The Lucky One

di DemetriaTay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Know Me Better ***
Capitolo 2: *** I Was Enchanted To Meet You ***
Capitolo 3: *** Thinking Of You ***
Capitolo 4: *** This Slope Is Treacherous ***
Capitolo 5: *** Don't Be Scared ***
Capitolo 6: *** Pouring Rain ***
Capitolo 7: *** Everything Has Changed ***
Capitolo 8: *** Blink Of An Eye ***
Capitolo 9: *** I'M Not That Guy Anymore ***
Capitolo 10: *** Fearless ***
Capitolo 11: *** A New Beginning ***
Capitolo 12: *** Oh, Trouble trouble trouble! ***
Capitolo 13: *** You said you'd never hurt me. ***
Capitolo 14: *** I Love You ***
Capitolo 15: *** Please, stay. ***
Capitolo 16: *** The Last Kiss ***
Capitolo 17: *** She's Haunted ***



Capitolo 1
*** Know Me Better ***


                                1
 
Can’t you see, you belong with me, you belong with me.
La folla impazzì, le luci si spensero facendo sentire ancora di più le urla dei fan .
Feci un passo indietro, ancora con il microfono in mano, e chiusi gli occhi.
Finalmente potei tirare un sospiro di sollievo, il concerto era giunto al termine. Le luci si riaccesero illuminandomi completamente, lasciandomi da sola di fronte a venti mila persone che urlavano il mio nome.
“Grazie, grazie  mille per essere venuti” riuscii ad articolare con voce tremolante. Anche se non era  di certo uno dei miei primi concerti, l’emozione era sempre quella, ogni volta che salivo sul palco per esibirmi di fronte a tutta quella gente il cuore mi batteva forte, come se volesse scappare dalla gabbia toracica. 
Mi spostai sulla mia destra in tempo per mancare un pupazzo, lanciato probabilmente dagli spalti superiori. 
Sotto ai miei piedi trovavo i “Man in Black” Come gli chiamavo io, altro non erano che i miei bodyguard.
Odiavo la distanza che il palco poneva tra me e i miei fans, ma l’unica volta in cui avevo deciso di togliere le protezioni, due ragazze erano salite sul paco stritolandomi , piangendo, e dicendo che ero il loro idolo. 
Inutile dire che , dopo quel giorno, non ebbi più voce in capitolo sui miei concerti, avendo anche un accesa discussione con il mio manager. 
Sì, perché io ho iniziato a cantare in mezzo alla gente, in un locale con pochi ragazzi che mi guardavano con occhi strasognanti , e che dopo essermi esibita mi facevano i complimenti dal vivo nel mio piccolo camerino, formato da una sedia e un mobiletto dove tenevo il mio quaderno. Sì, il quaderno dove scrivevo le mie strofe prima di andare a dormire.
Ora invece è tutto cambiato , sono una star di fama mondiale, la mia vita è così diversa da tre anni fa, ma non per questo sono cambiata.
Certo, ora devo fare attenzione a tutto ciò che faccio, a ciò che dico, a come mi vesto, a dove vado, con chi vado, ma dentro il  mio appartamento sono  solo io, Taylor.
Quella Taylor che non riesce a dormire se non ha tra le mani una tazza di cioccolata bollente prima di andare a letto .
Quella Taylor che appena può si spalma su divano divorando caramelle alla fragola guardando un film d’amore strappalacrime .
Quella Taylor che passa dalla porta di servizio per andare a trovare la sua amica Abigail per paura di seguita da qualche paparazzo.
Quella Taylor che piange ogni volta che affoga in qualche relazione sbagliata, lasciandosi consolare dalla sua micetta e da una delle sue migliori amiche: la chitarra.
Non mi lamento, faccio il lavoro per il quale sono nata. 
Io canto, ma non canto solamente, io apro il mio cuore nelle mie canzoni, lascio intravedere la vera me, faccio crollare qualsiasi barriera , sono completamente spoglia e vulnerabile.
Molte ragazze si rispecchiano in me, a quello che provo, a quello che vivo, ed è proprio questo a darmi la forza di andare avanti, a continuare a scrivere per lanciare un messaggio : Non sei sola.
“Taylor, Taylor vieni!”
Qualcuno mi chiamò prendendomi per un braccio.
Mi fecero passare per un tunnel lungo e così intrecciato che sembrava un labirinto.
“Sei stata grande oggi”mi disse Paul, il mio chitarrista.
“Anche voi ragazzi, grazie per tutto “ risposi andando ad abbracciare la mia band.
Una ragazza mi passò una bottiglietta d’acqua e mi fece cenno di seguirla.
La seguii con passo lento ma deciso,  facendo attenzione a non inciampare sui fili del backstage con i miei stivali con il tacco.
“Hai 30 minuti per cambiarti e riposarti, dopo di che hai il meeting con i fans”
 Mi colpì il tono freddo e distaccato della ragazza, probabilmente anche lei aveva avuto una discussione  con il mio agente.
 Articolai un “Grazie” appena pronunciato e mi lasciai cadere a peso morto su uno dei tre divani che componevano il mio camerino.
Dopo pochi minuti mi alzai  e giunta davanti al mobile con uno specchio, la mia immagine catturò la mia attenzione. Mi avvicinai di più ritrovandomi a pochi centimetri dal mo riflesso.
 I capelli erano leggermente più elettrizzati, gli occhi stanchi, ma con ancora la presenza di un luccichio nelle  mie iridi blu.
Il mio caro rossetto rosso fuoco era ancora intatto, senza sbavature e il mio vestito per l’ultima canzone era semplicemente meraviglioso, l’avevo disegnato io stessa , naturalmente con l’aiuto di uno stilista. 
Qualcos’altro catturò la mia attenzione : appoggiato al solito mazzo di rose, che mi veniva recapitato ogni sera, cera una busta bianca con un biglietto attaccato con dello scotch. 
La mia curiosità prese il sopravvento e lo strappai dalla busta. In una scrittura elegante c’era scritto 
Spero che ti piacciano ancora, buon concerto.
Appoggiai il biglietto e apri la busta.
Dentro c’erano delle ciambelle ricoperte di cioccolato e spolverate con del cocco in granelli. 
Ne presi una e l’addentai senza fare troppi complimenti.
 Pensai scioccamente che se mi avesse visto la mia personal trainer, si sarebbe probabilmente strappata i capelli , dicendomi di lasciare subito quell’arma letale.
Dopo averne fatte fuori ben tre, mi tolsi il vestito e ne presi uno meno da “concerto”, struccandomi e lasciando sulle mie labbra giusto un filo di rossetto color carne. 
Indossai delle ballerine abbinate ed ero pronta con cinque minuti in anticipo.
 Aprii cautamente la porta del camerino, sbirciando a destra e a sinistra senza vedere nessuno, così decisi di andare, per raggiungere il resto della mia band nel loro camerino. 
“Signorina, dove pensa di andare?”
Riconobbi quella voce e mi voltai molto, troppo lentamente.
 Come in quei film in cui il bambino è stato preso con le mani nel sacco mentre divorava il cioccolatino proibito.
“Luke, stavo andando dalla mia band”
“Lo sa che non può andare da nessuna parte senza di me, vero?” 
Abbassai la testa afflitta.
 Luke era il mio bodyguard, e detto francamente, non lo sopportavo. Non perché non fosse  simpatico, ma potevo andare solo in bagno senza di lui. Non so se ho reso l’idea.
“Lo so Luke”
“Cosa? Si, si va bene.. Arriviamo”
“Che succede?”
“E’pronta a incontrare 20 mila fan, signorina?
“Lo sono sempre” Risposi sorridendo e superandolo per dirigermi verso la sala d‘incontri.
 
Questa è la mia seconda fan-fic. Ditemi cosa ne pensate, se dovrei continuarla e se ne vale la pena. Se non vi piace non c'è problema, ditemelo comunque :)

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Capitolo 2
*** I Was Enchanted To Meet You ***


                                                                                       2 
“Grazie a Taylor Swift che ha avuto il tempo per essere qui con noi oggi, in bocca al lupo per il nuovo album”
“Grazie”
Scattarono gli applausi e io appena finito di parlare con la presentatrice sgattaiolai fuori dal set televisivo, per dirigermi verso mia mamma, che mi aspettava in religioso silenzio dietro le quinte.
Luke era andato a controllare che la macchina fosse arrivata, così da poter tornare a casa.
Camminavo lentamente, dando di tanto in tanto un’occhiata al mio I-phone, quando
sentii delle urla. Mi irrigidii sul posto sperando di non essere notata, ma evidentemente quella non era la mia giornata fortunata. 
Delle fans scatenate appena mi videro spalancarono la bocca e iniziarono a correre verso di me. Indietreggiai fino ad arrivare con le spalle al muro. Non avevo via d’uscita, e intendiamoci, non che non volessi firmare gli autografi o cose del genere, ma avevo avuto una giornata davvero stressante e i miei nervi non avrebbero retto ad un assalto del genere.
Qualcuno mi prese per un braccio e mi trascinò in uno sgabuzzino buio. Stavo per lanciare l’urlo più acuto della mia vita, ma questo qualcuno mi tappò la bocca con una mano.
“Shh. Non urlare, oppure ti trovano!”una voce maschile mi intimò
Non sapendo cosa  fare gli morsi la mano.
“Ahia!!! Porca…” il ragazzo mi lasciò imprecando per il morso.
“Bel ringraziamento per averti salvata”
“Salvata?ma cosa …?” avevo sbagliato tutto, a quanto pare non era un molestatore.
“Sì, da quelle ragazzine matte…”
“Ah! Scusa! Scusami tanto!! “ dissi andando da lui e prendendogli la mano dolorante tra le mie.
La luce si accese, facendomi vedere per la prima volta il ragazzo bene.
Mi resi conto della troppa vicinanza e feci un passo indietro andando a sbattere la testa contro un mobile.
“Ahi” mi portai le mani sulla parte dolente.
“Ti sei fatta male?”
“No, urlo così, perché mi va”
“Va bene, Miss Acida, scusami tanto!”
Scossi la testa sospirando. Fuori si sentivano ancora le urla delle fan, quindi sarei dovuta rimanere lì dentro ancora per un po’. 
Una domanda mi sorse spontanea:
“Ma tu chi sei?”
“Beh, una ragazza normalmente mi avrebbe detto : Ciao, grazie per avermi aiutata, questo è il mio numero”
“Ah davvero?? Beh, ti svelo un segreto … io non ti darò il mio numero”
“ Ma io infatti ho detto normalmente , questo non vale di certo per te”
“ Certo, perché io sono Taylor swift  e allor…”
“ Frena, frena. Chi saresti tu?”
“Tu… non mi conosci?”
“Certo che no, ti ho incontrata cinque minuti fa!”
“Oh” il mio sguardo si perse nel vuoto, cercavo ancora di digerire quelle parole. Quindi lui non mi conosceva … ma  un attimo!
“Se non mi conosci, che ci fai in uno studio televisivo?” Gli chiesi incrociando le braccia al petto e guardandolo con aria di sfida.
“Butch, il mio migliore amico è un cameraman, dovevo dargli questo” disse cacciando dalla tasca posteriore dei Jeans una scatolina blu.
“Ah… ok” 
“Mi spieghi perché dovrei conoscerti?”
Ok, mi trovavo ad un bivio . 
Opzione n 1: gli dicevo tutta la verità, senza mezzi termini e aspettare la sua reazione che probabilmente sarebbe stata uguale a quella di tutte le altre persone,che appena nominavo il mio nome e la mia professione , mi facevano domande per poterle vendere successivamente a “Gossip News” . 
Opzione n 2 : Gli mentivo, facendo finta di essere una normale ragazza americana e non una super star mondiale. Forse avrei potuto vivere questi dieci minuti con una relativa normalità, in fin dei conti molto probabilmente non lo avrei mai più rivisto, quindi che importanza aveva? 
“ Perché… qui mi conoscono tutti, insomma , pensavo che anche tu mi conoscevi…”
“Spiacente, non ti ho mai vista. Anche perché se ti avessi incontrata prima di oggi, mi sarei sicuramente ricordato di una bella ragazza come te”
Ed ecco che il rossore prendeva sopravvento sulle mie guance. 
Ma io dico, non mi vergognavo quando cantavo in fronte a migliaia di persone o quando facevo le interviste in tv rispondendo a domande imbarazzanti, ora arrossivo per un semplice complimento? Riprenditi, Taylor.
Non proferii parola, quindi continuò lui.
“Quindi deduco che lavori qui…”
“Ehm, si…”
“Di che cosa ti occupi allora? Non dirmi l’assistente perché non ti credo, sei vestita troppo bene per fare un lavoro secondario” 
Merda.
“Io… ehm, s-sono una manager, sì organizzo le interviste,cose del genere …” 
“E come mai quelle ragazze ti rincorrevano?”
Doppia merda.
“Perché….. avevo preso …. questa borsa alla loro cantante preferita”
Gli dissi mostrandogli la mia pochette rossa.
Questa scusa non stava né in cielo né in terra, ,ma speravo tanto che non mi chiedesse altre cose.
“ O-ok….io mi chiamo Chris”
“Taylor”
Mi strinse leggermente la mano, trattenendola forse  un po’ più del dovuto.
Poi inspiegabilmente rise. 
“Cosa c’è?”
“Niente, stavo pensando che è la prima volta che ci incontriamo e già mi marchi come tuo?” Disse alzando la mano e facendo vedere così i segni della mia dentatura. 
“Ma smettila” gli risposi colpendolo con la pochette che trattenevo ancora in mano.
Ma lui mi fermò la mano prima che potessi ritirarla. 
Un brivido mi percosse tutta la spina dorsale , quando si avvicinò ancora di più a me.
Indietreggiai fino a trovarmi con le spalle al muro, ma Chris non accennava a voler lasciare la mia mano. Non sapevo cosa fare , avevo dimenticato come si respirava, sentivo solo il battito accelerato del mio cuore rimbombarmi nella testa. 
Per fortuna (o sfortuna) sentii qualcuno chiamarmi. 
“Taylor!!”
Feci scivolare via la mia mano lentamente da quella di Chris  e balbettai un :
“S-cusa… io devo andare”
Chris sembrò risvegliarsi e sbattè più volte gli occhi, si schiarì la voce e si scostò da me, permettendomi finalmente di respirare.
“Ok..”
Mi girai, ma non potei far a meno di guardarlo un’ultima volta negli occhi.
Mi colpì quello che trovai in quelle iridi verdi … era forse tristezza? Dispiacere? 
No, probabilmente me l’ero soltanto immaginata.
Aprii silenziosamente la porta con mani tremanti , e quando fui fuori sentii una leggera pressione sul polso.
Quando mi girai Chris era a meno di pochi centimetri da me. Potevo benissimo sentire il suo profumo invadermi le narici. Lo respirai così intensamente che ero sicura di non poterlo dimenticare mai più, neanche se volessi.
“Dimmi che ti rincontrerò” 
“Forse” gli dissi pienamente consapevole della mia bugia. Mi lasciò il polso e camminai a passi veloci verso le voci provenienti dal fondo del corridoio.
Sapevo di non aver fatto nulla di male, allora perché mi sentivo così terribilmente in colpa?
Avevo come la sensazione di essere andata troppo oltre, di aver aperto la porta ad una situazione impossibile, quando tutto quello che avrei dovuto fare  era chiudere quella porta più e più volte a chiave. Magari mettendoci una bella catena. Ma quella porta era stata spalancata, la chiave nascosta, forse buttata da qualche parte non si sa dove .
Sentii la pelle d’oca formarsi sulle mie braccia, e mi strinsi attorno al corpo il cardigan .
“Taylor! Oh grazie al cielo… ma si può sapere dove eri finita? Ti abbiamo cercato ovunque.. Stavo per chiamare la polizia e..”
“Mamma, mamma calmati! Sono qui ora… avevo solo bisogno di fare due passi… l’intervista mi ha stancato..”
“Signora, l’auto è qui” annunciò Luke.
“Bene, andiamo, ho bisogno di un bagno caldo” constatai rabbrividendo sicuramente per il freddo. Oppure no? 
 
Secondo capitolo appena sfornato !! :D Ok, la smetto.
Da qui la storia dovrebbe aver preso una "forma", ho preferito non usare molti capitoli "di passaggio" per non far appesantire la storia.
Vi prego, lasciate delle recensioni , mi rendono felice :')
D.T

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Capitolo 3
*** Thinking Of You ***


                                                                                                     Thinking of You
 
 
Misi  la chiave nella serratura del mio appartamento e la girai faticosamente, spingendo la porta con un ginocchio e tastando il muro con una mano, alla ricerca dell’interruttore. 
Quando lo trovai, spalancai la porta e portai dentro le buste calciandole con il piede libero e chiudendo con un tonfo la porta  alle mie spalle. 
Lasciai le buste piene di alimentari sul pavimento  e andai dritta al camino, dannazione a New York a dicembre faceva più freddo che in qualunque posto al mondo! Esclusa l’Alaska, ovviamente.
Dopo averlo acceso, con non poca difficoltà, presi il mio computer e andai su Twitter , per informare i miei fan di come passavo la giornata.
Lo facevo ogni due giorni, e non perché fossi obbligata da quelli della casa discografica o altro, ma perché condividere delle mie esperienze personali, mi
faceva sentire più vicino alla gente.
 Finalmente arrivato il week-end, settimana davvero stressante.
Mi accomodai sul mio divano rosso, prendendo una coperta,ma non una a caso: quella era la mia coperta da quando avevo 15 anni, e ormai lo consideravo come una sorta di portafortuna. Afferrai una busta di patatine e la mia gattina. 
Guardandomi attorno, constatai che avevo fatto proprio un bel lavoro con l’arredamento. I colori dominanti erano sostanzialmente due : il rosso e il nero. 
La cosa fantastica era avere finalmente una cucina tutta mia, così da poter preparare i dolci ogni volta che volevo. Ma questo era ben risaputo visto che in ogni intervista lo affermavo. 
Era passata una settimana da quando l’avevo incontrato, una settimana che ogni notte prima di addormentarmi sentivo l’ultima frase che aveva pronunciato dimmi che ti rivedrò  nella mia testa , mischiato al suo profumo, che per quante volte cercassi di dimenticarlo o di confonderlo con altri profumi, rimaneva lì, non voleva abbandonare il mio naso o il mio cuore. 
Ma cosa dici Taylor! È stata la prima volta che l’hai incontrato e ne sei già cotta? Urlava il mio cervello. Per tutta risposta il cuore disse :
Ci credi al colpo di fulmine? Io sì.
Mi coprii la faccia con le mani, stropicciandomi gli occhi stanchi.
Ok, dovevo trovare un bravo analista al più presto, e come tutte le volte in cui mi sentivo triste o avevo bisogno di sfogarmi chiamai Abigail.
Presi il cellulare e composi il numero, che ormai sapevo a memoria e mi rispose dopo due squilli .
“Pronto?”
“Ciao A. sono io”
“Tesoro! Come va?” presi un respiro profondo prima di continuare la conversazione.
“Insomma … va’... a te come va?” chiesi cercando di apparire più allegra e spensierata possibile.
“Va bene.. Ma ora mi spieghi che hai? Sputa il rospo” mi disse diventando tutt’un tratto seria.
Quanto l’adoravo, lei era l’unica che mi capiva al volo, solo con uno sguardo, ed era l’unica a cui dicevo i miei segreti, perché anche quando ero diventata famosa, lei mi era rimasta vicina e non era mia amica solo per la fama o per soldi, a differenza di molti altri.
“Ecco, hai presente la settimana scorsa quando sono andata in quello studio televisivo per fare quella intervista sul mio nuovo album? Beh, dopo è successo una cosa”
“ Taylor, non mi far spaventare … cosa è successo?”
“Ho incontrato un ragazzo.. Beh “incontrato” è il termine sbagliato perché mi ha praticamente trascinato dentro uno sgabuzzino e …”
“Ti ha fatto cosa?!” urlò la mia amica dall’altro capo del telefono così forte che fui costretta a d allontanare l’apparecchio telefonico per non diventare sorda.
“A. no, hai capito male,ha cercato di salvarmi…è stato tutto un malinteso, anche io ero sconvolta all’inizio, tanto che gli ho fatto pure del male! Ma questa non è la cosa più importante.
Io non riesco a togliermelo dalla testa, è diventato un pensiero fisso , e in più mi ricordo ancora del suo profumo nonostante siano passati molti giorni…” conclusi sospirando.
“Oh cazzo” gia, lei è nota per la sua finezza.
“Gli ho anche mentito …” aggiunsi tristemente.
“Perché? Cosa gli hai detto?”
“Forse è meglio dire cosa non gli ho detto.. visto che lui non sa chi è Taylor Swift e io mi sono spacciata per una  manager televisiva”
“Ma sei impazzita? Gli MTV Awards ti hanno dato alla testa?” 
“Non so… non so a cosa pensavo..” ammisi buttandomi un cuscino in faccia per soffocare un grido. In verità lo sapevo benissimo il perché delle mie azioni, ma non potevo certamente immaginare la loro conseguenza. Stupid girl , I should have known, I should have known *
“Ok, ora calmati, vedrai che si sistemerà tutto, basta che fai passare un po’ di giorni e lo dimenticherai … e se così non fosse ti porterò in qualche strip - club a Las Vegas”
Scoppiai a ridere a questa affermazione e mi portai una manciata di patatine alla bocca , sgranocchiandole rumorosamente.
“Ti voglio bene A.”
“Anche io T.”
Dopo averle dato la buonanotte mi infilai il mio pigiama preferito a pois rossi e bianchi e afferrai il cordless per ordinare una pizza per cena, visto che la mia voglia di cucinare era pari a 0, ma soprattutto le mie doti culinarie erano pressoché scarse.
Nel frattempo presi la mia chitarra e mi sedetti vicino al fuoco scoppiettante.Mentre guardavo le fiamme la prima canzone che mi venne in mente fu Sparks Fly e così iniziai a canticchiarla accompagnata dalla chitarra e dalla micetta che miagolava a tempo di musica:
…My mind forgets to reminde me, you’re a bad idea..
..Get me with those green eyes baby as the light groes down…
..‘Cause i see sparks fly whenever you smile …
Accarezzai la mia gattina e le chiesi.
“Tu che ne pensi? Cosa dovrei fare?” come se potesse rispondermi, si limitò solo a farmi delle fusa, che mi tranquillizzarono subito.
Il suono del campanello mi fece sussultare, mi alzai lentamente , sorreggendomi al divano e mi diressi verso il corridoio per prendere  il portafoglio dalla borsa. 
Aprii la porta senza guardare chi fosse dallo spioncino e a testa bassa, intenta a prendere i soldi per essere veloce, dissi con voce pigra :
“Salve, quanto le devo?”
“Taylor?” una voce familiare mi chiamò incredula.
Bloccai le mani con una banconota da 20 a mezz’aria .
Le dita avevano iniziato a tremare mentre alzavo lo sguardo verso quella voce.
Oh , No. Non ci potevo credere, era Chris.

 
 
Terzo Capitolo. Sono strafelice delle recensioni ricevute, davvero non mi aspettavo tutto questo apprezzamento già nei primi capitoli... quindi grazie :) Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate anche voi lettrici silenziose, anche attraverso un messaggio personale :D
Detto questo, "Thinking Of You" è solo un capitolo di passaggio, un po' corto ma mi serviva per per capire meglio le emozioni della protagonista e introdurre il prossimo, che non tarderà ad arrivare visto che è già scritto :) Ah, un'ultima cosa, per chi volesse immaginarsi Chris in qualche modo, io me lo immagino come Harry Styles :) 
Che ne pensate? Cosa farà la nostra Tay nel prossimo capitolo? 
D.T
*Tratto da White Horse
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Capitolo 4
*** This Slope Is Treacherous ***


                                                                                                  This Slope Is Treacherous

 
 
“Taylor?”
Se fosse stato possibile, il mio mento avrebbe toccato terra per lo stupore.
“C-chris, che ci fai qui?” che domanda idiota, complimenti Taylor.
Chris mi guardò divertito, come se potesse leggermi nel pensiero e alzò la pizza con fare ovvio.
“Consegno le pizze … È il mio lavoro per il week-end” mi informò appoggiandosi allo stipite della porta.
“Ah…” fu l’unico suono emesso dalla mia bocca , e fui costretta ad aggrapparmi alla maniglia della porta per ritrovare un po’ di equilibrio.
“Quindi.. abiti qui…” disse guardando al di sopra delle mie spalle.
“Oh, sì dai entra … oppure devi lavorare?” gli chiesi preoccupata .
“Ehm, No. Tu sei la mia ultima cliente” disse sorridendomi in un modo che se non avessi ancora la mano ben salda sulla maniglia, probabilmente le ginocchia non avrebbero retto.
“A-allora accomodati” gli dissi scansandomi dalla porta per farlo entrare.
Entrò e iniziò a guardarsi intorno, incuriosito dalla stanza. 
Chiusi la porta e dopo aver preso un respiro profondo mi girai verso Chris, che nel frattempo si era piegato per poter accarezzare la mia gatta.
“Impossibile…” sussurrai sconvolta.
Chris girò immediatamente la testa verso di me.
“Cosa? Che è successo?”
“ lei non si fa accarezzare da nessuno, solo da me”
“Beh, si vede che le piaccio” mi rispose facendomi l’occhiolino e dedicando la sua attenzione alla micia.
Mi avvicinai cautamente a lui sedendomi sul divano e presi ad osservarlo attentamente.
I suoi occhi verde cristallino erano incorniciati da dei capelli ricci castani e le sue labbra rosee sorridevano dolcemente alla gattina.
Una voglia improvvisa di toccargli capelli si impadronì di me. Alzai una mano intenta a toccare giusto un ricciolo, quando Chris si girò all’improvviso.
“Ma… che fai?”
Diventai dello stesso colore del mio divano : rosso porpora. Se non avessi avuto i vestiti, probabilmente mi sarei potuta confondere benissimo con il divano, come un camaleonte.
“Scusa… volevo vedere se i tuoi ricci sono morbidi come sembrano” dissi a bassa voce .
Dio, quanto sembravo un’adolescente alle prese con una cotta e in preda agli ormoni.
Chris mi sorrise e si alzò, accomodandosi vicino a me ed avvicinandosi così tanto che potei risentire quel profumo meraviglioso invadermi.
“Prego, sono tutto tuo” disse a bassa voce e senza togliere mai i suoi occhi dai miei.
Con mano tremante avvicinai la mia mano ai suoi capelli e con attenzione la infilai tra i suoi ricci. Sì, erano proprio morbidi come immaginavo. 
Chris prese un grosso respiro e chiuse gli occhi, abbandonandosi alle mie carezze.
Ricapitolando : stavo nel mio appartamento, con un ragazzo di cui sapevo solo il nome e che avevo incontrato una sola volta e al quale stavo massaggiando i capelli. Del tutto normale, no? 
Senza preavviso mi prese la mano e se la mise su uno guancia, con ancora gli occhi chiusi.
“Le tue mani sono così lisce …” 
In quel momento il mio cervello aveva fatto dietro front, mostrando un cartello nel quale c’era scritto : sono andato a prendere un caffè, torno quando se ne va lui.
Gli accarezzai una guancia e lui aprì gli occhi , guardandomi così intensamente che risentii quel famoso brivido percorrermi la schiena.
“io…” non riuscii a dire niente. 
“ Hai fame? Qui c’è una bella pizza che ci attende” mi disse indicando la pizza.
“Uhm.. Sì.. Ti piacerebbe farmi compagnia?” gli chiesi guardandolo di sfuggita.
“Certo… se a te fa piacere…” Oh, andiamo! Me lo sta pure chiedendo?
Gli lasciai uno dei miei sorrisi migliori, e constatai con piacere che funzionava ancora.
Qualcuno bussò alla porta. Chris mi guardò interrogativo, poi aggiunse :
“Aspettavi qualcuno?”
“No..” 
Quando aprii la porta vidi Luke che mi squadrava dietro ai suoi bei occhialoni neri.
“Signorina.. Tutto apposto? 
“Si Luke.. Perché?” sibilai a bassa voce, per paura di essere sentita da Chris.
“Quel ragazzo che è entrato dieci minuti fa per consegnarle la pizza non è ancora uscito, c’è qualche problema? “ disse con fare minaccioso.
“No! Lui è un mio amico.. Ma ora vai per favore!” lo supplicai con gli occhi.
Luke sembrava che stesse vivendo una guerra interiore, combattuto se andarsene o meno, ma alla fine per fortuna si dileguò, non prima di avermi avvertito che sarebbe stato “lì in giro”
“ Chi era?” 
Mi guardai intorno per cercare qualche scusa plausibile. Non potevo certo rivelargli che era il mio bodyguard.
“Lui era.. Il portinaio, voleva sapere se avevo bisogno di qualcosa…”
Che scusa squallida.
Chris si rilassò visibilmente e appoggiò la schiena sul divano , poi aggiunse guardandomi seriamente:
“Per un momento ho temuto che fosse il tuo ragazzo” Temuto? 
“Oh no, non ho un ragazzo”
Chris mi vece vedere uno dei sorrisi più dolci del mondo, dicendo:
“Lo speravo” avevo un’ assoluto bisogno di  un‘ estintore , la mia faccia stava andando a fuoco.
Gli sorrisi e mi accomodai sul divano a fianco a lui, prendendo la scatola della pizza in mano. 
Dopo aver cenato, beh lui aveva cenato perché io ero rimasta tutto il tempo a contemplarlo, ci sedemmo davanti al fuoco.
“Ho voglia di conoscerti meglio..” mi lasciai sfuggire giocando con il mio ciondolo a forma di cuore.
Chris si rivolse verso di me e mi rispose:
“Certo, dimmi cosa vuoi sapere”
“Colore preferito?”
“Giallo”
“Cibo pref..” ma non mi lasciò terminare la frase.
“Hey, aspetta così non vale! Facciamo una domanda tu e una io, ok? Quindi ora tocca a me” mi disse facendosi tutto d’un tratto molto pensieroso.
“Quando è stato il tuo primo bacio?” mi chiese guardandomi malizioso. Spalancai la bocca e lo guardai in cagnesco.
“Ma che razza di dom..?”
“Devi rispondere, questo è il gioco” disse alzando le spalle come se fosse la cosa più naturale  del mondo.
“Ok.. 15 anni, con il capo della squadra di football, a quel tempo pensavo che fosse l’uomo della mia vita, che qualche giorno lo avrei sposato .. “ dissi ridendo amaramente e scuotendo la testa, facendo scivolare dei ciuffi di capelli ribelli davanti agli occhi.
Una mano me li rimise dietro l’orecchio , e quando  alzai il viso, quello di Chris era a pochissimi centimetri dal mio.
“E’stato.. un idiota.. a lasciarti.. andare” mi disse accarezzandomi una mano.
Il suo viso si avvicinò ancora di più al mio, e riflessivamente chiusi gli occhi .
Il bacio ci fu , ma non come me lo aspettavo io.
Chris, infatti, si avvicinò a me e mi posò un leggero bacio su una guancia. Bacio che durò ben cinque secondi, ma solo sulla guancia. 
Poteva un bacio così semplice farmi provare delle emozioni così forti? ….Quando riaprii gli occhi vidi che mi stava scrutando divertito. 
Io intanto rivolsi tutta la mia attenzione alla legna che bruciava nel fuoco, perdendomi nelle scintille che si formavano.
“Taylor?”
Mi girai verso di lui.
“Sai suonare la chitarra??” mi chiese incredulo indicando la chitarra che avevo dimenticato vicino al camino.
“Si…”
“Mi fai sentire qualcosa?”
“Ecco… io non penso sia una buona idea” dissi cercando di trovare una scusa. Uno di quei giorni avrei dovuto pubblicare un libro su : Come trovare scuse per tutte le occasioni.
“Dai! La prima canzone che ti viene in mente” mi chiese facendo una faccia da cucciolo.
“Ok… passami la chitarra” dissi sconfitta.
Fece un sorriso vittorioso e si allungò a prendere la mia chitarra.
Presi la chitarra e decisi di osare un po’, cantando:
 
