I met an Asian Dragon

di JemellineJoker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parkour in citta` ***
Capitolo 2: *** Un gesto inaspettato ***
Capitolo 3: *** Dice che si vede che siamo fatti l'uno per l'altra ***
Capitolo 4: *** A noi due, Drago asiatico ***
Capitolo 5: *** Pensi ancora che possa farti del male? ***
Capitolo 6: *** Tu sei di Jenny! ***
Capitolo 7: *** Ti aiutero` io ***
Capitolo 8: *** Ti spieghi da sola o devo cercare i sottotitoli? ***
Capitolo 9: *** Chi è Axel? ***
Capitolo 10: *** Lo sapevo che mi nascondevano qualcosa ***
Capitolo 11: *** Karpe Diem ***
Capitolo 12: *** L'incidente ***
Capitolo 13: *** Adesso mi capisci. ***
Capitolo 14: *** Incubi ***
Capitolo 15: *** A Seoul ***
Capitolo 16: *** Come poteva abbandonarmi cosi`? ***
Capitolo 17: *** Confessioni ***
Capitolo 18: *** Occupati di Ji, ok? ***
Capitolo 19: *** Promesse ***
Capitolo 20: *** Benvenuta alla YG ***
Capitolo 21: *** AVVISO!!!! ***



Capitolo 1
*** Parkour in citta` ***


Cap. 1

 

Parkour in citta`

 

Malgrado facesse un tempo da lupi, per qualche motivo mi era venuta voglia di uscire a fare due passi per il centro. Non che ci fosse qualcosa di interessante anzi, a Bellinzona (una sperduta cittadina, ma che dico, un paesino sperduto in Svizzera) non c'è proprio nulla da vedere! Soprattutto se è brutto tempo. Okay, se sei un turista vai a vedere i 3 castelli medioevali, ma se no? Non puoi fare nulla! Figuriamoci di domenica. Fatto sta che io quella fredda domenica di gennaio avevo deciso di uscire a fare due passi sotto la bufera di neve. Presi la sciarpa, i guanti, il cappellino e infine l'iPod. Salutai mia madre con un veloce “Ciao Ma'!” e uscii di casa. Misi le cuffiette e alzai il volume al massimo. Ora il mondo era solo me e la musica pompata al massimo dei Black Veil Brides nelle mie orecchie.

Camminai per un po' verso Piazza del Sole, rendendomi conto di dove fossi solo quando alzai il capo e decisi che, dopo tutto, andare a fare un giro al primo castello non era un'idea tanto male, così mi diressi verso la grotta (a due passi dalla piazza) in cui c'era l'ascensore per salire al primo castello. Feci per entrare quando, ad un certo punto, sentii un borbottio sommesso distorto dall'eco della grotta artificiale, ma riuscii comunque a capire che la lingua in cui la persona stava parlando non era di certo italiano. Sembrava un misto fra cinese e tailandese, anche se non avevo nessuna base linguistica di entrambe le lingue per poter dire con esattezza a quale assomigliasse di più.

Mi nascosi dietro ad una sporgenza della roccia e aspettai che lo sconosciuto uscisse. Non so nemmeno io il motivo per cui mi nascosi, ma ipotizzai che forse il ragazzo si fosse nascosto li dentro per non farsi sentire. Poggiai la schiena contro la ruvida pietra e attesi.

Dopo una ventina di minuti, il ragazzo si decise finalmente ad uscire e, quando lo vidi, rimasi di sasso. Decisi immediatamente di cambiare i miei piani per quel pomeriggio e, invece di salire su al castello, pedinare il ragazzo di fronte a me. Era vestito in modo un po' eccentrico per le nostre parti, ma a me tutto ciò che era “fuori posto” intrigava tantissimo! I capelli erano una parte rasati, mentre in cima erano, per così dire, lunghi (rispetto alla rasata....)

Si voltò un attimo e, per poco, non mi vide. Aveva gli occhi marroni a mandorla, e sembravano seri, quasi preoccupati. Sibilai un “Fuck!” e mi nascosi dietro un angolo. Il ragazzo non poteva assolutamente vedermi o per me sarebbe andato in fumo tutto il piano. Alzai lo sguardo e vidi i vari davanzali e balconi del palazzetto a cui ero poggiata, pensando che forse forse... Mi allontanai un po' per prendere la rincorsa e, dopo aver fatto un paio di passi sul muro, mi aggrappai alla prima sporgenza. Mi morsi il labbro e, con un leggero sorriso sulle labbra, cominciai la scalata fino in cima al tetto. Alla fine le lezioni di parkour sotto la pioggia scrosciante a qualcosa erano servite. Una volta in cima, abbassai lo sguardo alla ricerca del ragazzo orientale e, una volta trovato, cominciai a correre da un tetto all'altro. Quando arrivò in piazza Collegiata, ebbi qualche problema. Davanti a me si trovava l'enorme chiesa di marmo, e io non avevo nessunissima idea per come fare a passarla senza, perlomeno, uccidermi! Ma, guardandomi attorno, ricordai che dietro c'era una stradina che conduceva direttamente in piazza Nosetto, così scesi dal palazzo e cominciai a correre a più non posso. Se il tipo fosse passato per la via a cui pensavo, non avrei avuto problemi a superarlo! Tagliai in un paio di viuzze, passando anche d'avanti al posto di lavoro di mia madre, e sbucai davanti al municipio. Voltai di scatto la testa e vidi che lui era ad una decina di metri da me, con lo sguardo basso e i capelli inzuppati dalla neve. Sorrisi appena e feci per andargli incontro, quando feci una delle mie solite fail. Poggiai il piede su una bellissima lastra di ghiaccio e feci un volo da dieci e lode. Sbattei la schiena e la testa, e una fitta di dolore mi passò nervo per nervo. Sentivo che faticavo sempre di più a respirare, e la vista mi si stava annebbiando, ma io non potevo svenire, non in quel momento! Non nel preciso momento in cui passava l'idolo della mia migliore amica! Non nel momento in cui... lui mi chiamava?! No! Non devi chiamare me! Devi chiamare la Jenny, è lei che ti vuole vedere e parlare a tutti i costi, io non centro! Ma se svengo come faccio a dirtelo?

Raccolsi assieme tutte le forze, concentrandomi sul viso pallido di JiYong che cercava di capire se stessi bene. Tossii un po' e mi misi a sedere, sentendo che, con un mano, mi aiutava a sorreggermi. Scossi piano il capo, evitando di aumentare il giramento di testa, e guardai l'idol dritto negli occhi, che sembravano cortesi e preoccupati. In un inglese un po' strano mi chiese «Tutto bene?»

Io annuii e, traballando, mi alzai in piedi ma, quando appoggiai il peso su entrambe le caviglie, ci volle poco che cadessi di nuovo se JiYong non mi avesse presa al volo. Feci una smorfia e mi guardai la caviglia destra, imprecando.

«Mi sa che mi sono slogata la caviglia. Ci mancava solo questa, e ora come faccio?» chiesi più a me stessa che a lui, ma parlai ugualmente inglese, in modo che pure il leader potesse capire.

«Non preoccuparti» disse lui «ora chiamo un taxi che ci porterà direttamente all'ospedale, ok?»

Sgranai gli occhi e lo guardai, scuotendo insistentemente il capo. Dovevo portarlo a casa mia! Doveva vedere Jenny e lei doveva vedere lui! Glielo dovevo come minimo ringraziamento per tutto quello che lei faceva per me. Gli misi una mano sul braccio e gli sorrisi «Non preoccuparti per me, sto bene. Se domani peggiora prometto che vado dal medico» cercai di rassicurarlo, ma lui scosse la testa e mi lasciò andare «Vediamo se riesci a camminare, poi decidiamo se è meglio andare dal medico o no» disse lui, serio.

Trattenni a malapena uno sbuffo e zoppicai per due passi, prima di cadere nuovamente. Lo sentì ridere appena, per poi avvicinarsi e aiutarmi ad alzarmi «Si va all'ospedale. Dove si prendono i taxi qui?» chiese, guardandosi in giro. Risi e tirai fuori il telefono dalla tasca della giacca, per poi sbloccarlo e digitare il numero del centro Taxisti Bellinzona.

«Non sei proprio di qui. Dobbiamo chiamare e prenotarlo. L'unico problema è che sono uscita di casa senza soldi»

«No problem, ci penso io a quello. Tu chiama che andiamo» rispose gentilmente lui.

Ci dirigemmo in piazza indipendenza e JiYong mi fece accomodare su una delle panchine. Chiamai il taxi e diedi tutte le informazioni per far si che ci trovasse, anche se non era tanto facile perdersi. Chiusa la chiamata, tirai fuori l'iPod e guardai l'ora, per poi rivolgermi al cantante «Arriverà fra circa venti minuti»

«Okay, ci toccherà aspettare. Va meglio la caviglia?» annuii, poco convinta, e mi misi una cuffietta nell'orecchio. Non feci nemmeno a tempo a far partire la musica, che G-Dragon mi chiese «Posso vedere la tua musica?»

Mi strinsi nelle spalle e, dopo aver sbloccato il lettore musicale, glielo passai, insieme all'altra cuffia che si infilò a sua volta nell'orecchio.

Fece passare tutti gli artisti fino alla G e, una volta trovato il suo nome d'arte, si voltò verso di me con un'espressione alquanto stupita.

«Tu sai chi sono?!»

Arrossii e mi nascosi il viso nelle mani. Lo sentii ridere e, quando sbirciai fuori dal mio “nascondiglio”, notai che mi stava sorridendo.

«Sai cos'è buffo? Il fatto che sono venuto qui nella speranza che nessuno mi conoscesse, e la prima persona che trovo è una VIP»

A quelle parole mi misi dritta e lo guardai seria «Vacci piano, eh! Non sono una VIP perché non mi piacciono le vostre canzoni, il vostro genere. Ce ne sono poche sul mio iPod e sono le uniche che ascolto, e raramente, chiaro?» dissi brusca. Sorpreso da tanta sincerità e schiettezza, lo vidi voltare il viso e guardare nel vuoto. Non offeso ma... ferito. Ero stata troppo diretta forse? Sicuramente se Jenny fosse stata con me, mi avrebbe rifilato un bello schiaffo, ma ora lei non era qui, perciò...

Per tutto il quarto d'ora seguente rimanemmo in silenzio ad aspettare il taxi, e solo quando dovetti salire che mi aiutò e mi chiese se andasse tutto bene. Riferì al taxista la nostra destinazione e lui mise in moto. Presa da un piccolo rimorso di coscienza, mi voltai e guardai JiYong dritto negli occhi.

«Scusa» bofonchiai.

«E per che cosa?» chiese lui, quasi non capisse.

«Per ciò che ti ho detto prima»

«Ah, tranquilla. Rispetto le tue decisioni, non posso mica piacere a tutti, e poi esistono molti generi di musica, ad ognuno il suo, no?» cercò di rassicurarmi lui.

Sorrisi appena e abbassai lo sguardo «Okay, ma forse sono stata un po' troppo... diretta e, ehm, cattiva»

Alzai lo sguardo e vidi che mi sorrideva, come per dire che andasse tutto bene.

Una volta arrivati all'ospedale, ci registrammo e attendemmo in sala d'attesa. Presi nuovamente l'iPod e guardai le reti Wi-Fi libere. Dovevo contattare Jenny, assolutamente!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uhm... Beh, come capitolo non è un granché, ed è buffo pensare come sia nata la storia haha comunque... Sono Sixx e, ehm, la non VIP xD 

Se siete arrivati a leggere fino a qui vi ringrazio :)  

Vi saluto! Ci si vede fra due capitoli!

Sixx

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Capitolo 2
*** Un gesto inaspettato ***


Cap. 2

 

Un gesto inaspettato

 

[GD POV]

Quella giornata non andò proprio secondo i piani. La mia idea era di vagare un po' per le strade di quella cittadina sperduta sperando di non dare nell'occhio, e invece cosa mi era successo? Mi ero imbattuto in una ragazza che si era rotta una caviglia in mia presenza. Non avevo potuto fare a meno di fare il buon samaritano e accompagnarla all'ospedale, non sono proprio il genere di ragazzo che abbandona una fanciulla in difficoltà. Anche se lei non sembrava proprio una fanciulla bisognosa di aiuto. Era una tipa tosta e forte.

La osservai mentre era intenta ad osservare il suo iPod: aveva i capelli che le arrivano alle spalle rossi e scalati, sparati in ogni direzione. I suoi occhi erano circondati da uno spesso strato di eyeliner nero, anche le sue labbra erano nere. Il suo viso era tondo e i suoi occhi erano color cioccolato luminosi e profondi. La sua bellezza era particolare. C'erano davvero poche ragazze così dalle mie parti. Avevo davvero voglia di conoscerla meglio: ero curioso di sapere come fosse.

Come ti chiami?” le chiesi gentilmente. Lei sollevò lo sguardo dall'iPod e alzò un sopracciglio nella mia direzione.

Amina.” si limitò a rispondermi per poi concentrarsi di nuovo sull'iPod. Chissà cosa stava facendo di così interessante. Stavo per chiederglielo quando arrivò l'infermiera dicendo che era in nostro turno. Mi alzai e aiutai la ragazza a mettersi in piedi. La accompagnai fino dal medico che iniziò subito la visita. La caviglia di Amina era rotta perciò dovette metterle il gesso. Le raccomandò di non appoggiare mai il piede o avrebbe rischiato di danneggiarlo ulteriormente. Ringraziò il medico e si fece di nuovo accompagnare fuori.

Credo che dovremmo chiamare un altro taxi per portarti a casa.” le feci notare. Lei annuì e prese il cellulare per fare la chiamata. Era davvero una tipa di poche parole. Come avrei mai fatto a conoscerla meglio?

Hey, ti va di bere qualcosa di caldo? Fa troppo freddo per aspettare qui fuori.” proposi. Lei sembrava parecchio riluttante, ma alla fine accettò, pensai che le facesse male stare in piedi su una gamba sola per tutto quel tempo. Così entrammo in un bar e ci sedemmo ad un tavolo. Ordinammo entrambi un cappuccino e lei si perse di nuovo davanti al suo iPod.

È davvero così interessante?” non riuscii a trattenermi dal chiedere.

Sto cercando di contattare la mia amica, ma non ci riesco.” mi rispose senza nemmeno alzare lo sguardo.

Devi volerle parecchio bene.” commentai. Lei finalmente alzò lo sguardo:”Si, più di ogni altra persona al mondo.” rispose sincera.

Ti capisco sai?” ribattei con un'alzata di spalle. Lei mi lanciò uno sguardo interrogativo.

Anche io ho un migliore amico, si chiama Taeyang. Per me lui è come un fratello. Ci conosciamo da parecchi anni ed è come se fossimo una cosa sola. Per lui farei di tutto e so che lui farebbe lo stesso per me. Ci capiamo con un semplice sguardo senza bisogno di parole.” le spiegai. Vidi i suoi occhi illuminarsi alle mie parole, come se capisse esattamente quello che stavo dicendo e che comprendesse appieno le mie parole.

Iniziammo a parlare di quanto fosse bello avere dei veri amici su cui contare e ci divertimmo a ricordare i bei momenti trascorsi ognuno con il proprio best.

Sai, io non ho mai visto la mia migliore amica dal vero. Viviamo in due stati diversi e ci possiamo solo sentire tramite internet.” mi confessò con una nota di malinconia nella voce.

Dici sul serio? Ma è terribile. Devi vederla almeno una volta. Il prima possibile.” ribattei sconvolto. Come si possono tenere lontane due amiche così legate?

Vorrei tanto vederla, ma non so come fare.” disse lei sempre più triste. Mi alzai e mi avvicinai a lei porgendole una mano.

Ti prometto che ti aiuterò ad incontrarla.” esclamai sorridendole. I suoi occhi si spalancarono improvvisamente, pieni di felicità e speranza. Si alzò di scatto, in un impeto di euforia, purtroppo però il suo unico piede sano non riuscì a sostenerla e la fece cadere verso di me. Tentai di afferrarla e sostenerla, ma scivolai sul pavimento di legno liscio e caddi all'indietro trascinando lei con me. Battei con forza la schiena al suolo e il fiato mi si mozzò. La ragazza cadde su di me, il suo viso esattamente sopra il mio. Le nostre labbra si incontrarono. Il tempo sembrò fermarsi mentre sentivo le sue calde labbra premere contro le mie. Sentii i brividi scorrermi lungo la spina dorsale scacciando tutto il dolore dovuto alla caduta.

 

[Amina POV]

Merda! Avevo baciato l'idol della mia migliore amica.

Mi ritrovai a terra, sopra di lui e le nostre labbra erano incollate. Avrei dovuto staccarmi immediatamente e magari dargli anche uno schiaffo, anche se poverino non ne poteva nulla se gli ero caduta addosso. Ma possibile che io debba solo sempre cadere? Avrei dovuto interrompere immediatamente quel contatto, ma le sue labbra erano morbide, accoglienti e calde. Non riuscii a distanziarmi da quella magnifica sensazione che quel contatto scatenava nel mio cuore che aveva iniziato a battere forte.

Fu lui a interrompere il contatto alzandosi e aiutando anche me a mettermi in piedi. Sapevo di essere arrossita violentemente perciò evitai il suo sguardo. Lui si allontanò da me per pagare le nostre consumazioni, per poi tornare e accompagnarmi fuori.

Credo che il nostro taxi stia per arrivare.” mi disse guardandosi attorno lungo la strada.

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti io sono Dragon... La VIP xD

Ok ci terrei a fare alcune precisazioni... I personaggi di questa storia sono tutti reali. Insomma Amina esiste davvero cosi` cosi` come esistono Jenny e G-Dragon.... I fatti ovviamente sono inventati, ma il carattere di ogni personaggio e` il piu` veritiero possibile... Per quanto riguarda Amina e Jenny visto che nessuno conosce il vero carattere di GD... Ok detto questo vi auguro buona lettura e spero che vi possa piacere la nostra pazza storia.... :D

A presto e recensite in tanti mi raccomando :*

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Capitolo 3
*** Dice che si vede che siamo fatti l'uno per l'altra ***


 

Cap. 3

 

Dice che si vede che siamo fatti l'uno per l'altra

 

Arrossii e guardai nella direzione opposta alla sua. In realtà non stava arrivando nessun taxi, lo sapeva anche lui. Chiusi un attimo gli occhi e ripensai al bacio. Un bacio inatteso, strappato, quasi rubato, ma comunque... un bacio.

Quando riaprii gli occhi, vidi davanti a me un'infermiera che correva, il più velocemente possibile per non bagnarsi, verso di me, e reggeva nelle mani due stampelle blu. Inarcai un sopracciglio e allungai una mano verso di lei che, ansimante, mi porse le stampelle e farfugliò qualcosa come «Mi scusi tanto signorina, ci siamo completamente dimenticati di darle queste. E dire che sono essenziali per una nel suo stato»

Sbuffai e gliele strappai di mano, socchiudendo gli occhi.

«Ma tu il diploma dove lo hai trovato? In una sorpresina delle patatine?!» dissi stizzita. La poveretta, ormai fradicia, si scusò nuovamente e corse all'interno dello stabile.

Possibile che qui le persone siano una più fusa dell'altra?

Appena voltai il viso verso il leader, notai che mi stava guardando con un aria alquanto interrogativa.

«Cosa le hai detto? Sembravi piuttosto arrabbiata con lei dal tono di voce»

Mi strinsi nelle spalle e alzai lo sguardo verso il cielo grigio e cupo.

«Nulla, semplicemente trovo che un medico che dimentica di dare ad un malato qualcosa di fondamentale, è un dottore che ha trovato il diploma nei corn-flakes...» borbottai freddamente.

Vidi con la coda dell'occhio che mi stava ancora fissando, e la cosa mi dava alquanto fastidio, ma non potevo essere cattiva con lui, non volevo... mi serviva per vedere e rendere Jenny la persona più felice del mondo, così cercai di domandargli, il più cortesemente possibile «Perché mi fissi?»

Si schiarii la voce e mi guardò il piede «Semplicemente... come hai fatto ad apparire così dal nulla?»

Lo guardai con aria interrogativa «Quando, scusa?»

«Un attimo prima che ti rompessi la caviglia» rispose lui.

«Ah»

Mi sedetti su un muretto e feci riposare un attimo i piedi. Stare troppo con il peso su una gamba sola mi mandava in pezzi, e pensare che avrei dovuto tenere quel fottutissimo gesso per un mese. Ma fuck it! Feci dondolare appena le gambe, guardandomi le mani che mi tenevano in equilibrio sul muretto. Sbuffai, pronta ad una risata a causa della figura di merda che avevo fatto, e presi a spiegare.

«Non so se sai cos'è il parkour...»

Vedendo che annuì, ripresi a raccontare.

«Allora... ti ho visto uscire dal castello, e in principio non ti ho neanche riconosciuto, ma appena ho visto i tuoi capelli e i tuoi occci... beh, grazie a... qualcuno... sono riuscita a riconoscerti. Fatto sta che non volevo che mi notassi, ma per superarti dovevo per forza passarti da parte, così ho cominciato a fare parkour sulle case, pur di arrivare in piazza prima di te...» stavo cominciando a parlare a raffica, e me ne rendevo conto, ma non riuscivo a fermarmi. Perché diavolo ero nervosa?!

«...e alla fine, prima di te, ci sono arrivata. Ti volevo venire incontro e “per sbaglio”» dissi, mimando le virgolette con le dita «picchiarti dentro. In teoria tu mi avresti guardato, io ti avrei guardato e ti avrei chiesto scusa, per poi riconoscerti subito dopo... solo che ho fatto uno dei miei soliti fail e sono caduta rovinosamente, distruggendo e sgretolando il piano»

Mi morsi il labbro inferiore e guardai nella sua direzione. Mi aspettavo quasi una reazione divertita oppure... non lo so... tutte le reazione tranne quella! Mi guardava, semplicemente, ed aveva un timido sorriso sulle labbra, il tipico sorriso che mi... che faceva morire Jenny.

«Beh, penso che i piani siano andati meglio di quanto tu avessi sperato» disse con disinvoltura.

Lo fulminai con lo sguardo, guardandolo da cima a fondo e, un attimo dopo aver aperto la bocca, arrivò il taxi, che ci clacsonò.

 

[GD POV]

 

Cercai di aiutarla ad entrare sull'auto, ma mi liquidò con un semplice gesto della mano, mandandomi via. Sospirai e mi sedetti accanto a lei, si sedili posteriori, per poi poggiare un gomito sulla portiera e il mento sulla mano messa a pugno. Sentii Amina dare le indicazioni al conducente, ma non li stavo ascoltando. A parte per il fatto che non capissi un accidente di ciò che stavano dicendo, ma semplicemente perché non volevo più sentire nulla. L'ultimo sguardo che mi aveva lanciato la... Emo-Dark (il suo stile mi ricordava un po' entrambi) mi aveva fatto passare completamente la voglia di conoscerla. Insomma, che le avevo detto? Mi pareva che le cose fossero andate meglio del previsto, e penso di poter dire che per entrambi fosse stato così, ma lei l'aveva presa alquanto male. Sospirando, guardai fuori dal finestrino mezzo appannato e fu li che mi accorsi davvero della particolarità di quel posto. Era completamente diverso da Seoul. Molto più piccola, molto più fredda ma molto più particolare. E la cosa buffa che in questo posto, un paesino così veniva definito città... mah!

I tre castelli (almeno, tre erano quelli visibili, poi se ce n'erano altri io non li vedevo) troneggiavano su tutto il paese, e sembravano quasi circondarlo, malgrado fossero uno posto a pochi metri di dislivello sopra l'altro. Passai tutto il corto viaggio a rimirare le case, i palazzi e i punti per fare rifornimento, piazzati in giro per quel posto.

Quando il conducente si voltò verso di noi, ci squadrò da cima a fondo quasi stesse per giudicarci. Chiese qualcosa ad Amina, che naturalmente non capii, che spostò lo sguardo su di me, con aria alquanto imbarazzata. Inarcai un sopracciglio e inclinai appena il capo.

«Perché fai quella faccia?»

Sempre più pallida in volto, mi rispose «Lui ci ha domandato da quanto tempo è che stiamo assieme e...» deglutì, quasi non riuscisse a proseguire, così la incitai «E?»

«Dice che si vede che siamo fatti l'uno per l'altra» finì con un filo di voce.

A quelle prole sbiancai pure io, e mi voltai verso l'autista. Ma come poteva dedurre e dire una cosa così? Non ci eravamo parlati per tutto il tempo. Ne un sorriso, una carezza, una parola o, semplicemente, uno sguardo. Come poteva arrivare alla conclusione che eravamo assieme?!

Vidi Amina tornare la tosta di prima e sbraitare qualcosa contro il conducente, che alzò le mani in segno d'arresa e rimise in moto. Sorrisi a quella grinta e mi rimisi comodo, sebbene il viaggio durò poco meno di venticinque secondi.

Ci fermammo davanti ad un palazzo di quattro piani a mattonelle. Pagai il taxista e aiutai l'altra svampita a scendere, che sta volta si fece aiutare senza fare una piega.

Attraversammo un corto vialetto ed arrivammo d'avanti ad una porta a vetri. La vidi cercare il campanello e suonare. Aspettammo una manciata di secondi prima che una voce diffidente e titubante rispose con una parola simile a «Chi è?»

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti! Scusate il ritardo... Come state? Speriamo tanto che questa storia possa piacervi!! Recensite in tanti, la vostra opinione vale oro!! 

