♣.Licorice

di Elyssa Flaherty
(/viewuser.php?uid=104346)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ♣.James Potter ***
Capitolo 2: *** ♣.Sirius Black ***
Capitolo 3: *** ♣.Peter Minus ***
Capitolo 4: *** ♣.Remus Lupin ***



Capitolo 1
*** ♣.James Potter ***


♣.James Potter
 
James, Sirius, Peter e Remus erano appena usciti dalla lezione di Difesa contro le Arti Oscure che avevano appena frequentato insieme agli alunni dello stesso anno di Corvonero, il sesto. Chiacchieravano allegri come sempre e si dirigevano verso il dormitorio di Grifondoro, naturalmente usando un passaggio segreto.
“Ehi Ramoso, hai pensato a cosa fare con quella scontrosissima Evans per San Valentino?” disse Sirius.
“Secondo me dovresti regalarle qualcosa di molto dolce e romantico, ne sarà contenta.” consigliò il saggio Remus
“Ma noo, secondo me devi fare in modo di trovarti da solo con lei e poi, zac!, la baci” suggerì Minus
“Non sono adatto per queste sorprese, Codaliscia, preferisco qualcosa di più naturale… Sì, hai ragione Lunastorta, ma cosa potrei portarle di romantico?” ribattè pensieroso James.
“Un pupazzo” disse Remus.
“Una Burrobirra?” chiese insicuro Peter.
“Liquirizia,” esordì Sirius “secondo me è deliziosa.”.
“Ma certo! E liquirizia sia!” esclamò sollevato James.
“Lo sapevo, sono un genio” disse Sirius con gli occhi chiusi e un sorrisetto sbruffone camminando davanti al gruppetto; e ridendo e scherzando arrivarono alla fine del passaggio. Appena sbucarono fuori, i quattro Malandrini notarono che c’ era proprio Lily Evans che li aspettava: fece cenno a James di avvicinarsi e disse “Ti vorrei parlare, James” e con un occhiata fece capire a Remus che doveva trascinarsi via un contrariatissimo Sirius e un imbarazzato Peter.
“Ehi Evans, dov’ è finito il solito ‘Potter’?” disse James guardando gli occhi così verdi di lei.
“Beh, io volevo solo chiederti scusa per come mi sono comportata con te in tutto questo tempo, avrei dovuto darti una chance dopotutto…” disse dolce Lily “Che ne dici di vederci al Lago domani pomeriggio?” aggiunse.
“Certo mia cara Lily,” scherzò il ragazzo abbozzando una genuflessione e tenendole la mano “ti aspetterò al Lago alle 4 e mezza precise!”.
“Dov’ è finito il solito ‘Evans’?” ironizzò Lily: si misero entrambi a ridere e poi ‘Evans’ salutò ‘Potter’ e si congedarono con un cenno di mano.
È inutile dire cosa sognò quella notte il nostro caro James: si può solo dire che gli altri Malandrini lo sentirono sussurrare parole sconnesse come ‘bella’ e ‘sposare’.
James passò tutto il giorno seguente a guardare la sua amata con la coda dell’ occhio e a immaginarsi cosa sarebbe successo in quel tanto atteso appuntamento. Alle 4 e mezza James era sulla riva del lago con tante speranze, aspettative e una scatola piena di ogni varietà esistente di liquirizia. Dopo poco vide la dolce Lily che gli veniva incontro.
Quando James le porse la scatola di liquirizia lei la prese e la appoggiò a terra; rialzatasi lentamente socchiuse gli occhi e avvicinò le sue labbra rosse a quelle un po’ secche di James. Quando stavano per congiungersi Lily si ritirò e disse:
“Haha, Potter, ci sei cascato! Non ci hai pensato che oggi oltre che a essere San Valentino è anche martedì grasso? Potter sei troppo ingenuo. Comunque la liquirizia non mi è mai piaciuta… Ci vediamo a lezione Potter!”.
James non proferì parola e si limitò a guardare Lily allontanarsi con lo sguardo di un cane bastonato, ma un cane che di bastonate ne aveva prese tante. Lily si aspettava uno scroscio di insulti nonché di epiteti poco carini e sorpresa dal silenzio del ragazzo si girò molto preoccupata a guardarlo prima di andarsene; passò tutto il resto della giornata e la notte seguente solo in compagnia dei suoi enormi sensi di colpa.
 
