Adagio - il seguito di Alone

di MaleficaGgggi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** uno!- stavolta c'è il punto esclamativo però! ***
Capitolo 2: *** due! - eheh non cambia la mia assurda capacità per i titoli ***
Capitolo 3: *** tre? - non mi ricordo... credo di sì... ***
Capitolo 4: *** quattro?! sì quattro quattro. ***
Capitolo 5: *** cinque? boh non ricordo ***
Capitolo 6: *** sei! ***
Capitolo 7: *** sette ***
Capitolo 8: *** otto? - mah ***
Capitolo 9: *** nove! - ho appena contollato dovrebbe essere il nove. ***
Capitolo 10: *** dieci!! ***
Capitolo 11: *** undici ***
Capitolo 12: *** dodici ***
Capitolo 13: *** tredici ***



Capitolo 1
*** uno!- stavolta c'è il punto esclamativo però! ***


Non perdiamo tempo in chiacchiere e postiamo subito, che dite? Eh già...

...sento una voce che nel vento parla di te

-Bella?- Edward la chiamò.
-Huh?- scosse la testa e aprì gli occhi.
-Siamo arrivati- sorrise.
-Dove?
-A casa- sorrise.
-Charlie?- spiccicò con la bocca impastata.
-Sì, da Charlie...- tossicchiò.
-Tu starai tranquillo, qui, riposerai, resterai qui finché non ti sarai ripreso- sorrise.
-Okay- sbadigliò.
Bella si ritrovò a pensare che era la primissima volta che vedeva un vampiro sbadigliare.
-Sei ancora stanco- sorrise e scese dall'auto.
Corse dall'altra parte e gli aprì la portiera, stavolta i ruoli s'erano invertiti.
-Dormirai qui- farfugliò Bella aiutandolo a scendere.
Lui rise sonoramente, tirando indietro la testa.
-Cosa ridi?- domandò.
-Dormirò- le baciò la fronte.
Lei sorrise. -Resterai qui, non ti muoverai di qui...- si avvinghiò al suo braccio e lo aiutò a camminare.
Edward annuì e continuò a camminare.
-Charlie?- chiese arrancando.
-Capirà- rispose brevemente lei.
Lo fece entrare in casa e lasciò che si accomodasse in soggiorno.
Charlie gridolò contro di lei dalla cucina.
-Bella?- Edward la chiamò dal suo cantuccio, la testa rovinosamente disposta sul bracciolo del divano, la schiena scomposta rovinosamente, inarcata lateralmente, le gambe semidistese in avanti e le braccia scrociate sul suo petto.
-Vado a parlare con Charlie, aspetta qui- sorrise e sgattaiolò in cucina.
Charlie era in piedi le braccia conserte e una smorfia d'ira a irrigidirgli il volto.
-Come sta?- domandò.
-Scusa papà ho passato la notte fuori- sospirò lei.
-Come sta, Bella?- domandò ancora.
-Meglio...
-Billy quando ci si impegna è davvero pericoloso con i suoi placidi compari e poi...- scosse la testa.
-Può restare qui?- domandò lei senza nemmeno aspettare che il padre finisse il pensiero.
-Che?- Charlie la guardò interdetto. "E i Cullen dove sono?" ringhiò tra sé.
-Char-... cioè papà, ha bisogno di stare con me... deve stare qui... potrai venirci a controllare tutte le volte che vuoi... però lui deve restare con me- farfugliò Bella.
Charlie Swan, in tutta la sua vita, che poi non era troppo anziano, non aveva mai visto tanta ostinazione negli occhi di qualcuno, che poi quella di Bella non era ostinazione era una preghiera, lei voleva, desiderava che suo padre accettasse, tra l'altro se avesse detto di no, lei sarebbe andata chissà dove con quel ragazzo. "Oddio no! Las Vegas no!" pensò.
-Okay- annuì.
-Davvero?
-Dove diavolo sono i Cullen?- ringhiò.
-Credo siano partiti...- sospirò.
-E partono con un ragazzo ridotto così?!- sgranò ben bene gli occhi, Charlie Swan.
-Beh solo per evitare che Emmett e Jasper perdano le staffe e vadano a... Billy!- disse confusamente Bella.
-Capisco...- assentì.
-Resterà qui?- chiese ancora con gli occhi imploranti.
-Sì, sì, certo...- sorrise.
-Grazie papà!- corse incontro a lui e lo abbracciò forte.
-Niente piccola. Io vado a lavoro stasera... non fare porcherie con quello lì- si raccomandò agitando il dito indice della mano destra.
Bella, sgomenta, immaginate come, lo fulminò con lo sguardo.
-Dai! Era solo uno scherzo!- sogghignò.
-Papà ma ti pare!- arrossì e fissò le punte delle scarpe.
-Sì, mi pare... ti senti adulta... e vuoi fare l'adulta...- psicanalizzò la situazione.
-Ma non credo- mentì.
-Comunque lo stroncheresti se...- lasciò intendere.
Bella scoppiò a ridere sonoramente.
-Va' da lui, non ho detto nulla a tua madre ci manca solo questo e ti prende e ti riporta in Florida... e addio sogni di gloria e sesso con il tuo Edward...- si strinse nelle spalle Charlie mentre si annodava la cravatta attorno al collo.
-Come mai in alta uniforme, papà?- cambiò discorso.
-Indagine incrociata con quelli di Seattle...- sorrise.
-Ah...- sospirò.
-Che fai ancora qui?- la prese per le spalle e la spinse verso il salotto - Avanti, occupati di lui!- sorrise.
Charlie prese e corse al lavoro, era stranamente accondiscendente, forse perché s'era accorto che Bella, senza Edward non era la solita Bella, e che se non avesse avuto Edward, Bella sarebbe già tornata dalla mamma, perdere la propria figlia per un assurdo gioco di parti gli avrebbe dato dato non poco sui nervi.
Bella si sedette sul divano accanto a Edward.
-Non avevi detto che stavi bene?- domandò sorridendo.
-Sì, ma sono stanco...- sospirò.
-Allora non stai bene- chiosò.
-Ough Bella!- sbuffò.
Scoppiò a ridere -Dai sistemati- gli cinse la vita con un braccio e lo tirò su, addrizzandogli la schiena e facendogli posare la testa sul suo petto.
-Bella? Dimmi che sarai sempre con me- farfugliò.
Sentì un tuffo al cuore, Bella, le pulsazioni cominciarono ad aumentare.
-Bella?- sussultò.
-Sì- sorrise.
-Stai bene?- domandò alzandosi e guardandola negli occhi.
-Sì, e sì, sarò sempre con te... per sempre...- sorrise.
Lui sorrise e posò un bacio leggero sul mento morbido di Bella.
-Appena starò bene...- sorrise.
Lei passò violentemente le mani tra i suoi capelli.
Edward si lasciò squagliare quasi tra le braccia di Bella, sdraiandosi tra le sue braccia, inalò a fondo il profumo che tanto amava di Bella e lasciò che i suoi sensi vagassero, socchiudendo gli occhi.
Bella gli baciò la guancia accarezzandogli il collo e la spalla.
-Edward?- lo chiamò appena con un filo di voce.
Lui spalancò le palpebre e sorrise.
-Ti va di andare al letto?- domandò.
-E' una proposta indecente, Isabella Swan?- sorrise anche lui con un filo di voce articolò la sua frase.
-No, solo un innocente letto, abbiamo dormito insieme tante volte- sorrise.
-Già... voglio dormire- sussurrò roco.
Edward si alzò vacillando, le ginocchia tremavano e il petto si alzava e riabbassava violentemente, fremente. Porse la mano a Bella.
-Fai il gentiluomo e non ti reggi in piedi... vergogna- sorrise alzandosi.
Gli cinse la vita con il braccio e lo fece appoggiare alla sua spalla.
-Ce la fai?- domandò.
-Sono un vampiro, è ovvio che io ce la faccia- si pavoneggiò.
Salirono le scale lentamente.
-Come ti senti?- domandò Bella a metà scalinata.
-E tu?- eluse la sua domanda.
-Sono un po' stanca- sussurrò.
Edward si fermò di colpo e la sollevò tra le sue braccia.
-Che fai? Sei pazzo?- ringhiò.
-Sei stanca, e poi io sono un vampiro! Io posso portarti in braccio senza il minimo sforzo- sorrise.
-L'hai fatto anche per uscire dalla radura e prima eri poco più che un cadavere...- chiosò lei.
-Sì ma io sono sempre poco più che un cadavere.
Bella sorrise e posò la testa sulla sua spalla.
-Devi riposare- sussurrò stringendola bene tra le braccia.
Arrivarono nella stanza di Bella e lui la fece sdraiare sul letto.
-Che fai?- domandò lei sbadigliando -Sdraiati.
-E Charlie?- replicò la domanda.
-Lavora stanotte e poi è d'accordo, forza! Sdraiati!- ringhiò.
Edward sorrise ampiamente e si sedette sul letto accanto a lei, le accarezzò i capelli, facendo scivolare la mano aperta sul volto morbido di Bella.
Si sdraiò poi, accanto a lei, baciandole dolcemente la guancia.
Lei si avvinghiò, appolipandosi, alla sua vita e alle sue spalle, stringendolo forte a sé.
Sorrise, Edward, e le baciò i capelli e la fronte, accarezzandole le gote e le spalle.
Si girò sulla schiena, Edward, e Bella gli baciò la guancia, accarezzandogli il petto.
-Ti fanno ancora male?- domandò.
-No, sto bene. Tranquilla, adesso... solo te...- sorrise -solo tu sei la mia priorità...
Bella sbadigliò e si strinse forte al suo Edward, suo sì, adesso era certa, presto l'avrebbe vampirizzata, presto lei sarebbe stata con lui per sempre, felici finalmente.
Edward si stiracchiò e la fece posare con la testa sul suo petto, stringendola per le spalle con un braccio e accarezzandole le guance con la punta delle dita.
-Dormi amore mio- sussurrò.
Lei posò un bacio sul suo petto, sfregando le labbra contro il tessuto morbido della camicia, sprofondando poi in un sonno profondo.

Fuori il vento faceva frusciare le foglie e parve che dicesse tre parole...
Domani, Bella, domani
Solo tre parole ripetute nel vento, quel vento che parlava di lui.



Spero vi intrighi anche se c'è poco da intrigare =_= beh vi lascio con una domanda dube vanno i Cullens?

Grazie a tutti coloro che hanno letto Alone

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Capitolo 2
*** due! - eheh non cambia la mia assurda capacità per i titoli ***


Grazie a tutti per il supporto ecco il secondo capitolo


Quest'anima senza cuore
aspetta te...


