh!!! Ti rendi conto? Hermione e un manico di scopa … Non so se hai afferrato il concetto!-
-Oh io l’ho afferrato eccome! Secondo me sei tu che al momento non avevi afferrato bene il concetto di Hermione e Fred-
-Già- disse Ron amaro. –Comunque è rientrata e le ho chiesto com’era andata la serata e se si era divertita a baccagliare con mio fratello … Poi lei ha detto che sa che sono ancora innamorato di lei ed anche geloso. Ma figuriamoci! Io? Geloso? Pff….-
Ron avvampò e Harry, se non fosse stata una faccenda tanto seria, avrebbe riso.
-Non dirmi anche tu che ha ragione!- esclamò Ron riprendendo a usare il cuscino come punching-ball.
-Se proprio vuoi non te lo dico, però …-
-Però ha ragione- concluse Ron incrociando le braccia come un bambino capriccioso. –Lo so, lo so- aggiunse.
-Ron io …-
-Dai ho bisogno di riflettere mi lasci solo?-
-Questa è la mia stanza e vorrei dormire-
-Ok- disse Ron mentre tirava le tende.
Harry stette fermo per un po’, afflitto.
Infine (mentre nella stanza entravano anche Dean e Jimmy) si infilò il pigiama e anche lui tirò le tende.
Lavanda aveva saputo da Victoria (che lo aveva saputo da Helena, che ne aveva sentito parlare Clara e Kristen, a cui era stato riferito da Katy, che aveva assistito alla scena) che il suo Ron-Ron e la Granger avevano litigato. Per questo aspettò che tutti andassero a dormire prima di salire nel dormitorio maschile, sbirciare fra i letti e scuotere per la spalla il suo “amato”.
Ron sobbalzò e la guardò assonnato, fece per dire qualcosa ma lei gli mise una mano davanti alla bocca e gli fece cenno di seguirla. Il ragazzo eseguì e, ancora mezzo addormentato, non si accorse di dove stavano andando fino a quando non arrivarono in un’aula vuota.
-Che-che c’è?- chiese sbadigliando.
-Ron … io ti devo dire una cosa-
-Dimmi-
-Io ..- iniziò Lavanda ma cambiò idea a metà frase. -Mi dispiace che tu abbia litigato con Hermione-
-Oh sì, dispiace anche a me- bofonchiò Ron.
-Sai, mi sono divertita con te al Ballo del Ceppo- gli confidò avvampando.
-Anche io- disse Ron, sorridendo.
Il silenzio regnò per un po’, rotto solo dagli sbadigli assonnati di Ron. Lavanda era rossa come non mai e non sapeva che cosa dire.
-Ascolta Lav che ne dici se parliamo un’altra volta? Sto cascando dal sonno- disse Ron emettendo l’ennesimo, sonoro sbadiglio.
-O-ok- disse lei sospirando e avviandosi in Sala Comune.
Ron le sfiorò la mano e fece per prenderla nella sua ma Lavanda incrociò le braccia e continuò spedita. Non voleva essere la seconda scelta di nessuno. Non gli diede nemmeno la buona notte e si fiondò nella sua stanza. Tanto ormai l’aveva capito: per lei non ci sarebbe stata nessuna speranza. Ron era troppo cotto di Hermione.
Era appena l’alba e Fred non riusciva a dormire, si girava e rigirava nel letto, niente. George aveva assistito alla “litigata del secolo” (come la chiamavano le pettegole Tassorosso) e gli aveva raccontato tutto, parola per parola, cercando un segno di turbamento nel viso di Fred e lo aveva trovato. Il Grifondoro poteva amare gli scherzi e prendere in giro suo fratello ma non voleva che stesse male, quindi era arrivato ad una terribile soluzione che comportava un dilemma ancora peggiore: Ron o Hermione? Era una scelta terribile, era come dover scegliere fra due parti di lui e sapeva che in questo George non avrebbe potuto aiutarlo. Doveva essere lui a scegliere.
Hermione. Negli ultimi tempi loro due avevano fatto passi da giganti, sembravano passati secoli a quando lei ostacolava i loro piani e aveva detto loro, (davanti alla Linea di Età imposta da Silente) in tono canzonatorio, “Non ce la farete mai!”. Davvero, secoli. Ora la chiamava Hermione, aveva imparato ad amare quel groviglio di capelli castani, l’espressione severa (che solitamente usava con lui e George), gli occhi che scintillavano mentre leggeva un libro, la sua abilità spiccata nel rispondere a tutte le domande, l’umorismo, l’orgoglio … La trovava bellissima e avrebbe voluto stringerla fra le sue braccia, farla sua per sempre.
Eppure c’era Ron, il suo fratellino, sempre il meno amato, secondo al suo migliore amico, costretto ad usare ogni cosa di seconda mano. L’orgoglioso ed insicuro Grifondoro, uno dei salvatori del mondo magico, il portiere imbranato. Si ricordava ancora quando lui e George avevano preso un orsacchiotto di Ron e gli avevano fatto spuntare otto zampe, gli occhi gialli, la peluria nera e la grande bocca, facendolo diventare un’Acromantula. O quando gli aveva insegnato un incantesimo (“Per il sol splendente, per il fior di corallo, stupido topo diventa giallo!”) che avrebbe dovuto far diventare il topo Crosta giallo, ma l’unico risultato era stato quello che Ron si era reso ridicolo al suo primo incontro con il Ragazzo Che E’ Sopravissuto e la so-tutto-io. Che ricordi, umilianti per l’uno, divertenti per gli altri, ma infondo gli voleva bene. Ma soprattutto non voleva perdere un altro fratello, mentre pensava ciò una stretta dolorosa allo stomaco gli fece annebbiare lo sguardo e il ricordo di Percy si fece ancora una volta vivo.
Fu per questo che decise.
 
-Harry dì a Hermione che dovrebbe smetterla di ripetere tutta la lezione di Storia della Magia, mi distrae e non mi fa concentrare-
-Ron dì a Ron che non sono il suo messaggero- rispose Harry seccato mentre Ginny rideva e Hermione corrugava la fronte e si zittiva.
-Ciao ragazzi!- esclamò George sedendosi accanto al fratello.
-Ehi bella gente!- li salutò Fred prendendo posto accanto al gemello.
-Ciao!- rispose Ginny seduta per terra e con la testa sulle gambe di Harry.
-Ciao!- rispose quell’ultimo.
-Ciao- disse Hermione sorridendo ai due. –Sapete se Vitous si è ripreso da quella brutta influenza?-
-Non so, ma credo che …- iniziò George.
-Credo che potresti benissimo chiederlo a lui- concluse Fred secco mentre George lo guardava stranito.
-Già, invece di rompere la vita agli altri- aggiunse Ron.
-Perfetto!- disse Hermione alzandosi altezzosa (Ginny notò però che una lacrima solitaria le si formava nell’occhio sinistro) e andandosene.
La bruna percorse la strada fino all’aula di Incantesimi quasi correndo. Ok, capiva Ron ma Fred? Non era forse stati entrambi benissimo l’altra sera? No, forse si sbagliava, forse per Fred era solo la so-tutto-io, la ragazza più intelligente del loro anno. Forse aveva capito male, fra loro due non c’era e non ci sarebbe stato mai nulla. Già, che scema che era stata.
-Signorina Granger!- esclamò Lumacorno correndole incontro e facendo ballonzolare i chili di troppo.
-Buongiorno professore- disse lei cercando di sembrare allegra e contenta di vederlo.
-Fra poco e Natale e darò la mia sola cenetta, visto il disastro dell’altra volta pensavo di fare una cosa molto più intima. Quindi ci saranno lei, il signor Potter e la signorina Weasley, il giovane Malfoy naturalmente e pochi altri che credo lei conosca. Posso contare sulla sua presenza allora?-
-Veramente io …-
-Eccellente, eccellente signorina Granger. I miei ossequi- e detto questo trotterellò via, probabilmente dagli altri invitati.
La sala degli Incantesimi era vuota, scese così fino alla sala professori, bussò un po’ incerta.
-Avanti- dissero alcune voci e lei entrò nervosa, spostandosi i capelli dietro l’orecchio.
-Signorina Granger- la salutò Pomona Sprite sorridendo.
-Buongiorno, vorrei gentilmente parlare con il professor Vitous, se è possibile- disse tutto d’un fiato.
-Oh. Temo che non sia così, sta ancora male il povero. Ma dopotutto è naturale, Venere non si trovava nella posizione giusta rispetto a Giove quando …-
-La ringrazio professoressa- disse Hermione seccata, interrompendo Sibilla Cooman e facendo dietrofront.
Tornò in Sala Comune ancora cupa. Era arrivata alla Torre dei Grifondoro quando quasi si scontrò con una figura immersa nei propri pensieri.
-Ciao Hermione- disse una voce sognante.
-Ciao Luna- sorrise l’altra.
-Oggi abbiamo il turno di guardia, perciò attenta a non farti prendere dai Gorgosprizzi … Ho sentito che ce n’è un’infestazione … - si raccomandò sorridendo.
-Oh … Gorgosprizzi … certo- disse Hermione mentre assottigliava gli occhi e si mordeva le labbra nel tentativo di non contraddirla.
Disse velocemente la parola d’ordine alla Signora Grassa e tornò a sedersi affianco ad Harry.
-C’è Vitous?- chiese Ginny.
-No, è ancora malato- rispose Hermione aprendo un libro e ricominciando a leggere.
-Ragazzi avete visto che ci ha mandato Lee?- chiese George mostrando a tutti un oggetto dalla forma circolare e il colore indefinito.
-E’ un Frisbee Trasformabile- spiegò Fred emozionato.
-Cosa fa?- chiese Harry.
-Be’ funziona come un qualsiasi frisbee, ma se va a sbattere ti ritorna indietro e si trasforma in qualunque cosa ti faccia paura, inseguendoti- disse George sorridendo.
-Proviamolo!- esclamò Ginny.
-Sì, datelo a me … sempre che Hermione non ci denunci per aver infranto la regola 20 e qualcosa …- disse Ron incrociando le braccia.
-Già … Sarebbe capace di toglierci 30 punti solo per aver detto questo e …-
-Tranquilli, non c’è problema me ne vado in dormitorio- disse Hermione stringendo il libro al petto ed andandosene a grandi passi.
-Siete due completi idioti- scandì Ginny. –Io vado a studiare con lei- aggiunse stampando un bacio sulle labbra di Harry, che guardò male gli altri due.
-Che c’è? Non sarai d’accordo con lei?- chiese Ron.
Harry lanciò loro un’occhiata eloquente e riprese a scrivere il suo tema di Erbologia, George scosse la testa e porse il Frisbee Trasformabile a Ron. Quest’ultimo, neanche un minuto dopo stava correndo per la stanza inseguito da un ragno gigante e urlava spaventato, Fred rideva ma senza esserne veramente felice, strano ma vero: uno scherzo del genere (per la prima volta in tutta la sua vita) non lo divertiva, ci stava mettendo tutto se stesso per comportarsi male con Hermione e stava scoprendo (con sua grande tristezza) che ci riusciva benissimo.
Parecchie ore più tardi Hermione era davanti alla torre dei Corvonero e aspettava paziente Luna Lovegood che non tardò ad arrivare, si salutarono ed iniziarono a parlare delle lezioni mentre si avviavano ai piani inferiori per adempiere al loro ruolo di Caposcuola.
-… E quindi ho capito che il Ricciocorno Schiantoso non esiste- concluse Luna amaramente.
-Così come i Nargili e i Gorgosprizzi e …- iniziò Hermione compunta.
-No, ti sbagli, loro certo che esistono-
-Dammi le prove-
-E tu dammi le prove che non esistono, dimostramelo-
Hermione fece per rispondere ma infine sospirò e scosse la testa, era inutile discutere con quella ragazza, decisamente inutile.
-Cosa farai finita la scuola?- domandò Luna, forse anche lei stufa da quella discussione.
-Mi piacerebbe intraprendere una carriera nella giurisprudenza, anche se forse se riuscirei a far crescere C.R.E.P.A. … - disse mordendosi il labbro.
-A me piacerebbe diventare Naturalista, ma forse dovrei continuare a dirigere il Cavillo- disse Luna pensierosa.
-Cos’è C.R.E.P.A.?- aggiunse dopo qualche attimo di silenzio.
-Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Poveri ed Abruttiti, è una cooperazione fondata da me. Se vuoi ti puoi unire, non ti costerà che uno zellino e poi riceverai una spilla. Tratta degli Elfi Domestici, a parer mio la loro condizione è ingiusta. Guarda Dobby- una lacrima le scese lungo la guancia –lui era più che felice di essere libero ed anche gli altri lo capirebbero se non venisse fatto loro il lavaggio del cervello … che ne dici?-
-Be’ dai, forse hai ragione. Sono un po’ come le Sorelle Stravagarie, in realtà erano delle Sirene ma Kingsleu Shacklebolt le aveva trasfigurate perché …-
Hermione aspettò che finisse con le sue idee stravaganti prima di prendere lo zellino e cercare dentro le tasche una spilla che teneva sempre con sé per ogni evenienza. Infine la porse alla ragazza e scrisse il suo nome insieme a pochi altri).
-Grazie Luna, non te ne pentirai- le disse sorridente e Luna ricambiò il sorriso.
Erano arrivate al Primo Piano, girarono l’angolo mentre Luna le raccontava di un’idea che le era venuta sul momento su come raccogliere fondi.
-Shh- fece Hermione all’amica, che ne capì subito il motivo.
Si sentivano dei rumori provenire dall’aula di trasfigurazione di fronte a loro. Una risata frivola e femminile e una voce maschile. Si guardarono indecise, non volevano interrompere nessun momento hot.
Infine appoggiarono la mano sulla maniglia e aprirono l’uscio in silenzio, quello che videro li lasciò entrambi abbastanza sorprese per qualche secondo.
Fred Weasley e Asteria Greengrass si stanno baciando, la gonna di lei è appena sollevata e la camicia di lui sbottonata così come la cravatta disfatta. Entrambi si girano verso di loro, Fred deglutisce, Asteria dice “Oh oh” e ride frivola, sicuramente ha anche bevuto del Wisky Incendiario.
Luna aspetta che sia Hermione a prendere la situazione in mano come al solito, a togliere qualche punto, dare una punizione, mandarli dal direttore delle case o dalla preside, fare loro una bella ramanzina. Invece non succede nulla, Hermione sembra come svuotata e così è Luna la prima a riprendersi.
-Vediamo un po’. Assunzione di alcolici per la ragazza, diciamo “passeggiate” fuori l’orario, siete in un’aula di lezione, non stavate esattamente “chiacchierando” e il vostro abbigliamento non è … adeguato. Direi 10 punti in meno a ciascuno e dovrò fare rapporto alla preside, ora potete andare nei vostri dormitori-
Astoria si sistemò la gonna, lanciò un’occhiata maliziosa a Fred e corse via.
Fred se ne andò con le mani in tasca e l’andatura indecisa, non prima di aver lanciato un’occhiata di traverso alle due compagne.
-Hermione? Sai, credo che dovremmo andare a dormire …- disse Luna parecchi minuti di silenzio dopo.
-Sì, sì hai ragione- rispose secca la Granger.
Lovegood accompagnò l’amica fino al ritratto della signora grassa.
-Sai mi dispiace per il Weasley, pensavo fosse un tipo a posto ed invece sta con ragazze del calibro di quella serpeverde …- disse schietta come sempre.
-Sì, dispiace anche a me. Io pensavo … ma non importa-
-Ti piace-
-Già- commentò Hermione, questa volta senza arrossire.
-Ci si vede Luna-
-Notte Herm-
Si separarono, Hermione svegliò la Signora Grassa ed entrò nella Sala Comune. Arrivò ben presto nel dormitorio dove svegliò una seconda persona: Ginny.
-Ciao Herm- disse la rossa stiracchiandosi.
-Ciao …- e prima che potesse rifletterci le aveva già raccontato tutto.
-Non pensavo che a Fred piacessero le ragazze scarlatte o come le vuoi chiamare …- disse Ginny pensierosa.
-Ma è ovvio!- aggiunse dopo.
-Cosa?- chiese Hermione stupita.
-Fred ti tratta male perché non vuole perdere anche Ron dopo aver già perso Percy e quindi per sfogarsi se n’è andato con Asteria ma in realtà è cotto di te!- disse entusiasta, con l’aria di chi ha risolto un grande dilemma.
-No, non è ovvio e non credo proprio sia così- disse Hermione scuotendo la testa.
-Bah …- disse Ginny. –Come sarebbe secondo te?-
-Secondo me non gli piaccio, per niente-
-E cos’hai intenzione di fare?-
-Vedrai- disse Hermione con uno strano luccichio negli occhi, Ginny deglutì. Guai in vista.
 
-Bene, ci siamo tutti?- chiese il professor Ruf stancamente.
-No, manca Hermione, signore- disse Harry piuttosto preoccupato.
-La signorina Granter?-
-Emh Granger …- lo corresse Ginny ma lui non parve ascoltare ed iniziò la lezione come al solito.
L’assenza di Hermione pareva a tutti molto strana, erano rare le occasioni in cui lei non si presentasse. In sette anni di scuola erano davvero da contare sulle dita (quando le erano cresciuti i denti davanti sproporzionatamente, quando era stata ricoperta di peli di gatto, quando era stata pietrificata e quando si era addormentata per il troppo studiare). Intanto c’era anche chi era preoccupato per il semplice fatto che quella brillante Grifondoro fosse l’unica in grado di resistere al potere di Ruf di fare addormentare gli studenti e quindi l’unica in grado di prendere appunti e non di scrivere solo delle frasi sconnesse e appena accennate.
La porta si aprì e gli studenti del settimo anno della lezione di Storia della Magia si bloccarono a metà di qualsiasi cosa loro stessero facendo, neanche qualcuno avesse lanciato loro un Incantesimo delle Pastoie Total-Body, solo il professore/fantasma continuò imperterrito la sua lezione sui Folletti della Gringott che rivendicavano i loro diritti.
Una ragazza era sulla soglia, i capelli lisci e morbidi che le arrivavano a metà schiena, gli occhi evidenziati dall’eye-liner e il mascara, la bocca definita dal rossetto leggero, una camicetta bianca e piuttosto trasparente, la cravatta perfettamente annodata, la minigonna senza una piega, le gambe lucide e perfette, gli stivali che le arrivavano alle caviglie con il tacco sottile e con la mano sinistra (fresca di manicure) stringeva due libri. Ma la cosa peggiore era che quella ragazza fosse Hermione.
Ginny deglutì, c’erano decisamente guai in vista.


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Eccomi qua! Questo capitolo mi convince già di più anche se è piuttosto triste, spero vi piaccia e che l'idea di un'Hermione che cambia (sbagliando, secondo me) per piacere a Fred vi affascini.. vi assicuro che ne vedrete delel belle più di quando Pansy ed Herm si erano scambiati e torneranno i pettegolezzi fra un paragrafoe  l'altro.

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Capitolo 15
*** Chi l'avrebbe mai detto? ***


15. Chi l’avrebbe mai detto?

-Buongiorno, mi scusi per il ritardo- disse Hermione rivolta a Ruf.
-Non si preoccupi Tranger e prenda a posto. Dicevo …-
Hermione non si diede nemmeno la pena di correggerlo e volteggiò fra i banchi andandosi a sedere affianco a Ginny, seguita dagli occhi di tutti.
-Scommetto che non hai intenzione di prendere appunti …- disse Ginny, metà ammirata e metà esasperata.
-Esattamente- rispose la bruna sorridendo maliziosa e facendo correre lo sguardo sui suoi compagni.
-Hei guarda! C’è Draco che ti osserva …- disse Ginny tirandole una leggera gomitata.
Hermione si girò verso il Malfoy che in effetti la stava studiando (con tanto d’occhi) e gli fece l’occhiolino, il biondo arrossì e lei sorrise soddisfatta. Accavallò le gambe ed il suo sguardo vagò ancora fra gli amici, senza prestare ulteriore attenzione al vecchio fantasma.
 Fred la osservava due banchi addietro, piuttosto accigliato, Astoria gli mandò un bacio ma lui non rispose, stava ancora osservando Hermione. Che le era preso?
Finita la lezione si avviarono a Cura delle Creature Magiche.
Hagrid per quella lezione aveva preparato le Fenici, stavano lì, le 5 Fenici, dritte e fiere, nel pieno dei loro anni, con le piume rosso fuoco, il becco appuntito e lo sguardo intelligente. Ci furono parecchie ovazioni di sorpresa e qualcuno le indicò eccitato.
-Bene, qualcuno sa dirci che cosa sono?- chiese Hagrid guardandoli entusiasta.
-Emh … Ginny?- disse indicandola mentre il suo sguardo si spostava furtivo su Hermione, il cui sguardo era perso sugli straordinari animali.
-Queste sono delle Fenici, creature magiche con parecchi poteri- rispose Ginny.
-Bene .. bene … chi ci sa dirci che poteri hanno e dove vivono?- lo sguardo del professore si fermò di nuovo su Hermione ma lei non pareva neanche ascoltare ciò che diceva.
-Harry?- esclamò rassegnato.
-Hanno poteri curativi molto potenti, per questo sono famose le lacrime di Fenice e possono trasportare oggetti molto pesanti … Credo che vivano .. Emh sono molto rare- disse nervoso.
-Sì, sì, esatto e loro vivono nei picchi rocciosi, ci vivono lì ecco. Specialmente in India, in Egitto e in Cina. E sono molto rare, rarissime. Ora potete avvicinarvi un poco, studiateci su e prendete appunti, su-
Non se lo fecero ripetere due volte, ogni studente si avvicinò seppur con rispetto ed iniziò ad ammirare quelle stupende creature. Hagrid camminava fra loro gettando alcune occhiate ai loro appunti.
-Ma cos’ha Hermione?- chiese chinandosi a Harry.
-Hermione?- chiese Harry lanciando uno sguardo all’amica. –Storia lunga- concluse sospirando.
Hagrid guardò il ragazzo preoccupato, poi continuò a camminare e rivolse la stessa identica domanda a Ron e Ginny, ottenendo sempre la stessa risposa.
Vide poi, più distaccati dagli altri, chiacchierare fitto i due gemelli.
-Hei ragazzi!- disse andando verso di loro.
-Ciao Hagrid- rispose George sorridendo.
-Ci dovete prendere appunti anche voi, quindi andate con gli altri-
-Oh- commentò Fred con una piccola smorfia.
I due si alzarono e presero il loro quaderno ed una piuma, si avvicinarono entrambi agli altri studenti che osservavano le Creature Magiche.
-Fred- disse avvicinandosi a questi.
-Prendo appunti … prendo appunti …- disse Fred sulla difensiva, mostrandogli il quadernetto.
-Sì, sì. Ma ecco io ti volevo chiederti cos’ha Hermione …- spiegò il MezzoGigante imbarazzato.
Fred avvampò. –Perché lo chiedi a me?-
-Nulla, nulla. Torna pure al tuo lavoro, Weasley- e detto questo si avvicinò a Lavanda che non capiva bene come facesse una Fenice a trasportare grandi pesi.
Hermione non stava prendendo appunti, giocherellava con uno stelo d’erba senza rovinarsi la mani-cure mentre qualche ragazzo la osservava affascinato e qualche ragazza invidiosa, ma lei non se ne curava minimamente.
 
-Oh Salazar! Ma hai visto la Granger?-
-Sì,sì! Con quei capelli lucidissimi, senza la pila di libri, il trucco e la minigonna … Devo ammettere che è davvero carina …-
-Si mormora che l’abbia fatto per un ragazzo …-
-Ah sì? E per chi?-
-Per Draco ma è ovvio!-
-Ne sei sicura?-
-Certo! Mi ha detto Emma che le ha detto Pansy che oggi ha fatto l’occhiolino a Malfoy durante la lezione e lo guardava sempre a Cura Delle Creature Magiche …!!!!-
-Chi l’avrebbe mai detto? Per Salazar!-
 
Era appena finita Difesa Contro Le Arti Oscure e gli studenti del settimo anno si apprestavano a mettere apposto la loro borsa e dirigersi in Sala Grande per il pranzo.
-Ehi Granger!- chiamò una voce.
-Sì?- chiese Hermione scocciata, girandosi verso Daphne.
-Io, mia sorella e Pansy ci chiedevamo se questo pomeriggio potessi venire con noi- spiegò la Serpe, Astoria sbuffò.
-A fare cosa?- chiese Hermione ancora più scocciata.
-Be’ hai davvero una manicure fantastica detto fra noi … E quel taglio di capelli è spettacolare … Potresti darci qualche consiglio- ammise Pansy.
-Vieni anche te?- chiese Hermione rivolta a Ginny.
-Stai scherzando spero!- le bisbigliò Ginny afferrandole un braccio.
-No- ammise Hermione. –Ok- disse girandosi verso le tre che stavano ancora aspettando. Dopo se ne andò, con passo felpato e grazia innaturale.
-Bah …- commentò Ginny prima di andarsene anche lei.
Alcune ore dopo una Pansy piuttosto frivola, una Daphne curiosa, un’Astoria corrucciata ed un Hermione fin troppo a suo agio sedevano in una stanza del quinto piano, dalla forma cilindrica e le pareti verde ed argento. Le tre Serpi avevano spiegato alla Grifona che era un rifugio per tutte le “brave” (molto fra virgolette) ragazze, in cui quest’ultime potevano scambiarsi pettegolezzi sui ragazzi che avevano conquistato o di nuovi modi per scommettere o saltare una lezione senza che le informazioni arrivassero ad orecchie indiscrete. Il luogo era frequentato principalmente da Serpeverde, anche se si poteva notare qualche Corvonero, già le Tassorosso erano rare e probabilmente Hermione era l’unica Grifondoro che ci avesse mai messo piede.
-Allora Parkinson come va con Malfoy?- chiese Hermione.
-E’ maledettamente figo, cara ma ho lasciato perdere dopo la nostra scommessa, ricordi?- disse facendole l’occhiolino.
-E su chi hai puntato ora?- chiese Daphne.
-Ma su Blaise ovvio!- disse Pansy spostandosi i capelli dietro l’orecchio.
-Ovvio no?- le fece Astoria spostando una ciocca di capelli allo stesso modo.
-E tu Daphne?- chiese Hermione ridacchiando.
-Be’ i Corvonero non sono male …- balbettò la bionda.
-I Corvonero o uno in particolare?- chiese Hermione mentre Pansy rideva.
-Ho una cotta per Steeval, ok?- disse incrociando le braccia ed avvampando.
-Non è il tuo ex?- si informò Pansy rivolta ad Hermione.
-In un certo senso- rispose l’altra.
-E tu Astoria? Stai con Weasley?- chiese Daphne rivolta alla sorella.
-Ma certo che stiamo insieme! Non lo sapevi?- rispose sgarbata.
-Ah sì? Lui mi ha detto che non è così- non era vero, Hermione non aveva parlato con Fred ma era l’unico modo che aveva per scoprire se mentiva.
-Cioè … Noi … E tu che ne vuoi sapere?- sbottò rivolgendole un’occhiata degna del Basilisco e della McGranitt messi insieme.
-Calmati Astoria ma che hai?!- esclamò Pansy.
-Che ho? Che ho? Lei è una Grifona, una sporca mezzosangue e noi … anzi voi! … L’avete invitata qui e sta a parlare con noi e .. e …- disse stringendo i pugni e alzandosi in piedi.
-Bastava dirlo cara, ciao ragazze- e detto questo Hermione se ne andò mentre Daphne e Pansy rivolgevano sguardi di disprezzo all’amica.
 
-Dora! Dora! Ma hai sentito? Sai chi è entrata nel Rifugio?-
-Shhh! Ma ti sei rincretinita? Abbassa la voce per Priscilla!-
-Sì, scusa. Comunque lo sai o no?-
-Intendi dire che quello che mi è stato riferito è vero? Davvero la perfetta Granger, Hermione la Grifona ci è venuta?-
-Esattamente!-
-Ma non è possibile! E chi l’avrebbe mai detto?-
 
Hermione andò verso i due ragazzi abbracciati.
-Siete bellissimi insieme- disse sorridendo.
Ginny la guardò strano, Harry le sorrise di rimando rivedendo la vecchia e cara Hermione.
-Gin vieni con me alla torre dei Corvonero?- chiese tranquilla aggiustandosi la cravatta.
-No, devo finire la mappa per Astronomia. L’hai già fatta?- chiese, aggrottando le sopracciglia, la rossa.
-Fatta? Ma stai scherzando? Perché dovrei perdere il mio tempo a fare quella roba?- e detto questo li salutò con la mano e se ne andò. Il sorriso di Harry si affievolì e Ginny sospirò.
Hermione camminò spedita ed arrivò alla torre dei Corvonero in dieci minuti buoni (ci avrebbe messo anche di meno se non avesse avuto i tacchi), guardò il corvo che subito disse “Cos’è che è fatto come un leone, ruggisce come un leone, ha i denti da leone, la coda da leone, le zampe da leone ma non è un leone?”
-La leonessa- rispose immediatamente e l’uccello la lasciò passare chinando appena il capo.
Entrò nella Sala Comune guardandosi bene intorno, gli altri Corvonero si giravano verso di lei allibiti finalmente trovò la persona che stava cercando.
-Ehi Terry!- disse alzando una mano per salutarlo e avanzando verso di lui.
-Ciao Hermione- disse sorridendo imbarazzato.
-Ascolta, sei libero sabato?- gli chiese facendoli l’occhiolino mentre si dirigevano in un angolo della stanza più appartato.
-S-sì- balbettò sorpreso.
-Sai una mia amica vorrebbe uscire con te …- spiegò Hermione accarezzandogli una guancia.
-Oh .. se è carina come te …- disse cercando di ironizzare e aggiustandosi il colletto della camicia.
-Direi di sì- ammise dopo averci pensato un attimo.
-Allora aspettala in Sala Grande alle tre … ciao- gli diede un bacio sulla guancia (più vicino alla bocca che alla gote) e gli voltò le spalle.
Gli sguardi di tutti la seguirono mentre usciva e qualcuno diede delle pacche sulle spalle a Terry, ancora frastornato.
Mentre la bruna si dirigeva in Guferia per mandare un barbagianni ai suoi, incrociò Ron e lo salutò con un ampio sorriso. Il rosso rispose sorpreso, non gli piaceva la nuova Hermione e nonostante avessero litigato preferiva mille volte la vecchia. Lui si era innamorato di lei così com’era ed ora che era cambiata si era accorto che il suo amore non era così forte. Era, forse, solo un’amicizia talmente forte da poter essere scambiata per tale. Aveva invece notato di pensare sempre più stesso ai baci che ci era scambiato con Lavanda al sesto anno, allora non aveva avuto modo di conoscerla ma ora che si parlavano spesso aveva anche scoperto che era una ragazza dolce e sensibile, anche se un po’ frivola e superficiale. Non aveva nulla a che fare con Hermione, ma non c’era nulla da fare, Hermione era unica. Ripensò a quasi una settimana prima quando Lavanda stava per dirgli qualcosa e lui non l’aveva capito.
Come se i suoi pensieri diventassero realtà girò l’angolo e si trovò di fronte niente che di meno alla signorina Brown in persona.
-Ciao- disse lei arrossendo.
-Ciao- disse Ron e prima di poterci riflettere l’aveva presa per mano e (con le orecchie scarlatte) portata in un’aula vuota (apparte Pix che se ne andò cantando una canzone improvvisata sui due piccioncini).
-Ron?- domandò lei torcendosi le mani.
-Be’ sai forse ho capito cosa volevi dirmi l’altro giorno e … sì, insomma … se è quello che penso è così anche per me … e per la miseriaccia! Volevo tu lo sapessi perchè io ci tengo a te ,… cioè. urca tu mi piaci! … Sì, ecco, l’ho detto tu mi …-
-Oh zitto e baciami Ron Weasley!- esclamò Lavanda e il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
In un attimo si ritrovarono incollati come qualche anno prima, ma in modo diverso, questa volta c’era il sentimento e la passione di chi quel bacio lo vuole davvero. Lavanda sentiva le braccia di Ron accarezzarle i capelli e si accorse che non era mai stata meglio in vita sua.
 
-Ultime novità?-
-Intendi apparte Hermione che usa il suo nuovo fascino per prendere un appuntamento ad un’amica con Steeval e gli da un bacio sulla guancia?-
-Wow!-
-E non è l’unica cosa! Ron Weasley e Lavanda Brown stanno insieme!-
-Scherzi?-
-No, cara, lo giuro sul Tasso della nostra casa! Alice li ha visti baciarsi!-
-Per le mutande di Merlino! Il mondo si sta capovolgendo?-
-Già … Chi l’avrebbe mai detto,eh?-
 
-Signorina Granger! Butti quella gomma!- esclamò Pomona Sprite a Hermione che stava giusto facendo una bolla con il chewing-goom.
-Certo prof!- esclamò alzandosi, prendendolo in mano e facendolo evanascere.
La professoressa di Erbologia la guardò malissimo ma continuò impassibile la lezione.
L’ora dopo ebbero Incantesimi, ancora tenuto dall’ormai vecchio (anche se non si poteva ben definire l’età) ma vivace professor Vitous.
-Chi di voi mi vuol far vedere il suo tema sull’ Incantesimo Respingi Babbani?- chiese il professore, seduto come sempre sulla pila di libri per arrivare alla cattedra.
-Forse … lei signorina Granger?- chiese fiducioso.
-Io non l’ho fatto, prof- disse lei passandosi una mano fra i capelli.
-Come non l’ha fatto? Si spieghi!- disse sorpreso.
-Non ne avevo voglia-
-Vuole dire che aveva altro da studiare fra tutte le materie che segue vero?-
-Oh no- lei rise –non ne avevo voglia-
-Bene, 10 punti in meno ai Grifondoro. Signor Thomas lei l’ha fatto?-
Dean annuì e si alzò, portando la pergamena al professore che iniziò a leggerlo alla classe. Hermione alzò le spalle ed iniziò a giocherellare con la sua piuma autocorreggente.
Quella mattina terminò con due ore esasperanti di Pozioni, il professore Lumacorno li accolse sorridendo e elencò loro gli ingredienti e i procedimenti che avrebbero dovuto eseguire per preparare la Pozione Veriterasum. Tutti si affrettarono all’armadio per prendere la Mandragola migliore o la Salamandra ridotta allo stato migliore, tirarono fuori Calderone e Bilancia ed iniziarono a trafficare. Hermione no. Con molta calma si alzò e prese tutti gli ingredienti poi stette per un buon quarto d’ora ad osservarli, infine li gettò tutti insieme nel Calderone e questo produsse uno scoppio incredibile (neanche ci avessero lanciato dentro una Caccabomba) e un fumo verde e dall’odore di uova marce.
Lumacorno richiamò tutti verso di sé ed iniziò a rimediare a quel casino che aveva messo l’aula al soqquadro, la classe iniziò a mormorare fra sé. Il mormorio iniziò a diventare vero e proprio chiasso.
-Silenzio! Silenzio!- esclamò Lumacorno infilando la bacchetta nei calzoni e lasciando l’aula più pulita di prima.
-Chi è stato? Chi è stato?- domandò mentre si asciugava la fronte madida di sudore.
-Io professore- disse Hermione avanzando a testa alta.
-Lei … lei signorina Granger? Ma cosa?- chiese frastornato e ci vollero cinque minuti buoni prima che si riprendesse.
-Benissimo! 15 punti in meno ai Grifondoro e domani sera la voglio in punizione con me!-
-Ma domani sera c’è la partita di Quidditch!- protestò Hermione.
-E da quando segue il Quidditch?- mormorò qualcuno a voce abbastanza alta perché lo sentissero tutti.
-Non mi interessa ed ora tutti ai propri posti e riprendete da dove eravate rimasti!- esclamò Lumacorno infastidito. Tornò alla cattedra ancora scioccato, la classe con lui.
Quel pomeriggio c’era Artimanzia, Hermione e pochi altri si diressero a lezione. La professoressa Vector aveva corretto i compiti, annunciato alla classe che erano andati davvero bene e che se avessero continuato così avrebbero tutti potuto prendere una O agli esami! Tutti mormorarono entusiasti e si scambiarono sorrisi. La professoressa iniziò a chiamare uno per uno gli studenti e a consegnare loro i compiti, arrivò ad Hermione e sospirò.
-Signorina Granger … Il compito è andato benissimo a tutti, tranne che a lei –
-Ah sì?- chiese Hermione apparentemente disinteressata.
Afferrò la pergamena che le porgeva la donna e la guardò. Una T. Non aveva mai preso una T in vita sua, specialmente in Artimanzia che era la sua materia preferita. Trasse un lungo sospiro e disse “ok” la Vector non poteva credere alle sue orecchie (neanche al voto che aveva dovuto mettere con dolore) ma continuò a distribuire gli altri.
La voce si sparse in fretta. Hermione Granger e una T non erano di certo compatibili. Non potevano essere compatibili.
 
-Oddio! Ma non ci posso credere! Eppure ero in classe quando è successo!-
-Che cosa? Sai che odio stare sulle spine così, Grifona!-
-Si hai ragione cara, scusami. Hermione da studentessa migliore del suo anno è diventata la peggiore! –
-Stai scherzando, spero!-
-No, no. Ti giuro! E’ diventato migliore Goyle!-
-O poveri noi!-
-Già hai detto bene!-
-Ma chi cazzo l’avrebbe mai detto?-
-Le parole! Anche se quando ci vuole, ci vuole …-
 
Ginny Weasley era sinceramente e decisamente stufa. L’aveva chiaramente detto al suo bel ragazzo: così non si poteva andare avanti! Avevano quasi discusso. Insomma! Sospendere l’allenamento non era un po’ esagerato? Aveva chiesto Harry seccato. Ma Ginny aveva insistito, detto che era per il bene di Hermione, che lui era l’unico che ci potesse riuscire visto che lui ne era la causa! Harry aveva opposto ancora una debole resistenza, ma alla fine non aveva saputo resistere agli occhi dolci della ragazza Weasley e aveva annunciato alla squadra che l’allenamento era stato rinviato al giorno dopo. Quindi la rossa aveva abbracciato il Bambino Che E’ Sopravvissuto, gli aveva dato un bel bacio ed era corsa via. Ora stava cercando quel malandrino di suo fratello. Sapeva dove poteva trovarlo. E non si sbagliava.
Era in cucina che si rimpinzava con Ron e George. “I soliti” pensò mentre li guardava abbuffarsi.
-Fred Weasley tu vieni con me! Io e te dobbiamo parlare!- disse seria, trascinandolo via. Fred non provò neanche a ribellarsi, dopotutto non c’era persona,animale o cosa che non conoscesse (temesse e rispettasse) le Fatture Pungenti di Ginny Weasley.