Epilogo:Lily era così terribilmente dispiaciuta che il giorno dopo porse delle scuse sincere piangendo di fronte a James e… sappiamo tutti come è finita: altrimenti non ci sarebbe stato nessun Harry Potter, non credete?
 
Note dell’ autrice: Spero di non essere caduta nell’ OOC con Lily: lei non pensava di ferire così profondamente James né voleva farlo e infatti poi si pente e gli chiede sinceramente scusa.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** ♣.Sirius Black ***


♣.Sirius Black
 
Sirius era appena stato portato via di peso da Remus che voleva lasciare Lily e James da soli; schiamazzando come al solito entrarono nella Sala Comune dove ad attenderli c’ era un ragazzo del quinto anno che disse a Sirius di uscire un attimo per potergli riferire una cosa importante.
“Certo, vengo.” disse al ragazzo “Non piangete per la mia mancanza ragazzi!” disse scherzosamente a Remus e Peter.
“Non ti preoccupare Felpato, non lo faremo” rispose a tono Remus.
Una volta usciti Sirius disse al ragazzino “Cosa devi dirmi?” preoccupandosi che possa essere successo qualcosa di grave.
Il ragazzino rispose: “Sei un fifone?”.
“No! Assolutamente no!” disse infuriandosi “E se vuoi te lo dimostro subito!” aggiunse estraendo la bacchetta dalla tasca minaccioso.
“No, non è né il posto, né il momento. Stasera, in riva al lago. Da solo.”
“Chi ti manda?” chiese Sirius che avrebbe volentieri preso a calci lo strafottente ragazzino.
“Ti piacerebbe saperlo eh?”
E quel ragazzino tornò al dormitorio con un occhio nero ed un labbro sanguinante.
La sera stessa Sirius si recò al lago accompagnato dalla sua bacchetta, dal suo coraggio e dal Mantello dell’ Invisibilità ‘preso in prestito’ da James.
Dopo un ora e mezza Sirius stava pigramente lanciando sassolini nel Lago Nero quando sentì una voce femminile da lontano pronunciare le parole “Petrificus Totalus”. Il ragazzo sì irrigidì tutto e poi vide una furia lentigginosa che lo portava via; dopo averlo legato con delle corde molto resistenti alla sedia lo zittì con un Incantesimo Tacitante e lo sciolse dal precedente incantesimo.
“Ciao Sirius…” disse la ragazzina lentigginosa e occhialuta “Tu non mi conosci ma io ti osservo da molto tempo.”
Intanto Sirius si dimenava, terrorizzato dalla voce da maniaco che aveva quella ragazzina francamente orribile. O per lo meno non degna del popolarissimo e affascinante Malandrino Sirius Black.
“Io sono Claire Mahoney di Corvonero e mi piaci tanto…” continuava la ragazza con voce assai eccitata. Lei gli prese la testa saldamente e lo baciò a lungo.
Lei si avvicinava, lui si ritirava.
Lei era finalmente felice, lui voleva vomitare.
Lei voleva che non finisse mai, lui voleva essere stato un fifone.
Quando lei finalmente si scollò dalla faccia di Sirius lui sputò per terra schifato e la guardò con odio profondo per un attimo e poi cercò di slegarsi in tutti i modi ma ottenne solo il risultato di ribaltarsi e si ritrovò a terra con la guancia sinistra nel fango formato dalla neve appena scioltasi ma Claire lo tirò su subito e gli pulì il viso amorevolmente; o come pensò il povero prigioniero, in modo vomitevole. E quella notte la ragazza fece passare di tutto e di più (gli aveva anche imboccato un intero pacchetto di caramelle alla liquirizia babbane) a quel povero Malandrino che per la prima volta in vita sua era vittima di uno scherzo.
Quando finì si risistemò i capelli scarmigliati dalla foga e disse dolcemente: “Amore mio,” e qui Sirius fece una faccia inorridita nonchè decisamente terrorizzata “ora ti slego e te ne puoi andare, caro mio bel pupazzino.”
Sirius aveva gli occhi spalancati dall’ orrore ed era stremato dal tanto dimenarsi in cerca di libertà. Quando fu liberato lei gli disse “Tranquillo, non lo dirò a nessuno!”.
“Oblivion” esclamò finalmente Sirius: “Adesso sì che sono tranquillo…”
 
