Acqua, Fuoco, Aria e Terra

di Argentey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno strano incontro e uno strano accordo ***
Capitolo 2: *** Un fuoco inspegnibile!!! ***
Capitolo 3: *** Scoperte interessanti ***
Capitolo 4: *** Acqua, acqua, acqua... ***
Capitolo 5: *** Inizio di una nuova vita ***
Capitolo 6: *** Animali e ritorni ***
Capitolo 7: *** Misteri ***
Capitolo 8: *** Xavier. ***



Capitolo 1
*** Uno strano incontro e uno strano accordo ***


Uno strano incontro e uno strano accordo

Era una normalissima sera d’inverno, quando, Hermione Jane Granger si accorse di essere strana . inizialmente non ci fece caso, pensando che fosse solamente che fosse un segno dell’evidente stanchezza, ma poi, circa cinque minuti dopo, dovette ricredesi. Ma lasciate che vi racconti cosa è successo realmente:

Hermione era in sala comune, seduta nella sua comoda poltrona, vicino al calore confortevole del fuoco scoppiettante e stava finendo la ricerca di pozioni sul potere curativo del sangue di drago, quando, cullata dal dolce torpore scostò mollemente il braccio e fece cadere, accidentalmente, il foglio appena scritto nel fuoco. Subito, si chinò o senza pensarci due volte, soprattutto prima che il foglio si carbonizzasse, mise la mano sul fuoco e lo recuperò, solo lievemente bruciacchiato. Fortunatamente, il lavoro di un’ora non era andato perduto.
Tirò un sospiro di sollievo e guardò l’orologio. Le undici e mezza. Sospirò e così facendo notò una piccola fiammella accesa sul suo cardigan. Cacciò un urletto spaventato e la spense. Il bel maglioncino presentava un piccolo buco di bruciatura che era arrivato alla pelle, ma la pelle, non era bruciata.cosa alquanto strana.
Ovviamente, doveva aver spento la fiammella prima che la ustionasse… giunse a questa conclusione la ragazza, mentre un invisibile tarlo maturava della sua mente, a sua insaputa..

- Hermione!!!!!!!!! Sveglia!!!- Ginny Weasley tentava in tutti i modi possibili ed immaginabili di svegliare l’amica, che non ne voleva sapere di alzarsi..
Come ultima risorsa si vide costretta ad utilizzare l’acqua. La Granger fece un salto felino e si svegliò spaventata e, quando realizzò, Ginny temette che la volesse uccidere, visto lo sguardo assassino della mora.
- non-provarci-mai-più- e lo sibilò talmente minacciosamente che Ginny non ci provò più davvero. Hermione si diresse in bagno dove si lavò e si preparò. Indossò una minigonna rossa insieme ad un maglioncino scollato a V rosso cupo che assomigliava a sangue. Si truccò leggermente, pronta per andare a Hogsmeade con Ginny che la stava aspettando spasmodicamente all'uscita della sala comune.
Hermione non era mai stata una ragazza piena di fascino, ma da lì a qualche tempo aveva preso una bellezza quasi intrigante. Aveva le forme del viso morbide e gli occhi luminosi, i capelli ricci, domati da un fermaglio e quelle belle gambe che avrebbero fatto girare la testa a chiunque. Senza contare una stupefacente e invidiabile conoscenza dello scibile umano e stregonesco.
Hermione Granger non era una ragazza a qui piaceva farsi notare e in situazioni normali si sarebbe sentita imbarazzata a morte vestendosi in quella maniera così -a suo avviso- provocante. Ma quel giorno qualcosa, quel qualcosa che un giorno ti ritrovi ad ascoltare, Le aveva bisbigliato di osare e lei l’aveva ascoltato, osando però, il minimo indispensabile. Si sentiva sicura e invulnerabile, protetta da chissà quale barriera potentissima. Si sentiva diversa, ma non sapeva come catalogare quel ‘ diversa’ in maniera da non farlo sentire anomalo. Si sentiva libera e leggera, come se i problemi che la sua persona aveva affrontato finora si fossero volatilizzati nel nulla. Si sentiva semplicemente Hermione e voleva dimostrare che quel giorno, lei era una ragazza normale.
Cosa l’avesse spinta a questo cambio radicale nei suoi pensieri non lo sapeva. Probabilmente era dovuto alla crescita. Come quando senti un click e tutto ad un tratto sei più sicura di te stessa, sei sicura che nulla andrà storto, che poi anche provare qualcosa di nuovo, che puoi provare a cambiare, che puoi anche diventare un’altra persona, magari anche solo per un giorno .
O forse Ginny le aveva messo chissà che intruglio nel succo di zucca, quella mattina?
In qualunque caso Hermione quella domenica mattina si sentiva come una fiamma ardente. Pericolosa e seducente. E l’idea le piacque da impazzire..

Draco Malfoy si stava realmente spazientendo. Blaise Zabini, il suo migliore amico, era in bagno da un’ora e non dava segni di voler uscire da quel cubicolo.
Il ragazzo, più volte minacciato d’abbandono, si degnò di uscire mostrando ad un parecchio incazzato Draco Malfoy la sua splendente e radiosa figura.
- Oh andiamo Dra…- cedette alla fine, incamminandosi verso le carrozza che lo avrebbero condotto a Hogsmeade.

- Herm, sei uno schianto oggi!- asserì Ron convinto, facendo sorridere la ragazza.
- Grazie Ron..-
- OK, Herm, noi andiamo per negozi a fare shopping.. i ragazzi vanno dove vogliono!- decretò Ginny Weasley, trascinando Hermione fuori dalla carrozza verso un negozio d’abbigliamento piuttosto succinto.
- Ginny, passiamo in biblioteca?- chiese Hermione
- dopo dopo.. hai bisogno di rifarti il guardaroba…- cosa assolutamente falsa, poiché Hermione il guardaroba l’aveva ben fornito. Certo, non era pieno d’abiti da puttana ma neanche d’abiti da suora abiti assolutamente normali per una ragazza assolutamente normale. Infatti, Hermione si comprò solo una maglietta apposta sbrindellata, sotto lo sguardo implorante di Ginny che la voleva proprio vedere addosso a lei. Ma poi basta, anche perché tutti quei vestiti assurdamente corti non la tentavano minimamente. Ginny invece, se non fosse stata per la mancanza di fondi, avrebbe probabilmente comprato tutto il negozio. Poi Hermione la trascinò in biblioteca, cercava un libro rilassante… stranamente quel giorno, non aveva voglia di approfondire lezioni.. aveva solo voglia di leggere qualcosa di rilassante che non avesse bisogno di essere totalmente memorizzato. Anzi. Voleva una lettura fantastica… con una bella storia… avvincente. Come quelle che si sognano quando si è bambini. E da qualche giorno a quella parte, le era venuta una certa nostalgia dei vecchi tomi fantastici con storie intriganti che sua madre le leggeva da piccola. Il perché non sapeva spiegarselo bene neanche lei. Ma i suoi piedi la guidarono verso quel reparto meno polveroso della biblioteca. Con un dito scorse tutti i titoli. Uno colpì la sua attenzione… e anche quella di qualcun altro

- Blaise.. perché vuoi andare in biblioteca?- chiese ancora una volta Malfoy, spazientito da cotanta insistenza.
- Voglio un libro…- disse l’amico nervoso.
- Che libro?- Malfoy inarcò un sopracciglio curioso dall’irrequietezza dell’amico ma, decise di ignorarla.
- …. Fantasia…boh non so....- rispose velocemente Blaise accelerando ulteriormente il passo, costringendo Malfoy ad improvvisare una corsetta per raggiungerlo.
- Tu non hai mai letto libri di fantasia- gli fece notare scettico Draco.
- C’è sempre la prima volta…- svoltarono l’angolo ed entrarono nella libreria. Draco seguì Blaise e lo guardò cercare un titolo su quei libri polverosi..

- Granger..-
- Zabini-
Si salutarono con un cenno del capo e poi Hermione estrasse un libro dallo scaffale. ‘Acqua e Fuoco, Aria e Terra’ ma non si accorse che Zabini era sbiancato.
- Scusa Granger.. quello è proprio il libro che stavo cercando…- le disse.
- Posso prestartelo dopo averlo letto.- scandì lei lapidaria, temendo che il ragazzo volesse rubarle il preziosissimo libro che aveva finalmente catturato la sua attenzione. Ma, senza che lei se ne accorgesse, era stata proprio lei a catalizzare su di se tutta l’attenzione del biondo serpeverde, che la guardava quasi rapito.
- Granger… dopo che l’avrai letto, leggerlo io? Te lo compro, lo leggi prima tu e poi me lo dai.. ok?- Malfoy e Hermione lo guardarono come se fosse un marziano.
- COSA?- chiesero insieme increduli e poi si guardarono con astio, ripugnandosi da soli per avere pensato la stessa cosa l’uno dell’altra.
- Te lo compro e ogni volta che lo vorrai consultare sarai libera di farlo.. va bene?- ripetè Zabini impaziente guardandola fisso.
- Va bene Zabini… - acconsentì la ragazza. Dopotutto la cosa andava tutta a suo favore.

- No dico, tu sei completamente folgorato, ecco cosa! Pazzo! Non si scende mai ad accordi con un mezzosangue. Tanto più se è la mezzo sangue zannuta! -
-Draco smettila, so perfettamente quello che faccio e non sono sceso ad accordi con la mezzosangue. Gli ho fatto un’offerta e lei ha accettato. Fine. Stop. Capitolo chiuso. Okay? Bene!- accelerò il passo e sorpassò l’amico, lasciandolo perplesso ed arrabbiato.

Hermione era contenta del non-acquisto, poiché glielo aveva pagato Blaise e lei poteva leggerselo in santa pace. Si era ripromessa di scoprire, o meglio chiedere al ragazzo perché quel libro gli interessasse tanto, ovviamente dopo averlo letto. Risalì nella carrozza avviandosi verso il castello. Era stanca e aveva un caldo pazzesco. Neanche lei sapeva perché.

ecco a voi un altro racconto dalla vostra fida Argentey. Questo non è che l’inizio ma vi prometto che il seguito darà più emozionante e spero di riuscire a scrivere anche molto speditamente. Tanti kiss a todos! Bacii!

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Capitolo 2
*** Un fuoco inspegnibile!!! ***


Un fuoco Inspegnibile

Draco Malfoy si stava chiedendo cosa avesse mai potuto fare di male per trovarsi a volteggiare non proprio felicemente sopra al suo letto una fredda, anzi, freddissima mattina. Si era svegliato proprio perché gelava e si era scoperto a dormire per aria. Lì per lì non aveva totalmente realizzato, visto che aveva la mente annebbiata dal sonno, quando però si era svegliato completamente era crollato a terra di sedere.
La sua giornata era iniziata malissimo.
Il suo già delicato sistema nervoso aveva risentito dello scherzetto che –lui ne era sicuro, gli aveva fatto qualcuno, doveva solo scoprire CHI- aveva subito, tanto che appena svegliati anche i suoi compagni di stanza li salutò con un simpaticissimo ‘fottetevi tutti!’. Uscendo per andare a fare colazione aveva incontrato Pansy e l’aveva insultata e in Sala Grande poco mancasse che lanciasse un’Avada su tutta la tavolata, soprattutto su Blaise.
- Mi spieghi che c’hai?- gli chiese il moro lievemente preoccupato.
- Non c’ho un cazzo, okay? E non mi rompere i coglioni che sono con le palle girate per conto mio, capito?- gli ringhiò addosso il biondino.
- c..cristallino…- balbettò Zabini preso alla sprovvista da tanta ferocia.
- … -
- …-
- Blaise, perchè sta crescendo una pianta di patate sul tuo piatto?- chiese Draco scettico, dimenticandosi un attimo la sua incazzatura.
- Oh cazzo…- Blaise con il coltello la tagliò di netto e la fece sparire dentro la tasca interna dell’abito. Draco, di per sé rimase sorpreso e affascinato: Blaise non diceva mai ‘cazzo’.
- Allora?-
- N.. nulla Draco. Era solo.. un incantesimo per la Sprite…- mormorò Blaise in preda ad un’attacco d’ansia. Draco non lo aveva mia visto così.
- D..Draco… scendi, non farmi scherzi, per favore….. – lo guardò implorante e Draco si accorse di essere seduto su comodissima aria a quindici centimetri sopra alla panca. Draco sbiancò come Blaise e di botto, scese con un tonfo, provocandosi il secondo ematoma della giornata.
- V..vorrei proprio sapere che cazzo è il coglione che mi fa certi scherzi..- disse guardandosi in giro e massaggiandosi il deterano, ritrovando il perduto brutto umore.
- Devo andare… - disse Zabini terreo in volto.

