Se solo trovassi il coraggio di dirti quanto ti voglio bene

di Violetta_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di ritorno dalla missione ***
Capitolo 2: *** Il bambino ***
Capitolo 3: *** Dietro quel broncio... ***
Capitolo 4: *** Imparare a dormire ***
Capitolo 5: *** Il villaggio della clessidra ***
Capitolo 6: *** Una storia già raccontata ***
Capitolo 7: *** Se solo potessi... ***
Capitolo 8: *** Meglio ***



Capitolo 1
*** Di ritorno dalla missione ***


Se solo trovassi il coraggio di dirti quanto ti voglio bene

 

 

<< Come procede la missione del team 3? >>.

 

Suna, palazzo del Kazekage, sala riunioni.

Dinnanzi le statue degli ex Kazekage si stava svolgendo il consueto riepilogo delle missioni; da quelle più banali a quelle più importanti ed urgenti.

 

E come al solito il consigliere Mikoshi pretendeva che si fermasse lo spazio-tempo per dare importanza alle missioni che riguardavano la figlia.

 

E dire che era una banalissima missione di livello B.

 

<< Ho ricevuto un rapporto stamattina, tutto procede regolarmente, tra due giorni torneranno a casa >> rispose il Kazekage, leggermente seccato dall’apprensione dell’uomo.

 

Apprensione che non diminuiva.

 

<< Ancora due giorni? >>.

<< Mikoshi-san sono a Iwa.. ci vuole tempo per tornare >>.

 

Gli altri consiglieri guardavano prima il Kazekage, poi il loro collega con aria preoccupata, convinti che un giorno l’anziano avrebbe risvegliato le ire omicide del ragazzo.

 

Il consigliere da teso qual’era si distese rassegnato sulla sedia incrociando le braccia e sbuffando << Questo non mi rallegra >>.

 

 

<< Uffaaaa, mi fanno male i piediii >>.

<< Pazienta un po’ Sari, ancora un giorno >>.

 

Il team 3, detto anche “team Suna” per via del fatto che ogni singolo membro della squadra era stato allievo di un diverso componente della famiglia Sabaku: Ittetsu della temibile amazzone del deserto Temari, Sari dell’amabile quanto inquietante micione Kankuro, ed infine Matsuri unica allieva dell’ex demone ed attuale Kazekage di Suna Sabaku no Gaara.

 

Una squadra di tutto rispetto dunque, e con tutte le carte in regola per diventare un’ottima arma al servizio di Suna.

Si un’ottima arma… se non fosse per la mancanza di disciplina.

 

Sari osservò con astio la sua pimpante collega.

 

<< Che c’è? Sei tutta gasata perché con i tuoi “agganci” abbiamo risparmiato un giorno? >>.

 

Ittetsu sospirò. << Forse se fossi un filino più gentile quando sei in missione, avresti amicizie in altri villaggi pure tu, no? >>.

Sari lo gelò acida << TACI! Frignon… >>.

<< Zitti! >>.

 

Matsuri tappò la bocca alla compagna, che tentò di divincolarsi furiosa.

 

Troppo tardi.

Almeno una ventina di shinobi li avevano accerchiati: uno di loro si avvicinò con un ghigno spavaldo.

 

<< Bene bene bene, ninja di Suna siete pregati di darci quei documenti >>

Ittetsu li guardò stranito. << Documenti? >>.

 

 

 

 

<< Piuttosto dovremmo concentrarci sul team Temari, quelle informazioni riguardo le nuove catapulte ci servono >> Baki tentò di calmare il clima di tensione che si era venuto a creare in consiglio.

 

<< Kankuro Temari e Ritsu arriveranno domani mattina >> rispose il Kazekage, ignorando i borbottii del consigliere.

 

 

 

<< MAI! >> disse con aria di sfida Matsuri.

Era cosciente che quel rotolo non conteneva delle informazioni di vitale importanza, ma l’orgoglio di Kunoichi la induceva a non fallire nessuna missione. Mai!

 

Una ninja dai folti capelli verde smeraldo si avvicinò a quello che doveva essere il capo.

 

<< Sei sicuro che sia questa la squadra? A me sembrano dei novellini >>.

<< Due kunoichi e uno shinobi, del villaggio della sabbia, di ritorno a casa proprio oggi, si sono loro >>.

<< Se è così… >>.

 

Iniziò subito una violenta battaglia: Sari aveva tirato fuori i suoi kunai e ora li controllava con i suoi fili di chakra distraendo tre ninja rivali, Ittetsu si stava per mettere a piangere, meritandosi così un violento pugno alla testa da parte di Matsuri.