Edward accarezzava la guancia morbida di Bella.
Dormiva, era così dolce quando dormiva, era così bella, la sua Bella, era così indifesa, così piccola, così adorabilmente impacciata.
Le baciò la nuca, profumava tanto, tantissimo.
E pensare che la prima volta che l'aveva visto, Bella pensava di puzzare.
Sorrise con le labbra posate ancora tra i capelli di quella minuscola creatura che si stringeva a lui.
Non se ne sarebbe mai più andato, non ora, non con lei che era la sua cura, dove sarebbe potuto andare? I suoi fratelli, la sua famiglia non erano più con lui, ora lei era la sua famiglia, la sua roccia.
-Edward?- lo chiamò nel sonno, stringendosi a lui.
Sorrise e le accarezzò i capelli, Bella rabbrividì al suo tocco.
-Non andartene, ti prego- implorò e fu come se scoppiasse in singhiozzi.
Edward sorrise e le accarezzò ancora i capelli, il movimento quasi impercettibile delle sue dita tra le ciocche morbide di quei capelli faceva alzare lievi ondate di profumo che invadeva le sue narici.
Si abbandonò a quelle ondate di piacere assoluto e immenso, sciogliendosi tra le braccia di Bella.
Bella sbadigliò e si strinse di più a lui affondando ben bene con il volto nel petto stanco e ancora fremente di Edward che intanto sorrideva estasiato dalla droga più potente che potesse desiderare, quel profumo e quella visione incantevole di Bella che mugugnava nel sonno.
La sollevò tra le braccia e le fece posare la testa sopra la sua spalla, con la fronte a premere sul suo collo gelido.
-Edward?- mugulò di nuovo.
Lui le baciò la guancia.
Le piaceva così tanto quando parlava nel sonno! Era così... così inspiegabilmente e umanamente adorabile.
-Edward- sbatté le labbra e le leccò con la punta della lingua.
Lui sorrise.
-Ti amo- sussurrò poi stringendosi forte a lui.
Si trattenne dallo svegliarla, voleva darle quel bacio che stava sognando, perché quello poteva sognare, pensò.
Le baciò la fronte calda, lei rabbrividì di nuovo.
Calda, sì, troppo calda la sua fronte, che le succedeva?
Scoccò un secondo bacio sulla fronte di Bella, calda, tremendamente calda.
-Edward?- lo chiamò di nuovo, tossicchiò e si strinse a lui, forte.
-Bella? Piccola? Amore?- la scosse appena.
Bella aprì gli occhi, spaesata e tirò su la testa verso di lui.
-Amore?- la chiamò di nuovo.
Lei sbadigliò e si stiracchiò.
-Scusa se ti ho svegliato- le baciò la fronte di nuovo.
Il sangue gli si raggelò nelle vene, come se i vampiri avessero il sangue, la fronte di Bella scottava, scottava davvero molto, calcolando che le sue labbra erano appena un po' più calde del previsto per l'inaspettato riposo delle ultime ore, Bella doveva avere la febbre.
Sbadigliò ancora e si strinse a lui.
-Amore?- sussurrò con le labbra ancora posate sulla fronte mobida di Bella.
-Ttai bene?- sbadigliò di nuovo.
-Sì amore mio, sto bene, sto bene- sorrise - però tu no.
Lei sbadigliò ancora.
-Devi misurarti la febbre, Bella- si raccomandò.
Lei tossicchiò.
-Hai passato tutta la giornata accanto a me, al freddo, amore- scosse la testa.
Lei sbadigliò e si strinse di più a lui.
-Io sono gelido, Bella, questo non può che peggiorare le tue condizioni- sussurrò e si divincolò dal suo abbraccio con facilità.
Bella fece una smorfia che lo indusse a sorridere.
-Sciocchina, non me ne vado- le arruffò i capelli.
Lei si avvinghiò al suo braccio e, rabbrividendo, cominciò a baciarlo.
-Bella, devi misurarti la febbre- ripeté con la voce più calda e sensuale che riuscì a trovare.
Lei raggelò ancora di più tremando.
-Chiamo Charlie e gli dico che stai male...- farfugliò.
-No! Charlie dirà che è colpa tua e ti manderà via- ringhiò lei.
-Bella, sarà peggio se no- le baciò la fronte e si alzò in piedi.
-Edward! NO! NO e poi NO!- ringhiò.
-Amore, dai, tranquilla...- sorrise e le baciò di nuovo la fronte.
-Edward!- fece per scendere dal letto ma le ginocchia non ressero lo sforzo e si piegarono immediatamente giunte a terra.
Edward la afferrò velocemente per le spalle e la strinse a sé. - Charlie è molto intelligente, vedrai, non me ne vado- sorrise.
-Ti manderà via, non puoi! Sei stanco, sei debole!- scosse la testa.
Lui le baciò di nuovo la fronte. -Shhh! Tranquilla, vedrai... ora sdraiati e misurati la febbre, vado a cercare un termomentro- sorrise.
La fece stendere e la coprì con una meticolosa e umanissima apprensione, prese poi una coperta, Bella rabbrividiva al solo contatto con le lenzuola aveva bisogno di qualcosa di più caldo.
-Resta qui- sbadigliò.
-Bella, non me ne andrò mai più- sorrise.
Lei si strinse al cuscino e tossì con più foga.
-Vado a chiamare Charlie, ci parlo e poi ti misuri la febbre- sorrise.
-Edward! Lui ti manderà via- scosse la testa.
-Tranquilla, verrò a trovarti ogni giorno se dovesse mandarmi via- sorrise e stese la coperta, rincalzandola bene bene. -Se ti vampirizzassi tu perderesti questa umanità che mi fa tanto impazzire...- sospirò -Ma almeno saresti con me per l'eternità.
Le labbra di Bella si curvarono in un sorriso che però si ruppe subito giacché la tosse lo scosse in tremiti fino a farlo cadere come le mura di un castello cadono sotto l'attacco dei nemici.
Edward scese di corsa e andò in cucina, afferrò il telefono e chiamò Charlie sul cellulare.
-Pronto!- Charlie calmissimo rispose.
-Charlie, scusa se ti disturbo al lavoro- farfugliò velocemente, non gli piaceva lasciare Bella da sola.
-Ciao, Edward, come mai sei in piedi? Devi stare a riposo- sorrise.
-Charlie, temo che Bella abbia la febbre- sussurrò.
-Beh non è poi la fine del mondo! Preparale una camomilla e falle misurare la febbre, poi domani prenderà degli antibiotici- replicò calmissimo.
-O-o-okay- in cent'anni di vita aveva potuto conoscere della gente strana, Jasper tra i più strani del mondo, però Charlie Swan proprio non lo capiva.
-Cos'è non stai bene anche tu?- domandò.
-No, sto molto meglio... però... vedi, Charlie, Bella pensava che tu mi spedissi fuori da casa a calci.
Charlie dall'altro capo del telefono scoppiò a ridere sonoramente -I tuoi genitori e i tuoi fratelli non ci sono e io non apro la casa al ragazzo di mia figlia?- domandò.
Ora sì, ne aveva la certezza, Jasper ci aveva messo lo zampino. -Ah... sì... grazie...- bofonchiò.
-Occupati di mia figlia oppure ti spedisco davvero a calci fuori da casa mia!- sghignazzò.
-Non mancherò, Charlie- sorrise e riagganciò.
Camomilla. E dove la trovo la camomilla?
Edward aprì tutti i pensili della cucina, inutile dire che gli crollarono addosso tutti i servizi di pentole d'acciaio inox diciottodieci, tutti i forchettoni e i coltelli, tutti i piatti, che fortunatamente non si ruppero, tutti i pacchi di spaghetti e di salsa di pomodoro. Ma di camomilla neppure l'ombra.
Balzò al piano di sopra e si sedette a terra accanto a Bella. Lei tossiva, poverina, e non era ancora riuscita a prendere sonno.
-Che è successo?- domandò allarmata.
-Tranquilla- sorrise e le baciò la fronte, scottava, più di prima, molto più di prima.
-Charlie è tornato? Ti ha aggredito? Che ti ha detto?- tossicchiò.
-No, Charlie ha detto che posso restare- le accarezzò i capelli.
-Allora... quel rumore?- starnutì.
Ah! Quale visione aurea! Ah! Quale meraviglia! Vedere Bella starnutire, un secolo di vita solo per gustarsi quel momento.
Edward sorrise intenerito e le baciò la punta del naso. -Dovevo trovare la camomilla...- sospirò.
Lei scoppiò a ridere.
-Dov'è?- domandò.
-Nel primo cassetto a destra del lavello- si strinse al cuscino, batteva i denti e tremava.
-Hai tanto freddo? Oh Bella, quanto mi dispiace- scosse la testa e le baciò la fronte.
-No, tranquillo- sorrise socchiudendo gli occhi.
Balzò in piedi, Edward, e corse a prendere un'altra coperta, la più morbida e calda che riuscì a trovare, sollevò Bella e la strinse prima in quella coperta e poi sistemandola sotto le lenzuola e l'altra coperta.
-Il termometro dove lo trovo?- domandò.
In bagno, sotto il lavello.
-Okay! Posso lasciarti sola il tempo di preparare la camomilla?- sorrise.
Lei annuì e curvò le labbra.
-Vuoi un gelido bacio?- sorrise e si chinò appena per raggiungere le labbra morbide e vogliose di Bella.
-Torna presto- sussurrò.
-Certo piccola, cinque minuti, mentre tu misuri la febbre io preparo la camomilla.
Edward corse in bagno prese il termometro lo scaricò e lo portò da Bella, doveva misurarsi la febbre.
Sorrise e scese a preparare la bevanda, più calda era e meglio le faceva per la gola.
Appena l'acqua arrivò all'ebollizione sciolse tre cucchiai di camomilla solubile e istantanea nell'acqua. Sciolse anche del miele, per addolcire quell'acqua bollente, versò tutto in una tazza e la portò da Bella.
Lei era stretta nella coperta.
-Bells? Amore mio?- la scosse appena, le baciò la fronte bollente.
Lei aprì gli occhi.
-Dai, fammi vedere che temperatura hai...- sorrise.
Le accarezzò il collo e, sfiorandole delicatamente il seno, facendola anche rabbrividire, sfilò il termometro.
-Bella, non dovevi starmi accanto al freddo... tutto quel tempo- le baciò la fronte.
-Eri debole... avevi bisogno di me...- socchiuse gli occhi di nuovo.
-Amore, devi bere prima un po' di camomilla, è calda ti farà bene- sorrise.
-Okay- sbadiglò e fece per alzarsi.
-Bells, ferma- le sollevò la testa con una mano porgendole la tazza con l'altra.
Lei posò le mani sulle sue.
Bevve lentamente prendendo delle piccole sorsate e deglutendo il tutto a fatica.
-Amore, ora sta' tranquilla e riposati un po'- sussurrò poi, Edward, appena finì di bere.
-Buona... hai un futuro da camomilliere- sorrise.
-Bene, ne sono lusingato- ridacchiò e posò la tazza a terra. - Riposati, ora- le rincalzò le coperte e scoccò un bacio leggero sulla sua fronte.
-Non te ne vai, vero?- implorò.
-Ovviamente sarò qui, con te... dove potrei andare? Sei tu la mia famiglia, adesso...- sorrise - E poi, la mia creaturina adorata sta male... sarei davvero orribile se me ne andassi.
Lei si strinse al cuscino e cercò la mano fredda di Edward.
Lui le accarezzò i capelli. -Bella, ora riposati, vado a portar giù la tazza- sorrise e le baciò ancora la fronte.
Nei gradi europei, nei gradi centigradi, la temperatura corporea di Bella superava largamente i trentanove gradi.
Prese una bacinella e un panno, le avrebbe tamponato la fronte e i polsi se fosse stato necessario per farle calare l'alterazione.
Si sedette a terra e le accarezzò la fronte. Bella già dormiva.
Povera la sua Bella, per causa sua, stava in quello stato.
Starnutì nel sonno.
Era così bellina con i capelli arruffati sul cuscino a coprirle il volto e con quelle smorfie che faceva nel sonno.
Sorrise di nuovo, intenerito da quei mugulii e da quelle sue smorfie, si chinò verso di lei e le sfiorò la fronte con un dito.
Restà tutta la notte lì, accanto a lei, a tamponarle la fronte con un la punta di quel panno inumidito.
Aspettava lei, quella sua anima senza cuore, quella pietra di ghiaccio che pulsava solo per lei, animata dall'amore che nutriva per lei.

