Death is among us

di Lurilala
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ho bisogno di un'aiutino ***
Capitolo 2: *** Soli, nella Foresta Oscura ***
Capitolo 3: *** Il salice intrappolatore ***
Capitolo 4: *** Due nuove amiche ***
Capitolo 5: *** L'incarnazione del diavolo ***
Capitolo 6: *** Sangue vermiglio ***
Capitolo 7: *** La fonte maledetta ***
Capitolo 8: *** La stanza della paura ***
Capitolo 9: *** Sospetto ***
Capitolo 10: *** Esplosione tossica ***
Capitolo 11: *** Sangue e novità ***
Capitolo 12: *** Siamo salvi, ancora una volta! ***
Capitolo 13: *** Templi e paura ***
Capitolo 14: *** Niente timori! O quasi... ***
Capitolo 15: *** Corse, lupi e timori ***
Capitolo 16: *** Una via d'uscita! ***
Capitolo 17: *** Troppo strano per essere una coincidenza... ***



Capitolo 1
*** Ho bisogno di un'aiutino ***


Aiuto ragazzi!

Ciao cari ragazzi e ragazze.

La trama è abbastanza strana: allora inanzitutto tutti gli OC si incontreranno in un bosco senza via d'uscita, con la Morte(che sarà un OC) sin troppo vicino a loro. Alla fine dovranno affrontare una squandra di ombre per salvarsi e uscire da quel luogo.

Quindi aiutatemi.

Allora, la scheda che dovrete mandarmi è questa.

Nome:

Cognome:

Carattere:

Aspetto:

Storia:

Ragazzo:

Specialità:

Numero della maglia e ruolo:

Adesso prenoto la mia OC.

Nome:

Flox

Cognome:

Darkness

Carattere:

Scontrosa e strafottente, non gli importa nulla degli altri e si crede più importante di tutti. E' impossibile controllarla.
In realtà questo carattere non è altro che una maschera, visto che lei è in realtà dolce e premurosa.

Aspetto:

Ha dei lunghi capelli panna lisci, occhi neri e profondi, si veste in stile dark e porta sempre al collo una collana con un teschio.

Storia:

Da piccola è stata abbandonata per poi essere adottata da un uomo che l'ha usata.
Durante una spedizione alla Raimon si è innamorata di Kazemaru e ha tradito suo padre per stare con lui. E' l'unico che riesce a tirare fuori la vera Flox.

Ragazzo:

Kazemaru Ichirota.

Specialità:

Far arrabbiare gli altri.

Numero della maglia e ruolo:

n.3- Difensore.

Gli OC che accetterò saranno massimo 15, e se volete che il vostro faccia la Morte dovrete dirmelo via recensione.

Spero partecipiate in tanti, salutoni a tutti!

 

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Capitolo 2
*** Soli, nella Foresta Oscura ***


1- I primi incontri

FLOX POV

Mi ritrovo in una foresta.

E' tutto scuro intorno a me, sembra che mi voglia inghiottire.

Stavo camminando per la città e, svoltato l'angolo, sono caduta in un vortice nero.

Ed è da più di mezz'ora che sto qui senza fare niente!

Sbuffo.

Non so ancora dove mi trovo e sembra che non ci sia anima viva!

Va be', stare qui non serve a niente, meglio andare a vedere se trovo un uscita.

Avanzo di appena qualche metro e sento dei passi avvicinarsi.

Mi metto in allerta.

Potrebbe capitarmi di tutto.

Fortunatamente dal fogliame esce una ragazza dai capelli castani ricci, con dei ciuffi rossi e gli occhi acquamarina.

-Oh, evviva, ho incontrato qualcuno! Come ti chiami?-

La guardo, sbalordita.

Mi aspettavo di peggio.

-Io mi chiamo Flox, tu?-

-Elisabeth. Come mai qui?- Mi domanda, piena di energia.

-Boh, non so.- Rispondo, vaga.

-Beh, potremmo continuare insieme a camminare, non ti va?-

-Sì, va bene...-

Allora, fianco a fianco, ricominciamo a camminare.

Non parliamo.

Lei si guarda intorno, mentre io tengo lo sguardo dritto e i nervi tesi.

Chissà cosa potremmo incontrare adesso...

Questa situazione va avanti per almeno un paio di chilometri, mentre la morta foresta si infittisce sempre di più.

Elisabeth continua a guardarsi intorno e, senza accorgersene, va a sbattere contro un albero.

Scuoto la testa, sconsolata.

Dal fogliame si sente una voce.

-Ehi, cos'è successo?-

Dai cespugli appare una ragazza con dei lunghi capelli color grano e una cicatrice sull'occhio.

Dietro di lei altre due ragazze, una con dei capelli castani raccolti in una coda di cavallo e gli occhi smerardo e l'altra con degli occhi tra il verde e il giallo e sul viso delle lentiggini.

- Ti sei fatta male?- Esclama la ragazza con le lentiggini.

-N... No, tranquilla.- Risponde Elisabeth, rialzandosi.

-Come vi chiamate?- Chiedo invece io.

La ragazza con la cicatrice sull'occhio mi guarda sprezzante:-Non ti interessa.-

-Scusa, ho solo fatto una domanda...- Ribatto.

-Io mi chiamo Erika.- Risponde la ragazza con gli occhi smeraldo.

-E loro sono Aka e Alex.- Continua, indicando rispettivamente la ragazza con le lentiggini e quella dai capelli grano.

-Ah, anche voi vi siete perse?- Chiede Elisabeth.

Molto probabilmente vuole chiederle di avanzare insieme a noi.

Non poteva starsene zitta?

-E se anche fosse?- Ribatte Alex. Odio già quella ragazza.

-Sì, perchè?- Risponde invece Aka.

-Benissimo, possiamo cercare insieme la fine del bosco, no?-

-Uff, va bene.- Sbuffa Erika.

-Noi non abbiamo bisogno di aiuto!- Esclama Alex.

-Zitta, impicciona!- Ribatto.

-Non dare a me dell'impicciona! Solo che siete delle bambine e non accetto di lavorarci insieme!-

-Ma sentila! Si crede un dio!- Ribatto, secca. La odio, la odio, la odio...

-Smettetela! Alex, so che magari non ti va a genio Flox, ma cerca di sopportarla!- Interviene Elisabeth.

Lei sbuffa, ma acconsente.

Allora, insieme, riprendiamo il percorso verso la fine del bosco.

Ma le sorprese non sono finite...

Angolino dell'autrice

Ciao a tutti.

Volevo solo accertarmi di non ricevere fucilate se ho fatto le OC troppo OOC.

Bene, vi saluto, spero che il primo capitolo sia soddisfacente.

P.S: Le altre OC arriveranno dopo, tranquille.

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Capitolo 3
*** Il salice intrappolatore ***


2- Il salice intrappolatore

POV LIBERO

Le ragazze continuavano a camminare tranquillamente.

Era passato sì o no un giorno, ma lì il tempo sembrava non contare.

Il cielo era sempre nero, ma non c'erano nuvole a solcarlo.

La luce era sufficiente, ma non era calda, come quella del sole, sembrava artificiale.

Proseguendo trovarono la strada sbarrata da un grande masso.

-Uff, ancora una volta!- Sfuffò Flox, mentre cercava di ricavare una piccola fessura da dove passare. Era già la terza volta che la strada era interrotta da qualcosa.

-Forse è la strada sbagliata...- Osservò Elisabeth.

-E comunque, anche se fosse, non potremmo tornare indietro sarebbe troppo tardi!- Ribattè convinta Aka. Tra quelle due ragazze stava nascendo un legame.

-Ragazze, smettetela di parlare e venite a vedere, subito!- Alex si era arrampicata sopra il masso.

-Che vuoi?- Flox saltò sopra con lei.

-C'è una scritta...! Io non vi chiamo per un nonulla!- Sbuffò Alex, mentre anche le altre le raggiungevano.

-Al fin del bosco, al lago oscuro, è nato ciò che è già morto.
Spiriti e paura, la Morte rincarnata vi raggiungerà.
- Lesse ad alta voce Aka.

-Che strana scritta...- Osservò Elisabeth.

-Ehi, guarda!!!-

Le ragazze alzarono lo sguardo e videro, dietro il masso, un ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli biondi venire verso di loro, chiamando a gran voce qualcun'altro.

-Cosa c'è?-

Sempre da dove era sbucato il ragazzo, uscì anche una ragazza con dei capelli castani abbastanza lunghi e degli occhi smeraldo.

-C'è qualcuno! Andiamo a vedere chi è, sempre che non sparisca come uno spettro, eh!- Scherzò il ragazzo, avanzando verso le altre.

La ragazza gli corse dietro, per poi esclamare:- Ehi, ciao! Come vi chiamate?-

-Io mi chiamo Flox, loro sono Aka, Axel, Elisabeth e... Aspettate! Dov'è finita Erika?-

Le ragazze si guardarono intorno.

-E' sparita!- Concretò Elisabeth.

-Scusate, c'è qualche problema?- Chiese gentilmente il ragazzo.

Poi, notando che non riceveva risposta riprovò:- Che c'è, avete perso la lingua? Ve l'ha rubata il gatto fantasma? Ahahahahah!!-

Alex lo guardò con aria truce:-Abbiamo perso una ragazza! Non è il momento di scherzare, gallo!-

-Ehi! Non sono un gallo e poi mi chiamo Milo!- La ribeccò lui.

La ragazza sbuffò:- Io mi chiamo Satana e anche noi abbiamo perso una. Si chiama Electra.-

-Ok, ma dobbiamo concentraci. Se sono state rapite da uno spirito, io ho paura.- Confessò Aka.

-Io no. Ma se non è così, quando la trovo io la uccido. Ci ha fatto perdere tempo prezioso!- Sbraitò Alex.

Il gruppo, con i due nuovi arrivati, cominciò la ricerca.

Guardarono dietro ogni masso, fra ogni albero.

Per un po' si concentrarono, ma poi diventò impossibile.

Si sentivano osservate.

Forse da un animale, forse da una pianta, forse da uno spettro...

I rami degli alberi si piegavano su di loro, come volessero intrappolarle in una gabbia di rami.

Quella situazione si rempì di paura e di angoscia, quando sentirono dei gemiti di dolore.

Proseguirono verso il rumore.

Veniva da un salice piangente.

Era un suono soffocato, era impossibile capire cosa stesse dicendo.

Tutte si guardarono.

-Vado io.- Esclamò Elisabeth, cercando di sembrare determinata e decisa, ma la sua voce si incrinò alla fine. Fece qualche passo in avanti, cercando di non far tremare troppo le gambe.

-Aspetta. Vengo anch'io.- Dichiarò Flox. Lei era più sicura dell'amica.

Insieme avanzarono verso l'albero.

Spaventate e insicure si arrampicarono.

Tra il fitto fogliame si potevano vedere due corpi intrappolati dai rami.

All'inizio fecero una smorzia disgustata vedendoli agitarsi in modo confuso.

Poi Elisabeth rise.

Era risata nervosa, carica di tensione.

Flox la guardò.

-Ehi ragazze! Nessun pericolo... Potete...- Non finì la frase che un ramo, fulmineo la intrappolò.

Fasciandola stretta fra il resistente ramo la portò vicino alle due malcapitate, molto probabilmente Erika e Electra.

Elisabeth, terrorizzata, scese in fretta.

-Ragazze! Ci sono due persone intrappolate fra i rami e il salice ha preso anche Flox! Dobbiamo fare qualcosa, e subito!-

-Ho un'idea. Flox è stata catturata quando a parlato, giusto? Quindi noi ci avvicineremo in silenzio e taglieremo i rami, liberaldole!- Aka espose prontamente il suo piano.

-Una piccola e non molto insignificante cosa, cara. Come facciamo a tagliare i rami se non abbiamo un coltello?- Chiese con falso tono dolce Alex.

-Ooohhh... Prendiamo un sasso, vedrete che funzionerà!- Esclamò impaziente Milo.

-Milo, non credo. I sassi sono rotondi.- Gli spiegò Satana, in modo affrettato, ma tranquillo. Comunque era possibile notare che aveva anche lei ansia.

-Mmmm.... Il piano di Aka è valido. Dobbiamo solo spezzare i rami... Potremmo farlo con le mani, che ne dite?- Propose Elisabeth, dopo averci ragionato molto.

Le altre annuirono.

Tutte insieme avanzarono, conservando una grossa parte di coraggio per i momenti dopo, i più pericolosi, da quando si trovavano lì.

Insieme si arrampicarono, aiutandosi a vicenda.

Quando furono sul punto, si guardarono, poi annuirono tutte avanzarono, arrampicandosi finchè potevano.

Poi cominciarono a strappare.

Milo e Satana cominciarono a tirare, insieme, proprio come Elisabeth e Aka.

Alex provò da sola.

Tirarono con tutta la loro forza, cercando comunque di rimanere appessi.

Momenti di pressione, che durarono troppo.

CLACH!

Una corda si ruppe e il resto si ritirò.

Flox, svenuta, cadde a terra.

La pianta ora era allerta e mandava di continuo rami cercando di colpire le ragazze, cercando di farle smettere.

Milo era sceso e cercava di rianimare Flox, mentre Satana agliutava Alex.

Altri momenti di tensione, che però durarono poco.

CLACH! CLACH!

Anche gli altri due corpi furono slegati, ma, sfortunatamente, non erano Erika e Electra.

Le ragazze scesero in fretta e osservarono le due ragazze.

Una aveva i capelli castani, molto scuri e gli occhi grigi.

