Hime no Monogatari

di KuromiAkira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la principessa ***
Capitolo 2: *** la riunione ***
Capitolo 3: *** i ricordi della kohai ***
Capitolo 4: *** senza rimpianto ***
Capitolo 5: *** io non sono Misaki-Hime ***



Capitolo 1
*** la principessa ***


Il vento soffiava piano quel giorno e le foglie degli alberi frusciavano appena.
Sfiorò con la punta delle dita i piccoli fiori rosa messi sul davanzale della finestra, quasi assopita dal tepore di quel vento che le sfiorava la pelle e le muoveva i leggeri capelli dorati che le ricadevano liberi sulla schiena e il leggero kimono rosa.
Alzò lo sguardo verso il cielo, i suoi occhi si specchiarono nel loro medesimo colore.
Occhi che presero a guardare il corridoio appena sentì dei pesanti passi.
Sorrise, guardando due ragazze una molto alta e adulta, l’altra adolescente, ritte sulla schiena e sguardo fiero che la guardavano.

Una aveva i capelli neri con riflessi blu lisci, fino alle spalle, occhi scuri, espressione seria e solenne nel volto.
Indossava un completo da ninja scuro.

L’altra sembrava meno seria, aveva lunghi capelli grigi legato in due morbide codine, occhi impauriti ma sempre limpidi e indossava un corto kimono nero e blu.

- Siamo qui, Misaki-Hime. – annunciò la più grande delle due.

- I vostri nomi? – chiese la bionda.

La mora si inchinò.

- Towa. Significa ‘eternità’ e sarà il tempo in cui la servirò, Misaki-Hime. – rispose sicura

Misaki ridacchiò

- Addirittura... – commentò dolcemente mettendosi una mano davanti alla bocca.
Poi guardò l’altra.

La ragazzina, visibilmente agitata, sobbalzò.
Poi si inchinò

- I-il mio nome è Shinyoo. La servirò lealmente come dice il mio nome! – esclamò imbarazzata.

Evidentemente era la prima volta che prestava servizio.

- Bene. – disse una voce dietro di loro.

Le due ragazze di voltarono e videro un anziano signore dallo sguardo severo ma dalla bocca piegata in un dolce sorriso, nonostante tutto. Le tre sembravano conoscerlo.

- Io sono Jougen, consigliere della principessa. Vi accompagnerò io. Mi raccomando, il vostro compito sarà quello di proteggere Misaki – Hime da ogni pericolo. –
- Si, Jougen-san! – risposero le due.

La bionda fece qualche passo avanti.

- Bene. Partiamo. Destinazione: Taki, villaggio della cascata. -


Il sole tramontava, dando al cielo mille sfumature rosecee.
L’uomo, vicino alle cascate che proteggevano il villeggio, sbuffò, volgendo lo sguardo verso la strada principale, in attesa che il tanto atteso ospite del villaggio dell’erba arrivasse
Il suo sguardo si illuminò quando vide la rudimentale carrozza.


- Shibuki-sama, la principessa del villaggio dell’erba è arrivata. –
- Perfetto. Accoglietela pure. –

Non era la prima volta che lei entrava in quel villaggio.
Alla prima visita il Kage del villaggio di Taki non sapeva nemmeno che Kusa avesse una principessa. D’altronde entrambi i paesi non erano molto conosciuti.

I due paesi avevano dei nemici in comune come per esempio Konoha o Suna e negli ultimi tempi strinsero un alleanza.
Fu proprio la principessa Misaki, figlia di un daimyo, a proporlo e faceva visita al Kage del villaggio regolarmente.

Shibuki sorrise compiaciuto.

- Splendida come sempre, principessa. – commentò, facendola entrare nella sua residenza.

Towa si inchinò appena dinanzi all’uomo e lo steso fece Shinyoo.

- Oh, una nuova guardia. – disse l’uomo guardandola.
- S-si. Mi chiamo Shinyoo, signore. -
- Nome particolare. Prima missione, eh? Ahahah mi piacciono i novellini, sono così teneri. – rise versandosi del sakè.
- Shibuki-san, non perdiamoci in chiacchiere. – esordì la principessa, con un volto quasi inespressivo e un tono di rimprovero.
- Giusto, giusto. Se le signorine vogliono lasciarci sole…. –

Towa si inchinò e si allontanò mentre la più piccola guardava insicura la principessa che le fece un cenno con la testa.
Solo allora si alzò e corse fuori dalla stanza.
Anche il vecchio Jougen, stancamente, si alzò e si inchinò al kage.

Shinyoo, fuori dalla stanza sospirò e seguì i due compagni nei corridoi.
Si fermarono abbastanza distanti dalla stanza.

- Non essere così nervosa. – disse il vecchio alla ragazzina.
- M-ma è la mia prima missione e ho paura di sbagliare a…. –
- Non preoccuparti. – la rassicurò Towa – con lei è impossibile sbagliare. –

Shinyoo la guardò. Towa fissava il corridoio dove c’era la stanza in cui si trovavano il Kage e Misaki con sguardo sicuro e sereno.
Sorrise anche lei. Aveva ragione. Perché erano alle dipendenze di una persona veramente eccezionale.

Jougen si riavvicinò alla porta della stanza, non poteva certo allontanarsi dalla principessa.
Tossì convulsamente attirando gli sguardi delle due ragazze ma sorrise e fece finta di nulla.
Si voltò, socchiudendo gli occhi.

“ Ho una brutta sensazione. Sento che accadrà qualcosa…”




Konoha, il sole era ormai tramontato.

Tsunade stava compilando dei documenti quando, sospirando, si mise a guardare il cielo.

- La vedo pensierosa, Tsunade-sama. – le disse Shizune – è per via di Go-san? –

La donna annuì

- Non solo per lui. Go è partito per il villaggio di Taki. È il capo della squadra di spionaggio di Konoha e sicuramente ci sa fare però… sono preoccupata. –
- La capisco. Ma ha detto che questa probabilmente sarà l’ultima missione. Voleva solo assicurarsi di una cosa, al villaggio della cascata. –
- L’ultima missione…. - bisbigliò Tsunade.



Quando la principessa uscì condusse i suoi servitori nella sua stanza.
Avrebbe dormito con Towa e Shinyoo mentre Jougen avrebbe dormito nella stanza accanto ma per il momento era con le ragazze a parlare.

- Shibuki si fida di noi, per questo non dobbiamo fare nulla di strano. – spiegò la bionda con tono basso ed espressione impassibili.
- Però… ormai vi state accordando per l’attacco a Konoha. È stata lei a proporlo, Misaki-hime? – chiese Jougen.
- Esatto. –

Shinyoo sussultò appena.
Misaki lo notò.

- Questa sarà l’ultima volta che verremo qui. Presto… andremo all’attacco! –
- Quando, di preciso? – chiese Towa, per nulla turbata dal discorso
- Presto. Molto presto. -
- Solo noi non sarà pericoloso? – chiese la più giovane.
- Ci siamo preparati abbastanza. Ora andate a dormire. Domani ci sveglieremo presto. –

Towa si alzò intenzionata a seguire il consiglio della bionda.
Jougen si alzò e si avviò nella sua stanza, prendendo a tossicchiare.