Put your lips close to mine
as long as they don't touch
out of focus, eye to eye
till the gravity's too much
and i’ll do anything you say
if you say it With yOur haNds
and i’d be smarT to walk away
but you're quick Sand
This slOpe is treacherous
this Path is reckless
This slope Is treacherous
and i, i, i Like It…
your name has echoed through my mind and i just…
think you should, think you should know…
this hope is tReacherous
this daydream is dangerous
this hope is treacherous
and i, i, i Like it
 
Quando finii di cantare, Chris mi stava guardando pensieroso.
“Sei davvero brava, complimenti”
“Grazie…” gli risposi mettendo via la chitarra.
“Quindi è questo che pensi? “ mi chiese riferendosi alla canzone.
“N-no, è solo la prima canzone che mi è venuta in mente” mentii, visto che l’avevo scritta esattamente il giorno dopo il nostro incontro.
“Ok, se lo dici tu…” 
Disse prendendo ad accarezzare il gatto.
“È bella.. L’hai scritta tu?”
“Si… ma non è…”
“No, è davvero bella” mi disse sorridendo.
Il silenzio ripiombò nella stanza, interrotto solo dai miagolii della gattina.
“Ora tocca a me” dissi sorridendo e raccogliendo le ginocchia al petto.
Chris sghignazzò e mi fece con un gesto della mano di proseguire.
“Raccontami della tua vita fino ad adesso”
“Mi dispiace ma questa non mi sembra proprio una domanda, o sbaglio?”
“Ok allora… com’è stata la tua vita fino ad ora?”
“Beh, riassumendo sono nato a New York e ora sto frequentando il college , nel frattempo lavoro in un ospedale… come vedi la mia vita non è molto interessante… la tua invece?”
“Oh, beh neanche la mia…” Sì, oltre al fatto che la mia immagine sta su tutte le copertine dei giornali
“Non direi, fai la manager televisiva.. Chissà quanti personaggi famosi incontri ogni giorno”
Deglutii.
“Già.. Ma basta parlare di me…” “cosa fai quando non lavori in ospedale o… consegni pizze a domicilio?” 
“Uhm … vediamo … ascolto musica,vado a nuotare , vado in un parco qui vicino.. Ti ci devo portare qualche volta ,è davvero bellissimo”
Appoggiai i palmi della mano sul parquet riscaldato dal fuoco e sentii qualcosa di caldo posarsi sopra la mia mano destra. Girai lo sguardo e vidi che Christian mi guardava imbarazzato mentre fissavo a bocca aperta le nostre mani congiunte.
“S-scusami” disse scuotendo la testa e rimuovendo la sua mano dalla mia.
“No! … non scusarti “ gli dissi trovando la forza di riprendere la sua mano.
Ringraziai il cielo che la stanza era avvolta nella penombra, perché ero sicura che le mie guance non avrebbero aspettato un secondo di più per arrossire.
“Allora?” mi chiese passandosi una mano tra i capelli ricci.
“Allora cosa?”
“Verresti a vedere quel parco?”
“Oh… certo, devo solo vedere quando posso, perchè devo andare in studio di regist…”
Mi bloccai improvvisamente. Cavolo.
“Ehm, volevo dire nello studio di mio zio perché  devo registrare… un video”
Ok, l’indomani sarei andata dritta da un’ editore per pubblicare il libro.
“ Va bene, allora quando puoi …” disse frugando nelle tasche e cacciando un foglietto giallo e una penna. Scrisse qualcosa e me lo porse. “… chiamami”
Lo presi e gli sorrisi.
“Si è fatto tardi …” disse alzandosi in piedi e riprendendo la giacca poggiata su uno schienale della sedia. Mi alzai a mia volta, seguendolo fino alla porta .
“Allora.. Buonanotte “ gli dissi aprendo la porta dell’appartamento.
“A te” mi rispose sorridendo. Senza pensarci due volte mi avvicinai a lui e gli posai un bacio sulla guancia, mancando per un soffio le labbra.
Chris mi poggio una mano dietro la schiena , ma la allontanò subito.
Girò le spalle e lo vidi allontanarsi lentamente. 
Richiusi la porta e sospirai ad alta voce.
Che guaio.
Perché la vita doveva essere così complicata?
 
 
 
Quarto capitolo, punto di svolta.
Le cose iniziano a complicarsi per Taylor che sicuramente non aveva immaginato che la storia avrebbe preso questa piega.
Mi scuso se non ho potuto aggiornare prima ma questo periodo è davvero incasinato, quindi aggiornerò ogni 2 settimane cercando di fare i capitoli più lunghi possibili.
Grazie a tutte le persone che hanno messo questa storia tra le seguite/preferite/ricordate :)
Mi farebbe davvero piacere ricevere qualche recensione, anche perchè nell'ultimo capitolo siamo scese drasticamente a 1 sola recesione. 
Non so' se vale la pena continuare questa storia...
Aspetto con ansia,
D.T.

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Don't Be Scared ***


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 Grazie ancora a Hikari_niall per il banner


                                          Don’t Be  Scared  

                 
                           A voi, che avete iniziato ad affezionarvi ai mei personaggi .



 
Mi trovavo di fronte ad un’edicola al centro di Manhattan, mancava poco alle feste di Natale e l’atmosfera che si respirava era semplicemente magica : la città era illuminata da svariate luci di tutti i colori, la gente passeggiava in compagnia abbracciata, salutando qualche Babbo Natale posizionato sul ciglio della strada. 
Potevo benissimo sentire il tintinnio delle campanelle e le risate della gente appena uscita dai negozi con tanti regali incartati tra le mani e i bambini che correvano felici nonostante il gelo invernale.
Sospirai profondamente , creando una nuvola di vapore nell’aria e mi girai verso l’edicolante che mi guardava curioso dietro i suoi occhiali da vista.
Comprai una rivista a caso, la presi e mi incamminai verso un parco poco lontano dal centro. 
Sentivo la ghiaia del viale scricchiolare sotto i miei stivali neri e mi guardai intorno alla ricerca di una panchina libera, appena avvistata mi ci fiondai , spingendo leggermente il via vai di persone che a quell’ora era diventata inarrestabile.
Mi sistemai meglio il mio berretto e iniziai a sfogliare la rivista.
Solite cose : lei lascia lui, lui si mette con un’altra e lei dice di amarlo ancora. Che pena. 
Mi fermai nel momento in cui notai il mio viso stampato su tutta la pagina, avevo paura di continuare a leggere ; tutti ,infatti, mi dicevano : non leggere mai quello che scrivono su di te, né sulle riviste e né sul web. Ma se come nel mio caso ti ritrovi il tuo volto stampato su una delle riviste più importanti d’america… beh allora la tentazione è forte.
Il titolo recitava “Taylor Swift : cose che dice solo alle sue migliori amiche”
Certo, e secondo loro le cose che dico alle mie migliori amiche le avrei sbattute in una pagina di giornale. 
Si parlava sempre delle solite vecchie storie : i miei ex e l’influenza che avevano sulle mie canzoni. Stesso copione, giornale diverso.
 Ma non potevo certo fargli un colpa , scrivevo sempre e solo la verità nelle mie canzoni e penso sia questo che la gente apprezzava maggiormente di me. Ero diventata un libro aperto per tutti, ma una cosa che non sapeva nessuno era che c’era ancora un parte di me che non avevo svelato ad anima viva, neanche ad Abigal ed era la parte più importante di me : l’amore. 
Io non ho mai amato, sì, nelle canzoni scrivevo di essermi innamorata , di aver provato qualcosa di veramente forte per qualcuno, ma l’amore quello vero era un tassello mancante dentro di me e sinceramente, non ero sicura di poterlo trovare, di trovare la persona giusta per me. 
Dopo tante relazioni finite nei modi peggiori pensavo che l’amore vero, quello che dura per tutta la vita è una cosa da film, non appartiene alla realtà.
Why we bother with love, if it never lasts?
Eppure , qualcosa mi diceva che forse non era del tutto vero.
Davanti a me, su una panchina sedeva una coppia che si teneva per mano, scambiandosi sguardi dolci e parlando allegramente. Poi il ragazzo si fece pensieroso per qualche minuto, lasciò la mano della ragazza e si tastò nervosamente le tasche del giubbotto fino a trovare qualcosa e a cacciarla. 
Spalancai la bocca quando vidi che l’oggetto misterioso era una piccola scatolina rivestita di velluto blu , e la ragazza imitò la mia espressione, solo più sorpresa. 
Lui , infine, si inginocchiò rischiando di perdere l’equilibrio e cadere sotto gli sguardi curiosi dei passanti e disse la famosa frase. 
La ragazza annuì con la testa e si baciarono.La folla esplose in un misto di applausi e urla, sorridendo ai novelli fidanzati.
Io chiusi la rivista e abbassai la testa imbarazzata, pensando di essere di troppo. 
La rivista finì nel cassonetto, e venne rimpiazzata con il mio cellulare. 
Mi alzai di scatto, allontanandomi dal parco a passo svelto per fare una chiamata.
Un squillo. Due squilli. Alla terza finalmente rispose.
“Pronto?”
“Liam, sono io, Taylor” 
Liam era il mio miglior amico da tre anni ormai. 
Era divertente , pieno di vita e gay fino alla punta dei capelli.
“Amoree! Che mi racconti?”
Risi alla sua voce allegra.
“Tante cose, e sai, non sono sicura di avere abbastanza credito”
“What?! Tu che non hai credito? Allora la faccenda è piuttosto seria, tesoro”
“No, non dire così perché poi rischio di crederci anche io, comunque come sta John?”
John era il suo ragazzo e se ve lo state chiedendo, no, non è lo stesso ragazzo della canzone “Dear John” , anche se forse …. potrebbe esser passato dall’altra sponda. 
No, impossibile, perché il suo obbiettivo nella vita è prendersi gioco delle ragazze per poi mollarle come ha fatto con me.
“John, tesoro , è tanta roba” mi rispose calcando apposta sull’aggettivo.
“Alt! Ti ho chiesto soltanto come stava, non voglio sapere i particolari della vostra vita… sentimentale” 
Liam esplose in una risata, facendo ridere anche me. 
“Ma come non lo sai? Regola numero uno : mai chiedermi notizie del mio ragazzo dopo le 8 di sera, perché da quell’ora in poi i miei pensieri diventano….come dire… poco casti.. E non so se a te piacerebbe davvero sentirle , principessa del country…”
“Io lo so invece, e la risposta è… assolutamente no! Da oggi in poi mi ricorderò di questa regola, fidati.” 
“Ottima scelta, babe”
“Liam, ti prego, sii meno gay oggi, perché mi sento come se mi avesse investito un autobus per tre volte di fila , come se poi il conducente fosse sceso con una mazza da baseball pieno di borchie appuntite e mi avesse picchiato fino a farmi svenire e dopo…”
“Stop! Ho capito, non ce bisogno di usare altre metafore, queste qui sono molto… esplicite. Ti senti una meraviglia quindi…” prese una pausa “ e comunque a proposito della tua richiesta , non penso di poterci fare nulla” 
“Sì, lo penso anch’io” concordai ridendo.
“Wait. wait. wait. Tra mezz’ora mi libero e ti raggiungo nel tuo appartamento, ok?” 
“Perfetto, ti aspetto” e chiusi la chiamata. 
Come si può vivere senza amici? Io non ci riuscirei mai e poi mai. 
Senza Abigail e Liam , probabilmente passerei le mie giornate davanti alla televisione con una vaschetta di gelato al cioccolato tra le mani,con i capelli arruffati  e indossando il golfino di mia nonna. 
Non proprio una bella immagine.
Riposi il cellulare nella borsa e mi incamminai verso casa.
Lungo il tragitto pensai che in questi giorni, non potevo tenere la mia mente occupata con il lavoro perché fino a metà gennaio mi ero presa una pausa da tutto e da tutti, ed era strano perché avevo bisogno di pensare quando pensare era l’ultima cosa che volevo fare. 
Inoltre con la presenza di Luke… un momento.. Ma dov’era  Luke?
Mi girai , scrutando tra la gente alla ricerca della mia guardia del corpo.
Ma Luke era giusto pochi metri dietro di me, parlando come sempre con il suo  auricolare.
Gli rivolsi un cenno con la mano e mi rigirai, proseguendo per la mia strada.
Misi le mani dentro le tasche, stringendomi nella mia giacca desiderando ardentemente di essere davanti al fuoco del camino con una bevanda calda tra le mani e non sul marciapiede della 5th Avenue , alla mercè di un vento ghiacciante.
Appena giunta davanti alla porta di casa, mi girai e sbattei contro Luke, che nel frattempo mi aveva raggiunta.
“Luke” dissi mettendomi una mano sul cuore “ Mi hai fatto prendere una paralisi, non ti avevo visto”
“Scusi signorina, so essere abbastanza silenzioso, da quando lavoravo per l’FBI..”
Lo fermai.
“Cosa? Hai lavorato per l’FBI? Non lo sapevo …”
“Top Secret, signorina”
Ci rinunciai a fargli altre domande, perché quando si impuntava su certe cose era praticamente impossibile cercare di fargli cambiare idea.
“Va bene,… ah dopo viene Liam , quindi fallo entrare per favore”
Vidi Luke irrigidirsi e conoscevo benissimo il motivo :
Pochi mesi prima Liam gli aveva fatto la corte. 
No usare la parola “Corte” sarebbe stato troppo diminutivo; ci aveva provato spudoratamente, con frasi anche oscene, ma sono piccoli particolari. Fatto sta che da quel giorno Luke, cercava di stargli il meno vicino possibile, inventandosi ogni volta una scusa diversa per non rimanere nella stessa stanza con lui.
“Ehm, certamente”
Gli sorrisi e cercai con le mani arrossate dal gelo le chiavi, che come sempre si nascondevano nel momento in cui servivano.
“Eccovi…” mormorai trovandole , finalmente .
Appena misi piede nell’appartamento fui pervasa dall’odore  di cioccolato e cannella che avevo spruzzato un po’ in giro per la casa prima di uscire. 
Controllai l’ora sull’orologio poggiato sul mobile del salone : erano le 10 :03 PM , e questo significava che Liam sarebbe arrivato da lì in pochi minuti.
Per ingannare l’attesa accesi il camino e iniziai a strimpellare qualche accordo con la mia chitarra , non prima di aver dato da mangiare alla mia gattina.
Sentii qualcuno che suonava il campanello ripetutamente e mi alzai con fatica , sentendo le mie gambe più pesanti del solito.
Quando aprii la porta mi ritrovai di fronte un Liam sorridente che mimò un “hot” amicando verso Luke, che teneva la sua distanza di sicurezza.
“Andiamo…” gli dissi ridendo, afferrandolo per un braccio ed entrando in casa.
Liam si lisciò il cappotto, con fare altezzoso e mi guardò alzando un sopraciglio.
“Allora? Parli oppure ti devo cacciare le parole con una pinza?”
 
 
 
 
“Cioè, fammi vedere se ho capito bene : tu incontri lui ma ti fingi un’altra, convinta che non lo avresti mai più rivisto, ma dopo una settimana lo incontri per caso e cenate insieme, lui dice sviolinale bla bla bla, provandoci molto esplicitamente e tutto quello che ne hai ricavato…. È stato un bacio sulla guancia?”
“Hai capito benissimo”
Liam appoggiò la sua tazza di cioccolata bollente sul tavolo, sciolse le gambe accavallate e si sistemò gli occhiali. Poi mi prese per le spalle scuotendomi.
“Si può sapere per quale razza di motivo non gli sei ancora saltata addosso?!”
“Ma non capisci? Sono così confusa , non so cosa fare…”
“Ma è semplice tesoro : digli quello che senti”
“Questo è il problema … io non ne ho la più pallida idea di cosa mi stia succedendo in questi giorni”
“Tu hai paura” mi disse guardandomi seriamente.
“Paura? E di cosa?” chiesi leggermente irritata.
“Di innamorarti”
Lo guardai appoggiandomi completamente allo schienale del divano. Poi continuò.
“Ed è comprensibile … sappiamo benissimo come sono andate tutte le storie che hai avuto, è normale che tu non voglia soffrire ancora”
“Forse hai ragione Liam”
“Certo che ho ragione” disse aggiustandosi la sciarpa.
“E adesso?” gli chiesi sussurrando.
“Adesso ti dico una cosa : se non ci provi, non lo scoprirai mai. E magari poi ti pentirai un giorno. Lo vedo dalla tua espressione che ti piace, e pure parecchio!
Quindi, alza queste chiappe milionarie e vai a prendere il cellulare, ora”
Lo fissai incredula per qualche secondo, non sapendo cosa fare.
“Se non lo fai tu, lo faccio io” mi minacciò.
“Ok…” mi alzai e presi il cellulare dalla tasca del cappotto, insieme al foglietto giallo con il suo numero.
Poi mi risedetti sul divano guardando Liam per un’ultimo aiuto.
Composi il numero, ma mi arrestai a mezz’aria:
“Cosa gli dico?”
Liam roteò gli occhi al cielo e rispose :
“Non chiederlo a me, perché probabilmente se ci parlassi io, lo farei scappare”
Va bene, era semplice… no? Basta premere il tasto di chiamata, non è poi così difficile.
Ok, fatto.
“Pronto?” mi rispose la sua voce immediatamente.
Rimasi per un attimo pietrificata, non sapendo proprio cosa rispondergli.
Ma mi ripresi.
“Chris? Sono io, Taylor”
“Ah!Taylor… finalmente, la mia speranza che mi chiamassi stava svanendo”
Ok, come si risponde ad una frase del genere?
Già, mi ha convinto il mio migliore amico gay a chiamarti oppure ero impegnata al lavoro? Meglio optare per la seconda.
“Sì… è che sono stata molto impegnata con il lavoro..” cercai di restare sul più vago possibile.
“Ah giusto, in studio di registrazione”
Il respiro mi morì in gola fermandosi come il cuore, che aveva perso un battito.
Liam mi guardò interrogativo, spaventato dalla mia espressione.
“C-cosa?”
“Non dovevi registrare un video per tuo zio?” mi chiese divertito.
Se lo ricordava ancora?
“Ah, il video! Giusto… beh sì, fatto. Allora , quando mi vuoi portare in quel parco?”
“Domani” rispose prontamente.
Domani?! 
“Domani?” chiesi sorpresa
“Domai?” chiese Liam origliando.
“Domani.” ripeté Chris. “Va bene per te?” aggiunse poi. 
Liam faceva segno di sì con la testa , battendo le mani come un bambino che si ritrova davanti ad una fabbrica di cioccolato.
“Uhm, certo”
“Bene, passo a prenderti alle 10 di mattina in punto… Buonanotte” disse piano l’ultima parola.
“Buonanotte” ripetei a corto di fantasia e chiusi la chiamata.
Mi girai verso Liam , che mi guardava con occhi lucidi, facendo finta di asciugarsi una lacrima immaginaria.
“Ce l’abbiamo fatta!”  urlò saltandomi addosso .
“Gia… mi hai tolto un peso enorme Liam. Non discuto i tuoi modi per convincere le persone, ma funzionano”
“Funzionano sempre, tesoro, ora però devo proprio andare… sai John…”
Gli tappai la bocca con una mano prima di sentire il resto.
“No, non so, e ripeto non voglio sapere.. Buonanotte Liam”
“Notte splendore”
Chiusi la porta e mi buttai sul letto vestita , abbracciando il mio cuscino a forma di nota musicale.
Chiusi gli occhi, cercando di addormentami, ma tutto quello che vedevo erano quei occhi color smeraldo che mi sorridevano.
Sentii una vibrazione e mi alzai a mezzo busto per raggiungere il cellulare posato sul comodino.
Aprii il messaggio e lo lessi tutto d’un fiato.
Non vedo l’ora di vederti domani, C.
Sorrisi , accarezzando lo schermo del cellulare e mi addormentai così, consapevole che il giorno dopo sarebbe stata una giornata indimenticabile.