L'altra aveva i capelli marroni, però più chiari della prima, legati in due trecce e un nasino all'insù coperto da piccole lentiggini.

Non erano decisamente Erika ed Electra.

E la ricerca, continuava...

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Capitolo 4
*** Due nuove amiche ***


3- Due nuove amiche

POV LIBERO

-Ehi!! Loro non sono Erika ed Electra!- Elisabeth guardò le due ragazze svenute davanti a loro.

Flox si era ripresa e aveva subito chiesto che fosse successo.

Milo cercò di spiegaglielo.

Quando lei capì corse a vederle.

Erano lì, sdraiate sull'erba morta, ma incredibilmente morbida.

-Lo abbiamo capito. Stai calma.- Rispose Satana, trattenendo la rabbia.

-Fatemi capire bene: abbiamo rischiato la vita per due sconosciute? Ma fammi il piacere!- Alex era molto nervosa e incredula, ma anche arrabbiata con le due ragazze ingnare.

-Calma Alex. C'è tanto da capire e da fare. Per prima cosa cerchiamo di risvegliarle, poi sapremo tutto. Allora, chi è capace?- Aka cercò di pianificare qualcosa, ma tutti si guardarono straniti alla domanda.

-Ragazze, qui non sa farlo nessuno. Quindi... Tutte insieme?- Flox spianò il silenzio creato.

Tutte annuirono e si avvicinarono.

Cerca chi cercava sentiva se il cuore batteva, chi ragionava sul da farsi e chi non faceva niente.

Ad un certo punto...

-Mmmhh... Ahhh... Cos'è successo?- Una ragazza dai capelli marroni abbastanza lunghi, spalancò, pian piano, i suoi grandi occhi grigi.

-Sei in salvo. Tu e la tua amica.- Le spiegò Elisabeth.

La nuova arrivata si mise a sedere e guardò le altre.

-Chi siete voi?-

A rispondere fu Milo:- Io mi chiamo Milo, lei è Satana, lei Elisabeth, lei Flox, lei Aka e lei Alex.- Indicò ognuna.

-Siamo finite qui e stiamo cercando di capire perchè.- Puntualizzò Aka.

-Ah. Io mi chiamo Eri.- Fece girare lo sguardo su tutte.

Si posò molto su Alex, che la guardava con aria di sfida.

Poi, non riuscendo più a sostenere lo sguardo pesante della ragazza dai capelli grano, si spostò sulla persona svenuta di fianco a lei.

-In realtà... Io non la conosco. Non so nemmeno io come sono finita qui. Ricordo solo una grande figura nera che mi a preso, poi nulla.- Il suo sguardo si perse nel vuoto, ricordando tanti eventi.

-Ahhhh... Cosa... Dove mi trovo?- Tutti la guardarono. La ragazza con le treccine si alzò e spalancò due occhi color del mare.

Si guardò intorno e poi arrossì di botto.

-C....Cos'avete da guardare?- Abbasso lo sguardo.

-Ti sei svegliata, finalmente!- Esclamò Satana.

-Ciao.- Milo le si accovacciò di fronte. -Come ti chiami?-

-M... Mi chiamo Margot.- Arrossì ancora di più, sembrava spaventata.

-Ehi, tranquilla, non ti mangiamo.- Esclamò ad un certo punto Elisabeth.

-Sì... Lo so... Chi siete?-

-Io mi chiamo Eri, loro sono Milo, Satana, Flox, Elisabeth, Aka, Alex. Benvenuta a bordo Margot.- Le sorrise, rassicurante.

-Comunque ti abbiamo salvato la vita, non ci ringrazi nemmeno?- Alex la guardò con astio, offesa.

-S...Scusa... Alex, giusto? Comunque vi ringrazio...- Il viso di Margot diventò rosso d'imbarazzo.

-Almeno quello...- Commentò ancora Alex. Diventava più antipatica ogni momento che passava.

-Dai, si è appena risvegliata e già la tratti male? Ma non sai trattenerti tu?- Flox era irritata da quel comportamento così terribile.

-Bene, ora hai visto cosa succede troppo spesso. Comunque, Margot e Eri, non è che avete per caso incontrato una ragazza dai capelli castani legati in una coda alta e gli occhi smeraldo? Porta una maglia che le lascia scoperta la spalla e...- Flox non terminò la frase che venne interrotta da Milo.

- E anche una coi capelli biondi lunghi fino alle orecchie con la frangia, porta al collo una collana e sulla testa un cappello francese, ha degli gli occhi grandi e azzurri, indossa jeans molto corti e una maglia rossa.-

-Potevi lasciarmi finire, arrivavo anche ad Electra, non c'era bisogno di interromperti.- Lo rimproverò Flox.

Lui le fece la lunguaccia, scherzoso.

Quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.

Eri e Margot, intanto avevano la rispettiva faccia: la prima scioccata e sconcertata, la seconda quasi impaurita e leggermente rossa.

-Allora le avete viste?- Aka ripetè la domanda.

-Io no, tu Margot?-

-Neanch'io.- Margot scosse la testa.

-Bene, non abbiamo ne capo ne coda. Che si fa?- Elisabeth era impaziente di fare qualcosa.

Satana era pensosa: facevano bene a essere così tanti? E se li avessero attaccati gli spiriti? Che avrebbero fatto?

Queste e molte domande gli tormentavano la mente e non riusciva a trovarci una risposta.

Intanto, coperta dal fitto bosco nero, una figura era in aguato.

La sua era una missione segreta e nessuno doveva sospettare di nulla.

Doveva agire in incognito.

Presto sarebbe arrivato il suo momento.

-Preparatevi-

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Capitolo 5
*** L'incarnazione del diavolo ***


4- L'incarnazione del diavolo

Ciao a tutti!!
Non vi rubo troppo tempo, tranquilli.
Volevo solo scusarmi per il ritardo ritardoso...!
Perdonatemi! T.T
Non so come sia venuto il capitolo, spero solo vi piaccia! Ciao ciao!!^o^

POV ??????

Perfetto.

Tutto perfetto.

Ogni cosa sta andando secondo i piani.

Cammino fra gli alberi.

Adesso non mi resta che recarle al Lago dell'Oltretomba.

È certo che le stanno cercando.

Sono importanti per loro, ho fatto centro, come al solito.

Ma voi non mi potete battere.

Esco dal fitto bosco e mi ritrovo in una radura nera.

Al centro di essa i miei ostaggi.

Due ragazze.

Una con i capelli castani, raccolti in una coda alta. Quando l'ho catturata gli occhi smeraldo si sono riempiti di terrore.

Rido.

Una risata sadica.

Di fianco a lei un'altra ragazza: ha i capelli biondi, una collana e un cappello francese

fuxya.

Quando lo Spettro Nero l'ha rapita voleva urlare, ma il suo grido è stato soffocato.

Aveva spalancato gli occhi azzurri e aveva cercato di scappare, invano.

Ovunque scappiate questa foresta è mia.

Ha un carattere troppo debole e non ha retto allo spavento.

Ovviamente è solo svenuta, proprio come l'altra.

Tiro fuori un pugnale dalla tasca della giacca.

Comincio ad affilarlo, mentre i miei occhi si fanno rossi, come il sangue che voglio vedere uscire dai loro corpi.

Rido, sadica.

Sono troppo potente per voi.

Mi avvicino ai corpi dei miei ostaggi.

È l'ora di mettere fine alla vostra esistenza.

Alzo il braccio, pronta a sferrare un colpo decisivo.

-Ragazze?! Vi volete muovere?! Non siamo in campeggio, camminate, svelte!!!- Una voce mi blocca.

Sbuffo.

Odio essere interrotta.

Farò il mio dovere dopo, sono già arrivate.

Mi nascondo nell'ombra.

-Guardate!! C'è qualcuno!!-

Vedo apparire un ragazzo con i capelli biondi e gli occhi azzurri, seguito da una ragazza con degli occhi azzurri color ghiaccio e i capelli grano. Inoltre ha una cicatrice sull'occhio.

Subito dopo arrivano tante altre ragazze.

Sposto una ciocca di capelli neri che mi è caduta sull'occhio. I miei occhi diventano verdi.

-Satana, guarda, è proprio Electra!- Esclama agitato il ragazzo, chinandosi sulla ragazza dai capelli biondi.

-Come sta? Bene?- Chiede una ragazza con i capelli castani che gli arrivano alle spalle e gli occhi smeraldo.

Tranquilli, non sono morte.

Lo sarebbero state.

Lo sarebbero state se voi non voste arrivati proprio in quel momento.

Mi ribolle il sangue al solo pensiero.

Non vedo l'ora di uccidervi tutte.

-Erika!!! Erika!!- Chiama una ragazza con dei capelli marroni e due ciocche verdi pistacchio china sulla ragazza con gli occhi smeraldo e i capelli castani raccollti in una coda di cavallo alta, molto probabilmente è "Erika" il suo nome.

-Stanno bene? Hanno qualche ferita?- Chiede preoccupata una ragazza con dei capelli castano scuro e gli occhi grigi.

-Tranquilla Eri, ha me sembra siano illese.- Risponde una ragazza con i capelli ricci e due ciocche rosse sul viso, scrutando i due corpi.

Non posso stare qui ancora per molto.

Basta aspettare.

-Chi siete voi?-

Mi faccio avanti, uscendo dalla penombra.

Tutti mi guardano, impietrite.

Il miei occhi si sono fatti gialli.

-Chi sei tu?- Mi ribecca una ragazza dai lunghi capelli panna e gli occhi neri.

-Vi ho fatto una domanda.- Ripeto con una voce che non ammette silenzi.

La ragazza con i capelli ricci si fa avanti e mi risponde:- Io mi chiamo Elisabeth Wolf, loro sono Aka Matsuri, Flox Darkness, Milo Sharp, Satana Amazzi, Eri Kanzaki, Margot William e Alex Khan. Tu come ti chiami?-

-Io sono Emily Black, l'incarnazione del diavolo.-

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Capitolo 6
*** Sangue vermiglio ***


 

 

lasndehf

5- Sangue vermiglio

Sono ancora qui a rompere, lo so! U.U
Volevo solo accertarmi che il cappy sia decente (anche se lo dovete ancora leggere).
Avete capito bene, mi sto solo assicurando che non mi tiriate montagne(??) addosso.
Spero vi piaccia! ^o^ (Spera spera!)
Ciao ciao! =)

POV LIBERO

Tre ragazze camminavano per un sentiero.

Intorno a loro solo alberi.

Una ragazza con i capelli mori lunghi fino alla schiena e gli occhi grigio-azzurri era davanti alle altre. Sul braccio destro si poteva notare un tatuaggio a forma di lupo nero, proprio come quello davanti a lei.

Gli parlava e lui capiva.

-Bene, sa come si può uscire da qui.- Annunciò. -Ma non lo può dire!-

Le altre due si guardarono, sconsolate.

Una aveva i capelli blu e gli occhi smeraldo, mentre l'altra aveva dei capelli biondo platino e gli occhi grigio acciaio.

-Allora non abbiamo ne capo, ne coda!- Disse la ragazza dai capelli blu.

-Non ti scoraggiare, Fabia!- Le rispose la prima, per poi tornare a confabulare con il lupo.

-Cara Rika, guardati intorno: solo e soltanto alberi!- Ribattè nervosa Fabia.

Tra le due incominciò un battibecco, intanto, la ragazza dai capelli biondo platino scrutava con i suoi occhi acciaio la foresta.

Possibile che ci fosse solo alberi?

"No." pensò "Non può essere. Ci deve essere un senso in tutto questo. Ci deve essere qualcosa in più, oltre agli alberi"

All'improvviso un movimento brusco del fogliame.

La ragazza, incuriosita si avvicinò.

Sentì dei passi svelti, affrettati, correre via.

Fabia e Rika, intanto, stavano seguendo il lupo e non si accorsero che la loro compagna era rimasta indietro.

Lei si guardò intorno, poi si fece coraggio e seguì i passi, senza fare rumore.

Si nascose dietro a un albero.

Lì, tra gli alberi, a parlare con dei lupi neri, se ne stava una ragazza con i capelli neri e dei riflessi argentei e degli occhi bianchi.

-Come?! Le sta guidando?! Incompetente!! Dovrebbe portarle al Lago dell'Oltretompa, non all'uscita del bosco!!- Sbraitò.

I lupi guairono.

-Andate e uccidetelo. Poi fate scappare le altre. Se volete mangiate anche loro. Io mi occuperò del gruppo più grande. E non tornate a mani vuote, o sarà peggio per voi!- Comandò poi, mostrando un pugnale affilato.

La ragazza sussultò e sperò che non si trattasse delle sue amiche.

Rimase lì a pensare.

Pensare a un piano.

Con la coda dell'occhio vide che, sotto alla ragazza, una pozza di sangue si estendeva.

Dentro essa il corpo esanime di un lupo; il suo pelo non era più nero, ma rosso vermiglio e le pupille erano vuote e bianche.

Un brivido le percosse la schiena.

Doveva agire, in fretta.

Si allontanò di qualche passo, poi riprese a camminare, cercando di essere più indifferente possibile.

I suoi passi facevano scricchiolare le foglie sotto di lei.

La ragazza dai capelli neri si accorse del rumore e decretò che cera un'intrusa.

Proprio quello che la ragazza dai capelli platino voleva.

-Cosa ci fai tu qui?- Domandò con voce sottile e minacciosa, sfoderando il pugnale, sporco del sangue del lupo.

Lei comparve e lanciò un grido acuto, vedendo la macchia vermiglia sull'erba morta.

-Cosa ci fai tu qui?- Ripetè.