 

<< Ittetsu usa le lame di vento e piantala di frignare! >>.

<< S…Si… >>.

 

Sari aveva già messo fuori gioco due ninja, e adesso si stava dedicando ad un corpo a corpo col terzo, Ittetsu con un veloce movimento di spade era riuscito a scaraventare contro un albero altri quattro nemici.

 

<< Sono troppo veloci >>.

 

Matsuri approfittando del caos, era riuscita a nascondere il rotolo dietro ad un’insenatura e adesso utilizzava il suo giavellotto per tenere alla larga i suoi rivali e tirare fuori un altro kunai.

 

<< SARI! >>.

 

Ittetsu era rimasto intrappolato nella presa di due ninja, la ragazza accorse immediatamente in suo soccorso utilizzando i suoi fili di chakra un ninja stava per raggiungerla, fortunatamente Matsuri gli piantò un kunai nella schiena.

 

Ma il corpo del ninja si volatilizzò in una nuvoletta facendo apparire un ceppo di legno.

 

<< Oh no! >>.

 

Erano accerchiati.

Sari coi suoi fili blu afferrò un ninja tra le gambe aprendo un passaggio alla sua collega.

 

<< Prendi il rotolo e concludi la missione >>.

<< Ma voi… >>.

<< FALLO! >>.

 

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Capitolo 2
*** Il bambino ***


2

 

 

Matsuri sparì nella vegetazione, stava per raggiungere il luogo dove aveva nascosto il rotolo, quando sentì una figura dietro di lei.

 

<< Bene ragazzina… dov’è il rotolo? >>.

 

Era la ninja dai capelli smeraldo.

 

La kunoichi di Suna estrasse un kunai mettendosi in posizione d’attacco << Non te lo dirò mai! >>.

 

 

Nel frattempo Ittetsu e Sari.

 

<< Siamo messi male, molto molto male >>.

<< Sta’ zitto frignone! >>.

 

I due chunin stavano per essere attaccati simultaneamente dai ninja, quando una forte folata di vento li spazzò via.

 

Ittetsu, in lacrime, si voltò riconoscendo la sua autoritaria mentore.

 

<< TEMARI-SENSEIIII! >>.

 

La ragazza gli piantò un pugno in testa.

 

<< Piantala frignone! >>.

 

Il “Capo” vedendo i suoi scagnozzi messi al tappeto, tentò di scappare, ma venne bloccato da Sasori, controllato da Kankuro.

 

<< No no no amico mio, resta qui, facciamo due chiacchiere >>.

 

Ritsu si rivolse ai due componendi del team 3.

 

<< Dov’è Matsuri? >>.

 

 

La ragazza stava combattendo contro la Kunoichi, quando questa si bloccò.

 

<< /Oh no, non sento più il chakra dei miei compagni/ >>

 

Guardò la castana con occhi di sfida.

 

<< Bene pare che me ne debba andare… ma prima >>.

 

Matsuri assunse la posa difensiva, ma la ragazza le si piazzò di fronte fissandola intensamente negli occhi. Il tutto con una velocità impressionante.

 

<< Tenchi no jutsu! >>.

 

Per qualche istante Matsuri su investita da una potente luce bianca.

 

<< Addio mocciosa! >>.

 

Poi buio.

 

 

 

<< /Dove sono?.../ >>.

 

Quando riaprì gli occhi, la ragazza si ritrovò a Suna, vicino il parco giochi.

 

<< /Come ci sono arrivata qua?/ >>.

 

Si diede un pizzicotto. No, non stava sognando.

Fece qualche passo nel tentativo di capire cosa era accaduto, quando il filo dei suoi pensieri venne interrotto da delle voci.

 

<< Aspettate! Daii voglio giocare con voi! >>.

<< Stai lontano, MOSTRO! >>.

 

Andò verso l’entrata del parco giochi, un gruppetto di bambini stava correndo cercando di evitare un bambino dai capelli rossi.

 

Strano, le era alquanto familiare.

 

Un gruppo di donne corse verso i bambini.

 

<< Su coraggio Hikari vieni a casa >>.

 

Alla vista di quelle donne, il piccolo bambino dai capelli rossi si bloccò.

Matsuri poté osservarlo meglio in volto, e notò due occhi cerchiati da pesanti occhiaie.

Fu colpita un dubbio che doveva assolutamente avere risposta.

 

<< Anche tu Kida, il pranzo è quasi pronto >>.

 

Era il tacito modo delle donne di dire ai loro pargoli che era meglio allontanarsi dalla vista di quel piccolo mostro.