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Spero che questo capitolo vi piaccia e, come vi avevo già accennato, ho rimesso i pettegolezzi (prima parlano due ragazze serpeverdi, poi due Corvonero, dopo due Tassorosso e infine una ragazza Grifondoro ed un ragazzo Grifondoro, spero si sia capito =) ). Lo so che vi ho lasciato con la suspance,  non volevo farlo finire così ma volevo aggiornare per il compleanno di James Potter <3.
Ora vado,c eh devo scappare, sperov i piaccia. RECENSITE!!! ;-)+
Ciao!
n-b-= grazie a tutti quelli che mi seguono (seguono i miei scleri sì e quelli che recensiscono <3 )

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Capitolo 16
*** ϟ Always ϟ ***


16.ϟ Always  ϟ





-Dimmi cara sorellina, sempre così dolce, amabile e …-
-Oh falla finita Fred!- esclamò Ginny irritabile, il ragazzo ebbe il buon senso di tacere.
-Tu devi risolvere il casino che hai combinato!- esclamò puntandogli un dito contro il petto.
-Il casino? Quale casino?-
-Pensaci un attimo! Su …- disse Ginny incrociando le braccia ed iniziando a battere il piede per terra, Fred ebbe una visione così chiara di sua madre che rabbrividì ed iniziò a pensare.
-Forse intendi il corridoio del settimo piano riempito di Gas Soporifero?-
Ginny alzò un sopracciglio.
-No … Mi sa di no … Ah ecco! Il tuo distintivo da Prefetto che io e George abbiamo nascosto sotto il tappeto della Sala Comune?-
Ginny spalancò occhi e bocca. –Voi cosa?-
-Emh … Non era neanche questo … Allora, forse, gli ingredienti per la pozione che abbiamo rubato dalla dispensa di Lumacorno?-
La faccia di Ginny voleva sicuramente dire “Ti pare?”.
-Nemmeno questo … No … Allora forse la cravatta migliore di Ron che abbiamo lavato con …-
Ginny sbuffò sonoramente.
-Ah! Dici la Mou Mollelingua che abbiamo nascosto nel …-
-Nulla di tutto questo!- disse (o meglio, urlò).
-E che cosa?- chiese Fred arretrando.
-Hermione!-
-Hermione. Dici … quella Hermione?-
-Quante Hermione conosciamo?-
-Una sola, una sola e calmati per piacere … Ma io a lei non ho fatto niente!-
Ginny rise amaramente. –E secondo te perché è cambiata?-
Fred parve comprendere tutto. –Dici che l’ha fatto proprio per me … ma non può essere … cioè io non sono così importante da …-
-Hai finito con il monologo solitario e mi lasci spiegare?-
-Se ti calmi …- si azzardò a dire il rosso, ma da subito capì che non era la frase giusta.
Ginny strinse i pugni ed inizio ad urlare sul serio (tirò anche fuori la bacchetta ma gli occhi di Fred, per qualche strano motivo, non si vollero fermare troppo su quel particolare).
-Calmarmi? Calmarmi mentre tu hai ridotto così la mia migliore amica??-
-Non esageriamo …-
-Non esageriamo?!?!-
Fred prese un bel respiro e fece l’unica cosa che, sapeva, avrebbe fatto calmare la sorella.
-Scusa- mormorò abbassando lo sguardo, ed era pentito sul serio.
-Ok … ok- disse lei sospirando e passandosi una mano fra i capelli.
-Ora ti lascio spiegare- disse Fred con un occhiolino.
Ginny annuì. –Tu sapevi che Ron era  ancora innamorato di Hermione e quindi non volevi farlo soffrire. So che non era tua intenzione far soffrire nemmeno lei, ma quest’ultima parte non è andata alla grande. Lei ha visto insieme te e Astoria, stava malissimo. Ha pensato che l’unico modo per piacerti fosse cambiare e così è diventata una sorta di … Serpeverde senza cervello … insomma, l’hai vista!-
Fred avvampò, ma annuì.
-Ed io cosa dovrei fare?-
Ginny si trattenne dall’urlare di nuovo,“Uomini!” esclamò scuotendo la testa, poi però sospirò ancora e disse: -Va da lei, parlale e diglielo-
-Che cosa? Cosa le dovrei dire?- chiese Fred, sperando con tutto il cuore che la sorella non intendesse proprio quello …
-Che ti piace così com’è, che sei innamorato di lei, che vuoi stare insieme a lei-
-Ma io non …-
Ginny corrugò la fronte, come a dire “Non scherzare, Freddy”
-Forse è meglio che vada …-
-Vai!- ordinò Ginny, Fred annuì nuovamente e si girò.
Percorse i corridoi con il cuore all’impazzata, Ginny non gli aveva detto dove fosse Hermione e se l’aveva fatto lui non aveva prestato ascolto. Si trovò nella Sala Comune e lei era lì.
Per quelle due settimane era stato ad osservarla da lontano, a chiedersi perché si comportasse così e a soffrire in silenzio. Ora aveva il dovere e la possibilità di rimediare. Si fece coraggio (probabilmente raccolse tutto quello che Godric gli aveva donato) e si sedette di fronte a lei.
-Buongiorno Fred- disse Hermione, lo sguardo distaccato.
-Buongiorno Hermione-
No, non così, così non avrebbe risolto niente.
-Che c’è?- chiese lei dopo un po’, accortasi che lui la guardava.
-Io …- Hermione accavallò le gambe ed era dannatamente sexy.
-Vieni!- esclamò alzandosi in piedi e trascinandola via per un braccio, Hermione non oppose resistenza.
La portò nella Stanza della Necessità, le lasciò il braccio e percorse tre volte (avanti ed indietro) la parete, avendo bene in mente ciò che desiderava. Finalmente apparve la porta che aspettava e lui le afferrò di nuovo il braccio.
-Togliti le scarpe- disse senza guardarla.
-Ma cosa ..?-
-Togliti le scarpe e basta- ripeté sempre voltato dall’altra parte, in modo che lei non potesse vedere che sorrideva.
Hermione eseguì, quindi si tolse i tacchi e Fred aprì la porta. Furono dall’altra parte.
-Che cos’è questo posto?- chiese la bruna, dimenticando i modi altezzosi degli ultimi giorni.
Il soffitto era il cielo azzurro ed infinito, il pavimento era la sabbia della spiaggia che andava pian piano a formare l’acqua limpida del mare, le pareti non c’erano e l’orizzonte neppure, o così sembrava. Una spiaggia tutta per loro.
-E’ sempre la Stanza delle Necessità, questa è un’illusione provocata dalla magia. Ti ci puoi fare il bagno e giocare con la sabbia, ma una volta uscito dalla stanza non avrai né i vestiti bagnati e né sassolini addosso.- tacque per un attimo e poi aggiunse: -E’ qui che George ha chiesto ad Angelina di sposarlo.-
-Lo sapevo che l’avrebbe fatto! Ci avrei scommesso!- esclamò ritornando l’Hermione di sempre e sorridendo sincera.
Dopo sembrò rendersene conto, lasciò la mano di Fred e alzò la testa, addrizzando le spalle.
-E comunque perché mi hai portata qui?- chiese tagliente.
-Perché pensavo fosse l’unico posto adatto dove poterti chiedere scusa …-
Hermione deglutì, lasciando di nuovo andare a farsi fottere il contegno.
-Ora ho capito. Non volevo farti stare male. Davvero! E’ che non volevo perdere anche Ron e così facendo ho perso la persona di cui sono innamorato …-
Gli occhi di Hermione si fecero lucidi, guardando i suoi. Quelli di Fred si persero in quelli di lei.
-Mi sono innamorato di te Hermione-
La ragazza si avvicinò, senza più volteggiare, ma con la naturalezza di sempre.
-E mi piaci così come sei. Ti prego, non cambiare mai più. Né per me né per nessun altro. Tu sei perfetta così come sei- disse ancora Fred, ormai Hermione era troppo vicina per tornare indietro.
“Baciami” leggevano entrambi negli occhi dell’altro.
Un attimo dopo le loro bocche erano unite, le loro lingue si incontravano di nuovo, le mani avevano sete dell’altro. Un bacio senza fine dove il mare era dentro una stanza. Si staccarono dopo un tempo indefinito, non troppo né troppo poco, il tempo giusto. Hermione gli sorrise.
-Te lo prometto Fred …- sussurrò Hermione arrossendo.
Fred le accarezzò i capelli mentre sentiva un lungo brivido percorrergli la schiena.
-Anche io sono innamorata di te- ammise Hermione mentre arrossivano ancora entrambi.
Si baciarono di nuovo, con maggior passione.
-Dovremmo tornare Mione, fra poco c’è il coprifuoco-
-Dobbiamo proprio?- chiese Hermione abbassando lo sguardo e giocherellando con una ciocca dei propri capelli. Fred la trovò semplicemente adorabile.
-Cosa sentono le mie orecchie? La Granger che vuole infrangere le regole?- chiese Fred malizioso.
-Stai attento Weasley, sono una Caposcuola. Se non ti muovi a tornare in Sala Comune e non ritiri ciò che hai detto, potrei togliere 5 punti a Grifondoro anche solo per la tua sfacciataggine- disse Hermione ergendosi in tutta la sua statura (era comunque più bassa di lui) e guardandolo severa.
Scoppiarono a ridere nel medesimo istante, mentre le loro mani si intrecciavano.
 
Il mattino dopo Hermione fu presa dal panico più totale, era già dicembre e il suo reddito scolastico non era mai stato così basso.
-Ragazzi volete fare silenzio? Se devo rimediare la D in pozioni devo sapere tutto in modo eccellente!- strillò isterica mentre Fred e George provavano per l’ennesima volta il Torrone Sanguinolento.
-Mi hai sorpresa sai?- disse Harry.
-Perché?- chiese Hermione mordicchiando la piuma che stava usando per correggere i suoi appunti.
-Pensavo che avessi rinunciato a quel tuo comportamento appena presa la T in Artimanzia e invece mi hanno detto che non hai fatto una piega- spiegò Harry visibilmente e sinceramente sorpreso.
-Già. L’ho pensato anche io, quando ho visto quella T ho sentito il mondo crollarmi addosso. Non so cosa mi abbia fatta continuare … Dentro stavo impazzendo!- esclamò facendo ridere Ginny.
-Ed è per questo che devo assolutamente avere la massima concentrazione per …- Hermione fu interrotta dall’applauso entusiasta di Ron.
-Datemi quel Torrone Sanguinolento Weasley-
Nessuno dei tre si mosse: Ron pensò che quando iniziava a chiamarli per cognome non era un buon segno, George si tenne pronto all’ennesima litigata fra il gemello e l’amica, Fred pensò che arrabbiata era più bella che mai (ed ecco perché gli piaceva sempre farla arrabbiare …).
-Datemi quel Torrone o toglierò 5 punti ai Grifondoro- disse guardandoli con un cipiglio “alla McGranitt” –Ciascuno- aggiunse irritata.
George sbuffò e le porse il dolcetto stregato. Hermione sorrise soddisfatta e riprese a studiare.
-Vieni a colazione?- chiese Ron contento che le acque si fossero calmate.
-No. Devo ancora studiare Difesa Contro Le Arti Oscure, fare la mappa per Astronomia … No, no, andate voi …- Hermione era visibilmente nel panico.
-Ok, Herm, ti portiamo qualcosa- disse Lavanda (che da quando stava con Ron era molto meno frivola e molto più simpatica).
Se ne andarono tutti apparte Fred, che fece l’occhiolino a George e gli indicò il Torrone.
-Granger lo sai che sei terribilmente affascinante quando studi?- le chiese affacciandosi sullo schienale della ragazza.
-Non ci provare Weasley, non riavrai il tuo Torrone Sanguinolento- lo avvisò Hermione.
-Faresti questo al tuo ragazzo?- le sussurrò Fred all’orecchio, malizioso.
-Mh … ssssssno- disse arrendendosi e dandogli il Torrone.
-Be’ direi che ti meriti una ricompensa, vieni negli spogliatoi dopo l’allenamento di questo pomeriggio …- le sussurrò, facendola rabbrividire.
-Gli spogliatoi … Ma Fred devo studiare!- disse Hermione girandosi, ma Fred se n’era già andato non accettando un suo rifiuto.
Avevano deciso di non dire nulla a nessuno, per il momento, non sapevano bene il perché ma dirlo ad uno era come dirlo ad Hogwarts (nella magica scuola sembrava che anche cuscini, porte e scale avessero orecchie) e volevano tenersi il loro amore segreto ancora un po’. Pensò alla prima ed unica volta che era stata negli spogliatoi di Quidditch e rabbrividì. Poi si ricordò anche del piano e che nessuno ne aveva più parlato.
In quelle ore di lezione Hermione fu più saccente e so-tutto che mai, rispose a tutte le domande (senza eccezioni) dei prof ed arrivò quasi ad anticiparli, guadagnò moltissimi punti per Grifondoro (molti di più di quanti ne avesse persi) ed ottenne una E in Incantesimi ed una in Trasfigurazioni. Quel giorno si sarebbe potuto soprannominare “la ripresa di Hermione Granger” perché così fu detto dai suoi compagni, tutti contenti che fosse tornata l’Hermione di sempre. Ginny provò a chiedere, in vari momenti della giornata, all’amica cosa fosse successo fra lei e Fred ma ottenne solo mezze risposte ed il solito “Devo studiare”.
L’allenamento di Quidditch si svolse più intenso del solito in previsione della partita del sabato: Serpeverde contro Grifondoro. La partita più temuta ed aspettata da tutti, per l’avversione delle due case (l’una verso l’altra) di cui ognuno era a conoscenza.
Hermione studiava, seduti fra gli spalti insieme ad altri Grifondoro che non facevano altro che urlare e disturbare la sua concentrazione. Finalmente (e con un’Hermione piuttosto esaurita) l’allenamento terminò.
La bruna attraversò il campo da Quidditch, ma questa volta non entrò (avendo imparato la lezione) negli spogliatoi, al contrario aspettò fuori che gli altri uscissero.
-Ehi Herm come mai qui?- chiese George sorridendo furbo. Che Fred gli avesse detto qualcosa?
-Io …-
-Ho saputo che hai ridato il Torrone a Mordente … A proposito fratello come hai fatto?- chiese rivolto a Fred, arrivato in quel momento.
-Fascino animale, Lobo Solitario, fascino animale- disse Fred sospirando.
-Ciao Hermione- disse Harry arrivando.
-Ci stavi aspettando?- chiese Ginny.
-Sì, cioè veramente volevo sapere se si fa ancora … il piano … non ne abbiamo più parlato …- disse la prima cosa che le venne in mente, ma (si sa) Hermione Granger è fatta per rispondere alle domande.
-Ma certo che si fa! Ognuno sa il compito che deve svolgere … vero?- domandò Harry abbassando appena la voce.
Tutti annuirono e Demelza disse un “Sì” deciso.
-Bene, andiamo a cenare? Muoio di fame, per la miseriaccia!- imprecò Ron.
-Non avevo dubbi- disse Ginny fra i denti.
-Sempre il solito Ron-Ron – disse Lavanda guardandolo zuccherosa mentre, dietro di loro, George faceva finta di vomitare ed Harry rideva.
-Andiamo su!- esclamò Dean.
-Cavolo ragazzi! Ho dimenticato la scopa dentro! Volo a prenderla ed arrivo, voi andate pure!- disse Fred lanciando un’occhiata eloquente ad Hermione e correndo negli spogliatoi.
-Ragazzi io l’aspetto … Non vorrei ne combinasse una delle sue e rovinasse tutto il piano …- disse Hermione scuotendo la testa esasperata.
-Cosa mai vuoi che possa combinare?- chiese Ron guardandola sospettoso.
-Conosco abbastanza bene voi Weasley …- disse Hermione e Ron pensò fosse opportuno darle ragione ed andare a cenare.
Nessuno sembrò nutrire ulteriori sospetti, solo Harry mentre usciva le si avvicinò quasi per caso e le sussurrò all’orecchio “Potresti vincere un oscar per la recitazione”.
-Fred?- chiese Hermione entrando nello spogliatoio.
-Ehi! Pensavo non avessi colto …- disse sorridendo.
-Per chi mi hai preso?- domandò Hermione fingendosi offesa.
-Almeno questa volta non sei piombata qui senza preavviso- disse Fred.
“Almeno questa volta sei vestito” pensò Hermione.
-Allora: cosa …?- chiese la ragazza.
-Ah! Sì!- disse Fred porgendole un pacchetto.
Hermione aprì la bocca stupita e lo prese, lo scartò con cura e rivelò un libro che si intitolava “Il seggio Vacante”.
-Wow! Ma è bellissimo! Grazie … ma non dovevi!- disse abbracciandolo e poi guardandolo negli occhi.
-Già, lo so, è che sono troppo generoso- disse lui alzando le spalle e facendola ridere.
-Farai qualsiasi cosa per farti sorridere … Adoro questo sorriso- aggiunse avvicinandosi e prendendole il viso fra le dita.
-E sai? Ho questo sorriso solo quando sono con te- sussurrò Hermione baciandolo.
 
Il piano era semplice e perciò semplicemente efficace. I Grifondoro si erano allenati per tutta la settimana con lo schema 5, avevano fatto disegni e preso appunti sullo schema 5, questi ultimi erano negli spogliatoi, incustoditi. Esattamente dove i Serpeverde si sarebbero aspettati di trovarli. Harry lavorò una notte intera per creare lo schema 6 (di cui nessuno sapeva l’esistenza), Dean (a cui avevano chiesto gentilmente aiuto) si occupò di migliorarlo con disegni decisamente fatti meglio di quelli dell’eroe del mondo magico, Ginny passò il pomeriggio a farne sei copie perfettamente identiche, Fred e George (esperti in questi incantesimi) lanciarono su ognuno di essi una Fattura che li avrebbe fatti diventare bianchi agli occhi di qualsiasi Serpeverde, in seguito ogni componente della squadra studiò codesto schema. Lavanda e Demelza si occuparono di diffondere in tutta Hogwarts (il che fu alquanto facile)  la notizia che i Grifondoro avrebbero utilizzato lo schema 5 all’ultima partita e Ginny si lasciò sfuggire a Cura Delle Creature Magiche (che aveva con i Serpeverde) il fatto che lo schema 5 fosse nel secondo cassetto, a partire dall’alto, del mobiletto. Hermione ebbe il compito più difficile e la squadra non lo avrebbe affidato a nessun altro: convinse la McGranitt di dover comprare un regalo ai suoi e la preside lasciò andare, in un pomeriggio libero, nella città babbana più vicina. Lì, la ragazza comprò un micro-chip digitale. Dopo di che, prima di rientrare ad Hogwarts, fece su di esso tutti gli Incantesimi che conosceva per fare in modo che funzionasse anche alla Scuola di Magia e Stregoneria, dove ogni oggetto tecnologico impazziva. Tornata in Sala Comune spedì un gufo ai suoi con un regalo che aveva comprato tempo addietro (per sembrare credibile) e diede un Galeone a Ron. Quest’ultimo (un po’ malinconico all’idea che non fosse vero) fece un salto negli spogliatoi per prendere la sua divisa che, insistette, era da lavare; così lasciò accidentalmente il galeone su una mensola.
Era tutto perfetto e la domenica arrivò, i Grifondoro erano entusiasti e i Serpeverde altrettanto,  questi ultimi convinti di avere la vittoria in pungo. I giocatori si schierarono, la folla faceva il tifo, Luna era pronta nella sua postazione di cronista. Madama Bumb disse il consueto “Capitani! Stringetevi le mani!” e Draco ed Harry si stritolarono i rispettivi arti in strette mozzafiato, dopo la professoressa (in funzione di arbitro) fischiò.
-Ed ecco che i Grifondoro e i Serpeverde partono! 0 a 0-
-Per forza che siamo 0 a 0 abbiamo appena iniziato!- disse Hagrid con il suo vocione,ridendo al fianco di Hermione e tirandole una gomitata che per poco non la fece cadere giù dagli spalti.
-I Grifondoro giocano alla grande e Ginny Weasley , ma quanto è simpatica quella ragazza?, ha appena segnato un goal! 10 punti ai Grifondoro! I Serpeverde non giocano altrettanto bene, sembrano spaesati, quasi un Gorgosprizzo li avesse colpiti. Scommetto che qui a scuola ce n’è un infestazione, ho detto tante volte alla nostra amata preside che dovrebbe controllare ma lei mi ha risposto che i Gorgosprizzi non esistono. Ne siete convinti anche tutti voi, persino Hermione Granger che è così brillante e simpatica, eppure vi sbagliate perché i Gorgosprizzi stessi vi confondono le idee infilandosi nelle vostre orecchie e … -
-50 a 0 per Grifondoro!- urlò la McGranitt strappandole il microfono.
-Eh sì! L’avevo detto io che i Gorgosprizzi avevano attaccato i Serpeverde … Comunque ora in aria vediamo Harry, il Prescelto sì, che si guarda intorno … Credo stia cercando dei Nargilli …-
-Harry Potter è alla ricerca del boccino mentre Dean segna un altro goal! 60 a 0 per i Grifondoro!- la McGranitt aveva nuovamente preso il microfono a Luna. Lavanda intanto, al fianco di Hermione, si teneva la pancia per il troppo ridere.
La partita era stata decisa in partenza, Grifondoro vinse 250 a 0 un punteggio mai visto. Lumacorno corse dentro al castello sconvolto e George ipotizzò che fosse corso in camera sua a piangere e che presto avrebbe dato le dimissioni. Appena Harry prese il boccino, il boato che si alzò dagli spalti sembrò squarciare il cielo cupo e nuvoloso. Hermione si trattenne dal rallegrarsi e corse dalla McGranitt, consegnandole un piccolo Galeone che ben presto le riprodusse (sottoforma di ologramma) tutto ciò che era avvenuto nelle ultime 24 ore nello spogliatoio e, di conseguenza, i Serpeverde che rubavano gli schemi. Tutta la squadra verde-argento fu messa in punizione e vennero tolti 10 punti ciascuno, più altri 10 ai due che si erano interessati in prima persona del furto. In tutto furono 90 punti, la clessidra dei Serpeverde non era mai stata così bassa ed ognuno degli studenti di quella casa voltò le spalle ai propri giocatori.
Hermione venne abbracciata da tutti i Grifondoro (specialmente dalla squadra e Fred si trattenne dal baciarla di fronte a tutti) e nella Sala Comune fu festa fino a sera tarda, quando la torre sembrò essersi appena svuotata e i tavoli iniziavano a pulirsi dal cibo rubacchiato dalle cucine Harry si avvicinò ad un’Hermione solitaria intenta a sferruzzare qualche cappello per la campagna “C.R.E.P.A.”
-Alla fine non mi hai più detto nulla di te e Fred- disse Harry sorridendo.
-Tra me e Fred non c’è nulla …- disse Hermione arrossendo.
-Herm, Herm, potrai ingannare tutti gli altri ma non me. Non tuo fratello- disse con un occhiolino.
Hermione senza alcun preavviso, senza che qualcuno lo avesse premeditato o previsto lo abbracciò. Era maledettamente vero, lui era come un fratello per lei, lui era suo fratello.
-Non lo dirai a Ginny vero?-
-Se tu non vuoi, no-
-Bene …- disse Hermione iniziando a raccontare, con le gote in fiamme.
La loro amicizia non avrebbe mai avuto fine. Sarebbe durata per un tempo infinito. Sempre.


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Si sono baciati e dichiarati!! Finalmente eh!!
Always, sempre fratelli, l'amicizia senza fine. Nei capitoli precendti avevo un po' trascurato il legame fra Harry ed Hermione, ora invece è l'unico con qui la Grifona si confidi e spero che abbiate capito che Fred ha fatto la medesima cosa con George.
Non so che altro dirvi, ma ditemi voi qualcosa e recensite al più presto.
Ora, per i potteriani di voi più deboli di cuore e facili alle lacrime (quest'ultima cosa vale per me se si parla della fantastica saga e dei gemelli) consiglio saggiamente e con molto ardore di non leggere ciò che sto per scrivere. Vi dirò qui di seguito un indovinello non troppo complicato, ma che vi farà restare malissimo, l'ho voluto mettere per farvi capire che all'idiozia della gente non c'è fine. A me fa venire da piangere...
"Qual'è quell'animale che fino a un anno di vita a otto zampe, 4 fino ai vent'anni e su due zampe per il resto della vita?" ='(
Baci,
Herm

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Capitolo 17
*** Nuove idee, non sempre così buone... ***


17. Nuove idee, non sempre così buone..

-E quindi Marte nel prossimo mese farà un giro intorno a …-
-No, George, non nel prossimo mese. Pressappoco fra una settimana- lo corresse severa Hermione.
-Ma no! Non sarò un asso in Astronomia, ma sanno tutti che succederà il 25 Dicembre e …-
-Il 25 Dicembre, infatti, è fra una settimana- insistette la bruna, che odiava essere corretta.
Era il giorno prima delle Vacanze di Natale (anche se nessuno sembrava essersene accorto) ed i gemelli Weasley, Ron, Ginny, Harry ed Hermione facevano i compiti in Sala Comune.
-Ma non è possibile! Se no domani incomincerebbero le vacanze di Natale!- disse ancora Ron.
-Infatti domani iniziano le vacanze di Natale!- esclamò Hermione divertita.
Fred rise. –Impossibile! Di solito la McGranitt passa con il foglio per chi vuole restare ad Hogwarts e non è passata. Di solito ci danno un casino di compiti e non è successo. Di solito mamma ci scrive e non l’ha fatto- si intromise.
-Aspetta!- iniziò Harry un po’ meno divertito. –La McGranitt è passata con il foglio mentre voi eravate in punizione …-
-Sì, sì … E mi chiedevo il motivo della valanga di compiti, che io non ho scritto …- aggiunse George.
-Ed ecco perché Leotordo faceva più casino del solito! Non aveva fame, voleva consegnarmi la lettera! Per la miseriaccia, ora come lo spiego a mamma?- chiese Ron grattandosi il mento.
-Per le sacrosante mutande di Godric!- disse Ginny spaventata.
-Tranquilla, Gin, chiederò a mamma scusa anche da parte tua …- iniziò Ron.
-Ma Ron quando cresci? …- Harry rise e Ron s’imbronciò –Stasera c’è la festa di Lumacorno!-
-Tranquilla sorellina, non serve che tu abbia per forza un accompagnatore …- la tranquillizzò George.
-Scemo, ci vado con Harry!- disse al ragazza tirandogli un cuscino che Fred fece rallentare prima che colpisse in pieno il gemello. –E’ che noi non abbiamo un vestito, Hermione!- esclamò girandosi verso l’amica.
-I nostri armadi, in particolar modo il tuo, scoppiano di vestiti!- disse Hermione scuotendo la testa.
-Ma no! Non ne abbiamo uno apposta per sta sera! Non potevi ricordarmelo prima, della festa?-
-Si dia il caso che io te l’abbia ricordato una settimana fa, dai Tre manici di scopa mentre te e Harry … “Conversavate” ma proprio per questo non mi hai ascoltata …- disse l’eroina del mondo magico, facendo le virgolette e calcando particolarmente sul “Conversavate”. I gemelli risero e Ginny lanciò loro un altro cuscino.
-Scusa Herm …- disse poi la rossa addolcendosi.
-Ma ora dobbiamo andare!- esclamò ed un attimo dopo era già nel suo dormitorio a cambiarsi.
-Meglio che vada con lei …-
-Ehi Hermione ma tu con chi ci vai alla festa?- chiese George malizioso.
-Con me, ovvio- sbottò Fred incrociando le braccia.
-E perché dovrebbe essere ovvio?- chiese Ron incupendosi.
-Perché …- iniziò Fred guardando furtivamente Harry in cerca di aiuto.
-Finito!- esclamò Lavanda riemergendo dal cumulo di libri che stava studiando e salvando Mordente, che sospirò e non trovò mai Lav-Lav simpatica come in quel momento.
 
-Questo no! Orribile! Terribile! Schifoso! Fa cagare i draghi stitici! Harry non mi guarderebbe nemmeno! Sarei ridicola! Vomiterei! – disse Ginny mentre prendeva uno ad uno i suoi vestiti e li lanciava su Hermione.
-Hermione e ora che facciamo?- chiese girandosi preoccupata, ma subito si incupì.
-Hermione? Hermione? Dove sei?- domandò.
-Sono qui …- disse una voce soffocata proveniente dalla …
-Come hai fatto a finire sotto la pila di vestiti?- chiese Ginny ridendo e lanciando un Incantesimo Levitante e mettendo così gli abiti di nuovo nell’armadio.
-Ma chissà … Forse perché la mia migliore amica mi ha detto “Tienimi questi!” e poi ha iniziato a lanciarmeli tutti addosso?- chiese Hermione ridendo a sua volta.
-Cosa facciamo?- aggiunse dopo un po’ (Ginny aveva fatto fare la stessa fine e gli stessi commenti anche a tutto il suo guardaroba).
-Ho un’idea … Ma è piuttosto complicata … Ma d’altronde sono con la ragazza migliore del nostro anno …-
-Gin, spara!- esclamò Hermione sulle spine.
-Bene, si fa prima a dirsi che a farsi. Prendi un vestito qualunque dei tuoi ed uno qualunque dei miei.-
-Fatto-
-Ora indossiamoli-
-Sei diventata scema?-
-No, no, fa come ti dico- rispose Ginny con uno strano e misterioso sorriso.
 

-Pronta?- chiese Ginny posando il rossetto.
-Direi di sì- sorrise Hermione.
Le due ragazze scesero le scale e si fermarono alle spalle degli altri.
-Ragazzi ci siamo!- esclamò Ginny toccando il fratello minore sulla spalla.
-Era or-…- iniziò George ma si bloccò. –Wow- commentò.
-Porca di quella Morgana!- esclamò Harry.
-Per la miseriaccia!- disse Ron.
-Concordò con Harry- aggiunse Fred, la bocca aperta.
-Ma come cazzo avete fatto?- chiese Lavanda, allibita nel suo vestito turchese.
Ginny aveva i lunghi capelli rossi insolitamente sciolti, le labbra scarlatte e morbide, un leggero tocco di mascara. Indossava un lungo vestito rosso e semplice, il colletto ripiegato su se stesso, una fascia elastica era posta sulla vita, le maniche terminavano con alcuni bottoni neri. Le scarpe erano nere e con il tacco. Lo smalto rosso. Una “BabboNatale” natalizia, rossa e stupenda.
Hermione aveva tagliato e sfoltito i capelli, che ora le arrivavano appena al collo, erano rossi (con alcuni riflessi castani e, in minor parte, biondi). Si era truccata con matita, mascara ed un leggero lucidalabbra. Aveva un vestito azzurro e con tante pieghe che si confondevano con altrettante (però di colore nero), sulle spalline aveva delle rose dei due stessi colori del vestito, quest’ultimo era leggermente scollato. Portava anche delle calze a rete e nere, ai piedi due scarpe da ginnastica bianche. Inoltre si era tinta le unghie di nero.
-Dove li avete presi?- chiese ancora Lavanda, interrompendo il silenzio.
-Non gli abbiamo presi, li abbiamo fatti noi- spiegò Ginny.
-E come?- domandò la bionda.
-Abbiamo preso dei nostri vestiti che non usavamo più e ci siamo servite di alcuni incantesimi e trasfigurazioni …-
-Wow- ripeté George.
-Ha fatto tutto Hermione- ammise Ginny.
-Ma no!- disse Hermione arrossendo –Ho seguito solo le sue istruzioni …-
-E questi capelli?- chiese Harry prendendone una ciocca fra le dita.
-Oh … non ti piacciono?- chiese Hermione arrossendo ancora, malinconica.
-Ma no! Stai benissimo!- disse Harry dandole un bacio sulla guancia.
-Sì, sei bellissima- aggiunse Fred lanciando un’occhiataccia ad Harry.
-Sai Mordente, se non amassi follemente Angelina, ti ruberei la dama …- disse George guardando Hermione.
-Altolà Lobo Solitario!- scherzò Fred.
-Ginny, perché sei mia sorella?- chiese Ron facendole l’occhiolino.
Lavanda pestò il piede (con il suo tacco di ben 15 centimetri) a Ron, che ululò dal dolore.
Tutti risero.
-Be’ andiamo a divertirci tutti insieme!- esclamò George.
-Ma tu non sei stato invitato!- osservò Hermione.
-E chi l’ha detto?- fece lui con un occhiolino.
-Ma cosa … - iniziò Ginny.
-Vedrai vedrai …- disse George misterioso.
-Già andiamo a divertirci visto che da domani noia al massimo …- disse Harry abbattuto.
-Ma che dici?- chiese Ron sorpreso.
-Be’ non credo che a casa mia ci sia molto da fare …- disse Harry.
-Non avrai intenzione di tornare a Grimmauld Place?- chiese Fred.
-Stai scherzando? Tu e Hermione venite alla Tana con noi!- esclamò George.
-Ma veramente …- confabularono i due.
-Non se ne parla! Niente ma, cari! Ormai fate parte della famiglia!- disse Ginny decisa.
-Sì, ok, andiamo?- chiese Lavanda seccata (probabilmente per il suo mancato invito).
 
-Buongiorno professor Lumacorno, ma sa che ha una cravatta splendida?- disse George sorridendo e lanciando un rapido occhiolino al gemello.
-Oh grazie signor Weasley, devo dire che è un bravo adulatore …-
-Adulatore? Per niente … Dove l’ha presa?-
-Oh sai, madama McClan è stata mia allieva, in realtà sono pochi coloro che non lo sono stati. Ti va di unirti a noi?-
-Ma con molto piacere, la ringrazio prof- e detto questo raggiunse gli amici.
-George sei un genio- ammise Ginny ridendo.
-Grande Forge! Così mi piaci!- esclamò Fred mentre si davano il cinque.
Presto ognuno di loro prese posto alla grande tavolata e iniziarono a servirsi con le pietanze più assurde (“Tutte fatte, ovviamente, dai più grandi maghi chef  del nostro tempo signori. Ecco, prendete questa, è vera zuppa inglese ed assaggiatela, non è deliziosa? L’ha fatta il mio caro vecchio alunno, John Tom Kevin. Lei se lo ricorda Pomona? Era un alunno delizioso e …”).
-Vi state divertendo?- chiese Lumacorno poggiando una mano sulla spalla di Malfoy, seduto poco distante dai Grifondoro.
-Da morire- sibilò quello visibilmente annoiato, con la sua voce strascicata.
-Gred non credi sia ora di movimentare un po’ questa festa?- chiese George alzandosi.
-Ovviamente, caro. Scusami un attimo, Hermione- disse facendole un perfetto baciamano ed alzandosi.
-Signore e signori!- esclamò George attirando l’attenzione generale.
-Donzelle e amici Malandrini!- esclamò Fred.
-Volevamo presentarvi le nostre ultime invenzioni … godetevi lo spettacolo!- disse George.
-Oh no … Si faranno cacciare, così- gemette Ron.
-Io non credo …- disse Harry sorridendo.
-Shhh- fece Lavanda.
I gemelli batterono le mani e con un leggero fumo viola accanto a loro apparve una Fenice fatta interamente di fuoco (o così pareva) ed insieme ad un Ippogrifo (che sembrava costituito da acqua) iniziarono a fare delle capriole in aria, volteggiando e scambiandosi i ruoli. La Fenice produsse il suo canto meraviglioso e nessuno di loro si trovò più nello studio del professore di Pozioni ma bensì in una grande vallata verdeggiante, con una cascata poco lontano e tutti gli animali della foresta. L’animale leggendario sparì e l’ippogrifo sembrò arrestarsi un momento. Una tigre spuntò dal folto degli alberi e corse leggiadra e feroce verso Astoria, la ragazza urlò e si aggrappò  a Draco. Ma poco prima che la Serpeverde potesse essere sbranata l’illusione (perché di ciò si trattava) sparì. L’Ippogrifo produsse un verso fastidioso e qualcuno si tappò le orecchie, pochi attimi dopo stava svanendo e le sue piume si trasformarono in un set di carte che iniziarono a  vagare per la stanza, con dei coriandoli che saltellavano allegri sulle teste di tutti.
Infine sparirono.
-Ed ecco qua, Pietre Allucinogene!- esclamò Fred mostrando a tutti due sassolini di colore fucsia.
-Esatto ragazzi, potete trovarle da I Tiri Vispi Weasley. Per le persone del Luma-Club sconto del 10 %.- concluse George.
-Weasley!- esclamò Lumacorno guardandoli.
-Si professore?- chiese George amabile.
-Questo è … questo è stato …-
Qualcuno fra i presenti si portò le mani alla bocca, qualcun’altro sghignazzava.
-Straordinario! Sì, ragazzi. Eccellente. Avete un’abilità straordinaria! Credo proprio che anche voi potrete fare parte del Luma-Club, sì sì- disse ridacchiando il “Vecchio Luma”.
I due gemelli si scambiarono un’occhiata complice, annuirono, ringraziarono il professore e tornarono al loro posto.
-Questa è sicuramente magia avanzata, di quella che non viene insegnata ad Hogwarts. Avete sicuramente usato un Incantesimo …-
-Hermione, non con tutti funziona l’adulazione. Non ti diremo mai i nostri segreti!- disse Fred ridendo e mettendole una mano sulla spalla.
-Giusto e sappi che, dal profondo della nostra modestia, sappiamo benissimo di essere due geni fatti persona- disse George mettendole una mano sull’altra spalla.
Hermione, con grande sorpresa di Ginny, scoppiò a ridere e i due gemelli si sedettero.
 
 
Un vecchio orologio rovinato e sudicio cadde sull’erba della Tana. Lo seguirono immediatamente due ragazzi pressoché identici, un Grifondoro slanciato dai capelli rossi e moltissime lentiggini ed un altro più basso dei tre, dai bei occhi verdi, al contrario due ragazze atterrarono perfettamente in piedi, i capelli appena spettinati ed il sorriso superiore. Quell’aria da vincenti (e di divertimento, nel vedere gli amici per terra) durò poco. Ben presto furono soprafatte dagli abbracci stritolanti e dalle esclamazioni preoccupante della signora Weasley.
-Oh ragazzi! Quanto mi siete mancati!- esclamò baciandoli ancora uno ad uno.
-Venite! Venite! Arthur è in giardino, Charlie ha avvisato che non potrà venire ed è troppo indaffarato, Bill e Fleur invece hanno detto che arriveranno per la vigilia.-
-Ma signora Weasley non staremo un po’ stretti?-
-Oh non preoccuparti Harry caro, ci si dovrà stringere un po’ ma staremo tutti benissimo-
-Già con un eccesso di Flebo per Natale …- sussurrò Ginny all’amica.
-Fred, George portate su i bauli di tutti e pulite il Garage!-
-E perché sempre noi?- chiese Fred.
-Perché siete i più grandi Fred!-
-Oddio mamma! Ancora non ci riconosci? Io sono George-
-Oh, hai ragione caro, scusami.-
-Già, quindi mamma è lui il più grande. George è nato dieci minuti prima di me. Spetta a lui!- disse George furbo.
-Oh e va bene, Fred. George muoviti!- disse Molly caricando le braccia del figlio.
-Ma aspetta mamma! Ma’ non è vero, scherzavo! Lui è George! Mamma!- disse Fred sepolto dai bagagli.
Dietro di loro gli altri non riuscivano più a trattenere le risate.
-Ti tocca caro George!- disse George ridendo.
-Questa me la paghi, Lobo Solitario!- esclamò Fred trascinandosi di sopra.
-Io vado ..- iniziò Hermione.
-In camera mia, ti devo assolutamente mostrare una cosa!- esclamò Ginny.
“Ad aiutare Fred” concluse Hermione mentalmente, rassegnandosi e seguendo l’amica.
 
Qualcuno bussò alla saracinesca.
-Ho quasi finito, ok? Visto che io, George, devo fare tutto da solo- borbottò Fred con una leggera punta di sarcasmo.
-Fred? Che dici? Sono io!- esclamò Hermione dall’altra parte.
-Oh! Scusa! Arrivo!- disse Fred imbarazzato, aprendole e poi chiudendo la lamiera di ferro.
-Hai finito?- chiese Hermione sedendosi su uno scatolone.
-Ora sì- rispose Fred dando un ultimo tocco con la bacchetta.
-Credo che dovremmo dirlo agli altri che stiamo insieme- disse Hermione abbassando gli occhi mentre si attorcigliava una ciocca di capelli (ora tornati normali) attorno al dito.
-Già, è bello tenerlo segreto ma dirlo rende la cosa più reale, giusto?-
Erano ancora una volta vicinissimi.
Fred accorciò deciso le distanze e la baciò, adorava perdersi in quelle magnifiche labbra e saggiare il sapore della sua lingua. Affondò le mani fra i suoi capelli fortunati, mentre Hermione stringeva le sue dietro al collo del ragazzo.
Si fermarono un attimo, forse per riprendere fiato, poi continuarono a baciarsi.
Fred disegnò con la lingua la circonferenza delle labbra di lei, Hermione lo baciò con più passione.
Le mani di Fred scivolarono giù, accarezzandole la schiena ed arrivando sotto la maglietta. Hermione rabbrividì.
Esistevano solo loro, i baci, le carezze, le loro lingue che si incontravano, non c’era spazio per altro.
Presto si ritrovarono distesi sulla moquette del pavimento, a baciarsi.
Le mani di Fred corsero ancora su tutto il corpo di Hermione ed arrivarono ai bottoni della camicia, iniziò a sbottonarli uno ad uno. Le mani di Hermione (più nervose e meno esperte) volarono alla sua maglietta ed in un attimo gliela sfilò. Era tutto così semplice e reale fra loro, avrebbero voluto che quel momento non finisse mai.
-Hei Fred! Ron voleva che ti venissimo ad aiutare e così- esclamò qualcuno bussando.
Loro si bloccarono e si guardarono: la saracinesca poteva benissimo essere aperta con un semplice incantesimo.
-No Fred, non ascoltare quell’idiota di George. E’ lui che si sentiva in colpa e ci ha costretti …- iniziò Ron punto sul vivo.
I due ragazzi si alzarono in piedi, Hermione iniziò ad abbottonarsi la camicia, Fred si infilò la maglietta (al rovesciò, così dovette toglierla e metterla nuovamente).
-Io non sono stata costretta e nemmeno ho intenzioni di aiutarti per quanto ti voglia bene … E’ solo che volevo chiederti se hai visto Hermione …- si inserì Ginny, mentre altre due voci (sicuramente George e Ron) battibeccavano.
-Oh insomma secondo te chi ha ragione Harry?- esclamò Ron.
-Pff … Io l’ho detto che sei infantile. Eh Harry chi ha ragione?- gli fece il verso George ghignando.
-Io … Fred vuoi aprire o no?- svincolò Harry.
-S-sì … C-certo!- esclamò Fred mentre Hermione cercava di aggiustarsi i capelli.
Con un colpo di bacchetta il Weasley aprì e gli altri entravano.
-Ehi! Che facevate voi due?- chiese Ginny sospettosa.
-Noi … Chiacchieravamo- improvvisò Hermione.
-Sì, certo, e sapete che io sono appena diventato Ministro della Magia?- disse George malizioso e sarcastico in contemporanea.
-Be’ in effetti … Noi dobbiamo dirvi una cosa- ammise Fred guardandoli.
Harry sorrise.
-Noi stiamo insieme- concluse il rosso.
-Intendi che eravate insieme nella stanza vero?- chiese Ron incerto.
-Ma quanto sei cretino Ronald?- chiese Ginny scuotendo la testa, dopo guardò i due.
-Ma è meraviglioso! Io lo sapevo che vi sareste messi insieme! George, fuori i 10 Galeoni!- esclamò Ginny rivolta al fratello.
-Merda!- imprecò l’altro.
-Avevate scommesso 10 Galeoni che ci saremmo messi insieme?- domandò Hermione incredula.
-Ma no! Avevamo scommesso 10 Galeoni che lo avreste fatto prima di Natale!- precisò Ginny.
-E cosa vi faceva pensare che io e Hermione ci saremmo messi insieme?- chiese Fred incrociando le braccia.
-La cosa?- chiese Hermione e dalle facce degli altri, nessuno aveva capito qualcosa.
-Fred + Hermione, no?- esclamò Ginny soddisfatta.
Tutti risero, Fred no.
Entrarono in casa stringendosi nel mantello, Ginny contava felice i suoi 10 Galeoni e Harry sembrava soddisfatto.
-Comunque avrei scommesso il triplo di quei Galeoni che con quelle magliette stropicciate, i capelli scarmigliati, le gote rosse e gli occhi lucidi non avevate solo chiacchierato …- disse George malizioso.
Fred e Hermione risero, quest’ultima un po’ incerta.
 
