Qualcosa a cui rimediare

di Debbie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO - Dalle stelle alle stalle ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Pensieri... ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. Ambasciator non porta pena ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Il surrogato della parola ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. La risposta ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. L'occasione ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. Certezze ***



Capitolo 1
*** PROLOGO - Dalle stelle alle stalle ***


PROLOGO: dalle stelle alle stalle
Sala Comune, 10.30 di sera… Come al solito deserta, ed io sfinito non vedo l’ora di mettermi a letto... Promemoria mentale: mai più compiti in ritardo. Si si, come no… Sorrido tra me e me, poi nota un figura minuta fin troppo nota sul divanetto, di fronte alle braci morenti
-Hermione, che ci fai qui?-
La guardo con un’espressione perplessa, mentre lei si volta in mia direzione… Dio, com’è bella. Se non la vedessi non ci crederei. Passerei ore a guardarla… Che mi stesse aspettando?
- Oh, ciao Ron. Niente, stavo leggendo…- E ti pareva, aggiungerei io. Tuttavia, perché sprecare un’occasione? Mi avvicino, e mi siedo accanto a lei, sorridendole. E’ un po’ di tempo che tra me e lei funziona stranamente bene: poche litigate, molti sorrisi, più gentilezza. E si, devo ammetterlo, anche molti più momenti come questo, solo noi due. Non che mi dispiaccia, affatto!
Torno con la menta alla realtà, lei mi fissa stralunata -Qualcosa che non va?-
Per tutta risposta, inizia a ridere. La guardo leggermente offeso, poi lei si ricompone, sistemandosi un ricciolo ribelle -No dai scusa… E’ che eri così assorto, con un’espressione così buffa…-
Mi indica il viso, sembra una bambina. Un momento, buffo io?
-Cosa hai detto? Io non sono mai buffo, sempre bellissimo…- Sguardo ammiccante, poi le sussurro, facendomi vicino -E per questa bestemmia, signorina Granger, merita una punizione!-
Senza darle il tempo di replicare, l’afferro per la vita e la stendo sul divano, rapidamente. In un baleno le sono sopra, facendole il solletico ovunque le mie mani possano arrivare… Nei limiti consentiti, certo. Non sono un pervertito, io! Comunque, lei ride, scalcia, urla, fino a che mi si attacca per i capelli, e mi tira giù, avvicinando il mio viso al suo…
Il tempo di renderci conto della cosa, ed entrambi arrossiamo furiosamente. Io mi fermo, lei mi si stacca, eppure non riesco ad alzarmi, lo sguardo incatenato al suo. Quei due occhioni color nocciola sembrano invitarmi, dirmi che posso, e… E niente.
Miseriaccia, proprio adesso? Seamus e Dean entrano in Sala Comune, più precisi di un orologio svizzero, a rovinare l’incanto… Mi alza di botto, lei si ricompone leggermente, mentre cerchiamo di assumere un’aria innocente. Non credo che i due l’abbiano bevuta, fatto sta che Dean mi chiama: -Ehi Ron, ancora in piedi? Domani abbiamo pozioni…-
-Si giusto amico…- Mi gratto la nuca, faccio per alzarmi, ma mi volto, cercando il suo sguardo. Hermione mi sorride, scrolla le spalle, come a dire “Sarà per un’altra volta, stanne certo”. O forse, è quello che io ho voluto capire. Ma non mi importa, sono felice. Maledettamente felice. Qualcosa si è smosso, finalmente. E magari…
Le sorrido di rimando, mentre seguo i miei due amici su per le scale che portano al dormitorio maschile.

...::...

-RONALD WEASLEY, SEI L’ESSERE PIU’ STUPIDO ED INSENSIBILE CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO!-
-Ma Hermione, lasciami spiegare, io… io…- balbetto, cercando di calmarla, tentativo inutile tanto mi urla in risposta
-TU! TU COSA? MI HAI ILLUSA… IO…- E stavolta smette di gridare, inizia a piangere… I singhiozzi la scuotono, quasi preferirei che continuasse a inveire contro di me. Non sopporto di essere io la causa della sue lacrime, io, quell’emerito idiota chiamato Ron Weasley.
Si calma un po’, e con una voce stranamente fredda mi dice –No, scusami, io mi sono illusa… Ho creduto che anche per te potesse esserci qualcosa tra noi, ma evidentemente non sono alla tua altezza. Addio Ronald, non credo che avremo altre occasioni per parlarci.-
E se ne va, lasciandomi qui, solo, in mezzo a questo corridoio pieno di studenti che hanno assistito alla scenata. Accanto a me Harry, Ginny e Neville, che mi guardano quasi schifati.
Ma non me ne importa, il mio sguardo segue Hermione fino a che non sparisce in aula.
Stavolta non credo si possa rimediare, e questa consapevolezza mi crolla addosso come un macigno…

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. Pensieri... ***


CAPITOLO 1. Pensieri…
Chi parla è Ronald Bilius Weasley, noto ai più. Per chi non mi conoscesse, piacere: sono l’imbecille più grande della terra. Timido fino alla nausea, imbranato, goffo… Eppure qualcosa stava cambiando, e non solo per me. Anche per lei. Si, lei: Hermione. Avete presente quella ragazza che sognate da una vita, che pensate sempre, ovunque voi siate, di cui basta un suo sorriso per illuminarvi la giornata? Bè, per me, quella stupenda creatura è proprio Hermione. Va bè che a dirlo non si direbbe: ho passato tre quarti della mia mera esistenza a litigare con lei. Eppure non posso farne a meno, peggio di una droga.
Bene, vi dicevo: qualcosa cambiava anche per lei. E si, perché sembrava ben disposta nei miei confronti, ed una sera, la fatidica sera, per quasi ci scappa il bacio… Quasi, ma non per colpa mia, ma per quei due benedetti ragazzi che dormono nella mia stessa camera. Ho domato l’irrefrenabile istinto di picchiarli, ancora mi chiedo come. Sono arrivati proprio mentre ero lì, a guardarla, col solo pensiero in testa che pochi secondi dopo l’avrei baciata, a rovinare tutto.
Oh, ma questo è ancora niente. Perché a ripensarci, sono loro la causa del mio totale disastro. LORO. Ed io, certo, perché come una capra gli ho dato retta…
Quando sono tornato in camera, loro due erano lì, ad aspettarmi, con dei sorrisi così beoti sulla faccia da prenderli a pugni. Ma io non l’ho fatto, anzi, li ho pure ascoltati, maledetto me. Ora a farla breve, anche se la nostra conversazione è durata abbastanza, data la mia poca attività cerebrale (ehi, almeno lo ammetto!), pressappoco quello che mi dissero suona così: lascia perdere la Granger, e fatti sotto con chi sai che ti farà divertire.
La persona in questione, ovvero colei che mi farebbe divertire, ha anche un nome: Lavanda Brown… Un nome una garanzia, qui a scuola. Si da il caso che quella ragazza, pur avendomi scaricato, a ragione, aggiungerei io, l’anno scorso, prova ancora una fortissima attrazione fisica (?) per me. Ed è questa cosa che i miei amici mi vogliono far sfruttare: spero tutti abbiate capito a quale ambito appartiene il genere di divertimento che Lavanda può offrirmi.
In fondo, hanno anche ragione, perché Hermione, per quanto la persona più speciale di questo mondo, non sembra una molto propensa a certe cose. Ed io sono un ragazzo, dopo tutto: la carne è debole. Ed è questo che quella sera non mi ha fatto dormire, anzi: mi ha fatto rigirare nel letto peggio di qualsiasi altra cosa. E si, perché dovete sapere un’altra cosa di me. Magari non mi scagiona del tutto, ma è un attenuante: io ho sempre vissuto nell’ombra… Dei mie fratelli, di Harry. Per carità, li adoro tutti, ma penso che chi sia nella mia stessa situazione mi possa capire. Non sono brillante, né particolarmente dotato, e questo ha sempre giocato a mio sfavore. Ed ora, una piccola possibilità per alzare il mio livello di popolarità, relegato a Lenticchia tra i Serpeverde, e a Il-Rosso-Amico-di-Potter tra le altre Casate: Lavanda. Forse una delle ragazze più carine della scuola, anche tra le più disinibite, quanto ne posso sapere io. Ed io ci ho solo pomiciato, quindi fatevi due conti.
Tornando alla triste realtà, ecco quello che ho fatto: mi sono rimesso con Lavanda. Noo, vi prego, niente insulti: ne ho dovuti subire troppi dai miei amici e da mia sorella.
Due giorni dopo quella serata, due giorni passati ad evitare Hermione, due giorni passati a ragionare, avevo deciso. Lato positivo della cosa: ho capito che non devo ragionare da solo, mai. Cosa ho deciso lo sapete, ma voglio illustrarvi il mio personale percorso: ho pensato che magari per Hermione quei momenti non erano nulla, solo dei normali minuti passati con l’amico di sempre, che si meritava di meglio, che magari le faceva pure un favore, bla bla bla…
Si, lo ammetto: la più grande cazzata della mia vita. Di quelle così grosse, che appena le fai, ti rendi conto che sei uno zero, uno schifo, che non vali nulla. Perché è questo quello che ho provato quando mi ha detto
Non sono alla tua altezza…-
Lì, lì ho capito quello che avevo fatto, l’entità della cosa. Impreco contro me stesso, ma so che non servirà a nulla… Ho barattato forse la cosa più bella che mi poteva capitare nella, l’amore di Hermione, per qualche pomiciata, anche di più, con una persona che gli altri ritengono più IN, ma non io. Solo adesso mi rendo conto che nessuno è per me come lo è lei…