- Buona notte. – disse poi, quanto la tosse fu terminata.


L’uomo andò nella stanza accanto stendendosi sul futon.

- Questa missione.. finirà presto. Meglio così. -



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Son tornata! E quando mi metto a scrivere fiction nuove significa solo una cosa: l’ispirazione sta tornando dalle vacanze!
Questa fiction durerà poco(spero) poi continuerò le altre, con grande gioia di due persone in particolare che se no mi uccideranno XD
È su Naruto ma fin ora è comparsa solo Tsunade e Shizune.
Chi sono Misaki, Towa, Shinyoo e Jougen?
Vi posso solo dire che tutti e quattro i nomi hanno significati precisi:
Misaki = bel fiore. Pensavo fosse adatto per una principessa e comunque il nome indicherà presto un'altra cosa…
Towa = eternità
Shinyoo = fedeltà. Credo sia un nome più maschile che femminile ma non ho trovato altri nomi adatti
Jougen = consiglio. Infatti Jougen è il consigliere della principessa

Riguardo alla storia…
Ho scelto due villaggi praticamente sconosciuti, Taki e Kusa, visto che gli altri o sono troppo conosciuti o appaiono nel filler e io l’anime non l’ho visto quindi non so che tipo sia Shibuki.
Molte cose me le sono inventate. Ma fa nulla, come dico sempre… è una fiction…. No?
See you
Hinata-chan

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Capitolo 2
*** la riunione ***


Il mattino dopo Shinyoo si svegliò presto. Vide Towa dormire nel suo futon e sorrise.

- Sei già sveglia? – chiese una voce dolce.

La ragazzina si voltò e vide Misaki già vestita col suo solito kimono regale.

- S-si… non sono riuscita a dormire bene… - ammise abbassando lo sguardo.
- Lo so, ti ho sentita stanotte. – rispose sorridendo
- Oh mi scusi! Ho disturbato il suo sonno! –
- Figurati. Se ti cambi possiamo fare una passeggiata. Come principessa non posso andare in giro da sola ma mi spiace svegliare qualcuno solo per questo. –
- C-certo! Faccio subito! – rispose prendendo subito i suoi abiti.

Il villaggio era pieno di cascate, fiumi e laghi ovunque.
La vegetazione era vasta e particolareggiata, dovuta anche al clima molto vario.
Molto bello da vedere, tuttavia scomodo per passeggiare.
La principessa sembrava conoscere bene i luoghi infatti guidava Shinyoo verso i posti più belli fino ad arrivare ai piedi dell’ennesima cascata.

Erano state in silenzio tutto il tempo, Shinyoo si limitava a guardarsi intorno o a guardare i lunghi capelli della principessa, molto belli e curati, come si addiceva a una nobile.
Solitamente si trovava bene con lei ma da quando erano entrati a Taki Misaki era sempre seria.

“ Dev’essere molto concentrata. E io che sto qui a preoccuparmi, sarò solo di peso così… però… mi mancano i suoi sorrisi. “ pensò sfiorandosi il nastro che aveva al collo.
Era un nastro scuro che lei portava sempre al collo come foular. Sembrava esserne molto legata.

- Cosa ti turba? – chiese dopo un po’ la bionda senza voltarsi a guardarla.

La ragazzina abbassò lo sguardo.

- Mi spiace essere così nervosa. È che non mi sento affatto pronta per questa missione… -

Misaki si avvicinò a lei appoggiando le mani sulle sue spalle.

- Non è così… andrà tutto bene, è più facile di quel che sembri. – rispose sorridendo. – pecchi di insicurezza… Shinyoo. Ma sono sicura che farai un ottimo lavoro. –
- I… -

Shinyoo tentò di dire qualcosa ma vide un espressione strana nel volto della principessa.

- ... principessa… -
- Torniamo alla villa. Towa e Jougen si saranno svegliati ormai. –

Quando tornarono Towa si era già alzata e le stava cercando preoccupata. Sospirò sollevata quando le vide tornare.

- E Jougen? –
- è ancora nella sua stanza, Misaki-hime –
- A quest’ora? Non è da lui… - disse dirigendosi nella stanza
- Misaki-hime, si ricordi dell’incontro con il Kage. – la avvertì un servitore di Taki.
- Certo. – rispose lei indifferente – Sto andando a chiamare il mio consigliere. –

La giovane donna bussò alla porta della camera di Jougen, attendendo risposta.

Dopo qualche minuto l’uomo le aprì, già vestito e preparato.

- Mi perdoni per il ritardo – disse con voce rassegnata.
- Non è a te tardare. C’è qualcosa che non va? –
- L’età che avanza, principessa. Eh, brutta cosa la vecchiaia… -




- Attaccare Konoha ora? Non sono d’accordo, è troppo per noi! – esclamò uno dei tanti rappresentanti di Taki.

Quella mattina si era tenuta una riunione per decidere quanto e come attaccare. Parteciparono, oltre il Kage e la principessa, anche Jougen, in quanto consigliere di Misaki-Hime e i potenti di Taki.

- Pensa di non farcela, Arai? Ricorda che avrete l’appoggio di Kusa. – rispose Jougen con voce calma.
- Non abbiamo mai visto voi guardie combattere, non sappiamo quasi nulla di Kusa e sulle vostre capacità. –
- Non saremmo arrivati fin qui senza forza e capacità, ragazzo! – rispose l’anziano sempre con voce pacata.
- è comunque troppo presto! Shibuki-sama! –
- Silenzio! – urlò il Kage – Misaki-Hime, sei stata tu a proporre di attaccare il più presto possibile. Nulla da obbiettare ma le spiacerebbe dire a tutti il motivo di tanta fretta? –

La principessa, fino a quel momento in silenzio con gli occhi chiusi, li aprì e si alzò in piedi.

- Sappiamo entrambi delle ostilità tra voi e Konoha.
Come le ho ripetuto più volte noi di Kusa stiamo solo approfittando dell’occasione per stringere un alleanza e sconfiggere un nemico in comune. Konoha, così come altri grandi villaggi, non vi ha mai riconosciuto come suoi pari e suppongo che ciò vi infastidisca.
Il mio defunto padre mi ha spesso raccontato di tali ostilità e i nostri ninja ci hanno riferito delle guerre in cui sia Konoha che Suna sono stati coinvolti, perdendo molti validi guerrieri e indebolendosi molto. – spiegò la principessa con un sorriso sadico sulle labbra
- Sono questi i principali motivi dell’alleanza? D’altronde siete stati voi di Kusa i primi a mettervi in contatto con noi. –
- Esatto. Questo è l’ultimo desiderio di mio padre, il daimyo di Kusa. È sfortunatamente morto prima di riuscire a venire a farvi visita ma io ho intenzione di portare avanti l’accordo al posto suo, signori. – spiegò la giovane donna con fierezza. Una fierezza adatta a una regale principessa.
- E voi come sapete delle guerre di Konoha e Suna? – chiese sempre Arai, evidentemente scettico.
- Informatori. Che voi, evidentemente, non avete, non conoscevate nemmeno Kusa. – rispose lei.
- Mh… - mugugnò Shibuki chiudendo gli occhi in segno di riflessione.
- Shibuki-sama. – intervenne Jougen con il solito tono calmo – Ora come ora Konoha è più debole del solito ed è un ottima occasione.
Kusa può benissimo combattere da sola ma la nostra principessa ha voluto stringere un alleanza che potrebbe risultare vantaggiosa. – spiegò
- Voi non avete ninja che possano tenere testa a quelli di Konoha. E nemmeno ai nostri, se vogliamo essere schietti. Accettando questa alleanza ne trarrete di certo molti vantaggi. – concluse la donna.
- Voi ci aiutare contro Konoha e noi in cambio vi forniremo la nostra acqua proibita, giusto? –
- Precisamente. –