Aspettava lei, che si svegliasse, per pulsare piena di vita la sua anima senza cuore



Spero vi sia piaciuto! Commentate in numerosi se no non posto né qui né a lts! -Bwhaaa!- per questo non posto lì...

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Capitolo 3
*** tre? - non mi ricordo... credo di sì... ***


E' un po' breve ^^ perdonatemi


Chiudo gli occhi e vedo te...
Edward passò tutta la notte accanto a Bella, sperando e pregando tutti i santi di tutte le religioni possibili, che la sua alterazione passasse senza ulteriore sforzo.
Le tamponava la fronte con il panno umido, e quando tossiva era come una coltellata in quel suo cuore spento.
Poi, arrivò finalmente l'alba.
La luce entrò repentina dalla finestra filtrando violentemente anche le tendine chiuse.
Bella aprì gli occhi quasi subito, il suo sguardo corse a cercare Edward.
Lui le sorrise e si chinò abbastanza da poterle sfiorare il collo con la punta del naso.
-Ciao- sussurrò.
Lei sbadigliò e gli accarezzò i capelli con la punta delle dita.
-Ciao- ripeté ancora Edward.
-Ciao- sorrise lei tirandogli su la testa per guardarlo negli occhi.
Era preoccupato, s'accorse, la smorfia che aveva sul volto non poteva mentire a lei, l'unica persona che lo conosceva bene, o almeno così amava pensare di essere.
-Come stai, amore mio?- domandò sfiorandole la punta del naso con la sua.
Bella scrollò le spalle -Mah... stavo meglio qualche mese fa... quando tu eri qui con me... e non eri in pericolo di vita...
Lui rise sonoramente e le baciò la fronte -Io sono ancora qui, con te, e non sono in pericolo di vita... sei tu quella che sta male...
-Sì...- ribadì lei assurdamente ostinata a fargli capire qualcosa che nemmeno la sua mente infiacchita capiva -Però io sono umana e l'influenza la posso prendere da contratto.
Edward rise ancora, le accarezzò le guance infuocate e le arruffò i capelli. -Sì, ma permetti che io mi preoccupi se tu non dormi bene la notte?
Lei sbuffò, sorridendo.
-Sai cosa ti dico?- sorrise ancora Edward intenerito dalla divertente e ridicola ostinazione di Bella.
-Cosha?- sbadigliò.
-Che ti sposo appena starai bene- sorrise.
Lei raggelò.
-Ancora convinta che tu non voglia sposarmi?- chiese.
Bella sorrise e si tirò su. -Se ti dicessi che ti sposerei anche subito?- sogghignò.
-Mi sposi anche subito?- fu colto da una così grande gioia da non crederci.
-Volevo solo che fossero presenti i tuoi familiari...- sospirò stringendosi nelle coperte.
-Li trovo, se ti fa piacere- sorrise.
Lei scosse la testa.
-Jasper deve essere nei dintorni... avverto lui, che avverta gli altri... d'accordo?- sorrise.
-Edward, resta qui con me- sussurrò allargando le braccia.
-Ti giuro che non me ne vado, devi prendere il diploma, devi andare all'università... e prima di tutto dobbiamo sposarci- sorrise.
-Edward, andare all'università è il piano b... se mi sposi mettiamo in atto il piano a...- sorrise.
-D'accordo, piano a- sorrise infervorato da una gioconda forza che gli faceva battere forte forte il cuore.
-Resta qui però...- sussultò nella tosse, tentando di prendere aria, mordendo ciò che aveva davanti al naso.
Come poteva andarsene, Edward? Con lei in quello stato?
-Certo che non me ne vado...- sorrise -però, chiamo Alice sul cellulare, appena starai bene.
Lei sorrise e si abbandonò ai suoi sogni, socchiudendo gli occhi e tentando di dimenticarsi il terribile mal di testa che l'attanagliava.
Era davvero lunatico e strano alle volte Edward, pensò sorridendo tra sé.
Lei lo sognava sempre, mugugnava il suo nome e lo stringeva a sé in quei suoi sogni.

Chiudeva gli occhi e vedeva lui



spero vi sia piaciuto anche se molto breve
COMMENTATE E CONGETTURATE

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Capitolo 4
*** quattro?! sì quattro quattro. ***


Eccolo a voi

Le notti senza pelle,
I sogni senza stelle


Charlie arrivò che era mezzogiorno.
Si diresse subito nella stanza di Bella.
-Come sta?- domandò.
-Sta riposando...- sospirò Edward.
-Poverina...- anche Charlie sospirò.
-Beh, che posso fare per sdebitarmi con te, Charlie?- domandò Edward.
-Devi starle accanto il più possibile, io devo lavorare molto in questo periodo, porto un paio di cambi alla centrale... vi lascio casa libera.
Questa riposta oltre a sbigottire Edward lo fece anche fremere di una gioia non indifferente.
-Charlie... volevo... beh... io e Bella...- balbettò imbarazzato.
-Volete sposarvi? Eh... siete giovani... e vi amate...- sospirò come per rivangare vecchi ricordi.
-Sì...- annuì interdetto.
-Beh! Allora che aspettate! Fissate la data... però dovete convincere Renée... non tanto me...- rispose.
Ecco. D'accordo. C'era solo una spiegazione plausibile. Jasper oltre ad essere nei dintorni aveva fatto uscire di testa Charlie.
-Okay...- fece sìsì con la testa pensando che Charlie avesse dei gravissimi problemi mentali e avesse anche bisogno di un ottimo psicoterapeuta.
-Allora torno in centrale.
Ma chi gliela dà tutta quella forza?! Sbuffò Edward tra sé tornando a guardare Bella.
Lei dormiva, assorta nei suoi sogni.
Aveva gridato il suo nome, straziata da chissà che incubo almeno tre volte, e poi la febbre saliva, saliva e saliva.
-Bells?- sussurrò nel suo orecchio.
-Huh?- sorrise aprendo gli occhi.
-Hai fatto un brutto sogno, amore mio?- domandò.
-Shì...- si tirò su e lo abbracciò con quanta forza aveva in corpo.
-Amore? Ti va di mangiare qualcosa? Provo a farti un brodino?- notare bene, aveva detto proprio provo.
Bella fece una faccia schifata da farlo desistere dall'insistere allo scendere in cucina.
-Ah se solo ci fosse Esme!- sospirò lui.
Lei ridacchiò.
-Tuo padre ha detto che possiamo sposarci... quando starai bene... basterà convincere tua madre...- sorrise.
Le prese il volto bollente tra le mani, voleva vedere che espressione avesse.
Le brillavano gli occhi, sorrideva, era tutta rossa, complice anche l'alterazione.
-Che ne pensi?- sorrise.
Bella si strinse a lui, lo baciò voracemente, ansimando con forza contro le sue labbra.
-Penso che amo te... e adoro mio padre...- sorrise e tossicchiò.
-Vieni con me in cucina.
-Pecché?- domandò lei.
-Perché devi mangiare...- sorrise lui.
-Ma io non ho fame- sospirò.
-Ma devi mangiare... sei piccola... hai bisogno di vitamine...- sorrise.
-IO NON SONO PICCOLA!- ringhiò.
-Okay, piccola- sorrise.
-Grrrr! Ed...- tossì con forza.
-Shhh, ora sdraiati... vuoi raccontarmi i tuoi sogni?- domandò.
-No... so solo che avevo paura per te... tu non c'eri... e io mi sentivo come se mi stessero squoiando... di notte...- si strinse a lui.
-Oddio!- ruggì - NON TI MOLLO NEPPURE UN SECONDO.
-Non sono certo sogni premonitori... però ho avuto paura... tanta paura...- sospirò.
-Shhhh, ti giuro che non me ne vado... e poi se dovesse accadermi qualcosa tu devi correre al sicuro... anche se sono più che certo che non ce ne sarà bisogno... e tra l'altro... io mi sento perso senza di te... quindi preferirei proteggerti io...
Lei sorrise e si accucciò tra le sue braccia.
-Non puoi dormire così se no ti congeli...- sorrise e la fece sdraiare sul letto.
-Reshti qui?- domandò con la bocca impastata.
-Ma certo amore mio, certo che resto qui... ora però dormi, e sognami...