Ora sono qui, seduto sulla poltrona della Sala Comune, a parlare con un pubblico inesistente, ed ad aspettare. Ad aspettare Harry, ambasciatore di pace. L’ho praticamente pregato di andare da Hermione, per farla ragionare, per dirle che devo assolutamente parlarle. A me non rivolge parola, ma nemmeno niente altro. Il perché lo so, ed ha ragione. Inoltre non faccio che aggravare la situazione: non riesco a scaricare Lavanda. Proprio mi si fa male il solo pensiero. Non perché la ami o cavolate del genere, ma perché mi piacciono troppo gli sguardi ammirati dei ragazzi della scuola, le pacche sulle spalle che mi arrivano, i pettegolezzi che mi riguardano. Mi faccio schifo da solo, ma è così. Forse quello che harry mi dirà mi darà una spronata, non so. Se non altro lo spero…
Sento dei passi, fate che sia lui, non ce la faccio ad aspettare. Alzo lo sguardo, incrocio quello del mio migliore amico.
MISERIACCIA!


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Eccolo qui ragazze, il primo capitolo... Mandato poco dopo l'altro, era già nella mia testolina da un pò, era solo questione di scriverlo...
Ringrazio coloro che hanno recensito il prologo, serviva per dare un quadro alla situazione, sono contenta vi sia piaciuto... Ah, per bittersugar: hai ragione, e so come si scrive. Errore mio di battitura, grazie per avermelo fatto notare! :P
Baci, al prossimo!

Debbie

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. Ambasciator non porta pena ***


CAPITOLO 2. Ambasciator non porta pena

MISERIACCIA!

Non lo urlo, non lo dico, ma lo penso. Ammazza se lo penso! Perché dietro alle spalle di Harry, che già di per sé, per il modo in cui mi guarda, non mi rende particolarmente felice, scorgo un insieme di capelli ricci, scuri, che si muovono verso di me in maniera estremamente preoccupante: Hermione. La mia adorata, che mi sta facendo tremendamente paura. Ha uno sguardo da brividi, stavo molto meglio prima. E prima che il nostro amico possa dire qualcosa, mi fissa rabbiosa, rossa in viso, come se stesse per esplodere. Alzo lo sguardo su di lei, ma non so per quanto potrò reggerlo. Ormai lo avete capito, sono un codardo, ma che ci posso fare? E poi lo fa, esplode per l’appunto: la sua voce è stridula, troppo alta per le orecchie di chiunque, figuratevi per me che le sono ad un passo. Ma non sono le grida in quanto tali a stendermi, quanto quello che esse contengono:
-RONALD WEASLEY! NON OSARE, NON OSARE MAI PIU’ MANDARE AVANTI HARRY PER CERCARE DI FARTI PERDONARE… NON HAI CAPITO NIENTE!-
Poi si volta, così, di scatto, lasciandomi qui, con una, sono sicurissimo, benedetta espressione da completo deficiente, la bocca aperta, a seguirla con lo sguardo mentre sale su per i dormitori. La sento chiaramente urlare “Con me ha chiuso” prima che sbatta la porta, un rumore bestiale. Certe volte quella ragazza mi stupisce, ha una forza che non le sospetteresti mai.
Scrollo la testa, sbatto le palpebre più volte, per tornare alla realtà. A volta spero sia solo un bruttissimo incubo. Ma c’è Harry, qui davanti a me, con uno sguardo di pura compassione, a ricordarmi che così non è.
ci stia da schifo per conto mio. Non come Ginny, la quale fa finta di non essermi più parente. La odio, è un’insensibile! Chiunque mi guardi in faccia capisce che ho qualcosa che non va, ma lei è così schierata dalla parte di Hermione… Forse però se fossi al suo posto farei come lei, non so. Che situazione!
Harry mi muove la mano davanti agli occhi: -Hei, ci sei?-
-Si. Ma preferirei di no.- Pura e semplice verità. Mi trascino fino al divano, dove mi stravacco il più scompostamente possibile. Tanto non ci sarà un’Hermione a dirmi che così non si fa. Purtroppo.
Il moro mi si fa vicino, lo sento camminare, e sedersi accanto a me
-Vuoi sapere quello che mi ha detto?-
-Devo proprio?-
-Per questo te l’ho chiesto.-
Grande Harry, scarica il peso su di me. E certo, così non potrà dire di non avermi avvisato. Attimo di silenzio, durante il quale penso… penso…
Effettivamente, nulla può peggiorare la situazione, vero? Bè, a meno che Lei non abbia deciso che, per starsene lontana da me, va a stare per un mese in Bulgaria dal Monociglio. Naa, impossibile, o forse no.
Ma perché penso subito a Krum? Quel ragazzo ha l’unico scopo di rovinarmi la vita, ne sono sicuro. Grrr…
Però ripensandoci VOGLIO sapere ciò che ha detto Hermione. Quindi torno ad Harry, che mi guarda leggermente accigliato, e gli do il mio consenso. Cenno del capo, nulla di più, ma sembra capire.
Ora non mi guarda, fissa il caminetto, la sua voce mi sembra quasi distante. O magari è solo la mia parte melodrammatica che me lo fa percepire così, chi lo sa. Fatto sta che lo ascolto attentamente, come penso di aver fatto realmente poche volte in vita mia.
-Innanzitutto, anche lei ci sta male. Non lo vuol dar a vedere, ma è così. Per il resto, amico mio, te la passi brutta: dire che è infuriata sarebbe un eufemismo…-
Ma bene! Che belloooo…
Sospiro, ed Harry mi lancia uno sguardo preoccupato. Faccio cenno che sto bene, poi domando -C’è altro?-
Sembra che con la mia domanda lo stia strangolando. Assume una strana gradazione di rosso, mi guarda imbarazzato… evidentemente si, c’è dell’altro, ma me lo voleva tener nascosto
-Andiamo Harry, peggio di così tanto non può andare…-
Però a vederlo sembrerebbe proprio di si. Oddio, ho la pelle d’oca, ma perché, perché a me? Mi rovino con le mie stesse mani, sono un impiastro.
Com’è quel detto? Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Io più che altro mi ucciderei. Oh si, è solo che, manco a dirlo, non ne avrei il coraggio. Infondo sono ancora convinto che anche questa si risolverà…
-Bè, Ron, te l’avrei anche risparmiato, però…- riprende il mio migliore amico - sai, è arrivata a dire che sa perfettamente che a lungo andare, tra lei e te, sceglierò te. E ha detto che è disposta a sacrificare il suo rapporto con me, pur di non avere nulla a che fare con te-
Harry mi guarda con la faccia di chi avrebbe preferito tagliarsi la lingua piuttosto che dirmelo, non gliene faccio una colpa. Eppure adesso mi sento vuoto, come se non potessi più provare nulla... Avete presente quella convinzione di cui parlavo prima? Bè, è crollata come un castello di sabbia, puff, sparita. Dovevo essermi bevuto il cervello per aver potuto pensare che Hermione potesse perdonarmi. Ma no, non voglio mentire a me stesso: per quanto sapevo la cosa fosse grave, per quanto sapevo di averla ferita, ero quasi certo in cuor mio che anche stavolta l'avrei passata liscia. Perchè Lei è fatta così: alla fine cede. Ma stavolta è diverso, lo so, lo sento. L'ho fatta troppo grossa, è andata, per sempre. O se non altro, per un gran bel periodo. Che si prospetta come il più brutto della mia vita. Cioè, dico io, come potrò ancora guardami allo specchio, sapendo che è per questa brutta faccia che piange? Come potrò mangiare, studiare, allenarmi, sapendo che lei non ci sarà più accanto a me, ad aiutarmi, a sostenermi?
Tutte queste cose fino a tre minuti fa non le avevo mai neanche pensate, troppo superbo per farlo. Ma ora... Ora è tutto diverso. Hermione non mi perdonerà mai, ne sono sicuro. Ed è anche giusto così, per carità. Ma che cretino che sono, come potevo illudermi che così non sarebbe stato?
Harry sembra intuire i miei pensieri -Dai amico, che tutto si risolverà... L'ha detto così, tanto per dire, ancora non ha sbollito. Dalle tempo, vedrai che...-
Ma non finisce nemmeno la frase, non ci crede troppo neppure lui. Vedrò cosa? Oh si, ecco cosa vedrò: la fine della cosa più bella della mia misera vita, ancora prima che sia iniziata.
-No Harry, stavolta lo so, sarà dura...-
Se mi specchiassi, non mi riconoscerei: penso d'aver preso 100 anni di colpo. Tutti questi pensieri sembrano aver perso di mira il mio cervello tutti di un botto, sento che la testa inizia a dolermi.
-Dai, non fare così! Stai su, che tanto non risolvi nulla... Sai che ti dico? Dovresti parlare con Ginny!-
-Si, se voglio morire adesso!-
Ridiamo insieme, stupidamente, ma è come una liberazione. Torno a fissare il moro, fortuna che c'è lui. E poi, non ha tutti i torti: mia sorella è pur sempre la migliore amica di Hermione, e sono sicuro che alla fine vuole quanto me che tutto si risolva.
-Ehi, hai ragione! Si, lei mi può aiutare...-
E senza nemmeno salutarlo, mi alzo di botto ed esco dalla Sala Comune, alla ricerca disperata di mia sorella.