Il Kage si voltò verso Jougen
- Sei stato tu ad avere questa idea? – chiese sapendo che era il consigliere ufficiale della principessa. Ma l’uomo negò.
- Oh no, signore. La nostra principessa ha pensato a tutto e si è prodigata personalmente per portare avanti queste trattative, come potete vedere. –
L’uomo sorrise.
- Avete un principessa molto intelligente, vecchio. –
- Lo so, signore. –
- L’essere una nobile non mi impedisce di avere cervello, Shibuki-san. –

Shibuki fissò il volto neutro della principessa, sorridendo.

- Non lo metto in dubbio. E sia. Per quanto avete intenzione di attaccare? –
- Anche domani, se lo vorrete. –
- Domani? – esclamò qualcuno.

Ci fu un mormorio generale tra i potenti di Taki.

- Naturalmente scherzava, calmatevi! – li riprese Shibuki.
- Towa! – chiamò la principessa.

La ragazza, sempre rimasta nella stanza, apparì vicino alla porta, dietro la principessa.

- Vai ad avvertire i nostri uomini. Appena saranno pronti torna qui. –
- Ai vostri ordini, Misaki-Hime. –



I consiglieri si ritirarono e fuori dalla stanza, all’interno del palazzo del kage, rimasero solo Shibuki, Misaki, Towa, Jougen e Arai.

- Quanto tempo ci metterà fino a Kusa? – chiese il kage
- Sono da sola quindi ci metterà relativamente poco. Circa quattro giorni. –
- Sembri una guerriera molto forte. – commentò l’uomo con un sorrisino.

Si avvicinò alla principessa e tentò di allungare le mani.
Fu bloccato dalla mora.

- Lei è il Kage di Taki, con cui stiamo per stringere un alleanza. Ma se sfiora la nostra principessa non esiterò ad attaccarla. – spiegò freddamente

L’uomo ritirò la mano, ridacchiando.

- Non ce ne sarà bisogno, Towa. – intervenne Misaki guardando l’uomo con un sorriso saccente – Sono sicura che sue intenzioni erano quelle di testare le tue capacità e i tuoi riflessi… vero, Shibuki-san? –
- Ma certo! Non oserei mai metterle le mani addosso, Misaki-Hime. –rispose lui spaventato da quel sorriso.
- Bene. Preparati a partire, Towa. – esclamò lei dando le spalle al Kage.

- Agli ordini, Misaki-Hime. –

Dai corridoi arrivò anche Shinyoo, curiosa di sapere il verdetto, e vide Towa allontanarsi.

- Andrà a Kusa. Presto attaccheremo. – spiegò Jougen

La ragazzina si mostrò preoccupata e il Kage scoppiò a ridere.

- Ah già. Tu sei una novellina. Ti sentirai insicura senza la tua sempai. –

Shinyoo si imbronciò ma pensò che aveva ragione.
Aveva paura di sbagliare senza la sua compagna.

- Shinyoo aiuta Towa a prepararsi. Ho voglia di passeggiare Jougen, accompagnami. – ordinò Misaki.
- Agli ordini. – risposero i due.
- Oh, principessa. – la chiamò Shibuki.

La donna si voltò appena.

- Visto che ormai l’alleanza è sicura, stasera si terrà una festa in suo onore. -
- Bene – rispose semplicemente lei.

Shinyoo ubbidì, così come Jougen che si ritrovò in un luogo isolato, vicino a una cascata, con la principessa.
Ammiravano il panorama quando lui cominciò a tossire.

- Sta bene? – chiese lei – è un po’ che è strano. –
- è la vecchiaia, la vecchiaia. – rispose lui – Ma non c’è problema. –
- Lo so. lei è pur sempre il comandante della squadra di spionaggio, Go-san. Una persona di fiducia. –

I due si sorrisero.

- Come te, che sei il vice comandante. Piuttosto sono alquanto meravigliato, sei diventata bravissima, come principessa Misaki.
Parlare così tranquillamente delle guerre a Konoha, e il tuo comportamento in generale. Una perfetta, spia, Ino. –
- La ringrazio molto, Comandante. –



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Ebbene. Misaki è Ino. Jougen è Go, una spia di Konoha.
Anche Towa e Shinyoo sono di Konoha e nel prossimo capitolo già cominceranno a comparire nomi conosciuti.
Quando Ino chiede inizialmente i nomi è perché voleva sapere come doveva chiamarle, essendo identità finte, le due ragazze le conosceva già.
Ok, commenti per il primo capitolo non ne ho ricevuti ma non mi arrendo.
Sia mai che con questo secondo capitolo qualcuno si interessi alla storia.
Ringrazio tantissimo Akami che come sempre mi consiglia e mi tira su il morale ogni volta che sono triste.

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Capitolo 3
*** i ricordi della kohai ***


- Ho capito. Così presto attaccheranno… - disse una voce femminile.
- Si. Dovrei tornare a Taki appena qui sarete pronti, Hokage-sama. – rispose un'altra voce femminile, più giovanile ma anche più solenne.

La Hokage avanzò, avvicinandosi alla ninja.

- Bene. Sapevamo che Taki era molto ostile e cercava un pretesto per attaccarci. Molto probabilmente avrà fatto il finto tonto, quell’incapace di Shibuki. – disse sorridendo divertita.
- Si. Parlava come se finora non avesse mai cercato alleati per combattere contro Konoha e Suna. Sfortunatamente, noi della squadra di spionaggio eravamo al corrente da tempo delle sue intenzioni. –
- Ottimo. Agiremo secondo i piani Sui Cheng…. Anzi, dovrei chiamarti Towa, per ora… giusto? –
- Si, è preferibile chiamarmi così, almeno fino a che la missione non sarà terminata, Hokage-sama. –
- Giusto. Andrete voi, comportatevi come abbiamo deciso, ragazzi. –
- Si, Hokage-sama. – risposero delle voci maschili.

Tsunade sorrise dolcemente

- Andate a riprendervi le vostre compagne di squadra. –




Quella sera, a Taki, si stava tenendo la festa in onore della principessa Misaki.

La donna, su invito di Shibuki, stava sorseggiando sakè insieme a Jougen e Arai mentre Shinyoo si guardava intorno imbarazzata come sempre.


- Shinyoo. – la chiamò pacatamente la principessa.
- S-si, principessa? –
- Ti senti a disagio? – chiese guadandola con la solita espressione neutrale.
- N-no, signora. Il mio compito è starle vicino e proteggerla. –
- Oooh, ma se volete possiamo andarcene. La novellina è giovane e dovrebbe essere già a nanna ora. – commentò il Kage brillo.