Lo sognò, lo sognò e quell'incubo la perseguitava... quelle notti senza di lui... quelle notti senza pelle



spero vi sia piaciuto

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Capitolo 5
*** cinque? boh non ricordo ***


Beh non uccidetemi


Non so dove tovarti


Bella, dopo due settimane di febbricitanza, stava un po' meglio.
Charlie, nella sua pazzia, era tornato a casa, dopo incessanti giorni di lavoro.
Jacob aveva già chiamato per far sentire che stava bene - meritandosi per altro un bel ringhio cupo da Edward.
Ed Edward stesso era rinsavito dalla sua inspiegabile e irriducibile idiozia.
Beh, tutto sommato non era stata poi così male la sua permanenza a casa Swan, certo però, ora avrebbe preferito stare con i suoi fratelli, anche perché l'appetito cominciava a logorarlo.
-Fame?- domandò Bella mentre trangugiava una scodella di fiocchi d'avena.
-Ohssantamaria! Non certo di quella roba...- rispose lui.
Lei rise sonoramente -Intendevo se avevi sete... guarda che so badare a me stessa per un'oretta...
-Posso andare a caccia? Davvero? Beh non me lo faccio ripetere due volte, signorina... anche perché preferirei non attaccare tuo padre... per dissetarmi... mi raccomando va' a riposare... chiuditi in casa...- si raccomandò.
-Sì, signore- gli fece la linguaccia.
-Brava- sorrise e le baciò la nuca.
-Torna presto.
-Prima di subito!- sorrise.
Scattò via veloce.
Arrivò nel bosco. Aveva sete, ogni odore attirava la sua attenzione.
Camminò tra gli alberi si acquattò recuperò le sue due o tre prede e le bevve velocemente.
-Edward?- la voce tonante di Emmett lo sorprese alle spalle.
Si girò.
Emmett vestito di nero, tutto tirato e serioso, aveva lo sguardo triste.
-Ciao fratello!- sorrise.
-Come stai?- domandò.
-Bene tu? Gli altri?- sorrise, felice d'aver rivisto il mastodontico fratellone.
-Io...?- sospirò scotendo la testa. -Rosalie non c'è più, Edward... Esme è senza Carlisle e Jasper senza Alice... ti piace come scenario?
Edward sgranò gli occhi.
-Come?- bofonchiò.
-Non so come sia successo... Jasper era andato a caccia con Carlisle... non sono più tornati... non puoi immaginare come stia Alice...- scosse la testa.
Non s'arrischiò a chiedere di Rosalie.
-Sono solo un paio di settimane che non ci vediamo e succede tutto così?- farfugliò sconcertato.
-Rosalie è morta... è arsa sotto i miei occhi... io...- scosse la testa affranto.
-Dio, Emmett, quanto mi dispiace!
-Non sappiamo che fine abbia fatto Alice... Esme... pensa che sia andata a cercarli, speriamo ancora di trovare almeno Carlisle o Jasper vivi... ma...- scosse la testa ancora.
Lo trovava sciupato, la morte di Rosalie doveva averlo distrutto.
-Ma non capisco... come? Chi?!- continuò a chiedere.
Emmett lo guardò sorridendo appena, con un sorriso velato da una tristezza disumana.
-Lei... lei è morta davanti a me, non sono riuscito a salvarla! Non so chi sia stato ma sicuramente lo ucciderò appena lo avrò sotto mano! Appena troverò quel verme che me l'ha portata via io morirò...
-Emmett! Lei non lo vorrebbe, lo sai? Lei ti amava davvero... non avrebbe mai voluto che ti privassi della tua vita... lei avrebbe preferito farti vivere in eterno...- replicò Edward.
-Non ho più lei... Non ho più lei! TU HAI BELLA! NON HO PIU' LEI!- ringhiò ancora, cadde in ginocchio scosse la testa.
Non s'arrischiò a dirgli altro.
-Troverò Alice, Emmett, rassicura Esme, vi riporterò a casa Alice...- scosse la testa.
-Saluta Bella... sono contento per voi...- sorrise vagamente.
-Emmett, noi volevamo...- sospirò, non sapeva se dirglielo o meno. - Noi volevamo sposarci...
-Beh finalmente vi siete decisi...- sorrise ancora.
Si alzò in piedi, Emmett, e se ne andò.
Rosalie morta? Carlisle e Jasper chissà dove?! MA CHE DIAVOLO STAVA SUCCEDENDO? CHI AVEVA FATTO TUTTO QUESTO?
Edward corse a casa.
-Dove sei stato?- domandò Charlie.
-Ho incontrato mio fratello...- sospirò.
-Ah, quindi sono tornati a Forks, e come stanno?- c'era anche Bella in salotto.
-Bella... Rosalie... è morta...- farfugliò con una difficoltà immane.
-Come è morta?- ripeté Bella. In effetti era impossibile o quasi, far morire un vampiro.
-Avranno bisogno di te a casa...- evinse Charlie.
-Infatti- annuì.
Bella si alzò in piedi e gli prese la mano, dovevano parlare.
Andarono nella stanzetta di lei.
-Com'è successo? Alice come l'ha presa? E Emmett?- domandò.
-Alice... non ha più Jasper... non sappiamo dove sia... Carlisle... è scomparso con Jasper... e Rosalie... è morta... davanti ad Emmett...- aggiunse.
Le ginocchia di Bella non ressero, cadde in ginocchio.
-Bella? Io vado a cercare Alice, verrò qui ogni sera, se sarai in pericolo devi andare da Jacob... oppure da Emmett ed Esme... devo trovarla- sussurrò.
-Torna presto...- implorò lei con le lacrime agli occhi.
-Emmett ti saluta tanto- sorrise.
-Salutalo e dagli le mie condoglianze- sibilò.
-Troverò Alice e tornerò da te.
-Ti amo, Edward...- gli baciò il mento.
-Anche io, tanto Bella- sorrise e corse via.

Emmett senza Rosalie, Esme senza Carlisle, Alice senza Jasper, come una notte senza stelle.
Doveva fare qualcosa, Edward, doveva trovarla.
Anche se non sapeva dove.


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Capitolo 6
*** sei! ***


Ecco qui il sei!

Appena stette un po' meglio, Bella disse a Charlie, che era sempre molto, ma molto, disponibile, che sarebbe andata un paio di giorni a casa Cullen, per vedere come stessero i Cullen.
Arrivò lì.
Esme la accolse abbracciandola calorosamente, senza più le sue due figliole, senza più suo marito, doveva ripiegare sull'umanissimo affetto che provava per Bella.
-Ciao Bella- la salutò appena entrò in casa.
Non ci voleva un genio per vedere che la povera donna era in preda a un mezzo attacco di nervi.
-Come stai?- domandò Bella.
-Io sto meglio di Emmett- sospirò.
Bella abbassò lo sguardo, imbarazzata, che razza di domanda aveva fatto.
D'accordo che Rosalie non l'aveva mai sofferta, però ormai cominciava ad apprezzarla.
-Dov'è Emmett?- chiese poi.
Esme si strinse nelle spalle.
-Nella loro stanza... ha deciso di chiudersi nei suoi ricordi...- sospirò.
Bella salì le scale e raggiunse la stanza che sapeva essere di Rosalie ed Emmett.
Bussò.
Emmett aprì la porta e la fece entrare.
-Ciao Bella- abbozzò un mezzo sorriso davvero troppo triste.
I vampiri non potevano non avere un'anima se soffrivano così tanto per amore.
-Oddio Emmett! Non sai quanto mi dispiaccia!- lo abbracciò.
Emmett ridacchiò a mezza bocca. -Bella, io invece sono felice per te e Edward... sarete felici come lo siamo stati io e Rosalie fino a qualche tempo fa...- sorrise.
-Oddio... non ho mai avuto la possibilità di legare con Rosalie...
Emmett la fece accomodare, seduta sul loro letto.
-Era fantastica... non ho mai potuto stare più di due ore senza di lei... unica davvero- sorrise -Mi ha salvato, Bella... era la donna pià attraente e meravigliosa che io in vita mia avessi mai visto... è vero... ho fatto delle cazzate... è vero... ho lasciato che la sete mi logorasse... e ho attaccato degli umani... lei è rimasta sempre con me... ha deciso di vivermi accanto... per sempre... e ora io... sono solo... lei era la mia famiglia... lei mi ha salvato... e ora sono solo per sempre... Bella... se succedesse qualcosa a Edward tu preferiresti morire, lui non lo capirebbe, nemmeno Rosalie l'avrebbe capito se è per questo, meglio non diventare vampiro se... ma tanto a Edward non accadrà nulla! Sono paranoico...- sorrise.
Bella per non piangere si morse così tanto violentemente la lingua che per poco non la staccò a metà.
Emmett sorrise e le accarezzò la guancia.
-Rosalie ti voleva bene, Bella, anche se non lo dava a vedere... le somiglia molto... mi ha sempre detto così...- sorrise - Non voleva che ti attaccassi a noi, perché non voleva che anche tu rinunciassi alla tua vita... Bella... l'anima è molto importante... così in futuro qual'ora dovessi morire... ritroverai le persone che hai amato... l'anima ti permette questo... noi invece la perdiamo... dopo la trasformazione... io non rivedrò mai più Rosalie... perderla è stato tremendo, Bella... io ero così dipendente da lei...- sospirò.
-Emmett... oddio!- scosse la testa Bella.
-E poi... povera Esme... io pazzo e chiuso in me stesso con queste foto a ricordarmi Rosalie... e... lei sola, senza Carlisle... senza Alice... senza Edward... senza Jasper... poveretta...- sospirò. -Però ha te... stalle accanto... Bella... ha bisogno di qualcuno su cui contare... qualcuno che le stia accanto...
Bella sorrise. -Mi dispiace tantissimo, Emmett...
Emmett attizzò l'orecchio.
-Edward è tornato... non credo abbia trovato Alice...- informò.
Bella si alzò in piedi. -Emmett se posso fare qualcosa per te...- sussurrò.
-Non rinunciare alla tua anima prima di aver vincolato per sempre Edward a te... devi proteggere il suo amore e lui proteggerà te... vedrai... andrà tutto benissimo se farete così- sorrise.
-Grazie Emmett- sorrise anche lei e gli diede un bacio affettuoso sulla guancia.
Edward era nella sua stanza, si stava spogliando, quando Bella ben poco delicatamente irruppe.
-Amore mio!- lui con un balzo la raggiunse. La strinse tra le braccia e le baciò il collo.
-Mi sei mancato tanto- sussurrò e scoppiò in lacrime.
Le prese la testa tra le mani e le baciò la fronte.
-Hai parlato con Emmett...- sorrise.
-Sì... e... diciamo che... mi ha sconvolto...- ammise.
-Devo cercare Alice, Bella... che ne dici? Vieni con me?- ammiccò.
-Potrei?