-Buongiorno Arthur!- disse Hermione salutando il grande mago.
-Oh ciao Hermione! Ciao Harry! Non è che mi potreste aiutare un attimo a capire meglio il funzionamento di questa? – chiese indicando un piccolo modellino di una centrale idroelettrica.
-Ma certo- rispose Harry sorridendo, Hermione lo seguì.
-Insomma cari! E’ ora di pranzo, già siete molto sciupati. Bah ... Siamo sicuri che gli Elfi Domestici cucinino abbastanza? Su, su, sedetevi! Arthur! Metti via quella cosa …- disse mentre finiva di apparecchiare la tavola.
Il signor Weasley mise via il tutto facendo un segno a Hermione ed Harry, il resto degli ospiti prese posto.
Il pranzo era in perfetto stile Weasley: perfetto. Erano presenti sulla tavola le migliori pietanze ed ognuno si serviva con ciò che voleva (con nelle orecchie il continuo mormorare gentile della signora Molly).
-Mamma, che dici se per Natale invitassimo i Jonhson?- domandò Fred ad un certo punto, lanciando un’occhiata d’intensa al gemello che quasi si soffocò con la torta di melassa.
-Per una volta hai detto una cosa sensata Fred … Sì, credo proprio che faremo così-
-E visto che ci siamo potremmo anche chiedere ai Brown di venire!-
Questa volta fu il turno di Ron di rischiare di ingozzarsi con il Succo di Zucca.
-Ma Ginny, tesoro, non ci stiamo tutti …- disse la signora Weasley appena imbarazzata.
-Ma certo! Basterebbe trasferirci in giardino …- iniziò il marito eccitato.
-Fa troppo freddo in giardino!- ribatté la donna.
-Basterebbe montare una tenda e dentro metterci una stufa eleccrita!-
-Ehm … Elettrica signor Weasley e poi non credo funzionerebbe …- mormorò contrariata Hermione.
-E se veniste tutti a Grimmauld Place? Lì ci staremmo di certo …- propose Harry.
-Ma, non saprei …- iniziò Ron.
-Idea perfetta Harry!- esclamò Hermione. –Lei non crede signora Weasley?- aggiunse.
-Sì, sì, credo che si potrebbe fare. Allora potremmo andare prima e occuparci delle pulizie …-
-Ma là c’è Kreacher!- protestò George.
-Sì, il vecchio Elfo Domestico … Potremmo comunque … controllare …- insistette dubbiosa.
-Ok, quindi dopo spedirò delle lettere ai Jonhson e ai Brown, sì- disse quasi fra sé il signor Weasley. –Anche se potrei provare ad usare il feletono …- ma ad un’occhiata della moglie sembrò mettere da parte l’idea.
-Chiamiamo anche Luna! Si deve sentire un po’ sola a casa sua …- disse George.
-Già, bell’idea George!- esclamò Ginny.
-Bene, una lettera anche ai Lovegood e, visto che ci siamo, perché non invitiamo anche Draco?-
Il silenzio scese sulla tavola.
-Mh … Quale Draco esattamente?- domandò Fred rivolto alla madre.
- Malfoy-
-Malfoy?!- strillò Ginny.
-Ragazzi la guerra è finita ed è ora che si mettano da parte pregiudizi o … simili- concluse Molly secca. –E non voglio discussioni- aggiunse rivolta a George e Ron che avevano fatto per aprire bocca.
Hermione scambiò un’occhiata con Harry.
No, non era una buona idea.
 
-Quello spocchioso arrogante lurido mentecatto di Malfoy a Natale, a Grimmauld Place?- chiese Ginny irritata.
-Già e avete sentito il Mangiamorte capo, no?- chiese George riferendosi alla madre.
-“E non voglio discussioni!”- ripeté Fred imitandola.
-Che possiamo fare?- chiese Harry sconsolato.
-Be’ la casa è tua, potresti solamente dire che non lo vuoi perché è un …- e qui Ron apostrofò Draco con alcuni aggettivi che è meglio non riportare.
-No, io credo che la cosa migliore sia sperare che non accetti- disse Hermione saggia.
Il mattino dopo ci fu gran fermento: i bauli appena disfatti dovevano essere di nuovo riempiti perché sarebbero partiti a momenti per Grimmauld Place n^12, Londra.
A colazione regnava un’atmosfera piuttosto funebre, il signor Weasley era appena uscito per andare a lavorare, la signora Weasley era uscita per fare il bucato, i gemelli erano appoggiati uno nella spalla dell’altro ed erano svegli per miracolo, Ron guardava con odio il suo bacon, Ginny aveva i capelli che avrebbe avuto una Banshee, Harry era perso nei suoi pensieri ed Hermione leggeva il libro che le aveva regalato Fred.
-Come mai non ti abbuffi come il solito Ron-Ron?- chiese George trovando un modo per svegliarsi.
-Ma è ovvio! Gli manca la sua Lav-Lav!- esclamò Fred facendo una smorfia.
I due scoppiarono a ridere, Fred si girò per prendere la padella di uova pronte.
Ron gli lanciò un coltello.
Hermione alzò gli occhi e le si dipinse un’espressione di sgomento, si toccò le tasche dei pantaloni e si maledisse per non aver preso la bacchetta.
La signora Weasley sarebbe poi stata benedetta (nelle menti di ognuno) per il suo tempismo. Infatti proprio in quel momento entrò, vide il coltello e con un movimento agile della mano bloccò lo strumento.
Fred si girò e, trovandosi l’arma potenzialmente mortale, ad un palmo di naso impallidì. George aveva un colorito simile a quello di Nik-Quasi-Senza-Testa e Hermione gli faceva compagnia.
-Disgraziato! Deficiente! Avresti potuto ucciderlo! Mi dici che succede se non fossi entrata in tempo? …-
Tutti uscirono dalla stanza, lasciando la signora Weasley intenta a sfogarsi contro il figlio minore.
Uscirono in giardino stretti nei loro mantelli.
-Ammettetelo, avevate paura di non assaporare mai più le mie battute e di non vedere più il mio fascino!- scherzò Fred.
-Non sai quanto- disse George deglutendo.
Hermione non rispose, si fiondò semplicemente fra le sue braccia.
La scena si era presentata più che simile qualche anno prima eppure la situazione sembrava continuamente diversa, allora era solo un gioco, erano piccoli spensierati e la morte era solo un presagio che guardavano l’orizzonte. Ora che avevano perso amici, fratelli e conoscenti in una stupida guerra anche quell’episodio insignificante era diventato per loro motivo di preoccupazione.
Una volta in macchina, caricati i bauli e la signora Weasley tornata al solito umore (Ron solo con le orecchie un po’ più scarlatte), tutti dimenticarono la scena avvenuta a colazione, fra chiacchiere risate e scherzi. Grattastinchi si lasciava accarezzare dalle mani di Ginny, Edvige tubava felice e Leo (come asserì George) passò al suo passatempo preferito che sembrava consistere nel rompere le pluffe agli altri.
Il signor Weasley fischiettava un motivetto mentre guidava per le strade di Londra, sentì il Prescelto ridere forte e guardò nello specchietto, vide Ginny buttare la testa all’indietro in una risata e George dire qualche battuta. Poco vicino Ron li guardava incerto se ridere o meno. Ma fu tutt’altro a catturare la sua attenzione: Fred e Hermione chiacchieravano fra loro, sereni, la mano di una stretta in quella dell’altro.
Arthur Weasley guardò la moglie, si scambiarono un’occhiata complice e sorrisero.
Era proprio vero: stavano crescendo.



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Ma ciao!!! Vi giuro che ci ho provato ad aggiornare per il compleanno dei gemelli ma non ce l'ho proprio fatta.
Ho promesso ad Avatar che succederà qualcosa di positivo con i Serpeverde, tranquilli, non mi sono ammattita (cioè non ho sparato così che verranno a Natale, c'è un motivo ben preciso, vedrete ...)
Ok, il pezzo di Ron che lancia il coltello non mi piace perchè  è particolarmente triste, ma va be', credo ci volesse.
Voglio ringraziare tutte le splendide persone che recensiscono ogni santa volta, tutte quelle adorate che mi seguono e quelle fantastiche che hanno messo questa FF nata per caso nelle preferite o nelle seguite o nelle ricordate. Mille grazie a tutti <3
Abbracci (cioè stritolamenti alla Molly Weasley),
Herm

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Capitolo 18
*** Vigilia ***


18. Vigilia

La vigilia di Natale arrivò, forse, troppo presto. Avevano passato l’ultima settimana a pulire da cima a fondo Grimmauld Place, si erano divisi i compiti ed ora la casa era splendida. Anche Kreacher aveva aiutato (con le continue adulazioni da parte di Hermione, l’elfo le fece pure un inchino ossequioso e George disse a Fred che avrebbe dovuto iniziare ad essere geloso …), c’erano addobbi in stile natalizio appesi ovunque e persino i ritratti erano stati tirati a lucido (con grande indignazione da parte di Phineas, uno dei vecchi presidi di Hogwarts).
Si svegliarono tutti molto presto e fu da subito il caos totale. Ron iniziò ad imprecare contro sua madre perché lo voleva trascinare giù dal letto e continuò a cercare di dormire fino a quando lei non trasformò il cuscino in un ragno; Ginny iniziò a salire e scendere le scale con una brioches in mano, un libro dei compiti nell’altra e mezzo maglioncino infilato; Hermione si sedette in camera sua (e della ragazza Weasley) a leggere, dopo un rifiuto categorico da parte di Molly per il suo aiuto in cucina; Arthur uscì presto per andare a lavoro, così sarebbe potuto tornare prima; Harry cercava di dare una mano come poteva e a volte si sentiva a disagio per ciò che la vecchia casa comportava; i due gemelli, già ben svegli fin dalla colazione, fecero “accidentalmente” scoppiare qualche Fuoco Forsennato Weasley e alcune Caccabombe; Bill e Fleur arrivarono scatenando la felicità di Ginny per uno e un certo attacco di Flebo per l’altra; il tutto colmato dagli urli della vecchia madre di Sirius e dal continuo saltellare ed agitarsi di Leotordo.
Solo a Pranzo la situazione sembrò calmarsi, il pomeriggio trascorse molto più tranquillo.
Hermione leggeva, seduta sul davanzale della camera, la fronte appoggiata alla finestra, i capelli che le ricadevano sul viso e gli occhi immersi nella lettura.
Fred si appoggiò allo stipite della porta e la guardò, era incredibilmente bella. Si lasciò scappare un sorriso e si avvicinò a lei di soppiatto. Si chinò verso di lei e posò le labbra sul suo collo. Assaporò il profumo dei suoi capelli e la baciò dolcemente e lentamente.
Hermione rabbrividì di piacere, solo con Fred avrebbe potuto provare quelle sensazioni. Chiuse gli occhi ed assaporò i suoi baci per un po’, dopo si girò verso di lui e le loro labbra si incontrarono ancora.
La ragazza si stacco e lo guardò negli occhi, lui fece altrettanto.
-Tutto bene, Granger?- chiese il Malandrino guardandola dall’alto in basso.
-Sì, tutto bene, Weasley- rispose lei scendendo dal davanzale e ergendosi in tutta la sua statura.
-Sei comunque più bassa di me- osservò lui prendendola in giro.
-Magari perché sono più piccola?- domandò lei fingendosi imbronciata.
-Sei bellissima quando ti arrabbi, sei sexi- disse Fred dandole un bacio a fior di labbra.
-Possibile che con te non si possa intraprendere una conversazione seria?- chiese la bruna sorridendo.
-Possibile- rise Fred.
-Ragazzi! Sono arrivati!- esclamò la voce di Molly dal piano di sotto.
-Ehi piccioncini venite?- chiese Ginny affacciandosi sull’uscio.
-Senti chi parla!- esclamò George facendole l’occhiolino.
La rossa gli rifilò un pizzicotto, Fred e Hermione raggiunsero i due.
-Miseriaccia, muovetevi!- gridò Ron, già sceso.
Fred e George si guardarono un attimo e poi iniziarono a correre giù per le scale, spintonandosi.
-I soliti bambini …- disse Hermione ridendo.
Lei e Ginny scesero le scale subito dopo i due, arrivati quasi all’ingresso (i gemelli continuavano a spingersi) videro chi era arrivato. Madama Malfoy e Malfoy jr.
George, per la sorpresa, si bloccò.
Fred, dietro di lui, gli finì addosso.
In conclusione i due Malandrini rotolarono uno sull’altro, finendo ai piedi dei due ex-Mangiamorte.
-Carino da parte vostra, Weasley, inginocchiarsi ai miei piedi- disse Draco divertito.
I gemelli si alzarono e lo fissarono in cagnesco (o meglio, basilesco).
-Narcissa rimani anche te?- chiese il signor Weasley, cercando di essere cortese.
-Oh no, io vado- disse la signora Malfoy salutando con la mano e andandosene.
-Oh bene! Arrivano anche i Lovegood! Arthur vai ad accompagnarli credo stiano infastidendo gli Gnomi … Ehm volevo dire che gli Gnomi li stanno infastidendo- disse la signora Weasley nervosa.
Ron rise e cercò di farlo passare per un attacco di tosse.
-Ragazzi vi dispiace accompagnare di là Draco?-
Questa volta Ron quasi si soffocò.
-Sì- dissero Fred e George in coro .
-Come scusa?- chiese la signora Weasley.
-Niente ci fa molto piacere …-
-Ma certo …-
Dissero i due gemelli.
Ginny ed Hermione si scambiarono un’occhiata, preoccupate. Cos’avevano in mente quei due?
Harry fece un sorriso al giovane Malfoy che assomigliò di più ad una smorfia.
Tutti e sette si diressero nell’altra stanza ed entrarono, lì c’era il tavolo apparecchiato e con alcuni aperitivi.
-Ne vuoi uno, Malfoy?- chiese George fingendo un sorriso.
-No grazie- rispose Draco, con l’aria di chi non sa bene perché è lì.
-Sicuro?- chiese Fred mettendogli il bicchiere sotto il naso.
-Sicurissimo-
-Ma proprio …- iniziò George che tacque a seguito di un’occhiata della sorella.
Dopo cinque minuti di silenzio in cui l’unica cosa rilevante che successe fu Hermione che spostava il peso da una gamba all’altra e Ron che disse:”Miseriaccia” perso nei suoi pensieri.
Quando i Lovegood varcarono la soglia partì un sospiro di sollievo generale.
-Buongiorno signore Lovegood tutto bene?- chiese Harry sorridendo e stringendogli la mano.
-Oh sì, meravigliosamente. Ma lo sapete che i vostri cespugli pullulano di Nargilli? Un tesoro inestimabile …- disse ricambiando la stretta vigorosamente, tanto che quando lascià la mano del prescelto questi si massaggiò dolorosamente l’arto.
-Ciao Luna!- esclamò Ginny allegra, abbracciando l’amica.
-Ciao Ginny. Ciao Hermione, bello il tuo nuovo taglio di capelli, stai davvero benissimo così. Prima non molto, sai?- disse Luna sorridendole ed abbracciandola.
Hermione ricambiò l’abbraccio, sorridendo amara.
Si udì suonare il campanello e la signora Black urlare a squarciagola. La signora Molly corse fuori dalla stanza ad accogliere i nuovi arrivati.
-Guardate ragazzi ci sono i – Ron e George trattennero il fiato –Jonhson- concluse Arthur facendo fare a George un sospiro di sollievo e lasciando sfuggire a Ron un’imprecazione, che comportò un colpo in testa da parte di sua madre.
-Oh Ron-Ron!- esclamò Lavanda correndo dal ragazzo (dello stesso colore dei capelli) ed abbracciandolo.
Qualcuno nascose le risate con un colpo di tosse, qualcuno con uno starnuto, qualcuno coprendosi la bocca con le mani.
-Ciao Hermione, come stai?- chiese Lavanda baciando su entrambe le guance la ragazza (ora che lei e Ron stavano insieme aveva preso particolarmente in simpatia la bruna).
-Ciao … ehm … Draco- disse guardando imbarazzata il Malfoy e porgendogli la mano.
Il biondo, sentendosi sempre meno a sua agio, le strinse la mano e aprì la bocca (che richiuse subito dopo) come per dire qualcosa, poi scosse la testa.
Qualcuno bussò alla porta e la signora Weasley benediceva Merlino, nello stesso momento George impallidì.
-Oh cari! Vi aspettavamo! Entrate, entrate! Quella porta lì, sì. Vi raggiungo subito-
Poco dopo al famiglia di Angelina si affacciò sulla porta.
-Ciao!- esclamò allegra la ragazza.
-Ciao Fred!- disse stringendo forte l’amico (Hermione si inacidì).
-Ciao!- disse poi facendo l’occhiolino a George, ancora pallido.
-Ehi Herm!- esclamò abbracciando anche lei. –Guarda che non te lo rubo- le sussurrò all’orecchio, in modo che nessuno al sentisse.
-Buongiorno a tutti!- esclamò il signor Jonhson.
-Grazie dell’invito- disse la signora Jonhson, ancora bella per la sua età, rivolta ai signori Weasley.
-Cos’aspettiamo? Mangiamo su!- esclamò Molly e , detto fatto, agitò la bacchetta facendo apparire le pietanze (che prima sostavano sul fornello) nel piatto di ognuno.
 
-Bene, ora che abbiamo finito e non ci resta che aspettare la mezzanotte. Che en dite se voi ragazzi andate di sopra?- chiese il signor Weasley sorridendo.
-Veramente noi …- iniziò Ron.
-ADESSO- disse Molly.
I più giovani si precipitarono su per le scale ed entrarono nella stanza più grande della casa. Un secondo salotto, in cui c’erano un bel tavolino in cristallo, quadri antichi e vecchie poltrone. Tutto decorato con stendardi verde-argento poi ridecorati con strisce natalizie.
-Bene, eccoci qua- disse George sorridente.
-Già fatti i compiti?- domandò Hermione tanto per sollevare un argomento.
“Ti pare questo il momento di parlare dei compiti?” le chiese Lavanda con le spalle.
-Oh io sì, li ho quasi finiti- disse Luna sorridendo ed osservando il soffitto.
-Davvero? Anche …- iniziò Hermione, ma venne interrotta da Angelina.
-George, quando hai intenzione di dirglielo?-
-Io … A mezzanotte … A Natale – disse il ragazzo impallidendo nuovamente.
-Ok- disse Angelina stringendogli una mano.
Calò nuovamente il silenzio.
-Morto qualcuno?- domandò Fred cercando di portarla sul ridere.
-Ma ragazzi che succede?- chiese Luna scettica.
-Cosa intendi?- domandò Harry.
-Be’ sembrate tutti così confusi … Vi hanno colpito i Gorgosprizzi?- domandò agitando le mani in aria, come per scacciare qualche ente invisibile.
Draco ridacchiò.
-Che hai da ridere?- domandò Ron guardandolo male.
-Be’ dai … Luna fa ridere … E’ forte …- rispose lui con un sorriso molto simile ad un ghigno.
-La stai prendendo in giro?- chiese George.
-Già, perché se così fosse dovresti vedertela con noi …- disse Fred facendo scroccare le nocche.
-Oh ma che paura! Contro di me non vincereste in un Duello fra Maghi! Nemmeno ad occhi chiusi!- disse il Serpeverde, stringendo i pugni.
-Uno: noi non intendevamo proprio un Duello fra Maghi- ammiccò Fred.
-Due: lo sappiamo visto che non vinceremmo, noi non siamo due maghi oscuri- disse George fremente di rabbia.
Draco si inasprì ancora di più.
-Non …-
-Non cosa? Non è forse vero che hai tatuato sul braccio il segno di Lord Voldemort?- chiese Ron sarcastico.
-Il Marchio Nero?- gli fece eco Angelina.
-Sì, ma …- insisté Draco, cercando di fronteggiarli.           
-E non sei forse tu il ragazzo che ha quasi ucciso Silente?- continuò Ginny incrociando le braccia.
-Il lurido sporco Serpeverde doppiogiochista che …- iniziò Harry.
-Sì,sì, sono io. Ma …- cercò ancora di dire lui.
-Il ragazzo che ha quasi avvelenato Katie che ha chiamato Hermione lurida e sporca mezzosangue …- cercò di dire Lavanda.
-Sì ero io, ok? Io ho il Marchio Nero sul braccio, sono io il lurido doppiogiochista che ha con voi il debito della vita. Sì, sono io quello che ha quasi ucciso Silente e ci ha provato per un anno. Sì, sono io il Serpeverde che vi insulta ogni volta che può, ok? Sono tutto questo e forse anche peggio … Ma voi, VOI, non sapete un cazzo di quello che ho vissuto. Voi siete degli stramaledetti eroi, tutti voi. Tutti Grifondoro e Corvonero, siete dei santi per tutti. Io sono solo un Serpeverde che ci si aspetta da me? Sì, sono stato vigliacco. Non come voi, non ho combattuto con voi, ma con loro ho scelto. Ma se intendete sbagliato che io abbia scelto la mia famiglia, be’ allora non so se siete proprio degli eroi. Perché VOI non sapete che vuol dire venire torturati, vedere i vostri genitori torturati davanti ai vostri occhi, dover sottostare agli ordini di Lord Voldemort. Dover cercare di non disonorare la famiglia … Ma voi, come ho già detto, siete tutti degli stramaledetti eroi. Ed io, sì lo so, sono mille volte peggio di voi. Quindi ciao o, speriamo, addio.- disse Draco, con le lacrime agli occhi e voltò le spalle a tutti loro.
Perché ci era andato? Perché aveva dato ascolto a sua madre? Perché non se n’era stato a casa? Erano bastate le parole di quelli sfregiati a fargli tornare tutto in mente … Tutti quei maledettissimi giorni …
Proprio mentre stava varcando la soglia sentì una mano afferrargli addosso.
Si girò e quella che si trovò davanti non fu altro che la “lurida e sporca mezzosangue”, che lo guardava con gli occhi colmi di lacrime. Forse era l’unica ad aver capito davvero.
-Scusa …- disse Draco, chiese scusa per la prima volta in vita sua e gli costò moltissimo.
Poco dopo si trovò travolto dalla ragazza, che lo abbracciò di slancio stringendolo. E, forse senza rendersi conto di ciò che faceva (o forse era giusto così), la strinse anche lui. Da quanto tempo era che qualcuno non gli dava un po’ di conforto?
Restarono così per un po’, gli altri congelati ai loro posti. Il sorriso di Fred pietrificato e gli occhi pieni di rabbia più degli altri.
Dopo Hermione sciolse l’abbraccio, asciugandosi gli occhi con il braccio, senza però lasciargli il polso.
-Hermione sei impazzita, per l’amor di Merlino?- domandò Lavanda.
-No- rispose Hermione.
Ron fece per dire qualcosa.
Hermione lo zittì.
-Sentite ragazzi …-
-No sentici tu non puoi stare dalla parte di quello …- iniziò Fred mentre i suoi occhi si soffermavano sulla mano di Hermione stretta al polso di Malfoy.
Il biondo impallidì ancora e quasi arrossì, Hermione gli prese la mano (con la coda dell’occhio aveva visto il suo volto quasi rigato di lacrime).
-Io non sto dalla sua parte ok? Perché non c’è nessuna parte da cui stare!- esclamò Hermione infervorata.
-Senti Granger lascia perdere …- iniziò Draco, ma Hermione non accennò a mollargli la mano.
Fred strinse di più gli occhi. Sbagliava o la mano della sua ragazza era stretta in quella del Serpeverde cretino doppiogiochista Mangiamorte e bifolco?
-No, io non lascio perdere, Draco- disse Hermione decisa, guardando gli amici.
No, non si sbagliava. La mano della sua ragazza era stretta in quella del Serpeverde cretino doppiogiochista Mangiamorte e bifolco.
-Hermione ha ragione- disse Luna sicura sorridendo all’amica.
-E’ Natale o Carnevale?- domandò George.
-E’ vero lui è un Serpeverde, ma non lo è stato forse anche Merlino? E Severus Piton, è stato o no uno degli uomini più coraggiosi che abbiamo mai conosciuto eppure all’inizio era dalla parte di Voldemort?- domandò la Lovegood, quasi sfidandoli a contraddirla.
-E Remus? Non è stato forse vigliacco quando voleva unirsi a noi invece di badare a Teddy? E Percy? Anche lui non si è comportato nel migliore dei modi …-
-Altolà ragazze! Abbiamo capito dove volete arrivare …- intervenne Angelina.
-Ecco- disse Luna.
-Ragazzi non potete mettere una pietra sopra …- provò Hermione.
-Una pietra? Dovremmo costruirci una montagna!- esclamò Lavanda.
-No, ragazzi, hanno ragione- disse Harry stringendo i pugni e dicendo parole che gli costavano un enorme sforzo.
-Bah …- disse George.
Fred si limitò a stringere la presa sulla bacchetta.
-Ho un’idea. Se tu te la sentissi ehm … Malfoy .. Potresti raccontarci come … com’è andata?- domandò la ragazza Weasley incerta.
Draco li guardo a lungo prima di annuire. Forse c’era qualcuno che avrebbe potuto capirlo, forse non erano solo Goyle e Pansy a poterlo fare. Solo anche quelli sfigati eroi potevano farlo. Forse.
Hermione non sapeva bene che cosa le era preso, era stata forse l’immagine di un ragazzo costretto a crescere troppo in fretta come loro. A fare scelte troppo difficili. L’immagine sciupata del ragazzo che mentiva a sua zia al Manor, l’immagine del biondo pallido e smunto che guardava con terrore la maledizione Cruciatus che le veniva inflitta.
Luna guardò con occhi nuovi il ragazzo che era sempre stato il cattivo. Si scoprì ad arrossire e si convinse che c’erano più Gorgosprizzi di quanti pensasse.
Ginny era più curiosa e dubbiosa che altro eppure si avvicinò per sentire meglio.
Harry aveva sempre visto in Draco il nemico ed il Serpeverde diverso, ma le parole che aveva urlato lo avevano colpito.
Ron non ci poteva credere, non poteva credere che Draco fosse il bene. Che quel Mangiamorte dicesse la verità. No, non era possibile.
George era scettico, molto scettico (troppo scettico) ed in più preoccupato per la reazione del fratello se la mano di Hermione avrebbe ancora sostato in quella del Malfoy.
Fred cercava di tenere a bada la rabbia che gli cresceva in petto, Percy era morto anche per colpa di quell’individuo e quest’ultimo doveva assolutamente togliere le mani dalla sua ragazza.

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Capitolo 19
*** Il racconto della Serpe e una piacevole sorpresa ***


19. Il racconto della Serpe e una piacevole sorpresa.

-Da dove devo cominciare?- domandò il biondo.
-Dal principio- rispose semplicemente Ginny mentre tutti si sedevano, forse tanto per fare qualcosa.
-Ok. Ricordo ancora il nostro primo incontro, Potter, e credo proprio che lo rimembri anche te … Ovviamente avevo sentito parlare, anzi, conoscevo a memoria la storia del Ragazzo Che E’ Sopravvissuto ed ero ansioso di conoscerti. Ti dissi di scegliere meglio i tuoi amici, ma in realtà intendevo solo dire che avrei voluto esserti amico. Com’è palese non funzionò … Finì il primo anno e tu eri un eroe più di quanto non lo fossi prima. Ancora più popolare, il più giovane Cercatore, ottimo reddito scolastico, i professori ti adoravano, eri pieno di amici, … Insomma tutto quello che avrei voluto essere io. Al secondo anno ero a dir poco geloso, ero invidioso. Mio padre continuava a ripetermi che dovevo essere un vero Malfoy e cercavo di fare di tutto per renderlo felice, ovviamente non ci riuscivo mai … Così gli chiesi di farmi entrare nella squadra di Quidditch lui fece pressioni ed io ottenni il ruolo di cercatore. Quando, nel campo da Quidditch, tu Granger mi dissi che mi ero comprato l’ammissione sentii bruciare l’orgoglio ma era maledettamente vero e così in quel momento non potei accettare di odiare me stesso e odiai voi. Come sapete, ti chiamai lurida mezzosangue e al Weasley andò male l’incantesimo … Al terzo anno fuggì Black dalla prigione, ovviamente mio padre sapeva tutta la storia  e me l’aveva raccontata, mi era parso strano che tu Potter non la sapessi e ti avrei voluto informare. Ma ancora una volta mi dimostrai un’idiota e riuscii solo a dirti una specie di minaccia …
L’estate della coppa del mondo ci incontrammo ancora, sembrava incredibile. Quando vi vidi vicino alle tende incendiate, voi mi diceste “C’è anche tuo padre là in mezzo vero, Malfoy?” io risposi non spavalderia ma la verità era che non lo sapevo e voi avevate instaurato in me un terribile dubbio. Quando glielo chiesi lui mi rispose di farmi gli affari miei, di studiare e di pensare ad essere un vero Malfoy invece che perdere tempo con queste dicerie … Tornato a scuola provai anche io a mettere il nome nel Calice di Fuoco, pensai che se l’avessi fatto mio padre sarebbe stato, almeno per una volta, fiero di me. Ma Silente aveva fatto le cose troppo per bene ed io ero solo un mago adolescente, così chiesi a Montague di metterlo al posto mio e lui lo fece. Ma uscì quello scemo di Diggory e Potter. La Strilettera che arrivò il giorno dopo fu sentita da pochi solo perché la aprii nel mio dormitorio. Mio padre diceva che se non ero degno del Torneo Tremaghi a questo punto poteva anche diseredarmi …
Potter, tu vincesti il Torneo e ancora una volta eri il Campione di Hogwarts, ma avevi anche detto una cosa che mi turbava ulteriormente: Voldemort era tornato. Mio padre sosteneva il contrario davanti a me, ma una sera lo sentii parlare con mia madre e allora mi fu tutto chiaro. Avevate ragione, tutti … Mio padre non era altro che un Mangiamorte.
L’estate fra il quinto anno e il sesto Voldemort prese il Manor come una delle sue dimore, andava e veniva ed ogni volta era terribile. Imponeva a mio padre ordini di ogni tipo e poi, ogni volta, lo puniva sia se falliva che se li eseguiva nel modo corretto. La cosa terribile era che ogni volta faceva la stessa identica cosa anche con mia madre e mia zia, Bellatrix, non faceva niente per impedirlo. Lei se ne stava lì, con occhi adoranti,a  guardare il suo padrone … Provai ribrezzo, fino a quando Voldemort non chiese di me. Mia madre lo pregò ma lui la punì ancora … Mi chiese di uccidere Silente, in qualsiasi modo, l’importante era che morisse. Non lo disse apertamente ma lasciò intendere che se non l’avrei fatto non avrebbe ucciso solo me … Ma avrebbe visto anche quanto vero sangue Purosangue ci fosse in mia madre e mio padre …
Come sapete già, cercai per tutto l’anno di ucciderlo, spinto solo dalla paura. Non ci riuscii. Piton cercava di aiutarmi ma io non volevo, Voldemort era stato chiaro: dovevo essere io ad ucciderlo.
Il momento, quasi non ci speravo, arrivò. Silente era lì, davanti a me ed era solo un vecchio. Un vecchio che si ostinava a volermi aiutare ed io avrei tanto voluto accettare il suo aiuto, ma proprio non ci riuscivo … Poi quasi mi convinse, abbassai la bacchetta ma arrivarono gli altri e Piton lo uccise … La punizione di Voldemort fu terribile, non la dimenticherò mai, non ci sarà mai male più grande ..
Pian piano Voldemort prendeva potere ed io speravo con tutto il cuore che voi riusciste davvero a sconfiggerlo. Era terribile, mi faceva torturare le sue vittime e c’era zia Bellatrix che rideva ogni volta e mi esortava. Ho visto cose talmente terribili che non credo ci sia qualcosa che riesca ancora a spaventarmi … Io, mio padre e mia madre venivamo continuamente derisi e non riuscivo neanche ad odiare Voldemort perché se no sapevo che lui l’avrebbe saputo e sarebbe stato peggio …
Arrivaste voi, mi fu chiesto di riconoscerti ed io dissi che non eri tu. Dopo dovetti subire la visione dell’ennesima tortura, quella di Hermione. Dovetti combattere contro di voi ancora una volta, fui quasi felice quando riusciste a fuggire.
Mesi dopo ci fu la battaglia finale. Ancora una volta dovetti scegliere da che parte stare, ma a me sembrava di aver scelto tempo addietro e di non aver più quella possibilità così cercai di fermarvi. Ancora una volta dimostraste di essere superiori a me e a tutti i miei “amici”, ci salvaste la vita. Tutto finì, mio padre fu mandato in prigione e dio vissi ancora con mia madre.
Non è passata notte in cui io non abbia dovuto rivivere quei momenti di terrore, davvero. Ora voi potete anche non credermi, ma questa è stata davvero l’unica volta in cui io abbia mai detto la verità in tutta la mia vita-
Draco finì di parlare ed abbassò gli occhi, mentre una lacrima gli scivolava giù, sparendo nel il completo nero.
Scese il silenzio.
-Draco, dopotutto sei stato una vittima della guerra come … come tutti noi- disse Harry, cercando di mettere su un sorriso. Si alzò e strinse la mano al ragazzo.
Hermione rivolse all’amico un’occhiata felice, che il Prescelto ricambiò.
-Sì be’ … Sì- disse Ron imbarazzato stringendogli la mano a sua volta.
Ginny si trattenne dal ridere (per la reazione del fratello) e sorrise a Draco.
-Ok, bello. Ma non ti aspettare che diventeremo migliori amici!- esclamò George beccandosi una gomitata da Angelina che sorrise a sua volta.
Luna stava guardando Draco stupita, davvero non pensava che quel ragazzo avesse sofferto così tanto.
Draco si girò verso di lei e le sorrise. Luna arrossì e guardò altrove.
Ginny osservò l’amica e corrugò la fronte, non era da lei distogliere lo sguardo in quel modo.
-Ragazzi!! Scendete!! Che è quasi Mezzanotte!- chiamò la signora Weasley dal piano di sotto.
-Arriviamo ma’!- urlò George aprendo la porta.
Si diressero tutti verso le scale. Draco era ancora rosso in viso e si asciugò le lacrime con la manica. Hemrione lo guardò di sottecchi, poi gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla. Draco sembrò essere combattuto per qualche secondo poi sorrise e mise la mano sopra la sua.
-Toglile quelle mani di dosso, Malfoy! O ti giuro, com’è vero che mi chiamo Fred Weasley, che ti trasformo in un furetto!-
Draco si bloccò e si girò lentamente verso il Weasley, impallidendo appena.
Hermione guardò il suo ragazzo per un attimo sorpresa.
-Io non …- iniziò Draco.
-Tu! Razza di Mangiamorte Serpeverde, toglile quelle manacce di dosso o ti farò rimpiangere di essere nato!- disse Fred, con apparente calma, mentre i suoi occhi mandavano scintille.
Draco ritirò la mano da quella di Hermione, quasi si fosse scottato, poi guardò l’altro con aria di scusa.
-Ora tira fuori quella bacchetta … o possiamo anche batterci a mani nude, per me è uguale … Se ti piace di più c’è uno strumento che si chiama …-
-Draco vai dagli altri- disse Hermione autoritaria, il biondo non se lo fece ripetere due volte e raggiunse Luna.
-Che ti prende Weasley?- chiese lei, le mani sui fianchi, l’aria superiore.
-Che mi prende?! Vedo che voi due siete molto intimi …-
-Molto intimi? Ma ti sei bevuto il cervello? L’unica verità è che sei geloso!- esclamò Hermione con l’aria di saper tutto fin dall’inizio.
-Io non sono geloso. Ma vorrei vedere se a te non desse fastidio se ora io iniziassi ad abbracciare Luna, a tenerle la mano e a …-
-Tu sei geloso- insistette Hermione, quasi con aria di rimprovero.
-Si, santo boccino, sono geloso e allora?-
Hermione non poté fare a meno di lasciarsi fuggire un sorrisetto soddisfatto.
-Oh ma certo, lei se la ride! Ma sai che ti dico? Vai a ridere con Malfoy!- esclamò Fred dirigendosi verso la porta della Sala da pranzo, dove gli altri li stavano sicuramente aspettando.
-Ma Fred!- disse Hermione scioccata. –Possibile che tu te la prenda per una cosa così frivola?-
-Una cosa frivola, certo! Senti ne riparliamo, ok?-
Mentre Hermione vedeva Fred precederla sentì le lacrime bruciare, ma le trattenne ed entrò con lui nella stanza.
-Oh ecco i piccioncini!- esclamò Fleur civettuola.
Ginny rivolse un’occhiataccia alla cognata. Ancora una volta la rossa ci aveva visto giusto e dall’occhiata che le lanciò Harry anche lui.
-E’ quasi mezzanotte … ancora due minuti!- esclamò la signora Jonhson.
-Sì be’ … Io vorrei la vostra attenzione- disse George alzandosi.
Tutti si azzittirono.
-Silenzio gente! Ascoltate il Lobo Solitario!- esclamò Fred.
-Si grazie Mordente … Be’ io volevo dirvi che amo la qui presente Angelina- disse George.
-E … signori Jonhson vorrei avere il vostro permesso di sposarla …- aggiunse.
I due si guardarono un attimo, poi annuirono senza ulteriore indecisione.
-Certo, se voi siete felici così …- disse la signora Jonhson mentre il marito sorrideva.
Angelina corse vicino a George e lo abbracciò, lui le lasciò un leggero bacio sulla fronte.
-E chi l’avrebbe mai detto? Oh il mio ragazzo che si sposa! Chi avrebbe mai detto che avresti messo la testa a posto?- domandò Molly correndo verso il figlio ed abbracciandolo forte.
-Già … Ma se stringi ancora un po’ non lo dirà più nessuno …- la avvisò George con voce strozzata.
-Oh George, bisognerà …- iniziò la signora Weasley elencando una pergamena che non finiva più.
-Bisognerà imporle l’incantesimo delle Pastoie Total Body … -sussurrò Fred all’orecchio del gemello, che sorrise.
-Signori, signori! E’ mezzanotte!- esclamò la signora Brown.
-Buon Natale!- tuonò Arthur.
-Oh buon Natale!-
-Sì! Auguri!-
-Anche a te!-
Tutti iniziarono a percorrere il tavolo da cima a fondo, facendo gli auguri, abbracciando e baciando.
Luna arrivò affianco al giovane Malfoy.
-Buon Natale, Malfoy- disse la bionda gli occhi sognanti rivolti verso l’alto.
-So che il mio nome non sarà il massimo, però potresti usarlo- osservò lui.
Lei rise come solo Luna rideva, sguaiatamente e dondolandosi.
-Auguri Luna- disse Draco dandole un bacio sulla guancia.
Ma non fu solo Luna ad augurargli il buon Natale, anche tutti gli altri e Draco realizzò che (molto probabilmente) quello fosse il Natale migliore della sua vita.
Fred aveva capito, nel momento stesso in cui George aveva dichiarato di amare Angelina davanti a tutti, di essere nel torto e di aver esagerato. Non voleva perdere Hermione.
Harry capì che non sarebbero mai stati una famiglia tranquilla.
Ginny fece un cenno a George e, quando si scambiarono gli auguri, li sussurrò un “Piano Fremione”.
George esultò al sussurro di Ginny e fece un sorriso furbo. Quei due stavano troppo bene insieme per poter litigare.
Hermione concluse che in quella famiglia nessuno si faceva mai gli affari propri, ma sorrise al pensiero.
Luna canticchiò ed accese per sbaglio una radio, poco dopo si ritrovarono tutti a ballare una strana canzone che (disse il signor Lovegood) era stata scritta dal signore dei Folletti direttamente per il capo degli Elfi Domestici e il signor Brown annuì apparentemente interessato.
Ron stava ancora morendo di fame, per colpa di tutti quegli auguri non era riuscito a finire la sua maxi fetta di dolce Natalizio con sopra la crema e lo zucchero a velo. Per quello sgattaiolò in cucina a prenderne un altro po’, mentre nell’altra sala si faceva festa.
 Ma perché lui doveva sempre essere così sfigato? Lavanda lo rincorse e non gli diede il tempo di far arrivare il dolce alla bocca che lo baciò.
-Lav! Stavo mangiando!- disse lui scostandola con dolcezza ed addentandone un pezzo.
Lavanda lo trovò infinitamente tenero.