L’uomo si avvicinò alla principessa ridendo e tentò di passarle un braccio intorno alle spalle.

- Sarà ubriaca ormai. Se vuole la accompagno io nella sua stanza. –

Venne fermato da Jougen che gli prese il polso e lo costrinse a ritirare il braccio, sempre però sorridendo come al solito.

- Anche se non sembra la nostra principessa lo regge bene l’alcol. – spiegò – Bastiamo io e Shinyoo per scortarla, è il nostro compito. Inoltre, senza offesa, ma sembra che sia lei il più brillo, stasera.
Prova sta nel suo comportamento sconveniente che, sono sicuro, non terrebbe se fosse lucido, non è così, Shibuki-sama? – disse con sorriso pacato ma deliberatamente da presa in giro.

L’uomo si stizzì.

- Ma certo, mi perdoni, Misaki-Hime. –

La donna si alzò.

- Se è così mi ritiro nella mia stanza. La ringrazio molto per questa piacevole festa in mio onore. –
- Oh, a domani principessa. Riposi bene. – la salutò l’uomo visibilmente deluso.

Arai si avvicinò al suo padrone.

- Shibuki-sama, pare che il suo piano sia fallito. – disse calmo
- Non me lo ricordare, Arai! –
- Però… ha notato che le serve sempre l’aiuto dei suoi servitori? Se la principessa si trovasse sola, magari… - gli suggerì l’uomo sistemandosi gli occhiali e la chioma castana

Il Kage sorrise.

- Giusto… -

Jougen salutò le due ragazze ed entrò nella sua stanza.
Aveva bevuto poco ma aveva già mal di testa.

“ Ah, la vecchiaia si fa proprio sentire, prima lo reggevo meglio, l’alcol… ah quante bevute, mi ricordo, con la Hokage e Jiraiya-sama… “ pensò nostalgico. “ fortunatamente è vero che Ino regge bene l’alcol, ha bevuto più di me ma conoscendola non sentirà nulla. “

Shinyoo si stava preparando per dormire. Ma era sicura che col casino che c’era, per via della festa, non sarebbe riuscita a prendere sonno molto presto.

- Vai già a dormire? – chiese la bionda.
- Ci proverò, signora… -

Le due stettero un po’ in silenzio.
Poi Misaki si avvicinò alla ragazzina.

- Sui sarà già arrivata e avrà già avvertito gli altri. Ce ne andremo presto, Orihime… - sussurrò sorridendo come mai aveva fatto da quando si stava fingendo la principessa Misaki.

E come al solito, la ragazzina si sentì meglio, dopo aver visto quel sorriso.
E le fu grata del fatto che aveva smesso i panni della principessa solo per un momento, per tranquillizzarla.
Ino era sempre gentile con lei. Era una bambina insicura, che sognava di diventare spia.
Ino, il vice-comandante Ino Yamanaka la fece sentire subito a suo agio.
Per lei quella ragazza così sicura di se e schietta era quasi una seconda madre.

Si ricordò ancora quando le regalò il nastro che ora lei teneva sempre al collo.
Si era fatta una brutta ferita, in missione. Una ferita che partiva dal collo fino all’altezza del seno.
Fu Ino a curarla ma la cicatrice rimase.
Col suo solito kimono blu quella cicatrice si vedeva cos’ Orihime cominciò a indossare abiti che le coprisse il collo.
Per caso si ritrovò a confidare a Ino che quel kimono era il suo preferito e che gli spiaceva non poterlo più indossare.
Così Ino le disse, con un sorriso, di venire a casa sua col kimono.
Lei lo fece e a casa Yamanaka si rimise quel kimono guardando parte della cicatrice in bella vista tramite lo specchio.

Vide Ino frugare tra i cassetti e prendere un nastro, dopodiché glielo mise al collo come un foular in modo che coprisse la cicatrice.

Sorrise.

- Ecco, ora puoi indossarlo di nuovo. – le disse semplicemente
- L- la ringrazio! – rispose commossa.

La ragazza la guardo sorridendo soddisfatta, poi assunse un espressione malinconica e, appoggiando la mani sulle spalle della sua Kohai, disse, guardando il loro riflesso allo specchio.

- Ti regalo questo nastro ma ad una condizione. –
- Quale? – chiese stupita.

Ino la guardò.

- Qualunque cosa accada e qualunque rapporto si crei tra noi, promettimi che tu non mi ridarai mai questo nastro, ok? –

Orihime aveva notato lo sguardo un po’ triste della sempai. Non capiva bene il significato di quelle parole ma decise di promettere.
Aveva capito che quella promessa era importante, per Ino.

Da quel giorno Orihime prese quasi ad adorare Ino. Legarono molto.
E grazie a lei non si sentiva più così insicura.

Sospirò.
Non doveva distrarsi troppo.
La principessa aveva un suo carattere, una sua storia e i suoi obbiettivi.
Misaki non era Ino e Ino doveva tenerlo bene a mente. Presto, avrebbe ripreso quello sguardo serio e indifferente, tipico della principessa.
E anche lei, non era Shinyoo ma doveva recitare questa parte, ancora per un po’.
Pensandolo, si affrettò a mostrarsi più tranquilla, così da riprendere i panni della guardia della principessa Misaki.

- Grazie, vice-comandante – sussurrò prima di coricarsi.


Nel cuore della notte qualcuno bussò alla porta della stanza della principessa.
Shinyoo dormiva profondamente quindi fu Misaki ad aprire.
Si trovò davanti Shibuki.

- C’è qualche problema? – chiese. Pur essendosi appena alzata e nonostante l’ora tarda, la principessa si mostrava sveglia, segno che nemmeno durante il sonno si rilassava completamente.
- Oh Misaki-Hime! Venga venga!!! – esclamò sottovoce ma allarmato l’uomo.
- Sveglio i miei sottoposti… -
- Non c’è tempo! – esclamò di nuovo lui trascinandola fuori.

Per un attimo la donna pensò che Towa, o meglio Sui Cheng, fosse già tornata con i loro compagni.

“ Però è troppo presto, dovrebbero arrivare al massimo domani! “ pensò.

Non ebbe più tempo di pensare a nulla quando l’uomo la portò nella sua stanza e la spinse verso il muro, baciandola sul collo.

La donna cominciò a dimenarsi.

- Che ha intenzione di fare? – urlò
- Suvvia, perché non festeggiare l’alleanza a nostro modo… - le disse l’uomo
- è ancora ubriaco per caso? Lo sa in che posizione si trova vero? Lei ha bisogno del nostro aiuto per sconfiggere definitivamente Konoha! Potrei decidere di rompere l’alleanza! – esclamò di nuovo la donna.
- So bene che senza le sue guardie è completamente indifesa. Non può fare nulla, siamo troppo lontani e non la sentiranno, domani mattina faccia semplicemente finta di nulla, non è il caso rompere una vantaggiosa alleanza! – spiegò con voce strana l’uomo

“ Merda, potrei liberamente subito! Ma la principessa Misaki non è forte e ora io SONO la principessa Misaki. Però non posso nemmeno lasciarlo fare! Potrei fingere di agire d’istinto e dargli uno schiaffo ma se esagerassi? “ pensava

Fortunatamente per lei arrivò Arai, che pur dispiaciuto per interrompere il suo signore, lo allontanò dalla principessa.