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Capitolo 7
*** sette ***


Perdonate la scoordinatezza di questi post... vedete sto seguendo dozzine di progetti diversi... abbiate pietà e perdonatemi ancora. Ecco il vostro prossimo "capitolo"!
...sperare ancora

Edward, sistemata Bella nella sua auto andò a salutare Esme ed Emmett.
-Andiamo allora- farfugliò.
-Trovali e riportaceli...- bofonchiò lei.
-Emmett... non potrò riportati Rosalie... però... io...- balbettò imbarazzato Edward.
-Vampirizza Bella... rendila come noi e proteggila come io non ho fatto con Rosalie...- sospirò.
-Non mancherò fratello mio- annuì e corse via.
Mentre l'auto si allontanava Bella si strinse nella giacca di Edward.
Lui la guardò sorridendo, intenerito.
-Come ti senti?- domandò lui.
-Bene, perché?- lo guardò strano.
Lui si chinò e le baciò la fronte. -Perché sei la mia vita... voglio sapere come ti senti e cosa senti...
Lei arrossì di botto.
-Cosa c'è? Perché arrossisci?- domandò sorridendo.
-Perché... perché...- balbettò.
-Ti do ancora alla testa?- sorrise.
-Sì... è strano...- sospirò lei.
Le arruffò i capelli.
Lei rabbrividì al suo tocco.
-Edward... non puoi capire quanto mi dispiaccia per Emmett...- scosse la testa.
-Bella, sappi che io non ti lascerò sola... neppure se dovessi morire davanti a te...- sussurrò lui.
-Perché dici questo?- domandò lei.
-Perché Emmett ha lasciato sola Rosalie negli ultimi istanti...- farfugliò.
-Come no?- ripeté lei.
-Lei gli ha detto di andarsene... di non restare con lei negli ultimi momenti...- chiarì.
-Non ha provato a spegnerla?
-Lei non ha voluto... ha detto che era importante che lui vivesse e non lei... glielo doveva- si fece solenne.
-Ma è pura follia!- ringhiò Bella.
-E poi sono scomparsi la sera stessa Jasper e Carlisle...- riassunse velocemente.
Bella si morse la lingua per tacere.
-Bella, quando ti vampirizzerò non ti perderò mai di vista, te lo giuro- promise.
-Ora pensiamo a trovare Alice e gli altri...- sussurrò.
Edward alzò il naso.
Inalò a fondo.
Guardò Bella sorridendo. Le accarezzò i capelli soddisfatto.
Continuò a guidare.
Superarono Seattle, arrivarono in Oregon e a Pendleton, superarono il confine e raggiungero Elko. Lì si fermarono.
Bella, era rimasta sveglia tutto il tempo, a godersi il suo Edward e le attenzioni che le riservava.
Appena Edward spense il motore, dedicò tutto sé stesso a Bella.
La guardò, allungò entrambe le mani, la sollevò tra le sue braccia e la fece sedere sulle sue gambe.
Nei giorni in cui aveva cercato gli altri, ogni sera era tornato da lei, come le aveva promesso.
Si sedeva a terra e la guardava dormire stretta al cuscino.
Gli rodeva altamente strapparle l'umanità che tanto amava in lei, ma per proteggerla avrebbe fatto ogni cosa.
Lei si chinò e gli baciò il collo, salendo lentamente e sinuosamente per le curve del suo volto.
Un odore intenso pervenne alle narici di Edward.
-Trovati- sorrise.
Anche Bella sorrise solare, sollevata, quella situazione si stava facendo sempre pi insostenibile. [notare bene questa è un'allitterazione della lettera s!]
Poi però, Edward, serrò la mascella in una smorfia strana, tra stupore e terrore.
-Che succede Edward?- domandò.
-Devo contattare Emmett- farfugliò spegnendo il motore.
-Come? Perché?- domandò.
-Bells, tranquilla, non è nulla di grave...- sorrise.
-Sicuro? Edward guarda che...- non finì neppure la frase che Emmett era accanto alla loro auto.
Sollevò Edward da terra, adirato, e lo sbatté contro un albero.
-Ti pare il caso di darmi false speranze? ROSALIE E' MORTA!- ruggì.
Bella scese dall'auto e corse da loro nel tentativo di fermarli.
Anche Esme li raggiunse, bloccò Bella per le spalle e la riportò all'auto e tornò dai suoi figli, quelli che le erano rimasti.
-Emmett, calmo, non puoi arrabbiarti così, non è normale... calmo, calmo...- sussurrò.
Lei capace di mantenere la calma anche davanti ad un energumeno come suo figlio.
-Esme, non metterti tra i piedi! Tu puoi ancora sperare! IO NO! Io l'ho persa... per sempre- farfugliò e cadde in ginocchio.
Edward guardò Bella che aveva una strana smorfia sul volto.
-Emmett, ho solo sentito il suo odore... ma posso aver sbagliato- riferì Edward.
Emmett ruggì di nuovo.

Non ci credette Emmett, e restò in ginocchio.
Per lui Edward gli stava fornendo solo una speranza, per vivere ancora.



COMMENTATE anche le altre ff se no né posto qui né lì... - è solo una minaccia.

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Capitolo 8
*** otto? - mah ***


Questo post è molto breve... ma passatemela, ho una tristezza nel cuore, la mia professoressa di latino, quella del quarto ginnasio si è spenta poche ore fa. Ma le dedico comunque questo post, e tutti quelli a venire.

Grazie teacher, grazie mille, di tutto. E' stato un onore conoscerla.

Beh prima che riscoppi in lacrime - in fondo sotto le pietre del miocardio batte un cuoricino...- postiamo va...
Trovo il cammino che
mi porta via dall'agonia...



Emmett era ancora in ginocchio quando la pioggia cominciò a cadere velocemente allagando la rarefatta radura dove si trovavano.
-Il loro odore si indebolisce- sussurrò.
-Allora lo senti anche tu- sorrise Edward.
-L'ho sempre sentito... è solo che...- sospirò ancora Emmett.
Quella scena, stava dilaniando la povera e grigiastra mente di Bella, che, seppur molto sveglia [ndr: diciamo che credo poco alle mie parole...] riusciva a stento a capire il comportamento di Emmett. E poi, se Rosalie fosse stata davvero viva perché stava così distruggendo la mente al povero Emmett? E ancora: Alice aveva trovato Jasper, e perché non l'aveva riportato a casa? E infine: Carlisle perché non tornava da Esme?! La sua povera e piccola mente stava soffriggendo intanto, magari con un po' di cipollina e un po' di vino rosso avrebbe potuto usarlo per fare un bel ripieno del tacchino al ringraziamento.
Emmett balzò in piedi.
-Sta' calmo, ora la raggiungiamo- sorrise Esme, calma, come non mai, doveva captare l'odore di suo marito, pensò Bella.
Bella guardò Edward che sorrideva, beato, in fondo, era tornato alla normalità, era di nuovo con i suoi simili, con la sua famiglia.
Si avvicinò a lei. -Ti bagni tutta, Bella, sei ancora cagionevole... hai pure avuto l'influenza- sussurrò sistemandole la giacca sulle spalle.
Lei sorrise e si strinse a lui.
-Noi andiamo in auto... Bella potrebbe...- farfugliò Edward ma venne interrotto dalla sua Bella che aveva posato le dita calde sulle labbra di lui, gelide.
-Andiamo con loro...- sussurrò.
Lui si abbassò per guardarla ben bene negli occhi. -Vuoi vedere Alice- evinse.
-Anche... ma voglio vedere se è veramente Rosalie- aggiunse.
Lui sorrise e la prese in braccio. -Stringiti forte a me- lei eseguì l'ordine.
Edward, Emmett ed Esme partirono velocemente correndo a rotta di collo per una fitta boscaglia.
Corsero, corsero e corsero.
Bella che si stringeva a Edward pensò che era da tanto che lui non la prendeva in braccio e non correva verso una meta non ben specificata.
Una folata di vento le spostò una ciocca di capelli e gliel'incollò sulla fronte umida per la pioggia.
Edward sorrise nel vedere quello spettacolo e poi tornò a guardare la strada che andava percorrendo.
Poi si fermò di scatto.
Ai suoi occhi, a quelli di Esme e a quelli di Emmett, si palesò una vista che ormai avevano pensato non poter più vivere.
Quel cammino, quella strada, quanto avevano percorso, li aveva riempiti di una luce nuova, di una speranza inumana. -Emmett!- la voce di Rosalie! Era lei! Era lei che lo chiamava.
Lui cadde in ginocchio, era lei!
Certo, i capelli un po' più corti, i vestiti sgualciti, la camicia bruciacchiata, ma era lei! Era la sua Rosalie... Aguzzando la vista poterono vedere Jasper sdraiato a terra, con Alice stretta tra le braccia.
E poi Carlisle che tornava dalla caccia, che lasciava la bestia che aveva appena cacciato e la buttava a terra e correva verso di loro, e si fermava accanto ad Esme, allungando la mano aperta verso quella della moglie.
Emmett era ancora in ginocchio mentre Edward metteva Bella a terra.
Alice alzò la testa e guardò nella loro direzione e tornò a sdraiarsi su Jasper.
Rosalie avanzò lentamente, ancheggiando e si accovacciò davanti ad Emmett.
Lui alzò lo sguardo lentamente, come se volesse piangere, come se potesse piangere.
Non credette ai suoi occhi, si abbandonò a dei mugugnii mentre lei gli accarezzava i capelli.
Bella, contenta si strinse a Edward, lo guardò un minuto e poi sorrise ancora.

La strada l'avevano trovata, la speranza nasceva nei loro cuori... ma che era avvenuto?



Spero di avervi accontentato, perdonate la brevità.

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Capitolo 9
*** nove! - ho appena contollato dovrebbe essere il nove. ***


scusate il ritardo.


Quello che vorrei...
Vivere in te...