- d..dannazione…- Hermione stava borbottando contro il mondo, quando Zabini entrò nella sua stanza. La sua presenza la sconvolse.
-cosa ci fai tu qui???! Come hai fatto ad entrare?!?!?- strillò sconcertata, nascondendo la mani dietro la schiena.
-Le matricole si spaventano facilmente e dicono molte cose… mi serve urgentemente il libro. Ti prego, posso leggerlo prima io?- chiese implorante. Lei lo guardò sbieco per un secondo solo.
- Si va bene.. prendilo è sulla scrivania là in fondo…- disse lei stringendosi le mani nascoste dietro la schiena. Rimase così fin quando lui non se ne andò e allora corse in bagno, per mettere le mani sotto l’acqua fredda. Erano caldissime e rosse, e l’acqua si trasformò subito in una grande nube di vapore.
- Granger..-
- Aaaaaaaaaaaaaah!-
- Scusa, non intendevo spaventarti.. -
- Zabini, ma non te ne eri andato?- strillò la ragazza, togliendo una mano dall’acqua e rivelandone il colore rosso fuoco. Blaise fissò la mano della ragazza per un secondo poi la prese tra le sue e fece un salto, accompagnato da un urlo di dolore.
- Aaaaaaaaaaaaaaah! Scottaaaaaaaaa!- agitò la mano nell’aria e poi la mise sotto l’acqua fredda. Hermione si portò la mano al viso prima che lui potesse fermarla.
- No Zabini, non scottano, sono solo un po’ rosse e accaldate. -
- N..no.. guarda.. ha preso fuoco….- Ed era vero. Le mani della ragazza avevano davvero preso fuoco: alcune fiammelle uscivano dalle unghie.
- Aaaaaaaaaaaaaaah!!!!!!!!!!!!- Spaventata la ragazza rimise la mano sotto l’acqua e questa si spegnette subito.
- Santo cielo Granger, tu e i tuoi incantesimi! Mi hai fatto prendere un colpo!-
- Zabini, ti pare che mi darei apposta fuoco alle mani??- replicò lei stizzita, mentre le mani stavano tornando rosee e alla loro temperatura nomale, con gran sollievo da parte della ragazza.
- Va bene.. io ora vado Granger. Leggo il libro, poi te lo riporto…… eh? Ciao!- se ne andò senza lasciarle il tempo di rispondere e Hermione fu costretta a lasciarlo stare, quel giorno e anche i tre che seguirono, fino a quando, Blaise Zabini non le riportò il libro, con un sorriso stanco in volto e un’espressione trionfante.

-

-Zabini! Cazzo! Quello è il libro della Granger! Lo ha GIA’ letto TUTTO???- era sorprendente il modo in cui Draco Malfoy dava il bentornato all’amico, con così tanta grazia e dolcezza. Blaise si sedette sul divano di pelle e aprì il libro, prima di degnarsi a rispondergli.
- No Draco, non lo ha già letto, le ho semplicemente chiesto se potevo leggerlo prima io.. – Draco lo guardò sbieco.
- cos’ha di così importante quel libro per farti leggere tutte quelle pagine ingiallite?- chiese Draco con una punta di interesse nella voce.
- Prima lo leggo… poi te lo dico!- Blaise sorrise e poi, con sommo disappunto dell’amico si immerse nella lettura e da quel divano, Draco non lo staccò per tutto il Venerdì pomeriggio, il Sabato e la Domenica. E quando, finalmente, Blaise alzò il suo regale fondoschiena dal divano-che ormai aveva preso due inconfondibile sagome perfettamente rotonde quali erano i glutei del suddetto ragazzo- salutò Draco e si diresse…. In biblioteca!!! Dove, ovviamente, trovò anche Hermione Granger!
- Salve Granger…- la salutò lui, seguito da un Draco Malfoy piuttosto scazzato.
- Zabini… Malfoy…- salutò lei con un cenno del capo prima di tornare alla sua già lunga tesina sulle particolarità delle zanne di Drago.
Blaise poggiò il tomo con poca grazia sul tavolo con un tonfo sordo che fece sussultare la ragazza. Lui la guardò divertito.
- E tutto tuo Granger. Basta che non me lo rovini, con le tue belle manine..- sghignazzò e lei gli sorrise. Poi notò lo sguardo perplesso di Draco. E il suo sorriso si trasformò più in un ghigno.
- Tranquillo, ho imparato a non rovinare le cose che ho in mano…- Poi Zabini se ne andò con Malfoy ed Hermione concluse la sua ricerca, mettendosi a leggere il fantomatico tomo.

.:Due giorni dopo:.

- Signorina Granger, vorrei sapere perché la sua tesina è in parte bruciacchiata… - la voce melliflua del Professor Piton risuonò per i sotterranei uccidendo il silenzio carico di tensione che si era venuto a creare…
- Ehm… mi era andata nel fuoco e.. e non ho fatto tempo a..ricopiarla..- il professore inarcò un sopracciglio sospettoso.
- Cinque punti in meno a Grifondoro per avermi consegnato una ricerca illeggibile. -
- Ma prof, è solo un bordo!!- esplose Hermione isterica, alandosi in piedi e catalizzando tutta l’attenzione su di sè. Si rese conto troppo tardi che aveva tutti gli sguardi puntati addosso e una marea d’imbarazzo rosso la centrò in viso e le strinse spiacevolmente le viscere.
- Altri cinque punti in meno!- tagliò corto Piton continuando il giro delle tesine.
Hermione era arrivata al limite: erano due giorni che bruciacchiava cose e da due giorni credeva di impazzire: non dormiva, per paura di svegliarsi con il letto in fiamme, gli era spesso toccato ripetere i compiti perché questi avevano preso fuoco. La sua pazienza era arrivata al limite delle possibilità umane. Non era neanche riuscita a leggere il bel libro che Zabini le aveva ridato. Era arrivata alla terza pagina quando, col terrore che potesse prendere fuoco, lo aveva riposto nello scaffale. Si sarebbe sentita tremendamente in colpa se l'avesse distrutto, dal momento che non era neanche suo.
I serpeverde ridacchiarono. Tutti tranne Zabini e Malfoy. Zabini la guardò stranamente, uno sguardo misto a compassione e divertimento, Malfoy la guardò interessato alle mani purpuree e mezzo disgustato.
Zabini prese un foglio di carta e scrisse qualcosa, prima di spedirlo alla ragazza dall’altra parte della classe sotto forma d’aeroplanino di carta:
’ stai per andare a fuoco?’ la ragazza inizialmente non capì, ma quando poi si vide il foglietto prendere fuoco e accartocciarsi tra le sue mani, si accorse che stava davvero per prendere fuoco!!
- Mi scusi, Professore..?- azzardò
- Mi dica signorina Granger.-
- Posso andare in bagno?-
- No Granger, non ti hanno insegnato a tenertela? In bagno si va o prima o dopo la lezione.- rispose il professore cattivo.
Hermione era in preda al panico. Le prima fiammelle stavano già prendendo vita e lei non sapeva come controllarle. Sentì lo stomaco contorcersi dolorosamente all'idea di cosa un'autocombustione avrebbe potuto produrre.
- Hermione hai tutta la faccia rossa..- Calì le aveva fatto giusto questa osservazione quando la ragazza si accorse di avere un caldo soffocante. Sbarrò gli occhi, inorridita. Si tolse il maglione per il gran caldo e poi si specchiò in un barattolo contenente occhi di rana. Era vero! Il suo viso era paonazzo come le mani. Stava, lo sapeva, per prendere totalmente fuoco…
SBAM!!
Il rumore della porta sbattuta fece girare tutti, e il professor Piton stava già per dirne su di tutti i colori all’intruso/a, quando una voce burbera e bellicosa, leggermente acuta disse:
- Mi scusi Professore, i signori Malfoy, Zabini e Granger sono richiesti dal preside subito- sulla soglia c’era una ragazza che sembrava essere molto giovane, avvolta nel mantello, con capelli castani e occhi castani, un cipiglio austero e duro. Gli occhi leggermente a mandorla sembravano mandare scintille ed erano leggermente socchiusi.
- Prima finiranno la lezione…- disse mellifluo, con una cadenza canzonaria. Hermione si trattenne dal saltare addosso al professor Piton con le sue mani infiammate, nascoste sotto il banco.
- Mi scusi ancora, il preside mi ha chiesto di insistere-
- Molto bene- sbottò infine l’uomo irritato. – potete andare voi tre.- e li buttò praticamente fuori dalla porta.

- Granger, spegniti!- sussurrò Zabini allarmato, vedendo le prime fiamme anche nelle guance della ragazza. Lei lo guardò smarrita.
- Non ci riesco….-
- Bene, entrate qui…- la ragazza aprì loro una porta e li portò in un’aula vuota.
- Che cosa..?- lei chiuse la porta e poi si rivolse ai ragazzi, guardandoli di sbieco.
- non muovetevi- l'ordine era stato secco e sbrigativo, la ragazza afferrò un secchio di acqua che giaceva per terra, Gazza era un maledetto disordinato e lo tirò interamente addosso a Hermione.
La ragazza spalancò gli occhi e dallo shock la sua pelle tornò di una tonalità normale. Fece per balbettare qualcosa di incoerente ma riuscì solo a mettere in file parole sconnesse.
Chi cavolo era quella ragazza?

eccolo un altro bellissimo capitolo… il prossimo sarà mooooooooooooooooooooolto particolare. Metteteci pure una mano sul.. fuoco!!! Hehe! Bye bye! Grazie a tutti quelli che recensiscono e anche a quelli che leggono!Argentey!

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Capitolo 3
*** Scoperte interessanti ***