- Signore è grave. Pare che stiano arrivando ninja nemici– urlò.
- Konoha? –

Ino tirò un sospiro di sollievo. Era ora di riprendere la missione. Le sue battute le sapeva a memoria.

Fece una faccia preoccupata e si rivolse ad Arai

- E Towa? Doveva avvertire i nostri uomini! –
- Non sappiamo chi siano. Ma penso sia stata catturata – rispose l’uomo.

- Tsk – Il Kage, deluso per l’ennesima volta, corse ad avvertire i pochi ninja abbastanza potenti che avevano.

Fu fermato da Misaki. E ancora una volta Ino si ritrovò a dire parole già studiate prima.

- Aspetti. è probabile che Towa non sia riuscita ad avvertire Kusa. –
- Ha ragione, signore. – disse Arai – però… credevamo che fosse più forte, la signorina Towa. –
- Non siete nelle condizioni di parlare. – lo riprese lei fingendosi offesa. – Intanto sveglierò i miei sottoposti. –

Corse verso la sua stanza e svegliò Shinyoo e Jougen e uscirono dal palazzo.

Li raggiunse Arai.

- Misaki-Hime, qui è pericoloso, non possiamo per permettere che si faccia del male. – disse indifferente.
Probabilmente lo diceva per evitare lotte con Kusa più che per preoccupazione.
La principessa non le stava molto simpatica.

Lei annuì, era un ottima occasione per raggiungere gli altri. Anche se pensava fosse passato troppo poco tempo. Erano davvero i ninja di Konoha?

Shibuki intanto correva per le strade di Taki.

- Shibuki-sama, qualcuno sta tentando di entrare dalla cascata! – lo avvertì qualcuno
- E come accidenti fanno a sapere dov’è l’entrata? – chiese lui arrabbiato.
- Non saprei! –

Arai, che si trovava lì vicino fissò per un po’ il Kage poi, sistemandosi gli occhiali, corse verso l’entrata.
I nemici riuscirono ad entrare e l’uomo sussultò.

- Ma come… e questo cosa significa? – esclamò stupito.


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Ebbene si, ho utilizzato Orihime, che compare già in ‘pride’ e in ‘le due metà!!! XD
Lo sapete che adoro riutilizzare i miei personaggi… tanto sono miei, almeno quelli ne faccio quello che mi pare XDD

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Capitolo 4
*** senza rimpianto ***


I pochi ninja con un minimo di forza, utilizzando l’acqua proibita, si prepararono a combattere.
Quando Misaki, Jougen e Shinyoo furono lontani dal palazzo la battaglia era già cominciata.

- Ma.. sono stati così veloci? – chiese la ragazzina.
- Dubito. – rispose la bionda – La cosa non mi convince. –
- Lo dicevo io, che avevo una strana sensazione… - commentò l’anziano.
- Misaki-Hime. – la chiamò Arai.

La donna si voltò ma non ebbe il tempo di dire nulla che l’uomo la colpì sul fianco con un arma.
Cadde in ginocchio.

- Misaki-Hime! – gridò Shinyoo




Sui Cheng stava guidando i temporanei compagni di squadra verso Taki.
Lì avrebbe dovuto riprendere l’identità di Towa.

Dietro di lei Shikamaru, Choji e altri due ragazzi.
Un biondino con un espressione arrogante in volto e un morettino dall’aria tranquilla.

- Ah, chissà come se la starà cavando Orihime! – esclamò il biondo – Di solito non fa altro che combinare guai… -
- Sora! – lo riprese l’altro – Piantala. Almeno lei alla fine c’è riuscita a diventare una spia. –
- Però non negare che di solito combina guai, eh Shu?-
- Andrà tutto bene, ci sa fare. – li rassicurò Sui Cheng

Quando furono abbastanza vicini sentirono delle voci. Si nascosero dietro i rami degli alberi.
Sui Cheng e Shikamaru sussultarono.

- Ninja di Kusa? –
- Oh no! Ora scopriranno che la sempai non è la principessa Misaki! –
- Sbrighiamoci! -



- Misaki-Hime! – gridò ancora Shinyoo

Misaki si rialzò affaticata ma mantenendo un espressione indifferente.
L’uomo sorride.

- Facevo bene a non fidarmi di te, cara la mia principessa… chi ci sta attaccando non è Konoha ma Kusa! -

I tre sussultarono.

- Allora… che intenzioni hai? Eh? –

La donna socchiuse gli occhi. Poi sorrise.

- Ho capito… -

Estrasse dal kimono un kunai. L’uomo rimase leggermente stupito.
Non tanto per l’arma ma per il fatto che la ragazza sembrava non sentisse il dolore della ferita.

- A quanto pare non sei una principessa qualunque. – commentò preparandosi a combattere

Ma fu Shinyoo a mettersi in mezzo.

- Orihime! – esclamò l’altra. Ormai non aveva più senso fingere.
- Ci penso io! – rispose semplicemente attaccando l’uomo con degli spiedi.

- Voi andate, me la cavo da sola! -

Improvvisamente sembrava che la ragazzina avesse perso la sua insicurezza. Arai capì che aveva finto. Capì anche che non era l’unica.

La bionda cominciò a correre verso l’uscita del villaggio seguita dall’uomo, fidandosi ciecamente del suo sottoposto.

- Ce la fai, Ino? – chiese Go preoccupato.
- Si. Misaki-Hime non prova dolore. – rispose lei con tono quasi triste

“ Giovane Ino… va bene fingere ma come si può rimanere indifferenti con quella ferita?
Tu ti fingi la principessa ma dentro rimani pur sempre Ino.
Lo sforzo di concentrazione che stai facendo per non mostrare dolore è enorme, vero?” pensò l’anziano

Quando arrivarono la battaglia era già in atto. Furono raggiunti da Shibuki.

- Cosa sta succedendo, esigo spiegazioni! – urlò arrabbiato poi vide la ferita della principessa.

- è lei che si è spacciata per la figlia di un nostro daimyo? – chiese qualcuno.
- S-spacciata? -
- A Kusa non abbiamo nessuna principessa. Esiste il daiymo, ha una figlia, ma figurarsi se è così importante da mandarla ad allearsi con qualcuno. Segno della sua totale incompetenza, Shibuki. – spiegò il ninja di Kusa

Il Kage guardò la donna.

- Quindi siete venuti a rivendicare il nostro inganno? E perché state attaccando Taki, la colpa è nostra! –

L’uomo fece spallucce ordinando di continuare ad attaccare e di distruggere il villaggio.
Shibuki tremò.

- Facciamo così, Shibuki. – disse la bionda senza traccia di rispetto per l’uomo – Noi salviamo il tuo villaggio e voi non tenterete più di allearvi con qualcuno per mettervi contro di noi… -
- ‘ Noi’? Ma chi siete. –

Non rispose, si lanciò contro il ninja di Kusa. A rispondere fu Jougen

- Io sono Go Sakurai, comandante della squadra di spionaggio di Konoha. E lei è Ino Yamanaka, il mio vice-comandante. – spiegò – E ora, si metta al riparo. Qui ci pensiamo noi…. – concluse poco convinto. Erano un esercito intero contro 2.