Un bacio a tutti :*

Dragon 

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Capitolo 4
*** A noi due, Drago asiatico ***


A noi due Drago asiatico

[GD POV]

 

A farci entrare fu una piccola bambina di circa otto anni. Quando mi vide spalanco` gli occhi e la bocca e corse a nascondersi dietro Amina, la quale la rimprvero` dicendole qualcosa che non compresi.

“E` carina la tua sorellina, come si chiama?” le chiesi gentilmente, ma lei mi fulmino` con lo sguardo.

“Lei non e` carina. E` una peste e se non sparisce la prendo a calci.” ribatte` minacciando la sorellina con una stampella. A quel punto la bambina si sposto` e corse a nascondersi dietro di me.

“Adesso basta, Amina. Smettila.” urlai cercando di placare la guerra che stava per scoppiare tra le due sorelle. La bambina usci` dal suo nascondiglio ed esclamo` qualcosa sorridendo radiosa e indicandomi.

“Cosa dice la piccola?” domandai alla traduttrice che ci osservava con sguardo truce.

“Dice che le stai simpatico e dovresti venire qui piu` spesso perche` sei carino e gentile.” rispose gelida. Io scoppiai a ridere. Possibile che stessi simpatico a chiunque ma non a lei? Poco dopo arrivo` anche sua madre che inizio` a farle il terzo grado. Non capii nulla ovviamente, ma sembrava piuttosto arrabbiata per avere uno sconosciuto in casa.

“Fila in camera mia altrimenti qui scoppia il finimondo.” mi avverti` Amina facendomi strada fino alla sua stanza. Mi lascio` li` e torno` di la` ad affrontare sua madre. Rimasto solo mi guardai attorno per capire meglio con che tipo di ragazza avessi a che fare. Ma era davvero difficile capire quale fosse il suo carattere: appesi al muro c'erano parecchi poster di rock band e sull'armadio vi erano alcuni simboli poco raccomandabili tra sui stelle capovolte e croci al contrario. Questo poteva dimostrare che fosse una tipa dark e molto tosta e ribelle, poi pero` il suo letto era pieno di pelouches uno piu` dolce dell'altro e trovai anche dei disegni di Pikachu e Stich. Davvero particolare questa ragazza avevo sempre piu` voglia di conoscerla. Sentii sbattere contro la porta e qualcuno che imprecava dall'altro lato di essa. Corsi ad aprire ed entro` Amina zoppicando con le stampelle.

“Non posso mica aprire la porta se devo camminare con questi dannati affari.” si lamento`.

“Mi dispiace tanto.” dissi anche se non sapevo bene per quale motivo dovessi dispiacermi. Non era certo colpa mia. La ragazza mi guardo` per qualche istante, come se volesse capire cosa intendessi, ma poi si limito` a scuotere la testa.

“Te ne devi andare. Mia madre da di matto se resti ancora.” mi disse e il suo tono di voce era... Dispiaciuto? Forse, ma non ne ero certo.

“Io non me ne vado finche` non avro` mantenuto la mia parola.” ribattei serio.

“Che???” domando` Amina con la voce leggermente piu` acuta del solito.

“Ti ho promesso che ti avrei aiutata ad incontrare la tua best non ti ricordi?” le feci notare sollevando un sopracciglio.

“Aaah.” la ragazza annui`: “Sei molto gentile, ma se non te ne vai finiro` nei casini quindi ora esci.” la vidi zoppicare fino alla scrivania e scarabocciare qualcosa su un pezzo di carta che poi mi porse.

“E` il mio numero. Chiamami quando ti sara` venuto in mente come aiutarmi.” esclamo` gelida per poi cacciarmi da casa sua. Mi ritrovai di nuovo per le strade di quella cittadina sperduta particolarmente confuso. Che cosa era successo di preciso? Non lo saprei dire... Feci scorrere tra le dita quel piccolo pezzo di carta, perche` avevo accettato di aiutarla? Non la conoscevo nemmeno. Ero venuto fin qui solo per stare in pace e tranquillo. Lontano da tutto e da tutti e invece mi ritrovavo a fare il buon samaritano. Le buone abitudini sono dure a morire quasi quanto quelle cattive. Amina era una tipa interessante e aiutarla non sarebbe stata una cattiva idea.

 

[Amina POV]

 

Il dolore al piede mi stava distruggendo. Ero seduta sulla sedia col piede infortunato sulla scrivania. Perche` diavolo era successo tutto questo casino? Solo perche` mi ero messa in testa di inseguire un coreano fashionista-ballerino-cantante? Dovevo proprio aver perso la testa. Gli avevo addirittura dato il mio numero, ma perche`? Era davvero solo per la mia best? Mi passai la mano sulle labbra, se mi concentravo riuscivo ancora a sentire il calore delle labbra dell'asiatico sulle mie. No, decisamente non era solo per la mia best. Mi tirai una pacca sulla fronte.

“Amina, cazzo, svegliati!” imprecai a voce alta: “Neuroni attivatevi subito! Devo ragionare!” continuai a colpirmi le tempie nel tentativo di riuscire di nuovo a ragionare lucidamente. Sentii il mio cellulare vibrare nella tasca dei miei pantaloni. Lo tirai fuori e vidi che era un messaggio, mittente: un numero assurdo. Aprii il messaggio ben sapendo che era del asian boy.

“Potevi essere piu` gentile, ma non importa. Ho deciso di aiutarti lo stesso, ma ho pochissime informazioni per farlo. Appena puoi esci. Ti aspetto nello stesso bar di prima.” diceva l'sms. Decisi di non rispondere. Mi alzai a fatica e mi diressi in cucina per chiedere a mia madre il permesso per uscire di nuovo.

“Ma sei pazza? Ti sei gia` rotta una gamba, vuoi romperti anche l'altra?” mi urlo` contro lei infuriata.

“Secondo te l'ho fatto apposta?” ribattei infastidita.

“Voglio solo andare al bar mica a scalare le montagne.” aggiunsi sbuffando. Mia madre mi scruto` attentamente per qualche istante, come se volesse sgamare anche la minima traccia di un'eventuale menzogna.

“Vai, ma torna prima che faccia buio.” mi luquido` con un gesto sbrigativo della mano. Io uscii di casa senza farmelo ripetere due volte.

“A noi due, Drago asiatico.”

pensai.



Ciao a tutti belli e brutti! LOL okay, sto dando fuori di matto hahaha cooomunque... il capitolo precedente era scritto da me, mentre questo è scritto dalla mia cara gemellina Dragon. 
P.S. Scrive da dio, vero? 
Ah, un'altra cosa... siccome io e Amina abbiamo un carattere moooolto simile, ora tocca a me fare la tosta... 
SICCOME VEDO CHE LEGGETE LA FF DITEMI, VI COSTA TANTO RECENSIRE??? 

Grazie per la vostra considerazione *fa un piccolo inchino* 

Beeeeene, ho finito. Un saluto da....


Sixx

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Capitolo 5
*** Pensi ancora che possa farti del male? ***


Cap. 5

 

Pensi ancora che possa farti del male?

 

[Amina POV]

Arrivata al bar, andai a sedermi al primo posto libero e mi guardai in giro. Il coreano non era ancora arrivato o, almeno, io non lo avevo ancora visto. Sbuffai e mi appoggiai allo schienale della sedia. Avevo la schiena a pezzi, e le braccia mi facevano un male cane, senza calcolare il dolore al piede. Ero un vero e proprio rottame. Sorrisi a quel pensiero e, dopo aver alzato lo sguardo, notai che di fronte a me c'era una cameriera alquanto innervosita. Aveva le braccia conserte sul petto e stava battendo insistentemente un piede. Mi squadrò da cima a fondo, prima di dirmi.

«Pensi di comandare o vuoi altri dieci minuti per riflettere su cosa prendere?»

Sbuffai e la guardai da cima a fondo, per poi dirle «Ricorda che qui il cliente ha sempre ragione e, volendo, potrei crearti problemi, stronza, perciò ora vai via! Sto aspettando un ami... uno» terminai con una nota di incertezza. Acc... l'incertezza è un potenziale punto debole a vantaggio del nemico! Ma la cameriera non parve accorgersene, anzi, grugnì e morse il block notes, per poi correre in cucina. Se si stava lamentando con il capo e stava cercando un modo per farmi cacciare da quel posto, dimenticava una cosa fondamentale... io non perdo mai!

Sentii il campanello della porta tintinnare e mi voltai, sperando di vedere finalmente il leader. Scivolai un po' lungo la sedia e guardai nuovamente di fronte a me, prima che il coreano si sedesse sul posto di fronte.

Appena mi guardò dritto negli occhi, spostai lo sguardo sulla strada umida e deserta, coperta di neve.

«Si può sapere che cosa ti ho fatto?» mi chiese di punto in bianco JiYong.

Mi strinsi nelle spalle e nascosi il viso nella sciarpa, sospirando.

«Tu? Niente... sono incazzata con me stessa per...» ma non riuscii a terminare la frase.

«Per? Coraggio, non ti mangio mica, anzi, pensi che dopo averti aiutata ti possa ancora fare del male?» mi chiese lui.

Scossi appena il capo, sbirciando fuori dalla sciarpa, e lo guardai, cercando un non-so-cosa nei suoi occhi che dicesse il contrario di ciò che le sue labbra avevano appena detto, ma nulla. Era sincero. Non capivo nemmeno il perché avessi paura che mi facesse del male... forse non riuscivo a fidarmi di lui malgrado Jenny mi avesse ripetuto più volte che GD è un ragazzo d'oro, che non farebbe mai male a nessuno, che è un angelo. Ma una cosa è la passione che si ha per una persona perché la si ammira e la si ama alla follia, come la mia migliore amica per GD, e un'altra cosa è quello che io provo per lui. Insomma, sarà anche stra figo, simpatico, gentile, altruista, e chi più ne ha più ne metta, ma per me, che lo conoscevo poco, poteva essere benissimo un ragazzo come un altro, semplicemente non ci vedevo nulla di speciale in lui, assolutamente nulla, o forse... no! Non c'era nulla!

«Lascia perdere» sospirai, guardando l'interessantissimo asfalto bagnato.

«Non se per tutto il tempo rimani di questo umore»

«Tanto a te che importa?» domandai secca.

«Vedi? Stessa storia di prima. Un momento prima sembri ferita, bisognosa d'aiuto, e un momento dopo sei fredda e glaciale, si può sapere cosa diavolo hai contro di me?!» chiese allora lui, esasperato.

Poggiai la fronte sul tavolo e mi morsi il labbro, per non piangere. Contro di lui... bah! Contro di lui non avevo nulla! Avevo tutto contro di me! Perché l'avevo.. l'avevo...

«Sono arrabbiata con me perché ti ho baciato!» esclamai disperata, ormai sull'orlo delle lacrime.

A quella mia reazione mezzo bar si voltò a guardarmi, ma l'unica reazione a cui volevo dar peso era a quella di GD. Quando i miei occhi incrociarono i suoi, le lacrime uscirono senza freno e senza comando, facendomi crollare completamente, proprio di fronte a lui!

Gentilmente, GD mi prese per mano e mi condusse fuori dal piccolo bar riscaldato. Ci sedemmo su un muretto, uno in faccia all'altra, in silenzio. Tirai su con il naso un paio di volte, prima che JiYong mi prendesse fra le sue braccia e mi stringesse a se. Mi coccolò per una ventina di minuti, per poi prendermi il viso fra le mani e asciugarmi le ultime lacrime con i pollici.

«Ora, visto che ti sei calmata, dimmi... perché sei arrabbiata per un bacio? Insomma, è successo senza preavviso, e ho capito che non avevi nessuna intenzioni di farlo, prima che succedesse» adoperò il nome “bacio” una volta sola, e ipotizzai che fosse per non farmi piangere nuovamente.

Annuii e abbassai lo sguardo sulle mie mani, poggiate sul muretto fradicio.

«L-La cosa che mi fa incazzare di più è che... insomma... non mi sono tolta subito, appena ho avvertito il contatto, ma... Oh Mon Dieu!» sclerai.

«Ma l'hai continuato e rafforzato, sbaglio?» mi chiese dolcemente lui. Scossi il capo e nascosi il viso tra le mani gelide.

«Non sbagli affatto. Ed è questo quello che mi fa incazzare... mi è piaciuto» ammisi senza troppi problemi apparenti.

JiYong mi tolse le mani dal viso e mi alzo il capo prendendomi delicatamente per il mento.

«Ti confesso una cosa. Anche a me è piaciuto, ma non per questo ti tratto male o mi pento» cercò di confortarmi lui, ma inutilmente.

«No! Così è peggio! Tu... Tu sei di Jenny, non mio. Non ho nessun diritto di... “averti”» mimai le virgolette con le dita, cercando in qualche modo di enfatizzarle.

A quelle parole, GD inarcò un sopracciglio e mi prese entrambe le mani, cercando in ogni modo di capire cosa diavolo stessi dicendo, ma non riusciva a trovare un filo logico nel mio discorso, così fui costretta a spiegarglielo.

«Vedi, io ti conosco solo grazie a lei, Jenny, la mia migliore amica. È lei quella follemente innamorata di te e se ora perdo la testa anche io... non va bene! Tu sei suo. Lo so... è un discorso tanto materialista, ma...»

Alzai lo sguardo verso l'orologio posto a pochi metri da noi e sobbalzai.

«Merde! Je dois être a la maison jus-qu' à dis minutes! Je ne arriverai jamais!» cominciai a parlare a manetta, senza badare ne al modo, ne alla lingua, ne a chi stessi parlando... semplicemente perché stavo parlando con me. Cominciai ad agitarmi e a guardarmi in giro, alla ricerca di qualche fermata del bus, ma niente.

JiYong mi poggiò una mano sulla spalla, scrollandomi appena e richiamando la mia attenzione.

«Da quando parli francese?» mi chiese curioso, ma anche leggermente preoccupato.

Sorrisi appena e guardai i miei numerosi braccialetti, tra cui uno francese, uno germanico, e uno svizzero.

«Sono francese, io»

A quelle parole, il suo sguardo si illuminò e cominciò a farmi domande no-stop.

«E di dove?»

«Parigi»

«Sei una fan della moda, allora!»

«No, direi di no»

«Ma devi conoscere i maggiori eventi mondani di Parigi!»

A quell'ultima affermazione scoppiai a ridere «Oh Mon Dieu! Non sopporto la moda, la trovo una cazzata, letteralmente!»

Parve un po' deluso dalla risposta, ma non era abbattuto, anzi, cominciò con una nuova domanda.

«Che diavolo hai detto prima?»

«Oh» mi strinsi nelle spalle «Nulla, solamente... Merda! Devo essere a casa fra dieci minuti! Non ci arriverò mai!»

«Ah! Sembrava che avessi detto qualcosa di più dolce» e scoppiò a ridere. Inevitabilmente lo imitai, e passammo i cinque minuti seguenti così.

 

 

 

 

 

Saaaaaaaaaaaaalve sono Dragon.... Che vi prende? Questa storia fa cosi` schifo da non meritare nemmeno una misera recensione?? Io non credo... Vado molto fiera di questa storia sopratutto perche` l'ho scritta insieme alla mia Jemellina!! La ragazza a cui voglio un mondo di bene e che adoro!! <3 Quindi su, forza! Voglio sentire i vostri pareri :D

Grazie a tutti :*

Dragon

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Capitolo 6
*** Tu sei di Jenny! ***


Cap. 6

 

[GD POV]

Vederla ridere era davvero fantastico, peccato che duro` poco. Torno` subito seria e preoccupata di cosa le avrebbe fatto sua madre se non fosse arrivata a casa in tempo.

“Chiama di nuovo il taxi.” proposi con un largo sorriso.

“Tutti questi taxi stanno costando un patrimonio.” borbotto` estraendo dalla tasca il cellulare.

“Tranquilla, posso permettermelo.” ribattei ridendo di nuovo. La ragazza non fece nemmeno in tempo ad avviare la chiamata che il cellulare prese a squillare nel suo palmo. Lei lo guardo` con orrore per circa un minuto prima di decidersi a rispondere. La telefonata duro` poco, lei non aveva quasi parlato limitandosi ad ascoltare con l'orrore dipinto nei suoi occhi.

“Che cosa succede?” chiesi allarmato non appena abbasso` il telefono dall'orecchio. Amina rimase in silenzio per un paio di secondi poi sbotto`:”E` tutta colpa tua, razza di idiota! Mia madre non voleva che uscissi, ma tu hai rotto e cosi` sono uscita lo stesso e ora non posso tornare a casa!”. Urlava in preda ad un attacco d'ira alzandosi di scatto in piedi e agitando le braccia. Inevitabilmente perse l'equilibrio, ma io la afferrai prontamente prima che si schiantasse al suolo rompendosi anche l'altra gamba.

“Che vuol dire che non puoi tornare a casa?” le chiesi tenendola stretta tra le mie braccia. Lei tento` di opporsi, ma non avevo nessuna intenzione di lasciarla andare.

“Mia madre ha detto che siccome so solo disubbidire posso anche fare a meno di tornare a casa, che non mi aprirebbe la porta se lo facessi.” rispose dopo un po' arrendendosi e abbandonandosi tra le mie braccia.

“Non ti preoccupare, non rimarrai in mezzo alla strada. Puoi sempre venire in hotel con me.” le dissi per rassicurarla, ma ottenni il risultato contrario. Si stacco` subito da me e mi fulmino` con lo sguardo:”Io a letto con te non ci vengo razza di pervertito!” urlo` inferocita interrompendo l'abbraccio.

“Ho detto che puoi venire in hotel con me, non nella mia camera. Ti paghero` una camera tutta tua visto che e` colpa mia se sei stata cacciata di casa.” ribattei. Non sono di certo un pervertito, come poteva pensare una cosa simile di me? Lei sembrava riluttante all'idea di venire in hotel con me, ma sapevo che doveva ammettere con se stessa di non avere altre alternative. Alla fine acconsenti` e il taxi lo chiamo` lo stesso, questa volta per arrivare nell'hotel in cui alloggiavo.

Arrivati alla reception chiesi al tipo dietro il bancone se potessi avere un'altra camera per ospitare la ragazza. L'uomo pareva nervoso e non smetteva di controllare e ricontrollare il computer:”M-mi dispiace s-signore, ma al momento n-non abbiamo altre stanze disponibili.”balbetto` impaurito. Sbuffai spazientito e ora chi glielo dice a quella? Mi voltai verso Amina che mi stava guardando con aria interrogativa.

“Vieni, andiamo!” le dissi prendendo le chiavi della mia stanza. Salimmo sull'ascensore e raggiungemmo il terzo piano fino alla stanza 319, la aprii e feci accomodare la ragazza.

“Ma questa stanza e` la tua!” sbotto` lei dando una rapida occhiata alle mie valigie sparse sul pavimento.

“Ehm si, ma non ce n'era un altra.” risposi: “Ma non ti preoccupare: questa e` una delle stanze piu` grandi di tutto l'hotel Tu puoi tranquillamente dormire sul letto io restero` sul divano.” aggiunsi in fretta prima che iniziasse a dare di matto. Amina mi fulmino` con lo sguardo.

“Puoi sempre tornare giu` a chiedere, se non ti fidi di me.” ribattei leggermente stizzito e infastidito dal suo comportamento: “Non voglio farti del male. Credevo che questo fosse chiaro ormai.” sbuffai.

“Hai ragione, scusami.” ribatte` lei dopo un po'. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai di nuovo:”Non so come aiutarti. Non e` colpa mia.” dissi seriamente dispiaciuto.

“Non fa nulla. E` solo che non voglio essere un peso. Sono stata un peso per tutta la mia vita e non voglio esserlo piu` soprattutto con te.” esclamo` tristemente. La aiutai a sedersi sul letto, per non sforzare troppo le sue gambe e la abbracciai di nuovo:”Tu non sei affatto un peso.” dissi cercando di tranquillizzarla accarezzandole dolcemente i capelli. La sentii sospirare pesantemente sul mio petto, misi una mano sulla sua guancia e le sollevai il viso per poterla guardare negli occhi: era profondamente triste. Come potevo aiutarla? Volevo davvero farlo, ma sapevo davvero poco di lei. Il mio corpo agi` d'istinto: mi sporsi in avanti e poggiai le mie labbra alle sue. Lei subito parve sorpresa, quasi spaventata, e tratteneva il respiro, poi pero` si lascio` andare e ricambio` il bacio. Entrambi avevamo gli occhi chiusi e ci stavamo lasciando andare in quel bacio. Era un bacio tenero, ma allo stesso tempo lungo e profondo. Le mie labbra si schiusero sulle sue e lei fece altrettanto intensificando il bacio. Sollevai una mano e la feci scorrere sulla sua nuca, tra i suoi morbidi capelli mentre con l'altra non smettevo di accarezzare la sua guancia. Lei era abbracciata a me e le sue mani stringevano la stoffa della mia maglia. Il bacio duro` a lungo, nessuno dei due parve voler interrompere quella splendida sensazione che ci stava avvolgendo.

Ad un tratto Amina spalanco` gli occhi e mi spinse via con forza.

“Che cosa credi di fare?” urlo` con le lacrime agli occhi.

“Di che stai parlando?” ribattei cercando di ritrovare la stabilita`: mi aveva quasi buttato giu` dal letto.

“Tu non mi devi baciare. Non devi farlo mai!” grido` sempre piu` arrabbiata.

“Credevo che il bacio lo volessimo entrambi, non sembravi dispiaciuta solo pochi secondi fa. Perche` fai cosi`?” chiesi offeso. Non sopportavo il suo modo di fare, sembrava che dentro di lei ci fossero due persone: una ragazza dolce e bisognosa di cure e una ragazza dura forse e insensibile. Mi faceva impazzire.

“Io non posso baciarti! Tu sei di Jenny e io davvero non...” comincio`, ma la bloccai mettendole una mano sulla bocca.

“Ancora con questa storia? Ascoltami bene: io non so chi sia questa Jenny ma ti assicuro che non sono mai stato e mai saro` suo. Io non appartengo a nessuno chiaro?” sbottai infuriato.

“Non pensi che spetti a me decidere con chi voglio stare? Non pensi che abbia tutto il diritto di scegliere chi baciare?” le chiesi fissandola dritto negli occhi.

“Ehm... Si...” rispose abbassando lo sguardo. Mi avvicinai di nuovo a lei e la abbracciai accarezzandole la schiena e i capelli. Lei sembrava riluttante, ma alla fine si rilasso` tra le mie braccia. Non smisi di accarezzarla finche` non sentii che si era addormentata nel mio abbraccio. Poi delicatamente mi staccai da lei e la stesi sul letto, le tolsi le scarpe e la coprii con le coperte calde del letto. La osservai per qualche istante: era davvero bella. Mi chinai su di lei e le posai un altro piccolo bacio a fior di labbra per poi allontanarmi e lasciarla dormire in pace.






Bene gente, sono Sixx... ora, se vi va di leggere il seguito, recensite! Una sola fottutissima recensione e poi pubblico il prossimo capitolo. Ditemi se vi piace o meno, ditemi cosa ne pensate, ditemi qualcosaaaaaaaaaaaaa...




Boh, vi saluto... bye

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Capitolo 7
*** Ti aiutero` io ***


Cap. 7

 

Ti aiutero` io

 

[Amina POV]

 

Mi svegliai di botto e mi misi seduta sul letto, strofinandomi gli occhi. Mi guardai attorno, cercando di mettere a fuoco l'intera stanza, una stanza a me completamente sconosciuta, per di più! Feci correre lo sguardo dappertutto, cercando di ricordare dove diavolo fossi.

La stanza era bella, assomigliava vagamente all'attico del mio migliore amico. Le pareti erano tinte di un blu chiaro, e ogni mobile in quel posto era della stessa tonalità, o leggermente più scuro. Gli armadi erano incastrati nel muro adiacente al letto, ed erano di un blu talmente chiaro, che appariva quasi bianco. Alla destra di esso, c'era un enorme porta finestra, e dietro di essa faceva capolino un enorme balcone in piastrelle ruvide e bianche. Tornai a guardare la stanza, alla ricerca di qualche altro essere vivente al di fuori di me e, quando i miei occhi si posarono sul divano (anch'esso blu, tanto per cambiare) notai un leggero movimento delle coperte. Si alzavano e si abbassavano a ritmo regolare, come se respirassero. Mi alzai dal letto e, dopo essermi trascinata fino al divano, scostai leggermente le coperte. Appena vidi il viso del ragazzo, tutto mi tornò in mente. Mi sedetti sconsolata ai piedi del letto improvvisato di GD, e guardai nel vuoto. E io che credevo che tutto ciò era stato solo un sogno... Lanciai nuovamente una veloce occhiata al leader, e notai che si era addormentato in una posizione scomoda, su un letto scomodo ed era rimasto così per tutta la notte. Mi sentii terribilmente in colpa per non avergli permesso di dormire con me, ma... il giorno prima ero talmente incazzata con il mondo intero, che ogni cosa, fatta da qualsiasi persona, mi mandava in bestia. E adesso mi ritrovavo a fissare il bellissimo volto di GD, i suoi bellissimi occhi castani a mandorla che mi fissavano a loro volta, e... aspetta... mi stavano fissando?!

Lanciai un urlo e mi allontanai strisciando dal divano.

«Che bel risveglio» disse lui. Lo guardai storto e scossi il capo, per poi abbassare lo sguardo.