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Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. =| #allaMalfoy
Miseriaccia, è infinitamente corto! o_O #allaRon
Però credo di aver esordito abbastanza i miei argomenti perchè ho spiegato tutto ciòc he dovevo. -.- #allaHermione
Comunque cari tutti voi che seguite la storia vi devo davvero ringraziare e vi consiglieri di mangiare di più! Siete così sciupati! =) #allaMolly
Sono stanchissima, gente, la scuola mi sta uccidendo. Che ne dite di staccare la spina per un po' e recensire? ;) #allaGemelliWeasley
Sì, io non sono normale.. Ma credo proprio che ci sia qualche Gorgosprizzo. oh! Ho appena visto un Nargillo! *-* #allaLuna
Ora torno me stessa... Be' alla prossima!
Buonsalve,
Herm

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Capitolo 20
*** Preparativi ***


20. Preparativi

Ginny si svegliò allegra già di prima mattina, lanciò un cuscino al letto di Hermione ma si accorse che era vuoto allora ne spedì un altro addosso a Lavanda che russava. Non fece in tempo ad uscire dalla stanza che quasi si scontrò con la bruna.
-Gin i regali!- esclamò sorridendo.
-Lo so arrivo!- disse l’altra abbracciandola e augurandole il buon Natale.
Scesero di sotto correndo, c’erano solo i signori Weasley, Kreacher, Bill e i regali.
-Quali sono i miei?- chiese Ginny dopo aver salutato tutti.
-Questi qua, tesoro.- disse la signora Weasley sorridente, porgendole una pila di pacchetti.
-E questi i suoi, signorina Hermione- disse Kreacher asciugandosi il naso con lo straccio che indossava e porgendole i suoi.
-Oh! Grazie mille Kreacher!- e detto ciò iniziò a scartarli.
Pochi minuti più tardi un Ron piuttosto insonnolito inciampò nell’ultimo gradino, facendo talmente rumore da svegliare il ritratto della signora Black, Bill fece un segno al fratello e corse a chiuderne le tende.
-I miei regali?- domandò Ron sbadigliando e stiracchiandosi.
-Eccoli- disse Molly, lanciandogli però uno sguardo severo.
Poco dopo fecero capolino sulla soglia anche Lavanda, Luna e Draco.
-Ci sono anche i vostri, non vi preoccupate!- esclamò Bill sorridendo allo sguardo di Lavanda.
-Buonsgiorno ragazzi!- disse Fleur entrando nella stanza.
Mentre Ron le rivolgeva uno sguardo perso, Lavanda gli dava una gomitata sulle costole e Fleur baciava il suo Bill.
-Avete incominciato senza di noi?- domandò George scuotendo la testa ed entrando.
-Ed anche finito direi …- aggiunse Fred dietro di lui.
Hermione sembrò irrigidirsi e agitò con tanta forza la sua bacchetta che la carta da regalo, invece che aprirsi e lasciare davanti ai suoi occhi il regalo, prese fuoco.
-Scusate! Scusate!- disse la ragazza, imbarazzata.
-Aguamenti!- esclamò Harry entrato in quel momento.
-Bene, ora che ci siamo tutti …-
-No! Manca Angelina!- precisò Ginny.
-Eccomi! Eccomi!- esclamò la cercatrice entrando scarmigliata e mandando baci all’aria per salutare la moltitudine di gente.
-Ok, ora che ci siete tutti dobbiamo dirvi una cosa- iniziò Arthur.
-Sparate!- esclamò Ron, attento.
Si udì un frastuono e, quando il gran fumo che aveva invaso la stanza sparì, tutti puntarono gli occhi sui gemelli.
-Ce l’avevi detto tu di sparare fratellino- dissero come se fosse una valida scusante, rivolti a Ron.
-Sì, emh …- riprese Arthur prima che la signora Molly potesse urlare –Questo pomeriggio siete tutti invitati a casa degli Abboth, c’è una festa. Mentre noi adulti andremo dai Lovegood, verranno anche i tuoi Hermione. Tutti d’accordo?-
-E come non esserlo?- domandò Angelina entusiasta.
Lavanda batté eccitata le mani.
-Sì, ok, per questa mattina vi diamo la libera uscita ragazzi, potete andare in giro per Londra. Ma non cacciatevi nei guai- si raccomandò la signora Molly.
-Tranquilla ma’! Vado anche io con loro- disse Bill come se ciò aggiustasse l’intera faccenda.
 
-A che ora è la festa?- domandò Luna distogliendo gli occhi dal soffitto (infestato da Gorgosprizzi)
-Fra un’oretta circa- disse Molly mentre lavava i piatti.
-Che cosa?- strillò Lavanda in preda al panico.
-Che problema c’è Lav?- le domandò Ginny dondolandosi sulla sedia.
-Non ci siamo ancora preparate, insomma ragazze! E’ una festa!- esclamò Lavanda, non essendo ben sicura che le sue amiche avessero compreso il concetto.
-Una festa? C’est très jolie!- esclamò Gabrielle, una mini Fleur (o, come diceva Ginny, mini-Flebo)
-Ma sì dai, andiamo se insisti tanto- disse Angelina alzandosi, seguita dalle altre.
-Ma ragazze vi rendete conto che non abbiamo vestiti?- chiese Lavanda mentre salivano le scale.
-Oh! Nessun problema, venite- disse Fleur sorridendo.
Hermione,Angelina,Luna,Lavanda,Gabrielle e Ginny la seguirono titubanti.
-Attenzione Herm, troppo Flebo in giro, potresti inciamparci …- disse Ginny all’amica con un occhiolino.
Nell’istante in cui la bruna scoppiava a ridere una porta affianco a loro si aprì e Fred ne fece capolino.
-Hermione vieni un attimo?- le chiese.
La ragazza annuì, le altre le fecero cenno, Fred la guardò negli occhi: -Dovevamo parlare no?-
-Oh! Ma che fretta c’è caro Fred?- disse lei il sorriso gelido, seguendo le amiche.
-Ma aspetta! Noi …-
-Quale noi?-
Il sorriso si spense sulle labbra di Fred, gli occhi di Hermione erano più irritati e tristi che mai.
-Eccomi!-
-Risolto tutto con Fred?- le sussurrò Ginny.
-Risolto? Risolto?-
Tutte si girarono verso di loro.
-Ne parliamo dopo, eh!- le sussurrò la rossa.
Finalmente capirono dove Fleur voleva arrivare, attraversarono una porta di mogano ed entrarono in una splendida cabina armadio.
-Wow- disse Lavanda guardandosi intorno, probabilmente non aveva mai visto niente del genere in vita sua.
-Scegliete quel che volete ragazze. Probabilmonte abbiamo anche la stessa taglia- disse Fleur sorridendo.
-Grazie Fleur- disse Ginny guardandosi intorno ed anche la stessa bionda si accorse che forse era riuscita a conquistare la simpatia della cognata.
Presto ognuna di loro scelse il vestito più adatto: Hermione un vestito bianco, corto e con parecchie pieghe; Ginny uno rosa chiaro, corto e stretto, la gonna più scura e decorata rispetto al corpetto; Luna un abito blu a pois bianchi, con uno strato sotto viola e le calze del medesimo colore, in più in testa indossava un cerchietto nero con appresso una retina che le scendeva fin sul naso; Angelina uno che le arrivava fin sopra il ginocchio, scendeva dalle spalle in due maniche appena più scure del resto del vestito, il tutto fucsia chiaro; Lavanda un vestito corto, color arcobaleno, una striscia nera in vita, un cerchietto arancione; Fleur una canottiera marrone, sopra una giacchetta scollata sul davanti bianco sporco, una gonna dello stesso colore della canottiera a strisce dorate ed un capello castano; infine Gabrielle uno semplice ed azzurro.
Dopo molte ore uscirono truccate, pettinate e con indosso i loro abiti per la festa.
-Siete bellissime!- esclamò Harry sorridendo a  tutte loro.
-Concordo- aggiunse Ron, imbarazzato nella sua veste da mago.
-Sì, davvero- commento Draco che, al contrario era perfettamente a suo agio nell’abito scuro e con lo stemma dei Malfoy.
-Andiamo?- chiese George quasi ansioso, lanciando un’occhiata a Ginny mentre prendeva per mano Angelina.
-Sì- disse Bill ed uscirono dalla casa di Grimmauld Place n^13.
Camminarono un po’, fino a quando non arrivarono in una strada secondaria, buia e deserta, lì si smateriallizzarono tutti insieme, facendo un giro su sé stessi (Gabrielle tramite la Materializzazione congiunta). Arrivarono esattamente davanti a casa Abboth, Bill avanzò e suonò il campanello. La porta si aprì, rivelando una serie di luci,rumori e gente provenire dall’interno.
-Ciao ragazzi!- esclamò Hannah abbracciandoli uno ad uno.
-Neville!- esclamarono Ron ed Harry all’unisono, una volta dentro, correndo a salutare l’amico.
-Ehi sfigati!- li accolse lui ricambiando le loro pacche sulle spalle ed i saluti.
-Gryffindor!- li apostrofò Dean.
-Miei eroi!- disse scherzando Seamus.
-Squadra!- esclamò Baston.
-Ragazzi! Quanto mi siete mancati!- esclamò Angelina mentre la vecchia squadra di Quidditch si riuniva.
-Venite di là! E’ lì che c’è la festa!- esclamò Hannah indicando l’altra stanza.
Tutti si affrettarono a seguirla, Fred no, afferrò il braccio di Hermione e la convinse a trattenersi con lui.
-Mi dispiace ok? Sono stato un idiota, un vero idiota. Ho esagerato. Scusami. Non voglio perderti e vederti consolare quella serpe mi ha fatto uscire dai gangheri. Non volevo litigare con te, mi perdoni?-
Hermione si perse in quegli occhi verdi.
-Scusa, scusa, scusa- disse la bruna gettandosi fra le braccia di lui, che la strinse forte e le diede un morbido bacio fra i capelli.
-Ti amo- sussurrò Fred d’impeto.
-Anche io ti amo- sussurrò Hermione in risposta, tenendosi stretta a lui.
Dopo entrambi alzarono la testa, si guardarono negli occhi e non ci fu bisogno di altre parole. Si avviarono nell’altra stanza mano nella mano.
-Ron, Ronnuccio, Ronnino, RonRon mi fai un favore?- domandò George furbo, avvicinandosi al fratello.
-Dipende quale- disse l’altro sospettoso.
-Ascolta RonRon dovresti portare questo dolcetto a Fred-
-Perché non lo fai tu?-
-Ma è ovvio RonRon!-
-Cos’è ovvio?-
-E dai glielo porti, ti prego?- chiese George facendo gli occhi dolci, una finta espressione di supplica dipinta sul viso.
-Se la smetti di chiamarmi RonRon-
-Ai suoi ordini Ronnuccio!- disse il rosso, facendo il saluto militare.
-Cretino! Dammi quel dolce …-
-Tieni- disse George porgendogli un muffin alla crema, dopo se ne andò soddisfatto.
-Gliela faccio vedere io … Ah sì! Lui pensa di essere furbo, lui e Fred sono sempre il massimo … Ma eccome se gliela faccio vedere! Poteva portargleilo lui il suo stupido dolcetto!- e detto questo, con le orecchie in fiamme, Ron ingerì il dolce.
Il ragazzo rabbrividì e fece una smorfia mentre si dirigeva verso un gruppo di vecchi amici di scuola, quel dolce aveva proprio un brutto sapore.
-Herm!- esclamò Ginny andandole incontro e trascinando dietro di sé il Prescelto.
-Si?- chiese Hermione che stava parlando con Terry Steeval.
-Ti va un dolce?- domandò la rossa.
-No grazie, non ho molta fame-
-Sicura? Ti potrebbe tirare su, sai i dolci fanno bene alla tristezza …-
-Ma io e Fred abbiamo fatto pace!-
-Avete fatto cosa? Ma non potevi dirmelo prima?- e Ginny, che fino a quel momento si era tenuta a Harry con tanta forza da fargli male, si dileguò.
-Ma che è successo?- domandò Hermione sospettosa.
-Non è ho idea- disse Harry portandosi alle labbra il dolce.

 



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Scusatemi! Soprattutto perchè il capitolo è molto corto, poi perchè sono in ritardo. Scusate ancora. E' che sono stata molto impegnata! Spero mi perdoniate e che il capitolo, nonostante tutto, vi piaccia!
Ecco qui i vestiti se vi interessa vederli:
Hermione Granger
Ginny Weasley
Lavanda Brown
Luna Lovegood
Angelina Johnson
Fleur Delacour

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Capitolo 21
*** Weasley twins? Quiet life? I don't think that this coincides.. ***


21. Weasley twins? Quiet life? I don’t think that this coincides

-Harry!- esclamò Ron fermandogli la mano.
-Che c’è?- chiese il Prescelto.
-Non mangiarlo! Fa schifo!- disse Ron scuotendo la testa e lanciando il dolce in un cestino.
-Ron! Sempre il solito- disse Hermione scuotendo la testa
-Scusa Herm, potrai mai perdonarmi?- domandò Ron cadendo in ginocchio di fronte a lei.
-Sì, sì. Ti perdono- disse Hermione alzando le sopracciglia.
-Meno male! Grazie mille!- Ron abbracciò l’amica e si strinse a lei.
-Ti senti bene?- domandò Harry poggiando una mano sulla spalla del Re.
-Mai stato meglio- ammise Ron senza togliere gli occhi di dosso alla ragazza.
-Ciao! RonRon come va la festa?- domandò Lavanda aggrappandosi al suo braccio.
-Non chiamarmi RonRon!- disse Ron disgustato sottraendosi alle sue carezze.
-Ma … RonRon! Vieni a ballare?-
-Con te?- chiese il Weasley schifato.
Hermione e Harry si guardarono perplessi.
-Sì, e con chi altri?-
-Ma figuriamoci, miseriaccia! Non potrei mai ballare con te!-
Lo schiaffò di Lavanda lo colpì con un rumore secco e preciso. Tutti si voltarono nella loro direzione, Ron avvampò ancora di più e si nascose dietro a Harry.
La giovane Brown corse via impettita, Ron deglutì con le orecchie in fiamme (così come il volto).
-Ma che ti è preso?- domandò il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto una volta che la situazione tornò normale.
-Sei proprio stupido ma soprattutto infantile- disse Hermione scuotendo la testa.
-Perché dici così, tesoro? Io l’ho fatto per noi-
Sia Harry che Hermione studiarono l’espressione di Ron, era troppo beata e troppo sognante per sembrare vera.
-Non è divertente- disse la ragazza.
-Ma io non scherzo! Come potrei? Sai che ti amo!- e detto questo fece un salto in avanti, afferrandole la mano.
-Ron! Ron! Ron! Piantala, ok? Il gioco è bello finchè dura poco …- aggiunse Harry cercando di allontanarlo dall’amica.
-Il gioco? Non ho capito nulla! Te e le tue frasi alla Silente … Io so solo che amo Hermione-
Harry e Hermione si scambiarono un’altra occhiata mentre nei loro occhi scattava una scintilla.
-Hermione, amore della mia vita, andiamo a ballare?-
-A ballare no …-
-Be’ allora potremmo chiedere una stanza a Hannah, pensa, da soli io e te …-
Harry si trattenne dal ridere, Hermione gli lanciò un’occhiata che era fin troppo chiara “Non è divertente” sembrava voler dire.
-Con chi devi restare da solo fratellino?- domandò Fred arrivando insieme a George.
-Con l’amore della mia vita …- rispose Ron, l’espressione ancora vacua.
-E chi sarebbe? La torta di mamma?- domandò George ridacchiando.
-Ma no!-
-Zia Murile?-
-Cretino- disse Ron con veemenza.
-Ah ho capito!- esclamò Fred.
-Davvero?- chiese Ron senza lasciare la mano di Hermione, quasi avesse paura che scappasse.
-Ma certo! E’ il nostro fantasma!- disse George serio.
Ron sbuffò. –E’ Hermione no?-
Fred quasi non soffocò mentre il cocktail babbano che stava bevendo gli andava di traverso.
-Chi?- chiese con voce acuta.
-Hermione, diglielo anche te che siamo fatti uno per l’altra!-
-Io …- iniziò la ragazza lanciando un’occhiata supplichevole a Harry.
-Ripeti quello che hai detto!?- disse Fred avanzando verso il fratello mentre George cercava di trattenerlo.
-Fred lui … ha bevuto qualcosa di … cioè credo l’abbia mangiato …- cercò di spiegare Harry in un vano tentativo di calmare le acque.
-Sì, Fred forse hai bevuto troppo- asserì George con aria vagamente colpevole.
-No! .. Su Fred io aspetto solo che tu ti faccia avanti!- esclamò Ron mettendosi in posizione per un perfetto combattimento alla babbana.
Fred guardò per un attimo il fratello, il tempo sembrò raggelarsi, poi gli tirò un pugno dritto nel naso.
-Urca!- disse Ron barcollante.
Dopo cadde a terra, con il naso sanguinante, una mano a cercare di attenuarlo e l’altra a tenersi la testa.
-Che è successo?- domandò guardandosi intorno stralunato.
Hannah corse subito da loro e portò Ron nell’altra stanza mentre Ginny (arrivata e già in preda alle risa che Ron cercava di placare con sconnessi “Non è divertedde!”) e Harry lo accompagnavano.
-Hermione, tutto ok?- chiese George alla studentessa migliore del suo anno che si era coperta la faccia con le mani.
Fred la guardò preoccupata, preparandosi ad una ramanzina in perfetto stile Granger.
Hermione invece, scoppiò a ridere.
-Mione?- chiese il Weasley.
-Scusate, ma è stato davvero divertente- disse asciugandosi una lacrima nell’angolo dell’occhio.
-Però avresti potuto fargli male- aggiunse severa rivolta a Fred.
Quest’ultimo emise un piccolo sbuffo.
Dopo Hermione si alzò sulle punte dei piedi e diede un bacio a fior di labbra al suo ragazzo, fece per staccarsi ma lui non gliene diede l’opportunità e l’attirò ancor di più a sé, stringendola e baciandola con trasporto.
-Be’ allora io vado …- disse George accorgendosi di essere il terzo incomodo, ma con uno strano sorriso sulle labbra.
-Sì, be’ potreste anche considerarmi …-
I due continuarono a baciarsi.
-Ok .. Mi sa di no .. Quindi potrei dirvi qualsiasi cosa …-
La coppia non accennò a staccarsi
-Anche che il dolcetto che quello scemo di Ron ha mangiato era mio …-
George,questa volta, non diede il minimo cenno di voler stare a vedere la loro reazione ma se ne andò, raggiungendo Luna, Draco e Ginny.
-Come sta Ron?- chiese alla sorella.
-Bene, con il naso un po’ sanguinante però- aggiunse con un piccolo ghigno.
-Be’ lo scopo del piano non era questo, ma è stato comunque divertente- ammise George.
Luna rise, tutti la guardarono.
-Divertente sì- disse lei.
-Guardateli- aggiunse poi Ginny indicando con la testa Fred e Hermione.
-Non sono bellissimi insieme?- chiese Luna.
-Mai quanto te …- disse Draco rivolto a Luna con un sorriso malizioso e appena imbarazzato.
-George, non pensi che Lavanda debba sapere che Ron non era del tutto sano?- disse Ginny cercando di essere eloquente.
-No per niente, sai che non mi è mai stata simpatica quella ragazza. Non vedo perché dovremmo …- iniziò il ragazzo ghignando –Ahi! Oh … ma cos-… Ma certo che dovremmo! Era esattamente quello che stavo per dire- concluse con un’occhiataccia alla sorella minore dopo una sua gomitata fra el costole.
-Simpatici i Weasley, eh?- esclamò Luna sorridente.
-Sì, certo- disse Draco.
-Luna, tu mi hai perdonato vero?- mentre faceva quella domanda la Serpe non guardava Luna negli occhi, perché sentiva che non avrebbe dovuto comportarsi così. Era o no un Malfoy? Ma la verità era che si sentiva diverso e desiderava di essere diverso quando era vicino alla Lovegood, sì, a quella svampita, avrebbe tanto voluto poter tenere fra le dita quei capelli biondi e … Interruppe i suoi pensieri di colpo, non voleva sembrare sdolcinato quanto lo sfregiato, cioè Harry.
-Certo, Draco- disse lei posandogli una mano sulla spalla e sorridendo.
-Hai visto il soffitto? E’ pieno di belle ghirlande, sono di un materiale speciale queste, me l’ha detto papà, tengono lontani i Gorgosprizzi- disse Luna, forse tanto per cambiare discorso.
-Sì, certo .. I Gorgosprizzi- annuì Draco mentre si avvicinava a lei.
-Malfoy, stai cercando di baciarmi?- chiese la Corvnero vedendolo incredibilmente vicino.
-Sei perspicace …- disse lui sarcastico.
Era appena riuscito a poggiare le proprie labbra sulle sue che lei si scostò.
-Che c’è?- domandò Draco.
-Io non so .. Pensavo che tu mi considerassi una svampita, Luna Lunatica Lovegood- disse Luna senza traccia di rabbia.
-Certo, credo ancora che tu sia un po’ svampita, ma non in senso negativo, sei anche molto carina e simpatica …- fece per aggiungere altro ma si blocco, dicendosi che forse aveva già parlato troppo.
-Sì, ok .. Ma non sei te che fino ad un mese fa mi prendevi in giro perché dicevi tanto di me e Steeval, di quanto facessimo una bella coppia di sfigati?- chiese Luna, aggrottando la fronte.
Draco quasi arrossì, ma poi si riprese.
-Ero geloso. Perché tu sei mia, solo mia- e detto questo la baciò dolcemente e Luna rispose al bacio. Quanto l’avevano desiderato quel bacio, entrambi.
Draco era riuscito ad ammettere che le piaceva solo quella mattina, quando l’aveva vista così bella e perfetta, Pansy aveva insistito per mesi ma lui le aveva sempre risposto male. In fondo un Malfoy e una Lovegood come potrebbero stare insieme? Ma la guerra era finita e lui non voleva più sottostare ai voleri del padre.
Fu per questo che si staccò dalla ragazza, la prese per mano e la condusse in una parte della stanza più buia e isolata.
 
Lavanda era di nuovo incollata al suo RonRon, forse era il suo modo di chiedergli scusa per lo schiaffo, Harry e Ginny erano intenti a finire una lunga partita a Scacchi Magici, Fred e Hermione ballavano nella pista da ballo e Luna e Draco erano spariti da un po’. A Bill sembrava di respirare nuovamente l’aria di Hogwarts con quella festa e stava bevendo del Wisky Incendiario insieme a Baston, Fleur invece chiacchierava su un divanetto di pelle con Hannah, Gabrielle e Neville. Era una festa, tutto sommato, tranquilla. Ma avrebbero dovuto sapere che niente poteva continuare ad essere troppo tranquillo se in giro c’erano i gemelli Weasley.
-Mione ti va di partecipare ad uno scherzo?- domandò Fred malizioso.
-Sai che sono contraria a queste cose- lo ghermì la Grifona.
-E mi impedirai di movimentare un po’ la festa?- chiese Fred alzando un sopracciglio.
-No, a patto che tu mi tenga all’oscuro di tutto-
-Non credo che sia possibile- disse Fred ridendo.
-E va bene .. sono ansiosa di scoprire cos’avete architettato te e George- disse Hermione fingendosi entusiasta.
-Bene, a dopo- disse Fred scoccandole un bacio e correndo a trascinare via il fratello da Angelina (la quale, abituata, non provò nemmeno a protestare, si raccomandò solo di riportarglielo tutto intero). Mentre Hermione raggiungeva i migliori amici capì perché Fred avesse scelto proprio quel momento: era appena arrivato Lee Jordan.
Un attimo dopo i tre furono di ritorno ghignanti.
-Cos’avete combinato- domandò Bill sospettoso.
George sorrise malizioso.
-Oh ragassi! Cos’avete fatto?- gli fece eco Fleur.
-Vedrete, ora mettetevi questi- disse Lee Jordan sbrigativo, dando loro dei tappi per le orecchie.
Hermione li prese ma aspettò, lanciando un’occhiata interrogativa a Fred.
-Fidati di me- disse.
-Di noi- lo corresse George sorridendo mentre furtivo passava altri tappi ad Harry, Ginny, Luna, Bill e Fleur.
-E se a Malfoy non gliene diamo?- domandò Lee fra i denti mentre Fred stava per compiere il fatidico gesto.
-No, no …- disse George strappandoglieli di mano e porgendoli alla Serpe, subito dopo corse da Angelina.
Nel contempo Fred, poco più in là, cercava di convincere il fratello a metterli. Hermione non poteva sentirli ma riuscì a leggere il labiale.
-Mettili …- disse Mordente.
-No, so che è un altro dei vostri stupidi scherzi … Finirò per terra o incantato o peggio …-
-Sì, finirai decisamente peggio se non li metti- insistette Fred.
-Non ti credo!- esclamò Ron mentre le orecchie diventavano rosse e incrociava le braccia.
-Non fare il bambino …- iniziò Fred, ma si interruppe perché aveva visto Lee grattarsi una guancia.
Non era una cosa molto interessante ed Hermione non capì subito, ma notò che Fred aveva lasciato perdere Ron e si era infilato i tappi. Quello di Lee doveva essere stato il segnale che avevano programmato.
Come scoprì presto, la Grifondoro aveva ragione, un forte boato più terribile di un colpo di cannone ed insieme più orecchiabile si espanse per tutta la casa. Un’espressione di terrore comparve su ognuno delle facce degli invitati, eccetto su quelle dei Weasley e i pochi altri che avevano indossato i tappi. Ron non fece eccezione e barcollò per un po’, molti caddero a terra per alcuni attimi storditi, qualcuno svenne.
Ginny, guardando gli altri in quella situazione, rabbrividì, vide anche qualcuno vomitare ma pensò che fosse colpa dell’alcol. Ringraziò e maledisse i tre Malandrini fra sé e sé.
Alcuni minuti dopo Harry pensò che ne era valsa la pena.
-Guardate!- esclamò Luna con aria sognante indicando il soffitto.
Tutti anche se ancora storditi alzarono lo sguardo e si alzò un mormorio di “Ohhh” e “Ahhh” fra gli astanti.
Hermione sorrise e scambiò un’occhiata d’intensa con Angelina.
Con i gemelli Weasley non potevi vivere una vita tranquilla, ma a loro piaceva così in fondo.

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Capitolo 22
*** The snow falls and .. Merry Christmas, love. ***


22. The snow falls and … Merry Christmas, love.

La neve scendeva candida e lieve, i fiochi andavano pian piano a posarsi sul pavimento, dapprima Hannah emise uno strillo acuto per la sua festa ma subito dopo capì che non era un male. Il gruppo rock ingaggiato dai gemelli e Lee iniziò a suonare e tutti iniziarono a scatenarsi con quella neve gelata che si attaccava ai vestiti e ti faceva rabbrividire, gli amici cominciarono a ballare senza freni, le coppie a stringersi dolcemente sulla pista, perfino gli angioletti in cima agli alberi natalizi si alzarono in volo per creare un’atmosfera migliore. Ron pestava i piedi a Lavanda ogni tre su due ma lei sembrava non farci caso ed ogni volta stringeva i denti, Lee invitò a ballare la padrona di casa forse per scusarsi dello scompiglio iniziale, George e Angelina si buttarono in centro alla sala seguendo il ritmo della musica, Ginny trascinò un Harry piuttosto riluttante in pista, Draco si inchinò davanti a Luna e dopo un perfetto baciamano alla Malfoy la invitò a ballare, Neville si diresse due o tre volte da Astoria senza avere in realtà il coraggio di rivolgerle la parola.
-Guarda quello sfigato .. Non so proprio come faccia a piacere a tua sorell-.. – iniziò Pansy per poi tapparsi la bocca.
-OPS- le uscì.
-A mia sorella piace Paciock?- domandò Daphe scioccata.
-Cara lei te lo avrebbe detto ma, insomma io non ho detto niente perché …-
Il pugno della maggiore delle Greengrass colpì in pieno stomaco Pansy.
-Ora mi sento meglio- aggiunse dopo un po’ Daphne.
-Ma come mi fa piacere …- mormorò Pansy mentre Blaise la accompagnava a sedersi non prima di aver scoccato un’occhiataccia alla Serpe.
-E così a mia sorella piace Neville Paciock, il coraggioso Grifondoro che ha estratto la spada dal cappello, il ragazzo temuto dai Carrow l’anno scorso .. Mh …- mormorava Daphne pensierosa mentre Goyle non diceva nulla per la paura di beccarsi anche lui un pugno.
-Uff mi sono pure rotta un’unghia!- esclamò la ragazza guardandosi preoccupata il dito.
-Ed è grave?- bofonchiò Gregory.
-Cosa?- chiese Daphne fingendosi amabile e facendo scoccare le nocche.
-Dicevo, Paciock si è avvicinato di nuovo per poi andarsene- cambiò discorso Goyle, probabilmente facendo la cosa più intelligente che avesse mai fatto in vita sua.
-Oh! Se non ci fossi io ..- disse Daphne scuotendo la testa ed andandosene.
-Ehi Paciock!- esclamò tirandogli una pacca sulla spalla.
-Buongiorno Greengrass- rispose lui con diffidenza.
-Senti te lo dirò senza giri di parole: so che a te piace mia sorella e so che a lei piaci tu. Quindi o le vai a chiedere di ballare o lo farò io-
Neville la guardò per lunghi cinque minuti, indeciso se crederle o no, non capendo se lo stesse prendendo in giro o se dicesse la verità, avendo il dubbio che lo considerasse ancora uno sfigato o che fosse il solito tiro dei Serpeverde.
-Io come faccio a sapere che non menti?- domandò infine.
-Hai la mia parola- disse Daphne.
Neville rise. –Come se la parola di una Serpe contasse qualcosa-
Daphne fece un sorriso furbo, allora non era così scemo il ragazzo.
-Facciamo così, se tu ti fai avanti con lei io lo farò con Semaus-
-E perché la cosa dovrebbe interessarmi?-
-Oh insomma! Lo sanno tutti che sono settimane che mi viene dietro ..-
Neville ci pensò ancora, in fondo doveva un favore all’amico da quando quell’estate l’aveva salvato da una pianta carnivora che un Ghermidore ancora in libertà aveva spedito a casa sua ..
-Ok, va bene- disse infine.
Daphne ghignò soddisfatta e fece un cenno verso la sorella, pochi attimi dopo Neville (rosso in faccia come non mai) stava dicendo ad un’altrettanto imbarazzata Astoria “Ti andrebbe di ballare con me, Astoria?” La Serpeverde annuì e si diressero insieme alla pista da ballo.
In quel momento si udì un altro scoppio, appena più lieve, che fece stordire tutti per qualche secondo. Riaprendo gli occhi videro che la neve ricopriva ormai ogni cosa, la musica si era fatta più soft (veniva trasmessa una canzone babbana), la luce si era fatta blu e rossa (dei colori tipici del Natale).
Angelina si fermò un attimo per riprendere fiato ed ammirare quello splendido paesaggio. Sentì due braccia cingerle i fianchi e una voce sussurrarle maliziosa all’orecchio “E questo è tutto per te, amore ..” Il cuore rallentò come faceva sempre quando si trovava con lui, lentamente si girò verso il ragazzo e (sempre molto lentamente, per assaporare quel momento) si alzò sulle punte, baciandolo.
-Dovremmo iniziare ad organizzare il matrimonio …- mormorò lei dopo un po’.
-Primo punto: lanciare un “Petrificus Totalus” a mamma- disse George.
-Non è divertente ..- lo rimproverò Angelina sorridendo.
-Ma io non scherzavo ..- rise George facendosi più vicino e chiedendo con gli occhi un altro bacio che lei gli concesse.
Poco più in là Hermione e Fred guardavano il soffitto.
-Fred, sei un genio- constatò Hermione.
-Te ne sei accorta solo ora?- fece Fred con aria offesa.
-Oh! Mi scusi se fra le tante sue qualità non sono riuscita a notare questa- disse Hermione dandogli un buffetto sulla guancia.
-Già, hai ragione, sono talmente tante che è difficile notarle tutte- annuì Mordente.
-Scemo!- esclamò Hermione mentre Fred la prendeva fra le braccia e la baciava.
-Potrei stare così per sempre- le soffiò Fred sulle labbra.
-Nessuno ha detto che ciò non possa succedere …- ammiccò Hermione.
-Udite! Udite! Hermione Granger che dice una cosa maliziosa!- disse Fred, prendendola in giro come al solito.
Hermione rise, stringendo una mano di Mordente fra le sue, mentre il ragazzo le scostava un fiocco di neve dai capelli.
Nella stanza affianco, dove la musica si sentiva ad un volume bassissimo, le luci filtravano sia dall’altra stanza che dalla finestra e la neve ricopriva il pavimento solo a metà, c’era (se è possibile) un’atmosfera ancora più magica.
Luna era seduta sul davanzale, le gambe incrociate attorno al bacino di Draco, lo sguardo perso nel suo, un sorriso indecifrabile stampato sul viso.
-Che c’è?- domandò Draco appena scontroso.
-Ricordavo la festa di Lumacorno al sesto anno ..- spiegò lei ridendo alla vista del Serpeverde che avvampava furiosamente.
-Be’ ..- riuscì solo a dire il ragazzo, perché Luna doveva sempre farlo sentire così?
-Non sai quante volte ho ripensato a quel momento ..- sospirò Luna mentre la pelle candida le si tingeva di rosso, dandole un’aria ancora più carina.
-Anche io, non riuscivo a togliermi dalla testa quell’unico bacio-
-Davvero? Pensavo che te ne fossi dimenticato- ammise Luna sorpresa.
-Come avrei potuto?- chiese Draco scuotendo la testa.
Un attimo dopo si stavano baciando, le labbra bramose di quelle dell’altro.
Nella stessa stanza Ginny cercava di insegnare ad Harry i passi del ballo.
-Gin lascia stare, sono una frana- disse il Prescelto scuotendo la testa.
-Lo so- rise Ginny mettendogli le braccia al collo.
-Già … Ma …-
-Cosa?- chiese Ginny avvicinando gli occhi nocciola a quelli verdi di lui.
-Pensavo che quest’estate potremmo fare un viaggio, puoi scegliere te la destinazione, dove vuoi ..-
-Dici? Credo che sceglierò l’Italia o l’Olanda ..- disse Ginny pensierosa.
-Quindi è un sì?- chiese Harry titubante.
-Certo! Anche io ho voglia di trascorrere un po’ di tempo con te …- rise la ragazza.
Harry si lasciò andare in un sorriso di sollievo e le lasciò un breve bacio sulle labbra mentre lei proponeva altre destinazioni.
-RonRon!- sbuffò Lavanda.
-Smettila di chiamarmi RonRon- gemette il ragazzo, deglutendo.
-Non vuoi stare più con me?- chiese lei incrociando le braccia.
-Miseriaccia, non fare la bambina! E’ solo che è un nome stupido .. Già Ron lo è ..-
-Ok, mio Re- disse Lavanda guardandolo di sottecchi.
-Sì, Re va meglio- disse Ron annuendo.
Lavanda rise anche se non era sicura che fosse una battuta, ma tanto infondo sapeva che Ron non sarebbe mai cresciuto fino in fondo .. Ed a lei piaceva così.
-Lav ..- la riscosse lui prendendole una mano.
-Mh?- rispose Lavanda ancora immersa nei suoi pensieri.
-Ti amo- disse Ron mentre arrossiva.
Lavanda lo guardò varie volte prima di essere sicura che non scherzasse, poi le spuntò un sorriso enorme e si avvicinò per baciarlo, Ron la tirò a sé, stringendola fra le sue braccia.
Lee aveva visto le varie coppie baciarsi, l’atmosfera creata da lui e i gemelli farsi ancora più perfetta, ma la cosa che più lo aveva colpito era stata la passione e l’essere romantici dei suoi due migliori amici. Quasi non li riconosceva più e, per Merlino!, gli si stavano cariando i denti con tutta quella schifosa dolcezza .. Per questo si congedò da Hannah con un sorriso e corse al dispositivo appena uscito da I Tiri Vispi Weasley che si trovava in soffitta. Lo studiò per un attimo e ripensò alla voce di George che gli spiegava come funzionasse, qualche mezzora prima, mentre Fred lo azionava. Ci girò intorno, studiandolo ancora ed infine capì, estrasse dalla tasca della veste da mago la bacchetta e colpì varie volte quello che pareva un semplice cilindro, mormorò qualcosa sottovoce e poi sorrise soddisfatto.
Al piano di sotto tutti avevano gridato, alzando a fatica gli occhi verso il soffitto: stava piovendo a dirotto, si sentiva una canzone pop a ritmo elevato e tutti si guardavano perplessi .. e fradici.
Fred e George, con i vestiti appiccicati addosso, si scambiarono uno sguardo d’intensa e scoppiarono a ridere.
Anche Hannah dovette capire tutto perché, due secondi dopo, la sua voce riempì la stanza: -LEE JORDAN!!!- urlò con quanto fiato aveva in corpo.
Nel silenziò che seguì si poté udire chiaramente la voce smorzata di Lee: -Per tutte le sottane di Morgana, le mutande di Merlino e la barba di Silente .. Qualcuno mi salvi ..- mentre Hannah saliva a grandi passi verso di lui.
 