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Hola ragazzuole! Ecco qui il secondo capitolo della mia piccola FF... Diciamo che qui il povero Ron si rende conto pienamente della situazione, ed inizia a disperarsi. Fino a che Harry non gli consiglia Ginny come giubbotto di salvataggio. Chissà cosa farà la rossa... Hehe, questo riguarderà il pros chat, garantito!
Ora passo a ringraziare coloro che hanno recensito anche il capitolo precedente: siete state gentilissime, potrei crederci davvero che questa FF possa essere carina! Grazie mille per i complimenti, spero solo che il seguito sia all'altezza delle aspettative! Buona lettura... E recensite, vi prego, ho bisogno di pareri!
Bacioni

Debbie



Nimpha93: sono felice che ti piaccia, essendo la mia prima non sono molto sicura del risultato :P Invece a me Ron un pò pena la fa, ma non aggiungo altro...

Daewen: ti ringrazio tantissimo, è la prima recensione "seria", non so se hai capito. Mi ha fatto piacere. E si, non volevo fare il solito polpettone romantico, mi piace la tua definizione fresca; e per Ron mi viene semplice descriverlo, forse perchè conosco più persone come lui!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. Il surrogato della parola ***


CAPITOLO 3. Il surrogato della parola
Miseria, perché mi scordo sempre la mitica Mappa di Harry? Almeno saprei dove andare… Sono stato ovunque, in ogni cortile, al campo, persino in biblioteca. Credo d’aver fatto prendere un colpo a Madama Pince: non è che mi veda poi così spesso! Mi guardava strano, sembrava esaminarmi. Evidentemente ce l’ho scritto in faccia il mio “amore” per i libri. Cose delle vita…
Decido di tornare alla Sala Comune, per chiedere in prestito quelle benedetta mappa. Ma dico io, le idee mi vengono solo dopo aver sudato sette camice? Vabbè che sono uscito di corsa, speravo in chissà cosa. L’euforia del momento. Ora mi sembra anche molto improbabile che Ginny voglia aiutarmi.
Svolto l’angolo, e per poco non vado a sbattere con un gruppetto di ragazze.
-Ops! Scusate…- Le guardo imbarazzato, poi scorgo una figura familiare - Ginny!-
Effettivamente quelle sono le Grifondoro del sesto anno, e mia sorella mi guarda con fare omicida - Si, sono io. E allora?-
Il tono non è dei più invitanti, ma ci devo provare. Assolutamente.
-Non è che potrei parlarti? Giusto due minuti…- la voce supplichevole gioca a mio favore, perché mi viene incontro. Fa segno alle amiche che la possono lasciare sola, e senza proferire parola mi guarda. Aspetta che sia io a parlarle, e così faccio
-Senti, ho bisogno del tuo aiuto. Per Hermione.- aggiungo subito, non so perché. Mi è sembrata la cosa migliore da dire. O forse no, perché mia sorella mi fissa come se stesse fissando un verme
-Oh, e perché mai? Ti sei reso conto della tua stupidità, Ronald?-
O Santi Numi, da quand’è che Ginny mi chiama con il mio nome di battesimo? La cosa mi sta sconcertando, e non poco. Ma se mi arrendo adesso, è fatta, finita.
-Si, Ginevra.-
Tiè, uno a zero per me! La guardo, lei sembra voler dire qualcosa, apre la bocca, poi le strappo un sorriso. Stavolta parla, ma il tono è meno duro, più arrendevole
-D’accordo, hai vinto. Però andiamo su, ho voglia di sedermi.-
Miseriaccia, è stato più semplice del previsto. Allora avevo visto giusto! Mi sento un eroe… E automaticamente mi si accende una lucina nel cervello, la lucina della speranza. Parlo a ruota libera, ho bisogno di sfogarmi. Strano che lo faccio con mia sorella, ma ma sembra capirmi meglio di chiunque altro
-Ecco Gin, io non ce la faccio più. Mi sento perso, inutile. Mi manca da morire… Non ho la minima idea di come farmi perdonare, so solo che voglia tornare a parlarle, ad abbracciarla, a vederla sorridere-
La guardo, cercando un minimo di comprensione. Poi mi fa una domanda, semplice, secca, diretta
-E allora perché?-
Complimenti signorina Weasley, lei ha centrato il punto! Già, perché? Come posso spiegare il perché? Mi sento uno zero solo a pensarlo tra me e me, figuriamoci a dirlo. E’ tutto così maledettamente storto visto ora, eppure mi sembrava la soluzione geniale in quel momento.
-Non lo so di preciso. Credevo di fare la cosa migliore- rispondo evasivo, guardando per terra. Sento gli occhi di Ginny fissarmi, come a volermi leggere dentro, segno che non ha bevuto la sottospecie di panzana che ho appena cercato di propinarle. Furba, però! Però sembra mollare la presa, non aggiunge niente…
Camminiamo in silenzio fino al ritratto della Signora Grassa, e sinceramente mi sto innervosendo. Cioè, le chiedo aiuto e lei cosa fa? Sta zitta? E no! Porca puffola, ma non capisce che ho una disperata necessità di consigli? Anche il più banale, il più stupido, che ne so. Qualsiasi cosa, anche per darmi l’illusione che sto facendo qualcosa per venire a capo della questione. Perché l’ultima cosa che voglio è far pensare ad Hermione è che questa cosa non mi pesi. Si, d’accordo, non le risparmio di farmi vedere con Lavanda, e questa è giù di per sé un’ulteriore carognata, però non voglio farle credere che a me stia bene così. Se non posso riavere indietro il suo amore, per lo meno la sua amicizia, me la farò bastare.
Perso nei miei pensieri, non mi accorgo che Ginny mi sta fissando, anche un po’ scocciata, ad essere sinceri. Sbatto le palpebre, e lei mi fa un’altra delle sue adorabili domandine, sembrano essere scelte accuratamente