 

Matsuri sentì una di loro bisbigliare: << quante volte ti ho detto di non avvicinarti a quel demone? >>.

 

Demone?

No, non poteva essere possibile.

 

Senza pensarci due volte la saettò con un’occhiataccia: la donna arrossì per poi avviarsi verso casa con passo veloce.

 

Rimasto solo il bambino si mise sull’altalena, andando avanti e indietro pigramente, fu allora che Matsuri si avvicinò, doveva togliersi quel dubbio.

 

Quando fu abbastanza vicina il bambino alzò lo sguardo e la fissò con due occhioni acquamarina cerchiati da due vistose occhiaie, era piuttosto arrabbiato a diffidente.

 

<< Che vuoi? >>.

 

Si, era lui, ricordava bene le frecciatine di quel neo jonin che le insegnava ad usare il giavellotto.

 

Vedendo che lo sguardo sorpreso della ragazza continuava, il bambino decise di alzarsi dal dondolo.

 

<< Gaara? >>.

 

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Capitolo 3
*** Dietro quel broncio... ***


<< Che c’è? Che ho fatto ‘sta volta? >>.

 

Matsuri si piegò sulle ginocchia per poterlo guardare meglio.

 

<< Non posso crederci, sei davvero tu? >>.

<< Uffa che vuoi? Ti ha mandato mio padre? >>.

 

Matsuri non lo ascoltava, si era persa in quegli occhi << come sei carino… >>.

 

Il bambino arrossì sorpreso, poi chiuse gli occhi girandosi. Non era abituato ai complimenti.

 

<< Ora mi prendi pure in giro! >> disse col classico tono imbronciato da bambino, il che lo rendeva ancora più adorabile.

<< No… io parlo sul serio >> fu la risposta di Matsuri che lo osservava col viso poggiato ai palmi delle mani.

Lui si rigirò. << Davvero? >>.

<< Si… la smetti di scappare? >>.

Il bambino le concesse un piccolo sorriso. << Sei bella pure tu >>.

 

Beh, avrebbe preferito sentirselo dire dal Gaara “senior” ma anche così non era male.

 

<< Grazie >>.

<< Perché mi parli? >>.

 

Matsuri si sedette sul sedile accanto.

Evidentemente il jutsu di quella kunoichi l’aveva portata indietro nel tempo, e adesso si trovava a conversare col suo “piccolo” sensei.

Era così strano dargli del “tu”.

 

<< Perché non dovrei? >>.

<< Perché la gente dice che sono cattivo e antipatico >>.

<< Forse sei semplicemente un timidone. No? >>.

 

Gaara abbassò lo sguardo a terra.

 

<< Non vai a casa a mangiare? >>.

 

Gli occhi assunsero un’aria triste.

 

<< Papà non vuole, dice che se vengo a casa Temari e Kankuro non mangiano >>.

La ragazza sospirò dispiaciuta, poi sobbalzò sul posto illuminata da un’idea. << Allora… >>.

 

Scese dall’altalena, prendendogli la mano.

 

<< Vieni, ti porto in una pasticceria dove fanno dei buonissimi biscotti >>

 

 

 

 

<< Kazekage il team 3 e team Temari sono tornati >>.

<< Di già? >>.

<< Come sta la mia principessina? >>.

 

Il Kazekage scoccò un’aria seccata al consigliere, poi fece cenno al ninja di andare nel suo ufficio.

 

<< Questi sono i rapporti delle due squadre. Sari, Ittetsu e Ritsu sono tornati con i documenti e due ninja-spia >>.

<< Sono tornati solo loro tre? >>.

<< Pare che Matsuri sia ancora al confine di Iwa, Temari e Kankuro la stanno cercando >>.

<< Va bene >>.

 

Appena il ninja uscì si presentò una genin stagista.

 

<< Le porto il pranzo Kazekage? Una tazza di the? >>.

<< Dei biscotti con le gocce di cioccolato grazie, e un bicchiere di latte >>.

 

La stagista strabuzzò gli occhi sorpresa, poi fece un lieve inchino andando a prendere ciò che le era stato ordinato.

 

Chissà perché gli era venuta una gran voglia di biscotti.

 

 

 

<< Che buooooni! >>.

Lei rise. << Sono felice che ti piacciano >>.

 

L’aveva portato in una piccola pasticceria: la proprietaria era una vecchina docile che non si curava mai dei pettegolezzi e delle notizie.

Poveretta, Matsuri l’aveva vista una settimana prima, non era particolarmente in salute.