Ciao ragazze ! :) come va? 
Lo so che avevo detto che aggiornavo ogni 2 settimane.. ma l'ho finito prima e ho pensato : perchè non pubblicarlo? :D
Penso che questo sia il capitolo più lungo che abbia mai pubblicato... ma ve lo avevo promesso, no? :)
Quindi eccoci qui, sono strafelice delle recensioni, mi avete fatto capire che vi piace davvero tanto la storia ed è principalmente per voi che la mando avanti... quindi , grazie :D
Il prossimo capitolo sarà.... diciamo cruciale per la storia, quindi fate in modo di non perderlo e di recensire questo :D
Un bacione,
D.T

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Capitolo 6
*** Pouring Rain ***


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                                                                          Attenzione : Questo capitolo è ad alto tasso diabetico, quindi mettetevi comode e buona lettura :D                                                                                                                                  

                                                                                                      Pouring Rain 
 
 
 
Taylor's Pov 
Mi svegliai sentendo i raggi del sole solleticarmi il viso, la giornata si preannunciava grandiosa.
Scostai con un gesto rapido le coperte , lasciandole cadere ai piedi del letto e sgattaiolai in cucina.
Controllai l’orologio per paura di essere in ritardo e … in effetti lo ero! Le 9:30!
Imprecai a bassa voce e corsi in camera, rischiando di inciampare sui miei stessi piedi.
Spalancai la cabina armadio, mettendomi una mano sulla fronte : che cosa avrei dovuto indossare?
Perlustrai velocemente tutti i vestiti, prendendoli uno alla volta e buttandoli dietro di me, facendoli finire chissà dove.
Alla fine optai per un vestito floreale e delle comode ballerine,anche se era pieno inverno,  ma quando raggiunsi lo specchio rimasi pietrificata : i  miei capelli erano un disastro, le borse sotto agli occhi avevano raggiunto terra e le labbra erano screpolate per il gelo.
Presi il mio beauty “Per le emergenze” e iniziai a lavorare sul mio viso, ottenendo alla fine un risultato buono.
Mi stavo preparando così in fretta che probabilmente se ce l’avessi fatta, sarei entrata nel libro dei record .
Stavo ancora armeggiando con i miei capelli, che naturalmente quella mattina dovevano essere più indisciplinati del solito, quando qualcuno suonò alla porta.
Rinunciai a darli una forma decente e corsi nel salone, prendendo al volo la mia borsa attaccata all’attaccapanni.
Presi un grosso respiro e aprii, trovandolo a pochi centimetri da me che mi fissava divertito.
“Ciao” iniziai io, mi sentivo stranamente più coraggiosa quel giorno.
“Ciao “ mi rispose Chris sorridendo. “Andiamo?” aggiunse poi offrendomi un suo braccio , che accettai timidamente. 
Attraversammo tutto il corridoio del piano fino a raggiungere il grande ascensore, che si aprii improvvisamente facendo uscire una coppia di fidanzati.
Entrammo nell’ascensore e in quel momento calò il silenzio, misto ad imbarazzo.
“Quindi.. Dove si trova questo famoso parco?” tentai un minimo di conversazione.
Chris arricciò le labbra sporgendosi leggermente verso di me.
“Te lo vorrei tanto dire, ma poi addio sorpresa …” rispose sorridendo furtivamente.
Abbassai la testa divertita e mi bloccai improvvisamente. Quello sotto la suola della mia ballerina sinistra era forse il suo numero? Mi abbassai alzando la scarpa per staccarlo, ma così facendo persi l’equilibrio e in un attimo mi ritrovai addosso a Chris, che per fortuna mi sorresse prontamente.
“Stai bene?” mi chiese. 
Certo, bella figura di merda di prima mattina, ma d’altronde se non ne facevo minimo una ogni mezz’ora, mi dovevo preoccupare.
“Sì, grazie” gli risposi imbarazzata  lisciandomi il mio vestito e guardando di fronte  a me.
Per fortuna in quello stesso momento l’ascensore si aprii , mettendo così fine all’umiliante inizio giornata che sono io potevo avere.
Superammo il vero portinaio e per mia sfortuna intravidi Luke ,che era intento a flirtare con la donna delle pulizie.
“Andiamo” dissi a bassa voce a Chris prendendolo per una mano e raggiungendo l’uscita in tempo di record.
Vidi Chris ridere leggermente e non capendo il perché mi voltai verso di lui.
Pessima mossa. I due smeraldi che aveva al posto degli occhi ammaliarono il mio cervello, mandandolo in tilt. 
Boccheggiai per un po’ d’aria e se avessi visto questa scena dall’esterno probabilmente avrei scommesso che la ragazza sarebbe svenuta.
Chiusi gli occhi, ma quando gli riaprii era peggio di prima. Decisi, così, di concentrarmi su qualcos’altro e abbassai lo sguardo vedendo le nostre mani perfettamente incastrate.
“Taylor?” mi richiamò togliendomi dal mio stato di trance.
“Eh? Si ,si, ci sono, andiamo” prima che ci veda Luke  aggiunsi mentalmente.
Proseguii dritta verso il marciapiede , quando Chris si fermò.
“Che succede?” gli chiesi.
“Non penserai mica che andremo a piedi?” mi rispose divertito.
“Beh, in realtà pensavo di sì… avevi detto che era qui vicino…”
“Cambio di programma” e così dicendo mi tirò a se conducendomi verso una vecchia macchina parcheggiata fuori dal palazzo e che, sinceramente, non avevo neanche notato.
Aprì la porta del passeggero, forzandola leggermente e invitandomi a entrare.
“Ehm, scusami ma al momento è l’unica che mi posso permettere..” si giustificò grattandosi la testa.
“Oh! Non ti preoccupare, è perfetta” gli risposi con un sorriso e entrando dentro l’automobile. Lui richiuse lo sportello e entro velocemente in auto facendo partire, finalmente, la macchina.
“Vivi da molto tempo qui?” mi chiese senza mai togliere gli occhi dalla strada.
“Quasi tre anni, prima vivevo a Nashville”
“Wow , dev’essere stato un grande cambiamento allora…”
“Ehm, già, New York è una grande città, ma sorprendentemente mi sono trovata bene”
Chris approfittò del semaforo rosso per girarsi verso di me e sorridermi dolcemente.
“Sono contento, allora… che tipo di musica di piace?” mi chiese accendendo la radio.
“Tutti i tipi” risposi forse troppo velocemente.
Sintonizzò un canale a caso e la voce dello speaker ci  fece da sottofondo mentre continuavamo la nostra conversazione.
“Io invece , amo tutti i tipi di musica , tranne quella country. Non so, non riesco proprio a sopportarla … ogni volta che sento una canzone di quel genere mi verrebbe voglia di staccare la radio dalla macchina e di lanciarla da qualche parte verso i campi sperduti ” 
Perfetto …!
Risi ad alta voce in un modo così finto e sguaiato da poter fare concorrenza alle Cheerleader (alias oche) della mia ex scuola.
“Ma dai!intendo dire , anche loro ci mettono impegno in quello che fanno” gli feci notare senza smettere di ridere.
“Forse, ma i gusti sono gusti, no?” rispose sorridendomi.
Ora sentiremo il nuovo singolo della reginetta del country, Taylor…
Mi avventai come una pazza sulla radio premendo freneticamente i  pulsanti a caso, riuscendo finalmente a cambiare canale.
Mi girai verso Chris e vidi che mi guardava confuso.
“Devo dedurre che anche a te la musica country non  va a genio”
Mi appoggiai al sedile dell’auto giocando con la zip esterna della mia borsa.
“No, è ok, è solo che quella cantante …” non riuscii a finire a frase.
Tirai un sospiro di sollievo.Per questa volta l’avevo scampata.
Dopo una decina di minuti arrivammo a destinazione, scesi dall’auto e rimasi incantata:
Davanti a me cera un prato verde brillante, con tante piante fiorite di tutti i colori che incorniciavano il paesaggio e in fondo un laghetto di un’ azzurro splendente. Sembrava essere uscita da una fiaba, letteralmente.
“Wow” fu l’unico aggettivo per descrivere quella meraviglia. Chris mi raggiunse e disse :
“Ti piace?” mi girai verso di lui prima di rispondergli.
“Stai scherzando? È la cosa più bella che abbia mai visto !” esclamai facendo una giravolta su me stessa e respirando a pieni polmoni il profumo dell’aria fresca.


 
Chris's Pov
“Ti Piace?” le chiesi raggiungendola e osservandola attentamente.
Dal suo sguardo sembrava proprio di sì, e la sua espressione valeva la pena della discussione con il guardiano del parco per affittarlo solo per noi due.
Certo, il parco di cui le avevo parlato era un altro, ma non era bello neanche la metà di questo. 
“Stai scherzando? È la cosa più bella che abbia mai visto !” mi rispose raggiante guardandomi con i suoi occhi che immersi nel verde avevano preso la forma di due zaffiri blu.
Si staccò leggermente da me e fece una giravolta su se stessa. Poteva esserci uno spettacolo più bello di questo? Probabilmente No. 
Il leggero vento le scompigliava i capelli , accarezzandole delicatamente il vestito. Potevo essere geloso del vento? Sì, lo ero, perché stava toccando tutto quello che avrei voluto toccare io : la sua morbida pelle , il suo vestito di seta, i suoi capelli ricci.
Oh andiamo! Da quando in qua ero diventato così mieloso? Patetico mi ripeteva il mio orgoglio maschile , ma era lei che mi faceva questo strano effetto , insomma io mi divertivo con le ragazze, non andavo mai a prenderle a casa se non per secondi fini! 
Allora perché avevo paura di toccarla? Come se con il mio gesto potessi in qualche modo rovinare la sua bellezza? Non lo sapevo proprio.
 Quel giorno in cui mi aveva chiesto se poteva accarezzarmi i capelli ero quasi impazzito, ma fortunatamente mi ero controllato dal saltarle addosso in due secondi.
E quando si aspettava un bacio? Ho lottato contro tutte le cellule del mio corpo per non cedere alla tentazione perché lei era speciale, non era una delle tante, con lei doveva essere tutto speciale.


 
Taylor's Pov 
Mi riscossi un attimo e mi girai verso Chris, sorprendendolo a guardarmi molto intensamente, probabilmente immerso nei suoi pensieri.
“Allora? Sorpresa riuscita?” mi chiese prendendomi per mano e avanzando verso il lago.
“Assolutamente” gli risposi sorridendo.
“Aspetta un attimo” gli dissi guardandolo divertita. “ Non sarà mica un tuo piano diabolico quello di  portare qui una ragazza innocente per poi affogarla in questo meraviglioso lago?” gli chiesi scherzosamente alzando un sopracciglio.
Lui parve pensarci un pochino , prendendosi il mento con due dita con fare riflessivo.
“Beh, ora che me lo fai notare…” non finì la frase ma mi colse di sorpresa prendendomi in braccio e dirigendosi verso il lago.
“Chris! Fammi scendere!” gli intimai , ma la voce mi tradì,  così che risultai divertita più che infastidita.
“Ora che hai scoperto il mio piano, dovrò sbarazzarmi di te”  disse facendomi il solletico con una mano libera.
“Cosa?! Dai ma io scherzavo…” decisi di usare la tattica opposta, solitamente funzionava sempre.
“Quindi ritiri tutto?”
“Si!si! Ma ora lasciami scendere” gli dissi ritrovandomi ancora una volta a pochissima distanza dal suo viso.
Questo era decisamente il momento più imbarazzante che avessi mai avuto e il fatto che lui avesse ancora addosso quel profumo inebriante, non mi aiutava molto.
“Sei davvero … bellissima” mi disse avvicinandosi a me, molto lentamente.
Forse questa era la volta buona, pensai.
Chiusi gli occhi, preparandomi al grande momento quando delle goccioline caddero sul  mio viso , trasformandosi in pochissimi secondi in un  acquazzone invernale.
Vidi Chris imprecare a bassa voce per poi mettermi giù.
“Andiamo, ci prenderemo una polmonite”
Gli presi la mano e insieme corremmo verso l’auto parcheggiata all’entrata del parco.
Prima di salire dentro chiusi gli occhi e rivolsi la testa verso il cielo. I miei capelli erano già completamente inzuppati , come il mio vestito che era diventato pericolosamente aderente.
Non ricordavo nemmeno l’ultima volta in cui ero stata così bene, in cui mi ero sentita così libera, così pazza ,eppure  così … normale. Ed era una sensazione fantastica.
“Taylor? Dai su ,sali in macchina” mi disse Chris guardandomi divertito.
“Non trovi che la piaggia sia fantastica, Chris?” 
Vidi chris scuotere la testa e poi mandarmi uno sguardo rassegnato, venendomi vicino.
“Sì, la trovo fantastica” disse prendendomi una ciocca dei cappelli tra le dita e giocandoci . Poi improvvisamente la lasciò, guardandomi seriamente e parve insicuro per due secondi su qualcosa ma poi si avvicinò a me, posando finalmente le sue labbra sulle mie.
Meet me in the pouring rain, kiss me on the sidewalk take away the pain…
Il mio cuore aveva fatto ormai tre salti mortali, più pimpante che mai ma non feci in tempo ad imprimere nella mia mente  la morbidezza , il profumo e il sapore delle sue labbra che Chris si staccò troppo presto e dopo due secondi starnutì.
“Ecco, come non detto” disse sorridendomi.
“Ora possiamo andare”
Durante il tragitto per tornare a casa, la coda per il centro di New York era interminabile, quindi decidemmo di deviare a casa di Chris, che era leggermente in periferia fino a quando l’orario di punta non fosse passato.
Scesi dalla macchina e mi ritrovai di fronte a una casa bellissima : era una villetta blu a due piani, non molto grande ma molto carina con il giardino curato nei minimi dettagli.
“Questo non può essere opera tua” gli dissi indicando il giardino. Lui parve svegliarsi un attimo e guardami con finta aria offesa.
“Cosa? Stai mettendo in discussione le mie ottime doti di giardiniere?”
“No, non mi permetterei mai … Quindi sei stato tu a potare quella pianta in modo da farla assomigliare a un cuore?” gli chiesi non riuscendo a trattenere una risata.
“No, mi arrendo , di quella specie di opera d’arte può essere  responsabile solo mia madre” rispose aprendo la porta di casa e facendo spazio per farmi passare.
“Eccoci qui”
Mi guardai bene attorno, cercando di memorizzare il più possibile di quella casa. Chris mi superò ma poi si bloccò improvvisamente.
“Andiamo in camera mia?” rimasi per un momento sorpresa, insomma non sapevo che cosa volesse dire con “in camera mia” . Non avrebbe mica frainteso pensando che ….voglio dire,  io non sono una di quelle ragazze che al primo appuntamento … si concedono.
Lui parve accorgersene dalla mia espressione sorpresa e si affrettò ad aggiungere :
“I-insomma, per asciugarci, oppure rischiamo di ammalarci sul serio!”  disse gesticolando nervosamente. Forse anche lui si era sentito un pochino in imbarazzo , lo potevo benissimo capire dal suo balbettio adorabile.
Avevo sul serio detto che aveva un balbettio adorabile ?
Oh cavolo, la situazione mi stava sfuggendo di mano, stavo diventando sempre più patetica.
Risi leggermente dopo quello che mi sembrò un secolo e annuii, sentendolo sospirare di sollievo.
In fondo al corridoio si trovava una porta nera, che una volta aperta mostrò tutto ciò che è normale nell’universo maschile : libri, magliette, pantaloni e .. persino mutande gettati sopra la scrivania , sotto il letto e anche ( sorprendentemente) sul lampadario.
“Uhm, scusa per il disordine ma normalmente non entra nessuno qui dentro”
Tentò di giustificarsi prendendo le mutande dalla lampada da notte e posandole nel cesto della biancheria.
“Nessuno? Intendi dire neanche le ragazze?” mi morsi il labbro,  pentendomi subito di questa domanda così idiota, ma si sa la curiosità è donna, e in quel momento la mia curiosità era davvero tanta, troppa.
Chris sembrò divertito dalla mia domanda e scosse la testa lentamente.
“Nessuna, tranne te, ovvio”
“Oh”
Già, oh . 
Parole? Dov’eravate finite? 
Lingua? Perché non funzionavi più? 
Cervello? Perché non ragionavi più? 
Ero l’unica. L’unica ad aver portato in camera sua . Sorrisi come una malata mentale raccogliendo i capelli e portandoli su  una spalla, facendo cadere delle gocce sul parquet nero.
“Gia… ora è meglio cambiarsi” disse aprendo l’anta dell’armadio e cacciando una maglia e un paio di pantaloncini.
“Uhm, ti vanno bene questi?”
“Si, grazie” risposi prendendoli. Lo guardai a disagio , spostando il peso da una gamba all’altra impaziente.
“Oh! Scusami, vado di là … raggiungimi ehm, quando hai finito” e così dicendo sparì dietro la porta lasciandomi da sola dentro quel casino. 
Mi cambiai velocemente, appoggiando il mio vestito umido sopra una sedia e notando con orrore che le ballerine erano da buttare. Peccato. 
I vestiti mi andavano larghi  ma avevano il suo stesso odore, solo in modo  amplificato, quindi erano perfetti. Nel momento in cui stavo per uscire dalla porta notai un foglio bianco ripiegato sulla scrivania. Mi avvicinai lentamente e lo presi in mano. Lo dovevo aprire? La mia educazione scuoteva la testa violentemente , mentre la mia curiosità mi urlava di farlo. 
Controllai se la porta fosse ancora chiusa e lo aprii. 
Rimasi sorpresa quando vidi che era un disegno. Un bellissimo disegno che ritraeva una ragazza riccia , con gli occhi da cerbiatta e labbra carnose … un momento, ma quella ero io!
Ripiegai velocemente il foglio e mi avviai con passo tremolante verso la porta.
Nessuno aveva fatto una cosa del genere per me fino ad allora, mi sentivo importante.
Ma smettila … per uno stupido disegno! Non significa che sei importante ! Magari aveva solo bisogno di una ragazza da ritrarre e la prima che gli è venuta in mente sei stata tu! Non ti esaltare troppo …
Già.. Fose la ragione non aveva tutti i torti, meglio non darsi false speranze.
 
Eccoci con il grande capitolo di cui vi dicevo la volta scorsa . Questo è molto importante perché da qui in poi succederanno tante cose.
finalmente c'è stato il primo bacio *.*  e ci saranno molti altri "Pov" di Chris, saranno inevitabili... e spero solo di riuscire a farli bene!
 Il capitolo è molto più lungo ma l'ho dovuto dividere in due ...
Grazie come sempre a voi , lettrici silenziose e non , e mi raccomando recensite questo capitolo :)
Baci,
D.T
 
 

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Capitolo 7
*** Everything Has Changed ***


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                                                                            Everything Has Changed    


 
Scesi nel piano di sotto lentamente, come se un  minimo scricchiolio del legno potesse far rivelare la mia presenza e rivelare qualcosa.
“Ah eccoti, finalmente” disse Chris alzandosi dal divano e venendomi incontro.
Avete presente una in quelle pubblicità in cui il ragazzo avanza molto lentamente verso di te , con occhi intriganti e sorriso che non promette nulla di buono? Ecco, quello era esattamente ciò che vedevo. Molto probabilmente ero impazzita, anche perché il mio cervello bacato aveva messo una musichetta che accompagnava il tutto. Scossi la testa come per scacciare via quei pensieri e gli sorrisi .
“Ti stanno bene “ disse riferendosi ai miei , suoi vestiti.
“Certo, ma mi vanno il doppio” risposi allargando le braccia e facendogli vedere quello che a lui sembrava andasse bene.
Dopo un’attenta osservazione , le sue labbra si piegarono in un sorriso divertente.
“Ok, forse ti staranno un po’ larghi …” ammise in fine “ ma a me piacciono” e così dicendo mi prese per mano portandomi verso una cucina larga, luminosa e assolutamente perfetta.
I miei occhi brillarono non appena videro quelle mensole color panna che facevano da contrasto al parquet nero, quell’ isola con al centro un mazzo di margherite fresche… era quasi più bella della mia cucina, e mi costava davvero molto ammetterlo. 
“Ma questa cucina è fantastica !” esclamai sedendomi su una sedia e guardandomi intorno.
“Altro punto a favore per mia madre” disse Chris poggiandosi su una mensola.
“Hai fame?” mi chiese aprendo il frigo. Avevo fame? Ora che ci pensavo sì… non avevo toccato cibo dalla colazione.
“Sì, sto morendo di fame” ammisi facendo una faccia che gli risultò divertente, o non mi so spiegare il  perché della sua risata.
“Ok…” si girò verso di me toccandosi i capelli nervosamente.
“Purtroppo per te non sono bravo a cucinare. Anzi diciamo proprio che sono negato, l’unica volta che ho provato a farmi un toast , è scattato l’antincendio” 
“Oh! Beh io me la cavo, anche se di poco… ma non so se posso… insomma la cucina è molto personale, io per esempio non lascerei mai nessuno toccare la mia, quindi se per tua madre è un problema…”
“Penso che sarebbe di più un problema se morissimo di fame… non credi? Quindi fammi vedere come te la cavi … anzi facciamo una scommessa” Oh no, io avevo sempre perso tutte le scommesse che avevo fatto, e per questo non le facevo mai. Gli avrei risposto di no .
“Ok”  ecco, come non detto.
“Facciamo che se saprai fare una torta al cioccolato mangiabile, avrai vinto tu e a quel punto potrai chiedere tutto quello che vuoi.” “ ma se questa torta uscirà un disastro, allora avrò vinto io e…”
“E?” lo spronai non sapendo perché sentendomi elettrizzata a quelle parole.
“Farai quello che voglio io”
E mi porse la mano per sancire la nostra scommessa.
“Ci sto” risposi stringendogli la mano. Insomma… quanto poteva essere complicato fare una torta al cioccolato? 
L’ora seguente la passai a infarinare, mescolare, assaggiare il composto, sempre sotto lo sguardo attento di Chris, che sembrava ipnotizzato dai miei gesti. Con soddisfazione misi la torta in forno e mi girai verso Chris.
“Allora? Che te ne pare?”
“Mmh, non saprei, la torta sta cuocendo ancora” mi rispose divertito.
“Tanto vincerò io” gli dissi iniziato a pulire il disastro che avevo combinato.
“Vedremo” rispose semplicemente   “nel frattempo , ti va di  guardare la televisione?”
“Ok, ma se speri di farmi dimenticare della cosa, non ci riuscirai” gli dissi guardandolo attentamente e superandolo mentre avanzava verso il divano.
Mi sedetti con un tonfo, tanto ero stanca e lo vidi avvicinarsi a me con la scusa di prendere il telecomando. In quello stesso momento, spinta non so da quale coraggio , gli posai una mano su una guancia. Lo vidi irrigidirsi e schiudere le labbra. Poi si girò lentamente verso di me, guardandomi sorpreso. 
I suoi occhi sembravano leggermi dentro, e fui costretta a togliere lo sguardo dal suo magnetico, per paura che potesse leggermi la verità , quella che ero veramente : una bugiarda.
“Taylor…” mi chiamò nel momento in cui posò le sue labbra sulle mie. Questo bacio mi fece sentire ancora più male, ma nonostante questo risposi subito.
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi nel momento in cui mi accarezzò una guancia con estrema delicatezza, ma riuscii a convincere le lacrime a non uscire, almeno per questa volta. Mi staccai per bisogno di ossigeno e lui sembrava avere il mio stesso problema, mi guardava con occhi contenti, ignaro che la persona che aveva di fronte raccontava solo menzogne. 
Mi schiarii la voce, imbarazzata e lo spinsi via  un pochino.
“Dai, non mi guardare così” 
“Così come?” mi rispose ridendo. Roteai gli occhi al cielo.
“Come se non lo sapessi”
“Non so davvero a cosa ti stia riferendo ma ok” rispose guardandomi con la coda dell’occhio. 
“Allora, questo era..” 
“Un bacio”disse guardando di fronte a lui. “Un altro” aggiunse a bassa voce  più a se stesso.
“Che era un bacio, ci ero arrivata anche io, ma… perché?” 
“Perché?” 
“Sì, insomma … “ gesticolai impaziente.
“Non lo so” Rispose semplicemente. 
“Bene” affermai con tristezza. Lui non lo sapeva, ma io sì. Potevo mentire a chi volevo, ai miei amici , a me stessa persino!  ma il cuore voleva dire la sua, come sempre. Mi ero forse innamorata? Mi resi conto in quello stesso momento che la risposta era sì. Mi coprii la faccia con le mani, e mi appoggiai allo schienale del divano , e qualcosa molto simile ad un lamento uscì dalla mia bocca. 
“Taylor che hai? Tutto bene?” mi chiese Chris scostandomi le mani per vedermi bene in faccia.
“No…” risposi afflitta.
“Ti senti male?” mi alzai improvvisamente , lasciandolo lì e mi diressi in cucina velocemente.
Sentii che mi stava inseguendo e mi appoggiai a una mensola di marmo, mordendomi così tanto il labbro inferiore che per poco non prese a sanguinare.
“Taylor… mi stai facendo spaventare, parla” mi girai con le lacrime agli occhi. 
Solitamente, quando una ragazza era innamorata doveva essere felice, al settimo cielo, giusto? Allora perché io mi sentivo triste , angosciata e soprattutto avevo paura? 
“Io, non so Chris, mi sento una stupida per aver reagito così ma…” non riuscii a finire la frase che il timer del forno trillò, distraendomi . 
“Taylor, quando ne avrai voglia, parleremo ok?” mi disse avvicinandosi e abbracciandomi. Non so se mi vorrai parlare ancora dopo che avrai saputo la verità 
Pensai amareggiata.
Mi dipinsi un falso sorriso sul viso e lo allontanai.
“Allora … vogliamo vedere come è venuta questa torta?” gli chiesi mettendo più energia del necessario nella frase. 
Lui, probabilmente confuso dal mio cambio improvviso d’umore , mi sorrise incerto.
Dopo aver finito metà teglia, tra risate e chiacchiere, non affrontammo più quel argomento e gli fui immensamente  grata per questo gli chiesi:
“Scommessa vinta?”
“Scommessa? Quale scommessa? “ disse facendo una faccia innocente.
“Eh no caro! Ho vinto io, e devi stare al gioco” gli dissi con fare allusivo.
“Ok, cosa vuoi allora?” 
E’  possibile che il cioccolato abbia lo stesso effetto dell’alcol? Cioè quello di rendere le persone più audaci? Perché con me funzionò alla grande.
Probabilmente, se ci avessi ripensato in un momento di piena lucidità mi sarei sotterrata 10 metri sotto terra per la vergogna.
“Vorrei sentire che sapore hanno le labbra al cioccolato”
Sembrò destabilizzato dalla mia affermazione, ma fu solo un momento , perché mi sorrise come non aveva fatto mai : malizioso. 
“E chi sono io per negare questa semplice richiesta alla signorina?” rispose avvicinandosi e catturando le mie labbra tra le sue , ma questa volta meno delicatamente. Lo stesso valeva per me, che mi alzai a mia volta dalla sedia e infilai le mie dita tra i suoi ricci morbidi. Questo gesto sembrò innescare una reazione da parte sua, che mi poggiò le mai sui miei fianchi , facendo aderire in questo modo i nostri corpi elettrizzati. Avevo baciato ed ero stata baciata molte volte, ma non so per quale motivo quella sembrò essere la prima volta. Ormai facevo fatica a respirare,e non sapendo come arrivai a sbattere contro il frigo, ma poco importava. Lo attirai ancora più a me, facendolo gemere, come se avessi paura che da un momento all’altro mi potessi svegliare e scoprire che fosse sono un bellissimo sogno.  Finalmente lo potevo sentire, il suo odore che si fondeva con il  mio, le sue labbra sulle mie, le sue mani su di me. 
Mi morse leggermente il labbro inferiore e staccandosi da me, ma senza togliere le sue mani dalla mia vita.
Mi sentivo stordita, le labbra formicolanti e più calde del solito e il respiro irregolare come il suo ma… la ragazza più felice del mondo. 
Mi fissava pensieroso, ma felice, lo potevo notare dal sui occhi che brillavano più del solito, o forse stavo vedendo tutto con gli occhi sognanti di un’innamorata? 
“Allora? Come è stato il bacio al sapore del cioccolato?” mi chiese posando un altro bacio a fior di labbra.
“Mmh, carino” gli risposi con finta nonchalance .
Da finto offeso, mi rispose :
“Carino?! Ti conviene non scherzare con me, biondina o vuoi un’altra dimostrazione?” per quando l’idea fosse allettante, decisi di non mettere a dura prova  il mio cuore, che faceva ancora fatica a pomparmi tutto il sangue necessario alla testa.
“Magari un’altra volta” gli risposi lasciandogli questa volta io un bacio a stampo.
“Tra poco è Natale …” dissi notando un piccolo alberello addobbato sopra un mobiletto.
“Cosa ti piacerebbe ricevere?” mi chiese poggiando la sua fronte sulla mia.
“Niente di particolare” ed era vero, avevo tutto quello che mi serviva affianco a me . 
Decisi di approfittare di questo momento intimo per chiedergli una cosa.
“In camera tua, prima ho notato un disegno ,e beh quella ragazza… ero forse io?” gli chiesi giocando con alcune ciocche dei miei capelli.
“Sì” alzai lo sguardo verso di lui sorridendo furtivamente. 
“E’ molto bello”
“Diciamo che ho avuto una altrettanto bella  modella a cui ispirarmi” disse prendendomi le mani tra le sue.
Sentii un cellulare squillare nella casa silenziosa.
Chris sospirò , lasciandomi le mani e dirigendosi svogliato verso il salone.
Approfittai di questi minuti per riordinare un po’ le idee.
Tre baci in meno di un’ora , un vero record. Insomma avevo tutto sotto controllo, non era niente di speciale e… Oh ma chi volevo prendere in giro? 
Mi passi un mano tra i capelli con un gesto impaziente, mentre sembrava che la mia gamba destra avesse un’autonomia dal resto del corpo, ticchettando nervosamente.
Se non ci provi, non lo scoprirai mai
Mi tornarono alla mente le parole di Liam, così profondo nella sua pazzia, e mi ritrovai a sorridere mentre Chris tornava da me.
“ Perché ridi?” mi chiese appoggiando il cellulare su un mobiletto.
“Pensavo a una persona” ammisi vedendolo irrigidirsi.
“Ah… a chi se posso sapere?” chiese facendo finta di sistemarsi meglio la maglia. Presa da una voglia di sapere di più, o forse solo di giocare con il fuoco ,gli risposi.
“Liam” e in parte era vero.
Chris sollevò lo sguardo velocemente e una nota di tristezza … (o gelosia?) gli attraversò il volto.
“E’…” si schiarì la voce “E’ un tuo amico?”
Mi avvicinai a lui allacciandogli le braccia dietro al collo, trovandomi in questo modo a due centimetri dal suo viso. 
“Sì, è un mio amico”
Mi guardava come se parlassi cinese.
“Ed è gay, ma molto gay”  gli dissi lasciandogli un leggero bacio sulla guancia.
“Oh, beh allora questo cambia tutto”
“Perché?” Speravo davvero tanto che mi avrebbe risposto che era geloso, che si era innamorato di me, e invece…
“Chris! Sono a casa!” una voce femminile urlò dall’atrio della casa.
Chris disse qualcosa di incomprensibile guardandomi con aria di scuse.
“E’ mia sorella…” 
Non feci in tempo a rispondere che sua sorella entrò in cucina, sorpresa appena mi vide.
“Oh! Non mi avevi detto che avevamo ospiti! E a proposito, fuori ce uno scimmione che chiede della signorina Taylor. “ “ Sembra uno della CIA o qualcosa del genere, e fa molta paura” disse poggiando le buste della spesa sopra al tavolo. 
Oh, No. Dimmi che non è lui.
Che l’incubo abbia inizio.
 