«Scusa, non volevo svegliarti...» dissi in un sussurro. Lui sorrise e si alzò dal divano, inarcando appena la schiena. Aveva dormito in una pessima posizione e sicuramente ora aveva la schiena a pezzi. Tutta colpa tua, idiota! Mi disse una simpatica vocina nella testa... coscienza, taci! Ma in fondo aveva ragione, era colpa mia.

«Sinceramente ero sveglio da circa una decina di minuti, perciò tranquilla» mi rispose sorridendomi amichevolmente. Arrossii e, dopo aver preso un cuscino, ci affondai il viso. Lo sentii ridere e, dopo essersi avvicinato a me, mi tolse il cuscino dalle mani e mi aiutò a mettermi in piedi. Accettai di buon grado e, onde evitare di cadere nuovamente, mi aggrappai a lui, che mi cinse la vita con le braccia e mi sostenne. Automaticamente le mie braccia andarono a circondargli il collo, e lo strinsi a me. Lo sentii fare lo stesso e accarezzarmi dolcemente la schiena. Sorrisi a quel gesto e poggiai il capo sulla sua spalla.

«Io... ehm» cominciai «Mi dispiace per ieri. Non avrei dovuto reagire in quel modo, ma...»

«Ssssh. Non preoccuparti, ieri non era giornata, con tutto quello che ti è successo penso che un comportamento come il tuo possa essere in parte giustificato» mi interruppe lui.

«Okay ma... non è comunque giusto come ti ho trattato. Mi volevi aiutare, e non è colpa tua se sono andata via di casa. Con mia madre le cose non andavano bene già da un po', e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso... il problema adesso è trovare un posto dove stare» sospirai, senza mai sciogliere l'abbraccio.

«E tuo padre?» chiese lui.

Feci una risatina nervosa e scossi appena il capo, rivolgendo i pensieri a quello che si definiva “padre”.

«Pessima idea. No, devo vedere se i miei nonni, oppure un qualche zio»

«E se...» mi mise le mani sulle spalle e mi allontanò appena da se «Casa mia è aperta per te. Se vuoi puoi venire da me a vivere»

A quelle parole rimasi di sasso. Non sapevo che rispondere. Una parte di me faceva i salti di gioia, al solo pensiero di andare a vivere con lui, ma un'altra si sentiva confusa e in colpa. Anche se non avevo ancora accettato, mi sentivo in colpa. Me lo aveva messo in chiaro la sera prima, lui non appartiene a nessuno, e ha ragione! Ma lui... e Jenny. Non l'avrei mai riconosciuto se non fosse stato per lei, non avrei mai saputo della sua esistenza se non fosse stato per Jenny. E poi c'era la questione della lingua... coreano. Chi diavolo sarebbe mai riuscito a parlare e a scrivere in coreano perfettamente?! Ma in fin dei conti non avevo molti altri posti in cui andare... a parte mio “padre”, tutti gli altri mi avrebbero rispedita a casa a calci in culo.

Lo guardai negli occhi, e vidi che capii perfettamente cosa mi stava passando per la testa.

«Senti, se vuoi, dopo averla conosciuta, posso far venire anche questa famosa Jenny a cui tu tieni tanto, ok? Ma adesso la priorità sei tu, perciò accetta»

Annuii appena e lo strinsi forte a me. Era un ragazzo d'oro, non c'erano dubbi. La mia Jemellina aveva ragione, come sempre.

«Grazie mille per tutto JiYo... G-Dragon» mi morsi la lingua. Non mi aveva mai dato il permesso di chiamarlo per nome, e di certo non potevo prendermi la libertà di farlo adesso. Ma lui non la pensava così, perché mi alzò il viso e avvicinò il suo. Il mio cuore prese a battere a 200 battiti al minuto al solo ricordo del... dei baci precedenti. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare. Non appena le nostre labbra vennero in contatto, tutti i miei problemi, i miei dolori e i miei dubbi svanirono come neve al sole. Schiuse piano le labbra, intensificando il contatto e rimanemmo così per almeno cinque minuti. Lentamente, si allontanò e poggiò la sua fronte contro la mia.

«Dopo tre baci hai ancora paura di chiamarmi per nome?» sorrise.

Mi strinsi nelle spalle, per poi annuire appena «Beh... sì» bofonchiai.

«Sei davvero strana, sai?»

Risi e scossi piano il capo «Non sei il primo che me lo dice»

«Beh, allora molte persone vedono ciò che io vedo in te, una persona fantastica»

Avvampai violentemente e lo guardai negli occhi «Tutto ciò che ho io di fantastico è la capacità di combinare guai»

Rise e scosse il capo, ricambiando lo sguardo «Sarà anche un tuo talento, ma io vedo una ragazza in lutto con se stessa, che vuole fare tanto la dura, ma dentro sei come SeungRi»

Inarcai un sopracciglio, senza capire.

«Nel senso che sei un panda. Dolce e affettuosa» rise nuovamente.

Per tutta risposta scoppiai a ridere e mi sedetti sul divano, distendendo la gamba «Sembra davvero che mi conosci da una vita. Axel, il mio migliore amico, mi ha ufficialmente soprannominata panda, e mi conosce da ormai... 14 anni»

Sorrise e spostò lo sguardo sul suo cellulare, che aveva preso a vibrare all'impazzata. Lo prese e rispose, per poi cominciare a parlare in coreano.

Approfittai di quel momento per sgattaiolare in bagno e prepararmi. Sarei dovuta andare a casa a prendere tutto e la mia apparizione non sarebbe di certo una bella sorpresa per mia madre.

 

 

 

 

 

Salve a tutti sono Dragon, vorrei scusarmi con voi per gli attacchi d'ira della mia Jemellina Sixx... Ma visto che ci hanno portato due messaggi forse ne valeva la pena... :) Forza gente non fatevi pregare.... Non mi starete dicendo che sapete solo leggere e non scrivere -.-''

Comunque sia volevo dedicare questo capitolo a steffy007 che ci ha regalato la nostra prima recensione!! <3

E un grazie anche a dede94 che ci ha mandato un messaggio chiedendoci di continuare [ti abbiamo accontentata cara :D ]

A presto :* e mi raccomando recensite 

Dragon

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Capitolo 8
*** Ti spieghi da sola o devo cercare i sottotitoli? ***


Cap. 8


Ti spieghi da sola o devo cercare i sottotitoli?

[GD POV]

Dovetti ammettere che, modestia a parte, quella fu un'idea geniale. Amina non aveva molta voglia di incontrare sua madre, ma aveva bisogno di preparare le valigie cosi` mi offrii di aiutarla. Alcuni dei miei collaboratori raggiunsero la strada in cui viveva la madre di Amina e si misero a fare parecchia confusione finche` tutti nella palazzina uscirono fuori incuriositi e infastiditi. Io, intanto mi infilai in casa di Amina e, sotto le sue indicazioni, preparai le sue valigie mentre lei se ne restava al sicuro nella mia stanza d'hotel a darmi istruzioni al telefono.

Circa tre ore dopo eravamo in aeroporto pronti per salire sull'aereo, direzione Londra: andavamo a trovare la famosa Jenny di cui Amina non faceva altro che parlare. La ragazza era talmente allegra che, se solo avesse potuto, avrebbe saltellato allegramente per tutto il tempo, ma il suo piede rotto la vincolava parecchio. Tuttavia niente e nessuno poteva spegnere il sorriso a trentadue denti stampato sul suo volto: un sorriso bellissimo, allegro e contagioso. Non potei fare a meno di sorridere con lei, mentre la aiutavo a salire sull'aereo. Prendemmo posto in prima classe e ci accomodammo sui morbidi sedili vicino al finestrino.

Non vedo l'ora di arrivare!” esclamo` Amina allegramente senza smettere di sorridere.

Mi fa davvero piacere vederti cosi` felice, sai?” ribattei guardandola attentamente. Lei arrossi` sotto il mio sguardo insistente:”G-grazie.” balbetto` improvvisamente in imbarazzo.

Grazie? E di cosa?” ribattei sollevando leggermente un sopracciglio.

Grazie del fatto che stai trasformando i miei sogni in realta`.” rispose lei abbassando lo sguardo imbarazzata. Allungai una mano e la appoggiai sul suo mento sollevandole il viso:”Figurati, e` un piacere aiutarti.” risposi sorridendo. Anche lei abbozzo` un piccolo sorriso, ma duro` poco perche` subito le nostre labbra si incontrarono di nuovo, in un altro appassionante bacio che duro` per tutto il tempo del decollo. Mi staccai da lei, ma continuai ad accarezzarle il viso:”Hai avvisato la tua amica?” chiesi. Lei annui`:”Si, ci aspetta in aeroporto.” rispose.

Perfetto.” commentai. Arrivo` la hostess ad offrirci qualcosa da bere e da mangiare e entrambi prendemmo un cappuccino.

Le hai detto che ci saro` anche io?” le chiesi sorseggiando la mia bevanda.

No, voglio farle una sorpresa.” rispose lei dopo aver abbassato la tazza dalle sue labbra. Scoppiai a ridere.

Perche` diavolo stai ridendo?” sbotto` infastidita.:”Voglio farle una sorpresa, che male c'e`?” aggiunse con un tono di voce leggermente offeso.

No, non e` per questo.” ribattei senza riuscire a smettere di ridere.

Piantala subito altrimenti ti prendo a calci.” mi minaccio` incurvando le labbra in una smorfia offesa.

No, ok. Adesso ti spiego.” dissi cercando di tornare serio:”Ti sei sporcata le labbra con il cappuccino.” dissi indicando la sua bocca leggermente macchiata di bianco. Lei scatto` subito e cercò di prendere un fazzoletto per pulirsi, ma non le diedi il tempo di farlo: allungai una mano e le afferrai un polso tirandola verso di me. Le nostre labbra erano di nuovo incollate in una dimostrazione pratica di come si fa a pulirsi le labbra ad un appuntamento, anche se il nostro non era proprio un appuntamento: noi eravamo ben oltre, la avevo praticamente invitata a vivere a casa mia. Amina con un gesto inaspettato mi respinse con forza, che diavolo avevo fatto adesso? La guardai confuso.

Qualche problema?” le chiesi trattenendo a stento uno sbuffo. Non mi e` mai piaciuto essere interrotto sul piu` bello.

No, io... Cioe` non voglio che...” rispose abbassando lo sguardo e torturandosi i capelli.

Ti spieghi da sola o devo cercare i sottotitoli?” insistetti incrociando le braccia al petto.

Non voglio che mi baci quando c'e` Jenny, ok?” disse tutto d'un fiato.

Uff, ancora con questa storia?” sbottai esasperato.

No, cerca di capire ok? Lei e` la mia migliore amica ed e` innamorata di te. Non voglio farla soffrire.” mi spiego`.

Quindi non hai intenzione di dirle di noi?” ribattei. Lei inizio` a tormentarsi le mani:”Beh, ecco...” balbetto`.

Fammi capire: vorresti davvero mentire alla tua best?” domandai:”Oppure ti vergogni di noi due?” aggiunsi fissandola dritto negli occhi.

No, io glielo diro` ok? Ma devi darmi tempo, non e` una cosa facile.” rispose alzando finalmente lo sguardo, sembrava triste.

Qual'e` il problema?” le chiesi con voce gentile accarezzandole una guancia.

Jenny ti ama davvero tanto e non prendera` bene la notizia. Lo so bene che tu non sei suo, ma mi sento come se la stessi tradendo.” rispose con voce triste. Non sapevo cosa dire: non era una situazione facile dopotutto.

Non ti baciero` davanti a lei, ma tu mi devi promettere che le parlerai.” esclamai dopo qualche minuto di silenzio.

Lo faro`.” rispose lei annuendo. Ci concentrammo di nuovo sui nostri cappuccini bevendo con calma mentre aspettavamo l'arrivo a Londra.

Circa un'ora dopo, finalmente, l'aereo atterro` e potemmo scendere. La aiutai ad uscire dal mezzo ed entrare nella struttura dell'aeroporto mentre i miei collaboratori si occupavano delle valigie.

Eccola! E` lei!” urlo` Amina scoppiando a ridere. Mi voltai seguendo il suo stesso sguardo e...

 

 

 

 

 

Ma saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve!!! :D 

Questo capitolo l'ho scritto io... Per questo e` corto e fa schifo... Ma capitemi... Volevo che fosse la caaaara Sixx a occuparsi del resto... Volevo metterla in crisi obbligandola a scrivere di Jenny.... Ora vi spiego: Io, Dragon, sono Jenny... Mentre Sixx e` Amina.... E ci divertiamo come matte a scrivere questa FF.... Spero tanto che anche voi vi stiate divertendo tanto quanto noi.... 

A presto :* e mi raccomando recensite altrimenti la storia finisce qui :P [ora minaccio anche io LOL]

Dragon

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Capitolo 9
*** Chi è Axel? ***


Cap. 9

 

[Amina POV]

 

Alzai la gamba rotta da terra e saltellai fino a lei. Ero felicissima, e nemmeno uno stupidissimo gesso avrebbe potuto tenermi lontana dalla mia Jemellina ancora per molto. Vedendomi alquanto lenta ad avanzare, anche lei mi corse incontro e, dopo esserci guardate per almeno quindici buoni secondi, ci stringemmo in un abbraccio caloroso. Siccome abbiamo un buon 20 centimetri di differenza d'altezza, mi dovetti abbassare un poco per stringerla a me, e notai che lei si era leggermente alzata in punta di piedi. Ci guardammo sorridenti e, dopo almeno cinque minuti di imbarazzo da parte di entrambe, riuscimmo a dire, in contemporanea.

«Oh Dei come sono felice di vederti! Finalmente!»

Ridemmo e ci avviammo a GD, che se ne stava in piedi li, fermo e imbambolato a guardarci. Quando la mia migliore amica spostò lo sguardo su di lui, la vidi sorridergli e andargli incontro.

«Ciao Axel!» gli disse amichevolmente in italiano. Vidi GD inarcare un sopracciglio e prepararsi per rispondere, ma non gli diedi modo di farlo. Mi sbracciai, facendogli segno di tacere, e chiamai la mia migliore amica.

Siccome era un personaggio famoso, poco prima di scendere dall'aereo, si era imbacuccato da cima a fondo, per non farsi riconoscere. All'inizio avevo temuto che sarebbe morto di caldo, dentro tutti quegli strati di stoffa ma, appena eravamo atterrati a Londra, ci avevo ripensato subito, siccome dal finestrino avevo potuto vedere il clima freddo e rigido di quella città in inverno. In questo momento indossava un cappotto nero lungo fino alle ginocchia, un cappello che gli copriva completamente il capo, lasciando spazio solo al viso, ma anch'esso coperto dallo sciarpone e da un paio di enormi occhiali a specchio.

«Lui non è Axel! È solo il mio... ehm... “assistente”. Diciamo che non si fidavano a mandarmi qui da sola in queste condizioni, così mi hanno dato un aiutante» mentii.

Mi strinsi nelle spalle e guardai altrove, cercando di evitare il suo sguardo indagatore.

Jenny inarcò un sopracciglio e mi guardò da cima a fondo, annuendo appena.

«Okaaay... ma chi aveva paura a mandarti qui?»

«Un po' tutta la mia famiglia»

«Ah, ok» e mi sorrise, per poi aggiungere «Oh! Dormirai... dormirete a casa mia. Sono riuscita a far partire la mia famiglia per tutte le vacanze in Italia, perciò abbiamo la casa a disposizione. Ora devo solo vedere dove posso far dormire il tuo aiutante» e spostò lo sguardo verso il leader, che chinò appena il capo, come segno per farle capire che aveva capito, anche se in realtà non aveva capito nulla!

Spostai lo sguardo sulle valigie e sbuffai appena, scuotendo il capo. Dissi a Jenny di aspettare e mi trascinai nuovamente verso GD, che non aveva mai smesso di distogliere gli occhi di dosso dalla mia migliore amica. Gli diedi una leggera gomitata e gli sussurrai «Lo so che non sei abituato a portare le borse, ma oggi devi essere una persona normale, perciò mi aiuteresti, per favore?»

Lui annuì e intravidi un sorriso da dietro la sciarpa. Sorrisi a mia volta e, dopo aver preso le stampelle, mi misi il borsone tracolla e andai verso Jenny.

«Allora, taxi o a piedi?» chiesi.

Per tutta risposta lei scoppiò a ridere e mi mostrò le chiavi dell'auto, facendomele tintinnare davanti agli occhi. La guardai sorpresa e presi le chiavi, guardandole con stupore.

«Non pensavo che avessi la patente per guidare... a specchio» e risi. Con piacere sentii le sue risate accompagnare le mie.

Uscimmo dall'aeroporto, diretti verso i parcheggi. Jenny e io in testa e il povero GD dietro di noi, a farmi da facchino. Mi dispiaceva emarginarlo, ma se volevo che la sorpresa avesse un effetto shock (ma positivo) sulla mia Jemellina, dovevo far andare avanti questa recita ancora per un po'. Arrivammo d'avanti all'auto e, dopo aver caricato le valige in auto, salimmo a bordo. Se Jenny non mi avesse fermata, bloccandomi, mi sarei messa al posto del conducente.

Risi e andai a sedermi al posto del passeggero, scusandomi. Ma per me salire a sinistra era più che normale. Abitudine.

JiYong rise appena e si sedette sui sedili posteriori. Ora che ci pensavo, per tutto il tempo io e Jenny avevamo parlato italiano e il povero leader non ci aveva capito un accidente!

Mi morsi il labbro inferiore e mi rivolsi alla conducente.

«Il mio aiutante parla core... correttamente solo l'inglese, perciò se vuoi parlare con lui dovrai farlo parlando in inglese» le dissi, quasi facendoci scoprire.

«Okay, no problem» sorrise lei.

Durante tutto il viaggio non parlammo molto, per lo più lei mi faceva mille domande, ma io ero talmente presa dalla città e immersa nei pensieri che quasi non la sentivo. Solo quando mi toccò dentro il fianco, facendomi letteralmente balzare sul posto, che riuscì a catturare la mia attenzione.

«Che ti passa per la testa?» mi chiese preoccupata. Scossi il capo e le rivolsi un sorriso rassicurante «Nulla, ero persa nella fantastica Londra» dissi imitando un falso tono sognante. Scoppiammo entrambe a ridere e dopo una decina di minuti, circa, finalmente arrivammo davanti a casa sua.

Scaricammo l'auto ed entrammo nella piccola e accogliente dimora. Aveva un'aria vecchia, vissuta, ma mi piaceva. Lasciammo le valige sul divanetto, per poi andare verso le sedie del tavolo da pranzo. GD e lei si sedettero su di esse, mentre io mi sedetti per terra.

«Le mie sedie non ti garbano?» rise lei.

Risi e scossi il capo «Anche a casa mi siedo sempre per terra, lo sai»

Annuì e sorrise, sussurrando un “vero, vero”. D'un tratto mi venne in mente il suo regalo e, dopo aver tirato fuori dalla borsa un foglietto piegato, glielo passai.

«Che cos'è?» mi chiese lei.

«Un regalo»

Inarcò un sopracciglio e lo aprì lentamente, quasi diffidente. Appena vide l'autografo di GD, lanciò un urlo e fece un sorriso a trentadue denti, per poi abbassarsi e stringermi forte. Sorrisi della sua felicità e la strinsi a mia volta, per poi tirarla per una manica e farla sedere accanto a me. Presi il mio cappellino di Batman e glielo calcai bene in testa, in modo che la parte con la doppia stoffa le coprisse gli occhi. All'inizio si ribellò, ma poi si arrese e rimase tranquilla seduta, dando la schiena al leader.

Io, con qualche problema, mi alzai e andai vicino a GD, per poi aiutarlo a togliersi tutte le cose che aveva addosso. Le lanciai sul divano e, dopo averlo fatto alzare, lo misi d'avanti alla mia migliore amica, che nel frattempo aveva cominciato a cercare un modo per vedere ciò che stava accadendo attraverso il cappello. La feci alzare e la girai, per poi spostarla di fronte a GD.Le tolsi il cappello e mi sedetti nuovamente per terra, pregustandomi la reazione della mia Jemellina. Ma chi mi sorprese davvero fu GD. Aveva lo sguardo fisso su di lei e la guardava con occhi... illuminati da un qualcosa che non riuscivo assolutamente a capire. Sembrava che ormai ogni cosa di Jenny l'avesse rapito, e non volesse più lasciarlo andare. Era perso in lei.

 

[GD POV]

 

La ragazza l'avevo già vista all'aeroporto, era vero. Ma adesso riuscivo a vederla davvero! Senza gli occhiali, senza la sciarpa o il cappello che bloccavano i movimenti e la visuale. Ora la vedevo per la fantastica persona che era.

Non alta più di un metro e sessanta, era vero, ma bella. Aveva una bellezza particolare che poche ragazze nel mondo possedevano. Aveva due fantastici occhi color cioccolato circondati da uno spesso strato di matita nera. I capelli erano castani e tutti pettinati da una parte, e metteva in mostra la rasata. Indossava una lunga felpa con il logo di Batman stampato sul davanti e la giacca dei BigBang... aspetta... wow! Una VIP 100% oserei dire! Invece sotto portava dei comunissimi jeans neri e larghi. Aveva uno sguardo stupito e sorpreso. Era completamente sotto shock!

Le sorrisi, dicendole un veloce «Ciao»

Non capivo perché, ma avevo il cuore che pompava all'impazza, la testa che girava e lo stomaco che... non ne parliamo. Quella ragazza mi aveva completamente preso ma... come potevo abbandonare Amina in quel modo? Non sarebbe stato di certo bello e gentile da parte mia lasciarla in quel modo, ma in fondo lei già lo sapeva. Me lo aveva detto, me lo aveva anticipato ogni volta che diceva “Tu sei di Jenny”.

Mi lasciai andare sconsolato sulla sedia e guardai Amina dritto negli occhi. Ero in una situazione dal quale non sapevo come uscire. Ero ancora pazzo di Amina, certo. Era pur sempre la particolarissima ragazza che avevo aiutato, ma Jenny... Jenny aveva qualcosa in più, come una luce negli occhi che in Amina non splendeva. Passione? Non credo che l'avrei mai saputo.

Jenny era ancora li a fissarmi allibita, così la sua migliore amica le tirò un leggero pugno sullo stinco, cercando di farla riprendere.

«Oh, ti ho portato qui JiYong non per fare scena muta e poi svenirgli fra le braccia!» scherzò lei, e finalmente la ragazza si decise a spostare lo sguardo e parlare. Da come si muoveva sembrava un automa. Faceva movimenti corti e meccanici.

«Svenire? SVENIRE?! Hai portato il mio bias, in casa mia, nascondendomelo per tutto il viaggio, e ora me lo trovo davanti, dopo... non so quanti sogni su di lui! E io non dovrei svenire?! Ovvio... muoio!» disse lei. Aveva cominciato a parlare inglese, perciò la capii anch'io.

Amina rise e scosse il capo, per poi spingerla verso di me.

«Wow, ti faccio davvero questo effetto?» chiesi ridendo. Lei annuì e guardò nuovamente Amina. Entrambi ora avevamo lo sguardo rivolto verso la giovane seduta sul pavimento, entrambi non sapevamo come uscire da quella situazione imbarazzante. Evidentemente a disagio, Amina si alzò e, dopo aver preso l'iPod, ci fece un segno di buona fortuna con la mano e uscì dalla porta.

Mentalmente la maledissi per avermi lasciato da solo in quella situazione. Non sembra ma io sono una persona alquanto timida. Proprio quanto Jenny aveva deciso di sbloccarsi e cominciare a parlarmi, il mio telefono vibrò nella tasca dei jeans. Guardai lo schermo, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza.

«Io... ehm... devo rispondere. Parliamo dopo, ok?» la vidi annuire e spostare lo sguardo verso la porta, delusa. Mi avviai verso l'uscita e, quando le passai accanto, le misi una mano sulla spalla, sorridendole.

Appena uscii, trovai Amina seduta sul gradino davanti alla porta d'entrata, che fumava tranquillamente una sigaretta e muoveva la testa a ritmo di una qualche canzone. Presi fuori il telefono e risposi ma, sebbene io avessi detto “Pronto?”, dall'altro capo non ricevetti alcuna risposta, solo qualche rumore di sottofondo. Sbuffai e appesi la chiamata, per poi guardare Amina. Le toccai il braccio, per richiamare la sua attenzione ma, evidentemente, era troppo presa dalla sua musica per degnarmi di un po' d'attenzione. Mi chinai a raccogliere un po' di neve e, dopo aver fatto una bella palla, gliela lanciai contro. Lei si tolse di scatto le cuffie e mi fulminò con lo sguardo, mentre ridevo a crepapelle. Fece anche lei una palla di neve e, dopo avermi mirato il capo, me la lanciò dritta vicino all'orecchio. E fu così che cominciò una vera e propria battaglia! Il problema era che lei non si poteva nascondere, perciò, a differenza di me, era un bersaglio piuttosto facile.

Esaurita tutta la neve a sua disposizione, Amina decise di alzarsi e prendermi per la maglia, per poi tirarmi a se e guardarmi dritto negli occhi. Inevitabilmente mi sporsi verso di lei e la baciai. Non ne potevo fare a meno. Se Jenny era bella in tutto e per tutto, e mi attirava in ogni cosa, Amina aveva ancora quel potere magnetico che mi faticava ad allontanarla.

Intensificai il bacio, facendole schiudere appena le labbra e intrecciando le nostre lingue. Il bacio era appassionato ed aveva qualcosa in più di quelli precedenti. Forse era perché era un bacio... proibito? Nascosto? Non lo so, fatto sta che era veramente speciale.