Scoperte interessanti

La ragazza tese le dita con una smorfia divertita. Hermione era confusa e non capiva, la preoccupazione le impediva di ragionare correttamente come era sua abitudine.
La ragazza recitò due o forse tre parole in una lingua arcana e dalla mano che tendeva verso la grifoncina si aprì un buco nero, che ben presto venne riempito dall’acqua che scrosciò forte addosso a Hermione, che si spense, infradiciata. La riccia boccheggiò un attimo. Malfoy e Zabini spalancarono gli occhi stupiti e la ragazza chiuse la mano a pugno, spegnendo il getto d’acqua.
- Prego Granger…- disse burbera.
- Chi.. come…cosa sei???- balbettò Hermione.
- Eh…. Chi sono è una bella domanda! Se riuscirete a rispondere fatemi sapere la risposta, ve ne sarei immensamente grata…- scherzò sorridendo e abbandonando l’aria vichinga che l’aveva accompagnata fino a quel momento.
- Ma…. Come hai fatto?-
- E tu oggi, come hai fatto a far crescere una pianta di patate sul tuo piatto?- replicò la ragazza leggermente irritata.
- … -
- A differenza tua, io so come ho fatto. E infatti, sono qui per insegnarvi a domare i vostri poteri… -
- CHE POTERI???- sbraitò Malfoy
- Malfoy…. Non urlare, ci sento benissimo. Molto bene. Regola n° 1: mai urlare tra di voi o contro di me. Da oggi sarò la vostra insegnante personale e vi suggerisco di non fare tanto gli zotici! Comprendi?- si rivolse soprattutto a Malfoy, che la guardava con odio.
- Che poteri… mm…. Allora, avrete capito che la nostra grifoncina prende fuoco.. ossia: il fuoco. Granger, hai il potere di domare il fuoco. – la riccia annuì con poca convinzione.
- Blaise…. Terra. Tu puoi domare la Terra….. anzi, ti suggerisco di tagliare quell’edera che ti sta crescendo sul braccio.- il ragazzo sobbalzò alla vista del suddetto rampicante.
- E Malfoy… mmm…. Aria mio caro, nessuno ti ha fatto volare stamattina.-
- E tu come fai a saperlo? E come facevi a sapere del piatto di Blaise.- sibilò il ragazzo
- Io so tutto, indipendentemente da quello che voi nascondiate.- i tre aggiunsero un’espressione spaventata, all’idea che quell’individuo potesse saper tutti i loro segreti.
- Ovviamente non ne farò parola con nessuno…- aggiunse facendo loro tirare un sospiro di sollievo. La ragazza ghignò.
- Come ti chiami?- Hermione Granger aveva rivolto la domanda a tradimento, anche se a sua insaputa. La ragazza si voltò verso di lei e la guardò con i suoi occhi cioccolatosi. La fissò intensamente, come se volesse leggerle nell’anima, tanto che la grifondoro si vide costretta ad abbassare lo sguardo, imbarazzata.
- Potete chiamarmi… Ocean. – concluse, fissando Malfoy e Zabini.
- Nome insolito…- commentò Draco
- Perché? Il tuo è forse di uso comune? – rimbeccò lei irritata da quell’uscita.
- Tzè…-
- Quanti anni avete?- domandò allora lei.
- 17, siamo all’ultimo anno di Hogwarts…- la informò pronta Hermione Granger.
- Riposo, soldato. Non siamo ad un’interrogazione.- scherzò sorridendole – siete molto giovani… forse troppo…- sospirò poi.
- Ma se TU Avrai si e no quindici anni!- protestò Malfoy.
- Eh.. magari essere ancora così giovane ed innocente. Ok, basta con le ciance, abbiamo già fatto abbastanza salotto. Ci trasferiamo nella stanza delle necessità. Ora Malfoy!Adesso! Alza il culo e cammina!- aprì la porta con un movimento della mano, anticipando la domanda del giovane serpeverde e precedendoli per il corridoio. Passò davanti alla stanza tre volte e infine, quando la porta comparve la aprì e una volta che tutti e tre furono dentro la richiuse, incamminandosi al centro della sala. I tre, erano rimasti incantati.
La sala era grande, spaziosa, e circolare. Non c’erano sedie. C’era un camino e vicino ad esso c’era una vasta quantità di piante che si inoltravano in una foresta che passava oltre il muro. Più in l’à una parete azzurra con nuvole in movimento stava a significare in cielo oltre quel muro e, nell’ultimo schiazzo di parete libera, una forte pioggia veniva giù a catinelle, impedendo di vedere cosa ci fosse oltre al muro. Il tutto, come ho già detto era disposto in modo circolare e lasciava al parquet di legno libero sfogo.
- Wow…- commentò Blaise.
- Ebbene signori: Blaise, questo è il tuo elemento. Oltre a questa parete c’è una vera e propria foresta. Malfoy, dietro a questa qui, invece c’è il cielo. Hermione… Questo è il fuoco: dietro qui, probabilmente c’è un regno infestato dal fuoco.- spiegò lei sorridendo.
- E questo?-
- Acqua.. se vorrete visitare anche quel regno, io verrò con voi…- sorrise senza felicità.
- Il modo migliore per imparare a domare i propri poteri elementari è conviverci per un tempo indeterminato…- questa volta non sorrise, ma si sedette su una comoda poltrona blu notte, dall’aria molto morbida.
- Vuoi buttarci dentro a queste realtà a tempo indeterminato?- chiese Blaise incredulo.
- No. Non ora… prima.- con un gesto apparvero altre tre poltrone, più piccole davanti a lei – sedetevi.-
I tre ubbidirono e si sedettero sulle morbide e confortevoli poltrone.
- Voi tre, siete gli elementari di questa generazione. Ovvero, siete le persone che il fuoco, l’aria e la terra hanno scelto come loro difensori e come difensori di qualsiasi cosa possa rovinarli. Per la cronaca, siete stati creati dalla natura e la natura vi ha fatto dono di poteri straordinari, per difendere voi e gli altri suoi figli. Tutti. Senza distinzione tra uomini, piante e animali. Ok?- snocciolò e i tre annuirono.
- A ogni elementare è riservato un animale… o una caratteristica… - si fermò per vedere se la seguivano.
- Esempio?-
- Mmm. Tipo: Hermione non può volare, e un animale volante le farebbe comodo… Draco non può attraversare il fuoco senza ustionarsi e un patto con l’elementare del fuoco, in modo da farsi ‘amiche’ le fiamme gli farebbe comodo… lo stesso per Blaise.. cioè.. avete afferrato il concetto?!- borbottò la ragazza guardandoli sbieco.
- Più o meno….-
- Beh… potrò farvi un esempio concreto in seguito e in separata sede. – comunicò prima di continuare - ogni elementare deve stringere un patto con il proprio elemento. Solitamente questo patto viene stretto segnando l’elementare con un tatuaggio significativo… o un qualche altro simbolo. Ma generalmente è preferibile il tatuaggio: è un segno indelebile – sospirò sconsolata alle loro faccie perplesse.
- Ok… facciamo una cosa. Vi faccio vedere il mondo dell’acqua, l’unico dove posso mettere piede, per ora… venite.- li condusse fino alla parete con una cortina d’acqua scrosciante.
- Entrate, dopo di me.- e oltrepassò la linea, scomparendo. La seguì Hermione e poi Blaise, successivamente Malfoy, sbuffando.

- ma che fine ha fatto Hermione?- Ron ed Harry stavano cercando la loro migliore amica per tutti gli angoli del castello, ma di lei, nessuna traccia.
- Forse, è ancora con la ragazza di prima… no?- propose Ron.
- Forse hai ragione… speriamo.. se entro ora di cena non è tornata però, andiamo dalla professoressa McGrannit.. sono già due ore che è via.. va bene?-
- Ok-

Lo scenario che si trovarono davanti era in un qualche modo sinistro: la pioggia scendeva forte e veloce, con tanti grossi goccioloni e un temporale stava per arrivare: grossi lampi squarciavano il cielo e i tuoni erano pressoché assordanti. Il terreno era acquitrinoso e melmoso. Pezzi di tronchi galleggiavano sull’acqua e un vecchio ponte pericolante scricchiolava sinistramente sotto il peso dell’acqua. Un fiume in piena scorreva veloce portandosi via fango e sassi. Il terreno era molto friabile e c’era un buio pazzesco. Ocean tirò fuori una lucerna e fece segno ai ragazzi di seguirla. Attraversarono il ponte e giunsero ad una vecchia catapecchia pericolante, che imbarcava acqua da tutti i cantoni. I tre guardarono la casa esasperati. Forse, era meglio non attraversare quella parete.
- Bene. Questo è il regno dell’acqua. Generalmente.. non è sempre così. A volte ,c’è anche il sole e di giorno di vede il Mare… Oggi ci fermeremo qui. Domani vi porto al mare. O volete andarci ora?- chiese
- Prima mangiamo eh?- propose Blaise.
Mangiarono quel poco che in quella casa c’era di commestibile. Fagioli in scatola e una zuppa anch’essa in scatola.
- Non era poi così terribile..- commentò Hermione non appena Ocean uscì per prendere una ‘cosa’.
- No Granger.. era un’emerita schifezza… - replicò Malfoy stanco.
- In che casino ci siamo ficcati?- aggiunse poi. Nessuno lo ascoltò
- Ehy! Che forza… - Blaise aveva trovato due lunghe spade con l'elsa finemente lavorata, protette da un fodero ricamato. Erano uno splendore per gli occhi e gli zaffiri che erano incastonati in esse splendevano come ad avere vita propria.
- Sai quanti soldi, con queste? Sono fatte di un materiale che non ho mai visto… così azzurro… -
- Blaise mettile giù.. e se appartengono ad Ocean?-
- Ma và Granger.. se possedesse lei cose così belle, sicuramente, avrebbe i soldi per offrirci un pranzo migliore, non credi?- la zittì Malfoy osservando le linee delle armi.
- Meow…-
- Non osare miagolare Draco, queste me le tengo io!- borbottò Blaise.
- Io non sto miagolando!-
- Meow…-
- Ssssht!- fece Hermione e seguì quel miagolio.
- Meow..- anche Blaise la seguì, e Malfoy dietro a Blaise.
- Oh… che bello…- bisbigliò la ragazza fermandosi di botto e prendendo in braccio una piccola palla di pello bianca come la neve. Era un gatto. Un bellissimo gatto, aveva gli occhi azzurri e il manto bianco, con qualche striatura grigia. Era l’essere più bello che Hermione avesse mai visto. Tornarono nella sala di prima e studiarono l’animale.
Aveva le zampe lunghe ed era sicuramente molto veloce. Il musetto dolce e degli artigli affilati. Aveva una coda sottile ed era molto piccolo. Hermione dubitava avesse più di cinque mesi.
- E’ un gatto molto bello…- si lasciò andare Blaise accarezzandolo.
- E anche molto morbido!- aggiunse Hermione con un sorriso. Malfoy allungò la mano per accarezzarlo ma quello lo graffiò e gli soffiò addosso.
- ahia! Stupida bestia!- ringhiò in direzione del gatto, ritraendo la mano velocemente.
- Vedo cha avete fatto amicizia con Tempesta! – un voce familiare arrivò alle orecchie dei tre che si girarono verso la porta e scorsero la figura bagnata fradicia di Ocean.
- E’ un gatto molto bello…- disse Hermione calma, porgendoglielo. Ocean non lo prese subito. Guardò Hermione negli occhi e le disse, calma:
- Mettilo giù Hermione. Non penso voglia venirmi in braccio. Se vorrà farlo, lo farà.- Hermione, seppur riluttante depose il gatto a terra e quello si allontanò, accoccolandosi su Blaise. Ocean guardò Draco e il graffio che si stava curando alla meglio. Sghignazzò.
- Che hai da ridere te?- la accusò Draco arrabbiato.
- Nulla nulla…- poi notò le spade sul tavolo. Il sorriso le si spense dalle labbra e si avvicinò.
- Avete trovato anche le spade…- disse atona. I ragazzi si guardarono allarmati, non sapendo cosa aspettarsi…
- Quanto tempo?…- disse più a se stessa che agli altri. Sorrise…
- Da quanto tempo piove qui? Da quanto tempo, non siamo più un tuttuno?- bisbigliò impercettibilmente attirando l’attenzione di tutti. Tempesta le balzò in spalla con disappunto di Blaise che lo stava carezzando.
- … stai parlando con le spade?- chiese confusa Hermione.
- Oh si… - rispose la ragazza, con uno scintillio negli occhi. Tutti, anche Draco, la giudicò una cosa pericolosa.
- Bene. Ora vi farò vedere il mare. Venite!-

-COSA? Ma Professore.. Hermione è…-
- Al sicuro. Potete stare tranquillo, signor Weasley.. non corre alcun rischio…-
- Ma se con lei c’è Malferret e Zabini?!?!- esplose nuovamente Ron.
- Signor Weasley… lo ho detto che è al sicuro, no c’è di che preoccuparsi… insomma…- sbuffò il preside, con aria stanca e provata per il terzo grado appena subito.
- Ma signore!!-
- Dubita forse di me, signor Weasley?- sbottò infine Silente al limite dell’umana pazienza.
- No ma..-
- Allora può andare, il banchetto inizia tra poco, prego…- Ron e Harry se ne andarono sconsolati. Hermione non si era fatto vedere per tutto il pomeriggio. Restava da sperare che ricomparisse presto per farle il terzo grado….

Grazie a tutti quelli che hanno recensito e anche a tutti quelli che hanno solo letto!! Per contattarmi: linda1992@hotmail.it!! Ciao ciao!!! Argentey!

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Capitolo 4
*** Acqua, acqua, acqua... ***


Acqua, acqua, acqua...

Draco iniziava a chiedersi cosa nella vita -a parte prendere in giro i mezzosangue, a parte disprezzare i babbani e maltrattare gli elfi domestici- avesse mai fatto di così cattivo per meritarsi quel diluvio universale sui suoi splendidi capelli. Zabini non la pensava proprio uguale: lui cercava di ripararsi il più possibile con la felpa e saltellava su una pozzanghera all’altra schizzando ovunque. Sembrava proprio un bambino piccolo e aveva l’aria di divertirsi molto, dal momento che ridacchiava come un pazzo. Hermione era tutta contenta di stare sotto quella cascata, così almeno non prendeva fuoco. Ocean camminava speditamente praticamente ignorandoli. Lei forse, era quella che si faceva meno problemi di tutti a tutta quell’acqua. Era zuppa dalla testa ai piedi e l’unica cosa che si vedeva di lei era il luccichio degli zaffiri delle spade che portava sulla schiena e che brillavano alla debolissima luce di quel millimetro quadro di luna che si vedeva oltre quella coltre di pioggia. Mentre Draco borbottava tra sé e sé non si accorse che il gruppo si era fermato sull’altro di una ripida e fangosa scogliera. A causa del buio non vide il baratro e con tutto il rumore che l’acqua del mare faceva, cozzando sulla scogliera non sentì Ocean che gli diceva di ‘fermarsi subito se non ci teneva a diventare uno spezzatino per i pescecani’. La sua scarpa infradiciata incontrò il vuoto e lui precipitò nella scogliera urlando, terrorizzato.
- Maledetto marmocchio!- bofonchiò Ocean mollando mantello e spade in mano a Hermione e tuffandosi anche lei nel buio della rupe, seguendo gli urli disperati del ragazzo in caduta. Recuperò il ragazzo per un braccio, poiché era più sottile e aerodinamica di lui, scendeva con maggio velocità. Poi affrontò il tuffo nell’acqua salata, aiutando il ragazzo, troppo traumatizzato per riuscire a fare qualcosa di senso compiuto come nuotare a risalire a galla.
- Ragazzino, puoi riportarci su?- ringhiò con il volto sanguinante la ragazza, inviperita. Lo scontro con l’acqua le aveva squarciato la pelle sulla fronte e sulle guance.
- n.. no…- ansimò lui nello sforzo di tenersi a galla senza farsi trascinare dalla corrente. Lei lo portò su uno scoglio che usciva dall’acqua e ce lo fece attaccare.
- Attaccati qua e non mollare se ci tieni a quella sua testa bacata!- ruggì per farsi sentire sopra quel frastuono assordante di onde che si rompevano sulla dura roccia e del vento che sibilava violento.
Poi fischiò. Fischiò molto forte, tanto che sia Blaise e Hermione la sentirono. Tempesta andò vicino alla rupe e senza che né Hermione né Blaise potessero fermarlo, si buttò pure lui.