-I... Io... Mi... Mi sono persa...- Rispose e la sua voce tradì la paura. Mentre parlava riuscì a notare che gli occhi dell'altra erano diventati neri.

-Qual'è il tuo nome?-

-Io... Sono Joanne Blache. T... tu?-

-Io sono Emily Black. Adesso tu mi segui senza fiatare, chiaro?- Ordinò a Joanne, puntandogli l'arma alla gola.

La ragazza annuì.

-Ma... Sei stata tu a...- Il resto della frase gli si spezzò in gola, quando il luquido vermiglio entrò nella sua visuale.

-Sì. E non ho paura di uccidere anche te.-

E con questa frase si incamminarono nel bosco.

Joanne sperò che non le succedesse niente.

Il suo ultimo pensiero finì a Rika e Fabia, perse, magari mangiate.

A quel pensiero tremò. Scosse la testa, mentre entrava nella parte più buia del bosco.

Quello che non sapeva era che in quel posto non sarebbe mai stata al sicuro.

lasndehf

5- Sangue vermiglio

Sono ancora qui a rompere, lo so! U.U
Volevo solo accertarmi che il cappy sia decente (anche se lo dovete ancora leggere).
Avete capito bene, mi sto solo assicurando che non mi tiriate montagne(??) addosso.
Spero vi piaccia! ^o^ (Spera spera!)
Ciao ciao! =)

POV LIBERO

Tre ragazze camminavano per un sentiero.

Intorno a loro solo alberi.

Una ragazza con i capelli mori lunghi fino alla schiena e gli occhi grigio-azzurri era davanti alle altre. Sul braccio destro si poteva notare un tatuaggio a forma di lupo nero, proprio come quello davanti a lei.

Gli parlava e lui capiva.

-Bene, sa come si può uscire da qui.- Annunciò. -Ma non lo può dire!-

Le altre due si guardarono, sconsolate.

Una aveva i capelli blu e gli occhi smeraldo, mentre l'altra aveva dei capelli biondo platino e gli occhi grigio acciaio.

-Allora non abbiamo ne capo, ne coda!- Disse la ragazza dai capelli blu.

-Non ti scoraggiare, Fabia!- Le rispose la prima, per poi tornare a confabulare con il lupo.

-Cara Rika, guardati intorno: solo e soltanto alberi!- Ribattè nervosa Fabia.

Tra le due incominciò un battibecco, intanto, la ragazza dai capelli biondo platino scrutava con i suoi occhi acciaio la foresta.

Possibile che ci fosse solo alberi?

"No." pensò "Non può essere. Ci deve essere un senso in tutto questo. Ci deve essere qualcosa in più, oltre agli alberi"

All'improvviso un movimento brusco del fogliame.

La ragazza, incuriosita si avvicinò.

Sentì dei passi svelti, affrettati, correre via.

Fabia e Rika, intanto, stavano seguendo il lupo e non si accorsero che la loro compagna era rimasta indietro.

Lei si guardò intorno, poi si fece coraggio e seguì i passi, senza fare rumore.

Si nascose dietro a un albero.

Lì, tra gli alberi, a parlare con dei lupi neri, se ne stava una ragazza con i capelli neri e dei riflessi argentei e degli occhi bianchi.

-Come?! Le sta guidando?! Incompetente!! Dovrebbe portarle al Lago dell'Oltretompa, non all'uscita del bosco!!- Sbraitò.

I lupi guairono.

-Andate e uccidetelo. Poi fate scappare le altre. Se volete mangiate anche loro. Io mi occuperò del gruppo più grande. E non tornate a mani vuote, o sarà peggio per voi!- Comandò poi, mostrando un pugnale affilato.

La ragazza sussultò e sperò che non si trattasse delle sue amiche.

Rimase lì a pensare.

Pensare a un piano.

Con la coda dell'occhio vide che, sotto alla ragazza, una pozza di sangue si estendeva.

Dentro essa il corpo esanime di un lupo; il suo pelo non era più nero, ma rosso vermiglio e le pupille erano vuote e bianche.

Un brivido le percosse la schiena.

Doveva agire, in fretta.

Si allontanò di qualche passo, poi riprese a camminare, cercando di essere più indifferente possibile.

I suoi passi facevano scricchiolare le foglie sotto di lei.

La ragazza dai capelli neri si accorse del rumore e decretò che cera un'intrusa.

Proprio quello che la ragazza dai capelli platino voleva.

-Cosa ci fai tu qui?- Domandò con voce sottile e minacciosa, sfoderando il pugnale, sporco del sangue del lupo.

Lei comparve e lanciò un grido acuto, vedendo la macchia vermiglia sull'erba morta.

-Cosa ci fai tu qui?- Ripetè.

-I... Io... Mi... Mi sono persa...- Rispose e la sua voce tradì la paura. Mentre parlava riuscì a notare che gli occhi dell'altra erano diventati neri.

-Qual'è il tuo nome?-

-Io... Sono Joanne Blache. T... tu?-

-Io sono Emily Black. Adesso tu mi segui senza fiatare, chiaro?- Ordinò a Joanne, puntandogli l'arma alla gola.

La ragazza annuì.

-Ma... Sei stata tu a...- Il resto della frase gli si spezzò in gola, quando il luquido vermiglio entrò nella sua visuale.

-Sì. E non ho paura di uccidere anche te.-

E con questa frase si incamminarono nel bosco.

Joanne sperò che non le succedesse niente.

Il suo ultimo pensiero finì a Rika e Fabia, perse, magari mangiate.

A quel pensiero tremò. Scosse la testa, mentre entrava nella parte più buia del bosco.

Quello che non sapeva era che in quel posto non sarebbe mai stata al sicuro.

5- Sangue vermiglio

Sono ancora qui a rompere, lo so! U.U
Volevo solo accertarmi che il cappy sia decente (anche se lo dovete ancora leggere).
Avete capito bene, mi sto solo assicurando che non mi tiriate montagne(??) addosso.
Spero vi piaccia! ^o^ (Spera spera!)
Ciao ciao! =)

POV LIBERO

Tre ragazze camminavano per un sentiero.

Intorno a loro solo alberi.

Una ragazza con i capelli mori lunghi fino alla schiena e gli occhi grigio-azzurri era davanti alle altre. Sul braccio destro si poteva notare un tatuaggio a forma di lupo nero, proprio come quello davanti a lei.

Gli parlava e lui capiva.

-Bene, sa come si può uscire da qui.- Annunciò. -Ma non lo può dire!-

Le altre due si guardarono, sconsolate.

Una aveva i capelli blu e gli occhi smeraldo, mentre l'altra aveva dei capelli biondo platino e gli occhi grigio acciaio.

-Allora non abbiamo ne capo, ne coda!- Disse la ragazza dai capelli blu.

-Non ti scoraggiare, Fabia!- Le rispose la prima, per poi tornare a confabulare con il lupo.

-Cara Rika, guardati intorno: solo e soltanto alberi!- Ribattè nervosa Fabia.

Tra le due incominciò un battibecco, intanto, la ragazza dai capelli biondo platino scrutava con i suoi occhi acciaio la foresta.

Possibile che ci fosse solo alberi?

"No." pensò "Non può essere. Ci deve essere un senso in tutto questo. Ci deve essere qualcosa in più, oltre agli alberi"

All'improvviso un movimento brusco del fogliame.

La ragazza, incuriosita si avvicinò.

Sentì dei passi svelti, affrettati, correre via.

Fabia e Rika, intanto, stavano seguendo il lupo e non si accorsero che la loro compagna era rimasta indietro.

Lei si guardò intorno, poi si fece coraggio e seguì i passi, senza fare rumore.

Si nascose dietro a un albero.

Lì, tra gli alberi, a parlare con dei lupi neri, se ne stava una ragazza con i capelli neri e dei riflessi argentei e degli occhi bianchi.

-Come?! Le sta guidando?! Incompetente!! Dovrebbe portarle al Lago dell'Oltretompa, non all'uscita del bosco!!- Sbraitò.

I lupi guairono.

-Andate e uccidetelo. Poi fate scappare le altre. Se volete mangiate anche loro. Io mi occuperò del gruppo più grande. E non tornate a mani vuote, o sarà peggio per voi!- Comandò poi, mostrando un pugnale affilato.

La ragazza sussultò e sperò che non si trattasse delle sue amiche.

Rimase lì a pensare.

Pensare a un piano.

Con la coda dell'occhio vide che, sotto alla ragazza, una pozza di sangue si estendeva.

Dentro essa il corpo esanime di un lupo; il suo pelo non era più nero, ma rosso vermiglio e le pupille erano vuote e bianche.

Un brivido le percosse la schiena.

Doveva agire, in fretta.

Si allontanò di qualche passo, poi riprese a camminare, cercando di essere più indifferente possibile.

I suoi passi facevano scricchiolare le foglie sotto di lei.

La ragazza dai capelli neri si accorse del rumore e decretò che cera un'intrusa.

Proprio quello che la ragazza dai capelli platino voleva.

-Cosa ci fai tu qui?- Domandò con voce sottile e minacciosa, sfoderando il pugnale, sporco del sangue del lupo.

Lei comparve e lanciò un grido acuto, vedendo la macchia vermiglia sull'erba morta.

-Cosa ci fai tu qui?- Ripetè.

-I... Io... Mi... Mi sono persa...- Rispose e la sua voce tradì la paura. Mentre parlava riuscì a notare che gli occhi dell'altra erano diventati neri.

-Qual'è il tuo nome?-

-Io... Sono Joanne Blache. T... tu?-

-Io sono Emily Black. Adesso tu mi segui senza fiatare, chiaro?- Ordinò a Joanne, puntandogli l'arma alla gola.

La ragazza annuì.

-Ma... Sei stata tu a...- Il resto della frase gli si spezzò in gola, quando il luquido vermiglio entrò nella sua visuale.

-Sì. E non ho paura di uccidere anche te.-

E con questa frase si incamminarono nel bosco.

Joanne sperò che non le succedesse niente.

Il suo ultimo pensiero finì a Rika e Fabia, perse, magari mangiate.

A quel pensiero tremò. Scosse la testa, mentre entrava nella parte più buia del bosco.

Quello che non sapeva era che in quel posto non sarebbe mai stata al sicuro.

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Capitolo 7
*** La fonte maledetta ***


6- La fonte maledetta

Ehilà!! ^^ *le arrivano addosso quattro gatti*
Lo so, siete arrabbiati per il ritardo! *le arrivano adddosso tre elefanti*
^^" Vi lascio alla lettura e mi scuso per lo straritardo! *le arrivano addosso venti libri di matematica* Io odio la matematica...! -.-

POV LIBERO

Le nostre ragazze camminavano ognuna immersa nei propri pensieri.

-Ragazze...! Io sono sfinita...! Ci fermiamo?- Domandò ad un tratto Elisabeth, senza ricevere risposta.

-Ehi? Ragazze? Mi sentite?- Ancora nulla.

Sbuffò. Erano in cammino da cinque ore e lei aveva sete, fame ed era stanca di camminare a vuoto!

Aka sollevò la testa.

-Che hai Elisabeth?-

-Che ho? Sono stanchissima! Non possiamo fermarci? Non riesco a muovere un passo di più...!- Rispose la ragazza dagli occhi acquamarina.

-Ce la fai ad arrivare fin laggiù?- Si intromise Electra, indicando una sorgente d'acqua limpida.

Ad Elisabeth brillarono gli occhi e il suo passo si fece più svelto.

Alex si guardò intorno. Si sentiva osservata e non gli piaceva per niente. Sbuffò, innervosita.

Satana si avvicinò al fratello.

-Ehi Milo, credi che questo sentiero ci porterà da qualche parte?-

-Ma sì, perchè ti fai questi problemi? Non c'è nulla di cui preoccuparsi! E guarda là, una sorgente, proprio quello che mi ci voleva!- Disse avvicinandosi all'acqua.

La sorgente era sotto un salice piangente e intorno a lei, per trattenere l'acqua, c'era un bacino di pietre di fiume.

Milo si chinò e, quando stava per prendere il primo sorso, Erika lo fermò.

-Aspetta Milo. Guarda.-

-Cosa devo guardare? E' acqua! Acqua, la fonte di vita! Devo bere!-

-Sì. Hai ragione, ma secondo te quel bacino si è formato da solo?-

-Quanto sei precisa, sarà un caso!-

Erika annuì poco convinta.

Tutti fecero festa bevendo a grandi sorsi.

Però...

-Ah... Cosa...?- Margot svenne.

Tutti le si avvicinarono preoccupati, ma, uno dopo l'altro, caddero anche loro.

Si sentì una risata malefica.

Da dietro il salice apparve Emily.

Ghignò divertità per poi ridere di nuovo.

Dietro di lei, una Joanne spaventata tremava.

Emily la guardò di scherno.

Poi ghignò e sfoderò il pugnale.

-Chi ucciderò?- Si chiese girando fra le ragazze svenute.

Joanne, dal canto suo, scappò, approffittando della distrazione di Emily.

Ma l'assassina voleva proprio quello.

Ripose il pugnale sporco di sangue seccato.

Fece scoccare le dita e le ragazze scomparvero per riapparire chissà dove.

Ghignò, chiamando a raccolta i suoi lupi.

-Allora, avete fatto quello che vi ho ordinato?- Chiese malefica.

I lupi annuirono.

-Bene... Adesso è il mio momento...-

 

 

Angolino veloce veloce

Ma ciao!

In questo angolino vorrei solo scusarmi per il capitolo corto.