 

Appena finirono di mangiare la ragazza pagò il conto, poi andarono un una viuzza del villaggio.

 

<< Grazie del pranzo, era tutto buono buono >>.

<< Ora dove mi stai portando? >> disse Matsuri mentre veniva trascinata mano nella mano da Gaara.

 

Il bambino la portò in un piccolo spiazzo circondato da rovine.

 

<< Qui è dove gioco di solito, è bello >>.

 

Matsuri riconobbe quel posto, di solito lei ci andava quando voleva stare sola, non era esattamente un bel vedere.

 

Povero piccolo, doveva essere veramente solo se apprezzava un posto del genere…

 

La ragazza venne riscossa dai suoi pensieri dal bambino che tentava di catturare la sua attenzione tirandole la gonna.

 

<< Guarda che so fare >>.

 

Gaara prese a fare degli animaletti con la sabbia: serpenti, fennec, koala (probabilmente visti in qualche libro).

 

<< Ti piacciono? >>.

 

Lei sorrise, dietro ad una scorbutica peste, si nascondeva un dolcissimo e tenerissimo angioletto. Come aveva sempre sospettato.

 

<< Vediamo se sai fare questo >> disse facendo apparire un caracal con la sabbia.

<< Si si lo so fare! Che bello, anche tu usi la sabbia? >>.

 

Giocarono per tutto il pomeriggio.

Arrivata la sera i due sentirono una voce.

 

<< Gaara? Piccolo dove sei? >>.

<< E’ lo zio Yashamaru, devo tornare a casa >> disse il bambino entusiasta.

 

Il piccolo si girò sorridente per guardare la ragazza ma la consapevolezza di doversi allontanare dalla sua nuova amica gli fece morire il sorriso dalle labbra.

 

<< Mi sono divertito tanto… >>.

<< Ehi cos’è quel muso lungo? >>.

<< Domani giochi di nuovo con me? >>.

 

Sembrava più una supplica che una richiesta.

Matsuri strinse quell’adorabile faccino tra le mani dandogli un dolce bacio in fronte.

 

<< Te lo prometto >>.

 

 

 

 

 

 

 

Il “senior” è scritto tra virgolette apposta.

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Capitolo 4
*** Imparare a dormire ***


<< Parla! Cos’hai fatto a Matsuri? >> Una coppia i ninja, sotto il controllo di Baki, stavano torchiando la kunoichi.

 

La ragazza coi capelli smeraldei sputò un grumo di sangue.

 

<< Non… non parlerò mai >>.

<< Maledetta >>.

 

Gaara osservava impassibile la scena da alcuni minuti.

Finora l’unica cosa certa era che quel gruppo di ninja aveva scambiato il team 3 per il team Temari a causa del notevole anticipo del primo gruppo.

 

<< Basta >>.

Baki si voltò verso il ragazzo << Come? Ma kazekage…? >>.

<< Non vuole parlare? Va bene, preparate la sedia per il suo capo, domani toccherà a lui >>.

<< No! Lasciatelo stare! >> disse improvvisamente agitata la ragazza.

 

A quelle parole i due ninja si illuminarono.

 

<< Allora parla, maledetta! >>.

 

Gaara tornò nel suo ufficio per completare gli ultimi lavori della giornata.

Vide sulla sua scrivania il rapporto di Temari: ancora niente.

Si affacciò alla finestra, un piccolo caracal sfrecciava veloce per le strade buie e silenziose del villaggio.

 

Il ragazzo sorrise.

 

 

 

Matsuri trovò non pochi problemi quella notte: non poteva presentarsi in dormitorio, probabilmente il suo numero di matricola non esisteva, o era assegnato a qualcun altro.

 

Decise di passare la notte fuori, in una piccola oasi non lontana dal villaggio.

 

<< /Chissà se tornerò mai a casa?/ >>.

 

Stava quasi per addormentarsi, le palpebre si chiudevano lentamente, sfocando pian  piano l’immagine cristallina del lago.

Quando sentì dei singhiozzi.

 

Piccoli, ovattati, ma pur sempre percepibili nella notte.

 

La ragazza si alzò seguendo quel flebile rumore. Vide Gaara raggomitolato vicino ad una parete rocciosa. Istintivamente lo strinse a sé.

Appena lo fece una piccola porzione di sabbia si alzò minacciosa a causa del gesto improvviso, il bimbo seppe controllarla; poveretto aveva le guanciotte rigate da grandi lacrimoni e il visetto rosso.

 

<< Cos’è successo? >>.