Ciao ragazze C:
Ma io vi amo! No, seriamente , siete le migliori lettrici del pianeta! Una mia amica mi ha fatto notare che "The Lucky One" è tra i primi nelle storie popolari *.* non so davvero come ringraziarvi :')
Se non pubblicando più velocemente possibile i capitoli.
Premettendo che questo capitolo non mi piace per niente, anche perché non succede nulla in particolare, volevo dirvi che i prossimi saranno diversi. 
Come avrete notati c'e solo il POV di Taylor, perché quello di Chris mi serve per altri capitoli, che arriveranno :D
Grazie ancora a tutte voi che sprecate il vostro tempo prezioso per recensire e anche a tutte voi che leggete silenziosamente. 
Un bacione a tutti,
D.T 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Blink Of An Eye ***


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                                                                                    Blink Of An Eye  


 
Rimasi bloccata con una mano sulla spalla di Chris e una sul tavolo, facendo così tanta pressione che ero sicura che da un momento all’altro il tavolo si sarebbe capovolto. 
Chris mi guardò interrogativo , alzando le sopracciglia .
La ragazza mi squadrò dalla testa ai piedi, sgranando gli occhi.
“Ma questi sono i vestiti di mio fratello! O sbaglio?!” 
Chris sospirò , riducendo le sue labbra in una linea dura.
“Sì, sono i miei vestiti Maggie”
La ragazza , visibilmente sorpresa, gli puntò il dito contro.
“Ma quindi voi due avete…” Chris la fermò in tempo  abbastanza spazientito , poggiandomi una mano sul fianco.
“No, e anche se fosse non sono affari tuoi”
Poi, finalmente, parvero accorgersi di me .
“Ciao, scusa se non mi sono presentata prima… Io sono Margaret, ma tu mi puoi chiamare più semplicemente Maggie.” Disse porgendomi una mano.
“Io sono Taylor , piacere di conoscerti”
“Oh, beh, il piacere è tutto mio visto che sei la prima ragazza che Chris mi presenta e che porta a casa… vero fratellone? “ disse scompigliandoli i ricci con una mano.
Wow, un’altra prima volta.
“Si, ora però basta  Maggie…”
Maggie era una ragazza piuttosto carina, non molto alta sui vent’ anni , con i capelli castano che le scendevano liberamente lungo la schiena e che terminavano in dei boccoli bellissimi. 
Il viso era ovale, dolce e spiccavano soprattutto gli occhi verdi, leggermente più scuri del fratello.
All’epoca non sapevo che lei sarebbe stata l’unica mia ancora di salvezza.
Sembrava una persona divertente, amichevole e  mi ritrovai anch’io a far parte di quel quadretto famigliare , che visto dall’esterno poteva sembrare una allegra serata tra amici. 
“Maggie, perché non vai a guardare un po’ di tv?” disse improvvisamente Chris , facendole segno con la testa. 
Lei, per tutta risposta frugò tra le buste della spesa fino a trovare una lattina di Cola . Poi se rivolse verso il fratello, aprendola e bevendone una generosa sorsata. 
Dopo la poggiò sul tavolo e si asciugò le labbra con il dorso della mano.
“Come vuoi, ma ti ricordo che sto sempre qui vicino, e le pareti sono molto sottili” alluse riprendendo la lattina in mano e dirigendosi verso il salotto.
“Scusala , alcune volte è più perversa di un ragazzo” disse sorridendomi nervoso.
“Oh, tranquillo : in fatto di perversione non può superare Liam” risposi scuotendo la testa. 
“Allora… chi è quella persona che chiede di te, di fronte a casa mia?” disse andando a chiudere la porta della cucina.
“Chi? Ti ricordi il portinaio? Beh, dev’essere lui” deglutii “Perché Liam, sì sicuramente è stato lui a dirgli che dovevo uscire con te. E forse ha una raccomandata importante da darmi, quindi ora vado a vedere…” e così dicendo mi avventai alla porta. Ma il mio viaggio fu breve perché Chris mi fermò per un braccio. Mi girai sorridendo da finta innocente. Se la carriera da cantante non fosse andata  bene, avrei provato sicuramente con quella di attrice.
“Come faceva a sapere dove abito?”
“Chris, tu non conosci Liam…. Se si mette in testa di fare qualcosa, non c’è nessuno che lo può fermare, credimi. Sarà stato semplicissimo per lui trovare il tuo recapito” la mia voce diventava sempre più incerta man mano che finivo la frase.
Mi lasciò il braccio e annuì con fare apprensivo. 
Uscii di corsa, guadagnandomi un’occhiata sinistra da Maggie e richiusi velocemente la porta dietro di me. 
“Luke! Che ci fai qua!” gli dissi non appena lo vidi.
“Ordini superiori, signorina” chiusi gli occhi per fare mente locale.
Ero pedinata, controllata e mi sentivo come un uccellino chiuso in gabbia. 
No, forse l’uccellino aveva più libertà di me. 
“Ti prego Luke… sto al sicuro, non ce bisogno che rimani qui, poi mi riporta Chris”
“Chris?”
“Sì… dai Luke, fallo per me, lasciami un po’ più libera. Solo per oggi!”
“Chris… cognome?” come non detto. 
“Io” respirai”Io non lo so il cognome, ma ti posso assicurare che è una brava persona, fidati” gli dissi mettendogli le mani sulle spalle.
Ma lui parve non darmi ascolto e in effetti schiacciò qualche pulsante nel suo auricolare e poi disse.
“Cercami tutti i Chris nella periferia di New York, voglio sapere nome completo, precedenze penali, scuole frequentate e occupazione momentanea. Il rapporto sulla mia scrivania tra massimo venti minuti” poi finalmente si rivolse a me.
“Lo sa vero che quello che starò per fare andrà contro il mio dovere, ma soprattutto contro il mio morale?” annuii speranzosa.
“Per questa volta va bene, ma dopo il rapporto completo su questo Chris, decideremo” e io sapevo già che con decideremo intendeva dire lui e i miei superiori. Io ero come sempre esclusa. 
“Grazie” risposi e tornando dentro.
“Allora? Cosa voleva?” mi domandò Chris guardando la porta così intensamente che sembrava volesse aprirla con la forza del pensiero.
“Mah, niente, le solite questioni burocratiche” 
“Oh mio dio! Ma questa torta è la fine del mondo!” disse Maggie entrando nella stanza con in mano un fettone della torta al cioccolato.
Poi mi prese sottobraccio e mi portò davanti alla televisione.
“Alcune volte è troppo protettivo o geloso. Chiamalo come lo vuoi tu” mi bisbigliò piano per assicurarsi che Chris non ci stesse sentendo.
“Oh, io non penso proprio” risposi togliendo via delle briciole che erano cadute sulla mia maglia.
“Fidati, io lo conosco bene e non l’ho mai visto così…. Strano” “Insomma ogni volta che l’ho visto con qualche ragazza , in discoteca ovviamente, non si è mai fatto problemi a palparla o fare anche peggio, ma a te guarda come se fossi una dea…” disse facendo una risata cristallina “Quindi sì, è geloso marcio” e mi fece l’occhiolino. 
“Hey, voi due! Di cosa state parlando?”
“Le stavo dicendo per l’appunto di scappare appena può da te. Fidati bella, mio fratello non le vale la pena”scherzò pungente.
“Maggie, ma tu i cazzi tuoi mai, vero?”
Maggie finse di pensarci per un secondo.
“Nah, che divertimento c’è sennò?!”
Chris abbassò lo sguardo impotente. 
“Maggie, puoi prendere il vestito di Taylor e metterlo a lavare, per favore?”
Ero quasi certa che fosse tutta una scusa per lasciarci da soli.
“Certo” e scomparì verso il piano di sopra.
“Ti ho già detto di scusarla?” mi disse Chris ridendo.
“Sì, l’hai fatto. Ma non ti preoccupare , la trovo molto divertente” 
“Menomale, ma dopo aver conosciuto la mia famiglia al completo, penso che veramente te ne scapperai a gambe levate” 
“M-ma questo vestito è assolutamente bellissimo…. E cavoli… Dior! Ma che lavoro fai per poterti permettere vestiti del genere?” Chiese Maggie scendendo le scale alla velocità della luce.
“Lavora in uno studio televisivo” rispose Chris al posto mio, e gli fui grata perché iniziavo a sudare freddo.
Maggie mi guardò come se avesse davanti a se il gioiello più prezioso dell’universo.
“Fortunata…” disse guardando il vestito che aveva tra le mani.
“Ti piace?” gli chiesi gentilmente.
“Dio se mi piace! È favoloso!” rispose alzandolo in modo da poterlo vedere meglio.
“Allora prendilo, te lo regalo. È tuo” le dissi ridendo alla sua espressione sempre più sorpresa. 
“N.no, io non posso accettare….”
“Dai! Consideralo come un regalo di Natale in anticipo. Un regalo un po’ usato, ma non troppo” In effetti quella era la prima occasione in cui me lo mettevo.
“Ma tu sei una grande! Ti adoro” e così dicendo mi abbracciò forte fino a farmi mancare il respiro.
“Maggie, così la soffochi, dai lasciala andare” intervenne rassegnato Chris.
“M-ma ora tu che indosserai?” chiese Maggie una volta ripresesi dal fatto.
“Beh, se tuo fratello ha delle felpe, allora penso che ne prenderò una, sempre se non ti dispiace” dissi guardandolo.
“Dispiace? Certo che no, vado a prendertene una subito” disse accarezzandomi un braccio scoperto e salendo in camera sua.
“Maggie? Stai bene?” passai una mano davanti ai suoi occhi giusto per assicurarmi che non fosse sotto qualche forma di paralisi facciale.
“Felpa?” sussurrò “L’altra volta una mia amica è rimasta mezza nuda in cucina e gli ha chiesto una felpa, ma lui si è rifiutato categoricamente dicendo che non aveva e mai avrebbe prestato mai a nessuno una delle sue preziose felpe ” “Fino ad ora” disse guardandomi pensierosa. 
Mi strofinai un occhio, macchiandomi il palmo della mano con il mascara, dovevo aver avuto un aspetto orribile quel giorno.
“Io e te andremo molto d’accordo, ne sono sicura” disse prendendomi sotto braccio e sorridendomi con aria furba. 
Vidi Chris tornare con una decina di felpe in mano .
“Scegli quella che ti piace di più” mi disse mettendole sul divano. Udii un finto colpo di tosse da parte di Maggie, ma non ci feci caso. 
Erano tutte molto belle, ma ne scelsi una a caso, una in cui c’era scritto : Love is a battlefield in caratteri cubitali. 
“E’ la sua preferita” aggiunse Maggie buttandosi sul divano.
Guardai la felpa e gliela restituii in imbarazzo.
“Oh, scusami… tieni”
“No, non fa niente, prendila”
 
“Allora ciao Taylor, non vedo l’ora di rivederti di nuovo” disse Maggie abbracciandomi. 
“Anche io Maggie” 
Percorsi la strada fino alla macchina , con Chris dietro di me che bisbigliava qualcosa alla sorella. Mi è sembrato di sentirlo dire basta figure di merda  , ma non lo posso giurare. 
L’aria della sera era davvero pungente, e il tempo a casa sua era passato in battito di ciglia. Mi strinsi ancora di più nella mia felpa mentre entravo nella macchina e aspettavo Chris che mettesse in moto.
“Radio?” mi chiese sorridendo.
“No, ho un leggero mal di testa” mentii. Meglio non rischiare questa volta. 
“Sai, sei entrata nelle grazie di mia sorella, ti adora. E credimi è una cosa fantastica, visto che l’ultima ragazza con cui mi ha visto è stata accidentalmente investita in retromarcia da Maggie il giorno dopo . La sua versione era che aveva visto un barbone che le faceva pena e che era tornata indietro per dargli qualche spicciolo.”
“Allora penso di essere stata molto fortunata, e se da domani dovessero succedermi dei piccoli incidenti, saprò da dove partire e a chi chiedere.” risposi ridendo, ormai in lacrime.
“Se sapevo che il tuo desiderio dopo aver vinto quella scommessa , era lo stesso mio, avremo potuto risparmiarci quel giochetto…” disse improvvisamente senza togliere gli occhi dalla strada.
“E se io sapevo che la reazione sarebbe stata quella, te l’avrei chiesto molto prima”
Chris mi guardò per un attimo , giusto il tempo per farci finire quasi fuori strada tra i clacson delle macchine che suonavano impazienti.
“Chris attento!” lo ammonii. 
“Scusami, ma non dirmi più queste cose mentre guido” 
Sorrisi.
In poco tempo arrivammo di fronte a casa mia. 
“Eccoci qui, arrivati sani e salvi” 
“Allora… ci vediamo” dissi provando un senso di tristezza mentre aprivo la portiera, aspettando che lui facesse la prossima mossa.
Ma non la fece. 
Aprii il portone dirigendomi velocemente verso l’ascensore. 
Mentre aspettavo che le porte metalliche si aprissero, qualcuno mi chiamò. 
“Taylor, aspetta”
Ok, questo era il mio gran momento stile film americano, in cui lui mi diceva che mi amava e mi baciava fino a farmi togliere il respiro. 
“Hai dimenticato questa” disse porgendomi la mia pochette.
“Ah, grazie” risposi alquanto delusa.
Ma Chris non mi diede il tempo di riflettere che riunì le nostre labbra, in un bacio che fu interrotto da qualcuno.
“Signorina Taylor?” chiese Luke togliendosi i suoi occhiali da sole (anche se era sera) con gesto teatrale.
“Ma questo sempre in mezzo alle scatole deve stare?” chiese Chris roteando  gli occhi.
Allontanai Chris di qualche millimetro.
“Ora è meglio che vai, ci sentiamo” gli sussurrai. 
E così se ne andò, non prima di aver rivolto a Luke un’occhiata  di puro odio.
“Visto?Sono tutta intera, niente graffi o segni di violenza” dissi piuttosto irritata a Luke. 
“No signorina Taylor.. “ lo bloccai con una mano a mezz’aria. “Taylor, per favore” lo corressi.
“Ok allora Taylor, l’ho chiamata perché c’è quel ragazzo che sta minacciando di chiamare la polizia se non fossi venuta a prenderla.”
Ragazzo? Un momento, l’unico che poteva dire queste cavolate era….
“Taylor! Eccoti per l’amor del cielo! Pensavo che Chris ti avesse rinchiusa nel portabagagli, tappata la bocca con dello scotch e buttata in un fiume per farti mangiare dai pesci. Ma si può sapere dov’eri finita?! Lo sai che esiste un aggeggio chiamato cellulare? Perché non rispondi? Ho fatto il giro della…”
“Liam! Basta, ce l’ho già una mamma, non me ne serve un’altra” risposi massaggiandomi le tempie. Mi aveva fatto venire un mal di testa pazzesco. 
Liam respirò profondamente, sistemandosi meglio la sua inseparabile sciarpa verde.
“Ok, scusa, ho litigato anche con John perché avevamo un appuntamento ma non me ne volevo andare fino a quando non saresti tornata, quindi ora meglio che vada a chiarirci…”
“Liam, sei un tesoro, davvero. Ma non ho più cinque anni, so badare a me stessa” Dissi guardando anche Luke, e sperando che capisse anche lui.
“Hai ragione. Vabbè allora io vado eh!” e corse verso la porta. 
“Vai,vai” risposi scuotendo stancamente il capo.
Rincasai con il laptop e la segreteria telefonica che mi ricordarono qual’era il mio vero posto, la mia vera natura.
Chiusi gli occhi e mi sdoppiai in due parti : la Taylor super star, piena di impegni e conferenze stampe e la Taylor ancora ragazzina, che si illuminava anche per un semplice sorriso. 
 
Buon S. Stefano a tutti! :D
Come va? 
Ho deciso di pubblicare oggi perché in questi giorni sto sfornando capitoli a raffica O.O 
Lo scorso capitolo ha ricevuto una sola recensione :( 
Vediamo di aumentare ? 
Me lo fate questo regalo di Natale in ritardo?**
Detto questo, non succede un granché , ma il personaggio di Maggie sarà molto importante all'interno della storia , quindi tenetela d'occhio ;)
Recensite,recensite,recensite ....!
Un bacione a tutte,
D.T

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Capitolo 9
*** I'M Not That Guy Anymore ***


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                                                                      I’m Not That Guy Anymore 

 
POV Chris
Guardai l’orologio prima di entrare dentro il club. Era mezzanotte passata, quindi avevo ancora tutta la notte davanti a me. C’era come sempre quel coglione di Mark che mi seguiva come un cagnolino da tutte le parti , e a dire la verità ogni tanto sapeva essere anche utile. Sì, quando mi si attaccava qualcuna bruttina, solitamente la mollavo a lui e continuavo la mia ricerca. Spinsi la porta del locale con troppa forza, e fumo misto all’odore pungente dell’alcool mi invasero le narici. Mi sistemai meglio i capelli passandoci una mano decisa e entrai seguito da Mark. 
 
“Hey amico, guarda quante ragazze sta sera! L’altro giorno era un mortorio, ma oggi sembra essere la giornata giusta… diamoci da fare” disse strofinandosi le mani con occhi luccicanti. 
Non mi presi neanche la briga di rispondergli, ma guardai diritto , continuando a camminare. 
 
Una ragazza poco vestita ci chiese di toglierci le giacche, e ne approfittò per lasciarmi un bigliettino con scritto il suo numero. Tipico.
Mi feci largo tra la gente in pista che ballava come impossessata, tra ragazze ubriache marce e ragazzi brilli. 
 
Raggiunsi il bancone del bar e ordinai un vodka doppio, il solito. Il barista era un mio vecchio conoscente e solitamente non mi faceva pagare nulla, a patto che mettessi una buona parola con mia sorella. Sì, era perdutamente innamorato di quella pazza di Maggie. Ma come poteva succedere? Per ben due volte gli aveva tirato delle sberle e l’ultima volta aveva cacciato anche un bastone da baseball. Doveva amarla davvero tanto per sopportare tutto quel dolore, soprattutto fisico.
 
Intanto che sorseggiavo il mio drink Mark si avvicinò.
“Allora? Adocchiato qualcuna?” mi urlò nell’orecchio.
Scossi semplicemente la testa, facendogli capire che non volevo approfondire di più il discorso e che soprattutto volevo essere lasciato in pace.
Mark fece spallucce e si dileguò in direzione di una rossa che lo stava praticamente spogliando con lo sguardo. 
 
Guardai dietro di me e notai una bionda girata di spalle. Alta, capelli ricci, che si strusciava contro un ragazzo, il quale stava molto poco discretamente toccando il corpo della ragazza.
 
Sentii la rabbia ribollirmi nelle mie vene e strinsi i denti, mentre  una sensazione di fastidio  si faceva largo in me, provocandomi nausea.
Appoggiai il bicchiere sul bancone così fortemente che per poco non si ruppe e  mi diressi verso la ragazza con il cuore a mille. Non mi aveva detto che frequentava posti del genere…
 
Le poggiai una mano su una spalla.
“Taylor” dissi quasi tremando . Ma quando si girò, quella che avevo di fronte non era Taylor, ma una ragazza che probabilmente si era truccata al buio visto che la matita per le labbra aveva toccato le guance.
 
Sospirai di sollievo, anche perché non avevo minimamente voglia di iniziare una rissa quel giorno, ma Dio ,se fosse stata davvero lei, non avrei risposto delle mie azioni e quello sarebbe finito davvero in ospedale.
Mi era successa la stessa cosa un paio di anni fa, ma ero giovane, stupido e ubriaco marcio. Non mi ricordavo neanche dell’accaduto fino a quando il giorno dopo non mi ero trovato con un occhio nero. Mi sarei preso a schiaffi da solo per essere stato così idiota quella sera, ma sono cose che succedono e io non ero più lo stesso .
 
Avevo detto basta, avevo cambiato amicizia e ora stavo bene. 
Fino a questa sera.
“Scusami, ti ho scambiato per una mia amica” dissi ansioso di tornare al mio drink, il primo di una lunga serie. Quel giorno ne avevo davvero bisogno.  
“Di niente tesoro, ti va di stare un po’ con me?” disse sbattendo le lunghe ciglia.
“Ehm,No.. scusami ma devo andare” risposi girando i tacchi e tornando al mio angolo sicuro.
 
La musica assordante mi rimbombava in testa, e le luci soffuse mi facevano sembrare uno spettatore che guarda la scena davanti a se senza parteciparci veramente. 
Dovunque guardassi , trovavo bionde , e il primo pensiero andava a lei. 
Perché? Perché ero così fottutamente rincoglionito?
 
Mi aveva fatto qualcosa, ne ero sicuro. Magari aveva approfittato di un momento di distrazione da parte mia per mettere qualcosa nell’impasto della torta.
La torta che dovevo ringraziare infinitamente per il dopo. Ero rimasto scioccato dalla sua richiesta… mi aspettavo qualcosa del tipo pulisci il tavolo o stai sotto la pioggia per mezz’ora. Tutto, tutto tranne che quello. 
Mi aveva completamente spiazzato, così sensuale nella sua ingenuità, mi stava facendo  impazzire del tutto.
 
Ancora una volta avevo dovuto controllarmi, giusto per non farla scappare a gambe levate, come ha suggerito molto gentilmente la mia sorellina, ma non è stato per niente facile. Proprio per niente, visto che la pioggia aveva fatto in modo di diffondere il suo profumo in un modo ancora più forte. 
E il mio cazzo di orgoglio mi aveva fermato dal bloccarla prima di scendere dal auto e risentire di nuovo il sapore delle sue labbra. 
 
Quello della pochette era stata tutta una scusa, ma non appena avevo notato il suo sguardo deluso avevo capito cos’era giusto fare.
Mi sentivo così strano , avevo voglia di spaccare tutto quello che mi si poneva davanti. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo. 
Presi una sorsata della mia bevanda e chiusi gli occhi per il bruciore del liquido che attraversava la mia gola.
L’alcool mi fece rivivere il momento in cui tornai a casa, e dovetti affrontare mia sorella.

*Flashback*
 
 
Chiusi la porta alle mie spalle con un sospiro e mi tolsi la giacca appendendola all’attaccapanni. 
“Eccoti, finalmente. Prendi la Nutella nella dispensa e vieni in salotto” 
Oh, no . Quando mi chiedeva qualcosa da mangiare o era perché era stata lasciata da qualcuno o perché mi doveva parlare seriamente. Speravo davvero per la prima opzione, ma già sapevo che non era quella giusta.
 
Presi la Nutella , due cucchiai e raggiunsi Maggie facendo attenzione a ogni suo movimento del corpo. 
“Allora… Questa Taylor?”chiese sorridendo e strappando la carta che sigillava la crema.
“Cosa  vuoi che ti dica?”
“Mah… per esempio come mai stava a casa nostra… non che mi dispiaccia, sia ben chiaro. È una ragazza ok, mi piace”
“C’era troppo traffico per New York centro, così abbiamo pensato di fermarci ad asciugare qui, visto che eravamo inzuppati fino all’ultimo capello, Maggie.”
Lei si rigirò la Nutella attorno al cucchiaio con aria pensierosa.
 
“Questo l’ho visto, ho visto anche che le hai prestato i tuoi vestiti, non è da te” concluse mangiando finalmente la Nutella.
Mi aspettavo un commento del genere.
“Sì, invece, io sono sempre stato generoso. Non ho fatto nulla di speciale” persino alle mie orecchie sembrò una menzogna. 
Maggie si alzò in piedi, afferrando un cuscino e colpendomi in piena faccia.
 
“Bugiardo! Se non mi presti niente neanche a me che sono tua sorella! Ammettilo o giuro che continuo!” 
“Maggie ma che cazzo vuoi? Che ti devo dire? Che mi piace? Ok, sì mi piace e allora? Se le voglio prestare dei vestiti sono cavoli miei, non ti intromettere”
Mia sorella iniziò a ridere come nei peggiori film Horror, con un po’ di Nutella che le era rimasta sul mento. 
 
“Quindi lo ammetti? Il mio fratellellone si è innamorato!”
“Ma non dire cazzate” Io innamorato? Ma per favore…
“Allora perché eri geloso?”
Respirai profondamente.
“Io non ero geloso”
Maggie poggiò le mani sui fianchi.
 
“Ah no? Strano, perché io ho visto il contrario. Ma sai qual è la cosa strana? Che un paio di mesi fa, quando quella troia della tua ex si faceva sbattere da mezzo mondo, a te non te fregava un emerito cazzo. E ora? Solo perché Taylor è andata a parlare con il portinaio, sembrava che se tu avessi avuto una mitragliatrice tra le mani  l’avresti usata senza pensarci troppo. Puoi anche dirmi che non è così, ma io sono tua sorella Chris, a me non puoi mentire. Soprattutto la tua faccia non mente, quindi ammettilo…fallo per te stesso.”
 
Quelle parole mi spiazzarono e mi ritrovai a pensare che aveva del tutto ragione, come sempre.
“Ero geloso, contenta?” le dissi guardando per terra. 
“Molto, ora sì che ragioniamo” disse con un sorriso da vittoria e si buttò vicino a me. 
“sei una vera stronza quando ti ci metti” 
 
“Capita. Ma senza di me, tu sei perso. È questo il compito che mi ha mandato Dio.”disse congiungendo le mani a mo’ di preghiera. “ Fatti capire che sei un idiota e aiutarti nella tua schifo di vita”
“Ma grazie, così mi incoraggi molto devo dire.”
“A proposto, ottima scelta. Sono sicura che diventeremo migliori amiche. Ameno non è zoccola come tutte le tue ex”
Risi. 
“Come anche quella che hai investito?”
“Soprattutto quella. Hey, ma aspetta! È stato un incidente, era destino che andasse così”
“Certo, come no? E a quella che hai sciolto dei sonniferi nel drink? Anche quello è stato un incidente?”
“No, quella mi stava proprio sulle palle.”
Ridemmo insieme come non succedeva da mesi, ormai. 
 
“ah, la prossima volta, cerca di comportarti meno da camionista , se puoi”
“E se ti dicessi che non ci riesco perché fa parte della mia natura? Ma guarda il lato positivo, ci completiamo! Io sarò anche un po’ camionista, come dici tu, ma tu sei adorabilmente una principessina quando ti piace qualcuno. 
Qualcuno deve pur sempre portare i pantaloni a casa, no?”
“Ah ah, molto divertente.”
 
“L’hai baciata?” per poco non mi strozzavo con la nutella.
“Perché t’interessa?”
“Così, pura curiosità”
“Sì…. Tre volte”
“Oh, wow, ci va pesante la ragazza” 
Le lanciai un’occhiataccia.
“Sembra così dolce… non riesco ancora a trovare un motivo valido per cui ha scelto di stare con te…”
 
“Beh, noi non stiamo ancora insieme…” ma Maggie sembrò non accorgersi della mia frase e continuò con il suo monologo.
“Insomma lei è dolce,carina nei modi, sensibile, bella da mozzare il fiato, generosa! Cioè,chi è quella pazza che regala un vestito di Dior, dico di Dior! Come se fosse una cosa presa al mercatino dell‘usato!e tu sei…” mi guardò storcendo la bocca.”beh, tu sei tu.”
“Certo che tu sai proprio come far sollevare il morale a qualcuno. Se ti assumerrero in un call-center  per dare consigli, troveremo migliaia di persone suicidate a causa tua.”
“Ecco perché non lo faccio”
“Ok, basta Nutella che poi inizi a parlare senza collegare il cervello” e mi alzai. 
 
“Vedrai Chris , se sono rose fioriranno” 
“Da quando in qua sei così profonda?”
“Da quando leggo romanzi d‘amore”
 
Maggie si alzò a sua volta, seguendomi.
“Chris, tu ci credi nel colpo di fulmine?”
“Certo che no” risposi scrollandomi le spalle.
“E se ti dicessi che mi sembra di averne un esempio molto concreto qui  davanti a me?”
“Andiamo Maggie, dove l’hai letta questa… nei tuoi romanzi d’amore?” le risposi ironico.
“L’ho letto nei tuoi occhi fratellone” Disse baciandomi una guancia e lasciando la cucina.
 