E non preoccupatevi, le ultime Oc appariranno presto, non voglio aspettare troppo!^-^
Adesso tolgo il disturbo e ringrazio tutti i lettori!

Lucchan

 

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Capitolo 8
*** La stanza della paura ***


7- La stanza della paura

POV FLOX

Buio.

Nient'altro intorno a me.

Solo silenzio e aria piena di tensione.

Odore di fuliggine sparso per la... Stanza?

O per la prigione?

Sono appoggiata un un muro freddo e umido.

Avverto un dolore forte al ventre.

Sento un lamento vicino.

Quindi non sono sola!

-C'è qualcuno?-

Un inquetante eco mi risponde spettrale.

Me lo sarò immaginato?

O c'è veramente un altro prigioniero?

Il terrore sale, facendo battere a mille il cuore e coprendo i miei pensieri.

Vedo una macchia rossa che brilla, a poca distanza da me: è sangue.

Una parte di me vorrebbe raggiungerla, ma non riesco a muovere un muscolo.

Cosa mi sta succedendo?

Avverto una fitta alla pancia che mi fa gemere da dolore.

E sento di nuovo un gemito.

Questa volta, però, le parole sono più distinte.

-Cosa... Cosa succede?-

Una voce provata, ma comunque decisa, con un accento di speranza.

-Ci sono.-

Non riesco a dire altro, mentre comincio a sentire male anche agli arti.

-Chi?-

Riesco a distinguere una voce maschile, profonda.

-Flox.-

Cerco di alzarmi per avvicinarmi alla voce, ma qualcosa mi tiene legata al muro.

-Vieni.-

La voce si fa risentire, dopo qualche minuto di silenzio.

-Non posso.-

Rispondo semplicemente, sospettosa.

-Allora vengo io.-

Tre parole, poi il silenzio.

Un silenzio che mi sembrò interminabile.

Mi accorgo di dipendere da quella voce che mi faceva sentire meno sola.

Poi qualcosa di umido sfiora la mia mano.

La ritraggo, spaventata.

Poi una tenue luce si accende davanti a me.

Una lanterna.

E davanti a me una figura dai grandi occhi blu, leggermente socchiusi.

Il viso sporco e la bocca dischiusa in un sorriso.

I capelli verdi scompigliati e le ferite sanguinanti nelle braccia e nelle gambe.

-Sei ferita.- Dice solamente, con voce accesa e profonda.

Mi guardo la pancia, macchiata di sangue.

Faccio tornare lo sguardo su di lui.

-Chi sei?-

-Fidio.-

Prima che potessi avere una reazione un altro lamento risuona nella stanza.

-C'è qualcun'altro?-

E' Fidio a rispondermi: -Certo.-

Lo guardo, interrogativa.

Lui sorride e cammina verso il vuoto.

Torna subito dopo, con due ragazze svenute sulle spalle.

-Chi sono?- Domando incuriosita.

-Altre prigioniere.- Risponde con semplicità.

Si strappa un bordo della maglia e me lo porge.

-Fasciati.-

Io afferro la stoffa, annuendo, mentre lui comincia a curare le due ragazze.

Intanto le osservo: una ha dei morbidi capelli color nocciola e l'altra ha dei bellissimi capelli color del grano maturo ed è esile e bassa, al contrario dell'altra.

-Fidio, ma tu non ti curi?-

Mi guarda con ovvietà.

-Dopo.- Risponde, continuando a fasciare le ferite della ragazza bionda.

E' così altruista che sembra falso.

Ma sono sicura che non è così.

Ho molte domande da rivolgergli ma non so quale formulare per prima.

Allora decido di avviare il discorso in modo semplice.

-Fidio, ma tu perchè sei qui?-

Lui alza lo sguardo e i suoi occhi sembrano colmi di dolore e dispiacere.

-E' una lunga storia.-

Rimango insoddisfatta da questa risposta, ma decido di accontentarmi.

-E da quanto?-

Sembra pensarci un poco poi si decide a parlare:- Più o meno dieci giorni.-

Lo guardo sbigottita.

Io non ce la farei a rimanere qui un giorno, figuriamoci dieci...

-E io?-

-Non saprei, credo quattro o cinque ore.-

-Ah. Ma cos'è questo posto?-

-E' una prigione, chiamata comunemente "Gabbia del Disperato" o "Prigione delle Torture". Ma io preferisco chiamarla "La stanza della Paura".-

Il modo in cui ha pronunciato quei nomi mi ha fatto quasi paura.

Li ha detti con una tale indifferenza, quasi allegria che mi hanno sconvolto.

-E... Perchè? Cosa ti fanno? E soprattutto chi?-

-Allora... Quello che ti fanno dovresti averlo capito, ti feriscono e chi...-

Sospende un attimo, come se ci stesse pensando, poi, dopo un attimo di esitazione completa la frase:- O coltelli acuminati lanciati da soffitto, o veleno sparso nell'aria, o lupi affamati oppure L'Innominata.-

Lo guardo, sconvolta.

-L'Innominata? E chi è?-

-E' la ragazza a capo di tutto questo, crudele e spietata, assetata di sangue e senza compassione. Io la conosco.-

-Ah. Ma...-

Non riesco a finire la frase che un lamento di risveglio si estende per la stanza.

Poi la ragazza dai capelli color del grano apre gli occhi azzurri, così freddi da far venire i brividi.

Si alza a fatica e ci guarda.

-Chi siete?- Chiede, diffidente e sospettosa.

-Io sono Fidio e lei è Flox.-

Lei ci squadra bene con i suoi occhi zaffiro.

-Tu?- Chiedo, cercando di sorridere e di non farle notare che mi mette soggezione.

-Luna Frosten.- Ribatte dura.

-Bene, tu la conosci?- Le chiede Fidio, completamente a suo agio.

Ma come fa quel ragazzo a essere immune alle sue occhiate?

-No e non mi interessa conoscerla.- Risponde sgarbata Luna.

Proprio in quel momento anche la ragazza dai capelli color nocciola apre gli occhi castani.

-Ciao.- Saluta allegra.

-Ciao. Chi sei?- Chiedo, sorridendo.

-Io sono Ilary White, voi?-

-Io sono Flox, lui è Fidio e lei Luna.-

-Piacere di conoscervi!- Sorride lei, tranquilla.

-Il piacere è tuo.- Risponde Luna, seccata.

-Ok.- Sospira Fidio. -Ora che siamo tutti svegli dobbiamo uscire. Siete daccordo?-

Io annuisco, seguita da Luna e Ilary.

-Bene. Ascoltatemi, ho un piano.-

Ma nessuno di loro sapeva che qualcuno li stava spiando, dall'alto.

Angolino ino-ino

Ciao Gente!!
Come va?
Spero bene.
Ma non è di questo che vi volevo parlare.
Allora, inanzitutto mi scuso per il ritardo e spero che vi sia piaciuto il capitolo.
E poi ringrazio
si99 perchè è grazie a un nostro gioco che mi è venuta ispirazione.
Adesso devo andare, lasciate una recensione mini mini se vi ho fatto pena!

Lucchan

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Capitolo 9
*** Sospetto ***


8- Sospetto

POV RIKA

Trattengo il fiato.

Sono molte ore, non so bene quante, da quando sono entrata qui.

Forse un giorno intero.

Mi sono nascosta sui rami di un albero, forse un pino o un'abete, per sfuggire a quei lupi neri, sembravano morti.

Ero fuggita, terrorizzata, ma ho abbandonato Fabia.

Mi vergogno di questo, ma non posso farci nulla, almeno adesso.

Qui c'è troppo silenzio, troppa paura nell'aria.

Spero non siano ancora sulle mie tracce.

Meglio andare a vedere, non sono molto sicura.

Salgo per un paio di rami, ma il terzo si spezza, facendomi cadere.

Sbatto la schiena sugli altri, rompendoli.

Infine sbatto sul suolo.

O forse... No, non sembra terra.

-Ahiaihai, che botta!- Riesco a dire, sofferente.

-E levati!-

Sento una voce da sotto di me e una mano che mi prende un braccio.

-Ho detto: levati.-

Vorrei andarmene, ma sembra che i muscoli delle gambe non si vogliano muovere.

E poi... Sento un dolore alla spina dorsale!

Spero non si sia rotta!

Però, questa volta l'ho combinata davvero grossa.

La persona sotto di me si muove, buttandomi di lato e alzandosi.

-Ma ti sembra gentile cadere addosso alle persone mentre camminano?-

Alzo lo sguardo e vedo una ragazza dai capelli bruni, scalati. I suoi occhi sono verde intenso e porta un nastro come fascia.

-Scusa.- Rispondo. -Ma... Mi potresti dare una mano? Non riesco ad alzarmi...- Chiedo poi, cercando di tirarmi su.

Lei sbuffa, ma poi mi porge la mano, che io afferro volentieri.

-Come ti chiami?- Domando interessata, una volta in piedi.

Lei mi guarda, un po' storta:- Genny Zukinawa.- Si volta, con fare assente.

-Adesso devo andare.- E corre via, senza lasciarmi il tempo di ribattere.

-Io sono Rika!!!- Grido, prima che possa svoltare l'angolo.

Quante persone strane ci sono al mondo...

Ma è uguale.

Comincio a camminare, dopo un'alzata di spalle.

Ma, dopo aver percorso più o meno quaranta metri cominciano a venirmi i brividi e a sentirmi osservata.

Sospiro.

Mi è pure sembrato di sentire dei passi venirmi incontro!

Sto diventando pazza, questo posto mi mette inquetudine.

Mi metto a canticchiare, per coprire quei passi, ma non mi concentro e alla terza strofa mi blocco sul posto.

Ho sentito una parola: ciao.

Mi volto terrorizzata.

Lancio un urlo, spaventata.

-Stai calma. Sono io...!-

Guardo meglio e vedo... Fabia?

-Fabia! Mi hai fatto spaventare! Ma sei viva?-

-No, sono morta.- Risponde lei, sarcastica.

Io rido, più tranquilla.

-Ma dove sei stata?-

-Oh, nella Valle del Silenzio, nel Pozzo dell'Agonia e nella Via della Paura. Qui nei paraggi, comunque.-

La guardo, sconcertata.

Valle del Silenzio?

Pozzo dell'Agonia?

Via della Paura?

Oddeimiei.

Fabia ridacchia.

-Scherzavo. Dopo essere scappata da quei lupi... Be', mi sono nascosta, poi ti ho sentito e sono venuta.-

Lancio un sospiro di sollievo, per poi tornare a sorridere.

Quella ragazza mi farà venire un infarto, un giorno o l'altro.

Fabia mi prende la maglia e mi trascina dietro un albero.

-Ma cosa fai?- Domando, divertita.

Lei mi fa segno di rimanere in silenzio e davanti a noi passa una ragazza dai capelli color grano e gli occhi gialli, tendenti al verde.

-Chi è?- Chiedo sottovoce, ma non ottengo risposta.

Fabia passa ad un altro albero e mi fa segno di seguirla.

Di soppiatto seguiamo la ragazza.

Lei si ferma.

Noi la osserviamo.

Sposto lo sguardo su Fabia, che sembra preoccupata.

-Che c'è?- Domando, sempre sottovoce.

-Nel suo futuro vedo... Vedo orrore, paura, mistero... Sono preoccupata. Seguiamola.- Mi dice infine.

Anche io non mi fido. Quella ragazza sembra troppo sicura in questo posto per essere buona. E poi... Poi dietro di lei ci sono delle gocce di sangue, che cadono da un affilato pugnale.

Angolino in ritardo

Salve a tutti. :D

Come prima cosa voglio scusarmi per non aver pubblicato per tanto tempo, ma la scuola (sempre lei -.-) mi ha impegnato troppo per venire qui su EFP.

Voglio chiarire tutto: non aggiornerò molto, ma appena potrò posterò. ^-^

Non ho nient'altro da dire, oltre che entro i prossimi (più o meno) sei capitoli tutte le OC si saranno incontrate e arriveremo al succo della storia. *o*

Bacioni orsacchiottosi! ^O^

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Capitolo 10
*** Esplosione tossica ***


9- Esplosione tossica

POV LIBERO

Cinque ragazze camminavano per la foresta.

-Io dico di andare di qui!- Esclamò ad un tratto una ragazza dai capell i corti e scuri, tagliati in un caschetto, dagli occhi blu notte e dalle sfumature viola.

-No, Lien. Andiamo di qua.- Ribattè invece una ragazza dai lunghi capelli bianchi e gli occhi rosso sangue.

Il gruppo si era fermato e le altre tre ragazze guardavano incuriosite le compagne, sapendo che avrebbero cominciato un'avvincente discussione.

-Non hai sempre ragione tu, Aron!- Disse irritata Lien.

-E nemmeno tu!- Aron incrociò le braccia al petto, ma sul suo viso c'era un sorriso divertito.

-Ah, sì? Adesso io...- Ma Lien non riuscì a continuare. Sbarrò gli occhi, terrorizzata.

-Lien, va tutto bene?- chiese preoccupata una ragazza dagli occhi marroni incorniciati dalle lunghissime ciglia nere, con dei bei capelli biondi e mossi e una frangia liscia e una veste da principessa.

Ma la ragazza cinese non riuscì a risponderle, paralizzata anche da quello che aveva visto.

Aron si voltò e anche lei rimase scioccata da quello che vedeva nel cielo.

Un'altra ragazza si voltò: questa aveva i capelli bianchi con delle ciocche azzure, legati in una coda di cavallo e gli occhi blu e un ciondolo d'argento a forma di delfino legato al collo.