Singhiozzava << M… mi, mi fa male la testa, Temari dorme, Kankuro non vuole giocare >> altro singhiozzo << non vuole giocare con me, papà è arrabbiato… >> Gaara premette il faccino contro il petto della ragazza scoppiando in lacrime.

 

Lei non sapeva che fare: lo strinse a sé  prendendo ad accarezzargli la chioma rossa.

 

<< Va tutto bene, tutto bene >>.

<< Perché… perché nessuno mi vuole? >>.

 

 Matsuri rivolse un’occhiata al laghetto poco lontano.

Quel piccolo bimbo non poteva certo sapere che di lì a poco sarebbe diventato la persona più amata dal villaggio, la persona più amata dal suo cuore.

 

<< Io ti voglio bene >>.

 

Il bambino cessò i suoi singhiozzi.

 

<< Anzi… ti voglio molto bene >>.

 

Alzò lo sguardo, Matsuri ne approfittò per  asciugargli il visino.

 

<< Proviamo a dormire? >>.

Il piccolo abbassò lo sguardo << Io… io non so dormire >>.

 

Matsuri fece un lievissimo sospiro, certo, lo sapeva.

Ma sapeva anche che, magari, tenendo distaccati i due chakra…

Poggiò delicatamente la mano che poco prima accarezzava la testolina rossa e, ricordando gli ultimi insegnamenti sui ninjutsu medici, sprigionò una piccola dose di chakra.

 

<< Che fai? >>.

<< Ti insegno a dormire >>.

 

Il bambino la guardò confuso.

 

<< Chiudi gli occhi e rilassati >>.

 

Per i primi minuti non ci furono particolari problemi, ma quando il bambino entrò nella fase rem Matsuri dovette sforzarsi parecchio per controllare i due chakra.

 

 

<< Kazekage, state bene? >>.

<< Si Baki, solo un po’ di mal di testa >>.

<< Andate a riposare, se ci sono novità vi avviserò personalmente >>.

<< Grazie >>.

 

Gaara percepiva che quell’inquietudine non aveva nulla a che fare con la lontananza di Temari e Kankuro.

 

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Capitolo 5
*** Il villaggio della clessidra ***


Matsuri sudava.

Percepiva la potenza dell’Ichibi, che contrastava enormemente con la dolcezza del chakra del bambino. Il demone voleva uscire, per fortuna non era al massimo delle sue forze.

Riuscì a reggere un paio d’ore o poco più. La vista di quel piccolo cucciolo che dormiva sereno le faceva battere forte il cuore.

 

Chissà se adesso Gaara dormiva così, dopo aver svolto le sue mansioni di Kazekage.

 

Matsuri capì che era arrivata al limite. Decise di svegliarlo.

 

<< Gaara >>.

 

Il bimbo dormiva sereno.

 

<< Gaara svegliati >>.

 

Continuava a non sentirla.

 

<< Gaara… >>.

 

Gelò: non aveva previsto che il bambino potesse avere il sonno pesante, nonostante non fosse abituato a dormire.

 

Alzò la voce.

 

<< Gaara, svegliati, svegliati! >>.

 

Matsuri percepì una strana scossa, come qualcosa che strisciava sulle sue braccia.

 

<< Gaara! >>.

 

Il bambino aprì gli occhi.

E non vi era alcuna traccia di color acquamarina.

 

 

 

 

 

<< Kazekage? >>

 

Il ragazzo si alzò dal letto, sudava freddo nonostante la temperatura bassa del deserto di notte.

 

<< State bene? >> chiese baki preoccupato.

<< Si, dimmi >>.

<< La ragazza, la spia, si chiama Aioko, è una kunoichi specializzata nella manipolazione dello spazio-tempo >>.

<< Continua >>.

<< Forse abbiamo trovato il modo di farla parlare, meglio se assiste anche lei >>.

<< Arrivo subito >>.

 

Tanto non riusciva a dormire.

 

 

 

 

Matsuri si svegliò in una camera d’ospedale.

 

<< Che cosa succede? >>.

<< Buongiorno >>.

 

Matsuri riconobbe la dottoressa Aky, la sua sensei nelle arti mediche, molto più giovane di come era solita vederla.

 

<< Salve >>.

<< Come si sente? >>.

 

Le venne da ridere, non avrebbe mai pensato che la dottoressa Aky-samachan com’era solita chiamarla, le avrebbe mai dato del “lei”.

 

<< Sto bene… che è successo? >>.

 

La ninja-medico rimase in silenzio per qualche istante.

 

<< Ecco… l’abbiamo trovata vicino l’oasi… stava per essere strangolata… >>

 

Le venne un flash e si rizzò a sedere di scatto.