-Ma tu, cosa provi per Hermione?-
La butta lì così, come se fosse una cosa qualunque. Cosa provo per Hermione? Bè, le voglio bene… Ma a chi voglio farlo credere? Sicuramente non a mia sorella, anche perché non ci cascherebbe. Sospiro sonoramente, poi, prendendo tutto il coraggio di cui dispongo, nemmeno lo dicessi alla diretta interessata, sputo fuori la verità
-Io… Io sono innamorato di lei-
Ehi, è stato liberatorio! Parlare funziona, allora ha ragione la mamma quando lo dice. Vedi… Eppure ora che l’ho sentito dalle mie labbra, è anche spaventoso. Bello, ma spaventoso. E’ una presa di coscienza che mi ero sempre evitato, fino ad adesso. Ora devo fare i conti con la realtà dei fatti, ed è pesante.
-Alleluia!-
La voce allegra di Ginny è come un cazzotto in un occhio, rispetto ai miei pensieri
-Che diavolo hai da gridare?-
-Finalmente l’hai ammesso… Diglielo, zuccone!-
Poi scompare dentro il buco, non prima di avermi urlato contro -E lascia quell’oca!-
Sono interdetto. Questo è il consiglio più inutile che mi abbiamo mai dato! Dirglielo, ma neanche fossi sotto Imperius! Non credo ce la farei… Mi immagino già la scena: io tutto rosso a balbettare e lei a ridere di me, di quanto sono stupido. Ne sono certo.
Però potrei scriverlo! Naa, non ne sono in grado. O forse si. Posso provare, che mi costa?
Ginny dice di parlarle, ma la scrittura non è il surrogato della parola? Perfetto, è deciso.
Entro in Sala deciso, mi sento illuminato. Sorrido ad Harry, che mi guarda un po’ preoccupato, e mi siedo ad uno dei tanti tavolini della stanza. Pergamena ed inchiostro, neanche mi stessero aspettando, sono lì.
Bene, ora è fatta, basta solo iniziare. Già, iniziare…


Mi sono svegliato prima di tutti stamattina, il che è strano per uno che passa più tempo a dormire che sveglio. Ma non volevo che mi vedessero con la lettera, avrebbero fatto tutti troppe domande. Ormai li conosco come le mie tasche, un branco di impiccioni ficcanaso. Mi dirigo verso la Guferia a passi lesti, quasi correndo. La busta mi scotta tra le mani, non vedo l’ora di liberarmene. Sarà perché a scriverla ci ho messo una vita, o forse per quello che contiene. O forse per entrambe. Ieri pomeriggio prima di decidermi a toccare la piuma sul foglio, devono essere passate delle ore. Ci ho salato pure la cena, ed il che è tutto dire… Ma non è stato facile esprimere ciò che provo e metterlo lì, nero su bianco, consapevole che quelle cose le avrebbe lette di lì a poco, sicuramente a colazione.
Apro la porta ed entro, qualche gufo si sveglia, sembrano anche loro guardami male. Mi avvicino ad uno, faccio per legarli la busta alla zampetta, poi mi blocco. No Ron, fallo e basta. Un’ultima occhiata però, non fa mai male. La apro, non l’ho sigillata con la cera lacca quasi avessi avuto un presagio, e la prendo tra le mani. Com’è buffa la mia calligrafia, così storta ed incasinata, così diversa da quella di Hermione, ordinata e precisa. Forse è per questo che ho cercato di rendere la mia più leggibile, mi ci sono messo d’impegno. La rigiro tra le dita per un po’ prima di rileggerla per la centesima ed ultima volta

Cara Hermione,
so che non mi vuoi parlare, così ti scrivo. E così è meglio pure per me, a voce non so se ce la farei a dirtelo.
Mi manchi. So che ho fatto uno sbaglio, grande, grandissimo, e so che ne soffri. Per questo mi dispiace, e non sai quanto. Ma sto male anche io, perché ti faccio piangere, perché sono il cretino che rovina sempre tutto.
Herm, credo d’amarti. Sul serio, però, come non ho mai fatto in vita mia.
E ora ti chiederai perché mi sono messo con Lavanda, e fai bene.
Di questo me ne vergogno, ma ho deciso di dirti tutta la verità, te la devo. Ecco, ho seguito gli altri anziché me stesso. Mi hanno detto che con Lavanda ero meglio per me, e così ho dato retta. Ma non avevo fatto i conti con il mio cuore, ed ancor più con te. Hermione, non sei tu che non sei alla mia altezza, sono io che sono troppo poco per te. Non ti chiedo di tornare da me, fare finta che non sia successo niente, magari abbracciandomi.
Questo no, sarebbe troppo. Ti chiedo di perdonarmi, e col tempo le cose si appianeranno da sole.
Pensaci, io sono qua, e per te lo sarò sempre.
Tuo

Ron


Poteva andare. Non era perfetta, la lettera più bella del mondo, ma c’ho messo l’anima dentro. Ho cercato pure di scrivere in maniera più adatta ad Hermione, con un linguaggio più, diciamo, ricercato. Spero che apprezzi il gesto.
Mi avvicino al gufo, e velocemente, per evitare ogni possibile ripensamento, gli lego la busta alla zampa e lo avvicino alla finestra. Spicca il volo, assieme alla mia confessione. Ed ora non mi resta che aspettare. Per l’ennesima volta.


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Scusate se ci ho messo un pò più del solito per questo nuovo chap, ma non sapevo realmente come scriverlo. E' un capitolo abbastanza importante, e anche adesso non ne sono molto soddisfatta, ma pazienza. Spero apprezziate l'impegno :P Per il resto c'è poco da dire, il mio piccolo Ronnino cerca di correre ai ripari... e la palla passa alla Granger!
Buona lettura, e vi invito di nuovo a recensire: questa ff è senza pretese, però mi fa piacere sapere cosa ne pensate, anche se vi fa letteralmente schifo. Tutto serve a crescere! e visto che le recensioni del precedente sono stata solo due...
Vabbè, baciotti!