-Nulla. Ho guardato ovunque! Ovunque! Non c’è! Maledizione, dove può essersi cacciata??-
- Ron.. se Silente ha detto che non c’è da preoccuparsi.. perché ti preoccupi???- - Ma Harry… è da ieri che non la vediamo! Dannazione! Io sono preoccupato! E se le è successo qualcosa? Se Malfoy e Zabini avessero cercato di.. di…- Harry si stufò realmente e mollò a Ronald Bilius Weasley un ceffone tale che tutti, nella Sala Comune lo sentirono risuonare.
- CALMATI! Per Merlino: non.ti.devi.preoccupare… capito??- ruggì il ragazzo esasperato, facendo sedere Ron e minacciandolo di prenderlo a calci per tutta la giornata se avesse continuato con quella solfa.
- Hermione è grande. È più intelligente di me e te messi insieme e se la sa cavare!! Non devi pensare che sia debole e indifesa solo perchè è una ragazza!! Guarda tua sorella! Io ne ho paura a volte!- commentò Harry.
- H.. hai ragione. Sono uno stupido…. Ok.. ora però devo fare i compiti eh?-
- Anche io! Dai, mettiamoci al lavoro!-
Insieme, sospirarono sconsolati vedendo l’enorme quantità di compiti assegnata.
- … ti va un pokerino prima?- propose Harry.
- Oh si… e poi una partita a scacchi eh?-
- Okay! Tira fuori le carte pivello. Ti vincerò anche le mutande!-

Draco era frastornato. Non riusciva a capire che cosa stesse succedendo. Gli pareva che cielo e mare si confondessero e continuava a sputare l’acqua che gli arrivava in gola. Si girò e non vide Ocean benchè avesse gli occhi arrossati e brucianti per via del sale marino. Lo prese il panico. Dov’era Ocean?
La risposta arrivò dopo meno di due interminabile minuti. Ocean stava in groppa a un animale gigantesco che lui non conosceva e gli porse la mano. Diceva qualcosa, ma lui non la sentiva. La guardava smarrito. Poi una frase gli arrivò spezzattata al cervello:
- da.. mano….muo…iti!! sve…to!!!!! Cos…asp..ti??- e lui porse la sua mano alla ragazza che la prese e con grande stupore di lui, lo sollevò interamente, mettendolo in groppa all’animale bianco disteso di pancia. Poi sentì l’animale alzarsi e vide il mare sempre più distante. Capì di stare volando, prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi ad uno stato comatoso.
- Blaise, Hermione, dietro a voi c’è una porta, entrate!- i ragazzi, rimasti letteralmente terrorizzati per la presenza dell’animale non se lo fecero ripetere due volte ed entrarono in una porticina coperta di travi che ne bloccavano l’entrata, Blaise fece saltare le suddette facendo leva con un ramo ed entrò, seguito da Hermione. Ocean entrò con in spalla il cormo inerme di Draco Malfoy, fradicio e semi-svenuto.
L’ambiente che si presentò davanti a loro era tra i più strani: una stanza ben arredata, con tappeti e divani, una cucina e un tavolo, due camini molto ampi, spenti. In quella casa c’era odore di muffa e chiuso, le finestre erano di vetro colorato, e il tetto, diversamente come nell’altra casa, non faceva entrare l’acqua. Ocean depositò Draco a terra in malo modo poi si diresse verso la porta. Fece entrare l’animale dalle proporzioni gigantesche che passò per quella porta per miracolo. Il vento. Che soffiava feroce per la porta e produceva sibili assurdamente penetranti e fastidiosi si zittì quando Ocean, con neanche oca difficoltà chiuse la porta e la fermò con una trave.
L’ambiente era freddo e umido, oltre che buio. Forse, era più buio di fuori.
- Dove siamo? – chiese Hermione nervosa. Nessuno le rispose. Un camino si accese sotto il magico tatto di Ocean che aveva dato fuoco alla legna, stranamente asciutta e la stanza s’illuminò debolmente. Ocean si diresse decisa verso il secondo camino e accese pure quello con un attrezzo strano quanto piccolo. Era un piccolissimo accendino ma produceva una fiammata enorme.
Dopo poco meno di dieci minuti la stanza era anche abbastanza calda e allora i ragazzi si accorsero delle scale che portavano a un primo piano.
- Spogliatevi. E, Blaise, spoglia anche Draco.- ordinò la ragazza mentre metteva un bollitore vicino al fuoco.
- COSA?- esclamarono Blaise e Hermione.
- devo farlo io?- chiese irritata, pulendosi la faccia dal sangue fresco e rivelando due brutti tagli. I ragazzi scossero la tesa e iniziarono a togliersi i vestiti, appendendoli su un filo appena sopra al primo camino. Hermione si coprì con una coperta prima che Blaise si girasse per appendere la camicia e rimase in reggiseno e mutandine. Si diresse verso il secondo focolare e Ocean le mise in mano una tazza bollente di tè. Poco dopo arrivò anche Blaise che aveva lasciato un Draco in boxer coperto anche lui da una pesante coperta sul divano.
- bella coperta Granger..- commentò lui osservando le gambe della ragazza.
- anche la tua Zabini. –buttò lì la Granger scherzando. Poi entrambi scoppiarono a ridere. Ocean mise in mano anche a blaise una tazza bollente. Poi si diresse al primo focolare e si spogliò, avvolgendosi poi anche le in una coperta.
- bene… ora potete farmi tutte le domande che volete…- disse passando una pezza sul manto bagnato dell’animale.
- chi è quello e che fine ha fatto Tempesta? Si era buttato giù…- chiese subito Blaise rivolto al grande animale.
- Lui è Tempesta! – disse Ocean. Poi spiegò – si può trasformare.. anzi.. forse è meglio se torni piccolo..- in grandissimo gatto tornò delle sue dimensioni abituali e si accoccolò vicino al camino, godendosi il calore delle fiamme sotto lo sguardo allibito dei ragazzi!
- E dai.. non fate quelle facce…- Ocean sorrise.
- Ok.. tu sei l’elementare dell’acqua?- chiese Hermione, ancora una volta, a tradimento.
- No!- rispose secca Ocean. – no non lo sono.. non ora, almeno..-
- Okay… senti, posso curarti quei graffi?- chiese Blaise alla ragazza e, prima che lei acconsentisse si era già messo davanti a lei con una pezza umida e molta pazienza.

-sono due giorni ormai…- sospirò Harry sconsolato.
- se almeno Silente ci avesse detto dove è finita….-
- A proposito Harry.. dov’è Ron?-
- Ehm.. Ginny, non arrabbiarti. L’ho schiantato nel dormitorio perché non stava calmo…- il ragazzo chiuse gli occhi aspettandosi la sfuriata.
- Ah.. Vabbè, bravo.-
- G..grazie..- balbettò Harry stupito.

-Okay, ora siete tutti apposto e possiamo tornare indietro. – decretò il mattino dopo Ocean e s’incamminò verso la barriera di gran lena, seguita da sbuffi e proteste.
- fa freddo…-
- ho fame…-
- ho sete…-
- bevi allora, alza la testa e apri la bocca, Malfoy! Non mi hai già creato abbastanza rogne?-
- piove!!-
- ADESSO BASTA! Stiamo tornando a Hogwarts, contenti? Non rompetemi le scatole o vi chiudo qua dentro per l’eternità! capito??-
- S.. si si..-
- BENE!-
Una volta arrivati alla barriera lei li fece passare tutti e, per ultima passo lei, senza guardarsi indietro, facendo segno a Tempesta di precederla.
I tre ragazzi furono eruttati fuori dal mondo dell’acqua e atterrarono con mal grazia sul pavimento. Tutti e tre si trascinarono davanti al camino alla ricerca di calore. Tempesta uscì dal muro tranquillo, come se nulla fosse e dopo poco anche Ocean. Ocean aveva un’aria turbata e dubbiosa.
-cosa succede Ocean?-
- nulla Blaise.-
- possiamo andare?-
- direi che per questi due giorni mi avete scassato l’anima un po’ troppo: si, potete andare.- ma la bomba era già stata innescata alla parola ‘due.
- DUE GIORNI???- esplosero tutti.
- Non sapete contare?- chiese la ragazza confusa.
- Non ci avevi detto che saremmo stati via così tanto!!!- esplose Draco.
- Non ci tenevo a farvi stare l’ì così tanto, ma se ci pensi è colpa tua, che sei caduto in mare!! Sei fortunato che non ci fossero squali!- Draco si zittì.
- Ora potete andare. È ora di cena. Verrò anche io.. Hermione, mi siederò vicino a te, tienimi un posto eh!- la ragazza poi, uscì gocciolante e quando Hermione, Draco e Blaise misero il naso fuori per vedere dove fosse diretta non la trovarono più!

-HERMIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Santo cielo, ci hai fatto stare in pensiero! Dove sei stata?? – e fu così che la ragazza si trovò costretta a raccontare tutta agli amici, ovviamente facendoli giurare di non dire nulla a nessuno!
Ma a cena Ocean non si fece vedere, e neanche per i tre giorni successivi. Il quarto giorno, con rammarico di Draco venne a chiamarli nuovamente. In un orario assolutamente sbagliato. In una situazione davvero sbagliatissima.
Infatti i tre stavano mangiando, ognuno al proprio tavolo quando la ragazza fece il suo trionfale ingresso nella sala grande sbattendo i due pesanti portoni.
Tutta l’attenzione era rivolta a lei e per un attimo, Ocean pensò che forse non era stata una buona idea. Ma poi scrollò le spalle e se ne fregò altamente, percorrendo a grandi passi tutta la sala grande fino a trovarsi a tu per tu con Silente, che si era alzato in piedi per salutarla. Ocean aveva il volto coperto da un cappuccio nero, attaccato a un altrettanto lungo mantello che come al solito, teneva avvolto sul corpo, in modo da rendere indisegnabili i suoi lineamenti corporei e facciali!
- buona sera, mia cara…- la salutò cortesemente il preside, facendole segno di sedersi. Lei accettò di buon grado ma mangiò pochissimo. La sala grande non aveva occhi che per lei.
- Silente, ho trovato il modo per tenerli tutti più uniti. –bisbigliò al vecchio preside.
- Eccellente, eccellente. Intende dire che ha trovato il modo per farli andare tutti insieme?-
- Si. Più o meno. Sarà l’elemento a decidere se volere o più di una persona. –disse nervosamente.
- Perfetto, perfetto.. ottimo lavoro.. e tu, potrai entrare?- ‘ecco’, si disse Ocean ‘proprio la domanda che volevo evitare’.
- Non lo so….-

eccomiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!! Ringrazio molto chi ha recensito e chi ha letto. Sono felice di presentarmi un nuovo capitolo e, che vi possa o no interessare vi comunico che mi piacciono i fumetti!!!! E voglio imparare a disegnarli!!! Juppy! Bye bye!! Argentey!