Di malavoglia, Amina si allontanò e poggiò la fronte contro la mia, sospirando. La strinsi a me e la coccolai, accarezzandole la schiena. Sapevo perfettamente cosa le passava per la mente, e non potevo fare altro che cercare di consolarla. Quella storia non piaceva nemmeno a me e, in più, ero io a trovarmi in mezzo. Due persone che mi amavano... certo, ero pieno di VIPs che stravedevano per me, ma loro erano le uniche due che avevo avuto modo di conoscere. Mi correggo, una VIP e una ragazza normalissima che aveva deciso di pedinarmi.

Ci sciogliemmo dall'abbraccio e ci sedemmo sull'uscio. La vidi tirare fuori cartine, filtri e tabacco, pronta per farsi una sigaretta. Mi schiarii la voce e la guardai, per poi chiederle «Posso, ehm, rubartene una?»

Lei annuì e cominciò a farne su una. Osservai i suoi movimenti esperti e precisi mentre rollava il tabacco, per poi prendere il filtro e metterlo alla fine della cartina. Lo chiuse e me lo passò, pronta per prepararsene un'altra.

Mentre rollava il tabacco, mi chiese «Da quanto fumi, scusa?»

Risi e le presi l'accendino dalla tasca, accendendo la sigaretta con un lungo tiro.

«Tanto, troppo tempo. Wow! Questo tabacco è forte!» esclamai.

Lei annuì e, dopo aver chiuso anche la sua, mi prese l'accendino dalle mani se la accese.

«Sì, le prime volte è sempre così, poi però ci fai l'abitudine» rispose semplicemente lei. Feci un altro lungo tiro, guardando un punto imprecisato davanti a me.

«Mi togli una curiosità?» le chiesi.

«Dimmi tutto Drago» scherzò lei. Sorrisi e mi passai una mano fra i capelli, per poi spostare lo sguardo su di lei.

«Chi è Axel?»

Sospirò e si portò la sigaretta alla bocca, guardando altrove.

«Il mio migliore amico... o forse di più. Non so nemmeno io come definirlo, in realtà»

Inarcai un sopracciglio e le misi un braccio attorno alle spalle, stringendola appena.

«Hai una sua foto?» domandai.

Lei annuì e tirò fuori l'iPod touch, per poi sbloccarlo e andare a cercare le immagini. Aprì la cartella con il nome di “Axel Picio Bao” e mi passò il lettore multimediale.

Tolsi il braccio dalle sue spalle e cominciai a guardare le foto. Il ragazzo sullo schermo era particolare, un genere di persona che non si vede tutti i giorni.

Aveva i capelli lunghi che gli ricadevano sulle spalle, gli occhi blu circondati da un leggero strato di matita e al labbro inferiore portava un piercing laterale. Una volta osservato per bene nell'insieme, dissi «Emo?»

Lei rise e annuì, riprendendosi l'iPod.

«Sì, anche se non lo vuole ammettere, quell'idiota»

«Da quanto lo conosci?»

Lei storse la bocca in una smorfia e si mise una mano sul mento, guardando il cielo.

«Uhm, fammi pensare... tredici anni, circa»

Sgranai gli occhi, annuendo appena, e seguii il suo sguardo.

«Beh, sono parecchi, oserei dire»

«Già» bofonchiò. Sembrava un argomento delicato, così decisi che era meglio chiudere in quel modo il discorso. Finimmo di fumarci la sigaretta ed entrammo, pronti per disfare i bagagli.

   





Okay, sono seriamente stufa di dover fare io la parte della cattiva (anche se troppa gente mi dice che lo sono).
   Allora cari lettori, ho notato che siete aumentati di numero, e che sicuramente qualcuno la segue perciò, siccome Dragon non è capace a far capire agli altri che vuole fare sul serio, tocca a me intervenire... Io seriamente non pubblico ne scrivo più nulla se qualcuno non mi dice che diavolo pensa di questa dannata FF! Se non recensite non c'è assolutamente più alcun motivo per cui io debba andare avanti perciò ve lo chiedo nuovamente... Recensite questa fottuta FF oppure devo andare avanti a minacce?! 

Sixx

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Capitolo 10
*** Lo sapevo che mi nascondevano qualcosa ***


Cap. 10

 

Lo sapevo che mi nascondevano qualcosa

 

[Jenny POV]

G-Dragon era in casa mia, il mio bias, il ragazzo di cui ero follemente innamorata adesso si trova in casa mia. Non ci potevo credere. Le mie mani tremavano e iniziai a camminare avanti e indietro in cucina cercando di fare ordine nei miei pensieri. Come era possibile una cosa del genere? Come aveva fatto Amina a portarlo qui da me? Come facevano a conoscersi? Se GD l'aveva seguita fino a qui significava che si fidava di lei, non e` che mi stavano nascondendo qualcosa? Decisi di mettermi a cucinare qualcosa per pranzo: se ero impegnata evitavo di impazzire a furia di filmini mentali. Dopo circa mezz'ora Amina rientro` in casa seguita dal leader dei BigBang.

Il pranzo e` quasi pronto, perche` non vi andate a lavare le mani?” li invitai spiegando poi loro che il bagno si trova al primo piano in fondo al corridoio. I due annuirono e si allontanarono di nuovo lanciandosi una breve occhiata.

Wow! Pasta!” esclamo` la mia Jemellina tornando in cucina e sedendosi al tavolo, questa volta sulla sedia.

Sono italiana, che cosa ti aspettavi che cucinassi?” chiesi scoppiando a ridere:”Spero che non ti dispiaccia la cucina italiana.” aggiunsi rivolgendomi a G-Dragon. Mi faceva uno stranissimo effetto parlare con lui.

No, anzi, la adoro.” ribatte` lui con un largo sorriso sedendosi a capotavola. Scolai la pasta e la condii con il sugo alla bolognese per poi servirla in tavola.

E` davvero buona complimenti!” salto` su Amina dopo averla assaggiata.

Gia`, e` davvero ottima!” convenne GD.

Non e` niente di che` e` semplicemente vera pasta all'italiana.” ribattei con una scrollata di spalle. Il pranzo trascorse tranquillamente, chiacchierammo del piu` e del meno: soprattutto Amina mi fece il terzo grado su come fosse vivere in una citta` bella come Londra pretendendo che le facessi visitare ogni singolo angolo. Tuttavia non potei fare a meno di notare le continue occhiate che si lanciavano il mio bias e la mia migliore amica: non avevo dubbi, quei due mi stavano nascondendo qualcosa. Decisi di non pensarci troppo: se ne avevano l'intenzione me ne avrebbero parlato altrimenti significava che non erano affari miei. Dopo la pasta servii loro carne alla milanese e patatine fritte, ricevendo lo sgradevole commento di aver esagerato con il sale, e conclusi con la frutta fresca.

Ok, basta. Sono piena come un uovo.” esclamo` la mia Jemellina massaggiandosi la pancia. Io risi:”Vi va un caffe`? Potete godervelo seduti comodi sul divano.” proposi.

Potete? Tu non ti unisci a noi?” chiese GD, sembrava curioso.

No, il caffe` non mi piace, ma a voi lo offro volentieri se vi va.” risposi sorridendo come un'idiota. Perdendomi nei suoi bellissimi occhi. Smettila di fare la scema! Mi rimproverai distogliendo lo sguardo da quei piccoli magneti a mandorla.

Pero` ci fai compagnia, non e` cosi`?” insiste` Amina, sembrava quasi supplicarmi.

Certo.” risposi rivolgendole un sorriso. I due si spostarono in salotto mentre io sparecchiai e preparai il caffe`.

Ehy. Non esagerare con lo zucchero, mi raccomando!” mi urlo` Amina dal salotto in tono di scherzosa accusa.

Tranquilla, non l'ho proprio messo lo zucchero cosi` decidete voi quanto ne volete.” risposi entrando in salotto con un vassoio tra le mani. I due si servirono mentre io mi sedetti sulla poltrona accanto al divano.

Allora, fino a poco fa ho solo parlato io. Perche` ora non mi raccontate qualcosa voi?” domandai sperando ardentemente di trovare risposta ad almeno una delle centinaia di domande che mi vorticavano in testa.

Oh, beh... Non e` che ci sia molto da raccontare.” rispose Amina vaga mentre si versava lo zucchero nel caffe` per poi passare la zuccheriera a G-Dragon, le loro mani si sfiorarono per qualche secondo.

Ne sei sicura?” chiesi stringendo le mani in due pugni nascosti accuratamente oltre i bordi della poltrona.

Ci siamo conosciuti per caso, lei si e` rotta una gamba scivolando sul ghiaccio e io le ho dato una mano.” si intromise GD lanciando una rapida occhiata alla mia Jemellina:”Non ha fatto che parlarmi di te per tutto il tempo, alla fine mi ha letteralmente obbligato a portarla da te.” concluse poi sorridendo e alzando le spalle. Si, certo perche` tu sei il genere di ragazzo che si fa comandare a bacchetta dalla prima sconosciuta che passa, vero? Pensai sbuffando mentalmente.

Sei davvero molto gentile. Erano anni che desideravo vedere la mia best.” dissi ad alta voce costringendomi a sorridere. La situazione parve rasserenarsi un po', peccato che non potei godermela: avevo un impellente bisogno di andare in bagno.

Ehm, scusate io devo andare un attimo di sopra, ma torno subito. Bevete pure il caffe` prima che si raffreddi.” esclamai alzandomi in piedi. Per fortuna capirono al volo e non ci fu bisogno di troppe spiegazioni cosi` corsi su per le scale per poi chiudermi in bagno.

Poco dopo uscii di nuovo e feci per scendere le scale, ma qualcosa mi trattenne: lo sapevo perfettamente che era sbagliato, ma non riuscii a trattenermi. Mi chinai di fianco alle sbarre e guardai giu` verso il divano su cui erano seduti Amina e G-Dragon. Il mio cuore smise di battere e si trasformo` in un macigno di pietra: quei due si stavano baciando, GD stava accarezzando il volto della mia Jemellina mentre i suoi occhi erano chiusi. La mia best aveva fatto passare le sue braccia dietro il collo del leader e lo stringeva forte a se`, entrambi erano particolarmente presi dalla passione di quel bacio. E cosi` stavano insieme, lo sospettavo, ma averne la conferma non mi fece sentire meglio. Come poteva la mia migliore amica comportarsi cosi`? Sapeva benissimo cosa provavo per lui eppure questo non le aveva impedito di baciarlo. Sentii la rabbia e la gelosia montarmi dentro pronti a dilaniarmi, poi un pensiero mi baleno` in testa: chi ero io per fare la gelosa? G-Dragon non era di certo il mio ragazzo, con quale diritto potevo pretendere qualcosa da lui? Guardai i due piccioncini con piu` attenzione: sembravano felici insieme. Dopotutto una parte di me sapeva benissimo di non essere all'altezza del mitico G-Dragon, ma Amina e` tutta un'altra persona: lei e` bella, intelligente, sveglia, simpatica e spigliata. Tutte cose che io non saro` mai. Sarei la peggiore delle amiche se mi mettessi tra loro due. So bene cosa significhi perdere l'amore e non permettero` ad Amina di perderlo. Il suono del campanello mi riscosse dai miei pensieri confusi. Mi alzai di scatto e scesi le scale, notai con la coda dell'occhio che GD e Amina si erano staccati e guardavano la porta con un misto di sorpresa e orrore.

 

[GD POV]

Il suono del campanello mi fece trasalire e mi staccai velocemente da Amina, entrambi guardammo verso la porta.

Aspettavi visite?” chiese Amina alla padrona di casa.

No, sara` il solito seccatore che vende porta a porta oppure i testimoni di Geova. Ce ne sono un mucchio da queste parti.” rispose lei sbuffando mentre si avvicinava alla porta. La apri` e la sentimmo parlare con qualcuno sulla soglia, pochi istanti dopo richiuse la porta nascondendo in fretta qualcosa dentro la tasca della felpa di Batman.

Come immaginavo, era solo un seccatore. Meglio che lavi le tazzine da caffe` altrimenti restano macchiate.” esclamo` con il preciso intento di cambiare discorso. Afferro` il vassoio e corse in cucina.

Vado con lei, va bene?” chiesi ad Amina senza nemmeno pensarci. Lei annui` senza distogliere lo sguardo dalla porta chiusa della cucina, doveva essersi accorta anche lei che qualcosa non andava. Mi alzai e raggiunsi Jenny in cucina.

Ti posso aiutare?” le domandai con gentilezza. Lei fece uno scatto e si volto` guardandomi con gli occhi sgranati.

Scusa, non volevo spaventarti.” aggiunsi subito vedendo la sua espressione.

No, stai tranquillo. E` solo che non mi aspettavo di vederti, tutto qui.” ribatte` lei voltandosi di nuovo e aprendo l'acqua. Lavo` in fretta le tazzine e io le presi per asciugarle.

Grazie.” esclamo` senza alzare lo sguardo.

Figurati.” risposi, volevo aggiungere qualcosa, ma non mi venne nulla in mente.

Meglio tornare da Amina, non voglio lasciarla da sola. E` la mia best e` voglio stare un po' con lei.” disse uscendo in fretta dalla cucina. Feci per seguirla, ma mi accorsi che qualcosa era caduto per terra: un piccolo pacchettino avvolto in una carta marrone. Lo raccolsi e lessi che era destinato a lei e che proveniva dalla Corea del Sud. In preda ad un attacco di cuoriosita` feci una cosa sbagliatissima: aprii quel pacchetto. Sapevo benissimo che non erano affari miei, ma non resistetti alla tentazione. Strappai un lembo della carta e feci scivolare il contenuto sul mio palmo aperto: un piccolo anello color argento con su scritto G-Dragon.

 

 

 

 

 

Salve a tutti, sono Dragon :)

Ok ci tenevo a dire due paroline sul comportamento della mia best, Sixx... Dunque lei non e` affatto cattiva solo che ci tiene parecchio a questa storia esattamente come ci tengo io, dopotutto e` la nostra storia... Sappiamo bene che questa ff e` lontanissima dall'essere perfetta proprio come lo siamo io e Sixx per questo insistiamo tanto nell'avere delle recensioni: crediamo che i commenti da parte vostra possano farci crescere e migliorarci. Si puo` imparare parecchio dal prossimo, ma solo se c'e` dialogo altrimenti e` impossibile.... Percio` vi chiedo scusa se le parole di Sixx vi hanno offeso e vi garantisco che non era sua intenzione farlo. 

Poi che altro dire? Nulla, solo... Grazie per leggere e grazie se vorrete recensire....

A presto

Dragon

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Capitolo 11
*** Karpe Diem ***


[GD POV]

 

Rimasi a fissare l'anello per un tempo che parve infinito. Quel minuscolo oggetto lo conoscevo bene e, l'avevo anche da qualche parte a casa mia, ma vedere che un'altra persona, al di fuori di me, lo possedesse, mi faceva... piacere e stupore! Provai a infilarmelo al dito, all'anulare per essere esatti, ma mi stava troppo grande. Ovvio, era un anello da mettere come ciondolo non da indossare! Provai ad immaginarlo sul mio dito e poi su quello di Jenny. Le nostre mani intrecciate, gli anelli uguali...

Basta JiYong! Basta, riprenditi!

Avevo appena finito di baciare Amina, e già pensavo a me e Jenny? Possibile che fossi così confuso?

Lessi il mio nome sull'oggetto argentato e sorrisi. G-Dragon, già. Era così che il mondo mi conosceva, come un Drago dai mille talenti e dalle mille passioni, ma quanti conoscevano il piccolo e umano JiYong? Non il ballerino, non il fashionista e non il cantante, ma l'uomo che ama, soffre, ride e scherza con la gente. L'uomo che vuole una vita al di fuori del mondo dello spettacolo, l'uomo che nessuno sembra capire a pieno e che ha a che fare con molti, troppi scandali per una persona sola. Amina? No di certo. Lei mi conosceva, okay, ma non bene quanto può conoscermi una VIP. E Jenny? Lei mi conosceva davvero? O era una VIP che si fermava all'apparenza, all'icona del proprio idolo?

Glielo avrei domandato in seguito, adesso mi dovevo solo godere queste “vacanze” e, magari andare un po' in giro per negozi.

Misi l'anello nuovamente nel pacchettino e cercai di richiudere, con il poco scotch che avevo, il lembo strappato della carta. Lo poggiai sul tavolo e m voltai verso il lavandino, pronto a lavare le varie stoviglie, dopotutto mi ero proposto di aiutarla.

 

[Amina POV]

 

Ero seduta sul divano del salotto, a casa della mia migliore amica, e con lei accanto a me. Tutto sembrava essere perfetto! Come avevamo sempre immagino migliaia di volte mentre eravamo in connessione web, eppure adesso nessuna delle due riusciva ad aprir bocca, a dire anche solo un “Ehm...” o a schiarirsi la voce. Avevo lo sguardo perso nel vuoto, con la mente che vagava ad una decina di minuti prima. Quel bacio... certo, lo avevo voluto, mi era piaciuto ma se lei ci avesse visti? Cosa avrebbe pensato di me?

Karpe Diem, Amina! Karpe Diem! Mi dissi severamente. Cogli e vivi l'attimo, non puoi stare in pensiero ogni istante che passi con lui, se non non ti godi il momento!

Ma, malgrado questo, non riuscivo proprio a smettere di sentirmi in colpa, era più forte di me. Malgrado GD m'aveva messo in chiaro che solo lui poteva scegliere con chi stare e che non apparteneva a nessuno, dal mio punto di vista tutto era ben diverso. Se l'ho conosciuto è stato grazie a Jenny, se lo ascolto è solo grazie a lei e se riesco a vedere in lui la persona al di fuori degli scandali, è sempre e solo grazie a lei.

Automaticamente ripensai a poco prima, quando Jenny aveva nascosto qualcosa nella tasca della felpa. Aveva fatto tutto così tremendamente in fretta che non avevo nemmeno avuto il tempo di indovinare cosa fosse. Quando avevo guardato JiYong, dopo il suono del campanello, avevo notato sul suo volto un'espressione di... terrore, forse, ma mista a qualcos'altro. Sembrava che avesse paura di vedere qualcuno che conoscesse, ma chi poteva arrivare a sapere che eravamo li? Axel, forse, se si impegnava riusciva a rintracciare, dal numero della carta di credito, la persona a cui apparteneva e dove voleva andare... ma lui è un ottimo haker, oltre che un cuoco di professione e non avrebbe nessun motivo di cercarmi. Non sa nemmeno che me ne sono andata via di casa... per sempre.

Tossii appena e mi voltai verso la mia Jemellina, che stava fissando un'interessantissima parete bianca.

«Al lavoro è, ehm, tutto ok?» le chiesi. Ma lei si limitò ad annuire velocemente con il capo e, senza ulteriori spiegazioni, si alzò e uscì di casa. Cosa le era successo?

 

[Jenny POV]

 

Corsi fuori di casa e mi fermai nel giardino, alzando lo sguardo e guardando il cielo. Non ci riuscivo, non riuscivo ad accettarlo, a credere che tutto ciò fosse vero! Non solo il mio bias in casa mia, ma lui e la mia migliore amica che si baciavano, o meglio, colei che credevo essere la mia migliore amica. Colei di cui mi fidavo, colei a cui volevo più bene che ad ogni altra cosa, colei con cui parlavo di tutto, che mi ascoltava... che poco fa mi ha pugnalata alle spalle. Eppure lo sa cosa è G-Dragon per me, sa quanto diavolo conta!

Scossi vigorosamente il capo e mi sedetti sul gradino davanti all'uscio, cercando di calmarmi. Avevo il respiro e i battiti accelerati, le mani mi tremavano e la testa pareva una bomba ad orologeria. Chiusi gli occhi e nascosi il viso tra le mani, cercando di trattenere le lacrime. Se avessi pianto il trucco sarebbe andato via, gli occhi sarebbero diventati rossi e la preoccupazione dei miei ospiti sarebbe accresciuta maggiormente, e non volevo tutto ciò! Feci dei lunghi respiri, tentando di regolarizzare il respiro e il cuore che, con il suo battere assordante, sembrava essere il ticchettio della bomba riposta all'interno della mia testa.

Mi ci vollero dieci buoni minuti prima di poter rientrare, prima di poter guardare nuovamente Amina in faccia e sorriderle, come se niente fosse ma, con mio grande dispiacere, quando entrai in casa, vidi che il salotto era vuoto. Ancora?!

Il mostro verde della gelosia cercò di rimpossessarsi della mia mente, ma non glielo permisi. Io dovevo essere più forte della situazione, dovevo affrontare le cose con la mente lucida e senza timore.

Mi avvicinai alla cucina e sentii lo scrosciare dell'acqua. GD stava ancora lavando i piatti, e stava zitto, non sentivo nessuno che parlava, solo il rumore dell'acqua sui piatti. Poggiai delicatamente l'orecchio sulla porta, sperando di sentirli parlare, perché sapevo che Amina era li dentro! Ma nulla. Rimasi così finché non sentii un cellulare suonare. Mi toccai la tasca dei jeans, ma sapevo che non era il mio, siccome la mia suoneria era “Still Alive” e non quella musichetta strana. Avvertii GD spegnere il lavandino e rispondere al telefono in coreano. Perfetto! Ora sono certa che qualsiasi cosa stia facendo, non sta parlando con lei. Sentii dei passi farsi sempre più vicini e, quando abbassai lo sguardo sulla maniglia che si stava abbassando, mi allontanai di scatto dalla porta, allontanandomi il più possibile dal punto in cui poco prima stavo origliando i fatti di G-Dragon. Lo vidi uscire di fretta dalla cucina e dirigersi verso l'uscio di casa, per poi fermarsi sulla soglia e guardare nel vuoto, quasi avesse visto un fantasma. Annuì due o tre volte per poi terminare la chiamata e mettersi il telefono in tasca. Fece ricadere le braccia lungo i fianchi e strinse i pugni talmente fortemente che le nocche gli divennero tutte bianche. Volevo avvicinarmi e domandargli cosa stesse succedendo, ma mi faceva un po' paura, così entrai in cucina e mi misi una mano nella tasca, per prendere il pacchettino ma... era sparito!

In preda al panico lo cercai in tutte le tasche presenti nei jeans, ma nulla. Mi guardai attorno un paio di volte e, quando lo vidi sul tavolo, tirai un enorme sospiro di sollievo. Come aveva fatto ad arrivare fino li? Ero sicura di averlo lasciato in tasca. Boh!

Lo presi in mano e feci per aprirlo, quando notai che una parte della carta era già stata strappata e riattaccata alla meno peggio, cercando di mascherare lo strappo. Inarcai un sopracciglio e alzai il viso, guardando un punto imprecisato di fronte a me e cercando di capire chi mai avesse cercato di aprire il mio pacchetto, e come era riuscito a prendermelo?




Ciao... scusate il ritardo ma questi ultimi tempi sono stati un po', ehm, agitati... comunque... volevamo ringraziare tutti quelli che leggono la nostra storia e, in particolar modo, chi ha recensito. Non ho nulla da dire, solo questo: Grazie mille LeLe_Sun, questo capitolo è tutto per te! :D (faccina di ringraziamento da parte di Dragon) 

Un saluto....


Sixx

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Capitolo 12
*** L'incidente ***


Cap. 12

L'incidente

[Jenny POV]

Solo GD poteva aver preso il mio pacchetto: solo lui era entrato in qualche modo in contatto con me, ma perche` rubare la mia posta? E perche` aprirla per giunta? Che senso aveva per lui farsi gli affari miei? Guardai con attenzione il pacchetto: c'era chiaramente scritto che proveniva dalla Corea del Sud, che fosse stata la curiosita` a spingere G-Dragon a invadere la mia privacy? Oddio non volevo nemmeno pensare a cosa fosse passato nella sua testa se avesse visto l'anello. Si, perche` sapevo bene che si trattava di un anello del leader: proprio per questo lo avevo nascosto, non volevo che proprio lui lo vedesse. E ora cosa avrei dovuto fare? Lui l'aveva visto e la cosa mi imbarazzava parecchio.

Degli strani rumori mi distrassero dai miei pensieri. Allarmata tornai di corsa in salotto e quello che vidi mi lascio` a bocca aperta: G-Dragon stava piangendo. Il suo volto era rigato dalle lacrime mentre aveva iniziato ad armeggiare con le sue valigie con foga, quasi con furia.

“GD...” sussurrai non sapendo bene cosa fare o cosa dire. Il ragazzo si volto` di scatto verso di me con un'espressione confusa per poi voltarsi di nuovo in tutta fretta per nascondere le sue lacrime. Mi feci coraggio e feci un passo avanti: “GD, che cosa e` successo?” gli chiesi con preoccupazione. Lo vidi fermarsi e aprire e chiudere le mani come se si stesse trattenendo dal fare a pezzi qualcosa:”Niente.” sibilo` freddo. Feci un bel respiro e presi coraggio:”Non ti posso aiutare se non mi dici cosa non va.” insistetti.

Lui si volto` verso di me, gli occhi ancora umidi e lucidi:”Lo Hyung... Ha avuto un incidente d'auto... Mi ha appena telefonato Yungbae, dice che ora si trova in ospedale, ma non sanno nulla di piu`.” mi spiego` abbassando lo sguardo e stringendo di nuovo le mani in due pugni di ferro. Io rimasi a bocca aperta per lo stupore:”Oddio, no! Ma e` terribile.” urlai in preda al dolore e alla preoccupazione.