 
-Ciao ragazzi!- esclamò Charlie aprendo la porta e con un sorriso stampato in faccia.
-Ma che vi è successo?- rise vedendoli.
Ron scosse la testa ed entrò, bagnando dappertutto.
Il signor Arthur scoppiò in una fragorosa risata.
-Be’?- chiese Ginny rabbrividendo e stringendosi nelle spalle.
Harry le passò una mano intorno alla vita.
-Che vi è successo?!?- urlò la signora Weasley, appellando degli asciugamani.
-Niente mamma ..- risposero all’unisono Fred e George.
-Non ne avrete combinata un’altra delle vostre ..- nessuno rispose visto che non pareva una domanda –E tu, Bill, non dovevi guardarli?- domandò al figlio.
-Io .. Io? .. Che centro io …- si difese Bill alzando le mani in segno di scusa e afferrando un asciugamano.
Presto vennero spediti tutti in una camera della Tana, a farsi una doccia prima della cena Natalizia.
Al pranzo erano presenti tutti i Weasley, più i Granger, i Tonks e i Delacour.
Hermione, dopo aver indossato una camicia e dei pantaloni puliti corse ad abbracciare i suoi.
-Ora si può sapere che è successo?- chiese la signora Granger mentre Ginny salutava allegramente Teddy Lupin, prendendolo fra le braccia.
-Be’ Fred e George hanno fatto uno scherzo ..- iniziò Ron.
-Che non era proprio uno scherzo, direi un capolavoro ..- continuò Bill.
-Oui, magnifico- commentò Fleur.
-Ma Lee non era contento dell’atmosfera un po’ troppo …- disse Fred.
-Romantica- concluse George.
-E così ha cambiato il dispositivo e lo scherzo ..- s’inserì Harry.
-Facendo piovere anziché nevicare ..- concluse Ginny.
-Sì, e Hannah ha fatto una bella lavata di capo al Malandrino- aggiunse Hermione.
-Faremo finta di aver capito- disse il signor Tonks con un occhiolino, ridendo.
Alla sua si unirono molte altre risate e presto si iniziò a mangiare lo splendido pasto preparato dalla signora Granger e dalla signora Weasley.
-Questo tacchino è squisito- si complimentò la signora Tonks a metà cena.
-Ti ringrazio cara- disse la signora Weasley distribuendo porzioni di patate al forno.
-Maman vuoi sapere l’ultima?- chiese Gabrielle abbuffandosi.
-Sì, ma mangia più lentamente tesoro- la sgridò Monsieur Delacour.
-Sì, allora … Il ragazzo biondo, Malfoy e la fille très simpatica si sono .. umh come si dice?-
-Fidanzati- le venne in aiuto la sorella sorridendo.
-Sì, ecco- annuì Gabrielle.
-Draco e Luna dici?- chiese Molly portandosi una mano al cuore.
-Sì, esatto .. Povera Luna- sussurrò George al fratello.
-Papà, non capisco una cosa- disse Ginny sorridente.
-Quale?- domandò Arthur perplesso.
-Avete sempre detto che il Natale si passa in famiglia, no?- chiese.
-Esatto!- esclamò il signor Granger.
-Ecco e allora perché non ci sono anche i Johnson?-
George lanciò un’occhiataccia alla sorella minore e un calcio sotto il tavolo.
-I Johnson dici? Be’ hai ragione potevamo discutere del matrimonio e delle decorazioni e ..- cominciò la signora Weasley.
-Be’ ora che ci penso è meglio così- aggiunse Ginny fra i denti mentre gli altri ridevano.
-Dite che resteremo sempre così?- chiese Harry alla fine della cena, mentre tutti si azzittivano per ascoltarlo.
-Così come?- domandò Ginny, Teddy fra le braccia.
-Così uniti, una vera famiglia- disse Harry quasi imbarazzato da quella domanda così sciocca.
-Ma certo!- esclamò Hermione sorridendo con dolcezza e posandogli una mano sul braccio.
-Ovvio amico, anche quando Ron sarà vecchio e terrà ancora una foto di zia Muriel sotto il cuscino- disse Fred.
-Miseriaccia, perché sempre io?- borbottò Ron mentre George rideva e batteva il cinque al gemello.
Ed Harry vedendo quella scena sorrise, perché sì, sarebbero rimasti sempre così, anche quando la famiglia Weasley/Potter si sarebbe allargata anche quando qualcuno avrebbe preso “il volo” anche se avessero dovuto litigare … Sentì la presa sul braccio di Hermione e le rivolse un rapido sorriso che lei ricambiò, forse era l’unica ad aver capito davvero ciò che intendeva.
-Guardate!- esclamò Gabrielle indicando la finestra.
Fuori nevicava.
-Che Natale stupendo .. sta pure nevicando!- disse Madame Delacour.
-Già e siamo tutti qui- rise Charlie.
-Ehi vi va se cantiamo una canzone?- chiese la signora Weasley.
-Basta che non sia quello del calderon bollente ..- gemette Fleur che si era dovuta subire quella canzone, che detestava con tutto il cuore, per tutta la cena.
-Herm, conviene che ce ne andiamo … Sto per avere una reazione allergica .. Attacco di Flebo- sussurrò Ginny all’amica ed entrambe risero, congedandosi.


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Ciao a tutti! Mi dispiace avvisarvi che nelle vacanze dal 25 aprile al 1^ maggio (non so voi ma io faccio il ponte) non ci sarò e quindi dovrete aspettare un po' per il prossimo capitolo.. spero comunque che questo capitolo vi soddisfi.. Baci!
Herm
p.s.= se vi va potreste passare da una mia storia originale di genere romantico.. si chiama "I love you.. and you?"

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Capitolo 23
*** Un pomeriggio inaspettato ***


23. Un pomeriggio inaspettato

-Buongiorno famiglia!- cinguettò una Ginny piuttosto allegra, entrando in cucina e sedendosi vicino Harry. Quest’ultimo le diede un bacio sulla guancia e poi sbadiglio, per iniziare di nuovo a litigare con le uova strapazzate.
-Buongiorno cara!- esclamò Molly sorridendole allegramente e mettendole della pancetta sul piatto.
-Buongiorno a tutti! Buongiorno a lei signora Weasley- disse Hermione con un sorriso sincero, entrando in quel momento.
-Oh cara non c’è bisogno dopo tutti questi anni .. Chiamami pure Molly- disse la donna con il solito sorriso.
-Ok  … ehm .. Molly- disse Hermione proprio mentre Fleur ridacchiava.
-BUONGIORNO!- tuonò Fred entrando in cucina.
-Fred! Ti sembra questo il modo di entrare in cucina?- lo sgrido Molly –Arthur! Digli qualcosa!-
-Ehm sì, Fred ascolta tua madre- asserì il signor Weasley.
-Ok, grazie mille del consiglio!- esclamò il ragazzo con un occhiolino.
-Mione! Vieni con me!- aggiunse afferrandola per un braccio, un attimo dopo aveva girato su se stesso e si era materializzato.
-Ah quando torna a casa vedrà! Oh sì, solo perché pensa che essere maggiorenne voglia dire fare quello che vuole, ma non può … non deve .. L’educazione eh? Dov’è l’educazione?! Ah, eccolo qua!-
-Chi?- chiese George sulla soglia della stanza, guardando dietro di sé come se si aspettasse di vedere qualcuno.
-Oh scusa George! Meno male che in qualcosa siete dissimili .. Per esempio so che te non urleresti mai e poi te ne andr-…- iniziò la signora Weasley.
-Sì, mamma, sono completamente d’accordo con te!- esclamò George con un occhiolino. –Però loro vengono con me!- disse indicando Harry e Ginny.
Presi entrambi per un braccio si materializzo.
-Quei due idioti! Screanzati! TUOI FIGLI SONO EH!- esclamò Molly, voltandosi verso il marito. –BEL MODO DI CRESCERLI!-
-Emh .. Cara, veramente sono anche figli tuoi- osservò Arthur impallidendo e aggrappandosi forte alla sedia, nel contempo Bill aveva fatto un rapido cenno a Fleur ed erano usciti dalla stanza.
Si udì uno schiocco e George comparve nel bel mezzo della cucina.
-CHE CREDI DI FARE?!- gli urlò la madre.
-Mi sembrava di aver sentito i tuoi toni soavi, cara dolce mamma. Sono venuto a recuperare l’ultimo della ciurma!- esclamò afferrando Ron per un lembo del pigiama, il ragazzo non fece in tempo ad aprire la bocca per dire che doveva finire la sua colazione … che si erano già materializzati.
 
Quando Ginny aveva riaperto gli occhi aveva barcollato per qualche secondo, poi aveva lasciato il braccio del fratello e l’aveva guardato storto.
-Ti rendi conto che siamo in pigiama? E che siamo in una piazza piena di gente?- aveva domandato la ragazza incrociando le braccia e battendo un piede a terra.
-Oh ma d’avvero? Non me n’ero accorto!- sbuffò George ironico.
-Dove siamo?- domandò invece Harry, apparentemente più calmo.
-In un villaggio babbano ..-
-Ma non si saranno accorti che siamo appena apparsi dal nulla?- chiese il Prescelto preoccupato.
-Nahh! Non si accorgono mai di niente!-
-E questo spiegherebbe tutto?- domandò Ginny alterata.
-Dovrebbe?- disse George scrollando le spalle prima di smaterializzarsi di nuovo.
-Quei due mi fanno proprio … proprio …- disse Ginny sbuffando come un ippogrifo arrabbiato.
-Incavolare?- le venne in aiuto Harry poggiandole una mano sul braccio.
-Peggio- disse Ginny sospirando e cercando di calmarsi. –A proposito di due .. dov’è l’altro?-
Si guardarono attorno ed infine scorsero Hermione e Fred avvinghiati poco più in là.
-Non disturbiamoli- disse Harry sorridendo.
-Come no? Devo dare una lezione a quel …- (la parola con cui Ginny apostrofò George non è adatta ad un pubblico minore e perciò non riportabile).
-Però più tardi c’è tutto il tempo- ammiccò Harry stringendola a sé.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e lo baciò con trasporto, incurante di essere in pigiama, incurante delle risate e delle chiacchiere rivolte a loro da parte dei babbani, preoccupandosi solo delle braccia di Harry strette attorno alla sua vita.
Fred scostò una ciocca dei capelli di Hermione dal suo bel viso, si accorgeva sempre di più di quanto fosse bella.
-Freddy che facciamo ora?- chiese Hermione leccandosi le labbra, si vergognò un attimo dopo di averlo fatto eppure le piaceva sentire su di sé il sapore di Fred.
-Aspettiamo gli altri …- disse Fred chinandosi per baciarla di nuovo.
Hermione rispose al bacio, poi si scostò e disse ancora: -Sai che sono in pigiama vero?-
-Certo e così dovrai per forza accettare un vestito come regalo- sorrise Fred.
Hermione si fine arrabbiata e gli voltò le spalle, lui le cinse la vita con le braccia e le baciò il collo, immergendo il viso fra i suoi capelli.
-Come farei senza di te?- mormorò Hermione in un sussurro, arrossendo.
-Non lo so, sono davvero indispensabile. Così a te come al mondo- sospirò Fred mentre lei si girava di nuovo di fronte al ragazzo.
-Presuntuoso!- rise lei dandogli un piccolo schiaffò sul gomito.
-Secchiona- l’apostrofò lui con una linguaccia.
-Guarda i piccioncini!- esclamò il ragazzo indicando Harry e Ginny che si baciavano, poco dopo videro George materializzarsi vicino a loro insieme a Ron. I due sobbalzarono e si ritrassero imbarazzati, Ron schioccò le nocche delle dita e Ginny gli rivolse un’occhiata tagliente.
-Eccoli che arrivano- sorrise Hermione.
-Allora? Ci volete dire che si fa?- domandò Ginny nuovamente irritata.
-Be’ non volevamo passare la mattina a pulire la casa come due Elfi Domestici o stare a sentire mamma nella sua fase “post-Natale” ..- iniziò George con una smorfia.
-Perciò vi abbiamo portato qui e inanzitutto andremo a fare shopping e dopo conosciamo un pub di cui sono proprietarie due streghe niente male …- concluse Fred.
-Niente male le streghe o il pub?- domandò Harry sorridendo.
-Il pub- rise George mentre Ginny sbuffava.
-Oh! Grazie a Merlino si mangia!- esclamò Ron strofinando le mani una con l’altra.
Si incamminarono per le vie affollate, presto si sentirono parecchio in imbarazzo per gli sguardi deridenti che venivano rivolti loro.
-Non è che hai il mantello, eh Harry?- domandò Ron con le orecchie rosse un po’ per il freddo, un po’ per la vergogna.
Harry scosse la testa.
-Vedrete, una volta che avremo comprato i vestiti si mangeranno le bacchette dall’invidia!- esclamò George.
-Ma sono babbani …- osservò Hermione.
-Be’ allora si mangeranno le unghie o le scarpe misere che hanno ..- convenne Fred.
-Ben detto fratello!- esclamò George battendogli il cinque.
-Questo?- chiese Ginny indicando, piuttosto infreddolita, un negozio.
George rise, Fred scosse la testa.
Ron guardò Harry e fece segno che i due erano impazziti.
-Questo qua?- domandò Ron più avanti, indicandone un altro.
La reazione dei gemelli fu la medesima.
Mezz’ora più tardi Hermione indicò quello che era il ventesimo negozio e George scosse ancora la testa.
-Questo!- esclamò Fred girato l’angolo.
Un quarto d’ora dopo uscivano dal negozio di D&G (Dolce and Gabbana).

Fred e George portavano due completi identici: una camicia bianca, la cravatta nera, le scarpe tirate a lucido del medesimo colore, un pantalone e una giacca. L’unica differenza era il colore di questi ultimi, George li aveva color oro, Fred color argento.
Hermione indossavano anche loro degli abiti pressocchè uguali: una camicia a quadri (blu e viola per Hermione, neri e marroni per Ginny), dei Jeans (grigi per Hermione, neri per Ginny), una giacca lunga e con i bottoni scuri (fucsia per Hermione e verde per Ginny), le scarpe (grigie per l’una e nere per l’altra).
Harry aveva una canottiera nera scollata sul davanti, dei pantaloni dello stesso colore, così come le scarpe ed una giacca blu, lucida.
Ron una giacca arancione posta sopra una maglietta appena più scura, una sciarpa appena più chiara, un paio di pantaloni arancioni come la giacca, le scarpe nere.
Ora la gente si girava a guardarli per un motivo ben diverso, Hermione sorrise volgendo lo sguardo verso Fred, lui ammiccò e le fece l’occhiolino.
-Ragazzi e se ora andassimo a mangiare?- chiese Ron mentre il suo stomaco brontolava.
-Mi sembra una buona idea- asserì Ginny.
-Ok, seguitemi ciurma!- esclamò George facendo strada agli altri.
-Avete svaligiato una banca?- fece una voce dietro di loro.
-Neville!- esclamò Harry abbracciando l’amico.
-Un nostro piccolo regalo- sorrise Fred.
-Proprio piccolo ..- mormorò Ron specchiandosi in una vetrina lì affianco.
-Ne vuoi uno anche tu?- chiese George rivolto a Neville.
-Sì, ma niente colori eccentrici ..- disse Neville scherzando.
-Detto fatto amico- disse Fred facendogli l’occhiolino.
George tirò fuori la bacchetta, si diede una rapida occhiata intorno e mormorò qualche parola (suggeritegli nel momento da Fred).
Pochi attimi dopo teneva fra le mani un completo composto da maglietta,giacca,pantaloni, interamente gialli.
-Niente di eccentrico eh?- disse Neville visibilmente imbarazzato. –Grazie- disse sorridendo.
-Là c’è un vicolo vuoto, se vuoi cambiarti- fece Fred con un occhiolino.
-E comunque tutto questo è sempre dovuto al nostro finanziatore- disse George tirando una leggera gomitata a Harry.
Harry scosse la testa come a dire che lui, di merito, non ne aveva.
-Ma Angelina?- chiese Ginny guardandosi attorno, quasi potesse materializzarsi all’improvviso anche lei.
-E’ dai suoi- rispose George con una smorfia.
-Eccomi!- disse Neville perfetto nel suo nuovo completo.
-Ti va di venire con noi, stiamo andando ad un pub- disse Ron, ansioso al pensiero di mangiare.
Neville annuì e si incamminarono di nuovo, dieci minuti ed arrivarono.
Entrarono sorridenti e si sedettero al primo tavolo vuoto.
-Ragazzi ma è pieno di babbani!- esclamò Harry guardandosi attorno perplesso.
-Ah non ve l’ho detto? Ci vengono sia babbani che maghi qua, il menù cambia a dispetto di chi lo prende in mano- spiegò George entusiasta.
-Woo- disse Ginny.
-Cosa vi posso portare?- chiese una cameriera facendo loro l’occhiolino.
Gli occhi di Hermione si posarono sulla sua divisa scollata, la minigonna sottile, le gambe lisce, il viso truccato, i capelli lucenti, gli occhi dei ragazzi (che luccicavano), subito dopo scambiò uno sguardo d’intensa con Ginny.
-Voi che volete?- chiese la ragazza Weasley mettendosi davanti ad Harry ed impendendogli la vista della donna.
-Io un hot-dog e una Burobirra- disse Harry sconcertato.
-Per me tre hot-dog e del Wisky Incendiario- disse Ron avvampando.
-Due hamburger e una Burobirra- disse Ginny.
-Una pizza “chips” e un’altra Burobirra- aggiunse Hermione osservando nervosa Fred.
-Un hot-dog e un Hamburger .. ah! Anche del Wisky ..- disse George che pareva l’unico a non rivolgere neanche uno sguardo alla cameriera.
-Una pizza “chips” e del Wisky- intervenne Neville.
-E per me due Hamburger e del Wisky … - concluse Fred.
-Quindi sono cinque Hot-Dog, cinque Hamburger, due pizze “chips”, tre Burobirre e quattro bicchieri di  Wisky Incendiario .. dico bene?- chiese la cameriera sbattendo le ciglia.
-Sì, giusto e se non te ne vai non si incendia solo il Wisky- disse Ginny ammiccando e facendole segno di girare sui tacchi ed andarsene.
Harry e George risero, Neville e Ron rivolsero una piccola occhiataccia alla ragazza.
Hermione sollevò il pollice in cenno d’assenso e Fred emise un rumore a metà fra uno sbuffo e una risata.
Quando la cameriera tornò a servirli non rivolse loro nemmeno un sorriso ma sfiorò accidentalmente la mano di Harry con il suo “balcone” mentre si chinava a raccogliere un tovagliolo, poco dopo sventolo il suo didietro proprio davanti a Fred che diventò del medesimo colore del vestito di Ron.
-Fiu fiuuuu!- fischiò Neville mentre Ron si tuffava a capofitto sul cibo.
-Scusa?! Ti sei fatta male quando sei caduta giù dal paradiso?- chiese Hermione amorevolmente alla cameriera.
-Come scusa?!- fece quella illuminandosi.
-Sì, perché credo che tu abbia preso una botta talmente forte che ti si sia rovinata la faccia e il cervello …- disse Hermione pensierosa.
La cameriera assottigliò gli occhi e si diresse al bancone, dove confabulò con un’altra.
-Ricordatemi di non farvi mai un dispetto ..- disse Ron fra un boccone e l’altro rivolto alle due ragazze.
Mangiarono senza ulteriori indugi o disastri (apparte Neville che rovesciò metà Wisky sul tavolo e Ron che chiese altre tre porzioni di Hot-Dog).
-Desiderate il caffè?- chiese la cameriera amabilmente.
I ragazzi dovettero trattenersi dal spalancare la bocca, le ragazze dall’insultarla pesantemente: si era cambiata e aveva messo un vestito che sarebbe stato più adatto ad una festa per cubiste in una discoteca all’ultimo urlo e sopra un grembiule bianco che lo copriva appena.

-Se lo fai con le tue mani no- disse Ginny.
-Ok, voi lo volete ragazzi?- chiese guardando civettuola gli altri.
-Io … s-sì vero?- disse Neville guardando gli altri.
-C-certo- annuirono gli altri.
-Oh ma lo voglio anche io- disse Hermione annuendo a sua volta.
-Sei impazzita?- domandò Ginny prendendola per un gomito mentre la donna se ne sculettava via.
-Non credo .. mormorò Hermione in risposta.
Poco più tardi ritornò con un vassoio pieno di sei caffè bollenti.
-Ecco- disse sorridendo sensuale e chinandosi verso ognuno di loro per porgerglieli.
Arrivò ad Hermione e si chinò verso di lei.
La ragazza migliore del suo anno fece un movimento talmente veloce e talmente casuale con la mano che pareva davvero fosse stato solo un incidente.
-Ahia!- urlò la cameriera, il caffè bollente le aveva bagnato tutto il vestito e il corpo scoperto, la gente nel locale scoppiò a ridere e lei corse via in lacrime, lacrime di rabbia.
-Che Serpe ..- disse Fred scuotendo la testa, ma sorrideva.
-In amore e in guerra tutto e lecito- disse Hermione con un sorrisino soddisfatto.
-E comunque, se non si fosse messa quel vestitino non si sarebbe fatta male ..- osservò Ginny ed Harry annuì, quasi a voler rimediare per gli sguardi che aveva lanciato alla donna.
-Sei mille volte meglio di lei, amore …- sussurrò Fred all’orecchio di Hermione.
Lei si girò verso di lui e lo baciò.
Poco dopo una musica si levò per tutto il pub e qualcosa vibrò.
-Cos’è questo ronzio?- domandò Ron.
-Ronzio? Il mio telefono!- esclamò Hermione tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un oggetto strano che solo Harry riconobbe.
H: Pronto?
X: C-ciao hermione
H: Pa’? Che succede?
X: Tesoro devi venire immediatamente?
H: Che è successo?
X: Tua madre …
Questo fu tutto ciò che gli altri riuscirono a sentire, dopo di che Hermione si alzò dalla sedia ed iniziò a camminare avanti e indietro sempre ascoltando suo padre. Infine rimise il telefono in tasca e guardò gli altri con le lacrime che, lente, le rigavano le guance.




-
Buongiorno a tutti! Eccomi tornata, ieri non ho potuto pubblicare ed oggi sono riuscita a farlo al pelo.. scusate se è un po' cortino il capitolo ma almeno è ricco di eventi!
Spero che stiate tutti bene e vi avviso che d'ora in poi forse pubblicherò un pelo più tardi rispetto al solito, questo perchè alcuni giorni li dovrò dedicare per fare la tesina per l'esame di terza media (auguratemi in bocca a Lupin vi prego... #deglutisce)
Be' a presto si spera! Recensite come sempre, mi raccomando!
Bacioni!
Herm
n.b.= scusate per gli errori, ma nella fretta non ho riletto..

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Capitolo 24
*** Strane lettere da Leotordo ***


25. Strane lettere da Leotordo

-Che è successo?- chiese Harry balzando in piedi e andandole vicino, tutti gli altri spostarono le sedie un po’ più vicini a lei.
-Mia madre, è scomparsa, da 24 ore e lei deve prendere le medicine.. Ragazzi sapete che senza quelle medicine non può resistere per più di 48 ore.. Io .. Se le succedesse qualcosa .. Sapete che se prende quei farmaci è solo colpa mia..- la voce le si spezzò.
Harry le passò un braccio attorno alle spalle, Fred le spostò una ciocca di capelli dietro le orecchie.
-Sii forte, vedrai che andrà tutto bene- disse George cercando di sorriderle.
-Sì, giusto, ora andiamo a cercarla- aggiunse Ginny decisa, alzandosi e stringendo un pugno.
-La troveremo vedrai- annuì Ron.
-Giustissimo! Abbiamo affrontato di peggio- concluse Neville facendole un occhiolino.
-Grazie ragazzi- disse Hermione, tirando un gran sospiro per calmarsi.
-Che aspettiamo?- domandò Ginny alzarsi, poco dopo gli altri la seguirono a ruota mentre George andava a pagare.
-Qual è la prima tappa?- chiese Fred sorridendo e senza togliere il braccio dalla vita di Hermione, la ragazza si strinse di più a lui.
-Casa dei suoi- disse Ron deciso.
-Ragazzi io .. ecco … dovrei tornare a .. al Ministero ..- balbettò Neville.
-Ehi! Dov’è finito il tuo sangue Grifondoro?- chiese George.
-Eh sì amico, non è così che ..- iniziò Fred.
-No ragazzi, se devi andare vai Neville- disse Hermione mettendogli una mano sulla spalla.
-Sicura?-
La ragazza annuì.
-Bene, allora mandatemi un gufo appena la trovate, ok?- chiese, rosso per l’imbarazzo.
-Va bene- disse Harry sorridendo all’amico che, un attimo dopo, si era smaterializzato.
-Pronti a smaterializzarsi?- chiese Ron.
-Al mio tre- disse Ginny annuendo.
-Uno … due ..-
-TRE!- concluse Harry mentre tutti giravano su se stessi.
La solita sensazione sgradevole li avvolse, insieme ad un turbinio di luci,colori e suoni. Pochi secondi più tardi si trovarono davanti ad una villetta, nel nord della Gran Bretagna. Una folla di persone sostava a pochi passi da loro.
Un attimo dopo un turbinio di capelli castani li avvisò che Hermione si era tuffata nelle braccia del padre tentando di trattenere le lacrime.
-Tutto ok?- le chiese il signor Granger spostandole un ciuffo di capelli dalla fronte.
Hermione annuì asciugandosi gli occhi e tornando affianco agli amici.
-Quelli sono puliziotti?- domandò Ron nell’orecchio di Harry che dovette presto trasformare un attacco di risa in uno di tosse.
-No, sono poliziotti- lo corresse Hermione.
-Non vedo né capisco la differenza- osservò il Weasley corrucciato.
-Questo non è affatto strano ..- disse George.
-Sì, il fatto che tu non capisca qualcosa ..- concluse Fred.
-Sempre i soliti bambini! Sembra d’essere all’asilo!- sbottò Ginny avvicinandosi all’amica, sempre più prossima alle lacrime.
-Signor Granger sua moglie non è nelle vicinanze, abbiamo già messo i cani e tutti gli uomini a disposizione nelle sue tracce, la terremo al corrente- disse uno dei poliziotti.
-O-ok, grazie mille- sospirò l’uomo passandosi una mano fra i capelli.
-Sentito papà? La troveranno- affermò Hermione, cercando di sembrare molto più ottimista e sicura di quanto in realtà non fosse. Intuendolo, Fred si avvicinò a lei e, incurante degli altri, le prese il viso fra le mani, costringendola a guardarlo negli occhi.
-La troveranno ok? Anzi la troveremo, ci mettiamo subito alla ricerca. Devi fidarti di noi-
Hermione chiuse gli occhi, cercando il conforto (che sapeva di trovare) in quel contatto. Quando li riaprì aveva acquistato nuova sicurezza, quindi annuì e, mentre Fred si staccava da lei, gli prese la mano.
-George hai portato le scope?- chiese Ginny rivolta al fratello.
-Certo! Chiamatemi pure miss previdenza ..- rispose il ragazzo con un piccolo inchino, tirando fuori dalle tasche (che dovevano avere un incantesimo di estensione irriconoscibile) cinque Firebolt.
-Non è che sei imparentato con la Cooman?- rise Harry mentre si metteva a cavalcioni di una scopa.
-Nahhh!- rispose Ron con una smorfia, prendendone una anche lui.
-Sono solo cinque- osservò Ginny.
-Non mi lascerete qui- disse Hermione, le mani sui fianchi.
-Mi dispiace ma ..- iniziò George.
-Niente ma!- protestò la ragazza, scuotendo la forte chioma.
-Hermione puoi stare qua, con tuo padre, è meglio, avete bisogno entrambi di ..- iniziò Harry.
-Non mi dire cosa devo fare. Io vengo con voi- decise la ragazza traendo un lungo respiro e ponendo le mani sui fianchi.
-Sali- disse Fred senza riuscire a nascondere un sorrisetto.
-Fate attenzione ragazzi- disse il signor Granger poco prima di rientrare in casa, visibilmente scosso.
-Stia tranquillo! I gemelli Weasley non ne sbagliano una!- disse George scagliando il pugno in aria e sollevandosi da terra mentre Ginny scuoteva, rassegnata, il capo.
-Allora dividiamoci, io, Ron e Ginny sorvoleremo da qua a est, voi, George,Hermione e Fred, quella ovest. Mi raccomando: non fatevi vedere, volate sempre alto e occhi bene aperti- disse Harry guardandoli uno ad uno.
-Signorsì, capo!- esclamò George cercando, in bilico sulla scopa, di fare il saluto militare.
-Ai suoi ordini, Mangiamorte capo!- esclamò Fred virando verso sinistra.
-Fred! Non è divertente!- disse Ginny ma al vento, perché i tre si erano giù allontanati.
-Ci conviene andare- disse Ron.
Presero la direzione opposta e volarono sicuri, sulle nuove scope.
Il sole iniziava a tramontare, il cielo si tingeva di un leggero rosa, coperto dalle nuvole bianche, il freddo iniziava a scendere come un mantello che copriva l’intera città di Goodfire. Harry, Ron e Ginny erano congelati, stanchi e pessimisti.
-Ragazzi non so voi, ma io non sento più il fondoschiena ...- disse Ginny ad un certo punto, cercando di sistemarsi meglio sulla scopa.
-Solo quello? Io avrò perso un braccio e qualche dito, miseriaccia!- esclamò Ron scuotendo la testa.
-Pensate che lo stiamo facendo per Hermione ..- ricordò loro Harry, accelerando appena.
-Tanto non troveremo nessuno, se proprio l’hanno rapita non sarà stato nessun babbano- sbottò Ron, facendo calare il silenzio.
-Lo pensavo anche io, sapete? E se qualche Mangiamorte o vecchio sostenitore di Voldemort fosse evaso?- chiese Ginny con una vocina piccola piccola.
-E’ tutto il giorno che ci rimugino su e potrebbe essere così .. Ma ci avrebbero avvertito, no?- ribadì il Prescelto.
-No, non se avessero voluto evitare il panico- osservò Ron.
Il silenzio scese di nuovo.
-Però potrebbe essere solamente un effetto collettivo dell’incantesimo di memoria di Hermione …- tentò di dire Ginny.
-Non credo, sappiamo benissimo che è un’ottima strega e non avrebbe mai fatto uno sbaglio simile- disse Harry sospirando.
-Già però anche .. Leotordo!- esclamò Ron sgranando gli occhi.
-Anche Leotordo?- domandò Ginny confusa.
-Ma no! Là, guardate! Quello non è Leotordo?- domandò Ron puntando il dito davanti a loro.
Harry si sistemò meglio gli occhiali sul naso e finalmente lo vide: un gufetto che avanzava a balzi verso di loro, cercando di resistere al peso dell’enorme pacco che portava appresso.
Ginny fu la prima a riprendersi dallo sbigottimento, avanzò verso l’animale e gli tolse il pacco. Leotordo, dalla gratitudine, le beccò piano la mano ed andò a posarsi all’estremità della sua scopa.
-Contiene due lettere ed una .. urca! Una strilettera!- deglutì la ragazza.
-Oh oh- disse Harry coprendosi le orecchie.
Ron fece per dire qualcosa ma non ne ebbe il tempo perché una voce più potente, che risuonò dappertutto, lo sovrastò.
-SI PUO’ SAPERE DOVE CAVOLO SIETE FINITI? IDIOTI! E PENSARE CHE SIETE MAGGIORENNI! SIETE SPARITI QUESTA MATTINA, COSI’, SENZA UNA MINIMA SPIEGAZIONE NE’ UNA PAROLA! VE NE SIETE ANDATI IN GIRO TUTTO IL GIORNO E VI SIETE SMATERIALIZZATI DAVANTI A DEI BABBANI! INCOSCIENTI! E PER DI PIU’ ABBIAMO BISOGNO DI VOI E NON CI SIETE! QUESTO POVERO GUFO HA PERCORSO KILOMETRI PER TROVARVI! E SO CHE E’ COSì!!! IDIOTI! GINNY! PENSAVO CHE ALMENO TU AVESSI UN PO’ DI BUON SENSO! RON?!! RON?!! COSA DOVREI DIRE SU DI TE? MI ERO ILLUSA CHE AVESSI MESSO LA TESTA A POSTO! E .. FRED E GEORGE! DI VOI NON MI SORPRENDO! E’ DA QUANDO SIETE NATI CHE COMBINATE CASINI, MA QUESTA!!! E’ IMPERDONABILE!! ED ORA MUOVETEVI!!!!-
Quando le urla della signora Weasley si spensero le orecchie dei quattro (sì, anche quelle del povero Leotordo) fischiarono per un po’.
Ginny si affrettò ad aprire una delle due buste rimanenti e a leggerla a voce alta.
-“Ragazzi! Ma dove vi siete cacciati? Mamma ha fatto il diavolo per quattro questa mattina e come se non bastasse dopo quello che è successo .. Venite subito al San Mungo siamo già tutti qui, mi dispiace di non potervi dire altro. State vicini ad Hermione e fate il più presto possibile .. E’ davvero importante, vi parlerò di persona. Vi voglio bene. Bill”-
Ginny scambiò un breve sguardo con Harry prima di leggere l’ultima pergamena e gli occhi del Ragazzo-Che-Sconfisse-Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato le confermarono che nemmeno lui aveva capito molto.
-“Gentili signori e signorina Weasley, signor Potter siete stati irrintracciabili da questa mattina. Inoltre abbiamo dovuto usare l’incantesimo di memoria su due babbani che vi avevano visto smaterializzarvi. Ora come ora questo è relativamente importante, per il fatto che è accaduto. Ci dispiace informarvi solo ora, ma l’abbiamo fatto appena l’abbiamo ritenuto possibile e adatto. Vi preghiamo quindi di affrettarvi a raggiungerci al San Mungo, lì le cose vi saranno spiegate con più chiarezza. Siamo sicuri che tutti voi vi accingerete a venire e sosterrete in qualsiasi modo la vostra amica Hermione Jean Granger. E’ molto IMPORTANTE. Al più presto possibile, Kingsley Shaklebolt e gli Auror responsabili.”-
-Per la miseriaccia!- esclamò Ron.
-Puoi dirlo forte – disse Harry frastornato.
-Io non ho capito molto ma sbrighiamoci, andiamo dagli altri!- esclamò Ginny cambiando bruscamente direzione.
 
Fred e George le avevano provate tutte per riuscire a tenere alto il morale di Hermione e lei li aveva ripagati con sorrisi che, per la tristezza profonda in cui era sprofondata, erano davvero un miraggio. Era riuscita a non impazzire solo perché sentiva il corpo di Fred affianco al suo, che la scaldava e la risata di George che batteva frequentemente il cinque al gemello. I due Malandrini avevano fatto a gara per tutto il pomeriggio,sfidandosi a chi andava più lontano, ma nel contempo (senza farsi notare troppo dalla ragazza) i loro occhi avevano perlustrato tutta la zona circostante: nulla.
Era stato quando si erano spinti troppo oltre ed erano dovuti tornare un po’ indietro per poi proseguire verso nord-ovest che Fred si era scambiato un’occhiata con George e avevano capito che entrambi avevano la stessa idea: la madre di Hermione, la signora Granger non era nelle vicinanze e quindi l’unica opzione rimanente era quella che a rapirla o comunque a portarla via non era stato un babbano. Ma un mago. Ed entrambi sapevano molto bene di quali tipi di maghi si stava parlando.
-Ehi! Ma quelli sono Harry, Ron e Ginny!-
-Non è un po’ tardi per scherzare?- chiese Hermione sbadigliando.
-Ma io non scherzo- insistette George.
Finalmente anche gli altri due li videro, avanzare verso di loro,a velocità elevata.
-L’avete trovata?- domandò Hermione mentre il volto le si illuminava.
-No, ma in compenso qualcun altro ha trovato noi- disse Ron.
-Chi?- chiese Fred scambiandosi un’occhiata preoccupata con il gemello.
-Leotordo ..- disse Ginny mentre Harry cominciava a raccontare brevemente, e sorvolando i dettagli, il contenuto delle tre lettere.
-Sbrighiamoci allora!- concluse George.
Planarono dolcemente, Fred aiutò Hermione a scendere dalla scopa, così come Harry aiutò Ginny e dopo si smaterializzarono a due a due.
Hermione strinse forte il braccio di Fred, che capì e fu lui a condurre.

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Capitolo 25
*** Un maghinò a sorpresa.. ***


24. Un maghinò a sorpresa..

Il San Mungo era piuttosto in movimento quella sera, c’erano stati alcuni casi urgenti e i Mendimaghi erano indaffarati. Il caos sembrava regnare sovrano, le infermiere correvano da una parte all’altra cercando di soddisfare i bisogni di tutti, qualche vecchia strega ogni tanto se ne usciva con una frase come “I giovani d’oggi! Sempre di corsa!” e qualcuno con una tazza da water al posto della faccia cercava invano di spiegare ad una giovane indaffarata che doveva essere curato al più presto e che non aveva praticato incantesimi illegali.
Così quando la squadra di Weasley, più la ragazza Granger e il giovane Potter apparvero nella sala d’aspetto barcollarono un attimo e non per la materializzazione che (tutti sanno) sa essere piuttosto scombussolante ma per il disordine che c’era nell’ospedale magico. Si diressero ad un grande bancone, dove una ragazza che trafficava animata con alcune pergamene rivolse immediatamente loro tutta la sua attenzione, sorridendo amabile.
-Ci hanno detto di venire qui .. ma ecco noi non è che .. cioè voglio dire .. Il ministro della magia, no una lettera ..- farneticò Ron alla povera strega.
Proprio mentre Ginny stava per perdere la calma e prendere in mano la situazione sentirono la voce calda e affettuosa della signora Molly chiamarli. Si girarono tutti e si sorpresero nel vedere che della sfuriata menzionata nella lettera non c’era traccia. La donna li abbracciò tutti e li strinse forte mentre il signor Arthur le batteva una mano sulla spalla.
-Ci volete dire che è successo?- domandò Fred.
-Sì infatti! Non sarà nulla di così grave!- aggiunse George.
-Si tratta di tua madre Herm- disse Bill che li aveva appena raggiunti, Fred la strinse di più a sé.
-Mia madre?- chiese la ragazza perplessa.
-Ma sua madre è una babbana, come potrebbe essere qui?- chiese Ginny perplessa.
-Aspettate! E’ qui!? Quindi non è scomparsa!- intervenne Ron.
-Calmi, calmi, se ci date il tempo necessario vi spieghiamo tutto- intervenne una voce alle loro spalle. Una voce calma e rassicurante che apparteneva niente di meno che a Kingsley Shacklebolt.
-Kinsgley che piacere vederti!- sorrise Harry.
-Il piacere è tutto mio, caro ragazzo- disse quelli sorridendo a sua volta, poi il suo sguardo si fece cupo.
-Hermione la prima cosa che devi sapere è che tua madre non è una babbana- Kingsley si fermò un attimo, osservando le facce a forma di punti interrogativi che lo studiavano, poi riprese. –E’ una maghinò, abbandonò per sempre la magia quando conobbe tuo padre e giurò di non volerne avere più niente a che fare. Si rifugiò nel mondo babbano e qualcosa dentro di sé la convinse che la storia della magia fosse solo frutto della sua immaginazione, d’altronde lei era una maghinò e non aveva poteri, questo le rese la faccenda molto più semplice. Quando tu le hai inflitto quell’incantesimo di memoria hai azionato qualcosa dentro di lei e così, quando glielo hai rimosso la verità le si è parata davanti. Ricordò tutti ma non volle credere fosse vero, ovviamente sapeva che tu eri una strega. Per questo iniziò a prendere medicinali, quei calmanti, non per l’incantesimo che le avevi lanciato tu ma per rimuovere questi ricordi. Sì, ricordi dolorosi perché i tuoi nonni, sapendola maghinò, l’avevano diseredata. –
-Mia madre … una maghinò?- chiese Hermione incredula.
Bill annuì, doveva aver già sentito tutta la storia.
-Ma allora .. che le è successo?- incalzò Ron.
Kingsley tirò un lungo sospiro, poi continuò.
-Avete studiato le Chimere, vero?-
-S-sì- disse Ginny spaventata, portandosi le mani alla bocca.
-Ecco, si pensava esistessero ormai solo in alcuni luoghi sotterranei in Grecia ed invece ce n’era una proprio qui, in Gran Bretagna. Tua madre, Hermione, era uscita a prendere una boccata d’aria quando questa l’ha aggredita. Abbiamo dovuto modificare i ricordi di tuo padre e di alcuni babbani per precauzione .. La Chimera è stata presa e portata in Grecia, non recherà più alcun danno. Inoltre mi devo scusare con voi per avervi avvertito solo ora, ma prima non mi era possibile-
-Ok .. E allora?- domandò George.
-Allora cosa?- chiese il singor Arthur.
-La signora Granger, come sta?- incalzò Fred.
-Oh .. Be’ è viva- disse Bill.
-E’ viva- ripeté Hermione sottovoce.
-Possiamo vederla?- chiese Harry, avvicinandosi all’amica.
-No, non è ancora possibile. Da domani sì, i familiari potranno vederla-
-Ma domani partiamo per Hogwarts- osservò Ginny.
-Allora vuol dire che ..- iniziò la signora Molly.
-Io e Hermione resteremo qua e vi raggiungeremo qualche giorno più tardi- concluse Fred.
-Non è esattamente quello che stavo per proporre ma va bene ..- sospirò Molly.
-Se restano loro resto anche io- disse Harry deciso.
-No, dovete studiare ragazzi. E’ importante. Vi faremo sapere tutto via lettera- osservò Bill.
-Al diavolo …- sibilò Ron.
-Ora tutti a casa, è stata una giornata intensa e dovete ancora fare le valigie- si raccomandò il signor Weasley.
Ginny imprecò ancora un po’, ma dopo tutti girarono su se stessi e si smaterializzarono.
-Pa’ credi che dovremmo dirglielo?- domandò Bill un attimo dopo che anche Kingsley ebbe voltato loro le spalle.
-No, non è il momento adatto-
-Ma una buona notizia potrebbe rallegrare l’atmosfera ..- tentò di dire la signora Weasley.
-Forse- ammisero gli altri due, non del tutto convinti.
 