 
“Chris! Ma che fai ancora seduto qui?!”
Dio, se non la smetteva di urlare giuro che l’avrei ammazzato.
“Mark, lasciami in pace, oggi sto di merda”
“Non dirmi che è per qualche ragazza perché giuro che  crepo dalle risate”
Ecco, crepa veramente.
 
“Guarda” gli dissi indicando una ragazza che si agitava su un tavolo. “Vai da quella che secondo me ci sta a giudicare di come ti fissa” 
Mark seguì il mio consiglio e in minimo di due minuti entrò nel bagno degli uomini con la tipa.
Io tornai nuovamente al mio drink.
 
“Ciao!”
Sembrava che quel giorno nessuno capisse la faccia di uno che voleva essere lasciato in pace. Mi girai molto svogliatamente e mi trovai faccia a faccia con una ragazza sorridente.
“Ciao” le risposi senza entusiasmo.
“Mi chiamo Jessica” disse porgendomi una mano. 
Gliela strinsi dopo averla , per così dire, esaminata.
 
Una bella ragazza, senza dubbio, con capelli lunghi, lisci neri con qualche riflesso blu. Abitino corto, trampoli al posto di tacchi e glitter sulla pelle. 
Le conoscevo le tipe come lei, erano quelle che mi piacevano, perché anche se le mollavo la mattina dopo aver concluso, non dovevo dare nessuna spiegazione.
Erano il mio tipo di ragazza ideale : niente spiegazioni, niente resoconti . Niente di niente.
“Chris”
“Oh! Che bel nome… posso unirmi a te?”
No.
“Se proprio vuoi”
Con un sorriso si sedette al mio fianco ordinando qualcosa.
 
“Allora? Ti stai divertendo? Oggi è pieno di gente, e guarda… hanno cambiato DJ”
“Mmh” 
“Sai” disse sospirando “Ho appena mollato il mio ragazzo, ho bisogno di svagarmi”
 
Se fosse stato prima di conoscere Taylor, non avrei perso un solo minuto a darle ciò che voleva ma….
Il telefono nei Jeans vibrò.
Aprii il messaggio trafilato era di Taylor.
 
Ciao Chris! So che probabilmente starai dormendo, ma io non riesco a dormire. Per questo sto mangiando una pizza a quest’ora… so che sembra strano , ma mi ha fatto pensare a te. Buonanotte :)
 
Sorrisi involontariamente al messaggio e le risposi non riuscendo a trattenere un sorriso sulle labbra.
 
Ah, è cosi? Stai mangiando una pizza senza di me?Guarda che potrei offendermi! :) ma mi fa piacere che pensi a me, perché per me è lo stesso. Sogni d’oro Taylor.
 
Alzai lo sguardo e notai che la ragazza aveva preso a fissarmi molto insistentemente. 
“Senti, mi dispiace che non hai più un ragazzo ma io non penso di porteci fare nulla..” non mi lasciò finire la frase.
“Cosa c’è? Ti senti solo?” chiese avvicinandosi a poggiandomi una mano su un braccio.
Mi girai giusto per guardarla in faccia e toglierle molto gentilmente la mano dal mio corpo.
“No,vorrei essere lasciato solo, se non ti dispiace” 
Prese un bigliettino e lo infilò nella tasca dei Jeans. 
 
“Ti ho visto molte altre volte qui, Chris, e mi sembra di capire che oggi non è giornata. Ma sono sicura che ci rivedremo presto, molto presto”
Notai delusione con una punta di rabbia scorrere sul viso della ragazza, ma poco dopo si alzò senza salutarmi e si diresse in bagno. Al suo posto trovai ancora quell’idiota di Mark. 
 
Spalancò le braccia incredulo.
“Ma che cazzo ti prende sta sera? Ma dico, l’hai vista? Era pronta per farlo anche sul bancone se gliel’avessi chiesto! Hai preso qualcosa, qualche pasticca? O ti sei rincoglionito del tutto?”
 
“Probabile” dissi finendo il contenuto del bicchiere e dirigendomi verso l’uscita del locale. 
Aveva ragione, ma per altri motivi. 
“Incredibile!! che per caso sei passato dall’altra sponda? Amico, così mi preoccupi”
Se continuava così, non sarebbe tornato vivo a casa quella sera.
 
“Non mi sento molto bene, penso che andrò a casa”
“Va bene, però stammi bene, eh!”
“Si, ciao” 
Dissi prendendo una sigaretta e accendendola mentre  tornavo a casa a piedi.
Avevo bisogno di una bella dormita, tutto qui.

 
Ciao ragazze! :D
Ho pubblicato con un giorno d'anticipo *applausi*
Perdonatemi se il linguaggio è stato molto... terra terra, ma dovevo rendere la scena il più reale possibile, e mi sono trasformata in una scaricatrice di porto u.u 
Capitolo tutto sotto il punto di vista di Chris C: 
Allora, so che probabilmente sono molti personaggi da memorizzare T.T ma fate attenzione a Jessica ;)
Detto questo spero che avete capito un po' meglio che Chris non è il tipico "bravo ragazzo" ma è cambiato!! 
Quanto è comlicato.
Questa storia mi sta esaurendo mentalmente, me li sogno pure la notte :/
Ook, mi aspetto dei vostri commenti per questo capitolo e sappiate che vi adoro. A tutte quante , anche voi che non recensite e che avete messo la mia storia tra i seguiti/preferiti/ricordati**
Buon 2013!!!! 
Ci sentiamo la settimana prossima con un piccolo spoiler :
Tratto dal capitolo 10 :
Avevo bisogno di fare una pazzia, ma una bella grossa. 
Non risposi al messaggio e chiamai Luke che rispose subito. Gli chiesi di preparare una macchina e che dopo dieci minuti dovevamo partire. 
 
bacii.
D.T

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Capitolo 10
*** Fearless ***


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                                                                                        Fearless
 
A Martina, mia interprete  di sogni..
Come farei senza di te?
Ti conosco da così poco eppure sei  più vicina a me di quelli che nonosco da una vita
Grazie :) 



 
Fissavo il cellulare poggiato sul tavolo della cucina ,  l’unica illuminazione proveniva da una vecchia lampada appartenuta a mia nonna e che mi aveva regalato dicendo che era magica : portava fortuna,non in amore però, considerando le mie relazioni passate.
 
Dai! Vi siete baciati!Che ti costa scrivergli? 
 
In effetti la ragione non faceva una piega. Ma poi si può sapere come mai questa era la prima volta che ero così timida, incerta? 
Non dico che nelle altre volte sia stata una pantera, ma ero decisamente più sciolta e sicura di me, e di certo non mi emozionavo per un semplice messaggio.
 
Ciao Chris , come va? 
 
Tamburellavo le dita sul tavolo con un nervosismo tale che anche Meredith sembrò accorgersene visto che salì sulle mie ginocchia per poi cercare con le sue zampette di giocare con il mio cellulare.
 
“Eh no, questo non si tocca  mi dispiace”
Il telefono si illuminò, niente suoneria a causa del lavoro.
 
Taylor… così così  tu?
Che voleva dire?
 
Non ti senti bene?
 
No… mi è venuta la febbre….
 
Febbre? Oh! Ora capivo tutti quei starnuti.
 
Mi dispiace, mi sento terribilmente in colpa..
 
Ed era vero. Se non fossimo rimasti sotto la pioggia come due imbecilli, probabilmente non si sarebbe ammalato e io non avrei tutti questi sensi di colpa.
 
Ma che dici! Non è colpa tua J E comunque non importa, sta già scendendo la febbre, stai tranquilla…
Certo, era facile dirlo per lui! 
 
Ok, ma sei hai bisogno di qualche cosa, di qualsiasi cosa dimmelo, ok?
 
Anche a costo di sembrare patetica, avrei fatto qualunque cosa per farlo sentire un po’ meglio.
 
Certo, ma non ti preoccupare. Ti saluta Maggie, che mi sta assordendo e ti ringrazia ancora del vestito .
 
Risi, ma il campanello della porta mi distrasse dai miei pensieri, così  risposi velocemente a Chris e andai a aprire.
 
Risalutala allora! Un bacio,  rimettiti presto e … ogni tanto pensami.
 
Mi ero forse spinta troppo in là? 
Appoggiai Meredith per terra e andai a aprire con la mia tuta con le stelline.
Non ero il massimo dell’eleganza e avevo bisogno di vestiti nuovi, ma non è ciò che si dice sempre anche quando l’armadio trabocca di abiti pressoché inutilizzabili come nel mio caso? 
“Oh, Luke… entra pure”
“Mi dispiace disturbarla ma ho i risultati di questo Chris”
Ruotai gli occhi al cielo.
“Non mi interessano, te l’ho detto. Qualunque cosa sia scritta li dentro, non mi farà cambiare opinione su di lui”
“Ma, Taylor…ci ragioni un po’. Non ha fatto niente di particolare, frequenta un college e vive ancora con la sua famiglia. Ma il problema è che è stato coinvolto qualche volta in passato in liti fuori dai locali. Noi ci preoccupiamo molto, anche se era evidentemente ubriaco, che possa farle del male in qualche modo”
Fami del male? Ma stavamo parlando dello stesso Chris? Quello timido, dolce che mi aveva portato in quel parco meraviglioso? No, era impossibile.
“Luke, forse parliamo di anni fa … sarà cambiato nel frattempo. Lui non è così! Credimi…”
“Siamo solo preoccupati, vorremo parlare con il ragazzo di persona”
 
Mi si gelò il sangue solo all’idea.
“No! Non ci potete parlare assolutamente. Questa è la mia vita privata, e se è un pericolo, cosa che sono sicura che non è, sono solo fatti miei. Ora per favore vorrei rimanere da sola”
 
Decisi, però,di cambiare tattica guardandolo alzando  il sopracciglio.
“Luke, ti ricordi di Jake?”
“Gy..?”
“Esatto,lui”
“Si, perché?”
“Non avevi dedotto dopo le tue ricerche che era perfetto per me”
Luke parve rabbuiarsi.
“Io non capisco cosa centri tutto questo con…”
“Hai visto com’è finita, no? Questo per dirti che non bisogna giudicare la gente così, in base a un foglio stampato senza conoscerlo realmente, quindi per favore cerca di fidarti ogni tanto di me, Luke”
 
Non volevo essere così dura con Luke che in fondo, ma molto in fondo, ci tenevo. 
Ma era l’unico modo per chiudere l’argomento e non dargli modo di investigare oltre.
Luke annuì afflitto e prima di andarsene poggiò la cartellina blu sul mobiletto all’entrata. 
Io per tutta risposta lo presi, lo esaminai per un secondo tra le mani e lo conservai in un cassetto del mobile vicino all‘entrata. 
 
Ero totalmente consapevole che stavo facendo la figura della ragazzina viziata che non ascolta niente e nessuno, ma se avevo capito una cosa negli anni era che mi dovevo fidare del mio istinto. E io mio istinto mi diceva il contrario di quello che mi diceva la gente e una volta alleato con il cuore, nessuno poteva farmi cambiare idea.
Ritornai al mio cellulare e il mio cuore iniziò a battere come un tamburo non appena vidi che mi aveva risposto.
 
“Per quello non ti devi preoccupare, ti penso sempre. Piuttosto fallo tu e non dedicare troppe attenzioni al portinaio, mi raccomando ”
 
Forse Maggie aveva ragione : era geloso e questa volta non era solo una mia impressione.
 
“Chris… mi manchi”
 
Scrissi di getto e mi resi conto di cosa avevo scritto solo nel momento in cui inviai il messaggio.
Sembrava che le dita avessero scritto quello che pensavo realmente senza darmi tempo di collegare il cervello.
Presi a passeggiare nervosamente per la stanza, avanti e dietro parlando con Meredith.
“Ora chissà che penserà! Che sono una stupida, matta , sdolcinata! Ma perché gli ho scritto quel messaggio, perché? E se mi non mi rispondesse più? O peggio ancora mi scrivesse che avevo frainteso tutto, che non prova le stesse cose che io provo per lui?” dissi prendendo la gattina e mettendola all’altezza del mio viso. Lei per tutta risposta mi leccò il naso, doveva essere un gesto di coraggio.
 
Il telefono si illuminò.
Procedevo verso il tavolo come una condannata a morte, a passi lenti e insicuri, seguita da Meredith.
 
“Anche tu Taylor, non sai quanto. Vorrei essere lì con te in questo momento e non tra le grinfie di Maggie ;)”
 
Il mio cervello si era fermato alla fine della prima frase, per la seconda avevo dovuto aspettare un po’ di ossigeno per continuare.
Avevo bisogno di fare una pazzia, ma una bella grossa. 
Non risposi al messaggio e chiamai Luke che rispose subito. Gli chiesi di preparare una macchina e che dopo dieci minuti dovevamo partire. 
Sorprendentemente non fece domande ma si limitò a annuire prontamente.
 
Mi fiondai in camera così velocemente che sbattei  un piede contro un mobiletto di cui neanche ricordavo l’esistenza.
Dopo un’imprecazione degna della principessa d’Inghilterra presi le prime cose che mi capitarono a tiro, non mi presi nemmeno la briga di truccarmi decentemente e uscii di casa in cinque minuti. 
 
Non aspettai neanche l’ascensore che era perennemente occupato e usai le scale saltandomi tre scalini alla volta.
Sentii il mio telefono suonare e in qualche modo riuscii a rispondere, inserendolo tra l’orecchio e la spalla e cercando in contemporanea di allacciare la giacca.
“Pronto..” risposi in cerca di ossigeno per la corsa pazza che stavo facendo.
“Taylor, tesoro sono io Liam… ma perché così ansante? Mmmh, che mi nascondi? Cosa state facendo tu e Chris?”
“Liam, ma che vai a pensare? Sto correndo, penso … che sto facendo…. La corsa più veloce che abbia mai fatto…” riuscii a dire dopo varie interruzioni per riprendere fiato.
“E perché mai? 
“Non… mi riconosceresti in… questo momento”
“Va bene, visto che non sto capendo niente, ti racconterò di quello che è successo ieri : stavo normalmente passeggiando con John, sai come facciamo…”
“Liam! Ti posso richiamare dopo?” chiesi aprendo il portone alla ricerca di Luke.
“Ok, ok ma mi sembra che anche tu hai delle cose da raccontarmi, o sbaglio?”
“Certo, appena avrò cinque minuti liberi, ti chiamerò promesso”
 
Chiusi la conversazione e vidi Luke aprirmi la portiera.
Ma , naturalmente nel momento in cui mi inserii nell’auto andai a sbattere contro il tetto dell’automobile .
Luke mi guardò stranito chiedendomi se mi fossi fatta male.
“Vai, parti !” risposi dopo avergli dato l’indirizzo del luogo.
 
Il mio telefono riprese a squillare e con uno sbuffo risposi.
“Taylor? Sono Austin, ti sei dimenticata del tuo fratellino?”
“Austin, come va?”
“Bene, alla grande… ti devo far conoscere una persona…”
“Chi sarebbe questa persona?”
“La mia nuova ragazza”
“Oh! Beh, allora certo che la incontrerò, ma ora devo proprio scappare Austin”
“Certo, certo vai superstar e per Natale mi servirebbe una nuova macchina nuova”
“Naturalmente! Sai dove te la puoi prendere?”
“Ehm ti stai per arrabbiare, giusto? In questo caso ti lascio in pace.” e chiuse la conversazione.
 
In una quindicina di minuti arrivammo e la macchina non fece in tempo a fermarsi che mi ritrovai sul marciapiede della casa di Chris.
Aspettai che Luke ripartisse per dirigermi poi verso il vialetto di casa sua.
Emozionata stavo per premere il campanello quando la porta si spalancò all’improvviso e venni travolta da una persona, finendo per terra.
“Scusami…”
Quando alzai lo sguardo vidi due occhi smeraldo che mi fissavano prima dispiaciuti e in seguito sorridenti. 
“Chris, che ci fai qui?”
“Mi sembra di abitarci” rispose sollevandosi da sopra di me e aiutandomi a rialzarmi con una mano.
“Sì, ma non avevi detto di avere la febbre?” gli chiesi cercando di togliermi un po’ di fango dai jeans.
Sorrise divertito prima di  avvicinarsi a me e depositarmi un leggero bacio sulle labbra. Leggero per modo di dire, visto che le reazioni del mio corpo non avevano tardato a mostrarsi. 
 
Zitto cuore, rallenta questi battiti. 
“Passata”
Si girò di profilo guardando la strada, facendomi ammirare ancora di più i suoi lineamenti perfetti e a quel punto mi fiondai di nuovo sulle labbra, solo questa volta meno delicatamente.
E non mi interessava se c’era qualche paparazzo appostato dentro i cespugli o qualche macchina appostata sul ciglio della strada. L’unica cosa che importava era Chris e le sue labbra.
Sorpreso all’inizio , non aveva perso tempo cingendomi la vita con le sue braccia facendo aderire il suo corpo al mio, perfettamente. 
“Taylor” disse sulle mie labbra. 
“Uhm, sì… scusami” risposi imbarazzata, mentre sentivo le mie guance diventare sempre più calde.
“Ti stai scusando perché mi hai baciato?”  disse depositandomi un altro bacio all’angolo della bocca.
Feci una risatina nervosa toccandomi con gesto meccanico i capelli.
“Se fosse per me, andremo avanti tutto il giorno, ma quella bambina ci sta guardando scandalizzata” sussurrò abbracciandomi. 
 
Mi girai e vidi una bambina in bici sul ciglio della strada con la bacco a forma di “O” e occhi sgranati. 
“Dove stavi andando?” chiesi dopo essermi rigirata.
“Lo vuoi sapere davvero?” annuii “da te”
“Ma ora sei qui… quindi… ti va di fare un giro?” chiese prendendomi una mano.
Tanto per cambiare annuii, a corto di parole per la sua rivelazione e lo seguii. 
 
Percorremmo una buona parte della strada in silenzio, fino a quando lui non si decise a parlare.
“L’altro giorno…” iniziò “ho parlato con Maggie”
“Ah davvero?”
“Sì… si è messa a parlare di colpi di fulmini e stronzate del genere” disse passando una mano tra i capelli. 
“Beh, ha un’immaginazione molto sviluppata” 
 
Deglutii.
Chris scoppiò a ridere fermandosi vicino a un albero.
“Ma ci pensi? Ha detto che il nostro incontro è stato un colpo di fulmine!”
“Impossibile” dissi avvicinandomi a lui.
“Impossibile” ripeté Chris baciandomi famelico.
 
“Ah no?” rispose una voce famigliare.
Mi staccai da Chris ritrovandomi Maggie che ci guardava arrabbiata, molto arrabbiata. 
“Maggie ma da dove sei spuntata fuori?” chiese Chris non accennando a mollare la presa dalla mia vita.
“Pasticceria, ma questo non è la cosa importante” disse poggiando una busta, probabilmente contenente i pasticcini, e prendendo a passeggiare avanti e dietro scuotendo la testa incredula.
“Ma vi siete visti?” urlò facendo girare un’anziana verso di noi.
“Siete due teste di cazzo! Ecco cosa siete! Taylor, io ti voglio già bene come a una sorella, ma sembrate avere i paraocchi! Si vede lontano un miglio che siete fatti l’una per l’altra , perché cavolo continuate a negare i sentimenti che avete?!”
Detto questo prese un bel respiro, raccolse la busta e se ne andò verso casa.
 
Si girò improvvisamente e si rivolse a Chris.
“Con te faremo i conti dopo” suonò come una minaccia.
Io e Chris rimanemmo ancora sconvolti dall’accaduto.
E non soltanto perché aveva urlato come una pazza, ma perché la verità delle sue parole era disarmante.
Aveva ragione, e come … !continuavamo a rinnegare una cosa che di fatto era visibile a tutti, tranne che a noi.
 
Mi girai verso Chris che aveva un’espressione pensierosa, le labbra leggermente schiuse e la fronte aggrottata. 
“Chris, io non so che dire…” ammisi mordendomi un labbro.
“Non dire niente,.. Vieni” disse trascinandomi verso un piccolo raduno di gente.
“Ma è una festa?” chiesi una volta che ci fummo avvicinati a un gazebo bianco.
“Sì” 
“Ma non siamo stati invitati!” dissi ridendo.
“E allora? Facciamo finta di esserlo”
Raggiungemmo il centro della pista da ballo e Chris mi guardò furtivo prima di chiedermi :
“Mi concede questo ballo, signorina Taylor?”
I’m not much for dancing , but for you I did *
“Certamente” e iniziammo a muoverci tra le note di una canzone sconosciuta, ma che da quel giorno avrei sicuramente aggiunto alla lista delle preferite.
Mi lasciai completamente andare, appoggiai la testa sul petto di Chris e chiusi gli occhi.
Mi sentivo così protetta in quel momento, non avevo più paura di niente e di nessuno.
Nemmeno dei miei sentimenti. Non più. 
Rialzai lo sguardo e vidi Chris fissarmi con una strana luce negli occhi e poco dopo disse :
“Sono proprio un …. aspettami qui” e dicendo così si allontanò dalla pista sparendo tra la gente.
 
Ciao! Vi ricordate di me? 
Non credo, visto che è da troppo tempo che non aggiorno, e mi dispiace tantissimo. Ma non basta.
Sono stata super impegnata, davvero! 
Mi perdonate? *occhi dolci*
Non so con che coraggio pubblico questo capitolo che non mi piace affatto, soprattutto all'inizio che non sapevo proprio cosa scriverci O.O 
Ma il prossimo lo farò sicuramente migliore, ho già qualche idea ma ditemi... cosa pensate che farà Chris? :)
Detto questo vi lascio annunciandovi che l'altro giorno mi sono creata un account di twitter.
Anche se devo capire bene come funziona ...
Seguitemi se vi va, e io naturalmente vi riseguo!
Yes, ragazza tecnologica modalità on!!
Twitter:
@Taylanevy 

*Last kiss

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Capitolo 11
*** A New Beginning ***


                                                                                                                              A New Beginning 



Rimasi a fissare il punto da cui si era appena allontanato Chris, rimanendo immobile al centro della pista da ballo chiedendomi il perché di quella specie di fuga. 
Speravo solo che nessuno mi riconoscesse nel frattempo e per questo motivo mi girai verso un gruppo di persone e fu allora che notai che gli invitati erano per lo più anziani.
Sospirai di sollievo, sentendomi un po’ ridicola ad essermi infiltrata in una festa per la terza età, un’esperienza che avrei cancellato dalla mia lista di cose da fare prima di morire che non avevo. 
Momento imbarazzante, la mia testa si girava da una parte all’altra sperando di scorgere l’ammasso riccio di Chris, ma tutto ciò che vedevo erano capi grigi che ridevano e ballavano. 
Pensai di andarmi a sedere nel frattempo ma un sibilo forte richiamò la mia attenzione, facendomi voltare verso un piccolo palco improvvisato, munito solo di una tenda rossa e di un microfono al centro.
La musica si fermò e tutta la gente smise il fastidioso brusio per volgere tutta l’attenzione verso quel suono fastidioso di pochi secondi prima. 
Uscì un anziano signore vestito con giacca e cravatta e prima di prendere il microfono cacciò dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto bianco , con il quale si asciugò la fronte imperlata di sudore. 
Restai dov’ero, mentre alcune signore avanzarono verso il palco, ansiose di sentire qualche notizia. 
Sbuffai, chiedendomi per l’ennesima volta dove fosse andato Chris e iniziando a sentire la preoccupazione crescere dentro di me.
“Ehm, prova, prova” disse l’anziano battendo il microfono con un dito per verificarne la funzione.
“E’ arrivato il grande momento che tutti quanti stavamo aspettando, quello delle barzellette!” applaudirono tutti quanti con visi emozionati.
Una signora picchiettò a una spalla del vecchio facendolo spaventare.
Risi piano, mentre notavo qualcuno salire sul palco.
“Oh! C’è un intervento da parte di un ragazzo … vieni pure sul palco”
Ragazzo? Un secondo, gli unici ragazzi qui presenti eravamo io e…
Anche se girato da dietro riconobbi immediatamente Chris, che avanzava verso il signore guadagnandosi diversi sguardi sorpresi da parte del pubblico.
Santo Dio, cosa aveva in mente quel ragazzo?
“Che bel giovanotto, come ti chiami?”
“Chris” rispose girandosi verso la platea e incontrando per un secondo il mio sguardo confuso.
“E chi vorresti salutare Chris?”
“Una ragazza, una ragazza molto importante per me … così importante che le voglio chiedere di diventare la mia ragazza” finì volgendosi completamente a me.
“Signori e signore, siete in presenza di una vera e propria dichiarazione d’amore” constatò il presentatore seguendo la scia dello sguardo di  Chris ed arrivando a me.
“Oh, ora capisco, quella fanciulla è molto, ma molto carina ragazzo”
Possibile che fossi rimasta a bocca spalancata con la bocca asciutta e il cervello che si rifiutava categoricamente di elaborare una frase di senso compiuto? 
Sentii tutto il viso andarmi a fuoco mentre poco alla volta la gente si girava verso di me, come al rallentatore e sorridevano sfacciati.
Chris si aprì in un caloroso sorriso e mi sembrò di cogliere una scintilla nei suoi occhi verdi. 
Una signora affianco a me mi fece l’occhiolino, ammiccando verso Chris che sembrava avere qualche sorta di schizofrenia, visto che non riusciva a tenere i piedi fermi in un posto muovendoli da una parte all’altra.
Provai a fare dei respiri molto profondi, ridendo di me stessa.
Andiamo, non mi aveva mica chiesto di sposarlo! 
Chris sbuffò scuotendo la testa.
 