In quel momento arrivo` Amina arrancando giu` per le scale:”Che succede?” chiese allarmata. I suoi occhi saettavano da me a GD carichi di confusione.

“Lo Hyung ha avuto un incidente d'auto.” ripete` GD, ma ovviamente la mia best non aveva la piu` pallida idea di chi fosse lo Hyung di G-Dragon.

“Lo che?” chiese infatti lei alzando un sopracciglio.

“T.O.P, e` un amico di GD. Fanno entrambi parte dei BigBang.” risposi io sbrigativa senza nemmeno voltarmi verso di lei:”GD, dobbiamo andare subito a Seoul. Dobbiamo aiutarlo. Dobbiamo vedere come sta.” aggiunsi poi, focalizzando il fulcro del problema. Il leader si volto` verso di me alquanto confuso.

“Oh, andiamo! Non vorrai restartene qui con le mani in mano mentre il tuo amico soffre vero? Dobbiamo correre da lui e aiutarlo!” urlai insistendo. Amina mi fissava sempre piu` confusa:”Io non capisco.” ammise.

 

[GD POV]

Quella ragazza, Jenny, sembrava capire perfettamente quello che provavo: era agitata e preoccupata tanto quanto me. Per forza, lei era una VIP e avevo sempre saputo che tra BigBang e VIP ci fosse una specie di connessione, ma non ne avevo mai avuto la prova, non come in quel momento almeno. Vedevo gli occhi di Jenny diventare lucidi della mia stessa preoccupazione e angoscia mentre cercava in tutti i modi di essere ferma e decisa ad organizzare il nostro imminente viaggio verso Seoul. La aiutai ad organizzare tutto mentre Amina se ne stava in disparte a squadrarci con confusione crescente. Sapevo che il viaggio in aereo sarebbe stato lungo e avrei avuto tutto il tempo di spiegarle ogni cosa per cui, per il momento, mi concentrai su Jenny e insieme organizzammo ogni cosa.

 

[Amina POV]

Provavo un'immensa invidia nel vedere Jenny e JiYong cosi` vicini, cosi` affiatati. Lei sapeva cosi` tante cose di lui, sembrava che si conoscessero da una vita dal modo in cui parlavano. Senza nemmeno accorgermene eravamo di nuovo tutti e tre in macchina, questa volta ero io quella seduta dietro mentre Jenny era al volante e JiYong seduto al suo fianco con il viso livido di preoccupazione. L'unica cosa che avevo capito e` che qualcuno aveva avuto un incidente il resto per me era tutto in mistero.

Arrivammo all'aeroporto e circa mezz'ora dopo stavamo salendo sull'aereo:”Avete davvero fretta.” commentai sedendomi vicino al finestrino.

“Anche tu avresti fretta se scoprissi che uno dei tuoi migliori amici fosse all'ospedale a combattere per la vita.” ribatte` Jenny sedendosi accanto a me:”Pensa se si trattasse di Axel, come ti sentiresti?” aggiunse fissandomi dritto negli occhi. Un brivido percorse la mia schiena:”Malissimo.” risposi tremando solo all'idea di una cosa tanto orribile.

“Ecco, appunto.” disse la mia best. Anche JiYong si era seduto, accanto a Jenny, e tutti e tre ci allacciammo la cintura di sicurezza.

Dopo aver allacciato la cintura, poggiai il gomito sul bracciolo del sedile e chiusi la mano a pugno, guardando fuori dal finestrino. Avevo scelto quel posto forse perche` era il più lontano da tutta l'altra gente, o forse perché era il più vicino al mondo. Non lo sapevo e mi ero convinta che non lo volevo manco sapere. Mi misi comoda contro lo schienale e chiusi gli occhi, cercando di immaginare cosa diavolo stesse succedendo a JiYong, ma proprio non riuscivo a connettere il nome T.O.P con BigBang... ci credo! Conoscevo solamente lui, il leader, G-Dragon. E non lo conoscevo nemmeno tanto bene, oserei dire.

Sentii i motori dell'aeroplano avviarsi, per poi permettere all'enorme velivolo di partire e, dopo un paio di curve, finalmente decollammo, ma non stavo nemmeno guardando fuori dal finestrino per godermi il panorama della bellissima Londra, quella che avrei dovuto visitare in quei giorni ma che, per colpa di un perfetto sconosciuto (almeno, sconosciuto a me), non avrei visto. Sospirai appena e presi fuori l'iPod dalla tasca della borsa a tracolla. Mi misi le cuffiette e, dopo aver impostato la modalità aerea, accesi la musica a palla. Controllai velocemente gli artisti nella mia libreria, saltando a piedi pari il nome di G-Dragon, e fermandomi su Iron Maiden. Selezionai la canzone Dance Of Death, ma niente, non mi andava per niente di ascoltarla. Sbloccai nuovamente il lettore e andai decisa sul nome dei Black Veil Brides, la mia band preferita, la band che io trovavo unica, la band per eccellenza.

Feci passare tutto l'album senza mai stoppare, al massimo lanciavo un'occhiata veloce verso JiYong e Jenny, ma ogni volta li trovavo a parlare animatamente e, immaginai, che l'argomento principale fosse questo misterioso T.O.P. Ormai annoiata a morte, presi la borsa da sotto il sedile, per poi pescarne fuori un block notes, una matita ed una gomma. Senza di loro, ero sicura al cento per cento che sarei potuta morire. Toglietemi tutto, ma non la mia passione. Abbassai il tavolino e, dopo aver slacciato la cintura ed essermi messa comoda, presi a disegnare. Disegnai senza un vera logica, lasciavo semplicemente che l'ispirazione e la fantasia prendessero il sopravvento, lasciando da parte i dubbi e i misteri che aleggiavano attorno ai due ragazzi accanto a me.

Avevo consumato già tre fogli, pieni fino all'orlo, quando Jenny mi diede una gomitata nel fianco, per togliermi dai miei pensieri, dal mio mondo. Leggermente scazzata, siccome una cosa che odio a morte è quando mi staccano dalla mia realtà, fatta di sogni e speranze, mi tolsi le cuffie e la guardai, trattenendo uno sbuffo. Lei sembrò notarlo, ma sorvolò, dicendomi che adesso arrivavano a darci la cena. Feci una smorfia e, poco prima di rimettermi a disegnare, borbottai «Non ho fame»

Con la coda dell'occhio notai GD sporgersi appena per vedermi in faccia, siccome ero nuovamente china sui miei amati fogli, e dirmi «Guarda che devi mangiare, o fino a domani non reggi» dal suo tono capivo che in realtà potevo anche stare benissimo a digiuno, siccome aveva ben altro per la testa. Risi appena e scossi il capo, rimettendomi la cuffia e prendendo a muovere il capo a ritmo di musica. Volevo ritornare nel mio mondo, così ripresi ad armeggiare con la matita la gomma, ma non feci in tempo a cancellare il disegno che una mano prese il lembo del quaderno e me le tolse da sotto il naso. Completamente incazzata, tolsi le cuffie e cercai di guardare Jenny dritta negli occhi, cercando di farle capire che aveva esattamente 3 secondi per ridarmi il quaderno, se non voleva che facessi una strage, ma lei, con un semplice gesto della mano, mi fece segno di calmarmi e mi guardò seria, sventolandomi il quaderno davanti al naso. D'un tratto scoppiò a ridere e mi circondò le spalle con un braccio, tenendo saldamente il mio block notes nell'altra mano.

«Che ridi adesso? Non ci vedo nulla di divertente, anzi, ti strangolerei!» le dissi secca.

«Hai perso la testa, eh? Adesso ti metti perfino a disegnare il leader della mia band preferita?» mi disse, quasi in una risata isterica, e sentii che aveva enfatizzato l'aggettivo possessivo. Deglutii appena e mi rannicchiai come potevo nel sedile. Non c'era nient'altro da fare... mi sentivo un vero e proprio verme. Che razza d'amica ero?!

 

 

 

 

Saaalve :D Come va?? Finalmente si scopre chi ha telefonato al nostro leader e come mai... Cosa ne pensate? Direi che un colpo di scena ci stava bene.... Purtroppo per capire meglio la storia dovra` procedere ancora un po'... Troppe domande sono ancora senza risposta... 

Comunque sia volevo ringraziare tutti quelli che leggono e recensiscono questa storia... Grazie di cuore :* 

A presto :)

Dragon 

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Capitolo 13
*** Adesso mi capisci. ***


Cap. 13


Adesso mi capisci.

 

[Jenny POV]

Non riuscii a restarmene li` seduta tranquilla come se nulla fosse: sentivo la rabbia crescermi dentro cosi` mi alzai e, con la scusa che dovevo andare in bagno mi allontanai da quei due senza nemmeno guardarli in faccia. Mi chiusi con rabbia la porta del piccolo bagno alle mie spalle e mi ci appoggiai contro cercando di calmarmi facendo lunghi respiri profondi.

 

[GD POV]

Guardai la schiena di Jenny allontanarsi velocemente lungo il corridoio dell'aereo, poi mi voltai verso Amina che se ne stava rannicchiata contro il finestrino.

“Posso vedere?” le chiesi slacciandomi la cintura di sicurezza e prendendo posto accanto a lei, sul sedile vuoto lasciato da Jenny. La ragazza non si mosse per cui presi io l'iniziativa e afferrai il suo block notes: dentro vi erano tantissimi disegni, uno piu` bello dell'altro. Rimasi allibito dalla sua straordinaria capacita` di disegnare: erano tutti dei piccoli capolavori, ma il mio sguardo si fermo` su un disegno in particolare: il mio ritratto. Era disegnato con cura che enfatizzava anche il piu` piccolo dettaglio del mio viso.

“Wow! Sei bravissima!” esclamai meravigliato.

“Si, certo. Bravissima a fare arrabbiare la mia best.” ribatte` lei triste. Posai il blocco da disegno e mi concentrai su di lei:”La colpa non e` tua: e` lei che reagisce male. Non hai fatto nulla di sbagliato.” cercai di confortarla. Lei sbuffo` sonoramente:”Mi spieghi cosa sta succedendo? Perche` dobbiamo correre a Seoul cosi` in fretta?” domando` con il ben chiaro intento di cambiare argomento. Appoggiai la schiena contro lo schienale del sedile per mettermi comodo e iniziai a spiegare:”Vedi, i BigBang sono cinque: ci sono io che sono il leader, poi ci sono Taeyang, Daesung, SeungRi e T.O.P. Mi ha telefonato Taeyang, che e` il mio migliore amico, per dirmi che T.O.P. ha avuto un incidente d'auto. T.O.P. altrimenti noto come Seung Hyun e`...”

 

[Amina POV]

Piu` JiYong raccontava piu` mi rendevo conto che i BigBang erano esattamente come la mia band preferita: nel senso che anche loro erano cinque ragazzi in carne ed ossa con ognuno la propria storia e i propri retroscena, insomma erano persone anche loro. Mi stupii del fatto che non ci avevo minimamente pensato prima. Jenny sicuramente li conosceva bene e sapevo che condivideva appieno il dolore e la preoccupazione che invadevano gli occhi del leader mentre parlava di quello che definiva Hyung, ossia fratello maggiore. Tutto questo non fece altro che accrescere il senso di nausea che provavo: mi sembrava di stare invadendo gli spazi della mia migliore amica buttandomi a capofitto in un mondo che era inizialmente suo.

“Mi dispiace.” dissi e non ero sicura se mi stessi riferendo all'incidente di T.O.P. oppure a quello che avevo fatto a Jenny.

“Non e` colpa tua. Vedrai che tutto andra` bene.” ribatte` JiYong. Mi voltai verso di lui e vidi i suoi occhi diventare lucidi, senza nemmeno pensarci sollevai una mano e accarezzai la sua guancia:”Andra` bene per forza.” esclamai con convinzione cercando di tirarlo su di morale. Lui mi regalo` un piccolo sorriso, poi si sporse verso di me. Sapevo bene quello che stava per succedere, il mio sguardo cadde sulle sue bellissime e invitanti labbra e provai il forte desiderio di essere baciata in fretta.

 

[Jenny POV]

Non potevo restare chiusa in quel bagno per il resto del volo: anche gli altri passeggeri avevano tutto il diritto di usufruirne, cosi` uscii e mi incamminai di nuovo lungo il corridoio per tornare al mio posto. Non feci nemmeno in tempo ad arrivare a destinazione che la voglia di scappare di nuovo si impossesso` di me: G-Dragon era seduto al mio posto ed era chino verso Amina. Le mie mani, abbandonate lungo i fianchi, erano strette in due pugni serrati mentre cercavo di trattenermi dalla voglia di afferrarli entrambi e buttarli giu` dall'aereo. Perche` faceva cosi` dannatamente male?

“Signorina, si sieda per favore.” disse una voce alle mie spalle. Sobbalzai e mi voltai verso la hostess che mi stava indicando con un gesto della mano il sedile vuoto di fronte a me, dove poco fa era seduto GD. Quella stupida mi aveva appena fatto scoprire, dannazione! Annuii seccata e mi lasciai cadere su quel posto vuoto senza alzare lo sguardo verso i due piccioncini.

 

[Amina POV]

Merda! Jenny era qui a pochi passi da noi mentre JiYong stava per baciarmi. Aveva visto ogni cosa? Ero pronta a scommettere di si. Cosa avrei dovuto fare io a questo punto? Chiederle scusa? Ma scusa per cosa? Mi presi la testa tra le mani scuotendola forte cercando una soluzione al guaio che avevo appena causato. Non volevo perdere la mia best per l'amore di un ragazzo.

 

[GD POV]

Mi voltai di scatto e vidi Jenny lasciarsi cadere sul sedie accanto a me, lo sguardo rivolto al pavimento. Perche` mi sentivo cosi` nauseato? Non aveva fatto assolutamente nulla di male eppure mi sentivo... In colpa? Ma come era possibile una cosa del genere?

Tra noi calo` il silenzio, un silenzio pesante e doloroso che fu spezzato solo quando la hostess venne a servirci la cena. A quel punto il silenzio era rotto dalle nostre posate che picchiettavano contro i piatti. Spostai leggermente lo sguardo verso Amina e la vidi mangiare a testa china con le cuffie nelle orecchie, ondeggiava la testa a ritmo di chissa` quale musica. Mi voltai leggermente e, senza farmi notare, sbirciai verso Jenny. Anche lei stava mangiando, ma la sua testa era dritta e le sue spalle erano tese. Una mano faceva avanti e indietro dalla sua bocca al piatto, mentre l'altra era stretta a pungo e abbandonata sul sedile. Ripensai a quando mi trovavo nella sua cucina e all'anello che lei aveva ordinato dalla Corea. Immediatamente mi immaginai di nuovo la sua mano, ornata da quell'anello, stretta nella mia. Strabuzzai gli occhi e mi ando` di traverso il boccone che stavo masticando: come facevo a pensare cose del genere? Mentre tossivo in modo convulso, cercando di non morire soffocato, feci cadere le bacchette con cui stavo mangiando. Subito mi chinai per raccoglierle, ma sbattei la testa contro qualcosa. Mi tirai su di scatto, massaggiandomi la fronte, e vidi che Jenny stava facendo esattamente la stessa cosa: ci eravamo chinati insieme per raccogliere le mie bacchette. I nostri occhi si incontrarono per qualche secondo e sentii i brividi invadermi la schiena. Chiusi gli occhi di scatto per interrompere quel contatto visivo e li riaprii solo per potermi chinare di nuovo, questa volta senza intoppi, e raccogliere le bacchette. Le lasciai cadere nel mio piatto, ormai vuoto.

“Scusate, torno subito.” dissi rivolgendomi ad entrambe le ragazze per poi alzarmi. Jenny si sposto` leggermente di lato per farmi passare cosi` potei correre verso il bagno.

 

[Amina POV]

Adesso o mai piu`, mi dissi: JiYong si era allontanato e io dovevo cogliere l'occasione per parlare con la mia Jemellina. Alzai la testa pronta ad affrontarla, ma quando la vidi ebbi paura: si era spostata dal suo posto sedendosi accanto a me e mi fissava seria con gli occhi ridotti a due fessure:”Allora? Non hai niente da dirmi?” mi chiese gelida.

“Ecco, io...” balbettai contorcendomi le mani in preda all'ansia.

“Non sono arrabbiata con te perche` stai con G-Dragon, anche se lui e` l'unico ragazzo che io abbia mai amato davvero e questo tu lo sai!” sbotto` enfatizzando le ultime tre parole:”Sono arrabbiata con te perche` mi stai trattando come un idiota e ti rifiuti di dirmi le cose come stanno.” aggiunse senza lasciarmi parlare.

“Io volevo dirtelo, ma non e` una cosa facile.” risposi abbassando lo sguardo. Lei rimase in silenzio per qualche minuto, avevo paura di alzare gli occhi quindi non seppi mai che espressione avesse.

“Sono felice, sai?” mi chiese dopo un po'. Alzai di scatto la testa e la guardai allibita.

“Sono felice perche` adesso tu finalmente sai cosa provo per lui. Adesso mi capisci.” spiego`, le sue labbra erano leggermente incurvate verso l'alto.

“Cosa?” domandai sempre piu` confusa, ma di cosa diavolo stava parlando? Prima sembrava che mi odiasse e adesso era felice per me? Non aveva alcun senso.

“So bene di non essere all'altezza di uno come G-Dragon. Spero che siate felici insieme, ma azzardati a farlo soffrire e ti spacco la faccia.” mi minaccio` puntandomi l'indice contro.

 

[GD POV]

Dopo circa dieci minuti uscii dal bagno e tornai al mio posto solo per scoprire che era occupato da Jenny che stava parlando con Amina.

“Oh... Sei arrivato, bene.” esclamo` Jenny voltandosi verso di me sorridente:”Scusa, ti ho rubato il posto, siediti pure.” aggiunse alzandosi e lasciando libero il sedile accanto ad Amina. Io mi sedetti e lanciai un paio di sguardi perplessi ad entrambe le ragazze.









Ciao a tutti... non ho voglia di scrivere molto, siccome ultimamente ho un po' di problemi. Eccoci qui con un altro capitolo... e il solito blocco dello scrittore. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e tutti quelli che seguono questa storia. 

Boh, un saluto...


Sixx

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Capitolo 14
*** Incubi ***


Cap. 14

 

Incubi

 

[GD POV]

 

Venni svegliato bruscamente da un movimento strano dell'aereo. Per un attimo mi era parso di cadere nel vuoto, come se i motori avessero deciso di smettere improvvisamente di funzionare. All'inizio mi ero chiesto se fosse stato parte del sogno, ma quando aprii gli occhi, notai che un po' di gente in tutto l'aereo aveva cominciato ad agitarsi. Sospirai appena e cercai di stiracchiarmi ma, appena sentii una certa pressione sulla spalla, decisi di rimanere immobile. Abbassai appena lo sguardo e notai Jenny, persa nel mondo dei sogni, che dormiva tranquillamente con il capo appoggiato sulla mia spalla. Sorrisi e le accarezzai piano la guancia, sembrava dormire così bene che mi dispiaceva svegliarla. Almeno lei aveva un sonno più pesante del mio che, a confronto, mi svegliavo per ogni piccolo rumore o movimento (tranne la mattina). Poggiai nuovamente il capo al poggiatesta e voltai lo sguardo verso Amina, che dormiva accovacciata su se stessa, con il capo poggiato alla parete dell'aereo, il cappuccio della felpa alzato e le gambe strette al petto. Aveva una strana espressione dipinta sul viso e, ogni tanto, mugolava qualcosa in una lingua a me incomprensibile, francese penso, ma non ne ero sicuro. Le sopracciglia erano aggrottate, gli angoli delle labbra rivolti verso il basso e le ciglia imperlate di piccole lacrime cristalline. Rimasi a guardarla, chiedendomi cosa mai le stesse facendo tanto male da farla piangere. Avevo notato che era una ragazza parecchio orgogliosa ma, di certo, non si curava minimamente delle lacrime che le rigavano il viso, in gran segreto, di notte. Volevo svegliarla, scuoterle via quel sogno tanto orribile, capace perfino di farla soffrire, ma non potevo muovermi. Il capo di Jenny era ancora abbandonato sulla mia spalla, e non sembrava aver nessuna intenzione di levarsi di li, e io ero di certo l'ultima persona che volesse togliersi la vista di un angelo sotto i propri occhi, così mi arresi e chiusi gli occhi, cercando di riprendere sonno, cercando di pensare ad una cosa che non facesse piangere anche me, ma la voce di Taeyang rimbombava senza sosta nella mia testa, supplicandomi di arrivare a Seoul il prima possibile. Lo Hyung stava molto male, ed io non ero accanto a lui... ciò mi faceva sentire davvero un pessimo amico e collega! Tentai di ricordare come ero riuscito a prendere sonno un paio di ore prima, ma non c'era più nulla da fare, il mio cervello aveva deciso di tormentarmi. Tra le due che avevano deciso di non dirmi nulla di ciò che era successo mentre ero andato in bagno, tra la storia di SeungHyun e ora Amina, che se ne stava in un angolo a piangere, non c'era verso di riaddormentarsi. Feci un lungo respiro e mi sporsi appena per prendere il quaderno dei disegni dalle mani di Amina. Avevo bisogno di distrazioni, e perdermi nei particolari dei suoi disegni magari poteva tornarmi utile, magari riuscivo a prendere perfino sonno.

 

[Amina POV]

 

Stavo scappando, ecco la verità, stavo scappando da ogni sorta di mio problema e stavo pesando sulle spalle di un ragazzo che aveva molto di meglio da fare che non preoccuparsi di una stupida adolescente! E i miei sogni sembravano volermi dire lo stesso.

Anche nel sogno scappavo, ma non ricordai bene da che cosa. Fatto sta che stavo fuggendo, in preda al panico. Il posto in cui correvo era buio e freddo, sembrava quasi una grotta, ma senza pareti. L'eco delle voci che sentivo dietro di me, che ridevano e dicevano “Codarda! Non sai affrontare la vita! Devi sempre attaccarti a qualcosa per non cadere, perché sei debole! Nessuno ti vuole, men che meno un estraneo coreano! Hahahahaha” e ogni parola che sentivo era come una pugnalata in schiena. Sentivo che stavo diventando sempre più debole, sempre meno amata e meno sopportata dal mondo. D'un tratto sentii una voce gentile, chiamarmi da lontano, ma non riuscivo a distinguere, a capire una sola parola di ciò che mi stesse dicendo. Le risate erano sempre più forti e sembravano penetrarmi il più profondamente possibile, accarezzandomi l'anima e facendola diventare un buco nero, svuotandomi di tutto ciò che possedevo di umano. L'unica cosa di me che era rimasta era la tristezza, la depressione e... le lacrime. Già le lacrime, lacrime che sentivo vere, che non volevano smettere di scendere, di far vedere a quelle verità la mia debolezza, distruggendo il mio orgoglio. Venni strattonata da una parte e dall'altra, senza riuscire a parlare, semplicemente non potevo fare altro che piangere. Raccolsi tutte le forze e scoppiai! Non avevo più alcun ricordo di come si parlasse in italiano o in inglese, ma solo di come si parlasse in francese, la mia lingua madre.

Inarcai la schiena, gettando il capo all'indietro e urlando «Ça suffit! Arrêtez maitenant! Laissez moi mourire avec mes problèmes!» (Basta! Smettetela adesso! Lasciatemi morire con i miei problemi!)

 

Spalancai di colpo gli occhi e mi trovai faccia a faccia con Jenny, che mi stava scuotendo insistentemente per svegliarmi, per tirarmi fuori dal mio mondo, fatto di incubi e paure. Sentivo le guance bagnate, e anche la mia vista era annebbiata. Dovevo aver pianto molto, ma non solo. Ero riuscita a svegliare la mia migliore amica e, sicuramente, mezzo aereo. Nascosi il viso fra le mani e ricominciai a piangere a dirotto.

«L...Le voci avevano ragione» singhiozzai. Sta volta stavo parlando in italiano, perciò solo lei capii.

«Quali voci?» mi chiese preoccupata.

«Le voci! Quelle che ogni volta mi ricordano che sono debole, che non so fare altro che danni»

La mia Jemellina mi tirò a se e mi strinse fortemente, coccolandomi. Mi abbandonai fra le sue braccia, poggiando il capo sulla sua spalla e, senza smettere un attimo di piangere, spostai lo sguardo su JiYong. Aveva il capo chino, e stava sfogliano qualcosa, che non riuscii a vedere a causa della stoffa della felpa di Jenny. Chiusi gli occhi e cercai di calmarmi in quella stretta calda e sicura, un abbraccio in cui stavo bene perché sapevo che proveniva da una persona di cui potevo fidarmi. Ma lei? Lei si fidava ancora di me?

Mi allontanai da lei e la guardai negli occhi, prima di asciugarmi le guance con la manica del giacchetto.

«Jenny, io...» cominciai, deglutendo e abbassando lo sguardo.

«Tu?» mi incoraggiò.

«Mi dispiace, ok? Mi dispiace di averti mentito, di non averti detto nulla su come io e GD ci siamo conosciuti e del fatto che, come hai giustamente detto tu, mi sono innamorata di lui. Sono la persona più orribile in questo mondo, la peggiore amica e Jemellina che tu potessi mai trovare. Mi faccio schifo, letteralmente! E l'ultima cosa che voglio è farti male, lo sai. Ma ti chiedo solo una cosa...» mi schiarii la voce e alzai lo sguardo, incrociando i suoi occhi seri, ma anche felici di sentirsi rivolgere delle scuse «Tu... ti fiderai ancora di me? Saremo amiche come prima che un Drago Asiatico venisse a casa tua?» le chiesi tutto ad un fiato.

