Macedonia

di Trigger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ananas ***
Capitolo 2: *** Banana ***



Capitolo 1
*** Ananas ***


Ananas




24 dicembre 2009

 
 

Quando Daniele diceva d’essere convinto di qualcosa, bisognava star certi d’essere completamente e inevitabilmente perduti. Come quando era sicuro – sicurissimo, anzi - di conoscere la direzione da prendere per arrivare in Calabria senza l’aiuto di un navigatore – i navigatori parlano troppo, diceva - e poi si era ritrovato in Lombardia. O come quando era convinto di aver preso tutto prima di andare al mare e poi era uscito senza costume.
 

15 agosto 2007
 

- Secondo te perché quella signora sta coprendo gli occhi al suo bambino, guardandomi disgustata?
- Forse perché sei nudo.
- E chi ha preso il mio costume?
- Probabilmente il mostro di Loch Ness.
- Davvero?
- Sicuro.
- Ma quindi ora, visto che son già tutto ignudo…

 
 

24 dicembre 2009

 

Quella sera del 24 dicembre, Daniele era convinto di tre cose: che il meteo mentiva; che i negozi restavano aperti fino alle dieci della sera della vigilia di Natale e che lui non avrebbe assolutamente avuto alcun problema nel trovare il regalo perfetto per la sua fidanzata.
 
- Dove vai, tesoro?
- A prendere una boccata d’aria fresca!
- Con la macchina?
- Ovviamente, fuori si gela.
- Sai che tra un’ora tutti gli ospiti arriveranno, vero?
- Quali ospiti?
- Quelli che tu hai invitato per il cenone.
- Ah, giusto, il cenone. Perché oggi è la Vigilia. Sì, giusto. Bene, ora scappo.
- Non starai mica andando a comprare i regali adesso, spero.
- Ciambellina al cocco, ma per chi mi hai preso? Per Babbo Natale? Lui avrà già pensato a tutto, tranquilla!
- Babbo Natale non esiste.
- Tu non esisti!
- Spiderman nemmeno!
- Va’ via, mostro!
- Ma sei te che devi uscire, idiota! E comprami qualcosa di utile, quest’anno. Te ne prego.
- Come sempre, chicco di caffè.
 
La verità era che Daniele, quella sera, era inesorabilmente e irreparabilmente fottuto.
 
 
Prendendosela con la stessa calma che si prende un bradipo malato d’estate, Daniele s’era messo in macchina quando la radio stava trasmettendo Bianco Natale – odiava quella canzone da quella volta in cui la maestra Pia l’aveva costretto a cantarla davanti a tutta la classe per punizione -, l’orologio digitale segnava le ventuno e trentadue – o forse trentotto, non riusciva proprio a distinguerli  – e sul parabrezza cadevano le prime gocce di pioggia.
 
- Passerà presto, è roba da poco.
Se lo ripeteva ad alta voce una volta ogni cinque minuti mentre percorreva a passo d’uomo il corso principale con la sua vecchia Cinquecento bianca – tendente al marrone, preferiva lui, tenendo conto che l’ultima volta che l’aveva portata all’autolavaggio c’era il sole, si usciva in canottiera e infradito e gli uccellini cinguettavano felici nel cielo – e la sciarpa di lana verde a coprirgli il naso, la bocca e la gola. Ogni volta che pronunciava quelle parole, la pioggia si faceva un po’ più insistente, i tergicristalli si muovevano un po’ più veloci e i suoi occhiali s’appannavano un po’ più fittamente.
 
Un disastro vivente alto un metro e settantacinque, vecchio venticinque anni ma con il volto da bambino e una fidanzata bellissima con i capelli rossi da rendere felice almeno quella sera.
 
Il problema era che con i regali, Daniele era proprio negato.