-Guardate!- Fu l'unica che riuscì a parlare e quando anche l'ultima si voltò rimasero paralizzate dalla paura.

Nel cielo si estendeva una grande ombra nera, con sbuffi di fuoco, si alzava, facendo cadere tizzoni ardenti grandi come massi, mentre cenere e vapore tossico dal colore della pece si estendeva invece in orizzontale.

Lì l'aria doveva essere inrespirabile.

La ragazza dai capelli bianchi con dei ciuffi azzurri si voltò verso le amiche:- Ragazze. Dobbiamo andare in quel posto. Adesso. Potrebbe esserci qualcuno.-

-Ma Lucy... Secondo te come facciamo ad arrivare in tempo? Nel frattempo che noi arriveremo, se c'è qualcuno dentro sarebbe già morto e nella ricerca potremmo perdere la vita anche noi! E poi non siamo neanche sicuri che c'è qualcuno!-

-Lo so, Hizaki. Ma non posso rimanere qui. Sono sicura che c'è qualcuno, chi avrebbe fatto saltare una bomba del genere, secondo te?- Lucy guardò negli occhi l'amica.

-Non siamo sicure che sia una bomba.- Hizaki fece un passo elegante verso Lucy.

A quel punto intervenne Aron:- Io sono con Lucy.-

Tutti si voltarono verso di lei.

Anche Lien fece un passo avanti, raggiungendo Aron:-Anche io. Tu, Fedì?- Si voltò verso una ragazza dai capelli castano-ricci, che si boccolano un poco in fondo, abbastanza alta e con gli occhi castani.

-Sì, anch'io.- Allora tutte si voltarono verso Hizaki.

-D'accordo. Ma non possiamo andare così, senza precauzioni.-

-Quanto sei pesante, Hizaki. Andiamo.- Le sorrise Lucy, felice.

Tutte e cinque si misero a correre verso la presunta eslosione, ma, da un altra parte, qualcun'altro stava correndo.

*******

Fidio, Flox e Luna correvano all'impazzata, tossendo e respirando a fatica.

-Sei sicuro che sia stato un buon piano far saltare una bomba tossica?!- Urlò Flox a Fidio, un po' arrabbiata, cercando di sovrastare il rumore dell'esplosione.

Fidio si fermò.

Luna continuò a correre, senza badare che i suoi compagni si erano fermati.

Flox guardò il ragazzo, senza capire.

-Cosa succede?!- Urlò ancora.

Ma questa volta lui le rispose:- Io torno dentro!! Devo andare a prendere un'altra persona!!-

Flox lo guardò, sconcertata, mentre la fuliggine le entrava negli occhi:- Ma sei matto?!- Chiese, strofinandoli.

Il ragazzo scosse la testa e le fece segno di andare.

Flox titubò un poco, ma poi corse via, seguendo Luna.

Fidio tornò indietro, entrando al centro dell'esplosione.

Doveva salvarla.

Perchè dopo quello che era successo lui le voleva ancora bene.

Rientrò nell'edificio, dove l'aria era davvero irrespirabile.

Trattenne il fiato e corse ancora più veloce, sperando che quello che stava per fare non fosse una follia.

Guardò in alto e vide stagliarsi sopra tutto una ragazza dai capelli color grano, con un ghigno divertito stampato sul volto.

Ma non riuscì a dire nulla, perchè svenne per l'aria tossica che gli era entrata in circolo.

La figura rise, come se fosse immune a quel gas velenoso, poi se ne andò, continuando a sghignazzare.

Ma dall'alto apparvero altre due figure, quella di Fabia e Rika.

Le due si guardarono, preoccupate e insieme si calarono giù.

Sperarono di non svenire e presero sulle spalle il corpo intossicato di Fidio, salendo di nuovo in quell'altura e uscendo da un'uscita secondaria.

Erano salve.

O almeno così credevano: perchè quella ragazza dai capelli grano non se n'era andata del tutto.

Era ancora lì, e scoppiò in una risata malefica, che fu coperta dal suono dell'esplosione ancora in atto.

-Preparatevi. Perchè il mio inferno... inizia adesso!-

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Capitolo 11
*** Sangue e novità ***


10- Sangue e novità

POV LIBERO

Rika e Fabia continuarono a correre, a tossire e a sperare di non essere perdute.

Dietro di loro i gas velenosi si alzavano imminenti verso il cielo grigio.

Rika si voltò verso l'amica.

-Fabia, ho un'idea. Seguimi!-

La ragazza mora cambiò direzione, correndo proprio verso l'esplosione.

Fabia non capiva il comportamento dell'amica, ma decise di fidarsi.

Le due ragazze si ritrovarono a correre veloci in mezzo all'esplosione mortale, con una speranza in più.

Rika aveva avuto una buona idea, guidando Fabia verso la parte opposta dell'edificio in fiamme.

Infatti l'esplosione sembrava andare da una parte in preciso, seguire una traiettoria già programmata.

E andare dalla parte opposta era il modo migliore per sfuggire alla morte certa.

Le ragazze stavano ormai cedendo alla stanchezza, ma si innoltrarono comunque nel bosco, sfuggendo così alla più piccola intossicazione.

Entrarono in un incavo fra i rami di un albero, un luogo protetto e silenzioso.

Al centro del riparo c'era un tappeto di muschio e foglie morte, incredibilmente morbido.

Rika ci si buttò sopra.

-Non muoverò più un muscolo fino a domani mattina...- Si lamentò.

Fabia la guardò seria.

-Se ci sarà una mattina.-

Rika inarcò un sopracciglio.

-Cosa intendi?-

-Intendo dire che qui non c'è un oggi e non c'è un domani. Il tempo non passa, la notte non c'è, non c'è nè il pomeriggio nè la mattina, la sera neppure. Capisci?-

Rika sbadigliò.

-Fabia, non fare questi discorsi a me. Non mi importa se il tempo non passa, mi basta riposare!- Disse convinta, per poi sdraiarsi comoda sul muschio morbido.

L'amica la guardò, stranita.

-Una sola cosa, Rika. Di lui che ne facciamo?- Chiese, indicando Fidio, svenuto sul fondo morbido.

-Non lo so. Aspettiamo che si risvegli, poi vedremo.-

Fabia annuì e si distese comodamente, addormentandosi all'istante, proprio come l'amica.

Ma erano state imprudenti ad addormentarsi lì, come un agnello nella tana del lupo.

E il lupo stava proprio rientrando per cena.

Infatti la ragazza dai capelli grano spuntò, come un fulmine a ciel sereno, da dietro i rami spugnosi.

Ghignò divertita.

-Così è troppo, però...- Rise, mentre quattro lupi morti girarono fra le ragazze addormentate.

-Portatele da un'altra parte.- Ordinò. -A me interessa lui...- Continuò, indicando Fidio.

Rise, malefica, sparendo dietro al nascondiglio poco sicuro di Rika e Fabia, mentre i lupi mordevano divertiti il ragazzo e leccavano contenti il sangue che usciva dalle ferite.

Dall'albero uscì uno spirito nero.

Con un aura scura sollevò le ragazze nell'aria, teletrasportandole in un altro luogo. Poi rientrò nell'albero.

I lupi continuarono a ferire Fidio, che non accennava a risvegliarsi.

La tortura continuò per una manciata di minuti, finchè i lupi non furono richiamati da un fischio e se ne andarono, lasciando Fidio a terra, sanguinante.

***********

Una ragazza dai capelli biondo platino e gli occhi color acciaio correva per il bosco tetro.

Era scappata, si sentiva codarda.

Ma almeno era viva.

Un rumore di passi frettolosi la distrasse dai suoi pensieri.

Bloccata dal terrore, si preparò una messinscena per uscire viva dalla brutta situazione in cui si sarebbe cacciata di sicuro.

Ma invece che un mostro a cento bocche o di uno spirito scuro e spietato, dai fitti cespugli uscì una ragazza dai capelli bruni e gli occhi verde intenso, con un nastro usato come fascia.

La ragazza dagli occhi acciaio rimase impietrita dalla visita inaspettata.

-Ehi! Chi sei?- Domandò l'altra.

-Mi... Mi chiamo Joanne. Mi hai fatto prendere uno spavento!- La ragazza dai capelli platino ricominciò a respirare normalmente.

Ma la ragazza con la fascia non si scompose.

-Non è certo un problema mio.- Disse distratta.

Joanne s'irrigidì.

-Come ti chiami?- Le chiese.

-Genny Zukinawa. Adesso lasciami in pace.- Ribattè, allontanandosi di qualche passo.

All'idea di rimanere ancora sola, Joanne tremò.

-Aspetta Genny! Non possiamo proseguire insieme?-

La ragazza dai capelli platino cercò di assumere un'aria convincente.

Non era mai stata brava con le parole.

Genny la guardò di sbieco, ma annuì.

Le due ragazze proseguirono insieme, mentre il sentiero si ricopriva di lapidi e la luce diminuiva.

Joanne accese una torcia per non rimanere al buio totale, idea che piacque molto anche a Genny.

Camminarono per un paio d'ore, finchè Genny non avvertì qualcosa.

-Ehi Joanne. Annusa l'aria. Non c'è odore di...- Si chinò a terra, raccogliendo con il dito una goccia rossa. -Sangue?-

Joanne rabbrividì.

-Chissà chi è stato ferito...-

-O ucciso.- Suggerì la ragazza la ragazza dai capelli bruni.

Le ragazze seguirono le gocce di liquido rosso fino all'incavatura di un'albero, dove un ragazzo dagli occhi azzurri era intento a cercare di fasciare dei profondi morsi sulle braccia, sul viso e sulle grambe.

Appena sentì la presenza delle ragazze alzò gli occhi.

-Ciao.- Disse. -Io sono Fidio. Voi?-

-Genny e Joanne.- Disse la ragazza con la fascia.

L'altra, invece, non riusciva a parlare, era spaventata.

Fidio se ne accorse e sorrise.

-Non ti preoccupare, questi morsi non sono niente!- Rise un poco.

Joanne alzò gli occhi acciaio.

-Vuoi una mano?- Chiese.

-No, ti ringrazio.- Le rispose il ragazzo.

Genny sbuffò, poi ritornòò seria.

-Chi ti ha ferito? Lupi? Cani? Mostri? O addirittura persone?-

Fidio rise.

-Credo siano stati i Lupi dell'Oltretomba. Sono scheletri di lupi prima in vita, che dopo essere morti si ritrovano qui, ricoperti di pelle non proprio sana, e obbediscono alla prima persona che vedono appena aprono gli occhi. Sono assetati di sangue, ma non sono come gli animali normali: sono impossibili da uccidere e ferire, se non con il pugnale supremo, sempre in mano ad una certa persona... I loro morsi sono letali, per guarire ci mettono molto di più di quelli normali, a volte ti avvelenano anche. Possono correre per mesi interi senza fermarsi, ma soffrono la luce, infatti questo posto è così tetro. Comunque io non posso esserne certo, quando mi hanno ferito devo essere svenuto, ma non ricordo.-

Joanne e Genny ascoltavano interessate, un po' spaventate e impietrite da quante cose conosceva quel ragazzo.

Fidio sorrise.

-Non spaventatevi, sono mesi che vivo qui!- Rise.

Joanne non avrebbe mai riso: secondo lei non c'era niente di comico in quel discorso e posto.

Genny invece era pensosa: non si fidava di Fidio.

Conosceva troppe cose per non essere nemico. E perchè rideva così?

Non se lo spiegava.

Il ragazzo sorrise.

-Se volete riposare rimango io di guardia.-

-Sicuro? Sei anche ferito...- Joanne si stupì di quanta forza di volontà avesse quel ragazzo.

-Ma certo.-

Joanne sorrise, anche se un po' preoccupata e si sdraiò.

Genny, invece, si appoggiò ad un ramo e promise a se stessa che sarebbe rimasta sveglia, ma dopo poco si addormentò.

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Capitolo 12
*** Siamo salvi, ancora una volta! ***


11- Siamo salvi, ancora una volta!

POV LIBERO

Undici ragazze svenute giacevano in una radura nera, legate dalle radici degli alberi.

Erano tutte diverse, un solo maschio fra loro.

Una ragazza dai capelli color grano aprì gli occhi color ghiaccio.

Con un veloce movimento dei piedi si liberò dalla stretta delle piante.

Si alzò in piedi e sbuffò, infastidita.

Guardò le compagne, sbuffando di nuovo.

Poi cominciò a strappare le radici degli alberi morti, liberando le altre, che pian piano si risvegliavano.

La prima a riprendere del tutto conoscenza fu una dai capelli castani e ricci, con due ciuffi rossi sul viso e gli occhi acquamarina.

-Alex? Da quando tu fai dei gesti di bontà?- Chiese, falsamente meravigliata.

-Quanto sei sarcastica, Elisabeth.- Rispose Alex, ribattendo con lo stesso sarcasmo dell'altra.

Ad intervenire fu una ragazza dai capelli castano scuro e gli occhi azzurro intenso, con qualche scaglia più scura.

-Ragazze, calmatevi.-

-Sono calmissima, Eri.- Si giustificò Elisabeth.

Eri sorrise, alzandosi e avvicinandosi ad una ragazza dai capelli castano chiaro, con qualche riflesso rosso, legati in due graziose treccine.

-Va tutto bene Margot?-

La ragazza arrossì di botto.

-Sì...- Disse in soffio.

Una ragazza con i capelli biondi e dai grandi occhi azzurri fissava interessata un'altra, con i capelli castani e gli occhi smeraldo.

Quest'ultima, prima intenta a togliersi di dosso le ultime radici legnose alzò lo sguardo sull'altra.