 

 << Dov’è Gaara? >>.

 

La dottoressa le tappò la bocca.

 

<< Qui non si è soliti parlare del figlio del Kazekage, chiaro? >>.

 

“Qui non si è soliti”

 

Parole che si userebbero con uno straniero.

Aky aveva intuito qualcosa.

 

<< Lei sa che non sono… insomma… >>.

<< Si, non sei una ninja di Suna >>.

<< Perché non mi ha denunciata? >>.

<< Primo porti il coprifronte di Suna. Secondo perché hai una foto della mia adorata amica Mekumi… >>.

 

<< /E’ mia madre Aky/ >>.

 

<< E’ difficile da spiegare… ma posso assicurarle che non sono qui con cattive intenzioni >>.

<< Lo so >>.

 

Matsuri alzò lo sguardo.

 

<< Te lo leggo negli occhi… Ascolta: per fortuna il tuo coprifronte ti ha salvata da eventuali controlli spiacevoli, ho detto che sei una mia allieva >>.

<< La ringrazio >>.

<< Ma attenta, qui non ammettiamo spie >>.

<< Non si preoccupi >>.

<< Bene, sei ancora in convalescenza, le ferite e gli ematomi sono ancora freschi >>.

<< Quando potrò essere dimessa? >>.

<< Domani mattina, sei stata fortunata >>.

 

 

 

 

<< La ragazza è del villaggio della clessidra, si trova nella terra di confine tra Iwa e Suna >>.

<< Perché hanno attaccato? >>.

<< Volevano impossessarsi del progetto delle catapulte, a quanto pare questi nuovi strumenti sono in grado di ostacolare anche le arti illusorie grazie a delle gemme speciali >>.

<< Ho capito, è stata lei a parlare? >>.

<< No è stato il suo capo, ma a quanto pare è lei quella che ha più informazioni >>.

<< Voglio sapere se le autorità del villaggio della clessidra sono collegati con loro, e voglio sapere se lei è collegata con la scomparsa di Matsuri >>.

<< Signorsì >>.

 

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Capitolo 6
*** Una storia già raccontata ***


Quella sera Matsuri non resistette all’impulso di alzarsi e andare da quel bambino che adorava tanto.

Sapeva che Aky e le infermiere la tenevano d’occhio, quindi decise di prendere un’altra strada, un passaggio che il suo sensei le aveva insegnato in caso di emergenza: Collegava l’ospedale col palazzo e passava direttamente negli alloggi privati del Kazekage e la sua famiglia.

 

Arrivata a metà strada sentì delle voci.

 

<< Sta perdendo il controllo >>.

<< Ha fatto del male a quella ragazza, ai bambini… ha ucciso un uomo… >>.

 

Riconobbe la figura del quarto Kazekage, e riconobbe la voce di Yashamaru sentita quando giocava a fare le forme di sabbia con Gaara.

 

<< Devo decidere il suo vero valore >>.

<< Ma kazekage… >>.

<< Parlagli di sua madre… >>.

<< Mia sorella? >>.

<< Mettilo alle strette >>.

<< Ma kazekage è soltanto un bambino… >>.

 

Matsuri si sentì morire.

 

Il suo sensei una volta le aveva raccontato com’era morto suo zio e come si era procurato quello strano tatuaggio in fronte, i due avevano un rapporto molto confidenziale.

Sapeva esattamente cosa significava quel breve dialogo.

 

Doveva correre, doveva impedire che suo zio lo segnasse a vita, e magari salvargli la vita.

Aveva pochissimo tempo.

 

Uscì dal passaggio e cercò in tutti i modi di trovare il bambino, ma venne scoperta da un’infermiera, somigliava vagamente a Sari…

 

<< Ehi tu! >>.

<< Accidenti! >>.

<< Dove scappi? DOTTORESSA, DOTTORESSA AKY! >>.

 

 

 

 

<< Maledetta! Che ne hai fatto di Matsuri? >>.

 

Aioko era stesa a terra ormai, ematomi e strappi ai vestiti.

 

<< Chi, quella mocciosa? >> gracchiò una risata << non la troverete mai >>.

 

Gaara assisteva impassibile a quella tortura: il capo della ragazza si scoprì essere solo una copertura, era lei che dovevano torchiare, anche a costo di ritrovare il sadismo di un tempo.

Baki le sferrò un potente calcio allo stomaco.

Gaara chiuse gli occhi: oltre alla nausea, avvertiva uno strano senso di panico.

 

<< Kazekage! Venga è urgente >>.

 

 

 

Matsuri era stata immobilizzata da due ninja.