Per tutta risposta lei mi sorrise e mi abbracciò nuovamente, per poi tirarmi una piccola pacca sulla testa.

«Scema! Ne abbiamo già parlato, sai benissimo che il mio Korean Dream non potrà mai eguagliarti, anche se adesso è qui, accanto a me, in carne ed ossa. Abbiamo già avuto i nostri alti e bassi, ma guardaci, siamo qui, no? Come ti ho detto milioni di volte, siete perfetti assieme. La mia fiducia? È tutta dentro di te, e forse capisco perché mi hai tenuto nascosto tutto. Se facessi la stessa cosa con Andy... beh, penso che ci penserei due volte prima di dirtelo» mi disse sinceramente e sorrise. La ringraziai, con gli occhi di nuovo umidi di lacrime, e la seguii con lo sguardo, mentre tornava a sedersi al suo posto, facendo segno a GD di alzarsi e fare lo stesso.

Presi l'iPod e mi misi le cuffie nelle orecchie, per poi cercare il mio album da schizzo, ma non lo trovai, e cominciai a preoccuparmi. Che fine aveva fatto?! Come avevo potuto perderlo in un aereo?!

Feci per domandare a JiYong se non l'avesse visto, quando notai che il mio quaderno era stretto nelle sue mani. Aveva lo sguardo perso in un disegno con il Joker e, ogni tanto, girava pagina, per riguardare il suo ritratto. Avvampai e glielo strappai di mano, per poi nasconderlo nella tasca del sedile di fronte a me.

Lui mi guardò ed esclamò «Ehi! Lo stavo guardando io!»

Lo squadrai appena e scossi il capo «P.d.P»

«Eeeeh?!» mi chiese lui, con una voce molto più acuta del solito.

Risi appena e scossi il capo, rannicchiandomi nuovamente su me stessa.

«Nulla... solo, Proprietà Privata»

«Ma perché ti vergogni a farli vedere? Sono capolavori! Almeno riuscissi a disegnare bene un decimo di quanto lo fai tu!»

Sorrisi a quell'espressione e scossi il capo. In non so quanti me lo avevano già detto ma io, nei miei disegni, non ci vedo assolutamente nulla di bello, anzi, se solo non me ne pentissi dopo, li straccerei tutti!

«Tu sai cantare e ballare perfettamente, cosa che io non so fare»

«Ti metterò alla prova» ribatté sorridendo. Gli feci la linguaccia e mi misi la musica a palla nelle orecchie. Non contavo più di dormire, anche perché avevo paura di farmi rivedere debole agli occhi della mia migliore amica e del suo idolo.  

 

 

 

 

Buongiorno e buona domenica a tutti!! :D

Ecco a voi un nuovo capitolo.... Presto i nostri tre eroi arriveranno a Seoul e le cose si faranno movimentate... Mi raccomando seguiteci in tenti perche` merita ve lo assicuro :D

E non dimenticatevi di recensire :D

A presto [spero]

Dragon :* 

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Capitolo 15
*** A Seoul ***


Cap. 15

 

A Seoul

 

[Jenny POV]

Finalmente arrivammo a Seoul e potemmo scendere da quel dannato aereo: ognuno di noi era davvero felice di rimettere i piedi per terra, Amina stava letteralmente morendo di noia mentre io e G-Dragon volevamo solo correre da T.O.P il prima possibile. Uscimmo in fretta dall'aeroporto e salimmo su un taxi dove GD si rivolse al conducente, in coreano ovviamente, e subito partimmo a gran velocita`.

“Dove stiamo andando?” chiese Amina guardando fuori dal finestrino le strade di Seoul.

“All'ospedale: i BigBang ci stanno aspettando.” rispose il leader con una voce strana, assente. Mi voltai verso di lui e vidi che era teso: fissava fuori dal finestrino con sguardo cupo e stringeva forte le mani a pugno. Il viaggio in taxi fu silenzioso, ma fortunatamente arrivammo presto e, ad accoglierci, ci furono Taeyang, Daesung e SeungRi con diversi uomini che non sapevo chi fossero. GD scese subito dall'auto e fu raggiunto da Taeyang, si abbracciarono e si dissero diverse cose, in coreano, poi si avvicinarono anche Daesung e SeungRi; mentre i ragazzi parlavano fra loro io aiutai Amina a scendere dal taxi.

“Loro sono delle mie amiche e non sanno il coreano quindi meglio se parliamo in inglese d'ora in poi.” disse G-Dragon indicandoci ai suoi amici e colleghi. Scoprii presto che gli uomini che non conoscevo erano qui solo per prendere le nostre valige e portarle a casa del leader mentre noi entravamo in ospedale.

“Come sta T.O.P?” non riuscii a trattenermi dal chiedere. Taeyang si volto` verso di me:”E` vivo, ma non sappiamo altro.” mi rispose, i suoi occhi erano leggermente lucidi. Feci un passo avanti e gli diedi una leggera pacca sulla spalla:”Andra` tutto bene.” esclamai cercando di essere convincente. Percorremmo diversi corridoi e alla fine ci fermammo in una sala d'attesa vuota, se non fosse stato per tre persone sedute in un angolo. Appena li vide GD corse immediatamente da loro.

“Chi sono?” chiese Amina sbucando alle mie spalle.

“I genitori e la sorella di SeungHyun.” rispose SeungRi.

“Intende dire T.O.P.” specificai non essendo sicura se la mia best si ricordasse o meno il vero nome del rapper.

“Invece voi chi siete?” domando` Daesung cambiando discorso. Ci sedemmo tutti sulle scomode poltroncine della saletta e spiegai a grandi linee chi eravamo e come avevamo conosciuto il loro leader.

«Ah, ma non ho ben capito una cosa. Che diavolo ci faceva JiYong in Svizzera?!» disse Taeyang.

Io e Amina ci guardammo per poi spostare lo sguardo sugli altri membri della band e stringerci nelle spalle. Nessuno aveva la più pallida idea del perché GD avesse scelto proprio la Svizzera per scappare dal mondo intero quando, a meno ore d'aereo e meno stress, sarebbe potuto benissimo andare in Australia! In fin dei conti nessuno lo conosceva.

Amina prese l'iPod dalla tasca della borsa e si mise entrambe le cuffie all'orecchio, ma io le tirai una gomitata e le feci segno di toglierne almeno una, per educazione. La vidi trattenere uno sbuffo e guardare verso la porta, che connetteva la sala d'aspetto al corridoio delle camere. Non potevo nemmeno immaginare la noia che l'assaliva, siccome non conosceva nulla della band, nemmeno chi fosse il povero sfortunato T.O.P che era finito sdraiato su un lettino d'ospedale.

Mi voltai verso i BigBang e notai che avevano tutti gli occhi puntati su di me. Avvampai e mi alzai il colletto del giacchettino fino sopra al naso. Dae si schiarì la voce e si appoggiò allo schienale del sedile.

«Dunque, se ho ben capito... voi due siete amiche, e GD è colui che ha incontrato lei» e indicò Amina «La cosa che non riesco a connettere è... come ci è arrivato JiYong fino a te?»

«Oh» sgranai gli occhi. Quel particolare lo avevo tralasciato, credendo che non fosse importante, ma era meglio se, siccome adesso di tempo ne avevamo, spiegavo tutto. Ma la mia Jemellina non me ne diede il tempo e lo squadrò da cima a fondo, per poi rispondere secca «Più che preoccuparvi per come ci siamo conosciuti noi, dovreste pensare al vostro amico!»

Non so cosa mi trattenne dal prenderla a sberle. Ma come poteva rispondere così a una star internazionale? Un minimo di buonsenso, no? Le avevo sempre detto che era pazza, ma fra la pazzia e la stupidità c'è un abisso di differenza! La fulminai con un occhiataccia, ma lei aveva lo sguardo rivolto altrove o, meglio, perso nello sguardo di GD, che nel frattempo di era avvicinato. Si sedette accanto a lei e poggiò entrambi i gomiti sulle sue ginocchia, unendo le mani e guardandoci tutti, uno ad uno. Sperai tanto che lui non avesse sentito il modo in cui Amina aveva risposto al suo collega.

Rimanemmo così, in silenzio e con il pensiero rivolto a T.O.P, sperando di aver presto sue notizie. Daesung non smetteva di far tremare la gamba, SeungRi continuava a spostare freneticamente lo sguardo dal pavimento alla porta, Taeyang cercava di distrarsi il più possibile, torturandosi le mani e GD scuoteva il capo lentamente, quasi fosse pentito. Io cercavo di rilassarmi il più possibile, dicendomi che non era nulla di grave, ma proprio non ci riuscivo, ero preoccupatissima per il rapper, volevo sapere come stava, e lo volevo sapere il prima possibile! Ma il dottore non entrava, l'attesa si allungava e la preoccupazione aumentava. Amina, nel frattempo, si era nuovamente messa l'altra cuffia e muoveva la testa a ritmo di “Fallen Angels”, persa nel suo mondo fatto di Rock e Metal. Aveva la musica a palla, perciò sentivo alla perfezione ogni nota e ogni parola. Mi faceva saltare i nervi perché sembrava fregarsene, ma non era colpa sua se non sapeva chi fosse Seung Hyun. Probabilmente per lei era un estraneo come un altro e, malgrado le avessi fatto l'esempio di Axel, a cui succede qualcosa di grave, lei non sembrava preoccuparsi minimamente. Sospirai e guardai verso la porta a vetri, proprio nel preciso attimo in cui un signore, in camice bianco, entrò e guardò velocemente la lista, per poi alzare lo sguardo sul nostro gruppo. Vidi i BigBang e la famiglia Choi alzarsi e dirigersi verso il medico, che si schiarì la voce, per poi prendere a parlare.

 

[GD POV]

Fui il primo a rivolgere la parola al dottore.

«Come sta?» chiesi preoccupato. L'uomo si sorrise appena e abbassò appena il capo, guardandoci.

«Sta bene, niente di grave. Sembrava una cosa urgente, ma non è a rischio. L'incidente in auto gli ha causato piccole ferite e una leggera commozione celebrale, ma gli ha anche rotto la caviglia destra e il femore sinistro. Da quello che ho potuto vedere e capire, il piede, durante il ribaltamento del veicolo, è rimasto incastrato sotto i pedali e, quando lui ha fatto un movimento brusco, nel tentativo di liberarsi, è riuscito a rompersi l'osso. Mentre, per quanto riguarda il femore, anche lì, l'impatto violento con la parte dura del volante gli ha colpito la gamba, fratturando l'osso. Si può ritenere fortunato, però. Il paraurti, frantumandosi, gli ha solo ferito leggermente il viso e le braccia. Nulla di allarmante» spiegò il medico, guardando ognuno negli occhi. La signora Choi aveva le guance rigate da lacrime di sollievo, miste a preoccupazione, mentre il padre e la sorella dello Hyung avevano uno sguardo freddo, vuoto. Mi feci avanti, chiedendo «Può uscire?»

L'uomo scosse il capo e mi posò una mano sulla spalla, sospirando appena «Deve stare un mese fermo, senza sforzare, così non avrà problemi in seguito. Per ora è meglio se resta qui»

Annuii e guardai gli altri, meno tesi e preoccupati di prima, per poi dirigermi verso le ragazze. Jenny non aveva smesso un attimo di guardarci, mentre Amina aveva gli occhi chiusi, mentre muoveva il piede sano ad un ritmo frenetico e le mani seguivano i movimenti del chitarrista.

Mi rivolsi a Jenny e le spiegai cosa era successo allo Hyung, cercando di tranquillizzarla un po', lei fu davvero felice di sentire quella notizia. Poi, insieme ai ragazzi andai a salutare il rapper per vedere di persona come stava, purtroppo non potei restare a lungo in sua compagnia: il mio cellulare prese a squillare, cosi` fui costretto a lasciare la stanza. Lo presi fuori dalla tasca dei jeans e guardai chi fosse lo scocciatore. Sospirai appena e risposi al direttore della YG, che mi disse di correre immediatamente da lui con tutta la band per spiegargli per filo e per segno cosa fosse successo: pretendeva delle risposte e delle spiegazioni e voleva la presenza di tutta la band, a parte T.O.P. ovviamente. Cercai di protestare facendogli notare che non potevamo abbandonare Seung Hyun all'ospedale da solo, che in fondo bastava uno di noi per spiegare i fatti, ma fu irremovibile cosi` fui costretto a dargli la mia parola che saremmo corsi da lui il prima possibile.

“Che succede?” mi chiese Jenny preoccupata dalla mia espressione corrucciata avvicinandosi a me.

“Il presidente vuole vederci, ma non me la sento di lasciare lo Hyung da solo.” risposi scuotendo la testa arreso.

“Non ti preoccupare, restiamo io e Amina con lui. Ci assicureremo che stia bene, vero?” ribatte` Jenny dando una gomitata ad Amina che la riscosse dai suoi pensieri.

“Cosa?” urlo` Amina scossa e confusa.

“Non e` il caso che vi scomodiate, sarete stanche dopo il lungo viaggio e...” cercai di farle notare, ma la ragazza sembrava perfino piu` irremovibile del presidente cosi` alla fine mi arresi e avvisai i ragazzi che, parecchio offesi e infuriati col presidente mi seguirono fuori dall'ospedale lasciando lo Hyung in compagnia delle due ragazze. Prima di andarmene salutai gentilmente Jenny con un sorriso e posai un leggero bacio sulle labbra di Amina per poi accarezzarle dolcemente i capelli, lei mi osservo` confusa ed emozionata.

 

 

 

 

Rieccoci qui!! :)

Vi siamo mancate??

Grazie mille a tutti, davvero, siete dei lettori fantastici!! :* Ok, basta fare la lecchina :P

Vi auguro un buon weekend :D

A presto :*

Dragon

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Capitolo 16
*** Come poteva abbandonarmi cosi`? ***


 

Cap. 16

Come poteva abbandonarmi cosi`?

 

[Jenny POV]

“Alzati, forza! Dobbiamo andare a trovare T.O.P.” esclamai afferrando la mia best per un braccio e aiutandola ad alzarsi.

“Cosa? Noi? Perche` loro dove sono andati scusa?” mi chiese lei confusa e irritata ritirando nella tasca dei jeans il suo iPod.

“Si, noi perche` i ragazzi sono stati costretti ad andare alla YG, la casa discografica per cui lavorano, ad incontrare il loro capo per questioni di lavoro e io ho promesso a GD che avremmo tenuto compagnia a T.O.P” le spiegai dirigendomi verso la stanza del rapper, sentivo i passi di Amina alle mie spalle. Entrammo nella stanza del ragazzo e subito lui si volto` verso di noi:”E voi due chi siete? Credevo che non avrebbero permesso di far entrare delle VIP. Uscite subito di qui.” ci attacco` con acidita`.

“Non siamo VIP o meglio, io lo sono, ma lei no. Conosciamo G-Dragon siamo venute qui con lui da Londra, siamo qui per tenerti compagnia: i ragazzi sono dovuti andare alla YG per parlare col presidente.” spiegai in fretta per paura di essere cacciata sul serio.

“Ma di che cosa stai parlando?” ribatte` T.O.P confuso facendo saltare lo sguardo da me ad Amina. Mi avvicinai al suo letto trascinando la mia best che sembrava improvvisamente intimorita dall'alto ragazzo dai capelli azzurri seduto sul letto, ci sedemmo su un paio di sedie bianche e iniziai a spiegare, di nuovo, come conobbi il suo leader. Il rapper ascolto` in silenzio:”Come storia non sta in piedi, potevi inventarti di meglio, che cosa ci faceva GD in Svizzera, me lo spieghi?” sbotto` alla fine del racconto con un sonoro sbuffo.

“Senti, bello, non ne abbiamo idea di che cosa ci facesse JiYong in un paesello sperduto nel nulla, ma si da` il caso che fosse li` e che io l'abbia incontrato. Se non ti fidi di noi puoi anche chiamare lui e fartelo spiegare.” esclamo` Amina tirando fuori tutto il suo coraggio e fulminando T.O.P con lo sguardo.

“Lei e G-Dragon stanno insieme. Lui si e` offerto di ospitarla in casa sua quando lei e` stata cacciata da sua madre.” spiegai accorgendomi in quel momento che io d'ora in avanti sarei diventata il terzo incomodo a casa Kwon, cercai di non rabbrividire troppo a quell'orrenda rivelazione.

“Questo e` impossibile, ma se solo qualche giorno fa nemmeno vi conoscevate.” ribatte` T.O.P sollevando un sopracciglio dubbioso.

“Vero, ma le cose cambiano.” si limito` a rispondere Amina con una scrollata di spalle. Calo` il silenzio che fu spezzato qualche istante dopo dalle sonore proteste del mio stomaco affamato:”Ehm... Chiedo scusa.” esclamai arrossendo dall'imbarazzo.

“Sara` meglio che vada a cercarmi qualcosa per cena, tu resta con T.O.P io vado e prendo qualcosa anche per te.” aggiunsi rivolgendomi alla mia best. Lei mi guardo` supplicandomi con gli occhi di non lasciarla da sola con quello che per lei era un perfetto sconosciuto, ma non potevamo allontanarci entrambe: lo avevo promesso a GD, cosi` non mi lasciai corrompere e lasciai la stanza salutando gentilmente entrambi.

 

[Amina POV]

Come poteva la mia migliore amica abbandonarmi in una situazione simile? Come potevo tenere compagnia ad un ragazzo che nemmeno conoscevo? Iniziai immediatamente a tormentarmi le mani dalla paura e dall'imbarazzo sperando ardentemente che quello sconosciuto evitasse di rivolgermi la parola. Speranze vane le mie, perche` dopo pochi secondi lo sentii dire:”E cosi` tu saresti la fidanzata di JiYong, lo chiami addirittura per nome.” il suo tono di voce lasciava trapelare quanto poco credesse a questa storia.

“Beh, non siamo proprio fidanzati, non ufficialmente almeno.” risposi senza alzare lo sguardo su di lui, ma potevo sentire i suoi occhi puntati su di me.

“Assurdo.” borbotto` sbuffando per poi trattenere a stento un gemito. Alzai di scatto la testa e lo guardai preoccupata:”Stai bene?” gli chiesi ansiosa.

“No, le gambe mi fanno un male cane. Le sento pulsare forte sotto il gesso, non credo sia normale.” mi rispose con una smorfia di dolore dipinta sul viso.

“Oh, si che lo e` invece.” ribattei, il ragazzo sposto lo sguardo su di me per potermi fulminare:”E tu che ne sai? Non sei un'infermiera ne` tanto meno una dottoressa.” esclamo` gelido.

“No, e nemmeno punto a diventarlo. Ma, genio, se non sei ceco vedi benissimo che ho la gamba ingessata pure io!” risposi indicando il gesso che ricopriva il mio piede e parte della gamba:”E non e` nemmeno la prima volta che mi rompo le ossa di una gamba quindi so bene quanto male faccia.” spiegai secca.

“Come hai fatto a romperti la gamba?” mi chiese improvvisamente gentile e con un tono di voce quasi apprensivo.

“Sono caduta sul ghiaccio mentre cercavo di pedinare JiYong.” risposi scrollando le spalle, mi aspettai che lui si mettesse a ridere della mia goffaggine, ma non lo fece.

“Una non VIP che pedina il nostro leader? Vedi che la vostra storia non ha senso?” ribatte` incrociando le braccia al petto.

“Non lo stavo pedinando di mia iniziativa, volevo solo vedere dove andava per poi riferirlo alla mia migliore amica che stravede per lui.” risposi e iniziai a spiegargli con calma tutta la storia dall'inizio.

«Beh, spiegata così la storia non fa una piega ma il mio dubbio rimane indelebile. Okay, la tua best è una VIP e tu no, ma addirittura rischiare una polmonite in pieno inverno solo per lei?» mi chiese, inarcando un sopracciglio. Quel gesto, fatto da lui, era ancora più... sexy di quando lo faceva Axel.

Sbuffai appena e lo guardai:«Tu non hai migliori amici?»

Si strinse nelle spalle, annuendo «Certo, i miei colleghi, che sono come fratelli per me»

«Ecco, per loro penso che ti romperesti una gamba e anche altro» ribattei. Lui fece una smorfia e annuì nuovamente, abbassando lo sguardo sulle proprie mani. Lasciai ricadere la testa all'indietro e guardai il soffitto, cercando un qualcosa di interessante che potesse aiutarmi a non pensare alla mia gamba che pulsava forte: il viaggio era stato estenuante e con l'aggiunta del jet-lag ero a pezzi. Le braccia dolevano e il cervello non smetteva un attimo di lavorare. Mi mancava casa mia, la mia famiglia e Axel. Volevo sentirlo il prima possibile, ma non avevo nessun modo di contattarlo, siccome il mio cellulare non mi permetteva di chiamare dall'estero. Non avevo fame, e nemmeno bisogni urgenti come quello di recarsi in bagno, perciò non avevo scuse per lasciare la stanza. Feci per prendere il mio blocco da disegno, quando realizzai che ce l'aveva ancora JiYong.

Prima che scendessimo dall'aereo, il leader mi aveva aiutato a mettere assieme tutte le mie cose, controllando più volte che non dimenticassi nulla e, siccome la mia borsa era piena fino all'orlo, avevo domandato a lui di tenermi le cose da disegno nel suo zaino, che era vuoto. E ora, nel momento del bisogno, il mio quaderno era chissà dove per le strade di Seoul. Sbuffai nuovamente e guardai la porta, nella speranza che Jenny arrivasse da un momento all'altro, ma più il tempo passava, meno Jenny pareva voler tornare.

T.O.P si schiarii la voce e indicò velocemente la mia tasca, da cui sbucava il filo delle cuffie.

«Che musica ascolti? Cioè, se non sei una VIP, dubito che ascolti k-pop. Correggimi se sbaglio»

Sorrisi appena e scossi il capo, per poi guardarlo «Non ascolto il... k-coso. Diciamo che il mio genere è uno di quelli che fa casino, però anche il rap ci sta. Gli unici rapper che ascolto volentieri sono Eminem e Stress» risposi con una scrollata di spalle.

Il coreano mi guardò da cima a fondo per poi sorridere.

«K-pop, non k-coso... lasciami indovinare, ascolti Rock, Metal, Hardcore, e altri generi simili?»

Annuii e presi l'iPod fuori dalla tasca dei jeans, per poi passargli una cuffietta, mentre mi calcai l'altra nell'orecchio. All'inizio sembrò titubante, ma alla fine accettò di sentire la mia musica. Una cosa che adoro fare è lasciare che anche le altre persone provino a sentire ciò che sento io nella musica, in ciò che mi appassiona e, penso, chi meglio di un cantante può capirlo?

Cominciai a fargli sentire i grandi del passato, cominciando dai Metallica, per poi passare ai Beatles, AC/DC, Iron Maiden, Rolling Stones... Ma appena notai la sua espressione (un misto di orrore, disgusto e incomprensione allo stato puro) gli feci sentire Stress, il mio rapper svizzero preferito.

T.O.P cominciò a muovere la testa e le mani a ritmo di musica, mentre mi guardava dritto negli occhi.

«Peccato che non capisco nulla di quello che dice, però il ritmo e la musica prendono parecchio» disse sorridendo.

Sorrisi di rimando e spensi la musica, per poi lasciare il lettore sul comodino bianco accanto al letto. Sbuffai cercando in tutti i modi di ignorare il dolore alla gamba, ma un piccolo gemito mi scappò dalle labbra. Per cercare di non pensarci troppo continuai la discussione sulla musica.

«Tu... ascolti e canti solo k-pop, oppure hai una mentalità più ampia?» domandai biascicando appena.

Il ragazzo scoppiò a ridere e mi posò una mano sulla testa, muovendomela a destra e a sinistra. Volevo dirgli, anzi, sbraitargli contro di levare quella mano dalla mia testa, ma in realtà... non mi dava assolutamente alcun fastidio che mi toccasse, ed era una cosa strana, siccome io odio i contatti diretti ed invasivi.

«Non mi conosci affatto» cominciò lui, ridendo «Io non canto k-pop, ma rap. Adoro il mio genere musicale, ma adoro anche il Pop, normale e mortale Pop»

«Evviva Michael Jackson, allora» scherzai. Mi allungai per afferrare la sedia lasciata vuota dalla mia Jemellina e la avvicinai a me per poi appoggiarci sopra la mia gamba dolorante.

Il cantante parve accorgersi del mio malessere e mi tirò più a sé, facendomi avvicinare la sedia al materasso. Seguii le sue indicazioni, ma la mia gamba ingessata cadde dalla sedia facendomi sbilanciare e finire al suolo con un sonoro gemito.

“Ahia!” mi lamentai sorreggendomi il gesso. Ad un tratto sentii un paio di mani posarsi su di me, e vidi che T.O.P mi stava afferrando delicatamente per le spalle, per poi sollevarmi e adagiarmi sul materasso accanto a lui. Mi passò un braccio attorno alle spalle e mi guardò.

«Da quanto siete in giro?» mi chiese, quasi sussurrando. Chiusi appena gli occhi e feci due conti veloci.

«Boh, a me pare un giorno, ma non ne sono sicura» risposi. Ora che ero in un posizione più confortevole il dolore stava diminuendo, poggiai il capo sulla spalla del rapper e chiusi gli occhi.