Debbie



Nimpha93: grazie per i complimenti sulla scrittura, sono lusingata! Ormai vedo che segui la mia fic, segno che ti piace, almeno spero! Continua, se ti va... Baci

Pikky91: sono felice che ti sia piaciuto il capitolo, diciamo che non è venuto come me lo ero immaginato, ma se vi è arrivato sono felice lo stesso. Che Ron sia idiota lo sappiamo, ma che ci vogliamo fare? Infono è anche un gran tenerone!

Daewen: diciamo che con la lettera ci si nasconde, ed Hermione lo sa. Posso dire che il tuo presentimento non è molto sbagliato! Comuuque si, è molto da Ron essere così impulsivo, e non ricordarsi della Mappa... E' Adorabile!

Prineipessa: grazie anche a te! Io aggiorno, ma voi continuate a leggere, e a comentare!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. La risposta ***


CAPITOLO 4. La risposta
Scendo a colazione, incontro Harry per il corridoio
-Hei, Ron, che c'è? Hai una faccia!-
-E' la mia faccia- rispondo sarcasticamente io, anche un pò brusco. Il fatto è che volevo essere lasciato solo ai miei pensieri ma evidentemente non mi è accordato questo permesso. Sbuffo.
-Ahah... Molto divertente, sul serio. Eddai, che hai?-
Ma non molla questo qui? -L'ho spedita.- Secco, continuo a camminare senza nemmeno guardare il mio migliore amico.
-Ah.- non aggiunge altro, ha capito. Camminiamo in silenzio fino alla Sala Grande, e lì ci sediamo al tavolo della Casata. Se prima avevo poca fame, lo stomaco mi va definitivamente in sciopero alla sua vista di Hermione, non prima logicamente d'aver fatto un triplo salto carpiato all'indietro. Non mi guarda nemmeno, come suo solito saluta Harry e si siede vicino a Ginny. Affondo la testa nella tazza, ma solo per aver qualcosa da fissare che non sia lei. E poi...
-RonRon!- E te pareva! Ci mancava solo Lavanda a completare il perfetta quadretto di una mattina schifosa.
-Buongiorno- la saluto, un bacio distratto, misà che non ho nemmeno centrato in pieno le labbra. Ma lei sembra contenta, e siede accanto a Calì. Sia lodato Merlino!
Guardo Harry sconsolato, perchè ho spedito quella maledetta lettera? Dico io, non avevo di meglio da fare, che ne so, dormire ad esempio? Mi ci sono svegliato pure presto... Mi do del malato mentale, quando sento un orrendo rumore di ali invadere la Sala. Perfetto, l'esecuzione è arrivata. Alzo lo sguardo, e vede quel gufetto marrone di poco prima posarsi accanto a Lei, ed andarsene non appena la lettera gli è stata tolta dalla zampetta. Cerco di non guardarla, ma vi giuro, è più forte di me. Sembra concentrata, Ginny allunga il collo, poi mi fissa. Merda.
Evidentemente ha finito di leggere, perchè alza lo sguardo. E' arrossita in zona guance, dio com'è adorabile!
Oddio, si è girata. Mi fissa per un attimo, ma ha un'espressione indecifrabile. Poi si alza, ed esce dalla Sala. Un'altra delle plateali uscite della Granger.


Le lezioni sono state un inferno: due ore di Pozioni e tre di Trasfigurazione. Se normalmente non combino un accidenti, figuratevi oggi: sembravo in stato comatoso. E Piton mi ha pure interrogato, perchè quel gran brav'uomo deve aver capito la situazione e ha voluto cogliere al volo l'occasione per mettermi un affascinantissimo Desolante. Che si fottesse... Oggi non me ne importa un accidente.
Ho passato tutto il tempo a guardare Hermione, in cerca di un segnale, di un qualcosa, ma niente. Probabilmente se avessi fissato il muro avrei ottenuto di più. Si è seduta come ormai fa di solito accanto a Neville, e a parte quando si è girata per chiedere qualcosa ad Harry, non ho avuto occasione di incrociare il suo sguardo. Che se ne stia fregando della lettera? Merlino, speriamo di no. Ok, stamattina ho baciato Lavanda, ma sono giorni che la evito, credo sospetti pure qualcosa, il che è strano, dato il suo quoziente intellettivo. Misera, come sono cattivo, sto pur sempre parlando della mia ragazza! Non quella che vorrei, però...
Scrollo le spalle, avanti a me ho un fantastico tema di Storia della Magia che di sicuro non si scriverà da solo. Ma come avete capito, ho la testa altrove.
-Harry, mi fai copiare il tema?- chiedo
il mio migliore amico si volta, stava parlottando fitto fitto con mia sorella. Probabilmente di me, ma non ne importa. -Certo, non c'è problema-
Almeno questo è risolto, non sapevo da che parte cominciare. Agguanto il tema con molta poca grazia, ed inizio a leggere le prima tre righe, quando la voce di Ginny mi interrompe
-Hai voglia di parlare?-
Stacco gli occhi dalla pergamena, mi si è fatta vicina, si sorride. Che diavolo sorridi?
-No, devo fare il tema.- le ho risposto male, non se lo merita. Ma mi viene naturale. La osservo per un attimo, sembra ferita. Poi alza le spalle, e fa per allontanarsi.
-Ginny?-
Si volta, mi guarda perplessa
-Scusa. E' che sono nervoso...-
-Tranquillo, ti capisco.- ha un'espressione comprensiva in volto. Sono contento che mi stia vicino, probabilmente senza di lei ed Harry mi sarei giù buttato dalla Torre di Astronomia. Come sono drammatico! Vabbè che vedo tutto nero, però...
Però cosa? Sono un piccolo esserino senza spina dorsale, tutto qui. E' colpa mia se da rosa il colore della mia vita è passato al grigio, tendente nero. Ed ora non mi resta che cercare di far tornare tutto come prima, o quasi. Mi basterebbe anche un violetto, se non proprio rosa.
Che pensiero assurdi... Quando la mia mente vaga libera mi fa quasi paura. Torno a concentrarmi sul tema, almeno faccio qualcosa di costruttivo, come direbbe Hermione. Ecco, vedete che torno sempre a lei?
Sbuffo, e reinizio a leggere il tema di Harry. Sono quasi a metà, anche se ne ho capito un terzo, quando un ticchettio dalla finestra mi interrompe. Forse sono troppo suscettibile. Mi rimetto a leggere, ma questo ticchettio non accenna a smettere. Alzo lo sguardo alla sala comune, per vedere da dove provenga. Harry mi guarda, mi fa segno di voltarmi. Lo faccio ed un brutto gufaccio grigio mi fissa oltre la finestra. Cioè, mi ha risposto anche lei per lettera? O no no no...
Mi alzo, tremo leggermente, apro la finestra. L'animale funesto entra, mi fissa con quei suoi brutti occhi gialli. Ehi, perchè ce l'ho tanto con questo gufo? Prendo la lettera, leggo il destinatario: "Ronald Bilius Weasley". Non ci sono dubbi, nemmeno che sia lei il mittente. Ormai per me la sua calligrafia è unica.
Mi avvicino ai ragazzi davanti al camino, non voglio leggerla da solo. Di qui a due minuti potrei urlare di gioia o annegare nella disperazione più profonda. Forse la brucio, così non saprò mai...
-Che ci vuoi fare, con questa lettera? La apri o no?-
La vocina petulante di Ginny mi riporta alla realtà. Mi rigiro la busta tra le dita ancora per un pò, infine mi decido e la strappo. Le mie dita non smettono di tremare, mentre prendo la pergamena e la stendo un pò.
La leggo, una, due, tre volte. No, ci deve essere un errore, un grandissimo errore. E poi mi rendo conto che non c'è, è tutto maledettamente esatto. Conoscendola, deve aver scelto le parole con cura, una ad una, quelle più adatte a spaccarmi il cuore. Resto immobile a fissare quel pezzo di carta il silenzio, come potesse essere uno scherzo, ed ad un tratto ne cambiasse il contenuto. Ma questo non avverrà.