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Capitolo 5
*** Inizio di una nuova vita ***


Inizio di una nuova vita

- Potete andare, ma chi sa che deve rimanere stia qui. Visto che leggo nei vostri occhi la voglia di andarvene, i tre dell’altra folta…ok ok.. Fuoco, Terra e Aria stanno QUI!- precisò infine la ragazza vedendo Draco alzarsi. Il ragazzo si risedette e quando tutti se ne furono andati, Ocean li raggiunse.
- E’ inutile che mi guardi così, capito?- ringhiò in direzione di Draco, seduto su una panca vicino al tavolo dei grifondoro, dove stava seduta Hermione. I professori si guardarono, chiedendosi se dovessero andarsene anche loro. Ocean sembrò recepire i loro pensieri.
- Vi avviso che per una settimana questi tre spariranno dalla circolazione. – tutti, tranne Silente sussultarono.
- UNA SETTIMANA???- esplosero tutti e tre i ragazzi.
- Si! -
- Perché? Signorina, non credo che sia giusto, perché loro sì e gli atri studenti no? Vorranno saperlo!- disse Piton seccato.
- Allora gli dica che sono stati rapiti. Più o meno è quello che sto facendo no? Li sto rapendo da Hogwarts.. e proprio sotto il suo naso, professor Piton. Cosa non molto difficile, vista la lunghezza del suo setto nasale, lo farei sotto il suo naso anche se fossi in Alaska. – ribattè calma la ragazza. Il professore s’infuriò ed era gia pronto a sfoderare la bacchetta ma Silente lo fermò.
- Perfetto, signorina… vada pure.-

-Una settimana??? Ma hai idea di come resterò indietro con il programma??- Hermione urlacchiava isterica per il corridoio.
- Granger, stai zitta, mi fai venire mal di testa. – la rimbeccò Draco.
- Perché invece non stai zitto tu, Malfuretto?-
- Fa silenzio Mezzosangue!- ma Ocean prese il ragazzo per il colletto.
- Regola numero due: non voglio più sentire la parola ‘Mezzosangue’, hai capito, mezzoleso?- ringhiò continuando a camminare e mollando il ragazzo.
Draco incavolato più che mai la seguì di malumore e controvoglia.
-eccoci…- disse una volta dentro alla stanza delle necessità. La parete con l’acqua era sparita.
- Ora, i primi due giorni v’insegnerò a dominare i vostri poteri. Poi vi lascerò in balia del vostro elemento. -
- Da soli?- chiese Blaise spaventato.
- si. Io, non posso entrare.- disse con rammarico.
- Perché?-
- Magari ve lo racconto un’altra volta, eh? È una storia lunga.-
- Perché non ti togli il mantello? E, perché sei sparita per tutti questi giorni?- Blaise la tempestò di domande.
- Affar mio..- sorrise affabile, per quel poco che potevano vedere i ragazzi, le labbra di Ocean erano increspate in un sorriso falso.
- Mettiamoci al lavoro!-

-come starà via per una settimana?- Harry e Ron erano nuovamente in allarme per la partenza improvvisa di Hermione.
- Ma professoressa McGranitt…. -
- Oh, Potter! La signorina Granger se la caverà egregiamente. Non c’è bisogno che lei si preoccupi!! E lo stesso per il suo amico Ronald. – disse la professoressa McGranitt secca e stizzita.
- Ma dove..?-
- Pensa, Potter, sarebbe saggio da parte mia dirle Dove? Io non credo. Buona giornata, Potter-

Blaise stava pasticciando con il suo potere. Creava piante grandi che morivano appena lui smetteva di guardarle o smetteva di concentrarsi su di esse.
Draco volteggiava per la stanza senza entusiasmo e ogni tanto cadeva, e cercava in tutti i modi di evitare la Granger che si stava dando fuoco.
Hermione infatti stava accendendo e spegnendo a comando le sue mani.
- Blaise… vedi le tue piante?- il moro annuì- ecco, esse sono donne, belle, tue! Sono come le tue figlie, le tue amanti. Devi trasferire una briciola di vita nelle donne che crei, un po’ di passione, devi dargli quel tocco artistico che le rende uniche.. devi disegnarle come un dipinto, devi cercare la concentrazione suprema…- parlava con voce soffusa e catturò l’attenzione di Draco ed Hermione.
- Draco, non t’impegni abbastanza.. l’aria è a tua completa disposizione, puoi modellarla, puoi condensarla… modellarla come una statua, con il potere della mente…-
- Hermione, puoi accenderti e spegnerti come crei e disfi un berretto, come scrivi e cancelli una tesi… -

-dai Ron, sono passati due giorni, vedrai che sta bene…-
- La mia vita non ha senso senza la mia dolce Hermione…-
- Ma che..-
- Io la amo, Harry…-
- Ma.. ma… -
- Non puoi capire… la adoro, la venero…-
- Cosa hai bevuto?-
- Due bottiglie di vodka babbana.. perché?-
- … -

Passarono i due giorni stabiliti e tutti e tre, riuscivano a cavarsela più o meno bene con i loro elementi. Hermione e Blaise se la cavavano meglio. La mattina del terzo giorno Ocean le svegliò di buon’ora e diede loro una buona colazione. Poi mise in mano a ciascuno uno zainetto con acqua e viveri.
- Bene.. – disse la ragazza guardandoli, sempre da sotto il cappuccio. – ora.. ragazzi, dovete andare. Assolutamente. – sorrise – allora… fino a che non entrerete completamente in simbiosi con il vostro elemento, dovrete stare in guardia. Bacchette all’erta, mi raccomando. Guardatevi alle spalle… dovrete cavarvela da soli. Perché io, al contrario di quanto credevo, non posso venire… mi dispiace davvero..- disse abbassando leggermente il capo in segno di scusa, e pure Draco, rimase affascinato dall’audacia di quel gesto.
- Un’altra cosa. – la ragazza li guardò uno per uno. – io non ci sarò vicino a voi… capito? Ehm… vedete di non uccidervi eh? E poi, troverete il vostro animale, probabilmente. Ma non sono proprio proprio sicura… Sarà lui a mostrarvi a voi… Hermione, vai prima tu.. – La riccia annuì e poi, con lo zaino in spalla, attraversò le fiamme.
- Draco…- il ragazzo la guardò da sotto in su e ghignò, poi si lasciò cadere al di là del muro e scomparve anche lui.
- E Blaise… - anche il moro, dopo averle scoccato un’occhiata strana scomparve, inghiottito dalla foresta.
- Beh.. è fatta Tempesta… possiamo andarcene…- Ocean lasciò la Stanza delle Necessità e Hogwarts, senza guardarsi indietro e con tanti rimpianti, in groppa a Tempesta…

Hermione venne inghiottita dalle fiamme. Per un attimo temette di soffocare, ma poi si accorse che le fiamme la solleticavano, si annodavano attorno al suo corpo, danzavano e non bruciavano. Avanzò nella distesa infuocata. Vedeva tutto ondeggiare, danzare. Il fuoco le bruciò i vestiti, fino a farla ritrovare completamente nuda. Il problema lì non si poneva: non c’era nessuno, oltre a lei.
Viaggiò per un tempo interminabile, alla ricerca di qualcosa che nemmeno lei sapeva cos’era, si divertì a camminare tra le fiamme, a sentire il pizzichio che le facevano.. Ocean, non aveva fatto parola su cosa cercare effettivamente.
Vagò a lungo, e quando fu stanca si sedette su un sasso lavico e mangiò un panino, caldissimo. Vagò per altri due giorni, senza trovare nulla. Due giorni di solitudine. Di vuoto. Di malinconia. Voleva qualcuno. Era disperata. Alla fine del secondo giorno, le venne quasi voglia di piangere e, cadendo in ginocchio ruppe lo strato di terra brulla e infiammata, che si aprì in un cratere vulcanico. Hermione precipitò…

Draco precipitava velocemente. Il vento gli sferzava il viso e già un taglio sanguinava su una guancia. Il vento gli arrivava in faccia, tra i vestiti, tra i capelli. ‘ok’… ‘ok’ si disse ‘concentriamoci!!!!!’ e si concentrò. Volò per qualche metro e, credendo di avercela fatta, si ridiresse verso la parete. Ma la parete, non c’era più..
-cazzo!-
Per il giorno che seguì imparò a volare talmente bene, che se non stava attento, avrebbe volato anziché camminato. Draco sospirò. Era esausto. Voleva tornare nel suo lettuccio caldo, con Pansy, magari… non che si sentisse solo, intendiamoci: era Draco Malfoy, per la miseria! No, non era solo.. si annoiava. Stop. Stette un altro giorno in panciolle e quando, ormai, stava per mettersi a urlare in preda ad un esaurimento nervoso, poiché manco sapeva dove era, un vento furioso lo spinse di lato.. Draco venne spazzato via dalla raffica e, per quanto provasse a combatterla, non ce la faceva. Si lasciò trasportare, fino al centro di un uragano. Nell’occhio del ciclone. Nel posto dove la calma regna sovrana…

Blaise era incerto se fare un altro passo, oppure no. Dopo il secondo passo era stato attaccato da una pianta carnivora ed era scappato per i rami di quella jungla praticamente come Tarzan. Ma questo lui non poteva saperlo, perché non conosceva Tarzan. Doveva ammettere che arrampicarsi da una liana all’altra era divertente. Molto divertente. Ma lui era una persona sociale, amichevole. Non gli piaceva stare solo. Continuò ad arrampicarsi per due giorni, quando, anche lui raggiunse l’apice della depressione. La camicia spiegazzata e i pantaloni strappati, qualche graffio. Aveva costruito il suo alloggio con le piante che tanto amava. Ma, porca miseria, Ocean non aveva detto che cercare! Aveva già provato a tornare indietro ed aveva finito per perdersi. Si alzò da suo giaciglio e scese dall’albero. Era a pezzi e di malumore. Stava diventando idrofobo per cercare qualcosa che non era nemmeno sicuro che ci fosse. Mentre si perdeva in certi ragionamenti, mise un piede nelle sabbie mobili, che lo risucchiarono in una velocità spaventosa….

- Hermione -
Era una voce dolce, femminile.. Hermione aprì gli occhi. Era.. nella lava!!!
- Hermione- la riccia si diresse verso la voce e una figura incandescente in mezzo a detriti si mostrò a lei in tuta la sua bellezza. In effetti, era bellissima.
- Dammi la mano. – ed Hermione lo fece. Sentì il cuore esploderle nel petto, la testa scoppiarle, le mani tremare, un forte bruciore sul petto e infine un dolore alle mani. Come un pizzicotto fortissimo. Tutto il fuoco e la lava che stavano l’ì intorno stavano, lentamente, scomparendo…
Hermione aprì gli occhi, timorosa. Le sembrava di essere vecchia. Ma no vecchia. Vecchissima. Le pareva di sapere tutto quello che non si sapeva. Si alzò tremante e si accorse d’essere nella Stanza delle Necessità. Nuda. Si voltò verso il camino, ma esso era scomparso. Si avvolse nel mantello che aveva lasciato l’ì prima di entrare e si sedette in una poltroncina, per riprendere fiato. Bevve del tè. Poi si alzò e stava per andarsene, quando Draco Malfoy comparve fuori della parete, mentre questa scompariva. Anche lui tramava. Aveva gli abiti strappati ed era senza camicia. Piegato in due sul parquet diede modo alla ragazza di ammirare, il tatuaggio elaborato che c’era sulla sua schiena: tue bellissime ali. Hermione era sconcertata:
-Malfoy?-
- Granger… passami il mantello…-
- Ecco qua…- bofonchiò la ragazza lanciandogli il mantello che aveva di fianco.
- Dove.. dov’è Blaise..?-
- Deve ancora uscire..- rispose la ragazza tornando a sedersi. Draco si sedette su una poltrona di fianco e sorseggiò anche lui del tè.
- Io vado… -
- Perché Granger?-
- Il fuoco brucia Malfoy, anche i vestiti…- bofonchiò infastidita, alzandosi, avvolta nel mantello. Draco ridacchiò, ma s’interruppe alla vista di Blaise disteso a pancia in sotto sul pavimento e anche la parete verde, scomparve.
- Blaise!- il ragazzo corse dall’amico, infangato e spaventato.
- Draco…. -
- Dai, è finita… ce l’hai fatta… - Blaise sorrise.
- Dov’è Ocean?-

eccomiii. Grazie a tutti, ovviamente!!! Vi ringrazio e sono felice che anche a voi piacciano i fumetti!!! JJ

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Capitolo 6
*** Animali e ritorni ***


ANIMALI E RITORNI

Ocean guardava il mare, seduta su una scogliera, lontana mille miglia da Hogwarts. Tempesta, l’enorme gatto-tigre le riposava vicino, acciambellato. La ragazza volse il suo sguardo all’infinita distesa d’acqua. Sospirò e si alzò. Tempesta la guardò. Lei lo guardò. Come se i loro pensieri fossero in simbiosi.
‘vado’.
‘ti aspetto qui’ e Tempesta si rimise a dormire.
Ocean si tuffò giù dalla scogliera…

- Dov’è Ocean?- ripetè Blaise.
-Sarà andata via.. dai, la rivedremo domani.. ora, andiamo via…- lo consolò Draco e tutti e tre, uscirono dalla stanza, dirigendosi verso le proprie camere.
- Hermione.. che fine hanno fatto i tuoi vestiti?- le chiese Ginny quando lei si chiuse in camera, dopo essere riuscita a sgusciar via dalle grinfie di Harry e Ron..
- Si sono bruciati…- Ginny non capì ma la lasciò in pace e la grifoncina si ficcò sotto la doccia.
La ragazza aveva molte domande per la testa. Il suo intuito le diceva che le sorprese non erano ancora finite. Si chiese chi fosse quella donna bellissima che aveva visto, e si chiese se, quello che Ocean aveva detto a proposito degli animali, fosse vero. Finì la doccia con molti dubbi e crollò sul letto. Esausta dormì un giorno intero.