Spiegazioni, Edward esigeva spiegazioni plausibili per quanto stava avvenendo.
Perché se n'erano andati? Perché Carlisle non stringeva a sé Esme? Perché Rosalie non abbracciava Emmett? Perché restavano tutti così freddi?
Alice e Jasper li raggiunsero.
Emmett affondò di più con la faccia nel ventre di Rosalie.
Il sole stava ormai tramontando, il silenzio si faceva pesante e la pioggia aveva smesso di cadere, battendo incessantemente sulle testoline di tutti i presenti.
Che succedeva? Perché erano così freddi tra loro?
- Loro... - cominciò Carlisle facendo correre una mano al volto di Esme, nel gesto più affettuoso che riuscisse a sfoderare. - Loro vogliono accertarsi che Bella verrà vampirizzata entro un tot di tempo... noi...- si fermò.
- VOI?- scandì Emmett.
Alice si strinse alla vita di Jasper.
Edward poté sentire un "Non voglio che tu vada" provenire dalla mente di sua sorella.
Rosalie accarezzò i capelli di Emmett - Noi...- ripeté poi lei.
- Loro non saranno più con noi... quando il cielo biancheggera saranno portati via...- mormorò Alice.
Emmett alzò lo sguardo, non sapendo se ridere, gridare e, non potendo piangere si limitò a sgranare gli occhi e a fissare Alice. - Tu stai scherzando, vero, Alice?- mugugnò.
- Emmett...- sussurrò la sua Rosalie.
- Noooh!- sospirò scotendo la testa. - No! Non ora che ti ho ritrovato! NO!- grugnì.
- Non possiamo fare niente... oramai è stato deciso...- sospirò Carlisle.
Esme lo guardò non sapendo, anche lei, se urlargli contro o abbracciarlo.
- IO NON CAPISCO!- grugnì ancora Emmett, ma stavolta venne mitigato dall'abbraccio di Rosalie.
Si strinse a lei, tentando di riscaldare quella situazione, tentando, vanamente, di non pensare che quelle poche ore che gli rimanevano da passare con lei, non avrebbero fatto compiere la trasformazione di Bella.
- Lo so che non capisci, Emmett... è normale... ma... dobbiamo comunque... farlo...- sospirò Carlisle.
- PER QUESTA QUI, NOI DOBBIAMO RINUNCIARE ALLA NOSTRA FELICITA'?!- ruggì di nuovo Emmett.
- Se Edward si fosse deciso a vampirizzarla, ma lui, no, deve per forza rovinare la nostra esistenza... perché se no, non è contento...- ringhiò Alice.
- Allie, calma, dai...- sorrise Jasper stringendola a sé.
- Non dire cazzate, Jasper! Come cavolo fa a calmarsi? Che cazzo! Per quella brutta idiota!- ribadì Emmett, ma, d'improvviso, si calmò.
Gli occhi di Carlisle si tinsero di nero. - Ma che diavolo! E' qui, porca tr-...- si strattenne - Che diavolo avete in testa? La segatura?!- aggiunse.
Anche in quel caso, lui, si calmò.
Alice strozzò un sorriso mozzato, lanciandolo a Jasper, che lo carpì ben volentieri.
Esme abbracciò suo marito, stringendolo più che poté. - Perché non me l'hai detto?- domandò.
Già, pensò Bella, perché non gliel'aveva detto?! - Aro... e sicuramente almeno altri tre o quattro dei Volturi avrebbero captato che voi sapevate... e che avreste fatto di tutto per evitare questo... non andrà in porto se no...- sospirò lui.
- Noi, abbiamo avuto la nostra dose di agoniata felicità, di speranza... ora tocca a Edward- sorrise Jasper.
- Ma...- tentò di dire lei.
- Non ci vedremo più appena il cielo biancheggerà... ma abbiamo ancora del tempo... gustiamoci il tramonto con la nostra metà...- sorrise Rosalie.
Era un comportamento strano, il loro, erano rassegnati, e, chiunque sa, che i vampiri non si rassegnano, mai.
- NO! No... perché poi non ci vedremo più... tanto vale uccidersi adesso- grugnì Emmett.
- Dai, Emmett, non dire così... - sorrise Jasper - in fondo noi abbiamo una scusante... abbiamo avuto tutti e sei la nostra felicità... sicuramente troverete un altro amore... tra qui e mille anni... e poi... solo una settantina di anni, o una cinquantina... ci hanno legato, no?- gli occhi gli luccicavano, non credeva neppure lui alle sue stesse parole.
- NON CI CREDI!- grugnì - Alice ti riempie almeno quanto a me riempie Rosalie! Tu non credi alle tue parole perché dovrei crederci io?!- ringhiò Emmett.
Jasper alzò gli occhi al cielo.
- E' un giusto sacrificio... noi siamo stati felici per un tempo che avremmo preferito fosse l'eternità... ma... il fato ci ha prescritto una fine che noi non ci saremmo mai aspettati... chissà... poi... magari torneremo...- sorrise Rosalie.
- Non è normale! Non è un sacrificio adatto! Perché!?- domandò Emmett. Ah! Se solo avesse potuto piangere, quante lacrime avrebbe versato!
Toccò a Carlisle dargli una risposta - Edward ci ha sempre dato appoggio... ora lui merita un po' di felicità...
- NO! NON E' NORMALE! PERCHE'?! NOI CHE C'ENTRIAMO?!- ringhiò Esme.
Carlisle sorrise - Sta' calma... vedrai... d'altronde eri tu che volevi che fosse felice... quindi adesso io, Jasper e Rosalie vi faremo felici.
Bella, con voce tremante e gli occhi sbarrati tentò di prendere parole più volte, ma senza riuscirci, ma stavolta, vi riuscì. - Voi fate questo per... per... noi?- domandò.
Rosalie sorrise beffarda. - Non prendertela Bella, ma non è per te... ma per Edward che lo facciamo.
- Sacrifichiamo la nostra felicità per la sua...- sorrise Carlisle.
- E non pensate a noi?!- domandò Emmett.
- Noi abbiamo avuto la nostra buona dose di felicità... ora sta a lui viverla...- sorrise Jasper.
Esme ringhiò cupa - NO!- ruggì.
- La felicità dà assuefazione...- sospirò Alice.
Jasper la prese tra le braccia.
Edward e Bella li videro allontanarsi, mentre Esme picchiava sul petto di un Carlisle davvero troppo rassegnato ed Emmett affondava tra le braccia di Rosalie.

Quello che volevano era vivere dell'altro.


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Capitolo 10
*** dieci!! ***


Scusate il ritardo, però spero vi piaccia.


Dimmi chi sei.


Edward si sedette a terra, Bella era lì, seduta a terra con lo sguardo assente.
-Vuoi che faccia qualcosa- sospirò.
Lei fece di sì con la testa.
-Bella... lo fanno per noi...- soggiunse.
Chinò la testa di lato, lei, posandola sulla spalla di quello che, ben presto, pensava tempo prima, sarebbe stato suo, per sempre.
Lui sospirò di nuovo, guardandola in apprensione. -Se scegliessi la mia famiglia, tu mi odieresti?
Arricciò le sopracciglia, Bella, corrugando la fronte. -Che conti di fare?- domandò preoccupata.
-E' colpa mia... starai con Jacob... ti conviene... e poi, lui ti ama, no?- bofonchiò velocemente.
Bella strabuzzò gli occhi, arricciò il naso e lo guardò, come non aveva fatto mai prima, in un misto di rabbia, angoscia, odio e preoccupazione.
-Bella, non guardarmi così... odiami se vuoi, ma non guardarmi così
Scosse la testa. -Tu mi hai detto che saremmo stati insieme... tu mi hai detto che ci saremmo sposati! tu mi hai de...
Edward non le diede neppure il tempo di finire la frase, le baciò le labbra, con forza, violentemente, la bramava più di quanto non avesse mai potuto pensare.
-E' colpa mia, Bella... non dovevamo... è colpa mia... tu non c'entri... meglio che me ne vada... a questo punto mi conviene... ci conviene- aggiunse.
Bella picchiò sul suo petto, con un'ira che non aveva mai sfoderato prima, l'odio e l'amore mischiati insieme, shekerati in un cocktail unico e irrimediabile, l'odio non si scinde troppo facilmente dall'amore, anche se è il suo perfetto opposto, come uno specchio infranto i sentimenti di Bella impazzivano come l'ira impazzava in ogni millimetro del suo corpo.
Picchiò e picchiò ancora, lo odiava e non poteva fare a meno di amarlo, lo amava e non poteva far altro che odiarlo.
Sospirò, Edward, non faceva altro che assecondarla, lasciarla sfogare, d'altronde lei era umana, lei soffriva, d'altronde lei l'amava, lei lo bramava, eppure non poteva far altro che assecondarla, che lasciarla sfogare, perché avrebbe sofferto anche lui, lo sapeva lui, se l'avesse lasciata a Jacob, se l'avesse lasciata sola, se l'avesse ceduta, se se ne fosse andato, non solo il cuore di lei sarebbe esploso devastandola, e in lui non tanto il cuore, quanto la grave colpa avrebbe devastato ogni cosa.
Picchiava ancora e ancora picchiava, era piena di una rabbia inumana, il troppo amore annebbia la vista e la ragione e rende duttili e fragili, tempra sì, ma ammorba e distrugge, il dolore che il vuoto provoca, quando ci si lascia, quello bruciava, peggio di un fuoco fatuo, ardeva come la fiamma olimpica, implodeva come la bomba atomica, l'ira in confronto, e la bile nera e gialla e verde, non avrebbero mai dato quell'effetto, neppure il sangue, che si sospingeva avanti e indietro per ogni millimetro del corpo, non faceva così male, era lento, come la flemma, si muoveva piano e ardeva con tutta la forza che riusciva a trovare.
Bella si fermò, poi, posando la testa sul petto di Edward, cercando di ascoltare il suo cuore, cercando anche solo un battito, voleva sentire che era ancora con lui, esserne certa.
-Edward?- sussurrò.
Lui le accarezzò i capelli. -Sta' tranquilla, piccola... andrà tutto bene... andrà tutto bene...- ripeté.
Perché non potevano essere felici? Chi ha l'eternità, la sfrutti, appena si presenta un'occasione, subito, velocemente.
-Andrai tu?- domandò.
Sorrise. -No, parlerò con i Volturi... ma tu, domattina non sarai qui... sarai al sicuro alla riserva...- bofonchiò.
Bella puntò i piedi, alle volte sapeva essere davvero viziata, forse era anche colpa di Edward, starle sempre appresso, coprirla di attenzioni e accontentarla fin dove potesse non giovava affatto.
-Bells, comprendimi... voglio proteggerti... ma ti assicuro, sul mio nome, su chi sono, sull'amore che nutro per te... ti giuro sulla mia vita... sull'eternità stessa che potrei vivere... ti assicuro che tornerò da te... il prima possibile- farfugliò.
Restò in silenzio.
-Mi troverai, Bella... per un po' resterai protetta dai lupi... noi tenteremo di tenere distanti i Volturi... di trattare con loro... di accontentarli... però... ci ritroveremo- le baciò la fronte.
Restarono così, accarezzandosi, ascoltando il respiro l'uno dell'altra, bastava questo per sentirsi calmi, per sentirsi vivi, per sentirsi pieni.
Poterono udire il rumore dei passi degli altri.
Esme e Carlisle erano a terra, accanto a un albero, sdraiati, in un languido abbraccio serrato, non si sarebbero più rivisti, un sacrificio giusto, per loro figlio, un sacrificio, sì, doloroso e angosciante, ma allo stesso tempo, dolce e, quasi, indolore sotto certi aspetti, d'altronde tutti sapevano che l'altro sarebbe sopravvissuto, l'importante era questo.
Emmett e Rosalie invece erano più tesi. Lui non capiva che diavolo fosse successo alla sua adorata moglie, era bruciata sotto i suoi occhi? non lo era? come aveva fatto?! Così era finito col passare l'ultima notte arrabbiato con lei. La rabbia che in lui era, però, differiva da quella di Bella, Rosalie d'altronde non aveva mai nutrito speciale simpatia per Edward nè tanto meno per Bella, eppure stava per abbandonare tutto, ogni cosa, e soprattutto lui, era strano agli occhi innamorati di Emmett che lei prendesse una così gravosa scelta, e che lei lo abbandonasse, per sempre, forse, se fossero stati troppo tempo lontani l'eterno stesso avrebbe accolto loro tra le braccia, li avrebbe medicati e le loro ferite si sarebbero rimarginate, e non avrebbero così cercato la morsa nella morte.
Alice ormai rassegnata guardava Jasper che a sua volta lo guardava, in silenzio come sempre, meglio non mugugnare, meglio non mormorare, meglio pazientare, forse ogni cosa si sarebbe sistemata, forse i Volturi avrebbero prorogato ogni scadenza, forse. I loro cuori battevano lenti, spenti, silenti, frementi anche in quel dolore spasimante che coglieva con impeto disarmante il loro cuore e lo spezzava in frantumi, eppure a loro bastava così, a loro bastava guardarsi, in quell'ultima notte, bastava stare a quella distanza, bastava restare in silenzio, neppure l'amore che l'uno nutriva per l'altra li avrebbe fatti muovere, non perché sopito, né sazio, solo stanco, quella distanza, quel torpore, quel toccarsi il cuore con le dita, lasciarlo sanguinare, quello volevano evitare, se si fossero avvicinati il cuore sarebbe imploso, e come un puntaspilli sarebbe divenuto, meglio non osare giacché poi non avrebbero potuto strafare più.
Il sole sfiancò una nube, la violentò e la luna disparve in un cumulo di nebbia e rugiada.
Edward prese in braccio Bella in quel momento e corse a perdifiato verso la riserva.
Il sole squarciò il folto blu cobalto che era ghiacciato nella notte e lo riscaldò col tenue viola pastello che pittava i cirri appena aggrovigliati.
Esme s'alzò in piedi e Carlisle fece lo stesso, le prese la testa tra le mani e la guidò verso il suo volto, un bacio, un ultimo bacio.
Il sole irradiò appena, ancora assonnato e stanco, il bosco mormorante e dormiente, tingendolo di un colore verdastro, quasi simile alle foglie e le ombre presero a delinearsi.
Emmett abbracciò poi Rosalie e passò tra le ciocche dei capelli d'oro di lei la punta delle sue dita gelide, un ultimo abbraccio.
Il sole fece appena capolino, fiacco e assorto ancora nel suo sonno di poche ore e svegliò i cardellini e gli usignoli che composero la loro melodia cinguettando felici e sbattendo le ali.
Alice si alzò in piedi, stavolta no, Jasper non ce la fece a tenerla lontana, corse da lei e l'abbracciò, la baciò, sempre in silenzio, guardandola speranzoso, un ultimo sguardo.
Il sole illuminò la vallata, le ombre si stiracchiarono sul praticello e sul fango, il cielo biancheggiava ormai.
Edward baciò Bella sulle labbra, lasciandola alle porte della riserva.
-Dimmi chi sei- farfugliò.
Lui chinò la testa di lato, interdetto.
-Hai detto che avresti giurato su chi eri... sul tuo essere... dimmi, Edward, dimmi chi sei... così io ti cercherò...
Le baciò la fronte. -Lo sai.
Restò lì, Bella, mentre Edward sarebbe andato chissà dove.