-Potresti smettere di fissarmi, Electra?-

La bionda sorrise.

-Certo Satana.- Distolse lo sguardo, posandolo su un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, anche lui intento a levare le radici, anche se esse gli si attorcigliavano ancora di più intorno alla vita.

-Ehi, Milo, vuoi una mano?- Chiese, alzandosi.

L'altro sorrise.

-Mi farebbe comodo!-

Electra cominciò a spaccare le radici, seguita a ruota dal ragazzo.

Intanto una ragazza dai capelli marrone scuro, con delle ciocche verde pistacchio era intenta a togliere dai capelli scuri di un'amica dagli occhi smeraldo delle foglie nere.

Quest'ultima finiva di levare dai pantaloni color caffè dell'altra gli ultimi resti di radici ormai spaccate.

A richiamarle fu Elisabeth:- Aka, Erika, mi date una mano? Dobbiamo levare queste radici- Disse, indicando dei grossi pezzi di legno rotti.- per liberare la strada.-

Le due annuirono sorridendo.

Alex invece pensava.

Non capiva com'erano finite lì, sapeva solo che dovevano ritornare nel mondo reale, perchè quel posto non lo era.

Era anche preoccupata: se adesso si erano ritrovate lì dopo essere svenute, cosa sarebbe successo più tardi?

Si erano liberate per merito suo, se non fosse più stata in grado di reagire, cosa sarebbe successo?

Queste e molte altre domande turbinavano nella mente della ragazza.

Intanto Elisabeth, Aka e Erika avevano finito di sgombrare la strada, e richiamarono a gran voce le altre.

Eri si avvicinò a Margot.

-Ehi, ma perchè stai sempre da sola?-

Il viso bianco della ragazza con le treccine s'imporporò.

-Be'... Ecco... Io...- Balbettò confusa.

Non lo sapeva neanche lei, questa era la verità.

Era troppo timida, forse per questo.

Eri sospirò.

-Adesso staremo insieme, non mi piace verti sola.- Fece un passo verso Margot.

Quest'ultima annuì.

Insieme cominciarono a seguire il gruppo.

Altri tre che stavano insieme erano Milo, Electra e Satana.

Electra e Milo ridevano insieme, mentre Satana li ribeccava ogni volta che esageravano.

In testa al gruppo c'erano Aka ed Erika, orgogliose del proprio operato.

A chiudere il gruppo e ad assicurarsi che nessuno rimasse indietro c'erano Alex ed Elisabeth.

Proseguirono diritte per un paio di ore, fra risate, commenti ed esclamazioni, fra chiacchericcio e tensione.

La verità era che, anche la più sicura delle ragazze si sentiva meno in pericolo in gruppo.

Ad un tratto un fruscio lontano allarmò il gruppo, che però non si fece prendere dal delirio.

Il fruscio si faceva sempre più vicino, la tensione sempre più alta.

Rimasero tutti immobili, pronti a scattare per catturare chiunque fosse uscito dal cespuglio che si agitava.

Non c'erano coniglietti carini in quel bosco: qualunque cosa fosse uscita sarebbe stato un mostro.

Anche il vento turbinante di prima sembrava tacere, tutto era spaventosamente immobile.

Tutto tranne quel cespuglio.

All'improvviso saltò fuori qualcosa.

Satana scattò e buttò a terra il presunto mostro, bloccandogli le mani.

Aka era pronta e gli tenne fermi i piedi.

Ci fu un attimo di calma... Tanto per accorgersi che quello a terra non era un mostro, ma una ragazzza!

-AAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!- Urlò la ragazza, che aveva i capelli mori e gli occhi grigio-azzurri.

Dal cespuglio ne uscì un'altra, stavolta con gli occhi smeraldo e i capelli blu.

-Che sta succendendo?- Esclamò.

Immediatamente Aka e Satana lasciarono la ragazza, che smise di gridare.

Tutti si guardarono, mortificati.

-Ma che volevate fare?- Domandò sinceramente arrabbiata la mora.

-Ecco... Noi...- Balbettà di risposta Aka, senza sapere cosa dire.

-Credevamo foste mostri.- Continuò inperturbabile Satana.

-Come?! Ahahahahahaha!- Rise improvvisamente la ragazza dagli occhi grigio-azzurri.

-Perchè ridi?- Chiese Eri, stupita.

-Perchè è un po' fuori, lo so per esperienza.- Rispose la blu.

-Ehi!- Ribattè la mora, alzandosi in piedi e puntando un dito verso l'altra. -Tu, tu! Tu stai rischiando grosso!-

-Certo, come no.- Ridacchiò la ragazza dagli occhi smeraldo.

I ragazzi erano sinceramente meravigliati e colti di sorpresa da una coppia tanto buffa.

Elisabeth sorrise.

-Ma come vi chiamate?-

-Io sono Rika Ryuu, lei è Fabia Moon, felice di conoscervi!- Esclamò allegra la mora.

-Allora piacere Rika! Io sono Elisabeth Wolf, loro sono Aka Matsuri, Alex Khan, Eri Kanzaki, Erika Dance, Satana Amazzi, Electra King, Milo Sharp e Margot William. Siamo già in tanti, ma ci piacerebbe se vorreste seguirci anche voi!- Esclamò.

-Con piacere.- Rispose Fabia, sorridendo.

Alex era un po' scettica.

Era una mossa avventata essere così in tanti: sarebbero stati più facili da individuare e catturare.

Dopo quello che era successo dovevano stare attenti e non fidarsi più, ma quelli sciocchi non volevano proprio capirlo!

Si sentiva una badante.

Ma non poteva pensarci troppo, ormai era deciso.

E tra chiacchericcio e tensione meno intensa ripresero a camminare, sicuri di ritornare a casa presto.

Forse, non poi così presto...

 

Angolino delle scuse

Ragazzi scusate! >.<
Sono in ritardo, è da una vita che non aggiorno! >-<
Spero che non sia troppo tardi e qualcuno abbia ancora voglia di leggere! >.<
Sono mortificata! >O<
Mi impegnerò in futuro ad aggiornare più in fretta, promesso! >=<
Spero riusciate a perdonarmi.
Vi mando un bacio e ancora scuse!

Lucchan

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Capitolo 13
*** Templi e paura ***


 

 

12- Tempi e paura

POV LIBERO

I nostri undici ragazzi camminavano per la foresta, ma la situazione non era allegra e spensierata.

Il bosco sembrava essersi fatto più cupo di prima, i rami degli alberi morti sembravano chiudersi su di loro come una gabbia scura.

Il vento sussurrava qualcosa di impercettibile, si sentivano degli ululati lugubri in lontananza.

Sembrava essersi fatta improvvisamente notte, più avanzavano più il buio si faceva fitto.

Elisabeth ebbe un tremito, Aka le sorrise.

-Hai freddo?- Le chiese, quasi sussurrando.

-No, ho paura!- Esclamò invece la castana, ma parlò troppo forte e la sua voce rimbombò in tutto il bosco.

Aka inghiottì a vuoto.

-Sì, hai ragione.- Mormorò poi, spaventa.

Continuarono a camminare, in silenzio, guardandosi furtivamente intorno.

Ogni tanto si sentiva qualche fruscio sin troppo vicino.

Improvvisamente Fabia si fermò.

-Ascoltate...- Esclamò, mantenendo basso il tono della voce.

Si sentivano delle risatine in lontananza.

-Hihihihihi... Hai ragione!- Esclamò una voce in lontananza.

-Lo so che ho ragione.- Ribattè un'altra.

Eri fece girare lo sguardo, stupita.

-Guarda quella che stupida!- Esclamò divertita la prima voce.

La ragazza arricciò il naso, indispettita.

Milo le si avvicino.

-Hai sentito? Sei tu la stupida...!- Ridacchiò.

Inutile dire che si prese un bel pugno in testa.

Alex sospirò.

-Continuiamo a camminare. Se chi parla è malintenzionato, bene, che si faccia avanti, non saremo noi a cercarlo.-

-Ma Alex...-

-No, Electra. Niente "ma", si fa come dico io.- Ribattè seccata la bionda.

Ripresero a percorrere quel sentiero oscuro, che presto divenne anche scosceso.

Stavano discendendo un burrone, sotto sembrava esserci un tempio tombale.

Improvvisamente si sentì un lungo lamento raccampricciante dal fondo.

Poi una scossa violenta fece tremare la terra, come se fosse in atto un terremoto.

Le ragazze precipitarono in fondo, sbattendo violentemente sul terreno.

E rimasero lì, svenute.

Intanto dal tempio era uscita una ragazza dai capelli biondi e mossi, gli occhi castani incorniciati da due lunghissime ciglia nere:-Ragazze! Guardate!-

Uscirono dal tempio, piene di polvere, quattro ragazze, che raggiunsero quella che era rimasta sull'uscio.

-Che succede Hizaki?- Chiese una ragazza abbronzata dai capelli scuri.

-Lì ci sono delle ragazze.- Rispose stupita Hizaki.

-E come ci sono finite?- Domandò una ragazza dai capelli bianchi e gli occhi rosso sangue.

-Non lo so Aron. Erano già qui.- Ribattè convinta la bionda.

-Andiamo!- Esclamò una ragazza dalla pelle cadaverica e i capelli castano-rossicci.

-Io vado a dare un'ultima occhiata dentro, Fedì. Ci vediamo qua fuori!- Disse la ragazza dai capelli scuri.

-D'accordo Lien. Se succede qualcosa facci un fischio!- Esclamò sorridendo una ragazza con i capelli bianchi con dei ciuffi azzurri.

Lien corse dentro al tempio e le altre quattro si avvicinarono al gruppo.

-Secondo voi cos'è successo?- Domandò Aron, chinandosi su Aka e Rika.

-Bha... Non sembrano ferite...- Precisò Hizaki, osservando Fabia, Electra e Margot.

-Magari sono stata io! Sapete, dentro c'era ancora della dinamite e l'ho fatta saltare. E' tremato il terreno dei dintorni, magari stavano scendendo e sono cadute.- Ipotizzò Fedì.

-Ma complimenti!- L'apostrofò la ragazza dai capelli coi ciuffi azzurri.

-Non l'ho fatto apposta. Non mi sgridare Lucy!- Esclamò infastidita la ragazza dai capelli castano-rossicci.

Nel frattempo si udì chiaro un fischio cristallino, poi silenzio.

Le ragazze si guardarono per pochi istanti.

-LIEN!!- Gridarono in coro.

-Cosa facciamo?- Esclamò agitata Aron.

-Facciamo così. Io e Lucy rimaniamo qui e ci assicuriamo che loro stiano bene.- Disse Hizaki, indicando le ragazze svenute. -E tu e Fedì andate a vedere cosa succede, d'accordo?-

Tutte annuirono e corsero dentro al tempio.

Lucy sospirò:-Che sarà successo adesso?- Domandò sconsolata.

-Tranquilla. Non sarà niente di grave, ne sono sicura.- Sorrise Hizaki.

-Perchè, cos'è successo?- Chiese Eri, seduta a gambe incrociate per terra.

Hizaki e Lucy ebbero un tremito e si voltarono.

La castana sorrise:- Mi sono appena svegliata!-

Lucy fece un sospiro profondo.

-Mi hai fatto spaventare.- Sorrise, sincera.

-Piacere di conoscerti, io sono Hizaki Kamimura, lei Lucy Harver. Tu come ti chiami?-

-Eri Kanzaki. Ma cos'è successo?-

Lucy sorrise.

-Una nostra compagna, Fedì Angel, ha fatto saltare della dinamite dentro alla fabbrica e voi siete cadute e siete svenute. Poi Hizaki vi ha visto e siamo venuti qui. Un'altra nostra amica, Lien Wong è rimasta dentro a controllare ma poi ci ha avvisato che qualcosa non andava. Allora Fedì e Aron Ortega sono andate a controllare.-

-Ma quello non è un santuario?- Domandò stupita Eri.

Hizaki rise:- No, è una casa di tortura. E' esplosa una bomba al suo interno e quelli che vedi sono i resti, almeno presumo.-

Eri sospirò.

-Siamo messi bene.-

**************

Nel frattempo, da un'altra parte ma sempre nel bosco una ragazza stava osservando il cielo, manovrando le nuvole.

Poi si voltò.

Dietro di lei, dieci ragazzi in fila militare.

Tutti avevano gli occhi neri.

-Presto toccherà a noi.-

Rise, sadica.

Poi prese la mano del primo, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi cremisi e gli incise sopra la mano una "D" e un' "H", circondate da un lato da un disegno circolare con un pugnale.

Il ragazzo rimase immobile, mentre il sangue usciva dalla ferita.

La ragazza prese sul dito una goccia di sangue che la sua pelle assorbì immediatamente.

Sorrise.

Poi schioccò le dita e il ragazzo, come se improvvisamente provasse dolore, gemendo si acasciò al suolo.

Lo stesso trattamento ebbero un ragazzo dai capelli azzurri, uno dai capelli rossi, uno dai capelli biondi, uno con i capelli castani, uno con i capelli celesti, uno con i capelli nocciola, uno con i capelli castano scuri, uno con i capelli color ghiaccio e l'ultimo con i capelli castano-rossi legati in due trecce.

Alla fine si girò di nuovo verso il cielo e dalle ferite dei ragazzi uscì una luce dello stesso colore del sangue.

-Il momento è arrivato.-

ANGOLINO DELLA MATTA

  Ciao a tutti, sono io, la matta! *o*
Volevo inanzitutto scusarmi per le descrizioni ambigue (??) che ho deciso di inserire.
Poi, lo stemma disegnato sulle mani.
Ho provato a disegnarlo su Paint, il risultato eccolo qui.