 
-Se non ricevo una tua lettere ogni due ore, massimo tre, vengo qui di persona e ti strangolo. Intesi Hermione Granger?-
-Intesi Ginny Weasley- annuì Hermione.
-Già, la mia cara sorellina che sa essere così paziente …- disse Fred sospirando.
-Dolce, …- aggiunse George fingendosi emozionato.
-Gentile,…- disse Fred
-Altruista,…- continuò George
-Generosa,…- intervenne Fred
-Affettuosa e ..- ma George venne bruscamente interrotto.
-Oh! Dateci un taglio!- era chiaro a tutti che Ginny si fosse svegliata di malumore, in effetti l’unico che non aveva ancora minacciato (di morte, lesioni gravi o incantesimi mortali) era stato Harry.
-Ehi Giny ma che hai stamattina?- chiese Fleur altezzosa come sempre.
-Non è che sei in “quella” settimana?- domandò Ron.
Ginny gli scoccò un’occhiata che avrebbe fatto impallidire anche un Troll ed il fratello, infatti, indietreggiò di qualche passo mentre balbettava che aveva dimenticato di sopra Leotordo.
-Be’ noi andiamo – disse Harry avvicinandosi per salutare Fred e Hermione.
-Prima che Ginny uccida davvero qualcuno- sussurrò nell’orecchio della sua migliore amica mentre l’abbracciava.
-Fred prenditi cura di lei- si raccomandò.
-Senz’altro amico!- esclamò l’altro battendogli il cinque.
Dopo il Prescelto prese per mano Ginny, che ancora mandava scintille, e si materializzò con i bagagli alla stazione di King’s Cross.
-Gred!- esclamò George abbracciando forte il gemello.
-Forge! Mi raccomando ..-
-Cosa?- chiese l’altro.
-Non essere troppo tranquillo senza di me o Gazza potrebbe insospettirsi-
-Ne dubito .. –rise George.
-Hermione! Tienilo d’occhio anche per conto mio- sussurrò poi alla ragazza indicando con un cenno il gemello.
-E perché?-
-Non si sa mai con un Weasley in giro .. Be’ gente io vi saluto!- esclamò George girando su se stesso.
-Hermione! Riprenditi, ok? Mi dispiace tonto che devo andare a lavorare, avrei potuto darti un po’ di conforto ..- sospirò Fleur abbracciandola forte.
-Grazie- sorrise Hermione, per la prima volta sincera con lei.
-E di che? Bill! Vieni?-
Il ragazzo scese di corsa le scale, salutò la coppia e prese per mano la moglie. Un attimo dopo erano spariti in vista di Villa Conchiglia.
-Ron!! Gli altri se ne sono già andati!- urlò la signora Molly dalla cucina.
Un gran rumore, un tramestio, un verso da gufetto indignato e parecchie imprecazione fecero capire a Hermione che il ragazzo era appena caduto dalle scale trascinandosi dietro il povero Leotordo ed il baule.
Mentre Fred rideva a crepapelle Ron, rosso in faccia e nelle orecchie, si tirò su, risistemò alla bel e meglio il baule, chiuse il gufo dentro la gabbia e si materializzò.
-Mamma noi andiamo a fare un giro, dopo ci vediamo al San Mungo,ok?- disse Fred affacciandosi sulla soglia della cucina.
-Certo caro, mi raccomando eh! A dopo- disse interrompendo un sorriso sincero ad uno di avvertimento.
Fred annuì e porse una giacca a vento ad Hermione, dopo le passò un braccio intorno alle spalle. La ragazza aprì la porta ed uscirono.
-Allora, come stai?- le chiese.
-Non ne voglio parlare, preferisco godermi la tua vicinanza, ora che siamo soli- disse Hermione stringendosi di più a lui.
-Bene, se ti vuoi distrarre ho il posto giusto- sorrise Fred.
-Davvero Mordente?-
-Certo, cara la mia secchiona- la prese in giro lui con un occhiolino.
Hermione accennò un risolino e continuarono a camminare. Finalmente arrivarono in un piccolo bosco, camminarono ancora, fra gli alberi alti, i cespugli fitti, gli animali agili e scattanti, l’erba gialla e ormai secca, il terreno asciutto. Si fermarono in una radura che era uno spettacolo, rotonda, con un piccolo ruscello ghiacciato che conduceva una montagna, la quale la si vedeva (con la cima innevata),  c’era un silenzio assoluto ma si intuiva che d’estate doveva essere un posto sempre pieno di suoni armoniosi, cerbiatti, lontre e altri piccoli animali che correvano lì per abbeverarsi.
-Mi piace- annuì Hermione chiudendo un attimo gli occhi felice, a quel silenzio assoluto.
-Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?- chiese Fred prendendo una pietra e passandosela da una mano all’altra.
-E come dimenticarlo? Eravamo sull’espresso per Hogwarts, io ho aperto la porta e ho detto ..- iniziò Hermione.
-“Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso”- concluse Fred imitando una vocina strillante ed imperiosa.
-Esatto- confermo Hermione, ricordandosi come avesse esplorato tutti gli scompartimenti ripetendo la stessa identica frase –E allora tu mi avevi studiato per un po’ e poi hai detto: “No, però se vuoi abbiamo una tarantola”-
-Giusto e tu ti eri girata verso di me, guardandomi con un’occhiata alla McGranitt: “Non è affatto divertente … Ah! Devi essere un Weasley, ho incontrato tuo fratello e … be’ .. l’incantesimo che gli avevi detto era davvero infantile” Ed avevi calcato talmente tanto sull’infantile che se l’avessi scritto avresti bucato il foglio-
-E poi me n’ero andata stizzita e a testa alta- concluse Hermione.
-Ma tu non sai cos’è successo dopo ..- disse Fred vago, avvicinandosi.
-Cos’era successo?-
-Be’ George mi aveva guardato per un po’, poi si era scambiato un’occhiata complice con Lee. Io ero curioso e avevo chiesto loro, cioè ordinato, di dirmi che cosa passasse per quella loro brillante testolina ..-
-E cosa ti avevano risposto?-
-“Ha saputo tenerti testa, amico!” io avevo guardato Lee come se fosse impazzito. “Ha grinta da vendere, la ragazza!” aveva aggiunto George. Io ero scoppiato a ridere ma un attimo dopo avevo ribattuto “Oh sì, mi piace quella ragazza, un giorno ci fidanzeremo!”. –
Hermione rise. –Non ci credo! Non puoi aver detto una cosa simile!-
-Come no? E un attimo dopo George aveva replicato “Credo che non si fidanzerà con te, nemmeno se la pagherai galeoni e galeoni!” –
-E tu?-
-“Vedremo, vedremo” avevo risposto, ma in realtà sapevo che aveva ragione …-
-Ed invece avevi ragione tu- convenne Hermione.
-Già, quindi ora me lo merito un bacio?- chiese Fred avvicinandosi e giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
-Può darsi- rispose Hermione vaga, ma un attimo dopo prese delicatamente il colletto della sua maglia e lo attirò a sé.
Solo così, stretta a lui, con le loro labbra che non ne avevano mai abbastanza l’uno dell’altro, Hermione riusciva a dimenticare ogni problema, proprio lei che odiava avere la testa fra le nuvole e i piedi non ben piantati per terra, proprio lei con lui non riusciva a non lasciarsi andare con tutta sé stessa, senza pensare al futuro e godendosi il presente.
 
Poco dopo l’ora di pranzo il San Mungo era sempre pressoché vuoto, anche i Mendimaghi si rifugiavano in uno dei tanti piani per pranzare,  gli ammalati cercavano di riposare ponendo fine per qualche minuto ai loro incessanti dolori, gli infermieri potevano godersi quell’attimo di tranquillità.
I signori Weasley, Fred e Hermione entrarono nell’atrio e restarono per un attimo attoniti da tutto quel silenzio, ripresi si diressero al banco informazioni su cui sedeva un giovane mago annioato che si specchiava annoiato sulla parente di fronte.
-Ehm ehm- tossicchiò Fred passandogli una mano di fronte al viso.
-Sì, buongiorno cosa desiderate?- chiese con voce atona il mago.
-Vorremmo …- Hermione trasse un bel respiro e riprese solo quando seppe che la voce non avrebbe più tremato -Vorremmo vedere la signora Granger-
Il mago la studiò un attimo e all’improvviso si fece attento, guardandola con una certa malizia e senza avere più quell’aria annoiata. –Secondo piano, vi accompagno .. Se volete seguirmi- disse alzandosi in piedi e facendo loro un piccolo inchino.
-Galante- ridacchiò Molly che aveva capito benissimo dove il giovanotto voleva andare a parare …
Salirono in un ascensore piuttosto vecchio, che pareva poter crollare da un momento all’altro.
-Dovrei fare rapporto, quest’aggeggio .. è nuovo?- chiese dubbioso il signor Arthur.
-Sì, ce l’hanno portato l’altro giorno. Ultima tecnologia- spiegò altezzoso il ragazzo.
-Ultima tecnologia eh? Ultima nel senso che non la userebbe mai nessuno?- domandò Fred ghignando.
-Già, non hai tutti i torti. Faremo un’ispezione …- mormorò Arthur.
-Oh insomma! Non siamo qui per parlare di lavoro!- sbottò Molly mentre le porte si aprirono.
Arrivati alla porta della stanza dove alloggiava la signora Granger, il mago si fece da parte e Hermione esitò appena un attimo, la mano sulla maniglia. Dopo aprì e vide subito il letto, l’unico ad occupare la stanza. Sua madre giaceva lì, incosciente, ma si poteva vedere bene il petto che si alzava e si abbassava a ritmo del suo respiro, le braccia erano piene di tagli e una gamba ricoperta interamente di fasciature, il viso sembrava indenne se non che i capelli le erano stati tagliati cortissimi, per un brutto taglio che aveva al collo.
Hermione deglutì e barcollò, Fred dovette sorreggerla per impedirle di cadere.
-Credo che dovremmo uscire, passiamo dopo ..- mormorò Molly facendo un cenno a Fred.
Ma Hermione strinse più forte la mano del ragazzo, aveva bisogno di lui in quel momento più che mai, specialmente per quando la madre si sarebbe svegliata, per mostrarsi forte.
La signora Molly fece un rapido sorriso, di comprensione e affetto, mentre sospingeva il signor Arthur fuori dalla stanza.
-Quando credi che si sveglierà?- domandò lei, sedendosi in una sedia affianco a letto.
-Non lo so .. Ma molto presto, vedrai- affermò Fred, sciuro. Spostando un’altra sedia vicina alla sua.
-Grazie Fred, non so che farei senza di te …- sospirò Hermione, stringendogli una mano.
-Piuttosto io senza di te ..- replicò Fred scuotendo la testa e portandosi la sua mano alle labbra.
Hermione chiuse per un attimo gli occhi,ancora confortata dalla stretta di lui. Un attimo dopo, però, l’attenzione era nuovamente concentrata tutta su sua madre.

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Capitolo 26
*** Imprevisti ***


26. Imprevisti

Un rumore diverso dagli altri fece ritornare Hermione con i piedi per terra. Stava guardando fuori, la Londra babbana, dalla finestra della camera del San Mungo dov’era ricoverata sua madre. Pioveva, pioggia gelata, che cadeva lentamente sul vetro e nelle pozzanghere che infangavano le strade. I suoi pensieri erano corsi, ed era strano, di solito aveva sempre i piedi ben piantati per terra. Il sottofondo dei soliti rumori che si odono in ospedale aveva funzionato come una delle sinfonie di Beethoven ma ora c’era stato un fruscio indefinito. Si voltò di scatto, mentre i capelli castani e aggrovigliati le coprivano gli occhi nella furia del gesto.
-Mamma!- esclamò vedendola sveglia, quelli sorrise lievemente.
Hermione le andò vicino, trattenendosi dall’abbracciarla con foga, le prese invece una mano, guardandola con occhi lacrimosi.
-Tesoro, dove siamo, non sembra un ospedale che conosco- mormorò la donna.
-Siamo al San Mungo, mamma- sospirò Hermione.
-Al cosa?-
Hermione la guardò bene prima di rispondere, nonostante i tagli, le ferite, l’ombra di dubbio, paura e preoccupazione che la coprivano era ancora la donna che l’aveva cresciuta, amata e che lo faceva tutt’ora. Era difficile dirle la verità, ma soprattutto voleva farlo nel modo giusto. Si sedette affianco al letto e la guardò intensamente.
-Mamma, lo sai tu, lo so io. Insomma, lo sappiamo. Ascolta, non è facile per nessuno, eppure tu sei una maghinò, sono sicura che lo ricordi, vero?- chiese con dolcezza, tenendole la mano.
-Una cosa?- domandò la donna, ma si capiva che c’era un’ombra palpabile di incertezza in lei.
Hermione prese un lungo e meritato respiro prima di rispondere, man mano che spiegava la signora Granger sembrava prendere una nuova conoscenza ed era come se una lampadina, una nuova luce si fosse accesa nei suoi occhi.
-Mi dispiace piccola, scusa-
-E di cosa?-
-Di non averti detto la verità che, in cuor mio, ho sempre saputo- mormorò con le lacrime agli occhi.
-Oh mamma!- esclamò Hermione abbracciandola, mentre sentiva le mani di lei (ancora deboli) stringersi sulla sua schiena.
Qualcuno bussò alla porta, era il ragazzo del bancone.
-Scusate- disse arrossendo. –Ma il signor Granger vorrebbe entrare-
Hermione annuì e il mago si fece da parte, rivelando dietro di lui un signore alto e bruno.
-Tesoro! Che succede?- domandò il babbano frastornato.
-Ti spiegherà tutto mamma- disse Hermione con un sorriso, mentre si dirigeva verso la porta e li lasciava soli.
Chiuse l’uscio con quanta dolcezza e lentezza fosse capace, sentendo sua madre che iniziava a raccontare e vedendo l’espressione attonita di suo padre, lei invece era stanchissima. Davvero, era quasi meglio superare un esame che sostenere una tale angoscia. In più di lì a poche ore avrebbe dovuto prendere una passaporta per Hogwarts e mettersi sotto con lo studio, sospirò. 
-Ehi bellissima- disse qualcuno abbracciandola da dietro.
-Ciao- rispose Hermione con le guance in fiamme, sorridendo.
-Tutto ok?- le chiese Fred prendendole il viso fra le mani.
Hermione annuì.
Il ragazzo la baciò a lungo, poi le sue mani scivolarono lungo il corpo di lei, le accarezzarono la schiena mentre iniziava a darle piccoli e morbidi baci sul collo.
-Fred, ehi! Siamo al San Mungo- protestò Hermione cercando di ricomporsi.
Fred si avvicinò nuovamente a lei, un sorriso furbo sulle labbra.
-Certo, proprio per questo, dopo ti spiego .. ora baciami- le sussurrò  all’orecchio.
“Certo che è dannatamente sexy “ pensò Hermione rabbrividendo, poi lo baciò, mentre si rimproverava per quell’assurdo pensiero.
Le mani di Fred si infilarono sotto la sua maglietta e le accarezzarono la pelle, facendole provare piccoli brividi. Hermione si strinse ancora di più a lui, baciandolo con più trasporto, mentre le sue mani gli accarezzavano i capelli.
Si staccarono dopo quella che parve loro un’eternità e,nel contempo, troppo poco.
Si guardarono a lungo negli occhi, ancora stretti uno all’altro.
-Ora spiegami, Mordente- disse Hermione mettendo un braccio sul fianco e l’altra mano puntata contro di lui.
Fred alzò le mani, come in segno di resa e indicò qualcuno alle spalle di lei.
Hermione si voltò e vide il mago che aveva loro mostrato la strada verso la stanza di sua madre, poi rivolse la sua attenzione a Fred, inquisitoria.
-Volevo solo dimostrargli che sei mia ..- disse in un soffio mentre l’espressione di Hermione si addolciva.
-E poi per un po’ non avremmo tutto questo tempo da dedicare a noi- aggiunse pensieroso.
-E chi l’ha detto?- fece Hermione appena maliziosa.
-Oh oh! Tu che inviti me a infrangere le regole? Non ti ha fatto per niente bene la mia influenza ..-
Scoppiarono a ridere entrambi mentre Kingsley si avvicinava a loro.
-Ciao ragazzi. Come va?- chiese mettendo loro una mano sulla spalla.
-Bene ministro- rispose Hermione formale.
-Ehi King!!- esclamò Fred facendogli un piccolo inchino.
L’uomo rise. –Seguitemi, è ora di tornare a Hogwarts-
“A casa” pensarono i due Grifondoro sorridendosi.
Hermione fece prima un salto dai suoi, li abbracciò forte tutti e due, specialmente sua madre e poi guardò il padre inflessibile e con una nota di severità nella voce: “Scrivetemi. Voglio vostre notizie ogni mattina e ,se è necessario, anche la sera. Tutto chiaro?” aveva assottigliato gli occhi e i genitori avevano annuito, trattenendo le risate. Poi l’avevano baciata sulla fronte e Hermione se n’era andata, con gli occhi lucidi.
 
Harry amava Ginny, davvero, ma pensava seriamente che se gli avesse rotto un braccio ci sarebbero stati seri problemi. Comunque cercò di non arrabbiarsi. –Ginny. Il. Mio. Braccio-
-Quale braccio?- domandò lei, nervosa, mordicchiandosi le unghie.
Harry scosse la testa e si rassegnò a dover imparare ad usare la bacchetta con la sinistra.
-Ron! Devi proprio mangiare?-
-L’agifafione mi frende nerfofo –
-Che?- chiese George tormentandosi le mani.
Ron cercò di deglutire per rispondergli, ma finì solo con il soffocare, tanto che il fratello dovette correre in suo aiuto.
-Grazie- disse infine massaggiandosi il collo.
-Pff .. giovani d’oggi- disse Phineas sdegnato, dal suo ritratto.
-Già, lo sempre detto io che ci vorrebbe più disciplina in questa scuola .. – disse il ritratto di una donna che assomigliava a un rospo infilato in un vestito rosa shocking.
-Insomma Dolores..- sospirò il ritratto di un uomo dal naso adunco e i capelli untuosi, vestito rigorosamente di nero.
-Gli studenti, ti devono portare RISPETTO, mio caro Piton. Rispetto- disse il rospo chiamato Dolores.
-Come la tazzina finita sul tuo vestito il primo giorno in questo studio?- ridacchio un uomo anziano dalla lunga barba bianca.
-Oh!- proruppe la donna, rabbiosa.
La McGranitt, dal suo scranno, non poté fare a meno che ridere mentre il professor untuoso di nome Piton si lasciava sfuggire uno dei suoi rari sorrisi e gli altri ritratti ridevano a crepapelle, cercando di nascondersi dietro la cornice.
-Dov’è? Eh? Dove sono?- continuava a chiedere Ginny, in ansia, saltellando su e giù e senza lasciare il braccio del Prescelto (o di quello che fra poco ne sarebbe rimasto).
Finalmente apparve un vecchio orologio (ma così vecchio che pareva un miracolo le lancette andassero ancora avanti) seguito da un ragazzo dai capelli rossi e una ragazza dai capelli cespugliosi.
-Hermione! Allora come sta tua madre?- chiese Ginny saltandole letteralmente addosso.
Harry si godette quel momento di pace, massaggiandosi pensieroso il braccio.
Ron finì il suo succo di zucca e poi raggiunse Lavanda che, assieme a Ginny, pendeva dalle labbra di Hermione.
George corse (letteralmente) incontro al gemello e lo abbracciò.
-Ehi Gred- disse l’altro sorridendo.
-Forge, mi toglierei il cappello se ce l’avessi- disse George sorridente.
-Bene. Appunta nella nostra lista degli scherzi: fregare un cappello abbastanza grande a qualche primino abbastanza grasso ..- iniziò Fred –Scherzavo, professoressa, scherzavo- aggiunse mentre veniva intercettato dal severo sguardo di Minerva McGranitt.
-Tu aggiungilo- sussurrò poi a George mentre scoppiavano a ridere.
Dieci minuti più tardi camminavano per gli antichi corridoi di Hogwarts, Grattastinchi corse loro incontro e persino Leotordo che portava una lettera di Hagrid.
-Allora domani, dopo le lezioni tutti da Hagrid!- cinguettò Lavanda.
-Ma dobbiamo rimetterci in pari con gli altri .. avremo moltissimi compiti e ..- iniziò Hermione.
-Oh Herm! Dobbiamo divertirci e poi è tanto che non ci prendiamo un buon te con lui!- esclamò Harry.
-Già, Hermione e poi chissene frega dei compiti!- esclamò Ron, lasciandosi trascinare dall’entusiasmo.
-Chissene frega? Chissene frega! Ascoltami bene, Ronald, quest’anno abbiamo i M.A.G.O.!!- inveì Hermione, sprizzando scintille.
-E quando lo chiama Ronald iniziano i guai ..- sussurrò Ginny.
E probabilmente aveva ragione.
Lavanda teneva per mano Ron, che era arrossito sostando alla sfuriata di Hermione, che aveva solo voglia di sfogarsi e poi era certa di avere ragione.
Harry si massaggiava il braccio mentre osservava George, che era piuttosto pensieroso e sapeva che ben presto avrebbe dovuto dire agli altri ciò che aveva origliato fra i signori Weasley e Bill.
Fred sorrideva, non aveva pensieri, né rimorsi o rimpianti. Si sentiva bene. Ma dopotutto, era a casa.
 
Il cortile era ancora reduce degli ultimi fiocchi di neve, tutti gli studenti erano raggruppati in torno al fuoco o in biblioteca, al caldo, per studiare o finire di scrivere rotoli e rotoli di pergamena. Solo un gruppo di ragazzi del settimo anno si ostinava a rompere la monotonia, camminavano con i lunghi mantelli svolazzanti che coprivano loro le spalle, le sciarpe rosse e oro avvolte attorno al collo, i maglioni di lana fatti dalla signora Weasley a cui si stringevano con affetto, i volti arrossati dalla bassa temperatura e le nuvolette di fumo che emettevano ad ogni caldo respiro. Erano Ron, Hermione, Harry, Lavanda, Fred e George. Arrivarono a quella che pareva la loro destinazione e bussarono forte ad una grande porta di legno. Si sentì, provenire dall’interno un coro di “Thor! Thor sta giù! Thor!” mischiato ad alcuni abbai e uggiolii.
Finalmente l’uscio si aprì, rivelando ai loro occhi un mezzo gigante dalla folta barba, i capelli più intricati anche di quelli di Hermione, il pastrano lungo fino alle caviglie e un ombrellino rosa in mano (che stonava con la sua figura minacciosa). Chiunque non fosse di Hogwarts avrebbe potuto spaventarsi o urlare ai ragazzi di scappare, ma si sarebbe sbagliato.  Il guardiacaccia si aprì in un grande sorriso e diede una pacca sulle spalle a Lavanda, mandandola a gambe all’aria.
-Ragazzi! Quanto tempo! Venite, su!- e invitò loro ad entrare.
Furono subito accolti da un grosso cagnone che saltellava su e giù, cercando di adempiere l’impresa di leccar loro la faccia. Fred e George ci giocavano divertiti.
-Prendete qualche biscotto e  raccontatemi come va!- esclamò porgendo loro un piatto colmo di Zenzerotti casalinghi.
Ron fece per aprire bocca ma Hermione gli lanciò un’occhiataccia.
-Certo!- esclamò la ragazza. Il Weasley fu costretto ad obbedire e mise fra i denti un biscotto, non l’avesse mai fatto! Per poco non si ruppe la mandibola! Cercò di nascondere il dolore cercando di ascoltare le vane chiacchiere della sua ragazza.
Ginny tenne per mano Harry per tutto il tempo, gli occhi neri del guardiacaccia si posarono subito su di loro e Ginny divenne dello stesso colore dei suoi capelli.
Intanto, nel tramestio, nessuno si era accorto del viso da carlino di una ragazza che sbirciava dalla finestra. Il sorriso perfido che le affiorò sulle labbra non aveva eguali. Un pensiero fisso le era impresso nella mente: vendicarsi. Perché lei era una Serpeverde e con l’aiuto di Draco o senza l’avrebbe fatto comunque. Quindi sospirò ed aprì la mano, guardando quello che aveva inventato il nuovo proprietario dei Tiri Vispi Weasley, un certo Jordan se non ricordava male. Sapeva che i gemelli non ne erano ancora a conoscenza e questo la rendeva piuttosto tranquilla. Si infilò sotto un mantello dell’invisibilità (certo, non aveva le stesse proprietà di quello di Harry sono-uno-sfigato-che-ha-salvato-il-mondo Potter ma a lei bastava) preso in prestito dall’armadio di Daphne e si addentrò nella stanza. Per poco non andò a sbattere con quello stupido cane, ma possibile che quel gigante (anzi mezzo) dovesse vivere in uno spazio così piccolo?
Fece cadere l’oggetto dal palmo della sua mano al piatto di biscotti e si dovette trattenere dall’esultare quando Lavanda lo prese e lo inghiottì assorta nei suoi pensieri. Dopo uscì con la stessa disinvoltura di quando era entrata. Ora gliel’avrebbero pagata. Eccome se gliel’avrebbero pagata ..

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Capitolo 27
*** Complotto ***


27. Complotto

Camminava. Passi veloci, agili, leggeri. Il muro davanti a lei era liscio. Bastò dire la parola con voce chiara e si aprì, lasciandola passare in una stanza con una tenue luce verde e come decorazioni molti teschi. Pansy si lasciò scappare un sorriso soddisfatto mentre si accasciava su una poltrona.
-Allora?- le chiese Daphne studiandola da sopra la Gazzetta del Profeta.
-Che cosa?- chiese Pansy fingendo di non capire.
-Oh insomma! Cos’è quel sorrisetto soddisfatto?- domandò Astoria aiutando la sorella, mentre appoggiava la faccia sui palmi delle mani e i gomiti sulle ginocchia.
-E perché dovrei dirvelo?- domandò Pansy, scocciata, facendo schioccare la lingua contro il palato.
-Perché siamo tuoi amici, no?- fece Goyle alzando le spalle e buttando per terra un mozzicone di sigaretta babbana.
-E poi sappiamo che centra con il fatto che Blaise ti ha lasciata ..- iniziò Daphne, ma si interruppe subito dopo.
In quel momento dalle scale del dormitorio maschile scesero due giovani ragazzi Serpeverdi.
-Parli del basilisco ..- sbuffò Pansy stiracchiandosi.
Blaise e Draco si sedettero vicino ad Astoria, ridendo ma si accorsero ben presto di essere circondati da un amaro silenzio.
-Che succede?- chiese Draco quasi annoiato.
-Stiamo aspettando che la brava Serpe, qui- Astoria indicò Pansy –ci racconti che ha combinato-
-Ah sentiamo!- esclamò Blaise prestandosi all’ascolto.
Tutti gli occhi vennero puntati prontamente sulla Parkinson.
-Ah ah e qui peccate cari amici- disse lei sospirando.
Le Serpi si scambiarono occhiate perplesse.
-E in cosa?- grugnì Goyle.
-Be’ se credete che io dica a voi quello che ho combinato .. Be’ non credo che resterà a lungo un segreto fra Serpi ..- disse Pansy fingendosi vaga.
-Che cosa intendi?- chiese Blaise assottigliando lo sguardo.
-Oh be’ che qui non siamo più tutti interamente Serpi .. o sbaglio? C’è qualcuno che è diventato più .. come dire? .. buono ed io non mi fido. Ora scusate, ma vado a letto- e con un sorriso falsamente amabile salì le scale del suo dormitorio e si chiuse la porta alle spalle.
Poco più tardi fu costretta ad aprila per le insistenti richieste di Daphne e Astoria, che battevano sull’uscio i pugni.
-Cos’hai contro Draco?- domandò Astoria stringendo i pugni.
-E’ arrivata l’innamorata ..- sbuffò Pansy arricciando il naso.
Astoria arrossì, Daphne al contrario non si scompose.
-Sono nostri amici, e sinceramente me ne frega un boccino che sei arrabbiata con Blaise, sono nostri amici- disse la GreenGrass maggiore afferrandola per un braccio.
-Amici? Draco non è più dei nostri se te ne sei accorta ..- soffiò Pansy.
-Dei nostri? Ma di che diavolo parli? Non siamo in guerra. Siamo tutti studenti, tutti ragazzi, ma di che parli?- la voce di Daphne aveva decisamente ottenuto un tono di voce altamente stridulo.
-Di che parlo? Lui sta con quella Lunatica mezzosangue della Lovegood, che è Corvonero! E Blaise .. be’ non serve che te lo spieghi. Sono traditori.-
-Traditori?Tu sei una traditrice, perché tradisci i tuoi amici, perché non hai ancora capito un boccino della vita- e la voce di Daphne aveva un tono così alto che fra poco nessuno l’avrebbe più udita.
-Noi siamo Serpi, hai presente? Serpeverde- ringhiò Pansy.
-Me ne frego un Ippogrifo, ok? Io gli amici li rispetto.- e detto questo le voltò le spalle, sbattendosi la porta dietro.
-E tu?- domandò faccia-da-carlino a braccia incrociate a Astoria.
-Raccontami che hai combinato- sospirò Astoria, impallidita, lasciandosi cadere su un letto.
-Ho usato un Baby-Confusione-Remix-
-Su chi?- domandò Astoria, eccitata, gli occhi scintillanti.
-Quella scema della Brown. Ne ha viste delle belle, già è stupida come un Troll di suo ..- ridacchiò Pansy.
Astoria invece fece appena una risatina nervosa e poi tornò sovrappensiero.
Pansy si alzò di colpo fingendosi sorpresa e si avvicinò al letto a baldacchino di Daphne.
-Che fai?- strillò Astoria confusa.
Ma dopo poco capì, perché Pansy aveva appena tolto il Mantello dell’invisibilità a qualcuno.
 
Era iniziato tutto poco dopo che erano usciti dalla capanna di Hagrid. Ma arrivati a metà cortile Lavanda si era comportata in modo strano, si era girata verso di loro e li aveva guardati sperduta, gli occhi spalancati. Ron aveva provato a sventolarle una mano davanti agli occhi, ma niente. Ginny, nel frattempo, si guardava attorno frastornata ed era lì che l’aveva vista. Una figura ammantata in un mantello che ormai aveva perso le sue proprietà e da invisibile si faceva sempre più definito nell’oscurità, cercava di sgattaiolare all’interno del castello mentre la loro attenzione era concentrata su Lavanda.
Era così che la giovane Weasley aveva deciso. Non c’era stato tempo di informare gli altri, né di chiedere il permesso a qualcuno. Ma il fatto era che era stufa di essere sempre messa in secondo piano, di essere solo “la ragazza Weasley” o “la fidanzata del Prescelto” per una volta avrebbe fatto anche lei la sua parte. Così aveva afferrato, dalla borsa dei libri di Hermione, il mantello dell’invisibilità di Harry e l’aveva indossato. Era stato facile seguire quella che, poco dopo, avrebbe scoperto essere Pansy.
Aveva osservato tutto da lontano, l’entrata nella Sala Comune dei Serpeverde con la speciale parola d’ordine, la quasi-rivelazione di ciò che aveva combinato la ragazza, l’arrivo di Draco e Blaise, quando Pansy era corsa nella sua stanza. Così aveva potuto vedere Draco impallidire ancor di più del suo solito colorito bianco-latte e prendersi la testa fra le mani.
-Dra ..- aveva detto Blaise ma lui l’aveva scostato malamente.
-Che boccino vuoi? Tanto lo so che pensate di me- aveva risposto tagliente, la voce addolorata, prima di correre via.
Blaise era rimasto come Malfoy lo aveva lasciato, la mano sospesa nel gesto di consolarlo. Goyle aveva emesso un grugnito sommesso ed insensato che era servito a rompere il silenzio. Daphne e Astoria erano corse all’inseguimento di Pansy e Ginny le aveva seguite.
Tutto sommato era stato facile, era bastato scivolare nella porta che avevano aperto con mala grazia e starsene immobile sul letto della GreenGrass. Ma ad un certo punto era sobbalzata, per la sorpresa o per la rabbia di come parlavano dei suoi amici. Erano bastate quelle parole a farla scoprire, perché ora Pansy camminava verso di lei e non aveva via d’uscita. Le strappò di dosso il mantello, dapprima lo cercò alla cieca ma poi ci riuscì e Ginny seppe che ora poteva solo arrampicarsi sugli specchi.
-Bene bene- commentò Pansy, un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
-Weasley!- esclamò Astoria ripugnata. –Dovrò dire a mia sorella di disinfettare quel letto ..-
Ginny soffiò come un gatto ferito e arrabbiato.
Fu Pansy a prendere in mano la situazione, o meglio, la bacchetta.
-Imperio- ordinò puntandola verso la Grifona.
-Ma sei impazzita, santo Salazar? Potresti essere messa sotto processa!- urlò Astoria.
-Cuore non sa mente non duole. E tu non dirai niente- stabilì Pansy quasi annoiata.
-Ed ora stammi a sentire- disse rivolta a Ginny che la guardava con occhi spenti.
 
Le lacrime scendevano calde, rigavano quel viso tormentato, le mani stringevano il lavandino bianco e le nocche erano sbiancate, si era morso le labbra fino a farsi male e i capelli biondi erano in disordine come mai lo erano stati. Draco imprecò contro chiunque ci fosse lassù, da qualche parte. Perché in vita sua aveva fatto sempre scelte sbagliate? Davvero non lo capiva. Eppure una giusta c’era, forse. Quella di stare con Luna. Era stata una storia lunga e pochi la conoscevano. Blaise era l’unico, forse. Sospirò e non poté fare a meno di serrare ancora di più la presa sul mobile vecchio e trasandato, il mantello era bagnato dall’acqua che usciva sotto una porta da cui provenivano strani singhiozzi: quelli di Mirtilla Malcontenta. Ed allora ricordò, ricordò quello  che era accaduto al sesto anno di permanenza ad Hogwarts.
Era il periodo più brutto, si stava sciupando, si stava consumando, lavorava costantemente per uccidere Silente senza sporcarsi le mani ma si ritrovava spesso lì, in quel vecchio bagno in disuso. A piangere per i suoi fallimenti, per ciò che sapeva gli sarebbe spettato, per quello che doveva fare, per la morte certa che lo attendeva. Un giorno era entrato già con le lacrime agli occhi, dopo l’ennesimo avvertimento ricevuto da sua zia Bellatrix e non aveva trovato la stanza vuota, ma c’erano Mirtilla e Lunatica Lovegood. La sua coetanea era scossa da singhiozzi e si dondolava avanti e indietro in un modo ridicolo che gli ricordava vagamente il suo Elfo Domestico.
Stessa sensibilità, stessa incomprensione. Pensò in un lampo.
Rimase bloccato sulla soglia, sentiva dentro di sé tutta la devastazione della ragazza, sentiva un filo conduttore che la collegava a lei e stava male. Sì, stava male perché sapeva che era stato lui a provocare quel dolore. Con una stupida frase. Con delle parole, sì. E mai più di allora aveva capito che le parole fanno male molto più di una pugnalata, perché una ferita al copro guarisce, una all’anima resta in eterno.
Mirtilla l’aveva visto arrivare e aveva fatto una specie di ghigno, per poi sparire nello scarico di un gabinetto mentre lanciava uno dei suoi soliti urli striduli misti a pianto e singhiozzi.
Lui si era avvicinato a Luna e lei lo aveva guardato con odio, mentre era balzata in piedi.
La ragazza era confusa, non aveva mai pianto per nessuno, non le era mai successo di stare così per un commento, per uno stupido ragazzo. Ginny aveva cercato di consolarla come poteva ma il dolore sembrava non finire mai e la frase riecheggiare dappertutto. L’amica le aveva taciuto i suoi sospetti ma erano aleggiati su di loro, perché entrambe sapevano del sentimento che Luna covava per Draco, ma nessuna delle due aveva voluto inferire.
Malfoy non aveva detto una parola e aveva guardato quegli occhi così dissimili ai suoi, intelligenti e vivaci, caldi, accoglienti, vivi, sinceri. L’aveva abbracciata, un gesto che si sarebbe  rimproverato per gli anni a venire, l’aveva stretta a sé. Quando aveva compreso, si era staccato imbarazzato e il suo sguardo si era fatto duro, dopo se n’era andato. Perché quell’amarezza era il suo unico modo di mostrarsi al mondo, era l’unico modo che conosceva per rapportarsi con gli altri. Eppure le aveva chiesto scusa, appena sussurrato, in un orecchio e sapeva che lei più di chiunque altro avrebbe capito.
Improvvisamente Draco ritornò al presente, perché aveva visto nello specchio Luna, dietro di lui. Si voltò e la guardò negli occhi, come quella volta, ma senza quella paura e la sorpresa, perché ora sapeva. Sapeva di amarla con tutto se stesso. Sentì le mani di lei stringergli la schiena, quel sorriso sperduto, sincero e un po’ sciocco comparirle sul viso e la baciò senza esitazione.
-Cos’è successo?- chiese la saggia Corvonero. –Ti è entrato un Grogosprizzo nella testa? A volte possono essere assai poco piacevoli ..-
Draco scosse la testa e raccontò tutto, accorgendosi che le parole uscivano come un fiume in piena.
-Preferivo l’idea del Gorgosprizzo ..- commentò Luna e Draco rise, spensierato. Di quella risata che solo lei riusciva a suscitargli.
 
Hermione guardò preoccupata Lavanda, l’avevano portata in infermeria e Madama Chips si era accertata che fosse tutto apposto, così era e li aveva pure sgridati di averle fatto perdere tempo. Infatti ora era tornato tutto normale, ma non fino a cinque minuti prima. Dapprima i suoi capelli si erano fatti corvini, lo sguardo duro, gli occhi di solito limpidi di ghiaccio, il leone che aveva disegnato sulla divisa era diventato un serpente e la sciarpa rosso-oro una verde-argento. Li aveva guardati con odio e superiorità: “Che volete da me sporchi mezzosangue? Mi fate pena e non toccatemi o mi dovrò lavare e non basteranno cent’anni .. ibridi ..” ed era andata avanti per cinque minuti buoni. Dopo era stata scossa da un brivido, mentre noi ci guardavamo perplessi. E i capelli erano cambiati ancora, diventando di un biondo chiaro e slavato, gli occhi si erano fatti del blu del mare, il serpente si era trasformato in un tasso e la sciarpa si era colorata di nero e giallo. Li aveva guardata con occhi dolci: “Ragazzi” aveva sospirato “Ve l’ho mai detto che non saprei che fare senza di voi? Questi sono i veri valori. L’amicizia e molte altre cose?” dopo aveva avuto una parola sincera e leale per ognuno di loro. Fino a quando non si era bloccata ed era stata percorsa da un brivido, mentre i suoi capelli si facevano di un biondo rossiccio l’avevano trasportata in Infermeria, tirandola per un braccio mentre gli occhi si facevano di un azzurro chiarissimo e calcolato, avevano aspettato dietro la porta il loro turno mentre il disegno sulla sua divisa diventava un corvo. Avevano spiegato la situazione a Madama Chips che aveva detto loro di aver casi più urgenti mentre la sciarpa si faceva blu e bronzo. Infine non avevano potuto fare altro che guardare Lavanda snocciolare loro tutte le leggi gravitazionali e riguardanti l’universo o la matematica possibili. Quando l’Infermiera era tornata da loro, aveva visto Lavanda cadere in un sonno pacifico e con le sue solite stazze. Così ora erano davanti al ritratto della Signora Grassa.
-Parola d’ordine?- chiese la donna, interrompendosi da una lunga conversazione con la sua amica Violet.
-Cavallo d’orato ..- bofonchiò Ron.
-Ragazzi! Ehi aspettatemi!- esclamò Ginny correndo verso di noi.
-Ma dove sei stata?- chiese Hermione severa.
-In biblioteca .. un libro .. avevo dimenticato un libro in biblioteca- ansimò lei.
-Un libro ..- ripeté Harry squadrandola.
-Be’ andiamo?- domandò George sorridente.
-Sì, sì, assolutamente! Devo finire il tema di Erbologia!- esclamò Hermione fiondandosi nella Sala Comune.
-E io devo finire di copiarlo …- sussurrò Ron.
-Guarda che ti ho sentito- disse Hermione imperiosa mentre tirava fuori al pergamena e gli altri si sedevano.
-E te lo puoi scordare, Ronald!- esclamò inviperita.
Ron deglutì.
-Ma Hermione ..- protestò Harry.
-Niente ma caro, ve lo fate voi pensate se non ci fossi io!- sbuffò la ragazza iniziando a scrivere.
-Ma tu ci sei per nostra grandissima fortuna- disse Fred malizioso (che era seduto affianco a lei), prendendola in braccio e facendola sedere sulle proprie gambe.
-Non mi corromperai ..- disse ancora la studentessa più brillante del suo corso, ma questa volta un po’ incerta.
-Dai Hermione ..- supplicò George facendole gli occhi dolci.
-Eh su!- insistette Ginny tirando una gomitata all’amica.
-Oh … e sia ..- sospirò posando la piuma e il foglio su un tavolino.
-Grazie Mione- le sussurrò Fred nell’orecchio e dopo le diede un bacio sul collo che gliene fece desiderare subito un altro.
La ragazza si voltò e lo baciò con trasporto.