-Signorina Granger, è in ritardo…- il professor Piton levò dieci punti per punizione alla grifoncina che però non lo degnò di uno sguardo e andò vicino a Harry e Ron, ma il suo posto era sparito. L’unico banco libero era vicino a Malfoy. E Hermione fu costretta a sedersi lì. Suo malgrado.
- Malfuretto…- bofonchiò a mo’ di saluto.
- Mezzosangue…- rispose lui con lo stesso tono.
La lezione proseguì nella completa ostilità che Serpeverde e Grifondoro si riservavano da sempre. Hermione e Draco riuscirono a fare una pozione insieme senza scannarsi. Probabilmente, l’avventura che stavano vivendo li stava rendendo meno insofferenti l’uno con l’altra.
-Bene. Voglio un tema di 60 centimetri sulle caratteristiche del sangue di drago. Né uno in più né uno in meno. Potete andare.-
Uscirono tutti dalla classe.

Quel giorno e i due mesi che seguirono Hermione, Draco e Blaise non ebbero notizie d’Ocean e non ebbero problemi con i loro poteri. Anzi. Avevano anche azzardato a provare ad usarli:
Hermione riusciva ad accendere il fuoco con un elegante schiocco delle dita. Nella torre di grifondoro c’era sempre un calduccio che faceva tanto ‘casina casetta mia’!
Blaise aveva riempito la serra numero cinque, che fortunatamente per lui era in disuso, di piante. Alcune delle quali, a volte, regalava in giro. Era diventato abilissimo a far comparire rose rosse in mano alle ragazze e un esercito di ragazzine adornati fremevano per lui!
Draco invece usava il proprio potere per le cadute dalla scopa ed aveva evitato almeno 20 volte di spaccarsi l’osso del collo. Con sommo disappunto da parte dei Grifondoro.
Partite, lezioni, compiti, week-end, schopping e alcol passarono veloci.

Draco stava leggendo un voluminoso tomo rilegato in pelle nera, seduto in una delle poltroncine della sala comune. La sala comune era deserta. Tutti erano allo stadio di Quiddich a vedere la finale Tassorosso-Corvonero. Draco non avrebbe mai perso tempo a vedere una partita contro delle nullità. Gli dispiaceva ammetterlo, ma i Grifondoro erano gli unici con cui valesse la pena battersi. Sorrise mestamente quasi vergognandosi di quella dichiarazione mentale. Scosse il capo elegantemente e tornò a leggere.
- ssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssshhhhhhhhhhhh- un lungo sibilo penetrante gli arrivò alle orecchie ma non ci fece realmente caso. Assomigliava a uno spiffero del vento su una finestra mal chiusa. Continuò a leggere tranquillamente.
- ssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssshhhhhhhhhhhhhh-
- qualcuno chiude la finestra?- sbottò al nulla, dandosi mentalmente dell’idiota: non c’era nessuno. Sbuffò, non aveva minimamente voglia di alzarsi. Continuò a leggere..
- certo che gli ummani ssssono verammente ssordi…- una voce lieve e cristallina gli arrivò alle orecchie indistintamente.
- Quessto qui, noon ssi accorge neeanche di mme… - la voce sembrava afflitta e Draco alzò lo sguardo confuso. Non c’era nessuno. Chi parlava? - gguarda in basso, idioota..- il ragazzo abbassò lo sguardo e fece un salto, urlando.
- che cazzo…-
- ciaao…- Draco fissava la creatura incerto se esserne spaventato o attratto. Era un lungo e flessuoso serpente albino. Gli occhi rossi lo fissavano incuriositi. Il corpo sinuoso dell’animale gli strisciava vicino…
- Io sssono Ssinnwy….- sibilò l’animale.
- Lieta di ssservirla ppadroone…- quasi sembrava che Sinnwy si divertisse, alla faccia terrorizzata di Draco…
- Io? Tuo padrone??? Ma scherzi???- bofonchiò Draco che fluttuava vicino al soffitto, spaventato.
- Oh, anddiammo… la ragassssa che ti ha aiuttato ti avrà parlato di mme…-
- Ocean?- Il serpente annuì, o almeno.. Draco interpretò il segno scorbutico fatto dall’animale come un cenno d’assenso.
- Sei.. il mio animale?- chiese ancora Draco, incerto.
- Sssi, per la miseria, sei lento a capirre eeh??- Draco atterrò sul pavimento, atterrito. E Sinnwy lo morse, a tradimento.
- Ahia! Ma perché l’hai fatto?-
- Alltrimmenti nnon ssarei un animale a tuttti gli effettti….- bisbigliò il rettile, guardando la figura di Draco, cadere a terra, inerme.

- Hermione..-
- Blaise…- i due ragazzi si salutarono un lieve segno del capo.
- Posso invitarti a fare una passeggiata?- chiese cortesemente il ragazzo, ignorando gli sguardi allibiti di Ron ed Harry.
- Volentieri! Ragazzi, ci vediamo dopo!- disse avviandosi verso le sponde del lago nero, affianco a Blaise, ignorando i commentini di Harry e Ron.
Non parlarono fino a quando non furono lontani dalle orecchie di tutti. Si sedettero vicino alla riva, sotto un salice piangente. Era un luogo molto bello, fresco e isolato. Il loro sguardo abbracciava il lago e il castello, e la cornice di piante e arbusti che dava quel tocco di perfezione all’ambiente. A Blaise piaceva molto.
- Blaise.. questo posto è inquietante…- gli fece notare Hermione, preoccupata dall’oscurità della foresta alle sue spalle, ma Blaise rise.
- Ocean non si vede più!- asserì guardando il lago, assorto.
- Vero..-
- Draco è in catalessi.. -
- Perché?-
- Niente di grave, lo ha solo morso un serpente!! -
- E ti pare poco?- disse Hermione pallida.
- Ma.. da quanto ti preoccupi per lui?-
- Che? Io? Noooo! Scherzi?? Solo che a me non piacciono troppo i serpenti.. intendo… sai… - disse torturandosi le dita, la ragazza.
- E come no?- ridacchiò Blaise con un tono canzonario di chi la sa molto lunga!
- Ricordi quando Ocean ci disse di ‘ipotetici’ animali?- chiese Blaise,cambiando discorso.
- Si..-
- Il serpente che ha morso Draco, è il suo animale!- Hermione si sorprese.
- Tu hai già trovato il tuo?- chiese lei.
- No. -
- Io si..- Blaise la guardò. E la intimò a continuare. – un’aquila….-

Pioveva. Diavolo, se pioveva. Pareva quasi che il cielo si stesse ribellando a un’entità superiore calata in terra e tentasse di distruggerla, colpendola con gocce di pioggia grosse come pluffe. Un fenomeno naturale mai visto. Veniva giù a ‘secce roverse’. Il sole non si vedeva e i nuvoloni neri che oscuravano tutto, ogni volta che un tuono squarciava l’aria, sembravano ridere di gusto alle disgrazie umane, di chi correva sotto un portico, o sotto l’ombrellone di un bar. I tre manici di scopa era pieno di gente fino al midollo. Idem per la testa di proco. Solo alcuni sventurati correvano ancora per le strade di Hogsmeade, in cerca di un riparo.
Un pomeriggio indimenticabile che gli studenti di Hogwarts avrebbero volentieri rimosso!
Quando varcarono la soglia della celeberrima scuola di magia e stregoneria Gazza, povero caro , ebbe un principio di infarto, alla vista di tutto il fango che stava entrando e di quanto a lungo avrebbe dovuto pulire.
Piovve per tutto il pranzo e per tutto il pomeriggio, non accennando minimamente a smettere.
Draco, chiuso in camera con il suo serpente, ascoltava assorto tutto quello che l’animale gli diceva. Gli raccontava la Storia degli elementi e lui, buono e zitto come un bambino lo ascoltava, interrompendolo di tanto intanto, per fargli delle domande.
- Quindi, Ocean è una bugiarda.. è questo che mi stai dicendo? In passato ha tradito gli elementari?- Sinnwy non parlò per un momento, pensando.
- Ssssì!-
- Perché, che ha fatto?-

Tempesta, rifugiatosi sotto una pianta guardava la scogliera. Ocean si era buttata giù. Non era ancora risalita. Pioveva. Il terreno era scivoloso. E lui, sapeva che era solo l’acqua che festeggiava.
Probabilmente di li a poco, anche lui, avrebbe festeggiato.
Non dovette aspettare molto: verso sera, una figura molto molto bagnata e molto stanca risalì la scogliera e si buttò sul terreno fangoso, ridendo. Sembrava isterica, scossa da convulsioni, Ocean rideva infangandosi quando più potesse, rotolandosi nella terra acquitrinosa. Tempesta la guardò, rizzandosi in piedi e uscendo da sotto l’albero che lo proteggeva dalle gocce, bagnandosi. La raggiunse scodinzolando e le saltò sul petto.
- Tempesta Tempesta…- sospirò lei, cercando di calmarsi da quel ridere forsennato.
- C’è l’ho fatta….- disse sedendosi, mentre la pioggia, cadeva più forte che mai.
- Sono di nuovo un’elementare!!- Tempesta la guardò sbieco e poi, scendendo da lei, si trasformò nell’enorme creatura che lei, tanto amava.
- Torniamo a Hogwarts! I ragazzi, avranno sicuramente bisogno di risposte!- sorrise Ocean, voltando la testa in alto, verso il cielo, e bevendo l’acqua che cadeva. Una sola goccia, aveva la caratteristica di lavarla completamente. Poi, partirono, ridenti, felici, alla volta di Hogwarts.

eccomi con un altro capitolo ragazzi!! Ringrazio tanto tanto tutti quelli che hanno letto e recensito!!! Smack smack smack!!! Argentey!

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Capitolo 7
*** Misteri ***


Probabilmente Ocean non si aspettava che i suoi tre marmocchi pestiferi avessero fatto tanti miglioramenti quanti quelli che si trovò di fronte. Era letteralmente allibita. Tornata alla Scuola di Magia e Stregoneria aveva osservato da distante i suoi ragazzi. Erano tre settimane che se ne stava appostata in una noiosa operazione di spionaggio. Aveva sorriso quando Hermione aveva trovato l'aquila, e aveva pensato a un serpenticidio quando aveva rivisto quell'esserino strisciante e insignificante che gironzolava dietro a Draco. Decisamente avrebbe preferito non rivederlo! Si strinse nelle spalle, pensando che tanto era inevitabile, che quel maledetto rettile tornasse in circolazione. Era nella sua stanza da letto, in una torre della Scuola. Generalmente, quella torre era inutilizzata ma le era capitato di sentire vociare e scalpiccii soprattutto a ore improponibile della notte. Ma non voleva farsi scoprire, così aveva lasciato correre.
Si ritrovò a pensare di stare nescosta li per molto tempo. sicuramente sarebbe stato più rilassante che dare l'assalto come al solito.
Pensò questo finchè un giorno la noia la stancò e sopraffatta dal senso di solitudine aprì la porta della stanza e si fiondò di sotto, buttandosi giù dalle scale come un'assatanata. Mossa avventata.
Infatti si trovò a tu per tu con due occhi verdi e una scompigliatissima chioma nera. Guardò il personaggio con una sorta di cupo interesse e poi gli sorrise.
- salve Harry Potter!-l'apostrofò con un tono che rasentava il diabolico. - salve a te.- rispose guardandola curioso. - mi piacerebbe fermarmi a chiaccherare ma ho voglia di fare un giro. pensi di avere tempo per accompagnarmi?- gli chiese lasciandolo un attimo basito.
-..si va bene.. andiamo..- lei gli sorrise e Potter pensò che era una persona strana.