Epilogo:Sirius poi era rimasto così traumatizzato da questa sottospecie di stupro che decise di Obliviarsi* da solo. In questo modo si dimenticò di tutto ciò che lei gli aveva fatto ma incredibilmente non fu più disposto per nessun motivo al mondo ad accettare appuntamenti al buio. Mai.
 
Note dell’ autrice: *Vorrei solo dire che spero non sia sgradevole il neologismo appena inventato (Obliviare)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** ♣.Peter Minus ***


.Peter Minus

 

Sirius era appena uscito a parlare con quello strafottente ragazzino quando Peter decise di andare a farsi un pisolino in dormitorio visto che aveva appena passato una notte sveglio a correre per la Foresta Proibita con i suoi migliori amici. Una volta arrivato nel dormitorio sul suo letto trovò una scatoletta accuratamente incartata di rosso e di giallo legata ad un bigliettino:

 

a Peter Minus

 

Per un

orribile

San Valentino da non scordare

 

P.M.

 

Peter si guardò intorno per un attimo e, dopo essersi assicurato di essere solo, sorrise e scartò con inaudita violenza il pacchettino che si rivelò contenere un assortimento di dolcetti di liquirizia ripieni. Peter, senza curarsi di che cosa fossero ripieni, trangugiò tutti i dolcetti in pochi secondi. Senza accorgersi che facevano a dir poco schifo. Tutto ad un tratto sentì un dolore lancinante in tutto il corpo e si sentì ribollire la pelle; da essa uscirono dei peli grossi e duri, dalla testa spuntarono due corna grosse e a punta; la schiena si piegò e le mani si fecero zoccoli. A trasformazione completata Peter provò un esperienza animale che non aveva mai provato: topo sì, ma caprone no!

Sì, Peter Minus adesso era diventato un repellente caprone e si guardava intorno spaesato per capirci qualcosa. Così si precipitò – nel senso che rotolò giù dai gradini che separavano il dormitorio maschile dalla sala comune – fino a dove stava tranquillamente guardando fuori dalla finestra Remus, su una poltrona di velluto rosso.

Al che il ragazzo distolse gli occhi stanchi dalla finestra e li spalancò alla vista di quel caprone imbufalito.

“Petrificus Totalus!” esclamò intimorito Remus e il caprone cadde a terra come una statua di marmo.

Subito Remus corse su per le scale da cui era rotolato giù l’ animale per cercare di capire cosa fosse successo e vide la scatola dei cioccolatini e ne erano rimasti solo tre: ne prese uno e lo schiacciò facendone sgorgare quell’ orrendo liquido che i maghi chiamano Pozione Polisucco.

Ma allora il caprone era Peter!

Remus portò l’ amico ancora immobilizzato in infermeria e prese la lettera.

Dopo averla studiata un po’ Remus si accorse che odorava di limone.

E si ricordò che il limone è un’ alternativa all’ inchiostro simpatico.

Eureka!

Mise la lettera sul fuoco e comparve una parola che prima risultava invisibile e finalmente si poteva cogliere il vero significato del biglietto:

 

a Peter Minus

 

Per un

orribile

San Valentino da non scordare

 

P.M.

 

Epilogo: Peter fu poi guarito dalle cure amorevoli di Madama Chips e non accettò mai per nessuna ragione alcun cibo da uno sconosciuto. Inoltre non scoprirono mai chi fosse P.M.