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Capitolo 28
*** Tutto precipita ***


28. Tutto precipita


Hermione bussò alla porta che dava allo spogliatoio.
-Posso?- chiese con una vocina.
-Avanti!- sentì dire Ron dall’interno.
Erano tutti disposti attorno ad Harry che spiegava gli ultimi schemi.
-E con questo, dobbiamo vincere contro i Tassorosso e la vittoria sarà nostra- concluse mentre tutti facevano dei piccoli cenni ad Hermione.
-Sì, Harry, ci crediamo, ne siamo convinti e ci dobbiamo allenare ..- iniziò Fred.
-Ma mancano tre mesi alla partita!- concluse George.
Harry sospirò mentre, visibilmente nervoso, arrotolava le mappe.
-Dobbiamo vincere. Ragazzi. Dopo di questa non ci saranno altre partite, o almeno non ci saremo noi-
-Almeno che qualcuno non venga bocciato- intervenne Hermione facendosi avanti.
Tutti la guardarono perplessa, qualcuno di loro scosse la testa, altri sospirarono, Fred sorrise divertito.
-Ragazzi, davvero. Dovete iniziare a studiare!-
-Hermione. Siamo a Gennaio: G-E-N-N-A-I-O. Cos’è che non ti piace in questa parola?- chiese Ron incrociando le braccia.
-Il fatto che fra cinque mesi arrivi Giugno! Cinque mesi!-
-Cioè un’eternità. Cinque mesi, uguale a ora puoi lasciarci stare ne riparleremo durante le vacanze di Pasqua no?- sbadigliò Dean.
Hermione aprì la bocca per rispondere il suo secco “No”. Ma qualcuno le arrivò addosso, travolgendola.
-Scusa Hermione!- esclamò Lavanda aiutandola ad alzarsi.
La ragazza più intelligente del proprio corso le lanciò un’occhiata tagliente ma non rispose.
-Su ragazzi a fare la doccia!- esclamò Ginny voltandosi, seguita da Demelza e tutta la squadra.
-Noi vi aspettiamo fuori! Vieni Herm!- canticchiò Lavanda.
Hermione sospirò ed uscì insieme alla ragazza nel campo da Quidditch.
-Che buon profumo che hai, sai?- le chiese Lav-Lav sorridendo pettegola.
Hermione non rispose, limitandosi a sorridere.
-Sì, direi un intenso aroma di erba tagliata mischiato a nuova pergamena e che sento? Cioccolato fondente, sì, e .. ecciu! Pelo di gatto! Sei indubbiamente una Grifona, mia cara e il tuo profumo francese è fantastico-
Hermione osservò l’altra allibita.
-Guarda che ognuno di noi ha un profumo specifico, è nel proprio DNA, nella propria pelle, basta saperlo comprendere e..-
-Sì, molto interessante- tagliò corto Hermione, ma non ci fu verso di fare smettere l’altra di parlare, quindi la ragazza finse di ascoltare stringendosi ad una pergamena che aveva portato con sé.
-Invece ho notato che è da qualche giorno che Ginny ha proprio un cattivo odore. Dico sul serio! Voglio dire, non è proprio cattivo è solo che non mi va a genio … Troppo cioccolato bianco, luce soffusa, odore di acqua e chiuso .. come il Lago Nero, sai? E poi non c’è più quell’adorabile fragranza un po’ da maschiaccio .. Le devo dire di cambiare profumo italiano. Questo è troppo out ..-
Hermione annuì e rispose con alcuni “ah ah”. Finalmente arrivarono gli altri, che lei vide come ancore di salvezza e camminò immediatamente da Ginny.
-Gin! Grazie, mi hai salvato dalle grinfie di Lav-Lav peggio di un attacco di Flebo ..- disse con una smorfia.
-Già- rise Ginny prendendola scherzosamente sotto braccio. –Oh Herm!- esclamò ad un certo punto bloccandosi.
-Sì?- le chiese l’altra.
-Sai quel libro di Erbologia che mi avevi prestato?-
Hermione annuì, anche se era più corretto dire che Ginny l’aveva quasi obbligata visto che le serviva per una ricerca come punizione.
-L’ho lasciato in biblioteca! Arrivo subito!- e scappò.
-Ginny! Ti devo dire una …- esclamò Lavanda andandole incontro ma Ginny la scostò malamente e si diresse al castello.
-Che caratteraccio!- sbuffò la Grifona ricomponendosi –Ron!!! Facciamo due passi al chiaro di luna?- domandò al proprio ragazzo.
Era strano. Molto, troppo strano.
Hermione guardò l’amica fino a quando non sparì, dopo si avvicinò a Harry.
-Abbiamo il turno sta sera, vero?- gli chiese sorridendo.
-Esattamente- rispose Harry annuendo distratto.
-Harry ma mi ascolti?- domandò Hermione passandogli una mano davanti al volto.
-No-
-E allora perché hai detto “esattamente”?- chiese Hermione seria, la solita aria da maestrina, mentre Ron e Lavanda li salutavano dirigendosi su una torre appartata.
-Be’ perché tu hai sempre ragione e quindi perché contraddirti?- rispose il Prescelto con un’alzata di spalle.
Hermione rise e gli scompigliò i capelli, dopo si arrestarono. Erano arrivati davanti alla signora Grassa.
-Avete la ronda giusto?- domandò George ai due migliori amici.
Loro annuirono.
-Allora buona notte- concluse Gred sorridendo ad entrambi e dando una pacca sulla spalla ad Harry.
-Notte- sussurrò Fred a Hermione, dopo sparirono nella sala comune.
-Allora che c’è?- chiese Hermione una volta soli.
-E’ il nostro ultimo anno ad Hogwarts e dopo che faremo, ci hai mai pensato? Io no. Ho passato così tanto tempo a sconfiggere Voldemort che non ho mai davvero preso in considerazione l’idea di un “dopo”-
-Lo so. Ogni tanto ci penso anche io, sai? Eppure ci siamo noi, Harry. Tutti i Weasley, io, te, Luna, Neville, Lavanda e .. sì, pure Draco- disse Hermione mentre camminavano.
Harry si aggiustò gli occhiali sul naso e le passò un braccio attorno alle spalle, sereno.
Il tempo trascorse veloce, come sempre quando avevano un po’ di tempo per chiacchierare. Infine tornarono alla Torre dei Grifondoro e si separarono, Harry le diede un bacio sulla guancia e salì ai dormitori maschili, Hermione raggiunse Fred che la osservava da vicino ad una finestra.
-Ciao- disse Hermione facendo come per baciarlo, ma lui si scostò.
-Che c’è?- gli chiese.
-Hermione dimmi la verità- disse guardandola negli occhi.
La ragazza aggrottò le sopracciglia e sul viso le si dipinse un’espressione interrogativa.
-Ti sei stancata di stare con me, vero?- le chiese scrutandola, addolorato.
-Ma no .. io .. perché dici così?-
-Nell’ultima settimana hai pensato solo a studiare con Harry e Ron non mi hai considerato …-
-Fred devo studiare. Siamo ad Hogwarts-
-Già ma stai sempre sui libri ..-
-Pensavo che ti piacessi così come sono-
-Non lo so, forse sono io che non voglio più stare con te-
Lacrime incominciarono a scendere sul viso di Hermione.
Dal viso di Fred l’espressione dura e sprezzante scomparve, le si avvicinò e le raccolse una lacrima. –No, non piangere per me. Non ne vale la pena- e con un’espressione dolente che nessun gli vedeva dalla morte di Percy le voltò le spalle.
Hermione tratteneva a stento le lacrime, di rabbia e sorpresa quando alcune voci concitate giunsero loro dall’esterno.
 
-Dimmi tutto- disse Pansy, il ghigno dipinto sul viso da carlino.
Non c’era nessuno a quell’ora in sala comune solitamente e lei ne approfittava per incontrare Ginny.
La Weasley la fissava con gli occhi vuoti e spalancati, il nocciola spento.
Parla. Le sussurrava invitante una voce interna.
No, non voglio. Rispondeva lei, testarda, cercando di graffiarla e riavere il proprio corpo con el unghie e con i denti.
Tu parla. Insisteva la voce.
Era una settimana, ormai, che le cose andavano avanti in questo modo. Ginny era stanca, sfinita, la sua mente faticava a sopportare ancora quella dura resistenza eppure andava avanti. Voleva e doveva sconfiggere Pansy.
Ma non ci riusciva, ogni volta si imponeva di resistere, ogni volta cedeva alla Maledizione Imperius.
PARLA!
Le scoppiava la testa eppure sarebbe bastato parlare.
Aprì la bocca ma le venne fuori solo un mezzo singhiozzo.
Muoviti e Parla, su!
Insistette la vocina mentre Pansy la guardava con odio; fu quello sguardo a darle la forza.
Lei parlò, un miscuglio fra verità e menzogna, mise di suo tutto ciò che riuscì, appellandosi ad ogni forza che le era rimasta, Così le disse dei schemi di gioco, ma li modificò appena, in modo che non avessero alcun valore, disse alla Serpe i pettegolezzi dei Grifondoro ma modificandone il vero contenuto, la informò sulla parola d’ordine: modificandone una lettera. Infine si accasciò su una poltrona, sfinita.
Draco stava osservando tutto. A quell’ora nella Sala Comune regnava la desolazione totale, per questo motivo aveva deciso di finire il tema di Pozioni. Dopo aveva visto Pansy scendere furtiva, guardarsi attorno e lui si era nascosto. Così poco dopo era arrivata la traditri- .. emh, Weasley. Ginny era rimasta immobile davanti alla Parkinson per lunghi istanti ma infine aveva spifferato tutto e lui non aveva capito, perché l’aveva fatto? Era una Grifondoro, che senso aveva tradire i suoi amici? Solo allora aveva osservato il suo sguardo vuoto e il fremito della voce, non c’era dubbio. Gli venne un brivido al solo pensiero: aveva visto Voldemort usare quell’incantesimo contro così tanta gente …
Aspettò che Pansy tornasse nei propri dormitori prima di seguire Ginny per i corridoi.
Le si avvicinò alle spalle e le mise una mano sulla bocca agile, la Weasley non ebbe il tempo di dire nulla che era giù svenuta. Allora Draco l’aveva presa in braccio e trasportata fino al ritratto della signora Grassa, lì l’aveva fatta rinvenire e l’aveva liberata dalla maledizione ma la Grifondoro aveva fatto appena in tempo a dire “Grazie” che era caduta addormentata, sfinita per la resistenza contro al maledizione Imperius.
-Emh .. scusi .. signora Grassa .. potrebbe farmi passare?- aveva chiesto Draco con la sua voce strascicata al ritratto.
-Ma certo che no! E lei che ci fa qui, signor Malfoy, con la piccola Ginny?-
-Non è più tanto piccola e non credo di doverlo spiegare a lei- rispose beffardo.
-Bene, ed io non credo di voler farti passare-
-La prego!-
-Ho detto di no!-
Avevano entrambi alzato la voce e presto si affacciarono dal buco del ritratto Hermione e Fred.
-Che succede?- chiese lei, paonazza, gli occhi rossi, i capelli in disordine.
Fred spostò il proprio sguardo dal corpo esamine di Ginny a Draco.
Il giovane Malfoy non ebbe il tempo di spiegare, perché Fred gli si avventò addosso.
-Voi Serpeverde non cambiate mai, eh? Che hai fatto a mia sorella?- gli chiese mentre lo colpiva allo zigomo sinistro con un pugno.
-Fred!- urlò Hermione, ma lui non ascoltava.
-Se no non saremmo Serpeverde no?- fece Draco, sprezzante, ma senza difendersi.
-Ehi che succede?- domandò un Ron piuttosto scompigliato (i capelli che sembravano voler fare di testa propria, la cravatta allentata, la camicia sbottonata) seguito da Lavanda che lanciò un urlo alla vista dei due ragazzi che si rotolavano sul pavimento.
Presto molti Grifondoro, infastiditi dal casino appena fuori la loro Torre, si svegliarono e accorsero. Ma sembrava che niente e nessuno avrebbe potuto separare Fred che sembrava una furia e Draco, che aveva smesso di difendersi e cominciato ad attaccare.
-Forge!- lo apostrofò George correndogli incontro.
Harry corse da Ginny e, assicuratosi che stesse dormendo, andò a dare una mano a George.
Finalmente riuscirono a separarli e i due si guardarono in cagnesco, aspettando un passo falso “dell’avversario”.
-Su tutti a dormire! Lo spettacolo è finito!- fece George con una smorfia.
-Ci avete svegliato per niente!-
-Sì davvero e domani c’è lezione!-
-Santo Merlino che sonno!-
Finalmente il corridoio si svuotò.
-Allora Draco?- chiese Hermione.
Il ragazzo li guardò beffardo e poi raccontò, questa sembrava ormai un’abitudine.
-Hai visto, Fred, ha salvato Ginny ..- cercò di dire Ron.
-Poteva anche non essere così- ribatté Fred.
-Be’ ma per fortuna … Ora dovresti chiedergli scusa- disse Hermione.
-Non ci penso nemmeno- ghignò l’altro.
-Ma mi spieghi che hai?- urlò Hermione, le lacrime ormai prossime.
-No. Non capiresti-
-Bene. Allora stattene pure con qualunque cosa tu abbia, convivici da solo e non aspettarti che quando mi verrai a chiedere scusa, oh perché lo farai!, io ti perdoni.-
-Figurati, sai che mi interessa ..- disse Fred, i pugni contratti.
Hermione lo colpì con uno schiaffò, non troppo forte, ma di quelli che lasciano il segno. Quando dopo scende il silenzio, senza un motivo preciso. Di quelli che lasciano il segno nel cuore e non nel corpo. Uno schiaffo vero.
Dopo corse via, non ai dormitori, ma da qualche parte, fra gli antichi spazi di Hogwarts.
Ron prese delicatamente in braccio la sorellina minore e, con Lavanda al fianco, fece un rapido cenno di saluto agli altri prima di rientrare alla torre.
-Fred- disse George mettendogli una mano sulla spalla.
Fred scosse la testa, sospirò, infilò i pugni in tasca e attraversò anche lui il ritratto.
Harry fece per correre dietro ad Hermione, ma George lo fermò. –Faccio io- disse, poi gli indicò con un cenno del capo Draco e se ne andò.
-Draco- disse solo Harry.
-Harry- fece Draco alzando un biondo sopracciglio.
-Grazie- sospirò il Prescelto fra i denti.
Draco annuì e restarono a guardarsi ancora un po’.
Infine Harry gli diede una pacca sulla spalla “Notte” dissero semplicemente quasi all’unisono e poi presero entrambi direzioni diverse.
Forse non sarebbero mai stati davvero amici, ma erano dalla stessa parte ora, e sapevano di essere più simili di quanto gli altri credessero.

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Capitolo 29
*** E poi le cose si aggiustano (o quasi)... ***


29. E poi le cose si aggiustano (o quasi) …

Era più di mezz’ora che le correva dietro, avevano girato quasi tutto il castello. Finalmente ora si era fermata: era seduta di spalle e guardava il cielo, i capelli crespi le ricadevano sulla schiena in ricci scuri, era scossa da singhiozzi. George le si avvicinò, impacciato.
-Hermione- la chiamò.
Lei non si girò, ma si spostò appena di lato, quasi a fargli spazio.
Allora George si sedette affianco a lei e le mise un braccio attorno alle spalle, dandole modo di sfogarsi.
-Sai- disse dopo un po’ lui, guardando il cielo –Ho sempre ammirato la tua bravura nel distinguerci-
-E dovrebbe essere un complimento?- domandò Hermione facendo una smorfia.
George sorrise e annuì.
-Intendevo dire che hai molta capacità di osservazione, che non “vedi” solo le cose ..-
-Oh. Già- fece lei sorpresa.
-George- aggiunse dopo un po’ stringendosi di più a lui.
-Dimmi- fece il ragazzo, sorridente, stringendola a sé. –Cognata- aggiunse dopo un po’ prendendola in giro.
-No, ora non più- disse Hermione scuotendo la testa e asciugandosi le lacrime.
George sospirò.
-Dimmi la verità, che ha tuo fratello?-
-E’ una cosa complicata- rispose George cauto.
-Be’ .. Tu spiegamela comunque-
George tirò un altro, lungo, respiro e poi raccontò.
-Forse ti potrà sembrare stupido, ma sai com’è fatto Fred. Lui.. Doveva essere una sorpresa, comunque voleva chiederti di sposarlo. Lui ti ama, Hermione. E voleva fare le cose in grande, sai com’è fatto, no? Senza chiedere niente a nessuno .. Ma gli affari non vanno bene, Lee fa del suo meglio e non gli rimproveriamo niente, ma il negozio risente della nostra assenza. Ho proposto a Fred di tornare e lasciar perdere gli studi, sai che a noi non interessa molto, ma lui è combattuto. Da una parte andarsene vorrebbe dire la felicità per voi due, la tua felicità che è una delle cose che gli interessano di più; dall’altra, però, significherebbe rompere la promessa fatta a .. a P-Percy e deludere mamma. Quindi in questi giorni è molto volubile e tu passi, com’è giusto, molto tempo con i tuoi migliori amici e poi c’è lo studio … E sai com’è orgoglioso ed anche un po’ scemo, perciò gli da fastidio che tu non ti sia accorta di come sta, ma nel contempo non vuole preoccuparti .. Oggi poi ti ha vista arrivare con Harry e non ci ha più visto. Ha pensato, probabilmente, che finirla sarebbe stata la cosa migliore per tutti e due. Ma lui ci sta male, lo so-
Restarono in silenzio per un po’, gli occhi di entrambi rivolti a terra. Poi George la guardò di traverso, studiando la sua reazione. Hermione taceva.
-Hermione?- George, temendo la sua improvvisa rabbia, le strinse una mano.
-Poteva dirmelo, no?- scattò alzandosi in piedi.
-E’ ..-
-Già, l’orgoglio ci fa sempre fare cose stupide, no? Ma non dovrebbe mai essere sovrapposto fra te e la persona che ami-
George abbassò gli occhi.
Hermione gli voltò le spalle e si avviò, con passo deciso e i pugni stretti.
-Dove vai?- le urlò George, conoscendo già la risposta.
-Da Fred-
George sospirò, guardò il cielo, inveì tre o quattro volte contro Merlino e poi la seguì a debita distanza (onde evitare che la rabbia della ragazza si riversasse contro di lui).
 
-Turbinio colorato- disse chiara, con stizza.
La signora Grassa li fece passare, seppur riluttante, assonnata e borbottando “Che modi!” alla sua amica Violet.
Hermione entrò nella Sala Comune dei Grifondoro come una furia, lo sguardo deciso, l’intrico di capelli castani svolazzante, un George piuttosto preoccupato e divertito al seguito.
Ron e Harry la osservavano titubanti da alcune poltrone. Fred, molto probabilmente, si trovava nella sua stanza.
Ron alzò la mano destra e aprì la bocca per dire qualcosa.
-Devo ricordati che l’ultima volta ti ha quasi ucciso e quella prima ti ha lanciato contro uno stormo di uccelli?- gli sussurrò Harry.
Il Weasley richiuse immediatamente la bocca e, poco dopo, si avvicinò ad Harry mormorando: -E qualche anno fa ha tirato uno schiaffo a Malfoy, ricordi?-
-Non vorrei essere nei panni di Fred- fece George, avvicinatosi a loro.
Hermione aveva seguito quasi distrattamente la loro conversazione. Ma lei non era davvero arrabbiata; solo ferita e delusa, amareggiata, così come le altre volte.. eppure questo era il suo modo di manifestare il dolore.
Quando spalancò la porta del dormitorio dei ragazzi del settimo anno, Fred non si girò a guardarla, ma restò sdraiato sul suo letto, le braccia dietro la testa, lo sguardo fisso al soffitto.
Dean le fece un cenno di saluto e pensò bene di uscire dalla stanza.
-Fred!- esclamò la ragazza mettendosi affianco al suo letto, a braccia conserte, lo sguardo rigido e (in apparenza) privo di qualsiasi sentimento.
Il ragazzo non rispose.
-Quando pensavi di dirmelo, eh? Avremmo potuto trovare una soluzione! Ed invece: niente! Tu e il tuo stupido orgoglio, diamine! Me l’ha dovuto dire George. Hai fatto finire la nostra storia per .. questo? O forse non è orgoglio, magari non ti fidi di me, pensi che non sia abbastanza … Rispondi, per la miseria!- alla fine del “discorso” (più o meno sensato) stava quasi urlando.
Finalmente Fred si voltò verso di lei e si tirò su, fronteggiandola.
-La smetti? Non puoi lasciarmi in pace? Tu non hai idea che voglia dire essere povero! Lo sai perché io e George abbiamo cercato di fare fortuna da soli, eh? Perché mia madre e mio padre, con tutti i loro sforzi, non sono mai riusciti a darci TUTTO quello di cui avevamo bisogno e non vogliamo che i nostri figli facciano la stessa .. fine. Ok? George si sta per sposare e i soldi non bastano per tutti e due! Per una promessa, per una stupida morte, per una cazzo di guerra!-
Hermione ebbe l’impulso di gettarsi fra le sue braccia, ma resistette.
-No non ne ho idea. Perché non me ne hai mai parlato. Non mi hai mai detto nulla di tutto ciò. Un rapporto si basa sulla fiducia-
Fred avrebbe voluto dire che ne aveva di fiducia in lei, eccome.
-Solite frasi dei tuoi libri. Non sai dire altro, vero? E’ per questo che non ti ho voluto dire niente. Tanto l’avresti presa male. Io ti amo, Hermione. Ma non posso vivere al tuo fianco così .. Perciò non vedo buoni motivi per continuare-
“Anche io ti amo” pensò Hermione e dovette mordersi il labbro per non dirlo, per rispondere in un altro modo.
-Bella questa. Solite frasi anche le tue no, del tipo “non sei tu, sono io che non vado bene” Ah ah! Solite, stupide, frasi babbane! Dillo, che non sono abbastanza che non vado bene, che sto troppo sui libri, che non mi ami sul serio, che non riusciresti a passare una vita intera con me, dillo che …- le si spezzò la voce e non riuscì più a continuare, mentre un’unica lacrima le scendeva giù per la guancia e i vecchi infantili dubbi tornavano a farsi sentire.
Una mano, delicata, le asciugò quell’unica lacrima.
-Non dirlo mai più. Non dire mai più che non ti amo e che non sei abbastanza per me- disse Fred avvicinandosi.
-E tu invece dimmi che ci proveremo- fece Hermione facendo un passo indietro, pronta a varcare quella soglia.
-Io non ..-
-Niente obiezioni, Weasley. Dimmi che hai voglia di provarci.-
-Non ho voglia di provarci. Non ti voglio dire questo- fece Fred scuotendo la testa.
Hermione si lasciò scappare un singhiozzò e corse via.
Fred non la fermò, non avanzò di un passo.
Ma, prima che lei potesse uscire, disse con voce chiara: -Perché noi ci proveremo. Hermione … Vuoi sposarmi?- e dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà affinché la voce non si incrinasse.
Hermione dovette battere due o tre volte le palpebre, far asciugare le lacrime e lasciar che il ronzio nelle orecchie sparisse prima di realizzare che aveva sentito bene.
Si voltò, lentamente, verso di Fred e il sorriso più dolce di tutto il mondo magico (e babbano) le affiorò sulle labbra.
-Sì, ora, sempre, ogni secondo della mia vita. Sì e ancora sì!-
E poi si trovarono abbracciati. Senza un dove, un come o un perché, nemmeno un quando.
Fred la tenne stretta fra le braccia e si diede dello stupido, appuntandosi mentalmente di seguire SEMPRE i consigli di George e non i propri. La sollevò da terra, facendola girare, guardando quei suoi splendidi occhi castani.
-E se non dovessimo farcela ..- mormorò un’ultima volta, l’ultimo dubbio.
-Oh Mordente! Dov’è il tuo spirito Weasley? E quello Grifondoro? Ci si aspetta che i migliori malandrini abbiano almeno un po’ di positività- rise Hermione.
E Fred rise con lei, per poi baciarla, mentre i loro sorrisi si fondevano in quell’unico bacio.
 
Ginny si stiracchiò. Ancora una settimana a San Valentino, pensò già pregustandone l’idea mentre accarezzava un Grattastinchi assonnato che si era sdraiato affianco a lei. Si sentì per un attimo sperduta, dov’era?
Dopo ricordò e corse di sotto.
La Sala Comune era appena affollata.
Dean era appoggiato al muro, le braccia conserte, le maniche del pigiama arrotolate, la testa che ciondolava e le palpebre pesanti.
Ron si mangiava le unghie, forse temendo per l’incolumità del fratello.
Harry osservava un punto impreciso, sovrappensiero.
George sobbalzò appena sentì dei passi, ma si mostrò appena deluso quando vide che non era nessuna delle due persone per cui era più preoccupato.
-Ginny!- esclamò salutandola con la mano.
Lei scese gli ultimi gradini e gli si fiondò fra le braccia.
Lui, Fred e Bill erano sempre stati i suoi fratelli preferiti. Forse perché non seguivano le regole e adoravano gli scherzi.
Comunque aveva temuto di dovergli mentire per sempre.
George le carezzò i capelli prima di lasciarla andare.
Ginny rivolse poi un sorriso aperto a Dean, rifilandogli un pungo amichevole sulla spalla.
Raggiunse Ron e fece una smorfia. –Vieni qua, dai!- disse, fingendo un po’ di ribrezzo, ma strinse forte anche lui.
Lasciò per ultimo Harry, ma fu l’abbraccio che assaporò di più, gustando quel buonissimo profumo (che era poi il semplice odore della sua pelle) e sentendo i capelli corvini fra le mani.
Presa dall’euforia, lo baciò con trasporto, prima di rivolgersi, fattasi seria, agli altri.
-Dov’è Lavanda?- domandò.
-Guarda che qualunque cosa la Parkinson le abbia dato.. ormai è a posto .. Gli effetti sono svaniti- disse Ron.
Ginny si trattenne dallo scoppiare in una risata amara.
-E’ in bagno- disse Dean indicandolo.
Ginny vi si diresse a grandi passi, seguita a ruota dagli amici.
-Forse dovremmo bussare ..- suggerì George.
Ginny lo zittì con un occhiataccia e, tirato un calcio alla porta, questa si aprì con un agghiacciante cigolio.
-Wow- sussurrò Harry guardando con un pizzico di timore la propria ragazza.
Ginny si concesse un sorriso, che sarebbe stata una risata di soddisfazione se non fosse stata così preoccupata.
-Ragazzi, Lavanda non ha paura dei roditori, vero?- domandò prendendo un bel respiro e temendo la risposta.
-No, lei ha la fobia dei roditori, mi ricordo una volta in classe in cui ..- iniziò Dean.
-Bene, cioè male. Non fatela assolutamente guardare in uno specchio- tagliò corto la giovane Weasley.
Gli altri annuirono, scambiandosi sguardi perplessi.
Entrarono e George scoppiò a ridere, Ginny si trattenne dal farlo.
Un criceto appena più grande del normale, dal pelo biondo scuro, gli occhi azzurro intenso, lo smalto (sì, esatto, smalto) rosa fluo, cercava di arrampicarsi su per il lavandino. Probabilmente nel tentativo di darsi un’occhiata allo specchio.
-N-non mi dite che quella è Lavanda!- esclamò Dean.
Harry emise un sorrisetto.
-Per la miseriaccia!- esclamò Ron.
-Con calma, adesso- fece Ginny.
Ron, non ascoltandola, scattò in avanti e cercò di afferrare il criceto che si animò un po’ troppo, scappandogli.
George, ormai, si teneva la pancia dal ridere.
Ginny scartò lateralmente, cercando di precederla, ma riuscì solo a prendere qualche pelo. Harry, con più calma e determinazione, le mise una mano davanti al viso, prendendola poi in mano.
Il criceto, iniziò a divincolarsi con foga ed Harry inciampò su un piede di Ron. Così l’animale volò per la stanza, Dean lo intercettò e cercò di pararsi davanti allo specchio.
Fu tutto in inutile. Un attimo dopo gli squittii assordanti, così simili ad un urlo di una ragazza molto frivola, riecheggiavano nella scuola. Provocati dal criceto Lavanda, immobile sopra il lavandino, di fronte allo specchio.




Ciao a tutti! Ok, non so se quando vedrete questo messaggio avrò già cambiato il nome o no (in Sam_HP) ma sappiate che sono sempre io ^-^
Inanzitutto vorrei scusarmi per alcuni motivi:
1 l'immagine so che non centra molto ma mi piaceva..
2 i ritardi che faccio ultimamente ma devo studiare perchè fra poco ho l'esame di terza media
3 i futuri ritardi dovuti anche ai saggi di danza oltre ai, già accennati, esami.
Detto questo vi devo informare che, ancora uno o due (la seconda chance è molto più probabile) e poi ci sarà l'epilogo.. Non sapete quanto mi mancherà questa storia.. comunque non è ancora giunto il tempo dei rimpianti e della nostalgia!
Spero recensirete! :)
Un bacione, come sempre!

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Capitolo 30
*** San Valentino è tutti i giorni, con te.. ***


30. San Valentino è ogni giorno con te..

-E dai ragazzi: MUO-VE-TE-VI!- esclamò Lavanda girandosi verso di loro e guardandoli di traverso.
Ginny interruppe la sua risata per guardarla di traverso, poi prese nuovamente la mano ad Harry e si incamminò.
Hermione scosse la testa, da quando Lavanda era stata dimessa dall’infermeria non più criceto, era costantemente di cattivo umore, in più contribuiva Pansy con le sue frecciatine.
Fred passò un braccio attorno alla vita di Hermione e continuò a parlare con George di come avrebbero potuto risollevare gli affari anche da lì e Ron cercava di stare dietro alla sua fidanzata.
Arrivarono da i Tre Manici di Scopa e presero il primo tavolo libero.
-Ragazzi!- esclamò Luna correndo verso di loro, seguita da un Draco Malfoy non molto entusiasto.
-Venite tanto c’è posto!- esclamò Ginny con un sorriso sincero.
-No che non c’è- rispose Lavanda, secca, osservando tutti e sette i posti occupati.
Harry e Ron si scambiarono un’occhiata esasperata.
Hermione tirò fuori la bacchetta e fece lievitare un tavolo vicino con due sedie.
-Perfetto ora c’è posto!- esclamò George battendo le mani.
Fred alzò la mano e la agitò per chiamare Madame Rosmerta.
-Oh ragazzi scusate ma oggi il locale è proprio pieno, vi mando il mio nuovo assistente ..- riuscì dire loro prima di sparire dietro ad una pila di vassoi e ordinazioni.
-Cosa volete?-
-Due ..- iniziò Hermione prima di interrompersi bruscamente.
Il nuovo assistente era un mago sui 20 anni, gli occhi di un azzurro quasi blu, i capelli nerissimi tagliati corti e la maglia nera che lasciava intravedere i muscoli.
-Due Burobirra, cinque bicchieri di Wisky Incendiario e due cocktail speciali di San Valentino- si riprese in fretta la studentessa migliore del suo anno, indovinando bene i gusti dei suoi amici.
-Volete qualcosa da mangiare?- chiese il ragazzo scoprendo i denti candidi in un sorriso affascinante.
-Delle cioccorane, gelatine tutti i gusti +1 e del cioccolato fondente- disse Ginny deglutendo.
-Bene- disse il ragazzo prima di andarsene.
-Ehi spero non ci metta troppo!- esclamò Ron già pregustando la sua merenda.
-Già- asserì Fred, tornando poi a discutere con George.
-Non siate maleducati- disse Luna ai due che non l’ascoltarono.
-Bene riunione fra ragazze!- esclamò Lavanda prendendole tutte per un braccio (nemmeno le avesse appellate) e portandole in bagno.
-Ma ti sei ammattita?- le chiese Ginny massaggiandosi l’avambraccio.
-Hai scoperto un Nargillo?- sussurrò Luna.
Hermione si limitò a scuotere la testa.
-Ma l’avete visto?- domandò Lavanda, gli occhi che se avessero potuto avrebbero assunto la forma di due cuori dall’aspetto incantato.
-Chi?- fece Luna, confusa.
-Ma il nuovo assistente!- esclamò Lavanda sospirando.
-Lav tu sei una bravissima strega e sai fare cose strabilianti con la bacchetta ma non è che ti sei lanciata addosso un Confrigo che ti ha colpita accidentalmente il cervello?- le domandò Ginny “molto gentilmente”.
-Più che altro vorrei sapere le cose che sa fare lui con la sua bacchetta …- mormorò Lavanda portandosi le mani al cuore.
-La sua .. ?- fece Luna strabuzzando gli occhi e non perché non avesse compreso …
-E dai ragazze! Ma l’avete visto? Quanto vorrei mi stringesse fra le sue braccia per il giorno di San Valentino e …-
-Sì, sì. Niente dettagli che mi sta venendo da vomitare ..- disse Ginny portandosi una mano alla bocca e fingendo di avere un conato improvviso.
-Lavanda noi siamo fidanzate e non potremmo amare di più i nostri ragazzi.. E ci BASTANO- cercò di chiarire Hermione, poggiandole una mano sulla spalla, severa, e indicando se stessa, la Lovegood e la Weasley.
-Be’ a voi basteranno, ma io e Ron ultimamente non è che andiamo molto a letto e poi voglio dire una cosa è lui, per quanto sia bravo eh, …-
-Vi prego non voglio sapere di com’è mio fratello a letto, mi sta venendo davvero da vomitare- disse Ginny che, in effetti, aveva assunto un certo colorito verdognolo.
-Sì Lavanda, rinsavisci ti prego o dovremmo chiamare un Mendimago che ti somministri del latte di Ricciocorno Schiantoso ..-
-Ehm sì sono d’accordo sulla parte del Mendimago- asserì Hermione mordendosi un labbro.
-Come siete vecchio stampo! E’ bellissimo! E poi se proprio lo vuoi sapere, a me sembra che guardasse te, Luna-
Luna fece spallucce e le ragazze tornarono al tavolo, con una Lavanda piuttosto imbronciata, proprio mentre il ragazzo tornava per servirli.
-Ecco qua- disse posando i vassoi.
-Grazie mille- sorrise Hermione.
-Sì, grazie- rispose secco Fred.
-Molto gentile- disse Ginny.
-Moltissimo, ora puoi andare- insistette Harry.
-Un servizio eccellente!- concluse Luna.
-Superbo ..- sibilò Draco.
-Sì sei stato davvero ..- iniziò Lavanda, ma il ragazzo aveva sorriso apertamente alle altre e se n’era andato.
I ragazzi, escluso George che faceva alcuni disegni schematici su un foglio, sorseggiavano i loro Wisky Incendiari guardando di sottecchi il mago ventenne.
Luna, Hermione e Ginny si scambiarono uno sguardo d’intensa prima di scoppiare a ridere mentre Lavanda si voltò dall’altra parte offesa e Ron iniziava ad abbuffarsi, incurante.
E poi la giornata volò, come sempre quando si è in compagnia, ma quel giorno sembrò davvero salire su una nuova Firebolt 2 e fare ciao ciao alla solita routine. Così arrivò la sera e tornarono tutti al castello, più sereni, ugualmente innamorati, con la pancia piena di cibo appena sfornato e il cuore colmo di nuovi dolci ricordi. Fred fermò Hermione appena prima di passare dal buco del ritratto, fece l’occhiolino a George che rispose con un sorriso, e la trascinò via, coprendole gli occhi con la mano libera (visto che con l’altra la teneva stretta).
-Fred!- rise lei tentando, invano, di divincolarsi.
Arrivarono alla Stanza delle Necessità e Fred ci passeggiò avanti tre volte, dopo entrarono ed Hermione fu libera di vedere una comoda stanza da letto.
Hermione si bloccò, ma Fred non le diede il tempo di dire nulla e le mise fra le mani un pacchetto. Lei lo squadrò bene prima di aprirlo.
-Andiamo sul classico- sorrise constatando fosse un libro.
Lo scartò, cauta e osservò per parecchi minuti la copertina rossa, intagliata nel giallo e si intitolava con il semplice nome di “Home”. Lo girò e vide lo stemma di Hogwarts magnificamente lavorato su quello strano materiale che in apparenza poteva sembrare carta e sotto una scritta: “draco dormiens nunquam titillandus”. Il suo sorriso si allargò ma quando sfogliò il libro rimase a bocca aperta e dovette rivederlo dall’inizio.
C’erano foto, moltissime. Di tutti loro che sorridevano e salutavano. Fin da quando erano al primo anno e ce n’era pure qualcuna, strano ma vero, del giorno della guerra, fino ad arrivare a quella che avevano scattato quel pomeriggio. Andavano avanti fino a metà album (considerando che il libro era molto voluminoso).
-E qui?- chiese Hermione, la voce rotta dall’emozione.
-Queste sono le pagine ancora da scrivere- rispose Fred la voce bassa, scrutando la sua reazione.
Guardò con molta attenzione anche le pagine bianche, fino ad arrivare all’ultima e rimase ancora una volta senza fiato: c’era uno scomparto piccolo e d’argento, che si apriva con una chiave dalla forma strana. Lo aprì e vide che dentro c’era un anello. Lo mise al dito mentre le lacrime iniziavano a scendere e lei sorrideva.
Fred l’abbraccio.
-Ti piace?-
-Sì, è il regalo più bello che io abbia mai ricevuto-
-E sai qual è il mio?- domandò lui con un sorriso furbo.
Hermione scosse la testa, incerta.
-Averti incontrato-
Hermione non resistette più e lo baciò. Fred si scostò appena un attimo e le asciugò le lacrime prima di riprendere a baciarla.
Presto si trovarono sopra il letto, a baciarsi con passione. Fred le passo una mano intorno alla vita, su per la schiena, per poi riscendere ed infilarsi sotto alla maglietta. Aiutandosi con l’altra gliela tolse, Hermione fece lo stesso con quella del ragazzo e un brivido le percorse la colonna vertebrale. Fred le slacciò il reggiseno, senza smettere mai di baciarla e le sue mani le accarezzarono il seno. Hermione gli tolse i pantaloni e deglutì, Fred le sfilò la gonna e sentì improvvisamente un gran caldo. Continuarono a baciarsi, poi Fred le leccò le labbra e scese giù, baciandole il collo, poi il petto ed infine la vita, togliendole le mutandine. Hermione gli tolse i boxer e lo guardò mentre la baciava: capì di amarlo e di desiderarlo come non le era mai capitato. Continuarono a baciarsi, in quel letto che era diventato il loro, mentre ansimavano fra le coperte, dando sfogo al loro amore. E quando divennero una cosa sola capirono che era inevitabile perché il loro amore era sconfinato e non avrebbero potuto vivere separati. Infine si addormentarono abbracciati e non erano mai stati meglio.