 

[Jenny POV]

Trovare qualcosa da mangiare fu piu` difficile di quel che credessi siccome non sapevo nemmeno una parola in coreano, ma alla fine riuscii a trovare un'anziana signora di Miami che mi aiuto` a compare qualcosa al bar dell'ospedale. Tornai vittoriosa nella stanza di T.O.P solo per poi rimanere imbambolata sulla soglia senza sapere bene cosa fare: Amina e T.O.P erano coricati sullo stesso letto uno accanto all'altra, la testa della mia best era appoggiata sulla spalla del rapper, mentre il braccio di T.O.P le circondava la vita, e entrambi erano profondamente addormentati. Rimasi per un po' a guardarli indecisa sul da farsi, ma non ebbi la possibilita` di prendere una qualsiasi decisione che qualcuno entro` nella stanza alle mie spalle. “Che cosa succede qui?” chiese una voce che non avrei mai potuto confondere. “Non lo so, sono appena arrivata e li ho trovati cosi`.” risposi voltandomi verso G-Dragon. “Appena arrivata? Perche`? Dove eri andata?” domando` lui fissandomi dritto negli occhi. “A comprare qualcosa da mangiare.” risposi abbassando lo sguardo, proprio non ci riuscivo a sostenere il suo: era troppo per me. GD mi sorpasso` e si avvicino` ai due stesi sul letto.

 

 

 

 

Ecco a voi un nuovo capitolo! Speriamo tanto che questo capitolo piaccia come quello precedente e speriamo anche in tante altre recensioni.

Grazie a tutti quelli che hanno recensito finora

Un saluto 

Sixx

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Capitolo 17
*** Confessioni ***


Cap. 17

Confessioni

[GD POV]

Arrivato ai piedi del letto, mi fermai a fissare T.O.P e Amina distesi l'uno vicino all'altra. Sentivo una strana rabbia crescermi dentro, un certo moto di gelosia e invidia si stava facendo spazio dentro di me, pendendo e annientando lentamente ogni cellula lucida del mio cervello. Feci un respiro profondo e socchiusi gli occhi, cercando di rilassare il più possibile ogni nervo, teso per la rabbia e invidia. Volevo svegliare quei due, prendendo Amina per un braccio, tirandola verso di me, stringerla a me, e scaraventare sul pavimento lo Hyung. Ma forse lui non sapeva di me e lei, forse Amina si sentiva solo stanca e aveva bisogno di dormire. Ma la parte coerente e ragionevole del mio cervello si stava facendo sempre più piccola, solo i passi che avvertii dietro di me riuscirono a distogliermi dai miei pensieri. Voltai appena lo sguardo e vidi Jenny che mi stava osservando con aria preoccupata ed interrogativa. Si avvicinò a me, titubante, e mi poggiò delicatamente una mano sulla spalla destra. Automaticamente alzai la mia mano e la posai sulla sua, chiudendo del tutto gli occhi e abbassando il capo. La vista del mio amico con la mia fidanzata (anche se non ufficiale) mi faceva davvero male. E pensare che Amina la conoscevo da poco, eppure era diventata importante, come Jenny, in fin dei conti. In quel momento ripensai a tutto ciò che era successo nei giorni precedenti, che sembravano molto lontani da adesso.

Tutta questa storia era cominciata dal fatto che io me ne ero andato in Svizzera... e ripensare al motivo per il quale avevo scelto una meta così sperduta rispetto alla Corea, mi faceva sentir male.

Feci per parlare quando, sia io che Jenny, sentimmo un rumore continuo in corridoio, quasi come se qualcuno stesse correndo. Abbassammo le mani all'unisono e ci guardammo negli occhi, per poi avvicinarci alla porta aperta della stanza e guardare fuori. Vidi Taeyang correre a perdifiato verso di noi, con la fronte imperlata di sudore e il fiato corto. Appena mi vide si precipitò da me, per poi spingermi in mezzo alla stanza e chiudere porta, tende e finestre. Prese una sedia vuota vicino al letto e si sedette, facendoci segno di aspettare un attimo, siccome aveva bisogno di riprendere fiato. Lo guardai confuso e, dopo aver preso la mia bottiglietta d'acqua, poggiata sul tavolo sotto la finestra, gliela passai. Tae se ne scolò metà in un sorso solo, per poi asciugarsi il sudore dalla fronte con la mano. Mi inginocchiai accanto a lui e lo guardai dritto negli occhi, aspettando una qualche risposta plausibile a quel comportamento sospetto. Jenny, nel frattempo, si era rintanata in un angolo e faceva finta di interessarsi alla TV. Sembrava quasi aver paura di disturbare.

Tornai nuovamente a concentrarmi sul mio migliore amico, ma anche la sua attenzione sembrava essere altrove, più precisamente su T.O.P e Amina.

Alzò una mano e li indicò con il pollice, inarcando un sopracciglio e spostando lo sguardo da loro a me.

«Da quello che avevo capito lei mica stava con te?»

Scossi appena il capo e mi sedetti sull'altra sedia libera, guardando verso il basso. Mi passai una mano fra i capelli e spostai nuovamente il viso su Yungbae, che aspettava una risposta. Sospirai e guardai verso i due ragazzi addormentati.

«Probabilmente Amina era stanca. Non lo so! Sono tornato poco fa»

Lui annuì e aprì la bocca, pronto per darmi un motivo valido per quell'intrusione, ma non fece a dire una sillaba che anche il resto dei BigBang entrarono nella stanza e Daesung, che era l'ultimo, chiuse la porta e ci si poggiò contro. Avevano tutti il fiatone, e tutti guardavano nella mia direzione. A prendere la parola per primo fu il Maknae, che sembrava essere il più preoccupato di tutti.

«JiYong, la polizia ha trovato il tipo che ha investito lo Hyung» disse. Sgranai gli occhi e cercai la conferma nello sguardo degli altri che ciò che aveva detto SeungRi non fosse vero, ma tutti loro avevano gli occhi colmi di confusione e preoccupazione.

«Aspetta, vuoi dire che l'incidente di T.O.P non è stato casuale?» chiesi, anche se sapevo già la risposta, e non solo per i loro sguardi. Abbassai lo sguardo e mi fissai le mani, che erano diventate improvvisamente molto interessanti.

«No, per niente. Dal rapporto che lo Hyung ha lasciato alla polizia, il tizio gli è andato contro con l'auto e l'ha fatto finire direttamente contro un muro. La parte anteriore dell'auto è andata distrutta completamente. SeungHyun ha cercato di uscire dalla macchina ma, durante l'urto, il piede destro si è incastrato sotto il freno, rompendogli la caviglia, mentre con lo stinco sinistro è andato a sbattere violentemente contro il volante che l'ha scheggiato mica male» mi spiegò il Maknae. Annuii appena e ingoiai l'enorme groppo che mi si era improvvisamente creato in gola.

Speravo che allontanandomi, che andandomene da qui avrei tenuto al sicuro i BigBang e la mia famiglia dagli psicopatici che mi minacciavano di morte e provavano ad uccidermi ogni giorno, ma...

Sentii una mano posarsi sulla mia spalla, e alzai lo sguardo verso Taeyang, che mi stava osservando con aria preoccupata ed interrogativa. Sospirai e guardai gli altri due, che mi fissavano a loro volta.

«Devi dirci qualcosa, JiYong?» mi chiese il mio migliore amico. Mi morsi il labbro inferiore e mi grattai la guancia, lasciando vagare lo sguardo per la stanza. Appena mi soffermai sulla ragazza di fronte alla televisione, la richiamai a me. Lei si voltò e inarcò un sopracciglio, chiedendomi se andasse tutto bene. Scossi il capo e le feci segno di avvicinarsi. Era tempo che spiegassi tutto per filo e per segno a ogni persona presente nella stanza, e ciò significava svegliare anche quei due, distesi e appiccicati l'uno all'altra, sul letto. Mi alzai dalla sedia e cominciai con lo svegliare lo Hyung. Lo presi per le spalle e lo scossi appena e, dopo due buoni minuti, quello aprii gli occhi e mi chiese «Che vuoi? Stavo dormendo così bene!»

«Ho bisogno di te sveglio, adesso... per farti le mie scuse e spiegarti un paio di cose» ribattei, trattenendo appena uno sbuffo.

SeungHyun si guardò attorno, cercando di mettere a fuoco i visi delle persone presenti, soffermandosi appena su quello di Jenny, per poi chinare immediatamente il capo e guardare l'espressione tormentata sul viso di Amina.

Un altro incubo, pensai.

Mi avvicinai appena a lei e le sfiorai il viso con una mano, tentando di svegliarla nella maniera più gentile possibile, ma Jenny non me ne lasciò il tempo, perché mi prese per il polso e mi guardò, quasi implorandomi con lo sguardo di non farlo.

Confuso, le chiesi cosa c'era che non andasse e, dopo avermi liberato il polso, lei scosse il capo.

«Ti avviso, ne va della tua salute. Svegliare Amina significa incappare nella terza guerra mondiale»

T.O.P rise e mi guardò «Un po' come te, vero? A proposito, perché non hai svegliato anche me come stavi per svegliare lei?» chiese in tono scherzoso.

Sbuffai e gli tirai una pacca in fronte «Ah! Ma sta zitto Hyung! Comunque preferisco che anche lei sia sveglia quando vi spiego l'intera storia, siccome è con lei che è partito tutto»

Ora sapevo come svegliarla, e come affrontarla. Non sarebbe stato piacevole, ma doveva essere assieme a noi, e non immersa nel suo mondo che, da come la vedevo adesso, non doveva essere fatto esattamente di unicorni e arcobaleni.

Presi la bottiglietta d'acqua dalle mani di Yungbae e, dopo averla aperta, la versai tutta sul viso di Amina, che subito scattò come una molla, mettendosi seduta sul letto. Si passò l'orlo di una manica sul viso e mi fulminò con lo sguardo, per poi tirarmi un pugno secco dritto in pancia e lanciarsi contro di me. Peccato che non aveva minimamente calcolato il fattore distanza dal letto al pavimento e, dopo avermi preso per il colletto della maglietta, cademmo entrambi sul pavimento. Okay, con lei era diventata una legge... dovevamo sempre cadere, indifferentemente da dove ci trovassimo.

«Ahi!» la sentii lamentarsi sotto di me, così mi scansai subito e mi distesi accanto a lei, cercando di calmare il dolore che si era impossessato di me. Mi poggiai una mano sul ventre, gemendo appena a causa del pugno, ma cercai di non darci troppo peso, e guardai il soffitto, anche se una testa abusiva me lo impediva. T.O.P si era sporto dal letto e stava ridendo. Mi faceva piacere sapere che stava bene e che era tornato il burlone di sempre, che il pazzo che voleva farlo fuori non era riuscito nel suo intento.

Mi misi a sedere e guardai gli altri, sospirando.

«È tempo che io vi dia alcune spiegazioni, ragazzi» dissi. Amina si sedette accanto a me e annuì decisa, tirandomi una gomitata nel fianco «Esatto, perché voglio una spiegazione valida per il modo in cui mi hai svegliata!»

Le feci segno di calmarsi e, dopo essermi messo in piedi, la aiutai a fare lo stesso e a sedersi sul letto. Lo Hyung le fece abbastanza spazio da lasciarle stendere la gamba malata.

«Allora... dicci tutto» mi incalzò Daesung.

Mi schiarii la voce e presi a spiegare in inglese.

«Okay, nessuno di voi sapeva dove fossi andato, e perché fossi fuggito... bene. Come già sapete ero in Svizzera. Ho scelto quel posto come “rifugio”» mimai le virgolette con le dita «perché è un posto abbastanza sperduto e poco conosciuto da noi orientali. In effetti quasi nessuno parla della Svizzera qui e...»

Taeyang sbuffò e mi guardò con aria insistente «Ok, eri in Svizzera, fin li ci siamo arrivati tutti! Ma perché te ne sei andato?»

«Se ti calmi un attimo te lo spiego anche! Adesso ci arrivo! Ero in Svizzera a causa della stessa persona che ha fatto questo a T.O.P!» esclamai, indicando lo Hyung.

Fu Amina a prendere la parola adesso «E perché mai qualcuno voleva farvi del male?»

«Invidia, molto probabilmente. Sono mesi che ricevo lettere minatorie che continuano a minacciarmi di morte, e sono mesi che le butto, senza aprirle. L'ultima mi è arrivata sei giorni fa, e questa, non so perché, ho deciso di aprirla» sospirai.

Con la coda dell'occhio vidi Jenny avvicinarsi e inginocchiarsi accanto a me, posandomi una mano sulla spalla. Aveva già capito, sentivo che era così. Alzai appena il viso la guardai, cercando la conferma di ciò che pensavo nei suoi occhi. Lei annuì e si sedette, accanto a me, per poi guardare Amina, che nel frattempo si era sdraiata nuovamente assieme a T.O.P. Le misi un braccio attorno alle spalle e la tirai a me, poggiando la guancia sul suo capo. Erano tutti in attesa di una spiegazione, così conclusi «La lettera mi diceva che se non avessi smesso immediatamente di cantare, che se non fossi sparito, avrebbero cominciato a rendermi la vita impossibile, e a farmi soffrire, facendo del male, uccidendo una dopo l'altra, tutte le persone a cui voglio bene. Ero convinto che andando in Svizzera, nessuno vi avrebbe mai fatto del male, perché in fondo è me che cercavano, ma mi sbagliavo. È colpa mia se l-lo Hyung si è trovato in mezzo a questo incidente» dissi ingoiando l'ennesimo groppo che mi si era formato in gola. Abbassai lo sguardo, sentivo gli occhi di tutti puntati addosso e sapevo di non riuscire a sostenere i loro sguardi, non in questo momento.






Ciaooooooooooooooo :D 
Ecco a voi un nuovo capitolo.... Ora si spiegano un po' di cose....
Che ne dite? Secondo voi GD si e` comportato bene o no?
Fatemi sapere mi raccomando, sono mooooolto curiosa :)
A presto :*
Dragon 

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Capitolo 18
*** Occupati di Ji, ok? ***


Cap.18

 

[Jenny POV]

Il racconto di G-Dragon mi aveva lasciata completamente spiazzata, senza parole. Lui aveva davvero subito cose orribili, era stato insultato e minacciato di morte, ma nonostante tutto aveva trovato la forza di tacere e nascondersi nella speranza di aiutare le persone che gli stavano più a cuore. Era il tipico comportamento da GD: pensare agli altri prima che a se stesso e chiedere sempre scusa anche quando non era minimamente colpevole.

Spostai lo sguardo su di lui: era col capo chino, gli occhi rivolti al pavimento mentre si tormentava le mani in preda al dispiacere e all'ansia. Stavo per dire qualcosa, ma qualcuno mi batte` sul tempo.

“JiYong!” lo chiamo` Amina, il suo tono di voce era strano, alzai gli occhi su di lei e la vidi mentre tentava di scendere dal letto su cui era sdraiata insieme al rapper. G-Dragon si volto` verso di lei e, quando la vide in difficoltà, si alzo` subito per andare ad aiutarla. Quando entrambi si trovarono in piedi, uno di fronte all'altra, Amina allargo` le braccia e strinse a se` il leader che si lascio` avvolgere dalle sue braccia appoggiando la testa sulla sua spalla.

“JiYong, quello che e` successo e` terribile, ma scegliendo di scappare hai fatto la cosa sbagliata. Avresti dovuto chiedere aiuto, sono certa che i tuoi amici e colleghi non te lo avrebbero negato.” disse la mia best.

“S-si, l-lo so... Ma... Ma io...” balbetto` GD, ma fu subito interrotto dai suoi amici. “La ragazza ha ragione: ti avremmo senza dubbio aiutato!” esclamo` Taeyang scattando in piedi.

“Dovevi dircelo Hyung! Meritavamo di saperlo!” salto` su Daesung offeso.

“Non avresti mai dovuto affrontare tutto questo da solo!” si intromise SeungRi.

“Per non parlare del fatto che non ha portato a nulla di buono.” concluse T.O.P.

G-Dragon, ancora nascosto nell'abbraccio di Amina sussurro`: “Mi dispiace tanto: e` tutta colpa mia.”.

“Non e` colpa tua. La colpa e` di quel bastardo che ti minaccia. Chiunque sia va fermato!” esclamai scattando in piedi, non potevo tollerare oltre che qualcuno facesse del male ai miei idoli. “E lo sara`!” disse una profonda voce maschile. Tutti ci voltammo verso la porta dalla quale proveniva la voce e vedemmo che il presidente della YG aveva fatto il suo ingresso.

 

[Amina POV]

Sciolsi immediatamente l'abbraccio con JiYong e mi voltai verso l'estraneo che era appena oltre la soglia: “Mi scusi, ma le sembra logico intromettersi in questo modo in qual...” cominciai a protestare ad alta voce, ma subito la mia Jemellina mi fu addosso tappandomi la bocca con una mano.

“Quello e` il presidente della YG, il capo del tuo ragazzo. Ti prego, non fare casini ok?” mi sussurro` nell'orecchio con voce atterrita.

Sgranai gli occhi e tolsi la mano di Jenny dalla mia bocca, per poi inchinarmi appena e scusarmi. GD mi guardava in maniera strana, quasi fosse preoccupato per me e solo quando vidi lo sguardo indagatore e severo del presidente che capii la sua reazione.

"Per curiosità, tu chi saresti?" Mi chiese in tono inquisitore. Io deglutii e feci un paio di respiri profondi, ma un attimo prima che cominciassi a parlare, JiYong mi si avvicinò e mi prese per mano, guardando il presidente dritto negli occhi e, con mia meraviglia, notai che riusciva a sostenerlo senza problemi.

L'uomo doveva avere un gran rispetto per GD, e JiYong lo sapeva.

Lentamente le nostre dita si intrecciarono e il mio cuore prese a battere a 220, ma sfiorai l'infarto quando sentii uscire dalle sue labbra queste esatte parole "Lei è la mia fidanzata, direttore, e se dovete dirle qualcosa, potete pure riferire tutto a me, chiaro?"

Mi morsi appena il labbro inferiore e abbassai lo sguardo, evitando di far vedere il mio viso, ormai rosso come un peperone!

Cercai velocemente lo sguardo della mia migliore amica e quando la vidi, mi sorpresi letteralmente! Dopo quella frase mi sarei aspettata di tutto, tranne quella reazione! Stava sorridendo, e il suo era un sorriso sincero, che le illuminava il volto, e non era forzato o falso, ma di vera felicità! Era felice per me! Finalmente io è GD, il ragazzo che avevo ammesso di amare, potevamo stare assieme, senza temere che lei mi odiasse, che non mi parlasse più, che mi volesse vedere morta! Adesso ero felice anche io, e mi sentivo più tranquilla. Ora tutto sembrava perfetto!

Ero rimasta a guardarla sorridere per un tempo che mi parve infinito, e me ne resi conto solo quando alzai lo sguardo su JiYong, che nel frattempo aveva rafforzato la stretta, e mi guardava annuendo e sorridendo.

Sorrisi di rimando, e ipotizzai che il suo annuire fosse la risposta ad una domanda su un argomento che avevo vissuto in prima persona, un argomento che conoscevo bene, ma non sapevo quanto mi sbagliavo, e lo capii grazie al direttore della YG.

L'uomo mi poggiò una mano sulla spalla, e fece un mezzo sorriso, per poi scuotere appena il capo e dirmi «Beh, se le cose stanno così... non posso costringerti ad andartene. Il piccolo problema di JiYong è che quando decide una cosa, nessuno riesce a dissuaderlo dalla decisione che prende. Spero solo che tu non creerai troppi problemi, perché l'unica cosa a cui lui dovrebbe pensare in questo momento è alla carriera, siccome la vita privata, ora come ora, passa in secondo piano. Ma questo ragazzo mi ha fatto capire che ti vuole davvero accanto, ma molto probabilmente questo tu già lo sai.

Bene, allora ho solo una cosa da chiederti»

«Mi dica» risposi titubante e al massimo della confusione... che diavolo mi ero persa?!

«Occupati di Ji, ok? Lui è come un figlio per me, e se gli dovesse succedere qualcosa... non so che farei! Comunque... adesso do a te la completa responsabilità del ragazzo d'oro, chiaro?»

Io annuii e guardai GD, che non aveva smesso un secondo di fissarmi, e leggevo nei suoi occhi la speranza di una risposta positiva, l'unico problema era che io non sapevo qual era la domanda! O meglio, me la immaginavo, ma speravo di immaginare sbagliato.

Spostai freneticamente lo sguardo su ogni persona presente nella stanza, e solo Jenny parve accorgersi del caos che avevo in testa, così mi venne in soccorso.

«Ehm, forse è meglio se lasciamo riposare il povero T.O.P, siccome sicuramente avrà ancora sonno e sarà ancora distrutto dagli ultimi avvenimenti» disse sbrigativa. La vidi lanciare uno sguardo d'intesa al rapper, che subito mimò uno sbadiglio e si mise comodo sul letto (per quanto le sue condizioni gli permettessero di essere “comodo”), per poi invitarci gentilmente a lasciare la stanza.

Il presidente della YG fu il primo ad uscire ma, un attimo prima di varcare completamente la soglia, si girò verso me e GD, appoggiando un braccio sullo stipite della porta, e indicandoci con l'indice sinistro.

«Voi, quando deciderete la data del fidanzamento fatemelo sapere, ok?» sentii la terra mancarmi sotto i piedi, e la testa aveva cominciato a girare vorticosamente. Mentre io ero alle prese con attacchi di bassa e alta pressione, il presidente stava dicendo «E voialtri, venite immediatamente alla YG, che dobbiamo mettere in ordine un po' di cose, e voglio che anche tu venga, JiYong, siccome andiamo a trovare il bastardo che ti sta perseguitando»

Il leader scosse il capo e si voltò verso T.O.P, tossicchiando appena.

«Veramente preferirei riposarmi oggi, e devo anche dare una sistemazione alle ragazze. A voi non fa niente se andiamo domani, vero ragazzi? Così almeno siamo tutti un po' più tranquilli, e poi...» continuò, spostando lo sguardo verso di me e passandomi un braccio attorno alla vita, aiutandomi a sostenermi sulla gamba sana «...voglio passare un po' di tempo con lei» concluse, baciandomi la punta del naso, che arricciai d'istinto.

L'uomo ci diede l'okay e uscì dalla stanza, seguito da tutti gli altri, che ci salutarono con un caloroso “Ciao, a dopo!”

Aspettammo circa cinque minuti, prima di rilassarci e riprendere a respirare regolarmente. Quell'uomo era davvero... potente, nel senso che riusciva a farti rimanere in apnea ogni volta che si trovava nella tua stessa stanza, e notai che anche gli altri avevano tirato un sospiro.

Appena mi fui ripresa a sufficienza, allontanai GD con una leggera spinta e mi sedetti sul letto, stando attenta a non fare del male a “Capelli Blu”.

Alzai lo sguardo e lo guardai dritto negli occhi con aria alquanto arrabbiata.

«Fidanzamento?!» chiesi praticamente scandalizzata.

Lui si portò una mano dietro il capo e fece un mezzo sorriso, di quelli che ti fanno capire tutto.

«Hai sentito il presidente, no? È l'unico modo per farti rimanere qui, con me, senza che il capo mi dica di mandarti via! Hai altri posti dove andare se no?» mi chiese serio.

Un nodo mi si formò in gola, e faticavo a respirare. Le lacrime insistevano per scendere e rigarmi le guance, ma non potevo permetterglielo! Io dovevo mostrarmi forte, e tra i forti non c'è spazio per i sentimenti e le emozioni... ma JiYong aveva colpito il segno.

Abbassai il capo e nascosi i pugni all'interno delle maniche, sperando di non scoppiare da un momento all'altro. Per fortuna c'era il mio angelo custode a proteggermi, anche se non speravo in n suo salvataggio.

«Ci sarebbe casa mia! E comunque potevi essere almeno un po' più gentile, G-Dragon» disse Jenny, cerando di tenere un tono serio, ma non c'era nulla da fare, GD la metteva in soggezione, perciò la sua voce suonò appena tremolante.

Mi morsi il labbro e sussurrai un grazie, sicura che lei mi sentisse, per poi alzare lo sguardo deciso verso il leader, che nel frattempo si era fermato a guardare un punto imprecisato dietro di me, no, aspetta, si era fermato a guardare T.O.P, che avevo completamente scordato. Ero talmente concentrata sul viso del ragazzo coreano dai capelli bi color, che tutto il resto era sparito.

Lentamente tornai sulla Terra, e li notai che un paio di braccia mi stavano circondando la vita da dietro, e mi stringevano. Sgranai gli occhi e mi girai di scatto verso il rapper, che subito sciolse l'abbraccio, e lo guardai da cima a fondo.

«Ma che diavolo... stavi facendo?!» chiesi incazzata.

Lui alzò le mani in segno di arresa e scosse il capo «Ti stavo consolando, GD si è lasciato un po' andare, e le tue lacrime sono la prova di quanto possa ferire anche quando usa solo poche parole»

Cosa? Le mie lacrime? Ma io non stavo piangendo!

Mi passai una mano sotto gli occhi, e solo quando le dita vennero a contatto con le umide perle incastrate tra le mie ciglia, che me ne accorsi. Ero ceduta, nuovamente, avevo mostrato agli altri il mio lato fragile, forse l'unico lato di cui sono composta. Faccio tanto la dura, la persona forte, quando in realtà non sono che un ammasso di sentimenti, fragilità ed emozioni, e la mia maschera da tipa tosta si stava lentamente sgretolando sotto gli occhi di tutti. Perché lui riusciva a farmi tirare fuori il lato più debole di me? Il lato più scoperto, maggiormente a rischio a queste parole, perché?!