E' troppo tardi.

Non una parola in più, niente, nemmeno una firma. Improvvisamente mi fa male agli occhi guardarla di più, alzo lo sguardo ed incrocio quello di Harry. E' preoccupato, evidentemente non ho una bella faccia ora come ora, peggio di stamattina.
Gli lancio letteralmente la lettera, ed inizio a correre verso i dormitori.
Ho voglia di buttarmi sul letto, di stendermi. Al diavolo il tema.
Ho voglia di piangere, e credo proprio che lo farò.


__________________________

Ecco qui, partorito dalla mia piccola mente contorta (:P) Il quarto capitolo di questa FF. Non ho ancora deciso quanto sarà lunga, ma non dovrebbe mancare molto, salvo idee dell'ultimo minuto!
Bè che dire, non ho voluto rendere le cose facile al nostro Ron: la risposta di Hermione è perentoria. Ora non mi odiate, se volete aspettare i prossimi capitoli e saprete!
Grazie di cuore a tutti coloro che leggono la mia storia e ancora di più a coloro che me la recensiscono!
Baciotti

Debbie


P.S. Ora che siete arrivati qui, andate più in basso e cliccate su "Vuoi aggiungere una recensione"! Perchè voi volete vero? Siii! Ed allora fatemi contenta...

milly92: la lettera è molto dolce, senza dubbio, ma come hai detto Herm è dura a dimenticare... Grazie mille, continua a seguire!

Nimpha93: Sono davvero felice di otrvare ogni volta un tuo commento, sul serio! Il nostro Ronnie è un timidone, non ce l'ha fatta ad affrontarla apertamente... ma sono d'accordo, prima d'esser perdonato deve lasciare Lavanda! :P

irene_evans: ricordati che anche io sono una fan della ship R/H, quindi non disperare! ti ringrazio, quando ho deciso di afre la storia dal punto di vista di Ron, ero pò preoccupata, era una sorta di sfida! Spero d'averla vinta...

prineipessa: il prossimo chap arriva presto! Sono felice di aver suscitato la tua curiosità, la soddisferò presto! Mi raccomando, continua a commentare!

Daewen: ecco un'altro commento "fisso" che mi fa molto piacere! Grazie per il non odiarmi, ma soprattutto per avermi detto che quest fic merita: mi spronate a continuare!

Baci a tutte, grazie 1000!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. L'occasione ***


CAPITOLO 5. L'occasione
Sono passate due settimane da quella famosa lettera. Sapete che ne ho fatto? Inizialmente volevo romperla, strapparla in un milione di pezzetti. Ma poi mi sono detto che probabilmente sarebbe stata l'ultima cosa di Hermione che mi rimaneva, così l'ho conservata. Ora giace in fondo al cassetto del mio comodino, ogni tanto la rileggo pure. Si, lo so, è patetico.
Ma questi giorni sono stati un inferno, specie i primi. Non solo ho avuto un tracollo dal punto di vista scolastico, con i voti che se non gli metto il paracadute si schiantano a terra tanto sono in picchiata, ma soprattutto dal punto di vista emotivo. Ed anche fisico.
Faccio fatica a concentrarmi, mi scordo dei compiti, per non parlare del Quidditch: non ho mai giocato peggio in vita mia. Il fatto è che mi sento come se una parte del mio corpo mancasse, e so anche dov'è in questo momento: con Lei.
Con lei che in questo momento se ne sta beatamente seduta sotto una quercia del parco, vicino al lago, con il suo nuovo gruppetto di amici. Oh si, perchè è questo che lei ha fatto: si è trovata un nuovo Trio, in sostituzione del nostro. Lei, e due stupidi Corvonero. La ragazza di per sè non mi tocca più di tanto, non mi ricordo nemmeno come si chiami, ma è lui che mi da i nervi solo a vederlo: alto, moro, intelligentissimo. Proprio quello di cui lei ha bisogno. Finalmente ha trovato l'altra metà della mela. Ed io impazzisco. Li vedo parlare nei corridoi, nel parco, studiare assieme in biblioteca. La tratta gentilmente, è dolce. E' tutto quello che ero io e anche di più. Ha preso l mio posto, e questo non lo sopporto. Jonathan, mi sembra, mi scordo sempre di chiedere a Ginny. Lui può stare con lei, ridere, scherzare, perchè no, abbracciarla, mentre l'unica cosa che posso fare io è fissarla da questa finestra del secondo piano, da dove so che non posso essere visto, con una intensità tale che potrebbe consumarsi da un momento all'altro.
Com'è bella, così concentrata, probabilmente sta facendo il tema di Pozioni. Che io logicamente non so nemmeno dove sia. Ormai so ogni suo movimento a memoria, ed ogni volta che gioca con un boccolo, o che si morde il labbro, è un ricordo in più, un tuffo al cuore di cui farei volentieri a meno, ma che d'altra parte non vedo l'ora che arrivi. Perchè ormai posso andare avanti solo a ricordi.
Harry dice che sto male, forse ha ragione. Sto lentamente cominciando ad estraniarmi anche da lui. Infondo sta con mia sorella, e io mi sento di troppo. Loro non vorrebbero, ne sono sicuro, ma voglio poter stare solo, poterla guardare all'infinito, anche se questo mi dovesse portare alla pazzia. Poco male, se non altro ho un motivo valido.
E pensare che ho fatto di tutto per poterla avvicinare, per parlarle.
Dopo quella sera, nella quale ho pianto, singhiozzato, preso a pugni qualsiasi cosa mi capitasse sotto mano, presi una decisione: non mi sarei arreso per nessuna ragione. E decisi anche che nessuna lettera mi avrebbe più coperto, volevo parlarle di persona. Mi manca anche la sua voce.
L'ho fermata nei corridoi, l'ho pregata di ascoltarmi, ho chiesto ad Harry di incontrarla per poi farmi trovare lì, ma niente. Mi ritrovavo sempre addosso quel sacramento che mi intimava di lasciarla in pace, che lei non mi voleva parlare e che dovevo farmene una ragione. Miseriaccia, me ne devo fare una ragione? Questo qui non ha capito un bel niente.
O forse sono io a non aver capito, ma non me ne importa un fico secco. Rivoglio Hermione, punto e stop.
Ma visto che lei mi evita nemmeno avessi la peste, l'ho lasciata stare per un pò. Nel frattempo ho rotto con Lavanda.
Quella si che è stata una scena madre. Dico io, perchè le ragazze devono rendere tutto pubblico con urla isteriche da attricette di serie b? In quegli istanti l'ho odiata, ferocemente. Ho cercato di essere dolce, di avere tatto nello spiegarli che non era colpa di nessuno, semplicemente non eravamo fatti per stare insieme. Ma lei no, ha iniziato ad urlare, in mezzo la Sala Comune, accusandomi di averla usata. Ed ha persino ragione, almeno in parte. Povera Lavanda.
Fatto sta che ora sono di nuovo libero come l'aria, e con la testa più occupata della dispensa di Lumacorno. Direte voi, Hermione non ha apprezzato nemmeno questo? No. Impassibile, ha continuato a comportarsi come di sua abitudine, ovvero facendo finta che non esistessi. Nella mia testa riecheggiavo in continuazione quelle tre misere parole: è troppo tardi.
Scrollo la testa, mi accorgo che stavo fissando un punto indefinito sul muro. Chi mi è passato accanto deve aver pensato che sono un pò tocco. Vero, verissimo.
Riporto lo sguardo sulla quercia dove Lei sedeva, e con sommo orrore di rendo conto che non c'è più. Basta Weasley, anche per oggi è finita. Mi stacco dalla finestra, e stancamente inizio a camminare in direzione del dormitorio. Devo fare dopotutto ancora i compiti, e sono già le sei del pomeriggio. Devo trovare Harry, magari mi da una mano, alias mi fa copiare i compiti. Accelero il passo, svolto l'angolo e BUM!
Sbatto contro qualcosa, o meglio qualcuno, dato che impreca contro di me.
-Possibile che nessuno guarda dove cammina?- Una voce irritata, stridula. Oddio, la sua voce.
Abbasso lo sguardo, la trovo intenta a massaggiarsi la fronte. Com'è piccola, uno scricciolo.
-Hermione...- Sembra più un lamento, ma la mia voce è andata in ferie per un pò, mi muore in gola. Eppure deve avermi sentito, perchè alza lo sguardo e mi fissa dritto negli occhi. Una scarica elettrica mi trafigge la schiena, mi vorrei perdere in quel nocciola così invitante...
-Ronald.- fa lei, si ricorda come mi chiamo! Accenno un sorrido, ma lei non ricambia: si limita a fissarmi, così, senza espressione, ed io non riesco a spostarmi, è più forte di me.
-Scusa, non volevo...- Non so se lo riferisco all'incidente, o al "tutto", non so nemmeno come lei lo recepisca. Sbatte le palpebre, non sembra voler parlare. Ronald Bilius Weasley, è la tua occasione! Merlino, che devo fare?
Ok, sono un caso perso...
Alzo una mano, la porto sulla sua guancia, la accarezzo dolcemente. Lei sgrana gli occhi stupita, mormora un -No...- che io zittisco subito.
Le afferro il viso, mi faccio più vicino e le mie labbra sono sulle sue, adagio, a volerle dare il tempo di spostarsi. Ma non lo fa, e mi sembra di sognare. La sto baciando, la sto baciando! Cerco di metterci tutto l'amore che posso, tutta la voglia di averla.
E poi non penso più a nulla, sento solo le mie labbra che si muovono, e le sue...
No aspetta, si è fermata. SBANG!
Apro gli occhi di scatto, giusto il tempo di incontrare i suoi, pieni di lacrime. Mi porto una mano sulla guancia che lei ha appena amabilmente schiaffeggiato, e la vedo correre via, lontano da me.
Perchè? Perchè, Hermione? Ti prego spiegami... Da solo non capisco, d'altronde è sempre stato così.
Rimango immobile in quel corridoio per un tempo che mi sembra interminabile, a fissare il punto in cui sei scomparsa, prima di decidermi a muovermi. Cammino, voglio una boccata d'aria, magari mi schiarisce le idee.