Album di Fred per Hermione:



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Capitolo 31
*** Some thing never change ***


31. Some thing never change

Il tempo passò, le giornate iniziarono ad accorciarsi, il tempo si fece più caldo e le nuvole iniziarono a diradarsi. Pasqua arrivò e nessuno riuscì più a togliere dalla testa di Hermione l’idea che bisognava assolutamente studiare per l’esame. Così furono costretti a passare le vacanze ad Hogwarts, che di per sé la cosa non era neanche male, ma sotto la cura “premurosa” della ragazza che si accingeva affinché ognuno di loro studiasse fino al collasso. I professori, poi, sembravano essersi messi d’accordo con l’eroina del mondo magico e li caricarono di compiti, talmente tanto che Ron prese a fare a meno del cibo degli Elfi e Lavanda si preoccupò talmente tanto da portargli il cibo in camera; lui, però, sorprese tutti con un: “Mangio dopo, ho troppo da studiare miseriaccia!”. Fred e George, invece di studiare spesero il loro tempo per creare un nuovo oggetto magico che paresse babbano, una penna prendi-appunti-e-faccio-i-compiti-al-posto-tuo.
-Che nome originale- commentò Hermione con mezzo panino in mano e una pergamena con gli appunti di Pozioni nell’altra.
-Non abbiamo anche il tempo di trovarle un nome decente..- si giustificò George mentre appoggiava la penna su un foglio e quella iniziava a scrivere.
-Siete sicuri che non ci sia nessun pericolo?- aveva poi domandato Lavanda, dubbiosa.
-Ma certo. Che pericolo potrebbe mai esserci, dopotutto ..- ma Fred non fece in tempo a finire la frase che l’oggetto esplose, lasciandoli interamente zuppi di inchiostro, così come le poltrone e il resto degli appunti.
Harry si tolse gli occhiali e cercò di pulirli con un incantesimo, Ginny fece per tirare un pugno ai fratelli ma scivolò in una pozza di inchiostro, Lavanda si mise quasi a piangere, Ron continuò a leggere il suo foglio non accorgendosi che era nero più di una notte senza luna piena, i due gemelli iniziarono a ridere.
-Cosa vi ridete? Dovrò recuperare tutto questo in .. in qualche modo! Ma vi sembra il caso? Dovreste iniziare a studiare, ragazzi, studiare! Siamo alle vacanze di Pasqua e voi, voi sprecate il vostro tempo! Ragazzi, studiate!- esplose Hermione.
-Sempre così dolce la mia cara cognata, oh Hermione non esiste una persona più paziente di te!- sospirò George abbracciandola.
Hermione lo fulminò con un’occhiata degna di un Basilisco e Ginny, mentre cercava invano di alzarsi da terra, fece lo stesso.
-Su ci penseranno gli Elfi Domestici!- insistette George prendendola a braccetto.
La ragazza fece per aprire la bocca.
-Oh non ci parlare di C.R.E.P.A! Ora ti portiamo ai bagni dei prefetti così poi sarai fresca e riposata, eh?- disse Fred prendendola per l’altro braccio.
Hermione scosse la testa e si decise a chiudere la bocca, lasciandosi trasportare via, in balia dei due gemelli.
Ma anche Pasqua passò ed il tempo per studiare con gli amici, sdraiati comodamente su una poltrona della propria Sala Comune, mangiando un panino e sorridendo fra sé e sé sembrò solo un ricordo lontano anche per i Serpeverde più temerari e Tassorosso volenterosi. Gli studenti del settimo anno non avevano tempo libero, per loro né per alcunché. Le lezioni li tenevano occupati e quei miseri intervalli venivano usufruiti per cercare di placare i brontolii dello stomaco, la lenta caduta delle palpebre e la matassa di compiti. Persino Hermione aveva problemi nel riuscire a distribuir bene i suoi impegni e i gemelli iniziarono a studiare, lasciato perdere i trucchi babbani o non. I fine settimana non erano più paradisi a cui abbandonarsi dolcemente per una gita ad Hogsmeade, ma brevi tregue in cui il tempo pareva rallentare e potevi rimetterti alla pari con il programma. Intanto il sole avanzava sempre più, portando con sé l’erba verde, i frutti maturi e l’acqua del Lago Nero scintillante; così mentre studenti di ogni età sostavano sotto gli alberi a prendere una ventata d’aria fresca, gli esaminandi per i G.U.F.O. e i M.A.G.O. ci davano sotto con lo studio. Qualche professore cercava anche di aiutarli, come Vitous, dando loro il minor numero di compiti possibile, qualcun altro, come Ruf, non faceva che straziarli con ripassi lunghi e noiosi dei quali i ragazzi usufruivano per recuperare le ore di sonno.
Un sabato di maggio Hermione entrò in Sala Grande con un enorme sorriso, le braccia piene di libri nuovi di zecca e un espressione compiaciuta.
-Cos’è successo?- domandò Harry togliendosi gli occhiali sudati.
-Ti hanno comunicato che non si faranno più gli esami?- chiese Ron speranzoso.
-No, Ronald- rispose Hermione inorridita al solo pensiero. –Ma ho trovato questi!-
E posò i tomi sul tavolino che per poco non si ruppe e George venne svegliato da quel fracasso infernale, schiacciando così la coda a Grattastinchi che miagolò indignato, soffiò al ragazzo e corse verso i dormitori femminili.
-Wow, che grande consolazione, sul serio ,.. – disse Ron cercando di fingersi entusiasta.
-Cosa sono, Mione?- domandò invece Fred mentre rideva del gemello.
-Grazie per avermelo chiesto- iniziò Hermione sorridendogli –sono dei diari che avevo perfezionato un po’ di tempo fa, ma di cui mi ero dimenticata. Praticamente loro ti semplificano la vita: sanno esattamente dove e come e se mettere i tuoi impegni, in pratica riescono anche a ritagliarti del tempo libero per ..-
-Fantastico potremmo giocare a Quidditch!- esclamò Harry pensando alla partita imminente.
-No, Harry. Dicevo, ti ritagliano del tempo libero anche per dormire e mangiare, cosa che non facciamo ultimamente- disse Hermione parecchio esasperata –Comunque, dicevo. Tu basta che scrivi tutti i tuoi impegni nelle prime pagine e lui provvede ad ordinartele-
-E se a te non vanno bene i suoi orari?- chiese Ginny incuriosita.
-Glieli riscrivi e lui cambia tutto ..- rispose Hermione.
-Urca!- esclamò Ron afferrandone uno ed iniziando subito a scrivere.
-Wooo!- disse George essendosi ripreso.
Hermione ne prese uno a sua volta, seguita a ruota dagli amici.
Il diario di Hermione migliorò appena la situazione di tutti gli studenti. Già, tutti. Perché ben presto la notizia si sparse (per merito di Lavanda, sì, al solita pettegola ..) e in molti andarono dalla Grifondoro per pregarla di dargliene uno. I gemelli diedero una mano alla Granger e, in men che non si dica, la McGranitt dovette lodare ancora una volta la sua migliore allieva. Ora, comunque, tutti riuscivano a mangiare normalmente e a dormire, il problema restava per il Quidditch e i brevissimi allenamenti a cui venivano sottoposti i ragazzi, persino Fred si ritrovò a non vedere l’ora che la stagione finisse. Finalmente arrivò il tempo dell’ultima partita: Grifondoro contro Tassorosso. La partita più attesa. Le due squadre erano in testa ed era risaputa la bravura di entrambe.
Hermione accompagnò gli amici negli spogliatoi e ebbe una parola per ognuno di loro, ma dopotutto era o no la signorina Granger?
-Ginny, calmati e ce la farai. Solo te sai colpire le pluffe così, no non era un doppio senso- rise –Davvero Gin. Vai e stendili tutti-
-Ron! Ce la puoi fare, ricordati che sei il nostro re- e gli fece l’occhiolino. Ron l’abbracciò per poi sorriderle. Non era diventato rosso, Hermione si sorprese, era davvero cresciuto.
-Dean! Siamo tutti con te, te e Ginny siete un’ottima squadra lo sapete- Dean annuì e deglutì.
-Demelza! Io e te non ci conosciamo molto e sai che non me ne intendo di Quidditch.. però, so che vali molto come persona, porta questo sul campo- Demelza annuì, torcendosi le mani.
-Harry!- esclamò poi la ragazza stringendolo forte.
-Io non ce la faccio- le sussurrò.
-E’ la vostra ultima partita qui ad Hogwarts. Tu ce la fari Harry. L’ho sempre saputo che sei e rimarrai il migliore fra di noi. Tu ce la puoi fare. Cosa sarà mai tutto questo per il Bambino Che E’ Sopravvissuto?-
Harry rise, Hermione con lui e si tennero stretti ancora un po’.
-George!-
-Cognata!-
George la strinse a sé e Hermione assaporò il suo profumo, così diverso da quello del gemello, eppure ugualmente rassicurante. Dopotutto quel tempo, infine, si era affezionata anche a lui. Ma dopotutto faceva parte della sua famiglia.
-Nervoso?- domandò Hermione allontanandosi di un passo appena.
-Sì- George annuì, senza lasciare che il sorriso sparisse dalle proprie labbra.
-E dai caro il mio Malandrino! Te e Fred siete i battitori, no? Il bolide per voi è una sciocchezza, insomma parliamo con chi è riuscito a tener testa a Gazza, alla Umbridge e a Pix! E quasi contemporaneamente direi!-
George rise ancora e l’abbracciò, ma solo per poterle sussurrare qualcosa.
-Sii felice con Fred, siete bellissimi insieme e ve lo meritate- disse il ragazzo.
-Anche tu ed Angelina. Una coppia di giocatori di Quidditch!- rispose Hermione.
-Ti voglio bene, cognatina- concluse con una strizzata d’occhi lasciando da soli gli ultimi due.
-Fred- sospirò Hermione.
-Mione- confermò Fred.
-Io ho piena fiducia in te-
-Lo so-
-Ce la farai-
-Lo spero-
-Ti amo-
-Anche io-
Non riuscirono più a restare seri e scoppiarono a ridere.
-Mi hai tenuto come ultima riserva, eh!- esclamò Fred fingendosi indignato.
-Esattamente caro il mio Mordente!- canticchiò Hermione.
Risero ancora, accorgendosi di quanto era bello stare insieme così.
-Devi andare ora- disse Hermione.
-Non me ne andrò senza il mio bacio della fortuna- fece Fred, malizioso e furbo.
Hermione si finse spazientita ma lo baciò con trasporto.
Dopo Fred si separò da lei con riluttanza e raggiunse gli altri.
Si cambiarono in silenzio, Harry illustrò un’ultima volta gli schemi di gioco, Demelza fece qualche domanda, i gemelli fecero ancora qualche battuta per smaltire la tensione poi furono pronti.
Eccoli, stavano per entrare in campo.
Ognuno di loro immerso nei propri pensieri.
Harry chiuse gli occhi e ricordò la sua prima partita, quella in cui aveva quasi inghiottito un boccino, incidente che gli avrebbe salvato la vita e regalato un’esistenza più avanti. Allora era Oliver il capitano, adesso lui. Aprì gli occhi e sentì già l’adrenalina scorrergli nel sangue. Si inizia.
 
Hermione dopo essere uscita dagli spogliatoi aveva attraversato il campo da Quidditch e aveva raggiunto gli spalti. Quasi del tutto occupati. C’era un posto libero: vicino a Lavanda. Siccome, per sua grande fortuna, la ragazza non l’aveva ancora vista proseguì, sperando con tutto il cuore che ci fosse qualche altro sedile lasciato vuoto.
-Hagrid!- esclamò Hermione sperando di potersi aggrappare alla sua unica ancora di salvezza rimasta.
-Oh ciao Hermione! Sono venuto a farmi prestare questo Omnicolo, così posso vedere la partita dalla mia casa che Thor non ci sta molto bene .. ma nulla di grave, eh!- e dandole una pacca sulla spalla che per poco non la fece cadere, sparì fra la calca di studenti che sorseggiavano un succo di zucca nel caldo estivo.
Hermione si rassegnò a dover passare le due ore successive parlando di ragazzi e salutò la Grifondoro.
-Ciao- disse mogia.
-Oh ma che hai? Sembri piuttosto affranta! Be’ dai quest’anno abbiamo una bella squadra no? Poi c’è il mio Ron-Ron! Lui è tutti noi. E’ un leone e poi devi sapere che ..- continuò per cinque minuti buoni.
Hermione avrebbe voluto strapparsi i capelli, ma si sforzò di annuire e fare qualche commento noncurante.
-Brown ti cerca urgentemente il professor Lumacorno, è nei sotterranei- disse una voce strascicata che proveniva da un bel biondo Serpeverde.
-Oh grazie Malfoy! Vado subito!- esclamò alzandosi e correndo via.
-Ma quant’è stupida quella ragazza?- domandò Draco alzando le spalle.
-Grazie Draco! Non avrei resistito ancora molto!- sospirò Hermione.
-Ora siamo pari. Vieni- disse il ragazzo e lei lo seguì un po’ più in basso.
-E Luna?- domandò Hermione appena titubante.
-Fa la cronista. Non mordo, Hermione- disse Draco con un mezzo sorriso.
Hermione rispose a quella specie di ghigno e si sedette.
Madama Bumb finalmente fischiò e partirono.
-Strano- commentò Hermione.
-Cosa?- chiese Draco.
-Non hai stendardi Tassorosso e nemmeno Grifondoro-
-Non posso dire che tifo per quei mollaccioni dei tassi, ma non posso nemmeno indossare i colori rosso ed oro .. I Serpeverde non cambiano mai, no?-
-Forse, forse ..- concesse Hermione, cominciando poi a fare il tifo per la propria casa.
 
-E siamo in testa! 40 a 30 per i Grifondoro! Incredibile! Non avevamo mai visto le due squadre più in forma! Ma attenzione! Attenzione! Che un Nargillo mi colpisca! Harry Potter ha preso il boccino! Ha preso il boccino signore e signori! Grifondoro vince 190 a 30! E si aggiudica la coppa delle case!- gridò Luna.
A tutti sembrò davvero una partita straordinaria: durò 10 minuti. E Luna (oltre a quel “che un Nargillo mi colpisca”) fece una vera cronaca senza ulteriori informazioni su strani animali, come se non bastasse fra gli spalti le case erano mescolate e non divise come al solito, un Corvonero e un Grifondoro potevano benissimo parlare con un Tassorosso senza che un Serpeverde li prendesse in giro. Ma questa era nulla in confronto a quello che successe quando Luna Lunatica Lovegood dichiarò la vittoria. Il casino assoluto divampò nel giardino. Tutti i Tassorosso, nessuna esclusione, si congratularono con i vincenti, e gli studenti appartenenti alle altre case presero in braccio la squadra dei Grifondoro già festanti, riempiendoli di complimento. La McGrannitt si fece strada fra la folla e consegnò la coppa ad Harry, che la sollevò in aria, provocando un altro boato.
-Abbiamo vinto!- urlò un Hermione raggiante abbracciando prima Harry e poi Ginny, per rimanere infine stretta a Fred.
-Complimenti, sì- disse Draco apparso dietro di lei e George gli sorrise, per ringraziarlo.
Ma il meglio venne dopo, quando la festa non coinvolse solo la casa rossa ed oro, ma anche tutti gli altri, con qualche giallo-nero dall’orgoglio ferito. E Lavanda arrivò a fine festa e scoppiò quasi in lacrime sapendo che era praticamente tutto finito, mentre i gemelli e Ginny iniziarono a ridere talmente forte da convincere Nik-Quasi-Senza-Testa a sgridarli.
Ma i festeggiamenti finirono così com’erano iniziati, le case si divisero di nuovo, ognuno nella propria sala comune e lo studio, così come i compiti, tornò a farsi sentire. Incessante.
Ed arrivò l’esame.
Anche il tempo sembrò accorgersi che fosse un giorno importante e decise di splendere in tutta la sua magnificenza. I ragazzi, già super ansiosi, si trovarono perciò a sudare non solo freddo ma anche goccioline malsane per il caldo afoso. La colazione trascorse nel silenzio generale: il sole splendeva come se fosse già mezzogiorno, gli esaminandi non avevano voglia né di mangiare né di fare altro e il resto degli studenti sembrava rispettare quei desideri se non anche solo per solidarietà.
In ogni Sala Comune regnava lo stesso esasperante silenzio fra chi cercava di ripassare con un libro in mano, chi si disperava e chi cercava di fuggire all’ennesima crisi.
Ma quando arrivarono davanti al portone della Sala Grande non ci fu più spazio per niente: né baci appassionati per l’ultimo “in bocca al drago”, né ripassi con una cioccolata calda in mano, né una sigaretta babbana per smaltire il nervoso (e qui si parla soprattutto di accaniti Serpeverde).
Quindi entrarono.
Ad Hermione tremavano le mani, ma sapeva di doversi calmare. Prese parte al primo banco, come sempre e si guardò intorno ansiosa e preoccupata, la McGranitt fece un lungo discorso tedioso ma lei, per la prima volta, non ascoltò né sentì una sola parola. Restò a fissare i volti angosciati dei compagni e cercare di calmarsi invano. Quando vennero consegnati i fogli osservò il suo, bianco.
-Potete girarli e buona fortuna- disse la preside.
Lei così fece. Ma davanti ai suoi occhi non c’erano che parole e segni senza alcun senso, provò a leggere le frasi ma aveva il cervello annebbiato.
Diamine Hermione! Sei o no la studentessa più brillante?Si disse con veemenza e finalmente si riscosse. Prese in mano la piuma, assunse un’espressione decisa ed incominciò a scrivere senza più fermarsi.
A metà dell’esame un biglietto la colpì sulla nuca, era un semplice foglio bianco ed accartocciato. Si guardò intorno e scorse Ron che la guardava supplice.
Scosse la testa, raccolse il biglietto senza farsi scoprire e per poco non scoppiò a ridere.
Certe cose non sarebbero mai cambiate.
Uscirono dall’aula tirando un mezzo sospiro di sollievo.
-Allora cos’avete risposto alla 10? Io non ero molto sicura sui corretti usi del sangue di drago, per la verità non ero proprio certa del settimo perché ..-
Qualcuno le mise una mano sulla bocca e lei si girò sorpresa verso Fred.
-Hermione, com’è andata è andata- disse George.
-Già, inutile piangere sulla pozione versata- aggiunse Ginny con un’alzata di spalla.
Harry sorrise all’amica che era rimasta quella di sempre e le mise un braccio attorno alle spalle, forse per dirle che la capiva. Poi raggiunsero la torre dei Grifondoro per l’ultimo ripasso di Incantesimi.
Finirono gli scritti ed anche gli orali portarono la stessa ansia.
Quando tutto fu finito ogni studente del settimo anno che avesse appena concluso i M.A.G.O. andò nel cortile, appena più in là della grande entrata e fu una cosa organizzata dalla semplice voglia di fare, dall’impulso di quei giovani maghi e si capirono solo guardandosi negli occhi.
Restarono in silenzio per quelle che parvero ore, ma in realtà furono pochi attimi.
Poi tutti insieme lanciarono per aria i propri cappelli neri, con un grido che sembrò rianimare la giornata. Era finito, ora avrebbero solo dovuto attendere i risultati.
Fred diede un lungo bacio a Hermione, mentre lei gli scompigliava i capelli rossi; Lavanda afferrò Ron per la nuca e non gli diede il tempo di dire nulla che lo baciò; Luna diede un tenero bacio a Draco, imbarazzata; Ginny ed Harry sembravano non vedersi da tempo talmente erano intenti a sfruttare quell’occasione romantica ..
Dopo un po’ si guardarono.
-Sarà sempre così, vero?- chiese Hermione con una vocina piccola piccola.
-Tranquilla Herm, dove vuoi che andiamo noi senza di te?- chiese Ron.
-Già Mione e senza i tuoi compiti?- sorrise George.
-Ragazzi, certe cose non cambi errano mai- fece Harry.
-Ed eccolo con le sue frasi alla Silente- lo rimbeccò Draco ma sorrideva, pur impallidendo appena a quel nome.
Lavanda rise insieme a Luna.
-Ragazzi quest’estate dobbiamo fare un viaggio tutti insieme!- esclamò Ginny convinta.
-Ah ah! Non prima del mio matrimonio ..- fece George.
-Già e ricordatevi che dobbiamo pietrificare la mamma.. –sussurrò Fred beccandosi un piccolo schiaffo da parte di Hermione.
Tutti risero.
Già. Certe cose non sarebbero mai cambiate.



Ciao a tutti! E siamo giunti alla fine. Sì cari miei ora non resta che l'epilogo e credo che mi farò attendere perchè non voglio separarmi da questa storia :3 ma aimè dovrò farlo ;) Vi adoro mi recensite sempre!!! (sì, adoro anche voi che seguite in silenzio, tranquilli ;) ) a presto spero!
SCUOLA DEL FUTURO:

Insegnante: "Se vi chiamo dite presente"
Insegnante: "Albus"
Albus: "Presente"
... Insegnate: "Dottore"
Dottore:"Oh si, uhm, ciao. Non posso parlare al momento, il tempo scorre! lasci un messaggio in segreteria o qualcosa del genere"
Insegnante: ''Uhm okay... Hermione?"
Hermione: "Si, sono qui! E quand'è il nostro prossimo test? Ho studiato tutta l'estate e...."
Tipo coi capelli rossi: "Oh mio dio, Hermione, stai zitta!"
Insegnante: "E tu dovresti essere Ron, bene. Primrose?"
Prim: "Presente"
Tipa strana infondo alla classe: "Mi offro volontaria!"
Insegnate: "Vedo che anche Katniss ce l'ha fatta oggi. Benvenuta"
Tipo biondo: "Katniss é qui? Siii! Tieni questa pagnotta katniss,l'ho fatto io questa mattina! Spero ti piaccia!"
Tipo moro: "Ti conviene tenere le mani a posto! Lei é la mia migliore amica! Andiamo a caccia insieme!"
Insegnante: "Peeta, Gale! Smettete di litigare per Katniss e sedetevi!"
Insegnante: "Rory"
Dottore: "Ehm, Rory è morto ieri... ma dovrebbe essere qui domani!"
Insegnate: "Ok...kay. Ultimo, Draco"
Draco: "ULTIMO!? Mio padre lo verrà a sapere!

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


32. Epilogo

Hermione sbadigliò e si tirò a sedere di scatto.
La colpì il solito smarrimento mattutino.
Si trovava in una stanza circolare, le pareti di un bianco cangiante, il letto matrimoniale a baldacchino arancione, l’armadio, il comodino e gli scaffali color sabbia, tutto pareva mettere allegria e la finestra si affacciava su una soleggiata strada di Londra.
Dopo la verità la colpì come un fiume in piena. Era il 21 Giugno. Il primo giorno d’Estate. Il giorno del suo matrimonio e di quello di George e Angelina.
Le sue mani accarezzarono le morbide lenzuola mentre i suoi occhi non trovavano la rassicurante figura di Fred. Ma certo! Doveva essere stato alzato fino a tardi per il suo addio al celibato e di certo non era tornato a casa, non poteva vedere la sposa prima del matrimonio. Stupide tradizioni babbane a cui lei teneva particolarmente.
Scese dal letto ed infilò le pantofole, poi uscì dalla stanza ed entrò in cucina.
-Ben svegliata, eh!- esclamò Ginny servendo la colazione.
-Ciao cara!- esclamò Angelina sorseggiando un bicchiere di succo di zucca.
-Ohhh! Aspettavamo solo te!- cinguettò Lavanda.
-Ci aspetta un lungo lavoro …- sorrise Luna allungando molto la “u”.
-Buongiorno anche a voi ..- borbottò Hermione prima di iniziare a mangiare.
Appena posò la forchetta, finite le uova al bacon, si sentì afferrare per un braccio: era Ginny.
-Gin ma cosa ..- non fece in tempo a finire la frase che si smaterializzarono al piano di sopra.
Nel bagno: una stanza molto grande, provvista di vasca, box doccia, lavandino, wc, mobile con tutti i trucchi disponibili e pressoché inutilizzati, più profumi e spazzole di ogni tipo.
Presto le raggiunsero anche le altre (Angelina al braccio di una fischiettante Lavanda), prima ancora che Hermione potesse dire alcunché.
-Quindi che si fa?- domandò Angelina.
-Shhh ragazze che siete in condizioni pietose! Lasciate fare a noi!- esclama Ginny fremente.
Hermione diede un’occhiata al grande specchio e dovette convenire che avevano ragione.
Sia lei che Angelina erano reduci della festa della sera prima, le occhiaie si facevano sentire, i capelli erano incollati al viso, le palpebre pesanti dal sonno, le mani tremanti per la tensione.
-A me Ginny cara, sarebbe meglio- disse Lavanda squadrando prima la Weasley e poi la Lovegood con occhio critico ma non dicendo nulla.
-Questa te la lascio passare solo perché oggi è il matrimonio della mia migliore amica e voglio che tutto sia perfetto …- le sibilò Ginny e fece per aggiungere altro ma venne bruscamente interrotta.
Una ragazza dai fluenti e scintillanti capelli biondi si era appena materializzata lì con loro.
-Fleur!- esclamò Angelina saltellando sul posto.
-Ciao ragazze! Scusate il ritardo .. ma Victorie questa mattina non si voleva alzare e Dominique continuava a piangere, ha tenuto Bill sveglio tutta la notte ..-
-Oh come stanno le due .. – iniziò Luna.
-Non c’è tempo! Abbiamo sì o no un matrimonio per il quale preparare due spose?- strillò Lavanda e nella stanza calò un tormentato silenzio.
-Innanzitutto mentre noi prepariamo i sali per il bagno, i trucchi, l’acconciatura ed i vestiti voi due vi farete una doccia fredda .. ma che dico fredda? Ghiacciata! Per svegliarvi. Chiaro?- continuò Lavanda in un tono che non ammetteva repliche.
Le due spose si guardarono un po’ preoccupate ma annuirono, Angelina uscì per andare nella stanza di sopra, Lavanda e Fleur per cercare il necessario, Luna e Ginny per prendere un po’ d’aria fresca.
Hermione si spogliò e si infilò sotto l’acqua “ghiacciata”: sì, una doccia era proprio ciò che le ci voleva.
E dopo i trattamenti sembrarono non finire più: fecero fare loro un bagno caldissimo, tra sali e oli profumati di vario tipo, successivamente fecero indossare loro un accappatoio e sedere su due comode sedie, iniziarono così la manicure e la pedicure, poi provarono pettinature fino a trovare quella giusta e la cosa si ripeté per gli accessori, impiegarono circa mezz’ora per perfezionare vestito e scarpe.
Circa un’ora e tre quarti dopo poterono osservarle da ogni angolazione possibile con occhio critico.
-Perfette! – esclamò Lavanda battendo le mani.
-Ginny! Luna!- chiamò Fleur.
Le due ragazze entrarono ed osservarono le amiche, non riuscendo a trattenere un sorriso compiaciuto.
-Perfette!- confermò anche Luna, lo sguardo sognante.
-Ma il merito è anche vostro- disse Lavanda amabile.
-Sul serio?- chiese Luna.
-Ma certo! Stando fuori dai piedi avete già contribuito, pensate che casino sarebbe venuto se foste state con noi .. – sospirò Lavanda con un occhiolino.
-Vi prego trattenetemi ..- sibilò Ginny.
Angelina la prese in parola e le strinse un braccio.
La giovane Weasley chiuse gli occhi, inspirò ed espirò forte, poi li riaprì e sorrise raggiante a tutte.
-Ora possiamo guardarci?- domandò Hermione titubante.
-Ovviamonte!- disse Fleur.
Si girarono e non poterono non dare, almeno in parte, ragione a Lavanda. Non erano irriconoscibili, non erano talmente belle da non sembrare loro .. Ma Fleur e Lavanda avevano fatto in modo di far risplendere tutta la loro bellezza, di esaltarla e renderle magnifiche, ma pur sempre loro stesse.
Angelina indossava un vestito che le arrivava fino al ginocchio in diverse pieghe, di color Lavanda Rosata, il corpetto era tenuto su da un nastro legato dietro il collo e incrociato sul davanti, sopra la sottogonna più chiara era posta una gonna di color Ametista. Le paperine di quest’ultimo colore terminavano a punta e con un fiocchetto. I capelli erano legati nelle solite treccine, perfette, ma raccolti ulteriormente in uno chignon elaborato; il viso era stato truccato lievemente di un rosa pallidissimo e le lunghe ciglia risaltate dal mascara molto scuro.
Hermione portava invece i capelli lucenti e appena crespi ingentiliti in una lunga treccia legata da un nastro bianco. Gli occhi nocciola risaltati dalla matita, il rossetto rosso fuoco, il trucco leggero e blu alice. L’abito le arrivava fino ai piedi (calzati da un paio di scarpe blu chiaro e con il tacco) era bianco ed il corpetto le incorniciava il seno, aprendosi sulla schiena in uno strappo, alla vita era legato un nastro blu fiordaliso e la collana di perle regalatagli da sua madre le attorniava il collo.
Improvvisamente suonò il campanello.
-Dev’essere Alicia!- esclamò Lavanda correndo di sotto.
Hermione si ammirò allo specchio, cosa che di solito non amava fare per niente, ma doveva ammettere che be’ ..
Sobbalzò e con lei le altre.
Ginny le lanciò uno sguardo preoccupato e Angelina scosse la testa.
-NON PUOI VEDERE LA SPOSA PRIMA DEL MATRIMONIO!- sentirono urlare Lavanda.
-Ricordatemi di non farla arrabbiare, opsione plausibile: comprare tappi per le orecchie ..- sussurrò Fleur.
Si udirono una serie di rumori pesanti per le scale, come di due persone che si rincorrono. Dopo un volto lentigginoso, i capelli rossi, gli occhi verde-azzurro; un ragazzo in smoking e con un sorriso furbo dipinto sulle labbra si affacciò sulla soglia.
-George!- esclamò Angelina portandosi entrambe le mani alla bocca.
-Porta sfiga!!!- disse Lavanda parandosi davanti a lui e agitandosi freneticamente per non fargli vedere null’altro.
-Oh zitta Brown! Non sono un babbano, sono un mago, uno dei migliori direi e non credo in queste cose. Sono un Malandrino, un Weasley e un Grifondoro e non ho intenzione di andarmene!-
Lavanda aprì la bocca per ribattere, ma subito dopo la richiuse, scosse la testa e si fece da parte.
George prese Angelina fra le braccia, la sollevò da terra e la fece volteggiare in aria.
-Sei quasi più bella di me- le disse con un occhiolino.
Lei scoppiò a ridere, radiosa e gli scoccò un bacio sulle labbra.
George osservò bene tutti i presenti e si soffermò su Hermione.
Lui represse a stento una risata, la Grifondoro aggrottò le sopracciglia.
-Non ci credo!! E’ questa sarebbe la secchiona che ho sempre preso in giro?- si liberò un sorriso malizioso, le prese una mano e la fece girare su se stessa.
Hermione gli sorrise.
-Fred è più ansioso di come io l’abbia mai visto. Quindi cerca di non farlo svenire, bellezza!-
Tutti scoppiarono a ridere e George se ne andò, non prima di aver dato un altro bacio ad Angelina ed aver regalato a tutte loro un altro dei suoi malandrini sorrisi.
 
Fred sospirò, prese un bel respirò e … e niente! Proprio non ce la faceva a calmarsi! Ma come faceva George? Lo vedeva lì, a regalare sorrisi fantastici a tutti, a salutare gli ospiti.. Mentre lui non riusciva nemmeno a spiccicare una parola che rispondesse al balbettio confuso di suo padre riguardo a un oggetto babbano dei Granger ..
-Sì, papà credo proprio tu abbia ragione! A dopo eh?- disse incrinando appena gli angoli della bocca e sperando bastasse.
-Ehi Gred!- esclamò poi salutando il fratello.
-Dimmi Forge!-
-Le ragazze ..?-
-E’ la decima volta che me lo chiedi! Sono bellissime e non è ancora il loro turno di arrivare, abbi pazienza eh?- disse George scuotendo la testa e poggiandogli una mano sulla spalla.
-Come fai a essere.. così.. non sei ansioso, non hai .. paura George?- domandò Fred abbassando appena la voce.
-Sì ne ho, così come ne hai tu. Però sorrido e se convinco gli altri che non sono agitato finisco per non esserlo veramente!-
-Ottimo metodo, Georgie! Perché non ci ho mai pensato io?- chiese Fred battendosi una mano sulla fronte.
-Perché io sono sempre stato il più intelligente- rispose semplicemente George.
Scoppiarono entrambi a ridere.
-Dai vieni a salutare la famiglia!- disse poi Mordente avviandosi verso i primi banchi.
Li erano seduti il signor Arthur, un’ansiosa Ginny che aveva “abbandonato” Hermione, Ron al braccio di Lavanda, Bill e Fleur che tenevano a bada due bambine capricciose, Teddy in braccio ad Harry, Charlie con un nuovo tatuaggio, e poi lui … Percy. La buona notizia di Bill e Arthur: sì, era Percy. Sotto forma di fantasma. Non era riuscito ad attraversare “la luce” perché si sentiva troppo vigliacco ad abbandonare tutti dopo averli appena ritrovati, ma aveva trovato solo dopo mesi e mesi il coraggio da tornare dai suoi e scusarsi ulteriormente. Ora era pronto ad andare avanti, ma non si poteva più. Sarebbe rimasto ad Hogwarts come fantasma, a vegliare su Prefetti indecisi e Caposcuola determinati.
Il matrimonio sarebbe cominciato a momenti, pochi minuti e le spose sarebbero state condotte dai padri all’altare.
-Ma mamma non è ancora tornata da quella SPA babbana?- domandò il signor Arthur a Fred che si dirigeva verso l’altare.
Lui cercò di non mostrare l’improvvisa carnagione pallida e nascondere il proprio balbettio. –Ma certo! Dev’essere in .. bagno! Ora andiamo a chiamarla io e George!- e detto questo raggiunse il fratello, lo prese per un braccio e si smaterializzò con esso.
-Ma che succede?- domandò George tenendosi all’armadio della vecchia stanza di Ron per non cadere.
-La mamma- disse Fred con un sorriso divertito.
-Oh già!- ridacchiò George.
Corsero in soffitta: lì, fra ragnatele, il buio stagnante e l’odore malsano, c’era un vecchio spettro che osservava una donna immobile e seduta su una comoda poltrona.
I due gemelli si scambiarono un cenno d’intensa, tirarono fuori le bacchette e le agitarono in un movimento ben delineato.
La signora Molly aprì piano gli occhi, cercando di abituarsi all’oscurità, poi si sgranchì i muscoli indolenziti e infine si riprese del tutto dall’incantesimo delle Pastoie Total Body. Solo allora un lampo di consapevolezza le attraversò gli occhi.
-VOI DUE! COSA ..- iniziò diventando rossa e minacciosa.
-Mamma ce la fai dopo la predica, eh?- disse Fred.
-Sì! Il nostro matrimonio è alle porte!- esclamò George mentre la trascinavano delicatamente, o meno, di sotto.
-Esatto e poi pensa che l’abbiamo fatto per te: era il nostro regalo- aggiunse Fred.
-Sì sì! Pensa: nessuno stress pre-matrimonio .. geniale vero?- domandò George.
Molly sembrava sul punto di iniziare nuovamente a sgridarli ma nel frattempo i due gemelli si erano smaterializzati sull’altare e perciò si rassegnò a raggiungere il marito.
 Lee raggiunse George, Bill Fred e videro i signori Granger e Jonhson sparire fra la folla.
Poco dopo una musica dolce ma allegra si diffuse in tutto il giardino, simile al canto della fenice la melodia ebbe il potere di far calare fra gli astanti un eccitante silenzio. Gli sguardi di tutti erano rivolti a dove, da lì a poco, sarebbero apparse le spose in tutto il loro splendore.
Ed infatti arrivarono. Sorridenti, illuminate, graziose come non mai, belle ma soprattutto felici. Hermione e Angelina rivolsero a tutti cenni di saluto mentre, altezzose e leggiadre, camminavano per il sentiero presente fra le due file di sedie sulle quali sedevano comodi gli ospiti. Ginny e Alicia le aspettavano, per far loro da testimoni, così come i loro quasi mariti ed i testimoni di questi ultimi.
Avanzarono ancora, poi un ultimo abbraccio ai padri, primi veri uomini della loro vita.
George tese una mano, che Angelina afferrò con calore e si sorrisero. Il sorriso più bello. Quello riservato solo alla persona che si ama.
Fred guardò Hermione raggiante e appena titubante.
“Ce la farò?” si chiese d’impulso.
La guardò meglio. Era più bella che mai, la sua cara secchiona.
“No, ce la faremo” si corresse.
Sì, ce l’avrebbero fatta, perché si erano aspettati per tutta la vita.
Hermione ricambiò il sorriso e gli strinse forte la mano, comunicandogli con quel contatto e con gli occhi tutto ciò che non potevano dirsi.
Il prete li guardò, loro annuirono.
E la musica cessò: la cerimonia ebbe inizio.
Fu come il matrimonio di Bill e Fleur, o forse più felice, perché nessuno si aspettava di veder arrivare Voldemort da un momento all’altro. Fu una festa in pieno stile Weasley: in particolar modo quando i gemelli baciarono le loro spose e la signora Weasley svenne, così che Hagrid dovette andarle a fare aria ma nel contempo rovesciò qualche sedia e chiese scusa a tutti urlando; o quando il signor Granger ed il signor Arthur erano talmente ubriachi che iniziarono a cantare “Il mio calderon bollente” costringendo una Fleur piuttosto schifata a rifugiarsi in bagno; o ancora come Draco suscitò le simpatie di tutti rendendo la festa uno splendore; o Ron che, piuttosto brillo, si dichiarò a Lavanda dicendo di amarla di fronte a tutti gli invitati. Ma il momento più bello fu quando rimasero solo gli amici più intimi ed i parenti più stretti, la sera, quando ancora si faceva festa, gli ubriachi giacevano addormentati o nei bagni e i bambini erano a letto già da un po’. Allora la festa si calmò e i reduci della baldoria si strinsero in un cerchio ed iniziarono a parlare, osservando le stelle sopra di loro.
-Ragazzi, qual è il vostro desiderio più grande?- domandò Luna, felice come non lo era da tempo.
All’inizio nessuno volle rispondere, ma poi ognuno disse la propria. Un po’ per il Wisky, un po’ per la voglia di sfogarsi, un po’ per l’atmosfera che si era creata.
E nessuno di quei desideri sembrò stupido e irraggiungibile ma solo giusto. Giusto sì, per chi di loro lo aveva proferito. Sembrò normale che a Luna sarebbe piaciuto passare mille altre sere così, semplici, con loro, a divertirsi. A nessuno parve strano che Draco avrebbe voluto riscattare se stesso ed essere amato dagli altri per ciò che era. Non una persona si stupì che Harry avrebbe solo voluto avere una famiglia, che poi erano loro.
Ma il desiderio che più colpì fu quello di Fred che, dopo un breve sguardo d’intensa con George disse:- Vorrei solo che ognuno trovasse dentro di sé la propria risata e non smettesse mai di mostrarla agli altri-
Non tutti capirono, ma io sì. Compresi ciò che voleva dire Fred e non pare anche a voi che fosse, dopotutto, il desiderio giusto per lui? Pensateci. La propria risata. Quella che si ha da bambini, cristallina e tenera, decisa ma nel contempo titubante.
Credo che tutti la trovino alla fine la propria risata, io ho trovato la mia quand’è nata Rose, la mia primogenita e ce l’ho ancora viva dentro di me adesso, mentre Fred mi mette una mano sulla pancia e si stupisce dei calci poderosi di Hugo, dicendo che un giorno diventerà un gran battitore.
Il mio desiderio era questo: scrivere un libro. Perché in quell’anno ho imparato molto. Dapprima ad amare, a non giudicare. E spero che a qualcuno tutto ciò serva.
Ogni tanto Rose, dalla sua tenera età di sei anni chiede come ci siamo conosciuti. Ed io rido, mentre Fred dice che vide una so-tutto-io con un cespuglio di capelli e i denti davanti troppo grandi aprire la porta del suo scompartimento e chiedergli se avesse visto un rospo.
Anche lei ride, incerta, ma con la sua risata.
Spero che abbiate capito.
Ora vi lascio, che fra poco arrivano Harry e Ginny, dovreste vederla! E’ diventata bella grossa e fra poco nascerà Lily Luna Potter.
Ecco, sento il campanello suonare.
Ricordatevi di sorridere, come io non ho fatto per troppo tempo.
Sinceramente,
Hermione Jean Granger



Ci ho messo un po' a pubblicare quest'epilogo e credo ve ne siate accorti.
Perchè? Perchè ho dato molto per questa FF e mi dispiaceva lasciarla. Sono stata mooolto a rimuginare sugli errori, sulle coerenze, sui verbi, sulla trama in sè del capitolo e spero di aver scelto le frasi e le parole giusto. Spero che capiate e che vi piaccia.
Questa, come ho già detto a molti di voi, è una Fremione nata un po' per caso. Nata eprchè avevo voglia di scriverne una nuova ed amo follemente sia Fred, sia Hermione, così ho provato a vedere come stavano insieme e be.. il risultato mi è piaciuto.
Vorrei ora ringraziare tutti voi lettori silenziosi che mi avete seguita fin proprio alla fine ;)
Ma sopratutto i recensori accaniti.
Quali:
Julia_Fred Weasley
Emmadeffe
April16
__avatar__
Dark Flower
_sofs_

E tutti gli altri che non ho citato ma ringrazio tantissimo!!
Baci
Marty
n.b.= se vi interessa sto scrivendo una Drinny, una storia con Julia_Fred Weasley (la trovate da lei) ed una originale che pubblicherò a momenti..



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