Avvertii Jenny tossire appena e, dopo avermi guardato con un aria colpevole, si rivolse al Drago Asiatico, per dirgli che forse era meglio per lei che se ne andasse, ma lui sembrava piuttosto riluttante a questa prospettiva.

«Perché mai dovresti andartene, scusa?» chiese lui, sorpreso.

La mia Jemellina si strinse nelle spalle e guardò fuori dall'enorme balcone con la porta-finestra. A me che non era necessario molto per capire cosa le stesse passando per la mente, l'idea che partisse non andava a genio, perché il suo “È meglio che vada” non si riferiva ad andarsene fuori dalla stanza, ma ad andarsene via da Seoul, per ornare a casa. La guardai, cercando di farle capire senza l'uso di parole, che non poteva andarsene e lasciarmi sola con i cinque ragazzi che le anno stravolto la vita! Così le dissi «Non partire subito, per favore, rimani almeno una settimana, ok? Giusto per passare finalmente una pazza vacanza con me e il tuo idolo» cercai di convincerla. Ma lei si era impuntata sulla decisione di partire e, malgrado cercassi di argomentare il più possibile il motivo per cui doveva stare qui, lei ad ogni cosa rispondeva che non poteva.

Questo è un suo piccolo difetto che nel corso del tempo ho provato a dissolvere un po', ma nulla da fare, lei si sentiva sempre fuori posto, e non potevo certo biasimarla. Con la vita che aveva condotto fino adesso... ognuno si sarebbe sentito a disagio in qualsiasi situazione. Io, pur avendo avuto (in diciassette miseri anni) una vita molto movimentata e triste, riuscivo ad adattarmi alla situazione, diventando una parte insignificante di essa, ma lei no. È una cosa caratteriale, una cosa che dipende dalla personalità, e non dalle esperienze vissute.

Non smettevo un attimo di supplicarla con lo sguardo, tentando di farle vedere tutti gli aspetti migliori della prospettiva “passa una settimana con me e JiYong”, ma lei rispondeva con un sorriso e abbassava lo sguardo, quando...

«Rimani qui per una settimana, tranquilla! Ho promesso ad Amina che vi avrei fatte incontrare, e adesso vi prometto che vi faccio visitare Seoul e la YG, e quasi quasi vi presento la YG family» disse GD, sorridendo. Jenny tuttavia sembrava decisa a non cedere. Sentivo che sarebbe partita, che nulla di quello che io o GD avremmo potuto dire o fare le avrebbe fatto cambiare idea.


Mah, non sappiamo bene nemmeno noi se continuare la storia, e ci piacerebbe avere qualche supporto, ma di certo non possiamo costringervi a darcelo. Non... non abbiamo più motivi ne ispirazioni per andare avanti, nemmeno riscontri da parte vostra, perciò probabilmente la ff potrebbe finire qui...

Sixx

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Capitolo 19
*** Promesse ***


Cap. 19

 

[Jenny POV]

Era giusto cosi`, sapevo che era giusto: dovevo andarmene da quel posto. Ormai sapevo che T.O.P stava bene anche se la confessione di G-Dragon mi aveva fatta preoccupare parecchio, ma sapevo che non era solo e che tutti lo avrebbero aiutato. Io li` ero solo un'intrusa: non c'era posto per me e non volevo essere di peso ai ragazzi ne tanto meno alla mia migliore amica che finalmente stava coronando il suo sogno: finalmente poteva essere felice accanto alla persona che l'amava. Ero felicissima per lei, sapevo quanto aveva sofferto in passato e che si meritava di essere felice, di stare bene sul serio. G-Dragon era un ragazzo speciale: le avrebbe dato tutto l'amore di cui aveva bisogno, sarebbero stati felici insieme.

Il giorno dopo, benché loro sarebbero dovuti andare alla YG, trovarono un attimo di tempo per accompagnarmi all'aeroporto.

“Ti prego, puoi ancora ripensarci. Rimani qui con me!” mi supplico` Amina stritolandomi in un abbraccio.

“Non posso, lo sai. E` meglio cosi`, fidati di me. Voglio che mi fai una promessa pero`.” ribattei staccandomi da lei per poterla vedere in viso.

“Quale promessa?” chiese lei con le lacrime agli occhi.

“Promettimi che, per una volta, ti prenderai cura di te stessa e sarai felice.” risposi con un tono solenne. Lei mi guardo` per qualche istante con gli occhi pieni di dubbi e timori, ma alla fine annui`:”Si, te lo prometto.” disse. La abbracciai di nuovo per poi allontanarmi da lei e raggiungere G-Dragon:”Voglio che anche tu mi faccia una promessa.” gli dissi cercando di non farmi sentire dalla mia Jemellina.

“Io veramente vorrei che tu non partissi.” ribatte` lui con un tono di voce triste.

“Non cambiare discorso.” sbottai infastidita, sapevo che se avesse insistito prima o poi avrei ceduto: non sarei stata in grado di dire no a GD molto a lungo.

“Si, scusa. Quale promessa dovrei farti?” chiese per accontentarmi.

“Vorrei che mi promettessi di prenderti cura della mia migliore amica: lei e` la persona più importante della mia vita e voglio che sia felice. Rendila tale.” esclamai con fermezza. GD mi guardo` attentamente per diversi istanti, chissà a cosa stava pensando, ma alla fine parlo`:”Anche per me e` diventata molto importante e l'ultima cosa che voglio e` farla soffrire. Perciò si, mi prenderò cura di lei, l'amerò e la renderò felice. Te lo prometto.”.

Annuii convinta e li salutai un'ultima volta con un grosso abbraccio per poi allontanarmi verso il check in. Vidi Amina piangere mentre ci separavamo, ma avevo la certezza che quelle sarebbero state le ultime lacrime che avrebbe versato e questo mi diede la forza di continuare a camminare e di salire su quell'aereo.

 

[Amina POV]

 

Avevo la vista annebbiata dalle lacrime, e in cuore che perdeva un colpo dopo l'altro. Volevo accasciarmi in un angolino, rannicchiarmi su me stessa e non smettere di piangere finché lei non fosse tornata per consolarmi, ma sapevo bene che avrei anche potuto piangere in eterno, siccome non l'avrei più vista. Il nostro bel sogno di venire a vivere qui assieme, a Seoul, adesso era ancora più irraggiungibile di quanto non lo fosse stato in passato.

Chinai il capo e chiusi gli occhi, stringendo forte le mani sulle stampelle. Mi ero perfino rotta una caviglia per lei (anche se in realtà era stata la mia solita distrazione a farmi cadere), le avevo portato il suo idolo davanti, come le avevo promesso più volte! Quando glielo promettevo, lo dicevo per scherzo, ma quando mi si era presentata l'occasione, non avevo certo potuto lasciarmela sfuggire, così avevo mantenuto la parola data.

Vidi JiYong avvicinarsi a me e passarmi un braccio attorno alla vita. Nell'arco di due secondi, mi ritrovai con entrambe le mani poggiate sul suo torace, il viso nascosto nell'incavo del suo collo, e le sue braccia che mi stringevano protettive e consolatorie.

GD mi baciò il capo e mi sussurrò «Vieni, andiamo a casa»

Annuii appena e ci incamminammo verso l'uscita di quel posto che a partire da quel giorno avrei odiato con tutto il mio cuore.

Salimmo in auto e, dopo che GD mise in moto la macchina, schizzamo via, lontani da quel posto pieno di tristezza e malinconia. Non domandai nemmeno a GD dove fossimo diretti, ma ipotizzai che la nostra prossima fermata sarebbe stata la YG.

Poggiai il gomito sulla portiera e il mento sul mio pugno chiuso, lasciando vagare lo sguardo lungo tutto il panorama. Ogni tanto tiravo su con il naso, ma avevo smesso di piangere, il che era una cosa positiva, oppure negativa? Non lo so... fatto sta che passai tutto il viaggio persa nei miei pensieri, che ora si trovavano accanto alla mia migliore amica, sicuramente seduta sull'aereo, con lo sguardo perso nel vuoto, fuori dal minuscolo finestrino del suo posto. Magari anche lei pensava a me, o magari non vedeva l'ora di andarsene da li, di lasciarmi da sola. Magari non le faceva ne caldo ne freddo il fatto che mi lasciasse così, con un bacio e un abbraccio.

Ripensai alla promessa che le avevo fatto... una promessa che temevo di non riuscire a mantenere, siccome per me era un'impresa impossibile essere felice. Ma, forse, con GD sarei anche riuscita ad esserlo, in minima parte, perché senza la mia guida, il mio angelo custode, la mia Jemellina accanto, difficilmente sarei riuscita ad essere completamente felice.

Dopo un tempo che mi era parso un'eternità, arrivammo alla YG. GD scese dall'auto, per poi girarci attorno e venire ad aprirmi la porta. Di malavoglia scesi dall'auto e, dopo aver tirato fuori anche le stampelle che si erano impigliate nella fascia della mia borsa, mi avviai verso la porta dell'enorme stabile, accanto a JiYong. Mi fermai davanti alla porta e aspettai che il mio futuro fidanzato mi aiutasse, per poi entrare e rimanere letteralmente a bocca aperta. Già da fuori la struttura era molto particolare, ma all'interno era semplicemente spettacolare. Ti metteva a tuo agio, e anche la gente all'interno sembrava ok. Pensai che sarei potuta anche stare li a lavorare, magari a ballare o a suonare. Ah, non l'ho nemmeno accennato... beh, oltre al disegno ho anche due altre enormi passioni, una è il ballo, mentre l'altra si trova ancora a Bellinzona, la mia chitarra elettrica. Già...

Sospirai appena, ripensando alla mia B.C. Rich e m'incamminai verso... non sapevo nemmeno io bene dove stessi andando, am quando alzai lo sguardo, capii immediatamente che mi ero messa a seguire GD, che nel frattempo si era fermato direttamente davanti all'ascensore. Stava battendo il piede ad un ritmo che solo nella sua testa rimbombava, ed aspettava con le mani in tasca.

Mi avvicinai a lui e mi guardai attorno, completamente spaesata. Fino ad ora non l'avevo minimamente notato, ma questo era un fattore che non avevo minimamente calcolato. Ogni singola scritta, ogni minima parola era scritta... in coreano! Ovvio, mi trovavo in Corea, e non potevo mica pretendere che scrivessero in francese solo per me.

Voltai lo sguardo su GD e gli sussurrai, quasi temessi che qualcuno potesse sentirci «JiYong...»

«Sì?» rispose subito lui.

«Mi insegnerai a decifrare tutte le vostre geroglifiche... scritte, vero?» gli chiesi timorosa.

Lui scoppiò in una fragorosa risata ed annuì, passandomi una mano attorno alla vita e tirandomi a se.

«Siccome ho in serbo per te... noi, un fantastico futuro qui, penso che imparare la mia amata lingua madre ti potrebbe anche essere utile»

Sorrisi e nascosi il viso nell'enorme sciarpone che mi circondava il collo. Che cosa aveva in serbo per noi? Non lo so, ma avevo deciso che adesso era arrivato il momento di lasciarmi sorprendere, e così feci.  



Ciao a tutti! Bene, ecco il capitolo! Mi avete dato dimostrazione che non dobbiamo arrenderci, così abbiamo continuato la storia :3 
Ho deciso che il capitolo lo dedico interamente a chi si è dato la pena di leggere fino a fondo la storia, a chi ci sta seguendo, e a chi ha recensito fino ad ora! Grazie mille per il supporto, siete unici! 

Un saluto

Sixx

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Capitolo 20
*** Benvenuta alla YG ***


[GD POV]
 
Sapevo che la partenza della sua adorata Jemellina aveva sconvolto Amina, ma volevo mantenere la promessa fatta a quella ragazza: volevo rendere Amina felice non solo perché mi era stato chiesto di farlo, ma perché lo volevo io, perché amavo Amina e volevo vederla felice e realizzata. La prima cosa da organizzare era l'annuncio del nostro fidanzamento ufficiale, ora che lo stalker che mi minacciava era dietro le sbarre potevo finalmente riprendere in mano le redini della mia vita e della mia carriera. Con Amina al mio fianco mi sentivo più forte e più ottimista, il potere dell'amore immagino.
“Allora, ti piace la YG?” le chiesi dopo averle mostrato l'intera struttura. 
“E` magnifica! Qui e` tutto cosi` bello e accogliente, le persone sono sempre sorridenti e disponibili, sembra davvero un'unica grande famiglia.” rispose e vidi i suoi occhi brillare di ammirazione. 
“Ti piacerebbe diventare parte di questa famiglia?” domandai speranzoso. Vidi i suoi occhi oscurarsi per una frazione di secondo, ma subito dopo sorrideva di nuovo. 
“Si, mi piacerebbe davvero tanto.” rispose. 
“Sei la benvenuta allora!” esclamai abbracciandola e posandole un leggero bacio sulle labbra.
Arrivò l'ascensore e salimmo, per poi guardarci negli occhi. Un po' della tristezza che aveva invaso Amina un ora fa sembrava essersi volatilizzata, e speravo che durasse per un po'. Non mi piaceva vederla triste, faceva sentire triste a mia volta a che me. 
Ci appoggiammo l'uno di fronte all'altra, entrambi con i pensieri lontani chilometri da quel misero ascensore da due metri per due. In realtà... penso che solo lei avesse la mente altrove, probabilmente su un aereo, perché la mia era esattamente li, ma poco più vicino ad Amina, solo  di un passo più vicino. 
Scossi il capo e, una volta aspettato che l'ascensore si fermasse, uscii e aspettai la donzella in difficoltà su due stampelle. Sorrisi, dal tanto mi faceva tenerezza quella scena, e mi avvicinai a lei, prendendola sotto un braccio e aiutandola a venire con me fino in fondo al corridoio, li dove c'era l'ufficio del direttore. In principio sembrava abbastanza riluttante all'idea di farsi aiutare ad arrivare fino lì, e mi aveva detto che in fondo un suo orgoglio ce lo aveva ancora, e voleva arrivare dal presidente da sola, ma alla fine ero riuscita a convincerla, dicendole che se lui ci avesse visti arrivare vicini, a braccetto, avrebbe fatto sì che le chance che la potesse mandare via si affievolissero ancora di più. Lei fece una smorfia e annuì. 
Arrivammo assieme davanti all'ufficio, ma non feci nemmeno in tempo a bussare che subito il direttore ci accolse con un caloroso “Buongiorno!” e ci fece accomodare nello studio. 
Amina sembrava molto stupita dallo strano comportamento del presidente, ma si sedette lo stesso, senza fare smorfie o lanciare occhiatacce. La ringraziai mentalmente per questo e mi sedetti sulla sedia accanto alla sua. 
Nel frattempo il capo aveva chiuso la porta e si stava accomodando di fronte a noi, e si posizionò in modo da poterci vedere bene entrambi, senza dover spostare troppo il capo. Si schiarii la voce e cominciò «Bene, piccioncini. Vi ho convocati per dirvi alcune cose, particolarmente essenziali per la vostra incolumità, anzi, soprattutto per la tua» e indicò Amina. Lei inarcò un sopracciglio, ma rimase in silenzio, aspettando che lui continuasse, ma vedendo che nessuno dei due aveva intenzione di aprir bocca, mi intromisi io e presi a spiegare «Vedi, ciò che vuole dirci il direttore... è un po' come un veto. Tu e io possiamo stare assieme, i VIPs potranno saperlo, ma non dovranno sapere che faccia tu abbia, o da dove tu venga, eccetera. A loro basterà sapere che io sono felicemente fidanzato, e non devono sapere con chi, ok?» 
A quelle parole il volto di Amina si illuminò e mi guardò con uno sguardo... felice «Vuol dire che devo star lontano dai riflettori, giusto?» 
Annuii appena e le poggiai una mano sulla sua. 
«La cosa vedo che ti rende felice, e mi fa piacere, ma vorrei capire il perché. Insomma, tutte le ragazze che ho avuto... beh, puntavano a questo, ma tu...» 
E a quel punto uscì la leonessa nascosta dentro di lei, pronta a contrattaccare, e dimostrando coraggio in ciò che stava facendo. Non è da tutti parlare a chiare lettere davanti ad uno dei più grandi direttori di una delle più grani case discografiche a Seoul, ma lei ce la fece senza problemi. Voltò il capo e si mise dritta sulla sedia, pronta a dare spiegazioni solide alla sua felicità. 
«Mi rendo benissimo conto che potrei essere un enorme palla al piede per JiYong, e non lo voglio per niente essere, ma lo amo, e penso che anche lui ricambi, giusto? E sono felice perché l'ultimissima cosa che voglio fare è stare sotto un riflettore, perché è una cosa che non sopporto, proprio per niente! La ringrazio comunque per averci pensato e JiYong...» ma si interruppe, e chinò il capo, voltando la mano e stringendo la mia. 
«Dopo devo dirti una cosa» concluse con la voce appena spezzata. 
Per cercare di risollevare il morale, il presidente disse «Dai, bando alle ciance, quando volete fare il fidanzamento? E un altra cosa, che lavoro fai, Amina?» 
Sorrisi a quella domanda e risposi io al suo posto, senza lasciarle il tempo di dire una sola sillaba. 
«Lei è una grafica. Disegna anche, e molto bene! Purtroppo non ho qui il suo blocco da schizzo, ma appena posso glielo porto e...» ma a non terminare sta volta fui io, interrotto da una stampellata sullo stinco destro. 
«Esagerato! Comunque... sono grafica di professione e, anche se visto così risulta difficile crederlo, ballo» concluse lei. 
Il presidente tamburellò con la mano sul legno lucido della sua scrivania e annuì appena, ascoltando e rimuginando. 
«Fra quanto togli l'ingessatura?» le chiese. 
«Fra tre settimane» sbuffò lei, e poggiò il mento su un pugno chiuso, guardando la parete di sbieco.
«Appena lo togli, anzi, facciamo due giorni dopo così hai un po' di tempo per riprenderti, torna qui con JiYong, che ti metterò alla prova. Adesso ho da discuere n attimo con il tuo amato riguardo ad un paio di questioni. Ci vorrà un po', perciò mi sa che ti conviene andare a casa» le disse lui gentilmente. Lei annuì, ma intravedevo del panico nei suoi occhi, e non potevo darle tutti i torti. Da quando eravamo atterrati, non era ancora stata una volta a casa BigBang, e non sapeva come arrivarci, ne come orientarsi nel traffico di Seoul. 
Mi congedai velocemente, dicendo al direttore che sarei arrivato fra cinque minuti, ed uscì dalla stanza, in compagnia di Amina. 
Una volta fuori, mi guardai attorno, assicurandomi che nessuno dei ragazzi fosse li, e presi fuori il cellulare, per poi sbloccarlo e cercare il numero di Taeyang nella rubrica. Una volta trovato, cliccai sul suo nome e feci partire a chiamata. Nell'arco di nemmeno due squilli, una voce alquanto assonnata mi rispose. 
«Pronto?» chiese, subito dopo aver piantato un enorme sbadiglio. 
«Stavi dormendo, YungBae?» chiesi, ridacchiando. Lo avvertii bofonchiare e borbottare qualcosa, per poi dirmi «Che c'è? Non posso? Ho vacanza oggi. Comuqnue, perché mi chiami? Non eri con Amina alla YG?» 
«Sì, le volevo far fare un giro, ma lei sembra distrutta, e poi con il piede ingessato, penso che avrebbe rischiato di incastrarsi da qualche parte, in qualche cavo per esempio, in più il direttore mi vuole parlare, e dice che le cose andranno per le lunghe, perciò pensavo di far venire Amina direttamente a casa» spiegai sinteticamente. 
«Hmm... vuoi che la venga a prendere?» mi chiese. 
Guardai Amina, che studiava con occhio curioso e avido di informazioni tutta la struttura che la circondava e risposi in coreano, in modo che lei non potesse capire. 
«Si, ma potresti portare con te anche Daesung e il Maknae, per favore? Vorrei che non si affaticasse troppo, e mi piacerebbe che faceste un po' di conoscenza, potrebbe essere anche una bella sorpresa rivedervi quasi tutti assieme, anche se non è una VIP» conclusi. 
Sentii l'ennesimo, enorme sbadiglio provenire dall'altra parte, seguito da un “ok, arriviamo”. Conclusi così la telefonata, per poi andare nuovamente vicino alla ragazza, che avevo preso anche lei a sbadigliare sonoramente, e tirarla verso di me e stringerla. Lei lasciò cadere le stampelle a terra e mi cinse il collo con le braccia, stringendomi forte a se, e poggiando il capo sulla mia spalla. Le baciai il capo e le accarezzai la schiena. 
Avvicinai il viso al suo orecchio e sussurrai «Piccola, vorresti qualcosa in particolare per cena?» 
Lei scosse il capo, mormorando «Voglio solo dormire, e la mia chitarra, se possibile»  
Inarcai un sopracciglio e, sempre sussurrano, le chiesi «La tua... chitarra?» 
Lei annuì appena e mi rispose «Sì. A casa mi sono dimenticata di dirti di prenderla, e ora che ci penso... boh, la vorrei qui» 
Sorrisi e le assicurai che gliel'avrei fatta avere in qualsiasi modo, anche a costo di prendere nuovamente un aereo e tornare in Svizzera, purtroppo lei continuò ad insistere, dicendo che in fondo non era importante, che poteva benissimo vivere senza, ma non le credetti. 
«Suoni la chitarra, ok, ma scrivi anche musica?» 
«Beh...» cominciò «Ero la scrittrice e compositrice del gruppo che avevo prima...» 
«Prima a causa del fatto che ora sei qui, o prima perché è successo qualcosa?» chiesi, curioso. 
«Prima perché mi hanno buttata fuori. A loro non andava bene avere una ragazza come cantante e chitarrista, dicevano che li sminuivo, che li minimizzavo, che facevo perdere valore alla band, e così mi hanno scaricata» concluse, con l'ennesimo sospiro, tra stanchezza mista a tristezza. 
«La trovo una motivazione alquanto stupida, se devo dire la mia. Molto stupida. Secondo me tu eri l'elemento più importante, e anche il più interessante» ribattei gentilmente, accarezzandole la schiena. Amina ridacchiò e scosse appena il capo «Non direi. Certo, cantavo e suonavo... ma sono sicura che avranno già trovato qualcuno di migliore di me, il che non è difficile» 
«Sei un po' troppo pessimista» osservai «E in più, mi hai detto che scrivevi le canzoni, giusto?»
«Esatto, perché?» mi chiese, poggiando le mani sul mio torace e allontanandosi appena da me, per potermi vedere bene in viso. Aveva la fronte corrugata, e gli occhi pieni di confusione. Il volto sembrava abbastanza scavato e stanco, e le occhiaie attorno ai fantastici pozzi color cioccolato che erano i suoi occhi, sembravano dire lo stesso. Dovevo farla andare a casa a riposare, non potevo farla crollare qui alla YG, e non volevo nemmeno, in più io avevo parecchio da fare con il presidente, così le dissi semplicemente «Perché, essendo un cantautore pure io, so bene cosa significa non avere sottomano gli strumenti necessari per creare nuove canzoni, perciò non mi puoi dire che non è importante la tua chitarra, perché proprio non ti credo» conclusi e le baciai la punta del naso, che arricciò. Era una reazione che metteva tenerezza, la sua. Ricordava vagamente un coniglio. 
Mi vibrò il telefono nella tasca posteriore dei jeans, così mi costrinsi a sciogliere l'abbraccio e a tirarlo fuori, per rispondere al messaggio. Era Taeyang che scriveva per dirmi che erano arrivati, così spiegai velocemente ad Amina che, una volta arrivata a casa, poteva andare a dormire in camera mia, e che i ragazzi non l'avrebbero disturbata. Lei mi ringraziò e si diresse nuovamente verso l'ascensore, pronta per lasciare lo stabilimento. Rimasi a guardarla per tutto il tempo, finché non la vidi sparire dietro la porta automatica di metallo per scendere ed andare verso la macchina. 
Sospirai, sperando che il tempo in quell'enorme edificio passasse velocemente, e rientrai nell'ufficio del presidente, pronto per lunghe ore di organizzazione e discussioni.




Okay, sarete mai in grado di perdonarmi? Lo so, non mi faccio viva da tanto, ma ho il lavoro che mi stressa e di solito arrivo a casa K.O..... va beh, ecco un nuovo capitolo. 
Ah, grazie per le recensioni! Vi sarangho (?)

Un saluto

Sixx 

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Capitolo 21
*** AVVISO!!!! ***


AVVISO!!!!

Ci scusiamo per l'inconveniente, ma sia io (Dragon) che Sixx abbiamo un altro accaunt oltre a questo e altre storie in cantiere percio` abbiamo deciso di eliminare questo accaunt perche` non riusciamo a stare dietro a tutto.
ATTENZIONE pero`!!
Queste storie verranno eliminate per essere ripubblicate con un altro accaunt, in questo caso quello della mia amica Sixx: MoonshineQuinn, e` questo il nome dell'altro suo accaunt. Le storie verranno rilette e rivedute ed eventualmente corrette per cui vi consigliamo di rileggere dall'inizio perche` potrebbero esserci dei cambiamenti.
Spero che ci seguirete in tanti anche sull'altro accaunt :)
Grazie mille per l'attenzione
Un bacio :*
Dragon

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