 

Note dell’ autrice: Ecco lo scherzo fatto a Peter Minus da *rullo di tamburi* niente popodimeno che il Principe Mezzosangue, il Re delle Pozioni (Loro non lo hanno mai scoperto ma noi lo sappiamo!)!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** ♣.Remus Lupin ***


.Remus Lupin

 

Remus era appena uscito dall’ infermeria dove stava riposando il suo amico Minus quando una tenerissima ragazzina dagli occhi dolci gli tirò la sciarpa. Girandosi la vide e subito si chiese come una del primo anno potesse essere così piccola ma subito le chiese abbassandosi un poco sulle sue ginocchia:

“Piccola, di cosa hai bisogno, dimmi!” piegando la testa verso destra.

La bambina guardò per terra e disse

“Un ragazzo ha preso tutte le mie liquirizie e le ha appese sulla cima di quella guglia… La vedi?” indicando fuori dalla finestra.

Remus vide un sacchetto trasparente contenente qualcosa di scuro in lontananza.

“Beh, non sono la persona migliore a cui chiedere… Chiamerei James se solo non fosse occupato, è che io non sono tanto bravo a volare… Ma va bene, ti aiuterò.” disse fermamente per assicurare più se stesso che la bambina. Anche se era molto stanco dopo la precedente notte in cui la luna brillava piena in cielo, voleva essere degno della sua spilla da Prefetto.

Poco dopo si ritrovò in piedi sul prato brinato della scuola con una scopa in mano e degli occhialini da Quidditch sulla testa.

Si fece coraggio e salì goffamente a cavalcioni della scopa; non appena spinse leggermente con i piedi verso l’ alto la scopa si alzò in volo e Remus si trovò ad un metro da terra in balia del vento gelido di febbraio a maledire la bambina, la liquirizia, il vento e soprattutto il giorno in cui aveva deciso che non era necessario imparare a volare decentemente.

Tuttavia aveva preso un impegno e abbassandosi gli occhialini fece un lungo sospiro e partì; girò a vuoto per un po’ di tempo prima di finalmente trovare quel malefico sacchetto.

Fece una fatica pazzesca ad avvicinarsi alla guglia incriminata a causa del vento che rischiava di sbatterlo contro qualche altro pilastro ma alla fine riuscì ad arraffare una maniglia del sacchetto e a tirarlo a se.

Finalmente Remus potè atterrare in qualche modo sul sentiero che portava da un’ uscita del castello alla Foresta proibita e lo percorse; quando ormai era quasi giunto all’ entrata si era calmato e si accorse di qualcosa di tremendo che era stato coperto dal vento: la puzza.

Il sacchetto odorava di letame e Remus decise di aprirlo per controllare cosa contenesse e scoprì sgranando gli occhi che era pieno di Caccabombe.

Infuriato gettò in malo modo il sacchetto nel prato e se ne corse subito in dormitorio a farsi una doccia calda e profumata, visto che la bambina era scomparsa. Il giorno dopo si svegliò con un pezzetto di pergamena attaccato alla fronte con un pezzo di Magiscotch che recava scritto

 

Ti ho fregato!

 

“La conosco io quella scrittura! E’ quel pazzo di Jones di Corvonero!” esclamò colpendosi la fronte con il palmo della mano “E’ vero che ha una sorella piccola! Deve aver sicuramente usato la Pozione Polisucco… Ma come avrà fatto a entrare?? Beh, per fortuna so come fargliela pagare…”

Remus non era il genere di ragazzo da fare queste cose ma dopo tutto lui era un Malandrino e questa volta si sarebbe comportato come un vero tale. Non dev’ essere difficile per me rispondere nel modo giusto alla domanda della porta del dormitorio Corvonero… si disse esibendo uno sguardo cattivello.

 

Epilogo: La mattina del giorno dopo Jones scese dalle scale e trovò le Caccabombe di quel sacchetto esplose sul tappeto della sala comune. Non si sa come, Gazza aveva saputo che un certo Jones di Corvonero aveva introdotto nei limiti del castello una sostanziosa quantità di Caccabombe e lo punì più che severamente facendogli pulire metà castello, o almeno la metà di quello conosciuto…

 

Note dell’ autrice: Spero di non essere andata OOC ma Lupin è pur sempre un Malandrino e questa volta l’ hanno proprio fatto uscire dai gangheri ;)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1608661