__________________________

Ciao! Questo è il penultimo capitolo di questa storia, non so se con vostra gioia o disperazione. Spero vi sia piaciuto anche questo Chap, è fondamentale per l'ultimo, e al solito non ne sono soddisfattissima. Ma credo sia un problema mio, o almeno spero!
Fatemi sapere, recensite! Baciotti

Debbie

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. Certezze ***


CAPITOLO 6. Certezze
Stanotte non ho dormito, o forse si, ma un'ora al massimo. Il fatto è che ogni volta in cui chiudevo gli occhi, mi ritornava in mente il volto di Hermione un istante prima di baciarla, seguito dalla sua espressione sconvolta con la quale se ne è andata singhiozzando. Provate voi a dormire...
Ora sono le 10.00, ma non ho ancora la minima intenzione di scendere in Sala Comune: essendo Domenica mattina, la troverei lì, seduta al suo solito tavolino, quello che sembra aspettarla, intenta a studiare per i prossimi compiti. Ed allora io non saprei come comportarmi, cosa fare, dire. Perchè quando la vedo il cervello mi si disconnette di norma, figuratevi dopo ieri.
Santi Numi, ma possibile che ne combini una peggio dell'altra? E quella sottospecie di amico scemo che mi ritrovo, che corrisponde al nome di Harry Potter, sapete cosa ha fatto quando gli ho raccontato il tutto? Ha riso. Una risata schietta, cristallina, aveva le lacrime agli occhi. Al che l'ho lasciato lì su due piedi, con una serie di imprecazioni che non sto a ripetervi.
Seamus è entrato in camera, e porto lo sguardo su di lui.
-Giorno...- biascico in sua direzione, e mi saluta di rimando. -Che fai lì Ron? Con Harry e Dean andiamo al lago, vieni?-
Mmmm, proposta allettante. Se non altro mi farà pensare ad altro per un'oretta, se mi va bene anche due. A meno che lei non decida di andarci con i suoi nuovi amichetti, in quel caso avrei un attacco di bile, e peggiorerei il tutto. Ma tant'è, decido di andare. Siamo ottimisti!
-Vi raggiungo, il tempo di vestirmi, ok?-
-No problem- mi risponde il biondo, facendomi l'occhiolino, ed in un baleno è sparito dalla mia vista.
Mio malgrado ora sono costretto a scendere dal letto. Alzandomi, faccio cadere la rivista di Quidditch che stavo leggendo, per modo di dire, sino a pochi minuti fa. La raccolgo, e posandola sul comodino noto l'ora. Sono le 11.00, se tutto va bene a quest'ora è in biblioteca.
Conosco tutti i suoi spostamenti, la conosce meglio dei suoi genitori, se non altro in fatto di abitudini. Mi do dello scemo mentre mi sfilo l'orrendo pigiama marrone per indossare qualcosa di decente. E si che me ne frega parecchio... Apro il baule ed afferro le prime cose che trovo: jeans e camicia andranno bene, un pò stropicciati ma ok.
Scendo velocemente, attraversando la Sala Comune. Guardo dritto avanti a me, nel caso ci fosse. Ed in men che non si dica sono arrivati dai ragazzi. Devo ammettere che avere le gambe lunghe è un bel vantaggio!
Mi stampo in faccia un sorriso alquanto credibile e mi siedo accanto ad Harry
-Ehi, che si dice?- il tono di voce è forzatamente allegro, ma direi accettabile. Non sono ami stato un grande attore. Il mio migliore amico mi guarda aggrottando la fronte, ma gli altri due non notano nulla di strano. Ed iniziano un appassionante, almeno a loro parere, racconto sulle nuove coppie qui a scuola, con tanto di corna incluse.
Devo ammettere che non li ho ascoltati molto, mi sono limitato ad annuire ogni tanto, per fare capire che ero presente. Però è già passato un quarto d'ora, e gli devo dire grazie. Riporto l'attenzione sui ragazzi, Dean sta facendo una battuta su Neville, quando sentiamo un -Ehm, ehm.- provenire da dietro di noi.
Ci giriamo tutti e quattro contemporaneamente, e mi ritrovo davanti il damerino di Hermione, Jonathan o giù di lì, che mi fissa leggermente accigliato.
-Weasley, posso parlarti un attimo?-
Lo guardo perplesso, faccio una smorfia a mo' di consenso e mi alzo. In completo silenzio ci allontaniamo un pò dai Grifondoro, e mi sto innervosendo. Che abbia saputo di ieri e voglia farmi una ramanzina? Probabile. Ma stavolta gli rispondo per le rime, oh si, glielo faccio vedere io...
La sua voce mi riporta alla realtà, ha un che di stonato persino quando parla. Si vede che mi sta leggermente antipatico? Forse più di Krum, ed ho detto tutto.
-Hermione è in infermeria.- Lapidario come sempre, ed io sento il respiro venirmi meno. Devo essere sbiancato, perchè prima ancora che io parli mi tranquillizza.
-Nulla di grave, solo un pò di stanchezza, almeno quanto dice la Chips.-
Grazie per l'informazione, ma che c'entro io? ok, non pensate male, correrei in infermeria all'istante, ma solo vedendoti sviene subito. La mia presenza le darebbe solo un altro fastidio.
sembra intuire i miei pensieri, infondo è un Corvonero, sveglio per forza, e mi illumina con le sue parole
-E' te che vuole, Weasley. C'ho provato, ma non c'è storia. Va' da lei-
Una piacevole sensazione di calore mi prende lo stomaco, spalanco la bocca, incredulo. In un lampo mi scordo tutto quello che è successo fino a stamattina, e con una certezza in più inizio a correre a perdifiato lungo i corridoi del castello: è me che vuole.
Merlino, come suona bene. I dubbi mi riassalgono, non appena giungo dinnanzi al portone dell'infermeria. allora perchè ieri mi ha scansato? Non è normale...
Però, ripensandoci, siamo Ron ed Hermione, nulla è normale tra di noi.
Mandando al diavolo tutte le mie possibili seghe mentali, apro lentamente il portone, ed entro.
Lei mi è appena visibile, il secondo letto a destra. Mi avvicino, cerco di fare più piano che posso, e mi siedo su uno sgabello accanto a lei. Dorme. Ed è bellissima.
I capelli le incorniciano il volto, ribelli come li ho sempre amati, un raggio di sole le illumina il volto, disteso in un sonno tranquillo. Le prendo la mano, e la osservo in tutti i suoi particolari, ed i minuti sembrano non passare, almeno per me...