Lei l'avrebbe cercato, sempre, per sempre.


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Capitolo 11
*** undici ***


Scusate il ritardo -.-''



E ti cercherò


Edward raggiunse il resto del gruppo.
Alice pallida, si reggeva a stento in piedi, lo stesso anche Emmett ed Esme. Chi si abitua alla fine, poi, si abitua anche ad un nuovo inizio.
Jasper, come Rosalie e Carlisle, invece erano discretamente spensierati, o forse, era Jasper stesso a farli calmare.
Edward li guardò interdetto.
I passi, lo scalpitio dei piedi di Jane e di Alec, il resto di tutta quell'orda, rimbombavano nel folto degli alberi.
-Sono loro- sussurrò Esme tristemente all'orecchio di Carlisle.
-Perché?- domandò Edward.
-Perché cosa?- ripeté Carlisle.
Edward abbassò lo sguardo. -Perché state facendo questo- ribadì.
Alzò gli occhi al cielo, Carlisle Cullen, sospirando.
-E' per te... no? Questo basta.- sospirò Jasper.
Alice sorrise appena a quelle parole, anche se il cuore le faceva male.
Edward scosse la testa. -No, non dite così... non è giusto strapparsi così... non...- bofonchiò.
Allora fu Rosalie a parlare. -Idiozie! Tu non hai voluto nessuno... e ora che hai Bella... Edward... è giusto...- fece spallucce.
Emmett sospirò, Rosalie Lilian Hale che parlava di giustizia?! Ahahah, come no e lui era vivo e novantenne... I passi si fecero più veloci e intsistenti, come le gocce di pioggia.
Eccoli poi, ecco le loro figure comporsi, delle mantelle nere che svolazzavano nella luce del mattino.
Ecco Marcus a capeggiare l'orda.
Eccoli che si avvicinavano col loro peggior sguardo minaccioso.
Trenta Volturi, trenta creature che si muovevano per loro, solo per loro.
Trenta Volturi, trenta creature che si spostavano velocemente anche se, all'apparenza le loro mosse erano più che lentissime.
Trenta Volturi, trenta creature che si cibavano di sangue umano, che bramavano avere loro, solo loro.
Trenta Volturi, trenta creature che si muovevano agli ordini di Aro, che lo servivano come si serve un monarca.
Trenta Volturi, trenta creature che si spargevano ora e li accerchiavano.
Trenta Volturi, trenta creature che si aggiravano guardinghi a fermare ogni via di scampo.
Trenta Volturi, trenta creature che si trovavano davanti a loro adesso.
Scelte, ci volevano secondi ancora per prendere quelle scelte.
Marcus si portò avanti, avvicinandosi ai Cullen.
Sguardo altezzoso, come al solito, pancia in dentro petto in fuori, la testa chinata da un lato e le mani giunte in petto.
-Allora, signori, pronti a seguirci?- domandò sorridendo ampiamente corrugando il volto in una smorfia altamente sadica.
Edward lanciò un'occhiata agli altri, sospirando. -Io- disse poi socchiudendo gli occhi. -Vengo io con voi...- sospirò.
-Aro ne sarà lieto... molto molto felice... ma... la sua utopia non si attuerà senza...- fu Jane ad indicare Alice nel mezzo del gruppo.
Jasper contrasse i muscoli in posizione di difesa, guardò lei negli occhi e poi, senza un gemito si tirò inidetro.
Quale dolore, quale sconfinato dolore doveva sopportare? Però restò in silenzio mentre continuava, lo sguardo di quella, a tartassarlo.
Si tirò indietro ancora, proteggendo Alice e arricciando il naso.
Secondi, passarono lentamente, come quando una goccia di rugiada deve ancora cadere dalla foglia di acanto, scivolando sinuosamente e si aspetta che scocchi quello schioppo, quella piccola esplosione di acqua col suolo collisa.
Minuti, corsero come rallentati da una forza, quando si nuota contro corrente durante una tempesta, e si affonda e si annaspa, e si biascica qualche mossa per riuscire a tenersi in suerficie.
Fu Jane a desistere, distolse lo sguardo.
Marcus stesso restò sbigottito.
-Come?- bofonchiò.
Jasper ammiccò poggiandosi ad Alice. -Non ci vuole molto... Jane ringhiò e poi sorrise. -Sta di fatto che Aro vuole anche lei...- bofonchiò.
Alice guardò suo marito, preoccupata.
-Calma...- sussurrò.
Edward scosse la testa. -No! Prendete me, non vi basta?!- ringhiò.
Marcus abbozzò un sorriso. -Direi che dovremmo parlarne con Aro... comunque prenderemo in custodia sia Alice che Edward... ma se volete...- ammiccò - potreste scegliere chi altro mandare al posto di Alice...
Alice guardò gli altri scotendo la testa.
Jasper si chinò verso di lei. -Sei abituata... vedrai... se parliamo con Aro... andrà tutto bene... vado io...- sussurrò.
-NO! Non te lo...- Jasper le baciò le labbra e lasciò che il suo sguardo si perdesse in quello di Alice, calmandola.
La lasciò con gli altri, e, con Edward, si allontanarono.
Intanto Bella era arrivata alla baracca di Jacob.
Si era seduta accanto a lui, ancora tutto dolorante, imbottito di antibiotici, antidolorifici e parenti vari, era debole, a lei sembrava fraglie, stanco, ma almeno era uscito dall'ospedale.
-Che ci fai qui?- sibilò.
Lei sorrise. -Edward... Volturi... robe di vampiri...- sospirò.
Jacob arricciò le labbra in un sorriso smaliante. -Allora mi fai compagnia...
-Lo sai che non è stato Edward a ridurti così, vero?- domandò.
Rise, Jacob, calmo. -Certo... certo che lo so... comunque non capisco... perché sei qui?
Lei sorrise. -Ci sono i Volturi... lui... vuole trattare... vogliamo sposarci, Jacob, sappilo- disse subito.
-Lo so... è giusto... sarete una bella coppia...
-Sono gli antidolorifici a farti parlare così?- domandò Bella, si chinò e gli baciò la fronte.
-Antidolorifici... droga... quello che sono... mah... comunque è normale... mi sono arreso...- sorrise.
-Sei ridicolo quando fai così...- sospirò.
-Dai, sorridi... vedrai, torna presto... e se non torna... lo andiamo a cercare, okay?- sussurrò.
-Lo cercheremo?- domandò lei.
-Te lo devo dire in cirillico?- rise.
Bella ringhiò e poi arruffò i capelli a Jacob. -Mica sono così idiota...
-No? Sicura, tu eh?- rise.
Bella picchiò appena sul suo petto. -Smettila dai, riposati ora...
Quel giorno passò così.

Chi era Edward? Lo avrebbe saputo, e lo avrebbe cercato.

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Capitolo 12
*** dodici ***


E' breve, pardon, e mi sono anche fatta attendere -.-'' scusatemi
spero sia di vostro gradimento


dfse

...chiudo gli occhi e vedo te...