Aky la puntava severa.

 

<< Dove pensi di andare? >>.

<< Per favore Aky… devo andare, devo andare, è urgente! >>.

<< Ti avevo detto che le spie non sono gradite qui >>.

 

Matsuri riversò grosse lacrime indotte dal panico.

 

<< Ti prego Aky, devo andare da Gaara ti supplico! >>.

<< Cosa facciamo dottoressa? >>.

 

 Aveva poco tempo…

 

<< Mi perdoni Aky-samachan… >>.

<< Cos… >>.

 

Con dei potenti colpi di arti marziali riuscì a tramortire le tre kunoichi, poi si diresse il più velocemente possibile sul tetto del palazzo.





Perdonate l'immane ritardo, gli impegni mi stanno mangiando viva. Spero che il capitolo, anche se piccolino, vi sia piaciuto. A presto (si spera) e recensite in tanti! Ciao!  

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Capitolo 7
*** Se solo potessi... ***


Arrivò coi polmoni evidentemente provati.

 

Troppo tardi.

 

Si diresse oltre il piccolo muro divisorio.

Vide il corpo di Yashamaru straziato al suolo, accanto a lui il piccolo bambino dai capelli rossi era circondato da sabbia, la fronte sporca di sangue.

 

Troppo tardi.

 

<< Gaara? >>

 

Il bambino si teneva la testa, piangeva e si muoveva come in preda alle convulsioni.

 

<< Sono solo… >>

 

Matsuri si avvicinò.

 

<< Sono solo al mondo… >>

 

Tentò di abbracciarlo, ma venne violentemente spinta da lui.

 

<< STAMMI LONTANO! >>

 

Il piccolo si rimise la mani in testa, e lei approfittò di questo momento di debolezza per abbracciarlo e usare la sua tecnica del controllo del chakra.

 

<< Stai  tranquillo, andrà tutto bene, ci sono io a proteggerti non soffrirai più... >>

<< Lasciami, io sono un mostro… LASCIAMI! >>

 

Lei continuava a stringerlo tentando di tenere separati i due chakra, se l’avesse lasciato si sarebbe sicuramente trasformato in Ichibi.

Dal volto della ragazza presero a sgorgare piccole lacrime.

 

<< Tu non sei un mostro, tu non sei destinato a stare solo… >>

<< ALLONTANATI… ORA! >>

 

Un cumulo di sabbia appuntito stava viaggiando a grande velocità contro la sua schiena, la ragazza strinse più forte quella piccola creatura tra le braccia.

 

<< Se solo sapessi quanto ti voglio bene... se solo trovassi il coraggio di dirtelo… >>

 

La sabbia era vicinissima. Chiuse gli occhi.

 

<< ... amore mio >>

 

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Capitolo 8
*** Meglio ***


Buio.

Poi una grande luce.

 

Vide l’immagine molto offuscata dei quattro codini di Temari, e tanti, tanti ninja…

 

<< L’abbiamo trovata >>

<< La quantità di chakra è molto bassa! Portiamola in ospedale presto! >>.

 

Quando ritrovò appieno le forze, realizzò che si trovava in una stanza di ospedale, di nuovo.

 

Dalla porta vide entrare i due fratelli maggiori Sabaku.

 

<< Matsuri! >>

 

La voce squillante di Kankuro la fece lievemente sobbalzare.

 

<< C… ciao >>

 

Temari le accarezzò il viso.

 

<< Sei ancora molto debole, vado ad avvertire Aky che ti sei svegliata >>

 

Kankuro, che considerava la ragazza come una sorellina, si sedette accanto a lei, preoccupato.

 

<< Cosa ti è successo? >>

 

No, non poteva dire la verità.

 

<< M... mi dispiace... non me lo ricordo >>

<< Prova a fare uno sforzo… >>

<< Mi dispiace Kankuro… davvero io… >>

 

Abbassò il capo, sapeva di non essere brava a guardare negli occhi quando mentiva, il suo viso la tradiva.

 

<< Ho capito >> il ragazzo le accarezzò affettuosamente la testa << Riposa, sei ancora molto debole >>

 

Qualche oretta dopo Aky entrò a visitare la ragazza, con un team di medici. Matsuri a tutte le domande rispose che non  ricordava nulla.

 

Nel pomeriggio vennero Ittetsu e Sari.

 

<< Però è davvero un sollievo che sei qui, sana e salva >>

Sorrise << Grazie Itty… >>

<< Yukata ti porta questo cesto di dorayaki, promette che appena potrà uscire di casa ti verrà a trovare >> disse allegramente il ragazzo poggiando il cesto vicini al letto.