 

 Fa schifo, ma non sono riuscita a fare di meglio. ç.ç
Poi, un premio di due recensioni a chi indovina cosa vogliono dire le due iniziali! ^.^
Non è facile, ma qualcuno potrebbe riuscirci!
Un bacio, 

 Lucchan 

  

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Capitolo 14
*** Niente timori! O quasi... ***


13- Niente timori! O quasi...

POV LIBERO

Una ragazza dai capelli nocciola si guardò intorno, titubante.

Fece girare i suoi occhi castani per tutti gli alberi, in cerca di qualcosa, di un segno di vita.

Era tutto troppo morto per i suoi gusti.

Avanzò piano per il sentiero di terra scura, impaurita.

Poi sbuffò.

-Basta adesso.- Si disse, spazientita.

Era stufa di avere paura.

Tanto, se non c'era nessuno, non c'era nulla da temere.

Ma ai sentimenti non si comanda, si dice sempre riguardo all'amore, vero?

Sospirò, ripensando al suo piccolo angioletto.

L'aveva conosciuto per caso, era stato davvero bello.

Camminò per ore, ricostruendo con la mente tutta la sua storia con lui.

Le passeggiate, i baci, i giochi...

E il calcio.

Era stato lui a insegnarle come giocare, come muoversi e l'aveva aiutata a creare le sue prime tecniche micidiali.

Stanca, si sedette su un masso.

Posò la mano sopra di esso e sentì delle specie di incisioni.

Si voltò a guardarle: era un messaggio, un avvertimento.

-Al fin del bosco, al lago oscuro, è nato ciò che è già morto.
Spiriti e paura, la Morte rincarnata vi raggiungerà
... Non sembra molto rassicurante!- Ridacchiò.

Vi ricordate di una pietra come questa?

Improvvisamente qualcosa passò veloce fra i rami, facendoli scuotere pericolosamente, le foglie si scontrarono producendo un suono debole e scricchiolante.

Si voltò di scatto.

Il cielo era perfettamente grigio e libero, non si avvertiva il minimo spostamento d'aria e intorno non c'era niente.

Rilesse con cautela la frase sulla roccia, riflettendo con calma.

E che fosse passato uno spirito?

Un brivido la percosse.

Si alzò, scuotendo la testa.

Nha, non era possibile.

Aveva fatto pochi passi che sentì qualcosa muoversi alle sue spalle.

E in quel momento una mano le coprì la vista, sentì una lama poggiarsi sulla sua gola.

Poteva avvertire il respiro di un'altra persona dietro di lei.

Il coltello si spinse più avanti, stava per tagliare la pelle.

Lei chiuse gli occhi, sperando di riuscire a non morire.

Poi, improvvisamente, il coltello fu ritratto e la mano si levò.

Sbattè più volte le palpebre e si girò.

Una ragazza coi capelli color grano era di fianco a lei e stava fissando un arbusto.

Vide i suoi occhi, prima di un colore rosso vermiglio, schiarirsi sempre di più fino a diventare grigi, quasi bianchi.

-Ma...- Provò a dire, ma dal punto che la ragazza dai capelli grano stava guardando apparì una dai capelli scuri, la nostra Lien.

Aveva gli occhi blu con sfumature viola spalancati e pieni di terrore.

-Tu...?- Mormorò, indicando la ragazza dagli occhi grigi.

-Sì, io.- Sbuffò l'altra, con aria di supremazia. -Cosa vuoi?-

-Scusate. Ma tu mi stavi per...- Provò a dire la castana ma non riuscì a pronunciare altro quando gli occhi taglienti e sadici della bionda si posarono su di lei.

-Che ti stava facendo?- Chiese Lien, stupita.

-Tsk, niente.- Rispose la ragazza dai capelli grano.

Lien rimase alquanto stupita della risposta ricevuta, ma preferì divagare.

-Come ti chiami?- Disse, rivolta alla castana.

-Ilary White. Tu?-

-Lien Wong. Forse arriveranno anche delle mie amiche.-

-Ma fantastico, riuniamo il gruppo di stupide.- S'intromise la bionda, annoiata e spazientita.

-Ma senti un po'... Chi saresti tu per dire così?- Esclamò Ilary, arrabbiata.

Non poteva prendersi la libertà di dire e fare quello che voleva!

-Emily Black e sono l'unica che conosce questo posto.-

-E perchè, sei un demone per caso?- Disse Lien, infastidita.

L'altra sorrise. -Ma che sciocca, certo che no. Io sono solo qui da molto tempo.- Disse, ma la sua voce sapeva di falso.

Le altre si guardarono, ma non poterono aggiungere altro che dallo stesso punto da cui era apparsa Lien arrivarono anche Aron e Fedì.

-Lien!! Cos'è successo? Ci hai fatto spaventare!- Esclamò la ragazza dagli occhi bianchi, vedendo che l'amica non era ferita e stava amabilmente chiaccherando.

La ragazza dai capelli scuri sorrise.

-Qualcosa di brutto è successo. Ho... Incontrato uno spirito. Non so dirvi se era proprio un demone, ma stava... Esaminando i corpi, per vedere se c'era qualcuno vivo, credo.-

-Oh. Va bhe, l'importante è che stiamo tutti bene. Direi che è meglio tornare dalle altre.- Sorrise Fedì, felice ma alquanto sospettosa.

Chi erano quelle altre due ragazze e... quel "stiamo" che aveva pronunciato lei stessa conteneva anche le altre due?

Non che le desse fastidio, le piaceva stare in compagnia, ma aveva imparato a non fidarsi.

-Oh, loro sono Emily Black e Ilary White. Verrano con noi.- Esclamò Lien e le altre due annuirono.

S'incamminarono per ritornare al punto di ritrovo con Hizaki e Lucy.

Emily, che si trovava in fondo alla fila, ghignò.

"Sta andando tutto a meraviglia..." Pensò, estendendo il ghigno sul suo volto.

******

-Hai ragione Eri. Siamo messi davvero benissimo.- Esclamò sarcastica Hizaki, sospirando.

-Adesso che si fa? Si sono svegliati tutti e le ragazze non si vedono!- Sbuffò Lucy, sconsolata.

Proprio in quel momento dal santuario apparvero Lien, Aron e Fedì, seguite da Emily e Ilary.

-Ragazze!- Esclamarono in coro la bionda e la ragazza dai capelli bianchi e azzurri.

-E loro?- Chiese Hizaki, quando le altre si furono avvicinate.

-Emily Black e Ilary White, persone che abbiamo conosciuto.- Sorrise Aron.

-Emily Black? Ecco dov'eri finita!- Esclamò Elisabeth.

La bionda sbuffò.

-Sì, certo. Ma pensare che mi sia persa, non mi sono allontanata per caso.-

-Certo, certo...!- Ridacchiò Milo, ma fu prontamente zittito dalla sorella Electra.

-Direi che è ora di ripartire.- Disse Fabia.

-Come? Da sole?- Esclamò contrariata Rika, arricciando il naso.

-No, verremo anche noi, ovviamente!- Rise Fedì.

-Comunque ha ragione Fabia. Non possiamo fermarci: gli spiriti ci potrebbero individuare.- Ribadì Alex, sicura.

-Umh. Cosa credi di saperne di spiriti tu? Per quanto ne sai ti potrebbero aver già individuato.- Esclamò Emily, con aria di supremazia.

-Tks. Adesso non ho voglia di litigare, ma la questione non è chiusa qui. Adesso andiamo!- Ribattè seccata Alex.

Il gruppo ripartì, con molte persone in più.

Intanto, nel cielo, qualcosa si stava preparando.

Qualcosa che sarebbe venuto molto presto.

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Capitolo 15
*** Corse, lupi e timori ***


14- Corse, lupi e timori

POV LIBERO

Joanne sentì un urlo e si alzò di scatto.

Di fianco a lei Genny, nella sua stessa situazione.

Si guardarono intorno: Fidio era in piedi, davanti a lui due lupi ricoperti di carne morta e putrida, in parte ricoperta di sangue o da una peluria grigia o nera anche lei sudicia e malsana.

Molto probabilmente erano i Lupi dell'Oltretomba.

-Fidio!- Joanne si alzò in piedi, seguita da Genny.

Il ragazzo stava bloccando l'entrata ai lupi col suo corpo, ma non avrebbe resistito molto.

-Scappate!- Gridò, mentre un lupo infilava le sue zanne nelle sue gambe.

-Ma...- Joanne era spiazzata: come poteva pensare che se ne sarebbero andate così, lasciandolo alla morte certa?

-Joanne, ho un'idea. Seguimi.- Le sussurrò all'orecchio Genny, per poi gridare. -Buona fortuna!- e correre via dal lato opposto dei lupi.

La ragazza dai capelli platino era sinceramente stupita, ma ricorse l'amica.

La trovò pochi metri fuori dal incavo di alberi, intenta a legare delle liane fra loro.

-Che stai facendo?! Fidio sta per morire!- Le urlò Joanne, in preda al panico.

-Mantieni il sangue freddo. Prendi qui.- Disse solo la bruna, mettendo fra le mani della ragazza dagli occhi acciaio un'estremità della corda.

-Andiamo a salvare Fidio.- Genny sorrise e salì goffamente su un albero.

-Cosa vuoi fare?- Le chiese Joanne, raggiungendola sull'albero.

-Te l'ho già detto. Legati in vita con la corda, quando ci caliamo prendi Fidio.-

La bruna salì sul ramo che pendeva sopra i due lupi e il ragazzo, e ci legò l'altra estremità.

Quando Joanne si lasciò cadere accadde il finimondo: ebbe l'ardore di cadere nel momento in cui un lupo affondava le zanne nella pancia di Fidio, quindi, quando la ragazza dai capelli platino lo prese tirò su anche il lupo. L'altro, che era rimasto a terra, si attaccò appena in tempo alla coda del lupo che continuava a mordere Fidio. Inutile dire che il ragazzo provò a buttarli giù nonostante il dolore, ma ci rimediò soltanto un morso sulla mano.
Joanne fece appena in tempo a slegarsi la vita che si ritrovarono, lei, Genny e Fidio a correre sui rami che minacciavano di spaccarsi sotto il loro peso inseguiti dai lupi.

-DOVEVI PRENDERE SOLO LUI, STUPIDA!!- Gridò Genny, mentre saltava sul ramo di un altro albero.

-E COSA POTEVO FARE SECONDO TE?!- Urlò di rimando Joanne correndo su un ramo coperto di muschio.

-NON AGITATEVI!!- Gridò Fidio, mentre prendeva una liana e porgeva le altre due alle ragazze.

I lupi li avevano raggiunti.

Si guardarono.

-3... 2... 1... Ora!- Disse il ragazzo, mentre si lanciava dal ramo con Genny e Joanne, tenendo ben stretta la liana.

I mannari provarono a lanciarsi, ma finirono a terra e si dileguarono ringhiando.

-Ce l'abbiamo fatta...- Mormorò Joanne, fra un respiro e l'altro.

-Però potevamo evitarcela questa corsa, se la signorina "Secondotechepotevofare" fosse stava attenta...- Borbottò Genny, sistemandosi la fascia sulla fronte.

Joanne mollò la presa dal ramo; sarebbe atterrata in piedi se non si fosse trovata sotto una persona.

-Ehi!!- Gridò la ragazza dai capelli color grano e gli occhi ghiaccio, Alex Khan.

-Scusa.- Si affrettò a dire Joanne, con un sorriso imbarazzato sul volto.

-Certo che anche tu sei proprio imbranata!- Rise Genny, scendendo cautamente dal ramo.

-E voi chi siete?- Chiese Aka Matsuri, ridendo di gusto per la buffa scena che era appena accaduta.

-Io sono Joanne Blache, lei è Genny Zukinawa e lui Fidio.- Disse la ragazza dai capelli platino, indicando il ragazzo che era appena sceso dal ramo.

Ma l'espressione ridente che illuminava gli occhi blu di Fidio scomparve in un attimo appena il suo sguardo si posò su Emily Blake.

-Ma... Sei ferito!- Esclamò Hizaki, indicando il profondo morso del lupo sul suo ventre.

-Non... Non è niente di che... Davvero...- Ribattè lui, cercando di essere convincente.

-Sì, si dice sempre così e dopo due minuti si muore!- Rise Milo, ricevendo un pizzicotto da Satana.

-Che ho detto?!- Electra scosse la testa.

-Niente, niente...- Le due si scambiarono un'occhiata rassegnata.

-Cos'è successo a Fidio?- Chiese Eri, stupita.

-Già, non ho mai visto morsi così profondi...- Commentò Aron.

-Ho subito anche di peggio.- Disse Fidio, con un sorriso rassicurante, mentre il suo sguardo si andava a posare su Amy che ghignava malefica e mimava con le labbra "E soffrirai anche di peggio...".

-Bhe, è stato attaccato da lupi più morti che vivi, poi siamo scappati e siamo arrivati qui.- Sorrise Joanne.

-Lupi più morti che vivi?- Lien impallidì.

-I Lupi dell'Oltretomba. Una specie... Letale.- Sorrise Fidio.

-Lupi dell'Oltretomba, eh... Sembra interessante...- Ghignò Emily, falsamente stupita.

Fidio avrebbe voluto dire "Per te no di certo, che li comandi", ma si fermò: non voleva denunciarla così, davanti a tutti, doveva prima capire cosa voleva.

-Possiamo venire con voi?- Domandò Genny.