-pokeeeer... Blaise preparati a ballare nudo davanti a tutte le case a cena!- lo minacciò il biondo spalmando le carte sul tavolo e ritirando il suo premio in denaro.
- tu bleffi, come cavolo fai a vincere sempre?- si incazzò Blaise del tutto restio dal ballare nudo davanti a tutti. Ok che era un don giovanni ma la fama di spogliarellista, con l'immediate espulsione o punizioni che avrebbero varcato il limite del noioso o dello schifido, avrebbe preferito lasciarla a qualcun altro.
sbuffò inviperito dirigendosi in camera, lasciando il regale principe delle serpi a ridere aguaiatamente con una mora attaccata a un braccio.
Stava appunto spogliandosi per fare la doccia quando, aperta l'acqua per farla diventare calda vide l'acqua formarsi, cambiare, mutare fino a diventare la figura di un personaggio a lui noto come Ocean. Dopo lo sconcerto iniziale ringraziò Merlino di avere addosso ancora i pantaloni! Cosa che ringraziò anche la ragazza che posò i suoi occhi color castagna sul suo petto e sui suoi addominali appena accennati. Il moro la guardò allicchito e quando lei chiuse il getto della doccia e uscì, non una goccia bagnò il pavimento. Sorrise.
-ciao Blaise come va?- chiese angelica.
- .. . .be..bene.. te?-
-decentemente dai.. ti lascio a fare la doccia, ora vado a prendere quel relitto del tuo migliore amico.- il sorriso precedette la sua uscita. E Blasie riaccese l'acqua e non aspettò che diventasse calda, stavolta.

Scese le scale del dormitorio maschile, Ocean guardò disgustata i due che si stavano quasi leccando la faccia. La ragazza avvinghiata a Draco gli stava slacciando la cintura e Ocean stava cercando un modo abbastanza carino per dir loro di non dare spettacolo, ma non trovando nulla di valito ed essendo la sua essenza bellicosa, abbaiò dietro ai due facendoli schizzare per aria spaventati. Dopo essersi presa una piccola soddisfazione personale mettendo a zittire la zoccola che leccava la faccia all'elementare dell'Acqua, prese il suddetto e lo trascinò fuori, scazzata.
- ma non ti ha mai insegnato nessuno che certe cose si fanno in camera?- sbottò lei camminando spedita. Draco di accorse che indossava i tacchi. Erano solo cinque centimetri, calcolò mentalemnte. Anche perchè lei era già bella alta di suo..
-gn...-
-... -
- dove stiamo andando?- chiese quello scazzato accendendosi una sigaretta.
- spero che con quella tu possa diventare sterile!- replicò inacidita da nemmeno lei sapeva cosa. Draco decise di lasciare perdere, probabilmente aveva i coglioni girati di suo.
- a proposito: ciao!- Draco la guardò senza capire.
- è da un pò che non ci vediamo!- sibilò lei paziente.
- sarebbe stato meglio continuare a non vederci allora!- le rispose il serpeverde a tono. Lei sorrise diabolica e poi lo spinse su per le scale. Mentre salivano e lei gli faceva domanda, a molte delle quali lui non rispondeva o inventava balle, arrivarono davanti al ritratto di Grifondoro.
-tu sai la parola d'ordine?- gli chiese lei, fissando ostile la signora grassa , mentre quella cantava pezzi del Nabucco.
-ehy, mi hai preso per uno stramaledetto Grifondoro santarellino?- si schifò lui guardandola truce.
- giuro che se non la smette di cantare la faccio a pezzettini... -sibilò la ragazza irritata. Almeno quell'obesona fosse capace ci cantare!!!
Venne in loro aiuto Harry Potter che stava tornando di corsa con la scopa in spalla e il mantello infangato.
-salve Sfregiato!- l'apostrofò Draco.
-E' sempre una gioia per gli occhi vederti Malferret!- ringhiò lui tra i denti.
- Ocean... ciao di nuovo. serve aiuto?- Malfoy rimase di stucco.
- certo tesoro, devo andare a prelevare la tua amica, ho pensato di venire qui per prima cosa... o forse è in biblioteca?-
- no è dentro.. te la chiamo fuori! Arrivo subito! ciao!- e sparì oltre il ritatto. Due minuti dopo la riccia sbucò fuori, con un diavolo per capello e sprizzando rabbia da tutti i pori. Si placò quanbdo vide Ocean avvolta nel suo macabro mantello nero.
-ciao Ocean!!- la salutò cercando di essere il più civile possibile.
- brutte esperienze?-
- meglio non parlarne neanche!- soffiò lei guardando giù per le scale. -Ho quasi incendiato la camera dei ragazzi prima..- Ocean alzò le sopracciglia e poi le sorrise.
- su su andiamo. Blaise a questo punto avrà finito di fare la doccia.- e infatti lo videro arrivare elegante come sempre e con la faccia contrita.
-insomma ho scelto proprio la giornata più brutta per ricomparire..- decretò la ragazza divertita. ma in risposra gli arrivarono tre borbottii indistinti.

Ocean era felicemente rientrata nelle loro vite da solo quattro ore e già voleva vedere che progressi avevano fatto e cosa avevano da raccontarle di nuovo. Ognuno di loro le raccontò cosa aveva fatto, cercando di omettere particolari imbarazzanti, ma purtroppo per loro lei già sapeva.
- e infine io ho trovato Armida..- finì la grifoncina, indicandole l'aquila che volteggiava libera per il cielo.
-nessun altro di voi ha trovato animali?-
- Sinnwy..- borbottò Draco dopo che Blaise gli aveva tirato una gomitata micidiale.
- il caro vecchio Sinnwy... - commentò la ragazza seguendo le evoluzioni dell'aquila di Hermione. Poi si girò e guardò Blaise. Gli sorrise. E poi si incamminò sentendo un paio di tacchi venirle dietro. Si girò e con un'occhiata di fuoco intimò anche il biondino rompiballe a nuovere il fondoschiena.
- Dove andiamo?- chiese lui scocciato.
-voi a fare le valige, io vi aspetto all'inglesso. - disse lei come se fosse ovvio, guardandolo intensamente.
- perchè, dove andaimo?- ripetè Zabini perplesso.
- in vacanza. Portati quell'uccello Herm, e Malfoy, tieni a bada il serpente perchè potresti mangiartelo per cena. - specificò guardandoli come se cercasse di trapassarli.
-vi do mezzìora di tempo per recuperare le vostre cose. poi vi voglio all'entrata. chi c'è c'è chi non c'è vada al diavolo. - e girò i tacchi per prendere una direzione opposta a quella dell'entrata del castello.

- e dove hai intenzione di portarli Ocean?- chiese il vecchio Silente.
- Al loro castello... inoltre vorranno spiegazioni che non è il caso di dare qui. Quel maledetto serpente parla sempre troppo e a sproposito, un giorno lo farà arrosto, parola mia. E' sempre stato un amante dei litigi quell'orrido coso strisciante, ha sempre cercato di mettermi i bastoni tra le ruote.- proruppe la ragazza scazzata, svaccandosi su una poltroncina di velluto rosso.
- Ebbene ti lascio libera di fare quello che vuoi. ma puoi tenerli lontani una settimana e non di più, con la tua parola che non uscirete da quell'edificio se non per seri problemi.- Silente la guardò serio in volto e lei gli sorrise amabile, a volto scoperto.
-certamente.-
-un'altra cosa: hai intenzione di dir loro che sei tornata a essere L'elementare dell'Acqua?-
-non lo ritengo necessario.-
-molto bene... ritengo che tu voglia istruirli su ciò che è passato ma ricora: non sempre il passato può essere sepolto. E un segreto come il tuo non può essere sotterrato. Inoltre io non ho nessuna intenzione di nascondere la piccola Artemisia ancora a lungo. L'anno prossimo inizierà come una strega normale il suo primo anno a Hogwarts. Ormai ha undici anni Ocean, e non puoi continuare a segregarla. Finirà per odiarti, anche se ti adora. Non essere per lei una cattiva madre.- Ocean lo guardò negli occhi e gli sorrise.
-hai ragione Albus. Nel castello c'è anche lei insieme a suo padre. E' anche per questo che voglio portare li i ragazzi. Forse capiranno, forse no, ma per lo meno mi libererò da questo peso dal cuore. - sorrise nuovamente, con più vigore.
- la mia piccola è l'unica cosa per cui sono ancora qui a combattere lo sai. Che accettino o meno, non mi interessa. Lo sai, non mi è mai interessata l'opinione degli altri..- sospirò- è anche per questo che ho fatto errori imperdonabili, ma credimi.. se potessi li rifarei altre cento volte Albus.- Lui annuì comprensivo.
-ora vado... WhiteCastle mi aspetta..- sorrise e poi uscì, raggiungendo l'entrata. aspettò impaziente fino all'ora prestabilita ma proprio quando la lancetta più lunga toccò il numero 12 e lei si era già girata per uscire dal castello Hermione la fermò e con una grande valigia la raggiunse affaticata. Sulla spalla un'aquila con le piume dorate. Sorrideva. Poco dopo le raggiunsero anche i due ragazzi leggermente scazzati, e mentre Ron e Harry guardavano la sua migliore amica uscire da quella porta, un portatore di sfortuna era avvolto a mo di cintura alla vita di Draco e sogghignava malignamente...

chiedo perdono per non aver più postato ma spero di aver reso più vigorosa la vostra curiosità.. continuerò prometto!!^^ ciao a tutte e grazie per aver letto ragazze!! baci a tutte Argentey!

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Capitolo 8
*** Xavier. ***


Impaziente condusse i ragazzi a una passaporta nascosta, faticando a nascondere il nervosismo e l'emozione.
-Non ho capito dove andiamo..- ironizzò Draco, evidentemente sul piede di guerra. Non gli giunse risposta, Hermione stava arrancando con dietro quella sua valigia mostruosa e Blaise guardava il panorama, incurante di tutto e di tutti.
-eccoci.- alitò Ocean sconcertata, afferrando una lattina di coca cola vuota e ammaccata. Appena tutti la toccarono si sentirono sollevare da terra e la sgradevole sensazione all'ombelico si presentò puntuale.

Si spalmarono su un brullo terreno arido, caldo, soffocante.
Per un attimo nessuno fiatò e si tirarono in piedi. a prima vista non si vedeva nulla. Solo una distesa di terra arsa e bruciata, per almeno un kilometro e poi iniziava una lussureggiante vegetazione.
Ocean fece loro segno di seguirla, perplessa. Varcarono un vecchio arco, incorstato di fuliggine e sporco, Una volta forse era stato maestoso...
U Una volta passato l'arco, davanti a loro si presentò un enorme portone di piombo finemente lavorato. L'anta a destra si aprì prima che qualcuno potesse bussare e un silenzio spettrale li accolse nelle fresche mura di quel gigantesco castello. Si guardarono intorno, scrutando i tappeti e le altre porte che si diramavano dal salone di inglesso. C'era una maestosa scalinata grigia. Sembrava che quel posto avesse un che di malinconico e famigliare, di sconosciuto e accogliente.
-ebbene? ARTEMISIAAAAAAAAAA!!!!!!!!- l'eco rimbombò nelle sale vuote fino a estinguersi.
E poi sentirono ridere.
Una risata fresca, allegra, spigliata, sincera, felice!
Ocean sorrise guardando la cima delle scale dove comparve una bimba fasciata in un candido abito. Sorrideva, il volto contornato da boccoli e gli occhi di un ambrato molto molto intenso, quasi surreale. Rise ancora e si lanciò giù dalle scale, finendo in braccio a Ocean.
-MAMMA!!! sei tornata!! - allicchiti si girarono e la guardarono. Blaise e Hermione erano stupiti, Draco molto meno. Ma lei non ci fece caso, con quel suo strisciante amico ci avrebbe fatto i conti più tardi.
''maledetto Sinnwy'' pensò la ragazza fulminando il rettile.
-ciao bembina mia, papà?-
-è andato a caccia- disse con un sorriso come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- razza di screanzato, ti ha lasciato qua da sola?- ringhiò la mora.
-si, non mi porta mai a cacciare..- la madre guardò con disappunto la figlia, ancora in braccio suo. Poi si decise a passare alle presentazioni. Artemisia era felice di avere ospiti e zampettò di qua e di là allegra.
-bene, sceglietevi una stanza... vi voglio qui tra un'ora e mezza, tempo di ritrovare tuo padre, ucciderlo e tornare.- disse visibilmente scocciata.
Poi si girò e uscì percorrendo la landa arsa.
- ma la mamma fa sempre così?- chiese Blaise alla bambina, perplesso.
- si, non vuole che papà mi lasci qui da sola..- sorrise la piccola, prendendogli la mano e guidandolo su per le scale, seguita dagli altri due, che poi si volatilizzarono alla ricerca di una stanza.