Apro gli occhi, a fatica a causa della luce del sole, e mi guardo intorno. Ma dove miseria mi sono cacciato? Strizzo le palpebre, cerco di fare più chiarezza. Ehi, sono in infermeria! Ma allora vuol dire...
-Buongiorno.-
Che mi sono addormentato! Mannaggia a te, Weasley!
Mi volto verso Hermione, che è con la schiena appoggiata alla testata del letto, e mi guarda sorridente.
-Certo che sei forte. Mi vieni a trovare, e poi ti addormenti sopra di me...-
Scoppi a ridere, e rido anche io. La tua risata, quanto è che non la sentivo? Sicuramente troppo.
Mi gratto la nuca imbarazzato, ma so perfettamente che non è il momento di balbettare.
-E' che ho dormito poco stanotte...-
Perfetto, la scusa del secolo è la mia. Non ci sono dubbi.
-Scusa...-
Mi sorridi di nuovo, e vorrei vedertelo fare ancora, ed ancora. Poi inclini la testa di lato, come se guardassi uno strano oggetto sconosciuto, e mi chiedi in un soffio -Come hai saputo?-
-Jonathan- adesso che ci penso dovrei persino ringraziarlo, magari dopo. Adesso sono impegnato
-Ah-
Questo tuo monosillabo mi riporta alla mente le parole del damerino: è te che vuole.
Cadiamo in un silenzio imbarazzante, non so quanto è durato. Qualche minuti, ma sono sembrate ore. Alla fine sono io che lo interrompo, con uno sforzo immane, rosso in volto, con le orecchie in fiamme
-Jonathan mi ha anche detto...-
ma non mi fai finire, -So cosa ti ha detto.- mi riprendi asciutta.
Alzo lo sguardo ed incrocio il tuo, le guance imporporate, sei adorabile. Ma non posso divagare, ho bisogno di sapere, altrimenti ne uscirò matto sul serio
-E allora perchè?-
Mi guardi per qualche secondo, ho quasi paura ti stia per prendere qualcosa. Poi attacchi a parlare, ed ho la netta sensazione che non smetterai sino a quando non avrai finito. Tranquilla, non ho nessuna voglia di interromperti.
-Perchè cosa, Ron? Perchè quella risposta nella lettera? Perchè ti ho evitato, come non ho mai fatto in tutti questi anni? Perchè dei nuovi amici, perchè lo schiaffo?-
Sembri un fiume in piena, accaldata, col fiato corto. Ho paura di sentire il resto, ma per una volta farà l'uomo, sono pronto ad accettare le conseguenze di ciò che dirai, amore mio.
-Te lo dico io il perchè. Sono stata male, malissimo, e tutto per colpa tua. E mi ero decisa che questa volta basta, avevi passato il segno, ti odiavo con ogni fibra del mio essere. Ed anche ieri, anche se per un attimo ho ceduto, mi sono ricordata di questa mia promessa, ed allora sono scappata, perchè con te volevo chiudere. Ma non ce la faccio...-
Chini il capo, in segno di resa -Ti amo troppo.-
Sgrano gli occhi, non ci credo. Sbaglio o ha appena ammesso di amarmi troppo? La guardo, lei riporta il capo alto, fiera. No Hermione, non ti devi vergognare di ciò che hai detto. Perchè per quanto io sia stupido, immaturo, stavolta ho capito.
Mi avvicino, e tu mi sorridi, ed io ti accarezzo, mi metti le mani intorno al collo e poi ci stiamo baciando. Labbra contro labbra, come abbiamo sempre sognato, desiderato, come ce lo siamo sempre negati. Ma ora basta, é tempo di amarci liberamente. Siamo stati creati solo per stare insieme, divisi siamo niente, e lo abbiamo dimostrato.
E' un bacio senza fine, e quando insieme schiudiamo le labbra, lingua contro lingua, in una danza sensuale, mi sembra di sognare. Il tuo sapore è dolcissimo, fragola, e ciliegia, e tutto quello che di buono c'è nel mondo.

-SIGNORINA GRANGER, SIGNOR WEASLEY! MA VI SEMBRA IL CASO?-

Le urla isteriche della Chips ci riportano sulla terra. Non che la calcoliamo granché. Ci stacchiamo sorridenti, fissandoci negli occhi che ridono anch'essi, felici come non lo siamo mai stati.
Parlo al plurale, perchè so che lo stesso vale per lei.
Ti avvicini ancora, e ti voglio baciare di nuovo, ma mi sussurri all'orecchio -E' meglio se vai.-
Giusto, hai ragione. Come sempre. Annuisco, e mi alzo. Nel momento in cui sto per uscire, mi giro verso di te, e ti trovo a guardarmi, e ci sorridiamo ancora, di nuovo. Ma è un sorriso speciale, che sa di promesse, di desideri, sogni ed amore.
Esco di qui con il cuore che batte ancora all'impazzata, ma soprattutto con una certezza ancora più grande di quella con la quale sono arrivato: questa volta è per sempre. Non farò più cazzate, ora so cosa vuol dire stare senza di te. E non accadrà mai più. Te lo prometto.
Qualsiasi cosa accada, io ti amo e tu mi ami. Non c'è niente di più importante al mondo.

Fine



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E siamo giunti alla fine di questa mia prima Ff... Che ne dite del finale? Spero di non avervi deluso! Ho provato ad allungarla, a mettere altri pezzi, ma alla fine come mi era nata l'ho scritta. Speriamo bene! Fatemi sapere, anche se avete idee migliori, o se volete ci sia un seguito. Potrei lavorarci su!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia storiella, e chi me l'ha recensita, riempendomi di complimenti spero meritati... Grazie veramente!
Ora vi resta solo un piccolo sforzo e commentate anche questo mio ultimo chap ;-)
Baci, alla prossima

Debbie

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