Chris
Ecco, lo sapevo. Non dovevo fare una cazzata del genere.
Che stupido che ero stato, pensare che una come lei avrebbe voluto mettersi con uno come me!
Più guardavo il suo sguardo confuso e più mi maledivo per un’idea così idiota.
Almeno la figura di merda di fronte a cinquanta persone me la sarei potuta risparmiare se le avessi parlato di persona.
Ma no, io avevo voluto fare le cose in grande, per poterla finalmente sorprendere con un gesto “carino”.
Precisiamo che non è da me, assolutamente.
Se mi avesse visto qualcuno non mi avrebbe mai riconosciuto, ma… ho già detto che lei mi fa questo effetto?
Eppure in quel preciso momento ciò che leggevo sul suo volto non era esattamente il tipo di reazione che mi aspettavo , e mi sentivo irrequieto, come se avessi fatto una mossa sbagliata , come se da quel gesto l’avessi fatta fuggire da me.
Abbassai la testa per non vedere più quella espressione, concentrandomi sulle mie scarpe.
Avevo voglia di tirarmi un pugno da solo, che cretino, forse dovevo dare la colpa a tutti quelli che dicono che le ragazze amano i gesti romantici.
Chi aveva sparato questa grossa cazzata? O forse era Taylor a essere diversa.
Rialzai lo sguardo, convinto di trovarla ancora lì, con gli occhi spalancati e lo sguardo perso. 
Quanto mi sbagliavo!
Taylor era a pochi centimetri da me, e io non l’avevo neanche sentita salire sul palco.
Però il suo sguardo era diverso, non era più sorpreso ma felice.
La guardai quasi timoroso e mi maledii per non avere la forza di avvicinarmi e stringerla tra le mie braccia, non importava quale fosse stata la sua risposta, l’unica cosa che volevo fare in quel momento era stare con lei.
“Chris… Io non mi aspettavo una cosa del genere” disse a bassa voce per paura di farsi sentire dal presentatore che intanto si era, non so come, avvicinato facendo finta di sistemarsi la giacca.
“Sì, neanche io” 
Pura e semplice verità: non mi capacitavo nemmeno io di quel gesto che avevo appena compiuto, ma soprattutto non riuscivo a capire la sua reazione.
“Andiamo da una parte un po’  più tranquilla per favore…” 
E così detto mi prese per mano trascinandomi londano da occhi indiscreti.
Mi beai di quella situazione per un secondo, perché subito dopo Taylor strecciò le nostre mani per mettersi di fronte a me, nervosa.
“Senti Taylor, mi dispiace se ti ho messa in imbarazzo, se forse sono stato troppo precipitoso … in effetti ci incontriamo relativamente da pocho…”
La parola “Tempo” non riucì a uscire dalle mie labbra perché improvvisamente queste furono molto impegnate a modellare le sue. 
Persi cognizione del tempo, del luogo, ero come catapultato in un altro universo dove per la prima volta in molto tempo ero vicino a una sensazione di benessere, fisica e mentale. 
Fai l’uomo ora dai, che altrimenti finisce che si addormenta!
Mi risvegliai dalla mia fantasia , stringendo di più Taylor e cercando di approfondire il bacio. Volevo sentire il suo sapore fino al fondo , in quel momento ne avevo bisogno come l’aria che respiro, in quel momento era vitale per me.
Taylor spostò le sue mani molto lentamente sul mio petto e si scostò , lasciandomi ancora una volta con una mezza soddisfazione dipinta sul volto.
“Sì” disse sorridendo.
Aggrottai la fronte.
“Sì cosa?”
Taylor ruotò gli occhi al cielo.
“Voglio essere la tua ragazza”
 
Taylor
L’avevo detto davvero? 
L’avevo fatto davvero? 
“Chris che giorno è oggi?” gli chiesi quasi intontita.
“Ehm, il 13 gennaio, perché?” rispose corrugando la fronte e avvicinandosi a me.
Ah, ecco spiegato tutto.
“Il tredici è il mio numero fortunato, tutto qui”
“Da oggi anche il mio, allora” disse prendendomi le mani tra le sue.
Non volevo spazzare via questo momento così speciale ma lo dovevo avvertire, lo dovevo assolutamente fare.
“Chris… ci sono molte cose che non sai di me… molte cose che non ti ho detto” inizia guardandomi attorno.
“Taylor, ci siamo appena messi insieme, abbiamo tutto il tempo del mondo per conoscerci … non ti preoccupare inutilmente”
Sì certo, con la mia fortuna pensai.
“Andiamo? Non voglio stare un minuto di più in questo posto” disse trascinandomi verso l’uscita.
Appena scostai la tenda rossa un vortice di applausi ci colpì , facendoci arretrare di qualche passo. 
Avevo ricevuto tanti applausi nella mia vita fino ad allora, ma mai da un pubblico come quello.
“Sembra che il nostro giovannotto ce l’abbia fatta” Constatò il presentatore guardando le nostre mani intrecciate. 
In quel momento ero divisa da due tipi di emozioni contrastanti : Il mio primo impulso era quello di aprire una voraggine e di sotterrarmi trenta metri sotto terra dall’imbarazzo.
 La seconda era di prendere quel maledetto microfono e di informare tutto il mondo, urlando, che Chris finalmente era mio. 
Che finalmente eravamo diventati un “noi”.
Strinsi di più la mano di Chris che si foltò per un instante, solo per lasciarmi un sorriso veloce e poi scese molto velocemente dal palco, invitandomi a fare altrettanto. Una volta lontano dal patibolo ci dirigemmo molto velocemente verso casa sua e per la prima volta da tantissimo tempo mi sembrò di essere a casa mia.
Nostra.

 
 
No, non sono stata rapita dagli alieni. E sì faccio decisamente schifo.
Non pubblico da non so neanche io quanto tempo, ma vi prego perdonatemi non ho il tempo neanche di andare al cesso. #finezza
Questo è il "Turning Point", cioè il punto di svolta e da qui ne succederanno delle belle C: 
Cosa ne pensate? 
Vi lascio il link di una OS che ho pubblicato ieri : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1618502&i=1
Twitter : @Taylanevy
Alla prossima ragazze, e grazie ancora del supporto che mi date ogni giorno, vi amo :)
D.T
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Oh, Trouble trouble trouble! ***


Yes, I'm back!
Ragazze mi dispiace un mondo, vi spiegerò tutto dopo la lettura e soprattutto risponderò alle recensioni a cui non ho risposto sotto. Scusatemi ancora :/                                                                                                                                 




                                                                                          Oh, Trouble trouble trouble!



Tre mesi dopo.
“Chris, non te lo ripeterò ancora : poggia quel… subito!”
“Altrimenti…?” Mi sfidò con un sorriso sghembo stampato sul viso.
 
Indietreggiai, mentre lui avanzava senza timore verso di me.
“Altrimenti te la farò pagare” risposi cercando di assumere uno sguardo serio, che di fatto non lo era visto che i miei occhi mi tradivano.
 
“Correrò il rischio” rispose aprendo l’acqua fredda e facendo uscire un getto gelato che mi colpì in pieno petto.
Feci appena in tempo a mimare un “bastardo” che urlai per la doccia fredda (gratuita).
Lo guardai con la bocca spalancata mentre il mio petto si alzava e abbassava per il freddo. Ma non rimasi a far nulla per molto, no non sarebbe stato da me.
 
Presi il dolce che avevo appena comprato per quella che doveva essere una romantica serata e lo spalmai molto lentamente sul suo viso, facendo attenzione a non lasciare nemmeno un piccolo spazio scoperto. 
Chris rimase immobile lasciandomi finire la mia opera d’arte ,come se quella sottospecie di tortura non lo toccasse minimamente, ma che anzi, gli piacesse.
 
Dopodichè calò un silenzio estenuante, nel quale eravamo una di fronte l’altra. 
“Te l’avevo detto che te la facevo pagare” dissi con un sorriso.
Chris si avvicinò ancora di più a me.
 
“Non vuoi dare un piccolo bacio al tuo ragazzo” Il modo in cui pronunciò quell’ultima parola mi provocò una fitta allo stomaco. 
Erano passata tre mesi da quel giorno in cui (molto teatralmente) mi aveva chiesto di essere la sua ragazza. Tre mesi perfetti, in cui avevo imparato ad apprezzare ogni minimo particolare di lui, dai pregi ai difetti. 
“Chris, ti prego…” Dissi indietreggiando. Sapevo benissimo cosa stava cercando di fare, e sapeva anche che mi dava fastidio. “Sei tutto sporco”
“E allora? Mi negheresti un bacio solo  perché sono tutto sporco?” rispose imitandomi.
“Chris…no!”.
 Troppo tardi .
 
Aveva letteralmente strusciato la sua guancia alla mia sporcandomi di cioccolato.
Lo spinsi via cercando di togliere con il dorso della mano il cioccolato, ma non ottenni molti risultati.
“Ora siamo pari” disse trionfante finendo di pulirsi con un asciugamano.
“Aspetta qui … vado a cambiarmi e torno” dissi rassegnata e rabbrividendo per il freddo che i vestiti bagnati mi procuravano.
Mi avviai verso la porta quando due braccia mi circondarono la vita da dietro.
“Non metterci troppo però” disse lasciandomi un bacio casto sulla guancia.
Sorrisi e nonostante il gelo che mi era entrato dentro le ossa per il suo piccolo scherzo, questo abbraccio era stato più efficace del fuoco di un camino per riscaldarmi.
 
Andai a passo veloce verso il bagno e altrettanto velocemente  guardai  il mio riflesso attraverso lo specchio.
Oh no, ero diventata un mostro. Anzi un mostro sarebbe stato più carino di me, di certo.
 
Flashback:
“Maggie, siamo a casa”
“Oh, finalmente, iniziavo a pensare che vi avessero rapito gli alieni o l’FBI” rispose Maggie venendoci incontro.
“L’FBI?” chiesi con fare sorpreso.
“Ho le mie conoscenze cara… quindi?”
“Quindi cosa? Ti prego non iniziare” disse Chris togliendosi la giacca e poggiandola sulla sedia.
“Per la miseria! Ho fatto solo una semplice domanda… mamma mia che suscettibili questi ragazzi di oggi. Stai nel tuo periodo per caso?”
“Ha-ha molto divertente” 
“Ok, parlerò con Taylor allora”
 
Mi ritrovai a sorridere senza un motivo preciso, arrossendo leggermente.
“Oh mio dio! Oh-mio-Dio!!… lo sapevo!!!” disse Maggie puntandoci un dito contro.
Chris per tutta risposta si lasciò cadere sul divano con un sospiro. Forse ero l’unica che trovava la situazione divertente…
“E dimmi…” iniziò prendendomi sotto braccio “ Come te l’ha chiesto?”
Chris improvvisamente saltò in piedi come se fosse stato punto da qualche insetto o se avesse preso improvvisamente una scossa elettrica  e si avvicinò immediatamente a me.
 
“Taylor,ti prego non glielo dire… oppure mi sfotterà a vita” mi sussurrò ad un orecchio.
“Allora?” Maggie alzò un sopracciglio impaziente.
 
*Din don*
 
“santo campanello” mormorò Chris che nel frattempo era diventato pallido in viso.
“Ho capito, vado io” rispose Maggie. Poi però fece tre passi indietro guardandomi negli occhi. 
“Dopo parleremo mia cara” 
E tutt’ora non saprei dire se quella era una minaccia o una semplice constatazione.
Conoscendola è più probabile la prima.
 
Mi voltai verso Chris che mi osservava in silenzio, con una nota di dispiacere dipinta sul volto.
“Ti ho già detto di scusare mia sorella?”
“Sì. Ma non ce n’è bisogno, è un tipo particolare, tutto qui. Ed in più è tua sorella..” Dissi avvicinandomi a lui.
“E..?”
“Ciao Tesoro!” Maggie urlò dall’altra parte della stanza. Ci girammo all’insuono e di fronte a me trovai una ragazzina che sorrideva dolcemente a Chris. Quando i suoi occhi si posarono su di me, quel sorriso sparì, diventando stupore misto a confusione.
“Oh mamma, oh mamma…. Ma tu sei Taylor Swift!”
 
Avete presente quel momento in cui tutti si girano verso di voi con fare sorpreso e tu non puoi far altro che sorridere e toglierti il sudore dalla fronte? Beh, questa era più o meno la mia situazione di quella sera.
 
“Taylor chi?” disse Maggie ridendo.
“Pronto?! Non avete mai sentito parlare della cantante country Taylor Swift? È praticamente famosa in tutto il mondo! A momenti la sua faccia viene stampata anche sui rotoli di carta igienica” 
Ok, questo ultimo particolare poteva ometterlo.
 
“E’  impossibile , lei odia la musica country” Rispose sicuro Chris attirandomi a se.
“Ma no ! È lei….! Ora vi faccio vedere una foto”
Ma proprio a me doveva capitare??
Ok, dovevo assolutamente trovare una scusa, e lo dovevo fare al più presto.
Pensa Taylor, pensa…
 
“Chris, Chris non mi sento bene” dissi piegandomi in due e uccidendo con lo sguardo la ragazza.
“Taylor? Che hai?Vieni mettiti sul divano”
“Amber, vai in cucina e prenditi pure qualcosa da mangiare, tra poco ti raggiungo”
Disse Maggie spingendo leggermente la ragazzina verso la cucina. 
Questa però prima di andarsene si avvicinò e toccò un boccolo con mani leggermente tremanti.
“Avrei voluto farlo da tantissimo tempo, ora il sogno della mia vita si è realizzato, grazie Taylor”
“Amber , Vai!” le intimò maggie.
 
“Scusala tanto, deve essere impazzita del tutto!” mormorò Chris aiutando a sedermi.
Poi continuò: “Dovrai pensare che la mia famiglia è completamente fuori di testa, insomma.. Prima Maggie e ora pure mia cugina Amber!”
“Hey!!” Maggie lo colpì leggermente sulla testa.
“Ora come va? Ti senti meglio?”
“Sì , meglio che vada a casa ora…”
“Aspetta! Non vorrai andartene dopo che ti sei sentita male! Lascia che ti accompagni a casa almeno”
“No, davvero è tutto apposto, vado un attimo in cucina a prendere la sciarpa che mi sono scordata l’altro giorno e sparisco” Dissi alzandomi e andando velocemente verso la cucina.
 
Andai dritta al mobile vicino al frigo e recuperai la sciarpa quando…
“Io lo so benissimo chi sei. Lo sappiamo entrambe Taylor Swift” 
Mi girai lentamente e vidi la ragazzina sorseggiare lentamente un bicchiere di latte stando comodamente seduta con gambe accavallate sulla sedia.
“E a quanto pare, mio cugino Chris non sa nulla. Oh-Oh , sembra che qui qualcuno stia giocando a essere qualcun altro, non è vero Tay-”
“Senti Amber, dimmi velocemente cosa vuoi e finiamola qui” “Un autografo? Una foto?”
Amber scese dalla sedia posando con un tonfo il bicchiere sul ripiano.
“No, troppo facile così”
 
Ma che diavolo aveva in mente questa ragazzina?
Avevo il terrore che da un momento all’altro sarebbe entrato Chris e sentendo la conversazione mi avrebbe voltato le spalle per sempre. 
E questo era proprio ciò che non volevo, l’ultima cosa che speravo capitasse. 
“Vuoi… soldi?Dimmelo, basta che questa questione rimanga tra me e te”
“Taylor, ho 12 anni, sai che me ne faccio dei soldi!” Disse con ovvietà.
“Io voglio…”
“Si…?”
“Che tu venga a fare un concerto privato alla mega-super-gigante festa che organizzerò tra pochi giorni” disse facendo una giravolta.
“Non dirai sul serio…”
Amber diventò ad un tratto seria. 
Ok, quella ragazzina cominciava a farmi davvero paura.
 
“O accetti le mie condizioni oppure.. Bye bye Chris”
“Sai contrattare, sai? Va bene, vedrò di esserci… Ma nel frattempo acqua in bocca con tutti.”
“Ehi, che credi… io sono una donna di parola e in più sono una swiftie” 
“Davvero?” Una perfida swiftie aggiunsi.
“Davvero. Ora vai Taylor, oppure si chiederanno che fine abbia fatto”
“S-si , vado” dissi a bassa voce camminando molto lentamente.
Sentivo che la storia che mi ero poco a poco costruita si stava velocemente sgretolando e un dolore mi lacerò il petto. 
Altro che la ragazzina , ero io la perfida della situazione.
 
 
Presi l’ennesimo batuffolo di cotone e lo immersi nell’acqua, passandolo poi delicatamente su una guancia. Ok, così potevo andare. 
Presi il pettine e iniziai lentamente a districare i miei soliti nodi, che la lotta con Chris aveva solo finito per peggiorarli. 
Ma, sinceramente, ne era valsa la pena. 
Ad un tratto sentii un rumore forte, come se degli oggetti fossero caduti per terra ,e la porta di casa che veniva aperta e subito dopo chiusa con un tonfo . 
Corsi subito  in soggiorno e …
 
 
Scusatemiiiiiii !!!! 
Non ho parole per dirvi quanto mi dispiace :( Inutile che vi dica i motivi , tanto mi sentirei comunque in colpa.
E scusatemi anche se c'è qualche errore di ortografia ma l'ho appena finito e non ho riletto benissimo xD
La storia si fa interessante?? Cosa ne pensate di Amber? Recensite, mentre io risponderò alle povere lettrici che mi avevano recensito e io da ingrata non ho risposto.
*shame on me*



_never let me go : Hola!! Ce l'hai ancora quella palla da pallavolo? bene, ora la puoi usare cara. mi dispiace tantissimo :( PERDONATEMI ... Grazie comunque per la tua recensione :)


_spring_ Ciao :)
Purtroppo vi ho tenute sulle spine più di quanto pensavo, e vi chiedo umilmente scusa.. non è da me. giuro *abbassa la testa mortificata*
Grazie mille per la recensione**

Austinstitch : Grazie mille , mi fa davvero piacere che ti piace la FF , continua a recensire anche questo capitolo se ti va :) 

Tsukiko_89 : Ciao <3 quanto mi odi?? Mi dispiace cosììì tanto * sbatte la testa sul tavolo*
                     Non riesco a scrivere niente perché fa un caldo della madonna e sto letteramente svenendo sulla tastiera. Ma comunque grazie mille per le tue                                   recensioni : sono così... chilomentriche ahahah :)  Un bacio :*

Fearless13k : ciao!! Come va? Io sono la scrittrice che non aggiorna da febbraio (: Ti piace ancora la FF?
                       *prega in cinese* Recensisci ancora se non mi odi a morte <3

Tayssong : Ciao :) Sai che c'è gente che aspetta da febbraio una mia risposta? Ok, non fa ridere, ma a questo punto o rido o piango.  Aggiornato <3 
                   Veloce, vero?:) Grazie mille per la recensione :D


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Capitolo 13
*** You said you'd never hurt me. ***


                                                   You said you'd never hurt me


Non so cosa successe in seguito,  ricordo solo che Chris era scomparso, non c’era più traccia di lui da nessuna parte. 
Gli occhi iniziarono a pizzicarmi mentre lentamente voltavo lo sguardo verso un cassetto caduto a terra con tutto il suo contenuto. 
Mi avvicinai finché non vidi quello che non avrei mai voluto vedere : Il fascicolo di Chris era aperto e la maggior parte dei fogli all’interno erano stropicciati come se qualcuno li avesse chiusi in un pugno per qualche secondo.
Non era possibile, non poteva essere… quasi caddi cercando di raggiungere la finestra della mia camera e vidi quello che sembrava essere Chris camminando velocemente tenendo una sigaretta tra le dita.
Mi tastai nervosamente le tasche dei pantaloni fino a trovare l’I-Phone. 
Uno squillo.
Due squilli.
Niente. 
Partì la segreteria telefonica ed io iniziai a balbettare come facevo sempre quando ero spaventata.
“Chris, ti prego rispondi … non è affatto come pensi, non pensare subito male, lasciami spiegare, ti scongiuro” dissi interrotta da un singhiozzo “ richiamami ti prego, parliamone insieme” 
Finii la chiamata buttando il telefono sul letto.
Che stupida che ero stata ! Perché non mi ero liberata subito di quel maledetto fascicolo? Perché l’avevo tenuto per tutto quel tempo dentro il cassetto?
Mi odiavo. E odiavo anche Chris perché se n’era andato in quel modo senza volere sentire una singola parola. 
 
Sentii il telefono squillare e lo raggiunsi subito accettando la chiamata senza preoccuparmi di vedere da chi proveniva.
“Pronto?”
“Ciao Taylor, sono Maggie”
Improvvisamente mi venne voglia di piangere e lo feci, incurante di starlo per fare di fronte alla sorella del mio… di Chris. 
“Oh Taylor! Ma che diavolo è successo? Perché stai piangendo?”
“Sc-scusami Maggie io ….” non riuscii a dire più di questo perché altri singhiozzi scossero il mio petto costringendomi ad allontanarmi dal telefono.
“Io non riesco a capire… prima Chris mi ha cacciato di malo modo quando gli ho chiesto perché fosse tornato così presto a casa e tu ora scoppi a piangere? Avete per caso litigato?”
Mi ripresi velocemente, l’avevo imparato a fare nel momento in cui ero diventata famosa e dovevo ammettere che era utile in certe occasioni.
“Magari… ho paura che non mi vorrà parlare per il resto della sua vita”
“Aditittura? No, non penso . Vedrai che gli passerà”
“Maggie, tu non capisci. Lui non mi vorrà più vedere.”
“Non ti va di raccontarmi cosa è successo?” mi chiese dolcemente. 
E così lo feci, gli dissi del fascicolo e di tutto il resto.
“Wow, quanto è coglione mio fratello”
“Tu…non sei arrabiata con me?”
“Certo che no! Mica è colpa tua se quell’idiota arriva sempre alle conclusioni sbagliate! L’unico tuo sbaglio è stato quello di non averglielo detto molto prima… però penso che si possa rimediare, vieni a casa mia tra una mezz’ora , ok?”
Ma non mi diede neanche il tempo di rispondere che chiuse la chiamata.
 
Arrivai puntuale, approfittandone per fare una passeggiata, chissà se mi avrebbe schiarito le idee .
Ero decisa a farlo, gli avrei detto tutta la verità. 
Tutta, inclusa la mia identità. 
Ero davvero stanca di mentire e nel peggiore dei casi la situazione sarebbe rimasta invariata : lui non mi avrebbe parlato più. 
Lo trovai appoggiato al muro della casa mentre aveva in bocca l’ennesima sigaretta.
Osservai mentre l’aspirava profondamente e lasciava andare il fumo lentamente creando piccoli cerchi.
Questo finché non mi vede. 
Buttò la sigaretta per terra con un gesto secco, avrei voluto morire quando vidi lo sguardo che mi rivolgeva.
Odio, puro odio.
Mi fissò a lungo mentre io mi torturavo il labbro inferiore fino a quando non sentii un sapore ferroso nella bocca. Perfetto, solo il sangue mancava.
“Cosa vuoi?” mi chiese diretto. 
Rimasi pietrificata da questo tono. Lui… non l’aveva mai usato con me , era orribile.
“Chris… perché non mi hai lasciato spiegare prima?Non è affatto come pensi!”
“Perché? Cosa dovrei pensare? In che modo ho frainteso quella cazzo di cartella? Tu hai fatto delle ricerche su di me come se fossi un criminale! Perché? Perché Taylor? 
Non ti convincevo? Avevo fatto qualcosa di così sbagliato da indurti a fare delle ricerche sul mio conto? O fai così con tutti i ragazzi con cui esci?”
Sputò velenoso.
“No, non le ho fatte io quelle ricerche” 
Chris rise amaro.
“E chi allora? Il portinaio?”
“Sì.. Cioè no, non è davvero un portinaio è la mia guardia del corpo”
“Non dire cazzate”
Come facevo a rendermi credibile?Tanto peggio di così non poteva andare.
“Chi sei realmente Taylor? Perché oro come ora sei un’estranea per me” disse avvicinandosi di poco.
Presi un bel respiro. Era arrivata l’ora, il momento di dire tutta la verità.
“Il mio nome è Taylor Swift , sono una cantante”
Chris deglutì a vuoto guardando con la bocca leggermente aperta.
“Non sei una assistente”
“No”
“E… sei famosa?”
“Abbastanza” dissi non volendo ingrandire di troppo la mia fama.
Abbastanza ripeté Chris guardandomi con uno sguardo vuoto”
“Chris… credimi io non volevo fare quelle stupide ricerche! Non le ho neanche lette! Io mi fidavo e mi fido ancora di te. Non mi è mai importato cosa hai fatto prima di conoscermi o tutte le ragazze che ti sei portato a letto. Ti prego, credimi”
“E così mi hai preso in giro per tutto questo tempo eh? Brava, complimenti, ora avrai qualcosa di interessante da raccontare durante le interviste.  Immagino già le copertine : Cosa si prova a stare con un ragazzo normale? Taylor Swift ce lo svela in questo numero. Comprerò una copia, tranquilla.”
“Chris, ma che diavolo dici? Davvero tu pensi che io sia stata tutto questo tempo con te solo per vendere giornali e prenderti in giro? Beh, allora sai che ti dico? Che non mi conosci per niente perché se mi conoscessi, sapresti che non farei mai niente di tutto questo. Non ho mai finto con te Chris, mai”
Dissi con le lacrime agli occhi.
“Allora perché non mi hai mai detto la verità? Perché hai continuato a voler giocare alla fidanzata normale?”
“Perché io la voglio questa vita, Chris! Tu non hai la minima idea di quanto sia difficile la vita che conduco…! Così frenetica, difficile, stressante! Amici che stanno al tuo fianco solo per puro interesse! Continui tour, interviste, scatti fotografici! Sai dov’era finita la mia vita personale prima di conoscere te? Era finita giù per il tubo di scarico, perché uscivo con persone famose o che lo volevano diventare e i miei segreti sono sempre stati spiattellati nelle copertine dei giornali di gossip”
“Ma poi ho conosciuto te, e  mi sono detta Hey perché non essere normale per una volta tanto? Non avevo idea che questa storia sarebbe diventata così importante per me, non avrei mai immaginato che mi potessi affezionare ad una persona come ho fatto con te Chris. Quindi ho avuto paura.  Paura che se ti avessi detto la verità mi avresti lasciata.”
Finii cancellando con il dorso della mano le lacrime che erano scese mentre parlavo con il cuore in mano.
Chris fissava un punto al di là delle mie spalle. 
“Mi dispiace così tanto, non avrei mai voluto ferirti, credimi Chris” conclusi.
Mi avvicinai fino a quando non fui a pochi passi da lui. 
Anche se eravamo abbastanza vicini, riuscivo a sentire il suo profumo e non desideravo altro che abbracciarlo. 
“Io… ho bisogno di tempo per metabolizzare tutte queste informazioni, sono troppe…” concluse Chris guardandomi finalmente negli occhi.
“Ok, io ti…” stavo per dire aspetterò quando la porta d’ingresso si aprì facendo uscire una ragazza con addosso solo una camicia. 
Ed io conoscevo troppo bene quella camicia.
“Chris? Allora quando rientri? Ti ricordo che mi devi un bis” disse leccandosi le labbra.
Mi sentii male, avevo bisogno di un bagno. Un coniato di vomito si fece largo nel mio corpo.
“Jennifer, vattene ora sono occupato”
Disse secco Chris mentre la ragazza mi squadrava dalla testa ai piedi. 
Indietreggiai senza rendermene conto, e inizia a correre più veloce che potevo.
Sentivo in lontanaza Chris che mi chiamava gridando ma ero troppo concentrata ad immaginare cosa avevano fatto quei due in quella casa per prestargli attenzione. 
Erano passate solo tre ore da quando avevano litigato e lui si era subito consolato con la prima che gli era capitato. 
Non ci poteva credere. Che razza di umiliazione, le mie guance erano ancora una volta rigate da dolorose lacrime che lasciavano una scia di fuoco ogni volta che scendevano giù per le gote. 
Raggiunsi casa in meno di dieci minuti e puntai dritto il letto, coprendomi la testa con la coperta e permettendo agli occhi di lavare ancora e ancora le guance arrossate. 
Il mio telefono non aveva smesso per un secondo di suonare, abbandonato lì vicino a me.
Non lo volevo sentire, quel bastardo.
Ora ero io che lo odiavo con tutta me stessa, non avrebbe dovuto farmi una cosa del genere!
Capivo che era arrabbiato, ferito e tutto il resto, ma per arrivare a fare una cosa del genere lui …. No, lui non mi amava come lo amavo io.
“Cretina!” mi urlai da sotto le coperte.
Questo ero, solo una povera cretina che credeva di aver trovato finalmente l’amore della sua vita. 
Che stupida, eh?
Il telefono continuava a ricevere chiamate , mentre io continuavo a ricevere pugnalate, pensando e ripensando ai bei momenti passati insieme. Ed alla fine continuavo a vedere il viso di quella.
Non ero mai stata un tipo violenta, ma in quel momento avrei tanto voluto farla sparire dalla faccia della terra.
Arrivò un messaggio. 
Controllai bene da chi provenisse  prima di aprirlo.
Hi, Superstar! Allora? Ci hai pensato, spero, al tour mondiale? Se sì tra una settimana partirai da Tokio, Giappone. Allettante, vero? Fammi sapere al più presto xx
Ci pensai , avendo continuamente l’immagine di Chris nella testa ,ma subito dopo quella di Jennifer e scrissi.
Vada per Tokio J 
 
 
Ok, lo so, me lo merito. 
1 sola recensione allo scorso capitolo.
Ragazze, mi avete abbandonato? Non vi piace più la storia?
Vi prego ditemelo se è così :( 
Se  a questo capitolo  non ricevo più recensioni non so se continuerò questa storia.
Io lo scrivo soprattutto per voi, ma se non vi piace basta che me lo diciate :)
Detto questo mi dispiace tantissimo per Taylor... questo è anche il capitolo n 13 ( il suo numero fortunato) ma non è altrettanto fortunato in questa storia :/

Che ne pensate? Fatemelo sapere :*
Baci,
D.T

Twitter : @Taylanevy
ps : avete riconosciuto Jennifer? ve l'avevo detto di tenerla d'occhio ;)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** I Love You ***


                                                         
                                                           I Love You

 
 
“Ora cosa si fa?” bisbigliava Liam ad Abigail, come se  non mi trovassi davanti a loro. 
“Non ne ho idea” ammise lei guardandomi tristemente.
Ormai era da un’ora che andavano avanti così, parlottando tra loro e guardandomi ogni tanto di sottecchi.
Erano passati appena tre giorni eppure la mia mente era ferma a quel giorno in cui avevo trovato Chris con Jessica, Abigail mi aveva trovato in lacrime quando era venuta a trovarmi e , spaventata, aveva chiamato Liam il quale sembrava pronto per affrontare la terza guerra mondiale.
Mi avevano letteralmente costretto a parlare, tirandomi fuori le parole di bocca con la pinza. Quello era stato forse la parte più difficile perché avevo dovuto rivivere di nuovo tutte quelle forti emozioni , partendo dalla conversazione a… quello che c’era stato dopo.
Portai tutta la mia attenzione sulla vaschetta di gelato che avevo tra le mani, cercando di ricavarne chissà quale immagine con un cucchiaino.
“Taylor, tesoro” iniziò Abigail  “sei sicura che iniziare un nuovo tour in queste condizioni sia una buona idea?”
Sospirai. Aveva ragione ,ma che avrei dovuto fare? Stare a casa e deprimermi per tutto il tempo?
“E’ l’unica soluzione, non voglio pensarci e ripensarci ancora, starei solo più male”
“Ti ha cercata in questi giorni?” chiese Liam delicatamente.
“Io…non lo so, ho spento il cellulare”
“Ok, ora lo scopriremo” e così dicendo si alzò e corse in camera.
Sprofondai tra i cuscini non volendo sapere se davvero mi avesse cercata.
Tornò dopo pochi secondi e mi porse il cellulare.
“No…” iniziai.
“Forza, premi questo fottuto pulsante e accendi il telefono Taylor! Non fare la codarda!” 
Feci come mi disse e aspettai silenziosamente.
5.
10.
20.
30.
“30  chiamate e messaggi” risposi apatica.
“E che aspetti?Su apri i messaggi!”
“Non ce la faccio!” Urlai scaraventando il cellulare per terra.
“Va bene, tranquilla” mi rassicurò Abigail pendendomi una mano tra le sue.
“Taylor, cosa vuoi fare? Insomma si vede che ci tieni tantissimo a lui … come hai intenzione di muoverti? Non so, ti servono cani, bastoni, coltelli, asce  … tutto quello che vuoi”
Liam riuscì a strapparmi un sorriso prima che il campanello suonò all’improvviso.
“Pizza!” 
Qualcuno gridò dall’altra parte della porta.
 