Ignorandolo, Shibuki si inginocchiò, rendendosi conto di essere stato preso in giro.




Orihime pensava di essersi decisamente cacciata nei guai quando si ritrovò contro un albero bloccata da forti getti d’acqua.

- Kusa vi sta attaccando, devi proprio perdere tempo con me? Ti ripeto che noi non siamo di Kusa! –

Ma Arai sembrava non ascoltarla.

- Spero per te che tu sappia nuotare. – disse sorridendo.

Improvvisamente degli shuriken lo attaccarono, colpendolo in pieno.

La tecnica d’acqua venne sciolta e Orihime ricadde a terra presa però dal ragazzo moro.

- Stai bene? – chiese gentilmente.
- Shu! – esclamò la ragazzina abbracciandolo.
- ‘Shu’! Ehi, cretina, sono stato io a salvarti la pelle! – esclamò il biondo facendo roteare degli shuriken.

La ragazzina si voltò

- Sora, ci sei anche tu! –
- Certo che ci sono anche io, se no chi ti leva dai guai, eh? Forza andiamo, Kusa ha intenzione di vendicarsi di voi.-

Anche Ino e Go stavano combattendo a fatica. Nonostante il numero elevato dei nemici riuscivano a resistere ma questa situazione non sarebbe durata a lungo.

Go si accorse che un ninja puntava al Kage di Taki e corse verso di lui.
Respinse le armi con la sua katana ma cominciò a tossire come succedeva spesso in quel periodo.
Shibuki spaventato, scappò via.

- Comandante! – gridò Ino pur dovendo rimanere dov’era per proteggersi.

Il nemico di Kusa si preparò ad attaccare Go ancora ma venne fermato dagli spiedi di Sui Cheng.
Dietro di lei però l’uomo si accasciò a terra.

Ino fu tentata di correre dal comandante ma continuavano ad attaccarla in massa, probabilmente ritenendola la maggior responsabile delle bugie. Era lei che si stava fingendo principessa di Kusa.
Inoltre era già ferita, nonostante sembrasse non sentire dolore.

Ino decise di utilizzare la tecnica del stravolgimento spirituale. Perlomeno avrebbe indotto alcuni nemici a uccidere i loro alleati.

Quando arrivarono sul posto anche Shikamaru e Choji videro Ino in mezzo ai nemici che si stavano ammazzando a vicenda e intuirono che era opera di Ino.

Quando però Shikamaru si accorse del sangue che scendeva dal fianco della ragazza disse a Choji di intervenire pur sapendo che, se stava continuando a combattere, era perché si stava già curando mentre combatteva.

Ino e Sui Cheng videro qualcosa travolgere i nemici. Fortunatamente con lo stravolgimento spirituale i danni riportati dal nemico non si riportavano anche sulla ragazza.

- Ha bisogno di aiuto principessa? – chiese una voce scherzosa.

Il proprietario di quella voce abbatté altri nemici girandosi poi a guardarla sorridendo.

- Shikamaru. – sussurrò Ino.

Da quando era diventata vice-comandante aveva ben poche occasioni di vedere i suoi compagni di squadra.

Choji rotolò vicino a loro per poi riprendere la sua forma originaria e fare il segno della vittoria con la mano, sorridendo.
Ino sorrise. Gli erano mancati.

- Solito schema? – chiese
- Solito schema… - rispose stancamente l’amico moro.
- Sui proteggi il comandante e Shibuki. –
- Si, vice-comandante – rispose semplicemente lei sollevata dal buon umore della sempai.

Perché quando c’erano i suoi compagni di squadra originale Ino era sempre di buon umore.

Sorrise per poi assistere il suo comandante.

- Comandante, resista. Appena finirà la sempai la guarirà. – gli disse non capendo però dove era stato ferito e perché stava così male.



- Li avete chiamati i rinforzi? – chiese Orihime correndo verso la battaglia principale.
- Certo che si! – rispose Sora
- Credo manderanno qualcuno già nei paraggi per altre missioni. Cioè lo spero, se no non arriveranno mai in tempo! – constatò Shu

Quando arrivarono però i nemici erano quasi tutti a terra.

Ino ritornò in quel momento nel suo corpo, inginocchiandosi a terra.

- Vice-comandante! – la chiamò Orihime spaventata nel vedere anche il comandante a terra.
- Orihime… ce la fate ad abbattere quelli che rimangono? – chiese la bionda ansimando.
- S-si, certo! –
- Bene. –

Ino gattonò a fatica verso il comandante.

- è stato colpito? – chiese a Sui Cheng
- No, non mi pare. Però non sta bene, non riesco a capire. – rispose lei allarmata.

Portarono l’uomo lontano dalla battaglia che ormai stava giungendo al termine.
Ino diede un occhiata all’uomo. Poi quando capì sussultò spaventata.

Go aprì gli occhi e sorrise.

- La vecchiaia… – disse semplicemente per poi tossire ancora.
Questa volta però tossì anche sangue.

- Comandante! – esclamò Sui Cheng. – Sempai! – chiamò la giovane vedendo che lei non faceva nulla per curarlo.

Ino scosse la testa.

- Non posso curare qualcuno che sta morendo in modo naturale. – disse semplicemente
- Naturale? – ripetè la ragazza

Quella situazione le ricordava terribilmente il giorno in cui morì Asuma.
Aveva capito che non avrebbe potuto fare nulla. Non poteva salvarlo.
Sarebbe morto.
Però… nonostante l’ombra dei sentimenti che aveva provato quel giorno oscurassero il suo cuore, ora Ino non riusciva a piangere, né ad essere triste per Go.
Forse perché l’uomo ora stava sorridendo?

- Non fa nulla, mi sarei ritirato comunque… - disse lui.
- Comandante… -.
- Eh si. Ma io ormai sono vecchio, la mia vita l’ho già vissuta, non importa. Ci tenevo solo a completare questa missione. Sono pur sempre il suo consigliere, no, Misaki-Hime? – rispose sorridendo dolcemente

Anche Ino sorrise triste.

- Io non sono Misaki-Hime. –
- No, hai ragione. Tu sei Ino Yamanaka, una delle più brave spie di Konoha. E lo è anche Sui Cheng, ovviamente. – rispose lui.
- Comandante, noi… -
- Te l’ho detto, Sui Cheng… ci tenevo a questa missione. Ora posso andarmene senza rimpianti. –
- Perché tutti quelli che se ne vanno in battaglia dicono così? – disse la bionda ricordando che anche il suo primo maestro disse qualcosa del genere prima di morire.
In quel momento sentì le lacrime inumidirle gli occhi.