<< Miii quante coccole manco fosse moribonda! Piuttosto riprenditi in fretta, non vorrai fare la pappamolle >>

<< Sari, un po’ di cuore >> disse il ragazzo a mo’ di rimprovero.

<< Non c’è bisogno che mi difendi Ittetsu… no Sari non farò la “pappamolla” >> disse apostrofando l’ultima frase.

 

La ragazza con la bandana si girò irritata, per non far vedere il suo volto rosso.

 

<< Bene, ci siamo assicurati che sei viva, possiamo andare Itty.. >>

<< Sempre gentile… e Mikoshi? >>

 

Prima di andare Ittetsu sussurrò all’orecchio di Matsuri: << era veramente in pensiero per te, appena Aky-sama ha autorizzato le visite mi ha catapultato qui… >>

<< Lo so Itty… ma è troppo orgogliosa per ammetterlo… >>

<< Ti voglio bene… a presto >>

 

Sari era vicino la porta.

 

<< Allora ci muoviamo? >>.

 

Porta che si spalancò subito dopo.

 

<< Ammm Salve Kazekage-samaIttetsu muoviti! >>

 

I due ragazzi uscirono dalla stanza lasciando soli Gaara e Matsuri. Era calato uno strano silenzio che mise un po’ a disagio la ragazza.

Il kazekage si avvicinò lentamente a lei, sedendosi poi sul letto.

 

<< Dove sei stata Matsu? >>

 

Diretto, come sempre.

Lei lo guardò sorpresa, poi abbassò lo sguardo.

 

<< Le ho già detto che... >>

<< Si i medici e Kankuro se la sono bevuta... io no >>

<< Maestro io... >>

 

Lui si alzò avvicinandosi alla finestra.

 

<< Potevi morire >>

 

Lei spalancò gli occhi, mentre lui guardava fuori dalla finestra.

 

<< Hai messo a rischio la tua vita... nel tentativo di guarirmi... >>

 

Le sue guance diventarono incandescenti.

 

<< C... come...? >>

 

Gaara si girò per guardarla negli occhi, fece un leggero sorriso.

 

<< Beh… almeno adesso so quanto mi vuoi bene. No? >>

 

Il cuore della ragazza cessò di battere.

Lui ricordava, o meglio aveva sentito il collegamento del jutsu col suo chakra infantile.

Istintivamente afferrò il lenzuolo del letto e si coprì la faccia, rossa dalla vergogna.

 

<< Maestro io... mi dispiace >>

<< Ma Matsuri... >>

<< Mi perdoni, le assicuro che non è... >>

 

La frase venne interrotta da un singhiozzo.

 

Timida, timida Matsuri.

 

Con delicatezza Gaara si avvicinò e abbassò la coperta per vederla in viso: era tutto rosso e coperto di lacrime.

 

<< Piccola >> gli sfuggì teneramente.

 

Lei non riusciva ad emettere suono, si limitava a boccheggiare.

Gaara le sfiorò il viso, per poi poggiare delicatamente la mano sulla guancia arrossata.

 

<< Adesso tocca a me consolarti, ma perché piangi? Non ne hai motivo… >>

 

Lei rimase spiazzata dal gesto così affettuoso, anche se avevano molta confidenza il suo sensei era un tipo che preferiva mantenere un certo distacco.

 

<< Io … io >>

<< Si?... >>

 

Le scappò un altro singhiozzo.

 

<< Kazekage quello che ha sentito, quello che ricorda… >>

<< Matsuri >> disse pacato ma con tono fermo.

 

Lei si zittì.

 

<< Matsuri. >> Cercò di ponderare ogni singola parola, era complicato per lui affrontare certe situazioni << Io non so cosa sia l'amore... sto imparando da poco a riconoscere sentimenti diversi dall’odio… >>

 

Matsuri non illuderti…

 

<< … ma di certo non ti vedo come una semplice ninja >>

 

Spalancò gli occhioni neri sorpresa facendo cadere giù le ultime grosse lacrime. Gaara col pollice gliele asciugò.

 

<< Maest... >>

<< Gaara, solo Gaara >>

<< Gaara... >>

 

Quant'era bello il suono di quella parola…

Attese qualche istante per prendere coraggio.

 

<< Adesso cosa...? >>

 

Lui l'abbracciò bisbigliando.

 

<< Stai  tranquilla, andrà tutto bene, ci sono io a proteggerti non soffrirai più... mai più >>

 

Martsuri sorrise.

 

Meglio di qualsiasi dichiarazione.

 

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