-ciao.-
-ciao.-
- sono tornata.-
- avresti anche potuto evitarlo.-
- ... -
- avresti evitato a Artemisia l'ennesimo dispiacere di vederti sparire e non sapere quando ritorni, donna.- l'insultò lui.
- sono tornata... per restare.-
- qualsiasi cosa accada ti sei sempre sentita in dovere di correre dietro al rischio e io posso capirlo, essendo questa la tua natura. Ma sia io che Artemisia siamo di tutt'altra pasta, ogni volta che vai via le spezzi il cuore e non solo a lei.-
- mi spiace..-
- non so che farmene dei tuoi patetici ''mi spiace''- l'uomo si indurì, continuando a camminare spedito per la foresta, con la donna alle calcagna.
- cosa dovrei dirti allora?- chiese esasperata, sull'orlo delle lacrime.
Ancora una volta si chiese perchè di fronte a lui fosse così maledettamente debole.
- nulla. devi solo decidere. o resti o te ne vai, non puoi continuare a entrare e uscire dalla vita mia e di mia figlia come cazzo ti pare.- sottolineò quel mia quasi per farla sentire esclusa alla causa.
- ... sono tornata. Cercherò di restare. E a settembre Artemisia andrà a Hogwarts.-
- non può andarci.- lei tremò, non voleva sentirselo dire... non voleva.
- perchè?- chiese tremando, sperando che fosse un'altra ragione, diversa da quella che immaginava. Anche se era inevitabile, sperava che alla sua piccola venisse risparmiata un'esistenza come la sua, come quella del padre.
- hn, dovresti saperlo, amore, dopotutto è figlia mia e tua.- sindacò sarcasrico cercando e fiutando.
- E' mezza vampiro.- sussurrò e a lei sembrò che il mondo le franasse addosso. Era inevitabile, lo sapeva. Era figlia di una strega e di un vampiro, ovvio che fosse una mezzosangue, ma sperava che l'incantesimo applicatole fin da piccina avesse soppresso la parte magligna del suo essere.
- ha spezzato l'incantesimo..- alitò il suo compagno, con un'espressione rassegnata in volto, guardandola di sottecchi.
- la vedi la terra bruciata? è stata l'onda d'urto. Ha una potenza spaventosa per essere una bimba di undici anni, mi stupisco che non abbia buttato giù il castello. - specificò poi, camminando più lentamente.
- beve?-
- per chi credi stia io andando a caccia? però potrei sempre bermi te, che ne dici?- Lei gli scoccò uno sguardo di fuoco.
- ti lascio alla caccia allora. - e si girò, andandosene.

FLASHBACK
Pioveva molto forte e la pioggia batteva insistente sui vetri. Lei la guardava dal vetro appannato della carrozza, Sarebbe dovuta scendere ma non aveva voglia di bagnarsi.
Si guardò attorno affranta, la carrozza si stava riempiendo, essendo l'unico mezzo per raggiungere la città tutti cercavano di buttarcisi dentro.
Sbuffò e uscì dalle portiere un secondo prima che venissero chiuse, aprendo rapida l'ombrello. Era quasi Natale e invece di nevicare pioveva. Era quasi Natale e lei doveva ancora fare i regali. Era quasi Natale quando per rifugiarsi sotto un portico deserto in un vietta nascosta sbattè sul proprietario di due occhi dorati come il sole. Era stato un incidente. E l'uomo le sorrise, diverito. - Mi scusi..- riuscì a dire lei, imbambolata da tanta bellezza.
- non è nulla, stia tranquilla... - sorrise sincero e poi le chiese se voleva fargli compagnia bevendo con lui una tazza di thè. Lei accettò, le sembrava lecito, dopo avvergli finita addosso così poco elegantemente.
Quel pomeriggio bevvero thè.
Quello dopo si concessero i pasticcini. Quello dopo ancora andarono a teatro.
Nervicava il giorno che si trovarono nuovamente, e i candidi fiocchi si impriogionavano nella sciarpa arancione di Ocean, stretta nella giacca. Fecero compere, quel pomeriggio. Era ora di tornare a casa quando lui la prese per i fianche i la baciò con irruenza. E lei rispose al bacio di neve e fuoco che li univa.
Si sentiva normale e si lasciò andare. Stettero insieme.
Eppure lei avvertiva in lui qualcosa di sottile che li teneva a distanza, che le impediva di essere a contatto con lui, anima contro anima.
Si chiamava Xavier.E Ocean non sapeva cosa lui fosse.
Ma forse lui aveva capito che lei era più di una semplice umana. In quei tempi Ocean si era presa una vacanza dall'arduo compito di salvare tutto ciò che potesse essere salvato. Viveva con i suoi amici, elementali come lei, in un grande castello.
Era un periodo abbastanza pacifico da permettersi una visita nella proprio città preferita nel mondo. Forse lui già l'aveva capito, ma lei non aveva minimamente capito che egli fosse. Era senza poteri. Il fatto era che lei e i colleghi erano stati reduci da una battaglia all'ultimo sangue un branco abbastanza corposo di Draghi. Non ne erano usciti incolumi. Per niente.
Avevano usato talmetnte tanto le loro già provate energie per le precedenti battaglie che si erano trascinati a casa e autocostretti a letto, tentando di riconquistare la loro forza. Era un mese, che non riuscivano ad alzare nemmeno un cucchiaino con la telecinesi. Era avvilente ma lei aveva preferito evitare di piangersi addosso. Ogni giorno si distrava, pensanso al bel Xavier, che aveva gli occhi color topazio, la pelle candida come la neve ed era di una bellezza inumana.
Lo capì dopo che era un vampiro.
Inizialmente la notizia la prese totalmente in contropiede e ci rimase di stucco. Poi accettò la notizia, con gioia quasi, certa che avrebbe incoronato la sua infantile fantasia dell'amore eterna perchè lei era eterna come il suo Xavier. Passò un anno, e ancora si ritrovavano e si rivedevano, e ogni giorno che passava Ocean acquistava pezzo per pezzo la sua forza perduta.
Gli disse chi era, e gli rivelò i suoi sentimenti, forse troppo in un giorno solo per un vampiro. Non lo vide per un mese da quel maledetto giorno, disperata iniziò a fare disastri in giro a gelare i mari del nord, a far cadere neve e freddo nell'europa. Erano i primi anni del Medioevo.
E il freddo era pungente ovunque. Tanta energia aveva impegnato per far nevicare per giorni su tutta l'europa che anche lui se ne accorse. Si ritrovarono dopo cinque anni. E lei cercò di ucciderlo, acceccata dall'ira e dalla disperazione.
Ma poi tornarono a frequenarsi, con meno frequenza di prima. Gli amici di Ocean la guardavano come un'estranea ormai, come una femmina umana che si eccitava per un essere dell'altro sesso, che si faceva bella per andare da lui, che si truccava e sorrideva, innamorata.
Non gli andava proprio giù, di avere una falla nella loro ottima difesa.
E Ocean era una falla.
Perchè si stava legando con un essere che non apparteneva a lei, che non aveva la sua forza che non andava bene.. Cercarono di farla ragionare. L'elementale del Fuoco arrivò a ustionarla per farla rinsavire.
Le pensarono tutte.
-voglio solo stare con lui! Se me ne sono innamorata non potete farci nulla, siete solo invidiosi che non vi sia mai capitato nulla del genere!!- disse quasi piangendo quando la buttarono fuori a calci dalla loro cerchia e dopo averle sottratto i poteri, macchiandola di eresia, di non aver fatto il suo dovere di difendere la terra dagli esseri che la abitano la mollarono in una strada abbandonata in mezzo alla campagna francese, nella speranza magari che morisse di fame o di amarezza.
Ma così non fu, perchè lui la ritrovò, la prese con se. La amò, la venerò e stettero insieme.. era un amore coronato.
Certo, aveva un limite: la morte. Lei sarebbe dovuta morire, benchè un pò del suo potere fosse rimasto intrappolato nel profondo del suo cuore.
Ma nessuno dei due ci voleva pensare. Fino a che, un giorno di Settembre, quando il sole dispettoso bruciava la pelle nivea della donna stesa su un letto, moribonda. Il suo aspetto era quello di una quindicenne, ma la malattia che l'aveva colpita era rara, e non c'era cura. Come a festeggiare la sua morte il sole fece capolino dalle nubi, il vento soffiò allegro e la terra era più verde e bella che mai.
Ocean stava morendo e nessuno sapeva cosa fare per salvarla. Forse non voleva nemmeno essere salvata, aveva solo intenzione di lasciare quel mondo crudele e raggiungere i suoi avi all'inferno, ammesso e concesso che ci fosse uno stramaledetto inferno.
Quando chiuse gli occhi e il suo respiro si smorzò Xavier pianse. Pianse e si disperò, non volendo seppellirla, volendo guardarla ancora e ancora e ancora, illudendosi che si sarebbe svegliata.
E avvenne il miracolo.
Un giorno di pioggia, quattro giorni dopo la sua morte. La pioggia le bagnò il visto, le inzuppò i vesiti ma più li inzuppava più il corpo della donna assorbiva le preziose goccie.
In verità è che un elementare in assenza del suo elemento muore. E lei non aveva più toccato la pioggia. Era una maledizione, la maledizione dell'elementale macchiato di eresia. Morire tra le atroci sofferenze date dall'astinenza. Chissà quale dio l'aveva risparmiata dal bruciore del sole, dal fastidioso vento caldo che la bruciava e dalla terra brulla che pestava.
Ma si era salvata.
Eretica, traditrice, codarda, vile, egoista e viva. L'unica cosa che non doveva essere era l'ultima. Gli elementari arsero di collera quando seppero dello strano fenomeno.
Invidia e collera, rabbia mista a rancore di ciò che non conoscevano.
E perirono per la loro stessa mano, bruciando e sprofondando nella terra, avvolti dall'uragano della gelosia.
Perirono.
E iniziò un'era di pace e guerra che avrebbe devastato il mondo....
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Ocean pensò a quante ne aveva passate con Xavier. Le fughe, i baci rubati, il sesso sfrenano, una bambina e infine questo: il ritorno. Lei lo aveva temuto, il ritorno di quei tre spiriti maledetti. Tremò quando sentì una mano afferrarle una spalla. Non si era nemmeno accorta di essersi fermata e Xavier la gurdava comprensivo. Era stata ingiusta con lui negli ultimi anni, l'aveva abbandonato più volte per seguire un desiderio che si era spento con la sua eresia. Ma ora lo trovava ragionevole e perfetto come sempre.
Forse un pò invidiava la perfezione che irradiava Xavier ma era certa che era tanta da compensare le sue cattiverie e le sue ingiustizie.
Lo amava.
L'aveva sempre amato.
-ti amo- Lo abbracciò e cercò conforto nelle sue braccia forti. Probabilmente, per i dannati non ci sarebbe mai stata pace..

-Le stanza sono decisamente grandi.. Mi ci potrei perdere è una specie di appartamento gigante...- Esultò Draco, seguito a ruota dagli altri due. Artemisia li guardava euforica.
- Mamma sarà contenta che vi piacciano^^ - disse sorridendo. Poi l'odore della madre le arrivò alle narici e volò in braccio alla donna che la baciò affettuosa.
Ocean si chiese se sarebbe mai riuscita mettere ordine nella sua vita, per potersi godere le cose belle, come la sua piccola Artemisia.

Harry Potter e Ronald Weasley stavano ascoltando di malavoglia la lezione di Vitious, dopo aver saputo che Hermione non avrebbe dato loro una mano per fare i compiti per un bel pò di tempo.
Il moro sbadigliò e si accomodò meglio sul banco. senza Hermione e Draco era noioso, Hermione per le sue interessanti teorie e Draco da prendere in giro e farci a botte. Forse come teoria di interessante Harry aveva un'idea tutta sua ma poco importava.
Erano stati sommersi di compiti. E Ron era intrattabile.
Evvai!
Al Moro ci voleva solo un dose di vitamine mista a una di Maria per affrontare le ferie della migliore amica con ottimisto.
- che si fa oggi?-
- Niente.- grugnì il rosso currucciato.
- ti faccio fare un giro sulla Firebolt se la smetti..- propose apatico il bambino sopravvissuto.
- ok..-

E di giro si trattò, ma cosa successe durante quella tranquilla, pacifica e soprattutto CALMA gita nel cielo ve lo racconterò la prossima volta perchè devo andare a fare la doccia^^!!


Nausicaa212: grazie per le dritte, hai ragione, mi sto fossilizzando solo su una parte della mia storia, ma tutto verrà spiegato nel prossimo capitolo^^ Spero di essere esauriente nel prossimo ma in questo ho voluto mettere la storia di Ocean e Xavier (lo so che questo nome è in un'altra storia ma non intendo prenderlo da li, uno perchè nn ricordo la storia e poi perchè è stato l'unico nome dopo Nicholas che abbia catturato la mia attenzione per un vampiro) per non complicare di più le cose... e se le ho complicate, mi metterò le mani nei capelli perchè vuol proprio dire che a scrivere sono una vera frana.
Grazie a tutti per aver letto. =) Baci baci, Argentey!!

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