 

24 dicembre 2004
 

- Cipollina?
- E tu chi sei? Guarda che chiamo la polizia!
- Ma come, sono io! Daniele!
- E perché sei vestito da coccodrillo?
- È una tartaruga Ninja, cara.
- E quello che hai in mano cos’è?
- Una tartaruga Ninja donna, ovviamente.
- Non vorrai mica che la indossi, vero?
- Ma è il mio regalo di Natale!
- Vuoi sapere qual è il mio invece?
- Certamente, amore.
- Considerati single da qui fino al resto dei tuoi giorni.

 
 

24 dicembre 2009

 

A cinque minuti dall’arrivo dei suoi ospiti, Daniele aveva quasi perso le speranze, saracinesca abbassata dopo saracinesca, ma l’illuminazione era arrivata. E no, non era quella proveniente dall’albero di Natale gigante che occupava la piazza centrale o dall’insegna della gioielleria più famosa e costosa della città – chiusa, tra l’altro -; era piuttosto un’illuminazione più concettuale, un’apparizione celestiale, un segno del destino, una mano di Spiderman dal cielo, un fulmine a ciel sereno, una vincita al superenalotto, una cosa molto vicina ad… un banco della frutta.
 
Daniele non ci poteva credere: a dicembre, con la pioggia, la nebbia, il freddo e il vento, i negozi chiusi, lui aveva trovato il regalo perfetto. Si ergeva lì in mezzo alle mele e alle pere, fiero nella sua maestosità e vivo di colori che Daniele non riusciva a vedere bene a causa dell’opacità dei finestrini e della pioggia, ma che immaginava fossero davvero stupendi.
E così s’era innamorato.
 
Gli dispiaceva quasi regalarlo, ma con i negozianti in festa – non era mica ferragosto, per la miseria – non aveva avuto scelta. Non che la cosa gli dispiacesse poi così tanto: regalo economico, utile e di bell’aspetto. Maria l’avrebbe adorato, lui ne era assolutamente certo.
 
- Mi stai prendendo in giro? 
- È un regalo originalissimo, non trovi? 
- Ma a me gli ananas fanno schifo! 
- Per tutti i supereroi dei fumetti, come possono non piacerti? Sono così dolci e succosi e gialli e…
- A me pure il giallo fa schifo. 
- Oh mio Batman, ma chi sei? Satana! 
- E tu sei un imbecille. 
- Mi ami lo stesso? 
- Certo che no! 
- L’ananas me lo fai mangiare comunque? 
 
Quell’anno, Daniele aveva passato la vigilia di Natale sulle scale a chiocciola di una vecchia palazzina in compagnia soltanto di un ananas,  uno scarafaggio volante che voleva mettere le sue luride zampette sul frutto e la voce della signora al piano superiore, stonata come una campana, che cantava Bianco Natale tre ottave più alte rispetto all’originale.


 

FINE (O FORSE NO)


 




 

L'avevo promesso.
Buon Natale. 

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Capitolo 2
*** Banana ***


Banana

19 marzo 2001

 



In giro si diceva che ci fosse una prima volta per ogni cosa: primo vagito, primo dentino, primo giorno di scuola, primo bacio, prima sigaretta, primo sorso di vodka. A Daniele piacevano quelle prime volte che gli facevano venire la pelle d'oca sulle braccia, come il primo concerto dei Placebo o il primo bagno di mezzanotte, quelle che lo facevano urlare, come il primo goal segnato durante una partita di calcetto o la prima lite con i genitori.
 
Daniele aveva imparato ad apprezzare le prime volte, tranne quelle che vedevano le parole 'fidanzata' e 'dentista' nella stessa frase.
 