Edward, poi, non era partito coi Volturi.
I giorni li spendeva a casa, chiuso, barricato.
Eppure.
Eppure qualcosa doveva fare.
Ma cosa?
Eppure in un luogo doveva andare.
Ma dove?
Dov'era finito il suo amore?
Ma dove?
Dove sbocciavan le viole?
Ma dove?
Dove spendeva parole d'amore con lei?
Lasciarla, sì, doveva lasciarla, avrebbe, un giorno, trovato in Jacob, l'amore, l'avrebbe trovato, lì, al caldo.
Solo lì, con lui, era già abbastanza in pericolo, tra le braccia di Jacob era al sicuro, nessuno l'avrebbe cercata, i Volturi l'avrebbero lasciata in pace.
Lasciarla, sì, doveva lasciarla, avrebbe, un giorno, trovato con Jacob, la felicità, l'avrebbe trovata, lì, al caldo, su un cuore che batteva come il suo, forte, vivo, almeno lei sarebbe stata felice.
Solo lì, lei, avrebbe trovato il bene, la fortuna, ogni cosa.
Avrebbe avuto figli e, a quel pensiero, Edward sorrideva sempre, soddisfatto.
Non era partito, era andato Jasper, di nuovo, senza che Alice partisse con lui, solo Jasper.
Il peso del suo potere, forse, era molto più potente, di quanto pensassero gli altri, e forse aveva sempre le stesse credenziali che i Volturi cercavano.
Risultato di ciò, però, solo due parole Alice nevrotica.

I giorni sembravano passare lentamente, anche se, a poco a poco, i giorni divennero mesi, sfiorendo a poco a poco nell'inverno.
Fu allora che Edward pensò di tornare da Bella, ad abbracciarla.
Oramai s'era trovata una soluzione.
Jasper era lontano da mesi oramai, non c'era altro da fare.
Edward aveva smesso di parlare con tutti, non andava a scuola, come gli altri Cullen, non andava fuori di casa.
Tranne quel giorno, nel quale, quell'odore lo abbracciò forte.
Chiuse gli occhi e la vide.
Portava a spasso Jacob.
Brutta espressione, pensò subito, ma era così.
Erano lontano dalla riserva, vicino casa Cullen.
Si alzò in piedi, dal sottoscala in cui abitava da giorni, e cercò di captare i pensieri degli altri Cullen.
Erano abbastanza lontani da non riuscire a sentire quanto pensassero.
Andò alla porta e corse.
A occhi chiusi, lasciando che il profumo, che quell'immagine che vedeva dentro la sua mente, a occhi chiusi, corse, fino a lei.
Si fermò quando sentì il profumo di Bella mescolarsi con quello del licantropo.
-Ciao- sorrise, ancora ad occhi chiusi, ma sentiva vicino il calore, il cuore dolce di lei, pulsare.
-Che...? Sei qui!- lei corse ad abbracciarlo, lasciando che Jacob restasse in disparte.
Non riuscì a restare passivo, dovette, necessariamente, abbracciarla, il più forte che poté.
Lei, in lacrime, distrutta, si accasciò tra le sue braccia, da quanto non lo vedeva? Solo nella sua mente delle immagini sfocate di lui si susseguivano, la calmavano, le davano senso di protezione, anche se, l'insana insicurezza spesso la prendeva.
-Scusami... pensavo fosse meglio che tu restassi con Jacob... ma mi sbagliavo...- sospirò.
-Perché?- domandò lei, tentando di riprendere fiato, mordendo l'aria davanti al suo naso.
-Solo perché tutto questo è sbagliato... ma ero io a sbagliarmi...
-Che?- biascicò.
-Sei troppo importante perché io riesca a lasciarti andare... non posso perderti anche se vorrei per te la felicità...- sospirò ancora.
Lei restò in silenzio, aspettò che Edward la rimettesse a terra. -Come hai fatto a tornare?!- domandò.
Si chinò, Edward, e posò la fronte contro la sua, sorridendo. -Tutta la verità? E' andato Jasper... sono codardo...
Bella strabuzzò gli occhi. -Com'è possibile?! Jasper?
Edward sorrise, le arruffò i capelli. -Jake, puoi lasciarci soli?
Jacob trotterellò via senza dire niente, lasciandoli soli.

Non c'era più bisogno di immaginare, erano tornati, insieme, di nuovo

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Capitolo 13
*** tredici ***


Visto? sono tornata XD vi avverto che mancano pochi capitoli alla conclusione di questa storia quindi godeteveli XD


...trovo il cammino che...


Edward spiegò brevemente quanto era avvenuto.
Ma lei, Bella, continuò a pensare che fosse fin troppo strano, tutto, e forse, nella mente di Edward cominciava ad affiorare questa stessa idea, Rosalie che prima bruciava poi riappariva, Jasper che li aiutava, era qualcosa di troppo innaturale.
E poi? Jacob che non lottava? Ci mancava solo di vedere Esme bere sangue umano e Rosalie rompere degli specchi e allora giungevano al colmo.
Passarono giorni, e dall'inverno si arrivò alla primavera e così poterono vedere gli alberi fiorire e gli uccelli cantare.
Andavano spesso alla radura, anche troppo spesso. Tanto che gli atlri Cullen cominciavano a seguirli e origliare. Anche questa cosa molto strana.
Una sera, quando Edward decise di tornare a casa, portandosi Bella al seguito.
Come ogni volta, però, un richiamo della Cullenaconsulta non si fece attendere.
Emmett, cosa impensabile per uno come lui, sembrava oltre che maledettamente frustarato, quasi peggio di Alice, anche particolarmente adirato. Stava in piedi e galoppava avanti e indietro per il salotto facendo quasi sobbalzare i mobili.
Carlisle invece girava per casa in grembiule e andava a spolverare ogni libro, ogni manoscritto e ogni altra cosa fosse alla portata di mano e spolverino, anche se già ogni cosa era pulita e luccicante.
Rosalie si dondolava sulla sedia a dondolo nella mansarda e guardava fuori come se aspettasse qualcuno, i capelli scompigliati e un vestito sporco di terra, le scarpe infangate e le unghie tutte rovinate.
Esme andava continuamente a caccia, beveva come un irlandese ubriaco e si lasciava assuefare da ogni tipo di sangue, che fosse di topo o di cinghiale non le interessava più di tanto, le bastava mettere quel gran numero di sangue in corpo e stare seduta da qualche parte in casa.
Poi, per ultima, non per importanza, ma per altezza, Alice, che stava perennemente fuori, sotto al portico a guardare qualcosa, qualcuno, che tardava sempre ad arrivare, o che mai arrivava, sembrava una mummia, con lo sguardo spento, sbarrato e un'espressione di rabbia sul volto.
Quel giorno, quando Edward tornò a casa, ogni cosa cambiò.
Per prima, stavolta si fa in ordine crescente d'altezza, li vide Alice, per prima, e s'irrigidì ancor di più sulla sua seduta.
Esme mentre tornava da una fortuita caccia, li scrociò per la strada e proseguì per la sua via senza fermarsi.
Rosalie dalla mansarda li vide che si avviavano per il vialetto.
Carlisle mentre si arrampicava a togliere le ragnatele sotto il pergolato li vide.
E l'ultimo fu Emmett, che, essendosi incastrato con il piede sotto un armadio - livello di coordinazione incredibilmente alto, peraltro- li vide quando già erano davanti alla porta di casa.
Allora tutti i Cullen tornarono alle loro postazioni ottmali. Rosalie si sistemò i capelli, si cambiò d'abito e tornò quel che era un tempo, Emmett sembrò di nuovo calmo, s'andò a sedere sul divano e attese che la moglie gli corresse tra le braccia e si sedette sulle sue ginocchia.
Esme afferrò il grembiule che le aveva requisito il marito e lo fece sparire in un cassetto, si ripulì dal sangue e si sisitemò seduta sul bracciolo della poltrona e Carlisle si accomodò accanto a lei, badando bene a togliersi la retina per i capelli e nascondendo lo scopino.
Rosalie prima di raggiungere gli altri prese di peso Alice e la portò dentro.
Quando Esme corse ad aprire la porta, ostentando un già troppo falso sorriso e chinando la testa di lato, cominciò la pantomima.
-Oh, Edward che bello vederti!- mugugnò quasi acidamente ma faccendo del suo meglio per stare al gioco.
-Già, infatti, mi mancava casa... mi mancavate voi.- la guardò accigliato, ma, forse troppo pimpante, o forse troppo rimbambito, non riconobbe i suoi pensieri, e li associò a quelli ben poco cordiali di Alice.
Esme li fece accomodare nel soggiorno, prese le loro giacche e le sistemò sull'appendiabiti nell'ingresso e poi tornò accanto a suo marito.
-Visti gli ultimi svolgimenti... Edward...- Emmett, con un grugnito soffocato e gutturale, fece cenno a Carlisle di prendere la parola.
Il dottore con fare smanioso, si sfregò le mani e prese la parola. -Visto gli ultimi svolgimenti... abbiamo pensato che...
-Sì, cioè... insomma- continuò Esme.
-Nel senso, Edward...- farfugliò Rosalie.
-Edward noi non ti vogliamo più in famiglia. D'accordo che tu ami Bella, d'accordo che noi siamo vincolati a te da una sottospecie di legame di parentela, assodiamo anche il fatto che noi siamo adirati in questo momento, ma, tu hai distrutto questa famiglia. Succedono cose impensabili Edward, Rosalie ha rischiato di morire per causa di questa idiota che ti porti appresso. Jasper, il mio Jasper, è sparito per sempre, non tornerà più perché tu sei troppo lento a prendere certe decisioni, tu, sei tremendamente ridicolo, non sei un vampiro. D'accordo che sei innamorato, ma essere innamorati non vuol dire sacrificare tutta la famiglia. Noi abbiamo avuto la nostra dose di felicità, e se tu vuoi la tua, lotta per averla, noi non possiamo lottare per te.- ruggì Alice.
Gli altri membri della Cullenaconsulta la guardarono sbalorditi. Nessuno avrebbe mai pensato che Alice se ne uscisse usando parole così forti e pesanti.
-Wah.- sfuggì dalle labbra di Emmett.
-Caspita...- mugugnò Carlisle fissando sua figlia con gli occhi sbarrati.
Alice si alzò in piedi e corse via.
Edward restò lì, pietrificato con un gran fuoco a bruciargli dentro.
E in tutto questo Bella era rimasta zitta.
-Se è così, allora ce ne andiamo...- mormorò poi.
-Edward, noi non intendevamo quel che ha detto Alice, non tutto almeno... è giunto il momento che tu trasformi Bella, se trasformerai Bella tutto tornerà come prima.- chiarì Carlisle.
-Non credo che le andrà bene, meglio andare via, prendere un'altra strada...- decise.

Decisi a camminare altrove, decisi per un nuovo cammino, per un'altra strada.

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