-Certo! Più si è meglio è. Allora io sono Erika Dance, loro sono Alex, Aka, Aron, Emily, Ilary, Milo, Satana, Electra, Eri, Fabia, Fedì, Hizaki, Lien, Lucy e Margot!-

E il gruppo riprese il suo cammino verso l'ignoto, verso una presunta uscita da quel luogo spaventoso, verso la salvezza verso casa.

-Verso la morte...-

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Capitolo 16
*** Una via d'uscita! ***


15- Una via d'uscita!

POV LIBERO

Luna sbuffò.

Erano parecchi giorni che giravano senza sosta, dopo aver abbandonato Fidio nell'esplosione.

E quella maledetta Flox continuava a torturarsi l'anima perchè credeva di averlo ucciso.

-Secondo me bisogna tornare a vedere.- Esclamò ad un tratto la ragazza dai capelli panna.

-Ma sei matta? Potrebbe esserci ancora qualche spirito!- Ribattè contrariata la ragazza dagli occhi azzurri.

-Perchè, hai paura?- Domandò Flox, con sarcasmo pungente.

-Assolutamente no, ma voglio uscire viva di qua.- Luna arricciò il naso, piuttosto stanca delle continue lamentele della compagna. -Se vuoi andare, vai.- Continuò con noncuranza.

Flox sospirò.

-Odiosa.- Mormorò fra i denti.

Le due continuarono a camminare in silenzio.

Non si sentiva altro che lo scricchiolio delle foglie secche sotto le loro scarpe o qualche ululato lugubre e lontano.

Più entravano nel fitto del bosco, più i rumori riecheggiavano in un eco infinito, mentre le fronde nere degli alberi dondolavano al flebile soffio del vento, producendo un sospiro mortale.

Flox fu percossa da un brivido.

Cosa c'era di più spaventoso?

Ma non poteva mica mettersi a tremare: Luna l'avrebbe presa in giro.

Così continuò a camminare come se niente fosse.

Alla bionda, invece, quel posto non faceva il minimo effetto: pensava.

Immersa nei ricordi, i suoi piedi si muovevano da soli, gli occhi fissi davanti a sè senza vedere nulla.

Il suo sguardo era fisso su un ragazzo: un ragazzo dalla pelle color della sabbia bagnata dei felici pomeriggi al mare, dal sorriso fatto di sole, dagli occhi neri e scintillanti come il più prezioso dei diamanti e dai capelli blu come il cielo prima della notte, dove non si può avere paura del buio.

Semplicemente, l'amore della sua vita.

Giocava a calcio come lei: lui in porta, lei in attacco.

Cosa c'era di più perfetto?

-Attenta Luna!- Un urlo la riscosse dai suoi pensieri.

Davati a lei un'aura nera volteggiava, mostrando dei grandi denti appuntiti e scintillanti.

La bionda trattenne un grido di sorpresa e spavento, ma non fece in tempo a scostarsi: il demone la stava per mangiare.

Poi un calcio.

Qualcosa colpì lo spirito, che sparì nel nulla.

Posò lo sguardo sull'oggetto rotondo a terra: un pallone da calcio.

Con un gesto abile del piede, la palla entrò nelle sue mani.

Dagli arbusti uscì una ragazza dai capelli bianchi legati in una coda, Lucy Harver.

-Grazie per aver salvato Luna.- Sorrise Flox.

La bionda sospirò.

-Non ce n'era bisogno. Mi sarei salvata anche da sola, non ho bisogno di incompetenti come te. Non l'hai neanche colpito in pieno.- Esclamò con supremazia, calciando la palla in direzione di Lucy, che la stoppò di petto.

Ilary apparve dietro la bianca.

-Ma è questo il modo di ringraziare?- Sbuffò, esasperata.

Odiava le persone così strafottenti e insopportabili.

-Nessuno ti ha chiamato, okay?- Luna fece un sorriso falso, parlando con sarcasmo.

-Non trattare così Ilary!- Esclamò Lien, uscendo allo scoperto.

-Ma quanta gente...- Ribattè con sarcasmo Flox.

Non le piaceva rimanere fuori dai discorsi.

-Flox!- Esclamò Elisabeth, apparendo anche lei.

-Elisabethl. Cosa ci fai qui?-

-Ti cercavamo!- Riprese Milo, mettendosi di fianco a Lucy.

-Ma dove ti eri cacciata?- Continuò con tono di rimprovero Alex.

-In... Un posto. Ma è meglio non parlarne. Avete visto l'esplosione? Siamo stati io, Luna e un'altro ragazzo, Fidio.-

-Fidio-san! Questo non ce l'avevi detto!- Ribattè sorpresa Aka, sorridendo.

-C'è anche Fidio? Credevo fossi morto!- Esclamò Flox, abbracciando il ragazzo.

Emily assottigliò gli occhi, che, dal grigio cenere, si colorarono di un rosso scarlatto, ma non disse nulla.

-Perfetto, adesso siamo davvero in tanti! Però non abbiamo ancora trovato un'uscita.- Disse Eri, con un sorriso un po' tirato.

Quel posto le dava i brividi, non era proprio in vena di sorridere, ma fece buon viso a cattivo gioco.

-Io so dov'è l'uscita.- Esclamò Amy.

Tutti puntarono gli occhi su di lei, stupiti e scettici.

Fidio aveva uno sguardo ferito, serio, incredibilmente adulto.

-L'avevo scoperta tempo fa, ma bisogna superare una prova prima di uscire. Ci ho provato, ma da soli non ci si può riuscire. Propongo di andare e provare a superarla tutti insieme.- Continuò, con un falso accento convincente che nessuno colse.

-Ottimo! Facci strada, Amy-chan.- Sorrise raggiante Fedì, ricevento un'occhiata truce da Emily.

-Andiamo.-

E il gruppo riprese ad andare, con Amy in testa.

Andavano verso l'ignoto, fidandosi fra di loro.

La fiducia, però, è un'arma a doppio taglio.

**********

Cosa mi sta succedendo?
Cos'è quest'emozione?
Io non la conosco...
Quell'emozione che ti corrode da dentro, quell'emozione che molti reprimono.
E' forse... Gelosia?

**********

The my space

Non pensate niente di strano, non mi darò mai all'inglese. U.U
Ehilà mondo! ^.^
Coma va la vita?
Io benissimo, anche se la scuola è un punto mooooolto dolente! >.<
Volevo annunciarvi che stiamo arrivando al sugo della storia! *coriandoli*
Lettori: E finalmente! Ci hai tormentato con ben 15, ma dico, 15 capitoli!
Sapevo che sareste stati contenti! :D
Lettori: Ma ha letto quello che abbiamo detto? -.-
Un bacione orsacchiottoso (??) a tutti! ;)

Lucchan

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Capitolo 17
*** Troppo strano per essere una coincidenza... ***


16- Troppo strano per essere una coincidenza...

Angolo mini-minuscolo: Vorrei scusarmi per il grande ritardo in questo mini-spazietto. Perdono! çOç

POV LIBERO

Erano ormai ore che le ragazze camminavano fra i ceppi oscuri, giudati da Emily, che procedeva spedita in quel posto senza fine.

Molti dubitavano che conoscesse veramente l'uscita, ma non osavano proferir parola, come se rompere quel silenzio fosse proibito.

Fidio se ne stava in disparte, con un'espressione cupa e l'ombra in volto.

Nessuno sapeva a cosa stava pensando il ragazzo.

Poi Elisabeth si avvicinò a Margot ed Eri.

-Sapete ragazze, io non vedo l'ora di tornare a casa e di riabbracciare Mido-chan. E' il mio ragazzo, ma... E' da molto che non ci sentiamo. Non risponde più ai messaggi e non sono più riuscita a vederlo. Voi?- La sua parlantina facile fece tornare il sorriso alle due.

-Midorikawa? Sì, anche Fuusuke lo conosce. In effetti anch'io non vedo più Suzuno... E tu Margot?-

-Io sono fidanzata con Mamoru. E' ragazzo tanto dolce...- Sorrise.

In quel momento Flox si avvicinò a Emily.

-Siamo troppo stanchi per continuare. Accampiamoci.- Le disse.

-Vuoi uscire sì o no? Prima arriviamo meglio è; non ho intenzione di fermarmi.- Sbottò lei, senza però perdere il gran ghigno sul volto.

-Smettila di fare tanto la sbruffona!- Gridò quasi Alex, che aveva sentito la breve conversazione.

-Zitta, nessuno ti ha chiamato. Però se siete così deboli da essere già stanche [ed evidenziò bene la parola "stanche"] , allora ci fermiamo.-

Fedì aveva il morale a terra.

E aveva fame.

Allora, appena sentita la notizia, urlò:

-RAGAZZEEE!!! CI ACCAMPIAMO!-

Aka si mise la mise le mani sulle orecchie, ma sorrise.

-Fedì, non cambierai mai.-

Camminarono ancora un poco, fino a una radura poco illuminata.

Si misero subito al lavoro: Fidio e Milo correvano avanti e indietro portando legna e pietre, Erika, Electra e Aron accendevano il fuoco, mentre Lien, Rika e Genny prendevano foglie e muschio per fare dei letti abbastanza comodi.

Hizaki, Joanne e Lucy cercavano qualche bacca o frutto da mettere sotto i denti, Elisabeth, Ilary e Margot sistemavano le pietre come "piatti".

Quando tutto fu pronto si sedettero intorno al fuoco.

Avevano trovato tanti frutti viola scuro e nero, che Emily aveva considerato commestibili.

Erika era sovrappensiero, la sua mente era vicino al suo caro Fubuki.

-Ehi, a che pensi?- Le si era avvicinata Fabia.

-Al mio ragazzo, Shirou. Mi manca.- Mormorò tutto d'un soffio, come se facesse male dirlo.

La blu sorrise.

-Anche a me manca Jirou.- Morse un frutto, come se niente fosse.

-E perchè lo dici così, senza sentimento?- S'intromise Alex.

-Perchè se ci penso troppo mi viene da piangere.- Rispose solamente Fabia.

-Io quando penso a Shuuya non mi viene da piangere. Mi dispiace solamente che non lo sento da un mese!- Sbottò.

-Anche io non lo sento da un mese, Afuro.- Si stupì Aron.

-Se è per quello neanche Haruna si è più fatta sentire.- Milo alzò le spalle.

-Io ci sono abituata, succede spesso che Akio non si faccia più vedere. Poi arriva dopo qualche settimana con un mazzo di rose e un bacio di scuse.- Sorrise Hizaki.

-Strano il tuo ragazzo. Se Kidou non si fa più sentire allora sì che bisogna preoccuparsi!- Electra ridacchiò.

-Allora è possessivo!- Aka rise. -Minamasawa-san è abbastanza distaccato, ma il suo carattere è così.-

-Quindi è normale che non si faccia più vedere?- Si stupì Rika.

-No no. Però intendo che se ti stanno attaccati diventano come lo zucchero filato.-

-Zucchero filato? Ma è buono! Ichinose me lo porta sempre.- Esclamò Fedì, buttandosi in bocca due bacche intere.

-Certo che è buono, ma anche molto, molto appiccicoso. E io odio le cose appiccicose.-

-Come paragone sta in piedi. Io però preferisco vederlo sempre Kazemaru.- Disse Flox.

-Mh. Con Dylan è un po' diverso, cioè... Non lo vedo spesso, abita in America!- Borbottò Satana.

-Potevi cercartene uno in Giappone. Io e Hiroto siamo tanto legati!- Sorrise Lien.

-Hiroto? Haruya me ne parla sempre: dice che è molto antipatico.- Ridacchiò Rika.

-Pensa quello che vuoi. Secondo me i migliori sono gli inglesi: eleganti, raffinati, dolci... Ed Edgar è il migliore.- Joanne annuì.

-Certo, certo, il migliore. Il più buono è il mio Yuuki.- Si vantò Genny.

-A me piace Tsunami. A te, Fidio?- Chiese Lucy.

Il ragazzo sussultò.

Doveva diglielo?

-Bhe... La mia fidanzata è una ragazza buona, gentile, ma un po' crudele a volte.- Sorrise.

Era bravo a nascondersi dietro le parole e fortunatamente la bianca si accontentò.

-Nessuno può eguagliare il mio Sein. E' un angelo!- Ilary sorrise, sicura di aver vinto.

-Certo, certo, angelo, come no. Il vero angelo è il mio Rococo.- E quello che Luna disse lo pensava veramente.

-Che cosa strana, però.- Disse ad un tratto Erika, che era rimasta in silenzio fino a quel momento.

-Cos'è strano?- S'interessò Lucy. Di tutto quello che avevano detto niente le sembrava diverso dai soliti discorsi adolescenziali.

-Avete detto che tutti non li vedete da un mese.- Le ragazze annuirono.

-E sono spariti anche di casa. E' buffo, troppo strano per essere una coincidenza.-

-Hai ragione. Ma cosa vuoi sapere? Magari è solo un caso...- Ipotizzò Eri, anche se era poco sicura di quello che diceva.

-Infatti, non si può investigare su cose simili!- Esclamò Fedì.

-Sì, avete ragione, ma mi è parso un po' buffo.- Erika alzò le spalle.

-Io direi di ascoltarla. Tanto di cose strane ne sono successe tante ultimamente, no?- Ribattè Flox.

-Non lo so. Direi di pensarci domani, con la luce del sole tutto sembra più chiaro.- Le ragazze annuirono al consiglio di Elisabeth e si sdrairono, addormentandosi subito.

Le risposte alle loro domande sarebbero arrivate fra poco.

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