- Perché per un ninja morire dopo aver combattuto un importante battaglia è un bene. - rispose lui alzandosi a fatica a sedere
- Comandante, rimanga sdraiato! – esclamarono le due.
- Ad aspettare la morte? No, prima c’è un ultima cosa che voglio fare. – disse riprendendo a tossire.
- Speravo di farlo tranquillamente a Konoha ma tanto anche la Hokage lo sa già, voglio solo ufficializzare la cosa. – disse prendendo le mani a Ino e Sui Cheng.
- Comandante… -
- Da questo momento smetto di esserlo. – disse.
Le due sussultarono
- Mi ritiro ora, ufficialmente, dalla squadra di spionaggio di Konoha. Ino, in quanto vice-comandante da oggi in poi prenderai il mio posto. Sui Cheng, tu ora sei ufficialmente la vice-comandante. –
- Cos… ma io… -
- Ne siete degne. Sono sicuro che farete un ottimo lavoro. Siete spie eccezionali e l’avete dimostrato anche in questa missione. Ino tu riesci a immedesimarti così bene nelle altre identità fittizio create per le missioni di spionaggio che persino noi ci dimentichiamo che sei Ino.
E nonostante tu venga ferita in modo grave non perdi la concentrazione e rimani nel personaggio.
Sui Cheng tu sei una ragazza molto seria e caparbia.
Assisti perfettamente Ino, siete davvero affiatate e ottime amiche. Da questo momento sarai il suo vice-comandante e sono sicuro che dimostrerete ancora più affinità per questo lavoro.
Mi fido di voi, ragazze. – tossì di nuovo accasciandosi a terra.

- Comandante! Comandante!!!! – Sui Cheng guardò Ino.

Ma ormai non c’era più nulla da fare.

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Capitolo 5
*** io non sono Misaki-Hime ***


Due giorni dopo, Konoha.

Ino, che durante il viaggio aveva guarito completamente la sua ferita, Sui Cheng e Orihime uscirono dall’ufficio della Hokage, ricordando ancora ciò che questa le aveva detto su Go.


- Era malato?? – chiesero le tre ragazze.

Tsunade chiuse gli occhi.

- Io me n’ero accorta da tempo. Non era incurabile, ma Go aveva una certa età quindi ormai era troppo anziano. Mi disse che voleva almeno terminare questa missione e, se non fosse tornato vivo, mi aveva fatto sapere che aveva già scelto il suo successore. – spiegò.

Ino si incupì.

- Capisco… -
- Shibuki, forse perché è stato salvato proprio da Go, ha proposto di stringere un alleanza non solo con noi, ma anche con Kusa. Ino, tu comunque dovrai fare le tue scuse ufficiali per esserti spacciata per la figlia di un daimyo di Kusa. –
- Si, avevo già intenzione di farlo. –
- Ma sicuri che Kusa è d’accordo… dopo la battaglia e le perdite che hanno avuto… - disse Orihime
- Quello è stato un errore loro. Inoltre quei ninja avevano scoperto per caso il nostro inganno e avevano agito senza permesso quindi non vi daranno nessuna colpa. –

Le tre sospirarono.

- Bene, potete andare. Vi siete meritate una piccola vacanza, almeno fino a che non si sarà svolto il funerale di Go. –
- La ringraziamo, Hokage-sama. –



Le tre, in silenzio, ignare che le altre due stavano pensando alla stessa conversazione, percorsero i corridoi del palazzo.
Sui notò qualcosa di strano nella sua sempai.
Non sembrava triste per la morte di Go-san. Più che altro preoccupata…
Si imbatterono in una ragazza che Ino e Sui Cheng sembravano conoscere.

- Ehi! – le salutò con un cenno della mano.
- Miho! – esclamò Ino.

La ragazza, jonin di Konoha, aveva un anno in più di Ino, e frequentava il suo stesso gruppo di amici. In particolare Hinata, diventata la sua migliore amica, e Kiba, con il quale era fidanzata.

Miho si avvicinò a loro.

- Siete tornate da una missione? – chiese

Ino sospirò

- Si, di nuovo quella questione della principessa. – rispose stancamente
- Oh già. Una volta ti ho vista allontanarti vestita col kimono. Non sembravi nemmeno tu. – la prese in giro la mora. Ma notò lo sguardo triste.
- Il comandante Go è morto. – spiegò
- Oh, mi spiace. –
- No… lui non aveva rimpianti. – disse tornando a sorridere – Ora sono io il comandante della squadra di spionaggio. – disse con orgoglio.

Ino, in fondo, era sempre stata un ragazza sicura di se. Forse fin troppo.

- E Sui è diventata il mio vice. – concluse guardando la ragazza.

Anche Sui Cheng sorrise. Non era tipo da sminuirsi, sapeva bene i suoi limiti e i suoi punti di forza.
Voleva onorare la decisione del suo ex comandante svolgendo il suo dovere alla perfezione.
Perchè sapeva che, tutto sommato, era in grado di fare il vice-comandante.

Miho gridò

- Yeah! Ma è fantastico! Andiamo a festeggiare al bar allora! –
- Vuoi ubriacarti a quest’ora? - chiese la bionda guardandola male.
- Hinata mi aspetta lì… - disse fingendosi indifferente.

Un sorriso maligno comparve nel volto di Ino

- Speriamo che Naruto sia nei paraggi! – commentò
- Ma poverina, siete perfide con lei! – si intromise Sui Cheng.

Miho si voltò verso Orihime.

- Vieni anche tu? – chiese pur non conoscendola.

La ragazzina fece un leggero cenno con la testa.

- Si però Orihime è minorenne… - le disse Sui Cheng
- E chissenefrega! – rispose semplicemente l’altra

Andarono al bar dove Hinata era già seduta ad aspettare Miho ignorando le crudeli intenzioni dell’esuberante amica che aveva subito la cattiva influenza di Kiba. Almeno caratterialmente.

- Ino, Sui! – esclamò la mora timidamente
- Ciao Hinata. Ah lei è Orihime, un membro della squadra di spionaggio. –
- Piacere di conoscerla. – disse la ragazzina inchinandosi

Hinata rispose all’inchino.

- Lo sai, Hina, Ino è diventata il comandante! E Sui il vice!! –
- Cosa? Ma è fantastico! Ma Go-san si è ritirato? – chiese innocentemente

Le tre ragazze si limitarono a sorridere tristemente. Avrebbero spiegato tutto poi.

Ordinarono da bere, Orihime prese un analcolico nonostante Miho già volesse costringerla ad assaggiare sakè, e cominciarono a parlare.

- Vi rendete conto! Che cavolo di richieste! Mio padre a volte non lo capisco! – diceva Hinata, già brilla raccontando le ultime novità di casa Hyuga.
Visto che in quel clan ogni giorno ce n’era una nuova
– Ma io dico… quando succederò a mio padre sarò io ad abolire la leggere delle casate, non c’è bisogno di fare una cosa del genere! E lui no, è testardo, vuole che io e Neji ci sposiamo per unire le casate! Oh, che pazienza! –

Miho e Ino, conoscendo bene Hinata, ridevano senza ritegno. Sui Cheng, più educata, cercava di trattenersi mentre Orihime non capiva.

Non poteva certo sapere che di solito Hinata era super timida ma che quando era ubriaca si trasformava completamente e diventava schiettissima.
Ecco perché Miho non vedeva mai l’ora di farla bere… Hinata era comicissima.

- Sarà stata contenta Tenten… - commentava Ino.
- Oh ha minacciato di uccidere mio padre. – rispose Hinata come se nulla fosse e bevendo un altro bicchiere. – è andata da mio padre e gli ha urlato che era la fidanzata di Neji. Poi ha minacciato di sposarlo prima che lui facesse sposare me e lui. –

Ino e Miho tornarono a ridere. Senza essere ubriaca Tenten era fortissima comunque!