“C-chris, che ci fai qui?” che domanda idiota, complimenti Taylor.
Chris mi guardò divertito, come se potesse leggermi nel pensiero e alzò la pizza con fare ovvio.
“Consegno le pizze … È il mio lavoro per il week-end” mi informò appoggiandosi allo stipite della porta.
 
Mi alzai automaticamente. Una parte di me voleva correre e rinchiudersi in camera , l’altra parte era già all’opera e mi stava trascinando verso la porta.
Misuravo i passi quasi fossero stati gli ultimi e quasi li sentivo rimbombare nella mia testa, tanto ero nervosa.
Il campanello risuonò facendomi balzare e finalmente aprii quella porta.
Ma i miei occhi non incontrarono quelle iridi verdi che amavo tanto, ma solo un paio castane a me del tutto sconosciute.
Pagai in silenzio senza rivolgergli la parola notando che mi guardava quasi spaventato. Avrei dovuto avere un aspetto davvero traumatizzante.
Presi il cartone della pizza e feci per chiudere la porta, quando il ragazzo mise un piede avanti impedendomi di chiuderla completamente.
“Scusami, devo darti questo” e cacciò dalla tasca posteriore dei Jeans un foglietto spiegazzato.
“Che cos’è?” chiesi debolmente.
“Non ne ho idea, è da parte di un mio amico, Chris” 
Aprii la bocca per respirare più ossigeno possibile e afferrai il foglio chiudendo la porta di casa con un calcio.
“Whoah, il gelato di ha dato forza, vedo” rise Liam.
La verità era che il gelato era rimasto intatto, l’unica cosa che mi dava forza in quel momento era il contenuto di quella lettera.
“Dai superstar, non tenerci sulle spine : cos’è?”
“Un messaggio da Chris” sussurrai. 
Che fine aveva fatto la mia voce?
“Evvai!” saltò di gioia Abigail.
La guardai stranita storcendo la bocca, proprio come fece Liam.
Andai a sedermi sul divano poggiando la pizza sul tavolo vuoto.
Liam e Abigail fecero altrettanto , affiancandomi.
“Dai, apri! Non sei curiosa anche tu?”
Se ero curiosa? Certo che lo ero, ma più che curiosa ero spaventata, spaventata a morte.
 
Taylor… 
ti voglio rivedere, ti devo rivedere anche se so che sei arrabbiata, ferita … L’altro giorno, tu non… avresti dovuto vedere quello che hai visto. 
Mi dispiace così tanto. Ti prego dammi una possibilità per chiarire questa situazione , dammi modo di dire la mia e poi potrai decidere se vuoi che sparisca dalla tua vita per sempre , io giuro che rispetterò qualunque cosa tu deciderai.
Ti aspetterò questa sera alle 8 al nostro parco, ti prego vieni.
Chris.
 
Lessi tutto il contenuto della lettera con voce tremolante , soffermandomi ogni tanto su qualche parola per ingoiare il rospo che si formava ogni volta che pesavo le sue parole.
 
“Allora? Che fai , ci andrai?”
“Non lo so, Liam” affermai afflitta.
“Ma certo che ci andrai, ci devi andare! Così chiarirete una volta per tutte e non avrai più rimorsi una volta iniziato il tour… pensaci Taylor, questa è un’occasione unica. 
E inoltre, cos’hai da perdere?”
“Nulla, ho già perso tutto”
Aveva ragione Liam, in effetti non potevo stare più male di così ed in fondo morivo dalla voglia di vederlo.
“Vedi?” esclamò Liam felice della sua constatazione.
“Ma quanto sei insensibile!” lo rimproverò Abigail. 
Liam la liquidò con un gesto secco della mano e si avvicinò ancora più a me. 
“Ora, non ti resta che prepararti, sciacquarti questo bel visino imbrattato di mascara colato…” ecco spiegato lo sguardo spaventato del ragazzo delle consegne “ …metterti un bel vestitino e… affrettarti, perché sono già le otto meno dieci!” urlò Liam, forse più emozionato di me.
 
Chris’ POV.
 
“Ehi Chris ,fatto” mi informò Mark scendendo di corsa le scale.
In effetti non si era proprio offerto di farmi questo piccolo favore , aveva avuto bisogno di un bel discorso e di qualche piccola minaccia.
“Grazie Mark, ora puoi andare” gli risposi cacciando dalla tasca dalla giubbotto un’altra sigaretta, la quinta in cinque minuti.
“Ai suoi ordini” scherzò Mark dileguandosi tra la folla del centro.
Chissà se sarebbe venuta…
Cacciai da un’altra tasca un piccolo foglietto nel quale avevo scritto una specie di discorso, totalmente raccapricciante, tanto che lo stropicciai e lo gettai in un cespuglio dietro di me.
Se fosse venuta, le avrei parlato senza discorsi pre costruiti, avrei colto l’attimo e sperato per il meglio.
 
 
Taylor 
 
“Taylor! Ma che diavolo fai? Sono gia le 8 e 20! Non ti stai preparando per i Teen Choice Awards! Su sbrigati o il bel principe scapperà via” Urlò da dietro la porta della mia camera Liam.
“Sì ,un secondo e esco” gridai a mia volta.
In realtà ero pronta da ben 10 minuti, ma ero rimasta immobile davanti allo specchio cercando di pensare a qualcosa di sensato di dirli. 
A come l’avrei salutato, l’avrei dovuto salutare in qualche modo, giusto? Ma come? 
Ciao Chris, che piacere vederti!! non mi sembrava il più appropriato e neanche Brutto bastando che vuoi ancora da me!?!  poteva andare bene.
Sospirai ed uscì dalla mia camera, dove Abigail e Liam stavano parlando e scherzando tra di loro.
Quanto li adoravo, erano davvero gli unici di cui mi potessi fidare ciecamente e in qual momento erano il mio unico punto di riferimento.
“Ok, sono pronta, andiamo” dissi incamminandomi verso l’uscita.
“Ehm, andiamo? No bella, tu ci andrai da sola. Non ti aspetterai davvero di trovarci vicino a voi due facendo i reggi-candela, vero?”
“Ma…”
“Niente ma, vai e fagli vedere chi comanda a quel camionista! Noi ti aspetteremo tutta la notte qui”
Provai a dire un lui non è un camionista! ma ci rinunciai nel momento in cui mi buttarono letteralmente fuori dalla casa.
Diedi un’occhiata all’orologio e mi resi conto di essere in ritardo di ben mezzora.
Corsi più veloce che potevo e finalmente raggiunsi il famoso parco dove Chris pochi mesi prima mi aveva chiesto di essere la sua ragazza. 
Camminai cercando di non mettere i piedi nelle pozzanghere che si trovavano sulla stradina e lì lo vidi.
Mi nascosi velocemente dietro un albero e lo spiai silenziosamente,forse per vigliaccheria o forse perché volevo ammirarlo con calma.
Il mio cuore fece un triplo salto mortale mentre lo vedevo illuminato solo dalla poca luce che emanava un lampione lì vicino.
Era bellissimo.
I miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime ripensando a quanto mi era mancato ed a quanto mi aveva fatto soffrire.
Lo vidi aspirare avidamente sempre una sigaretta, era nervoso, si vedeva benissimo.
La finì e diede  un’occhiata veloce al suo polso, dove con molta probabilità c’era un orologio e imprecando girò la schiena e fece per andarsene.
Ora o mai più, mi dissi.
“Chris!” lo chiamai ad alta voce. Lui per tutta risposta si girò immediatamente con sguardo perso.
“Taylor… sei venuta.” disse avvicinandosi.
 Riuscivo a vedere lo splendore nei suoi occhi non appena questi si posarono su di me e poi qualcosa successe.
Fu come una scossa che mi percosse tutta la schiena , da capo a piedi che mi fece avvicinare a Chris al punto da essere pochissimi centimetri l’uno dall’altra.
“Pensavo che non saresti venuta” mi disse accarezzandomi una guancia.
“Anche io” risposi prima di baciarlo lievemente sulle labbra.
Era evidente che non si aspettasse una reazione del genere, ed a dirla tutta neanche io, fatto sta che non perse tempo e mi circondò in un abbraccio di ferro , baciandomi con più trasporto. 
Se mi erano mancate le sue labbra? 
Sì, tantissimo. Come ad un malato mancano le sue medicine , come ad un drogato manca la sua droga, forse anche di più.
 Questo era decisamente l’ultimo dei modi a cui avevo pensato per salutarlo, immagino che un Ciao Chris sarebbe andato bene lo stesso.
Ma un piccolo flash mi fece staccare da Chris e rendermi più lucida. 
Quello flash portava l’immagine di Chris e Jessica insieme, probabilmente anche lei aveva assaggiato queste stesse labbra e con altrettanto probabilità anche lui l’aveva stretta tra le sue braccia, proprio come aveva fatto con me pochi secondi prima.
“Chris, io non posso..” gli dissi spingendolo leggermente sul petto.
Lui annuì, facendomi capire di aver compreso il motivo del mio distacco.
“Ti va di fare una passeggiata?”
“Ok…”
Così iniziammo a camminare , l’uno affianco l’altro , niente contatti fisici se non per il suo braccio che ogni tanto sfiorava il mio.
“Come stai , Taylor?”
“Ti devo proprio rispondere?” Incredibile.
“No, hai ragione” disse forse divertito dal mio tono alterato.
“Mi dispiace, ok? Mi dispiace da morire, non avrei dovuto farti quello che ti ho fatto. Sono stato un coglione…”
“Idiota…” aggiunsi
“Bastardo..”
“Stronzo” conclusi io con un sorriso.
“Sì, stronzo mi mancava “ rise lui, diventando subito dopo serio.
“Io non so davvero cosa dirti, come atteggiarmi, so che il mio comportamento non ha scusanti, ma ero davvero ferito e mi dovevo sfogarmi in qualche modo…”
“Ah, e quindi hai pensato di andare a letto con un’altra poche ore dopo che sei scappato in quel modo da casa mia? Molto maturo, Chris.” commentai acida.
Poi aggiunsi “Sono stata davvero male a causa tua, tu non  puoi neanche immaginare cosa ho provato quando ho visto quella con addosso la tua camicia, tutto il mondo mi è crollato addosso Chris, io ora ho quasi paura a fidarmi di nuovo di te…”
“Lo so, sono stato infantile ma mi sono pentito subito di quello che ho fatto, di quello che ti ho fatto. Ti prego, devi credermi e farò in modo di riconquistare la tua fiducia, anche se ci vorranno mesi e mesi.  Se solo ripenso al tuo sguardo ferita, Dio mi viene voglia di prendermi a schiaffi da solo”
“Se vuoi ti do una mano..” gli proposi .
“Se questo servirebbe a farmi perdonare? Prendi pure i guantoni da box”
“Non ho bisogno di quelli” mi vantai.
“Oh,oh, qualcuno qui vuole fare la dura” rispose divertito Chris spingendomi leggermente.
“Taylor, dimmi che mi perdoni” disse guardandomi negli occhi, aggiungendo. “E la prima e ultima volta che succede, anche perché non ero proprio sobrio..” ammise.
“Chi è lei?” chiesi ricordando la ragazza.
“Si chiama … Jessica, mi sembra. L’ho incontrata in un pub, e prima che tu me lo chieda … no, non provo assolutamente nulla per lei.”
“Mi è sembrata una ragazza piuttosto carina” ammisi imbronciata.
“Mai quanto te”  rispose prendendomi per mano.
Sorrisi involontariamente.
“Quindi, ricominciamo tutto da capo? Senza bugie, tradimenti o cose del genere superstar?”
“Quindi anche tu mi hai perdonata?” chiesi speranzosa.
Ok, lui mi aveva tradita, ma io gli avevo mentito per mesi sulla mia identità.
 Sotto questo punto di vista eravamo pari.
“Sì, e per la cronaca ora amo la musica country”
“Ma davvero?”
“Sì, soprattutto la cantante che la produce” 
“Mi fa piacere” risi “ ma … questo non cambia nulla Chris” dissi triste.
“Che vuoi dire?” mi chiese improvvisamente serio.
“Io… tra pochissimi giorni devo partire, per un tour…mondiale”
Lasciai in questo modo la sua mano e mi allontanai un pochino.
“Non è possibile…” scosse la testa Chris.
“Mi dispiace Chris” e mi girai intenta ad andarmene prima che le lacrime scendessero di nuovo.
“Te ne vai così?” Chiese afflitto.
Non risposi, mi limitai a proseguire la camminata.
“E se ti dicessi che mi dispiace?”gridò Chris .
Nell’oscurità le sue parole rimbombavano in tutto il parco .
 Mi fermai , ma ripresi a camminare più velocemente.
“E se ti dicessi che farei qualunque cosa per te?” urlò più forte Chris.
Mi ribloccai, ma continuai la mia corsa.
“Taylor!” “E se ti dicessi che ti amo?”
Gridò con fare disperato Chris, quasi quelle parole li costassero un dolore fisico.
Questa volta mi bloccai ma invece di continuare a camminare mi voltai a bocca spalancata verso di lui.


 
 
Hola  :)
Siamo arrivate ad un punto cruciale della storia, lui finalmente ha capito gli errori che ha commesso e le ha detto che la ama **
Non ve la prendete troppo con Chris, se pensate al suo passato, per lui fare queste cose è quasi normale, ma ora sta iniziando a capire ( e poi su, dopotutto è sempre un maschio, ci mette un po di più per capire u.u)
Cosa ne pensate? Il prossimo capitolo è quasi pronto, perché sono brava e ho deciso di non farvi aspettare troppo, anche se questo significa scrivere a tutte le ore del giorno ahahah :)
Ok, ora vado, aspetto con impazienza le vostre recensioni
Un bacione,
D.T
 
TWITTER : @Taylanevy

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Capitolo 15
*** Please, stay. ***


                                                            Please, stay.

 
“E se ti dicessi che ti amo?”
 
“Chris…” sussurrai a corto di parole.
“Ti prego, Taylor, non…” sospirò “non partire, rimani qui con me”
“Chris lo vorrei tanto, credimi, ma ormai ho dato la mia parola e non mi posso più tirarmi indietro”
“Non puoi neanche posticiparlo?” disse raggiungendomi velocemente.
“Io ti amo, Taylor” “ e non è affatto facile ammetterlo” disse con un mezzo sorriso, visibilmente imbarazzato.
“Forse è meglio che la finiamo qui Chris” pronunciai le parole che mai avrei voluto dire.
Chris si guardò intorno respirando profondamente.
“Dimmi solo una cosa…. mi hai perdonato?”
“No” ecco, secca e coincisa, così avrei dovuto essere dall’inizio.
“Non importa”
“Ma che diavolo…?”
Non mi lasciò finire e a un tratto non sentii più la terra sotto i piedi, perché Chris mi caricò su una spalla.
“Chris!! Che fai?!”
“Shh, fai silenzio” disse dandomi una pacca sul sedere.
Vidi dei passanti ridere al nostro passaggio, mentre altri erano più scandalizzati.
“Mettimi giù!Ma cosa ti è preso?”
“Ti rapirò per questa notte” rispose fiero.
“Tu cosa? Dai fammi scendere!”
Chris non mi degnò di una risposta , e continuò a camminare indisturbato fino a quando fu costretto a mettermi giù a causa del traffico serale.
“Finalmente!” dissi aggiustandomi i capelli ora del tutto spettinati, poi aggiunsi “Ma sei impazzito o cosa?”
“Tu ora verrai con me” e così dicendo si avvicinò ancora di più a me , fino a lasciarmi un bacio sulla guancia.
Mi guardai intorno e notai una decina di paparazzi appostati dietro un cespuglio intenti a scattare delle foto a… noi due!
“Merda!” imprecai.
“Che succede?” si allarmò Chris.
“Ci sono i paparazzi, lì dietro i cespugli” squittii.
“Vieni qui” disse aprendo la felpa e avvicinandosi a me.
Rimasi due secondi sensa sapere cosa fare : avrei dovuto accettare il suo aiuto? 
Poi decisi.
Mi coprii come potevo appoggiandomi al petto di Chris e abbracciandolo.
Questa vicinanza era così giusta che per un momento persi la cognizione del tempo e luogo, mi dimenticai anche delle ragione che ci avevano spinto ad allontanarci ,concentrandomi unicamente sul profumo di Chris ed il calore che il suo corpo emanava.
“Hey…” disse quando mi strinsi più forte a lui.
Mi stampò un bacio sulla fronte, soffermandosi quel tanto per sentire il ritmo del suo cuore diventato più veloce combaciare perfettamente con il mio, che per tutto il tempo non aveva smesso di battere troppo rapidamente.
“Andiamo” disse cominciando a camminare.
Dopo qualche minuto giungemmo alla macchina e salii sul posto del passeggero in fretta, non prima di aver dato un’occhiata alle mie spalle.
Chris fece lo stesso, lanciando uno sguardo scocciato ai paparazzi che nel frattempo si erano avvicinati lentamente a noi.
Accese il motore e partì con una sgommata.
“Stai bene?” Mi chiese staccando gli occhi dalla strada solo per un secondo.
“Io sì, tu piuttosto, non sei molto abituato mi sembra” costatai con un filo di voce.
“E cosa te lo fa credere?Guarda che sotto questa felpa si nasconde un fisico mozzafiato! In effetti sono un modello, certo che sono abituato ai flash”
“Ma piantala!” dissi colpendolo ad un braccio.
Era incredibile il modo in cui Chris riusciva a rendere una situazione tesa o imbarazzante in una del tutto nuova , divertente facendomi ridere e alleggerendo l’atmosfera.
“Devo ammettere che in realtà è divertente, e se il risultato è riaverti spalmata addosso, allora posso dire di adorare i paparazzi”
“Non sono così sicura che sarai della stessa idea domani , quando le nostre facce  saranno incollate sulla copertina di qualche giornale di gossip o magari sulla facciata di qualche autobus di linea, Chris”
“Bene, così tutti sapranno che sei impegnata.”  “Con me.”  aggiunse con fare ovvio.
Lo guardai sbalordita.
Gli avevo appena detto che non l’avevo affatto perdonato per il suo tradimento, ma a quanto pare non aveva afferrato il concetto.
“Io non sono impegnata con te. Non più” dissi con una nota di tristezza.
“Non ancora per molto” mi corresse Chris guardandomi determinato.
“Sì, ok come vuoi tu. Ora riportami a casa” dissi scocciata.
Ne avevo abbastanza, non avrei dovuto reagire come una stupida ragazzina in preda ai suoi ormoni quando l’avevo rivisto … pessima decisione.
Chris sbuffò , passandosi una mano sul volto visibilmente stanco.
Ok, lo ammetto: ero lunatica e non ci potevo fare assolutamente nulla. In più il suo comportamento non aveva fatto altro che peggiorare la poca stabilità mentale che avevo in quei giorni.
“Dammi almeno quest’ ultima possibilità! E non parlo di tornare subito insieme, ma lascia che trascorriamo un po’ di tempo ,solo io e te”
La suoneria del mio cellulare mi salvò dalla difficile risposta che avrei tanto voluto affliggere a Chris : un grande NO.
Presi l’I-phone e risposi.
“Allora? Com’è andata?” squillò la voce di Liam dall’altra parte del telefono.
“Non posso parlare in questo momento”
“Ah,sei con lui.Allora limitati a dire sì o no, ok? Io e Abigail non stiamo più nella pelle, vogliamo  sapere cos’è successo! E nel frattempo abbiamo anche  svaligiato la tua dispensa, spero non ti dispiaccia”
Sbirciai Chris che mi osservava incuriosito, ma non appena intercettò il mio sguardo, rivolse il suo verso la strada.
“No, vai avanti” risposi piuttosto annoiata.
“Ok, allora, ho preparato le domande su un foglietto … Abigail! Caccialo fuori che è arrivato il momento clue!”
Scossi la testa, il modo di fare di Liam stava diventando sempre più straziante.
“Uhm, ecco ci siamo.” sentii il rumore della carta che veniva maneggiata  “Domanda numero uno : avete fatto pace?”
“No”
“Ah, allora passiamo subito alla tre : hai intenzione di farci pace?”
“N-no” dissi guardando per un secondo il volto do Chris che ignaro di queste ridicole domande continuava a guidare verso chissà dove.
“Uffa, in questo modo devo saltare fino alla dieci! Ma va bene, non mi scoraggio. Domanda numero 10 : ti ha almeno chiesto scusa?”
“Sì”
“Undici : ti ha ficcato la lingua in gola?”
“LIAM!” urlai non riuscendo a credere all’insensibilità del mio migliore amico.
Chris sussultò per lo spavento, ma non tolse gli occhi dalla strada.
“Che c’è? Pura e semplice curiosità” e quasi riuscivo ad immaginare la sua espressione corrucciata.
Poi continuò : “ e comunque non hai ancora risposta alla mia domanda, mi sembra”
Mi agitai sul sedile, staccando un po’ la cintura di sicurezza dal mio corpo, giusto per riuscire a respirare più liberamente.
“Sì” ammisi in fine.
“Ma ora mi costringi a tornare alla domanda numero cinque! Sei un totale disastro Taylor!”
Ah, io? Non potendo più giocare a quel gioco dissi :
“Ora devo entrare in galleria, ti richiamo il più presto possibile. Ma tu non farlo, non mi chiamare più per oggi” 
“E’ vecchia come scusa .questa della galleria, ma va bene. Io e Abigail continueremo a mangiare cioccolata e spettegolare su voi due.”
“Beh, buon divertimento allora” ammisi ridendo.
“A te, cara” e dicendo così chiuse la chiamata.
Finalmente riposai il telefono nella borsa e mi girai verso Chris.
“Tutto ok?” chiese timidamente.
“Cosa intendi per tutto ok? La situazione che si è venuta a creare tra noi due o il fatto che non dovrei stare seduta qui affianco a te? Cosa esattamente, Chris?”Sbottai.
“Intendevo la chiamata, mi sei sembrata … nervosa”
“Non dovrei? Ok, allora fingerò di essere felice. Ma come sono felice che il mio ex mi abbia tradito e che ora mi stia portando non so dove! magari mi farai conoscere questa Jessica eh? Potremo diventare migliori amiche! Certo, io non ho la sua stessa esperienza in fatto di umini ma..”
“Basta” disse deciso Chris afferrando con forza il volante.
“Perché? Starei raccontando cavolate?”
“No, ma smettila di addossare tutta la colpa su di  me”
Aprii la bocca incredula. Cosa stava insinuando, che era colpa mia se era finito nel letto di Jessica?
“Quindi ora è colpa mia eh?”
“Anche tu non sei stata un granché come fidanzata, o sbaglio? Sì, in effetti non mi hai mentito per mesi e mesi su te stessa, no?” sputò velenoso.
Abbassai il capo, aveva centrato in pieno.
Se c’era una cosa che mi faceva azzittire subito, era questa questione e a quanto pare lui lo sapeva perfettamente.
Mi limitai a guardare fuori dal finestrino, volendo porre fine a questa discussione che stava degenerando.
Non sapevo più chi aveva torto o ragione : ognuno di noi aveva sbagliato in qualcosa e tutt’e due avevamo commesso degli errori molto importanti .
“Scusami” disse all’improvviso Chris e io non feci altro che girarmi con tutto il busto verso di lui.
“Ok, per il momento lasciamo stare quest’argomento. Ora , per favore, dimmi dove mi stai portando”
Ma Chris scosse la testa sorridendo.
“Non posso” ammise per nulla dispiaciuto.
Sbuffai sonoramente, cosicché anche lui mi sentisse molto bene. 
Se era un’altra delle sue tattiche per convincermi a stare con lui, avrebbe fallito miseramente, perché ormai  ero sicura della mia decisione, soprattutto con l’imminente tour mondiale.
Eppure stare così vicino a lui, ma senza poterlo toccare mi faceva sentire … triste , persa e lo odiavo profondamente per questo. O forse odiavo me stessa per il fatto di  provare ancora queste emozioni.
Non mi accorsi della macchina che si fermò fino a quando Chris non spense il motore e finalmente guardai dove ero stata portata.
“Casa tua?” chiesi sorpresa.
“Esattamente. L’ultima volta che sei venuta , non è andata molto bene ma oggi ho bisogno del tuo aiuto” disse guardandomi negli occhi.
“Aiuto per cosa?” chiesi scettica incrociando le braccia.
“Ora lo vedrai” e dicendo così uscì dall’auto e mi aprì la portiera.
“Grazie” mormorai, intenta a capire cosa diavolo stesse succedendo.
Passammo per il buio giardino fino ad arrivare alla porta.
“Ok…” disse Chris agitato prima di aprirla.
Fui accecata dalla forte luce che ci aveva travolto appena aperta la porta e aspettai pazientemente che i miei occhi si abituassero a quella nuova situazione.
Poi li vidi. 
Gente. Tanta gente che chiacchierava sommessamente , altri che mangiavano e altri ancora che ballavano.
“Ma che…?”
“Ti presento la mia famiglia. Tutta” mi disse Chris spingendomi leggermente in avanti per poter richiudere la porta.
“La tua famiglia?” bisbigliai girandomi verso di lui con gli occhi da cerbiatto smarrito.
“Sì” ammise guardandomi a disagio.
“E perché mai mi stai portando a una cena di famiglia?” domandai allargando le braccia con fare disperato.
“Io non ho potuto evitarlo … Avevo già parlato a tutti di te … e.. ti prego, fallo per me : non lasciarmi qui solo” disse prendendomi una mano e incrociandola alla sua.
Sbuffai risentita. 
Mi avrebbe potuto anche avvisare, almeno non mi sarei presentata in quello stato.
Intendiamoci, non ho detto che avrei accettato, ma se proprio doveva presentarmi la sua famiglia, avrei preferito di gran lunga essere vestita meglio.
“Christian, finalmente” si unì una voce femminile.
“Mamma” la guardò lui sempre più a disagio.
Sua madre non perse tempo a parlare con il figlio ma volse la sua attenzione a me.
“Lei è Taylor” 
“Ciao cara! Ho sentito parlare così tanto di te che è come se ti conoscessi già. Io sono Isobel, la mamma di Chris”
Strinsi la mano che mi porse , sorridendo.
“Molto piacere signora” cantilenai da perfetta fidanzatina.
“Ma quanto sei bella” rispose questa, osservandomi da capo a piedi.
“Ok, mamma ora puoi continuare ad intrattenere gli ospiti. Ci penso io a Taylor” intervenne Chris che in tutto quel tempo aveva assistito silenziosamente alla piccola conversazione.
Isobel mi sorrise per l’ultima volta e girò i tacchi, facendo esattamente ciò che le aveva suggerito il figlio.
Ma per qualche strano motivo sapevo che non era finita lì.
“Solo per stasera. Te lo chiedo per favore , rimani. Puoi anche non parlarmi per tutta la serata se ti fa sentire meglio
“No, non mi farebbe sentire meglio” ammisi guadagnandomi un sorriso da parte di Chris.
“Però questo non significa che non sono arrabbiata. Anzi” chiarii subito, a scanso di equivoci.
“Sissignora” rispose lui assumendo una smorfia divertente.
 