Tutto era cominciato con una canzone.
- L’unico frutto dell’amor è la bananaaa, è la baaanana! 
A Maria piaceva cantare. Non importava dove si trovasse -sotto la doccia, in un negozio, in chiesa, in macchina-, o cosa la radio trasmettesse, lei cantava e basta. A volte inventava le parole, ma sapeva come camuffarle.
- Secondo me è la fic…
Poi però c'era lui che non cantava per paura di rompere qualcosa, vetri o timpani che fossero. A lui piaceva parlare e interrompere la gente.
- Daniele! 
- Presente! 
- Sei un maiale. 
Il che era comunque un passo avanti rispetto allo scarafaggio della settimana precedente.
- Ma sei te che canti canzoni sulla banana! 
Non si capacitava di come la sua fidanzata riuscisse a far ricadere la colpa sempre e comunque su di lui.
- Devi andare oltre, oltre! 
- Cosa c’è oltre la banana? 
- L’amore! 
- Allora dato che io e te c’amiamo come due Agapornis, non è che vuoi assaggiar la mia banana? 
- NO! 
- Ma non è mica di quelle mature e mosce, lo giuro! 
- Neanche se mi pagassi. 
- No, in effetti se dovessi pagare sceglierei una professionista. 
Già pensava alla Tatiana, la prostituta con i capelli biondi e le tette enormi sull'autostrada 107. In giro si diceva che la sua fosse solo una parrucca e che in passato si chiamasse Antonio.
- La tua dolcezza mi uccide. 
- Piccina, lo sai che nel caso tu volessi imparare io son sempre disponibile. 
Daniele era un ragazzo dalla bontà infinita.
- Piccina tua sorella. 
- Ma non ce l’ho! 
- Per forza! Dopo aver partorito te, chiunque si farebbe estirpare a morsi le ovaie, l'utero e anche la v... 
- Maria! 
- ...oglia di vivere, Daniele. 
- Sei sempre così dura con me. 
- Qualcuno deve pur esserlo nella coppia! 
- Ci sarebbe sempre la mia bana... 
- Daniele! 
- ...le voglia di dire BANANA! AH! Fregata! 
- Ma quanti anni hai? Tre? 
- È per caso una tua fantasia erotica, amore? 
- Oh certo, farlo con un uomo travestito da bebè. Eccitante. 
- Io lo trovo un po' gutturale ed estremamente inquietante, ma per te questo ed altro, micina. 
Già s'immaginava gattonare con una bavetta celeste al collo.
- Ero sarcastica, idiota. 
- Ma non mi dire! Secondo me, tu nemmeno ce le hai delle fantasie. 
- Allora dimmi, qual è la tua fantasia erotica più spinta? 
- Lo vuoi sapere davvero? 
- Se te lo sto chiedendo... 
- Ma davvero davvero? 
- Smettila. 
- Ma lo vuoi sapere perché poi mi vuoi prendere in giro o perché vuoi renderla reale? 
- Se non parli entro tre secondi, giuro che ti tiro un pugno sui denti. 
Maria era una brava ragazza, non avrebbe mai osato tanto.
- La violenza non ti porterà mai da nessuna parte, sai? 
E Daniele era convintissimo delle sue convinzioni.
- Uno... 
- Tua mamma se ti sentisse, cosa direbbe? 
- Due... 
- Che poi, da chi avrai mai preso? Tuo fratello è così un angelo del paradiso... 
- Tre. Tempo scaduto, di' ciao ai tuoi incisivi da coniglio. 
- Che son di certo più belli delle occhiaie da drog... 
Daniele non era più riuscito a continuare, impegnato com'era ad imprecare contro tutti i giocatori cinesi di ping pong - i santi non gli sarebbero bastati -.
 
Una prima volta che l’aveva fatto urlare, una di quelle che gli sarebbero piaciute molto, se solo non fosse stato per il dentista che gli chiedeva come il tutto potesse essere accaduto mentre aveva le sue mani in bocca e il dolore atroce che aveva provato mentre con il vestito di Maria cercava di tamponare la ferita al labbro. 



















- L'angolo di un'autrice indecisa -

Quando i personaggi non hanno voglia di essere accantonati, nascono queste raccolte. 
Niente pretese gente, niente scadenze, date e ritardi. Forse ci saranno altri capitoli, forse no, chi lo sa? Brancolo nel buio come voi.

Intanto grazie per essere giunti qui. ^^

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