- Quindi gli ha strappato un patto… se io trovo un fidanzato entro 5 anni allora Neji può sposare Tenten e io posso andare a capo del clan e abolire la legge delle casate. – spiegò
- Scommetto che ora Tenten andrà a cercarle un marito. – disse Miho alle altre 3 sottovoce.

Proprio in quel momento entrò Tenten in compagnia di Naruto.

Hinata rischiò di strozzarsi col sakè appena vide il ragazzo.

- Ciao ragazze! Ino-chan, Sui-chan da quanto tempo! – esclamò la castana felice.
- Come mai in giro con Naruto? –
- Vorrei saperlo anche io… - dichiarò il biondo che era stato trascinato lì

Tenten si voltò di scatto verso Naruto.

- Tu vuoi diventare Hokage, giusto? – chiese seria.
- ovvio! E lo diventerò! – dichiarò
- Si, si non mi interessa! – rispose lei con fare sbrigativo, facendo ridere le amiche – Lo sai che l’hokage è una figura importante vero? – chiese di nuovo
- Sei ubriaca, Tenten? – chiese Naruto sconcertato ma lei lo ignorò

Miho e Ino, capendo dove voleva andare a parare l’amica, stavano soffocando dal ridere.
Orihime osservava come Hinata, ignorando tutto e tutti, continuasse a bere in silenzio.

Tenten ripartì in quarta.

- Un Hokage, una persona così importante, deve avere una compagna bella, elegante e dolce, lo sai? –
- Davvero? – chiese Naruto non capendoci più nulla ma con la certezza che Tenten non era affatto normale.
- Ciò che voglio dire è… - stava per arrivare ala conclusione quando Hinata, rossissima in viso per la sbornia, piangendo disperata (sbornia triste probabilmente) abbracciò Naruto e urlò

- Naruto sposami! -

Miho cadde dalla sedia dal ridere, Ino e Sui Cheng rimasero a bocca aperta.
Tenten fece il segno della vittoria.
Orihime, pur non capendo al 100%, scoppiò a ridere.
Naruto assunse un inedita colorazione tendente al rosso-viola.
Poi Hinata gli crollò addosso.

- Miho, piantala di fare ubriacare Hinata! – la sgridò Naruto cercando di far sparire l’imbarazzo.

Miho non rispose, stava ridendo per terra.
Tenten si riprese.

- Ecco, appunto. Naruto meglio che porti Hinata a casa tua. –
- A casa sua , casomai… -
- No no, a casa tua! Se ti vede Neji con in braccio Hinata ubriaca…. –

Naruto ebbe un brivido

- Ok, la porto da me! – disse incamminandosi.
- Nooo, Hinata-chan! E ora come faccio! Con chi mi diverto? Orihime, tu non bevi? – si disperò Miho risalendo dal pavimento.
- Miho, non incominciare, cosa state facendo tu e le altre a questa ragazzina, la state deviando? –
- Si, poi la portiamo via e la violentiamo! – rispose con enfasi Miho. Ino scoppiò a ridere mentre Tenten pensò che poteva non star scherzando, conoscendo Miho
- Ok, la porto via. – annunciò Sui Cheng divertita – Orihime andiamo che queste sono pazze. Ci vediamo. –

Orihime si inchinò e seguì la sua sempai.

- Ah, beata innocenza… oh ma prima o poi riuscirò a vederle ubriache! Entrambe! – disse Miho.
- Certo… - commentò Ino bevendo un altro sorso.
- Maledetta, tu non ti ubriachi mai! – urlarono Miho e Tenten

Ino sorride. Poi sospirò.

- Credo che andrò a casa anche io… sono stanca… -
- Quale delle due? – chiese Tenten

Ino sorrise

- Simpatica. Non fate danni… - disse incamminandosi.


Arrivò davanti a un prato e respirò profondamente l’aria pura di Konoha, così diversa da quella di Taki.

Go Sakurai era come un maestro per lei, quando decise di diventare spia fu lui a farla integrare con la squadra di spionaggio essendo, all’epoca, l’unica ragazza.
Poi arrivò Sui Cheng, da lei chiamata semplicemente Sui.
Successivamente Orihime a cui, tempo prima, aveva regalato il nastro che da bambina aveva regalato a Sakura.
Prima però l’unica ragazza era lei. Ma Go era sicuro che sarebbe diventata la migliore tra le spie.
Ed era morto anche lui. In missione. Dicendo che andava bene così.
E non aveva potuto fare nulla.
Proprio come per Asuma…

Forse ora che era cresciuta e dopo aver visto tante persone morire si era abituata.
O forse stava ancora fingendo.
In entrambi i casi non era una bella cosa.
Le sembrava di aver perso la sua vera identità
Lei era così abituata a fingere di essere chi non era…
Aveva perso il suo comandante mentre ‘era’ ancora Misaki.
Poi era andata a divertirsi con le amiche, addirittura ridendo grazie a Miho e Tenten…

Non si sentiva poi così triste.
Eppure quando era morto Asuma-sensei era rimasta quasi in depressione per molti giorni.
Temeva di essere ancora Misaki-Hime, la principessa seria che non rideva né soffriva mai.
Ma Misaki-Hime non esisteva, era un identità fittizia.
Era impossibile che lei fosse la principessa Misaki. Ma non sentiva nemmeno di essere Ino.
Ma allora chi era in quel momento?


- Chi sono io? – sussurrò.
- Ino Yamanaka. – rispose una voce a lei conosciuta.

Ino si voltò. Sorrise.

Shikamaru era dietro di lei, appoggiato al tronco di un albero, seduto sull’erba.
Gli andò vicino.

- Che ci fai qui? – chiese sedendosi accanto a lui
- C’ero da prima che venissi tu. Ma non te ne sei accorta quindi c’è qualcosa che non va, vero? -

Ino abbassò lo sguardo

- Triste? – chiese lui immaginando a cosa stesse pensando.
- Non lo so. Go-san è morto ma non mi sento così triste. Anzi sono andata a bere con le altre e a divertirmi. È come se la cosa non mi avesse turbata. Proprio come capiterebbe a Misaki…-
- Già… lei non piange mai. –
- … Misaki è forte. -
- Anche Ino lo è. è pure il capo delle spie di Konoha! – disse lui accarezzandole dolcemente i capelli e avvicinando la testa della ragazza sulla sua spalla



- Shika… andiamo a casa? – chiese lei stancamente
- Casa mia? –
- Si. –
- Va bene. –

Shikamaru si alzò e le porse la mano.

- Mi segua principessa. – disse sorridendo
- Shika io non… -
- La principessa Ino non gradisce il mio comportamento? –

Ino lo fissò stupita. Poi sorrise.
Quando Shikamaru diceva cose che di solito non diceva era perché dietro quelle cose c’era un significato preciso.
Che Ino comprese.

Non era Misaki. Era Ino. Ma non la Ino che conosceva. Era una Ino diversa, forse più forte che poteva accettare la morte di una persona importante, che poteva essere a capo di una squadra di spionaggio… più forte, più matura… ma sempre Ino.

Gli diede la mano.

-Ti ringrazio, mio principe. –

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