                                               
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** The Last Kiss ***


                                                                             The Last Kiss
 
“Solo per stasera. Te lo chiedo per favore , rimani. Puoi anche non parlarmi per tutta la serata se ti fa sentire meglio”
“No, non mi farebbe sentire meglio” ammisi guadagnandomi un sorriso da parte di Chris.
“Però questo non significa che non sono arrabbiata. Anzi” chiarii subito, a scanso di equivoci.
“Sissignora” rispose lui assumendo una smorfia divertente
 
“Dammi un secondo” dissi cercando di sistemarmi i capelli.
Chris mi guardava silenziosamente andando avanti e indietro con il busto improvvisamente molto a disagio.
“Ti voglio dare qualcosa” esclamò poco dopo.
“Ah sì? Cosa?”
“Girati”
Feci come chiesto e aspettai.
Lo sentii frugare nelle taste e poco dopo spostarmi i capelli i capelli di lato.
Sbarrai gli occhi e aspettai impaziente.
Poco dopo sentii un oggetto freddo posarsi sul mio collo e guardai giù.
“Chris..” mormorai senza fiato.
Era una splendida collana con un ciondolo a forna di cuore.
Semplice ma bellissima.
Chris indugiò un po' troppo sui miei capelli, ma poi si riscosse allontanadosi.
“Te l’avevo comprato prima che tutto questo casino succedesse,  mi sembrava giusto dartelo, è per te”
Rimasi girata di spalle mentre pensavo a cosa dirgli.
Mi piaceva troppo, ma avevo paura di alimentare il lui false speranze.
Io sarei partita per quel tour e non lo avrei  visto mai più.
Era la cosa migliore per entrambi.
Ma allora, perché faceva così male?
“Grazie è bellisima” dissi tirando su con il naso.
Non avevo intenzione di piangere ancora una volta e così mi asciugai in fretta una lacrima sfuggita al controllo.
Chris mi girò prendendomi una braccio e stringendomi in un abbraccio disperato.
Si staccò giusto pochi centimetri da me e fece per avvicinare le sue labbra alle mie.
In quell’istante la porta si spalancò ed entro una Meggie furiosa.
“Che cazzo stai facendo?” urlò verso Chris.
“Mi hai lasciata da sola con quelle pesti che ,mi sembra, siano anche tuoi cugini!”
Poi si accorse della mia presenza.
“Taylor!” disse avanzando verso di me e abbracciandomi.
“Mi dispiace tantissimo per quello che ha fatto questo coglione di mio fratello”
Risi.
“Già”
Si girò lentamente verso Chris.
“Vergognati” 
“Ah va bene, ho capito” “Ti aspetto di sotto” mi disse prima di andarsene velocemente.
“In questi giorni non abbiamo fatto altro che litigare” mi confidò Maggie.
“A causa mia?” 
“No, a causa sua e di quello che ha fatto con quella... cosa, che non vale neanche un tuo riccio Taylor”
Rimasi in silenzio guardandomi le mani.
“Swift, regina del country” aggiunse subito dopo ridendo.
“Già… bella bugia eh?”
“Sì, ma ti posso capire. Anche io al tuo posto l’avrei fatto… la tua bugia è perdonabile, il suo gesto non so”
“Oh Maggie, che devo fare?”  dissi prendendomi la tetsa tra le mani.
“Ecco, se io fossi in te… non so. Però mio fratello ci tiene davvero a te , glielo leggo negli occhi. Anche perché se così non fosse non si sarebbe minimamente preoccupato di venirti a cercare. Credimi, io lo conosco più di qualunque altro”
“Dagli una possibilità, sono sicura che non ti deluderà. Trovate del tempo per riprovarci”
“Non c’è più tempo. Tra poco devo partire per un tour mondiale” Ammisi sedendomi sul letto.
Meggie fece altrettanto guardandomi dispiaciuta.
"E non lo potresti spostare questo tour? Sapevo che le VIP potessero avanzare ogni tipo di pretesa, anche quelle più assurde!"
"No.. non quando  migliaia di persone lavorano giorno e notte per te, per far quadrare tutto e rendere gli spettacoli speciali. E poi, stare lontana da Chris mi aiuterà a lasciarmi questa storia alle spalle per un po' . E' la cosa migliore... almeno credo"
Maggie sospirò.
"Mi dispiace Taylor... io mi sento terribilmente in colpa per tutto questo!"
Mi accigliai.
"Cosa intendi dire?"
"Quella sera, quando ho viso Chris sconvolto dalla tua confessione e quando è venuta Jessica, io non ho fatto nulla per fermalo! Nulla! Avrei potuto farlo ragionare, dirgli di aspettare, di riflettere un po di più su quello che stava succedendo e invece mi sono rintanata nella mia stanza senza fare niente." "Che razza di sorella e amica sono? Perdonami" Disse con occhi lucidi.
"Maggie? Ma stai scherzando? Tu sei forse l'unica qui in mezzo a non avere nessuna colpa! Gli unici che abbiamo sbagliato siamo io e Chris. Soltanto noi due, mettitelo in testa."
"Sì, ma..."
Una suoneria di un messaggio ci fece sobbalzare. 
Guardammo per terra ed era il telefono di Chris. 
Maggie lo raccolse per terra e fece per aprirlo.
"No, aspetta. Forse è meglio che lo porti a Chris."
Maggie mi guardò sorridendo.
"Andiamo, non dirmi che non muori anche tu dalla curiosità di vedere di chi è."
Beh, in effetti...
"No!" mentii.
"Io sì invece." e aprì il messaggio"Ma guarda, è di Jessica" Disse agrottando le fronte.
Le presi il cellulare di mano e aprii il messaggio.
 
Dobbiamo parlare, sono sotto casa tua. Scendi!
 
"Vai" disse Maggie.
"Cosa? E che le dovrei dire?"
"Penso che desideri anche tu un chiarimento, no? Questa è la tua occasione".
Aveva ragione, ora volevo anch'io un confronto con quella donna. 
Scesi di corsa le scale, facendo attenzione a non farmi notare da Chris e facendo un grosso respiro aprii la porta. 
Eccola la. Appoggiata ad una macchina con i capelli lunghi che le ricadevano sul volto perfetto.
"Ciao" iniziai. 
L'educazione prima di tutto.
Sembrò molto sorpresa dalla mia comparsa, ma si ricompose subito.
"Ciao" rispose beffarda, per poi continuare " Mi aspettavo di vedere Chry , non di certo te!"
"E invece ci sono io. Mi devi delle spiegazioni, molte"
"Non penso proprio, non ho fatto nulla di male in fondo"
Respira Taylor. 
Respira.
"Ah quindi per te è normale spassarsela con ragazzi impegnati , giusto? Che stupida che sono  per avertelo chiesto!"
"Se fosse stato impegnato, non sarebbe venuto a letto con me"
Bam.
L'avete sentito? Quello era il mio cuore appena ricomposto che si rifrantumava in mille pezzi. 
Di nuovo.
La cosa incredibile era che non aveva tutti i torti. 
Mi girai per andarmene, quando Jessica mi afferrò per la giacca.
"Lascia stare Chry, hai avuto la tua occasione ma l'hai persa. Ora è il mio turno , fatti da parte."
Con uno stattone mi liberai dalla sua presa ,e con gli le lacrime agli occhi le dissi:
"Tranquilla,è tutto tuo."
Solo io sapevo quanto mi costava dire quella frase.
Più di mille pugnalate al petto.
Solo io lo sapevo.
Jessica sorrise vittoriosa e girò i tacchi, andandosene lentamente.
Avevo l'irrefrenabile voglia di fare altrettanto, ma avevo fatto una promessa a Chris, l'ultima promessa che avrei mantenuto.
Così ritornai in casa asciugandomi l'ennesima lacrima sfuggita al mio controllo in tempo per vedere Chris scendere di corsa le scale preoccupato.
Quando mi vide tirò un sospiro di solievo.
"Cosa è successo? Come stai? Dov'è Jessica?" 
Scossi la testa. "Nulla, andiamo a conoscere la tua famiglia"
Chris non la smise di fissarmi, ma non disse niente.
E fu così che passai da un parente all'altro fingendo di essere la felice fidanzatina di Chris, cercando di mascherare come meglio potevo il mio dolore.
Avevo deciso, l'indomani sarei partita per sempre e non l'avrei visto mai più.
Mai più.
Cos' la serata passò tranquilla e mentre Chris cercava ogni scusa possibile per prendermi la mano o accarezzarmi il braccio,  io da perfetta masochista qual'ero non mi allontanavo.
Maggie mi raggiunse lanciandomi un'occhiata preoccupata ma io la rasserenai con un piccolo sorriso.
Mi sarebbe mancata... mi sarebbe mancato tutto, la sua amiciza, le sue battutine, la sua dolcezza.
Quando la serata giunse al termine la abbracciai forte, sapendo che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei rivista.
E quando Chris mi riaccompagnò a casa il mio umore non aveva fatto altro che peggiorare.
"Taylor, vuoi dirmi che vi siete dette tu e Jessica?"
"Niente di importante." mentii.
"Ma perchè fai così?! Qualcosa è dovuto succedere, lo vedo dal tuo viso! Ti prego dimmelo."
Singiozzai piano, coprendomi il viso con le mani.
Sentii Chris togliersi la cintura di sicurezza e abbracciarmi , respirando piano.
"Scusami, non volevo essere agressivo. Voglio solo sapere." Alzai il viso e trovai il suo a pochissimi centimentri dal mio.
Visto che era l'ultima volta che lo avrei rivisto tanto valeva seguire il mio istinto.
Così mi avvicinai ancora di più e lo baciai.
Era un bacio disperato, il mio.
Avevo bisogno di sentire la sua bocca sulla mia per un'ultima volta, per poter partire senza rimorsi.
Chris non perse tempo ma cercò subito di aprofondire il bacio, facendo finire la mia testa contro il finestrino.
Rise, cercando di farmi alzare senza mai staccare la sua bocca dalla mia.
Lo attirai ancora di più (se possibile) verso di me, godendomi quel momento.
Poco dopo mi staccai, dicendomi che era tempo di andare. Gli lasciai un ultimo piccolo bacio sull'angolo della bocca e aprii velocemente la portiera, vedendo un'espressione confusa apparire sul suo volto.
Stava succedendo tutto troppo velocemente, io ero confusa almeno quanto lui, ma era anche determinata a fuggire da lui.
Dovevo solo attraversare la strada per arrivare al lato opposto dove si trovava il mio appartamento. 
Vedevo tutto sfocato a causa delle lacrime, ma proseguii lo stesso facendomi coraggio.
Qualcosa mi fece rabbrividire, ma non saprei dire  se era il freddo o un brutto presentimento.
Ma mentre la attraversavo non riuscivo a distogliere lo sguardo da Chris e la sua espressione.
Fu l'azione più stupida della mia vita e me ne resi conto solo quando  Chris ,terrorizzato, fece per uscire dall'auto in tutta fretta ,un clackson suonò ripetutamente in modo assordante e due fari accecanti  mi travolsero in pieno.



Non odiatemi :(
Per tutto : il mio ritardo, la mia assenza e questo finale. Mi è costato tantissimo scriverlo ma è necessario (purtroppo!!)
Detto questo, se vi ricordate ancora un po' la storia e se avete voglia di scrivermi sia qui che su TWITTER, sarò felicissima di rispondervi :3
Con affetto,
D.T

TWITTER: @Taylanevy

 

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Capitolo 17
*** She's Haunted ***


                                                                                         She's Haunted


Attenzione : questo capitolo contine episodi di violenza e linguaggio poco signorile che potrebbe urare la vostra sensibilità. Se siete troppo suscettibili, vi prego di non leggerlo.


Chris’s pov
Mi gettai fuori dalla macchina perdendo l’equilibrio  ma continuando a correre verso di lei.
Era impossibile quello che stava succedendo , non riuscivo a pensare lucidamente, ma seguivo il mio istinto riversandomi sul corpo inerte di Taylor.

Era stesa su un fianco , mentre del sangue cominciava a colare dalla sua testa.
Guardai quel liquido rossiccio abbandonare il suo corpo e mi sentii soffocare.

“Taylor..” la girai verso di me e prendendola tra le braccia.
Il conducente dell’auto scese iniziando a parlare a raffica , nervosamente, e una volglia matta di prenderlo a pugni fino a farlo morire si impadronì di me, ma non potevo lasciarla da sola.

“Chiama una cazzo di ambulanza!” gli urlai mentre frettolosamente  mi toglievo la giacca e gliela mettevo sotto la testa  cercando di fermare l’uscita del sangue.

Presi il suo volto tra le mani baciandole delicatamente la fronte, fottendomene del suo sangue che  ora si era posato sul mio viso ed era diventato anche un po' il mio.
Una folla si radunò attorno a noi , ma io non facevo altro che cullare Taylor sperando che l’ambulanza arrivasse presto.

“Ti prego, resisti, fallo per me! Fallo per me...”le sussurrai con voce tremante.
Finalmente il suono delle sirene si fece largo tra la starada e due paramedici scesero con una barella.
“Ragazzo, allontanati”mi dissero prendendomi per le spalle.

Feci come chiesto pulendomi le mani porche sui pantaloni.
La portarono immediatamente dentro e fecero per chiudere lo sportello.
“Io vado con lei” dissi fermamente, forse in un modo  un po' troppo  brusco, ma in quel momento era l'ultima cosa di cui mi preoccupavo.
“Sei un suo parente?”

   
Taylor’s POV
Dolore.Fastidio.Dolore.
Non provavo nient'altro, solo fastidio e dolore. Sentivo qualcosa che mi pungeva sul braccio e un fortissimo mal di testa.
Volevo piangere, ma i miei occhi non ubbidivano ai comandi. Non solo gli occhi, tutto il corpo era come se fosse diventato di qualcun'altro, non ne avevo più il controllo.

Provai a sollevare un dito, ma niente, non riuscivo a muoverlo.
Ci riprovai più concentrata, ma una fitta alla testa mi paralizzò.

Volevo portarmi la mani alle tempie per cercare di calmare il dolore, ma naturalmente non ci riuscii.
La fitta diventò sempre più intensa e qualcuno mi appoggiò una mano sulla fronte dolcemente, quasi come a non rischiare di farmi male.
Ringraziai mentalmente quell'angelo, perché grazie alla sua mano fredda riuscì a recarmi un po' di sollievo.

Un momento, ma dov'ero?
E , soprattutto, perché non riuscivo a muovere nulla?
Cosa mi era successo?

Chris's POV
Continuovo a fissare la parete bianca del muro di fronte a me, muovendo freneticamente  il piede, in preda ad un attacco di nervosismo.
"Chris!"

Mi giari e vidi mia sorella corrermi incontro. La abbracciai forte, rendendomi conto solo in quel momento di aver retto una tensione immensa sulle spalle.
"Come sta?" mi chiese Maggie guardandomi preoccupata.
"E' stata tre ore dentro la sala operatoria, aveva una emorragia celebrale o come cazzo si chiama. Hanno detto che è stata fortunata perché al momento dell'incidente era girata e ..." chiusi gli occhi al ricordo di quella scena.

"Fotuna!" risi  amaramente."Dimmi se questa si può chiamare fortuna"
Maggie mi prese le mani tra le sue.
"Sì, è una vera fortuna che non le sia successo qualcosa di più grave. Ringrazia Dio che è  ancora viva!"

"E tu, invece, come stai?" mi chiese guardandomi preoccupata.
"Come vuoi che stia... uno schifo"
"Chris, dovresti andare a casa, sei tutto sporco, stanco. Vai a dormire e poi vieni qui domani mattina"
Scossi la testa lentamente. Maggie sbuffò ma non mi disse niente.

Ci sedemmo sulle delle sedie e rimanemmo in silenzio per forse un'ora.
Avevo una rabbia mista a frustazione e non sapevo proprio cosa fare.
Mi sentivo inutile, impotente e in colpa.
Se solo non le avessi chiesto di rimanere per conoscere la mia familia, se solo l'avessi accompagnata io di persona sotto quel cazzo di  portone forse tutto questo non sarebbe successo.

"Smettila!" mi urlò Maggie.
La guardai stranito, non mi sembrava di aver parlato.
"Smettila di darti le colpa e di rimuginare sull'accaduto Chris! Non è colpa di nessuno, mettitelo in testa"
La guardai a bocca spalancata.
"Non per niente sono tua sorella! Io ti conosco meglio di quelunque altro" disse soddisfatta di aver indovinato.

Presi la giacca e uscii fuori, ignorando Maggie che mi chiamava, avevo solo bisogno di un po' d'aria.
Scesi le scale velocemente e per poco non andai a sbattere contro due persone.
"Tayloooor! Noooo!" Gridava quello che mi sembrava ricordare fosse Liam, un amico di Taylor, insieme ad Abigail.

Appena mi riconobbero si scambiarono un occhiata strana  e mi sorpassarono in silenzio, a occhi bassi.
Mi girai sorpreso, non capivo cosa avessero contro di me.

Abigail prima di sparire all'angolo, si fermò e mi chiese:
"Come sta?"
"E' appena uscita dalla sala operatoria"
"Andrà tutto bene" mi disse con voce tremante.
 Non ne era sicura nemmeno lei.
Annuii mentre sentivo un groppo in gola formarsi.
 E non ne ero sicuro nemmeno io.
 
Taylor's POV
Avevo sete , tanta sete. Ma non riuscivo a muovere neanche la lingua e nessuno aveva accennato a cosa era successo.
"Taylor, mi senti?"
Volevo urlare con tutta l'aria che avevo nei polmoni  Sì, ti sento.
"Solo Abigai, qui con me ci sono Liam e anche Maggie. stai tranquilla staremmo vicino a te. Ci dispiace tanto per quello che ti è successo, ,ma starai meglio, guarirai presto."

Liam?Abigai?Maggie? Chi erano queste persone?
Cosa mi era successo?
Sentivo un BIP martellante, quindi avevo realizzato da tempo di essere in ospedale, ma per quale motivo non lo sapevo.
Cercai di ricordare cosa fosse successo, ma non ricordavo assolutamente nulla, zero assoluto.

"T-Taylor" disse una voce maschile tirandosi su con il naso"Sono Liam, mi dispiace per non essere stato un amico perfetto per te, eri una bravissima ragazza, io-"
"Smettila, non è mica morta cretino!"
Una mano calda si posò sulla mia.
"Quando ti sveglerai mi porterai a fare shopping con te, ti piace? Poi potremo sparlare su mio fratello e rimpilzarci di quella torta al cioccolato che sai fare solo tu, ti va?"disse una voce femminile scoppiando in lacrime all'ultima domanda.

"Prometto di non mangiare più di nascosto e di non finirti più le tue scorte di merendine e di quelle caramelle gommose alla fragola che ti piacciono tanto, perché sì,sono stato io a finirle la settimana scorsa. E prometto anche di non rovistare nel tuo armadio e di fregarti i cappellini. Ma per favore, svegliati!" supplicò ancora quella voce maschile.

"E io cosa posso dirti? Sarò ancora più presente se avrai voglia di tenermi come amica, tutto qui. Ti ricordi quando da piccole improvvisavamo un palco a casa tua salendo sopra il tavolo da pranzo e cantavamo a squarcia gola anche se i nostri unici spettatori erano dei pupazzetti? Guardati ora Tay, il tuo sogno è diventato realtà, non puoi rovinare tutto, io ti ordino di svegliarti. Fallo per noi!"
Ero sorpresa dalla dolcezza di quelle parole, ma non cambiava il fatto che io non conoscessi  quella gente.


Chris's POV

Faceva freddo fuori, ma quell'aria mi aiutò ad eliminare la puzza di disinfettanti che avevo respirato in ospedale.
Che codardo, eh? Invece di starle vicino scappavo lontano.

Un mazzo di fiori catturò la mia attenzione e una persona in particolare mi fece scattare in avanti.
Era il tizio che l'aveva investita.
In quel momentò non mi fermai a pensare ,ma mi avventai sull'uomo sbattendolo contro il muro.

Non mi importava di nulla, sapevo solo che era lui la causa per cui Taylor era ricovarata in una stanza d'ospedale in bilico tra la vita e la morte.
E lui me l'avrebbe pagata.
"R-ragazzo, calmati" mi supplicò quando lo stattonai ancora più forte.
Quando ero ferito la parte più violenta di me emergeva , quella parte che avevo sperato di non rivedere mai più, quella parte che mi aveva messo nei casini più di una volta.

"Che cazzo ci fai qui?! Vattene o giuro che ti ammazzo" urlai non avendo più il controllo di me stesso.
"Sono solo venuto a portarle dei fiori" tossì" Mi dispiace tanto, io non l'ho vista!"
Non allentai la presa, il mio cervello stava rivivendo ancora una volta quella scena straziante.
"Fanculo" gli sputai velenoso, per poi lasciarlo andare.

Corsi via, non avevo il coraggio di vederla, non ancora almeno.
Stavo per cacciarmi una sigaretta quando qualcuno mi prese per un braccio.
Mi guardai attorno e riconobbi dei volti famigliari.
Rob,Seth,Dick,Dan, Mark... un momento, Mark?
Lo guardai infuriato, che cazzo ci faceva con gente del genere? Gli avevo detto chiaramente di non averci niente a che fare, erano  pericolosi.

"Chris, chi si rivede! Che fai da queste parti? Questo è il nostro territorio"parlò Rob, quello che doveva essere il loro capo o qualcosa del genere.
Mi guardai intorno e in effetti ero arrivato a un brutto quartiere, ma non me ne ero nemmeno reso conto.
"Non sono cazzi tuoi" risposi voltandomi per andarmene, ma fui bloccato una seconda volta.
"Toglimi le mani di dosso.Non te lo ripeterò una seconda volta" dissi tagliente.
Rob e gli altri scoppiarono a ridere.

"Ooh, attento Chris oppure la tua reputazione di bravo ragazzo potrebbe andare a puttane.Ma tu ricordi com'eri prima, vero?"
Che razza di domanda! Certo che me lo ricordavo, e avevo fatto di tutto per cambiare.
"E ricordi anche come ci hai messo nella merda parlando con la polizia, vero? Non abbiamo più avuto modo di parlare, ma oggi è la giornata perfetta, guarda : le stelle brillano , visto che a quanto pare sei diventato un romanticone, da quello che mi dicono"
Guardai Mark disgustato, lui era l'unico di sapere della mia relazione con Taylor.
Mark abbassò imbarazzato lo sguardo e io mi rivolsi a Rob.

"Dimmi che vuoi e la finiamo qui. Oggi non è giornata. Per niente"
"Oh sì, giusto abbiamo saputo del piccolo incidente della tua fidanzatina, mi dispiace tanto"
Risi amaremente" Dai Rob, falla finita. A te non è importato un cazzo di nessuno. Prima che me ne andassi eri il mio cagnolino ma appena io ho cambiato vita tu non hai perso tempo e hai cercato di sostituirmi. Com'è essere la seconda scelta , eh Rob?Se pensi che questi siano tuoi amici, ti sbagli. Sei un coglione se pensi che non ti pugnaleranno alle spalle non appena abasserai la guardia. Mi fai solo pena."
Conclusi con un sorriso.

Rob era rosso di rabbia e sembrava che da un momento all'altro sarebbe scoppiato.
"Prendetelo" ordinò.
Dua ragazzi mi boccarono le braccia dietro la schiena.
"Ho io l'onore del primo, ciao Chris" Disse Rob colpendomi in pieno stomaco.
Mi chinai dai dolore, ma non ebbi il tempo di riprendermi che qualcun'altro continuò, questa volta colpendomi in faccia.
Sentivo il sapore del sangue,e mi acasciai per terra.
I colpi continuarono ininterrotti per non so quanto tempo, ma io non fiatai, non reagii nemmeno.
Era la giusta punizione, mi volevo punire per quello che era succeso a Taylor, perché sentivo che era colpa mia.
Così lasciai che mi picchiassero senza fare nulla, contento di stare soffrendo come stava soffrendo lei.

Quando si stancarono Rob mi prese per i capelli e guardandomi dritto negli occhi sussurrò"Non è finita qui"
"Ah no?" dissi tossendo.
" E i prossimi potrebbero essere persone molto vicino a te" poi continuò "Mark com'è che si chiama quella bella signorina?Ah sì, Taylor. Sarebbe un peccato se dovesse succederle qualcosa di brutto, vero Seth?" mi morì il respiro in gola.

Seth era stato accusato più volte di molestie sessuali, ma le prove non erano stati mai troppo convicenti e lui poteva camminare libero per strada senza che nessuno lo fermasse.
Io sapevo cosa faceva, ce lo confidava lui stesso un tempo.
"Pezzo di merda!"
Scattai in avanti cercando di colpire Rob, ma quei due non me lo permisero. Avevo le mani legate.

"Se provi, se provate anche solo a toccarla con un dito, se provate anche solo a parlarle," tossii sentendo male ai polmoni " io vi inseguiterò fino in capo al mondo se sarà necessario . E quando vi avrò trovato, vi ucciderò" dissi guardandoli uno per uno con una calma estenuante.
Rob mi guardò in modo strano, come se avesse appena realizzato un qualcosa e una scintilla guizzò nei suoi occhi.

"Andiamo" disse e finalmente mi liberarono.
Dio, se veramente avessero cercato di farle del male il mio vero lato negativo sarebbe emerso e allora nulla mi avrebbe fermato.
Rimasi ancora per un po' disteso per terra, cercando di pensare ad una soluzione.
Conoscevo quello sguado di Rob e sapevo benissimo che una volta aperta la sfida non si sarebbe fermato. Ne avevo fatte anche fin troppe di sfide e cazzate quando stavo con loro.
Dovevo trovare un modo per tenerla al sicuro.



Ook, allora a una ragazza avevo detto che avrei aggiornato in pochi giorni ahaha, già... Devo però dirvi che il capitolo era pronta da più di un mese, ma vi prego capitemi : tra tre settimane ho l'esame e la testa sta da tutt'altra parte!!
*pregate silenziosamente per me*
Per quanto riguarda il capitolo, è troppo forte? Vi piace? Sono stata presa da una violenza inaudita duante il ciclo e ho scritto questo capitolo? Sì, lo ammetto.
fatemi sapere cosa ne pensate e il prossimo arriverà dopo il 3 luglio a esami conclusi *sogna,sogna*
Un bacione,
D.T


Twittah :@taylanevy

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